Resoconto della seduta n.53 del 20/09/2011
SEDUTA N. 53 DEL 20 SETTEMBRE 2011


La seduta inizia alle ore 10,45

Presidenza del Presidente
Vittoriano Solazzi


Comunicazioni del Presidente

PRESIDENTE. Do per letto il processo verbale della seduta n. 52 del 26 luglio 2011, il quale, ove non vi siano obiezioni, si intende approvato ai sensi dell’art. 29 del Regolamento interno.
Sono state presentate le seguenti proposte di legge regionale:
- n. 123/11, in data 25 luglio, ad iniziativa del Consigliere regionale Pieroni, concernente: “Modifiche alla legge statutaria 8 marzo 2005, n.1 “Statuto della Regione Marche”, assegnata alla Commissione straordinaria per il regolamento in sede referente;
- n. 124/11, in data 25 luglio 2011, ad iniziativa del Consigliere regionale Pieroni, concernente: “Modifiche alla legge regionale 13 marzo 1995, n. 23 “Disposizioni in materia di trattamento indennitario dei Consiglieri regionali”, assegnata alla I Commissione in sede referente;
- n. 125/11, in data 18 luglio, ad iniziativa del Consigliere regionale Latini, concernente: “Norme per l'organizzazione del sistema integrato dei servizi sociali e per la gestione dei relativi interventi nel territorio regionale”, assegnata alla V Commissione in sede referente, alla II Commissione per l'espressione del parere ai sensi dell'articolo 69 del Regolamento interno, al Consiglio delle autonomie locali ai sensi dell'articolo 11, comma 2, lettera b) della legge regionale 4/2007 e trasmessa al Consiglio regionale dell'economia e del lavoro ai sensi del comma 2, articolo 4 della legge regionale 15/2008;
- n. 126/11, in data 25 luglio, ad iniziativa del Consigliere Latini, concernente. “Norme in materia di certificazione energetica degli edifici”, assegnata alla IV Commissione in sede referente, alla II Commissione per l’espressione del parere obbligatorio di cui all’art. 69 del Regolamento interno, al Consiglio delle autonomie locali per l’espressione del parere di cui all’articolo 11, comma 2, lettera b) della legge regionale n. 4/2007 e al Consiglio regionale dell'economia e del lavoro per il parere di cui all'articolo 4, comma 1, lettera c), della legge regionale n. 15/2008;
- n. 127/11, in data 12 agosto, ad iniziativa della Giunta regionale, concernente: “Disciplina dei distretti rurali e dei distretti agroalimentari di qualità”, assegnata alla III Commissione in sede referente;
- n. 128/11, in data 6 settembre, ad iniziativa del Consigliere Latini concernente:
“Disposizioni per la riduzione del rischio sismico e disciplina delle procedure per il rilascio dell'autorizzazione sismica”, assegnata alla IV Commissione in sede referente, alla II Commissione per l’espressione del parere obbligatorio di cui all’art. 69 del Regolamento interno, al Consiglio delle autonomie locali per l’espressione del parere di cui all’articolo 11, comma 2, della legge regionale n. 4/2007;
- n. 129/11, in data 13 settembre, ad iniziativa del Consigliere Solazzi, concernente: “Riduzione delle spese di funzionamento dell'Istituzione regionale”, assegnata alla I Commissione in sede referente.
Sono state trasmesse le seguenti proposte di atto amministrativo:
- n. 33/11, in data 29 luglio, ad iniziativa della Giunta regionale, concernente: “Integrazione alla d.g.r. n. 835/2010: Proposta di deliberazione di competenza del Consiglio-Assemblea Legislativa regionale concernente: “L.r. n. 45/1998 - Adozione piano regionale del trasporto pubblico locale”, assegnata alla IV Commissione in sede referente, al Consiglio delle autonomie locali per l’espressione del parere di cui all’articolo 11, comma 2, lettera c) della legge regionale n. 4/2007 e al Consiglio regionale dell'economia e del lavoro per il parere di cui all'articolo 4, comma 1, lettera b), della legge regionale n. 15/2008;
- n. 34/11, in data 12 agosto, ad iniziativa della Giunta regionale, concernente: “Modifica del Programma di Sviluppo Rurale della Regione Marche in attuazione del Reg. CE n. 1698 del Consiglio del 20 settembre 2005”, assegnata alla III Commissione in sede referente, alla II e VI Commissione per l'espressione del parere obbligatorio ai sensi dell'articolo 69 del Regolamento interno, al Consiglio delle autonomie locali per il parere di cui all'articolo 11, comma 2 della legge regionale n. 4/2007 e al Consiglio regionale dell'economia e del lavoro per il parere di cui all'articolo 4, comma 1, lettera b) della legge regionale n. 15/2008.
E' stata trasmessa la seguente proposta di regolamento:
- n. 2/11, in data 29 luglio, ad iniziativa della Giunta regionale, concernente: “Modifica del regolamento regionale n. 1/2007 recante 'Regolamento per il trattamento dei dati sensibili e giudiziari della Giunta regionale, delle Aziende del servizio sanitario regionale, degli Enti e delle Agenzie regionali e degli altri Enti controllati e vigilati dalla Regione in attuazione del decreto legislativo n. 196/2003 (art. 20, comma 2, e art. 21, comma 2)", assegnata alla I Commissione in sede referente.
E' stata trasmessa la seguente proposta di regolamento interno:
- n. 2/11, in data 13 settembre, ad iniziativa del Consigliere Solazzi, concernente: “Modifica degli articoli 16, 18, 133 e 135 del Regolamento interno del Consiglio”, assegnata all'Ufficio di Presidenza ai sensi e per gli effetti di cui al secondo comma dell'articolo 10 del Regolamento interno e trasmessa per il parere alla Commissione straordinaria per il Regolamento.
Sono state presentate le seguenti mozioni:
- n. 176/11, del Consigliere Pieroni: “Bacino unico regionale del trasporto pubblico locale”;
- n. 177/11, dei Consiglieri Cardogna, Malaspina, Pieroni, Binci, Marinelli, Eusebi, Zaffini, Silvetti, Marangoni, Latini, Massi, Ricci: “Anno internazionale delle foreste (risoluzione 61/193 dell'ONU del 20/12/2006) - Richiesta finanziamento Programma Quadro per il settore forestale in sede di conferenza Stato/Regioni”;
- n. 178/11 del Consigliere Latini: “Gestione sostenibile dell'acqua”;
- n. 179/11 del Consigliere Latini: “Problematica cave dismesse”;
- n. 180/11 del Consigliere Latini: “Anno 2013 - Ricorrenza dei 150 anni della produzione di fisarmoniche nel comune di Castelfidardo”;
- n. 181/2011 del Consigliere Latini: “Fano - nuovo sviluppo economico e parco tecnologico”;
- n. 182/11 dei Consiglieri Giancarli, Busilacchi, Badiali: “Chiusura del 5° Nucleo elicotteri di Falconara”;
- n. 183/11 del Consigliere Latini: “Pesaro, trasporto pubblico locale”;
- n. 184/11 del Consigliere Latini: “Crisi del settore ortofrutticolo”;
- n. 185/11 del Consigliere Acacia Scarpetti: “Modifica alla d.g.r. 1068/2001”;
- n. 186/11 del Consigliere Ricci: “Opere compensative nella costruzione della terza corsia dell'A14 nel pesarese”;
- n. 187/11 del Consigliere Ricci: “Iniziativa di sostegno umanitaria in Libia”;
- n. 188/11 del Consigliere Latini: “Manovra economica del Governo riguardante i piccoli comuni - art. 16 del d.l. 13 agosto 2011, n. 38”:
- n. 189/11 dei Consiglieri Latini, Traversini, Busilacchi, Comi, Perazzoli, Badiali, Sciapichetti, Ortenzi, Giancarli, Acacia Scarpetti, Eusebi, Giorgi, Pieroni, Malaspina, Massi: “Attività motoria nella scuola primaria”;
- n. 190/11, del Consigliere Zaffini: “Limiti compensi per incarichi a tempo determinato di personale dirigenziale esterno”;
- n. 191/11, dei Consiglieri Giorgi, Eusebi, Donati, Acacia Scarpetti: “Intitolazione dell'Ospedale di Macerata al Dott. Marco Esposito”;
- n. 192/11, dei Consiglieri Acquaroli e Foschi: “Soppressione del vitalizio dei Consiglieri regionali”.
Comunico, inoltre, che ho provveduto con decreto alle seguenti nomine:
- decreto n. 28 in data 4 agosto - nomina di un componente nel Consiglio regionale dell'economia e del lavoro (CREL);
- decreto n. 30 in data 9 settembre - sostituzione di due componenti del Consiglio regionale dell'economia e del lavoro (CREL);
- decreto n. 31 in data 12 settembre - designazione di tre componenti del Consiglio di amministrazione dell'Ente regionale per l'abitazione pubblica (ERAP) della Provincia di Ancona;
- decreto n. 32 in data 12 settembre - designazione di tre componenti del Consiglio di amministrazione dell'Ente regionale per l'abitazione pubblica (ERAP) della Provincia di Ascoli Piceno;
- decreto n. 33 in data 12 settembre - designazione di tre componenti del Consiglio di amministrazione dell'Ente regionale per l'abitazione pubblica (ERAP) della Provincia di Fermo;
- decreto n. 34 in data 12 settembre - designazione di tre componenti del Consiglio di amministrazione dell'Ente regionale per l'abitazione pubblica (ERAP) della Provincia di Macerata;
- decreto n. 35 in data 12 settembre - designazione di tre componenti del Consiglio di amministrazione dell'Ente regionale per l'abitazione pubblica (ERAP) della Provincia di Pesaro e Urbino.
Il Presidente della Giunta regionale ha promulgato le seguenti leggi regionali:
- n. 13 in data 6 luglio 2011: “Modifiche alle leggi regionali 1° giugno 1999, n. 17 “Costituzione Società regionale di sviluppo”, 2 settembre 1997, n. 60 “Istituzione dell'Agenzia regionale per la protezione ambientale delle Marche (ARPAM)”, 29 aprile 2011, n. 7 “Legge comunitaria regionale 2011”;
- n. 14, in data 15 luglio 2011: “Proroga della scadenza del Comitato regionale per le comunicazioni”;
- n. 15, in data 18 luglio 2011: “Modifiche alla legge regionale 5 gennaio 1995, n. 7 “Norme per la protezione della fauna selvatica e per la tutela dell'equilibrio ambientale e disciplina dell'attività venatoria”;
- n. 16 in data 1° agosto 2011: “Modifica alla legge regionale 13 ottobre 2008, n. 28 “Sistema regionale integrato degli interventi a favore dei soggetti adulti e minorenni sottoposti a provvedimenti dell'Autorità giudiziarie ed a favore degli ex detenuti”;
- n. 17 in data 1° agosto 2011: “Ulteriori modifiche della legge regionale 20 giugno 2003, n. 13: “Riorganizzazione del Servizio sanitario regionale”, della legge regionale 17 luglio 1996, n. 26 “Riordino del Servizio sanitario regionale” e modifica della legge regionale 22 novembre 2010, n. 17”.
Il Presidente della Giunta ha promulgato il seguente regolamento:
- n. 5 in data 4 agosto 2011: “Disciplina delle attività di somministrazione di alimenti e bevande, in attuazione del Titolo III della legge regionale 10 novembre 2009, n. 27 (Testo unico in materia di commercio)”.
Il Presidente della Giunta ha, inoltre, trasmesso le seguenti deliberazioni:
in data 5 luglio:
- n. 962 “Art. 29 comma 2 della l.r. n. 31/2001 - Variazione compensativa al Programma operativo annuale 2011 approvato con d.g.r. n. 1844/2010 e sue successive modificazioni ed integrazioni - euro 244.401,14 - Modifica al POA 2011 approvato con d.g.r. n. 1844/2010”;
in data 11 luglio:
- n. 979 “Art. 29 comma 1 della l.r. n. 31/2001 - Art. 25 della l.r. n. 21/2010 - Iscrizione nel bilancio di previsione per l’anno 2011 di entrate derivanti da assegnazione di fondi da parte di soggetti terzi vincolati a scopi specifici e delle relative spese - euro 4.751.651,43”;
- n. 991 “Art. 29 comma 1 della l.r. n. 31/2001 - Art. 25 della l.r. n. 21/2010 - Iscrizione nel bilancio di previsione per l’anno 2011 di entrate derivanti da assegnazione di fondi da parte dello Stato vincolati a scopi specifici e delle relative spese - euro 13.897,52”;
- n. 992 “Art. 29 comma 1 della l.r. n. 31/2001 - Art. 25 della l.r. n. 21/2010 - Iscrizione nel bilancio di previsione per l’anno 2011 di entrate derivanti da assegnazione di fondi da parte dello Stato vincolati a scopi specifici e delle relative spese - euro 3.272.727,00”;
- n. 993 “Art. 29 comma 1 della l.r. n. 31/2001 - Art. 25 della l.r. n. 21/2010 - Iscrizione nel bilancio di previsione per l’anno 2011 di entrate derivanti da assegnazione di fondi da parte di soggetti terzi vincolati a scopi specifici e delle relative spese - euro 125.000,00”;
- n. 994 “Art. 29 comma 1 della l.r. n. 31/2001 - Art. 25 della l.r. n. 21/2010 - Iscrizione nel bilancio di previsione per l’anno 2011 di entrate derivanti da assegnazione di fondi da parte di soggetti terzi vincolati a scopi specifici e delle relative spese - euro 439.388,61”;
- n. 995 “Art. 29 comma 2 della l.r. n. 31/2001 - Variazione compensativa al Programma operativo annuale 2011 approvato con d.g.r. n. 1844/2010 e sue successive modificazioni ed integrazioni - euro 95.000,00”;
- n. 996 “Art. 29 comma 2 della l.r. n. 31/2001 - Variazione compensativa al Programma operativo annuale 2011 approvato con d.g.r. n. 1844/2010 e sue successive modificazioni ed integrazioni - euro 150.000,00”;
- n. 997 “Art. 29 comma 2 della l.r. n. 31/2001 - Variazione compensativa al Programma operativo annuale 2011 approvato con d.g.r. n. 1844/2010 e sue successive modificazioni ed integrazioni - euro 1.140.000,00”;
- n. 998 “Art. 29 comma 2 della l.r. n. 31/2001 - Variazione compensativa al Programma operativo annuale 2011 approvato con d.g.r. n. 1844/2010 e sue successive modificazioni ed integrazioni - euro 2.709.720,84”;
- n. 999 “Art. 2 comma 2 della l.r. n. 20/2010 - Variazione compensativa al Programma operativo annuale 2011 approvato con deliberazione della Giunta regionale n. 1844/2010 e sue successive modificazioni ed integrazioni - Spese di personale - Importo di euro 18.568,50”;
- n. 1000 “Art. 2 comma 2 della l.r. n. 20/2010 - Variazione compensativa al Programma operativo annuale 2011 approvato con deliberazione della Giunta regionale n. 1844/2010 e sue successive modificazioni ed integrazioni - Restituzione risorse trasferite per spese di personale - Importo di euro 39.243,93”;
- n. 1001 “Art. 29 comma 3 della l.r. n. 31/2001 - Art. 26 comma 1 della l.r. n. 21/2010 - Variazione compensativa al Programma operativo annuale 2011 approvato con d.g.r. n. 1844/2010 - euro 773.149,64”;
in data 18 luglio:
- n. 1030 “Art. 20 comma 3 della l.r. n. 31/2001 - Prelevamento dal fondo di riserva per le spese obbligatorie per l’integrazione dello stanziamento di capitoli compresi nell’elenco n. 1 “Spese obbligatorie” del bilancio 2011 - euro 150.000,00”;
- n. 1031 “Art. 29 comma 1 della l.r. n. 31/2001 - Art. 25 comma 2 della l.r. n. 21/2010 - Iscrizione nel bilancio di previsione per l’anno 2011 di entrate derivanti da assegnazione di fondi dallo Stato vincolati a scopi specifici e delle relative spese - euro 850.000,00”;
- n. 1032 “Art. 29 comma 2 della l.r. N. 31/2001 - Variazione compensativa al programma operativo annuale 2011 approvato con deliberazione della Giunta regionale n. 1844/2010 e sue successive modificazioni ed integrazioni - euro 21.186,07 - Modifiche tecniche al POA”;
- n. 1033 “Art. 29 comma 2 della l.r. N. 31/2001 - Variazione compensativa al programma operativo annuale 2011 approvato con deliberazione della Giunta regionale n. 1844/2010 e sue successive modificazioni ed integrazioni - euro 465.303,50”;
- n. 1034 “Art. 29 comma 3 della l.r. N. 31/2001 - Art. 26 comma 1 della l.r. n. 21/2010 - Variazione compensativa al programma operativo annuale 2011 approvato con deliberazione della Giunta regionale n. 1844/2010 e sue successive modificazioni ed integrazioni - euro 90.000,00”;
in data 25 luglio:
- n. 1076 “Art. 29 comma 2 della l.r. n. 31/2001 - Variazione compensativa al programma operativo annuale 2011 approvato con deliberazione della Giunta regionale n. 1844/2010 e sue successive modificazioni ed integrazioni - euro 5.552.000,00”;
- n. 1077 “Art. 29 comma 1della l.r. n. 31/2001 - Art. 25 comma 2 della l.r. n. 21/2010 - Iscrizione nel bilancio di previsione per l’anno 2011 di entrate derivanti da assegnazione di fondi da parte di soggetti terzi vincolati a scopi specifici e delle relative spese - euro 15.252,14”;
- n. 1078 “Art. 29 comma 2 della l.r. N. 31/2001 - Variazione compensativa al programma operativo annuale 2011 approvato con deliberazione della Giunta regionale n. 1844/2010 e sue successive modificazioni ed integrazioni: euro 12.000,00”;
in data 1° agosto:
- n. 1146 “Art. 29 comma 1 della l.r. n. 31/2001 - Art. 25 comma 2 della l.r. 21/2010 - Iscrizione nel bilancio di previsione per l’anno 2011 di entrate derivanti da assegnazione di fondi da parte di soggetti terzi vincolati a scopi specifici e delle relative spese - euro 1.623.200,00”;
- n. 1147 “Art. 29 comma 1 della l.r. n. 31/2001 - Art. 25 comma 2 della l.r. 21/2010 - Iscrizione nel bilancio di previsione per l’anno 2011 di entrate derivanti da assegnazione di fondi da parte del Ministero per il finanziamento degli obiettivi di carattere prioritario e di rilievo nazionale per l’anno 2011, per il finanziamento di interventi di sanità penitenziaria e per il finanziamento della spesa farmaceutica e payback - Euro 56.532.316,68”;
- n. 1173 “Art. 22 della l.r.. n. 31/2001 - Variazione al bilancio di cassa per l’anno 2011 - Euro 2.000.000,00”;
in data 5 agosto:
- n. 1196 “Art. 2 comma 1 lettera A) della l.r. n. 20/2010 - Reiscrizione nel bilancio di previsione per l'anno 2011 di economie relative a stanziamenti aventi specifica destinazione. € 8.445.528,35”.
Hanno chiesto congedo il Presidente della Giunta Spacca e l'Assessore Marcolini.


Sull'ordine del giorno

PRESIDENTE. Ha chiesto la parola il Consigliere Ricci, ne ha facoltà.

Mirco RICCI. Già in sede di Conferenza dei Capigruppo ho chiesto la possibilità di poter iscrivere e discutere nella seduta odierna la mozione n. 187 da me presentata. Essa è volta a sostenere, come iniziativa della Giunta e dell'Assemblea legislativa, aiuti umanitari in Libia. E’ una mozione che aveva a che fare con la vicenda precedente, ma che ad oggi in qualche modo si è stabilizzata. In questo Stato è infatti stato riconosciuto il Governo provvisorio. So che la Giunta, l'Assessore Marconi, ha già intrapreso un'iniziativa, vorrei allora richiedere, se possibile, di formalizzarla con una mozione.
.

PRESIDENTE. Se l'Assemblea è d'accordo non ci sono problemi. Eventualmente la iscriviamo come punto 2 bis). (...) Come Consigliere?

Mirco RICCI. Presidente, c'è anche una mozione che riguarda la terza corsia, ma so che c'è una delegazione che incontrerà l'Assessore Viventi, quindi questa la rinviamo alla prossima seduta.

PRESIDENTE. Bene. Allora pongo in votazione la richiesta del Consigliere Ricci di iscrivere la mozione n. 187.

(L'Assemblea legislativa approva)


Interrogazione n. 404
dei Consiglieri Marinelli, Massi
“Sospensione dei servizi e delle attività svolte dalle Anpas marchigiane”
(Svolgimento)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l’interrogazione n. 404 dei Consiglieri Marinelli, Massi. Ha la parola, per la risposta, l'Assessore Mezzolani.

Almerino MEZZOLANI. L'interrogazione dei Consiglieri Marinelli e Massi è rivolta al Presidente per conoscere i seguenti cinque punti: l'entità dei rimborsi dovuti alle associazioni che prestano il loro servizio in materia di trasporto sanitario a decorrere dall'anno 2010; i motivi per i quali non si è proceduto alla stipula di nuove convenzioni e non sono stati ancora rimborsati i costi effettivamente sostenuti dalle associazioni così come disposto dalla DGRM 1004/09; le ragioni per le quali non sono stati emanati i regolamenti attuativi previsti dalla L.r. 6/11, i quali potrebbero contribuire a fornire per il futuro un più chiaro quadro in materia di trasporto sanitario; i tempi entro i quali si prevede di giungere alla emanazione di tali regolamenti; gli esiti dell'incontro svoltosi il 29 giugno, inoltre i provvedimenti che verranno intrapresi al fine di dare risposte concrete alle associazioni ANPAS.
Al riguardo si danno le seguenti precisazioni.
Punto 1). Nella considerazione che risulta estremamente difficoltoso fornire un dato preciso sull'entità dei rimborsi dovuti alle associazioni posto che alla liquidazione degli stessi si provvede man mano da parte delle zone territoriali, il direttore Generale dell'ASUR, nel corso nell'incontro con l'ANPAS del 29 giugno 2011, ha affermato che, tranne rarissime eccezioni, i pagamenti erano fermi al mese di marzo 2011 e che sarebbe stato un suo preciso impegno sanare quei rari casi di ritardo eccessivo e dare regolarità ai successivi pagamenti, cosa che è successivamente avvenuta.
Punto 2). Non si è provveduto alla stipula di nuove convenzioni poiché con la deliberazione n. 346 del 14 marzo 2011 la Giunta regionale ha deciso di prorogare i rapporti convenzionali scaduti alla data del 31 dicembre 2010 fino alla data del 30 aprile 2011. Tale proroga è stata poi rinnovata fino 31 dicembre 2011 e comunque fino all'adozione del provvedimento di modifica della propria deliberazione n. 1004 del 15 giugno 2009.
Punto 3). Prima di procedere alla stesura dei regolamenti attuativi è stato necessario distinguere i trasporti prettamente sanitari dai trasporti non prettamente sanitari. La stessa legge regionale richiedeva le suddetta distinzione in quanto propedeutica alla definizione delle modalità di affidamento dei servizi di trasporto sanitario. A questo fine è stato costituito un apposito gruppo di lavoro, composto da rappresentanti della Giunta, del Consiglio e delle Aziende sanitarie, che ha ultimato i propri lavori in data 20 giugno 2011.
Sulla scorta dei lavori del gruppo si è potuto procedere alla modifica della DGR n. 1004 citata necessaria a rendere operative le previsioni normative di cui alla legge regionale n. 6/11. Il suddetto provvedimento, soggetto al parere obbligatorio della competente Commissione consiliare, sarà inserito all'ordine del giorno delle prossime riunioni della Giunta regionale. Sono seguiti, ovviamente, ulteriori contatti e riunioni con le parti interessate. Il provvedimento è pronto, andrà in una delle prossime sedute di Giunta. La delicatezza del confronto, da come si è sviluppato dalla legge in poi, rendeva necessario un lavoro di questo tipo. Siamo comunque alla fine di questo percorso.
Punto 4). Come già detto la Giunta regionale discuterà il provvedimento relativo ai cosiddetti regolamenti attuativi nella prima riunione utile successiva all’incontro già avvenuto del 22 luglio con i soggetti interessati (CRI, ANPAS, Misericordie, privati);
Punto 5). L'incontro con l'ANPAS del 29 giugno 2011 ha prodotto l'accordo di cui di seguito si riportano i termini:
- verrà portata all'approvazione della Giunta Regionale nella seduta del 4 luglio 2011 la deliberazione che proroga fino al 31 dicembre 2011 i rapporti convenzionali scaduti alla data del 31 dicembre 2010;
- entro il mese di luglio 2011 la Regione Marche provvederà all'emanazione dei criteri previsti al comma 6 dell'art. 10 bis L.r. 36/1998 e sue mod. mediante deliberazioni di modifica della DGR n. 1004/2009;
- entro il mese di settembre 2011 la Regione Marche, d'intesa con ANPAS, provvederà alla definizione delle modalità di rimborso delle spese effettivamente sostenute, secondo quanto indicato all'art. 18 DGR 1004/2009;
- la Regione Marche garantisce che l'ASUR provvederà con regolarità alle liquidazioni degli acconti sui rimborsi per le prestazioni rese, secondo i termini di pagamento previsti;
- allla luce dei punti sopra concordati la rappresentanza regionale di ANPAS Marche assicura la sospensione delle manifestazioni di protesta che erano state annunciato per il mese di agosto.
Comunque siamo arrivati, ripeto, alla fine di questo percorso.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno, il Consigliere Marinelli.

Erminio MARINELLI. Sapete tutti che il problema è sorto in seguito alla presentazione di un emendamento in Finanziaria l'anno scorso qui in Assemblea legislativa. Un emendamento che credo non sia stato visto neanche in Commissione sanità. E’ passato e nessuno se ne è accorto. Ha creato una serie di difficoltà non indifferenti ad un servizio di cui però tutti ne riconosciamo l'importanza e la delicatezza. Bisogna cioè tenere necessariamente conto delle 48 associazioni, dei 7 mila volontari, dei 30 mila soci e sopratutto di quell’85% di servizi di emergenza programmati. E’ dunque una questione di solidarietà molto delicata. Comunque le parti politiche, la Commissione, il Presidente Comi, il Consigliere D'Anna, si sono poi adoperati, recandosi a Roma, per cercare di mettere una pezza su un papocchio che certamente non ha fatto onore né alla Giunta né a tutta la politica. Si tratta infatti di un settore su cui scorre tanta preoccupazione, il trasporto sanitario, i servizi sanitari e sociali alle persone.
La risposta dell'Assessore ha sì tenuto conto delle varie richieste, ma è chiaro che c’è un notevole ritardo, che direi è addirittura biblico. Infatti in seguito all'accordo tra l'Anpas e il dott. Ruta entro luglio dovevano essere emanati i criteri per l'affidamento dei servizi, dove peraltro c’era già un ritardo.
Insomma, c'è un ritardo non indifferente. Quindi c’è preoccupazione delle varie Croci. Lo rileviamo dai giornali. Per oggi qui voglio riportare la loro preoccupazione, le loro difficoltà economiche.
Difficoltà economiche che chiaramente sono diffuse anche in tutte le istituzioni, da quella regionale a quelle provinciali e comunali.
Il pagamento dei rimborsi avviene con lentezza e difficoltà.
Inoltre occorre un aggiornamento degli importi in quanto sono fermi al 2004. Quindi ci sono servizi erogati con costi diversi nel 2011 ma con importi fermi al 2004.
La proroga è stata data fino a dicembre, ma credo occorra dare un'accelerata ad un servizio indispensabile ed importantissimo. Ritengo che tutti dovremmo ringraziare per i notevoli sforzi che i soci in forma volontaria quotidianamente fanno per tutti noi.


Interrogazione n. 410
del Consigliere Latini
“Grave situazione dei canili nella regione Marche”
(Svolgimento)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l’interrogazione n. 410 del Consigliere Latini. Ha la parola, per la risposta, l'Assessore Mezzolani.

Almerino MEZZOLANI. Con questa interrogazione il Consigliere Latini interroga il Presidente della Giunta regionale per conoscere quali misure si intendano adottare per far si che la regione Marche si possa dotare di strutture dignitose per cani, nel rispetto delle norme igienico-ambientali e della normativa sul maltrattamento degli animali.
Lo Stato a seguito dell’approvazione della Legge quadro n.281/91 in materia di animali d’affezione e prevenzione del randagismo ha trasferito alla Regione Marche circa 1.000.000,00 di euro, mentre la Regione Marche fino ad oggi ha concesso contributi agli Enti locali e alle Comunità montane la somma di circa 3.200.000,00 di euro, di cui maggior parte é stata vincolata alla realizzazione di strutture di canili e rifugi.
In merito alle suddette strutture (canili o rifugi) c’è da dire che la normativa regionale in materia di randagismo prevede che le strutture esistenti e quelle che verranno realizzate devono possedere determinati requisiti che tutelino il benessere degli animali ospitati.
Con la l.r. n.25/2008 (Assestamento del bilancio 2008) al fine di un migliore perseguimento del benessere degli animali ospitati presso le strutture di che trattasi, la Regione Marche con l’emendamento all’art. 3 della l.r. n.10/97 ha previsto che il numero massimo dei posti autorizzati complessivamente nei canili e nei rifugi per ogni Comune, a prescindere dal numero degli impianti, deve tener conto del numero degli abitanti del Comune stesso o dei Comuni marchigiani singoli o associati, per cui le strutture possono svolgere il servizio, in ragione di un coefficiente massimo di cinque ogni mille abitanti. Eventuali deroghe rivolte esclusivamente alle strutture pubbliche dovranno essere debitamente motivate da parte delle competenti Zone territoriali dell’ASUR, sentite le associazioni animaliste iscritte all’albo regionale.
Attualmente il vincolo posto dall’emendamento della succitata legge risulta complessivamente rispettato nel territorio della regione in quanto su una capacità massima di 7.550 posti cani autorizzabili risultano autorizzati 7.476 posti/cane.
Lo scrivente Assessorato, tramite la P.F. Veterinaria e Sicurezza Alimentare, con nota del 10 giugno 2011 ha chiesto ai Servizi territoriali di sanità animale dei dipartimenti di prevenzione di verificare eventuali deroghe concesse nel frattempo dai sindaci.

PRESIDENTE. Il Consigliere Latini rinuncia ad intervenire.

Interrogazione n. 282
della Consigliera Foschi
“Zona Territoriale n. 2 Ospedale Civile Santa Maria della Misericordia”
(Svolgimento)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l’interrogazione n. 282 della Consigliera Foschi. Ha la parola, per la risposta, l'Assessore Mezzolani.

Almerino MEZZOLANI. In relazione all'interrogazione in oggetto la direzione generale dell'ASUR ha fatto pervenire la seguente relazione.
In riscontro all'interrogazione n. 282, presentata in data 15 febbraio 2011, ad iniziativa della Consigliera Foschi, relativa alla Zona Territoriale n. 2, Ospedale Civile Santa Maria della Misericordia, si forniscono gli elementi di seguito riportati, seppure, essendo l’interrogazione un po’ datata, le cose in questi giorni sono andate un po' avanti. In tale risposta si riepiloga comunque ciò che è stato fatto, poi naturalmente gli sviluppi sono quelli che ho visto anche stamattina riportati dai giornali.
Come noto con la L.r. 17 del 16 novembre 2010 e più recentemente con la DGRM 17 del 17 gennaio 2011 il Sistema Sanitario della Regione Marche sta subendo notevoli cambiamenti strutturali ed organizzativi, orientati da un lato a mantenere e migliorare la qualità delle prestazioni offerte alla cittadinanza, dall'altro garantire l'equilibrio economico.
Negli ultimi anni queste due caratteristiche, buone prestazioni a valori economici sostenibili, invero, hanno consentito alla Regione Marche di risalire dagli ultimi posti nella classifica delle Regioni italiane sino al novero delle cinque Regioni più virtuose.
La riorganizzazione sanitaria della Provincia di Pesaro e Urbino, in particolare, mira da un lato ad accrescere l'alta specializzazione delle strutture ospedaliere, con particolare attenzione alla complessità della casistica, dall'altro ad aumentare il sostegno delle fragilità in maniera capillare in tutto il territorio.
L'Ospedale di Urbino, unico Ospedale di Rete dell'intero ambito provinciale, invero, avrà il delicato compito di sviluppare un modello di ospedale fortemente integrato con il territorio, altamente tecnologico, con breve durata di degenza, con utilizzo delle tecnologie biomediche pesanti per almeno 12 ore diurne e soprattutto diventare concorrenziale rispetto alle regioni limitrofe.
La posizione di confine del Presidio ospedaliero di Urbino, come evidenziato nei vari atti di indirizzo regionali, in realtà induce l'Ospedale da un lato a dare maggiore risposta alle esigenze della cittadinanza locale al fine di contenere la mobilità extraregionale, dall'altro a diventare struttura attrattiva per i pazienti residenti nel territorio limitrofo.
Alla luce del contesto sopra rappresentato la sanità urbinate deve cogliere l’opportunità di riqualificare la Rete Territoriale con strutture orientare alla tutela delle fragilità e delle cronicità funzionanti nelle ventiquattro ore e rendere l’Ospedale di Urbino, unico Ospedale dell’Area Vasta n. 1, il centro primario per fornire le risposte per l'acuzie (attività proprie del DEA di I livello, attività di base e specialistiche mediche e chirurgiche, materno infantile, servizi di diagnostica per immagine, di medicina nucleare, ecc). A conferma di quanto sopra detto, si informa che la procedura di selezione di direttore di struttura complessa per la disciplina di ortopedia era fissata per il 21 luglio 2011. In verità è già stato nominato. C’è il concorso attuale per ostetricia e ginecologia. Molte figure sono state coperte anche nell’area infermieristica.
Infine si fa presente che allo stato attuale i posti letto totali del Presidio ospedaliero di Urbino non hanno subito alcuna variazione e che presso l'Ospedale Civile di Urbino dopo la programmata chiusura per la fruizione del piano ferie estive verranno riattivati tutti i posti letto che erano esistenti.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno, la Consigliera Foschi.

Elisabetta FOSCHI. Questa interrogazione, come ricordava anche l’Assessore, è datata, è del febbraio 2011. Devo dire che l'Assessore forse è stato più esauriente questa mattina nella pagina locale de Il Resto del Carlino che non ora in Aula. In realtà lì ha elencato opere in cantiere e opere realizzate appunto meglio specificate di quanto non abbia fatto ora.
Oggi viene dato grande titolo alla sistemazione dei terrazzi dell'Ospedale di Urbino dove c’è una situazione incredibile. Sono tanti anni che il nosocomio della città feltresca ha la struttura dei terrazzi pericolante. Nelle sale di ricovero sono addirittura affissi cartelli in cui si raccomanda ai pazienti di non aprire le finestre e di non affacciarsi ai terrazzi perché c'è il rischio di cadere di sotto.
Per un ospedale è dunque una situazione paradossale. Un ospedale, come si legge in tutte le carte, dovrebbe essere punto di riferimento di tutto l'entroterra della provincia di Pesaro Urbino, ma in realtà così non è, lo voglio ribadire anche oggi. E non solo per la struttura, non è soltanto a quella che si guarda, seppure, ripeto, è un aspetto importante, era un impegno assunto già parecchi anni fa, ma anche per il problema dell'organizzazione dell'ospedale, del personale.
All'epoca dell'interrogazione, febbraio 2011, c'era da risolvere il problema dell'ortopedia. Prendo atto che il primario è stato nominato il 26 luglio. Ma oggi siamo nella condizione di una vacatio a cardiologia e ginecologia.
Faccio qui una raccomandazione. Sappiamo benissimo che i primari fanno molto, vogliono significare molto all'interno di un ospedale, e noi abbiamo due reparti che risentono molto della gestione dei loro primari e che fanno di Urbino un ospedale non integrato col territorio. Basta infatti vedere quanto i medici di base della zona territoriale 2 indirizzano verso l'ospedale di Urbino o altrove. Un aspetto, quindi, che va assolutamente analizzato e non sottovalutato.
Auguro che nel coprire i posti di primariato di cardiologia e ginecologia si faccia la scelta migliore, auspicando non accada come successo in passato, ove non so se le scelte siano state migliori per altri requisiti, ma di certo non hanno qualificato i reparti che sono andati a presiedere.
Mi dispiace che questa interrogazione sia oggettivamente vecchia, dovrò farne un’altra per mettere all'attenzione le odierne criticità che in essa non vengono segnalate.
In ogni caso oggi mi ritengo insoddisfatta perché, ripeto, è forse più facile, più semplice, più utile leggersi Il Resto del Carlino piuttosto che venire qui a sentire la risposta dell'Assessore.


Interrogazione n. 211
del Consigliere Natali
“Convegno formativo dipendenti ASUR”
(Svolgimento)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l’interrogazione n. 211 del Consigliere Natali. Ha la parola, per la risposta, l'Assessore Mezzolani.

Almerino MEZZOLANI. In riferimento all'oggetto si riferisce il chiarimento fornito dalla Zona territoriale 13 con nota prot. n. 42917 del 24 dicembre 2010.
II dipartimento di prevenzione ASUR Marche Zona territoriale n. 13 di Ascoli Piceno ha organizzato, con il patrocinio del Comune di Ascoli Piceno, un evento formativo dal titolo "Polizia giudiziaria e Pubblico Ministero: il rapporto con il Dipartimento di Prevenzione e nuove tecniche ispettive", tenutosi in data 29/30 ottobre 2010 presso la sala della Vittoria presso il Palazzo comunale di piazza Arringo di Ascoli Piceno. La brochure del predetto evento formativo precisava che lo stesso era rivolto a tutto il personale tecnico sanitario dei dipartimenti di prevenzione di tutte le Zone territoriali delle Marche, al Comando NAS di Ancona, al Comando Legione Carabinieri di Ancona, al Comando Guardia di Finanza, al Comando Corpo forestale dello Stato e alla Questura di Ascoli Piceno.
Nell'elenco dei partecipanti all'evento formativo oggetto della presente, fornito con nota prot. n. 194436 del 6 dicembre 2010 dal responsabile della U.O. Formazione ed Aggiornamento di questa Zona territoriale, si evince che oltre al personale tecnico sanitario dei dipartimenti di prevenzione di tutte le Zone territoriali delle Marche e alle personalità autorevoli ed altamente qualificate per le tematiche oggetto di approfondimento, hanno partecipato anche liberi professionisti del settore, per un totale di n. 47 persone alla sessione del mattino del 29 ottobre 2010 e n. 37 persone alla sessione del pomeriggio dello stesso giorno, inoltre n. 47 persone alla sessione del 30 ottobre 2010.
Ad ogni buon conto è altresì doveroso puntualizzare che in base a quanto previsto dalla normativa nazionale e regionale ECM (Accordo Stato-Regioni dell’1 agosto 2007, Accordo Stato-Regioni del 5 novembre 2009 e Glossario ARS Marche per ECM) gli eventi formativi (come il corso in oggetto), quali attività didattiche con obiettivi di natura formativa attinenti ad uno specifico obiettivo regionale/nazionale organizzato da una zona/azienda, sono aperti anche al personale esterno (es. liberi professionisti) all'azienda/zona di appartenenza compatibilmente con il numero dei posti disponibili.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno, il Consigliere Natali.

Giulio NATALI. Assessore, come sempre lei giustamente si para le terga leggendo quello che le mandano i suoi sottoposti – che mi auguro siano suoi sottoposti! – della Zona territoriale 13.
Ma il problema è che lei non mi risponde, anzi, semmai è lei che legge una non risposta.
Io nell'interrogazione chiedevo: “tutti i partecipanti sono dipendenti del dipartimento di prevenzione?”. Lei mi ha fatto un discorso molto più ampio però senza entrare nel punto della domanda.
E' l'ennesima figura. Oggi abbiamo letto del nuovo direttore dell'Area Vasta. Speriamo che egli non normalizzi nel senso sovietico bensì regolarizzi il modus procedendi della Zona territoriale 13 e dell'Ospedale di Ascoli Piceno. Perché questi suoi sottoposti, Assessore, quelli che fanno queste cose, sono gli stessi di cui abbiamo parlato a luglio a proposito delle progressioni verticali. Per cui di tutti quei comportamenti altamente illegittimi di cui lei ne ha però la responsabilità.
Sicchè lei, Assessore, non può limitarsi a venire qui e a leggerci quello che le dicono e le propinano. Non si faccia prendere in giro da questi signori, intervenga per eliminare questi problemi.

Interrogazione n. 402
del Consigliere Cardogna
“Adeguamento e aggiornamento tariffe regionali di mantenimento dei cani ricoverati nei rifugi e canili marchigiani”
(Svolgimento)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l’interrogazione n. 402 del Consigliere Cardogna. Ha la parola, per la risposta, l'Assessore Mezzolani.

Almerino MEZZOLANI. Il Consigliere Cardogna con questa interrogazione chiede perché non sia stato dato ancora seguito a quanto stabilito dall’art.2 comma 4 bis della legge regionale n.10/97 per l’adeguamento delle tariffe e perchè non siano state approvate le nuove tariffe stabilite al tavolo regionale e recepite con DGR. n. 2210 del 28 dicembre 2009. Inoltre chiede di conoscere i motivi per cui la Giunta regionale, nonostante siano passati quasi dieci anni dall’emanazione della DGR n.560/2002, non ha ancora provveduto ad aggiornare né ad adeguare agli indici ISTAT attuali le tariffe di mantenimento dei cani nei canili e rifugi marchigiani; considerato anche che al riguardo è stato anche istituito dalla Regione stessa un apposito tavolo tecnico.
Al riguardo si precisa che la citata delibera della Giunta regionale n. 2210 del 28 dicembre 2009 concerneva il parere chiesto al CAL in merito ad una proposta di delibera della Giunta regionale concernente l’aumento delle tariffe regionali per il mantenimento dei cani randagi ricoverati nei canili e nei rifugi.
Il CAL in merito alla succitata delibera ha espresso parere favorevole a condizione che:
“1. la Giunta regionale si impegni a rivedere: la legge regionale n. 2/2001 alla luce delle novità intervenute negli ultimi anni; la dotazione finanziaria del bilancio per l’anno 2010, assolutamente inadeguata di euro 168.000,00, a fronte di una spesa, ad oggi, di circa 5,5 milioni di euro, che con le nuove tariffe salirebbero a 6,5-7 milioni di euro;
2. le tariffe indicate nell’allegato A, tabella n.1, siano ribassate del 30 per cento per gli animali ricoverati in strutture private e del 15 per cento per quelli ricoverati in strutture comunali;
3. siano soppressi i commi 2 e 3 del disposto deliberativo o, in subordine, si definisca chiaramente che i medesimi commi si applicano solo ed esclusivamente ai beneficiari dei contributi regionali.”
A seguito del succitato parere è stata predisposta una nuova proposta di delibera, attualmente alla firma del direttore dell’Agenzia regionale sanitaria e dell’Assessore competente, dove si è tenuto conto per quanto possibile del parere espresso dal CAL.
Relativamente ai motivi per cui la Giunta regionale, nonostante sia passato un certo numero di anni dall’emanazione della DGR. n. 560/2002, non ha ancora provveduto ad aggiornare né ad adeguare agli indici ISTAT attuali le tariffe di mantenimento dei cani nei canili e rifugi marchigiani, si precisa che il comma 13 dell’art. 2 del Regolamento n.2/2001 attuativo della legge regionale n. 10/97 (Norme in materia di animali da affezione e prevenzione del randagismo) non prevedeva l’aggiornamento delle tariffe di che trattasi. L’aggiornamento delle succitate tariffe è stato previsto dal comma 4 bis dell’art.2 della legge regionale n. 10/97, comma che è stato aggiunto dall’art.16 comma 2 della l.r. 29 luglio 2008 n.25.


PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno, il Consigliere Cardogna.

Adriano CARDOGNA. Ringrazio l'Assessore per la risposta, che trovo articolata e leggermente impegnativa e che approfondiremo per eventuali ulteriori considerazioni.


Interrogazione n. 265
dei Consiglieri Marinelli, Bugaro, Ciriaci, D'Anna, Acquaroli, Foschi, Zinni, Natali, Massi
“Concorsi indetti dall'Asur Marche per complessivi 61 posti da assistente amministrativo - categoria C - esito indagine ispettiva”

Interrogazione n. 455
del Consigliere Giancarli
“Concorsi ASUR Marche per assistenti amministrativi - Commissione di indagine”

(abbinate)
(Svolgimento)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l’interrogazione n. 265 dei Consiglieri Marinelli, Bugaro, Ciriaci, D’Anna, Acquaroli, Foschi, Zinni, Natali, Massi. Comunico che di pari oggetto è stata presentata successivamente anche l'interrogazione n. 455 del Consigliere Giancarli, che pertanto, seppure non iscritta all’ordine del giorno, la abbinerei perché, appunto, trattasi dello stesso argomento.
Ha la parola, per la risposta, l'Assessore Mezzolani.

Almerino MEZZOLANI. I Consiglieri interrogano il Presidente della Giunta regionale per conoscere: gli esiti dell'indagine ispettiva effettuata sui quattro concorsi di cui in premessa; se e in che modo la predetta indagine ha influito sugli esiti dei quattro concorsi formalizzati con determina 305/ASURDG del 30 marzo 2010; quante assunzioni, per ciascuna delle quattro graduatorie, sono state effettivamente fatte; qual è il termine fissato per la scadenza delle quattro graduatorie e se tale termine è prorogabile; se l'ASUR ha aperto le graduatorie assumendo ulteriori unità di personale, oltre le 61 previste, o se intenda aprirle; in caso di risposta affermativa del punto precedente, quante ulteriori assunzioni, oltre le 61 previste, sono state effettuate e/o quante se ne intende effettuare per ciascuna delle quattro graduatorie; se, in ogni caso, sia stata effettuata o si intenda effettuare una indagine ricognitiva finalizzata alla apertura delle quattro graduatorie oltre le 61 unità di personale previste.
Al riguardo si precisa quanto segue.
L'indagine ispettiva ha avuto esiti tali da non compromettere il concorso stesso. Sussistono comunque due ricorsi presso il TAR Marche per i quali si attende la decisione conseguente.
Le modalità di espletamento per i quattro concorsi sono state le medesime nelle quattro aree vaste, per cui valgono le stesse considerazioni di cui al punto precedente.
I quattro bandi prevedevano l'assunzione di n. 61 assistenti amministrativi tutti assunti al termine dell'espletamento dei relativi concorsi.
Le graduatorie hanno validità triennale e non sono prorogabili.
Dopo l'assunzione delle 61 unità previste dai bandi di concorso, l'Asur ha provveduto all'assunzione, utilizzando le graduatorie, di ulteriori 31 unità fino all'apertura dell'indagine ispettiva.
Le graduatorie potrebbero essere ancora utilizzate tenendo conto delle reali esigenze di personale e nel rispetto della normativa vigente in materia di assunzione di personale. Pertanto risulta difficoltoso stabilire fin da ora il numero delle eventuali assunzioni future.
Non è stata effettuata nessuna indagine ricognitiva finalizzata all'ulteriore utilizzo delle quattro graduatorie, comunque, nel caso se ne creasse la necessità, appare evidente l'opportunità dell'indagine anche al fine di avere un quadro di riferimento preciso a livello di area vasta.

Presidenza della Vicepresidente
Paola Giorgi

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno, il Consigliere Zinni.

Giovanni ZINNI. Devo dire, Assessore, che già ci immaginavamo che lei facesse una risposta di rito molto abbottonata e che alla fine non ci dicesse nulla di interessante.
Come seconda Commissione più volte, anche con il collega Giancarli, abbiamo sollecitato l'esito di questa indagine per riuscire a capire come stanno le cose.
Il presupposto di questa interrogazione era una critica sulle modalità, sul fatto che in passato si era avuta la percezione che questo concorso non avesse quella trasparenza necessaria a dare credibilità all'Istituzione.
I partecipanti a questo concorso, quelli che a tutt'oggi sono lì lì per essere assunti, hanno delle legittime aspettative a cui però oggi la sua risposta non dà prospettiva.
Questa interrogazione nasce dalla critica di come è stato fatto il concorso, ma il paradosso - come elemento nuovo voglio sottolinearlo - è anche questo. Oggi assistiamo a un mondo della sanità che più volte si avvale di assunzioni a tempo determinato che però poi non pesca da una graduatoria a tempo indeterminato. Ritengo che questa modalità sia ancora peggiore della stessa percezione di mancanza di trasparenza che ci ha posto a fare questa interrogazione.
Qui c’era un concorso sulla cui legittimità noi Consiglieri di minoranza abbiamo avuto delle perplessità, per cui abbiamo fatto delle critiche, abbiamo fatto fare una commissione d'indagine, ma poi il paradosso alla fine è che ci sono persone che legittimamente stanno lì appese a un filo e non hanno risposte, ma poi si vedono casi ove vengono assunte altre persone con altri criteri e altri strumenti.
Assessore, credo che sia giunta l'ora di farsela finita di adottare due pesi e due misure, di continuare a non far capire al territorio e alla gente come stanno realmente le cose.
Sappiamo che i fondi della sanità sono ad essa vincolati, però ancora non si è capito dove andremo a fare il risparmio. E anche questo concorso non si capisce proprio. Se era necessario assumere non si capisce perché poi si continuano a fare assunzioni in altro modo ma sempre in termini di precarietà, ossia si continuiamo a produrre persone che poi un domani andranno stabilizzate. Inoltre si fanno concorsi di cui non si capiscono bene i criteri con i quali gli stessi si vincono e al contempo, ripeto, ci sono delle persone che rimangono appese ad un filo.
Sono dunque molto deluso da questa indagine ispettiva, da essa non si capisce quale sia il punto di forza della legittimità del concorso. Cioè non si capisce quali siano i punti che dimostrano la totale trasparenza.
Inoltre della sua risposta politica, Assessore, sono ancora più preoccupato perché non si capisce, lo voglio ribadire, che fine faranno le persone che sono in graduatoria.
Secondo me, invece, queste persone debbono avere un favor, una preferenza rispetto ad assunzioni fatte al di fuori del concorso. Credo che questo sia un dato di fatto, ma dalla sua risposta temo che in futuro queste persone non avranno una prospettiva rosea.
E' ora di cominciare a decidere, Assessore, è ora di fare un peso e una misura, di scegliere un criterio, di essere trasparenti fino in fondo. Due pesi e due misure non danno credibilità alla Regione Marche come Istituzione.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno, il Consigliere Giancarli.

Enzo GIANCARLI. Il collega Zinni ha ricordato il fatto che la seconda Commissione si è occupata più volte di questi aspetti. Ma non soltanto in Commissione abbiamo avuto modo di incontrare le organizzazioni sindacali o delegazioni di questi giovani delle diverse aree vaste, giovani che venivano a sollecitare, a rivendicare un loro diritto.
Credo che se al termine di un'indagine si riscontrano delle irregolarità queste vadano segnalate a chi di dovere, e comunque al termine di un’indagine occorrono atti formali.
Le persone che sono in graduatoria debbono avere certezze, non si possono assumere persone con altri criteri, ovvero al di fuori dalle graduatorie. Le persone, appunto come queste che sono in graduatoria, hanno dei diritti perché hanno superato una prova.
Quindi, Assessore, è su questi diritti, su queste certezze, su azioni trasparenti che chiedo un atto formale, chiedo l'utilizzo delle graduatorie. Sulla chiusura delle indagini chiedo un atto formale, un impegno cioè che ristabilisca per queste ragazze e ragazzi non soltanto diritti ma anche fiducia nelle Istituzioni.


Interrogazione n. 372
del Consigliere Silvetti
“Scuola primaria “G. Rodari” - Istituto Comprensivo Senigallia - Marchetti”
(Rinvio)

PRESIDENTE. L'interrogazione n. 372 del Consigliere Silvetti si rinvia in quanto l'Assessore competente in questo momento è impegnato in un incontro.


Interrogazione n. 381
del Consigliere Pieroni
“Interventi per la messa in sicurezza della zona di Monte Camillone di Castelfidardo”
(Svolgimento)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l’interrogazione n. 381 del Consigliere Pieroni. Ha la parola, per al risposta, l'Assessore Donati.

Sandro DONATI. In merito all'interrogazione del Consigliere Pieroni si riferisce quanto segue.
In data 29 luglio 2011, con integrazione del 30 agosto 2011 per gli elaborati relativi allo studio di impatto ambientale, la Provincia di Ancona ha trasmesso per l'istruttoria di competenza regionale il progetto definitivo ad oggetto: "OPCM n. 3548/2006 - Interventi di completamento per la riduzione del rischio idrogeologico nelle aree interessate dagli eventi alluvionali del settembre 2006 - bacino idrografico fiume Aspio Fosso Rigo. Primo Stralcio C1.".
Il progetto è stato redatto in attuazione del decreto del Commissario delegato per gli eventi alluvionali del settembre 2006 n. 3/CDA dell'8 marzo 2011, con cui sono stati trasferiti i fondi dell'Ordinanza 3548/2006 assegnati dopo la dichiarazione dello stato di emergenza post eventi alluvionali del 16 e del 26 settembre 2006; peraltro è stato trasmesso per le medesime finalità anche il progetto riguardante il sub bacino del fosso Scaricalasino in Comune di Osimo.
Il progetto definitivo per il sub bacino del Fosso Rigo (che sviluppa il progetto preliminare approvato dalla medesima Provincia con atto di Giunta n. 145 del 5 aprile 2011) è costituito dagli elaborati tecnici relativi agli interventi prioritari realizzabili sulla base della effettiva disponibilità di risorse finanziarie, ed in particolare:
• priorità massima: realizzazione dell'area di laminazione n. 4 (del progetto preliminare) a monte della strada comunale per Castelfidardo e del relativo insediamento industriale e produttivo e delle relative golene di raccordo di monte e di valle;
• priorità massima: realizzazione di un nuovo percorso d'alveo e contestuale realizzazione di un manufatto per l'utilizzo dell'attuale tracciato del Rigo fino alla confluenza con l'Aspio quale diversivo;
• priorità media: realizzazione delle restanti aree di laminazione e opere di sistemazione idraulica (zone golenali) e di tutti gli interventi diffusi sui versanti (assetto dei versanti).
Al momento il progetto presentato è in istruttoria presso gli uffici regionali.
Per quanto riguarda le forme di sostegno economico alle aziende colpite, come noto la Regione ha trasmesso la stima del fabbisogno necessario a fronteggiare gli effetti osservati sul territorio a seguito degli eventi meteorologici dei primi giorni di marzo di quest'anno, per i quali è stato dichiarato il 10 marzo lo stato di emergenza.
Tuttavia non è stata emanata la conseguente ordinanza attuativa della dichiarazione di stato di emergenza nè è stato assegnato alla Regione Marche alcun contributo. Come apparso sulla stampa, neanche nella recentissima manovra finanziaria dello Stato è stato contemplato lo stanziamento di risorse per le Marche.
Pertanto al momento non è possibile avviare alcuna procedura di concessione di contributi nella direzione auspicata dall'interrogazione così come dall'amministrazione regionale.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno, il Consigliere Pieroni.

Moreno PIERONI. Se devo essere onesto sono preoccupato della risposta data dall’Assessore Donati a questa mia interrogazione relativa alla situazione derivante dall'alluvione abbattutasi nel territorio di Monte Camillone di Castelfidardo.
La mia interrogazione riguarda due aspetti: i finanziamenti nazionali in merito ai danni dei privati; la sistemazione dei vari fossi nella zona Monte Camillone di Castelfidardo.
Per il primo aspetto prendo atto con preoccupazione della non disponibilità di finanziamenti nazionali, ovvero che ad oggi da parte del Governo nazionale non vengono date delle opportunità, come invece avvenuto per altre regioni, con cui si possano finanziare gli interventi dei privati, ovvero per il recupero dei danni subìti alle loro strutture e ai loro macchinari. Però sono altrettanto fortemente preoccupato anche della risposta che viene data per quanto riguarda la sistemazione dei fossi. Sistemazione che ad oggi, al di là di progettualità, al di là di impegni, al di là tutto, non vede interventi economici atti a risolvere il problema. Tra l’altro questa mia preoccupazione è ancora maggiore considerato che fra poco entreremo nel periodo delle grandi piogge che appunto cade nei mesi di ottobre-novembre, oltre a quello di marzo-aprile.
Quindi, Assessore, ritengo si debba sollecitare la Provincia di Ancona ad intervenire almeno su quei progetti che gli imprenditori del territorio hanno fatto esaminare a una commissione composta anche da tecnici della stessa Provincia, in modo così da evitare altri danni alluvionali.
Ecco perché ho affermato, Assessore, che questa risposta non è soddisfacente, è perché rischiamo di fare come Ponzio Pilato, ossia ce ne laviamo le mani limitandoci a dire che il progetto è pronto, che i finanziamenti devono arrivare e che dobbiamo vedere quanti sono, però poi a tutt'oggi non c'è ancora un percorso chiaro e definito riguardo ad una risoluzione non dico totale ma quantomeno importante della problematica che vive questo territorio.
Voglio peraltro ricordare a quei Consiglieri regionali che non conoscono la zona che il territorio di Monte Camillone è attaccato a quello della Stazione di Osimo dove anche lì molto tempo fa si era verificato un grave danno alluvionale.
Quindi non mi ritengo assolutamente soddisfatto della risposta, anzi, sono ulteriormente preoccupato del fatto che ritardando la sistemazione dei fossi intorno a quel territorio, seppure ci siano delle scelte importanti da parte delle Istituzioni competenti individuando finanziamenti opportuni, rischiamo fra pochi mesi – e questo non lo auguro sicuramente – di trovarci qui non soltanto con gli imprenditori ma anche con le Istituzioni di quel territorio, da Castelfidardo ad Osimo, e sopratutto con i cittadini che vi abitano, cittadini che quando arriva la stagione dell'autunno o la tarda primavera si trovano ogni volta in pericolo.
Sono passati, come dicevo, già tanti anni dalla prima alluvione verificatasi nella zona della Stazione di Osimo, ma ancora oggi siamo qui a dare delle risposte non definitive.
Io dunque non voglio diventare complice di una risposta di questo genere, quindi mi riservo di attuare altre iniziative che possano portare all'attenzione un problema così grave che riguarda il territorio di Monte Camillone di Castelfidardo.


Interrogazione n. 382
del Consigliere Marinelli
“Collegamento aereo Ancona Falconara-Bergamo e ritorno, compagnia Belle Air Europe”
(Svolgimento)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l’interrogazione n. 382 del Consigliere Marinelli. Ha la parola, per la risposta, l'Assessore Viventi.


Luigi VIVENTI. L’interrogazione in oggetto tocca un argomento importante per l'economia regionale, un argomento a cui stiamo attenti da tempo, ma che, lo anticipo già, non riesce ad oggi a trovare una soluzione, nonostante quasi settimanalmente mi sento con il direttore generale dott. Morriale per verificare se ci sono novità.
Leggo ora una nota predisposta dall’ufficio che può essere interessante sia per il Consigliere Marinelli, che interroga, sia per l'intera Aula.
L'Alitalia ha operato il volo su Milano Linate dal 1995 sino al 1999 per poi trasferirlo durante i primi mesi del 1999 su Milano Malpensa a causa dell'entrata in vigore del decreto Bersani 3 marzo 2000 - Ripartizione del traffico aereo sul sistema aeroportuale di Milano -.
I passeggeri che hanno volato su Milano Malpensa sono stati i seguenti: nel 1998 sono stati 18.980, nel 2003 si è arrivati al picco massimo di 95.937 sino a scendere nel 2008 a 27.520.
Agli inizi dell'anno 2008 l'Alitalia, nel suo nuovo piano industriale presentato dall'amministratore delegato, mirando al risanamento della società ha previsto la riduzione di molti collegamenti da Milano Malpensa, individuando Fiumicino quale Hub di riferimento. In relazione a ciò ha deciso di cancellare anche alcuni collegamenti all'interno dell'Italia (a seguito del ridimensionamento dei collegamenti intercontinentali su Malpensa) a partire dal 29 marzo 2008. Tra questi anche il collegamento Malpensa-Ancona.
Il volo è ripreso con la compagnia aerea Air Alps ad aprile 2008, ma causa della mancanza dei passeggeri lo stesso è stato interrotto i primi giorni del 2009.
La cancellazione del volo su Milano Malpensa ha determinato per Aerdorica S.p.A., società di gestione dell'Aeroporto delle Marche, una contrazione dei ricavi relativi a tale volo.
La società di gestione Aerdorica S.p.A. a partire dall'anno 2008 ha perso circa un 16% del suo traffico passeggeri e circa un 15% dei suoi ricavi.
La società Aerdorica S.p.A. ha adottato varie azioni per il ripristino del collegamento entrando in contatto con diverse compagnie aeree italiane (Air Dolomiti, Alitalia, Air One) ed europee (Lufthansa Italia), che non si sono dimostrate interessate al collegamento in quanto l'Aeroporto di Malpensa ha perso la sua caratteristica di Hub.
A partire dal mese di ottobre 2008 una società privata ha attivato il collegamento con l'Aeroporto di Linate con un aereo di aviazione generale, un Jetstream 3103 da 19 posti, (il volo dall'Aeroporto di Ancona per Linate in aviazione generale è consentito), con due collegamenti giornalieri. Era prevista la partenza da Ancona alle ore 8,00 della mattina, con arrivo a Milano Linate alle ore 9,15 e il rientro era previsto con partenza alle ore 19,00 da Milano Linate e arrivo ad Ancona alle ore 21,15.
Purtroppo l'operazione non ha riscosso successo a causa della mancanza di richiesta da parte dell'utenza.
Nel 2010 la Belle Air Europe, società consociata della Belle Air di Tirana, aveva programmato l'attivazione di un collegamento bi-giornaliero, dal lunedì al venerdì, su Bergamo-Orlo al Serio con un ATR 72 a partire dalla fine del mese di marzo del 2011. In due mesi di vendita il volo ha registrato 11 prenotazioni su 15 voli. Quindi, in considerazione di tali numeri, la compagnia autonomamente ha deciso di sospendere il volo al fine di evitare consistenti perdite.
L'Aerdorica ha sostenuto l'attivazione di tale collegamento attraverso azioni promozionali, tra le quali work shop con agenzie ed eventi mirati, a proprie spese, al fine di consentire una maggiore commercializzazione del volo, ma tali azioni, purtroppo, non hanno dati i ritorni sperati.
L'Aerdorica, consapevole dell’importanza di un collegamento aereo con Milano, ci riferisce di essere attualmente impegnata a ottenere Slot per voli di linea su Milano Linate.
Questa è la situazione.
Devo confessare al collega Marinelli che anch’io, come lui e come penso gran parte dei Consiglieri qui presenti, ritenendo più che utile questo collegamento su Milano, sono rimasto sorpreso che quando è stata attivata questa linea ci siano state solo undici prenotazioni. Evidentemente quello che pensiamo poi non corrisponde alla realtà.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno, il Consigliere Marinelli.

Erminio MARINELLI. L'Assessore Viventi è stato preciso riguardo la storia del trasporto dalle Marche a Milano. Il problema è che questa piccola ma grande regione non può prescindere dalla viabilità e dai collegamenti.
Pensiamo ad esempio ai tagli ferroviari che ci sono stati e che ci saranno per le ferrovie o alle difficoltà per arrivare a Milano; proprio oggi un mio parente deve andare a Milano, bene, per arrivarci dovrà cambiare tre treni, è partito da Civitanova alle ore 6,20 e arriverà a Milano alle ore 12,00. In sostanza mezza giornata alla fine se ne andrà solo per il viaggio. Oppure pensiamo all’alta velocità che possiamo prenderla solo a Bologna, non c'è il collegamento perché non c'è né utenza nè disponibilità economica per.
Questa Regione, attraverso il grande impegno dell’Assessore Moroder, sta attuando un restyling a livello di turismo e di propaganda di questo nostro territorio regionale, un territorio che secondo me ha tutte le carte in regola per mostrare le sue capacità, le sue bellezze, le sue peculiarità, ma è certo che con questo deficit poi tutto diventa difficile. Vediamo, infatti, che anche l'unico aeroporto della regione Marche si trova in sofferenza.
E’ pur vero che c’è un aumento dei passeggeri in arrivo e in partenza, è vero che abbiamo tre voli Ryanair a settimana per Trapani – è piacevole andare in Sicilia, a Favignana, a Pantelleria –, però poi non abbiamo il collegamento con la parte nord del nostro Paese, ovvero con la parte nord dell'economia.
Pensiamo per esempio allo sforzo che sta facendo la Regione per creare una macroregione orientata verso i Paesi dell’Est, bene, allora su questo versante siamo certamente in un momento di difficoltà e di handicap.
Il mio intervento non vuole essere una presa di posizione contro l'Assessore Viventi o la Giunta, bensì un appello a voce alta per sottolineare le difficoltà che ha in questo periodo la nostra regione, questo nostro Paese.
Senza una viabilità aeroportuale adeguata non potremo crescere. Come non possiamo neppure pretendere che arrivino qui chissà quante persone. Allora forse bisogna anche rivedere la politica del turismo. Una politica sul turismo intesa sì a propagandare l’immagine delle Marche, ma senza andare troppo in là nei confini. Altrimenti per arrivare qui occorrerebbe uno sforzo non solo economico ma anche dal punto di vista del trasporto, che appunto sarebbe impossibile da gestire considerato che oggi con un clic online si può arrivare dappertutto.
Quindi, Assessore, massimo impegno. So che ce lo metterà. E la regione Marche non è solo la sua regione, è la regione di tutti, quindi ognuno di noi dovrà svolgere il proprio compito nell’interesse del nostro territorio.


Interrogazione n. 403
del Consigliere Silvetti
“Attuazioni disposizioni D.P.R. 462/2001”
(Rinvio)

PRESIDENTE. L'interrogazione n. 403 del Consigliere Silvetti viene rinviata per assenza dell'Assessore Marcolini.


Interrogazione n. 348
dei Consiglieri Ricci, Comi, Sciapichetti, Giancarli, Badiali, Traversini
“Servizio veterinario in alcuni comuni dell'ASUR Zona territoriale n. 4”
(Svolgimento)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l’interrogazione n. 348 dei Consiglieri Ricci, Comi, Sciapichetti, Giancarli, Badiali, Traversini.
Ha la parola per la risposta l'Assessore Mezzolani.

Almerino MEZZOLANI. Gli interrogativi sono i seguenti: quanti sono i comuni colpiti dalla cessazione del servizio veterinario; se non si ritiene strategica l'agricoltura e la tutela del patrimonio zootecnico, supportandola quindi anche dal punto di vista veterinario; se non si considerino prioritari la sicurezza alimentare, la difesa dei consumatori e il benessere animale; se corrisponde al vero che le prestazioni di assistenza zooiatrica comportavano buone entrate per la stessa Asur, e nel caso come si intenda sopperire a tale mancato introito; se non si intenda da subito ripristinare il servizio, visto il suo preminente interesse generale.
A riguardo si precisa che il Servizio Sanitario Regionale eroga l'assistenza veterinaria attraverso i LEA (Livelli Essenziali di Assistenza) previsti dalla normativa nazionale a garanzia della sicurezza alimentare e della salute e del benessere animale.
Nel settore degli allevamenti a carattere zootecnico l'attività prevede la realizzazione di numerosi piani di vigilanza e sorveglianza mediante controlli ufficiali nei confronti di malattie infettive quali ad esempio tubercolosi, brucellosi, leucosi bovina, salmonellosi, encefalopatia spongiforme (mucca pazza), influenza aviaria, pseudorabbia, malattia vescicolare del suino, nonché il controllo sulla corretta alimentazione e gestione degli animali in azienda.
Tra queste attività non è contemplata l'erogazione dell'assistenza zooiatrica, intesa come attività clinica sugli animali da reddito, quali visite cliniche su richiesta, fecondazione artificiale, piani vaccinali volontari, assistenza al parto, taglio delle corna, pareggiamento degli unghioni, ecc. ecc, attività che normalmente vengono espletate da veterinari liberi professionisti.
Tutto questo fin dall'entrata in vigore del D.lgs 502/92 di riordino della disciplina in materia sanitaria a norma dell'art. 1 della Legge 23 ottobre 1992 n. 421,
La Zona Territoriale n. 4 ha potuto erogare tale assistenza fino a tutto il 2010 rifacendosi, in mancanza della presenza di veterinari liberi professionisti sul territorio, all'art. 15 della Legge Regionale n. 41 del 18 dicembre 1982.
La P.F. Veterinaria e Sicurezza Alimentare ha potuto accertare per le vie brevi che tale stato di fatto è stato superato, essendo in questo momento disponibili sul territorio degli undici comuni della ZT. 4 sei veterinari liberi professionisti che erogano l'assistenza zooiatrica i quali, visto il patrimonio zootecnico presente nel 2010 (vedi tabella sottostante), sono adeguati a garantire l'assistenza zooiatrica necessaria.
Si riportano di seguito alcuni dati relativi al numero di allevamenti e al numero di capi: bovini, 29 allevamenti, 2.842 capi; suini, 1.086 allevamenti, 8.351 capi; ovi-caprini, 295 allevamenti, 4.112 capi.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno, il Consigliere Giancarli.

Enzo GIANCARLI. Innanzitutto, Assessore, la ringrazio. Siamo in una fase transitoria con il passaggio dalle Zone territoriali alle Aree vaste, ed è proprio in questo quadro, a mio avviso, che anche il Servizio veterinario va riposizionato. Quindi, grazie.


Interrogazione n. 234
del Consigliere Pieroni
“Stabilizzazione entro il 31 dicembre 2010 del personale dell'Agenzia regionale sanitaria”

Interrogazione n. 231
del Consigliere Bucciarelli
“Percorso di stabilizzazione del personale dell'Agenzia regionale sanitaria”

(abbinate)
(Ritiro)

PRESIDENTE. Le interrogazioni n. 234 del Consigliere Pieroni e n. 231 del Consigliere Bucciarelli sono state ritirate.


Interrogazione n. 256
della Consigliera Romagnoli
“Ufficio IAT di Porto San Giorgio”
(Ritiro)

PRESIDENTE. L'interrogazione n. 256 della Consigliera Romagnoli è stata ritirata.


Interrogazione n. 372
del Consigliere Silvetti
“Scuola primaria “G. Rodari” - Istituto Comprensivo Senigallia - Marchetti”
(Svolgimento)

PRESIDENTE. Riprendiamo l'interrogazione n. 372 del Consigliere Silvetti che avevamo rinviato. Ha la parola per la risposta l'Assessore Luchetti.

Marco LUCHETTI. Gli alunni iscritti nelle classi prime dei plesso Rodari dell'Istituto Comprensivo Marchetti di Senigallia sono 57, di cui uno diversamente abile.
Al plesso Rodari sono state assegnate n. 3 classi prime, con una media di 19 alunni per classe, così ripartite: 2 a tempo normale, 1 classe a tempo pieno attiva già da due anni.
Con il taglio dei docenti sofferto negli ultimi tre anni dalla Regione Marche non è possibile aumentare il tempo pieno nel plesso Rodari dell'Istituto Comprensivo Marchetti di SenigaIlia, né è prevedibile un impegno finanziario regionale per surrogare tale mancanza.
Nel rispondere all’interrogazione del Consigliere Silvetti voglio chiarire, in aggiunta, qual è la situazione del tempo pieno nelle Marche, è bene si sappia.
Nell’anno scolastico 2010-2011 nella scuola primaria su un totale di 67.772 iscritti avevamo un totale di 3.386 classi, di cui 16.123 alunni nel tempo pieno con 788 classi. Nell’anno scolastico 2011-2012 siamo passati ad una diminuzione degli alunni della scuola primaria, ossia da 67.772 siamo passati a 66.410, con un totale di classi di 3.369, anch’esse quindi diminuite.
Sul tempo pieno siamo invece passati da 16.123 alunni a 16.563, con 813 classi. Quindi nella primaria abbiamo aumentato di 25 classi. Ciò è dovuto alla disponibilità dei docenti che è stata conseguente alla riduzione degli iscritti nella scuola primaria.
Per quanto riguarda le scuole medie siamo passati da 42.902 iscritti a 42.597, quindi diciamo che le iscrizioni non variano. Le classi sono passate da 1.932 a 1.903. Per cui anche qui c’è stata una leggera riduzione, che però è meno sensibile rispetto alla primaria.
Nel tempo pieno siamo pertanto passati da 4.842 ragazzi a 3.652, con una diminuzione di classi da 229 nell’anno 2010/2011 a 175 nell’anno 2011/2012. Quindi complessivamente nelle Marche nel tempo pieno sono diminuite 54 classi. Da che cosa è dovuto? E’ dovuto dalla rimodulazione che si è avuta all’interno di tutta la situazione docente a seguito dei tagli.
Praticamente nella primaria si è contenuto un po’ in quanto è diminuita la compresenza – come sapete siamo tornati al docente unico –, quindi lì si è riusciti a tamponare la questione, tanto è vero che nelle Marche c’è stato un aumento del tempo pieno di 25 classi. Mentre questo nella scuola media non è potuto avvenire. Perché? Perché la diminuzione degli studenti è stata leggerissima e allo stesso tempo c’è stato il taglio dei docenti.
Ecco perché al Rodari, come purtroppo anche in diverse altre realtà, la diminuzione dei docenti ha determinato l’impossibilità di attivare il tempo pieno.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno, il Consigliere Silvetti.

Daniele SILVETTI. Grazie Assessore. Credo che lei abbia preso atto anche delle premesse fatte nell’interrogazione. Una interrogazione che appunto prende atto della situazione nazionale, cioè della riforma Gelmini e di ciò che questa ha comportato a livello locale. Insomma, è una presa d’atto che tiene ben presente quali siano state le ragioni che hanno comportato simili riduzioni e tagli sul territorio.
Naturalmente l’interrogazione chiede anche di capire quale sarà la strategia futura. La richiesta infatti continua ad aumentare – e non solo per il Rodari, come lei ben sa – ed il corpo docente risulta assolutamente insufficiente, perché, appunto, non viene impiegato a fronte della richiesta.
Quindi è interessante e fondamentale capire per l’anno in corso, ma soprattutto per gli anni a venire, quale strategia la Regione Marche intende adottare, sia per far fronte ai tagli, sia per soddisfare nella quantità e nella qualità quella richiesta che comunque c’è, sia per far fronte a tutte quelle situazioni sociali e familiari a cui viene data una risposta con il tempo pieno.
Questa è dunque l’emergenza di questa regione, come per le altre.
Vorrei capire bene – e questo sarà l’oggetto di un ulteriore interessamento – come le famiglie marchigiane, come i nuovi studenti delle scuole primarie, potranno vedere soddisfatta la propria legittima aspettativa del tempo pieno. Vorrei capire bene capire quale strategia si intende adottare. Dopo questo primo step in cui la Regione è riuscita a far fronte ai tagli e quindi a contenere la situazione, vorrei capire quale prospettiva si può garantire per il futuro.


Interrogazione n. 274
del Consigliere Acquaroli
“Struttura ospedaliera di Recanati”

Interrogazione n. 297
del Consigliere Latini
“Ospedale Santa Lucia di Recanati”
(abbinate)
(Svolgimento)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l’interrogazione n. 274 del Consigliere Acquaroli e l’interrogazione n. 297 del Consigliere Latini.
Ha la parola per la risposta l'Assessore Mezzolani.

Almerino MEZZOLANI. Sentita la Zona territoriale 8 di competenza, in relazione all'interrogazione n. 274 si precisa quanto segue.
In data 20 marzo 2010 sono stati inaugurati nove posti letti di lungodegenza presso la struttura ospedaliera di Recanati. La struttura è stata ridefinita, con una base minima di lavori, per poter accogliere anche parte dell'attività dell'INRCA che insisteva nella struttura di Appignano, riguardante l'assistenza residenziale riabilitativa consistente in quindici posti letto.
Stante alcuni vincoli operativi al progetto dell'INRCA, e rimanendo i locali collocati in area adiacente alla medicina, quindi con un utilizzo ottimale di percorsi, risorse umane e tecnologiche, si è ritenuto di utilizzarli per le attività di lungodegenza, che rispetto al totale dei posti letto zonali era uno dei settori da incrementare.
Tale percorso è stato convalidato nei progetti di Area Vasta che hanno ridefinito l'assetto complessivo dei letti per acuti e residenziali anche nel 2011, attualmente al vaglio ASUR e successivi adempimenti regionali.
Dall'inaugurazione ad oggi parte dei locali ha permesso la gestione dei letti di medicina stante l'inagibilità per lavori tecnici urgenti presso alcune stanze dell'unità operativa; successivamente è stata predisposta la fase attuativa dei percorsi operativi della lungodegenza fino all'attivazione parziale dei letti ad oggi funzionanti.
È in corso la programmazione regionale su Area Vasta che dovrà definire le attività di lungodegenza.
In relazione invece all'interrogazione n. 297 si precisa quanto segue.
Da vari anni, per motivi inerenti la mobilità di professionisti, pur essendo invariata l'offerta del percorso nascita (dalla gestione della gravidanza ai corsi di preparazione al parto, dalla garanzia del parto in acqua e parto naturale, fino all'assistenza nel parto cesareo), si è avuta una graduale flessione del numero di parti.
Dall'inizio dell'anno 2010 si è dotata l'area materno infantile di Recanati di una struttura operativa in un unico piano contenente tutte le attività precedenti (DH e ambulatorio pediatrico, degenze pediatriche e neonatali, sale parto, ambulatorio e DH ostetrico, degenze ostetrico-ginecologiche) con l'ottimizzazione degli spazi e delle risorse, senza restrizione né di locali né di attività.
Ad oggi sono garantite le attività sia ordinarie che di urgenza ostetrico¬-ginecologica e anestesiologica. Risulta ridotta di una unità la reperibilità chirurgica che non insiste in questa area.
Le linee guida nazionali, emanate con un Accordo in Conferenza unificata, e la DGRM 1088/2011 che le recepisce, indicano qual è il percorso che dovrà essere seguito per il mantenimento dei punti nascita che dovranno possedere specifici requisiti organizzativi, che dovranno per forza di cose corrispondere all’Accordo di programma della Conferenza unificata, tra quelle che sono le direttive di carattere nazionale, le linee guida che stanno dentro il Piano sanitario nazionale.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno, il Consigliere Acquaroli.

Francesco ACQUAROLI. Non sono riuscito a capire bene la risposta dell’Assessore Mezzolani perché in Aula c’era un forte brusio. Comunque vorrei semplicemente puntualizzare una cosa.
E’ dovere di quest’Aula e della pubblica amministrazione lanciare dei segnali chiari e inequivocabili. L’interrogazione voleva sottintendere che molto probabilmente in campagna elettorale si era utilizzata l’inaugurazione di un reparto che però poi è rimasto chiuso fin dal giorno dopo, è stato fatto solo per fini propagandistici, per scopi politico-elettorali.
Così facendo la politica ha dato un brutto segnale. Se vogliamo essere credibili, se vogliamo che le nostre scelte siano condivise con i cittadini in un momento così difficile, bisogna smetterla di dare simili segnali, bisogna smettere di utilizzare quelle che sono risorse di tutti per fare gli interessi di una parte. Le risorse di tutti vanno utilizzate, dando l’esempio come quello che deve dare un buon padre di famiglia.
Il mio è un appello affinché si utilizzi il piano socio-sanitario, affinchè si utilizzino risorse, soprattutto in ambiti come appunto quello ospedaliero, per dare delle risposte reali ad esigenze vere e non per farsi solo pubblicità.

PRESIDENTE. Prima di procedere vorrei invitare l’Aula ad un comportamento magari più discreto, perché non si sente nulla di quanto dicono le persone che intervengono.


Relazione n. 9
della VI Commissione assembleare permanente
“Partecipazione della Regione Marche al meccanismo di “Allarme rapido - early warning” ai sensi del Protocollo n. 2 del Trattato sull'Unione Europea e sul funzionamento dell'Unione europea - Proposta di direttiva del Parlamento europeo e del Consiglio sull'efficienza energetica e che abroga le Direttive 2004/8/CE e 2006/32/CE”
(Discussione e votazione risoluzione)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca la relazione n. 9 della VI Commissione assembleare permanente. Ha la parola il relatore di maggioranza Consigliere Cardogna.

Adriano CARDOGNA. La Commissione politiche comunitarie presenta oggi alla approvazione dell'Assemblea una Risoluzione con la quale vengono formulate delle osservazioni alla “Proposta di Direttiva del Parlamento europeo e del Consiglio sull'efficienza energetica”. Si tratta della seconda esperienza di partecipazione alla formazione di un atto di diritto europeo attraverso la procedura di “allerta precoce” introdotta con il Trattato di Lisbona come forma di applicazione, in concreto, del principio di sussidiarietà.
Il Vicepresidente Bugaro presenterà i contenuti di merito della Risoluzione, a me invece il compito di descrivere in modo sintetico lo scenario della Direttiva dell’Unione europea e di questa proposta di Risoluzione.
Le considerazioni che seguiranno non sono mie bensì della Commissione comunitaria, così come condivise dai Capi di Stato degli Stati membri il 4 febbraio del 2011.
L'efficienza energetica può essere considerata la maggiore risorsa energetica dell'Europa, costituisce il metodo più economico, efficace e rapido per aumentare la sicurezza dell'approvvigionamento, per ridurre le emissioni di gas serra responsabili dei cambiamenti climatici, può aiutare l'Unione europea a conseguire e persino superare i suoi obiettivi in materia, riducendo la dipendenza da fonti fossili degli Stati membri.
Rendere l'economia dell'Unione europea più efficiente sotto il profilo energetico può inoltre avere effetti positivi sulla crescita economica e la creazione di posti di lavoro stimati in circa due milioni.
I risparmi in campo energetico liberano risorse finanziarie che possono essere reinvestite in altri ambiti economici e possono contribuire ad alleggerire i bilanci pubblici sotto pressione, come è lo stato attuale della nostra economia.
Inoltre per i singoli cittadini efficienza energetica significa bollette meno onerose.
L’efficienza energetica ed il risparmio energetico vanno a beneficio dell’economia europea nel suo complesso, del settore pubblico, delle imprese e dei cittadini.
Il volume totale della spesa pubblica corrisponde al 19% del prodotto interno lordo dell'Unione. Per questo motivo il settore pubblico costituisce uno strumento importante per stimolare la trasformazione del mercato verso prodotti, edifici e servizi più efficienti, come pure per indurre cambiamenti di comportamento dei cittadini e delle imprese per quanto riguarda il consumo di energia.
Gli enti pubblici a livello nazionale, regionale e locale dovrebbero svolgere un ruolo esemplare in materia di efficienza energetica – sono sempre parole della Commissione -.
Una serie di comuni e di altri enti pubblici degli Stati membri hanno già adottato approcci integrati al risparmio e all'approvvigionamento energetici, ad esempio mediante piani d'azione sostenibili nel settore dell'energia, come quelli adottati nell'ambito dell'iniziativa "Patto dei sindaci". Fin qui le considerazioni, come ho detto, non sono mie.
Quindi per le ragioni che ho appena illustrato l’Unione europea si è fissata l’obiettivo di conseguire nel 2020 un risparmio del 20% di energia primaria. E lo ha incluso tra i cinque obbiettivi principali della strategia Europa 2020, che è quella, come sapete, che ispirerà per il prossimo decennio non soltanto la politica di prospettiva dell’Unione europea, ma anche la sua politica di riforma di bilancio.
Le stime più recenti della Commissione, che tengono conto degli obbiettivi nazionali di efficienza energetica per il 2020 fissati dagli Stati membri, indicano che con questo ritmo l’obiettivo del 20% alla fine del 2020 non sarà raggiunto.
Da qui la necessità della Direttiva di cui si occupa la Risoluzione odierna. Direttiva volta a creare le condizioni per il raggiungimento di quell’obiettivo che ho appena detto, introducendo misure vincolanti. Attenzione, non ancora obiettivi vincolanti. Però, come ho detto prima, sarà compito del relatore Bugaro entrare nel merito.
La Direttiva in questione non nasce in questo momento, ma nasce già nel 2005 con il Libro Verde sull’efficienza energetica dal titolo “Fare di più con meno”. Proseguito poi con altri atti, sino ad arrivare agli ultimi, quelli odierni. Ad esempio quello presentato dalla Commissione, una Tabella di marcia verso una economia competitiva a basse emissioni di carbonio per il 2050, che come obiettivo significa, da qui al 2050, una riduzione dell’85%.

Negli ultimi anni l'Italia ha predisposto diverse misure e programmi finalizzati a costruire una strategia nazionale per la promozione e il miglioramento dell'efficienza energetica.
L’ultimo di questi è il piano d'azione italiano per l'efficienza energetica del 2011. Questo documento è stato rilasciato dal Ministero dello sviluppo economico nel giugno di quest'anno, su una proposta dell'ENEA, che aveva messo in piedi un gruppo di lavoro a cui hanno partecipato anche alcune regioni italiane, su cui si è aperta una consultazione pubblica che si è chiusa il 15 luglio. Tale documento dovrà avere l’approvazione della Conferenza Stato-Regioni.
Il documento rappresenta uno sforzo utile per comprendere l'efficacia dei vari provvedimenti volti a promuovere l'efficienza energetica nel corso degli ultimi anni e la distanza esistente – lo voglio sottolineare - rispetto agli obiettivi al 2020.
I risultati al 2010 sono coerenti con le aspettative iniziali indicate nel 2007, anche se quasi un terzo dei risparmi sono stati ottenuti grazie a misure non previste nel Piano del 2007.
I risparmi conseguiti al 2010 sono stati soprattutto nel settore residenziale, mentre sono rimasti indietro i risultati e gli obiettivi riguardanti l'industria e il terziario.
Il dato del residenziale è in buona parte dovuto agli effetti delle detrazioni fiscali al 55% e dal meccanismo dei certificati bianchi. A questo proposito mi piace sottolineare che il meccanismo dei certificati bianchi, inventato dal nostro Paese, è diventato uno delle azioni previste dall’attuale Direttiva dell’Unione europea.
E’ evidente che i risultati, ottenuti anche attraverso l’incentivazione, hanno bisogno che tali misure incentivanti diventino strutturali nella nostra legislazione.
Analizzando i risultato previsti tra il 2016 e il 2020, si nota come quasi la metà dei risparmi viene attribuita al miglioramento delle prestazioni degli autoveicoli. E’ quindi un obiettivo raggiungibile proprio per queste iniziative delle case automobilistiche.
In sintesi possiamo dire che il nostro Paese, pur avendo già ottenuto risultati interessanti in questo campo, presenta ancora notevoli margini di miglioramento. Le politiche messe in atto finora non sono in grado di garantire la riduzione richiesta del 20% dei consumi al 2020 rispetto allo scenario tendenziale, come appunto rilevato dalla Commissione, e peraltro non solo per il nostro Paese.
Il Piano nazionale evidenzia questo gap, ma a giudizio di molti non definisce appieno quali sono le aree sulle quali intervenire e con quali strumenti. Quali gli obbiettivi e quali i regimi per il loro conseguimento, fino a dover decidere (perché in questa fase è prerogativa degli Stati membri) se rendere tali obbiettivi e regimi vincolanti sul nostro territorio.
Su questo ritengo, anche sulla base della Risoluzione odierna, che la nostra Regione, la Giunta in sede di Conferenza (dove dovrà essere approvato il Piano per l'efficienza energetica 2011) potrà dare il suo contributo affinchè si imbocchi con decisione la strada del mantenimento dell'obiettivo del 20% di efficienza e risparmio da qui al 2020.

PRESIDENTE. Ha la parola il relatore di minoranza Consigliere Bugaro.

Giacomo BUGARO. Come ha accennato il collega Cardogna, con questa proposta di Risoluzione partecipiamo per la seconda volta come Assemblea legislativa regionale alla fase di formazione del diritto dell'Unione europea.
Lo facciamo su una materia strategicamente importante, l'efficienza energetica, che riguarda già da tempo la vita delle imprese, dei cittadini e degli enti pubblici.
E' quasi ormai un luogo comune l'affermazione che la prima fonte di energia è l'efficienza e il risparmio, ma quando la proposta di Direttiva di cui discutiamo entrerà in vigore passeremo dal luogo comune alla necessità, all'obbligo giuridico di adottare comportamenti che incideranno anche e soprattutto sull'attività e sui conti degli enti pubblici.
Alla luce di queste considerazioni, ci è apparso utile intervenire nella fase di definizione del testo della Direttiva, per contribuire oggi a stabilirne alcuni contenuti piuttosto che trovarci del tutto impreparati tra uno, due o tre anni.
La riflessione che la VI Commissione, con il Presidente Cardogna, ha avviato riguarda in particolare due aspetti della proposta di Direttiva. Il primo è l'obbligo di estensione delle misure di audit energetico poi quello di ristrutturazione degli immobili di proprietà degli enti pubblici, al fine di rispettare i requisiti minimi di prestazione energetica stabiliti dallo Stato membro.
Per entrare nel merito della proposta, questa prevede che a partire dal 2014, almeno il 3% degli edifici pubblici sia ogni anno ristrutturato in modo tale da migliorarne l'efficienza energetica e produrre un risparmio dell'energia consumata.
Qualcuno potrebbe obiettare che in momenti di grave difficoltà economico-finanziaria fare questo tipo di ristrutturazione potrebbe diventare un carico insostenibile per il settore pubblico. Noi pensiamo che una misura di questo tipo comporterà sì un aumento della spesa pubblica, che però, da evidenti calcoli, potrà essere compensata dalla minore spesa che gli enti stessi dovranno affrontare per il loro fabbisogno energetico. E’ quasi una sorta di compensazione.
Per sostenere questo tipo di interventi in un periodo di profonda crisi dei conti pubblici la VI Commissione propone che gli interventi necessari per migliorare l'efficienza energetica siano oggetto di cofinanziamento da parte dell'Unione europea, soprattutto con riguardo agli strumenti di sostegno agli Stati membri previsti nell'ambito della programmazione dei fondi europei dopo il 2013.
Sarebbe inoltre auspicabile che questi interventi non siano conteggiati al fine del rispetto del patto di stabilità.
Altro aspetto su cui si è soffermata la VI Commissione riguarda l'obbligo di audit energetico che la proposta di Direttiva riserva alle sole grandi imprese.
Tenuto conto che l'obiettivo della proposta di direttiva è quello di aumentare l'efficienza energetica degli edifici, pubblici e privati, limitare alle sole grandi imprese tale obbligo appare assai riduttivo. Il monitoraggio del consumo energetico di un edificio è infatti la condizione indispensabile per valutarne i fabbisogni di energia e le possibilità di risparmio.
Per questo motivo la VI Commissione propone di ampliare l'obbligo di audit energetico – per audit energetico si intende capire in che modo viene utilizzata l’energia -, introducendo però dei sistemi di incentivo pubblico o comunque di defiscalizzazione dei relativi oneri, al fine di rendere anche questa misura maggiormente in linea con gli obiettivi generali della proposta di Direttiva.

PRESIDENTE. Se non ci sono interventi pongo in votazione la risoluzione n. 40: “Proposta di Direttiva del Parlamento europeo e del Consiglio sull'efficienza energetica e che abroga le Direttive 2004/8/CE e 2006/32/CE”
“ L’Assemblea legislativa delle Marche,
Visti:
la legge 4 febbraio 2005, n. 11, "Norme generali sulla partecipazione dell'Italia al processo normativo dell'Unione europea e sulle procedure di esecuzione degli obblighi comunitari", che disciplina all'articolo 5 la partecipazione delle Assemblee legislative regionali e delle Province autonome alla formazione del diritto dell’Unione europea;
la legge regionale 2 ottobre 2006, n. 14, "Disposizioni sulla partecipazione della Regione Marche al processo normativo comunitario e sulle procedure relative all'attuazione delle politiche comunitarie", che disciplina l'istituto della partecipazione della Regione Marche alla formazione del diritto dell'Unione europea;
l'art. 12 del trattato sull'Unione europea, che riconosce il contributo dei Parlamenti nazionali al buon funzionamento dell'Unione;
il Protocollo n. 2 sull'applicazione dei principi di sussidiarietà e di proporzionalità che disciplina la procedura di “early warning”, in base alla quale le istituzioni dell'Unione europea trasmettono una proposta di atto normativo da essi adottata ai Parlamenti nazionali, in modo tale che questi possano valutare, nel termine di otto settimane, se la proposta medesima è conforme al principio di sussidiarietà;
l'art. 6 del Protocollo sopra richiamato, che prevede espressamente il coinvolgimento dei Parlamenti regionali con poteri legislativi da parte dei Parlamenti nazionali nell'ambito della procedura di verifica del rispetto del principio di sussidiarietà;
la propria Risoluzione sul rafforzamento del ruolo delle Regioni e delle Province autonome in ordine alla partecipazione al processo di formazione degli atti normativi dell'Unione europea e alla applicazione del principio di sussidiarietà enunciato nel protocollo n. II allegato al Trattato di Lisbona, approvata l'8 giugno 2010;
la proposta di direttiva del Parlamento europeo e del Consiglio sull'efficienza energetica e che abroga le direttive 2004/8/CE e 2006/32/CE;
Premesso che:
il principio di sussidiarietà, enunciato dall'art. 5 del Trattato sull'Unione europea, è lo strumento che garantisce il corretto esercizio delle competenze attribuite all'Unione e agli Stati membri;
la partecipazione da parte delle Assemblee legislative regionali alla formazione del diritto dell'Unione europea costituisce un significativo esempio di applicazione in concreto del principio di sussidiarietà e di esercizio di governance multilivello;
la normativa in materia di efficienza energetica oggetto della proposta di direttiva (COM 2011 370 def.) è riconducibile alla competenza legislativa concorrente delle Regioni;
la proposta di direttiva è finalizzata a stabilire un quadro normativo comune per gli Stati membri dell'Unione europea per la promozione dell'efficienza energetica degli edifici, al fine di garantire il conseguimento dell'obiettivo dell'UE di realizzare un risparmio di energia primaria pari al 20% entro il 2020 e si inserisce nell'ambito delle iniziative normative di sostegno alla realizzazione dei contenuti della strategia Europa 2020 per una crescita intelligente, sostenibile ed inclusiva. In questo senso, riprende alcuni principi già contenuti in precedenti direttive europee del 2004 e del 2006. Secondo le valutazioni della Commissione UE, che ha formulato la proposta, questa avrà una incidenza positiva anche sulla sicurezza dell'approvvigionamento di energia in Europa, contribuirà a mitigare i cambiamenti climatici e avrà effetti positivi sia sui singoli cittadini, per i quali ci si aspetta una diminuzione del costo dell'energia, che sull'economia europea nel suo complesso, dal momento che un recupero in termini di efficienza energetica e di risparmio di risorse dovrebbe migliorare la competitività dell'industria europea, anche sotto il profilo dell'ottenimento di un ruolo di leadership per quanto riguarda le tecnologie del settore dell'efficienza energetica stessa. Le disposizioni contenute nella proposta si rivolgono in particolare al settore pubblico e alle imprese attive nel settore energetico;
l'art. 3 della proposta prevede che gli Stati membri fissino un obiettivo nazionale di efficienza energetica, “espresso sotto forma di livello assoluto di consumo di energia primaria nel 2020”. La valutazione circa la concreta fattibilità del raggiungimento di questo obiettivo dovrebbe essere effettuata dalla Commissione europea entro il 30 giugno 2014. In base a questa valutazione, la Commissione europea potrebbe presentare una proposta legislativa che fissi obiettivi obbligatori a livello nazionale.
la proposta di direttiva (art. 4) introduce inoltre l'obbligo di ristrutturazione degli immobili di proprietà degli enti pubblici, al fine di rispettare “almeno i requisiti minimi di prestazione energetica stabiliti dallo Stato membro”; la ristrutturazione dovrà riguardare, a partire dal 1° gennaio 2014, almeno il 3% della superficie totale degli immobili di proprietà degli enti pubblici. Per perseguire questo obiettivo la proposta di direttiva prevede altresì che entro il 1° gennaio 2014 gli Stati membri stabiliscono e pubblicano un inventario degli edifici di proprietà degli enti pubblici indicando la superficie in m2 e la prestazione energetica di ciascun edificio;
l'art. 7 disciplina i c.d. audit energetici, finalizzati a verificare l'efficienza energetica di un edificio; in particolare, si propone di introdurre entro il 30 giugno 2014 l'obbligo per le grandi imprese di sottoporsi ad audit energetico almeno ogni tre anni mentre la misura resterebbe facoltativa per le famiglie e le piccole e medie imprese, cui è rivolto un “incoraggiamento” in tal senso privo però di effetti vincolanti;
VALUTATA la rilevanza della proposta di atto legislativo europeo - Proposta di direttiva del Parlamento europeo e del Consiglio sull'efficienza energetica e che abroga le direttive 2004/8/CE e 2006/32/CE - in relazione all'applicazione dei principi di sussidiarietà e di proporzionalità enunciati all'art. 5, del trattato UE, con particolare riguardo a quanto affermato circa il ruolo che gli enti pubblici nazionali, regionali e locali potranno svolgere per perseguire l'obiettivo del miglioramento dell'efficienza energetica degli edifici pubblici (cfr. il considerando 14 della proposta);
Formula le seguenti osservazioni:
Definizioni. L'art. 2 della proposta di direttiva contiene una serie di definizioni. In particolare, il punto 12 definisce l'audit energetico come la “procedura sistematica volta a fornire un'adeguata conoscenza del profilo di consumo energetico di un edificio o gruppo di edifici ...”; sarebbe utile precisare che l'audit energetico riguarda tanto gli edifici pubblici che quelli privati, in coerenza con quanto previsto dall'art. 4 (enti pubblici) e dall'art. 7 (audit energetici e sistemi di gestione dell'energia).
Estensione dei requisiti di efficienza energetica. Come accennato, dalla valutazione di impatto che accompagna la proposta di direttiva emerge chiaramente che l'introduzione di misure vincolanti consentirà di raggiungere l'obiettivo del risparmio del 20% di energia primaria. In particolare, si evidenzia che i risparmi ottenuti in campo energetico possono liberare risorse finanziarie che possono essere investite in misure di sostegno alla crescita mentre sul fronte dei cittadini il recupero di efficienza energetica determinerà bollette meno costose. La proposta si riferisce prioritariamente al settore pubblico e a quello delle imprese energetiche. E' la stessa Commissione europea a riconoscere che le misure prese in considerazione dalla proposta di direttiva potranno diminuire il deficit energetico dei Paesi dell'Unione. A fronte di ciò e in assenza di effetti negativi, stando a quanto contenuto nella valutazione di impatto promossa dalla Commissione europea, appare auspicabile estendere i requisiti di efficienza energetica anche ad altri settori, anche per evitare che la previsione di un onere obbligatorio solo su determinati settori produca indirettamente un effetto distorsivo sulla concorrenza. La medesima considerazione riguarda l'art. 7 che disciplina gli audit energetici, obbligatori solo per le grandi imprese. Ampliare l'ambito di applicazione dell'art. 7 anche alle piccole e medie imprese e a tutti gli edifici, siano essi pubblici o privati, consoliderebbe infatti il raggiungimento dell'obiettivo del risparmio energetico. L'estensione dell'ambito di applicazione dell'art. 7 dovrebbe essere graduale (con target annuali progressivamente più elevati, fino al raggiungimento del 100% nel 2020) e soprattutto dovrebbe essere accompagnato dalla previsione di strumenti di sostegno pubblico, che dovrebbero essere previsti nell'ambito dei finanziamenti del prossimo periodo di programmazione dei fondi europei.
La previsione espressa nel testo della proposta del rapporto tra obiettivi energetici (disciplinati nella proposta di direttiva) e gli ambiti di intervento della politica di coesione garantirebbe la coerenza tra le finalità della proposta e i contenuti di Europa 2020, con particolare riguardo all'iniziativa Faro specificatamente riservata alla promozione di un'Europa efficiente sotto il profilo delle risorse.
Si segnala infine che il contenuto dell'art. 7, paragrafi 1 e 2, non risulta molto chiaro. Qualora si ritenesse di non estendere l'obbligo di audit a tutte le imprese, sarebbe comunque preferibile che il paragrafo 2 contenesse un rinvio espresso alle grandi imprese piuttosto che un rinvio alle “imprese che non rientrano nel secondo comma del paragrafo 1”.
Interventi di ristrutturazione energetica degli edifici pubblici. A fronte delle difficoltà economiche che stanno interessando alcuni Stati membri e delle misure nazionali richieste anche a livello europeo per garantire il rientro da un livello di deficit eccessivo, che determina una situazione di obiettiva instabilità anche nei confronti della moneta unica, si ritiene che l'UE dovrebbe prevedere misure specifiche di sostegno agli investimenti da parte degli enti pubblici. Al pari di quanto osservato per l'estensione delle misure di audit energetico e tenuto conto dei legami tra la Strategia Europa 2020 e le nuove prospettive di bilancio illustrate nella Comunicazione della Commissione del 29 giugno 2011 – COM (2011) 500 def – si ritiene che un sostegno a questo tipo di investimenti potrebbe essere garantito anche dalla nuova politica di coesione post 2013 (Cfr. al riguardo il considerando n. 33 della proposta di direttiva). Il contributo della politica di coesione potrebbe affiancarsi ai fondi previsti dal Fondo europeo per l'efficienza energetica.
Sarebbe inoltre opportuno prevedere che gli investimenti effettuati dagli enti pubblici non siano considerati ai fini del rispetto del patto di stabilità interno, proprio in considerazione del fatto che gli effetti degli interventi di riqualificazione ed efficientamento andrebbero proprio ad alleggerire le spese di gestione energetiche degli enti stessi.
Raggiungimento degli obiettivi di efficienza energetica. Il timing proposto dalla Commissione sembra non del tutto coerente con le considerazioni contenute al punto 1.1 della Relazione (Motivazioni e obiettivi della proposta) dalle quali emerge chiaramente che gli Stati membri, senza disposizioni vincolanti, non raggiungeranno nel 2020 gli obiettivi fissati con la Strategia Europa 2020. In base a questa considerazione la Commissione UE ha presentato a marzo 2011 un nuovo piano di efficienza energetica (PEE) e ha proposto l'adozione di misure obbligatorie.
Tenuto conto che la proposta di direttiva non sarà approvata prima della fine del 2011 e che verosimilmente le misure nazionali non entreranno in vigore prima della fine del 2012, rinviare al 2014 il momento per stabilire se e in che misura proporre l'adozione di una normativa vincolante appare rischioso sotto il profilo del conseguimento del risultato. Se poi, come afferma la Commissione UE, a questo risultato corrispondono dei vantaggi sia per il sistema delle imprese che per i cittadini non si comprende il motivo (che non sia esclusivamente di ordine politico) di un simile rinvio. Pertanto, si ritiene auspicabile individuare delle percentuali di progressivo adeguamento ai target fissati per il 2020 fin dalla scadenza del termine previsto per il recepimento della direttiva da parte degli Stati.
Si ritiene altresì strategico, al fine del conseguimento degli obiettivi individuati attraverso la Strategia Europa 2020, individuare degli indicatori europei comuni legati all’efficienza energetica capaci di agevolare il monitoraggio, la misura e l’incentivazione dei risparmi energetici conseguiti. Ad oggi, soprattutto in ambito di riqualificazioni nel settore edilizio, nonostante lo strumento della certificazione energetica, risulta difficile misurare e quantificare realmente e nel tempo i risultati ottenuti in termini energetici. Difatti, a differenza delle fonti rinnovabili che producono energia (quantificata in kWhelettrici), gli interventi di efficientamento energetico producono risparmi di energia: se fossero noti, ad esempio, i kWhtermici risparmiati per le diverse tipologie di intervento o per determinate scelte impiantistiche, sarebbe possibile legare agli stessi un incentivo economico, anche simbolico ma sicuramente incisivo, soprattutto nelle fasi iniziali di penetrazione delle nuove tecnologie per l’efficienza energetica".
Le osservazioni contenute nella presente risoluzione, che ne costituiscono parte integrante, sono inviate:
alle Presidenze della Camera dei Deputati e del Senato della Repubblica, nonché alle relative Commissioni di merito e competenti in materia di affari europei, al fine dell'espressione del parere secondo quanto previsto dal protocollo n. 2 sull'applicazione dei principi di sussidiarietà e di proporzionalità allegato al trattato sull'Unione europea e sul funzionamento dell'Unione europea;
al Ministro per le politiche europee;
alla Conferenza dei Presidenti delle Assemblee legislative delle Regioni e delle Province autonome, affinché abbia la massima diffusione tra le Assemblee legislative regionali e delle Province autonome.

(L’Assemblea legislativa approva)


Mozione n. 187
del Consigliere Ricci
“Iniziativa di sostegno umanitaria in Libia”
(Discussione e votazione)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca la mozione n. 187 del Consigliere Ricci, che ha la parola per illustrarla.

Mirco RICCI. Ho presentato questa mozione in conseguenza alla guerra civile in Libia. L’ho presentata in un momento cruciale in cui la confusione in quel Paese era ancora enorme.
In provincia di Pesaro Urbino avevo incontrato per puro caso dei profughi libici, da cui la richiesta di una sorta di aiuto umanitario per quegli ospedali che sono in grave crisi soprattutto per il fabbisogno di farmaci. Ed erano stati indicati anche quali tipi di farmaci. Ma ora questo aspetto lo tralascio.
Alla fine del mese di luglio gli uffici della Regione che avevo contattato mi dissero che la Regione di simili iniziative ne aveva fatte altre, che aveva aiutato Paesi anche al di là dell’Adriatico che si trovavano in difficoltà vuoi per carestie o per guerre. Però mi venne anche detto che in quel momento qualsiasi iniziativa di carattere umanitario con la Libia - – parliamo di circa un mese fa – non poteva prendere corso perché c’era un governo provvisorio, i canali erano chiusi, il nostro Ministero degli Interni aveva bloccato qualsiasi trasferimento di materiali. Insomma, in quel momento per tutte queste ragioni una simile iniziativa non poteva essere messa in campo.
Oggi la situazione è diversa, c’è una sorta di pacificazione, seppure continua il conflitto certamente c’è una situazione più tranquilla, più ordinata. Il Ministero ha riaperto i canali con la Libia, è stato riconosciuto il governo provvisorio. Quindi ho pensato di riportare oggi in Assemblea legislativa attraverso una mozione proprio quel lavoro svolto in quelle settimane dalla Regione per capire appunto se si poteva dare una mano al popolo libico sopratutto, così come richiesto, per i farmaci.
Sapendo che l’Assessorato si è già mosso in quella direzione, chiedo all’Assessore Marconi se quanto dico è fondato o meno. Ossia se questa mozione, se votata dall’Assemblea legislativa, potrà dare un contributo al popolo libico, in particolare rispetto alla necessità – almeno per quanto è stato chiesto a me – di farmaci chemioterapici, insulinici, antibiotici e altri, perché negli ospedali libanesi non ce ne sono, lì si muore addirittura anche per mancanza di farmaci banali.
E’ chiaro che la situazione è ormai nelle mani del Ministero degli Interni e del Ministero della sanità, i contatti ci sono, però le Marche possono comunque dare il loro contributo. Penso che l’Assessore Marconi potrà dirci su questo anche qualcosa di più.

Presidenza del Vicepresidente
Giacomo Bugaro

PRESIDENTE. Ha la parola l’Assessore Marconi.

Luca MARCONI. Rispondo immediatamente al Consigliere Ricci e voglio anche dare elementi di sostanza per questa mozione all’intera Assemblea.
Noi ad esempio potremo inserire questa vostra richiesta all’interno dei piani della cooperazione e sviluppo che stiamo approvando in questa fase, però facendo una aggiunta su cui ho previsto un paio di emendamenti. Ovvero io segnalerei anche l’altra gravissima crisi, che in termini umanitari è forse ancora più devastante, quella del Corno d’Africa, non credo che per essa ci sia bisogno di ulteriori sottolineature.
L’Africa ed il Sud America sono le due aree del mondo più interessate da interventi che storicamente ha fatto la Regione a favore della cooperazione e sviluppo. Per cui riteniamo che queste due emergenze possano essere accumunate in un unico sforzo, dando così qualche segnale.
Alcune Regioni si sono già mosse per il Corno d’Africa, per prima la Toscana con un intervento anche molto significativo.
In questo momento, Consigliere Ricci, non sono in grado di quantificare la nostra possibilità, perché all’interno del bando abbiamo già tutti gli impegni previsti, le cui domande stanno per essere definitivamente approvate dal dirigente di settore. Però penso dovremmo fare ogni sforzo per trovare un margine anche per queste situazioni, perché lì rientrerebbero.
Ritengo che mettendole all’interno di questo tipo di operazione ci potremo garantire anche sulle procedure, sulle finalità, sull’effettivo buon utilizzo di tali risorse. Infatti proprio nell’ambito della cooperazione e sviluppo la Regione Marche ha sviluppato un’eccellente tradizione che la mette in condizione, insieme alle Regioni con le quali collaboriamo per progetti comuni (penso a Braxil Proximo e ad altri in Sud America), di avere tutti operatori e collaboratori diretti sul posto. Sapete meglio di me che in questi casi meno passaggi si fanno, meno mani toccano il denaro e meglio è.
Quindi anche per Somalia, Eritrea ed Etiopia, come per la Libia, potremmo trovare dei canali umanitari e degli strumenti tecnici che immediatamente ci mettano in condizione di operare senza avere dubbi sull’effettiva e buona destinazione dei fondi.
Suggerisco quindi questi due emendamenti, che ho già depositato alla Segreteria della Presidenza. Ovvero aggiungerei nelle premesse: “vista la gravissima crisi alimentare che ha colpito il Corno d’Africa” e negli impegni: “ad assumere analoghe iniziative a favore dei popoli del Corno d’Africa, anche attraverso gli stanziamenti previsti per la cooperazione e lo sviluppo”.
È un’indicazione, ma credo risponda alle richieste del Consigliere Ricci come penso dell’intera Assemblea legislativa, affinché non rimanga una cosa vaga.
Abbiamo già un punto di riferimento con il quale operare e siamo all’interno dello stanziamento di bilancio del 2011, cioè non andiamo a toccare risorse aggiuntive o a fare dei ritocchi. Tra le altre cose lo facciamo con una riduzione che questo settore ha già subìto di circa il 20% dal 2010 al 2011. Per cui credo sia una cosa ancor più meritoria.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Zinni.

Giovanni ZINNI. Non voglio criticare la buona fede del Consigliere Ricci, però ho qualche problema a capire l’urgenza di questa mozione, ma soprattutto il dispositivo universale nei confronti della Regione.
Credo che se vogliamo essere più credibili nel criticare la manovra del Governo che taglia le risorse, dovremmo anche imparare a essere noi per primi a non sconfinare in maniera universale dalle nostre competenze.
L’intervento dell’Assessore Marconi mi sembra equilibrato, ha parlato di cooperazione internazionale. Io infatti non credo si possa dare un dispositivo del genere alla Giunta regionale. Impegnarla ad assumere tutte le iniziative di sostegno umanitario che riterrà più opportune è una sorta di cambiale in bianco che mi preoccupa.
Credo che le Regioni non debbano sconfinare nelle competenze altrui. Anzi, a maggior ragione, proprio perché è una fase evolutiva in cui ancora non abbiamo un Governo stabile libico e considerata la delicatezza dell’argomento, questa sia materia che deve essere disciplinata esclusivamente dal Ministero degli Esteri.
Cosa diversa è il fatto che il Gruppo assembleare del PD abbia incontrato gli esuli libici, sono molto contento. Il Gruppo del PdL per parte sua ha invece incontrato l’Ambasciatore palestinese qualche mese fa. Insomma, in epoca di globalizzazione ognuno di noi ha rapporti a volte anche di caratura internazionale, però francamente ritengo che dovremmo occuparci seriamente di come gestire in nostri soldi.
Quindi, Consigliere, la invito a ritirare questa mozione. Una mozione che a mio avviso è fuori dalle nostre competenze. La nostra agenda politica deve vedere altri tipi di impegni. Ad esempio impegni solerti come quelli di oggi, sì, perchè oggi poteva essere l’occasione per discutere degli effetti della manovra con l’Assessore e il Governatore, spero comunque che in Commissione bilancio lo faremo presto.
Ritengo che questo argomento debba essere demandato, come diceva l’Assessore, all’Ufficio della cooperazione internazionale. Tra l’altro abbiamo anche una Consulta che non mi sembra venga ancora coinvolta adeguatamente.
Penso che il nostro intervento in Libia debba essere finalizzato all’interno delle competenze che ha una Regione. Cioè noi potevamo semmai costruire progetti di cooperazione internazionale improntati su scambi di rapporti Marche-Libia.
Capisco la buona fede della solidarietà, però se tutte le Istituzioni italiane iniziassero sempre a fare solidarietà per ogni questione internazionale ci ritroveremmo organismi che invece di adempiere con celerità ai propri doveri perderebbero tempo su altro.
Credo che la Regione Marche dovrebbe invece discutere urgentemente di tante cose.
Pertanto, con tutto il rispetto e la solidarietà manifestata dal proponente, invito a ritirare la mozione, perché, ripeto, oggi agli occhi dei marchigiani si dovrebbe invece discutere urgentemente di altro.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Cardogna.

Adriano CARDOGNA. Colgo l’occasione di questa mozione presentata dal Consigliere Ricci per esternare sulla vicenda libica un pensiero che mi tormenta da molto tempo. Seppure non so se questo mio pensiero potrà trovare recepimento nella mozione, mi sento di esternarlo.
Io all’epoca avevo compreso le preoccupazioni che determinarono l’adozione della Risoluzione 1973 dell’Onu sulla guerra civile in corso in Libia. Il documento era volto alla protezione dei civili nel conflitto, anche attraverso, come tutti sappiamo, l’istituzione di una zona di non sorvolo dello spazio aereo libico. Ossia quel provvedimento che ha poi ingenerato una serie di bombardamenti infiniti che hanno prodotto fughe e spostamenti di popolazione.
Ma la popolazione civile in questo drammatico esodo è stata lasciata sola. E due sono secondo me gli aspetti più salienti.
C’è stato intanto, perché richiesto timidamente o forse da troppa poca gente, un mancato adeguamento del mandato della missione di salvaguardia della popolazione civile libanese sulla base, appunto, delle Risoluzioni delle Nazioni Unite 1973 e 1970, affinché venisse opportunamente considerata la tutela e il soccorso anche a coloro che per cause belliche sono stati costretti, e lo sono tuttora, a fuggire sui barconi, persone a cui non è stata trovata alcuna soluzione alternativa, tutto si è basato sul fai da te, ossia, emergenza umanitaria: salvati come puoi!
Il secondo aspetto riguarda la mancata evacuazione dei rifugiati provenienti dall’Africa sud sahariana, in particolare dal Corno d’Africa, già presenti in quel Paese anche per i noti accordi. Persone che si sono trovate intrappolate in Libia e minacciate da tutte le parti in conflitto – anzi, non solo minacciate, oggi sappiamo che si è arrivati anche alle armi –. Così come quelle persone dalla pelle scura che si trovavano in Libia per motivi di lavoro, che confuse essere mercenari africani al servizio di Gheddafi sono state esposte a ritorsioni e vendette, come ormai da molte parti si sa e si dice.
Per cui rispetto a questo fenomeno che si è ingenerato mi piacerebbe ci fosse un atto di sensibilità, di solidarietà. Anche eventualmente accettando l’idea che l’intervento fosse necessario, ma non voglio discutere di questo, non si sono comunque tenute in debita considerazione le terribili conseguenze di questo intervento ricadute poi su gran parte della popolazione civile. Una popolazione che sarebbe sicuramente scappata da quei disastri come chiunque altro avrebbe fatto, ma che è stata lasciata drammaticamente e colpevolmente sola dalla compagine dei volenterosi.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Zaffini.

Roberto ZAFFINI. Sicuramente questi sono temi nazionali. Non so se ci sono soldi in bilancio per una mozione del genere. Comunque sia va ribadita una cosa importante.
Noi come Lega abbiamo sempre pensato che i popoli debbono essere aiutati a casa loro. Ma qui occorre considerare la delicatezza di questa fascia del Mediterraneo così esplosiva. Esplosiva anche perché Gheddafi ha usato una bomba demografica, ovvero è lui che ha spronato notevolmente tutta questa immigrazione verso l’Europa; sono parole sue, non ce le siamo inventate noi.
Quindi bisogna considerare tutti i fattori geopolitici, non solo quelli che possono far comodo a una parte politica, che come strumento richiama la solidarietà che però alla fine si potrà ritorcere anche a chi la propone.
Per cui noi siamo a favore di un intervento umanitario che preveda l’invio di farmaci e mezzi, chiaramente se ci sono risorse nel nostro bilancio, perché è un intervento che ricade sia in quell’ottica di aiutare i popoli a casa loro, sia per fermare questa deleteria ondata migratoria. Ondata migratoria deleteria soprattutto in questo momento storico in cui si trova la nostra economia, che mette in difficoltà e crea guerra fra poveri.
Questa è secondo me la direttiva che deve uscire da questa Assemblea legislativa.
Non solo. Colgo l’occasione per dire che ho depositato anche una mia mozione, che non so quando verrà discussa in quest’Aula, dove auspico che i profughi presenti anche nelle Marche – probabilmente non sono tanti, ne ho chiesto anche il numero – possano contribuire anche loro attraverso il lavoro di volontariato - in altre regioni lo stanno già facendo -, affinchè con il loro contributo possano aiutare anche i loro conterranei che si trovano in difficoltà.
Questa mia mozione, dunque, riguarda l’utilizzo dei profughi in lavori socialmente utili per le nostre città, visto che, ripeto, ci troviamo in un momento particolare per la nostra economia. Lavori come quello di ripulire le spiagge, le strade, le scritte dai palazzi o quant’altro, insomma uno scambio, noi abbiamo bisogno qua e loro hanno bisogno là.

Presidenza del Presidente
Vittoriano Solazzi

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Bucciarelli.

Raffaele BUCCIARELLI. Parto dalla mozione originaria del Consigliere Ricci. Voglio subito ricordare che a suo tempo questa Assemblea legislativa votò all’unanimità una mozione con la quale si invitava il Governo italiano ad impegnarsi ad essere portatore di iniziative di pace che evitassero la guerra in Libia, come invece è purtroppo avvenuto.
Quando discutemmo di quella mozione vi erano tutte le premesse per facevano capire che c’era una volontà forte da parte degli europei e degli occidentali in genere di invadere la Libia. Di questo si è trattato! Non di una rivoluzione, né di una guerra civile. C’è stata un’invasione vera e propria. Tanto è vero che a distanza di mesi la guerra ancora continua. E guardate che la guerra viene fatta anche con i nostri aerei, con le nostre mine antiuomo, con le nostre bombe, con i nostri militari. Noi siamo parte attiva e offensiva di una nazione e di un popolo. Questa è la realtà! Per giochi che, se vogliamo ne potremmo discutere, ma che tutti conosciamo bene.
Quindi la mozione di oggi così com’era non l’avrei votata. Ne capisco le motivazioni e capisco anche gli interessi che ci sono, che però sono gli stessi che hanno portato alla guerra. Perché quando nelle relazioni tra popoli e nazioni si privilegia l’aspetto commerciale, l’aspetto tangibile che si misura in euro o in dollari, è chiaro che tutto il resto passa in secondo piano.
Quindi, dicevo, non l’avrei votata per questo motivo, mi sembra un po’ l’inno all’ipocrisia. Sapevamo, ripeto, che l’Europa avrebbe invaso la Libia, sapevamo che non sarebbe stata una passeggiata, come sappiamo che le notizie che ci giungono dalla stampa scritta e non scritta sono date per la maggior parte dei giornalisti che dicono quello che devono o possono dire e non altro.
Per cui oggi intervenire, Consigliere Ricci, con tutte le iniziative di sostegno umanitario mentre le nostre bombe e i nostri missili continuano ad uccidere la popolazione civile in Libia a me sembra veramente il colmo, l’inno all’ipocrisia.
Però l’intervento dell’Assessore ha ampliato il raggio d’azione ed ha anche diversificato il contenuto di tale mozione. Perché diverso è, anche se in un contesto generale molto simile, quello che sta accadendo in Eritrea, in Somalia ecc...
Pertanto su questa mozione esprimerò un voto di astensione. Perché? Perché è bene che prendiamo coscienza una volta per tutte che dobbiamo smetterla di essere attori che ci lucrano, che guadagnano di commerci vergognosi, come per esempio le mine antiuomo, per poi magari regalare le protesi ai bambini che vengono mutilati. Questa pratica è vergognosa! Dobbiamo avere il coraggio di ammetterlo e di fare di tutto per prevenire le guerre e i conflitti. Inoltre dobbiamo far svolgere alla politica il ruolo che gli compete, ovvero quello di mediazione, di confronto e di negoziazione anche dei conflitti.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Binci.

Massimo BINCI. Condivido l’intervento e i problemi posti dal Consigliere Cardogna. In effetti il sostegno umanitario in Libia dovrebbe essere a favore sia delle persone che fuggono dalla guerra sia per quelle che non possono farlo, come gli africani che stanno in quel territorio per motivi di lavoro e che rischiano la vita perché considerati possibili mercenari. Dunque in questo momento è sicuramente un’emergenza umanitaria.
La necessità di rifornimento di medicinali rientra senz’altro tra gli aiuti che devono essere dati. Però secondo me ci sono anche altre questioni umane che richiedono attenzione. Tra queste vi è senz’altro il rispetto dei diritti umani, come ad esempio la qualità dell’accoglienza data a chi approda nelle nostre coste, oppure interventi presso la Comunità europea per favorire azioni di altri paesi membri, ecc.. Come pure premere per azioni politiche che devono essere fatte da tutte le potenze europee che intervengono, anche militarmente, per mantenere la no-fly zone e per limitare gli effetti delle truppe di Gheddafi. Interventi che vanno fatti verso la diplomazia europea per far sì che chi sta riconquistando il popolo libico, che appunto cerca di liberarsi dalla dittatura di Gheddafi, operi sempre nel rispetto dei diritti umani di chiunque sia presente sul quel territorio (africani ecc.).
Un’altra questione è quella posta dall’Assessore. Però secondo me, visto che c’è già un piano della cooperazione internazionale e che interventi di questo tipo possono essere inseriti all’interno della programmazione, credo ci siano altri canali e altre possibilità da parte dell’Assessore o della Commissione di valutare interventi di altro tipo. Altrimenti apriremo qui una discussione sulle politiche di cooperazione e sulle politiche di aiuti umanitari della Regione Marche. E questo non penso sia l’oggetto della mozione, perché se così fosse si dovrebbe ad essa cambiare il titolo in “mozione di indirizzo sulle politiche di cooperazione internazionale e di aiuti”. Non credo che appaia nell’attuale titolo né ci sia alcun riferimento a tutto questo. Pertanto non ne ritengo pertinente l’inserimento.
Dopodichè, certo, la discussione può essere fatta in qualsiasi altro momento, ossia c’è la possibilità sia da parte del Presidente di Commissione sia da parte dell’Assessore di porr atti di indirizzo alla valutazione dell’Assemblea legislativa affinchè ciò possa permettere una riflessione più ampia e preparata.
Ritengo che un inserimento di questo tipo sarebbe quasi una sottovalutazione dell’importanza di queste importanti tematiche.

PRESIDENTE. Ha chiesto la parola il Consigliere Ricci, ne ha facoltà.

Mirco RICCI. Solo brevemente, Presidente. Intanto è per dire che non ritirerò questa mozione come richiesto dal Consigliere Zinni. Non la ritirerò anche perché questa mozione, seppure appaia magari semplificata e superficiale nei contenuti, vuole andare incontro ad una esigenza posta da un popolo in difficoltà, in modo particolare a quella dei farmaci negli ospedali. Ho voluto vedere se era possibile, nel quadro di ciò che la Regione riesce a fare, nel quadro della cooperazione internazionale rispetto agli emendamenti presentati dall’Assessore Marconi, poter dare un simile contributo. E tutto questo nella più assoluta ingenuità, ossia sono del tutto assenti elementi di carattere commerciale o strumentale, si tratta soltanto di un gesto di sostegno umanitario in maniera specifica su quanto ho già detto.
Quindi questa mozione per come è stata ora inquadrata con gli emendamenti dell’Assessore Marconi mi sembra possa raccogliere un consenso. Ripeto, non c’è nessuna strumentalizzazione o altro tipo di questione, è solo il bisogno di tenere in qualche modo conto di ciò che sta accadendo nell’ambito del Mediterraneo e in Libia.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Trenta.

Umberto TRENTA. Quando si parla di un’iniziativa di sostegno umanitario in Libia, e in questo caso se ne parla in una mozione, io trovo scontato mettere una netta linea di separazione tra la solidarietà e l’economia.
L’intervento fatto con il cuore dal Consigliere Bucciarelli apre infatti un interrogativo sullo stato confusionale che si ingenera in una discussione di questo tipo, cioè tra una considerazione geopolitica e una considerazione di politica economica.
Certamente la solidarietà è giusta e doverosa. Peraltro anche la Macroregione Mediterranea investe in maniera autorevole, con presa di cognizione e di coscienza da parte dei Consiglieri regionali uniti dalla CRPM (Conferenza delle Regioni Periferiche e Marittime), quelle regioni che si affacciano sul Mediterraneo. Quindi parlare di democrazia, libertà, giustizia, in una situazione come questa per un Consigliere regionale è un obbligo.
La presenza in Libia di Sarkozy e Cameron ci obbliga a fare una riflessione. Come mai questi signori, quindi la Nato in generale, non vedono quello che succede in altri Stati, come ad esempio l’Iran o la Siria? Stati dove io ritengo non ci sia soccorso. Una politica di interdipendenza economica e energetica obbliga a mandare gli aerei e gli eserciti di Stato, gli osservatori di Stato, in un sistema che era utile ad una politica diversa.
E’ vero che in Libia l’Italia è presente, ma in ragione umanitaria o in forza di quel 7% di azioni che la famiglia Gheddafi vanta in istituti bancari, in squadre di calcio e in altre attività? Basta percorrere la Salaria per rendersi conto che molti cantieri si sono bloccati. La ragione è sempre quella.
Allora si chiede giustamente il Consigliere Bucciarelli: è una missione di pace, è una guerra, è l’invasione della Libia, è un nuovo neocolonialismo?
Le domande che si intrecciano sono tante e quindi si aprono anche in una mozione che sicuramente nella sua accezione ha un aspetto profondamente umanitario orientato al soccorso di quella popolazione libica. Ma sono libici quelle realtà tribali che non si riconoscono nella realtà tribale che ha portato il dittatore Gheddafi ad esercitare per decenni il suo ruolo di presidente della Libia? Gheddafi ha delle regole molto semplici, come quelle tribù che fanno riferimento a lui, ma guarda caso è interessato proprio alla Macroregione del Mediterraneo perché può gestire, come ha gestito e continua a gestire, gli sbarchi dei clandestini a Lampedusa.
Ed ecco che lo Stato italiano riceve una lezione umanitaria proprio da quei pescatori di Lampedusa che incuranti e a sprezzo della propria vita vanno in soccorso a questi anonimi sconosciuti, ovvero a quelle persone che sperano che una democrazia evoluta li accolga, li sostenga, li guidi, li mantenga in vita.
Il problema non sta allora nella mozione n. 187, il problema sta nella conoscenza dei rapporti di un nuovo sistema economico mediterraneo che guarda caso ancora una volta ha perso una grande occasione con la Macroregione Ionico-Adriatica. Se ne è parlato tanto, ma erano solo feste di fine agosto, l’uomo così come dignitosamente rappresentato nella Carta dei diritti umani era assente.
Si parla qui di sistema universitario. In quest’Aula proprio lei, Consigliere Ricci, ebbe il giusto ardire di delegare il Presidente Solazzi. Un Presidente a cui tutti riconosciamo un ruolo di guida, di immagine, di morale politica, proprio in questi giorni in prima pagina su Il Resto del Carlino ha detto che bisogna moralizzare la politica, che bisogna ridurre il costo della politica e tante altre cose. Allora tra le tante cose da fare sicuramente il Presidente Solazzi, con la sensibilità istituzionale che lo contraddistingue, avrà anche il compito, me lo auguro, di fare una riunione su quella ormai tanto discussa Università per la pace, che con dichiarazione del Magnifico Rettore della Politecnica delle Marche colse il suggerimento di coinvolgere le Università della Macroregione.
Faccio ora un’ulteriore osservazione. Lei, Consigliere Ricci, quando fece quella nomina sicuramente avrà valutato tutte le carte in gioco, con cognizione di causa lei citò la l.r. n. 9/2002 che era la sintesi di tre proposte di legge. Bèh, proprio questa mozione n. 187 mi impone di ricordare che all’interno di quell’articolato si parla di coinvolgimento a livello planetario attraverso l’Onu. Ossia attraverso una risoluzione dell’Onu c’è l’obbligo di dotare gli Stati membri, gli enti e le istituzioni delle Università per la pace, che hanno solo uno scopo, quello di prevenire, attraverso la conoscenza, quei problemi che sono sul tavolo di tutti gli italiani, di tutti gli europei e a livello planetario la prevenzione dei conflitti.
Quindi se ci vogliamo distinguere per libertà, giustizia e democrazia, è arrivata l’ora di parlare in maniera seria di cose serie, però con profonda conoscenza dei quattro cardini importanti, verità, giustizia, amore e libertà, che si vanno a concretizzare nel diritto internazionale, nell’economia etica, nel coinvolgimento delle scuole di ogni ordine e grado, partendo dal bacino del Mediterraneo per poi arrivare all’Onu e alla Fondazione europea.
Su questo discorso comunque ci ritorneremo.

PRESIDENTE. A conclusione del dibattito ha chiesto di intervenire brevemente l’Assessore Marconi, ne ha facoltà.

Luca MARCONI. Grazie Presidente. Solo per dire che l’emendamento andrebbe completato facendo un’aggiunta nel titolo con le parole “in Libia e in Corno d’Africa”, come giustamente mi ha fatto osservare il Consigliere Binci.
Però, Consigliere, non c’è dubbio che nell’autonomia della Giunta posso inserire uno specifico intervento per il Corno d’Africa e farlo, ma ho semplicemente colto l’occasione, d’accordo con il Consigliere Ricci, perché pensavo di dare una solennità. Come vede non ci stanno neanche cifre, non è che chiedo all’Assemblea legislativa una legittimazione di ciò che ho già di mio. Era solo per sensibilizzare l’Assemblea legislativa e dargli anche l’onore, se lo ritiene, di partecipare a un’operazione di questo genere che credo ci qualifichi. Però liberissimi, non c’è nessuna questione primaria. Se l’Assemblea ritiene di stralciare questa parte è libera di non votare l’emendamento. Ripeto, è solo un’opportunità che ho voluto offrire all’Assemblea, cioè quella di partecipare non a tutta la cooperazione, certo, perché gli interventi della cooperazione sono su 15 Paesi, ma a due Paesi sui quali evidentemente c’è un’emergenza che non solo è fuori da ogni discussione ma non può neanche essere oggetto, credo, di nessun tipo di speculazione e quindi nemmeno politica. Uso un termine desueto, la carità è carità, cioè quando si danno i soldi si fa indubbiamente qualcosa di buono.

PRESIDENTE. Grazie, Assessore Marconi. (…) Consigliere Binci, lei ha già parlato. (...) Le do la parola per trenta secondi.

Massimo BINCI. Rispetto alla carità. Io sono stato per cinque anni presidente della commissione sulla cooperazione, ho cercato per cinque anni di far mettere gli obiettivi del millennio, che vanno tutti incontro alle questioni umanitarie. All’interno degli obiettivi della cooperazione internazionale ho cercato di far mettere gli interventi di finanziamento per le popolazioni dell’Africa Sub sahariana che ha queste problematiche, ma non ci sono mai riuscito. Se lei ci riesce le faccio un applauso! La cooperazione internazionale nelle Marche non funziona, è cooperazione economica e basta! (…) No, è lei che mi fa l’osservazione che non sono caritatevole se non voterò il suo…

PRESIDENTE Binci! Binci! Vede qual è il problema, quando uno è troppo buono poi la paga! Le ho dato la parola, non polemizzi! (…) Binci, la prego, si è capito! (…) Bèh, questo se lo tenga per lei, la carità non è un fatto pubblico, è un fatto privato, si risponde alla proprie coscienza, di solito chi fa la carità non lo dice, lei ha già parlato troppo dei suoi atteggiamenti caritatevoli!
Ora prima di passare alla votazione voglio rispondere al Consigliere Trenta.
Consigliere Trenta, rispetto alla sollecitazione che mi ha fatto riguardo alla convocazione dell’Università per la pace devo dirle che la riunione l’ho già fatta in data 2 settembre, subito dopo la pausa estiva, peccato che mancasse il numero legale, abbiamo quindi dovuto rinviare, si è concordato per il 28 settembre alle ore 15.30. Naturalmente deve essere presente chi materialmente convoca, ossia il Rettore in quanto Vicepresidente, ma se poi manca il numero legale non posso fare certo la moltiplicazione.
Passiamo alla votazione della mozione n. 187. Sono stati presentati due emendamenti.
Emendamento n. 1 del Consigliere Binci:
Nel preambolo al primo capoverso le parole “dal gruppo consiliare del PD” sono soppresse.
Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Emendamento n. 2 dell’Assessore Marconi:
Nel preambolo aggiungere dopo il terzo capoverso il seguente: “Vista la gravissima crisi alimentare che ha colpito il Corno d’Africa”.
Nella parte dispositiva aggiungere in fine il seguente periodo:“- ad assumere analoghe iniziative a favore dei popoli del Corno d’Africa anche attraverso gli stanziamenti previsti per la cooperazione allo sviluppo.”.
Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Mozione n. 187, così come emendata. La pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Colleghi Consiglieri, vi auguro buon pomeriggio, ci vediamo martedì prossimo.
La seduta è tolta.

La seduta termina alle ore 13,15