Resoconto della seduta n.57 del 25/10/2011
SEDUTA N. 57 DEL 25 OTTOBRE 2011


La seduta inizia alle ore 10,40

Presidenza del Presidente
Vittoriano Solazzi


Comunicazioni del Presidente

PRESIDENTE. Do per letto il processo verbale della seduta n. 56 del 18 ottobre 2011, il quale, ove non vi siano obiezioni, si intende approvato ai sensi dell’art. 29 del Regolamento Interno.
E' stata presentata la seguente mozione:
- n. 209 del Consigliere Acquaroli “Collegamento aereo Milano-Ancona”.
- n. 210 del Consigliere Cardogna “Impugnazione avanti la Corte Costituzionale all'art. 4 della legge n. 148/2011 Adeguamento della disciplina dei servizi pubblici locali al referendum popolare e alla normativa europea”.
Il Presidente della Giunta regionale ha trasmesso la seguente deliberazione:
- n. 1363 del 17/10/2011, concernente: “Art. 29, comma 1, della l.r. n. 31/2001 e Art. 25, comma 1, della l.r. n. 21/2010 - Iscrizione nel bilancio di previsione per l'anno 2011 di entrate derivanti da assegnazione di fondi da parte dello Stato vincolati a scopi specifici e delle relative spese. €. 114.082,69.
Il Presidente della Giunta regionale ha promulgato il seguente regolamento regionale:
- n. 6 in data 13 ottobre 2011 “Definizione dei criteri per l'individuazione e il censimento dei locali storici. Legge regionale 4 aprile 2011, n. 5 “Interventi regionali per il sostengo e la promozione di osterie, locande, taverne, botteghe e spacci di campagna storici”.
Hanno chiesto congedo l'Assessore Luchetti e l'Assessore Mezzolani.

Informo l'Aula che sono presenti le classi II A e II B della scuola media dell'Istituto comprensivo Ugo Betti di Camerino. Li saluto personalmente ma sicuramente interpreto anche il pensiero di tutta l'Assemblea. Grazie di questa vostra visita. Un saluto ai giovani studenti e ai loro insegnanti
E' inoltre presente la scuola media, classi II A e II B, Istituto Onesti di Monterubbiano (Fermo). Anche a loro pongo il ringraziamento per questa visita, che rientra nella opportuna attività di avvicinamento dei giovani alle Istituzioni. Interpretando anche qui il sentimento di tutta l'Assemblea, un saluto a questi studenti e ai loro insegnanti.


Comunicazione della Giunta, ai sensi dell'art, 30, secondo comma, Regolamento interno, sull'attuazione per l'anno 2011 del patto di stabilità interno regionale.

PRESIDENTE. Prima di procedere all'ordine del giorno il Presidente della Giunta regionale ha chiesto di fare una comunicazione. Prego, Presidente Spacca.

Gian Mario SPACCA. Grazie signor Presidente. Il Governo regionale voleva informare l'Assemblea delle decisioni assunte ieri dalla Giunta, che vanno ad integrare il documento e il dibattito che faremo poi sull'assestamento di bilancio. Esse riguardano la determinazione relativa al patto di stabilità verticale, ovvero un provvedimento che mira a trasferire a Comuni e Province la capacità di spesa della Regione.
Sapete che stiamo attraversando un periodo di grandissima difficoltà sotto il profilo economico e finanziario, una difficoltà che riguarda tutto il Paese. E siamo ancora sotto la lente dell'Unione europea. Il vertice di domenica ha messo in evidenza come a tutte le Istituzioni del nostro Paese si richiede uno sforzo per cercare di rafforzare la coesione e affrontare questo momento di particolare difficoltà finanziaria.
Credo non vi sia sfuggita neanche la sottolineatura che il Presidente del Consiglio europeo ha fatto al termine del meeting quando ha richiamato il nostro Paese in tutti i suoi livelli di attività istituzionale. Non si è riferito soltanto allo Stato, quindi al Governo nazionale, ma ha chiesto un impegno a tutte le Istituzioni che compongono il sistema della Repubblica italiana, quindi ai Comuni, alle Province, alle Regioni e, più di ogni altro, allo stesso Stato, per affrontare questo difficilissimo momento.
Noi quindi abbiamo ritenuto di dover fare la nostra parte, sicchè abbiamo adottato questo provvedimento, già sperimentato in un'altra Regione, che in fase di preparazione sarà sperimentato, probabilmente nelle prossime settimane, anche da altre realtà regionali.
In sostanza trasferiamo la nostra capacità di spesa nell'esercizio finanziario 2011 ai Comuni e alle Province per consentire loro di derogare dal patto di stabilità centrale che li sta stringendo rispetto all'attività in conto capitale che essi svolgono. Per cui consentiamo a Comuni e Province – qui sta il focus del provvedimento – di pagare le imprese che hanno realizzato investimenti e opere nei loro territori, cosa che non potrebbero proprio in virtù del patto di stabilità.
Questa era una richiesta formulata ripetutamente dai Comuni e dalle Province, espressa in modo formale dall'Assemblea da parte del Comitato per le autonomie locali.
Pertanto in un atto di solidarietà e di responsabilità, che è particolarmente oneroso per la nostra Regione ma particolarmente utile alla comunità regionale per l'occupazione e per il reddito della nostra regione, abbiamo ritenuto intervenire in questa maniera. Sono 90 milioni di euro che vengono trasferiti a Comuni e Province per consentir loro di poter corrispondere alle necessità delle imprese.
Come avviene il trasferimento? Per i Comuni: 75% in funzione all'incidenza dei residui passivi in conto capitale, per l'anno 2010; 5% in funzione del rapporto tra il reciproco del debito pro-capite di ciascun Comune; 10% per favorire il superamento degli stati emergenziali, quindi delle calamità naturali; 10% per favorire progetti di rilevanza regionale.
Più o meno lo stesso meccanismo riguarda le Province: si alza all'80% l'incidenza dei residui passivi in conto capitale, per l'anno 2010; 5% in funzione del rapporto tra il reciproco del debito pro-capite di ciascuna Provincia; 15% per favorire progetti di rilevanza regionale.
Questo provvedimento consente alla stragrande maggioranza dei Comuni della nostra regione che stanno sotto la spada di Damocle del patto di stabilità interno di fuoriuscirne per circa il 60% dei loro impegni.
E' quindi un provvedimento la cui portata è straordinariamente importante. Per questo in apertura dei lavori ci siamo permessi di fare a voi tutti la presente comunicazione. E chiaramente questa azione rivolta ai Comuni della nostra regione, trasferendo loro una capacità di spesa molto rilevante, consente anche di tenere un atteggiamento particolarmente rigoroso nella valutazione dell'assestamento di bilancio. Nel senso che possiamo fuoriuscire da quella logica che spesso ha caratterizzato negli anni trascorsi quest'Aula ove venivano interpretate singolarmente vicende di ciascun Comune per rappresentare delle priorità che meritavano attenzione. Usciamo dunque da questa logica dei singoli casi e viceversa trasferiamo ai Comuni una capacità di spesa in maniera automatica e che saranno loro stessi a gestirsi. Quindi i Consiglieri sono liberati dall'incombenza di dover rappresentare situazioni singole, caso per caso, e dover fare collegialmente una valutazione delle priorità; una priorità che spesso risultava anche antipatica perché comportava dire dei sì e dei no. In questo caso trasferiamo un plafond finanziario a disposizione dei Comuni e delle Province e saranno loro, in base alle urgenze, ad utilizzarlo.
Certamente, ripeto, è un impegno oneroso per la nostra Regione, che però abbiamo ritenuto di fare in nome di quella coesione di sistema che deve caratterizzare la nostra comunità. Non esistono delle valutazioni o delle selezioni di nessun tipo, né di sensibilità politica, né di appartenenza di altra natura. Esiste soltanto un criterio, quello oggettivo che prima vi ho riferito. E questo, appunto, dovrebbe rafforzare la coesione complessiva della nostra comunità, di fronte a un momento tanto difficile come quello che lo scenario finanziario ci impone e che richiama a un grande senso di responsabilità in ciascuno di noi.
Grazie Presidente.


Sull'ordine dei lavori

PRESIDENTE. Ha chiesto la parola il Consigliere Cardogna, ne ha facoltà.

Adriano CARDOGNA. Come ho anticipato alla Conferenza dei Capigruppo chiedo di discutere la mozione n. 210 avente ad oggetto “Impugnazione avanti la Corte Costituzionale dell'articolo 4 della legge 148/2011 – Adeguamento della disciplina dei servizi pubblici locali al referendum popolare e alla normativa europea”.

PRESIDENTE. Bene. Se siamo d'accordo la inseriamo come punto 6 bis).
Ha chiesto la parola la Consigliera Giorgi, ne ha facoltà.

Paola GIORGI. Presidente, anch'io ho una richiesta da fare, della quale si è parlato nella Conferenza dei Presidenti dei Gruppi, ovvero quella di anticipare la discussione del punto 11) di cui alle mozioni riguardanti la Direttiva Bolkestein. Un tema di cui si sta parlando moltissimo a livello nazionale e che ancora in quest'Aula non si è giunti a una conclusione o comunque alla redazione di un atto.


PRESIDENTE. Bene, le poniamo al punto 6 ter). Inoltre c'era la richiesta del Consigliere Pieroni su cui ci eravamo impegnati anche la seduta scorsa, che quindi, se siete d'accordo, iscriviamo come punto 6 quater).
Ha chiesto la parola la Consigliera Ortenzi, ne ha facoltà.

Rosalba ORTENZI. Presidente, io invece chiedo il rinvio alla prossima seduta della proposta di legge n. 102 “Norme in materia di politiche giovanili”, per un approfondimento che è stato richiesto dal CAL.

PRESIDENTE. Va bene. Ha chiesto la parola il Consigliere Bucciarelli, ne ha facoltà.

Raffaele BUCCIARELLI. Per una domanda, Presidente. Sulle comunicazioni del Presidente Spacca si aprirà una discussione oppure la riprenderemo nell'ambito della trattazione del bilancio?

PRESIDENTE. Solitamente sulle comunicazioni, così come prevede il Regolamento, è possibile aprire una breve discussione e se questa dovesse prolungarsi se ne chiede l'iscrizione a una seduta successiva. Però oggi - forse da parte mia prima non sono stato sufficientemente chiaro - la comunicazione fatta dal Presidente della Giunta Spacca rientra in un'illustrazione propedeutica relativa alla discussione dell'assestamento. E' così che ho interpretato la sua richiesta, Presidente? (…) Bene.
Ha chiesto parola il Consigliere D'Anna, ne ha facoltà.

Giancarlo D'ANNA. Per sottolineare, Presidente, che ancora una volta una serie di mozioni da me presentate, alcune delle quali risalgono addirittura allo scorso anno, sono state messe in coda all'ordine del giorno. Pur essendo state presentate ad inizio legislatura puntualmente vengono messe tra le ultime posizioni. Insomma, Presidente, credo occorra trovare un sistema affinché le mozioni abbiano un percorso chiaro e ben delineato. Alcuni argomenti molto spesso non sono più neppure di attualità. Alcune mie mozioni sono addirittura della scorsa legislatura, le ho ripresentate in questa, ma di questo passo rischiamo di andare avanti fino alla terza e più!

PRESIDENTE. Consigliere D'Anna, lei essendo ora Capogruppo ha la possibilità di far parte della Conferenza dei Presidenti di gruppo. E' in quell'occasione, in base alle esigenze, che ci si fa carico, di solito in modo unitario, del posizionamento degli atti ispettivi o delle mozioni, e ciò anche in riferimento alle urgenze che, come lei sottolineava, è argomento assolutamente comprensibile e giusto.

Giancarlo D'ANNA. Grazie Presidente.

PRESIDENTE. Ora se l'Aula è d'accordo e se non ci sono richieste particolari, visto che i lavori della II Commissione sono terminati, direi di rimandare il punto delle interrogazioni e passare subito alla trattazione del punto 2). E' una proposta operativa, considerata l'importanza e l'interesse dei punti successivi. Se invece l'Aula non è d'accordo proseguiamo. (…) Va bene, grazie colleghi.


Proposta di legge regionale n. 105
ad iniziativa della Giunta regionale
“Rendiconto generale della Regione per l'anno 2010”
(Relazioni di maggioranza e di minoranza)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca la proposta di legge n. 105 ad iniziativa della Giunta regionale.
Prima di passare la parola al Consigliere Latini relatore di maggioranza, ha chiesto di intervenire il Consigliere Binci, ne ha afcoltà.

Massimo BINCI. Presidente, chiedo che vengano distribuiti gli emendamenti ai Consiglieri, altrimenti non abbiamo una visione d'insieme neanche di quello che è stato presentato dal Presidente Spacca.

PRESIDENTE. Mi sembra una richiesta assolutamente legittima e di buonsenso. Chiedo ai tecnici di farsene carico.
Prego, Consigliere Latini. Chiedo un po' di attenzione all’Aula perché non si riesce a seguire. Grazie.

Dino LATINI. Il Rendiconto per l'anno 2010 rappresenta il quadro della situazione finanziaria della Regione all’inizio della nona legislatura, nel più totale pieno della crisi economica nazionale ed internazionale che sta creando difficoltà notevolissime alla stabilità dell’eurozona, di alcuni paesi aderenti all’euro ed in particolare all’Italia.
Non va dimenticato che il Rendiconto del 2010 subisce i tagli della manovra Tremonti del maggio 2010 e che ha vissuto le fasi più delicate del ridimensionamento delle attività dell’Ente regione, primi fra tutti la sanità, i trasporti e la spesa per il sociale.
Alcune considerazioni sugli elementi di maggior rilievo consentono di trarre considerazioni utili non solo alla valutazione dell'andamento della gestione finanziaria regionale, ma anche indicazioni per l'Assestamento del bilancio 2010 che sarà successivamente posto all'esame dell'Assemblea legislativa.
Quadro delle entrate. Nell'anno 2010 le entrate iscritte nella competenza finale ammontano complessivamente a 4,374 miliardi a fronte di 4,5 milioni circa del 2009. Quindi rispetto al 2009 mostrano 128 milioni in meno, rispetto al 2008, invece, 330 milioni in più.
La provenienza deriva per 518,592 milioni dallo Stato (pari al 12%, nel 2009 era al 13%), per 80 milioni (pari allo 1,6%, nel 2009 era all’1,7%) dall’Unione europea e 3,775 miliardi (86,40%, nel 2006 era all’85%) sono rappresentati da risorse proprie regionali.
Occorre sottolineare che nelle risorse regionali le entrate derivanti dal Titolo I (tributi propri della Regione) rappresentano la parte più consistente pari a euro 3.122 miliardi circa (con un aumento di 44 milioni dal 2009 e una capacità della Regione di accertamento rispetto alle previsione del 99,57%). Si passa da 3.122 del 2010 a 2.997 del 2008.
Per quanto riguarda la composizione delle entrate tributarie, i tributi finalizzati al finanziamento della sanità è l’aspetto più rilevante: euro 2.657.403.137 rispetto a euro 2.595.650.000 del 2009 circa (85% dei tributi). I tributi vincolati sono di 32 milioni. I tributi derivanti dalla manovra fiscale regionale, quella a seguito della prima manovra Tremonti, euro 91.227. I tributi disponibili 341 milioni. Suddividendo queste quote rispetto all’85% che porta i tributi finalizzati della sanità, abbiamo rispettivamente un 3%, un 11% e un 1%.
Per quanto riguarda le entrate disponibili accertate nel triennio 2008-2010 si passa da 342 milioni nel 2008 a 348 del 2009 fino a riassestarsi a 341 del 2010.
La manovra regionale, ovvero l’intervento a seguito delle compressioni determinate dal patto di stabilità e dalle manovre successive, va da 119 milioni nel 2008 ai 100 del 2009 ai 91 del 2010.
Quindi vi è questa variazione tra i 461 milioni del 2008 e i 432 del 2010. Rispetto all’anno precedente c’è una diminuzione di 1 milione e 541 mila per gli interventi agevolativi sull’Irap e per la questione della crisi congiunturale.
Nel 2010 sulle entrate disponibili vi è una diminuzione di 17 milioni, determinata da 3 milioni e 600 mila euro in meno per la compartecipazione dell’accisa regionale sulla benzina, da 3 milioni e mezzo per altri tributi minori e da 9 milioni e mezzo per il minor gettito dell’Irap.
Il quadro delle spese è diviso per Aree. La maggiore è relativa all’Area 5 che tocca 3.516 milioni di spesa del 2010, rispetto ai 3.469 del 2009 e ai 3.183 del 2008.
Ci sono alcune Aree che hanno una diminuzione di spesa. L’Area 1 scende a 141 milioni rispetto ai 175 del 2009 e ai 209 del 2008. L’Area 2 scende a 702 milioni rispetto ai 705 del 2009 e ai 812 del 2008. L’Area 3 è di 308 milioni rispetto ai 337 del 2009 e 316 del 2008. L’Area 4 invece cresce a 557 milioni, attestandosi sulla stessa somma del 2009 rispetto ai 481 del 2008.
Sempre nel campo della spesa per il trend degli stanziamenti di competenza per provenienza di risorse verifichiamo che per lo Stato, come dicevo, rimane di 1 milione e 252 mila per l’anno 2010 rispetto a 1 milione e 220 mila del 2009. La Regione cresce a 3 milioni e 882 mila, rispetto ai 3 milioni e 867 del 2008. Mentre per quanto riguarda i programmi dell’Unione europea si sale come investimento a 91,501, rispetto agli 88 del 2009 e agli 83 del 2008.
Dividendo per Aree il trend di stanziamento di competenza per provenienza delle risorse, vediamo una suddivisione abbastanza interessante.
Lo Stato porta come spesa 57 milioni nel 2010 rispetto ai 98 del 2009 e ai 126 del 2008, quindi la manovra colpisce particolarmente questo lato dell’Area 1. La Regione mantiene 83 milioni rispetto agli 82 del 2008 mentre nel 2009 era scesa a 79 del 2009. L’Unione europea l’anno scorso aveva dato 11 milioni mentre oggi dà zero. Il totale è di 141 milioni per il 2010 rispetto ai 175 del 2009 e ai 209 del 2008. Il confronto tra la spesa del 2010 e quella del 2009, sulla base dei punti di finanziamento, dimostra che ci sono meno 42 milioni circa da parte dello Stato più 7 milioni circa da parte della Regione.
Per l’Area 2, come prima fra Stato, Regione ed Unione europea, si ha un intervento complessivo nel 2010 di 702 milioni rispetto ai 705 del 2009 e agli 812 del 2013. Anche in questo caso confrontando le spese tra il 2010 e il 2009 si ha evidenza di meno 40 milioni di finanziamento regionale.
Per l’Area 3 gli interventi complessivamente sono di 308 milioni nel 2010 rispetto ai 337 del 2009 e ai 316 del 2008. Il finanziamento statale cala di 37 milioni mentre il finanziamento regionale pone un intervento in più di circa 4 milioni.
Per l’Area 4, territorio e ambiente, vi è un intervento di 557 milioni del 2010 rispetto ai 481 del 2008 mentre la somma del 2009 è invariata ai 557 milioni. Il confronto di spesa, suddividendo tra Stato, Regioni e Unione europea, mostra che cala il finanziamento statale di 4 milioni e aumenta quello regionale di 5 milioni.
L’area 5, servizio alla persona, 3 miliardi e 500 milioni nel 2010 a fronte di 3 miliardi e 469 milioni nel 2009 e 3 miliardi e 183 milioni nel 2008. Il confronto mostra un aumento di 75 milioni di finanziamento statale su quel programma triennale del fondo sanitario nazionale e un intervento regionale di meno 28 milioni circa.
In generale come gestione vi è una diminuzione al 53,2% degli impegni nell’area 1 (nel 2009: 67,4%), un aumento al 61,5% nell’area 2 (nel 2009: 58,2%), al 61,1% nell’area 3 (nel 2009: 64,1%), al 50% nell’area 4 (nel 2009: 44,2%) e all’83,2% nell’area 5 (nel 2009: 83,3).
Per gli impegni di spesa per il 2010: Area 1 53%, Area 2 61%, Area 3 61%, Area 4 50%, Area 5 83%.
Per quanto riguarda invece il patto di stabilità, che è fortemente condizionante degli obiettivi dell’Amministrazione regionale, 89,54% è l’obiettivo programmatico pari un miliardo, le spese nette di 925.381 milioni, la differenza tra spese e obiettivo è di 108 milioni. Nel 2010 1.019, le spese nette 832 mila, la differenza tra spese e obiettivo è di 187 milioni.
Relativamente ai residui perenti va segnalato che il grado di copertura è pari al 50,06% nel 2010 rispetto al 51,34% nel 2008 e con un passaggio più basso per il 2009 del 48,09%.
Il saldo finanziario chiude questa prima tabella, c’è ancora un’ulteriore discesa, da 119 milioni e 364 del disavanzo del 2009 ai 144.068 del 2010, con una diminuzione di 5.295.283.
Il Patto di stabilità. Alla conclusione dell’esercizio finanziario 2010 la consistenza del debito regionale contratto ammonta ad euro 714.015.886,29. A tale somma va aggiunto l’importo di euro 539.535.305,68 che si riferisce a quelli autorizzati, per un totale di 1.253.521.191,87 comprensivo anche di quello con oneri a carico dello Stato arriva a 1.466,8 di cui 321,8 milioni per il ripiano delle spese per la sanità.
Il patto di stabilità è stato rispettato sia per quanto riguarda la cassa sia per quanto riguarda la competenza calcolati secondo la legge 133/2008. Ci si è attestati intorno al 91,1% si spesa per cassa e di 82% per competenza rispetto alla media triennale 2007/2010 del 101% e 93%.
In sintesi la gestione 2010 ha visto un’ulteriore diminuzione del debito regionale rispetto al 2008 di circa 9 milioni confermando il trend di progressiva diminuzione dell’esposizione debitoria degli ultimi anni.
Il conto del patrimonio è negativo per il 2010 di 24,84 milioni, che però non prende in considerazione l’ammontare delle reiscrizione delle risorse a destinazione specifiche, che determinerebbe ovviamente un aspetto del tutto positivo.

PRESIDENTE. Presidente Latini, lei ha esaurito entrambi i punti, il rendiconto e l'assestamento? Perché solitamene, pur rimanendo una certa flessibilità sugli interventi, li abbiniamo? Però mi appello all'Aula.

Mirco CARLONI. Penso sia meglio svolgere le relazioni una alla vota.

PRESIDENTE. Non c'è problema. Ha la parola il relatore di minoranza Consigliere Carloni.

Mirco CARLONI. Il 30 maggio scorso la Giunta regionale ha approvato la proposta di legge in merito al Rendiconto per l'anno 2010.
I comunicati stampa, la relazione di sintesi e la relazione generale che accompagnano questo atto hanno ribadito – vedi anche le ultime dichiarazioni - risultati significativamente considerati virtuosi. Si evidenzia il miglioramento del disavanzo, la riduzione del debito e l'abbassamento della pressione fiscale sulla tassazione aggiuntiva regionale.
Concetti che penso verranno ribaditi anche nella discussione in Aula.
Ma secondo me questa positività dei numeri più volte segnalata nelle relazioni sottende ad una valutazione che se viene fatta in modo analitico e verificata fa comprendere, invece, come questi dati sono veramente preoccupanti.
Se appunto ci si ragiona i risultati fanno emergere la seguente considerazione.
La riduzione del disavanzo migliora, scende dai 119 milioni del Rendiconto 2009 ai 114 milioni del Rendiconto 2010. Dunque si afferma che è una variazione positiva tra il debito consolidato dello scorso anno e quello di questo anno.
Però bisognerebbe chiedersi: ma come si ottiene questo miglioramento?
Io negli atti propedeutici a questa proposta di legge ho visto una cancellazione di debiti per circa 16,7 milioni. E’ una tecnica ormai consolidata – così mi dicono i tecnici del settore bilancio della Regione – che si ripete ogni anno in modo abbastanza costante (basta vedere pag. 85 della Relazione). Però io penso che cancellando ripetutamente i debiti di fatto alla fine non si tolgono, vengono semplicemente portati fuori bilancio, cioè vengono messi da una parte per poi essere riproposti successivamente. In tale maniera credo si alterino i conti di questa Regione.
Questo fenomeno negli ultimi cinque anni ha raggiunto la non trascurabile entità di circa 200 milioni di euro che appunto sono stati portati fuori bilancio.
In qualunque ente locale, Comune o Provincia, anche per una modesta entità di debiti fuori bilancio esiste una procedura normativa per spostarla dall'impegno di spesa annuale. E su questo fenomeno la Corte dei Conti è molto solerte ad intervenire con tempestività.
Qui invece si è creato scientemente fuori bilancio un volume considerevole di debiti, si parla di altri 260 milioni (se si considerano i residui perenti che sono comunque debiti), che si reiscrivono di volta in volta secondo la necessità di rifinanziare quel debito. Si tratta, secondo me, di una forma di eccesso di disinvoltura, senza considerare che l’iscrizione di cui alla pag. 71 della Relazione si somma alle cancellazioni di cui vi ho detto.
Se si sommano questi debiti si arriva a un'entità che supera l'entrata corrente complessiva di questa Regione, si arriva all'importo di 450 milioni di euro.
Per cui invece di parlare di merito andrebbe chiarita questa posizione con cui appunto anno per anno vengono cancellati molti milioni di debiti di questa Regione.
Credo che in qualunque ente e in qualunque attività economica una simile modalità avrebbe un altro tipo di valutazione.
Inoltre ci sono partite creditizie che risalgono a ventitrè anni fa. Vi lascio pensare cosa ci può essere di residui perenti! Possono essere tutti quanti considerati crediti certi? A questa domanda non so rispondere, però vi faccio un esempio, su 1,5 milioni del 1988 si sono incassati nel 2010 appena 37 mila euro. Per cui va verificata l'effettiva possibilità di recuperare questi crediti, che è veramente molto aleatoria. E questo è un sintomo dello stato di salute della situazione finanziaria della Regione Marche.
Anche la riduzione del debito regionale viene ostentata come una virtù; una affermazione supportata dalla tabella di pagina 79 della Relazione.
Allora anche qui mi permetto di osservare che la verità è solo una mezza verità. E’ vero che il totale del debito nel periodo 2004/2010 è diminuito di oltre 90 milioni con riduzione di quello contratto e aumento di quello autorizzato e non contratto al netto delle riduzioni costanti dei rendiconti annuali, ma in virtù delle promesse di investimento che non si attivano, che credo siano semplicemente delle promesse e non degli effettivi investimenti programmati.
Su questi aspetti si potrebbe parlare a lungo, ma preciserò soltanto quello che in sostanza emerge da questo Rendiconto.
Non riesco a spiegarmi come mai per la Regione Marche la partita debitoria sia riduttivamente riferita solo ai debiti verso le banche o agli istituti sottoscrittori dei bond emessi.
Mi domando: se i soldi sono da dare a privati, aziende od enti per cose fatte o in corso di esecuzione, questi non sono debiti? A me parrebbe di sì, come la metà dei perenti che non si riscrivono, come gli altri citati debiti fuori bilancio. Sono debiti ripudiati o prestiti forzosi a carico di terzi? Vogliamo anche valutare gli eventuali effetti negativi dell'incidente Bramante bond in ordine al quale la relazione glissa?
Su questo mi aspetto un intervento di chiarificazione, altrimenti la riduzione del debito regionale sarebbe soltanto effimera e non reale.
La riduzione di circa 9,5 milioni sul gettito 2009 della pressione dell'Irap regionale per l'incremento dell'occupazione mi fa rammentare che le maggiorazioni fiscali istituite ed applicate dall'anno 2002 devono cessare, secondo le promesse ormai tradite dall'anno 2006 in avanti.
Inoltre più volte negli ultimi sei mesi abbiamo sentito tuonare il Governo regionale a proposito della paventata tassa sulle disgrazie con riferimento ai danni del maltempo. Ma con eccesso di disinvoltura ci si dimentica che i cittadini e le imprese marchigiane pagano la tassa sulla disgrazia da circa un decennio, tassa che doveva essere tolta ma che invece è ancora presente. Gli eventi che l'hanno originata non sono metereologici, la calamità conseguiva a responsabilità dei Governi regionali del tempo in cui l'attuale Governatore rivestiva un ruolo, ossia aveva preso questo impegno con la Regione.
Il grafico 4 di pagina 53 della Relazione mira ad illustrare l'andamento del gettito, in modo abbastanza eloquente si ricava come cittadini e imprese sono stati spremuti, per tassazione aggiuntiva regionale, per un’entità totale pari a circa 1.300 milioni di euro. Questa "spremuta" oltre la data della promessa cancellazione ha prodotto un gettito di circa 670 milioni di euro, rispetto ai 630 milioni di euro circa della prevista durata iniziale. Quindi è praticamente il doppio.
Vorrei evidenziare, avviandomi alla conclusione, che la Regione chiude la gestione 2010 con un disavanzo. Applica al bilancio 2011 un avanzo di amministrazione che riflette non solo le reiscrizioni, il trascinamento di stanziamenti di bilanci pregressi che verranno rettificati con l'assestamento 2011 dopo l'approvazione del rendiconto. Iscrive (pagina 70 della Relazione) poco più del 50% del volume dei residui perenti (debiti relativi ad anni pregressi) , cioè 260 milioni di euro circa dei 520 milioni, che mi pare un volume considerevole su cui quest'Aula qualche riflessione dovrebbe fare. Applica, perciò, un avanzo vicino ai 260 milioni al bilancio per l'anno in corso, ovvero un importo ben superiore all’entità dei residui perenti conseguenti l'impiego di risorse proprie che ammontano, infatti, a poco più di 210 milioni. Usa quindi una parte di risorse non proprie e vincolate come se fossero risorse proprie per finanziare attività ed interventi di spettanza.
La gestione del Rendiconto è pertanto del tutto alterata, va chiarita, altrimenti tutte le cifre sarebbero effettivamente irrisorie e discutibili.
Ritengo che rispetto a quello che viene detto nella Relazione, la trasparenza, la veridicità, l'oggettività dell'atto, rispetto alla rendicontazione di questo Ente, ci siano molte cose su cui deve essere fatta chiarezza.
Questo è un Ente che si trascina da anni dei debiti spaventosi, che dunque ci porta a votare contro questa proposta di legge.


PRESIDENTE. Se siete d’accordo, pur tenendo distinte le relazioni, farei un dibattito unico. Ovvero, sono state svolte le relazioni di maggioranza e di minoranza sul Rendiconto, ora do la parola agli stessi sull'assestamento, dopodichè aprirei il dibattito, avendo l'accortezza di non essere fiscale sulla richiesta in quanto appunto la discussione è accorpata.


Proposta di legge regionale n. 137
ad iniziativa della Giunta regionale
“Assestamento del Bilancio 2011”
(Relazioni di maggioranze e minoranza)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la proposta di legge regionale n. 137 ad iniziativa della Giunta regionale. Ha la parola il relatore di maggioranza Consigliere Latini.

Dino LATINI. Compito unico dell’Assestamento è l’aggiornamento dei residui attivi e passivi della giacenza di cassa e del saldo finanziario. Anche per l’anno 2010 l’assestamento avviene dopo le manovre economiche nazionali che ulteriormente hanno ridotto se non azzerato i contributi statali alle Regioni.
Pur in questo drammatico quadro nel corso del 2010 la Regione ha coperto gran parte delle minori entrate nell’ambito del sociale, in particolar modo per gli anziani non autosufficienti (per tutti basta accennare alla convenzione Asur e Rsa). Ma tutto l’ambito del sociale è stato finanziato in via sussidiaria dalla Regione Marche.
Altro intervento prioritario compiuto ha toccato il sistema produttivo della nostra regione ed in particolar modo per le piccole e medie imprese e grandi imprese storiche della nostra regione, come la Merloni la Fincantieri e la Manuli, colpite da particolari crisi congiunturali nel settore delle proprie attività. E a fronte dell’azzeramento dei trasferimenti statali del fondo unico vi sono state le risorse regionali impiegate per favorire l’accesso al credito da parte delle imprese con gli strumenti di garanzia con 5.800 operazioni utilizzati e 240 milioni di finanziamenti.
L’intesa con l’Abi per lo smobilizzo dei crediti vantati nel confronti della pubblica amministrazione e le nuove metodologie per gare e appalti della Regione e la linea di credito BEI di circa 100 milioni hanno permesso l’utilizzazione di 36 milioni di garanzie, quindi per un ampliamento dell’intervento della Regione a favore delle imprese.
Altro punto fondamentale per l’anno in corso per la Regione è stato la green economy, attuandosi le politiche di finanziamento alle imprese e alle pubbliche amministrazioni, finalizzate a favorire risparmio energetico e la diffusione delle fonti rinnovabili, sostenendo e promuovendo la produzione di energia e di calore in co-generazione e tri-generazione, la riqualificazione degli edifici pubblici e della pubblica illuminazione, l’utilizzazione del fotovoltaico, della geotermia, dell’eolico, della biomassa e del bio-gas. Per tali finalità sono stati spesi 54 milioni di euro pari a 116 milioni di investimenti, di cui il 52% per la pubblica amministrazione e il 48% per il privato. Una partita quella delle energie rinnovabili che in futuro si giocherà soprattutto nel loro inserimento nelle nuove costruzioni, nella riqualificazione dell’esistente pur nel contemperamento delle priorità ambientali.
Altro punto nodale da segnalare è quello del trasporto pubblico che con l’Assestamento beneficerà di 9 milioni di euro a seguito del taglio ingiustificato dello stato in questo settore.
Ricordiamo brevemente che per il trasporto su gomma la Regione ha destinato 80 milioni di euro (di cui 3 detratti per gli eventi alluvionali del marzo scorso) a cui si aggiungono 2,7 milioni per agevolazioni tariffarie, che in fase di assestamento dovranno essere aumentati di 1,3 per la scadenza nel 2010 per l’accordo con le società di trasporto pubblico locale, per la quale una quota dei minori introiti rimaneva a carico delle medesime.
Anche per quanto riguarda il CCNL di categoria la Regione interviene per 4,4 milioni di euro. Inoltre trasferisce 44,71% dell’IVA di cui alla compartecipazione sui corrispettivi per i TPL alle Province, pari a 2,8 milioni per il 2011, ed aggiunge ancora 2,4 milioni per il rinnovo del parco automezzi.
Per quanto riguarda invece il trasporto pubblico ferroviario la Regione nel 2011 ha contribuito per 3,4 milioni, pari poi effettivamente a 1,9 per un costo della gestione dei servizi di quasi 40 milioni. Proprio in questo ambito si inseriscono gli interventi di cui agli emendamenti approvati in sede di Commissione, sia per quanto riguarda le agevolazioni tariffarie, sia per quanto riguarda la promozione dell’uso dei mezzi pubblici ed infine la contribuzione per coloro – soggetti di titolari di mezzi di trasporto pesanti nelle aree indicate nell’apposita delibera di Giunta regionale contro le polveri sottili – che utilizzano il cambio del mezzo stesso.
Un quadro complessivo della regione va comunque segnalato iniziando proprio dalla congiuntura economica finanziaria del 2011.
Vi è un moderato recupero per quanto riguarda l’industria marchigiana pari a un 3,1% in più rispetto all’anno precedente e un 3% in più del commercio rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente.
Le vendite sono state più forti all’estero (6,7%) per tutti i settori produttivi meno che per l’alimentare, il legno e il mobile, a fronte dell’1,6% in più per il mercato interno;
- le forze lavoro perdono invece 800 unità (-0,1%) come risulta in flessione il tasso di attività (-0,4%) in linea con tutte le regioni del centro nord.
Le persone in carca di lavoro sono il 6,7% di cui il 27,1 % femminile e facendo attestare così la disoccupazione al 5,8% (2 punti in meno rispetto al livello nazionale);
La popolazione inattiva aumenta dell’1,5%, legata peraltro più a questioni demografiche che alla connotazione del mercato del lavoro.
Il saldo tra assunzioni e cessazioni è positivo per le prime, con un incremento del 7,8%, pari a 25.000 lavoratori in più particolarmente concentrati nell’area di Senigallia e Civitanova Marche. Delle nuove assunzioni sono il 9,3% sono a tempo indeterminato, il 20% la somministrazione, il 28% al lavoro intermittente, rappresentando così rispettivamente il 12% e il 17% dei flussi in entrata dell’occupazione. Vi è un incremento del manifatturiero (+ 32,7) del calzaturiero (+28), istruzione (+27) servizi (+ 18). La fascia di età più interessata a questo aumento è quella fra 45/54 anni (14,3% in più); i giovani (+6,4) tra 15 e 24 anni; i saldi positivi delle assunzioni sono di 2164 nella meccanica, 1.390 nel calzaturiero, e 11.740 del settore alberghiero e ristorazione.
La CIG è scesa del 25,7% sia per quella ordinaria (-46%) sia per quella straordinaria (-5%) e riguarda tutti i principali settori produttivi.
Le liste di mobilità sono scese dell’1.8%, pari a 5.000 persone interessate (riguardando sia quella indennizzata che quella non indennizzata). Vi è l’eccezione della provincia di Ancona in cui invece cresce del 14% riguardando trasporti, comunicazioni, alimentare e legno, pari al 26,2%.
La CIG in deroga diminuisce del 40% con la sola deroga di API che sale del 15,9%. Tale contrazione riguarda tutti i settori meno quello alimentare (+49,3% per i lavoratori).
I tagli operati nel 2011 dallo Stato alle Marche sono di 125,5 milioni, rimanendo così disponibili 546 milioni al netto del 10% dell’accantonamento di 54,6 milioni. A tale taglio vanno aggiunti 20 milioni di cui 10 per il fondo delle nuove autosufficienze, non più corrisposti nel 210. Di questi tagli particolarmente rilevanti sono 28,2 milioni per il TPL, 2,5 per le politiche per la famiglia, 16 per l’edilizia sanitaria pubblica, 27 per la viabilità, 27 per gli incentivi alle imprese, 3 per i disabili, 2,3 per i prestiti d’onore, 2,7 per l’edilizia popolare.
Ho detto prima della questione TPL e dell’intervento di 9 milioni di euro da parte della Regione.
Va segnalato per i servizi sociali il percorso condiviso con le autonomie per l’accesso e la presa in carico da parte della rete assistenziale per favorire la permanenza a domicilio, per la prima infanzia e a carattere comunitario, per la residenzialità e la fragilità per l’inclusione sociale di sostegno al reddito.
In questo contesto ricordiamo che la Regione non godrà più nel 2011 di fondi alla famiglia, all’infanzia, alle politiche giovanili, alle pari opportunità e alle nuove autosufficienze, diminuendo da 1.200.000 del 2008 ai 178 milioni del 2011, a cui aggiungere il taglio del 60% dei contributi per i servizi civili.
Di fatto questo comporterà che dal 2012 lr Regioni, Province e Comuni vedranno dimezzate le risorse per i servizi sociali, oltre 50.000 anziani non godranno più di alcun beneficio, oltre 20.000 nuovi nati non potranno più entrare nei servizi di infanzia.
Una ricaduta negativa sui LEA socio-sanitarie, impossibilità di nuove strutture socio-sanitarie, l’utilizzo inappropriato del pronto soccorso del poli ospedalieri e in sostanza un aumento dell’indigenza del disadattamento e dell’abbassamento delle soglie di criminalità, comporta i tagli di cui sopra.
Per quanto riguarda l’aspetto tecnico della manovra di assestamento, si ricorda che al 31 dicembre 2010 i residui erano di 3 miliardi e 300 milioni, quelli passivi di 2 miliardi e 600 milioni, la giacenza di cassa 136 milioni, il saldo finanziario 906 milioni, l’ammontare dei mutui non contratti 539 milioni, la disponibilità 1 miliardo 400 milioni, gli impregni contabili 1.560 milioni, il disavanzo 114 milioni.
Con l’assestamento le entrate al netto delle contabilità speciali sono di 4.966.000, inferiore di 203 milioni rispetto all’anno precedente, con un aumento di 15 milioni per i tributi propri della Regione, di 11 del titolo II, di una diminuzione di 18 delle entrate extra-tributarie, di 314 milioni del titolo IV da alienazioni e riscossioni di credito e di 39 per mutui.
Per quanto riguarda le entrate tributarie va segnalato in questo contesto la diminuzione della quota delle accise sulla benzina di 2,4 milioni, la diminuzione dell’addizionale Irpef (-2,29 milioni), aumentando invece la tassa automobilistica (2,59 milioni) e l’addizionale sul gas (1,49) e l’Irap (3,07).
Vi è un ridimensionamento di 26,1 milioni delle entrate destinate alla sanità per il decremento della quota di riparto del FSN.
Per quanto riguarda le spese, il 69% - 2 miliardi e 688 milioni - sono destinati alla sanità e 287 milioni di cui alla funzione obiettivo VIII dell’ammortamento dei mutui per le spese di investimento pluriennali.
Per quanto riguarda il patto di stabilità va ricordato che la legge 229/2010 ha stravolto i criteri per il suo calcolo e ha stabilito che debba avvenire sulla base della sommatoria tra la media delle spese del triennio 2007/2009, quella dello scostamento dall’obiettivo assegnato, quella dell’obiettivo annuale degli enti locali dell’anno 2009, riducendolo del 12,3% per la competenza, del 13,6% per la cassa.
In sostanza per l’anno 2011 per le Marche l’obiettivo programmatico di cassa è di 717 milioni e di competenza di 889 milioni, riducendo il primo dagli 852 milioni stabilito e il secondo da 1.009.000, con una differenza in meno di 135 milioni nei pagamenti e di 120 negli impegni.
Va qui segnalato come la Regione Marche si sia attivando per la realizzazione del patto di stablità di tipo verticale per trasferire una parte degli obiettivi programmatici a favore degli enti locali consentendo quindi loro di modificare i rispettivi saldi programmatici per un aumento dei pagamenti in conto capitale.
Per quanto riguarda altri dati va segnalato come lo stanziamento dei fondi in relazione ai passivi perenti è di 300 milioni e garantisce una copertura del 57,84%, mentre l’autorizzazione alla contrazione dei mutui rimane sostanzialmente invariata diminuendo appena di 276.000 euro.
Entrando nell’articolato della legge, vi è una modifica dell’art. 5 in cui si stabilisce che le alienazioni avverranno secondo la normativa statale presente con priorità di cessione per gli enti territoriali al prezzo di mercato desunto da una perizia tecnico-economica redatta dalla Regione o dalla Agenzia delle Entrate.
All’art.6 si prevede un contributo alle imprese per il rinnovo del loro parco veicoli con una somma di 470.000 euro complessivi per le imprese stesse con domicilio individuato nella zona con delibera 52/2007.
All’art.18 con l’abrogazione del comma 4 bis dell’art. 18 della l.r. 71/97 in cui era prevista la sostituzione del termine dal 31 marzo al 30 settembre.
Vi è l’introduzione dell’art.18 bis relativo al riparto tra le province di AP e FM dei quantitativi di cava utilizzabili. E il 18 ter in cui viene stabilito che gli indennizzi confluiranno in un fondo provinciale per i miglioramenti boschivi e le opere di sistemazione idraulico-forestali
All’art. 23, denominato di organizzazione amministrativa, che ha subìto un ulteriore intervento di adeguamento da parte della Giunta approvando stamattina in Commissione un emendamento, viene stabilito al comma 3 che sono prorogare al 31 dicembre 2014 le graduatorie indette dal Consiglio regionale prima del 31 dicembre 2009.
Viene poi inserito il comma 3 bis in cui si prevede la rideterminazione del salario accessorio del personale del comparto dell’Assemblea legislativa in 1.095.000 al netto degli neri riflessi, mentre il fondo per la retribuzione di posizione e di retribuzione è fissato in 364.000 euro. E ancora, il comma 3 in cui l’Ufficio di presidenza dell’Assemblea legislativa e la Giunta regionale definiscono i criteri applicativi per la facoltà di recesso dell’art. 72 comma XI del d.l. 112/2008 legge 133/2008.
L’art. 25 relativo alle aziende faunistiche viene soppresso.
L’art. 27 relativo alla proroga degli organi degli enti parchi nazionali viene ridotta a 4 mesi.
L’art.28 viene soppresso.
L’art. 31 relativo al trasporto pubblico regionale viene inserita l’obbligatorietà della sostituzione della giunta regionale anche nella gestione dei contratti.
L’art. 32 relativo alla l.r. 27/2009 viene soppresso.
All’art. 33 viene inserito il comma 33 bis in cui si stabilisce che il residuo attivo del capitolo 30/40/10.41 è di 92.174, rideterminando le correlate disponibilità di spesa iscritte a carico delle UPB 52829 e 52820, mentre per il programma di investimento del settore sanitario è autorizzata la spesa di 9 milioni a carico della competente UPB, da destinare al completamento del finanziamento per i lavori del nuovo Inrca agenzia della terza età.
L’art. 34 di modifica della l.r. 13/2003 è soppresso.
Per quanto riguarda le variazioni alla tabella A di cui all’art. 38 si indica l’inserimento di 2.200.000 per contributi alle imprese ammesse con riserva e non finanziate di cui alle leggi 949/52 e 240/81 (gestione Artigiancassa); l’inserimento di 25.000 per la mostra la bellezza delle cose e il contributo di euro 15.000 per la rete teatrale della provincia di Pesaro Urbino.
Per quanto riguarda le modifiche più importanti, quanto alla tabella A, vanno ricordati l’aumento di 1.000.000 per il diritto allo studio universitario, l’aumento a 3.450.000 per il trasporto pubblico locale, 325.000 euro per la protezione civile, 2.487.000 per il turismo, 320.000 per il commercio con l’estero, 200.000 per l’aeroporto dorico; quanto alla tabella B 140.000 per l’educazione alla politica e alla sicurezza; quanto alla tabella C 700.000 euro per l’esternalizzazione del servizio tassa auto, 7 milioni per la legge 194/08, 496.000 per il miglioramento genetico del bestiame, 100.000 per gli interventi a sostegno delle grandi aziende in crisi, 1.100.000 per la ricapitalizzazione delle società partecipate dalla regione, 293.000 per la gestione dei centri IAT, 240.000 per le iniziative di mobilità sostenibile, 321.000 per le azioni della società Quadrilatero, 500.000 per il Congresso Eucaristico; quanto alla tabella E 218.000 per l’educazione ambientale.
Vorrei infine segnalare, a beneficio delle richieste fate da parte di molti Consiglieri orientate a conoscere esattamente la quota di partecipazione della spesa sanitaria, che il totale della spesa di competenza al netto delle reiscrizioni è di 3 miliardi e 956 milioni. La quota relativa al Fondo sanitario regionale del 2011 è di 2 miliardi e 688 milioni, pari al 68% della spesa.
Ho accennato alle modifiche normative introdotte. Vi è inoltre un emendamento proposto dalla Giunta per l’aumento dell’accisa sulla benzina destinato esclusivamente agli interventi per il risarcimento dell’alluvione del marzo scorso. E’ stato approvato dalla Commissione. Quindi sarà oggetto di discussione nel dibattito che seguirà.

PRESIDENTE. Informo l’Aula, come ho fatto con i Presidenti dei Gruppi assembleari, che è presente una delegazione di autotrasportatori della Cna e della Confartigianato trasporti. Ora sarà ricevuta da una rappresentanza dell'Assemblea legislativa e della Giunta. Mi permetto di sottolineare che è una delegazione molto composta, seppure siano in un momento particolarmente difficile e complicato per la loro attività. Di questo li ringrazio, non solo a nome mio personale ma di tutta l'Assemblea. Denota che pur si soffrano difficoltà comprensibili a tutti si può stare nelle istituzioni in un certo modo. E questa delegazione sta davvero dando un grande esempio.
Ripeto, l'Assessore Donati ed io li incontreremo, quindi anche i Capigruppo che volessero venire a questo incontro possono farlo. (…) No, direi di procedere comunque con i lavori dell’Aula.
Ha la parola il relatore di minoranza Consigliere Carloni.

Mirco CARLONI. Sarò brevissimo. Noi su questo Assestamento voteremo contro per varie ragioni.
Innanzitutto perché, come si era detto anche l'altra volta, non deve essere l'occasione per fare modifiche normative e interventi finanziari non completi. Si era detto puntualmente che questo non sarebbe successo, invece in questo assestamento è puntualmente accaduto un'altra volta. Sono state messe modifiche normative per non affrontare in modo organico alcune tematiche importanti, per non fare riforme, ma soltanto per risolvere qualche piccolo problema di cabotaggio.
Ho sentito più volte la Giunta regionale intervenire sulla stampa lamentandosi del fatto che il Governo nazionale ha tagliato le risorse alla Regione, quando ancora vediamo in questo assestamento molte possibilità di impegni di spesa che possiamo definire, per usare un eufemismo, non essenziali. Se ad esempio si riesce ancora a finanziare gli archivi storici dei partiti significa che probabilmente il taglio avvenuto non è così mortifero, come appunto abbiamo sentito dire dalla stampa in questi mesi.
Come non c'è stato il coraggio di fare delle modifiche vere. Io ad esempio in Commissione, e ci tengo a ribadirlo in Aula, ho proposto l'abolizione degli organi di gestione dei parchi regionali. Ritengo che rispetto alla gestione un ufficio interno dell'Amministrazione regionale potrebbe benissimo svolgere le funzioni degli enti dei parchi regionali, con quei consigli di amministrazione ecc.. Poteva essere un piccolo segnale.
Inoltre non è stata affrontata in modo serio la tematica delle Comunità montane, lo si è fatto solo in modo sporadico.
Come dicevo all'inizio l'Assestamento è ormai l'occasione per non risolvere bensì per intervenire a spizzichi e bocconi. Penso all'Erap, all'Erf, all'Ersu. E’ cioè mancata la volontà di fare delle modifiche organiche degli enti strumentali di questa Regione e in Assestamento se ne pagano le conseguenze.
Su questo Assestamento si tratta un po' di tutto, dalla pesca, che invece meritava un discorso approfondito e serio, agli impianti sciistici, anche questi meritevoli di un vero approfondimento. Ci si riduce solo a poche battute tra maggioranza e minoranza.
E’ dunque una legge che di fatto non interviene organicamente su tante cose sulle quali l'Assemblea avrebbe invece dovuto parlare approfonditamente.
C’è in più anche questa prassi della Giunta che invia un pacchetto di emendamenti all'ultimo minuto. Tra maggioranza e Giunta ci sono una quantità di emendamenti che verrebbe voglia di dire: “ma chi l'ha scritto questo Assestamento?”, se appunto alla fine si arriva in Aula per l'approvazione con centinaia e centinaia di pagine che vanno a modificare quello che è stato da voi proposto soltanto qualche settimana fa. Questo modo di fare è assurdo.
Dunque ora, per tutte queste ragioni, ma sopratutto per l'impossibilità di capire nel merito cosa proponete, per la confusione generata in questo Assestamento di bilancio, la cosa migliore da fare credo sia quella di entrare nel merito di ogni emendamento, chiedendo, a nome dei cittadini marchigiani, le spiegazioni su quello che state facendo.
In ogni caso per le modalità che avete adottato il nostro senso di contrarietà rimane fin d'ora.


Presidenza del Vicepresidente
Paola Giorgi


Proposta di legge regionale n. 105
ad iniziativa della Giunta regionale
“Rendiconto generale della Regione per l'anno 2010”

Proposta di legge regionale n. 137
ad iniziativa della Giunta regionale
“Assestamento del Bilancio 2011”

(Discussione congiunta)

PRESIDENTE. La discussione è aperta. Ha la parola il Consigliere Zaffini.

Roberto ZAFFINI. Intanto, Presidente, non trovo il termine per esprimere quello che vedo, ossia per il fatto che sono presenti solo pochissimi rappresentanti della Giunta, quindi, a chi parliamo? Al vuoto! Su proposte di legge come quella dell'Assestamento e del Rendiconto gli interlocutori del Governo dovrebbero almeno avere la dignità di ascoltare le perplessità dei Consiglieri di fronte a queste manovre. Non credo sia questo il trattamento che meritiamo. Comunque io la mia relazione la faccio lo stesso. Anche se, Presidente, non condivido il fatto di abbinare gli atti in un'unica relazione. Secondo me sono provvedimenti completamente diversi. Ma se questo è l’orientamento facciamolo pure.
Inizio facendo un piccolo preambolo che rispetto alle relazioni molto tecniche che si sono svolte finora sicuramente è più politico.
In questi giorni a noi della Lega viene chiesto, sopratutto dai giornalisti ma anche da molti esponenti del PD, se siamo maroniani o bossiani. Allora io a questo punto, visto che politicamente stanno avvenendo delle manovre anche qui in Regione, chiedo a loro se sono solazziani o ucchiellani. Insomma, voglio dire, che ognuno guardi a casa propria!
Inoltre, dato che si parla di conti e di costi della politica e che sulla stampa si parla solo di noi, mi vorrei togliere anche un altro sassolino dalla scarpa. Ossia, noi non siamo certo degli sprovveduti, sappiamo bene che dietro questo ripetuto e violento attacco alla politica da parte della casta dei giornalisti ci sono dei mandanti ben precisi che rappresentano la casta per antonomasia. Ovvero quei poteri forti, locali e nazionali e che sono proprietari dei giornali oltre che di banche e probabilmente anche di yacht. Quei capitani di industria che in questi decenni sono stati i veri privilegiati dalla politica e hanno contribuito ad affossare questo sciagurato Stato. Essi attaccano sopratutto la Lega Nord, attaccano la forza che è ancora l'unica anomalia del sistema. Attaccano il federalismo perché vedono in ciò un depotenziamento dei loro affari e dei loro interessi in questo stato centralista. Questi poteri si ergono a innovatori per non cambiare in realtà proprio nulla.
La Lega Nord è stata precursore, già vent'anni fa rivendicava la sacrosanta necessità di rivedere l'assetto opprimente della burocrazia dello Stato, lo spreco di denaro pubblico con la cassa del mezzogiorno, le baby pensioni, i 14.000 forestali calabresi e via dicendo.
Oggi su questo sono tutti in coro a parlare di abbattere i costi della politica, ma vent'anni fa c'era soltanto un partito a chiedere questo, ovvero la Lega Nord di Umberto Bossi.
Dov'erano gli altri? Dov'erano sopratutto i giornalisti? Probabilmente tutti a magnare sulle spalle nostre e dei nostri figli, a poppare il latte de’ Roma grasso che colava!
L'enorme debito pubblico, 1.900 miliardi, è cresciuto nei decenni grazie ad amministratori incapaci che hanno dissipato i soldi dei contribuenti. I giornalisti che facevano allora? Attaccavano i costi della politica? No! Attaccavano noi che eravamo agli albori, dandoci dei razzisti.
Le responsabilità di questo debito pubblico sono invece da ricercarsi in chi ci ha preceduto, chi ha governato il Paese negli anni passati. In quegli anni la Lega non era certamente al Governo!
La politica costa. E le rivoluzioni non si fanno a costo zero. A noi i soldi servono eccome! Servono per combattere chi vuole fermare il futuro, quel futuro che passa inesorabilmente attraverso l'approvazione del federalismo.
Cari giornalisti, io non mi sento la casta, non sono la casta, io per diciotto anni ho sputato sangue e in questa terra ho ricevuto sputi gratuitamente! Oggi quasi un terzo dell'indennità che recepisco la devolvo come contributo volontario al mio partito, perché ci credo, perché è il mio partito che mi dà una forte identità. I giovani dovrebbero impararlo questo, riscoprirlo. E’ un obiettivo da raggiungere insieme, non certo per il bene personale.
Bene, questo è quel preambolo politico che ci tenevo a fare in quest’Aula, perché sul tema se ne sono dette tante.
Vado nello specifico. Il Rendiconto è la fotografia esatta della situazione reale finanziaria ed economica della Regione. E’ la presa d'atto dei risultati effettivi dell'azione di governo. Quindi per la Regione è sicuramente un documento importante.
Ma purtroppo dobbiamo dire che in Commissione la proposta è arrivata in quattro e quattr’otto, per cui è stato difficile entrare nei meandri delle spese e delle entrate in così poco tempo. E il fatto di averlo voluto abbinare all’Assestamento non è opportuno, perché essendo appunto un atto essenziale per una Regione sicuramente avrebbe bisogno di un’analisi più accurata.
Pertanto non abbiamo la consapevolezza effettiva di tutto quello che ci sta dietro. Da parte di questa Regione non dare all’opposizione, che rappresenta gli elettori e i contribuenti che non hanno votato questa maggioranza, un controllo reale del bilancio e del rendiconto di una Regione, ritengo sia una grave mancanza.
Il Rendiconto 2010 l'Assessore Marcolini lo definisce appartenente all'era geologica precedente, perché con la manovra finanziaria 2010 del Governo da 25 miliardi cambia radicalmente lo scenario, viene ridotta drasticamente la capacità di spesa della Regione. E noi diciamo: per fortuna che è così! Perché la Regione Marche, seppure meno rispetto ad altre Regioni del sud, ha comunque speso e stra-speso soldi pubblici senza produrre risultati.
Ci lamentiamo dei tagli ma qui ci sono dei veri e propri casi di bancarotta, ad esempio la bancarotta della SVIM, ora alla ribalta nella stampa locale ma che da tempo ha bilanci disastrati, che malgrado un finanziamento a fondo perduto di 6 milioni - ormai veramente perduti! - ha continuato ad assumere personale - forse i soliti amici degli amici, chissa! – per un importo di 540 mila euro annui.
Chi è il responsabile di questo sperpero? Il governo Tremonti? Non direi! La società è di proprietà al 100% della Regione, ma come sempre nessuno pagherà. Allora il dramma sarà sempre quello che i cittadini delle Marche continueranno a pagare abbondantemente queste indennità favolose malgrado i fallimenti raggiunti.
Poi c’è Aerdorica, che con un bilancio artefattamente redatto sembra nascondere una passività di circa 8 milioni. Sembra che cinque quadri aziendali utilizzino altrettante Audi A3 recentemente acquistate – in assestamento vedo proprio 200 mila euro, chissà se sono serviti per acquistare queste auto! –. Poi dall’altra parte vediamo che ci sono problemi per i buoni pasto e per gli stipendi dei lavoratori che non vengono erogati.
Oppure Assam o i Consorzi di bonifica, altri meandri nascosti. Insomma, spese su spese.
E il tanto pubblicizzato Progetto Domotica? Che fine ha fatto il roboante Progetto Apollo, la casa a dimensione degli anziani? Che guarda caso coinvolge soprattutto le imprese di un’area industriale che è il maggior sponsor politico prediletto della maggioranza e non solo. Per la futura casa domotica abbiamo 4 milioni per quattro anni, ovvero a bilancio un totale di 16 milioni. In questi tempi di magra non sono certo bruscolini. Ma sicuramente molti anziani alla fine finiranno prima nel loculo che nella futura casa domotica.
E delle Comunità montane che vogliamo fare? Ancora si continua a non decidere, però poi costano comunque 3,4 milioni, in più il personale non sa che fine farà, perché le risorse non sono a copertura di tutte le gestioni.
Vado al Rendiconto nella parte più tecnica.
La pressione fiscale cala dello 0,6%, passa da 877 a 872 euro a cittadino, è positivo, ma il disavanzo di chiusura dell'esercizio 2010 si riduce solo di 5 milioni, passa da 119 a 114 milioni. Dato che il segnale di crisi e di tagli era già evidente ci sembra poco.
Dal rapporto di gestione vedo che le entrate del Titolo 2 "Trasferimenti correnti da Stato e Unione europea" registrano un incremento molto sensibile. La previsione iniziale era di 72 milioni e ne sono arrivati 219, quindi +149 milioni ovvero +205%, e in valore assoluto c'è un aumento del 4%.
Quindi il 2010 si chiude senza tagli, anzi, ci sono state entrate molto più cospicue rispetto alle previsioni infauste.
L'Area 5 di intervento “Servizi alla persona e alla comunità”, che comprende la sanità, risulta in notevole crescita, comprende il 76% degli stanziamenti, l'82% degli impegni e arriva fino all'88% per i pagamenti in c/competenza. Sono veramente tanti soldi!
Finalmente, seppure con estremo ritardo, con la legge di riordino dell'organizzazione sanitaria si è razionalizzato il numero delle Zone territoriali e delle Asur, e c'è stata l'istituzione delle Aree Vaste, che comunque senza personalità giuridica reputiamo inutili; annuncio qui la presentazione di due distinti articoli di modifica della legge regionale 13/2003 inseriti nell'assestamento, dove appunto chiedo di istituire la personalità giuridica e l'accorpamento delle Aree vaste 4 e 5 per completare ¬la razionalizzazione e il risparmio.
La sanità ha infatti più bisogno di medici preparati, di bravi infermieri, di attrezzature e macchine all'avanguardie, piuttosto che di burocrati passacarte e strutture nuove, che sicuramente fanno più il bene alla salute dei costruttori che a quella dei malati.
Constatiamo inoltre che negli ultimi quattro anni il finanziamento della funzione Obiettivo mobilità e trasporti è più che raddoppiata, siamo passati da 180 milioni a 390 milioni, dopo la sanità, è veramente diventata una delle maggiori voci di spesa. Allora ci chiediamo: cosa è successo in questi anni? Nella provincia di Pesaro e Urbino non ci siamo accorti di nulla che possa giustificare questo consistente aumento. Dove sono andati tutti questi soldi, dato che non abbiamo visto un incremento dei trasporti?
Allora anche qui prima di lamentarsi magari è il caso di intervenire, sarebbe bene controllare maggiormente e razionalizzare. Nella mia città vedo girare continuamente giganteschi tram vuoti e sarebbe ora di far pagare i biglietti anche agli extracomunitari che cominciano ad essere tanti.
Il mio tempo è scaduto. Io avevo predisposto due relazioni, una per l’assestamento e una per il rendiconto, per cui mi trovo veramente in difficoltà perché le cose da dire sarebbero veramente tante.
Comunque concludo dicendo questo. Seppure non stimiamo molto le agenzie di osservazione, anche la Standard & Poor’s il 5 ottobre insieme alla Moody’s hanno ridotto il rating di lungo termine di trenta enti pubblici italiani tra cui la Regione Marche. Il rating a lungo termine della Regione Marche passa così da doppia A3 ad A2 con prospettive negative. L’Assessore Marcolini dichiara che la conseguenza del declassamento…

PRESIDENTE. Consigliere Zaffini, cortesemente si avvii alla conclusione, grazie.

Roberto ZAFFINI. Però, Presidente, sono stati accorpati due temi fondamentali per una Regione, non credo, anche se si sfora di due minuti, si possa stare lì col bilancino!
L’Assessore Marcolini, dicevo, dichiara che la conseguenza del declassamento della Regione Marche è diretta conseguenza del declassamento dell’Italia, allora perché altre Regioni, come l’Emilia Romagna, mantengono comunque la valutazione positiva anche se con prospettive negative?
In questa Regione prima dell’avvento dei tagli ci sono stati tanti punti oscuri, sprechi e bancarotte compiuti da questo Governo, che quindi è ora e giusto che risolva per il bene di tutti i contribuenti della nostra regione.
Termino riguardo all’emendamento che si riferisce all’aumento di 5 centesimi dei carburanti, di cui sono contrario, però devo anche dire che effettivamente dallo Stato la Regione Marche è stata trattata non al pari di altre Regioni. Io ho comunque presentato un subemendamento dove chiedo che questa disposizione abbia un vincolo temporale non superiore ai due anni, perché sappiamo bene che molto spesso quando si inseriscono delle accise, che i nostri cittadini sentono bene nelle proprie tasche, poi ci si scorda di averle messe.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Zinni.

Giovanni ZINNI. Signori Consiglieri, devo dire che questo assestamento è senza dubbio la fotografia del contesto politico. Andiamo ad approvare un assestamento che per l’ultima volta vede ancora la possibilità di agire su molti capitoli del nostro bilancio. E’ indubbio che quello che è accaduto nell’ultimo anno a livello nazionale e internazionale non può da noi non essere considerato. Innanzitutto ci ritroviamo a dover votare un assestamento che presenta al suo interno i primi sintomi degli effetti della manovra che vedremo in maniera pesante nel bilancio di previsione su cui dopo questa votazione inizieremo immediatamente a lavorare.
Soprattutto dobbiamo prendere atto che il grande cammino del federalismo si è purtroppo arenato di fronte a una crisi internazionale di speculatori finanziari che di fatto hanno impedito al Governo nazionale di poter andare fino in fondo in questa riforma, dovendo cioè adottare una manovra con estrema velocità richiesta dalla BCE e da tutti gli organismi europei anche in collegamento con gli Stati Uniti d’America.
Quindi ci ritroviamo nel paradosso che la politica da una parte stava finalmente iniziando a comprendere la necessità del decentramento, della sussidiarietà, del lasciare le risorse a chi è virtuoso, dall’altra vi è l’assalto veramente drammatico alle nostre finanze che ha imprigionato il dibattito politico nazionale.
In assestamento, dicevo, abbiamo i sintomi di questa cosa. E quando vediamo che c’è una variazione e un aumento di spesa sugli Ersu o sul trasporto pubblico locale, è evidente che sia la fotografia palese dell’anticipo della “fregatura”.
Come uomo di centro-destra dico subito che ho condiviso pesantemente l’operato di Formigoni, Alemanno, della Conferenza delle Regioni, dell’Anci, quello cioè di chiedere al Governo di rivedere retroattivamente la manovra, cercando di capire dove si poteva tagliare di più a livello nazionale per ridestinare nuovamente alle Regioni e ai Comuni delle risorse per dare compiutezza al federalismo e alla sussidiarietà.
Detto questo, però, non è che possiamo sempre nasconderci dietro il dibattito nazionale. Questo assestamento se da un lato fotografa l’anticipo di questioni gravi, dall’altro ci fotografa anche che il lupo perde il pelo ma non il vizio.
Mi sento infatti di dover contestare pesantemente l’operato di questi mesi del Governatore Spacca e della sua Giunta per quanto riguarda innanzitutto la gestione di tutti quei soldi che abbiamo a bilancio per ciò che non è sanità.
L’anno prossimo l’Assemblea legislativa regionale, piaccia o meno, si trasformerà in un organo di controllo politico delle attività sanitarie. Io non sono contento di questo, sia chiaro – ribadisco l’onestà intellettuale della Conferenza delle Regioni quando dice di ridare i soldi alle Regioni altrimenti si occupano solo di sanità – però noi consiglieri marchigiani dobbiamo prendere atto delle cose e saperle affrontare per tempo.
Il prossimo anno l’Assemblea legislativa delle Marche diventerà un organismo di controllo politico di come vengono spesi i fondi della sanità. Perché il taglio di 120 milioni di euro sulle risorse disponibili in poche parole ci impedirà spazi di manovra per caccia, pesca, ambiente, trasporti, welfare, imprese, ecc., ecc..
Io a livello nazionale mi impegno politicamente a contrastare questa cosa, però è anche vero che a livello locale ci sono delle schizofrenie che oggi mi sento di denunciare in quest’Aula.
Innanzitutto il rapporto che vuole avere la Giunta regionale come Istituzione con tutti gli organismi partecipati. E’ in atto una schizofrenia alla quale, signori Consiglieri, vi richiamo a un appello di responsabilità.
Il collega Zaffini parlava della casta. Però se una Assemblea legislativa regionale getta la spugna della politica su ogni materia, riducendosi a una rappresentazione teatrale, che vede l’opposizione come contestatori d’ufficio del Governatore e la maggioranza con i servi della gleba del Governatore che votano a scatola chiusa ogni riforma, bene, se noi facciamo questo, signori, è evidente che chi continuerà ad attaccare la politica, cioè quei poteri forti che hanno fatto la battaglia della casta, arriveremo a un punto in cui si celebrerà l’inutilità dell’Assemblea legislativa regionale nella sua interezza. E quindi potremo anche dire che forse è meglio andare a casa.
Si parlava della schizofrenia delle società partecipate. Noi assistiamo a una Giunta che fa un colpo di mano e decide che l’Erap va commissariato e si fa un amministratore unico con un revisore unico.
Ovviamente bisogna essere onesti intellettualmente, quindi mi sento di ringraziare il sindaco Meschini per il fatto che rinuncia alla sua indennità. Però, caro Governatore, credo che questa sia una grande pagliacciata. Qual è invece il problema politico che va deciso una volta per tutte? E’ quello che se gli enti partecipati costano e non producono risultati – perché quando uno commissaria vuol dire che non si producono risultati – bisogna far tornare il servizio alla Regione. Non è possibile avere un Erap commissariato ove mettiamo un amico di fiducia, il buon Meschini esperto amministratore. I parchi della regione li teniamo tutti aperti con tutti i cda, li rinnoviamo, li proroghiamo, senza però avere una riforma organica di come gestirli. Poi abbiamo la Svim, una struttura che ha fallito, è in perdita, è più quel che costa che quel che produce, nonostante la buona fede e la qualità di chi ci lavora. Idem dicasi sugli Ersu, di cui adesso ci inventiamo che li andiamo a scaricare ai Comuni.
Insomma, stiamo giocando con i vecchi scatoloni della politica a un brutto gioco.
Quindi sfido la Giunta, se ha il coraggio di essere seria fino in fondo, a prendere in mano tutto il discorso di ciò che è partecipato e di decidere una volta per tutte che se esso produce di più essendo un soggetto autonomo deve avere ogni organismo di controllo della politica; io sono infatti convinto che un Cda fatto con nomine di maggioranza e minoranza sia una forma di trasparenza per la politica. Se invece diciamo che questi organismi sono inutili e costosi, chiudiamoli. L’Erap se non produce va chiuso!
Dobbiamo prendere il patrimonio immobiliare, rimetterlo in capo alla Regione e mettere il dirigente della Regione a gestire il servizio. Questo vuol dire essere seri.
Dobbiamo decidere una volta per tutte se puntiamo ad una sussidiarietà orizzontale, cioè ad un’autonomia di alcuni soggetti, oppure, assumendoci le nostre responsabilità, se vogliamo risparmiare e far gestire gli uffici ai nostri autorevoli dirigenti della Regione.
Vado ad un altro aspetto che mi crea sconcerto - il lupo perde il pelo ma non il vizio! -.
Come al solito la patetica partita a scacchi che si deve giocare fra Regione e Governo si va a manifestare anche in un emendamento.
Per quanto riguarda l’aumento delle accise, come qualunque altra variazione che incide sul carico fiscale comprensivo di ogni cittadino delle Marche, è evidente, signori, che non si può affrontarlo prima sui giornali dicendo “portiamo l’emendamento in assestamento”. Secondo me il processo più chiaro e più preciso è quello di fare un'unica grande riforma fiscale, per quanto di nostra competenza, in bilancio di previsione. Mettiamo sul piatto tutte le criticità e decidiamo in bilancio un unico carico fiscale.
Insomma, vorrei che fosse chiara una cosa. Quando faremo il bilancio di previsione avremo delle difficoltà incredibili; come il Governo nazionale non può più rinviare le riforme antipatiche con l’Unione europea, anche la Regione Marche non può più rinviare le sue riforme antipatiche nei confronti del Governo. Dobbiamo quindi imparare ad essere più trasparenti con i cittadini e far loro capire fino in fondo che il problema delle fregature non è sapere di chi è la colpa, il problema vero è come ridurle al cittadino nel territorio .
Concludo il mio intervento parlando di sanità. Fino a quando non avremo in Italia un Governo più stabile che sarà in grado di fare riforme attuative del decentramento, sappiamo che l’anno prossimo la nostra sfida politica sarà tutta incentrata sulla sanità.
Faccio allora un invito al Presidente Solazzi – seppure in questo momento non c’è, glielo riporterà la Vicepresidente Giorgi –. Cioè dobbiamo avviare un percorso di approfondimento e di trasparenza su tutti i conti della Regione in tutte le Commissioni. Il problema della sanità non può essere più solo della Commissione sanità. Dobbiamo capire che l’anno prossimo la nostra unica e principale ragione di esistere sarà di dire se la riforma dell’Area vasta ha funzionato, se il Cup fatto così è una boiata oppure no, se il trasporto sanitario va bene così oppure no. L’unica vera partita che dobbiamo giocarci, per milioni di euro, sarà questa.
Ed io dico fin da subito che in Commissione regolamento proporrò di togliere le mozioni, non servono a niente, non vengono rispettate, è una perdita di tempo. Noi Consiglieri dobbiamo riappropriarci dello strumento di controllo politico. E il piano socio-sanitario sarà la vera chiave di volta se questa Assemblea legislativa sarà in grado di produrre politica nei confronti della Giunta, al di là di maggioranza e opposizione.
Personalmente sul tema della casta mi sono sì stancato di sentirmi dire che appartengo alla casta, però mi sono stancato ancora di più di vedere che spesso sono i Consiglieri regionali che prestano il fianco alla stampa per questo polverone. Dobbiamo metterci in testa che l’Assemblea legislativa regionale, a prescindere dalla Giunta, deve avere la capacità di produrre politica. Altrimenti cosa stiamo facendo qui dentro!
Quindi voterò contro questo assestamento perché, ripeto, il lupo perde il pelo ma non il vizio. Mi rendo conto che i tagli sono eccessivi e che bisognerà battersi per una revisione a livello nazionale di questi conti, ma, detto questo, la vera sfida è il bilancio di previsione. L’auspicio è che l’Assemblea legislativa non si presti ad essere il servo della gleba ma sia propositiva nei confronti della Giunta.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Marinelli.

Erminio MARINELLI. Oggi stiamo scaldando i motori per parlare successivamente del previsionale 2012.
Parlare del rendiconto 2010 e assestamento 2011 ovviamente significa fare la sintesi dell’azione politica della Giunta e dell’azione politica di controllo e propositiva dei Consiglieri regionali. Seppure devo dire, Presidente, che in questo momento mi trovo in imbarazzo nel parlare, vedo un’Aula vuota…

PRESIDENTE. Si sta svolgendo l’incontro.

Erminio MARINELLI. Lo so, Presidente, l’incontro è con i Capigruppo, ma io qui in Aula vedo solo pochi Consiglieri e nessun Assessore, a parte Luigi Viventi che non si è alzato dalla sua seggiola e la presenza del Presidente dell’Assemblea, li ringrazio. E’ difficile parlare di argomentazioni senza un Assessore, non ci può essere contraddittorio, è solo un parlare a vuoto. E la mia non vuole essere una polemica, Presidente. Io quando ero Sindaco gli Assessori erano tutti presenti dall’inizio alla fine, perché nel momento in cui ci sono delle osservazioni l’Assessore deve intervenire. L’Assessore Marcolini non è che può intervenire a 360 gradi.
Dico questo perché vedo uno svilimento dell’azione politica dell’Assemblea, lo dico agli amici del centro-sinistra, amici con cui mi confronto, mi scontro, ma sempre nel rispetto dei ruoli. Così è invece veramente molto limitativo. Il parlare a vuoto è una piena delegittimazione dell’Assemblea legislativa regionale.
Fatto questo appello doveroso, senza voler entrare in polemica con nessuno bensì come attestato di difficoltà nell’esprimere alcuni concetti, vado all’assestamento.
Ritengo che l’assestamento rappresenti un po’ il tessuto connettivo della persona. Un tessuto sul quale intervenire cercando di aggiustare, di spostare, tenendo conto delle difficoltà economiche che ci sono, della difficoltà proprio nel mettere mano a un portafoglio sempre più asciutto. Con una sanità che sta fagocitando il resto, che è diventata parte integrante, ma che sta demolendo tutte le altre situazioni.
Quindi bisognerà mettere mano con efficacia ed efficienza, con trasversalità e impegno, a una situazione che non è più gestibile.
E’ un assestamento di circa 30 milioni, 9 milioni per il trasporto pubblico locale, 9 milioni per il piano di investimento della sanità – e nessuno l’ha detto, ma questi 9 milioni sono per i lavori dell’Inrca e dell’ospedale di rete –, 3 milioni per i turismo, più altre piccole cose.
Un'altra situazione, venuta alla luce anche in Conferenza dei Capigruppo, è che la parte normativa è ridondante, è eccessiva. Si interviene nell’assestamento mettendo in ogni buco tutte le situazioni che devono essere sistemate. Situazioni, invece, che dovrebbero essere affrontate con serietà nelle varie Commissioni e magari con delle leggi ad hoc.
Si parla di tutto e di più. Si diceva che questa mattina la Commissione avrebbe stralciato parte della normativa, non so che cosa sia stato stralciato, non conosco che cosa avete fatto, starò qui ad ascoltare. A me comunque sembra doveroso parlare di numeri invece la parte normativa indirizzarla in un percorso diverso.
Dicevo dei 3 milioni sul turismo. Il turismo sta crescendo, occupa un posto di rilievo. L’articolo 29 dell’assestamento porta una modifica del testo unico del turismo. Si parla di un piano triennale, che secondo me è giusto e doveroso perché deve dare le dritte su quelle che saranno le possibilità di intervento dei vari operatori del turismo. E di un piano annuale che dovrà essere diversificato e valutato in base alle necessità.
Secondo me questo è giusto, anche perché si arrivava sempre in ritardo sia a livello di Giunta che in Assemblea
Ma io credo che più che parlare di modifiche attraverso questo piano triennale nel testo unico del turismo c’era la necessità di fare già nel 2006 una legge ad hoc. Uno può dire, certo, nel momento in cui si parla di legge l’iter è lungo, voi volete perdere tempo, non avete mai voglia di sintetizzare. No, non è così, perché abbiamo dimostrato, soprattutto lo ha dimostrato la Giunta, che nel momento in cui sono state richieste maggiori possibilità di intervento della Svim questa legge è stata fatta con un passaggio in terza Commissione in un mese e mezzo. Quindi quando uno vuole, caro Assessore, riesce ad ottenere tutto.
Dunque c’era secondo me la necessità di rivedere il turismo con una legge ad hoc, perché in questo modo la terza Commissione viene bypassata di nuovo.
Io ho presentato un emendamento – mi rivolgo al collega Traversini che fa parte della mia Commissione – per dar forza alla nostra Commissione. Ossia, nel momento in cui la Giunta stabilisce le linee programmatiche del turismo non venendo esse più in Aula perlomeno che la terza Commissione venga resa a conoscenza di ciò che si realizza. E lo dico anche al Presidente Badiali. La nostra Commissione, collega Traversini si è riunita più di trentacinque volte, siamo sempre presenti, attivi, penso anche propositivi, quindi non possiamo, correttezza vuole, non essere messi nelle condizioni di capire, sapere e intervenire.
E’ giusto che siano stati prorogati i termini della graduatoria dei concorsi sino al 31 dicembre 2014, lo vedo come un atto intelligente.
Come pure mi appello in maniera accorata, seppure le presenze in Aula siano limitate, riguardo all’articolo 20, ove è previsto il differimento del regolamento regionale del giugno 2009 sulla gestione e tutela dei molluschi bivalvi. Conoscete tutti questa problematica annosa e difficile, o forse alcuni la conoscono solo in parte, ci sono situazioni gravi che devono essere affrontate con serietà. Entro il 30 giugno bisognava rivedere gli spazi, il termine è stato prorogato al 31 gennaio. C’è un grande impegno dell’Assessore Giannini. C’è uno studio fatto con una spesa di 100 mila euro da parte della Regione, per vedere poi che alcune zone sono in difficoltà, ma basta vedere i bilanci del comprensorio di Fano, Pesaro, Ancona, Civitanova, San Benedetto. Credo che certe situazioni debbano essere affrontate pur nella difficoltà delle scelte, con serietà e impegno, senza arrivare al 31 gennaio, non possiamo aspettare fino a quella data. Sono stati fatti degli incontri, la terza Commissione con il Presidente Badiali ha parlato anche con il dirigente Meconi. Bisogna guardare soprattutto i rendiconti economici e non buttare via 100 mila euro per dire che in effetti i molluschi nella zona del civitanovese sono piccolissimi e che nella zona del nord delle Marche sono tanti e bellissimi e quindi danno un reddito certamente decuplicato rispetto alla realtà civitanovese.
Mi appello all’Assessore Giannini, all’Assessore Marcolini, al Vicepresidente che conosce il nostro territorio, a tutti i Consiglieri, su un problema che non è solo economico ma anche di vivibilità di certe famiglie. E’ un problema sociale. È un problema di difficoltà di coesione che si vive a Civitanova. Ove forse addirittura i parenti hanno difficoltà a parlarsi perché magari stanno in comprensori diversi, uno vive mentre l’altro non ne ha la possibilità.
Vado al problema delle polveri sottili – ecco perché prima reclamavo la presenza degli Assessori! –. Abbiamo votato nel giugno una mozione su una serie di interventi che la Giunta doveva fare sulle polveri sottili. I comuni non possono essere l’anello debole di un sistema. E’ stata fatta una perimetrazione di Civitanova, da nord fino a sud non passano più i tir, ma dove passano?! Si dice nelle vie interne, però queste non sono certo attrezzate per una viabilità così onerosa e pesante.
Forse era più semplice, cifre alla mano permettendo, pagare una deviazione sull’autostrada che non mettere i Comuni in difficoltà nel dare una risposta. L’Anci non ha firmato questo problema delle polveri sottili, i Comuni neanche. Nel frattempo c’è un intervento intelligente da parte della Giunta per migliorare il parco macchine delle aziende. Ma sono altri gli interventi che devono essere fatti, a livello di conoscenza sono ben più profondi, non possiamo dire sempre le stesse cose. Io mi sono stancato, o non c’è volontà o non c’è possibilità. Tra poco dovremo chiudere le nostre città perché altrimenti le polveri sottili ci faranno morire, ma poi ci sarà un blocco totale, dell’economia, insomma, di tutto.
Ogni anno dovremmo invece cercare di fare un gradino, compatibilmente ai vostri indirizzi politici, alle vostre risorse economiche, per poter migliorare questo problema. Altrimenti sarà irrisolvibile, diventerà cronico. Ed è un problema che porta a una patologia – ve lo dice un medico – soprattutto bronchiale che vede un aumento pauroso.
Svim. Non è che adesso la Svim sta sotto osservazione perché sono usciti degli articoli. La Giunta ha dato un’accelerata aumentando le competenze della Svim. La Svim dovrebbe entrare anche nella costituenda società che dovrà regolare il rigassificatore a Falconara. La Svim è un pozzo di San Patrizio. Noi presenteremo una mozione o una interrogazione perché deve essere rivista. Ci sono persone che vengono messe dentro a progetto. C’è una situazione non più controllabile. Ce ne accorgiamo adesso? Noi è da tempo che lo diciamo. E’ da tempo che mettiamo in evidenza che la Svim sta offrendo scarsi risultati, pur con un paga-pantalone da parte della Regione, ma che adesso non è più possibile continuare.
Un’altra considerazione, visto che c’è l’Assessore Canzian, è il problema dell’Erf. Ho visto nell’assestamento che vendendo l’Erf di Civitanova la Regione incamera una certa cifra. Ma ancora non è stato fatto nessun incontro tecnico. Peraltro alcuni spazi dell’Erf sono del Comune e non della Regione, inoltre non è stato scritto da nessuna parte che il Comune debba comprare gli spazi dell’Erf. Quindi come si fa a mettere in entrata…

PRESIDENTE. Scusi, Consigliere Marinelli. Consigliere Trenta, per cortesia, un po’ più piano, grazie!

Erminio MARINELLI. Ecco, Presidente, sono stato anche bravissimo ad esprimere questi concetti in una tale difficoltà di ascolto!
Assessore, , dicevo, come si fa a mettere in entrata una cifra che non è stata concordata. Una cifra che molto probabilmente non verrà evasa da nessuno. Il Comune non ha nessun interesse a comprare.
Se i bilanci si fanno con questa approssimazione è chiaro che poi portano ad un assestamento che non risponde a verità.
Per ultimo le solite spesucce della Giunta! Qui si chiede qualche migliaio di euro per qualche iniziativa ma che per ottenere bisogna avere tre buchi nel naso, poi qua vediamo che ci sono 324 mila euro per riviste, notiziari, piano di comunicazione, monitoraggio, promozione e chi più ne ha più ne metta.
Dunque mi appello all’intelligenza e al buonsenso di tutti i Consiglieri per questa fase difficile che dobbiamo saper affrontare insieme, quindi ascoltando anche la parola della minoranza, che da parte mia non è soltanto negativa ma anche propositiva e che pone in evidenza alcune evidenti idiosincrasie.

PRESIDENTE. Consigliere Marinelli, nel suo intervento ha citato un tema di grande evidenza, i cosiddetti vongolari di Civitanova. Oggi presente tra il pubblico c’è una loro rappresentanza, vorrei quindi approfittare per salutarla.
Ha la parola il Consigliere Marangoni.

Enzo MARANGONI. Mi limiterò ad alcune considerazioni di carattere generale sull’assestamento, non entrerò punto per punto, casomai lo farò successivamente su alcuni emendamenti. Avrei tantissime cose da dire su quasi ogni articolo, ma non vorrei annoiare i colleghi che sono così massicciamente presenti in Aula, in particolare i Consiglieri di maggioranza e la Giunta a cominciare dal Presidente! Quindi per non annoiare nessuno andrò su concetti di carattere generale. Tra l’altro, visto che in questo momento non c’è neppure il numero legale, se fossi impietoso ne chiederei la verifica, ma non lo faccio per quieto vivere. Però sicuramente ciò dimostra l’attenzione della maggioranza e della Giunta sui temi che stiamo trattando.
L’assestamento che cos’è? È l’aggiustamento, prima della fine dell’anno, cioè adesso, degli scostamenti di tipo numerario tra il preventivato e il realizzato a una certa data; mi passi l’Assessore competente questa semplice definizione, ma credo sia proprio questo.
Se andiamo più sul tecnico il concetto di assestamento è ben definito dalla l.r. n. 31 dell’11 dicembre 2001, che all’articolo 28 così recita: “Entro il 30 giugno di ogni anno – certo, con successive modifiche, la data è stata diradata – è approvato con legge, sulla base delle risultanze del conto consuntivo, l'assestamento del bilancio, mediante il quale si provvede, oltre alle eventuali altre variazioni, all'aggiornamento dei seguenti elementi: a) residui presunti al termine dell'esercizio precedente a quello cui il bilancio si riferisce; b) saldo finanziario positivo o negativo presunto al termine del detto esercizio; c) ammontare presunto della giacenza di cassa all'inizio dell'esercizio cui il bilancio si riferisce.”
Bene, questo è l’assestamento, o meglio, quello che dovrebbe essere l’assestamento.
Se vado a prendere il testo uscito dalla Commissione pochi giorni fa, quello definitivo - salvo gli emendamenti arrivati oggi in Aula, che è un plico ancor più consistente - il 60% di quello che c’è scritto non ha nulla a che fare con il concetto tecnico-giuridico dell’assestamento previsto appunto dall’articolo 28 della succitata l.r. 31/2001. Ci sono ben 17 articoli su 36 – gli articoli sono 41 ma alcuni sono stati soppressi – che sono delle vere e proprie proposte di legge, delle leggi innovative, che nulla hanno a che fare con l’assestamento. Dunque in questo momento noi stiamo violando la legge.
Non solo. Se vado a prendere il corposo plico degli emendamenti consegnatici stamane, la percentuale addirittura aumenta, saliamo ad un 80% che non c’entra nulla con l’assestamento di bilancio.
Stiamo quindi facendo, ripeto, una cosa assolutamente fuori dalla legge. E cosa ancor più grave stiamo svilendo l’importanza dell’Assemblea legislativa e di conseguenza anche delle Commissioni. Sì, delle Commissioni, perché la maggior parte di ciò che è contenuto in questo assestamento – anzi, presunto assestamento, perchè tale non è nella sua maggioranza delle norme – sarebbe dovuto andare in Commissione permanente. Che cosa ci stanno a fare le Commissioni se la Giunta travalica l’Assemblea legislativa e, appunto, le Commissioni stesse! Le Commissioni sono il luogo predisposto per l’analisi, la verifica, la discussione e il voto sulle varie proposte. La maggior parte di ciò che è dentro l’assestamento e anche negli emendamenti dovrebbe andare in Commissione. Invece come Assemblea legislativa veniamo ancora una volta messi alla berlina. Ci si fa trovare qualche cosa che nulla ha a che fare con il concetto di assestamento previsto dalla stessa legge regionale.
Mi appello anche alla dignità dei Consiglieri di maggioranza che mi ascoltano – che sono tutti presenti tranne tre assenti, ma girato al contrario! –, ovvero la dignità di votare un qualcosa che non c’entra nulla con l’assestamento. E’ incredibile!
E’ nel Capo III che in realtà troviamo il vero assestamento, invece tutto il Capo II non ha nulla a che fare con l’assestamento, è un miscuglio di leggi che, ribadisco ancora, dovevano andare in Commissione e non essere qui oggi presentate in assestamento.
Questo dal punto di vista generale ci tengo a ribadirlo, altrimenti snaturiamo il ruolo di questa Assemblea, snaturiamo il ruolo delle Commissioni permanenti, perché non c’è la discussione, non c’è l’approfondimento, non c’è l’analisi, veniamo solo posti di fronte a uno stato di fatto che è totalmente in violazione - (…) e Umberto Trenta giustamente dice che non ci stanno neanche i soldi - delle leggi che la stessa Regione si è data, come l’articolo 28 della l.r. 11 dicembre 2001, n. 31.
Ora non entro nel merito di ciascun articolo, casomai lo farò dopo durante l’esame degli emendamenti, però il concetto generale è questo. Quindi l’invito che faccio, che peraltro avevamo espresso anche lo scorso anno - e dovremo dirlo anche l’anno prossimo, tanto andrà sempre a finire così! -, è quello di rigettare tutte quelle norme che non c’entrano nulla con l’assestamento così come definito dalla legge. A mio avviso è un concetto importante. Altrimenti ci prendiamo in giro, prendiamo in giro questa Assemblea e prendiamo in giro anche i cittadini che ci hanno votato; poi non lamentiamoci se la gente non ha più fiducia nei partiti e nella politica.

PRESIDENTE. Grazie, Consigliere Marangoni. Le vorrei però ricordare che il numero legale in fase di discussione di una legge non necessita.
Ha la parola il Consigliere Trenta.

Umberto TRENTA. Siccome siamo in regime di economia ristretta, sarò criptico e, appunto, rispettoso dell’economia dei lavori.
La mia relazione criptica su un assestamento di bilancio nasce da una riflessione profonda su un uomo di cultura vissuto tra il Settecento e l’Ottocento: parole nel vuoto.
Voglio esprimere dall’opposizione un riconoscimento nei confronti dell’Assessore Marcolini. Lei, Assessore, è l’uomo che ha la giacca più lunga di tutta l’Assemblea legislativa, ma penso addirittura di tutta la Regione, nel senso che tutti la tirano, che per il ruolo che ricopre direi che è anche ovvio. E lei ha sempre dato una risposta competente, questo le fa onore. In tempi come questi abbiamo sicuramente bisogno di uomini – senza distinzione di sesso, razza e religione – che diano la barra dritta sulle cose essenziali e sulle cose dovute al concetto di buona amministrazione.
La buona amministrazione, però, passa anche attraverso le mali gesta.
Allora voglio qui anticipare un fatto personale, che è una correttezza che mi deve risolvere quel giornalista che ha scritto quell’articolo sabato o domenica sul Corriere Adriatico, che nel gergo anconetano viene chiamato “ il bugiardo’ “, ma questo non un mio problema, perché con la stampa ho un rapporto così distante che mi distingue.
Quindi vi dirò di che cosa si è parlato nella riunione di Loreto tenutasi nella sala Einstein; in quella sala che per me, Assessore, me lo consenta, ha un nome troppo troppo antisonante, proprio per quel totale rispetto che abbiamo di quel nome. Nella sala Einstein i Consiglieri regionali hanno parlato del costo della politica, ove ognuno si fustigava, tanto che io, Assessore al bilancio - o meglio, allo sbilancio, poi spiegherò perché –, dissi: “ma, scusate, perché fuori dobbiamo dare la sensazione di essere dei lestofanti patentati che succhiano sangue a questa comunità tanto bistrattata?”. Io ho rispetto della mia persona, non mi preoccupo della considerazione di chi parla senza conoscere, perché mi baso su quattro cardini fondamentali del buon amministrare, la verità, la giustizia, il senso dell’amore e la libertà. Gli uomini liberi nascono ovunque, che è un concetto assoluto e fondamentale, però poi vanno anche sulla riflessologia patologica e sul male esistente. E’ un’apertura che dunque devo fare a lei, Assessore, perché purtroppo la ratio rigida e assoluta dei numeri la porta a fare delle contabili che devono stare in canoni precisi.
La filosofia dell’assestamento di bilancio significa che il bilancio preventivo, se appunto viene assestato, non prevedeva quel qualcosa che oggi ci pone di fronte a delle realtà sconquassanti, che peraltro possono cambiare da un momento all’altro, rischiando così di dare delle bufale a chi amministriamo. Dopodichè arriveremo al consuntivo del bilancio. Quindi era preventivo, è assestamento, sarà consuntivo.
E in queste tre fasi c’è una filosofia, la filosofia del diritto e la filosofia della finanza creativa.
Caro Assessore Marcolini, qui si è parlato di bond – che non va confuso con Bindi né con Bondi! – che è un qualcosa su cui lo strumento finanziario…Però scusate! Assessore al Quadrialtero, mi scusi!
Insomma, qual è il male sistemico ieri, oggi e domani? Nel 2000 parlavamo di queste cose, nel 2005 parlavamo di queste cose, nel 2010 parliamo di queste cose, nel 2015 parleremo di queste cose.
Pertanto su questo concetto di ieri, oggi e domani voglio richiamarvi a fare una riflessione: era, è, sarà, preventivo, assestamento, consuntivo.
E mi rivolgo a lei Assessore. A lei che, ripeto, ma non per piaggeria, riconosco abbia capacità, tant’è che più volte l’ho anche definito il più grande equilibrista su questa finanza creativa a cui siamo sottoposti e per la quale siamo sinceramente preoccupati.
Voglio dunque parlare della sanità. Seppure non vedo presente il mio amico Almerino Mezzolani, Almerino-Spacca, nomen omen, linguaggio criptico. E non c’è nemmeno l’Assessore all’ambiente Donati. Però qui parliamo di patrimonio, così posso parlare direttamente con lei, Assessore Marcolini, perché è bene confrontarsi con l’interlocutore giusto istituzionale.
Qual è il patrimonio della Regione Marche, Assessore? In una buona, corretta e sana amministrazione lei ci insegna che il patrimonio è una voce di spesa; il solo pensare a mantenerlo ci sia alzano i capelli. Quindi, amministrare il patrimonio. Per cui se non amministriamo il patrimonio oggi va poi di moda affittare una macchina, poi un tot al mese, se ho la partita Iva e i requisiti necessari scarico tutto dopodichè ridò questo ferro vecchio e prendo una macchina nuova. Sicchè è una locazione. Ma questo non è semplice per una Regione, come appunto le Marche (e come tutte le Regioni), che ha un patrimonio. Un patrimonio che però, guarda caso, nove volte su dieci è abbandonato a se stesso, per cui non dà reddito e produce spesa, anche se fosse di mantenimento.
Assessore, conviene con me che se mettessimo a reddito questo nostro patrimonio potremmo avere delle piccole agevolazioni e alleviare così questa fatica che abbiamo nell’amministrare questa Regione? Domanda e risposta: benissimo.
Allora adesso parliamo di annessi e connessi della rendita del patrimonio. Le risulta che nella sanità abbiamo edifici di tot volumetrie che sono abbandonati a se stessi anche nel capoluogo di regione – la regione Ancona, la regione Anconacentrica ecc. ecc., per quelli che vengono dal nord dell’Abruzzo come me -?
E vado a fatti concreti, altrimenti parliamo solo nella fumosità dove l’opposizione dice no e la maggioranza dice sì. Chi di voi non sarebbe d’accordo di risparmiare 278 mila euro l’anno per l’ex GIL? Assessore, il cittadino Umberto Trenta di Ascoli Piceno la ringrazia a nome della cittadinanza! Lo posso fare perché istituzionalmente sono Presidente di quel Consiglio comunale. Quindi la ringrazio a nome i tutti! Noi metteremo dentro l’edificio ex GIL servizi necessari alla sanità e toglieremo a una famiglia, per la gestione della politica sui nessi e connessi, una rendita di posizione di 278 mila euro l’anno, restituendo alla comunità funzionalità e prestigio sulla sanità!
Ora c’è anche una nuova figura politica nello scenario della sanità regionale mandata ad Ascoli Piceno, un certo Giovanni Stoppa. Io questo signore l’ho accettato con garbo e con animo grato, ma se dovesse essere l’ennesimo uomo di passaggio che viene lì a fare le sparate per forse ridare fiato e vitalità a certi discorsi, bèh, questa volta inizieremo veramente a fare un’opposizione dura.
Parlo sempre all’Assessore, lei condivide che per la Regione quel risparmio di 278 mila euro sarebbe una cosa giusta? Un risparmio per la Regione, per la sanità. E allora lei che è l’uomo della firma è la persona che deve dire sì, risparmiamo quei 278 mila euro. Giusto? Vedo che con un segno di assenso e di comprensione mi viene dietro.
E se io le dessi indicazioni anche su dove mettere la nuova Asur e le indicassi un edificio che sta in Ancona di tanti tanti metri quadrati che comunque sono nel composto della sanità e che ci farebbero risparmiare circa 300 mila euro l’anno, che direbbe?
Per cui quando mi si fa la morale sui costi della politica, sul costo della casta, io dico che la predica l’accetto solo dal sacerdote, ma avendo ben chiaro un concetto preciso: fai quello che il sacerdote dice e non quello che il sacerdote fa. Due facciate che per me che ho un riferimento cattolico potrebbero essere diverse.
I Consiglieri per certi versi fanno veramente un lavoro improbo, è un lavoro fatto di andata e ritorno, di impegno, di adunate sudanti, come ad esempio quella di venerdì dove tutti ci trovavamo a dire tagliamo qua tagliamo qua. Allora io vi dico che appena avuto il testo concertato farò una legge che azzererà il lavoro dei Consiglieri regionali, tanto è la Giunta che decide. Però solo se si amministrasse per voci chiare di bilancio si potrà dire che si potrà fare a meno dei Consiglieri. Anche di quei Consiglieri che oggi ci vengono a fare la predica e a proporre ipocrite soluzioni.
Ho sentito che il Consigliere Zinni parlava di lupi – e i lupi marchigiani si stanno riorganizzando, adesso c’è una corrente del PdL che chiameremo lupi marchigiani! –…(…) Come? Non capisce il linguaggio…

PRESIDENTE. Consigliere, ha segnalato che è tempo di stringere, grazie.

Umberto TRENTA. Chiedo scusa, Presidente, concludo. Assessore, le faccio un’interrogazione in diretta. Voglio conoscere la rendita del patrimonio regionale, voglio cioè conoscere il patrimonio delle Marche, quello in uso e quello in disuso. Quello in uso dalla Regione e quello in uso a privati. Quanto costa alla Regione ogni affitto che paga e a chi lo paga. Dopodichè andremo a verificare il nesso parentale tra Consiglieri regionali e beneficiari di quegli affitti, oltre che vedere da quanti anni si percepiscono tali affitti. Voglio conoscere quali sono le convenzioni legali e tecnico-scientifiche e/o legate alla sanità per ogni Asl e chi sono i beneficiari. Inoltre il rapporto tra pubblico e privato delle convenzioni nella sanità in essere; c’è la delibera n. 7 di Giunta regionale che ci darà delle grosse sorprese.
Presidente, avrei altri capitoli di cui parlare, ma il mio linguaggio criptico si ferma qui per poi diventare esplicativo nelle successive fasi.
Assessore, le faccio gli auguri, ha fatto un buon lavoro, non voterò il suo bilancio per gioco delle parti, ma non posso che condividere le sue difficoltà.
E ritorno a sottolineare, colleghi Consiglieri, che Adolf Loos amava dire “parole nel vuoto”.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Cardogna.

Adriano CARDOGNA. La proposta di assestamento del bilancio 2011 avrà il mio voto favorevole. La motivazione è nella condivisione delle linee di intervento così come presentate nella premessa alla Relazione dello stesso assestamento.
Le politiche sociali, la struttura produttiva regionale, l’economia verde, il trasporto pubblico locale, con l’aggiunta del turismo, cultura e ambiente, sono le linee di intervento dell’assestamento del 2010 e del bilancio di previsione 2011. Tutti atti, questi, fortemente condizionati dalle manovre finanziarie del Governo del 2010 e 2011. Atti peraltro che rispondono ad una crisi ancor più datata, una crisi che inizia già nel luglio del 2006, di cui però i diversi bilanci e soprattutto le stesse manovre finanziarie del Governo ne hanno preso contezza e coscienza tardivamente.
La drastica riduzione dei trasferimenti statali molto vicini all’azzeramento, a fronte, è bene non dimenticarlo, di competenze trasferite dallo Stato alle Regioni, pone la questione di una ridefinizione, di una riappropriazione di funzioni burocratiche amministrative dello stesso Ente regionale. Ecco, io più che altro nel mio intervento mi occuperò si questo, più che delle singole partite sulle quali non ritengo di dover intervenire, voglio vivere questo momento come l’occasione per riflettere su una situazione dovuta non ad una ordinaria amministrazione bensì ad una straordinaria crisi.
Come pure si pone la questione di una verifica urgente, più volte richiamata anche in tempi normali, sull’efficacia e l’efficienza delle leggi regionali in rapporto, appunto, ai mancati trasferimenti.
Tutti aspetti che non potranno non essere presenti nella rivisitazione della nostra architettura istituzionale, così come peraltro incoraggiata, diciamo così, dalle manovre del Governo.
Tornando alle linee di intervento, su alcune di queste, come politiche sociali, politiche a sostegno della struttura produttiva regionale, trasporto pubblico locale, si interviene con azioni di resistenza e di difesa dei livelli attuali dei servizi a beneficio della coesione sociale. Però sono azioni destinate - questa è la riflessione che vorrei fare - ad esaurirsi in questo scenario economico finanziario se non si affermerà a livello italiano, come a livello europeo – non voglio andare oltre – l’idea di un nuovo modello di crescita e di sviluppo; un modello a cui ognuno può dare i contenuti che vuole, per me un nuovo modello di crescita e di sviluppo deve incardinarsi soprattutto nella riconversione ecologica della nostra economia.
A questo però non pensano le attuali maggioranze al governo di centro-destra dei principali Stati dell’Unione; che essendo appunto gli Stati principali condizionano la stessa Commissione.
Eppure sulle cause della crisi c’è grande concordia, cause che più o meno vengono individuate nella finanziarizzazione dell’economia, nell’abbandono degli investimenti per certe situazioni contingenti del passato, l’abbandono degli investimenti nell’economia reale, lo sfruttamento delle risorse naturali che è ormai da tutti riconosciuto essere il responsabile del loro esaurimento. Questo non lo dice Heidi! La riflessione è che ciò che noi consumiamo e produciamo e che l’industria trasforma tutto è natura, sono tutte risorse naturali, per loro definizione finite.
A fronte di queste cause universalmente riconosciute poi le risposte e i rimedi indicati sono: i tagli al welfare, i tagli ai salari, i licenziamenti, la soppressione dei diritti, la privatizzazione dei beni comuni. Per raggiungere quali obiettivi? Il pareggio di bilancio addirittura in Costituzione, la riduzione del debito pubblico. Azioni, queste, che molti economisti ritengono siano leve fondamentali per agire sulle risposte alle crisi dei Paesi. E la Commissione europea e il buonsenso ci dicono che contemporaneamente a queste azioni occorrerebbe mettere in atto anche politiche di crescita, di occupazione, di sviluppo, di tutela ambientale. Ma mentre le prime azioni, ovvero quelle che si riferiscono ai tagli ecc., si fanno, per le altre sembra ci voglia più tempo, e probabilmente ce le dovremmo anche inventare, come se l’unica teoria economica al mondo fosse quella attuale, quella che viene chiamata in questo momento liberista o neoliberista.
Tutto questo ci riguarda profondamente. La nostra Regione, Regione europea che partecipa agli organismi europei di formazione degli atti, Regione che partecipa con reali responsabilità alla Conferenza Stato-Regioni, ancora di più si deve impegnare per migliorare e per proporre a quei livelli politiche attive per il lavoro, per la valorizzazione dei beni comuni, per la sostenibilità ambientale, per una nuova politica industriale che trovi soluzioni, che viva per una sua riconversione ecologica e per incrociare le attuali necessità di un nuovo modello di produrre e consumare.
Quindi per affrontare questa crisi, si cui tutti conveniamo che non sia momentanea o occasionale ma di sistema, occorre, appunto, fare sistema tra categorie produttive, tra i diversi portatori di interessi, tra i cittadini, ma soprattutto, come è stato dimostrato questa mattina con il patto di stabilità verticale messo in atto dalla Regione a favore delle amministrazioni locali, tra istituzioni. Istituzioni, quindi, che in questa regione dovrebbero organizzare il raggiungimento della massima coesione sociale. Ad esempio occorrerebbe, richiamando l’esperienza che vivo in questo momento, fare più sistema tra la Giunta regionale e l’Assemblea legislativa, per concordare programmi e azioni di prospettiva al di là delle rispettive formali competenze.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Bucciarelli.

Raffaele BUCCIARELLI. Io questa mattina ho preso atto con una certa meraviglia del nuovo metodo che si sta instaurando tra il Governo regionale, quindi il Presidente della Giunta, e l’Assemblea legislativa, circa i rapporti e il metodo delle questioni.
La Giunta ieri ha adottato un provvedimento che cambia la prospettiva dei Comuni e delle Province, come pure di tante imprese. Quindi ha adottato uno strumento importante per quanto riguarda l’economia locale. Era tra l’altro un provvedimento atteso.
Per cui nel merito nulla quaestio. Però il metodo nuovo, da qui la mia sorpresa, è che di tutto questo grande interesse, di questa capacità di risolvere i problemi, all’Assemblea che rappresenta tutto il popolo marchigiano si fa una comunicazione solo dopo che è stato annunciato alla stampa. E questa comunicazione di uno strumento così importante arricchisce la discussione – grazie Presidente! - anzi, integra il dibattito. Perché lo integra? Perché di quei 90 milioni di euro, la cui capacità di spesa viene trasferita a favore dei Comuni e delle Province, noi non sappiamo da dove vengono o dove potevano essere spesi e dove erano previsti. Non lo sappiamo! Ci viene solo comunicato. Ecco perchè si svilisce il ruolo dell’Assemblea e con esso anche il ruolo della politica.
Io credo, Presidente, e glielo dico in modo molto sincero, che questo modo di fare faccia il paio con tutti quegli articoli apparsi sulla stampa contro i Consiglieri regionali e i loro privilegi. Cioè concorre a svilire la politica, ad ingrossare l’esercito dell’antipolitica. Anche se, mi rendo conto, paga a livello di immagine. Non credo, invece, paghi molto a livello di coesione. Perché se è vero che rende più coeso il rapporto tra le istituzioni, tra Governo regionale, Comuni e Province, io ho qualche dubbio che ciò avvenga sul piano delle associazioni e delle organizzazioni, come pure dei cittadini marchigiani – e sugli effetti di metodi poco giusti proprio questa mattina ricevendo i rappresentanti del trasporto su gomma ne abbiamo avuto una riprova –.
Quindi per quei 90 milioni di euro noi non sappiamo a cosa si rinuncia.
Inoltre ci sono quei 5 centesimi di aumento dell’accisa della benzina, che vengono richiesti su richiesta, cioè se voi ce lo chiedete noi lo faremo e quindi vengono decisi. Ma anche qui senza fare un bilancio politico. Perché è avvenuta quella devastazione causata da un temporale un po’ più grosso? Perché in questa regione andiamo spesso in calamità naturali? Siamo sicuri, ad esempio, che gli interventi urbanistici, le concessioni rilasciate, su cui qualcuno qua dentro ha delle responsabilità precise, siano state date salvaguardando e rispettando l’ambiente e il territorio? Siamo sicuri che tutte le zone che sono state costruite, soprattutto quelle industriali, siano state realizzate su territori al di sopra di ogni sospetto?
E non dico questo per dire che non è giusto intervenire, è giusto intervenire però se cambiamo il metodo, se cambiamo la cultura e soprattutto il modo di fare politica, coinvolgendo a priori le popolazioni e i territori e avendo il coraggio di dire no quando serve.
Entro nel merito. Io non sono stato mai un grande appassionato degli emendamenti (venti mila euro in più qui, venti mila euro in più là e via dicendo) però prendo atto, ad esempio, che mentre la prima Commissione assembleare ha discusso per diverse sedute sulle politiche giovanili parlando di 316 mila euro, qui invece si regalano 500 mila euro per il grande evento stornandoli da dove non erano serviti, cioè l’adeguamento delle strutture a Colle Ameno. Siccome non sono serviti lì ve li diamo comunque, quindi ve li regaliamo: 316 mila euro per la politica dei giovani in tutte le Marche, 500 mila euro alla Curia, credo, o alla Conferenza episcopale marchigiana per il grande evento.
Per quanto riguarda la gestione degli immobili, un tema toccato anche da altri, io ho già presentato un’interrogazione chiedendo nomi e cognomi dei proprietari, il tipo di affitto e quanto si paga, soprattutto riferito al settore della sanità.
Si piange, e facciamo bene, sui tagli del Governo, sulla politica scellerata del Governo, che ormai è stata messa in mora dall’Unione europea, però credo che la parte nostra non venga fatta interamente. Cioè questa maggioranza regionale non è all’altezza della situazione.
Un esempio, il trasporto pubblico locale. Si piange ai quattro venti, si va a Roma perché ci sono dei tagli, ma non c’è una misura, non c’è alcun atto politico finalizzato a razionalizzare la spesa. Continuiamo a spendere sul trasporto su gomma decine di milioni di euro senza modificare e senza chiedere da un lato le modifiche dei piani di bacino, dall’altro fare un atto che metta insieme tutti gli autotrasportatori e le ferrovie affinché si possa realizzare un’economia di scala. Non c’è, non esiste. Quindi è la politica che manca. E non è la prima volta che lo diciamo.
Anche sul turismo ci sono 2 milioni e mezzo di euro in più. E servono. Ma la nostra impressine netta è che tra l’attore Dustin Hoffman - a cui riconosciamo il grande merito di far conoscere la nostra regione, io sono d’accordissimo su quel progetto – e il regista delle politiche turistiche vediamo un Assessorato commissariato. Tanto è vero che non c’è una proposta. Per esempio sul turismo dell’entroterra, sulla parte più ricca di questa nostra regione, la parte dei Sibillini, la Sibilla, che potrebbe davvero metterci in rete e dare contenuti all’euroregione. Come pure sulle politiche della pesca. Settori, questi, che risentono di carenza di relazioni e di iniziativa politica.
Per cui, certo, se questo è, la battaglia non può che avvenire. Questa volta devo prendere atto che è minore il numero degli spostamenti di poche migliaia di euro fatti attraverso emendamenti. Emendamenti, però, presentati da chi ancora si ostina ad avere una logica ed una visione particolare, anziché prendere atto che oggi c’è bisogno veramente di instaurare relazioni e politiche con i soggetti a livello internazionale, altrimenti anche questa nostra piccola regione sarà pienamente risucchiata nella crisi che vediamo tutti.

Presidenza del Presidente
Vittoriano Solazzi

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Ricci.

Mirco RICCI. Innanzitutto voglio ringraziare per il lavoro svolto in Commissione i Commissari e gli uffici. Perché le cose che ho ascoltato in Aula, con anche alcune critiche ecc., in realtà ci ha visto lavorare insieme, maggioranza e opposizione. Altrimenti, insomma, non avrebbe avuto senso avere modifiche di leggi in maniera strutturata e profonda dentro l’assestamento di bilancio. Ad esempio vedi la famigerata tabella C che qualche volta recupera problemi legati ai singoli territori e ai singoli settori. E su questo devo dire che la Commissione è riuscita a ridimensionare ampliamente tutta la parte normativa rinviando alle Commissioni gli articoli stessi e approvando solo quelli più specificatamente tecnici. E riconosco anche la difficoltà che molti Consiglieri di opposizione hanno avuto per motivare un voto contrario, criticando le manovre del Governo e trovando qua una sorta di motivazione per dare un voto contrario.
Però seppure possano esserci critiche nei confronti della Giunta per un bilancio di questo tipo, oggi dato che siamo in una prospettiva per i prossimi anni di mantenere un bilancio di resistenza, per usare parole garbate, rispetto a ciò che ci capiterà in un futuro prossimo, possiamo dire che un assestamento e un rendiconto di questo tipo sono ampiamente di un valore assoluto e virtuoso rispetto appunto alle critiche pur minime che si possono fare.
Rispetto al tema ricordato poco fa dal Consigliere Bucciarelli, quello del patto di stabilità verticale, la Regione decide di rinviare la propria capacità di spesa al 2012 per liberare 90 milioni di euro per gli enti locali che hanno subìto i tagli e che possono liberare risorse già a disposizione. Io condivido la critica che fa Bucciarelli, si poteva magari assumere una comunicazione diversa o altro, bene, però è anche vero che questo provvedimento è comunque importantissimo, è un provvedimento che garantisce 72 enti locali, Province comprese, alcuni dei quali verranno salvati nella composizione del loro bilancio.
Voglio dire, cioè, che accetto la critica, ma di fronte a un provvedimento di questa portata le critiche assumano un significato marginale.
La stessa cosa riguarda l’emendamento sull’accisa della benzina. Sapete bene che comunicare una simile scelta è anche abbastanza complicato. Come si fa a sfidare il Governo su qualcosa che avrebbe dovuto fare lui se non con una provocazione? - E dei danni del maltempo ne parlava anche il Consigliere Zaffini, e in questo dibattito io ho raccolto proposte, indicazioni e critiche anche sul Governo, ma è ovvio che per posizionamento di campo poi si vota contro –. Come dobbiamo fare noi nelle Marche per pagare i danni del maltempo? Alcune Regioni sapete invece che hanno ottenuto trattamenti diversi. Cosa facciamo su Roma? Io credo che il Governo debba aiutare Roma. Assolutamente sì. Allora siccome le Marche hanno avuto lo stesso problema, anzi, in alcune realtà è anche molto più grave, l’unica alternativa è, come alcuni Assessori hanno provocatoriamente fatto, rimettere le deleghe nelle mani del Governo, oppure, stretto al collo, ti attrezzi.
Pertanto questa accisa di 5 centesimi è per produrre un introito per risolvere quel problema a cui non potevamo certo abdicare; dobbiamo ricordarci, infatti, che quella alluvione oltre a danni consistenti ha prodotto anche dei morti.
Dopo, certo, lo ricordavano alcuni Consiglieri, noi molto spesso rincorriamo le ventate moraliste, la casta, capisco, però noi o affondiamo ancora di più, quindi quello che la Giunta ha fatto, la necessità di rifilare, di trovare il risparmio, di parlare di enti strumentali, che peraltro molto spesso non è solo risparmio, è anche scelta e verifica dell’efficacia di quell’ente rispetto alle funzioni che la Regione gli ha affidato, e allora siamo d’accordo. Può darsi che su alcuni enti strumentali non ci interessi rincorrere quei pochi euro di risparmio ma ci interessi verificare se serve alla Regione.
E tutto questo va bene, però qui il tema è molto più consistente. Molti lo ricordavano poco fa - e riprendo non tanto i temi della sanità o del fatto che siamo stati leggermente declassati -, ossia, c’è un’altra Regione in Italia che può vantare una situazione del bilancio sanitario in pareggio? Quante sono, quattro, cinque? (…) Bene, due. Ecco, nella lettura del bilancio o andiamo a fare speculazione nei numeri, allora apriamo tutti i dati analitici voce per voce, upb per upb, oppure qualche volta bisogna fare anche uno sforzo di dare un giudizio politico complessivo.
Questa è una manovra di assestamento che rimette soldi su alcuni settori su cui il Governo fa registrare trasferimenti zero. Se noi salviamo i trasporti con 10 milioni di euro dall’assestamento…insomma, voglio ricordare, lo diceva anche il Consigliere Bucciarelli, che abbiamo dovuto rinviare il piano dei trasporti perché l’Assessore ci ha invitato a ripensarlo profondamente alla luce del fatto che il trasferimento è stato ridotto di quattro quinti. Bisogna allora che nel piano trasporti vengano previste misure di razionalizzazione, risparmio e verifica profonda di quella rete di servizi che abbiamo messo a disposizione di questa regione.
Lo stesso dicasi dei 2,4 milioni sull’artigiancassa. Quello è un altro settore che registra trasferimenti azzerati.
Per cui questo assestamento interviene laddove i trasferimenti sono se non del tutto azzerati quantomeno ridotti tantissimo.
Questo è il giudizio politico da dare sull’assestamento e sul rendiconto. È ovvio che davanti a noi – lo dico all’Assessore Marcolini e al Presidente Spacca – c’è una sfida profonda. Per la prima volta ieri in maggioranza ho sentito dire più volte una cosa molto interessante, ossia, se noi riuscissimo, Assessore Marcolini, a iniziare il dibattito sul prossimo preventivo col cosiddetto bilancio a base zero, cioè con la riforma profonda del bilancio, non solo cogliamo l’occasione ma è anche un momento importante per andare in quella direzione. Ecco, possiamo rispondere a ciò che saranno le minori entrate dei prossimi anni anche con una riformulazione profonda del bilancio.
Dunque secondo me ci apprestiamo ad affrontare in maniera corretta e giusta anni difficili e complicati. A meno che qualcosa non accada a livello nazionale, a meno che vengano cambiate molte misure, a meno che non cambi il Governo, perché allora le impostazioni delle politiche economiche finanziarie potrebbero prendere anche un’altra strada.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Binci.

Massimo BINCI. Prendo atto dello sforzo fatto dall’Assessore nell’aggiustare l’assestamento. Condivido la priorità data al mantenimento delle risorse con i fondi di garanzia per le imprese.
Voglio ora soffermarmi su un aspetto che l’Assessore ha gestito personalmente avendo precedentemente ricoperto anche la carica di Assessore ai trasporti. Secondo me ci dovrebbe essere un approccio diverso della Regione rispetto alla gestione della politica dei trasporti nella regione Marche. Un approccio diverso sopratutto riguardo all’efficienza.
Finora sulla politica dei trasporti pubblici su gomma e su ferro c’è stata una pura presa d’atto di quello che succede e un trasferimento a piè di lista del chilometraggio.
Allora, proprio perché i trasporti pubblici sono la seconda voce nel bilancio regionale dopo la sanità, ritengo ci debba essere un pari impegno da parte della Regione nell’andare nel merito della gestione della politica dei trasporti. Sia per quanto riguarda l’efficacia e l’appropriatezza della spesa. Sia per quanto riguarda il risultato da un punto di vista dei trasporti.
Tra l’altro tutto questo va ad intervenire anche su un altro aspetto, che abbiamo avuto modo proprio questa mattina di affrontare incontrando gli autotrasportatori, ossia il problema delle misure restrittive per le polveri sottili, come pure tutte le relative sanzioni della Comunità europea rispetto agli sforamenti sulla qualità dell’aria e le problematiche sanitarie in cui incorrono i cittadini e indirettamente anche per il bilancio regionale.
Dunque non mi reputo soddisfatto dell’impegno che pone la Regione in merito alla gestione della politica dei trasporti.
Sulla gestione di fatto c’è una delega alle Province, ma siccome la Regione nella programmazione è l’organo competente che definisce gli obiettivi, secondo me dovrebbe fare un controllo più di merito riguardo appunto agli obiettivi che si raggiungono con le politiche messe in atto dai piani di trasporto provinciali.
Il trasporto pubblico impegna molte risorse per cui non può essere lasciato a una pura gestione di contabilità, deve essere preso in mano come si fa per la gestione diretta della sanità.
Quindi chiedo che la Giunta si impegni per una gestione più determinata e più nel merito dell’efficacia delle politiche trasportistiche. Anche perché, come ho già detto, il settore dei trasporti ha tanta implicazione sulla qualità della vita dei cittadini e sui costi sanitari.
Un altro aspetto che viene gestito in maniera populista è quello delle infrastrutture. Non è possibile che le infrastrutture vengano richieste a furor di popolo. Qui chiunque dica di volere una nuova strada determina poi un’esigenza che prima parte da un Comune, poi viene fatta propria per ordine di scuderia politica da una Provincia, dopodiché questa scelta, ugualmente per scuderia politica o per voglia di seguire le richieste del popolo, si trasferisce automaticamente alla Regione.
Oltretutto simili scelte determinano l’utilizzo di risorse sostanziose che non sono duplicabili. E quindi non è indifferente utilizzarle per un’opera che serve anzichè per un’opera che magari deturpa un territorio. Pertanto chiedo che vengano fatte in base a riflessioni, studi, verifiche degli effetti sul lungo termine e sull’efficacia dell’intervento.
Per riassumere. Chiedo che lo stesso impegno che la Regione mette nella gestione della sanità venga messo anche nella gestione complessa del trasporto e delle implicazioni che comporta, quindi anche tutti i collegamenti riguardo alle infrastrutturazioni.
Qui si parla di mancanza di risorse allora io continuo a sostenere che se andiamo a considerare tutti questi aspetti, infrastrutture, sanità e salute dei cittadini, vivibilità delle città, ecc, i 100 milioni di euro del trasporto pubblico poi di fatto determinano l’efficacia o meno di altri probabili miliardi di euro. Non dimentichiamoci, infatti, che gli interventi sulla rete infrastrutturale sono di diverse centinaia di milioni di euro, come lo sono i costi sanitari per i cittadini.
Quindi chiedo questo impegno. Altrimenti una politica così settoriale, una lettura così parcellizzata delle risorse disponibili ci porta solo a dire che le risorse non bastano. E’ di fatto un sistema che si aspetta solo assistenza, è un sistema che non prevede la partecipazione e la programmazione attiva. Allora su questo la politica non serve, perché il compito della politica, invece, dovrebbe essere quello di mettere insieme tutte le migliori risorse, mettere insieme tutti i cittadini, per attivare una valutazione rispetto ai beni comuni.
Vado ad un ultimo aspetto che ho evidenziato anche in Conferenza dei Capigruppo.
Io puntualmente, man mano che verranno posti in votazione, chiederò agli Assessori competenti di illustrare gli interventi normativi che non hanno inerenza con il bilancio e con le questioni di finanza. Chiederò che ogni Assessore dimostri all’Assemblea legislativa l’urgenza, l’ineluttabilità, l’indifferibilità della proposizione di emendamenti in questa sede.
Faccio un esempio: la modifica della legge 7 sulla VIA riguardo ai piccoli impianti termici. In Commissione c’è in discussione la modifica della legge sulla VIA, di cui sono relatore di minoranza, che verrà licenziata entro l’anno. Pertanto chiedo di stralciare nell’assestamento questa parte, altrimenti rinuncio alla nomina di relatore. Perché se un Consigliere deve fare il relatore virtuale di cose che poi vengono decise in un secondo al di fuori della competenza istituzionale, credo che tutti i Consiglieri non abbiano senso di esistere. Così non esisterà più neppure la discussione sulla casta. Perché di fatto le Assemblee legislative regionali con questa modalità vengono svuotate, allora tanto vale svuotare anche le competenze, il numero e la retribuzione dei Consiglieri. Ripeto, c’è una proposta legge sulla VIA che si sta già discutendo e qui viene inserita! Oltretutto ha implicazioni sia sulla salute che con i territori, non vedo perché non dovremmo avere piena coscienza di ciò che andrà a comportare.

PRESIDENTE. Consigliere Binci, ha sforato di cinque minuti, la prego di concludere.

Massimo BINCI. Poi c’è la modifica delle graduatorie del personale rispetto a bandi ecc.. Se ne è parlato quattro volte e ogni volta si sono dette quattro cose diverse. Ogni volta si modifica. Insomma, che almeno ci si dica qual è la necessità di questa modifica.
Ancora, norme sul turismo per dire che cosa deve contenere un piano. Pensavo che il testo unico sul turismo che abbiamo fatto un anno e mezzo fa le contenesse! Per le piste di sci che diventano pubblica utilità e possono farsi le espropriazioni, dov’è la necessità? Per quest’anno non penso proprio ci sia questa necessità, le pisce di sci ormai si faranno in primavera.

PRESIDENTE. Consigliere Binci, la prego, si è capita la ratio!

Massimo BINCI. Sì la ratio, ma è anche nella sostanza! Perché, oltretutto, di queste norme io non condivido neppure i contenuti.


Proposta di legge regionale n. 105
ad iniziativa della Giunta regionale
“Rendiconto generale della Regione per l'anno 2010”
(Votazione)

PRESIDENTE. Passiamo ora votazione degli articoli e degli emendamenti della proposta di legge regionale n. 105 “Rendiconto generale della Regione per l'anno 2010”
Articolo 1. Lo pongo in votazione. (…) Prego, Consigliere Binci.

Massimo BINCI. Presidente, non c’è la replica dell’Assessore?

PRESIDENTE. Come no, certo, ma intanto procediamo con la votazione di entrambi gli atti, dopodichè prima del voto finale ci sarà l’intervento dell’Assessore Marcolini.

Massimo BINCI. Ci dà la benedizione prima del voto!

PRESIDENTE. No, credo che l’intervento dell’Assessore Marcolini potrebbe anche condizionare il suo voto finale. E’ per questo che lo fa Marcolini.
Chiusa la votazione sull’articolo 1.

(L’Assemblea legislativa approva)

Articolo 2. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Articolo 3. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Articolo 4. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Articolo 5. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Articolo 6. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Articolo 7. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Articolo 8. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Articolo 9. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Articolo 10. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Articolo 11. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Articolo 12. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Articolo 13. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Articolo 14.
Emendamento n. 14/1 della seconda Commissione:
Il prospetto “Disponibilità liquide” inserito nell’articolo H della pdl 105/2011 è sostituito dal presente:
Disponibilità liquide Regione Marche
CONTO CORRENTE DI TESORERIA
1100 “Fondo di cassa dell’ente all’inizio dell’anno” (1) – Banca D’Italia Importo a tutto il periodo: 148.510.065,28 – Rendiconto generale: 148.510.065,28
1200 “Riscossioni effettuate dal’ente a tutto il mese (2) – Banca D’Italia Importo a tutto il periodo: 5.279.272.173,59 – Rendiconto generale: 5.279.272.173,59
1300 “Pagamenti effettuati dall’ente a tutto il mese (3) – Banca D’Italia Importo a tutto il periodo: 5.291.702.575,30 – Rendiconto generale: 5.291.702.575,30
1400 “Fondo di cassa dell’ente alla fine del periodo di riferimento (4) (1+2-3) – Banca D’Italia Importo a tutto il periodo: 136.079.663,57 – Rendiconto generale: 136.079.663,57
FONDI DELL’ENTE PRESSO IL TESORIERE AL DI FUORI DEL CONTO DI TESORERIA
2100 Disponibilità liquide libere alla fine del mese comprese quelle reimpiegate in operazioni finanziarie – Banca D’Italia Importo a tutto il periodo: 1.642.330,61
2200 Disponibilità liquide vincolate alla fine del mese comprese quelle reimpiegate in operazioni finanziarie – Banca D’Italia Importo a tutto il periodo: 0,00
FONDI DELL’ENTE PRESSO ALTRI ISTITUTI DI CREDITO
2300 Disponibilità liquide libere alla fine del mese comprese quelle reimpiegate in operazioni finanziarie: 0,00
2400 Disponibilità liquide vincolate alla fine del mese comprese quelle reimpiegate in operazioni finanziarie: 0,00
CONCORDANZA TRA IL CONTO DI TESORERIA E LA CONTABILITA’ SPECIALE DI T.U.
1500 Disponibilità liquide presso il conto di Tesoreria senza obbligo di riversam. a fine periodo riferim., comprese quelle reimp. in operazioni fin. (5) : 74.018.500,00
1600 Riscossioni effettuate dal tesoriere a tutto il mese e non contabilizzate nella contab. Spec. (6): 0,00
1700 Pagamenti effettuati dal tesoriere a tutto il mese e non contabilizzati nella contab. Spec. (7): 13.613.807,89
1800 Versam. c/9 contab. spec. non contabilizzati dal tesoriere al tutto il mese (8): 10.861.801,57
1900 Saldo c/o contab. spec. a fine periodo riferim. (4-5-6+7+8-9): 86.536.773,04
Data ultimo aggiornamento Banca D’Italia: 18 luglio 2011.
La “Relazione tecnica sulle discordanze” inserita nell’allegato H della pdl 105/2011 è eliminata.

Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Articolo 14, così come emendato. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Coordinamento tecnico. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Proposta di legge n. 105, così come emendata. La pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)


Proposta di legge regionale n. 137
ad iniziativa della Giunta regionale
“Assestamento del bilancio 2011”
(Votazione)

PRESIDENTE. Passiamo ora votazione degli articoli e degli emendamenti della proposta di legge regionale n. 137 “Assestamento del bilancio 2011”

PRESIDENTE. Articolo 1. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Articolo 2. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Articolo 3. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Articolo 4. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Articolo 5.
Emendamento n. 5/1 del Consigliere Marangoni:
L'articolo 5 è abrogato.
Ha la parola il Consigliere Marangoni.

Enzo MARANGONI. Il mio emendamento è il seguente: l’articolo 5 è abrogato. Qual è la ratio di questo emendamento? E’ molto semplice. L’articolo 5 riguarda “Alienazione di immobili regionali”. Credo che non c’entri assolutamente nulla con il concetto tecnico giuridico di assestamento di bilancio, così come è precisamente indicato all’articolo 28 della l.r. 11 dicembre 2001, n. 31. Tale articolo 28 fissa in tre criteri ben precisi quello che dovrebbe essere l’assestamento e cioè che deve trattarsi o di residui o di saldo finanziario positivo o negativo oppure di giacenza di cassa.
Signori, non ci siamo, questo articolo 5 non c’entra nulla con l’assestamento di bilancio.
Ma siccome sono una persona aperta al cambiamento, chiedo per cortesia all’Assessore se mi può dimostrare il contrario. Cioè se lui riesce a spiegarmi in che modo l’articolo 5 “Alienazione di beni immobili regionali” è coerente con l’articolo 28 della l.r. 31/2001, bene, sono anche disposto a cambiare opinione, a ritirare l’emendamento e magari a votare l’articolo 5.
Resto quindi in attesa di una spiegazione da parte dell’Assessore.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Carloni.

Mirco CARLONI. Voteremo contro questo emendamento, perché, rispetto alla prima formula dell’articolo, noi avevamo chiesto in Commissione – vorrei però essere certo che l’Assessore abbia modificato il testo e ci spieghi la ragione delle alienazioni – che la trattativa privata per la vendita di questi beni fosse un’eventualità successiva al pubblico incanto eventualmente andato deserto.
Inoltre abbiamo chiesto che il prezzo di mercato venisse stabilito da una perizia tecnico economica redatta da una struttura della Regione o dall’agenzia del territorio.
Se queste cose sono state accettate voteremo contro l’abrogazione di questo articolo.

PRESIDENTE. Emendamento n. 5/1. - (…) Però, Consigliere Marangoni, domandare è lecito e chiedere è cortesia! Io comunque devo andare avanti. (…) Marcolini non ha sentito? Bèh, semmai può far finta di non sentire! Io penso abbia sentito la sua richiesta. (…) Ma lei deve fare un atto di fiducia, voti a favore e poi le risponderà! -. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa non approva)

Articolo 5. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Emendamento n. 5 bis/1 del Consigliere Massi:
Dopo l'articolo 5 aggiungere l'articolo 5 bis:
“Articolo 5 bis (Abrogazione l.r. 9 dicembre 2005, n. 29)
1. A decorrere dalla data di entrata in vigore della presente legge , le funzioni di competenza della Società per la valorizzazione del patrimonio immobiliare regionale istituita con l.r. 9 dicembre 2005, n. 29 sono esercitate dalla Regione mediante i servizi e gli uffici regionali competenti;
2. La Regione subentra nei rapporti giuridici attivi e passivi dell'IRMA esistenti alla data della soppressione.”.
Ha la parola il Consigliere Massi.

Francesco MASSI. So che la maggioranza respingerà sia questo emendamento che quello successivo, quindi non la faccio lunga, sull’argomento ci ritorneremo nei prossimi giorni.
Soppressione dell’Irma e della Svim e relative partecipazioni regionali. Non debbo dire niente a persone come voi che hanno sufficiente esperienza per comprendere cosa significa questo argomento. Noi come PdL vorremmo intanto capire cosa c’è dietro questo tabù della Svim. Perché dietro ogni intervento, quello di Ucchielli e di altri partiti, che parlano di accorpamenti, di Ato, Ersu, Erap, di strumenti da semplificare, non sento mai parlare della Svim, come fosse un qualcosa che rappresenta un tabù.
Se ora il Capogruppo del PD mi vuole rassicurare e tranquillizzare la potrò considerare una svista di Ucchielli, che probabilmente nella conferenza stampa dello scorso venerdì, in cui i Consiglieri erano riuniti informalmente con il Presidente, ha avuto troppa fretta e quindi ha tralasciato la riga che riguardava la Svim.
Dico questo per dire che sarebbe una cosa opportuna, valutata così da molti imprenditori e da diverse categorie, ritornare alla vecchia gloriosa Finanziaria Marche. Una Finanziaria che dava molti più servizi e certezze alle nostre imprese che non la Svim. Alla Svim la Regione trasferisce molti soldi, delega molte funzioni. Ma la Svim come società privata assolve in una maniera molto molto lontana da ogni razionalità o di evidenza pubblica. Lo può fare da un punto di vista dello statuto e della legge, ma noi comunque la vediamo come una società che serve ad abbreviare, fin troppo, certi percorsi che dovrebbero essere di evidenza pubblica.
Quindi non siamo d’accordo che questa società ci sia ancora nelle funzioni e negli assetti attuali. Una società che in passato è servita anche a collocare diversi personaggi che erano stati costretti ad uscire dalla politica.
Quindi richiamo l’attenzione vostra, ed in particolar modo della maggioranza, senza demagogie – non vado oltre – per affrontare questo argomento, che ritengo ancora purtroppo, e non so perché, un argomento tabù.

PRESIDENTE. Emendamento n. 5 bis/1. Lo pongo in votazione.
Favorevoli 15, contrari 15, astenuti due…(…) Sì, ma è influente, comunque è 15 e 15 quindi non approva. Comunque quanti voti favorevoli in più sono? (…) E va bene, allora si rivolta.
Se la Commissione di volta in volta desse l’indicazione agevoleremo i lavori.
Emendamento n. 5 bis/1. Lo pongo in votazione

(L’Assemblea legislativa non approva)

Emendamento n. 5 bis/2 del Consigliere Massi:
Dopo l'articolo 5 aggiungere l'articolo 5 bis:
“Articolo 5 bis (Abrogazione l.r. 1 giugno 1999, n. 17)
1. A decorrere dalla data di entrata in vigore della presente legge è abrogata la legge regionale n.17 del 1 giugno 1999, Sviluppo Marche SpA (SVIM SpA). Le funzioni di SVIM sono esercitate dalla Regione mediante i servizi e gli uffici regionali competenti;
2. La Regione subentra, ai sensi di legge, nei rapporti giuridici attivi e passivi di SVIM esistenti alla data della soppressione.”.
Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa non approva)

Emendamento n. 5 bis/3 del Consigliere Massi, Acquaroli:
Dopo l'articolo 5 aggiungere l'articolo 5 bis:
“Articolo 5 bis (Abrogazione art. 18 della l.r. 16/2010)
1. A decorrere dalla data di entrata in vigore della presente legge è abrogato l'articolo 18 (Funzioni dei consorzi di bonifica) della legge regionale n. 16 del 15 novembre 2010.”.
Ha la parola il Consigliere Acquaroli.

Francesco ACQUAROLI. Chiediamo l’abrogazione dell’articolo 18 della l.r. 16/2010 che di fatto sta consentendo ai consorzi di bonifica di inviare ai cittadini dei territori maceratese e anconetano centinaia e centinaia di cartelle esattoriali per servizi che noi riteniamo indebiti. Quindi chiediamo la soppressione di questo articolo e di fare chiarezza rispetto al ruolo dei consorzi di bonifica nel territorio e anche rispetto alla funzione che stanno adempiendo, secondo noi, illegittimamente.

PRESIDENTE. Emendamento n. 5 bis/3. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa non approva)

Articolo 6.
Emendamento n. 6/1 del Consigliere Marangoni:
L'articolo 6 è abrogato.
Ha la parola il Consigliere Marangoni.

Enzo MARANGONI. Chiedo all’Assessore Marcolini se per cortesia, in riferimento all’articolo 6 e al mio emendamento n. 6/1 che dice “l’articolo 6 è abrogato”, è in grado di spiegarmi come l’articolo 6 nel dispositivo che trovo nella pdl possa essere coerente con l’articolo 28 della l.r. 31/2001 che disciplina esattamente che cos’è l’assestamento di bilancio.
Se è coerente ritiro l’emendamento e voto l’articolo. Quindi gentilmente le chiedo di spiegarmelo subito e non alla fine, perché è adesso che lo votiamo.
Se invece coerente non è ancora una volta siamo di fronte ad uno svilimento dell’Assemblea legislativa. E’ una proposta di legge a mio avviso non c’entra nulla, quindi doveva andare in Commissione per l’analisi e la discussione.
Quindi, Assessore, pendo dalle sue labbra!

PRESIDENTE. Emendamento n. 6/1. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa non approva)

Articolo 6. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Articolo 7. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Emendamento n. 7 bis/1 della seconda Commissione. Ritirato.

Articolo 8. Soppresso.

Articolo 9. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Emendamento n. 9 bis/1 della seconda Commissione:
Dopo l'articolo 9 è inserito il seguente:
“Art. 9 bis (Modifiche alla legge regionale 27 dicembre 2007, n. 19 “Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale della Regione – Legge finanziaria 2008”)
1. Al comma 2 dell'articolo 27 della legge regionale 27 dicembre 2007, n. 19 (Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale della Regione - Legge finanziaria 2008) le parole "in euro 0,0200" sono sostituite dalle seguenti "in euro 0,0758".
2. II gettito derivante dalla variazione in aumento ai sensi del comma 1 della misura dell'imposta regionale sulla benzina per autotrazione, rispetto alla misura vigente fino al 31 dicembre 2011, è destinato al finanziamento degli interventi necessari a fronteggiare gli eventi calamitosi verificatisi sul territorio regionale di cui al D.P.C.M. del 10 marzo 2011 (Dichiarazione dello stato di emergenza in relazione agli eccezionali eventi meteorologici che hanno colpito il territorio della regione Marche nei giorni dal 1° a16° marzo 2011).
3. La Giunta regionale è autorizzata ad adottare i provvedimenti di natura operativa e finanziaria necessari al fine di rendere più celere ed efficace il processo di messa in sicurezza e di ricostruzione a seguito degli eventi calamitosi.
4. Le disposizioni di cui al presente articolo si applicano a decorrere dal 1 gennaio 2012, per un periodo massimo di due anni.”.
Ha la parola il Consigliere Binci.

Massimo BINCI. Vorrei ci fosse in quest’Aula un attimo di riflessione in merito all’aumento dell’accisa vincolata a fronteggiare l’emergenza determinata dagli eccezionali eventi meteorologici del marzo 2011, ossia le problematiche legate all’alluvione.
Gli introiti che si ricaverebbero solo con un anno di accisa sarebbero sufficienti per coprire i costi determinati dall’alluvione – mi corregga Assessore se così non fosse –. Inoltre c’è anche un emendamento della Commissione che limita il periodo a due anni.
Chiedo quindi all’Assessore e al Presidente Spacca di verificare la possibilità di mettere un anno aggiuntivo per dotare il bilancio della nostra Regione di fondi ordinari per la manutenzione del territorio. Non è possibile che noi subiamo 600 milioni di danni dall’alluvione – come certificatoci dal Presidente Spacca in un’apposita seduta assembleare –, andiamo poi a fronteggiare i costi vivi per le infrastrutture messe in atto dai Comuni e dalle Province, ma non iniziamo a ragionare su…però qui, Presidente, parlano tutti per i cavoli di loro!

PRESIDENTE. Consigliere, va bene, però il linguaggio e il rispetto sono fondamentali!

Massimo BINCI. Sì, però io qui sto chiedendo su una questione…

PRESIDENTE. Capisco, Consigliere Binci, ma lei non può pretendere che gli altri la stiano a sentire. Seppure, certo, non si deve far chiasso. Smettete di distrubare, Consiglieri! Però lei, Consigliere Binci, non è che può pretendere delle risposte, quindi, la prego, concluda.

Massimo BINCI. Stavo dicendo di lasciare per tre anni l’accisa in modo che con il terzo anno si possa avere un fondo per la gestione del dissesto idrogeologico. Cosicché non interverremo più solo sulle emergenze. Le emergenze alla fine ci costano 600 milioni di euro e poi non abbiamo le risorse per una gestione ordinaria che è stata quantificata in Commissione in 4 milioni di euro. (…) Ma adesso c’è zero! Allora mi dica lei qual è la dotazione sufficiente, è zero?

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Carloni.

Mirco CARLONI. Faccio una proposta. Credo che un argomento così importante meriti una discussione nella fase del bilancio preventivo 2012, in quell’occasione si potranno creare misure adeguate e fondi di solidarietà ben definiti su come investire queste risorse e da dove attingere.
Pertanto chiederei all’Aula di rinviare nella fase di bilancio preventivo per l’anno 2012, piuttosto che parlarne in un emendamento nell’assestamento di bilancio.

PRESIDENTE. Ha la parola la Consigliera Romagnoli.

Franca ROMAGNOLI. L’aumento di 5 centesimi dell’accisa, la cosiddetta tassa sulla benzina, è una scelta sicuramente delicata e sofferta, in parte quasi interamente dovuta, ma anche di coscienza, perché comporta un aggravio sulle tasche dei cittadini e un probabile effetto depressivo sui redditi sia delle famiglie che delle imprese.
E’ quindi è una cosa delicata e di coscienza sulla quale tutti, soprattutto chi vive nei territori più colpiti, ci siamo interrogati, non è stata certo presa con leggerezza. Quindi alcune cose vanno dette con chiarezza.
Purtroppo non credo che l’atto sia differibile - lo dico anche al collega Carloni - perché c’è tutta una serie di incombenze e di adempimenti di bilancio da parte dei Comuni e delle Province, che hanno fatto fronte in proprio o parzialmente alle spese e quindi devono in qualche modo avere delle risposte certe.
Va detto con chiarezza che se siamo qui a compiere un atto pressoché dovuto è perché il Governo nazionale – a mio avviso la responsabilità è ascrivibile per un buon 80-90% al Governo nazionale – non ha inteso erogare fondi straordinari per questi eventi calamitosi, come invece ha fatto per altre situazioni analoghe più gravi o meno gravi, quelle del Veneto, del Molise o della Basilicata.
Insomma gli esempi purtroppo ci sono e nessuno vuole speculare su questo o su quello. Però sono passati dei mesi e i fondi straordinari non ci sono, sia per volere del Governo di tener duro su questo decreto, il c.d. mille proroghe - un decreto sicuramente iniquo che abbiamo anche provveduto ad impugnare sia al TAR che alla Corte Costituzionale -, ma anche per incapacità e inadeguatezza dei deputati di maggioranza che non so se hanno fatto tutto quanto nelle loro possibilità per ottenere appunto un incremento straordinario presso il loro Governo, quel Governo che porta i loro stessi colori.
Io su questo non voglio fare polemica, sta di fatto che siamo costretti ad inserire le accise sulla benzina per attivare un processo, ora speriamo virtuoso, che dovrebbe portare con una certa sicurezza e immediatezza i fondi del Governo, almeno in misura pari a quanto comporterà il gettito delle accise, circa 15 milioni di euro.
Questo è grave ma tanto è. E non voglio neppure nascondere che ci possono essere state anche responsabilità seppur minimali e parziali – è la prima volta che faccio una sorta di giustificazione nei confronti della Regione, sapete che solito non faccio sconti –, perché anche noi come Regione abbiamo avuto vari mesi per poter compiere tutta quella ricognizione sui costi, sulla soppressione degli enti, su quanto cioè che in questa Regione viene fatto troppo a strattoni. Questi mesi avrebbero potuto portare a una riforma più organica e quindi a una contrazione di spese, di costi e di enti inutili per racimolare quei fondi che anche la Regione, appunto, avrebbe potuto mettere a disposizione; seppure nell’immediatezza a marzo-aprile in parte lo ha fatto con dei finanziamenti.
Però, ecco, siamo qui a compiere con sacrificio questo passo, siamo costretti comunque a votare questo atto, provando anche un senso di disagio, perché in un periodo di crisi come questo certamente i marchigiani non prenderanno giustamente di buon occhio un balzello simile.
Però non vorrei, sempre per restare in un’ottica solidale e per non cadere in quella che purtroppo è stata la motivazione, la ratio del decreto mille proroghe - che in una logica perversa (per questo sono stati usati aggettivi di ogni tipo come odiosa, iniqua, ma del resto così è) ha caricato di una doppia iniqua tassa gli stessi sventurati che hanno avuto il problema dell’alluvione –, che si additi un territorio anziché un altro come causa dell’aumento delle accise.
Dico questo perché la Provincia di Fermo con i suoi Sindaci ha preso ob torto collo l’iniziativa la scorsa settimana di recarsi in Regione perché aveva bisogno più di altre di fondi; ma così è per la Provincia di Macerata e parzialmente anche per la Provincia di Ascoli, tutte cioè hanno bisogno di fondi. Ed è chiaro che sotto certi aspetti, come dire, ha tolto le castagne dal fuoco alla Giunta, che comunque questo provvedimento doveva adottare, facendo dire ai Consiglieri che si è costretti a votarlo perché appunto la Provincia di Fermo ha fatto un pressing. Quella provincia più colpita di altre, la mia città in primis che purtroppo ha anche avuto due morti.
Ma questo non deve significare, ripeto, che qui c’è il colpevole della situazione. Se ottica di solidarietà deve essere, se il buonsenso deve prevalere, se purtroppo questo va considerato un atto dovuto, perché così è per le ragioni che abbastanza chiaramente sono emerse in questi mesi e per le inadempienze governative, allora che lo sia anche oggi, con una discussione pacata, senza dietrologie, ove non ci sia un territorio che oltre ad essere stato il più sventurato per aver avuto più morti e più problemi venga poi anche additato come l’artefice o perlomeno il motivo di questo balzello.
Dico questo perché il decreto mille proroghe nella ingiustizia che contiene rischia anche di sfavorire la solidarietà e soprattutto di mettere i territori di una stessa regione, o addirittura le regioni di una stessa nazione, l’una contro l’altra. Perché impone appunto questo sacrificio, che è una leva fiscale sicuramente odiosa, e fa sì che si possano additare tra gli stessi sventurati i responsabili di questo.
Una logica dunque ove non dobbiamo cadere. Spero che i territori non cadano in questo tranello della divisione, della mancanza di solidarietà, perché, chi più chi meno, sono stati tutti colpiti.
E questo anche perché, purtroppo, e qui devo dare ragione alle sollecitazioni dei Consiglieri Binci e Bucciarelli, c’è una politica del territorio non buona, una prevenzione non fatta, e anche una legge urbanistica che ormai da quasi un anno dall’alluvione non ha ancora visto la luce in Commissione. Ecco, tutto questo fa sì che si possa temere che episodi simili accadano nuovamente.
In conclusione, seppure oggi la discussione deve avere un altro tenore, deve essere scevra da polemiche, non posso sottrarmi dal sottolineare quello che in questi giorni è apparso sui giornali relativamente alla provincia di Fermo. Perché? Perché ci sono Province che hanno fatto lavori di somma urgenza per importi minori, 1-2 milioni, 500-800 mila euro, e Province – seppure Fermo, come ho detto prima, sia stata la più colpita – e Comuni che hanno fatto lavori per 12-13-14 milioni di euro.
C’è tutta una polemica, che va oltre anche la polemica in quanto ci sono atti giudiziari, ci sono esposti e denunce, che addita per questa differenza di comportamento tra Province e per questa entità maggiore di spese. E soprattutto si discute sul fatto che questi lavori siano o non siano di somma urgenza, così come gli uffici provinciali hanno invece attestato che lo siano.
Io stessa ho chiesto personalmente e sui giornali spiegazioni alla Provincia. Il Presidente Cesetti devo dire che è stato disponibile non solo a darmi la documentazione istituzionale riservata ed importante, ma mi ha anche detto – e questo mi ha fatto particolarmente piacere – che se responsabilità ci sono queste verranno accertate. Per cui se qualcosa non ha funzionato, nonostante a suo dire e da come si evidenzia nella relazione degli uffici che la somma urgenza sia stata certificata e attestata, verrà fatta comunque chiarezza.
Dunque, ecco, io sono stata la prima, insieme ad altri consiglieri provinciali, ad aver sollevato il problema e sono anche la prima ad aver detto che noi legislatori regionali siamo sì chiamati a votare un simile atto importante e di coscienza, però vogliamo sapere, io per prima, se siano somme che vanno nell’interesse comune; perchè un conto è appaltare e dare i lavori con la procedura della somma urgenza e un conto è darli per manutenzioni ordinarie e straordinarie, con tutte le procedure e le gare che vanno fatte.
Lo scrupolo del legislatore, pertanto, è quello di informarsi, è quello di non avallare un atto che potrebbe essere illegittimo, inficiato da una serie di circostanze o addirittura che venga inserita nella somma urgenza tutta una serie di lavori, di progetti, di programmi (c.d. intese quadro) che magari prima non si sono fatti.
Io non dico che questi chiarimenti non siano avvenuti, però, ecco, su questo c’è addirittura il Ministero dell’interno che ha avuto degli esposti di cui si sta svolgendo l’istruttoria, così la Procura, come pure privati che hanno chiesto delucidazioni.
Se dunque non vogliamo far sì che non ci sia sciacallaggio e che questo atto – il cui voto spero avvenga unanimemente - non venga inficiato dalla benché minima frizione tra territori e province, che sarebbe proprio quello che vuole il decreto e che non deve invece avvenire, questo allora è un accertamento che si dovrà fare. E si farà. La Provincia di Fermo lo farà. Ed io per prima. Dato che sono costretta a votare questo balzello, vigilerò affinché i chiarimenti ci siano. Chiarimenti con la Sovrintendenza della protezione civile, con Oreficini che conosce bene il problema e che giustamente dice che ora interverrà il commissario governativo a gestire sia questi fondi sia quelli che il Governo dovesse mettere, e chiaramente si pagherà con decreti, non a piè di lista o a sanatoria, tutto quello che i territori chiederanno.
E’ pertanto giusta l’istruttoria che faranno i territori, però, come dire, è un discorso successivo, Assessore, è un discorso di adempimento, di esecuzione di una serie di incombenze. Incombenze che da ora in poi spero si attiveranno. Perché il mille proroghe da questo momento diciamo che è attivato, cosicché il Governo non avrà più alibi per non mandare soldi o cosicché ci sarà un commissario che paga.
Ripeto, è un discorso successivo. E’ un discorso che potrà essere chiarito come non chiarito. E’ un discorso che potrà comportare anche delle conseguenze penali e amministrative – io auspico di no, spero che tutto avvenga nel migliore dei modi –. Ma non è comunque un discorso, nonostante quello apparso sui giornali, che può andare ad inficiare il voto di oggi o addirittura far additare questa o quella provincia come meno virtuosa di altre.
Ci tengo a dirlo. E lo dice, ripeto, proprio chi ha chiesto anche pubblicamente chiarimenti e chi non si vuole neppure sottrarre a quella che sarà poi la valutazione politica della cosa.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere D’Anna.

Giancarlo D’ANNA. Ricordo che nella scorsa legislatura quando venne proposto l’aumento dell’accisa sulla benzina come Gruppo PdL portammo in Aula un grosso assegno che quantificava più o meno quanto avrebbero speso i cittadini marchigiani con quel provvedimento.
Oggi faccio parte del Gruppo misto, non ho portato l’assegno, non ce l’avrei fatta a reggerlo da solo, però sono comunque in sintonia con quanto avevamo detto qualche anno fa.
Ritengo sia un provvedimento sbagliato, che fa comodo sia alla Regione come evidentemente al Governo nazionale, ma che poi penalizza i cittadini e che purtroppo crea anche delle disparità di trattamento all’interno della stessa regione.
Pur essendo solidale con il fermano e con chi ha avuto problemi causati dall’alluvione, devo però registrare che per altre situazioni non è stato adottato un provvedimento di questa natura, un provvedimento che appunto andasse a risolvere le problematiche che hanno avuto origine da alluvioni o eventi naturali di carattere straordinario. Come, ad esempio, per l’erosione marina, il dragaggio dei porti, circostanze anche queste che hanno causato nel corso degli anni diverse problematiche e anche diversi esborsi economici da parte delle categorie interessate.
Però alla base di tutto c’è l’evento straordinario che nessuno può controllare, se non con una politica di difesa del territorio che però non c’è stata. Anche di recente l’ordine dei geologi delle Marche ha purtroppo fatto notare quello che già tutti sapevano, ossia che un’altissima percentuale del nostro territorio è sottoposta a rischio idrogeologico. In più in queste zone altamente a rischio si trovano svariate attività produttive che utilizzano prodotti inquinanti.
Ora l’evento straordinario c’è stato e per sanare tali inadempienze fatte sul territorio si va a penalizzare il territorio stesso e che vede, purtroppo, anche una disparità tra le diverse province.
E’ evidente, quindi, che le risorse vanno reperite in altri settori. Il collega Trenta questa mattina parlava dei numerosi e assurdi affitti che l’Asur paga in giro per tutte le Marche, dunque un pozzo di San Patrizio che potrebbe essere utile per attingere parte delle risorse che servono per eventi come questi.
Peraltro il verificarsi di questi eventi non insegnano mai niente, perché puntualmente si ripetono ma nessuno prende mai quei provvedimenti che invece andrebbero presi sul territorio. Credo che anche la futura legge che riguarda l’escavazione dei fiumi in parte andrà in una direzione di disattenzione o di complicazione di quello che già esiste.
Quindi la mia contrarietà è totale a questo provvedimento in quanto, ripeto, va a penalizzare proprio le categorie più deboli.
Tra l’altro la Regione ha fatto alcune scelte che non vanno sicuramente in direzione di agevolare l’offerta sul trasporto pubblico. Di recente la Giunta regionale ha infatti dato un giudizio negativo sulla riapertura della linea ferroviaria Fano-Urbino. Linea che di per sé non avrebbe certo risolto i problemi, ma comunque avrebbe dato un segnale verso una politica attenta al trasporto collettivo piuttosto che puntare sull’automobile. Magari questa disattenzione è proprio perché tanto poi si riesce a far cassa con gli aumenti dell’accisa sulla benzina!
Per cui la Regione Marche non può sicuramente scandalizzarsi se altri adottano un sistema che noi stessi abbiamo già adottato.
In tutto questo c’è anche da notare la totale incapacità da parte dei Parlamentari eletti nella regione Marche di dare un segnale forte, come invece sono riusciti a dare quelli di altre regioni. Da questo punto di vista c’è stata sicuramente una omissione di una seria battaglia che potesse dare un segnale di speranza a tutti coloro che si sono venuti a trovare nelle condizioni in cui si trova il fermano adesso. E questa è una grave carenza che i cittadini delle Marche, purtroppo, dovranno pagare con le loro tasche.
Quindi il mio voto sarà contrario.

Presidenza del Vicepresidente
Giacomo Bugaro

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Zaffini.

Roberto ZAFFINI. Brevemente, solo per chiarire l’inserimento della temporaneità di questo nuovo aumento dell’accisa della benzina e dei carburanti. Un inserimento accolto dalla Commissione. Però sappiamo bene che dell’avvento di nuove accise sulla benzina c’è poi qualcuno che se ne dimentica. Sappiamo bene, ad esempio, che abbiamo finanziato per anni e anni la guerra dell’Etiopia del ’35 fino alla missione della Bosnia del 1986.
Io voterò contro questa nuova accisa, ma se dovesse passare almeno che ci sia un vincolo temporale ben chiaro per i nostri cittadini. E noi controlleremo.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Pieroni.

Moreno PIERONI. Brevemente perché nella totalità, non parzialmente, sono stato preceduto dalla Consigliera Franca Romagnoli. A mio avviso la collega ha centrato bene anche il perché oggi questa Assemblea, questa Regione sia obbligata ad applicare questa accisa. Al di là degli schieramenti politici siamo infatti tutti consapevoli che il Governo nazionale non ha tenuto nella giusta considerazione i gravi problemi che ci sono stati nella nostra regione, mentre quelli verificatisi in altre regioni sono stati finanziati.
Quindi proprio perché le Marche è una regione dove c’è grande solidarietà, grande unicità di progettualità, questa accisa va applicata.
La Giunta, in collaborazione con la Commissione, ha fatto bene. La Giunta ha fatto bene anche a dare un tempo, due anni al massimo. Che è dunque un periodo significativo di interventi diretti a copertura di impegni già fatti o che devono essere fatti da parte di enti pubblici e di privati. E soprattutto è importante che sia stato individuato un capitolo mirato alla criticità dell’alluvione.
Voglio anche aggiungere che l’intervento fatto dal collega Binci sicuramente va tenuto in grande considerazione da tutta questa Assemblea. E’ chiaro che un rifinanziamento dopo i due anni riguardo l’accisa andrebbe a coprire le lacune, che purtroppo non dipendono da nessuno, semmai dipendono dai sempre scarsi finanziamenti, e quindi può essere un giusto obiettivo. Ma questo obiettivo non può essere raggiunto oggi con questo emendamento bensì dovremmo affrontarlo alla scadenza di questi due anni. Ossia fra due anni si rivisiterà complessivamente la politica ambientale e territoriale, peraltro anche in funzione della nuova legge urbanistica che andremo a fare. Ciò permetterebbe a tutti noi di ragionare più serenamente e a mente fredda dell’opportunità o meno di mantenere questa accisa finalizzandola a quel percorso indicato dal Consigliere Binci.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Zinni.

Giovanni ZINNI. Cercherò anch’io di parlare in tempi europei per dire questo. Signori Consiglieri, come al solito ci prendiamo la briga di fare lunghissimi dibattiti su quello che non possiamo decidere e poi non spieghiamo mai chiaramente il perché si prendono delle decisioni.
Questo articolo è obbligatorio per normativa nazionale, il decreto mille proroghe ci impone di aumentare l’accisa per iniziare a intervenire. Dopodiché dovremo riaprire, spero, una battaglia politica con il Governo per cercare di dimostrare che non è sufficiente.
Ora il problema che mi pongo, e che oggi nessuno ha dibattuto, è un altro. Signori Consiglieri, questo è un’Assemblea legislativa regionale che ha delle Commissioni, però ci vengono presentati degli articoli la mattina stessa dell’esame. Comunque, l’unico problema di questo articolo è che la quantità non si capisce in base a che cosa sia stata stabilita. Qui si aumenta dallo 0,0200 allo 0,0758, vale a dire un aumento quasi del 250%. Vogliamo allora porci il problema se questa cifra sia giusta o no? L’anno prossimo ci sarà il megataglio e tutte le aziende di trasporto pubblico il carburante lo pagano, quindi sarà un ulteriore costo aggiuntivo per i gestori del servizio.
Il problema nostro oggi non è decidere se siamo solidali o no, lo dice la legge che dobbiamo essere solidali, il problema è invece decidere se sia giusto aumentare l’accisa del 250%.
Ma io non ho elementi per poterlo giudicarlo da un punto di vista politico. Perché? Perché nelle Commissioni competenti non c’è stata una stima approfondita dei lavori. Quei lavori anche fatti dalla Provincia di Fermo. Parliamoci chiaramente, se qui ogni mattina un comune capoluogo o una provincia inizia a fare opere senza una previsione di copertura ben precisa, voi capite che la Regione Marche non è più in grado di gestire il suo bilancio di previsione.
Allora oggi ci siamo posti questa domanda? No. Perché ci siamo come al solito incastrati dal punto di vista passionale sull’aspetto solidaristico, che, ripeto, è obbligatorio per legge e quindi non si può derogare. E’ la legge che ci obbliga a fare questa cosa, certo, ingiustamente, e di questo do solidarietà al Governatore Spacca. (…) Bèh, questo nel centro-destra tutti l’abbiamo detto in maniera molto chiara, l’ha fatto il Capogruppo Massi ecc..
Però oggi io voterò contro, lo rinviate in bilancio di previsione, mi portate la stima precisa del gettito e cosa va a coprire, allora io è lì che stabilirò se per me sarà equo questo aumento del 250% delle accise. Se invece volete forzare la mano a votarlo oggi senza dirmi cosa va a coprire, bene, ve lo votate da soli, io voto contro.
Certamente mi dispiace per i cittadini che hanno subìto i danni dell’alluvione. Però, vedete, anche questo discorso dei due anni è una buona intenzione, ma parliamoci chiaramente, se le accise devono coprire degli impegni di spesa decisi poi le stesse vanno a copertura di questi, non va a scadenza temporale.
Dunque qui non si gioca a carte scoperte. La Giunta ha fatto sì una conferenza stampa, ma in Commissione tutto questo non è venuto. Quindi io non sono stato messo nelle condizioni di capire se questa aliquota sia equa o iniqua.
Pertanto, ripeto, se la Giunta lo rinvia al bilancio di previsione mi riservo di votare anche a favore di questo provvedimento nei prossimi giorni; dico giorni, non parliamo di mesi, già domani, finito l’assestamento, inizia il bilancio di previsione. Ossia do la disponibilità a votare anche a favore del bilancio di previsione, però metteteci nelle condizioni di definire se il 250% dell’aumento dell’accisa è una cifra equa o è un forfait.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Massi.

Francesco MASSI. Naturalmente condivido e sottoscrivo appieno le dichiarazioni fatte da collega Zinni e dal collega Carloni, che sono i nostri esponenti del Gruppo nella Commissione bilancio. Come pure condivido le riflessioni che sono state fatte dalla collega Romagnoli e dal collega Binci su quello che riguarda il territorio.
Naturalmente condividiamo anche quello che ha illustrato stamattina il Governatore, ovvero la condivisione del patto di stabilità e la distribuzione sugli enti locali che libera sicuramente risorse.
Però quando si parla di gestione del territorio, ritardo della legge urbanistica e competenze dei Comuni, deve essere chiaro, guardiamoci tutti in faccia, che i Sindaci prima di pensare alla manutenzioni dei fossi e delle fogne fanno le rotonde. L’abbiamo detto più volte. E’ una cosa indegna e scandalosa che in questo momento comuni che vanno alle prossime elezioni ad aprile deliberano milioni di euro di asfalti e di rotonde, in faccia alle imprese e alle famiglie che non arrivano alla fine del mese.
Che sia chiaro, dunque, che i nostri cari amministratori non sono tutti uguali, e ce li metto di tutti i colori, non ne faccio una questione di parte. Però da qui, ossia da un ente che distribuisce le risorse, le programma e le deve controllare, deve partire un monito; c’è un vecchio detto che dice che le opere che vanno sotto terra e non si vedono non portano voti, poi quando non si fanno portano i morti!
Questo bisogna che ce lo diciamo chiaramente. E vi ripeto che ci sono amministratori che stanno programmando per la prossima primavera asfalti e rotonde. In faccia alla crisi! C’è qualcuno, caro Governatore, che sfila qui davanti al palazzo della Regione o davanti alle Muse, gridando ai tagli e ai soldi che non ci sono, però andiamo prima a vedere come si spendono.
Su questo prepareremo anche un dossier particolare per denunciare di fronte all’opinione pubblica chi se ne infischia della crisi e cerca consenso con operazioni spettacolari.
Secondo. Quando si parla della manovra sull’accisa per reperire fondi per l’alluvione, ribadisco che la richiesta del nostro Gruppo è quella che si identifica con quanto detto dai colleghi Zinni e Carloni.
Quando parlo invece del mancato intervento del Governo, come diceva un illustre politico italiano, mi rendo conto che su questo tutto è contro di noi, in quanto non c’è stato un intervento del Governo. Bene. Noi allora oggi diciamo questo. E’ chiaro che siamo incappati in una normativa, che è entrata in vigore poche ore prima degli eventi disastrosi che hanno colpito le Marche, ma questo lo abbiamo detto e sicuramente non è una scusante, sapete bene che noi abbiamo fatto la nostra rimostranza nei confronti del Governo e anche del nostro partito e nostro gruppo parlamentare. Quello che possiamo dire qua con la massima responsabilità è che siccome in quel decreto mille proroghe c’è l’obbligo della Regione di intervenire, oggi infatti la Regione assolve a un obbligo, allora noi cercheremo di fare la nostra parte affinché ora tocchi anche al Governo, con la situazione che tutti conoscono e sulla quale credo non ci sia bisogno di ulteriore illustrazione.
Quindi ribadisco la nostra responsabilità, anche se, cari colleghi, è chiaro che la non precisazione della quantità e dell’effetto della manovra non ci consente di votare in questo momento tale provvedimento.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Cardogna.

Adriano CARDOGNA. Voglio sottolineare, come ho fatto questa mattina anche alla Conferenza dei Capigruppo, come questi due temi, la difesa della costa e la difesa del suolo, catturano immediatamente l’attenzione di tutta l’Assemblea. Seppure è evidente che oggi ci sia una questione molto particolare. Ma rimando questi miei interrogativi alla Commissione competente o ad altre iniziative che potremo prendere come Assemblea.
A tutti noi è evidente che quando succedono questi disastri prima o poi per l’emergenza i denari si trovano, si devono trovare; e non voglio far riferimento ora alla questione del decreto mille proroghe, non mi interessa.
Però poi puntualmente per la manutenzione ordinaria della più grande infrastruttura del nostro Paese che sorregge le attività economiche e la vita quotidiana delle famiglie non ci sono mai le risorse.
E non lo imputo alla Regione, perché c’è uno Stato che tanti anni fa ha conferito le competenze alle Regioni ma via via non ha più trasferito le risorse. Di questo dobbiamo prenderne atto.
Quindi congiuntamente come Assemblea dovremmo dedicarci in modo non estemporaneo a riflettere su tali questioni.
Peraltro in un momento di crisi come questo ci dicono che sono anche misure anticicliche. Pensiamo allora ad un grande programma di manutenzione ordinaria del nostro territorio su cui innestare anche momenti di politiche attive per il lavoro. Le risorse? Bèh, fino adesso si è sempre detto che non ci sono, però è anche vero che finora si sono sempre trovate.
Voglio peraltro aggiungere che le stesse Province, che giustamente chiedono aiuto e verso cui la Regione ha dimostrato la sua solidarietà e attenzione, pochissimo tempo fa hanno rinunciato ad impegnare 5 milioni di euro del POR sulla difesa idrogeologica, hanno cioè preferito altri programmi.
Allora un momento di verità e di discussione sulla centralità di certe questioni l’Assemblea ha il dovere di farlo e di portarlo a sintesi, per evitare, come sulla difesa della costa, discussioni stucchevoli che non portano mai a niente.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Bucciarelli.

Raffaele BUCCIARELLI. Intervengo per dire che questo è l’unico articolo dell’assestamento su cui voterò a favore. E non lo voto a favore perché sono convinto che sia uno strumento giusto per intervenire su quella che è stata una catastrofe, anche perché appartengo ad una categoria che non ha prima autorizzato costruzioni in zone esondabili poi chiede il +1, tanto per essere chiari! Credo che non sia questo il metodo migliore, però esprime un dato che ritengo sia il più positivo di tutto l’impianto, quello della solidarietà, ossia quello di chiedere a tutti i marchigiani un impegno di 5,58 centesimi al litro. Che da un lato dovrebbe renderci più coscienti e più consapevoli che quando si creano danni al territorio - qualcuno direbbe a madre natura - poi tutti paghiamo. Dall’altro credo sia giusto giocare a carte scoperte con il Governo nazionale, se ancora ha un minimo di credibilità, e vedere se tratta la regione Marche come le altre regioni colpite da calamità naturali.

PRESIDENTE. E’ stato nel frattempo presentato il subemendamento n. 9 bis/1/01 dal Consigliere Binci:
Al comma 2 dopo le parole “è destinato” sono aggiunte le parole “per due terzi”.
Al comma 2 alla fine sono aggiunte le seguenti parole “e per un terzo a progetto di sistemazione dei corsi d’acqua volti a prevenire il dissesto idrogeologico”
Al comma 4 le parole” per un periodo massimo di due anni” sono sostituire con le parole “per un periodo di tre anni”
Ha la parola il Consigliere Binci.

Massimo BINCI. E’ impegnativo. Ho tradotto ciò che ho detto nel mio intervento. Cioè a fronte di un’alluvione che causa 600 milioni di euro di danni come unica misura non possiamo dire di fare un intervento per due anni che vada a sanarci 20 milioni di euro di debito che gli enti locali hanno effettuato sulle infrastrutture.
Secondo me il principio etico è questo. Due terzi vanno per l’emergenza, cioè per riparare i danni, perché noi con 20 milioni di euro potremo riparare solo un trentesimo dei danni provocati da questa alluvione. Poi l’altro terzo di quello che deriverà – se ci saranno 16 milioni di euro avremo 5 milioni di euro – vanno a finanziare progetti sui corsi d’acqua per contrastare il dissesto idrogeologico. Cioè investiamo un terzo di quello che paghiamo come cittadini non solo sull’emergenza ma anche su interventi ordinari. Al contrario è solo un cane che si morde la coda. Dobbiamo iniziare a interrompere la tendenza a spendere solo sull’emergenza, altrimenti i danni non diminuiranno mai, anzi, aumenteranno.
Quindi è una proposta semplice, alla catalano. Ripeto, aumentiamo di un anno il periodo dell’accisa e un terzo delle risorse vanno a finanziare interventi strutturali contro i rischi alluvionali.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Trenta.

Umberto TRENTA. Consigliere Binci, lei ha posto il problema su una questione che rimbalza in Aula e ha dieci mila rivoli di spesa. Vorrei cioè sapere dall’Assessore al bilancio e dal Presidente Spacca una cosa precisa, se tutto ciò che è stato documentato in danni alluvionali corrisponde in maniera chiara alle effettive risultanze della calamità in danno. Mi spiego. Siccome il problema in Aula è votare a favore, contro o astenersi, vorrei avere un chiarimento da lei, Assessore, ossia se ritiene che tutti i danni posti in essere per l’effettivo ammontare corrispondono agli effettivi danni documentabili e ascrivibili all’effettiva necessità per assolvere all’adempimento amministrativo. Cioè, il danno vero va sostenuto, il danno presunto va accertato.
Assessore, aspetto una sua chiarificazione.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Cardogna.

Adriano CARDOGNA. Solo per dire che al subemendamento del Consigliere Binci darò un voto favorevole, non tanto per il merito stretto, ma in quanto introduce un elemento di discussione che ci ritroveremo davanti nel prossimo periodo e nei prossimi lavori della Commissione e dell’Assemblea.

PRESIDENTE. Ha la parola l’Assessore Marcolini.

Pietro MARCOLINI. Per due aspetti. Le considerazioni del Consigliere Binci sulla necessità di fare una politica di lungo periodo per la difesa della costa è quella a cui tutti quanti ci dovremmo ispirare. (…) Sì, di tutto, perché l’assetto idrogeologico comporta le ripe, i greppi, le colline, le montagne. (…) E’ per questo che la stima di 4 milioni, insomma, temo che ci sia bisogno di molto di più. (…) Dico semplicemente che la logica a cui lei si ispirava è assolutamente quella a cui dovremmo ispirarci tutti. Proprio per questo, allora, io eliminerei, Presidente Latini, con un subemendamento la limitazione dei due anni. Siccome c’è un negoziato con il Ministero che riguarda la moltiplicazione delle somme che reperiamo, proprio per non vincolarci le mani e per stabilire eventualmente anche l’impiego della parte eccedente, una volta trovati i soldi per ristorare i danni a una politica di infrastrutturazione e di manutenzione ordinaria e straordinaria del territorio, bisognerebbe eliminare il periodo massimo di riferimento.
Circa invece l’accertamento dei danni è un lavoro che stiamo già svolgendo. Segnalo comunque che i 650 milioni dell’alluvione sono stati asseverati dalla struttura governativa che si occupa di questo, la protezione civile, quindi non da noi.
Le posso anche dire, come capita in materia di calamità naturali, che al danno diretto spesso si collega quello indiretto. Abbiamo fatto un’indagine in proposito in alcuni comuni e in alcune province e abbiamo verificato che circa la metà è un danno diretto, la somma urgenza a cui faceva riferimento il Presidente questa mattina quando parlava di patto di stabilità. Ed è quella a cui ci atteniamo. Noi vogliamo certificata anche dalle nostre strutture la rendicontazione della somma urgenza.
Vorrei quindi, se fosse possibile, che l’Assemblea non ci legasse le mani nel negoziato con il Ministero, sapendo che tutta la parte eccedente strutturalmente dovrebbe essere indirizzata come indicava il Consigliere Binci nel suo intervento.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Latini.

Dino LATINI. Per la parte finale dell’emendamento, ovvero quella che recita “per un periodo massimo di due anni”, questa mattina in Commissione si era raggiunta una unità di intenti non tanto per limitare le risorse da mettere a disposizione quanto per l’effetto aggravio da considerare in un arco determinato di tempo.
Però in relazione alla spiegazione che ha fornito l’Assessore e cioè che soltanto se abbiamo un massimo di estensione dell’aliquota possiamo avere la forza di chiedere al Governo altrettanto impegno di consistenza, credo che un subemendamento vada fatto. Non tanto perché si debba lasciare carta bianca, ma perché consente proprio quel raggiungimento che tutti vogliamo.
Tenendo conto che se invece dovessero arrivare soldi a dismisura è chiaro che si toglierebbero tutte le ipotesi di addizionali e di accise.

PRESIDENTE. Consigliere Binci, vedo che intende sostituire il suo subemendamento 9 bis/1/01 con un altro. E’ così? (…) Bene, quello precedente lo ritira, quindi registriamo il seguente nuovo subemendamento 9 bis/1/01:
Al comma 2 alla fine aggiungere: “e per progetti volti alla riduzione del dissesto idrogeologico e del rischio alluvionale”.
Prego, Consigliere Binci.

Massimo BINCI. Ringrazio intanto la Giunta dell’attenzione rispetto al mio ragionamento, che del resto fanno anche tanti altri Consiglieri.
Ho presentato questo nuovo subemendamento perché al comma 4 dell’art. 9 bis si dice “Le disposizioni di cui al presente articolo sia applicano a partire dal 1° gennaio 2012”. Le disposizioni indicano che il gettito derivante va a fronteggiare gli eventi calamitosi. Allora io alla fine del comma 2 ho inteso inserire anche il discorso della progettualità. Quindi dico “e per progetti volti alla riduzione del dissesto idrogeologico e del rischio alluvionale”. (…) Sì, ma anche alla riduzione del danno nelle zone in cui…(…) Per cui l’accisa volta alla riduzione del dissesto idrogeologico non si può inserire. Però si può fare? (…) Quindi è già contenuto all’interno, lo spirito è questo. Va bene.

PRESIDENTE. Allora cosa facciamo, Consigliere, lo ritira? (…) Benissimo.
Subemendamento n. 9 bis/1/01 del Consigliere Binci. Ritirato.

Subemendamento n. 9 bis/1/1 dei Consiglieri Ciriaci, Acquaroli:
Dopo il comma 4 è aggiunto il seguente:
“4 bis. Alle imprese artigiane è attribuito per l’anno 2012 un contributo straordinario per i danni accertati derivanti dagli eventi alluvionali di marzo 2011. la Giunta regionale determina con proprio atto le modalità ed i criteri per l’applicazione della presente disposizione.
Alla copertura si provvede per l’anno 2012 con la legge finanziaria.”.
(…) Consigliere Trenta, chiede la votazione per appello nominale a nome di chi? (…) Benissimo.
Ha la parola il Consigliere Zinni.

Giovanni ZINNI. Volevo semplicemente esternare il fatto che con il suo intervento l’Assessore ha risposto solo in parte. E devo dire che sono sempre più preoccupato dell’aumento del 250% delle accise, visto che già si parla che di quello che avanza faremo qualcos’altro ecc..
Quindi anche l’emendamento del Consigliere Binci mi preoccupa, ma non perché abbia torto nel merito, tutt’altro, ma perché questa cosa viene collegata alle accise.
Penso che il senso del mille proroghe dovesse essere quello di dire che sui problemi si inizia con la copertura straordinaria attraverso appunto le accise. Invece qui mi sembra che si stia già andando oltre, perché non individuiamo quando smetteremo di prendere questi soldi, poi se riusciremo a strappare qualcosa a Roma questi soldi finiranno non si sa dove. (…) Lo so, Assessore, lo so, lo so! Ma ci spieghi perché ha scelto di fare 250% di aliquota! (…)

PRESIDENTE. Però, scusate, non può essere un dibattito!

Giovanni ZINNI. Ah, Assessore, era quello che ci veniva concesso! E noi aumentiamo senza sapere se potevamo aumentarlo di meno! (…)

PRESIDENTE. Assessore, non è un dibattito!

Giovanni ZINNI. E no, mi rifiuto di capire, Assessore! Ci avete stufato che venite alla mattina in Aula con i provvedimenti blindati senza venire in Commissione a spiegarli per tempo. Questo è il vero problema, Assessore! Con la scusa della solidarietà ci chiedete…(…) No, anzi, io sono imbarazzato due volte, una per quello che ha fatto il mio Governo con il mille proroghe, l’altra per quello che sta facendo lei!
Quindi voto contro. Io non voto a scatola chiusa a ricatti menzonieri di solidarietà.

PRESIDENTE. Ha chiesto la parola la Consigliera Cariaci, ne ha facoltà.

Graziella CIRIACI. Questo emendamento è un’aggiunta per quanto riguarda anche le piccole e medie imprese. Abbiamo già provveduto per l’agricoltura mentre le piccole e medie imprese non sono state inserite.
Ne chiedo dunque l’approvazione, dopodiché all’interno della legge si dirà come eventualmente dovrà essere distribuito.

PRESIDENTE. Subemendamento 9 bis/1/1. Lo pongo in votazione.
Favorevoli: Acquaroli, Bugaro, Carloni, Ciriaci, Foschi, Marangoni, Marinelli, Massi, Natali, Romagnoli, Trenta, Zaffini, Zinni.
Contrari: Acacia, Badiali, Busilacchi, Camela, Canzian, Cardogna, Comi, Donati, Eusebi, Giancarli, Giannini, Latini, Malaspina, Marconi, Ortenzi, Perazzoli, Petrini, Pieroni, Ricci, Sciapichetti, Spacca, Traversini.
Astenuti: Binci, Bucciarelli, Silvetti.

(L’Assemblea legislativa non approva)

Subemendamento n. 9 bis/1/2 dei Consiglieri Ciriaci, Acquaroli:
Dopo il comma 4 è aggiunto il seguente:
“4 bis. Per l’anno 2012 è attribuito ai Comuni con popolazione inferiore a 5.000 abitanti un contributo straordinario per far fronte agli interventi di manutenzione stradale resesi necessari in conseguenza degli eventi alluvionali del marzo 2011.
Alla copertura si provvede per l’anno 2012 con la legge finanziaria.”.
Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa non approva)

Subemendamento n. 9 bis/1/3 del Consigliere Cardogna:
Al comma 4 le parole “per un periodo massimo di due anni” sono soppresse.
Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

PRESIDENTE. Emendamento n. 9 bis/1, così come emendato. Lo pongo in votazione. I Consiglieri Trenta, Zaffini e Marangoni hanno richiesto la votazione per appello nominale.
Favorevoli: Acacia, Badiali, Binci, Bucciarelli, Busilacchi, Camela, Canzian, Cardogna, Comi, Donati, Eusebi, Giancarli, Giannini, Giorgi, Latini, Malaspina, Marconi, Perazzoli, Petrini, Pieroni, Ricci, Romagnoli, Sciapichetti, Spacca Traversini, Ortenzi.
Contrari: Acquaroli, Bugaro, Carloni, Ciriaci, D’Anna, Foschi, Marangoni, Marinelli, Massi, Natali, Silvetti, Zinni.
Astenuti: Trenta, Zaffini.

(L’Assemblea legislativa approva)

Ha chiesto la parola il Consigliere D’Anna. (…) Allora no, Consigliere, l’articolo 9 bis l’abbiamo già votato!

Articolo 10.
Ha chiesto la parola il Consigliere Zinni, ne ha facoltà.

Giovanni ZINNI. Questo articolo purtroppo è un aumento dell’aliquota Irap dovuto a un provvedimento nazionale. Ma vorrei chiedere un chiarimento all’Assessore, ossia se è stata consentita una discrezionalità all’interno del recepimento obbligatorio o se è semplicemente un adeguamento in base, appunto, alla normativa nazionale.

Presidenza del Presidente
Vittoriano Solazzi

PRESIDENTE. Prego Assessore.

Pietro MARCOLINI. Confermo l’ipotesi che faceva il Consigliere Zinni. E’ semplicemente una riparametrazione dell’aliquota in base ai movimenti della quota base nazionale. (…) No, siccome il Governo ha ridotto noi abbiamo riparametrato esattamente su quell’indicazione.

PRESIDENTE. Articolo 10. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Emendamento n. 10 bis/1 del Consigliere D'Anna:
Dopo l'articolo 10 è aggiunto il seguente:
Art. 10 bis
1. E' autorizzata la spessa di euro 50.000,00 quale contributo per l'attuazione dei progetti regionali a sostegno dell'autonomia scolastica per gli anni 2011-2012 finalizzati a sensibilizzare la popolazione scolastica alle problematiche dell'alcool e della droga.
2. Il contributo di cui al comma 1 è assegnato con deliberazione dalla Giunta regionale secondo le seguenti modalità:
a) euro 30.000,00 a favore delle scuole secondarie statali di secondo grado;
b) euro 20.000,00 a favore delle scuole statali di primo grado.
La somma è iscritta all'UPB 32103 dello stato di previsione della spesa.
Alla copertura del presente onere si provvede mediante equivalente riduzione dello stanziamento della UPB 20804.”.
Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa non approva)

Articolo 11.
Emendamento n. 11/1 del Consigliere Marangoni:
L'articolo 11 è abrogato.
Ha la parola il Consigliere Marangoni.

Enzo MARANGONI. Questa richiesta di abrogazione dell’articolo 11, diversamente dalle precedenti, non è basata sull’incompatibilità con l’articolo 28 della l.r. 31/2001, qui infatti stiamo finalmente nell’assestamento di bilancio, ma rimane comunque la violazione dei diritti dell’Assemblea perchè è un atto normativo che non è andato in Commissione. Quindi per questo fatto ne chiedo l’abrogazione, come sto facendo con tutti quegli atti normativi che violano il principio di analisi e di discussione. Perchè tutto quello che non ha a che fare con quanto statuito dall’articolo 28 o come in questo caso che pur essendoci compatibilità non c’è discussione in Commissione e quindi in Aula, a mio avviso non dovrebbe nemmeno essere trattato.
Inoltre volevo fare i complimenti all’Artigiancassa. Perché? Perché nella relazione della Giunta a commento dell’articolo 11 si dice quanto segue: come da richiesta di Artigiancassa, ecc., ecc.. Quindi complimenti all’Artigiancassa! Visto che la Giunta ha dormito c’è voluta l’Artigiancassa che chiedesse questo tipo di proposta! Tra l’altro faccio notare con rispetto che quando si critica il Governo Berlusconi perché secondo qualcuno fa le norme a suo interesse personale, bèh, qui addirittura in una relazione gli uffici dicono “come da richiesta di Artigiancassa”. Secondo me non era il caso di scriverlo, però è un’opinione.
Quindi ne chiedo l’abrogazione perché non è andato in Commissione e quindi l’Assemblea è stata privata di un suo diritto e di una sua prerogativa.

PRESIDENTE. Emendamento n. 11/1. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa non approva)

Articolo 11. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Articolo 12.
Emendamento n. 12/1 del Consigliere Marangoni:
L'articolo 12 è abrogato.
Ha la parola il Consigliere Marangoni.

Enzo MARANGONI. Qui la mia contrarietà è in particolare sulla lettera b) laddove prevede 300 mila euro per le spese derivanti dall’affidamento di compiti istruttori e di certificazione dei centro regionale di assistenza alle imprese, ai sensi dell’articolo 7 bis della l.r. n. 20/2003. Poiché nella mia attività professionale ho avuto varie esperienze di contatto con questi centri regionali di assistenza, vi assicuro che sono enti inutili. Noi quindi stiamo finanziando poltrone inutili, non funzionano, non servono alle imprese.
Sicchè la richiesta di abrogazione è finalizzata a risparmiare 300 mila euro che, ripeto, stiamo dando a enti assolutamente inutili.

PRESIDENTE. Emendamento n. 12/1. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa non approva)

Articolo 12. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Articolo 13. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Articolo 14. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Articolo 15.
Emendamento n. 15/1 del Consigliere Marangoni:
L'articolo 15 è abrogato.
Ha la parola il Consigliere Marangoni.

Enzo MARANGONI. L’articolo 15 non c’entra nulla con l’assestamento. Nulla! Se l’Assessore al bilancio o il Presidente volessero essere così gentili di spiegarmi il nesso tra l’articolo 28 della legge 31/2001 e i punti a) o b) o c) e l’articolo 15 che andiamo a votare, ne sarei felice. Potrei benissimo approvarlo, però mi pare che non ci siamo. Ripeto, non c’entra nulla con il concetto tecnico giuridico dell’assestamento, così come stabilito nella legge che ho testé citato. Inoltre ancora una volta è un atto normativo che andrebbe discusso in Commissione e poi proposto in Aula.
Quindi pendo dalle vostre labbra, qualora foste così gentili da darmi una risposta prima del voto finale. Grazie.

PRESIDENTE. Emendamento n. 15/1. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa non approva)

Articolo 15. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Articolo 16.
Emendamento n. 16/1 del Consigliere Marangoni:
L'articolo 16 è abrogato.
Ha la parola il Consigliere Marangoni.

Enzo MARANGONI. Sperando di stufare prima o poi l’Assessore con le mie richieste, chiedo ancora una spiegazione per capire se questo articolo di cui chiedo l’abrogazione è coerente oppure no con l’articolo 28 della l.r. 31/2001 ai punti a) o b) o c). Se vorrà essere così gentile da spiegarmelo, Assessore, la ringrazio, magari potrei anche votare a favore.

PRESIDENTE. Emendamento n. 16/1. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa non approva)

Articolo 16. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Articolo 17. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Articolo 18. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Articolo 18 bis.
Emendamento n. 18 bis/1 del Consigliere Marangoni:
L'articolo 18 bis è abrogato.
Ha la parola il Consigliere Marangoni.

Enzo MARANGONI. Sono trasparente, Assessore? Sono sempre qua! S volesse darmi una risposta…(…) Bèh, bastava una risposta solo all’inizio e avevamo fatto! Comunque fa ancora in tempo, ce ne sono altri dieci di emendamenti abrogativi. Magari se vuole intervenire adesso poi eviterò di chiederglielo altre dieci volte.

Pietro MARCOLINI. Il Consigliere ovviamente sa che è consuetudine cogliere l’opportunità della discussione della legge di assestamento per regolare delle parti tecniche o minimali di legislazione in corso. Una prassi legislativa discutibile ma utile.
Quello che la Commissione ha fatto, anzi, va dato onore a maggioranza e opposizione del lavoro in Commissione, io ho partecipato a due riunioni. Ossia, le parti consistenti che non avevano attinenza contabile economico-finanziaria sono state tutte espunte, penso al commercio o alla caccia. Invece per le parti meramente tecnico esecutivo oppure di pronunciamento di riordino si è colta la tradizionale occasione che sia su base nazionale parlamentare che nella prassi ormai consuetudinaria delle altre Assemblee legislative viene consentita. C’è una misura nella cosa.
Io condivido la preoccupazione quando la legge di assestamento o di bilancio preventivo vengono trasformate in un omnibus in cui si rischia la confusione o spesso, come dire, l’intervento occasionale e non meditato, mentre quando si tratta di regolare i termini oppure comporre un errore o rimediare a una previsione o intervenire sulla parte marginale della legge, questo è più consentito.
E quello che la Commissione ha restituito mi pare un testo accettabile.
Certo, non mondo dei limiti a cui lei in generale faceva riferimento, ma mi pare sostenibile, quindi senza offendere le prerogative del Consiglio o la specificità della legge di assestamento.

PRESIDENTE. Emendamento n. 18 bis/1. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa non approva)

Articolo 18 bis. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Articolo 18 ter. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Articolo 19.
Emendamento n. 19/1 del Consigliere Marangoni:
L'articolo 19 è abrogato.
Ha la parola il Consigliere Marangoni.

Enzo MARANGONI. Assessore, apprezzo il suo coraggio, lei è veramente un impavido! Sostenere cioè che non siamo in presenza di legge omnibus quando abbiamo 17 articoli su 39 che riguardano atti normativi, vuol dire proprio essere dei coraggiosi. Qua dentro su 39 articoli ci sono 17 leggi, ma si rende conto di cosa sta dicendo! Lei ha detto che non è un provvedimento omnibus, e cosa doveva essere per esserlo! Quasi la metà degli articoli di questo cosiddetto assestamento, che tale non è, è fatto da atti normativi. E non è un procedimento omnibus?!
Lei mi parla di consuetudine, ma tra la consuetudine e la legge, ossia l’articolo 28 della l.r. 31/2001, vale la legge, non la consuetudine. Lo sanno pure gli studentelli al primo anno di giurisprudenza.
Quindi complimenti per il coraggio nel sostenere certe tesi! Grazie.

PRESIDENTE. Emendamento n. 19/1. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa non approva)

Articolo 19. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Articolo 20.
Emendamento n. 20/1 del Consigliere Marangoni:
L'articolo 20 è abrogato.
Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa non approva)

Articolo 20. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Articolo 21.
Emendamento n. 21/1 del Consigliere Marangoni:
L'articolo 21 è abrogato.
Ha la parola il Consigliere Binci.

Massimo BINCI. Per condividere in generale la lettura del Consigliere Marangoni, ma ancora più specificatamente chiedo alla Giunta di ritirare questa modifica alla legge regionale 7 in quanto è una modifica alla legge di VIA che, ricordo, è in Commissione, sono stati già nominati i relatori. Siccome è un articolo puramente tecnico è bene, se non ci sono necessità indifferibili, venga ritirato e assegnato alla Commissione. Vedo l’Assessore Petrini che scuote la testa, ci sono necessità legate al piano di sviluppo rurale riguardo agli interventi? Comunque sia ci potrebbe essere un impegno da parte della Commissione a legiferare entro due settimane. (…) Sì, ho capito, ma addirittura lanciare le braccia al cielo! Se qui c’è qualcuno che deve lanciare le braccia al cielo sono semmai i Consiglieri e le Commissioni. Qui si interviene sulla legislazione e ancora più specificatamente su questioni delicate che vedono il coinvolgimento delle popolazioni. E’ bene quindi che le riflessioni siano fatte nella sede opportuna, quella cioè dei rappresentati votati dai cittadini, con la possibilità di audizioni ecc.. Qui si parla di impianti a biomasse che danno preoccupazioni. Certo, mi rendo conto che un megawatt di potenza termica è solo un terzo di un megawatt da un punto di vista dell’energia, ma comunque questa indifferibilità e urgenza non credo ci sia.

Presidenza del Vicepresidente
Giacomo Bugaro

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Latini.

Dino LATINI. C’è stato un intervento della Corte Costituzionale che limita l’applicazione di questa norma, quindi tra la non applicazione totale e l’applicazione con la correzione imposta dalla Corte Costituzionale la proposta normativa nell’assestamento è quella di applicarla tenendo conto dei limiti imposti dalla Corte Costituzionale che va comunque nella direzione di un controllo con la Via della Regione.
Quindi è soltanto un requisito di legittimità che si pone secondo gli schemi progettuali stabiliti in base alla legge.

PRESIDENTE. Emendamento n. 21/1. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa non approva)

Articolo 21. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Articolo 22.
Emendamento n. 22/1 del Consigliere Cardogna:
All'art. 22 della pdl 137/2011 "assestamento del bilancio 2011" dopo il comma 1 è aggiunto il seguente comma 1 bis: "II comma 1 dell'art. 36 della legge regionale 15 novembre 2010 n. 16, è sostituito dal seguente comma:
“1. Al fine di prevenire impatti negativi per l'ambiente e' il paesaggio, gli impianti fotovoltaici con moduli collocati a terra, autorizzati ai sensi dell'art. 12 del decreto legislativo n. 387/2003 e gli impianti fotovoltaici con moduli collocati a terra in corso di autorizzazione ai sensi della medesima. normativa devono adeguare il progetto alle prescrizioni di cui ai punti 6.6, 6.7, 6.8, 6.9, 6.11, 6.12 e 6.13 dell'Allegato II della deliberazione dell'Assemblea legislativa 30 ottobre 2010, n. 13 "Individuazione delle aree non idonee di cui alle linee guida previste dall'articolo 12 del decreto legislativo n. 387/2003 per l'installazione di impianti fotovoltaici a terra e indirizzi generali tecnico amministrativi Legge Regionale 4 agosto 2010, n. 12.”.
Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa non approva)

Emendamento n. 22/2 del Consigliere Cardogna:
All'art. 22 della pdl 137/2011 "assestamento del bilancio 2011" dopo il comma 1 è aggiunto il seguente comma 1 bis: "Dopo il comma 5 dell'art. 36 della legge regionale 15 novembre 2010 n. 16 è aggiunto il seguente comma:
"5 bis. Ai fini della tutela del paesaggio, per gli impianti solari fotovoltaici con moduli collocati a terra in aree agricole, il rilascio di provvedimenti di autorizzazione unica ai sensi dell'art. 12 del d.lgs. 29.12.2003, n. 387 è consentito a condizione che sussistano i requisiti di cui all'art. 10, comma 4 lettere a) e b) del d.lgs. 03.03.2011 (Attuazione della direttiva 2009/28/Ce sulla promozione dell'uso dell'energia da fonti rinnovabili)". Le disposizioni di cui al presente comma si applicano per le domande di autorizzazione unica di cui all'art: 12 d.lgs.387/2003 presentate a partire da gennaio 2011".
Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa non approva)

Articolo 22. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Articolo 23.
Emendamento n. 23/1 del Consigliere Marangoni:
L'articolo 23 è abrogato.
Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa non approva)

Emendamento n. 23/2 della seconda Commissione:
Al comma 3 bis sono aggiunte, in fine, le seguenti parole: “Ai fondi così rideterminati si applicano le riduzioni di cui al comma 2 bis dell’articolo 9 del decreto legge 78/2010, convertito con modificazioni dalla legge 122/2010”.
Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Emendamento n. 23/2 della seconda Commissione:
Il comma 3 ter è soppresso.
Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Articolo 23, così come emendato. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Articolo 24.
Emendamento n. 24/1 del Consigliere Marangoni:
L'articolo 24 è abrogato.
Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa non approva)

Articolo 24. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Emendamento n. 24 bis/1 dei Consiglieri Eusebi, Acacia Scarpetti:
Dopo l'art. 24 è inserito il seguente:
“Art. 24 bis (Modifiche alla legge regionale 5 agosto 1996, n.34)
1. Alla lettera a) del comma 1 dell'art. 8 della l.r. 34/96 le parole "i Presidenti e gli Assessori delle Province" sono sostituite dalle seguenti " i Presidenti, gli Assessori e i Consiglieri delle Province" e le parole "i Sindaci e gli Assessori dei Comuni con popolazione superiore a diecimila abitanti;" sono sostituite dalle seguenti "i Sindaci, gli Assessori e i Consiglieri comunali dei Comuni con popolazione superiore a diecimila abitanti".
Ha la parola il Consigliere Eusebi.

Paolo EUSEBI. Io non sono andato a studiare il come sia nato quel dispositivo, ma secondo noi tra l’incompatibilità di Sindaci, Parlamentari, ecc. dovrebbe risultare anche quella dei Consiglieri comunali e provinciali.
Quindi chiediamo che tra le incompatibilità vengano inserite anche le figure, riepto, del Consigliere comunale e provinciale.

PRESIDENTE. Emendamento n. 24 bis/1. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa non approva)

Articolo 25. Soppresso.

Articolo 26.
Emendamento n. 26/1 del Consigliere Marangoni:
L'articolo 26 è abrogato.
Ha la parola il Consigliere Marangoni.

Enzo MARANGONI. Il motivo di questa abrogazione è che anche questo non c’entra assolutamente nulla con il concetto di assestamento come previsto dalla legge regionale.
In più c’è una chicca veramente interessante nella relazione della Giunta, si dice “l’articolo 26 ha lo scopo di consolidare la politica di prudente accantonamento” Cosa significa che prima non siamo stati prudenti e adesso lo diventiamo? Complimenti!
Un’altra chicca ancora riguarda l’articolo 24 - prima mi è sfuggito quindi lo dico adesso, è stato già votato ma è per chiarire cosa stiamo facendo – -. Nel commento della Giunta c’era scritto sull’articolo 24 “si precisa che non ci sono variabili di bilancio”. Cioè noi abbiamo votato l’articolo 24 di assestamento di bilancio dove la stessa Giunta diceva che non c’è variazione di bilancio. Una meraviglia! Complimenti!

PRESIDENTE. Emendamento n. 26/1. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa non approva)

Articolo 26. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Articolo 27.
Emendamento n. 27/1 del Consigliere Marangoni:
L'articolo 27 è abrogato.
Ha la parola il Consigliere Marangoni.

Enzo MARANGONI. Qui vorrei veramente un’altra spiegazione di concetto della consuetudine. L’articolo 27 riguarda la proroga degli organi degli enti parco regionali. Ecco, se gentilmente mi vuole spiegare se anche qui vale la consuetudine, l’omnibus, ecc., ecc.. Sarebbe interessante capire in che senso non è normativa ed è invece assestamento tecnico ai sensi dell’articolo 28 della legge regionale 31/2001.

Gian Mario SPACCA. La motivazione di questo provvedimento nasce da quella esigenza rappresentata prima dal Consigliera Carogna. Cioè la necessità, analogamente a ciò che avviene per tutti gli altri enti, di procedere a una semplificazione, a una riorganizzazione delle modalità di rappresentanza all’interno di questi organismi.
Per cui vengono prorogati in attesa di una normativa che interverrà, come si sta facendo, ripeto, per tutti gli altri enti, per procedere a una semplificazione, a una diminuzione dei costi e a una riorganizzazione.

PRESIDENTE. Emendamento n. 27/1. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa non approva)

Articolo 27. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa non approva)

Articolo 28. Soppresso.

Articolo 29.
Emendamento n. 29/1 del Consigliere Marangoni:
L'articolo 29 è abrogato.
Ha la parola il Consigliere Marangoni.

Enzo MARANGONI. La motivazione dell’abrogazione dell’articolo 29 è che avete messo dentro un testo unico del turismo. Un testo unico! Articolo 29, comma 2, lettere da a) a m). Questo è un testo unico! Assessore, volevo sapere se il testo unico del turismo che avete messo al comma 2 dalla lettera a) alla lettera m) dell’articolo 29 è anch’esso in qualche modo legato al concetto dell’armonizzazione, dell’omnibus e della consuetudine o se, almeno questo, è normativo. Almeno questo, visto che è un testo unico!

PRESIDENTE. Emendamento n. 29/1. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa non approva)

Emendamento n. 29/2 del Consigliere Marinelli:
Al comma 1 dell'art. 3 della l.r. 9/2006 (come sostituito dalla pdl 137/2011) dopo le parole "approva il programma annuale di promozione turistica" sono aggiunte le parole "previo parere della competente commissione assembleare".
Ha la parola il Consigliere Marinelli.

Erminio MARINELLI. Questo emendamento riprende quello che ho detto prima nel mio intervento, cioè la necessità che il programma annuale del turismo passi in terza Commissione senza bypassare la nostra attività di conoscenza. Il progetto triennale va in Aula senza il passaggio in Commissione e la Giunta decide in maniera arbitraria.
Vi chiedo il voto favorevole.

PRESIDENTE. Emendamento n. 29/2. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Articolo 29, così come emendato. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Articolo 30.
Emendamento n. 30/1 del Consigliere Marangoni:
L'articolo 30 è abrogato.
Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa non approva)

Emendamento n. 30/2 del Consigliere Solazzi:
Dopo il comma 1 è aggiunto il seguente:
"1 bis . All'articolo 5, comma 1, primo periodo, della legge regionale 22 ottobre 2001, n.22 (Disciplina degli impianti di trasporto a fune in servizio pubblico, delle piste da sci e dei sistemi di innevamento programmato) , dopo le parole "sul cui territorio insistono" sono aggiunte le seguenti: ", ad eccezione degli impianti realizzati dalla Regione o da un ente locale, o comunque di loro proprietà esclusiva, per i quali la concessione è rilasciata dall'ente proprietario, previo parere favorevole del Comune interessato".
Ha la parola il Consigliere Binci.

Massimo BINCI. Mi sembra una norma un po’ sproporzionata rispetto ai poteri che vengono assegnati ai Comuni. La realizzazione di una pista da sci ha una compatibilità di tipo economico che trascende dal Comune. Di fatto le piste da sci sono finanziate da interventi regionali. Dire che un singolo Comune può decidere di farsi la sua pista da sci indipendentemente da tutti gli strumenti urbanistici e senza sentire niente e nessuno mi sembra un eccesso. Ha un’implicazione che andrebbe meglio valutata proprio perché comporta dei finanziamenti regionali e quindi una programmazione che andrebbe più sovraordinata.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Trenta.

Umberto TRENTA. Questo emendamento mi ha riportato ai lavori in Aula su un argomento che così camuffato mi coinvolge proprio per un fatto numerico.
Ma oltre a questo gradirei anche che il Presidente Spacca e l’Assessore al bilancio Marcolini tengano presenti i lavori della VI Commissione. Ossia, la VI Commissione ha scritto ufficialmente alla Regione Abruzzo riguardo ad un lavoro interregionale in sinergia, limes territori di confine, su una proposta di legge. Perché dico questo? E’ noto che Monte Piselli è sul territorio di confine direttamente connesso all’impianto di sci; Vice Presidente Paola Giorgi, è un impianto che lei ben conosce. Nell’emendamento si dice “ad eccezione degli impianti realizzati dalla Regione, che è un ente locale, o comunque di loro proprietà esclusiva per i quali la concessione rilasciata dall’ente proprietario previo parere favorevole del Comune interessato”.
Qui ci troviamo di fronte a un’anomalia amministrativa. Mi spiego. Il consorzio turistico Monti Gemelli è gestito in maniera sinergica tra il Comune di Ascoli Piceno e i Comuni abruzzesi limitrofi, le due Province di Ascoli e Teramo e le due Regioni Marche e Abruzzo. Noi siamo in grossa difficoltà economica, quindi non si può sorvolare sull’argomento principale riguardo alla disciplina degli impianti di trasporto a fune di sci. Quindi questo emendamento, caro Assessore al bilancio, dovrebbe essere integrato con un cofinanziamento tra le due Regioni che passi attraverso una legge specifica, limes territori di confine. Ergo, per avere cioè una normalizzazione proprio di questi impianti di messa in sicurezza e che soprattutto abbiano ragione di esistere, ma non come residuo di bilancio o, peggio ancora, parlandone oggi sorvolando con un emendamento ove il problema resta all’amministrazione locale.
Per cui o questa stazione sciistica ha ragione di esistere, come Sarnano, Montecopiolo o tutti gli impianti della regione Abruzzo, altrimenti, credetemi, lasciamo perdere questa vicenda, cancelliamo Monte Piselli dal territorio interregionale Marche e Abruzzo e pensiamo ad altro di più concreto e serio.
Quindi Consigliere Cardogna, Presidente della VI Commissione, lei porterà in Aula quel nostro intento di lavorare sinergicamente con le due Regioni Marche e Abruzzo per risolvere questa annosa questione ormai diventata ridicola.

PRESIDENTE. Emendamento n. 30/2. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Articolo 30, così come emendato. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Emendamento n. 30 bis/1 della seconda Commissione:
Dopo l’articolo 30 è inserito il seguente:
Art. 30 bis (Misure per r7 miglioramento delle condizioni ambientali e per lo sviluppo dell'intermodalità)
1. Per conseguire gli obiettivi di miglioramento delle condizioni ambientali e di sviluppo dell'intermodalità delle merci nel territorio regionale, la Regione promuove, anche in collaborazione con gli enti locali e con gli altri soggetti pubblici e privati interessati, le azioni necessarie a:
a) ridurre la congestione e aumentare la sicurezza stradale nelle aree a maggior criticità;
b) migliorare la qualità dell'aria limitando le emissioni di polveri sottili e di CO2;
c) favorire lo sviluppo dell'intermodalità gomma ferro e nave-ferro-gomma, anche attraverso l'attività dell'Osservatorio sulla piattaforma logistica delle Marche;
d) favorire l'utilizzo dell'interporto di Jesi, con funzioni sia di centro di raccolta e smistamento delle merci sia di retroporto, liberando spazi nell'area portuale di Ancona.
2. La Giunta regionale individua annualmente, con propria deliberazione; le azioni da avviare e le modalità di attuazione, definendo il relativo quadro finanziario e le procedure per il monitoraggio delle risorse.
3. Per l'anno 2011, tra le azioni di cui al comma 1, rientrano in particolare il trasporto di, quota parte delle barbabietole da zucchero prodotte nel territorio della Vallesina, allo zuccherificio di destinazione, mediante l'utilizzo del vettore ferroviario ed ulteriori attività per lo sviluppo dell'intermodalità ferro-gomma.
4. Per gli interventi di cui al comma 3 è autorizzata, per il biennio 2011-2012, la spesa fino a euro 320.000,00, così ripartita:
a) per l' anno 2011 euro 170.000,00 di cui euro 150.000,00, iscritti a carico, dell'UPB 3.09.01 ed euro 20.000 iscritti a carico dell'UPB 4.27.01;
b) per l'anno 2012 euro 150.000,00 da iscrivere a carico dell'UPB 3.09.01;
5. La Giunta regionale è autorizzata ad apportare le occorrenti variazioni compensative anche tra UPB diverse necessarie ai fini della gestione per l'esatta imputazione delle spese relative agli interventi da attuare e ai fini SIOPE.
6. I finanziamenti di cui al presente articolo sono erogati in conformità alla normativa europea vigente in materia di aiuti di Stato.”.
Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Articolo 31. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Emendamento n. 31 bis/1 della seconda Commissione:
Dopo l’articolo 31 è inserito il seguente:
Art. 31 bis (Modifica della l.r. 27/2009)
1. Al comma 4 dell'articolo 2 della legge regionale 10 novembre 2009, n. 27 (Testo unico in materia di commercio), la parola: "dichiarazioni" è sostituita dalla parola: "segnalazioni".
2. Al comma 1 dell'articolo 12 della Lr. 27/2009 è soppresso I'ultimo periodo.
3. II comma 4 dell'articolo 12 della Lr. 27/2009 e il comma 10 dell'articolo 42 sono abrogati.
4. Alla rubrica dell'articolo 65 della Lr. 27/2009 la parola: "Autorizzazione" è sostituita dalla parola: "Somministrazione".
5. Al comma 1 dell'articolo 65 della Lr. 27/2009 le parole: "In occasione di fiere, feste, mercati o di altre riunioni straordinarie di persone, il Comune può rilasciare autorizzazioni temporanee alla somministrazione di alimenti e bevande valide" sono sostituite dalle parole: "L'attività di somministrazione temporanea di alimenti e bevande svolta in occasione di fiere, feste, mercati o di altre riunioni straordinarie di persone è soggetta a SCIA inviata al Comune, valida".
6. Al comma 2 dell'articolo 65 della Lr. 27/2009 le parole: "L'autorizzazione di cui al comma 1 è rilasciata" sono sostituite dalle parole: "L'attività di somministrazione di cui al comma 1 è svolta".
7. La lettera b) dell'articolo 74 della I.r. 27/2009 è sostituita dalla seguente:
"b) il rilascio delle autorizzazioni o il. ricevimento della SCIA per le modifiche, la ristrutturazione e il trasferimento della titolarità degli impianti della rete autostradale, come disciplinati dal regolamento di cui all'articolo 2, comma 1;".
8. Al comma 3 dell'articolo 76 della Lr. 27/2009 le parole: "di nuovi impianti e per trasferimenti" sono sostituite dalle parole: "di nuovi impianti, per trasferimenti e per potenziamenti".
Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Articolo 32. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Articolo 33.
Emendamento n. 33/1 del Consigliere Marangoni:
L'articolo 33 è abrogato.
Ha la parola il Consigliere Marangoni.

Enzo MARANGONI. Sull’articolo 33 bis ci sono due ordini di ragioni per richiederne l’abrogazione.
La prima è quella classica di principio guida che ha ispirato tutte le mie richieste di abrogazione, cioè articoli che nulla hanno a che fare con l’assestamento, ma che sono semplicemente atti normativi che hanno bypassato tutte le Commissioni competenti e sono presentati in Aula stamattina. Quindi si violano completamente le competenze di questa Assemblea legislativa. E qui seppur grave niente di nuovo.
Seconda. A questo articolo 33 laddove si parla di Sistema regionale del SUAP, presieduto dall’Assessore competente in materia di artigiano e industria e composto dai rappresentanti della Regione, degli enti locali e dei soggetti pubblici e privati, coinvolti a vario titolo nei procedimenti del SUAP”, bèh, io ho confrontato questa norma con quella precedente e ho scoperto che aumentano le poltrone. E’ cioè un poltronificio. E aumentano le poltrone pagate. Perché? Perché nella norma precedente era tassativamente indicato quali fossero le poltrone (lett. a, b e c) invece adesso c’è solo un’indicazione di massima, senza alcuna indicazione del numero delle poltrone. Pertanto, ripeto, è il classifico poltronificio. E per questo chiedo di abrogarla.

PRESIDENTE. Emendamento n. 33/1. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa non approva)

Articolo 33. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Articolo 33 bis. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Emendamento n. 33 ter/1 del Consigliere Zaffini:
Dopo l'articolo 33 bis è inserito il seguente:
“Art. 33 ter (Modifica alla l.r. 13/2003)
1. Il comma 3 dell'articolo 2 della l.r. 13/2003 è sostituito dal seguente:
3. L'ASUR è articolata su aree vaste territoriali aventi personalità giuridica, e per distretti”.
Ha la parola il Consigliere Zaffini.

Roberto ZAFFINI. La Regione sarà sempre più controllore e gestore della sanità, che chiaramente deriva dagli importi che la stessa coinvolge nelle risorse del gettito fiscale, quindi tale richiesta è appropriata. Chiediamo invero un controllo più legato al territorio, e quindi la personalità giuridica delle Aree vaste, per poter appunto avere sul territorio uno svolgimento delle decisioni e delle competenze. Mentre così come sono è solo una diramazione burocratica che non serve a nulla.

PRESIDENTE. Emendamento n. 33 ter/1. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa non approva)

Emendamento n. 33 ter/2 del Consigliere Zaffini:
Dopo l'articolo 33 bis è inserito il seguente:
“Art. 33 ter (Modifica alla l.r. 13/2003)
1. Le aree vaste 4 e 5 di cui all'allegato A dell'articolo 9 della l.r. 13/2003 (Riorganizzazione del Servizio sanitario regionale), sono accorpate in un’unica area vasta.”.
Ha la parola il Consigliere Zaffini.

Roberto ZAFFINI. Questo emendamento va nella direzione di rimodulare demograficamente le aree vaste. Oggi si parla di abolire le Province, allora qui ci riferiamo a come erano le Province prima dell’avvento della nuova provincia di Fermo.
Sappiamo che la provincia di Pesaro ha 350 mila abitanti, l’area di vasta di Ancona ne ha 410 mila, il maceratese 330, quindi non si può dare due aree vaste a popolazioni molto più limitate come quelle di Fermo e Ascoli Piceno.
Quindi ai fini del risparmio e della razionalizzazione penso che questo sia veramente un bel segnale da poter dare in quest’Aula.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Trenta.

Umberto TRENTA. Io non voglio essere scortese con il Consigliere Zaffini, è una persona simpatica, però lo invito formalmente a fare veramente quella trasmigrazione verso l’Emilia Romagna, dopo averci anche spiegato che cos’è la cangrega!
Ascoli Piceno ha una tradizione antica, Consigliere Zaffini, che comprende anche, per affinità territoriale, amministrativa e se vuoi per certi discorsi di affetto antico, il territorio di Fermo, quindi ci consideriamo pure una provincia unica. Ma certamente un emendamento per accorpare in un’unica area vasta non significa amministrare meglio. Quindi mi vede costretto a votare contro.
Se vogliamo razionalizzare il discorso della sanità attacchiamo semmai Pesaro e tutto quello che c’è, compreso l’Assessore Almerino Mezzolani. Insomma, veramente, Consigliere Zaffini, lei avrà tutto il nostro affetto quando trasmigrerà in Emilia Romagna!

PRESIDENTE. Emendamento n. 33 ter/2. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa non approva)

Emendamento n. 33 ter/3 del Presidente Spacca:
Dopo l’articolo 33 bis aggiungere il seguente:
“Art. 33 ter (Modifica alla l.r. 13/2003)
1. Il comma 7 dell’articolo 4 della legge regionale 20 giugno 2003, n. 13 (Riorganizzazione del Servizio sanitario regionale) è sostituito dal seguente:
“7. Il compenso del direttore generale dell’Asur, dei direttori generali delle aziende ospedaliere e dei direttori di area vasta, articolato per fasce omogenee in relazione ai posti letto, alla popolazione servita e all’entità del budget assegnato, è stabilito dalla Giunta regionale entro i limiti fissati dalla normativa statale.”.

Questo emendamento è stato emendato dal seguente subemendamento n. 33 ter/3/1 del Consigliere Zinni:
Al comma 7 sono aggiunte, in fine, le seguenti parole: “previo parere della Commissione assembleare competente”.
Ha la parola il Consigliere Zinni.

Giovanni ZINNI. Questo subemendamento in realtà non è che introduce chissà quale argomentazione. Diciamo che c’è stato un braccio di ferro fra la Commissione e la Giunta su quando chiarire, in base alla legislazione statale, quelli che dovrebbero essere i compensi dei dirigenti delle Asur, ecc..
Noi più volte credo all’unanimità in Commissione avevamo sottolineato la necessità di non metterlo nell’assestamento.
Ecco, io personalmente sono contrario all’emendamento che vuole a tutti i costi ripristinare questo, ma non perché sia contrario nel merito, è ovvio che se c’è un obbligo di legge non si può far finta che non esista, però ritengo che sia un argomento che debba andare in Commissione competente con calma, con partecipazione degli uffici del personale. E’ cioè un articolo che assume un significato politico. Questo è un momento in cui si continua a dire che i costi della politica son solo quelli della politica, ma una riflessione attenta sui costi dei salari dei dirigenti per quello che è di competenza credo sia giusto farla in maniera altrettanto vigorosa.
La legge statale ci impone dei parametri, la Giunta nell’emendamento scrive che vuole fissare i parametri, mentre il mio subemendamento dice “previo parere della Commissione assembleare competente”. Perché? E’ per dire alla Giunta che su un argomento così delicato è opportuno portare la discussione in Commissione, dopodichè, come giusto che sia, decide tu.
Pertanto questo subemendamento è finalizzato esclusivamente a coinvolgere l’Assemblea legislativa e la Commissione su un argomento delicato come appunto gli stipendi. Anche per evitare corto circuiti, ovvero rischiare di votare una cosa, come accaduto in passato, che non sia uniforme alla legislazione statale.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Marangoni.

Enzo MARANGONI. Vi invito a leggere l’ultimo simpatico libretto, che si legge in una serata, di Gian Antonio Stella e Sergio Rizzo “Licenziare i padreterni”, dove si scopre, tra l’altro, che i Consiglieri regionali delle Marche oltre ad essere i meno pagati d’Italia sono anche meno pagati dei commessi della Camera dei Deputati.
In questo libro c’è una tabella interessante sull’indennità del Presidente della Repubblica: nel 2010 è stata di 239 mila euro, nel 2006 di 218 mila euro. Prendiamo il dato più recente, 2010, 239 mila euro. Bene. Se noi allora approvassimo l’emendamento del Presidente Spacca che inserisce l’articolo 33 ter – sono invece d’accordo sul subemendamento del Consigliere Zinni, almeno ne parliamo in Commissione – avremmo il direttore generale dell’Asur delle Marche, i cinque neo direttori di area vasta e i due direttori di azienda ospedaliera delle Marche che guadagnerebbero più del Presidente della Repubblica. Più del Presidente della Repubblica!
Quando poi solo due mesi fa abbiamo approvato un mio emendamento che riduceva il compenso dei cinque neo direttori di area vasta, del direttore generale dell’Asur e dei due direttori di azienda ospedaliera ad una cifra che secondo me era equa, cioè al trattamento economico complessivo dei Consiglieri regionali che è di circa 6 mila euro (e quando si parla di trattamento economico complessivo si intende indennità, più diaria, più altre cose). Ecco, questa credo sia una cifra corretta e onesta per un dirigente amministrativo sanitario - anzi, per la casta amministrativa sanitaria, chiamiamola così -, peraltro di nomina politica.
Ora abbiamo invece questo emendamento che inserisce l’articolo 33 ter che è un capolavoro! Siete fantastici, mitici, è incredibile veramente, le avete pensate tutte! Vi siete cioè inventati un vincolo della legislazione nazionale che è una bufala, che non esiste. Contrariamente a quello che ha detto il Consigliere Zinni e contrariamente a quello che pensano molti Consiglieri, non è così. Io mi sono studiato la normativa nazionale, eccola qua, sono tre atti normativi, in particolare il d.lgs. 30 dicembre 1992 n. 502, articolo 3, comma 6, due decreti del Presidente del Consiglio dei Ministri del 1995 e del 2001 e adeguamenti successivi, e non c’è nessun vincolo. Ovvero, la normativa nazionale fissa dei massimi entro i quali le Regioni decidono, ma non c’è un vincolo, il vincolo è massimo, possiamo benissimo stare al di sotto.
Mi rivolgo allora ai Consiglieri, alla dignità dei Consiglieri. La Giunta vi sta prendendo in giro! Vi fa passare una cosa che non esiste! Non esistesse un vincolo nella normativa nazionale, non c’è, è verso l’alto, quindi, ripeto, possiamo benissimo stare sotto.
Dunquei mi rivolgo veramente alla vostro coscienza, che so benissimo che c’è in tutti voi, Consiglieri di maggioranza e ovviamente anche Consiglieri di minoranza; anche l’altra volta, tra l’altro, sull’emendamento da me presentato c’era stata una votazione anche da parte di alcuni Consiglieri di maggioranza.
Vi chiedo di non cadere in questa trappola, non c’è nessuna legislazione nazionale che ci vincola verso l’alto. Penso che attribuire alla casta amministrativa sanitaria - , sappiamo infatti che è una casta. Eccome lo sappiamo! Peraltro di nomina politica - una retribuzione uguale alla nostra non c’è da vergognarsi, mi pare più che corretta ed equa. Come classe dirigente 6 mila euro possono andare benissimo. Dopodiché se a loro non va bene semmai hanno la libertà di dimettersi e di andare da un’altra parte.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Eusebi.

Paolo EUSEBI. Abbiamo più volte effettuato interventi contro quelli che riteniamo essere i veri costi e contro quella che riteniamo essere la vera casta; e questo non vuole essere un alibi personale o di categoria. Ho letto attentamente l’emendamento istitutivo dell’articolo 33 ter, quindi, veramente, non riesco a comprendere perché questa Assemblea non debba fissare dei limiti ragionevoli.
Chiedo all’estensore dell’articolo di spiegarci, se vuole, perché questa Assemblea legislativa non debba porre dei limiti anche per quella casta. Noi ci consideriamo casta? Ci autoflagelliamo costantemente? Bèh, mettiamo allora dei limiti anche a quella casta. Perché è stabilito dalla Giunta regionale - come ci ha spiegato ora il Consigliere Marangoni, oppure qualcuno ci spieghi se quello che ha detto Marangoni non è vero - entro i limiti massimi fissati dalla normativa statale? Perché non dobbiamo dare un segnale, visto che il più delle volte cominciamo da noi stessi?

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Massi.

Francesco MASSI. Voglio cercare di fare un ragionamento molto pacato rivolto sia ai colleghi di minoranza sia ai colleghi di maggioranza.
Ai colleghi di minoranza, in particolar modo al Consigliere Marangoni, voglio dire che io l’altra volta ho votato, insieme agli altri colleghi del gruppo PdL, il suo emendamento; vuoi per una velocità di votazione a raffica impressa dal Presidente Solazzi e vuoi anche per una solidarietà che non rinnego nei confronti di un collega dell’opposizione. So quanto è difficile stare all’opposizione, quindi anche il cercare di proporre cose scomode ritengo debba essere apprezzato.
Ed ho ascoltato ora il collega Eusebi di cui capisco benissimo le motivazioni intime e quelle palesi.
Noi abbiamo sempre rivendicato il primato della politica rispetto a tutto il resto. E oggi lo dobbiamo fare con particolare umiltà e modestia, dando anche quelle risposte che sono all’attenzione di tutti, quelle che appunto riguardano i costi dei benefici ecc..
Ma il ragionamento che voglio fare è il seguente. In questo momento io dai cittadini percepisco un sentimento molto diverso. Dalla fine della prima Repubblica si è veramente spazzato via tutto, sia della politica che di quello che vi stava attorno; anche con danni enormi, permettetemi di dire, per quanto riguarda l’alta burocrazia, il management che c’era allora. Mentre oggi il sentimento è completamente diverso. Sicuramente ognuno può essere deluso dai propri beniamini o dai propri avversari, però c’è una richiesta diversa - almeno è quello che percepisco io, posso anche sbagliarmi –, ovvero che rispetto a venti anni fa non c’è l’attacco ai partiti o a chi sta in politica, l’attacco è allo spreco della politica. Quindi il cittadino vuole probabilmente meno politici, più selezionati e decisi da lui.
Per quanto riguarda la dirigenza, il management, quella che una volta era chiamata la burocrazia, è lo stesso, il cittadino chiede professionalità, responsabilità, non essere per forza targati con una tessera e pagati secondo la responsabilità.
Quindi se con un motto potessi sintetizzare direi: pochi politici ma selezionati, pochi dirigenti ma selezionati e pagati secondo le responsabilità.
Quando in quest’Aula si parlava – io l’argomento l’ho portato penso almeno cento volte, e qualcuno già allora mi diceva che era una mia fissazione, seppure maturata all’età di 49 anni - della questione Malucelli, ecco, la questione Malucelli non era per il suo stipendio ma perché Malucelli doveva essere mandato via. Il problema era questo, io non ho mai detto che il capo dell’Asur prendeva troppo.
Allora oggi con i colleghi dico questo. Io non so quanto possa essere giusto ciò che debba prendere un direttore dell’Asur - che peraltro è l’unico caso in Italia, per cui non abbiamo altri parametri - o un direttore di area vasta. Presidente, io posso dare qualche indicazione su un settore che riguarda il mio lavoro, ma per quanto riguarda i dirigenti della sanità confesso che non ho un’esperienza di base. Una cosa però è certa, lo dico all’amico Consigliere Eusebi, cioè, non è che oggi possiamo piccarci del fatto che qualche dirigente può prendere anche più di noi; ad esempio nei comuni il direttore generale prende più del sindaco, che è vero che è il responsabile di fronte al’elettorato, ma è anche vero che il direttore generale è responsabile dei risultati oltre che della legittimità dell’organizzazione e degli sprechi o dell’utilizzazione delle risorse – lo dico perchè è un settore che conosco -.
E per quanto riguarda la sanità una cosa è certa, nella situazione in cui siamo, con il cittadino che giustamente pressa per i servizi e che rivendica servizi di qualità (organizzazione, non spreco, efficienza, attenzione al pubblico, selezione della classe dirigente, selezione dei dirigenti) non è possibile che noi livelliamo verso il basso lo stipendio di chi ha un certo tipo di responsabilità. Ripeto, non so quale possa essere il parametro, non so se è quello di legge, però cerchiamo, come facciamo per noi politici, di sfuggire alla demagogia anche per quanto riguarda la dirigenza.
Sapete bene quante battaglie abbiamo fatto qui sulla riduzione dei dirigenti, sugli accorpamenti dei servizi. Ecco, quello è un risparmio che va fatto. Ma dire che un dirigente di quel livello debba essere spinto con lo stipendio verso il basso, attenzione, perché ci mettiamo in una spirale che non controlleremmo più e andremo così verso un appiattimento pericoloso. Per cui come lo diciamo della politica secondo me lo dobbiamo dire anche del management.
Concludo dicendo ancora una volta che non so qual è la tabella che si deve approvare, però invito su questo a non fare demagogia, altrimenti daremo un colpo sbagliato alla nostra macchina regionale e soprattutto a quella della sanità.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Perazzoli.

Paolo PERAZZOLI. Il mio vuole essere un invito ad avviare un esame complessivo sul quadro dirigente di tutte le aziende sanitarie, le aree vaste, le università, gli Erap. Secondo me discutere così, come è capitato anche l’altra volta, e votare emendamenti dà quasi l’idea di una reazione stizzita di chi si sente sotto attacco.
Io oggi non ho gli strumenti per valutare questioni così complesse che riguardano il trattamento di dirigenti – e sarebbe così anche se si trattasse di impiegati – perché nella materia ci sono contratti nazionali e via dicendo.
Sarebbe invece utile fare una discussione generale. In questi anni in effetti si è andata divaricando una forbice tra chi fa lavori a livelli medio-bassi e chi sta a contatto più direttamente con il potere politico. Questo c’è! E siccome ritengo che in giro non ci siano scienziati, si può vedere di ridimensionare. Però va fatto in un quadro organico, per evitare che su una materia si decida in un modo o magari su un'altra non si sia coerenti.
Oggi io mi affido alla proposta della Giunta perché credo sia stata ragionata, ma al contempo invito la Giunta stessa a predisporre una proposta complessiva, in modo che in Commissione e in quest’Aula si possa decidere in modo più ponderato.

PRESIDENTE. Ha la parola il Presidente Spacca.

Gian Mario SPACCA. Vorrei fare alcune considerazioni, alcune di carattere generale, che sono personali e che quindi non impegnano nessuno, altre invece di carattere più tecnico che appunto vorrei venissero condivise dall’Assemblea legislativa e dalla maggioranza.
Quelle di carattere personale si riferiscono al fatto che non credo possiamo mettere sullo stesso piano percorsi di carriera diversi che hanno motivazioni profondamente differenti. I dirigenti di cui stiamo parlando sono dirigenti a tutti gli effetti, svolgono il loro lavoro con una finalità di carattere puramente professionale, quindi devono essere paragonati ad altre tipologie di professionalità. Ed io non credo ci si debba essere una subordinazione dei dirigenti della pubblica amministrazione a quelli del privato; anche personalmente ho verificato che molto spesso le professionalità degli uni non sono inferiori a quelle degli altri, anzi. Sicché penso che una valutazione dei dirigenti della pubblica amministrazione debba essere fatta comparativamente non tanto con noi quanto con i dirigenti delle imprese private che oggi vengono remunerati molto, molto di più anche quando le competenze e le professionalità sono molto, molto inferiori dei dirigenti della pubblica amministrazione.
Naturalmente questo non significa una generalizzazione, significa che bisogna fare una valutazione rispetto ai comportamenti, alle professionalità e alle competenze di ciascuno.
Penso che tutti noi abbiamo intrapreso questo tipo di impegno - che è un impegno parziale della nostra vita, avendo un’altra attività di tipo professionale - con una finalità di carattere sociale, con una finalità di carattere solidale; non a caso si parla di spirito di servizio delle persone impegnate in politica, e quindi è giusto che la nostra valutazione venga fatta anche in relazione a questo spirito. Ma questa, ripeto, è una mia considerazione di carattere personale.
Mentre la considerazione di carattere tecnico, su cui vorrei impegnare tutta l’Assemblea legislativa, riguarda questo emendamento con il mio ulteriore subemendamento (n. 33 ter/3/01); in realtà, ammetto, che questo emendamento, anche rispetto alla discussione che abbiamo fatto ieri in maggioranza, non interpreta pienamente quello che era il mio stesso argomentare e le cose dette. Nel senso che questo emendamento è nato con un’esigenza e quindi mi permetto di subemendarlo, chiarisco cioè qual è il senso compiuto che viene a determinarsi. Ovvero la necessità di riconoscere la professionalità e le competenze non solo dei dirigenti apicali il servizio amministrativo, che sono appunto il direttore dell’Asur e i direttori generali delle aziende ospedaliere, ma anche dei dirigenti apicali del Servizio sanitario, cioè il personale medico, i primari.
Abbiamo bisogno di qualificare il nostro sistema sanitario. Sopratutto abbiamo bisogno che l’ospedale regionale, quello di più alta specializzazione, acquisisca competenze, non le perda – sottolineo, non le perda –.
E qui condivido anche le riflessioni fatte dal Consigliere Capogruppo del PdL Massi. Ovvero che abbiamo bisogno di acquisire competenze sulla base di elevate professionalità in tutto il nostro sistema della pubblica amministrazione ma in modo particolare nel nostro sistema sanitario regionale. E questa era la finalità del presente emendamento.
Rispetto alle valutazioni che alcuni Consiglieri propongono sottolineo come ci sia un difetto di informazione, per una ragione impropria che deriva dal momento in cui si separò la funzione delle aziende sanitarie dalle aziende territoriali, ossia che l’ospedale regionale di Torrette vede mediamente retribuiti i propri medici in maniera inferiore rispetto agli altri ospedali del territorio regionale. Questa è una cosa che va corretta. Come pure va corretto il fatto che ci siano primari che qualificano profondamente l’ospedale regionale ma che ricevono una remunerazione assolutamente inferiore rispetto alle loro capacità. Chiaramente queste figure possono reggere quella tentazione che offre loro il mercato una volta, due volte, tre volte, quattro volte, se però poi da parte delle Istituzioni continua a non esserci un adeguato riconoscimento della loro professionalità e delle loro competenze rischiamo di perderle. E questo non ci è concesso.
La finalità dell’emendamento è dunque questa. Mi scuso perché non era sufficientemente chiaro, andava cioè in una direzione che non era esattamente il proponimento che nasceva nello spirito originario che aveva portato a scriverlo. Quindi lo correggo con il subemendamento 33 ter/3/01 che precisa che il compenso del direttore generale dell’Asur, dei direttori generali delle aziende ospedaliere e dei dirigenti apicali il servizio sanitario regionale, articolato per fasce omogenee in relazione ai posti letto, alla popolazione servita e all’entità del budget assegnato, è stabilito dalla Giunta regionale entro i limiti fissati dalla normativa statale, che appunto ci consente di avere un margine in più.
Accetto anche l’indicazione del Consigliere Perazzoli, in qualche modo dovremmo fare queste valutazioni in relazione alle strategie che il Piano sanitario regionale definirà e a quel percorso di qualificazione che dovremo realizzare - un percorso che è necessario condividere insieme -, andando in direzione non della standardizzazione, non dell’appiattimento, perché ci porterebbe a perdere professionalità, bensì del riconoscimento delle professionalità che abbiamo, sia per mantenerle ma anche per acquisirle.

Presidenza del Presidente
Vittoriano Solazzi

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Marangoni.

Enzo MARANGONI. Se questi sono i presupposti, che tra l’altro condivido solo in parte, chiedo in tutta onestà, Presidente Spacca, ma la sede giusta è questa? E’ questa la sede giusta sul piano politico e amministrativo? Lo stipendio, dopo l’emendamento approvato, non l’avete neppure abbassato! Alle persone interessate Non è successo niente. Niente! Dove sta l’urgenza di decidere oggi? Dove sta! Dove sta!
Vogliamo magari fare una proposta di legge veloce veloce, va in Commissione, si ragiona, ci si informa sulla legislazione. E quindi non in modo manipolato come avete fatto. Io l’ho già detto, voi da questo punto di vista siete dei manipolatori.
Una piccola parte delle cose che ha detto, Presidente, le condivido, ma parliamone serenamente, non in assestamento di bilancio con la pistola puntata sulla testa dei poveri Consiglieri di maggioranza che devono per forza, anche se non sono d’accordo, approvarla. E’ corretto questo modo di procedere, Presidente? Glielo chiedo in tutta onesta. Tanto lo stipendio non gli è sceso e allora non gli scenderà neanche fra un mese o due se ne parliamo con più calma. Parliamone con un procedimento corretto, ovvero quello, ripeto, di fare una proposta di legge ad iniziativa della Giunta, va in Commissione e lì si ragiona.
Ed un’altra cosa che dovrebbe veramente farci accapponare la pelle è questa. Con che faccia domani mattina andremo sui giornali a spiegare questa cosa, se passa, quando solo due settimane fa, 14 ottobre, abbiamo tolto i supplementi energetici e proteici lasciati soltanto ai malati oncologici in fase terminale, abbiamo cioè tolto gli integratori a pazienti con gravi lesioni da decubito, a pazienti malnutriti, gente che se gli togli gli integratori muore. Abbiamo tolto gli integratori alimentari a questa gente e poi andiamo a spendere 1 milione di euro in più all’anno senza dire il perché e senza nemmeno discuterlo in assestamento di bilancio. Tra l’altro dicendo anche che c’è una legge nazionale che però non c’è, fissa dei massimi. Ma con che faccia andiamo a dire alla gente queste cose! Abbiamo tolto gli integratori alimentari ai malati, ai malnutriti, alla gente che è a letto con le piaghe e al contempo andiamo ad aumentare i soldi, anzi, non andiamo neanche ad aumentare, lo stipendio è rimasto come prima. Presidente, nessuno ha toccato la busta paga ad agosto, settembre e ottobre! Lasciamola ancora così, cosa vuole che le dica! Ma almeno parliamone in maniera decente e decorosa rispettando questa Assemblea. Altrimenti che ci stiamo a fare!

PRESIDENTE. Ha la parola il Presidente Spacca.

Gian Mario SPACCA. Il Consigliere Marangoni è troppo intelligente – da noi c’è un’espressione che dice “si traveste in una maniera che non gli è consona” - e quindi capisce anche le parole sottintese nel mio intervento. Ovvero, noi con questa decisione diamo un’indicazione a certe figure professionali, ripeto, di stampo medico, che si attendono un segnale da parte dell’Assemblea.
Capisco le cose che lei diceva, Consigliere, ossia che abbiamo in qualche modo costretto il nostro sistema sanitario a dei sacrifici, ma i sacrifici sarebbero ancor più gravi e irreparabili se consentissimo una trasmigrazione di figure che qualificano la sanità della nostra regione attraverso forme particolarmente avanzate e innovative; cito alcuni esempi in modo molto casuale: coloro che nel nostro sistema fanno i trapianti, coloro che fanno la cardiochirurgia pediatrica, coloro che fanno la cardiochirurgia. Vogliamo avere un sistema che non ha queste professionalità e queste competenze che ci vengono riconosciute a livello nazionale? Perché è proprio il rischio che corriamo. E lei è troppo intelligente per non capirlo. Per cui non si travesta sotto panni che non sono i suoi per una ragione di speculazione politica. Soprattutto in campi come questo, su cui si gioca con la pelle dei cittadini, dia dimostrazione di una interpretazione autentica della sua intelligenza e approvi questo emendamento, così farà un servizio a tutti i cittadini della nostra regione.

PRESIDENTE. Grazie Presidente, passiamo ora…(…) Consigliere Marangoni, però, non è possibile! (…)

Enzo MARANGONI. Sì, però qui stiamo parlando di persone che prendono 300 mila euro l’anno. Prendono più del Presidente della Repubblica! Ed io non voglio toglierli, perché nessuno li ha tolti da agosto ad oggi, ossia dall’approvazione dell’emendamento di due mesi fa, dico soltanto, facendo appello alla sua intelligenza, Presidente - che essendo lei Presidente supera la mia! -, di aspettare un attimo. Aspettare cioè almeno qualche settimana affinchè si possa portare una proposta di legge in Commissione e parlarne come Dio comanda, rispettando così questa Assemblea, la Commissione permanente, e riportarla in Aula nel giro di un mese. Se poi siamo tutti convinti che ha ragione lei la voteremo, la voterò magari anch’io.
Per cui adesso faccio appello alla sua intelligenza, che, ripeto, è notoriamente superiore alla mia essendo lei Presidente.

PRESIDENTE. Subemendamento n. 33 ter/3/01 del Presidente Spacca:
Le parole “e dei dirigenti sanitari apicali” si inseriscono dopo le parole “aziende ospedaliere” e le parole “e dei direttori di area vasta” sono soppresse.
Però, scusate un attimo, con questo subemendamento secondo me togliamo il limite in alto ai direttori di zona. Ossia produce il fatto che i direttori di area non hanno più il limite previsto. (…) Va bene. (…) Il Consigliere Trenta chiede l’appello nominale a nome anche dei Consiglieri Marangoni e Zaffini. Prego votare.
Favorevoli: Badiali, Bucciarelli, Busilacchi, Camela, Canzian, Cardogna, Comi, Donati, Giancarli, Giannini, Giorgi, Latini, Malaspina, Marconi, Massi, Ortenzi, Perazzoli, Petrini, Pieroni, Ricci, Sciapichetti, Solazzi, Spacca, Traversini.
Contrari: Acquaroli, Binci, Carloni, D’Anna, Foschi, Marangoni, Natali, Silvetti, Trenta, Zaffini, Zinni.
Astenuti: Ciriaci.

(L’Assemblea legislativa approva)

Subemendamento n. 33 ter/3/1 del Consigliere Zinni. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Emendamento n. 33 ter/3, così come emendato. (…) Il Consigliere Trenta chiede l’appello nominale a nome anche dei Consiglieri Marangoni e Foschi. Prego votare.
Favorevoli: Badiali, Bucciarelli, Busilacchi, Camela, Canzian, Cardogna, Comi, Donati, Giancarli, Giannini, Giorgi, Malaspina, Marconi, Massi, Ortenzi, Perazzoli, Petrini, Pieroni, Ricci, Sciapichetti, Solazzi, Spacca, Traversini.
Contrari: Acquaroli, Binci, Bugaro, Carloni, Ciriaci, D’Anna, Foschi, Marangoni, Natali, Romagnoli, Silvetti, Trenta, Zaffini, Zinni.

(L’Assemblea legislativa approva)

Articolo 34. Soppresso.

Articolo 35. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Emendamento n. 35 bis/1 del Consigliere Bugaro:
Art. 35 bis (Modiche alla l.r. n. 23/1995)
1. Al comma 1 bis dell'art. 9 della l.r. n. 23/1995, sono aggiunte, in fine, le seguenti parole "La rinuncia deve essere comunicata dal consigliere all’inizio di ogni legislatura, secondo le modalità, stabilite dall'Ufficio di Presidenza dell'Assemblea legislativa. In caso di rinuncia non si procede alla trattenuta di cui al comma 2 dell’articolo 3.”.
2. In sede di prima applicazione della disposizione di cui al comma 1 i consiglieri regionali che intendano avvalersi della facoltà ivi prevista comunicano la rinuncia al vitalizio entro quindici giorni dall'entrata in vigore della presente legge. La rinuncia comporta la restituzione delle somme, trattenute ai sensi dell'art. 3, comma 2 della l.r. n. 23/95, senza interessi né rivalutazione monetaria.

Su questo emendamento è stato presentato un subemendamento n. 35bis/1/1 della seconda Commissione:
Al comma 2 dell’articolo 35 bis le parole “entro quindici giorni” sono sostituite dalle parole: “entro trenta giorni”; dopo le parole “rivalutazione monetaria” sono aggiunte le seguenti: “a decorrere dal 1° gennaio 2012”.

Massimo BINCI. E’ stato fatto un seminario sui costi della politica, allora credo che perlomeno chi propone un emendamento lo debba illustrare per far capire di cosa si sta parlando, cosicché tutti potremo votare con cognizione di causa.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Bugaro.

Giacomo BUGARO. Consigliere Binci, è semplicissimo, attualmente la legge esistente è monca. Nel senso che chi vuole rinunciare al vitalizio secondo la legge lo può fare, però poi non lo potrebbe fare perché alla legge stessa manca un pezzo. Allora questo emendamento è l’esplicativo che dà la facoltà al Consigliere regionale di poter rinunciare al vitalizio, cosa che, ripeto, è già prevista dalla legge a cui però manca un pezzo. Così la Commissione aggiunge il pezzo che manca. Tutto qui. (…) No, no, il Consigliere regionale sceglie all’inizio della legislatura se rinunciare al vitalizio, salvo la norma transitoria per la legislatura in corso che è entro trenta giorni dall’entrata in vigore della legge. (…)

PRESIDENTE. Però, scusate, io capisco che siamo stanchi, ma questo non è il bar dello sport, dove uno parla e l’altro risponde! In quest’Aula, per favore, si chiede la parola. Lei, Consigliere Binci, ha già fatto una domanda e il Vicepresidente Bugaro ha risposto. Quindi ora passiamo alla votazione. (…) Il Consigliere Trenta chiede la votazione per appello nominale anche a nome dei Consiglieri Foschi e Carloni.
Subemendamento n. 35 bis/1/1. Lo pongo in votazione.
Favorevoli: Acquaroli, Badiali, Bugaro, Busilacchi, Camela, Canzian, Cardogna, Carloni, Ciriaci, D’Anna, Donati, Eusebi, Giannini, Latini, Malaspina, Marconi, Natali, Perazzoli, Petrini, Pieroni, Ricci, Romagnoli, Sciapichetti, Solazzi, Spacca, Traversini, Trenta, Zaffini, Zinni.
Astenuti: Bucciarelli.

(L’Assemblea legislativa approva)

Emendamento n. 35 bis/1, così come emendato. Lo pongo in votazione. (…) Il Consigliere Trenta chiede la votazione per appello nominale anche a nome dei Consiglieri Foschi e Carloni.
Favorevoli: Acquaroli, Badiali, Bucciarelli, Bugaro, Busilacchi, Camela, Canzian, Carloni, Ciriaci, Comi, D’Anna, Donati, Eusebi, Foschi, Giannini, Giorgi, Latini, Malaspina, Marangoni, Marconi, Massi, Natali, Ortenzi, Perazzoli, Petrini, Pieroni, Ricci, Romagnoli, Sciapichetti, Silvetti, Solazzi, Spacca, Traversini, Trenta, Zaffini, Zinni.

(L’Assemblea legislativa approva)

Articolo 36.
Emendamento n. 36/1 della seconda Commissione:
Nella tabella 3 sono apportate le seguenti modifiche:
31201801 – 15.000,00 – 003 -. 000 – 1 – totale 15.000,00.
31202901 – 15.000,00 – 003 – 000 – 1 – totale 15.000,00.
Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Emendamento n. 36/2 della seconda Commissione:
Nella tabella 3 e conseguentemente nella tabella C sono apportate le seguenti modifiche:
Stato di previsione della spesa
Upb 20804 – Fondo di riserva per spese impreviste articolo 21 l.r. 31/01 – variazione 70.000,00;
Upb 42204 – Piani di bacino, difesa costiera, risanamento aree ad elevato rischio idrogeologico, porti, investimento – variazione 5 0.000,00 – aumenta tab C;
Upb 42701 – Trasporto pubblico locale – corrente – variazione 20.000,00 Articolo;
Totale complessivo 0,00.
Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Articolo 36, così come emendato. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Articolo 37. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Articolo 38.
Emendamento n. 38/1 del Consigliere Zaffini:
Nella tabella A sono introdotte le seguenti modifiche:
“E' inserita la voce “legge regionale 18 luglio 1992, n. 29 “Disciplina del servizio volontario di vigilanza ecologica” +euro 50.000,00
Diminuzione l.r. 9/2001 -euro 50.000,00.”.
Ha la parola il Consigliere Zaffini.

Roberto ZAFFINI. Questo è un piccolissimo spostamento di finanziamento a favore della vigilanza ecologica, cioè le guardie che svolgono volontariato; anche nella nostra provincia compiono molto bene questa loro missione. Molto spesso scoprono dei pericolosi inquinanti dispersi nell’ambiente, come ad esempio l’amianto.
Lo spostamento va a discapito della l.r. 9/2001 sui diritti umani e solidarietà internazionale che già ha un cospicuo contributo.

PRESIDENTE. Emendamento n. 38/1. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa non approva)

Emendamento n. 38/2 del Consigliere Zaffini:
Nella tabella A sono introdotte le seguenti modifiche: “E' inserita la seguente voce “Legge regionale 10 agosto 1998, n. 30 “Interventi a favore della famiglia +euro 180.000,00
Diminuzione l.r. 9/1997 -euro 180.000,00.”.
Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa non approva)

Emendamento n. 38/3 del Consigliere Zaffini:
Nella tabella A sono introdotte le seguenti modifiche: L.r. 15/2004 +euro 200.000,00
Diminuzione l.r. 6/2009 -euro 200.000,00.”.
Ha la parola il Consigliere Zaffini.

Roberto ZAFFINI. Questo è praticamente tutto l’importo assegnato nell’assestamento di bilancio all’Aerdorica, che io vorrei invece spostare per il problema dell’erosione marina. Tra l’altro secondo le nostre indagini questi 200 mila euro potrebbe andare a coprire il costo delle cinque auto Audi A3 recentemente acquistate da Aerdorica. La cifra grosso modo è quella e quindi il sospetto viene. Quindi io preferirei metterli in un fondo per la protezione delle nostre coste.

PRESIDENTE. Emendamento n. 38/3. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa non approva)

Emendamento n. 38/4 del Consigliere Massi:
Alla tabella A "elenco delle variazioni apportate agli stanziamenti delle leggi regionali di spesa previsti nel bilancio 2011 iniziale":
DESCRIZIONE: Legge rgionale 5 novembre 1988, n. 43
Norme per il riordino delle funzioni di assistenza sociale di competenza dei comuni, per l'organizzazione del servizio sociale e per la gestione dei relativi interventi nella regione.
VARIAZIONE ASSESTAMENTO: aggiungere + euro 1.130.000 ,00
Alla copertura del presente onere si provvede mediante riduzione dello stanziamento:
delle UPB (Tabella C Variazioni alle autorizzazioni di spesa):
- 31301 - euro 40.000,00
- 31401 - euro 1.000.000,00 ( - 250.000 vertenza personale SVIM; - 750.000 per la gestione finanziaria e ricapitalizzazione delle società partecipate per conto della Regione Marche)
- 53203 contributo straordinario per il centro studi e ricerche nazionale sulla storia ella carta e delle cartiere italiane - 60.000,00 euro
dalla Tabella A: Legge Regionale 18 giugno 2002, n. 9 Attività regionali per la promozione dei diritti umani, della cultura di pace, della cooperazione allo sviluppo e della solidarietà internazionale - 30.000,00;
Ha la parola il Consigliere Massi.

Francesco MASSI. Questo emendamento è conseguente ai ragionamenti fatti prima. E’ volto in questo scorcio di esercizio finanziario finale a rimpinguare i capitoli che servono a sostenere i Comuni nella lotta alla povertà. E chiaramente, visto quello che è stato detto prima, penso non sarà difficile capire per voi dove intendo prendere i soldi. Infatti il primo capitolo che si propone di diminuire è quello che riguarda la Svim, poi ce ne sono altri.
Credo che tutti siate coscienti di quanto i Comuni siano in difficoltà dovendo affrontare nuove fasce di cittadini che si avvicinano allo sportello dei servizi sociali. E il momento oggi è ancora più drammatico, ci sono soggetti che una volta non sarebbero mai andati a uno sportello dei servizi sociali mentre oggi purtroppo ci vanno.
Credo che la Regione debba dare un segnale su questo. Tagliando un qualcosa che non nuoce a nessuno potrebbe, viceversa, sostenere molto i Comuni e le politiche sociali.
Quindi vi prego di ragionarci. Caro Assessore Marconi, ho sentito anche le sue dichiarazioni sulle famiglie numerose e sulle loro difficoltà, che condivido, però credo che se non vengono poi accompagnate da un intervento finanziario risolveranno ben poco.
Quindi per questo emendamento mi appello anche ai colleghi della maggioranza.

PRESIDENTE. Emendamento n. 38/4. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa non approva)

Emendamento n. 38/5 della seconda Commissione:
Nella tabella C è inserita la seguente modifica:
UPB 10503 “Per il piano di comunicazione” +euro 15.000,00
Copertura mediante riduzione UPB 20804 fondo di riserva spese impreviste -euro 15.000,00.”.
Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa non approva)

(contestazioni sull’esito del voto)

PRESIDENTE. Va bene, allora si rivota. Emendamento n. 38/5…(…) Ha chiesto la parola il Consigliere Bucciarelli, ne ha facoltà.

Raffaele BUCCIARELLI. Se possibile vorrei un po’ di attenzione, Presidente. Ho chiesto la parola per un motivo semplice. Noi siamo di fronte ad una votazione legittimamente avvenuta e con un risultato legittimo. Quello è dunque il risultato. Per cui non può accadere, se non per motivi tecnici, ma qui nessuno di noi lo ha detto, che si ripeta la votazione perché non ci piace il risultato e allora si chiede di rivotare. Scherziamo! Un Consigliere può chiedere che si ripeta la votazione prima che il Presidente proclami il risultato, ma dopo non si può. Ne va della legittimità del voto, ne va della credibilità. A meno che, ripeto, uno non lo si dica prima che il Presidente dichiari l’esito del voto. Altrimenti di questo passo arriveremmo al punto di dire “non mi piace l’esito, rivotiamo”. Non è possibile!

PRESIDENTE. Però un po’ di confusione su questo c’è, per cui, bèh, facciamo chiarezza, che le devo dire! (…) Riunione di maggioranza, no, no!
Ripetiamo il voto. Emendamento n. 38/5… (…) Guardate, se ci diamo una regola vale sempre. (…) Certo che c’è, ma visto che me lo ha chiesto sia un Consigliere di minoranza sia un Consigliere di maggioranza, deduco che ci sia stato un errore. Comunque se dite questo va bene, d’accordo. L’emendamento è respinto.

Emendamento n. 38/6 della seconda Commissione:
Nella Tabella C è aggiunta la seguente voce:
UPB 53005 Contributo al centro di riferimento regionale per la diabetologia pediatrica per il finanziamento del Progetto Campi scuola educativi per bambini ed adolescenti diabetici. +36.000.
Copertura mediante riduzione UPB 20804 -36.000.
Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa non approva)

(…) Ha chiesto la parola il Consigliere Zinni, ne ha facoltà.

Giovanni ZINNI. Scusi, Presidente, ma io inizio ad essere un po’ infastidito dai toni anche minacciosi di voto. Faccio notare che questi emendamenti sono passati all’unanimità in Commissione. (…) Però lei sta girando come se stessimo facendo chissà quali imbrogli! E’ un problema della maggioranza! Quindi, insomma, diamoci una calmata! C’è il parere ufficiale della Commissione. E dentro la Commissione ci sta gente del PD! (…)

PRESIDENTE. Guardate, certo, sono parecchie ore che siamo qui, quindi un po’ di confusione è anche normale. Comunque ora dobbiamo votare il subemendamento n. 38/7/1 dei Consiglieri Zaffini, Carloni:
Nella tabella C
UPB 53007 – Contributo al Centro socioeducativo per disabili Itaca specializzato in ippoterapia per copertura campo equitazione euro 15.000.
Copertura mediante riduzione UPB 20804 – Fondo di riserva per le spese impreviste -euro 15.000.
Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa non approva)

Emendamento n. 38/7 del Consigliere Zaffini:
Nella tabella C è inserita la seguente voce:
“UPB 53007 – Contributo al centro socioeducativo Itaca di Fano specializzato in ippoterapia per la copertura campo equitazione per disabili” euro 50.000,00
Copertura mediante riduzione UPB 20804 – Fondo di riserva per le spese impreviste -euro 50.000,00.”.
Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa non approva)

Emendamento n. 38/8 del Consigliere Zaffini:
Nella tabella C sono introdotte le seguenti modifiche:
E' inserita la voce UPB 53007 – Contributo al centro socioeducativo Itaca di Fano specializzato in ippoterapia per la copertura campo equitazione per disabili” euro 40.000,00.
Copertura mediante riduzione UPB 10503 – Per il piano di comunicazione: -euro 40.000,00.”.
Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa non approva)

Emendamento n. 38/9 della seconda Commissione:
Nella tabella c, nell’UPB 53004, è inserita la seguente voce:
Contributo all'Anffas onlus per recupero maneggio dell'area Rocca della Cittadella destinato alla realizzazione del progetto integrato per l'ippoterapia e la scuola ippica per l'infanzia" euro 15.000,00
Copertura mediante riduzione UPB 20804 fondo di riserva per le spese impreviste - euro 15.000,00.
Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Emendamento n. 38/10 del Consigliere Zinni:
Nella tabella C è inserita la seguente voce:
UPB 53103 "Contributo all’Associazione Libertà e democrazia per l'Iran per iniziative di solidarietà a favore dei profughi del campo di Ashrat" euro 5.000,00.
Copertura mediante riduzione UPB 20804 Fondo spese impreviste -euro 5.000,00.
Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa non approva)

Emendamento n. 38/11 dei Consiglieri Eusebi, Acacia Scarpetti. Ritirato.

Emendamento n. 38/12 del Consigliere D’Anna:
Nella Tabella C è inserita la seguente voce:
Contributi a famiglie con componente affetto da SLA euro 50.000,00.
Copertura mediante equivalente riduzione dell’UPB 20804.
Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa non approva)

Emendamento n. 38/13/1 della Consigliera Ciriaci. Decaduto
Emendamento n. 38/13 del Consigliere Cardogna. Ritirato.

Emendamento n. 38/14 del Consigliere D’Anna:
Nella Tabella C è inserita la seguente voce:
UPB 31605 Contributo al Comune di Fano per la realizzazione della manifestazione Il Carnevale di Fano. euro 20.000,00.
Copertura mediante equivalente riduzione dell’UPB 20804.
Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa non approva)

Emendamento n. 38/15 della seconda Commissione:
Dopo il comma 1 è aggiunto il seguente:
1 bis. II comma 2 dell'articolo 2 della legge regionale 28 dicembre 2010, n. 20 (Disposizioni per la formazione del Bilancio annuale 2011 e pluriennale 2011/2013 della Regione. Legge finanziaria 2011); è sostituito dal seguente:
"2. Con le medesime modalità di cui al comma 1, la Giunta regionale può disporre variazioni compensative, anche tra UPB diverse, al fine di consentire:
a). la gestione unitaria degli oneri del personale esclusivamente da parte della struttura organizzativa regionale competente in materia di risorse umane e nel rispetto delle regole poste dal decreto del Ministro dell'economia e delle finanze 5 marzo 2007, n. 17114 (Codificazione, modalità e tempi per l'attuazione del SIOPE per le Regioni (articolo 28, comma 5, L. 27 dicembre 2002, n. 289 e articolo 1,, comma 79, legge 30 dicembre 2004, n. 311);
b) l'organizzazione di corsi per la formazione del personale da parte della struttura organizzativa regionale competente in materia;
c) il trasferimento delle risorse alla Regione Emilia-Romagna in attuazione delle legge 3 agosto 2009 n. 117 (Distacco dei comuni di Casteldelci, Maiolo, Novafettria, Pennabilli, San Leo, Sant’Agata Feltria e Talamello dalla regione Marche e loro aggregazione alla regione Emilia-Romagna, nell'ambito della provincia di Rimini, ai sensi dell'articolo 132, secondo comma, della Costituzione);
d) l'utilizzo delle risorse FAS 200712013, sia statali che relative al cofinanziamento regionale, derivanti dalle economie al 31 dicembre 2010;
e) il pieno utilizzo delle risorse derivanti dalle assegnazioni finalizzate;
f) il pieno utilizzo delle risorse del Fondo sanitario regionale.".
2. I commi 3 e 4 dell'articolo 2 della Lr. 20/2010 sono abrogati.
3. Dopo il comma 3 dell'articolo 5 della I.r. 2012010 è aggiunto il seguente:
'3 bis. Le risorse regionali destinate al finanziamento del Fondo anticrisi per l'anno 2011 sono vincolate fino al completamento degli interventi di cui al comma 1.'.
4. Alla lettera b) d el comma 3 dell'articolo 6 della Lr. 20/2010 la parola: "BEI” è soppressa.
5. Dopo il comma 5 dell'articolo 6 della Lr. 20/2010 è aggiunto il seguente:
"5 bis. Le risorse regionali destinate al finanziamento del Fondo per gli interventi prioritari per l'anno 2011 sono vincolate fino al completamento degli interventi di cui ai commi 2 e 3.”.
6. Alla rubrica dell'articolo 9 della Lr. 20/2010 sono aggiunte in fine le parole: “e degli altri tributi regionali”.
7. II comma 1 dell'articolo 9 della I.r. 20/2010 è sostituito dal seguente:
“1. La Giunta regionale è autorizzata a compiere le operazioni relative all'espletamento delle procedure per l'esternalizzazione in tutto o in parte delle attività concernenti il controllo e la riscossione della tassa automobilistica regionale e degli altri tributi regionali”.
8. All'alinea del comma 2 dell'articolo 9 della I.r. 2012010 le parole: “euro 6.300.000,00” sono sostituite dalle parole: “euro 8.510.000,00'.
9. Alla lettera a) del comma 2 dell'articolo 9 della Lr. 20/2010 le parole: “euro 2.100.000,00" sono sostituite dalle parole: “euro 2.950.000,00'.
10. Alla lettera b) del comma 2 dell'articolo 9 della Lr. 20/2010 le parole: “euro 2.100.000,00° sono sostituite dalle parole: “euro 2.780.000,00”.
11. Alla lettera c) del comma 2 dell'articolo 9 della Lr. 20/2010 le parole: “euro 2.100.000,00” sono sostituite dalle parole: “euro 2.780.000,00°'
Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Articolo 38, così come emendato. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Articolo 39. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Articolo 40. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Articolo 41 (Dichiarazione d’urgenza). Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva a maggioranza dei componenti assegnati)

Coordinamento tecnico. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Ordine del giorno n. 1 del Consigliere Latini:
L’Assemblea legislativa delle Marche,
Premesso che:
− dal 1999, anno della sua introduzione nell'ordinamento italiano, il Patto costituisce un importante strumento di controllo dell’indebitamento netto degli enti territoriali (Regioni, Province, Comuni);
− si tratta di uno strumento indispensabile, che garantisce il rispetto degli obiettivi fondamentali di finanza pubblica assunti dal Paese a livello europeo;
− il Patto, pur indispensabile, limita fortemente la capacità di spesa e di investimento degli enti territoriali e determina il cumulo progressivo dei residui passivi, poiché il limite di spesa in termini di pagamenti è sempre notevolmente inferiore al limite di spesa in termini di impegni;
− problemi si sono creati negli anni scorsi e difficoltà si prevedono anche per il biennio 2011-2012, allorché il PSI determinerà una riduzione degli investimenti: dei Comuni per 3,3 miliardi di euro nel 2011 e 4,3 miliardi nel 2012 rispetto al 2010; delle Regioni rispettivamente di oltre 9 miliardi e di circa 11 miliardi;
− data questa situazione, la soluzione dei problemi connessi all’applicazione del Patto va ricercata nell’allentamento dei vincoli fissati per gli enti territoriali attraverso una rivisitazione degli obiettivi assegnati ai vari comparti della P.A. e nella modifica strutturale delle regole del Patto;
− nella prospettiva di una riforma del PSI non bisogna trascurare alcune possibilità offerte dalla normativa attuale per limitare gli effetti negativi del Patto. Una di queste consiste nel potenziare il ruolo di coordinamento della finanza locale da parte delle Regioni attraverso la regionalizzazione del Patto;
Impegna il Presidente della Giunta regionale a far si che la Regione faccia un ultimo sforzo a favore di tutti gli enti locali provvedendo a deliberare l’adozione del patto di stabilità verticale affinché Province e Comuni possano allentare i vincoli fissati dalle regole del patto stesso.
Questo atto sarebbe un fatto unico e davvero determinante per la salvaguardia di Comuni e Province e metterebbe gli stessi nella possibilità di continuare a erogare, anche per il 2012, i servizi ai cittadini.”.
Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Ordine del giorno n. 2 del Consigliere Latini:
“L’Assemblea legislativa delle Marche,
Premesso che
− gli eventi alluvionali del marzo 2011, per i quali il Consiglio dei Ministri ha deliberato lo stato di emergenza per i territori della Regione Marche, hanno determinato un danno economico stimato intorno ai 650 milioni di euro;
− il “decreto Milleproroghe” (legge 26/2/2011, n.10) ha introdotto una diversa disciplina per fronteggiare i danni derivanti dalle calamità naturali che impone alle Regioni di farsi carico dei danni, in primo luogo, mediante l'aumento dell'imposizione fiscale di propria competenza;
Considerato che
− nell'attuale situazione di grave crisi economico-finanziaria le Regioni e gli Enti locali saranno costretti a ricorrere all'utilizzo della leva fiscale per compensare, almeno parzialmente, i rilevanti tagli ai trasferimenti statali necessari a garantire ai cittadini i servizi essenziali (sanità, servizi sociali, trasporti, infrastrutture, sostegni alle imprese);
− il Cal in occasione del parere sull'assestamento di bilancio, sollecita la Giunta e l'Assemblea regionale, per quanto di rispettiva competenza, ad adottare le misure fiscali necessarie, ai sensi della vigente legislazione, per garantire agli Enti locali, i cui territori hanno subito danni dall'alluvione dell'1-6 marzo (già dichiarata emergenza nazionale), il finanziamento delle spese per i lavori di somma urgenza già sostenute e per il ripristino dei danni tuttora da riparare, connessi al fenomeno calamitoso, anche al fine di attivare i corrispondenti finanziamenti statali;
Impegna il Presidente della Giunta regionale a porre in essere tutte le iniziative per ottenere dal Governo nazionale i fondi necessari per il finanziamento dei danni dell'alluvione del marzo 2011, fondi peraltro già assegnati ad altre Regioni in situazioni analoghe e per escludere le predette spese dal patto di stabilità, nonché di utilizzare le proprie potenzialità fiscali, (accisa su benzina, irpef-irap, tassa auto e metano) così come previsto dalla normativa statale (L. 10/2011).".
Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Ordine del giorno n. 3 del Consigliere Pieroni:
“L’Assemblea legislativa delle Marche,
Considerata la difficile situazione economica che sta attraversando il sistema produttivo artigianale marchigiano;
Visto che nel corso dell'anno 2010 attraverso la legge regionale n. 20/2003 sono stati emessi 5 bandi a sostegno dell'imprenditoria artigiana relativi alle misure previste dagli artt. 10/b, 12, 13, 14, 15 e 24;
Visto che nel 2011 è stata finanziata la sola misura “Lavorazioni artistiche e tradizionali” prevista dall'art. 14 con un fondo complessivo pari a 150.000 €;
Considerato che si ritiene prioritario un rilancio della crescita dell'economia regionale;
Impegna la Giunta regionale a prevedere nel bilancio di previsione 2012 adeguate risorse necessarie al rifinanziamento complessivo della legge regionale 20/2003 a sostegno dell'imprenditoria artigianale".
Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Ordine del giorno n. 4 dei Consiglieri Latini, Zinni, Giancarli, Ricci, Sciapichetti, Camela:
“L’Assemblea legislativa delle Marche
Premesso che
− l'art. 23 della proposta di legge n. 137 "Assestamento del bilancio 2011" prevede la proroga al 31.12.2014 dei concorsi indetti dalla Regione;
− la suddetta disposizione prevede, altresì, l'utilizzo delle graduatorie anche per le assunzioni di personale a tempo determinato;
− l'ASUR Marche ha indetto un concorso per l'assunzione a tempo indeterminato di 61 assistenti amministrativi la cui graduatoria è tuttora valida;
Impegna la Giunta regionale ad impartire all'ASUR Marche i necessari indirizzi e direttive affinché nel rispetto dei principi di efficienza, economicità e buon andamento della pubblica amministrazione, utilizzi le graduatorie del concorso sopra indicato anche per l'assunzione di personale a tempo determinato.".
Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Ordine del giorno n. 5 del Consigliere Acquaroli:
“L’Assemblea legislativa delle Marche
Premesso che:
− memori dell'esperienza passata, con l'approssimarsi della stagione autunnale è opportuno la sistemazione di alcune infrastrutture situate nei pressi degli alvei dei fiumi che nelle passate stagioni sono state responsabili, in concomitanza di eventi calamitosi di molti danni alla agricoltura, alle civili abitazioni, alle attività produttive;
− una delle criticità più importanti è situata a cavallo tra il Comune di Potenza Picena ed il Comune di Recanati all'altezza della frazione Chiarino e si tratta di un ponte che in molteplici occasioni ha fatto da diga alle acque che erano fuoriuscite dall'alveo del fiume Potenza producendo ingentissimi danni;
− è opportuno intervenire in maniera repentina per evitare eventuali situazioni simili a quelli accadute negli anni passati;
− il costo di intervento in questa zona, nella fattispecie, è irrisorio soprattutto se paragonato ai danni causati nell'ultimo evento calamitoso in questa area;
Per quanto premesso
Impegna la Giunta regionale ad adoperarsi per far sì che tale criticità venga rimossa prima possibile.".
Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Ordine del giorno n. 6 dei Consiglieri Pieroni, Bucciarelli, Eusebi, Cardogna, Marangoni, Marinelli, Ricci, Silvetti, Zaffini, Massi, Latini:
“L’Assemblea legislativa delle Marche,
Rilevato che sono stati emessi avvisi di pagamento da parte di Equitalia Marche spa per conto del "Consorzio di Bonifica Musone Potenza Chienti Asola Alto Nera", pervenuti a migliaia di famiglie;
Considerato che con deliberazione della Giunta regionale n. 2994 del 11/12/2001 e successivamente con deliberazione della Giunta regionale n. 1226/2002 la Regione Marche ha definitivamente sottratto ai Consorzi la possibilità di emettere ruoli ridefinendo i criteri di contribuenza;
Visto che sulla base di un articolato e controverso percorso giuridico-amministrativo il "Consorzio di Bonifica del Musone Potenza Chienti Asola ed Alto Nera", unico tra tutti quelli della Regione, ha ripristinato un tributo con la finalità della tutela ambientale del territorio e delle sue risorse;
Rilevato che secondo la Corte di Cassazione i Consorzi di bonifica sono enti pubblici economici (Cass. Civ. 10 marzo 1982, n. 1560) e che l'art. 17, comma 1, del D.lgs n. 46/1999 e successive modificazioni e integrazioni, sul riordino della disciplina della riscossione coattiva mediante ruolo, stabilisce che si effettui mediante ruolo la riscossione coattiva delle entrate dello Stato e di quelle degli altri enti pubblici, esclusi quelli economici;
Considerato che si ritiene prioritario evitare un appesantimento della fiscalità generale in un momento di crisi economica come l'attuale;
Impegna la Giunta regionale a proporre la proroga della scadenza del pagamento del tributo suddetto dal 31 ottobre al 31 dicembre 2011, al fine di approfondire la legittimità dello stesso, in attesa dell'approvazione della legge regionale di riordino degli interventi di bonifica ed irrigazione e delle funzioni dei Consorzi di bonifica".
Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Passiamo alle dichiarazioni di voto. Ha chiesto la parola la Consigliera Malaspina, ne ha facoltà.

Maura MALASPINA. Signor Presidente, colleghi Consiglieri, questo Governo nazionale e la sua maggioranza sta dimostrando tutta la propria inadeguatezza rispetto al contenimento degli obiettivi di finanza pubblica definiti in sede ECOFIN.
L'errore dei tagli lineari applicati ai comparti di spesa statale degli enti territoriali e della previdenza non hanno modificato la dinamica della spesa tendenziale, che in ogni anno, a partire dal 2008, da quando cioè al Ministero dell'Economia e Finanze c'è Tremonti, si discosta dal quadro programmatico.
Lo stesso ex Ministro Martino, illustre esponente del PdL e noto economista, ha più volte duramente criticato il ricorso alle manovre finanziarie del Governo, perché invece dei tagli occorrerebbero modifiche strutturali dei meccanismi di definizione della spesa.
E' stata l'opposizione al Senato ad introdurre nella manovra bis di agosto prevista dal DL 138 la cosiddetta Speding review, ossia la revisione selettiva della spesa pubblica, comparto per comparto, cominciando ad eliminare la spesa inutile e poi quella meno produttiva.
E' noto che i tagli lineari tagliano la spesa buona e quella cattiva in pari percentuale.
Questa Regione, invece, non ha seguito la logica ragionieristica di Tremonti ed ha proceduto a tagli selettivi.
Vale la pena ricordare che con il d.l. 78/2010 alle Marche furono tagliati oltre 125 milioni su poco più di 160 milioni di euro che lo Stato trasferiva in forza delle funzioni attribuite alle Regioni dai decreti Bassanini.
Vale la pena ricordare che altri tagli hanno riguardato soprattutto la spesa sociale, ossia il trasporto pubblico locale, l'edilizia agevolata, le politiche sociali, la sicurezza sul lavoro, l'edilizia sanitaria pubblica.
Non solo quindi tagli allo sviluppo, ma anche tagli generalizzati alla spesa sociale per complessivi 160 milioni di euro.
Ebbene, di fronte a questi tagli questo Governo regionale si è dato quattro priorità: politiche sociali e sostegno alle famiglie, green economy, sostegno alla struttura produttiva regionale a più alto valore aggiunto, sostegno ai lavoratori in difficoltà con tutela differenziate, ricordando che questa Regione è stata la prima in Italia ad istituire la cassa integrazione in deroga, poi copiata dal Governo nazionale.
L'azzeramento dei fondi da parte del Governo nazionale ha determinato la cancellazione del welfare e di ogni protezione sociale.
L'impoverimento delle famiglie con figli a carico, la riduzione degli asili nido con danno soprattutto alle donne lavoratrici,la riduzione delle prestazioni per disabili e dell'assistenza residenziale agli anziani non autosufficienti, portano migliaia di persone alla marginalità e i giovani al disadattamento e alla criminalità.
Le responsabilità di questo Governo Berlusconi stanno nelle cifre: il fondo nazionale per le politiche sociali è passato da 670 milioni del 2008 a 178,5 di quest'anno; sono stati invece azzerati per il 2011 i fondi nazionali per la famiglia e i servizi all'infanzia, quello per le politiche giovanili e quello per i non autosufficienti, togliendo sostegno ad oltre 50.000 anziani allettati (la Regione Marche ha però creato un fondo proprio per anziani non autosufficienti mantenendo così tutti i livelli dei servizi sociali precedenti).
Però a livello nazionale non sono stati tagliati gli enti inutili, non sono state tagliate le province, non sono state tagliate le decine di migliaia di società partecipate che sono riserve clientelari ad alto costo pagati con tariffe senza mercato. E’ è stato abortito il federalismo fiscale che è rimasto un manifesto elettorale del Ministro Calderoli. Non è stata fatta la riforma della pubblica amministrazione e ancora l'Istat registra 400 miliardi l'anno sull'imponibile di evasione fiscale.
La Regione Marche marcia sopra la media nazionale di tutti i parametri virtuosi. E questi primati nazionali intendiamo mantenerli. Alcune criticità, però, bisogna evidenziarle e superarle con il prossimo bilancio di previsione.
La prima macroscopica evidenza è quella dell'aumento dei residui attivi e passivi.
Quando una Regione registra 3.380.119.546 euro di residui attivi vuol dire che ha accertato soggetti passivi da percuotere fiscalmente, ma poi non ha saputo incassare le entrate previste.
Quando una Regione registra 2.260.728.140 milioni di euro di residui passivi vuol dire che ha chiesto soldi ai cittadini marchigiani, quindi ha drenato risorse al sistema economico ma non le ha restituite in forma strategica.
E sia l'una che l'altra circostanza denunciano un male nella gestione amministrativa e burocratica che va curato subito e bene. C'è un apparato che non funziona come dovrebbe.
Farebbe bene l'Assessore Marcolini a rendere noti, ovvero istituirli, indici di performance della dirigenza, affinché l'allineamento degli stipendi che vengono proposti siano più legati ai risultati che alla paga base.
Come Gruppo UdC voglio anche sottolineare al Presidente Spacca e voglio dire a voce alta ai partiti di maggioranza, che bisogna procedere senza indugio al piano di razionalizzazione della spesa regionale che era stato annunciato all'inizio di legislatura.
Dico con voce chiara che gli Erap vanno sciolti e le competenze passate alle Province, che gli Ersu vanno sciolti e le competenze passate ai Comuni sedi di Università e che quattro Università sono troppe, senza contare le sedi decentrate e che le Marche hanno bisogno di una sola Università con sedi decentrate. Dico con voce chiara che la Svim va sciolta e che le competenze devono tornare ai servizi della Regione e che le quote delle società partecipate vanno vendute.
All'Assessore Marcolini dico invece tre cose. La prima è che tecnicamente è un ottimo assessore. La seconda è che politicamente deve maturare ancora l'idea della collegialità delle decisioni. La terza, invece, è che deve rendere chiara, trasparente, leggibile la consistenza patrimoniale della Regione e soprattutto quella da dismettere per attivare i cofinanziamenti per spendere i fondi dell'art. 20 dell'edilizia sanitaria.
E' con queste convinzioni che esprimo per l'UdC il voto favorevole alla proposta di legge di assestamento del bilancio 2011.

PRESIDENTE. Ha chiesto la parola il Consigliere Massi, ne ha facoltà.

Francesco MASSI. L’intervento della collega Capogruppo Malaspina è stato ascoltato da pochi, io ho invece avuto la fortuna di ascoltarlo. E’ intriso di tecnica politica, perché è un intervento, caro Presidente e caro Assessore, che dice “votiamo per dovere di maggioranza però non ci sta bene l’80% delle cose”. Scusi, collega Malaspina, non è che voglio interpretarla, però mi sembra di aver capito questo. Noi oggi del centro-destra non siamo stati così completamente antagonisti come questo comunicato. Spero che questo serva all’interno della maggioranza per chiarire. E preciso che non è nel nostro stile augurare disavventure a nessuno, anzi. Quindi chiediamo veramente a tutti la massima responsabilità e coesione. Credo che oggi anche noi del PdL, Presidente, Assessore e Giunta, abbiamo dato un contributo costruttivo.
Ecco, ho voluto ironizzare un po’ sui contenuti dell’intervento, che però condividiamo. E’ giusto, infatti, che occorre avere quanto più possibile una situazione certa dei residui passivi e della possibilità di riscossione effettiva da parte della Regione. Come pure la consistenza dei beni da dismettere. Quindi condivido veramente questo appunto che è fortemente tecnico. Io ne ho voluto cogliere gli aspetti politici forse anche impropriamente, ma gli aspetti tecnici sono assolutamente pertinenti. Su questo invito l’Assessore Marcolini ad approfondire con tutti, non solo con l’Udc e con la maggioranza ma anche con noi.
Ringrazio i componenti del PdL nella Commissione bilancio per il lavoro che hanno svolto assolutamente professionale e costante.
Il succo di questa manovra di assestamento, che è stata preceduta dall’annuncio del Presidente sull’alleggerimento del patto di stabilità e quindi sulle nuove risorse per i Comuni, che naturalmente condividiamo, si è ovviamente identificato con la manovra sulle accise.
Allora il motivo per cui non voteremo è questo. Il collega Zinni faceva una battuta all’Assessore, però ritengo abbia agito in maniera corretta, egli ha parlato di due imbarazzi. Ed uno sicuramente è anche nostro nei confronti del Governo; sapete bene la pressione che abbiamo fatto nel protestare, a volte anche con qualche gesto populistico messo in atto dal sottoscritto. Il secondo invece è perché questa manovra di ulteriore prelievo con le accise, Assessore, non ha un limite nel tempo e non ha un limite quantitativo. E onestamente l’Assessore ha risposto “se incamero più di quello che prevedo investo”, che, per carità, è molto coretto, però non ci consente di votare questa manovra perché la vorremmo più precisa.
Assumiamo comunque il nostro impegno, per quanto possibile e nei limiti della situazione, per far sì che a questa manovra che fa la Regione corrisponda quello che sul milleproroghe è scritto, cioè un intervento del Governo che diventa obbligatorio.
Quindi non lo voteremo, ma con tutta la responsabilità rimaniamo naturalmente a disposizione per tutto quello che possiamo fare sia per la gestione del bilancio sia per gli approfondimenti che hanno espresso, peraltro, anche i colleghi di maggioranza.
Spero che sia raccolto anche l’appello del collega Perazzoli per quella materia particolare di grande discussione in questo momento su indennità e stipendi dei dirigenti negli enti e nelle società partecipate dalla Regione. Credo sia assolutamente un approfondimento da svolgere, che spero la Giunta e la maggioranza porti avanti anche insieme a noi dell’opposizione.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Trenta.

Umberto TRENTA. Io nella vita ho poche fortune e forse fare il Consigliere regionale non mi aiuta. Cosa voglio dire? Voglio dire che io quando siedo su questo banco ascolto gli interventi con attenzione, non con distrazione. E avrei dovuto chiedere una precisazione a risposta immediata al mio Capogruppo o, come manda sulla stampa, il mio ex Capogruppo, ma non è questo che mi preoccupa, sono cose che vedremo in altra sede.
Quindi, ad elogio dell’ipocrisia, Presidente Spacca, lei è sempre convincente. In effetti lei con la sua capacità e sagacia riesce sempre a dirimere; anche perché ritengo che chi a volte contrappone tesi diverse non è all’altezza di questa stessa contrapposizione, che denota che l’antica palestra dei valori comuni è sempre una buona palestra, è indice di capacità amministrativa.
Voglio pertanto dire al mio Capogruppo che a me non piace l’ipocrisia. Invece dal suo intervento denoto che è già in atto la campagna elettorale per le prossime politiche. Da qui a qualche mese ne vedremo delle belle. Vedremo i saltimbanchi che andranno da una parte all’altra. E questo mi vedrà forse protagonista.
Ma perché dico questo al mio Capogruppo? Quando io capisco dove si va e ci si trova d’accordo poi dall’altra parte capisco anche quale sia il disaccordo reale. Comunque io non staccherò mai la spina da quella mia interna morale, che forse è nota solo a me stesso, e non è un autoincensarsi bensì una semplice confessione. Io non tradirò mai l’elettorato con quell’atteggiamento che, al di là dei sofismi della politica, non fa capire bene qual è la parte della verità. La verità è una e assoluta.
Su questo bilancio, caro Presidente, c’è di tutto e di più! Io in quegli emendamenti, già finiti nel cestino della spazzatura, ho letto semplicemente cose di questo tipo: marchette va e viene, che lasciano fuori la Regione Marche o l’annessione all’Emilia Romagna del collega Zaffini, ho visto quasi un sospingere verso il nord dell’Abruzzo, sud delle Marche, con emendamenti che hanno del risibile e del ridicolo. Tutti emendamenti che hanno la firma di consiglieri regionali eletti sul territorio.
E forse oggi in questa fase qui il linguaggio criptico non serve neppure più, caro Assessore Marcolini. E le ripeto questa mia stima per lei, per questa sua capacità straordinaria di fare l’equilibrista tra il Governo, tra questa maggioranza e questa opposizione.
Inolstre in questo bilancio non dobbiamo mai tralasciare le mala gestio. Ed io non mi riferisco agli immobili dismessi, come ha detto qualcuno, voglio invece sapere con certezza i rapporti tra la sanità pubblica e la sanità privata, tra le convenzioni, tra le consulenze, tra quegli immobili che danno reddito a persone fisicamente certe e giuridicamente inquadrabili e il perché.
E’ dunque su questo che io voglio razionalizzare le spese di bilancio.
Leggo delle cifre per delle destinazioni che sinceramente sono aberranti.
Quando il Presidente Spacca giustamente dice che c’è una classe di dirigenti che come compito deve avere quello di far innalzare in un sistema virtuoso il sistema della regione Marche in ogni suo comparto, senza distinzione – senza distinzione, lo ripeto con forza – se non quella di amministrare bene, mi resta difficile non votare a favore, votare contro o astenermi. Però, le ripeto, Presidente, vada a leggere le parole di Adolf Loos “Parole nel vuoto”.
Ecco, noi amministriamo in questa maniera perché non possiamo fare diversamente, che significa che c’è qualcosa di diverso dall’Aula che deve gestire con una regia diversa da quello che è il potere legittimato elettivo per avere lì.
Io ho un dubbio ma non lo esterno oggi in Aula, glielo dirò a quattrocchi, Assessore, sempre per quella stima che ho nei confronti della sua capacità a gestire la linea politica del Presidente Spacca.
Quindi, ripeto, è con difficoltà che oggi riesco ad esprimere un voto favorevole, contrario o astenuto su questo bilancio. Con questi numeri dettati da una logica che non mi appartiene preferisco non partecipare alla votazione.

PRESIDENTE. Ha chiesto la parola il Consigliere Zaffini, ne ha facoltà. E dichiaro chiusa la discussione. dopodichè passerò la parola all’Assessore Marcolini. Chiaro!

Roberto ZAFFINI. Chiaramente su questa legge di assestamento il mio voto è contrario.
Se prendiamo come modello la Lombardia la Regione Marche dovrebbe avere 630 dipendenti, se facciamo il rapporto tra 9 milioni di abitanti della Lombardia con i 4 mila dipendenti regionali, la Regione Marche non dovrebbero avere quei 1.500-1.600 dipendenti che ha.
Voglio dire che oggi siamo obbligati ad eliminare molte inefficienze e sprechi all’interno della nostra Regione, ma non sono ancora sicuro che lo stiamo facendo. Mi riferisco soprattutto a quel contratto da pensionato d’oro che è stato deliberato dalla Giunta per 290 mila euro che, come vi ho ricordato prima, è molto di più di quanto prende il nostro Presidente della Repubblica e anche il Presidente del Consiglio.
Sicuramente verrò attaccato dall’Assessore Marcolini sul fatto che questa manovra non è federalista, però io chiedo: dov’è finita la vostra solidarietà, il vostro buonismo? Possibile che non capite, come facciamo invece noi della Lega, che se applicassimo ora il federalismo, se dessimo veramente l’autonomia in questo momento particolare di spendere quello che si recepisce nelle nostre Regioni, il Paese salterebbe. Chiunque è in grado di capirlo. Sappiamo bene che la Regione Sicilia spende come dieci Regioni, sappiamo che in Molise il 20% degli abitanti ha un posto pubblico, e questi chi li mantiene? Possibile che quelli della Lega sono i più responsabili in questo momento? A me questo fa veramente pensare male. Se applicassimo ora il federalismo salterebbe lo Stato e automaticamente se il sud è come la Grecia, il nord cosa chiederà? Bèh, automaticamente, Lega o non Lega, ci sarà la secessione. E’ questa la realtà dei fatti!
Quindi ribadisco la mia assoluta contrarietà, perché ancora c’è grasso che cola nei rivoli delle leggi e leggine che ci sono qui nella nostra regione.

PRESIDENTE. Ha la parola…(…) Scusate, però, è questione di serietà. Ho chiuso il dibatto, punto! Mi dispiace, Consigliere Marangoni, ma l’ho già detto prima. Anche perché l’Assessore ha un impegno istituzionale che già fin da stamattina mi ha sollecitato. (…) Bene, grazie per la rinuncia. Prego, Assessore Marcolini.

Pietro MARCOLINI. Grazie Presidente e grazie anche a chi ha rinunciato a parlare, seppure non vincola certo la discussione.
Due osservazioni di carattere più generale e poi due-tre risposte alle questioni più importanti poste qui in Aula.
La prima questione è che siamo in tempi difficili di crisi e quindi è complicato il tempo per amministrare. Dunque nel risultato di questa sera (che tra l’altro è migliore di quanto io possa ricordare in passato riguardo l’autogoverno e l’autolimitazione delle proposte frammentarie oppure episodiche da parte dei Consiglieri che legittimamente rappresentano istanze locali particolari) voglio segnalare che siamo non alla vigilia ma nel pieno della crisi che a partire dall’anno corrente con il preventivo che ci aspetta alle porte nelle prossime settimane e poi tutto il 2012, 2013 e 2014, di una situazione in cui se saremo, contrariamente ai timori della Consigliera Malaspina, poco trasparenti oppure poco collegiali o poco programmaticamente ispirati, non sapremo gerarchizzare le nostre scelte, non sapremo far capire quello che facciamo.
L’idea che l’anno scorso avevamo di questi tempi, ossia che con una manovra di 25 miliardi che durava tre anni saremmo arrivati a raschiare il fondo del barile, è stata aggravata da una manovra a luglio di 47 miliardi e 900 milioni e ad agosto di 54 miliardi. Quindi quello che ci aspetta per i prossimi tre anni, con l’aggiunta dei tagli alla sanità che riguardano circa 8 miliardi per 200 milioni, la Regione ha un quadro molto fosco, molto buio. E gli interventi sono per lo più stati ispirati a questa consapevolezza.
Mi rendo conto del gioco della maggioranza e dell’opposizione, gli imbarazzi veri, quelli rappresentati e poi non onorati - un gioco politico che sembra appartenere però a un’era geologica politica che è passata -. Ma quello che ci troveremo di fronte nelle prossime settimane con il preventivo è avere cinque sesti di risorse in meno.
In una riunione di maggioranza un nostro valido amministratore ha chiesto quale fosse la parte rimanente libera nella programmazione finanziaria in termini di capacità fiscale e di capacità di spesa. Bene, rispetto a un bilancio di oltre 4 miliardi siamo a una cifra che si aggirerà attorno a 150 milioni. 150 milioni! Segniamoci questa cifra per il preventivo. 150 milioni per far fronte a tagli che soltanto sui fondi vincolati riguarda quasi 200 milioni l’anno, 175 il primo anno e 190 il secondo e il terzo. Quindi rendetevi conto in che condizioni staremo.
Guardate, stasera è accaduto un episodio veramente spiacevole. Una delle nostre funzionarie era coinvolta da un interesse diretto, addirittura familiare, ad uno degli emendamenti presentati, e la cosa è veramente spiacevole perché riguardava una questione grave, una questione di ordine sanitario. Ecco, esporsi senza una scala gerarchica delle priorità, senza una scelta programmata di scelte motivate e calibrate, pone il rischio di mettere in condizioni a chi dal ritiro dello adStato nel sociale e nel sostegno dell’economia paga le conseguenze più gravi di sentirsi poi minacciato direttamente, quasi, come dire, in maniera estorsiva o ritorsiva. I rapporti politici sono diventati di questo tipo.
Il rendiconto e l’assestamento sono quindi occasioni che ci fa soprattutto riflettere sul futuro. Ed io penso che abbiamo fatto quello che era possibile fare, sia a livello di Commissione che di proposta.
Il bilancio assestato si modifica dopo la discussione concon 37 milioni di correzione. Di cui il 90% riguarda problemi irriducibilmente strategici, mentre un 5-6% sono scelte minori e un 3-4% quello che è venuto fuori secondo la discussione nella Commissione, con aggregazioni casuali, sempre per scelte, come dire, in cui l’interesse personale è bandito e quello politico della rappresentanza territoriale rischia di rovinare.
Siamo in clima di ristrettezze finanziarie, se dunque non ci ancoriamo a una prospettiva programmatica condivisa tutti quanti ragioneremmo in maniera impazzita nella rappresentazione di un bisogno insoddisfatto.
Lo Stato sociale che ci ricordiamo noi – quelli che hanno più o meno la mia età – che era in espansione permanente dagli anni ‘70, seppur lento e con qualche singhiozzo e contraddizione, sta per essere cancellato. E noi l’abbiamo fatto in due fatti importanti dell’assestamento. Da un lato con il patto di stabilità in cui restituiamo, per non far collassare il sistema degli enti locali, Comuni e Province, 90 milioni di spesa. Dall’altro sul tema dell’alluvione, su cui il Governo in maniera incredibile, ingiustificata, incostituzionale si è dimostrato sordo, muto e cieco, ove abbiamo messo il massimo che ci consentiva la legge, che sostanzialmente diceva alla nostra comunità “arrangiatevi, perché io mi rifiuto di mettere un euro sulle vostre disgrazie”.
Abbiamo fatto questo Consigliere Zinni! Abbiamo utilizzato quello che minava in maniera meno offensiva il funzionamento dell’economia; perché l’Irap, come dire, avrebbe costituito una minaccia ulteriore, o l’Irpef che avrebbe limitato ancor più, utilizzando cioè la parte alta saremmo dovuti intervenire sulla parte bassa colpendo così i consumi e i redditi più esposti.
Insomma, abbiamo potuto utilizzare quello che c’era rimasto in mano. E la finalizzazione sine die riguarda esattamente la capacità di tutti, ma i parlamentari di maggioranza e opposizione nella nostra regione hanno portato a casa ben poco. Questo è il problema!
Allora io dico se un’analisi autocritica anche qui la minoranza, che è maggioranza a Roma, non si sente di doverla fare! Perché Roma soltanto per una partecipazione un po’ accesa alla protesta contro la Finanziaria su 1.000 ha avuto 94 milioni, il Veneto 360 milioni, mentre la regione Marche non è stata rappresentata né qui né lì.
Allora penso che la riflessione per il futuro sia quella di tenere i fondamentali in regola. Qui si è detto della linea del Presidente Spacca sulle priorità oppure del rigore finanziario. Ma noi abbiamo tenuto i conti in ordine e nonostante gli oltraggi della crisi abbiamo diminuito di 50 milioni il debito più generale, abbiamo diminuito il disavanzo di 5 milioni, i conti della sanità sono in regola e siamo tra le quattro-cinque Regioni che hanno i fondamentali. E’ poco? Certo, se io dovessi guardare gli assoluti direi che c’è ancora tanto da fare, ma relativamente alla situazione nazionale dico che quello che abbiamo fatto, grazie ai nostri dirigenti, grazie alla condivisione dei nostri obiettivi, è un risultato soddisfacente.
Per la prospettiva, e concludo, è chiaro che c’è un problema di politiche economiche e di contesto nazionale e internazionale. Noi possiamo fare le formichine fino in fondo, e la battaglia contro gli sprechi non è mai finita, però è evidente che c’è una sproporzione troppo grossa tra quello che possiamo fare e quelle che sono invece le necessità che vengono a non essere soddisfatte da una politica che in termini generali sceglie l’idea di uno Stato minimo che si ritira dall’accompagnamento allo sviluppo economico e dall’intervento integrativo dello Stato sociale. Ma la nostra forma di produzione, il cosiddetto modello marchigiano, poggia sui due elementi, su un intervento attivo dello Stato, comunitario, che cerca di non disperdere risorse e su famiglia e imprese.
Quindi o cambia lo scenario della politica economica nazionale e europea, oppure la nostra gallina dalle uova d’oro, l’armonia sociale e la produzione di ricchezza a cui siamo stati abituati negli ultimi trent’anni, rischia di illanguidirsi e poi di declinare definitivamente.
Quello che ci aspetta nelle prossime settimane nella discussione sul bilancio preventivo è una scelta di rigore.
Noi ci stiamo avviando, seguendo anche le indicazioni che ci dava da ultimo il Consigliere Massi sul versante dell’opposizione, ma anche quelle del Consigliere Mirco Ricci per il lavoro di costruzione faticosa della volontà - perché governare in tempi di crisi è difficile e barcamenarsi tra richieste tutte legittime ci impone una scelta programmatica -, verso un bilancio a base zero. Un bilancio in cui insieme metteremo sul piatto qui in Assemblea, con i Comuni e le Province, le risorse superstiti. E vogliamo avviare un percorso partecipato che dia esattamente conto di quello che vogliamo fare. Sicchè la rendicontazione per gli immobili che c’è stata detta, gli stipendi selettivi. E su questo noi non abbiamo decretato un aumento generalizzato dei medici in posizione apicale, abbiamo decretato una misura di mercato per quelle professionalità che altrimenti rischiano di essere centriche rispetto a una piccola regione con bassi stipendi ma ad alto rendimento come appunto la regione Marche.
E’ quindi un tentativo di resistere, modernizzandosi e programmando l’attività in maniera integrata, con la concertazione istituzionale e con quella sociale che fino adesso siamo riusciti a tenere.
Il 7 novembre o il 14 la Giunta discuterà la proposta di bilancio e l’Assemblea legislativa dovrà discuterlo prima di Natale. Penso che ogni appuntamento di democratizzazione e di maggiore trasparenza delle scelte vada nella direzione giusta, non ci sottrarremo assolutamente a questo compito, spero però che il senso di responsabilità e del limite che il contesto finanziario nazionale ci obbliga ci dia anche modo di governare le scelte che altrimenti sarebbero irrisolvibili.

PRESIDENTE. Proposta di legge n. 137, così come emendata. La pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)


Sull’ordine dei lavori

PRESIDENTE. Ha chiesto la parola il Consigliere Cardogna, ne ha facoltà.

Adriano CARDOGNA. Presidente, al punto 6 bis) c’è una mozione, la n. 210, che se non dovesse essere oggi approvata non potrebbe dispiegare i suoi effetti, perché non ci sarebbero i tempi, che appunto scadono a metà novembre, per l’eventuale ricorso alla Corte Costituzionale da parte del Presidente Spacca.
Quindi chiedo di poter affrontare questo argomento.

PRESIDENTE. Consigliere, mi appello all’Aula, nel senso che se c’è questa emergenza e l’Aula è d’accordo possiamo farla. (…) Va bene.


Mozione n. 210
del Consigliere Cardogna
“Impugnazione avanti la Corte Costituzionale dell'art. 4 della L. n. 148 del 2011 'Adeguamento della disciplina dei servizi pubblici locali al referendum popolare e alla normativa europea”
(Votazione)

PRESIDENTE. Pongo in votazione la mozione n. 210 del Consigliere Cardogna.

(L’Assemblea legislativa approva)


Sull’ordine dei lavori

PRESIDENTE. Ha chiesto la parola il Consigliere Latini, ne ha facoltà.

Dino LATINI. Presidente, è riguardo alla mozione n. 193 presentata da me e dal Consigliere Pieroni.

PRESIDENTE. Consigliere, se non ci sono scadenze come in questo ultimo caso la rimandiamo alla prossima seduta. Va bene?

Dino LATINI. Rimanendo tutto sospeso, sì, però alla prossima.

PRESIDENTE. Assolutamente sì, mi prendo l’impegno. Buona serata a tutti e grazie. Ricordo che la prossima seduta è fissata per martedì 8 novembre.
La seduta è tolta.

La seduta termina alle ore 17,30.