Resoconto della seduta n.66 del 20/12/2011
SEDUTA N. 66 (pomeridiana) DEL 20 DICEMBRE 2011

La seduta inizia alle ore 14,20

Presidenza del Presidente
Vittoriano Solazzi


Proposta di legge regionale n. 159
della Giunta regionale
“Disposizioni per la formazione del bilancio annuale 2012 e pluriennale 2012-2014 della Regione Marche (Legge finanziaria 2012)”
(segue votazione)
(discussione seduta n. 64 del 19 dicembre 2011)


PRESIDENTE. Colleghi, riprendiamo con la votazione degli ordini del giorno.
Ordine del giorno n. 1 sulla pdl n. 159 del Consigliere Cardogna:
“L’Assemblea legislativa delle Marche,
Viste le innumerevoli richieste di soggetti titolari della legge 104/92 aventi diritto, ai sensi della l. 23/12/78 e della l.r. 20/2000, ai servizi di riabilitazione neuromotoria, logopedica e psicomotoria in regime ambulatoriale e nelle forme domiciliari ed extramurali;
Visto che ad oggi le suddette richieste sono soddisfatte solo parzialmente dalle strutture pubbliche e private presenti sul territorio;
Considerato che tale fenomeno produce una forte mobilità verso le strutture pubbliche e private presenti nelle Regioni confinanti con costi elevati per il Servizio Sanitario della Regione Marche;
Impegna la Giunta regionale ad attuare progetti specifici tesi al recupero della mobilità verso le altre Regioni attraverso l'incremento dell'attività riabilitativa neuromotoria, logopedica e psicomotoria domiciliare, ambulatoriale ed extramurale, ai soggetti con disabilità derivate da patologie previste dalla legge 104/92”.
La pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Ordine del giorno n. 2 sulla pdl n. 159 dei Consiglieri Acquaroli, Ciriaci. Ha la parola la Consigliera Ciriaci.

Graziella CIRIACI. Lo ritiro, Presidente, eventualmente riproporlo anche con la firma dell’Assessore e della maggioranza.

PRESIDENTE. Ordine del giorno n. 2. Ritirato.

Ordine del giorno n. 3 del Consigliere Natali. Inammissibile.
Ordine del giorno n. 3 dei Consiglieri Ricci, Carloni. Ha la parola il Consigliere Giancarli.

Enzo GIANCARLI. Rispetto a questo ordine del giorno ho già avuto modo di parlarne in Commissione bilancio; per la verità il Consigliere Carloni aveva proposto un emendamento, poi nel confronto che c’è stato ha deciso di proporre questo ordine del giorno, per cui ora alcune posizioni sono cambiate, ma siamo comunque in presenza di uno strumento diverso, sappiamo che gli ordini del giorno hanno una funzione diversa. Quindi credo che per correttezza, per lealtà, per trasparenza, dobbiamo dirci alcune cose.
Questa legge è in vigore da tre giorni, pertanto non può aver causato né effetti negativi né effetti positivi, è stata pubblicata il 1° dicembre ed entrerà in vigore dal 16 dicembre. L’Assessore Viventi sa meglio di me che alcune Regioni si sono già pronunciate favorevolmente rispetto a questa legge - l’hanno fatto sia in Conferenza delle Regioni sia in incontri fra tecnici, servizi, assessori - perché ci sono delle proposte e dei contenuti sicuramente innovativi.
Ma è pur vero che le leggi possono comunque essere continuamente aggiustate, migliorate, quindi noi in quarta Commissione, d’intesa con l’Assessorato e anche su input dell’Assessore stesso, non escludiamo di rivedere alcune questioni, ma per la verità ancora non è stato scritto in quanto siamo in presenza dei tempi ragionevoli previsti dalla legge e non è stato redatto nemmeno il regolamento che per farlo si hanno almeno sessanta giorni di tempo.
Quindi direi, con il buonsenso che deve caratterizzare tutti noi, di rinviare questa discussione nella Commissione competente, e se si vuole fare questo confronto anche con altre Commissioni, per quanto mi riguarda c’è la disponibilità piena. Ritengo cioè che oggi quest’ordine del giorno – lo chiedo al mio Capogruppo come pure al collega Carloni – debba essere ritirato, renderemo così più agevole un percorso di approfondimento e anche, mi permetto di dirlo perché questo è stato il pensiero dell’assessorato, un percorso di ammirazione che questa legge ha suscitato

PRESIDENTE. Però, Consigliere Ricci, un attimo, io penso che il problema si risolva da solo. Ossia, questo ordine del giorno non è ammissibile, non ha nessuna attinenza con il bilancio, tratta una questione esclusivamente normativa, quindi, ripeto, lo ritengo assolutamente inammissibile. Chiedo agli uffici perché non ne lo hanno segnalato.
Gli ordini del giorno che votiamo prima della votazione della legge finanziaria devono essere attinenti o magari latu sensu, però qui di questo non c’è nulla.
Quindi, mi dispiace, ma devo considerarlo inammissibile.
Ha chiesto la parola il Consigliere Ricci, ne ha facoltà.

Mirco RICCI. Se così è non c’è nessun problema, Presidente. Però voglio intervenire per dire che sono del tutto d’accordo con il Presidente Giancarli; peraltro di queste questioni ne abbiamo ripetutamente parlato, cioè di come arrivare a portare alcune modifiche ad una normativa, in Commissione lo avevamo già segnalato. Io addirittura nell’ambito del dibattito in Commissione chiesi a Minetti di prepararsi a chiarire, a disquisire nei Consigli comunali.
Alcune leggi che abbiamo prodotto anche recentemente sono di difficile applicazione. Infatti sia il piano casa – piano casa uno, piano casa due, le note esplicative della Giunta, lo ricorderete – sia la legge urbanistica sono norme che in qualche modo toccano i piani regolatori, i regolamenti edilizi. Insomma, sono di complicata e di difficile applicazione.
Quindi io e il collega Carloni abbiamo voluto segnalare almeno due punti su cui sarebbe opportuno ritornare.
Il primo – ne abbiamo discusso anche in Commissione - è sul fatto che la legge urbanistica che abbiamo appena approvato…(…). L’altro punto riguarda la modifica di una funzione attribuita alle Province. Con la recente legge urbanistica, i famosi PORU, abbiamo assegnato alle Province una competenza. Su proposta del Cal, ricordate infatti l’emendamento del Cal che assegna la funzione alle Province sulla perimetrazione delle aree esondabili. Le Province accolgono quella funzione ma senza…(…) personale. Ora, o troviamo una soluzione o tanto vale…(…) quella competenza.
Questo ordine del giorno segnala questi due aspetti, la legge urbanistica che non chiarisce sugli sportelli unici e ciò che ha a che fare con l’attribuzione di una funzione alla Provincia che altrimenti senza risorse personale non potrebbe efficacemente attivare.
In verità il Presidente Giancarli ha chiesto più volte di tornare in Commissione affinchè le modifiche di questa legge possano essere discusse ampiamente.
Per cui al di là dell’ammissibilità questo nostro ordine del giorno poteva anche essere ritirato. Se però ora la questione si risolve con l’inammissibilità il discorso è chiuso.

PRESIDENTE. Ha chiesto la parola il Consigliere Carloni, ne ha facoltà.

Mirco CARLONI. Io però non capisco, ieri in Commissione eravamo tutti d’accordo, era presente anche l’Assessore Marcolini che ha appunto chiesto di ritirare l’emendamento e di trasformarlo in un ordine del giorno. Ora, se l’emendamento era ammissibile non capisco perché l’ordine del giorno diventa inammissibile. Perché allora penso sia anche inammissibile parlare in una attività finanziaria dell’attività psicomotoria domiciliare che abbiamo approvato pochi secondi fa, oppure di quel suo emendamento, Presidente, sui camper, poichè credo abbiano pochissima attinenza su un’attività normativa.
Però, diciamoci la verità - se siamo qua qualcosina di diritto la consociamo tutti -, nella fase finanziaria come quella di bilancio si inseriscono anche discipline normative. E pertanto seppur il tema non sia attinente all’attività finanziaria credo abbia comunque un grande effetto.
Tenete presente che per quanto riguarda l’attività economico-finanziaria l’impatto della legge che è andata in vigore da soli tre giorni ha, contrariamente a quanto dice il Presidente Giancarli, dei grandissimi effetti devastanti. In particolare ciò che si chiede di togliere “entro il limite del 10 per cento” sta mettendo in confusione tutta l’attività degli sportelli unici sulle attività produttive, in qualche modo è un ulteriore freno per lo sviluppo economico e per gli insediamenti produttivi, che così saranno sempre più incentivati ad andare via da questa regione e da questo Paese.

PRESIDENTE. Ha la parola l’Assessore Viventi.

Luigi VIVENTI. Vedo che gli effetti del Governo Monti arrivano anche in Regione! Però su questa norma prima che un ragionamento politico bisogna fare un ragionamento tecnico.
L’osservazione che fa il Presidente dell’Assemblea mi sembra intanto corretta perché in effetti non si capisce cosa c’entri questa norma con il bilancio, e probabilmente ce ne sono anche altre che non c’entrano.
Però, abbiamo approvato una legge adesso e che di fatto non è entrata ancora in funzione, quindi non ha prodotto nè effetti devastanti, Consigliere Carloni, nè effetti positivi, ancora non ha prodotto niente.
Io ho sempre detto, con il senso pratico che contraddistingue ogni mia azione e ogni mia decisione, che qualora dovessimo verificare delle incongruità della legge, al di là degli elogi che abbiamo ricevuto da Bologna o alla Conferenza stato-Regioni, la cambieremo. Nessuno è perfetto, se ci saranno delle cose da modificare lo potremo fare tranquillamente.
Però io direi questo. Innanzitutto arriviamo prima all’approvazione del regolamento attuativo, perché senza di questo parliamo del niente, e poi vediamo, perché, ripeto, su questo tema non c’è nessuna chiusura preconcetta da parte dell’Assessorato.
Ma onestamente l’interpretazione del Presidente credo sia corretta.

PRESIDENTE. Bene. Vorrei ora rispondere soltanto al Consigliere Carloni. Non è che nel bilancio, come negli altri strumenti finanziari, a volte non ci sono degli interventi di tipo normativo, però, come ho cercato di dire, vanno limitati, ed in effetti negli ultimi due strumenti, sia in questo bilancio di previsione che nell’assestamento, sono stati limitati. E’ quindi evidente che non c’è un divieto assoluto semmai non ci deve essere un abuso. Il fatto di inserire piccoli provvedimenti normativi non contrasta certo con la norma di legge, anche se, ripeto, io sono contrario e quindi vanno limitati.
Però in questo caso è addirittura un ordine del giorno, non è un provvedimento che magari inserisci perché, che so, ci può essere l’urgenza oppure è una norma che chiarisce aspetti controversi sulla quale acceleri. Questo come ordine del giorno non incide su nulla e non ha nessuna attinenza in questo senso.
Ed ora sono stato confortato anche dall’ausilio dei tecnici ove si rileva che effettivamente un ordine del giorno di questo tipo non può essere ammesso. (…) Va bene.

Ordine del giorno n. 4 del Consigliere Natali:
“L’Assemblea legislativa regionale,
ritenuto necessario prevedere anche un indennizzo per i castanocoltori colpiti dal dryocosmus kuriphilus yasumatsu, e non solo per la prevenzione rispetto alla malattia, meglio conosciuta come “ vespe cinese”;
Impegna la Giunta regionale,
a voler considerare anche la necessità di predisporre nel corso dell’anno un congruo indennizzo anche per i castanocoltori”

Giulio NATALI. Qui richiamo quell’emendamento che avevo presentato precedentemente ma che poi ho ritirato perché recepito dalla Giunta; peraltro la Giunta di quell’emendamento ne ha recepito solo una parte. Per cui questo ordine del giorno riguarda il problema della castanocoltura. Con l’emendamento della Giunta è stata prevista una determinata somma per lo studio del problema della vespa cinese, detta anche dryocosmus kuriphilus yasumatsu, mentre io chiedo si voglia considerare anche la necessità di predisporre nel corso dell’anno un congruo indennizzo per i castanocoltori che sinora sono stati danneggiati dalla presenza di questo insetto.

PRESIDENTE. Ordine del giorno n. 4. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa non approva)

Ordine del giorno n. 5 del Consigliere Trenta. Non ammissibile.
A proposito di questo ordine del giorno voglio dire che la sollecitazione “impegna la Giunta regionale affinché attui la volontà di superare l’impasse e riavviare l’attività dell’Associazione secondo gli scopi ed i valori fondanti” è già negli atti, è all’ordine del giorno della seduta odierna. Oggi dovremo infatti nominare un consigliere regionale che andrà a completare il consiglio direttivo, e dunque ripartire. Sono infatti d’accordo con lei, o si riparte in modo adeguato oppure non ha nessun senso. E’ uno strumento importante ma dobbiamo accelerare sulla sua operatività. Ecco, per fare questo c’è la necessità di nominare un consigliere regionale, ed oggi, ripeto, lo abbiamo come punto all’ordine del giorno.

Ha la parola il Consigliere Trenta.

Umberto TRENTA. Vede, Presidente, sinceramente comincio ad essere affaticato. Ne spiego il motivo. E’ perché lei questa sollecitazione la rivolge ai soci dell’Associazione Università per la pace, a una firma prestigiosa, il rettore Marco Pacetti.
Oggi ho visto che come Ponzio e Pilato - non Ponzio Pilato - in Aula avete respinto un emendamento che non voleva essere una provocazione. E lo dico agli uomini di buonsenso, a uomini che hanno una cultura istituzionale, mi rivolgo al Consigliere Giancarli, mi rivolgo al distratto Consigliere Latini e ai vari Consiglieri che oggi in Aula hanno appunto assistito a una cosa stupenda…, Presidente Spacca, Assessore Marcolini…(…) No, no, non è la caduta di Camela, perché, mi spiace, ma è un ragazzo beato, quindi, beati i semplici! Parto invece da un’altra considerazione. La Vicepresidente Giorgi, che ora mi spiace non sia in Aula, è stata molto garbata a rappresentare gli auguri di Natale con “Natale in casa Cupiello”! (…) Eduardo De Filippo. E’ ammissibile che lei che è del nord delle Marche non conosca la cultura! Perché troneggia proprio davanti al Presidente Vittoriano Solazzi un grande manifesto sull’unità d’Italia, ossia, i popoli intelligenti, le donne intelligenti, gli uomini intelligenti che hanno contribuito anche nella regione Marche a, invece oggi in Aula abbiamo celebrato, Consigliere Giorgi, la disgregazione politica, e mi fermo qui!
Abbiamo visto un esempio di grande lotta interna, un attacco alla Moroder, su un emendamento e che sinceramente ha evocato in me la lotta interna tra patate, kiwi e festini! Parlando di microscopio di Urbino si è associato qualcosa che ai più è sembrato incomprensibile, e mi fermo qui.

PRESIDENTE. Sarebbe il caso, Consigliere, perché un po’ ci si deve attenere all’ordine del giorno!

Umberto TRENTA. Allora mi fermo a Luca che disperde lo sguardo lontano!
Quindi con quest’ordine del giorno, che per una sua convenzione lei ritiene inammissibile, oggi in Aula si celebra un’altra contraddizione, ovvero la nomina di un Consigliere appena nominato e che, guarda caso, è il Presidente Vittoriano Solazzi, fatta dal signor Ricci…

PRESIDENTE. No, no, no, non sono Presidente, io sono stato nominato come Consigliere, serve nominare un altro Consigliere per rendere perfetto l’organismo e poter partire.

Umberto TRENTA. Allora propongo la mia candidatura.

PRESIDENTE. Ma lei c’è già, è già presente!

Umberto TRENTA. Presidente, questa è una legge regionale! (…) La legge è del 18 giugno 2002, il Presidente Spacca, l’allora Vicepresidente Luciano Agostini e quaranta Consiglieri, compreso l’allora Presidente Luigi Minardi, firmarono quel documento, che io ho messo in atto e registrato all’ufficio del registro. Io tra un po’ ve la canto e ve la suono! Ve la dovete smettere! Se non ci credete dovete avere il coraggio istituzionale di abrogare quella legge, una legge che deve avere un suo percorso in sede diversa. Non dovete più oltraggiate un pensiero sui diritti umani, questo non compete a nessuno, perché è un ordine morale ed etico. Se non siete in grado di credere in questo progetto lasciate perdere, abrogate la legge e passiamo ad altro!

PRESIDENTE. Procediamo con l’ordine del giorno n. 6 dei Consiglieri Latini e Busilacchi:
“L’Assemblea legislativa delle Marche,
Premesso che:
- il Progetto Alfabetizzazione motoria prevede l’introduzione di due ore settimanali di attività motoria nella scuola primaria con la presenza di un esperto laureato in scienze motorie, promosso dal CONI nazionale e dal Ministero della Pubblica Istruzione;
- nel suo secondo anno ha coinvolto tutto il territorio nazionale;
- la Regione Marche, per lo scorso anno scolastico, ha aderito al Progetto Coni-Miur, finanziando, per la prima volta, il progetto in questione mettendo nel bilancio 2011 la somma di € 180.000, ripartita su tutto il territorio regionale in proporzione alla popolazione scolastica;
- tale somma ha contribuito ad allargare su tutta la Regione i progetti all’attività motoria nelle scuole primarie;
Considerato che:
- nella Regione Marche sono stati coinvolti 122 plessi scolastici, 829 classi e 16.117 alunni;
- insieme al progetto del Coni Gioco sport – che prevede, sempre per le scuole primarie, un’ora alla settimana di attività motoria con insegnante laureato in scienze motorie e diplomato Isef, complessivamente sono state coinvolte 2.148 classi (su un totale regionale di 3.382) e 42.035 alunni ( su un totale di 66.477), pari al 63% della popolazione scolastica della scuola primaria, in stretta collaborazione con i Comuni e le Province;
- con questi numeri la Regione Marche è stata la regione più virtuosa d’Italia (secondo il monitoraggio fornito dal CONI e MIUR);
Vista la mozione Promozione dell’educazione fisica e motoria nelle scuole primarie della Regione Marche, presentata lo scorso anno all’Assemblea Legislativa delle Marche e sottoscritta dai consiglieri regionali di tutti i gruppi consiliari;
Visti i risultati ottenuti sul miglioramento dell’attività motoria dei ragazzi e del gradimento espresso dagli insegnanti, dai genitori e soprattutto dai ragazzi e ragazze coinvolti e considerando che il progetto si inserisce a pieno titolo contro la sedentarietà , la lotta al sovrappeso e all’obesità, per corretti e sani stili di vita e che fanno parte dei programmi educativi e di prevenzione socio-sanitaria e di integrazione della Regione Marche;
Tenuto conto che:
- il CONI, per il progetto alfabettizzazione motoria, ha già riconfermato, sul bilancio 2012, i 5 milioni di euro stanziati negli anni passati;
- il Ministro dell’Istruzione Mariastella Gelmini nella conferenza stampa del 21 giugno u.s. con il Presidente nazionale del Coni Gianni Petrucci, si è impegnata a confermare le risorse del Ministero;
- la direzione Generale del Ministero dell’Istruzione, in data 28/07/2011, ha scritto al Coni “confermando la prosecuzione dell’esperienza già attivate in tutti gli istituti che sono stati coinvolti nell’anno scolastico 2010-2011 e che, se disponibili, possono già inserire nei propri P.O.F. il progetto di alfabetizzazione motoria”;
- le scuole, alla riapertura dell’anno scolastico, possono inserire nei propri Piani di Offerta Formativa (POF) tale progetto, così lavorando su una programmazione che parta dal 15 gennaio a fine maggio 2012;
Impegna la Giunta regionale:
1) ad aderire al Progetto di Alfabetizzazione motoria nella scuola primaria; prevedendo, nel prossimo bilancio 2012 della Regione, di confermare- almeno - la somma di € 180.000;
2) ad invitare i Comuni , le Province a privilegiare sul proprio territorio tale progetto adottando il criterio del co-finanziamento per estendere questo progetto a tutte le scuole marchigiane;
3) a sollecitare il Ministero dell’Istruzione a garantire le proprie risorse;
4) ad invitare il Parlamento italiano a prevedere i fondi necessari, al fine di estendere il Progetto di alfabetizzazione motoria a due ore settimanali di attività motoria e fisica in tutte le scuole primarie del Paese”.
Ha la parola il Consigliere Busilacchi.

Gianluca BUSILACCHI. Ci sono due mozioni, la n. 74 e la n. 189, in sostegno all’attività motoria nella scuola primaria, hanno moltissimi firmatari, quindi, come l’anno scorso, le trasformiamo in un ordine del giorno collegato al bilancio. E pertanto le due mozioni vengono ritirate.

PRESIDENTE. Ordine del giorno n. 6. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Passiamo alle dichiarazioni di voto.
Ha chiesto la parola il Consigliere Zinni, ne ha facoltà.

Giovanni ZINNI. La discussione di questo bilancio è stata sicuramente molto veloce, lo è stata sin da quando la maggioranza chiese l’urgenza e la minoranza acconsentì. Di fatto abbiamo studiato e discusso politicamente un bilancio in dieci giorni. Come veloce è stata anche la discussione in Aula. E di questo mi sento di rivendicare il merito non solo del Gruppo assembleare a cui appartengo, il PdL, ma di tutte le opposizioni alla maggioranza di quest’Aula, a cui credo debba essere riconosciuta una profonda serietà, poiché abbiamo lavorato non solo velocemente ma anche, mi permetto di dire, in maniera profondamente costruttiva, abbiamo cioè messo in campo varie sollecitazioni politiche.
Allora, visto che è andato tutto liscio, tutto si è svolto senza alcun tipo di polemica o di forma di ostruzionismo, mi sento di fare una piccola battuta provocatoria.
Quando eravamo qui a “soffrire” e a discutere la Giunta ha fatto una conferenza stampa sul trasporto pubblico locale in cui ha lanciato l’anatema del miracolo e che si era raggiunto il 90% della copertura di tutto il trasporto ferroviario e che il merito di tutto questo era della Giunta stessa. Ecco, questo non solo non è giusto per gli onori della cronaca – però, si sa, il mondo del giornalismo è libero e può fare quello che vuole -, ma non è giusto neppure nei confronti di quest’Aula. Vorrei infatti ricordare che se l’Assessore Viventi è in grado di fare conferenze stampa di questo tipo lo si deve innanzitutto al contributo politico che ha dato il Popolo della Libertà nella Commissione finanza. Questo deve essere molto chiaro e molto netto. Il primo emendamento in questo senso è stato fatto dal sottoscritto per 6 milioni di euro, al quale poi è sopraggiunta la buona sintesi politica del Capogruppo Ricci, che certamente nulla toglie al lavoro sicuramente animato nei confronti di Roma fatto dall’Assessore Viventi.
Ecco, questa piccola battuta polemica in realtà è anche metafora del lavoro che è stato fatto. Noi abbiamo cercato di lavorare per ottenere il miglior provvedimento possibile per i cittadini delle Marche. Lo abbiamo fatto col cuore, la passione e il raziocinio. E abbiamo anche cercato di sostenere quelle parti del bilancio che condividevamo in termini di valori. Insomma, come Popolo della Libertà abbiamo cercato di collegare i nostri valori alle esigenze dei cittadini delle Marche.
Dunque questo spiega perché abbiamo lavorato velocemente, lontano dai vecchi rituali della politica ove per forza di cose bisognava venire in Aula a urlare veementemente.
Oggi però arriviamo a una conclusione in cui noi il nostro piccolo bilancio lo vogliamo fare.
Se siamo orgogliosi di questo lavoro che abbiamo fatto per amore nei confronti dei marchigiani, a questo aggiungiamo che per rispetto dei nostri elettori che ci avrebbero voluto veder governare la Regione Marche, per rispetto al programma elettorale presentato e per rispetto anche di quelle battaglie politiche che facciamo ogni giorno, ci sentiamo di votare complessivamente contro la finanziaria e il bilancio. Il Capogruppo Ricci prima ha richiamato il discorso di un bilancio a base zero, bèh, è evidente che se dai banchi del PdL avessimo potuto scrivere un bilancio a base zero, signori, l’avremmo fatto complessivamente diverso.
E non c’è nulla di drammatico nel rivendicare, o meglio, ripristinare un po’ di chiarezza nella politica, con questo alone del Governo Monti. Noi diciamo grazie a tutti i partiti che rappresentiamo in sede locale e che a livello nazionale reggono questo Governo che ci deve far uscire dall’emergenzialità delle speculazioni finanziarie, però in sede locale dobbiamo essere molto chiari e molto franchi nei confronti degli elettori. Abbiamo condiviso con voi gli interventi sul sociale, gli ammortizzatori sociali, il fondo anticrisi, ma è indubbio che non condividiamo altre cose. Vedi la manovra di 20 milioni di euro per l’efficientamento energetico che in questo momento non è una priorità, oppure la sicurezza, un campo, questo, in cui non esistiamo. Prima c’era un po’ di ilarità quando il collega Marangoni parlava degli emendamenti sulla polizia locale che poi sono stati puntualmente bocciati. Ma la verità è che voi siete allergici nei confronti di un impegno diretto e responsabile sul versante della sicurezza, delle politiche integrate della sicurezza nei confronti delle forze di polizia locale e delle prefetture, e soprattutto siete allergici a rivedere e riutilizzare in maniera moderna i corpi delle polizie municipali.
Inoltre troviamo carenti gli interventi sul turismo, usciamo cioè senza essere entusiasti; peraltro le battute sui festini fatti da un appartenente dello stesso partito nei confronti dell’Assessore al turismo la dice lunga di quale sia la sensibilità reale e le mosse messe in campo.
Ancora, ci sono degli sprechi, come i soldi investiti nel piano delle comunicazioni, come una Svim che non produce risultati oppure un’Assam che non si capisce perché viene trattata come un’oasi bianca rispetto all’Erap, ecc., ecc..
Non ve la faccio lunga, non voglio ribadire ciò che ho detto nella mia relazione di minoranza, mi limito solo a dire una cosa. Esiste un momento in cui la politica deve avere senso di responsabilità, ovvero quando c’è l’emergenza. E l’emergenza nelle Marche c’è, perché anche noi di riflesso viviamo la crisi del debito pubblico. Però nella costruzione delle risposte a questa emergenza bisogna mantenere la dignità politica che fa si di non approfittarsi delle situazioni di crisi per spalmarsi in un unanimismo di sola facciata che vuole portare la politica soltanto ad occupare posti o a stare tutti insieme non si sa bene verso dove.
Dunque il Popolo della Libertà convintamente e pacatamente voterà contro questo bilancio, orgoglioso di aver dato contributi preziosi per i cittadini delle Marche.

Presidenza della Vicepresidente
Paola Giorgi

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Zaffini.

Roberto ZAFFINI. Ieri purtroppo non ero presente in Aula per una piccola indisposizione, quindi se il mio intervento sarà un po’ più lungo vi prego di considerare il fatto che lo avrei dovuto fare in due fasi e che ora cercherò appunto di assembrare.
Nella relazione al bilancio si afferma, leggo dal testo, che la mancanza di trasferimenti statali rende necessaria la sistematica revisione della spesa regionale finalizzata al riesame nel merito della funzione e dell'efficacia dei singoli programmi di spesa iscritti a bilancio, per ridurre o cancellare quelli non più rispondenti ad attuali ed effettive esigenze economiche e sociali e aumentare quelli più orientati allo sviluppo. E finalmente! Dico io. Era ora! Fortunatamente ci siamo arrivati. Infatti qui si sono viste per anni le cicale cantare e le formichine lavorare e dare sangue per leggi che si sono dimostrate inefficaci e inutili. Abbiamo dovuto aspettare la crisi per vedere una sfilza di zero nelle vostre leggi, che se ora riusciamo ad azzerarle significa che erano inutili. Per cui, ecco, tutto questo si doveva fare molto molto prima. Una Regione virtuosa deve capire prima dove va il mondo, ma questo non è stato capito.
Quando si parla di bilanci regionali è ovvio che si debbano vedere anche le scelte degli organi sovraregionali e sovranazionali che determinano a cascata quello che si decide anche a casa nostra
Dato che in questi giorni si accusa il precedente Governo di aver creato immensi danni a questo Paese, voglio ricordare che con il Presidente Monti c’è ora una coalizione, cosiddetta bipartisan, per gli interessi dell’Italia, e quindi si approva una manovra, che in realtà è una rapina, che viene definita “salva Italia”.
Salvare l'Italia. Ebbene, anche nel 2001 Prodi e Ciampi ci dicevano che quando saremo entrati nell’euro si sarebbe salvata l’Italia. Andarono a Bruxelles a festeggiare con i palloncini convincendo gli italiani che sarebbe arrivato il nuovo Eldorado, un nuovo paradiso, e che l’Europa sarebbe stata il paese delle meraviglie. Ve lo ricordate il faccione sorridente di Prodi?!
Oggi, quasi dieci anni dopo, crediamo ormai che gli italiani - e non solo gli italiani ma tanti altri popoli europei – abbiano capito che nei loro confronti da parte di chi ha costruito questa tecnocrazia europea si è consumato uno dei più grandi inganni.
Nel nostro Paese chi una volta guadagnava 1 milione e mezzo di lire se la cavava, chi ne guadagnava 2 stava bene, oggi invece chi guadagna 1.000 euro è in una situazione di evidente difficoltà. Questo è l'unico dato che i nostri cittadini hanno ben presente. Quindi l’euro è certamente una grande promessa mancata. Per noi è una grande fregatura, che però si vuole nascondere parlando magari di casta o di altre cose altre. Quando invece si tratta del fallimento dell’euro e di conseguenza a cascata anche del fallimento dell’Italia
Addirittura sull’euro fu imposta una tassa, Prodi ci chiese 20 milioni di lire per entrare in questo paradiso che non si è realizzato.
Allora chiedo: perché il PIL della Svezia (che non è nell’euro) è al 4,1% mentre i paesi più forti nell’unione europea sono poco al di sopra dell’1%?
Il prof. Monti, da voi stimato, ex Commissario europeo, nonché uomo della Goldman Sachs, quindi uno dei fautori del fallimento dell'euro, adesso ci dovrebbe salvare. Ma salvare da chi? Da cosa? Quando in realtà ci sta massacrando ancora di più prendendo i soldi dai soliti noti.
Non abbiamo cioè visto niente che possa convincerci del fatto che si siano voluti utilizzare questi fantasmagorici tecnici, abbiamo solo visto uno strangolamento dell’Europa nei confronti dei Paesi più fragili per costringerli a rese incondizionate e a limitazioni della loro sovranità nazionale con un conseguente trasferimento dei poteri.
Pensando a Orwell si può dire che non è sufficiente sottomettere gli umani ma si può anche volere la loro anima e il loro cuore.
Al vertice del potere politico in Europa, e ora anche in Italia, abbiamo un grande tecnico - come il “Grande Fratello”! - onnisciente e infallibile e sotto di lui una gran massa di sudditi.
La letteratura molto spesso annuncia il reale: il progetto è concreto ed è finanziato dalle stesse vittime attraverso le nuove guerre che sono finanziarie e che tutto tolgono e nulla danno.
Questo è dunque il panorama in cui siamo.
L'euro è entrato in crisi perché si sono messi insieme troppi Paesi differenti.
Così come differente è l’Italia. In Italia abbiamo un'economia duale: c'è una parte del Paese che cresce a livelli europei e un’altra parte che non cresce, c'è una parte di Paese che è in Europa e un’altra che non lo è.
Ieri vi ho seguito dalla web tv, ebbene, si è parlato un po’ di tutto ma senza parlare della vera realtà delle Marche.
Analizzando i dati della regione purtroppo ci accorgiamo che sta perdendo il treno delle economie più forti. In previsione abbiamo il PIL peggiore di tutte le regioni del centro Italia. Abbiamo la quota dell’export…(...) Chiedo due minuti in più, Presidente. Anche perché leggendo nel sito i resoconti delle sedute assembleari ho notato che per me si suona sempre il campanello mentre altri parlano e parlano senza che nessuno dica mai che devono concludere. La proporzione negli interventi non penso vada con i centimetri di statura! E’ un dato che voglio far notare, perché…

PRESIDENTE. C’è un regolamento che io in genere faccio rispettare, Consigliere. Tra l’altro al tavolo della Presidenza c’è un orologio. Quindi, dica quello che vuole dire senza perdere tempo!

Roberto ZAFFINI. Allora magari sono sfortunato a trovare sempre lei al tavolo della presidenza! Comunque, vado avanti.
La quota dell’export delle Marche, dicevo, purtroppo sta calando notevolmente, abbiamo un dato che a livello nazionale è passato dal 3,5% del 2007 al 2,6%, quindi la quota rispetto alle altre regioni del centro Italia è molto preoccupante.
Come pure peggiora, stando alla pagella stilata da Il Sole 24 ore, la qualità della vita, stiamo scendendo drasticamente.
Dunque la situazione è veramente pessima.
Mi chiedo allora se il Presidente Spacca, che è sempre in giro per internazionalizzare le nostre aziende, si sia accorto della dimensione che hanno le nostre aziende. Una dimensione familiare o poco di più. Nelle nostre aziende ancora vi lavorano i nonni. Vogliamo internazionalizzare anche loro?! Voglio cioè dire che il nostro artigiano non è potenzialmente idoneo a potersi espandere come invece si pretende di fare. La nostra economia è rivolta al consumo interno. Ma qui tutto si vede fuorché la possibilità di aumentare il consumo interno.
Gli artigiani sono ormai in un inesorabile declino, i cinesi hanno vinto, perchè non solo ci stanno vendendo le loro merci ma ci stanno comprando anche i nostri marchi storici. Che per chi vuol mantenere sano un territorio imprenditoriale come quello delle Marche è una vera disfatta. Se ad esempio mettessimo - seppure sia un concetto che esula dalla competenza regionale - il 10% di dazio su tutti i prodotti che arrivano in Italia, e quindi anche nelle Marche, sapete quanti soldi potremmo recuperare considerato che la proporzione è 1 a 8? Noi invece tassiamo i nostri imprenditori e poi facciamo arrivare un’infinità di merci, che spesso è mondezza, dalla Cina senza chiedere nemmeno una gabellina. E’ veramente vergognoso! Significa solo voler massacrare il nostro mercato.
Ci sarebbero da dire molte altre cose. Come sull’Aerdorica, dove volano i bilanci, e dove vola probabilmente anche qualche inciucio.
Ho visto anche che i fondi per i canoni agevolati e per i libri di testo sono stati introdotti in leggi specifiche.
Ho inoltre chiesto al Presidente Latini di convocare i dirigenti dell’Asur e del dipartimento salute, perché non poter avere i dati dei bilanci della salute è veramente, come dire, strano, visto che si tratta di 2 miliardi e 700 milioni di soldi dei nostri cittadini. Dal prossimo anno su questo chiederemo sicuramente molte più informazioni.

Presidenza del Presidente
Vittoriano Solazzi

PRESIDENTE. Concluda Consigliere.

Roberto ZAFFINI. Pertanto voterò contro perché le Marche sono tra le regioni più tassate d’Italia, è la regione del centro che sta soffrendo di più. Quindi significa che tutte le iniziative prese non sono state efficaci. Ora, devo dire finalmente, grazie alla crisi, vediamo infatti azzerare tante leggi che sono servite solo a dare posti di lavoro ai vostri amici. Ma al contempo, proprio grazie a Monti con quell’allungamento dei tempi della pensione e il blocco del turnover, i nostri giovani non potranno vedere sbocchi e possibilità di lavoro nemmeno fra dieci anni.

PRESIDENTE. Ha la parola la Consigliera Malaspina.

Maura MALASPINA. Signor Presidente, colleghi Consiglieri. Il bilancio di previsione della Regione Marche per il 2012 si colloca in una fase storica della finanza pubblica tra le più gravi del dopo guerra, superiore a quella del 2008.
La crisi del debito sovrano registratosi sui mercati finanziari tra novembre e dicembre, collocando il differenziale del rendimento dei BTP e dei BUND tedeschi tra 400 e 500 punti di spread, raggiungendo perfino 570 punti base, ha reso più costosi gli interessi del debito pubblico italiano, già tra i più alti dell’Euro zona con il suo 120% del PIL nel 2011.
L’acquisto dei titoli pubblici da parte delle banche italiane ha ridotto gli impieghi per le famiglie e le imprese.
Sicché, da una parte la contrazione della raccolta e dall’altra il vincolo degli impieghi, hanno determinato una stretta creditizia che sta evolvendo verso una crisi di liquidità che blocca il sistema del credito, soprattutto alle piccole e medie imprese.
Ne consegue un rischio recessione che secondo l’OCSE dovrebbe portare il PIL a -0, 4% nel 2012.
Se si considera che rispetto al 2007, cioè all’anno precedente, la crisi del 2008 della bolla immobiliare, il PIL è sceso del 6% e solo nel 2018 sarebbe potuto tornare ai livelli del 2007, ben si comprende come sia disastrata la via della ripresa.
Di fronte a questo quadro di finanza pubblica appare di tutta evidenza la necessità del concorso di tutte le forze politiche e di tutte le istituzioni ad una politica di bilancio non solo dello Stato, ma di tutte le pubbliche amministrazioni, rigorosa e severa.
Le Regioni a statuto ordinario e gli enti locali devono concorrere agli obiettivi di finanza pubblica in termini di adeguatezza e proporzionalità, affinché il carico dei sacrifici sia equamente ripartito. In tal senso la gestione rigorosa ed assennata del bilancio regionale deve essere rintracciata in una serie di parametri che danno la cifra dell’efficienza, dell’equità e dell’apporto alla crescita regionale.
In tal senso ho già avuto modo di denunciare, in sede di assestamento di bilancio, la grande massa di residui passivi registrati e l’aumento di essi rispetto all’anno precedente.
Tutti ci rendiamo conto che la ragione di una tale mole di risorse impegnate e non spese è da ricondurre al patto di stabilità che limita la capacità di spesa della Regione Marche.
Tale ragione, però, si attenua di fronte all’altra grande mole di residui attivi, ossia di entrate accertate e non riscosse e che danno la cifra anche della pressione fiscale esercitata sui cittadini marchigiani.
E’ di tutta evidenza che sono state chieste risorse ai cittadini marchigiani che poi non sono state mai spese.
Delle due l’una: se si chiedono con le tasse risorse ai marchigiani poi si devono spendere, diversamente, se non si possono spendere a causa di vincoli esterni, come il patto di stabilità interno, allora si chiedano meno risorse, lasciando maggiore disponibilità di reddito alle famiglie ed imprese per sostenere la crescita.
Quello che è deleterio fare è chiedere soldi e poi non spenderli!
Come UdC ci rendiamo conto che questa è una eredità del passato difficile da smaltire. MA quello che non mi fa riportare i conti e la prosecuzione di tale andazzo.
E che si seguiti sulla cattiva strada di chiedere soldi e non spenderli è dimostrato dall’enorme avanzo di amministrazione: quasi un miliardo su un attivo di spesa di circa 3,6 miliardi di euro. Sostanzialmente l’avanzo presunto del 2011 è di 967 milioni, quasi quanto quello del 2010, ossia di oltre il 25% delle entrate.
Dunque ci troviamo di fronte a previsioni prive di adeguatezza e realismo.
Di fronte ad una massa di pagamenti effettuati di circa 717 milioni e di impegni pari a circa 883 milioni, di cui 91 assicurati agli enti locali per il patto di stabilità verticale, appare di tutta evidenza la grossolanità dell’avanzo di bilancio di 967 milioni.
Sapendo che il vincolo del patto di stabilità non avrebbe consentito di spendere più di 900 milioni o un miliardo, perché si prevede una entrata sproporzionata a tale livello di spesa, tanto da generare un così elevato avanzo?
Si dice nella relazione che la pressione fiscale delle Marche è inferiore a quella media nazionale, ma è facile gioco dire che poteva essere ancora inferiore se si fosse stati più oculati e realistici.
Non discuto pertanto sui segmenti di spesa e sulla priorità di scelta dove il sociale e il welfare mantiene l’integrità e la priorità del finanziamento nei termini degli stanziamenti del 2010, discuto specificatamente sulla gestione delle grandezze di bilancio e della leggerezza con cui dette grandezze ne denunciano l’approssimazione.
Se ci fosse stato un altro Assessore forse avrebbe ridotto la pressione fiscale chiedendo meno dei 110 milioni di addizionale alle famiglie marchigiane, oppure chiedendo meno dei 165 milioni del bollo auto o degli 87 milioni di Irap per le imprese. Sicuramente avrei chiesto meno dei 100 milioni derivanti dall’accise sui carburanti.
Come gruppo UdC ho più volte sollecitato la definizione delle dismissioni dei beni immobiliari della Regione, ma ancora una volta se ne denuncia il fallimento, così come ho chiesto un spending review per la spesa, ma se ne ravvisa la inapplicabilità a causa della rigidità della spesa stessa.
Capisco tutto, così come capisco le cifre del bilancio che ci vengono mostrate. Ma forse un maggiore approfondimento istruttorio e una maggiore collegialità avrebbe aiutato l’Assessore a ragionare più approfonditamente su alcuni parametri che avrebbero dato un carattere di veridicità al bilancio più rigoroso.
Rimangono comunque condivisibili le priorità e le scelte politiche di questo bilancio, che è la sola ragione che ci fa esprimere un voto favorevole.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere D’Anna.

Giancarlo D’ANNA. Parlo a nome del Coordinamento Azione Marche, al cui all’interno c’è Libertà e Autonomia con Enzo Marangoni ed il PLI con i colleghi Romagnoli e Silvetti.
Innanzitutto, Presidente, sono costretto ad evidenziare non tanto una cattiva abitudine bensì quello che penso sia un vero e proprio insulto nei confronti di questa Assemblea legislativa. Ossia, ogniqualvolta si riunisce l’Assemblea legislativa regionale c’è sempre in corso una conferenza stampa, generalmente fatta dal Presidente della Giunta, che va a sminuire il ruolo dell’Assemblea legislativa delle Marche e di conseguenza a ridimensionare l’impegno che ognuno di noi porta in quest’Aula. E’ una cattivissima abitudine, che chiamerei anche in modo diverso, ma sarebbe offensivo. Tenga presente, il Presidente Spacca, che quando si doveva parlare del piano socio-sanitario, visto che era assente, abbiamo spostato la discussione, però vedo che sia ieri che oggi ci ha ripagati con due conferenze stampa atte proprio a sminuire, ripeto, il lavoro dell’Assemblea legislativa.
Pertanto, Presidente, le chiedo ufficialmente di evitare in futuro che ciò continui ad accadere. Non è corretto, non è giusto, è pure indicativo di un modo di fare arrogante e prepotente.
Vado al bilancio. Ritengo che l’opposizione abbia dato un valido contributo. Come Azione Marche abbiamo presentato buona parte degli emendamenti, molto sono infatti del collega Marangoni. Abbiamo cercato di inserire delle proposte, ma che non sono esclusivamente nostre, esse infatti tendono a recepire le istanze che vengono dal territorio. Ancora una volta ci siamo battuti per rimarcare le difficoltà delle famiglie che purtroppo al loro interno hanno malati di SLA. Abbiamo inoltre riproposto la gravissima questione dell’amianto. Abbiamo cercato di incidere un po’ di più sulla sicurezza, sulla polizia locale oppure sulla cultura con quell’emendamento sul recupero della tomba di Beniamino Gigli. Abbiamo proposto iniziative per le piccole e medie imprese, per la pesca, per l’artigianato, per la sanità, per l’occupazione in generale. Ecco, proprio per l’occupazione, ad esempio, dati alla mano, la nostra regione vede un peggioramento gravissimo. Nel 2008 i disoccupati erano 97.411, a giugno del 2011 sono arrivati a 137.573, con un aumento del 41,3%, mentre gli inoccupati sono al 16,8%.
Ma di tutto questo all’interno di questo bilancio crediamo ci sia ben poco che possa andare incontro alle esigenze di tutte queste categorie. Si dice che non ci sono i soldi, si dice che ci sono comunque delle iniziative per un rilancio dell’economia, però non si dice – magari qualcuno si è scordato o a qualcun altro è sfuggito – che il 24 maggio 2011 con delibera di Giunta n. 726 per l’approvazione del piano attuativo integrato e di comunicazione e promozione del brand Marche sono stati previsti 11 milioni e 575 mila euro. Dunque una cifra enorme, ripeto, 11 milioni e 575 mila euro per la comunicazione e promozione del brand Marche. Per carità, io opero nel mondo del turismo da tanto tempo quindi so bene che investire in promozione del turismo e farsi conoscere è sicuramente un modo azzeccato, però non credo sia il caso, in un momento come questo di recessione mondiale, spendere 11 milioni e 575 mila euro per comunicare che esistono le Marche a chi non può neppure permettersi di andare in vacanza.
Andando tra l’altro ad analizzare come sono stati spesi questi soldi - soldi che non si trovano per altre cose - ci si rende conto, ad esempio, che per il lancio nazionale e internazionale della nuova campagna di comunicazione 2011-2012 sono stati spesi 180 mila euro per realizzare due eventi. Una campagna di comunicazione al cui interno penso ci sia quella famosa iniziativa di cui ha parlato prima il Consigliere Eusebi, che visti i risultati che si sono avuti anche dal punto di vista televisivo e su You Tube direi che è stata più una sputtanata che una promozione. Si sono spesi 180 mila euro per due eventi, ma uno ha avuto il riscontro che ha avuto mentre l’altro forse è addirittura caduto nel dimenticatoio.
Ancora: 1 milione di euro è stato speso per nuovi materiali promozionali e per la realizzazione di nuovi format comunicativi, incentrati su strumenti di comunicazione promozionale, funzionale potenziamento della diffusione dell’offerta sul territorio; per l’aggiornamento del portale del turismo e sistema informativo di telefonia mobile altri 900 mila euro, Assessore Marcolini; per la promozione sulle principali emittenti televisive nazionali 1 milione di euro. Ecco, qualcuno ci dovrà pur spiegare con che criterio vengono spesi questi soldi e quali saranno i risultati!
Per la pianificazione pubblicitaria nei mass media esteri e l’attività giornalistica redazionale integrata, con rinnovo fino al 30 aprile 2012 dell’attore Dustin Hoffman, 1 milione e 840 mila euro.
Per copertura finanziaria economia da fondi Fas 500 mila euro, consolidamento a livello di grande pubblico del brand Marche.
Inoltre: pianificazione on line 400 mila euro; pianificazione pubblicitaria su radio nazionali 8.500 euro; circuiti video outdoor 300 mila euro; pianificazione pubblicitaria nel circuito delle sale cinematografiche 170 mila euro, sulle arterie autostradali 300 mila euro; attività promozionali all’estero 700 mila euro; attività promozionali in Italia 580 mila euro, varie fiere 450 mila euro;l sostegno alle attività promozionali e progetti operati nel turismo 450 mila euro.
Arriviamo poi all’Aerdorica più volte citata: potenziamento dei collegamenti aerei internazionali, sostegno alle attività della società Aerdorica, 700 mila euro; impianto Ab Ryanair presso l’aeroporto delle Marche 100 mila euro; altri 300 mila euro per Aerdorica. In totale 1 milione e 100 mila euro.
Allora, signori miei, per i malati di SLA i soldi non ci sono, per la bonifica dell’amianto i soldi non ci sono, per l’occupazione i soldi ci sono ma si poteva mettere qualcosa in più, per Aerdorica invece si trovano. Sarà pure prestigiosa ma mi dovete dire cosa c’entra questa delibera. E mi dovete anche dire cosa centrano 180 mila euro per due eventi, uno dei quali, ripeto, si è dimostrato una sputtanata vera e propria di questa Regione per i risultati e il feedback che si sono avuti di ritorno.
Quindi non solo continua ad andare avanti questa vergognosa tecnica di riduzione di visibilità dell’Assemblea legislativa per il fatto che quando si riunisce in concomitanza vengono puntualmente organizzate conferenze stampa, non solo non c’è la minima ricettività a proposte che vengono oltre che dall’opposizione anche dalla maggioranza, non solo non c’è sensibilità nei confronti di quelle categorie deboli che ho citato prima, ma c’è anche l’arroganza di spendere in una situazione come questa 11 milioni e 570 mila euro in un’operazione del tutto discutibile; certo, la promozione turistica deve essere fatta, ma non in questi termini, non in queste cifre, non in questa situazione.
A nome di Azione Marche dichiaro dunque che il nostro voto sarà negativo.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Ricci.

Mirco RICCI. Oggi votiamo questo bilancio ma aspettiamo davvero con molta apprensione e preoccupazione gli effetti della manovra del Governo Monti. Da questa manovra potremo capire se il Paese potrà tornare nella giusta carreggiata, se si salva e così pensare ad un futuro.
E’ evidente che il Governo Monti per noi del PD non è un orizzonte su cui investire, è un governo di tecnici, gli abbiamo assegnato un ruolo importante, quello cioè di garantire il Paese in una fase così drammatica, però pensiamo anche a una legge elettorale nuova. Prima o dopo dovremo tornare al voto per dare a questo Paese un assetto democratico attraverso appunto una nuova legge elettorale.
Insomma, è un passaggio di cui molti partiti di questa Assemblea legislativa condividono l’impostazione. Nessuno è ancorato a questo Governo tecnico, ma spero, anzi, sono convinto che riesca a portarci fuori dal tunnel.
Al Consigliere Zaffini che parlava di federalismo dico che rispetto ad esempio alle aliquote della sanità la quota parte regionale è aumentata. Quindi mi pare sia più federalista Monti di quanto lo sia stato il Ministro precedente.
Ci sono cioè delle questioni su cui prima di dare un giudizio puntuale andrebbero meglio verificate. E attenzione a dare giudizi che potrebbero essere tra loro anche contrastanti.
In questo quadro – e lo dico per quello che è stato il dibattito di oggi – il mio partito in quest’Aula ha quindici Consiglieri, è dunque un gruppo che pesa. E’ un gruppo tollerante, disponibile. E’ un gruppo che molte volte mortifica anche i suoi stessi componenti, bocciando alcuni emendamenti, che peraltro ci costringe a costruire percorsi complicati per le personalità che ci sono in tutta l’Assemblea ma anche nello stesso gruppo del PD. Di questo Gruppo è un peso forte, quindi potrei anche invitarlo, a partire da me, ad essere qualche volta più incisivo. A volte mostriamo cioè una certa moderazione, però sempre con senso di responsabilità. Quel senso di responsabilità che in quest’Aula abbiamo messo più volte. Sia a livello nazionale che in quest’Aula, ad esempio adesso rispetto a questa proposta di legge ma anche nelle altre, non abbiamo mai inseguito il consenso fine a se stesso. E’ chiaro che ognuno fa il suo mestiere, ci mancherebbe altro, è ovvio che ognuno di noi va nel suo collegio a recuperare consensi, ma un conto è questo aspetto e un conto è invece orientare le iniziative personali e di gruppo per ottenere il consenso per forza. Questo non va bene. E sopratutto non va bene in un momento particolare come questo.
Ecco perché la maggioranza sia nella scorsa seduta che in questa si è differenziata su alcuni punti. Bisogna discutere nel merito, magari modificare le norme, trovare una sintesi, ma le differenziazioni che portano al particolarismo sono dannose alla maggioranza come pure in diversi altri campi.
Credo che lo spazio per riverificare ci sarà, ma comunque la maggioranza è solida. Ha votato il piano socio-sanitario, voterà il bilancio, ha dimostrato nei passaggi essenziali che i conti sono sempre ritornati. Seppure è ovvio che bisogna essere attenti, prudenti. E questo vale per il mio Gruppo ma anche per gli altri.
E’ vero, Consigliere Zinni, abbiamo votato in maniera rapida, abbiamo ristretto i tempi, addirittura per restringere i tempi a venticinque giorni abbiamo votato una legge. E dobbiamo dare atto all’opposizione di aver colto questa emergenza. E devo anche dire che il dibattito non è stato poi così male. E’ stato un dibattito interessante, sostenuto dagli emendamenti di maggioranza e prevalentemente di opposizione – a parte il Consigliere Marangoni che ha ampiamente esagerato –, è stato un dibattito che è entrato nel merito delle questioni.
Capisco che si possa votare contro un bilancio per ragioni anche di schieramento, sottolineando il turismo o la Svim o la lotta agli sprechi, ma non credo siano argomenti sufficienti rispetto ad un bilancio, invece, che sui temi fondamentali, in una fase in cui occorre intervenire con misure anticrisi, è riuscito, nonostante l’enorme riduzione di risorse, a garantire risorse per la coesione sociale, il lavoro, l’occupazione, il sostegno all’impresa, il sociale. Tutti elementi essenziali per mantenere in questa regione il sistema di welfare, che è la caratteristica assoluta dell’esperienza di governo, della vita, dell’economia e del lavoro di questa realtà.
E’ vero che abbiamo abbreviato il dibattito però complessivamente mi pare che questo bilancio sia in linea. Non solo è in grado con le cifre, come dicevo ieri, di sostenere la riduzione di risorse, ma garantisce anche l’identità di quel centro sinistra che governa questa Regione, lo definisce nelle cifre e nelle poste messe a disposizione.
Tempo fa avevamo chiesto all’Assessore Marcolini, alla Giunta, di azzerare molte leggi di spesa, di fare un bilancio a base zero. Quindi dà un’indicazione dei tempi non sospetti a una necessità, che la Giunta raccoglie. In qualche modo attraverso questa manovra si è riusciti a liberare risorse, pur poche, per quei canali e quelle indicazioni prioritarie.
Mi pare un bilancio buono, un bilancio che non può che essere utile a sostenere questa regione su quegli aspetti che ho appena ricordato. In modo particolare la qualità di questa Giunta è la difesa del lavoro. Ecco, questo bilancio va ancora in quella direzione. E per noi del PD è un elemento essenziale. Per cui voteremo molto convintamente questo bilancio di previsione 2012.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Binci.

Massimo BINCI. La crisi morde anche le Marche e quindi il bilancio ne deve prendere atto.
Riconosco gli sforzi contabili dell’Assessore Marcolini e della Giunta, però penso sia necessario, come ho già detto ieri nel mio precedente intervento, ripensare ad una modalità di utilizzo di quelle risorse che vengono dalla tassazione e dai trasferimenti statali con un’ottica che riparta sì, come più volte detto, da un bilancio zero, ma con delle priorità e poi su queste indirizzare le risorse. Occorre soprattutto abbandonare la strategia del sostegno a pioggia, come pure decidere, affinché il nostro modello economico possa crescere, che cosa sia necessario sviluppare per gli anni futuri. Occorre cioè dire con chiarezza che cosa vogliono dire quelle parole più volte pronunciate, ovvero, innovazione, ricerca, giovani, start up di imprese creative. Queste parole le mettiamo dappertutto però poi diventano solo la griglia con cui si distribuiscono a pioggia le risorse. Ci sono migliaia di imprese che fanno interventi sull’innovazione ma poi vengono distribuite risorse a pioggia che alla fine per le stesse risultano essere solo un’elemosina. Se cioè interveniamo su tutte non riusciremo a dare quel sostegno atto a far sviluppare veramente l’innovazione e la ricerca, per dare l’opportunità ai giovani talenti, ai giovani laureati, a quei giovani che magari si formano all’estero, di poter mettere a disposizione le loro intelligenze.
Quindi occorre concentrare gli interventi. Ma come si può fare per cambiare rotta? E’ necessario fare una riflessione, creare una strategia alternativa. Ad esempio si può passare attraverso lo strumento del gruppo di lavoro Marche 2020 affinchè organizzi una riflessione degli andamenti in tutti i settori della nostra regione e faccia uno studio di tipo statistico, una lettura da cui venga fuori quali sono le imprese che hanno meglio utilizzato le risorse, quali sono quelle che hanno sviluppato veramente più innovazione, più ricerca e soprattutto occupazione. E da qui partire.
Il percorso del gruppo di lavoro Marche 2020 deve essere di studio della realtà attuale e di costruzione di quelli che pensiamo siano i punti di forza per il futuro delle Marche, con un processo di partecipazione dal basso dei cittadini sia come consumatori sia come utenti e lavoratori, oltre che di tutte le imprese.
E’ dunque necessario, senza aspettare, darci nuovi strumenti di programmazione che abbiano il coraggio di fare anche delle scelte forti.
In questa ottica allo stesso tempo occorre rivedere tutte le politiche di settore, andare a vedere che cosa funziona e che cosa non funziona. Non possiamo essere un ente terzo che si concerta con tutti, con le imprese, con i sindacati, ma che alla fine non sceglie niente. Quando invece nella fase di concertazione dovremmo fare una proposta.
L’ho detto ieri, i trasporti vanno avanti con una rendita, ossia, non è possibile che le imprese dei trasporti debbano determinare la politica dei trasporti. Le imprese dei trasporti gestiscono il servizio, mentre la Regione Marche e le Province devono verificare quali siano i risultati ottenuti, se c’è efficacia, se è possibile risistemare il servizio. Ad esempio tagliare i milioni di chilometri che si sovrappongono è una cosa possibile. Non si tratta cioè di tagliare le risorse, è semmai ridistribuire i chilometri dove serve, dove ci sono nuovi centri abitati e nuovi centri commerciali.
Ed in questa logica di riduzione delle risorse anche nella sanità varrebbe la pena riflettere sulle priorità che si sono date sull’edilizia ospedaliera. Fare interventi per quattro-cinque grandi nuove aziende ospedaliere potrebbe far ingessare il bilancio della sanità per i prossimi venti anni. Con la diminuzione delle risorse si rischia di non essere in grado di mantenere sul territorio quei servizi essenziali che già sono in difficoltà.
Sull’agricoltura bisogna puntare su produzioni di qualità. Bisogna puntare a tutelare le piccole e medie imprese come presidio dei territori marginali e montani, come argine del dissesto del territorio, che nelle Marche solo nel marzo dell’anno scorso ha provocato 600 milioni di euro di danni.
Non possiamo dire che le piccole e medie imprese devono aggregarsi a tutti i costi o che debbono scomparire. L’agricoltura è determinata da una vetustà, ossia dal fatto che gli agricoltori sono vecchi; come possono i giovani acquistare imprese da 200-300-400 ettari? Chi dà loro le risorse? Pertanto il loro inserimento può avvenire solo su piccole e medie imprese, soprattutto quelle marginali. Sono queste dunque che tutelate, puntando su produzioni di qualità, favorendo la filiera corta anche con azioni pubbliche, come ad esempio le gare per approvvigionamento degli ospedali pubblici.
L’ultima osservazione la faccio all’Assessore Marcolini che ieri ha detto che le Marche rischiano di avere duemila dipendenti che amministreranno pochissime risorse. Ecco, allora vale la pena di pensare ad internalizzare alcuni servizi. Io ho visto che Equitalia con 1 milione e 200 gestisce il recupero crediti, l’Agenzia delle entrate, 1 milione e 200, la riscossione. Per cui visto che c’è del personale che gestisce pochissime risorse, come pure c’è l’esigenza di doverlo far lavorare, pensiamo ad internalizzare alcuni servizi.
Voglio infine evidenziare, se saranno riconfermati i tagli statali per questo settore, una probabile emergenza rispetto ai fondi per il diritto allo studio.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Massi.

Francesco MASSI. Presidente, colleghi. Non rientro nel merito dettagliato del bilancio, la dichiarazione ufficiale del Gruppo l’ha già svolta il relatore Zinni, che ringrazio ancora, come ringrazio il collega Carloni e tutti gli altri colleghi che in questo anno hanno assicurato un lavoro in Commissione che penso riconoscerete sia oltre che di presenza anche di qualità.
Voglio però rivolgermi al Presidente Spacca per chiedergli una cosa molto semplice. E la riflessione che faccio non è a consuntivo di questo anno bensì per un metodo del prossimo anno. I cittadini che guardano oggi a questa Assemblea credo si chiedano cosa accadrà domani e non certo cosa c’è stato fino adesso. L’ansia e la preoccupazione per il domani è una cosa che condividiamo e che veramente percepiamo ogni giorno.
Ecco, chiedo al Presidente Spacca se è possibile nel 2012, nella chiarezza e nel rispetto dei ruoli – e sia chiaro, in questi giorni ci sono tante ironie, non c’è nessuna confusione di ruoli – instaurare un “clima Monti” e non una “coalizione Monti” che, come diceva il collega Ricci, è giustificata dalla storia, dal momento drammatico e anche dalle prospettive future che bisogna costruire. Tutti i partiti, ovvero quelli che oggi reggono il Governo Monti, hanno fatto un passo indietro significativo, dunque tutti quanti abbiamo l’obbligo di riconnettere i nostri partiti, le forze politiche, con i cittadini, probabilmente su basi anche di grande rinnovamento.
Ripeto, chiedo se in questa Regione è possibile instaurare un “clima Monti” basato sulla responsabilità.
Permettetemi di annunciare – senza voler fare la scaletta alla Giunta, questa è una sua prerogativa – dei temi che saranno sicuramente all’ordine del giorno già all’inizio del nuovo anno.
Cominceremo con la scuola, dove forse è ancora possibile, l’Assessore Luchetti lo sa, qualche rinvio, ma delle scelte di fondo e strutturali, collega Ortenzi, le dovremo fare.
Inoltre c’è da mettere mano, per completarla ed approvarla, alla nuova legge urbanistica.
Saremo chiamati a disciplinare le modalità di elezione della governance provinciale (legislazione concorrente con lo Stato).
Dovremo fare quegli ambiti ottimali per la gestione in forma associata dei servizi comunali. Ne parleremo dopo, ma solo fugacemente, perché il provvedimento che faremo è d’emergenza, è voluto da una legge nazionale, ma non penso sia l’approdo dell’organizzazione dei servizi agli enti locali sul nostro territorio.
Dovremmo rivedere anche il piano energetico. Su questo settore ci sono state molte divisioni, anche trasversali, penso ad esempio nelle ultime votazioni sul rigassificatore di Falconara.
Aggiungo una cosa che ci sta particolarmente a cuore, la revisione del ruolo dei centri dell’impiego, se vogliamo ridare una spinta diversa, Assessore Luchetti, a procedure che introducano al lavoro giovani e disoccupati.
C’è da rivedere subito, perché siamo solo all’inizio – e che noi abbiamo contestato come una politica per decreto come quella dell’Erap –, l’assetto degli enti, e tra questi, non si arrabbi nessuno, all’ordine del giorno che ci sia anche la Svim e l’intera macchina regionale.
Sul piano della cultura, Assessore Marcolini, faccio una battuta ma sempre affinchè ci si capisca, ossia, se un clima di responsabilità possa permettere un circuito delle idee un po’ più pluralista. Mi è venuto in mente di chiedere un colloquio a Neri Marcorè, attore che ci piace, ci rappresenta, uomo dotato d’intelligenza, cultura e ironia. Perchè, Assessore Marcolini, mi chiedo: in una fondazione Film Commission, con uomini e donne dal pensiero unico, come può trovarsi un uomo così brillante come appunto Neri Marcorè? So che lì c’è una formula statutaria, so che sono gli enti che mettono i propri uomini e donne, d’accordo, però chiedo all’Assessore alla cultura, prima che all’Assessore al bilancio, di permettere un reale circuito pluralista delle idee, senza chiedere quote di poltrone o di rappresentanze. Sicuramente va rimesso al centro un dibattito culturale un po’ più pluralista. Se io oggi guardo quella Fondazione vedo un Marcorè che avete ben scelto per presiederla ma che si trova attorno solo componenti un po’ dal pensiero unico, in quella struttura non c’è nessuna sfumatura culturale.
Tutto qua, troviamo insieme la formula, non sto a chiedere una poltrona in Film Commission, non mi interessa, non la chiedo per il mio partito, non la chiedo per nessuno, però cerchiamo di far circolare idee più pluraliste, e questo serve a tutti.
Dunque l’appello che faccio al Presidente è per questo clima.
Sapete che certi percorsi non sono finiti, e non si arrabbi nessuno se vi chiedo, e non ve lo dico come esponente dell’opposizione, credo che in questi giorni la possibilità di ascoltare i cittadini, e non solo, l’avete avuta tutti, tutti avete sentito i medici, i dirigenti, i sindacati della sanità: ma qualcuno ci ha capito qualcosa? Non siete tempestati di domande su cosa c’è all’alba del 2012 per ogni ospedale, per ogni reparto, per ogni primariato, per ogni servizio? E ve lo dico da cittadino, col cuore in mano. Assessore Mezzolani, non è una polemica. Oggi non hanno capito cosa c’è nel piano sanitario. Quindi, siccome le scelte ancora devono essere fatte, sto qui a dirvi che ci si metta attorno a un tavolo e si parli con responsabilità e chiarezza. E so bene che le scelte saranno dolorose. Ed il collega Natali io ed altri ve lo abbiamo detto fin dall’inizio, ossia che non abbiamo nessuna intenzione di fare demagogia o speculare su quelli che saranno tagli molto duri e molto difficili.
La chiarezza non c’è. Tanti cittadini, Assessore, chiedono ancora del perché di questo funzionamento del Cup assai farraginoso, difficile e che non soddisfa assolutamente l’utenza.
Io non sto a fare un quadro a tinte fosche, non mi interessa, dico solo che deve essere comprensibile a tutti che, ad iniziare dal 2012, c’è bisogno di un clima assolutamente nuovo.
Noi su questo bilancio avremmo potuto fare una polemica demagogica, ma non l’abbiamo fatta, il collega Zinni ve lo ha spiegato. Però ci avete respinto tutti gli emendamenti e sull’unico che è passato nella maggioranza c’è stata divisione e polemica.
Io ho vissuto la fine della prima Repubblica, della quale non sono nostalgico, come sapete, però voglio dire che allora, anche nell’interesse della maggioranza, qualche emendamento dell’opposizione veniva accolto anche per dare un segnale, quindi penso che anche qui oggi questo segnale poteva essere dato. Invece l’unico emendamento che è passato, ripeto, ha causato una divisione nella maggioranza e in questo momento una credo inutile polemica.
Io fossi stato al posto vostro avrei accolto qualche emendamento in più. Per esempio è stato respinto l’emendamento sulla SLA presentato dalla collega Foschi, avete detto che non c’era lo stanziamento del CIPE e invece risulta che c’è la delibera del CIPE. Benissimo, non facciamo polemiche, verificate, ci ritorneremo sopra.
Vi chiedo solo di dare un messaggio, non a noi ma a tutto il territorio regionale. Anche se so che da questa Assemblea legislativa domani verrà dato attraverso i media un messaggio diverso del dibattito che abbiamo fatto qui dentro. E di questo siamo abituati. Ma comunque ne parleremo un’altra volta, Presidente, perche credo che bisognerà anche parlare delle fonti di informazione di questa Assemblea nei confronti della comunità marchigiana, perché purtroppo esce un messaggio che, certo, qualitativamente ognuno si assume le proprie responsabilità, ma quantitativamente è oggettivamente molto squilibrato.
E con questo, lungi da ecumenismi, come vi ho detto anche l’anno scorso, di ogni tipo, voglio dire all’Esecutivo: che Dio vi aiuti! Perché la situazione è drammatica e difficile. Metteteci in condizione di fare il nostro ruolo di apporto e di responsabilità, ripeto, nella totale chiarezza...

PRESIDENTE. Consigliere Massi, la prego di concludere, ha già splafonato.

Francesco MASSI. Ho finito Presidente, volevo solo fare gli auguri.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Trenta. Il Presidente Spacca mi ha sollecitato l’utilizzo di tempi europei. Spero di poter contare sul Consigliere Trenta!

Umberto TRENTA. Caro Presidente Solazzi sarò brevissimo. Io ho chiaramente percepito oggi dall’Aula che la dinamica politica è ormai proiettata al 2013 e non al 2012.
Parto dal brillante intervento fatto dalla Consigliera Malaspina, che candidamente dice con tutta evidenza che sono state chieste risorse ai cittadini marchigiani ma che poi non sono state mai spese.
Se con le tasse si chiedono risorse ai marchigiani poi si devono spendere, diversamente, se non si possono spendere a causa di vincoli esterni e patti di stabilità interni, allora si chiedono meno risorse, lasciando maggiore disponibilità di rendita alle famiglie e alle imprese per sostenere la crescita.
Faccio notare alla Consigliera Malaspina che il nostro caro Presidente Spacca governa con capacità e decisione – e questo sempre più me lo fa stimare – al di là del gioco delle parti; dal 1990 al 2012 sono ventidue anni e nel 2015 saremo a venticinque.
Però quello che non mi fa riportare i conti è proprio la prosecuzione di tale andazzo. Per cui è evidente, Consigliera Malaspina, che lei ha detto una cosa meravigliosa, che mi fa sentire particolarmente attratto a quella cultura che appartiene a lei, a me e anche al Presidente Spacca.
Peraltro che si seguiti sulla cattiva strada a chiedere soldi e poi a non spenderli è dimostrato dall’enorme avanzo di amministrazione. Ci sono previsioni prive di adeguatezza e realismo. Ed appare in tutta evidenza la grossolanità dell’avanzo di bilancio. Se si fosse stati più oculati e realistici.
Vado oltre. Discuto specificatamente sulla gestione delle grandezze di bilancio e della leggerezza con cui dette grandezze ne denunciano l’approssimazione. Se ci fosse stato un altro Assessore forse avrebbe ridotto la pressione fiscale. Eccetera, eccetera.
Assessore Marcolini, c’era un film dal titolo “Per chi suona la campana”. Io penso, Presidente Spacca, e lei me ne darà dimostrazione, che nel rimpasto di Giunta lei avrà l’occasione di avere grandi Assessori che sono proiettati dalle vicende romane alle vicende locali.
Però tenga presente una cosa, ossia, a me piace il Presidente che decide, quindi, proprio perché lei decide, potrebbe trovare anche consensi per quello che sarà dopo il 2015, in una revisione generale del sistema che le consentirà – mi creda, perché lo merita, al di là della critica politica – di governare altri cinque anni. E mi auguro di essere con lei.
Sicuramente avrebbe chiesto meno dei 100 milioni derivanti dall’accisa sui carburanti, sicchè delle dismissioni del patrimonio immobiliare della Regione, ma ancora una volta se ne denuncia il fallimento. Quindi sulla revisione di spesa in gruppo.
Forse un maggiore approfondimento istruttorio e una maggiore collegialità avrebbe aiutato l’Assessore a ragionare di più e approfonditamente su alcuni parametri che avrebbero dato un carattere di veridicità al bilancio più rigoroso.
Quindi, fatto mio l’intervento della Consigliera dell’UdC Malaspina, sarei anche portato a votare a favore del bilancio, ma siccome il mio Capogruppo non mi ha ancora detto bene, perché è stato morbido, che mi fa capire che devo anch’io ben sperare per il 2015, ecco, passato il 2013, Presidente Spacca le faccio gli auguri per altri cinque anni dopo il 2015!

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Latini.

Dino LATINI. Voglio segnalare all’Assemblea tre linee fondamentali.
Ringrazio intanto tutti i componenti della Commissione che hanno lavorato in queste settimane, come hanno sottolineato anche i Consiglieri Ricci e Zinni, affinchè si potessero portare all’approvazione le due leggi entro il 31 dicembre. Voglio inoltre ringraziare i dirigenti e i funzionari della Regione che hanno consentito di avere un quadro generale dal punto di vista organizzativo e della documentazione adeguata all’approfondimento del bilancio stesso.
Penso che questo bilancio passerà alla storia non come un bilancio di emendamenti approvati per piccoli interventi, seppure importanti, o per un emendamento approvato proposto dall’opposizione, bensì perché è un bilancio che ha come obiettivo fondamentale la coesione sociale.
Costruire un bilancio come quello che è stato fatto, con le pochissime risorse disponibili, 115 milioni, è davvero un risultato importante in questo contesto. Ed è stato fatto senza rinunciare alle linee fondamentali, cioè all’aspetto sociale, alle energie rinnovabili e alla tutela del lavoro. Come pure si sono considerati importanti alcuni settori che erano privi di coperture, uno per tutti è quello dei trasporti.
E’ stata fatta un’opera fondamentale che costituisce un primo punto per il rilancio della nostra attività amministrativa. Su cui si potrà valutare anche quel miliardo e mezzo in meno che avremo da qui a due anni. Tenendo conto che su quel miliardo e mezzo dovremo costruire anche attività sinergiche rispetto a futuri impegni. A cominciare dalla dismissione dell’attività delle Province per arrivare alla tutela delle ex attività dei piccoli Comuni e a quelle attività che riguardano tutto il settore di servizi della regione, primi fra tutti i settori della cultura e del turismo, che per l’amministrazione regionale costituiscono sempre un punto di arrivo importante anche ai fini dell’economia indotta che potranno determinare.
Segnalo, infine, un altro specifico intervento, su cui la Regione ha veramente compiuto una significativa attività di coesione sociale con le altre pubbliche amministrazioni, che però si tende a dimenticare. Ossia, i 91,4 milioni del patto di stabilità verticale che sono stati dati a tutti i Comuni, che a molti ha consentito di superare lo spauracchio del dissesto. Come pure quei 15 milioni destinati come pronto intervento all’emergenza dell’alluvione del 2011, che servono, è vero, alle province più colpite, a cominciare da Fermo, ma anche a tutte le altre province colpite nel corso dell’anno da questa calamità naturale.
Questi sono passaggi importanti che non possono essere dimenticati e che in un bilancio, in una legge finanziaria, in un programma di interventi economici triennali, sono veramente una pietra angolare su cui poter contare.
E’ ovvio che in carenza di fondi, anzi, in quelle ristrettezze totali per quelle analisi fatte da tutti voi, tutto non si chiude, che tanto altro si dovrebbe fare, ma, credetemi, lo dico in maniera oggettiva e spassionata al di là della posizione di parte politica che ho, è comunque un risultato importante da tener conto e da costruire insieme – per cui colgo appieno l’intervento del collega Massi -, tenendo conto delle rispettive posizioni, affinché la regione nel suo complesso goda di questo momento di grande difesa e di coesione sociale.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Cardogna.

Adriano CARDOGNA. Sarò telegrafico ma sento comunque il dovere di intervenire per dichiarazione di voto. Come Consigliere dei Verdi di questa Assemblea voterò a favore del bilancio 2012. Io ho partecipato ai lavori della seconda Commissione quindi posso testimoniare l’impegno nel comprendere le esigenze rappresentate dal Governo regionale .
Ieri sono intervenuto in modo molto più compiuto, seppure in un’Aula che forse meritava qualcosa di più, per cui rimando alle motivazioni che ho sottolineato in questo mio precedente intervento che è comunque agli atti. Dico solo che voterò a favore in quanto condivido sopratutto l’impostazione della relazione al bilancio di previsione 2012 che trovo coerente con il programma di legislatura.
Gli obiettivi di quel programma sono ancora al centro, soprattutto perché la crisi in atto purtroppo ancora perdurerà. Essi sono lavoro e coesione sociale. Ed in questo credo stia anche la ragione dell’atteggiamento dell’opposizione.
Ci sono alcune cose che non rendono ancora giustizia alla sensibilità che rappresento, ma che sarà comunque mio impegno cercare di far comprendere e capire nel confronto con gli altri partiti della maggioranza e spero anche all’interno di quest’Aula.
E’ sicuramente un bilancio, come è stato detto, che si misura con la scarsità delle risorse. Per cui il nostro impegno politico dovrà essere quello di saper individuare le possibili strade affinché si possano trovare risorse da mettere al servizio dello sviluppo.
A questo potremo dare soddisfazione in un dibattito regionale, ma ritengo che al centro ci sia il fatto che un’Assemblea come questa possa dare delle indicazioni a quei livelli nazionali ove si costruiscono le politiche, affinché, ripeto, possano essere individuate risorse da mettere a disposizione dello sviluppo.
Ieri parlavo del dibattito che c’è sulla tassa sulle trattazioni finanziarie e di quello che c’è su quella tassa ambientale secondo il principio “chi inquina paga”, ecco, credo che l’affermazione di un’idea comune su queste grandi questioni possa dare un contributo alla nostra politica nazionale, affinché si possano mettere in atto azioni per individuare risorse, di cui anche noi sentiamo l’esigenza, per poter mettere mano allo sviluppo della nostra comunità regionale.

PRESIDENTE. A chiusura del dibattito do la parola, per una breve replica, all’Assessore Marcolini..

Pietro MARCOLINI. Intanto mi corre l’obbligo di ringraziare i funzionari e i dirigenti della seconda Commissione. Inoltre consentitemi di fare un ringraziamento particolare ai dirigenti del bilancio e della ragioneria, Burattini, Arzeni, Di Bonaventura. Come pure ringrazio tutti quelli che nelle ultime settimane hanno passato i sabati e le domeniche a lavorare sul bilancio.
Penso che la discussione che abbiamo svolto tra ieri e stamattina sia largamente illuminante. Due battute sulla parte del dibattito che ho ascoltato stasera.
La lettura ad esempio dell’intervento da parte della Consigliera Malaspina ci consegna una realtà assolutamente inesistente e quindi va riportata alla verità. I 100 milioni di tassazione sono esattamente un sesto delle entrate complessive. Scambiare i residui passivi pareggiandoli con gli attivi e scambiare l’avanzo di amministrazione come disponibile è semplicemente un esercizio di disimpegno, su cui non posso intervenire per motivi di tempo, ma in seconda Commissione i lavori sono stati assolutamente illuminanti.
Sul merito del dibattito vorrei dire che le considerazioni svolte anche dall’opposizione, non solo dalla maggioranza, tengono conto del contesto più generale in cui siamo tutti quanti costretti.
Il tema della revisione dell’agenda futura, quindi non soltanto della spending review, dell’esistente, è un tema che ci deve appassionare, ridefinendo appunto ruoli, funzioni, nuovi limiti e nuove possibilità.
Mi sia consentita una battuta, che non è certo ritorsiva. Il Consigliere Zinni ha rivendicato, secondo me con orgoglio, il fatto che sulla correzione di un maxi emendamento attorno ai 18 milioni la Commissione ha svolto un ruolo protagonista. Vorrei allora dire al Consigliere Massi che, come dire, non è che abbiamo lavorato su una spezzatura minima, che pure c’è stata, e lo dico al Consigliere Bucciarelli, seppur minore di tutti gli altri anni. Il consenso di fondo, la correzione sul trasporto pubblico e sulle poste fondamentali, per un complessivo impegno di 18 milioni, ha impegnato sia la Giunta che la Commissione. Ci ha impegnato coralmente nella correzione che ci potevamo permettere. Noi, la Giunta, l’Assessore Viventi, il Presidente Spacca, abbiamo cercato di fare la nostra parte però in linea con quelle esigenze che sono state espresse in Commissione.
Dunque penso che il dibattito che abbiamo svolto sia una sufficiente premessa per un’agenda rinnovata sul ruolo e sulle funzioni della Regione, con uno scenario istituzionale in evoluzione: le Province che cambiano funzione, i Comuni ai limiti del collasso, il riorientamento delle risorse umane e finanziarie in vista delle esigenze future, a partire dal 2013 e 2014 con il piano sanitario che dovrà misurarsi con le nuove strette poste dalla manovra di luglio e di agosto e aggiornata adesso con la manovra Monti.
Quindi è un quadro consapevole, non sono rose e fiori, non è un fervorino che ci metterà tutti quanti d’accordo, ma che ci dovrebbe far rincontrare o scontrare sui fondamentali e non invece su quei sentieri più piccoli e contorti che non ci portano da nessuna parte.

PRESIDENTE. Grazie Assessore Marcolini, Passiamo ora alla votazione finale delle proposte.

Pongo in votazione la proposta di legge n. 159, così come emendata.

(L’Assemblea legislativa approva)

Pongo in votazione la proposta di legge n. 160, così come emendata.

(L’Assemblea legislativa approva)


Sull’ordine dei lavori

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca la proposta di legge n. 156 “Individuazione dei limiti demografici minimi per le forme associative dei Comuni” che però viene rinviata alla prima seduta utile.
Mi sembra inoltre ci sia una richiesta di rinvio anche per la proposta di legge n. 157… (…) No, io pensavo che su questo fatto ci fosse un orientamento abbastanza generale. (…) No, non me lo ha chiesto nessuno né tanto meno la Giunta. (…) Allora, vogliamo affrontarla? (…) Ha chiesto la parola il Consigliere Bucciarelli, ne ha facoltà.

Raffaele BUCCIARELLI. Presidente, Colleghi Consiglieri, credo che con un po’ di buona volontà abbiamo tutto il tempo di approvare sia la legge relativa ai Comuni sia quella sulle risorse idriche.
E’ vero che relativamente alla legge sui Comuni probabilmente interverrà il Governo, però è probabilmente. Secondo me se approvassimo questa legge sarebbe un bel segnale per i nostri comuni più piccoli; tra l’altro delimitiamo quanto è nostro obbligo fare entro il 31 dicembre.
Quindi propongo di approvare sia la legge sui Comuni sia quella sulle risorse idriche.

PRESIDENTE. Quindi visto che ci sono proposte diverse, c’è chi ritiene di dover rinviare per approfondimenti e chi invece sollecita a trattarle, sono costretto a mettere ai voti, ovviamente in modo distinto, entrambe le proposta di rinvio. (…) Come? (…) L’ha chiesto la maggioranza. (…) I Capigruppo di maggioranza mi hanno chiesto di rinviarla.

Raffaele BUCCIARELLI. Però, per cortesia, rispetto della forma! Presidente, io non voglio polemizzare però credo che la forma sia importante. Ed io non ho ascoltato un Consigliere della maggioranza proporre il rinvio. C’è una mia proposta e si vota quella. La sostanza è uguale.

PRESIDENTE. Bene, siccome facciamo a non fidarci, pongo in votazione la proposta di rinvio, sentita la maggioranza…(…) No! (…) Però, abbiate pazienza! (…) Il Consigliere Ricci ha fatto la richiesta di rinvio a nome di tutta la maggioranza! (…) L’ha fatta a me! (…) No, io la esternavo! Però se il problema è quello di formalizzarla…(…) Certo, certo. (…) Però io onestamente, ecco, non ho capito qual è il problema! Se volete che il Consigliere Ricci la formalizzi allora gli chiedo di intervenire. Prego Consigliere Ricci.

Mirco RICCI. Presidente, al di là delle battute che abbiamo fatto alla fine di queste due giornate di bilancio, con cui rischiamo anche di non comprenderci, credo che sulla proposta di legge n. 157 sulle risorse idriche sia opportuno procedere, probabilmente la risolviamo anche in maniera semplice. E’ molto simile a quella sui rifiuti, riguarda il superamento degli ambiti ottimali, non è una cosa complicata.
Invece sulla proposta di legge n. 156 sui piccoli comuni prima di decidere se rinviarla o meno, perchè poi non tutto può essere chiesto dal Capogruppo del PD, occorre ci sia anche il quadro che pone la Giunta. Quindi io ascolterei l’Assessore delegato Canzian sull’opportunità o meno di stare legati o no a un vincolo di scadenza.
Per quanto mi riguarda per il clima che c’è ha ragione il Presidente Solazzi, è forse opportuno tornarci, però se ci sono vincoli di scadenza è bene che l’Assemblea legislativa lo sappia. Dopodichè se ci sono si procede.

PRESIDENTE. E’ opportuno tornarci. Ma io posso stare qui fino a domani!

Mirco RICCI. Ma no tornarci adesso, Presidente! Io allora propongo…

PRESIDENTE. No, la proposta la faccio io! Si va avanti! Non è che in cinquanta mi potete dire cinquanta cose diverse! Si va avanti!

Mirco RICCI. Ha ragione, le do atto, Presidente!

Proposta di legge regionale n. 156
della Giunta regionale
“Individuazione dei limiti demografici minimi per le forme associative dei comuni”
(Rinvio)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca la proposta di legge n. 156, ad iniziativa della Giunta regionale“Individuazione dei limiti demografici minimi per le forme associative dei comuni”. Relatore di maggioranza Traversini.
Ha chiesto la parola l’Assessore Marcolini, ne ha facoltà.

Pietro MARCOLINI. Presidente, in considerazione dei tempi a disposizione e anche della necessità di un approfondimento circa l’equilibrio della proposta precedente rispetto alla seconda, io avanzerei all’Assemblea, a nome della Giunta, la proposta di rinviare la discussione di questa proposta di legge, mentre ci sembra opportuno continuare la discussione dell’altra proposta di legge.

PRESIDENTE. Allora, c’è una proposta di rinvio dell’Assessore Marcolini. Possono parlare un Consigliere a favore e uno contro. Consigliere Trenta, lei esaurisce quelli contro. Perfetto. C’è nessun altro?

Umberto TRENTA. Presidente, chiedo scusa, perché mi dice “lei esaurisce quelli contro”? E se io fossi a favore?!

PRESIDENTE. Allora esaurisce quelli a favore!

Umberto TRENTA. Presidente, io nella discussione di oggi vorrei porre un punto fermo. Mi dà la soddisfazione di sentire il relatore di maggioranza che potrebbe avere…

PRESIDENTE. Consigliere Trenta, non scherziamo! Abbia pazienza! Il relatore di maggioranza parla…

Umberto TRENTA. Allora rinuncio al mio intervento!

PRESIDENTE. Grazie! Pongo ai voti la proposta dell’Assessore Marcolini di rinviare…Prego, Consigliere Bucciarelli.

Raffaele BUCCIARELLI. Presidente, ripeto, non voglio fare polemica, ma prendo atto che io ho fatto una proposta, ovvero quella di discutere entrambe le proposte di legge e su questo ho chiesto il voto dell’Assemblea legislativa, invece lei ora chiede di votare altre cose. E’ l’Assemblea legislativa che deve pronunciarsi sulla mia richiesta di approvare entrambe le proposte di legge! Quindi, Presidente, chiedo che l’Aula si pronunci.

PRESIDENTE. Scusi, Consigliere Bucciarelli, abbia pazienza! Io le ho già detto che ho rispetto dei past president, però, come dire, est modus in rebus, c’è un limite! Lei ha fatto il Presidente, non mi può chiedere di fare ciò che dobbiamo fare. Nel senso che quello che lei mi chiede è già all’ordine del giorno, casomai la proposta può essere quella di rinviare quello che dovremmo fare. Massimo rispetto, però, diamoci una regolata! E’ chiaro che se non accade niente io devo mettere in discussione il punto 3), ma siccome ora c’è una richiesta formale di un Assessore che me ne chiede il rinvio io devo chiedere all’Aula di votare su tale richiesta.
Pongo in votazione la richiesta di rinvio della proposta di legge n. 156. (…) Bene, per appello nominale a nome dei Consiglieri Zinni, Foschi, Natali.
Favorevoli: Acacia Scarpetti, Badiali, Busilacchi, Canzian, Cardogna, Comi, Donati, Eusebi, Giancarli, Giannini, Giorgi, Latini, Luchetti, Malaspina, Marconi, Mezzolani, Ortenzi, Perazzoli, Petrini, Pieroni, Ricci, Sciapichetti, Solazzi Traversini
Contrari: Acquaroli, Bucciarelli, Bugaro, Carloni, D’Anna, Foschi, Marangoni, Marinelli, Natali, Silvetti, Trenta, Zinni
Astenuti: Binci, Romagnoli, Zaffini

(L’Assemblea legislativa approva)


Proposta di legge n. 157
ad iniziativa della Giunta regionale
“Disposizioni in materia di risorse idriche e di servizio idrico integrato”

Proposta di legge n. 64
ad iniziativa dei Consiglieri Giancarli, Ricci, Badiali, Perazzoli, Sciapichetti, Traversini, Ortenzi, Comi, Busilacchi
“Disposizioni in materia di servizio pubblico integrato”

Proposta di legge n. 37
ad iniziativa del Consigliere Latini
“Norme in materia di risorse idriche”

(abbinate)
(Discussione e votazione)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca la proposta di legge n. 157 ad iniziativa della Giunta regionale, abbinata alla proposta di legge n. 64 ad iniziativa dei Consiglieri Giancarli, Ricci, Badiali, Perazzoli, Sciapichetti, Traversini, Ortenzi, Comi, Busilacchi e alla proposta di legge n. 37 ad iniziativa del Consigliere Latini.
Ha la parola il relatore di maggioranza Consigliere Giancarli.

Enzo GIANCARLI. Un tema come questo richiederebbe una lunga relazione, però non ignoro la discussione che c’è stata in quest’Aula e il fatto stesso che poc’anzi abbiamo votato per il rinvio di una proposta. Quindi cercherò di essere breve sintetizzando alcuni punti.
Siamo in presenza di un tema, l’Assessore Donati lo sa benissimo, non soltanto vitale per le nostre comunità ma anche molto complesso dal punto di vista organizzativo. Basta dire che la Regione Marche sul governo delle acque è presente in cinque organismi: nel piano di distretto del Tevere, in quello dell’Arno, nel piano interregionale del Conca e Marecchia, nel piano interregionale del Tronto e nell’Autorità di bacino Marche.
Dentro questi organismi e a seguito dei piani che la stessa Regione ha approvato sono derivate alcune decisioni, alcune leggi, alcuni strumenti di pianificazione. Dal piano di tutela delle acque approvato dalla nostra Regione deriva poi il piano degli acquedotti che è in fase di redazione (l’ultimo piano risale al 1963 quando ancora la Regione non era stata istituita).
Dall’Autorità di bacino nasce il PAI ma nasce anche la legge sulla gestione dei corsi d’acqua che nel prossimo anno vedrà impegnata questa Assemblea legislativa.
Oggi siamo in presenza del riordino del servizio idrico integrato. Anche qui abbiamo proceduto in nome della semplificazione e della democrazia. Saltano infatti i consorzi obbligatori, saltano i consigli di amministrazione, inoltre andiamo, nel rispetto della volontà delle nostre popolazioni, a cinque assemblee territoriali di ambito.
Ed alle assemblee territoriali di ambito – e su questo c’è anche un emendamento che coglie in pieno quello che è stato il dibattito anche dopo che la legge è stata licenziata dalla Commissione – ne fanno parte soltanto i Sindaci o gli Assessori e solo il Presidente della Provincia, perché non sapendo come finiranno le Province non ne abbiamo previsto un delegato.
Quindi semplificazione e democrazia, infatti sono proprio i Sindaci espressione delle comunità locali.
C’è un contenuto fortemente innovativo, quello cioè che nel ciclo completo integrato non si parte dalla rete di adduzione bensì dalla sorgente. Quindi le risorse che non comportano un aumento di tariffa – anche qui per chiarire ci sono degli emendamenti della Commissione, addirittura un primo emendamento era stato firmato da me e dal collega Bucciarelli –. Ed i 100 euro che vengono investiti nel piano d’ambito non vanno dalla rete di adduzione alla depurazione ma vanno alla rete di adduzione, alla depurazione, alla distribuzione e almeno un 6% alla cura della sorgente stessa, perché non possiamo parlare di bene fondamentale come l’acqua e non occuparci poi della sorgente, del bacino acquifero e dell’ambiente naturale ad esso connesso.
Ritengo inoltre ci sia da dire una volta per tutte anche un’altra cosa, su cui molto spesso si ingenera un equivoco. Si dice: l’acqua è pubblica.

Presidenza della Vicepresidente
Paola Giorgi

PRESIDENTE. Scusi, Consigliere Giancarli, colleghi, cortesemente, non riusciamo a capire quello che dice il Consigliere. Prego, continui pure.

Enzo GIANCARLI. La ringrazio Presidente, ma io sono paziente, quindi riesco a fare in modo che ci sia comunque almeno la possibilità di capirci sulle grandi linee. Non chiedo di più.
Quando si parlo di acqua pubblica, dicevo, non ci si deve riferire al composto chimico, ma a tutto il ciclo integrato, altrimenti c’è questo aspetto, ossia, il pubblico controlla, la gestione privata ecc. ecc.. Insomma, se è pubblica è pubblica, se è privata è privata.
E da questo punto di vista c’è stato un pronunciamento, quello cioè della stragrande maggioranza degli italiani, allora chi vuole essere in sintonia con il pronunciamento degli italiani non può che essere coerente con questo aspetto.
Pertanto è la responsabilità pubblica che deve fare un passo in avanti.
Come afferma la direttiva europea 60 del 2000, l’acqua è un bene comune, non è un prodotto commerciale, non è una merce, dobbiamo governarla, tutelarla, garantirla e gestirla come una indispensabile e fondamentale risorsa collettiva, mediante una moderna politica finalizzata alla difesa e alla valorizzazione degli interessi collettivi e del patrimonio pubblico.
Faccio un'altra considerazione. E’ vero che siamo in presenza di questo pronunciamento netto degli italiani, ma siamo anche in presenza di una legge dello Stato che rimane la stessa, come pure siamo in presenza di un pronunciamento che questa Assemblea legislativa ha già fatto un anno fa e rispetto al quale c’è stato poi l’annullamento. Perché la forma di gestione spetta allo Stato e lo Stato italiano con la legge propria prevede che le forme di gestione sono tre, in house, la gara pubblica oppure l’individuazione con l’evidenza pubblica del socio privato. Queste sono le tre forme di gestione. Se la Regione di fronte a una legge dello Stato decidesse di individuare una delle tre non farebbe altro che produrre una legge che vedrebbe solo la sua impugnazione.
Quindi la Regione non può che prevedere queste tre forme e a valle le assemblee d’ambito decidono quale delle tre applicare. Poi, certo, auspichiamo tutti una legge dello Stato che recepisca la volontà popolare, ma quella è altra cosa.
Altro aspetto, e concludo, quello sulla partecipazione. Qui ci sono degli emendamenti e verranno accolti soltanto quelli che portano la mia firma o degli altri colleghi della Commissione, perché gli altri sono stati recepiti.
Dopo gli incontri che abbiamo avuto in Commissione non solo riteniamo utile e indispensabile precisare che non c’è alcun aumento di tariffa, come non c’è stato sin dall’inizio, ma riteniamo anche utile rafforzare il concetto della partecipazione. E siccome nella proposta della Giunta regionale era già previsto un organismo di coordinamento snello, composto da figure che ci sono già, cioè i presidenti d’ambito e i tecnici, prevediamo di dar vita, oltre che a una consulta anche a tre figure che nella stessa partecipano alle riunioni - presiedute dall’Assessore che quando lo ritiene necessario le convoca - volontariamente e gratuitamente. Quindi accanto a momenti istituzionali c’è anche un momento di democrazia partecipata. Perché, ripeto, l’acqua è un bene indispensabile e dunque è opportuno ci sia una gestione collegiale.

PRESIDENTE. Ha la parola il relatore di minoranza Consigliere Binci.

Massimo BINCI. Con questa legge superiamo quello che la legge nazionale ci impone, cioè il superamento degli ambiti e l’introduzione delle assemblee di ambito. All’interno degli ambiti portiamo la rappresentanza su base provinciale (c’è una rappresentanza dei comuni che compongono le province), e quindi su base territoriale. La presidenza non è più del Presidente della Provincia bensì per elezione dei rappresentanti che fanno parte dell’assemblea d’ambito. Inoltre abbiamo definito l’acqua quale patrimonio da tutelare e quale bene pubblico primario.
Le funzioni della Regione sono: favorire il risparmio dell’acqua, il rinnovo e l’uso plurimo, con priorità per quello potabile, preservare l’equilibrio dei bacini idrogeologici, assicurare che anche in futuro si possa disporre di un patrimonio ambientale.
Naturalmente tutte queste funzioni, come pure quelle successive come il miglioramento della qualità delle acque, la tutela e il miglioramento degli ecosistemi acquatici, la tutela dei soggetti socialmente ed economicamente svantaggiati, prevedono una serie di interventi e un’attività di programmazione che va ad intervenire anche tramite altre leggi. Infatti sia in Commissione che dalle associazioni che abbiamo ascoltato è emersa la necessità di andare ad una legge organica che intervenga sull’acqua.
Nella legge dell’assemblea d’ambito viene previsto, oltre alle funzioni, anche il riconoscimento della personalità giuridica, al fine di dare forza agli atti di programmazione e di gestione dell’ambito stesso.
Io non concordo con le conclusioni della relatore di maggioranza Presidente Giancarli riguardo all’articolo 10. In questo articolo si parla del monitoraggio e degli interventi per la tutela e il risanamento degli acquiferi. Nel testo originale questi interventi erano previsti con un fondo integrativo da bilancio regionale, perché la tutela del territorio e il monitoraggio è una funzione propria della Regione, è una funzione preliminare alla funzione della programmazione. è inoltre una funzione demandata alla Regione anche da altre leggi.
Siccome questa legge viene approvata in sessione di bilancio non si poteva prevedere un finanziamento, quindi in Commissione lo si è voluto superare mettendo a carico degli ambiti i costi di questi interventi con una percentuale del 6%. Per cui questo indirettamente ricade sugli interventi finanziati dalla tariffa da parte dei cittadini.
Di questo c’è una lettura che dice che siccome sono nuove funzioni date ai gestori questo 6% potrebbe portare un incremento della tariffa. Mentre un’altra lettura dice che questo 6% è vicino al 7% di remunerazione del capitale, che con il referendum è stato tolto e surrettiziamente si vuole introdurre.
Secondo me, invece, è bene soprassedere a questo articolo – ho presentato infatti un emendamento soppressivo – per poi ritornare a gennaio o a febbraio a riproporre la versione originale della Giunta del fondo integrativo finanziato con bilancio regionale. E certamente niente impedisce agli ambiti di intervenire per la tutela delle sorgenti con investimenti propri. E se non dovessero esserci risorse regionali sicuramente lo faranno perché comunque devono garantire l’approvvigionamento dell’acqua.
A me sembra che ritornare alla proposta originale della Giunta non tolga niente, eliminerebbe il dubbio che si voglia caricare sui costi della tariffa (ossia costi di manutenzione, per il trasporto dell’acqua e gestione del servizio), cioè che si voglia caricare di costi impropri che dovrebbero invece essere sulla fiscalità generale se vi sono le risorse.
Credo che su questo i Consiglieri debbano fare una riflessione, dopodichè che votino su quella che secondo loro sarà l’interpretazione migliore.
Secondo me, ripeto, vi è la necessità, anche per non dare adito ad interpretazioni particolari, visto che nell’arco di un mese sarebbe possibile reintrodurre la norma iniziale di finanziare questa attività tramite risorse regionali, di andare alla soppressione di questo articolo, che essendo controverso ci mette anche in contrapposizione con i comitati per l’acqua, l’associazionismo ecc. come pure con gli utenti.

PRESIDENTE. La discussione è aperta. Iscritti a parlare ho i Consiglieri Latini, Acquaroli e Cardogna. Se non ci sono altri Consiglieri chiude le iscrizioni
Ha la parola il Consigliere Latini.

Dino LATINI. Volevo esprimere il mio apprezzamento per la chiarezza della proposta di legge, essa coniuga anche una proposta di legge da me presentata.

PRESIDENTE. Scusi, Consigliere. Consiglieri, un po’ di silenzio, grazie.

Dino LATINI. In tale proposta vengono trasferiti in modo chiaro gli indirizzi di controllo e di programmazione.
Sottolineo che applicare la stessa organizzazione di quella legge recentemente varata in tema di igiene urbana è senza dubbio positivo. Inquadra i soggetti recettori ad un uniforme rapporto con la Regione, seppur su ambiti di servizi o di beni primari diversi.
Sottolineo anche l’importanza – ho visto gli emendamenti presentati dal Presidente della Commissione – per l’inserimento o comunque la valorizzazione di tutti quei movimenti a tutela dell’acqua, che costituiscono l’espressione non soltanto pubblica del movimento di opinione, ma anche degli estremi difensori della pubblicità dell’acqua a derivazione, gestione, proprietà pubblica. E quindi della valorizzazione del servizio idrico integrato così come lo intende sia la legge sia le recenti espressioni referendarie che si sono svolte in tutto il territorio nazionale.
In questo contesto voglio però sottolineare – richiamandomi a quanto appena sostenuto dal Consigliere Binci – un dato fondamentale da cui non possiamo prescindere, cioè che il tema dell’acqua, il tema dell’organizzazione degli interventi dell’acqua, deve essere applicato alla sostanza del problema stesso. Cioè che per realizzare tutto il programma che ci daremo, che è essenziale affinché l’acqua rimanga pubblica, dobbiamo pensare che le fonti di finanziamento saranno per il 90% dei casi soltanto dalla tariffa delle utenze, quindi soltanto dalla stessa comunità che ha deciso di far rimanere l’acqua un bene pubblico.
Non dobbiamo cioè assolutamente pensare che dicendo soltanto che l’acqua sarà pubblica qualcuno verrà poi a sostituirsi agli ambiti, alle società, a quei soggetti che saranno scelti in una delle forme, che ha richiamato il Presidente Giancarli, alla gestione del servizio idrico integrato, a sostenere quegli interventi che sono necessari.
E guardate che quegli interventi sono oggi davvero necessari, se vogliamo che fra settanta o cento anni l’acqua soprattutto nella parte occidentale dell’emisfero (la nostra parte) possa essere ancora ad un prezzo pubblico. E non certamente quello che oggi paghiamo, che è poca cosa rispetto al costo effettivo, ma nemmeno quello che una società privata con finalità strettamente privatistiche potrebbe applicare senza tener conto di tutte quelle che sono le esigenze.
Quindi solo avendo come presupposto che gli introiti finanziari che la sistemazione di quello che è definito capitale e patrimonio fondamentale degli Ato, o comunque del servizio idrico integrato regionale, è basato sulla tariffa che applicheremo alle utenze. E tanto sarà più oculata la gestione di questa tariffa, tanto sarà più chiara e trasparente, tanto più sarà possibile applicarla. La somma in sé non è così importante, non è così fondamentale per poter mettere in piedi tutto il programma che ci siamo dati. E’ una realtà direi inconfutabile. Basta andare a leggere i bilanci di tutti gli ambiti territoriali ottimali in funzione per capire quante sono le difficoltà in essere per poter aver ancora le condutture, le reti in funzione, per capire quanti sono i buchi effettivi anche dal punto di vista materiale, le usure che si sono determinate, le impossibilità di arrivare a quei collegamenti fondamentali per garantire come patrimonio pubblico la risorsa idrica presente sul nostro territorio e tutelarla dalle forme di inquinamento.
Ecco, forme di inquinamento, che oggi sono davvero le più strane – poco tempo fa abbiamo parlato dell’ipotesi dell’uranio, ma ce ne sono tante altre insidiose e nascoste –, esse determinano il venir meno della potenzialità dell’acqua in termini percentuali.
Questa legge deve dunque costituire un presupposto per un ulteriore programma da attuarsi sì come atto di indirizzo da parte dell’Assemblea legislativa Consiglio ma anche proprio come programma attuativo da parte della Giunta regionale, al fine di una tutela seria dell’attività che si andrà a svolgere nell’ambito di questi Ato.
Non è infatti con la definizione dell’Ato che chiudiamo il percorso, basta che uno di queste organizzazioni che andremo ad approvare metta a gestione privata – e lo può fare in una delle tre forme indicate dalla legge attuale – che tutto questo meccanismo di tutela pubblica o fortemente pubblica decade.
La mia è dunque una valutazione molto positiva della legge - ringrazio la Commissione che ha abbinato alcune parti della mia proposta di legge -, ma è fondamentale che sul percorso dell’acqua ci sia un’attenzione alta, che ci sia un intervento di controllo non solo di monitoraggio sulla qualità dell’acqua ma anche sulla gestione effettiva del servizio. In modo che la tariffa, che sicuramente negli anni a venire aumenterà indipendentemente dal soggetto che gestirà i servizi idrici, sarà contenuta e finalizzata ad avere quel patrimonio di reti, quel patrimonio di forti gestioni nel territorio così come lo è attualmente. Affinchè fra cento, perché questo è l’obiettivo che ci dobbiamo porre, l’acqua possa essere pubblica come noi la cogliamo nell’accezione più normale, cioè libera da ogni condizionamento privatistico.
E in questo senso l’invito che faccio alla Commissione, al Consigliere Binci, è di prevedere un piano attuativo di controllo effettivo delle gestioni degli ambiti, soprattutto per quanto riguarda l’affidamento successivo dei servizi idrici.

PRESIDENTE. Invito i colleghi ad essere più rispettosi. Se qualcuno non è interessato al dibattito vada fuori, non c’è nulla di male.
Ha la parola il Consigliere Cardogna.

Adriano CARDOGNA. Non farò un intervento di merito. Credo che l’intervento del Consigliere Latini dimostri come alla discussione di una legge come questa dovevamo arrivare, come dire, in condizioni ambientali assolutamente migliori!
E’ una proposta di legge che ci porta alla mente uno dei fatti politici e sociali più significativi che hanno interessato il nostro Paese in questi ultimi vent’anni, ovvero l’esito referendario sulla questione dell’acqua. Un esito che ha portato tutti ad una riflessione più ampia sui beni comuni, sul loro uso, sulla loro gestione, sul loro significato e che cosa possono rappresentare per una prospettiva di nuova economia per questo Paese così in crisi.
Quindi non faccio un intervento di merito, esprimo soltanto il mio dispiacere per la mancata occasione di un dibattito vero, interessante, un dibattito che su un tema importante come questo poteva sicuramente arricchire tutti noi.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Acquaroli.

Francesco ACQUAROLI. Intervengo per fare una richiesta da parte del Gruppo del PdL.
Visto che c’è una discussione anche abbastanza accesa, sembra ormai che il destino delle Province sia segnato, ecco, credo che questa legge debba tenere in considerazione fin da ora il fatto che stiamo assegnando delle partecipazioni degli Ato alle Province che però potrebbero essere inefficaci.
Innanzitutto sono una sovrapposizione rispetto al territorio provinciale. Perché se già i Comuni hanno una loro realtà e una loro incisività non si capisce per quale motivo bisogna continuare a creare, come abbiamo fatto per la legge sui rifiuti, una sovrapposizione delle quote, e quindi un’incisività dell’organo provinciale rispetto alla realtà territoriale, che, ripeto, è già rappresentata dal cento per cento del territorio con i Comuni.
In sostanza noi chiediamo con un emendamento che abbiamo presentato di assegnare tutte le quote degli Ato ai Comuni e di togliere la quota provinciale. E lo riteniamo un elemento importante anche ai fini del voto favorevole del nostro Gruppo.
Dobbiamo cioè in maniera definitiva uscire da questo equivoco, che sembra più un voler dare una valenza politica e di parte rispetto a quella che invece è una realtà, un’esigenza della gestione delle politiche delle acque.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Bucciarelli.

Raffaele BUCCIARELLI. Intanto dichiaro il mio voto favorevole a questa legge.
Certamente quando parliamo di acqua parliamo di un tema che tocca tutti. Noi stessi siamo fatti per oltre il 75% di acqua. Quindi parlare di questo preziosissimo e indispensabile liquido significa parlare anche del nostro rapporto con la natura, con la terra, con gli elementi naturali che ci permettono di vivere.
Probabilmente avremmo dovuto avere bisogno di più tempo a disposizione. Ma in ogni caso questa legge – voglio qui ringraziare la Commissione, il Presidente, il dott. Russi, per la loro disponibilità, perché non facendone parte abbiamo comunque avuto un incontro da cui sono emersi alcuni emendamenti che io ho firmato con molto piacere – ritengo sia oggi, come dire, il punto più alto che possiamo raggiungere nell’approvare appunto norme di governo dell’acqua.
Certo, sarebbe stato meglio poter dire che l’Assemblea legislativa delle Marche prevede con una norma la gestione pubblica, così come vuole il popolo del referendum e così come credo sia nel desiderio di noi tutti. Ma questo non è possibile. Sappiamo infatti che la norma nazionale, dove i rapporti di forza ed anche le volontà politiche sono diverse, prevede, in una ubriacatura generale neoliberista – la scelleratezza umana non ha mai limite! – che anche l’acqua può diventare merce di scambio. Quando invece sappiamo che l’acqua è di tutti.
Io anni fa ho avuto l’onore di partecipare ad una conferenza del Parlamento europeo dove appunto si parlava della gestione dell’acqua, e quando ho raccontato la storia degli acquedotti italiani che sono quasi tutti pubblici, vi garantisco che soprattutto i parlamentari europei del nord Europa erano estremamente meravigliati di sentire come fosse questa nostra realtà italiana e sopratutto del fatto che gli italiani si riconoscevano nei loro Comuni anche per quanto riguarda la gestione di un bene così prezioso. Ecco, un bene che a quel tempo ancora era gratuito, non è infatti da molti anni che gli italiani pagano il servizio idrico. Ricordo che nel mio comune, quando nel 1975 ero sindaco, l’acqua era gratuita, così come nel 1976, poi il decreto Stammati impose una iniziale copertura del 25%.
Questo per dire quanto sia peculiare a noi, al nostro modo di intendere la vita, al nostro rapporto con l’acqua e le istituzioni democratiche, questo elemento.
Ed io voterò a favore anche per un altro motivo, perché so che quello che noi non riusciamo a nomare lo deleghiamo alla politica. Quindi anche la forma di gestione va delegata a quello che la politica riuscirà ad ottenere nell’ambito degli organi preposti.
Inoltre perché l’emendamento n. 4 all’articolo 10 prevede che il famoso 6% della quota sia gestito per i sistemi di monitoraggio e interventi per la tutela e il risanamento degli acquiferi senza toccare la tariffa.
Ed io vedo in queste azioni una responsabilizzazione che l’Assemblea legislativa fa nei confronti dell’organo di gestione, una sorta di autogoverno del bacino, che con questa norma deve assumersi la responsabilità non soltanto della distribuzione dell’acqua, ma anche quella di tutelare l’acquifero, di tutelare l’ambiente da dove appunto sgorga questo bene prezioso.
Ci tenevo che approvassimo questa norma entro quest’anno, così faremo sicuramente un buon lavoro. Ringrazio di nuovo la Commissione.

PRESIDENTE. Se non ci sono altre richieste di intervento passiamo alla votazione.

Articolo 1.
Emendamento n. 1/1 del Consigliere Eusebi:
Al comma 2 dell’articolo 1 dopo le parole “acqua potabile,” inserire le parole: “garantendo a ciascuno il quantitativo minimo vitale di 50 litri al giorno come da parametri stabiliti dall’OMS,”.
Ha la parola il Consigliere Eusebi.

Paolo EUSEBI. Approfitto anche per dichiarare il voto favorevole dell’Italia dei Valori e per ringraziare i relatori di maggioranza e di minoranza per l’ottimo lavoro svolto.
Nel lavoro di Commissione – e l’ho scoperto oggi anche grazie al Presidente Bucciarelli – c’è stato un miglioramento per quanto riguarda il discorso della partecipazione. Solo adesso ho letto gli emendamenti però mi sembra vadano nella direzione giusta, per cui, ripeto, il nostro voto è favorevole.
Il mio emendamento mira esclusivamente a fare in modo che in questo momento di crisi drammatica nessuno si sogni di staccare i contatori dell’acqua a chi versa in particolari situazioni di indigenza.
Siccome l’organizzazione mondiale della sanità, per altre situazioni assai peggiori di quella italiana, garantisce a tutti 50 litri di acqua giornalieri, ecco, questo è il senso.
Il Presidente Giancarli ha tentato di spiegarmi, ma io non l’ho capito, che non si può mettere in una legge siffatta il principio appunto che in un momento di crisi i contatori non si staccano alle persone più indigenti.
Questo emendamento penso sia proprio una cosa buona.

PRESIDENTE. Per favore un po’ di silenzio! Ha chiesto la parola il Consigliere Giancarli, ne ha facoltà.

Enzo GIANCARLI. Sia chiaro, in quest’Aula credo che nessuno voglia staccare l’acqua! Detto questo, c’è un problema semmai legato alla tariffa. Tra l’altro in questi giorni c’è stato un cambiamento notevole, perché prima c’erano altri organismi e autorità di controllo mentre adesso con l’ultima manovra la tariffa a monte viene determinata dall’autorità per l’energia elettrica e il gas e quindi anche per l’acqua, mentre a valle sono le assemblee di ambito.
Quindi io non escludo che a monte ci possa essere qualche indicazione di carattere generale e spero invece che a valle nell’assemblea d’ambito ci sia qualcosa di preciso. Però scriverlo nella legge regionale contrasterebbe con le norme vigenti.
Quindi a malincuore questo emendamento, pur condividendolo nello spirito, non possiamo accettarlo dal punto di vista normativo.

PRESIDENTE. Emendamento n. 1/1. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa non approva)

Articolo 1. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Articolo 2. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Articolo 2 bis.
Emendamento n. 2 bis/1 della quarta Commissione:
Al comma 5 sono aggiunte in fine le seguenti parole: “, e da tre rappresentanti della Consulta degli utenti, di cui all’articolo 2 ter”.
Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Articolo 2 bis così come emendato. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Subemendamento n. 2 ter/1/1 del Consigliere Giancarli:
Al comma 3 dell’articolo 2 ter (Consulta degli utenti) dopo le parole “delle imprese” sono aggiunte in fine le seguenti: “, nonché da rappresentanti dei movimenti per l’acqua”.
Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Emendamento n. 2 ter/1 dei Consiglieri Giancarli, Bucciarelli:
Dopo l’articolo 2 bis (Conferenza regionale del servizio idrico integrato) è inserito il seguente:
"Art. 2 ter (Consulta degli utenti)
1. In rappresentanza, degli interessi dei cittadini ai fini del controllo della qualità del servizio idrico integrato, è istituita in ogni Assemblea di ambito la Consulta degli utenti.
2. La Consulta acquisisce le valutazioni degli utenti sulla qualità dei servizi; fornisce indicazioni ed elabora proposte alle autorità pubbliche di settore; esprime parere sulla carta dei servizi di cui all’art. 5, comma 2, lett. g); promuove iniziative per la trasparenza e la semplificazione nell’accesso ai servizi; trasmette alla Regione ed all’Assemblea di ambito le informazioni statistiche sui reclami, sulle istanze e sulle segnalazioni degli utenti singoli o associati, in ordine alle modalità di erogazione del servizio ed alle tariffe applicate.
3. La Consulta è composta, sulla base dei criteri di cui al comma 4, da rappresentanti delle associazioni dei consumatori ed utenti, associazioni ambientaliste, sindacali e delle imprese.
4. La Giunta regionale, con proprio atto, entro 60 giorni dalla entrata in vigore della presente legge, determina i criteri in ordine alla composizione, alle modalità di costituzione e al funzionamento della Consulta”.
Ha la parola il Consigliere Giancarli.

Enzo GIANCARLI. Se approvato decadrà l’emendamento n. 2 ter/2 in quanto è uguale.

PRESIDENTE. Emendamento n. 2 ter/1, così come emendato. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Emendamento n. 2 ter/2 della quarta Commissione. Decaduto

Articolo 3.
Emendamento n. 3/1 dei Consiglieri Acquaroli, Massi:
Il comma 4 viene sostituito dal seguente:
“4. Le quote di rappresentanza degli enti locali nell’Ata sono determinate in base ai seguenti criteri:
a) 25 per cento ai Comuni sulla base della superficie del territorio comunale;
b) 75 per cento ai Comuni sulla base della popolazione residente in ciascun comune, quale risulta dai dati del più recente censimento Istat.”.
Ha la parola il Consigliere Giancarli.

Enzo GIANCARLI. Questo emendamento in parte è accolto, per cui non nella sua interezza, quindi il voto è contrario.
Perché dico che in parte è accolto? Visto il dibattito e gli atti che si stanno producendo nel Paese, abbiamo previsto, con un emendamento che troveremo più avanti, la possibilità di delegare per i Sindaci negli Assessori, ma non abbiamo dato questa possibilità di delegare alle Province perché non sappiamo come finiranno, abbiamo lasciato soltanto il Presidente. Quindi in parte il vostro emendamento viene recepito.
Riguardo invece alla percentuale siamo ritornati ad una proposta iniziale che era del 5% e non del 10%.
Quindi andiamo ad un dimagrimento delle Province, ma soprattutto, riepto, mentre per i Comuni assegniamo questo ruolo o ai Sindaci o agli Assessori per la Provincia no è così .
Quindi dobbiamo dire no a questo emendamento però in larga parte è recepito in un emendamento successivo.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Acquaroli.

Francesco ACQUAROLI. Intanto per dichiarare che riguardo al subemendamento votato precedentemente il nostro Gruppo è contrario. Avevamo votato a favore di questo subemendamento e contrari all’articolo. Invece siamo contrari sia al subemendamento che all’articolo.
Detto questo, ribadisco che riteniamo importante questo nostro emendamento, lo riteniamo un elemento di chiarezza rispetto alle politiche e a una scelta che bisogna determinare in questa legge. C’è una sovrapposizione che secondo noi va sciolta oggi in modo da poter dare un’ulteriore chiarezza. Perché, ripeto, senza la decisione di togliere le Province si tratterebbe di un sovrapporsi di funzioni in quanto il territorio provinciale è espresso dai Comuni e quindi le quote devono essere espresse dagli stessi. E questo 5%, che diventa anche relativo, lo vediamo più un coinvolgimento politico che non un coinvolgimento nelle politiche delle acque.
Questo emendamento pertanto lo riteniamo importante e determinante anche per il nostro voto favorevole su questa legge.

PRESIDENTE. Emendamento n. 3/1. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa non approva)

Emendamento n. 3/2 dei Consiglieri Acquaroli, Massi. Ritirato.

Emendamento n. 3/3 della quarta Commissione:
Il comma 4 è sostituito dal seguente:
“4. Le quote di partecipazione sono fissate riservando ai Comuni il 95 per cento dei voti e determinandone il riparto in base al territorio e alla popolazione residente in ciascun comune alla data dell’ultimo censimento. Le quote delle Province sono fissate nell’ambito del restante 5 per cento.”.
Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Articolo 3, così come emendato. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Articolo 4. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Articolo 5.
Emendamento n. 5/1 del Consigliere Marangoni:
All’articolo 5, prima del comma 1 è inserito il seguente:
“01. L’Assemblea di ambito è dotata di personalità giuridica di diritto pubblico e di autonomia gestionale, amministrativa e di bilancio.”.
Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa non approva)

Emendamento n. 5/2 del Vicepresidente Petrini:
Il comma 1 dell’articolo 5 è sostituito dal seguente:
“1. L’Assemblea di ambito è costituita dai Sindaci dei Comuni o loro Assessori delegati e dai Presidenti delle Province in cui gli ATO ricadono o loro Assessori delegati. Nella prima seduta l’assembla elegge tra i suoi componenti il Presidente, che ne ha la rappresentanza legale, ed individua la sede.”.

Enzo GIANCARLI. Vicepresidente Petrini, lei lo ritira questo emendamento? (…) Nel regolamento che la Giunta regionale fa successivamente…cioè, la sede la lasciamo all’assemblea d’ambito, pensiamo che i sindaci …(…) No, noi in questa fase avevamo scritto…(…) No, no, un attimo, non è uguale all’altro, c’è una differenza di fondo, qui c’è il discorso delle Province perchè ci sono gli assessori delegati. E questo ci sembra pesante rispetto a quello che abbiamo detto prima, perché siamo in una fase in cui le Province…(…) No, no, non sono uguali, c’è questo fatto delle Province…(…)

PRESIDENTE. Per favore! Per favore! Stiamo parlando dell’emendamento n. 5/2 del Vicepresidente Petrini e del successivo emendamento n. 5/2 bis a firma del Presidente della quarta Commissione Giancarli. Vi prego di confrontarli in silenzio, grazie, dopodichè lei, Presidente Giancarli, potrà esprimersi in merito.

Enzo GIANCARLI. Presidente, io mi sono espresso già nell’intervento precedente. Ovvero, questo fatto dei delegati dei Presidenti delle Province non mi sembra in linea con quello che sta accadendo oggi. Ma questo credo lo condivida anche il Vicepresidente Petrini. (…)

PRESIDENTE. Scusate, però! Vicepresidente Petrini, per favore, parli al microfono! (…) Petrini, allora lei lo ritira l’emendamento? (…) Bene, l’emendamento n. 5/2 è ritirato.

Emendamento n. 5/2 bis della quarta Commissione:
Il comma 1 è sostituito dal seguente:
“1. L’assemblea di ambito è costituita dai Sindaci dei Comuni, o dagli Assessori loro delegati, e dai Presidenti delle Province in cui gli Ato ricadono ed elegge tra i suoi componenti il Presidente, cui compete la rappresentanza legale.”.
Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Emendamento n. 5/3 del Consigliere Pieroni:
Il comma 2 lettera c) dell’art. 5 è sostituito dal seguente:
"c) approvazione della convenzione per la gestione del servizio idrico integrato e con i soggetti che erogano l’acqua all’ingrosso ai gestori e del relativo disciplinare”.
Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa non approva)

Emendamento n. 5/4 del Consigliere Bucciarelli. Ritirato.

Emendamento n. 5/5 del Consigliere Bucciarelli. Ritirato.

Emendamento n. 5/6 dei Consiglieri Giancarli, Bucciarelli:
Alla lettera g) del comma 2 dell’articolo 5 dopo le parole "servizi” sono aggiunte le seguenti: “, sentita la Consulta degli utenti di cui all’articolo 2 ter.”.
Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Emendamento n. 5/7 della quarta Commissione. Decaduto.

Emendamento n. 5/8 della quarta Commissione:
Al comma 3, nel terzo capoverso, le parole “all’Autorità di ambito” sono sostituite dalle seguenti: “all’Assemblea di ambito”.
Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Articolo 5, così come emendato. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Articolo 6.
Emendamento n. 6/1 del Consigliere Pieroni:
Il comma 1 dell’articolo 6 è sostituito dal seguente:
“1. Il regime giuridico delle infrastrutture di proprietà degli Enti locali è regolato dall’articolo 143 del d.lgs. 152/2006.”.
Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa non approva)

Articolo 6. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Articolo 7. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Articolo 8. Soppresso.

Articolo 9. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Articolo 10.
Emendamento n. 10/1 del Vicepresidente Petrini:
L’articolo 10 è abrogato.
Ha la parola il Vicepresidente Petrini.

Paolo PETRINI. Lo ritiro perché ce n’è uno presentato dal Presidente Giancarli che in parte risolve il problema.

PRESIDENTE. Bene. Emendamento n. 10/1. Ritirato.

Emendamento n. 10/2 del Consigliere Binci:
L’articolo 10 è soppresso.
Ha la parola il Consigliere Giancarli.

Enzo GIANCARLI. Intanto ringrazio il Vicepresidente Petrini per il suo stile che è comune alla sua persona, al suo ruolo. In quest’Aula ci siamo più volte confrontati e sempre c’è stato un rapporto molto sereno e corretto. Quindi credo che avremo sicuramente modo, anche con tutti i colleghi della Commissione, sia di maggioranza che di minoranza, di approfondire anche questi aspetti nella loro attuazione.
Per quanto invece riguarda l’emendamento del collega Binci qui non nascondo lo stupore. Ossia, lui, che è autenticamente ambientalista, dovrebbe in qualche modo superare i timori legittimi che ha. Perché con l’emendamento della Commissione e del Consigliere Bucciarelli viene detto chiaramente che non c’è alcun aumento della tariffa.
Rispetto ad oggi andiamo ad inserire un elemento fortemente innovativo, che non sta soltanto dentro la partecipazione ma anche dentro il valore ambientale. Oggi molte risorse vengono utilizzate per il rifacimento delle reti idriche, delle banchine, dei marciapiedi, delle pavimentazioni, perché le reti idriche e fognarie il più delle volte sono dentro le infrastrutture stradali, quindi comporta tutto questo.
Se 6 euro dei 100 che vengono spesi sono destinati alla sorgente, al bene acqua, alla natura, e scriviamo chiaramente che non comporta aumento di tariffa, ecco, credo sia una scelta fortemente innovativa. Altrimenti ci preoccupiamo della distribuzione ma senza andare a vedere alla fonte. Ritengo sia una novità che sta veramente in linea non soltanto con una sensibilità nuova che accomuna sempre più tantissime persone, ma se vogliamo anche utilitaristica perché parte dal suo bene primario, appunto, l’acqua.
Pertanto chiedo di respingere l’emendamento del Consigliere Binci.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Binci.

Massimo BINCI. Ringrazio il Presidente Giancarli, però la riflessione non è su questi livelli bensì sul fatto che la proposta di legge iniziale della Giunta prevedeva che queste azioni fossero a carico del bilancio regionale. Però poi questa proposta di legge si è imbattuta nella legge di bilancio e quindi non poteva essere dotata di una risorsa finanziaria (la legge di bilancio non lo permette), allora si è adottato l’escamotage dicendo che lo devono fare le assemblee d’ambito. Ma le assemblee d’ambito i loro investimenti li faranno, faranno i loro piani, e la Regione ha l’azione di programmazione.
Presidente Giancarli, mi permetta una battuta, mi sembra una folgorazione sulla via di Damasco! Nel senso, visto che non possiamo metterci i soldi noi facciamoceli mettere agli ambiti.
Io invece ritengo che una tutela delle risorse idriche e delle sorgenti debba passare attraverso le finalità di cui all’art. 1, ovvero quegli obiettivi che la Regione deve raggiungere, che quindi deve raggiungere con risorse proprie.
Per cui non si tratta di chi è bravo o non è bravo a tutelare l’acqua. Qui stiamo scrivendo una legge in cui gli investimenti che nella proposta iniziale erano della Regione in un secondo momento sono diventati degli ambiti.
Allora giustamente qualcuno dice: ma non c’è il rischio che avendo delle funzioni in più poi vengono caricate ecc. ecc..
Insomma, senza andare a fare grandi riflessioni sul futuro dell’umanità legato all’acqua, rispetto semplicemente a questa legge dico che a gennaio queste funzioni possono tranquillamente ritornare nella sfera di quelli che sono i doveri della Regione, ovvero tutelare le sorgenti, fare la funzione di programmazione. Rimettendo delle risorse, non scaricando sugli altri. Dopodiché gli ambiti è logico che faranno gli investimenti in questa direzione, ci sarà il controllo e tutto il resto. Ecco, dico solo che in questo modo mancano le risorse regionali.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Perazzoli.

Paolo PERAZZOLI. Secondo me la proposta elaborata dalla Commissione è molto seria. Ritengo dovremmo smetterla con questa demagogia di rimandare tutto alla tassazione generale. Un esempio analogo lo abbiamo avuto proprio stamattina sempre riguardo all’acqua.
Dobbiamo avere il coraggio di dire che l’acqua, certo, è un bene fondamentale, senza acqua non si vive, però è anche vero che ogni famiglia spende molto meno per l’acqua che per le altre cose come il telefono ecc.. Nelle nostre realtà l’acqua è anche buona e in più, ripeto, la paghiamo pochissimo.
Se diciamo di rimandare alla tassazione generale poi significa, come per altre cose, che i soldi non si trovano. In questo modo, invece, abbiamo la garanzia che il lavoro ambientale per garantire la qualità viene fatto, perché sta dentro la politica degli investimenti. Poi, certo, dipende dalla capacità di governo dei vari ambiti.
Altrimenti, veramente, ritorniamo allora a quello che c’era prima, diamola gratis, però poi ci lamenteremo sicuramente degli sprechi enormi che si farà di un’acqua potabile che spesso è anche di ottima qualità.

PRESIDENTE. Emendamento n. 10/2. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa non approva)

(…) Va bene, Consigliere Binci, aggiungiamo il suo voto favorevole.

Emendamento n. 10/2 bis della quarta Commissione:
Al comma 1 dopo le parole “delle risorse” sono inserite le seguenti: “relativa agli investimenti”.
Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Emendamento n. 10/2 ter del Consigliere Cardogna. Ritirato.

Emendamento n. 10/3 dei Consiglieri Acquaroli, Massi:
Art. 10, comma 1, dopo la lettera b) aggiungere:
°b bis) a interventi di difesa e tutela dell’assetto idrogeologico del territorio, a cui va destinato almeno il 50 per cento delle risorse di cui al comma 1. I fondi possono essere assegnati alle Province e/o alle Unioni dei Comuni e/o alle Comunità Montane sulla base di criteri per l’attuazione di specifici interventi deliberati dall‘ATA.”.
Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa non approva)

Emendamento n. 10/4 dei Consiglieri Giancarli, Bucciarelli:
Dopo il comma 1 dell’art. 10 (Risorse ambientali) è aggiunto il seguente:
"1 bis. Gli interventi di cui al comma 1 non possono comportare un aumento della tariffa."
Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Emendamento n. 10/5 della quarta Commissione. Decaduto.

Articolo 10, così come emendato. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Articolo 11. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Articolo 12. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Articolo 13 (Dichiarazione d’urgenza). Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva a maggioranza dei componenti assegnati)

Coordinamento tecnico. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Dichiarazioni di voto. Ha chiesto la parola il Consigliere Acquaroli, ne ha facoltà.

Francesco ACQUAROLI. Brevemente, solo per dire che riteniamo che questa legge sia incompleta. Infatti per le prospettive che abbiamo davanti rispetto al ruolo delle Province è una legge a cui dovremmo rimettere mano entro breve tempo.
Quindi, ne condividiamo l’architettura generale, ne condividiamo i tempi al fine di poter dare risposte in un tempo più breve possibile, però, ci dispiace, il nostro voto sarà di astensione.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere D’Anna.

Giancarlo D’ANNA. Anche noi ci asteniamo. Anche perché la questione dell’articolo 10 non è stata risolta completamente, permangono ancora dei dubbi.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Binci.

Massimo BINCI. Ritengo che al di là delle soluzioni che qui abbiamo deciso di prendere, la Giunta aveva comunque preso l’impegno di lavorare in quella direzione,ovvero, la funzione di monitoraggio deve comunque permanere all’amministrazione regionale, a garanzia della risorsa anche per le future generazioni. Insomma, è comunque un ambito in cui la Regione deve continuare ad investire, indipendentemente dalla formulazione oggi raggiunta per il fatto che eravamo in sessione di bilancio.
Per cui rispetto a questo do il mio voto di astensione.

PRESIDENTE. Proposta di legge n. 157 (abbinata alle pdl n. 64 e n. 37), così come emendata. La pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)


Mozione n. 233
della Consigliera Ortenzi
“Rivolta nel carcere di Montacuto di Ancona”
(Votazione risoluzione)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca la mozione n. 233 della Consigliera Ortenzi. E’ stata presentata una proposta di risoluzione dalle Consigliere Ortenzi e Romagnoli, ed a questa un emendamento sempre a loro firma:
“L’Assemblea legislativa delle Marche,
Visto che permangono ancora gravissime le problematiche all’interno degli Istituti penitenziari marchigiani, già evidenziate in precedenza da questa Assemblea;
Considerato che nella serata di venerdì 9 dicembre 2011 nel carcere di Montacuto di Ancona è scoppiata una rivolta che ha coinvolto circa venti detenuti e che solo il tempestivo intervento degli agenti penitenziari ha sedato la rivolta in poco tempo ed evitato danni;
Visto che, ad oggi permangono ancora gravissime le difficoltà dell’Istituto per la carenza di personale di polizia penitenziaria e per il sovraffollamento e per altre criticità, come rilevato anche dalle recenti visite effettuate dall’Ombudsman regionale, dai consiglieri regionali e dai parlamentari;
Rilevato e constatato che l’Istituto di Ancona, a fronte di una capienza regolamentare di 178 detenuti ed una tollerabile presenza media di 340, detiene costantemente una media di 430 carcerati. Facendo presente che con il rapporto di 236 detenuti ogni 100 posti (la media UE è 97 su 100, quella italiana 148 su 100), il carcere di Montacuto è al quarto posto nella graduatoria del sovraffollamento assieme a Catania;
Tutto questo porta inevitabilmente a condizioni di vita all’interno delle celle al limite della sopportabilità: in poco più di 9 mq vivono e dormono 4 persone, manca lo spazio per le brande e alcuni detenuti sono costretti a dormire su materassi appoggiati a terra;
- la maggioranza della popolazione detenuta trascorre in cella 20 ore su 24;
le attività trattamentali riguardano solo una parte marginale della popolazione detenuta;
- il personale di sorveglianza in servizio risulta gravemente carente rispetto all’organico previsto;
- ci sono carenze anche per quanto riguarda il servizio sanitario interno, l’assistenza psicologica e sociale.
Tutto ciò premesso impegna il Presidente della Giunta ed il Presidente dell’Assemblea legislativa delle Marche a chiedere un incontro urgente nella nostra regione con il Capo dipartimento dell’Amministrazione penitenziaria e il Ministro della Giustizia per sottoporre loro le gravissime problematiche dell’Istituto penitenziario di Ancona e degli altri Istituti Marchigiani.”.

Emendamento a firma delle Consigliere Ortenzi e Romagnoli:
Dopo il quarto capoverso della premesse aggiungere:
“che l’Istituto di Barcaglione non è in grado di accogliere detenuti, pur avendo una capienza fino a 170, per carenza di polizia penitenziaria il cui organico dovrebbe essere coperto per almeno 70/80 unità in modo da consentire una soddisfacente fruizione della struttura con sensibile sgravio dell’affollamento degli altri Istituti;”.
Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Proposta di risoluzione, così come emendata. La pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)


Relazione n. 11/2011
della VI Commissione assembleare permanente
"Partecipazione della Regione Marche al meccanismo di “allarme rapido – early warning” ai sensi del protocollo n. 2 del Trattato sull’Unione europea e sul funzionamento dell’Unione europea – sulla proposta di regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio che istituisce il meccanismo per collegare l’Europa – COM 2011/665 del 19 ottobre 2011”
(Votazione risoluzione n. 45)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca la Relazione n. 11/2011 della VI Commissione, sulla quale è stata presentata la seguente proposta di risoluzione n. 45:
“L’Assemblea legislativa delle Marche,
Visti:
la legge 4 febbraio 2005, n. 11, Norme generali sulla partecipazione dell'Italia al processo normativo dell'Unione europea e sulle procedure di esecuzione degli obblighi comunitari, che disciplina all'articolo 5 la partecipazione delle Assemblee legislative regionali e delle Province autonome alla formazione del diritto dell’Unione europea;
la legge regionale 2 ottobre 2006, n. 14, Disposizioni sulla partecipazione della Regione Marche al processo normativo comunitario e sulle procedure relative all'attuazione delle politiche comunitarie, che disciplina l'istituto della partecipazione della Regione Marche alla formazione del diritto dell'Unione europea;
l'art. 12 del trattato sull'Unione europea, che riconosce il contributo dei Parlamenti nazionali al buon funzionamento dell'Unione;
il Protocollo n. 2 sull'applicazione dei principi di sussidiarietà e di proporzionalità che disciplina la procedura di “early warning”, in base alla quale le istituzioni dell'Unione europea trasmettono una proposta di atto normativo da essi adottata ai Parlamenti nazionali, in modo tale che questi possano valutare, nel termine di otto settimane, se la proposta medesima è conforme al principio di sussidiarietà;
l'art. 6 del Protocollo sopra richiamato, che prevede espressamente il coinvolgimento dei Parlamenti regionali con poteri legislativi da parte dei Parlamenti nazionali nell'ambito della procedura di verifica del rispetto del principio di sussidiarietà;
la propria Risoluzione sul rafforzamento del ruolo delle Regioni e delle Province autonome in ordine alla partecipazione al processo di formazione degli atti normativi dell'Unione europea e alla applicazione del principio di sussidiarietà enunciato nel protocollo n. II allegato al Trattato di Lisbona, approvata l'8 giugno 2010;
Premesso che:
il principio di sussidiarietà, enunciato dall'art. 5 del Trattato sull'Unione europea, è lo strumento che garantisce il corretto esercizio delle competenze attribuite all'Unione e agli Stati membri, sottolineando il concorso delle Regioni alla realizzazione di un'Europa più consapevole ed unita;
la partecipazione da parte delle Assemblee legislative regionali alla formazione del diritto dell'Unione europea costituisce un significativo esempio di applicazione in concreto del principio di sussidiarietà e di esercizio di governance multilivello;
la proposta di regolamento oggetto della presente Risoluzione riveste un particolare rilievo per lo sviluppo delle infrastrutture dei trasporti della Regione Marche;
Considerato, in particolare, che:
la proposta di regolamento in oggetto richiama l'opportunità di mantenere una stretta coerenza con gli interventi realizzati nel settore delle infrastrutture di trasporto e di interconnessione intermodale che, per quanto riguarda il territorio della regione Marche, sono già stati oggetto di cofinanziamento europeo nei passati periodi di programmazione e in quello attualmente in fase di attuazione,
l'estensione del corridoio 1 “Baltico-Adriatico” fino al porto di Ancona costituirebbe l'occasione per affrontare in modo efficace i problemi legati alla interconnessione con le strutture intermodali della Regione, in particolare con l'Interporto delle Marche e lo scalo aereo di Ancona-Falconara, e alla riduzione dell'impatto ambientale derivante da modalità di trasporto su gomma ancora troppo dipendenti da fonti fossili.
Valutata la rilevanza delle proposte di atto legislativo europeo oggetto della presente Risoluzione in ordine all'applicazione dei principi di sussidiarietà e di proporzionalità enunciati all'art. 5 del trattato UE, con particolare riguardo al ruolo che le infrastrutture di trasporto svolgono in termini di sviluppo economico e sociale dei territori regionali e locali,
Sottolineata l'opportunità di emendare la proposta di Regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio che istituisce il meccanismo per collegare l'Europa (COM 2011/665 del 19 ottobre 2011) nel senso di seguito specificato:
- all'allegato alla proposta, Parte I: elenco di progetti individuati in via preliminare per la rete centrale nel settore dei trasporti – Corridoi della rete centrale, si propone di estendere il Corridoio Baltico-Adriatico oltre la città di Ravenna fino a quella di Ancona.
Le osservazioni contenute nella presente risoluzione, che ne costituiscono parte integrante, sono inviate:
- alle Presidenze della Camera dei Deputati e del Senato della Repubblica, nonché alle relative Commissioni di merito e competenti in materia di affari europei, al fine dell'espressione del parere secondo quanto previsto dal protocollo n. 2 sull'applicazione dei principi di sussidiarietà e di proporzionalità allegato al trattato sull'Unione europea e sul funzionamento dell'Unione europea;
- al Ministro per gli Affari europei;
- al Ministro per la coesione territoriale;
- al Presidente del Comitato delle regioni;
- al Presidente della Commissione europea;
- alla Conferenza dei Presidenti delle Assemblee legislative delle Regioni e delle Province autonome, affinché abbia la massima diffusione tra le Assemblee legislative regionali e delle Province autonome”.
Non viene illustrata quindi la pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)


Nomina:
Elezione di un Consigliere regionale nel consiglio direttivo dell'Associazione “Università per la Pace” (con sede ad Ascoli Piceno)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca la nomina di un Consigliere regionale nel consiglio direttivo dell’Associazione Università per la Pace. Il voto è limitato a uno. Prego distribuire le schede.

(segue votazione)

PRESIDENTE. Comunico il risultato della votazione. Votanti n. 31, schede valide 27, schede bianche n. 1, schede nulle n. 3.
Hanno ricevuto voti: Adriano Cardogna n. 25, Umberto Trenta n. 2.
Dichiaro eletto il Consigliere Adriano Cardogna.

La seduta è tolta. Buon Natale.

La seduta termina alle ore 17,35