Resoconto della seduta n.56 del 18/10/2011
SEDUTA N. 56 DEL 18 OTTOBRE 2011


La seduta inizia alle ore 10,20

Presidenza del Presidente
Vittoriano Solazzi


Comunicazioni del Presidente

PRESIDENTE. Do per letto il processo verbale della seduta n. 55 del 4 ottobre 2011, il quale, ove non vi siano obiezioni, si intende approvato ai sensi dell’art. 29 del Regolamento Interno.

Comunico che sono state presentate le seguenti proposte di legge regionale:
 n. 134/11, in data 5 ottobre, ad iniziativa della Giunta regionale, concernente: “Disciplina dell'attività di tintolavanderia”, assegnata alla III Commissione in sede referente, al Consiglio delle Autonomie Locali per l'espressione del parere ai sensi dell'articolo 11, comma 2, della legge regionale n. 4/2007 e trasmessa, per conoscenza, al Consiglio regionale dell'Economia e del Lavoro;
 n. 135/11, in data 6 ottobre, ad iniziativa del consigliere regionale Natali, concernente: “Modifiche ed integrazioni alla l.r. n. 23 del 13/03/1995 “Disposizioni in materia di trattamento indennitario dei consiglieri regionali”, assegnata alla I Commissione in sede referente;
 n. 136/11, in data 3 ottobre, ad iniziativa del consigliere regionale Carloni, concernente: “Modifica alla legge regionale 11 luglio 2006, n. 9 “Testo unico delle norme in materia di turismo” e contributi straordinari per strutture ricettive alberghiere”, assegnata alla III Commissione in sede referente, alla II Commissione per l'espressione del parere ai sensi dell'articolo 69 del Regolamento Interno e trasmessa al Consiglio delle Autonomie Locali per l'espressione del parere ai sensi dell'articolo 11, comma 4 della legge regionale n. 4/2007;
 n. 137/11, in data 7 ottobre, ad iniziativa della Giunta regionale, concernente: “Assestamento del bilancio 2011”, assegnata alla II Commissione in sede referente, al Consiglio delle Autonomie Locali ai sensi dell'articolo 11, comma 2, lettera a) della legge regionale n. 4/2007 e al Consiglio regionale dell'Economia e del Lavoro ai sensi dell'articolo 4, comma 1, lettera b) della legge regionale n. 15/2008;
 n. 138/11, in data 7 ottobre, ad iniziativa del consigliere regionale Latini, concernente: “Modifica all'articolo 19 della legge regionale n. 9/2006 “Testo unico delle norme regionali in materia di turismo” e modifica all'articolo 7 della legge regionale n. 22/2009 “Interventi della Regione per il riavvio delle attività edilizie al fine di fronteggiare la crisi economica, difendere l'occupazione, migliorare la sicurezza degli edifici e promuovere tecniche di edilizia sostenibile”, assegnata alla III Commissione in sede referente e trasmessa alla IV Commissione per l'eventuale richiesta di espressione di parere ai sensi dell'articolo 68 del Regolamento Interno;
 n. 139/11, in data 5 ottobre, ad iniziativa della Giunta regionale, concernente: “Disciplina regionale della valutazione di impatto ambientale (VIA), assegnata alla IV Commissione in sede referente, alla II Commissione per l'espressione del parere ai sensi dell'articolo 69 del Regolamento Interno e al Consiglio delle Autonomie Locali per il parere di cui all'articolo 11, comma 2 della legge regionale n. 4/2007;
 n. 140/11, in data 12 ottobre, ad iniziativa del consigliere regionale Latini, concernente: “Interventi della Regione a sostegno dell'apprendistato”, assegnata alla III Commissione in sede referente, alla VI Commissione per l'espressione del parere ai sensi dell'articolo 69 del Regolamento Interno, al Consiglio delle Autonomie Locali per il parere di cui all'articolo 11, comma 2 della legge regionale n. 4/2007 e al Consiglio regionale dell'Economia e del Lavoro per il parere di cui all'articolo 4, comma 1 della legge regionale n. 15/2008”;
 n. 141/11, in data 13 ottobre, ad iniziativa dei consiglieri Latini, Malaspina, Foschi, Ciriaci, Cardogna, Bucciarelli, Giorgi, Pieroni, Binci, Zaffini, Marinelli, Romagnoli, Ortenzi, Eusebi, Perazzoli, Giancarli, concernente: “Modifica all'articolo 16 della l.r. 27/2004 'Norme per l'elezione del Consiglio e del Presidente della Giunta regionale”, assegnata alla I Commissione in sede referente;
 n. 142/11, in data 7 ottobre, ad iniziativa dei consiglieri Busilacchi, Ricci, Badiali, Giancarli, Ortenzi, concernente: “Istituzione dell'autorità regionale denominata “Stazione Unica Appaltante” e disciplina della trasparenza in materia di appalti pubblici di lavori, servizi e forniture”, assegnata alla I Commissione in sede referente, alla II Commissione per l'espressione del parere ai sensi dell'articolo 69 del Regolamento Interno e trasmessa alla IV Commissione per l'eventuale richiesta di espressione di parere ai sensi dell'articolo 68 del Regolamento Interno;
 n 143/11, in data 7 ottobre, ad iniziativa dei consiglieri regionali Giorgi, Eusebi, concernente: “Riordino in materia di diritto allo studio universitario (E.R.S.U.)”, assegnata alla I Commissione in sede referente, alla II Commissione per l’espressione del parere di cui all’art. 69 del regolamento interno, al Consiglio delle Autonomie locali per l’espressione del parere di cui all’art. 11, comma 4 della legge regionale n. 4/2007 e al Consiglio regionale dell'Economia e del Lavoro per il parere di cui all'articolo 4, comma 2 della legge regionale n. 15/2008.
Sono state presentate le seguenti mozioni:
 n. 203 del consigliere Latini “Definitiva realizzazione della strada provinciale Mezzina”;
 n. 204 dei consiglieri Ciriaci, Bugaro, Romagnoli, Massi “Misure d'emergenza per la prevenzione, il controllo o l'eradicazione del cancro batterico dell'actinidia causato da Pseudomonas syringae actinidiae su impianti di Kiwi nella Regione Marche”;
 n. 205 del consigliere Latini “Imponente riduzione in corso del personale nelle aziende ed enti del Servizio Sanitario Regionale potenzialmente aggravata da decurtazione o soppressione di servizi appaltanti” (ritirata dal proponente con nota n. 7290 dell'11 ottobre 2011)
 n. 206 del consigliere Latini “Regolamentazione delle concessioni demaniali marittime”
 n. 207 dei consiglieri Massi, Marinelli “Abrogazione della l.r. del 1 giugno 1997, n. 17 “Costituzione Società regionale di sviluppo SVIM – Sviluppo Marche SpA”
 n. 208 del consigliere Eusebi “Contro provvedimento legislativo sulle intercettazioni telefoniche”
Hanno chiesto congedo l'Assessore Moroder e il Consigliere Bugaro.

Prima di passare all'ordine del giorno comunico che quattordici associazioni ambientaliste, fra cui le più conosciute sono Italia Nostra, Pro Natura Marche, WWF, Legambiente Marche, ecc., hanno invitato i Capigruppo dell’Assemblea legislativa e l’Assessore Petrini ad incontrarle rispetto alla proposta di legge in discussione oggi al punto 3), testo base: “Norme in materia di gestione dei corsi d’acqua”. Quindi i Capigruppo che volessero aderire a questa richiesta possono accomodarsi nella sala Europa per incontrare una loro delegazione.
Nel frattempo svolgeremo le interrogazioni. Propongo anche di restringere un po' il tempo per lo svolgimento delle stesse in quanto gli Assessori oggi per impegni istituzionali hanno dei tempi contingentati.




Comunicazione, ai sensi dell'art. 35, sesto comma, del Regolamento interno, in merito alla dismissione della linea ferroviaria Fano-Urbino
(vedi anche pag. 25 e succ.)

PRESIDENTE. Ha chiesto di intervenire il Consigliere D'Anna, ne ha facoltà.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere D’Anna.

Giancarlo D’ANNA. Come da informazioni sulla stampa, ieri la Giunta regionale ha deciso di fare un taglio netto alla linea ferroviaria Fano-Urbino, attraverso un assenso a quella che era la richiesta contraddittoria della Provincia di Pesaro Urbino emessa qualche anno fa, nella quale invece si dichiarava a tutela della ferrovia stessa; peraltro contraddicendo se stessa in quanto nell’accordo di programma Stato-Regioni del 2009 questa infrastruttura era inserita tra le priorità infrastrutturali.
Per cui chiedo all’Assessore Viventi o al Presidente Spacca di riferire sulle motivazioni che hanno portato a questa gravissima decisione.

PRESIDENTE. Assessore Viventi, vuole rispondere subito oppure passiamo prima allo svolgimento di qualche interrogazione? (…) Va bene, passiamo intanto alle interrogazioni.


Sull'ordine dei lavori

PRESIDENTE. Ha chiesto la parola il Consigliere Pieroni, ne ha facoltà.

Moreno PIERONI. Presidente, nell’ultima seduta assembleare avevamo deciso, anche in accordo con l’Assessore all’ambiente, di anticipare la discussione della mozione n. 193 “Progetto Fileni” a firma mia e del Consigliere Latini, quindi ripropongo tale anticipazione.

PRESIDENTE. Per la verità nella Conferenza dei Capigruppo anche il Consigliere Zaffini mi aveva formulato un'altra richiesta di anticipazione. Consigliere Zaffini, me la formalizza? (…) Bene. Allora, se siete d’accordo, mettiamo al punto 3 bis) la mozione n. 193 dei Consiglieri Latini, Pieroni e a seguire la mozione n. 170 del Consigliere Zaffini.


Interrogazione n. 403
del Consigliere Silvetti
“Attuazioni disposizioni D.P.R. 462/2001”
(Rinvio)

PRESIDENTE. L’interrogazione n. 403 del Consigliere Silvetti è rinviata per assenza dell’Assessore competente.


Interrogazione n. 454
della Consigliera Malaspina
“ASUR – Acquisizione in locazione immobile ed uso ambulatori per servizi distrettuali di base sito in comune di Pedaso”
(Rinvio)

PRESIDENTE. L’interrogazione n. 454 della Consigliera Malaspina è rinviata in quanto l’interrogante è impegnata nella riunione dei Capigruppo.


Interrogazione n. 111
dei Consiglieri Marinelli, Massi
“Servizio veterinario zona territoriale 9 Macerata”
(Svolgimento)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l’interrogazione n. 111 dei Consiglieri Marinelli, Massi. Ha la parola per la risposta l'Assessore Mezzolani.

Almerino MEZZOLANI. Si fa riferimento all'interrogazione indicata in oggetto a cui il direttore generale dell'Asur ha fornito le seguenti precisazioni
L'attribuzione di due strutture semplici al Servizio Veterinario "Sanità Animale" è frutto di una scelta dell'Azienda, effettuata nel rispetto dei criteri e parametri di massima di cui all'art.51 del CCNL del 5 dicembre 1996, ritenuta strategica in relazione allo specifico assetto organizzativo, dato nel periodo di riferimento.
Riguardo all'incarico di direzione di struttura complessa, nell'ambito del Servizio Sanità Animale, all'epoca dell'interrogazione, in realtà era già stato di fatto istituito.
Con determina del Direttore Generale dell'Asur n.808 del 9 Settembre 2009 venne, infatti, formalizzata la richiesta di sua istituzione e con Dgrm n.1667 del 12 Ottobre 2009, tale richiesta fu recepita ed approvata. Al Dr. xy, in possesso dei requisiti, di cui all'art.5 del D.P.R. n.484/1997, per l'accesso ad un incarico di struttura complessa, avendo maturato un'anzianità di servizio di sette anni, di cui cinque nella disciplina ed essendo provvisto di specializzazione nella disciplina, è stato formalmente attribuito detto incarico, con decorrenza 31 Dicembre 2010.
Il Dr. Xy è stato assunto dall'allora U.S.L. n. 9 per utilizzo di una graduatoria di mobilità, formata a seguito di avviso bandito ex art.82 del D.P.R. n.384/1990, per la copertura di un posto vacante per pensionamento.
Il Dr.xy proveniva dall'Inrca, ente del Comparto Sanità, secondo quanto previsto dall'art.6 del D.P.R. 68/1986. In particolare, come certificato dall'Inrca stesso, il Dr.xy è stato assunto alle dipendenze di tale Istituto, in data 15 Aprile 1992, ed assegnato al Dipartimento ricerche scientifiche, in qualità di assistente al laboratorio veterinario di ruolo addetto allo stabulario ed ha sempre svolto attività nel settore della sanità animale.
L'incarico di struttura semplice, denominato "Problematiche di Sanità Animale", è stato infine affidato, con decorrenza 1 Dicembre 2003, al Dr. xy, su proposta del dirigente di struttura complessa del relativo Servizio, approvata dall'allora Direttore generale dell' Asl n.9.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno, il Consigliere Marinelli.

Erminio MARINELLI. Ringrazio l’Assessore per la risposta, però, mi permetta, non posso ringraziarla per la lungaggine del tempo, l’interrogazione è infatti stata presentata nel mese di luglio 2010.
Ho dovuto mettere in campo tutta la pazienza e fare pressioni istituzionali per sollecitare questa risposta – e ringrazio qui il Presidente Solazzi -, in quanto volevo sapere, analizzare, conoscere ed interrogare anche in seguito perché c’è qualcosa di poco chiaro; questo me lo impone il mio ruolo.
Nella sanità il settore della veterinaria è importante, lo è per il benessere animale, per l’igiene e per tutto ciò che vi ruota attorno.
Io sono stato sollecitato a capire determinate assunzioni, ma per il momento mi fermo qui, non ho null’altro da dire, se non ringraziarla, Assessore. Certamente analizzerò bene la sua risposta e ci ritornerò sopra, perché, ripeto, c’è un percorso – che chiaramente, Assessore, non compete a lei - poco chiaro, un percorso che non risponde completamente a quanto asserito.
Pertanto analizzerò gli atti e poi interverrò successivamente, augurandomi di non aspettare altri quattordici mesi, anche perché per quel tempo saremo già a fine legislatura.


Interrogazione n. 287
della Consigliera Foschi
“Procreazione medicalmente assistita”
(Svolgimento)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l’interrogazione n. 287 della Consigliera Foschi. Ha la parola per la risposta l'Assessore Mezzolani.

Almerino MEZZOLANI. In riferimento all'interrogazione in oggetto indicata si danno i seguenti elementi di conoscenza forniti dall'Azienda ospedaliera di Pesaro.
La Azienda Ospedaliera di Pesaro, per rispondere ai requisiti previsti per i Centri di Procreazione Medicalmente Assistita (PAIA) di Il' e III' livello, ha individuato nel complesso Ospedaliero di Muraglia l'allocazione del centro in parola.
Nel 2008 è stato redatto uno studio di fattibilità che prevede la realizzazione di una sala operatoria, un laboratorio specifico per la manipolazione dei gameti e degli embrioni, un'area di degenza, di day surgery e ambulatoriale comprensiva di sala di attesa, requisiti che corrispondono alle prescrizioni nazionali così come recepite dalla DGR 306/2005.
E' stato successivamente conferito incarico ad una progettista per la redazione del progetto esecutivo dell'intervento che è stato regolarmente espletato.
Il costo complessivo per gli interventi strutturali è stimato in € 360.000,00, con tempi di realizzazione di circa nove mesi.
I lavori non sono ancora stati avviati in quanto i locali individuati sono occupati da altre attività sanitarie che non si sono potute spostare in altra sede per vincoli logistici.
Parallelamente l'Azienda, in attesa di rimuovere i cennati ostacoli, ha comunque redatto il progetto complessivo del nuovo centro PMA prevedendo i volumi di attività, le attrezzature sanitarie, gli arredi, la attività di formazione e il fabbisogno di personale.
Per quanto riguarda il personale già nel 2009 la Regione aveva individuato apposito finanziamento, ma a causa dello slittamento dei lavori non è stato possibile procedere alle assunzioni previste. Finanziamento che verrà comunque ridiscusso in sede di budget 2011 – in verità lo è già stato -. Sempre l'Azienda ospedaliera prevede di iniziare i lavori di adeguamento nell'autunno 2011 e di ultimarli entro l'estate 2012.
Quanto ai fondi già erogati € 12.000,00 sono stati utilizzati per il progettista, mentre le restanti quote sono state impegnate ed accantonate per la realizzazione dei lavori e per le attività di formazione.
L'iscrizione al registro di cui all'art. 11 della legge 40/04, tenuto dall'Istituto superiore di sanità non comporta alcun onere ed è ricollegabile alla DGR 306/2005, ove Pesaro viene comunque individua come secondo Centro pubblico regionale incaricato di erogare le prestazioni con oneri a carico del SSR.
Quanto alla tariffa onnicomprensiva individuata dalla ex Azienda Salesi con provvedimento n. 324/1999 - dato atto che l'attuale quadro normativo esclude espressamente che la PMA sia una prestazione a carico del Servizio sanitario nazionale, ovvero non è una prestazione LEA - si fa presente che a livello nazionale esiste in proposito una situazione estremamente diversificata e che comunque diverse Regioni hanno tariffe simili a quella adottata dal Centro Salesi di Ancona. In particolare alcune Regioni hanno spacchettato i costi in più differenti sottotariffe secondo le varie prestazioni erogate con totali addirittura superiori.
Ad ogni buon fine sull'argomento si sta lavorando con apposito Gruppo per la revisione della tariffa composto, oltre che da un funzionario del Servizio Salute, da rappresentanti degli uffici Controllo gestione delle due Aziende ospedaliere interessate e dai professionisti del settore sempre delle due Aziende in parola.
Il gruppo ha proceduto ad una scrupolosa analisi dei costi (beni sanitari, personale, attrezzature, ecc.) e sta predisponendo apposito documento. Al riguardo, tuttavia, si fa presente che, pur evitando di ribaltare sulla tariffa i costi indiretti e i costi generali aziendali, emerge un quadro costi estremamente elevato specialmente per alcune attività quali: scongelamento ovociti (euro 455,00), transfer (euro 271,00); talché in alcune situazioni, qualora si dovesse espletare tutto il percorso, dalla pulizia ovociti, fertilizzazione, congelamento scongelamento, transfer, si arriverebbe a cifre ben superiori all'attuale tariffa applicata.
Sempre sull'argomento sta lavorando anche un coordinamento interregionale, coordinato dalla Regione Veneto, al quale la nostra Regione è chiamata a partecipare.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno, la Consigliera Foschi.

Presidenza della Vicepresidente
Paola Giorgi

Elisabetta FOSCHI. Innanzitutto chiedo alla Presidenza di garantire un maggiore silenzio nel momento in cui si danno le risposte alle interrogazioni, altrimenti è davvero impossibile ascoltare quanto dicono gli Assessori.
Nello specifico dichiaro la mia insoddisfazione, Assessore. E' un fatto che sul sito del Ministero le strutture accreditate risultano essere due, il Salesi e il San Salvatore. E di fatto dal 2005, cioè da quando la Regione Marche ha approvato i requisiti strutturali, tecnologici e organizzativi dei centri di procreazione medica assistita, e nonostante l’Azienda ospedaliera San Salvatore abbia sempre ricevuto la gran parte dei fondi – ricordo che per oltre tre anni i fondi stanziati dal Ministero per questi centri sono stati ripartiti per il 15% al Salesi e per il restante 85% al San Salvatore, solo dopo tre anni, acclarato il fatto che al San Salvatore non veniva realizzata la struttura, quindi non venivano utilizzati i fondi, così come dichiarato adesso dall’Assessore, mi sembra infatti di aver capito che dei 590 mila euro solo 12 mila euro sono stati spesi per il progettista e il resto sono stati impegnati - ecco, leggendo le varie determine – se vuole possiamo anche fare la somma – queste portano a un totale di 590.752,00 euro, dunque soldi assegnati e stanziati all’Azienda San Salvatore di Pesaro per la creazione del centro di procreazione medica assistita, che risulta già presente e attivo sul sito del Ministero.
Ripeto, di questa somma stanziata - e specifico che si va nell’ordine dell’85% data all’Azienda di Pesaro a fronte del 15% data a quella di Ancona, operativa - ad oggi non è stato realizzato nulla. Apprendo addirittura che a metà percorso si è preso atto dell’impossibilità di realizzarla, laddove individuato il centro, per la presenza di altre strutture e per l’impossibilità di trasferirla in altra sede.
Denuncio quindi questo mal impiego di finanziamenti pubblici. E non mi ritengo neppure soddisfatta delle motivazioni prodotte dall’Assessore per giustificare questo ritardo.
Sono insoddisfatta anche per quanto riguarda il superticket. Non è vero che altre regioni hanno un regime simile al nostro. Questo diventa una vera discriminazione.
Per cui o questa Regione è assolutamente favorevole a dare possibilità di accesso ai centri di procreazione medica assistita, però mettendo le donne che fanno questa scelta in condizione di accedere alle strutture marchigiane, non di preferire quelle di altre regioni limitrofe che hanno un costo decisamente più basso – a fronte di 1.032 euro si parla di nemmeno 36 euro in Emilia Romagna –, oppure dica che non è questa la scelta che fa. Dei due centri, infatti, ne realizza uno solo e in questo c’è un superticket talmente alto che induce le donne a rivolgersi altrove.
Pertanto o la Giunta è coerente con la scelta che fa, se invece deve fare solo un impegno di bandiera che poi non si traduce nei fatti, forse allo stato dei risultati raggiunti oggi è meglio impiegare diversamente le somme stanziate


Interrogazione n. 216
del Consigliere Latini
“Ospedale regionale di Torrette nuova tratta del trasporto pubblico”
(Svolgimento)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l’interrogazione n. 216 del Consigliere Latini. Ha la parola, per la risposta, l'Assessore Viventi.

Luigi VIVENTI. L'aumento delle tariffe del parcheggio interno dell'ospedale era stato a suo motivato dalla precedente amministrazione, oltre che da contingenti ragioni gestionali, anche dal fatto che inasprendo il costo della sosta si era inteso favorire l'utilizzo dei servizi di trasporto pubblico da parte degli utenti per accedere alla struttura ospedaliera stessa.
Per quanto riguarda il servizio trasporto pubblico è stata aumentata la frequenza dei treni regionali con fermata nella stazione di Torrette, è stato mantenuto il servizio navetta n. 35, di collegamento Stazione di Torrette-Ospedale, per il quale la Regione eroga, a partire dal 2008, un contributo annuale di 50.000 euro.

PRESIDENTE. Scusi, Assessore. Fate un po' di silenzio, non si sente una parola! Grazie.

Luigi Viventi. Sono stati potenziati i servizi sulle linee urbane 30 (Ospedale-Postatora-P.zza Ugo Bassi) e 31 (Ospedale-Stazione Centrale-P.zza Ugo Bassi), con due corse prolungate fino a Piazza Cavour.
Inoltre la linea extraurbana I (Jesi-S.M.Nuova-Polverigi-Agugliano-Ancona) della società ATMA prevede su quasi tutte le corse la fermata in prossimità dell'ospedale, mentre la linea extraurbana J (Chiaravalle-Aeroporto-Falconara-Osp.reg.-Baraccola-Osimo F.S.), ha due corse con fermata presso l'ospedale.
Altri servizi extraurbani, effettuati dalle società Bucci di Senigallia e Sacsa di Jesi, sulle linee che collegano Ancona con Jesi, S .M. Nuova e Senigallia, sono stati aggiornati con la fermata in prossimità dell'ospedale di Torrette.
Quindi obiettivamente da parte della Regione più di questo non si poteva fare, anzi, di questi tempi credo sia già tanto il servizio che possiamo offrire.


PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno, il Consigliere Latini.

Dino LATINI. Innanzitutto volevo far notare che questa interrogazione è del 15 novembre 2010 e quindi il contesto in cui è stata redatta, sottoscritta e presentata riflette ovviamente della situazione di allora, cioè quando l’Azienda ospedali Riuniti aveva annunciato un forte aumento delle tariffe di sosta nel parcheggio per visitatori dell’Ospedale regionale di Torrette. Cosa però che purtroppo è avvenuta, con una prima fase dal 1° agosto al 31 dicembre 2010, poi continuata anche per l’anno corrente.
Inoltre questo non ha neppure determinato, purtroppo – lo leggiamo negli ultimi articoli di stampa e lo vediamo dalle ultime valutazioni riscontrate proprio dalla stessa direzione dell’ospedale - lo snellimento della rotazione, anzi, ha prodotto una difficoltà maggiore.
Questo è un dato che non incide sull’impegno della Regione, perché è un fatto autonomo dell’Azienda ospedaliera, ma certamente mette in difficoltà gli assistiti e i parenti e tutti coloro che devono raggiungere l’ospedale. Perché di fatto si ha un aumento dei costi della sosta e ancora una difficoltà a trovare il parcheggio.
L’aspetto interessante, a mio avviso, è l’aumento dell’impegno sia in termini economici che in termini di potenziamento delle tratte per raggiungere l’ospedale di Torrette.
Su questo credo occorra una riflessione su una ristrutturazione e riorganizzazione delle linee urbane, cioè quella che da Ancona arriva a Torrette in particolari orari, che oggi sono incompatibili soprattutto per chi riceve prestazioni ambulatoriali, come pure delle linee extraurbane nel territorio della Vallesina e nel territorio della valle dell’Aspio e del Musone e ovviamente per coloro che arrivano dalla zona del senigalliese. Perchè non rispondono, nonostante gli sforzi compiuti, alle necessità degli orari di punta, sia per chi lavora all’interno dell’ospedale e che vorrebbe usufruire del trasporto pubblico, sia per i parenti e gli assistiti che hanno necessità di andare all’ospedale.
Pertanto l’invito che faccio ad alta voce - tenendo conto che la Regione più di questo giustamente non può fare, considerati i tagli profondi che sono stati infissi da parte del Governo in questi anni ai trasporti - è una razionalizzazione organica o comunque un impegno di vedere la questione nel suo complesso, avendo come punto centrale del sistema da attuare proprio i collegamenti con l’ospedale regionale. Altrimenti il rischio è che i pochi contributi che abbiamo ancora a disposizione vengono riservati a delle tratte che sono o vuote o non utilizzate perché appunto non coincidono con gli orari di massima necessità degli assistiti e di coloro che si recano a Torrette.


Interrogazione n. 453
del Consigliere Binci
“Ulteriore proroga termini rispetto requisiti legge 20/2000 sulle strutture sanitarie e socio-sanitarie”
(Rinvio)

PRESIDENTE. L’interrogazione n. 453 del Consigliere Binci è rinviata in quanto il Consigliere è impegnato nella riunione in corso dei Capigruppo.


Interrogazione n. 391
del Consigliere Sciapichetti
“Tagli al fondo di Protezione Civile”
(Rinvio)

PRESIDENTE. L'’interrogazione n. 391 del Consigliere Sciapichetti è rinviata per assenza dell’Assessore competente.


Interrogazione n. 409
dei Consiglieri Latini, Ricci, Sciapichetti, Giancarli
“Esenzione della tassa automobilistica per motoveicoli e autoveicoli aventi interesse storico e collezionistico”
(Svolgimento)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l’interrogazione n. 409 dei Consiglieri Latini, Ricci, Sciapichetti, Giancarli. Ha la parola, per la risposta, l'Assessore Marcolini.

Pietro MARCOLINI. Per dare seguito all'interrogazione dei Consiglieri Latini, Ricci, Sciapichetti e Giancarli vorrei sottolineare che la Giunta regionale si è fatta carico delle problematiche riguardanti l'applicazione delle agevolazioni fiscali per i veicoli ultraventennali di interesse storico (art.63, comma 2, legge 342/2000).
Bisogna specificare che sebbene la gestione della tassa automobilistica sia stata attribuita alle Regioni la disciplina del tributo è riservata allo Stato, come spesso capita. Per cui la parte discrezionale viene lasciata allo Stato, invece quella amministrativa viene “generosamente” delegata alle Regioni. E ciò impedisce qualsiasi possibilità di intervento normativo regionale volto a eliminare criticità applicative delle leggi di settore.
Premesso ciò, si precisa che per accordare i benefici previsti la legge richiede che due soggetti privati, l'Automobilclub Storico Italiano (A.S.I.) e la Federazione Motociclistica Italiana (F.M.I.), predeterminino la tipologie e i modelli dei veicoli da esentare.
Tali due associazioni, attraverso propri comportamenti distorsivi, hanno completamente falsato il meccanismo di legge, costringendo molto spesso l'utenza a sottoporre ai propri tecnici in maniera onerosa i singoli veicoli per l'effettuazione di onerose perizie.
La Giunta regionale nel 2009, utilizzando i pochi margini amministrativi a disposizione, ha adottato indirizzi interpretativi che hanno quasi totalmente risolto le problematiche relative ai motoveicoli storici. Per quanto riguarda gli autoveicoli, a causa del diverso modus operandi dell'A.S.I., alla Regione è purtroppo precluso qualsiasi strumento in grado di risolvere radicalmente le criticità.
Al Servizio trasporti competente in materia, infatti, non può essere richiesto di disattendere – capisco la parte emotiva - il disposto della legge statale, perchè occorre conformarsi alle determinazioni dell'A.S.I., pena una precisa responsabilità contabile, che ovviamente in termini amministrativi il Servizio non può assumere.
La Regione, d'altra parte, non dispone di potere di vigilanza sull'operato dell'A.S.I., né, infine, come si è già detto, potestà normativa in materia. Contro alcune pronunce della Commissione tributaria provinciale sfavorevoli alla Regione, sono stati conseguentemente proposti ricorsi avanti alla Commissione tributaria regionale.
La situazione che ho appena accennata è stata rappresentata lo scorso dicembre al Ministero dell'Economia e delle Finanze, che è stato anche invitato ad assumere ogni possibile iniziativa per ovviare agli inconvenienti riscontrati. Detta nota è stata inviata anche alla Procura regionale della Corte dei conti per gli eventuali risvolti inerenti il danno erariale a cui i nostri dirigenti rischiano di esporsi.
E’ necessaria quindi un’iniziativa legislativa e amministrativa statale; che noi abbiamo auspicato, avanzandone anche la formulazione, ma purtroppo non rientra nella nostra potestà legislativa.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno, il Consigliere Latini.

Dino LATINI. È stata posta questa interrogazione per segnalare un disagio che i proprietari sempre più numerosi di auto d’epoca hanno segnalato nelle varie rassegne a cui ha partecipato la Regione. Ciò dimostra da un lato la crescita della storia della meccanica anche a livello regionale, dall’altro il fatto che ci sia un club non più ristretto ma che sempre di più si inserisce in un percorso che tocca anche particolari aspetti del turismo, in quanto appunto si rende promotore delle iniziative che fa la Regione.
In ogni caso è giustissima, a mio avviso, la risposta in punto di diritto che ha dato l’Assessore in tema di impossibile esenzione della tassa, perché a rigore legislativo sarebbe un addebito da creare per i dirigenti e per l’eventuale Giunta che delibera.
La segnalazione nasce dalla volontà di trovare una modalità; a parte la normativa nazionale che non fa capo a noi e che in questo momento penso sia interessata ad altre cose più importanti rispetto a questa interrogazione, che pure ha una sua, diciamo, vivibilità. Affinchè le associazioni di categoria riconosciute e le federazioni che sono gli organi attraverso il CONI che possono indicare al livello regionale i club, le numerazioni, le intestazioni e le autovetture interessate, facciano in Regione un’opera di richiesta di intervento che possa in qualche modo entrare in un progetto complessivo.
Le auto interessate di fatto non sono molte. Ma il rischio è che per questa incongruenza legislativa necessaria, obiettiva, magari non vengono più addirittura portate all’aperto, quindi, di conseguenza, il rischio che diminuiscano sostanzialmente anche le rassegne d'auto d’epoca. Auto che, ripeto, sono un importante veicolo turistico.
Quindi la parte finale della risposta è quella di preoccuparci in futuro di trovare una sistemazione che non può essere di esenzione bensì una modalità che inserisca le associazioni, e per esse tutti gli interessati, o per lo meno la parte sostanziale delle associazioni che sono interessate a questo problema, nell’ambito di un progetto che tenga conto della valenza che l’associazione, e per essa i proprietari delle auto storiche, porta avanti.


Interrogazione n. 263
del Consigliere Zinni
“Esclusione dell'Organizzazione sindacale “Unione Generale del Lavoro” dalla discussione e firma protocollo d'intesa in data 16.12.2010 avente come argomento la difesa del lavoro, coesione sociale e sostegno allo sviluppo per l'anno 2011”
(Svolgimento)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l’interrogazione n. 263 del Consigliere Zinni. Ha la parola per la risposta l'Assessore Luchetti.

Marco LUCHETTI. Come ricordato dallo stesso Consigliere Zinni che ha proposto l'interrogazione, l'Unione generale del lavoro partecipa come membro effettivo a tutti i più importanti organismi di concertazione regionale insieme a tutte le altre componenti delle pariti sociali, delle commissioni e dei comitati che svolgono funzioni fondamentali di proposta, di monitoraggio, di verifica e, infine, di controllo delle politiche adottate e dei risultati da esse aggiunti.
Nel caso del Protocollo in oggetto vorrei ricordare che la prima intesa tra la Giunta regionale e le segreterie di Cgil, Cisl, Uil risale al 2 febbraio 2009, quando la crisi iniziava a far sentire gli effetti negativi sulla nostra economia e sul nostro mercato del lavoro.
Occorre precisare che furono le OO.SS.Cgil-Cisl-Uil Marche, congiuntamente, a chiedere un incontro alla Giunta regionale per ragionale sulla crisi e sulle eventuali misure da attuare. Chiesero l'incontro inviando un documento unitario, come risultato di loro precedenti confronti, che conteneva una breve analisi della situazione e alcune proposte d'intervento per contrastare la crisi stessa.
Ovviamente l'Amministrazione regionale convocò l'incontro con le sole organizzazioni che lo avevano richiesto.
Dopo vari momenti di confronto si arrivò ad un testo d'intesa che successivamente venne sottoscritto.
Nei due anni successivi è proseguito il confronto su quel tavolo e sono scaturiste altre due intese: l'Accordo del 12 novembre 2009 per l'anno 2010 e l'Accordo del 6 dicembre 2010 per l'anno 2011.
La Giunta regionale ha sempre risposto positivamente ad ogni richiesta di confronto delle organizzazioni rappresentative di interessi sociali.

PRESIDENTE. Mi scusi, Assessore Luchetti. Consiglieri, per favore! Vedo il Consigliere Zinni i difficoltà nell'ascolto.

Marco LUCHETTI. E' chiaro che nel rispetto dell'autonomia di ogni organizzazione la Giunta, senza l'accordo preventivo tra le parti richiedenti, non può allargare il confronto di propria iniziativa.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno, il Consigliere Zinni.

Giovanni ZINNI. Assessore, non per far polemica, tutt’altro, però vorrei cogliere l’occasione di questa interrogazione per farle un pubblico invito a considerare il fatto che l’Unione generale del lavoro è per numero di iscritti il terzo sindacato delle Marche. Per cui quando ci ritroviamo di fronte a parlare di triplice nel vecchio modo, Cgil, Cisl e Uil, a volte commettiamo l’errore di non capire che il mondo muta, e muta anche il mondo della rappresentatività del mercato del lavoro come pure la stessa rappresentatività delle relazioni sindacali.
Credo che sia importante da parte sua per il futuro cercare di far sì che ci sia un atteggiamento complessivamente coerente dell’istituzione Regione Marche nei confronti delle parti sindacali.
Il fatto che la Ugl sia coinvolta in alcuni ambiti e in altri no a mio avviso è un modo discriminante di considerare tale sindacato per quello che è.
Vorrei ricordare che in tutte le parti d’Italia ormai quando si tratta di ragionare in termini di protocolli d’intesa con le forze sindacali, al di là che governi il centro-destra o il centro-sinistra, dappertutto viene coinvolta anche la Ugl, dato il suo alto numero di iscritti e di rappresentatività.
Pertanto la invito pubblicamente, per tutti quelli che saranno passaggi centrali da un punto di vista del dialogo fra le istituzioni e le parti sindacali, a convocare anche la Ugl.
Laddove parliamo di concertazione e di contratti collettivi è evidente che la rappresentatività dei sindacati è data da altre regole che non spetta a noi giudicare. Però quando si tratta di un’iniziativa che ha anche una valenza informativa e politica le chiedo di non aver più queste dimenticanze, le chiedo cortesemente di rispettare istituzionalmente il sindacato della Ugl in ogni dove.
La sua risposta è assolutamente comprensibile, ma, ripeto, in futuro la invito a far sì che non accada più.


Interrogazione n. 417
del Consigliere Latini
“Assistenza degli anziani non autosufficienti”

Interrogazione n. 451
del Consigliere Marangoni
“Assistenza anziani non autosufficienti”

Interrogazione n. 457
del Consigliere D'Anna
“Riqualificazione dell'assistenza per anziani non autosufficienti ricoverati nelle residenze protette”

(abbinate)
(Svolgimento)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l’interrogazione n. 417 del Consigliere Latini, l’interrogazione n. 451 del Consigliere Marangoni, l’interrogazione n. 457 del Consigliere D’Anna. Ha la parola, per la risposta, l'Assessore Mezzolani.

Almerino MEZZOLANI. Con la DGR n. 1867 del 16 novembre 2009 è stato avviato il complesso iter di riqualificazione dell'assistenza infermieristica e Oss presso le strutture marchigiane autorizzate come Residenze Protette per anziani per un totale di 3411 posti letto per il raggiungimento, negli stessi, dei 100 minuti di assistenza pro die/ pro capite prevista per legge e necessaria per dare dignità a chi si trova a vivere per anni presso una struttura assistenziale, prevedendo un importo aggiuntivo, per il triennio 2010-2013, di circa 20 milioni di euro.
Con DGR n. 1230 del 2 agosto 2010 "Approvazione dello schema di accordo sui percorsi di allineamento delle tariffe delle Residenze protette. Anni 2010-2013" la Regione Marche ha recepito gli indirizzi di cui sopra elevando progressivamente il minutaggio assistenziale, relativamente ai posti letto in RP attualmente convenzionati, fino ad arrivare ai 100 minuti di assistenza (Oss e infermieristica) per i posti letto in cui la quota attuale a carico del SSR copre un'assistenza di 50 minuti pro die/pro capite.
Con lo stesso atto è stato altresì approvato lo schema di accordo con le OO.SS. con le quali la Giunta regionale si è impegnata a procedere all'allineamento delle tariffe delle RP alla normativa regionale da raggiungere in quattro anni tramite una disponibilità aggiuntiva di finanziamenti regionali.
Con successivo atto (DGR 1729/2010) si è provveduto, ai fini di una gestione efficace dei trasferimenti regionali all'ASUR, all'approvazione di un schema di convenzione tra ASUR e Residenze protette per anziani da utilizzare, da parte delle Zone, per trasferire i fondi alle strutture nelle modalità indicate dalla Regione.
Per l'anno 2010, infine, si è provveduto al trasferimento dei fondi all'ASUR per la copertura finanziaria dell'intervento una volta sottoscritte le convenzioni da parte di tutte le strutture coinvolte.
Con Determina n. 143 del 25 febbraio2011 l'ASUR ha definito l'elenco analitico delle strutture convenzionate comprensivo dell'importo economico massimo attribuito a ciascuna struttura unitamente al numero dei posti letto convenzionati nel corso del triennio.
Individuate le strutture da convenzionare è stata data indicazione immediata ai Direttori di Zona di predisporre, con l'ausilio dei Direttori di Distretto, le singole convenzioni nel rispetto del Piano di convenzionamento concordando con ciascuna struttura il riallineamento della quota di compartecipazione a carico dell'ospite secondo quanto disposto dalle indicazioni regionali, tenendo conto che le convenzioni avevano validità dall'1 ottobre 2010 al 31 dicembre 2012.
In coerenza con il Piano di convenzionamento i Direttori di Zona hanno provveduto alla sottoscrizione di tutte le convenzioni, con i legali rappresentanti delle strutture insistenti nel territorio di competenza come riportato nella determina Asur n. 629 del 7 luglio 2011 con la quale si è dato atto della conclusione del procedimento con la controfirma di tutte le convenzioni.
Tale percorso, seppur durato alcuni mesi, è stato complessivamente abbastanza rapido se si considera la difficoltà di dover procedere alla sottoscrizione di ben 109 convenzioni.
Le disponibilità finanziarie 2011 per la copertura del costo aggiuntivo sono state già assegnate all'ASUR con la DGR 1161 dell’1 agosto 2011 "Definizione del processo di budgeting ed assegnazione delle risorse e degli obiettivi alle Aziende del SSR, all'INRCA e al Dipartimento regionale di medicina trasfusionale (DIRMT) per l'anno 2011" per un importo di euro 7.275.313,00.
Quindi non ci sono state inadempienze, ma solo accuratezza nelle complesse procedure di applicazione di un importantissimo intervento che costituisce una delle priorità che la Regione Marche si è data e su cui intende investire ancora sia per rispettare gli impegni assunti con questo atto fino al 2013, sia per intervenire sull'altro importante fronte di assistenza alla non autosufficienza, che è quello del sistema delle cure domiciliari su cui ha già messo del proprio sia per l'ADI che per il SAD e per l'avvio del progetto sperimentale "assegni di cura”. Un intervento che ha avuto un suo elemento di forza nella sintonia tecnica e operativa tra il Dipartimento regionale per la Salute e i servizi sociali e L'ASUR.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno, il Consigliere Marangoni.

Enzo MARANGONI. Ringrazio l’Assessore per la risposta. Ci ha enucleato tutta una serie di atti normativi e amministrativi finalizzati a raggiungere l’obiettivo, cioè i famosi 100 minuti di assistenza al giorno procapite per gli anziani non autosufficienti. Si tratta ora di vedere l’applicazione concreta, è tutto lì il problema, no! Gli atti sono stati fatti, vediamo l’applicazione concreta, che però ancora non c’è, questa è la realtà.
Quindi auspichiamo la concreta applicazione di questi atti che ancora, ripeto, non sono compiutamente realizzati. Dunque vigileremo sulla completa realizzazione di questa buona volontà che finora è solo a parole e non nei fatti.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno, il Consigliere D’Anna.

Giancarlo D’ANNA. Se su un tema importante come questo ci sono tre interrogazioni vuol dire che la gravità del problema c’è tutta. Tra l’altro le interrogazioni sono state presentate da esponenti di partiti diversi.
La riposta che ci ha dato l’Assessore Mezzolani, che come al solito viene preparata dagli uffici, non è che ci soddisfi al cento per cento, nel senso che noi vogliamo un’operatività degli interventi, non delle promesse di un qualcosa che verrà fatto in futuro.
Secondo me non bisognerebbe mai arrivare al punto in cui le associazioni, le categorie, gli utenti debbano far emergere la protesta per avere un’attenzione in più dalle autorità preposte a portare avanti determinati percorsi.
Ora con calma analizzerò la risposta dell’Assessore per poi fare eventualmente un altro intervento.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno, il Consigliere Latini.

Dino LATINI. Ringrazio della risposta molto esauriente e puntuale l’Assessore, completa nella concatenazione della procedura amministrativa che è seguita allo straordinario impegno della Regione Marche.
Però resta sul tappeto una questione fondamentale, che le case di riposo o gli altri enti interessati da questo percorso dei 100 minuti giornalieri di assistenza alla persona sono in trepida attesa, sono nella situazione di una estrema difficoltà generale. E questo con particolare riferimento ad alcune case di riposo e alcuni enti che già vivevano una situazione sottodimensionata per quanto riguarda i contributi sia di derivazione regionale sia di altra derivazione. Infatti pur elevando l’intervento il costo procapite della persona che viene assistita non è coperto complessivamente.
Il rischio di un intervento del genere è che si ritorni alle cure da ospizio, cioè non si vada verso quella qualità elevata che sempre di più richiede la persona che non è più autosufficiente, che ovviamente necessita delle più alte cure sia di ordine sanitario che di ordine sociale.
Quindi l’obiettivo che ci dobbiamo porre non è soltanto quello di un’immediata attuazione, essendo appunto trascorso un po’ di tempo dall’introduzione di questo aumento a 100 minuti, ma anche una revisione del costo procapite, e quindi del contributo stesso. Altrimenti, per quest’ultimo aspetto, vi è il fondato rischio che l’intervento, pur importante, non raggiunga la finalità sia per numero sia per qualità della prestazione, lasciando in estrema difficoltà tante case di riposo. Case di riposo che oggi ancora non si sono convenzionate proprio perché non si sentono in grado di prendere impegni se non si sentono nella capacità di poterli mantenere.

PRESIDENTE. Termina qui la parte dedicata agli atti ispettivi.


Sull’ordine del giorno

PRESIDENTE. Ha chiesto la parola il Consigliere Carloni, ne ha facoltà.

Mirco CARLONI. Per ragioni d’urgenza chiedo l’iscrizione e l’anticipazione della mozione n. 199 a firma Ricci e Carloni “Centro autismo età evolutiva Regione Marche”. Questo centro rischia la chiusura e quindi un impegno da parte dell’Assemblea legislativa in questo momento è quanto mai necessario per poterlo trasformare in un progetto stabile.

PRESIDENTE. Un po’ di silenzio per cortesia! Il Consigliere Carloni ha chiesto l’iscrizione e l’anticipazione della mozione n. 199. La pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)


Sull’ordine dei lavori: Proposta di legge regionale n. 90 (testo base) “Norme in materia di gestione dei corsi d’acqua”) e abbinate Proposte di legge regionale n. 89 e n. 99.
(Rinvio in Commissione)

PRESIDENTE. Ha chiesto la parola l’Assessore Petrini, ne ha facoltà.

Paolo PETRINI. Chiedo all’Assemblea l’anticipazione della proposta di legge n. 90 “Norma in materia di gestione dei corsi d’acqua” perché poi dovrò assentarmi per un impegno a Roma.

PRESIDENTE. Ha chiesto di intervenire il Consigliere Cardogna, ne ha facoltà.

Adriano CARDOGNA. Non ho niente in contrario sulla richiesta dell’Assessore, ma nel contempo della stessa proposta di legge avrei da rivolgere una richiesta di rinvio in Commissione.
Ne richiedo il rinvio principalmente per un motivo. Nella nostra attività di Consiglieri, me compreso, a volte non sempre riusciamo ad avere il tempo necessario per valutare la portata degli atti che vengono sottoposti all’Assemblea; questa cosa può essere letta in molti modi, ma vi posso assicurare che l’intento è assolutamente positivo.
Con questa mia richiesta di rinvio desidero sollecitare l’attenzione di tutti colleghi - quindi non soltanto di quelli che in Commissione hanno l’opportunità di prendere atto e di partecipare alle discussioni sugli atti o alle audizioni – in quanto ritengo che questa legge sia una di quelle che apparentemente punta a risolvere questioni importanti. Come appunto quella di cui trattiamo oggi che ha origine da un evento tragico, l’alluvione del marzo 2011. Un’alluvione che purtroppo non è la sola che abbiamo avuto. E’ un’alluvione che ha evidenziato un endemico stato di stress e di disagio dei nostri corsi d’acqua – che per la verità non è soltanto un problema marchigiano ma anche nazionale –. Quindi è un problema di cui giustamente l’Amministrazione regionale, la Giunta ha sentito l’urgenza e la necessità di affrontare.
Però tutti coloro che intendono porre rimedio a una questione antica come questa si scontrano anche con la necessità delle risorse. Per cui questa proposta di legge cerca di intervenire su delle emergenze cercando di trovare anche le compatibilità economiche e finanziarie per sorreggere un vasto programma di manutenzione.
Ora però queste due necessità, entrambi comprensibili, secondo me hanno messo un po’ sottotraccia delle valutazioni di carattere tecnico e scientifico che negli ultimi decenni si sono affermate in questa regione e che fanno parte di strumenti importanti di pianificazione e di programmazione che ancora vigono.

PRESIDENTE. Per favore, un po’ di attenzione! Grazie.

Adriano CARDOGNA. Come il PAI e le sue norme tecniche di attuazione. D’altra gli stessi tecnici regionali, nell’evidenziare la situazione, parlano di formazione di tratti sovralluvionali. Infatti l’oggetto di cui stiamo parlando è quello della rimozione della ghiaia dal letto dei fiumi, laddove appunto, tutti quanto sappiamo, costituisce un problema. Sicchè non è un intervento generalizzato o di per sé utile per…

PRESIDENTE. Consigliere Cardogna, scusi, la invito a rimanere nel merito della richiesta di rinvio in Commissione.

Adriano CARDOGNA. Il merito è che questa proposta di legge va un attimo approfondita, perché ritengo che sotto l’aspetto tecnico e scientifico sia stata poco valutata dalla Commissione e dagli stessi Consiglieri, me compreso, seppure io negli ultimi tempi un’idea me la sono fatta.
La richiesta del rinvio in Commissione è dunque per approfondire ulteriormente gli aspetti contenuti nella proposta. Senza però che si dica che questo rallenta un fare, perché rispetto alle questioni che si vogliono affrontare, cioè la formazione dei tratti sovralluvionati e i fenomeni localizzati di sovralluvionamento, la Regione dispone già di strumenti per intervenire e per far intervenire le autorità idrauliche competenti.

PRESIDENTE. Bene. Il Consigliere Cardogna ha richiesto il rinvio in Commissione della proposta di legge regionale n. 90. Ora su questo si può fare un intervento a favore ed uno contro.
Ha chiesto la parola il Consigliere Binci, ne ha facoltà.

Massimo BINCI. Anch’io volevo richiedere il rinvio in Commissione. Tra l’altro sono anche sopravvenuti alcuni fatti nuovi. Ovvero che il Centro italiano per la riqualificazione fluviale, un’associazione di professionisti che opera appunto sulla riqualificazione dei fiumi, ha chiesto di poter collaborare con la Commissione e la Giunta per l’elaborazione di una proposta migliore. Ad esempio nel prelievo della ghiaia come momento di finanziamento, e quindi la valorizzazione della ghiaia, viene individuato un aspetto negativo, quasi una iattura. Ci sono altre modalità che non danneggiano la dinamica fluviale e su cui si può intervenire anche a costo zero, come la questione della gestione dei versanti agricoli o altre ancora, che appunto possono essere inserite nella legge.
Inoltre la legge non tiene assolutamente conto della direttiva europea sulla gestione dei rischi di alluvioni. A me appare strano che a seguito delle alluvioni si faccia una proposta di legge per scavare i fiumi, perché appunto si pensa sia quella la causa che provoca le alluvioni, quando invece la Comunità europea con la suddetta direttiva dice altre cose. Quindi ritengo vada recepita.
Chiedo pertanto all’Aula di rimandare questo atto in Commissione. Un rinvio che peraltro non provoca nessun blocco delle attività in quanto le funzioni di manutenzione che sono in capo alle Province continueranno. Quindi abbiamo la possibilità di riflettere e di esaminare tutti i contributi che ci verranno portati all’attenzione.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Giancarli.

Enzo GIANCARLI. Per ragioni opposte a quelle sostenute dai Consiglieri Cardogna e Binci, sentito anche il Vicepresidente della Giunta regionale (il testo base è ad iniziativa della Giunta regionale) e i presentatori delle altre proposte, Raffaele Bucciarelli e Dino Latini, sono per un ulteriore confronto in Commissione. Ma certamente siamo profondamente convinti delle nostre ragioni, non ci si dica che con questa legge è consentita sui fiumi l’attività estrattiva. Le finalità sono tutt’altro. Sono quelle di tutelare l’ambiente e di valorizzare i corridoi naturalistici rappresentati dalle aste fluviali in questa nostra regione.

PRESIDENTE. Possiamo mettere ai voti la richiesta di rinvio in Commissione formulata dal Consigliere Cardogna, però se siete tutti d’accordo…(…) Va bene. Quindi la proposta di legge 90 (abbinata alle proposte 89 e 99) torna in Commissione così come richiesto.


Comunicazioni dell’Assessore Viventi in merito alla dismissione della linea ferroviaria Fano-Urbino (vedi anche pag. 4)


PRESIDENTE. Il Consigliere D’Anna ad inizio di seduta ha chiesto alcune delucidazioni all’Assessore Viventi in merito alla dismissione della linea ferroviaria Fano-Urbino. L’Assessore è disposto a dare alcune indicazioni per cui gli do la parola. Prego, Assessore Viventi.

Luigi VIVENTI. Ringrazio il Consigliere D’Anna che opportunamente dà modo all’Aula di conoscere tale questione. E’ una questione che si trascina dal 1987, ne abbiamo parlato anche in altre occasioni. Quindi ritengo sia giusto dare una risposta definitiva. Tra l’altro a questa risposta siamo stati chiamati più di una volta dallo stesso Ministero, da cui è arrivato un sollecito anche di recente.
La questione è quella della dismissione – lo dico per i colleghi che magari la conoscono un po’ meno - della tratta ferroviaria Fano-Urbino Una tratta che è ferma dal 15 aprile 1987. Da allora la Regione Marche ha organizzato un servizio sostitutivo mediante autolinea, interamente finanziato dalla Regione stessa.
La società RFI in data 20 dicembre 2002 chiedeva al Ministero delle infrastrutture e dei trasporti la rinuncia della concessione di esercizio e la conseguente dismissione della linea in oggetto, ovviamente per difficoltà economico-gestionali.
Il Ministero in questione il 25 marzo 2003 richiedeva pertanto alla Regione Marche il parere di competenza per la dismissione della linea ferroviaria.
La Regione Marche in un primo momento (19 gennaio 2005) per poter addivenire a tale richiesta chiese del tempo. In effetti poi assegnava alla Svim uno studio di fattibilità per verificare se fosse stato possibile e quali costi avrebbe comportato fare il ripristino della linea e la gestione della stessa. La risposta della Svim ha dimostrato che non c’erano assolutamente le condizioni economiche per poter realizzare tale ripristino.
La Provincia di Pesaro Urbino nel maggio 2010 chiedeva alla Regione Marche di riprendere l’iter della dismissione e l’assegnazione all’Amministrazione provinciale stessa dell’area di sedime della linea.
Il 25 maggio 2010 il Ministero dei trasporti sollecitava nuovamente la Regione a riprendere l’iter della dismissione di detta linea (sospesa con quel parere di cui dicevo poc’anzi) e si faceva anche riferimento alla proposta di riconversione dell’area di sedime avanzata dall’Amministrazione provinciale di Pesaro Urbino.
Il 28 giugno 2010 la Provincia di Pesaro Urbino trasmetteva alla Regione Marche e a RFI la deliberazione n. 217 con cui si chiedeva di procedere alla dismissione definitiva con la concessione alla Provincia stessa dell’area di sedime.
In data 27 luglio 2010 il Ministero sollecitava nuovamente la Regione Marche e la Provincia di Pesaro a comunicare il proprio parere in merito alle precedenti richieste.
Nel settembre 2011 la Provincia di Pesaro invitava ulteriormente la Regione ad esprimere al Ministero il suddetto parere per la dismissione, comunicando anche l’approvazione del proprio piano strategico nel quale è previsto l’investimento nella ex linea ferroviaria Fano-Urbino per una pista ciclabile che dovrebbe avere valore anche dal punto di vista turistico.
Quindi di fronte a queste continue sollecitazioni da parte del Ministero, a fronte delle ripetute richieste da parte della Provincia di Pesaro Urbino di avere in concessione da parte di RFI questa linea, la Regione Marche, suo malgrado, ha dovuto dare una risposta definitiva, non si poteva ulteriormente procrastinarla. Se ci fosse stata una possibilità magari era giusto dire di no, premesso, per dirla tutta, che se anche avessimo detto di no il Ministero poteva procedere ugualmente alla dismissione.
Comunque da parte nostra in una situazione come quella attuale - voglio cogliere l’occasione per informare l’Aula dello stato effettivo della trattativa con il Governo nazionale per quanto riguarda il trasporto pubblico locale ferroviario, ossia siamo fermi alla riunione di tre settimane orsono di tutte le Regioni italiane -, a fronte di una necessità di spesa per far funzionare il trasporto pubblico ferroviario locale di circa 1 miliardo e 900 milioni di euro, le disponibilità ad oggi sono pari a 400 milioni di euro. Il che significa una riduzione di circa il 78%. Quindi se le condizioni dovessero rimanere queste – è per questo che tutte le Regioni italiane hanno simbolicamente riconsegnato le chiavi del trasporto pubblico ferroviario –, e non è che dovremo parlare della Fano-Urbino dismessa nel 1987 bensì del 78% delle linee ferroviarie interne, sarebbe veramente un disastro. Ed io penso che questo non potrà essere, per responsabilità collettiva da parte di tutti, Governo centrale e Governi regionali.
Personalmente la questione della linea Fano-Urbino a me dispiace, quando si dismettono delle cose non lo si fa mai con piacere. Nel maggio 2010 appena preso l’incarico di Assessore sono stato subito sollecitato e investito su questo problema e ho detto: “bèh, fatemi un attimo capire, vediamo se è possibile fare qualche cosa”. Poi ho visto sia lo studio Svim e ho fatto degli incontri, sono stato anche a Roma a chiedere e quando ho parlato della possibilità di ripristino della Fano-Urbino si sono messi a ridere: “ma lei è venuto qui per parlare di cose serie o per prenderci in giro?”; a Roma abbiamo parlato di vecchi problemi fra cui anche questo, ma la questione della Fano-Urbino ormai, come posso dire, da decenni non esiste più nella mente di alcuno.
Per cui questa è sostanzialmente una presa d’atto di una situazione che è tale, e di una richiesta pressante da parte dell’Amministrazione provinciale di Pesaro Urbino che invece vuole su quest’area di sedime fare un investimento serio per una pista ciclabile, così come fatto con ottimi risultati in alcune regioni sia del nord che del centro.

Presidenza del Presidente
Vittoriano Solazzi

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere D’Anna.

Giancarlo D’ANNA. Innanzitutto ringrazio l’Assessore Viventi per la tempestività con la quale ci ha dato queste informazioni, che per chi si è occupato di quella linea ferroviaria non sono certo delle novità.
Invece la novità, se mi consente Assessore, è quella di una clamorosa marcia indietro della Regione Marche. Infatti la Regione Marche nell’accordo di programma Stato-Regioni del 2009 tra le priorità aveva inserito proprio la Fano-Urbino.
Quindi questo diniego nei confronti di una opportunità, che non necessariamente doveva essere immediata, è sicuramente una marcia indietro, un autogol che ritengo gravissimo. E’ vero che siamo in una fase in cui mancano le risorse, ma ove si cercano anche dei sistemi alternativi alla gomma per ridurre il fenomeno pericolosissimo delle polveri sottili.
Inoltre, Assessore, ci sono anche altri aspetti che non sono stati tenuti in considerazione. Deve sapere che nel corso di questi anni lungo quella linea ferroviaria sono stati commessi dei veri e propri abusi, non sono state cioè rispettate le distanze previste dalla linea ferroviaria stessa. Quindi è ovvio che oggi con questa operazione automaticamente si vanno a sanare quegli abusi pubblici e privati che appunto nel corso degli anni si sono compiuti. E questo allora è un condono, è un condono tombale. E’ gravissimo! Sui condoni si critica il Governo nazionale, ma voi con questa operazione avete condonato tutti quegli abusi che ci sono sui 50 chilometri della linea ferroviaria. Otre a privare, Assessore, l’entroterra di un collegamento che sicuramente sarebbe… (…) Ho capito, ma non c’era bisogno di chiudere definitivamente un capitolo. Perché, ripeto, il fatto grave a questo punto è proprio il condono tombale che si fa su una serie di abusi che ci sono lungo questa linea ferroviaria. Questo lo denuncio con forza.
Inoltre, Assessore, si continua a citare la Svim quando sappiamo benissimo che è un organismo interno alla Regione Marche e quindi, fermo restando la professionalità, ovviamente ha un occhio di riguardo sui percorsi che vuol fare o non vuol fare la Regione. (…) Assessore, però mi faccia parlare.

PRESIDENTE. Però, Consigliere D’Anna, non è un punto all’ordine del giorno. Lei ha fatto una richiesta e l’Assessore gentilmente le ha risposto. Ora magari concedo tre minuti a chi vuole intervenire, ma voglio anche dire che eventualmente c’è una possibilità per uscire da questa discussione in modo corretto, ossia quella che tre Consiglieri per la prossima seduta assembleare richiedono di iscrivere questo punto all’ordine del giorno.

Giancarlo D’ANNA. Bene, Presidente, allora faccio la richiesta per la prossima volta a nome di Zaffini, Marangoni e D’Anna.

PRESIDENTE. Va bene. Quindi ora la prego di concludere.

Giancarlo D’ANNA. Concludo dicendo che tra le altre cose è stato anche sottovalutato l’interesse del Genio Ferrovieri. Viene smentito dalla Regione ma così non è. Anzi, qualche domenica fa in occasione della dodicesima edizione della “Festa della Stazione” a Fermignano, che è un nodo centrale di questa ferrovia, il Genio Ferrovieri era come sempre presente. E nella presenza del Genio Ferrovieri c’è qualcosa di logico. Dovete infatti sapere che il Genio Ferrovieri come compito istituzionale ha quello di ricostruire le ferrovie. E lo sta facendo all’estero! Cioè i nostri militari sono costretti a ricostruire ferrovie in Albania, in Romania in situazioni di difficoltà, e quello per loro è una palestra. Insomma, noi avevamo una palestra a portata di mano che quantomeno, Assessore, poteva essere utile per ricostruire - o meglio, per rimettere in attività, che forse è più corretto, perché già in diverse occasioni con gli amici della Ferrovia Valle Metauro abbiamo utilizzato quella linea -, per collegare Fossombrone, poteva essere un segnale di quella metropolitana leggera – o chiamatela come volete - che già c’è.
Altre nazioni, altre realtà vanno a costruire delle linee filo tranviarie perché capiscono che il futuro è il trasporto pubblico, mentre noi andiamo a castrare un’opportunità che già c’è.
Tra le altre cose, Assessore Viventi, c’è anche un’altra contraddizione. La stessa Provincia di Pesaro Urbino che vuol fare la pista ciclabile dice sì, però andiamo a ricostruire un’altra ferrovia a fianco della superstrada senza tenere conto di tutti gli espropri che devono essere fatti. E’ una cosa demenziale!
Credo che qui ci sia una grossa presa in giro. La Provincia di Pesaro Urbino dice che fa la pista ciclabile. Ci crediamo. Se invece dice che fa la nuova ferrovia a questo non possiamo crederci, non è credibile.
Ma rimane comunque un fatto gravissimo, ossia il condono tombale di tutti gli abusi che sono stati fatti lungo quella linea ferroviaria sia dagli enti pubblici che dai privati.
Quindi ringrazio il Presidente Solazzi di aver suggerito di riaprire questo dibattito perché sicuramente nei prossimi giorni…

PRESIDENTE. Io non è che do suggerimenti di questo tipo…

Giancarlo D’ANNA. Sì, però mi ha ricordato che...Grazie Presidente.

PRESIDENTE. Il regolamento dice che non possiamo aprire oggi la discussione. Ora brevemente do la parola prima alla Consigliera Foschi e poi al Consigliere Ricci…

Giancarlo D’ANNA. Anche il Presidente Spacca ha votato favorevolmente. Perfetto.

PRESIDENTE. Prego, Consigliera Foschi.
Elisabetta FOSCHI. Prendo atto che la Regione Marche ha proseguito su questo argomento esattamente come ha fatto la Provincia di Pesaro Urbino, cioè ignorando l’ultima indicazione utile data dalle rispettive Assemblee.
Questa Assemblea legislativa, infatti, non si è più espressa in merito all’opportunità del ripristino di quella tratta, quindi l’ultimo suo pronunciamento diceva esattamente l’opposto di quello che ieri ha fatto la Giunta.
Ritengo sia un primo punto di scorrettezza. Ripeto, è lo stesso iter che ha adottato la Provincia di Pesaro Urbino, che con atto di Giunta ha deciso anch’essa una cosa esattamente opposta rispetto a quello che era il mandato del Consiglio provinciale.
Qui c’è pertanto una conflittualità forte, che denuncio, e uno scarso rispetto nelle due Istituzioni del mandato elettivo; l’Assemblea è composta da chi è stato eletto dalla popolazione per cui il suo pronunciamento deve essere assolutamente preso in considerazione.
L’Assessore Viventi dice che c’è stata una richiesta pressante della Provincia di Pesaro Urbino, allora prendo atto che si dà peso al pronunciamento della Provincia, ma non si dà peso ai pronunciamenti dei Comuni interessati dalla tratta. L’ultimo, in ordine cronologico e anche in ordine di posizione sul collegamento, è quello del Comune di Urbino che neanche un mese fa si è espresso fortemente affinché sia percorsa ogni possibilità. (…) Scusi, Assessore Viventi, non si è percorsa ogni possibilità, perché il convincimento dell’istituzione Regione Marche su questo tema non c’è stato. Non c’è stato! E’ vero che il Genio propone in continuazione la stessa possibilità, fermo restando che occorre trovare un’intesa, ma questa non è stata seriamente percorsa.
Lo stesso piano strategico che la Provincia di Pesaro Urbino ha votato in Consiglio qualche giorno fa, con grosse perplessità anche nella maggioranza, se lei ha modo di vederlo è un piano fantasioso più che strategico, fa riferimento a una costruzione di una nuova tratta ferroviaria, che è, come lei prima ha avuto modo di dire ascoltando l’intervento di chi mi ha preceduto, un piano fantasioso.
Ripeto, c’è una nuova tratta ferroviaria che percorre tutto l’asse della Fano-Grosseto, quando ancora non abbiamo completato neppure la Fano-Grosseto, come pure parliamo di pista ciclabile a lato della Fano-Grosseto e a lato della nuova ferrovia.
Dunque quel piano è una follia che non si realizzerà mai. Sono solo le produzioni di un Presidente di Provincia che elabora fantasie in cerca di una luce nei media nazionali, di concreto c’è ben poco.
Ecco, tra questo ben poco c’è la dismissione di una tratta, che invece per l’entroterra, quindi non solo per il comune di Urbino, poteva rappresentare una grande opportunità. Una grande opportunità anche per quel turismo di cui spesso si dice può essere sviluppato anche nel collegamento tra la costa e le aree interne, ma che così sarà difficile realizzare. Perché per quanto bello sia poter andare in bicicletta in Urbino è assolutamente difficile, e comunque non si doveva escludere la possibilità di un ripristino della tratta ferroviaria, perché il percorso ciclabile poteva essere analogamente realizzato in altra sede.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Ricci.

Mirco RICCI. Non voglio entrare assolutamente a discutere di forme strane di condoni, non mi interessa Consigliere D’Anna, lì se c’è un problema lo si vede, lo si denuncia, lo si chiarisce, figuriamoci, il punto semmai è un altro.
Invito su questo tema a mantenere sì quell’idea sulla mobilità su ferro necessaria a questa regione, ma anche, come dire, un sano realismo.
Quella vicenda io l’ho seguita per dieci anni quando ero Assessore ai lavori pubblici in Provincia, si è cercato di salvare quella ferrovia il più possibile, cercando insieme la Regione Marche di salvare il ramo secco di Pergola-Fabriano, finanziato per alcuni anni con il contributo della Regione Marche, altrimenti saltava.
Quindi il tema di una ferrovia trasversale nella provincia di Pesaro Urbino, per evitare che pesarese, fanese, urbinate e le aree interne debbano andare a Roma passando per Falconara, è stato sempre un grande tema. Questa è una domanda che dobbiamo porci e che il piano delle infrastrutture della Regione deve raccogliere. Ma secondo il mio punto di vista - lasciamo perdere quello che pensa la Provincia, in questo momento mi interessa il giusto – se noi dobbiamo individuare una stazione che sia funzionale alle aree interne basta individuare Fossombrone, che è al centro della tratta Fano-Grosseto già attiva, lo si collega con Pergola e si è in rete nazionale trasversale. Fossombrone-Pergola-Fabriano e vai a Roma. Urbino da Fossombrone sono dieci chilometri, per Fano fai la superstrada.
Se uno pensa di trovare le risorse per ripristinare trenta chilometri della vecchia ferrovia, 47 passaggi a raso…L’infrastruttura rotabile, Consigliere D’Anna, lei lo sa come me, non è più a norma né europea e nemmeno comunale, le occupazioni, d’accordo, la distanza dalle abitazioni non è più a norma europea, le gallerie non sono più buone neanche per farci la cuccia di un cane, insomma, servono milioni di euro solo per le manutenzioni.
Se fossimo in una fase in cui questo Governo invece di fare il ponte sullo Stretto di Messina – permettetemi una nota polemica – investe sulle ferrovie, allora io direi, benissimo, troviamo il modo di rifinanziare quell’opera e quindi salvare la ferrovia. Ma realisticamente dico che in un prossimo futuro saremo bravi se riusciremo a realizzare il tratto Pergola-Fossombrone, appunto per mantenere un punto di ferrovia trasversale della provincia di Pesaro Urbino verso la rete nazionale.
Se pensiamo invece di rifare la Fano-Urbino convincendo le persone che sia possibile farla per questioni logistiche, infrastrutturali, ambientali, urbanistiche, noi le illuderemo soltanto. Siccome io non voglio illudere penso che sia utile mantenere un punto fermo. Ossia, la Provincia di Pesaro Urbino ha bisogno di un collegamento trasversale allora penso sia utile individuare nell’area di Fossombrone una stazione per le aree interne e che il resto possa essere valorizzato sotto il profilo turistico anche con una pista ciclabile in ciò che è il residuo della Fano-Urbino.
Questo lo vedo come un discorso realistico che può funzionare, il resto sono battaglie su temi che non avranno uno sbocco né adesso né fra vent’anni.
Io mi accaloro per averla ripetutamente seguita con il Ministero della difesa per far arrivare il Genio militare che rifaceva la ferrovia, sia incontrando Ministri, facendo ogni tentativo per cercare di capire se era possibile. Insomma, non c’è un dato oggettivo di nessuna natura a sostegno di quel ripristino.
Della metropolitana leggera ne abbiamo parlato, i funzionari sono andati a vedere la Merano-Malles per vedere come funzionava, voglio dire, cioè, che sono stati fatti tanti tentativi. Oggi mi sembra che il ragionamento debba essere mantenuto in piedi, la ferrovia alla provincia di Pesaro Urbino serve, ma dobbiamo ragionare in maniera diversa, perché se puntiamo su quel ripristino ho l’impressione che illuderemo soltanto la cittadinanza di quella provincia.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Bucciarelli.

Raffaele BUCCIARELLI. Voglio ricordare all’Aula e all’Assessore Viventi che questa Assemblea legislativa regionale ha votato in più di un’occasione e all’unanimità il mandato alla Giunta per redigere un progetto di fattibilità di recupero della linea ferroviaria Fano-Fabriano - anzi, per essere più precisi, si parlava di Fano-Fabriano-Citivanova -, riprendendo un progetto molto vecchio che riguardava un collegamento Sant’Arcangelo di Romagna-Roma.
L’Assemblea legislativa approvò all’unanimità, ma il Governo come sempre fa quello che vuole.
Vorrei sbagliarmi ma non mi risulta che ci sia uno studio, non mi risulta che siano state fatte delle indagini o che ci siano delle proposte. E in assenza di proposta ha ragione il Consigliere Ricci quando dice che dobbiamo essere realisti. Voglio però ricordare al Consigliere Ricci, che vota sempre, per esempio, il ripascimento delle spiagge marchigiane, che con i milioni di euro con cui si illude di domare il mare probabilmente si potrebbero invece fare delle ferrovie; cioè, sogna di domare il mare, ma quando si parla di ferrovie dobbiamo essere, dice, molto concreti e realistici. Più realisti del re, tanto è vero che rinunciamo all’idea di riaprirla!
Credo che la Giunta regionale abbia fatto non male ma malissimo. E guardate, non ha fatto malissimo, a mio avviso, perché ha soddisfatto una richiesta continua della Provincia, ma ha fatto malissimo perché così facendo rinuncia ad uno sviluppo alternativo della nostra regione. Rinuncia alla valorizzazione del territorio e delle sue parti interne attraverso il mezzo di trasporto di massa meno inquinante. Rinuncia alla fine anche ad un risparmio sul trasporto pubblico locale. Perché, guardate, questo Governo e anche l’Assessore sono molto bravi a piangere sui tagli del Governo nazionale – e fanno bene perché è vero che il Governo nazionale taglia –, ma finora non hanno fatto nessunissima proposta di riduzione del trasporto pubblico locale. Hanno mantenuto i rapporti privilegiati con le varie aziende su gomma e manca un progetto unico. La famosa metropolitana di superficie non è realizzabile se nelle Marche non avremo un’unica società di trasporto locale. E questa è tanto più agevole realizzarla quanto più avremo strutture e infrastrutture che costano meno in manutenzione, meno in costi ambientali, Consigliere Cardogna, meno in costi di inquinamento delle strade.
E l’unica alternativa è la ferrovia, quindi ecco perché la Giunta ha fatto malissimo.
Chiedo dunque ai colleghi – su questo farò una proposta - di riportare al centro della discussione dell’Assemblea legislativa questo tema prima che venga discusso il piano della logistica; peraltro se verrà discusso, perché è stato fermo un anno poi adesso è stato ripresentato, ma forse la Giunta lo ritira e lo rimodificherà, non lo sappiamo. Però sappiamo che senza progetti e senza la capacità di sognare uno sviluppo diverso noi siamo già morti, siamo delle larve. E io, se mi consentite, a questo gioco mi sottraggo.

PRESIDENTE. Ha la parola l’Assessore Marcolini.

Pietro MARCOLINI. Io invece penso che la decisione della Giunta regionale sia un atto di responsabilità doveroso. Perché, pur comprendendo le ragioni che hanno per esempio motivato l’intervento del Consigliere Bucciarelli circa le difese dell’ambiente o la preferibilità del ferro sulla gomma e tutte le tematiche sottostanti, c’è una presa d’atto di una situazione determinatasi storicamente.
La Provincia di Pesaro Urbino ci ha chiesto formalmente di procedere a questa decisione sulla scorta, come dire, di una rassegna ricognitiva delle possibilità fattuali. Parliamo di questa cosa da venticinque anni, il tratto è stato divelto, da Fano ad Urbino ci sono 400 passaggi stradali extraurbani che dovrebbero essere ripristinati –sto dicendo di quella che è stata la condivisione della scelta fatta -. Quindi parliamo di fantasie che vengono alimentate artatamente circa la realizzazione di un tracciato ferroviario che il Governo soltanto nell’ultima finanziaria ha tagliato per il 75%, da 1.850 milioni a 450 milioni. Il ferro di spettanza statale è stato decurtato strategicamente sul piano nazionale e tombalmente sigillato negli ultimi anni da questo Governo.
E’ dunque pensabile, con le ristrettezze e con il collasso del trasporto su ferro e su gomma, ipotizzare una reinfrastrutturazione? Che in termini di valori assoluti è auspicabile, certo, ma venticinque anni fa, adesso invece si tratta di ovviare ai 400 passaggi, alla confusione di proprietà che si è realizzata nel corso degli anni, all’uso consuetudinario, che era una divisione e che invece è stata stabilita come una connessione. Quindi realisticamente i Comuni finitimi e la Provincia hanno deciso di trasformare quella struttura in una pista ciclabile, che è l’uso compatibile ambientalmente qualificato che noi di essa dobbiamo fare. Quindi è perché in parte è storicamente datata e in parte necessitata, inoltre l’impiego è ambientalmente qualificato.
Per cui è quello che possiamo fare, non quello che desideriamo. Saremmo tutti quanti contenti di poter avere un potenziamento delle linee ferroviarie con una metropolitana di superficie, come stiamo facendo per esempio ad Ancona con Camerano, appena inaugurata, oppure Ikea, Torrette…(…) No, no, si sbaglia Consigliere Bucciarelli! L’ha fatto con i soldi regionali, con gli appalti regionali, con i soldi dello Stato e della Regione. E’ inconfutabile.
Fatto sta, ripeto, che la Regione fa quello che può fare, non quello che desidera. Il campo delle riflessioni che ho sentito stamattina è quello dei desiderata, quello invece su cui si cimenta la Giunta è quello delle possibilità.


Proposta di legge n. 109 (testo base)
della Giunta regionale
“Attribuzione delle funzioni in materia di servizio di gestione integrata dei rifiuti urbani”

Proposta di legge regionale n. 62
del Consigliere Latini
“Nuova organizzazione del servizio idrico integrato e del servizio di smaltimento dei rifiuti – modifiche alla legge regionale 22 giugno 1998, n. 18 (Disciplina delle risorse idriche) e alla legge regionale 12 ottobre 2009, n. 24 (Disciplina regionale in materia di gestione integrata dei rifiuti e bonifica dei siti inquinanti)”

Proposta di legge regionale n. 78
dei Consiglieri Massi, Marinelli, Acquaroli, Bugaro, Carloni, Ciriaci, Natali, Trenta, Zinni
“Modifiche alla legge regionale 12 ottobre 2009, n. 24 (Disciplina regionale in materia di gestione integrata dei rifiuti e bonifica dei siti inquinati”

Nuova titolazione: Attribuzione delle funzioni in materia di servizio di gestione integrata dei rifiuti urbani e modifiche alla legge regionale 12 ottobre 2009, n. 24 “Disciplina regionale in materia di gestione integrata dei rifiuti e bonifica dei siti inquinati”

Abbinate

(Discussione e votazione)


PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca la proposta di legge n. 109 ad iniziativa della Giunta regionale, la proposta di legge n. 79 ad iniziativa del Consigliere Latini, la proposta di legge n. 78 ad iniziativa dei Consiglieri Massi, Marinelli, Acquaroli, Bugaro, Carloni, Ciriaci, Natali, Trenta, Zinni, abbinate.
Ha la parola il relatore di maggioranza Consigliere Ricci.

Mirco RICCI. La proposta di legge all’esame dell’Assemblea legislativa che modifica la l.r. 24/2009, è da qualificarsi come un atto normativo necessario, in quanto scaturisce dalla necessità di dare attuazione alle disposizioni di legge statali in tema di soppressione (a far data dal 31 dicembre 2011) delle Autorità di ambito di cui all’articolo 201 del d.lgs. 152/2006 (Norme in materia ambientale) e dei consorzi obbligatori di funzioni tra enti locali.
Attualmente la materia è disciplinata dalla l.r. 24/2009 che individua nei territori provinciali gli Ambiti territoriali ottimali (ATO) e nei Consorzi obbligatori tra Comuni e Provincia l’Autorità d’ambito alla quale è trasferito l’esercizio delle competenze in materia di gestione integrata dei rifiuti.
Con la soppressione delle autorità d’ambito (intervenuta con l’articolo 2, comma 186 bis, della legge 191/2009) le Regioni sono chiamate ad attribuire con legge le funzioni già esercitate dai predetti organismi, nel rispetto di sussidiarietà, differenziazione e adeguatezza.
La proposta originaria arrivata in Commissione individuava solo nelle Province, ad eccezione dell’ambito di Macerata - l’ente che doveva assorbire questa competenza – dove era prevista la convenzione fra i Comuni ai sensi dell’articolo 30 del Testo unico degli enti locali, il livello istituzionale al quale attribuire le funzioni di governo esercitate dalle Autorità d’ambito. Tale scelta si muoveva nella direzione di favorire la semplificazione dell’attuale sistema regionale di governo dei rifiuti, riconducendo a un livello istituzionale di area vasta, la Provincia, il coordinato ed economico svolgimento di tutte le attività.
In relazione alle indicazioni emerse nel confronto fra gli enti locali nelle audizioni tenute in IV Commissione, sostanzialmente favorevoli al modulo organizzativo della convenzione fra gli enti locali e per tutti gli ambiti territoriali, e dunque non solo per Macerata, si è prodotto un testo, che oggi è in Aula, che tenesse conto delle evenienze, prevedendo che le funzioni già esercitate dall’Autorità d’ambito siano svolte dai Comuni e dalla Provincia ricadenti in ciascun Ambito territoriale ottimale mediante convenzione obbligatoria ai sensi dell’articolo 30 del Testo unico.
La convenzione prevede la costituzione dell'Assemblea territoriale d'ambito (ATA) quale organo costituito dai Sindaci dei Comuni e dal Presidente della Provincia dotato di autonomia gestionale e di bilancio.
Tale scelta organizzativa trova giustificazione nel fatto che si tratta di funzioni strettamente legate ai bisogni dei cittadini, soddisfatti da servizi rivolti alla persona e collocati ad un livello di prossimità per le cui attività di governo è necessario il concorso di tutti i comuni.
Tale soluzione non comporta comunque oneri aggiuntivi per la finanza regionale, perché fanno parte dell'ATA il Presidente della Provincia e i Sindaci.
Le quote di partecipazione degli enti locali all'Assemblea territoriale d'ambito sono determinate in base ai seguenti criteri: 15 per cento ai Comuni sulla base della superficie del territorio comunale; 70 per cento ai Comuni sulla base della popolazione residente in ciascun Comune, quale risulta dai dati del più recente censimento ISTAT; 10 per cento ai Comuni in base alla produzione pro-capite di rifiuti urbani al 31 dicembre dell’anno precedente l’approvazione della presente legge; 5 per cento alla Provincia (noi produrremo alcuni emendamenti che vanno a modificare tali criteri. Ce n’è uno che concettualmente mi sembra sbagliato. Abbiamo quindi trovato il modo attraverso gli emendamenti di modificare le percentuali, aumentando del 5 per cento ai Comuni, ma non premiandoli).
Il coordinamento e l'unitarietà di indirizzo su base regionale è assicurato dalla Conferenza regionale dei Presidenti degli ambiti territoriali ottimali, composto dal Presidente della Regione o suo delegato, che la convoca e la presiede, e il Presidente di ogni Assemblea territoriale d'ambito. E’ una sorta di novità introdotta dalla legge, dà la possibilità ad un coordinamento regionale composto da giunta regionale e presidenti degli ATA di orientare l’indirizzo della programmazione regionale sul tema dei rifiuti
Le funzioni dell'Assemblea d'ambito sono, in particolare: l'organizzazione del servizio di gestione integrata dei rifiuti; l'approvazione del Piano di ambito; l'affidamento del servizio di gestione integrata dei rifiuti secondo la normativa statale vigente (si ricorda che con l'abrogazione dell'art. 23 bis, avvenuta per effetto del referendum di giugno 2011, la norma principe in materia di affidamento è contenuta nell'art. 4 della cosiddetta manovra economica bis di settembre 2011, la quale esclude la possibilità di affidamento in house qualora il valore del servizio superi i 900 mila euro); il controllo della gestione del servizio integrato dei rifiuti, avente ad oggetto la verifica del raggiungimento degli standard economici, qualitativi e quantitativi fissati nel atti di affidamento e nel contratto di servizio stipulato con i soggetti gestori; l'approvazione del contratto di servizio sulla base dello schema tipo approvato dalla Regione; la determinazione della tariffa per la gestione dei rifiuti urbani ed assimilati.
E' previsto, inoltre, che nelle more dell'adeguamento del piano regionale di gestione dei rifiuti e al fine di garantire l'organizzazione dei servizi, l'Assemblea legislativa approvi entro quattro mesi dall'entrata in vigore della presente legge i criteri per l'approvazione del piano straordinario d'ambito, il quale è adottato dall'Assemblea territoriale d'ambito nei successivi quattro mesi.
La successione nei rapporti giuridici ed il regime transitorio sono intese nel senso di assicurare il massimo di continuità nei ruoli dei diversi enti locali e nell'erogazione dei servizi. In relazione a tali esigenze è previsto che i consorzi obbligatori di cui alla l.r. 28/1999 e gli enti locali che alla data di entrata in vigore della presente legge gestiscono i servizi di raccolta, trasporto, trattamento e smaltimento dei rifiuti solidi urbani e assimilati continuano a garantire tali servizi, mantenendo la titolarità dei relativi rapporti, fino all’effettiva attivazione del servizio al nuovo soggetto gestore.
E' previsto, infine, che l’esercizio delle funzioni di cui alla presente legge sia assicurato dal personale dei consorzi obbligatori di cui alla l.r. 28/1999, nonché dal personale messo a disposizione dagli enti aderenti alla convenzione. Il trasferimento del personale è disposto nell’osservanza delle procedure di informazione e di consultazione con le organizzazioni sindacali dei lavoratori dipendenti.



Presidenza della Vicepresidente
Paola Giorgi

PRESIDENTE. Ha la parola il relatore di minoranza Consigliere Silvetti.

Daniele SILVETTI. Sicuramente questa proposta di legge viene approvata in tempi record, grazie al lavoro profuso dalla Commissione e grazie anche alla sapiente e capace direzione del Presidente della Commissione che ha saputo dare i tempi giusti e organizzare i lavori in modo efficace. Gli auspici e le aspettative sono stati sicuramente rispettati, come pure ampiamente rispettati sono stati i termini imposti dell’approvazione entro il 31 dicembre, addirittura con due mesi di anticipo. E questo è un ulteriore fatto positivo di come e quanto l’Assemblea legislativa e quindi le Commissioni stiano lavorando e di quale irriguardoso e a volte irrispettoso atteggiamento si ha nei confronti di Commissioni che producono.
La nostra Commissione è la più operativa in termini di proposte di legge, quindi non si è fatta attendere neppure su un tema così importante che riguarda l’attribuzione delle funzioni alle autorità d’ambito.
Come dicevo i termini sono imposti per legge. Arriviamo in Aula avendo migliorato una proposta di legge che arrivava all’attenzione della Commissione con alcuni paletti e rigide impostazioni.
La Commissione ha lavorato a fondo affinchè venisse scongiurato uno di quegli aspetti più critici, secondo me e secondo alcuni commissari, ossia l’ipotesi di accentrare tutto il controllo sotto un’agenzia regionale. Su questo c’è stato un grosso dibattito, c’è stato un approfondimento importante. Dopodichè la sintesi è stata quella auspicata sin dall’inizio, cioè quella di voler valorizzare le autonomie locali, dando al territorio il controllo di uno degli aspetti più importanti e rilevanti della società, il controllo dello smaltimento rifiuti, che in alcuni angoli non troppo lontani della nostra penisola viene evocato come uno degli aspetti più critici di una società organizzata.
Ebbene, arriviamo con una proposta di legge organica, articolata, con cui si dà ai Comuni e alle Province un compito preciso, quello di svolgere all’interno delle assemblee territoriali d’ambito un’opera di coordinamento, di approfondimento, di analisi e di attento controllo del territorio. Ritengo che questa sia stata la chiave di volta, è quella che ha caratterizzato questa proposta di legge che arriva oggi all’attenzione dell’Aula in modo direi piuttosto efficace.
Il collega Ricci ha fatto riferimento a un paio di aspetti critici che ancora sono presenti in questa legge. E un altro aspetto ancora irrisolto, secondo me, è l’affidamento in house, che in qualche modo ci pone sotto qualche rischio. Sappiamo bene quali siano le prescrizioni a livello comunitario, sappiamo quali sono gli indirizzi, per cui su questo forse la legge un pochino pecca perchè non è stata trovata una soluzione proprio definitiva.
Però complessivamente la valutazione è positiva, è stata attenta a dare dei giusti paletti laddove si è data sostanza al piano d’ambito di cui ogni Provincia si dovrà attrezzare, laddove si parla di compimento di un’analisi, di modello di gestione e di organizzazione. Inoltre si formulano i criteri base con cui possono essere stipulati accordi, seppur fatta eccezione per il cosiddetto affidamento in house.
Il contenimento dei costi era fra le prerogative di questa legge, nel momento in cui si fa un affidamento e si utilizzano le strutture e gli impianti degli enti locali, si è comunque provveduto ad individuare forme di compensazione, a fronte appunto delle dotazioni delle strutture che gli enti locali danno ai soggetti che svolgono l’attività di cui stiamo parlando.
Complessivamente è una legge che recepisce quelle che erano le istanze della Commissione. Arriva in Aula in modo efficace. E’ una legge che prende a spunto anche alcun princìpi ed aspetti contenuti nelle altre proposte di legge, la 62 e la n. 78.
Ho visto adesso alcuni emendamenti, per quanto mi riguarda non c’è parere contrario. Ritengo che se questa proposta di legge non sarà stravolta possa essere accolta.

PRESIDENTE. La discussione è aperta. Ha la parola il Consigliere Acquaroli.

Francesco ACQUAROLI. Aggiungo poco perché condivido ciò che ha detto poc’anzi il Consigliere Silvetti. Voglio però rappresentare lo spirito degli emendamenti presentati nella sua architettura complessiva.
Nella nostra regione abbiamo cercato di tutelare le esperienze che sul territorio avevano rappresentato delle eccellenze, come il Consmari nella provincia di Macerata che oltre ad aver portato a risultati nella gestione del servizio ha raggiunto anche risultati competitivi tanto da essere punto di riferimento per il territorio regionale ed extraregionale.
L’affidamento in house per come concepito nella legge potrebbe essere messo in discussione dalla partecipazione delle quote di ripartizione da parte della Provincia. Quindi su questo abbiamo presentato un emendamento che toglie la quota del 5% della Provincia. Secondo noi è un passaggio indispensabile per non mettere in discussione l’affidamento in house da parte delle Province. Lo riteniamo importante. Non vediamo nulla che possa contrastare rispetto alla presidenza dell’ATA. E’ semplicemente una questione che potrebbe chiarire e dare un’ulteriore spinta per favorire le eccellenze raggiunte nel nostro territorio.
Un altro emendamento riguarda la gestione del personale, che venga inserito nel piano d’ambito, affinchè rispetto alla gestione del personale esistente possa essere fatta chiarezza in maniera inequivocabile fin da subito.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Giancarli.

Enzo GIANCARLI. Voglio ringraziare la Commissione. Un grazie particolare al relatore di maggioranza Mirco Ricci e al relatore di minoranza Daniele Silvetti.
L’essere riusciti a portare in Aula una legge che riguarda una materia delicatissima su un concetto di semplificazione, trasparenza, sussidiarietà, credo sia un fatto significativo. Possiamo discutere su quanto diceva ora il Consigliere Acquaroli, cioè sul ruolo o meno della Provincia, ma sta di fatto che il ruolo è tutto delle Istituzioni locali. E come ricordava il Consigliere Ricci nella relazione di maggioranza, è stato completamente cambiato l’approccio iniziale che invece era quello che vedeva un ruolo determinante della Provincia. Oggi il ruolo determinante ce l’ha il sistema delle autonomie, Comuni e Province insieme, e soprattutto i Comuni che di fatto detengono quasi la totalità delle quote.
Però quando parliamo di questi argomenti dobbiamo vederli rispetto a quella che è la costruzione di un moderno sistema di gestione dei rifiuti, ovvero la gestione integrata, un tema di forte rilevanza pubblica e di forte impatto ambientale.
Occorre costruire anche un piano nazionale – non vogliamo chiedere nulla, queste cose vanno costruite, quindi ciò che sto per dire non è sicuramente una critica – per la riduzione dei rifiuti.
La recente crisi economica non ha prodotto la riduzione di una richiesta di materie prime, ma la riduzione dei rifiuti alla fonte, allora il recupero di materie e di energia può essere una risposta importante, una risposta che può contribuire a diminuire l’impatto del consumo di materia prima, quindi con ricadute positive sull’ambiente e anche, se vogliamo, rispetto al rallentamento dei cambiamenti climatici.
Ecco, noi vogliamo stimolare il ciclo virtuoso dei rifiuti, anche come opportunità per costruire crescita, sviluppo. E qui c’è una direttiva europea che ci aiuta, per cui nelle Marche, nelle altre regioni e in Italia è a quella direttiva che dobbiamo attestarci. Ovvero la cosiddetta gerarchia dei rifiuti, ridurre, prepararci per il riutilizzo, il riciclaggio, il recupero di altro tipo (per esempio il recupero di energia), lo smaltimento. Quindi significa chiudere con la stagione delle discariche, che a sua volta significa dare forza, dare spazio ai territori, dare tranquillità a quelle comunità che magari sono preoccupate.
Dobbiamo chiudere la stagione di chi maggiormente produce inquinamento dei suoli e dell’acqua, perché crea rischi per la salute e peggiora nei territori la qualità della vita.
E quindi ridurre la produzione dei rifiuti, riutilizzare i beni che possono avere ancora una funzione, riciclare i materiali e recuperare energia da ciò che resta dai processi virtuosi. Permettere davvero di far diventare residuale il problema dello smaltimento degli scarti delle varie lavorazioni.
Il sistema pianificatorio di regolazione deve creare le condizioni di coerenza complessiva del sistema, rispettando le gerarchiche comunitarie per la gestione dei rifiuti deve saper corrispondere alla scala territoriale adeguata un’altrettanta adeguata disponibilità impiantistica.
Voglio ricordare che nella nostra regione ci sono impianti di trattamento meccanico biologico ad Ascoli Piceno, Fermo, Macerata. Tutti conoscono il Consmari. Nella provincia di Ancona a Corinaldo c’è un moderno impianto di compostaggio. Come c’è un compostaggio di qualità a Maiolati Spontini. E potrei continuare. La regione Marche negli anni non ha più investito negli impianti di smaltimento in discarica, da tempo investe su questi impianti, ma soprattutto il punto di forza rispetto a quella gerarchia è la raccolta differenziata.
E il tutto non può che avvenire dentro un percorso di trasparenza, di democrazia, di partecipazione e di sussidiarietà, che appunto è quello che cerca di fare questa legge.
Giustamente il Vicepresidente della Commissione Silvetti esprimeva un dubbio, e ha ragione, perché rispetto ad un grande problema irrisolto in questo Paese, ovvero quello dell’affidamento e gestione dei servizi pubblici locali, rispetto al tema dei beni comuni - cito l’acqua, che è cosa diversa, lì chiarezza è stata fatta dai cittadini con i referendum - preoccupazioni ci sono.
Però con la lettera d) dell’articolo 2 abbiamo cercato di dare risposta anche a questo vuoto, quando cioè scriviamo che l’affidamento va fatto secondo le disposizioni statali vigenti. So che dal punto di vista politico c’è a volte uno scarto fra i pronunciamenti dei cittadini e la normativa, ma credo che qui abbiamo fatto il massimo, abbiamo appunto scritto “l’affidamento, secondo le disposizioni statali vigenti, del servizio di gestione integrata dei rifiuti, comprensivo delle attività di realizzazione e gestione degli impianti, della raccolta, della raccolta differenziata, della commercializzazione, dello smaltimento e del trattamento completo di tutti i rifiuti e assimilati prodotti nell’ATO”, dentro quella costruzione democratica che è l’ATA, composta dal presidente della Provincia e dai sindaci dei Comuni.
Anche i tempi sono ragionevoli. Ci sono alcune preoccupazioni, penso alla Provincia di Fermo, ma credo che sicuramente nella costruzione dei criteri per il piano d’ambito e nell’attuazione di questa legge riusciremo in tempi brevi a dare risposte ai nostri territori, soprattutto ancorandoci ad un percorso trasparente e democratico costruito con il ruolo determinante delle istituzioni locali.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Marangoni.

Enzo MARANGONI. Avendo sentito l’opinione dei Consiglieri di maggioranza e di minoranza sarò una voce un po’ fuori dal coro.
Il Governo nazionale, il legislatore nazionale ha tracciato il percorso, da realizzare nei prossimi anni, di soppressione degli enti Provincia. Per cui credo che nel nostro legiferare a livello regionale dovremmo fin da subito tener conto di questo percorso e non continuare, come stiamo facendo anche con questa legge, ad ignorare, appunto, questo percorso. Stiamo infatti continuando ad attribuire competenze, ruoli e importanza a un ente che è stato deciso di togliere in quanto assolutamente inutile oltre che costoso.
Quindi certamente favorirò quegli emendamenti finalizzati a ridurre l’impatto e il ruolo della Provincia.
Nell’insieme sono favorevole alle finalità di questa legge, ma per come è stata scritta, per il ruolo attribuito alle Province, ai Presidenti delle Province, sono assolutamente contrario
Quindi complessivamente valuterò alla fine se approvare o meno. Terrò conto dell’approvazione degli emendamenti che riducono il ruolo di questo ente inutile, la Provincia. Aspetto che dovremmo considerare anche nelle prossime proposte di legge. Invito cioè l’intera Assemblea legislativa a tener conto del percorso tracciato, non dobbiamo continuare a fare proposte di legge che danno peso a un ente che dovremmo trascurare in quanto destinato ad essere abolito.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Latini.

Dino LATINI. In premessa voglio ringraziare i componenti della IV Commissione per il lavoro che hanno svolto. Un lavoro lineare dal punto di vista della tracciabilità, dell’organizzazione legislativa delle singole norme del testo base, e che ha tenuto anche conto, attraverso le modifiche apportate, del lavoro che personalmente ho svolto con la proposta di legge n. 62 da me presentata.
Il secondo dato estremamente importante che vorrei sottolineare, evidenziato anche da altri, è il fatto che essendoci proposte della maggioranza, dell’opposizione e della Giunta regionale, questo tema è sicuramente sentito da tutte le parti. Tutte infatti hanno concorso in ugual modo per trovare una soluzione positiva.
La ricaduta nei territori è da un verso urgente e dall’altro è fortemente impattante, quindi è sentita sia da quella popolazione in cui vi sono strutture relative ai rifiuti, sia dalla popolazione nel suo complesso che ovviamente è interessata alla realizzazione del servizio e soprattutto al suo costo, un dato da non trascurare.
L’aspetto che vorrei evidenziare rispetto a chi mi ha preceduto, con cui concordo sostanzialmente, si riferisce a un dato che non compare nell’articolato di legge bensì nei principi. E’ un dato che va sì nel tentativo positivo di dare una riorganizzazione a questa particolare materia, ma che secondo non viene evidenziato a sufficienza, è cioè la finalità dei rifiuti e del loro trattamento. Una finalità che ritengo dovrebbe presiedere, nell’attuazione della legge stessa, agli impegni che dovranno prendere le strutture amministrative, gli organi di Giunta, l’Assessore in testa, e gli organi deputati all’assemblea che nascerà e soprattutto a coloro che nei singoli territori dovranno attuare le scelte compiute dal piano.
Se non teniamo conto che nella finalità futura di questa legge vi è lo sbocco della riconversione dei rifiuti e la loro trasformazione in energia rinnovabile, che mi sembra sia stato un tabù negli anni scorsi per parte della regione, non raggiungeremo l’obiettivo e la legge rischia così di nascere strabica, cosa che nessuno vuole, tanto meno li sottoscritto.
E’ una finalità sottesa alla legge stessa ma che in futuro dobbiamo riconvertire sul piano normativo. Altrimenti il rischio sarà quello di pensare che con questa legge non ci saranno più discariche, più siti, più impianti di selezione, quando in realtà il problema più urgente è trovare o un’alternativa a queste strutture oppure continuare a focalizzare le guerre fra territori nel momento in cui si individua l’ampliamento di una discarica, la realizzazione di un'altra oppure la chiusura di un sito.
Questo la legge non lo vuole, quindi a mio avviso vi è un passo ulteriore su cui ci dobbiamo spingere. Tenendo sempre conto che sia le direttive europee ma soprattutto la sensibilità umana ci porta a dire che le scelte devono essere curate per quanto riguarda la tutela dell’ambiente e della persona.
Su questo dato inserisco anche il discorso dei presupposti. Perché se la legge dà una chiarificazione completa della semplificazione delle strutture, quindi l’ATA e lo strumento principale, il piano – al di là del piano straordinario che in una prima fase verrà emanato dalla Regione –, poi queste due grandi nuove entità dovranno combaciare con gli impegni già assunti, con le situazioni già in essere. E quindi con i dati di presupposto che per un verso sono positivi, non ci sono più contestazioni, ma dall’altro sono ancora motivo di fortissime tensioni.
Per farlo non credo ci sia soltanto bisogno di un’assemblea in cui tutti i sindaci partecipano in proporzione a certe percentuali, su cui si può discutere, bisogna che ci sia una intitolazione di una regia ben chiara e che va al di là del singolo piano. Altrimenti rischiamo di trovarci con dei piani completamente diversi l’uno dall’altro rispetto all’ambito in cui ricadono. Quella regia che l’articolo 3 dà alla regione in termini consultivi e di controllo credo debba essere invece in termini propositivi. Altrimenti ci ritroveremo con marce diversi su ambiti diversi e con valutazioni diverse, quindi con conseguenze nettamente diverse le une dalle altre, per cui le finalità stesse rischieranno di trovarsi intoppate da scelte che non sono appunto coordinate in maniera armonica.
Dico questo perché la scelta che si fa oggi ha come piano di attuazione un decennio, quindi questi dubbi che sollevo, che non sono dubbi normativi, devono essere in qualche modo regolamentati sul piano dell’attuazione completa. Altrimenti una legge del tutto positiva rischia appunto di trovarsi zoppa, monca, già tronca al momento della sua attuazione in ogni singola derivazione.
E lo dico anche riguardo il piano d’ambito, che assomiglia a una sorta di consultazione, di osservazione da fare nei successivi trenta giorni, e che si incanala in una sorta di rischio di pletorica consultazione permanente. Invece non deve essere lasciato spazio alle contestazioni, ai comitati, appunto perchè la scelta viene fatta sul piano prettamente tecnico, come dovrebbe essere a quel punto una volta emanata la legge.
Il quarto aspetto che vorrei segnalare, indicato anche da chi mi ha preceduto e che assumerà una rilevanza determinante, è il seguente. Se è vero, come ormai tutti dicono, che siamo in procinto di un’ulteriore manovra finanziaria nazionale che inciderà fortemente in senso positivo sui servizi pubblici, noi dobbiamo metterci nell’ottica che l’igiene urbana, che i rifiuti saranno toccati riguardo le modalità dei servizi gestiti in house o con aziende municipalizzate o con società partecipate in maggior parte dai Comuni, che saranno investiti da una liberalizzazione, non dico privatizzazione, molto molto significativa e molto rivoluzionaria rispetto all’esistente.
Quindi se è vero che da un lato fotografiamo la situazione attuale con le norme attuali, dall’altro non ci consente di stare tranquilli per quanto riguarda l’aspetto della gestione. E mi riferisco soprattutto ai costi. Perché se questo servizio, come la gestione del servizio idrico integrato, non avrà una regolamentazione immediata in termini di difesa – ma non di difesa corporativa o di difesa pubblica nei confronti del privato – ci ritroveremo che la compartecipazione privata sarà maggiore nell’ambito della liberalizzazione delle varie aziende o delle varie società. Per cui questo influirà nella ottimizzazione dei servizi e quindi nella ricaduta dei costi sui cittadini, molti dei quali ancora sono a Tarsu e non a tariffa, sicchè il trasferimento dell’obbligatorietà dell’applicazione della tariffa sarà fortemente incisivo nelle tasche degli stessi.
Questa valutazione che ho fatto, che è come quella della trasformazione dei rifiuti in energia rinnovabile, costituisce pertanto uno dei punti nodali del futuro dei rifiuti, al di là, ripeto, della norma che stiamo per approvare.
Ultimo aspetto riguarda la salvaguardia delle strutture esistenti. Nella maggior parte dei casi le aziende che oggi gestiscono o in forma associata (tranne quelli dei comuni in economia che sono sempre di meno) o con società partecipate o con aziende municipalizzate, danno un servizio. Al di là della raccolta porta a porta, del numero della differenziata, della capacità che hanno le singole imprese di riutilizzare i rifiuti, ovvero di quella selezione sempre più forte che si sta facendo in ogni angolo del nostro territorio, certo è che queste strutture danno un servizio nel loro complesso del tutto soddisfacente.
Quindi l’annacquamento – uso un termine forte ma non voglio essere polemico – di queste strutture senza una salvaguardia del loro know how, all’interno di una valutazione più ampia in cui il pubblico e soprattutto le Province hanno un forte impatto condizionante le direttive, credo sia un altro rischio che corriamo. Rischiamo cioè di rendere meno efficiente, meno efficace, quindi andando anche contro l’impostazione dell’articolo 2 così come modificato nel testo, proprio lo strumento più importante che questa legge mette in mano al servizio, cioè le risorse umane, le strutture, le modalità di gestione.
Questo, quando sarà fatto, credo debba essere inserito nell’ambito di quella famosa cabina di regia che si invoca a livello regionale, che non può essere soltanto consultiva ma di indirizzo e soprattutto di programmazione e di controllo. E qui invito la Giunta, il Presidente e l’Assessore a far tesoro di queste riflessioni, perché credo che sarà uno spunto fondamentale per non far regredire l’ottimo livello del servizio assunto.

Presidenza del Presidente
Vittoriano Solazzi

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Cardogna.

Adriano CARDOGNA. Molto brevemente. Per dichiarare il voto favorevole del Gruppo dei Verdi sia per il merito che per il metodo di formazione di questo atto. Inoltre per sottolineare con soddisfazione la convergenza delle diverse sensibilità presenti nell’Assemblea su un tema così importante per la sostenibilità del nostro vivere quotidiano.

PRESIDENTE. Se non ci sono altre richieste di intervento passiamo alla votazione.

Articolo 1. Soppresso
Articolo 2.
Emendamento n. 2/1 del Consigliere Latini:
Al comma 1 dell’art. 7 della l.r. 24/2009, come sostituito, le parole “e della Provincia” sono soppresse.

Cosa dice la Commissione? (…) Come, parere contrario? (…) Perfetto.
Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa non approva)

Emendamento n. 2/2 del Consigliere Acquaroli. Decaduto.

Emendamento n. 2/3 del Consigliere Acquaroli:
Alla lett. d) del coma 2 dell’art. 7 della l.r. 24/2009, come sostituito, sostituire le parole “…compresi i rapporti di lavoro del personale;” con le parole “…compresi i rapporti di lavoro e la consistenza numerica personale da definirsi nel Piano di Ambito”

(L’Assemblea legislativa non approva)

Emendamento n. 2/4 del Consigliere Latini. Decaduto.

Articolo 2. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Articolo 2 bis.
Emendamento n. 2 bis/1 del Consigliere Latini. Decaduto.
Emendamento n. 2 bis/2 dei Consiglieri Ricci e Giancarli:
All’art. 8, comma 3, lett. a) della l.r. n. 24/2009, così sostituito, le parole “15 per cento” sono sostituite dalle parole “20 per cento”

Parere favorevole della Commissione.
Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Emendamento n. 2 bis/3 dei Consiglieri Ricci e Giancarli:
All’art. 8, comma 3, lett. b) della l.r. n. 24/2009, così sostituito, le parole “70 per cento” sono sostituite dalle parole “75 per cento”
Lo pongo in votazione. (…) Come? (…) Ripeto, l’emendamento 2 bis/1 è decaduto a seguito del voto contrario all’emendamento n. 2/1 del Consigliere Latini, perché identico. Quindi abbiamo votato l’emendamento n. 2 bis/2 dei Consiglieri Ricci e Giancarli. Ma se c’è un errore formale possiamo ripetere la votazione, non c’è nessun problema, però fatemi capire. (…) Va bene, mi rendo conto. (…) Allora visto che c’è un problema tecnico ci fermiamo un attimo (…) Però, scusate, sull’emendamento n. 2 bis/2 c’è una richiesta della minoranza perché non avevano capito, pensavano di votare l’emendamento n. 2 bis/1 del Consigliere Acquaroli, che invece era decaduto. Quindi direi di rivotare partendo dall’emendamento 2 bis/2.
Emendamento n. 2 bis/2 dei Consiglieri Ricci e Giancarli.

(L’Assemblea legislativa approva)

Emendamento n. 2 bis/3 dei Consiglieri Ricci e Giancarli.

Parere favorevole della Commissione.
Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Emendamento n. 2 bis/4 del Consigliere Acquaroli. Decaduto.
Emendamento n. 2 bis/5 dei Consiglieri Ricci e Giancarli:
La lett. c) del comma 3 dell’art. 8 della l.r. n. 24/2009 così sostituito, è soppressa”


Parere favorevole della Commissione.
Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Emendamento n. 2 bis/6 del Consigliere Acquaroli . Decaduto.

Emendamento n. 2 bis/7 dei Consiglieri Ricci e Giancarli:
All’art. 8, comma 4, lett. b) della l.r. n. 24/2009, così sostituito, le parole “tutti gli” sono sostituite dalle parole “due terzi degli”


Parere favorevole della Commissione.
Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Articolo 2 bis, così come emendato. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Articolo 2 ter. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Gli articoli 3, 4, 5 e 6 sono soppressi.

Articolo 7. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Articolo 8. Soppresso.

Articolo 9. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Articolo 10.
Emendamento n. 10/1 del Consigliere Ricci e Giancarli:
Il comma 5 è così sostituito: “5. I soggetti che, alla data di entrata in vigore della presente legge, gestiscono i servizi di raccolta, trasporto, trattamento e smaltimento dei rifiuti solidi urbani e assimilati continuano a garantire tali servizi sino all’effettiva attivazione del servizio di cui all’art. 7, comma 4, lett. d) della l.r. n. 24/2009, come sostituito dalla presente legge”

Parere favorevole della Commissione.
Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Articolo 10, così come emendato. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Articolo 11. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Emendamento n. 11 bis (dichiarazione d’urgenza) del Consigliere Giancarli:
La presente legge è dichiarata urgente ed entra in vigore il giorno successivo a quello della sua pubblicazione nel bollettino ufficiale della Regine”
Ricordo che per l’approvazione di questo emendamento c’è l’obbligo della maggioranza assoluta dei componenti assegnati.

Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva a maggioranza dei componenti assegnati)

Coordinamento tecnico. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Passiamo alle dichiarazioni di voto. Ha chiesto parola il Consigliere Acquaroli, ne ha facoltà.

Francesco ACQUAROLI. Dichiaro che il Popolo della Libertà si astiene su questa legge, in quanto non è stato recepito il messaggio dei nostri emendamenti, ovvero quello di togliere alla Provincia la quota del 5% che potrebbe mettere in discussione l’affidamento in house a causa della normativa europea. Secondo noi questa scelta della Giunta potrebbe mettere in difficoltà in futuro l’affidamento in house e quindi la valorizzazione dell’esperienza del territorio.
Per questo, ripeto, il nostro voto sarà di astensione.
Tra l’altro, Presidente, chiediamo di poter modificare l’esito del voto al primo emendamento del Consigliere Latini perché c’è stato un errore, avevamo capito male. Su quell’emendamento il voto del Gruppo Popolo della Libertà è favorevole anziché contrario come invece abbiamo votato. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Latini.

Dino LATINI. Il mio voto sarà ovviamente favorevole per le argomentazioni che ho esposto prima, però segnalo anch’io quell’appunto testé fatto dal collega Acquaroli, ovvero sulla possibile difficoltà dell’assegnazione in house, cioè della conferma dei servizi alle aziende derivante dalla partecipazione dell’ente Provincia.
L’emendamento che avevo presentato non era, come dire, anti casta, non era un contro le Province, teneva bensì conto del rischio che si corre in questa fase e in futuro, perché poi la conclusione dei contratti pluriennali dipende proprio dalla possibilità o meno di essere società in house. Quindi questo rischio dobbiamo conoscerlo e poi affrontarlo nel testo che verrà approvato.

PRESIDENTE. Ha chiesto di intervenire il Consigliere Marangoni, ne ha facoltà.

Enzo MARANGONI. Nell’intervento precedente avevo evidenziato la mia opinione positiva sulla filosofia complessiva, sull’architettura di questa proposta di legge salvo l’individuazione di un vulnus molto forte, che avevo ben evidenziato, ovvero il fatto che questa proposta di legge continua a dare importanza, vigore e ruolo a un ente inutile che si chiama Provincia, di cui il legislatore nazionale ha individuato il percorso verso l’abolizione.
Gli emendamenti finalizzati a ridurre il ruolo della Provincia sono stati bocciati, quindi a questo punto – ho sentito che il Popolo della Libertà si astiene – il voto del Gruppo Libertà e Autonomia sarà contrario.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Giancarli.

Enzo GIANCARLI. Credo, anche dalle dichiarazioni di voto che ho sentito, che c’è una condivisione su quella che è l’impostazione non soltanto istituzionale ma soprattutto verso quell’orizzonte di gestione del ciclo dei rifiuti in modo virtuoso. Questo mi sembra fondamentale.
C’è una critica ferma sulle Province. Guardate, qui siamo tutti iscritti, dirigenti di partiti politici, allora dico: magari ci fossero stati tutti i provvedimenti che sono stati adottati in questi mesi rispetto alle Province con la coerenza che c’è su questa proposta di legge! Qui siamo passati da un ruolo pieno delle Province ad un 5%, mentre le misure che andavano verso la soppressione sono state tutte ritirate.
Ripeto, magari ci fosse stata la stessa coerenza anche verso le Province.
Comunque noi siamo abituati a guardare le funzioni non dalla parte di chi le esercita ma dalla parte del destinatario, quindi benvengano provvedimenti di semplificazione sul piano istituzionale, potremmo adeguare questa legge nel giro di una settimana.

PRESIDENTE. Ha la parola l’Assessore Donati.

Sandro DONATI. Voglio soltanto sottolineare come con questa legge le Marche, la prima delle Regioni dopo il referendum di giugno, pongono i presupposti per consentire ai livelli locali di definire un livello di governance intercomunale, di attualizzare il sistema impiantistico, di dotarsi di uno strumento revisionale senza costi aggiuntivi, ma che, anzi, ottimizzerà le risorse disponibili.
Approfitto anche per ringraziare il Presidente della IV Commissione Giancarli, i relatori di maggioranza e di minoranza Ricci e Silvetti, tutti i componenti della Commissione e tutti i Consiglieri, che con il loro contributo e con le altre proposte di legge hanno offerto spunto di idee nell’ottimo lavoro svolto.
Colgo anche l’occasione per sintetizzare il grande lavoro svolto in questo 2011 in materia di rifiuti e bonifiche, non in termini autoreferenziali, ma perché sono stati adottati atti importanti che hanno riscosso un consenso bipartisan, apprezzati dagli operatori del settore e dagli amministratori locali, e perché è in questo contesto che la nuova legge interviene.
Mi riferisco agli obiettivi più importanti raggiunti nel 2011: le linee guida in materia di bonifica; il finanziamento di oltre 500 mila euro degli impianti di trattamento meccanico biologico per aumentare il recupero della frazione umida; la realizzazione di ben tredici nuovi centri per il riuso diffusi su tutto il territorio, la cui localizzazione è stata concertata con le Province e i Comuni; i contributi per oltre 120 mila euro ai Comuni che hanno ottenuto le migliori performance di raccolta differenziata (comuni ricicloni); il recentissimo finanziamento di 600 mila euro per lavori di bonifica delle discariche di Recanati e Falconara; l’avvio del procedimento per la revisione del programma di gestione dei rifiuti urbani biodegradabili; la realizzazione con il Conai di una campagna di analisi merceologica sui rifiuti urbani di tutte le discariche strategiche della regione; l’assegnazione di circa 200 mila euro ai piccoli Comuni con meno di 5 mila abitanti per lo start up o il miglioramento dei servizi di raccolta della frazione umida dei rifiuti; l’approvazione delle linee guida per la gestione delle terre e rocce da scavo, atto che ha riscosso un grande apprezzamento tra gli operatori del settore.
La nuova legge pone gli strumenti per fare meglio, per andare verso la riduzione delle gestioni e verso una gestione integrata in cui i territori sono i protagonisti e per dare servizi migliori ottimizzando l’uso delle risorse.
Una legge in cui il principio di sussidiarietà trova una sua completa attuazione.
Una legge che è già in linea con l’obiettivo della riduzione dei costi della politica, non sono infatti previste indennità o compensi per gli amministratori, che quindi permette economie di scala ad ogni livello.
E’ una buona legge alla quale in tanti hanno contribuito e che ora è da attuare concretamente in modo efficiente ed efficace.
Vorrei inoltre tranquillizzare le Province di Fermo e Ascoli Piceno che nelle prossime linee guida verranno inseriti tutti i tempi, i modi e le tempistiche necessarie per poter rivedere i loro piani, che invece in altri territori sono già in attuazione, naturalmente sempre nel rispetto della legge.



PRESIDENTE. Proposta di legge n. 109, così come emendata. La pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)


Mozione n. 193
dei Consiglieri Latini, Pieroni
“Progetto Fileni”

Interrogazione n. 467
del Consigliere Eusebi
“ATI a 4 per impianto allevamento avicolo industriale in C.da S. Vincenzo nel territorio del Comune di Osimo”

(abbinate)
(Rinvio)

PRESIDENTE. Così come richiesto trattiamo la mozione n. 193 dei Consiglieri Latini, Pieroni, abbinata all’interrogazione n. 467 del Consigliere Eusebi.
Se nessuno chiede di intervenire passiamo subito…(…) Bene. Ha chiesto la parola il Consigliere Latini, ne ha facoltà.

Dino LATINI. Nella scorsa seduta l’Assessore Donati aveva chiesto il rinvio per l’assenza del funzionario competente in materia, quindi credo che oggi si possa discutere…(…) Sì, però sarò molto sintetico e semplice, e credo che il Consigliere Pieroni condivida…(…)

PRESIDENTE. Però, fatemi capire. La trattiamo o no? Perché se non la trattiamo è inutile cominciare! Se invece la trattiamo andiamo avanti.

Dino LATINI. Io sono per trattarla.

PRESIDENTE. Assessore? (…) Allora, prima di entrare nel merito apriamo sulla trattazione. Ha chiesto la parola il Consigliere Badiali, ne ha facoltà.

Fabio BADIALI. Se possibile, senza imporre niente, chiedo un rinvio per approfondire il tema. Oggi sapevamo che la legge sui fiumi e quella sui rifiuti avrebbero preso tutto il tempo, quindi da parte mia né credo da parte di altri colleghi c’era la consapevolezza che oggi si sarebbe discussa. Per cui se è possibile rinviarla per noi è meglio, se invece non è possibile ci atterremo a quello che deciderà l’Aula.

PRESIDENTE. Allora la questione è così, ossia, la mozione è iscritta e quindi è trattabile, a meno che ci sia una richiesta di rinvio da parte di qualche Consigliere. Assessore, lei formalizza la richiesta di rinvio?

Sandro DONATI. Faccio ancora un appello al buonsenso dei Consiglieri Latini e Pieroni. Per cui, visto che i Consiglieri di maggioranza non pensavano che questa mozione venisse discussa oggi, chiedo, se possibile, di rinviarla al 26 come primo punto all’ordine del giorno. In ogni caso ero pronto per la risposta.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Latini.

Dino LATINI. Per quanto mi riguarda non ho nessun problema ad accogliere la richiesta di rinvio, ma su un presupposto fondamentale. Cioè che l’attività che stanno compiendo i tecnici per quanto riguarda il rilascio o meno dei pareri sulla VIA e AIA venga sospesa questa settimana, perché è ovvio che nel caso in cui ci fosse un parere tecnico positivo o negativo l’Aula verrebbe influenzata. Credo che la decisione debba essere prima politica di organi di indirizzo e poi tecnica nei crismi della legittimità.
Quindi chiedo all’Assessore che si sospenda l’attività della struttura tecnica fino al 26, cioè fino a quando non discuteremo la mozione.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Pieroni.

Moreno PIERONI. Neppure io ho problemi a un ulteriore rinvio, anche se questo argomento è fortemente sentito dall’Amministrazione ma in particolar modo dai tantissimi cittadini che abitano in quei luoghi della città di Osimo.
Per andare però incontro alle richieste del Consigliere Badiali sicuramente possiamo rinviare. Purché, come ricordava il Consigliere Latini, in questo lasso di tempo non venga dato un parere definitivo che potrebbe mettere in difficoltà questa Assemblea legislativa.
Quindi se c’è l’impegno dell’Assessore a fermare ad oggi la situazione non ci sono problemi al rinvio.

PRESIDENTE. Bene.


Mozione n. 170
del Consigliere Zaffini
“Erosione marina del litorale sud di Porto Recanati”
(Discussione e votazione)

PRESIDENTE. Come concordato trattiamo la mozione n. 170 del Consigliere Zaffini, che ha la parola per illustrarla.

Roberto ZAFFINI. E’ bastata una piccola mareggiata autunnale per rimettere drasticamente in difficoltà tutto il litorale costiero prospiciente Porto Recanati.
Questa mattina abbiamo avuto un incontro con i rappresentanti del comitato dei concessionari di spiaggia e con l’Assessore Donati, in cui abbiamo cercato di capire come dirimere i vari rimpalli che ci sono sempre quando a finanziare le opere sono lo Stato, il Ministero, la Regione, perché appunto uno rimpalla all’altro la mancanza di iniziativa.
Domani ci sarà l’incontro con il Commissario, spero sia risolutivo nella diramazione di questo finanziamento. Un finanziamento peraltro cospicuo, si parla di 4 milioni e mezzo del Ministero e 3 milioni della Regione. Dunque un investimento che potrebbe essere proficuamente messo in campo.
Seppure dalle notizie che abbiamo avuto dall’Assessore, non saranno interventi risolutivi perché comunque riguardano un ripascimento e non l’utilizzo di scogliere che invece darebbero una garanzia maggiore a chi subisce questa così grave erosione marina.
Staremo qui a controllare. Sopratutto ci preme che siano attuati progetti sostanziosi per il rinascimento. Cioè che non sia un ripascimento come fatto finora, che alle prime mareggiate ha reso vana l’iniziativa.
Quindi che venga fatto uno studio. Ad esempio anch’io, pur non essendo un esperto e informandomi nei vari siti, ho visto che ci sono delle metodologie che possono garantire una sicurezza maggiore e una durata nel tempo dell’intervento.
Nella mia mozione pongo anche in evidenza il fatto che negli ultimi cinque-sei anni, dopo la costruzione della struttura 5 Vele prospiciente l’area in questione, si è vista aumentare l’erosione marina. Quindi gradirei anche qui ci fosse uno studio che attesti o meno l’effettivo ripercuotersi di questo insediamento. Visto peraltro che è competenza del demanio. Addirittura mi hanno detto che era un’area protetta. Dunque che ci sia una presa di posizione ed eventualmente anche una rimodulazione di questo molo che danneggia sicuramente una parte di quella spiaggia.
Dato che la Lega è a difesa dei piccoli operatori – vedremo se verrà discussa anche la famosa mozione riguardante la Bolkestein, giacente da mesi immemori – a gestione familiare, che hanno investito nell’attività enormi risorse economiche, nella mozione chiedo anche una loro tutela. Questi operatori vengono addirittura danneggiati fisicamente; io a ferragosto invece di essere in ferie ero lì a prendere le firme dei bagnanti, e l’adesione è stata notevole, perchè chi frequenta quella spiaggia da anni si è sicuramente accorto che mancano almeno quattro-cinque file di ombrelloni, che appunto dimostra una carenza di entrate economiche per chi opera in quel settore. Quindi chiedo un piccolo risarcimento che ho previsto in una riduzione dell’imposta Irap nella misura del 50% per il primo anno, rimborsabile nei cinque anni successivi al termine delle opere che verranno sviluppate.
Inoltre chiedo, ripeto, un progetto vero fatto da professionisti e non il solito ripascimento messo lì e che sappiamo non funziona.
Questo è il succo della mia mozione, comunque staremo sempre attenti su come verranno spesi questi soldi. Soldi che finalmente ci sono, manca solo il progetto e l’esecuzione.

PRESIDENTE. Ha chiesto la parola il Consigliere Marangoni.

Enzo MARANGONI. Io sono di Recanati e Porto Recanati è la città gemella. Il comune di Porto Recanati è nato cento anni fa e faceva parte del comune più ampio di Recanati, così come Loreto. Figuriamoci quindi se non sono favorevole a questa cosa. Però credo anche, al di là dei campanilismi, che dobbiamo fare un po’ un esame di coscienza. Cioè, tutti questi soldi, che sono tantissimi, che la Regione Marche spende per i vari rinascimenti in tutta la regione, sono utili? Assessore Donati, vedo che lei sta facendo un’espressione di dubbio, che è la stessa che faccio io.
Faccio una provocazione. La Regione Marche mi sembra che spenda quasi il 90% del proprio bilancio in sanità. Se paradossalmente prendessimo anche tutti questi soldi e li mettessimo nei ripascimenti non risolveremmo comunque il problema, durerebbe una settimana, un mese, al massimo tre mesi, fino alla prima mareggiata.
Quindi il problema non lo risolveremo mai invocando ripascimenti né per Porto Recanati né per tutte le altre città coinvolte.
Allora dobbiamo essere seri, corretti e onesti. Se vogliamo fare demagogia ciascuno di noi chiede il ripascimento per la propria zona litorale – figuriamoci se non sono d’accordo per Porto Recanati, sono di Recanati! –, se invece vogliamo essere legislatori seri e onesti dobbiamo dire prima o poi che in nessun luogo delle Marche non vogliamo spendere più neppure un euro per alcun rinascimento, spendiamoli invece in interventi strutturati molto più seri.
Per cui questa mozione, mi dispiace Consigliere Zaffini, è demagogica. Io non l’ho mai fatta per Porto Recanati, pur essendo di Recanati, perché ritengo i ripascimenti assolutamente inutili. Inutili! Sono soldi che buttiamo via alla prima mareggiata! Se vogliamo continuare a buttare via i soldi dei marchigiani continuiamo a finanziare i ripascimenti inutili, se invece vogliamo essere seri e corretti studiamo qualche cosa di molto più strutturato (le scogliere o quant’altro, i tecnici sono in grado di suggerirci in merito) e votiamo su questo.
Quindi il mio voto purtroppo sarà contrario perché, ripeto, sono soldi spesi inutilmente.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Acquaroli.

Francesco ACQUAROLI. Voglio ribadire alcuni concetti espressi ora dal Consigliere Marangoni.
La zona in oggetto è fortemente colpita dall’erosione marina, addirittura nell’annata scorsa per la caduta di massi è stata messa in pericolo la staticità della ferrovia. Allora, proprio per la gravità in cui si trova questa zona, non possiamo pensare di intervenire con il rinascimento, significherebbe realmente buttare a mare milioni di euro.
E’ chiaro che il sentimento di tanti operatori preoccupati dall’imminente stagione invernale fa dire “piuttosto del nulla facciamo almeno un intervento di rinascimento”. Secondo me, invece, dovremmo mettere in discussione tutta la progettazione del piano costa regionale affinché si vadano a realizzare interventi di ripascimento solo laddove possono tenere.
Io non sono un tecnico, non sono in grado di prevedere dove fare i ripascimenti e dove non farli, però penso anche che non ci voglia uno scienziato per stabilire che in quel tratto a sud di Porto Recanati e a nord di Porto Potenza i ripascimenti non sono sufficienti, anzi, ripeto, sono soldi buttati a mare.
Invito quindi l’Amministrazione regionale a prendersi delle responsabilità. Dato che la somma che verrà investita è ingente e dato che quella situazione è di emergenza, non credo che vadano presi per il collo gli operatori fino a dire “piuttosto che niente va bene questo”. Dobbiamo prima valutare bene se può essere l’iniziativa giusta e se potrà risolvere il problema.
Siamo in un momento di crisi globale, in un momento ove le risorse pubbliche sono sempre meno, quindi spendere 7 milioni di euro in un intervento del genere non è giustificabile.
Chiedo dunque all’Assessorato e a questa Assemblea di trasformare questa iniziativa in un’iniziativa più statica che vada a difesa della costa, ovvero con gli scogli. Magari il costo sarà anche superiore - l’Assessore ci diceva che il costo per la scogliera varia di molto -, ma in ogni caso non possiamo permetterci di buttare a mare 7 milioni di euro. Chiedo che l’Amministrazione se ne assuma la responsabilità.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Cardogna.

Adriano CARDOGNA. Brevemente, è soltanto perché non vorrei che all’esterno e anche all’interno di questa Assemblea sembri che il pensiero predominante di queste problematiche sia verso una soluzione anziché un’altra. Io posso dire che per le conoscenze che ho ecc. ecc. le mie, come dire, simpatie vanno più verso il rinascimento. Ma non voglio entrare nel merito.
Però sarebbe ora – non so se sia già stato fatto, se fosse così mi piacerebbe venisse replicato in modo che anch’io possa partecipare – che la IV Commissione chiamasse il Servizio preposto affinché porti in quella sede i risultati, ovvero su quello che può essere l’intervento per la difesa della costa, quindi sulle scogliere, sui ripascimenti, sulle opere miste. Dopodichè discuteremo su questi risultati; i tecnici del Servizio sono sicuramente documentati sia sui successi che sugli insuccessi. L’Assemblea legislativa si potrà così formare un pensiero, senza che nessuno vada dietro alle singole conoscenze personali o alle proprie simpatie.
Rivolgo quindi questo invito al Presidente della IV Commissione. Altrimenti diventa un dibattito stucchevole che si ripropone una volta al mese senza mai venirne a capo.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Marinelli.

Erminio MARINELLI. Sarò molto breve. Mi riallaccio a quello che ha detto il Consigliere Cardogna.
Noi siamo la parte politica e devo dire che questa volta la politica ha fatto la sua parte, ci sono risorse, però dobbiamo ora capire come utilizzarle al meglio.
Di dissesto idrogeologico se ne parla da tempo, come si parla da tempo delle criticità di Fano e di Porto Recanati, ma ognuno di noi non è in grado di dire se il ripascimento o altri mezzi sono sufficienti per garantire la sicurezza della costa.
Vi posso dire che a Civitanova abbiamo fatto una serie di interventi grazie alla Regione, cofinanziati al 20%, abbiamo sistemato le scogliere che hanno poi permesso di salvare i chioschi, di allungare la spiaggia, insomma, ha permesso una migliore vivibilità.
Io sto preparando un’interrogazione - qui mi appello alla sensibilità del Presidente Solazzi -, affinchè tecnicamente chi di dovere ci spieghi quale potrà essere la strada migliore. Io non voglio condannare l’ufficio tecnico della Regione, ma ho paura che questi 7 milioni vadano in mare in poco tempo, quando certamente c’è la necessità di ottimizzarli. Sento dire che occorrono 20 milioni per sistemare Porto Recanati e che non è possibile agire diversamente. Ecco, allora chiederò, Presidente, con un’interrogazione che presenterò a beve – probabilmente sarà pronta anche oggi - di sapere tecnicamente qual è la strada giusta, perché sicuramente non possiamo permetterci di perdere niente.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Ricci.

Mirco RICCI. Condivido l’impostazione che su questo tema hanno dato i colleghi, anche quelli di opposizione. Perché in verità questa Regione si è spesa molto sul tema dell’erosione, abbiamo fatto diversi interventi puntuali inseguendo l’emergenza, ma ora la situazione non ci consente più di fare questo, occorre un piano più organico, risorse più certe.
Tenete conto che in queste ore sull’assestamento si discute anche di un’altra emergenza, quella del maltempo di qualche mese fa che ha coinvolto molte province, Fermo per prima, poi Ancona, Macerata, Pesaro Urbino. Quindi il dissesto idrogeologico è un tema in sé. Oppure c’è il tema di quella proposta di legge che abbiamo rinviato oggi, che riguarda la sicurezza e la manutenzione ordinaria e straordinaria delle aste idriche per limitare l’esondazione e quindi salvare le città evitando danni pubblici e privati.
Voglio dire che anche questo è un tema che dobbiamo affrontare, come veniva detto anche da altri Consiglieri, ma in una forma non più emergenziale. Ovvero, se c’è un dramma enorme si interviene e se possibile si mettono le risorse, ma il ripascimento oppure no o altre soluzioni – apro una parentesi, i dirigenti con cui mi confronto spesso mi dicono che il ripascimento è la soluzione migliore. Seppure io sia convinto lo sia un po’ meno rispetto ad altre scelte che appunto hanno funzionato altrettanto bene, come la difesa mare con le scogliere emerse o soffolte - non spetta a noi o a me a dire quale sia la migliore.
Certo è che il ripascimento diffuso che inizia nella stagione prebalneare febbraio-marzo, si fa, lo si fa per garantire un intervento che in qualche modo ripristina lo stato delle battigie per permettere al turismo di partire. Mi pare, Assessore, che sia anche una spesa corrente che la Regione ha in bilancio, forse non sufficiente, ma è comunque una risposta uniforme su tutta la costa marchigiana.
Invece l’intervento puntuale emergenziale in quel luogo ove c’è un momento grave sinceramente mi pare non riusciamo a sostenerlo.
Dobbiamo quindi prendere in considerazione l’ipotesi di un intervento più organico. Tenuto conto che la Regione Marche si è impegnata già molto su questo versante, risorse a Pesaro, Fano, Marotta, Ancona, Porto Recanati e altre realtà delle Marche. Ora però porla con una mozione come un fatto contingente ed emergenziale credo non ci siano le condizioni. Il tema è serio, il Consigliere Zaffini ha fatto bene a porlo, però secondo me non possiamo risolverlo adesso con una mozione, perché su questo tema sono scattati altri tempi e altri modi di riflettere, anche rispetto alle risorse che non abbiamo più.
Tra l’altro la regione Marche attraversa un dissesto idrogeologico in generale, ma ad esempio ancora molti territori non hanno ottenuto dal Governo nulla sull’alluvione. E questa Regione cercherà di fare uno sforzo, anche se non ci riuscirà, un tentativo per vedere se possiamo dare una mano a Macerata, a Fermo. Perché a differenza del Veneto e della Basilicata, sull’alluvione che ha prodotto anche drammatiche situazioni come a Casette D’Ete non è arrivato nemmeno un euro. Questa è una battaglia non della maggioranza, è una battaglia comune per ottenere dal Governo un riscontro uguale al Veneto.
Quindi, tornando al tema di cui stiamo discutendo, occorre un confronto più organico. Per cui propongo di respingere la mozione di Zaffini seppure sollevi un tema di un certo interesse.

Presidenza della Vicepresidente
Paola Giorgi

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere D’Anna.

Giancarlo D’ANNA. Sicuramente un merito il Consigliere Zaffini ce l’ha, quello di aver rinvigorito un dibattito che va avanti da numerosi anni e per il quale in effetti non è stata mai trovata una soluzione definitiva.
Vista la condivisione e la partecipazione a questo dibattito credo sarebbe opportuno prendere come riferimento la proposta che ha fatto il collega Cardogna, ossia il fatto di coinvolgere non solo la Commissione ma l’intera Assemblea legislativa regionale. Proprio perché l’argomento è fondamentale, sia per quanto riguarda la difesa della costa e anche il turismo, ma sopratutto per il modello di sviluppo che si vuole portare avanti in questa regione
Ambedue le soluzioni fino ad oggi adottate vengono infatti contestate. C’è chi è più favorevole al discorso delle scogliere, che comunque hanno avuto grossi limiti e hanno causato numerosi problemi. C’è chi invece è più favorevole al ripascimento. Presumibilmente è una combinazione delle due cose che potrebbe in parte porre fine a un dissesto. Un dissesto, peraltro, che è la conseguenza di scelte sbagliate fatte in passato. Prima dovevamo discutere della questione dei fiumi e tutti sanno che i fiumi non portano più niente a valle. Chi va sui fiumi per sport o magari per attività venatoria sa benissimo che ce ne sono alcuni dove non c’è più ghiaia. Cosicché la velocizzazione dell’acqua comporta dei problemi lungo la costa, come pure le infrastrutture lì costruite. Insomma, qualsiasi cosa si mette a mare inevitabilmente comporta delle conseguenze. Come spesso accade quando si costruiscono dei porti.
Quindi credo che sarebbe opportuno utilizzare una giornata intera nella quale approfondire con dei tecnici le varie soluzioni che ha adottato la Regione Marche, come pure quelle che hanno adottano le altre Regioni, con uno sguardo anche a quello che succede all’estero. Ci sono delle nazioni come l’Olanda che da tantissimo tempo hanno a che fare con il mare e sicuramente hanno adottato delle soluzioni che non necessariamente possono essere immediatamente trasportabili sul nostro territorio ma che possono darci un’indicazione sui provvedimenti da prendere.
Qualche tempo fa occupandomi della questione avevo compreso che l’intera costa delle Marche per poter essere rimesse in sintonia richiederebbe delle cifre pazzesche, questo perché molto spesso negli anni sono stati adottati solo interventi tampone. E’ accaduto un po’ come quella vecchia pubblicità dei rubinetti nella quale si chiudeva un buco da una parte e usciva l’acqua dall’altra. Ricordo che alcuni tecnici si sbilanciarono anche nel dire che andrebbe rivisto tutto il sistema delle scogliere, cioè andrebbero tolte e poi magari sostituite o spostate da un’altra parte.
Certo, anche il solito discorso sulle risorse economiche sarà condizionante.
Quindi mi auguro che l’Assessore competente si faccia carico di organizzare magari un’Assemblea monotematica sulla vicenda con l’intervento dei tecnici che ci possano far capire meglio capire la situazione e le soluzioni. Affinchè ognuno di noi possa comprendere meglio la situazione e quali possano essere le varie soluzioni. Soluzioni compatibili anche con le risorse economiche, e se queste non ci sono prevedere magari delle forme di finanziamento pluriennale che diano un senso a un investimento. Investimento che, altrimenti, corre il rischio, come ha detto qualcuno, di essere semplicemente temporaneo e quindi soldi persi.
L’appello pertanto è di organizzare questa giornata. Se Assessore ci vorrà dare conferma prima della seduta le saremmo grati.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Massi.

Francesco MASSI. Solo per comunicare un elemento, e trovo sorprendente non ne abbia parlato nessuno; io mi ero imposto di tacere fino ad ottobre inoltrato perché c’era una stagione in corso, ma anche di altre associazioni, soprattutto quelle ambientaliste, non ho sentito voci di nessun genere.
Volevo comunicare che nella zona nord di Porto Recanati quest’estate il colore dell’acqua era bianco. Ecco, vorrei capire se c’è qualcuno che studia che tipo di sabbia o di breccino viene messo a tutela di quelle coste. Ha provocato uno sconcerto totale. Sulle foto vediamo le spiagge qualche volta rosse o qualche volta quelle caraibiche, ma le acque bianche di quest’estate di Porto Recanati sono state veramente straordinarie! E la cosa è dovuta alla qualità del materiale che c’è stato buttato. Tra l’altro era anche un materiale tagliente, c’erano tutte micro scaglie.
Su questo ci farò una specifica interrogazione, ma intanto vorrei chiedere all’Assessore di accertarsi dove abbiamo preso quel materiale.


PRESIDENTE. Ha la parola la Consigliera Ciriaci.

Graziella CIRIACI. Per chiedere al collega Zaffini di ritirare la mozione, come da volontà di molti che si sono espressi. Oggi questa sua mozione ha sensibilizzato l’Assemblea, quindi la ringraziamo, Consigliere, ma credo che vada strutturata meglio. Ritengo vada fatta un’analisi ben più precisa per attivare, come è stato detto, situazioni risolutive.
Non voglio tornare sul discorso del mio territorio, dove oltre all’alluvione ci sono state delle situazioni in cui il ripascimento non è servito assolutamente. Nel 2010 era stato fatto il rinascimento poi nel 2011 non c’era più nulla.
Vorrei far sì che questo problema - ringrazio di nuovo il collega Zaffini per averlo sollecitato - venga analizzato in modo più profondo e coerente, affinchè appunto si possa realizzare un progetto serio – magari attivando per il momento solo una parte dei lavori da fare – che dia più risposte concrete, anche dovesse prendere un po’ più di tempo, senza appunto ritrovarci da un anno all’altro a discutere di una soluzione solo momentanea; a volte ci ritroviamo – mi ricollego all’osservazione fatta dal nostro Capogruppo Massi - con ripascimenti diversi sia come tipologia di prodotto che poi come risultato del colore della spiaggia.
Quindi affrontiamo in modo serio questo problema, si ritiri la mozione, poi far sì che venga fatto un lavoro di squadra trasversale da tutta l’Assemblea legislativa.

Presidenza del Presidente
Vittoriano Solazzi

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Acquaroli.

Francesco ACQUAROLI. Vorrei chiarire alcuni aspetti. Non vorrei cioè che venga preso a pretesto ciò che è emerso in questa discussione per dire che quella zona non è prioritaria e quindi i fondi possono essere ripartiti in altre parti. Assolutamente no. La zona a sud di Porto Recanati e a nord di Potenza Picena vive un’emergenza reale. Lì gli interventi devono essere fatti il più presto possibile. Ma dove il dubbio legittimo e forte è che seppur ci sia bisogno di un’emergenza in quel contesto il ripascimento possa essere l’iniziativa tecnica sbagliata. Perché ci sono una serie di strutture create dall’uomo a margine di questo tratto di litorale che secondo me rendono il ripascimento non opportuno, non idoneo.
Inoltre voglio ribadire un fatto al Consigliere Cardogna. La IV Commissione si è ritrovata non più di un anno fa a San Benedetto per parlare di queste cose. Io già allora avevo contestato gli uffici sul fatto che non c’è chiarezza su come si interviene e sul tipo di risultato che porta il ripascimento.
Io sono d’accordo sulle scogliere soffolte, sulle scogliere emerse, sul ripascimento, ma tutto deve essere collegato a una logica. Laddove c’è emergenza, laddove c’è il rischio di danno addirittura alle infrastrutture viarie, non si può intervenire in maniera estemporanea e solo per dare un messaggio Così rischiamo di gettare a mare 7 milioni di euro, che sono risorse ingenti, risorse che il Governo centrale non è in grado di garantire tutti gli anni.
Quella del Consigliere Zaffini è sicuramente un’iniziativa apprezzabile in quanto pone l’attenzione sull’emergenza, sulla priorità di questa zona, però ritengo che l’Amministrazione regionale e i suoi uffici debba saperci indicare con precisione la strada che possa dare più certezza nel risolvere almeno in parte il problema e senza sprecare risorse pubbliche.

PRESIDENTE. Ha la parola l’Assessore Donati.

Sandro DONATI. Do alcune notizie tecniche sull’erosione marina di Porto Recanati sud. Ci siamo anche incontrati con alcuni settori del mare di Porto Recanati.
Nell’accordo di programma che riguardava la difesa del suolo, il Ministero ha dato 4,5 milioni di euro e la Regione 3 milioni, per un totale di 7,5 milioni. Siamo riusciti ad ottenere questa cifra anche per un settore prettamente costiero, in quanto ci sono delle abitazioni pericolanti e da tenere sotto controllo.
Attualmente il commissario straordinario nominato per tutto l’accordo – accordo siglato per circa 56 milioni di euro, che ci auguriamo, visto che ancora il trasferimento non c’è stato, che al più presto vengano stanziati – ha costituito un comitato di indirizzo e ha stabilito in data 28 luglio 2011 per l’intervento di difesa costiera nel tratto compreso nel territorio di Porto Recanati e Potenza Picena, tra la fonte del Pilocco e la foce del fiume Potenza, che il soggetto attuatore dell’intervento è il Ministero delle infrastrutture, Ufficio genio opere marittime di Ancona.
Il cronoprogramma sottoscritto insieme alla convenzione con il Provveditorato prevede l’attuazione dell’intervento in appalto entro il 31 dicembre 2011.
La tipologia dell’intervento – per rispondere alla questione dell’Irap –, sebbene appare impattante sull’economia turistico-balneare estiva, come tutti gli altri interventi di difesa costiera, prevede la sospensione del lavoro durante la stagione balneare, di norma 30 maggio-10 settembre. Quindi non si ritiene, anche per uniformare i comportamenti già applicati ad altri soggetti privati, un’applicazione di riduzione dell’Irap.
Per quanto riguarda il problema “sì alle scogliere, no ai ripascimenti”, ultimamente abbiamo attuato una politica più di scogliere che di rinascimento; certo, in alcune zone, come a Sirolo dove l’impatto ambientale è molto elevato, dobbiamo intervenire con il ripascimento.
Il ripascimento che verrà fatto a Porto Recanati è invece dovuto al fatto che per sistemare definitivamente la costa occorrono circa 20 milioni di euro. E la difesa della costa è una delega che ci è stata trasferita dal Ministero. Quindi se il Ministero non ci dà i fondi è inutile, perché con fondi propri la Regione non può minimamente riuscire a tamponare quello sta facendo. Attuando dei ripascimenti si tenta di avere il minor rischio possibile. Gli stessi proprietari degli chalet che abbiamo incontrato proprio stamattina sono d’accordo, hanno detto che il ripascimento è l’unico rimedio che al momento può attenuare il rischio.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Zaffini.

Roberto ZAFFINI. Non ritiro la mozione per il fatto che le obiezioni sollevate sono inserite negli impegni che chiedo nella mozione stessa, quello cioè di elaborare un programma di intervento strutturale coinvolgendo l’Amministrazione con risposte efficaci, proprio perché gli interventi costosi del ripascimento spesso sono infruttuosi.
Quindi non vedo il motivo di ritirarla. Secondo me è una mozione da votare.

PRESIDENTE. Mozione n. 170. La pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa non approva)


Mozione n. 199
dei Consiglieri Carloni, Ricci
“Centro autismo età evolutiva Regione Marche”
(Votazione)

PRESIDENTE. Come concordato passiamo alla mozione n. 199 ad iniziativa dei Consiglieri Carloni e Ricci. Ha chiesto la parola la Consigliera Ortenzi, ne ha facoltà.

Rosalba ORTENZI. Non sapevo che sarebbe stata presentata una mozione su questo argomento. Ritengo una cosa buona che l’Assemblea legislativa affronti il problema dell’autismo, una disabilità importante per tanti bambini e giovani anche della nostra regione, però chiedo ai colleghi un rinvio in modo si possa trattarla in maniera più approfondita.

PRESIDENTE. Quindi lei chiede ai presentatori di ritirarla per poter procedere ad un approfondimento. Ha chiesto la parola l’Assessore Mezzolani, ne ha facoltà.

Almerino MEZZOLANI. La mozione dei Consiglieri Carloni e Ricci sta esattamente dentro la programmazione sanitaria che ci siamo dati. Quel centro autismo è in fase sperimentale, per gli adolescenti è a Fano e un altro è dislocato a Jesi. In proiezione futura va tirato fuori della sperimentazione. Ecco, volevo rassicurare di questo.
Quindi secondo me la mozione si può votare perché sta dentro esattamente alle cose che ci siamo detti.

PRESIDENTE. Mozione n. 199. La pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Sull’ordine del giorno

PRESIDENTE. Ha chiesto la parola la Consigliera Romagnoli, ne ha facoltà.

Franca ROMAGNOLI. Prendo atto che la mia interrogazione n. 464 sui danni dell’alluvione – questa mattina c’è stata una riunione molto proficua tra i Sindaci della provincia di Fermo e il Presidente Spacca, dove abbiamo risolto positivamente la questione – non può avere la risposta, nonostante, così mi dicono gli uffici, da tempo sia pronta. Questo perché l’Assessore Guarna, tanto per cambiare, è fuori. Ecco, mi rammarico di questo perché credo che prima delle missioni ci siano delle esigenze istituzionali.


Mozione n. 177
dei Consiglieri Cardogna, Malaspina, Pieroni, Binci, Marinelli, Eusebi, Zaffini, Silvetti, Marangoni, Latini, Massi, Ricci
“Anno internazionale delle Foreste (Risoluzione 61/193 dell'ONU del 20/12/2006) - Richiesta finanziamento Programma Quadro per il settore forestale in sede di conferenza Stato/Regioni”
(Votazione)

PRESIDENTE. Passiamo ora alla mozione n. 177 ad iniziativa dei Consiglieri Cardogna, Malaspina, Pieroni, Binci, Marinelli, Eusebi, Zaffini, Silvetti, Marangoni, Latini, Massi, Ricci. Ha la parola il Consigliere Cardogna.

Adriano CARDOGNA. Sono compiaciuto che i temi dell’ambiente questa mattina abbiano avuto un’attenzione in quest’Aula (come la proposta di legge sulla gestione dell’acqua e la questione della difesa della costa).
Questa mozione sull’anno internazionale delle foreste, che è a firma di tutti i presidenti dei Gruppi, può sicuramente avere un voto unanime dell’Assemblea.

PRESIDENTE. Mozione n. 177. La pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Voglio ricordare a tutti che diversamente dal calendario predisposto, la prossima seduta non sarà martedì 25 bensì, d’intesa con la Giunta, mercoledì 26, in quanto c’è questa iniziativa sulla Macroregione adriatico-ionica.
Grazie e buona giornata.

La seduta termina alle ore 13,55.