Resoconto della seduta n.50 del 13/12/2016
SEDUTA N. 50 DEL 13 DICEMBRE 2016

La seduta inizia alle ore 10,30

Presidenza del Presidente
Antonio Mastrovincenzo

Comunicazioni del Presidente

PRESIDENTE. Colleghi buona giornata, dichiaro aperta la seduta n. 50 del 12 dicembre 2016.
Comunico che è stata presentata la seguente proposta di legge regionale:
n. 98 in data 12 dicembre, ad iniziativa della Giunta regionale, concernente: "Assestamento del bilancio di previsione 2016-2018", assegnata alla I Commissione assembleare permanente in sede referente, al Consiglio delle Autonomie locali per l'espressione del parere di cui all'articolo 11, comma 2, lettera a) della legge regionale n. 4/2007 e al Consiglio regionale dell'economia e del lavoro per l'espressione del parere di cui all'articolo 4, comma 1, lettera b) numero1) della legge regionale n. 15/2008.
Il Presidente della Giunta regionale ha promulgato, in data 7 dicembre, le seguenti leggi regionali:
- n. 28, concernente: “Istituzione di un nuovo Comune mediante fusione dei Comuni di Barchi, Orciano di Pesaro, Piagge e San Giorgio di Pesaro, ai sensi dell'articolo 2, comma 1, lettera A) della legge regionale 16 gennaio 1995, n. 10 "Norme sul riordinamento territoriale dei Comuni e delle Province nella Regione Marche”;
 n. 29, concernente: “Istituzione di un nuovo Comune mediante fusione dei Comuni di Montemaggiore al Metauro, Saltara e Serrungarina, ai sensi dell'articolo 2, comma 1, lettera A) della legge regionale 16 gennaio 1995, n. 10 "Norme sul riordinamento territoriale dei Comuni e delle Province nella Regione Marche”.

Saluto alle scuole

PRESIDENTE. Saluto i bambini presenti della classe V B della Scuola primaria “Edmondo De Amicis” di Ancona Istituto comprensivo Novelli.

(Applausi)

PRESIDENTE. Buongiorno a voi ed alle vostre insegnanti.

Interrogazione n. 284
ad iniziativa del Consigliere Rapa
“Piano provinciale attività estrattive della Provincia di Macerata”
(Svolgimento)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca l’interrogazione n. 284 del Consigliere Rapa.
Ha la parola, per la risposta, l’Assessore Bora.

Emanuela BORA. Grazie Presidente. In merito all’interrogazione si rappresenta: sul primo punto le notizie a cui si fa riferimento riguardano principalmente la situazione dell’area di Cingoli-Treia.
Dagli articoli di stampa discendono obiezioni ed interrogativi vari, se le cave abbiano “cancellato il sistema di smaltimento delle acque costruito nei secoli”.
Sicuramente prima che delle cave è stata l’agricoltura estensiva ed intensiva a modificare il regime superficiale delle acque. In ogni caso le cave, finché i vincoli di legge e le previsioni di Prg lo consentono, possono essere aperte e i progetti valutano lo smaltimento delle acque sia in fase di Via che in fase di autorizzazione, secondo una procedura lunga e articolata che coinvolge, tra l’altro, tutti i soggetti pubblici e privati interessati.
Sull’obiezione che nelle aree in esame sorgano “veri e propri capolavori della storia e dell’architettura”, va ribadito che le attività estrattive sono realizzate in conformità ai vincoli di protezione imposti dagli enti preposti (le Soprintendenze) e che i Comuni, con i loro Prg stabiliscono le destinazione d’uso per i terreni su cui vengono autorizzate le cave quale “area agricola”.
Sulle considerazioni in ordine alla necessità di considerare in maniera diversa rispetto agli anni passati la relazione tra attività estrattive e territorio, la Regione sostiene che, dati anche i rilevantissimi residui di materiale ancora da scavare derivanti dal Piano regionale del 2002, un’eventuale nuova pianificazione non potrebbe ricalcare quella approvata nel 2002 essendo cambiate le esigenze del territorio, la situazione economica e dunque la visione strategica con cui affrontare le tematiche legate al settore delle costruzioni, passando dal concetto di “nuova edificazione” a quello di ristrutturazione, manutenzione, messa in sicurezza e rivalutazione dell’esistente.
Sulla questione sollevata a proposito del recupero delle cave dismesse da parte della Provincia di Macerata - a cui fa riferimento la stampa - si fa presente che la Regione Marche ha promosso un percorso per arrivare alla sistemazione di cave dismesse utilizzando gli introiti provenienti dagli stessi cavatori. Inoltre va specificato che recuperare cave dismesse significa sistemare un sito in particolari condizioni di degrado senza estrarre nuovamente, cosa ben diversa dall’autorizzare.
Sul secondo punto, la Regione ha, fin dal suo coinvolgimento nella fase iniziale di valutazione ambientale strategica del Programma oggetto di discussione, espresso la sua contrarietà motivandola sostanzialmente, così come riportano le testate giornalistiche, in due punti principali:
1) l’impossibilità di aggiornare il Programma provinciale prima dell’eventuale aggiornamento o nuovo Piano regionale delle attività estrattive;
2) la mancata trasmissione del Programma provinciale al Presidente della Giunta regionale per la verifica di compatibilità con gli strumenti di pianificazione regionale, ai sensi dell’articolo 15 della legge regionale n. 46/1992.
Al momento l’unico iter percorribile da parte della Regione Marche è l’impugnativa al Presidente del Consiglio dei Ministri delle determine dirigenziali della Provincia di Macerata relative alla conclusione delle Conferenze di servizi delle procedure messe in essere.
Sul terzo punto dell’interrogazione, cioè sulla possibilità di trovare i presupposti giuridici per dichiarare il provvedimento maceratese non valido, la P.F. cave, anche a seguito del quesito posto dal Comune di Cingoli, che chiede la legittimità o meno del Ppae di Macerata, ha rivolto istanza al Servizio attività normativa e legale dell’ente. Detta struttura si è espressa al riguardo attraverso il parere del Comitato tecnico per la legislazione che sinteticamente conclude “l’aggiornamento di un Ppae, in quanto atto di programmazione economica provinciale che incide sull’attuazione di un programma regionale, una volta adottato deve essere fatto oggetto della verifica di compatibilità di cui al predetto articolo 15 della legge regionale 46/92, che, per come è configurata costituisce un vero e proprio controllo preventivo condizionante il sorgere dell’efficacia dell’atto. Ne consegue che, in mancanza dell’espletamento della suddetta procedura, l’atto in argomento è inefficace in quanto non ancora sottoposto al previsto controllo preventivo. Pertanto, non potendo il Programma provinciale ancora dispiegare i propri effetti, mancano i presupposti perché il Comune - nel caso di Cingoli - possa validamente procedere al rilascio di autorizzazioni richieste sulla base di quanto previsto dall’aggiornamento del Ppae”.
Di quanto sopra è stata data comunicazione al Comune richiedente ed alla stessa Provincia di Macerata.

RESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno, il Consigliere Rapa.

Boris RAPA. Ringrazio l’Assessore per la risposta precisa e mi ritengo soddisfatto. Grazie.

Interrogazione n. 328
ad iniziativa del Consigliere Giancarli
“Servizio sostitutivo della tratta ferroviaria Ancona Centrale-Ancona Marittima”
(Svolgimento)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca l’interrogazione n. 328 del Consigliere Giancarli.
Ha la parola, per la risposta, l’Assessore Sciapichetti.

Angelo SCIAPICHETTI. Relativamente all’interrogazione del Consigliere Giancarli, che ringrazio, proprio questa mattina abbiamo fatto un incontro con gli enti e le istituzioni interessati per il servizio sostitutivo della tratta ferroviaria Ancona-Ancona Marittima e stiamo trovando una soluzione che possa andare nella direzione auspicata dal Presidente Giancarli per lo meno per l’anno 2017, poi ovviamente vedremo il da farsi.
Questo è un problema aperto dall’anno scorso, stiamo cercando di trovare la soluzione.
Vengo adesso da un incontro che è stato convocato dall’ufficio su questo tema il cui risultato è stato interlocutorio, però c’è la disponibilità a trovare la soluzione per il 2017 più o meno così come indicata dal Presidente Giancarli e anche auspicata dalla Regione.
Stiamo lavorando per questo e nei prossimi giorni vedremo gli sviluppi ed eventualmente ritorneremo sull’argomento per concludere la trattativa. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno, il Consigliere Giancarli.

Enzo GIANCARLI. Grazie Presidente. Assessore, la ringrazio. Come ho avuto modo di dirle mi dispiace anche renderla partecipe dei disagi che si verificano nel nostro territorio, nella nostra regione, però è il suo ruolo che di fatto richiede una attenzione particolare.
La volta scorsa l’ho ringraziata per la questione del bar nella stazione ferroviaria di Falconara Marittima ed oggi la ringrazio per le parole da lei pronunciate perché sono certo che il diritto di queste persone ad essere trasportate fino al centro della città senza costi aggiuntivi, come diceva lei, in sinergia anche con altri soggetti, quindi Regione Marche, Autorità portuale, aziende di trasporto, istituzioni locali, possa essere garantito.
Qui c'è anche un ragionamento, ho sentito ora una battuta del Consigliere Maggi, legato al ripristino di alcune tratte ferroviarie abbandonate da tempo ed è dimostrato che è difficile metterle in funzione. Anche nelle Marche abbiamo esperienze positive, cito per tutte la tratta Ascoli Piceno-San Benedetto del Tronto-Porto d’Ascoli che con l’elettrificazione e gli investimenti della Regione oggi svolge un ruolo importantissimo per quelle comunità.
Assessore, il suo equilibrio e la sua serietà mi fanno ben sperare per una risposta certa, come auspico e credo che ci sarà, anche dalle sue parole, oltre sul trasporto stazione centrale di Ancona-centro città di Ancona, anche una prospettiva più ampia del servizio delle ferrovie e quindi del trasporto su ferro. Grazie.

Interrogazione n. 291
ad iniziativa dei Consiglieri Malaigia, Zaffiri, Zura Puntaroni
“Farmacia rurale di Monteleone di Fermo: procedura concorsuale ancora non attivata nonostante gli impegni presi dell’Assemblea legislativa”

Interrogazione n. 308
ad iniziativa dei Consiglieri Giacinti, Giancarli
“Provvedimenti della Giunta regionale in relazione alla farmacia rurale del Comune di Monteleone di Fermo”


Interrogazione n. 314
ad iniziativa della Consigliera Marcozzi
“Farmacia rurale Monteleone di Fermo”

Interrogazione n. 326
ad iniziativa della Consigliera Marcozzi
“Provvedimenti urgenti per la farmacia rurale Monteleone di Fermo”
(abbinate)
(Svolgimento)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca l’interrogazione n. 291 dei Consiglieri Malaigia, Zaffiri, Zura Puntaroni, l’interrogazione n. 308 dei Consiglieri Giacinti Giancarli, e le interrogazioni n. 314 e 326 della Consigliera Marcozzi, abbinate.
Ha la parola, per la risposta, il Presidente Ceriscioli.

Luca CERISCIOLI. Sono molte le interrogazioni abbinate che chiedono di poter riassegnare la farmacia rurale Monteleone che fino adesso ha avuto una risposta negativa dai bandi che sono stati fatti nel 2015 dalla Provincia di Ascoli Piceno, occorre quindi fare un nuovo bando.
Il bando viene normalmente promosso negli anni dispari, quindi nel gennaio 2017 ne verrà fatto uno nuovo per tutte quelle sedi, al momento ne risultano 2, che non hanno la copertura del farmacista.
A gennaio 2017 verrà fatto il bando e speriamo che ci sia risposta. Noi confidiamo di si. Ieri abbiamo sentito il Sindaco che giustamente ha detto che non appena verrà promosso il bando si attiverà per lo sportello farmaceutico, l’armadio farmaceutico.
In ogni caso la procedura richiede circa un anno per il suo espletamento, per avere la graduatoria approvata e per dare accesso alle farmacie libere, a quelli che avranno titolo a seguito della graduatoria. E' la durata normale di questi percorsi amministrativi, nel frattempo, attraverso l’apertura di un armadio farmaceutico, i cittadini potranno ricevere sul posto quello di cui hanno bisogno.
Ad oggi questo è l’andamento, non è sempre facile collocare queste piccole farmacie rurali che sono estremamente preziose perché danno un servizio ad una popolazione anziana.
L’impegno che abbiamo preso con il Sindaco è quello di farlo subito, il 2017 è lungo, se lo facciamo a gennaio riusciremo ad arrivare in fondo.
L’impegno che ha preso il Sindaco è di fare questa apertura a favore dei cittadini per richiedere l’armadio farmaceutico e c’è già la disponibilità della farmacia di Comunanza ad aprirlo. Quindi nel momento in cui faremo il bando, non dico immediatamente, ma quasi immediatamente arriveranno i farmaci, sperando che il bando vada a buon fine ed avere un nuovo titolare per la farmacia rurale.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatta o meno, la Consigliera Malaigia.

Marzia MALAIGIA. Grazie Presidente. Il Presidente Ceriscioli ha anticipato un po' quello che il Sindaco di Monteleone mi aveva chiesto di portare.
Il Sindaco sta seguendo la seduta in diretta streaming, quindi accetta lo sportello farmaceutico, ma solo dopo l’uscita del bando che speriamo avvenga nel 2017.
Ultimamente tanti proclami ed annunci sono stati fatti e non sono stati rispettati, quindi confido che questa volta vada in porto la promessa che il Presidente gentilmente ci ha fatto. Quindi lo sportello farmaceutico sarà aperto solo fino al completo espletamento di tutta la procedura. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno, il Consigliere Giacinti.

Francesco GIACINTI. Grazie Presidente. Prendo atto della risposta del Presidente Ceriscioli, non posso che essere d’accordo su questa via d’uscita che va nella direzione di risolvere un problema per quella comunità, nella speranza che l’espletamento di questa procedura porti concretamente all’apertura della farmacia, nel frattempo lo sportello farmaceutico è senz’altro una risposta per i cittadini di quella comunità.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatta o meno, la Consigliera Marcozzi.

Jessica MARCOZZI. Mi auguro che il bando venga fatto perché quando ho fatto un’interrogazione a giugno 2016, portata in Aula ad agosto, l’amministrazione regionale si era già impegnata a fare il bando.
Il Sindaco è uscito più volte sulla stampa sollecitando il bando perché sono 23 mesi che questo Paese è senza farmacia.
Auspico che entro la fine di gennaio questo bando possa essere fatto anche perché il Comune di Monteleone fa parte del “cratere”, anche questo è importante, Grazie.

Interrogazione n. 251
ad iniziativa del Consigliere Fabbri
“Applicazione della legge regionale n. 31 novembre 2012 - Norme in materia di corsi d’acqua”
(Svolgimento)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca l’interrogazione n. 251 del Consigliere Fabbri.
Ha la parola, per la risposta, l’Assessore Sciapichetti.

Angelo SCIAPICHETTI. Grazie Presidente. Relativamente all’interrogazione del Consigliere Fabbri la risposta è abbastanza articolata, quindi chiedo scusa per la voce, ma è necessario specificare alcuni passaggi.
L’attuazione data alla legge 31/2012 inizia con l’approvazione, da parte dell’Assemblea legislativa delle Marche, delle “Linee guida per l’elaborazione dei progetti generali di gestione dei corsi d’acqua”. Queste ultime sono state impostate secondo le modifiche imposte dalla legge regionale 48 del 2013 relativamente a:
- la conservazione della biodiversità anche in rapporto agli obiettivi funzionali alla realizzazione della Rete ecologica delle Marche;
- il mantenimento ed il recupero dei servizi ecosistemici forniti dai corsi d’acqua.
Le linee guida approvate dal Consiglio regionale prevedono che la suddivisione del tratto fluviale in Unità Omogenea e la redazione del Progetto generale di gestione siano di competenza dell’ente preposto alla manutenzione del corso d’acqua di riferimento, e che il Piano di gestione venga approvato dalla Provincia.
Pertanto tale è stato il quadro delle competenze nello spazio temporale intercorrente tra l’emanazione della legge 31/2012 e l’entrata in vigore della legge 13/2015, avvenuta definitivamente nello scorso aprile 2016; in sintesi il Progetto Generale di gestione doveva essere predisposto dall'ente competente al corso d’acqua ed approvato dalla Provincia in quanto Autorità idraulica.
Il prosieguo dell’attuazione della legge regionale 31/2012 si inquadra in questo complesso momento di “ritrasferimento” delle competenze/funzioni amministrative (legge regionale 13/2015), attraverso le attività che coinvolgono le attuali strutture regionali di riferimento.
Si fa presente che gli uffici preposti hanno individuato, su base cartografica e per tutto il reticolo idrografico regionale, le Unità Omogenee su cui redigere i Progetti generali di gestione. Sono stati pertanto individuati i tratti fluviali che dovranno essere analizzati ai fini della redazione dei progetti generali di gestione.
Per quanto riguarda gli interventi realizzati in attuazione della legge regionale 31/2012, con riferimento particolare alla valorizzazione del materiale litoide e della massa legnosa residuale provenienti dagli interventi di manutenzione, si evidenzia che nella provincia di Pesaro e Urbino sono stati attuati i seguenti interventi, da considerarsi di rilevante importanza strategica per il territorio:
- pulitura degli invasi San Lazzaro e Tavernelle posti lungo l’asse fluviale Candigliano-Metauro;
- progetto “Interventi di manutenzione e ripristino delle opere danneggiate a seguito delle avversità meteorologiche intercorse nei giorni tra il 10 e il 13 di novembre 2013 nel fiume Candigliano nel tratto compreso tra l’Abbazia di San Vincenso al Furlo e l’abitato del Furlo”.
Il Consigliere chiede quali strumenti sono stati attivati per garantire la tutela dell’ecosistema fluviale. E' stato avviato ad esempio il progetto “Interventi di manutenzione e ripristino delle opere danneggiate a seguito delle avversità metereologiche intercorse nei giorni tra il 10 e il 13 novembre 2013 nel fiume Candigliano nel tratto compreso tra l’Abbazia di San Vincenzo al Furlo e l’abitato del Furlo”.
Tale intervento è stato attuato nel rispetto della deliberazione n. 100/2014 ad oggetto “Linee guida per l’elaborazione dei progetti generali di gestione dei corsi d’acqua”, che prevede espressamente, nelle aree interessate da evidenti situazioni di criticità idraulica, come quella in esame, di intervenire direttamente con progetti che prevedono la valorizzazione del materiale litoide anche senza la preventiva pianificazione generale.
Il Consigliere Fabbri chiede se sono state sottoscritte convenzioni con il Corpo Forestale dello Stato o con altri enti per quanto riguarda, in generale, le attività relative alla tutela ambientale. Si evidenzia che con delibera di Giunta regionale n. 752 del 18 luglio 2016, si è rinnovata la convenzione col Corpo Forestale dello Stato che, tra l’altro, riguarda i settori della polizia idraulica, della difesa del suolo, delle risorse idriche e della Protezione Civile.
In generale gli interventi sui corsi d’acqua sono soggetti ad autorizzazione da parte della P.F. presidio territoriale ex genio Civile in qualità di Autorità Idraulica e del Corpo Forestale dello Stato.
In data 20 ottobre 2014 è stata sottoscritta una convenzione tra la Provincia di Pesaro e Urbino, il Consorzio di Bonifica e il Corpo Forestale dello Stato per l’organizzazione, la gestione e il monitoraggio dei corsi d’acqua minori.
Con delibera di Giunta regionale n. 79 del 16 febbraio 2015 si è approvato lo schema di protocollo di intesa tra Regione Marche, Province, Consorzio di Bonifica, Corpo Forestale dello Stato, per le modalità autorizzative, controllo e monitoraggio delle attività di manutenzione dei corsi d’acqua minori, che riprende quello effettuato dalla Provincia di Pesaro e Urbino con varie modifiche.
Nella Provincia di Pesaro e Urbino, sul corso del fiume Metauro, è stato effettuato un intervento di parziale sfangamento sull’invaso di San Lazzaro per l’asportazione di circa 200.000 metri cubi di sedimenti ed è in corso un intervento di parziale sfangamento sul bacino di Tavernelle per circa 73.000 metri cubi, anche al fine di ridurre i problemi di approvvigionamento idrico da detti invasi.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno, il Consigliere Fabbri.

Piergiorgio FABBRI. Grazie Presidente. Sono parzialmente soddisfatto della risposta perché effettivamente su questo problema molto pressante, che è quello della gestione sistematica dei corsi d’acqua, abbiamo visto in questi anni, dal 2012 in poi, eseguiti soltanto 3 interventi, sul San Lazzaro, sul Tavernelle per lo sfangamento degli invasi e sul Candigliano del Furlo per le esondazioni del novembre 2013.
A questo punto abbiamo da una parte il Consorzio di Bonifica che fa tanti micro interventi, che però non riescono a dare continuità, dall’altra mi sembra che siamo ancora a delle convenzioni per studiare e fare il monitoraggio.
Ritengo che occorra dare un'accelerazione all’applicazione di questa normativa per ridurre il rischio idrogeologico, per mitigarlo, e per migliorare la programmazione perché, soprattutto per quel che riguarda gli invasi che sono interrati, occorrono trovare delle soluzioni concordate che consentano di sfruttare al meglio l’invaso, quindi diciamo che il volume morto occupato dai sedimenti va in qualche modo rimosso, analizzato, smaltito, rivalorizzato a seconda della qualità, che purtroppo non sarà sempre eccellente, del sedimento stesso.
Auspico e presenterò anche delle mozioni in tal senso per un maggiore e puntuale finanziamento e per l'applicazione della normativa che ritengo di particolare importanza. Grazie.

Proposta di legge n. 65
ad iniziativa dei Consiglieri Talè, Giancarli, Urbinati, Minardi, Rapa, Marconi, Traversini, Celani
“Modifiche alla legge regionale 20 gennaio 1997, n. 10 - Norme in materia di animali da affezione e prevenzione del randagismo’”
(Discussione e votazione)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la proposta di legge n. 65 dei Consiglieri Talè, Giancarli, Urbinati, Minardi, Rapa, Marconi, Traversini, Celani.
La discussione è aperta, ha la parola il relatore di maggioranza Consigliere Talè.

Federico TALE’. Grazie Presidente. Con questa proposta di legge andiamo a cambiare la legge 10.
L’articolo 1, comma 2, lettera e) prevede che i cuccioli vanno separati dalle mamme prima dei 60 giorni.
In tutto il territorio nazionale la legge stabilisce che i cuccioli si possono separare dalle mamme a 60 giorni e non a 90, non solo, ma abbiamo anche pareri tecnici, univoci, che dicono che è meglio separare il cucciolo dalla mamma a 60 giorni, non prima dei 60 giorni, perché a 90 il cucciolo si è già abituato a stare in un ambiente selvaggio con la mamma, mentre a due mesi riesce ad apprendere meglio quello che lo aspetterà, una vita più vicina all’uomo che all’animale.
Noi andiamo a cambiare l'articolo 14 quinques, comma 1, lettera e) che prevedeva il divieto di: “separare i cuccioli dalla fattrice prima dei 90 giorni di vita per i cani e di 60 giorni di vita per i gatti”, noi mettiamo il divieto prima dei 60 giorni di vita.
Questa è la prima cosa che modifichiamo alla legge 10.
La seconda cosa che andiamo a cambiare è prevista all'articolo 1, comma 3, lettera f). La legge prevedeva che in caso di trasporto dell’animale, quindi del cane, questo non potesse stare nel trasportino più di un’ora, noi abbiamo cambiato e da un'ora abbiamo messo due ore. Voi capite bene che l’animale, con al seguito l’acqua, l’aria e tutte le cose necessarie che può avere all’interno del trasportino, può stare benissimo due ore e si dà la facoltà anche al conduttore della macchina di fermarsi per pranzo o per cena o per quello che deve fare. Quindi abbiamo tolto un’ora e abbiamo messo due ore.
La terza cosa che andiamo a cambiare è sempre nella lettera f), nel caso di partecipazione a manifestazioni sportive l'animale, qui ci riferiamo ad agility dog e quant’altro, può aspettare nel trasportino per tutta la durata della manifestazione, però, abbiamo messo, per non più di 3 ore continuative, il che significa che ogni 3 ore l’animale deve essere tolto dal trasportino per fare la sgambata o per sgranchirsi le gambe.
Questo è quello che modifichiamo. Inizialmente avevamo inserito, qualora fosse stato impossibile detenere il cane in un recinto, anche l'uso della catena con una fune di almeno 5 metri agganciata ad una catena di 3, in Commissione l'abbiamo tolto, quindi rimangono le cose che vi ho appena spiegato.
Approvando questa legge siamo coerenti con la normativa nazionale che stabilisce che il cucciolo va separato dalla mamma non prima dei 60 giorni, siamo l’unica regione che prevede 90 giorni, quindi ci riportiamo in linea con le altre Regioni d’Italia.
Per quanto riguarda la permanenza nel trasportino penso che sia una proposta di buon senso quella di poter lasciare il cane, una volta garantita l’adeguata areazione e l’acqua a disposizione, un paio d’ore all’interno del trasportino.
Stessa cosa, anzi meglio, per quanto riguarda le manifestazioni organizzate, come vi ho detto, in quanto il cane può benissimo attendere per non più di 3 ore consecutive all’interno del trasportino stesso.
Queste sono le modifiche.

PRESIDENTE. Ha la parola la relatrice di minoranza Pergolesi.

Romina PERGOLESI. Grazie Presidente. Vorrei soffermarmi un po’ sull’importanza della partecipazione e della condivisione prima di redigere qualsiasi testo di legge - le leggi a mio parere devono servire per regolamentare in maniera civile i comportamenti della società - coinvolgendo soprattutto i diretti interessati ai quali la legge andrà a modificare un po’ gli stili di vita.
In Commissione c’è stato un confronto importante anche con i rappresentanti delle associazioni a tutela degli animali, ma ancor prima, io personalmente e probabilmente anche tutti i membri di questo Consiglio regionale, siamo stati contattati da varie associazioni animaliste che hanno visto questa modifica alla legge esistente come una forzatura.
Vorrei condividere e vorrei provare a portare avanti un progetto, che è un po’ quello del Movimento 5 Stelle, di costruire e non dividere. Quindi mi auguro che in futuro eventuali proposte di legge, soprattutto quelle che creano spaccature all’interno della società, vengano in qualche modo evitate, coinvolgendo le associazioni, i comitati, i cittadini, e questo si può fare all’interno delle istituzioni, ma anche con assemblee ed incontri pubblici, come noi facciamo da diverso tempo.
Nello specifico il testo definitivo di questa legge uscito dalla Commissione sanità è abbastanza condivisibile, grazie anche a quelli che sono stati i suggerimenti dei vari tecnici, delle varie associazioni ed anche delle educatrici cinofile che, a mio parere, ci hanno dato, almeno per quanto riguarda la mia esperienza personale, suggerimenti importanti anche per quella che potrà essere una futura legge regionale.
C’è un tavolo tecnico regionale che sta lavorando a questa legge, spero che da quel tavolo esca un qualcosa che unisca tutte le fazioni affinché si vada avanti su una strada condivisa e non su una strada che divide e scontenta.
Nello specifico abbiamo inserito alcune parti anche di nostro intento, come membri della Commissione sanità, prima fra tutte quella di evitare che anche all’interno di manifestazioni …, qui c’è scritto gabbia, però il Consigliere Talè ci ha spiegato che nelle manifestazioni gli animali vengono tenuti dentro dei simil recinti, non c’è un nome specifico, quindi non abbiamo potuto modificare la parola gabbia all’interno della legge, anche perché sarebbe stato modificato il senso di altri articoli non toccati. Abbiamo inserito la possibilità di tenere gli animali in questi recinti, con un limite non superiore alle 3 ore consecutive e comunque secondo il bisogno dell’animale.
Altre parole che abbiamo tenuto particolarmente a modificare sono: contenimento e detenzione perché secondo noi sono lesive della pratica di queste manifestazioni.
Come Movimento 5 Stelle ci asterremo dalla votazione di questo atto perché, ripeto, non condividiamo assolutamente l’approccio ed il metodo con i quali vengono presentate le proposte di legge in quanto crediamo che si debba fare un percorso partecipato, coinvolgendo tutti i diretti interessati affinché esca un provvedimento il più ampiamente condiviso che vada a vantaggio di tutti i soggetti interessati. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Bisonni.

Sandro BISONNI. Grazie Presidente. Questa proposta va a modificare una legge “preesistente” anche abbastanza recente, perché l'articolo dei divieti è stato introdotto poco prima delle elezioni dell'aprile 2015.
Quindi un articolo voluto dalla precedente legislatura che, a mio giudizio, aveva fatto una legge di buon senso a tutela degli animali da affezione.
Questa modifica, secondo me, parla più dei proprietari che degli animali, nel senso che non si interessa del benessere dell'animale, ma dell'utilità di chi lo possiede, calpestando i diritti di questi esseri senzienti. Ricordiamoci che gli animali sono degli esseri senzianti.
A mio avviso, ripeto, questo è un passo indietro rispetto alla precedente normativa.
Credo che ci siano delle cose da chiarire.
Primo punto: abolizione della catena. Non è vero che è stata tolta la catena, però è vero che è stato tolto l’articolo, ma nel regolamento attuativo della legge rimane l’utilizzo della catena e quando in Commissione il sottoscritto ha fatto notare che ci sarebbe stata l’esigenza di cambiare anche il regolamento, mi è stato risposto che non era compito della Commissione, facendo quasi capire, in buona sostanza, la volontà di lasciare il regolamento così com'era. Questo significa che si potrebbero aprire, se non si cambierà il regolamento, mi auguro che si cambierà, anche dei contenziosi, quindi è vero che non è stato introdotto questo articolo sulla catena, ma rimane attualmente una normativa data dal regolamento che prevede l'utilizzo della catena.
Secondo punto: i 90 giorni. Io ho presentato degli emendamenti per annullare questa cosa, per abrogare questo articolo, per modificarlo e far ritornare sostanzialmente i 90 giorni, perché si prevede da 90 a 60.
So che in Commissione sono venuti degli esperti, degli addestratori che hanno parlato degli aspetti "psicologici” dell'animale ed hanno quasi giustificato questa scelta per facilitare l’affezione dell'animale verso il nuovo proprietario. Però a mio avviso si è trascurato completamente l'aspetto veterinario, cioè la salute dell'animale, perché se è vero che per alcune razze, taglie soprattutto grandi, i 90 giorni potrebbero essere giusti o forse anche troppi, per altre razze, soprattutto taglie piccole questo potrebbe non essere vero.
Permettere alle persone, noi sappiamo che sui cuccioli c’è una speculazione enorme, a prescindere dalla razza, di togliere i cuccioli 30 giorni prima, secondo me è un errore, andava bene quello che era stato deciso prima.
Anche sull'uso della gabbia sinceramente non mi trovo d'accordo, perché aumentare da 1 a 2 ore la permanenza nel trasportino durante il trasporto a me sembra una forzatura eccessiva soprattutto, magari d'estate, quando ci sono condizioni climatiche che possono essere sfavorevoli all'animale.
Se oltre a questo, pensiamo alla combinazione dei due articoli, capiamo l'errore che si sta facendo, supponiamo che dei cuccioli tolti a 60 giorni dalla madre, vengano trasportati per due ore in una gabbia, d'estate. Cosa potrebbe succedere? La combinazione di questi 2 articoli secondo me è veramente qualcosa da rigettare.
Per tutto questo, probabilmente sarò l’unico che voterà contro, ma sono fiero di questa scelta, sono contrario a questa proposta di legge che a me sembra un passo indietro e non un passo avanti. E' una legge che tutela più i proprietari e non pensa affatto agli animali, il focus non è l'animale, è il proprietario, il cacciatore, l'allevatore, chi lo deve vendere.
Sono contrario, ripeto, all'uso della gabbia aumentato da 1 ora a 2 ore, quindi gli emendamenti vanno in questo senso, a ripristinare quello che c'era prima.
L'ho già detto e lo ripeto per il Consigliere Talè che è appena entrato, non è affatto vero che è stata tolta la catena perché nel regolamento applicativo ne rimane l’uso, quindi complessivamente, secondo me, è un errore fare questa modifica e sono anche “curioso” di vedere come voterà il capogruppo Busilacchi visto che la proposta di legge è la sua, l'ha scritta lui, si è detto più volte contrario a questa proposta di legge, per cui adesso voglio vedere come si comporterà. Grazie.

Presidenza della Vicepresidente
Marzia Malaigia

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Marconi.

Luca MARCONI. Grazie Presidente. Questa legge apparentemente mite e che mirava soprattutto a qualche piccolo aggiustamento pratico, ha suscitato un grande interesse e sinceramente mi ha anche incuriosito.
L’ho firmata serenamente, tranquillamente, poi mi sono trovato coinvolto in una discussione che in termini di valori, di tempo, forse impegnerà più del rendiconto del 2015.
Indubbiamente c'è una cultura dietro questa dimensione. Penso a certi canali televisivi, penso al can can che fa ad esempio “Striscia la notizia”, che non ha dato mai un’informazione sui morti nei barconi della morte che attraversano il Mediterraneo, però quasi tutti i giorni ci dà notizia di maltrattamenti sugli animali. C'è quindi una cultura che esalta in modo particolare e per alcuni aspetti, a mio giudizio, anche in maniera esagerata un'attenzione che è dovuta, perché una società che crede nel rispetto di tutti gli esseri viventi, non può, seppur in una scala di valori che va dal vegetale, all’animale, all’umano, non prendere in considerazione queste cose, ma al di là di queste premesse, dico che quello che è stato fatto mi sembra una cosa di grande buon senso.
Apprezzo, anche perché ha un sapore molto democristiano, l’appello fatto dalla Consigliera Pergolesi di una conciliazione delle posizioni, non sempre è così, capogruppo Maggi, perché anche voi, giustamente, avete fatto proposte che hanno fortemente spaccato l’Aula e la società. E' normale che in politica sia così, che ci sia questa volontà e questa attenzione in una composizione. A questo riguardo mi fa piacere ricordare, avendo ormai qualche annetto più della Consigliera Pergolesi, che tempo fa è stata proposta e approvata la legge numero 194 sull'aborto, che ha spaccato profondamente la società, posizione sulla quale credo che il Movimento 5 Stelle sia favorevole, io continuo ad essere contrario, quindi non ci siamo fatti grandi preoccupazioni.
L'unica cosa che mi preoccupa, Consigliere Talè, è un aspetto che lei ha detto in Commissione, giustamente perché lei pratica questo mondo, e che nessuno ha messo in evidenza rispetto a tutte le proposte che sono state fatte: “Facciamo questo, un’ora, mezz'ora” - ho fatto anche un tentativo con un sub emendamento, ve l’ho mandato ma non l’avete voluto sottoscrivere, introduceva 5 coccole all’ora per tutti i cani che stanno in queste gabbie, non chiamiamole più gabbie, chiamiamoli strumenti di contenimento ai fini della sicurezza dell’animale - che queste cose non possono essere controllate, a meno che non prevediamo l’assunzione di 50, 150, 300 agenti veterinari, ma sono nella natura delle cose, io non posso immaginare un proprietario di un cane che porti il proprio animale ad una gara, ad una mostra, ad una qualsiasi attività ludico/sportiva lo tratti male. L'animale è l’oggetto del suo investimento affettivo, del suo desiderio profondo, ci dedica tempo, e noi dovremmo fare le norme che dicano: “Stai attento, metti la zampina qua”. Anch’io possiedo un cane e gli voglio bene, ci passo qualche ora, andiamo a fare qualche passeggiata, a volte facciamo anche qualche chiacchierata, quelle più belle perché non mi risponde, quindi dico quello che mi pare, invece in tutti gli altri ambienti sono costretto a una dialettica, però abbaia quando nomino qualche partito, si vede che più o meno è del mio stesso orientamento politico.
Il problema del controllo c’è! Penso che non dobbiamo scendere nel ridicolo prevedendo cose che nei fatti non riusciremo neanche a verificare. Penso a tutto quello che è stato detto, ho seguito con attenzione in Commissione le osservazioni fatte soprattutto dagli istruttori, mi sono sembrate di grande buonsenso, ed hanno aiutato a capire chi non ha cognizione della materia. Per esempio una cosa che è emersa e che potremmo riprendere in considerazione è quella dell’istruzione, questo si potrebbe essere fatto. Questo è un obbligo di legge che potrebbe essere imposto, cioè dire che chi assume un cane nella propria abitazione deve avere una cognizione minima delle cose, so che girano opuscoli, ma quasi obbligare un corso dicendo: “Tu questo animale lo prendi”. Io per esempio ero convinto che un animale in un piccolo appartamento stesse male, mi hanno detto no, il problema dell’animale non è stare in un piccolo appartamento, o in un grande edificio, o avere a disposizione un grande giardino, l’animale sta male se non ha un livello di socializzazione adeguato, se non riesce a stare con gli altri animali, soprattutto il cane che ha una grande sensibilità, o non riesce a stare con il suo padrone o con gli altri componenti umani della famiglia. Questa è una cosa fondamentale.
Però prendo atto e capisco la parte che il Consigliere Talè tenta di rappresentare con questa modifica, non c’è solo l’animale di compagnia che segue determinate regole e che è quello che per la maggiore possediamo, perché tutti abbiamo una compagnia, ma c’è l’animale da caccia, c’è l’animale che svolge le gare e fa questo tipo di attività, ho visto anche sull’Appennino i cani da slitta, nella piana di Colfiorito vengono portati spesso.
Per tutte queste ragioni la Commissione, sia nella sua componente maggioritaria che in quella di minoranza, ha fatto un buon lavoro, un lavoro anche intelligente, nel limite del buon senso, evitando qualche estremismo che poteva apparire ridicolo sia in un senso sia nell’altro. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Giancarli.

Enzo GIANCARLI. Parto da una considerazione tutta politica e dico con molta franchezza al Consigliere Bisonni, che noi Consiglieri del PD, in questo caso siamo più firmatari, altri l’hanno vista in Commissione, non facciamo leggi per mettere in difficoltà il nostro capogruppo e questa legge è stata modificata proprio per recuperare appieno lo spirito della legge precedente e dirò il perché. Questa legge risponde a tre aspetti fondamentali: ambientale, scientifico e comportamentale. Quindi è una legge che può essere approvata con un larghissimo consenso.
Concordo con lo spirito della Consigliera Pergolesi quando dice più che condivisione in senso democristiano. Il Consigliere Marconi auspicava alla partecipazione, se non ho capito male. Dipende dai punti di vista ovviamente, io concordo con la partecipazione, anche con la condivisione, purché non limitino la capacità di iniziativa legislativa del Consigliere e dei Consiglieri. Giusta la partecipazione ma ci deve essere anche capacità d'iniziativa, questo però è più un ragionamento filosofico.
Questa legge è stata licenziata in Commissione senza alcun voto contrario, evidentemente c'è stata quella condivisione che auspicava il Consigliere Marconi, c’è stata quella partecipazione, ma ci sono anche le ragioni vere della legge, altrimenti ci sarebbero stati voti contrari.
Ritorno ai 3 pilastri: ambienti, scienza, comportamenti e il focus ovviamente è l'animale. Io stesso ho detto, e quando parlo del Consigliere Bisonni sa che lo faccio con profondo rispetto, che non potevamo modificare il regolamento, ma non è che lo dico io, lo dice il Segretario d’Aula, lo dice la legge, lo dicono i regolamenti, una legge non può modificare un regolamento, dovremmo andare ad una modifica del regolamento, anzi, vista la proposta che è stata fatta sul regolamento, direi al Consigliere Bisonni che forse ci conviene cautela perché se entriamo su quel regolamento, potremmo trovare delle posizioni non conciliabili con questo spirito e con questi pilastri a cui ho fatto riferimento.
In un primo momento, il testo iniziale prevedeva la catena, poi io stesso, non sono abituato a personalizzare, ho presentato un emendamento condiviso da tutti con il quale ho tolto la catena perché non rispondeva allo spirito con cui oggi stiamo discutendo, con cui andiamo alla votazione di questo testo e con cui siamo andati alla votazione. Ma la catena una volta tolta dalla legge, sta in quel regolamento, ripeto il regolamento è una cosa la legge un’altra, è precedente, è da tantissimo tempo che c’è. Tornando al ragionamento iniziale di non dividere ma di costruire, qui dobbiamo dare atto e ringraziare ancora una volta l’Assessore Sciapichetti perché ha istituito un tavolo tecnico nel quale verranno affrontate molte cose e sicuramente sarà messa a regime e sarà verificata la coerenza della legge con il regolamento.
Quello è il momento e se il regolamento in qualche punto contrasta con la legge che andiamo ad approvare, quindi la catena nella legge non c'è, è chiaro che il tavolo tecnico farà l’adeguamento necessario, proporrà una modifica coerente con il voto d’Aula.
Mi dispiace Consigliere Bisonni, è vero che la catena è stata tolta, nella legge c'era, poi con un emendamento ..., tant’è che basta prendere il testo e all'articolo 1, quello riferito alla catena, c'è scritto soppresso, quindi da questo punto di vista chiarezza.
Gli altri tre aspetti sono stati detti molto bene dal Consigliere Talè, relatore di maggioranza. Guardate, quando ci siamo confrontati non solo con il mondo scientifico ma anche con il mondo animalista e ambientalista, non tutti, ma anche dentro quel mondo, l’ha ricordato molto bene la Consigliera Pergolesi, molti ci hanno detto che i 60 giorni sono la misura opportuna di separazione, quindi non c'è nessun … Come pure l'ora che diventa due, non è per il trasporto, ma per la sosta e allora diciamolo: è vero che il focus è l'animale, ma non possiamo ignorare le passioni e le tradizioni che animano questo mondo. Se noi non prevedessimo due ore di sosta a chi si sposta con l'animale - ovviamente nel momento in cui ci si ferma deve essere protetto dal sole, dalla pioggia, deve avere l’acqua necessaria, il cibo - noi non daremo la possibilità nemmeno a quelle persone di recuperare quel minimo di ritualità che magari è il pranzo, perché con un’ora a volte non si fa nemmeno in tempo a pranzare, quindi c'è questo aspetto che è importante ed è legato anche alle tradizioni dei nostri territori. Ripeto non solo quelle persone si preoccupano del loro animale, lo abbiamo scritto nella legge, ma deve essere protetto, deve essere garantito, deve avere cibo, deve avere acqua, ecco cosa significa passare da un’ora a due, non nel trasporto, ma nella sosta.
L’altro aspetto che è stato ricordato è quello delle manifestazioni - l'abbiamo scritto, fermo restando il concetto della protezione dell’animale - e massimo ogni tre ore l'animale deve uscire.
Queste tre sono le modifiche: da 90 a 60 giorni, da un’ora a due, massimo 3 ore durante le manifestazioni, e su questi aspetti - guardate io sono abituato a dire le stesse cose agli animalisti, ai cacciatori, ai cittadini, alle categorie, alle comunità, ai cattolici, ai musulmani, a chiunque - sono disponibile a confrontarmi con chiunque, anzi ricordo un episodio per me anche elegante, delicato, un'associazione animalista al termine del confronto ha voluto renderci omaggio di un libro e l’ha motivato così: “Questo intervento si conclude consegnando ai singoli Consiglieri - a noi componenti della Commissione sanità e politiche sociali - un piccolo dono: Giulietta e Romeo di Shakespeare, esso è una metafora ed un auspicio, in Giulietta e Romeo Shakespeare cita il dono che l'uomo ha di ascoltare la melodia, l’armonia del canto dell’allodola, il messaggio dell’alba”. Io ho apprezzato molto questa cosa, per la verità ho anche voluto ricambiare la cortesia, perché non sono abituato a non ricambiare nel momento in cui siamo su un piano civile di confronto, ed ho ricambiato con un altro libro “Il cantico delle creature” di San Francesco.
Ripeto, posso in qualsiasi momento sostenere queste posizioni perché non le considero penalizzanti per nessun mondo, d'altra parte noi siamo la Commissione per il benessere e la salute degli animali. Sugli effetti negativi che venivano sottolineati nella proposta, rispetto a questi esseri viventi e senzienti, ovvero la reintroduzione dell'uso della catena, c’era stata consegnata anche una nota, ma non serve più, perché l'abbiamo tolta, l’abbiamo soppressa.
Il tavolo istituito dall’Assessore Sciapichetti mette a norma e dà coerenza alla volontà del Consiglio che se approva il testo, così come è stato licenziato dalla Commissione, a mio avviso, fa compiere un altro passo avanti in direzione del benessere e della salute degli animali.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Celani.

Piero CELANI. Grazie Presidente. Ringrazio il Consigliere Talè per l’esposizione di questa norma, di questa modifica alla legge 10, non è una nuova legge, e le modifiche, salvo fatti contrari, sono sempre fatte per migliorare, mai per peggiorare, fatte le debite eccezioni che ci sono state.
Lo ringrazio per averla proposta, io l’ho firmata volentieri perché sono fermamente convinto che questa legge, oltre che essere una modifica di buon senso, vada verso la civiltà ed il benessere dell’animale.
Secondo me è una legge che rispetta l'animale in quanto tale e soprattutto va incontro alla persona che gli sta accanto e che tiene al suo benessere. Quindi non può che essere migliorativa di quanto è scritto nella legge 10, una legge di grande civiltà.
Condivido anche quello che ha detto il Consigliere Giancarli in questa disquisizione quasi evangelica tra lui ed una associazione animalista. Ormai il rapporto tra gli animali, soprattutto gli animali d'affezione, il cane in particolare, e l’uomo è diventato sempre più stretto e va oltre il nostro singolo soddisfacimento, il piacere di avere accanto “una compagnia”. Oggi esistono anche delle terapie, infatti la presenza dell’animale domestico, dell’animale d’affezione all’interno di una famiglia in un certo modo può produrre benessere non soltanto all’animale ma anche e soprattutto all’uomo che gli sta vicino.
Detto questo, vorrei vedere in sintesi le modifiche che andiamo ad apportare alla legge 10 del 1997.
La prima riguarda il distacco dei cuccioli dalla madre. Credo che ormai dobbiamo stare dietro all’evoluzione scientifica nel settore veterinario, ormai è assodato da tutti, c’è una letteratura unanime da questo punto di vista, tenere il cucciolo con la madre oltre 60 giorni è un danno, non soltanto per sé stesso, ma soprattutto per la cagna, per la madre.
Vi posso dire una cosa che è successa a me personalmente appena un anno e mezzo fa, io non sono un cacciatore, ma sono uno che ha vissuto e vive costantemente con gli animali, ho sempre avuto i pastori tedeschi, che per me sono il cane per eccellenza. L’ultimo l'ho preso appena due anni fa, è nato il 27 dicembre 2014, l’ho preso in un allevamento selezionato, seguito dall’Asur di Teramo, quindi messo molto bene, dovevo prenderlo a 60 giorni, ho ritardato due settimane ed ho subìto una reprimenda incredibile non soltanto dall’allevatore ma anche dal veterinario che lo stava seguendo, per i danni che questo cucciolo aveva fatto soprattutto alla madre.
Mi sembra che se noi siamo qui dobbiamo anche seguire le indicazioni degli esperti, di chi si occupa di queste cose, non possiamo soltanto essere guidati dalle nostre sensazioni.
L’altro aspetto è quello della detenzione nel trasportino o gabbia, che si voglia dire, dell’animale per tre ore durante le manifestazioni. Anche qui dico che è una cosa di civiltà e di buon senso, avete mai assistito a queste manifestazioni? Durante le manifestazioni il cane viene trattato nel modo migliore, io mi preoccuperei di come vengono trattati i cani all’interno delle mura domestiche, è questo il vero problema non quello delle manifestazioni, nelle manifestazioni il cane è trattato quasi come un umano, quindi le tre ore non comportano alcun disagio, perché il cane viene preso, viene portato fuori, viene fatto passeggiare, viene preparato per la sfilata, viene tosato, viene trattato come un “principino”. Il problema è un altro, andiamo a vedere come vengono tenuti all’interno delle mura domestiche, se sono obbligati a stare sui balconi per ore non potendosi muovere.
Questa è la problematica che dovremmo affrontare, ma che non possiamo regolamentare, questo è assurdo, dobbiamo sensibilizzare chi vuole tenere l’animale d’affezione dentro casa deve tenerlo in un certo modo, o per lo meno a certe condizioni, non ci vogliono leggi, è assurdo fare leggi in questo senso, dobbiamo cambiare la nostra testa, la nostra cultura.
Per quanto riguarda le modifiche che sono state apportate, ringrazio ancora una volta il Consigliere Talè, ho firmato la proposta di legge appena l’ho vista perché la condividevo già nella prima stesura, figuriamoci adesso con le modifiche che sono state fatte e che il relatore ci ha illustrato. Quindi non interverrò di nuovo perché sono favorevolissimo a questa legge. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola la Consigliera Leonardi.

Elena LEONARDI. Grazie. Questa legge, come è stato detto da chi mi ha preceduta, ha suscitato un grande dibattito perché in qualche modo alcune delle modifiche proposte sono apparse non solo a qualche Consigliere che le ha analizzate, ma anche e soprattutto alle associazioni, che si battono da anni e che come finalità hanno la tutela degli animali, coercitive o restrittive nei confronti degli animali.
Ho seguito cercando di ascoltare un po' tutte le voci, cercando anche di informarmi direttamente perché è importante, oltre alla propria opinione personale, confrontarsi con chi segue anche per lavoro ed ha una professionalità nella salvaguardia degli animali.
Faccio un intervento che è anche una dichiarazione di voto e dichiaro che voterò favorevolmente questa proposta di legge perché reputo che, così com'è uscita anche dal lungo e complesso dibattito all’interno della Commissione sanità, con le varie audizioni che sono state fatte, apporta alcune modifiche che non sono negative nei confronti degli animali, mentre alcune proposte, è stato menzionato il discorso della catena, potevano essere valutate in maniera negativa. Ciò che è emerso dal confronto con le associazioni, che sono venute all'interno della Commissione, che si muovono in ambiti diversi e trasversali, che sono in qualche modo portatrici di interessi anche diversi gli uni dagli altri, sono dei punti condivisi. Dal discorso che c’è stato in Commissione sono venute fuori anche delle proposte che attraverso gli atti sono state recepite ed hanno portato alla formulazione della proposta di legge così come viene portata oggi in discussione in Aula.
Apro una piccola parentesi su quello che sarà il regolamento che poi eventualmente si andrà a modificare. C'è anche un tavolo allargato che sta rivalutando in generale la legge, pongo quindi una questione che forse è stata già sollecitata da qualche Consigliere che mi ha preceduto, ed è quella del controllo. Se queste forme devono garantire una tutela minima agli animali, come la possibilità di non stare più di un numero di ore nel trasportino quando vengono trasportati o all'interno di appositi recinti o zone delimitate quando fanno competizioni o gare, se hanno anche lo scopo di tutelare e di garantire che i padroni non li tengano chiusi in luoghi angusti o per troppo tempo, un'attenzione particolare va posta al mondo dei controlli, perché se è vero che ci sono moltissime persone che amano in maniera forte i propri amici a quattro zampe, è altrettanto vero che ci sono persone che non hanno lo stesso tipo di sensibilità e detengono gli animali per altro scopo.
Chiederei che, in sede di revisione del regolamento, si ponga una seria attenzione e si trovino delle formule adeguate per il controllo di coloro che invece di amare questi animali li detengono per altri fini. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Zaffiri.

Sandro ZAFFIRI. Grazie Presidente. Personalmente non ho seguito molto questa proposta di legge, ma credo di avere appreso degli elementi senz'altro importanti dalla discussione di questa mattina e penso che chi semina in giro per la regione delle tempeste inutili, probabilmente raccoglie le stesse cose e queste iniziative non portano un contributo positivo quando si cerca di migliorare una cosa.
In questo caso la cosa è una legge che va a migliorare perché c'è più sensibilità per l'interesse degli animali e non per l'interesse delle persone. Probabilmente chi parla in questo modo non conosce la situazione degli animali, parla preso da considerazioni ritenute utili per i propri percorsi.
Anche le notizie che girano in rete in queste ore o quelle che hanno girato fino a poche ore fa, il tam tam che questa legge che sarebbe obrobriosa: “Ci dobbiamo mobilitare, dobbiamo andare a protestare presso il Consiglio regionale”, lasciano il tempo che trovano, cioè l’annuncio di chi fa queste cose.
Credo invece nella sensibilità dei legislatori che hanno firmato questa legge e lo scopo più importante era quello di risolvere il problema degli animali.
Probabilmente bisognerà fare altre cose nei confronti degli animali ma noi della Lega riteniamo che questa proposta di legge sia una cosa molto positiva che dà un input per migliorare una legge recentissima. Ci sono delle cose che in termini scientifici, in termini di conoscenza dei problemi, vengono sostenute da chi dovrebbe difendere - e queste sono le persone che devono difendere gli animali - vengono anche dati dei contributi positivi, quindi il ragionamento per quanto ci riguarda si chiude in questo contesto.
Pertanto come Lega voteremo a favore di questa legge che secondo noi va a migliorare la situazione degli animali e tiene in minor considerazione la persona rispetto all’animale. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Maggi.

Giovanni MAGGI. Non volevo intervenire, ma anch'io voglio dare una testimonianza d'affetto e di rispetto nei confronti degli animali parlando brevissimamente non tanto della catena, del trasportino, cose importanti che io rispetto sicuramente, ma della discussione che è avvenuta qui in Aula.
Questo dibattito che riguarda gli animali e la loro funzione sociale testimonia un momento di grande civiltà. Non dimentichiamo la funzione sociale che svolgono gli animali, basta guardare nelle giornate migliori, i nostri pensionati quale affetto e quale riconoscenza hanno per i loro animali d'affezione.
Qualcuno ha accennato alla pet terapy, che non è solo per le famiglie, ma anche per i bambini che hanno grandi benefici dalla vicinanza e dall’affetto degli animali.
La nostra è una società di solitudine, la nostra è una società che cerca di aumentare la vita delle persone e poi non dà nessun tipo di assistenza nel momento in cui queste si sentono sole. Ricordo un film di Troisi dove un professore in pensione aveva la caffettiera da una sola tazza e quando qualcuno sbagliava il numero di telefono cercava comunque di continuare la conversazione perché non aveva da parlare con nessuno.
Per questo tipo di evoluzione o involuzione, se meglio credete, la nostra società non può fare a meno dell’affetto degli animali, della funzione che svolgono all'interno delle famiglie, all'interno degli appartamenti. Questo, senza ricorrere a statistiche o a numeri, lo possiamo vedere quotidianamente quando andiamo a fare la spesa, qualche anno fa gli scaffali dei supermercati, parlo soprattutto dei grandi supermercati, con il cibo per gli animali erano un metro e mezzo, due metri, adesso sono scaffali di 10 metri, lunghissimi, c'è un business ed un’economia dietro questa cosa e questo dato commerciale sta a significare quanto il ricorso agli animali d'affezione sia importante per questa società che diventa sempre più sola, che ha poche risposte alle domande che riguardano l'esistenza di ciascuno di noi.
Sono contento di questa discussione e, come ha detto la Consigliera del Movimento 5 Stelle, Pergolesi, questa legge poteva essere fatta con la condivisione di tutte le parti che potevano dire la loro, per questo noi ci asterremo su questa proposta di legge, comunque voglio mostrare, voglio dichiarare in Aula questo mio compiacimento perché questa discussione è stata improntata al rispetto della dignità della vita di questi nostri amici che alla nostra esistenza danno molto senza chiedere niente. E' una dimostrazione sicuramente di grande civiltà di cui mi compiaccio. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Talè.

Federico TALE’. Brevemente, soltanto per ringraziare tutti e per ringraziare della discussione pacata che abbiamo fatto in questo Consiglio, condivido anche le ultime parole dette dal Consigliere Maggi.
Devo ringraziare i firmatari sia di maggioranza che di minoranza, il Consigliere Celani ha firmato immediatamente la legge, appena ne è venuto a conoscenza e voglio precisare che io, come primo firmatario, non so se si è capito, sono uno di quelli che ama e che a casa convive con diversi animali, quindi massimo rispetto e affetto.
Quello che voglio ribadire, un po’ per rispondere anche al Consigliere Bisonni, riguarda il fatto che, con questa proposta di legge, portiamo a 60 giorni il termine per separare i cuccioli dalle mamme. Vorrei precisare ed è capitato a me ed anche ad altri allevatori - è per questo che ho proposto questa legge - che i cuccioli a 40 giorni, non a 60, se non si separano dalle mamme massacrano le mamme stesse perché hanno i denti, il cucciolo a 40 giorni ha già tutta la dentatura. Quindi quando qualcuno scrive sui giornali che modificando questa legge si vuol tornare indietro di chissà quanti anni, penso che questo qualcuno non ha mai visto e non ha mai toccato con mano, non conosce la materia stessa, perché con questa legge noi andiamo nella direzione giusta ed andiamo verso chi vuol bene agli animali.
Questo solo per ribadire che queste modifiche, che sono di buon senso, sono state condivise dagli educatori cinofili, che sono stati in Commissione, dalla comunità scientifica ed anche dal Servizio veterinario della Regione Marche.

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione.
Emendamento 1/1 a firma del Consigliere Bisonni. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa non approva)

Emendamento 1/2 a firma del Consigliere Bisonni. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa non approva)

Emendamento 1/3 a firma del Consigliere Bisonni. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa non approva)

Emendamento 1/4 a firma del Consigliere Bisonni. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa non approva)

Emendamento 1/5 a firma del Consigliere Bisonni. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa non approva)

Presidenza del Presidente
Antonio Mastrovincenzo

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, il Consigliere Bisonni.

Sandro BISONNI. Approfitto della dichiarazione di voto per chiarire delle cose. Parto in risposta al Consigliere Zaffiri, mi dispiace, ma lei non si deve permettere di giudicare il mio percorso, anche perché io faccio politica da poco, solo per servizio e passione e quello che faccio lo faccio sempre con convinzione e per il percorso politico, diversamente magari da quello che può fare un partito come la Lega che parla alla pancia solo per prendere dei voti.
Io faccio le cose perché ci credo, per il mio percorso e perché sono convinto, ho fatto sempre così e seguiterò a fare sempre così.
Le faccio questa domanda, visto che ha detto che questa proposta serve per migliorare il benessere degli animali, mi dovrebbe spiegare come aumentare la detenzione in gabbia da 1 ora a 2 o 3 possa aumentare il benessere dell’animale? Mi spieghi questo e lo spieghi a tutta l’Aula.
Tenere in gabbia per più tempo un animale come può aumentare il suo benessere? Me lo spieghi.
Ritornando a quanto detto dal Consigliere Giancarli, Consigliere di lei ho la massima stima e lo sa, però la devo riprendere su una cosa, perché lei ha detto che avete soppresso la catena, non è corretto, la catena non c’era prima e non l’avete reintrodotta grazie anche alle proteste del sottoscritto e delle associazioni animaliste/ambientaliste che insieme hanno fatto sentire la loro voce. Quindi non l’avete reintrodotta nella legge, non è che l’avete abrogata, non c’era prima, non c’è nemmeno adesso, però Consigliere Giancarli io ho detto un’altra cosa, ho detto che nel regolamento rimane la catena e se una persona volesse detenere il proprio animale alla catena potrebbe essere legittimato dal fatto che sul regolamento questo è previsto, e quando in Commissione ho fatto presente la necessità di modificare il regolamento, ho trovato, da parte di alcuni Consiglieri che già erano in difficoltà a togliere questo articolo relativo alla catena, una certa resistenza ed ho trovato nel loro dire una contrarietà, un disinteresse a modificare il regolamento. Ho detto questo, per precisione.
In merito alla partecipazione, di cui qui si è parlato tanto, questa legge dà uno schiaffo alla partecipazione perché contemporaneamente al tavolo tecnico, che sta facendo l’Assessore Sciapichetti, dove sono presenti tutta una serie di associazioni, in barba e fregandosene del lavoro di quel tavolo, delle ore che ci stanno perdendo, alcuni Consiglieri, passando per la tangente, hanno fatto una modifica senza tener minimamente conto di quel tavolo.
Il percorso corretto sarebbe stato far lavorare il tavolo, far uscire una proposta di legge da quel tavolo e poi discuterne in Commissione, no mentre il tavolo lavora e le associazioni di volontari perdono e dedicano il loro tempo libero a questi temi, fregarsene di questo e partire con una proposta completamente distaccata ed autonoma dal lavoro di quel tavolo.
L’ultima cosa, noto che il Consigliere Busilacchi è uscito perché probabilmente non ha il coraggio di votare contro questa proposta di legge che va a modificare la sua legge, questa è una constatazione, perché se avesse questo coraggio verrebbe qui e, come in questo mese che ha sempre detto di essere contro, voterebbe contro. Io voto contro. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, il Consigliere Zaffiri.

Sandro ZAFFIRI. Grazie. C’è anche una questione personale, io non ho citato il Consigliere Bisonni, allora significa che ha la coda di paglia per quanto riguarda il mio intervento.
Io non ho assolutamente detto quanto poc'anzi affermato dal Consigliere Bisonni. Significa che il mio intervento lo ha colpito. Allora è tutto vero! Allora chi semina vento raccoglie tempesta, perché stiamo parlando di cose molto importanti, Presidente, per questa comunità marchigiana, perché questi sono problemi importanti, come il terremoto di cui poc'anzi abbiamo parlato. Credo che serva anche un momento leggero per stemperare la cosa, perché non hanno raccolto consenso tutte le e-mail che hanno girato per la regione, qui fuori non c’è nessuno e quanto abbiamo detto come Lega continuiamo ad esprimerlo, perciò voteremo a favore di questa legge.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, il Consigliere Zura Puntaroni.

Luigi ZURA PUNTARONI. Veramente era una mia cosa personale, è un rimprovero che faccio al nostro Presidente Ceriscioli, l'argomento che apparentemente è da poco in realtà rispecchia l'animo umano, come gli uomini la pensano sugli animali, così poi si comportano con il prossimo. Quindi invito il nostro Presidente a dire due parole su questo argomento che per noi è importante anche in un momento come questo - terremoto e quant’altro - e va portato avanti ugualmente con la massima attenzione. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, il Consigliere Talè.

Federico TALE’. Non volevo intervenire di nuovo, ma dopo il Consigliere Bisonni devo precisare alcune cose.
La prima è che io non ho menzionato l’Assessore Sciapichetti e il lavoro che sta facendo a quel tavolo. Massimo rispetto per il lavoro che sta facendo il tavolo tecnico, però attenzione, il tavolo tecnico, dove ci sono e partecipano tutte le associazioni, sta revisionando tutta la legge, sta guardando l’intera legge ed è di supporto per la revisione completa della legge, queste cose che andiamo a modificare invece sono cose semplici e urgenti per i motivi che prima ho detto.
La seconda cosa è che si è fatta un po’ di confusione sulla catena. Voglio precisare ai Consiglieri che nel regolamento, come ha detto il Consigliere Bisonni, c’è già la possibilità di tenere l’animale alla catena, quindi noi veniamo da una legge e nel suo regolamento c’è scritto che qualora sia impossibile detenere l’animale in altra maniera, questo è scritto nel regolamento, sotto prescrizione dell’ufficio veterinario si può tenere l’animale non alla catena tout court, ma con una fune lunga 5 metri e una catena di 3.
Questo c’è scritto nel regolamento e per non creare questa difformità tra regolamento e legge volevamo inserirlo anche nella legge, visto che c'è nel regolamento: “qualora è impossibile detenerlo in altra maniera”, ma avendo suscitato una levata di scudi da parte della stampa, delle associazioni, abbiamo fatto presto, l'abbiamo tolto e quindi la situazione rimane così com’era.

PRESIDENTE. Proposta di legge n. 65. La pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Interrogazione n. 258
ad iniziativa del Consigliere Celani
“Stato d’avanzamento dei lavori per la ricostruzione del ponte sul fiume Aso in località Montefiore dell’Aso (AP) e Monterubbiano (FM)”
(Svolgimento)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca l’interrogazione n. 258 del Consigliere Celani.
Ha la parola, per la risposta, l’Assessore Casini.

Anna CASINI. Con decreto del Servizio infrastrutture, trasporti ed energia della Regione Marche n. 158 del 13 maggio 2015 è stato finanziato il progetto preliminare di ricostruzione del ponte sul fiume Aso congiungente le due rive in località Montefiore dell’Aso e Monterubbiano mediante l’assegnazione dell’importo di 3 milioni alla Provincia di Ascoli Piceno, quale ente attuatore per l’esecuzione dei lavori.
Le Province di Ascoli Piceno e Fermo con convenzione stipulata in data 23 ottobre 2014, hanno stabilito le reciproche competenze alla progettazione, l’affidamento e la realizzazione dell’intervento.
Il 23 marzo 2016, a causa degli ingenti eventi alluvionali, la piena del fiume Aso ha causato il crollo di alcune campate e l’ammaloramento di alcune altre.
Con la legge regionale 13/2015, a decorrere dall'° aprile 2016, le funzioni inerenti la viabilità relativa alle strade ex Anas tra le quali vi è la ex S.S. 433, sono state trasferite dalle Provincie alla Regione Marche.
L’articolo 3, comma 1, della legge regionale 13/2015 stabilisce che “ Nel rispetto di quanto previsto dall’articolo 1, comma 96, della legge 56/2014, la Giunta regionale adotta una o più deliberazioni contenenti le disposizioni necessarie all’effettivo trasferimento delle funzioni di cui all’articolo 2, comma 2, volte in particolare a disciplinare i procedimenti pendenti e l’individuazione e il trasferimento delle risorse umane, strumentali e finanziarie connesse alle funzioni oggetto di conferimento”.
La Giunta regionale ha ritenuto opportuno, nell’ottica di garantire la continuità del servizio e dell’attività amministrativa ad esso connessa, di confermare quanto convenuto dalle Provincie di Ascoli Piceno e Fermo con la convenzione sottoscritta il 23 ottobre 2014 e continuare la gestione dell’esecuzione dell’opera in argomento da parte della Provincia di Ascoli Piceno, la quale ha già provveduto all’espletamento della gara di appalto e all’aggiudicazione definitiva ed efficace.
Con delibera di Giunta regionale 964 dell’8 agosto 2016 la Giunta regionale ha approvato lo schema di accordo di convenzione tra la Regione Marche, la Provincia di Ascoli Piceno e la Provincia di Fermo per la realizzazione dell’intervento relativo ai lavori di ricostruzione del ponte sul fiume Aso.
Detta convenzione stabilisce, fermo restando gli impegni assunti dalle Provincie di Ascoli Piceno e Fermo con la convenzione stipulata il 23 ottobre 2014, che la Provincia di Ascoli Piceno continua a svolgere l’attività amministrativa diretta alla realizzazione dell’intervento e per l’effetto è autorizzata a continuare a svolgere le procedure per l’affidamento dei lavori e a utilizzare le economie conseguenti al ribasso d’asta per finanziare i lavori complementari resisi necessari a seguito del crollo di una porzione di ponte avvenuta il 23 marzo 2016, a causa, come dicevamo prima, del maltempo.
La Regione Marche garantisce il conferimento delle risorse di cui al decreto 158/2015 secondo i criteri in esso stabiliti.
E’ stabilita inoltre la durata in due anni della Convenzione dalla sua sottoscrizione avvenuta lo scorso 8 settembre 2016.
In sintesi:
- lo scorso 3 novembre è stata espletata la conferenza dei servizi per l’acquisizione dei pareri sul progetto definitivo presentato in sede di gara e quello relativo ai lavori complementari resisi necessari a seguito dell’ulteriore crollo;
- il progetto esecutivo, come in ogni appalto integrato, verrà redatto dopo la firma del contratto che avverrà subito dopo l’approvazione del progetto definitivo subordinato alla verifica del progetto;
- la consegna dei lavori avverrà appena fatta l’approvazione del progetto esecutivo, subordinata alla verifica del progetto da parte dell’ente terzo in fase di individuazione;
- le cause del ritardo sono dovute principalmente al crollo di porzione del ponte avvenuta nel marzo 2016 dopo l’aggiudicazione definitiva che ha imposto un approfondimento proprio in sede di gara perché erano previsti ulteriori lavori, lavori su un ponte sul quale si era espressa anche la Sovrintendenza quindi andavano fatte delle verifiche proprio per verificare se potesse essere mantenuto l’aggiudicatario oppure si dovesse invece attivare azioni diverse.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno, il Consigliere Celani.

Piero CELANI. Grazie Presidente. Ringrazio l’Assessore Casini e capisco un po’ le difficoltà di questa risposta.
Non posso assolutamente ritenermi soddisfatto e credo che in cuor suo l’Assessore alle infrastrutture di questa Regione non lo possa essere: Lo esplicito io, quindi lei si astenga da fare commenti su questa vicenda.
E' una vicenda deplorevole, chi le ha scritto questa relazione è un funzionario che ha soltanto preso la convenzione, ma io non chiedevo questo, la convenzione la conosco molto bene è stata fatta quando già mi occupavo di affari provinciali.
Il vero scandalo è che a distanza di 3 anni, il crollo c’è stato il 3 dicembre del 2013, ancora non c’è uno straccio di inizio lavori, c’è voluto addirittura un provvedimento di somma urgenza del responsabile del procedimento, per rimuovere in questi giorni le macerie dall’alveo.
Questa è una cosa inconcepibile! Quando ho fatto questa interrogazione era agosto 2016, quasi 1.000 giorni, invece adesso siamo ad oltre 1.000 giorni, sono 1.100 giorni ed ancora non c’è lo straccio di un progetto esecutivo, non c’è nemmeno la validazione del progetto, non si sa quando sarà affidato, anche se c’è un’impresa aggiudicatrice, e quando sarà firmato il contratto e mi si dice nella risposta: “Successivamente sarà fatta la consegna dei lavori”.
Ma la prassi la conosciamo: prima la validazione, poi il contratto, poi tutto il resto, ma noi, a distanza di tre anni, vogliamo sapere quando.
In questi punti chiedevo una risposta che non era di carattere tecnico, perché queste notizie, Assessore, le possiamo prendere in qualsiasi momento. Lei l’altra volta rispose ad una interrogazione anche un po’ piccata: “Queste informazioni le potete prendere quando volete”, giusto, però io avevo fatto un’interrogazione dove c’erano 3 domande, la 8), la 9) e la 10) e chiedevo: la politica regionale in questo caso che cosa fa? C'è di mezzo un finanziamento regionale di 3 milioni di euro per rimettere su una infrastruttura che io non dico di vitale importanza, ma molto importante per quel territorio, sia per il traffico veicolare normale che per il traffico commerciale, perché il ponte è posto a cavallo di due valli che sono fortemente insediate da un punto di vista economico produttivo, un sacco di aziende agricole devono fare decine di chilometri per poter passare sull’altra sponda dell’Aso.
E’ inconcepibile che non si riesca dopo 3 anni ad avere nemmeno il progetto di una struttura.
Allora dico: la Regione si deve attivare in questa direzione.
Questo è un dramma anche della riforma delle Provincie, non so cosa succederà adesso, questa è la conseguenza dello smantellamento delle strutture tecniche. O si pensa acome sostituirle oppure la Regione avochi a sé tutto quanto, sovrintenda, dato che il finanziamento è regionale, della Protezione civile che passa attraverso la Regione, per eliminare questa empasse.
Da quanto mi risulta addirittura adesso non ci sono nemmeno i fondi per poter validare il progetto, perché occorrono qualche decina di migliaia di euro per fare la validazione del progetto e siamo fermi.
La gente ha smesso anche di protestare, è un brutto segno questo, fino ad un anno fa c’era una protesta molto forte dei Comuni di Monterubbiano, di Carassai, di Montefiore e di tutta quella valle, oggi hanno smesso di protestare, segno bruttissimo quando il cittadino capisce che non ha risposte dalla politica, non ha risposte da chi dovrebbe tutelare i suoi interessi.
Mi auguro, siccome a questa mia interrogazione - ai punti 8), 9), 10) - non è stata data nessuna risposta, cioè se la Regione intende - ci sono di mezzo questi finanziamenti regionali - farsi parte attiva per poter sburocratizzare, per poter fare un regolamento apposito anche nelle more di queste Provincie che sono in mezzo al guado. Nelle more di queste Province che sono in mezzo al guado, vogliamo capire come procedere? Vogliamo capire quando sono affidati dei compiti per le infrastrutture stradali come si fa a farli eseguire?
Non mi si può rispondere in questo modo! Io posso immaginare il funzionario che ha scritto questa risposta, però non è modo di dare una risposta dignitosa a chi sta aspettando da 3 anni che si rifaccia un ponte per 3 milioni di euro. Ragazzi stiamo parlando dopo 3 anni di un’opera che costerebbe, sembra, 3 milioni di euro.
Se avessimo chiamato il genio militare l'avrebbe fatto in 60 giorni, avremmo fatto un ponte Bailey per passare dall’altra parte tranquilli.
Mi appello politicamente all’Assessore Cesetti, anche lui del territorio, non perché debba andare a fare il progetto. Questa situazione va risolta perché è una situazione vergognosa dal punto di vista umano, civile, dopo 3 anni, adesso abbiamo festeggiato i 3 anni il 3 dicembre, ancora non c'è nemmeno il progetto. E questa risposta sta a certificare l’empasse che stiamo vivendo, però, ripeto, non cerchiamo sempre di abusare della pazienza dei nostri concittadini e di chi ogni mattina lavora lì e deve fare 10 chilometri per passare dall’altra parte della sponda dell’Aso. Grazie.

Proposta di legge n. 81
ad iniziativa della Giunta regionale
“Rendiconto generale della Regione per l’anno 2015”
(Discussione e votazione)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la proposta di legge n. 81 della Giunta regionale.
La discussione è aperta, ha la parola il relatore di maggioranza Consigliere Giacinti.

Francesco GIACINTI. Grazie Presidente. Con questa proposta di legge andiamo a trattare il rendiconto del bilancio dell'esercizio 2015.
Una premessa per inquadrare tecnicamente anche questo atto.
Il 2015 è l’anno in cui entrano in vigore i nuovi principi contabili in virtù del decreto legislativo 118 ed in poche parole il bilancio si scrive da questo esercizio in maniera un po' diversa, rispettando dei principi contabili, il cosiddetto principio della competenza potenziata, una tecnica, principi contabili di redazione che modificano un po’ le precedenti modalità di scrittura del bilancio.
Il 2015 è per metà esercizio, all'incirca, il primo esercizio di questa nuova amministrazione di cui facciamo parte, in quanto quest'Assemblea legislativa si è insediata il 22 giugno 2015.
Passo così ad una rapida lettura dell'articolato per fare emergere i dati salienti.
Va detto che il 30 novembre abbiamo assistito al giudizio di parificazione, erano presenti tutti i capigruppo, quindi c’è stato questo giudizio positivo di cui dirò più avanti.
Passando all'esame dell'articolato di questa proposta, all'articolo 1 vengono evidenziate le entrate di competenza, che sono pari a 4.731.000.000 euro, mi fermo a questa lettura, sorvolo le decine di migliaia come unità di misura, di cui riscossi 3.747.000.000, quindi restano da riscuotere 983.000.000, questo per le entrate.
Per quanto riguarda le spese di competenza, le spese correnti in conto capitale, l’estensione di passività, sono pari a 4.656.000.000 euro di cui pagati 3.806.000.000, quindi restano da pagare 849.000.000.
Da questo punto di vista nell'articolo 3 c’è un riassunto generale delle entrate e delle spese di competenza, per cui a 4.731.000.000 di entrate contrapponiamo 4.656.000.000 di spese, con un risultato di competenza di 75.000.000. Se aggiungiamo il risultato degli accertamenti e degli impegni abbiamo un totale di accertamenti per 3.689.000.000 euro, ed un totale impegni per 3.436.000.000 di spese correnti.
All’articolo 4 vengono evidenziati i residui attivi nella distinzione tra residui precedenti il 2014 e residui del 2015 nella parte di competenza, per un totale di 1.511.000.000.
Alla stessa maniera i residui passivi ammontano a 1.237.000.000 e quando andiamo ad aggiungere i residui attivi di competenza, che avevamo visto in precedenza essere 983.000.000, giungiamo a determinare i totali residui attivi al 31 dicembre 2015 nell'importo di 2.494.000.000 euro.
Alla stessa maniera i residui passivi di competenza aggiunti a quelli esistenti fino al 2014 danno un risultato complessivo dei residui passivi per 2.086.000.000 euro.
All'articolo 8 abbiamo un riassunto generale delle entrate e delle spese, questa volta evidenziato sotto il profilo della manifestazione finanziaria, cioè della cassa, per cui abbiamo un totale riscossioni pari a 4.782.000.000 e pagamenti effettuati per 4.632.000.000, con un incremento della giacenza di cassa di circa 149.000.000, che vediamo nell’articolo 9, se lo aggiungiamo al fondo di cassa esistente al 1° gennaio, si ha una disponibilità complessiva di cassa di 196.000.000 più 149.000.000 uguale 345.000.000, questa è la giacenza presso il tesoriere al 31 dicembre 2015.
Nell'articolo 10 vengono distinte queste somme in virtù dei conti correnti accesi.
All’articolo 11 abbiamo la determinazione del risultato di amministrazione che partendo dal fondo di cassa esistente all'inizio dell'esercizio, 196.000.000, riscossioni meno pagamenti, a questo risultato si aggiunge un altro risultato parziale di +149.000.000. Il risultato dei residui attivi, che abbiamo visto nella discussione precedente, porta ad una aggiunta di 408.000.000, differenza fra residui attivi e residui passivi. Gli stanziamenti del fondo pluriennale vincolato, sia per le spese correnti che in conto capitale, fanno si che alla fine abbiamo complessivamente un risultato di amministrazione di 675.000.000.
Se guardiamo il disavanzo di competenza, è pari a 383.000.000 e coincide con il risultato corrispondente al debito autorizzato e non contratto. Questo lo vediamo anche in un altro prospetto come documentazione allegata.
Poi abbiamo il conto del patrimonio dove vengono evidenziate le attività finanziarie patrimoniali per un totale di 3.136.000.000, mentre la consistenza delle passività, a sua volta finanziate con mutui contratti per residui passivi perenti è di 3.102.000.000 con un saldo tra attività e passività di circa 33.000.000 di euro.
Alla proposta di rendiconto, così come illustrata rapidamente attraverso l’articolato, si aggiunge la relazione sulla gestione allegata al rendiconto generale 2015, dove troviamo riepilogati: i risultati della gestione, vado scorrendo un po’ il sommario per dire di che cosa si compone questo atto fondamentale, un allegato della documentazione relativa a questo grande capitolo chiamato rendiconto, il quadro della finanza in cui si va a muovere e si è mossa la Regione nel 2015, elementi nuovi introdotti dal decreto legislativo 118, ovvero il riaccertamento straordinario dei residui attivi e passivi, il riaccertamento ordinario, le analisi delle gestioni di competenza, di cassa e dei residui con degli indicatori che possono avere un significato proprio, un focus sulle entrate tributarie, sulle spese, sulle altre entrate, sulle spese del personale, sulla spesa sanitaria, il finanziamento del Servizio sanitario nazionale, fino ad arrivare agli indicatori finanziari della spesa, l'analisi delle tempestività dei pagamenti e delle transazioni commerciali, la gestione dei conti di Tesoreria, il pareggio di bilancio e i nuovi elementi che abbiamo introdotto con il decreto 118 e sono: il fondo crediti di dubbia esigibilità, una nuova posta che va a significare ed a mettere in evidenza eventuali difficoltà legate alla riscossione dei crediti, il fondo pluriennale vincolato, che accoglie quelle entrate che sono destinate ad essere utilizzate in esercizi futuri, l'indebitamento regionale, il risultato di amministrazione, il conto del patrimonio e per concludere la parte relativa alle società partecipate, alle agenzie e agli enti strumentali. Quindi abbiamo un elenco di tutte le agenzie e degli enti strumentali, delle società partecipate ed alla fine la verifica, un altro elemento essenziale, dei debiti e dei crediti reciproci relativi agli enti strumentali ed alle società controllate e partecipate, che devono essere tenuti in considerazione nel bilancio.
Ho parlato del giudizio di parificazione che questo bilancio ha ottenuto il 30 novembre presso la Corte dei Conti nel quale sono stati evidenziati anche aspetti da tenere nella debita considerazione, anche qualche criticità, per essere onesti da un punto di vista intellettuale, però non possiamo certamente sottacere un giudizio complessivamente positivo, anzi addirittura in alcuni passaggi, va detto, la Corte ha rilevato anche un’inversione di tendenza significativa su alcune tematiche specifiche. Mi riferisco all'attenzione alla gestione del patrimonio, all’attenzione alle società partecipate, anche se, ripeto, non sono mancate sottolineature da tenere nella debita e opportuna considerazione, punti veramente salienti.
Che dire? Al di là del risultato complessivo che ho cercato di sintetizzare in maniera estrema, senza calarmi nel grande coacervo di numeri, che vanno a sostanziarsi in questo risultato complessivo, una considerazione di tipo generale: il panorama della finanza pubblica con la quale bisogna fare i conti complessivamente, una rarefazione della possibilità di manovra a cui debbono sottostare i bilanci pubblici, l’ho detto ieri in Commissione, quando ho fatto il Sindaco, periodo che si è protratto fino a 2 anni e mezzo fa, c’è stata una costante recrudescenza dei trasferimenti nei confronti degli enti locali. Lo vedevo da Sindaco, oggi mi tocca vederlo da Consigliere regionale, però è vero che non possiamo nasconderci dietro questa linea, questa tendenza ormai è ben accertata, anzi forse il panorama ed il contesto socio-economico generale complessivo, temo, ahimè, ci portino sempre più ad azioni stringenti che vanno un po' a sacrificare il bilancio e gli elementi, in attesa del confronto con il bilancio. Spesso molte tematiche aspettano il bilancio per trovare delle risposte, ma noi sappiamo bene che il contesto di riferimento è veramente difficile, c'è una rarefazione costante dei trasferimenti, non solo, lo vedremo quando parleremo da qui a breve dell'assestamento e soprattutto del nuovo bilancio. La finanza pubblica centrale prevede dei risultati che il bilancio deve soddisfare, imponendo una differenza netta e positiva fra entrate e spese, perché questo è ciò che il legislatore ha imposto al fine di migliorare l’esposizione debitoria complessiva statale.
Non c’è più il patto di stabilità, ma ci sono questi risultati positivi imposti per cui anche questo elemento non lo vedremo oggi, ma quando faremo l’assestamento che abbiamo iniziato a trattare ieri in Commissione. Ne parlavo con i colleghi Commissari, è un elemento veramente saliente che va a determinare l'azione amministrativa in un contesto dai contorni così eliminati anche da queste politiche di restrizione del bilancio, che devono fare i conti con una situazione economica generale, dove non si può pensare con facilità all’aumento dell'imposizione o, come dicevamo, a non dare certe risposte soprattutto in un contesto aggravato anche, parlo per il futuro, in questa regione lo sappiamo bene, dal sisma che ha comportato una situazione che assorbe non solo energie e risorse, ma anche, giustamente e legittimamente, attenzione.
Questi sono i dati salienti per definire il rendiconto dell’esercizio 2015 che, ripeto, ha la caratteristica particolare di essere stato scritto un po’ con le nuove norme, che nel frattempo sono entrate in vigore, e di essere l'esercizio in cui questa amministrazione si è insediata a circa metà percorso, quindi è ascrivibile in parte, senza dubbio, a questa amministrazione. E' un esercizio a cavallo, questo solo, non voglio esprimere un giudizio in questi termini, per collocarlo più correttamente da un punto di vista temporale.
Non andrei su dettagli di natura tecnica, tecnicistica, se dovesse servire qualche spiegazione sono a disposizione, però mi sembra di aver fatto un'analisi rapida che nel contempo tiene conto del risultato complessivo visto attraverso le estrinsecazioni delle varie parti del bilancio, così come imposto dalla normativa in vigore, ripeto, per la prima volta in questa maniera, in questo esercizio. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola la relatrice di minoranza Consigliera Marcozzi.

Jessica MARCOZZI. Grazie Presidente. Oggi andiamo ad approvare il rendiconto 2015 che costituisce il documento per valutare l'operato dell'amministrazione regionale e permette di verificare la regolarità della gestione, i mezzi impiegati e i risultati conseguiti. Non ripeterò naturalmente quanto ha già detto il Consigliere Giacinti, mi permetto però di fare alcune osservazioni. Osservazioni che sono già state fatte ieri in Commissione, ma forse la maggioranza, come ho detto ieri, non ha avuto il coraggio di dirlo in Aula e cioè oggi, 13 dicembre, andiamo ad approvare un consuntivo 2015 che, come ha già detto il Consigliere Giacinti, appartiene per metà a questa amministrazione e per metà alla precedente, visto e considerato che questa amministrazione si è insediata il 23 giugno 2015.
Lasciatemi dire che lo scorso anno, nel 2015, abbiamo approvato il consuntivo a novembre, la promessa dell’Assessore qual era stata? Che l’anno successivo la situazione sarebbe migliorata, l'abbiamo detto in Commissione, però Consigliere Giacinti ieri le avevo detto che bisognava ribadirlo in Aula. La sottoscritta lo ha detto lo scorso anno, lo ha detto a giugno, lo ha detto a settembre, però voi non avete il coraggio di dirlo, non solo, andiamo ad approvare il consuntivo 2015 il 13 dicembre, ma il 20 dicembre c'è l'assestamento, cosa assestiamo? Ed il 27 dicembre tratteremo il bilancio di previsione.
Assessore, a giugno di quest’anno ho detto che ci saremo ritrovati in una condizione peggiore rispetto a quella dello scorso anno, e così è stato. Ma secondo voi il modo di operare è questo? Approvare il consuntivo 2015 il 13 dicembre e dopo una settimana fare l'assestamento - e non c’è nulla da assestare! Ieri lo abbiamo visto - e dopo una settimana ancora il bilancio di previsione, tra l'altro è stato anticipato che è un bilancio tecnico. Devo capire che cos’è questo bilancio tecnico! Ricominciamo come lo scorso anno. Vedremo tra due settimane come sarà questo bilancio, Assessore.
Questo rilievo che io faccio, l'ha già fatto la Corte dei Conti, perché a pagina 8 la Sezione rileva che il ritardo del complessivo ciclo di bilancio regionale ha imposto tempi serrati e differiti rispetto alla scadenza naturale dei controlli ed ha inevitabilmente compresso le attività istruttorie prodromiche al giudizio di parificazione, sia per la Sezione di controllo che per la Procura.
Inoltre la relazione dell'organo di revisione, che ha espresso il parere sul rendiconto regionale per l’esercizio 2015, è stata trasmessa il 16 novembre 2016 e ciò ha comportato disagi per la Sezione rendendo tardiva e parziale la collaborazione tra organi prevista dalla normativa richiamata. La normativa nazionale prevede, Assessore, una disciplina specifica che fissa al 30 aprile l’approvazione della proposta di Giunta sul rendiconto generale dell'anno precedente e al 31 luglio l'approvazione. Noi siamo arrivati addirittura al 13 dicembre.
Detto questo, chiedo come mai nella documentazione relativa al bilancio non c'è il parere dei revisori dei conti, parere che qui leggo, è stato fornito il 16 novembre 2016, perché a noi non è stato consegnato? Parere che è stato consegnato, io l'ho letto, poi l’ho preso ieri, il 16 novembre.
Vorrei porre l’accento, visto e considerato che i dati di bilancio sono stati esaminati dal Consigliere Giacinti, su alcune criticità, soprattutto per quanto riguarda Aerdorica, premesso che la nuova amministrazione, la vostra amministrazione, si è insediata il 23 giugno 2016 e che la situazione Aerdorica non è attuale. Il problema è che con 13.000.000 di perdite nel 2015 e con un aumento del debito da 37 a 43.000.000 euro, la situazione è veramente critica. Perché? Non c’è un piano industriale! Questo noi della minoranza l'abbiamo ribadito più volte, l'abbiamo ribadito sulla stampa, c'è bisogno di un piano industriale e quello che più volte abbiamo ripetuto lo troviamo scritto a pagina 23: “Segnala la necessità di una pronta definizione di un piano industriale riservando al riguardo ulteriori verifiche”. Il problema è questo, anzi la Corte dei Conti ha espresso anche dubbi sulle somme erogate, sugli aiuti dati dalla Regione ad Aerdorica che non aveva versato i contributi. A parte questa parentesi, il problema è che c’è bisogno di un piano industriale, altrimenti la situazione è critica e non è che lo diciamo noi, noi lo diciamo da un anno, ma lo ripete anche la Corte dei Conti, perché ci sono 13.000.000 di euro di perdite e in più dal 2014 al 2015 il debito è passato da 37 a 43.000.000 di euro.
Allora che si fa su Aerdorica? E’ vero che è una situazione che avete trovato, però è altrettanto vero che bisogna trovare una soluzione al più presto, altrimenti credo che, in questa situazione, l'aeroporto andrà in fallimento.
Criticità sono state messe in evidenza dalla Corte dei Conti per quanto riguarda, dico questo a grandi linee, il fondo passività potenziali e il fondo passività da contenzioso, perché questo? Perché l'amministrazione ha insistito nel non voler fornire alcuna informazione sulla situazione complessiva del contenzioso. Non si comprende il perchè. Come mai l'amministrazione non ha fornito l'ammontare dei contenziosi? Così come non ha fornito il dato relativo alla spesa per contratti di collaborazione per quanto riguarda i dipendenti. I contratti di collaborazione possono essere fatti, ma per un ammontare non superiore all'1,1 della spesa complessiva del personale, anche qui la Corte dei Conti rileva che l'amministrazione non ha fornito il dato.
Detto questo, dalla relazione dei revisori, io punto l'accento sull'indebitamento, sulla ristrutturazione del debito. Premesso che abbiamo un trend discendente per quanto riguarda l'indebitamento a partire dal 2005, perfetto, ma nel 2015 che cosa succede? La Regione contrae un finanziamento, un mutuo trentennale con il Mef, al tasso del 2,26% destinato alla ristrutturazione del debito della Regione.
Bene, questa ristrutturazione rinvia al futuro i debiti ed io non vedo tutta questa convenienza nella ristrutturazione, perché i debiti della nostra generazione sono rinviati alle generazioni successive. Una convenienza economica che ritengo veramente dubbia.
In secondo luogo sulle obbligazioni Bramante Bond che succede? C'è bisogno di una analisi perché, così com'è scritto nella relazione dei revisori, risultano perdite per decine e decine di milioni di euro. Naturalmente le obbligazioni Bramante Bond non riguardano questa amministrazione perché partono da 2003, però ad oggi noi andiamo a ristrutturare una parte del Bramante Bond dove sono risultate perdite per 47.000.000 di euro, io ho analizzato la relazione con dati che secondo me sono attendibili.
Che succede? Succede che nel corso del 2015 la Regione provvede a ristrutturare una parte del debito Bramante Bond, valore nominale circolante 382.000.000 di euro, scadenza 27 giugno 2023, emesso il 27 giugno 2003. La provvista per procedere a tale operazione è ricavata attraverso l'emissione di titoli di Stato, e fin qui ci siamo, quindi la ristrutturazione del debito non parte nel 2015, ma nel 2014, a luglio 2014.
Il Mef accoglie la richiesta di ristrutturare una parte delle Bramante Bond e con l'emissione di obbligazioni il riacquisto. Questo avviene in data 9 dicembre 2015, per quanto? Per 33.323.000, valore nominale 33.323.000, però che succede? Succede che il riacquisto non viene fatto al prezzo di emissione di 100, ma ad un prezzo di emissione di 129,16 comprensivo naturalmente della quota di interessi maturata, comportando per la Regione un esborso di 44.000.000 di euro, quindi riacquisto le obbligazioni per 33.000.000 di euro, orientativamente, ma succede che il prezzo di emissione non è 100, ma 129,16, comprensivo di interessi, quindi io ho un esborso di 43.000.000 ed una minusvalenza di 9.700.000, 43 meno 33, per cui vado a pagare di più.
Questi 43.000.000 come vengono coperti? 18.119.000 con il conto corrente, 24.900.000 con il mutuo trentennale stipulato con il Mef. Si assiste ad una riduzione del debito obbligazionario e contestualmente c'è un aumento dei mutui perché io annullo per 33.000.000 il prestito obbligazionario, ma poi vado a fare un mutuo di 24.900.000.
Ricapitolando, 33.000.000 riacquisto le obbligazioni, però il prezzo di emissione non è 100 ma 129 e vado a pagare 43.000.000, copro una parte con il conto corrente, 18.000.000, e con un mutuo trentennale di 25.000.000, quindi, a questo punto, affermare che l'operazione di riacquisto parziale delle Bond Bramante sia conveniente, per un valore nominale di 33.323.000 al prezzo di 43.000.000, conseguendo una minusvalenza di 9.700.000 e contestualmente accendendo un mutuo con il Mef pari a 25.000.000, appare veramente arduo. 33.000.000, 43.000.000 e per coprire i 43.000.000 vado a fare un mutuo trentennale di 25.000.000 di euro.
Non si è trattato di un vero e proprio risparmio. Nel bilancio 2015, che succede Assessore? Che succede nel 2015? Nel 2015 si va a rimborsare 15.479.000 in meno, cioè la quota da rimborsare è sempre 21.000.000, nel 2015 dicono: “C'è un risparmio di 15.479.000”, non c'è un risparmio di 15.479.000, sapete perché? Perché non è stato rifatto il piano di ammortamento.
Il Bramante Bond è stato fatto nel 2003 per 400.0000.000 di euro, su questo importo è stato fatto il piano di ammortamento, ma mano a mano che abbiamo tolto 33.000.000, il piano di ammortamento non è stato rifatto, quindi, non essendo stato rifatto il piano di ammortamento, alla fine mi ritroverò a rimborsare 349.000.000 più 15.000.000, perché? Perché non è stato rifatto l'ammortamento, ho sempre 21.000.000.
Allora che succede? Succede che vedo i 15.000.000 milioni e dico: “Quello è il risparmio, allora lo tolgo nel 2015”. A che cosa è servita questa operazione? Questa operazione è servita per creare liquidità, quindi 15.000.000 in meno nel 2015, non rimborso i 21.000.000, ma 5.520.000, perché? Perché non è stato modificato il piano di ammortamento.
E' come se io avessi un mutuo di 100, 100 in 10 anni, supponiamo che il rimborso sia 10, 10,10, per farla semplice, se poi di 100 rimborso 20, ma il piano è sempre lo stesso, è normale che alla fine, 100 su 80, ho un risparmio di 20 e che faccio? I 20 li tolgo tutti nel 2015.
Non vedo un risparmio vero, non vedo proprio un risparmio, anzi nel 2013 abbiamo rimborsato 59.047.000, nel 2014 70.000.000, nel 2015 44.000.000, per quell'effetto che non è stato riparametrizzato il debito.
La Regione continua ad accantonare come se il debito fosse sempre 400.000.000 di euro, invece il debito non è di 400.000.000, quindi per me il risparmio non c'è.
Ma non solo, dal punto di vista finanziario che cosa accade? E' questo che bisogna analizzare, dal punto di vista finanziario come facciamo a decidere se un'operazione è conveniente o no? E' semplice, bisogna valutare l'operazione prima e dopo la ristrutturazione.
Se non avessimo ristrutturato il debito nel 2015/2023 avrei dovuto accantonare 171.000.000 di euro, con la ristrutturazione da qui al 2045, non tiro fuori 171.000.000 di euro, ma 178.910.000, ho una maggiore uscita in termini di cassa pari a 7.445.000.
Se poi andiamo a conciliare, ma il raffronto basta vederlo, i risultati finanziari, noi abbiamo 34.000.000 di debito, il mutuo, e 15.000.000 di risparmio - così si dice in meno – meno 11.000.000 di interessi risparmiati sull'estinzione anticipata ed ho lo stesso 7.445.000 che dovrò sborsare in più in futuro.
La convenienza di questa operazione dove la vediamo? Dal fatto che nel 2015 la rata invece di pagarla 21.000.000 di euro, la paghiamo 5.700.000.
Come si giustifica questa convenienza? La convenienza economica di questa operazione deriva dal valore dell'inflazione, cioè le rate future dovranno essere fortemente svalutate come valore attuale, si dice: “In futuro ci sarà l'inflazione”, quindi la convenienza è questa, e non è data solo dall'inflazione, ma si va ad aggiungere anche un valore presunto nel caso di insolvenza di Banca Marche. Questa operazione è stata fatta dopo il salvataggio di Banca Marche, quindi oltre alla svalutazione, la convenienza deriva dal fatto che si ipotizza che Banca Marche possa fallire.
L'organo di revisione afferma: “La convenienza economica dell'operazione di ristrutturazione del debito si deve alla sottrazione dagli interessi attivi che maturerebbero sulle somme accantonate al servizio del rimborso del prestito obbligazionario di un valore corrispondente al rischio di una possibile insolvenza del tesoriere”, cioè di Banca Marche, il famoso bail-in, quindi la convenienza deriva da una parte dall'inflazione …

(interrompe l’Assessore Cesetti)

Jessica MARCOZZI. No, io ascolto, però posso dire …

(interrompe l’Assessore Cesetti)

Jessica MARCOZZI. Analizzo quello che c'è, Assessore.
La convenienza risulta da una parte dall'inflazione e da una parte dall'ipotesi che Banca Marche possa fallire. Quindi questa operazione è servita per impegnare 15.000.000 in meno, l'anno prossimo però noi dovremo pagare 21.000.000 più la rata del mutuo, 24.900.000 di mutuo con il Mef.
Ma la storia inquietante è quella delle obbligazioni Bramante Bond, che sono state stipulate nel 2003 per 400.000.000 di euro e poi si è purtroppo incappati nel fallimento della Lehman Brothers. Perché? Che succede? Succede che quello che è stato perso nel fallimento c'è stato negato, non si sa nulla, tanto che nel 2011/2012 c'è stata anche una interrogazione parlamentare da parte degli onorevoli Ciccioli e Ceroni su questa vicenda, perché la Regione ha perso ben 47.000.000 di euro con quella operazione.
Oggi andiamo a ristrutturare una parte del Bramante Bond, quel Bramante Bond servito per chiudere vecchi mutui, con una perdita di 47.000.000 di euro. I dati dimostrano questo. Come si fa a vedere il vantaggio di un'operazione, l'ho detto prima, comparando, se l'operazione non fosse avvenuta avremmo stipulato un mutuo con la Cassa Depositi e Prestiti e avremmo risparmiato 47.000.000 di euro.
Nulla è dato sapere, né ai Consiglieri, né ai cittadini di cosa sia accaduto all'epoca. Oggi andiamo a ristrutturare il Bramante Bond dopo quello che è accaduto in passato e a me sembra veramente assurdo ipotizzare ancora di ristrutturare quelle obbligazioni, perché all'epoca la Regione nel 2003 ha emesso un prestito obbligazionario di 400.000.000 milioni di euro e poi ha deciso di investire le quote annue di capitale da accantonare e destinare al rimborso del prestito obbligazionario alla scadenza su due derivati, uno in America e un'altro in Giappone. La Lehman Brothers, cioè la banca dove aveva investito, è fallita e da lì la Regione ha perso 47.000.000 di euro.
Oggi addirittura andiamo a ristrutturare un debito che ha creato queste difficoltà alla Regione, secondo me non è conveniente per l'amministrazione regionale, serve a creare …

(interrompe l’Assessore Cesetti)

Jessica MARCOZZI. E’ stato autorizzato anche nel 2003 l'emissione del prestito obbligazionario e l'acquisto di 2 titoli …,

(interrompe l’Assessore Cesetti)

Jessica MARCOZZI. Il problema Assessore è che io ho analizzato la relazione dei revisori dei conti e questa …, lo so che a lei non piace sentire queste cose, però io l'ho analizzata. La parifica va bene, c'era la parifica anche nel 2003, anche quando hanno acquistato quei due swap, cosa significa questo? Che c'è stata una perdita di 47.000.000 di euro, ricordo anche che su questa vicenda c'è stata un'interrogazione della Consigliera Foschi, a seguire un'interrogazione parlamentare degli onorevoli Ceroni e Ciccioli ed era stata chiesta anche una Commissione di indagine, ci sono anche gli articoli di stampa, ve li riprendo perché io li ho visti ieri, adesso non ce li ho qui, però questa è la situazione.
Noi andiamo a ristrutturare un debito e, dopo quello che è accaduto in passato, questa convenienza, ripeto, non la vedo anche perché noi scarichiamo sulle future generazioni un debito di 25.000.000 di euro.
Voterò contro questo bilancio consuntivo ed ho dato le mie motivazioni, ripeto, Assessore, questo Bramante Bond, questa ristrutturazione del debito parte dal 2014, lei l'ha vista la relazione dei revisori? La guardi e poi faccia le sue considerazioni. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Maggi.

Giovanni MAGGI. Quello che dice la Consigliera Marcozzi è molto importante, ho visto che il Consigliere Giacinti vuole rispondere alla Consigliera Marcozzi, per la completezza del discorso sarebbe bene dargli la parola, anche perché noi non abbiamo assolutamente visto la relazione dei revisori dei conti e di conseguenza le cose che emergono in questa seduta sono assolutamente nuove.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Zaffiri.

Sandro ZAFFIRI. Ringrazio per l’intervento il Consigliere Maggi ma, secondo me, dovremo esprimere delle considerazioni sulle cose che conosciamo, lei era presente come me ed ha ascoltato dalla viva voce del dott. Mirabella della Corte dei Conti i contenuti della relazione e non solo dell'approvazione della parificazione del bilancio. Posso Presidente? Grazie.
Signori Consiglieri, siamo chiamati qui, questa mattina, a fine 2016 ad approvare il rendiconto del 2015 adottato dalla Giunta regionale fin dal 18 agosto scorso. Anno 2015 che ha segnato la fine della IX e l'inizio della X legislatura regionale. Siamo qui a discutere il rendiconto 2015 e l'Assessore al bilancio Cesetti ci annuncia l’assestamento 2016 che recepisce le risultanze del rendiconto 2015. Situazione quasi comica se non fosse così grave.
Ora, al di là del giudizio delle agenzie di rating, Assessore, che in varie occasioni si sono distinte per la loro non sempre limpida indipendenza e che tuttavia esprimono un giudizio di stabilità, ma non di miglioramento, stabilità dunque rispetto ad una situazione precedente che non era certo rosea, il mio intervento, lo dico subito, è molto agevolato dalla Relazione dei Magistrati della Sezione regionale di controllo della Corte dei Conti (è vero che la parificazione è stata approvata, certo, se non fosse stata approvata probabilmente non saremmo qui a discutere questo bilancio) in riferimento al giudizio di parificazione del rendiconto 2015: una relazione minuziosa, che va ad affrontare in termini professionali, che non fa sconti, chiara ed inequivocabile e che va utilizzata come ausilio di questa Assemblea per esprimere un giudizio compiuto sia tecnico che politico. Ho ascoltato la Consigliera Marcozzi che ha espresso un giudizio tecnico, io credo che dobbiamo esprimere anche un giudizio politico sul disegno di legge regionale di approvazione del rendiconto 2015.
Prima osservazione: c'è il solito ritardo. Il rendiconto doveva essere adottato entro il 30 aprile dalla Giunta ed entro il 31 luglio doveva essere approvato dal Consiglio. Oggi è 13 dicembre, Assessore Cesetti, il ritardo è evidente e secondo la Corte dei Conti è una criticità questa che si è ripercossa anche nelle procedure di valutazione. Credete che vada bene così? Credete che come opposizione siamo contenti di esaminare un rendiconto alla fine dell'anno? Perché questo sta accadendo! E' già due volte che accade! Ritiene questa cosa rispettosa delle prerogative del ruolo di questa Aula? Inoltre sembra che disagi si siano verificati anche a seguito del tardivo invio della relazione del Collegio dei Revisori trasmessa solo l'11 novembre scorso e da un Collegio incompleto e ciò, secondo la Corte, ha reso "tardiva e parziale" la collaborazione tra i due organi di controllo, così c'è scritto.
Seconda osservazione: diversi sono stati i rilievi sulle partecipate ed in particolare sull'Aerdorica in grave difficoltà economica.
Un particolare rilievo viene avanzato sull'ammontare dell'apposito fondo delle passività da contenzioso su cui io stesso ho chiesto tempo fa all'Assessore di conoscere cosa stava accadendo - queste sono le lettere - ma senza risposta. La cosa grave è il fatto che questi dati la Regione li ha negati anche alla Corte dei Conti. Altri rilievi ancora sulle modalità di calcolo del fondo crediti di dubbia esigibilità e poi addirittura sulla legittimità del contratti di Tesoreria con la Nuova Banca delle Marche, anche qui avete preso una osservazione molto pesante. Dopo queste lettere gliele consegno nuovamente.
Serve altro Assessore Cesetti? Serve altro per farle ammettere che proprio bene non siamo messi? Oppure continuiamo ad auto incensarci facendo credere che "va tutto bene madama la marchesa" oppure, forse, è arrivato il momento di presentare ai cittadini un bilancio-verità?
Entriamo nel merito.
Preso atto che il miglioramento della situazione finanziaria è dovuto all’applicazione dei nuovi principi contabili, la Corte dei Conti afferma, leggo testualmente: "L'accantonamento sul fondo passività potenziali e sul fondo contenzioso è stato quantificato secondo criteri non pienamente coerenti con le prescrizioni del nuovo principio contabile applicato in quanto prescinde da una puntuale ricognizione di tutto il contenzioso in essere" e aggiunge la Magistratura contabile. "Al riguardo si evidenzia che l'Amministrazione regionale ha insistito nel non voler fornire alcuna informazione sulla situazione complessiva del contenzioso, impedendo il pieno esercizio delle funzioni di controllo dell'organo di revisione e di questa Sezione di controllo". Ecco perché non rispondete a queste richieste! Ripeto, impedite il pieno esercizio delle funzioni di controllo.
Ma dico, siamo una pubblica amministrazione o la bocciofila del I Maggio o altre bocciofile? Assessore Cesetti, alla faccia della trasparenza! Lei sa il rapporto che c'è tra noi, nel senso di persona e di rapporto di fiducia, però qui stiamo parlando di un aspetto importante dell'amministrazione pubblica. Cosa c'è nel contenzioso che non può sapere neanche la Corte dei Conti? Noi lo vogliamo sapere! Mi rivolgo anche ai colleghi della maggioranza: a voi va bene che non si sappia cosa c'è in questo contenzioso? Ma poi i cittadini cosa devono pensare se si tengono nascosti i conti?
Basterebbe questo, signor Presidente, per affermare che state proponendo un rendiconto incompleto, non trasparente, che genera dubbi e perplessità. Ma andiamo avanti.
L'indebitamento dell'ente è pressoché identico. Sui contratti di collaborazione non avete fornito i dati richiesti, permane elevato il numero dei dirigenti rispetto alla dotazione organica e non sono rispettati i parametri. Il costo del personale impiegato negli staff degli organi politici potrebbe superare i limiti di spesa, le irregolarità permangono sui fondi destinati alla contrattazione decentrata ancora sub judice. Il piano delle performance della Giunta è stato presentato in ritardo e quindi ha presentato criticità nel suo esame - prendete gli aspetti più significativi, non scivolate, come sto ascoltando, sulle parole che ho detto -.
Per fortuna sui fondi ai gruppi consiliari si è trovata una soluzione.
Ma poi ancora, il guaio Province, oltre infatti le criticità rilevate nel 2015 dalla Corte dei Conti e che permangono, vorremmo sapere, ora che costituzionalmente le Province non sono state abolite, che intenzioni ha questa Giunta? E poi questi soldi che avanziamo quando li avremo? Noi vigileremo.
Sulla sanità la Corte dei Conti con 2,62 miliardi di spesa afferma che i tetti non sarebbero stati rispettati. Criticità anche riguardo all'Inrca per il quale viene censurata la prassi di procedere all’approvazione del bilancio solo per la parte marchigiana quando l'Istituto è nazionale.
Ma ancora, i 43,5 miliardi di Aerdorica senza un piano industriale sostenibile, mi rivolgo a lei Presidente in questo passaggio particolare del mio intervento, perché un conto è l'Aerdorica, un conto è l'aeroporto, perché noi vogliamo salvare l'aeroporto e qui non sembra che ci siano le condizioni, spinge la Corte a rilievi preoccupati. Rilievi anche sulle altre partecipate.
Infine persino dubbi sul subentro della Nuova Banca delle Marche nel servizio di Tesoreria circa il quale, secondo la Corte dei Conti, tutti gli accadimenti avvenuti all'interno della banca potevano rendere applicabile la fattispecie risolutoria del contratto stesso, e questo ancora oggi non è avvenuto. Non solo, la mancata risoluzione della concessione della Tesoreria appare di dubbia legittimità in assenza di valutazioni giuridiche svolte dalla Regione. E questo vale sia per la Giunta che per il Consiglio.
Altra considerazione che ci sentiamo di esprimere riguarda i fondi comunitari 2014/2020, essendo partiti con due anni di ritardo osservazioni per ora non ce ne sono, se non il fatto che in questa prima attuazione i bandi sono complessi, le istruttorie lunghe, gli esami troppo selettivi, troppe domande sono respinte e soprattutto il reclutamento a cottimo di esperti per l'esame delle domande appare una scelta dispendiosa.
Vi bastano queste considerazioni Presidente Ceriscioli ed Assessore Cesetti?
Altri rilievi pesanti, diniego di dati – questo è un aspetto importantissimo per noi, quando non vengono forniti i dati che un Consigliere o questa Assemblea chiedono - tardiva fornitura di dati, piani di salvataggio inadeguati, sforamento tetti di spesa.
Voi pretendereste che noi approviamo questo rendiconto? Sarà difficile. E se l'assestamento del bilancio 2016, che è stato annunciato, ma non si è ancora visto, segue le risultanze del rendiconto 2015 non ci pensate nemmeno che possa essere oggetto di esame.
L'impressione chiara è che i conti di questa Regione non siano effettivamente sotto controllo, Assessore. Oggi poi con il sisma e le promesse di ricostruire tutto e risarcire tutto di un Governo dimissionato - adesso ce n’è uno nuovo - con le persone ancora in attesa di casette che tardano ad arrivare, il primo appalto per rimuovere le macerie del sisma affidato sembra, secondo notizie di stampa, ad un gruppo di imprese discutibile, le incertezze e gli imprevisti sono tali da imporre una riflessione gestionale completamente nuova.
Inoltre anche le proposte che via via vengono avanti dalla Giunta sono inadeguate. Per esempio, ne cito qualcuna: le illegittime soluzioni al deficit dell'interporto proponendo all'Asur, di fatto, un salvataggio acquistando una palazzina già beneficiaria di agevolazioni pubbliche e con vincolo di destinazione d'uso. Siamo alla "sagrestia che aiuta la chiesa"; la manifesta incapacità di una ragioneria di trovare solo 500.000 euro per finanziare ad esempio la graduatoria del 2014, pensate, delle cooperative marchigiane che avevano presentato regolare domanda di contributo a seguito di regolare bando che impegnava tali risorse; l’incapacità di finanziare politiche di sviluppo ed occupazione con bandi riservati a pochi, con formazioni di comitati scientifici pagati a cottimo, 200 euro a pratica da esaminare, e stanziamenti di elemosina (300 mila euro in tutto) per finanziare bandi riservati a 3.500 nuove imprese artigiane nate tra il 2015 e il 2016 e che vengono illuse di percepire un’agevolazione.
Interventi tampone sulla cultura ne sono stati fatti tanti.
Gli investimenti per il turismo sono fermi dal 2009. La Regione non incentiva più l'ammodernamento delle nostre strutture ricettive. Unioni forzose tra Comuni contro la volontà dei cittadini. Progetti di Unioni fra Regioni decisi al vertice senza coinvolgere i cittadini.
Un assetto dell'Asur pasticciato ed ingestibile con ripercussioni negative sul personale e sui servizi, parole non mie ma di Cgil-Cisl-Uil. Una sanità risanata ma sulle spalle e con le tasche dei cittadini.
Infine un volontariato a cui si fanno tanti elogi ma altrettanti tagli di risorse.
Potrei continuare all'infinito.
Mi fermo qui e mi avvio alla conclusione, Presidente.
E’ chiaro che noi non approveremo questo rendiconto, però vorremmo anche dire una cosa, avremmo gradito che l'Assessore Cesetti in molte circostanze, per onestà intellettuale, visto il rapporto che c'è, avesse avuto uno spunto critico verso un Governo che costantemente ha tagliato i viveri alle Regioni, invece non abbiamo ascoltato nulla perché il problema che stiamo discutendo è questo, è questo il reale problema. Tutti allineati all'uomo solo al comando che ormai però è rimasto solo.
Noi non rinunceremo certo al nostro ruolo di opposizione e controllo anche in presenza di documenti inviati in ritardo, incompleti e spesso incomprensibili, di risposte ad interrogazioni tardive o neanche date e vi incalzeremo sempre di più perché questa vostra aria di sufficienza, che a volte rasenta l'arroganza verso le minoranze, nasconde una sostanziale incapacità di governo. Ai cittadini delle Marche diciamo: non state sereni.
Al vostro quesito di oggi: se noi vogliamo approvare questo rendiconto vi rispondiamo, come ha fatto quasi il 56% dei marchigiani e il 60% degli italiani il 4 dicembre scorso in occasione del Referendum Costituzionale: no!

Presidenza del Vicepresidente
Renato Claudio Minardi

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Maggi.

Giovanni MAGGI. Grazie Presidente. Io mi rifiuto di parlare di fronte ad una decina di Consiglieri per cui o lei mette in ordine l'Aula oppure sospende la seduta e ci si vede dopo il pranzo. Parlare così è come parlare con nessuno. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Giacinti.

Francesco GIACINTI. Grazie Presidente. E' doveroso intervenire subito, come giustamente ha sollecitato il Consigliere Maggi, perché non possiamo prendere per vero ciò che la Consigliera Marcozzi dal suo punto di vista ha voluto sottolineare.
Noi dobbiamo un po' reinquadrare tutta la questione nell'alveo della correttezza dell'informazione e della legge, che la esige nel fare certe operazioni.
Prima di tutto voglio fare una precisazione ai Consiglieri presenti: il rendiconto è una delibera della Giunta dell'8 agosto 2016, il giudizio di parificazione è avvenuto il 30 novembre e l'organo di revisione ha fornito il suo parere il 16 novembre su un atto della Giunta dell'8 agosto, in un periodo in cui, forse, era più preso da altre questioni piuttosto che dal fornire un parere tempestivo, visto che si riferiva a un atto dell'8 agosto. Comunque sia direi che la mancanza di questo parere - mancanza nel senso che non è stato preso a base, visto che è stato redatto anche in un periodo di particolare polemica che ha accompagnato la parte finale di quest'organo - è stata assorbita dal parere della Corte dei Conti. Credo che la magistratura contabile abbia molto autorevolezza nell'esprimere il proprio parere, che, come ho detto nella mia relazione, consta anche di evidenziazioni e di sottolineature su alcune tematiche, ma che alla fine esprime un giudizio di parificazione, un giudizio addirittura con note positive su alcune specifiche situazioni.
L'aspetto più importante riguarda la ristrutturazione del debito che è stata definita dalla Consigliera Marcozzi a tinte fosche, addirittura anche nere. Ma così non è, perché? Perché l'operazione di ristrutturazione del debito è un istituto giuridico che ha previsto il Ministero dell'economia e delle finanze. La ristrutturazione del debito si può fare solo in alcune determinate occasioni, dove ci sono dei requisiti ben specifici. Non si può fare se non vengono rispettati i requisiti soggettivi, oggettivi e se non c’è un risparmio, altrimenti si annacquerebbe, quello che noi aziendalisti diciamo, il capitale e si andrebbe ad estendere ad oltranza il debito. Allora si che certe considerazioni potrebbero avere valore, ma se noi leggiamo la relazione sulla gestione, la parte relativa al debito, per essere precisi a pagina 70, noteremo che, sulla base del prezzo di riacquisto definitivo, il prezzo di acquisto non è più fatto pari a 100, come al momento dell'emissione, perché si tratta di bond che erano stati emessi ed avevano un rendimento annuale. Se andiamo a comprare i titoli di Stato emessi 20 anni fa, i BTP di 20 anni fa, mica li paghiamo 100, li paghiamo più di 100 perché magari sono stati emessi con un tasso di interesse pari al 5/6/8% al 10 addirittura a seconda dei periodi di emissione. E' questo che fa il prezzo e chiaramente nel riacquisto è stato considerato il prezzo di mercato che è maggiore rispetto al valore nominale proprio in virtù della maggiore remuneratività di tali titoli. Ma nei giudizi di verifica e di corrispondenza dei requisiti per poter rendere effettuabile un'operazione di questo tipo, come quella della ristrutturazione del debito, va tenuto conto anche di questi parametri e alla fine da un calcolo complessivo emerge un risparmio dell'operazione per cui il Mef ha detto ok a ristrutturare il debito, altrimenti avrebbe detto no, non si può fare, non si può non considerare questo discorso.
Venendo al dunque, per essere preciso, a pagina 70 della relazione sulla gestione, nella parte che tratta questa operazione di ristrutturazione del debito viene evidenziato che sulla base del prezzo di riacquisto definitivo è stata effettuata la valutazione sulla sussistenza dei requisiti afferenti la convenienza economica, ed è l'articolo 41 della legge 448 del 2001, e il rispetto del livello di indebitamento, articolo 45, quindi sono due i parametri da rispettare del decreto legge 66 del 2014. Questo report ha certificato il rispetto dei suddetti requisiti. In particolare con riferimento alla convenienza economica, ex articolo 41 della legge 448/2001, il vincolo della riduzione del debito è stato rispettato per 541.654 euro quindi il debito si è ridotto nel raffronto delle due operazioni per 541.000 euro, altrimenti non sarebbe stato possibile addivenire a questa operazione.
Inoltre con riferimento alla riduzione del debito, secondo parametro, come stabilito dal decreto legge 67/2014, il vincolo della riduzione è stato rispettato per 8.401.528, quindi la spesa per il riacquisto della quota parte del prestito obbligazionario è risultata pari ad euro 43.000.000, come giustamente veniva evidenziato, ed è stata coperta per 18.000.000 mediante i fondi accantonati nel fondo di ammortamento, il cosiddetto simple fund, e per 24.921.000 euro da un nuovo mutuo trentennale acceso presso il Mef al tasso del 2,26% annuo fisso.
Ora tutti questi calcoli che hanno reso possibile l'effettuazione di questa operazione, tengono conto del nuovo tasso d'interesse, della vita nuova del mutuo, del venir meno e quindi dei vantaggi conseguenti all'estinzione del vecchio prestito obbligazionario.
Chiaramente tutti questi elementi messi insieme danno la cifra della convenienza o meno dell'operazione di ristrutturazione, altrimenti non sarebbe stato possibile, ripeto, addivenire alla rinegoziazione e ristrutturazione del debito, perché se non siamo precisi e non facciamo rientrare nel giusto contesto le norme finanziarie, che impongono l'esistenza di certi requisiti, non potremmo valutare l'esattezza delle operazioni che vengono fatte, anzi addirittura ci preoccuperemo che certe operazioni non potrebbero venire eseguite. Anch’io come cittadino prima che come Consigliere regionale, ecco perché il legislatore si preoccupa di dettare dei limiti, dei paletti, il rispetto di certi requisiti al fine di poter rendere possibili certe operazioni, altrimenti ciò non avverrebbe.
Questo mi sembrava doveroso perché uno ascolta alcune grida di “al lupo al lupo”, ma il lupo non c'è perché il lupo in questo contesto è stato tenuto in considerazione, altrimenti non si sarebbero potute nemmeno iniziare operazioni di questo tipo.
Poi ho sentito fare dei riferimenti ad operazioni nate nel 2003, sinceramente ben venga che questa amministrazione, forse, ha eliminato nei finanziari, chiamiamoli così, da come sono stati sottolineati, perché così il futuro di questa comunità possa non essere minacciato da ulteriori sorprese, visto che si è fatto riferimento a operazioni ormai famigerate con istituti di credito come Lehman Brother e ad epoche nelle quali qui eravamo ben tutti lontani, ho sentito fare riferimento al 2003/2004. Nel 2003 ancora non facevo il Sindaco, quindi se queste operazioni in qualche misura sono state disinnescate – usiamo questo termine - ben venga un ulteriore plauso all'Assessore al bilancio che almeno ci ha messo al riparo da certe aleatorietà che sono andate di moda in certi periodi storici. Ho fatto il Sindaco, faccio una piccola digressione, e molti consulenti finanziari andavano a trovare i Sindaci per proferire, qui ci sono amministratori che hanno vissuto la stessa esperienza, ed incoraggiare l'acquisto di bond che andavano sotto il nome di “derivati”, sappiamo bene quale buco hanno creato anche nella finanza pubblica. Molto orgogliosamente li ho salutati in maniera molto frettolosa e rapida e non mi sono lasciato abbindolare da questi strumenti che, ripeto, forse non erano nati per la finanza pubblica.
Mi sono sentito in dovere di sottolineare alcuni aspetti per ricondurre tutto nell'alveo delle norme che il legislatore ha giustamente e legittimamente avuto la compiacenza di emanare proprio per non fare operazioni che potevano mettere in condizioni di rischio il debito della finanza pubblica. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Maggi.

Giovanni MAGGI. Grazie Presidente. Chiedo di rivedere questa cosa, se la sospensione non viene prevista e più della metà dei Consiglieri vanno a mangiare al bar. A me non sembra serio soprattutto nei confronti delle istituzioni che rappresentiamo. Non capisco, ma mi adeguo e faccio il mio intervento.
Ho sentito le cose che ha detto il Presidente della I Commissione Giacinti che ha espresso nel suo intervento come relatore di maggioranza le cose buone e a noi del Movimento 5 Stelle corre l'obbligo, come Consiglieri di minoranza, di capire se ci sono cose meno buone.
Ho assistito, come è stato detto in Aula, alla cerimonia solenne del giudizio di parifica della Corte dei Conti per il rendiconto 2015, ho sentito ovviamente le cose positive ed ho sentito anche l'intervento, direi enfatico, dell'Assessore Cesetti. Personalmente gli ho detto che quello che lui aveva descritto era un film che io non avevo visto, così simpaticamente, però c'è sicuramente un fondo di verità.
Le parti scomode della parificazione sono state messe sotto tappeto, come si fa a volte con la polvere, una di queste è la ragione per cui, come ha detto il Consigliere Zaffiri, la Regione non ha effettuato il recesso dal contratto di tesoreria con Banca Marche appena l'istituto è stato travolto dalle note vicende. Una decisione questa che la Corte dei Conti giudica di dubbia legittimità e ancora noi Consiglieri qui in Aula non sappiamo quale sia stata la ratio e perché in effetti non ci sia stato il recesso da questo contratto di tesoreria.
La Corte dei Conti ci ha anche raccontato come la Regione sia carente nell'adeguatezza dei sistemi di controllo interno nei confronti degli organi partecipati, è già stato citato da qualcuno, con particolare riferimento a Svim, ovviamente piove sul bagnato nei confronti di Aerdorica, insomma volgarizzando, la Regione non controlla bene queste società che assorbono ingenti risorse di denaro pubblico.
Ma la Regione non controlla bene non soltanto le partecipate, ma non controlla neanche gli enti dipendenti, uno su tutti, visto che ci sta facendo lavorare molto in I Commissione, gli Ersu, commissariati da più di un anno senza che si riesca a mettere in piedi uno straccio di legge che, come dice l'Assessore competente, che adesso non c'è, interrompa la funzione di bancomat che gli Ersu hanno assegnato alla Regione. Ora sappiamo che le famose linee guida per il controllo interno di gestione (che dovevano definire modi, strumenti e tempi del controllo di efficacia, efficienza ed economicità) alle quali dovevano attenersi gli enti dipendenti, dal 2004 non sono mai state approvate. Gli sprechi di questi enti avvengono perché la Regione non effettua i dovuti controlli.
Tornando alla Corte dei Conti abbiamo scoperto ancora che, con riferimento ai fondi comunitari, ci sono 80 istruttorie pendenti per ipotesi di illegittima percezione di somme sia dallo Stato che dall'Unione Europea. La cifra complessiva di queste 80 istruttorie è pari a 16.118.000 euro.
Ci sono ancora rilievi, sempre della Corte, circa la mancata o adeguata dimostrazione delle modalità di copertura delle leggi di spesa, perché oltre alle citazioni le coperture della spesa bisogna dimostrarle e dettagliarle, come la Corte ha indicato nella relazione appositamente redatta sull'argomento a marzo di quest'anno e come ha inoltre rilevato la necessità di aggiornare la legge regionale a quella nazionale. Devo dire che la legge non è da aggiornare, ma è da rifare completamente per adeguarla alla legge nazionale; è inutile fare degli aggiustamenti in corsa che poi hanno i limiti che abbiamo già visto.
Per non parlare poi, e qui entro proprio in una valutazione politica e complessiva, di come ci si sta muovendo in questo Consiglio e di quale sia la frustrazione dei Consiglieri regionali, sia di maggioranza che di minoranza.
Ci sono reiterati ritardi nel ciclo di programmazione di bilancio che sono diventati una prassi scellerata. Il ritardo del rendiconto 2015, di cui stiamo discutendo, è di 100 giorni, più di tre mesi, e nonostante ciò si ha la sfrontatezza di farci pressioni in Commissione perché deve andare subito in Aula, ed ovviamente la frustrazione e l'indignazione dei Commissari è legittima in questo caso.
Il ritardo dell'assestamento 2015, esaminato l'anno scorso, è stato di 126 giorni, più di 4 mesi, per la legge finanziaria 2015 il bilancio di previsione 2015 e 2015/2017 i termini sono stati rispettati dal Consiglio, ma non dalla Giunta, per un ritardo di un mese e mezzo. Ovviamente stendiamo un velo pietoso sui ritardi di quest'anno! La riflessione che faccio è questa, se i termini vengono rispettati dal Consiglio, ma la Giunta non li rispetta, vuol dire che chi Governa toglie il tempo necessario allo studio, all'approfondimento e alla trattazione dei documenti, sia ai Consiglieri di minoranza che di maggioranza, ovvero fa venire meno i principi fondamentali della democrazia e soprattutto il mandato che abbiamo avuto dai nostri elettori.
Questo principio lo stiamo difendendo strenuamente - già questa mattina l'Assessore Cesetti lo ha recepito nella Conferenza dei capigruppo - anche e soprattutto nella Commissione regolamento che disciplina queste cose per dar modo ai Consiglieri di non essere svuotati delle proprie funzioni e del proprio mandato. Quindi quello che mi sento di consigliare anzi, se mi permettete, di sollecitare, abbiate il pudore di non dire che “il prossimo anno saranno rispettati i tempi, altrimenti ci saranno le sanzioni”, così la toppa è più brutta del buco in quanto si ammette che agli uomini delle istituzioni servono le sanzioni per rispettare la legge, e questo la dice lunga.
Torniamo alla Corte, preso atto dei rilievi sollevati vorremmo conoscere non più motivazione e aggiungerei scuse, ma le iniziative pratiche che la Giunta intende attuare e che intende porre in essere per la sistemazione di queste problematiche, a cui ho accennato, che minano alla base una buona organizzazione, e quando la buona organizzazione è un'istituzione che viene pagata con i soldi dei cittadini, è ancora più grave.
Prima di continuare a parlare del rendiconto, che è il documento che chiude la documentazione di bilancio di un anno, consentitemi di fare riferimento - nel quadro generale di cui ho parlato all'inizio di questo intervento, proprio per evidenziare il modo di operare - ad un altro documento altrettanto importante, che è il Piano della performance.
Il Piano della performance è quel documento con il quale vengono individuati gli obiettivi sia strategici che operativi delle strutture regionali, nonché i parametri di riferimento e gli obiettivi. Per essere precisi la Giunta con il Piano della performance declina in dettaglio quali attività operative verranno realizzate dagli uffici per attuare le strategie necessarie e realizzare il programma di Governo. Ma se il piano della performance triennale, che va redatto annualmente entro il 31 gennaio, per il 2015 viene approvato dalla Giunta il 19 ottobre, cosa dire? Voi scrivete il 19 ottobre 2015 quello che dovrete fare nel 2015? Se tutta questa approssimazione non fosse davvero drammatica ci sarebbe da ridere!
C'è da dire inoltre, e non è un argomento secondario, che gli obiettivi annuali da raggiungere indicati nel Piano della performance, servono per valutare il personale e quindi per ottenere la parte variabile delle retribuzioni a seguito di un processo di valutazione e controllo dei risultati ottenuti sui risultati attesi. E tutto questo viene fatto ad ottobre! La valutazione del 2015, la scansione ed il controllo di tutto il 2015 vengono fatti ad ottobre.
Quindi, oggi siamo qui ad esaminare un rendiconto attuato da dirigenti che si sono adoperati senza la guida ed il controllo della Giunta perché fino al 19 ottobre non ha assolutamente controllato un bel niente.
E' questo che appare! A meno che non si voglia dire che l'attuazione di quanto è contenuto nei documenti che predispone la Giunta non sia così importante.
Volendo guardare tutto in un'ottica più benevola e forse più ironica, si può dire di aver vissuto l'esperienza di un anno di non Governo, un po' come il Belgio e la Spagna, solo che nel nostro caso non siamo di fronte a partiti frammentati e maggioranze complicate, ma siamo di fronte ad incapacità, approssimazione, limiti operativi, insomma poche idee, ma confuse di chi governa questa Regione.
Il debito complessivo si è ridotto meno rispetto all'anno precedente, in quanto è aumentato il debito autorizzato ma non contratto, da 353.000.000 a 383.000.000.
Si è ridotta la capacità di impegno sul totale stanziato, passando dal 78,2% del 2014 al 71,5% del 2015. Per questo si possono fare due semplici considerazioni: o si è stanziato troppo rispetto alla spesa effettiva, oppure non si è riusciti a fare nell'anno quello che si era programmato. In entrambi i casi si palesa un limite molto evidente.
Per queste cose, per questa valutazione complessiva che coinvolge il rendiconto, ma che coinvolge tutta l'amministrazione contabile di questa Giunta, noi del Movimento 5 Stelle voteremo necessariamente contro. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Celani.

Piero CELANI. Grazie Presidente. Non vorrei annoiare i pochi che sono rimasti in Aula ripetendo le cose che sono già state dette, per cui salto la parte prodomica, che è stata ampiamente illustrata dai miei colleghi, sugli aspetti iniziali politici, poi sulla parte politica ci entrerò successivamente.
Questo atto è in ritardo come l'anno scorso, forse l’anno precedente c’era una ragione in quanto si è entrati in corsa, a metà legislatura, ma quest’anno non c’è nessuna giustificazione, soprattutto si ha a che fare con un atto incompleto, lo dimostreremo e l’hanno già detto i miei colleghi, palesemente incompleto di alcune “certificazioni” dei soggetti destinati al controllo che dovevano essere messe subito a disposizione nelle nostre cartelle, senza doverle cercare nella segreteria generale, senza andarle a cercare chissà dove.
Il problema dei revisori dei conti è un problema serio, indispensabile, su cui si basa la trasparenza di un bilancio, quindi io rimango sempre allibito quando mancano all’attenzione di tutti i Consiglieri questi documenti.
Chi mi ha preceduto, il Consigliere Giacinti, Presidente della I Commissione, ha detto che ha fatto il Sindaco e sa benissimo che senza un documento di quel tipo non si porta nessun atto in Consiglio, il revisore dei conti è fondamentale.
Occorre sempre sviscerare quegli atti e fa specie che noi dobbiamo ascoltarli dal Consigliere relatore di minoranza, che ha dovuto cercarlo, guardarlo, vivisezionarlo, senza che gli sia stato messo a disposizione nella sua versione integrale. Quindi un giudizio fortemente negativo su come l’atto è stato presentato, doppiamente negativo, perché quest’anno c’era tutto il tempo per poter rendicontare, per poter vedere il pareggio di bilancio dell’anno 2015.
Dico comunque che questa nuova regola del pareggio di bilancio, che è stata introdotta nel 2015 in luogo dei vincoli associati al patto di stabilità, che vigeva fino a poco tempo fa, finalizzato al perseguimento degli obiettivi di finanza pubblica soprattutto per il fatto dell’appartenenza dell’Italia all’Unione europea, non mi convince affatto.
Faccio un discorso di carattere generale, questo sistema non mi convince affatto perché tende a rendere poco leggibili i bilanci delle Regioni, poco leggibili, non voglio adoperare un altro termine che non sarebbe rispettoso da un punto di vista istituzionale, il pareggio di bilancio, così come viene impostato, rende meno leggibili questi atti.
Per cui dico: “Attenti”, non mi crogiolerei tanto sull’entusiasmo di questa decisione dell'organo della Corte dei Conti, Procura Generale, circa il raggiungimento di questo agognato pareggio di bilancio, non mi crogiolerei tanto dietro questa soddisfazione perché se vado a leggere, se andate a leggere attentamente le numerose pagine della relazione del Magistrato della Corte dei Conti e queste due relazioni vi accorgereste che, se noi avessimo, consentitemi questo termine, un giudizio politico dalla Corte dei Conti, sarebbe prettamente negativo, su tutti gli argomenti. Solo che la Corte dei Conti non è un organo politico, è un organo tecnico che si deve limitare ai numeri.
Quale numero ha guardato principalmente per il raggiungimento di questo agognato pareggio di bilancio? Ha guardato il risultato non negativo del saldo, oltre che andare poi nei singoli atti. Quindi il risultato positivo deriva dal fatto che si è raggiunto questo saldo non negativo sia per quanto riguarda la forbice fra le entrate e le spese finali, nonché fra le entrate correnti e le spese correnti.
Però chi ha fatto un po’ di esperienza nell’ambito di una amministrazione pubblica ed ha interagito per anni con i vincoli del patto di stabilità interno, sa benissimo che molto spesso questo vincolo viene rispettato in un modo soltanto, banale, che danneggia tanto ed è quello di bloccare le spese, che significa bloccare le spese? Significa bloccare i pagamenti sia di parte corrente, sia di investimenti. Ecco come si raggiunge questo agognato pareggio di bilancio.
Ripeto, non mi crogiolerei tanto su questa soddisfazione perché se andiamo a leggere gli atti, specificatamente, ci accorgiamo che qualcosa non funziona, che il bilancio non è leggibile, e cosa ci nasconde questo pareggio lo dobbiamo scoprire, speriamo, cammin facendo.
Ho dei dubbi perché alla fine dell’anno ancora dobbiamo ragionare sull’assestamento, sul consuntivo e dopo aver fatto l’assestamento addirittura dovremo fare il bilancio di previsione. Quindi credo che ancora una volta questo nostro bilancio sarà di difficile interpretazione.
Non voglio ripetere le critiche che già i miei colleghi hanno fatto su taluni temi, fisserò la mia attenzione soltanto su 3 argomenti che mi stanno un po’ più a cuore e che sono: l’accertamento straordinario dei residui attivi e passivi, gli organismi partecipati e la sanità, dato che nessuno in questo momento ne ha parlato.
Vorrei dire qualcosa sull’accertamento dei residui. Sapete che sui residui molto spesso si gioca la partita del bilancio, soprattutto sui residui attivi, l’iscrizione in bilancio ripetuta, continuativa, dei residui attivi consente di chiudere molto spesso i bilanci di previsione.
E’ chiaro che la partita noi dobbiamo vederla in questo modo. Cosa ci dice il Procuratore Generale della Corte dei Conti? Dà atto che è stato fatto un riaccertamento dei residui attivi alla fine di novembre migliore di quello che era stato fatto all’inizio dell’anno, quindi a gennaio, e dice che sono stati accertati residui attivi quasi pari al doppio o più del doppio di quelli passivi, 861.000.000 contro 410.000.000 e poi comincia a fare una serie di considerazioni.
La lettura può essere fatta in tanti modi, se mi fermo alle prime tre righe dico che noi abbiamo 861.000.000 contro 410.000.000, quindi siamo in una botte di ferro, ma se continuo a leggere e vado oltre mi rendo conto che questa botte di ferro assomiglia sempre più a quella di Attilio Regolo, perché? Perché mi si dice che per quanto riguarda i residui passivi non correlati ad obbligazioni giudicati perfezionati sono stati cancellati circa 25.000.000 di residui passivi cioè di debito …

(interrompe l’Assessore Cesetti)

Piero CELANI. Si, dopo dirò una cosa che forse va letta un po’ meglio. Mi scusi Assessore, se mi fa parlare …, io so benissimo che l’Assessore al bilancio magheggia. Io avevo il mio tecnico del bilancio, il responsabile degli uffici finanziari, che chiamavo Mago Merlino, che ci voleva a spostare due somme per far tornare i conti? Voi l’avete fatto, io ne sono convinto, siete tranquilli, io più di voi, perché tanto ve lo votate, però consenta ad un modesto Consigliere che fra le pieghe del bilancio qualcosa sa leggere di evidenziare alcuni dubbi, dopodiché potete fare quello che volete, ne avete facoltà, siete 17/18, che problemi avete? Anzi potevate pure non portarlo, se poi non capite nemmeno quello che ci sta scritto, cioè volete non capire, volete non ascoltare, è un altro ragionamento. Vi prego soltanto di ascoltare.
Detto questo, il Procuratore dice che la Regione ha provveduto alla cancellazione di residui attivi privi di giustificazione per un importo circa 12 volte inferiore rispetto a quelli passivi, quindi di fronte alla cancellazione di 25.000.000 di residui passivi, cancello 2.000.000 di residui attivi, dice ancora che allo stato degli atti, di cui si è potuto prendere visione, quindi quello che gli è stato dato, la Procura della Corte dei Conti prefigurerebbe la necessità della definizione dei rapporti sottostati, in particolare quelli relativi alla massa di residui attivi concernenti i trasferimenti dello Stato formatosi in epoca passata, in particolare antecedentemente all’anno 2011 per il residuo attivo di euro 180.000.000. Significa che sono stati iscritti in bilancio residui attivi per 180.000.000 per una quota Iva di rimborso sulla sanità da parte dello Stato.
Guarda caso però il Procuratore dice: attenti, perché questi 180.000.000 sono destinati ad essere compensati con il residuo passivo relativo al rimborso di anticipazione di cassa erogato dallo Stato lo stesso anno.
Io leggo, leggo soltanto, voi dovete soltanto stare a sentire, non voglio nemmeno che qualcuno mi risponda, ci sono 180.000.000 di residui attivi scritti in bilancio per un rimborso fittizio dello Stato per quote Iva che la Regione doveva avere nel 2010, ma che dovranno essere compensate con un rimborso di anticipazione di cassa che lo Stato aveva dato nello stesso anno. Qui delle due l’una, o la Procura Generale ha preso un abbaglio o qualcuno gli ha dato le carte sbagliate, delle due l’una!
Questo sui residui attivi, dopodiché voi mi dite è sbagliato e allo Stato non dobbiamo ridare nulla, quindi i 180.000.000 di residui attivi sono giusti, benissimo, però dato che siamo tutti consapevoli e rispettosi della legalità, mi fido di quello che dice il Procuratore generale della Corte dei Conti, di chi mi devo fidare? Del mio funzionario, del mio dirigente del Comune che chiamavo Mago Merlino? No, di quello no, perché mi faceva i giochi di prestigio sugli avanzi di amministrazione per poter fare il bilancio di previsione. Questo lo chiudiamo qui, quindi il giudizio non dico che è negativo, ma straordinariamente negativo, significa che questo riaccertamento dei residui attivi non è stato fatto nel modo corretto e questa è una cosa incredibile, altro che i 43.000.000 di debiti che ha Aerdorica, qui si parla di 180.000.000 di residui attivi riaccertati che probabilmente non sono dovuti.
Altro aspetto interessante, gli organismi partecipati. Ecco perché vi dico che il giudizio è fortemente negativo. Che cosa leggiamo per quanto riguarda gli organismi partecipati? La Regione nelle relazioni che ha prodotto alla Procura Generale della Corte dei Conti, riporta che le partecipazioni societarie ritenute indispensabili per il conseguimento dei propri obiettivi sono: Svim, Aerdorica, Interporto e Quadrilatero. Questo sta a pagina 13, lo avete detto voi, non l’ho detto io. La Svim sappiamo come sta andando, l’Aerdorica vola alto, l’Interporto è una struttura nella quale non si sa cosa metterci e la Quadrilatero è l’unica che ha investito.
Ovviamente di queste quattro partecipate poi non si dice nulla. Su Aerdorica si è steso un velo pietoso, non se ne parla assolutamente, nonostante abbiamo fatto dei dibattiti, abbiamo ascoltato i sindacati, il Consiglio di amministrazione, la Presidente, i piani industriali, i fantomatici investitori che sono venuti qua, non se ne sa nulla perché è impossibile farla decollare, non si sa se a fine anno verrà ritirata la concessione, però qui si dice che è strategica per il raggiungimento degli obiettivi.
Anche per quanto riguarda questo aspetto la valutazione politica non può che essere straordinariamente negativa, dopodiché i numeri qui non c’entrano niente e siccome il saldo non è negativo allora il giudizio è positivo. Capite qual è il discorso? Il numeretto riporta, se ad agosto non pago più nessuno, come fa il saldo a non essere positivo?
Ho fatto il Sindaco per 10 anni, mi fa ridere come si rispettavano i patti di stabilità, a giugno addirittura certi Comuni non pagavano più perché la forbice tra entrate ed uscite doveva rimanere all’interno di un gap. Mi sembra proprio che ci stiamo prendendo in giro.
L’altro aspetto, e poi chiudo, riguarda il discorso della sanità. Anche qui, a fronte di un incipit straordinariamente positivo nella relazione - ovviamente l’incipit positivo di questa relazione è dovuto, come ho detto, al fatto che le carte che sono state presentate dicevano effettivamente questo - ci si compiace perché nella Conferenza Stato-Regioni la Regione Marche è stata individuata tra le prime 5 Regioni, la prima tra le 5 migliori Regioni, che hanno garantito la relazione di servizi essenziali di assistenza in condizioni di equilibrio economico, e fin qui ci siamo, perché fa riportare i conti …, ricordo una riunione fatta con l’allora Ministro che quando venne qua fece un plauso alla Regione dicendo che i conti erano in ordine, però bisogna vedere cosa non funziona all’interno di questi conti in ordine, di questa spesa che è stata fatta.
Allora andiamo a vedere. Rimane negativo per l’anno in esame per oltre quasi 30.000.000 la differenza di importo fra mobilità attiva e passiva, non risultano rispettati per l’anno 2015 i limiti per l’assistenza farmaceutica territoriale, quella ospedaliera e per l’acquisto di dispositivi medici, tutta una serie di discorsi che ovviamente dicono che anche in questo settore, pur crogiolandosi dietro il numero complessivo totale del saldo positivo, i conti non tornano.
Chiudo con l’ultimo cenno, che è già stato fatto da tanti colleghi, su Banca Marche. Su Banca Marche si era partiti a spron battuto ed il Presidente, ci disse: “Io non faccio clamori però sto valutando tutto, sto seguendo tutto”. I risultati sono quelli che sono e la Corte dei Conti dice: “Guardate che avete un tesoriere che non ci piace affatto, nel 2017 avrete un tesoriere che non viaggia bene, nonostante tutto voi continuate a dargli servizi non solo della Giunta ma anche del Consiglio, vedete un po’ se potete rivedere questa cosa”, d’altra parte i risultati in questi giorni sulla vendita della Banca la dicono lunga.
Andando a vedere all’interno di questa relazione di pareggio di bilancio dico che la situazione non è assolutamente positiva e non è assolutamente tranquilla perché attraverso questa lettura noi riusciamo a capire effettivamente come è stato raggiunto questo pareggio di bilancio e siamo veramente molto preoccupati.
Sono contrario e voterò no.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Fabbri.

Piergiorgio FABBRI. Grazie Presidente. Non voglio risottolineare le preoccupazioni e gli allarmi che abbiamo sentito da moltissimi Consiglieri. Si parla di aspetti finanziari, disponibilità di documenti non completa, ritardi nella presentazione del bilancio, però io voglio soltanto fare una velocissima zoommata, ormai il dibattito si è sviscerato moltissimo negli aspetti che andavano sottolineati, ad esempio sul turismo.
Sapevamo che il turismo nel programma elettorale del Governo regionale era l’asset che doveva trainare l’economia ed ho visto che si è riusciti a spendere nel 2015 molto meno di quello che c’era in disponibilità. Per l’organizzazione turistica regionale c’erano 2.000.000 di euro, ne è stato speso meno di uno; per lo sviluppo della recettività c’erano disponibili 3.800.000 di euro, si è speso 1.400.000, non sono stati spesi 2.400.000; per le borse di studio e lavoro per i giovani erano disponibili 617.000 euro, ne sono stati spesi 293.000, quindi non sono stati spesi più della metà, 324.000; per il sistema informativo turistico erano disponibili 700.000 euro, non sono stati spesi e ce li ritroviamo nel bilancio del 2017, speriamo finalmente di riuscire a spenderli; per le comunità montana abbiamo il doppio passo, perché effettivamente sono stati spesi 935.000 euro per il finanziamento delle unioni montane, ma i lavori per la sistemazione idraulico forestale non sono state fatte, c'era 1.600.000 e si è riusciti a spendere soltanto 17.000 euro. Quindi dove servivano non si è speso, però per l’ente si è speso tutto quello che si doveva spendere.
Ultimo aspetto: il soccorso civile, per fare giustamente un punto pre terremoto, per le strutture e le attrezzature per la Protezione civile c’erano 2.600.000 disponibili, sono stati spesi appena 450.000 euro, quindi 2.200.000 per la parte corrente non sono stati spesi, per la parte di investimento erano disponibili 1.300.000, sono stati spesi 183.000 euro, quindi 1.100.000 non è stato speso.
Trasferimento Province o Comuni per l’adeguamento sismico delle scuole, erano disponibili i famosi 750.000 euro, sono stati spesi soltanto 119.000 e 635.000 euro ce li ritroviamo nelle annualità successive.
Per la prevenzione delle calamità naturali e pronto intervengono erano disponibili 2.500.000, è stato speso 1.100.000, 1.300.000 non è stato speso, quindi in totale per la protezione civile ante terremoto e per la riduzione del rischio sismico avevamo disponibili 8.600.000, ne sono stati spesi 3.300.00, non ne sono stati spesi 5.200.000.
E’ vero che questa annualità è a cavallo tra la Giunta Spacca e la Giunta Ceriscioli, è vero che voi siete arrivati nel secondo semestre, però è preoccupante il fatto che non siete riusciti a spendere moltissimi dei fondi che si erano previsti e consolidati per essere spesi.
O è cambiata pesantemente la politica di questa Giunta rispetto all'altra, oppure effettivamente c'è stata un'incapacità da parte della struttura a realizzare le cose che si era prefissato di realizzare, con i prossimi bilanci constateremo quale delle due ipotesi andrà ad essere verificata ed approvata, chiaramente noi votiamo contro.

PRESIDENTE. Ha la parola l’Assessore Cesetti.

Fabrizio CESETTI. Grazie Presidente. Preliminarmente, poi proverò l'intervento conclusivo, vorrei replicare all'incomprensibile intervento della Consigliera Marcozzi, veramente incomprensibile. Ha risposto bene il Presidente della Commissione, quindi non voglio aggiungere nulla se non evidenziare a questo Consiglio, ed anche a chi ci ascolta, che lei ha basato il suo errato intervento sulla base di un documento non tecnico che è stato smentito dai fatti. Non considerato e smentito dalla stessa Corte dei Conti in sede di parifica, redatto da chi, dal mio punto di vista, forse non ne aveva neanche titolo e animato da qualche risentimento personale.
Certamente declinare in quest'Aula in modo errato argomentazioni sbagliate e faziose può innestare il pericolo di speculazioni ai danni di una Regione che è impegnata in prima fila in un’operazione di ristrutturazione del debito, rispetto alla quale tra l’altro è capofila a livello nazionale. Una ristrutturazione del debito che noi sappiamo essere autorizzata - è vero Presidente Giacinti? - e sappiamo bene che, è quasi un'ovvietà, viene autorizzata laddove c’è la precondizione ed il requisito della convenienza per le casse della Regione, per le casse pubbliche, tanto basta e tanto è, ripeto. Ma sapete a me veramente meraviglia questo, perché non fa onore al Consiglio della Regione Marche, che io ritengo sia di grande qualità, di grande responsabilità, non fa onore prendere qualche appuntino, estrapolare da qualche intervento sbagliato, estrapolare considerazioni, ma tanto è!
Veniamo al merito. Tra l’altro ho ascoltato da taluni Consiglieri dei giudizi certamente non lusinghieri nei confronti della Magistratura della Corte dei Conti, qualcuno dice che ha preso un abbaglio, qualcun altro che gli sono state date delle carte sbagliate, come se lì ci fossero delle personalità che non sono in grado di discernere tra carte esatte e carte sbagliate. Io non so se si possono dipingere così gli alti magistrati contabili che, dal mio punto di vista, bene svolgono le loro funzioni, e noi ne sappiamo qualcosa.
Vorrei soltanto evidenziare un punto e partire da qui: il giudizio di parificazione, che è un giudizio sulla base di precise disposizioni normative, prevede che il rendiconto generale delle Regioni sia parificato con le formalità proprie del giudizio contenzioso, quindi è una sorta di “processo” che si fa. I Consiglieri Maggi e Zaffiri c’erano, gli altri che parlano non c’erano, perché anche i Capigruppo invitati si sono accontentati, come la Consigliera Marcozzi, degli appunti dati brevi manu, però non hanno partecipato, sebbene invitati, come hanno fatto i Consiglieri Maggi, Giacinti, Zaffiri, alla parifica della Corte dei Conti dove c’è un giudizio e dove il rendiconto della Regione viene sottoposto a giudizio con tanto di procura requisitoria. Loro c’erano. In quel caso l’Assessore al bilancio siede sul banco, se vogliamo, anche degli “imputati”. Questo è il giudizio di parificazione con le forme del contenzioso al fine di dare atto delle risultanze del conto regionale e precisa altresì la decisione della parifica, questo è. C’è un contraddittorio tra le parti, all’esito del quale c’è un giudizio. Ed è da qui che dobbiamo partire, questo è un giudizio, quindi definiamolo una sentenza positiva, definiamola un’assoluzione piena, non con la formula del dubbio.
E’ una parificazione piena, totale e questo è quello che conta, non una parificazione parziale, pure possibile, ma vi è di più perché questo giudizio di parificazione piena sui conti della nostra Regione viene emesso dalla Corte dei Conti sulla base di una requisitoria della Procura regionale della Corte dei Conti che anch’essa ha chiesto la piena parificazione del conto della Regione Marche.
Dice il Procuratore regionale: “Considerato che, non si rinvengono elementi per addivenire alla richiesta di parificazione parziale, ovvero alla non parificazione del rendiconto, chiede la parificazione” capite, e lo vorrei dire al Consigliere Celani, neanche quella parziale, perché quelle criticità che qualcuno ha voluto evidenziare, leggendo tra l’altro alcuni rilievi della Corte dei Conti, non sono state tali, e questo sarebbe stato possibile da determinare una parifica parziale. Ma queste criticità evidenziate, valutate all’interno di un contesto altamente positivo, sono state di fatto annullate e il giudizio è un giudizio pieno. Voi c’eravate! C’è la cosiddetta sentenza, la decisione finale e questo è quello che conta. Non devo ricordare che altre Regioni d’Italia l’anno scorso hanno avuto delle parificazioni molto parziali che hanno creato seri problemi. Questo è un giudizio pieno, ok?
Da qui dobbiamo partire, ma non è soltanto un giudizio pieno, questo è un giudizio che interviene sul rendiconto 2015 di cui questa amministrazione porta la responsabilità politica di metà anno. Se si legge con onestà le relazioni dei Magistrati della Corte dei Conti, non soltanto alla fine, ripeto, giudizio pienamente positivo, si vede e traspare evidente la positività dell’azione di questa amministrazione.
C’è in sostanza non soltanto un giudizio di parificazione pieno, ma apprezzamenti positivi che evidenziano tra l’altro una discontinuità che si è maturata e si è perfezionata, e non poteva essere diversamente, in quell’arco temporale brevissimo di 6 mesi, rispetto ad una precedente amministrazione, verso la quale, tanto io voglio dire, c’era pure un giudizio discreto sul suo operare. Più volte ho detto che noi abbiamo trovato una situazione tutto sommato discreta per la maggior parte degli aspetti, ma noi abbiamo fatto meglio e l’abbiamo dimostrato.
Molto sinteticamente, visto che voglio seguire il vostro percorso di andare a leggere le pulci. Tra l’altro, questo lo dice la Corte, questa parifica avviene a cavallo tra due sistemi, lo ricordava il Consigliere Giacinti, quello del 118 e quello delle due legislature.
Molto brevemente, guardiamo la verifica dei magistrati. Verifica dell'attendibilità e dell'affidabilità degli aggregati contabili, nella quasi totalità dei casi di operazioni di controllo non hanno evidenziato criticità in relazione alla regolarità delle procedure contabili, alla completezza della documentazione amministrativa, alla classificazione economica e funzionale delle entrate e delle spese.
Faccio questo altrimenti dicono che l’Assessore Cesetti fa il Mago, io non faccio il Mago, mi limito a riferire ciò che dicono coloro che sono deputati al controllo.
Gestione finanziaria, il giudizio complessivo sulla gestione finanziaria della Regione Marche è positivo. Ponendo a confronto i risultati che fotografano la reale situazione finanziaria dell’ente al 31 dicembre 2015 si registra un sostanziale miglioramento della situazione grazie al completo riassorbimento del disavanzo presente alla fine del 2014, ed è questa amministrazione che soprattutto ha fatto questa operazione, cari signori Consiglieri.
Per quanto riguarda l'indebitamento nel 2015 è proseguita, seppur di poco, la riduzione del debito complessivo, meno 7,3 (0,73%); sulla ristrutturazione del debito abbiamo detto che, lo ha detto il Consigliere Giacinti, la Corte la valuta molto positivamente, immaginate, se non l’avesse ritenuta conveniente non poteva innanzitutto essere autorizzata ma ci sarebbe stato, quello si, un giudizio netto di non parificazione del nostro bilancio.
Gestione e spesa per il personale, pure qui si è detto. L’analisi sulla gestione del personale, sulla relativa spesa restituisce un quadro sostanzialmente positivo. Il rapporto tra dirigenti e personale del comparto è sensibilmente migliore rispetto ai dati medi delle altre Regioni a Statuto ordinario rilevati dalla Sezione autonomie della Corte dei Conti, migliore, e questo lo dice la Corte dei Conti, non lo dice l’Assessore Cesetti.
C’è il problema dei contratti a tempo determinato, degli incarichi dirigenziali. La Corte dei Conti dice che tale problematica, che noi ci siamo trovati, era già stata evidenziata nella relazione allegata ai giudizi di parificazione relativa agli anni 2013/2014 ed è stata definitivamente superata nel 2016, con la conclusione della procedura concorsuale che ha portato all’assunzione di 13 dirigenti a tempo indeterminato nel ruolo della Giunta e 3 del Consiglio. Chi ha fatto questo? Questa amministrazione! Quindi è un'inversione di tendenza netta, questo è un fatto, non chiacchiere, questo è!
La performance, dice che ci sono ritardi nella performance, ma chi l’ha approvato il Piano della performance? Qui parliamo del 2015, noi siamo arrivati a giugno, tra l’altro sono io l’Assessore che ha portato l’atto e l’abbiamo fatto tant’è che la Corte dei Conti dice: “Peraltro vi è da sottolineare la circostanza che le elezioni tenutesi nel 2015 per l’elezione del Presidente della Regione e per il rinnovo del Consiglio regionale, possono avere influito non poco sui tempi di approvazione del documento di programmazione” Signori, 6 mesi! Dateci tempo! Lo dice la Corte. L’abbiamo fatto noi, prima non c’era. Adesso c’è il Piano della performance.
Che dire, si è parlato delle Province, bene, sulle Province noi siamo la prima Regione d'Italia che ha attuato compiutamente la riforma Delrio, l’ha attuata riassorbendo tutto il personale, non c’è stato un esubero, riallocando le funzioni provinciali presso le Province, con le convenzioni con le strade con l'Anas. Abbiamo trasferito 533 dipendenti, 9 dirigenti in Regione, abbiamo riallocato 50 unità di personale della polizia provinciale, abbiamo mantenuto i servizi sui territori e laddove sono necessari servizi di prossimità per i cittadini non ci sono state disfunzioni se non qualche disguido accettabile e sostenibile, come più volte ho detto.
Questo noi abbiamo fatto. Abbiamo ripreso tutti gli avanzi vincolati delle Province, 35.000.000. Tra l’altro li abbiamo recuperati attraverso una norma che abbiamo inserito all'interno della legge di stabilità dell'anno scorso. L’abbiamo fatto, abbiamo ultimato il percorso, abbiamo operato delle compensazioni, abbiamo trasferito i beni immobili, i beni strumentali, stiamo trasferendo i beni mobili, abbiamo trasferito le funzioni, tutto questo è avvenuto tra l'altro con tutte e cinque le Province che hanno chiuso i bilanci e lo hanno fatto grazie anche all'azione di questa Regione, anche attraverso norme ordinamentali che noi abbiamo messo in campo. E questo è un dato di fatto.
Oggi purtroppo registriamo - io dico purtroppo - l'esito della riforma costituzionale, è stato detto, dico la mia opinione, ovviamente personale, che non può coinvolgere in alcun modo nessuno, penso che quel che è dato è tratto, noi abbiamo trasferito alla Regione le funzioni non fondamentali delle Province, è stata una fatica enorme, credetemi, e l'abbiamo fatto e qui ne danno atto. Noi, per quel che mi guarda, non dovremo tornare indietro e per quel che mi riguarda non torneremo indietro. Le funzioni che abbiamo trasferito alla Regione, ripeto, questa è una mia opinione, non può essere diversamente, restano qua. E’ evidente che non si può non prendere atto del referendum, anch'io a titolo personale auspico che il Parlamento voglia al più presto ripristinare l'elezione diretta dei Presidenti delle Province, per una considerazione molto semplice: per rispettare il risultato referendario al quale io, ripeto, ho votato sì, però bisogna rispettarlo, per una ragione molto semplice: se la Provincia oggi è per volontà del popolo sovrano, articolo 114, un'articolazione della Repubblica al pari dello Stato, della Regione, della città metropolitane e dei Comuni, sebbene con ruolo e funzioni diverse, è di tutta evidenza che quell’ente autonomo, articolazione della Repubblica, deve essere messo nella condizione di garantire i servizi ai cittadini rispetto alle funzioni che gli sono rimaste, quindi è necessario dare alle Province le risorse necessarie per assolvere a quelle funzioni, è necessario che ci sia l'elezione diretta da parte dei cittadini, perché non è possibile che un organo, un’entità istituzionale della Repubblica, come il Comune, vada ad eleggere l'organo di un altro ente istituzionale e costituzionale. Non è possibile, per una ragione molto semplice, prendiamo l’urbanistica dove la Provincia ha un ruolo “di controllo”, approva le varianti, pare possibile che il Presidente della Provincia sia eletto dal Sindaco? Non è possibile, sarebbe stato possibile se la Provincia fosse stata un’area vasta fuori dalla Costituzione, oggi non può essere, ma questa, ripeto, è un’opinione personale che volevo dire. Sulle Province abbiamo detto.
Sulla sanità che cosa dice la Corte? La Regione ha efficacemente fatto fronte alle sole risorse programmate, la Sezione ritiene comunque opportuno raccomandare di proseguire, eccetera.
Per la sanità, l’ho detto anche l’altra volta, anche qui molto brevemente, siamo la prima Regione d’Italia per i costi standard. Il Presidente ha attuato appieno le riforme, tant'è che ci siamo presentati a Roma con i conti in ordine e le carte in regola. La sanità si autofinanzia nel nostro sistema regionale, questo ci ha consentito di avere delle premialità, ci ha consentito lo sblocco delle assunzioni, precondizione per poter attuare le politiche sanitarie del Presidente e di questo Governo regionale altrimenti precluse, perché sappiamo quanto sia importante, ad esempio, poter procedere all'assunzione e quest'anno lo si è fatto con un piano occupazionale di 3.000 unità che ha voluto significare 700 unità in più, con un turn-over del 134%, ed altre Regioni con un turn-over del 90 o poco più si vantano e fanno i fuochi d’artificio.
Questo è il tema della sanità nella nostra regione, certo c'è ancora un piccolo step relativo alla mobilità passiva, tra l’altro questo divario viene riassorbito anche da altre aziende, ma per lavorare su questo bisogna lavorare sull'abbattimento delle liste di attesa, bisogna lavorare sugli investimenti, che pure questo Governo regionale ha fatto in sanità, pensiamo agli ospedali, pensiamo all’attuazione della riforma, queste sono le condizioni per evitare anche quella l’incidenza della mobilità passiva.
Da ultimo, gestione del patrimonio immobiliare. Ma l’avete letto quello che dice la Corte dei Conti? Questo fa riferimento a 6 mesi, ma noi in 6 mesi …, qui valorizza l'abbattimento dei fitti passivi che sta proseguendo, da quando ci siamo insediati abbiamo abbattuto i fitti passivi per circa 2.000.000 di euro. Sapete quanti sono 2.000.000 di euro? Una montagna di soldi e l’abbiamo fatto valorizzando tra l'altro il patrimonio regionale. Pensate al trasferimento degli uffici dell'Asur presso immobili della Regione Marche. Noi abbiamo messo in campo un'attività di valorizzazione del patrimonio e sapete una cosa? Tra le mie innumerevoli deleghe, di due in particolare vado orgoglioso, quella della gestione del patrimonio e quella della gestione degli enti locali. In particolare sul patrimonio: l’abbattimento dei fitti passivi e la valorizzazione, tutto il censimento che abbiamo fatto, la riconduzione degli immobili tra il patrimonio disponibile ed il patrimonio indisponibile, e tra quello disponibile qual è il patrimonio alienabile e quello non alienabile e se è alienabile abbiamo messo in campo le dovute sistemazioni e l’abbiamo venduto.
Noi siamo riusciti di questi tempi a vendere a novembre 4 lotti per un controvalore di circa 1.200.000 euro, venduti tra l'altro a prezzo pieno, significa che non ci sono state riduzioni, ma addirittura aumenti.
Questo abbiamo fatto in questi tempi così difficili. Quindi è in atto questa straordinaria attività di valorizzazione del patrimonio e la Corte dei Conti ne dà atto, e perché voi non lo dite? Questi sono giudizi che incidono.
Sugli organismi partecipati, ne dà atto la Corte, anche qui parliamo di 6 mesi, abbiamo operato una drastica riduzione degli organismi partecipati, certamente che cosa abbiamo scontato? La farraginosità delle norme che spesso impediscono la dismissione di queste partecipazioni, ma ne abbiamo portate a casa tante, lo stiamo facendo ed è la stessa Corte dei Conti che lo dice pur dando atto che l’amministrazione regionale ha posto in essere tutti gli atti prodromici per un compiuto assolvimento delle stesse. Lo dice, e noi questo l’abbiamo fatto! L’abbiamo fatto con il Centro agroalimentare piceno, dove c'è stata l’asta pubblica per la vendita del pacchetto azionario della Regione Marche, è andata deserta, quindi la Regione esercita il diritto di recesso ed è attualmente in corso il rimborso delle quote; l’abbiamo fatto con il Centro agroalimentare di Macerata; l’abbiamo fatto con il Centro di ecologia e climatologia; l’abbiamo fatto con l’Immobiliare Regione Marche S.r.l.; l’abbiamo fatto con l’Esam, ente di sviluppo agricolo delle Marche; con la Svim che è in attivo, quindi non è questa situazione così drammatica.
Questi sono i dati sulle partecipate e che dire infine, per quanto riguarda l'altra critica che è stata fatta, della vicenda di Banca Marche? Consigliere Zaffiri, come noi abbiamo evidenziato alla Corte dei Conti, a parte il fatto che non ci sarebbe stato il tempo materiale per recedere dalla convenzione in essere con Banca Marche, la necessità di fare un bando, eccetera, noi ci dimentichiamo che con Banca Marche noi abbiamo il rapporto in essere con la “società buona” dove c’è un asset societario che non crea alcun problema, non c’è alcun rischio per la Regione Marche, quindi non vedo perché … l’altra? E’ chiusa, quindi è una società pienamente affidabile e dà piene garanzie, mica stiamo con la vecchia Banca Marche. Quindi dove sta il problema? Bene abbiamo fatto, certamente riferibile all’ultima parte del 2015 la Corte rileva quella fase di passaggio, ma oggi i problemi su questo non ce ne sono e non ci sono ripercussioni per quanto riguarda la Regione Marche.
Sui fondi comunitari, l’esame della Sezione ha verificando la corretta contabilizzazione del rendiconto delle risorse trasferite dall’Unione europea e di quelle oggetto di cofinanziamento statale, atteso che per esse è ancora utilizzata una contabilità separata. Noi parliamo sempre, ripeto, di 6 mesi, da luglio a dicembre.
Termino, Presidente. Contrariamente a quello che è il mio modo abituale di fare, per il mio intervento di replica ho voluto leggere alcuni passaggi, perché non fossero mie le parole, ma prese a prestito dalla “sentenza” della Corte dei Conti.
Chiudo dicendo una cosa, se uno volesse convertirsi alle argomentazioni del Consigliere Celani, questa sarebbe una sentenza suicida perché il dispositivo non corrisponderebbe alla parte emotiva, ma così non è, la parte emotiva è perfettamente coerente con il dispositivo di questo giudizio della Corte della dei Conti, che è un giudizio che vuole dare all’Assemblea legislativa tutti gli elementi di valutazione per approvare il rendiconto generale, li vuole dare a voi. Questa Corte ve li ha dati con un giudizio di parificazione pieno e totale sui conti della Regione Marche, anzi esso contiene molti apprezzamenti e, come ho avuto modo di dire alla Corte dei Conti, i Consiglieri Maggi e Zaffiri c’erano, le criticità non sono peraltro riferibili a noi, neanche una, lo sapete bene, …

(interrompe il Consigliere Zaffiri)

Fabrizio CESETTI. Ci sono cose positive e ci sono anche criticità legate alla passata amministrazione. Ci sono cose positive e ci sono criticità che noi abbiamo superato e gli apprezzamenti per noi sono uno stimolo ad andare avanti.

Presidenza del Presidente
Antonio Mastrovincenzo

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione.
Articolo 1. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Articolo 2. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Articolo 3. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Articolo 4. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Articolo 5. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Articolo 6. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Articolo 7. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Articolo 8. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Articolo 9. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Articolo 10. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Articolo 11. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Articolo 12. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Articolo 13. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Articolo 14. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Articolo 14 bis (Dichiarazione d’urgenza). Serve la maggioranza assoluta. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva a maggioranza assoluta dei suoi componenti)

Proposta di legge n. 81. La pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Proposta di legge n. 96
ad iniziativa dei Consiglieri Mastrovincenzo, Minardi, Rapa, Malaigia, Carloni
“Organizzazione e funzionamento degli organismi regionali di garanzia”
(Discussione e votazione)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la proposta di legge n. 96 dei Consiglieri Mastrovincenzo, Minardi, Rapa, Malaigia, Carloni.
La discussione è aperta, ha la parola il relatore di maggioranza Consigliere Minardi.

Renato Claudio MINARDI. Grazie Presidente. La proposta di legge n. 96 riguarda prevalentemente la questione della gestione contabile delle Autorità di garanzia che sono: l’Ombudsman, il Corecom e la Commissione per le pari opportunità.
La gestione contabile delle Autorità di garanzia in questo momento non è inserita integralmente e totalmente nella gestione del bilancio del Consiglio regionale e viene fatta con una modalità diretta da parte delle Autorità di garanzia che hanno sostanzialmente dei conti correnti separati.
Peraltro in un conto che riguarda il Corecom abbiamo superato il limite di soglia previsto dalla normativa, per cui è quanto mai opportuno che questa gestione economica, finanziaria e contabile avvenga internamente al Consiglio regionale, cosa che in molte altre Regioni, nella quasi totalità, già avviene. Quindi per evitare che la gestione contabile sia separata e indipendente è opportuno che questa legge, che viene discussa oggi, sia approvata.
Le risorse verranno riportate tutte nella gestione del bilancio del Consiglio regionale, ogni organismo, sia l’Ombudsman che il Corecom che la Commissione per le pari opportunità, entro il 15 settembre di ogni anno dovrà predisporre un programma per la gestione amministrativa e contabile per l'anno successivo ed entro il 31 marzo di ogni anno dovrà essere presentata una relazione sull'attività svolta nell'anno precedente.
L'Ufficio di Presidenza, questo è l’articolo 2, viene formalmente delegato a stabilire l'organizzazione degli organismi per lo svolgimento delle funzioni, cosa che di fatto già oggi avviene, però non era stata formalizzata.
L’Ufficio di Presidenza stabilisce l’organizzazione degli organismi per lo svolgimento delle funzioni ed anche l'assegnazione del personale appartenente alla dotazione organica del personale, che deve essere attinto dal personale del Consiglio regionale oltre che da quello della Giunta.
Altre due cose meno importanti riguardano all’articolo 7, il rimborso delle spese di viaggio del Presidente del Corecom, per un limite massimo di 3 volte alla settimana, per la presenza presso la sede del Corecom, quindi presso la sede del Consiglio regionale, e all’articolo 6 l’autorizzazione di permessi per le elette nella Commissione per le pari opportunità. Di fatto alle dipendenti regionali, che sono elette come componenti della Commissione, viene consentito di partecipare alle sedute della Commissione e alla Presidente ed alla Vicepresidente viene consentito, come permesso, di partecipare alle sedute dell’Ufficio di Presidenza, alla sola Presidente della Commissione pari opportunità vengono riconosciuti permessi retribuiti fino a un massimo di 24 ore mensili, così come è previsto, per analogia, dalla normativa vigente per coloro che svolgono ruoli amministrativi negli enti locali.
Credo che questa sia una legge importante che semplifica, regolamenta un po’ di questioni, ma la cosa più importante è quella di riportare dentro la gestione finanziaria e contabile del Consiglio regionale la parte finanziaria.
Ultima questione riguarda la tempistica e c'è un emendamento che è stato presentato dal Presidente della Commissione e che è stato visto in Commissione, i termini che erano stati previsti all'articolo 9, ovvero “le somme che, alla data del 30 novembre 2016, non sono state utilizzate dagli organismi sono riversate, entro il 15 dicembre, alla tesoreria della Regione”, slittano, il 30 novembre diventa il 20 dicembre, il 15 dicembre diventa il 31 dicembre, proprio perché la proposta di legge la stiamo discutendo oggi che è il 13 dicembre.
Non aggiungo altro, credo che sia un atto abbastanza semplice ma importante per quello che riguarda la funzionalità e l’organizzazione ed anche la trasparenza della gestione contabile.

PRESIDENTE. Ha la parola il relatore di minoranza Consigliere Maggi.

Giovanni MAGGI. Grazie Presidente. Noi siamo perplessi su questa proposta di legge, prima di tutto perché i costi organizzativi non sono direttamente rilevabili, ma sorgono quando un ente, un ufficio, viene gravato di un’attività che prima non svolgeva. La Corte dei Conti a questo proposito ha criticato la Regione perché non indica mai la presenza di oneri organizzativi. Nel caso in questione è chiaro che le attività contabili che prima venivano svolte da tre diverse persone, una per ogni organismo che ha citato il Consigliere Minardi, adesso graveranno sulla contabilità del Consiglio regionale.
Fino ad oggi non c'è un piano operativo di passaggio pratico, le attività inizieranno da gennaio 2017 e non è stato comunicato assolutamente nulla, non solo per iscritto, ma neppure a voce. Quindi per una legge che si intitola “organizzazione e funzionamento degli organismi regionali di garanzia” mi sembra che sia un modo poco organizzato di organizzarla, scusate il bisticcio.
Tra l’altro vengono trasferite le funzioni contabili dai tre organismi al Consiglio regionale dicendo che è una contabilità semplice, una contabilità che probabilmente non graverà più di tanto sul personale del Consiglio, ma tenete conto che il Corecom paga un commercialista per aiutarlo a tenere la contabilità, quindi questa funzione organizzativa mi sembra che parta organizzativamente col piede sbagliato.
Siamo poi contrari, ovviamente, al fatto che il Presidente del Corecom prenda i rimborsi, oltre che per le sedute del Corecom, quando a sua discrezione viene in Ancona, sono 6.200 euro che vengono stanziati per la discrezionalità del Presidente del Corecom. Non me la sto inventando questa cosa, non sto cercando di fare il solito del Movimento 5 Stelle che vuole tagliare anche il costo della democrazia, i rimborsi spese al Presidente sono corrisposti solo per le sedute del Corecom in Emilia-Romagna, Piemonte, Toscana ed Umbria, noi dobbiamo dare un rimborso spese, io non conosco neanche il Presidente del Corecom, sarà una degnissima persona, ma sto facendo un discorso di carattere politico e di politica generale. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Marconi.

Luca MARCONI. Grazie Presidente. Credo che l’atto sia stato certamente ponderato, come ha spiegato il Vicepresidente Minardi, resto perplesso riguardo ad una modifica che fa la Commissione, non tanto sulle disposizioni finanziarie, che immagino abbiano subìto aggiustamenti delle ultime ore, quanto sull’articolo 6 (indennità e permessi).
Sono veramente in difficoltà a votare un articolo come questo perché non capisco la necessità di introdurre per legge una disposizione di questo tipo che non copre innanzitutto le altre Commissarie, ma solo le dipendenti della Regione, non altri dipendenti pubblici, perché se vogliamo trovare una norma da equiparare è quella che riguarda i Consiglieri comunali o gli Assessori che hanno diritto a partecipare alle riunioni e di assentarsi dal posto di lavoro per il tempo necessario, quindi viene calcolato quello necessario per raggiungere il luogo della riunione e rientrare al lavoro.
Qui parliamo di dipendenti regionali, tra le altre cose credo che la riunione l’abbiano qua dentro, quindi non dovrebbero viaggiare molto per le Marche. Credo che le riunioni della Commissione pari opportunità si fanno qui e quindi non riesco a capire questa necessità, addirittura con permessi retribuiti fino ad un massimo di 24 ore lavorative, perché solo le dipendenti regionali?
Un’altra cosa che scopro qui, non è una curiosità polemica, della Commissione pari opportunità fanno parte solo le donne, per legge. E’ molto interessante questa cosa, è una Commissione pari opportunità, no, è una Commissione femminile, cioè una Commissione sindacale del sindacato delle donne, mentre potrebbe essere il luogo migliore dove uomini e donne dialogano.

PRESIDENTE. Non ci sono altri interventi. Ora dobbiamo votare, mano a mano che arriviamo agli emendamenti li faccio illustrare. (…) Va bene, un minuto di sospensione.

La seduta è sospesa alle ore 14,50

La seduta riprende alle ore 15,05

PRESIDENTE. Riprendiamo la seduta. Ha la parola il Consigliere Busilacchi.

Gianluca BUSILACCHI. Al termine di questa breve riflessione mi sento di ringraziare il Consigliere Marconi perché ha posto una questione che riteniamo assolutamente fondata.
Effettivamente la modifica dell’articolo 6, così come è proposta, credo che abbia bisogno di un maggiore approfondimento, per questa ragione voteremo contro l’articolo 6 con l’impegno di poter eventualmente recuperare la sostanza di questo articolo nella fase di bilancio dopo che saranno stati fatti tutti i necessari approfondimenti che il Consigliere Marconi ha, credo giustamente, richiamato. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Minardi.

Renato Claudio MINARDI. Solo una precisazione su questo. E’ chiaro che questa proposta non è partita come un atteggiamento discriminatorio nei confronti di qualcuno, questo deve essere chiaro all’Aula, tant’è che nella fase di predisposizione in Ufficio di Presidenza era stato posto il tema che il diritto di chi rappresenta la Commissione pari opportunità potesse essere esteso a tutte le componenti a prescindere dal datore di lavoro.
Ritengo che essendo la Commissione pari opportunità un organismo indipendente, emanazione del Consiglio regionale, debba poter avere o poter fruire di queste possibilità, di queste opportunità, perché se si deve svolgere il proprio lavoro al meglio non si può usufruire sempre e soltanto di permessi non retribuiti o di ferie.
Il fatto che la disposizione fosse limitata alle dipendenti regionali è evidentemente un limite che anche a me personalmente lasciava qualche perplessità, ma era un modo per non andare ad estendere in automatismo il testo unico 267 che potrebbe comportare costi a carico dell’amministrazione regionale.
Alla luce di questo, se questa è la volontà, se si vuole andare a chiarire il tema, per carità ben venga. Io ho voluto soltanto prendere la parola per spiegare che non c’era alcun atteggiamento discriminatorio nei confronti di altri, ma poteva essere un’opportunità per chi ricopre quel ruolo, di svolgerlo al meglio fruendo anche di permessi che sono necessari ed indispensabili.

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione.
Articolo 1. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Articolo 2.
Emendamento 2/1 a firma del Consigliere Maggi, ha chiesto la parola, ne ha facoltà.

Giovanni MAGGI. L’emendamento è per sostituire il comma 1, dell’articolo 2 con il seguente: “Alla dotazione organica, all’assegnazione del personale, dei locali e dei mezzi necessari per il funzionamento degli organismi provvede l’Ufficio di Presidenza del Consiglio Assemblea legislativa regionale, il quale individua un’apposita struttura ai sensi dell’articolo 4 della legge regionale 14/2003, per la relativa gestione unitaria delle funzioni amministrative e contabili.”
La legge regionale disciplina l’organizzazione delle Autorità di garanzia con la presente legge, che è abrogata, pertanto l’emendamento che viene presentato va a sostituire il comma 1, come ho detto, perché individua un’unica struttura dirigenziale, preferibilmente all’interno dell’Assemblea, così da sostituire le 3 attuali posizioni dirigenziali previste per la gestione unitaria delle funzioni amministrative e contabili, così si risparmia perché viene abolita l’indennità di funzione per queste 3 posizioni lasciando un unico dirigente.
Questo è lo spirito di questo emendamento.
Con l’altro emendamento si chiede, al comma 2, dell’articolo 2, di sopprimere le parole “e della Giunta regionale”, quindi viene chiesta la dotazione organica solo per l’Assemblea.
Il terzo emendamento, dopo il comma 2, dell’articolo 2, si aggiunge: “Gli organismi possono instaurare rapporti di lavoro a tempo determinato, nel rispetto della normativa vigente, utilizzando le graduatorie vigenti dei pubblici concorsi dell’Assemblea legislativa” e non della Giunta. Anche perché l’Ufficio di Presidenza deve ancora approvare, per l’anno 2016, il fabbisogno unitario del personale.

PRESIDENTE. Emendamento 2/1. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa non approva)

Emendamento 2/2 a firma del Consigliere Maggi. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa non approva)

Emendamento 2/3 a firma del Consigliere Maggi. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa non approva)

Articolo 2. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Articolo 3.
Emendamento 3/1 a firma del Consigliere Maggi, ha chiesto la parola, ne ha facoltà.

Giovanni MAGGI. Ci sembra che l’articolo 3 sia pleonastico perché la normativa prevede già che gli atti della pubblica amministrazione debbano essere firmati dal responsabile del procedimento e dal dirigente.
Chiedo al Vicepresidente Minardi: il comma 1, dell’articolo 3, sempre per chiarire, prevede che la ragioneria sia quella dell’Assemblea legislativa? Perché se è quella dell’Assemblea legislativa, se è così, è pleonastico perché si deve rispettare la legge. Cioè si richiama una legge esistente, una norma già esistente.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Minardi.

Renato Claudio MINARDI. Sugli emendamenti presentati dal Movimento 5 Stelle all’articolo 3 c’è da parte mia il parere favorevole, si possono votare tutti e tre.
Sono precisazioni opportune.

PRESIDENTE. Emendamento 3/1. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Emendamento 3/2 a firma del Consigliere Maggi. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Emendamento 3/3 a firma del Consigliere Maggi. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Articolo 3, così come emendato. Lo pongo in votazione.

(voci fuori microfono - la votazione viene ripetuta)

(L’Assemblea legislativa approva)

Articolo 4. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Articolo 5. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Articolo 6.
Emendamento 6/1 a firma del Consigliere Maggi, ha chiesto la parola, ne ha facoltà.

Giovanni MAGGI. Ritiro questo emendamento.

Articolo 6. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa non approva)

Articolo 7. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Articolo 8. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Articolo 9.
Emendamento 9/1 a firma della I Commissione. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Articolo 9, così come emendato. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Articolo 10. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Articolo 11 (Dichiarazione d’urgenza). Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva a maggioranza assoluta dei suoi componenti)

Coordinamento tecnico. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Proposta di legge n. 96, così come emendata, la pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Mozione n. 153
ad iniziativa del Consigliere Fabbri
“Riattivazione a scopo turistico della Ferrovia Fano-Urbino”

Mozione n. 162
ad iniziativa dei Consiglieri Biancani, Volpini, Giancarli, Talè, Traversini, Minardi, Rapa
“Applicazione della mozione n. 17 del 18/9/15 ‘Linea ferroviaria Fano e Urbino’”
(abbinate)
(Discussione e votazione)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la mozione n. 153 del Consigliere Fabbri e la mozione n. 162 dei Consiglieri Biancani, Volpini, Giancarli, Talè, Traversini, Minardi, Rapa, abbinate.
Ha la parola, per l’illustrazione, il Consigliere Fabbri.

Piergiorgio FABBRI. Grazie Presidente. Abbiamo già discusso lungamente con altre due mozioni, mesi fa, la questione della ferrovia Fano-Fermignano-Urbino, quindi voglio velocemente ribadire quali sono i concetti che guidano questa mozione che tende alla riattivazione a scopo turistico della ferrovia Fano-Fermignano-Urbino.
La mobilità sostenibile, quindi quella del futuro, prevede il trasporto collettivo e non quello individuale, che è poco sostenibile e che ormai deve essere considerato tramontato.
E’ chiaro che un territorio urbanizzato come quello dell'asse del Metauro ha un corridoio tecnologico, che è quello del sedime ferroviario, ormai irripetibile, quindi di altissimo valore che, a nostro avviso, deve essere riutilizzato di nuovo per un trasporto collettivo, preferibilmente pubblico.
Non vogliamo ulteriori utilizzi che non consentano di dare un volano di sviluppo a tutto il territorio.
Se vogliamo fare anche una pista ciclabile, questa può essere realizzata anche a fianco, in alcuni tratti idonei al percorso, ma non può essere a nostro avviso sostitutiva del ripristino della ferrovia e quindi del trasporto su ferro.
L'asse viario è trafficato e sappiamo che nel progetto preliminare, presentato sulla riattivazione della ferrovia, è possibile raggiungere la velocità di 125 chilometri orari nel tratto di pianura, quindi tra Fano e Fossombrone, e nel tratto Fermignano-Urbino una velocità di 80 chilometri orari, quindi del tutto paragonabile, addirittura superiore, a quella di un’auto.
Il costo, nel computo metrico del progetto preliminare consegnato ormai un paio di anni fa, è di 87.000.000 di euro per ripristinare quasi 50 chilometri di ferrovia.
A questo proposito voglio sottolineare il fatto che per la E78 il solo by-pass della cittadina di Urbania, costa 114.000.000 di euro, quindi fare 4/5 chilometri di by-pass di una strada costa più che riattivare l’intera tratta ferroviaria.
A questo punto noi non accettiamo il discorso “mancano i fondi” perché è una questione di priorità, sulla E78 si vogliono mettere diverse centinaia di milioni di euro per sistemare la viabilità, che poi comunque rimarrà a 2 corsie, con una galleria, quella della Guinzia, e non il raddoppio, quindi non si capisce perché con la cifra destinata al by-pass di un paese non si possa ridare questa opportunità di volano turistico all’intera valle.
Il treno turistico in Francia muove tremilioni e mezzo di passeggeri, noi abbiamo uno stupendo Paese, che è quello di Urbino, da cui provengo, che è patrimonio dell'Unesco.
Sappiate che la Fondazione delle ferrovie ha riattivato 4 linee, altre ne vuole ancora riattivare, e quelle linee non portano a città patrimonio dell'Unesco, e hanno lunghezze paragonabili, perché la ferrovia della Val d’Orcia è di 51 chilometri, la ferrovia del Lago è di 9, la ferrovia del Parco è di 76 chilometri, va da Sulmona a Castel di Sangro, e la ferrovia dei Templi Agrigento-Porto Empedocle è di 10 chilometri.
Noi chiediamo che venga seguita questa strada come prima via per portare poi il progetto da turistico a mobilità sostenibile, a metropolitana leggera, eccetera.
Si sta muovendo a livello nazionale l’interesse sulla viabilità su ferro, tant’è che abbiamo una proposta di legge di parlamentari, senatori, deputati PD, la n. 1178, che nella prima stesura tra 7 ferrovie indicava anche la Fano-Urbino da ripristinare ad uso turistico.
Nella seconda e terza revisione in Commissione le tratte individuate da 7 sono passate a 17, ma è sparita l’indicazione della Fano-Urbino, nella stesura attuale la Regione può sfrondare l'elenco, ma non può aggiungere.
Allora noi chiediamo che si faccia, ed io ho presentato un emendamento alla mia mozione, pressione verso i Commissari della Commissione trasporti e verso i parlamentari, che voteranno prima o poi la legge che arriverà in Aula, per reinserire questa tratta tra le 17 già individuate a livello nazionale. Non si capisce perché la nostra non debba essere inserita.
Il discorso relativo alla nostra mozione, dato che questo intervento vede le due mozioni abbinate, è di impegnare la Giunta ad adoperarsi con il Ministero dei trasporti, turismo e con la Fondazione per riattivare a scopo turistico la linea ferrovia Fano- Urbino o un tratto di essa. L'emendamento chiede di adoperarsi presso i Commissari della competente Commissione parlamentare, firmatari della proposta di legge 1178, che ripeto è quella del PD, affinché inseriscano nell’elenco esistente delle ferrovie turistiche, che ad oggi sono 17, anche la linea Fano-Fermignano-Urbino.
Questo è l'obiettivo della mozione che io presento emendata con questo secondo punto da aggiungere al dispositivo.
Due parole, dato che la discussione è congiunta, sulla mozione presentata dai Consiglieri Biancani, Volpini, Giancarli, Talè, Traversini, Minardi e Rapa.
Ho visto che il dispositivo è stato emendato completamente, mi sembra che sia un dispositivo che fa finta di accontentare tutti, ma che non accontenta nessuno perché al primo punto impegna la Giunta a chiedere l'autorizzazione alle Ferrovie per fare un bando pubblico per vedere chi è interessato ad occuparsi del ripristino; al secondo punto chiede al Ministro dei trasporti ed alla Fondazione di individuare delle fonti di finanziamento per ripristinare la ferrovia a scopo turistico, ed è il punto sul quale io concordo, mentre sul primo punto ho presentato un emendamento che chiede di censurarlo; il terzo punto chiede alla Giunta, in contrapposizione agli altri, di avviare un progetto su parte o sull’intera linea ferroviaria (area) che promuova la mobilità dolce, quindi pedonale e ciclabile, in contrapposizione con gli altri.
A nostro avviso la linea deve essere utilizzata per farci passare sopra un treno se, vogliamo fare altre cose le facciamo a fianco, ove chiaramente tecnicamente ci sono delle possibilità per affiancare altre strutture.
Il quarto punto del dispositivo emendato della mozione del Consigliere Biancani prevede, se non ci sono interessi economici o nessuno si fa avanti per riconvertire questa linea, di aprire al ventaglio del riutilizzo.
A nostro avviso invece è strategico che la linea venga utilizzata per farci passare un treno, inizialmente a scopo turistico, può essere una soluzione di transizione perché costa di meno e intanto possiamo verificare il ritorno economico che all'estero e in altre parti d'Italia c’è - non capisco perché non debba esserci anche da noi - poi eventualmente ristrutturare completamente la linea.
Voglio fare un commento sull’emendamento a firma del Consigliere Rapa sulla mozione del Consigliere Biancani, che a mio avviso non ha un significato reale, perché chiede di verificare l'iter legislativo alla Camera e al Senato delle proposte di legge, ma non finalizza la verifica, se si finalizzasse dicendo che la linea ferroviaria deve essere utilizzata per farci passare sopra il treno, allora avrebbe un senso, altrimenti è soltanto un po' di fumo senza arrosto.
Chiedo ai Consiglieri di votare la mia mozione emendata che chiaramente chiede il riutilizzo ferroviario della tratta che per ora sta lì a languire senza essere utilizzata e chiedo di emendare la mozione del Consigliere Biancani lasciando sopravvivere il punto 2, che coincide con la mia, e cancellare gli altri tre perché sono contraddittori ed aprirebbero la strada ad utilizzi differenti da quello ferroviario, sui quali noi non siamo d'accordo.
Ripeto, lo spauracchio è quello di realizzare l’acquedotto che porta le acque del Burano lungo questo profilo tecnologico, è già pronto e non ci sarebbero difficoltà di espropri. E’ una cosa che a mio avviso va assolutamente scongiurata, considerando che il piano stesso degli acquedotti prevede per i cambiamenti climatici una diminuzione dal 20 al 30% delle risorse idriche sotterranee strategiche, quindi quel pozzo non potrebbe essere neanche utilizzato per scopi routinari, come qualcuno pensa di poterlo fare.
Questa cosa la vogliamo denunciare subito. Ho finito. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Biancani.

Andrea BIANCANI. Grazie Presidente. Prendo la parola per secondo per cui il mio intervento parte da alcune considerazioni ed inesattezze che il Consigliere Fabbri ha portato come argomentazioni.
Innanzitutto la Fondazione FS non ha finanziato nessun tipo di intervento perché non ha risorse proprie, quindi non ha ripristinato alcun tipo di linea ferroviaria a livello nazionale, può aver promosso, ma non finanziato.
Dall’altra parte mi sembra importante la sua dichiarazione dove dice che sarebbe bene togliere i fondi alla Fano-Grosseto per finanziare il ripristino della linea ferroviaria. Questa è una cosa nuova e non oso immaginare le ripercussioni se il territorio venisse a sapere di una proposta di questo tipo. Sono 30 anni che questo territorio aspetta la Fano-Grosseto e la galleria della Guinzia chiusa, ripeto, da 30 anni, un’incompiuta a livello nazionale e mi auguravo, anche con il suo aiuto, cioè del Movimento 5 Stelle, in un discorso bipartisan, di non lasciarla ancora ferma, quindi togliere finanziamenti a quell’intervento mi sembra a dir poco inopportuno.
Dall’altra parte il nostro territorio ha già approvato il piano degli acquedotti e non è prevista la creazione di un pozzo nel Burano, ma lo hanno individuato in altre zone, ed hanno già individuato il percorso che non passa sotto la linea ferroviaria Fano-Urbino.
Il pensiero di andare a fare un acquedotto lì sotto non c’è, perché l’Ambito ha già votato ed ha già previsto 10.000.000 di euro di investimenti, e non passa là sotto.
Dall’altra parte devo dire che la parte relativa al dispositivo della nostra mozione è stata ripresa, e sarà compresa con la votazione della mozione.
Faccio il punto per descrivere di cosa stiamo parlando. Stiamo trattando di una linea chiusa da circa 30 anni, una linea lunga circa 50 chilometri, in gran parte di proprietà di Ferrovie dello Stato, una parte di proprietà di Rfi, attualmente una linea a binario unico non elettrificata, dove ci sono 7 gallerie, 25 ponti e 56 passaggi a livello.
Ho la scheda precisa perché negli ultimi mesi Ferrovie dello Stato ha fatto un atlante, cioè ha messo all’interno di questo documento tutte le linee ferroviarie attualmente dismesse e qualche settimana fa a Rimini durante la manifestazione Ecomondo si è parlato anche di linee ferroviarie dismesse.
Le proposte di legge oggi in corso presentate alla Camera, cioè in Commissione, sono 2, da una parte c’è la proposta di legge, che lei richiamava, che riguarda l’istituzione di linee ferroviarie turistiche, però bisogna dire che in questa proposta di legge non c’è la linea ferroviaria Fano-Urbino, mi risulta che c’era ma poi è stata tolta, e non è sicuramente uno del PD che l’ha tolta da quelle previste all’interno di questa normativa. Non c’è perché questa norma riguarda le linee in disuso o in corso di dismissione, la nostra linea non è in disuso o in corso di dismissione, è dismessa dal 2011 ed è stata riconfermata nel 2015, dopo un’ulteriore richiesta fatta al Ministero che ha risposto dicendo che non aveva nessuna intenzione di ripristinare la linea.
Questa proposta di legge prevede che l’istituzione delle ferrovie di tipo turistico, che ci auguriamo anche noi, siano finanziate con i soldi delle Regioni, quindi la norma prevede che gli interventi di ripristino delle linee ferroviarie, in modo da assicurare la conformità e gli standard, siano finanziati nell’ambito del contratto di programma con il gestore dell’infrastruttura ferroviaria nazionale, ovvero nell’ambito delle risorse di ciascuna Regione relativamente agli investimenti per le infrastrutture ferroviarie regionali.
Cosa vuol dire? Che nel momento in cui si dovesse avviare il percorso e inserire la Fano-Urbino qua dentro, una parte degli investimenti per le altre linee ferroviarie, penso ad altre infrastrutture ferroviarie o ad altre infrastrutture viarie, dovrebbero essere tolti a progetti già finanziati perché i soldi verrebbero spostati su questa linea. Quindi lo Stato non mette i soldi, ma utilizza i soldi delle Regioni.
L’altra norma che riguarda la rete nazionale per il recupero della mobilità dolce prevede che lo Stato finanzi 30.000.000 di euro l’anno. E’ una norma che probabilmente andrà in Parlamento, devo dire la verità, non sono fiducioso né che vada l’una, né che vada l’altra perché sappiamo benissimo o meglio in parecchi ci auguriamo che il Governo faccia la legge elettorale e poi si vada al voto, se avverrà questo le due leggi verranno cestinate e riprenderanno il nuovo iter nei prossimi 5 anni.
Parliamo di due norme che non saranno mai finanziate, quindi la nostra mozione vuole partire dalla situazione dello stato di fatto, cioè della realtà.
Innanzitutto sono contento, Consigliere Fabbri, che lei insieme a me ed all’intero Consiglio abbia a cuore questa linea ferroviaria, perché se il Consiglio in un anno ha discusso due volte di questo argomento vuol dire che c’è attenzione e questo è positivo.
Attenzione lontana dalle fasi elettorali, perché molte volte l’attenzione arriva - ho assistito - una settimana prima del voto, invece questa volta ne parliamo prima e mi fa piacere che l’intero Consiglio regionale venga coinvolto in un iter che vuole avere un suo senso.
Partiamo da cosa abbiamo votato l’altra volta. Precedentemente questo Consiglio regionale ha votato una mozione molto importante che chiedeva di conservare il bene in mano pubblica e di impedirne lo spezzettamento.
Questa è la base di tutte le battaglie perché nel momento in cui le Ferrovie dello Stato cominciano a vendere un pezzettino di questo patrimonio sappiamo che poi sarà impossibile ripristinare qualsiasi altra cosa, sia la linea ferroviaria o altro progetto.
Devo dare atto che l’Assessore Sciapichetti e l’Assessore Casini hanno convocato Ferrovie dello Stato, c’è stato un incontro al quale ho chiesto di poter partecipare anch’io, dove la Regione ha ribadito la volontà che la linea non venga spezzettata perché è intenzionata a mantenere la proprietà pubblica e l’unicità. Questo aspetto gli Assessori l’hanno ribadito in maniera molto chiara ai soggetti proprietari.
Dall'altra parte nell’incontro del 4 febbraio 2016 abbiamo chiesto, nella mozione è citato, la possibilità di emanare il famoso bando che ancor oggi non siamo riusciti a fare perché le Ferrovie non ci hanno dato il via per poterlo fare.
Il bando a cosa mirava? A verificare se c’era un interesse sulla linea in totale o su parte della linea da parte di qualsiasi tipo di soggetto, per capire se ci può essere un progetto, al di là del treno, al di là di qualsiasi altro mezzo, per il ripristino di una parte o dell’intera linea.
E’ una verifica che possiamo fare e che non abbiamo mai fatto. Molte volte si dice che ci sono imprese interessate dal punto di vista turistico, questa è una zona ad alto valore perché parliamo di Fano, Pesaro, Urbino, città patrimonio dell’Unesco, quindi potrebbe esserci qualcuno interessato a gestire un servizio di questo tipo.
La mozione nel suo primo punto ribadisce a Rfi e alle Ferrovie dello Stato, che sono i soggetti proprietari, di farci provare questo bando pubblico a fini turistici, di metropolitana di superficie o di tram, ci è venuto in mente che a Milano i tram girano su una linea ferrata, quindi potrebbe essere anche un tipo di tram con un costo e con delle normative completamente diverse rispetto a quelle che può avere una linea ferroviaria normale. Potrebbe essere una scelta, quindi siamo aperti a tutte le possibili soluzioni.
Nel secondo punto chiediamo alla Giunta regionale di attivarsi presso il Ministero, in base alle leggi che sono in itinere ed in base ai finanziamenti che come Regione, in accordo con lo Stato, potremmo individuare, quello che anche lei chiede, per riuscire a ripristinare la tratta.
Il terzo punto mi sembra molto interessante, lei lo ha raccontato a metà, perché noi non chiediamo di ripristinare un percorso ciclo-pedonale per l’intera tratta, ma parliamo di una parte o dell’intera tratta.
Cosa vuol dire? Nella prima parte, quella che va da Fano a Fossombrone, ci sono 6 metri a destra e a sinistra rispetto alla linea ferroviaria, in questi 6 metri potrebbe essere un’idea quella di verificare, tramite un progetto, se è compatibile la realizzazione di un percorso ciclo-pedonale in maniera tale che, nel corso degli anni lì sono nate un sacco di realtà nuove, i residenti possono essere interessati ad avere un percorso in sicurezza. Oggi c’è una infrastruttura abbandonata, piena di alberi dove, in maniera utilissima, i volontari di Fermignano ogni tanto organizzano delle iniziative per tenere vivo questo percorso, però potremmo riuscire a creare un percorso pedonale a fianco. Perché non cominciare ad utilizzare una infrastruttura di 50 chilometri, di proprietà pubblica che da 30 anni non utilizza più nessuno neanche per farci una passeggiata?
Cerchiamo, in attesa delle risorse che ci auguriamo potremmo riuscire a prendere, di trovare un’altra soluzione per rendere vivibile ed utilizzabile questo percorso e quindi migliorare la qualità della vita dei residenti, cioè di tutti i cittadini. La tratta potrebbe diventare anche un percorso di tipo turistico perché, lei lo sa meglio di me, lì a fianco passa la vecchia Flaminia, ci sono gli scavi archeologici, si può andare verso la Gola del Furlo, verso la vecchia Flaminia, Cagli, Cantiano, potremo mettere in piedi un percorso di tipo culturale, ambientale e paesaggistico veramente interessante. Sono 30 anni che aspettando per forza la linea, nessuno ne parla, i 50/100.000.000 non arrivano, lì continua a crescere l’erbaccia, nessuno utilizza quel percorso che invece è un bene pubblico che, dal mio punto vista e spero anche dal suo, deve essere utilizzato quanto prima.
L’ultimo punto cerca di tenere aperta una serie di soluzioni che magari né io né gli altri Consiglieri abbiamo individuato, ma che possono emergere dall'eventuale presenza di un bando perché potrebbe esserci un qualsiasi soggetto che presenta un progetto a cui noi non avremo mai pensato, perché non è il nostro lavoro pensare a come riutilizzare i percorsi ferroviari.
Non sono favorevole agli emendamenti del Consigliere Fabbri, in quanto l’emendamento 153/1 ancora non esiste perché la legge ancora non c’è, non si sa se andrà in Parlamento ed i soldi, nel caso in cui venisse approvata, sono della Regione e devono essere tolti ad altri investimenti, quindi prima di dire usiamo quei soldi individuiamo che tipo di investimenti la Regione ha previsto e quelli che non deve fare. Sarà uno a San Severino, uno a Tolentino o da altre parti, però la coperta è sempre quella, non è che se togliamo 50.000.000 poi riusciamo a metterne di nuovi.
L’emendamento 153/2 l’ho già motivato.
Sulla mozione n. 162 l’emendamento 162/1/2 l’abbiamo già votato nella prima mozione, cioè che tutto l’intero tratto debba rimanere di proprietà pubblica, quindi è pleonastico, nel senso che l’abbiamo già votato con la mozione dello scorso anno quando abbiamo chiesto che tutto rimasse pubblico. E’ ovvio che le aree di rispetto sono le prime che dobbiamo mantenere.
Rispetto all’emendamento del Consigliere Rapa, che chiede di convocare un incontro, penso che da questo punto di vista più sollecitazioni riusciamo a portare meglio è, rispetto a chi oggi è in Parlamento e può decidere di portare avanti una proposta di legge ed anche di finanziarla, è inutile fare leggi che prevedono il ripristino delle linee con i soldi degli altri. Sono buoni tutti a fare una legge di quel tipo, dato che lo Stato non ci mette un soldo, quindi dovremmo fare un incontro con i Parlamentari per cercare anche di capire come fare per inserire le risorse.
Rispetto all’emendamento 162/1/01 che chiede di togliere i punti 3 e 4 del nostro dispositivo, ovviamente non posso che essere contrario.
Chiudo dicendo che il messaggio che noi come maggioranza vogliamo dare rispetto a questa mozione, non è dire no alla ferrovia e si al percorso ciclo-pedonale o altro, ma noi diciamo che questo è un bene pubblico che va salvaguardato nella sua interezza e bisogna fare in modo che si individui in tempi brevi o in tempi lunghi comunque la possibilità del ripristino.
Attualmente, oggi come oggi, non mi sembra che ci siano le condizioni reali e concrete, questo non vuol dire che dobbiamo darci per vinti, però occorre iniziare a pensare ad un progetto alternativo tramite un bando o una progettazione che possa utilizzare una parte delle aree attualmente di proprietà pubblica. Secondo me può essere importante per iniziare a dare una risposta.
Chiudo dicendo che se noi riuscissimo a portare persone su questa linea, in passeggiata o per far vedere che tipo di patrimonio pubblico siamo riusciti a tener fermo ed abbandonato da 30 anni, i cittadini si accorgerebbero di cosa stiamo parlando e saranno loro stessi a sollecitare non solo la classe politica, ma più persone per fare in modo che questo percorso diventi una priorità non del Consigliere Biancani, degli altri che hanno firmato e del Consigliere Fabbri, ma della comunità perché è veramente una cosa disdicevole lasciare un patrimonio di quel tipo senza alcun di utilizzo.
La soluzione si limita ad adoperarsi per individuare i soldi per ripristinarla, ma se i soldi non arrivano cosa facciamo, la lasciamo lì altri 30 anni? No, secondo me la nostra è una mozione che mantiene una visione di ripristino, ma che cerca di individuare altre soluzioni in tempi brevi.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Rapa.

Boris RAPA. Grazie Presidente. Vorrei sottolineare che ho ritenuto di dover sottoscrivere questa mozione presentata dal Consigliere Biancani perché rappresenta un elemento di novità rispetto a posizioni anche precedentemente espresse, anche sulla stampa, nei confronti della linea ferroviaria.
Infatti, se prima vi era un indirizzo abbastanza deciso rispetto all’utilizzo della sede ferroviaria per la realizzazione di una pista ciclabile, oggi con questa mozione si riapre un'ipotesi di possibile ripristino della linea ferroviaria e soprattutto di un confronto, e di questo ringrazio il Consigliere Biancani perché ha perfettamente illustrato la mozione in tutti i suoi aspetti.
C'è quindi un nuovo interesse che sinceramente non posso non condividere, vista anche la posizione politica di lunga data del gruppo Uniti per le Marche e dei Socialisti marchigiani.
Occorre però, per rendere efficace ciò che la mozione impegna la Giunta e il Consiglio a fare, che la Regione Marche inizi un confronto definitivo con Rfi atto all’acquisizione della sede infrastrutturale col fine di mantenerla integra in tutta la sua interezza.
Ritengo anche opportuno, visto che personalmente non ho mai vestito la maglia di partigiano pro pista ciclabile contro ferrovia, o pro ferrovia contro pista ciclabile, che si guardi ad un progetto complessivo di riorganizzazione infrastrutturale del territorio, piuttosto che ad uno scontro puramente ideologico tra ciclabile e ferrovia. Bisogna avere una visione lungimirante che vada al di là delle singole ideologie ma che porti benefici per il nostro territorio.
La ferrovia può essere il fulcro di un progetto complessivo più ampio e organico che metta insieme uno sviluppo del trasporto ferroviario, turistico e pendolare insieme ad uno sviluppo di percorsi ciclo-pedonali tanto cari al turismo, insieme a quelle reti infrastrutturali di servizi, come ad esempio la fibra ottica, la banda larga, indispensabili oggi più che mai per il rilancio del territorio, al servizio dei cittadini, delle amministrazioni locali e delle imprese del territorio. Quindi ritengo necessario superare il concetto dello scontro tra due idee e guardare ad un progetto complessivo che tenga in considerazione più opportunità.
Ci sono anche importanti novità che riguardano i finanziamenti per queste opere infrastrutturali sia a livello europeo che a livello nazionale a cui però bisogna fare pressione, come diceva il Consigliere Biancani, affinché si riescano a catalizzare e a portare sul nostro territorio.
Per cui concludo augurandomi che con tutte le forze politiche di questo consesso si intraprenda un percorso condiviso che possa portare sul territorio una progettualità più che ambiziosa. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Maggi.

Giovanni MAGGI. Grazie Presidente. Voi del PD dovete cominciare a parlare chiaro, basta con questo politichese dove c’è tutto e non c’è niente. Tirate fuori l’utilizzo a fini turistici, come metropolitana di superficie o tram e poi lei Consigliere Biancani dice che ci sono 25 passaggi a livello e che tutto è dissestato e che la gente deve cominciare a passeggiare sulla ferrovia, vuol dire che questa soluzione, l’ha detto lei nelle premesse, voi non la volete assolutamente.
Per cui vi richiamo modestamente e sommessamente, anzi poco sommessamente e poco modestamente, alla trasparenza, questa non è trasparenza!
Poi avete un precedente, quindi siete recidivi, lei Consigliere Biancani ha detto che questa linea era per le Ferrovie in fase di dismissione, ma voi avete votato contro la stazione marittima che era in funzione, quindi quale credibilità avete nel sostenere il trasporto su ferro anziché su gomma o gli interessi del tubo dell’acqua sotto per l’Era? Nessuna!
Se non toglierete questo linguaggio ambiguo per cui c'è tutto e non c'è niente dietro, perderete ancora più voti, è un consiglio fraterno che vi do: siate trasparenti anche in questo.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Zaffiri.

Sandro ZAFFIRI. Grazie Presidente. Si discsute di questo problema da molto tempo, da diverse mozioni. Mi ricordo quella presentata dal Partito Democratico per una pista ciclabile in una tratta, non me ne vogliano i Consiglieri del Partito Democratico, dove ci sono tante gallerie e poca sicurezza. Se nelle gallerie la sicurezza c’è, non si capisce perché non si fa passare il treno e si fanno passare le biciclette. Questo è il problema!
La storia della Fano-Urbino è lunghissima, allora era Ministro dei trasporti il compagno Claudio Signorile, questa linea è stata depennata, a suo tempo, dalle Ferrovie dello Stato ed è stata l’unica in Italia ad essere chiusa. Questo è il dato di fatto, venne chiusa negli anni ’80 perché, mi sembra, che un Sindaco, alla periferia di Fano, abbia insistito per il fastidio provocato dai passaggi a livello. Questa è la storia, l’ho voluta fare breve ed anche superficiale e mi scuso per questo.
Qui il problema è molto serio, non credo che si possa affrontare per slogan o per mozioni di questo genere perché questa è una ferrovia che è stata chiusa, non sospesa, né “vediamo cosa si può fare di questa ferrovia”.
Credo che occorra una strategia diversa su questo problema, prima di tutto dobbiamo chiarirci come vogliamo utilizzarla, perché, Consigliere Biancani, fare tutto su questa ferrovia è farci niente perché dobbiamo rispondere a delle pressioni di qualche gruppo amatoriale …
Qui bisogna dire se questa ferrovia è possibile collegarla con Urbino. Questa è la prima domanda, come hanno fatto ad Ascoli, è una tratta indispensabile che ha collegato il capoluogo Ancona con Ascoli.
E’ possibile che rientri nel contesto di un piano strategico della Regione Marche la tratta da Urbino ad Ancona? Prima domanda. Se è strategico collegare Urbino ad Ancona si inizi a ragionare su un progetto, ma non su tre o quattro cose che possono andare bene, su un progetto che colleghi Urbino con Ancona, come è stato fatto con Ascoli, dove possono essere previsti dei treni diretti che vanno a Urbino, passano a Fano ed arrivano ad Ancona. Questo è un progetto - poi manca il progetto per la Fabriano-Pergola che chiuderebbe un anello importante, manca la ferrovia perché a Pergola si ferma, una volta c’era ma ora non c’è più, ma questo è un altro ragionamento - che dovremmo vedere in termini molto reali su un contesto di aree urbane, nel senso della mobilità perché se da Urbino a Fano può trasportare X, da Fano ad Ancona può trasportare X+Y+Z perché potrebbe raccogliere merci e pendolari. Però bisogna completare, cari compagni del Partito Democratico, questo progetto perché occorre essere coerenti in questo settore ed ha ragione il Consigliere Giancarli che a suo tempo fece un atto su Ancona Centrale-Ancona Marittima.
Questo è il progetto delle ferrovie, allora ecco che minoranza e maggioranza lavorano insieme per un progetto, Assessore Sciapichetti, non per spezzoni.
Qui si ragiona di questa cosa per spezzoni e purtroppo non vedo il risultato, se invece decidessimo di ragionare attorno ad un progetto che potrebbe interessare il futuro dei marchigiani per quanto riguarda questo problema della ferrovia, credo che si dovrebbe fare un ragionamento organico e non far girare documenti distorti che, secondo me, creano dell’incertezza perché si vuole fare tutto e il contrario di tutto.
Penso che vada presa una posizione politica, è chiaro che lo dico al gruppo di maggioranza che governa questo territorio: cari compagni vogliamo fare una battaglia per questa ferrovia?
Bisogna lavorare su un progetto chiamato Urbino-Ancona, noi con questa impostazione ci stiamo perché è un’impostazione seria, non è un pezzo di tratta per le biciclette, un pezzo per camminare, un pezzo con il treno, un pezzo con il tram.
Facciamo questa iniziativa, maggioranza e opposizione, abbiamo il consenso di tutto il Consiglio, andiamo alle Ferrovie, che sappiamo tutti essere una S.p.A. pubblica che risponde alla politica e risponde anche ai finanziamenti, perché adesso sappiamo tutti che sta velocizzando l’adriatica e non più tardi di pochi minuti fa ho letto in rete che le Frecce Rosse arriveranno a Taranto. Questi sono passaggi importanti di una politica che vede un po’ più in là e non solo davanti al naso.
Andiamo tutti, adesso è cambiato pure l’Amministratore delle Ferrovie, non è più Mauro Moretti, andiamo alla Rfi e chiediamo di parlare per un progetto.
Su questo noi ci stiamo, ma queste piccole discussioni, diatribe - facciamo questo, facciamo quest’altro, mettiamo le biciclette - credo che non ci portino distante, perché stando divisi, non condividendo alcuna strategia, la Regione perde sul trasporto ferroviario. Lo sa il Consigliere Giancarli che era il Presidente della Provincia a suo tempo quando già si parlava di depauperamento dell’azienda ferroviaria e adesso ne stiamo pagando le conseguenze. Non si credeva che i piani delle Ferrovia potessero cambiare con il primo amministratore, Lorenzo Neci, non ci credeva nessuno, compresi i miei colleghi quella volta della Cgil, però quelle cose sono arrivate.
Credo che dobbiamo girare il guanto per dare la giusta impostazione a questo progetto, Assessore Sciapichetti in testa perché è lui l’Assessore competente. Facciamo questo progetto, ragioniamo seriamente e ipotizziamo un percorso serio per poter ripristinare questo collegamento, senza tentennamenti.
Quando dico che bisogna andare a Roma e bussare con i piedi, significa che maggioranza e opposizione devono andare a Roma e bussare con i piedi, per chiedere con forza, nel senso volgare della parola, altrimenti, purtroppo, non riusciremo mai a fare niente per la soluzione di questo problema.
Chiedo, se si può fare, un momento di sospensione del Consiglio perché ritengo che questo argomento sia veramente interessante. Le mozioni si possono ritirare e fare un ordine del giorno orientato alla soluzione del problema, che ho appena evidenziato, per avere un collegamento ferroviario Urbino-Ancona, muovendoci con un documento per il trasporto ferroviario di una regione che conta 1.400.000 mila abitanti. Questo ci dà la possibilità, Presidente Biancani, di poter ragionare anche della Orte-Falconara, questo ci dà la possibilità di aprire un dialogo serio e forte politicamente sulla Orte-Falconara, perché Lorenzo Neci diceva: “Vi faremo il raddoppio della Orte-Falconara quando nelle Marche sarete 6 milioni di abitanti”, siccome 6 milioni non saremo mai, vuol dire che il raddoppio della Orte-Falconara non lo vedrà nemmeno mia nipote che ha 20 mesi.
Questo è il problema di fondo se vogliamo essere seri con i marchigiani, se invece vogliamo fare delle piccole battaglie di principio continuate a farle, ma senza di noi.
Noi ci siamo per un progetto complessivo, credo che si possa sospendere questa seduta e fare seriamente un documento che recepisca questo mio ragionamento, lo so che non è perfetto, però ho dato delle idee, ed avendo la memoria storica di quello che è accaduto in questa regione e prevedendo quello che potrebbe accadere domani, credo che dovremmo inserirci in questo contesto,
Chiedo una sospensione perché la politica possa ragionare su un progetto guardando un po’ più in là di quello che si sta discutendo oggi. Grazie.

PRESIDENTE. Rispetto alla richiesta del Consigliere Zaffiri, ha la parola il Consigliere Biancani.

Andrea BIANCANI. La settimana scorsa abbiamo votato una mozione, presentata dal Consigliere Giancarli, sulla Orte-Falconara, quindi non è che non stiamo cercando di fare un discorso complessivo rispetto a quelle che sono le linee ferroviarie nel nostro territorio, ciò non toglie che se vogliamo fare un documento unitario sul ferro a livello marchigiano, per cercare di fare un progetto strategico, quindi preparare un documento che possa metterci tutti insieme per promuovere …, sappiamo benissimo che la nostra linea più importante che merita un rafforzamento è la Orte-Falconara, tanto che la settimana scorsa abbiamo fatto una mozione. Se però la Orte-Falconara vogliamo inserirla in un quadro più complessivo nulla toglie di fare una mozione insieme.
Questa mozione, che non voglio ritirare, prevede al punto 2 di andare al Ministero e chiedere i soldi per il ripristino della ferrovia, però sul territorio noi stiamo aspettando da 30 anni che questo Consiglio regionale approvi mozioni di indirizzo chiedendo il ripristino della ferrovia e nessuno è mai andato a chiedere alle Ferrovie di ripristinarla, almeno fateci cominciare un discorso dove ragioniamo per il ripristino, ma iniziamo a ragionare per tenerla pulita, per farci passeggiare la gente fino a quando non la ripristineremo, parliamo di un sedime che è largo 12 metri, c’è il binario che è di 3 metri gli altri 9 li vogliamo far vivere a questi cittadini che camminano in mezzo alla strada? Siccome la ferrovia passa oggi a fianco dei centri abitati, delle abitazioni e delle lottizzazioni fatte negli ultimi anni, io dico va benissimo, andiamo avanti con il ripristino, però nel frattempo utilizziamola per migliorare la qualità della vita dei cittadini. Basta! Se aspettiamo di avere 50.000.000, 20.000.000 o 30.000.000, il suo indirizzo che, ripeto, è lungimirante, vuol dire attendere almeno altri 10/15 anni, minimo. Nel frattempo la lasciamo con l’erbaccia e con le canne? Nel frattempo puliamola dalle canne e facciamola usare dai residenti.
Questo vuol dire la mozione, non toglie l’obiettivo a medio e lungo termine, ma cerca di individuare qualcosa da fare in tempi brevi.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Fabbri.

Piergiorgio FABBRI. Senza aspettare il momento preciso, illustro uno degli emendamenti alla mozione del Consigliere Biancani e colgo l’occasione per fare velocissime puntualizzazioni.
Mi sembra che i passaggi a livello calino a 22 nel progetto, quindi non sono più 50, il piano degli acquedotti non è stato approvato, ma c’è il documento dell'Ato che anticipa degli aspetti, che è cosa ben differente, e prevede altri 2 pozzi, che non sono quelli del Burano, ma l'acqua a 30 atmosfere di pressione sgorga da quello lì; la E78 non è più una superstrada, stiamo parlando esclusivamente di circonvallazioni, quindi non la vendiamo; poi voglio sapere, per 2 anni si è detto che la Guinza non poteva essere utilizzata ad una canna sola, per la normativa bisognava raddoppiarla, adesso, invece è possibile utilizzarla con una canna sola, giusto per dire che cosa ci hanno raccontato sul territorio - voi per primi per 2 anni - però voglio sapere come si collega sul versante umbro perché c'è una valle stretta e incontaminata di cui deve essere fatto scempio ambientale. Voglio sapere gli umbri cosa ne pensano! Ma per carità lasciare un’incompiuta, quindi su questa cosa …, però rendiamoci conto di quali sono le reali aspettative di questa fantomatica E78 che non è più quella a cui ci hanno abituato a pensare, a sognare quando siamo cresciuti, ormai cinquant'anni fa.
Detto questo, cosa succede se nessuno manifesta l'interesse che lei chiede con la mozione? Si apre il far west del privato ed ognuno utilizza un pezzettino?
E’ chiaro che per noi la visione strategica deve essere alta e lì ci deve passare un treno, un servizio collettivo di trasporto sostenibile. Sciupare quel corridoio tecnologico per cose secondarie non va bene.
Chiudo per arrivare subito a spiegare l’emendamento di cui lei ha illustrato soltanto il primo pezzo. Io chiedo che nella sua mozione si vincoli la linea Fano-Urbino ad esclusiva destinazione di utilità pubblica nel settore dei trasporti e della mobilità, mantenendo le fasce di rispetto tali da rendere reversibili le eventuali scelte adottate per i diversi utilizzi futuri.
Non sciupiamo quel corridoio tecnologico, dove a nostro avviso ci deve passare sopra il treno, non incominciamo ad utilizzarne un pezzettino per una cosa, un pezzettino per un’altra, per dire poi ormai non è più possibile il collegamento e va perso tutto, non si introduca questo concetto, giusto per spiegare completamente l’emendamento. Grazie.

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione.
Emendamento 153/1 a firma del Consigliere Fabbri. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa non approva)

Emendamento 153/2 a firma del Consigliere Fabbri. Decaduto

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, il Consigliere Giorgini.

Peppino GIORGINI. Grazie Presidente. Vorrei porre l’attenzione del Consigliere Biancani e degli altri firmatari su questa situazione che non è di forma ma di sostanza. Qui non stiamo parlando di Fano o Pesaro, qui stiamo parlando di Urbino, una delle città più belle al mondo che rimane l’unica città senza ferrovia.
Il problema è tenere conto di questo fatto, pochi giorni fa è passato in Commissione bilancio, il 23 novembre, un emendamento che ha autorizzato la spesa di 210.000.000 di euro per collegare Ferrandina a Matera, Ferrandina ha 8.800 abitanti e a Matera vengono dati 210.000.000. Fano-Urbino rimane l’unico collegamento in Italia dove non c’è la ferrovia, è questa la sostanza alla quale mi riferisco.
Parlare di mettere a bando di qualcuno che gli viene in mente di fare turismo, ma chi se la prende? Non se la prende nessuno! Questa deve ritornare dove era prima, nel pacchetto delle ferrovie turistiche, poi tolta, non si capisce perché.
Io non dico che siamo migliori di voi, ma siamo diversi, allora, o a Roma voi non contate niente o nelle Marche non contate niente, perché è impossibile che ci tolgano proprio il collegamento Fano-Urbino mentre per fare la Ferrandina-Matera spendono 210.000.000 di euro, senza nulla togliere a Ferrandina e Matera.
Ma come è possibile che Urbino, una delle città più belle del mondo rimanga isolata senza un collegamento ferroviario? Il futuro del trasporto e della mobilità prevede le rotaie, la metropolitana di superficie, quello che volete. E’ impossibile, stiamo ragionando al contrario, vediamo, facciamo un bando, ma che bando vogliamo fare? Lo Stato si deve occupare di ripristinare quella ferrovia chiusa da 30 anni. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, il Consigliere Biancani.

Andrea BIANCANI. C’è un cortocircuito però, ragazzi, bisogna che le cose si leggano, nel nostro dispositivo è previsto …

(interrompe il Consigliere Giorgini)

Andrea BIANCANI. La mozione che ha presentato il Consigliere Fabbri prevede di adoperarsi nei confronti del Ministero, mentre la mozione presentata da noi prevede anche di adoperarsi, cioè la priorità è individuare le risorse per ripristinarla, ma fino a quando non abbiamo le risorse, aspettiamo altri 30 anni?
Noi dobbiamo fare di tutto per reperire le risorse, ma intanto diamo una soluzione, incominciamo a pensare a qualcosa. A cosa dobbiamo pensare? Non dobbiamo pensare a niente e lasciarla così?
Questa mozione vuol dare una soluzione.
Poi il punto 3 del dispositivo prevede che qualsiasi cosa venga fatta deve salvaguardare, nel contempo, la possibilità di riconvertire la linea ferroviaria. Punto! Non prevede nient’altro. Se in alcuni paesi, come Saltara e Serrungarina, dove oggi la gente cammina in mezzo alla strada, e c’è una linea larga 12 metri piena di erbaccia, tagliamo l’erbaccia e facciamo passare le persone nel mezzo in attesa di ripristinarla, sarà meglio o peggio?
Noi chiediamo questo, non chiediamo di demolire e di buttare via una linea ferroviaria, chiediamo di usarla in maniera diversa fino a quando non possiamo, non lo dico qui, ripristinarla! Più di così cosa devo dire?

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, il Consigliere Celani.

Piero CELANI. Presidente, mi stanno sollecitando a chiedere la Porto San Giorgio-Fermo …, veramente noi avevamo la Castel di Lama-Offida, dico bene, Assessore Cesetti, la Fermo-Amandola …
Tornando a questo discorso credo che il dibattito così infuocato stia a testimoniare l’importanza dell’argomento che stiamo trattando, quello della viabilità, delle infrastrutture, del trasporto su ferro, uno dei temi più rilevanti in questo momento, non soltanto per quanto riguarda il discorso ambientale, ma anche per il discorso della sicurezza, fondamentale per i nostri territori.
Oggi fare una strada ferrata potrebbe essere molto più, non dico semplice, ma conveniente che fare una strada per il trasporto su ruote, ne abbiamo abbastanza, forse nell’entroterra mancano, però per collegare l’entroterra a fini prettamente turistici le strade ferrate sono l’ideale.
Credo che queste due mozioni si innestino tutte e due nel discorso che abbiamo fatto l’anno scorso quando abbiamo approvato quella mozione o risoluzione, non ricordo bene, che vincolava questo assetto.
Trovo grande difficoltà a dire si ad una e no all’altra perché ritengo che ambedue cerchino di trovare una soluzione al problema.
Vedete, il primo punto della mozione presentata dal Consigliere Biancani, in fondo, è possibilista, è un tentativo di indagare se nel mercato c’è effettivamente una struttura, una società, un’impresa capace di realizzare un siffatto investimento. La cosa non è peregrina perché queste ferrovie molto spesso vengono riattivate da imprese private, laddove non ritiene il pubblico, o una SpA che purtroppo deve fare profitto, come le Ferrovie dello Stato, e qualora nei piani di investimento non c’è quel tornaconto che ritengono utile, non c’è verso di poter andare avanti.
Potrebbero esserci dei privati che accanto alla realizzazione della ferrovia, lungo il percorso, potrebbero creare delle piccole strutture da cui ricavare ulteriore reddito, sempre a fini turistici, con scopi prettamente turistici. La cosa potrebbe essere molto interessante, per cui il primo punto dell’emendamento alla mozione del Consigliere Fabbri, lo ritengo utile, il secondo ed il terzo vanno nella stessa direzione.
Dove ho dei dubbi e dei problemi è il quarto punto che potrebbe essere una scorciatoia per non realizzare la ferrovia. Questo è il discorso! Siccome viviamo in un momento di grande difficoltà le Ferrovie non investono, lo Stato non investe, il Ministero del turismo non investe, allora facciamoci qualcosa di diverso.
Aspetterei, chiederei al Consigliere Biancani di fare uno sforzo in questo senso, lasciamo perdere di valutare l’avvio perché è questo che mi preoccupa un po’, mi fa venire qualche dubbio, cioè da subito valutiamo l’avvio qualora non ricorrano condizioni economiche. Certo per valutare se ricorrono le condizioni economiche dobbiamo aspettare molto tempo, dobbiamo vedere se le Ferrovie sono disponibili, se la Fondazione ferrovie è disponibile, se il Ministero dei beni attività culturali è disponibile, quindi non è una cosa che si fa velocemente.
Nel frattempo possiamo fare questo bando, una manifestazione di interesse per vedere se ci sono strutture, imprese che hanno questo interesse, dopodiché si fa veramente un bando per la gestione e per l’investimento, una gara vera e propria per la realizzazione della struttura.
Io sono favorevole alla mozione del Consigliere Fabbri perché vincola in modo forte e chiaro il discorso della destinazione d’uso a ferrovia, e noi abbiamo bisogno di questo, su quella del Consigliere Biancani, non voglio fare come quello che dà una botta al cerchio e una alla botte, i primi tre punti li condivido, quindi sono pronto a votarla se toglie il quarto, altrimenti mi astengo perché la vedo come una scorciatoia per non realizzare la ferrovia, non è nelle sue intenzioni, però il punto n. 4 mi pone qualche problema.

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione.
Mozione 153. La pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa non approva)

Mozione n. 162.
Sub emendamento n. 162/1/01 a firma del Consigliere Fabbri. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa non approva)

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Biancani.

Andrea BIANCANI. Sulla richiesta del Consigliere Celani di togliere il punto 4), che in effetti per come è scritto potrebbe essere interpretato in mille modi, propongo un sub emendamento al sub emendamento 162/1/1 per togliere il punto 4) previsto dall’emendamento 162/1. Faccio un sub emendamento con cui chiedo di togliere il punto 4).

PRESIDENTE. Un attimo. Questo è già stato bocciato perché era nel sub emendamento del Consigliere Fabbri che diceva di sopprimere i punti 1, 3 e 4.
A questo punto votiamo il sub emendamento del Consigliere Biancani al sub emendamento del Consigliere Rapa che dice: prima del punto 5) è soppresso il punto 4.

Sub emendamento n. 162/1/1/1 a firma del Consigliere Biancani. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Sub emendamento n. 162/1/1 a firma del Consigliere Rapa. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Sub emendamento n. 162/1/2 a firma del Consigliere Fabbri. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa non approva)

Emendamento n. 162/1, così come emendato a firma dei Consiglieri Biancani, Traversini, Talè, Minardi, Giancarli, Volpini. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Coordinamento tecnico. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Mozione n. 162, così come emendata. La pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

PRESIDENTE. Arrivati a questo punto, mi sembra di capire, se siete d’accordo, che il Consiglio si chiude qui e le mozioni nn. 157, 109, 174 sono rinviate.

La seduta è tolta.

La seduta termina alle ore 16,40.