Resoconto della seduta n.61 del 29/11/2011
SEDUTA N. 61 DEL 29 NOVEMBRE 2011
La seduta inizia alle ore 10,35
Presidenza del Presidente
Vittoriano Solazzi
Comunicazioni del Presidente
PRESIDENTE. Do per letto il processo verbale della seduta n. 60 del 22 novembre 2011, il quale, ove non vi siano obiezioni, si intende approvato ai sensi dell’art. 29 del Regolamento Interno.
Comunico che:
Sono state presentate le seguenti proposte di legge:
- n. 155 in data 23 novembre, ad iniziativa della Giunta regionale, concernente: “Riordino degli enti di gestione dei parchi naturali regionali. Modifiche della legge regionale 28 aprile 1994 n. 15 (Norme per l’istituzione e la gestione delle aree protette naturali)”, assegnata alla IV Commissione in sede referente e al Consiglio delle Autonomie Locali per l’espressione del parere ai sensi dell’articolo 11, comma 4, della legge regionale n. 4/2007;
- n. 156 in data 23 novembre, ad iniziativa della Giunta regionale, concernente: “Individuazione dei limiti demografici minimi per le forme associative dei Comuni”, assegnata alla I Commissione in sede referente, al Consiglio delle Autonomie Locali per l’espressione del parere ai sensi dell’articolo 11, comma 4, della legge regionale n. 4/2007 e al Consiglio regionale dell’economia e del lavoro per l’espressione del parere ai sensi dell’articolo 4, comma 2, della legge regionale n. 15/2008;
- n. 157 in data 23 novembre, ad iniziativa della Giunta regionale, concernente: “Disposizioni in materia di risorse idriche e di servizio idrico integrato”, assegnata alla IV Commissione in sede referente, al Consiglio delle Autonomie Locali per l’espressione del parere ai sensi dell’articolo 11, comma 2, della legge regionale n. 4/2007 e al Consiglio regionale dell’economia e del lavoro per l’espressione del parere ai sensi dell’articolo 4, comma 2, della legge regionale n. 15/2008.
E’ stata presentata la seguente proposta di regolamento interno:
- n. 3/11 in data 24 novembre 2011, ad iniziativa dell’Ufficio di Presidenza, concernente: “Termini per l’approvazione delle proposte di legge finanziaria e di bilancio annuale e pluriennale per l’anno 2012" (Iscritta all’ordine del giorno della seduta odierna), iscritta all’ordine del giorno dell’odierna seduta.
Sono state presentate le seguenti mozioni:
- n. 223 del Consigliere Latini “Grave arresto per la realizzazione del Parco eolico - comunità montana di Camerino”;
- n. 224 del Consigliere Latini “Agevolazione dell’accesso al credito di piccole e medie imprese marchigiane”;
- n. 225 del Consigliere Latini “Situazione servizio trasfusionale regionale”;
- n. 226 del Consigliere Latini “Treni regionali a rischio - grave situazione pendolari marchigiani”.
Il Presidente della Giunta regionale ha promulgato la seguente legge regionale:
- n. 21 in data 14 novembre 2011 “Disposizioni regionali in materia di multifunzionalità dell’azienda agricola e diversificazione in agricoltura”.
Il Presidente della Giunta regionale ha trasmesso le seguenti deliberazioni:
- n. 1475 del 7.11.2011 concernente: Art. 2 comma 2 della l.r. n. 20/2010 - Variazione compensativa al Programma Operativo Annuale 2011 approvato con deliberazione della Giunta regionale n. 1844 del 23 dicembre 2010 e sue successive modificazioni ed integrazioni - Restituzione risorse trasferite per spese di personale - Importo di euro 31.713,63;
- n. 1476 del 7.11.2011 concernente: Art. 2 comma 2 della l.r. n. 20/2010 - Variazione compensativa al Programma Operativo Annuale 2011 approvato con deliberazione della Giunta regionale n. 1844 del 23 dicembre 2010 e sue successive modificazioni ed integrazioni - Restituzione risorse trasferite per spese di personale - Importo di euro 8.453,19;
- n. 1477 del 7.11.2011 concernente: Art. 29 comma 1 della l.r. n. 31/2001 - Art. 25 comma 1 della l.r. n. 21/2010 - Iscrizione nel bilancio di previsione per l’anno 2011 di entrate derivanti da assegnazione di fondi da parte dello Stato vincolati a scopi specifici e delle relative spese - euro 109.259,00;
- n. 1478 del 7.11.2011 concernente: Art. 29 comma 1 della l.r. n. 31/2001 - Art. 25 comma 1 e 3 della l.r. n. 21/2010 - Iscrizione nel bilancio di previsione per l’anno 2011 di entrate derivanti da assegnazione di fondi da parte dello Stato vincolati a scopi specifici e delle relative spese - euro 2.188.861,68;
- n. 1479 del 7.11.2011 concernente: Art. 29 comma 1 della l.r. n. 31/2001 - Art. 25 comma 2 della l.r. n. 21/2010 - Iscrizione nel bilancio di previsione per l’anno 2011 di entrate derivanti da assegnazione di fondi da parte dello Stato vincolati a scopi specifici e delle relative spese - euro 1.539.290,45;
- n. 1480 del 7.11.2011 concernente: Art. 29 comma 2 della l.r. n. 31 dell’11 dicembre 2001 - Variazione compensativa al Programma Operativo Annuale 2011 approvato con deliberazione della Giunta regionale n. 1844 del 23 dicembre 2010 e sue successive modificazioni ed integrazioni - euro 737.840,00;
- n. 1481 del 7.11.2011 concernente: Art. 29 comma 3 della l.r. n. 31/2001 - Art. 26 comma 1 della l.r. n. 21/2010 - Variazione compensativa al Programma Operativo Annuale 2011 approvato con deliberazione della Giunta regionale n. 1844 del 23 dicembre 2010 e sue successive modificazioni ed integrazioni - euro 61.538,00;
- n. 1498 del 14.11.2011 concernente: Art. 29 comma 2 della l.r. n. 31 dell’11 dicembre 2001 - Variazione compensativa al Programma Operativo Annuale 2011 approvato con deliberazione della Giunta regionale n. 1844 del 23 dicembre 2010 e sue successive modificazioni ed integrazioni - euro 1.669.280,95;
- n. 1499 del 14.11.2011 concernente: Art. 29 comma 2 della l.r. n. 31 dell’11 dicembre 2001 - Variazione compensativa al Programma Operativo Annuale 2011 approvato con deliberazione della Giunta regionale n. 1844 del 23 dicembre 2010 e sue successive modificazioni ed integrazioni - euro 1.000.000,00;
- n. 1500 del 14.11.2011 concernente: Art. 29 comma 2 della l.r. n. 31 dell’11 dicembre 2001 - Variazione compensativa al Programma Operativo Annuale 2011 approvato con deliberazione della Giunta regionale n. 1844 del 23 dicembre 2010 e sue successive modificazioni ed integrazioni - euro 233.000,00;
- n. 1501 del 14.11.2011 concernente: Art. 29 comma 2 della l.r. n. 31 dell’11 dicembre 2001 - Variazione compensativa al Programma Operativo Annuale 2011 approvato con deliberazione della Giunta regionale n. 1844 del 23 dicembre 2010 e sue successive modificazioni ed integrazioni - euro 18.000,00;
- n. 1502 del 14.11.2011 concernente: Art. 29 comma 2 e 3 della l.r. n. 31 dell’11 dicembre 2001 - Art. 26 comma 1 della l.r. n. 21/2010 - Variazione al Programma Operativo Annuale 2011 approvato con deliberazione della Giunta regionale n. 1844 del 23 dicembre 2010 e sue successive modificazioni ed integrazioni - euro 1.242.621,40;
- n. 1503 del 14.11.2011 concernente: Art. 29 comma 1 della l.r. n. 31/2001 - Art. 25 comma 1 e 2 della l.r. N. 21/2010 - Iscrizione nel bilancio di previsione per l’anno 2011 di entrate derivanti da assegnazione di fondi da parte dello Stato e della Ue vincolati a scopi specifici e delle relative spese - euro 211.377,22;
- n. 1504 del 14.11.2011 concernente: Art. 2 comma 2 della l.r. n. 20/2010 - Variazione compensativa al Programma Operativo Annuale 2011 approvato con deliberazione della Giunta regionale n. 1844 del 23 dicembre 2010 e sue successive modificazioni ed integrazioni - Spese di personale - Importo di euro 2.550,00;
- n. 1505 del 14.11.2011 concernente: Art. 2 comma 2 della l.r. n. 20/2010 - Variazione compensativa al Programma Operativo Annuale 2011 approvato con deliberazione della Giunta regionale n. 1844 del 23 dicembre 2010 e sue successive modificazioni ed integrazioni - Spese di personale - Importo di euro 51.337,00;
- n. 1506 del 14.11.2011 concernente: Art. 29 comma 2 della l.r. n. 31 dell’11 dicembre 2001 - Variazione compensativa al Programma Operativo Annuale 2011 approvato con deliberazione della Giunta regionale n. 1844 del 23 dicembre 2010 e sue successive modificazioni ed integrazioni - euro 709.560,00;
Ha chiesto congedo il Presidente Spacca.
Prima di passare alla trattazione dell’ordine del giorno voglio salutare, interpretando il sentimento di tutta l’Assemblea, le classi V A, V B, V AM e V BM del Liceo Artistico Mengaroni di Pesaro. Agli studenti e al corpo docente va il saluto e il benvenuto in questa Assemblea legislativa da parte di tutti noi.
Mozione n 213
dei Consiglieri Marinelli, Massi, Acquaroli
“Interventi per la difesa della costa”
Interrogazione n. 514
dei Consiglieri Marinelli, Massi, Acquaroli
“Interventi di ripascimento e di difesa della costa”
(abbinate)
(Discussione e votazione)
PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca la mozione n. 213 dei Consiglieri Marinelli, Massi, Acquaroli, abbinata all’interrogazione n. 514 dei Consiglieri Marinelli, Massi Acquaroli.
Ha la parola, per la risposta all’interrogazione, l’Assessore Donati.
Sandro DONATI. Si premette quanto segue: che la difesa della costa nella Regione Marche viene attuata nel rispetto di leggi statali (d.lgs n.163/2006) e regionali l.r. n.15/2004 che prevedono che all’esecuzione delle opere pubbliche provvede il Soggetto attuatore (Regione-Comune); che per l’intervento in questione con l’assegnazione del finanziamento al Comune di Porto Recanati è stato individuato come soggetto attuatore lo stesso Comune; che il Comune di Porto Recanati con DDS n8/POP_09 del 27 gennaio 2009 ha avuto assegnato un importo 1,0 M€ per interventi di difesa costiera; che il Comune di Porto Recanati per l’attività di progettazione si è avvalso degli uffici regionali competenti; che, anche a causa delle mareggiate verificatesi durante la stagione invernale 2010-2011 ed in considerazioni allo stato di priorità degli interventi, il Comune di Porto Recanati, soggetto attuatore degli interventi relativamente al finanziamento assegnato, ha chiesto alla Regione Marche di redigere un progetto urgente per la ricostruzione della spiaggia sul litorale di Scossici per un importo complessivo di circa 0,6 M€; che la Regione Marche, PF Difesa della Costa, ha elaborato un progetto esecutivo per l’importo stabilito di 0,6 M€ che prevede il conferimento di 35 mila metri cubi di sabbia e ghiaia in un tratto confinato del litorale di Scossici della lunghezza di circa 1,0 Km con una previsione progettuale di circa 35 metri cubi a metro lineare. Tale dimensioni di ripascimento, sebbene inferiore a quella attuata con successo nella limitrofa località di Martelli di Numana, è stata ritenuta dai progettisti sufficiente ed efficace alla dimensione minima di ricostruzione della spiaggia; che durante lo scorso mese di giugno sono stati parzialmente eseguiti i lavori di ripascimento, con un avanzamento medio della linea di riva di oltre 20 ml, con grande soddisfazione degli operatori locali, e dell’Amministrazione Comunale; che i lavori di cui sopra sono stati eseguiti solo parzialmente, nel mese di giugno, in considerazione dell’ormai avviata stagione turistico balneare e l’importo dello Stato di Avanzamento Lavori, eseguiti a tutto il 24 giugno 2011, ammonta ad € 353.603,01 e non a 600 mila come asserito nell’interrogazione cui si risponde.
L’accordo di Programma, stipulato tra la Regione Marche ed il Ministero dell’Ambiente, prevede uno stanziamento complessivo per il Comune di Porto Recanati, pari a circa 7 milioni di Euro, da cui si sono stati stralciati i fondi per i lavori affidati. Per quanto attiene alla restante cifra assegnata al Comune, si rappresenta che il progetto dell’intervento è stato affidato al Ministero infrastrutture e trasporti, Ufficio opere marittime di Ancona ed è in fase di redazione.
I lavori verranno affidati dal Comune di Porto Recanati entro il prossimo anno 2012.
Relativamente invece ai quesiti posti con l’interrogazione n. 514 di cui all’oggetto, si rappresenta quanto segue.
Non risponde al vero che “intervento di ripascimento effettuato nello scorso mese di giugno nella spiaggia di Scossicci è stato vanificato già dalle prime mareggiate del 10 e 11- ottobre scorso”.
Infatti, dalla documentazione fotografica, dagli articoli comparsi sulle stampa locale successivamente alla mareggiata richiamata ed ancor più dalle note di rassicurazione inviate da alcuni operatori locali (documentazione in possesso dell’Assessorato e disponibile per la consultazione), si evince come non corrisponda al vero quanto asserito dai Consiglieri firmatari dell’interrogazione riguardo alla paventata erosione e fallimento dell’intervento “parzialmente” eseguito.
Si rappresenta, inoltre, che la mareggiata, ancora più violenta, dei giorni scorsi non ha provocato alcun fenomeno erosivo del tratto di litorale in questione, ma esclusivamente un modestissimo spostamento longitudinale del materiale lungo la falcata litoranea :interessata.
Gli interventi di ripascimento posti in essere dalla Regione Marche, di dimensioni fisiche ed economiche tecnicamente compatibili, hanno fino ad ora dato risultati più che soddisfacenti e con effetti duraturi tali da superare con estrema tranquillità mareggiate anche di eccezionale entità. Si veda ad esempio gli interventi di ripascimento con sabbie e ghiaie recentemente realizzati nei limitrofi Comuni di Sirolo e Numana.
Inoltre è necessario chiarire il termine “duraturo” in quanto, come si evince nel documento di cui ai successivi punti, la Regione Marche nei cinque anni di attuazione del Piano ha realizzato circa 30 Km di scogliere distaccate di cui solo 3 di nuova costruzione ed i restanti 27 Km con tipologia di intervento di modifica, spostamento e manutenzione di quelli esistenti. Questo a dimostrare che qualsiasi intervento ha insito il concetto di manutenzione in cui è necessario stabilire il termine minimo di intervento, in funzione dell’investimento sull’opera (a grande investimento corrisponde piccola manutenzione).
Tutti gli interventi di ripascimento realizzati dalla Regione Marche negli ultimi anni vengono costantemente monitorati, sia per constatarne valutarne l’efficacia, sia per una programmazione di eventuali opere di manutenzione, sia ordinaria che straordinaria. Il monitoraggio effettuato dalla Regione Marche è effettuato attraverso immagini satellitari (sistema Word Vew 2) e da un avanzatissimo sistema di video monitoraggio (web-cam) con interpretazione della linea di costa consultabile anche dall’esterno.
Gli uffici tecnici preposti alla difesa della costa aggiornano continuamente, con studi adeguati, le tecniche da adottare, proprio al fine di evitare spreco di risorse finanziare.
Inoltre gli interventi eseguiti hanno rispettato rigorosamente la condizione costi/benefici in relazione alla disponibilità finanziaria, nonché le scelte dio priorità sono state indirizzate verso situazioni di grande interesse e minima spesa.
Vi ricordo che a fronte di una previsione di spesa di Piano di 180 milioni di euro, ad oggi la spesa sostenuta ammonta a circa 60 milioni.
Sullo stato di attuazione della difesa della costa è stato relazionato alla quarta Commissione assembleare in occasione di un incontro tenutosi il 16 marzo u.s. a San Benedetto del Tronto, cui è stato dato ampio risalto sulla stampa e televisione regionale. Comunque l’Assessorato rimane a completa disposizione per ogni iniziativa che il l’Assemblea legislativa regionale voglia intraprendere riguardo lo stato di attuazione e programmazione.
Riguardo le tecniche innovative gli uffici regionali sono in stretto contatto con le analoghe strutture nazionali ed internazionali attraverso progetti comunitari condivisi e seguono con grande attenzione ogni possibile innovazione che il mondo scientifico propone al riguardo.
Allegati (documentazione fotografica post mareggiata, articolo stampa, note tre operatori locali) depositati agli atti.
PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno, il Consigliere Marinelli.
Erminio MARINELLI. L’intento della mozione e dell’interrogazione, da me presentate insieme ai colleghi Massi e Acquaroli, non è quello di presentare periodicamente uno stucchevole intervento sulla costa, sul dissesto o sul ripascimento, ma è per quell’input partito nella riunione dei Capigruppo in quanto c’era la necessità di capire - e in parte l’abbiamo capito adesso, Assessore, ad esempio abbiamo saputo del ripascimento di giugno, che tutto sommato ha retto abbastanza bene, a seguito delle mareggiate di ottobre – quali potevano essere le varie possibilità di intervento. Ossia c’era la necessità, sollecitati dalle parti interessate del luogo e stimolati dai Capigruppo e dal Presidente Solazzi, di avere un quadro completo degli interventi tecnici fatti sul nostro territorio.
Conosciamo benissimo il dissesto del nostro territorio, sappiamo che le coste sono tutte a rischio, sappiamo che abbiamo pochissime risorse, quindi, visto che in questa fase la politica finalmente ha dimostrato di essere intelligente, è riuscita a trovare risorse economiche, vogliamo sapere se queste risorse vengono utilizzate nella giusta maniera e se gli interventi sono fatti in modo giusto.
Ora non voglio parlare del ripascimento dal punto di vista tecnico o di altre cose, voglio invece invitare il Presidente della quarta Commissione Giancarli, la cui disponibilità, sensibilità e competenza è riconosciuta da tutti, di farsi carico di convocare l’ufficio tecnico per vedere se questo intervento è fattibile a Porto Recanati, a Civitanova, a Fano e così via. Quali sono gli interventi migliori da fare? Economicamente qual è la differenza?
Noto che l’ufficio tecnico per la prima volta ha risposto in maniera abbastanza precisa e forse anche in modo un po’ seccato. Io non voglio fare la cresta a nessuno, dico però, visto che noi politici siamo sempre sui carboni ardenti, ci vengono date sempre mille responsabilità, bene, adesso occorre che anche la parte tecnica si assuma le proprie responsabilità. I 7 milioni non devono essere dispersi inutilmente. Per cui la parte tecnica si deve assumere le proprie responsabilità relazionando alla quarta Commissione – se il Presidente Giancarli è d’accordo - sulle cose da fare, sulle diverse possibilità di intervento, su ciò che è meglio fare, sulle diverse situazioni economiche. E’ inammissibile, ripeto, buttar via una serie infinita di risorse, sopratutto ora che stiamo attraversando un periodo di grande difficoltà.
Questa era dunque l’anima di questa mozione e di questa interrogazione; poi il Presidente, convocherà o magari dirà qualche cosa ai Capigruppo, ecc.. Ma in ogni caso la politica ha fatto intanto il suo dovere, Assessore, gliene do atto, quindi ora la parte tecnica deve fare altrettanto. Lì ci sono persone con professionalità e capacità, sono pagate per fare il proprio lavoro e quindi devono anche assumersi le loro responsabilità.
Presidenza della Vicepresidente
Paola Giorgi
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Zaffini.
Roberto ZAFFINI. Con questa mozione viene richiesta una convocazione speciale su questo tema. Un tema che noi denunciamo da anni. E’ infatti palese che c’è stata negligenza da parte della pubblica amministrazione, sia riguardo agli interventi urgenti da mettere in atto, sia per una mancata capacità di affrontare più in generale il problema dell’erosione delle nostre coste.
Voglio qui ribadire che i soldi ci sono, 3,2 milioni di euro per la zona di Fano e 7 milioni per la zona di Porto Recanati, però ci sembra di capire che ancora si vada molto a rilento. Peraltro con il rischio, se non appaltati entro fine anno, che il Cipe dirotti queste risorse per altri interventi. Quindi, veramente, diamoci una mossa, una volta che i soldi ci sono facciamo almeno vedere che sappiamo utilizzarli.
In questo momento di crisi economica è importante si capisca che per una regione come la nostra, ove il turismo probabilmente è l’unica risorsa sicura, la protezione delle coste è un bene di indotto notevole. L’80% dei turisti nelle Marche ci viene proprio perché abbiamo le spiagge. Quindi da parte della Regione ritengo sia un dovere fondamentale investirci dei soldini, che forse sono anche pochi.
Se sfoglio ad esempio i progetti mirabolanti della Svim mi si accappona la pelle, vedo tutti progetti attinenti il nostro mare Adriatico, ad esempio c’è il progetto Portus, il progetto Marinas, il progetto Isi, il progetto Poli locali e sviluppo gestione integrata delle Coste, il Vap. Ebbene, di tutti questi benedetti soldi che possiamo intercettare dall’Europa ce ne fosse uno attinente alla difesa delle nostre coste e quindi a difesa della nostra attività predominante, appunto il turismo, molto cospicua da un punto di vista dell’indotto.
E questa è un’accusa nei confronti della Regione per il fatto, appunto, di aver trascurato forse un po’ troppo quello che poteva essere, anche da un punto di vista europeo, il recepimento di fondi al fine di poter agire con una progettazione a difesa delle nostre coste.
Tra l’altro sulle tecniche ci sono anche delle novità, basta andare su internet per vederle, bene, sperimentiamole, ci sono tecniche nuove che potrebbero essere magari anche risolutive
La Romagna ha deciso di fare i ripascimenti, perché dopo trent’anni ha visto che le scogliere non potevano garantire una protezione definitiva, molte spiagge sono andate comunque in erosione. Quindi ha adottato dei ripascimenti cospicui (800 milioni di metri cubi). Però c’è una differenza, ossia, in questa regione i concessionari di spiaggia non vivono con quel terrore a cui sono invece sottoposti i nostri. Perché? Perché i nostri concessionari pur sapendo che il ripascimento magari si farà poi però non sa mai quando questo potrà avvenire, mentre in Romagna il ripascimento è costante, c’è uno studio continuo affinché chi opera in questo settore – ripeto, un settore che per noi è importantissimo - possa avere la dovuta tranquillità economica.
Quindi chiediamo un’attenzione sicuramente maggiore da parte della Regione riguardo la protezione delle nostre coste attraverso interventi costanti, inoltre che anche i tecnici facciano finalmente il loro lavoro.
PRESIDENTE. Ha la parola il Presidente Giancarli.
Enzo GIANCARLI. Colleghi Consiglieri, ho ascoltato con attenzione la risposta dell’Assessore Donati come pure gli interventi dei Consiglieri Marinelli e Zaffini. Voglio ringraziare il Consigliere Marinelli per le parole che ha speso nei miei confronti, ma sopratutto voglio rimarcare l’invito che egli ha fatto, un invito che credo la quarta Commissione sarà ben lieta di accogliere. La Commissione è già convocata per il prossimo giovedì, quindi dopodomani, pertanto in quella sede affronteremo anche questo aspetto. Noi siamo abituati a concordare le date, i punti da inserire agli ordini del giorno, le sedi delle riunioni, viviamo cioè la Commissione come un laboratorio, quindi di questa riunione giovedì ne parleremo, ma penso saremo tutti d’accordo sul promuoverla. Peraltro, lo ricordava anche l’Assessore Donati, la quarta Commissione su questo tema si era già riunita a San Benedetto del Tronto; con noi erano presenti anche alcuni colleghi che non sono componenti della Commissione, i Consiglieri Perazzoli e Trenta.
Quindi, compatibilmente con le date e con il lavoro della Commissione stessa, sicuramente ci riuniremo ed ovviamente concorderemo anche con il Servizio. Dovrà infatti essere una riunione sopratutto dal carattere tecnico operativo, e quindi sarà il Servizio che dovrà relazionare in merito agli interventi e alle risorse disponibili ecc..
Ma sopratutto dovremmo guardare, oltre al lavoro svolto, anche a quello che pensiamo di pianificare, di realizzare per il futuro. Senza però perdere di vista, oltre agli interventi diretti sulla costa, la funzione del territorio. Ritengo che questa riunione potrà anche servirci verso la costruzione e il raggiungimento di quell’obiettivo che solo pochi giorni fa abbiamo sottolineato con forza in quest’Aula, cioè la legge organica sul governo del territorio; il governo del territorio e una gestione corretta dei fiumi può senz’altro aiutarci a difendere la costa.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Marangoni.
Enzo MARANGONI. Ho apprezzato molto gli interventi equilibrati dei Consiglieri Marinelli e Giancarli. Credo occorra fare una seria riflessione sugli investimenti fatti per i ripascimenti. Uno studio accurato, confortato da tecnici ed esperti, da parte della Commissione ed eventualmente dell’Aula, credo sia gradito a tutti.
Conosco molto bene la zona di Scossicci di Porto Recanati e anche l’attigua zona di Marcelli di Numana, che frequento in quei pochi giorni di mare che faccio nel mese di agosto, per cui penso si debba riflettere sul fatto che in una sola notte 600 mila euro – 600 mila euro! - spesi per il ripascimento di Scossicci sono stati spazzati via dal mare.
Ma non c’è nessuna colpa, per carità, non è una negligenza della Giunta, ma comunque ritengo debba farci riflettere sulla validità o meno – che non siamo certo noi a deciderla, devono essere gli esperti, i tecnici, gli studiosi del settore – dei ripascimenti.
Tra l’altro è anche inutile che continuiamo con il solito campanilismo a litigare se farli magari a Porto Recanati piuttosto che a Fano o altrove, non risolveremo il problema né da una parte né dall’altra. E la nostra costa è completamente diversa da quella romagnola, Consigliere Zaffini, lì magari funziona perché si cammina per chilometri verso il largo continuando sempre a toccare il fondo, mentre la nostra costa in certi tratti è immediatamente alta. Ma questo ce lo devono dire gli esperti, non certo noi, non improvvisiamoci tali.
Dobbiamo quindi assolutamente riflettere su come non sprecare più soldi, dobbiamo riflettere sul fatto che con poche mareggiate vengono spazzati via. Altrimenti saremo sempre a rincorrere senza risolvere mai il problema. Se non quello di fare bella figura magari alla vigilia della stagione turistica per scopi, da una parte e dall’altra, puramente elettorali, cercando di tener buoni i bagnini e gli operatori balneari, il turismo, ma poi passata la mareggiata, il turno, siamo sempre lì e abbiamo sprecato risorse.
Quindi l’auspicio che faccio, come hanno detto anche i Consiglieri Giancarli e Marinelli, è che si proceda con uno studio serio ed accurato di quello che si può fare, smettendola di buttare via soldi in opere che non servono né a Scossicci, né a Marcelli di Numana, né a Fano, né altrove. Quindi un invito a trovare una soluzione che sia duratura e che consenta di non sprecare i soldi dei cittadini.
Presidenza del Presidente
Vittoriano Solazzi
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere D’Anna.
Giancarlo D’ANNA. Io sono qui dalla scorsa legislatura quindi posso dire che anche allora questo argomento è stato trattato più volte sia attraverso interrogazioni o con mozioni sia con proposte varie, quindi evidentemente non si è trovata una soluzione per un problema che, tra l’altro, non riguarda solo la zona interessata dalla mozione che stiamo discutendo bensì l’intera regione.
Pertanto credo sia opportuno, al di là delle iniziative di questa mattina, verificare quali siano le opportunità che ci offre la tecnologia. Infatti, come è stato detto, possono esserci soluzioni diverse. Ad esempio come quella adottata dall’Emilia Romagna, ovvero il ripascimento, modalità che in parte adottiamo anche noi lungo le nostre coste, che è un intervento utile in determinate zone mentre in altre no. Sicuramente l’impatto visivo è diverso. Personalmente io sceglierei il ripascimento perché non trova di fronte a sé quell’ostacolo che in alcune situazioni è veramente antiestetico. Però possono esserci anche delle soluzioni alternative. In altri Paesi hanno creato ad esempio dei reef, cioè delle barriere coralline artificiali che impediscono al moto ondoso di intervenire sulla costa in modo grave.
Non c’è ombra di dubbio che da noi stiamo pagando per tutta quella serie di scelte sbagliate fatte in passato. I fiumi non trascinano più a valle verso il mare i detriti che hanno consentito la formazione di spiagge, alcuni manufatti (come da esempio porti) hanno creato delle barriere e poi un particolare moto ondoso ha provocato lo svuotamento di alcune spiagge o la creazione di altre.
Dunque penso sia opportuno, oltre che dedicare una seduta assembleare a questo argomento, analizzare, fare un confronto sulle soluzioni che sono state adottate sia in altre regioni italiane che all’estero.
Però poi alla base di tutto c’è anche il discorso dell’intervento economico, che non è indifferente. In più occasioni ho avuto modo di parlare con i tecnici, ebbene, per rimettere in sicurezza la costa marchigiana bisognerebbe rimuovere quasi tutte le scogliere dopodiché prevedere un piano organico completamente diverso. Appunto perché, come dicevo, nel corso dei decenni si sono fatti sempre degli interventi tampone. C’era una vecchia pubblicità dei rubinetti che faceva vedere che si chiudeva una falla e se ne apriva un’altra, ecco, così è accaduto con il ripascimento, come appunto tutti verifichiamo sui territori in cui viviamo.
Dunque è giunto il momento di fare un discorso organico. Un discorso organico che preveda anche il coinvolgimento delle Ferrovie dello Stato. Sapete, infatti, che sopratutto nelle situazioni di emergenza le Ferrovie intervengono con dei mezzi propri a tutela della linea ferroviaria. Programmare allora con le Ferrovie una serie di interventi potrebbe sicuramente ridurre i costi, che appunto potranno essere divisi tra Ferrovie e Regione, come pure meglio individuare provvedimenti che possano limitare i danni causati dall’erosione marina.
Invito pertanto anche l’Assessore Donati a fare un incontro specifico, ripeto, non solo con i tecnici della Regione Marche, ma anche con quelli di altre Regioni. Valutare e mettere a confronto le soluzioni adottate da altri può essere sicuramente utile per trovare, mi auguro, una soluzione definitiva.
Il turismo balneare è per noi uno dei punti di forza del turismo nel suo complesso, ma ovviamente vi è coinvolto anche l’aspetto ambientale che va sicuramente tutelato.
Voterò quindi a favore di questa mozione, suggerendo agli estensori della stessa di sopprimere al punto 3) le parole “litorale di Porto Recanati” e sostituirle con “litorale delle Marche”.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Bucciarelli.
Raffaele BUCCIARELLI. Ho ascoltato con molta attenzione la risposta dell’Assessore Donati. E che questo tema sia di grande importanza lo dimostra anche il fatto che su di esso, ora come in passato, intervengono tanti Consiglieri.
Non me ne voglia, Assessore, ma io penso che ci sia un problema di metodo, prima che di merito. Un ufficio che scrive nella risposta che non risponde al vero che l’intervento ecc. ecc., cioè che non risponde al vero quanto affermato da un Consigliere, ecco, è un metodo che credo ponga un problema di rapporto tra gli uffici e l’Assemblea legislativa regionale, il legislatore. Dire da parte degli uffici che quello che dice un Consigliere, chiunque esso sia, non è vero significa quasi dargli del bugiardo. E questo è inammissibile! E non è, come dire, una critica che faccio sul piano politico, è il metodo che critico.
Invece nel merito direi che l’esperienza qualcosa dovrà pur insegnarci. Se i Consiglieri ogni anno presentano interrogazioni e mozioni su questo problema, se ad ogni mareggiata c’è chi chiede lo stato quasi di calamità naturale, evidentemente i provvedimenti adottati hanno dimostrato di non essere idonei. Mi sembra lapalissiano.
Condivido l’approccio del Presidente della quarta Commissione di quando dice che è un tema che va trattato a più largo raggio, che attiene al governo del territorio; penso alla legge che abbiamo rinviato sulla gestione dei fiumi e a quanto questi oggi siano impossibilitati a portare ghiaia e rena negli arenili e quindi fare un ripascimento naturale, visto che quello artificiale viene considerato, checché ne dicano gli uffici, uno strumento non risolutivo. Anzi, che non venga accettato come metodo di salvaguardia delle nostre spiagge lo dimostra anche l’ultima assemblea tenutasi...
PRESIDENTE. Mi scusi, Consigliere Bucciarelli. Consiglieri, non si riesce a seguire l’intervento, se dovete parlare vi prego di uscire dall’Aula, grazie.
Raffaele BUCCIARELLI. Grazie Presidente. Dicevo che il fatto che il ripascimento così come realizzato finora non sia risolutivo della salvaguardia delle spiagge lo dimostra anche quanto avvenuto nell’ultima assemblea di Portonovo convocata dagli operatori turistici alla presenza degli uffici regionali, ove quest’ultimi sono stati sistematicamente, come dire, bacchettati. Tanto è vero che è apparso sulla stampa che un rappresentante del Governo regionale si è sentito offeso, ha detto “difendete la mia dignità professionale”.
E’ evidente, quindi, che dobbiamo cambiare strada. Io non sono un tecnico, non so quale possa essere lo strumento migliore per intervenire, ma di certo dovremmo dare un giudizio anche su chi per tanti anni ha operato senza ottenere risultati soddisfacenti.
Nella risposta stessa viene detto che gli uffici regionali monitorano continuamente il loro lavoro, quasi a dire “guardate, stiamo facendo il nostro dovere tutto l’anno e quindi sfondate una porta aperta”. Così come quando si dice che un intervento abbisogna di manutenzione. Certo, ma una cosa è fare manutenzione ad una scogliera, cosa che avviene ogni dieci anni, altra cosa è fare manutenzione a un ripascimento che poi con la prima mareggiata viene cancellato, con danni, peraltro, anche alla biodiversità marina; mi riferisco in particolare alla baia di Portonovo.
Voterò a favore di questa mozione. Sono contento che il Presidente Giancarli ha dichiarato di voler convocare una riunione per la discussione di questa tematica. E credo che questa discussione, Presidente, debba avvenire tenendo presente anche il quadro europeo. Per la salvaguardia delle coste non basta più parlare di quello che facciamo noi, bisogna guardare a ciò che sta avvenendo anche a livello più ampio.
In un periodo come questo di grandi ristrettezze economiche buttare a mare ogni anno centinaia e centinaia di migliaia di euro grida veramente vendetta, non è più sopportabile, e non lo è più neppure da parte degli operatori turistici.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Acquaroli.
Francesco ACQUAROLI. Intanto voglio ringrazio la quarta Commissione. Come ha ricordato l’Assessore Donati, il Presidente Giancarli già qualche mese fa in una seduta speciale, con la presenza anche dei tecnici della nostra Regione, a San Benedetto del Tronto ha affrontato in maniera abbastanza approfondita questa problematica che affligge sia le nostre coste come pure le casse della Regione. Una problematica che periodicamente per le emergenze che si creano mette in crisi il territorio e anche quest’Aula.
Ma sicuramente queste ripetute emergenze testimoniano qualche errore fatto dalla politica negli anni passati.
Inviterei allora tutti i principali attori di questa discussione, dal Governo della Regione all’Aula, fino ai tecnici che si sono occupati dell’erosione della costa, ad abbandonare una visione ideologica rispetto alla giusta soluzione da perseguire. Secondo me la soluzione migliore è quella che si spalma di più con le esigenze economiche e finanziarie che viviamo, con le priorità presenti sul territorio e con le continue emergenze che si verificano.
Anch’io proporrei di fare una seduta dell’Assemblea legislativa dedicata a questo tema, dove, con la presenza anche dei tecnici e dei funzionari dei dipartimenti interessati, potremo parlare di soluzioni pratiche, individuando anche, perché no, delle priorità di intervento.
Spesso nella fase della programmazione è venuta meno, almeno apparentemente, l’individuazione appunto delle priorità. Penso ad esempio a quegli insediamenti residenziali in alcune delle zone del nostro litorale che sono a ridosso della battigia, case cioè di privati cittadini che in questi anni non sono state mai tutelate. E’ una situazione, questa, che balza agli occhi. Ecco, se non si difende almeno il diritto di una proprietà privata, acquisita sicuramente con sacrifici e peraltro costruita con l’autorizzazione della pubblica amministrazione, bèh, non so cos’altro dovremmo difendere.
Altra priorità è la difesa delle infrastrutture. Nello scorso inverno, ad esempio, le mareggiate hanno messo a repentaglio il tratto ferroviario nel comune di Porto Recanati e Porto Potenza Picena.
La terza priorità è sicuramente la programmazione turistica e balneare dei nostri comuni. E qui voglio fare una critica. C’è stata una tendenza negli anni scorsi ad autorizzare una massiccia e non controllata presenza di spiaggia balneabile, quindi non creando quell’equilibrio a difesa delle strutture esistenti e creazione di nuove, nella difesa degli spazi esistenti e nella individuazione di nuove aree dove poter far nascere attività turistiche. Ebbene, credo che questo sia stato il più grande difetto, la più grande colpa della politica in questi anni. Perché non avendo individuato delle priorità, non avendo programmato in maniera seria le aspettative dei territori, ha poi lasciato ai Comuni, agli enti inferiori e alle categorie la possibilità di intervenire come volevano.
Io sicuramente non avrò una visione globale della nostra regione, ma per quel poco che ho potuto vedere riscontro che ci sono state delle linee programmatiche deboli da parte di questo Ente.
Il ripascimento è sicuramente una tecnica che non mi appassiona più di tanto, però, come ho detto all’inizio, non voglio prendere una posizione ideologica. Credo che il ripascimento possa essere un ottimo strumento per difendere le coste quando vi sono le risorse finanziarie ingenti e quando ci sono dei tempi certi di intervento. Quando invece ci sono delle emergenze e si continua ad annunciare un’iniziativa di ripascimento, ecco, penso risulti ormai agli occhi di tutti l’inefficacia di questo strumento. A volte rispetto alle priorità da perseguire per le emergenze sul territorio si assume quasi una posizione di testardaggine nel continuare appunto ad individuare, ad utilizzare lo strumento del ripascimento come risolutivo.
Secondo me il ripascimento non è risolutivo, nella linea teorica poteva anche esserlo, ma poi non lo è stato nella realtà dei fatti.
Il ripascimento va quindi utilizzato quando ne sussistono i presupposti e quando ci sono i finanziamenti. Inoltre vanno individuate delle strategie e vanno individuati dei fondi a cui accedere, affinché questa iniziativa, che magari può essere più risolutiva di altre, sia possibile attuarla sia per le nostre casse che per i nostri territori.
Ovviamente voterò a favore di questa mozione, non solo perché ne sono uno dei firmatari, ma perché da un anno e mezzo sono fautore di questa problematica, anche perché il territorio da cui provengo ne è particolarmente colpito.
Chiedo pertanto al Presidente della Commissione, con il quale abbiamo spesso parlato di questa situazione, e all’Assemblea di dedicare una seduta a questa tematica, affinché su di essa si possa chiudere in maniera definitiva il dibattito, affinché si possano individuare dei percorsi precisi e poter avere finalmente in questo contesto un confronto anche con i tecnici.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Cardogna.
Adriano CARDOGNA. Io devo dire che non so ancora se voterò a favore di questa mozione.
In Conferenza dei Capigruppo mi sembra avessimo raggiunto un accordo, avevamo parlato - senza voler dettare agende a nessuno nelle nostre prerogative - di una quarta Commissione aperta ai tecnici ecc. ecc., ma avevamo anche preso in considerazione – ma forse sono rimaste solo parole -, come peraltro avevamo detto anche già tempo fa, l’utilità di una seduta assembleare dedicata al tema. Proprio perché il coinvolgimento di moltissimi Consiglieri sull’argomento faceva ben sperare sul livello di attenzione di questa Assemblea per le questioni del nostro territorio, siano esse a difesa della costa o del suolo. Devo dire, peraltro, che successivamente al disastro avvenuto nel marzo scorso questa Assemblea aveva raggiunto un livello di consapevolezza e di condivisione alta sopratutto sui motivi che causano quegli effetti.
Quindi io sono senz’altro per questi appuntamenti, per questi momenti. Per cui se è proprio necessario, ossia affinché questa Assemblea, la Commissione, si impegni a realizzare questi appuntamenti, io la mozione la voterò, non c’è problema, però se ci fosse anche un impegno da parte del Presidente dell’Assemblea oggi…Mi scusi, Presidente Solazzi, richiamerei la sua attenzione perché è una cosa che la coinvolge direttamente.
PRESIDENTE. Ha ragione. Prego.
Adriano CARDOGNA. Stavo dicendo, Presidente, che io eventualmente questa mozione la voto senza problema, ritengo sia utile e giusto arrivare a questi appuntamenti, ma voglio anche chiedere se era possibile un impegno del Presidente dell’Assemblea legislativa per una seduta aperta sul tema difesa della costa. Secondo me è la cosa che meglio può interpretare la volontà espressa più di una volta da questa Assemblea.
Ringrazio inoltre tutti i colleghi per aver operato una sospensione di giudizio sulla questione metodi e interventi sulla costa. Infatti si chiede una seduta aperta proprio per trovare un minimo comune denominatore di discussione. E inutile che continuiamo a prendere la parola per ribadire ognuno ancora una volta i nostri legittimi convincimenti. Il Consigliere Marinelli in questo è stato campione di stile, ha sospeso il giudizio proprio perché stiamo appunto chiedendo di avere un momento di confronto.
Mi preme inoltre condividere con voi, visto che stiamo attraversando un forte momento di crisi e visto che è in discussione il bilancio di previsione, un’informazione che ho e che spero sia corretta, ma eventualmente lo valuterete. Nella disponibilità dei nostri Comuni, a valere già dai bilanci 2008, 2009, 2010 e 2011, ci sono circa 4-5 milioni di euro per interventi di difesa della costa, ma molti di questi non sono ancora stati progettati.
Ecco dunque che si ravvisa una discrepanza tra l’urgenza e la necessità di fare interventi. Anche questa eventuale lentezza nella realizzazione degli interventi sarebbe una cosa da approfondire. Qual è la tempistica? In quanto tempo si potranno fare gli investimenti? Il che significa andare ad individuare delle proposte sui problemi, ma anche ipotesi di lavoro, di ricchezza per la nostra comunità regionale. Vogliamo fare una verifica di tutto questo invece che discutere soltanto se faccio tifo per il ripascimento o per le scogliere? Secondo me è un elemento di grande rilevanza.
Ed è presumibilmente vero che in giro ci sono tutti questi soldi che non vengono impegnati al punto che la PF difesa del suolo non ha fatto nessuna richiesta sul bilancio di previsione 2012 per nuovi fondi. Cioè, sono così tanti i soldi in giro per questa regione ancora da investire che in un momento di crisi come questo sembrerebbe, ripeto, che la PF difesa del suolo sul bilancio non abbia avanzato richieste, in quanto sarebbe, come dire, una cosa non opportuna.
Ecco perché invito l’Assemblea nelle prossime occasioni, magari nelle Commissioni o mentre si discute di bilancio, di chiedere una verifica per vedere se le cose stanno realmente così, e se stanno così chiederne il perché, cosa cioè può fare la Regione per aumentare la capacità di spesa, per aumentare l’efficienza e l’efficacia delle risorse che ha già messo in campo.
PRESIDENTE. Se ho ben capito lei chiede di soprassedere alla votazione della mozione proposta e individuare, magari nella Conferenza dei Presidenti dei Gruppi, una seduta assembleare monotematica o comunque...(...) Sì, urgente, però bisogna che concordiamo una data insieme ai Capigruppo.
Quindi una volta esaurito il dibattito magari propongo ai proponenti di ritirare la mozione, dopodiché, se sono d’accordo i Capigruppo, stabilire una data per una seduta monotematica o comunque una seduta ove una parte sia dedicata a questo argomento. Ma questo lo valuteremo insieme.
Per cui, ripeto, prima di mettere in votazione la mozione decideremo su questa proposta del Consigliere Cardogna.
Ha la parola il Consigliere Perazzoli.
Paolo PERAZZOLI. Con una puntualità pari al susseguirsi delle stagioni di madre natura, cioè all’arrivo delle mareggiate arrivano di conseguenza anche le interrogazioni e le mozioni con cui poi si ripropongono le medesime discussioni.
L’anno scorso più o meno in questo periodo votammo una risoluzione in cui ci impegnavamo su questo tema a fare una seduta assembleare.
Ebbene, io penso che dovremmo fare le cose seriamente, non fare teatro.
Noi all’interno della Regione abbiamo delle ottime professionalità, che in questi ultimi anni hanno accumulato esperienze, certo, sia positive che insuccessi, e di questo bisogna tenerne conto.
Ritengo dovremmo lavorare per arrivare ad un aggiornamento del piano di difesa della costa, che tenga appunto conto di questi anni di lavoro, dei risultati ottenuti e quindi dove bisogna modificare.
Il piano che abbiamo – lo dico perché in passato l’ho seguito anche per ragioni professionali – individua una pluralità di interventi, dalle scogliere al ripascimento e quant’altro. Inoltre individua dei metodi per poter stabilire le priorità. Sappiamo, infatti, che per realizzare quegli obiettivi, quelle necessità sono necessarie risorse enormi che non sono nella nostra disponibilità, se non con tempi lunghissimi, sicché occorrono scelte prioritarie.
Si era pertanto stabilito che tra i criteri ci dovesse essere quello della compartecipazione degli enti locali e dei privati. Perché quando si tratta di richiedere a qualcun altro tutti ritengono le loro esigenze essere le più urgenti, non è così quando si tratta di compartecipare. In veste di segretario regionale della Confesercenti ho partecipato a riunioni ove dei Comuni di cui ancora si parla il sindaco diceva che non metteva una lira, mentre Comuni meno importanti turisticamente compartecipavano e quindi diventavano priorità. Voglio dire che se la Comunità locale oltre a rivendicare non si impegna coerentemente diventa poi difficile che tutto possa far carico sul bilancio regionale.
Vi sottolineo un altro caso. Nel comune di Fermo i privati si sono impegnati a realizzare a loro carico gran parte delle scogliere. Ma poi vengono frapposti ostacoli in continuazione acché i privati facciano un lavoro, quel lavoro che in altre parti realizza il pubblico. Noi siamo veramente alla follia!
Quindi io sono per una parziale modifica di quello che proponeva il Consigliere Cardogna.
Il Consigliere Acquaroli è stato fin troppo generoso rispetto alla riunione fatta a San Benedetto, sì, perché è stata una riunione inutile, abbiamo perso tempo. Questa è la verità! Io ho ascoltato seppure quelle cose che gli ingegneri hanno detto già le conoscevo, mentre quelli che dovevano partecipare per apprendere facevano tutt’altro. Per cui, ripeto, quella riunione non è servita pressoché a nulla.
Quindi propongo si faccia un percorso un po’ più serio. Fare una seduta di Assemblea legislativa ove rifacciamo la passerella, ridiciamo le cose di cui siamo convinti senza però avere prima fatto uno studio, sarebbe inutile.
Impegniamo quindi la terza e la quarta Commissione – perché questi problemi hanno senz’altro anche delle valenze produttive - a fare una serie di riunioni con l’ufficio per approfondire le problematiche. Però fuori dalle conferenze stampa. Riunioni per studiare, per capire quale potrà essere l’intervento migliore da fare a Porto Recanati, a Portonovo, a San Benedetto, a Civitanova, a Pesaro, ecc.. Per capire se ci sono delle modifiche da fare. Cosicché in Assemblea legislativa potremo discutere anche sulla base di uno studio, di un ragionamento fatto seriamente. Non dobbiamo venire in Aula solo per fare interventi belli, convinti, ma che sanno sempre di teatro, fatti solo per parlare agli elettori. Dovremmo invece fare in modo che questa Assemblea legislativa alla fine si impegni coerentemente su un piano e nel porre anche le risorse necessarie.
Dunque non serve solo l’impegno del Presidente, ma anche quello dell’Assessorato e delle Commissioni. Io ritengo che una seduta specifica debba essere prima preceduta da un lavoro di approfondimento della problematica fatto in Commissione. A marzo-aprile, che è il periodo delle maggiori mareggiate, ci saranno altre interrogazioni, perché fino ad allora non cambierà niente. Allora tanto vale che facciamo un lavoro serio che non guardi alle singole mareggiate bensì ad un problema che va programmato e rimodificato. Seppure, lo voglio sottolineare, in questi anni abbiamo ottenuto comunque grandi risultati, la Regione ha investito molte risorse nonostante non ci siano più finanziamenti per la difesa del suolo.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Trenta.
Umberto TRENTA. Avrei anche voluto fare una cortesia all’Assessore Donati non intervenendo! Ma voglio ricordare al Consigliere Perazzoli una lettera del 17 ottobre 2011, protocollo riserva n. 83, riserva naturale regionale Sentina, che scrive al Servizio governo del territorio e difesa della costa della Regione Marche e all’Assessore regionale alla difesa della costa Gianluca Carrabs, il cui oggetto è “Litorale prospiciente la riserva naturale della Sentina, comune di San Benedetto del Tronto, intervento di somma urgenza”.
Ognuno quindi va avanti motu proprio.
Assessore Donati, lei è molto più intelligente, quindi gli interventi che svolge in Aula non le rendono il giusto rispetto e il giusto onore per il lavoro che sta facendo.
Lei fa bene a proseguire mantenendo fermo il timone in una direzione.
L’Italia è una penisola che ha circa 5 mila chilometri di costa e che per area omogenea ha lo stesso problema da Venezia a Bari, da Reggio Calabria a Genova, ossia tutti chiedono qualcosa alla Regione. Ci sono persone che intervengono anche privatamente facendo sacrifici per la difesa di questi tratti di costa a tutela di. Però c’è una Bolkestein che grava sulla testa di tutti.
Ecco allora che va fatto un rilievo puntuale, tecnico, scientifico in compartecipazione con tutti i titolari istituzionali delle coste. Altrimenti sono solo interventi frammentari ed episodici che nel momento dell’emergenza vanno a intaccare in maniera devastante le casse degli organismi istituzionali preposti, cioè lei, Assessore Donati.
Quindi limitiamo gli interventi di somma urgenza. Organizziamo un tavolo di concertazione, che deve passare attraverso il Presidente dell’Assemblea legislativa regionale, ma sopratutto attraverso la Conferenza Stato-Regioni, affinché il problema diventi un problema di Governo. Altrimenti, ripeto, sono solo interventi non mirati, che portano a dissipare le risorse economiche così mal utilizzate se destinate ad interventi di somma urgenza.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Binci.
Massimo BINCI. Innanzitutto voglio sottolineare che condivido lo spirito di questa mozione in quanto prende atto dello stato delle coste del nostro territorio.
Purtroppo pretendiamo di difendere in modo indifferenziato tutta la costa e di utilizzarla tutta come risorsa turistica, quando invece dobbiamo prendere atto sia degli avvenuti cambiamenti climatici, sia del fatto che in certi punti la costa, anche per gli interventi dell’uomo, subisce l’erosione e di conseguenza in altri punti lo spazio della spiaggia cresce.
Il piano di difesa della costa è stato fatto da diversi anni, quindi bisognerebbe aggiornarlo. Però non deve essere l’occasione per fare una guerra campanilistica sul dove individuare la priorità e dove assegnare le risorse, bensì per verificare se in questi anni ci sia stato un mutamento geografico, dovuto dagli eventi climatici ecc. ecc.. E se così dovesse essere quelle previsioni o la stessa fotografia della linea della costa non saranno certo più attuali. Occorre cioè andare proprio a un aggiornamento fisico delle situazioni e in base a questo riaggiornare anche le priorità.
Bisogna inoltre prendere atto che si va sempre più verso una diminuzione delle risorse. Ma questo non vuol dire che necessariamente ci troveremo più in difficoltà rispetto alla fruibilità della costa. Fino adesso gli interventi per la difesa della costa hanno portato via tantissime risorse, si sono concentrati sulle zone meno difendibili, quindi a più alto costo, mentre magari occorreva una politica – faccio un esempio ma va verificato – di non accanimento terapeutico, è cioè inutile spendere soldi su tratti di costa indifendibili ossia già erosi a causa degli interventi dell’uomo. Ad esempio si potrebbe pensare ad interventi di arretramento, ove possibile, delle strutture balneari, lasciando la costa per la fruibilità turistica, oppure spostare delle strade utilizzando quegli spazi per una diversa collocazione degli impianti turistici. Inoltre si dovrebbe anche pensare a delocalizzare quelle strutture poste in una posizione indifendibile rispetto al mare, quelle cioè che sono poste sulla battigia. Spesso si spendono tantissime risorse per difendere una sola struttura, allora iniziamo intanto a verificare quanto ci si è speso e quanto può invece costare intervenendo sul suo arretramento.
Ecco, queste sono riflessioni, sia puntuali sia di carattere generale rispetto agli effetti di questi ultimi dieci-quindici anni di cambiamenti climatici, che permetterebbero di rivedere il piano della costa, al di là delle singole questioni e dei singoli punti, ossia per ridisegnarlo prendendo atto della situazione attuale.
Rispetto ai ripascimenti o alla collocazione di barriere qualora se ne verificasse la necessità, penso che il criterio della compartecipazione ai costi diminuirebbe anche la domanda di interventi. Perché a quel punto chi non avrà veramente una necessità calzante non chiederà di fare gli interventi e automaticamente gli stessi andrebbero solo su situazioni più significative.
L’ultima questione su cui voglio farvi riflettere e per cui è necessario questo incontro, è il fatto che negli ultimi sei anni e mezzo (l’ho verificato in tutta la scorsa legislatura e l’attuale) la difesa della costa ha assorbito tutte le risorse per la difesa del territorio, e quindi non ci sono state risorse per la difesa dal dissesto idrogeologico o per la gestione e manutenzione dei corsi d’acqua.
Per cui secondo me è importante che la riflessione riguardo la parametrazione delle risorse per la difesa della costa venga fatta in parallelo con le risorse per la difesa dal dissesto idrogeologico. Faccio un esempio. Se magari non interveniamo con un sistema che contribuisca a portare i residui ghiaiosi sulla spiaggia, ecco, non riusciremo mai a fare sulla costa un intervento di tipo strutturale.
Presidenza della Vicepresidente
Paola Giorgi
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Ricci. Prego però in Consiglieri di parlare almeno sottovoce, grazie.
Mirco RICCI. Mi pare che siamo di nuovo con un’agenda di questo Paese che al primo punto ha la difesa del suolo. Ogni tanto la rimettiamo come priorità nazionale. La difesa del suolo è un grande tema nazionale e ovviamente le Marche stanno lì dentro.
Purtroppo i fatti recenti, le Marche un anno fa ed ora la Liguria e la Sicilia, ci fanno capire che se l’Italia è geologicamente fragile bisogna che quella priorità che indichiamo sempre lì in cima venga affrontata nella maniera adeguata.
Per un momento mettiamo da parte quello che ci manda il Padreterno, ossia quel cambiamento climatico che è in atto. Il nostro impegno deve essere intanto quello di costruire meglio, di fare nuove, più moderne, più adeguate leggi urbanistiche, leggi che evitino il consumo di suolo, gestire meglio l’agricoltura, gestire meglio la forestazione, aspetto, quest’ultimo, che non è marginale rispetto a ciò che accade a valle.
Poi c’è l’esperienza che abbiamo vissuto in questi anni della costa. Prima ricordavo con una battuta che nell’età Romana la Flaminia tra Pesaro e Fano passava sulle alture dell’Ardizio, non sulla costa, dove ci abbiamo fatto una strada, una ferrovia, gli stabilimenti balneari e di recente la pista ciclabile. Ma è anche ovvio che sia così
Insomma, noi dobbiamo, ripeto, costruire meglio, dobbiamo avere leggi urbanistiche diverse, occupare meno suolo, agricoltura, forestazione e corsi d’acqua.
Al di là del fatto che la Regione Marche ha un piano interessante di programmazione, di difesa della costa, ci abbiamo messo le risorse, e abbiamo risposto anche in maniera adeguata, l’impressione che ho – lo dico a chi ha presentato la mozione -, raccogliendo le indicazioni che hanno dato anche altri Consiglieri, è che si debba arrivare in terza e quarta Commissione a discutere in maniera approfondita con i tecnici, cercando di capire cosa fare anche rispetto alla nuova legge urbanistica e quella sui corsi d’acqua. Dobbiamo raccogliere elementi di conoscenza aggiornati. Dopodiché prevedere a febbraio-marzo una seduta assembleare monografica sul tema della difesa del suolo, più che sulla sola erosione costiera.
Nella primavera scorsa abbiamo dovuto affrontare i temi sull’erosione costiera, speriamo che non lo si debba rifare anche fra qualche mese, preoccupandoci di come intervenire con l’emergenza rispetto a eventi franosi delle aree interne o altro e così via.
Insomma, è un tema centrale per il Paese, è un tema centrale per le Marche.
Se la mozione venisse ritirata quel percorso che proponevano anche altri Consiglieri si potrà meglio approfondire in terza e quarta Commissione, e quindi arrivare a una discussione in Aula su argomenti più chiari e più certi. Anche in ragione di ciò che dal punto di vista normativo questa Regione si appresta a fare, cioè la legge sui corsi d’acqua, la nuova legge urbanistica e quant’altro sia possibile fare per gestire meglio il territorio delle Marche.
PRESIDENTE. Mi sembra che molti interventi siano andati nella direzione di chiedere, dopo un passaggio prioritario nelle Commissioni, una seduta assembleare monografica sul tema. Magari possiamo mettere ai voti questa proposta. Ritiriamo la mozione, si lavora, poi in quell’occasione eventualmente si propone una risoluzione che a quel punto può essere condivisa.
Ha chiesto la parola il Consigliere Acquaroli, ne ha facoltà.
Francesco ACQUAROLI. Per sottolineare che l’una non esclude l’altra. Il fatto che ci sia la volontà di arrivare al lavoro della terza e quarta Commissione e dell’Aula rispetto a questo problema non esclude la votazione oggi di questa mozione. La mozione è un impegno che chiediamo al Governo della nostra regione nell’affrontare in maniera prioritaria una situazione territoriale che sta diventando annosa e grave.
PRESIDENTE. Ha chiesto a parola il Consigliere Marinelli, ne ha facoltà.
Erminio MARINELLI. Per me va bene tutto. E’ chiaro però che se cominciamo a lavorare nelle Commissioni e in un’ipotetica seduta che non so quando si potrà realizzare, diventa difficile. La mozione è una volontà di intenti e di impegno. Forse qualche Consigliere non ne ha capito il senso. Il senso non è tanto quello su come la Regione riesce a fare il lavoro bensì sulla capacità tecnica dei vari interventi nelle singole parti del territorio.
Secondo me la mozione si deve votare e poi diamoci dei tempi stretti. D’altronde c’è anche l’impegno del Presidente Giancarli.
PRESIDENTE. Quindi i proponenti non hanno intenzione di ritirare la mozione. Ha la parola il Consigliere Ricci.
Mirco RICCI. In questo clima mi pare che la mozione si possa anche votare, non è quello il problema. Ciò che io ho voluto sottolineare è il tenere insieme le questioni. Il territorio della regione Marche è vasto, i problemi non li abbiamo solo sulla costa ma anche nelle aree interne. Quindi il tema è la difesa del suolo.
Se riusciamo, anche attraverso questa mozione, ad aprire un percorso che dopo le Commissioni trova uno spazio anche in Aula per discuterlo in maniera più approfondita, credo che la mozione si possa votare, per poi arrivare in fretta a capire anche come orientiamo le risorse nei prossimi bilanci, le prossime leggi.
PRESIDENTE. Ha chiesto la parola l’Assessore Donati, ne ha facoltà.
Sandro DONATI. Siccome la mozione riguarda solo un tratto naturalmente dobbiamo mettere tutto il litorale costiero, ossia togliere le parole riferite a Porto Recanati.
PRESIDENTE. Bene, c’è qualcuno che presenta un emendamento? Nel dispositivo al punto 3) andrebbero soppresse le parole “con particolare riferimento al litorale di Porto Recanati”.
La Presidenza attende la presentazione dell’emendamento.
E’ giunto l’emendamento alla mozione n. 213 a firma dei Consiglieri Donati, Acquaroli, Ricci Giorgi, Marinelli, Ciriaci, Carloni, che così recita: “Nella parte dispositiva, punto 3), eliminare le parole da “con particolare” a “Porto Recanati”, e sostituirle con le parole: “alle situazioni di emergenza”.
Lo pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa approva)
Mozione n. 213, così come emendata. La pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa approva)
Interrogazione n. 454
della Consigliera Malaspina
“ASUR - Acquisizione in locazione immobile ed uso ambulatori per servizi distrettuali di base sito in comune di Pedaso”
(Rinvio)
PRESIDENTE. L’interrogazione n. 454 della Consigliera Malaspina è rinviata.
Interrogazione n. 464
della Consigliera Romagnoli
“Copertura finanziaria per i lavori di somma urgenza e per le opere di ricostruzione nei territori della Provincia di Fermo, a seguito degli eventi alluvionali del Marzo 2011”
(Ritirata)
Interrogazione n. 504
del Consigliere Marangoni
“Contributi per danni dovuti a piogge eccezionali del periodo 1/3 marzo 2011; mancato riconoscimento a soggetti extra - imprenditori agricoli colpiti dalla calamità”
Interrogazione n. 338
del Consigliere Marinelli
“Danni conseguenti al maltempo dei giorni 1 e 2 marzo 2011”
(abbinate)
(Svolgimento)
PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca l’interrogazione n. 464 della Consigliera Romagnoli, che è ritirata in quanto ha ricevuto una risposta scritta, e l’interrogazione n. 504 del Consigliere Marangoni, l’interrogazione n. 338 del Consigliere Marinelli, abbinate. Ha la parola, per la risposta, l’Assessore Moroder.
Serenella GUARNA MORODER. Le due interrogazioni sono differenti, quindi darò due differenti risposte.
Riguardo dall’interrogazione n. 504 del Consigliere Marangoni è necessario precisare in maniera preliminare che la Regione ha intrapreso tutte le iniziative che è stato possibile attuare, avuto riguardo al quadro normativo vigente. Tutti i provvedimenti citati nell’interrogazione, infatti, sono sostenuti da specifiche norme di legge, nazionali o regionali.
Diverso è il discorso per quanto attiene ai danni subiti da soggetti privati; infatti la possibilità di assegnare contributi di solidarietà a seguito di calamità naturali è possibile esclusivamente quando l’evento sia stato tale da aver comportato la dichiarazione dello stato di emergenza ai sensi dell’art. 5 della legge 225/92 e la successiva emanazione di un’ordinanza del Presidente del Consiglio dei Ministri con la quale venga espressamente prevista e regolamentata tale possibilità.
Come noto per gli eventi calamitosi dello scorso marzo si è avuta la dichiarazione dello stato di emergenza lo scorso 10 marzo, ma da allora, nonostante l’impegno di tutti gli organi della Regione, non è stato possibile ottenere l’emanazione della tanto necessaria ordinanza.
La ricognizione dei danni subiti dai privati è stata effettuata nell’immediatezza dell’evento, tanto che nella documentazione consegnata alla Presidenza del Consiglio dei Ministri, già il 9 marzo scorso veniva dato conto, Comune per Comune, dell’entità dei danni subiti da soggetti privati. Il dato in questione è stato tenuto costantemente aggiornato grazie alle schede integrative trasmesse dai Comuni stessi ogniqualvolta si siano verificate nuove denunce di danni subiti.
E’ opportuno inoltre ricordare che con la deliberazione della Giunta regionale n. 878 del 20 giugno 2011 sono stati concessi contributi per l’autonoma sistemazione ai nuclei familiari evacuati.
Lo scorso 25 ottobre l’Assemblea legislativa regionale ha approvato l’aumento sino ad € 0,0578 a litro dell’imposta regionale sulla benzina che decorrerà dal prossimo primo gennaio 2012.
Ci si augura che questo nuovo e pesante sacrificio che la nostra Regione ha dovuto chiedere ai propri cittadini, compresi quelli già duramente colpiti dagli eventi in questione, possa assicurare l’emanazione dell’ordinanza, e soprattutto l’assegnazione di risorse da parte dello Stato.
Riguardo all’interrogazione n. 338 del Consigliere Marinelli bisogna partire dalla legge regionale 17 maggio 1999, n. 10 concernente il decentramento di funzioni agli enti locali, e la successiva legge regionale 25 maggio 1999, n. 13 in materia di difesa del suolo, che hanno conferito alle Province, ai Comuni e alle Comunità Montane le funzioni amministrative in vari settori di competenza regionale. Tra questi rientra la gestione dei corsi d’acqua, cui provvedono direttamente le Province e, all’interno dei centri abitati se i corsi d’acqua non sono classificati, i Comuni (anche in forma associata). Per i Comuni ricadenti nel territorio montano, l’esercizio associato di funzioni spetta alle Comunità Montane.
L’esercizio delle funzioni conferite è di norma operato dagli enti locali secondo le disponibilità recate dal bilancio regionale, stanziate annualmente nell’ambito di un fondo unico per tutte le funzioni conferite.
Gli interventi oggetto dell’interrogazione sono prevalentemente curati dalle Province; ciascuna Provincia ripartisce tra funzioni, in assoluta autonomia, le risorse assegnate dalla Regione, individuando quindi l’entità delle somme da destinare agli interventi di manutenzione ordinaria dei corsi d’acqua.
Pertanto, pur essendo reperibili i quadri riepilogativi degli stanziamenti annuali complessivi (fondo unico) destinati all’esercizio delle funzioni nel loro insieme conferite alle Province, informazioni sui riparti da queste operati tra funzioni (e in particolare per la manutenzione ordinaria dei corsi d’acqua) possono essere acquisite soltanto da tali enti.
Oltre agli stanziamenti annuali del fondo unico, la Regione promuove la pianificazione di interventi strutturali e manutentivi in occasione di programmi finanziari sostenuti da fondi comunitari o statali.
Tra questi, nell’ambito del POR-FSE Asse V (Valorizzazione dei territori), sono stati messi a disposizione degli enti locali, per interventi sulle aste fluviali, ben 10 milioni euro, di cui circa 4,5 milioni di euro effettivamente richiesti da Province e Comuni ed al momento in avanzato stato di realizzazione.
Per quanto riguarda le risorse statali, l’ultimo modestissimo finanziamento alle Regioni è stato programmato nel 2007.
Un ulteriore programma, finalizzato all’attuazione di interventi urgenti per la mitigazione del rischio idrogeologico, previsto dalla legge 191/2009 (Finanziaria dello Stato), non è stato ancora concretamente attivato dal Ministero dell’ambiente; la dotazione complessiva iniziale (1 miliardo di euro, di cui € 35.900.000 assegnati alle Marche, come da programma allegato allo specifico accordo del 25 novembre 2010) è stata progressivamente ridotta nel tempo sino ad essere stralciata nella manovra finanziaria dello Stato dello scorso settembre.
Benché la Regione Marche sia stata in grado di garantire il formale avvio, entro il 31 dicembre 2011, delle procedure di affidamento dei lavori previsti dall’Accordo (per una somma di € 17.400.000 per l’annualità 2011), non si hanno al momento notizie certe sul reale orientamento del Governo in ordine alla possibilità di riattivare, anche per stralci, il finanziamento del programma triennale sospeso con la manovra di settembre di quest’anno.
L’incostanza e l’assenza, per qualche annualità, di finanziamenti ordinari da destinare a lavori di manutenzione ordinaria dei corsi d’acqua rende evidente la difficoltà degli uffici provinciali e comunali di garantire la continuità delle manutenzioni delle aste fluviali e torrentizie.
Questi peraltro sono in fase di forte alterazione per l’eccessivo apporto da versante di materiali solido – difficilmente rimobilizzabile con piene anche non modeste – che consolidandosi per la presenza di elementi arbustivi e di alto fusto all’interno degli alvei aumentano la pericolosità del fiume.
Per quanto riguarda gli interventi di mitigazione del rischio idrogeologico per frana, negli ultimi cinque anni sono stati programmati e in buona parte eseguiti, nell’ambito dei vari filoni di finanziamento progressivamente attivati (decreti Ministero dell’ambiente, fondi CIPE, altri fondi statali), interventi per almeno 20.000.000 di euro, ancora molto al di sotto del fabbisogno, peraltro in progressiva crescita, indicato dai Piani di assetto idrogeologico (PAI) approvati nella Regione Marche.
PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno, il Consigliere Marangoni.
Enzo MARANGONI. Ringrazio l’Assessore per la risposta, che però non conforta le famiglie che hanno perso la casa o che hanno avuto danni rilevanti all’abitazione o alle automobili o altri beni. La Regione con le proprie determine è infatti intervenuta solo sui soggetti agricoli, sulle imprese agricole oppure su enti operanti nel settore sociale, mentre, ripeto, non è intervenuta sulle famiglie, che pur abitando nelle zone alluvionate, che tendenzialmente sono zone rurali, non rientrano in queste categorie.
Quindi questi sono cornuti e mazziati, oserei dire. Perché? Lo Stato non ha fatto nulla e lei dice che manca l’ordinanza e che la Regione non può far nulla. Ma quante volte la Regione è intervenuta in tanti altri casi? Quindi la Regione non fa nulla. La Provincia, che avrebbe dovuto fare la manutenzione dei fiumi (che è causa di quello che è successo), non ha fatto nulla, gli enti di bonifica non hanno fatto nulla, anzi, in questi mesi hanno mandato 40 mila cartelle esattoriali. E i Comuni possono fare pochissimo, praticamente li abbiamo abbandonati. Per cui per tutto questo non è che possiamo consolarci, ovvero che possiamo consolare le famiglie dicendo che competeva allo Stato anziché alla Regione.
Non ci siamo! Quindi da parte mia non resta che l’amarezza di questa risposta, di questo chiamarsi fuori della Regione.
L’invito è comunque a trovare qualche risorsa per ristorare le famiglie, fare un inventario preciso non solo dei costi immediati per trasferirle nei giorni successivi all’alluvione, ma anche dei danni che hanno subito le loro case, i loro beni di proprietà. Famiglie che rimangono dunque in attesa, anzi, famiglie a questo punto che nessuno ristorerà. Non resta che questa considerazione.
Ossia, se la Regione non prende in mano la cosa con uno stanziamento, a prescindere da quello dello Stato, queste famiglie le lasceremo abbandonate a loro stesse. Ecco, non è corretto da nessun punto di vista.
Quindi l’invito che faccio è studiare qualche cosa che serva a ristorare, almeno parzialmente, le famiglie per i gravi danni che hanno avuto, come è stato fatto in parte per le categorie agricole.
PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno, il Consigliere Marinelli.
Erminio MARINELLI. Io sono deluso, ma non per quello che ha detto l’Assessore, la Moroder ha dato la risposta che doveva dare – quella è e dunque quella ha detto -, bensì perché è quasi inutile presentare le interrogazioni. Stavo addirittura pensando se era il caso di fermare i lavori dell’Aula, vedo che l’attenzione è scarsa e il rumore è alto, le risposte sono sempre scontate – non da parte sua, Assessore –, molte volte non si riesce neppure – forse non ne sono capace io - a spiegare il nocciolo della questione. Prima era solo una questione tecnica poi ci siamo allargati al territorio ecc. ecc..
La domanda che ponevo era questa. Nelle nostre Marche pur nelle difficoltà ci troviamo in una situazione migliore rispetto ad altre regioni, perché oltre al maltempo e ai danni gravissimi del 1-2 marzo non abbiamo avuto altri fenomeni. Ci dobbiamo ritenere fortunati. Pensiamo ad esempio alla Sicilia o alla Liguria ove periodicamente avvengono calamità che provocano danni notevoli alle persone e soprattutto alle cose.
Nel momento in cui ci sono meno risorse dobbiamo evitare di scaricare sempre la responsabilità all’ente superiore, i Comuni alla Provincia, la Provincia alla Regione, la Regione allo Stato. Diventa solo una barzelletta. Il nostro territorio è in difficoltà.
Il Consigliere Ricci vuol fare questo grande incontro in Assemblea. Ebbene, qui tutti diciamo le stesse cose, ma abbiamo di fronte un unico elemento chiaro, ovvero che non ci sono risorse; un vecchio bel film diceva: “Non c’è una lira bambola!”.
Credo che le Province, le Comunità montane, i Comuni debbano fare qualche cosa. Perché basta andare a fare una passeggiata lungo un fiume per accorgerci di quale sia la situazione; io costantemente vado a passeggiare con il mio cane lungo il Chienti ove posso constatare come vi è una scarsa pulizia dell’alveo o in che condizioni è la parte centrale alta. Stiamo aspettando un disastro annunciato.
Siamo cioè cresciuti in maniera dissennata, non organica, c’è un’occupazione del territorio eccessiva. Noi ce ne accorgiamo forse adesso – parlo di noi del centro destra -, rispetto magari ad altri che probabilmente lo dicevano già.
Di fronte alla perdita delle persone ci sono delle responsabilità politiche e direi anche morali notevoli.
Ecco perché chiedevo alla Regione un’attenzione, una partecipazione e un impegno, seppur minimo, non soltanto verbale, sui punti critici delle nostre province, della nostra regione. Io peraltro penso che, ad esempio, i recenti danni sia materiali che umani verificatisi a Messina erano già annunciati.
Quindi la risposta dell’Assessore non mi trova d’accordo, non per il contenuto ma perché forse rende purtroppo addirittura inutile l’interrogazione stessa.
Interrogazione n. 500
del Consigliere Busilacchi
“Situazione della Casa di cura Villa Igea di Ancona”
Interrogazione n. 413
del Consigliere Latini
“Clinica privata Villa Igea - Ancona - grave situazione del personale”
(abbinate)
(Svolgimento)
PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca l’interrogazione n. 500 del Consigliere Busilacchi, l’interrogazione n. 413 del Consigliere Latini, abbinate. Ha la parola, per la risposta, l’Assessore Mezzolani.
Almerino MEZZOLANI. Con le interrogazioni in oggetto i Consiglieri Latini e Busilacchi interrogano il Presidente della Giunta regionale in ordine alla situazione venutasi a creare presso la Casa di Cura convenzionata Villa Igea di Ancona.
Al riguardo ed al fine di meglio corrispondere all’esigenza degli interroganti, appare opportuno ripercorrere i fatti fin dall’adozione della deliberazione n. 59 del 18 gennaio 2010 da parte della Giunta regionale.
Con la suddetta dgr si stabiliva l’attivazione, in via sperimentale, della disciplina di ortopedia presso la Casa di cura convenzionata Villa Igea, rinviando ad un successivo decreto, dell’allora dirigente del Servizio salute, la definizione del numero dei posti letto e del budget da assegnare alla stessa Casa di cura per lo svolgimento, nell’anno 2010, dell’attività di ortopedia.
A fine d’anno 2010 la Casa di cura Villa Igea esponeva alla Regione Marche, per l’attività di ortopedia espletata nel corso dell’anno 2010 e sulla base dell’autorizzazione di cui alla dgr 59/2010, un fatturato pari ad euro 1.800.000 circa e richiedeva un aumento del budget di circa 1.200.000 euro.
Con decreto del direttore del Dipartimento per la salute e per i servizi sociali n. 19 del 28 giugno 2011 si provvedeva ad integrare il budget di Villa Igea di 300.000 euro.
Tale integrazione del budget si è resa necessaria in considerazione delle previsioni normative di cui al Patto per la salute 2010-2012 ed al decreto legge 31 maggio 2010 n. 78 “Misure urgenti in materia di stabilizzazione finanziaria e di competitività economica” che hanno costretto ad una rivisitazione della programmazione prestazionale ed economica concretizzatasi con la dgr 17 gennaio 2011 n. 17.
Va altresì sottolineato che l’accordo sul piano delle prestazioni 2010 stipulato tra l’Asur (Zona territoriale n. 7) e la Casa di cura Villa Igea prevede, in ordine all’attività di chirurgia ortopedica, che “il fatturato dell’attività di ricovero della Casa di cura sia gestito attraverso un meccanismo osmotico, tra l’ortopedia e le altre discipline, in modo che non possa superare il budget di cui sopra. Salvo conguaglio da effettuarsi in sede di definizione del budget specifico di ortopedia”.
Tutto ciò premesso non si vede come possa attribuirsi alla Regione Marche la responsabilità dei licenziamenti di personale effettuati dalla Casa di cura Villa Igea nella considerazione che: la Casa di cura ha deciso autonomamente-di effettuare prestazioni di chirurgia ortopedica fino a 1.800.000 euro circa di fatturato; il budget della Casa di cura per l’anno 2010 è stato aumentato di 300.000 euro rispetto al budget 2009; il personale licenziato non è stato assunto in previsione dell’eventuale aumento di budget conseguente all’attività di chirurgia ortopedica, ma era in servizio già da qualche anno.
La Regione Marche ha fatto tutto ciò che era in proprio potere per venire incontro alle urgenze della Casa di cura Villa Igea tenuto conto della grave situazione finanziaria che il Paese, e con esso la nostra regione, sta attraversando.
Preme infine assicurare che da parte nostra ci sarà il massimo sforzo, nonostante le evidenti ed oggettive difficoltà, soprattutto di carattere economico, per salvaguardare i livelli occupazionali ed assicurare la qualità delle prestazioni rese.
PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno, il Consigliere Busilacchi.
Gianluca BUSILACCHI. Ringrazio l’Assessore per la risposta. Siamo in una fase storica dove in tutte le attività in cui c’è una regolazione del sistema del mercato del lavoro non stringente poi si rischiano dei comportamenti che possono provocare licenziamenti. Per cui è opportuno intervenire con una regolamentazione più stringente. Lo abbiamo visto la scorsa settimana sul caso della Best e adesso, in una situazione del tutto diversa, lo vediamo anche sul caso di Villa Igea.
Come ha ricordato l’Assessore, il problema nasce da questa deliberazione della Giunta che non avendo assegnato un budget specifico ha fatto sì che questa Casa di cura procedesse in condizioni di sovraccarico di lavoro, andando appunto a extrabudget.
So che c’è un ricorso al Tar della Casa di cura. Ma sono d’accordo con l’Assessore che la Regione non ha responsabilità per i licenziamenti. Però la mia richiesta, Assessore, è che in questi casi dovremmo cercare di operare con una regolamentazione stringente in modo che i soggetti privati possano essere nelle condizioni di poter operare in modo chiaro e puntuale rispetto ai carichi di lavoro. Cioè, come dire, che poi non sia questa la scusa per i licenziamenti, rispetto ai quali, tra parentesi, il giustificato motivo non mi pare possa essere riscontrato.
Tra l’altro mi risulta che la Casa di cura, nonostante abbia licenziato queste persone, sta continuando a svolgere l’attività ricorrendo a soggetti esterni.
Pertanto penso che la Regione, qui sì, dovrebbe cercare di intervenire per fare chiarezza. Sarebbe opportuno che nel futuro casi come questi non avvenissero più.
La ringrazio comunque della risposta, Assessore. Sono convinto che l’assessorato vigilerà sulle situazione su cui c’è poca chiarezza.
Presidenza del Vicepresidente
Giacomo Bugaro
Sull’ordine dei lavori
PRESIDENTE. Ha chiesto la parola il Consigliere Zinni, ne ha facoltà.
Giovanni ZINNI. Chiedo l’anticipo del punto 14) all’ordine del giorno, ossia della mozione n. 182 dei Consiglieri Giancarli Busilacchi, Badiali, abbinata anche a delle interrogazioni, in merito alla questione dell’Elinucleo Carabinieri di Falconara.
PRESIDENTE. Se l’Aula è d’accordo l’anticipiamo subito dopo il punto 4). Va bene?
Giovanni ZINNI. Grazie.
PRESIDENTE. Ha chiesto la parola il Consigliere Marangoni, ne ha facoltà.
Enzo MARANGONI. E’ la quarta volta che rinviamo il punto 3), l’interpellanza, chiedo quindi che venga trattato perché vorrei parlarne.
PRESIDENTE. Va bene. Allora facciamo prima l’interpellanza n. 25, dopodiché passiamo al punto di cui alla proposta di regolamento e subito dopo alla mozione n. 182.
Ha chiesto la parola il Consigliere D’Anna, ne ha facoltà.
Giancarlo D’ANNA. Chiedo che la richiesta del Consigliere Zinni venga messa dopo la mozione n. 12, di cui avevo chiesto l’anticipo già due sedute fa. Inoltre a discuterla era stato concordato anche nella riunione dei Capigruppo. A me sta bene che si parli della mozione n. 182 però dopo quelle che già previste.
PRESIDENTE. Ha chiesto la parola il Consigliere Giancarli, ne ha facoltà.
Enzo GIANCARLI. Presidente, questa mattina in Conferenza dei Capigruppo avevamo chiesto di votare la mozione n. 194. Condivido la richiesta del Consigliere Zinni, ma dovremmo trattare anche questa, in quanto, ripeto, si tratta solo di votarla
PRESIDENTE. Se siete d’accordo andiamo avanti in questo modo: interpellanza, proposta di modifica del Regolamento interno, mozione n. 194 dei Consiglieri Giancarli ed altri, mozione n. 12 dei Consiglieri D’Anna ed altri, mozione n. 182 di Giancarli e Busilacchi. Va bene? (…) La soppressione dei vitalizi dei Consiglieri regionali informo l’Assemblea che ieri la Commissione l’ha già deliberata. L’Ufficio di presidenza ieri ha già votato all’unanimità la soppressione dei vitalizi. Quindi mi sembra pleonastico, inficiante il lavoro già fatto dalla Commissione in maniera ampia, andremo ad aprire una discussione che secondo me… (…) E’ superata, Consigliere Acquaroli, ieri l’abbiamo approvata in Commissione e arriverà in Aula penso la prossima settimana o quella dopo. (…) E’ nelle sue facoltà chiederlo ma lo devo mettere ai voti.
Innanzitutto pongo in votazine l’anticipazione della mozione n. 194, che poniamo immediatamente dopo la proposta di regolamento.
(L’Assemblea legislativa approva)
Pongo in votazione l’anticipazione della mozione n. 182, da trattare dopo la mozione n. 12.
(L’Assemblea legislativa approva)
Pongo in votazione la richiesta del Consigliere Acquaroli di trattare la mozione n. 192.
(L’Assemblea legislativa non approva)
Interpellanza n. 25
del Consigliere Marangoni
“Fondazione Opere Laiche Lauretane e Casa Hermes di Loreto. Consiglio di amministrazione in sovrannumero e statuto in contrasto con il decreto legge n. 78 del 31/5/10, cosi come modificato dalla legge di conversione n. 122 del 30/07/2010 e la legge regionale n. 5 del 26 febbraio 2008”
(Illustrazione e rinvio)
PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca l’interpellanza n. 25 del Consigliere Marangoni, che ha la parola per illustrarla.
Enzo MARANGONI. Questa interpellanza riguarda la Fondazione opere laiche lauretane e Casa Hermes di Loreto, Consiglio di amministrazione in sovrannumero e statuto in contrasto con il decreto legge n. 78 del 31/5/10, cosi come modificato dalla legge di conversione n. 122 del 30 luglio 2010 e la legge regionale n. 5 del 26 febbraio 2008.
Leggo l’interpellanza soprattutto a beneficio di una Giunta che è “presente” al completo e che mi sta ascoltando! E anche del Consigliere regionale più interessato anch’esso “presente”!
“Il sottoscritto Consigliere Enzo Marangoni, capogruppo Popolo e Territorio – Libertà e Autonomia,
Premesso:
che con protocollo del Comune di Loreto numero 13950 del 25 agosto 2011 la Capogruppo consiliare della Lista Civica “Loreto Libera” inviava al Sindaco di Loreto, al Presidente della Fondazione in oggetto, e per conoscenza, alla Prefettura di Ancona e alla Procura regionale della Corte dei Conti, la segnalazione che i Consigli di amministrazione e di indirizzo della Fondazione stessa operavano in regime di difetto ed in contrasto con il decreto legge n. 78 del 31 maggio 2010, così come modificato dalla Legge di conversione n. 122 del 30 luglio 2010;
che nella seduta del Consiglio comunale di Loreto, tenutasi giovedì 29 settembre 2011, è scaturito, a seguito di un’interrogazione consiliare da parte del Presidente del Gruppo assembleare “ambiente partecipazione solidarietà”, che il numero di componenti del Consiglio di amministrazione ed il numero dei componenti del Consiglio di indirizzo della Fondazione in oggetto risultano in sovrannumero rispetto al numero massimo stabilito dal decreto legge n. 78 del 31 maggio 2010, così come modificato dalla Legge di conversione n. 122 del 30 luglio 2010 - quindi sono 18 anziché 5 -;
che nel contempo anche gli emolumenti percepiti dai membri dei due consigli in oggetto risulterebbero in contrasto con il limite fissato dal citato decreto legge n. 78 del 31 maggio 2010, così come modificato dalla Legge di conversione n. 122 del 30 luglio 2010, recante “misure urgenti in materia di stabilizzazione finanziaria e di competitività economica”;
che lo stesso Statuto della Fondazione opere laiche e Casa Hermes non risulta modificato ai sensi della nuova normativa entrata in vigore già dal mese di agosto 2010;
che gli atti formulati dal Consiglio di amministrazione di detta Fondazione, nominato con decreto del Sindaco di Loreto n. 7 del 30 giugno 2011, fino alla data odierna – cioè alla data della presentazione dell’interrogazione - risultano essere già in numero superiore a quaranta, dei quali molti aventi rilevanza esterna come appalti, conferimenti di incarichi, acquisti, assunzioni di personale, che risulterebbero pertanto viziati dal mancato rispetto della normativa succitata.
Premesso altresì:
che l’articolo 6 comma 5 della legge n. 122/2010 avente ad oggetto la “riduzione dei costi degli apparati amministrativi” risulta estremamente chiaro laddove recita che “…tutti gli enti pubblici, anche economici, e gli organismi pubblici, anche con personalità giuridica di diritto privato, provvedono all’adeguamento dei rispettivi statuti al fine di assicurare che, a decorrere dal primo rinnovo successivo alla data di entrata in vigore del presente decreto, gli organi di amministrazione e quelli di controllo, ove non già costituiti in forma monocratica, nonché il collegio dei revisori, siano costituiti da un numero non superiore, rispettivamente, a cinque e a tre componenti...”;
che la Fondazione opere laiche di Loreto risulta essere un ente disciplinato dalla l.r. n. 5 del 26 febbraio 2008 avente ad oggetto “Riordino delle istituzioni pubbliche di assistenza e beneficenza (IPAB) e disciplina delle Aziende pubbliche di servizi alla persona”;
che la Regione Marche, ai sensi dell’articolo 19 della legge regionale suddetta, rientra tra le “Amministrazioni vigilanti” – quindi ha un potere di vigilanza - di cui al medesimo comma 5 dell’articolo 6 della legge 122/2010. E che pertanto deve provvedere “… all’adeguamento della relativa disciplina di organizzazione, mediante i regolamenti di cui all’articolo 2, comma 634, della legge 24 dicembre 2007, n. 244, con riferimento a tutti gli enti ed organismi pubblici rispettivamente vigilati, al fine di apportare gli adeguamenti previsti ai sensi del presente comma. La mancata adozione dei provvedimenti di adeguamento statutario o di organizzazione previsti dal presente comma nei termini indicati determina responsabilità erariale e tutti gli atti adottati dagli organi degli enti e degli organismi pubblici interessati sono nulli …”.
Considerato:
che l’articolo 19 della l.r. n. 5 del 2008 avente ad oggetto la “vigilanza” stabilisce che “la Regione esercita funzioni di monitoraggio e controllo sulle Aziende” e che “…gli organi delle Aziende possono essere rimossi, sentiti i Comuni interessati, in caso di gravi violazioni della normativa vigente o dello statuto di gravi irregolarità nella gestione, di mancato perseguimento delle finalità statutarie, di gravi inefficienze nell’erogazione delle prestazioni, di impossibilità di funzionamento. Con il provvedimento di rimozione degli organi,la Regione nomina un commissario - ad acta - per la gestione temporanea dell’Azienda”.
che sempre la l.r. n. 5/2008, al punto 4 dell’articolo 9, afferma chiaramente che lo statuto, nel caso in questione quello rimodulato a causa delle sopravvenute modifiche normative, è pubblicato nel Bollettino ufficiale della Regione, ma nulla risulta essere stato compiuto in merito.
Considerato altresì che:
che a seguito della nota protocollo 13950 del 25 agosto 2011, a firma della Capogruppo Cecilia Tombolini, menzionata in premessa, la Prefettura di Ancona con sua nota prot. n. 42607/2011 – 9165/2011 ha trasmesso alla Giunta regionale, nella fattispecie al Gabinetto del Presidente e alla P.O. “Persone giuridiche – Nomine e Affari generali”, “…l’allegato esposto…atteso che la Fondazione…” Opere Laiche Lauretane “…risulta iscritta nel registro delle persone giuridiche tenuto presso codesta regione…”;
che la Regione Marche, ai sensi della l.r. n. 5 del 26 febbraio 2008, ha competenza di vigilanza sull’operato e di sostituzione degli organi di amministrazione.
Interpella il Presidente della Giunta regionale per conoscere:
1) quali atti urgenti intenda emettere affinché venga esercitato il potere di vigilanza contemplato nella Legge Regionale n. 5 del 26 febbraio 2008;
2) con quali tempi e quali atti intenda provvedere alla rimozione degli organi in carica presso la Fondazione opere laiche lauretane e Casa Hermes al fine di ristabilire la legalità nominando un eventuale Commissario ad acta che riformuli, modificandolo, l’attuale statuto della Fondazione, così da renderlo conforme alla normativa nazionale di cui al decreto legge n. 78 del 31maggio 2010, così come modificato dalla legge di conversione n. 122 del 30 luglio 2010; ciò con urgenza al fine di limitare il danno erariale riconducibile all’attuale Consiglio di amministrazione;
3) quali verifiche ispettive intenda mettere in atto, sin da subito, e con quali modalità intende tenere aggiornata questa Assemblea.”.
Ringrazio la Giunta per l’attenzione! Attendo la risposta.
Presidenza del Presidente
Vittoriano Solazzi
PRESIDENTE. Risponde l’Assessore Mezzolani o Marconi. L’Assessore Marconi è in Aula? Per favore, chiedo agli uffici di rintracciarlo. Eccolo, Assessore Marconi, stiamo trattando l’interpellanza n. 25 del Consigliere Marangoni in merito alla Fondazione opere laiche lauretane e Casa Hermes di Loreto. (…) Bene. Consigliere Marangoni, mi dice sia l’Assessore Marconi che l’Assessore Mezzolani che gli uffici non hanno formulato l’istruttoria, seppure, devo dire, mi sembra strano, perché io c’è l’ho iscritta tra le evidenze. Però nulla quaestio. Ci prendiamo l’impegno di trattarla nella prossima seduta mettendola prima delle interrogazioni.
Prego, Consigliere Marangoni.
Enzo MARANGONI. Ne prendo atto, non c’è nessun problema, ne parliamo la prossima seduta, ma vi faccio notare questo. Questa interpellanza è all’ordine del giorno da ben quattro sedute, per cui evidentemente sono quattro volte che manca l’istruttoria. Non so se vi rendete conto! Manca l’istruttoria, manca la risposta ed è la quarta volta che è all’ordine del giorno! Complimenti alla Giunta!
PRESIDENTE. Bene, Consigliere Marangoni. Sollecito gli Assessori di portare per la prossima volta la risposta a questa interpellanza, anche perché è veramente tanto tempo che è iscritta all’ordine del giorno.
Ha chiesto la parola il Consigliere Binci, ne ha facoltà.
Massimo BINCI. Come cittadino mi sembra strano che non ci sia una risposta, quando è già pubblica la risposta dell’Ufficio legale della Regione.
PRESIDENTE. Consigliere Binci, se vuole faccio la proposta di nominare una commissione d’inchiesta! Cosa devo fare se mi dicono che la risposta non c’è! Gli uffici non l’hanno fornita, ne prendo atto.
Massimo BINCI. L’Ufficio legale ha dato la risposta al Comune di Loreto e non dà la risposta all’Assemblea legislativa?!
PRESIDENTE. Ho capito! Ma siccome gli Assessori mi dicono questo io mi possono solo prendere l’impegno di metterla al primo punto della prossima seduta sollecitando gli Assessori a dare la risposta. Di più non posso fare. Non è che posso mettermi a cercare nei cassetti la risposta all’interpellanza! La prego, Consigliere Binci!
Massimo BINCI. Non è nei cassetti, è sulla stampa!
PRESIDENTE. Andiamo avanti. Però, mi raccomando.
Proposta di regolamento interno n. 3
ad iniziativa dell’Ufficio di Presidenza
“Termini per l’approvazione delle proposte di legge finanziaria e di bilancio annuale e pluriennale per l’anno 2012"
(Relazione e votazione)
PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca la proposta di regolamento interno n. 3 ad iniziativa dell’Ufficio di presidenza. Ha la parola la relatrice Consigliera Giorgi.
Paola GIORGI. L’Ufficio di Presidenza porta all’approvazione dell’Aula questa proposta di deroga del Regolamento in merito ai termini per l’approvazione delle proposte di legge finanziaria e di bilancio annuale e pluriennale per l’anno 2012.
Il tema è trattato dall’articolo 28 bis del Regolamento intervento che al comma 1 stabilisce che “Il Consiglio è convocato in sessione di bilancio per cinque giorni consecutivi a partire dal primo lunedì successivo alla scadenza del trentacinquesimo giorno dalla presentazione della proposta di legge finanziaria e della proposta di legge di approvazione del bilancino annuale e pluriennale”.
In sede di Conferenza dei Presidenti dei Gruppi assembleari, tenutasi in data 2 novembre 2011, l’Assessore al bilancio, considerata la particolare situazione econo-mica dell’anno in corso, stante a conseguenti difficoltà nell’elaborazione della proposta di legge finanziaria e di bilancio annuale e pluriennale per l’anno 2012 e anche a seguito delle recenti manovre finanziarie del Governo nazionale, ha manifestato l’esigenza di derogare ai tempi previsti dal sopracitato art. 28 bis del Regolamento interno, cioè di ridurre i termini di scadenza da 35 giorni a 20 giorni.
La Conferenza dei Capigruppo ha manifestato il proprio assenso alla richiesta limitatamente all’approvazione del bilancio per l’anno 2012.
L’Ufficio di Presidenza ha deciso di accogliere quanto richiesto dalla Conferenza dei Capigruppo limitatamente all’anno in corso e quindi ha portato in Aula questo atto di cui si chiede l’approvazione.
Vi ricordo che ai sensi dell’art. 133 del Regolamento interno le modifiche o aggiunte al Regolamento devono essere adottate a maggioranza assoluta dei componenti dell’Assemblea legislativa.
PRESIDENTE. Se non ci sono richieste di intervento passiamo alla votazione.
Articolo 1. Lo pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa approva)
(…) La maggioranza deve esserci sulla votazione finale, non sul singolo articolo.
Coordinamento tecnico. Lo pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa approva)
Proposta di regolamento interno n. 3. La pongo in votazione.
(l’Assemblea legislativa approva a maggioranza assoluta dei componenti assegnati)
Mozione n. 194
dei Consiglieri Giancarli, Silvetti, Acacia Scarpetti, Camela, Acquaroli, Binci
“Realizzazione di un “Parco dei Relitti” al largo della costa della Riviera del Conero”
(Votazione)
PRESIDENTE. Come stabilito passiamo alla trattazione della mozione n. 194 dei Consiglieri Giancarli, Silvetti, Acacia Scarpetti, Camela, Acquaroli, Binci. Se non ci sono richieste di intervento passiamo alla votazione.
E’ stato presentato il seguente emendamento dai Consiglieri Giancarli, Silvetti, Binci, Acacia Scarpetti, Camela:
Nel dispositivo dopo la parola “promuovere” sono aggiunte le seguenti: “un’azione politico-istituzionale per sollecitare l’approvazione in Parlamento delle proposte di legge in materia”, e dopo la parola “fondali” sono aggiunte le seguenti: “nel rispetto delle leggi vigenti”.
Lo pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa approva)
Mozione n. 194, così come emendata. La pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa approva)
Mozione n. 182
dei Consiglieri Giancarli, Busilacchi, Badiali
“Chiusura del 5° nucleo elicotteri di Falconara”
Interrogazione n. 277
del Consigliere Zinni
“Soppressione del 5° Elinucleo Carabinieri presso l’Aeroporto Sanzio di Ancona-Falconara”
Interrogazione n. 440
del Consigliere Latini
“Soppressione del 5° Elinucleo Carabinieri presso l’Aeroporto Sanzio di Ancona-Falconara”
Interrogazione n. 442
del Consigliere Pieroni
“Soppressione del 5° Nucleo Elicotteri Carabinieri di Falcorara”
Interrogazione n. 466
dei Consiglieri Giorgi,Eusebi, Acacia,Donati
“Nucleo Elicotteri Falconara”
(abbinate)
(Discussione e votazione)
PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca la mozione n. 182 dei Consiglieri Giancarli, Busilacchi, Badiali, abbinata alle interrogazioni n. 277 del Consigliere Zinni, n. 440 del Consigliere Latini, n. 442 del Consigliere Pieroni, n. 466 dei Consiglieri Giorgi, Eusebi, Acacia Scarpetti, Donati. Ha la parola, per la risposta alle interrogazioni, l’Assessore Guarna.
Serenella GUARNA MORODER. In riferimento all’invito a predisporre una relazione si precisa che la questione è in trattazione già dal maggio 2010. Il Presidente della Giunta con nota n. 0718460 del 18 novembre 2010 ha richiesto al Ministero della difesa di valutare la possibilità di non chiudere il 5° Nucleo Elicotteri. Inoltre ha fornito la più ampia disponibilità per ricercare una soluzione condivisa al problema.
Il fatto è che al momento non ci sono stati aggiornamenti in materia.
Il Governatore Spacca aveva così scritto:
“Caro Ministro, apprendo con rincrescimento che, nel quadro di una complessiva razionalizzazione della dislocazione degli aeromobili, è incorso di valutazione l’ipotesi di trasferire i mezzi del 5° Nucleo Elicotteri dell’Arma dei Carabinieri, attualmente di stanza presso l’Aeroporto Raffaello Sanzio di Falconara Marittima, presso la base di Pratica di Mare.
Per le Marche tale trasferimento avrebbe conseguenze assolutamente negative giacché, data la consueta disponibilità degli appartenenti all’Arma e le ottime relazioni instauratesi con tutti gli enti le istituzioni presenti sul territorio, gli stessi garantiscono, oltre alle operazioni di controllo del territorio, anche una pluralità di altri servizi che vanno dalla protezione dell’ambiente, alla collaborazione con le strutture della protezione civile.
La particolare condizione orografica del nostro territorio, la posizione baricentrica della base del 5° Nucleo Elicotteri rispetto alla regione e all’Italia centrale sono ottimali per assicurare al meglio la tutela della popolazione dato che la distanza da altre basi renderebbe i tempi di intervento non adeguati.
Le chiedo di valutare la possibilità di non procedere alla chiusura del Nucleo anche ala luce del fatto che la nostra Regione è disponibile a fornire ampia collaborazione per trovare una soluzione condivisa al problema”.
Ma ancora non c’è stata data nessuna risposta.
PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno, il Consigliere Zinni.
Giovanni ZINNI. Innanzitutto ringrazio i Consiglieri che hanno votato a favore dell’anticipo di questo punto all’ordine del giorno. Perché, come avrete visto dalle interrogazioni presentate e dalla risposta dell’Assessore Moroder, si tratta di una questione che è addirittura aperta dalla fine del 2010. Io sono stato il primo a presentare un’interrogazione a febbraio e poi anche altri Consiglieri hanno preso coscienza di questa problematicità.
Io ho la totale stima, il totale rispetto e affetto per il Comando generale dell’Arma e soprattutto per l’Arma dei Carabinieri stessa, quindi lungi da me, e immagino da qualunque altro collega, andare a violare le legittime scelte del vertice dell’Arma sulla propria organizzazione interna, cosa peraltro che non ci compete.
E’ di tutta evidenza che il Nucleo Elicotteri Carabinieri rappresenta un’eccellenza delle forze di polizia e militari nel presidio del territorio marchigiano. Per la precisione è l’unico Nucleo Elicotteri esistente nella nostra regione che può svolgere importanti servizi, fra i quali anche quello di trasporto del plasma a livello sanitario notturno; i nostri velivoli civili non sono predisposti per questo tipo di mansione.
Quindi con quella peculiarità tipica dell’Arma dei Carabinieri abbiamo sempre avuto un supporto, non solo nel presidio alla lotta alla criminalità, ma abbiamo avuto anche quel senso civico solidaristico tipico dell’Arma nei confronti delle istituzioni che noi in questa Assise governiamo.
La mia interrogazione, come quella dei colleghi, ritengo sia un po’ scaduta da un punto di vista politico. Io con essa a febbraio 2010 chiesi al Presidente Spacca che cosa intendeva fare nei confronti delle Autorità statali competenti.
I colleghi Giancarli, Badiali, Busilacchi hanno presentato anche una mozione. Quindi adesso mi permetto di intervenire subito anche su questa al fine di non ingolfare i lavori dell’Assemblea legislativa.
Credo che sia assolutamente necessario uno sforzo corale della politica affinché si faccia comprendere, non tanto all’Arma dei Carabinieri che sicuramente ne è già a conoscenza, quanto al concerto di Stato centrale, di Governo centrale - che, tra le altre cose, è anche cambiato, sono cambiati gli interlocutori - un messaggio forte unitario di questa Assemblea legislativa delle Marche affinché si cerchi di ottemperare acché il Nucleo elicotteri non chiuda.
Sappiamo dai fatti che la questione è stata momentaneamente accantonata, ma è evidente che non esistono per noi dati ufficiali che ci consentono di avere sulla vicenda una serenità definitiva.
Quindi credo sia oggi l’occasione, proprio perché c’è un nuovo Governo, di non essere disattenti e di invocare nei confronti dello stesso un’attenzione verso un istituto che per noi è di vitale importanza.
Al testo della mozione mi sono permesso di fare un emendamento. Vorrei venisse considerato come un indirizzo politico aperto nei confronti della Giunta e non vincolante. Ma con questo emendamento propongo, oltre all’attivazione della Giunta presso il Governo, oltre al rimarcare, come hanno fatto i colleghi con la loro mozione, l’importanza di questo presidio, anche una norma di responsabilità in termini di indirizzo politico della Giunta. Cioè, la Giunta, che essa stessa è a conoscenza di ciò che può offrire sul campo in termini di aiuto concreto, si metta a disposizione, se necessario, per offrire il massimo ausilio possibile al fine di invogliare le Autorità statali competenti a mantenere in vita questo fiore all’occhiello.
Se l’emendamento verrà accolto voterò a favore della mozione.
Riguardo invece alla risposta all’interrogazione, prendiamo atto, sappiamo che tutti i nostri Parlamentari delle Marche in maniera bipartisan si sono opportunamente attivati nei confronti delle Autorità statali per cercare di salvare questo presidio, per cui credo che sia doveroso lo si faccia anche noi come Assemblea legislativa regionale, come secondo importante livello legislativo. Credo sia doveroso da parte nostra uno sforzo unitario per cercare di avere una risposta certa affinché il 5° Nucleo elicotteri dei Carabinieri possa proseguire la sua meravigliosa attività.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Giancarli.
Enzo GIANCARLI. Intervengo anche a nome dei colleghi Badiali e Busilacchi.
Intanto dico che a nostro avviso l’emendamento presentato dal Consigliere Zinni può essere accolto.
Non voglio ripetere qui le ragioni per cui abbiamo presentato la mozione, intanto perché le abbiamo scritte, poi perché l’intervento fatto ora dal collega Zinni lo condividiamo. Mi permetto però di fare una considerazione aggiuntiva.
Noi alla città di Falconara Marittima abbiamo chiesto sempre tanto, in quella città ci sono infrastrutture che pesano e che sono al servizio dell’intera regione. Questo 5° Nucleo elicotteri, invece, è il fiore all’occhiello delle Marche e di quella città, che, anche questa, è una ragione per mantenerlo.
Ma ovviamente le ragioni per mantenerlo sono di carattere più generale, dalla lotta alla criminalità, in primis, alle azioni di solidarietà, alla sicurezza, alla protezione civile, alla tutela della salute. Insomma, quel senso civico che anch’io voglio sottolineare.
Certo, intervenire su un aspetto come questo, che potrebbe avere a che fare con l’organizzazione dell’Arma dei Carabinieri, ci fa dire con profondo rispetto e cautela che non vogliamo assolutamente interferire nell’organizzazione dell’Arma, tutt’altro. Chiediamo invece attenzione in quanto è l’unico Nucleo elicotteri presente nelle Marche, perché ci sono funzioni importanti da svolgere. Ed è una richiesta di attenzione che rivolgiamo soprattutto al Ministero della difesa, al nuovo Governo, come l’avevamo chiesta al vecchio Governo, perché, ripeto, è un servizio importante per tutte quelle funzioni a cui faceva prima riferimento il Consigliere Zinni e che ora anch’io ho voluto sottolineare.
Ecco pertanto che ci sono ragioni oggettive acché le Istituzioni comprendano l’importanza di questo servizio nelle Marche, ossia quell’importanza che vuole sottolineare, credo in modo unitario e determinato, questa Assemblea legislativa, che quindi chiede di mantenerlo.
PRESIDENTE. Se non ci sono altre richieste di intervento passiamo alla votazione.
Emendamento del Consigliere Zinni:
Dopo il punto 2) del dispositivo aggiungere il punto:
3) ad offrire, se necessario, il massimo ausilio possibile alle competenti autorità statali per raggiungere il prezioso obiettivo di mantenere in essere il 5° Nucleo elicotteri di Falconara Marittima”.
Lo pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa approva)
Mozione n. 182, così come emendata.
(L’Assemblea legislativa approva)
Mozione n. 12
dei Consiglieri D’Anna, Acquaroli
“Tutela dell’ambiente, del paesaggio e regolamentazione degli impianti fotovoltaici”
(Discussione e votazione)
PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca la mozione n. 12 dei Consiglieri D’Anna, Acquaroli. Ha la parola il Consigliere D’Anna.
Giancarlo D’ANNA. Ho presentato questa mozione con il Consigliere Acquaroli il 12 maggio 2010. L’avevo presentata anche nella scorsa legislatura però non venne mai discussa. Ho ritenuto quindi opportuno ripresentarla in quanto l’argomento e la situazione della regolamentazione degli impianti fotovoltaici si è aggravata.
Nel frattempo è intervenuta una legge regionale, della quale in più occasioni ho detto che è sicuramente arrivata in ritardo, cioè quando già quelle autorizzazioni che stanno deturpando il nostro territorio erano già state concesse.
Però non possiamo continuare su questa strada. Ad esempio quello che doveva essere un contributo alla riduzione del cosiddetto legame con il petrolio si sta rivelando tutt’altra cosa. Risulta cioè sempre più evidente che dietro il fotovoltaico selvaggio a terra ci sia più un interesse economico che risparmio energetico.
Un risparmio che peraltro sarebbe forse anche utile quantificare attraverso una ricerca che ci dica cosa in effetti è cambiato per i cittadini a seguito appunto dell’avvento di questa nuova tecnologia.
Ho sempre ritenuto – e su questo mi trovo d’accordo con il collega Acquaroli – che la precedenza debba essere necessariamente data a quelle situazioni che vedono, ad esempio, l’utilizzo dei tetti nelle zone industriali, di cui le Marche sono ricche.
E’ chiaro che per coloro che investono sul fotovoltaico utilizzare i tetti è economicamente meno appagante; logica vuole che è molto più semplice e meno costoso posizionare un impianto fotovoltaico a terra che non quello messo sui tetti.
Però è anche vero che dobbiamo salvaguardare il nostro territorio, cosa che non è stata fatta.
Stanno sorgendo dei comitati, ecco, qualcuno dirà che questi nascono in continuazione, sì, però sta anche nascendo una vera e propria avversione al fotovoltaico. Contro il quale personalmente non ho assolutamente niente. Ma un conto è produrre energia, un conto è inserirci in quel business dei certificati verdi e del conto energia, che molto spesso sono più che altro a beneficio di grosse banche tedesche e spagnole che vengono in Italia solo perché c’è più disponibilità di terreno rispetto ad altre parti e anche perché qui hanno una redditività maggiore, considerato che nel nostro Paese c’è più sole che in altre realtà.
L’obiettivo di questa mozione è innanzitutto di dar voce a tutti quei cittadini che non approvano assolutamente quello che sta accadendo. E’ un invito forte alla Regione Marche, non solo sull’introdurre delle normative più restrittive senza dover dipendere soltanto dalla riduzione di incentivi futuri, ma affinché si stabilisca una volta per tutte che il fotovoltaico deve necessariamente e prioritariamente essere impiantato sui tetti delle varie imprese che ci sono sul territorio.
Ho visto alcuni agricoltori che hanno coperto col fotovoltaico le loro stalle o alcuni loro manufatti, e va benissimo, però è anche umiliante per un’agricoltura di tradizione e di qualità come la nostra vedere in quei terreni che fino a qualche tempo fa producevano prodotti di qualità, che erano da sempre inseriti nel contesto del paesaggio, questa lunga serie di cavi, cabine elettriche, senza peraltro avere nemmeno un’idea, ripeto, del vantaggio che ne può trarre la comunità.
L’assunto è: il territorio è di tutti, ma qui c’è qualcuno che guadagna e poi tutti gli altri subiscono un’arroganza che in alcuni casi arriva addirittura alla prepotenza.
Credo quindi sia giunto il momento, seppure in ritardo, di bloccare quantomeno quello che è possibile bloccare, fissare delle normative molto più restrittive rispetto a quelle che abbiamo oggi.
Qui il rischio non è solo quello di stuprare il territorio nelle zone più belle, ma è anche quello di incentivare ad abbandonare le campagne. Quando sappiamo bene che le varie tragedie che ultimamente si ripetono periodicamente su gran parte del territorio nazionale ci dimostrano che una scarsa manutenzione del territorio agricolo, anzi, quello che una volta era agricolo, contribuisce al dissesto idrogeologico. Un fenomeno purtroppo presente anche nella nostra regione, tutti sapete che l’80% del territorio delle Marche è a rischio idrogeologico.
Quindi non si tratta della sola questione delle nostre colline viste in modo bucolico, c’è molto di più. Per cui, ripeto, credo proprio sia giunto il momento di porre dei limiti ben precisi a questo sviluppo incontrollato.
Invito pertanto tutti i Consiglieri a lanciare un segnale rivolto soprattutto alla Giunta regionale affinché si possa intervenire in breve tempo.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Acquaroli.
Francesco ACQUAROLI. Questo è un esempio di come la politica è arrivata in ritardo, nel senso che prima ha consentito deturpamenti del territorio agricolo marchigiano, poi, solo dopo, ha messo uno stop importante con una legge funzionale.
L’appello è quello di riconvertire lo sforzo che non è stato fatto nella non concessione del fotovoltaico a terra ed incentivare il fotovoltaico nelle zone industriali e artigianali, sopra le strutture e gli edifici pubblici, al fine di dare un contributo al fondo energetico nazionale e regionale.
Inoltre un appello alla politica affinché quando deve fare le scelte le faccia in maniera più ponderata senza seguire le mode.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Marangoni.
Enzo MARANGONI. Brevemente, solo per dire che con la legge approvata pochi mesi fa abbiamo chiuso la stalla quando già i buoi erano scappati! Infatti le colline marchigiane, così tanto decantate da Dustin Hoffman nel mondo, sono ormai invase da mega impianti fotovoltaici a terra.
Il fotovoltaico oggi non si fa per amore per l’ambiente ma per puro business.
Vorrei qui fare i complimenti al segretario regionale di un partito di centro-sinistra, rappresentato anche in questa Assemblea legislativa, che ha fatto un grande business nella mia città, come ho già denunciato mesi fa, ossia, nella collina Montironi di Recanati, di fronte a palazzo Bello, ha installato un mega impianto voltaico. Un’opera che può sicuramente attrarre i turisti del mondo che vengono a seguito dello spot di Dustin Hoffman a visitare la città leopardiana! Quando in Italia e nel mondo Recanati grazie alla memoria leopardiana, è forse la città più conosciuta delle Marche, insieme ad Urbino. Ebbene, i turisti vengono accolti da questo grande mega impianto fotovoltaico, appena escono dall’autostrada, arrivando da Porto Recanati, vedono questo bellissimo impianto il cui diritto di superficie, ripeto, appartiene ad una società di proprietà del segretario regionale di un partito del centro-sinistra che ha fiutato il business. Quindi complimenti alla sensibilità ambientale, o meglio, di business in questo caso, del partito di centro-sinistra!
PRESIDENTE. Ha la parola l’Assessore Donati.
Sandro DONATI. Direi che la mozione purtroppo è superata, c’è un regolamento adottato all’unanimità dall’Assemblea.
Per quanto invece riguarda l’incentivare il fotovoltaico sui capannoni, sulla pavimentazione di aree industriali ecc., ecco, è quello che si sta facendo, come si sta facendo sull’edilizia scolastica o nelle strutture pubbliche, un esempio è proprio palazzo Raffaello.
Il fotovoltaico va incentivato come elemento importante per rilanciare il lavoro come green economy, senza naturalmente deturpare il territorio. E noi siamo interventi in tempo proprio per evitare quello che dicevate.
Quindi la mozione va rigettata o quanto meno ritirata, perché ormai non ha più senso.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere D’Anna per dichiarazione di voto.
Giancarlo D’ANNA. Francamente questo, Assessore Donati, non me l’aspettavo Qui si chiede il ritiro di una mozione che è stata presentata addirittura la scorsa legislatura, cioè prima ancora che la Regione facesse quella schifezza di legge. (…) Sì, perché avete fatto – diciamo le cose come stanno - una legge quando già avevate autorizzato tutti gli amici degli amici! A questo giochino non ci sto!
Questa mozione è stata presentata tre anni fa! (…) E sì, denuncio! Allora, ecco, andiamo a vedere chi ha fatto la domanda e poi andiamo a vedere i risultati!
Adesso di una mozione presentata tre anni e mezzo fa, ma mai discussa, mi si viene addirittura a dire che è superata! Semmai è superata la legge che avete fatto e che evidentemente sta dando quei risultati che stanno facendo indiavolare tutti quanti!
Quanto meno, Assessore, prenda atto del fatto che qualcuno aveva segnalato qualcosina e che non avete voluto tenerlo in considerazione. Tanto per cambiare! E oggi avete anche la faccia tosta di dire “ritirate la mozione”. Dopo tre anni! Ma cosa si sta dicendo!
Sono contento che avete chiesto il ritiro, così la gente si renderà conto che tipo di metodologia seguite! Uno vi segnala un problema, lo trascurate, poi autorizzate, bèh, viene proprio il sospetto che quel ritardo sia dovuto al fatto che qualcuno aveva fatto domanda e che quelle domande hanno visto un risultato positivo. (…) Io chiedo le stesse cose che erano anche nella mozione di tre anni fa! E questo a testimonianza della sordità che avete avuto in passato. Quindi almeno assumetevi la responsabilità di quello che sta accadendo fuori. E quello che sta accadendo fuori si è verificato perché la legge è intervenuta successivamente all’autorizzazione di grossi impianti. Quindi abbiate quantomeno la dignità di dire “scusate, siamo arrivati in ritardo”.
Inoltre verificherò di tutta la legge se le cose che lei ha detto si sono attuate. Io non credo che sia come dice lei. (…) Gli uffici saranno pure trasparenti, ma è trasparente anche chi ha avuto le autorizzazioni e chi non le ha avute!
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Binci.
Massimo BINCI. Ritengo che l’Assemblea legislativa abbia fatto un buon lavoro riguardo le linee guida sul fotovoltaico, legandole al Piano paesaggistico ambientale regionale. Quello che si chiedeva, ovvero tutelare dagli impianti fotovoltaici le aree rilevanti dal punto di vista paesaggistico, storico, culturale e turistico, in parte è stato fatto.
Concordo però con il Consigliere D’Anna che effettivamente siamo stati costretti ad escludere da questa forma di tutela tutti i procedimenti partiti prima dell’approvazione della legge; seppure sia un limite che ci deriva dalla normativa nazionale, nel senso che la legge non può appunto intervenire su procedimenti già avviati, in urbanistica avviene questo.
La questione fondamentale è che intanto gli impianti fotovoltaici sono di fatto partiti. Io ho consultato i dati del gestore, tre mesi fa eravamo attorno ai 400 megawatt di fotovoltaico già collegati alla rete, quindi un risultato grossissimo. Dunque lo start up di questa tecnologia c’è stato, però adesso c’è la necessità - mi rivolgo anche all’Assessore all’agricoltura – di salvaguardare tout court i territori agricoli.
Assessore Donati, lei ha la delega all’ambiente, allora, visto che ormai lo start up del fotovoltaico è partito, abbiamo superato i 400 megawatt collegati alla rete, bisogna fare in modo che gli investimenti sul fotovoltaico siano fatti sulle superfici dei capannoni industriali. Noi abbiamo migliaia di ettari di superfici di capannoni industriali, dunque è lì che deve essere indirizzata la prossima generazione di fotovoltaico; addirittura con i film fotovoltaici si pensa di ricoprire anche le superfici degli edifici.
Insomma, bisogna in questo campo tenere conto del progresso della tecnologia, della diminuzione dei costi, degli obiettivi anche in megawatt che sono stati raggiunti, dopodiché andare alla seconda fase della tutela del territorio, ovvero quella di evitare che il suolo agricolo sia occupato da impianti fotovoltaici. Questa è la seconda sfida e in questo senso ci si deve allora attrezzare.
Ad esempio i Consiglieri potrebbero richiedere di fare all’interno della quarta Commissione una sessione tematica, ossia insieme agli uffici dedicare un paio di ore con gli uffici per verificare come incrementare e quindi spostare il posizionamento degli impianti fotovoltaici sugli edifici anziché sui terreni agricoli. E magari fare anche azioni verso il Ministero e così via.
Io pertanto voterò tranquillamente questa mozione, perché comunque non ha ancora esaurito la sua forza rivolta appunto al lavoro che deve essere fatto in questa direzione.
PRESIDENTE. Mozione n. 12. La pongo in votazione.
(L‘Assemblea legislativa non approva)
Comunicazione
PRESIDENTE. Prima di chiudere la seduta odierna, dandovi appuntamento a martedì prossimo, devo farvi una comunicazione.
Così come ci eravamo impegnati e come vi ha detto in precedenza il Vicepresidente Bugaro, il testo, a cui era affidato il compito alla prima Commissione e all’Ufficio di presidenza, relativo alla riduzione delle spese di funzionamento dell’Istituzione regionale, sta procedendo in modo abbastanza celere. L’ultima seduta congiunta l’abbiamo fatta nella giornata di ieri, la prossima, che potrebbe essere la definitiva, verrà fatta mercoledì. Pensiamo quindi di poter andare in Aula per l’approvazione entro il 31 dicembre. (…) No, no, non è stata votata. Diciamo che fino a dove siamo arrivati ieri c’è l’accordo congiunto anche di tutti i rappresentanti dei gruppi assembleari, mancano solo due o tre punti, per cui crediamo di poter dare un parere definitivo per presentare la proposta in modo unitario mercoledì prossimo. Sicché la iscriveremo, così come ci eravamo impegnati, prima del 31 dicembre.
Io ho evitato di rilasciare dichiarazioni o fare conferenze stampa, però l’Aula era giusto sapesse che siamo in dirittura d’arrivo su un testo ampiamente concordato.
Grazie, ci vediamo martedì prossimo.
La seduta termina alle ore 13,25
La seduta inizia alle ore 10,35
Presidenza del Presidente
Vittoriano Solazzi
Comunicazioni del Presidente
PRESIDENTE. Do per letto il processo verbale della seduta n. 60 del 22 novembre 2011, il quale, ove non vi siano obiezioni, si intende approvato ai sensi dell’art. 29 del Regolamento Interno.
Comunico che:
Sono state presentate le seguenti proposte di legge:
- n. 155 in data 23 novembre, ad iniziativa della Giunta regionale, concernente: “Riordino degli enti di gestione dei parchi naturali regionali. Modifiche della legge regionale 28 aprile 1994 n. 15 (Norme per l’istituzione e la gestione delle aree protette naturali)”, assegnata alla IV Commissione in sede referente e al Consiglio delle Autonomie Locali per l’espressione del parere ai sensi dell’articolo 11, comma 4, della legge regionale n. 4/2007;
- n. 156 in data 23 novembre, ad iniziativa della Giunta regionale, concernente: “Individuazione dei limiti demografici minimi per le forme associative dei Comuni”, assegnata alla I Commissione in sede referente, al Consiglio delle Autonomie Locali per l’espressione del parere ai sensi dell’articolo 11, comma 4, della legge regionale n. 4/2007 e al Consiglio regionale dell’economia e del lavoro per l’espressione del parere ai sensi dell’articolo 4, comma 2, della legge regionale n. 15/2008;
- n. 157 in data 23 novembre, ad iniziativa della Giunta regionale, concernente: “Disposizioni in materia di risorse idriche e di servizio idrico integrato”, assegnata alla IV Commissione in sede referente, al Consiglio delle Autonomie Locali per l’espressione del parere ai sensi dell’articolo 11, comma 2, della legge regionale n. 4/2007 e al Consiglio regionale dell’economia e del lavoro per l’espressione del parere ai sensi dell’articolo 4, comma 2, della legge regionale n. 15/2008.
E’ stata presentata la seguente proposta di regolamento interno:
- n. 3/11 in data 24 novembre 2011, ad iniziativa dell’Ufficio di Presidenza, concernente: “Termini per l’approvazione delle proposte di legge finanziaria e di bilancio annuale e pluriennale per l’anno 2012" (Iscritta all’ordine del giorno della seduta odierna), iscritta all’ordine del giorno dell’odierna seduta.
Sono state presentate le seguenti mozioni:
- n. 223 del Consigliere Latini “Grave arresto per la realizzazione del Parco eolico - comunità montana di Camerino”;
- n. 224 del Consigliere Latini “Agevolazione dell’accesso al credito di piccole e medie imprese marchigiane”;
- n. 225 del Consigliere Latini “Situazione servizio trasfusionale regionale”;
- n. 226 del Consigliere Latini “Treni regionali a rischio - grave situazione pendolari marchigiani”.
Il Presidente della Giunta regionale ha promulgato la seguente legge regionale:
- n. 21 in data 14 novembre 2011 “Disposizioni regionali in materia di multifunzionalità dell’azienda agricola e diversificazione in agricoltura”.
Il Presidente della Giunta regionale ha trasmesso le seguenti deliberazioni:
- n. 1475 del 7.11.2011 concernente: Art. 2 comma 2 della l.r. n. 20/2010 - Variazione compensativa al Programma Operativo Annuale 2011 approvato con deliberazione della Giunta regionale n. 1844 del 23 dicembre 2010 e sue successive modificazioni ed integrazioni - Restituzione risorse trasferite per spese di personale - Importo di euro 31.713,63;
- n. 1476 del 7.11.2011 concernente: Art. 2 comma 2 della l.r. n. 20/2010 - Variazione compensativa al Programma Operativo Annuale 2011 approvato con deliberazione della Giunta regionale n. 1844 del 23 dicembre 2010 e sue successive modificazioni ed integrazioni - Restituzione risorse trasferite per spese di personale - Importo di euro 8.453,19;
- n. 1477 del 7.11.2011 concernente: Art. 29 comma 1 della l.r. n. 31/2001 - Art. 25 comma 1 della l.r. n. 21/2010 - Iscrizione nel bilancio di previsione per l’anno 2011 di entrate derivanti da assegnazione di fondi da parte dello Stato vincolati a scopi specifici e delle relative spese - euro 109.259,00;
- n. 1478 del 7.11.2011 concernente: Art. 29 comma 1 della l.r. n. 31/2001 - Art. 25 comma 1 e 3 della l.r. n. 21/2010 - Iscrizione nel bilancio di previsione per l’anno 2011 di entrate derivanti da assegnazione di fondi da parte dello Stato vincolati a scopi specifici e delle relative spese - euro 2.188.861,68;
- n. 1479 del 7.11.2011 concernente: Art. 29 comma 1 della l.r. n. 31/2001 - Art. 25 comma 2 della l.r. n. 21/2010 - Iscrizione nel bilancio di previsione per l’anno 2011 di entrate derivanti da assegnazione di fondi da parte dello Stato vincolati a scopi specifici e delle relative spese - euro 1.539.290,45;
- n. 1480 del 7.11.2011 concernente: Art. 29 comma 2 della l.r. n. 31 dell’11 dicembre 2001 - Variazione compensativa al Programma Operativo Annuale 2011 approvato con deliberazione della Giunta regionale n. 1844 del 23 dicembre 2010 e sue successive modificazioni ed integrazioni - euro 737.840,00;
- n. 1481 del 7.11.2011 concernente: Art. 29 comma 3 della l.r. n. 31/2001 - Art. 26 comma 1 della l.r. n. 21/2010 - Variazione compensativa al Programma Operativo Annuale 2011 approvato con deliberazione della Giunta regionale n. 1844 del 23 dicembre 2010 e sue successive modificazioni ed integrazioni - euro 61.538,00;
- n. 1498 del 14.11.2011 concernente: Art. 29 comma 2 della l.r. n. 31 dell’11 dicembre 2001 - Variazione compensativa al Programma Operativo Annuale 2011 approvato con deliberazione della Giunta regionale n. 1844 del 23 dicembre 2010 e sue successive modificazioni ed integrazioni - euro 1.669.280,95;
- n. 1499 del 14.11.2011 concernente: Art. 29 comma 2 della l.r. n. 31 dell’11 dicembre 2001 - Variazione compensativa al Programma Operativo Annuale 2011 approvato con deliberazione della Giunta regionale n. 1844 del 23 dicembre 2010 e sue successive modificazioni ed integrazioni - euro 1.000.000,00;
- n. 1500 del 14.11.2011 concernente: Art. 29 comma 2 della l.r. n. 31 dell’11 dicembre 2001 - Variazione compensativa al Programma Operativo Annuale 2011 approvato con deliberazione della Giunta regionale n. 1844 del 23 dicembre 2010 e sue successive modificazioni ed integrazioni - euro 233.000,00;
- n. 1501 del 14.11.2011 concernente: Art. 29 comma 2 della l.r. n. 31 dell’11 dicembre 2001 - Variazione compensativa al Programma Operativo Annuale 2011 approvato con deliberazione della Giunta regionale n. 1844 del 23 dicembre 2010 e sue successive modificazioni ed integrazioni - euro 18.000,00;
- n. 1502 del 14.11.2011 concernente: Art. 29 comma 2 e 3 della l.r. n. 31 dell’11 dicembre 2001 - Art. 26 comma 1 della l.r. n. 21/2010 - Variazione al Programma Operativo Annuale 2011 approvato con deliberazione della Giunta regionale n. 1844 del 23 dicembre 2010 e sue successive modificazioni ed integrazioni - euro 1.242.621,40;
- n. 1503 del 14.11.2011 concernente: Art. 29 comma 1 della l.r. n. 31/2001 - Art. 25 comma 1 e 2 della l.r. N. 21/2010 - Iscrizione nel bilancio di previsione per l’anno 2011 di entrate derivanti da assegnazione di fondi da parte dello Stato e della Ue vincolati a scopi specifici e delle relative spese - euro 211.377,22;
- n. 1504 del 14.11.2011 concernente: Art. 2 comma 2 della l.r. n. 20/2010 - Variazione compensativa al Programma Operativo Annuale 2011 approvato con deliberazione della Giunta regionale n. 1844 del 23 dicembre 2010 e sue successive modificazioni ed integrazioni - Spese di personale - Importo di euro 2.550,00;
- n. 1505 del 14.11.2011 concernente: Art. 2 comma 2 della l.r. n. 20/2010 - Variazione compensativa al Programma Operativo Annuale 2011 approvato con deliberazione della Giunta regionale n. 1844 del 23 dicembre 2010 e sue successive modificazioni ed integrazioni - Spese di personale - Importo di euro 51.337,00;
- n. 1506 del 14.11.2011 concernente: Art. 29 comma 2 della l.r. n. 31 dell’11 dicembre 2001 - Variazione compensativa al Programma Operativo Annuale 2011 approvato con deliberazione della Giunta regionale n. 1844 del 23 dicembre 2010 e sue successive modificazioni ed integrazioni - euro 709.560,00;
Ha chiesto congedo il Presidente Spacca.
Prima di passare alla trattazione dell’ordine del giorno voglio salutare, interpretando il sentimento di tutta l’Assemblea, le classi V A, V B, V AM e V BM del Liceo Artistico Mengaroni di Pesaro. Agli studenti e al corpo docente va il saluto e il benvenuto in questa Assemblea legislativa da parte di tutti noi.
Mozione n 213
dei Consiglieri Marinelli, Massi, Acquaroli
“Interventi per la difesa della costa”
Interrogazione n. 514
dei Consiglieri Marinelli, Massi, Acquaroli
“Interventi di ripascimento e di difesa della costa”
(abbinate)
(Discussione e votazione)
PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca la mozione n. 213 dei Consiglieri Marinelli, Massi, Acquaroli, abbinata all’interrogazione n. 514 dei Consiglieri Marinelli, Massi Acquaroli.
Ha la parola, per la risposta all’interrogazione, l’Assessore Donati.
Sandro DONATI. Si premette quanto segue: che la difesa della costa nella Regione Marche viene attuata nel rispetto di leggi statali (d.lgs n.163/2006) e regionali l.r. n.15/2004 che prevedono che all’esecuzione delle opere pubbliche provvede il Soggetto attuatore (Regione-Comune); che per l’intervento in questione con l’assegnazione del finanziamento al Comune di Porto Recanati è stato individuato come soggetto attuatore lo stesso Comune; che il Comune di Porto Recanati con DDS n8/POP_09 del 27 gennaio 2009 ha avuto assegnato un importo 1,0 M€ per interventi di difesa costiera; che il Comune di Porto Recanati per l’attività di progettazione si è avvalso degli uffici regionali competenti; che, anche a causa delle mareggiate verificatesi durante la stagione invernale 2010-2011 ed in considerazioni allo stato di priorità degli interventi, il Comune di Porto Recanati, soggetto attuatore degli interventi relativamente al finanziamento assegnato, ha chiesto alla Regione Marche di redigere un progetto urgente per la ricostruzione della spiaggia sul litorale di Scossici per un importo complessivo di circa 0,6 M€; che la Regione Marche, PF Difesa della Costa, ha elaborato un progetto esecutivo per l’importo stabilito di 0,6 M€ che prevede il conferimento di 35 mila metri cubi di sabbia e ghiaia in un tratto confinato del litorale di Scossici della lunghezza di circa 1,0 Km con una previsione progettuale di circa 35 metri cubi a metro lineare. Tale dimensioni di ripascimento, sebbene inferiore a quella attuata con successo nella limitrofa località di Martelli di Numana, è stata ritenuta dai progettisti sufficiente ed efficace alla dimensione minima di ricostruzione della spiaggia; che durante lo scorso mese di giugno sono stati parzialmente eseguiti i lavori di ripascimento, con un avanzamento medio della linea di riva di oltre 20 ml, con grande soddisfazione degli operatori locali, e dell’Amministrazione Comunale; che i lavori di cui sopra sono stati eseguiti solo parzialmente, nel mese di giugno, in considerazione dell’ormai avviata stagione turistico balneare e l’importo dello Stato di Avanzamento Lavori, eseguiti a tutto il 24 giugno 2011, ammonta ad € 353.603,01 e non a 600 mila come asserito nell’interrogazione cui si risponde.
L’accordo di Programma, stipulato tra la Regione Marche ed il Ministero dell’Ambiente, prevede uno stanziamento complessivo per il Comune di Porto Recanati, pari a circa 7 milioni di Euro, da cui si sono stati stralciati i fondi per i lavori affidati. Per quanto attiene alla restante cifra assegnata al Comune, si rappresenta che il progetto dell’intervento è stato affidato al Ministero infrastrutture e trasporti, Ufficio opere marittime di Ancona ed è in fase di redazione.
I lavori verranno affidati dal Comune di Porto Recanati entro il prossimo anno 2012.
Relativamente invece ai quesiti posti con l’interrogazione n. 514 di cui all’oggetto, si rappresenta quanto segue.
Non risponde al vero che “intervento di ripascimento effettuato nello scorso mese di giugno nella spiaggia di Scossicci è stato vanificato già dalle prime mareggiate del 10 e 11- ottobre scorso”.
Infatti, dalla documentazione fotografica, dagli articoli comparsi sulle stampa locale successivamente alla mareggiata richiamata ed ancor più dalle note di rassicurazione inviate da alcuni operatori locali (documentazione in possesso dell’Assessorato e disponibile per la consultazione), si evince come non corrisponda al vero quanto asserito dai Consiglieri firmatari dell’interrogazione riguardo alla paventata erosione e fallimento dell’intervento “parzialmente” eseguito.
Si rappresenta, inoltre, che la mareggiata, ancora più violenta, dei giorni scorsi non ha provocato alcun fenomeno erosivo del tratto di litorale in questione, ma esclusivamente un modestissimo spostamento longitudinale del materiale lungo la falcata litoranea :interessata.
Gli interventi di ripascimento posti in essere dalla Regione Marche, di dimensioni fisiche ed economiche tecnicamente compatibili, hanno fino ad ora dato risultati più che soddisfacenti e con effetti duraturi tali da superare con estrema tranquillità mareggiate anche di eccezionale entità. Si veda ad esempio gli interventi di ripascimento con sabbie e ghiaie recentemente realizzati nei limitrofi Comuni di Sirolo e Numana.
Inoltre è necessario chiarire il termine “duraturo” in quanto, come si evince nel documento di cui ai successivi punti, la Regione Marche nei cinque anni di attuazione del Piano ha realizzato circa 30 Km di scogliere distaccate di cui solo 3 di nuova costruzione ed i restanti 27 Km con tipologia di intervento di modifica, spostamento e manutenzione di quelli esistenti. Questo a dimostrare che qualsiasi intervento ha insito il concetto di manutenzione in cui è necessario stabilire il termine minimo di intervento, in funzione dell’investimento sull’opera (a grande investimento corrisponde piccola manutenzione).
Tutti gli interventi di ripascimento realizzati dalla Regione Marche negli ultimi anni vengono costantemente monitorati, sia per constatarne valutarne l’efficacia, sia per una programmazione di eventuali opere di manutenzione, sia ordinaria che straordinaria. Il monitoraggio effettuato dalla Regione Marche è effettuato attraverso immagini satellitari (sistema Word Vew 2) e da un avanzatissimo sistema di video monitoraggio (web-cam) con interpretazione della linea di costa consultabile anche dall’esterno.
Gli uffici tecnici preposti alla difesa della costa aggiornano continuamente, con studi adeguati, le tecniche da adottare, proprio al fine di evitare spreco di risorse finanziare.
Inoltre gli interventi eseguiti hanno rispettato rigorosamente la condizione costi/benefici in relazione alla disponibilità finanziaria, nonché le scelte dio priorità sono state indirizzate verso situazioni di grande interesse e minima spesa.
Vi ricordo che a fronte di una previsione di spesa di Piano di 180 milioni di euro, ad oggi la spesa sostenuta ammonta a circa 60 milioni.
Sullo stato di attuazione della difesa della costa è stato relazionato alla quarta Commissione assembleare in occasione di un incontro tenutosi il 16 marzo u.s. a San Benedetto del Tronto, cui è stato dato ampio risalto sulla stampa e televisione regionale. Comunque l’Assessorato rimane a completa disposizione per ogni iniziativa che il l’Assemblea legislativa regionale voglia intraprendere riguardo lo stato di attuazione e programmazione.
Riguardo le tecniche innovative gli uffici regionali sono in stretto contatto con le analoghe strutture nazionali ed internazionali attraverso progetti comunitari condivisi e seguono con grande attenzione ogni possibile innovazione che il mondo scientifico propone al riguardo.
Allegati (documentazione fotografica post mareggiata, articolo stampa, note tre operatori locali) depositati agli atti.
PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno, il Consigliere Marinelli.
Erminio MARINELLI. L’intento della mozione e dell’interrogazione, da me presentate insieme ai colleghi Massi e Acquaroli, non è quello di presentare periodicamente uno stucchevole intervento sulla costa, sul dissesto o sul ripascimento, ma è per quell’input partito nella riunione dei Capigruppo in quanto c’era la necessità di capire - e in parte l’abbiamo capito adesso, Assessore, ad esempio abbiamo saputo del ripascimento di giugno, che tutto sommato ha retto abbastanza bene, a seguito delle mareggiate di ottobre – quali potevano essere le varie possibilità di intervento. Ossia c’era la necessità, sollecitati dalle parti interessate del luogo e stimolati dai Capigruppo e dal Presidente Solazzi, di avere un quadro completo degli interventi tecnici fatti sul nostro territorio.
Conosciamo benissimo il dissesto del nostro territorio, sappiamo che le coste sono tutte a rischio, sappiamo che abbiamo pochissime risorse, quindi, visto che in questa fase la politica finalmente ha dimostrato di essere intelligente, è riuscita a trovare risorse economiche, vogliamo sapere se queste risorse vengono utilizzate nella giusta maniera e se gli interventi sono fatti in modo giusto.
Ora non voglio parlare del ripascimento dal punto di vista tecnico o di altre cose, voglio invece invitare il Presidente della quarta Commissione Giancarli, la cui disponibilità, sensibilità e competenza è riconosciuta da tutti, di farsi carico di convocare l’ufficio tecnico per vedere se questo intervento è fattibile a Porto Recanati, a Civitanova, a Fano e così via. Quali sono gli interventi migliori da fare? Economicamente qual è la differenza?
Noto che l’ufficio tecnico per la prima volta ha risposto in maniera abbastanza precisa e forse anche in modo un po’ seccato. Io non voglio fare la cresta a nessuno, dico però, visto che noi politici siamo sempre sui carboni ardenti, ci vengono date sempre mille responsabilità, bene, adesso occorre che anche la parte tecnica si assuma le proprie responsabilità. I 7 milioni non devono essere dispersi inutilmente. Per cui la parte tecnica si deve assumere le proprie responsabilità relazionando alla quarta Commissione – se il Presidente Giancarli è d’accordo - sulle cose da fare, sulle diverse possibilità di intervento, su ciò che è meglio fare, sulle diverse situazioni economiche. E’ inammissibile, ripeto, buttar via una serie infinita di risorse, sopratutto ora che stiamo attraversando un periodo di grande difficoltà.
Questa era dunque l’anima di questa mozione e di questa interrogazione; poi il Presidente, convocherà o magari dirà qualche cosa ai Capigruppo, ecc.. Ma in ogni caso la politica ha fatto intanto il suo dovere, Assessore, gliene do atto, quindi ora la parte tecnica deve fare altrettanto. Lì ci sono persone con professionalità e capacità, sono pagate per fare il proprio lavoro e quindi devono anche assumersi le loro responsabilità.
Presidenza della Vicepresidente
Paola Giorgi
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Zaffini.
Roberto ZAFFINI. Con questa mozione viene richiesta una convocazione speciale su questo tema. Un tema che noi denunciamo da anni. E’ infatti palese che c’è stata negligenza da parte della pubblica amministrazione, sia riguardo agli interventi urgenti da mettere in atto, sia per una mancata capacità di affrontare più in generale il problema dell’erosione delle nostre coste.
Voglio qui ribadire che i soldi ci sono, 3,2 milioni di euro per la zona di Fano e 7 milioni per la zona di Porto Recanati, però ci sembra di capire che ancora si vada molto a rilento. Peraltro con il rischio, se non appaltati entro fine anno, che il Cipe dirotti queste risorse per altri interventi. Quindi, veramente, diamoci una mossa, una volta che i soldi ci sono facciamo almeno vedere che sappiamo utilizzarli.
In questo momento di crisi economica è importante si capisca che per una regione come la nostra, ove il turismo probabilmente è l’unica risorsa sicura, la protezione delle coste è un bene di indotto notevole. L’80% dei turisti nelle Marche ci viene proprio perché abbiamo le spiagge. Quindi da parte della Regione ritengo sia un dovere fondamentale investirci dei soldini, che forse sono anche pochi.
Se sfoglio ad esempio i progetti mirabolanti della Svim mi si accappona la pelle, vedo tutti progetti attinenti il nostro mare Adriatico, ad esempio c’è il progetto Portus, il progetto Marinas, il progetto Isi, il progetto Poli locali e sviluppo gestione integrata delle Coste, il Vap. Ebbene, di tutti questi benedetti soldi che possiamo intercettare dall’Europa ce ne fosse uno attinente alla difesa delle nostre coste e quindi a difesa della nostra attività predominante, appunto il turismo, molto cospicua da un punto di vista dell’indotto.
E questa è un’accusa nei confronti della Regione per il fatto, appunto, di aver trascurato forse un po’ troppo quello che poteva essere, anche da un punto di vista europeo, il recepimento di fondi al fine di poter agire con una progettazione a difesa delle nostre coste.
Tra l’altro sulle tecniche ci sono anche delle novità, basta andare su internet per vederle, bene, sperimentiamole, ci sono tecniche nuove che potrebbero essere magari anche risolutive
La Romagna ha deciso di fare i ripascimenti, perché dopo trent’anni ha visto che le scogliere non potevano garantire una protezione definitiva, molte spiagge sono andate comunque in erosione. Quindi ha adottato dei ripascimenti cospicui (800 milioni di metri cubi). Però c’è una differenza, ossia, in questa regione i concessionari di spiaggia non vivono con quel terrore a cui sono invece sottoposti i nostri. Perché? Perché i nostri concessionari pur sapendo che il ripascimento magari si farà poi però non sa mai quando questo potrà avvenire, mentre in Romagna il ripascimento è costante, c’è uno studio continuo affinché chi opera in questo settore – ripeto, un settore che per noi è importantissimo - possa avere la dovuta tranquillità economica.
Quindi chiediamo un’attenzione sicuramente maggiore da parte della Regione riguardo la protezione delle nostre coste attraverso interventi costanti, inoltre che anche i tecnici facciano finalmente il loro lavoro.
PRESIDENTE. Ha la parola il Presidente Giancarli.
Enzo GIANCARLI. Colleghi Consiglieri, ho ascoltato con attenzione la risposta dell’Assessore Donati come pure gli interventi dei Consiglieri Marinelli e Zaffini. Voglio ringraziare il Consigliere Marinelli per le parole che ha speso nei miei confronti, ma sopratutto voglio rimarcare l’invito che egli ha fatto, un invito che credo la quarta Commissione sarà ben lieta di accogliere. La Commissione è già convocata per il prossimo giovedì, quindi dopodomani, pertanto in quella sede affronteremo anche questo aspetto. Noi siamo abituati a concordare le date, i punti da inserire agli ordini del giorno, le sedi delle riunioni, viviamo cioè la Commissione come un laboratorio, quindi di questa riunione giovedì ne parleremo, ma penso saremo tutti d’accordo sul promuoverla. Peraltro, lo ricordava anche l’Assessore Donati, la quarta Commissione su questo tema si era già riunita a San Benedetto del Tronto; con noi erano presenti anche alcuni colleghi che non sono componenti della Commissione, i Consiglieri Perazzoli e Trenta.
Quindi, compatibilmente con le date e con il lavoro della Commissione stessa, sicuramente ci riuniremo ed ovviamente concorderemo anche con il Servizio. Dovrà infatti essere una riunione sopratutto dal carattere tecnico operativo, e quindi sarà il Servizio che dovrà relazionare in merito agli interventi e alle risorse disponibili ecc..
Ma sopratutto dovremmo guardare, oltre al lavoro svolto, anche a quello che pensiamo di pianificare, di realizzare per il futuro. Senza però perdere di vista, oltre agli interventi diretti sulla costa, la funzione del territorio. Ritengo che questa riunione potrà anche servirci verso la costruzione e il raggiungimento di quell’obiettivo che solo pochi giorni fa abbiamo sottolineato con forza in quest’Aula, cioè la legge organica sul governo del territorio; il governo del territorio e una gestione corretta dei fiumi può senz’altro aiutarci a difendere la costa.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Marangoni.
Enzo MARANGONI. Ho apprezzato molto gli interventi equilibrati dei Consiglieri Marinelli e Giancarli. Credo occorra fare una seria riflessione sugli investimenti fatti per i ripascimenti. Uno studio accurato, confortato da tecnici ed esperti, da parte della Commissione ed eventualmente dell’Aula, credo sia gradito a tutti.
Conosco molto bene la zona di Scossicci di Porto Recanati e anche l’attigua zona di Marcelli di Numana, che frequento in quei pochi giorni di mare che faccio nel mese di agosto, per cui penso si debba riflettere sul fatto che in una sola notte 600 mila euro – 600 mila euro! - spesi per il ripascimento di Scossicci sono stati spazzati via dal mare.
Ma non c’è nessuna colpa, per carità, non è una negligenza della Giunta, ma comunque ritengo debba farci riflettere sulla validità o meno – che non siamo certo noi a deciderla, devono essere gli esperti, i tecnici, gli studiosi del settore – dei ripascimenti.
Tra l’altro è anche inutile che continuiamo con il solito campanilismo a litigare se farli magari a Porto Recanati piuttosto che a Fano o altrove, non risolveremo il problema né da una parte né dall’altra. E la nostra costa è completamente diversa da quella romagnola, Consigliere Zaffini, lì magari funziona perché si cammina per chilometri verso il largo continuando sempre a toccare il fondo, mentre la nostra costa in certi tratti è immediatamente alta. Ma questo ce lo devono dire gli esperti, non certo noi, non improvvisiamoci tali.
Dobbiamo quindi assolutamente riflettere su come non sprecare più soldi, dobbiamo riflettere sul fatto che con poche mareggiate vengono spazzati via. Altrimenti saremo sempre a rincorrere senza risolvere mai il problema. Se non quello di fare bella figura magari alla vigilia della stagione turistica per scopi, da una parte e dall’altra, puramente elettorali, cercando di tener buoni i bagnini e gli operatori balneari, il turismo, ma poi passata la mareggiata, il turno, siamo sempre lì e abbiamo sprecato risorse.
Quindi l’auspicio che faccio, come hanno detto anche i Consiglieri Giancarli e Marinelli, è che si proceda con uno studio serio ed accurato di quello che si può fare, smettendola di buttare via soldi in opere che non servono né a Scossicci, né a Marcelli di Numana, né a Fano, né altrove. Quindi un invito a trovare una soluzione che sia duratura e che consenta di non sprecare i soldi dei cittadini.
Presidenza del Presidente
Vittoriano Solazzi
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere D’Anna.
Giancarlo D’ANNA. Io sono qui dalla scorsa legislatura quindi posso dire che anche allora questo argomento è stato trattato più volte sia attraverso interrogazioni o con mozioni sia con proposte varie, quindi evidentemente non si è trovata una soluzione per un problema che, tra l’altro, non riguarda solo la zona interessata dalla mozione che stiamo discutendo bensì l’intera regione.
Pertanto credo sia opportuno, al di là delle iniziative di questa mattina, verificare quali siano le opportunità che ci offre la tecnologia. Infatti, come è stato detto, possono esserci soluzioni diverse. Ad esempio come quella adottata dall’Emilia Romagna, ovvero il ripascimento, modalità che in parte adottiamo anche noi lungo le nostre coste, che è un intervento utile in determinate zone mentre in altre no. Sicuramente l’impatto visivo è diverso. Personalmente io sceglierei il ripascimento perché non trova di fronte a sé quell’ostacolo che in alcune situazioni è veramente antiestetico. Però possono esserci anche delle soluzioni alternative. In altri Paesi hanno creato ad esempio dei reef, cioè delle barriere coralline artificiali che impediscono al moto ondoso di intervenire sulla costa in modo grave.
Non c’è ombra di dubbio che da noi stiamo pagando per tutta quella serie di scelte sbagliate fatte in passato. I fiumi non trascinano più a valle verso il mare i detriti che hanno consentito la formazione di spiagge, alcuni manufatti (come da esempio porti) hanno creato delle barriere e poi un particolare moto ondoso ha provocato lo svuotamento di alcune spiagge o la creazione di altre.
Dunque penso sia opportuno, oltre che dedicare una seduta assembleare a questo argomento, analizzare, fare un confronto sulle soluzioni che sono state adottate sia in altre regioni italiane che all’estero.
Però poi alla base di tutto c’è anche il discorso dell’intervento economico, che non è indifferente. In più occasioni ho avuto modo di parlare con i tecnici, ebbene, per rimettere in sicurezza la costa marchigiana bisognerebbe rimuovere quasi tutte le scogliere dopodiché prevedere un piano organico completamente diverso. Appunto perché, come dicevo, nel corso dei decenni si sono fatti sempre degli interventi tampone. C’era una vecchia pubblicità dei rubinetti che faceva vedere che si chiudeva una falla e se ne apriva un’altra, ecco, così è accaduto con il ripascimento, come appunto tutti verifichiamo sui territori in cui viviamo.
Dunque è giunto il momento di fare un discorso organico. Un discorso organico che preveda anche il coinvolgimento delle Ferrovie dello Stato. Sapete, infatti, che sopratutto nelle situazioni di emergenza le Ferrovie intervengono con dei mezzi propri a tutela della linea ferroviaria. Programmare allora con le Ferrovie una serie di interventi potrebbe sicuramente ridurre i costi, che appunto potranno essere divisi tra Ferrovie e Regione, come pure meglio individuare provvedimenti che possano limitare i danni causati dall’erosione marina.
Invito pertanto anche l’Assessore Donati a fare un incontro specifico, ripeto, non solo con i tecnici della Regione Marche, ma anche con quelli di altre Regioni. Valutare e mettere a confronto le soluzioni adottate da altri può essere sicuramente utile per trovare, mi auguro, una soluzione definitiva.
Il turismo balneare è per noi uno dei punti di forza del turismo nel suo complesso, ma ovviamente vi è coinvolto anche l’aspetto ambientale che va sicuramente tutelato.
Voterò quindi a favore di questa mozione, suggerendo agli estensori della stessa di sopprimere al punto 3) le parole “litorale di Porto Recanati” e sostituirle con “litorale delle Marche”.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Bucciarelli.
Raffaele BUCCIARELLI. Ho ascoltato con molta attenzione la risposta dell’Assessore Donati. E che questo tema sia di grande importanza lo dimostra anche il fatto che su di esso, ora come in passato, intervengono tanti Consiglieri.
Non me ne voglia, Assessore, ma io penso che ci sia un problema di metodo, prima che di merito. Un ufficio che scrive nella risposta che non risponde al vero che l’intervento ecc. ecc., cioè che non risponde al vero quanto affermato da un Consigliere, ecco, è un metodo che credo ponga un problema di rapporto tra gli uffici e l’Assemblea legislativa regionale, il legislatore. Dire da parte degli uffici che quello che dice un Consigliere, chiunque esso sia, non è vero significa quasi dargli del bugiardo. E questo è inammissibile! E non è, come dire, una critica che faccio sul piano politico, è il metodo che critico.
Invece nel merito direi che l’esperienza qualcosa dovrà pur insegnarci. Se i Consiglieri ogni anno presentano interrogazioni e mozioni su questo problema, se ad ogni mareggiata c’è chi chiede lo stato quasi di calamità naturale, evidentemente i provvedimenti adottati hanno dimostrato di non essere idonei. Mi sembra lapalissiano.
Condivido l’approccio del Presidente della quarta Commissione di quando dice che è un tema che va trattato a più largo raggio, che attiene al governo del territorio; penso alla legge che abbiamo rinviato sulla gestione dei fiumi e a quanto questi oggi siano impossibilitati a portare ghiaia e rena negli arenili e quindi fare un ripascimento naturale, visto che quello artificiale viene considerato, checché ne dicano gli uffici, uno strumento non risolutivo. Anzi, che non venga accettato come metodo di salvaguardia delle nostre spiagge lo dimostra anche l’ultima assemblea tenutasi...
PRESIDENTE. Mi scusi, Consigliere Bucciarelli. Consiglieri, non si riesce a seguire l’intervento, se dovete parlare vi prego di uscire dall’Aula, grazie.
Raffaele BUCCIARELLI. Grazie Presidente. Dicevo che il fatto che il ripascimento così come realizzato finora non sia risolutivo della salvaguardia delle spiagge lo dimostra anche quanto avvenuto nell’ultima assemblea di Portonovo convocata dagli operatori turistici alla presenza degli uffici regionali, ove quest’ultimi sono stati sistematicamente, come dire, bacchettati. Tanto è vero che è apparso sulla stampa che un rappresentante del Governo regionale si è sentito offeso, ha detto “difendete la mia dignità professionale”.
E’ evidente, quindi, che dobbiamo cambiare strada. Io non sono un tecnico, non so quale possa essere lo strumento migliore per intervenire, ma di certo dovremmo dare un giudizio anche su chi per tanti anni ha operato senza ottenere risultati soddisfacenti.
Nella risposta stessa viene detto che gli uffici regionali monitorano continuamente il loro lavoro, quasi a dire “guardate, stiamo facendo il nostro dovere tutto l’anno e quindi sfondate una porta aperta”. Così come quando si dice che un intervento abbisogna di manutenzione. Certo, ma una cosa è fare manutenzione ad una scogliera, cosa che avviene ogni dieci anni, altra cosa è fare manutenzione a un ripascimento che poi con la prima mareggiata viene cancellato, con danni, peraltro, anche alla biodiversità marina; mi riferisco in particolare alla baia di Portonovo.
Voterò a favore di questa mozione. Sono contento che il Presidente Giancarli ha dichiarato di voler convocare una riunione per la discussione di questa tematica. E credo che questa discussione, Presidente, debba avvenire tenendo presente anche il quadro europeo. Per la salvaguardia delle coste non basta più parlare di quello che facciamo noi, bisogna guardare a ciò che sta avvenendo anche a livello più ampio.
In un periodo come questo di grandi ristrettezze economiche buttare a mare ogni anno centinaia e centinaia di migliaia di euro grida veramente vendetta, non è più sopportabile, e non lo è più neppure da parte degli operatori turistici.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Acquaroli.
Francesco ACQUAROLI. Intanto voglio ringrazio la quarta Commissione. Come ha ricordato l’Assessore Donati, il Presidente Giancarli già qualche mese fa in una seduta speciale, con la presenza anche dei tecnici della nostra Regione, a San Benedetto del Tronto ha affrontato in maniera abbastanza approfondita questa problematica che affligge sia le nostre coste come pure le casse della Regione. Una problematica che periodicamente per le emergenze che si creano mette in crisi il territorio e anche quest’Aula.
Ma sicuramente queste ripetute emergenze testimoniano qualche errore fatto dalla politica negli anni passati.
Inviterei allora tutti i principali attori di questa discussione, dal Governo della Regione all’Aula, fino ai tecnici che si sono occupati dell’erosione della costa, ad abbandonare una visione ideologica rispetto alla giusta soluzione da perseguire. Secondo me la soluzione migliore è quella che si spalma di più con le esigenze economiche e finanziarie che viviamo, con le priorità presenti sul territorio e con le continue emergenze che si verificano.
Anch’io proporrei di fare una seduta dell’Assemblea legislativa dedicata a questo tema, dove, con la presenza anche dei tecnici e dei funzionari dei dipartimenti interessati, potremo parlare di soluzioni pratiche, individuando anche, perché no, delle priorità di intervento.
Spesso nella fase della programmazione è venuta meno, almeno apparentemente, l’individuazione appunto delle priorità. Penso ad esempio a quegli insediamenti residenziali in alcune delle zone del nostro litorale che sono a ridosso della battigia, case cioè di privati cittadini che in questi anni non sono state mai tutelate. E’ una situazione, questa, che balza agli occhi. Ecco, se non si difende almeno il diritto di una proprietà privata, acquisita sicuramente con sacrifici e peraltro costruita con l’autorizzazione della pubblica amministrazione, bèh, non so cos’altro dovremmo difendere.
Altra priorità è la difesa delle infrastrutture. Nello scorso inverno, ad esempio, le mareggiate hanno messo a repentaglio il tratto ferroviario nel comune di Porto Recanati e Porto Potenza Picena.
La terza priorità è sicuramente la programmazione turistica e balneare dei nostri comuni. E qui voglio fare una critica. C’è stata una tendenza negli anni scorsi ad autorizzare una massiccia e non controllata presenza di spiaggia balneabile, quindi non creando quell’equilibrio a difesa delle strutture esistenti e creazione di nuove, nella difesa degli spazi esistenti e nella individuazione di nuove aree dove poter far nascere attività turistiche. Ebbene, credo che questo sia stato il più grande difetto, la più grande colpa della politica in questi anni. Perché non avendo individuato delle priorità, non avendo programmato in maniera seria le aspettative dei territori, ha poi lasciato ai Comuni, agli enti inferiori e alle categorie la possibilità di intervenire come volevano.
Io sicuramente non avrò una visione globale della nostra regione, ma per quel poco che ho potuto vedere riscontro che ci sono state delle linee programmatiche deboli da parte di questo Ente.
Il ripascimento è sicuramente una tecnica che non mi appassiona più di tanto, però, come ho detto all’inizio, non voglio prendere una posizione ideologica. Credo che il ripascimento possa essere un ottimo strumento per difendere le coste quando vi sono le risorse finanziarie ingenti e quando ci sono dei tempi certi di intervento. Quando invece ci sono delle emergenze e si continua ad annunciare un’iniziativa di ripascimento, ecco, penso risulti ormai agli occhi di tutti l’inefficacia di questo strumento. A volte rispetto alle priorità da perseguire per le emergenze sul territorio si assume quasi una posizione di testardaggine nel continuare appunto ad individuare, ad utilizzare lo strumento del ripascimento come risolutivo.
Secondo me il ripascimento non è risolutivo, nella linea teorica poteva anche esserlo, ma poi non lo è stato nella realtà dei fatti.
Il ripascimento va quindi utilizzato quando ne sussistono i presupposti e quando ci sono i finanziamenti. Inoltre vanno individuate delle strategie e vanno individuati dei fondi a cui accedere, affinché questa iniziativa, che magari può essere più risolutiva di altre, sia possibile attuarla sia per le nostre casse che per i nostri territori.
Ovviamente voterò a favore di questa mozione, non solo perché ne sono uno dei firmatari, ma perché da un anno e mezzo sono fautore di questa problematica, anche perché il territorio da cui provengo ne è particolarmente colpito.
Chiedo pertanto al Presidente della Commissione, con il quale abbiamo spesso parlato di questa situazione, e all’Assemblea di dedicare una seduta a questa tematica, affinché su di essa si possa chiudere in maniera definitiva il dibattito, affinché si possano individuare dei percorsi precisi e poter avere finalmente in questo contesto un confronto anche con i tecnici.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Cardogna.
Adriano CARDOGNA. Io devo dire che non so ancora se voterò a favore di questa mozione.
In Conferenza dei Capigruppo mi sembra avessimo raggiunto un accordo, avevamo parlato - senza voler dettare agende a nessuno nelle nostre prerogative - di una quarta Commissione aperta ai tecnici ecc. ecc., ma avevamo anche preso in considerazione – ma forse sono rimaste solo parole -, come peraltro avevamo detto anche già tempo fa, l’utilità di una seduta assembleare dedicata al tema. Proprio perché il coinvolgimento di moltissimi Consiglieri sull’argomento faceva ben sperare sul livello di attenzione di questa Assemblea per le questioni del nostro territorio, siano esse a difesa della costa o del suolo. Devo dire, peraltro, che successivamente al disastro avvenuto nel marzo scorso questa Assemblea aveva raggiunto un livello di consapevolezza e di condivisione alta sopratutto sui motivi che causano quegli effetti.
Quindi io sono senz’altro per questi appuntamenti, per questi momenti. Per cui se è proprio necessario, ossia affinché questa Assemblea, la Commissione, si impegni a realizzare questi appuntamenti, io la mozione la voterò, non c’è problema, però se ci fosse anche un impegno da parte del Presidente dell’Assemblea oggi…Mi scusi, Presidente Solazzi, richiamerei la sua attenzione perché è una cosa che la coinvolge direttamente.
PRESIDENTE. Ha ragione. Prego.
Adriano CARDOGNA. Stavo dicendo, Presidente, che io eventualmente questa mozione la voto senza problema, ritengo sia utile e giusto arrivare a questi appuntamenti, ma voglio anche chiedere se era possibile un impegno del Presidente dell’Assemblea legislativa per una seduta aperta sul tema difesa della costa. Secondo me è la cosa che meglio può interpretare la volontà espressa più di una volta da questa Assemblea.
Ringrazio inoltre tutti i colleghi per aver operato una sospensione di giudizio sulla questione metodi e interventi sulla costa. Infatti si chiede una seduta aperta proprio per trovare un minimo comune denominatore di discussione. E inutile che continuiamo a prendere la parola per ribadire ognuno ancora una volta i nostri legittimi convincimenti. Il Consigliere Marinelli in questo è stato campione di stile, ha sospeso il giudizio proprio perché stiamo appunto chiedendo di avere un momento di confronto.
Mi preme inoltre condividere con voi, visto che stiamo attraversando un forte momento di crisi e visto che è in discussione il bilancio di previsione, un’informazione che ho e che spero sia corretta, ma eventualmente lo valuterete. Nella disponibilità dei nostri Comuni, a valere già dai bilanci 2008, 2009, 2010 e 2011, ci sono circa 4-5 milioni di euro per interventi di difesa della costa, ma molti di questi non sono ancora stati progettati.
Ecco dunque che si ravvisa una discrepanza tra l’urgenza e la necessità di fare interventi. Anche questa eventuale lentezza nella realizzazione degli interventi sarebbe una cosa da approfondire. Qual è la tempistica? In quanto tempo si potranno fare gli investimenti? Il che significa andare ad individuare delle proposte sui problemi, ma anche ipotesi di lavoro, di ricchezza per la nostra comunità regionale. Vogliamo fare una verifica di tutto questo invece che discutere soltanto se faccio tifo per il ripascimento o per le scogliere? Secondo me è un elemento di grande rilevanza.
Ed è presumibilmente vero che in giro ci sono tutti questi soldi che non vengono impegnati al punto che la PF difesa del suolo non ha fatto nessuna richiesta sul bilancio di previsione 2012 per nuovi fondi. Cioè, sono così tanti i soldi in giro per questa regione ancora da investire che in un momento di crisi come questo sembrerebbe, ripeto, che la PF difesa del suolo sul bilancio non abbia avanzato richieste, in quanto sarebbe, come dire, una cosa non opportuna.
Ecco perché invito l’Assemblea nelle prossime occasioni, magari nelle Commissioni o mentre si discute di bilancio, di chiedere una verifica per vedere se le cose stanno realmente così, e se stanno così chiederne il perché, cosa cioè può fare la Regione per aumentare la capacità di spesa, per aumentare l’efficienza e l’efficacia delle risorse che ha già messo in campo.
PRESIDENTE. Se ho ben capito lei chiede di soprassedere alla votazione della mozione proposta e individuare, magari nella Conferenza dei Presidenti dei Gruppi, una seduta assembleare monotematica o comunque...(...) Sì, urgente, però bisogna che concordiamo una data insieme ai Capigruppo.
Quindi una volta esaurito il dibattito magari propongo ai proponenti di ritirare la mozione, dopodiché, se sono d’accordo i Capigruppo, stabilire una data per una seduta monotematica o comunque una seduta ove una parte sia dedicata a questo argomento. Ma questo lo valuteremo insieme.
Per cui, ripeto, prima di mettere in votazione la mozione decideremo su questa proposta del Consigliere Cardogna.
Ha la parola il Consigliere Perazzoli.
Paolo PERAZZOLI. Con una puntualità pari al susseguirsi delle stagioni di madre natura, cioè all’arrivo delle mareggiate arrivano di conseguenza anche le interrogazioni e le mozioni con cui poi si ripropongono le medesime discussioni.
L’anno scorso più o meno in questo periodo votammo una risoluzione in cui ci impegnavamo su questo tema a fare una seduta assembleare.
Ebbene, io penso che dovremmo fare le cose seriamente, non fare teatro.
Noi all’interno della Regione abbiamo delle ottime professionalità, che in questi ultimi anni hanno accumulato esperienze, certo, sia positive che insuccessi, e di questo bisogna tenerne conto.
Ritengo dovremmo lavorare per arrivare ad un aggiornamento del piano di difesa della costa, che tenga appunto conto di questi anni di lavoro, dei risultati ottenuti e quindi dove bisogna modificare.
Il piano che abbiamo – lo dico perché in passato l’ho seguito anche per ragioni professionali – individua una pluralità di interventi, dalle scogliere al ripascimento e quant’altro. Inoltre individua dei metodi per poter stabilire le priorità. Sappiamo, infatti, che per realizzare quegli obiettivi, quelle necessità sono necessarie risorse enormi che non sono nella nostra disponibilità, se non con tempi lunghissimi, sicché occorrono scelte prioritarie.
Si era pertanto stabilito che tra i criteri ci dovesse essere quello della compartecipazione degli enti locali e dei privati. Perché quando si tratta di richiedere a qualcun altro tutti ritengono le loro esigenze essere le più urgenti, non è così quando si tratta di compartecipare. In veste di segretario regionale della Confesercenti ho partecipato a riunioni ove dei Comuni di cui ancora si parla il sindaco diceva che non metteva una lira, mentre Comuni meno importanti turisticamente compartecipavano e quindi diventavano priorità. Voglio dire che se la Comunità locale oltre a rivendicare non si impegna coerentemente diventa poi difficile che tutto possa far carico sul bilancio regionale.
Vi sottolineo un altro caso. Nel comune di Fermo i privati si sono impegnati a realizzare a loro carico gran parte delle scogliere. Ma poi vengono frapposti ostacoli in continuazione acché i privati facciano un lavoro, quel lavoro che in altre parti realizza il pubblico. Noi siamo veramente alla follia!
Quindi io sono per una parziale modifica di quello che proponeva il Consigliere Cardogna.
Il Consigliere Acquaroli è stato fin troppo generoso rispetto alla riunione fatta a San Benedetto, sì, perché è stata una riunione inutile, abbiamo perso tempo. Questa è la verità! Io ho ascoltato seppure quelle cose che gli ingegneri hanno detto già le conoscevo, mentre quelli che dovevano partecipare per apprendere facevano tutt’altro. Per cui, ripeto, quella riunione non è servita pressoché a nulla.
Quindi propongo si faccia un percorso un po’ più serio. Fare una seduta di Assemblea legislativa ove rifacciamo la passerella, ridiciamo le cose di cui siamo convinti senza però avere prima fatto uno studio, sarebbe inutile.
Impegniamo quindi la terza e la quarta Commissione – perché questi problemi hanno senz’altro anche delle valenze produttive - a fare una serie di riunioni con l’ufficio per approfondire le problematiche. Però fuori dalle conferenze stampa. Riunioni per studiare, per capire quale potrà essere l’intervento migliore da fare a Porto Recanati, a Portonovo, a San Benedetto, a Civitanova, a Pesaro, ecc.. Per capire se ci sono delle modifiche da fare. Cosicché in Assemblea legislativa potremo discutere anche sulla base di uno studio, di un ragionamento fatto seriamente. Non dobbiamo venire in Aula solo per fare interventi belli, convinti, ma che sanno sempre di teatro, fatti solo per parlare agli elettori. Dovremmo invece fare in modo che questa Assemblea legislativa alla fine si impegni coerentemente su un piano e nel porre anche le risorse necessarie.
Dunque non serve solo l’impegno del Presidente, ma anche quello dell’Assessorato e delle Commissioni. Io ritengo che una seduta specifica debba essere prima preceduta da un lavoro di approfondimento della problematica fatto in Commissione. A marzo-aprile, che è il periodo delle maggiori mareggiate, ci saranno altre interrogazioni, perché fino ad allora non cambierà niente. Allora tanto vale che facciamo un lavoro serio che non guardi alle singole mareggiate bensì ad un problema che va programmato e rimodificato. Seppure, lo voglio sottolineare, in questi anni abbiamo ottenuto comunque grandi risultati, la Regione ha investito molte risorse nonostante non ci siano più finanziamenti per la difesa del suolo.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Trenta.
Umberto TRENTA. Avrei anche voluto fare una cortesia all’Assessore Donati non intervenendo! Ma voglio ricordare al Consigliere Perazzoli una lettera del 17 ottobre 2011, protocollo riserva n. 83, riserva naturale regionale Sentina, che scrive al Servizio governo del territorio e difesa della costa della Regione Marche e all’Assessore regionale alla difesa della costa Gianluca Carrabs, il cui oggetto è “Litorale prospiciente la riserva naturale della Sentina, comune di San Benedetto del Tronto, intervento di somma urgenza”.
Ognuno quindi va avanti motu proprio.
Assessore Donati, lei è molto più intelligente, quindi gli interventi che svolge in Aula non le rendono il giusto rispetto e il giusto onore per il lavoro che sta facendo.
Lei fa bene a proseguire mantenendo fermo il timone in una direzione.
L’Italia è una penisola che ha circa 5 mila chilometri di costa e che per area omogenea ha lo stesso problema da Venezia a Bari, da Reggio Calabria a Genova, ossia tutti chiedono qualcosa alla Regione. Ci sono persone che intervengono anche privatamente facendo sacrifici per la difesa di questi tratti di costa a tutela di. Però c’è una Bolkestein che grava sulla testa di tutti.
Ecco allora che va fatto un rilievo puntuale, tecnico, scientifico in compartecipazione con tutti i titolari istituzionali delle coste. Altrimenti sono solo interventi frammentari ed episodici che nel momento dell’emergenza vanno a intaccare in maniera devastante le casse degli organismi istituzionali preposti, cioè lei, Assessore Donati.
Quindi limitiamo gli interventi di somma urgenza. Organizziamo un tavolo di concertazione, che deve passare attraverso il Presidente dell’Assemblea legislativa regionale, ma sopratutto attraverso la Conferenza Stato-Regioni, affinché il problema diventi un problema di Governo. Altrimenti, ripeto, sono solo interventi non mirati, che portano a dissipare le risorse economiche così mal utilizzate se destinate ad interventi di somma urgenza.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Binci.
Massimo BINCI. Innanzitutto voglio sottolineare che condivido lo spirito di questa mozione in quanto prende atto dello stato delle coste del nostro territorio.
Purtroppo pretendiamo di difendere in modo indifferenziato tutta la costa e di utilizzarla tutta come risorsa turistica, quando invece dobbiamo prendere atto sia degli avvenuti cambiamenti climatici, sia del fatto che in certi punti la costa, anche per gli interventi dell’uomo, subisce l’erosione e di conseguenza in altri punti lo spazio della spiaggia cresce.
Il piano di difesa della costa è stato fatto da diversi anni, quindi bisognerebbe aggiornarlo. Però non deve essere l’occasione per fare una guerra campanilistica sul dove individuare la priorità e dove assegnare le risorse, bensì per verificare se in questi anni ci sia stato un mutamento geografico, dovuto dagli eventi climatici ecc. ecc.. E se così dovesse essere quelle previsioni o la stessa fotografia della linea della costa non saranno certo più attuali. Occorre cioè andare proprio a un aggiornamento fisico delle situazioni e in base a questo riaggiornare anche le priorità.
Bisogna inoltre prendere atto che si va sempre più verso una diminuzione delle risorse. Ma questo non vuol dire che necessariamente ci troveremo più in difficoltà rispetto alla fruibilità della costa. Fino adesso gli interventi per la difesa della costa hanno portato via tantissime risorse, si sono concentrati sulle zone meno difendibili, quindi a più alto costo, mentre magari occorreva una politica – faccio un esempio ma va verificato – di non accanimento terapeutico, è cioè inutile spendere soldi su tratti di costa indifendibili ossia già erosi a causa degli interventi dell’uomo. Ad esempio si potrebbe pensare ad interventi di arretramento, ove possibile, delle strutture balneari, lasciando la costa per la fruibilità turistica, oppure spostare delle strade utilizzando quegli spazi per una diversa collocazione degli impianti turistici. Inoltre si dovrebbe anche pensare a delocalizzare quelle strutture poste in una posizione indifendibile rispetto al mare, quelle cioè che sono poste sulla battigia. Spesso si spendono tantissime risorse per difendere una sola struttura, allora iniziamo intanto a verificare quanto ci si è speso e quanto può invece costare intervenendo sul suo arretramento.
Ecco, queste sono riflessioni, sia puntuali sia di carattere generale rispetto agli effetti di questi ultimi dieci-quindici anni di cambiamenti climatici, che permetterebbero di rivedere il piano della costa, al di là delle singole questioni e dei singoli punti, ossia per ridisegnarlo prendendo atto della situazione attuale.
Rispetto ai ripascimenti o alla collocazione di barriere qualora se ne verificasse la necessità, penso che il criterio della compartecipazione ai costi diminuirebbe anche la domanda di interventi. Perché a quel punto chi non avrà veramente una necessità calzante non chiederà di fare gli interventi e automaticamente gli stessi andrebbero solo su situazioni più significative.
L’ultima questione su cui voglio farvi riflettere e per cui è necessario questo incontro, è il fatto che negli ultimi sei anni e mezzo (l’ho verificato in tutta la scorsa legislatura e l’attuale) la difesa della costa ha assorbito tutte le risorse per la difesa del territorio, e quindi non ci sono state risorse per la difesa dal dissesto idrogeologico o per la gestione e manutenzione dei corsi d’acqua.
Per cui secondo me è importante che la riflessione riguardo la parametrazione delle risorse per la difesa della costa venga fatta in parallelo con le risorse per la difesa dal dissesto idrogeologico. Faccio un esempio. Se magari non interveniamo con un sistema che contribuisca a portare i residui ghiaiosi sulla spiaggia, ecco, non riusciremo mai a fare sulla costa un intervento di tipo strutturale.
Presidenza della Vicepresidente
Paola Giorgi
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Ricci. Prego però in Consiglieri di parlare almeno sottovoce, grazie.
Mirco RICCI. Mi pare che siamo di nuovo con un’agenda di questo Paese che al primo punto ha la difesa del suolo. Ogni tanto la rimettiamo come priorità nazionale. La difesa del suolo è un grande tema nazionale e ovviamente le Marche stanno lì dentro.
Purtroppo i fatti recenti, le Marche un anno fa ed ora la Liguria e la Sicilia, ci fanno capire che se l’Italia è geologicamente fragile bisogna che quella priorità che indichiamo sempre lì in cima venga affrontata nella maniera adeguata.
Per un momento mettiamo da parte quello che ci manda il Padreterno, ossia quel cambiamento climatico che è in atto. Il nostro impegno deve essere intanto quello di costruire meglio, di fare nuove, più moderne, più adeguate leggi urbanistiche, leggi che evitino il consumo di suolo, gestire meglio l’agricoltura, gestire meglio la forestazione, aspetto, quest’ultimo, che non è marginale rispetto a ciò che accade a valle.
Poi c’è l’esperienza che abbiamo vissuto in questi anni della costa. Prima ricordavo con una battuta che nell’età Romana la Flaminia tra Pesaro e Fano passava sulle alture dell’Ardizio, non sulla costa, dove ci abbiamo fatto una strada, una ferrovia, gli stabilimenti balneari e di recente la pista ciclabile. Ma è anche ovvio che sia così
Insomma, noi dobbiamo, ripeto, costruire meglio, dobbiamo avere leggi urbanistiche diverse, occupare meno suolo, agricoltura, forestazione e corsi d’acqua.
Al di là del fatto che la Regione Marche ha un piano interessante di programmazione, di difesa della costa, ci abbiamo messo le risorse, e abbiamo risposto anche in maniera adeguata, l’impressione che ho – lo dico a chi ha presentato la mozione -, raccogliendo le indicazioni che hanno dato anche altri Consiglieri, è che si debba arrivare in terza e quarta Commissione a discutere in maniera approfondita con i tecnici, cercando di capire cosa fare anche rispetto alla nuova legge urbanistica e quella sui corsi d’acqua. Dobbiamo raccogliere elementi di conoscenza aggiornati. Dopodiché prevedere a febbraio-marzo una seduta assembleare monografica sul tema della difesa del suolo, più che sulla sola erosione costiera.
Nella primavera scorsa abbiamo dovuto affrontare i temi sull’erosione costiera, speriamo che non lo si debba rifare anche fra qualche mese, preoccupandoci di come intervenire con l’emergenza rispetto a eventi franosi delle aree interne o altro e così via.
Insomma, è un tema centrale per il Paese, è un tema centrale per le Marche.
Se la mozione venisse ritirata quel percorso che proponevano anche altri Consiglieri si potrà meglio approfondire in terza e quarta Commissione, e quindi arrivare a una discussione in Aula su argomenti più chiari e più certi. Anche in ragione di ciò che dal punto di vista normativo questa Regione si appresta a fare, cioè la legge sui corsi d’acqua, la nuova legge urbanistica e quant’altro sia possibile fare per gestire meglio il territorio delle Marche.
PRESIDENTE. Mi sembra che molti interventi siano andati nella direzione di chiedere, dopo un passaggio prioritario nelle Commissioni, una seduta assembleare monografica sul tema. Magari possiamo mettere ai voti questa proposta. Ritiriamo la mozione, si lavora, poi in quell’occasione eventualmente si propone una risoluzione che a quel punto può essere condivisa.
Ha chiesto la parola il Consigliere Acquaroli, ne ha facoltà.
Francesco ACQUAROLI. Per sottolineare che l’una non esclude l’altra. Il fatto che ci sia la volontà di arrivare al lavoro della terza e quarta Commissione e dell’Aula rispetto a questo problema non esclude la votazione oggi di questa mozione. La mozione è un impegno che chiediamo al Governo della nostra regione nell’affrontare in maniera prioritaria una situazione territoriale che sta diventando annosa e grave.
PRESIDENTE. Ha chiesto a parola il Consigliere Marinelli, ne ha facoltà.
Erminio MARINELLI. Per me va bene tutto. E’ chiaro però che se cominciamo a lavorare nelle Commissioni e in un’ipotetica seduta che non so quando si potrà realizzare, diventa difficile. La mozione è una volontà di intenti e di impegno. Forse qualche Consigliere non ne ha capito il senso. Il senso non è tanto quello su come la Regione riesce a fare il lavoro bensì sulla capacità tecnica dei vari interventi nelle singole parti del territorio.
Secondo me la mozione si deve votare e poi diamoci dei tempi stretti. D’altronde c’è anche l’impegno del Presidente Giancarli.
PRESIDENTE. Quindi i proponenti non hanno intenzione di ritirare la mozione. Ha la parola il Consigliere Ricci.
Mirco RICCI. In questo clima mi pare che la mozione si possa anche votare, non è quello il problema. Ciò che io ho voluto sottolineare è il tenere insieme le questioni. Il territorio della regione Marche è vasto, i problemi non li abbiamo solo sulla costa ma anche nelle aree interne. Quindi il tema è la difesa del suolo.
Se riusciamo, anche attraverso questa mozione, ad aprire un percorso che dopo le Commissioni trova uno spazio anche in Aula per discuterlo in maniera più approfondita, credo che la mozione si possa votare, per poi arrivare in fretta a capire anche come orientiamo le risorse nei prossimi bilanci, le prossime leggi.
PRESIDENTE. Ha chiesto la parola l’Assessore Donati, ne ha facoltà.
Sandro DONATI. Siccome la mozione riguarda solo un tratto naturalmente dobbiamo mettere tutto il litorale costiero, ossia togliere le parole riferite a Porto Recanati.
PRESIDENTE. Bene, c’è qualcuno che presenta un emendamento? Nel dispositivo al punto 3) andrebbero soppresse le parole “con particolare riferimento al litorale di Porto Recanati”.
La Presidenza attende la presentazione dell’emendamento.
E’ giunto l’emendamento alla mozione n. 213 a firma dei Consiglieri Donati, Acquaroli, Ricci Giorgi, Marinelli, Ciriaci, Carloni, che così recita: “Nella parte dispositiva, punto 3), eliminare le parole da “con particolare” a “Porto Recanati”, e sostituirle con le parole: “alle situazioni di emergenza”.
Lo pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa approva)
Mozione n. 213, così come emendata. La pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa approva)
Interrogazione n. 454
della Consigliera Malaspina
“ASUR - Acquisizione in locazione immobile ed uso ambulatori per servizi distrettuali di base sito in comune di Pedaso”
(Rinvio)
PRESIDENTE. L’interrogazione n. 454 della Consigliera Malaspina è rinviata.
Interrogazione n. 464
della Consigliera Romagnoli
“Copertura finanziaria per i lavori di somma urgenza e per le opere di ricostruzione nei territori della Provincia di Fermo, a seguito degli eventi alluvionali del Marzo 2011”
(Ritirata)
Interrogazione n. 504
del Consigliere Marangoni
“Contributi per danni dovuti a piogge eccezionali del periodo 1/3 marzo 2011; mancato riconoscimento a soggetti extra - imprenditori agricoli colpiti dalla calamità”
Interrogazione n. 338
del Consigliere Marinelli
“Danni conseguenti al maltempo dei giorni 1 e 2 marzo 2011”
(abbinate)
(Svolgimento)
PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca l’interrogazione n. 464 della Consigliera Romagnoli, che è ritirata in quanto ha ricevuto una risposta scritta, e l’interrogazione n. 504 del Consigliere Marangoni, l’interrogazione n. 338 del Consigliere Marinelli, abbinate. Ha la parola, per la risposta, l’Assessore Moroder.
Serenella GUARNA MORODER. Le due interrogazioni sono differenti, quindi darò due differenti risposte.
Riguardo dall’interrogazione n. 504 del Consigliere Marangoni è necessario precisare in maniera preliminare che la Regione ha intrapreso tutte le iniziative che è stato possibile attuare, avuto riguardo al quadro normativo vigente. Tutti i provvedimenti citati nell’interrogazione, infatti, sono sostenuti da specifiche norme di legge, nazionali o regionali.
Diverso è il discorso per quanto attiene ai danni subiti da soggetti privati; infatti la possibilità di assegnare contributi di solidarietà a seguito di calamità naturali è possibile esclusivamente quando l’evento sia stato tale da aver comportato la dichiarazione dello stato di emergenza ai sensi dell’art. 5 della legge 225/92 e la successiva emanazione di un’ordinanza del Presidente del Consiglio dei Ministri con la quale venga espressamente prevista e regolamentata tale possibilità.
Come noto per gli eventi calamitosi dello scorso marzo si è avuta la dichiarazione dello stato di emergenza lo scorso 10 marzo, ma da allora, nonostante l’impegno di tutti gli organi della Regione, non è stato possibile ottenere l’emanazione della tanto necessaria ordinanza.
La ricognizione dei danni subiti dai privati è stata effettuata nell’immediatezza dell’evento, tanto che nella documentazione consegnata alla Presidenza del Consiglio dei Ministri, già il 9 marzo scorso veniva dato conto, Comune per Comune, dell’entità dei danni subiti da soggetti privati. Il dato in questione è stato tenuto costantemente aggiornato grazie alle schede integrative trasmesse dai Comuni stessi ogniqualvolta si siano verificate nuove denunce di danni subiti.
E’ opportuno inoltre ricordare che con la deliberazione della Giunta regionale n. 878 del 20 giugno 2011 sono stati concessi contributi per l’autonoma sistemazione ai nuclei familiari evacuati.
Lo scorso 25 ottobre l’Assemblea legislativa regionale ha approvato l’aumento sino ad € 0,0578 a litro dell’imposta regionale sulla benzina che decorrerà dal prossimo primo gennaio 2012.
Ci si augura che questo nuovo e pesante sacrificio che la nostra Regione ha dovuto chiedere ai propri cittadini, compresi quelli già duramente colpiti dagli eventi in questione, possa assicurare l’emanazione dell’ordinanza, e soprattutto l’assegnazione di risorse da parte dello Stato.
Riguardo all’interrogazione n. 338 del Consigliere Marinelli bisogna partire dalla legge regionale 17 maggio 1999, n. 10 concernente il decentramento di funzioni agli enti locali, e la successiva legge regionale 25 maggio 1999, n. 13 in materia di difesa del suolo, che hanno conferito alle Province, ai Comuni e alle Comunità Montane le funzioni amministrative in vari settori di competenza regionale. Tra questi rientra la gestione dei corsi d’acqua, cui provvedono direttamente le Province e, all’interno dei centri abitati se i corsi d’acqua non sono classificati, i Comuni (anche in forma associata). Per i Comuni ricadenti nel territorio montano, l’esercizio associato di funzioni spetta alle Comunità Montane.
L’esercizio delle funzioni conferite è di norma operato dagli enti locali secondo le disponibilità recate dal bilancio regionale, stanziate annualmente nell’ambito di un fondo unico per tutte le funzioni conferite.
Gli interventi oggetto dell’interrogazione sono prevalentemente curati dalle Province; ciascuna Provincia ripartisce tra funzioni, in assoluta autonomia, le risorse assegnate dalla Regione, individuando quindi l’entità delle somme da destinare agli interventi di manutenzione ordinaria dei corsi d’acqua.
Pertanto, pur essendo reperibili i quadri riepilogativi degli stanziamenti annuali complessivi (fondo unico) destinati all’esercizio delle funzioni nel loro insieme conferite alle Province, informazioni sui riparti da queste operati tra funzioni (e in particolare per la manutenzione ordinaria dei corsi d’acqua) possono essere acquisite soltanto da tali enti.
Oltre agli stanziamenti annuali del fondo unico, la Regione promuove la pianificazione di interventi strutturali e manutentivi in occasione di programmi finanziari sostenuti da fondi comunitari o statali.
Tra questi, nell’ambito del POR-FSE Asse V (Valorizzazione dei territori), sono stati messi a disposizione degli enti locali, per interventi sulle aste fluviali, ben 10 milioni euro, di cui circa 4,5 milioni di euro effettivamente richiesti da Province e Comuni ed al momento in avanzato stato di realizzazione.
Per quanto riguarda le risorse statali, l’ultimo modestissimo finanziamento alle Regioni è stato programmato nel 2007.
Un ulteriore programma, finalizzato all’attuazione di interventi urgenti per la mitigazione del rischio idrogeologico, previsto dalla legge 191/2009 (Finanziaria dello Stato), non è stato ancora concretamente attivato dal Ministero dell’ambiente; la dotazione complessiva iniziale (1 miliardo di euro, di cui € 35.900.000 assegnati alle Marche, come da programma allegato allo specifico accordo del 25 novembre 2010) è stata progressivamente ridotta nel tempo sino ad essere stralciata nella manovra finanziaria dello Stato dello scorso settembre.
Benché la Regione Marche sia stata in grado di garantire il formale avvio, entro il 31 dicembre 2011, delle procedure di affidamento dei lavori previsti dall’Accordo (per una somma di € 17.400.000 per l’annualità 2011), non si hanno al momento notizie certe sul reale orientamento del Governo in ordine alla possibilità di riattivare, anche per stralci, il finanziamento del programma triennale sospeso con la manovra di settembre di quest’anno.
L’incostanza e l’assenza, per qualche annualità, di finanziamenti ordinari da destinare a lavori di manutenzione ordinaria dei corsi d’acqua rende evidente la difficoltà degli uffici provinciali e comunali di garantire la continuità delle manutenzioni delle aste fluviali e torrentizie.
Questi peraltro sono in fase di forte alterazione per l’eccessivo apporto da versante di materiali solido – difficilmente rimobilizzabile con piene anche non modeste – che consolidandosi per la presenza di elementi arbustivi e di alto fusto all’interno degli alvei aumentano la pericolosità del fiume.
Per quanto riguarda gli interventi di mitigazione del rischio idrogeologico per frana, negli ultimi cinque anni sono stati programmati e in buona parte eseguiti, nell’ambito dei vari filoni di finanziamento progressivamente attivati (decreti Ministero dell’ambiente, fondi CIPE, altri fondi statali), interventi per almeno 20.000.000 di euro, ancora molto al di sotto del fabbisogno, peraltro in progressiva crescita, indicato dai Piani di assetto idrogeologico (PAI) approvati nella Regione Marche.
PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno, il Consigliere Marangoni.
Enzo MARANGONI. Ringrazio l’Assessore per la risposta, che però non conforta le famiglie che hanno perso la casa o che hanno avuto danni rilevanti all’abitazione o alle automobili o altri beni. La Regione con le proprie determine è infatti intervenuta solo sui soggetti agricoli, sulle imprese agricole oppure su enti operanti nel settore sociale, mentre, ripeto, non è intervenuta sulle famiglie, che pur abitando nelle zone alluvionate, che tendenzialmente sono zone rurali, non rientrano in queste categorie.
Quindi questi sono cornuti e mazziati, oserei dire. Perché? Lo Stato non ha fatto nulla e lei dice che manca l’ordinanza e che la Regione non può far nulla. Ma quante volte la Regione è intervenuta in tanti altri casi? Quindi la Regione non fa nulla. La Provincia, che avrebbe dovuto fare la manutenzione dei fiumi (che è causa di quello che è successo), non ha fatto nulla, gli enti di bonifica non hanno fatto nulla, anzi, in questi mesi hanno mandato 40 mila cartelle esattoriali. E i Comuni possono fare pochissimo, praticamente li abbiamo abbandonati. Per cui per tutto questo non è che possiamo consolarci, ovvero che possiamo consolare le famiglie dicendo che competeva allo Stato anziché alla Regione.
Non ci siamo! Quindi da parte mia non resta che l’amarezza di questa risposta, di questo chiamarsi fuori della Regione.
L’invito è comunque a trovare qualche risorsa per ristorare le famiglie, fare un inventario preciso non solo dei costi immediati per trasferirle nei giorni successivi all’alluvione, ma anche dei danni che hanno subito le loro case, i loro beni di proprietà. Famiglie che rimangono dunque in attesa, anzi, famiglie a questo punto che nessuno ristorerà. Non resta che questa considerazione.
Ossia, se la Regione non prende in mano la cosa con uno stanziamento, a prescindere da quello dello Stato, queste famiglie le lasceremo abbandonate a loro stesse. Ecco, non è corretto da nessun punto di vista.
Quindi l’invito che faccio è studiare qualche cosa che serva a ristorare, almeno parzialmente, le famiglie per i gravi danni che hanno avuto, come è stato fatto in parte per le categorie agricole.
PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno, il Consigliere Marinelli.
Erminio MARINELLI. Io sono deluso, ma non per quello che ha detto l’Assessore, la Moroder ha dato la risposta che doveva dare – quella è e dunque quella ha detto -, bensì perché è quasi inutile presentare le interrogazioni. Stavo addirittura pensando se era il caso di fermare i lavori dell’Aula, vedo che l’attenzione è scarsa e il rumore è alto, le risposte sono sempre scontate – non da parte sua, Assessore –, molte volte non si riesce neppure – forse non ne sono capace io - a spiegare il nocciolo della questione. Prima era solo una questione tecnica poi ci siamo allargati al territorio ecc. ecc..
La domanda che ponevo era questa. Nelle nostre Marche pur nelle difficoltà ci troviamo in una situazione migliore rispetto ad altre regioni, perché oltre al maltempo e ai danni gravissimi del 1-2 marzo non abbiamo avuto altri fenomeni. Ci dobbiamo ritenere fortunati. Pensiamo ad esempio alla Sicilia o alla Liguria ove periodicamente avvengono calamità che provocano danni notevoli alle persone e soprattutto alle cose.
Nel momento in cui ci sono meno risorse dobbiamo evitare di scaricare sempre la responsabilità all’ente superiore, i Comuni alla Provincia, la Provincia alla Regione, la Regione allo Stato. Diventa solo una barzelletta. Il nostro territorio è in difficoltà.
Il Consigliere Ricci vuol fare questo grande incontro in Assemblea. Ebbene, qui tutti diciamo le stesse cose, ma abbiamo di fronte un unico elemento chiaro, ovvero che non ci sono risorse; un vecchio bel film diceva: “Non c’è una lira bambola!”.
Credo che le Province, le Comunità montane, i Comuni debbano fare qualche cosa. Perché basta andare a fare una passeggiata lungo un fiume per accorgerci di quale sia la situazione; io costantemente vado a passeggiare con il mio cane lungo il Chienti ove posso constatare come vi è una scarsa pulizia dell’alveo o in che condizioni è la parte centrale alta. Stiamo aspettando un disastro annunciato.
Siamo cioè cresciuti in maniera dissennata, non organica, c’è un’occupazione del territorio eccessiva. Noi ce ne accorgiamo forse adesso – parlo di noi del centro destra -, rispetto magari ad altri che probabilmente lo dicevano già.
Di fronte alla perdita delle persone ci sono delle responsabilità politiche e direi anche morali notevoli.
Ecco perché chiedevo alla Regione un’attenzione, una partecipazione e un impegno, seppur minimo, non soltanto verbale, sui punti critici delle nostre province, della nostra regione. Io peraltro penso che, ad esempio, i recenti danni sia materiali che umani verificatisi a Messina erano già annunciati.
Quindi la risposta dell’Assessore non mi trova d’accordo, non per il contenuto ma perché forse rende purtroppo addirittura inutile l’interrogazione stessa.
Interrogazione n. 500
del Consigliere Busilacchi
“Situazione della Casa di cura Villa Igea di Ancona”
Interrogazione n. 413
del Consigliere Latini
“Clinica privata Villa Igea - Ancona - grave situazione del personale”
(abbinate)
(Svolgimento)
PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca l’interrogazione n. 500 del Consigliere Busilacchi, l’interrogazione n. 413 del Consigliere Latini, abbinate. Ha la parola, per la risposta, l’Assessore Mezzolani.
Almerino MEZZOLANI. Con le interrogazioni in oggetto i Consiglieri Latini e Busilacchi interrogano il Presidente della Giunta regionale in ordine alla situazione venutasi a creare presso la Casa di Cura convenzionata Villa Igea di Ancona.
Al riguardo ed al fine di meglio corrispondere all’esigenza degli interroganti, appare opportuno ripercorrere i fatti fin dall’adozione della deliberazione n. 59 del 18 gennaio 2010 da parte della Giunta regionale.
Con la suddetta dgr si stabiliva l’attivazione, in via sperimentale, della disciplina di ortopedia presso la Casa di cura convenzionata Villa Igea, rinviando ad un successivo decreto, dell’allora dirigente del Servizio salute, la definizione del numero dei posti letto e del budget da assegnare alla stessa Casa di cura per lo svolgimento, nell’anno 2010, dell’attività di ortopedia.
A fine d’anno 2010 la Casa di cura Villa Igea esponeva alla Regione Marche, per l’attività di ortopedia espletata nel corso dell’anno 2010 e sulla base dell’autorizzazione di cui alla dgr 59/2010, un fatturato pari ad euro 1.800.000 circa e richiedeva un aumento del budget di circa 1.200.000 euro.
Con decreto del direttore del Dipartimento per la salute e per i servizi sociali n. 19 del 28 giugno 2011 si provvedeva ad integrare il budget di Villa Igea di 300.000 euro.
Tale integrazione del budget si è resa necessaria in considerazione delle previsioni normative di cui al Patto per la salute 2010-2012 ed al decreto legge 31 maggio 2010 n. 78 “Misure urgenti in materia di stabilizzazione finanziaria e di competitività economica” che hanno costretto ad una rivisitazione della programmazione prestazionale ed economica concretizzatasi con la dgr 17 gennaio 2011 n. 17.
Va altresì sottolineato che l’accordo sul piano delle prestazioni 2010 stipulato tra l’Asur (Zona territoriale n. 7) e la Casa di cura Villa Igea prevede, in ordine all’attività di chirurgia ortopedica, che “il fatturato dell’attività di ricovero della Casa di cura sia gestito attraverso un meccanismo osmotico, tra l’ortopedia e le altre discipline, in modo che non possa superare il budget di cui sopra. Salvo conguaglio da effettuarsi in sede di definizione del budget specifico di ortopedia”.
Tutto ciò premesso non si vede come possa attribuirsi alla Regione Marche la responsabilità dei licenziamenti di personale effettuati dalla Casa di cura Villa Igea nella considerazione che: la Casa di cura ha deciso autonomamente-di effettuare prestazioni di chirurgia ortopedica fino a 1.800.000 euro circa di fatturato; il budget della Casa di cura per l’anno 2010 è stato aumentato di 300.000 euro rispetto al budget 2009; il personale licenziato non è stato assunto in previsione dell’eventuale aumento di budget conseguente all’attività di chirurgia ortopedica, ma era in servizio già da qualche anno.
La Regione Marche ha fatto tutto ciò che era in proprio potere per venire incontro alle urgenze della Casa di cura Villa Igea tenuto conto della grave situazione finanziaria che il Paese, e con esso la nostra regione, sta attraversando.
Preme infine assicurare che da parte nostra ci sarà il massimo sforzo, nonostante le evidenti ed oggettive difficoltà, soprattutto di carattere economico, per salvaguardare i livelli occupazionali ed assicurare la qualità delle prestazioni rese.
PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno, il Consigliere Busilacchi.
Gianluca BUSILACCHI. Ringrazio l’Assessore per la risposta. Siamo in una fase storica dove in tutte le attività in cui c’è una regolazione del sistema del mercato del lavoro non stringente poi si rischiano dei comportamenti che possono provocare licenziamenti. Per cui è opportuno intervenire con una regolamentazione più stringente. Lo abbiamo visto la scorsa settimana sul caso della Best e adesso, in una situazione del tutto diversa, lo vediamo anche sul caso di Villa Igea.
Come ha ricordato l’Assessore, il problema nasce da questa deliberazione della Giunta che non avendo assegnato un budget specifico ha fatto sì che questa Casa di cura procedesse in condizioni di sovraccarico di lavoro, andando appunto a extrabudget.
So che c’è un ricorso al Tar della Casa di cura. Ma sono d’accordo con l’Assessore che la Regione non ha responsabilità per i licenziamenti. Però la mia richiesta, Assessore, è che in questi casi dovremmo cercare di operare con una regolamentazione stringente in modo che i soggetti privati possano essere nelle condizioni di poter operare in modo chiaro e puntuale rispetto ai carichi di lavoro. Cioè, come dire, che poi non sia questa la scusa per i licenziamenti, rispetto ai quali, tra parentesi, il giustificato motivo non mi pare possa essere riscontrato.
Tra l’altro mi risulta che la Casa di cura, nonostante abbia licenziato queste persone, sta continuando a svolgere l’attività ricorrendo a soggetti esterni.
Pertanto penso che la Regione, qui sì, dovrebbe cercare di intervenire per fare chiarezza. Sarebbe opportuno che nel futuro casi come questi non avvenissero più.
La ringrazio comunque della risposta, Assessore. Sono convinto che l’assessorato vigilerà sulle situazione su cui c’è poca chiarezza.
Presidenza del Vicepresidente
Giacomo Bugaro
Sull’ordine dei lavori
PRESIDENTE. Ha chiesto la parola il Consigliere Zinni, ne ha facoltà.
Giovanni ZINNI. Chiedo l’anticipo del punto 14) all’ordine del giorno, ossia della mozione n. 182 dei Consiglieri Giancarli Busilacchi, Badiali, abbinata anche a delle interrogazioni, in merito alla questione dell’Elinucleo Carabinieri di Falconara.
PRESIDENTE. Se l’Aula è d’accordo l’anticipiamo subito dopo il punto 4). Va bene?
Giovanni ZINNI. Grazie.
PRESIDENTE. Ha chiesto la parola il Consigliere Marangoni, ne ha facoltà.
Enzo MARANGONI. E’ la quarta volta che rinviamo il punto 3), l’interpellanza, chiedo quindi che venga trattato perché vorrei parlarne.
PRESIDENTE. Va bene. Allora facciamo prima l’interpellanza n. 25, dopodiché passiamo al punto di cui alla proposta di regolamento e subito dopo alla mozione n. 182.
Ha chiesto la parola il Consigliere D’Anna, ne ha facoltà.
Giancarlo D’ANNA. Chiedo che la richiesta del Consigliere Zinni venga messa dopo la mozione n. 12, di cui avevo chiesto l’anticipo già due sedute fa. Inoltre a discuterla era stato concordato anche nella riunione dei Capigruppo. A me sta bene che si parli della mozione n. 182 però dopo quelle che già previste.
PRESIDENTE. Ha chiesto la parola il Consigliere Giancarli, ne ha facoltà.
Enzo GIANCARLI. Presidente, questa mattina in Conferenza dei Capigruppo avevamo chiesto di votare la mozione n. 194. Condivido la richiesta del Consigliere Zinni, ma dovremmo trattare anche questa, in quanto, ripeto, si tratta solo di votarla
PRESIDENTE. Se siete d’accordo andiamo avanti in questo modo: interpellanza, proposta di modifica del Regolamento interno, mozione n. 194 dei Consiglieri Giancarli ed altri, mozione n. 12 dei Consiglieri D’Anna ed altri, mozione n. 182 di Giancarli e Busilacchi. Va bene? (…) La soppressione dei vitalizi dei Consiglieri regionali informo l’Assemblea che ieri la Commissione l’ha già deliberata. L’Ufficio di presidenza ieri ha già votato all’unanimità la soppressione dei vitalizi. Quindi mi sembra pleonastico, inficiante il lavoro già fatto dalla Commissione in maniera ampia, andremo ad aprire una discussione che secondo me… (…) E’ superata, Consigliere Acquaroli, ieri l’abbiamo approvata in Commissione e arriverà in Aula penso la prossima settimana o quella dopo. (…) E’ nelle sue facoltà chiederlo ma lo devo mettere ai voti.
Innanzitutto pongo in votazine l’anticipazione della mozione n. 194, che poniamo immediatamente dopo la proposta di regolamento.
(L’Assemblea legislativa approva)
Pongo in votazione l’anticipazione della mozione n. 182, da trattare dopo la mozione n. 12.
(L’Assemblea legislativa approva)
Pongo in votazione la richiesta del Consigliere Acquaroli di trattare la mozione n. 192.
(L’Assemblea legislativa non approva)
Interpellanza n. 25
del Consigliere Marangoni
“Fondazione Opere Laiche Lauretane e Casa Hermes di Loreto. Consiglio di amministrazione in sovrannumero e statuto in contrasto con il decreto legge n. 78 del 31/5/10, cosi come modificato dalla legge di conversione n. 122 del 30/07/2010 e la legge regionale n. 5 del 26 febbraio 2008”
(Illustrazione e rinvio)
PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca l’interpellanza n. 25 del Consigliere Marangoni, che ha la parola per illustrarla.
Enzo MARANGONI. Questa interpellanza riguarda la Fondazione opere laiche lauretane e Casa Hermes di Loreto, Consiglio di amministrazione in sovrannumero e statuto in contrasto con il decreto legge n. 78 del 31/5/10, cosi come modificato dalla legge di conversione n. 122 del 30 luglio 2010 e la legge regionale n. 5 del 26 febbraio 2008.
Leggo l’interpellanza soprattutto a beneficio di una Giunta che è “presente” al completo e che mi sta ascoltando! E anche del Consigliere regionale più interessato anch’esso “presente”!
“Il sottoscritto Consigliere Enzo Marangoni, capogruppo Popolo e Territorio – Libertà e Autonomia,
Premesso:
che con protocollo del Comune di Loreto numero 13950 del 25 agosto 2011 la Capogruppo consiliare della Lista Civica “Loreto Libera” inviava al Sindaco di Loreto, al Presidente della Fondazione in oggetto, e per conoscenza, alla Prefettura di Ancona e alla Procura regionale della Corte dei Conti, la segnalazione che i Consigli di amministrazione e di indirizzo della Fondazione stessa operavano in regime di difetto ed in contrasto con il decreto legge n. 78 del 31 maggio 2010, così come modificato dalla Legge di conversione n. 122 del 30 luglio 2010;
che nella seduta del Consiglio comunale di Loreto, tenutasi giovedì 29 settembre 2011, è scaturito, a seguito di un’interrogazione consiliare da parte del Presidente del Gruppo assembleare “ambiente partecipazione solidarietà”, che il numero di componenti del Consiglio di amministrazione ed il numero dei componenti del Consiglio di indirizzo della Fondazione in oggetto risultano in sovrannumero rispetto al numero massimo stabilito dal decreto legge n. 78 del 31 maggio 2010, così come modificato dalla Legge di conversione n. 122 del 30 luglio 2010 - quindi sono 18 anziché 5 -;
che nel contempo anche gli emolumenti percepiti dai membri dei due consigli in oggetto risulterebbero in contrasto con il limite fissato dal citato decreto legge n. 78 del 31 maggio 2010, così come modificato dalla Legge di conversione n. 122 del 30 luglio 2010, recante “misure urgenti in materia di stabilizzazione finanziaria e di competitività economica”;
che lo stesso Statuto della Fondazione opere laiche e Casa Hermes non risulta modificato ai sensi della nuova normativa entrata in vigore già dal mese di agosto 2010;
che gli atti formulati dal Consiglio di amministrazione di detta Fondazione, nominato con decreto del Sindaco di Loreto n. 7 del 30 giugno 2011, fino alla data odierna – cioè alla data della presentazione dell’interrogazione - risultano essere già in numero superiore a quaranta, dei quali molti aventi rilevanza esterna come appalti, conferimenti di incarichi, acquisti, assunzioni di personale, che risulterebbero pertanto viziati dal mancato rispetto della normativa succitata.
Premesso altresì:
che l’articolo 6 comma 5 della legge n. 122/2010 avente ad oggetto la “riduzione dei costi degli apparati amministrativi” risulta estremamente chiaro laddove recita che “…tutti gli enti pubblici, anche economici, e gli organismi pubblici, anche con personalità giuridica di diritto privato, provvedono all’adeguamento dei rispettivi statuti al fine di assicurare che, a decorrere dal primo rinnovo successivo alla data di entrata in vigore del presente decreto, gli organi di amministrazione e quelli di controllo, ove non già costituiti in forma monocratica, nonché il collegio dei revisori, siano costituiti da un numero non superiore, rispettivamente, a cinque e a tre componenti...”;
che la Fondazione opere laiche di Loreto risulta essere un ente disciplinato dalla l.r. n. 5 del 26 febbraio 2008 avente ad oggetto “Riordino delle istituzioni pubbliche di assistenza e beneficenza (IPAB) e disciplina delle Aziende pubbliche di servizi alla persona”;
che la Regione Marche, ai sensi dell’articolo 19 della legge regionale suddetta, rientra tra le “Amministrazioni vigilanti” – quindi ha un potere di vigilanza - di cui al medesimo comma 5 dell’articolo 6 della legge 122/2010. E che pertanto deve provvedere “… all’adeguamento della relativa disciplina di organizzazione, mediante i regolamenti di cui all’articolo 2, comma 634, della legge 24 dicembre 2007, n. 244, con riferimento a tutti gli enti ed organismi pubblici rispettivamente vigilati, al fine di apportare gli adeguamenti previsti ai sensi del presente comma. La mancata adozione dei provvedimenti di adeguamento statutario o di organizzazione previsti dal presente comma nei termini indicati determina responsabilità erariale e tutti gli atti adottati dagli organi degli enti e degli organismi pubblici interessati sono nulli …”.
Considerato:
che l’articolo 19 della l.r. n. 5 del 2008 avente ad oggetto la “vigilanza” stabilisce che “la Regione esercita funzioni di monitoraggio e controllo sulle Aziende” e che “…gli organi delle Aziende possono essere rimossi, sentiti i Comuni interessati, in caso di gravi violazioni della normativa vigente o dello statuto di gravi irregolarità nella gestione, di mancato perseguimento delle finalità statutarie, di gravi inefficienze nell’erogazione delle prestazioni, di impossibilità di funzionamento. Con il provvedimento di rimozione degli organi,la Regione nomina un commissario - ad acta - per la gestione temporanea dell’Azienda”.
che sempre la l.r. n. 5/2008, al punto 4 dell’articolo 9, afferma chiaramente che lo statuto, nel caso in questione quello rimodulato a causa delle sopravvenute modifiche normative, è pubblicato nel Bollettino ufficiale della Regione, ma nulla risulta essere stato compiuto in merito.
Considerato altresì che:
che a seguito della nota protocollo 13950 del 25 agosto 2011, a firma della Capogruppo Cecilia Tombolini, menzionata in premessa, la Prefettura di Ancona con sua nota prot. n. 42607/2011 – 9165/2011 ha trasmesso alla Giunta regionale, nella fattispecie al Gabinetto del Presidente e alla P.O. “Persone giuridiche – Nomine e Affari generali”, “…l’allegato esposto…atteso che la Fondazione…” Opere Laiche Lauretane “…risulta iscritta nel registro delle persone giuridiche tenuto presso codesta regione…”;
che la Regione Marche, ai sensi della l.r. n. 5 del 26 febbraio 2008, ha competenza di vigilanza sull’operato e di sostituzione degli organi di amministrazione.
Interpella il Presidente della Giunta regionale per conoscere:
1) quali atti urgenti intenda emettere affinché venga esercitato il potere di vigilanza contemplato nella Legge Regionale n. 5 del 26 febbraio 2008;
2) con quali tempi e quali atti intenda provvedere alla rimozione degli organi in carica presso la Fondazione opere laiche lauretane e Casa Hermes al fine di ristabilire la legalità nominando un eventuale Commissario ad acta che riformuli, modificandolo, l’attuale statuto della Fondazione, così da renderlo conforme alla normativa nazionale di cui al decreto legge n. 78 del 31maggio 2010, così come modificato dalla legge di conversione n. 122 del 30 luglio 2010; ciò con urgenza al fine di limitare il danno erariale riconducibile all’attuale Consiglio di amministrazione;
3) quali verifiche ispettive intenda mettere in atto, sin da subito, e con quali modalità intende tenere aggiornata questa Assemblea.”.
Ringrazio la Giunta per l’attenzione! Attendo la risposta.
Presidenza del Presidente
Vittoriano Solazzi
PRESIDENTE. Risponde l’Assessore Mezzolani o Marconi. L’Assessore Marconi è in Aula? Per favore, chiedo agli uffici di rintracciarlo. Eccolo, Assessore Marconi, stiamo trattando l’interpellanza n. 25 del Consigliere Marangoni in merito alla Fondazione opere laiche lauretane e Casa Hermes di Loreto. (…) Bene. Consigliere Marangoni, mi dice sia l’Assessore Marconi che l’Assessore Mezzolani che gli uffici non hanno formulato l’istruttoria, seppure, devo dire, mi sembra strano, perché io c’è l’ho iscritta tra le evidenze. Però nulla quaestio. Ci prendiamo l’impegno di trattarla nella prossima seduta mettendola prima delle interrogazioni.
Prego, Consigliere Marangoni.
Enzo MARANGONI. Ne prendo atto, non c’è nessun problema, ne parliamo la prossima seduta, ma vi faccio notare questo. Questa interpellanza è all’ordine del giorno da ben quattro sedute, per cui evidentemente sono quattro volte che manca l’istruttoria. Non so se vi rendete conto! Manca l’istruttoria, manca la risposta ed è la quarta volta che è all’ordine del giorno! Complimenti alla Giunta!
PRESIDENTE. Bene, Consigliere Marangoni. Sollecito gli Assessori di portare per la prossima volta la risposta a questa interpellanza, anche perché è veramente tanto tempo che è iscritta all’ordine del giorno.
Ha chiesto la parola il Consigliere Binci, ne ha facoltà.
Massimo BINCI. Come cittadino mi sembra strano che non ci sia una risposta, quando è già pubblica la risposta dell’Ufficio legale della Regione.
PRESIDENTE. Consigliere Binci, se vuole faccio la proposta di nominare una commissione d’inchiesta! Cosa devo fare se mi dicono che la risposta non c’è! Gli uffici non l’hanno fornita, ne prendo atto.
Massimo BINCI. L’Ufficio legale ha dato la risposta al Comune di Loreto e non dà la risposta all’Assemblea legislativa?!
PRESIDENTE. Ho capito! Ma siccome gli Assessori mi dicono questo io mi possono solo prendere l’impegno di metterla al primo punto della prossima seduta sollecitando gli Assessori a dare la risposta. Di più non posso fare. Non è che posso mettermi a cercare nei cassetti la risposta all’interpellanza! La prego, Consigliere Binci!
Massimo BINCI. Non è nei cassetti, è sulla stampa!
PRESIDENTE. Andiamo avanti. Però, mi raccomando.
Proposta di regolamento interno n. 3
ad iniziativa dell’Ufficio di Presidenza
“Termini per l’approvazione delle proposte di legge finanziaria e di bilancio annuale e pluriennale per l’anno 2012"
(Relazione e votazione)
PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca la proposta di regolamento interno n. 3 ad iniziativa dell’Ufficio di presidenza. Ha la parola la relatrice Consigliera Giorgi.
Paola GIORGI. L’Ufficio di Presidenza porta all’approvazione dell’Aula questa proposta di deroga del Regolamento in merito ai termini per l’approvazione delle proposte di legge finanziaria e di bilancio annuale e pluriennale per l’anno 2012.
Il tema è trattato dall’articolo 28 bis del Regolamento intervento che al comma 1 stabilisce che “Il Consiglio è convocato in sessione di bilancio per cinque giorni consecutivi a partire dal primo lunedì successivo alla scadenza del trentacinquesimo giorno dalla presentazione della proposta di legge finanziaria e della proposta di legge di approvazione del bilancino annuale e pluriennale”.
In sede di Conferenza dei Presidenti dei Gruppi assembleari, tenutasi in data 2 novembre 2011, l’Assessore al bilancio, considerata la particolare situazione econo-mica dell’anno in corso, stante a conseguenti difficoltà nell’elaborazione della proposta di legge finanziaria e di bilancio annuale e pluriennale per l’anno 2012 e anche a seguito delle recenti manovre finanziarie del Governo nazionale, ha manifestato l’esigenza di derogare ai tempi previsti dal sopracitato art. 28 bis del Regolamento interno, cioè di ridurre i termini di scadenza da 35 giorni a 20 giorni.
La Conferenza dei Capigruppo ha manifestato il proprio assenso alla richiesta limitatamente all’approvazione del bilancio per l’anno 2012.
L’Ufficio di Presidenza ha deciso di accogliere quanto richiesto dalla Conferenza dei Capigruppo limitatamente all’anno in corso e quindi ha portato in Aula questo atto di cui si chiede l’approvazione.
Vi ricordo che ai sensi dell’art. 133 del Regolamento interno le modifiche o aggiunte al Regolamento devono essere adottate a maggioranza assoluta dei componenti dell’Assemblea legislativa.
PRESIDENTE. Se non ci sono richieste di intervento passiamo alla votazione.
Articolo 1. Lo pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa approva)
(…) La maggioranza deve esserci sulla votazione finale, non sul singolo articolo.
Coordinamento tecnico. Lo pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa approva)
Proposta di regolamento interno n. 3. La pongo in votazione.
(l’Assemblea legislativa approva a maggioranza assoluta dei componenti assegnati)
Mozione n. 194
dei Consiglieri Giancarli, Silvetti, Acacia Scarpetti, Camela, Acquaroli, Binci
“Realizzazione di un “Parco dei Relitti” al largo della costa della Riviera del Conero”
(Votazione)
PRESIDENTE. Come stabilito passiamo alla trattazione della mozione n. 194 dei Consiglieri Giancarli, Silvetti, Acacia Scarpetti, Camela, Acquaroli, Binci. Se non ci sono richieste di intervento passiamo alla votazione.
E’ stato presentato il seguente emendamento dai Consiglieri Giancarli, Silvetti, Binci, Acacia Scarpetti, Camela:
Nel dispositivo dopo la parola “promuovere” sono aggiunte le seguenti: “un’azione politico-istituzionale per sollecitare l’approvazione in Parlamento delle proposte di legge in materia”, e dopo la parola “fondali” sono aggiunte le seguenti: “nel rispetto delle leggi vigenti”.
Lo pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa approva)
Mozione n. 194, così come emendata. La pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa approva)
Mozione n. 182
dei Consiglieri Giancarli, Busilacchi, Badiali
“Chiusura del 5° nucleo elicotteri di Falconara”
Interrogazione n. 277
del Consigliere Zinni
“Soppressione del 5° Elinucleo Carabinieri presso l’Aeroporto Sanzio di Ancona-Falconara”
Interrogazione n. 440
del Consigliere Latini
“Soppressione del 5° Elinucleo Carabinieri presso l’Aeroporto Sanzio di Ancona-Falconara”
Interrogazione n. 442
del Consigliere Pieroni
“Soppressione del 5° Nucleo Elicotteri Carabinieri di Falcorara”
Interrogazione n. 466
dei Consiglieri Giorgi,Eusebi, Acacia,Donati
“Nucleo Elicotteri Falconara”
(abbinate)
(Discussione e votazione)
PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca la mozione n. 182 dei Consiglieri Giancarli, Busilacchi, Badiali, abbinata alle interrogazioni n. 277 del Consigliere Zinni, n. 440 del Consigliere Latini, n. 442 del Consigliere Pieroni, n. 466 dei Consiglieri Giorgi, Eusebi, Acacia Scarpetti, Donati. Ha la parola, per la risposta alle interrogazioni, l’Assessore Guarna.
Serenella GUARNA MORODER. In riferimento all’invito a predisporre una relazione si precisa che la questione è in trattazione già dal maggio 2010. Il Presidente della Giunta con nota n. 0718460 del 18 novembre 2010 ha richiesto al Ministero della difesa di valutare la possibilità di non chiudere il 5° Nucleo Elicotteri. Inoltre ha fornito la più ampia disponibilità per ricercare una soluzione condivisa al problema.
Il fatto è che al momento non ci sono stati aggiornamenti in materia.
Il Governatore Spacca aveva così scritto:
“Caro Ministro, apprendo con rincrescimento che, nel quadro di una complessiva razionalizzazione della dislocazione degli aeromobili, è incorso di valutazione l’ipotesi di trasferire i mezzi del 5° Nucleo Elicotteri dell’Arma dei Carabinieri, attualmente di stanza presso l’Aeroporto Raffaello Sanzio di Falconara Marittima, presso la base di Pratica di Mare.
Per le Marche tale trasferimento avrebbe conseguenze assolutamente negative giacché, data la consueta disponibilità degli appartenenti all’Arma e le ottime relazioni instauratesi con tutti gli enti le istituzioni presenti sul territorio, gli stessi garantiscono, oltre alle operazioni di controllo del territorio, anche una pluralità di altri servizi che vanno dalla protezione dell’ambiente, alla collaborazione con le strutture della protezione civile.
La particolare condizione orografica del nostro territorio, la posizione baricentrica della base del 5° Nucleo Elicotteri rispetto alla regione e all’Italia centrale sono ottimali per assicurare al meglio la tutela della popolazione dato che la distanza da altre basi renderebbe i tempi di intervento non adeguati.
Le chiedo di valutare la possibilità di non procedere alla chiusura del Nucleo anche ala luce del fatto che la nostra Regione è disponibile a fornire ampia collaborazione per trovare una soluzione condivisa al problema”.
Ma ancora non c’è stata data nessuna risposta.
PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno, il Consigliere Zinni.
Giovanni ZINNI. Innanzitutto ringrazio i Consiglieri che hanno votato a favore dell’anticipo di questo punto all’ordine del giorno. Perché, come avrete visto dalle interrogazioni presentate e dalla risposta dell’Assessore Moroder, si tratta di una questione che è addirittura aperta dalla fine del 2010. Io sono stato il primo a presentare un’interrogazione a febbraio e poi anche altri Consiglieri hanno preso coscienza di questa problematicità.
Io ho la totale stima, il totale rispetto e affetto per il Comando generale dell’Arma e soprattutto per l’Arma dei Carabinieri stessa, quindi lungi da me, e immagino da qualunque altro collega, andare a violare le legittime scelte del vertice dell’Arma sulla propria organizzazione interna, cosa peraltro che non ci compete.
E’ di tutta evidenza che il Nucleo Elicotteri Carabinieri rappresenta un’eccellenza delle forze di polizia e militari nel presidio del territorio marchigiano. Per la precisione è l’unico Nucleo Elicotteri esistente nella nostra regione che può svolgere importanti servizi, fra i quali anche quello di trasporto del plasma a livello sanitario notturno; i nostri velivoli civili non sono predisposti per questo tipo di mansione.
Quindi con quella peculiarità tipica dell’Arma dei Carabinieri abbiamo sempre avuto un supporto, non solo nel presidio alla lotta alla criminalità, ma abbiamo avuto anche quel senso civico solidaristico tipico dell’Arma nei confronti delle istituzioni che noi in questa Assise governiamo.
La mia interrogazione, come quella dei colleghi, ritengo sia un po’ scaduta da un punto di vista politico. Io con essa a febbraio 2010 chiesi al Presidente Spacca che cosa intendeva fare nei confronti delle Autorità statali competenti.
I colleghi Giancarli, Badiali, Busilacchi hanno presentato anche una mozione. Quindi adesso mi permetto di intervenire subito anche su questa al fine di non ingolfare i lavori dell’Assemblea legislativa.
Credo che sia assolutamente necessario uno sforzo corale della politica affinché si faccia comprendere, non tanto all’Arma dei Carabinieri che sicuramente ne è già a conoscenza, quanto al concerto di Stato centrale, di Governo centrale - che, tra le altre cose, è anche cambiato, sono cambiati gli interlocutori - un messaggio forte unitario di questa Assemblea legislativa delle Marche affinché si cerchi di ottemperare acché il Nucleo elicotteri non chiuda.
Sappiamo dai fatti che la questione è stata momentaneamente accantonata, ma è evidente che non esistono per noi dati ufficiali che ci consentono di avere sulla vicenda una serenità definitiva.
Quindi credo sia oggi l’occasione, proprio perché c’è un nuovo Governo, di non essere disattenti e di invocare nei confronti dello stesso un’attenzione verso un istituto che per noi è di vitale importanza.
Al testo della mozione mi sono permesso di fare un emendamento. Vorrei venisse considerato come un indirizzo politico aperto nei confronti della Giunta e non vincolante. Ma con questo emendamento propongo, oltre all’attivazione della Giunta presso il Governo, oltre al rimarcare, come hanno fatto i colleghi con la loro mozione, l’importanza di questo presidio, anche una norma di responsabilità in termini di indirizzo politico della Giunta. Cioè, la Giunta, che essa stessa è a conoscenza di ciò che può offrire sul campo in termini di aiuto concreto, si metta a disposizione, se necessario, per offrire il massimo ausilio possibile al fine di invogliare le Autorità statali competenti a mantenere in vita questo fiore all’occhiello.
Se l’emendamento verrà accolto voterò a favore della mozione.
Riguardo invece alla risposta all’interrogazione, prendiamo atto, sappiamo che tutti i nostri Parlamentari delle Marche in maniera bipartisan si sono opportunamente attivati nei confronti delle Autorità statali per cercare di salvare questo presidio, per cui credo che sia doveroso lo si faccia anche noi come Assemblea legislativa regionale, come secondo importante livello legislativo. Credo sia doveroso da parte nostra uno sforzo unitario per cercare di avere una risposta certa affinché il 5° Nucleo elicotteri dei Carabinieri possa proseguire la sua meravigliosa attività.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Giancarli.
Enzo GIANCARLI. Intervengo anche a nome dei colleghi Badiali e Busilacchi.
Intanto dico che a nostro avviso l’emendamento presentato dal Consigliere Zinni può essere accolto.
Non voglio ripetere qui le ragioni per cui abbiamo presentato la mozione, intanto perché le abbiamo scritte, poi perché l’intervento fatto ora dal collega Zinni lo condividiamo. Mi permetto però di fare una considerazione aggiuntiva.
Noi alla città di Falconara Marittima abbiamo chiesto sempre tanto, in quella città ci sono infrastrutture che pesano e che sono al servizio dell’intera regione. Questo 5° Nucleo elicotteri, invece, è il fiore all’occhiello delle Marche e di quella città, che, anche questa, è una ragione per mantenerlo.
Ma ovviamente le ragioni per mantenerlo sono di carattere più generale, dalla lotta alla criminalità, in primis, alle azioni di solidarietà, alla sicurezza, alla protezione civile, alla tutela della salute. Insomma, quel senso civico che anch’io voglio sottolineare.
Certo, intervenire su un aspetto come questo, che potrebbe avere a che fare con l’organizzazione dell’Arma dei Carabinieri, ci fa dire con profondo rispetto e cautela che non vogliamo assolutamente interferire nell’organizzazione dell’Arma, tutt’altro. Chiediamo invece attenzione in quanto è l’unico Nucleo elicotteri presente nelle Marche, perché ci sono funzioni importanti da svolgere. Ed è una richiesta di attenzione che rivolgiamo soprattutto al Ministero della difesa, al nuovo Governo, come l’avevamo chiesta al vecchio Governo, perché, ripeto, è un servizio importante per tutte quelle funzioni a cui faceva prima riferimento il Consigliere Zinni e che ora anch’io ho voluto sottolineare.
Ecco pertanto che ci sono ragioni oggettive acché le Istituzioni comprendano l’importanza di questo servizio nelle Marche, ossia quell’importanza che vuole sottolineare, credo in modo unitario e determinato, questa Assemblea legislativa, che quindi chiede di mantenerlo.
PRESIDENTE. Se non ci sono altre richieste di intervento passiamo alla votazione.
Emendamento del Consigliere Zinni:
Dopo il punto 2) del dispositivo aggiungere il punto:
3) ad offrire, se necessario, il massimo ausilio possibile alle competenti autorità statali per raggiungere il prezioso obiettivo di mantenere in essere il 5° Nucleo elicotteri di Falconara Marittima”.
Lo pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa approva)
Mozione n. 182, così come emendata.
(L’Assemblea legislativa approva)
Mozione n. 12
dei Consiglieri D’Anna, Acquaroli
“Tutela dell’ambiente, del paesaggio e regolamentazione degli impianti fotovoltaici”
(Discussione e votazione)
PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca la mozione n. 12 dei Consiglieri D’Anna, Acquaroli. Ha la parola il Consigliere D’Anna.
Giancarlo D’ANNA. Ho presentato questa mozione con il Consigliere Acquaroli il 12 maggio 2010. L’avevo presentata anche nella scorsa legislatura però non venne mai discussa. Ho ritenuto quindi opportuno ripresentarla in quanto l’argomento e la situazione della regolamentazione degli impianti fotovoltaici si è aggravata.
Nel frattempo è intervenuta una legge regionale, della quale in più occasioni ho detto che è sicuramente arrivata in ritardo, cioè quando già quelle autorizzazioni che stanno deturpando il nostro territorio erano già state concesse.
Però non possiamo continuare su questa strada. Ad esempio quello che doveva essere un contributo alla riduzione del cosiddetto legame con il petrolio si sta rivelando tutt’altra cosa. Risulta cioè sempre più evidente che dietro il fotovoltaico selvaggio a terra ci sia più un interesse economico che risparmio energetico.
Un risparmio che peraltro sarebbe forse anche utile quantificare attraverso una ricerca che ci dica cosa in effetti è cambiato per i cittadini a seguito appunto dell’avvento di questa nuova tecnologia.
Ho sempre ritenuto – e su questo mi trovo d’accordo con il collega Acquaroli – che la precedenza debba essere necessariamente data a quelle situazioni che vedono, ad esempio, l’utilizzo dei tetti nelle zone industriali, di cui le Marche sono ricche.
E’ chiaro che per coloro che investono sul fotovoltaico utilizzare i tetti è economicamente meno appagante; logica vuole che è molto più semplice e meno costoso posizionare un impianto fotovoltaico a terra che non quello messo sui tetti.
Però è anche vero che dobbiamo salvaguardare il nostro territorio, cosa che non è stata fatta.
Stanno sorgendo dei comitati, ecco, qualcuno dirà che questi nascono in continuazione, sì, però sta anche nascendo una vera e propria avversione al fotovoltaico. Contro il quale personalmente non ho assolutamente niente. Ma un conto è produrre energia, un conto è inserirci in quel business dei certificati verdi e del conto energia, che molto spesso sono più che altro a beneficio di grosse banche tedesche e spagnole che vengono in Italia solo perché c’è più disponibilità di terreno rispetto ad altre parti e anche perché qui hanno una redditività maggiore, considerato che nel nostro Paese c’è più sole che in altre realtà.
L’obiettivo di questa mozione è innanzitutto di dar voce a tutti quei cittadini che non approvano assolutamente quello che sta accadendo. E’ un invito forte alla Regione Marche, non solo sull’introdurre delle normative più restrittive senza dover dipendere soltanto dalla riduzione di incentivi futuri, ma affinché si stabilisca una volta per tutte che il fotovoltaico deve necessariamente e prioritariamente essere impiantato sui tetti delle varie imprese che ci sono sul territorio.
Ho visto alcuni agricoltori che hanno coperto col fotovoltaico le loro stalle o alcuni loro manufatti, e va benissimo, però è anche umiliante per un’agricoltura di tradizione e di qualità come la nostra vedere in quei terreni che fino a qualche tempo fa producevano prodotti di qualità, che erano da sempre inseriti nel contesto del paesaggio, questa lunga serie di cavi, cabine elettriche, senza peraltro avere nemmeno un’idea, ripeto, del vantaggio che ne può trarre la comunità.
L’assunto è: il territorio è di tutti, ma qui c’è qualcuno che guadagna e poi tutti gli altri subiscono un’arroganza che in alcuni casi arriva addirittura alla prepotenza.
Credo quindi sia giunto il momento, seppure in ritardo, di bloccare quantomeno quello che è possibile bloccare, fissare delle normative molto più restrittive rispetto a quelle che abbiamo oggi.
Qui il rischio non è solo quello di stuprare il territorio nelle zone più belle, ma è anche quello di incentivare ad abbandonare le campagne. Quando sappiamo bene che le varie tragedie che ultimamente si ripetono periodicamente su gran parte del territorio nazionale ci dimostrano che una scarsa manutenzione del territorio agricolo, anzi, quello che una volta era agricolo, contribuisce al dissesto idrogeologico. Un fenomeno purtroppo presente anche nella nostra regione, tutti sapete che l’80% del territorio delle Marche è a rischio idrogeologico.
Quindi non si tratta della sola questione delle nostre colline viste in modo bucolico, c’è molto di più. Per cui, ripeto, credo proprio sia giunto il momento di porre dei limiti ben precisi a questo sviluppo incontrollato.
Invito pertanto tutti i Consiglieri a lanciare un segnale rivolto soprattutto alla Giunta regionale affinché si possa intervenire in breve tempo.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Acquaroli.
Francesco ACQUAROLI. Questo è un esempio di come la politica è arrivata in ritardo, nel senso che prima ha consentito deturpamenti del territorio agricolo marchigiano, poi, solo dopo, ha messo uno stop importante con una legge funzionale.
L’appello è quello di riconvertire lo sforzo che non è stato fatto nella non concessione del fotovoltaico a terra ed incentivare il fotovoltaico nelle zone industriali e artigianali, sopra le strutture e gli edifici pubblici, al fine di dare un contributo al fondo energetico nazionale e regionale.
Inoltre un appello alla politica affinché quando deve fare le scelte le faccia in maniera più ponderata senza seguire le mode.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Marangoni.
Enzo MARANGONI. Brevemente, solo per dire che con la legge approvata pochi mesi fa abbiamo chiuso la stalla quando già i buoi erano scappati! Infatti le colline marchigiane, così tanto decantate da Dustin Hoffman nel mondo, sono ormai invase da mega impianti fotovoltaici a terra.
Il fotovoltaico oggi non si fa per amore per l’ambiente ma per puro business.
Vorrei qui fare i complimenti al segretario regionale di un partito di centro-sinistra, rappresentato anche in questa Assemblea legislativa, che ha fatto un grande business nella mia città, come ho già denunciato mesi fa, ossia, nella collina Montironi di Recanati, di fronte a palazzo Bello, ha installato un mega impianto voltaico. Un’opera che può sicuramente attrarre i turisti del mondo che vengono a seguito dello spot di Dustin Hoffman a visitare la città leopardiana! Quando in Italia e nel mondo Recanati grazie alla memoria leopardiana, è forse la città più conosciuta delle Marche, insieme ad Urbino. Ebbene, i turisti vengono accolti da questo grande mega impianto fotovoltaico, appena escono dall’autostrada, arrivando da Porto Recanati, vedono questo bellissimo impianto il cui diritto di superficie, ripeto, appartiene ad una società di proprietà del segretario regionale di un partito del centro-sinistra che ha fiutato il business. Quindi complimenti alla sensibilità ambientale, o meglio, di business in questo caso, del partito di centro-sinistra!
PRESIDENTE. Ha la parola l’Assessore Donati.
Sandro DONATI. Direi che la mozione purtroppo è superata, c’è un regolamento adottato all’unanimità dall’Assemblea.
Per quanto invece riguarda l’incentivare il fotovoltaico sui capannoni, sulla pavimentazione di aree industriali ecc., ecco, è quello che si sta facendo, come si sta facendo sull’edilizia scolastica o nelle strutture pubbliche, un esempio è proprio palazzo Raffaello.
Il fotovoltaico va incentivato come elemento importante per rilanciare il lavoro come green economy, senza naturalmente deturpare il territorio. E noi siamo interventi in tempo proprio per evitare quello che dicevate.
Quindi la mozione va rigettata o quanto meno ritirata, perché ormai non ha più senso.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere D’Anna per dichiarazione di voto.
Giancarlo D’ANNA. Francamente questo, Assessore Donati, non me l’aspettavo Qui si chiede il ritiro di una mozione che è stata presentata addirittura la scorsa legislatura, cioè prima ancora che la Regione facesse quella schifezza di legge. (…) Sì, perché avete fatto – diciamo le cose come stanno - una legge quando già avevate autorizzato tutti gli amici degli amici! A questo giochino non ci sto!
Questa mozione è stata presentata tre anni fa! (…) E sì, denuncio! Allora, ecco, andiamo a vedere chi ha fatto la domanda e poi andiamo a vedere i risultati!
Adesso di una mozione presentata tre anni e mezzo fa, ma mai discussa, mi si viene addirittura a dire che è superata! Semmai è superata la legge che avete fatto e che evidentemente sta dando quei risultati che stanno facendo indiavolare tutti quanti!
Quanto meno, Assessore, prenda atto del fatto che qualcuno aveva segnalato qualcosina e che non avete voluto tenerlo in considerazione. Tanto per cambiare! E oggi avete anche la faccia tosta di dire “ritirate la mozione”. Dopo tre anni! Ma cosa si sta dicendo!
Sono contento che avete chiesto il ritiro, così la gente si renderà conto che tipo di metodologia seguite! Uno vi segnala un problema, lo trascurate, poi autorizzate, bèh, viene proprio il sospetto che quel ritardo sia dovuto al fatto che qualcuno aveva fatto domanda e che quelle domande hanno visto un risultato positivo. (…) Io chiedo le stesse cose che erano anche nella mozione di tre anni fa! E questo a testimonianza della sordità che avete avuto in passato. Quindi almeno assumetevi la responsabilità di quello che sta accadendo fuori. E quello che sta accadendo fuori si è verificato perché la legge è intervenuta successivamente all’autorizzazione di grossi impianti. Quindi abbiate quantomeno la dignità di dire “scusate, siamo arrivati in ritardo”.
Inoltre verificherò di tutta la legge se le cose che lei ha detto si sono attuate. Io non credo che sia come dice lei. (…) Gli uffici saranno pure trasparenti, ma è trasparente anche chi ha avuto le autorizzazioni e chi non le ha avute!
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Binci.
Massimo BINCI. Ritengo che l’Assemblea legislativa abbia fatto un buon lavoro riguardo le linee guida sul fotovoltaico, legandole al Piano paesaggistico ambientale regionale. Quello che si chiedeva, ovvero tutelare dagli impianti fotovoltaici le aree rilevanti dal punto di vista paesaggistico, storico, culturale e turistico, in parte è stato fatto.
Concordo però con il Consigliere D’Anna che effettivamente siamo stati costretti ad escludere da questa forma di tutela tutti i procedimenti partiti prima dell’approvazione della legge; seppure sia un limite che ci deriva dalla normativa nazionale, nel senso che la legge non può appunto intervenire su procedimenti già avviati, in urbanistica avviene questo.
La questione fondamentale è che intanto gli impianti fotovoltaici sono di fatto partiti. Io ho consultato i dati del gestore, tre mesi fa eravamo attorno ai 400 megawatt di fotovoltaico già collegati alla rete, quindi un risultato grossissimo. Dunque lo start up di questa tecnologia c’è stato, però adesso c’è la necessità - mi rivolgo anche all’Assessore all’agricoltura – di salvaguardare tout court i territori agricoli.
Assessore Donati, lei ha la delega all’ambiente, allora, visto che ormai lo start up del fotovoltaico è partito, abbiamo superato i 400 megawatt collegati alla rete, bisogna fare in modo che gli investimenti sul fotovoltaico siano fatti sulle superfici dei capannoni industriali. Noi abbiamo migliaia di ettari di superfici di capannoni industriali, dunque è lì che deve essere indirizzata la prossima generazione di fotovoltaico; addirittura con i film fotovoltaici si pensa di ricoprire anche le superfici degli edifici.
Insomma, bisogna in questo campo tenere conto del progresso della tecnologia, della diminuzione dei costi, degli obiettivi anche in megawatt che sono stati raggiunti, dopodiché andare alla seconda fase della tutela del territorio, ovvero quella di evitare che il suolo agricolo sia occupato da impianti fotovoltaici. Questa è la seconda sfida e in questo senso ci si deve allora attrezzare.
Ad esempio i Consiglieri potrebbero richiedere di fare all’interno della quarta Commissione una sessione tematica, ossia insieme agli uffici dedicare un paio di ore con gli uffici per verificare come incrementare e quindi spostare il posizionamento degli impianti fotovoltaici sugli edifici anziché sui terreni agricoli. E magari fare anche azioni verso il Ministero e così via.
Io pertanto voterò tranquillamente questa mozione, perché comunque non ha ancora esaurito la sua forza rivolta appunto al lavoro che deve essere fatto in questa direzione.
PRESIDENTE. Mozione n. 12. La pongo in votazione.
(L‘Assemblea legislativa non approva)
Comunicazione
PRESIDENTE. Prima di chiudere la seduta odierna, dandovi appuntamento a martedì prossimo, devo farvi una comunicazione.
Così come ci eravamo impegnati e come vi ha detto in precedenza il Vicepresidente Bugaro, il testo, a cui era affidato il compito alla prima Commissione e all’Ufficio di presidenza, relativo alla riduzione delle spese di funzionamento dell’Istituzione regionale, sta procedendo in modo abbastanza celere. L’ultima seduta congiunta l’abbiamo fatta nella giornata di ieri, la prossima, che potrebbe essere la definitiva, verrà fatta mercoledì. Pensiamo quindi di poter andare in Aula per l’approvazione entro il 31 dicembre. (…) No, no, non è stata votata. Diciamo che fino a dove siamo arrivati ieri c’è l’accordo congiunto anche di tutti i rappresentanti dei gruppi assembleari, mancano solo due o tre punti, per cui crediamo di poter dare un parere definitivo per presentare la proposta in modo unitario mercoledì prossimo. Sicché la iscriveremo, così come ci eravamo impegnati, prima del 31 dicembre.
Io ho evitato di rilasciare dichiarazioni o fare conferenze stampa, però l’Aula era giusto sapesse che siamo in dirittura d’arrivo su un testo ampiamente concordato.
Grazie, ci vediamo martedì prossimo.
La seduta termina alle ore 13,25