Resoconto della seduta n.49 del 13/12/2021
SEDUTA N. 49 DEL 13 DICEMBRE 2021

La seduta inizia alle ore 10,25

Presidenza del Presidente
Dino Latini

PRESIDENTE. Dichiaro aperta la seduta n. 49 del 13 dicembre 2021. Do per letto il processo verbale della seduta n. 48 del 7 dicembre 2021, il quale, ove non vi siano opposizioni, si intende approvato ai sensi del comma 4 dell’articolo 53 del Regolamento Interno.
Richiamo, inoltre, ai sensi del comma 5 dello stesso articolo, l'attenzione di tutti i Consiglieri sulle comunicazioni distribuite con cui porto a conoscenza dell'Assemblea quanto espressamente previsto dal Regolamento interno.

Sull’ordine dei lavori

Per quanto riguarda l’ordine del giorno della seduta odierna, nell’ambito della Conferenza dei Presidenti dei gruppi si è proposto di porre all’attenzione dell’Aula l’anticipazione al punto 1 del punto 7 relativo alle interrogazioni per poi proseguire con l’ordine dei lavori fino al momento della sospensione per la firma della costituzione del distretto biologico delle Marche, prevista intorno alle ore 15,00.
Prima di mettere in votazione l’anticipazione del punto 7 relativo alle interrogazioni, la cui trattazione secondo il Regolamento è di un’ora massima, se non esaurita in maniera anticipata, vi comunico che alle ore 12,00 in una stanza fuori dall’Aula ci sarà una riunione fra i rappresentanti sindacali della Caterpillar di Jesi e l’Assessore Aguzzi, credo sia opportuno che coloro che vogliono, in particolar modo i Presidenti dei gruppi, possono essere presenti, senza far venir meno i lavori dell’Aula, dico questo perché la comunicazione mi è stata data ora e la do come comunicazione della Presidenza.
Detto ciò, prima di mettere in votazione l’inversione del punto 7 con il punto 1 dell’ordine giorno do la parola, come oratore contro, al Consigliere Ciccioli.

Carlo CICCIOLI. Credo che l’attività più importante di un Consiglio regionale sia quella di produrre atti, leggi ed atti amministrativi. Che le interrogazioni e tutte le funzioni ispettive dei Consiglieri siano importanti ed utili è sicuro, però dovremmo cominciare diligentemente ad aumentare le interrogazioni scritte. Gli atti scritti a volte sono anche più efficaci di quelli che passano in quest’Aula.
Sulla decisione di oggi non eccepisco e mi asterrò, però il segnale che voglio dare, Presidente, è che non è possibile che le interrogazioni arrivano addirittura prima, sono notizie sui fatti, delle comunicazioni della Giunta regionale. Siamo arrivati ad un livello incredibile, a parti invertite, se ci fosse stato il PD al Governo ed il centro-destra all’opposizione, non sarebbe mai successo.
Quindi, prendo atto e mi astengo come atto simbolico su questa cosa, però questa situazione non può più passare a meno che non vi siano vicende straordinarie sulle quali c’è sempre la possibilità di invertire l’ordine del giorno.
Teniamo presente che molti atti sono indietro e, come diceva giustamente in Conferenza dei capigruppo il Consigliere Mangialardi, noi abbiamo delle mozioni importanti ed impegnative sul bilancio che sono ferme da mesi perché l’attualità supera sempre il lavoro ordinario, che è indispensabile.

PRESIDENTE. Ha la parola, oratore a favore, il Consigliere Mangialardi.

Maurizio MANGIALARDI. Grazie, Presidente. Saluto tutti i Consiglieri e la Giunta. Ringrazio per la posizione che abbiamo assunto in modo particolare il Consigliere Marinelli, perché ritengo che le interrogazioni facciano parte del mandato ispettivo che ci hanno dato i cittadini e siccome spesso la Giunta non risponde nemmeno a quelle a risposta scritta, che noi cerchiamo di formulare proprio per agevolare sia l’organizzazione che il lavoro, ritengo che questa sia non solo una concessione opportuna, ma ne dovremmo fare metodo, magari iniziando il Consiglio mezz’ora prima per consentire questa modalità.
Presidente, grazie per la posizione che abbiamo assunto e procediamo come abbiamo già concordato all’interno della Conferenza dei capigruppo.

PRESIDENTE. Prima di passare alla votazione, comunico che l’apertura dei lavori della seduta assembleare odierna è stata dettata dal fatto che i Presidenti dei gruppi ha incontrato la rappresentanza sindacale dei dipendenti dell’Aerdorica.
Anticipazione del punto relativo alle interrogazione. La pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

Interrogazione n. 285
ad iniziativa dei Consiglieri Mastrovincenzo, Mangialardi, Casini, Biancani, Bora, Carancini, Cesetti, Vitri
“Licenziamenti alla ENEDO di Osimo”
(Svolgimento)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca l’interrogazione n. 285 dei Consiglieri Mastrovincenzo, Mangialardi, Casini, Biancani, Bora, Carancini, Cesetti, Vitri.
Ha la parola, per la risposta, l’Assessore Aguzzi.

Stefano AGUZZI. Grazie, Presidente. La situazione della società ENEDO di Osimo, che aveva annunciato qualche settimana fa una serie di esuberi, è stata fortunatamente superata ed oggi è indubbiamente diversa da quella che si era precedentemente temuta.
Ci tengo a dire che il giorno stesso che i dipendenti sono stati informati dell’intenzione dell’azienda di ridurre il personale e probabilmente anche di delocalizzare una serie di attività, così come precedentemente era avvenuto verso la Tunisia, ho immediatamente preso contatti sia con le parti sindacali che con i rappresentanti dell’azienda ed anche se la vertenza non era e non è mai arrivata ufficialmente sui tavoli della Regione in egual misura ho convocato per degli incontri informali e conoscitivi da parte mia e della Regione sia le parti sindacali che la proprietà dell’azienda, o comunque i rappresentanti dell’azienda. Sono stato informato di questa situazione e nello stesso momento sono stato portato a conoscenza che c’era una trattativa che intendevano svolgere prima di coinvolgere ufficialmente la Regione e questo sarebbe stato se l’incontro non fosse andato a buon fine.
E’ con soddisfazione che devo dire che questa trattativa è andata a buon fine, nel senso che ad oggi non ci saranno licenziamenti alla società ENEDO di Osimo, si è conclusa con un anno di cassa integrazione ed in questo periodo l’azienda punterà a ridurre una parte del personale con incentivi volontari, se verranno accettati. Quindi, da qui ad un anno ci sarà una cassa integrazione e nessun licenziamento, nel frattempo se una parte dei lavoratori volesse uscire incentivata è una sua prerogativa, vedremo se lo farà o meno e come si svilupperà la vicenda in questi mesi.
Questa trattativa si è conclusa in maniera meno drammatica di quanto potesse sembra in un primo momento e la crisi non è mai addivenuta sui tavoli della Regione in maniera ufficiale, anche se l’Assessorato al lavoro della Regione aveva preventivamente incontrato le parti perché è sempre bene essere informati e magari anche instradare attività utili, in questo caso non ce n’è stato bisogno e la vertenza attualmente è chiusa.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno, il Consigliere Mastrovincenzo.

Antonio MASTROVINCENZO. Grazie, Presidente. Grazie, Assessore.
L’interrogazione era d’ottobre e fortunatamente per ora la vertenza si è chiusa con la trasformazione della mobilità in cassa integrazione, come ha detto lei, restano i dubbi sul piano industriale nel lungo periodo dell’azienda e sulle strategie per la permanenza della multinazionale ad Osimo, questo è l’unico sito italiano di ENEDO.
Le organizzazioni sindacali chiedono di monitorare costantemente gli obiettivi aziendali e questo aspetto è contemplato nell’accordo.
Mi auguro che l’azienda porti avanti i propositi che ha affermato e si possano davvero salvaguardare i livelli occupazionali, così come finora sembra essere stato.

Interrogazione n. 291
ad iniziativa delle Consigliere Ruggeri, Lupini
“Piano regionale per l’attuazione del programma ‘Garanzia Occupabilità dei Lavoratori (GOL)”
(Svolgimento)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca l’interrogazione n. 291 delle Consigliere Ruggeri, Lupini.
Ha la parola, per la risposta, l’Assessore Aguzzi.

Stefano AGUZZI. Grazie, Presidente. Grazie anche alle interroganti perché sul Piano garanzia occupazionale dei lavoratori ci giochiamo gran parte dell’attività vocata allo sviluppo, alla ripresa delle attività dopo questo lungo e brutto periodo dovuto alla crisi storica, aziendale ed economica, dovuto anche alla pandemia e altro, seppure purtroppo questa fase non sia stata ancora superata.
Le attività legate alla garanzia occupazionale del lavoro, ripeto, sono una grande prerogativa ed una grande occasione, ci saranno finanziamenti consistenti a favore delle Regioni sui quali come Assessore al lavoro della Regione Marche sono pienamente coinvolto.
C’è un tavolo degli Assessori al lavoro a livello nazionale, a cui io partecipo regolarmente, su questo c’è stata un’attività in presenza a Verona 10 giorni fa, alla quale ho partecipato, convocato dall’Assessore al lavoro del Veneto, in accordo con me e con l’Assessore della Regione Liguria. C’è grande attenzione, c’è tuttora un dibattito in corso su come saranno utilizzati questi fondi e come dovrebbero essere nel miglior modo utilizzati. Questa è la prima parte dell’interrogazione che mi pongono le Consigliere, poi l’altra parla dei Centri per l’impiego sui quali ritorno.
Sulla prima parte possiamo dire che stiamo seguendo passo passo lo sviluppo di questa iniziativa, intanto abbiamo richiesto, con un documento congiunto di gran parte delle Regioni, un maggior coinvolgimento diretto delle Regioni perché non vorremmo che su queste iniziative ci sia un piano calato dall’alto, che magari non sia egualmente rapportabile alle esigenze delle Regioni stesse.
Quindi, c’è un monitoraggio continuo da parte degli Assessori al lavoro delle Regioni e sono parte attiva sul modo di utilizzare queste risorse, secondo le esigenze delle singole Regioni che possono avere anche situazioni diverse l’una dall’altra. Ad esempio, si dibatte molto sul fatto del meridione d’Italia piuttosto che dell’Italia settentrionale, situazioni molto diverse dal punto di vista occupazionale, sia dei percettori del reddito di cittadinanza che della naspi o della disoccupazione. C’è una dicotomia forte tra Regione e Regione ed è bene che ognuna porti avanti una propria attività.
Come Regione Marche si stiamo concentrando molto sulla formazione mirata, cosa vuol dire? Capire bene le esigenze che le imprese dei nostri territori hanno per poter formare nel miglior modo possibile i lavoratori, sia quelli nuovi che quelli che stanno già operando, che devono essere riqualificati per poter rispondere alle esigenze indubbiamente mutate in questi ultimi periodi. Pensiamo alla digitalizzazione, allo smart working, alle nuove attività che non erano in auge fino a pochi mesi fa. Noi puntiamo molto sulla riqualificazione complessiva delle persone che operano e lavorano già, ma anche sulla preparazione di chi si deve inserire nel mondo del lavoro, che sia più preparato possibile secondo le esigenze che sui territori esistono. Esigenze che devono essere ovviamente orientate tramite corsi di formazione finanziati da queste attività, ma anche ricercate, secondo me, tramite un forte coinvolgimento dei Centri per l’impiego, e qui vengo alla seconda domanda che veniva posta.
Per quel che riguarda le attività dei Centri per l’impiego …, per quel che riguarda il potenziamento la Regione Marche risulta inserita tra le Regioni in cui il Piano di potenziamento dei Centri per l’impiego è stato tempestivamente approvato e progressivamente implementato negli ultimi due anni. Nel 2020/2021 sono state inserite negli organici dei Centri per l’impiego 61 nuove unità di personale a livello regionale, ai neoassunti è stato garantito un percorso formativo e di affiancamento che ha consentito una proficua attivazione di nuove risorse umane anche in modalità lavorative inedite, come quelle sperimentate durante il lockdown.
Per il 2022 sono in programma nuovi concorsi tramite i quali si è impegnati a raggiungere gli obiettivi previsti dal piano di potenziamento straordinario precedentemente approvato e indirizzato dal Ministero.
Sul piano dell’adeguamento oltretutto c’è stato in questi mesi anche uno sforzo forte di adeguamento delle sedi: si sono completati i lavori nella sede di Macerata, si sta per iniziare la ristrutturazione di quella di Jesi, si sono conclusi accordi con il Comune di Civitanova Marche, Pergola, Fossombrone e siamo al vaglio delle proposte di convenzione per nuove attività a Vallefoglia, Urbania e Cagli , anche uno sportello nuovo e inedito nel Comune di Osimo, perciò c’è un rafforzamento anche strutturale nei territori oltre al potenziamento delle unità impegnate al loro interno.
Perché ho fatto questo passaggio accomunandomi al discorso dell’intercettare le esigenze? Perché credo che i Centri per l’impiego debbano favorirsi, aprirsi di più al territorio e ricercare le esigenze diffuse nel mondo delle imprese. I Centri per l’impiego non dovranno aspettare che l’imprenditore vada a ricercare le figure che gli servono, ma devono andare nelle imprese a verificare le esigenze, anche per predisporre corsi di formazione adatti a quel tipo di bisogno.
Questa secondo me è la grande scommessa di questi fondi di occupazione lavorativa, la garanzia Gol, ci stiamo lavorando in questo modo, sono pienamente impegnato in questo senso.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatta o meno, la Consigliera Ruggeri.

Marta RUGGERI. Grazie, Presidente. Grazie, Assessore, per la risposta.
Sintetizzando mi sembra di aver capito che il Piano regionale per l’attuazione del GOL è in via di predisposizione, ci state lavorando e speriamo che siano rispettati pienamente i termini previsti dalla normativa statale, ci mancherebbe che non fosse così!
Per quanto riguarda i Centri per l’impiego siamo d’accordo sulla formazione mirata, di cui lei ha parlato, mi preme però sottolineare che quello che sta dicendo, che non è l’imprenditore che deve andare al Centro per l’impiego ma viceversa, dovrebbe essere il contrario, è quello che stanno facendo e speriamo che possano continuarlo a fare i famosi tutor navigator che hanno prestato il loro servizio presso i Centri per l’impiego il cui contratto sta per scadere.
Noi ci auguriamo che queste figure, che hanno svolto quello che in prospettiva l’Assessore si augura si continui a fare 4in modo preciso ed utile, già formate, che hanno già aperto un dialogo costante con le imprese ed anche con i beneficiari dei servizi del lavoro, trovino modo di continuare a prestare e a mettere a frutto l’esperienza che hanno maturato all’interno dei Centri per l’impiego, visto che verranno banditi altri concorsi. Già su questo siamo intervenute tempo fa chiedendo che sia valutata in qualche modo la loro esperienza.
Sappiamo anche che c’è stato un incontro proficuo tra queste figure e l’Assessore Aguzzi che ha preso degli impegni e speriamo che la cosa vada a buon fine. Grazie.

Interrogazione n. 229
ad iniziativa delle Consigliere Lupini, Ruggeri
“Rendiconto numero assistenti sociali e psicologi operanti nei consultori, nelle UMEE e UMEA della Regione Marche, divisi per Aree vaste e Unità operative”
(Svolgimento)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca l’interrogazione n. 229 delle Consigliere Lupini, Ruggeri.
Ha la parola, per la risposta, l’Assessore Saltamartini.

Filippo SALTAMARTINI. Grazie, Presidente. Com’è noto l’Unità multidisciplinare dell’età evolutiva (UMEE) e l’Unità multidisciplinare per l’età adulta (UMEA) si occupano della tutela della disabilità dei minori (UMEE) e della disabilità dagli adulti (UMEA) e dell’attività consultoriale di competenza sanitaria e psicosociale.
L’UMEE tutela la salute dei minori e aspetti come il collocamento scolastico, la stesura dei piani educativi individuali, la gestione invalidi minori e la legge 104/92, i rapporti con gli enti locali e l’assistenza residenziale.
L’UMEA si occupa di aspetti come la tutela della salute dei disabili dai 18 ai 65 anni, le consulenze specialistiche per la residenzialità e la semiresidenzialità, la gestione socio-sanitaria per disabili con stesura del progetto personalizzato, dei rapporti con gli enti locali e con le Commissioni invalidi civili ed infine si occupa della gestione della banca dati adulti disabili con le valutazioni di consulenza UMEA nei Centri impiego e cooperative di lavoro.
Il rendiconto del numero degli assistenti sociali e psicologi che operano nei consultori è stilato dall’Asur, attualmente sono complessivamente 227 suddivisi tra 5 Aree vaste, tra assistenti sociali, psicologi, neuropsichiatri infantili, logopedisti, neurologi, ostetriche e ginecologi.
La previsione di fabbisogno prevede altre 50 unità complessive per un totale di 277 unità nel triennio 2021/2023.
Nella predisposizione più completa dell’interrogazione gli uffici mi hanno allegato una tabella riepilogativa delle risultanze organiche presenti nelle varie Aree vaste, questa tabella la posso consegnare all’interrogante affinché questo tema sia assolutamente esaustivo.
Tengo a precisare che la funzione fondamentale dell’UMEE e dell’UMEA è considerata strategica dall’attuale amministrazione in carica nella Regione Marche, tant’è vero che nel Defr regionale, che è in via di stesura, ho allocato una specifica previsione per il potenziamento.
Partiamo con una previsione specifica inserita nel Defr a cui dovranno far seguito evidentemente gli atti esecutivi per rafforzare questo servizio.
Intanto posso consegnare la tabellina con la fotografia della pianta organica.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatta o meno, la Consigliera Lupini.

Simona LUPINI. Grazie, Presidente. Grazie, Assessore, per la risposta.
Apprezzo il fatto che ci sia attenzione per questi importantissimi servizi territoriali, lei stesso ha elencato di cosa si occupano e credo che debba essere centrale in quest’Aula e per tutti quelli che se occupano.
Perché ho portato in Aula questa interrogazione, che è risalente al 6 luglio? Era nata come interrogazione a risposta scritta, allacciandomi a quello che diceva prima il Consigliere Ciccioli, proprio per non gravare l’Aula con interrogazioni piene di dati, dal 6 luglio purtroppo non ho avuto risposta, l’ho più volte sollecitata ed infine l’ho trasformata a risposta orale. Faccio presente che su tematiche così importanti fare tutti questi passaggi diventa secondo me poco produttivo.
Quello che noi chiediamo con l’interrogazione, ripeto, era nata a risposta scritta, sono dei dettagli precisi, la richiesta di un monitoraggio attento da parte della Regione alla pianta organica, soprattutto alle figure che sono rimaste in questi servizi perché chiunque sia dovuto ricorrere a queste prestazioni sa che ci sono molti buchi dovuti a rotazioni, spostamenti, purtroppo numerosi decessi e pensionamenti, come tutti sappiamo, però, credo che un controllo da parte della Regione sia opportuno. Lo chiediamo anche frequente in modo da vedere quali sono le risorse mancanti e dove andare poi ad investire per dare una buona risposta, efficace e tempestiva ai cittadini che non devono stare in lista d’attesa un anno per avere semplicemente una certificazione. Grazie.

Interrogazione n. 286
ad iniziativa del Consigliere Santarelli
“Incarichi di funzione personale del comparto sanità (ex coordinatore/caposala)”
(Svolgimento)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca l’interrogazione n. 286 del Consigliere Santarelli.
Ha la parola, per la risposta, l’Assessore Saltamartini.

Filippo SALTAMARTINI. Grazie, Presidente. L’interrogazione afferisce al trattamento del personale del comparto sanità ex coordinatore capo sala e trattandosi di procedure relative al procedimento previsto dal contratto collettivo di lavoro do lettura della nota che mi è stata fornita.
La ricostruzione, per rispondere all’interrogazione, deve partire dall’articolo 14 del contratto collettivo nazionale di lavoro del comparto sanità che è stato sottoscritto il 21 maggio del 2018.
Le aziende e gli enti in relazione alle esigenze di servizio, sulla base del proprio ordinamento delle leggi nazionali e regionali, istituiscono incarichi di organizzazione professionale nel limite delle risorse disponibili nel fondo denominato condizioni di lavoro e incarichi.
Tali incarichi possono essere conferiti al personale inquadrato nella categoria D, peraltro questa previsione prevista dal contratto collettivo nazionale risponde alle logiche connesse alla legge che ha realizzato la privatizzazione del rapporto di impiego nel nostro ordinamento, come previsto oggi dal d.lgs 165/2001, con il quale si attribuisce al datore di lavoro, come è noto, poteri di micro-organizzazione aziendale e, sulla base di quanto è stato stabilito dall’articolo 19 del contratto collettivo nazionale di lavoro, le aziende e gli enti formulano in via preventiva i criteri selettivi, le modalità per conferire i relativi incarichi, che sono attribuiti a domanda da parte degli interessati sulla base della procedura concorsuale di selezione.
A norma dell’articolo 21 del contratto collettivo di riferimento, resta ferma la corresponsione prevista dall’articolo 10, secondo comma, del contratto collettivo nazionale del 20 settembre 2001, del biennio economico, nella parte fissa dell’indennità di coordinamento in via di permanente attribuzione ai collaboratori professionali sanitari, caposala, già appartenenti alla categoria D e con reali funzioni di coordinamento al 31 agosto 2001.
Lo stesso articolo 22 prevede che gli incarichi di posizione e coordinamento attribuiti alla data di sottoscrizione del contratto collettivo nazionale di lavoro, ovvero quelli che saranno convertiti in virtù di una procedura già avviata alla medesima data, restano in vigore fino al completamento del processo di istituzione ed assegnazione degli incarichi di funzione.
Detto questo, si deve subito evidenziare che la normativa vigente prevede una modalità selettiva per il conferimento degli incarichi in esame e consente agli enti nell’ambito della propria autonomia di formulare distinti criteri selettivi.
Il regolamento approvato da Asur con determina 281 del 2019 prevede all’articolo 13 che i titolari delle funzioni di coordinamento di cui all’articolo 10 del contratto collettivo del 2001 e 5 del contratto collettivo integrativo di pari data, in sede di prima assegnazione degli incarichi di coordinamento hanno facoltà di esprimere la scelta con diritto di precedenza. Pertanto i già titolari di incarichi di coordinamento potranno acquisire nuovi incarichi risultando idonei nella procedura attuale.
Peraltro, l’Azienda ospedaliera ospedali riuniti Marche nord nel regolamento aziendale, di cui alla determina 379 del 28 luglio 2020, prevede che il personale inquadrato nella categoria D, livello economico super, cioè caposala, in possesso del titolo abilitante già titolare di funzioni di coordinamento, ex articolo 10 del contratto collettivo del 2001 derivanti dalle prove concorsuali, sia confermato nel corrispondente incarico di funzione, in sostanza il requisito previsto da Marche nord è l’aver superato un concorso.
L’Azienda ospedaliera universitaria ospedali riuniti di Ancona, invece ha un’altra tipologia di selezione, nel regolamento aziendale, di cui alla determina 470 del 31 maggio 2019, ha previsto, in prima applicazione della nuova disciplina, il mantenimento delle funzioni di coordinamento per i titolari degli incarichi ex legge 43/2006, che in possesso dei requisiti richiesti abbiano espletato una selezione interna con incarichi riconducibili a quelli predetti, abbiano avuto una valutazione positiva negli ultimi 5 anni o periodo inferiore in relazione alla durata dell’incarico precedentemente svolto. In applicazione di tali disposizioni a tutto il personale titolare di funzioni di coordinamento sono state confermate le medesime funzioni per un periodo di tre anni a decorrere dall’1 gennaio 2020.
La quarta Azienda, l’Inrca, nel regolamento aziendale, di cui alla determina 499 del 24 dicembre 2020, ha previsto che gli incarichi di funzione siano attribuiti tramite selezione interna per titoli e colloquio; relativamente alla valutazione dei titoli il regolamento prevede per il servizio prestato nella categoria D DS, con incarico di funzione posizione organizzativa e coordinamento, l’assegnazione di un punteggio pari a 1,68 ad anno rispetto ad 1,26 ad anno per il servizio reso nella medesima categoria in assenza di tali tipologie dell’incarico.
In conclusione, si può notare come tutte le regolamentazioni aziendali, sopra riportate, prevedano specifiche disposizioni volte a garantire la professionalità acquisita dai coordinatori ex caposala ai quali il contratto collettivo nazionale di lavoro del 21 maggio 2018 riserva particolari disposizioni di salvaguardia, contenute negli articoli 21 e 22 del contratto collettivo nazionale di lavoro.
Devo aggiungere per chiarezza dell’interrogante e dei colleghi presenti in quest’Aula, se per la procedura selettiva del personale particolarmente specializzato possono essere previste quattro disposizioni e modalità completamente diverse, se all’interno di una regione piccola come le Marche sia possibile che ci siano delle posizioni sostanzialmente differenziate secondo cui per vedersi attribuite queste posizioni di funzioni da un lato si prevede il concorso, da un altro la valutazione dei titoli, da un altro ancora titoli e colloquio. Quattro modalità completamente diverse che possono portare a delle discriminazioni perché evidentemente le prove concorsuali non sono le stesse, non sono omogenee.
Quando porteremo, come abbiamo già detto, la riforma della legge 13/2003 sul sistema sanitario occorrerà mettere una norma per cui non ci siano procedure diverse, perché a queste procedure diverse conseguono attribuzione di incarichi diversi e corresponsione di trattamenti diversi. Di fatto queste quattro procedure possono introdurre nel nostro sistema delle palesi discriminazioni a parità di funzioni e di professionalità.
Ritengo che, ferma restando la libertà di rappresentanza riconosciuta alle organizzazioni sindacali, ci debbano essere delle procedure omogenee per evitare che nella nostra regione, a parità di funzioni, vi siano delle discriminazioni di trattamento remunerativo e funzionale, che non sono accettabili perché sono prestazioni omogenee e … Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno, il Consigliere Santarelli.

Luca SANTARELLI. Grazie, Presidente. Grazie, Assessore, per la risposta.
Vorrei sottolineare alcuni punti. Giustamente gli uffici le hanno preparato un dossier su quello che è accaduto e la ringrazio perché ha messo in evidenza che all’interno della regione ci sono state quattro linee diverse di atteggiamento nei confronti di chi ha la funzione di coordinamento e sono centinaia nella regione Marche i coordinatori che sono stati nominati a suo tempo, dopo aver superato una regolare selezione interna. Questo per chiarire ai presenti in quest’Aula che i soggetti di cui parliamo sono persone che hanno avuto a cuore anche le realtà più delicate dovute alla pandemia, che ancora ci sta mettendo in difficoltà.
Quindi, la nomina in questione, ex coordinamento caposala, in base alle norme vigenti non prevedeva una scadenza di funzioni e poteva essere revocata solo se il titolare riceveva una valutazione negativa o veniva soppressa la funzione per motivi di riorganizzazione aziendale.
Sono coordinatori, tendo a sottolineare, che negli anni hanno avuto sempre un giudizio positivo, hanno svolto con diligenza la loro funzione, infondendo coraggio e diligenza al personale, affinché il nostro sistema sanitario regionale reggesse al quadro pandemico nazionale. Adesso con le norme contrattuali questi coordinatori dovranno affrontare una nuova selezione per titoli e colloquio.
L’interrogativo alla Giunta, a cui in parte è stato risposto ed in parte no, era finalizzato a conoscere se sia opportuno che costoro, impegnati nel ruolo di coordinamento ormai da lungo tempo e dopo aver acquisito una esperienza ragguardevole, debbano aver bisogno di superare nuove prove - voglio ricordare ai presenti che alcune caposala sono prossime alla pensione – considerando che la funzione è stata assunta sulla base di un concorso e di valutazioni (valutazioni sempre ritenute perfettamente idonee), quindi, se non sia un controsenso, addirittura lesivo per le Aziende sanitarie, che oggi questi professionisti debbano mettersi in competizione con altri privi di esperienza.
Mi aspetto che in futuro questa azione venga fatta immediatamente perché già nell’Area vasta 3 è stata fatta una procedura ed alcune persone hanno avuto delle gravi difficoltà, persone che si sono prese cura dei nostri cari, del nostro sistema sanitario da 40 anni ed oggi vengono messe in discussione. Questo è vergognoso!
Credo che per la valutazione e la revoca degli incarichi di funzione l’Asur e le Aziende ospedaliere dovrebbero, come prima ha detto l’Assessore, tenere una linea unica e non prevedere selezioni perché questi coordinatori concretamente si sono sempre impegnati ed hanno dimostrato un impegno unico e irripetibile. Grazie.

Comunicazioni della Giunta regionale
“Fabbisogno di personale nei pronto soccorso regionali, con particolare riferimento alle strutture dell’Azienda ospedaliera Marche nord”

PRESIDENTE. Ha la parola, per le comunicazioni, l’Assessore Saltamartini.

Filippo SALTAMARTINI. Grazie, Presidente. Le comunicazioni sono state richieste nel precedente Consiglio regionale, come si ricorderà, in sostituzione di una interrogazione urgente a risposta orale.
Si tratta dell’annosa questione del pronto soccorso dell’ospedale di Pesaro, ma anche dei pronto soccorso di tutti gli ospedali delle Marche, che sono caratterizzati da una carenza di sanitari specializzati in medicina d’urgenza e da un aumento dell’accesso di pazienti, dovuto all’aumento delle posizioni critiche relative al Covid ed anche alle patologie stagionali, che rendono da mesi molto difficoltosa la gestione dei pronto soccorso.
La carenza organica del personale dei pronto soccorso, che va avanti ormai da mesi, è gestita dalle Aziende mediante ordini di servizio, allocando nei pronto soccorso il personale degli altri reparti.
Non vi è una soluzione alternativa, salvo che alcune Aziende hanno emanato delle procedure ad evidenza pubblica con cui alcuni servizi sono stati attribuiti a delle cooperative, ma si deve sottolineare che le cooperative hanno al loro interno dei medici pensionati, quindi, è evidente che il servizio reso è di supporto, non può essere sostitutivo delle esigenze dei pronto soccorso.
Questa condizione non riguarda esclusivamente la nostra regione, è generale, a livello nazionale ed ha le sue radici anche nel trattamento che il personale dei pronto soccorso riceve.
Credo che il Consiglio regionale possa ragionare con gli atti di indirizzo o con i disegni di legge, ma la contrattazione collettiva, che deve essere avviata per il personale della sanità e per il personale del comparto della dirigenza, deve tener conto della maggiore onerosità che viene richiesta ai medici e agli infermieri dei pronto soccorso, del 118 ed anche della continuità assistenziale.
Abbiamo già rilevato che vi sono delle profonde discrasie a livello trattamentale e abbiamo già rilevato in quest’Aula che alcune prestazioni, soprattutto quelle rese in orario notturno o in orario festivo, non sono adeguatamente remunerate, secondo la mia visione, in palese lesione dell’articolo 36 della Costituzione che prevede che i trattamenti debbono essere proporzionati alla qualità e quantità del lavoro prestato.
Quindi, fermo restando l’autonomia dei tavoli negoziali previsti tra le Aziende che rappresentano la parte pubblica e le parti sindacali, credo che questo Consiglio regionale, anche attraverso atti di sua competenza, debba e possa stigmatizzare queste condizioni che sono fortemente lesive della dignità e della giusta remunerazione di questo personale, anche perché queste condizioni sfavoriscono l’accesso alle specializzazioni in medicina d’urgenza, tanto è vero che nell’ultimo bando regionale le borse di studio sono state assegnate solo per la metà, quindi, non c’è nessuna appetibilità per i giovani medici per la medicina d’urgenza, per il 118 e per la continuità assistenziale.
Sarebbe opportuno che la nostra maggioranza, tutto il Consiglio regionale ed anche le opposizioni possano farsi interpreti di questa rivendicazione mandando un segnale chiaro all’Agenzia che sta trattando la contrattazione collettiva.
Tutto ciò premesso, fotografando la situazione di Pesaro, ci troviamo in presenza di questa condizione: l’1 gennaio 2020 erano in servizio 38 dirigenti medici più un direttore, nel 2021 a seguito del pensionamento di 5 medici, c’è la presenza di soli 27 medici presso il pronto soccorso dell’ospedale di Pesaro. Questa condizione determina che il rafforzamento dell’organico per le esigenze che si sono manifestate si realizzi attraverso ordini di servizio al personale di altri reparti, che tuttavia non ha questo tipo di specializzazione.
Per poter far fronte a questa carenza di organico, molto rilevante e pesante, l’Asur ha avviato un concorso e Marche nord ha opzionato l’assunzione di 8 nuovi medici, concorso attualmente fatto e bandito dall’Asur, e di 5 nuovi medici per l’area chirurgica, che andranno a rafforzare l’area chirurgica, ma per le esigenze che si potranno manifestare potranno essere impiegati anche nel pronto soccorso. Quindi, a fronte di una situazione organica di 27 medici, 8 nuovi medici sono stati opzionati nel concorso che l’Asur ha bandito ed altri 5 verranno assunti per l’area medica e saranno impiegati anche nel pronto soccorso di Pesaro, con queste modalità intendiamo far fronte alle emergenze.
Ritengo che sia opportuno da parte di questo Consiglio regionale esprimere la più ampia e forte solidarietà all’impegno che tutto il personale di Marche nord ha espletato in questa pandemia. Voglio ricordare che nei primi mesi del manifestarsi del Covid Pesaro aveva la stessa situazione di Bergamo, in Lombardia, e dopo 2 anni di impegno così oneroso credo che sia necessario rimeritare tutti: le OSS, gli infermieri, i medici, per il grandissimo lavoro e impegno che sono stati espletati per garantire servizi sanitari adeguati e la cura ad ogni paziente Covid.

Interrogazione n. 287
ad iniziativa dei Consiglieri Biancani, Mangialardi, Vitri, Bora, Carancini, Casini, Cesetti, Mastrovincenzo
“Rischio di consumo di suolo agricolo a seguito delle semplificazioni normative nazionali per l'installazione di impianti fotovoltaici”
(Svolgimento)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca l’interrogazione n. 287 dei Consiglieri Biancani, Mangialardi, Vitri, Bora, Carancini, Casini, Cesetti, Mastrovincenzo.
Ha la parola, per la risposta, l’Assessore Carloni.

Mirco CARLONI. Grazie, Presidente. Rispetto all'interrogazione n. 287 presentata dai Consiglieri Biancani, Mangialardi, Vitri, Bora, Carancini, Casini, Cesetti, Mastrovincenzo, ad oggetto: "Rischio di consumo di suolo agricolo a seguito delle semplificazioni normative nazionali per l'installazione di impianti fotovoltaici", si fa presente che il Piano che individuava le aree non idonee per gli impianti fotovoltaici è stato approvato il 30 settembre 2010 ed indicava delle aree agricole in cui per contrasto non si potevano fare gli impianti - questa è la materia vigente nella nostra regione su cui negli ultimi 11 anni ci si è basati – quindi: i vigneti DOP (ex DOC e DOCG), gli oliveti, le aree destinate a produzione biologica certificata e la produzione integrata certificata, le aree DOC Regione Marche (Bianchello del Metauro, Colli Maceratesi, Colli Pesaresi, Esino, Falerio dei Colli Ascolani, I terreni di San Severino, Lacrima di Morro d'Alba, Offida, Pergola, Rosso Conero, San Ginesio, Serrapetrona, Rosso Piceno, Verdicchio dei castelli di Jesi, Verdicchio di Matelica) e le DOCG Regione Marche Rosso Conero, Vernaccia di Serrapetrona. Queste sono le aree ben chiare e definite nel Piano in cui non si possono autorizzare impianti a terra.
Inoltre le aree destinate alla coltivazione della lenticchia di Castelluccio IGP sono totalmente non idonee alla installazione del fotovoltaico a terra.
Si deve inoltre considerare che tale delibera individua molti ulteriori limiti connessi a vincoli di natura ambientale e paesaggistica, quali ad esempio: esclusioni in aree con dissesto idrogeologico, aree SIC, ZPS, Parchi, tutele connesse con il PPAR. Questi vincoli coprono una buona parte della superficie agricola regionale dove può essere installato esclusivamente un impianto fotovoltaico di potenza limitata da 3KW fino a 20 KW.
Considerato che la superficie coperta da un impianto di 20 KW si attesta su 200 mq si ritiene:
- che l'impatto della reintroduzione dell'incentivo per gli impianti a terra nella regione Marche non sia rilevante, se questa era la preoccupazione degli interroganti;
- che le linee guida, al momento, sono sufficienti per evitare un'eccessiva diffusione di impianti fotovoltaici su terreni agricoli, almeno fino all'approvazione del decreto ministeriale previsto dall'articolo 20 del decreto di recepimento della direttiva RED II, il quale stabilirà i nuovi criteri in base ai quali le Regioni saranno chiamate ad individuare le aree idonee e non idonee all'installazione di impianti alimentati da fonti rinnovabili.
Il Decreto semplificazioni, nell'ampliare la soglia della procedura abilitativa semplificata (PAS) a 10 MW, stabilisce che sarà possibile procedere con PAS per la costruzione ed esercizio di impianti fotovoltaici che siano connessi alla rete elettrica in media tensione e localizzati in aree con destinazione industriale, produttiva o commerciale.
In tali casi, le soglie previste per l'attivazione della procedura di Screening regionale vengono innalzate a 10 MW (quindi al di sotto di tale soglia per tali tipi di impianti non sarà necessaria la sottoposizione a Screening), purché il proponente alleghi in fase di istanza un'autodichiarazione attestante che l'impianto non è localizzato in un'area non idonea, come individuata dalla Regione Marche ai sensi del D.M. 10 settembre 2010, pertanto il combinato disposto di questa normativa evidenzia come il rischio, nonostante l’incentivazione, di invadere le aree agricole sia molto limitato.
La seconda domanda è: se nell’ultimo anno si è registrato un aumento tendenziale delle autorizzazioni all'installazione di impianti fotovoltaici a terra.
Devo rispondere agli interroganti che nell’ultimo anno c'è stato un incremento di istanze di autorizzazione per fotovoltaici a terra ma non su terreni agricoli, bensì su aree "degradate" (soprattutto su aree produttive e su siti di cave dismesse). In particolare, le istanze di installazione del fotovoltaico su aree degradate sono passate da n. 4 (anno 2020) a n. 12 (anno 2021). Quindi questa tendenza conferma che le aree agricole sono tutelate già dalla normativa in vigore nella nostra regione.
Alla terza domanda rispondiamo dicendo che la Regione ha richiesto che l'atto di individuazione delle aree idonee alla installazione delle fonti rinnovabili stabilisca anche criteri per minimizzare l'impatto ambientale delle stesse fonti, che l'individuazione delle aree idonee e non idonee deve essere effettuata con l'atto di programmazione di settore Piano energetico ambientale regionale al 2030, in quanto si è ritenuto che l'individuazione di tali aree nell'ambito dello strumento di pianificazione oltre a garantire maggiore coerenza con gli obiettivi energetici regionali da esso determinati, può assicurare il necessario e adeguato processo di partecipazione connesso al procedimento di valutazione ambientale strategica del piano; processo quest'ultimo che non verrebbe svolto in caso di adozione delle aree idonee con legge. Purtroppo tale proposta non è stata accettata dal MITE.
Alla quarta domanda: se a livello tecnico e amministrativo le strutture regionali competenti sono già state incaricate di avviare la procedura di individuazione delle suddette superfici e aree idonee, rispondiamo dicendo che l'Assessorato ha deciso di affidare l'elaborazione dell'atto di individuazione delle aree non idonee, comunque, nell'ambito dell'affidamento di servizio per l'elaborazione del nuovo Piano energetico ambientale regionale (PEAR 2030) – come peraltro si è fatto negli ultimi Piani energetici affidando all’esterno questa progettualità – al fine di rendere tale atto il più coerente possibile con gli obiettivi in materia; l'avvio della procedura di affidamento è in corso e in concomitanza all'affidamento di servizio si procederà alla costituzione di un gruppo di lavoro interno inter-servizi a supporto dell'affidamento, alfine di analizzare in modo approfondito tutti gli impatti nei vari settori coinvolti paesaggistici, culturali, ambientali e agricoli.
Per quanto riguarda la mia personale posizione sono assolutamente d’accordo con il tema proposto dagli interroganti, che l’incentivazione degli impianti fotovoltaici a terra non deve essere nelle Marche un’occasione per utilizzare terreni agricoli perché se l’obiettivo è creare qualità nel cibo, qualità del solco della direttiva Farm to Fork certamente non vogliamo un’agricoltura che produce silicio, ma un’agricoltura che produce beni di qualità. Quindi, personalmente ritengo che la normativa oggi in vigore, che rende non idonee molte parti delle aree agricole marchigiane, sia un obiettivo da mantenere saldo perché non possiamo permetterci che terreni agricoli vengano utilizzati per produrre energia. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno, il Consigliere Biancani.

Andrea BIANCANI. Grazie, Presidente. Ringrazio l’Assessore Carloni che ha fornito una risposta molto articolata.
Le parole che volevo sentire sono state quelle degli ultimi 30 secondi, nel senso che ritengo che sia importante che la Regione prosegua nelle indicazioni che sono state date negli ultimi 5/10 anni, di non consentire lo sviluppo degli impianti fotovoltaici soprattutto nelle aree agricole e in particolare in quelle che vengono realmente utilizzate dal punto di vista agricolo per la produzione delle tante eccellenze che abbiamo nel nostro territorio.
Oggi lo Stato nel decreto semplificazioni bis ha definito questi impianti come strategici, opere di pubblica utilità, indifferibili ed urgenti, che possono beneficiare di procedure autorizzative anche semplificate. Sapere quali sono i vincoli che sono stati definiti nel corso degli anni, che sono ancora vigenti e che c’è la voglia di confermarli con il nuovo Piano, penso che sia una scelta giusta anche perché, ripeto, il nostro è un territorio che va promosso da un punto di vista agricolo, paesaggistico e turistico, deve essere visto come una risorsa e non come una opportunità per coloro che vogliono produrre energia, sapendo che ci sono tanti altri territori, come ad esempio le zone industriali, artigianali, sopra i tetti e altro, ma non stiamo qui a definirle, comunque le aree degradate e non devono essere utilizzate le aree agricole di pregio. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatta o meno, la Consigliera Casini.

Anna CASINI. Grazie, Presidente. Grazie, Assessore, per la rassicurazione.
Avrei voluto far riferimento ad un articolo della legge finanziaria del 2011, ma non riesco ad averlo, poi magari le scrivo e glielo mando.
Dopo la delibera n. 13, della quale lei ha parlato, con l’individuazione delle zone non idonee …, all’epoca le zone idonee non si potevano individuare per una questione di sentenze, che c’erano state e che dimostravano che quella fosse una strada da non percorrere.
L’allora Giunta decise di adottare la delibera che, devo dire, ha limitato anche se non in modo strutturale l’individuazione e l’insediamento di questi impianti, ora però in una finanziaria, non ricordo se fosse del 2010 o del 2011, gliela farò avere, venne introdotta, e non ho mai capito a quale scopo, una modifica alla legge con la quale si inserivano delle limitazioni anche nelle zone D, quelle definite D dal 1494, cioè le zone industriali, commerciali, artigianali.
Questa limitazione ha creato e crea grandi problemi anche nelle zone perimetrate come zone artigianali, per esempio si parla genericamente di vincolo idrogeologico, che è fatto di vari livelli di rischio, quindi ci sono dei rischi …
Nelle norme tecniche di attuazione dei PAI ci sono delle aree che sono comunque insediabili a determinate condizioni, invece con questa modifica si decide che ovunque ci sia il rischio idrogeologico occorre impedire l’installazione di questi impianti.
Onestamente io me ne sono accorta tardi perché durante il mio mandato non mi è capitato di incrociare una richiesta di questo genere, me ne sono accorta tempo fa e devo dire che questa norma andrebbe rivista perché se dobbiamo limitare limitiamo nelle zone agricole, ma nelle zone perimetrate dei piani regolatori come zone industriali dovrebbe essere esattamente il contrario di quello che dobbiamo fare e se la vincolistica c’è che vada controllata e verificata dai Comuni o dagli enti competenti. Non un impedimento ex lege che, secondo me, è dannoso perché chi vuole installare viene attratto dalle zone agricole dove in realtà, senza la legge 13 si potrebbe oggi, come ha detto anche il Consigliere Biancani, visto che gli impianti sono stati considerati dalla legge nazionale come opere indifferibili ed urgenti, installare gli impianti a prescindere dalle volontà.
Le chiedo di verificare questa cosa e le farò avere appena possibile questo articolo perché se si riesce a risolvere questo piccolo tassello anche con una norma da portare in Consiglio sarebbe, credo, vantaggioso per tutti.

PRESIDENTE. L’interrogazione 281 della Consigliera Bora ed altri è rinviata alla prossima seduta consiliare; per l’interrogazione n. 257 non è ancora pronta la risposta da parte degli uffici, viene, quindi, rinviata.

Proposta di legge n. 79
ad iniziativa dei Consiglieri Latini, Ciccioli, Marcozzi, Marinelli, Rossi, Baiocchi
“Modifiche alla legge regionale 20 aprile 2015, n. 19 ‘Norme in materia di esercizio e controllo degli impianti termici degli edifici’”
(Discussione e votazione)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca la proposta di legge n. 79 dei Consiglieri Latini, Ciccioli, Marcozzi, Marinelli, Rossi, Baiocchi.
La discussione è aperta, ha la parola il relatore di maggioranza Consigliere Borroni.

Pierpaolo BORRONI. Grazie, Presidente. La legge in oggetto è costituita da due articoli, il primo introduce l’articolo 5 bis alla legge regionale 19 del 20 aprile 2015 ‘Norme in materia di esercizio e controllo degli impianti termici degli edifici’, che è costituito da due commi.
L’articolo 5 bis, comma a) introduce l’obbligo di utilizzare per i servizi post contatore solo personale dipendente abilitato; l’articolo 5 bis, comma b) introduce l’obbligo per le ditte che forniscono servizi post contatore di istituire uffici dedicati in ogni Comune in cui operano.
In generale la legge in oggetto è predisposta al fine di tutelare i consumatori e le piccole e medie imprese artigiane del nostro territorio, principi a cui mi sento di aderire in toto. I consumatori vengono tutelati in quanto spesso devono rivolgersi a call center o portali telematici per segnalazioni o richieste con tutto il disguido che questo può arrecare, specie ad anziani e persone con difficoltà di vario genere.
Le piccole e piccolissime imprese artigiane, d’altronde, vengono tutelate in quanto le multiutility saranno obbligate per servizi post contatore ad istituire degli uffici o sportelli in ogni Comune dove svolgono le proprie attività.
L’articolo 2 è l’invarianza finanziaria.
Il Cal e il Crel hanno espresso pareri positivi ai principi di tutela del nostro territorio espressi da questa legge, il Cal in maniera del tutto positiva senza richieste di modifiche, mentre il Crel condizionando il parere positivo a delle modifiche che consistono nel ridurre l’obbligo di istituire uffici per servizi post contatore solo alle città con popolazione maggiore a 30.000 abitanti e solo per impianti fino a 35 KW.
La proposta fatta dal Crel ritengo che sia peggiorativa della norma in quanto andrebbe a depotenziare in maniera importante la portata di questa proposta di legge che invece percorre una via che il Consiglio regionale ha già intrapreso da quando questa legislatura è iniziata. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola la relatrice di minoranza Consigliera Vitri.

Micaela VITRI. Grazie, Presidente. La proposta di legge 79, Modifiche alla legge regionale 19 del 2015, con un unico articolo integra l’articolo 5 bis, oltre a quello dell’invarianza finanziaria, e prevede di istituire nei Comuni in cui operano le imprese della vendita, del trasporto e della distribuzione dell’energia elettrica e del gas naturale un ufficio con personale dedicato ai servizi post contatore.
Si introducono requisiti ulteriori a quelli già previsti dalla normativa statale, che le cosiddette multiutility devono osservare. Va precisato che la possibilità di vendere servizi connessi alla vendita di energia elettrica e gas è espressamente prevista e già disciplinata dal legislatore nazionale e dalla libertà di iniziativa economica in base ad una legge del 2004, quindi è condivisibile l’intento di voler tutelare le piccole e medie imprese artigiane che si occupano dei servizi post vendita, che in molti casi devono subire il monopolio delle multiutility, tuttavia, pur riconoscendo l’intento lodevole di intervenire in questo settore, questa proposta di legge così per come è formulata rischia di presentare ostacoli alle stesse imprese artigiane, di non agevolarle, ma di creare piuttosto dei problemi.
E’ vero che negli ultimi anni si sono registrati alcuni disservizi in alcune zone del nostro territorio regionale a causa del call center ed in caso di segnalazioni o di istanze da presentare alcuni cittadini si sono dovuti rivolgere esclusivamente mediante l’utilizzo di portali informatici o call center con difficoltà di accesso, quindi, avere un ufficio per consulenze a disposizione in ogni Comune potrebbe essere utile, ma è anche vero che questa legge così per come è formulata diventa un ostacolo alla libertà imprenditoriale. L’intervento infatti introduce requisiti aggiuntivi rispetto a quelli già previsti a livello nazionale ed è evidente questa discrasia tra la normativa nazionale e quella regionale.
Per essere più chiara, vorrei mettere in evidenza che, introducendo dei requisiti aggiuntivi nel settore dell’energia elettrica e del gas, le multiutility dovranno osservare delle regole in più che potrebbero essere oggetto di impugnativa innanzi alla Corte costituzionale per violazione della competenza legislativa esclusiva statale in materia di tutela della concorrenza, nello specifico all’articolo 117 della Costituzione, nonché per lesione ai principi di uguaglianza, di libertà di circolazione di persone e cose, di svolgimento di servizi nel territorio nazionale e di libertà di iniziativa economica, previsti rispettivamente agli articoli 3, 120 e 41 della Costituzione. Come hanno messo in evidenza il Cal e il Crel, che hanno espresso parere favorevole, però è stato anche riconosciuto dal Crel che dovrebbe esserci un limite alla disposizione di imporre un ufficio in ogni Comune, tanto che propone di istituire degli uffici solo nei Comuni con più di 30.000 abitanti in cui le imprese svolgono l’attività di controllo e manutenzione di impianti con potenza nominale fino a 35 kw, quindi, solo in alcuni Comuni, in quelli più numerosi. Il Crel suggerisce che oltre i 30.000 abitanti può aver senso avere un ufficio in più.
Riassumendo, noi riconosciamo l’intento lodevole di questa legge che tutela i piccoli artigiani, ma al tempo stesso non vorremmo neanche metterli in difficoltà e fare in modo che la norma possa essere un contentino che poi risulti inapplicabile nei fatti perché, come ho evidenziato, ci sono veri e propri profili di incostituzionalità – ho citato poco fa gli articoli - per questo vorremmo invitare chi ha formulato questa legge a rivederla e a riformularla in modo che possa essere uno strumento utile alle piccole e medie imprese artigiane ed anche ai consumatori, in modo che possano essere davvero tutelati, perché questa disposizione di fatto rischia di non tutelare né gli utenti né le imprese che lavorano nel territorio.

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione.
Articolo 1. Ha la parola il Consigliere Borroni.

Pierpaolo BORRONI. Innanzitutto dico che il gruppo Fratelli d’Italia è d’accordo con questa norma anche perché percorre la via di andare nella direzione del nostro territorio, dei nostri artigiani, delle persone che vivono la nostra terra, in quale maniera? Obbligando i grossi agglomerati ad avere in ogni Comune, anche il più piccolo, un ufficio o uno sportello, ne consegue che dovranno trovare delle persone sul territorio che dovranno svolgere tale funzione, quindi, andiamo a mettere per una volta il piccolo e il piccolissimo artigiano nelle condizioni di avere materia contrattuale avanti a queste grosse multinazionali che fanno spesso e volentieri anche cartello.
Detto ciò, noi esprimiamo un voto favorevole e diamo un segnale importante alle nostre Marche. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola la Consigliera Vitri.

Micaela VITRI. Grazie, Presidente. Sono d’accordo con ciò che ha detto il Consigliere Borroni perché l’intento deve essere proprio quello di fare in modo che gli utenti ed anche le piccole imprese artigiane possano essere tutelati di fronte alle grandi società, che siano private, partecipate o pubbliche, ma purtroppo questa legge non riesce completamente in quello che forse è il suo intento.
Per questo noi del gruppo Partito Democratico ci asteniamo perché riconosciamo un intento lodevole, siamo tutti favorevoli nel tutelare le imprese e gli utenti che hanno bisogno di avere nel territorio dei punti di riferimento, ma non è difficile comprendere che sarà impossibile per l’artigiano avere un ufficio in ogni Comune in cui opera, così per ogni multiutility avere un ufficio anche in Comuni con 500 abitanti. Al tempo stesso, come ho evidenziato poco fa, la cosa più preoccupante è che questa legge rischia di essere una beffa per chi lavora perché potrà essere facilmente impugnabile, ho ricordato gli articoli 3, 120 e 41 della Costituzione che tutelano la libera iniziativa economica sul nostro territorio nazionale. Speriamo che questa norma non diventi una beffa e proprio per questo ci asteniamo.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Santarelli.

Luca SANTARELLI. Grazie, Presidente. La proposta di legge n. 79 ha visto l’attenzione del gruppo Rinasci Marche perché la tutela dei nostri artigiani è uno dei compiti principali che spetta alla Regione Marche.
Il nostro tessuto economico è basato su migliaia di piccole imprese che per la loro altissima professionalità sono un vanto ed è uno dei motivi per cui siamo apprezzati.
Il problema di base è non essere riusciti a dare aiuti economici sufficienti atti a sostenere settori in sofferenza, pur avendo moltissime professionalità, che pertanto non vengono riconosciute e valorizzate.
Questi artigiani si trovano spesso a combattere in un mercato globale molto competitivo nei prezzi che va poi a discapito della qualità, a questo proposito ben vengano delle iniziative per valorizzare l’alta professionalità, soprattutto nei settori dell’energia elettrica, del gas e della manutenzione degli impianti stessi, che per la loro pericolosità, a maggior ragione, necessitano di un personale controllato, abilitato ed altamente qualificato.
Abbiamo visto in questi giorni cosa può accadere in certi settori. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Antonini.

Andrea Maria ANTONINI. Ovviamente la proposta è passata in Commissione ed ha seguito tutto l’iter procedurale canonico e, dico la verità, anche sul discorso di costituzionalità o meno degli atti un po’ ci siamo informati. E’ probabile che possa essere un atto “attenzionato”, ci potrebbe anche essere questa ipotesi, però allo stesso tempo dico che ne esistono talmente tanti di atti che passano ai raggi x … Tra l’altro vorrei ricordare come questa opposizione ha in maniera anche abbastanza forte denunciato, evocato, la possibilità che sulla legge di rivisitazione degli alloggi popolari ci potesse essere la mannaia della incostituzionalità, poi abbiamo visto non solo che tutto è filato liscio ma l’unico appunto, che poi abbiamo sanato, è stato addirittura su una proposta interna, che veniva dall’ufficio regionale, relativo all’Isee simulato per gli italiani all’estero. In linea generale molti atti corrono il rischio oggettivo di interpretazioni differenti, però stiamo attenti a decretarne a priori un giudizio perché spesso anche nei casi più probabili o quasi probabili non ve n’è affatto.
Tra l’altro, sempre sul discorso dell’incostituzionalità, è ovvio che non è un giudizio significativo, non è un capo di accusa, una macchia che deve essere tolta cospargendosi la cenere sulla testa, no, ci sono delle interpretazioni e come spesso accade, anche con dimostrazioni opposte, un atto che inizialmente passa come incostituzionale alla fine risulta legittimo.
In generale non poniamo più questo pavento, questa paura della incostituzionalità come un freno alla produzione di atti amministrativi, staremo d’ora in avanti secondo me più attenti, lo dico anche a me stesso, nel senso che è sempre bene cercare di produrre provvedimenti che siano costituzionali, legittimi e che non siano ispirati da momenti di follia giuridica, legislativa o creatività legislativa, però allo stesso tempo cerchiamo di distinguere bene le questioni, non sempre un atto incostituzionale è una macchia non cancellabile.
Concludo dicendo che, come detto anche dai proponenti di questa proposta di legge, c’è stata anche una fase precedente di discussione con associazioni, con stakeholder, ovviamente coinvolti, e con portatori di un determinato interesse.
Questo atto va proprio nel senso, che poi hanno detto sia la Consigliera Vitri che il Consigliere Borroni, di osservare con particolare attenzione le dinamiche e le esigenze anche di un artigianato locale, che è quello marchigiano. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola la Consigliera Casini.

Anna CASINI. Grazie, Presidente. Nel merito penso che siamo tutti d’accordo, l’idea di favorire i piccoli artigiani locali e di poter avere dei punti con servizi post contatore in ogni Comune credo che non possa che trovare quest’Aula d’accordo, però non condivido quanto ha detto il Presidente della Commissione Antonini perché non è che noi abbiamo paura o evidenziamo spauracchi rispetto ad una possibile non costituzionalità della norma, è che nell’analisi tecnico normativa si dichiara questo.
Io l’ho letta e siccome siamo d’accordo nell’andare incontro ai territori ed ai piccoli artigiani non li vogliamo prendere in giro, nel senso che vogliamo fare delle norme che siano applicabili e non soltanto delle enunciazioni non declinabili dal punto di vista tecnico e dell’efficacia.
Leggo quello che hanno scritto nell’analisi tecnico normativa gli uffici e non un partito politico, ma dei tecnici, mi riferisco alla lettera a) del comma 1 dell’articolo 5 bis in esame: alle multiutily operanti nel territorio regionale viene introdotto l’onere di garantire il possesso dei requisiti tecnico-professionali anche da parte del personale dipendente utilizzato per lo svolgimento dei servizi post contatore, violando anche il principio di parità di trattamento (articolo 3 della Costituzione).
Questo non lo dice Anna Casini, ma il Comitato e per quanto riguarda l’obbligo introdotto nella norma, per me sarebbe auspicabilissimo avere anche nei Comuni con popolazione di 400 abitanti delle strutture organizzate e del personale dedicato in via esclusiva a questi servizi, nell’analisi tecnico-normativa gli uffici segnalano che la disposizione normativa potrebbe essere attenzionata dalla Corte Suprema in quanto lesiva della libertà di iniziativa economica di cui all’articolo 41 della Costituzione, intesa come libertà dell’impresa di articolare la propria struttura organizzativa territoriale secondo le proprie ed autonome determinazioni. Ma è normale, se noi prendiamo una multiutily, di quelle che gestiscono le forniture, pensare che possano aprire un ufficio in ogni Comune della regione Marche, è una cosa che mi piacerebbe molto, ripeto, specie nelle aree interne, ma non credo che possa essere un obbligo introdotto con una norma.
Per questo dico che nel merito sono pienamente d’accordo, ma anche il d.lgs 50/2016 non consente di poter scegliere una ditta del territorio per realizzare lavori pubblici, addirittura prevede delle gare a livello comunitario. Quando abbiamo pensato durante il terremoto di poter agevolare in qualche modo, mediante norme particolari, nella ricostruzione, le ditte locali, che ne avevano assolutamente bisogno - oggi le imprese non si trovano grazie, in senso negativo, alla ricostruzione, al 110 ed ai bonus fiscali, lavorano tutte, però in quel momento si cercava di aiutare quelle del luogo - non è stato possibile ed ammissibile secondo il d.lgs. 50/2016, che è il codice degli appalti, e le norme comunitarie.
Quindi, credo che ci siano non soltanto dei sospetti, in quanto gli uffici che sono preposti all’analisi tecnico-normativa degli atti che presentiamo l’hanno scritto a chiare lettere.
Quindi, bene nel merito, male se per caso illudiamo quelle categorie che invece intendiamo tutti tutelare.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Biancani.

Andrea BIANCANI. Grazie, Presidente. Questa è una proposta di legge che mi mette un po’ tra l’incudine e il martello, nel senso che, come hanno detto sia la Consigliera Casini che altri Consiglieri, sicuramente è una norma di buon senso, però non è un atto amministrativo, è una legge. Se fosse un atto amministrativo non rischierebbe di essere impugnato dallo Stato o da altri soggetti, ma essendo una disposizione legislativa il rischio di impugnativa è alto.
Io sono sempre stato dell’idea che sarebbe opportuno utilizzare le professionalità del territorio in molti settori, soprattutto in quelli legati al mondo delle imprese, anche sapendo che questa ricchezza che nasce, ad esempio, dalle opere pubbliche è ridistribuita nel territorio.
Quindi, essendo una legge sono un po’ perplesso, ripeto, non rispetto a quello che è il suo obiettivo, ma al fatto che magari potremmo far passare un messaggio per poi tornare indietro.
Noi ci asteniamo, ma, ripeto, non sarà un’astensione perché non riteniamo giusto questo provvedimento, ma perché è una legge e quando si fanno bisogna farle consapevoli che non vadano contro quelle che sono le normative statali. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto la Consigliera Vitri.

Micaela VITRI. Noi come Partito Democratico ci asterremo, come ho già anticipato esprimendo tutte le motivazioni.
Questa legge tra l’altro è formata da un unico articolo, quindi, riassumo le motivazioni con questa dichiarazione: nonostante riconosciamo l’intento lodevole della legge, riteniamo innanzitutto che rischi di essere inapplicabile e di mettere ulteriormente in difficoltà le piccole e medie imprese artigiane, quindi, ci asteniamo.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, il Consigliere Antonini.

Andrea Maria ANTONINI. Su delega del capogruppo, la Lega esprime un voto favorevole per le motivazioni che ho sintetizzato prima nella fase della discussione.
E’ un atto che secondo noi va a favorire il giusto sviluppo e l’interesse dei lavoratori artigiani del settore della nostra regione. E’ una legge che va un po’ a coprire un vulnus che riguarda una possibilità importante che in questo momento è negata, se non privata, quindi va un po’ ad ampliare la possibilità di lavoro dei nostri artigiani e professionisti.
Per quanto riguarda gli aspetti di un’eventuale incostituzionalità, se non è un atto fortemente creativo, illegittimo o folle, credo che non ci dobbiamo preoccupare più di tanto. Lo ripeto perché alcuni Consiglieri non erano prima presenti, porterò d’ora in avanti sempre il caso della legge sugli alloggi popolari che a detta della minoranza doveva essere una Waterloo legislativa per la maggioranza, invece lo è stata solo nelle supposizioni anche un po’ di sventura che l’opposizione aveva paventato, sulla quale non è stata fatta nessun tipo di osservazione e rispetto a questa era molto più a rischio da un punto di vista di sensazione immediata. Quindi, il voto del gruppo Lega è assolutamente favorevole.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, il Consigliere Borroni.

Pierpaolo BORRONI. Grazie, Presidente. Su delega del mio capogruppo Ciccioli dichiaro fin da subito che il gruppo Fratelli d’Italia è favorevole a questa proposta di legge perché va nella direzione che noi auspichiamo essere la politica regionale, che ha intrapreso questo nuovo Consiglio regionale eletto da poco più di un anno, quindi, guardare le esigenze dei piccoli e piccolissimi, dei nostri artigiani, della popolazione che ha problemi reali, come quello di chiamare un call center e di non avere risposta, di non trovare un tecnico abilitato, di non riuscire a comunicare con le grandi multiutility monopolistiche sul nostro territorio.
Penso che le associazioni di categoria dei nostri artigiani siano favorevoli a questo disegno di legge, per cui percorriamo la via gettando un mattone nello stagno, dando un segnale, una direzione alla nostra politica, per cui siamo assolutamente d’accordo e voteremo favorevolmente. Grazie.

Articolo 1. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

Articolo 2. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, il Consigliere Mangialardi.

Maurizio MANGIALARDI. Grazie, Presidente. Come ha già anticipato la Consigliera Vitri, nonché relatrice di minoranza, il gruppo del Partito Democratico si asterrà su questa proposta, le motivazioni sono state dettagliatamente messe a disposizione dalla stessa Consigliera.
Penso che ci sia piena condivisione rispetto all’obiettivo che la legge ha. Ne apprezziamo anche l’entusiasmo, lo dico per il Consigliere Antonini che compara questa alla norma che abbiamo approvato sull’edilizia residenziale pubblica.
Non è che noi paventiamo l’intervento della Corte costituzionale rispetto a questo atto, riteniamo che ci siano tutte le condizioni perché una impresa, una multiutility, che vede leso un suo diritto può ricorrere ed inevitabilmente creare un percorso che, rispetto ai nostri artigiani ed alla popolazione …, ai quali vorremmo mettere a disposizione tutto. Abbiamo richiamato l’edilizia residenziale pubblica, penso agli sportelli bancari, a quelli postali, ai nostri ambulatori di medici di base, li vorremmo tutti dappertutto e in tutti i nostri Comuni delle Marche, poi inevitabilmente ci sono scelte.
L’auspicio, la volontà, i desiderata possono determinare una proposta come questa, ma creare una serie di illusioni che potrebbero non concretizzarsi. Salvando anche il parere espresso dal Cal e dal Crel, sicuramente ci sarà condivisione, lo diceva il collega, delle associazioni di categoria, ma chi non vorrebbe tutto dappertutto?
Ritengo che il profilo, l’ha detto bene la Consigliera Casini, non sia emerso dalla relazione del Partito Democratico, ma dalla relazione di chi istruisce l’atto, non ci sono perplessità, si individuano esattamente i limiti, ecco, dentro quei limiti, siccome non vogliamo strumentalizzare niente, non vogliamo nemmeno illudere nessuno e, come ha anticipato la Consigliera Vitri, il nostro voto sarà di astensione.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, la Consigliera Marcozzi.

Jessica MARCOZZI. Grazie, Presidente. Come gruppo Forza Italia questa proposta di legge ci trova assolutamente favorevoli, va a modificare la legge regionale 19/2015 in materia di esercizio e controllo degli impianti termici degli edifici, introducendo l’articolo 5 bis.
L’obiettivo di questa legge è lodevole perché tutela i consumatori e gli utenti pregiudicati da una riduzione del livello di qualità dell’assistenza fornita dalle grandi aziende e da una debole presenza sul nostro territorio delle piccole imprese artigiane locali attive nel settore.
Viene quindi introdotto a carico di queste imprese, che intendono svolgere nel territorio regionale i servizi post contatore, l’onere di avvalersi esclusivamente di personale dipendente abilitato e di istituire nel Comune in cui svolgono tale attività un ufficio con personale dedicato in via esclusiva allo svolgimento dei medesimi servizi, quindi giudichiamo la proposta di legge positiva ed il nostro è un voto favorevole. Grazie.

PRESIDENTE. Proposta di legge n. 79. La pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

Proposta di atto amministrativo n. 22 (testo base)
ad iniziativa della Giunta regionale
“Approvazione aggiornamento n. 1 del Programma triennale dei lavori pubblici di competenza della Regione relativi al triennio 2021-2022-2023 ed elenco annuale per l’anno 2021. Integrazione della d.g.r. n. 1098 del 20 settembre 2021”

Proposta di atto amministrativo n. 20
ad iniziativa della Giunta regionale
“Aggiornamento n. 1 del Programma triennale dei lavori pubblici di competenza della Regione relativi al triennio 2021-2022-2023 ed elenco annuale per l’anno 2021”

Nuova titolazione: “Aggiornamento n. 1 del programma triennale dei lavori pubblici di competenza della Regione relativi al triennio 2021-2022-2023 ed elenco annuale per l’anno 2021”
(abbinate)
(Discussione e votazione)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca le proposte di atto amministrativo n. 22 (testo base) e n. 20 della Giunta regionale, abbinate.
La discussione è aperta, ha la parola il relatore di maggioranza Consigliere Assenti.

Andrea ASSENTI. Grazie, Presidente. Buongiorno a tutti. Partiamo dalla deliberazione n. 11 del 27 aprile 2021 quando questa Assemblea legislativa regionale ha approvato il programma triennale dei lavori pubblici di competenza della Regione relativi al triennio 2021/2023 e l’elenco annuale per l'anno 2021, per complessivi 121.729.708,92 euro.
Tale programma veniva pubblicato in data 29 aprile 2021 nei modi previsti dalla vigente normativa.
Veniva anche data comunicazione agli uffici regionali interessati della avvenuta approvazione del Programma triennale delle opere pubbliche e dell’elenco annuale, dando contestuale informazione che i programmi triennali di lavori pubblici sono modificabili nel corso dell'anno, su richiesta motivata, nel rispetto di quanto previsto dal DM 14/2018 e in particolare dall'articolo 5, commi 9 e 11.
Sono pervenute al Servizio tutela gestione e assetto del territorio alcune istanze di aggiornamento e modifica del programma approvato, di cui quattro per nuovi progetti, una per anticipare al 2021 un'opera prevista nel 2022 e due per reinserimento di due interventi previsti nel 2020 ma che non è stato possibile ancora appaltare per necessità di aggiornamento del progetto.
Vado ad elencare quelli che sono i nove interventi.
Il primo è un lavoro di manutenzione straordinaria presso l'immobile di Viale del lavoro di Jesi inerenti la trasformazione delle aule scolastiche in uffici, per il trasferimento dei dipendenti regionali del Centro per l'impiego di Jesi, importo del lavoro 300.000 euro.
L’intervento in oggetto, non inserito nell'elenco annuale, rientra nella fattispecie considerata dall'articolo 5, comma 11, del D.M. 14/2018 in quanto dotato di un "autonomo piano finanziario che non utilizza risorse già previste tra i mezzi finanziari dell'amministrazione al momento della formazione dell'elenco".
Il secondo intervento è di messa in sicurezza dai fenomeni franosi lungo un tratto della strada regionale dell'Eremo del Sasso - frazione Valleremita di Fabriano (AN), importo del lavoro 340.970 euro, trattasi di lavori di pronto intervento.
L'intervento in oggetto, non inserito nell'elenco annuale, rientra nella fattispecie considerata dall'articolo 5, comma 11, ai sensi del quale "un lavoro non inserito nell'elenco annuale può essere realizzato quando sia reso necessario da eventi imprevedibili o calamitosi o da sopravvenute disposizioni di legge o regolamentari”.
Il terzo intervento è di manutenzione straordinaria di un tratto del fiume Misa in prossimità dello stradone Misa nel Comune di Senigallia (AN), importo dei lavori 170.000 euro.
Una delle aree su cui è stata riconosciuta la necessità di intervenire prioritariamente, anche in relazione all'attuale stato di manutenzione, corrisponde ad un tratto del Fiume Misa sito in prossimità dello stradone Misa" nel Comune di Senigallia.
L'intervento in oggetto, non è inserito nell'elenco annuale, rientra nella fattispecie considerata dall'articolo 5, comma 9 lett. c), ai sensi del quale "l'aggiunta di uno o più lavori per la sopravvenuta disponibilità di finanziamenti all'interno del bilancio non prevedibili al momento della prima approvazione del programma, ivi comprese le ulteriori risorse disponibili anche a seguito di ribassi d'asta o di economie”.
Il quarto intervento è la sistemazione idraulica per la protezione sponda in erosione del tratto fluviale del fiume Foglia in località Cà Simeone in Comune di Piandimeleto, importo dei lavori 150.000 euro.
Successivamente all'approvazione del programma triennale dei lavori pubblici, si è palesata la necessità di avviare la procedura per la realizzazione di due interventi il cui importo dei lavori a base d'asta supera i 100.000 euro.
E’ giunta una segnalazione dei tecnici comunali e accertata durante i sopralluoghi svolti dai tecnici i quali hanno riscontrato una evidente erosione fluviale a danno di una scarpata sulla sommità della quale si trova un tratto di strada pubblica. Il permanere della condizione in atto comporterebbe un arretramento per scalzamento al piede della scarpata e conseguentemente un interessamento della carreggiata stradale stessa.
Il quinto intervento è una anticipazione di un intervento previsto nella annualità 2022 con inserimento nell'elenco annuale 2021, con modifica parziale del titolo e importo. Un intervento di regimazione idraulica bacino torrente Genica ramo Santa Veneranda, in Comune di Pesaro, importo dei lavori 310.587,18 euro.
Titolo del progetto da anticipare nella annualità 2021: “Intervento di regimazione idraulica bacino torrente Genica ramo Santa Veneranda in comune di Pesaro — 2° stralcio, importo dei lavori 290.000 euro”.
Anche qui si chiede di spostare nel 2021 l'intervento già previsto nella annualità 2022, nel programma approvato.
L’intervento, che completa gli interventi previsti per la regimazione idraulica del bacino del torrente Genica di 1° stralcio, già appaltati e finanziati con la contabilità speciale, non era stato inizialmente inserito nell'annualità 2021 in quanto non erano state previste risorse finanziarie immediate.
Successivamente all'approvazione del programma triennale, sono state reperite risorse tra i mezzi finanziari dell'amministrazione e si è proceduto all'acquisizione di un nuovo CUP e all'approvazione del progetto esecutivo che ha portato anche ad un diverso importo complessivo dell'intervento.
Il sesto intervento è la realizzazione di un traliccio ad alta quota per le esigenze della protezione civile regionale presso Monte Paganuccio Cagli (PU), importo dei lavori 135.000 euro.
Non era stato inserito nel programma approvato per il triennio 2021/23 in quanto il Servizio protezione civile riteneva possibile dar corso all'appalto nel 2020. Situazioni sopraggiunte, in particolare individuabili nella indisponibilità del terreno e nella rimodulazione di alcune opere, hanno comportato la necessità di rivedere il progetto, con necessità di riprogrammarlo nel 2021.
Il settimo intervento è la ristrutturazione ed allestimento locali per il potenziamento della Server Farm di emergenza della protezione civile regionale a San Benedetto del Tronto (AP), importo dei lavori 1.053.379,26 euro.
Non era stato inserito nel programma approvato per il triennio 2021/23 in quanto il Servizio protezione civile riteneva possibile dar corso all'appalto nel 2020. Ma anche qui situazioni sopraggiunte, individuabili in modifiche introdotte dalla progettazione esecutiva dell'opera in merito alla necessità di una diversa collocazione della infrastruttura all'interno dell'edificio e le sopraggiunte esigenze di inserimento nel quadro economico delle spese relative ai generatori elettrici, hanno comportato un aumento della costo complessivo per 522.379,26 euro. Solo a seguito della sopravvenuta disponibilità di finanziamenti si è addivenuti alla definizione ed approvazione del nuovo progetto. Il finanziamento avviene con fondi del PSR Marche 2014/2020 del Piano di Sviluppo Rurale (PSR) per 703.379,26 euro e con fondi di bilancio regionale per 350.000 euro
L’ottavo intervento riguarda lavori di ripristino e consolidamento Briglia di Valrea in Comune di Pergola (PU), importo dei lavori 200.000 euro.
A seguito degli accertamenti tecnici eseguiti e degli approfondimenti progettuali definitivi supera ora i 100.000 euro. Occorre quindi provvedere all'inserimento dello stesso nel programma triennale dei lavori pubblici ed elenco annuale 2021. L'intervento, per cui in data 13 agosto 2021 è stato approvato il progetto definitivo, è stato previsto per sopperire al grave dissesto della briglia di Valrea in Comune di Pergola, in evoluzione, con pericolo di ulteriore aggravamento ove non si intervenga prima della prossima stagione invernale.
Tali richieste comportano un incremento della spesa di investimento di 2.328.762,08 euro, con una previsione complessiva di 124.058.471 euro, però tale proposta di modifica veniva approvata con la delibera di Giunta regionale n. 1098 del 20 settembre 2021.
Successivamente alla adozione di tale atto e nelle more della approvazione da parte del Consiglio regionale, è pervenuta una ulteriore istanza da parte della P.F. Edilizia sanitaria ed ospedaliera: si richiede l'inserimento di un ulteriore nuovo intervento, sempre nella annualità 2021.
Passiamo quindi al nono ed ultimo intervento di adeguamento, si tratta della realizzazione della nuova struttura ospedaliera materno/infantile ad alta specializzazione "G. Salesi" in località Torrette nel Comune di Ancona, per lavoro di smaltimento amianto presente negli edifici da demolire, importo dei lavori 570.930,38 euro.
Il progetto riguarda le operazioni di smaltimento amianto presente negli edifici centrale termica e palazzina uffici (ex anatomia patologica) del complesso ospedaliero di Torrette.
L'intervento in oggetto, non inserito nell'elenco annuale, è risultato tra gli interventi finanziati con le risorse assegnate alla Regione Marche nell'ambito del "Piano di bonifica da amianto" ed è quindi dotato di un "autonomo piano finanziario che non utilizza risorse già previste tra i mezzi finanziari dell'amministrazione al momento della formazione dell'elenco".
Si avrà pertanto un incremento della spesa di ulteriori 570.930,38 euro, che sommati ai precedenti, determina un aumento della spesa di investimento di 2.899.692,46 euro, con una previsione complessiva sul triennale di 24.629.401,38 euro.
Alla luce di quanto sopra e preso atto che le modifiche e gli aggiornamenti richiesti rientrano nelle fattispecie previste dal citato articolo 5 del DM 14/2018 e, in particolare, nelle fattispecie di cui al comma 9 lettera c) e comma 11, viene proposto l'aggiornamento del programma triennale delle opere pubbliche 2021/2023 e del relativo elenco annuale 2021 per la necessaria approvazione, sempre redatto con le modalità previste dagli schemi-tipo per la redazione e la pubblicazione del programma triennale dei lavori pubblici e del relativo elenco annuale di cui al DM 14/2018.
Dopo aver studiato ed approfondito nelle Commissioni competenti, sia la I^ che la III^, dove sono passati entrambi gli atti amministrativi 20 e 22, dopo aver acquisito anche i pareri del Cal e Crel sostanzialmente favorevoli entrambi, proponiamo oggi per l’approvazione in Consiglio questo atto amministrativo inerente alle opere triennali 2021/2023 con modifiche ed aggiornamento dell’annualità 2021.

PRESIDENTE. Ha la parola la relatrice di minoranza Consigliera Vitri.

Micaela VITRI. Grazie, Presidente. Mi trovo a dover ripetere nella maggior parte dei casi ciò che ha già spiegato dettagliatamente il Consigliere Assenti, perché illustrare questa proposta significa parlare di otto interventi più un nono, aggiuntivo, che ci sono arrivati con due atti differenti per integrare il Piano triennale delle opere pubbliche.
Si passa così da un totale di spesa di 121.729.708 euro a 124.629.000 euro, circa 3 milioni in più di investimento per questi nove interventi integrativi che risultano urgenti.
Quando ne abbiamo parlato in Commissione abbiamo valutato attentamente che si trattassero di atti effettivamente urgenti e abbiamo anche constatato che nella maggior parte dei casi sono interventi che erano già stati previsti dall’amministrazione regionale precedente, quindi erano stati in parte iniziati o comunque già autorizzati ed in alcuni casi mancavano solo gli studi esecutivi.
Tra i nuovi interventi ci sono in particolare quello in programma a Jesi per la trasformazione delle aule scolastiche in uffici per il trasferimento dei dipendenti regionali del Centro per l’impiego di Jesi, che avrà un costo di 300.000 euro, quello previsto nella frazione Valleremita di Fabriano in cui sono in corso dei fenomeni franosi, lungo un tratto della strada regionale dell’Eremo Sasso, per cui è urgente intervenire ed in questo caso è previsto un intervento di 340.970 euro; il terzo intervento urgente previsto riguarda il fiume Misa in prossimità dello stradone Misa nel Comune di Senigallia, un intervento di manutenzione straordinaria da 170.000 euro.
La richiesta è arrivata dalla PF tutela del territorio e gestione del patrimonio, che è stata autorizzata ad utilizzare un importo pari a 357.000 euro per la realizzazione di interventi di manutenzione straordinaria dei corsi d’acqua nell’annualità 2021, attingendo dalle risorse di un capitolo particolare del bilancio. Sulla scorta delle segnalazioni acquisite, dei sopralluoghi effettuati e del livello del rischio esondazione perimetrato dal PAI vigente, nonché in considerazione delle risorse economiche disponibili, sono stati individuati dall’Ufficio i tratti del corso d’acqua con maggiori criticità che non sono stati oggetto di intervento da parte del Consorzio di bonifica, questo risulta un intervento particolarmente urgente, viste anche le calamità naturali che si sono già verificate nella zona del Comune di Senigallia.
Il quarto intervento richiesto riguarda un tratto del fiume Foglia in provincia di Pesaro-Urbino, in località Cà Simeone nel Comune di Piandimeleto. Riguarda due diversi interventi precisi in tratti vicini, ma differenti in località Cà Simeone, entrambi per un importo di 150.000 euro. Qui è stata riscontrata una evidente erosione fluviale a danno di una scarpata sulla sommità della quale si trova anche un tratto di strada pubblica, anche qui l’intervento risulta particolarmente urgente.
Il quinto intervento proposto dalla PF tutela del territorio di Pesaro-Urbino è di regimazione idraulica del bacino del torrente Genica nel ramo Santa Veneranda, l’importo preventivato è di 310.578, anche questo era già stato previsto dall’amministrazione precedente.
Inoltre c’è un altro intervento da 290.000 euro che si chiede di spostare al 2021 in quanto urgente, già preventivato per il 2022.
La sesta proposta riguarda la realizzazione di un traliccio ad alta quota per le esigenze della Protezione civile nel monte Paganuccio nel Comune di Cagli, un intervento già previsto nel programma 2020/2022 annualità 2020; non era stato inserito nel programma già approvato per il triennio 2021/2023 in quanto il Servizio protezione civile riteneva possibile dar corso all’appalto del 2020, situazioni sopraggiunte, in particolare individuabili nelle indisponibilità del terreno e nella rimodulazione di alcune opere, hanno comportato la necessità di rivedere il progetto e di riprogrammarlo nel 2021, l’importo dell’intervento previsto è di 135.000 euro.
La settima richiesta riguarda la ristrutturazione e l’allestimento di locali per il potenziamento della Server Farm di emergenza della Protezione civile regionale a San Benedetto del Tronto, questo è l’intervento economicamente più sostanzioso poiché prevede uno stanziamento di 1.053.379 euro, era già stato previsto nel programma 2020/2022 dalla Giunta precedente, situazioni sopraggiunte, individuabili in modifiche introdotte dalla progettazione esecutiva dell’opera in merito alla necessità di una diversa collocazione dell’infrastruttura all’interno dello stesso edificio, ed esigenze di inserimento nel quadro economico della spesa relativa ai generatori elettrici hanno poi causato un aumento del costo complessivo di altri 522.000 euro per cui solo in seguito alla sopravvenuta disponibilità dei finanziamenti si è potuto dar corso a questo intervento che, ribadisco, era già stato previsto dall’amministrazione regionale precedente.
L’ottavo intervento richiesto è il ripristino ed il consolidamento della briglia di Varrea nel Comune di Pergola, un’urgenza che è stata messa nel Piano delle opere a seguito degli accertamenti tecnici eseguiti e degli approfondimenti progettuali definitivi, l’importo è di 200.000 euro. L’Ufficio decentrato ha ravvisato la pericolosità e la motivata urgenza.
Dopo questi otto interventi, che erano arrivati con l’atto n. 20, c’è stata una ulteriore richiesta che è risultata particolarmente urgente e riguarda l’ospedale Salesi, specificatamente un intervento di rimozione amianto con risorse assegnate alla Regione Marche nell’ambito del piano di bonifica da amianto, dotato di un piano finanziario autonomo, che non utilizza risorse già previste tra i mezzi finanziari dell’amministrazione al momento della formazione dell’elenco.
Questo intervento è da effettuare preliminarmente alla demolizione degli edifici ricadenti nell’area di sedime del nuovo Salesi; riconosciamo anche l’urgenza di questo intervento e riteniamo che l’aggiornamento richiesto rientri nella fattispecie prevista dall’articolo 5 del D.M. 14/2018, in particolare nella fattispecie di cui al comma 11 per le urgenze, per cui un lavoro non inserito nell’elenco annuale può essere comunque realizzato quando sia motivato da eventi imprevedibili o calamitosi, o da sopravvenute disposizioni di legge o regolamentari. Ci rendiamo conto che si tratta in tutti e nove casi di interventi urgenti, assolutamente da sostenere proprio per l’urgenza e la necessità.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Antonini.

Andrea Maria ANTONINI. Grazie, Presidente. Anche questo è uno degli atti passato in Commissione, come altri oggi presentati in Consiglio ed esaminati, quindi siamo piacevolmente sollecitati perché produciamo e questo fa solo bene a tutto il territorio.
Chi mi ha preceduto ha già dichiarato che sono delle integrazioni fatte rispetto a un Piano approvato recentemente in quest’Aula, ovviamente abbiamo condiviso i vari passaggi sia da un punto di vista procedurale che di condivisione politica e tecnica per quanto di competenza sul territorio.
Fa piacere, rispetto a quanto detto precedentemente in fase di discussione del Piano triennale, pochi mesi fa, rispetto a queste integrazioni, alle richieste di anticipazione o ad una urgenza oggettiva, sottolineare, ed è importante, come si interviene su alcuni metodi di intervento. Sicuramente un discorso di prevenzione e sicurezza ed io ne approfitto per dire com’è, come deve essere e come dovrà essere uno dei criteri che da un punto di vista politico-amministrativo questa Giunta, questo Governo di centro-destra, deve adottare e perseguire. La prevenzione, il controllo, la sicurezza del territorio sono fondamentali, anche rispetto a strumenti importanti, dal Pnrr al Por, e a tutto quello che a breve andremo a raccogliere, come elementi da utilizzare per intercettare risorse e per dare idee e soluzioni sul territorio …, è fondamentale questo criterio che rimane quanto mai una delle priorità per l’assetto territoriale.
Prevenzione, controllo del territorio e sicurezza, criteri che in queste integrazioni sono perfettamente inseriti, dallo smaltimento dell’amianto al Salesi alla messa in sicurezza di fiumi, briglie di laghi e cascate, frane, sicurezza delle scuole. Ripeto, sono criteri che noi adotteremo sempre come Consiglio regionale, come gruppo Lega sosterremo quella parte dell’esecutivo che vorrà e lavorerà in questa direzione.
Concludo con una battuta, la Consigliera Vitri ha detto che molte opere erano già presenti nel 2020, assolutamente normale che sia così, però la battuta è: voi le prevedete noi le realizziamo. E’ una battuta, abbiamo più il senso della praticità.
In fase di dichiarazione di voto interverrò se il capogruppo me lo permetterà ed aggiungerò qualcosa.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Biancani.

Andrea BIANCANI. Innanzitutto mi auguro che anche nei prossimi anni si riesca a individuare sempre più risorse, come è stato fatto anche quest’anno, perché la manutenzione del territorio deve essere una priorità al di là di chi governa, di chiunque si trovi al Governo, perché abbiamo visto che ogni volta che succede qualcosa poi vengono fuori problemi e penso che sia sempre meglio prevenire piuttosto che intervenire in un secondo momento.
La verità è che, purtroppo, i tempi delle opere pubbliche sono molto lunghi ed anche i programmi, i progetti che voi metterete in campo – mi auguro molti – richiederanno anni prima di essere realizzati, specialmente se parliamo di interventi legati ai fiumi. Qualsiasi trasmissione vista nel corso degli anni evidenziava che le risorse erano state stanziate 20 anni prima e c’erano voluti 20 anni per fare un’opera pubblica, soprattutto in aree fluviali.
Mi auguro che i tempi si riescano a rendere sempre più veloci per poter dare risposte importanti ai nostri territori, quindi, ben venga questo Piano.
Auspico che ci sia sempre più voglia di investire perché la politica è fatta di scelte ed investire le risorse sulla manutenzione del territorio deve essere una delle priorità che questa Regione deve avere, come ha avuto nel corso degli ultimi anni.
Spero che si prosegua in questa direzione, arriveranno molti soldi anche dall’Europa e mi auguro che una buona parte di queste risorse venga spesi per la priorità della manutenzione del territorio. Grazie.

PRESIDENTE. Dichiaro chiusa la fase della discussione generale.
Ha la parola, per dichiarazione di voto, il Consigliere Assenti.


Andrea ASSENTI. Grazie, Presidente. Colgo con favore le dichiarazioni dei colleghi, sia di maggioranza che di minoranza. Penso che sia stato un lavoro ben pensato e fatto sia dalla Giunta che dalle Commissioni che da noi Consiglieri.
Un importo importante perché alla fine sulla base triennale riusciamo a prevedere per poi atterrare circa 124,6 milioni di euro, c’è un aumento, uno scostamento attivo di circa 2,8 milioni, sono tutti soldi e progetti che derivano direttamente dai nostri uffici, dalle nostre risorse e dalle nostre capacità.
Ripeto, colgo con favore l’apertura da parte di tutti, seguiamo quello che abbiamo votato ad aprile, quanto abbiamo detto di atterrare tutte quelle risorse che erano state inizialmente pensate e poi stanziate, compresi i progetti. Continuiamo in questa opera migliorativa, sperando di fare meglio per il prossimo triennale e per la prossima annualità.
Il voto ovviamente di Fratelli d’Italia è favorevole.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, la Consigliera Vitri.

Micaela VITRI. Vorrei innanzitutto complimentarmi con i responsabili della PF tutela del territorio e gestione del patrimonio che hanno potuto inserire questi interventi urgenti nel Piano delle opere pubbliche perché, purtroppo, molto spesso ci sono tantissime necessità nel territorio, soprattutto a causa del dissesto idrogeologico, che richiedono interventi e manutenzioni urgenti che non possono essere adempiute in quanto non ci sono gli studi di fattibilità e gli studi esecutivi pronti.
Questo è un problema e colgo l’occasione per richiamare la Giunta – ora non vedo gli Assessori competenti – anche a prendere in considerazione questo aspetto. Molto spesso ci sono situazioni nel territorio che richiedono manutenzione o interventi straordinari urgenti, ma non è possibile intervenire perché gli studi esecutivi non solo hanno tempi lunghissimi, a volte di redazione, ma anche dei costi altissimi. Quindi, sarebbe necessario valutare anche questo aspetto prima dei prossimi Piani delle opere pubbliche, magari mettere i Comuni più piccoli, o tutti, ed i diversi enti nelle condizioni di poter presentare degli studi di fattibilità, dei progetti esecutivi in modo che anche gli enti più piccoli, che non hanno a volte uffici adeguatamente preparati o magari non hanno le risorse necessarie, possano essere messi nelle condizioni di avere gli interventi finanziati nel Piano delle opere pubbliche.
Per ciò che riguarda questo specifico atto ovviamente siamo favorevoli perché, come ho già premesso, si tratta nella maggior parte di progetti già previsti dal 2020, che non erano stati ancora finanziati per motivi diversi, come prima ho evidenziato. Riconosciamo soprattutto l’urgenza e la necessità di tutti e nove questi interventi.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, il Consigliere Antonini.

Andrea Maria ANTONINI. Ho parlato da pochissimo, quindi non mi voglio ripetere, mi limito solamente, su delega del capogruppo, a dichiarare il voto favorevole del gruppo Lega.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, la Consigliera Lupini.

Simona LUPINI. Grazie, Presidente. Il nostro sarà un voto di astensione, riconosciamo sicuramente maggiori investimenti e dei segnali rassicuranti per il futuro, soprattutto per quanto riguarda il dissesto idrogeologico che già chi mi ha preceduto ha nominato, ma vorremo vedere la costruzione di una vera rete sanitaria territoriale e la lentezza di molti progetti, che ad oggi sono ancora in fieri, ci preoccupa e ci spinge a questo voto di astensione. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, l’Assessore Baldelli.

Francesco BALDELLI. Grazie, Presidente. Ho seguito attentamente la discussione e ringrazio innanzitutto i relatori sia di maggioranza che di minoranza, li ringrazio anticipatamente per la dichiarazione di voto favorevole. Mi dispiaccio per l’astensione del gruppo Movimento 5 Stelle, ma posso dire che lo sforzo, anche viste le sollecitazioni che sono arrivate in questo momento in Aula, di maggiore velocità nella messa a terra dei finanziamenti, è lo spirito da cui nasce questa proposta di aggiornamento del Piano triennale delle opere pubbliche.
Nove nuovi interventi proprio perché si vuole velocizzare la messa a terra delle opere, di questi nove nuovi interventi soltanto due istanze vanno a reinserire interventi previsti nel 2020 e c’è l’anticipazione al 2021 di un’opera prevista nel 2022.
Sono nuove opere dovute alla necessità di mettere a terra nel più breve tempo possibile interventi di competenza della Regione, che in gran parte vanno a mettere in sicurezza il nostro territorio. Alcune di queste addirittura sono state realizzate in urgenza perché dai sopralluoghi, che io stesso ho compiuto in alcune zone del territorio, ho visto che non c’era stata progettazione nè messa in sicurezza di quelle aree del territorio. Parlo ad esempio dell’intervento di Piandimeleto che rischiava di creare un dissesto pericoloso per una arteria stradale su cui insistono diverse attività di tipo industriale.
Ecco allora la filosofia del Piano delle opere pubbliche approvato ad aprile, quando avevo dato garanzia che la Giunta regionale lo avrebbe utilizzato come uno straordinario moltiplicatore di sviluppo economico e di messa in sicurezza del territorio.
Questo stiamo facendo, anche con questo aggiornamento, con nuove opere che si sono rese necessarie, con quella consapevolezza di cui hanno parlato prima anche i Consiglieri di opposizione: controllo del territorio e rapidità nell’azione. Questo abbiamo fatto, questo stiamo facendo.
Per quanto invece riguarda la messa a terra delle risorse destinate all’edilizia sanitaria ospedaliera stiamo facendo un grande sforzo ed anche in questo Piano triennale vi è un’indicazione, quella dell’intervento sul Salesi perché abbiamo sbloccato alcune opere, ma stiamo anche velocizzando altri cantieri che erano nati prima della nostra amministrazione regionale, ma che avevano incontrato sulla loro strada numerosi ostacoli.
Stiamo concretizzando il lavoro con grande pragmatismo e per questo sono particolarmente soddisfatto del voto odierno del Consiglio regionale. Ringrazio anche da parte della Giunta intera perché il Piano delle opere pubbliche, sul quale stiamo mettendo mano in maniera energica, era di circa 96 milioni di euro, lo stiamo portando a 124 milioni di euro, significa che la Regione sta sempre più diventando, soprattutto in questo ultimo anno, un ente operativo che dà supporto anche ai Comuni con i fondi di progettazione.
Andremo a potenziare il Dipartimento territorio ambiente protezione civile con un gruppo di tecnici che andrà a supporto anche dei Comuni perché il Governo nazionale ha previsto un fondo progettazione, tramite fondi del Pnrr, che potrà essere utilizzato dai Comuni per la propria progettazione.
La stessa cosa ha fatto la Regione con soldi propri perché voi già sapete che nel bilancio approvato l’anno passato per l’anno in corso la Regione Marche ha previsto alcuni milioni di euro di progettazione per un fondo rotativo che dovrà toccare tutte le cinque province marchigiane, assente per la progettazione nel nostro bilancio regionale da circa 12 anni.
Con questa ultima informazione vi ringrazio e vi chiedo scusa per non essere in presenza insieme a voi, in Consiglio, ma alcune motivazioni personali mi hanno portato ad essere presente in collegamento. Grazie.

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione.
Proposta di atto amministrativo n. 22 (testo base). Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

Proposta di legge n. 23
ad iniziativa delle Consigliere Ruggeri, Lupini
“Modifiche alla legge regionale 16 gennaio 1995, n. 10 ‘Norme sul riordinamento territoriale dei Comuni e delle Province nella Regione Marche’”
(Discussione e votazione)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca la proposta di legge n. 23 delle Consigliere Ruggeri, Lupini.
La discussione è aperta, ha la parola la relatrice di maggioranza Consigliera Biondi.

Chiara BIONDI. Grazie Presidente. Il testo di questa proposta di legge, che oggi viene portata all’attenzione dell’Aula, è il risultato di un percorso che si è svolto in I^ Commissione e che ha portato ad un testo condiviso, frutto di un lavoro di assoluta collaborazione e di un costruttivo confronto tra tutti i suoi componenti.
Entrando nel merito, le modifiche che si ritiene di apportare tengono conto delle esigenze identitarie e amministrative dei singoli Comuni al fine di salvaguardare il rispetto della volontà dei cittadini, attraverso la correzione di un limite presente nel precedente impianto normativo e l'accoglimento delle richieste avanzate durante le audizioni.
Le fusioni di Comuni entrano a far parte dell'agenda di policy italiana solo agli inizi degli anni novanta, ma soltanto a partire dal 2012, ed in particolare nel 2014 con la legge Delrio, la politica pubblica delle fusioni è stata sostenuta dal legislatore a livello normativo quanto economico.
L'istituto della fusione è previsto dall'articolo 15 del D.Lgs. n. 267/2000, il cosiddetto "Testo Unico degli enti locali TUEL", il quale, dopo aver specificato che la modifica delle circoscrizioni territoriali dei Comuni è demandata alle Regioni sentite le popolazioni interessate e nelle forme previste dalla legge regionale, tramite richiamo agli articoli 117 e 133 della Costituzione, definisce la fusione quale istituto da utilizzare con preferenza nell'istituzione di nuovi comuni. L'istituzione di un nuovo Comune tramite fusione deve essere attuata con legge regionale e deve prevedere adeguate forme di partecipazione e di decentramento dei servizi per le comunità di origine.
Nella legge nazionale è stata utilizzata una terminologia volutamente "aperta", volta ad assicurare un adeguato margine di elasticità alle scelte concrete che il legislatore regionale è chiamato a compiere, dando alle Regioni la possibilità di definire un assetto istituzionale dei Comuni agile e libero da imposizioni dall'alto, in modo che sia consentita la massima espressione della libertà e dell'identità locale e che i Comuni possano esprimere al meglio le proprie potenzialità di organizzazione, programmazione e progettazione, in un contesto rispettoso del principio di sussidiarietà, dando spazio agli effettivi bisogni della cittadinanza.
La Regione ha un ruolo centrale nel procedimento di fusione perché attraverso le sue leggi adotta la normativa generale di disciplina del procedimento di formazione delle singole leggi istitutive di nuovi Comuni; di fatto, attraverso leggi regionali provvedimentali, concretamente dispone e regola la singola specifica fusione e sempre attraverso la legge regionale disciplina lo speciale istituto del referendum consultivo territoriale.
Il procedimento di fusione avviene dunque per fasi e la presente proposta di legge va proprio ad incidere su alcune di esse: nello specifico, sulla fase riguardante l'approvazione delle delibere dei Consigli comunali interessati e su quella inerente la valutazione degli esiti del referendum consultivo.
La fase iniziale del procedimento di fusione afferisce l'esercizio dell'iniziativa legislativa: il processo di fusione si realizza attraverso le deliberazioni da parte dei Consigli comunali interessati. La modifica che si intende apportare con la presente proposta di legge si pone l'obiettivo di rendere tale scelta consapevole attraverso la richiesta in prima votazione del voto favorevole dei due terzi dei Consiglieri comunali e, qualora non venga raggiunta tale soglia, l'obbligatorietà nelle successive due sedute del voto favorevole della maggioranza assoluta degli stessi.
Una volta approvata la delibera con la quale si richiede alla Giunta l'adozione di una proposta di legge per l'istituzione del nuovo Comune mediante fusione, sarà compito dell'organo regionale verificare dapprima la regolarità della domanda e successivamente adottare una proposta di legge da presentarsi all'Assemblea legislativa per un preliminare giudizio di meritevolezza sul processo di fusione; la prosecuzione del procedimento legislativo sarà scandita dalla deliberazione del Consiglio regionale di indizione del referendum consultivo delle popolazioni interessate, in applicazione dell'articolo 133 comma 2 della Costituzione.
Il referendum è, difatti, uno strumento di democrazia diretta - esercizio della sovranità popolare sancita all'articolo 1 della nostra Carta Costituzionale - che consente agli elettori di pronunciarsi senza alcun intermediario su uno specifico tema.
L'ultima fase del procedimento di fusione - quella prima dell'approvazione della proposta di legge di istituzione del nuovo Comune - consiste nella valutazione dell'esito, non vincolante, del referendum consultivo. Ed è proprio in questa fase che l'attuale legge regionale n. 10/95 risulta essere carente, in quanto non definisce i criteri di valutazione sull'esito della consultazione; non essendo stata scritta in modo chiaro e limpido è stata interpretata nel senso che, qualora un processo di fusione riguardi tre Comuni, e l'esito del referendum consultivo in due di essi sia risultato negativo, il processo di fusione non sarà impedito: fattispecie peraltro già realizzatasi, come rilevato durante l'audizione dell'associazione "Montemaggiore resiste" dove tre Comuni del pesarese, Montemaggiore sul Metauro, Saltara e Serrungarina, hanno subito il processo di fusione, poiché nonostante il 64% degli elettori del Comune di Montemaggiore sul Metauro si fossero dimostrati contrari, è stato ugualmente costituito un "Comune unico", generando così contenzioso nei confronti della Regione e del nuovo Comune, oltre che divisione e rabbia nei cittadini.
Pertanto, proprio al fine di evitare simili paradossi - costituendo la fusione tra Comuni un'operazione che va ad incidere pesantemente sulla vita dei cittadini interessati, sia in termini di gestione quotidiana, che di tradizioni, cultura e storia - la presente proposta di legge sancisce che i citati referendum siano valutati distintamente per singolo Comune e che la fusione avvenga solo tra Comuni contigui nel cui territorio sia stata raggiunta la maggioranza dei voti validamente espressi, tutto ciò al fine di non interrompere il procedimento di fusione evitando così ulteriore appesantimento burocratico.
Il nostro partito, la Lega, ha da sempre sostenuto l'istituto dell'unione tra Comuni piuttosto che quello delle fusioni - sia per la poca certezza dei risparmi conseguenti, sia per la tutela della identità dei territori e delle persone, entrambe messe a forte rischio – e con queste modifiche si vuole ripristinare appunto il principio democratico secondo il quale deve essere la volontà popolare a decidere delle proprie sorti. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola la relatrice di minoranza Consigliera Ruggeri.

Marta RUGGERI. Grazie, Presidente. Questa proposta di legge, presentata dalla sottoscritta e dalla collega Consigliera Lupini lo scorso 24 febbraio, modifica la disciplina regionale in materia di riordino territoriale dei Comuni e delle Province, in particolare le regole per la fusione tra Comuni.
Sebbene siano trascorsi i termini regolamentari previsti per la sua approvazione, sono soddisfatta del lavoro svolto dalla I^ Commissione, e a tal proposito ringrazio il Presidente Renzo Marinelli, i Consiglieri componenti, la Dirigente e tutto il personale coinvolto nell'iter legislativo.
Questa proposta di modifica è volta ad impedire che si ripeta un precedente molto contestato, qual è stato la fusione in Colli al Metauro del Comune di Montemaggiore al Metauro, avvenuta nonostante i cittadini di quel Comune si fossero espressi al referendum consultivo con un parere contrario a larga maggioranza.
Ricordo, infatti, che a Montemaggiore votò per il "no" oltre il 64% dei cittadini, ma la fusione fu disposta ugualmente perché i "sì" erano superiori nel conteggio complessivo dei voti che considerava anche gli altri due Comuni coinvolti: Saltara e Serrungarina.
Faccio un breve riassunto della disciplina legislativa che regolamenta la fusione dei comuni.
L'articolo 133, secondo comma, della Costituzione recita: "La Regione, sentite le popolazioni interessate, può con sue leggi istituire nel proprio territorio nuovi Comuni".
A questo proposito l'articolo 44 dello Statuto regionale prevede, al primo comma, che: "le proposte di legge concernenti l'istituzione di nuovi Comuni, i mutamenti delle circoscrizioni o delle denominazioni comunali sono sottoposte a referendum consultivo delle popolazioni interessate" ed al terzo comma che: "la legge regionale stabilisce le modalità di svolgimento del referendum".
A tale riguardo la legge regionale n. 10 del 1995, per la fusione di Comuni contermini si limita a prevedere lo svolgimento di un referendum consultivo, senza definirne chiaramente i criteri di valutazione dell’esito della consultazione.
Sottolineo che le modifiche proposte alla legge regionale 10 del 1995 sono il frutto di un lavoro di verifica e di coordinamento con le norme nazionali vigenti e di confronto con quelle delle altre Regioni, lavoro fatto anche in I^ Commissione, e non costituiscono un ostacolo alle fusioni tra Comuni, che sono anzi auspicabili ai fini dell'efficienza, dell'efficacia e dell'economicità dell'azione amministrativa.
La ratio delle modifiche proposte è quella di considerare favorevole il parere dei cittadini alla fusione solo qualora venga espresso in tal senso in ognuno dei Comuni interessati alla procedura, distintamente considerato e non conteggiando l'insieme dei voti espressi in tutti i Comuni da fondere, come è stata interpretata la vigente legge fino ad oggi.
Le modifiche proposte, inoltre, favoriscono un dibattito pubblico esauriente, garantendo alle minoranze la possibilità di far valere i loro diritti ed ai cittadini di esprimere un parere che sarà tenuto in debito conto dalla Regione.
La Commissione ha ritenuto importante udire la stessa Associazione "Montemaggiore resiste", Associazione che ha fatto ricorso al procedimento di fusione sopra accennato.
Nel dettaglio, con il primo articolo si modifica l'articolo 8 ad oggetto "iniziativa legislativa regionale", ove al comma 3 è previsto che ciascun Consiglio comunale o la maggioranza degli elettori residenti in Comuni, frazioni o borgate, interessati all'adozione di un provvedimento di istituzione di nuovi comuni o di mutamento delle circoscrizioni comunali, possono fare richiesta adeguatamente motivata alla Giunta regionale affinché promuova la procedura per la presentazione di una proposta di legge finalizzata alla modifica.
Al termine di questo periodo è stato specificato che "La deliberazione del Consiglio comunale è assunta con il voto favorevole dei due terzi dei Consiglieri assegnati, e qualora tale maggioranza non venga raggiunta, la votazione è ripetuta in successive sedute da tenersi entro trenta giorni. La deliberazione è approvata se ottiene per due volte il voto favorevole della maggioranza assoluta dei Consiglieri assegnati."
Si propone quindi la stessa procedura di approvazione prevista dal TUEL per le modifiche degli Statuti comunali.
Con il successivo articolo 2 si interviene al comma 4 dell'articolo 10, ad oggetto il "referendum consultivo", al quale si aggiunge "Nel caso di fusione di due o più Comuni contermini, ai sensi della lettera a) del comma 1 dell'articolo 2, i risultati del referendum sono valutati distintamente per ciascun Comune nel quale il referendum si è validamente svolto. La votazione si intende favorevole in caso di conseguimento, in ogni Comune interessato, della maggioranza dei voti validi favorevolmente espressi.
Quest'ultima modifica è stata oggetto di dibattito in I^ Commissione consiliare, dibattito che ha portato infine ad accogliere la stesura tecnica suggerita dal Servizio affari legislativi, ritenuta la più idonea a non lasciare dubbi interpretativi, considerato, tra l'altro, che la medesima espressione è presente anche nella vigente legge della Regione Lombardia.
Concludo, esprimendo soddisfazione per il risultato raggiunto, ringraziando la disponibilità della maggioranza ed invito anche il Partito Democratico, astenuto in Commissione, a sostenerla in quanto questa proposta corregge un'evidente indeterminatezza normativa contenuta nella legge regionale precedente, oltre a garantire il principio di autodeterminazione dei cittadini, senza costituire un ostacolo ad auspicabili processi di fusione dei Comuni minori. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Cesetti.

Fabrizio CESETTI. Grazie, Presidente. In Commissione io ed il Consigliere Biancani ci siamo astenuti, ovviamente l’astensione è sempre tecnica per non “pregiudicare” la decisione del gruppo in Aula, che può maturare a volte convinzioni anche diverse rispetto a quelle dei componenti della Commissione.
Noi però oggi siamo favorevoli ed esprimeremo un voto favorevole perché in Commissione, attraverso un sapiente e produttivo confronto, l’opera importante delle relatrici sia di maggioranza che di minoranza ha portato ad un miglioramento consistente del testo, così come proposto, consistente perché l’ha reso coerente al dettato costituzionale dell’articolo 133 della Costituzione che attribuisce alla Regione la possibilità di provvedere con legge regionale all’istituzione di nuovi Comuni sentite le popolazioni interessate.
E’ evidente che il dettato costituzionale non vincola in alcun modo la Regione nella sua determinazione a sentire le popolazioni interessate, sebbene debba audirle attraverso il meccanismo del referendum, non la vincola per niente, quindi la legge è coerente anche con la precedente disposizione, ma rispetto all’antecedente immette elementi di riflessione per la legislazione regionale e di maggiore chiarezza.
Il primo, innanzitutto, laddove si prevede che le deliberazioni del Consiglio comunale per l’istituzione di nuovi Comuni, per le fusioni, eccetera, devono essere assunte con il voto favorevole di due terzi dei Consiglieri assegnati, quindi una maggioranza qualificata, senza però vincolarsi ad essa perché poi vengono previste, dopo uno spatium deliberandi, un termine di 30 giorni, due ulteriori votazioni e in questo caso è sufficiente la maggioranza assoluta.
La norma, l’ha detto la Consigliera Ruggeri, mutua di fatto quelle che sono le modifiche statutarie. Noi pensiamo che sia una disposizione giusta perché se ci vuole questo meccanismo di deliberazione per una modifica statutaria è evidente che a maggior ragione ci deve essere quando parliamo di fusioni, di costituzione di nuovi Comuni e via dicendo.
E’ una disposizione indubbiamente utile a garanzia delle minoranze, senza pregiudicare le prerogative delle maggioranze nei Consigli comunali.
L’articolo 2, anche qui l‘hanno detto le relatrici, l’ho indicato poc’anzi, dice sostanzialmente che la votazione si intende favorevole in caso di conseguimento in ogni Comune interessato della maggioranza dei voti validi favorevolmente espressi, quindi non si sommano tra di loro, tra i vari Comuni, ma vengono valutati singolarmente e quando il legislatore regionale fa le sue valutazioni per l’attuazione del dettato dell’articolo 133 della Costituzione deve semplicemente dare atto di quel tipo di risultato.
Credo che questa sia una cosa altrettanto giusta che però, come ho detto poc’anzi, non pone la proposta di legge n. 23 in alcun modo in contrasto con l’articolo 133 della Costituzione che, se vogliamo, la Consigliera Ruggeri lo sa, era la mia sola preoccupazione in Commissione. Pertanto, superate queste questioni, non ci sono contrasti con lo Statuto regionale, con l’articolo 44, si modifica la vigente legge 10 indubbiamente in senso migliorativo, sicuramente più democratico e maggiormente volto all’ascolto delle minoranze, quelle dei Comuni che talvolta subiscono la deliberazione, magari sono quelle dei Comuni che hanno espresso un voto diverso rispetto a quello della maggioranza, che pure devono essere ascoltate perché la Regione deve valutare separatamente.
Ritengo che sia un obiettivo giusto quello perseguito con la proposta di legge così com’è uscita dalla Commissione, quindi il nostro voto sarà favorevole.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Serfilippi.

Luca SERFILIPPI. Grazie, Presidente. Ci tengo ad intervenire perché, purtroppo, nella nostra provincia il caso di Montemaggiore al Metauro è stato emblematico delle storture di una legge regionale avallata dal PD, per cui un Comune, che si rifiutava di far parte di una fusione per la nascita di uno nuovo, ed i cittadini, che avevano votato no alla fusione, sono stati obbligati a fondersi in un nuovo Comune.
Quindi, il Presidente e tutti coloro che fanno parte del movimento “Montemaggiore resiste” oggi sono in parte felici perché andiamo ad approvare una legge (che parte da oggi) e domani tutti quei Comuni che voteranno no ad una fusione non entreranno a far parte di un nuovo Comune.
Purtroppo questa legge non è retroattiva, però ci tengo a dire che questa maggioranza sostiene la proposta di legge delle Consigliere Ruggeri e Lupini, le ringrazio per averla proposta perché era uno degli impegni che di fatto tutti quanti noi nella provincia di Pesaro-Urbino avevamo assunto.
Mi fa sorridere che il PD oggi voti questa proposta di legge perché quando governava, sia in Comune che in Regione, ha avallato questa scelta ed ha creato delle frizioni all’interno del Comune di Montemaggiore, oggi Colli al Metauro. Mi fa sorridere questa doppia faccia del PD, magari si sono accorti di aver sbagliato, magari si sono accorti che in diverse zone della nostra regione sono state fatte delle forzature evidenti, forse, aggiungo io, spinti da qualche Consigliere regionale che aveva bisogno di qualche preferenza in più, quindi, ha cavalcato qualche esigenza.
Come ha detto bene la Consigliera Biondi, che ringrazio come relatrice di maggioranza, la Lega è a favore delle unioni dei Comuni e dei servizi associati. Sulle fusioni, se i cittadini decidono di fondersi, naturalmente non siamo contrari, però credo che la nostra regione, come la nostra Italia, sia ricca di tante piccole amministrazioni comunali che devono collaborare tra loro con servizi associati perché si creino risparmi importanti per la pubblica amministrazione, però uno degli ultimi baluardi e forse l’ente più riconosciuto dal cittadino è proprio il Comune, il Sindaco.
Penso che ancora oggi sia pendente un ricorso al Consiglio di Stato perché il Tar ha dato parere favorevole alla Regione, quindi al nuovo Comune, naturalmente il sistema giudiziario darà ragione a chi ha ragione, nel senso che essendo purtroppo la legislazione afferente alla vecchia legge …, in teoria vedremo cosa decideranno gli avvocati del Consiglio di Stato, però oggi ci tengo a ringraziare di nuovo le Consigliere che hanno presentato questa proposta di legge perché non avremo più nella nostra regione nuove realtà come Montemaggiore al Metauro, dove i cittadini hanno votato chiaramente per il no e sono stati obbligati a fondersi nel nuovo Comune di Colli al Metauro. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola la Consigliera Leonardi.

Elena LEONARDI. Grazie, Presidente. Anch’io voglio fare un plauso al risultato che si raggiunge oggi. Chi come me ha fatto parte della scorsa legislatura ricorda molto bene quell’episodio in cui, a fronte di una legge nazionale che chiede per le fusioni di sentire le popolazioni coinvolte, l’interpretazione di quei tre referendum nei tre Comuni portò ad imporre ad una popolazione sentita, che si era espressa contrariamente, Montemaggiore al Metauro, la fusione con gli altri due Comuni, l’obbligo di andare nella direzione opposta a quella per cui erano stati interrogati.
Quindi ripeterò quello che dissi all’epoca, il concetto per cui se il legislatore ha reputato importante, anzi essenziale, sentire i cittadini, dovrebbe essere conseguente rispettare quella scelta e quel referendum e non obbligare una popolazione, che si è espressa contrariamente, con l’artificio di un’interpretazione …, per cui le volontà sono state calcolate non singolarmente, per espressione del singolo Comune, la maggioranza del singolo Comune, ma accorpando il risultato dei tre Comuni. Per cui la situazione in cui un Comune più grande vuole fondersi con uno piccolo porta ad una inevitabile soccombenza del piccolo e questo è secondo me in contrasto con il principio per cui il legislatore vuole audire le popolazioni.
Credo che oggi con questa proposta si ripristini il valore della volontà popolare, che il legislatore ha voluto inserire, e questo mi fa piacere. Una sorta di ripensamento, che ho sentito, una rivalutazione del Partito Democratico che aveva fatto una scelta diversa nonostante le forti obiezioni. Ricordo le popolazioni che erano venute a protestare in Consiglio e fuori.
Ritengo che questo ristabilisca un principio corretto, certo dispiace per chi non ha potuto usufruire di una corretta lettura di quella che doveva essere l’interpretazione della fusione e della volontà di coinvolgere attivamente le popolazioni nella scelta.
Ovviamente come Fratelli d’Italia reputiamo positiva la normativa e la nuova modifica che consente alla legge di essere più affine e di riconoscere la volontà popolare.

PRESIDENTE. Non ci sono altri interventi, dichiaro chiusa la fase della discussione. Ha la parola la relatrice di minoranza Consigliera Ruggeri.

Marta RUGGERI. Grazie, Presidente. Ci siamo interrogati, immagino tutti noi Consiglieri regionali, per comprendere come poter intervenire sulla questione di Montemaggiore, ma non si possono fare leggi retroattive, quindi lo scopo è stato ridotto con la speranza che una legge di questo tipo possa evitare quel tipo di problemi, anche perché quando abbiamo fatto l’audizione è stato chiaro a tutti che ci sono delle tensioni sociali all’interno di un Comune, quello fuso di Montemaggiore, che verranno sanate, se verranno sanate, nel tempo, negli anni, dato che si è creata una frattura fra i cittadini molto grave.
Questo è ciò che dobbiamo assolutamente evitare, anche se, ripeto, il referendum è consultivo, quindi non obbliga la Regione a dare ascolto, anche se l’esito del referendum, abbiamo scritto nero su bianco, va considerato separatamente, quindi sta al buon senso di chi queste cose le fa.
Nello stesso tempo di modifiche a leggi regionali vigenti ne abbiamo viste passare tante in questa legislatura, come immagino nelle scorse.
A me fa molto piacere che siamo arrivati ad esprimere un voto unanime, non è scontato che una maggioranza approvi una legge proposta dalla minoranza, questo è un riconoscimento che voglio fare pubblicamente di attenzione della maggioranza, non tanto per il Movimento 5 Stelle, quanto per la tematica che abbiamo posto sul tavolo. Penso che anche l’atteggiamento di dialogo, di confronto - avete visto che io stessa ho chiesto di lavorare di più sulla proposta di legge per riuscire ad arrivare ad una condivisione che fosse massima, nello stesso tempo anche la posizione del Partito Democratico, dopo essersi confrontato, è disponibile ad accogliere delle modifiche che vanno a chiarire un punto che nella legge precedente non era evidente - sia un segnale forte e molto utile per la nostra comunità.
Quindi, vi ringrazio tutti, E’ certo che per l’associazione “Montemaggiore resiste” oggi è una giornata che forse dà una speranza anche per l’esito del ricorso, ma nello stesso tempo non siamo riusciti a dare risposte a quella situazione particolare, però questo rientra nei limiti delle nostre opportunità in questa sede. Grazie.

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione.
Articolo 1. Ha la parola il Consigliere Cesetti.

Fabrizio CESETTI. Ovviamente voteremo a favore, ma dico una cosa, il Consigliere Serfilippi, lui sa quanta stima io nutra nei suoi confronti, nella foga di attaccare il Partito Democratico ha detto che gli veniva da sorridere per un presunto ripensamento del Partito Democratico. Consigliere Serfilippi, è il sorriso dell’ingenuo perché il Partito Democratico non ha operato alcun ripensamento, molto semplice, perché il testo che noi votiamo, che è uscito dalla Commissione, è una cosa un po’ diversa rispetto alla proposta ed è perfettamente coerente con il dettato dell’articolo 133 della Costituzione, il quale, se non vado errato, testualmente recita - lo voglio dire così, non può essere evocato il dubbio - al secondo comma: “La Regione, sentite le popolazioni interessate, può con sue leggi istituire nel proprio territorio nuovi Comuni”, nulla innova, lascia salva questa facoltà e non ci può essere alcun Giudice, Tar o Consiglio di Stato che vincoli questa facoltà all’esito di un referendum perché dice “sentite le popolazioni”, non “sentito il parere favorevole delle popolazioni”, è una cosa diversa.
Quindi, nulla cambia per il caso di Montemaggiore, né potrebbe cambiare e qualora si facesse una norma che prevedesse che la Regione nel deliberare una legge si deve attenere all’esito del referendum sarebbe in contrasto con l’articolo 133 della Costituzione e sarebbe una legge che non è possibile adottare.
Questo è, di che cosa stiamo parlando? Quindi, per Montemaggiore la legge precedente non era affatto in contrasto con nulla e questa qui, però, come giustamente ha detto la Consigliera Ruggeri, chiarisce perché consente, ed è giusto, di non conteggiare insieme i voti all’esito del referendum, ma di valutarli separatamente, affinché la Regione venga messa dinanzi all’evidenza di un risultato negativo. Però, di fronte ad un risultato negativo la Regione può procedere lo stesso in base all’articolo 133 della Costituzione e non è che un Giudice, il Consiglio di Stato o il Tar può dire: “No, ma la Regione doveva tener conto …”, ma di che cosa? Ma di che parliamo? La legge mica è una sentenza! Nessun Giudice può dire che, siccome in quel Comune c’è stato l’esito sfavorevole, la Regione non può procedere, ma perché devono sprecare i soldi per gli avvocati? Questo non capisco, quindi che cambia? Che ripensa il Partito Democratico?
Il Partito Democratico vota a favore responsabilmente, anche per apprezzare lo sforzo che è stato fatto in Commissione dalla relatrice di minoranza che, responsabilmente, ha acconsentito che il suo testo venisse adeguato al dettato costituzionale, il sapiente lavoro fatto dalla relatrice di maggioranza, l’opera di mediazione fatta dal Presidente Marinelli, che in Commissione ha licenziato una legge che non è in contrasto con il dettato costituzionale, perché il Partito Democratico deve votare contro?
Sono intervenuto l’altra volta, ero l’Assessore agli enti locali, ma non smentisco me stesso, anzi, esprimo tutta la mia soddisfazione perché questo testo, che noi oggi andiamo ad approvare, è perfettamente coerente con il dettato costituzionale. Non vincola a quell’apprezzamento la Regione, né la potrà vincolare, c’è di più, questo sì, un ulteriore miglioramento rispetto al passato, quello dell’articolo 1, su proposta della Consigliera Ruggeri che mutuando una legge della Lombardia dice che se in un Comune c’è la maggioranza si può fare i prepotenti, però deve esserci una maggioranza qualificata, una, due volte, poi alla fine la maggioranza assoluta.
Credo che ciò sia giusto, questo è l’elemento di innovazione che, ripeto, ritengo assolutamente giusto e anche coerente con il dettato costituzionale, con l’articolo 44 del nostro Statuto ed anche con la legislazione pregressa.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Mastrovincenzo.

Antonio MASTROVINCENZO. Solo per far notare che non c’è nessun rappresentante, come spesso accade, della Giunta in Aula.

PRESIDENTE. Dovrebbero essere ancora collegati sia l’Assessore Castelli che l’Assessore Baldelli e l’Assessore Carloni sta entrando in Aula, giusto il rilievo per la verifica della presenza dei componenti della Giunta.
Articolo 1. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

Articolo 2. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

Articolo 3. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

Coordinamento tecnico. Lo pongo in votazione.

(l’Assemblea legislativa regionale approva)

Proposta di legge n. 23. La pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

Proposta di atto amministrativo n. 21
ad iniziativa della Giunta regionale
“Strategia regionale per lo sviluppo sostenibile. Decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152, articolo 34”
(Discussione e votazione)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca la proposta di atto amministrativo n. 21 della Giunta regionale.
La discussione è aperta, ha la parola il relatore di maggioranza Consigliere Serfilippi.

Luca SERFILIPPI. Grazie, Presidente. Cari colleghi, oggi è all'esame dell'Aula consiliare la proposta di atto amministrativo 21, ad iniziativa della Giunta regionale concernente: "Strategia regionale per lo sviluppo sostenibile. Decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152, articolo 34".
Il decreto legislativo prevede che le Regioni si dotino di una complessa strategia regionale di sviluppo sostenibile che sia coerente con gli obiettivi della strategia nazionale e l'Agenda 2030. In particolare la Regione Marche ha avviato un processo di definizione della strategia di sviluppo sostenibile in linea con l'innovazione richiesta, inerente a quattro ambiti d'azione: sociale, ambientale, economico e istituzionale, superando così un approccio settoriale e avviando la costruzione di un processo collettivo di integrazione, partecipazione attiva e multidisciplinare.
La governance è stata individuata nella cabina di regia, composta dalle Dirigenze dei servizi, in grado di affrontare le diverse tematiche, garantendo l'integrazione e il dialogo tra diversi settori regionali.
Le funzioni della governance comprendono: l'elaborazione, l'attuazione, il monitoraggio e la revisione periodica della strategia regionale di sviluppo sostenibile. Per garantire che la strategia possa svolgere un ruolo di indirizzo per tutto il territorio regionale è necessario rafforzare il legame della Regione con altri enti su scala nazionale, interregionale e locale. Per queste ragioni è stato firmato un protocollo d'intesa con l’Anci Marche, il Ministero della transazione ecologica, che affiancano le Regioni mediante gruppi di lavoro e che affrontano temi specifici. E’ stato anche siglato un accordo con l'Università politecnica delle Marche e l'Università di Camerino con l'obiettivo di rafforzare il mondo della ricerca individuando approcci metodologici. In particolare si rende necessario il rafforzamento di una governance multilivello, coinvolgendo tutti gli ambiti e le parti entrando in un'ottica multi-settore e multi-attore.
Le prime azioni si sono svolte attraverso processi informativi e partecipativi nelle quali sono stati descritti gli obiettivi, i tempi e i metodi. Successivamente si è redatto un documento preliminare individuando gli ambiti di confronto, riassunti in 5 scelte strategiche:
a. prevenire e ridurre i rischi di catastrofi riducendo l'esposizione ai pericoli e la vulnerabilità, aumentando la capacità di risposta e di recupero, rafforzando così la resilienza;
b. affrontare i cambiamenti climatici e le dissimmetrie sociali ed economiche correlate;
c. riconoscere il valore dei servizi ecosistemici e quindi tutelare la biodiversità;
d. perseguire l'equità tendendo verso l'eliminazione della povertà, della sperequazione dei benefici dello sviluppo e la realizzazione di condizioni di dignità per la vita di ogni persona;
e. promuovere la ricerca industriale e l'innovazione tecnologica verso lo sviluppo di nuove soluzioni produttive sostenibili, in termini di innovazione ed efficienza energetica, riduzione delle emissioni nell'ambiente, recupero e riutilizzo di sottoprodotti e scarti, sviluppo di produzioni biocompatibili.
Nello specifico la strategia regionale di sviluppo sostenibile si articola in sei paragrafi di seguito brevemente illustrati.
La prima parte è introduttiva e illustra i principali capisaldi dello sviluppo sostenibile, concetto che vuole unire tre dimensioni: la sostenibilità economica, la sostenibilità sociale e la sostenibilità ambientale.
Nel secondo paragrafo viene presentato il percorso realizzato per costruire la strategia regionale di sviluppo sostenibile, iniziato con l'individuazione di una governance e a seguire è stato attivato il percorso di partecipazione e informazione che ha coinvolto non solo le strutture interne alla Regione, ma anche la società civile, attraverso questionari, webinar, forum, eventi.
Al paragrafo 3 vengono individuate e successivamente approfondite le scelte strategiche della Regione, già precedentemente illustrate, e le linee strategiche che il sottogruppo interregionale ha individuato per sviluppare il tema della resilienza, le tre direttrici di sviluppo individuate sono le seguenti:
- implementare l'infrastruttura verde regionale e interregionale;
- affrontare il tema dell'adattamento ai cambiamenti climatici;
- sviluppare metodologie per la pianificazione comunale resiliente.
Nel paragrafo 4 vengono argomentati gli obiettivi e le azioni programmatiche, oltre a ciò, sono stati individuati i vettori di sostenibilità, ambiti trasversali di azioni che afferiscono alle seguenti aree:
- conoscenza comune;
- capacità di building;
- educazione, sensibilizzazione, comunicazione;
- sussidiarietà, partecipazione e partenariati.
Seguono il paragrafo 5 relativo agli strumenti e il paragrafo 6 relativo agli indicatori e al monitoraggio.
Devo dire che è stato fatto un ottimo lavoro da parte degli uffici e ringrazio chi ha curato tutta la redazione di questo Piano veramente molto corposo, fatto da più di 190 pagine, in particolar modo la funzionaria della Regione perché il lavoro è durato quasi due anni ed ha coinvolto tutto il Servizio ed anche tutti i servizi della Regione Marche.
Sono state coinvolte tantissime associazioni che hanno dato il loro contributo migliorando questo Piano regionale per lo sviluppo sostenibile.
E’ un piano che comunque va aggiornato e monitorato e a cui dovranno seguire delle azioni, una di queste sarà sicuramente il Piano regionale dei rifiuti. So che l’Assessore tramite gli uffici ha già dato un nuovo incarico che dovrà ridisegnare la strategia che vogliamo portare avanti sulla tematica dei rifiuti. Ad esempio, alcune osservazioni che sono pervenute riguardano i biodigestori, quindi noi in questo Piano diamo un’idea generale, poi bisognerà affrontare questa tematica nella redazione del Piano regionale dei rifiuti, che sicuramente è uno dei tanti ambiti importanti perché la strategia regionale per lo sviluppo sostenibile non riguarda solamente i rifiuti, come ho detto prima, ma tanti altri ambiti.
Credo che questo documento sia importante ed è la base da cui dovranno nascere delle azioni conseguenti da parte di tutta la Giunta regionale, non solo dell’Assessorato all’ambiente perché riguarda la vita di tutti noi, tutti i giorni, dal lavoro, al sociale, all’economia.
Penso che sia un bel punto di partenza e la Giunta regionale e tutti noi Consiglieri regionali dovremmo far sì che nel prossimo bilancio di previsione le azioni, che noi oggi abbiamo scritto, spero che le approveremo all’unanimità, siano conseguenti nelle politiche che la Giunta porterà avanti nei vari settori di competenza della Regione Marche. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola la relatrice di minoranza Consigliera Casini.

Anna CASINI. Grazie, Presidente. Non entrerò nel merito e quindi nel dettaglio come già ha fatto il Consigliere Serfilippi, ma mi concentrerò su alcuni aspetti.
Innanzitutto, come è stato evidenziato, si parla di sostenibilità, finalmente, non che dovessimo impararlo oggi, ma la sostenibilità non é soltanto quella ambientale, ma anche quella economica e sociale, sono interconnesse, poi questo documento si basa sui 17 GOLS previsti dall’Agenda 2030 che vengono declinati a livello territoriale ed a livello regionale in particolare.
Qual è la cosa che mi ha colpito maggiormente di questo documento? E’ stata la costruzione di un processo collettivo di partecipazione. Quando si parla di partecipazione generalmente si pensa che tutti possano parlare di qualunque cosa in qualunque momento e in qualunque luogo, in realtà non è così, c’è un lavoro che è stato fatto dagli uffici, molto importante e molto grande, che è stato quello di preparare le numerose riunioni che ci sono state e di costruire un vero e proprio processo di partecipazione che prevedesse la condivisione di scelte strategiche regionali interconnesse tra loro.
Non a caso la governance è multidisciplinare e multisettoriale e non è un caso che si sia scelto di fare questo perché la cabina di regia è composta dai rappresentanti di tutti i settori della Regione. La strategia è un documento di indirizzo che deve garantire unitarietà all’azione di pianificazione dell’intera regione Marche e deve raccordare le varie pianificazioni di settore anche con le politiche per esempio di coesione, ed è importantissimo, e la coerenza tra le scelte decisionali della Regione.
E’ giusto che questo documento sia stato redatto. Già due anni fa era iniziato questo processo molto complesso, perché poi gli stakeholders, che sono stati ascoltati, sono tantissimi e ognuno di loro era ed è portatore di una realtà molto particolare, settoriale, quindi, mettere insieme in un processo collettivo tanti pensieri e tante esigenze …, soprattutto dopo la pandemia che ha accentuato, accelerato dei processi, che certamente hanno creato e peggiorato le disuguaglianze sociali, quindi, questo scegliere, perseguire l’obiettivo dell’uguaglianza, addirittura la tendenza ad eliminare le povertà e condizioni di non dignità di tutti i cittadini, secondo noi e secondo me è importante.
Interessante il Forum regionale dello sviluppo sostenibile, che è stato ascoltato in circa 16 incontri, come si diceva prima, tanti eventi programmati nei territori, webinar info informativi, questo è importante perché la prima regola della partecipazione è avere dei linguaggi comuni per poter mettere il cittadino e lo stakeholder in condizioni di partecipare in maniera attiva e concreta. La prima cosa da fare è formarli e informarli rispetto all’argomento che si sta trattando e questo è un tema davvero molto complesso.
Mi è piaciuto anche che siano stati somministrati oltre 300 questionari a ragazzi dai 3 ai 12 anni anche per ascoltare quale fosse il loro punto di vista, sembra banale ma non è così.
E’ stato fatto uno sforzo enorme dagli uffici, che non può che essere una guida per tutto quello che dovranno fare dal punto di vista della pianificazione.
Altra cosa, la valutazione ambientale strategica, che era obbligatoria, c’è stato un percorso anch’esso partecipato e parallelo, che impone determinati processi, come per esempio la scelta degli indicatori, il controllo e il monitoraggio delle azioni perché uno nel corso dei tre anni (il documento ha una durata triennale) può verificare se sono stati raggiunti gli obiettivi, mediante la scelta di indicatori e di azioni per effettuare questo monitoraggio, quindi può decidere se continuare in quelle azioni, ovvero cambiare sistema.
Questo secondo me è un altro aspetto molto interessante, una visione gestionale ampia, sono obiettivi interconnessi e interdisciplinari.
Credo che sia stato fatto un grandissimo lavoro, di qualità, sia nel merito, ma mi permetto di sottolineare anche nel metodo perché è vero che esiste la valutazione ambientale strategica, è vero che esistono forme di partecipazione e nelle valutazioni di impatto ambientale da tempo la Comunità europea ci dice che il processo partecipativo va attivato e costruito, però un conto è scriverlo, un conto è redigere un documento come questo, avendo ascoltato e riportato all’interno di uno schema, che è lo schema del pensiero regionale, le esigenze e gli obiettivi, dopo averli declinati in maniera così puntuale come è stato fatto.
Non entro nel merito, ma ho potuto verificare che ci sono livelli di monitoraggio nel contesto ed indicatori molto specifici che verranno valutati. Quindi, credo che sia stato un lavoro di grande qualità che può essere preso come esempio di partecipazione attiva e anche di messa in discussione della macchina amministrativa regionale, perché c’è stato anche questo, nel senso che ci si è messi in una posizione non di ente che decide le azioni strategiche, ma di ente che dati gli obiettivi dell’Agenda 2030 declina il percorso per raggiungerli e lo decide insieme ai rappresentanti della cittadinanza, e quindi diventa collettività.
Secondo me è stato fatto un lavoro eccellente del quale sono davvero molto orgogliosa, credo che, se non ci saranno altri interventi contrari, il Partito Democratico sarà favorevole all’approvazione di questo documento. L’importante è che non rimanga sulla carta, e per questo guardo il Consigliere Serfilippi, ci faremo tutti e due, che lo abbiamo studiato, apprezzato e lo abbiamo anche sentito raccontare più di una volta in Commissione, guardo il Presidente della Commissione, ulteriori indicatori del monitoraggio affinchè queste politiche vengano effettivamente messe a terra, come si usa dire nel mio campo di lavoro.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Antonini.

Andrea Maria ANTONINI. Grazie, Presidente. Perveniamo su un altro atto trattato in Commissione diverse volte, come mi sembra abbia detto la Consigliera Casini, abbiamo voluto da un lato approfondire e dall’altro farcelo raccontare in maniera approfondita e appropriata, dato che questa è una visione unanime. Tra l’altro sottolineo che il Piano di strategia regionale per lo sviluppo sostenibile è stato votato in Commissione all’unanimità, quindi favorevolmente da tutti i Commissari.
Tutti quanti siamo certamente d’accordo nel dire che è stato un lavoro ampio, che ha coinvolto tanti stakeholders, persone interessate, anche a livello associativo, a livello personale, sono state anche attivate delle piattaforme tramite i social. Quindi un lavoro importante e una modalità innovativa che ha richiesto del tempo nel formulare poi una proposta progettuale finale.
Ho sollevato solamente un dubbio durante la discussione, che però era stata una svista dal punto di vista tecnico, anche perché tanti sono stati gli uffici coinvolti, che riguardava dei riferimenti al reddito di cittadinanza. Era presente come uno strumento che in qualche modo la Regione, attraverso diverse modalità, doveva far proprio, ma è stata all’unanimità, di tutti i presenti, sottolineata la necessità di soprassedere a questo riferimento che esulava un po’ dal contesto prettamente tecnico e invadeva un campo più politico, soprattutto in un momento in cui c’è una discussione tra l’altro in atto sulla sua validità o meno. Alla fine abbiamo concordemente e unanimemente pensato di soprassedere e nell’attuale Piano sono rimasti un paio di refusi, questo lo dico, Presidente, per metterlo agli atti, che erano collegati all’atto che inizialmente abbiamo deciso di stralciare, esattamente a pagina 25 e a pagina 63, e dato che sono proprio dei riferimenti, chiedo che in sede di coordinamento tecnico vengano soppressi e venga riportata linearità in tutta la proposta.
Detto questo, da un punto di vista di sostanza ci sono tantissime considerazioni che sono condivisibili, mi associo a quanto detto dal Consigliere Serfilippi in sede di presentazione, che comunque è un Piano che necessita di aggiornamenti anche perché la materia è in continuo aggiornamento, quando parliamo di ambiente, di sostenibilità.
Giustamente, come è stato riconosciuto, questo documento ha anche un respiro più ampio, che tocca anche altri campi, che non possono non essere considerati in una unica visione, da quello sociale a quello economico, fino a quello dell’eliminazione di barriere e di differenze.
E’ ovvio che la materia giuridica è in continuo aggiornamento, quindi anche alcuni tagli e alcuni adeguamenti da un punto di vista normativo regionale devono seguire le varie evoluzioni a livello nazionale, europeo e internazionale.
Mi limito a fare una riflessione che riguarda un po’ il discorso dello sviluppo sostenibile, personalmente sono sempre stato molto favorevole a una visione un po’ diversa, chiamiamola anche moderna, una rivisitazione di un certo utilizzo sia delle risorse naturali che delle risorse umane anche da un punto di vista economico, che possa dare una prospettiva e una visione che vada al di là dello sguardo di un attimo o del momento, ma che possa anche pensare ad un futuro, per lasciare in eredità un mondo che si possa autosostenere, che non venga sfruttato, che non venga consumato in tutte le sue parti.
Credo che sia un approccio e piano piano culturalmente si sta ormai inserendo nel pensiero, nelle azioni, negli atti giuridici, nella politica anche di molte nazioni, Stati, anche a livello locale e territoriale.
Dico però una cosa, ripeto, ho voluto fare questa premessa perché sono favorevole ad andare verso questa direzione e sarebbe anacronistico fare il contrario, però, come è stato anche sottolineato in sedi ufficiali, lo sviluppo sostenibile è quello che oltre - è importante dare la possibilità alle generazioni future - a soddisfare i propri bisogni, deve anche guardare alle necessità ed ai bisogni delle generazioni attuali.
Che cosa voglio dire? Voglio dire che dobbiamo soprattutto, quando parliamo di ambiente, di energie, dell’utilizzo, di politiche che riguardano l’ambiente, la natura e quindi l’economia, guardare come questi passaggi, queste trasformazioni devono essere accompagnati. Tante volte si rischia, e farò anche dei riferimenti alla politica attuale, di fare degli sbalzi troppo in avanti ed il rischio è quello – volendo quasi dimostrare di essere più moderni, più vicini al futuro di tutti gli altri - di mettere un po’ in difficoltà la nostra generazione. Se pensiamo, come ultimamente è stato deciso in maniera frettolosa - secondo me – di mettere al bando entro il 2035 tutte le automobili diesel e a benzina. Dal punto di vista della società ideale siamo d’accordo perché è ora di passare ad un concetto di decarbonizzazione ed utilizzazione di risorse alternative e rinnovabili, e questo piano va proprio questa direzione, ma allo stesso tempo bisogna farlo in maniera intelligente affinché non ci si ritrovi in quei casi, come adesso, in cui le bollette sono schizzate furiosamente in avanti a detrimento della normale vita sociale e familiare di tante famiglie italiane.
Spesso si parla di sviluppo sostenibile, non pensando anche che ci sono dei processi che devono avere i loro tempi, che devono avere il rispetto di determinati percorsi, altrimenti catapultati, proiettati in un mondo ideale - che dovremo raggiungere assolutamente, sono d’accordissimo e favorevolissimo - con gli strumenti di oggi rischiamo di fare delle azioni troppo tranchant, troppo nette e di mettere in pericolo anche la vita normale di tante famiglie.
Ad esempio, sul discorso delle rinnovabili - una discussione tra l’altro dovremmo farla, come ha detto il Consigliere Serfilippi, sul Piano sui rifiuti ed anche sul Piano sulle energie, riflessioni importanti - oltre a pensare l’obiettivo, bisognerà anche favorire per il momento un mix di energie, un mix energetico, laddove non si può immediatamente immaginare di far scomparire un mondo sul quale è basata la stragrande maggioranza delle imprese e delle aziende attuali. Non si può immaginare un mondo se a pari passo certe aziende non si muovono in quella strada e non sempre i tempi sono gli stessi e paralleli.
Quindi, con questo invito, con questa riflessione che riguarda in parte l’argomento, in parte altri, che però sono affini a questo Piano strategico, è ovvio che ribadisco la totale condivisione di queste misure, anche sul discorso per esempio della prevenzione. In un altro mio precedente intervento ho fatto un accenno a quello che riguarda la prevenzione in questo caso ci inserisco, cosa che non abbiamo detto prima, la salute, fondamentale. Questo piano sottolinea molto bene, attraverso delle azioni mirate, l’importanza di questo strumento, per concludere anche con un’altra parte che mi fa molto piacere che sia stata presa in grande considerazione, che è quella della biodiversità. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola l’Assessore Aguzzi.

Stefano AGUZZI. Grazie, Presidente. Ho apprezzato tantissimo gli interventi che mi hanno preceduto perché credo che abbiano colto perfettamente lo spirito inedito ed innovativo di questo percorso e di questo atto che noi oggi portiamo.
Una proposta di questo genere da una lettura superficiale potrebbe essere vista con intenti magari in parte fumosi, in parte fine a se stessi, se non venisse giustamente accolta, come invece stiamo facendo, l’essenza vera di quello che dovremmo mettere in campo fin da subito.
Sotto molti aspetti siamo enormemente in ritardo, ovviamente non intendo questo consesso, tanto meno la nostra Regione, ma a livello globale, perché finora quando si parla di sostenibilità tendenzialmente si parla esclusivamente di tutela ambientale, che ovviamente ha tutta una sua priorità e deve avere la massima attenzione, invece quando noi puntiamo al nostro futuro, parlando di sviluppo sostenibile, non possiamo parlare esclusivamente di tutela ambientale, seppur ha un’importanza fondamentale, ma riguardare tutto uno sviluppo complessivo, uno sviluppo economico che sia sostenibile. Un rapporto istituzionale che deve spingere sempre di più alla collaborazione tra Stati, tra Regioni, tra le stesse forze politiche, come qui oggi dimostriamo e mi fa, ripeto, molto piacere, uno sviluppo sociale oltre che mirato alla tutela ambientale.
E’ una strategia trasversale, così l’abbiamo indicata in questo documento, che punta ad ottimizzare e a consentire le nostre vite anche in futuro perché di questo poi parliamo, parliamo di consentire le nostre vite in futuro, altrimenti ci giochiamo il nostro pianeta sotto tanti aspetti, che non sono di secondo piano, ma di sopravvivenza dell’ambiente e del nostro pianeta.
La strategia regionale di sviluppo e sostenibilità è un atto di indirizzo su attività di pianificazione e programmazione mirate a garantire tutte quelle linee di sostenibilità che ci indica l’Agenda Onu 2030 e su queste nasce questo lavoro.
La cosa che ho apprezzato molto, l’ho sentito in tutti gli interventi, anche dalla Consigliera Casini e mi ha fatto molto piacere, è questo coinvolgimento ampio, ad iniziare da chi opera all’interno dell’istituzione Regione, quindi i nostri dirigenti, i nostri funzionari, coloro che hanno lavorato direttamente a questo percorso, che vanno ringraziati, i presenti e coloro che non sono presenti in Aula, ma vanno davvero ringraziati perché ho notato, insediandomi qui lo scorso anno, che stavano portando avanti questo percorso intrapreso precedentemente. Con quanta passione è stato portato avanti da parte di diversi funzionari, dirigenti di questa Regione, che sono stati pienamente coinvolti, ma anche consapevoli dell’importanza di quello che si stava facendo, l’ho apprezzato moltissimo e li ringrazio, anche per l’interesse che sono riusciti a creare nel territorio perché ho visto il coinvolgimento di gruppi, associazioni, ma anche di singoli cittadini. Abbiamo cercato nei territori chiunque fosse interessato ad interagire su questi temi, prendendo spunti, suggerimenti e considerazioni anche da singoli cittadini, non per forza da gruppi organizzati, o portatori di interessi, anche da singoli cittadini con delle call aperte, oltretutto portato avanti in questo ultimo anno mezzo con tutte le difficoltà del momento perché il dibattito era “drogato” dalla pandemia. Si parlava sempre e solo di problemi pandemici, timori, paure, eccetera, non c’era la possibilità di un confronto in presenza, non c’era la possibilità di partecipare ad iniziative, tutto è stato portato avanti on line eppure ha dato grandi risultati. Soprattutto ha suscitato un grande interesse, un grande coinvolgimento da parte di associazioni, di cittadini, di gruppi di lavoro, possiamo metterci anche le scuole, i centri di educazione ambientale, una serie di situazioni che hanno dimostrato grande maturità e consapevolezza dell’importanza di quanto si sta portando avanti, anche perché, ripeto, su temi di questo genere tendenzialmente ci si riempie di massimi sistemi, parole, che spesso passano come un atto dovuto solo perché si deve fare, invece in questo caso, secondo me, si è colta la rilevanza fino in fondo e la partecipazione ed anche come è stato redatto il documento lo dimostrano.
La Giunta regionale inizialmente aveva indicato alcune scelte strategiche di fondo sulle quali confrontarsi, che partivano dalla prevenzione e dalla riduzione del rischio delle catastrofi ambientali, quindi, come affrontare i cambiamenti climatici che portavano a queste conseguenze, come tutelare la biodiversità, come perseguire l’equità tendendo all’eliminazione della povertà, anche puntando sulle strategie industriali sostenibili investendo sull’innovazione e sul recupero ed il riutilizzo delle risorse. Questo è più che mai uno dei temi sui quali dobbiamo concentrarci, l’ha ricordato prima il Consigliere Serfilippi, in questo momento in cui stiamo ridiscutendo il Piano regionale dei rifiuti, questo è fondamentale, il recupero, il riutilizzo, c’è molto da fare in questa regione per quello che è il mio umile pensiero.
Su questo si è aperto un confronto molto ampio puntando all’informazione, che noi abbiamo voluto dare anche inserendo tutte le documentazioni sul sito della Regione in modo che chiunque potesse prenderne atto, approfondirlo, studiarlo e conseguentemente dare il proprio contributo e partecipare.
Il documento che è stato socializzato e redatto è stato in una prima fase preso in considerazione, approvato dalla Giunta regionale con un atto ufficiale, che è stato messo a disposizione per delle osservazioni sul sito della Regione Marche, che sono state poi prese in considerazione, di nuovo elaborate, approfondite e riportate in Giunta, quindi, un lavoro davvero compiuto in tutti i suoi modi, metodi e tempistica, che ha avuto la massima partecipazione ed il massimo contributo da parte di ognuno.
Infine, questa iniziativa, che oggi portiamo qui in Consiglio regionale, vede, dagli interventi che ho ascoltato, un percorso compiuto con positività, condiviso, un percorso al quale si dà un’importanza strategica che serve in questo caso ma che deve a questo punto, come ha detto anche il Consigliere Antonini, seguire un’utilità di fatto, anche immediata, sotto alcuni punto di vista. Quindi, non solo meri principi che riusciamo a mettere nero su bianco, ma percorsi che individuano il nostro fare, anche legislativo, anche nei ruoli che ricopriamo qui in Regione. Le indicazioni per le valutazioni ambientali strategiche siano tenute in considerazione, una serie di iniziative indicate in questo documento, anche per quel che riguarda il Documento di economia e finanza regionale che prende spunto sotto diversi aspetti da quanto indicato e già riportato in questo documento, anche nella sua prima stesura attuale in previsione del nostro bilancio di previsione, che verrà presentato nei prossimi giorni e che segue già le linee di indirizzo dettate da questo documento.
Credo che non solo meriti il voto unanime dell’Aula, ma di essere poi in continuità, seguito, ulteriormente approfondito ed arricchito di contenuti che sono sempre in evoluzione perché queste sono maturazioni di percorsi che si stanno fortemente consolidando in questi tempi, in questi anni, in questi momenti.
Davanti alle crisi complessive, davanti ai problemi mondiali, davanti ai problemi economici ed ambientali, c’è una maturazione forte che noi dobbiamo, attraverso questo documento, non solo incentivare, ma anche interpretare per poi avere la capacità, sperando di averla, di metterlo in campo portando avanti anche gli obiettivi che questo documento, inserito nell’Agenda 2030, ci dà; anche perché qui non ci giochiamo poche cose, non ci giochiamo la credibilità dei nostri percorsi personali più o meno politici-amministrativi, ci giochiamo la sopravvivenza del nostro pianeta e l’equilibrio eco-economico complessivo oltre che ambientale del nostro fare.
Quindi, grazie a tutti e grazie soprattutto a chi ha lavorato in questi due anni su questo documento e lo ha portato a compimento qui oggi.

PRESIDENTE. Non ci sono altri interventi, neanche dei due relatori.
Ha la parola, per dichiarazione di voto, il Consigliere Antonini.

Andrea Maria ANTONINI. Su delega del mio capogruppo esprimo parere favorevole.
Ripeto velocemente i punti più importanti, la motivazione di questo voto favorevole; il metodo di lavoro, che è stato apprezzato da tutti i presenti, dalla Commissione, dal gruppo Lega e mi sembra anche da tutti i Consiglieri che sono intervenuti; un metodo partecipativo, innovativo, intelligente, che ha anche saputo filtrare i vari interventi e proposte che immagino siano state molto differenti spesso anche una dall’altra.
Nelle proposte avanzate, entrando anche nella sostanza, sono state individuate alcune misure fondamentali, come quella della sostenibilità, che è un po’ il perno che muove il tutto, della prevenzione, della biodiversità, dell’abbattimento di barriere, quindi dell’inclusione, barriere sociali, barriere economiche.
L’altro aspetto importante è questa capacità multidisciplinare in cui si parla di ambiente apparentemente, ma solo apparentemente, perché si parla delle cose più importanti che in questo momento ci girano intorno e verso le quali siamo chiamati anche ad un forte senso di responsabilità sia come persone che come amministratori.
Quindi, ribadisco il voto favorevole da parte del gruppo Lega e ringrazio il capogruppo per la delega.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, la Consigliera Lupini.

Simona LUPINI. Grazie, Presidente. Grazie a chi ha lavorato a questo documento, il nostro voto sarà favorevole anche se ancora c’è qualcosa da fare e da sistemare, però per adesso ci trova a favore e così voteremo.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, il Consigliere Mangialardi.

Maurizio MANGIALARDI. … la relatrice di minoranza Consigliera Casini, quindi, il voto del gruppo Partito Democratico sarà favorevole.
Un processo difficile, complicato, con obiettivi importanti, sfidanti, quelli che dobbiamo mettere in campo. Questo documento si ancora alla Carta di Aalborg dell’Agenda 21, parlo per chi era partito anticipatamente forse rispetto a questi percorsi, dove la sostenibilità non è un orpello, non è un elemento del quale discutere. Sì, dobbiamo discutere partecipando e penso che questo sia il metodo che è stato acquisito.
Ringrazio davvero tutta la struttura della nostra Regione per il lavoro che è stato fatto in questi anni rispetto al quale ne ho colto con altri ruoli anche il metodo e la grande disponibilità perché, diceva prima la Consigliera Casini, trovarsi in incontri informati e competenti è una delle cose più difficili. Non è che dobbiamo coinvolgere e dobbiamo ascoltare, no, dobbiamo rendere partecipi per rendere consapevoli.
Vedete, lo porto come esempio, se sul Covid e sulla pandemia avessimo avuto la possibilità, non c’è stata data dal tempo e dall’irruenza, di coinvolgere il cittadino rispetto alle soluzioni, argomentando, ascoltando, trovando soluzioni e condividendole anche con chi ha grandissime perplessità, se le avessimo tenute fuori dalle speculazioni politiche che ci sono state, il risultato finale rispetto alla vaccinazione sarebbe stato tutt’altro perché il linguaggio diventa un linguaggio ecologico, diventa una modalità di rapportarsi e difficilmente quei percorsi non ci individuano un obiettivo e non ci portano al successo.
Penso a processi che in passato queste amministrazioni hanno messo in campo, il contratto di fiume, stesso e identico approccio, e mi rivolgo al Consigliere Antonini pensando alle complicazioni che possono arrivare dalle scelte innovative. Noi dobbiamo essere sfidanti davvero, non dobbiamo aver paura di porci obiettivi ambiziosi, magari cambiando totalmente il nostro approccio sui processi produttivi, dalle reinterpretazioni del territorio, alla rilettura, alle rigenerazioni, alla modalità di consumo e di risparmio, se lo facciamo così diventa quella sostenibilità che inevitabilmente è economica, sociale, lavorativa, inclusiva e tollerante.
Credo che per questo bel lavoro che è stato fatto in questi anni ci sia da ringraziare tutti i nostri collaboratori, che hanno acquisito un metodo che può essere utile, deve essere utile e può portare a pensare alle nuove generazioni come una grande occasione per tutti noi.
Quindi, il nostro voto su questo atto è convintamente favorevole, auspicando anche che il linguaggio sia uno degli elementi che deve essere introdotto nella sostenibilità perché anche saperci confrontare è un grande strumento, lo dico per il Presidente che può rendere sostenibile anche questo contesto. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, il Consigliere Borroni.

Pierpaolo BORRONI. Grazie, Presidente. Ringrazio il mio capogruppo che mi consente di fare questa dichiarazione di voto. Avevo davvero intenzione di farla visto che sono un esponente della III^ Commissione, come il Consigliere Assenti, il Presidente Antonini, in cui si è respirata un’aria riguardo a questo punto di collaborazione e di lavoro comune che guardava verso il futuro sostenibile.
Dico questo perché con questa delibera di Giunta che è arrivata in Commissione, noi andiamo a fare per la prima volta un quadro sinottico, interlacciato, di tutte le problematiche che possono guardare al futuro sostenibile, che guarda soprattutto alle prossime generazioni che non dovranno avere delle carenze per il nostro modo di vita, per le nostre esigenze, specie per la generazione che ci ha preceduto per cui l’ambientalismo non era una cosa estremamente garantita.
Avere oggi lo sviluppo di tutta la trama amministrativa della Regione, dell’amministrazione pubblica che riguarda l’urbanistica, la raccolta dei rifiuti, le modalità di costruzione degli edifici e tanto altro, porta ad avere uno sviluppo concreto e unico della società nella direzione del mantenimento dell’ambiente circostante, quindi, noi come gruppo Fratelli d’Italia siamo assolutamente favorevoli a questa delibera e dichiaro il voto favorevole. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, il Consigliere Santarelli.

Luca SANTARELLI. Grazie, Presidente. Il voto di Rinasci Marche sarà favorevole perché parte già dal lavoro fatto, e per questo noi ringraziamo, da tutta la cabina di regia messa in campo dalla Regione Marche negli ultimi due anni.
Questo atto amministrativo nasce da un’azione esercitata anche dalla macchina amministrativa che si è resa disponibile, in sinergia, a partire dal dirigente fino ad arrivare a tutti gli attori del sistema, non li cito.
Sono azioni che si sono sviluppate concretamente per far sì che la nostra qualità di vita …, a partire dalla nostra Commissione, che ha intrapreso questo lavoro, penso, verso la fine perché noi siamo arrivati un anno fa e alcune audizioni sono state fatte per capire come votare questo atto amministrativo.
Il voto sarà favorevole perché quello che è stato messo in campo in ambito sociale, ambientale, economico ed istituzionale produrrà per il futuro azioni che, come ha detto l’Assessore Aguzzi, poi bisognerà anche interpretarle nel quotidiano, bisognerà viverle e capire che quello che noi produciamo come atti amministrativi verrà lasciato per le generazioni future.
Pongo l’attenzione anche sul parere del Crel, ci sono quattro azioni che non sono state sottolineate negli interventi che mi hanno preceduto, quello che va messo in campo è anche un coordinamento dei servizi, che va fatto oltre che con la Regione Marche anche con la Camera di commercio e con le Università pensando anche a garantire continuità nella formazione, incrementando anche un’occupazione sostenibile e di qualità.
Ai nostri giovani, dopo questo periodo di amministrazione, speriamo di lasciare una regione migliore e più sostenibile con questa strategia.
Pensiamo anche alla questione dei neet nell’ambito del recupero scolastico, in una situazione condizionata dalla pandemia ci troviamo di fronte una generazione e noi dobbiamo dare degli esempi e quello che dobbiamo dare noi che siamo nelle istituzioni è un esempio concreto, di sostenibilità e di strategia per l’ambiente del futuro. Loro si aspettano anche altri esempi e allora lasciare questi ragazzi, i cosiddetti neet, nel loro limbo, è anche nostra responsabilità.
Quindi, sottolineo che nel parere del Crel si evidenziavano questi aspetti, per ultimo il rafforzamento del tessuto socio-economico e delle aree rurali, mettendo in campo un lavoro dignitoso ed una crescita economica industriale che possa rappresentare anche la sostenibilità, quindi, ricercare la produzione, ricercare il lavoro nelle aree anche più disagiate, magari sfruttando e mettendo in essere quelle le azioni che possono lasciare un paese migliore, soprattutto una regione più sostenibile. Grazie.

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione.
Coordinamento tecnico. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

Proposta di atto amministrativo n. 21. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

Proposta di atto amministrativo n. 25
ad iniziativa della Giunta regionale
“Regolamento comunitario 1013/2006. Accordo integrativo all’accordo sottoscritto in data 28 maggio 2013 (con scadenza 16 luglio 2023), tra la Regione Marche e il Governo della Repubblica di San Marino per lo smaltimento ed il recupero nella Regione Marche di rifiuti speciali prodotti nel territorio della Repubblica di San Marino. Approvazione ai sensi dell’articolo 21, comma 2, lettera d), dello Statuto della Regione Marche”
(iscritta ai sensi del comma 8 dell’articolo 86 del Regolamento interno)
(Discussione e votazione)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca la proposta di atto amministrativo n. 25 della Giunta regionale, è iscritta ai sensi del comma 8 dell’articolo 86 del Regolamento interno, quindi non ci sono i relatori di maggioranza e di minoranza.
La discussione è aperta, ha la parola l’Assessore Aguzzi.

Stefano AGUZZI. Grazie, Presidente. Questa vicenda ha un modo di essere, presentato anche alla stampa, che va ricondotto a quella che è la realtà. Non dico che non ci siano condizioni del tutto plausibili, o delle ottime motivazioni ed interpretazioni perché sono situazioni indubbiamente delicate, ma per onestà dobbiamo dire che ci sono una serie di vicissitudini precedenti molto discutibili, anche nella regione Marche.
Quando si parla di rifiuti, di rifiuti che provengono da altre Regioni, da altre realtà, il tema va sempre trattato con grande attenzione ed è giusto anche oggi trattare con grande attenzione questo punto, anche se, come poi continuerò, è una cosa del tutto residuale quella che stiamo trattando, con delle motivazioni di cui vi porterò a conoscenza.
Partiamo da un presupposto, dico una cosa che detta da me sembra quasi goliardica, però la dico brutalmente all’inizio del mio intervento: se su questa delibera ci sono problemi ed il Consiglio regionale non vorrà approvarla, per me è l’ultimo dei problemi, lo dico con molta serenità, non perché è apparso sulla stampa o chissà cosa c’è dietro.
Ora vi dirò le motivazioni che sono dal mio punto di vista del tutto plausibili e secondo me confortanti per quello che vuole essere un dibattito su un tema così importante.
Questa non è una strategia che chissà cosa comporta o non comporta alla Regione Marche o alla mia visione, vi dirò di cosa effettivamente si tratta e, ripeto, facciamo bene a porre l’attenzione su questo.
Vi ricorderete quando su questioni di questo genere negli anni 2002/2004 si parlò delle Marche come la discarica d’Italia con avvisi di garanzia e cose di questo genere, situazioni che devono essere sotto controllo nella concretezza delle cose, però, per onor del vero, dobbiamo riportare questo dibattito su questo singolo atto nella realtà e non inventarci percorsi fantasiosi che esulano dalla realtà delle cose, la proposta di revisione di un accordo partendo dal presupposto che con la Repubblica di San Marino le Marche ce lo hanno dal 2013, quindi esiste già un accordo per la lavorazione e lo stoccaggio nelle nostre discariche di rifiuti speciali provenienti dalla Repubblica di San Marino.
La proposta di revisione di quell’accordo nasce dalla necessità di trovare idonea collocazione agli scarti prodotti da una situazione imprenditoriale sanmarinese che si occupa di lavorazioni di materia prima e seconda, cioè carta e cartone, proveniente dalla raccolta differenziata urbana ed industriale non tanto della Repubblica di San Marino, che sappiamo benissimo conta 30.000 abitanti, ma bensì dalle regioni limitrofe, cioè lavorano la carta che noi regolarmente mettiamo nella campana della carta o che le imprese si fanno portar via da ditte specializzate perché la carta prodotta in un ufficio di un’impresa è rifiuto speciale, mentre quella che ho in mano adesso, se la butto stasera nella campana della carta, diventa rifiuto urbano, anche se è la stessa carta.
La ditta di San Marino, nella quale lavorano persone provenienti dalla provincia di Pesaro, quindi italiani, tratta la raccolta differenziata che noi facciamo regolarmente nelle nostre case e nelle nostre imprese, non fa venire rifiuti dall’Australia, sono i nostri rifiuti che li mandiamo a lavorare a San Marino perché non abbiamo gli impianti necessari e sufficienti per fare questo lavoro nelle Marche.
Tale proposta trova conforto anche nel principio comunitario di prossimità, articolo 16, comma 3, della direttiva 2018, che impone che il trattamento dei rifiuti debba avvenire quanto più possibile vicino al luogo di produzione degli stessi, riducendo al minimo la loro movimentazione sui territori.
Si tratta di fatto di aumentare il flusso verso la discarica di Cà Asprete a Tavullia, da una media di circa 2 camion a settimana ad una media di 3,5 camion a settimana per un complessivo annuo di 2.400 tonnellate, una tantum solo per il 2021.
Ora siamo a fine 2021, se questa cosa dovesse essere accolta dal Consiglio regionale, il quantitativo si protrarrà nei prossimi mesi fino ad esaurimento, quindi, si tratta di un camion e mezzo a settimana, vuol dire una settimana un camion ed una settimana due, questa è l’entità della movimentazione prevista ed è il totale del 3,7% rispetto a quanto viene regolarmente confluito in quelle discariche per un periodo limitato che doveva essere entro il 2021. Ci sono stati poi ritardi organizzativi che hanno portato a questo scorcio di fine anno, forse anche questo ha dato motivi di attenzione perché dice: come mai viene fatto a fine anno? Non lo so come mai, l’accordo lo abbiamo fatto in primavera, solo un po’ di burocrazia evidentemente.
La Repubblica di San Marino e la Regione Marche il 28 maggio 2013 hanno sottoscritto questo accordo per questo tipo di quantitativo, ci è arrivata la richiesta del 23 febbraio 2021 da parte della Segreteria di Stato della Repubblica di San Marino sulla possibilità di rivedere quell’accordo nella sua prosecuzione, fondato su spirito di solidarietà e leale collaborazione, con la quale si chiede l’integrazione per l’anno 2021, una tantum, per passare - la loro richiesta è – i rifiuti destinati al recupero da 5.000 a 40.000 tonnellate, ma in questo caso, attenzione, non parliamo di stoccaggio nelle nostre discariche del materiale che viene portato nei nostri impianti di riciclaggio, perché noi abbiamo degli impianti di riciclaggio nella nostra regione, ma si chiede un quantitativo fino a 40.000 tonnellate per lavorarlo, non per stoccarlo nelle nostre discariche. Diciamo che noi più di 30.000 tonnellate non ce le possiamo permettere perché metteremmo sotto eccessivo sforzo questi impianti, ma la cosa che fa discutere e che ha fatto discutere non è tanto questo tipo di attività, che è una lavorazione di materiali, ma la parte successiva quella in cui si parla di rifiuti destinati allo smaltimento, cioè ad essere depositati nelle nostre discariche che oggi contemplano un accordo per 3.100 tonnellate annue e la Repubblica di San Marino ci chiede fino a 10.000. Noi non accogliamo questa richiesta fino a 10.000 tonnellate, ma ci soffermiamo a 5.500, le famose 2.400 tonnellate di cui parlavamo prima.
Sotto questo punto di vista abbiamo dato un’enfasi eccessiva, io credo, per una serie di motivi. La Commissione ad esempio ha detto: “della disponibilità impiantistica del trattamento/smaltimento di alcune tipologie di rifiuti e dell’importanza di mantenere con lo Stato estero rapporti istituzionali fondati sulla solidarietà e leale collaborazione”, tuttavia non condivide la penalità sottesa all’accordo integrativo in esame perché prevede di legittimare un aumento, anche se temporalmente circoscritto, della quantità di rifiuti speciali prodotti nel territorio sanmarinese e conferibili nelle Marche per l’anno 2021, e qui voglio portare un correttivo, quei rifiuti non sono rifiuti prodotti a San Marino, sono prodotti nelle Marche, che noi mandiamo in quell’impresa di San Marino per essere riciclati, di cui una parte non riesce ad essere riciclata. Ad esempio, quando si manda il nostro vetro, che recuperiamo dalle campane, all’impresa che lo lavora, una parte non si riesce a lavorarla perché magari ha una vetustà o una incompatibilità e deve, quindi, ritornare in discarica. Quindi, quel quantitativo che tornerebbe nelle nostre discariche è quanto nelle Marche le nostre imprese producono di carta e cartone, che mandiamo a San Marino perché non abbiamo gli impianti per lavorarli, riciclarli e riutilizzarli come da ciclo dei rifiuti.
L’impresa di San Marino li lavora, li ricicla, poi ne fa l’uso che ritiene più opportuno ed una parte, quella che non è riciclabile perché sporco o non so per quale motivo, viene rinviata per essere smaltita in discarica, quello che avviene regolarmente. Quindi, sono i nostri rifiuti.
E’ errata l’interpretazione della Commissione, sono lavorati a San Marino, ma sono i nostri rifiuti perché la Repubblica di San Marino non produce quel quantitativo di rifiuti, che è paragonabile ad un piccolo Comune, 30.000 abitanti. Questo lo volevo riportare perché è importante dirlo, sono i nostri rifiuti che vengono lavorati fuori regione e solo lo scarto torna nelle nostre discariche, ma non solo nelle nostre, in discariche in giro per il mondo perché non è che li portano solo nelle Marche.
La lettera della Segreteria di Stato di San Marino è arrivata in questi giorni e dice che si intende porre l’attenzione sul fatto che la scelta aziendale adottata, di conferire i propri rifiuti in impianti prossimi alla sede aziendale, è in linea con il principio comunitario di prossimità, quello che ho detto prima, che impone che il trattamento dei rifiuti deve avvenire quanto più possibile vicino al luogo di produzione degli stessi, riducendo al minimo la loro movimentazione, peraltro già pesantemente regolamentata.
Da questo presupposto è nata l’esigenza di implementare in via del tutto transitoria i quantitativi di rifiuti conferibili presso la vostra regione attraverso l’integrazione dell’accordo in essere poiché siamo in attesa di concludere in via definitiva specifici accordi con altre Regioni.
In poche parole San Marino dice: questa impresa ricicla carta proveniente da molte Regioni e deve ridare gli scarti là dove c’è spazio, fino adesso li ha portati in Lombardia e siccome il principio comunitario prevede di portarli nelle discariche più vicine, non in quelle lontane, stiamo facendo accordi con le discariche più vicine, quelle dell’Emilia-Romagna, nel frattempo riuscite per un anno a prendere queste benedette 2.400 tonnellate in più, mentre noi facciamo accordi con altri? Ecco la sostanza della lettera inviataci.
C’è una cosa di cui vi voglio portare a conoscenza per mera e pura curiosità, noi dovremmo tornare spesso su queste tematiche da qui ai prossimi mesi, ai prossimi anni perché quando si fa un Piano regionale dei rifiuti si deve prevedere una serie di strategie che finora nelle Marche non abbiamo messo in campo perché non abbiamo un’impiantistica, non abbiamo quella che si dice chiusura del cerchio. Noi facciamo la raccolta differenziata, la facciamo anche abbastanza bene, però non abbiamo gli impianti nei territori per poterla riciclare e riutilizzare, non per niente in questo caso la portiamo a San Marino. Noi la portiamo a San Marino, non loro da noi. Su questo dovremmo attrezzarci. Vi faccio questo esempio magari ci fa riflettere: noi qui parliamo di 2.400 tonnellate, sapete quanti rifiuti speciali produce la provincia di Pesaro? 1 milione di tonnellate l’anno e sapete quanti rifiuti urbani produce la provincia di Pesaro? 200.000 tonnellate l’anno.
I rifiuti speciali lavorati e depositati nelle nostre discariche non possono superare il 50% di quelli urbani, quindi oggi nelle discariche della provincia di Pesaro entrano 200.000 tonnellate di rifiuti urbani nostri e complessivamente 100.000 tonnellate di rifiuti speciali, questo vuol dire che le imprese della provincia di Pesaro portano 900.000 mila tonnellate all’anno in giro per l’Italia, fino in Germania ed in Olanda, per lo smaltimento, pensate con che costi e noi qui ci arrovelliamo in una discussione ... 900.000 tonnellate che noi portiamo in giro per il mondo solo dalla provincia di Pesaro con spese enormi da parte delle nostre imprese, mentre un’azienda posta a 300 metri, fuori dal nostro confine, in un altro Stato, ma inglobato all’interno della nostra nazione, ci ridà indietro per un anno 2.400 tonnellate perché non le vuole più portare in Lombardia, costa troppo, riverbandosi anche sulle nostre imprese. Sono le nostre imprese che portano lì la carta, più costa lo smaltimento più pagano.
Ci chiedono di ospitare transitoriamente 2.400 tonnellate su 1 milione che noi produciamo e questo desta scalpore, possiamo discutere di tutto quello che vogliamo, ma questa cosa va ricondotta a quelli che sono i termini. Se poi il Consiglio la vuole approvare l’approva, se non la vuole approvare domani scriviamo a San Marino dicendo che il Consiglio non ha approvato ed i rifiuti deve portarli in Lombardia, però è ora che lo andiamo a dire alle nostre imprese che noi non abbiamo gli impianti, non abbiamo il riciclaggio, non abbiamo la lavorazione, per cui pagano il triplo di quello che dovrebbero pagare e che pagano altre regioni a noi vicine. Quindi, dovremmo iniziare a riflettere su come farvi fronte. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Antonini.

Andrea Maria ANTONINI. Grazie, Presidente. Intervengo in qualità di Presidente di Commissione, ero anche il relatore di questa proposta di atto amministrativo che, come sappiamo bene e come ha ricordato anche l’Assessore Aguzzi, ha avuto il parere negativo della Commissione per cui di fatto sono decaduti i relatori.
Prendo lo stesso la parola per dire innanzitutto che condivido la totalità dell’intervento dell’Assessore Aguzzi, sia nei termini dell’atto che per tutto ciò che in un certo senso riguarda le politiche dei rifiuti della Regione Marche, le problematiche, le emergenze, ciò che effettivamente c’è da fare anche nell’immediato.
Siamo di fronte ad una situazione per la quale, purtroppo, dobbiamo rivolgerci sempre più fuori, esternamente e questo per una mancanza, ormai abbastanza chiara, da diversi anni, di una pianificazione, anche regionale, del sistema rifiuti che attraverso tutti i vari livelli evidentemente … Sotto alcuni aspetti ha funzionato, soprattutto nella parte della raccolta dei rifiuti, ma ad oggi non può essere solamente un’azione sufficiente per dare delle risposte al territorio, per tutto il resto si sono evidenziate e si evidenziano quotidianamente delle lacune molto gravi che portano anche a immaginare e a denunciare in maniera legittima, anche se opinabile, l’ingresso di 3.100 tonnellate nel territorio come qualcosa di pesante, pericoloso. In un contesto anche mentale, sereno e tranquillo, perché le cose vanno bene, potete capire ed immaginare tutti, chi un minimo ha avuto a che fare nella propria esperienza amministrativa con i rifiuti, che 3.000 tonnellate sono veramente il nulla rispetto alle quantità di rifiuti che siamo abituati a trattare in entrata o in uscita annualmente nel nostro sistema regionale.
Ripeto, questo si va ad inserire in una situazione che di fatto crea un allarme costante sul territorio e l’augurio è che ben presto …, ma dalle parole dell’Assessore sono abbastanza rassicurato, lui sa benissimo che può contare sulla parte legislativa di maggioranza e, sono convinto, anche sulla Commissione perché è interesse di tutti gli amministratori regionali cercare di dotare finalmente le Marche di un sistema pienamente efficiente, che possa dare delle risposte e soprattutto tranquillizzare e mitigare delle reazioni sociali e politiche sul territorio che non fanno bene a nessuno. Non fa bene all’ambiente, non fa bene all’economia, non fa bene alla serenità e lucidità di noi amministratori perché spesso tirati per la giacchetta da una parte e dall’altra per questioni ambientali territoriali - parlo di sinistra, di destra, di centro, di alto e basso - tirati da associazioni, da Comuni, da situazioni un po’ così, da comitati, non si ha quella lucidità che dovrebbe esserci nell’affrontare con equità, con giustizia i problemi importanti del territorio.
Ho fatto questa lunga premessa per dire che è anche normale e naturale che ci possano essere dei dubbi su un atto perché, ripeto, va ad insistere su una situazione di per sè un po’ fragile, dall’altro però bisogna dargli il giusto peso. Ed il giusto peso ci dice che approvare una richiesta di incremento di 3.100 tonnellate di rifiuti, comunque speciali, non pericolosi, che creano una movimentazione di pochi tir in più rispetto a quello che è il flusso attuale, incide veramente in maniera molto marginale, in più andiamo anche rispettare il principio di prossimità. Da San Marino dove pretendiamo che vengano portati i rifiuti? In Lombardia? In Svizzera? In Svezia? E’ normale che ci si rivolga agli impianti di prossimità, è la stessa legge che richiede in maniera ferma che tale principio venga rispettato, non vengono portati rifiuti a Relluce di Ascoli Piceno o a Ponzano di Fermo, vengono portati a Tavullia che dista qualche chilometro da San Marino e questo per il principio di prossimità.
Tra l’altro una convenzione che è stata firmata anni fa e credo che nel momento in cui sia stata fatta non c’erano state particolari obiezioni, una convenzione che rientra in accordi più generali, parliamo addirittura internazionali, tra il Governo italiano e la Repubblica di San Marino sul discorso della cooperazione nel campo della protezione ambientale. Sono tutti dati che noi non possiamo non riconoscere o ridurre a delle semplici dinamiche locali, che si inseriscono in una situazione precaria e fragile, questa è la giustificazione di fatto, però se andiamo a misurarne il peso effettivo capiamo che questo atto amministrativo ha il peso di una piuma rispetto a situazioni molto più pesanti di materiali che hanno un peso specifico maggiore e che dovremo, questi sì, affrontare e demolire con attenzione, precisione e con una certa urgenza.

PRESIDENTE. Ha la parola la Consigliera Vitri.

Micaela VITRI. Anch’io intervengo anche se non più come relatrice di minoranza. In Commissione molti Consiglieri di maggioranza hanno votato con noi, ed è stata la prima volta in cui la maggioranza si è completamente spaccata, divisa.
Noi abbiamo votato contro questo atto non per motivi tecnici, non nel merito, perché io riconosco e condivido quasi ogni parola dell’Assessore Aguzzi, effettivamente non sono, come ha detto il Consigliere Antonini, 3.100 tonnellate, ma addirittura meno, sono 2.400 perché si passa dall’accordo che prevedeva 3.100 tonnellate - un accordo della Giunta Spacca - e per la prima volta, non è mai successo dal 2013, e si arriva a 5.500 tonnellate, sono 2.400 tonnellate di rifiuti speciali in più, quasi 15 camion, nulla per una discarica come quella di Tavullia.
Vorrei anche sottolineare che in tutto ciò il ruolo dell’azienda che gestisce la discarica Marche Multiservizi è irrilevante, nel senso che la società non può rifiutarsi di smaltire questi rifiuti, c’è un accordo tra la Repubblica di San Marino e la Regione Marche, quindi la discarica non può fare altro che smaltirli anche perché 15 camion non hanno davvero nessun impatto nella discarica, per cui sono anche d’accordo con tutto ciò che ha dichiarato l’Assessore Aguzzi, non possiamo fare altro che riceverli.
Effettivamente il problema principale non sono questi 15 camion, ma il Piano della gestione rifiuti, dobbiamo prendere in considerazione la difficoltà che ha tutta la nostra regione nello smaltimento dei rifiuti negli impianti, che allo scopo dovranno essere disposti nei prossimi anni.
Ma in questo caso specifico il problema non sono le 2.400 tonnellate, cioè nulla, ma è una questione politica perché siamo stati qua in un Consiglio regionale per ore a discutere di una mozione su una presunta discarica nell’alto Montefeltro, sulla richiesta di una presunta cartiera di San Marino, richiesta mai pervenuta. C’erano solo degli atti di due Consigli comunali dei Comuni dell’alto Montefeltro che preventivamente avevano detto no ad un’eventuale richiesta di discarica e noi ne abbiamo discusso per una mattinata intera, tutto ciò solo per fare in modo che qualche Consigliere di maggioranza facesse il paladino dell'alto Montefeltro, quindi, mi dispiace, Assessore Aguzzi, ma noi siamo qua a parlare di atti concreti, non possiamo permettere che da una parte si predichi bene e dall’altra si razzoli male perché c’è chi fa il paladino dell’alto Montefeltro e ci fa votare una mozione, a cui tutti abbiamo dato il consenso, siamo tutti contrari ad un’altra discarica nell’alto Montefeltro, e poi si approva l’aumento dei rifiuti che arrivano da una cartiera di San Marino, perché poi ci è stato spiegato in Commissione che queste 2.400 tonnellate arriveranno dalla Cartiera Ciacci della Repubblica di San Marino.
Ribadisco il nostro no a questa proposta, non è per lo smaltimento di questi rifiuti, per l’integrazione all’accordo del 2013, anche se è la prima volta che avviene. Sarei stata la prima anche a dire sì, votiamo favorevolmente perché l’impatto nel territorio è minimo, non possiamo rifiutare, ma dobbiamo anche essere un minimo coerenti nel tutelare il territorio. No ad una presunta inesistente richiesta di discarica, parlare di rifiuti inesistenti, tutti diciamo no, poi quando i rifiuti sono concreti e arrivano in discarica a Tavullia diciamo sì, questo non ci sta bene, quindi sarò la prima a dire no a queste 2.400 tonnellate di rifiuti speciali che arriveranno per il 2021.

PRESIDENTE. Ha la parola la Consigliera Ruggeri.

Marta RUGGERI. Grazie, Presidente. Noi come movimento politico diciamo no nel merito di questa delibera, non per motivi strumentali o di contrapposizione politica con un singolo Consigliere o su una singola mozione.
La storia parte da lontano perché facevamo opposizione in Consiglio comunale all’allora Sindaco Aguzzi, era il 2013, quando l’Aset, che è la società di servizi del Comune di Fano, stipulò un contratto per lo smaltimento di 8.000 tonnellate di rifiuti speciali dall’Abruzzo, all’epoca Aguzzi era Sindaco, adesso è Assessore all’ambiente e si ripropone lo stesso modus operandi.
Volendo guardare anche un po’ più concretamente quello che questo atto dice, vi pregherei tutti di andare a leggere l’istruttoria, avete letto cosa dice?
Si parla di carenze nelle nostre discariche e dice che sussiste in particolare nelle province del sud delle Marche, tanto che le quote di rifiuti speciali disponibili nelle discariche delle province a nord tendono sempre più ad assumere un ruolo strategico, che supera la sola visione a scala di ambito territoriale provinciale a beneficio dell’intero bacino regionale, conformemente alle previsioni del vigente Piano regionale.
Questo vuol dire che nel sud delle Marche ci sono poche discariche, le nostre del nord sono strategiche e non vanno riempite con rifiuti che provengono da fuori regione, così come, si è dato l’avvio purtroppo anni fa, abbiamo rimpinzato le discariche di Urbino e di Tavullia e nel Piano d’ambito che è stato approvato dall’Ata vedremo che fine farà, si pensa di continuare con questo sfruttamento irresponsabile, permettetemi l’utilizzo di questo aggettivo, per i prossimi sei anni?
Quindi, queste 2.400 tonnellate in più di rifiuti industriali, che arrivano nel 2021, sono solo la punta dell’iceberg di una programmazione e gestione dei rifiuti che noi riteniamo irricevibile.
Spero di essere stata chiara e spero che questa maggioranza cambi presto rotta perché su questo noi non arretreremo di un centimetro e porteremo avanti questa battaglia in questa sede, ma anche tra i cittadini, se non cambierete linea.
Non è una delibera, come definita dall’Assessore, che parla di una quantità risibile, una tantum, è vero, ma dietro che cosa c’è? Lo sappiamo tutti che cosa c’è, una politica che va avanti da quattro anni e si prevede di portarla avanti per altri sei. Non vedo tanta discontinuità, anzi non la vedo per niente, quindi, nel merito noi voteremo contro, ci tengo a sottolinearlo perché tutto il resto non ci interessa, ci interessa il merito e nel merito non siamo d’accordo. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Assenti.

Andrea ASSENTI. Grazie, Presidente. Anch’io intervengo quale membro della III^ Commissione, abbiamo fatto un bel ragionamento la settimana scorsa, due settimane fa, su questo tema.
Non penso che sia come rappresenta la Consigliera Ruggeri nel suo ultimo intervento, penso che la discontinuità abbia già avuto inizio su questo tema e lo dico con dei fatti concreti, delle notizie certe, Passiamo dagli ultimi sei anni in cui non è stato redatto alcun tipo di Piano d’ambito, pur essendo stato richiesto da diversi anni. C’era l’istituzione fantomatica dell’ipotesi Marche nord e Marche sud e non è stato fatto, tutto ha fatto saltare il tavolo, quindi, c’è una vera e propria discontinuità con a capo l’Assessore Aguzzi, il quale ha già detto in questa Assemblea di voler attivare quanto prima il Piano delle discariche d’ambito su tutte e cinque le province, prima di poter attivare i poteri sostitutivi che sono in capo alla Regione, nell’ipotesi in cui ciò non avvenisse ha un potere di sostituzione immediata e diretta. Quindi tutte le Ata si sono attivate, si stanno attivando e ciascuna ha redatto il proprio Piano.
Ricordo benissimo, visto che viene citato sempre il sud delle Marche in materia di rifiuti e di discariche, che questo rapporto di mutuo soccorso non é stato attivato con le altre province, anzi siamo stati per lo più bistrattati per tantissimi anni e per tantissime tonnellate, che purtroppo abbiamo dovuto smaltire e scaricare fuori regione con un prezzo di 125 euro a tonnellata, considerando che la maggior parte delle spese erano per il trasporto.
Quindi, arriviamo a dare esecuzione, così come abbiamo fatto prima nelle opere pubbliche, in cui abbiamo dato esecuzione ad un vecchio Piano poi riportato e votato, anche qui diamo seguito a quello che era un vecchio contratto, una vecchia convenzione del 2013 per un tonnellaggio risibile, talmente risibile che 15 camion in un anno, una tantum, non portano né sacrificio ambientale né sacrificio economico, ma soltanto quel rapporto di gestione, di mutuo soccorso, di rapporti tra enti, che in questo caso fa sì che ci sia una sorta di collaborazione diretta.
Non vedo tutto questo disastro, questa mancata discontinuità o che sia addirittura risibile, penso che dovremmo dare seguito a questa delibera.
L’Assessore Aguzzi in questa delibera ha portato tutto quello che di giusto c’è, la condivido, l’abbiamo condivisa in toto in Commissione anche se più che parlare di una spaccatura di maggioranza, non ne parlerei Consigliera Vitri, parlerei più che altro di una valutazione geopolitica territoriale, questo sì, me lo conceda, perché si dà il caso che solo su una zona territorialmente individuata è nato il problema.
Ad onor del vero penso che la serenità dovrebbe catturare tutti i nostri cuori ed animi nel nostro agire amministrativo e ritengo che questa sia una delibera da votare immediatamente all’unanimità.

PRESIDENTE. Non ci sono altri interventi.
Ha la parola, per dichiarazione di voto, il Consigliere Antonini.

Andrea Maria ANTONINI. Ringrazio il capogruppo Marinelli e esprimo a nome della Lega parere favorevole, anche dopo la discussione che c’è stata.
Voglio solamente puntualizzare una cosa, lo dico con estrema tranquillità e serenità, non vorrei, dato che la Consigliera Vitri ha evidenziato l’aspetto della frattura all’interno della maggioranza su questo atto, che su delle normali questioni, che prima ho detto che riguardano in maniera legittima problemi che insistono il territorio, soprattutto la provincia in questo caso, in considerazione del fatto, non nascondiamoci dietro un dito, che tutte le persone che hanno espresso dei dubbi o delle posizioni anche abbastanza chiare provengono dalla provincia in cui oggettivamente e fisicamente c’è la discarica in oggetto e quindi l’atto di cui stiamo parlando oggi.
Non vorrei che all’interno di queste dinamiche - che dico essere rispettabili e da rispettare perché non è facile per chi non conosce certe situazioni, certi meccanismi del territorio avere la capacità critica o di interpretazione – si infilasse il Partito Democratico in maniera più o meno pretestuosa, anche perché la Consigliera Vitri ha detto determinate cose che in Commissione erano un po’ differenti, soprattutto sull’aspetto della quantità e le motivazioni del voto negativo, che riporto, perché ho la dichiarazione scritta: “Ritengo però sbagliato aumentare il conferimento nelle nostre discariche - spiega nel dettaglio che si passa da 3.100 a 5.000 rifiuti speciali, eccetera - nell’interesse del territorio al fine di evitare precedenti pericolosi, non voterò questa proposta”, mentre oggi ha detto che non è per il PD una quesitone di quantità di smaltimento, invece nella dichiarazione di voto a nome del Partito Democratico ha detto che la motivazione era relativa ad un aumento dei rifiuti da portare in discarica.
Non vorrei che nel frattempo su questo cambio di motivazione sia intervenuta la volontà del Partito Democratico di volersi inserire in maniera strumentale all’interno di una discussione, di un dibattito del tutto naturale ed anche sincero, genuino, non mascherato perché noi non facciamo le cose sotto banco o di nascosto. Se ci sono dei problemi, e ci possono stare, è perché ci sono tante sensibilità diverse, anche visioni e ogni tanto, soprattutto quando il problema viene declinato a livello territoriale, possono emergere delle posizioni differenti.
Sapete benissimo che quando è il territorio ad essere oggetto delle attenzioni e degli atti amministrativi spesso si porta dietro anni di battaglie, di posizioni diverse, di contrapposizioni, di partigianerie, tutto ciò che è retaggio dell’attività politica che ognuno di noi ha svolto in tanti anni di amministratore locale.
Quindi, ribadendo il voto favorevole della Lega, invito il Partito Democratico magari a ripensare, a non insinuarsi in maniera così pretestuosa in altre situazioni ed a votare secondo coscienza in quanto dice che è un atto giusto e assolutamente da approvare.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, la Consigliera Vitri.

Micaela VITRI. Vorrei chiarire le motivazioni della mia contrarietà. Come ho detto in Commissione, e lo ribadisco, la quantità di rifiuti è minima, siccome nel confronto in Commissione si tendeva a sminuire eccessivamente, ho evidenziato che in realtà erano pochi fino ad un certo punto perché se l’accordo prevedeva 3.100 tonnellate in un mese si sarebbe raddoppiato, da 3.100 a 5.500 è quasi un raddoppio.
Quindi, contrari nel merito perché comunque non siamo mai favorevoli all’aumento di rifiuti da smaltire nella nostra regione in arrivo da altri territori, questo mi sembra condivisibile, eravamo tutti d’accordo, ma anche nel metodo per una quesitone politica che ho evidenziato prima, proprio perché da una parte si tende ad evidenziare la necessità di difendere il territorio, dall’altra, nei fatti, arriva una delibera con cui si aumentano i rifiuti.
Vorrei cogliere questa occasione per rivolgermi anche al Presidente Acquaroli a proposito di questo atto, che mi sembra un po’ emblematico di come sta lavorando questa Giunta e vorrei chiedergli di verificare ciò che fanno i suoi Consiglieri di maggioranza perché sembrano completamente slegati dalla Giunta, in tutto, non solo in questo atto. Vedo Consiglieri che presentano degli atti e Assessori che fanno tutt’altro, al tempo stesso all’interno della Giunta ci sono Assessori che si affannano a promuovere la campagna di vaccinazione e altri che invece lanciano messaggi no vax con una leggerezza paurosa e preoccupante. Ciò sta avvenendo un po’ su tutti i fronti, in vari ambiti ci sono messaggi discordanti, non solo a livello ambientale, ma anche sanitario, per cui in questo caso specifico chiederei anche al Presidente Acquaroli di verificare ciò che fa la sua maggioranza.
Tornando all’atto specifico, ribadisco che voteremo contrariamente sia per l’ammontare di rifiuti che verranno smaltiti nella discarica di Tavullia che per la questione di principio che ho evidenziato poco fa.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, il Consigliere Assenti.

Andrea ASSENTI. Grazie, Presidente. A coloro che voteranno contrariamente questa delibera vorrei suggerire un paragone, vorrei ricordargli, forse qualcuno non se lo ricorda, che 19 mesi fa l’allora maggioranza di centro-sinistra con l’Assessore competente addirittura ci propinò, nero per tabulas, nero su bianco un accordo per prendere circa 35 mila tonnellate di trattamento e abbancamento dall’AMA di Roma, questo fu votato nelle nostre Ata e non ci fui alcun tipo di imbarazzo da parte dell’allora Giunta regionale. Non per questo dovete agire in continuità, ma sicuramente il principio cardine che ha fondato negli anni la politica dei rifiuti di questa Regione è la medesima, quindi, se è vero che c’è continuità, perché noi lo abbiamo fatto e lo abbiamo dimostrato con gli atti, votando con il Piano triennale tutte quelle opere che erano state pensate per essere messe a terra, ed è stato fatto, non si capisce come mai voi non riuscite nemmeno ad atterrare 2.100 tonnellate se non per una questione pretestuosa e politica.
Il voto di Fratelli d’Italia è fermamente favorevole.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, la Consigliera Ruggeri.

Marta RUGGERI. Grazie, Presidente. Noi voteremo contro, però ci tengo anche a sottolineare una cosa che non mi torna, l’Assessore Aguzzi ha dichiarato in quest’Aula, pochi minuti fa, che nelle discariche della nostra provincia vengono portati rifiuti speciali al 50% dei rifiuti urbani, come prevede il Piano regionale dei rifiuti, questa cosa non corrisponde al vero perché nel 2017 è stato firmato un protocollo con una bella deroga. Questo è un atto dell’Ata 1, in effetti è da quattro anni che si lavora in deroga ed il nuovo Piano predisposto dall’Ata 1 prevede che ci sia una deroga anche per i prossimi sei anni, quindi, torno a dire che la linea tracciata è sempre la stessa, non c’è discontinuità, vengono usate le discariche per fare cassa, far fare utili ai gestori e noi avremo un problema grossissimo per la gestione dei rifiuti visto che nelle basse Marche c’è già questo problema, quindi, dovremmo trattare le discariche del nord come se fossero dei gioielli e mantenerle attive, vive il più lungo possibile, perché ci servono, non rimpinzarle di rifiuti, che poi l’Assessore ha detto sono i rifiuti nostri, ma chi l’ha detto, sono rifiuti che provengono da tutta Italia, di questo ce ne rendiamo conto?
Scusate se mi accaloro, però questo è un tema importantissimo, fondamentale per la provincia da cui provengo. Mi sembra che in quest’Aula non siano state date neanche le informazioni corrette e un dibattito non può essere viziato da informazioni scorrette, bisogna parlare di quella che è la situazione, che non è quella descritta dai Consiglieri di maggioranza e non è neanche quella descritta dall’Assessore Aguzzi, c’è una deroga a cui attingiamo da quattro anni e ne è prevista una per i prossimi sei, quindi, di cosa parliamo in quest’Aula? Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, il Consigliere Rossi.

Giacomo ROSSI. Il mio intervento interessa perché all’improvviso è calato il silenzio, lo faccio per riportare tutto nella verità e rispondere anche ad alcuni titoli di giornale e ad alcune illazioni un po’ troppo edulcorate.
Il mio voto contrario in Commissione non è stato assolutamente un attacco nei confronti dell’Assessore Aguzzi, che ha tutta la mia stima e con il quale ho un ottimo rapporto e credo che lui stesso lo possa confermare, quindi, esprimo la massima fiducia nei confronti dell’Assessore Aguzzi e nei confronti di questa maggioranza che chiaramente all’interno ha anche un confronto, non siamo nella Bulgaria negli anni ’60 in cui c’era il Parlamento, il Soviet supremo, questa è una storia che appartiene ad una sinistra e non certo ad una destra libera e liberale come la nostra, però ci tengo a precisarlo.
Diciamo che ancora non c’è una pianificazione generale dei rifiuti, c’è stata una comunicazione che io ho considerato essere abbastanza frettolosa per cui ho ritenuto opportuno votare contro, avendo dei dubbi, anche perché riguardava il mio territorio, dubbi che adesso sono stati in parte sanati anche dall’intervento dell’Assessore, che ha ben spiegato di cosa si tratta.
Rispondo alla Consigliera Vitri che fa dei paragoni che non hanno senso perché un conto è autorizzare una discarica, anche se non c’era l’ufficialità, ma era paventata, era stata richiesta anche dalla stessa ditta, un conto è dare l’autorizzazione a dei camion, sono due ambiti ben diversi, potete capire che sono due ambiti totalmente differenti. Quindi, respingo qualsiasi titolo o illazione di sfiducia nei miei confronti per quanto riguarda l’Assessore Aguzzi, è stata una mia scelta personale, che ho maturato per i fattori che vi ho riportato. Io voglio continuare a collaborare e continuo a collaborare insieme all’Assessore ed a questa maggioranza.
Questo era doveroso precisarlo perché uno poi può dire: perché non hai chiarito, perché non sei intervenuto? Io l’ho fatto in maniera molto chiara e non ho nessun problema a farlo, come non ho nessun problema a confrontarmi in maniera molto libera con questa maggioranza. Grazie.

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione.
Proposta di atto amministrativo n. 25. La pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

(Comunicazioni ai sensi dell’articolo 44 comma 4 del Regolamento interno)

PRESIDENTE. Adesso ci fermiamo per consentire la sottoscrizione dell’atto di costituzione del distretto biologico, è una deroga eccezionale che abbiamo permesso per consentire una modalità più confacente possibile, tenuto conto anche dell’emergenza Covid. Quindi, noi lasciamo l’Aula per consentire a tutti i sottoscrittori, oltre 25 soggetti, la stipulazione del relativo atto costitutivo. Ciò va nella direzione di quanto detto prima e del fatto che la data era stata stabilita per lunedì 13, tenuto conto che non era giorno di Consiglio, poi spostato per un’esigenza legata alla programmazione dell’attività degli atti necessari all’approvazione e alla discussione della legge di bilancio.
La data del Consiglio è stata fissata per oggi, data in cui era prevista anche la costituzione del distretto biologico, quindi, dobbiamo sospendere, per precauzione interrompere l’attività e terminarla qui per questo motivo specifico perché dovremmo consentire di nuovo la sanificazione dell’Aula, cosa che determinerebbe un lungo periodo oltre la stipula dell’atto stesso.
Ha la parola la Consigliera Casini.

Anna CASINI. Grazie, Presidente. Vorrei che anche i colleghi mi ascoltassero, trovo molto grave che il Consiglio venga espropriato del proprio spazio, perché noi interrompiamo i lavori dell’Aula per consentire una stipula che in altri tempi sarebbe stata svolta in una delle sedi prestigiose della Giunta, che non a caso sono separate dall’Aula consiliare.
Farci espropriare mentre ci sono i lavori dell’Aula per stipulare un contratto importantissimo sul biologico … il mio Assessorato ci mise oltre 100 milioni di euro nel primo anno su 500 che ne avevamo, per cui ci tengo particolarmente perché ritengo che sia un obiettivo meraviglioso, però o il Consiglio era invitato a partecipare alla stipula oppure l’Assessore se la fa a casa sua, cioè in Giunta. L’Assessore non è neanche Consigliere, come tutti sappiamo, quindi secondo me è una gravissima offesa istituzionale, molto grave!

PRESIDENTE. Torno a precisare le motivazioni: la data di stipula era lunedì 13, giorno in non era previsto il Consiglio regionale, previsto generalmente il martedì.
La scelta dell’Aula del Consiglio è dettata dal numero di coloro che vengono a sottoscrivere, al numero dei soggetti.
Credo che dobbiamo rendere la cosa più positiva possibile visto che tanto avverrà fra pochi minuti, ovviamente i Consiglieri regionali che vogliono rimanere, sia per celebrare il momento importante dell’attività della Regione che per verificare l’andamento della stipula notarile, credo che possono farlo.
Ha la parola il Consigliere Biancani.

Andrea BIANCANI. Vorrei solamente dire che noi abbiamo ribadito la nostra contrarietà all’utilizzo di questa sala nel corso della Conferenza dei Presidenti dei gruppi ed abbiamo chiesto che questo non sia un precedente perché non esiste che la Giunta utilizza la sala del Consiglio per fare le proprie attività.
Volevo dire che sia io che il capogruppo Mangialardi l’abbiamo fatto presente perché è una cosa che non deve avvenire, non è mai avvenuta e ci auguriamo che non avvenga mai più.

La seduta è tolta.

La seduta termina alle ore 15,10