Resoconto della seduta n.47 del 21/06/2011
SEDUTA N. 47 DEL 21 GIUGNO 2011


La seduta inizia alle ore 10,30

Presidenza del Presidente
Vittoriano Solazzi


Comunicazioni del Presidente

PRESIDENTE. Do per letto il processo verbale della seduta n. 46 del 14 giugno 2011, il quale, ove non vi siano obiezioni, si intende approvato ai sensi dell’art. 29 del Regolamento Interno.
E’ stata presentata la seguente proposta di legge:
- n. 109/11, in data 15 giugno 2011, ad iniziativa della Giunta regionale, concernente: “Attribuzione delle funzioni in materia di servizio di gestione integrata dei rifiuti urbani”, assegnata alla IV Commissione in sede referente e al Consiglio delle Autonomie Locali per l’espressione del parere ai sensi dell’articolo 11, comma 2 della legge regionale n. 4/2007.
Il Presidente della Giunta regionale ha trasmesso, in data 13 giugno 2011 le seguenti deliberazioni:
- n. 846 “Art. 29 comma 1 della l.r. n. 31/2001 - Art. 25 della l.r. n. 21/2010 - Iscrizione nel bilancio di previsione per l’anno 2011 di entrate derivanti da assegnazione di fondi da parte dello Stato e della Unione europea vincolati a scopi specifici e delle relative spese - Progetto Europeo ATTAC Programma SEE 2007/2013 - Importo euro 270.600,00";
- n. 847 “Art. 29 comma 1 della l.r. n. 31/2001 - Art. 25 della l.r. n. 21/2010: Iscrizione nel bilancio di previsione per l’anno 2011 di entrate derivanti da assegnazione di fondi da parte dello Stato e della Unione europea vincolati a scopi specifici e delle relative spese - Progetto Europeo STAR IPA Adriatica 2007/2013 - Importo euro 130.700,00";
- n. 848 “Art. 29 comma 1 della l.r. n. 31/2001 - Art. 25 della l.r. n. 21/2010: Iscrizione nel bilancio di previsione per l’anno 2011 di entrate derivanti da assegnazione di fondi da parte dello Stato e della Unione europea vincolati a scopi specifici e delle relative spese - Progetto Europeo ADRISTORICAL LAND IPA Adriatico 2007/2013 - Importo euro 250.000,00";
- n. 849 “Art. 29 comma 2 della l.r. n. 31/2001 - Variazione compensativa al Programma operativo annuale 2011 approvato con d.g.r. n. 1844/2010 e sue successive modificazioni ed integrazioni - euro 15.100,00”;
- n. 850 “Art. 29 comma 2 della l.r. n. 31/2001 - Variazione compensativa al Programma operativo annuale 2011 approvato con d.g.r. n. 1844/2010 e sue successive modificazioni ed integrazioni - euro 50.000,00”;
- n. 851 “Art. 2 comma 2 della l.r. n. 20/2010 - Variazione compensativa al Programma operativo annuale 2011 approvato con deliberazione della Giunta regionale n. 1844/2010 e sue successive modificazioni ed integrazioni - Spese di personale - Importo euro 35.613,00”.
Hanno chiesto congedo i Consiglieri Acacia Scarpetti e Latini, il Presidente Spacca e gli Assessori Donati, Petrini, Viventi, Moroder,

Prima di passare alla trattazione dell’ordine del giorno voglio salutare, a nome personale e di tutta l’Assemblea legislativa, il Gruppo Ortensia di Ortezzano e dei Paesi della Valdaso e il Centro studi folclore Piceno oggi qui in visita in questa Assemblea legislativa regionale. Il riconoscimento che daremo come Assemblea legislativa ritengo sia giusto, è infatti il secondo anno che questo straordinario gruppo, che mantiene in vita le tradizioni culturali e popolari della nostra terra, con il suo cortometraggio – che io ho già avuto il piacere di visionare - vince il primo premio del Concorso internazionale Film Festival indetto dalla Federazione italiana tradizioni popolari.
A loro quindi porgo intanto il saluto, poi avremo modo di incontrarci anche personalmente.
Devo inoltre fare una seconda comunicazione.
Tutti siete a conoscenza - è stato oggetto anche di un confronto durante l’incontro con i Presidenti dei Gruppi assembleari - dei drammatici e preoccupanti eventi che si sono verificati nel carcere regionale di Montacuto.
Questa Assemblea legislativa, in modo bipartisan, ha effettuato nei mesi scorsi un serio lavoro; lavoro che io ho avuto modo di apprezzare, e non lo dico come frase di circostanza o retorica di momento, ma perché è stato davvero svolto con grande impegno.
E penso che tutti coloro che si sono recati in visita presso le carceri si siano resi conto del grave stato - lo abbiamo anche denunciato in una conferenza stampa - di sovraffollamento, di carenza di personale, di fatiscenza dei manufatti. Ecco, insomma, sinceramente credo che parte dei problemi verificatisi in questi giorni dipenda proprio da uno stato intollerabile di detenzione.
Pertanto, visto che su tali problematiche ci sono alcune mozioni ed interrogazioni e che già da tempo era stato richiesto alla Presidente della prima Commissione di relazionare all’Assemblea legislativa circa l’attività svolta con le visite che si sono effettuate e un report sull’analisi del sistema carcerario marchigiano, abbiamo concordato, sia con i Presidenti dei Gruppi che con la stessa Presidente della prima Commissione, di inserire tutto questo all’ordine del giorno della prossima seduta assembleare. Sicché da parte della Commissione verrà portato il report suddetto e contestualmente verranno discusse le interrogazioni, le mozioni o l’eventuale risoluzione che si volesse costruire in quell’occasione.


Comunicazione ai sensi dell’art. 35, sesto comma, del Regolamento interno.

PRESIDENTE. Ha chiesto la parola il Consigliere D’Anna, ne ha facoltà.

Giancarlo D’ANNA. In queste ore sta accadendo un fatto che a nostro avviso è molto grave, mi riferisco alla questione dei rifiuti della Campania che dovrebbero essere portati nella regione Marche.
Credo che una simile decisione non debba passare soltanto attraverso una scelta fatta direttamente dall’Assessore, su di essa dovrebbe invece aprirsi un dibattito chiaro e limpido su quello che sta avvenendo.
Peraltro in queste ore assistiamo anche a una sorta di giochetto, il Presidente della Provincia di Pesaro-Urbino ha dichiarato di non aver saputo assolutamente nulla di questi rifiuti mentre lo stesso Assessore Donati ha detto che la questione era già nota da tempo.
Tra le altre cose il predecessore di Ricci, cioè il Senatore Ucchielli, a suo tempo, quando appunto era Presidente della Provincia di Pesaro Urbino, fece un accordo. Tanto è vero il sottoscritto insieme ad alcuni amici della Lega organizzò una manifestazione di fronte alla Provincia.
Quindi credo che questa mattina l’Assessore Donati sarebbe dovuto essere presente in Aula, se non altro per chiarire questi aspetti, che secondo me sono fondamentali per esprimere anche un giudizio sulla situazione. Avrebbe dovuto dirci in modo chiaro e netto quali sono i termini e le motivazioni attraverso cui la nostra Regione andrà ad accogliere i rifiuti di un’altra regione. Ossia di quella regione che nel corso di questi anni è stata incapace di produrre un sistema organizzativo che gli consentisse di non avere simili problemi. Quei problemi che oggi si vogliono trasferire nella regione Marche.
E’ un’apertura che non ci piace assolutamente. Quindi ritengo che la Regione Marche debba farsi carico di dire assolutamente no all’arrivo di rifiuti da altre regioni.
Nella nostra regione...

PRESIDENTE. Però, Consigliere D’Anna, non può fare un intervento! Abbiamo recepito.

Giancarlo D’ANNA. Presidente, volevo soltanto ricordare, e concludo, che nella nostra regione c’è stata una Commissione d’inchiesta che ha svolto un serio lavoro proprio in merito ai rifiuti, che appunto anche nella nostra regione avevano portato ad un problema serissimo vuoi anche d’immagine. Noi dunque abbiamo già dato.
Per cui ritengo che questa decisione non sia assolutamente giusta per i modi, i tempi e per le motivazioni con cui è stata portata avanti.
Quindi, Presidente, chiedo che l’Assessore Donati, se più tardi verrà, relazioni su questa gravissima questione.

PRESIDENTE. Consigliere D’Anna, però ora non possiamo aprire una discussione su un punto che non appare all’ordine del giorno. Lei ha fatto questo sollecito, lo comprendo, ma lo trasferisco alla Giunta magari pregandola di darci comunicazione nella prossima seduta assembleare. Ora non posso fare nient’altro, perché, ripeto, su questo tema non c’è nessun punto all’ordine del giorno, posso solo stimolare la Giunta e i rappresentanti presenti in Aula a farci pervenire in merito una comunicazione.

Sull’ordine del giorno

PRESIDENTE. Ha chiesto la parola il Consigliere Zaffini, ne ha facoltà

Roberto ZAFFINI. Presidente, vorrei capire perché questa mattina abbiamo un ordine del giorno diverso da quello che c’è nel sito. Mi riferisco ai punti 3) e 4) rispettivamente relativi alla proposta atto amministrativo n. 25 e alla proposta di atto amministrativo n. 29, che a tutt’oggi sull’ordine del giorno inserito nel sito non compaiono. Un Consigliere dovrebbe avere la dignità di prepararsi, invece in questo caso mi trovo completamente sprovveduto proprio a causa di questa scelta fatta in modo repentino.
Quindi, Presidente, vorrei conoscere le motivazioni che hanno indotto all’inserimento di queste due proposte.
Voglio inoltre ribadire anche ciò che ha detto il Consigliere D’Anna. Noi lo viviamo nella nostra provincia. Per cui ritengo sarebbe importante che l’Assessore Donati fosse qui stamattina a darci qualche notizia affinché si possa capire come sia effettivamente la situazione.

PRESIDENTE. Consigliere Zaffini, per quanto riguarda l’ordine del giorno le faccio presente che si tratta semplicemente di una integrazione. Era un atto che non sembrava perfetto e quindi pronto per poter arrivare in Aula, poi nel momento in cui si è perfezionato abbiamo ritenuto di iscriverlo in via d’urgenza. E questo inserimento lo abbiamo comunque comunicato a tutti cinque giorni prima della data di convocazione.
Abbiamo cioè iscritto un atto che nel momento in cui veniva stilato l’ordine del giorno si pensava non fosse perfetto da un punto di vista burocratico ed invece lo era. Può accadere, è normale.
Lei quindi ha avuto tutto il tempo per prepararsi con profondità, anzi, non dubito che questa mattina proprio su questo punto aggiunto vorrà esplicitare tutta la sua conoscenza.


Interrogazione n. 349
del Consigliere Binci
“Progetto di recupero e ripristino del complesso monumentale Eremo del Sasso in località Valleremita nel comune di Fabriano”
(Svolgimento)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca l’interrogazione n. 349 del Consigliere Binci. Ha la parola l’Assessore Marcolini.

Pietro MARCOLINI. Prima di entrare nel merito delle osservazioni tecniche e delle obiezioni sollevate, si ritiene opportuno riepilogare il contesto e le finalità dell’intervento in questione. Vorrei ricordare che c’è stato un immediato comunicato circa la necessità di riprendere al più presto i lavori, ciò al fine di non perdere l’opportunità, veramente rilevante, di valorizzare il territorio.
La Regione Marche, proprietaria del complesso architettonico di Valleremita, ha inteso promuovere un intervento di recupero e valorizzazione di un bene monumentale che nelle attuali condizioni necessita di consistenti interventi di restauro.
Va peraltro sottolineato che l’attuale configurazione è ciò che rimane dell’originario complesso che ha subito nel corso della sua storia trasformazioni e periodi di abbandono, l’ultimo dei quali ha determinato il crollo di consistenti porzioni del convento. E’ del tutto evidente che il progetto di recupero e valorizzazione promosso dalla Regione è un ripristino parziale delle volumetrie originarie senza andare ad alterare lo stretto rapporto con l’ambiente naturale circostante, per cui non si configura come nuovo edificato avulso dall’originario impianto architettonico.
Va quindi ancora sottolineato che tutta l’impostazione progettuale è improntata alla scelta di soluzioni compatibili e rispettose dell’elevato valore ambientale e paesistico del sito nonché dell’architettura dei manufatti esistenti.
Si informa, altresì, che il progetto definitivo ha ottenuto la certificazione di conformità espressa dal comune di Fabriano con nota dell’8 marzo 2011 nella quale si certifica “che l’intervento in questione non contrasta con le prescrizioni di cui agli artt. n. 29, 32 delle NTA del PRG vigente...” - se l’interrogante vuole averne una copia è a disposizione -. E che lo stesso progetto definitivo ha ottenuto il parere della competente Soprintendenza che dettaglia gli approfondimenti necessari per la redazione del progetto esecutivo.
Nel merito delle richieste poste dal Consigliere Binci si rileva quanto segue.
Il recupero edilizio della parte crollata, previsto dal progetto dell’Eremo del Sasso, riguarda proprio gli spazi destinati alla vita della comunità religiosa in esso ospitata, nonché prevede locali seminterrati dove erano già presenti ambienti preesistenti oggi riempiti con materiali provenienti dai crolli, locali da utilizzarsi per iniziative ed attività istituzionali regionali di promozione, legate alla valorizzazione del territorio, escludendo categoricamente l’uso turistico ricettivo.
E’ escluso che il progetto preveda incrementi planimetrici rispetto all’originaria volumetria del complesso la cui certezza è documentata dalle fotografiche storiche reperite. In assenza di rilievi geometrici che certificano le originarie dimensioni è ragionevole ritenere che i volumi ricostruiti non superano i due terzi di quelli esistenti. L’intervento si configura, pertanto, come di restauro e risanamento conservativo e rientra nella casistica stabilita dalla normativa regionale (legge regionale 12 giugno 2007, n. 6 - Disposizioni in materia ambientale e rete natura 2000). A maggior chiarimento si riporta quanto stabilito dalle nostre Linee guida regionali per la valutazione di incidenza ambientale di piani ed interventi, adottate con dgr 220 del 9 febbraio 2010.
Nello specifico al punto 4 “Esclusione delle procedure valutative” è detto:
“Sono esclusi dalle procedure valutative, a norma dell’art. 5 comma 3 del DPR 357/97, gli interventi previsti dal Piano di gestione o delle Misure di conservazione, direttamente connessi e necessari al mantenimento di uno stato di conservazione soddisfacente della specie e degli habitat presenti in un sito Natura 2000.
Sono inoltre esclusi dalle stesse procedure le seguenti categorie di opere:
4.1 Interventi generali
a. Gli interventi di manutenzione ordinaria e straordinaria, restauro e risanamento conservativo, ristrutturazione edilizia, ampliamento volumetrico fino al 30 % di opere e manufatti esistenti”.
Pertanto, è stato ritenuto sia dalla Soprintendenza che dal comune di Fabriano (amministrazioni che debbono esprimere parere anche nel merito) che l’intervento non è oggetto di valutazione di incidenza, sia perché è attualmente utilizzato da una confraternita religiosa e quindi abitato, sia perché la porzione crollata non si configura come un habitat né di fauna né botanico-vegetazionale.
Relativamente alle volumetrie da ricostruire proposte nel progetto, esse non contrastano con le norme tecniche di attuazione del PRG vigente come verificato dal Comune nella citata nota dell’8 marzo 2011.
Quanto detto nel penultimo capoverso di pag. 1 della sua interrogazione, Consigliere Binci, ovvero che “Tali immobili pur essendo ubicati in zona a volumetria definita è vietata la demolizione, la ricostruzione gli aumenti di volumetria entro e fuori terra...”, è stato riscontrato con il Comune di Fabriano che la prescrizione si riferisce all’edificio individuato con il n. 16 dell’art. 32 delle N.T.A, ovvero, all’edificio denominato Gualcheria e non al complesso dell’Eremo del Sasso in Valleremita.
Questo è quello che i nostri uffici ci hanno comunicato e aggiornato. Sapendo che il recupero della struttura prevede la riqualificazione dell’esigente e il recupero di una porzione delle volumetrie crollate nel corso dei secoli.
Quindi gli elementi ricostruttivi di restauro conservativo sono fondamentali per un ritorno ad un uso civile e sociale, come immagino sia anche la preoccupazione dell’interrogante.

Presidenza della Vicepresidente
Paola Giorgi

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno, il Consigliere Binci.

Massimo BINCI. Con questa interrogazione ho voluto segnalare pubblicamente un progetto, finanziato dalla Regione Marche, che secondo me va a deturpare un bene architettonico del nostro entroterra.
Il finanziamento di cui all’Eremo del Sasso in località Valleremita prevede la trasformazione del complesso conventuale in centro polifunzionale attrezzato, con il restauro dell’eremo esistente di circa 430 metri, ma anche con la costruzione di nuovi volumi per circa 1.000 metri quadri.
Per cui asserire che c’è un ripristino senza alterare l’originale impianto architettonico mi sembra quanto mai una forzatura.
La Direttiva CEE 92 all’articolo 6 stabilisce che i progetti che potrebbero avere effetti negativi sulla conservazione dell’habitat naturale dei siti di Natura 2000 devono essere oggetto di opportuna Valutazione di incidenza.
E un aspetto che rende il sito vulnerabile è proprio la fruizione turistica ad alta intensità, aspetto che, appunto, rende necessario ciò che richiede la Comunità europea, ovvero la Valutazione di incidenza. Tra l’altro anche il Ministero, su nostra specifica richiesta all’interno della corrispondenza con esso intercorsa, ha detto che in situazioni in cui ci sono habitat naturali, quindi SIC e ZPS, va proprio fatta la Valutazione di incidenza.
Le norme tecniche di attuazione del Prg di Fabriano vietano categoricamente sull’immobile in questione la demolizione, la ricostruzione e gli aumenti di volumetria entro e fuori terra. Oltretutto gli ampliamenti in progetto superano di molto il 30%, visto che a fronte di 400 metri attuali vengono appunto aggiunti 1.000 metri quadrati.
Inoltre sembra che ancora non ci sia l’autorizzazione della Sovrintendenza rispetto all’attuazione dell’intervento, a fronte però del fatto che l’intervento stesso è stato collocato all’interno della graduatoria regionale per i fondi FAS, così finanziandolo, appunto, anche per la parte nuova.
Non si capisce allora come la Regione Marche possa, all’interno di un discorso di valorizzazione e recupero di un sito di grande importanza architettonica e monumentale, finanziare un intervento che, invece, va a deturpare, come in questo caso, un monumento. A meno che non ci siano motivazioni campanilistiche che forzano oltre a quegli interessi volti, invece, alla valorizzazione dell’immobile.


Interrogazione n. 191
del Consigliere Natali
“Master in diritto sanitario: quota iscrizione”
(Svolgimento)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca l’interrogazione n. 191 del Consigliere Natali. Ha la parola l’Assessore Mezzolani.

Almerino MEZZOLANI. In relazione interrogazione del Collega Natali si ribadisce quanto già espresso sull’argomento con le precedenti relazioni.
Si chiarisce, altresì, che la diversità di trattamento dei dipendenti ASUR cui il Consigliere Natali fa riferimento è dovuta esclusivamente al fatto che la formazione risulta essere di competenza delle singole Zone territoriali che, in seguito a contrattazione sindacale, approvano sia il Piano formativo che i Regolamenti zonali in materia.
Tale circostanza, nel caso di specie, ha indotto le diverse direzioni di Zona ad assumere comportamenti differenti, sia in merito al riconoscimento dell’iniziativa formativa di cui all’oggetto come formazione obbligatoria o facoltativa, con conseguente riconoscimento delle ore di lezione all’interno o al di fuori dell’orario di servizio, sia in merito al riconoscimento della quota di iscrizione.
Per alcune Zone territoriali il riconoscimento del Master di cui è cenno, come formazione obbligatoria o facoltativa, è derivato anche dal programma della formazione aziendale già definito, che in alcuni casi prevedeva al loro interno iniziative formative di simile valenza.
La direzione generale per i propri quattro dipendenti ammessi al corso, ad esempio, disponeva che gli stessi avrebbero potuto partecipare al di fuori dell’orario di servizio, in quanto il corso era da considerarsi come formazione facoltativa, ma con oneri a carico dell’Azienda.
Per quanto riguarda le altre Zone territoriali si precisa che i rapporti economici sono stati gestiti direttamente tra il dipendente e la Zona di appartenenza e tra la Zona e Università degli Studi di Macerata - Consorzio per l’Alta formazione e lo sviluppo della ricerca scientifica in diritto amministrativo con sede in Osimo -.
Per tale ragione non è possibile definire in maniera esatta e puntuale né l’istituto contrattuale utilizzato per il riconoscimento dell’iniziativa formativa né le quota di compartecipazione economica prevista delle singole Zone.
Alcune Zone territoriali, tra cui la n. 1 di Pesaro, 2 di Urbino, 3 di Fano e 4 di Senigallia, hanno posto l’intera quota di iscrizione a carico della ZT mentre altre realtà Zonali, tra cui la ZT 7 di Ancona, ZT 8 di Civitanova Marche, ZT 11 di Fermo, hanno partecipato all’iniziativa riconoscendo ai discenti una parte della quota di iscrizione.
L’ASUR, infine, ha riconosciuto ad alcuni dipendenti che collaboravano all’epoca del corso con la direzione generale una quota della retta del Master stesso.
Relativamente alla precisazione sul costo di iscrizione a carico delle Zone e/o dei dipendenti, è in corso, da parte dell’Assessorato, una puntuale verifica per l’eventuale restituzione dell’iscrizione dei partecipanti al Master qualora lo stesso fosse dovuto.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno, il Consigliere Natali.

Giulio NATALI. Io non capisco, Assessore, perché lei si presta, anzi, si presta male, a fare queste figure. Lei nel rispondere ci dice che ogni Zona territoriale fa come gli pare. Allora ci dovrebbe dire che senso ha l’ASUR! Perché c’è l’Asur nella regione Marche? Perché sono centralizzate determinate attività. Perché sono centralizzate le spese. Poi, invece, per quel marchettificio locale – èh sì, caro Assessore, questo è un marchettificio locale! – ogni Zona territoriale fa come gli pare. Cioè, ad esempio, c’è una Zona come quella San Benedetto del Tronto che a chi voleva partecipare al corso, avendo già fatto l’iscrizione, è stato detto: “ci vogliono 3 mila euro”. Allora a quel punto si sono tirati indietro. Però hanno poi domandato a quelli vicino che gli hanno risposto: “ma no, a noi ce lo paga la Zona territoriale”. Ed è lo stesso master! Allora non capisco perché voi davanti a queste cose non vi indignate. Non capisco!
Del marchettificio fatto nelle Zone territoriali lo sappiamo tutti. Dalle mie parti, ad esempio, l’ospedale di Ascoli è la più grossa azienda, lì si prendono i voti ed è lì che si fanno le marchette, tanto per essere chiari!
Ma la domanda che voglio porre all’Assessore Mezzolani è un’altra. Questi master erano solo per i dipendenti della sanità o erano anche per altri? Per altri! Perché in questo elenco ci sono amici degli amici, amici potenti, cara Consigliera Ortenzi - (…) bèh, mi rivolgo a lei perché non mi stava ascoltando, quindi mi è venuto in mente di rivolgermi a lei vuoi magari, che so, per simpatia –, che partecipano a questi corsi ma che non sono dipendenti. Come funziona, Assessore?!
E lei deve rispondere sì qui a me, ma soprattutto a loro, perché in questo elenco che le sto mostrando, e lei lo sa, ci sono gli amici degli amici!
Leggendo questo elenco dei partecipanti mi sono davvero divertito, ho trovato, per esempio, un ex Assessore di Ascoli Piceno, candidato Vicesindaco - per fortuna solo candidato! - che improvvisamente viene spostato dalla sua Zona in altro e fa improvvisi salti, tra l’altro in questo momento è addirittura in aspettativa, quindi non è neanche dipendente, però partecipa. Come? Gratis! Questo è allora il berlusconismo che vi angoscia che vi accascia! Quando dite quello che dite dalla mattina alla sera poi dovete capire che tutto questo siete voi! Quindi non avete titolo per parlare di queste cose, perché voi gli amici degli amici li proteggete sempre!
Qui c’è un signore, che io non conoscevo neanche, non l’ho mai visto - non mi interessa il nome, potrebbe essere anche mio fratello –, di cui mi sono occupato attraverso pregresse interrogazioni perché avevo visto una determinata situazione, ma che non ha avuto neanche la cura di non farmi mandare una lettera, sia pure indirettamente, dicendomi che non mi dovevo permettere. Ecco, questi sono i protetti di qualcuno che oggi non c’è. E voi sfruttate le occasioni di queste interrogazioni per fare il pulito dalla parte vostra; e, certo, questo conviene anche a me, io non faccio strumentalizzazioni dicendo che noi siamo i sani, non lo faccio!
Vi invito però a fare pulizia dalla parte vostra e a vedere quanta irregolarità c’è dentro questo elenco. Vedere quanto in una Zona territoriale si fa in un modo e quanto invece si fa in un’altra. Da che dipende? Dalla temperatura il 12 luglio?! Da che cosa! Dal fatto che un direttore di Zona possa fare quello che vuole nei confronti del direttore dell’Asur?! Oppure che abbia più forza o meno forza?! Non sono gli stessi soldi? Non sono i soldi della nostra popolazione? Dove state!
Voi dunque dovreste prendere questa interrogazione, verificare se è vero, poi chiedere le dovute spiegazioni a chi di dovere, a chi vi mal rappresenta, perché non rappresenta male noi che potremmo tirarci fuori, ma rappresenta male voi. Voi!
E siccome io credo nella vostra onestà intellettuale, perché sono obbligato a crederci, vi invito a fare questa pulizia. Qui per estirpare certe cose ci vogliono terapie radicali. Qui nella politica non c’è un laboratorio Marche. Questa è l’unica Regione in cui dal SEL all’UdC si va avanti insieme. Questo non è un laboratorio politico, è un laboratorio di potere! E dovete smentirmi su questo. Perché quello che tiene insieme tante cose non è il PD o l’IdV, è il potere. E tutto questo ne è la dimostrazione.


Interrogazione n. 175
del Consigliere Latini
“Impianto di frantumazione in località Morello di Sassoferrato - inquinamento fiume Cesano”
(Rinvio)

PRESIDENTE. L’interrogazione n. 175 del Consigliere Latini deve intendersi decaduta per assenza dell’interrogante. (vedi rettifica a pag. 17)

Interrogazione n. 208
dei Consiglieri Marangoni, Zaffini
“ERAP Pesaro: non risponde ad una richiesta di dati”
(Svolgimento)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca l’interrogazione n. 208 dei Consiglieri Marangoni. Zaffini. Ha la parola, per la risposta, l’Assessore Marcolini.

Pietro MARCOLINI. La mia risposta è congiunta con il collega Antonio Canzian Assessore all’edilizia pubblica.
I nostri uffici, Consiglieri Marangoni e Zaffini, hanno sollecitato l’Erap della provincia di Pesaro Urbino a trasmettere i dati richiesti relativi agli alloggi di edilizia residenziale pubblica assegnati. Ci hanno fornito dei dati che per brevità vi consegno materialmente in copia cartacea, riepilogando qui solo i seguenti quattro dati salienti.
Nel 2007 sono stati assegnati 69 alloggi, di cui 22 a cittadini extracomunitari, per una percentuale del 32%, nel 2008 205 alloggi, di cui 56 a cittadini extracomunitari, per una percentuale del 53%, nel 2009 79 alloggi, di cui 34 a cittadini extracomunitari, pari al 43%, nel 2010 50 alloggi, di cui 21 a cittadini extracomunitari, pari al 41%.
Abbiamo anche i dati comune per comune di tutta la provincia di Pesaro da cui si può dettagliare esattamente la risposta al quesito posto.
E’ un lavoro analitico su base comunale che l’Erap di Pesaro non aveva disponibile e che ora, in base alla sollecitazione, è a vostra disposizione.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno, il Consigliere Zaffini.

Roberto ZAFFINI. Il motivo di questa nostra interrogazione è per poter avere un monitoraggio costante del fenomeno abitativo che in questo momento affligge non poche famiglie italiane.
Quindi ora su questi dati, Assessore, prenderemo le nostre iniziative a favore della residenzialità per i nostri cittadini. Comunque la ringrazio per averceli forniti.


Interrogazione n. 366
del Consigliere Binci
“Per mantenere il Servizio dell’auto medica presso la POTES di
Falconara”

Interrogazione n. 369
dei Consiglieri Badiali, Busilacchi, Giancarli
“Soppressione auto medica a Falconara”

Interpellanza n. 23
del Consigliere Bugaro
“Eliminazione della POTES dal Comune di
Falconara Marittima”

(abbinate)
(Svolgimento)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca l’interrogazione n. 366 del Consigliere Binci, l’interrogazione n. 369 dei Consiglieri Badiali, Busilacchi, Giancarli, l’interpellanza n. 23 del Consigliere Bugaro.
Ha la parola, per la risposta, l’Assessore Mezzolani.

Almerino MEZZOLANI. In relazione a questi atti ispettivi voglio ricordare che la determina n. 240/2011 dell’ASUR rappresenta la proposta che l’Azienda Sanitaria ha elaborato in applicazione della DGRM 17/2011.
Ribadendo l’aspetto che si tratta di una proposta di riorganizzazione, si deve anche porre l’accento sul fatto che tale determina è stata adottata in un momento in cui ancora non era noto il riparto del FSN e si paventava, come ben sapete, un taglio preoccupante alla quota assegnata alla Regione Marche. Si rendeva quindi necessario porre in atto proposte che pur salvaguardando l’efficacia e l’efficienza del SSR non ponessero a rischio l’equilibrio economico della Regione faticosamente conseguito nel 2010 e soprattutto per il 2011.
L’esecutività della determina, come voi sapete, non c’è mai stata, in quanto fin dall’inizio si è convenuto, d’intesa con tutte le Organizzazioni Sindacali (Confederali, del comparto sanità, della dirigenza medica e veterinaria, della dirigenza sanitaria) di affrontare il percorso della riorganizzazione in una visione maggiormente condivisa; cosa che veniva in parte inficiata dalla determina 240, almeno per come era stata presa in giro per il nostro territorio.
Nel frattempo il riparto del FSN è stato meno penalizzante del temuto e ciò ha consentito di affrontare il percorso in modo da analizzare più approfonditamente tutte le problematiche – cosa che si sta tuttora facendo -, evitando così percorsi abbreviati, ma consentendo soprattutto la partecipazione ed il confronto con tutti gli interlocutori del sistema, a partire dalle organizzazioni sindacali.
Al momento la determina è ancora sospesa, almeno fino al completamento della fase di confronto con gli enti del territorio e comunque fino a nuove indicazioni da parte della Regione in modo da correggere anche quelle azioni che possono trovare, come in questo caso, soluzioni alternative.
Quindi la soppressione della POTES di Falconara rimane nell’ambito di una proposta che fa parte di una discussione e che può trovare in questo caso, come dicevo, soluzioni diverse da quelle prospettate da una determina ora sospesa.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno, il Consigliere Binci.

Massimo BINCI. Un mese fa ho presentato questa interrogazione in merito alla determina 240 in cui l’Asur propone la riorganizzazione dei servizi di Potes. Mi è sembrato incongruente soprattutto un aspetto, quello cioè che all’interno di un tentativo di riorganizzazione, anche ai fini di una riduzione dei costi, su 39 automediche presenti in tutta la regione Marche si andasse alla soppressione dell’automedica soltanto in due realtà. Per cui ho voluto evidenziare sopratutto che non c’era un tentativo di riorganizzazione complessiva volta appunto alla riduzione dei costi bensì un intervento puntuale.
Ricordo che il servizio di automedica di Falconara copre non solo lo stesso comune di Falconara ma interviene anche sui territori di Chiaravalle, Montemarciano, Camerata Picena e Montesanvito. E’ inoltre un servizio che interviene su alcune situazioni infrastrutturali particolari, infatti gestisce anche il pronto intervento medico sul tratto e sull’uscita autostradale. Tra l’altro tutta questa area è interessata da un sito a rischio di incidente rilevante, la raffineria Api. E’ un territorio compreso nell’area Aerca che quindi è ad alto elevato rischio di crisi ambientale. E’ un territorio in cui uno studio epidemiologico ha evidenziato un aumento, ad esempio, delle malattie respiratorie delle popolazioni ivi residenti dovuto all’alta incidenza di polveri sottili e di attività industriali. E’ territorio che comprende all’incirca 60 mila abitanti.
Per cui ci sono motivi addirittura per un potenziamento dell’emergenza sanitaria.
Nel Consiglio comunale aperto di Falconara il responsabile della Asl nel suo intervento aveva detto che nel confronto a livello dell’Asur sulla ristrutturazione dei servizi di Potes aveva sostenuto che nelle prestazioni da effettuare era addirittura necessario aggiungere all’automedica un infermiere, non quindi in sostituzione del medico, proprio per le difficoltà e le particolarità, anche infrastrutturali, di quel territorio.
Un’altra questione che si è voluto evidenziare, come fatto anche dallo stesso Assessore, è che rispetto all’interruzione di un servizio di qualità, come appunto quello della presenza dell’automedica e quindi del medico su un territorio così pesantemente condizionato dalle infrastrutture ivi presenti, oltre i suoi 60 mila abitanti, non c’è stato in alcun modo un confronto con i Comuni rispetto alle scelte da porre in campo.
Quindi continuo a sostenere che non può essere fatto un intervento per la riduzione dell’automedica solo su due Potes. Le altre erano Porto San Giorgio, ma perché c’è stato un affiancamento con Fermo, e Sassoferrato su cui però mi sembra ci sia stata una retromarcia da parte della Giunta.
Pertanto chiedo all’Assessore di mantenere questo servizio. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Bugaro.

Giacomo BUGARO. Ho ascoltato con interesse il suo intervento, Assessore, e mi auguro che dalle parole si passi ai fatti.
Ultimamente ci siamo occupati diverse volte di ipotesi di riduzione e di taglio di servizi essenziali di base di assistenza sanitaria.
Allora vi invito di cuore, Assessore - e la ringrazio del fatto che per onestà intellettuale ha detto che i tagli sono stati inferiori rispetto a quelli che avevate preventivato, ritengo che quando una verità oggettiva viene portata all’attenzione è sempre un atto di buona politica - a ripensare il sistema. E ve lo dico schematizzandolo in tre cartelle. Assessore, la prego di guardarmi, (il Consigliere mostra dei fogli con alcuni schemi). Questa era l’organizzazione sanitaria prima della legge 13, quando c’erano le Asl. Questa invece è la legge 13, abbiamo allungato di un po’ le gambette e le caselle. E questa è la legge 13 dopo il novembre 2010, ancora caselle e ancora stanghette.
Bene, voi sapete quanto costa ogni casella, quanto incide ogni casella nei processi decisionali, che ruolo riveste ogni casella dal punto di vista della gestione.
Non è allora meglio incidere nella burocrazia anziché nel servizio al cittadino? Posto che i trasferimenti dallo Stato sono in media cresciuti del 7%. Per cui smettiamola di dire che il Governo nazionale taglia sul settore sanitario. Perché non è vero. Perché il riparto della torta, se così posso definirla, del finanziamento del Servizio sanitario nazionale a favore delle Marche è aumentato. Lo riconobbe anche il Presidente Spacca nell’ottobre 2009 quando ci fu la ridistribuzione di quel fondo.
Bisogna quindi rivolgere l’attenzione a una diversa impalcatura dell’organizzazione sanitaria, per renderla davvero più fluida, davvero più efficiente, davvero meno pletorica.
Comprendo che questo sforzo possa ledere uno dei capisaldi del centro-sinistra, ossia la forte penetrazione nella gestione dei meccanismi pubblici, come la collocazione di personale utile alla gestione del consenso, un fatto che storicamente caratterizza il centro-sinistra. Però modificare il pensiero rispetto a quella riorganizzazione, senza dunque tagliare in aspetti basilari, come la Potes in una città di 30 mila abitanti che segue poi un intero comprensorio, come la guardia medica che abbiamo trattato qualche mese fa a Ostra, ecc., secondo me è quanto mai opportuno. E i cittadini su questo ci seguirebbero, perché la sovrastrutturazione della sanità marchigiana è un fatto divenuto ormai oggettivo.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno, il Consigliere Badiali.

Fabio BADIALI. Ringrazio l’Assessore per le parole di rassicurazione riguardo alla Potes di Falconara. Seppure debba prendere atto che ci sia stata una sottovalutazione in merito alla delibera 240, nella quale si sono riportati dei tagli che non sono stati concertati né con il territorio né forse neppure condivisi con la politica, con le istituzioni.
Le automediche sono mezzi di soccorso di primo intervento, danno molta sicurezza al cittadino perché sono in grado di arrivare in un tempo di cinque-dieci minuti a destinazione e stabilizzare il paziente, pertanto devono essere tenute nella giusta considerazione, al di là che siano a Falconara o in altri comuni dell’entroterra.
Ciò che dobbiamo fare nella sanità – sicuramente l’Assessore ne è consapevole – è andare verso una razionalizzazione dei servizi, ovvero togliere quelli non più idonei a dare risposte alla salute dei cittadini. Dopodiché riconvertire quelle strutture in altre cose, tipo Rsa, residenze protette, lungodegenze, ecc..
Bisogna invece sempre garantire il pronto soccorso attraverso strutture come appunto le Potes, che con il loro medico a bordo, insieme alle eliambulanze – per fortuna nella nostra regione ne abbiamo due, una ad Ancona e una a Fabriano, che garantiscono tutto l’entroterra e addirittura parte dell’Umbria, con cui, peraltro, deve essere fatta una convenzione affinché vengano ripartiti i costi – sono in grado di dare sicurezza al cittadino, di dare risposte sanitarie in maniera eccellente.
Dobbiamo tra l’altro considerare che la nostra è la regione più longeva d’Italia e d’Europa, quindi dobbiamo adeguare le nostre strutture socio-sanitarie a questa nostra opportunità. Una opportunità che vedremo certamente sempre più in crescita, perché la regione Marche è un territorio del buon vivere e quindi anche della ricerca di una buona salute per tutti.

PRESIDENTE. Una rettifica per i verbali. L’interrogazione n. 175 del Consigliere Latini deve intendersi rinviata, quindi non decaduta, per congedo sia dell’Assessore Donati che dello stesso Consigliere interrogante.


Interrogazione n. 209
del Consigliere Bucciarelli
“Nomina direttori di Zona ASUR”
(Svolgimento)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca l’interrogazione n. 209 del Consigliere Bucciarelli. Ha la parola, per la risposta, l’Assessore Mezzolani.

Almerino MEZZOLANI. Il Consigliere Bucciarelli ha interrogato il Presidente della Giunta Regionale per conoscere: il nome e cognome di tutti gli ex direttori di zona nominati per “via politica”, i partiti di provenienza ed il nome di tutti i soggetti proponenti; quali sono stati i criteri che hanno portato alla nomina del direttore Asur; se con la dichiarazione “via la politica dalla sanità” crede di rendere un servizio alla politica stessa, visto che ne è tra i primi rappresentanti in Regione.
In merito al primo punto voglio ricordare che i precedenti direttori di zona - di cui le fornirò l’elenco, Consigliere Bucciarelli, non credo sia il caso di leggerli ora - sono stati nominati con dgr n. 70 del 29 gennaio 2007 ai sensi della legge n. 13/2003, che naturalmente prevedeva tutti i passaggi di consultazione.
L’iter procedurale, così come previsto dagli articoli n. 10, comma 3 e n. 18, comma 1, della legge regionale 13/2003, si è perfezionato attraverso l’acquisizione dei pareri delle Conferenze dei Sindaci dei Comuni compresi nella zona interessata di cui all’articolo 21 e dalla Conferenza regionale socio-sanitaria di cui all’articolo 20 della stessa legge regionale 13/2003, costituita dai Presidenti delle Conferenze dei Sindaci delle zone territoriali, dai Presidenti delle Province e da un rappresentante delle Comunità montane designato dal Presidente dell’UNCEM. Quindi un percorso più che trasparente.
I direttori di zona sono nominati tra gli iscritti nell’elenco di cui all’articolo 4, comma 6, della legge regionale 13/2003, in possesso dei requisiti e che non versino in nessuna delle situazioni di incompatibilità di cui all’articolo 3 del D.Lgs. n. 502/1992.
Per quanto riguarda i partiti di provenienza si sottolinea che si tratta di dati sensibili che non è dato conoscere, nessuno di noi ha mai chiesto l’appartenenza politica agli incaricati.
In merito al secondo punto dell’interrogazione si risponde che la nomina dell’attuale Direttore generale dell’ASUR, dott. Piero Ciccarelli, è avvenuta con dgr n. 766 del 17 maggio 2010 ai sensi della normativa nazionale contenuta nel decreto legislativo n. 502/1992 e dell’art. 4 della legge regionale n. 13/2003, dopo aver verificato l’inesistenza delle cause d’incompatibilità previste per legge.
In particolare, facendo seguito alle dimissioni dal contratto individuale del dott. Roberto Malucelli, precedente direttore generale dell’Azienda sanitaria unica regionale, la Giunta regionale con comunicazione del 10 maggio 2010 aveva proposto di nominare il dott. Piero Ciccarelli nuovo direttore della stessa Azienda, in relazione alle specifiche esperienze professionali e culturali possedute, desumibili dal relativo curriculum, in possesso dei requisiti previsti dall’articolo 3 bis del decreto legislativo n. 502/1992, ed iscritto nell’apposito elenco, aggiornato con deliberazione della Giunta regionale n. 2160 del 21 dicembre 2009.
La Giunta nella stessa comunicazione aveva dichiarato che il dott. Ciccarelli aveva conseguito annualmente un’ottima valutazione come direttore della zona territoriale 9, con specifico riferimento al raggiungimento dell’equilibrio di bilancio, garantendo un buon livello assistenziale alla relativa popolazione; inoltre aveva attivato un sistema connesso alla libera professione, consentendo di ridurre significativamente le liste di attesa.
In merito al terzo punto dell’interrogazione, si precisa che le ultime nomine dei direttori di Zona sono state effettuate con dgr 976 del 17 giugno 2010, seguendo un iter procedurale tecnico che comprende l’acquisizione dei pareri delle conferenze dei Sindaci, di cui all’art. 21 della legge regionale 13/2003, e la proposta da parte del nuovo Direttore generale dell’ASUR, dott. Piero Ciccarelli, dei nominativi per ricoprire gli incarichi di Direttore delle zone territoriali, ai sensi dell’art. 10, comma 3 della l.r. 13/2003, individuati fra gli idonei di cui all’elenco previsto dall’art. 4, comma 6 della stessa legge regionale.
Pertanto il provvedimento di nomina dei direttori di zona, come appunto si evince dal rispetto delle normative in atto e dai passaggi legati ad esse, è esclusivamente tecnico e non dunque politico come invece si sottintende dalla interrogazione.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno, il Consigliere Bucciarelli.

Raffaele BUCCIARELLI. Grazie, Assessore, per la risposta. Io a suo tempo presentai questa interrogazione perché in occasione della prima seduta dell’Assemblea legislativa ero rimasto colpito quando il Presidente Spacca parlando di sanità aveva dichiarato: “fuori la politica dalla sanità”. E poi l’ho rivisto scritto nel bollettino informativo della Giunta regionale.
Ma io credo che queste dichiarazioni siano un ottimo servizio all’antipolitica, alla guerra contro la politica e contro i partiti, a quella guerra che più si addice a Grillo che non al Presidente della Regione Marche.
E’ per questo quindi che ho presentato una interrogazione. Ma la risposta dell’Assessore non fa che confermare le mie impressioni, anzi, si ha un po’ l’impressione di chi tira il sasso e nasconde la mano.
Quando si dice che i nuovi direttori sono stati eletti fuori dalla politica, che appunto non deve entrare in sanità, si ammette che quelli nominati prima erano stati eletti sulla base di scelte politiche e di partito. Perché? Perché quando si chiede da che partito provengono si risponde che sono dati sensibili e che nessuno lo ha mai chiesto. Eh no, bisogna essere responsabili, quando si dichiara una cosa bisogna essere coerenti e in grado di sostenere fino in fondo ciò che è stato dichiarato, altrimenti, ripeto, è come tirare il sasso e nascondere la mano.
Non mi scandalizza che la nomina avvenga per via politica, perché c’è tutta una serie di relazioni sociali, di relazioni politiche, di relazioni istituzionali, ci sono le leggi, insomma, ci sono i criteri per cui un personaggio viene scelto in mezzo agli altri. Ed è proprio questa la politica con la P maiuscola, però si deve avere anche il coraggio di attuarla. Non è sicuramente meglio rincorrere alla demagogia e al facile populismo, un atteggiamento che consiglio veramente al Presidente Spacca e a tutti gli Assessori di lasciare a Grillo anziché sposarlo essi stessi.


Interpellanza n. 18
della Consigliera Foschi
“Nuovo regime fiscale per i frontalieri di San Marino”
(Svolgimento)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca l’interpellanza n. 18 della Consigliera Foschi. Ha la parola l’Assessore Marcolini.

Pietro MARCOLINI. La questione sollevata dalla Consigliera Foschi riguarda oltre 6.000 frontalieri italiani occupati a San Marino, relativa alla legge finanziaria approvata nel mese di dicembre 2010 dal Governo di San Marino che abolisce la detrazione dall’imposta della quota spese produzione reddito per i soli lavoratori fiscalmente non residenti, provenienti per buona parte dalle regioni Emilia Romagna e Marche. La legge è stata oggetto di numerose iniziative parlamentari ed interventi da parte dei rappresentanti politici ed istituzionali volti a rimuovere la nuova norma che di fatto crea una disparità di trattamento tra i sanmarinesi e italiani.
Da ultimo il Governo italiano ha risposto all’interrogazione dell’On. Narducci (Vice Presidente III Commissione Affari esteri e comunitari) evidenziando che la questione è da tempo al centro di un complesso negoziato bilaterale con le autorità sanmarinesi.
La problematica, seguita anche dalla Farnesina, è generata da un vulnus costituito dalla mancata ratifica della convenzione bilaterale tra Italia e san Marino sulla doppia imposizione fiscale.
Di seguito si riporta la risposta che ha dato all’interrogazione il Sottosegretario On. Stefania Craxi. Perché, come lei capirà, la questione è in materia di diritto internazionale e di trattati, quindi la competenza esclusiva, non minimamente condizionabile in base alla Costituzione, è del Governo:
“Il nodo principale, che rischia attualmente di danneggiare i nostri frontalieri, è legato alle misure introdotte dalla legge finanziaria sammarinese del 2011 che ha limitato ai soli lavoratori dipendenti residenti la possibilità di detrarre una quota - pari all’8,90% del reddito imponibile - a titoli di “spese di produzione del reddito”. In precedenza tale detrazione era riconosciuta a tutti i lavoratori dipendenti a prescindere dal criterio della residenza.
Di fronte alla disparità di trattamento, la nostra Ambasciata si è subito attività presso le autorità di San Marino per ottenere chiarimenti. Al riguardo, la Segreteria di Stato agli Esteri sammarinese ha definito la misura introdotta come “temporanea”, essendo in esame nel Paese una riforma tributaria tendente ad introdurre una tassazione basata sul “quoziente familiare”. In aggiunta, il dicastero ha fornito delucidazioni tecniche che sono ora allo studio del nostro Ministero dell’Economia e Finanze.
Il MEF ha peraltro sottolineato che la disciplina fiscale vigente in Italia prevede una tassazione agevolata sul reddito del lavoro dipendente prodotto dai frontalieri. Essa stabilisce che a formare reddito complessivo concorra la sola parte dei redditi percepiti eccedente la soglia degli 8 mila euro. E’ inoltre riconosciuta loro la possibilità di fruire di detrazioni, previste dalla legge, commisurate al numero di giorni di lavoro nell’anno e determinate in funzione dell’entità del reddito complessivo al netto dalla franchigia indicata di 8 mila euro.
Nel mantenersi in costante contatto con i frontalieri, la nostra Ambasciata ha ospitato lo scorso 26 gennaio una riunione con i rappresentati sindacali di San Marino e del Consiglio Sindacale Interregionale di San Marino, Emilia Romagna, e Marche, nonché con il Presidente e Vicepresidente del COMITES. Nell’occasione è stato fornito un quadro complessivo delle iniziative intraprese.
Al contempo, il Ministero degli Affari Esteri continua a svolgere una mirata azione di sensibilizzazione sulle autorità di San Marino per individuare celermente una soluzione”.
Anche l’Assemblea legislativa della Regione Marche, dopo l’ordine del giorno approvato dall’Assemblea legislativa regionale dell’Emilia Romagna, a seguito dell’incontro tenutosi ad Ancona tra il Consiglio Interregionale Sindacale ed il Presidente Solazzi, ha avanzato al Governo sammarinese la richiesta di sospensione della norma che interessa i lavoratori frontalieri concittadini della regione e aprire una trattative per rivedere meglio tale materia.
Attualmente il Collegio dei garanti della costituzionalità delle norme ha respinto, a San Marino, i ricorsi sollecitati dalle organizzazioni sindacali sulle eccezioni di costituzionalità della cosiddetta tassa frontalieri.
La Giunta regionale, nell’ambito dei suoi rapporti con la Repubblica di San Marino, si è impegnata ha ribadire le proprie preoccupazioni sulle nuove disposizioni che rischiano di ledere i diritti dei marchigiani, chiedendo l’abrogazione della nuova misura fiscale introdotta dalla legge finanziaria 2011 dello Stato di San Marino.

PRESIDENTE. Ha la parola la Consigliera Foschi.

Elisabetta FOSCHI. Non ho capito dalla risposta dell’Assessore Marcolini quando l’Assemblea legislativa, nella figura del suo Presidente Solazzi, è intervenuta. Sta comunque il fatto che lo scopo dell’interpellanza era sostanzialmente quello di stimolare la Regione Marche ad intervenire, perché all’epoca dell’interpellanza, il 21 febbraio, questo non era ancora avvenuto.
La questione riguarda circa 7.000 cittadini, gran parte sono della regione Emilia Romagna, ma 2.000 sono cittadini che risiedono in provincia di Pesaro e Urbino e quindi in comuni della regione Marche.
Siccome sono comuni che recentemente si sono espressi circa la volontà di cambiare regione, di andare verso l’Emilia Romagna, proprio a fronte dell’attivismo che questa Regione ha per i suoi cittadini, volevo assolutamente che anche la Regione Marche scendesse in campo a difendere questa ingiustizia nei confronti dei propri cittadini.
Mi fa piacere che questo sia avvenuto. Non ho capito esattamente quando, ma ha poca importanza, lo scopo dell’interpellanza era proprio questo. Infatti non vorrei, come avvenuto in passato, che altri comuni della nostra provincia si sentano poco e meno seguiti dall’Ente Regione.


Proposta di atto amministrativo n. 25
della Giunta regionale
“Programma degli interventi per l’anno 2011 - Criteri e modalità per la concessione dei contributi ai sensi dell’articolo 2 della legge regionale 6 agosto 1997, n. 51 “Norme per il sostegno dell’informazione e dell’editoria locale”
(Discussione e votazione)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca la proposta di atto amministrativo n. 25 ad iniziativa della Giunta regionale.
Ha la parola la relatrice di maggioranza Consigliera Ortenzi.

Rosalba ORTENZI. La Regione Marche con la legge regionale 6 agosto 1997, n. 51 “Norme per il sostegno dell’informazione e dell’editoria locale” sostiene l’informazione locale al fine di promuovere la più ampia partecipazione alle scelte dell’Amministrazione regionale e la conoscenza degli atti e dei programmi di rilevanza regionale da parte dei cittadini.
A tal fine la Regione concede contributi a soggetti operanti in ambito regionale che svolgono attività di informazione televisiva, radiofonica ed editoriale, per iniziative rivolte: alla promozione dell’immagine della Regione; alla diffusione della cultura regionale e alla divulgazione di notizie relative alle azioni regionali; alla sensibilizzazione dei cittadini sui temi di comportamento civico, sociale ed economico;
alla realizzazione di strumenti informativi di rilevante interesse per le Marche.
La Regione, inoltre, concede a tali soggetti contributi per investimenti destinati all’innovazione e all’installazione degli impianti. Sono escluse dai contributi le attività di comunicazione istituzionale.
Gli interventi suddetti sono individuati da un programma annuale approvato dall’Assemblea legislativa. Per l’anno 2011 il Programma riproduce le modalità di finanziamento previste nei precedenti piani.
Con l’entrata in vigore della legge regionale 4/2010 in materia di beni ed attività culturali in seguito all’approvazione del relativo piano attuativo sono stati esclusi dal finanziamento del Programma i contributi per le iniziative nel settore librario. Dette iniziative sono infatti finanziate sulla base della suddetta legge regionale 4/2010.
Pertanto i contributi previsti dal programma verranno erogati ai soggetti singoli o associati operanti nell’ambito dell’attività di informazione televisiva, radiofonica ed editoriale su argomenti di rilevanza regionale, anche in forma elettronica.
Tali soggetti devono avere sede legale ed operare nelle Marche.
Sono esclusi dai benefici i giornali quotidiani e gli strumenti di comunicazione istituzionale degli enti locali e degli altri enti pubblici, i bollettini statistici ed economici di enti, istituti, università.
Sono inoltre esclusi dai contributi i soggetti che nel corso dell’anno abbiano concesso spazi pubblicitari a pagamento per oltre il 30% del totale degli spazi disponibili, nonché le iniziative editoriali che nel corso dell’anno 2011 non rispettino un minimo di quattro numeri progressivi.
Le tipologie di contributo sono di parte corrente per favorire i programmi di informazione, e in conto capitale per investimenti innovativi in impianti e beni strumentali finalizzati all’attività informativa regionale.
Le risorse disponibili non sono molto consistenti, sono rappresentate da un totale di euro 130.000,00 di cui:
- euro 35.500,00 per l’attività di informazione radiofonica;
- euro 35.500,00 per l’attività di informazione televisiva;
- euro 43.000,00 per l’attività di informazione per periodici;
- euro 16.000,00 per l’attività di informazione per l’editoria elettronica.
- euro 80.918,96 per contributi in conto capitale.
Il programma, in particolare, prevede la concessione di contributi di parte corrente per favorire i programmi di informazione volti: alla promozione dell’immagine della Regione; alla diffusione della cultura regionale e alla divulgazione di notizie relative alle azioni regionali; alla costruzione di una coscienza critica sui consumi, sull’alimentazione, salute e tutela dell’ambiente; alla realizzazione di strumenti informativi di rilevante interesse per le Marche.
Inoltre dal programma vengono concessi contributi in conto capitale per investimenti innovativi in impianti e beni strumentali finalizzati all’attività informativa regionale.
Le spese prese in considerazione sono tassativamente enucleate. Alcuni esempi fra queste sono quelle per le innovazioni tecnologiche dei singoli soggetti o loro consorzi, finalizzate all’informazione regionale o per le attrezzature utilizzate prioritariamente per la produzione di notiziari regionali.

PRESIDENTE. Ha la parola il relatore di minoranza Consigliere Massi.

Francesco MASSI. Noi su questo atto esprimeremo una benevola e ottimistica astensione. In Commissione abbiamo concordato sui criteri di indirizzo e sulla espressione dei valori di riferimento di questi obiettivi. Quindi è una astensione che serve per dare un sollecito a tenere alta l’attenzione, come pure per condividere alcuni obiettivi che speriamo siano conseguiti.
Noi sosteniamo che in materia di informazione, e soprattutto per l’informazione locale, ci sia bisogno di sostegni, però purtroppo, come ha detto la relatrice di maggioranza, i fondi sono abbastanza esigui.
Ma noi di quella informazione ne abbiamo estremamente bisogno. Proprio perché - vedo che non c’è nessuno della stampa quindi ci possiamo fare qualche confidenza in più – considerato il focus di attenzione che c’è da parte del cittadino, spesso, come sottolineato a volte anche dai colleghi del centro-sinistra, ci sono canali di informazione molto pesanti rispetto ad altri.
Bèh, intanto ci dobbiamo dire che qui nelle Marche l’informazione non è proprio equilibrata. Questo ce lo possiamo dire senza alcun problema. Balza agli occhi e all’orecchio di tutti che non c’è quell’equilibrio che magari spesso si invoca a livello nazionale. Collega Ricci, purtroppo la situazione è questa, non voglio farne una colpa a nessuno. Ora è difficile elencare, ma tanto siete tutti esperti, non credo sia un problema capire a cosa mi riferisco.
Con questa legge potremo sempre più, al di là dei fondi esigui attuali, incentivare l’accesso dei giovani alla professione giornalistica. E a ogni giovane che vuole fare il giornalista io da padre di famiglia sono pronto a dire come, secondo me, non si deve fare il giornalismo – e qualche esempio qui nelle Marche ce l’abbiamo! –.
Dobbiamo sostenere le fonti di informazione dell’entroterra che sono più in difficoltà, sia per quel rinnovamento tecnologico di cui parlava la relatrice di maggioranza, sia per mancanza di mezzi per il sostegno a certi tipi di informazione.
Siccome questo lo date per scontato allora vi do un’informazione un po’ più pepata, alla gossip.
Con questa legge non si sostengono i quotidiani, però la Regione è attenta al sostegno dei quotidiani. Allora, ecco, io non so se mi potete risolvere questo problema, ossia, c’è una signora settantenne di Mogliano che mi ha chiesto l’indirizzo di Dustin Hoffman proprio perché ha visto la pubblicità che ha fatto sui giornali locali. E mi pare che l’obiettivo di questa pubblicità era proprio quello di attirare l’attenzione dei cittadini di Mogliano, Acquasanta Terme ecc., per poi portarli dove? A Senigallia, a Visso ecc.. Mi pare sia questo no! Cioè, noi abbiamo fatto la pubblicità sui giornali e quotidiani locali, quindi cronaca locale, per portare le Marche nel mondo. E voi le Marche nel mondo ce le portate! Infatti la signora settantenne di Mogliano vuole l’indirizzo di Dustin Hoffman! Bisogna allora, visto che parliamo di risorse, che la trovate e poi le dite che l’indirizzo di Dustin Hoffman è a Los Angeles!
E non è una battuta, il problema è che veramente qui dovrebbero essere spiegati i modi con cui si colloca il denaro pubblico. Non portiamoci in giro. E oggi, ecco, siamo fortunati, sono contento che non c’è la stampa. A parte che non avrebbe detto niente, ma anche perché su questo è bene che ci chiariamo e non ci portiamo in giro tra di noi. La pubblicità su Dustin Hoffman, visto quello che costa, credo vada collocata in certe riviste specializzate, quindi non sulla cronaca di Porto Recanati o di Amandola. Questo lo dico perché è veramente ridicolo quello che sta facendo la Giunta regionale. Però vedo che qui se ne infischiano tutti, però è così.
La libertà di stampa in questa regione non c’è, la disparità è totale.
Magari si possono risparmiare dei soldi sulle pubblicazioni di Giunta e Consiglio. Facciamolo una volta! Si parla tanto di sussidiarietà! Quelle pubblicazioni ci costano qualche soldo – nessuno me lo dice questo ma lo so da solo –. Allora se la pubblicità delle delibere di Giunta, di Consiglio, degli Assessori, del Presidente della Giunta invece di farla sulle nostre testate (Consiglio o Giunta) le facessimo con un accordo su Marche Domani risparmieremmo un sacco di soldi. Nessuno pubblicizza meglio la Giunta e il Consiglio di Marche Domani. Perché non riconoscerlo? E non lo dico come una battuta, anzi, lo dico anche con un certo egoismo di parte. Quando esce il giornale del Consiglio e della Giunta non c’è nessuna notizia per l’opposizione, tranne uno spazio riservato istituzionalmente, almeno su Marche Domani Alceo Moretti un ventesimo lo darebbe anche a chi non è di centro-sinistra.
In questo modo mi sembra potremo raggiungere tutti gli scopi. Ossia, un’informazione che dice tutto quello che fa il Presidente della Regione, dalla colazione fino a quando va a letto, tutto quello che fa ogni Assessore, tutto quello che fa la maggioranza, insomma, in ogni pagina delle cinquanta un’informazione su questo, però poi ci sarà uno spazio anche per il centro-destra.
Perché non lo facciamo, sarebbe utile a tutti. Risparmieremmo soldi pubblici e faremmo vera sussidiarietà. Poi se ci sono altri più professionali di Marche Domani e che fanno lo stesso lavoro magari lo potremo fare anche con loro.
Non prendete solo per ironia quello che dico. Perché il problema è quello che è e i soldi mancano. E i soldi per certe cose mancano ma per altre no, perché quando fate la pubblicità sui giornali locali è un sostegno ai quotidiani. Quindi, cara Rosalba, non lo facciamo con la legge però lo facciamo in un altro modo.
Sono contento se non ci prendiamo in giro, dobbiamo sempre evitarlo. Queste quattro castagne lesse diamole alle testate giornalistiche, carta stampata, radio e tv.
Non ci sono molti incentivi per i giovani che devono entrare, ma nella situazione cercheremo comunque in futuro di vedere quali altri soldi potremo trovare.
Ecco, la mia battuta era anche per dire che con quelle pubblicità che vedo tutti i giorni sui giornali locali forse si poteva dare qualcosa in più in quel capitolo.
Questa roba naturalmente passerà inosservata, adesso è giusto che lavoriamo tutti per il Congresso Eucaristico, lavoreremo per l’immagine della regione anche così.

PRESIDENTE. La discussione è aperta. Se non ci sono altri interventi passiamo alla votazione.

Coordinamento tecnico. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Proposta di atto amministrativo n. 25. La pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)


Proposta di atto amministrativo n. 29
della Giunta regionale
“Piano degli interventi per il diritto allo studio universitario nella Regione Marche per l’anno accademico 2011/2012. Legge regionale 2 settembre 1996, n. 38, articolo 4"
(Discussione e votazione)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca la proposta di atto amministrativo n. 29 ad iniziativa della Giunta regionale.
Ha la parola il relatore di maggioranza Consigliera Ortenzi.

Rosalba ORTENZI. Questa proposta di atto amministrativo individua gli interventi per il diritto allo studio universitario nel territorio della nostra regione per l’anno accademico 2011-2012.
E’ un atto che l’Assemblea legislativa ogni anno è tenuta ad adottare per consentire agli Ersu di emanare i bandi attuativi in tempi ragionevoli e per permettere agli studenti di fruire delle provvidenze volte a rendere effettivo il diritto costituzionale allo studio.
E’ da rilevare che probabilmente per tutto il prossimo anno accademico il Governo non stabilirà i livelli essenziali delle prestazioni in materia di diritto allo studio. Un adempimento indispensabile che permettere alle Regioni di esercitare a pieno le loro competenze, esso discende dalla riforma costituzionale del 2001 e dalla legge 240/2010 (riforma universitaria).
Anche questo piano è quindi costretto ad attuare una stringente normativa statale, vincolante per le Regioni, in attesa appunto della determinazione dei suddetti livelli essenziali.
Come ogni anno il piano distingue tra interventi destinati agli studenti capaci e meritevoli ma privi di mezzi, e interventi destinati alla generalità degli studenti.
Per quanto riguarda i primi essi sono le borse di studio, i prestiti fiduciari, i servizi abitativi, i contributi per la mobilità internazionale
Invece i secondi si riferiscono al servizio di ristorazione e di informazione e quello di orientamento al lavoro.
Nei limiti delle compatibilità di bilancio viene inoltre garantito alla generalità degli studenti il servizio sanitario mentre quello di medicina preventiva per gli studenti fuori sede, oltre alle agevolazione ai trasporti.
L’attivazione dei servizi editoriale, culturale, ricreativo, sportivo, informatico è subordinata alla preventiva copertura dei servizi essenziali, cioè le borse di studio, i servizi abitativi e il servizio ristorazione.
Il piano riconferma i precedenti criteri per la determinazione reddito e del merito necessari per l’accesso ai benefici.
Nel piano si conferma anche l’importo delle borse di studio, in quanto un aumento del valore delle stesse ridurrebbe il numero degli studenti beneficiari. Sul punto si segnala che per il prossimo anno è prevista da parte del Governo la riconferma delle risorse dell’anno precedente e il Fondo di intervento integrativo statale destinato a borse di studio che si stabilizza attorno ad 100 milioni di euro.
Il piano, inoltre, detta i criteri per la riqualificazione della spesa relativa al diritto allo studio. In tale ambito viene fissata a 5 euro la tariffa minima per la mensa (operando un modestissimo aumento rispetto a quanto precedentemente previsto).
Viene poi determinata in 134,78 euro la tariffa minima per i servizio alloggio. Detta tariffa viene innalzata a 170,00 € per gli studenti sopra limite Isee 18.300 e per i fuori corso dal secondo anno in poi.
Al fine di garantire la massima omogeneità possibile nell’utilizzo delle risorse regionali, il piano fissa i criteri per il riparto del fondo regionale per le spese di gestione degli Ersu, del fondo per i fitti passivi e del fondo destinato agli investimenti.
Tra gli obiettivi primari della Regione Marche, infine, vi è quello di incrementare e riqualificare gli interventi sul diritto allo studio universitario anche attraverso una politica di contenimento dei costi di gestione dei servizi, ottimizzando l’utilizzo delle risorse impiegate con una progressiva gestione mista, diretta ed indiretta dei servizi, salvaguardata comunque la qualità degli stessi.
A tal fine è previsto che gli Ersu possano sperimentare modalità gestionali volte a favorire gli acquisti di beni e servizi comuni per realizzare economie di scala e che gli stessi enti provvedano alla rendicontazione sulla base di manuali operativi predisposti dalla Regione per centri di costo, volti a migliorare i controlli sulla spesa e i risultati gestionali degli enti.

Presidenza del Presidente
Vittoriano Solazzi

PRESIDENTE. Ha la parola il relatore di minoranza Consigliere Massi.

Francesco MASSI. Ho poco da aggiungere. Anche qui che nell’esiguità delle risorse abbiamo condiviso che c’è poco da fare manovra. E’ una conservazione dell’esistente che in questa situazione credo sia soddisfacente.
Per cui anche su questo atto, condividendone appunto i valori e gli obiettivi, ci asteniamo con benevola partecipazione.

PRESIDENTE. La discussione è aperta. Ha la parola il Consigliere Binci.

Massimo BINCI. E’ per segnalare le difficoltà relative alle borse di studio che ci saranno anche in questo anno accademico.
L’anno scorso la Regione è intervenuta per compensare il taglio dei finanziamenti per l’università e per le borse di studio, però quest’anno nella previsione – lo dico alla relatrice – ci sarà un taglio ancora più forte riguardo proprio alle borse di studio.
Quindi mentre l’anno scorso è rimasto fuori un 30% di studenti, quest’anno rischiano di non avere la corresponsione delle borse di studio più del 50% degli studenti annessi nella graduatoria.
Per cui facciamo sì un piano degli interventi per il diritto allo studio però rischiamo di trovarci di fronte al fatto che mancherà la materia prima ovvero i finanziamenti.
Quindi affinché Sinistra Ecologia e Libertà possa esprimere su questo atto un voto favorevole occorre la manifestazione di un impegno da parte della Giunta o della maggioranza volto a garantire la copertura delle graduatorie delle borse di studio. Come pure un impegno affinché ci siano risorse per dotare di efficienza gli studentati e per metterli in sicurezza. Ad esempio ad Ancona l’anno scorso la Giunta ha impegnato 1 milione di euro per la messa in sicurezza e per far sì che gli studentati fossero disponibili. Pertanto bisogna far sì che gli studenti, oltre all’accesso alle borse di studio, abbiano anche la possibilità di accedere ad alloggi idonei.
Sono due questioni importanti che sono alla base degli interventi per il diritto allo studio. Interventi volti soprattutto a garantire ai cittadini che provengono da famiglie con redditi bassi di poter accedere al diritto allo studio, che è un diritto costituzionale, ma anche per tutti gli altri studenti, affinché appunto ogni giovane possa pienamente fruire del diritto allo studio e quindi frequentare le università.
Per cui chiedo agli Assessori presenti se c’è la disponibilità da parte della Giunta di un impegno orientato ad integrare con fondi regionali l’eventuale taglio di risorse sulle borse di studio.

PRESIDENTE. Se non ci sono altri interventi passiamo alla votazione.
Emendamento n. 1 dell’Assessore Luchetti:
Dopo l’articolo 21 aggiungere il seguente:
“Art. 22 (Rinvio)
1. La Giunta regionale può deliberare eventuali adeguamenti del Piano degli interventi per il diritto allo studio universitario, ove si rendessero necessari, nell’ambito dei criteri generali del Piano stesso.”.
Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Coordinamento tecnico. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Ha chiesto parola il Consigliere Massi, ne ha facoltà.

Francesco MASSI. L’emendamento di Luchetti non ci piace affatto. Lo dico alla relatrice di maggioranza, che credo capisca che è uno schiaffo alla Commissione e all’Assemblea legislativa. Io non ho capito cosa vuole dire l’Assessore.
Quindi saremmo tentati di votare contro, però ci dispiace, perché i criteri li abbiamo decisi e condivisi insieme.
Ripeto, io non ho capito questi blitz fatto dall’Assessore.

PRESIDENTE. Mi sembra che l’Assessore in questo momento abbia un incontro, però se volete posso mandarlo a chiamare. (…) No, non siamo in sede di voto, siamo in sede di dichiarazione di voto.
Ha chiesto la parola il Consigliere Bucciarelli, ne ha facoltà.

Raffaele BUCCIARELLI. Proprio per dichiarazione di voto dico che a questo punto la presenza dell’Assessore è del tutto ininfluente, non perché non possa dire la sua, ma proprio per il fatto che la sua l’ha già detta. E purtroppo ancora una volta la maggioranza di questa Regione si piega ai desideri del Governo su compiti, invece, prettamente istituzionali e che competono all’Assemblea legislativa.
A cosa serve fare un piano, a discuterlo in Commissione, se poi nel momento in cui si vota viene anche votato un emendamento che ridà tutto il potere al Governo. Significa negare il proprio ruolo.
Quindi per questo voterò contro questo piano.

PRESIDENTE. Ha chiesto la parola il Consigliere Binci, ne ha facoltà.

Massimo BINCI. In dichiarazione di voto vorrei riproporre all’Assessore, che ora è in Aula, lo spirito del mio precedente intervento.
Nel porre le questioni che si erano presentate l’anno scorso avevo sottolineato che allora ci eravamo trovati di fronte a un taglio di risorse per il diritto allo studio da parte del Governo, tanto è vero che la Regione dovette integrare i fondi per le borse di studio.
Per cui, come ho detto poc’anzi, voterò a favore di questo piano se ci sarà l’impegno della Regione ad integrare quell’eventuale mancanza di risorse rispetto al finanziamento delle borse di studio. Altrimenti questo sarà soltanto un atto vuoto dove appunto la Regione non si assume nessun impegno.

PRESIDENTE. Ha chiesto la parola la Consigliera Romagnoli, ne ha facoltà.

Franca ROMAGNOLI. In dichiarazione di voto sottolineo anch’io, come il Consigliere Bucciarelli, di aver votato contro l’emendamento.
Quindi, permanendo questo potere alla Giunta di stravolgere il piano, senza neanche previo parere della Commissione, il mio voto sull’atto non può che essere contrario.
Peraltro essendo in corso la riforma degli Ersu questo è anche un momento, per cui un arroccamento simile è quanto meno fuori luogo, se non addirittura preoccupante.

PRESIDENTE. Se non ci sono altre richieste di intervento do la parola l’Assessore Luchetti.

Marco LUCHETTI. Per rispetto di tutta l’Assemblea legislativa vorrei spiegare questo emendamento.
E’ un emendamento che non vuole assolutamente stravolgere nulla. Se dovesse essere interpretato così sarei io il primo a dire di non votarlo. E’ soltanto una cautela rispetto a delle sfumature del piano, tanto è vero che c’è scritto “nell’ambito dei criteri generali del piano stesso”, cioè i criteri non vengono assolutamente toccati.
E’ possibile che nell’ambito della riorganizzazione degli Ersu ci siano delle modificazioni di carattere organizzativo, per cui in questo modo si eviterebbero di fare ulteriori iter burocratici. Se magari vogliamo mettere “sentita la Commissione” va bene, però, ripeto, è finalizzato solo a questo.
Non voglio assolutamente prendermi poteri, per carità! Anzi, ringrazio la Commissione che ha visto in questo atto di attuazione del piano una cosa ben fatta. E tenete presente che lì ci sono già delle decisioni che non sono certo di poco conto. Ad esempio il problema dell’innalzamento di 1 euro del pasto sembra una stupidaggine, invece, no, no, da un confronto che abbiamo avuto gli studenti lo contestano fortemente, almeno in alcuni atenei.
Per cui, ad esempio, se si dovesse applicare questa norma di 1 euro ed introdurre magari un concetto di Isee, insomma, ecco perché con l’emendamento si vuole evitare di riprendere l’iter ecc. ecc.. In ogni caso mi rimetto all’Assemblea legislativa con la piena disponibilità.
Per quanto invece riguarda l’osservazione del Consigliere Binci lì è un problema di bilancio. Voglio dire che non può essere messo un impegno di spesa in un piano di attuazione. Semmai è un problema che decideremo nel momento dell’assestamento.
Però anche quest’anno il contributo sul diritto allo studio, come sapete, non è aumentato. Già l’anno scorso abbiamo fatto salti mortali per integrare di 2 milioni e mezzo, abbiamo tagliato l’organizzazione degli Ersu in maniera profonda per poter far questo, abbiamo raschiato il barile. Quindi per quest’anno non lo so. Certo, ci porteremo dietro le economie che siamo riusciti a fare in parte l’anno scorso, ma non riesco a dire sin da oggi se potremo mettere altri 2 milioni e mezzo. Sapete bene quali sono le difficoltà.
Comunque l’impegno da parte della Giunta di fare quanto meno i salti mortali per questa cosa c’è.
Tenete tra l’altro presente che tutto il ragionamento sulle borse di studio è direttamente collegato al fatto se i ragazzi potranno venire a studiare nelle Marche o no. Mi rendo conto che in particolari atenei, penso a Urbino o a Camerino, dove il tessuto sociale delle città vive sugli atenei, lì si potrebbero avere dei rimbalzi anche dal punto di vista economico.
Ecco perché la situazione rispetto a questo taglio è molto complessa. E vi preannuncio che il taglio al diritto allo studio universitario fa pendant anche con il taglio dell’istruzione. Quindi siamo veramente in mezzo ai guai.
Pertanto, ripeto, questo ragionamento direi di rimbalzarlo al momento del bilancio. Ed io sono disposto a tutto tondo a fare il possibile.
Ritornando invece all’emendamento se l’Assemblea legislativa vuole fare un subemendamento con cui si dica “sentita la Commissione” sono dispostissimo. Ma voglio ancora ribadire che lo spirito era solo quello di cui ho detto poc’anzi, non voglio assolutamente che si dica che vogliamo prenderci dei poteri. Tanto è vero che è confermato proprio dallo stesso emendamento, perché, ripeto, è scritto “nell’ambito dei criteri generali del piano stesso”. Quindi non si stravolgono assolutamente i criteri, ma eventualmente solo questioni di carattere amministrativo e di mero ordine organizzativo.

PRESIDENTE. Bene. (…) No, il fatto che è stato votato non è un grosso problema, mi sono anche consultato. Anche perché, visto che l’Assessore non era in Aula, forse mancavano degli elementi. Quindi, ditemi voi. Però da un punto di vista tecnico-giuridico non è un problema perché in parte la votazione è inficiata dal fatto, appunto, che non c’era ancora stato questo chiarimento dell’Assessore. Per cui se l’Assemblea è d’accordo questo atto di votazione possiamo anche revocarlo. Altrimenti tutto rimane così.
Ha chiesto la parola la Consigliera Ortenzi, ne ha facoltà.

Rosalba ORTENZI. Per ribadire quello che lei ha detto ora, Presidente. Credo che le parole dell’Assessore siano state abbastanza rassicuranti, rileggendo bene l’emendamento mi pare non ci sia un retrogusto tale che possa prevedere chissà quali sconvolgimenti. Comunque ci possiamo scrivere “sentita la Commissione” in modo da stare più tranquilli sia noi come Assemblea legislativa sia la Giunta come Esecutivo. Va bene? Io ora non so, Presidente, se tecnicamente si può rimettere in votazione l’emendamento con un’aggiunta oppure fare un subemendamento.

PRESIDENTE. Il problema della revoca dell’atto appena votato lo risolviamo. Ripeto, era inficiato dalla mancanza di informazione. Quindi se l’Assemblea è d’accordo lo intendiamo revocato.
(…) Da un punto di vista formale è un emendamento che deprime i poteri dell’Assemblea, che ha competenza su questo atto, per cui se lo deleghiamo alla Giunta senza nemmeno un passaggio in Commissione è chiaro che l’Assemblea si spoglia di un potere. Per cui, insomma, è sempre da giudicare negativamente, ne sono convinto.
(…) Allora, annullata dalla Presidenza la votazione precedente, pongo in votazione il seguente subemendamento a firma della Consigliera Ortenzi:
“Aggiungere dopo le parole ‘La Giunta regionale’ le parole ‘sentito il parere della competente commissione consiliare’ “.
Ha chiesto la parola il Consigliere Binci, ne ha facoltà.

Massimo BINCI. Volevo integrare la prima parte, Presidente, cioè il fatto che l’annullamento è con parere unanime dell’Assemblea legislativa, altrimenti sembrerebbe un annullamento d’autorità.

PRESIDENTE. Consigliere, lei si riferisce alla revoca della votazione, ed infatti io ho detto “se tutta l’Assemblea è d’accordo”.

Massimo BINCI. Sì, però vorrei che fosse nell’atto, altrimenti diventa un precedente di potestà di annullamento che secondo me…

PRESIDENTE. No, no, assolutamente, non mi permetterei mai!

Massimo BINCI. Per carità, Presidente, non era nei suoi confronti, lei o un altro…

PRESIDENTE. Io posso forzare solo quando tutta l’Assemblea è d’accordo - e in questo caso l’ho preteso - e comunque quando c’è in gioco una prerogativa dell’Assemblea stessa.
Comunque ringrazio il Consigliere Binci per questa sua precisazione.

Subemendamento n. 1. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Emendamento n. 1, così come emendato. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Coordinamento tecnico. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Proposta di atto amministrativo n. 29, così come emendata. La pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)


Nomina
Elezione di un Consigliere regionale nell’Assemblea dei soci dell’Associazione “Università per la Pace” con sede ad Ascoli Piceno (Art. 15, comma 5, l.r. 28 giugno 2002, n. 9 - art. 8 Statuto Ente - deliberazioni dell’Assemblea n. 125/2009 e n. 23/2011)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca la nomina di un Consigliere regionale nell’Assemblea dei soci dell’Associazione “Università per la pace” con sede ad Ascoli Piceno.
Ha la parola il Consigliere Ricci.

Mirco RICCI. Per questa nomina voglio proporre, seppure sia una formula non proprio usuale, la candidatura del Presidente Solazzi. Per semplici ragioni. La prima è perché rappresenta tutta l’Aula, e in parte in continuità anche con l’esperienza precedente quando appunto il nostro rappresentate in seno a questa associazione era il Presidente Bucciarelli, poi a garanzia dell’Aula stessa in un incarico importante come quello della pace e per quell’autorevolezza che tutti gli riconosciamo.
Ritengo che per ricoprire questo incarico sia una candidatura più che autorevole.

PRESIDENTE. Ha chiesto la parola il Consigliere Massi, ne ha facoltà.

Francesco MASSI. Per dire che condividiamo questa proposta di nomina.

PRESIDENTE. Bene, se non ci sono altre richieste di intervento, voglio ringraziare sia il Consigliere Ricci che il Consigliere Massi. Seppure io per la verità sono convinto che ognuno debba cercare di fare bene quello che fa, quindi aumentare gli incarichi e gli impegni non appartiene molto alla mia idea. E’ già molto impegnativo il ruolo di Presidente dell’Assemblea legislativa. Certo, se c’è questa condivisione da parte di tutti posso accettare, ma non me ne vogliate se intanto lo farò nella convinzione di stare, come posso dire, in una fase di startup. Nel senso che per un periodo cercherò di valutare e di fare in modo che possa ripartire nel migliore dei modi, valutando successivamente se mantenere questo impegno.
Questa Università per la pace o è un istituto che svolge un certo lavoro e lo fa in un certo modo, si raccorda con l’attività di altri centri e enti ecc., oppure finisce per essere soltanto un fatto nominalistico che a me non interessa.
Quindi ci metterò l’impegno in questa fase per vedere se si potrà rilanciare, poi quando magari sarà rilanciata troverò qualche altra soluzione che mi sgravi da questo impegno.
Prego distribuire le schede.

(segue votazione)

PRESIDENTE. Comunico il risultato della votazione. Votanti n. 36, schede bianche n. 3, schede nulle n. 1. Hanno ricevuto voti: Vittoriano Solazzi n. 29, Enzo Marangoni n. 2, Roberto Zaffini n. 1.
Proclamo eletto nell’Assemblea dei soci dell’Associazione “Università per la Pace”, con sede ad Ascoli Piceno, Vittoriano Solazzi.


Sull’ordine dei lavori

PRESIDENTE. Ora dovremmo trattare la mozione n. 130, abbinata all’interrogazione n. 377, e successivamente la mozione n. 78, si possono discutere, ma sarebbe opportuno farlo alla presenza anche degli Assessori competenti.
Chiedo quindi un conforto da parte dell’Assemblea. Ripeto le prime mozioni, la n. 130 e la n. 78… Per favore, innanzitutto bisogna che gli Assessori presenti entrino in Aula!
Ha chiesto la parola il Consigliere Ricci, ne ha facoltà.

Mirco RICCI. La mozione n. 130 a firma del Consigliere D’Anna la potremmo discutere anche in assenza dell’Assessore, il tema è abbastanza contingente.

PRESIDENTE. Quindi andiamo avanti?

Mirco RICCI. Almeno per quella del Consigliere D’Anna, le altre magari le faremo quando ci saranno gli Assessori.

PRESIDENTE. Grazie, Consigliere Ricci. Ha chiesto la parola il Consigliere Zaffini, ne ha facoltà.

Roberto ZAFFINI. Il tema della mia interrogazione n. 377 è sempre sul porto di Fano, come appunto la mozione n. 130, però io chiedo una risposta dell’Assessore. Quindi se me la mettete fra i punti dell’ordine del giorno della prossima seduta, va bene, altrimenti…

PRESIDENTE. Lei ha perfettamente ragione, Consigliere. Per cui ora voglio capire cosa possiamo fare. Perché o non l’abbiniamo più alla mozione n. 130 e quindi potremo così accettare la sua proposta, oppure chiediamo se il Consigliere D’Anna è d’accordo a rinviare alla prossima seduta anche la mozione, così le iscriveremo entrambe. Prego, Consigliere D’Anna.

Giancarlo D’ANNA. Presidente, penso possiamo dividerle, anche perché questa è una mozione che era già stata rinviata. Mi sono confrontato anche con l’Assessore Viventi. Ritengo sia opportuno votarla.

PRESIDENTE. D’accordo. Quindi l’impegno è che l’interrogazione n. 377 del Consigliere Zaffini verrà posta al primo punto delle interrogazioni dell’ordine del giorno della prossima seduta.


Mozione n. 130
del Consigliere D’Anna
“Dragaggio porto di Fano - Dichiarazione dello stato di emergenza”
(Discussione e votazione)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca la mozione n. 130 del Consigliere D’Anna, che ha la parola per illustrarla.

Giancarlo D’ANNA. La questione è annosa, è di dominio pubblico, è una realtà che si trascina ormai da troppo tempo. Seppure nelle ultime settimane sia stata adottata una soluzione parziale. Soluzione che prevede oltre 600 mila euro per il dragaggio del porto di Fano, che appunto si trova in una condizione di enorme difficoltà. Tanto è vero che di recente un peschereccio della ridotta flottiglia di Fano è stato costretto per mancanza di pescaggio, nonostante i dragaggi fatti, a fare base a Pesaro. E fare base a Pesaro significa sopportare costi superiori, non solo per il fatto che si devono fare alcune miglia, ma anche per quanto riguarda l’approvvigionamento del combustibile. Tra i due porti c’è infatti una differenziazione di prezzo, a Fano il gasolio viene gestito direttamente dalla cooperativa quindi i prezzi sono più agevolati. Peraltro tutto questo è stato anche causa di un incidente, che non è stato più di tanto reso pubblico, ma che ha comportato dei danni materiali allo stesso peschereccio.
Al di là di questo in passato ci sono state tutta una serie di altre problematiche, sempre collegate alla mancanza di dragaggio, ad esempio come la rinuncia da parte di un operatore privato al servizio di aliscafo con la Croazia, servizio che due anni e mezzo fa venne bloccato nella sua inaugurazione in conseguenza proprio del fatto che i fanghi non consentivano un pescaggio adeguato per entrare ed uscire in sicurezza.
Quindi la problematica si trascina da troppo tempo proprio perché nel corso degli anni non c’è mai stato un dragaggio sistematico che consentisse di non far sedimentare gli inquinanti. E questi inquinanti sono poi quelli che comportano la caratteristica dei rifiuti stessi, infatti superata una determinata percentuale di inquinanti questi fanghi diventano rifiuto speciale e quindi non possono essere utilizzati per i ripascimenti come, invece, sarebbe logico fare.
Pertanto l’obiettivo che si prefigge questa mozione è quello praticare un dragaggio completo affinché, con una manutenzione ordinaria e continuativa, si possa evitare di conferire i fanghi nelle discariche di rifiuti speciali o nelle vasche di colmata.
E la vasca di colmata di Ancona è in netto ritardo rispetto ai tempi previsti. Nel corso degli anni ci sono stati diversi falsi allarmi in merito alla sua apertura. Sta di fatto che aspettando la vasca di colmata intanto i problemi della marineria e della nautica di Fano si sono aggravati. Tra l’altro questo è un momento in cui le categorie interessate già i problemi ce li hanno anche in conseguenza sia della crisi della cantieristica, sia per la carenza di pesce e i costi eccessivi del gasolio.
Quindi è evidente che è una situazione da tenere non solo sotto controllo ma da modificare, altrimenti potremmo incorrere nel serio rischio di vedere bloccare completamente il porto.
Visto che un dragaggio limitato alla sola imboccatura del porto renderebbe inutile un riequilibrio ed una sistemazione definitiva del porto stesso, si chiede - al di là delle cifre che sono state già previste, questa mozione è stata presentata prima che l’Assessore Viventi presentasse al Comune di Fano una disponibilità economica – di praticare un dragaggio completo del porto di Fano, magari anche individuando dei siti di stoccaggio temporaneo che consentano di accumulare il dragaggio complessivo del porto e poi di volta in volta assegnarlo parzialmente a discariche o alla vasca di colmata quando verrà.
Nel frattempo, inoltre, si è inserito anche un altro discorso, ovvero quello del desorbimento, una tecnica che consente di lavorare i fanghi e di dividerne gli inquinanti.
Oggi quindi il Comune di Fano ha fatto questa scelta, condivisa anche dalla Regione, ma indipendentemente da questo rimane sempre il fatto che ritengo sia opportuno fare un dragaggio complessivo. Un intervento, tra l’altro, che potrà andare incontro anche alle esigenze del desorbimento, infatti per fare questo tipo di lavorazione è necessario togliere i fanghi dal mare e sistemarli in un sito temporaneo e poi lavorarli.
Ripeto, un impegno parziale da parte della Regione c’è stato, ma bisogna fare uno sforzo in più per risolvere definitivamente il problema. Visto che in altre realtà, ad esempio a Senigallia, negli scorsi anni l’intervento complessivo è stato fatto, a beneficio di coloro che operano e lavorano nel mondo della marineria e della nautica.
Nella mia mozione ho proposto anche un passaggio con il Governo nazionale, considerato che la questione porti è una situazione strategica e fondamentale non solo per le attività che ci sono, ma anche per tutta una serie di problematiche legate alla sicurezza.
Insomma, credo sia una mozione che si possa votare senza tanti problemi, vista anche la disponibilità data dall’Assessore Viventi seppure oggi non sia presente.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Ricci.

Mirco RICCI. Il Consigliere D’Anna ha dimostrato di conoscere a fondo la problematica, la segue da tempo, ma ci sono un paio di questioni che non mi convincono. Nel senso che chiedere lo stato di emergenza mi sembra fuori tempo e forse fuori luogo. Magari chiediamo un intervento di emergenza piuttosto che lo stato di emergenza che comunque non ci verrebbe concesso.
L’altra questione è quella di cui al punto 3) “a disporre di finanziamenti adeguati...” Per come siamo messi in questa fase forse sarebbe opportuno chiedere alla Giunta di ricercare la possibilità di trovare finanziamenti adeguati. Non credo che con una mozione possiamo automaticamente prevedere risorse. Quindi sono due piccole modifiche che potremo apportare al testo.
Però, seppure nell’insieme la mozione sia condivisibile, vorrei aggiungere anche questo, Consigliere D’Anna.
Noi molto spesso i dragaggi non li realizziamo per quella serie di motivi che lei ha elencato, e in questo caso siamo in attesa della cassa di colmata di Ancona già appaltata, che ha una capienza notevole e che potrebbe essere soddisfacente per tutti i porti delle Marche. Ma le urgenze le potremmo anche assolvere portando in mare parte dei fanghi presi dai porti. Molte Regioni hanno leggi che permettono questa possibilità mentre le Marche no.
Proprio in questi giorni stiamo cercando di verificare la possibilità di modificare alcune norme regionali che possano appunto prevedere il prelievo dei fanghi - ovviamente fanghi esenti da inquinanti - dai porti e poterli collocare a largo in siti individuati. Ripeto, molte Regioni questa normativa ce l’hanno mentre nelle Marche non si può fare.
Questa possibilità che stiamo verificando per gli stati di emergenza, come appunto quella del porto di Fano, potrebbe anche essere una occasione per poter intervenire in tempi più rapidi. Peraltro la cassa di colmata, anche se sarà realizzata, ha una capienza tale che non permetterà di gestire future emergenze in tempi rapidi, inoltre perché potrebbe essere colmata anche abbastanza rapidamente.
Quindi per le poche cose che ho detto perfezionerei meglio la mozione, seppure la condivida nella sostanza.
Il porto di Pesaro, come altri porti delle Marche, è in sofferenza da tempo, quindi bisogna essere pronti ad intervenire, sia attraverso infrastrutture disponibili per l’intera regione, come appunto la cassa di colmata di Ancona, sia con nostre leggi che possano permettere interventi di urgenza e poter portare in mare in siti individuati.
Questa parte la approfondirei meglio, potrebbe essere un elemento in più rispetto alle emergenze che hanno altri porti e all’insabbiamento e all’accumulo dei fanghi avvenuto nel corso degli anni.
Per cui, ecco, possiamo fare delle piccole modifiche, ma la sostanza la condivido.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Zaffini.

Roberto ZAFFINI. Accolgo in modo molto favorevole l’impegno del Capogruppo del PD. Effettivamente le Marche su queste tematiche sono a dir poco carenti. Nel senso che, come è stato ricordato, altre Regioni non hanno casse di colmata. Anche perché una cassa di colmata contiene 200 mila metri cubi quindi la riempiremmo in brevissimo tempo; solo Fano con un dragaggio fatto come si deve porterebbe 80 mila metri cubi.
Quindi secondo me la cassa di colmata è una grande bufala per non dire una “grande magnata” per qualcuno dei vostri amici.
Ho qui uno studio, presentato in un convegno in Friuli “Dragaggi e attività produttive oggi”, dove vengono classificati i porti delle Marche in aree, prendendo a riferimento proprio quello di Fano. Le zone A1 e A2, quelle che si possono conferire direttamente in mare, ammontano a 28 mila metri cubi.
Allora io dico perché intanto questi non sono stati spostati in modo repentino, così da liberare quasi la metà del dragaggio Ed eventualmente ridistribuire quella parte che si dice che si deve conferire in cassa di colmata, ridistribuendo anche questa parte che è stata svuotata. A mali estremi estremi rimedi. Perché pur di evitare incidenti e disguidi così notevoli per la nostra marineria bisognava adottare qualcosa anche di ingegnoso.
Questa è solo la mia opinione, spero che nella prossima seduta potrò avere delle risposte più approfondite dall’Assessore. In quell’occasione, oltre a rivendicare un dragaggio costante e continuo, chiederò anche il perché abbiamo queste zone di riferimento e quindi la considerazione di materiale tossico, che in realtà da questo studio risulta essere solo in una piccolissima zona di Ancona. Mentre la Romagna prende e butta in mare, a loro basta un’ordinanza della capitaneria di porto e in quattro e quattr’otto a Cattolica ventimila metri cubi di sedimenti dei fanghi vengono messi a ripascimento addirittura delle spiagge.
E’ ora che le Marche si diano una svegliata.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Carloni.

Mirco CARLONI. Questa mozione è un ulteriore stimolo a un problema storico che attanaglia molti porti della regione Marche. Infatti, come già è stato detto dai miei colleghi, la Regione Marche non ha avuto il coraggio di fare una norma che ci liberi da questa incombenza, ogni qualvolta si fa un’estrazione dei fanghi dai porti questi vengono considerati un rifiuto speciale.
Io anche per quella mia esperienza da amministratore comunale ho vissuto molte volte il dramma del conferimento dei fanghi portuali come rifiuto speciale, con dei costi inauditi per le amministrazioni, per la Regione, per chiunque si trovi a dover fare questa operazione. Mentre in tante altre realtà, dove c’è un’autonomia normativa come in questa Regione, si è trovata la maniera per conferirli in mare come si faceva una volta, portando cioè i fanghi a 8-9 miglia rimettendoli a sedimento marittimo oppure utilizzandoli a ripascimento.
Inoltre condivido anche le modifiche richieste, le sottoscrivo. Il principio del conferimento dobbiamo avere il coraggio di risolverlo in maniera strutturale, in modo normativo. Dobbiamo fare in modo non sia solo un intervento una tantum, presi sempre dall’emergenza e dai rischi di navigabilità dei nostri porti, bensì un qualcosa che modifichi l’impianto normativo dei conferimenti.
Insieme potremo trovare le formule, le misure affinché anche la nostra regione non paghi un ritardo normativo. Facendo magari anche un lavoro comparativo su come altre regioni svolgono questa attività di conferimento in mare o a terra con il ripascimento. Liberando così costi agli amministratori comunali, che sono veramente impossibilitati dai dragaggi in questo momento. Oltre che risolvere un problema di sicurezza. Tante volte, infatti, le nostre marinerie rimangono bloccate o comunque i loro addetti, lavorando, andando in mare, rischiano la vita. E questa è una cosa inaudita che tutti noi insieme, come Assemblea legislativa, dobbiamo assumerci l’impegno – e questa mozione ne è l’occasione - di modificare una volta per tutte.

PRESIDENTE. Ha chiesto la parola la Consigliera Foschi, ne ha facoltà.

Elisabetta FOSCHI. Ho sentito oggi con piacere il Capogruppo del PD dichiarare il proprio impegno a rivedere la norma che vige nella nostra Regione. Non si capiva fino ad oggi come mai le Marche facessero eccezione nel panorama nazionale. Mentre altre regioni, come ricordava chi mi ha preceduto, riescono a conferire in mare, da noi è invece vietato.
Questa richiesta proveniva dai gruppi di opposizione, ma recentemente è pervenuta anche da Confindustria Marche che facendosi carico del problema ha espressamente chiesto una risoluzione al Presidente Spacca.
Penso che noi Consiglieri ci potremo prendere tutti la responsabilità di formulare una proposta di modifica della legge. Fermo restando che non ho mai sentito l’Assessore Donati o il Presidente Spacca dichiarare le motivazioni sul fatto che da noi non era nemmeno pensabile. Se ne è parlato anche qualche tempo fa, ma sembrava non fosse consentito a livello assoluto, invece oggi apprendiamo che così non è.
Relativamente all’impegno finanziario che nei giorni scorsi abbiamo visto dichiarato dall’Assessore competente, aggiungo che è essenziale indicare, oltre appunto l’importo finanziario assegnato al Comune di Fano, anche il luogo preciso di conferimento dei fanghi. Non si può lasciare al Comune il compito di individuare il sito.
Fino a poco tempo fa questo non era stato ancora fatto, non so se oggi si sia provveduto, però ribadisco che è di essenziale importanza. La discarica non può più essere assolutamente utilizzata, non è conveniente né in termini finanziari né in termini ambientali, perché si va a colmare una risorsa che altrimenti potrebbe durare di più. Quindi l’individuazione del sito di pari passo all’erogazione del contributo è assolutamente necessaria.

PRESIDENTE. Ha chiesto la parola il Consigliere D’Anna, ne ha facoltà.

Giancarlo D’ANNA. Ho parlato con il Capogruppo Ricci, quindi alla mozione apporterò alcune modifiche.
Al punto 1) sostituire le parole “dichiarato lo stato di emergenza” con le parole “adottato lo stato di emergenza” che è una cosa diversa.
Inoltre, sulla base di alcuni interventi, in particolare quello del Consigliere Zaffini, aggiungerei, se il Consigliere Ricci è d’accordo, anche un altro punto: “5) valutare, verificata l’assenza di inquinanti superiore ai limiti previsti dalla legge, il conferimento a mare delle sabbie”. Seppure sia una regola che già esiste. Nel senso che se si supera una certa percentuale non si possono conferire a mare, è una regola che vale anche nelle altre regioni. Perché, attenzione…(…) Esatto, l’individuazione del sito è dopo aver verificato che gli inquinanti non siano superiori ai limiti previsti dalla legge. Altrimenti andremo a creare un meccanismo perverso, ossia quello di versare, ammesso e non concesso che si possa fare, degli inquinanti a mare che poi ritornano indietro con gli interessi. Se volete lo aggiungo, ma ripeto già esiste. Cioè il conferimento a mare è previsto anche nella nostra regione nel caso in cui gli inquinanti non siano superiori. Quindi non è che si butta tutto a mare, attenzione, chiariamo questo aspetto, altrimenti facciamo vedere che non conosciamo nemmeno la normativa.
Per cui aggiungerei, se il Consigliere Ricci e gli altri sono d’accordo, quel punto 5) di cui ho detto…(…) sì, va bene, aggiungendo anche “ed una volta individuato un apposito sito”.

PRESIDENTE. Ha chiesto la parola la Consigliera Ciriaci, ne ha facoltà.

Graziella CIRIACI. Stavo già chiarendomi con il collega, perché ho visto che la mozione parla del dragaggio per il porto di Fano, ma ovviamente deve essere allargato a tutta la regione, sempre con le stesse regole… (…) No, l’emergenza l’abbiamo tolta, Consigliere, quindi credo che valga per tutti. Valutiamolo insieme. Però ad esempio per il porto di Porto San Giorgio non è stata dichiarata la situazione di emergenza però è assolutamente necessario valutarlo allo stesso modo, quindi sempre con valori di rischio molto bassi, con la qualità dei fanghi ecc.. Altrimenti rischiamo di fare un’isola felice di un solo segmento e tutto il resto della regione lo lasciamo scoperto.

PRESIDENTE. Bene. Non essendoci altre richieste di intervento pongo in votazione l’emendamento testè pervenuto a firma dei Consiglieri D’Anna, Ricci, Carloni, Foschi, Pieroni, Marinelli, Zaffini, Ciriaci:
Al punto 1 sostituire le parole “dichiarato lo stato di emergenza” con le parole “adottato lo stato di emergenza”.
Aggiungere il punto 5) “valutare, verificata l’assenza di inquinanti superiore ai limiti previsti dalla legge, il conferimento a mare delle sabbie una volta individuato un apposito sito.”.
Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Mozione n. 130, così come emendata. La pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)


Mozione n. 78
del Consigliere Bucciarelli
“Piattaforma logistica delle Marche”
(Discussione e votazione)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca la mozione n. 78 del Consigliere Bucciarelli, che ha la parola per illustrarla.

Raffaele BUCCIARELLI. Ho presentato questa mozione in data 10 novembre 2010, quindi oltre sette mesi fa, ma credo abbia ancora una sua validità, è sicuramente più che mai attuale.
E perché dico questo? Perché a fronte della crisi che sta colpendo in modo forte, quasi inaspettato, ma comunque sottaciuto anche dalla nostra Regione, sia sul piano occupazionale che sul piano della incisività delle nostre imprese, credo che il tema della logistica, dei trasporti delle merci e delle persone, così come lo sviluppo dei nostri nodi principali della logistica, possano, se adeguatamente gestiti, essere un punto a favore per l’uscita da questa crisi.
Lo credo perché non esiste in una società moderna la possibilità di sviluppo senza avere una logistica adeguata. I trasporti e la mobilità delle merci rappresentano uno dei costi principali per le imprese, e la mobilità delle persone in questa società è un diritto inalienabile.
Però facendo una disamina di quello che sta avvenendo nelle Marche credo che possiamo dire che siamo in netto ritardo. Non è più sufficiente dire che le Marche sono isolate e che c’è un problema di infrastrutture, bisogna anche dire che in questa regione c’è un problema di presenza, c’è un problema di proposta politica.
E quello che sta avvenendo, e che è descritto nella premessa della mozione, non fa nient’altro che rafforzare questa mia impressione. Tanto è vero che le iniziative che avvengono sembrano quasi essere indipendenti una dall’altra. E questo soprattutto nel porto di Ancona, nei rapporti con l’interporto, con l’aeroporto, non c’è una regia. Quella regia che invece è compito preminente del Governo regionale, ossia quel compito di coordinare, proporre, programmare, pianificare, tutti compiti di cui è assolutamente priva la Regione Marche.
Non abbiamo un piano della logistica, è andato in Commissione, sembra sia stato ritirato perché non più adeguato, quindi è nei cassetti della nostra burocrazia. Non c’è un ruolo attivo nelle principali opere di cui necessita questo territorio, come l’uscita dal porto di Ancona, il bypass di Falconara che pure è finanziato. Non si parla del famoso trasporto di metropolitana di superficie, che non può prendere vita se non ci sarà una forte presenza e iniziativa da parte del Governo regionale, che è un servizio che deve essere organizzato in forte sintonia tra le Ferrovie e i trasportatori su gomma che beneficiano di ingenti contributi da parte della Regione
Insomma, in sintesi non c’è una visione del nucleo della logistica marchigiana, porto, aeroporto, interporto, che possa appunto creare e dettare le condizioni per la mobilità delle merci.
E quando c’è un’iniziativa di coordinamento, di esame continuo e di proposta noi vediamo che questa viene presa da altri enti, come per esempio la Camera di Commercio di Ancona ove è stato istituito l’Osservatorio sulla piattaforma logistica delle Marche. E quindi, ripeto, la Regione è assente.
La mozione protende dunque a questo obiettivo, impegnare il Governo regionale ad essere finalmente presente e artefice della realizzazione della piattaforma logistica. Quindi bisogna fare politica. Non è sufficiente, anche se per certi aspetti può essere utile, andare davanti le gallerie che sta costruendo Quadrilatero e poi fare una foto e dire che ci occupiamo dei problemi che hanno le varie aziende che devono costruirla. Non è sufficiente dire che l’Assessore sollecita il Ministero. Occorre veramente una disamina concertata, concordata e condivisa da tutti i soggetti, a partire dagli enti locali, al fine di ridare slancio a questa regione che altrimenti rischia di essere isolata.

PRESIDENTE. Se non ci sono richieste di intervento pongo in votazione la mozione n. 78.

(L’Assemblea legislativa approva)


Mozione n. 83
dei Consiglieri Camela, Malaspina
“Formazione continua dei lavoratori”
(Discussione e votazione)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca la mozione n. 83 dei Consiglieri Camela, Malaspina. Ha la parola il Consigliere Camela per illustrarla.

Valeriano CAMELA. E’ una mozione informativa sulla formazione continua dei lavoratori. Ci sono delle informazioni utili alle imprese e alle aziende sulla disponibilità di risorse, in generale carenti, utili per la formazione e la qualificazione dei propri lavoratori.
“Premesso:
che la crisi occupazionale in atto da alcuni anni ha assunto i caratteri di veri e propria emergenza sociale ed economica, tale da richiedere l’impegno doveroso delle istituzioni tutte, per le rispettive competenze e responsabilità, a sostenere il mantenimento dei livelli occupazionali ed anzi il loro incremento e ad incoraggiare la competitività delle imprese, perseguendo quindi finalità di tipo sociale (incremento dell’occupabilità) e di tipo economico (aumento della competitività delle imprese);
che il perseguimento di tali obiettivi non può prescindere dalla formazione continua dei lavoratori, stanti le fortissime necessità di aggiornamento e qualificazione delle risorse umane manifestate dal nostro sistema produttiva, seppur composto nella stragrande maggioranza da piccole e piccolissime imprese, condizione questa che rende particolarmente difficoltosa la capacità di esprimere una domanda organizzata e aderente ai fabbisogni;
verificato che le risorse finanziarie disponibili per il sostegno delle iniziative formative sono alimentate dalla quota dello 0,30% dei contributi obbligatori che il datore di lavoro versa mensilmente all’Inps qualora venga espressamente esplicitato; cioè la quota che il datore di lavoro versa all’Inps non viene destinata automaticamente alla formazione dei propri lavoratori, bensì alla formazione su scala nazionale, al Fondo sociale europeo oppure per politiche di produzione sociale sulla base di accordi Stato-Regioni. Ossia queste risorse vengono gestite dal sistema pubblico e l’impresa non ha la possibilità di intervenire sulla loro gestione.
Valutato che l’imprenditore può aderire, ai sensi della legge 388/2000, senza versamenti supplementari, ad un Fondo Interprofessionale Paritetico riferito alla tipologia di attività svolta: artigianato, commercio, industria, ecc;
Preso atto che il livello territoriale di gestione di tali fondi, affidata alle associazioni di categoria e ai sindacati, consente al datore di lavoro un più facile e diretto accesso alle informazioni, in specie a quelle relative alla esistenza, praticabilità e sostenibilità finanziaria dei piani formativi che ritiene necessari per i propri dipendenti al fine di accrescerne le competenze nel contesto aziendale o professionale. Ossia ogni azienda dispone il 70% dei contributi versati e può partecipare agli avvisi che stanziano risorse per la rimanente quota del 26%. Quindi è importante saperne l’esistenza.
Considerato che maggiore è il numero delle aziende aderenti ai fondi interprofessionale paritetici, maggiori sono le risorse per le stesse disponibili e quindi direttamente utilizzabili;
Rilevata ad oggi una bassa adesione delle aziende ai sopracitati fondi nonché la scarsa conoscenza della disponibilità di risorse da parte delle aziende che vi hanno aderito,
Impegna la Giunta regionale ad avviare una capillare campagna informativa, affidata ad un organismo competente nella formazione che la inquadri in un piano organico la porti a termine attraverso il coinvolgimento degli Enti locali, delle organizzazioni sindacali e datoriali, degli Ordini professionali coinvolti, etc, con lo scopo di sensibilizzare tutte le Aziende dei del territorio marchigiano sulle opportunità offerte dai fondi interprofessionale paritetici alla formazione dei propri lavoratori.”.

PRESIDENTE. Ha chiesto parola l’Assessore Luchetti, ne ha facoltà.

Marco LUCHETTI. Ritengo che questa mozione sia senza dubbio accoglibile. Anche perché i fondi interprofessionali sono una risorsa che nella nostra regione sono abbastanza utilizzati rispetto al contesto nazionale che invece trova qualche difficoltà.
Tra l’altro nella nuova riforma dell’apprendistato, in discussione tra le Regioni e il Ministero, si fa riferimento proprio ai fondi interprofessionali per far intervenire anche nella formazione l’apprendistato.
Quindi è una forma di finanziamento non indifferente.
Da questo punto di vista abbiamo un contatto diretto con le parti sociali, sia imprenditoriali che sindacali, proprio per fare in modo che la formazione continua utilizzi specificatamente questi fondi.
Noi per la formazione continua abbiamo una commissione regionale che fa monitoraggio rispetto all’utilizzo dei fondi interprofessionali, ma non solo, perché si fa riferimento anche all’utilizzo del Fondo sociale europeo.
Pertanto su questo siamo sulla buona strada.
Per quanto riguarda la campagna di sensibilizzazione, la faremo, d’accordo con le parti sociali vedremo di affrontare più adeguatamente. Ma indubbiamente sul discorso dei fondi interprofessionali sono le aziende che dovrebbero capire l’importanza di questa chance che viene data, peraltro la pagano, quindi non so perché non lo fanno.
Comunque sulla questione, ripeto, c’è la massima attenzione da parte della Giunta regionale perché la riteniamo strategica a difesa proprio dell’occupazione.

PRESIDENTE. Pongo in votazione la mozione n. 83.

(L’Assemblea legislativa approva)

Grazie, colleghi Consiglieri. Buona giornata. Ci vediamo martedì prossimo.

La seduta termina alle ore 13,10