Resoconto della seduta n.59 del 22/02/2022
SEDUTA N. 59 DEL 22 FEBBRAIO 2022
La seduta ha inizio alle ore 12,40
Presidenza del Vicepresidente
Gianluca Pasqui
PRESIDENTE. Dichiaro aperta la seduta n. 59 del 22 febbraio 2022. Do per letto il processo verbale della seduta n. 58 del 15 febbraio 2022, il quale, ove non vi siano opposizioni, si intende approvato ai sensi del comma 4 dell’articolo 53 del Regolamento Interno.
Richiamo, inoltre, ai sensi del comma 5 dello stesso articolo, l'attenzione di tutti i Consiglieri sulle comunicazioni distribuite con cui porto a conoscenza dell'Assemblea quanto espressamente previsto dal Regolamento interno.
Comunico, inoltre, che hanno chiesto congedo i Consiglieri Ciccioli e Vitri, gli Assessori Carloni, Castelli e il Presidente Latini.
Proposta di atto amministrativo n. 29
ad iniziativa della Giunta regionale
“Interpretazione autentica resa ai fini applicativi di quanto previsto ai capitoli 12 e 13 del Piano regionale di gestione dei rifiuti approvato con deliberazione dell’Assemblea legislativa regionale n. 128 del 14 aprile 2015”
(Discussione e votazione)
PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca la proposta di atto amministrativo n. 29 della Giunta regionale.
E’ stato presentato un ordine del giorno di non passaggio alla discussione.
Ha la parola, per l’illustrazione, il Consigliere Cesetti.
Fabrizio CESETTI. Grazie, Presidente. Ho presentato insieme a tutto il gruppo del Partito Democratico quest’ordine del giorno ex articolo 99 di non passaggio all’esame dell’atto, che tra l’altro abbiamo condiviso ieri nella riunione del gruppo, anche sulla base della richiesta di stralcio dell’atto amministrativo dall’ordine del giorno rassegnata da numerosi Sindaci, questo dopo aver condiviso le motivazioni dedotte nell’istanza stessa che noi condividiamo in quanto i Sindaci dicono che l’interpretazione autentica fornita nella sopraccitata delibera di Giunta regionale, dopo 7 anni dall’entrata in vigore del Prgr e dopo svariati ricorsi al Tar su procedimenti pendenti, risulta illegittima e infondata anche sul piano costituzionale e concretamente si traduce in una disciplina regolamentare innovativa con portata indebitamente retroattiva, che altrettanto indebitamente va ad interferire con la sfera del potere giudiziario persino già esercitato, giacché si travalicano i poteri dello stesso Consiglio peraltro permettendo indebitamente i diritti di partecipazione degli enti esponenziali del territorio.
Assolutamente condivisibili queste osservazioni in quanto non vi è alcuna necessità né l’opportunità di una interpretazione autentica di un atto a distanza di 7 anni, Presidente, dalla sua adozione, tra l’altro di un organo, l’Assemblea legislativa, addirittura, della IX legislatura in diversa composizione. Converrete con me che è quanto meno singolare che un istituto oggi diverso vada ad interpretare la volontà di un organo nel quale nessuno di noi era presente.
Oltretutto riteniamo che procedere in una interpretazione autentica di un atto amministrativo è all’evidenza di per sé una grave anomalia giuridico istituzionale perché gli atti amministrativi non si interpretano, le leggi casomai si interpretano autenticamente, ma gli atti amministrativi no. Va da sé che qualora si ravvisasse, rispetto all’atto del quale del tutto irritualmente si vorrebbe approvare l’interpretazione autentica resa ai fini applicativi, la necessità di una regolamentazione innovativa o modificativa la via da percorrere è all’evidenza quella della modifica dell’atto, con l’adozione di un atto amministrativo diverso. Se un atto amministrativo non va bene in quanto non è più attuale, c’è bisogno di fare delle modifiche, si modifica, non può esserci una interpretazione autentica rispetto alla quale qualsiasi tipo di interpretazione è soggettiva, e non può essere diversamente, tant’è che il Giudice la può interpretare in modo diverso e rispetto ad un atto, ad esempio, ci possono essere pronunce diverse. Quante volte il Tar si pronuncia differentemente perché interpreta in un modo ed il Consiglio di Stato in un altro? Non può essere che noi facciamo l’interpretazione autentica di un atto che tra l’altro non abbiamo prodotto, ma è l’abc!
A sostegno di questo vi è proprio l’articolo 21, comma 2, lettera i) dello Statuto che viene richiamato poiché tra le funzioni del Consiglio regionale c’è l’approvazione dei piani di settore, come questo, e non c’è scritto che il Consiglio regionale può fare l’interpretazione autentica.
Noi chiediamo che questo atto venga stralciato, neanche rinviato, diciamo semplicemente che questo provvedimento deve essere spazzato via, chiediamo il non passaggio all’esame dell’atto amministrativo n. 29 ai sensi dell’articolo n. 99 del Regolamento interno, anche perché una irrituale interpretazione autentica di un atto fatto da altri da una parte potrebbe coprire magari il dirigente che lo va ad interpretare, ma potrebbe, questo sì, essere foriero di responsabilità nei confronti del destinatario del provvedimento. Stiamo attenti a non esporre domani la Regione anche ad eventuali risarcimenti, danni per responsabilità derivanti da una interpretazione autentica che sarebbe singolare.
PRESIDENTE. Ha la parola, oratore a favore, la Consigliera Ruggeri.
Marta RUGGERI. Grazie, Presidente. Così come avevo chiesto alla Conferenza dei Presidenti di gruppo, torno a chiedere all’Aula, visto che così mi è stato consigliato di fare durante la Capigruppo, di stralciare il secondo punto all’ordine del giorno del Consiglio regionale di oggi, anche alla luce del fatto che ben 6 Sindaci hanno portato avanti questa richiesta indirizzata al Presidente Acquaroli, all’Assessore Aguzzi, al Presidente Latini ed a tutti i Presidenti dei gruppi consiliari.
Mi faccio carico della loro richiesta e chiedo che quest’Aula si possa esprimere con una votazione al riguardo, visto che durante la Conferenza dei Presidenti di gruppo si è deciso di fare la votazione in Aula, per cui sottopongo la questione anche agli altri Consiglieri. Grazie.
Presidenza del Vicepresidente
Andrea Biancani
PRESIDENTE. Nella Conferenza dei Presidenti di gruppo la Consigliera Ruggeri ha evidenziato che avrebbe fatto questa richiesta in Aula.
Ha la parola il Consigliere Carancini.
Romano CARANCINI. Grazie, Presidente. Voglio richiamare l’attenzione dei Consiglieri su questo atto cercando di introdurre un tema razionale che riguarda, oltre le puntuali osservazioni del Consigliere Cesetti, l’assenza di una adeguata istruttoria.
Partendo dalle considerazioni fatte da chi mi ha preceduto sulla natura dell’interpretazione autentica, voglio ricordare a tutti che l’interpretazione autentica per la giurisprudenza e per i principi, meglio ancora per i principi giuridici, è una porta pericolosissima aperta alla retroattività. Attraverso l’interpretazione autentica molto spesso si entra all’interno della possibilità di interpretare unilateralmente le norme a seconda della convenienza.
A questo proposito perché dico che manca una adeguata istruttoria? In genere l’interpretazione trova giustificazione in due elementi: il primo quello del contrasto giurisprudenziale su una determinata questione, il secondo in una grave incertezza.
Ora, l’atto che viene presentato in Consiglio regionale, Presidente e Consiglieri, non ha all’interno dell’istruttoria nessuna di queste spiegazioni. Ovviamente l’istruttoria avrebbe consentito ai Consiglieri regionali di capire le ragioni che sono a fondamento di questa volontà di delibera dell’Assemblea regionale. Da questo punto di vista l’assoluta mancanza di istruttoria in grado di mettere nella condizione i Consiglieri regionali di capire per quale ragione si va ad interpretare è un elemento che porta alla conclusione a cui faceva riferimento il Consigliere Cesetti.
Non si tratta tanto della questione di chi ha fatto il provvedimento di natura legislativa in quanto l’interpretazione dottrinale oggi prevalente rispetto a quella precedente, quella risalente, è che valga la voluntas legis non la voluntas del legislatore precedente.
Ma quello che c’è di anomalo è l’assoluta chiarezza di una sostanziale additività, cioè all’interno di quelle disposizioni se ne inseriscono delle altre che evidentemente potrebbero esclusivamente essere introdotte con una nuova disposizione.
PRESIDENTE. Vorrei evidenziare che il Consigliere Carancini, a cui abbiamo dato la parola, non poteva intervenire, per questo lo invitavo a chiudere in quanto può intervenire solo un Consigliere a favore ed uno contro sull’ordine del giorno di non passaggio alla discussione degli articoli.
Ha la parola, oratore contro, il Consigliere Borroni.
Pierpaolo BORRONI. Grazie, Presidente. Infatti mi domandavo come mai il Consigliere Carancini stesse parlando poiché non mi risulta che sia possibile da Regolamento.
Premesso questo, devo dire che sono perplesso da quello che sto ascoltando in quanto in III^ Commissione, che ha analizzato questa interpretazione autentica, c’è stato un lavoro unanime e bene o male tutti i Consiglieri hanno appreso ed hanno capito la necessità di questa interpretazione, quindi, la prima domanda che pongo è: il Consigliere Cesetti parla con i membri della Commissione del suo partito? Questa esternazione che ha fatto mi lascia perplesso.
Oltretutto dice una cosa che non è palesemente vera, in quanto le interpretazioni autentiche sono state sempre fatte, ho qui la deliberazione n. 39 relativa al Piano del parco Sasso Simone e Simoncello, interpretazione autentica del 2016. Lei non sa che atti faceva in quel periodo? Lei era Assessore, dovrebbe saperlo.
Premesso questo, ritengo che sia importante andare avanti e definire queste interpretazioni perché, come sempre, oggi ci troviamo a risolvere dei problemi che sono nati prima della nostra amministrazione. Grazie.
PRESIDENTE. Proposta di ordine del giorno di non passaggio alla discussione della proposta di atto amministrativo n. 29. La pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa regionale non approva)
PRESIDENTE. Ha la parola la Consigliera Ruggeri.
Marta RUGGERI. Grazie, Presidente. A questo punto sono a chiedere ai sensi dell’articolo 100 del Regolamento interno, così come si era detto alla Conferenza dei Presidenti di gruppo, il rinvio in Commissione dell’atto, a nome mio, della Consigliera Lupini e del capogruppo del Partito Democratico Consigliere Mangialardi. Grazie.
PRESIDENTE. Ha la parola, oratore a favore, il Consigliere Mangialardi.
Maurizio MANGIALARDI. Buongiorno a tutti. Riportiamo il percorso che avevamo condiviso in Conferenza dei capigruppo e consentiamo, aderendo alla richiesta del capogruppo del Movimento 5 Stelle, di stralciare dall’ordine del giorno il punto 2 e di dare seguito alle richieste che sono pervenute da sette Sindaci del territorio.
Al di là della legittimità dell’atto, che meritava un’attenzione particolare, non è uscito dalla Commissione con il parere favorevole del gruppo del Partito Democratico perché la Consigliera Casini si è astenuta, quindi, c’era la necessità di dar seguito all’ordine del giorno che abbiamo presentato, ma visto che non è stato per niente assunto, ritorniamo al percorso che abbiamo condiviso insieme, quindi chiediamo lo stralcio come hanno richiesto i sette Sindaci.
Parliamo sempre, ci ammantiamo dell’attenzione e dell’ascolto del territorio, mi sembra che solo per questo dovrebbe meritare l’approfondimento che sarebbe opportuno e che noi richiediamo.
PRESIDENTE. Ha la parola, oratore contro, il Consigliere Antonini.
Andrea Maria ANTONINI. Intervengo in qualità di Presidente di Commissione dato che la proposta avanzata è di riportare l’atto in Commissione.
Oltre che risottolineare ciò che già è stato detto, che comunque in Commissione è stato valutato in maniera approfondita con la presenza dei tecnici che ovviamente , dato che parliamo di una interpretazione che ha un sapore prettamente tecnico, hanno motivato, quindi, c’è stato un approfondimento, l’argomento non è stato affrontato in maniera rapida o superficiale, tutt’altro, prima cosa; seconda cosa, oltre al fatto che non ci sono state delle contrarietà, voi sapete che quando ci sono degli astenuti dal punto di vista legale, sostanziale, il un voto è unanime, ma a parte questo, si può anche cambiare idea durante …, non succede nulla, cambiare o puntualizzare rispetto alla posizione precedente, ma questo vale per tutti non solo per il caso specifico.
Vorrei sottolineare l’altro dato importante, il Cal, che rappresenta tutte le autonomie locali, quindi anche i Sindaci, una parte ovviamente in questo caso molto ristretta rispetto alla quantità dei Sindaci presenti nella nostra regione, come il Crel hanno espresso parere favorevole.
Dal punto di vista prettamente amministrativo tutti gli atti e tutta la procedura sono stati estremamente corretti ed hanno avuto la condivisione di tutti i diretti interessati.
Per questo non ha senso …, anche perché non capisco cosa al limite dovrebbe tornare in Commissione, cosa potrebbe apportare di più rispetto a quanto già sappiamo, a quanto già fatto? Chi aveva la possibilità poteva richiedere un ulteriore rinvio durante la seduta di Commissione, questo vale per tutte le forze, sia rappresentate che non rappresentate, poiché possono partecipare alla Commissione anche Consiglieri di altre Commissioni con diritto di parola, non di voto. E’ stata data la possibilità a tutti di esprimersi nel percorso ordinario, riportarla indietro secondo me non ha motivo di essere, ma possiamo - questa è l’occasione - discuterne se ci sono delle proposte, eventualmente fare degli emendamenti e parlarne qui, questa è la sede credo più adatta, l’Aula del Consiglio regionale.
PRESIDENTE. Rinvio in Commissione della proposta di atto amministrativo n. 29. La pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa regionale non approva)
La discussione è aperta, ha la parola il relatore di maggioranza Consigliere Borroni.
Pierpaolo BORRONI. Grazie, Presidente. Il punto all'ordine del giorno di oggi riguarda la richiesta di “Interpretazione autentica” fatta dalle Provincie di Fermo e di Ascoli Piceno per casistiche riguardanti i capitoli 12 e 13 della Parte Il del vigente Piano regionale di gestione rifiuti (PRGR).
I quesiti posti dalla Provincia di Ascoli Piceno sono 4 e quelli posti dalla Provincia di Fermo sono 3.
La Provincia di Ascoli Piceno ha posto i seguenti 4 quesiti:
1. alla tabella 12.8-1 del PRGR nella parte in cui stabilisce per gli impianti di discarica "ove sono smaltiti annualmente prevalentemente rifiuti urbani non pericolosi (i rifiuti speciali smaltiti non devono superare il 50% del totale dei rifiuti conferiti annualmente) l'area di tutela (carattere escludente) è di 500 metri";
2. all'applicazione del paragrafo 12.4 del PRGR per gli ampliamenti in deroga ai criteri localizzativi dello stesso PRGR, alla luce dell'orientamento del Tar Marche e del Consiglio di Stato nel caso di ampliamenti sotto la soglia del 30% di superficie e di volume;
3. alla tabella 12.8-2 (Distanze da funzioni sensibili);
4. alla possibilità di autorizzare impianti di discarica di cui al Cap.12 del PRGR, con particolare riferimento alla proposta pianificatrice contenuta al Cap.13 dello stesso PRGR.
La Provincia di Fermo ha posto 3 quesiti di cui chiede la interpretazione autentica:
1. all'applicazione del paragrafo 12.4 del PRGR per gli ampliamenti in deroga ai criteri localizzativi dello stesso PRGR, alla luce dell'orientamento del Tar Marche e del Consiglio di Stato nel caso di ampliamenti sotto la soglia del 30% di superficie e di volume;
2. alla tabella 12.8-1 e 12.8-2 del PRGR nella parte in cui si stabilisce per gli impianti di discarica "ove sono smaltiti annualmente prevalentemente rifiuti urbani non pericolosi (i rifiuti speciali smaltiti non devono superare il 50% del totale dei rifiuti conferiti annualmente) l'area di tutela (carattere escludente) è di 500 metri";
3. alla possibilità di autorizzare impianti di discarica con riferimento alla proposta pianificatrice contenuta nel Capitolo 13 dello stesso PRGR.
Alcuni di questi quesiti posti dalle 2 Province sono simili se non uguali, per cui gli uffici hanno dato 4 interpretazioni autentiche:
1) Primo quesito posto dalla Provincia di Ascoli Piceno e secondo quesito posto dalla Provincia di Fermo si esplicitano nel seguente metodo: Con riferimento ai criteri di tutela specifici "Distanza dai centri abitati" (Capitolo 12.8 e Tab. 12.8-1) e "Distanza da funzioni sensibili" (Capitolo 12.8 e Tab. 12.8-2) di cui alla Parte Il del PRGR 2015, l'ampiezza della relativa area di tutela va misurata come la distanza tra l'oggetto della tutela ed il limite esterno dell'ambito di intervento territoriale del progetto di discarica; questa può essere ridotta da metri 2.000 a metri 500 a condizione che l'autorizzazione alla realizzazione e/o all'esercizio dell'impianto di discarica preveda annualmente lo smaltimento di un quantitativo di rifiuti urbani non pericolosi prevalente rispetto al quantitativo di rifiuti speciali e la prescrizione per cui i rifiuti speciali non possano superare il 50% del totale dei rifiuti conferiti annualmente, con riferimento all'anno precedente.
2) Secondo quesito posto dalla Provincia di Ascoli Piceno e primo quesito posto dalla Provincia di Fermo si esplicitano nel seguente modo: Al capitolo 12.4, secondo capoverso della Parte II del PRGR 2015, per opera esistente deve intendersi, nella declinazione relativa agli impianti di discarica, il complesso delle vasche/settori che risultano autorizzate nelle forme AIA o art. 208 del d.lgs. 152/06 e in gestione operativa al momento dell'entrata in vigore del Piano 2015, con ciò intendendo i volumi autorizzati e previsti ai sensi delle autorizzazioni stesse, compresi vasche/settori/lotti o altra denominazione impiegata, relativi a porzioni di discarica che alla medesima data non siano state definitivamente chiusi ai sensi dell'articolo 12 comma 3 del d.lgs. 36/2003, comunque escludendo le porzioni autorizzate antecedentemente all'entrata in vigore del decreto stesso, attuativo della direttiva 1999/31/Ce relativa alle discariche di rifiuti, nel caso in cui non siano state oggetto di adeguamento alla normativa di settore.
Al capitolo 12.4, terzo capoverso della Parte Il del PRGR 2015, nel periodo "Per ampliamento o modifica si considera anche il cumulo di interventi parziali ed effettuati in fasi successive nel progetto originario", strettamente correlato con quanto stabilito al capoverso precedente, per progetto originario deve intendersi il primo progetto autorizzato a cui sia stato applicato il regime di esclusione dall'ambito di applicazione dei criteri localizzativi previsto dallo stesso capitolo 12.4. Deve pertanto intendersi che a partire dall'opera esistente, (ossia l’impianto le cui dimensioni, esistenti alla data di entrata in vigore del PRGR, costituiscono il riferimento di base), il limite alla possibilità di applicare l'esenzione dai criteri localizzativi si raggiunge quando la somma di tutti i quantitativi autorizzati successivamente alla entrata in vigore del PRGR raggiunge il 30% dell'opera esistente stessa.
3) Terzo quesito posto dalla Provincia di Ascoli Piceno si interpreta nel seguente modo: Al Capitolo 12.8.2, al paragrafo "Distanza da funzioni sensibili", fino all'aggiornamento del Piano, da effettuarsi secondo le procedure di legge, l'elenco degli edifici sensibili così come riportato nel testo del vigente PRGR approvato con deliberazione amministrativa n. 128 del 14 aprile 2015 è da ritenere tassativo e non esemplificativo, considerando pertanto esclusa ogni altra diversa tipologia di struttura.
Richiamato tuttavia quanto previsto al capitolo 12.4, quinto capoverso della Parte Il del PRGR 2015, anche in questo contesto va considerata l'opportunità di un approccio precauzionale nel corso delle procedure valutative e di autorizzazione di impianti di gestione dei rifiuti, che tenga conto caso per caso delle condizioni di compatibilità ambientale e sanitaria tra diversi usi e destinazioni, "al fine di impartire le prescrizioni necessarie a mitigare o compensare eventuali criticità".
4) Quarto quesito posto dalla Provincia di Ascoli Piceno e terzo quesito posto dalla Provincia di Fermo si interpretano nel seguente modo: "Ai fini della corretta applicazione delle previsioni di carattere generale di cui alla Parte Il del PRGR 2015, Capitolo 12.2 e di quelle di carattere specifico di cui al Capitolo 13.4.4.3 relativo agli impianti di discarica, si chiarisce che, nel caso in cui un progetto di nuova discarica o di ampliamento di discarica esistente preveda lo smaltimento di rifiuti urbani, l'individuazione del sito e la sua coerente destinazione all'interno del Piano d'Ambito di cui all'articolo 10 della l.r. 24/2009, rappresenta vincolo preordinato e inderogabile per il rilascio della relativa autorizzazione. Ciò vale anche nel caso in cui l'ampliamento si riferisca a discarica esistente per rifiuti speciali da ampliare, o modificare in termini autorizzativi, per conferirvi rifiuti urbani, seppure in misura parziale o minoritaria rispetto al totale delle tipologie di rifiuti di previsto conferimento". Grazie.
PRESIDENTE. Ha la parola il relatore di minoranza Consigliere Santarelli.
Luca SANTARELLI. Grazie, Presidente. Un saluto ai dipendenti della Regione, ai colleghi Consiglieri ed alla Giunta. Proverò con un breve riassunto a dire quello che è stato fatto dalla minoranza e ricordo che le audizioni hanno portato ad una serie di azioni che sono frutto anche del lavoro fatto in Commissione.
“Distanza da funzioni sensibili”, Parte II del Piano regionale di gestione dei rifiuti, approvato il 14 aprile 2015, l’ampiezza dell’area di tutela va misurata come la distanza tra l’oggetto della tutela e il limite esterno dell’ambito d’intervento territoriale del progetto di discarica e può essere ridotta da 2.000 a 500 metri a condizione che l’impianto preveda lo smaltimento prevalente di rifiuti urbani non pericolosi, rispetto ai rifiuti speciali che non possono superare il 50% del totale dei rifiuti conferiti annualmente, con riferimento all’anno precedente.
Per ampliamento si considera anche il cumulo degli interventi parziali ed effettuati in fasi successive al progetto originario, la somma di tutti i quantitativi autorizzati successivamente all’entrata in vigore del PRGR è il riferimento di base. La somma di tutti i quantitativi autorizzati dopo il PRGR e il limite alla possibilità di applicare l’esenzione raggiunge il 30% dell’opera esistente.
Per l’autorizzazione di impianti si deve tener conto di condizioni di compatibilità ambientale sanitaria, un progetto di nuova discarica o l’ampliamento deve prevedere lo smaltimento dei rifiuti urbani, ’individuazione del sito e la sua destinazione, sia all’interno del Piano d’Ambito che con vincolo di autorizzazione.
Il punto 3), in particolare la distanza dagli edifici sensibili, viene ritenuta tassativa solo per quelli che sono indicati tra le parentesi nel Piano dei rifiuti, quindi, evidentemente sono indicativi.
Dall’elenco delle strutture, ad esempio, mancano gli ospedali di comunità, questo comporta che nel caso di nuove discariche, queste ultime potrebbero posizionarsi a distanza inferiore dalle strutture socio-sanitarie previste dalla Giunta e dal masterplan.
Tutto questo ci lascia dei dubbi anche sulla definizione del punto 2), che permetterebbe di considerare come volume esistente per calcolare il 30% anche quello realizzato, ma che potrebbe non avere ottemperato alle procedure di corretta chiusura e post mortem.
Voglio ricordare all’Aula che l’Assessore aveva dichiarato un anno fa che avrebbe subito redatto il nuovo piano, come gruppo di opposizione chiediamo di mantenere fede agli impegni e soprattutto che il lavoro fatto e le azioni poste in essere in Commissione vengano messi in campo anche durante gli atti votati in Consiglio regionale. Grazie.
PRESIDENTE. Ha la parola la Consigliera Casini.
Annan CASINI. Grazie, Presidente. Consigliere Borroni ha fatto sorridere il fatto che lei abbia letto integralmente le risposte tecniche, avrei voluto dirle di relazionare con parole sue, ma non credo che sarebbe stato in grado di approfondire, così come invece abbiamo fatto noi. Se fosse stato in grado e se lo avesse fatto si sarebbe tra l’altro ricordato, come ricorderanno i tecnici, ed ha mentito prima quando ha detto che siamo stati tutti d’accordo, che io ho avuto due dubbi forti e importanti.
Il primo dubbio è quello sulla definizione degli edifici sensibili. Ho sempre detto che l’indicazione che c’era nel Piano generale regionale dei rifiuti era squisitamente esemplificativa, perché lo dico? Forse il dubbio sarebbe dovuto venire più a lei che a me dato che è stato approvato un masterplan della sanità, che voi tutti avete considerato l’ottava meraviglia del mondo, nel quale ci sono delle indicazioni e delle definizioni, come per esempio gli ospedali di comunità, come per esempio le case della salute, eccetera, che non trovano riscontro all’interno di questa definizione, pertanto si potrebbe ampliare una discarica vicino ad un ospedale di comunità. E’ perentorio che non si possa fare vicino ad un asilo, è perentorio che non si possa fare vicino ad una RSA, ma nulla si dice di quello che nel frattempo si è evoluto.
Quando poi parla di chi c’è stato prima, dovrebbe anche sapere che quando è stato approvato questo Piano, cioè il 14 aprile 2015, non c’era il precedente Presidente, anche noi l’abbiamo ereditato ed a maggior ragione, visto che non c’è nessuno dei presenti, come bene ha detto il Consigliere Cesetti, avreste fatto bene a presentare una modifica normativa invece che una interpretazione autentica ora per allora.
Detto questo, non mi convince ed ancora non sono convinta del pericolo che c’è, poiché poi qualcuno potrebbe dire che la Consigliera Casini è interessata a questo argomento in quanto nel Piceno, vicino alla discarica di Reluce, è noto, c’è una struttura dell’Ama Aquilone che poteva essere ritenuta sensibile, ma non lo è secondo questa definizione. Dell’Ama Aquilone tutti sanno che è stato deciso il trasferimento dal Comune di Ascoli Piceno con una apposita delibera per cui non c’è più neanche questa visione di interesse personale che potrei avere essendo effettivamente amica di Ama Aquilone.
E’ un problema che può riguardare tutti e non ci rendiamo conto che il grido dei Sindaci, è il grido di chi ha problemi nel proprio territorio legati alle discariche. E’ evidente che gli altri questa preoccupazione se la pongono meno, fino a quando non arriva qualcuno che vuole mettere dei rifiuti a casa loro, ma è normale che sia così, che sia più sentito da quelle comunità e da quelle località in cui c’è il problema vero, laddove ci sono i camion, le puzze, le polveri, dove c’è la gestione dei rifiuti, che di per sé ognuno vorrebbe in un sito diverso da casa propria.
Questa interpretazione io l’avevo già evidenziata e secondo me non è corretta perché ritenere tassativo, cioè interpretare tassativo qualcosa che per sua natura è esemplificativo, a mio avviso è scorretto e questo l’ho sempre detto.
Altro dubbio che avevo era quello sul volume di base che viene considerato per avere la deroga, la soglia del 30%, cioè mi spiego. Se c’è una discarica che è stata autorizzata dopo il 2015 e se ha tutte le carte in regola - così mi è stato detto, ma in realtà non è così - può essere autorizzato in deroga un ampliamento purché sia inferiore al 30% del … e qui c’è la definizione, del volume e della superficie. Leggo: “Con ciò intendendo i volumi autorizzati e previsti ai sensi delle autorizzazioni stesse, compresi vasche/settori/lotti o altra denominazione impiegata, relativi a porzioni di discarica che alla medesima data - il 2015 è l’entrata in vigore del Piano regionale - non siano stati definitivamente chiusi ai sensi dell’articolo 12”, eccetera.
Ho chiesto che mi fosse spiegato bene cosa significasse “definitivamente chiuse” ed ho chiesto: se qualcuno non ha fatto le operazioni di chiusura corrette secondo l’autorizzazione, secondo l’AIA, se qualcuno è stato fermo con le autorizzazioni, se un gestore che non ha avuto il collaudo della discarica in quanto inadempiente , quel volume viene considerato? Mi è stato detto: “No, per carità, quel volume non viene considerato”, invece dalla lettura di questa norma quel volume di un soggetto potenzialmente inadempiente o inadempiente viene considerato per avere l’opportunità di ampliare quella discarica con il 30% in deroga al piano regionale ed ai Piani d’ambito.
Questa è una cosa grave, primo perché se è vero quello che mi è stato detto e che io leggo nella norma, significa che noi facciamo considerare un volume a chi non ha adempiuto a tutte le norme, a tutte le regole e alle prescrizioni contenute nelle autorizzazioni e nell’AIA, e dato che è rimasto in vita, quindi ha la discarica aperta, ha un bonus di ampliamento fino al 30% di quel volume che non ha messo in sicurezza.
Questa è una cosa che non mi è stata detta così chiara come poi ho approfondito e sulla quale ho dei grossi dubbi.
Non è una questione che riguarda la Provincia di Ascoli Piceno o la Provincia di Fermo, riguarda tutti noi. Secondo voi è giusto dare un bonus discarica del 30% a chi non ha applicato le norme e le regole che gli sono state imposte sia a livello nazionale che con le autorizzazioni? Secondo me è una cosa che non sta né in cielo né in terra.
Ritengo che queste siano due interpretazioni pericolose, non ho cambiato idea rispetto a quello che ho detto in Commissione, mi dispiace, non sto leggendo, Consigliere Borroni, vado a braccio dato che la materia me la sono studiata e non ho bisogno di leggere, non la rileggo soprattutto così come è stata scritta dai tecnici, magari cambio una parola, lo dico in maniera diversa per far capire che l’ho capita.
Sicuramente non sono stata chiara, ma cerco di far capire all’Aula che sarebbe importante approfondire, primo, andrebbero integrati gli edifici sensibili con gli edifici che questa Giunta ha presentato in Consiglio e che ha indicato come sensibili, con quegli edifici che oggi non vengono indicati, per esempio. Non è una questione che riguarda la mia provincia, ma può riguardare tutte le province, è di mera tutela della salute dei cittadini e credo che debba essere di interesse di quest’Aula; secondo, la possibilità, che diamo con questa norma, di dare un bonus del 30% a chi è inadempiente.
Questa norma andrebbe scritta in maniera più chiara per evitare che questo sia, anche perché sappiamo bene che i Sindaci faranno un ricorso al Tar su questa interpretazione e se è un’interpretazione che non è così chiara, che consente un escamotage … Stiamo parlando di rifiuti, che sono normati da legge comunitarie, c’è una grande attenzione al tema dei rifiuti e dell’ambiente, a maggior ragione con il Pnrr, non ne faccio una battaglia politica, ma ne faccio una battaglia di buon senso, di correttezza amministrativa, soprattutto di rispetto di quei territori che da anni subiscono vessazioni ambientali perché purtroppo molti anni fa vi sono state individuate delle discariche, ne soffrono tutte le conseguenze e vorrebbero vedere applicata la norma. Quindi, se si può fare l’ampliamento del 30% si faccia in deroga, ma si faccia laddove i volumi sono autorizzati, trattati e dove le discariche vengono collaudate e dove viene fatto il post mortem, sennò siamo bravi tutti!
Queste sono due falle che secondo me andrebbero sanate e chiedo a quest’Aula se è possibile di farlo, non so come perché non sono in grado di poterlo fare adesso, ma condividevo l’idea - oltre che della pregiudiziale sulla quale concordavo in toto - visto che siamo entrati nel merito (ed ho votato la proposta della Consigliera Ruggeri) di riportare l’atto in Commissione per rivedere questi due punti che sono, lo ripeto, pericolosi per i nostri territori perché oggi ancora non abbiamo altre discariche individuate, ma non è detto che questo non si possa fare e la risposta che ci viene data: “Dopo lo vedremo con la VIA” no, poi non lo vedremo con la VIA perché lasciamo la responsabilità ai soli tecnici di dire di no, visto che la politica è stata miope ed alla fine succederà che i poveri tecnici si troveranno a dare un parere e una valutazione ambientale e a dover dire si o no rispetto a delle questioni locali, e questa discrezionalità loro non la vogliono. Non è un caso che la richiesta di parere sia venuta dagli uffici tecnici di due province, che hanno bisogno di avere informazioni e norme chiare da applicare, non vogliono essere discrezionali, quindi, anche per la tutela di quella burocrazia, che viene così volgarmente definita burocrazia ma che lavora tutti i giorni al servizio dei cittadini, dico che dovremmo dare delle norme più chiare e meno interpretabili, soprattutto a tutela dell’interesse generale della salute pubblica.
PRESIDENTE. Ha la parola la Consigliera Ruggeri.
Marta RUGGERI. Grazie Presidente. Questa proposta di atto amministrativo vorrebbe avallare, e rendere efficace ai sensi di legge ed ai fini applicativi, una nuova interpretazione di quanto previsto ai capitoli 12 e 13 del Piano regionale di gestione dei rifiuti in termini di distanza delle discariche dai centri abitati e da edifici e servizi sensibili, interpretazione che però contrasta con la giurisprudenza consolidata.
Il Consiglio di Stato, infatti, si è già espresso chiaramente nel merito di quanto oggi stiamo discutendo con la sentenza n. 572/2017 e più recentemente con la sentenza n. 5766/2020 che ha riformato la decisione del Tar delle Marche in merito al ricorso presentato dai Comuni di Castelbellino e di Monte Roberto contro la V.I.A. e l'Autorizzazione Integrata Ambientale relative all'ampliamento della discarica "La Cornacchia" nel Comune di Maiolati Spontini.
In particolare, il Consiglio di Stato ha già interpretato i capitoli 12 e 13 del Piano regionale di gestione dei rifiuti in merito agli "effetti cumulativi" dei profili ambientali, nel senso che il limite alla possibilità di applicare l'esenzione degli ampliamenti dai criteri localizzativi previsti si raggiunge e si supera quando la somma di tutti gli ampliamenti succedutisi nel tempo, anche precedenti all’entrata in vigore del Piano regionale di gestione dei rifiuti, supera in termini di quantitativo autorizzato il 30% rispetto al "progetto originario". Per progetto originario si deve intendere il primo progetto autorizzato della discarica e non il complesso delle vasche o settori in gestione operativi ed esistenti nel 2015, al momento di approvazione del Piano regionale.
Non si può operare una distinzione tra i settori in coltivazione e quelli saturati, come vorrebbe fare l'interpretazione proposta nell'atto amministrativo che ci accingiamo a votare, in quanto sono tutti suscettibili di provocare un impatto ambientale con effetto cumulativo.
Diversamente, sarebbe vanificato il principio, sancito nel Piano regionale, che impone di tenere conto degli "effetti cumulativi" degli interventi di ampliamento delle discariche.
Nel merito, mi limiterò a leggere il passo secondo me più significativo della sentenza del Consiglio di Stato: "In una prospettiva di tutela e di vivibilità dell'ambiente antropizzato, non avrebbe senso sostenere il contrario, ossia che il vincolo della cumulabilità degli interventi parziali sarebbe applicabile soltanto a partire dalle autorizzazioni vigenti alla data di approvazione del Piano e non retroattivamente.
Il principio di retroattività non è correttamente evocato perché esso riguarda il sistema delle fonti del diritto.
Il principio della verifica degli impatti cumulativi riguarda, invece, le preesistenze ed il giudizio di sostenibilità e di accoglibilità di nuovi impatti negativi o stressanti. Pertanto, se è vero che il Piano regionale di gestione dei rifiuti non può che necessariamente applicarsi, "ratione temporis", alle nuove istanze o domande presentate dopo la sua entrata in vigore, ciò non significa che debba o possa essere pretermessa la legittima aspettativa di vedere esaminata la compatibilità del 'realizzando' rispetto al già 'realizzato'".
Tale arresto giurisprudenziale non può essere aggirato con una nostra interpretazione difforme che credo sia più funzionale agli interessi di qualche gestore del servizio piuttosto che all’interesse generale.
La proposta se approvata andrà ad incidere sicuramente sulla VIA relativa all’ampliamento della discarica di Relluce nell’ascolano e probabilmente su altri progetti di ampliamento che si stanno valutando in altri siti, tra cui potrebbe esserci anche la discarica di Fano, Monteschiantello. Questo lo voglio dire perché spesso i Consiglieri di maggioranza del Consiglio regionale sono in prima fila quando si tratta di ascoltare i Comitati che sono preoccupati, però oggi si accingono a votare un atto di questo tipo. Chiedo, quindi, quanto meno un po’ di coerenza tra i pulsantini che premono in Aula rispetto a quello che vanno predicando in mezzo alla gente, perché comunque faremo sapere cosa approvate oggi.
Se voteremo favorevolmente questa proposta di atto amministrativo, che intende aggirare i criteri localizzativi nelle procedure di autorizzazione degli ampliamenti, andremo ad esporre la Regione, le Province che rilasceranno le V.I.A. ed i Comuni sedi di discariche, ad un contenzioso certo, oneroso ed inutile, oltre ad oltraggiare i cittadini che nei territori giustamente hanno a cuore il rispetto dell'ambiente e la tutela della salute secondo il principio di precauzione. La lettera sottoscritta dai 6 Sindaci, di cui abbiamo parlato prima, indirizzata a ciascuno di noi, è un monito in tal senso, monito purtroppo inascoltato.
Sono sicura che gli esponenti delle forze politiche che compongono la maggioranza, sempre solerti nell'appoggiare a parole i comitati dei cittadini che si battono per la tutela della salute e per la qualità della vita nei territori, opponendosi agli ampliamenti delle discariche che invadono i limiti di distanza dai centri abitati e dagli edifici e funzioni sensibili, vorranno essere conseguenti, votando contro questo provvedimento insieme a noi del Movimento 5 Stelle. Non voglio pensare che tale solerzia e tale impegno ambientalista quando erano all'opposizione sia stato solo funzionale ad accaparrarsi qualche voto. Grazie.
PRESIDENTE. Ha la parola l’Assessore Aguzzi.
Stefano AGUZZI. Grazie, Presidente. Ascolto con attenzione il dibattito, è un tema delicato, quindi ci possono stare sfaccettature, visioni diverse e differenti.
Una cosa è sicura comunque, checché se ne voglia dire, non certo per gettare la croce addosso a qualcuno o a qualcun altro, il problema oggi nasce da una serie di ritardi che ci sono stati in questi anni, basta dire che dopo aver approvato il Piano regionale dei rifiuti sei anni fa nessuna Provincia e nessuna Ata ha approvato i piani d’Ambito. Di fatto questo è un grosso ritardo, che oggi porta anche ad una discussione di questo genere. A me non piace dire è colpa di Tizio o di Caio, ognuno di noi ha mille manchevolezze e quando si governa è sempre faticoso, però di fatto oggi ci troviamo, non dico costretti, ma indubbiamente un po’ forzati a portare avanti un atto amministrativo, anche inusuale se vogliamo, perché è inusuale un atto amministrativo di questo genere. Non capita spesso di dover portare provvedimenti come questo, di interpretazione, in Consiglio regionale, così come tendenzialmente non si portano nei Consigli comunali. Però questa è un’esigenza che nasce da una richiesta che viene da due Province, non viene da un Consigliere regionale o da un Assessore, viene da due Province, evidentemente c’è un’esigenza reale dei territori.
Queste esigenze reali dei territori spesso emergono perché è mancata la forza, il coraggio, la capacità, ma forse più il coraggio, di portare avanti delle scelte, che è vero, come diceva poco fa la Consigliera Ruggeri, a volte vanno anche a cozzare in parte su quello che è il sentire dei cittadini nei territori, ma questo è come quando si fa la lotta contro l’antenna che nasce vicino casa, tutti contrastano l’antenna, poi il giorno che non ti prende il cellulare ti incavoli e lo sbatti nel muro.
Ognuno di noi dovrebbe a poco a poco prendere coscienza di una serie di situazioni, i rifiuti nella regione Marche sono trattati nella maniera probabilmente più retrograda rispetto alle altre Regioni d’Italia, se togliamo qualche Regione del sud in cui magari i meccanismi sono peggiori.
Noi abbiamo tutto sommato una buona raccolta differenziata, perlomeno nella percentuale, non sempre nella qualità e quando diciamo che il 70%, così come il Piano regionale dell’epoca prevedeva, è stato raggiunto, non spieghiamo che di quel 70% un buon 20% torna indietro per andar di nuovo in discarica, con doppia spesa, perché non è di qualità.
Comunque quel Piano che prevedeva quel tipo di attività poi non ha più previsto in seguito - poi torno su quello che ha detto il Consigliere Santarelli poco fa che chiedeva una cosa legata a questo - nessuna impiantistica se non le nostre classiche discariche. Siamo indietro, purtroppo ce lo dobbiamo dire tutti, guardandoci in faccia, rispetto alle altre Regioni del centro Italia, se ci paragoniamo con il nord d’Italia non esiste storia perché troppo di frequente quando si tratta di temi delicati, come la legge sull’urbanistica, la legge sulle cave, i biodigestori, le discariche, il piano dei rifiuti, non si ha il coraggio di operare, spesso si guarda più al consenso personale ed elettorale dei territori, dove non vogliamo andare a sbattere il naso, rispetto alle esigenze vere che qui dentro siamo chiamati a risolvere, perché se siamo qui a governare una Regione è per risolverne i problemi, anche quando qualche volta si sbatte il naso contro una parte dell’elettorato.
Di conseguenza questo atto inusuale, ma doveroso ed apprezzo …, non ho fatto nessuna forzatura sui Consiglieri, ci siamo parlati prima molto serenamente di là, sapevo che c’era qualche perplessità da approfondire. Non è un atto che ho fortemente voluto, che ho portato qui con chissà quale prosopopea, è un provvedimento che ci hanno chiesto delle Province, che deve chiarire la possibilità di poter operare su quei territori dando una giusta interpretazione ad una serie di atti che sono superati nel tempo, scavallati da nuove leggi, figli di un Piano dei rifiuti vecchio e figli di piani Ata mai approvati, che oggi lasciano questi dubbi e queste interpretazioni, a volte equivoche, per cui si è costretti ad arrivare al Consiglio di Stato in qualche caso.
Credo che dare un’interpretazione univoca su tutto il territorio - qui non si parla di Ascoli Piceno, la richiesta viene da Ascoli Piceno e da Fermo, ma è univoca in tutto il territorio, non si fa qualcosa ad hoc per Ascoli Piceno – dia chiarezza interpretativa a chi su quei territori deve operare, a chi gestisce il ciclo integrato dei rifiuti, a chi gestisce il territorio, a chi governa quei territori, a chi opera in quei territori. Si dà una interpretazione per dire: “se volete continuare a fare questo tipo di attività dovete attenervi esattamente a queste normative”, per questo hanno fatto uno sforzo i nostri uffici, che ringrazio.
Questa è una responsabilità e vedo, e mi fa piacere, che buona parte di questo Consiglio regionale oggi se ne prende in carico, nonostante l’inusualità di atti di questo genere. E’ un provvedimento di responsabilità che è stato approfondito. Vedo che in Commissione ha avuto un parere positivo, anche con degli astenuti, vedo che è andato al Cal e al Crel con pareri positivi, a questo punto non capisco quali altri dubbi dovremmo tutto sommato avere. Se siamo convinti che serva, serve, se siamo convinti che non serva o che comunque non vada bene allora è inutile parlarne, però il punto qual è? Ci ritroveremo ancora una volta punto a capo! Se come amministrazione regionale tra 5 anni non avessimo affrontato il Piano dei rifiuti …, sul quale, Consigliere Santarelli, stiamo già lavorando, stiamo per pubblicare il bando che era stato rivisitato e ritirato per un ricorso che aveva fatto una ditta rimasta fuori. Sì, da quel bando c’era stato un aggiudicatario per fare il nuovo studio sul Piano regionale dei rifiuti, ma c’è stato un ricorso, se fossimo andati avanti nel contenzioso saremmo stati qui 5 anni, abbiamo preferito rifare il bando per dargli nuova legittimità e vedere come si svilupperà, quindi siamo al punto di ripubblicare il bando per ricercare una società specializzata che ci fornirà lo studio.
Nel frattempo, approvando questo atto amministrativo, diamo quella necessaria chiarezza su alcuni punti fondamentali che consentiranno comunque di operare sui territori.
I famosi quesiti, prima il Consigliere Borroni è stato preciso nel leggere tutte le norme, che di fatto sono già previste e che noi esplicitiamo, come dire: valgono i 500 metri dalle discariche se vengono portati meno del 50% dei rifiuti urbani? Si, valgono i 500 metri, se sono più del 50% sono due chilometri.
Oltre tutto questa norma dei due chilometri che è stata inserita, secondo me è fuori luogo, però non è in discussione oggi, non so se lo sarà domani, in quanto solo la Regione Marche obbliga lo smaltimento dei rifiuti speciali a 2 chilometri dai centri abitati, tant’è che tutta la nostra imprenditoria regionale spende il triplo di quella dell’Umbria, di quella dell’Abruzzo, di quella dell’Emilia Romagna, di quella della Toscana, di tutte le altre Regioni per portarli fuori regione. Questo è un danno economico grossissimo per le nostre imprese, però non è in discussione, qui non stiamo riesaminando questo, se sono più del 50% devono andare a due chilometri, su questo non c’è nulla di nuovo, confermiamo di fatto quello che già c’è.
L’interpretazione che so fa un po’ più discutere è quella di dire: ma il piano originario, per valutare il famoso 30%, è quello di quando la discarica inizialmente è stata autorizzata o è quello di quando è andato in vigore il Piano? Quando è entrato in vigore il Piano, perché se nel 2015 il Piano è stato studiato secondo le esigenze dei nostri territori marchigiani e da quel fabbisogno ha verificato un ulteriore 30% di potenziale ampliamento, non può basarsi quel 30% su discariche autorizzate 20 anni prima, quando i bisogni erano completamente diversi e diversificati. E’ chiaro che deve partire da quando il Piano è stato redatto, cioè il 2015, questo lo chiarisce, effettivamente era un dubbio che aleggiava nel momento in cui nelle varie Province si doveva autorizzare o meno eventuali ampliamenti.
Poi il discorso di cosa può stare o non può stare entro i 500 metri, abbiamo esplicitato quello che di norma può stare o non può stare dentro i 500 metri, dopo ci può essere una interpretazione che tira un po’ più in un senso e dice che forse era meglio metterci qualcosa di più, qualcun altro può dire che era meglio metterci qualcosa di meno, ma abbiamo esplicitato quello che le Province possono o non possono tenere in considerazione per dare queste autorizzazioni e per fare queste valutazioni.
Ultima cosa, uno dei quesiti fondamentali è: ma un eventuale ampliamento della discarica si può portare avanti senza un Piano di Ata approvato? No, non si può, è questa una delle cose per cui abbiamo fortemente forzato le 5 Province, le 5 Ata ad approvare i Piani, proprio per consentirci di proseguire in questi percorsi, di proseguire anche nei potenziali ampliamenti laddove servono e nel proseguire anche su un nuovo Piano d’ambito. Come dire, capisco tutte le perplessità, ma se uno deve stare qui a fare l’Assessore o il Consigliere per temporeggiare perché non ha il coraggio di prendere le decisioni, poi si ritrova una legge urbanistica vecchia di 30 anni, un Piano d’Ata vecchio di 6 anni, un Piano cave vecchio di 12 anni, si trova in queste situazioni!
Le realtà vanno affrontate anche se a volte, ripeto, capita di sbattere il naso magari contro lo stesso elettorato, può succedere.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Serfilippi.
Luca SERFILIPPI. Grazie, Presidente. L’intervento dell'Assessore Aguzzi è stato molto esaustivo e lo ringrazio perché il cambio di passo si sta vedendo, nonostante sia un settore delicato, come l'ambiente.
Il fatto che la Giunta abbia deciso di mettere a gara tutta la definizione del nuovo Piano regionale dei rifiuti è il segno importante che vogliamo affrontare i problemi, invece ci troviamo ancora a dover far fronte a problemi passati, come questa interpretazione autentica che oggi andiamo ad esplicitare, frutto di un contenzioso che ha visto prima, di fatto, vincere al Tar e poi perdere al Consiglio di Stato.
Sulla legittimità e sul fatto che questa interpretazione autentica, che oggi andiamo a votare, sia giusta e corretta sono favorevole, pertanto mi dispiace che alcuni Consiglieri avallino la tesi per dire che noi vogliamo ampliare o costruire discariche vicino ai centri abitati. Non mi riferisco sicuramente a lei, però qualche Sindaco e qualche Consigliere ci sta provando. Non stiamo votando questo atto …, cioè non autorizziamo assolutamente nessun ampliamento di discarica con questo provvedimento, questo deve essere abbastanza chiaro per quelle comunità e spero che non venga strumentalizzato, però fondamentale, come ha detto l'Assessore, è avere una strategia globale, è rilevante avviare una discussione per affrontare l'argomento a 360 gradi perché il tema dei rifiuti è molto significativo e delicato. Se vogliamo dare una prospettiva ai cittadini ed alle aziende della nostra regione dobbiamo avere un quadro generale a 360 gradi e senza tabù, dobbiamo prendere atto comunque dei ritardi che sono stati accumulati ed anche del fatto che abbiamo Province un po’ più avanti ed altre un po’ più indietro, di certo le Ata in pochissimi casi hanno funzionato, pertanto, ho apprezzato il cambio di passo dell'Assessorato all'ambiente, che ha chiesto alle Province, quindi alle Ata, di fare il Piano d’ambito. C’è stata una grande discussione e sono contento anche che su questi Piani d’ambito la Regione stia dicendo del suo, dove ci sono delle forzature. Mi riferisco ad esempio alla Provincia di Pesaro Urbino.
La Regione ci sta mettendo del suo perché noi dobbiamo avere una pianificazione regionale e non localistica o che privilegi l'uno o l’altro gestore di servizi, che abbia una strategia completa.
Il mio intervento è solamente per rimarcare il fatto che non dobbiamo fare demagogia sugli atti che votiamo, questa è una interpretazione autentica di una legge votata dalla precedente amministrazione, che noi abbiamo ereditato, che magari personalmente non condivido in alcune sue parti e mi auguro che venga modificata con una strategia complessiva da parte della Giunta Acquaroli.
In Commissione l'abbiamo sviscerata, più volte siamo entrati nel merito di questa delibera, abbiamo chiesto che l’interpretazione autentica venisse in primis dalla Giunta e poi deliberata dal Consiglio regionale su quelle sentenze che hanno creato dei dubbi interpretativi, ma rispetto al passato, questo ci tengo a precisare, non cambia assolutamente nulla, si fa chiarezza, come diceva prima una Consigliera che mi ha preceduto, su quello che le Province, le Ata e gli enti gestori, comunque i proprietari degli impianti della nostra regione, devono tenere in considerazione se vogliono apportare delle modifiche.
Questo ci tenevo a dirlo perché non andiamo a stravolgere niente, non è una modifica del Piano regionale dei rifiuti, anzi ci tengo a dire che è importante a mio avviso, Assessore, aprire una discussione vera e profonda senza mettere “le pezze” come oggi perché quando le norme vanno in contrasto poi dobbiamo intervenire.
Ringrazio per l'intervento che oggi facciamo, occorre aprire una discussione generale a 360 gradi sia sugli ambiti territoriali, sia sulle pianificazione di ambito, che sono in ritardo e si stanno svolgendo. Grazie.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Cesetti.
Fabrizio CESETTI. Grazie, Presidente. Non interverrò nel merito perché l’ha già fatto la Consigliera Casini, qui c'è un problema di metodo perché l'Assessore Aguzzi onestamente ammette che questo atto è inusuale, sono parole sue, e nulla centra che non si vogliono esaminare le situazioni perché noi siamo qui per affrontarle, però non vanno affrontate in modo inusuale, ma in modo regolare e su questo la forza argomentativa dell’Assessore Aguzzi, circa la necessità comunque di intervenire, è inversamente proporzionale alla debolezza del provvedimento perché quella forza argomentativa doveva indurre a modificare l’atto, come ho detto poc'anzi a fondamento anche delle ragioni per non passare all'esame dell'atto stesso ai sensi dell’articolo 99.
Il cosiddetto Piano regionale di gestione dei rifiuti adottato ai sensi dell'articolo 199 del D.Lgs. 152/2006 poteva essere modificato, integrato con un atto uguale o contrario, come ad esempio si fa quando si modifica una legge attraverso procedimenti emendativi. Quante volte abbiamo fatto emendamenti agli atti amministrativi? Questo bisognava fare, non l'interpretazione autentica, addirittura a fini applicativi, ma stiamo scherzando?
Voglio semplicemente citare una cosa, leggo l’articolo 12 delle preleggi: “Nell’applicare la legge non si può ad essa attribuire altro senso che quello fatto palese dal significato proprio delle parole secondo la connessione di esse, e dall'intenzione del legislatore, eccetera …”. Guardate, che questo vale per le leggi, ma qui non parliamo di leggi, parliamo di un atto amministrativo e ovviamente - lo ricordo soltanto a noi perché immagino che voi lo sappiate - l'interpretazione può essere giudiziale, vale per le parti che sono in causa, dottrinale, vale quel che vale, e autentica se è compiuta dallo stesso legislatore e può essere però dichiarativa, estensiva, restrittiva e per analogia. Taccio i termini latini che sarebbero anche più belli, magari faccio qualche errore e la Consigliera Ruggeri mi riprende.
Prima sono andato su Wikipedia, leggo testualmente: “E’ detta interpretazione autentica l'interpretazione della legge effettuata dal medesimo organo che ha posto in essere l'atto normativo. E’ un meccanismo normativo non interpretativo, poiché impone norme ed è fonte di diritto” L'interpretazione autentica si fa con una norma, quindi per estensione l'interpretazione di un atto amministrativo si fa con un atto amministrativo. Per questo chiedete due minuti di sospensione, qui ci sono di dirigenti, i funzionari, il Segretario generale di assoluto valore che può spiegare queste cose, magari potrei cambiare idea, poco conta.
Ripeto, è un meccanismo normativo non interpretativo poiché impone norme ed è fonte di diritto. “Essa dà luogo – sempre da Wikipedia – ad un nuovo precetto astratto, bisognoso a sua volta di un'interpretazione per essere applicato al caso concreto”. Dico all’attento Assessore Aguzzi: esso dà luogo ad un nuovo precetto, in questo caso ad un nuovo atto amministrativo, qualora fosse possibile, astratto, bisognoso a sua volta di una interpretazione per essere applicato al caso concreto. Questo è.
Consigliere Borroni, non c’entra nulla quello che è stato fatto, non so come è stato fatto, a parte il tema del tempus regit actum, dicevano i latini, però il tema è proprio questo, qui non si contesta il merito rispetto al quale non ho approfondito - e sono disponibile a confrontarmi personalmente, è evidente che cerco di relazionarmi con tutti, sto in due Commissioni, cerco di vedere anche gli atti che vengono esaminati da altre Commissione se di interesse, come questo, cerco di occuparmi di tutto quando vengo qua tenendo conto che la giornata è di 24 ore - non è il merito, il tema era questo, semplice. Si poteva portare un atto, come abbiamo scritto poc'anzi, se c'era la necessità di una interpretazione autentica resa a fini applicativi si portava una modifica innovativa con un altro atto amministrativo, questo si fa, come quando facciamo gli emendamenti agli atti amministrativi, quante volte noi scriviamo “Modifiche alla legge regionale …”. Ma vi pare possibile fare con l'interpretazione autentica tutto questo popò di roba, Presidente? Lo dico alla Presidenza, due pagine fitte fitte di interpretazione autentica, non è possibile!
L’interpretazione autentica è un meccanismo normativo che non è interpretativo, appunto perché impone norme ed è fonte di diritto, Wikipedia, non lo dice il Consigliere Cesetti. Allora, capite perché mi scaldo? Non perché la cosa non mi appassiona più di tanto, ma è l'unico modo per concentrarmi, è anche l'unico modo per far il legislatore regionale. Questi atti restano e lo stesso Assessore Aguzzi, che qui dimostra di non essere nato ieri, se mi posso permettere, sotto il profilo politico istituzionale, la definisce inusuale perché si rende conto … Allora, che c'era di male a portare un atto amministrativo per modificare quello? Quale interpretazione autentica, ma stiamo scherzando?
Qual è il punto? Questo atto tra l'altro dà la stura ad ulteriori incertezze, Consigliere Borroni, lo dico a lei perché è il relatore di maggioranza, perché qualora si possa definire che sia stato “colto” il meccanismo normativo, lo dicevo prima anche qui da Wikipedia, questo dà luogo ad un nuovo precetto astratto, bisognoso a sua volta di una interpretazione per essere applicato al caso concreto, e che facciamo dopo? Se qualcun altro, magari diverso da quelli di oggi, diverso dalla mia Provincia di Fermo e dalla Provincia di Ascoli Piceno, lo interpreta in un altro modo, torna qua e ci richiede di nuovo l’interpretazione autentica? Ma scusate, di cosa stiamo parlando? Con il pericolo tra l’altro di esporre la Regione Marche - se questo viene impugnato la Regione Marche inevitabilmente viene evocata in giudizio dinanzi al Tar - anche a danni oltre che ad incertezze, per tacere del fatto che questa è una riscrittura.
C'è qui il Presidente Biancani che è stato Presidente della Commissione la scorsa legislatura, due pagine fitte fitte di riscrittura, che, ripeto, determinano un’ulteriore incertezza, un’ulteriore necessità di esigenze interpretative, ma il problema qual è? E questo è serio, lo dico all’Assessore Aguzzi, perché questa interpretazione - glielo dico in modo costruttivo, avrà visto senza alcuna polemica - riscrive e proietta retroattivamente o almeno può proiettare retroattivamente queste disposizioni, e capite che questo non può essere perché noi sappiamo che la legge, questa non è una legge, è un atto amministrativo, dispone sempre per l'avvenire, non può essere retroattiva se non nei casi specificatamente indicati dalla norma stessa. Certo se c'è una norma penale che è più favorevole al reo è ovvio che si applica retroattivamente, ma questo lo dicono le leggi ed espone a diverse problematiche.
In definitiva, come abbiamo detto noi …, ma, ripeto, le argomentazioni che sto usando sono relative alle leggi, ma questa non è una legge, che sono tipicizzate e a livello regionale noi siamo detentori della potestà legislativa, ma punto! E’ la potestà legislativa regionale, finito! Ma questa non è una legge.
Per chiudere, insisto ancora, altrimenti … Sempre se autorizzato dal Capogruppo, ma penso di sì perché prima mi ha consentito di intervenire, di presentare quell’atto che lui ha firmato, ribadisco che non si passi ad esaminare questo atto, che si colga a questo punto, visto che il mio è stato … Non pretendo, Assessore Aguzzi, il non passaggio sensi dell'articolo 99, però credo che si possa ritornare sulla proposta della Consigliera Ruggeri e rinviare l’atto in Commissione, la quale cosa potrebbe fare? Anziché portarci irritualmente una proposta di atto amministrativo per interpretazione autentica resa a fini applicativi …, ma vi rendete conto? Anziché fare questo, torna in Commissione, presieduta dal Consigliere Antonini, e anziché fare questa interpretazione autentica, fa un atto, una proposta di modifica del Piano regionale di gestione dei rifiuti e ci mettiamo, allora sì, magari in modo più sintetico, tutte queste osservazioni. Da parte nostra c’è l’impegno a farlo in modo celere, la Commissione si può anche riunire in settimana e la prossima seduta potremmo portare l’atto, sul quale poi ci confronteremo e c’è tutta la nostra disponibilità ad un confronto costruttivo.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Assenti.
Andrea ASSENTI. Grazie, Presidente. Apprezzo l'esercizio e lo sforzo, anzi lo sforzo no perché francamente al Consigliere Cesetti viene naturale l'esercizio legislativo, quindi, non solo ne ha facoltà, ma lo esplica in maniera perfetta in questa Aula da una parte e da un suo punto di vista. Lo sforzo legislativo lo apprezzo perché poi in Tribunale un avvocato fa quello, deve difendere una parte, un’interpretazione, un’idea.
Io farò l’esatto contrario, cioè proverò a difendere da quest’altra parte quello che più e più volte è stato chiesto in Commissione, in cui questo atto è arrivato per ben tre volte.
La prima volta è stata chiesta una interpretazione ai membri della Commissione, attenzione, questa cosa è stata chiesta inizialmente dalla Giunta ai membri della Commissione, i quali, me compreso, non dico che siamo balzati sulla sedia, però abbiamo detto che forse in qualità di Commissari sarebbe il caso di avere una interpretazione autentica di chi quell'atto, anche se sotto amministrazioni politiche diverse, l’aveva collazionato, l'estensore del piano, quindi era il caso di contattarlo e di farlo venire per spiegarci nel minimo dettaglio i legittimi dubbi di due Province della nostra regione. Di questo parliamo. Ripeto, l’esercizio è bello, è interessante creare ulteriore caos, però rimettiamo il treno sui binari, altrimenti andiamo fuori dal seminato, diceva qualcuno tanti anni prima di me.
Dopo questo primo passaggio in Commissione ce n’è stato un secondo, ci siamo quasi risentiti per questa richiesta, tant’è che dicemmo “non siamo competenti”, che vengano in Commissione i tecnici. Sono venuti il Dirigente e tutto il suo staff, ci hanno spiegato con dovizia di particolari, nel minimo passaggio ed abbiamo studiato ogni virgola e vi sfido a dire il contrario. Lo studio è stato fatto in maniera puntuale, in maniera perfetta, paragrafo dopo paragrafo, anzi, addirittura, anche sui termini e sulla definizione di alcuni termini, purtroppo, ahimè, per tempus fugit, il Piano è di 7 anni fa e alcune interpretazioni non sono oggettivamente attuali e dovrebbero essere modificate. E questo è il tema.
Noi non parliamo di una modifica del PRGR perché la modifica prevede tempi e procedure amministrative e legislative diverse da quello che stiamo facendo ora, oggi c’è un'interpretazione autentica su un atto amministrativo. Abbiamo fatto la stessa cosa sul GIZC, gestione integrata delle zone costiere, che vedrà successivamente un ulteriore passaggio in Giunta, in cui abbiamo applicato una variante non sostanziale per evitare l'inevitabile passaggio ... Nel caso in cui si volesse fare una variante sostanziale con il procedimento di VIA e VAS c’è un anno e mezzo/due di iter procedurale amministrativo legislativo. Di questo parliamo!
Adesso che noi vogliamo buttarla “sull'applicazione Wikipedia”, sulla definizione di atto, su quello che voi volete, ma ci dimentichiamo che le Ata con questo provvedimento hanno il pieno e sacrosanto diritto di legiferare, come avrebbero dovuto fare al 31 dicembre 2021 e che alcune hanno fatto. Non c’è alcuna modifica legislativa dei Piani d’ambito, l’Ata è perfettamente in sé, può deliberare e legiferare come vuole, nessuno tocca la sua potestà.
Su alcune definizioni in Commissione ci siamo scontrati più volte, sulla definizione di centro urbano. Voi sapete, lo ricordo a me stesso, che in questo atto la definizione di centro urbano deriva dal Codice della strada, quindi nulla questio. Abbiamo parlato di tantissime altre cose.
Consigliera Ruggeri, perché ho votato contro al rinvio in Commissione? Perché questo lavoro è stato già fatto, lo abbiamo fatto più e più volte per ben tre mesi, l’approfondimento legislativo l’abbiamo fatto, non dobbiamo rivendicare alcunché e non ci dobbiamo lamentare di nulla perché lo studio è stato profondo, approfondito, soprattutto sulla base dei temi richiesti da due Province di questa regione.
Penso che la richiesta arrivata dai Sindaci … , è legittimo che sette Sindaci possano inviare una lettera a tutti i Consiglieri regionali per chiedere una sorta di puntualizzazione di un atto che si va ad approvare, legittimo, ma è altrettanto vero che questi Sindaci siedono tutti e sette in Ata e hanno potere di voto sui progetti di Ambito Ata che si vanno a presentare.
Faccio un plauso all'Assessore Aguzzi che, nell’immobilismo degli ultimi 6 anni del Piano d’Ambito, ci sta mettendo seriamente la faccia e sta cercando di non attuare quei poteri sostitutivi che la legge permette alla Regione nel caso di inattività da parte delle Ata. Lei con un grande sforzo sta cercando di attivare il processo politico provinciale di ogni Ata affinché ciascuna abbia una autonomia ed una sufficienza per quanto riguarda la materia dei rifiuti sul PRGR. Grazie.
Presidenza del Vicepresidente
Gianluca Pasqui
PRESIDENTE. Conclusa la discussione, ha la parola, per dichiarazione di voto, la Consigliera Ruggeri.
Marta RUGGERI. Grazie, Presidente. Ho ascoltato con attenzione e stupore questo dibattito, sembra che l’Assessore Aguzzi ed alcuni Consiglieri nel dicembre del 2020 non fossero in questa Aula e non si ricordino neanche che insieme alla mia collega ho presentato una mozione per chiedere che le Ata, che non avevano adempiuto ai propri doveri redigendo i Piani d’Ambito, fossero commissariate, così come richiede la legge regionale, non il Movimento 5 Stelle.
Voi ve lo ricordate questo dibattito? E’ il motivo per cui c'è questo deficit di programmazione che, anche l'Assessore oggi l’ha richiamato, scusatemi, non è più addebitabile a chi c'era prima di voi. Ormai è un bel pezzo che siete qui, avete fatto su questi temi degli errori grossolani che personalmente non smetterò di rinfacciarvi perché bocciare quella mozione è stato un errore, tant’è che dopo pochi mesi per non incappare in un'infrazione comunitaria l'Assessore ha dovuto fare esattamente quello che gli avevamo chiesto di fare e che questa Aula aveva rigettato perché era stato detto: “Sono appena arrivato - le parole non saranno state queste testuali - voglio usare metodi più teneri”, con la tenerezza si fa poca politica e infatti ci troviamo in questa situazione.
Dopo quando discuteremo la mozione dei Consiglieri Rossi e Baiocchi ritorneremo di nuovo su questo tema perché quella è stata una partita che ha aperto un sacco di problematiche e la responsabilità, ripeto, è anche di questa maggioranza, perché ormai ci siete voi. Basta con la scusa del rivangare gli errori del passato, dobbiamo guardare al presente o sarebbe meglio al futuro, con un minimo di lungimiranza, che a questa Aula spesso manca.
Mi dispiace che non ci sia il Consigliere Serfilippi perché a lui voglio dire che come non avevate compreso la portata di quella mozione, pare che non abbiate compreso la portata di questo atto che voi andate ad approvare, perché noi voteremo contro, in quanto questi ampliamenti - che il Consigliere Serfilippi dice che non ci saranno, che verranno strumentalizzati da quelli dell'opposizione, che diranno che si amplieranno le discariche vicine ai centri abitati ed ai luoghi sensibili - saranno possibili e sarà possibile per l'approvazione di questo atto, che ha delle maglie molto più permissive rispetto a quelle attuali, sia riguardo la dimensione degli ampliamenti che la tassatività delle definizioni di edificio e funzione sensibile. Su questo è stata molto chiara la Consigliera Casini.
Il risultato di questa approvazione lo vedremo tra pochissimo, perché tra un paio di settimane sappiamo tutti che verrà discussa la VIA dell'ampliamento della discarica di Reluce e quella sarà la prova del nove. Personalmente vi aspetto al varco, voi votatevi questo atto, per me state facendo un errore anche perché dei Consiglieri di maggioranza che fuori da qui dicono di avere posizioni simili alle mie, dicono che l’atto è voluto dai dirigenti. Voi siete stati votati e dovete fare politica, prendervi le responsabilità degli atti politici, il voto è anche un voto politico, non è solo una questione tecnica e i cittadini vogliono avere risposte da voi che ci avete messo la faccia sul contrario di quello che state votando oggi. Questo è il quadro. Grazie.
PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, il Consigliere Cesetti.
Fabrizio CESETTI. Grazie, Presidente. Per dichiarazione di voto autorizzato dal mio Capogruppo perché possa fare fino in fondo la mia parte, per me e per il mio gruppo.
Il gruppo del PD non parteciperà al voto e spiego perché. L’ho paventato prima, ora lo dico in modo più esplicito, come ho scritto nell'atto di non passaggio all'esame a sostegno del non passaggio all'esame, quindi dell'impossibilità secondo me di esaminare questo atto.
Vi è l'articolo 21, comma 2, lettera i) dello Statuto che tra le funzioni del Consiglio regionale annovera l'approvazione dei piani di settore e non la loro interpretazione autentica, tanto dico che il richiamo di detto articolo nel testo della proposta appare del tutto impertinente nel senso letterale del termine.
Perché non partecipiamo al voto? La nozione di questo atto non rientra, colleghi Consiglieri, negli atti tipici del Consiglio regionale, l'adozione di questo atto, ve lo voglio dire, non è coperta dalla prerogativa costituzionale dell'articolo 122, che dice che i Consiglieri regionali non possono essere chiamati a rispondere delle opinioni espresse e dei voti dati nell'esercizio delle loro funzioni. La nostra funzione è quella della funzione legislativa, non è questo il caso, è quella di approvare piani o regolamenti di cui all'articolo 21, comma 2, lettera i) dello Statuto regionale, che a sua volta è la nostra Costituzione interna, invece, un'interpretazione autentica di un atto già adottato a fini applicativi con possibilità di efficacia retroattiva, come tale produttiva di danno o di vantaggio, non è un atto tipico del Consigliere regionale. Se domani quell’atto produrrà un danno e il Consiglio regionale verrà chiamato a risponderne, non si potrà avvalere a mio avviso della prerogativa della cosiddetta immunità del 121, ultimo comma della Costituzione, non è un atto tipico, come ad esempio non se ne può avvalere la Giunta quando fa le delibere. In qualità di Assessore, per carità poi archiviato dalla Corte dei Conti, sono stato richiamato a rispondere per degli atti amministrativi, poi archiviato per assenza di qualsiasi fatto. Questo è, ve lo voglio dire per correttezza, perché, ripeto, il provvedimento si può riportare tranquillamente, ma diverso. Secondo me non vi dovete assumere la responsabilità di questa propsta, lo dico per voi perché sapete che c’è stima ed amicizia, al di là delle parti politiche. Fate un atto, allora sì modificate il piano e lo portate ai sensi dell'articolo 21, comma 2, lettera i) del Regolamento, potrete lì dire e scrivere tutto ciò che vorrete perché non ne verrete chiamati a rispondere, al più quell’atto potrà essere impugnato, ma voi, com’è giusto che sia, non ne dovrete mai rispondere. Se approvate questo atto credo invece che qualche problema ci potrebbe essere, anzi ci sarà, perché non è coperto dalla cosiddetta prerogativa, quindi noi, Presidente, usciamo e chiediamo il voto nominale a nome mio e dei Consiglieri Mangialardi, Casini, Carancini, Mastrovincenzo, Bora e Biancani.
PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, al Consigliere Borroni.
Pierpaolo BORRONI. Grazie, Presidente. Intervengo per dichiarazione di voto a nome del gruppo Fratelli d’Italia.
Noi riteniamo che questa sia una interpretazione autentica essenziale, un chiarimento che l'Assessore Aguzzi ha voluto fare su richiesta delle Province di Ascoli Piceno e Fermo, ed è opportuno portarlo avanti in quanto queste problematiche sono nate negli anni precedenti all’amministrazione Acquaroli e noi abbiamo il dovere di dare delle risposte il più possibile plausibili con il Piano regionale dei rifiuti del 2015.
Sono contento di aver sentito le parole del Consigliere Assenti quando la Consigliera Casini si è addirittura espressa in maniera distorta, anche nei confronti miei dicendo che avevo mentito riguardo i lavori della Commissione, non è vero, in quanto in Commissione abbiamo fatto un lavoro approfondito e ricordo bene le parole della Consigliera Casini che diceva che l’interpretazione era fatta bene.
Premesso questo, sono soddisfato per aver lavorato all’interno della III^ Commissione con il Presidente Antonini, per questa interpretazione necessaria e dichiaro il voto favorevole del gruppo Fratelli d’Italia. Grazie.
PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, il Consigliere Antonini.
Andrea Maria ANTONINI. Grazie, Presidente. Innanzitutto prendo atto di un comportamento che definire piratesco è riduttivo da parte del Partito Democratico, che se crede nell’opposizione da un punto di vista contenutistico sarebbe dovuto rimanere e votare contro. Quella dei Consiglieri del PD mi sembra più un’azione per impaurirci attraverso delle “minacce” - non diamo troppa importanza a questo termine - nel senso di volerci mettere in difficoltà.
Noi siamo abituati ad assumerci le responsabilità, soprattutto quando c’è una palese volontà di dare chiarezza e risposte al territorio.
Le varie sentenze e i ricorsi che ci sono stati sono frutto della mancanza di chiarezza della normativa. Un percorso che è stato ovviamente condiviso, lo abbiamo detto e lo abbiamo motivato dal punto di vista tecnico, con la Giunta, fino ad arrivare in Commissione dove, parliamoci chiaro, è abbastanza evidente, esistono i verbali e tutte queste contrarietà ed eccezioni non sono emerse, anzi l’esatto contrario. Adesso c’è stata una virata improvvisa e credo che sia un comportamento, non il nostro, cercare di evitare e di affrontare in maniera seria e approfondita un tema che è stato trattato invece in maniera seria ed approfondita in tutte le varie fasi dell'iter amministrativo.
Guardate, il Consiglio di Stato si è espresso non solo con la sentenza che ha letto la Consigliera Ruggeri, ma anche in un’altra occasione e si è pronunciato in due modi diversi proprio perché ha interpretato la legge regionale ed in mancanza di chiarezza è andato in contraddizione, ma è normale!
Ora diamo questa chiarezza e se il Consiglio di Stato per qualche motivo dovesse impugnare la cosa e venisse richiamato nuovamente ad esprimersi avrà finalmente una interpretazione chiara di quello che secondo la legislatura regionale è l’interpretazione autentica della legge.
Abbiamo dato una risposta a due Province che rappresentano comunque in maniera certa ed ampia il territorio, proprio perché in tutta questa “lotta”, tra ricorsi, Tar, Consigli di Stato, c'è la volontà palese di avere finalmente trasparenza e chiarezza per capire dove si vuole andare.
Termino, ricordando al Consigliere Cesetti, che è un bravissimo avvocato e conosce le norme perfettamente, anzi lo ringraziamo perché ci illumina sempre, lo dico seriamente, non con ironia, che tutta questa sua contrarietà all'utilizzo dello strumento dell'interpretazione autentica … Il 22 novembre 2016, non stiamo parlando della Giunta Spacca, non stiamo parlando degli albori, della nascita dell'Istituto Regione Marche, fu approvata la deliberazione dell'Assemblea legislativa relativa al Piano del Parco del Sasso Simone e Simoncello – Piano particolareggiato dell’Area speciale … - Norme di indirizzo e norme prescrittive - Interpretazione autentica - tra l’altro il relatore di maggioranza ho appena scoperto che era il Consigliere Biancani, presente in questo consesso – allora vi chiedo: c’è coerenza? Io posso anche avere dei dubbi, però se sono fondati su delle contraddizioni oggettive a me sinceramente sortiscono esattamente l'effetto contrario. Il gruppo Lega voterà favorevole questa proposta di atto amministrativo.
PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, il Consigliere Santarelli.
Luca SANTARELLI. Grazie, Presidente. Il gruppo Rinasci Marche con il suo intervento dichiara il voto di astensione, coerentemente con quello che ha fatto nel mandato, nel senso che l'opposizione costruttiva che abbiamo esercitato in questi primi 15 mesi di lavoro è anche nel rispetto degli uffici che hanno fatto determinate azioni. Abbiamo sollecitato le audizioni, abbiamo fatto dei percorsi. Quello che ha detto il Presidente Antonini in parte mi rappresenta nel senso che in Commissione ci stiamo per lavorare, in Consiglio ci stiamo per lavorare e per votare, quindi, io sarò presente con un voto di astensione. Grazie.
PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, la Consigliera Marcozzi.
Jessica MARCOZZI. Grazie, Presidente. Intervengo per esprimere a nome del gruppo di Forza Italia parere favorevole sull’atto amministrativo n. 29 che riguarda l'interpretazione autentica dei capitoli 12 e 13 del Piano regionale gestione dei rifiuti, approvato con delibera n. 128 delle 2015.
L’abbiamo fatto perché ce l’hanno chiesto due Province, quella di Ascoli Piceno e quella di Fermo, è un'esigenza che arriva dai nostri territori.
E’ un atto inusuale? E’ un atto che non si fa tutti i giorni, non si fa sempre, però, come ha già detto il Consigliere Antonini, il 25 novembre 2016 c'è stata l’interpretazione autentica relativa il Piano del Parco del Sasso Simone e Simoncello, non parliamo di dieci anni fa, ma parliamo di sei anni fa, quando c'era l'Assessore Cesetti, oggi Consigliere regionale.
A fronte di queste, a mio avviso, imprescindibili puntualizzazioni fatte sia dall’Assessore Aguzzi che dal Presidente della Commissione che dagli altri Consiglieri, non ravviso motivi ostativi all'approvazione dell'interpretazione autentica per i fini applicativi dei capitoli 12 e 13 nel Piano regionale gestione dei rifiuti, approvato con delibera nel 2015, forte del parere espresso dal Consiglio delle autonomie locali e del parere favorevole del Consiglio regionale dell'economia e del lavoro, quindi anche Forza Italia esprimerà un voto favorevole.
(I Consiglieri regionale del gruppo PD abbandonano l’Aula)
PRESIDENTE. Proposta di atto amministrativo n. 29. La pongo in votazione per appello nominale.
Favorevoli: Antonini, Assenti, Ausili, Baiocchi, Bilò, Biondi, Borroni, Cancellieri, Leonardi, Marcozzi, Marinelli, Menghi, Pasqui, Serfilippi.
Contrari: Lupini, Ruggeri.
Astenuti: Santarelli.
(L’Assemblea legislativa regionale approva)
(I Consiglieri regionale del gruppo PD rientrano in Aula)
Interrogazione n. 359
ad iniziativa dei Consiglieri Carancini, Mangialardi, Casini, Biancani, Bora,
Cesetti, Mastrovincenzo, Vitri
“Struttura Semplice Dipartimentale San Severino Marche – Camerino”
(Svolgimento)
PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca l’interrogazione n. 359 dei Consiglieri Carancini, Mangialardi, Casini, Biancani, Bora, Cesetti, Mastrovincenzo, Vitri.
Ha la parola, per la risposta, l’Assessore Saltamartini.
Filippo SALTAMARTINI. Grazie, Presidente. Per rispondere a questa interrogazione le informazioni che devo rendere al Consiglio regionale sono le seguenti. La struttura dipartimentale oncologica di San Severino Marche ha reso un servizio particolarmente rilevante a tutta la Comunità montana compresa nei territori di San Severino Marche, Camerino, Matelica, Castelraimondo, Apiro, Cingoli e Poggio San Vicino. Questi territori che si avvalevano dell'unità dipartimentale oncologica di San Severino Marche, continueranno ad avvalersi di questo importante servizio, infatti la Dirigente, che sarà collocata in quiescenza dal 1° maggio prossimo venturo sarà sostituita dalla Dirigente del dipartimento oncologico dell’Area vasta 3 di Macerata e, ai fini della garanzia che quel posto sia ricoperto al momento che la dottoressa cesserà dal suo servizio, è stato bandito un interpello per far sì che eventuali medici che hanno interesse a ricoprire quella posizione possano avere la nomina in ruolo in qualità di dirigente di unità operativa dipartimentale.
In aggiunta a questo servizio, chiede l’interrogante, che pertanto viene confermato e corroborato, è in via di definizione un accordo con l’Istituto Oncologico Marchigiano (IOM) per allargare il servizio ai territori già coperti che riguarda, ripeto, i Comuni di Camerino, Castelraimondo, San Severino Marche, Matelica, Apiro, Cingoli, Poggio San Vicino e Treia.
In via di definizione significa che nel corso degli ultimi mesi si sono intensificati gli incontri e le riunioni tra la Dr.ssa XX e i dirigenti dello IOM e dell’Area vasta 3. L'atto con cui si estenderà questo servizio è in via di emanazione, quindi il servizio oncologico viene potenziato aggiungendo il servizio domiciliare garantito dallo IOM. Si mantiene perfettamente in linea l'unità dipartimentale attualmente prevista, è contemplata la sostituzione nell'eventualità ci sia un dirigente medico interessato a ricoprirne il posto e comunque si assicura con un medico del reparto oncologico di Macerata l'immediata sostituzione della Dirigente che andrà in pensione.
Con questo atto si garantisce l'impegno che era stato assunto anche dal sottoscritto, dall’Assessorato, dalla Regione per far sì che i servizi garantiti nella zona montana del maceratese, in particolare quelli colpiti dal terremoto del 2016, non solo siano garantiti ma implementati.
Con questo penso di aver risposto a tutte le domande presentate dall’interrogante. Grazie.
PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno, il Consigliere Carancini.
Romano CARANCINI. Grazie, Presidente. Intanto voglio ringraziare l’Assessore delle precisazioni che sono intervenute, prendo atto, credo con la soddisfazione degli utenti del territorio dell'aria montana, di quello che è l'unità dipartimentale semplice di oncologia a San Severino perché dalle parole dell'Assessore appare vi sia una conferma della struttura.
Quello che non è abbastanza chiaro e direi anche piuttosto controverso - non voglio aprire polemiche in questo momento – è che l'Assessore afferma che si è in trattativa con lo IOM per l'attività di assistenza nel territorio dell’area montana - non so se sono notizie sbagliate, ma credo che l'Assessore legga la rassegna stampa come la leggo io – e quello che risulta è che intanto la Dirigente dell’Area vasta 3, non so se all'oscuro dell'Assessorato, l'accordo l'ha fatto con altri cinque Comuni e non con San Severino Marche, con Macerata, Appignano, Corridonia e Treia.
E’ evidente che non vi può essere e non sarebbe corretto, credo, avere una competitività ed una conflittualità rispetto ad un altro accordo, ma la vicenda di San Severino Marche in merito alla questione della collaborazione dello IOM, all’avvio ed al rafforzamento dell'assistenza domiciliare, era una delle tre promesse che l'Assessore aveva fatto il 12 novembre.
Ora è abbastanza strano che nell'accordo che l'Area vasta 3 ha messo in campo non vi sia il Comune di San Severino Marche, ovviamente rispetto a questo si può pensare in una duplice direzione, si può pensare bene e magari immaginare che la Direttrice dell’Area vasta, su indicazione dell'Assessorato, abbia privilegiato gli altri Comuni, ma si può anche pensare male ed immaginare che San Severino Marche e l'area montana da questo punto di vista siano stati tra i “puniti” per aver insistito su questa vicenda. Ovviamente propendo per il pensiero in buona fede, quindi chiederei all’Assessore, attraverso le forme che l'Assessorato può utilizzare (comunicati o comunicazioni dirette) che l'impegno all’accordo con lo IOM sia confermato e arrivi ad una definizione.
Credo che da questo punto di vista la risposta dell’Assessore sia stata parzialmente esaustiva. Grazie.
PRESIDENTE. L’interrogazione n. 362 è rinviata per l’assenza della Consigliera Vitri.
Interrogazione n. 363
ad iniziativa delle Consigliere Lupini, Ruggeri
“Riduzione o mancato pagamento del salario accessorio agli infermieri in servizio nell’Area Vasta 5”
(Svolgimento)
PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca l’interrogazione n. 363 delle Consigliere Lupini, Ruggeri.
Ha la parola, per la risposta, l’Assessore Saltamartini.
Filippo SALTAMARTINI. Grazie, Presidente. Con l’interrogazione n. 363, presentata dalla Consigliera Lupini, si chiede di conoscere notizie relative alla riduzione o al mancato pagamento del salario accessorio agli infermieri in servizio nell’Area vasta 5.
Al riguardo l'Azienda riferisce che il fondo condizioni di lavoro e incarichi, di cui all’articolo 80 del contratto collettivo nazionale di lavoro 2016/2018, destinato anche al finanziamento del salario accessorio, nell’Area vasta 5 ha una consistenza pari a 5.786.000 euro come da determina del direttore generale.
Nel corso dell'anno 2021 il fondo ha finanziato oneri straordinari per garantire la corresponsione delle indennità di malattie infettive dovute all'operatività nelle aree Covid e correlate assunzioni di personale straordinario in applicazione dei decreti legge 18 e 24 del 2020.
In data 8 febbraio 2022 è stato sottoscritto nell’Area vasta 5, questa è la notizia, tra la delegazione trattante di parte pubblica e di parte sindacale, un contratto collettivo integrativo che consente di finanziare integralmente tutte le indennità contrattuali gravanti sul fondo condizioni di lavoro e incarichi relativamente all’anno 2021 e di procedere al pagamento interamente di quanto spettante agli eventi diritto nel corrente mese di febbraio, nello specifico il 50% delle indennità del mese di novembre, il 100% di tutte le indennità relative al mese di dicembre 2021.
Quindi, se si è concluso questo percorso, il contratto è stato raggiunto con le parti sociali e la delegazione pubblica, si deve aggiungere che quando dovremo mettere mano alla riforma della legge 13 occorrerà garantire un meccanismo che possa omogeneizzare i trattamenti del personale perché non può essere ragionevole la condizione per cui alle stesse prestazioni o addirittura nella stessa regione si corrispondano trattamenti e indennità diverse dovute alla quantificazione del fondo di produttività, che è diverso da Area vasta ad Area vasta e da Azienda ad Azienda.
Dovremo verificare in che termini e in che forma con la legislazione regionale potremo porre rimedio a questa discrasia che deriva dalla contrattazione collettiva nazionale. Grazie.
PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatta o meno, la Consigliera Lupini.
Simona LUPINI. Grazie, Presidente. Grazie, Assessore, per la risposta. Mi sembra che la sua posizione sia piuttosto chiara e netta di verifica. Altrettanto sarà la nostra perché siamo state contattate, come credo tanti in questa Aula, dagli operatori non solo dell’Area vasta 5, ma poi c'è stato notificato che questo tipo di incongruenza capita anche nelle altre.
Mi sembra necessario che tutti quanti noi ci premuriamo di pagare coloro ai quali abbiamo chiesto un grande impegno, fanno il loro lavoro, sappiamo, con grande passione e dedizione, ma il lavoro va pagato, sempre, ogni prestazione deve essere pagata per quello che è giusto. Se si promettono indennità straordinarie devono essere pagate, chiaramente non rimandando o utilizzando altri fondi o al 50%. Chi lavora ha diritto di essere adeguatamente pagato, questo dà non solo dignità al lavoratore o alla lavoratrice com'è ovvio, ma ci garantisce anche la qualità della prestazione perché un lavoratore che si sente apprezzato e pagato quello che gli spetta è chiaro che riesce a lavorare meglio. Quindi, credo che sia nostro dovere assicurarci che la qualità del servizio che si eroga in sanità sia del livello più alto possibile. Grazie.
Interrogazione n. 383
ad iniziativa dei Consiglieri Biancani, Mangialardi, Carancini, Casini, Cesetti, Mastrovincenzo, Vitri
“Riconoscimento e potenziamento del ruolo degli enti del terzo settore nelle cure palliative, in attuazione della legge 38/2010 ‘Disposizioni per garantire l'accesso alle cure palliative e alla terapia del dolore’ e della legge regionale 7/2019 ‘Disposizioni per garantire una buona vita fino all’ultimo e l’accesso alle cure palliative nella regione Marche’”
(Svolgimento)
PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca l’interrogazione n. 383 dei Consiglieri Biancani, Mangialardi, Carancini, Casini, Cesetti, Mastrovincenzo, Vitri.
Ha la parola, per la risposta, l’Assessore Saltamartini.
Filippo SALTAMARTINI. Grazie, Presidente. L'interrogazione chiede l'enunciazione di una serie di dati che riguardano il riconoscimento e il potenziamento del ruolo degli enti del terzo settore nelle cure palliative, in attuazione della legge 38/2010 rubricata “Disposizioni per garantire l'accesso alle cure palliative e alla terapia del dolore” e della legge regionale “Disposizioni per garantire una buona vita fino all’ultimo e l’accesso alle cure palliative nella regione Marche”.
La prima domanda a cui occorre rispondere è la seguente: quanti pazienti hanno ricevuto cure palliative domiciliari da parte di enti del terzo settore negli anni 2018, 2019, 2020, divisi per province e per tipologia di servizi? Se mi è consentito, Presidente, siccome sono tutti numeri consegnerei questa risposta affinché gli interroganti possano averne contezza.
Ora cerco di leggerne alcuni: nell’anno 2018 gli accessi furono 216; nell’anno 2019 a fronte di 4.036 accessi la presa in carico è avvenuta su 380 casi; nell’anno 2020 a fronte di 8.276 accessi le prese in carico sono state 694; nell’anno 2021 a fronte di 10.300 accessi le prese in carico sono state 1.074. Poi consegnerò l’elenco della suddivisione di questi interventi per distretto.
Proseguo a rispondere ad alcuni altri quesiti dell’interrogazione: entro quanto tempo verrà attivato l'elenco regionale degli enti del terzo settore previsto al comma 3 della legge regionale 7/2019? La risposta è che l'elenco regionale degli enti del terzo settore previsto al comma 3 della legge regionale 7/2019 sarà attivato in seguito all'emanazione dell'atto che stabilirà il nuovo schema di convenzione fra Asur e Organizzazioni del terzo settore che operano nel campo delle cure palliative. Il relativo rapporto si sta trattando.
L’altra domanda è: “se sia possibile accelerare la revisione della delibera di Giunta regionale n. 1081/2008, rispetto alla scadenza del primo semestre 2022 indicata nella delibera di Giunta regionale n. 1269/2021, anche alla luce delle recenti dichiarazioni dell'Assessore competente circa l'importanza del terzo settore nelle Marche, per far sì che gli enti del terzo settore operanti nelle cure palliative domiciliari possano supportare quanto prima un maggior numero di pazienti marchigiani affetti da patologie cronico-degenerative in stato avanzato”. La risposta è: come noto il contesto delle cure in generale sposterà il suo baricentro sempre di più verso il territorio, con modelli a rete di assistenza personalizzata a forte integrazione socio-sanitaria e a forte coinvolgimento dei pazienti e delle loro famiglie. In questo le Associazioni di volontariato assumeranno un ruolo sempre più significativo nell'ambito dei percorsi assistenziali.
La delibera di Giunta regionale n. 1165 del 4 ottobre 2021 ha fornito indicazioni operative per la certificazione dei requisiti di idoneità al fine di operare nelle reti pubbliche o private accreditate dedicate alle cure palliative, requisiti ai quali le organizzazioni del terzo settore, che operano nel campo delle cure palliative, dovranno adeguarsi.
La stessa delibera di Giunta regionale, in coerenza con quanto stabilito nell'accordo Stato-Regioni del 2020, rende necessario che le organizzazioni no profit, che gestiscono attività di volontariato in cure palliative e terapia del dolore, debbano uniformare il processo di selezione, formazione ed organizzazione del volontariato ai contenuti dell'accordo stesso.
E' in fase di predisposizione un nuovo atto regionale, che a breve sarà sottoposto all'attenzione delle organizzazioni di volontariato e che modificherà in modo sostanziale la delibera di Giunta regionale n. 108.
L'emanazione del nuovo atto di Giunta sarà effettuata nei tempi previsti nelle delibere di riferimento.
Infine l’ultimo quesito: “se siano state previste, a partire dal corrente anno, le risorse finanziarie necessarie per assegnare alle organizzazioni del terzo settore contributi per ogni paziente assistito”. La risposta è che i tetti di spesa per le convenzioni con le organizzazioni del terzo settore saranno stabiliti nell'ambito del budget di spesa complessivo che sarà assegnato all'Asur per l'anno 2022.
Tutto ciò premesso, ritengo, Presidente, e lo dico anche ai Consiglieri che hanno presentato l'interrogazione, che il terzo settore sia un motore fondamentale per aiutare e per garantire il superamento di tutte le discrasie e i gap che la sanità, in particolare nel settore delle cure palliative, deve disimpegnare, ebbene, credo che l'accordo con il terzo settore sia strategico e fondamentale per garantire quei percorsi di cure palliative a tutto quel grandissimo numero di persone che richiedono queste terapie. Grazie.
PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno, il Consigliere Biancani.
Andrea BIANCANI. Grazie, Presidente. Innanzitutto ringrazio l’Assessore per la risposta e le chiedo copia della risposta. Da quello che ho capito c’è la chiara volontà di riuscire ad implementare i servizi domiciliari perché sono, secondo me, la base per garantire una qualità della vita migliore alle persone colpite da malattie molto gravi, come quelle che richiedono necessariamente la somministrazione di cure palliative.
Penso che il terzo settore, come ha fatto nel corso di questi anni, svolga un ruolo fondamentale per consentire le cure all’interno delle abitazioni e le leggi 38/2010 e 7/2019 puntano sull’implementazione dei servizi domiciliari. Il problema sta nel fatto che nel corso di questi anni le Associazioni hanno svolto un ruolo che è stato superiore rispetto a quello previsto in convenzione, fino adesso ce l’hanno fatta ma, anche a causa del Covid, sono sempre di più i problemi che queste realtà hanno nel garantire comunque l’assistenza domiciliare, quindi, in questa nuova convenzione - è prevista la revisione della delibera di Giunta regionale n. 108/2008, cercando di dare più risposte possibili - mi raccomando di considerare anche le risorse necessarie che sono quelle che consentono a queste realtà di fare le attività domiciliari, che consento alle persone con malattie gravi di avere l’assistenza all’interno delle proprie famiglie.
E’ un tema a cui tengo particolarmente anche perché nella precedente legislatura insieme ad un Consigliere ed all’intero Consiglio regionale avevamo presentato la legge regionale 7/2019, che prevedeva la realizzazione e l’attivazione di un sistema domiciliare a livello regionale, sappiamo bene quello che è successo subito dopo con la pandemia ed i problemi per riuscire ad implementare i servizi preesistenti, ma l’impegno che le chiedo e di fare di tutto per attuare questo tipo di servizio nei prossimi anni, riconoscendo alle Associazioni sia il ruolo che l’attività che portano avanti. Grazie.
Interrogazione n. 367
ad iniziativa delle Consigliere Ruggeri, Lupini
“Determinazione dell’elenco acque da considerare riserve strategiche”
(Svolgimento)
PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca l’interrogazione n. 367 delle Consigliere Ruggeri, Lupini.
Ha la parola, per la risposta, l’Assessore Aguzzi.
Stefano AGUZZI. Grazie, Presidente. Chiedo scusa, ma oggi è un po’ un andirivieni con i protagonisti dell'incontro che avremo fra poco sulla vertenza Caterpillar che, se non ci sono stati ripensamenti degli ultimi minuti, dovrebbe vedere la stipula di un accordo per la proroga delle procedure per evitare i licenziamenti, ma questa è un’altra partita.
Veniamo invece alla risposta a questa interrogazione con la quale mi chiedete se è intenzione di questa Giunta definire l’elenco delle falde acquifere sotterranee ritenute strategiche in questa regione.
E’ questione molto complessa, voi l’avete argomentata in maniera molto opportuna ed approfondita, ed io l’ho girata ai miei uffici e vi do la risposta così come mi è stata presentata.
Attualmente gli uffici regionali competenti stanno completando la raccolta dei principali studi idrogeologici sulle acque sotterranee della regione Marche, con particolare attenzione ai corpi idrici sotterranei appenninici.
Tale raccolta, in corso per le attività connesse alla definizione del bilancio idrico dei corpi idrici sotterranei e in prospettiva per l'aggiornamento del Piano regolatore degli acquedotti della regione, è propedeutica per le valutazioni volte all'individuazione dell'elenco delle acque da considerare strategiche.
Le definizioni presenti nella legge non sono tecnicamente rigorose e non sono indicati criteri per la loro individuazione.
In ogni caso attualmente le acque sotterranee presenti nei sistemi appenninici, anche profonde secondo la definizione indicata all'articolo 62 delle norme del PTA, sono già utilizzate per vari prelievi idropotabili nel territorio regionale e alcuni di questi sono particolarmente rilevanti.
Nello spirito della legge si ritiene che sia adeguato definire l'elenco valutando l'entità del volume prelevabile e/o altre specifiche tecniche oltre il quale le acque sono utilizzabili solo con dichiarazione di stato di emergenza – è chiaro che parliamo di situazioni molto delicate perché queste acque servono, però è giusto definire quando servono in maniera obbligata perché c’è una situazione di emergenza, o quando invece andrebbero lasciate tutelate e non utilizzate, questo è molto importante ed è quello che si dovrà un po’ definire in questo studio: quando e come si può addivenire al loro prelievo. Questa è una aggiunta che faccio, magari vi do la risposta scritta in quanto è abbastanza tecnica ed articolata, ne ho lasciata gran parte perché se dovessi leggerla tutta staremo qui 15 minuti e non i 5 previsti - ai sensi ai sensi dell'articolo 5, comma 1, della legge 24 febbraio 1992, n. 225. Al di sotto di tali specifiche il loro utilizzo per uso idropotabile sarà regolato secondo le procedure ordinarie rispettando le procedure amministrative e di tutela ambientale vigenti.
Un primo elenco delle acque da considerare riserve strategiche potrà e sarà definito entro la fine del 2022.
Ripeto, questa risposta è molto schematica, me ne rendo conto, tecnicamente non saprei essere più preciso. Ci sono una serie di specifiche che ho il piacere di lasciarvi perché le ho tralasciate, che credo siano sostanziali rispetto alle poche cose che vi ho adesso descritto. Mi fermo qui e vi lascio il documento.
PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatta o meno, la Consigliera Ruggeri.
Marta RUGGERI. Grazie, Presidente. Grazie, Assessore, per la risposta, accetto volentieri la risposta scritta così riuscirò ad approfondire.
Ho fatto questa azione politica insieme alla mia collega perché, come vi ricorderete bene, durante la Commissione sul Defr avevamo predisposto un emendamento per chiedere che fosse fatto l’elenco delle acque strategiche della nostra regione, visto che sapevamo perfettamente che non era ancora stato fatto. In Commissione, senza battere ciglio, la maggioranza ha bocciato il nostro emendamento, ma ci ha detto di presentarlo in Aula. Penso che vi ricorderete tutti come si è svolta la discussione della seduta di bilancio in Aula, è stato rigettato tutto, sia del Defr che del bilancio, anche questo emendamento è stato bocciato ed a mio parere è grave, come la bocciatura di altre cose. L’ho detto anche prima in riferimento all'interpretazione autentica, ogni tanto certe questioni delicate dovrebbero essere approfondite un po’ di più dai Consiglieri di maggioranza prima di accingersi a votarle e spesso a bocciarle senza il dovuto approfondimento. In quella sede mi è stato detto da un Consigliere di maggioranza che l'elenco c'era, esisteva, mentre un altro di opposizione ha detto che non era quello riferibile alla legge in oggetto, ma era un elenco che andava aggiornato.
Seduta stante, siccome le informazioni che avevo erano diverse, ho fatto un accesso agli atti ed ho avuto la risposta il 21 gennaio, da qui nasce l'interrogazione perché gli uffici hanno messo per iscritto che questo elenco, come lei giustamente ci ha detto ora, non esiste. Pregherei tutti i Consiglieri, soprattutto quelli di maggioranza, perché sono quelli che possono far passare o meno una proposta, di approfondire le cose, di non essere così superficiali e pressapochisti, soprattutto su tematiche così rilevanti, su cui mi capita anche a mezzo stampa di sentirmi dire “la Consigliera Ruggeri stia serena”. La Consigliera Ruggeri non sta serena proprio per niente perché spesse volte vengono dette cose che non corrispondono alla realtà dei fatti, soprattutto su temi sensibili come questo delle acque strategiche.
Assessore, sono contenta che lei mi abbia assicurato in questa sede che l'elenco verrà fatto entro la fine di quest'anno, se si potesse anticipare sarebbe ancora meglio perché lei sa, per esempio, che nella nostra Ato si sta parlando di intubare le acque, non solo per i Comuni di Cagli e Cantiano, come avviene ora, ma ampliare anche per gli altri. Secondo noi si può fare, non voglio dire che non lo dobbiamo fare, ma prima di fare questa scelta a nostro parere servirebbe avere l'elenco, così come prevede tra l'altro la legge regionale. Grazie.
Mozione n. 181
ad iniziativa dei Consiglieri Rossi, Baiocchi
“Contrarietà alla realizzazione ed esercizio di impianti di trattamento integrato anaerobico aerobico (biodigestori) nel Comune di Terre Roveresche, Municipio di Barchi, in località Ca’ Rafaneto e nel Comune di Vallefoglia in località Talacchio in Provincia di Pesaro e Urbino”
(Discussione e votazione)
PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca la mozione n. 181 dei Consiglieri Rossi, Baiocchi.
Ha la parola, per l’illustrazione, il Consigliere Rossi.
Giacomo ROSSI. Grazie, Presidente. Una mozione richiesta da migliaia di cittadini, da Associazioni di categoria, da Sindaci, poi vedremo perché, io mi limito per non divagare a leggere l’impianto per meglio capire la questione.
“Premesso
che su iniziativa di un soggetto privato, è stato presentato ad inizio 2022 un progetto inerente la realizzazione di un impianto di trattamento integrato anaerobico aerobico per la produzione di biometano ed ammendante compostato misto (biodigestore) in località Ca’ Rafaneto, presso il Municipio di Barchi, nel Comune di Terre Roveresche;
che su iniziativa di un altro soggetto privato, è stata presentata in data 18 novembre 2020, analoga istanza alla Provincia di Pesaro e Urbino per l’autorizzazione di un impianto integrato di biodigestione anaerobica e compostaggio di rifiuti, localizzato a Talacchio, nel Comune di Vallefoglia, quindi, parliamo di due impianti diversi;
che per i procedimenti di cui in oggetto la Provincia di Pesaro e Urbino è Autorità competente al rilascio del Provvedimento autorizzativo unico regionale (PAUR);
che questi procedimenti si configurano come percorsi di carattere tecnico amministrativo che competono alle strutture tecniche coinvolte a vario titolo;
che i pareri di competenza della Regione per detti impianti, pur non riguardando né l’ubicazione né l’autorizzazione conclusiva il cui rilascio è di competenza della Provincia di Pesaro e Urbino, sono relativi alla specifica competenza riguardante il rispetto della normativa che disciplina gli impianti di produzione energetica alimentati da fonti rinnovabili e della ulteriore normativa nazionale e comunitaria sui rifiuti.
Visto
che le iniziative in oggetto sono state promosse da società private, rispettivamente Feronia s.r.l. per l’impianto di Terre Roveresche e Green Factory s.r.l. per l’impianto di Vallefoglia;
che gli impianti di cui si tratta, all’epoca della presentazione delle istanze presso la Provincia di Pesaro-Urbino, erano da considerarsi al di fuori della pianificazione d’ambito, in quanto il Piano di ambito di gestione rifiuti non era ancora stato approvato;
che il Piano di ambito provinciale di gestione rifiuti di cui sopra è lo strumento che deve individuare la localizzazione dell’area dove progettare e realizzare gli impianti pubblici necessari per la gestione dei rifiuti solidi urbani (RSU) tra cui anche quelli per il trattamento del rifiuto differenziato denominato frazione organica dei rifiuti solidi urbani (FORSU) secondo i criteri indicati dal PRGR regionale attualmente vigente e nel rispetto della normativa nazionale e comunitaria;
che il Comune di Terre Roveresche (ente locale direttamente interessato dalla realizzazione di uno degli impianti), attraverso mozione del Consiglio comunale del 26 marzo 2021, ha sollecitato l’Ata Rifiuti Pesaro-Urbino ad approvare il Piano d'ambito dei rifiuti;
che il 30 settembre 2021 l’Ata dell’Ambito territoriale ottimale 1 - Pesaro e Urbino ha approvato il documento di proposta di Piano d’ambito per la gestione dei rifiuti dell’Ato 1 Pesaro e Urbino in cui - dal dato relativo ai flussi di rifiuti della frazione organica e dello scarto verde per l’anno 2020 indicato in circa 56.000 ton/anno - si arriva ad una previsione del fabbisogno sino al 2026 di circa 66.000 ton/anno per poi giungere, applicando un fattore moltiplicativo, ad ipotizzare un fabbisogno impiantistico sul territorio dell’Ata 1 idoneo a trattare non meno di 95.000 ton/anno;
che nel documento approvato dall’Ata dell’Ambito territoriale ottimale 1 - Pesaro e Urbino in data 30 settembre 2021, si dà atto del fatto che sono in corso due procedure autorizzative presso la Provincia di Pesaro e Urbino per altrettanti impianti a libero mercato di recupero di frazione organica della raccolta differenziata e di sfalci e potature; che gli impianti ai quali si riferisce Ata dell’Ambito territoriale ottimale 1 - Pesaro e Urbino sono i due impianti proposti rispettivamente nei Comuni di Terre Roveresche e di Vallefoglia; che nel documento citato, l’Ata dell’Ambito territoriale ottimale 1 - Pesaro e Urbino, per quanto riguarda il trattamento della frazione organica, non determina né la tipologia di impianti necessari né la loro localizzazione, ma dichiara di restare in attesa del completamento dei procedimenti autorizzativi in corso presso la Provincia, rimandando a fine periodo di piano la verifica degli impianti nel frattempo realizzati;
Considerato
che Ata Rifiuti Pesaro-Urbino, scegliendo di non dare alcun tipo di indicazione sul tipo di impianto per il trattamento della frazione organica e sulla relativa ubicazione e rimandando le valutazioni ad epoca successiva, ha rinunciato di fatto al proprio ruolo di programmazione di opere ed interventi riguardanti il settore dei rifiuti, ruolo demandato dall’articolo 197 del Testo Unico Ambientale;
che la mancanza di pianificazione da parte di Ata Rifiuti Pesaro-Urbino non permette di avere impianti per il trattamento della frazione organica di proprietà pubblica e con questa scelta si rinuncia, di fatto, alla possibilità di accedere ai fondi PNRR per realizzazione di nuovi impianti di trattamento/riciclo dei rifiuti urbani provenienti dalla raccolta differenziata, la cui disponibilità ammonta fino a 40 milioni per ogni singolo intervento, come da decreto del Ministero della transizione ecologica n. 396 del 28 settembre 2021;
Considerato altresì
che per l’impianto di Ca’ Rafaneto le Amministrazioni comunali di Terre Roveresche, Mondavio e Fratte Rosa hanno dato il proprio parere negativo alla Conferenza dei Servizi del 12 maggio 2021, indetta dalla Provincia di Pesaro e Urbino;
che i rappresentanti delle stesse Amministrazioni comunali di cui sopra hanno espresso, sia nelle assemblee pubbliche che a mezzo stampa, la propria contrarietà al progetto, il quale sorgerebbe di fronte all’area dove insiste un’ex discarica, dismessa da pochi anni;
che le associazioni di categoria del mondo agricolo quali Confagricoltura, Cia, Coldiretti e Coopagri hanno manifestato contrarietà verso il progetto nel Comune di Terre Roveresche che andrebbe ad occupare 9 ettari di terreni agricoli e rischierebbe di compromettere quanto di buono fatto in questi anni per l’ambiente, il territorio e il positivo impatto economico della green economy e che anche Confcommercio ha ribadito la netta contrarietà all’opera;
che in riferimento all’impianto con localizzazione a Vallefoglia, per il quale pende procedimento innanzi alla Provincia, un’associazione di cittadini ha raccolto oltre 5.000 firme di contrarietà, depositandole formalmente innanzi alle autorità coinvolte ed evidenziando le criticità dell’intervento, tra cui in particolare il consumo di oltre 12 ettari di terreno attualmente ancora coltivato (per il quale sarebbe comunque necessaria una variante allo strumento urbanistico), la vicinanza a siti sensibili (tra cui centri abitati, scuole ed un centro sportivo), la presenza del fiume Foglia in cui si vorrebbero scaricare le acque provenienti dall’impianto, l’impatto clima-alterante connesso alla tipologia di impianto e all’aumento del traffico su gomma, nonché l’impatto cumulativo dovuto alla presenza sullo stesso territorio di una preesistente centrale a biomassa con cogeneratore;
che nei territori interessati dagli impianti si sono svolte delle assemblee pubbliche con la presenza di diversi amministratori locali, in tali assemblee cittadini, comitati ed associazioni nati nel frattempo hanno espresso dubbi sull’opportunità di ubicare questi tipi di impianti a poca distanza dai centri abitati e/o comunque da siti sensibili; che, posto che l’impianto di Talacchio di Vallefoglia prevedrebbe il trattamento di 105.000 tonnellate/anno, mentre quello di Barchi di Terre Roveresche il trattamento di 40.000 tonnellate/anno, è evidente che la somma di entrambi gli interventi proposti da privati supererebbe di gran lunga non solo l’attuale fabbisogno, ma anche la previsione dimensionale di 95.000 tonnellate/anno ipotizzata nel documento di proposta di Piano D’Ambito per la gestione dei rifiuti dell’Ato 1 Pesaro e Urbino, Piano d’Ambito approvato in data 30 settembre 2021; impegna il Presidente e la Giunta di richiedere alla Provincia di Pesaro e Urbino di approfondire tutti gli aspetti sopramenzionati; a manifestare la propria contrarietà alla costruzione di biodigestori in aree vicine ai centri abitati e in aree con destinazione urbanistica agricola o comunque agricole allo stato attuale, come nel caso dell’impianto nel Comune di Terre Roveresche e del Comune di Vallefoglia, al fine del rispetto delle disposizioni di cui alla legge regionale 23 novembre 2011, n. 22 in tema di consumo di suolo agricolo; a promuovere una politica di sensibilizzazione dei Comuni verso l’auto compostaggio domestico o di comunità come prevede la legge regionale n. 4 del 18 febbraio 2020, in modo tale da ridurre gli impatti ambientali e clima-alteranti e le quantità dell’organico da trattare in eventuali impianti di biodigestione anaerobica, dimensionati al fabbisogno effettivo residuo”.
Quindi, con questa mozione nessuno si definisce contrario ai biodigestori, ma si chiede una pianificazione preventiva e che la Provincia ascolti nell’ulteriore Conferenza dei servizi, che deve svolgersi a breve, le istanze sentite dai cittadini. Posso citare articoli di giornale, la mobilitazione dei Sindaci, delle Associazioni di categoria, dei cittadini, eccetera.
Credo che questo sia un atto di indirizzo che vada a favore dei cittadini che richiedono determinate e importanti cose, che abbiamo anche prodotto nell’articolato di questa mozione. Inoltre invito i colleghi a collegarsi sul sito zerowasteitaly.org dove tra l’altro inizierà a breve un corso sul compostaggio per informarsi su altre modalità riguardanti la pratica del compostaggio. Grazie.
zerowasteitaly.org
PRESIDENTE. Ha la parola l’Assessore Aguzzi.
Stefano AGUZZI. Ho chiesto di intervenire subito, anche se avrei preferito ascoltare il dibattito, perché ho in corso la riunione con la Caterpillar e i sindacati, che sono in parte arrivati, ma ci tengo a dire alcune cose.
Le questioni che vengono poste in questa mozione sono di attenzione e sensibilità per quel che riguarda le attività che si svolgono sui nostri territori, quindi è giusto che ci si faccia attenzione. Ho avuto modo di dire qualcosa di simile anche in occasione di una mozione che riguardava una potenziale eventuale discarica che poteva nascere nel territorio sempre della provincia di Pesaro Urbino ed avevo detto semplicemente questo: è giusto che il Consiglio regionale si esprima anche con un voto, che qualsiasi esso sia avrà la mia attenzione – è il minimo - e il mio rispetto, però, di fatto, queste sono attività che vanno al di là della “volontà" che potrebbe o non potrebbe esprimere in Consiglio regionale in questo momento perché sono questioni legate ad attività di tipo privatistiche, che hanno una loro valenza anche giuridica che vanno oltre la volontà politica amministrativa di un Consiglio regionale, brutalizzo, al di là di come andrà la discussione stasera qui.
Facciamo finta, se qui votassimo tutti contro, convintamente, con tutte le nostre buone motivazioni, indubbiamente in buona fede, domani il tavolo tecnico, dico domani o quando sarà, la Conferenza dei servizi, dovrà giudicare gli elementi che verranno posti sul tavolo di quella discussione e non potrà seguire meramente una discussione o un intervento di valenza politica, di indirizzo, che noi stiamo dando. Lo dico per serietà, indipendentemente da come andrà il voto qui stasera perché i biodigestori possono stare all'interno della programmazione del Piano d’ambito dei rifiuti, ovviamente, però per quel che riguarda eventuali iniziative di valenza pubblica, quelle proposte dalle aziende pubbliche presenti su quei territori, ma negli stessi territori possono arrivare proposte di privati, iniziative similari che vanno al di là della programmazione del Piano d’ambito in quanto sono regolate da una normativa che prevede l'intervento dei privati sui territori. Poi è chiaro, facciamo bene a fare il richiamo alla Provincia e a tutti gli enti che partecipano al tavolo della Conferenza di servizio, di usare la massima attenzione, questo viene posto.
Su questo facciamo bene a richiamarlo, ma voglio dare per “scontato” che chiunque si sieda a quei tavoli usi la massima attenzione alle normative sul rispetto ambientale e a tutte le situazioni che sono ammesse e connesse alle attività autorizzative verso questi impianti.
Posso aggiungere una cosa, al di là di tutte queste questioni, poi magari do due risposte veloci ai quesiti che ponete come presentatori di questa mozione, l’ho detto prima nell’intervento precedente legato all'altro punto all’ordine del giorno, noi siamo una delle Regione più retrograde in Italia rispetto a queste situazioni, abbiamo estremamente bisogno di un'impiantistica che possa chiudere il cosiddetto circolo di recupero, il riciclo ed il riutilizzo dei nostri rifiuti, che è completamente assente o quasi nelle Marche.
Un po' mi meraviglia il fatto che ci siano Consiglieri, non mi riferisco ai due presentatori in questo caso, che parlano continuamente di riciclo di rifiuti, di rifiuti zero e altro e poi ogniqualvolta si parla di un impianto che va a favore di questo circuito virtuoso dei rifiuti, di produzione e utilizzo dell'energia, eccetera, sono lì a raccogliere le firme sempre contro e comunque.
Al mattino ognuno di noi in base agli orari di raccolta dei propri Comuni mette fuori il secchiello per far ritirare la differenziata, deve sapere che quel rifiuto lì (ad esempio l’umido) va a finire a Ravenna con un camion che lo porta in un biodigestore perché noi non siamo stati capaci in questi anni di costruirne uno a Fano, e questa è una cosa contro natura.
L’Aset non è stata capace a Fano di realizzare un biodigestore e questo è gravissimo, quindi essere contrari per principio a questo tipo di iniziative è del tutto fuori luogo per quel che riguarda il mio umile pensiero, non pretendo che sia quello dei Consiglieri qui presenti, giustamente.
In questo caso, tornando ai due biodigestori, così come presentati in questa mozione, quando mi si dice che la richiesta è quella di usare la massima attenzione alla Provincia ed a tutti gli attori che si mettono seduti intorno a quel tavolo, facciamo bene a fare questo richiamo, faccio un plauso, ma, tra virgolette, voglio dare per scontato che sia così e da parte dei nostri uffici regionali è indubbiamente così, usando la massima attenzione, e su questo non c'è dubbio.
Per quel che riguarda manifestare la propria contrarietà ai biodigestori vicino ai centri abitati ricordo, ne abbiamo parlato prima, che qualsiasi impianto di questo genere deve stare a 500 metri dai centri abitati, questo vale anche per i biodigestori ed una delle situazioni da verificare ovviamente con attenzione, come dicevo prima.
Per quel che riguarda il fatto di vietarli nelle destinazioni urbanistiche agricole faccio una precisazione, intanto quello che è previsto …, ed io ho avuto modo di dire più volte che è del tutto inopportuno realizzarlo lì perché è lontano dalle strade, un conto è l’inopportunità, un conto è vietarlo.
Nelle zone agricole non è vietato poter insediare i biodigestori, anzi, la Conferenza dei servizi una volta che lo approva quella diventa automaticamente variante, quindi non c'è alcun divieto, le norme lo prevedono e lo indicano. Per una semplice precisazione, ma non cambia la storia, quello di Vallefoglia è inserito all’interno della zona industriale, non è una zona agricola, c’è una previsione industriale su quel sito, non è ancora realizzata, ma è una previsione di Piano regolatore industriale. E’ una precisazione che faccio, ripeto, non cambia la storia, fosse stata anche agricola sarebbe stata la stessa cosa, questo solo per precisare.
Invece faccio un plauso al terzo paragrafo dove si dice di incentivare e promuove la sensibilizzazione dei Comuni per l’autocompostaggio e altro, indubbiamente questa è una cosa molto nobile e molto opportuna, che però, per quanto possa essere radicata, centellinata sul territorio e così via, non darebbe la risposta complessiva alle esigenze reali di un territorio ampio come può essere quello della nostra regione.
Ripeto, indipendentemente da come questa mozione sarà votata, ed io questo su questo non do assolutamente un giudizio, tantomeno un’indicazione, un conto è la volontà espressa da un Consiglio regionale politicamente interpretata, un conto è la Conferenza dei servizi che dovrà esclusivamente attenersi alle norme, alle leggi ed al loro rispetto fin quando sono in vigore.
Mi fermo qui e chiedo scusa, avrei preferito ascoltare il dibattito, ma è necessario che mi assenti per tornare di corsa di là, poi mi direte come è andato il dibattito ed il voto. Grazie.
PRESIDENTE. Ha la parola la Consigliera Ruggeri.
Marta RUGGERI. Grazie, Presidente. Dico una cosa al volo all'Assessore Aguzzi, prima che esca, mi auguro che quando fa riferimento a chi raccoglie le firme contro i biodigestori e parla di economia circolare, alcune volte ho sentito parlare anche di ambientalisti da salotto, non si riferisca né a me né tanto meno al Movimento a cui appartengo perché ci tengo a dire che l’unico programma elettorale per le scorse amministrative a Fano, in un paragrafo sul biodigestore e la necessità che ce ne fosse uno nella nostra città, era il mio, ed io ho perso voti. Destra e sinistra, entrambi gli schieramenti, hanno fatto finta che quella non fosse né un'esigenza né un problema perché come vedremo adesso …
(intervento fuori microfono)
Marta RUGGERI. Ci tenevo solo a chiarire questo passaggio.
Tornando al merito degli argomenti trattati dalla mozione, mi preme innanzitutto sottolineare che come Movimento 5 Stelle già nel dicembre 2020, e l’ho ripetuto anche prima, ma ci torno sopra, tra i primi atti, subito dopo l'insediamento del Consiglio regionale, ho presentato una mozione sulla mancata approvazione dei Piani d'ambito che impegnava la Giunta e l'Assessore competente ad esercitare tempestivamente il potere sostitutivo. Siamo a questo punto perché la politica ha abdicato al suo ruolo di programmazione e questo è stato consentito per anni dalle istituzioni regionali e per ultimo anche da questa amministrazione che si è attivata tardivamente, quando non poteva più farne a meno, per non incorrere in una procedura d'infrazione comunitaria, e oserei dire anche da questo Consiglio visto che ha bocciato quella proposta.
Sul merito, non possiamo che accogliere favorevolmente la mozione, il nostro parere è motivato dal fatto che in gran parte ricalca quanto come Movimento politico abbiamo già osservato, denunciato e richiesto in atti sia localmente, intendo nei Consigli comunali, che in Regione, tanto da farci pensare che i colleghi abbiano attinto anche dai nostri contributi, cosa che ci potrebbe solo far piacere.
La sottoscritta in particolare ha presentato personalmente osservazioni al Piano d'ambito provinciale di Pesaro e Urbino, ampiamente riportati dalla stampa, che si concentravano su tre aspetti, sul primo non mi soffermo perché riguarda la scellerata modalità di gestione delle discariche in atto nella provincia di Pesaro e Urbino, tollerata dalla Regione nonostante sia in palese e grave contrasto con le indicazioni del Piano regionale di gestione dei rifiuti, la questione è oggetto di una mia interrogazione presentata il 31 gennaio, che spero verrà discussa a breve; gli altri due punti riguardano il dimensionamento del fabbisogno impiantistico per il trattamento della FORSU previsto dal Piano d'ambito di Pesaro e Urbino e la scelta di rinunciare alla programmazione pubblica degli interventi nel settore, lasciando mano libera alle iniziative private in corso di autorizzazione da parte della Provincia, la quale con il PAUR interviene solo in merito agli aspetti tecnico amministrativi, e lo ha ripetuto poco fa proprio l'Assessore, sulla base dei pareri delle strutture tecniche coinvolte a vario titolo e non sulla base di indirizzi di ordine programmatorio, che purtroppo non esistono perché non sono stati inseriti all'interno del Piano d'ambito.
L'assenza di programmazione pubblica nel percorso intrapreso sull'impiantistica per il trattamento della FORSU rischia seriamente di violare il principio di prossimità declinato sia nel Testo unico ambientale che nelle direttive europee sulla gestione dei rifiuti ed economia circolare. L'osservazione del principio di prossimità è richiesto per evitare una distribuzione disomogenea degli impianti di trattamento con aree del Paese del tutto scoperte o non autosufficienti ed altre aree, come potrebbe verosimilmente diventare la nostra regione, caratterizzate da un'eccessiva concentrazione di impianti di capacità di trattamento, che inevitabilmente attirerebbero quantitativi notevoli di rifiuti da fuori ambito, anche da regioni lontane, con le conseguenti ricadute di carattere ambientali e giuste rimostranze da parte dei cittadini che vivono vicino agli impianti maggiori. Il Consigliere Rossi, giustamente, faceva riferimento a una raccolta firme, una mobilitazione da parte dei cittadini che da mesi portano all'attenzione di tutti noi questa tematica.
Nell'attività degli Ambiti territoriali ottimali, agevolata dalla colpevole inerzia dell'amministrazione regionale, abbiamo già perduto l'occasione di finanziare gli impianti attraverso i contributi a fondo perduto del Mite finanziati con i fondi del Pnrr per 1,5 miliardi di euro di cui il 60% da destinare alle Regioni del centro e del sud Italia previsti dal decreto del Ministero della transizione ecologica n. 396 del 2021.
Tali contributi sono riservati ad investimenti di iniziativa pubblica relativi alla realizzazione di nuovi impianti di gestione dei rifiuti e l'ammodernamento degli impianti esistenti per un importo fino a 40 milioni di euro per ogni progetto. I soggetti destinatari dei contributi relativi al collegato bando, infatti, sono gli enti di governo degli ambiti territoriali ottimali, tra cui poteva esserci quello di Pesaro e Urbino. Tra gli interventi ammissibili al contributo sono espressamente previsti, tra gli altri, la realizzazione di un impianto di trattamento della frazione organica, previa digestione anaerobica, cattura di gas e successiva estrazione di biometano.
Nel merito dei progetti ad iniziativa privata proposti, mi limito ad osservare che quello di Feronia Terre Roveresche non è sovradimensionato rispetto al fabbisogno provinciale e prevede la presa in carico da parte della ditta proponente della gestione del post mortem della discarica di Rafaneto, mentre quello di Green Factory previsto a Vallefoglia, oltre al consumo di suolo, è del tutto sovradimensionato rispetto al fabbisogno dell'ambiente territoriale, mi pare che prima il Consigliere Rossi abbia parlato delle percentuali.
Sull'impegno proposto osservo che il primo punto è un po' velleitario, esattamente come diceva l'Assessore, mi trovo d'accordo con lui in quanto la Provincia di Pesaro e Urbino ha tempi di legge ben definiti per emettere il PAUR e non è ragionevole aspettarsi che nel frattempo l’Ata modifichi il Piano d'ambito per introdurre la programmazione pubblica degli impianti di trattamento della FORSU, sennò sinceramente penso che l'avrebbe già fatto.
Il secondo punto ci trova d'accordo essendo stati sempre dell'idea che gli impianti di trattamento dei rifiuti vadano fatti in luoghi già idonei dal punto di vista urbanistico, come per esempio le discariche, senza consumo di suolo agricolo o cambi di destinazione urbanistica. Spiace sinceramente leggere che qui stiamo attenti al fatto che i biodigestori non siano vicini alle aree abitate e non ci interessi che non lo siano le discariche, per esempio, visto il voto dell'atto votato poco tempo fa.
Per ultimo osserviamo che nel terzo punto a cui l'Assessore ha fatto un plauso, cosa che vorrei sottolineare, si fa riferimento all'autocompostaggio domestico, mentre il punto qualificante che introduce la citata legge regionale 4/2020, peraltro a firma di un mio predecessore del Movimento 5 Stelle, è l'introduzione del compostaggio di comunità che è una cosa sostanzialmente diversa, pertanto, pur se con qualche riserva, voteremo favorevolmente la mozione se nel terzo punto dell'impegno alle parole “verso l'autocompostaggio domestico” si aggiungano le parole “il compostaggio di comunità” sennò il concetto resta monco e sinceramente non è neanche rispondente alla filosofia espressa dalla legge regionale 4/2020. Quindi, invitiamo i Consiglieri che l'hanno presentata ad accogliere questa nostra proposta di modifica semplice e puntuale. Abbiamo predisposto, io e la mia collega, questo emendamento che vi sottopongo. Grazie.
Presidenza del Vicepresidente
Andrea Biancani
PRESIDENTE. Ha la parola la Consigliera Casini.
Anna CASINI. Grazie, Presidente. Riprendo l'ultima parte dell'intervento della Consigliera Ruggeri per dire che non si può tutelare l'ambiente ad intermittenza e quindi votare una indicazione molto forte come quella che abbiamo votato, dove strutture socio-sanitarie non devono rispettare le distanze dalle discariche e viceversa chiedere il rispetto per i biodigestori, che sono ben altra cosa.
Il biodigestore, tra l'altro, è per sua natura un'opera di pubblica utilità, indifferibile ed urgente qualora venga dichiarata tale dalla Conferenza di servizi. La legge prevede che, come detto anche in maniera molto onesta dall'Assessore, l'approvazione del progetto costituisca variante, il fatto che sia ubicato in una zona agricola in Italia e in Europa è una questione secondaria.
Queste cose bisogna che le diciamo con chiarezza ai cittadini perché non possiamo raccontare le favole, noi dobbiamo dire che non ci interessano le distanze, Consigliere Rossi, quando si tratta di discariche, ma ci interessano le distanze quando si tratta di biodigestori, ripeto, che hanno un impatto ambientale molto diverso. Questa è la prima cosa.
L'altra cosa che mi dispiace è leggere una frase che fa capire l'impostazione della mozione, che dice addirittura che sull’impianto di Vallefoglia pende il procedimento innanzi alla Provincia come se fosse un Tar o un Consiglio di Stato. In Provincia non pende assolutamente nulla, c'è semplicemente in itinere un'autorizzazione evidentemente un'AIA, che contiene la VIA, adesso non so quale procedimento sia stato attivato o no, mediante la quale si verificheranno gli impatti potenziali cumulativi e non dell'impianto a seconda del territorio e sarà indifferente …. A parte che se a Vallefoglia, come ha detto l’Assessore, è in una zona industriale facciamoci qualche domanda perché se oggi diciamo no a mettere qualunque impianto in una zona industriale andiamo contro tutto quello che sta facendo il nostro Governo e guardate che qui molti di voi sono seduti al governo insieme a noi. Non è che siamo una roba diversa da quello che facciamo al governo, non è che possiamo incentivare la produzione di energia da fonti rinnovabili o le energie pulite al Governo e poi opporci quando siamo seduti qui.
Richiedere alla Provincia di Pesaro e Urbino di approfondire tutti gli aspetti sovradimensionati secondo me è, come dire, un insulto perché è del tutto evidente che la Provincia con i suoi settori tecnici, altamente specializzati, come tutte le Province marchigiane, farà il suo compito, cioè approfondirà insieme all’Arpam, insieme all’Asur ed insieme a tutti i soggetti competenti in materia ambientale le varie matrici ambientali e lo faranno dal punto di vista scientifico.
In riferimento al terzo punto: promuovere una politica di sensibilizzazione dei Comuni, questo mi fa sorridere perché la Consigliera Bora quando era Assessore ha istituito il patto dei Sindaci proprio per ridurre le emissioni e per sensibilizzare i Comuni, tanto è vero che ci sono state audizioni anche alla Comunità europea, è stata ricevuta e sono stati fatti tanti lavori ed ottenuti anche dei finanziamenti. Questa amministrazione ha cassato questo progetto completamente, quindi mi fa un po' ridere che da un lato vogliamo sensibilizzare i Comuni sulle politiche ambientali e dall’altro tagliamo completamente delle azioni virtuose che potevano semplicemente essere proseguite.
“A manifestare la propria contrarietà alla costruzione di biodigestori in aree vicine ai centri abitati”, mi metto proprio a ridere perché l’ho già detto in premessa e dico che vicino ai centri abitati applicheremo le stesse norme che si applicano per le discariche e ribadisco che non possiamo essere ambientalisti ad intermittenza, quando abbiamo il problema vicino casa siamo ambientalisti e quando il problema apparentemente non ci riguarda …
Consigliere Rossi, il problema che abbiamo sollevato oggi, quello delle definizioni, dove si è fatta una cosa contro legge, e l'altro dove c'è stato detto che si faceva in un modo, in realtà la norma consente di calcolare come volume le discariche che non hanno fatto il cupping, interesserà comunque tutti i territori, anche il suo, non è detto che ci siano dei territori che vengono considerati ed altri no.
Ad ogni buon conto, l'ha detto anche l'Assessore, pur condividendo le politiche ambientali, pur riconoscendo in questa mozione alcuni aspetti che sono effettivamente di preoccupazione, di interesse alla realizzazione nel rispetto delle politiche ambientali o quantomeno con tutte le opere di mitigazione necessarie, riteniamo che questo Consiglio regionale non abbia alcun potere perché è la Conferenza di servizi che in maniera squisitamente tecnica … Posto che la legge ha già stabilito che l'approvazione da parte della Conferenza di servizi costituisce variante urbanistica e sostituisce l'azione dei Consigli comunali, questa è una modifica normativa forte sull’energia, vengono sostituiti nella loro potestà autorizzativa i Comuni, che in maniera collegiale decidono le varianti urbanistiche, da un tavolo squisitamente tecnico, questo a dire che l'energia in Italia, e lo stiamo verificando in questo periodo proprio per le questioni russe, ha una priorità di interesse generale.
Detto questo, ai cittadini andrebbero raccontate le cose così come stanno, ascoltare le loro preoccupazioni, rassicurare, ma dire anche la verità, anche quando non fa comodo e quando è più comodo sbandierare la bandiera di Giano bifronte, che una volta è ambientalista e una volta lo è molto meno.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Antonini.
Andrea Maria ANTONINI. Grazie, Presidente. Volevo sottolineare che comunque questa è una mozione, mi sembra anche da ciò che viene richiesto da parte dei proponenti, e se andiamo a vedere i tre punti ed i tre verbi utilizzati: si impegna il Presidente a richiedere, a manifestare, a promuovere, bisogna darle il contesto che merita. Non è una proposta, non è una deliberazione, non va ad intervenire da un punto di vista giuridico, da un punto di vista normativo, va a richiedere un approfondimento, va a manifestare una contrarietà, va a promuovere una politica di sensibilizzazione.
Ora, si può essere ovviamente a favore o contro questi auspici, questi impegni, però stiamo attenti anche a definirne il ruolo, il contesto, lo strumento, prima cosa.
Seconda cosa, tutto ciò ci fa effettivamente sostenere quello che l’Assessore ha detto in varie occasioni, è già la seconda volta che stiamo approfondendo tematiche che riguardano l’ambiente e comunque a breve, ci auguriamo nel minor tempo possibile, ci sarà un nuovo Piano dei rifiuti regionali che su certi aspetti dovrà mettere ordine, così come la definizione degli Ambiti territoriali provinciali, finalmente, con l'accelerazione che è stata data dopo anni di totale assenza delle istituzioni su questo argomento. Il caso precedente dell’interpretazione autentica è esemplare, molti di questi problemi nascono dalla totale assenza o comunque dall’incapacità dal punto di vista normativo di regolare in maniera chiara e netta quelle che sono le norme.
Nel momento in cui c’è una assenza normativa o comunque una superficialità dal punto di vista normativo, che è sicuramente da addebitare a chi dovrebbe produrre tutto il quadro normativo …, è vero anche che bisogna stare al passo con i tempi, nel senso che la colpa non è solo delle istituzioni locali, della Regione prima, delle Province, ma la materia è in evoluzione, bisognerebbe seguire ed allinearsi in maniera costante a tutta quella che è la produzione normativa dal punto di vista nazionale e dal punto di vista europeo, tutto il contesto. Faccio un esempio, è notizia di poche settimane che il gas ed il nucleare di quarta generazione dal punto di vista tassonomico sono diventati energie green, ora si può essere d'accordo, non si può essere d'accordo, però è un dato oggettivo con il quale bisogna confrontarsi. Magari un mese e mezzo fa aprire una riflessione sul nucleare era da pazzi, pensare al discorso gas, nuove captazioni, recuperare sia i pozzi a terra che il discorso della trivellazione in mare, non dico che era da folli, ma adesso, soprattutto in relazione al caro bollette, credo che l’esigenza prioritaria per questa nostra nazione sia raggiungere una autonomia, una indipendenza energetica ed il problema dei problemi è che dobbiamo dipendere dal punto di vista energetico da altre nazioni perché nel tempo abbiamo rinunciato e perso molte partite e abbiamo fatto delle rinunce che sono state autocastranti da un certo punto di vista. Sappiamo bene che affidarsi completamente alle energie rinnovabili …, che sono importantissime e prioritarie, perché siamo una nazione fatta di sole e di vento, va benissimo, ma allo stesso tempo non sono energie che ti danno una sicurezza sulla costanza della produzione perché il vento e il sole possono mancare per periodi anche lunghi, pensiamo all’idroelettrico, all’assenza di piogge e ad altre cose del genere.
Detto questo, penso che, fino a quando non avremo una normativa nuova e complessiva che riesca a darci anche delle soluzioni, dobbiamo affrontare caso per caso e anche a livello territoriale capire ciò che succede in determinate aree.
Ovviamente parlo a titolo personale, non essendo del pesarese non posso non fidarmi di quello che i rappresentanti del territorio mi sottopongo all'attenzione e allo stesso tempo dico però, e questo lo dico in generale, che sono d'accordo anche con chi mi ha preceduto, che non c'è una contrarietà aprioristica o pregiudiziale nei confronti del biodigestore, parlo per me, perché è uno strumento fondamentale per un discorso di produzione di energia sostenibile, che comunque attraverso il biometano è una fonte fondamentale. Non ci sono pericoli da un punto di vista ambientale o comunque sono ridotti al minimo, è anche rilevante per il conferimento del FORSU, di tutto quello che è il sistema rifiuti, dico solo che dovremmo pensare, questo sì, a non pesare troppo sul territorio e quando si valuta la creazione di un biodigestore considerare le reali necessità di quella zona. Bisogna stare attenti al sovradimensionamento perché porta a far venire da fuori migliaia di tonnellate di rifiuti e questo non va bene, prima di tutto perché c’è un arricchimento spesso, se non sempre, di pochi privati, non un beneficio al cittadino, e allo stesso tempo dobbiamo stare attenti a non dire sempre di no altrimenti succede l’esatto contrario, ossia il rifiuto dalla nostra regione va ad altre regioni ed allora succede che noi dobbiamo aumentare i prezzi e costa tutto di più. Un conto è se tu conferisci nel tuo territorio, un conto è se chi si occupa della gestione del ciclo rifiuti ti fa pagare anche il trasporto e la tassa per portarlo da un’altra parte. E’ una politica di equilibri e dobbiamo farla dettati dal buon senso.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Serfilippi.
Luca SERFILIPPI. Grazie, Presidente. Innanzitutto ringrazio i proponenti per aver portato in Assemblea legislativa questa discussione su un tema importante, che ha visto un dibattito negli anni. Ormai penso che nella nostra provincia parliamo di biodigestori da oltre 15 anni, i gestori sono due, si era trovato un accordo che oggi è saltato perché Marche Multiservizi ha deciso di andare avanti per la propria strada da sola, senza un accordo trasversale quindi a livello di Ato.
Detto questo, la mozione, che condivido, riguarda i biodigestori. Non c'è una programmazione a livello di Ato, non c'è una normativa esplicita che parte dal pubblico. Di fatto è a libero mercato, chi si sveglia la mattina ed ha un terreno che soddisfa i requisiti che la legge consente, può chiedere l’autorizzazione anche in variante, come è stato detto, di conseguenza molti siti in tutta la regione, in tutta Italia sono disponibili per fare questi biodigestori, come era avvenuto per gli impianti a biogas, se non ricordo male.
Il problema è che noi viviamo i territori e quando si vanno a realizzare degli impianti di questo genere vicino alle case si creano i comitati, si creano delle preoccupazioni, a volte anche suffragate da tesi scientifiche, comunque sono impianti industriali e comportano delle problematiche, dei disservizi di vario tipo, non solo a livello di emissioni in atmosfera, per cui ci sono enti preposti, ma anche per i mezzi che raggiungono il biodigestore, c'è una modifica del sistema intorno al sito in cui viene realizzato.
Nel caso della nostra provincia al momento le richieste di autorizzazione sono due, una nel Comune di Terre Roveresche Barchi, vicino ad una ex discarica in mezzo a delle colline, con una viabilità scarsa per raggiungerla, e un’altra per 95.000 tonnellate nel Comune di Vallefoglia, vicino a Tavullia, che è più o meno come il prospetto previsto nel Piano d'ambito per quanto riguarda la raccolta dell'organico. Adesso estremizzo un po’, senza entrare troppo nei tecnicismi.
Queste cose avvengono in quanto c'è uno scarso dialogo, una scarsa programmazione.
Entrando nel merito della mozione, sono d'accordo sia con il primo che con il terzo punto del dispositivo, il secondo non lo condivido dato che è in palese contrasto con la legge vigente. Per carità, in una mozione possiamo scrivere tutto quello che vogliamo, poi nei fatti i dirigenti fanno altro dal momento che non possono andare contro la legge attuale. Quindi, chiederei ai proponenti di stralciare il punto due, per il resto mi trovo ampiamente in accordo con loro.
Detto questo, credo che su tutta l’impiantistica, lo ribadisco, la discussione non sia più rinviabile per avere una strategia globale, mi verrebbe da dire, a livello regionale, altrimenti se andiamo a prendere l’organico da fuori provincia …, anche in un’ottica regionale non ci vedo niente di male, però se andiamo a sovraccaricare una provincia con i rifiuti organici provenienti da fuori regione ho delle perplessità, soprattutto se chi fa questi investimenti non è il pubblico, che non punta al profitto, ma ad un servizio di qualità efficiente, facendo pagare una tassa bassa al cittadino. Questa è la mia visione politica di quello che dovrebbe fare un'azienda pubblica che gestisce questi impianti.
Devo dire che nella nostra provincia la discarica di Monteschiantello, ad esempio, è un fiore all’occhiello per il trattamento e la gestione dei rifiuti ed è gestita interamente da una società pubblica, che in questo caso è l’Aset.
Mi piacerebbe una società pubblica che gestisca tutta la gestione dei rifiuti a livello regionale, però, ripeto, ora non c’è l’Assessore, servirebbe una strategia regionale, altrimenti si rischia la frammentazione, che è un po’ quello che è avvenuto in tutti questi anni, dove dentro un singolo ambito ci sono due o più gestori, alcuni in società mista, altri in società in house.
Credo che il modello di riferimento sia la società in house dove il pubblico programma, progetta e per quanto riguarda i rifiuti non fa profitti, ma tende a dare un servizio efficiente ed efficace con la graduale riduzione delle tariffe verso il contribuente finale. Grazie.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Cesetti.
Fabrizio CESETTI. Grazie, Presidente. Avrei chiesto la parola sull'ordine dei lavori ed anche per fatto personale, però non lo faccio ed intervengo sul punto, in quanto prima il Consigliere Antonini ha parlato in riferimento all’argomento precedente delle interpretazioni autentiche ed ha citato il fatto che questo gruppo, ed in particolare io avrei adottato un identico atto nel 2016.
Presidente Antonini, quando le dicono queste cose o le danno queste imbeccate, se le faccia dare bene dato che nell’adozione di quell'atto l’ex Assessore Cesetti risultava assente, e con questo chiudiamo la partita. Un conto è se ero presente, un conto è se ero assente. Se non lo sapeva non doveva dire che avevo votato quell’atto ed è qui la controprova, la tabellina del nove, che voi avete fatto un atto improprio, perché quel provvedimento, come diceva bene l’allora relatore Biancani, atteneva a norme di indirizzo e a norme prescrittive sul caso specifico del Piano del parco del Sasso Simone e Simoncello, sul quale chiedevano di sapere quali norme erano di indirizzo e quali prescrittive, senza altre considerazioni. Tant’è che nell’atto si dice che sono prescrittive tre norme: la realizzazione del piano particolareggiato all'interno del luogo geometrico, la demolizione dell'attuale rifugio dell’eremo-ristorante, la costruzione di un nuovo edificio a due piani; sono norme di indirizzo tutte le restanti indicazioni contenute nell’elaborato grafico. Questa è un’interpretazione autentica e dichiarativa, avrebbero detto i latini lex tam dixit quam voluit o meglio quod lex voluit, dixit, ciò che la legge vuole lo dice, e in questo caso sebbene io fossi assente, la legge ha detto, ha parlato, nel caso vostro la legge si è confusa con se stessa, tant’è che avete scritto due pagine.
Presidente Antonini, con rispetto, stima ed amicizia, quanto mi tira in ballo, siccome non sono molto pesante, però sono abbastanza agile, lo faccia a ragione perché come si diceva il quel film “io il gioco lo conosco” e questa ne è la dimostrazione.
Su questo ovviamente mi riporto a quanto detto dalla Consigliera Casini poiché quando non conosco, come nel caso non conosco e non ho approfondito, io taccio, non parlo a sproposito e quindi mi adeguo, come si deve fare, anziché parlare a sproposito.
Presidenza del Vicepresidente
Gianluca Pasqui
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Baiocchi.
Nicola BAIOCCHI. Grazie, Presidente. Il mio intervento sarà sicuramente breve. E’ una discussione anche bella ed animata, di questo me ne compiaccio, però vorrei ricordare alcune cose, cioè lo scopo, la ratio di questa mozione che, come ha ben ricordato il Consigliere Antonini, di cui condivido in toto ogni singola parola, tratta un tema molto delicato, un problema che deriva da tanto tempo, dalla mancata programmazione delle Ata, da una superficialità che c'è stata in tantissimi anni.
Questa mozione vuole essere solamente un aiuto, un sostegno, sappiamo tutti benissimo, e condivido con la Consigliera Casini, che non è potere di questa Regione, ma c’è la Provincia, la Conferenza dei servizi. Conosciamo bene anche noi, come ha ben ricordato la stessa, quali sono i poteri autorizzativi ed a chi spettano, però vorrei anche ricordare che questo è un tema importante anche per il centro-destra. In campagna elettorale tanti di noi hanno parlato ed anche seguito questo argomento, che è rilevantissimo, legato all’economia circolare, alla situazione energetica. Nessuno vuole tralasciare queste problematiche, siamo tutti consapevoli del problema, qui non esiste una presa di posizione tout court pro o contro i biodigestori, siamo tutti consapevoli che questi strumenti necessariamente serviranno ai nostri territori anche in futuro, però stare qui a dire e non poter esprimere un dissenso, una preoccupazione in relazione alla collocazione di questi biodigestori nei nostri territori mi pare assurdo.
Mi auguro che ci sia una condivisione da parte della maggioranza su questo tema, molto sentito, di cui abbiamo parlato tante volte, nessuno si vuole sovrapporsi ai poteri delle Province, in questo caso a quella di Pesaro e Urbino, mentre la Regione ha dei poteri endoprocedimentali all’interno delle procedure autorizzative. Grazie.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Biancani.
Andrea BIANCANI. Grazie, Presidente. Mi sono prenotato adesso, ma volevo intervenire prima, ma dalla posizione di Presidente non è possibile prenotarsi, quindi lo faccio adesso.
Voglio dire che l’Assessore Aguzzi con il suo intervento è stato chiarissimo, ma lo era già stato, come ha ricordato la Consigliera Ruggeri, in occasione di una precedente mozione o un'interrogazione, in cui ha ben spiegato che questo tipo di impianti, al di là della programmazione, non dipendono dalla programmazione pubblica, ma sono impianti di tipo privatistici che possono essere realizzati. E se il privato decide di realizzarli fa una proposta e se rispetta la norma va data l’approvazione.
Ricordo innanzitutto che a quelle assemblee a cui si è fatto riferimento il sottoscritto ha partecipato, molti non c'erano, nell’assemblea a Vallefoglia si è avuto un confronto con i cittadini, io ero presente con la Consigliera Vitri, abbiamo ascoltato i cittadini e siamo andati via dopo le 2,00 di notte per confrontarci sulle loro richieste.
Rispetto a questa mozione, per quanto mi riguarda il voto poi lo dichiarerà il capogruppo o chi interverrà, penso che la politica, in questo caso la politica regionale, abbia una responsabilità e dobbiamo stare attenti dato che lanciamo dei messaggi e non possiamo rischiare di perdere l’autorevolezza e la credibilità nei confronti dei cittadini e quando noi parliamo i cittadini fortunatamente ci ascoltano e se diciamo che siamo contrari nella loro testa può intendersi che possiamo bloccare quel percorso, invece non possiamo farlo.
Voglio vedere domani quando si comunicherà questo tipo di mozione, se verrà comunicato il fatto che la Regione dice no, facendo intendere che il percorso non andrà avanti, oppure dice no ed il percorso andrà avanti ed a questo punto il cittadino chiederà: “Perché se dici no il percorso va avanti comunque?”, si arrabbierà due volte.
Rispetto al primo punto, quello di chiedere alla Provincia di fare quello che deve fare, a me sembra che si stia scherzando, cioè noi chiediamo alla Provincia di approfondire tutti gli aspetti, perché non lo fa? Lo fa sicuramente, sarebbe grave se non lo facesse.
Il secondo punto, già è stato detto, ma io lo confermo, parliamo di un'area industriale, non agricola, è vero che se fosse agricola, come ha detto la Consigliera Casini, in Conferenza dei servizi si fa la variante, ma in questo caso l’area è industriale da circa 20 anni, questo non vuol dire che sono favorevole, sto dicendo solo che l’area non è agricola, ma industriale.
L’altro aspetto è legato all’autocompostaggio e mi trova d’accordo anche perché è una legge della precedente legislatura, la n. 4/2020, presentata da tutti i componenti della Commissione, e l’avevamo votata se non ricordo male all’unanimità. Quindi sono favorevole al che si punti maggiormente all’autocompostaggio, ma sappiamo benissimo che non può essere alternativo a questo tipo di impianti, ma può essere sicuramente un aiuto ed al posto di fare tre di impianti se ne può fare solamente uno. Però questa è una mozione che potrebbe far credere ai cittadini che il nostro intervento possa essere risolutivo, in realtà sono stati chiari sia l’Assessore che tutti gli altri che sono intervenuti, questa è pura propaganda ed in alcun modo il nostro voto andrà ad influire su quello che sarà il futuro di quell’area.
PRESIDENTE. Emendamento 181/1 a firma dei Consiglieri Ruggeri, Lupini, Rossi, Baiocchi: “Nel terzo punto dell’impegno, dopo le parole ‘verso l’autocompostaggio domestico’ inserire le parole ‘e il compostaggio di comunità’”. Lo pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa regionale approva)
PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, il Consigliere Rossi.
Giacomo ROSSI. Grazie, Presidente. Mi meraviglio di quello che ha appena detto il Consigliere Biancani in quanto crede che i cittadini siano stupidi o persone non senzienti o acculturate, cioè: noi non possiamo votare una cosa perché poi i cittadini credono qualcos’altro? Ma crediamo veramente che i cittadini siano stupidi? No, tra l'altro invito i colleghi Consiglieri del PD a leggere le mozioni dato che qui non si parla di contrarietà per principio a questi impianti, nessuno dice che siamo contrari, tutti in questa mozione andiamo ad esprimere e a raccogliere le legittime preoccupazioni. Noi diciamo sì ad un'impiantistica fatta bene, nei posti migliori, quando si fa una casa si individua un posto, si individuano le necessità.
E’ solo un atto di indirizzo politico legittimo alla Provincia, non c’è nessun insulto, Consigliera Casini. Poi lasciamo perdere il discorso dell'interpretazione autentica, abbiamo scomodato il Governo, la Consigliera Bora, 100 mila discorsi, qui si chiede solo di raccogliere le legittime preoccupazioni di oltre 5 mila cittadini, le preoccupazioni delle maggiori associazioni di categoria agricole e del commercio, soprattutto le preoccupazioni di tre Sindaci di centro-sinistra. Ancora una volta il PD continua a non ascoltare il territorio, addirittura boccia o si schiera contro una mozione che i Sindaci di centro-sinistra, addirittura del PD, ci hanno chiesto di presentare a fronte di una chiusura di orecchie che da parte vostra è avvenuta. Consigliere Biancani non può parlare di assemblee, quando all’assemblea pubblica di fronte alla gente a Vallefoglia c'eravamo solo io e la Consigliera Ruggeri, non si può dire che gli altri non vanno alle riunioni! Non si può dire: “Non siete venuti alle riunioni”, io alle riunioni c’ero, sia a Vallefoglia che a Barchi, ho espresso la mia opinione ed ho raccolto le preoccupazioni legittime inserite in questa mozione, con la quale, è chiaro, non possiamo andare ad incidere in maniera legislativa sul procedimento, ma possiamo dare un indirizzo politico con una mozione che il Consigliere da Statuto regionale può fare.
Non c’è niente di illegittimo, tra l’altro ribadisco che tutto ciò deriva dalla mancata programmazione che era in capo a determinate persone vicino a voi, che non è mai stata fatta, sennò non saremmo mai arrivati a questa mozione.
Personalmente recepisco volentieri anche l’emendamento della Consigliera Ruggeri che inserisce il compostaggio di comunità e ringrazio anche l'Assessore per la risposta che ci ha fornito. Credo che questo sia un atto di indirizzo, di vicinanza nei confronti dei cittadini.
Se tutto il resto voi lo interpretate in maniera diversa continuate a dimostrare la lontananza dai cittadini, quella lontananza che ancora, nonostante la batosta elettorale, continuate a ribadire anche in questa Aula, addirittura un appello che viene da vostri Sindaci …, è incredibile! Provate ad andare a Terre Roveresche, a Mondavio, a Fratterosa, parlate con i cittadini, parlate con i Sindaci per vedere cosa dicono. Sembra che questo sia un atto alieno, no, questo è un atto di vicinanza ben preciso, è un atto di indirizzo politico che si è fatto anche in passato e si continua a fare se ci sono i Consiglieri che vanno nei territori e recepiscono le istanze. Ripetiamo tutti che questa mozione non può essere un atto giuridico, ma è un atto ben preciso.
Vi ringrazio e come faccio sempre vi invito a venire con il sottoscritto, anche senza il sottoscritto, nel territorio per confrontarvi sulla questione perché durante queste assemblee sono state portate anche delle argomentazioni tecniche, non ha parlato Pantalone, hanno parlato degli esperti, hanno parlato dei professori universitari, hanno parlato dei giuristi, quindi, noi abbiamo raccolto delle cose che abbiamo messo nella mozione. Vi invito a leggerla, nessuno dice che siamo di principio contro questi impianti, nessuno lo ha detto, anzi lo abbiamo anche scritto, allora è bene che, se si vuol parlare, si leggano i documenti, sennò fate come il Consigliere Cesetti che ha detto: “Io non l’ho letto e taccio”, la sua è una dimostrazione di serietà, mentre da qualcun altro arriva sempre il solito attacco nei confronti del sottoscritto. Grazie.
PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, il Consigliere Mangialardi.
Maurizio MANGIALARDI. Grazie, Presidente. Sono felice che non ci sia l’Assessore Aguzzi perché impegnato su un tema molto importante, quindi spero che oggi quella vicenda, con l’incontro con la RSU, possa arrivare a conclusione.
Non sono mai stato d'accordo con l’Assessore Aguzzi come questa sera in quanto rispetto alla mozione, nel merito, anche con un leggero imbarazzo, ci ha detto: votate quello che volete tanto non incidete su nulla.
Visto che una mozione non si nega a nessuno, va bene anche votarla dato che esprimiamo solidarietà per i cittadini dei territori interessati dai due progetti presentati.
Mi trovo in imbarazzo, l’ha detto prima il Consigliere Biancani, se si tratta solo di dare una pacca sulla spalla a qualche cittadino, tanti, e non spiegare quello che realmente è, quali sono i percorsi e quali sono gli atti amministrativi con cui possiamo incidere. Vedete di solito facciamo mozioni di carattere generale e diamo mandato al Governo di attivarsi in un percorso o di portare il tema nelle sedi competenti, penso alla Conferenza Stato-Regioni, qui invece diamo il voto ai tecnici della Provincia di Pesaro e Urbino: “Mi raccomando guardate bene i progetti - ci mancherebbe altro - che corrispondano alle indicazioni!”, e se dovessero essere a norma? Quella partita l’abbiamo già chiusa.
Poi impegniamoci, lo dico con fraterna amicizia alla Consigliera Ruggeri, ampliamo il compostaggio domestico, facciamolo diventare un progetto più ampio, ma tutto questo incide per il 2 o 3% e non assolve sicuramente alla doppia necessità: l’eliminazione di gas serra con la trasformazione della FORSU e la produzione di energie rinnovabili di cui abbiamo bisogno in questo territorio.
Dentro questo percorso temo che domani mattina, se c'è un piano economico ed una adesione alle norme, i progetti presentati potrebbero andare avanti ed io la faccia di ricambio non ce l’ho, noi non ce l’abbiamo. Capisco che è molto difficile andare dai cittadini e spiegare qual è il percorso e qual è il risultato, ve lo dice uno che … Ad esempio c’era un impianto molto simile nella Zipa di Casine di Ostra, alcuni Sindaci si sono attivati per non farlo fare, un comitato, come una mozione, non si nega a nessuna iniziativa importante, il progetto è stato bloccato per numero di anni finché il capo del comitato non è diventato amministratore da un’altra parte, la vicenda è caduta nel dimenticatoio ed oggi facciamo giustamente quell’impianto dentro una zona industriale. Io ero a favore allora e lo sono anche oggi che ho un altro ruolo. Così si fa in maniera seria in politica, si guardano le finalità e le prospettive, bisogna avere visione ed anche la capacità di trovarsi in difficoltà rispetto a una società che banalizza, che vuole rispondere e non vuole disturbare e se disturba è meglio farlo da un’altra parte.
Noi non abbiamo la faccia di ricambio, sarebbe molto comodo dire che appoggiamo la mozione perché andremo a dire no ad impianti che saranno invece in futuro determinanti. Aspettiamo il Piano, sono passati 18 mesi dall’insediamento di questo Governo, ancora nella pianificazione del nuovo Piano dei rifiuti abbiamo zero, abbiamo sbagliato anche il bando, per carità, capita, l’abbiamo ritirato, ma siamo al punto zero, per quando lo vedremo saranno passati altri tre anni e tutte quelle stigmatizzazioni che oggi sono da imputare alla mancata pianificazione, agli errori, saranno finite. Dentro questo, siccome noi la faccia non la cambiamo, ci asteniamo su questa mozione.
PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, il Consigliere Baiocchi.
Nicola BAIOCCHI. Grazie, Presidente. Ribadiamo che la nostra non è una posizione aprioristica di diniego nei confronti dei biodigestori, ma è un concetto molto più ampio che abbiamo già spiegato in maniera chiara.
Sono dispiaciuto per le parole del Consigliere Biancani perché sembra quasi che voglia denunciare i Consiglieri Baiocchi e Rossi per abuso di credibilità popolare, come se noi avessimo preso delle persone nei comizi o nelle sedute e gli avessimo fatto credere che la mozione in Consiglio regionale fosse la panacea e in grado di risolvere tutti i problemi.
Lei sa benissimo che non è così, in quanto le persone che partecipano a queste assemblee molte volte sono più preparate di noi, sentono il tema come personale, quindi, studiano, approfondiscono.
Da un lato è offensivo nei confronti dei Consiglieri farli passare come delle persone che vanno a convincere i cittadini di cose impossibili da realizzare, dall’altro è offensivo nei confronti delle persone che non sarebbero in grado di capire qual è la portata e quali sono i compiti di questo Consiglio regionale.
Il nostro voleva essere solo un intervento positivo e di aiuto, conosciamo bene quali sono i limiti di questo Consiglio, quali sono le competenze a livello provinciale, per cui il voto del gruppo Fratelli d’Italia sarà favorevole. Grazie.
PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, la Consigliera Ruggeri.
Marta RUGGERI. Grazie, Presidente. Già l’abbiamo detto in tanti, lo ripeto velocemente, questa mozione assomiglia molto a quella già proposta dal Consigliere Rossi recentemente sul sito di stoccaggio nel Montefeltro, anche in quel caso pur rilevando, e lo fece lo stesso Assessore come tanti Consiglieri come me, che è semplicemente un atto che dà un indirizzo politico, come abbiamo fatto quella volta anche questa voteremo a favore. Ci mancherebbe che non fossimo d'accordo sul fatto che una legge regionale tanto voluta dal Movimento 5 Stelle non venga finalmente attuata in tutte le sue parti, tra l'altro ho anche una mozione a riguardo che è stata fatta slittare e spero di arrivare a discuterla in tempi rapidi.
Come movimento politico abbiamo sempre detto e continueremo a ripeterlo che i biodigestori devono essere fatti in zone industriali o in zone dove ci sono già delle discariche, ma non lo diciamo solo noi, lo dice Legambiente e tante altre realtà e ribadirlo in un testo che viene approvato dal Consiglio regionale non mi sembra per niente una banalità, anche perché mi pare che dagli interventi di alcuni Consiglieri non sia chiaro che qui si sta parlando di due impianti non di uno. Quello di Vallefoglia è in una zona industriale, l'altro no, quindi è inutile che ripetiamo questioni che riguardano solo la metà di questa mozione, gli impianti sono due.
Poi mi fa estremamente piacere, in quanto è una cosa che abbiamo da sempre criticato, che il centro-destra porti un atto, cosa che ha un valore politico molto forte, che contiene l'indicazione del primo punto, cioè che anche il centro-destra non è d'accordo che nel Piano d'ambito di Ata rifiuti Pesaro e Urbino non sia stata fatta una programmazione pubblica degli impianti, ma questo è un dato politico estremamente rilevante, per cui ben venga appoggiare una mozione di questo tipo perché fino adesso queste cose le dicevamo in pochi, ora si amplia la platea dei partiti politici e può avere nel lungo termine una ricaduta anche sui territori. Grazie.
PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, il Consigliere Marinelli.
Renzo MARINELLI. Grazie, Presidente. Per ringraziare i proponenti che ci hanno dato modo di parlare di un argomento interessante, che sicuramente va approfondito e che dovrà essere sviluppato in futuro.
Dovremo trovare delle soluzioni perché non è giusto portare i rifiuti fuori regione, però è giusto che ci siano degli approfondimenti, che ci siano delle valutazioni attente, che è quello che chiede la mozione.
E’ un problema che non finisce qui, che verrà affrontato in altre situazioni. Gli intendimenti, essere attenti, approfondire le varie problematiche sono cose importanti, quindi, il voto del gruppo Lega è a favore della mozione.
PRESIDENTE. Mozione n. 181, così come emendata. La pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa regionale approva)
La seduta è tolta.
La seduta termina alle ore 16,25
La seduta ha inizio alle ore 12,40
Presidenza del Vicepresidente
Gianluca Pasqui
PRESIDENTE. Dichiaro aperta la seduta n. 59 del 22 febbraio 2022. Do per letto il processo verbale della seduta n. 58 del 15 febbraio 2022, il quale, ove non vi siano opposizioni, si intende approvato ai sensi del comma 4 dell’articolo 53 del Regolamento Interno.
Richiamo, inoltre, ai sensi del comma 5 dello stesso articolo, l'attenzione di tutti i Consiglieri sulle comunicazioni distribuite con cui porto a conoscenza dell'Assemblea quanto espressamente previsto dal Regolamento interno.
Comunico, inoltre, che hanno chiesto congedo i Consiglieri Ciccioli e Vitri, gli Assessori Carloni, Castelli e il Presidente Latini.
Proposta di atto amministrativo n. 29
ad iniziativa della Giunta regionale
“Interpretazione autentica resa ai fini applicativi di quanto previsto ai capitoli 12 e 13 del Piano regionale di gestione dei rifiuti approvato con deliberazione dell’Assemblea legislativa regionale n. 128 del 14 aprile 2015”
(Discussione e votazione)
PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca la proposta di atto amministrativo n. 29 della Giunta regionale.
E’ stato presentato un ordine del giorno di non passaggio alla discussione.
Ha la parola, per l’illustrazione, il Consigliere Cesetti.
Fabrizio CESETTI. Grazie, Presidente. Ho presentato insieme a tutto il gruppo del Partito Democratico quest’ordine del giorno ex articolo 99 di non passaggio all’esame dell’atto, che tra l’altro abbiamo condiviso ieri nella riunione del gruppo, anche sulla base della richiesta di stralcio dell’atto amministrativo dall’ordine del giorno rassegnata da numerosi Sindaci, questo dopo aver condiviso le motivazioni dedotte nell’istanza stessa che noi condividiamo in quanto i Sindaci dicono che l’interpretazione autentica fornita nella sopraccitata delibera di Giunta regionale, dopo 7 anni dall’entrata in vigore del Prgr e dopo svariati ricorsi al Tar su procedimenti pendenti, risulta illegittima e infondata anche sul piano costituzionale e concretamente si traduce in una disciplina regolamentare innovativa con portata indebitamente retroattiva, che altrettanto indebitamente va ad interferire con la sfera del potere giudiziario persino già esercitato, giacché si travalicano i poteri dello stesso Consiglio peraltro permettendo indebitamente i diritti di partecipazione degli enti esponenziali del territorio.
Assolutamente condivisibili queste osservazioni in quanto non vi è alcuna necessità né l’opportunità di una interpretazione autentica di un atto a distanza di 7 anni, Presidente, dalla sua adozione, tra l’altro di un organo, l’Assemblea legislativa, addirittura, della IX legislatura in diversa composizione. Converrete con me che è quanto meno singolare che un istituto oggi diverso vada ad interpretare la volontà di un organo nel quale nessuno di noi era presente.
Oltretutto riteniamo che procedere in una interpretazione autentica di un atto amministrativo è all’evidenza di per sé una grave anomalia giuridico istituzionale perché gli atti amministrativi non si interpretano, le leggi casomai si interpretano autenticamente, ma gli atti amministrativi no. Va da sé che qualora si ravvisasse, rispetto all’atto del quale del tutto irritualmente si vorrebbe approvare l’interpretazione autentica resa ai fini applicativi, la necessità di una regolamentazione innovativa o modificativa la via da percorrere è all’evidenza quella della modifica dell’atto, con l’adozione di un atto amministrativo diverso. Se un atto amministrativo non va bene in quanto non è più attuale, c’è bisogno di fare delle modifiche, si modifica, non può esserci una interpretazione autentica rispetto alla quale qualsiasi tipo di interpretazione è soggettiva, e non può essere diversamente, tant’è che il Giudice la può interpretare in modo diverso e rispetto ad un atto, ad esempio, ci possono essere pronunce diverse. Quante volte il Tar si pronuncia differentemente perché interpreta in un modo ed il Consiglio di Stato in un altro? Non può essere che noi facciamo l’interpretazione autentica di un atto che tra l’altro non abbiamo prodotto, ma è l’abc!
A sostegno di questo vi è proprio l’articolo 21, comma 2, lettera i) dello Statuto che viene richiamato poiché tra le funzioni del Consiglio regionale c’è l’approvazione dei piani di settore, come questo, e non c’è scritto che il Consiglio regionale può fare l’interpretazione autentica.
Noi chiediamo che questo atto venga stralciato, neanche rinviato, diciamo semplicemente che questo provvedimento deve essere spazzato via, chiediamo il non passaggio all’esame dell’atto amministrativo n. 29 ai sensi dell’articolo n. 99 del Regolamento interno, anche perché una irrituale interpretazione autentica di un atto fatto da altri da una parte potrebbe coprire magari il dirigente che lo va ad interpretare, ma potrebbe, questo sì, essere foriero di responsabilità nei confronti del destinatario del provvedimento. Stiamo attenti a non esporre domani la Regione anche ad eventuali risarcimenti, danni per responsabilità derivanti da una interpretazione autentica che sarebbe singolare.
PRESIDENTE. Ha la parola, oratore a favore, la Consigliera Ruggeri.
Marta RUGGERI. Grazie, Presidente. Così come avevo chiesto alla Conferenza dei Presidenti di gruppo, torno a chiedere all’Aula, visto che così mi è stato consigliato di fare durante la Capigruppo, di stralciare il secondo punto all’ordine del giorno del Consiglio regionale di oggi, anche alla luce del fatto che ben 6 Sindaci hanno portato avanti questa richiesta indirizzata al Presidente Acquaroli, all’Assessore Aguzzi, al Presidente Latini ed a tutti i Presidenti dei gruppi consiliari.
Mi faccio carico della loro richiesta e chiedo che quest’Aula si possa esprimere con una votazione al riguardo, visto che durante la Conferenza dei Presidenti di gruppo si è deciso di fare la votazione in Aula, per cui sottopongo la questione anche agli altri Consiglieri. Grazie.
Presidenza del Vicepresidente
Andrea Biancani
PRESIDENTE. Nella Conferenza dei Presidenti di gruppo la Consigliera Ruggeri ha evidenziato che avrebbe fatto questa richiesta in Aula.
Ha la parola il Consigliere Carancini.
Romano CARANCINI. Grazie, Presidente. Voglio richiamare l’attenzione dei Consiglieri su questo atto cercando di introdurre un tema razionale che riguarda, oltre le puntuali osservazioni del Consigliere Cesetti, l’assenza di una adeguata istruttoria.
Partendo dalle considerazioni fatte da chi mi ha preceduto sulla natura dell’interpretazione autentica, voglio ricordare a tutti che l’interpretazione autentica per la giurisprudenza e per i principi, meglio ancora per i principi giuridici, è una porta pericolosissima aperta alla retroattività. Attraverso l’interpretazione autentica molto spesso si entra all’interno della possibilità di interpretare unilateralmente le norme a seconda della convenienza.
A questo proposito perché dico che manca una adeguata istruttoria? In genere l’interpretazione trova giustificazione in due elementi: il primo quello del contrasto giurisprudenziale su una determinata questione, il secondo in una grave incertezza.
Ora, l’atto che viene presentato in Consiglio regionale, Presidente e Consiglieri, non ha all’interno dell’istruttoria nessuna di queste spiegazioni. Ovviamente l’istruttoria avrebbe consentito ai Consiglieri regionali di capire le ragioni che sono a fondamento di questa volontà di delibera dell’Assemblea regionale. Da questo punto di vista l’assoluta mancanza di istruttoria in grado di mettere nella condizione i Consiglieri regionali di capire per quale ragione si va ad interpretare è un elemento che porta alla conclusione a cui faceva riferimento il Consigliere Cesetti.
Non si tratta tanto della questione di chi ha fatto il provvedimento di natura legislativa in quanto l’interpretazione dottrinale oggi prevalente rispetto a quella precedente, quella risalente, è che valga la voluntas legis non la voluntas del legislatore precedente.
Ma quello che c’è di anomalo è l’assoluta chiarezza di una sostanziale additività, cioè all’interno di quelle disposizioni se ne inseriscono delle altre che evidentemente potrebbero esclusivamente essere introdotte con una nuova disposizione.
PRESIDENTE. Vorrei evidenziare che il Consigliere Carancini, a cui abbiamo dato la parola, non poteva intervenire, per questo lo invitavo a chiudere in quanto può intervenire solo un Consigliere a favore ed uno contro sull’ordine del giorno di non passaggio alla discussione degli articoli.
Ha la parola, oratore contro, il Consigliere Borroni.
Pierpaolo BORRONI. Grazie, Presidente. Infatti mi domandavo come mai il Consigliere Carancini stesse parlando poiché non mi risulta che sia possibile da Regolamento.
Premesso questo, devo dire che sono perplesso da quello che sto ascoltando in quanto in III^ Commissione, che ha analizzato questa interpretazione autentica, c’è stato un lavoro unanime e bene o male tutti i Consiglieri hanno appreso ed hanno capito la necessità di questa interpretazione, quindi, la prima domanda che pongo è: il Consigliere Cesetti parla con i membri della Commissione del suo partito? Questa esternazione che ha fatto mi lascia perplesso.
Oltretutto dice una cosa che non è palesemente vera, in quanto le interpretazioni autentiche sono state sempre fatte, ho qui la deliberazione n. 39 relativa al Piano del parco Sasso Simone e Simoncello, interpretazione autentica del 2016. Lei non sa che atti faceva in quel periodo? Lei era Assessore, dovrebbe saperlo.
Premesso questo, ritengo che sia importante andare avanti e definire queste interpretazioni perché, come sempre, oggi ci troviamo a risolvere dei problemi che sono nati prima della nostra amministrazione. Grazie.
PRESIDENTE. Proposta di ordine del giorno di non passaggio alla discussione della proposta di atto amministrativo n. 29. La pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa regionale non approva)
PRESIDENTE. Ha la parola la Consigliera Ruggeri.
Marta RUGGERI. Grazie, Presidente. A questo punto sono a chiedere ai sensi dell’articolo 100 del Regolamento interno, così come si era detto alla Conferenza dei Presidenti di gruppo, il rinvio in Commissione dell’atto, a nome mio, della Consigliera Lupini e del capogruppo del Partito Democratico Consigliere Mangialardi. Grazie.
PRESIDENTE. Ha la parola, oratore a favore, il Consigliere Mangialardi.
Maurizio MANGIALARDI. Buongiorno a tutti. Riportiamo il percorso che avevamo condiviso in Conferenza dei capigruppo e consentiamo, aderendo alla richiesta del capogruppo del Movimento 5 Stelle, di stralciare dall’ordine del giorno il punto 2 e di dare seguito alle richieste che sono pervenute da sette Sindaci del territorio.
Al di là della legittimità dell’atto, che meritava un’attenzione particolare, non è uscito dalla Commissione con il parere favorevole del gruppo del Partito Democratico perché la Consigliera Casini si è astenuta, quindi, c’era la necessità di dar seguito all’ordine del giorno che abbiamo presentato, ma visto che non è stato per niente assunto, ritorniamo al percorso che abbiamo condiviso insieme, quindi chiediamo lo stralcio come hanno richiesto i sette Sindaci.
Parliamo sempre, ci ammantiamo dell’attenzione e dell’ascolto del territorio, mi sembra che solo per questo dovrebbe meritare l’approfondimento che sarebbe opportuno e che noi richiediamo.
PRESIDENTE. Ha la parola, oratore contro, il Consigliere Antonini.
Andrea Maria ANTONINI. Intervengo in qualità di Presidente di Commissione dato che la proposta avanzata è di riportare l’atto in Commissione.
Oltre che risottolineare ciò che già è stato detto, che comunque in Commissione è stato valutato in maniera approfondita con la presenza dei tecnici che ovviamente , dato che parliamo di una interpretazione che ha un sapore prettamente tecnico, hanno motivato, quindi, c’è stato un approfondimento, l’argomento non è stato affrontato in maniera rapida o superficiale, tutt’altro, prima cosa; seconda cosa, oltre al fatto che non ci sono state delle contrarietà, voi sapete che quando ci sono degli astenuti dal punto di vista legale, sostanziale, il un voto è unanime, ma a parte questo, si può anche cambiare idea durante …, non succede nulla, cambiare o puntualizzare rispetto alla posizione precedente, ma questo vale per tutti non solo per il caso specifico.
Vorrei sottolineare l’altro dato importante, il Cal, che rappresenta tutte le autonomie locali, quindi anche i Sindaci, una parte ovviamente in questo caso molto ristretta rispetto alla quantità dei Sindaci presenti nella nostra regione, come il Crel hanno espresso parere favorevole.
Dal punto di vista prettamente amministrativo tutti gli atti e tutta la procedura sono stati estremamente corretti ed hanno avuto la condivisione di tutti i diretti interessati.
Per questo non ha senso …, anche perché non capisco cosa al limite dovrebbe tornare in Commissione, cosa potrebbe apportare di più rispetto a quanto già sappiamo, a quanto già fatto? Chi aveva la possibilità poteva richiedere un ulteriore rinvio durante la seduta di Commissione, questo vale per tutte le forze, sia rappresentate che non rappresentate, poiché possono partecipare alla Commissione anche Consiglieri di altre Commissioni con diritto di parola, non di voto. E’ stata data la possibilità a tutti di esprimersi nel percorso ordinario, riportarla indietro secondo me non ha motivo di essere, ma possiamo - questa è l’occasione - discuterne se ci sono delle proposte, eventualmente fare degli emendamenti e parlarne qui, questa è la sede credo più adatta, l’Aula del Consiglio regionale.
PRESIDENTE. Rinvio in Commissione della proposta di atto amministrativo n. 29. La pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa regionale non approva)
La discussione è aperta, ha la parola il relatore di maggioranza Consigliere Borroni.
Pierpaolo BORRONI. Grazie, Presidente. Il punto all'ordine del giorno di oggi riguarda la richiesta di “Interpretazione autentica” fatta dalle Provincie di Fermo e di Ascoli Piceno per casistiche riguardanti i capitoli 12 e 13 della Parte Il del vigente Piano regionale di gestione rifiuti (PRGR).
I quesiti posti dalla Provincia di Ascoli Piceno sono 4 e quelli posti dalla Provincia di Fermo sono 3.
La Provincia di Ascoli Piceno ha posto i seguenti 4 quesiti:
1. alla tabella 12.8-1 del PRGR nella parte in cui stabilisce per gli impianti di discarica "ove sono smaltiti annualmente prevalentemente rifiuti urbani non pericolosi (i rifiuti speciali smaltiti non devono superare il 50% del totale dei rifiuti conferiti annualmente) l'area di tutela (carattere escludente) è di 500 metri";
2. all'applicazione del paragrafo 12.4 del PRGR per gli ampliamenti in deroga ai criteri localizzativi dello stesso PRGR, alla luce dell'orientamento del Tar Marche e del Consiglio di Stato nel caso di ampliamenti sotto la soglia del 30% di superficie e di volume;
3. alla tabella 12.8-2 (Distanze da funzioni sensibili);
4. alla possibilità di autorizzare impianti di discarica di cui al Cap.12 del PRGR, con particolare riferimento alla proposta pianificatrice contenuta al Cap.13 dello stesso PRGR.
La Provincia di Fermo ha posto 3 quesiti di cui chiede la interpretazione autentica:
1. all'applicazione del paragrafo 12.4 del PRGR per gli ampliamenti in deroga ai criteri localizzativi dello stesso PRGR, alla luce dell'orientamento del Tar Marche e del Consiglio di Stato nel caso di ampliamenti sotto la soglia del 30% di superficie e di volume;
2. alla tabella 12.8-1 e 12.8-2 del PRGR nella parte in cui si stabilisce per gli impianti di discarica "ove sono smaltiti annualmente prevalentemente rifiuti urbani non pericolosi (i rifiuti speciali smaltiti non devono superare il 50% del totale dei rifiuti conferiti annualmente) l'area di tutela (carattere escludente) è di 500 metri";
3. alla possibilità di autorizzare impianti di discarica con riferimento alla proposta pianificatrice contenuta nel Capitolo 13 dello stesso PRGR.
Alcuni di questi quesiti posti dalle 2 Province sono simili se non uguali, per cui gli uffici hanno dato 4 interpretazioni autentiche:
1) Primo quesito posto dalla Provincia di Ascoli Piceno e secondo quesito posto dalla Provincia di Fermo si esplicitano nel seguente metodo: Con riferimento ai criteri di tutela specifici "Distanza dai centri abitati" (Capitolo 12.8 e Tab. 12.8-1) e "Distanza da funzioni sensibili" (Capitolo 12.8 e Tab. 12.8-2) di cui alla Parte Il del PRGR 2015, l'ampiezza della relativa area di tutela va misurata come la distanza tra l'oggetto della tutela ed il limite esterno dell'ambito di intervento territoriale del progetto di discarica; questa può essere ridotta da metri 2.000 a metri 500 a condizione che l'autorizzazione alla realizzazione e/o all'esercizio dell'impianto di discarica preveda annualmente lo smaltimento di un quantitativo di rifiuti urbani non pericolosi prevalente rispetto al quantitativo di rifiuti speciali e la prescrizione per cui i rifiuti speciali non possano superare il 50% del totale dei rifiuti conferiti annualmente, con riferimento all'anno precedente.
2) Secondo quesito posto dalla Provincia di Ascoli Piceno e primo quesito posto dalla Provincia di Fermo si esplicitano nel seguente modo: Al capitolo 12.4, secondo capoverso della Parte II del PRGR 2015, per opera esistente deve intendersi, nella declinazione relativa agli impianti di discarica, il complesso delle vasche/settori che risultano autorizzate nelle forme AIA o art. 208 del d.lgs. 152/06 e in gestione operativa al momento dell'entrata in vigore del Piano 2015, con ciò intendendo i volumi autorizzati e previsti ai sensi delle autorizzazioni stesse, compresi vasche/settori/lotti o altra denominazione impiegata, relativi a porzioni di discarica che alla medesima data non siano state definitivamente chiusi ai sensi dell'articolo 12 comma 3 del d.lgs. 36/2003, comunque escludendo le porzioni autorizzate antecedentemente all'entrata in vigore del decreto stesso, attuativo della direttiva 1999/31/Ce relativa alle discariche di rifiuti, nel caso in cui non siano state oggetto di adeguamento alla normativa di settore.
Al capitolo 12.4, terzo capoverso della Parte Il del PRGR 2015, nel periodo "Per ampliamento o modifica si considera anche il cumulo di interventi parziali ed effettuati in fasi successive nel progetto originario", strettamente correlato con quanto stabilito al capoverso precedente, per progetto originario deve intendersi il primo progetto autorizzato a cui sia stato applicato il regime di esclusione dall'ambito di applicazione dei criteri localizzativi previsto dallo stesso capitolo 12.4. Deve pertanto intendersi che a partire dall'opera esistente, (ossia l’impianto le cui dimensioni, esistenti alla data di entrata in vigore del PRGR, costituiscono il riferimento di base), il limite alla possibilità di applicare l'esenzione dai criteri localizzativi si raggiunge quando la somma di tutti i quantitativi autorizzati successivamente alla entrata in vigore del PRGR raggiunge il 30% dell'opera esistente stessa.
3) Terzo quesito posto dalla Provincia di Ascoli Piceno si interpreta nel seguente modo: Al Capitolo 12.8.2, al paragrafo "Distanza da funzioni sensibili", fino all'aggiornamento del Piano, da effettuarsi secondo le procedure di legge, l'elenco degli edifici sensibili così come riportato nel testo del vigente PRGR approvato con deliberazione amministrativa n. 128 del 14 aprile 2015 è da ritenere tassativo e non esemplificativo, considerando pertanto esclusa ogni altra diversa tipologia di struttura.
Richiamato tuttavia quanto previsto al capitolo 12.4, quinto capoverso della Parte Il del PRGR 2015, anche in questo contesto va considerata l'opportunità di un approccio precauzionale nel corso delle procedure valutative e di autorizzazione di impianti di gestione dei rifiuti, che tenga conto caso per caso delle condizioni di compatibilità ambientale e sanitaria tra diversi usi e destinazioni, "al fine di impartire le prescrizioni necessarie a mitigare o compensare eventuali criticità".
4) Quarto quesito posto dalla Provincia di Ascoli Piceno e terzo quesito posto dalla Provincia di Fermo si interpretano nel seguente modo: "Ai fini della corretta applicazione delle previsioni di carattere generale di cui alla Parte Il del PRGR 2015, Capitolo 12.2 e di quelle di carattere specifico di cui al Capitolo 13.4.4.3 relativo agli impianti di discarica, si chiarisce che, nel caso in cui un progetto di nuova discarica o di ampliamento di discarica esistente preveda lo smaltimento di rifiuti urbani, l'individuazione del sito e la sua coerente destinazione all'interno del Piano d'Ambito di cui all'articolo 10 della l.r. 24/2009, rappresenta vincolo preordinato e inderogabile per il rilascio della relativa autorizzazione. Ciò vale anche nel caso in cui l'ampliamento si riferisca a discarica esistente per rifiuti speciali da ampliare, o modificare in termini autorizzativi, per conferirvi rifiuti urbani, seppure in misura parziale o minoritaria rispetto al totale delle tipologie di rifiuti di previsto conferimento". Grazie.
PRESIDENTE. Ha la parola il relatore di minoranza Consigliere Santarelli.
Luca SANTARELLI. Grazie, Presidente. Un saluto ai dipendenti della Regione, ai colleghi Consiglieri ed alla Giunta. Proverò con un breve riassunto a dire quello che è stato fatto dalla minoranza e ricordo che le audizioni hanno portato ad una serie di azioni che sono frutto anche del lavoro fatto in Commissione.
“Distanza da funzioni sensibili”, Parte II del Piano regionale di gestione dei rifiuti, approvato il 14 aprile 2015, l’ampiezza dell’area di tutela va misurata come la distanza tra l’oggetto della tutela e il limite esterno dell’ambito d’intervento territoriale del progetto di discarica e può essere ridotta da 2.000 a 500 metri a condizione che l’impianto preveda lo smaltimento prevalente di rifiuti urbani non pericolosi, rispetto ai rifiuti speciali che non possono superare il 50% del totale dei rifiuti conferiti annualmente, con riferimento all’anno precedente.
Per ampliamento si considera anche il cumulo degli interventi parziali ed effettuati in fasi successive al progetto originario, la somma di tutti i quantitativi autorizzati successivamente all’entrata in vigore del PRGR è il riferimento di base. La somma di tutti i quantitativi autorizzati dopo il PRGR e il limite alla possibilità di applicare l’esenzione raggiunge il 30% dell’opera esistente.
Per l’autorizzazione di impianti si deve tener conto di condizioni di compatibilità ambientale sanitaria, un progetto di nuova discarica o l’ampliamento deve prevedere lo smaltimento dei rifiuti urbani, ’individuazione del sito e la sua destinazione, sia all’interno del Piano d’Ambito che con vincolo di autorizzazione.
Il punto 3), in particolare la distanza dagli edifici sensibili, viene ritenuta tassativa solo per quelli che sono indicati tra le parentesi nel Piano dei rifiuti, quindi, evidentemente sono indicativi.
Dall’elenco delle strutture, ad esempio, mancano gli ospedali di comunità, questo comporta che nel caso di nuove discariche, queste ultime potrebbero posizionarsi a distanza inferiore dalle strutture socio-sanitarie previste dalla Giunta e dal masterplan.
Tutto questo ci lascia dei dubbi anche sulla definizione del punto 2), che permetterebbe di considerare come volume esistente per calcolare il 30% anche quello realizzato, ma che potrebbe non avere ottemperato alle procedure di corretta chiusura e post mortem.
Voglio ricordare all’Aula che l’Assessore aveva dichiarato un anno fa che avrebbe subito redatto il nuovo piano, come gruppo di opposizione chiediamo di mantenere fede agli impegni e soprattutto che il lavoro fatto e le azioni poste in essere in Commissione vengano messi in campo anche durante gli atti votati in Consiglio regionale. Grazie.
PRESIDENTE. Ha la parola la Consigliera Casini.
Annan CASINI. Grazie, Presidente. Consigliere Borroni ha fatto sorridere il fatto che lei abbia letto integralmente le risposte tecniche, avrei voluto dirle di relazionare con parole sue, ma non credo che sarebbe stato in grado di approfondire, così come invece abbiamo fatto noi. Se fosse stato in grado e se lo avesse fatto si sarebbe tra l’altro ricordato, come ricorderanno i tecnici, ed ha mentito prima quando ha detto che siamo stati tutti d’accordo, che io ho avuto due dubbi forti e importanti.
Il primo dubbio è quello sulla definizione degli edifici sensibili. Ho sempre detto che l’indicazione che c’era nel Piano generale regionale dei rifiuti era squisitamente esemplificativa, perché lo dico? Forse il dubbio sarebbe dovuto venire più a lei che a me dato che è stato approvato un masterplan della sanità, che voi tutti avete considerato l’ottava meraviglia del mondo, nel quale ci sono delle indicazioni e delle definizioni, come per esempio gli ospedali di comunità, come per esempio le case della salute, eccetera, che non trovano riscontro all’interno di questa definizione, pertanto si potrebbe ampliare una discarica vicino ad un ospedale di comunità. E’ perentorio che non si possa fare vicino ad un asilo, è perentorio che non si possa fare vicino ad una RSA, ma nulla si dice di quello che nel frattempo si è evoluto.
Quando poi parla di chi c’è stato prima, dovrebbe anche sapere che quando è stato approvato questo Piano, cioè il 14 aprile 2015, non c’era il precedente Presidente, anche noi l’abbiamo ereditato ed a maggior ragione, visto che non c’è nessuno dei presenti, come bene ha detto il Consigliere Cesetti, avreste fatto bene a presentare una modifica normativa invece che una interpretazione autentica ora per allora.
Detto questo, non mi convince ed ancora non sono convinta del pericolo che c’è, poiché poi qualcuno potrebbe dire che la Consigliera Casini è interessata a questo argomento in quanto nel Piceno, vicino alla discarica di Reluce, è noto, c’è una struttura dell’Ama Aquilone che poteva essere ritenuta sensibile, ma non lo è secondo questa definizione. Dell’Ama Aquilone tutti sanno che è stato deciso il trasferimento dal Comune di Ascoli Piceno con una apposita delibera per cui non c’è più neanche questa visione di interesse personale che potrei avere essendo effettivamente amica di Ama Aquilone.
E’ un problema che può riguardare tutti e non ci rendiamo conto che il grido dei Sindaci, è il grido di chi ha problemi nel proprio territorio legati alle discariche. E’ evidente che gli altri questa preoccupazione se la pongono meno, fino a quando non arriva qualcuno che vuole mettere dei rifiuti a casa loro, ma è normale che sia così, che sia più sentito da quelle comunità e da quelle località in cui c’è il problema vero, laddove ci sono i camion, le puzze, le polveri, dove c’è la gestione dei rifiuti, che di per sé ognuno vorrebbe in un sito diverso da casa propria.
Questa interpretazione io l’avevo già evidenziata e secondo me non è corretta perché ritenere tassativo, cioè interpretare tassativo qualcosa che per sua natura è esemplificativo, a mio avviso è scorretto e questo l’ho sempre detto.
Altro dubbio che avevo era quello sul volume di base che viene considerato per avere la deroga, la soglia del 30%, cioè mi spiego. Se c’è una discarica che è stata autorizzata dopo il 2015 e se ha tutte le carte in regola - così mi è stato detto, ma in realtà non è così - può essere autorizzato in deroga un ampliamento purché sia inferiore al 30% del … e qui c’è la definizione, del volume e della superficie. Leggo: “Con ciò intendendo i volumi autorizzati e previsti ai sensi delle autorizzazioni stesse, compresi vasche/settori/lotti o altra denominazione impiegata, relativi a porzioni di discarica che alla medesima data - il 2015 è l’entrata in vigore del Piano regionale - non siano stati definitivamente chiusi ai sensi dell’articolo 12”, eccetera.
Ho chiesto che mi fosse spiegato bene cosa significasse “definitivamente chiuse” ed ho chiesto: se qualcuno non ha fatto le operazioni di chiusura corrette secondo l’autorizzazione, secondo l’AIA, se qualcuno è stato fermo con le autorizzazioni, se un gestore che non ha avuto il collaudo della discarica in quanto inadempiente , quel volume viene considerato? Mi è stato detto: “No, per carità, quel volume non viene considerato”, invece dalla lettura di questa norma quel volume di un soggetto potenzialmente inadempiente o inadempiente viene considerato per avere l’opportunità di ampliare quella discarica con il 30% in deroga al piano regionale ed ai Piani d’ambito.
Questa è una cosa grave, primo perché se è vero quello che mi è stato detto e che io leggo nella norma, significa che noi facciamo considerare un volume a chi non ha adempiuto a tutte le norme, a tutte le regole e alle prescrizioni contenute nelle autorizzazioni e nell’AIA, e dato che è rimasto in vita, quindi ha la discarica aperta, ha un bonus di ampliamento fino al 30% di quel volume che non ha messo in sicurezza.
Questa è una cosa che non mi è stata detta così chiara come poi ho approfondito e sulla quale ho dei grossi dubbi.
Non è una questione che riguarda la Provincia di Ascoli Piceno o la Provincia di Fermo, riguarda tutti noi. Secondo voi è giusto dare un bonus discarica del 30% a chi non ha applicato le norme e le regole che gli sono state imposte sia a livello nazionale che con le autorizzazioni? Secondo me è una cosa che non sta né in cielo né in terra.
Ritengo che queste siano due interpretazioni pericolose, non ho cambiato idea rispetto a quello che ho detto in Commissione, mi dispiace, non sto leggendo, Consigliere Borroni, vado a braccio dato che la materia me la sono studiata e non ho bisogno di leggere, non la rileggo soprattutto così come è stata scritta dai tecnici, magari cambio una parola, lo dico in maniera diversa per far capire che l’ho capita.
Sicuramente non sono stata chiara, ma cerco di far capire all’Aula che sarebbe importante approfondire, primo, andrebbero integrati gli edifici sensibili con gli edifici che questa Giunta ha presentato in Consiglio e che ha indicato come sensibili, con quegli edifici che oggi non vengono indicati, per esempio. Non è una questione che riguarda la mia provincia, ma può riguardare tutte le province, è di mera tutela della salute dei cittadini e credo che debba essere di interesse di quest’Aula; secondo, la possibilità, che diamo con questa norma, di dare un bonus del 30% a chi è inadempiente.
Questa norma andrebbe scritta in maniera più chiara per evitare che questo sia, anche perché sappiamo bene che i Sindaci faranno un ricorso al Tar su questa interpretazione e se è un’interpretazione che non è così chiara, che consente un escamotage … Stiamo parlando di rifiuti, che sono normati da legge comunitarie, c’è una grande attenzione al tema dei rifiuti e dell’ambiente, a maggior ragione con il Pnrr, non ne faccio una battaglia politica, ma ne faccio una battaglia di buon senso, di correttezza amministrativa, soprattutto di rispetto di quei territori che da anni subiscono vessazioni ambientali perché purtroppo molti anni fa vi sono state individuate delle discariche, ne soffrono tutte le conseguenze e vorrebbero vedere applicata la norma. Quindi, se si può fare l’ampliamento del 30% si faccia in deroga, ma si faccia laddove i volumi sono autorizzati, trattati e dove le discariche vengono collaudate e dove viene fatto il post mortem, sennò siamo bravi tutti!
Queste sono due falle che secondo me andrebbero sanate e chiedo a quest’Aula se è possibile di farlo, non so come perché non sono in grado di poterlo fare adesso, ma condividevo l’idea - oltre che della pregiudiziale sulla quale concordavo in toto - visto che siamo entrati nel merito (ed ho votato la proposta della Consigliera Ruggeri) di riportare l’atto in Commissione per rivedere questi due punti che sono, lo ripeto, pericolosi per i nostri territori perché oggi ancora non abbiamo altre discariche individuate, ma non è detto che questo non si possa fare e la risposta che ci viene data: “Dopo lo vedremo con la VIA” no, poi non lo vedremo con la VIA perché lasciamo la responsabilità ai soli tecnici di dire di no, visto che la politica è stata miope ed alla fine succederà che i poveri tecnici si troveranno a dare un parere e una valutazione ambientale e a dover dire si o no rispetto a delle questioni locali, e questa discrezionalità loro non la vogliono. Non è un caso che la richiesta di parere sia venuta dagli uffici tecnici di due province, che hanno bisogno di avere informazioni e norme chiare da applicare, non vogliono essere discrezionali, quindi, anche per la tutela di quella burocrazia, che viene così volgarmente definita burocrazia ma che lavora tutti i giorni al servizio dei cittadini, dico che dovremmo dare delle norme più chiare e meno interpretabili, soprattutto a tutela dell’interesse generale della salute pubblica.
PRESIDENTE. Ha la parola la Consigliera Ruggeri.
Marta RUGGERI. Grazie Presidente. Questa proposta di atto amministrativo vorrebbe avallare, e rendere efficace ai sensi di legge ed ai fini applicativi, una nuova interpretazione di quanto previsto ai capitoli 12 e 13 del Piano regionale di gestione dei rifiuti in termini di distanza delle discariche dai centri abitati e da edifici e servizi sensibili, interpretazione che però contrasta con la giurisprudenza consolidata.
Il Consiglio di Stato, infatti, si è già espresso chiaramente nel merito di quanto oggi stiamo discutendo con la sentenza n. 572/2017 e più recentemente con la sentenza n. 5766/2020 che ha riformato la decisione del Tar delle Marche in merito al ricorso presentato dai Comuni di Castelbellino e di Monte Roberto contro la V.I.A. e l'Autorizzazione Integrata Ambientale relative all'ampliamento della discarica "La Cornacchia" nel Comune di Maiolati Spontini.
In particolare, il Consiglio di Stato ha già interpretato i capitoli 12 e 13 del Piano regionale di gestione dei rifiuti in merito agli "effetti cumulativi" dei profili ambientali, nel senso che il limite alla possibilità di applicare l'esenzione degli ampliamenti dai criteri localizzativi previsti si raggiunge e si supera quando la somma di tutti gli ampliamenti succedutisi nel tempo, anche precedenti all’entrata in vigore del Piano regionale di gestione dei rifiuti, supera in termini di quantitativo autorizzato il 30% rispetto al "progetto originario". Per progetto originario si deve intendere il primo progetto autorizzato della discarica e non il complesso delle vasche o settori in gestione operativi ed esistenti nel 2015, al momento di approvazione del Piano regionale.
Non si può operare una distinzione tra i settori in coltivazione e quelli saturati, come vorrebbe fare l'interpretazione proposta nell'atto amministrativo che ci accingiamo a votare, in quanto sono tutti suscettibili di provocare un impatto ambientale con effetto cumulativo.
Diversamente, sarebbe vanificato il principio, sancito nel Piano regionale, che impone di tenere conto degli "effetti cumulativi" degli interventi di ampliamento delle discariche.
Nel merito, mi limiterò a leggere il passo secondo me più significativo della sentenza del Consiglio di Stato: "In una prospettiva di tutela e di vivibilità dell'ambiente antropizzato, non avrebbe senso sostenere il contrario, ossia che il vincolo della cumulabilità degli interventi parziali sarebbe applicabile soltanto a partire dalle autorizzazioni vigenti alla data di approvazione del Piano e non retroattivamente.
Il principio di retroattività non è correttamente evocato perché esso riguarda il sistema delle fonti del diritto.
Il principio della verifica degli impatti cumulativi riguarda, invece, le preesistenze ed il giudizio di sostenibilità e di accoglibilità di nuovi impatti negativi o stressanti. Pertanto, se è vero che il Piano regionale di gestione dei rifiuti non può che necessariamente applicarsi, "ratione temporis", alle nuove istanze o domande presentate dopo la sua entrata in vigore, ciò non significa che debba o possa essere pretermessa la legittima aspettativa di vedere esaminata la compatibilità del 'realizzando' rispetto al già 'realizzato'".
Tale arresto giurisprudenziale non può essere aggirato con una nostra interpretazione difforme che credo sia più funzionale agli interessi di qualche gestore del servizio piuttosto che all’interesse generale.
La proposta se approvata andrà ad incidere sicuramente sulla VIA relativa all’ampliamento della discarica di Relluce nell’ascolano e probabilmente su altri progetti di ampliamento che si stanno valutando in altri siti, tra cui potrebbe esserci anche la discarica di Fano, Monteschiantello. Questo lo voglio dire perché spesso i Consiglieri di maggioranza del Consiglio regionale sono in prima fila quando si tratta di ascoltare i Comitati che sono preoccupati, però oggi si accingono a votare un atto di questo tipo. Chiedo, quindi, quanto meno un po’ di coerenza tra i pulsantini che premono in Aula rispetto a quello che vanno predicando in mezzo alla gente, perché comunque faremo sapere cosa approvate oggi.
Se voteremo favorevolmente questa proposta di atto amministrativo, che intende aggirare i criteri localizzativi nelle procedure di autorizzazione degli ampliamenti, andremo ad esporre la Regione, le Province che rilasceranno le V.I.A. ed i Comuni sedi di discariche, ad un contenzioso certo, oneroso ed inutile, oltre ad oltraggiare i cittadini che nei territori giustamente hanno a cuore il rispetto dell'ambiente e la tutela della salute secondo il principio di precauzione. La lettera sottoscritta dai 6 Sindaci, di cui abbiamo parlato prima, indirizzata a ciascuno di noi, è un monito in tal senso, monito purtroppo inascoltato.
Sono sicura che gli esponenti delle forze politiche che compongono la maggioranza, sempre solerti nell'appoggiare a parole i comitati dei cittadini che si battono per la tutela della salute e per la qualità della vita nei territori, opponendosi agli ampliamenti delle discariche che invadono i limiti di distanza dai centri abitati e dagli edifici e funzioni sensibili, vorranno essere conseguenti, votando contro questo provvedimento insieme a noi del Movimento 5 Stelle. Non voglio pensare che tale solerzia e tale impegno ambientalista quando erano all'opposizione sia stato solo funzionale ad accaparrarsi qualche voto. Grazie.
PRESIDENTE. Ha la parola l’Assessore Aguzzi.
Stefano AGUZZI. Grazie, Presidente. Ascolto con attenzione il dibattito, è un tema delicato, quindi ci possono stare sfaccettature, visioni diverse e differenti.
Una cosa è sicura comunque, checché se ne voglia dire, non certo per gettare la croce addosso a qualcuno o a qualcun altro, il problema oggi nasce da una serie di ritardi che ci sono stati in questi anni, basta dire che dopo aver approvato il Piano regionale dei rifiuti sei anni fa nessuna Provincia e nessuna Ata ha approvato i piani d’Ambito. Di fatto questo è un grosso ritardo, che oggi porta anche ad una discussione di questo genere. A me non piace dire è colpa di Tizio o di Caio, ognuno di noi ha mille manchevolezze e quando si governa è sempre faticoso, però di fatto oggi ci troviamo, non dico costretti, ma indubbiamente un po’ forzati a portare avanti un atto amministrativo, anche inusuale se vogliamo, perché è inusuale un atto amministrativo di questo genere. Non capita spesso di dover portare provvedimenti come questo, di interpretazione, in Consiglio regionale, così come tendenzialmente non si portano nei Consigli comunali. Però questa è un’esigenza che nasce da una richiesta che viene da due Province, non viene da un Consigliere regionale o da un Assessore, viene da due Province, evidentemente c’è un’esigenza reale dei territori.
Queste esigenze reali dei territori spesso emergono perché è mancata la forza, il coraggio, la capacità, ma forse più il coraggio, di portare avanti delle scelte, che è vero, come diceva poco fa la Consigliera Ruggeri, a volte vanno anche a cozzare in parte su quello che è il sentire dei cittadini nei territori, ma questo è come quando si fa la lotta contro l’antenna che nasce vicino casa, tutti contrastano l’antenna, poi il giorno che non ti prende il cellulare ti incavoli e lo sbatti nel muro.
Ognuno di noi dovrebbe a poco a poco prendere coscienza di una serie di situazioni, i rifiuti nella regione Marche sono trattati nella maniera probabilmente più retrograda rispetto alle altre Regioni d’Italia, se togliamo qualche Regione del sud in cui magari i meccanismi sono peggiori.
Noi abbiamo tutto sommato una buona raccolta differenziata, perlomeno nella percentuale, non sempre nella qualità e quando diciamo che il 70%, così come il Piano regionale dell’epoca prevedeva, è stato raggiunto, non spieghiamo che di quel 70% un buon 20% torna indietro per andar di nuovo in discarica, con doppia spesa, perché non è di qualità.
Comunque quel Piano che prevedeva quel tipo di attività poi non ha più previsto in seguito - poi torno su quello che ha detto il Consigliere Santarelli poco fa che chiedeva una cosa legata a questo - nessuna impiantistica se non le nostre classiche discariche. Siamo indietro, purtroppo ce lo dobbiamo dire tutti, guardandoci in faccia, rispetto alle altre Regioni del centro Italia, se ci paragoniamo con il nord d’Italia non esiste storia perché troppo di frequente quando si tratta di temi delicati, come la legge sull’urbanistica, la legge sulle cave, i biodigestori, le discariche, il piano dei rifiuti, non si ha il coraggio di operare, spesso si guarda più al consenso personale ed elettorale dei territori, dove non vogliamo andare a sbattere il naso, rispetto alle esigenze vere che qui dentro siamo chiamati a risolvere, perché se siamo qui a governare una Regione è per risolverne i problemi, anche quando qualche volta si sbatte il naso contro una parte dell’elettorato.
Di conseguenza questo atto inusuale, ma doveroso ed apprezzo …, non ho fatto nessuna forzatura sui Consiglieri, ci siamo parlati prima molto serenamente di là, sapevo che c’era qualche perplessità da approfondire. Non è un atto che ho fortemente voluto, che ho portato qui con chissà quale prosopopea, è un provvedimento che ci hanno chiesto delle Province, che deve chiarire la possibilità di poter operare su quei territori dando una giusta interpretazione ad una serie di atti che sono superati nel tempo, scavallati da nuove leggi, figli di un Piano dei rifiuti vecchio e figli di piani Ata mai approvati, che oggi lasciano questi dubbi e queste interpretazioni, a volte equivoche, per cui si è costretti ad arrivare al Consiglio di Stato in qualche caso.
Credo che dare un’interpretazione univoca su tutto il territorio - qui non si parla di Ascoli Piceno, la richiesta viene da Ascoli Piceno e da Fermo, ma è univoca in tutto il territorio, non si fa qualcosa ad hoc per Ascoli Piceno – dia chiarezza interpretativa a chi su quei territori deve operare, a chi gestisce il ciclo integrato dei rifiuti, a chi gestisce il territorio, a chi governa quei territori, a chi opera in quei territori. Si dà una interpretazione per dire: “se volete continuare a fare questo tipo di attività dovete attenervi esattamente a queste normative”, per questo hanno fatto uno sforzo i nostri uffici, che ringrazio.
Questa è una responsabilità e vedo, e mi fa piacere, che buona parte di questo Consiglio regionale oggi se ne prende in carico, nonostante l’inusualità di atti di questo genere. E’ un provvedimento di responsabilità che è stato approfondito. Vedo che in Commissione ha avuto un parere positivo, anche con degli astenuti, vedo che è andato al Cal e al Crel con pareri positivi, a questo punto non capisco quali altri dubbi dovremmo tutto sommato avere. Se siamo convinti che serva, serve, se siamo convinti che non serva o che comunque non vada bene allora è inutile parlarne, però il punto qual è? Ci ritroveremo ancora una volta punto a capo! Se come amministrazione regionale tra 5 anni non avessimo affrontato il Piano dei rifiuti …, sul quale, Consigliere Santarelli, stiamo già lavorando, stiamo per pubblicare il bando che era stato rivisitato e ritirato per un ricorso che aveva fatto una ditta rimasta fuori. Sì, da quel bando c’era stato un aggiudicatario per fare il nuovo studio sul Piano regionale dei rifiuti, ma c’è stato un ricorso, se fossimo andati avanti nel contenzioso saremmo stati qui 5 anni, abbiamo preferito rifare il bando per dargli nuova legittimità e vedere come si svilupperà, quindi siamo al punto di ripubblicare il bando per ricercare una società specializzata che ci fornirà lo studio.
Nel frattempo, approvando questo atto amministrativo, diamo quella necessaria chiarezza su alcuni punti fondamentali che consentiranno comunque di operare sui territori.
I famosi quesiti, prima il Consigliere Borroni è stato preciso nel leggere tutte le norme, che di fatto sono già previste e che noi esplicitiamo, come dire: valgono i 500 metri dalle discariche se vengono portati meno del 50% dei rifiuti urbani? Si, valgono i 500 metri, se sono più del 50% sono due chilometri.
Oltre tutto questa norma dei due chilometri che è stata inserita, secondo me è fuori luogo, però non è in discussione oggi, non so se lo sarà domani, in quanto solo la Regione Marche obbliga lo smaltimento dei rifiuti speciali a 2 chilometri dai centri abitati, tant’è che tutta la nostra imprenditoria regionale spende il triplo di quella dell’Umbria, di quella dell’Abruzzo, di quella dell’Emilia Romagna, di quella della Toscana, di tutte le altre Regioni per portarli fuori regione. Questo è un danno economico grossissimo per le nostre imprese, però non è in discussione, qui non stiamo riesaminando questo, se sono più del 50% devono andare a due chilometri, su questo non c’è nulla di nuovo, confermiamo di fatto quello che già c’è.
L’interpretazione che so fa un po’ più discutere è quella di dire: ma il piano originario, per valutare il famoso 30%, è quello di quando la discarica inizialmente è stata autorizzata o è quello di quando è andato in vigore il Piano? Quando è entrato in vigore il Piano, perché se nel 2015 il Piano è stato studiato secondo le esigenze dei nostri territori marchigiani e da quel fabbisogno ha verificato un ulteriore 30% di potenziale ampliamento, non può basarsi quel 30% su discariche autorizzate 20 anni prima, quando i bisogni erano completamente diversi e diversificati. E’ chiaro che deve partire da quando il Piano è stato redatto, cioè il 2015, questo lo chiarisce, effettivamente era un dubbio che aleggiava nel momento in cui nelle varie Province si doveva autorizzare o meno eventuali ampliamenti.
Poi il discorso di cosa può stare o non può stare entro i 500 metri, abbiamo esplicitato quello che di norma può stare o non può stare dentro i 500 metri, dopo ci può essere una interpretazione che tira un po’ più in un senso e dice che forse era meglio metterci qualcosa di più, qualcun altro può dire che era meglio metterci qualcosa di meno, ma abbiamo esplicitato quello che le Province possono o non possono tenere in considerazione per dare queste autorizzazioni e per fare queste valutazioni.
Ultima cosa, uno dei quesiti fondamentali è: ma un eventuale ampliamento della discarica si può portare avanti senza un Piano di Ata approvato? No, non si può, è questa una delle cose per cui abbiamo fortemente forzato le 5 Province, le 5 Ata ad approvare i Piani, proprio per consentirci di proseguire in questi percorsi, di proseguire anche nei potenziali ampliamenti laddove servono e nel proseguire anche su un nuovo Piano d’ambito. Come dire, capisco tutte le perplessità, ma se uno deve stare qui a fare l’Assessore o il Consigliere per temporeggiare perché non ha il coraggio di prendere le decisioni, poi si ritrova una legge urbanistica vecchia di 30 anni, un Piano d’Ata vecchio di 6 anni, un Piano cave vecchio di 12 anni, si trova in queste situazioni!
Le realtà vanno affrontate anche se a volte, ripeto, capita di sbattere il naso magari contro lo stesso elettorato, può succedere.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Serfilippi.
Luca SERFILIPPI. Grazie, Presidente. L’intervento dell'Assessore Aguzzi è stato molto esaustivo e lo ringrazio perché il cambio di passo si sta vedendo, nonostante sia un settore delicato, come l'ambiente.
Il fatto che la Giunta abbia deciso di mettere a gara tutta la definizione del nuovo Piano regionale dei rifiuti è il segno importante che vogliamo affrontare i problemi, invece ci troviamo ancora a dover far fronte a problemi passati, come questa interpretazione autentica che oggi andiamo ad esplicitare, frutto di un contenzioso che ha visto prima, di fatto, vincere al Tar e poi perdere al Consiglio di Stato.
Sulla legittimità e sul fatto che questa interpretazione autentica, che oggi andiamo a votare, sia giusta e corretta sono favorevole, pertanto mi dispiace che alcuni Consiglieri avallino la tesi per dire che noi vogliamo ampliare o costruire discariche vicino ai centri abitati. Non mi riferisco sicuramente a lei, però qualche Sindaco e qualche Consigliere ci sta provando. Non stiamo votando questo atto …, cioè non autorizziamo assolutamente nessun ampliamento di discarica con questo provvedimento, questo deve essere abbastanza chiaro per quelle comunità e spero che non venga strumentalizzato, però fondamentale, come ha detto l'Assessore, è avere una strategia globale, è rilevante avviare una discussione per affrontare l'argomento a 360 gradi perché il tema dei rifiuti è molto significativo e delicato. Se vogliamo dare una prospettiva ai cittadini ed alle aziende della nostra regione dobbiamo avere un quadro generale a 360 gradi e senza tabù, dobbiamo prendere atto comunque dei ritardi che sono stati accumulati ed anche del fatto che abbiamo Province un po’ più avanti ed altre un po’ più indietro, di certo le Ata in pochissimi casi hanno funzionato, pertanto, ho apprezzato il cambio di passo dell'Assessorato all'ambiente, che ha chiesto alle Province, quindi alle Ata, di fare il Piano d’ambito. C’è stata una grande discussione e sono contento anche che su questi Piani d’ambito la Regione stia dicendo del suo, dove ci sono delle forzature. Mi riferisco ad esempio alla Provincia di Pesaro Urbino.
La Regione ci sta mettendo del suo perché noi dobbiamo avere una pianificazione regionale e non localistica o che privilegi l'uno o l’altro gestore di servizi, che abbia una strategia completa.
Il mio intervento è solamente per rimarcare il fatto che non dobbiamo fare demagogia sugli atti che votiamo, questa è una interpretazione autentica di una legge votata dalla precedente amministrazione, che noi abbiamo ereditato, che magari personalmente non condivido in alcune sue parti e mi auguro che venga modificata con una strategia complessiva da parte della Giunta Acquaroli.
In Commissione l'abbiamo sviscerata, più volte siamo entrati nel merito di questa delibera, abbiamo chiesto che l’interpretazione autentica venisse in primis dalla Giunta e poi deliberata dal Consiglio regionale su quelle sentenze che hanno creato dei dubbi interpretativi, ma rispetto al passato, questo ci tengo a precisare, non cambia assolutamente nulla, si fa chiarezza, come diceva prima una Consigliera che mi ha preceduto, su quello che le Province, le Ata e gli enti gestori, comunque i proprietari degli impianti della nostra regione, devono tenere in considerazione se vogliono apportare delle modifiche.
Questo ci tenevo a dirlo perché non andiamo a stravolgere niente, non è una modifica del Piano regionale dei rifiuti, anzi ci tengo a dire che è importante a mio avviso, Assessore, aprire una discussione vera e profonda senza mettere “le pezze” come oggi perché quando le norme vanno in contrasto poi dobbiamo intervenire.
Ringrazio per l'intervento che oggi facciamo, occorre aprire una discussione generale a 360 gradi sia sugli ambiti territoriali, sia sulle pianificazione di ambito, che sono in ritardo e si stanno svolgendo. Grazie.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Cesetti.
Fabrizio CESETTI. Grazie, Presidente. Non interverrò nel merito perché l’ha già fatto la Consigliera Casini, qui c'è un problema di metodo perché l'Assessore Aguzzi onestamente ammette che questo atto è inusuale, sono parole sue, e nulla centra che non si vogliono esaminare le situazioni perché noi siamo qui per affrontarle, però non vanno affrontate in modo inusuale, ma in modo regolare e su questo la forza argomentativa dell’Assessore Aguzzi, circa la necessità comunque di intervenire, è inversamente proporzionale alla debolezza del provvedimento perché quella forza argomentativa doveva indurre a modificare l’atto, come ho detto poc'anzi a fondamento anche delle ragioni per non passare all'esame dell'atto stesso ai sensi dell’articolo 99.
Il cosiddetto Piano regionale di gestione dei rifiuti adottato ai sensi dell'articolo 199 del D.Lgs. 152/2006 poteva essere modificato, integrato con un atto uguale o contrario, come ad esempio si fa quando si modifica una legge attraverso procedimenti emendativi. Quante volte abbiamo fatto emendamenti agli atti amministrativi? Questo bisognava fare, non l'interpretazione autentica, addirittura a fini applicativi, ma stiamo scherzando?
Voglio semplicemente citare una cosa, leggo l’articolo 12 delle preleggi: “Nell’applicare la legge non si può ad essa attribuire altro senso che quello fatto palese dal significato proprio delle parole secondo la connessione di esse, e dall'intenzione del legislatore, eccetera …”. Guardate, che questo vale per le leggi, ma qui non parliamo di leggi, parliamo di un atto amministrativo e ovviamente - lo ricordo soltanto a noi perché immagino che voi lo sappiate - l'interpretazione può essere giudiziale, vale per le parti che sono in causa, dottrinale, vale quel che vale, e autentica se è compiuta dallo stesso legislatore e può essere però dichiarativa, estensiva, restrittiva e per analogia. Taccio i termini latini che sarebbero anche più belli, magari faccio qualche errore e la Consigliera Ruggeri mi riprende.
Prima sono andato su Wikipedia, leggo testualmente: “E’ detta interpretazione autentica l'interpretazione della legge effettuata dal medesimo organo che ha posto in essere l'atto normativo. E’ un meccanismo normativo non interpretativo, poiché impone norme ed è fonte di diritto” L'interpretazione autentica si fa con una norma, quindi per estensione l'interpretazione di un atto amministrativo si fa con un atto amministrativo. Per questo chiedete due minuti di sospensione, qui ci sono di dirigenti, i funzionari, il Segretario generale di assoluto valore che può spiegare queste cose, magari potrei cambiare idea, poco conta.
Ripeto, è un meccanismo normativo non interpretativo poiché impone norme ed è fonte di diritto. “Essa dà luogo – sempre da Wikipedia – ad un nuovo precetto astratto, bisognoso a sua volta di un'interpretazione per essere applicato al caso concreto”. Dico all’attento Assessore Aguzzi: esso dà luogo ad un nuovo precetto, in questo caso ad un nuovo atto amministrativo, qualora fosse possibile, astratto, bisognoso a sua volta di una interpretazione per essere applicato al caso concreto. Questo è.
Consigliere Borroni, non c’entra nulla quello che è stato fatto, non so come è stato fatto, a parte il tema del tempus regit actum, dicevano i latini, però il tema è proprio questo, qui non si contesta il merito rispetto al quale non ho approfondito - e sono disponibile a confrontarmi personalmente, è evidente che cerco di relazionarmi con tutti, sto in due Commissioni, cerco di vedere anche gli atti che vengono esaminati da altre Commissione se di interesse, come questo, cerco di occuparmi di tutto quando vengo qua tenendo conto che la giornata è di 24 ore - non è il merito, il tema era questo, semplice. Si poteva portare un atto, come abbiamo scritto poc'anzi, se c'era la necessità di una interpretazione autentica resa a fini applicativi si portava una modifica innovativa con un altro atto amministrativo, questo si fa, come quando facciamo gli emendamenti agli atti amministrativi, quante volte noi scriviamo “Modifiche alla legge regionale …”. Ma vi pare possibile fare con l'interpretazione autentica tutto questo popò di roba, Presidente? Lo dico alla Presidenza, due pagine fitte fitte di interpretazione autentica, non è possibile!
L’interpretazione autentica è un meccanismo normativo che non è interpretativo, appunto perché impone norme ed è fonte di diritto, Wikipedia, non lo dice il Consigliere Cesetti. Allora, capite perché mi scaldo? Non perché la cosa non mi appassiona più di tanto, ma è l'unico modo per concentrarmi, è anche l'unico modo per far il legislatore regionale. Questi atti restano e lo stesso Assessore Aguzzi, che qui dimostra di non essere nato ieri, se mi posso permettere, sotto il profilo politico istituzionale, la definisce inusuale perché si rende conto … Allora, che c'era di male a portare un atto amministrativo per modificare quello? Quale interpretazione autentica, ma stiamo scherzando?
Qual è il punto? Questo atto tra l'altro dà la stura ad ulteriori incertezze, Consigliere Borroni, lo dico a lei perché è il relatore di maggioranza, perché qualora si possa definire che sia stato “colto” il meccanismo normativo, lo dicevo prima anche qui da Wikipedia, questo dà luogo ad un nuovo precetto astratto, bisognoso a sua volta di una interpretazione per essere applicato al caso concreto, e che facciamo dopo? Se qualcun altro, magari diverso da quelli di oggi, diverso dalla mia Provincia di Fermo e dalla Provincia di Ascoli Piceno, lo interpreta in un altro modo, torna qua e ci richiede di nuovo l’interpretazione autentica? Ma scusate, di cosa stiamo parlando? Con il pericolo tra l’altro di esporre la Regione Marche - se questo viene impugnato la Regione Marche inevitabilmente viene evocata in giudizio dinanzi al Tar - anche a danni oltre che ad incertezze, per tacere del fatto che questa è una riscrittura.
C'è qui il Presidente Biancani che è stato Presidente della Commissione la scorsa legislatura, due pagine fitte fitte di riscrittura, che, ripeto, determinano un’ulteriore incertezza, un’ulteriore necessità di esigenze interpretative, ma il problema qual è? E questo è serio, lo dico all’Assessore Aguzzi, perché questa interpretazione - glielo dico in modo costruttivo, avrà visto senza alcuna polemica - riscrive e proietta retroattivamente o almeno può proiettare retroattivamente queste disposizioni, e capite che questo non può essere perché noi sappiamo che la legge, questa non è una legge, è un atto amministrativo, dispone sempre per l'avvenire, non può essere retroattiva se non nei casi specificatamente indicati dalla norma stessa. Certo se c'è una norma penale che è più favorevole al reo è ovvio che si applica retroattivamente, ma questo lo dicono le leggi ed espone a diverse problematiche.
In definitiva, come abbiamo detto noi …, ma, ripeto, le argomentazioni che sto usando sono relative alle leggi, ma questa non è una legge, che sono tipicizzate e a livello regionale noi siamo detentori della potestà legislativa, ma punto! E’ la potestà legislativa regionale, finito! Ma questa non è una legge.
Per chiudere, insisto ancora, altrimenti … Sempre se autorizzato dal Capogruppo, ma penso di sì perché prima mi ha consentito di intervenire, di presentare quell’atto che lui ha firmato, ribadisco che non si passi ad esaminare questo atto, che si colga a questo punto, visto che il mio è stato … Non pretendo, Assessore Aguzzi, il non passaggio sensi dell'articolo 99, però credo che si possa ritornare sulla proposta della Consigliera Ruggeri e rinviare l’atto in Commissione, la quale cosa potrebbe fare? Anziché portarci irritualmente una proposta di atto amministrativo per interpretazione autentica resa a fini applicativi …, ma vi rendete conto? Anziché fare questo, torna in Commissione, presieduta dal Consigliere Antonini, e anziché fare questa interpretazione autentica, fa un atto, una proposta di modifica del Piano regionale di gestione dei rifiuti e ci mettiamo, allora sì, magari in modo più sintetico, tutte queste osservazioni. Da parte nostra c’è l’impegno a farlo in modo celere, la Commissione si può anche riunire in settimana e la prossima seduta potremmo portare l’atto, sul quale poi ci confronteremo e c’è tutta la nostra disponibilità ad un confronto costruttivo.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Assenti.
Andrea ASSENTI. Grazie, Presidente. Apprezzo l'esercizio e lo sforzo, anzi lo sforzo no perché francamente al Consigliere Cesetti viene naturale l'esercizio legislativo, quindi, non solo ne ha facoltà, ma lo esplica in maniera perfetta in questa Aula da una parte e da un suo punto di vista. Lo sforzo legislativo lo apprezzo perché poi in Tribunale un avvocato fa quello, deve difendere una parte, un’interpretazione, un’idea.
Io farò l’esatto contrario, cioè proverò a difendere da quest’altra parte quello che più e più volte è stato chiesto in Commissione, in cui questo atto è arrivato per ben tre volte.
La prima volta è stata chiesta una interpretazione ai membri della Commissione, attenzione, questa cosa è stata chiesta inizialmente dalla Giunta ai membri della Commissione, i quali, me compreso, non dico che siamo balzati sulla sedia, però abbiamo detto che forse in qualità di Commissari sarebbe il caso di avere una interpretazione autentica di chi quell'atto, anche se sotto amministrazioni politiche diverse, l’aveva collazionato, l'estensore del piano, quindi era il caso di contattarlo e di farlo venire per spiegarci nel minimo dettaglio i legittimi dubbi di due Province della nostra regione. Di questo parliamo. Ripeto, l’esercizio è bello, è interessante creare ulteriore caos, però rimettiamo il treno sui binari, altrimenti andiamo fuori dal seminato, diceva qualcuno tanti anni prima di me.
Dopo questo primo passaggio in Commissione ce n’è stato un secondo, ci siamo quasi risentiti per questa richiesta, tant’è che dicemmo “non siamo competenti”, che vengano in Commissione i tecnici. Sono venuti il Dirigente e tutto il suo staff, ci hanno spiegato con dovizia di particolari, nel minimo passaggio ed abbiamo studiato ogni virgola e vi sfido a dire il contrario. Lo studio è stato fatto in maniera puntuale, in maniera perfetta, paragrafo dopo paragrafo, anzi, addirittura, anche sui termini e sulla definizione di alcuni termini, purtroppo, ahimè, per tempus fugit, il Piano è di 7 anni fa e alcune interpretazioni non sono oggettivamente attuali e dovrebbero essere modificate. E questo è il tema.
Noi non parliamo di una modifica del PRGR perché la modifica prevede tempi e procedure amministrative e legislative diverse da quello che stiamo facendo ora, oggi c’è un'interpretazione autentica su un atto amministrativo. Abbiamo fatto la stessa cosa sul GIZC, gestione integrata delle zone costiere, che vedrà successivamente un ulteriore passaggio in Giunta, in cui abbiamo applicato una variante non sostanziale per evitare l'inevitabile passaggio ... Nel caso in cui si volesse fare una variante sostanziale con il procedimento di VIA e VAS c’è un anno e mezzo/due di iter procedurale amministrativo legislativo. Di questo parliamo!
Adesso che noi vogliamo buttarla “sull'applicazione Wikipedia”, sulla definizione di atto, su quello che voi volete, ma ci dimentichiamo che le Ata con questo provvedimento hanno il pieno e sacrosanto diritto di legiferare, come avrebbero dovuto fare al 31 dicembre 2021 e che alcune hanno fatto. Non c’è alcuna modifica legislativa dei Piani d’ambito, l’Ata è perfettamente in sé, può deliberare e legiferare come vuole, nessuno tocca la sua potestà.
Su alcune definizioni in Commissione ci siamo scontrati più volte, sulla definizione di centro urbano. Voi sapete, lo ricordo a me stesso, che in questo atto la definizione di centro urbano deriva dal Codice della strada, quindi nulla questio. Abbiamo parlato di tantissime altre cose.
Consigliera Ruggeri, perché ho votato contro al rinvio in Commissione? Perché questo lavoro è stato già fatto, lo abbiamo fatto più e più volte per ben tre mesi, l’approfondimento legislativo l’abbiamo fatto, non dobbiamo rivendicare alcunché e non ci dobbiamo lamentare di nulla perché lo studio è stato profondo, approfondito, soprattutto sulla base dei temi richiesti da due Province di questa regione.
Penso che la richiesta arrivata dai Sindaci … , è legittimo che sette Sindaci possano inviare una lettera a tutti i Consiglieri regionali per chiedere una sorta di puntualizzazione di un atto che si va ad approvare, legittimo, ma è altrettanto vero che questi Sindaci siedono tutti e sette in Ata e hanno potere di voto sui progetti di Ambito Ata che si vanno a presentare.
Faccio un plauso all'Assessore Aguzzi che, nell’immobilismo degli ultimi 6 anni del Piano d’Ambito, ci sta mettendo seriamente la faccia e sta cercando di non attuare quei poteri sostitutivi che la legge permette alla Regione nel caso di inattività da parte delle Ata. Lei con un grande sforzo sta cercando di attivare il processo politico provinciale di ogni Ata affinché ciascuna abbia una autonomia ed una sufficienza per quanto riguarda la materia dei rifiuti sul PRGR. Grazie.
Presidenza del Vicepresidente
Gianluca Pasqui
PRESIDENTE. Conclusa la discussione, ha la parola, per dichiarazione di voto, la Consigliera Ruggeri.
Marta RUGGERI. Grazie, Presidente. Ho ascoltato con attenzione e stupore questo dibattito, sembra che l’Assessore Aguzzi ed alcuni Consiglieri nel dicembre del 2020 non fossero in questa Aula e non si ricordino neanche che insieme alla mia collega ho presentato una mozione per chiedere che le Ata, che non avevano adempiuto ai propri doveri redigendo i Piani d’Ambito, fossero commissariate, così come richiede la legge regionale, non il Movimento 5 Stelle.
Voi ve lo ricordate questo dibattito? E’ il motivo per cui c'è questo deficit di programmazione che, anche l'Assessore oggi l’ha richiamato, scusatemi, non è più addebitabile a chi c'era prima di voi. Ormai è un bel pezzo che siete qui, avete fatto su questi temi degli errori grossolani che personalmente non smetterò di rinfacciarvi perché bocciare quella mozione è stato un errore, tant’è che dopo pochi mesi per non incappare in un'infrazione comunitaria l'Assessore ha dovuto fare esattamente quello che gli avevamo chiesto di fare e che questa Aula aveva rigettato perché era stato detto: “Sono appena arrivato - le parole non saranno state queste testuali - voglio usare metodi più teneri”, con la tenerezza si fa poca politica e infatti ci troviamo in questa situazione.
Dopo quando discuteremo la mozione dei Consiglieri Rossi e Baiocchi ritorneremo di nuovo su questo tema perché quella è stata una partita che ha aperto un sacco di problematiche e la responsabilità, ripeto, è anche di questa maggioranza, perché ormai ci siete voi. Basta con la scusa del rivangare gli errori del passato, dobbiamo guardare al presente o sarebbe meglio al futuro, con un minimo di lungimiranza, che a questa Aula spesso manca.
Mi dispiace che non ci sia il Consigliere Serfilippi perché a lui voglio dire che come non avevate compreso la portata di quella mozione, pare che non abbiate compreso la portata di questo atto che voi andate ad approvare, perché noi voteremo contro, in quanto questi ampliamenti - che il Consigliere Serfilippi dice che non ci saranno, che verranno strumentalizzati da quelli dell'opposizione, che diranno che si amplieranno le discariche vicine ai centri abitati ed ai luoghi sensibili - saranno possibili e sarà possibile per l'approvazione di questo atto, che ha delle maglie molto più permissive rispetto a quelle attuali, sia riguardo la dimensione degli ampliamenti che la tassatività delle definizioni di edificio e funzione sensibile. Su questo è stata molto chiara la Consigliera Casini.
Il risultato di questa approvazione lo vedremo tra pochissimo, perché tra un paio di settimane sappiamo tutti che verrà discussa la VIA dell'ampliamento della discarica di Reluce e quella sarà la prova del nove. Personalmente vi aspetto al varco, voi votatevi questo atto, per me state facendo un errore anche perché dei Consiglieri di maggioranza che fuori da qui dicono di avere posizioni simili alle mie, dicono che l’atto è voluto dai dirigenti. Voi siete stati votati e dovete fare politica, prendervi le responsabilità degli atti politici, il voto è anche un voto politico, non è solo una questione tecnica e i cittadini vogliono avere risposte da voi che ci avete messo la faccia sul contrario di quello che state votando oggi. Questo è il quadro. Grazie.
PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, il Consigliere Cesetti.
Fabrizio CESETTI. Grazie, Presidente. Per dichiarazione di voto autorizzato dal mio Capogruppo perché possa fare fino in fondo la mia parte, per me e per il mio gruppo.
Il gruppo del PD non parteciperà al voto e spiego perché. L’ho paventato prima, ora lo dico in modo più esplicito, come ho scritto nell'atto di non passaggio all'esame a sostegno del non passaggio all'esame, quindi dell'impossibilità secondo me di esaminare questo atto.
Vi è l'articolo 21, comma 2, lettera i) dello Statuto che tra le funzioni del Consiglio regionale annovera l'approvazione dei piani di settore e non la loro interpretazione autentica, tanto dico che il richiamo di detto articolo nel testo della proposta appare del tutto impertinente nel senso letterale del termine.
Perché non partecipiamo al voto? La nozione di questo atto non rientra, colleghi Consiglieri, negli atti tipici del Consiglio regionale, l'adozione di questo atto, ve lo voglio dire, non è coperta dalla prerogativa costituzionale dell'articolo 122, che dice che i Consiglieri regionali non possono essere chiamati a rispondere delle opinioni espresse e dei voti dati nell'esercizio delle loro funzioni. La nostra funzione è quella della funzione legislativa, non è questo il caso, è quella di approvare piani o regolamenti di cui all'articolo 21, comma 2, lettera i) dello Statuto regionale, che a sua volta è la nostra Costituzione interna, invece, un'interpretazione autentica di un atto già adottato a fini applicativi con possibilità di efficacia retroattiva, come tale produttiva di danno o di vantaggio, non è un atto tipico del Consigliere regionale. Se domani quell’atto produrrà un danno e il Consiglio regionale verrà chiamato a risponderne, non si potrà avvalere a mio avviso della prerogativa della cosiddetta immunità del 121, ultimo comma della Costituzione, non è un atto tipico, come ad esempio non se ne può avvalere la Giunta quando fa le delibere. In qualità di Assessore, per carità poi archiviato dalla Corte dei Conti, sono stato richiamato a rispondere per degli atti amministrativi, poi archiviato per assenza di qualsiasi fatto. Questo è, ve lo voglio dire per correttezza, perché, ripeto, il provvedimento si può riportare tranquillamente, ma diverso. Secondo me non vi dovete assumere la responsabilità di questa propsta, lo dico per voi perché sapete che c’è stima ed amicizia, al di là delle parti politiche. Fate un atto, allora sì modificate il piano e lo portate ai sensi dell'articolo 21, comma 2, lettera i) del Regolamento, potrete lì dire e scrivere tutto ciò che vorrete perché non ne verrete chiamati a rispondere, al più quell’atto potrà essere impugnato, ma voi, com’è giusto che sia, non ne dovrete mai rispondere. Se approvate questo atto credo invece che qualche problema ci potrebbe essere, anzi ci sarà, perché non è coperto dalla cosiddetta prerogativa, quindi noi, Presidente, usciamo e chiediamo il voto nominale a nome mio e dei Consiglieri Mangialardi, Casini, Carancini, Mastrovincenzo, Bora e Biancani.
PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, al Consigliere Borroni.
Pierpaolo BORRONI. Grazie, Presidente. Intervengo per dichiarazione di voto a nome del gruppo Fratelli d’Italia.
Noi riteniamo che questa sia una interpretazione autentica essenziale, un chiarimento che l'Assessore Aguzzi ha voluto fare su richiesta delle Province di Ascoli Piceno e Fermo, ed è opportuno portarlo avanti in quanto queste problematiche sono nate negli anni precedenti all’amministrazione Acquaroli e noi abbiamo il dovere di dare delle risposte il più possibile plausibili con il Piano regionale dei rifiuti del 2015.
Sono contento di aver sentito le parole del Consigliere Assenti quando la Consigliera Casini si è addirittura espressa in maniera distorta, anche nei confronti miei dicendo che avevo mentito riguardo i lavori della Commissione, non è vero, in quanto in Commissione abbiamo fatto un lavoro approfondito e ricordo bene le parole della Consigliera Casini che diceva che l’interpretazione era fatta bene.
Premesso questo, sono soddisfato per aver lavorato all’interno della III^ Commissione con il Presidente Antonini, per questa interpretazione necessaria e dichiaro il voto favorevole del gruppo Fratelli d’Italia. Grazie.
PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, il Consigliere Antonini.
Andrea Maria ANTONINI. Grazie, Presidente. Innanzitutto prendo atto di un comportamento che definire piratesco è riduttivo da parte del Partito Democratico, che se crede nell’opposizione da un punto di vista contenutistico sarebbe dovuto rimanere e votare contro. Quella dei Consiglieri del PD mi sembra più un’azione per impaurirci attraverso delle “minacce” - non diamo troppa importanza a questo termine - nel senso di volerci mettere in difficoltà.
Noi siamo abituati ad assumerci le responsabilità, soprattutto quando c’è una palese volontà di dare chiarezza e risposte al territorio.
Le varie sentenze e i ricorsi che ci sono stati sono frutto della mancanza di chiarezza della normativa. Un percorso che è stato ovviamente condiviso, lo abbiamo detto e lo abbiamo motivato dal punto di vista tecnico, con la Giunta, fino ad arrivare in Commissione dove, parliamoci chiaro, è abbastanza evidente, esistono i verbali e tutte queste contrarietà ed eccezioni non sono emerse, anzi l’esatto contrario. Adesso c’è stata una virata improvvisa e credo che sia un comportamento, non il nostro, cercare di evitare e di affrontare in maniera seria e approfondita un tema che è stato trattato invece in maniera seria ed approfondita in tutte le varie fasi dell'iter amministrativo.
Guardate, il Consiglio di Stato si è espresso non solo con la sentenza che ha letto la Consigliera Ruggeri, ma anche in un’altra occasione e si è pronunciato in due modi diversi proprio perché ha interpretato la legge regionale ed in mancanza di chiarezza è andato in contraddizione, ma è normale!
Ora diamo questa chiarezza e se il Consiglio di Stato per qualche motivo dovesse impugnare la cosa e venisse richiamato nuovamente ad esprimersi avrà finalmente una interpretazione chiara di quello che secondo la legislatura regionale è l’interpretazione autentica della legge.
Abbiamo dato una risposta a due Province che rappresentano comunque in maniera certa ed ampia il territorio, proprio perché in tutta questa “lotta”, tra ricorsi, Tar, Consigli di Stato, c'è la volontà palese di avere finalmente trasparenza e chiarezza per capire dove si vuole andare.
Termino, ricordando al Consigliere Cesetti, che è un bravissimo avvocato e conosce le norme perfettamente, anzi lo ringraziamo perché ci illumina sempre, lo dico seriamente, non con ironia, che tutta questa sua contrarietà all'utilizzo dello strumento dell'interpretazione autentica … Il 22 novembre 2016, non stiamo parlando della Giunta Spacca, non stiamo parlando degli albori, della nascita dell'Istituto Regione Marche, fu approvata la deliberazione dell'Assemblea legislativa relativa al Piano del Parco del Sasso Simone e Simoncello – Piano particolareggiato dell’Area speciale … - Norme di indirizzo e norme prescrittive - Interpretazione autentica - tra l’altro il relatore di maggioranza ho appena scoperto che era il Consigliere Biancani, presente in questo consesso – allora vi chiedo: c’è coerenza? Io posso anche avere dei dubbi, però se sono fondati su delle contraddizioni oggettive a me sinceramente sortiscono esattamente l'effetto contrario. Il gruppo Lega voterà favorevole questa proposta di atto amministrativo.
PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, il Consigliere Santarelli.
Luca SANTARELLI. Grazie, Presidente. Il gruppo Rinasci Marche con il suo intervento dichiara il voto di astensione, coerentemente con quello che ha fatto nel mandato, nel senso che l'opposizione costruttiva che abbiamo esercitato in questi primi 15 mesi di lavoro è anche nel rispetto degli uffici che hanno fatto determinate azioni. Abbiamo sollecitato le audizioni, abbiamo fatto dei percorsi. Quello che ha detto il Presidente Antonini in parte mi rappresenta nel senso che in Commissione ci stiamo per lavorare, in Consiglio ci stiamo per lavorare e per votare, quindi, io sarò presente con un voto di astensione. Grazie.
PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, la Consigliera Marcozzi.
Jessica MARCOZZI. Grazie, Presidente. Intervengo per esprimere a nome del gruppo di Forza Italia parere favorevole sull’atto amministrativo n. 29 che riguarda l'interpretazione autentica dei capitoli 12 e 13 del Piano regionale gestione dei rifiuti, approvato con delibera n. 128 delle 2015.
L’abbiamo fatto perché ce l’hanno chiesto due Province, quella di Ascoli Piceno e quella di Fermo, è un'esigenza che arriva dai nostri territori.
E’ un atto inusuale? E’ un atto che non si fa tutti i giorni, non si fa sempre, però, come ha già detto il Consigliere Antonini, il 25 novembre 2016 c'è stata l’interpretazione autentica relativa il Piano del Parco del Sasso Simone e Simoncello, non parliamo di dieci anni fa, ma parliamo di sei anni fa, quando c'era l'Assessore Cesetti, oggi Consigliere regionale.
A fronte di queste, a mio avviso, imprescindibili puntualizzazioni fatte sia dall’Assessore Aguzzi che dal Presidente della Commissione che dagli altri Consiglieri, non ravviso motivi ostativi all'approvazione dell'interpretazione autentica per i fini applicativi dei capitoli 12 e 13 nel Piano regionale gestione dei rifiuti, approvato con delibera nel 2015, forte del parere espresso dal Consiglio delle autonomie locali e del parere favorevole del Consiglio regionale dell'economia e del lavoro, quindi anche Forza Italia esprimerà un voto favorevole.
(I Consiglieri regionale del gruppo PD abbandonano l’Aula)
PRESIDENTE. Proposta di atto amministrativo n. 29. La pongo in votazione per appello nominale.
Favorevoli: Antonini, Assenti, Ausili, Baiocchi, Bilò, Biondi, Borroni, Cancellieri, Leonardi, Marcozzi, Marinelli, Menghi, Pasqui, Serfilippi.
Contrari: Lupini, Ruggeri.
Astenuti: Santarelli.
(L’Assemblea legislativa regionale approva)
(I Consiglieri regionale del gruppo PD rientrano in Aula)
Interrogazione n. 359
ad iniziativa dei Consiglieri Carancini, Mangialardi, Casini, Biancani, Bora,
Cesetti, Mastrovincenzo, Vitri
“Struttura Semplice Dipartimentale San Severino Marche – Camerino”
(Svolgimento)
PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca l’interrogazione n. 359 dei Consiglieri Carancini, Mangialardi, Casini, Biancani, Bora, Cesetti, Mastrovincenzo, Vitri.
Ha la parola, per la risposta, l’Assessore Saltamartini.
Filippo SALTAMARTINI. Grazie, Presidente. Per rispondere a questa interrogazione le informazioni che devo rendere al Consiglio regionale sono le seguenti. La struttura dipartimentale oncologica di San Severino Marche ha reso un servizio particolarmente rilevante a tutta la Comunità montana compresa nei territori di San Severino Marche, Camerino, Matelica, Castelraimondo, Apiro, Cingoli e Poggio San Vicino. Questi territori che si avvalevano dell'unità dipartimentale oncologica di San Severino Marche, continueranno ad avvalersi di questo importante servizio, infatti la Dirigente, che sarà collocata in quiescenza dal 1° maggio prossimo venturo sarà sostituita dalla Dirigente del dipartimento oncologico dell’Area vasta 3 di Macerata e, ai fini della garanzia che quel posto sia ricoperto al momento che la dottoressa cesserà dal suo servizio, è stato bandito un interpello per far sì che eventuali medici che hanno interesse a ricoprire quella posizione possano avere la nomina in ruolo in qualità di dirigente di unità operativa dipartimentale.
In aggiunta a questo servizio, chiede l’interrogante, che pertanto viene confermato e corroborato, è in via di definizione un accordo con l’Istituto Oncologico Marchigiano (IOM) per allargare il servizio ai territori già coperti che riguarda, ripeto, i Comuni di Camerino, Castelraimondo, San Severino Marche, Matelica, Apiro, Cingoli, Poggio San Vicino e Treia.
In via di definizione significa che nel corso degli ultimi mesi si sono intensificati gli incontri e le riunioni tra la Dr.ssa XX e i dirigenti dello IOM e dell’Area vasta 3. L'atto con cui si estenderà questo servizio è in via di emanazione, quindi il servizio oncologico viene potenziato aggiungendo il servizio domiciliare garantito dallo IOM. Si mantiene perfettamente in linea l'unità dipartimentale attualmente prevista, è contemplata la sostituzione nell'eventualità ci sia un dirigente medico interessato a ricoprirne il posto e comunque si assicura con un medico del reparto oncologico di Macerata l'immediata sostituzione della Dirigente che andrà in pensione.
Con questo atto si garantisce l'impegno che era stato assunto anche dal sottoscritto, dall’Assessorato, dalla Regione per far sì che i servizi garantiti nella zona montana del maceratese, in particolare quelli colpiti dal terremoto del 2016, non solo siano garantiti ma implementati.
Con questo penso di aver risposto a tutte le domande presentate dall’interrogante. Grazie.
PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno, il Consigliere Carancini.
Romano CARANCINI. Grazie, Presidente. Intanto voglio ringraziare l’Assessore delle precisazioni che sono intervenute, prendo atto, credo con la soddisfazione degli utenti del territorio dell'aria montana, di quello che è l'unità dipartimentale semplice di oncologia a San Severino perché dalle parole dell'Assessore appare vi sia una conferma della struttura.
Quello che non è abbastanza chiaro e direi anche piuttosto controverso - non voglio aprire polemiche in questo momento – è che l'Assessore afferma che si è in trattativa con lo IOM per l'attività di assistenza nel territorio dell’area montana - non so se sono notizie sbagliate, ma credo che l'Assessore legga la rassegna stampa come la leggo io – e quello che risulta è che intanto la Dirigente dell’Area vasta 3, non so se all'oscuro dell'Assessorato, l'accordo l'ha fatto con altri cinque Comuni e non con San Severino Marche, con Macerata, Appignano, Corridonia e Treia.
E’ evidente che non vi può essere e non sarebbe corretto, credo, avere una competitività ed una conflittualità rispetto ad un altro accordo, ma la vicenda di San Severino Marche in merito alla questione della collaborazione dello IOM, all’avvio ed al rafforzamento dell'assistenza domiciliare, era una delle tre promesse che l'Assessore aveva fatto il 12 novembre.
Ora è abbastanza strano che nell'accordo che l'Area vasta 3 ha messo in campo non vi sia il Comune di San Severino Marche, ovviamente rispetto a questo si può pensare in una duplice direzione, si può pensare bene e magari immaginare che la Direttrice dell’Area vasta, su indicazione dell'Assessorato, abbia privilegiato gli altri Comuni, ma si può anche pensare male ed immaginare che San Severino Marche e l'area montana da questo punto di vista siano stati tra i “puniti” per aver insistito su questa vicenda. Ovviamente propendo per il pensiero in buona fede, quindi chiederei all’Assessore, attraverso le forme che l'Assessorato può utilizzare (comunicati o comunicazioni dirette) che l'impegno all’accordo con lo IOM sia confermato e arrivi ad una definizione.
Credo che da questo punto di vista la risposta dell’Assessore sia stata parzialmente esaustiva. Grazie.
PRESIDENTE. L’interrogazione n. 362 è rinviata per l’assenza della Consigliera Vitri.
Interrogazione n. 363
ad iniziativa delle Consigliere Lupini, Ruggeri
“Riduzione o mancato pagamento del salario accessorio agli infermieri in servizio nell’Area Vasta 5”
(Svolgimento)
PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca l’interrogazione n. 363 delle Consigliere Lupini, Ruggeri.
Ha la parola, per la risposta, l’Assessore Saltamartini.
Filippo SALTAMARTINI. Grazie, Presidente. Con l’interrogazione n. 363, presentata dalla Consigliera Lupini, si chiede di conoscere notizie relative alla riduzione o al mancato pagamento del salario accessorio agli infermieri in servizio nell’Area vasta 5.
Al riguardo l'Azienda riferisce che il fondo condizioni di lavoro e incarichi, di cui all’articolo 80 del contratto collettivo nazionale di lavoro 2016/2018, destinato anche al finanziamento del salario accessorio, nell’Area vasta 5 ha una consistenza pari a 5.786.000 euro come da determina del direttore generale.
Nel corso dell'anno 2021 il fondo ha finanziato oneri straordinari per garantire la corresponsione delle indennità di malattie infettive dovute all'operatività nelle aree Covid e correlate assunzioni di personale straordinario in applicazione dei decreti legge 18 e 24 del 2020.
In data 8 febbraio 2022 è stato sottoscritto nell’Area vasta 5, questa è la notizia, tra la delegazione trattante di parte pubblica e di parte sindacale, un contratto collettivo integrativo che consente di finanziare integralmente tutte le indennità contrattuali gravanti sul fondo condizioni di lavoro e incarichi relativamente all’anno 2021 e di procedere al pagamento interamente di quanto spettante agli eventi diritto nel corrente mese di febbraio, nello specifico il 50% delle indennità del mese di novembre, il 100% di tutte le indennità relative al mese di dicembre 2021.
Quindi, se si è concluso questo percorso, il contratto è stato raggiunto con le parti sociali e la delegazione pubblica, si deve aggiungere che quando dovremo mettere mano alla riforma della legge 13 occorrerà garantire un meccanismo che possa omogeneizzare i trattamenti del personale perché non può essere ragionevole la condizione per cui alle stesse prestazioni o addirittura nella stessa regione si corrispondano trattamenti e indennità diverse dovute alla quantificazione del fondo di produttività, che è diverso da Area vasta ad Area vasta e da Azienda ad Azienda.
Dovremo verificare in che termini e in che forma con la legislazione regionale potremo porre rimedio a questa discrasia che deriva dalla contrattazione collettiva nazionale. Grazie.
PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatta o meno, la Consigliera Lupini.
Simona LUPINI. Grazie, Presidente. Grazie, Assessore, per la risposta. Mi sembra che la sua posizione sia piuttosto chiara e netta di verifica. Altrettanto sarà la nostra perché siamo state contattate, come credo tanti in questa Aula, dagli operatori non solo dell’Area vasta 5, ma poi c'è stato notificato che questo tipo di incongruenza capita anche nelle altre.
Mi sembra necessario che tutti quanti noi ci premuriamo di pagare coloro ai quali abbiamo chiesto un grande impegno, fanno il loro lavoro, sappiamo, con grande passione e dedizione, ma il lavoro va pagato, sempre, ogni prestazione deve essere pagata per quello che è giusto. Se si promettono indennità straordinarie devono essere pagate, chiaramente non rimandando o utilizzando altri fondi o al 50%. Chi lavora ha diritto di essere adeguatamente pagato, questo dà non solo dignità al lavoratore o alla lavoratrice com'è ovvio, ma ci garantisce anche la qualità della prestazione perché un lavoratore che si sente apprezzato e pagato quello che gli spetta è chiaro che riesce a lavorare meglio. Quindi, credo che sia nostro dovere assicurarci che la qualità del servizio che si eroga in sanità sia del livello più alto possibile. Grazie.
Interrogazione n. 383
ad iniziativa dei Consiglieri Biancani, Mangialardi, Carancini, Casini, Cesetti, Mastrovincenzo, Vitri
“Riconoscimento e potenziamento del ruolo degli enti del terzo settore nelle cure palliative, in attuazione della legge 38/2010 ‘Disposizioni per garantire l'accesso alle cure palliative e alla terapia del dolore’ e della legge regionale 7/2019 ‘Disposizioni per garantire una buona vita fino all’ultimo e l’accesso alle cure palliative nella regione Marche’”
(Svolgimento)
PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca l’interrogazione n. 383 dei Consiglieri Biancani, Mangialardi, Carancini, Casini, Cesetti, Mastrovincenzo, Vitri.
Ha la parola, per la risposta, l’Assessore Saltamartini.
Filippo SALTAMARTINI. Grazie, Presidente. L'interrogazione chiede l'enunciazione di una serie di dati che riguardano il riconoscimento e il potenziamento del ruolo degli enti del terzo settore nelle cure palliative, in attuazione della legge 38/2010 rubricata “Disposizioni per garantire l'accesso alle cure palliative e alla terapia del dolore” e della legge regionale “Disposizioni per garantire una buona vita fino all’ultimo e l’accesso alle cure palliative nella regione Marche”.
La prima domanda a cui occorre rispondere è la seguente: quanti pazienti hanno ricevuto cure palliative domiciliari da parte di enti del terzo settore negli anni 2018, 2019, 2020, divisi per province e per tipologia di servizi? Se mi è consentito, Presidente, siccome sono tutti numeri consegnerei questa risposta affinché gli interroganti possano averne contezza.
Ora cerco di leggerne alcuni: nell’anno 2018 gli accessi furono 216; nell’anno 2019 a fronte di 4.036 accessi la presa in carico è avvenuta su 380 casi; nell’anno 2020 a fronte di 8.276 accessi le prese in carico sono state 694; nell’anno 2021 a fronte di 10.300 accessi le prese in carico sono state 1.074. Poi consegnerò l’elenco della suddivisione di questi interventi per distretto.
Proseguo a rispondere ad alcuni altri quesiti dell’interrogazione: entro quanto tempo verrà attivato l'elenco regionale degli enti del terzo settore previsto al comma 3 della legge regionale 7/2019? La risposta è che l'elenco regionale degli enti del terzo settore previsto al comma 3 della legge regionale 7/2019 sarà attivato in seguito all'emanazione dell'atto che stabilirà il nuovo schema di convenzione fra Asur e Organizzazioni del terzo settore che operano nel campo delle cure palliative. Il relativo rapporto si sta trattando.
L’altra domanda è: “se sia possibile accelerare la revisione della delibera di Giunta regionale n. 1081/2008, rispetto alla scadenza del primo semestre 2022 indicata nella delibera di Giunta regionale n. 1269/2021, anche alla luce delle recenti dichiarazioni dell'Assessore competente circa l'importanza del terzo settore nelle Marche, per far sì che gli enti del terzo settore operanti nelle cure palliative domiciliari possano supportare quanto prima un maggior numero di pazienti marchigiani affetti da patologie cronico-degenerative in stato avanzato”. La risposta è: come noto il contesto delle cure in generale sposterà il suo baricentro sempre di più verso il territorio, con modelli a rete di assistenza personalizzata a forte integrazione socio-sanitaria e a forte coinvolgimento dei pazienti e delle loro famiglie. In questo le Associazioni di volontariato assumeranno un ruolo sempre più significativo nell'ambito dei percorsi assistenziali.
La delibera di Giunta regionale n. 1165 del 4 ottobre 2021 ha fornito indicazioni operative per la certificazione dei requisiti di idoneità al fine di operare nelle reti pubbliche o private accreditate dedicate alle cure palliative, requisiti ai quali le organizzazioni del terzo settore, che operano nel campo delle cure palliative, dovranno adeguarsi.
La stessa delibera di Giunta regionale, in coerenza con quanto stabilito nell'accordo Stato-Regioni del 2020, rende necessario che le organizzazioni no profit, che gestiscono attività di volontariato in cure palliative e terapia del dolore, debbano uniformare il processo di selezione, formazione ed organizzazione del volontariato ai contenuti dell'accordo stesso.
E' in fase di predisposizione un nuovo atto regionale, che a breve sarà sottoposto all'attenzione delle organizzazioni di volontariato e che modificherà in modo sostanziale la delibera di Giunta regionale n. 108.
L'emanazione del nuovo atto di Giunta sarà effettuata nei tempi previsti nelle delibere di riferimento.
Infine l’ultimo quesito: “se siano state previste, a partire dal corrente anno, le risorse finanziarie necessarie per assegnare alle organizzazioni del terzo settore contributi per ogni paziente assistito”. La risposta è che i tetti di spesa per le convenzioni con le organizzazioni del terzo settore saranno stabiliti nell'ambito del budget di spesa complessivo che sarà assegnato all'Asur per l'anno 2022.
Tutto ciò premesso, ritengo, Presidente, e lo dico anche ai Consiglieri che hanno presentato l'interrogazione, che il terzo settore sia un motore fondamentale per aiutare e per garantire il superamento di tutte le discrasie e i gap che la sanità, in particolare nel settore delle cure palliative, deve disimpegnare, ebbene, credo che l'accordo con il terzo settore sia strategico e fondamentale per garantire quei percorsi di cure palliative a tutto quel grandissimo numero di persone che richiedono queste terapie. Grazie.
PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno, il Consigliere Biancani.
Andrea BIANCANI. Grazie, Presidente. Innanzitutto ringrazio l’Assessore per la risposta e le chiedo copia della risposta. Da quello che ho capito c’è la chiara volontà di riuscire ad implementare i servizi domiciliari perché sono, secondo me, la base per garantire una qualità della vita migliore alle persone colpite da malattie molto gravi, come quelle che richiedono necessariamente la somministrazione di cure palliative.
Penso che il terzo settore, come ha fatto nel corso di questi anni, svolga un ruolo fondamentale per consentire le cure all’interno delle abitazioni e le leggi 38/2010 e 7/2019 puntano sull’implementazione dei servizi domiciliari. Il problema sta nel fatto che nel corso di questi anni le Associazioni hanno svolto un ruolo che è stato superiore rispetto a quello previsto in convenzione, fino adesso ce l’hanno fatta ma, anche a causa del Covid, sono sempre di più i problemi che queste realtà hanno nel garantire comunque l’assistenza domiciliare, quindi, in questa nuova convenzione - è prevista la revisione della delibera di Giunta regionale n. 108/2008, cercando di dare più risposte possibili - mi raccomando di considerare anche le risorse necessarie che sono quelle che consentono a queste realtà di fare le attività domiciliari, che consento alle persone con malattie gravi di avere l’assistenza all’interno delle proprie famiglie.
E’ un tema a cui tengo particolarmente anche perché nella precedente legislatura insieme ad un Consigliere ed all’intero Consiglio regionale avevamo presentato la legge regionale 7/2019, che prevedeva la realizzazione e l’attivazione di un sistema domiciliare a livello regionale, sappiamo bene quello che è successo subito dopo con la pandemia ed i problemi per riuscire ad implementare i servizi preesistenti, ma l’impegno che le chiedo e di fare di tutto per attuare questo tipo di servizio nei prossimi anni, riconoscendo alle Associazioni sia il ruolo che l’attività che portano avanti. Grazie.
Interrogazione n. 367
ad iniziativa delle Consigliere Ruggeri, Lupini
“Determinazione dell’elenco acque da considerare riserve strategiche”
(Svolgimento)
PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca l’interrogazione n. 367 delle Consigliere Ruggeri, Lupini.
Ha la parola, per la risposta, l’Assessore Aguzzi.
Stefano AGUZZI. Grazie, Presidente. Chiedo scusa, ma oggi è un po’ un andirivieni con i protagonisti dell'incontro che avremo fra poco sulla vertenza Caterpillar che, se non ci sono stati ripensamenti degli ultimi minuti, dovrebbe vedere la stipula di un accordo per la proroga delle procedure per evitare i licenziamenti, ma questa è un’altra partita.
Veniamo invece alla risposta a questa interrogazione con la quale mi chiedete se è intenzione di questa Giunta definire l’elenco delle falde acquifere sotterranee ritenute strategiche in questa regione.
E’ questione molto complessa, voi l’avete argomentata in maniera molto opportuna ed approfondita, ed io l’ho girata ai miei uffici e vi do la risposta così come mi è stata presentata.
Attualmente gli uffici regionali competenti stanno completando la raccolta dei principali studi idrogeologici sulle acque sotterranee della regione Marche, con particolare attenzione ai corpi idrici sotterranei appenninici.
Tale raccolta, in corso per le attività connesse alla definizione del bilancio idrico dei corpi idrici sotterranei e in prospettiva per l'aggiornamento del Piano regolatore degli acquedotti della regione, è propedeutica per le valutazioni volte all'individuazione dell'elenco delle acque da considerare strategiche.
Le definizioni presenti nella legge non sono tecnicamente rigorose e non sono indicati criteri per la loro individuazione.
In ogni caso attualmente le acque sotterranee presenti nei sistemi appenninici, anche profonde secondo la definizione indicata all'articolo 62 delle norme del PTA, sono già utilizzate per vari prelievi idropotabili nel territorio regionale e alcuni di questi sono particolarmente rilevanti.
Nello spirito della legge si ritiene che sia adeguato definire l'elenco valutando l'entità del volume prelevabile e/o altre specifiche tecniche oltre il quale le acque sono utilizzabili solo con dichiarazione di stato di emergenza – è chiaro che parliamo di situazioni molto delicate perché queste acque servono, però è giusto definire quando servono in maniera obbligata perché c’è una situazione di emergenza, o quando invece andrebbero lasciate tutelate e non utilizzate, questo è molto importante ed è quello che si dovrà un po’ definire in questo studio: quando e come si può addivenire al loro prelievo. Questa è una aggiunta che faccio, magari vi do la risposta scritta in quanto è abbastanza tecnica ed articolata, ne ho lasciata gran parte perché se dovessi leggerla tutta staremo qui 15 minuti e non i 5 previsti - ai sensi ai sensi dell'articolo 5, comma 1, della legge 24 febbraio 1992, n. 225. Al di sotto di tali specifiche il loro utilizzo per uso idropotabile sarà regolato secondo le procedure ordinarie rispettando le procedure amministrative e di tutela ambientale vigenti.
Un primo elenco delle acque da considerare riserve strategiche potrà e sarà definito entro la fine del 2022.
Ripeto, questa risposta è molto schematica, me ne rendo conto, tecnicamente non saprei essere più preciso. Ci sono una serie di specifiche che ho il piacere di lasciarvi perché le ho tralasciate, che credo siano sostanziali rispetto alle poche cose che vi ho adesso descritto. Mi fermo qui e vi lascio il documento.
PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatta o meno, la Consigliera Ruggeri.
Marta RUGGERI. Grazie, Presidente. Grazie, Assessore, per la risposta, accetto volentieri la risposta scritta così riuscirò ad approfondire.
Ho fatto questa azione politica insieme alla mia collega perché, come vi ricorderete bene, durante la Commissione sul Defr avevamo predisposto un emendamento per chiedere che fosse fatto l’elenco delle acque strategiche della nostra regione, visto che sapevamo perfettamente che non era ancora stato fatto. In Commissione, senza battere ciglio, la maggioranza ha bocciato il nostro emendamento, ma ci ha detto di presentarlo in Aula. Penso che vi ricorderete tutti come si è svolta la discussione della seduta di bilancio in Aula, è stato rigettato tutto, sia del Defr che del bilancio, anche questo emendamento è stato bocciato ed a mio parere è grave, come la bocciatura di altre cose. L’ho detto anche prima in riferimento all'interpretazione autentica, ogni tanto certe questioni delicate dovrebbero essere approfondite un po’ di più dai Consiglieri di maggioranza prima di accingersi a votarle e spesso a bocciarle senza il dovuto approfondimento. In quella sede mi è stato detto da un Consigliere di maggioranza che l'elenco c'era, esisteva, mentre un altro di opposizione ha detto che non era quello riferibile alla legge in oggetto, ma era un elenco che andava aggiornato.
Seduta stante, siccome le informazioni che avevo erano diverse, ho fatto un accesso agli atti ed ho avuto la risposta il 21 gennaio, da qui nasce l'interrogazione perché gli uffici hanno messo per iscritto che questo elenco, come lei giustamente ci ha detto ora, non esiste. Pregherei tutti i Consiglieri, soprattutto quelli di maggioranza, perché sono quelli che possono far passare o meno una proposta, di approfondire le cose, di non essere così superficiali e pressapochisti, soprattutto su tematiche così rilevanti, su cui mi capita anche a mezzo stampa di sentirmi dire “la Consigliera Ruggeri stia serena”. La Consigliera Ruggeri non sta serena proprio per niente perché spesse volte vengono dette cose che non corrispondono alla realtà dei fatti, soprattutto su temi sensibili come questo delle acque strategiche.
Assessore, sono contenta che lei mi abbia assicurato in questa sede che l'elenco verrà fatto entro la fine di quest'anno, se si potesse anticipare sarebbe ancora meglio perché lei sa, per esempio, che nella nostra Ato si sta parlando di intubare le acque, non solo per i Comuni di Cagli e Cantiano, come avviene ora, ma ampliare anche per gli altri. Secondo noi si può fare, non voglio dire che non lo dobbiamo fare, ma prima di fare questa scelta a nostro parere servirebbe avere l'elenco, così come prevede tra l'altro la legge regionale. Grazie.
Mozione n. 181
ad iniziativa dei Consiglieri Rossi, Baiocchi
“Contrarietà alla realizzazione ed esercizio di impianti di trattamento integrato anaerobico aerobico (biodigestori) nel Comune di Terre Roveresche, Municipio di Barchi, in località Ca’ Rafaneto e nel Comune di Vallefoglia in località Talacchio in Provincia di Pesaro e Urbino”
(Discussione e votazione)
PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca la mozione n. 181 dei Consiglieri Rossi, Baiocchi.
Ha la parola, per l’illustrazione, il Consigliere Rossi.
Giacomo ROSSI. Grazie, Presidente. Una mozione richiesta da migliaia di cittadini, da Associazioni di categoria, da Sindaci, poi vedremo perché, io mi limito per non divagare a leggere l’impianto per meglio capire la questione.
“Premesso
che su iniziativa di un soggetto privato, è stato presentato ad inizio 2022 un progetto inerente la realizzazione di un impianto di trattamento integrato anaerobico aerobico per la produzione di biometano ed ammendante compostato misto (biodigestore) in località Ca’ Rafaneto, presso il Municipio di Barchi, nel Comune di Terre Roveresche;
che su iniziativa di un altro soggetto privato, è stata presentata in data 18 novembre 2020, analoga istanza alla Provincia di Pesaro e Urbino per l’autorizzazione di un impianto integrato di biodigestione anaerobica e compostaggio di rifiuti, localizzato a Talacchio, nel Comune di Vallefoglia, quindi, parliamo di due impianti diversi;
che per i procedimenti di cui in oggetto la Provincia di Pesaro e Urbino è Autorità competente al rilascio del Provvedimento autorizzativo unico regionale (PAUR);
che questi procedimenti si configurano come percorsi di carattere tecnico amministrativo che competono alle strutture tecniche coinvolte a vario titolo;
che i pareri di competenza della Regione per detti impianti, pur non riguardando né l’ubicazione né l’autorizzazione conclusiva il cui rilascio è di competenza della Provincia di Pesaro e Urbino, sono relativi alla specifica competenza riguardante il rispetto della normativa che disciplina gli impianti di produzione energetica alimentati da fonti rinnovabili e della ulteriore normativa nazionale e comunitaria sui rifiuti.
Visto
che le iniziative in oggetto sono state promosse da società private, rispettivamente Feronia s.r.l. per l’impianto di Terre Roveresche e Green Factory s.r.l. per l’impianto di Vallefoglia;
che gli impianti di cui si tratta, all’epoca della presentazione delle istanze presso la Provincia di Pesaro-Urbino, erano da considerarsi al di fuori della pianificazione d’ambito, in quanto il Piano di ambito di gestione rifiuti non era ancora stato approvato;
che il Piano di ambito provinciale di gestione rifiuti di cui sopra è lo strumento che deve individuare la localizzazione dell’area dove progettare e realizzare gli impianti pubblici necessari per la gestione dei rifiuti solidi urbani (RSU) tra cui anche quelli per il trattamento del rifiuto differenziato denominato frazione organica dei rifiuti solidi urbani (FORSU) secondo i criteri indicati dal PRGR regionale attualmente vigente e nel rispetto della normativa nazionale e comunitaria;
che il Comune di Terre Roveresche (ente locale direttamente interessato dalla realizzazione di uno degli impianti), attraverso mozione del Consiglio comunale del 26 marzo 2021, ha sollecitato l’Ata Rifiuti Pesaro-Urbino ad approvare il Piano d'ambito dei rifiuti;
che il 30 settembre 2021 l’Ata dell’Ambito territoriale ottimale 1 - Pesaro e Urbino ha approvato il documento di proposta di Piano d’ambito per la gestione dei rifiuti dell’Ato 1 Pesaro e Urbino in cui - dal dato relativo ai flussi di rifiuti della frazione organica e dello scarto verde per l’anno 2020 indicato in circa 56.000 ton/anno - si arriva ad una previsione del fabbisogno sino al 2026 di circa 66.000 ton/anno per poi giungere, applicando un fattore moltiplicativo, ad ipotizzare un fabbisogno impiantistico sul territorio dell’Ata 1 idoneo a trattare non meno di 95.000 ton/anno;
che nel documento approvato dall’Ata dell’Ambito territoriale ottimale 1 - Pesaro e Urbino in data 30 settembre 2021, si dà atto del fatto che sono in corso due procedure autorizzative presso la Provincia di Pesaro e Urbino per altrettanti impianti a libero mercato di recupero di frazione organica della raccolta differenziata e di sfalci e potature; che gli impianti ai quali si riferisce Ata dell’Ambito territoriale ottimale 1 - Pesaro e Urbino sono i due impianti proposti rispettivamente nei Comuni di Terre Roveresche e di Vallefoglia; che nel documento citato, l’Ata dell’Ambito territoriale ottimale 1 - Pesaro e Urbino, per quanto riguarda il trattamento della frazione organica, non determina né la tipologia di impianti necessari né la loro localizzazione, ma dichiara di restare in attesa del completamento dei procedimenti autorizzativi in corso presso la Provincia, rimandando a fine periodo di piano la verifica degli impianti nel frattempo realizzati;
Considerato
che Ata Rifiuti Pesaro-Urbino, scegliendo di non dare alcun tipo di indicazione sul tipo di impianto per il trattamento della frazione organica e sulla relativa ubicazione e rimandando le valutazioni ad epoca successiva, ha rinunciato di fatto al proprio ruolo di programmazione di opere ed interventi riguardanti il settore dei rifiuti, ruolo demandato dall’articolo 197 del Testo Unico Ambientale;
che la mancanza di pianificazione da parte di Ata Rifiuti Pesaro-Urbino non permette di avere impianti per il trattamento della frazione organica di proprietà pubblica e con questa scelta si rinuncia, di fatto, alla possibilità di accedere ai fondi PNRR per realizzazione di nuovi impianti di trattamento/riciclo dei rifiuti urbani provenienti dalla raccolta differenziata, la cui disponibilità ammonta fino a 40 milioni per ogni singolo intervento, come da decreto del Ministero della transizione ecologica n. 396 del 28 settembre 2021;
Considerato altresì
che per l’impianto di Ca’ Rafaneto le Amministrazioni comunali di Terre Roveresche, Mondavio e Fratte Rosa hanno dato il proprio parere negativo alla Conferenza dei Servizi del 12 maggio 2021, indetta dalla Provincia di Pesaro e Urbino;
che i rappresentanti delle stesse Amministrazioni comunali di cui sopra hanno espresso, sia nelle assemblee pubbliche che a mezzo stampa, la propria contrarietà al progetto, il quale sorgerebbe di fronte all’area dove insiste un’ex discarica, dismessa da pochi anni;
che le associazioni di categoria del mondo agricolo quali Confagricoltura, Cia, Coldiretti e Coopagri hanno manifestato contrarietà verso il progetto nel Comune di Terre Roveresche che andrebbe ad occupare 9 ettari di terreni agricoli e rischierebbe di compromettere quanto di buono fatto in questi anni per l’ambiente, il territorio e il positivo impatto economico della green economy e che anche Confcommercio ha ribadito la netta contrarietà all’opera;
che in riferimento all’impianto con localizzazione a Vallefoglia, per il quale pende procedimento innanzi alla Provincia, un’associazione di cittadini ha raccolto oltre 5.000 firme di contrarietà, depositandole formalmente innanzi alle autorità coinvolte ed evidenziando le criticità dell’intervento, tra cui in particolare il consumo di oltre 12 ettari di terreno attualmente ancora coltivato (per il quale sarebbe comunque necessaria una variante allo strumento urbanistico), la vicinanza a siti sensibili (tra cui centri abitati, scuole ed un centro sportivo), la presenza del fiume Foglia in cui si vorrebbero scaricare le acque provenienti dall’impianto, l’impatto clima-alterante connesso alla tipologia di impianto e all’aumento del traffico su gomma, nonché l’impatto cumulativo dovuto alla presenza sullo stesso territorio di una preesistente centrale a biomassa con cogeneratore;
che nei territori interessati dagli impianti si sono svolte delle assemblee pubbliche con la presenza di diversi amministratori locali, in tali assemblee cittadini, comitati ed associazioni nati nel frattempo hanno espresso dubbi sull’opportunità di ubicare questi tipi di impianti a poca distanza dai centri abitati e/o comunque da siti sensibili; che, posto che l’impianto di Talacchio di Vallefoglia prevedrebbe il trattamento di 105.000 tonnellate/anno, mentre quello di Barchi di Terre Roveresche il trattamento di 40.000 tonnellate/anno, è evidente che la somma di entrambi gli interventi proposti da privati supererebbe di gran lunga non solo l’attuale fabbisogno, ma anche la previsione dimensionale di 95.000 tonnellate/anno ipotizzata nel documento di proposta di Piano D’Ambito per la gestione dei rifiuti dell’Ato 1 Pesaro e Urbino, Piano d’Ambito approvato in data 30 settembre 2021; impegna il Presidente e la Giunta di richiedere alla Provincia di Pesaro e Urbino di approfondire tutti gli aspetti sopramenzionati; a manifestare la propria contrarietà alla costruzione di biodigestori in aree vicine ai centri abitati e in aree con destinazione urbanistica agricola o comunque agricole allo stato attuale, come nel caso dell’impianto nel Comune di Terre Roveresche e del Comune di Vallefoglia, al fine del rispetto delle disposizioni di cui alla legge regionale 23 novembre 2011, n. 22 in tema di consumo di suolo agricolo; a promuovere una politica di sensibilizzazione dei Comuni verso l’auto compostaggio domestico o di comunità come prevede la legge regionale n. 4 del 18 febbraio 2020, in modo tale da ridurre gli impatti ambientali e clima-alteranti e le quantità dell’organico da trattare in eventuali impianti di biodigestione anaerobica, dimensionati al fabbisogno effettivo residuo”.
Quindi, con questa mozione nessuno si definisce contrario ai biodigestori, ma si chiede una pianificazione preventiva e che la Provincia ascolti nell’ulteriore Conferenza dei servizi, che deve svolgersi a breve, le istanze sentite dai cittadini. Posso citare articoli di giornale, la mobilitazione dei Sindaci, delle Associazioni di categoria, dei cittadini, eccetera.
Credo che questo sia un atto di indirizzo che vada a favore dei cittadini che richiedono determinate e importanti cose, che abbiamo anche prodotto nell’articolato di questa mozione. Inoltre invito i colleghi a collegarsi sul sito zerowasteitaly.org dove tra l’altro inizierà a breve un corso sul compostaggio per informarsi su altre modalità riguardanti la pratica del compostaggio. Grazie.
zerowasteitaly.org
PRESIDENTE. Ha la parola l’Assessore Aguzzi.
Stefano AGUZZI. Ho chiesto di intervenire subito, anche se avrei preferito ascoltare il dibattito, perché ho in corso la riunione con la Caterpillar e i sindacati, che sono in parte arrivati, ma ci tengo a dire alcune cose.
Le questioni che vengono poste in questa mozione sono di attenzione e sensibilità per quel che riguarda le attività che si svolgono sui nostri territori, quindi è giusto che ci si faccia attenzione. Ho avuto modo di dire qualcosa di simile anche in occasione di una mozione che riguardava una potenziale eventuale discarica che poteva nascere nel territorio sempre della provincia di Pesaro Urbino ed avevo detto semplicemente questo: è giusto che il Consiglio regionale si esprima anche con un voto, che qualsiasi esso sia avrà la mia attenzione – è il minimo - e il mio rispetto, però, di fatto, queste sono attività che vanno al di là della “volontà" che potrebbe o non potrebbe esprimere in Consiglio regionale in questo momento perché sono questioni legate ad attività di tipo privatistiche, che hanno una loro valenza anche giuridica che vanno oltre la volontà politica amministrativa di un Consiglio regionale, brutalizzo, al di là di come andrà la discussione stasera qui.
Facciamo finta, se qui votassimo tutti contro, convintamente, con tutte le nostre buone motivazioni, indubbiamente in buona fede, domani il tavolo tecnico, dico domani o quando sarà, la Conferenza dei servizi, dovrà giudicare gli elementi che verranno posti sul tavolo di quella discussione e non potrà seguire meramente una discussione o un intervento di valenza politica, di indirizzo, che noi stiamo dando. Lo dico per serietà, indipendentemente da come andrà il voto qui stasera perché i biodigestori possono stare all'interno della programmazione del Piano d’ambito dei rifiuti, ovviamente, però per quel che riguarda eventuali iniziative di valenza pubblica, quelle proposte dalle aziende pubbliche presenti su quei territori, ma negli stessi territori possono arrivare proposte di privati, iniziative similari che vanno al di là della programmazione del Piano d’ambito in quanto sono regolate da una normativa che prevede l'intervento dei privati sui territori. Poi è chiaro, facciamo bene a fare il richiamo alla Provincia e a tutti gli enti che partecipano al tavolo della Conferenza di servizio, di usare la massima attenzione, questo viene posto.
Su questo facciamo bene a richiamarlo, ma voglio dare per “scontato” che chiunque si sieda a quei tavoli usi la massima attenzione alle normative sul rispetto ambientale e a tutte le situazioni che sono ammesse e connesse alle attività autorizzative verso questi impianti.
Posso aggiungere una cosa, al di là di tutte queste questioni, poi magari do due risposte veloci ai quesiti che ponete come presentatori di questa mozione, l’ho detto prima nell’intervento precedente legato all'altro punto all’ordine del giorno, noi siamo una delle Regione più retrograde in Italia rispetto a queste situazioni, abbiamo estremamente bisogno di un'impiantistica che possa chiudere il cosiddetto circolo di recupero, il riciclo ed il riutilizzo dei nostri rifiuti, che è completamente assente o quasi nelle Marche.
Un po' mi meraviglia il fatto che ci siano Consiglieri, non mi riferisco ai due presentatori in questo caso, che parlano continuamente di riciclo di rifiuti, di rifiuti zero e altro e poi ogniqualvolta si parla di un impianto che va a favore di questo circuito virtuoso dei rifiuti, di produzione e utilizzo dell'energia, eccetera, sono lì a raccogliere le firme sempre contro e comunque.
Al mattino ognuno di noi in base agli orari di raccolta dei propri Comuni mette fuori il secchiello per far ritirare la differenziata, deve sapere che quel rifiuto lì (ad esempio l’umido) va a finire a Ravenna con un camion che lo porta in un biodigestore perché noi non siamo stati capaci in questi anni di costruirne uno a Fano, e questa è una cosa contro natura.
L’Aset non è stata capace a Fano di realizzare un biodigestore e questo è gravissimo, quindi essere contrari per principio a questo tipo di iniziative è del tutto fuori luogo per quel che riguarda il mio umile pensiero, non pretendo che sia quello dei Consiglieri qui presenti, giustamente.
In questo caso, tornando ai due biodigestori, così come presentati in questa mozione, quando mi si dice che la richiesta è quella di usare la massima attenzione alla Provincia ed a tutti gli attori che si mettono seduti intorno a quel tavolo, facciamo bene a fare questo richiamo, faccio un plauso, ma, tra virgolette, voglio dare per scontato che sia così e da parte dei nostri uffici regionali è indubbiamente così, usando la massima attenzione, e su questo non c'è dubbio.
Per quel che riguarda manifestare la propria contrarietà ai biodigestori vicino ai centri abitati ricordo, ne abbiamo parlato prima, che qualsiasi impianto di questo genere deve stare a 500 metri dai centri abitati, questo vale anche per i biodigestori ed una delle situazioni da verificare ovviamente con attenzione, come dicevo prima.
Per quel che riguarda il fatto di vietarli nelle destinazioni urbanistiche agricole faccio una precisazione, intanto quello che è previsto …, ed io ho avuto modo di dire più volte che è del tutto inopportuno realizzarlo lì perché è lontano dalle strade, un conto è l’inopportunità, un conto è vietarlo.
Nelle zone agricole non è vietato poter insediare i biodigestori, anzi, la Conferenza dei servizi una volta che lo approva quella diventa automaticamente variante, quindi non c'è alcun divieto, le norme lo prevedono e lo indicano. Per una semplice precisazione, ma non cambia la storia, quello di Vallefoglia è inserito all’interno della zona industriale, non è una zona agricola, c’è una previsione industriale su quel sito, non è ancora realizzata, ma è una previsione di Piano regolatore industriale. E’ una precisazione che faccio, ripeto, non cambia la storia, fosse stata anche agricola sarebbe stata la stessa cosa, questo solo per precisare.
Invece faccio un plauso al terzo paragrafo dove si dice di incentivare e promuove la sensibilizzazione dei Comuni per l’autocompostaggio e altro, indubbiamente questa è una cosa molto nobile e molto opportuna, che però, per quanto possa essere radicata, centellinata sul territorio e così via, non darebbe la risposta complessiva alle esigenze reali di un territorio ampio come può essere quello della nostra regione.
Ripeto, indipendentemente da come questa mozione sarà votata, ed io questo su questo non do assolutamente un giudizio, tantomeno un’indicazione, un conto è la volontà espressa da un Consiglio regionale politicamente interpretata, un conto è la Conferenza dei servizi che dovrà esclusivamente attenersi alle norme, alle leggi ed al loro rispetto fin quando sono in vigore.
Mi fermo qui e chiedo scusa, avrei preferito ascoltare il dibattito, ma è necessario che mi assenti per tornare di corsa di là, poi mi direte come è andato il dibattito ed il voto. Grazie.
PRESIDENTE. Ha la parola la Consigliera Ruggeri.
Marta RUGGERI. Grazie, Presidente. Dico una cosa al volo all'Assessore Aguzzi, prima che esca, mi auguro che quando fa riferimento a chi raccoglie le firme contro i biodigestori e parla di economia circolare, alcune volte ho sentito parlare anche di ambientalisti da salotto, non si riferisca né a me né tanto meno al Movimento a cui appartengo perché ci tengo a dire che l’unico programma elettorale per le scorse amministrative a Fano, in un paragrafo sul biodigestore e la necessità che ce ne fosse uno nella nostra città, era il mio, ed io ho perso voti. Destra e sinistra, entrambi gli schieramenti, hanno fatto finta che quella non fosse né un'esigenza né un problema perché come vedremo adesso …
(intervento fuori microfono)
Marta RUGGERI. Ci tenevo solo a chiarire questo passaggio.
Tornando al merito degli argomenti trattati dalla mozione, mi preme innanzitutto sottolineare che come Movimento 5 Stelle già nel dicembre 2020, e l’ho ripetuto anche prima, ma ci torno sopra, tra i primi atti, subito dopo l'insediamento del Consiglio regionale, ho presentato una mozione sulla mancata approvazione dei Piani d'ambito che impegnava la Giunta e l'Assessore competente ad esercitare tempestivamente il potere sostitutivo. Siamo a questo punto perché la politica ha abdicato al suo ruolo di programmazione e questo è stato consentito per anni dalle istituzioni regionali e per ultimo anche da questa amministrazione che si è attivata tardivamente, quando non poteva più farne a meno, per non incorrere in una procedura d'infrazione comunitaria, e oserei dire anche da questo Consiglio visto che ha bocciato quella proposta.
Sul merito, non possiamo che accogliere favorevolmente la mozione, il nostro parere è motivato dal fatto che in gran parte ricalca quanto come Movimento politico abbiamo già osservato, denunciato e richiesto in atti sia localmente, intendo nei Consigli comunali, che in Regione, tanto da farci pensare che i colleghi abbiano attinto anche dai nostri contributi, cosa che ci potrebbe solo far piacere.
La sottoscritta in particolare ha presentato personalmente osservazioni al Piano d'ambito provinciale di Pesaro e Urbino, ampiamente riportati dalla stampa, che si concentravano su tre aspetti, sul primo non mi soffermo perché riguarda la scellerata modalità di gestione delle discariche in atto nella provincia di Pesaro e Urbino, tollerata dalla Regione nonostante sia in palese e grave contrasto con le indicazioni del Piano regionale di gestione dei rifiuti, la questione è oggetto di una mia interrogazione presentata il 31 gennaio, che spero verrà discussa a breve; gli altri due punti riguardano il dimensionamento del fabbisogno impiantistico per il trattamento della FORSU previsto dal Piano d'ambito di Pesaro e Urbino e la scelta di rinunciare alla programmazione pubblica degli interventi nel settore, lasciando mano libera alle iniziative private in corso di autorizzazione da parte della Provincia, la quale con il PAUR interviene solo in merito agli aspetti tecnico amministrativi, e lo ha ripetuto poco fa proprio l'Assessore, sulla base dei pareri delle strutture tecniche coinvolte a vario titolo e non sulla base di indirizzi di ordine programmatorio, che purtroppo non esistono perché non sono stati inseriti all'interno del Piano d'ambito.
L'assenza di programmazione pubblica nel percorso intrapreso sull'impiantistica per il trattamento della FORSU rischia seriamente di violare il principio di prossimità declinato sia nel Testo unico ambientale che nelle direttive europee sulla gestione dei rifiuti ed economia circolare. L'osservazione del principio di prossimità è richiesto per evitare una distribuzione disomogenea degli impianti di trattamento con aree del Paese del tutto scoperte o non autosufficienti ed altre aree, come potrebbe verosimilmente diventare la nostra regione, caratterizzate da un'eccessiva concentrazione di impianti di capacità di trattamento, che inevitabilmente attirerebbero quantitativi notevoli di rifiuti da fuori ambito, anche da regioni lontane, con le conseguenti ricadute di carattere ambientali e giuste rimostranze da parte dei cittadini che vivono vicino agli impianti maggiori. Il Consigliere Rossi, giustamente, faceva riferimento a una raccolta firme, una mobilitazione da parte dei cittadini che da mesi portano all'attenzione di tutti noi questa tematica.
Nell'attività degli Ambiti territoriali ottimali, agevolata dalla colpevole inerzia dell'amministrazione regionale, abbiamo già perduto l'occasione di finanziare gli impianti attraverso i contributi a fondo perduto del Mite finanziati con i fondi del Pnrr per 1,5 miliardi di euro di cui il 60% da destinare alle Regioni del centro e del sud Italia previsti dal decreto del Ministero della transizione ecologica n. 396 del 2021.
Tali contributi sono riservati ad investimenti di iniziativa pubblica relativi alla realizzazione di nuovi impianti di gestione dei rifiuti e l'ammodernamento degli impianti esistenti per un importo fino a 40 milioni di euro per ogni progetto. I soggetti destinatari dei contributi relativi al collegato bando, infatti, sono gli enti di governo degli ambiti territoriali ottimali, tra cui poteva esserci quello di Pesaro e Urbino. Tra gli interventi ammissibili al contributo sono espressamente previsti, tra gli altri, la realizzazione di un impianto di trattamento della frazione organica, previa digestione anaerobica, cattura di gas e successiva estrazione di biometano.
Nel merito dei progetti ad iniziativa privata proposti, mi limito ad osservare che quello di Feronia Terre Roveresche non è sovradimensionato rispetto al fabbisogno provinciale e prevede la presa in carico da parte della ditta proponente della gestione del post mortem della discarica di Rafaneto, mentre quello di Green Factory previsto a Vallefoglia, oltre al consumo di suolo, è del tutto sovradimensionato rispetto al fabbisogno dell'ambiente territoriale, mi pare che prima il Consigliere Rossi abbia parlato delle percentuali.
Sull'impegno proposto osservo che il primo punto è un po' velleitario, esattamente come diceva l'Assessore, mi trovo d'accordo con lui in quanto la Provincia di Pesaro e Urbino ha tempi di legge ben definiti per emettere il PAUR e non è ragionevole aspettarsi che nel frattempo l’Ata modifichi il Piano d'ambito per introdurre la programmazione pubblica degli impianti di trattamento della FORSU, sennò sinceramente penso che l'avrebbe già fatto.
Il secondo punto ci trova d'accordo essendo stati sempre dell'idea che gli impianti di trattamento dei rifiuti vadano fatti in luoghi già idonei dal punto di vista urbanistico, come per esempio le discariche, senza consumo di suolo agricolo o cambi di destinazione urbanistica. Spiace sinceramente leggere che qui stiamo attenti al fatto che i biodigestori non siano vicini alle aree abitate e non ci interessi che non lo siano le discariche, per esempio, visto il voto dell'atto votato poco tempo fa.
Per ultimo osserviamo che nel terzo punto a cui l'Assessore ha fatto un plauso, cosa che vorrei sottolineare, si fa riferimento all'autocompostaggio domestico, mentre il punto qualificante che introduce la citata legge regionale 4/2020, peraltro a firma di un mio predecessore del Movimento 5 Stelle, è l'introduzione del compostaggio di comunità che è una cosa sostanzialmente diversa, pertanto, pur se con qualche riserva, voteremo favorevolmente la mozione se nel terzo punto dell'impegno alle parole “verso l'autocompostaggio domestico” si aggiungano le parole “il compostaggio di comunità” sennò il concetto resta monco e sinceramente non è neanche rispondente alla filosofia espressa dalla legge regionale 4/2020. Quindi, invitiamo i Consiglieri che l'hanno presentata ad accogliere questa nostra proposta di modifica semplice e puntuale. Abbiamo predisposto, io e la mia collega, questo emendamento che vi sottopongo. Grazie.
Presidenza del Vicepresidente
Andrea Biancani
PRESIDENTE. Ha la parola la Consigliera Casini.
Anna CASINI. Grazie, Presidente. Riprendo l'ultima parte dell'intervento della Consigliera Ruggeri per dire che non si può tutelare l'ambiente ad intermittenza e quindi votare una indicazione molto forte come quella che abbiamo votato, dove strutture socio-sanitarie non devono rispettare le distanze dalle discariche e viceversa chiedere il rispetto per i biodigestori, che sono ben altra cosa.
Il biodigestore, tra l'altro, è per sua natura un'opera di pubblica utilità, indifferibile ed urgente qualora venga dichiarata tale dalla Conferenza di servizi. La legge prevede che, come detto anche in maniera molto onesta dall'Assessore, l'approvazione del progetto costituisca variante, il fatto che sia ubicato in una zona agricola in Italia e in Europa è una questione secondaria.
Queste cose bisogna che le diciamo con chiarezza ai cittadini perché non possiamo raccontare le favole, noi dobbiamo dire che non ci interessano le distanze, Consigliere Rossi, quando si tratta di discariche, ma ci interessano le distanze quando si tratta di biodigestori, ripeto, che hanno un impatto ambientale molto diverso. Questa è la prima cosa.
L'altra cosa che mi dispiace è leggere una frase che fa capire l'impostazione della mozione, che dice addirittura che sull’impianto di Vallefoglia pende il procedimento innanzi alla Provincia come se fosse un Tar o un Consiglio di Stato. In Provincia non pende assolutamente nulla, c'è semplicemente in itinere un'autorizzazione evidentemente un'AIA, che contiene la VIA, adesso non so quale procedimento sia stato attivato o no, mediante la quale si verificheranno gli impatti potenziali cumulativi e non dell'impianto a seconda del territorio e sarà indifferente …. A parte che se a Vallefoglia, come ha detto l’Assessore, è in una zona industriale facciamoci qualche domanda perché se oggi diciamo no a mettere qualunque impianto in una zona industriale andiamo contro tutto quello che sta facendo il nostro Governo e guardate che qui molti di voi sono seduti al governo insieme a noi. Non è che siamo una roba diversa da quello che facciamo al governo, non è che possiamo incentivare la produzione di energia da fonti rinnovabili o le energie pulite al Governo e poi opporci quando siamo seduti qui.
Richiedere alla Provincia di Pesaro e Urbino di approfondire tutti gli aspetti sovradimensionati secondo me è, come dire, un insulto perché è del tutto evidente che la Provincia con i suoi settori tecnici, altamente specializzati, come tutte le Province marchigiane, farà il suo compito, cioè approfondirà insieme all’Arpam, insieme all’Asur ed insieme a tutti i soggetti competenti in materia ambientale le varie matrici ambientali e lo faranno dal punto di vista scientifico.
In riferimento al terzo punto: promuovere una politica di sensibilizzazione dei Comuni, questo mi fa sorridere perché la Consigliera Bora quando era Assessore ha istituito il patto dei Sindaci proprio per ridurre le emissioni e per sensibilizzare i Comuni, tanto è vero che ci sono state audizioni anche alla Comunità europea, è stata ricevuta e sono stati fatti tanti lavori ed ottenuti anche dei finanziamenti. Questa amministrazione ha cassato questo progetto completamente, quindi mi fa un po' ridere che da un lato vogliamo sensibilizzare i Comuni sulle politiche ambientali e dall’altro tagliamo completamente delle azioni virtuose che potevano semplicemente essere proseguite.
“A manifestare la propria contrarietà alla costruzione di biodigestori in aree vicine ai centri abitati”, mi metto proprio a ridere perché l’ho già detto in premessa e dico che vicino ai centri abitati applicheremo le stesse norme che si applicano per le discariche e ribadisco che non possiamo essere ambientalisti ad intermittenza, quando abbiamo il problema vicino casa siamo ambientalisti e quando il problema apparentemente non ci riguarda …
Consigliere Rossi, il problema che abbiamo sollevato oggi, quello delle definizioni, dove si è fatta una cosa contro legge, e l'altro dove c'è stato detto che si faceva in un modo, in realtà la norma consente di calcolare come volume le discariche che non hanno fatto il cupping, interesserà comunque tutti i territori, anche il suo, non è detto che ci siano dei territori che vengono considerati ed altri no.
Ad ogni buon conto, l'ha detto anche l'Assessore, pur condividendo le politiche ambientali, pur riconoscendo in questa mozione alcuni aspetti che sono effettivamente di preoccupazione, di interesse alla realizzazione nel rispetto delle politiche ambientali o quantomeno con tutte le opere di mitigazione necessarie, riteniamo che questo Consiglio regionale non abbia alcun potere perché è la Conferenza di servizi che in maniera squisitamente tecnica … Posto che la legge ha già stabilito che l'approvazione da parte della Conferenza di servizi costituisce variante urbanistica e sostituisce l'azione dei Consigli comunali, questa è una modifica normativa forte sull’energia, vengono sostituiti nella loro potestà autorizzativa i Comuni, che in maniera collegiale decidono le varianti urbanistiche, da un tavolo squisitamente tecnico, questo a dire che l'energia in Italia, e lo stiamo verificando in questo periodo proprio per le questioni russe, ha una priorità di interesse generale.
Detto questo, ai cittadini andrebbero raccontate le cose così come stanno, ascoltare le loro preoccupazioni, rassicurare, ma dire anche la verità, anche quando non fa comodo e quando è più comodo sbandierare la bandiera di Giano bifronte, che una volta è ambientalista e una volta lo è molto meno.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Antonini.
Andrea Maria ANTONINI. Grazie, Presidente. Volevo sottolineare che comunque questa è una mozione, mi sembra anche da ciò che viene richiesto da parte dei proponenti, e se andiamo a vedere i tre punti ed i tre verbi utilizzati: si impegna il Presidente a richiedere, a manifestare, a promuovere, bisogna darle il contesto che merita. Non è una proposta, non è una deliberazione, non va ad intervenire da un punto di vista giuridico, da un punto di vista normativo, va a richiedere un approfondimento, va a manifestare una contrarietà, va a promuovere una politica di sensibilizzazione.
Ora, si può essere ovviamente a favore o contro questi auspici, questi impegni, però stiamo attenti anche a definirne il ruolo, il contesto, lo strumento, prima cosa.
Seconda cosa, tutto ciò ci fa effettivamente sostenere quello che l’Assessore ha detto in varie occasioni, è già la seconda volta che stiamo approfondendo tematiche che riguardano l’ambiente e comunque a breve, ci auguriamo nel minor tempo possibile, ci sarà un nuovo Piano dei rifiuti regionali che su certi aspetti dovrà mettere ordine, così come la definizione degli Ambiti territoriali provinciali, finalmente, con l'accelerazione che è stata data dopo anni di totale assenza delle istituzioni su questo argomento. Il caso precedente dell’interpretazione autentica è esemplare, molti di questi problemi nascono dalla totale assenza o comunque dall’incapacità dal punto di vista normativo di regolare in maniera chiara e netta quelle che sono le norme.
Nel momento in cui c’è una assenza normativa o comunque una superficialità dal punto di vista normativo, che è sicuramente da addebitare a chi dovrebbe produrre tutto il quadro normativo …, è vero anche che bisogna stare al passo con i tempi, nel senso che la colpa non è solo delle istituzioni locali, della Regione prima, delle Province, ma la materia è in evoluzione, bisognerebbe seguire ed allinearsi in maniera costante a tutta quella che è la produzione normativa dal punto di vista nazionale e dal punto di vista europeo, tutto il contesto. Faccio un esempio, è notizia di poche settimane che il gas ed il nucleare di quarta generazione dal punto di vista tassonomico sono diventati energie green, ora si può essere d'accordo, non si può essere d'accordo, però è un dato oggettivo con il quale bisogna confrontarsi. Magari un mese e mezzo fa aprire una riflessione sul nucleare era da pazzi, pensare al discorso gas, nuove captazioni, recuperare sia i pozzi a terra che il discorso della trivellazione in mare, non dico che era da folli, ma adesso, soprattutto in relazione al caro bollette, credo che l’esigenza prioritaria per questa nostra nazione sia raggiungere una autonomia, una indipendenza energetica ed il problema dei problemi è che dobbiamo dipendere dal punto di vista energetico da altre nazioni perché nel tempo abbiamo rinunciato e perso molte partite e abbiamo fatto delle rinunce che sono state autocastranti da un certo punto di vista. Sappiamo bene che affidarsi completamente alle energie rinnovabili …, che sono importantissime e prioritarie, perché siamo una nazione fatta di sole e di vento, va benissimo, ma allo stesso tempo non sono energie che ti danno una sicurezza sulla costanza della produzione perché il vento e il sole possono mancare per periodi anche lunghi, pensiamo all’idroelettrico, all’assenza di piogge e ad altre cose del genere.
Detto questo, penso che, fino a quando non avremo una normativa nuova e complessiva che riesca a darci anche delle soluzioni, dobbiamo affrontare caso per caso e anche a livello territoriale capire ciò che succede in determinate aree.
Ovviamente parlo a titolo personale, non essendo del pesarese non posso non fidarmi di quello che i rappresentanti del territorio mi sottopongo all'attenzione e allo stesso tempo dico però, e questo lo dico in generale, che sono d'accordo anche con chi mi ha preceduto, che non c'è una contrarietà aprioristica o pregiudiziale nei confronti del biodigestore, parlo per me, perché è uno strumento fondamentale per un discorso di produzione di energia sostenibile, che comunque attraverso il biometano è una fonte fondamentale. Non ci sono pericoli da un punto di vista ambientale o comunque sono ridotti al minimo, è anche rilevante per il conferimento del FORSU, di tutto quello che è il sistema rifiuti, dico solo che dovremmo pensare, questo sì, a non pesare troppo sul territorio e quando si valuta la creazione di un biodigestore considerare le reali necessità di quella zona. Bisogna stare attenti al sovradimensionamento perché porta a far venire da fuori migliaia di tonnellate di rifiuti e questo non va bene, prima di tutto perché c’è un arricchimento spesso, se non sempre, di pochi privati, non un beneficio al cittadino, e allo stesso tempo dobbiamo stare attenti a non dire sempre di no altrimenti succede l’esatto contrario, ossia il rifiuto dalla nostra regione va ad altre regioni ed allora succede che noi dobbiamo aumentare i prezzi e costa tutto di più. Un conto è se tu conferisci nel tuo territorio, un conto è se chi si occupa della gestione del ciclo rifiuti ti fa pagare anche il trasporto e la tassa per portarlo da un’altra parte. E’ una politica di equilibri e dobbiamo farla dettati dal buon senso.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Serfilippi.
Luca SERFILIPPI. Grazie, Presidente. Innanzitutto ringrazio i proponenti per aver portato in Assemblea legislativa questa discussione su un tema importante, che ha visto un dibattito negli anni. Ormai penso che nella nostra provincia parliamo di biodigestori da oltre 15 anni, i gestori sono due, si era trovato un accordo che oggi è saltato perché Marche Multiservizi ha deciso di andare avanti per la propria strada da sola, senza un accordo trasversale quindi a livello di Ato.
Detto questo, la mozione, che condivido, riguarda i biodigestori. Non c'è una programmazione a livello di Ato, non c'è una normativa esplicita che parte dal pubblico. Di fatto è a libero mercato, chi si sveglia la mattina ed ha un terreno che soddisfa i requisiti che la legge consente, può chiedere l’autorizzazione anche in variante, come è stato detto, di conseguenza molti siti in tutta la regione, in tutta Italia sono disponibili per fare questi biodigestori, come era avvenuto per gli impianti a biogas, se non ricordo male.
Il problema è che noi viviamo i territori e quando si vanno a realizzare degli impianti di questo genere vicino alle case si creano i comitati, si creano delle preoccupazioni, a volte anche suffragate da tesi scientifiche, comunque sono impianti industriali e comportano delle problematiche, dei disservizi di vario tipo, non solo a livello di emissioni in atmosfera, per cui ci sono enti preposti, ma anche per i mezzi che raggiungono il biodigestore, c'è una modifica del sistema intorno al sito in cui viene realizzato.
Nel caso della nostra provincia al momento le richieste di autorizzazione sono due, una nel Comune di Terre Roveresche Barchi, vicino ad una ex discarica in mezzo a delle colline, con una viabilità scarsa per raggiungerla, e un’altra per 95.000 tonnellate nel Comune di Vallefoglia, vicino a Tavullia, che è più o meno come il prospetto previsto nel Piano d'ambito per quanto riguarda la raccolta dell'organico. Adesso estremizzo un po’, senza entrare troppo nei tecnicismi.
Queste cose avvengono in quanto c'è uno scarso dialogo, una scarsa programmazione.
Entrando nel merito della mozione, sono d'accordo sia con il primo che con il terzo punto del dispositivo, il secondo non lo condivido dato che è in palese contrasto con la legge vigente. Per carità, in una mozione possiamo scrivere tutto quello che vogliamo, poi nei fatti i dirigenti fanno altro dal momento che non possono andare contro la legge attuale. Quindi, chiederei ai proponenti di stralciare il punto due, per il resto mi trovo ampiamente in accordo con loro.
Detto questo, credo che su tutta l’impiantistica, lo ribadisco, la discussione non sia più rinviabile per avere una strategia globale, mi verrebbe da dire, a livello regionale, altrimenti se andiamo a prendere l’organico da fuori provincia …, anche in un’ottica regionale non ci vedo niente di male, però se andiamo a sovraccaricare una provincia con i rifiuti organici provenienti da fuori regione ho delle perplessità, soprattutto se chi fa questi investimenti non è il pubblico, che non punta al profitto, ma ad un servizio di qualità efficiente, facendo pagare una tassa bassa al cittadino. Questa è la mia visione politica di quello che dovrebbe fare un'azienda pubblica che gestisce questi impianti.
Devo dire che nella nostra provincia la discarica di Monteschiantello, ad esempio, è un fiore all’occhiello per il trattamento e la gestione dei rifiuti ed è gestita interamente da una società pubblica, che in questo caso è l’Aset.
Mi piacerebbe una società pubblica che gestisca tutta la gestione dei rifiuti a livello regionale, però, ripeto, ora non c’è l’Assessore, servirebbe una strategia regionale, altrimenti si rischia la frammentazione, che è un po’ quello che è avvenuto in tutti questi anni, dove dentro un singolo ambito ci sono due o più gestori, alcuni in società mista, altri in società in house.
Credo che il modello di riferimento sia la società in house dove il pubblico programma, progetta e per quanto riguarda i rifiuti non fa profitti, ma tende a dare un servizio efficiente ed efficace con la graduale riduzione delle tariffe verso il contribuente finale. Grazie.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Cesetti.
Fabrizio CESETTI. Grazie, Presidente. Avrei chiesto la parola sull'ordine dei lavori ed anche per fatto personale, però non lo faccio ed intervengo sul punto, in quanto prima il Consigliere Antonini ha parlato in riferimento all’argomento precedente delle interpretazioni autentiche ed ha citato il fatto che questo gruppo, ed in particolare io avrei adottato un identico atto nel 2016.
Presidente Antonini, quando le dicono queste cose o le danno queste imbeccate, se le faccia dare bene dato che nell’adozione di quell'atto l’ex Assessore Cesetti risultava assente, e con questo chiudiamo la partita. Un conto è se ero presente, un conto è se ero assente. Se non lo sapeva non doveva dire che avevo votato quell’atto ed è qui la controprova, la tabellina del nove, che voi avete fatto un atto improprio, perché quel provvedimento, come diceva bene l’allora relatore Biancani, atteneva a norme di indirizzo e a norme prescrittive sul caso specifico del Piano del parco del Sasso Simone e Simoncello, sul quale chiedevano di sapere quali norme erano di indirizzo e quali prescrittive, senza altre considerazioni. Tant’è che nell’atto si dice che sono prescrittive tre norme: la realizzazione del piano particolareggiato all'interno del luogo geometrico, la demolizione dell'attuale rifugio dell’eremo-ristorante, la costruzione di un nuovo edificio a due piani; sono norme di indirizzo tutte le restanti indicazioni contenute nell’elaborato grafico. Questa è un’interpretazione autentica e dichiarativa, avrebbero detto i latini lex tam dixit quam voluit o meglio quod lex voluit, dixit, ciò che la legge vuole lo dice, e in questo caso sebbene io fossi assente, la legge ha detto, ha parlato, nel caso vostro la legge si è confusa con se stessa, tant’è che avete scritto due pagine.
Presidente Antonini, con rispetto, stima ed amicizia, quanto mi tira in ballo, siccome non sono molto pesante, però sono abbastanza agile, lo faccia a ragione perché come si diceva il quel film “io il gioco lo conosco” e questa ne è la dimostrazione.
Su questo ovviamente mi riporto a quanto detto dalla Consigliera Casini poiché quando non conosco, come nel caso non conosco e non ho approfondito, io taccio, non parlo a sproposito e quindi mi adeguo, come si deve fare, anziché parlare a sproposito.
Presidenza del Vicepresidente
Gianluca Pasqui
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Baiocchi.
Nicola BAIOCCHI. Grazie, Presidente. Il mio intervento sarà sicuramente breve. E’ una discussione anche bella ed animata, di questo me ne compiaccio, però vorrei ricordare alcune cose, cioè lo scopo, la ratio di questa mozione che, come ha ben ricordato il Consigliere Antonini, di cui condivido in toto ogni singola parola, tratta un tema molto delicato, un problema che deriva da tanto tempo, dalla mancata programmazione delle Ata, da una superficialità che c'è stata in tantissimi anni.
Questa mozione vuole essere solamente un aiuto, un sostegno, sappiamo tutti benissimo, e condivido con la Consigliera Casini, che non è potere di questa Regione, ma c’è la Provincia, la Conferenza dei servizi. Conosciamo bene anche noi, come ha ben ricordato la stessa, quali sono i poteri autorizzativi ed a chi spettano, però vorrei anche ricordare che questo è un tema importante anche per il centro-destra. In campagna elettorale tanti di noi hanno parlato ed anche seguito questo argomento, che è rilevantissimo, legato all’economia circolare, alla situazione energetica. Nessuno vuole tralasciare queste problematiche, siamo tutti consapevoli del problema, qui non esiste una presa di posizione tout court pro o contro i biodigestori, siamo tutti consapevoli che questi strumenti necessariamente serviranno ai nostri territori anche in futuro, però stare qui a dire e non poter esprimere un dissenso, una preoccupazione in relazione alla collocazione di questi biodigestori nei nostri territori mi pare assurdo.
Mi auguro che ci sia una condivisione da parte della maggioranza su questo tema, molto sentito, di cui abbiamo parlato tante volte, nessuno si vuole sovrapporsi ai poteri delle Province, in questo caso a quella di Pesaro e Urbino, mentre la Regione ha dei poteri endoprocedimentali all’interno delle procedure autorizzative. Grazie.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Biancani.
Andrea BIANCANI. Grazie, Presidente. Mi sono prenotato adesso, ma volevo intervenire prima, ma dalla posizione di Presidente non è possibile prenotarsi, quindi lo faccio adesso.
Voglio dire che l’Assessore Aguzzi con il suo intervento è stato chiarissimo, ma lo era già stato, come ha ricordato la Consigliera Ruggeri, in occasione di una precedente mozione o un'interrogazione, in cui ha ben spiegato che questo tipo di impianti, al di là della programmazione, non dipendono dalla programmazione pubblica, ma sono impianti di tipo privatistici che possono essere realizzati. E se il privato decide di realizzarli fa una proposta e se rispetta la norma va data l’approvazione.
Ricordo innanzitutto che a quelle assemblee a cui si è fatto riferimento il sottoscritto ha partecipato, molti non c'erano, nell’assemblea a Vallefoglia si è avuto un confronto con i cittadini, io ero presente con la Consigliera Vitri, abbiamo ascoltato i cittadini e siamo andati via dopo le 2,00 di notte per confrontarci sulle loro richieste.
Rispetto a questa mozione, per quanto mi riguarda il voto poi lo dichiarerà il capogruppo o chi interverrà, penso che la politica, in questo caso la politica regionale, abbia una responsabilità e dobbiamo stare attenti dato che lanciamo dei messaggi e non possiamo rischiare di perdere l’autorevolezza e la credibilità nei confronti dei cittadini e quando noi parliamo i cittadini fortunatamente ci ascoltano e se diciamo che siamo contrari nella loro testa può intendersi che possiamo bloccare quel percorso, invece non possiamo farlo.
Voglio vedere domani quando si comunicherà questo tipo di mozione, se verrà comunicato il fatto che la Regione dice no, facendo intendere che il percorso non andrà avanti, oppure dice no ed il percorso andrà avanti ed a questo punto il cittadino chiederà: “Perché se dici no il percorso va avanti comunque?”, si arrabbierà due volte.
Rispetto al primo punto, quello di chiedere alla Provincia di fare quello che deve fare, a me sembra che si stia scherzando, cioè noi chiediamo alla Provincia di approfondire tutti gli aspetti, perché non lo fa? Lo fa sicuramente, sarebbe grave se non lo facesse.
Il secondo punto, già è stato detto, ma io lo confermo, parliamo di un'area industriale, non agricola, è vero che se fosse agricola, come ha detto la Consigliera Casini, in Conferenza dei servizi si fa la variante, ma in questo caso l’area è industriale da circa 20 anni, questo non vuol dire che sono favorevole, sto dicendo solo che l’area non è agricola, ma industriale.
L’altro aspetto è legato all’autocompostaggio e mi trova d’accordo anche perché è una legge della precedente legislatura, la n. 4/2020, presentata da tutti i componenti della Commissione, e l’avevamo votata se non ricordo male all’unanimità. Quindi sono favorevole al che si punti maggiormente all’autocompostaggio, ma sappiamo benissimo che non può essere alternativo a questo tipo di impianti, ma può essere sicuramente un aiuto ed al posto di fare tre di impianti se ne può fare solamente uno. Però questa è una mozione che potrebbe far credere ai cittadini che il nostro intervento possa essere risolutivo, in realtà sono stati chiari sia l’Assessore che tutti gli altri che sono intervenuti, questa è pura propaganda ed in alcun modo il nostro voto andrà ad influire su quello che sarà il futuro di quell’area.
PRESIDENTE. Emendamento 181/1 a firma dei Consiglieri Ruggeri, Lupini, Rossi, Baiocchi: “Nel terzo punto dell’impegno, dopo le parole ‘verso l’autocompostaggio domestico’ inserire le parole ‘e il compostaggio di comunità’”. Lo pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa regionale approva)
PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, il Consigliere Rossi.
Giacomo ROSSI. Grazie, Presidente. Mi meraviglio di quello che ha appena detto il Consigliere Biancani in quanto crede che i cittadini siano stupidi o persone non senzienti o acculturate, cioè: noi non possiamo votare una cosa perché poi i cittadini credono qualcos’altro? Ma crediamo veramente che i cittadini siano stupidi? No, tra l'altro invito i colleghi Consiglieri del PD a leggere le mozioni dato che qui non si parla di contrarietà per principio a questi impianti, nessuno dice che siamo contrari, tutti in questa mozione andiamo ad esprimere e a raccogliere le legittime preoccupazioni. Noi diciamo sì ad un'impiantistica fatta bene, nei posti migliori, quando si fa una casa si individua un posto, si individuano le necessità.
E’ solo un atto di indirizzo politico legittimo alla Provincia, non c’è nessun insulto, Consigliera Casini. Poi lasciamo perdere il discorso dell'interpretazione autentica, abbiamo scomodato il Governo, la Consigliera Bora, 100 mila discorsi, qui si chiede solo di raccogliere le legittime preoccupazioni di oltre 5 mila cittadini, le preoccupazioni delle maggiori associazioni di categoria agricole e del commercio, soprattutto le preoccupazioni di tre Sindaci di centro-sinistra. Ancora una volta il PD continua a non ascoltare il territorio, addirittura boccia o si schiera contro una mozione che i Sindaci di centro-sinistra, addirittura del PD, ci hanno chiesto di presentare a fronte di una chiusura di orecchie che da parte vostra è avvenuta. Consigliere Biancani non può parlare di assemblee, quando all’assemblea pubblica di fronte alla gente a Vallefoglia c'eravamo solo io e la Consigliera Ruggeri, non si può dire che gli altri non vanno alle riunioni! Non si può dire: “Non siete venuti alle riunioni”, io alle riunioni c’ero, sia a Vallefoglia che a Barchi, ho espresso la mia opinione ed ho raccolto le preoccupazioni legittime inserite in questa mozione, con la quale, è chiaro, non possiamo andare ad incidere in maniera legislativa sul procedimento, ma possiamo dare un indirizzo politico con una mozione che il Consigliere da Statuto regionale può fare.
Non c’è niente di illegittimo, tra l’altro ribadisco che tutto ciò deriva dalla mancata programmazione che era in capo a determinate persone vicino a voi, che non è mai stata fatta, sennò non saremmo mai arrivati a questa mozione.
Personalmente recepisco volentieri anche l’emendamento della Consigliera Ruggeri che inserisce il compostaggio di comunità e ringrazio anche l'Assessore per la risposta che ci ha fornito. Credo che questo sia un atto di indirizzo, di vicinanza nei confronti dei cittadini.
Se tutto il resto voi lo interpretate in maniera diversa continuate a dimostrare la lontananza dai cittadini, quella lontananza che ancora, nonostante la batosta elettorale, continuate a ribadire anche in questa Aula, addirittura un appello che viene da vostri Sindaci …, è incredibile! Provate ad andare a Terre Roveresche, a Mondavio, a Fratterosa, parlate con i cittadini, parlate con i Sindaci per vedere cosa dicono. Sembra che questo sia un atto alieno, no, questo è un atto di vicinanza ben preciso, è un atto di indirizzo politico che si è fatto anche in passato e si continua a fare se ci sono i Consiglieri che vanno nei territori e recepiscono le istanze. Ripetiamo tutti che questa mozione non può essere un atto giuridico, ma è un atto ben preciso.
Vi ringrazio e come faccio sempre vi invito a venire con il sottoscritto, anche senza il sottoscritto, nel territorio per confrontarvi sulla questione perché durante queste assemblee sono state portate anche delle argomentazioni tecniche, non ha parlato Pantalone, hanno parlato degli esperti, hanno parlato dei professori universitari, hanno parlato dei giuristi, quindi, noi abbiamo raccolto delle cose che abbiamo messo nella mozione. Vi invito a leggerla, nessuno dice che siamo di principio contro questi impianti, nessuno lo ha detto, anzi lo abbiamo anche scritto, allora è bene che, se si vuol parlare, si leggano i documenti, sennò fate come il Consigliere Cesetti che ha detto: “Io non l’ho letto e taccio”, la sua è una dimostrazione di serietà, mentre da qualcun altro arriva sempre il solito attacco nei confronti del sottoscritto. Grazie.
PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, il Consigliere Mangialardi.
Maurizio MANGIALARDI. Grazie, Presidente. Sono felice che non ci sia l’Assessore Aguzzi perché impegnato su un tema molto importante, quindi spero che oggi quella vicenda, con l’incontro con la RSU, possa arrivare a conclusione.
Non sono mai stato d'accordo con l’Assessore Aguzzi come questa sera in quanto rispetto alla mozione, nel merito, anche con un leggero imbarazzo, ci ha detto: votate quello che volete tanto non incidete su nulla.
Visto che una mozione non si nega a nessuno, va bene anche votarla dato che esprimiamo solidarietà per i cittadini dei territori interessati dai due progetti presentati.
Mi trovo in imbarazzo, l’ha detto prima il Consigliere Biancani, se si tratta solo di dare una pacca sulla spalla a qualche cittadino, tanti, e non spiegare quello che realmente è, quali sono i percorsi e quali sono gli atti amministrativi con cui possiamo incidere. Vedete di solito facciamo mozioni di carattere generale e diamo mandato al Governo di attivarsi in un percorso o di portare il tema nelle sedi competenti, penso alla Conferenza Stato-Regioni, qui invece diamo il voto ai tecnici della Provincia di Pesaro e Urbino: “Mi raccomando guardate bene i progetti - ci mancherebbe altro - che corrispondano alle indicazioni!”, e se dovessero essere a norma? Quella partita l’abbiamo già chiusa.
Poi impegniamoci, lo dico con fraterna amicizia alla Consigliera Ruggeri, ampliamo il compostaggio domestico, facciamolo diventare un progetto più ampio, ma tutto questo incide per il 2 o 3% e non assolve sicuramente alla doppia necessità: l’eliminazione di gas serra con la trasformazione della FORSU e la produzione di energie rinnovabili di cui abbiamo bisogno in questo territorio.
Dentro questo percorso temo che domani mattina, se c'è un piano economico ed una adesione alle norme, i progetti presentati potrebbero andare avanti ed io la faccia di ricambio non ce l’ho, noi non ce l’abbiamo. Capisco che è molto difficile andare dai cittadini e spiegare qual è il percorso e qual è il risultato, ve lo dice uno che … Ad esempio c’era un impianto molto simile nella Zipa di Casine di Ostra, alcuni Sindaci si sono attivati per non farlo fare, un comitato, come una mozione, non si nega a nessuna iniziativa importante, il progetto è stato bloccato per numero di anni finché il capo del comitato non è diventato amministratore da un’altra parte, la vicenda è caduta nel dimenticatoio ed oggi facciamo giustamente quell’impianto dentro una zona industriale. Io ero a favore allora e lo sono anche oggi che ho un altro ruolo. Così si fa in maniera seria in politica, si guardano le finalità e le prospettive, bisogna avere visione ed anche la capacità di trovarsi in difficoltà rispetto a una società che banalizza, che vuole rispondere e non vuole disturbare e se disturba è meglio farlo da un’altra parte.
Noi non abbiamo la faccia di ricambio, sarebbe molto comodo dire che appoggiamo la mozione perché andremo a dire no ad impianti che saranno invece in futuro determinanti. Aspettiamo il Piano, sono passati 18 mesi dall’insediamento di questo Governo, ancora nella pianificazione del nuovo Piano dei rifiuti abbiamo zero, abbiamo sbagliato anche il bando, per carità, capita, l’abbiamo ritirato, ma siamo al punto zero, per quando lo vedremo saranno passati altri tre anni e tutte quelle stigmatizzazioni che oggi sono da imputare alla mancata pianificazione, agli errori, saranno finite. Dentro questo, siccome noi la faccia non la cambiamo, ci asteniamo su questa mozione.
PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, il Consigliere Baiocchi.
Nicola BAIOCCHI. Grazie, Presidente. Ribadiamo che la nostra non è una posizione aprioristica di diniego nei confronti dei biodigestori, ma è un concetto molto più ampio che abbiamo già spiegato in maniera chiara.
Sono dispiaciuto per le parole del Consigliere Biancani perché sembra quasi che voglia denunciare i Consiglieri Baiocchi e Rossi per abuso di credibilità popolare, come se noi avessimo preso delle persone nei comizi o nelle sedute e gli avessimo fatto credere che la mozione in Consiglio regionale fosse la panacea e in grado di risolvere tutti i problemi.
Lei sa benissimo che non è così, in quanto le persone che partecipano a queste assemblee molte volte sono più preparate di noi, sentono il tema come personale, quindi, studiano, approfondiscono.
Da un lato è offensivo nei confronti dei Consiglieri farli passare come delle persone che vanno a convincere i cittadini di cose impossibili da realizzare, dall’altro è offensivo nei confronti delle persone che non sarebbero in grado di capire qual è la portata e quali sono i compiti di questo Consiglio regionale.
Il nostro voleva essere solo un intervento positivo e di aiuto, conosciamo bene quali sono i limiti di questo Consiglio, quali sono le competenze a livello provinciale, per cui il voto del gruppo Fratelli d’Italia sarà favorevole. Grazie.
PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, la Consigliera Ruggeri.
Marta RUGGERI. Grazie, Presidente. Già l’abbiamo detto in tanti, lo ripeto velocemente, questa mozione assomiglia molto a quella già proposta dal Consigliere Rossi recentemente sul sito di stoccaggio nel Montefeltro, anche in quel caso pur rilevando, e lo fece lo stesso Assessore come tanti Consiglieri come me, che è semplicemente un atto che dà un indirizzo politico, come abbiamo fatto quella volta anche questa voteremo a favore. Ci mancherebbe che non fossimo d'accordo sul fatto che una legge regionale tanto voluta dal Movimento 5 Stelle non venga finalmente attuata in tutte le sue parti, tra l'altro ho anche una mozione a riguardo che è stata fatta slittare e spero di arrivare a discuterla in tempi rapidi.
Come movimento politico abbiamo sempre detto e continueremo a ripeterlo che i biodigestori devono essere fatti in zone industriali o in zone dove ci sono già delle discariche, ma non lo diciamo solo noi, lo dice Legambiente e tante altre realtà e ribadirlo in un testo che viene approvato dal Consiglio regionale non mi sembra per niente una banalità, anche perché mi pare che dagli interventi di alcuni Consiglieri non sia chiaro che qui si sta parlando di due impianti non di uno. Quello di Vallefoglia è in una zona industriale, l'altro no, quindi è inutile che ripetiamo questioni che riguardano solo la metà di questa mozione, gli impianti sono due.
Poi mi fa estremamente piacere, in quanto è una cosa che abbiamo da sempre criticato, che il centro-destra porti un atto, cosa che ha un valore politico molto forte, che contiene l'indicazione del primo punto, cioè che anche il centro-destra non è d'accordo che nel Piano d'ambito di Ata rifiuti Pesaro e Urbino non sia stata fatta una programmazione pubblica degli impianti, ma questo è un dato politico estremamente rilevante, per cui ben venga appoggiare una mozione di questo tipo perché fino adesso queste cose le dicevamo in pochi, ora si amplia la platea dei partiti politici e può avere nel lungo termine una ricaduta anche sui territori. Grazie.
PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, il Consigliere Marinelli.
Renzo MARINELLI. Grazie, Presidente. Per ringraziare i proponenti che ci hanno dato modo di parlare di un argomento interessante, che sicuramente va approfondito e che dovrà essere sviluppato in futuro.
Dovremo trovare delle soluzioni perché non è giusto portare i rifiuti fuori regione, però è giusto che ci siano degli approfondimenti, che ci siano delle valutazioni attente, che è quello che chiede la mozione.
E’ un problema che non finisce qui, che verrà affrontato in altre situazioni. Gli intendimenti, essere attenti, approfondire le varie problematiche sono cose importanti, quindi, il voto del gruppo Lega è a favore della mozione.
PRESIDENTE. Mozione n. 181, così come emendata. La pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa regionale approva)
La seduta è tolta.
La seduta termina alle ore 16,25