Resoconto della seduta n.73 del 27/03/2012
SEDUTA N. 73 DEL 27 MARZO 2012

La seduta inizia alle ore 10,20

Presidenza del Presidente
Vittoriano Solazzi


Comunicazioni del Presidente

PRESIDENTE. Do per letto il processo verbale della seduta n. 72 del 20 marzo 2012, il quale, ove non vi siano obiezioni, si intende approvato ai sensi dell’art. 29 del Regolamento Interno.
E' stata presentata la seguente proposta di legge:
- n. 188 in data 22 marzo, ad iniziativa dei Consiglieri Ortenzi, Massi, Giorgi, Marangoni, Perazzoli, Romagnoli, Traversini, concernente: “Offensiva sulla Linea Gotica estate - autunno 1944: valorizzazione dei documenti e dei luoghi”,
assegnata alla I Commissione in sede referente, alla II Commissione per l’espressione del parere ai sensi dell’art. 69 del Regolamento Interno e trasmessa al Consiglio delle autonomie locali per l’espressione del parere di cui all’art. 11, comma 4, della legge regionale 10 aprile 2007, n. 4.
Sono state presentate le seguenti mozioni:
- n. 300 del Consigliere Pieroni “Ripristino del servizio di igiene dentale presso l'Asur 7”;
- n. 301 dei Consiglieri Acquaroli, Foschi, Natali, Marinelli, Massi, Ciriaci “Facilitazione accesso al credito delle medie e piccole imprese e delle nuove imprese;
- n. 302 del Consigliere Zaffini “Invito al Ministro del Lavoro e al Ministro delle Finanze per introdurre una regolamentazione dell’esercizio della prostituzione;
- n. 303 del Consigliere Bucciarelli “L.r. del 28.12.2011, n. 30”;
- n. 304 del Consigliere Bucciarelli “Centrale turbogas di Corinaldo”;
- n. 305 dei Consiglieri Busilacchi, Ricci, Badiali; Giancarli “Riqualificazione attività Fincantieri e costruzione di navi gasiere”.
Comunico, inoltre, che in data 23 marzo 2012 ho provveduto, con decreto n. 9, alla nomina di tre componenti effettivi, di cui uno con funzioni di Presidente, e di due componenti supplenti del collegio dei revisori dei conti della società Sviluppo Marche S.p.A. (SVIM).
Il Presidente della Giunta regionale ha trasmesso le seguenti deliberazioni:
- n. 285 del 02.03.2012 concernente: Art. 2 comma 1 - lettera a) - della l.r.. 28 dicembre 2011, n. 28 - Reiscrizione nel bilancio di previsione per l’anno 2012 di maggiori entrate accertate relative a stanziamenti aventi specifica destinazione - euro 481.576,26;
- n. 286 del 02.03.2012 concernente: Art. 2 comma 1 - lettera a) - della l.r.. 28 dicembre 2011, n. 28 - Reiscrizione nel bilancio di previsione per l’anno 2012 di economie accertate relative a stanziamenti aventi specifica destinazione - importo euro 8.904.637,27;
- n. 287 del 02.03.2012 concernente: Art. 2 comma 1 - lettera a) - della l.r.. 28 dicembre 2011, n. 28 - Reiscrizione nel bilancio di previsione per l’anno 2012 di economie accertate relative a stanziamenti aventi specifica destinazione - importo euro 991.673,74;
- n. 288 del 02.03.2012 concernente: Art. 2 comma 1 - lettera a) - della l.r.. 28 dicembre 2011, n. 28 - Reiscrizione nel bilancio di previsione per l’anno 2012 di economie accertate relative a stanziamenti aventi specifica destinazione - importo euro 44.532,60;
- n. 289 del 02.03.2012 concernente: Art. 2 comma 1 - lettera a) - della l.r.. 28 dicembre 2011, n. 28 - Reiscrizione nel bilancio di previsione per l’anno 2012 di economie accertate relative a stanziamenti aventi specifica destinazione - importo euro 15.491.744,18. Modifica al Programma operativo annuale 2012 approvato con deliberazione della Giunta regionale n. 1746 del 22 dicembre 2011;
- n. 290 del 02.03.2012 concernente: Art. 29 comma 2 della l.r.. n. 31 dell’11 dicembre 2011 - Variazione compensativa al Programma operativo annuale 2012 approvato con deliberazione della Giunta regionale n. 1746 del 22 dicembre 2011 e sue successive modificazioni ed integrazioni - euro 22.960,00;
- n. 291 del 02.03.2012 concernente: Art. 2 comma 1 - lettera a) - della l.r.. 28 dicembre 2011, n. 28 - Reiscrizione nel bilancio di previsione per l’anno 2012 di economie accertate relative a stanziamenti aventi specifica destinazione - importo euro 14.000,00.
Hanno chiesto congedo il Consigliere Ricci e la Consigliera Romagnoli.

Prima di dare inizio ai lavori voglio salutare, a nome anche dell'intera Assemblea legislativa, le scuole che oggi fanno visita alla nostra Istituzione, le classi quinta A e quinta B della Scuola primaria Bruno Lugli di Calcinelli e la classe prima A della Scuola media dell'Istituto comprensivo Giovanni Paolo II di Sant'Angelo in Lizzola. Un saluto agli studenti e ai loro insegnanti e il benvenuto in quest'Aula dell'Assemblea legislativa regionale.


Interrogazione n. 672
del Consigliere Zaffini
“Distacco comuni di Montecopiolo e Sassofeltrio dalla regione Marche ed aggregazione alla regione Emilia Romagna”
(Svolgimento)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l’interrogazione n. 672 del Consigliere Zaffini. Ha la parola, per la risposta, l'Assessore Canzian.

Antonio CANZIAN. Prima di rispondere all'interrogazione del Consigliere Zaffini credo sia necessario fare una brevissima sintesi riguardo l'iter legislativo che è previsto in caso di richiesta di distacco dei Comuni da una regione verso un'altra.
Il distacco dei comuni da una regione e l'aggregazione ad un'altra è consentito, come noto, dall'articolo 132, secondo comma, della Costituzione, con l'approvazione della maggioranza delle popolazioni del comune o dei comuni interessati, espressa mediante referendum, e con legge della Repubblica, sentiti i Consigli regionali.
II procedimento di variazione territoriale è disciplinato dalla legge n. 352/1970 che, in sintesi, prevede: richiesta di referendum per il distacco proveniente dai comuni interessati; indizione del referendum consultivo tra le popolazioni interessate; pubblicazione del risultato del referendum nella Gazzetta ufficiale; presentazione al Parlamento, entro sessanta giorni dalla suddetta pubblicazione, del disegno di legge da parte del Ministro dell'interno; approvazione da parte del Parlamento della legge di distacco-aggregazione.
Tale procedimento, come configurato dalla legge 352/1970, in attuazione dell'art. 132, secondo comma, della Costituzione, prevede l'esito favorevole del referendum, quale atto parzialmente costitutivo della deliberazione legislativa di variazione, e l'iniziativa legislativa “tecnica” da parte del Ministro dell'interno.
Il solenne coinvolgimento dei Consigli regionali interessati, previsto dalla Costituzione (allorché menziona, appunto, sentiti i Consigli regionali), non è espressamente disciplinato dalla legge citata. Tuttavia, nella prassi prevalente sinora seguita il Ministro competente ha formalmente chiesto il parere del Consiglio regionale sullo schema del disegno di legge prima della presentazione del suddetto disegno di legge al Parlamento (cfr., tra le altre, C.Cost. 9 marzo 2007, n. 66).
Nel caso dei Comuni di Montecopiolo e Sassofeltrio la procedura si è avviata e il referendum consultivo ha dato esito favorevole al distacco dei due Comuni dalla Regione Marche e alla loro aggregazione alla Regione Emilia-Romagna. Tuttavia non è stato presentato il disegno di legge da parte del competente Ministro dell'interno.
Vi è solamente una nota del 3 settembre 2007 con la quale il Ministro per gli affari regionali invita i Presidenti delle due Regioni a chiedere il parere ai rispettivi Consigli, senza tuttavia trasmettere alcuno schema di disegno di legge di riferimento.
Nel caso in argomento, pertanto, è mancata l'iniziativa legislativa governativa con la conseguenza che il procedimento non è ancora giunto a conclusione, così come previsto dalla citata normativa statale.
Né, d'altra parte, i Consigli delle Regioni interessate possono esprimere il parere su proposte o su disegni di legge, presentati alla Camera dei Deputati o al Senato, con contenuti tra loro potenzialmente diversi.
Infatti, oltre a quelle menzionate dal Consigliere regionale, è stata presentata alla Camera dei Deputati un'altra proposta di legge (n. 4448 del 22 giugno 2011) di contenuto diverso. Sia perché riguarda il distacco-aggregazione di entrambi i Comuni di Montecopiolo e Sassofeltrio, mentre gli atti n. 2143/2009 e n. 627/2008 contemplano solo il Comune di Montecopiolo. Sia perché prevede la nomina da parte del Ministro dell'interno di un commissario, a titolo oneroso, per gli adempimenti necessari all'attuazione del distacco e dell'aggregazione, con un procedimento, dunque, diverso da quello previsto negli altri due suddetti atti parlamentari.
Va poi considerato che il Consiglio regionale non è mai stato invitato ad esprimere il parere, sulle proposte di legge indicate, da nessuna autorità statale.
Significativo, infine, è il fatto che neppure il Consiglio regionale dell'Emilia-Romagna si è espresso in merito alla richiesta di distacco dei comuni in questione.
Per i motivi sopra esposti la Giunta regionale non può adottare provvedimenti in merito, in assenza degli atti necessari a consentire lo svolgimento del procedimento di variazione territoriale in questione.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno, il Consigliere Zaffini.

Roberto ZAFFINI. Io sono veramente allibito, perchè ancora una volta si vuole negare un processo democratico. Cioè si guarda una pagliuzza inesistente quando invece c'è una trave in un occhio che umilia una parte della democrazia, ossia quella parte dei cittadini che hanno svolto democraticamente un referendum esattamente come hanno fatto i cittadini della Valmarecchia.
Ritengo quindi che ci siano veramente dei cittadini di serie A e dei cittadini di serie B.
La sentenza della Corte Costituzionale, quando ha risposto al vostro ricorso effettuato contro i comuni secessionisti, ha detto che l'iter del passaggio si compone in due fase, e la prima è quella del referendum popolare e del parere delle Regioni. Quindi il parere delle Regioni è precedente a qualsiasi proposta di legge ministeriale o parlamentare. Ed è esattamente questo l'iter che ha intrapreso la Valmarecchia.
Sicchè non capiamo perché in questo caso si vuole adottare un passaggio diverso. Anzi, forse lo capiamo. Ossia, c'è chi veramente si è pentito di come è stata trattata la Valmarecchia, tant'è che se ne è andata sì per motivi identitari, ma anche per come venivano gestite le infrastrutture, la sanità ecc..
Pertnato ora anche i cittadini di Sassofeltrio e di Montecopiolo hanno tutto il diritto di autodeterminarsi.
Io a tal proposito sto anche preparando una modifica dello Statuto della nostra Regione che appunto non prevede l'autodeterminazione dei popoli. E' una carenza gravissima.
Qui si sta veramente utilizzando in modo non trasparente quel processo democratico previsto dalla nostra Costituzione.
Ci si sta arrampicando sugli specchi nei confronti di cittadini, che, tra l'altro, sono venuti a protestare in quest'Aula per ben due volte qua. E lo hanno fatto sempre, come dire, in maniera simpatica, ossia con una protesta sempre civile, al contrario di altre iniziative di altri settori che abbiamo visto compiersi in modo molto violento sempre in quest'Aula.
Però ho paura che i cittadini di questi due comuni si esaspereranno, perchè si sentono traditi due volte. Confinanti hanno cittadini che hanno avuto ragione, mentre loro stanno purtroppo faticando.
E dietro ci sono solo motivazioni politiche. Il Presidente Errani fatica a dare per primo il parere, perché qui siamo nella stessa “bottega”, e quindi è difficile che ci sia qualcuno che faccia il passo per primo.
Però nel frattempo, ripeto, si sta violentando un processo democratico di autodeterminazione di cittadini marchigiani. Cittadini che hanno stravinto il referendum raggiungendo addirittura l'84%.
Quindi è giusto che la democrazia venga reintegrata al più presto con il ripristino, appunto, di quell'iter così come previsto dalla stessa Carta costituzionale.
Però qui qualcuno, ribadisco, continua ancora ad arrampicarsi sugli specchi, ed ho paura che quei cittadini non saranno più così civili come lo sono stati fino adesso di fronte a tali decisioni.


Interrogazione n. 638
del Consigliere Silvetti
“Realizzazione nuovo casello località Gabella del comune di Montemarciano: mancata realizzazione infrastrutture”
(Svolgimento)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l’interrogazione n. 638 del Consigliere Silvetti. Però non vedo in Aula l'Assessore Donati. (…) Prego , Consigliere Silvetti.

Daniele SILVETTI. Presidente, voglio evidenziare la sistematica assenza dell'Assessore Donati nel rispondere alle interrogazioni. Non è possibile ingolfare i lavori dell'Aula su quesiti che sono, oltre che legittimi, urgenti.
L'Assessore Donati, oltre che essere spesso assente in fase di votazione delle proposte di legge, lo è costantemente anche nel momento in cui gli interroganti, cioè i Consiglieri dell'Assemblea, pongono dei quesiti assolutamente legittimi. Non è possibile!
Quindi faccio appello a lei, Presidente Solazzi, ma anche al Presidente Spacca che è arrivato ora. Presidente Spacca, un suo Assessore, Donati, è assolutamente indisciplinato, assolutamente assente, e quindi manca di rispetto a questa Assemblea. Lo fa costantemente, in fase di votazione, in fase di lavoro, in fase di approfondimento, addirittura nelle proposte di legge di sua competenza. E' una cosa indecente! Tra l'altro...

PRESIDENTE. Consigliere Silvetti, si è compreso il suo messaggio.

Daniele SILVETTI. Grazie, Presidente.

PRESIDENTE. Non voglio fare la difesa d'ufficio degli Assessori, però, ecco, l'Assessore Donati nelle sedute precedenti ha risposto a molte interrogazioni.
Tra l'altro rispetto a questa interrogazione è in grado di rispondere anche l'Assessore Viventi che si è appunto dichiarato disponibile a dare la risposta.
Prego Assessore Viventi.

Luigi VIVENTI. Parliamo del progetto di realizzazione della nuova stazione e dello svincolo in località Gabella del Comune di Montemarciano. Esso è compreso nel piano di ampliamento e ammodernamento del tratto Senigallia-Ancona nord (lotto 4). Su tale progetto il Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare ha emesso decreto di compatibilità ambientale (DEC/DSA/2006/01402 del 28 dicembre 2006) e il Ministero delle infrastrutture e dei trasporti, nel constatare l'intesa tra Stato e Regione Marche, ha autorizzato la realizzazione delle opere. II progetto esecutivo ha recepito tutte le prescrizioni ricevute sia in fase di Valutazione di impatto ambientale sia in Conferenza dei servizi ed è stato approvato dall'ANAS.
Gli elaborati prevedono la realizzazione della viabilità di collegamento alla viabilità ordinaria mediante due rotatorie che permettono, rispettivamente, l'innesto sulla S.P.2 e la razionalizzazione della viabilità nella zona prospiciente lo svincolo.
Per quanto riguarda, in particolare, la nuova stazione, il progetto esecutivo appaltato ha recepito le prescrizioni pervenute dai Comuni di Chiaravalle, Falconara e Montemarciano e dalla stessa Regione (dgr n. 488 del 28 aprile 2006).
Sono state inoltre conseguite le previste approvazioni, ivi comprese quelle di carattere ambientale.
I lavori sono in corso e sono perfettamente in linea con il cronoprogramma contrattuale.
La Convenzione ANAS-ASPI non consente la possibilità di realizzare opere non oggetto di Conferenza dei servizi, e pertanto non contenute nel progetto approvato dall'ANAS ed appaltato.
Dunque non è possibile la realizzazione di ulteriori opere complementari.
Per questo fine, inoltre, non è possibile neanche far riferimento ai risparmi derivanti dal fatto che il tratto Porto Sant'Elpidio-Pedaso, come voi sapete, non sarà per ora realizzato in seguito ai noti dinieghi dei comuni interessati.
La Regione Marche intende infatti recuperare la prosecuzione della terza corsia fino a Pedaso – che secondo noi è stato un grande errore non accettare questo progetto –, inserendo il tratto in questione, assieme alla progettazione della terza corsia fino a Porto d'Ascoli, nel prossimo piano di investimento della Società Autostrade per l'Italia.
Cioè, per chiarirci, sia il sottoscritto che il Presidente Spacca hanno sollecitato la Società Autostrade a poter rivedere la questione. Certo, non lo possiamo fare con questo lotto di lavori, perché purtroppo è stato espresso un diniego, e quindi anche i risparmi che in teoria avrebbero potuto essere utilizzati non ci sono.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno, il Consigliere Silvetti.

Daniele SILVETTI. Grazie, Assessore, per la puntuale e corretta risposta. Ma un Assessore attento e competente come lei penso si sia subito reso conto che nel leggerla di fatto non si è risposto in modo adeguato ad alcune istanze che il territorio sta muovendo nei confronti della Regione.
Sono perfettamente consapevole che entro il 2014 verosimilmente verrà realizzato questo casello, ma è altrettanto vero che la progettazione è assolutamente monca – se posso usare un termine un po' forte – di quelle infrastrutture che, invece, dovrebbero aiutare il territorio a sostenere una serie di situazioni particolarmente gravose, e sicuramente, appunto, quelle delle infrastrutture.
Questo casello, del quale siamo assolutamente favorevoli perché risponde a un'esigenza concreta del territorio e delle attività produttive, in realtà manca di quei collegamenti con la viabilità principale e che potrebbero invece consentire un deflusso regolare. E questo ovviamente andrà ad incidere negativamente sull'impatto ambientale e sopratutto sui dati della salute.
Lei sa bene, infatti, che in quella zona sono stati registrati valori di PM10 particolarmente rilevanti. Quindi l'intensificazione del traffico, che sarà fisiologico, e la mancanza di infrastrutture idonee a far defluire regolarmente il traffico stesso, inevitabilmente inciderà negativamente e pesantemente sui dati ambientali e atmosferici, ingenerando così una situazione di pericolo per la salute pubblica.
Sappiamo anche – e questo appare nell'interrogazione – che i Comuni limitrofi sono interessati ad un progetto importante riguardante la realizzazione di un centro commerciale, che dunque darà impulso allo sviluppo, all'economia e all'occupazione del luogo, che però non vedrà un servizio idoneo da questo casello.
Ripeto, è un'opera buona, una progettualità utile, ma che in realtà rischia di essere depotenziata a causa della mancanza delle indispensabili infrastrutture.
Siamo perfettamente consapevoli che l'Anas e la Società Autostrade non hanno progettato il resto, quindi la mia istanza è rivolta alla Regione affinchè se ne faccia carico per fare in modo che questo collegamento ci sia, sia idoneo, adeguato e sopratutto utile acchè il casello possa rispondere a tutte le esigenze e quindi creare al territorio più vantaggi che svantaggi.


Interrogazione n. 331
del Consigliere Bucciarelli
“Applicazione del dgr 1155/2010 sulle agevolazioni tariffarie nel trasporto pubblico locale”
(Ritirata)

PRESIDENTE. L’interrogazione n. 325 del Consigliere Bucciarelli è stata ritirata.


Interpellanza n. 32
del Consigliere Cardogna
“Servizi pubblici locali di cui all'art. 25 del d.l. n. 1/2012”
(Svolgimento)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l’interpellanza n. 32 del Consigliere Cardogna, che ha la parola per illustrarla.

Adriano CARDOGNA. A giugno dell'anno scorso 27 milioni di cittadini si sono espressi contro la privatizzazione dell'acqua e degli altri servizi pubblici, rifiuti, trasporti pubblico locale ed altri ancora.
L'articolo 23 bis del decreto Ronchi è stato abrogato e la giurisprudenza costituzionale ha avuto più volte modo di affermare l'illegittimità della riproposizione sostanziale di normative abrogate con il referendum.
La Corte Costituzionale, con la sentenza di ammissibilità del primo quesito referendario sulle conseguenze giuridiche della vittoria, ha affermato che con l'abrogazione del cosiddetto decreto Ronchi per l'affidamento dei servizi pubblici di rilevanza economica valeva la normativa comunitaria che prevede una pluralità di forme di gestione.
Proprio su questa ragione l'Assemblea legislativa delle Marche si è espressa contro la privatizzazione forzata dei servizi pubblici locali, lesiva delle prerogative dei governi e delle comunità locali.
Privatizzazione forzata prevista per legge dopo l'esito referendario anche dall'articolo 4 del d.lgs. 138/2001, su cui la Giunta regionale ha proposto, su una mozione approvata all'unanimità da questa Assemblea, ricorso alla Corte Costituzionale.
Nonostante questo nel decreto salva Italia all'articolo 25, seppure alla Conferenza delle Regioni è stato fatto presente al Governo che c'erano appunto dei ricorsi delle Regioni alla Corte Costituzionale, lo stesso non ha poi tenuto conto di tali osservazioni.
Per questa ragione ho interpellato la Giunta, nonostante abbia già fatto molto sull'argomento e per il rispetto dell'esito referendario, su come intenda presidiare l'iniziativa già intrapresa.

PRESIDENTE. Ha la parola, per la risposta, l'Assessore Canzian.

Antonio CANZIAN. Con l'interpellanza in oggetto il Consigliere Cardogna chiede al Presidente della Giunta regionale quali provvedimenti intenda assumere in relazione all'opportunità di impugnare, avanti la Corte Costituzionale, l'articolo 25 del decreto-legge 1/2012.
In proposito si rileva che la Conferenza delle Regioni accoglie i rilievi contenuti nell'interpellanza, laddove, fra l'altro, evidenzia che: "La misura normativa introdotta dal Governo, nel recepire la prima segnalazione dell'Autorità per la concorrenza, abbassa la soglia di valore per gli affidamenti in house da 900.000 a 200.000 euro annui. La conseguenza evidente è che tale nuovo criterio riduce ulteriormente la possibilità per gli enti locali di ricorrere allo strumento dell'in house nel caso in cui intendano procedere all'attribuzione di diritti di esclusiva. Merita rammentare, in questa sede, che il vecchio comma 13 è stato considerato da alcune Regioni lesivo del principio referendario, proprio perché introduceva un limite di valore per il ricorso all'in house (ossia la soglia economica dei 900.000 euro annui) non previsto in alcun modo nel diritto comunitario. Attualmente la questione è al vaglio della Corte Costituzionale".
Per le motivazioni riportate nell'interpellanza, nonché nella mozione n. 210 approvata dall'Assemblea legislativa nella seduta del 25 ottobre 2011 e nel parere della Conferenza delle Regioni, ci si riserva di valutare se presentare o meno l'impugnazione, anche alla luce di quello che sarà il testo che uscirà in sede di conversione in legge del decreto.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno, il Consigliere Cardogna.

Adriano CARDOGNA. Ringrazio l'Assessore Canzian per questa risposta, che comunque testimonia l'attenzione che la Giunta continua a riservare alla questione. Una questione che riguarda un esito referendario all'epoca salutato da tutti come un evento importante per il nostro Paese.
Sottolineo che l'iniziativa presa dall'Assemblea legislativa, a cui la Giunta ha dato seguito, non sceglie una modalità di affidamento, e quindi ha poco di ideologico, bensì richiama tutti ad osservare quelle norme comunitarie che offrono un ventaglio agli enti territoriali tra cui scegliere la soluzione migliore per le proprie comunità.
Ringrazio quindi l'Assessore e la Giunta per l'impegno riservato a questa importante questione.


Comunicazioni del Presidente della Giunta regionale in ordine alle modifiche della composizione della Giunta regionale (articolo 8 dello Statuto).
(Discussione e votazione risoluzione)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca le Comunicazioni del Presidente della Giunta regionale in ordine alle modifica della composizione della Giunta regionale.
Prego, Presidente Spacca.

Gian Mario SPACCA. Signor Presidente, cari Colleghi, questa comunicazione prende le mosse dall'articolo 8 dello Statuto regionale che chiede al Presidente di fare una riflessione in Assemblea nel momento in cui si registra un mutamento della composizione del Governo regionale, e quindi per procedere alla ridefinizione dello stesso.
Come sapete, con il decreto n. 32 del 19 marzo 2012 sono state revocate all'Assessore Serenella Moroder le deleghe che le competevano. Ma al di là di questo aspetto formale, che è dato appunto dal rispetto di un articolo del nostro Statuto regionale, vorrei che questa occasione venisse utilizzata dall'Assemblea per una riflessione più ampia e di approfondimento politico istituzionale sull'azione di governo; a metà legislatura, come generalmente avviene, c'è sempre un momento di riflessione, quindi noi siamo sempre vicino a questo appuntamento.
Per questo già da oggi vorrei che si avviasse un approfondimento, da parte delle forze politiche e dei gruppi politici che siedono in questa Assemblea legislativa, su una riflessione di carattere più generale.
Nella seduta del 19 aprile 2010, dopo l'illustrazione del programma di governo di questa legislatura, avevo esposto chiaramente quali fossero i criteri che presiedevano alla formazione della Giunta regionale.
Ve li riassumo brevemente.
Innanzitutto la competenza, necessaria per essere all'altezza dei compiti gravosi che si prevedevano sarebbero caduti sul capo del governo regionale.
Il secondo elemento è il territorio, per assicurare a ogni comunità delle Marche, per quanto possibile, una propria rappresentanza di governo. Quindi il principio che abbiamo assunto alla base della nostra azione è quello di consolidare il policentrismo delle Marche sotto il profilo di organizzazione civile, sociale ed economica della nostra regione, evitando qualsiasi forma metropolitana.
Infine, terzo livello per la definizione del Governo regionale, l'appartenenza politica, per dare alle forze politiche la possibilità di esprimere la loro sensibilità sedimentata a confronto con le singole realtà territoriali.
Ecco, con questi criteri – nel bene e nel male, e spetta al Presidente fare una sintesi non sempre facile, che si scontra anche con diverse ambizioni, con diversi profili – si è arrivati alla composizione del Governo che è ancora dinanzi a voi questa mattina.
Sul terzo livello di definizione del Governo, ovvero quello che riguarda l'appartenenza alle forze politiche, e quindi l'equilibrio che garantisce il rapporto tra Assessori e forze politiche, si è registrato un momento di forte frattura che nel caso specifico riguarda il partito dell'Italia dei Valori, la cui delegazione era stata costruita attraverso un rapporto diretto tra il Presidente e la Segreteria nazionale dell'IdV.
Ecco, proprio attraverso questo rapporto è emersa una criticità nel rapporto di fiducia tra l'IdV e la sua attuale rappresentanza, sopratutto con riferimento all'Assessore che teneva le deleghe al turismo, ovvero l'Assessore Serenella Moroder.
Sicchè la valutazione espressa dalla Segreteria nazionale, in quell'equilibrio che vi dicevo prima, non poteva non essere tenuta in considerazione nella riflessione del Presidente della Giunta regionale.
Questo per coerenza con i rapporti di base che hanno portato alla formazione della Giunta regionale, ma anche in relazione ad altri aspetti di carattere più sostanziale. Per la correttezza del rapporto che da sempre c'è stato tra il Governo regionale e il leader dell'Italia dei Valori, non tanto nella sua funzione di leader dell'Italia dei Valori, quanto nella sua azione amministrativa svolta come Ministro delle infrastrutture, con quella sua particolare attenzione che ha riservato alla nostra regione.
E qui voglio portare una testimonianza storica, che è bene rimanga agli atti di questa Assemblea, in quanto è giusto che sia riconosciuto a chi si è impegnato per risolvere questioni fondamentali che appartengono alla vita delle nostre comunità. Ovvero l'impegno che ha offerto il Ministro delle infrastrutture Di Pietro che è stato particolarmente attento ai bisogni della nostra regione. Il tema della terza corsia dell'A14 è stato infatti risolto nel momento in cui lui esercitava questa funzione di governo. E' stata proprio la sua azione determinante a risolvere il problema della Conferenza dei Servizi con gli enti locali e la nostra Regione rispetto all'avanzamento del progetto stesso. Perché non c’era quella disponibilità da parte di tutti gli enti locali a far sì che il percorso di questa infrastruttura avanzasse verso il sud delle Marche.
Il confronto finale in sede di Conferenza dei Servizi venne risolto con grande autorevolezza e anche con po' di “ignoranza” – consentitemi di dirlo –, ossia con grande determinazione dal Ministro Di Pietro che convinse gli enti locali più riottosi a cedere a questo progetto. Considerando anche il fatto che Società Autostrade non voleva realizzare la terza corsia in territorio marchigiano, perché il ritorno sull'investimento sarebbe stato sicuramente maggiore nella pedemontana lombarda o nella circonvallazione di Roma.
Quindi la terza corsia si realizzò proprio in funzione di quel suo fondamentale contributo. Ma poi non completò l'opera perché quella sua determinazione, comunque, non risolse il problema dei Comuni di Porto San Giorgio e Fermo che mantennero la loro posizione all'avanzamento della terza corsia; non a caso oggi la terza corsia, fino al 2019, quando cioè terminerà la programmazione di Società Autostrade, finisce a Porto Sant'Elpidio.
Ho voluto citare questo esempio per dire che i rapporti tra leader, tra amministratori non avvengono soltanto sulla base di valutazioni che afferiscono ad astratte azioni formali, perchè molto spesso incidono profondamente anche su questioni che ci appartengono e ci aiutano a migliorare il rapporto di vita delle nostre comunità.
In funzione quindi anche di questa correttezza dei rapporti, sul piano sostanziale non poteva venir meno un'attenzione alla richiesta formulata dalla Segreteria nazionale dell'Italia dei Valori.
Comunque questa cosa non incide minimamente sul giudizio che come Presidente formulo sull'azione che è stata svolta dall'Assessore Serenella Moroder nelle deleghe da lei ha gestito con un impegno forte, generoso e competente, che quindi risponde a quel principio, appunto la competenza, su cui è stata costruita la Giunta regionale.
Per cui mi auguro che questa evoluzione critica, che questa ferita che comunque esiste nella sua persona, nel rapporto politico tra lei e il partito a cui appartiene, una ferita che rimane anche nel rapporto all'interno del governo regionale, possa risolversi in modo tale non si disperda la competenza che ella ha avuto modo di esprimere nella sua azione di governo. Facendolo attraverso progetti, come quelli che tra poco dovremo gestire, che hanno a che fare con le possibilità di crescita turistica della nostra regione. Mi riferisco in modo particolare al tema dell'endurance. Come sapete, tra il 12 e il 17 giugno nella zona di Ancona ci sarà un forum economico tra Italia e Emirati Arabi Uniti, un workshop tra imprese dei due Paesi, e una prova sportiva a cui parteciperà – lo saprete sicuramente, è una notizia apparsa su tutti i giornali - il Vicepresidente degli Emirati Arabi Uniti, Presidente del Consiglio e primo Ministro di quel Paese. (...) Niente, perché lo pagano sponsor privati, inoltre tutta la presenza delle persone che verranno qui sarà a loro carico. Quindi poche decine di migliaia di euro a nostro carico, a carico delle istituzioni, molto a carico delle imprese che sponsorizzano l'evento, poi in gran parte a carico del Governo Emirati Arabi Uniti, e anche, certo, del nostro Paese, perché appunto sarà una grande occasione di relazioni internazionali tra l'Italia e Emirati Arabi Uniti.
Ritornando al nostro tema, non vorrei, dicevo, che questa discussione si esaurisse in un profilo esclusivamente formale, dettato dall'articolo 8 dello Statuto, ma vorrei chiedere ai Gruppi assembleari di fare una riflessione più ampia, a 360 gradi, per avviare, non dico per risolvere, questa mattina un dibattito su un tema di natura politico-istituzionale.
Lo scenario economico nazionale e internazionale, infatti, è decisamente mutato in peggio ed in maniera molto preoccupante rispetto a quello di inizio legislatura.
Quando ad aprile 2010 presentammo il nostro programma di governo il Paese era presieduto dal Governo politico di Silvio Berlusconi e la crisi dei debiti sovrani e dello spread non era ancora iniziata. Si pensava che la recessione internazionale avesse toccato il suo culmine (ricordate, definimmo il 2009 anno horribilis, quasi fosse quello il punto di massima crisi e poi la ripresa). Pensavano che il ciclo dell'economia fosse in ripartenza secondo quella logica di una configurazione ad U, per cui passato l'anno horribilis si sarebbe ritornati all'anno precedente. Ma in realtà non è stato così. Ci siamo mossi su un piano inclinato con un peggioramento continuo e costante delle situazioni economiche e sociali del nostro Paese.
E' così nato un Governo tecnico, presieduto dal Prof. Mario Monti, con una scelta di responsabilità nazionale molto forte di fronte al rischio del crollo della fiducia dei mercati internazionali nei confronti dell'Italia, che nel novembre scorso ha fatto anche temere, sono parole del nostro Presidente della Repubblica, un default dell'Italia.
Dal Governo Monti sono stati adottati provvedimenti di rigore molto forti, significativi per la durezza degli effetti sociali, che stanno cercando di ottenere un recupero di fiducia internazionale e che ora sembrerebbe apparire attraverso la riduzione dello spread e il recupero di fiducia sui mercati finanziari.
Sicchè ali fatti per le Istituzioni, al di là delle valutazioni sulle azioni del Governo nazionale, definiscono uno scenario finanziario completamente differente.
Mi permetto di riportare ora alla vostra memoria alcune delle cifre che costituiscono i parametri di riferimento della nostra azione amministrativa.
Nel prossimo triennio i tagli dello Stato nei confronti della Regione Marche supereranno 1 miliardo di euro: i fondi statali trasferiti nei settori extra-sanità sono tagliati di -90%; i tagli nazionali per la sanità sono previsti in -200 milioni di euro e per i settori extra-sanità in -600, i vincoli del patto di stabilità si rafforzeranno con una riduzione di capacità di spesa che oscilla intorno a -200 milioni.
Tali cifre non possiamo purtroppo pensare che cambieranno, se cambieranno potranno solo farlo in peggio. E' questo che lascia presagire l'accordo fiscale europeo (c.d. fiscal compact) che per garantire la disciplina finanziaria dell'Area Euro impone ai Paesi membri due regole: il pareggio di bilancio annuale e la riduzione in venti anni del rapporto tra debito/pil al 60% (e noi, come sapete, partiamo dal doppio, abbiamo infatti un rapporto del 120%).
Tale quadro è aggravato da un'altra modifica dello scenario rispetto all'inizio legislatura, ovvero l'andamento del ciclo economico. Ci aspettavamo tutti la classica configurazione a U, per cui dopo l'anno horribilis 2010 e qualche effetto di trascinamento nel 2011 ci aspettavamo di tornare laddove eravamo nel 2008. Invece non è così.
Abbiamo fatto recentemente un seminario con il prof. Tantazzi, che gestisce il modello econometrico più importante del nostro Paese per le previsioni a tre anni, ebbene, noi quest'anno entreremo in piena recessione, è previsto un calo dell'economia nazionale dell'1,8, che quindi sarà anche il calo della nostra regione. Sicchè ci dobbiamo attendere attività in diminuzione in ogni settore dell'economia regionale, nel settore manifatturiero, del turismo, ecc., insomma, in tutti i settori della nostra vita di comunità.
Per far fronte a questa ormai tempesta economica e finanziaria in cui siamo immersi, il Governo regionale ha seguito l'attuazione del proprio programma di governo con ancora più determinazione, rafforzando quei punti che chiedevano rigore, e sopratutto razionalizzazione e riorganizzazione, tenendo attentamente sotto valutazione i parametri finanziari.
E qualche risultato positivo c'è, anche se dinanzi a noi abbiamo le sofferenze che comunque il tessuto sociale ed economico deve sostenere per far fronte a questa situazione.
Per quanto ci riguarda - e credo che questo dovrebbe essere considerato maggiormente, anche come un atteggiamento di comune impegno nei confronti delle sofferenze della comunità regionale - possiamo dire che sul fronte del lavoro, la nostra principale priorità, ovvero gli interventi delle misure anti-crisi (contributi e contratti di solidarietà, agevolazioni sanitarie, prestito d'onore, ecc.), hanno riguardato qualcosa come 30.000 lavoratori, a cui si aggiunge il Fondo per ammortizzatori sociali in deroga che nell'ultimo triennio nelle Marche ha assicurato la protezione di 45.000 lavoratori. In questo triennio per proteggere i lavoratori, per dare loro sicurezza di vita nell'ambito delle loro famiglie e personali, sono stati spesi 282 milioni.
Gli interventi regionali del Fondo sociale europeo hanno riguardato 47 mila beneficiari con 176 milioni di finanziamenti.
Per far fronte alla crisi di liquidità, il principale fattore di crisi del nostro tessuto produttivo, sono stati attivati fondi di garanzia per le micro e piccole imprese per oltre 500 milioni di euro di finanziamenti agevolati, coinvolgendo oltre 12.000 imprese. Oggi un'impresa su tre che ha fatto investimento è passata attraverso i Confidi, quindi attraverso le forme di controgaranzia che sono state attivate con le misure che abbiamo attivato.
Sulle infrastrutture stiamo cercando di recuperare un deficit storico, sono in corso investimenti per circa 5 miliardi.
Abbiamo cercato anche di rispondere ai problemi più veloci di credit crunch delle imprese con un patto di stabilità verticale, che non sempre ci viene riconosciuto con l'attenzione che meriterebbe da parte degli enti locali, trasferendo loro 90 milioni di euro di capacità di spesa e che hanno consentito di pagare imprese che avevano effettuato lavori completati per conto degli stessi enti locali.
Non dimentichiamo, inoltre, che ci siamo mossi sul mercato europeo. Abbiamo in corso 400 milioni di finanziamenti della Banca europea degli investimenti (BEI) che vanno a imprese della nostra regione e al sistema delle istituzioni locali delle Marche.
Ed in quest'opera di ristrutturazione complessiva si inserisce anche il Piano socio-sanitario, che è stato approvato dall'Assemblea legislativa. E se oggi in Italia siamo regione benchmark - che è la decisione della Commissione Massicci, Assessore Mezzolani, dell'ultima settimana. Non è più la Toscana la regione benchmark del nostro Paese, bensì le Marche -, questo deriva anche dalle azioni che abbiamo intrapreso proprio per garantire servizi di carattere sanitario adeguati e appropriati ai nostri cittadini in contemporanea con una rivisitazione di tutto il sistema organizzativo accanto al profilo economico e finanziario.
Vorrei inoltre non fosse dimenticata anche l'azione di recupero dell'evasione, attraverso l'azione fatta in proprio dalla Regione, con 139 milioni di euro.
Infine la riduzione dei costi c.d. della politica. Sono 30 milioni di euro che attraverso le azioni che abbiamo concertato all'inizio della legislatura sono stati trasferiti in termini di servizi dagli apparati amministrativi verso i cittadini.
Ma a mio avviso in questa azione virtuosa non possiamo fermarci, dobbiamo andare avanti con determinazione.
Lo scenario che dobbiamo affrontare nel prossimo triennio, che non sarà certo diverso da quello che ci siamo lasciati alle spalle, sarà uno scenario ancora difficile e complicato, anzi, forse ancora più difficile per la recessione che dovremo attraversare, e che dunque ci impone di proseguire in questa azione.
E' quindi necessaria la riaffermazione di un paradigma politico-istituzionale che faccia della determinazione riformista, della gestione del cambiamento, il suo parametro di riferimento. Ovvero, un paradigma politico-istituzionale di accettazione delle difficoltà, di interpretazione delle difficoltà, peri trovare soluzioni che siano in grado di affrontare queste difficoltà, secondo una logica di riformismo che non è da declinare in modo rituale, ma deve essere sopratutto un principio ispiratore concreto dell'azione di governo.
Come del resto fino ad oggi è stato fatto nell'azione del Governo regionale, che non si è sottratto minimamente alle proprie responsabilità anche quando questo significava dover assumere atteggiamenti dolorosi e difficili da spiegare all'opinione pubblica.
La gestione del cambiamento è un fattore fondamentale per le istituzioni, per l'economia e per la nostra società.
Per agganciare con equità un processo di risanamento inevitabile e dunque stimolare una nuova fase di crescita, che non può avvenire con la riproduzione di quello che c'era prima, si devono trovare nuove piste, nuovi percorsi, nuove progettualità, ma sopratutto per difendere un rapporto di fiducia delle istituzioni con i cittadini che mai come ora è minacciato dalla crisi economica e dal clima di anti-politica che dilaga nella comunità a tutti i livelli.
Per evitare l'anti-politica c'è necessità di una buona politica, e questa si realizza con coraggio, con determinazione, accorciando le distanze tra il dire e il fare, ovvero quel motto con cui ci siamo presentati all'inizio di legislatura. Ecco, bisogna continuare così con ancora più forza. Bisogna accorciare la distanza tra il dire e il fare per offrire ai cittadini la testimonianza concreta dei nostri comportamenti, non le parole che non vengono più giudicate sufficienti.
Dunque occorre una prova di coraggio nella realtà e nella virtuosità delle decisioni che vengono assunte, che devono eliminare privilegi e rendite di posizione.
Noi attraverso questo confronto vorremmo rafforzare ulteriormente l'orientamento riformatore del nostro programma di governo, sulla base di priorità ed esigenze, che dobbiamo concordare insieme, del nuovo scenario di riferimento nazionale e internazionale.
Tale paradigma di forte riformismo evita qualsiasi tentazione conservatrice, qualsiasi tentazione a lasciare le cose come stanno. Perché appunto non ritorneremo più al punto terminale della U, siamo su un piano inclinato. Nella nostra economia, nello sviluppo della nostra società avremo degli andamenti ciclici, ci saranno periodi più bassi e periodi leggermente più alti, ma il trend non sarà di ritorno alle condizioni precedenti il 2008, il trend che abbiamo dinanzi a noi, non come Marche ma come Italia e come Europa, si indirizza su un piano inclinato.
Qundi con grande realismo dobbiamo prendere consapevolezza di questa situazione, e su questa situazione, ripeto, dobbiamno affermare un paradgma di determinazione che affronti i problemi, che non si fasci la testa, e sopratutto non metta la testa sotto la sabbia pensando che la nottata passi e che tornerà il giorno con lo stesso sole che c'era in precedenza.
Sicchè vorrei rivolgervi anche un appello concreto rispetto ad alcune determinazioni che l'Assemblea legislativa regionale deve assumere con questo tipo di indirizzo, di coraggio, di determinazione, non pensando, ripeto, a tenere delle rendite di posizione che non serviranno per affrontare quello che ci aspetta.
La prima decisione che quest'anno abbiamo assunto come Giunta regionale simbolicamente è stata quella di approvare una proposta di legge statutaria (dgr n. 1/2012) - abbiamo voluto che fosse la n. 1 del 2012 perché doveva essere un messaggio per la comunità regionale - che prevede la riduzione del numero di Consiglieri e Assessori regionali. Credo sia utile che rispetto a questa determinazione si avvii un processo di riflessione, che ci porti, non dico ad assumere subito questo tipo di orientamento, ma per lo meno a prevederlo per la prossima legislatura. Sarebbe utile che questa riflessione venisse calendarizzata nei lavori dell'Assemblea legislativa.
Poi ci sono altre proposte di legge che sono da troppo tempo nelle Commissioni, e che dovrebbero essere interpretate secondo questo orientamento riformatore a cui vi chiedo di ispirarvi con grande forza. Cito quella dell’Erap, quella dell’Ersu, quella che riguarda la riforma dei parchi, ed altre ancora.
Ecco, su queste ci sarebbe la necessità di procedere secondo quella sensibilità che si avverte nell'opinione pubblica e che spesso non riusciamo a concepire perché magari guardiamo più agli equilibri che appartengono a quel terzo livello che il Governo regionale definisce di appartenenza alle forze politiche e agli equilibri che le forze politiche determinano.
Vorrei aggiungere anche un'altra riflessione, che in questo caso non appartiene ad atti che dobbiamo assumere in questa Assemblea ma che invece abbiamo assunto e rispetto ai quali dobbiamo tenere un atteggiamento di coerenza, facendoci carico anche delle contraddizioni che essi comportano.
Quando abbiamo approvato il piano socio-sanitario abbiamo fatto una scelta di profondo riformismo che va incontro a quella caduta di risorse finanziarie che dovremo accettare inevitabilmente nel prossimo triennio. E noi, pur con minori risorse finanziarie, vogliamo mantenere un sistema universale nei confronti di un diritto fondamentale dei cittadini, quello della salute. Per questo abbiamo avviato un processo che richiede non azioni di freno, non azioni di sostegno alle contraddizioni che emergono, bensì un'azione forte e decisa che è sottesa proprio all'approvazione di quel documento di riorganizzazione del nostro sistema sanitario regionale.
Invece si manifestano resistenze localistiche proprio di fronte a questi processi di cambiamento che se vogliamo restare all'interno del patto della salute saranno necessari e inevitabili.
Ho citato solo alcuni esempi che sono simbolici di una difficoltà crescente che esist, e rispetto alla quale dobbiamo comunque decidere insieme di svolgere un'azione unitaria. Non ci possono essere due velocità, rischieremo soltanto di indebolire ancora di più quella percezione già orientata alla negatività che le istituzioni politiche propongono nei confronti della comunità.
E' necessario che raccordiamo con grande equilibrio questa azione, che comunque, ripeto, non possiamo evitare, non possiamo cioè chiuderci in una logica di conservazione che ci porterebbe a pregiudicare completamente questo rapporto e queste relazioni.
Questa è dunque la riflessione che volevo affidare a voi in questo momento di passaggio, che, ripeto, è formalmente definito dallo Statuto, ma che secondo me può essere meglio interpretato – non so se vogliamo farlo oggi o farlo in una seduta successiva –. Ossia, credo sia necessario che su questa sensibilità, su questa unità delle sensibilità nelle istituzioni regionali, si giochi il passaggio del nostro futuro dei prossimi tre anni.
Naturalmente come Presidente, come Governo, terremo scrupososamente in attenta attenzione, in attenta sottolineatura quello che sarà il messaggio che emergerà da parte vostra. E ci adegueremo anche a quello che sarà la vostra percezione rispetto a questo tema. Nel senso che se si vorrà decelerare rispetto a questa azione potremo anche definire delle modalità per farlo. Ma sicuramente non potremo rimanere all'interno di un principio di conservazione che ci porterebbe a un mismatching che dilanierebbe la capacità di percezione dell'istituzione regionale e la capacità di governo nei confronti dell'opinione pubblica.
Questo non lo potremmo tollerare. Quindi anche da parte nostra come Giunta regionale dovremo fare delle valutazioni successive. Perché comunque non è un'occasione rituale di riflessione, ma una riflessione importante e significativa rispetto a un cambiamento di scenario, che, ripeto, dobbiamo gestire e non subire passivamente.

PRESIDENTE. Grazie, Presidente Spacca. E’ aperta la discussione. Ha chiesto la parola il Consigliere Bugaro, ne ha facoltà.

Giacomo BUGARO. Il Presidente della Giunta, cogliendo l'occasione di un avvicendamento in sede alla sua squadra, ha aperto anche una riflessione ampia sull'attuale momento che le Marche e il nostro Paese stanno vivendo.
Una riflessione che oggi, tra l’altro, è in corso qui ad Ancona nell'assemblea dell'ABI (Associazione bancaria italiana), che è venuta con il suo Presidente nella nostra città a fare il punto della situazione.
A me non è che scandalizza più di tanto ciò che è accaduto oggi in seno alla Giunta. Nel senso che l'avvicendamento di un suo componente per motivi squisitamente politici fa parte della vita politica. Potremmo farci la solita speculazione, il solito attacco fra le parti, ma oggi è una pratica che non mi avvince, anche in relazione al momento di particolare complessità che stiamo vivendo.
Il nostro Paese è in forte declino. La settimana scorsa ho letto un rapporto, il Doing Business della Banca mondiale, che per attrattività di investimenti stranieri mette l'Italia all'ottantesimo posto.
E cosa ancor più grave, Presidente Spacca, pone la regione Marche, con l'indice dello 0,8, all'ultimo posto fra le prime regioni.
Specifico meglio questa cosa. Le Marche sono all'ultimo posto per attrattività di investimenti pubblici secondo la Banca mondiale, non certo secondo il sottoscritto, diciamo che è fra l'Abruzzo in su, perché poi gli indici veramente molto più bassi sono del meridione d'Italia. Quindi fra le regioni più ricche d'Italia noi siamo all'ultimo posto con un indice 0,8 (lo stesso Abruzzo ha un indice di 3,9).
Questo sta a significare che l'Italia è in particolare sofferenza e le Marche lo sono ancor più. Lo sono per motivi facilmente individuabili e che vado velocemente ad accennare.
Una regione fortemente manifatturiera come la nostra sente in un momento di particolare difficoltà la crisi. E’ inoltre una regione che storicamente è scarsamente infrastrutturata sotto tutti i punti di vista. Pensate, ad esempio, che l'azienda che produce maggior fatturato di tutte le Marche è raggiungibile per una strada a una sola corsia di andata e una sola corsia di ritorno. Questa, non da oggi, è la situazione delle Marche.
Siamo dunque una regione da questo punto di vista in grave difficoltà. Peraltro, come spesso dico, banalizzando, la gente porta i soldi laddove trova le comodità. Non vedo perché un imprenditore dovrebbe venire ad investire nelle Marche quando solo per arrivarci si deve fare veramente una sorta di rally.
Ma c'è di più. L'Italia è un paese che ha fatto dell'iperconcentrazione, della demagogia una nota distintiva.
L'altro giorno il premier Monti all'assemblea di Confcommercio a Cernobbio ha detto una cosa molto seria. Ossia, per tanti anni dalla concertazione tutti gli attori del tavolo si alzavano mediamente soddisfatti. Significava che a qualcuno veniva concesso qualche cosa. Ecco, quel qualcosa che veniva concesso ha contribuito in maniera determinante a formare i 2 mila miliardi di debito pubblico che abbiamo e a scaricare sulle nuove generazioni il peso di quelle decisioni che furono assolutamente fuori logica e sopratutto non economicamente sostenibili. Ebbene, oggi tutto questo, in presenza di una crisi mondiale nel cono di bottiglia va a scadenza.
Che cosa voglio dire con questo? Che se non ci mettiamo nell'ordine di idee – che in questa occasione è una proposta – dell'assoluta necessità di una riforma strutturale dello Stato che cancelli questa abitudine che da sessantanni caratterizza questo nostro Paese, che appunto è adagiato assolutamente sulla politica e vive in larga parte in maniera parassitaria sulla politica in tutte le sue articolazioni, dal mondo sindacale a quello proprio istituzionale, questo Paese non si salverà; vi invito ad andare a parlare con i maggiori imprenditori, con gli imprenditori medi, vi invito ad andare a parlare con i piccoli e piccolissimi imprenditori. E se vogliamo parlare seriamente di lavoro, di garanzie di lavoro per il futuro – le vacche grasse che ci sono state fino a pochi anni fa non ci saranno più –. Ecco, bisogna che affrontiamo questo nodo in maniera strutturale.
Di conseguenza benvenga, Presidente, la proposta di legge di ridurre il numero dei Consiglieri e Assessori regionali. Ma lo faccia sin da subito. Perchè mentre per i Consiglieri regionali c'è bisogno di una legge di modifica statutaria, per gli Assessori è nelle sue competenze. Sia quindi coerente, lo faccia immediatamente.
Noi peraltro lo abbiamo individuato anche prima di lei, infatti la pdl n. 132 di revisione statutaria, a firma Massi, Marinelli e il sottoscritto, l’abbiamo presentata il 28 settembre 2011,
Noi siamo convinti, senza demagogia, sapete come la penso, che questa Assemblea può funzionare tranquillamente anche con 30 membri e questo Governo regionale può funzionare tranquillamente anche con 6 Assessori.
E sopratutto basta con gli esterni – non me ne abbiano gli Assessori esterni –, gli assessori possono essere individuati tranquillamente all'interno degli eletti di quest'Aula, ad eccezione di uno che abbiamo messo che è di chiara fama, che ha una biografia assolutamente riconosciuta per competenza.
Pertanto, se non vogliamo essere demagogici, la invito, Presidente, ad essere coerente, sulla scorta della riflessione che lei ha fatto relativamente all'Assessore Moroder, cioè di quando ha detto che la politica viene dopo le esigenze del Paese. Perchè, al contrario, i tre Assessori esterni sono invece un'esigenza proprio della politica rispetto alle esigenze della regione e del Paese. Quindi colga l’occasione, rifaccia un rimpasto di Giunta e scelga sei Assessori, di cui uno solo esterno, all'interno dell'Assemblea legislativa regionale.
Altrimenti, diversamente, sarà un ennesimo buttare la palla in avanti. Esattamente quello che sta facendo il Parlamento nazionale. Oggi siamo ad aprile e intende ancora non affrontare il problema della legge elettorale e delle riforme istituzionali. Sapete che per fare le riforme istituzionali ci vuole la doppia lettura Camera e Senato. Il tempo scade, a febbraio prossimo si sciolgono le Camere. Ed io temo che rimarremo a 630 deputati e 315 senatori, in un bicameralismo obsoleto e pletorico, figlio di una stagione che ormai non ci appartiene più, e che non mette in condizioni il Paese di poter decidere con la rapidità che i tempi moderni ci impongono.
A questo si aggiunge una invasività spesso e totalmente ingiustificata della Magistratura in ogni ambito – e non mi riferisco solamente alle vicende legate alla politica –. In ogni ambito la Magistratura si alza la mattina e ha la facoltà di bloccare interi territori. E così la burocrazia.
Per questo chiedo, Presidente, e lo chiedo sopratutto ai Capigruppo, di fare oggi al termine di questa discussione una risoluzione nella quale l'Assemblea regionale si esprima nei confronti del Parlamento nazionale auspicando riforme costituzionali nei tempi di questa legislatura. Riforme costituzionali, riforma elettorale, riforma della giustizia, piano delle infrastrutture e deforestazione burocratica. Se non riusciremo a risolvere questi cinque punti nodali il nostro Paese affonderà con tutto quello che ne consegue. Il nostro è un Paese assolutamente ingessato dalla burocrazia e dalle incrostazioni.
Lei, Presidente, per quello che oggi ha annunciato con il suo discorso, vuole proiettarsi con spirito riformista nel futuro. Lei che ha una storia che non è cancellabile, ha attraversato la prima e la seconda Repubblica, è stato eletto nel 1990 in questa Assise quando c'era un quadro politico completamente diverso, è stato poi riconfermato brillantemente dal 1995 in poi salendo tutti i gradi, da semplice Consigliere ad Assessore a Vicepresidente e da due mandati è Presidente della nostra comunità.
Oggi quindi con il discorso di rottura e di chiarezza, lo voglio sottolineare, perché lei oggi è stato molto realista, si è voluto proiettare in una nuova stagione, quella nuova stagione che necessariamente questo Paese dovrà affrontare, ripeto, se vorrà tentare di sopravvivere.
E allora bisogna essere determinati nel perseguire e proseguire una strada veramente riformista. Questo non è più il tempo dei tatticismi. Questo non è più il tempo in cui bisogna accontentare l'amico, che magari non ha molto da fare nella sua vita e allora lo si mette senza molte competenze in qualche società. Questo è il momento di prendere il toro per le corna. E’ il momento in cui bisogna battersi per eliminare tutta quella marea di piccole o grandi società che caratterizzano i Comuni e che li appesantiscono; sappiamo perfettamente qual è il gioco dei bilanci, invece di contabilizzare nei Comuni si spostano nelle società controllate.
Questa è una regione di 1 milione e mezzo di abitanti e che ha 24 multiutility. Colleghi Consiglieri, vi rendete conto cosa significa? Invece di avere una grande multiutility regionale, capace di dare servizi migliori a costi più bassi ai cittadini e di essere competitivi e magari di espandersi anche in territori regionali, come hanno fatto altre Regioni. Nell'area metropolitana di Ancona ci sono 4-5 multiutility, in guerra contro tra loro, tutte quante caratterizzate da un servilismo rispetto alla politica che è anacronistico, che non può più trovare ragion d'essere.
Ora, se non cambiamo questa mentalità affonderemo - e concludo, Presidente, mi spiace se mi accaloro, ma di questo ne va il futuro del nostro Paese, dei nostri figli, e quindi ci tengo particolarmente -. Se non cambiamo questa impostazione, se non cambiamo rapidamente mentalità, poi, guardate, non lamentiamoci dell'antipolitica, non lamentiamoci di nulla. Prendiamo in mano la situazione sin da subito. Altrimenti le nostre saranno solo buone enunciazioni e vuote parole.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Massi.

Francesco MASSI. Aggiungo qualche ulteriore riflessione a quelle già opportunamente, con competenza e passione, espresse dal collega Bugaro, che naturalmente condivido in pieno.
Voglio cogliere l’essenza della riflessione che il Presidente oggi ha voluto rivolgere all’Assemblea legislativa. Voglio cogliere un attimo particolare della vita del suo Esecutivo.
L’esperienza che il Presidente ha in quest’Aula da più di venti anni, come sottolineato dal Consigliere Bugaro, gli ha consentito di determinarsi a fare questo discorso oggi cogliendo, appunto, un’occasione particolare.
Entro subito nella vicenda Moroder per dire che noi siamo profondamente rispettosi delle prerogative che lo Statuto assegna al Presidente. E’ giusto che ogni Presidente abbia la possibilità di formare la propria squadra.
Non entro nel merito di come il Presidente scelga l’Esecutivo al momento dell’insediamento, però su questo dico che non abbiamo applaudito allora e non applaudiamo oggi.
Stando nell’esperienza politica non ci scandalizza se un Segretario nazionale di partito che fa parte della coalizione suggerisce o impone un nome all’inizio dell’esperienza e ne chieda la revoca durante il mandato dell’Esecutivo. Ne prendiamo atto. Diciamo all’Assessore Moroder che abbiamo avuto una collaborazione da maggioranza a opposizione che abbiamo apprezzato e che rispettiamo con stima, credo reciproca, perché avrà anche notato come l’opposizione si sia comportata in maniera costruttiva.
Quindi noi possiamo solo prendere atto e rispettare questa decisione.
Il Presidente ha parlato di Di Pietro, delle vicende legate a Di Pietro in questa regione. Ecco, ci passo sopra, seppure potrei non concordare su alcune cose, Presidente. Ma non voglio qui esprimere valutazioni negative nei confronti di un partito avversario con il quale lealmente dibattiamo, dialoghiamo e naturalmente ci contrapponiamo. Posso magari non condividere alcune valutazioni che riguardano la terza corsia, potrei aggiungere il ribasso dell’asta della Quadrilatero che al tempo di Di Pietro è ripartito verso Roma. Però colgo il momento che il Presidente Spacca ci ha suggerito per andare oltre. E questo l’ho fatto anche su altre cose. Potrei ad esempio sottolineare le vicende che c’erano sotto il Governo Berlusconi e quelle che ci sono oggi. Abbiamo applaudito, abbiamo concordato la revoca dei 5 centesimi per litro sull’accisa della benzina, a fronte di 25 milioni di euro che il Governo ci ha dato, e ricordo che la stima del danno era di oltre 600 milioni. Allora si gridò un po’ allo scandalo quando il Governo Berlusconi offriva 15 milioni, e che noi pure abbiamo contestato.
Ma noi su questo ci passiamo sopra, perché l’attimo che vogliamo cogliere per questa riflessione, mi permetta di dirlo, Presidente, va un po’ verso quell’appello che abbiamo fatto al momento di approvare la legge finanziaria delle Marche prima di Natale, quando cioè abbiamo fatto l’appello di instaurare qui nelle Marche uno spirito Monti, se non un governo nella formula politica che sostiene Monti. Uno spirito uguale a quello che anima oggi il sostegno a Monti deve aleggiare anche in quest’Aula.
Ecco, noi abbiamo apprezzato - è stata una manovra durissima, di lacrime e sangue nei confronti del popolo italiano - quando il Governo Monti ha tagliato su certi aspetti che noi stessi invocavamo, e non solo a Roma, infatti non abbiamo avuto gli occhi e le orecchie foderate per non criticare anche parte dell’attività del Governo a cui facevamo riferimento. Per cui quando Monti ha tagliato viaggi, convegni, missioni, apparati, lo abbiamo condiviso. E i colleghi ricorderanno, almeno quelli che c’erano nelle precedenti legislature, che questo noi lo avevamo invocato anche qui, anche se non c’era quella crisi così dura che si andava formando .
Per cui, Presidente, il suo ragionamento è opportuno. Come pure il suo appello.
Qui mi permetto solo questa battuta politica, nessuno se ne abbia a male, so che il segretario Ucchielli potrebbe domani replicarmi su questo. Però penso che l’appello al Presidente Spacca debba andare anche oltre tanti schemi, magari anche comodi, e anche verso il superamento di quella - e non è un’offesa, cerchiamo di capirci - autosufficienza che può essere supponente rispetto ai modelli. Vedete quanto il modello Marche, che noi abbiamo contrastato perché eravamo su fronti diversi, che abbiamo contrastato anche rispetto all’UdC, sia difficile trasporre e calare anche nelle realtà più periferiche. E questo perché c’è una grandissima istanza di autonomia, di partecipazione, che non riesci a codificare dentro un modello e dentro uno schema, sia pur vincente come è stato nel 2010 e nel 2011.
Ecco, credo che oggi – non voglio creare o pensare a contrapposizioni nella maggioranza – l’appello del Presidente Spacca esprima la coscienza, la consapevolezza della necessità di superare la piena affidabilità anche su un solo schema, anche se vincente.
Io potrei polemizzare dicendo che lo credo molto rivolto alla sua maggioranza, invece no, lo prendo come rivolto a tutti noi, rivolto a tutta quest’Aula, come diceva il collega Bugaro. Perché le sfide che ci sono dietro l’angolo sono immense per quantità e qualità. Perché la politica deve rispondere unitariamente a questa sfida; quando il Presidente ha citato Ersu ed Erap – citando due materie che abbiamo dibattuto con i colleghi della prima Commissione – sono cose su cui diamo tutta la nostra disponibilità, sempre che tutti, e lo dico anche per noi, saremo capaci di superare le tentazioni della demagogia.
E allora, sulla riforma dello Statuto, sulla riforma degli enti, delle partecipazioni, poi della sanità, e l’appello qui, Presidente, è veramente sentito. Voglio dire insieme a quei colleghi che hanno spesso sfilato a protestare contro un reparto che si chiude, ecco, non è per il reparto che si chiude, ma perché, tutti, vogliamo che sul territorio ci sia rispetto della pari dignità da nord a sud e sopratutto tra entroterra e costa. Infatti ciò che avverte il cittadino marchigiano è il rischio di una discriminazione di zone più forti rispetto a zone più deboli. È tutto qui. Se le regole e i sacrifici sono uguali per tutti noi ci stiamo a condividerli e a sostenerli. E scappiamo da ogni demagogia.
Ecco perché alcuni dei nostri colleghi hanno partecipato a manifestazioni di protesta, parlo per esempio della chiusura dell’Ostetricia a Recanati, è perché non c’era la sensazione che le stesse regole venissero rispettate dappertutto.
E anche perché magari – consentitemelo, cari colleghi, questo fa parte della politica, ma ce lo diciamo come un rimprovero per tutti – spesso, anche di fronte a situazioni di taglio che ci saranno, ci sono ancora politici che vanno lì a promettere di tutto. E questo assolutamente non ce lo possiamo più permettere.
Credo che questo sia l’appello vero del Presidente, a cui aggiungo, anche per passione personale, tutta la vicenda della nuova organizzazione degli enti locali o delle municipalizzate o delle multiutility, come diceva il Consigliere Bugaro.
Questo coraggio ci deve essere, se non c’è ce lo dobbiamo dare. Altrimenti saremo come don Abbondio trasportati in politica. Ignavia e ipocrisia non possono aleggiare dentro quest’Aula. La responsabilità è di tutti. La risposta della politica pure. Se il Presidente Spacca ha lanciato questo messaggio, che voglio considerare per la sua maggioranza, ma noi lo prendiamo anche per noi, ecco, posso assicurare che nello spirito Monti, come abbiamo detto l’altra volta, saremo qui a dare il nostro apporto costruttivo. E questo è un appello che rivolgo anche agli altri gruppi, agli altri partiti, alle opposizioni più lontane rispetto a un certo modello.
Quindi, Presidente, i prossimi giorni saranno decisivi per cogliere questo appello, che naturalmente condividiamo, anche verso quella austerità della rappresentanza politica a cui si è accennato, che in questo momento anche da Roma ci viene sollecitata.

Presidenza del Vicepresidente
Giacomo Bugaro

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Trenta.

Umberto TRENTA. Io ho diverse difficoltà a capire. Siccome probabilmente non ci sarò, e non c’ero, nei momenti in cui gli amici di Roma diranno alcune cose, mi voglio rifare al teatro di Edoardo de Filippo.
Edoardo de Filippo diceva sempre commo ‘nasc. C’è qualcuno che parla, si sbraccia, dice, racconta, fa, invece il napoletano con la sua sagacia dice como nasc.
Caro Consigliere Bugaro, io sono nato nella D e C, Democrazia Cristiana, centro destra come Spacca, come lei, come Favia, come tante altre persone – qui più o meno siamo diciassette –.
Gian Mario – Presidente le chiedo scusa per questa confidenzialità, ma parlo di De Filippo, quindi mi consenta un po’ di napolitanità – commo ‘nasc? Noi siamo nati insieme. Quindi penso di essere ancora con lei nel proseguo.
Ossia, oggi diciamo: “ah, è perché qui hanno sbagliato tutto e tutti”. Ma allora, dico io, dove stavi? Quindi commo ‘nasc? Io nascio democristiano, Presidente, come lei, come Bugaro.
Oggi qua si spara: “ehi, mi raccomando, da oggi in poi rigore”. Rigore! Tagliamo i Consiglieri, la Giunta.
Presidente, oggi sono qui con vera amarezza per l’offesa fatta all’Assessore Moroder, scelta da Di Pietro o voluta da lei, non lo so, con quell’equilibrio delle quote rosa, più o meno rosa, più o meno rosse, più o meno verdi, profumo padano, insomma, c’è un po’ di tutto. Però, Presidente, non ci prendiamo in giro. Oggi abbiamo portato la politica sulla scala macroeconomica. E allora qui voglio dire che io non mi riconosco in Monti perché conosco dove nasce Monti, parlo della Goldman Sachs, parlo di titoli monnezza con i quali hanno massacrato.
Ecco, lei giustamente dice che non si può negoziare la posizione e quindi ecc. ecc..No, no, Presidente, l’economia degli Stati Uniti d’America ci ha mandato qui i famosi bond.
Quindi se parliamo di economia, caro Presidente, lei non mi può dire dell’economia di qui quo e qua Monti, il primo ministro della Grecia, il fondo monetario internazionale e, caro Presidente, la BCE, che oggi ci dicono che danno soldi all’1% e poi il nostro rigore amministrativo li riversa, caro Bugaro, a quella piccola e media impresa, agli artigiani, ecc. ecc. al 15%, perché stiamo parlando di questo. Ma, ripeto, commo ‘nasc? – Eh sì, Presidente, è giusto che lei scuota la testa! -.
Qualcuno viene qui a dire che dobbiamo diminuire il numero dei Consiglieri regionali, ma questa è una barzelletta, se fosse questo il problema l’avremmo già risolto, andiamo a casa tutti, qui resta solo lei, a cui io ho dato sempre fiducia, perché, ripeto, so come è nato, è nato come sono nato io DC, so che lei amministra seriamente. Ma poi mi si parla della sanità. E allora in mezzo alle carte mi esce fuori una delibera sulla domotica, dove ci sono qui quo qua, quindi Ciccarelli, Carelli, Ruta – dico qui quo qua perché sono tre pensieri sulla sanità ma detti in maniera diversa –: vista l’esigenza degli anziani ecc. ecc. andiamo all’Inrca e facciamo un certo tipo di operazione. Bella quella delibera! E lei lo ha citato come rigore amministrativo, credo la prima del 2012, che ad occhio e croce significa che la domotica si farà a Fabriano. Poi, Presidente, sarò più preciso, mi sto documentando.
Oggi è così per quella solidarietà che voglio esprimere alla serena Serenella, che ci guarda con distacco e con un certo disprezzo. Oggi se lo può permettere, ma non è consone al suo carattere, me lo consenta, Assessore Moroder, perchè queste brutte figure non le fa lei, le fa chi le porta qui. Tutti sappiamo come si chiama, una diatriba interna, togliamo qua, due galline, due galletti, due struzzi, chiamiamoli come vogliamo, si beccano, e lei deve andare via. Ma lei ha fatto bene, lei è stata sempre disponibile, il territorio l’ha riconosciuta immediatamente con affetto, ed oggi lei comunque deve uscire fuori dall’Aula. Per il rigore. Per il rigore! Perché adesso lei non verrà sostituita. Il plenipotenziario presidentissimo Spacca ha la struttura politica e la cultura, ha la capacità, ha il carisma per fare il Presidente vero, quello che piace a me, il Presidente con potere. E quindi lei subisce il signor Quadrilatero Di Pietro e viene a dirci che…ed io mi aspettavo che il FLI si alzasse e dicesse, no, guardi, che questo qua l’ha fatto il sen. Baldassarre. Perché una volta erano i tre magi, no? (...) No, aspetti, mo’ arrivo sulla terza corsia, Presidente. L’importante è pasturare che poi il pesce abbocca! Capisce?
Sicchè lei, Presidente, non deve parlare in questi termini dell’arretramento, ecc. ecc., ma deve avere una visione globale di questo Paese. Io le dico di qua e le dico di là, salto di palla in frasca, però poi le cito una delibera, allora lei capisce bene che ha una visione ancona-centrica, come il facente funzione Presidente dell’Assemblea legislativa che in questo momento sta lì nei banchi sopra a lei, che gli interessa semplicemente il discorso degli amici che abbiamo, perchè ha parlato di amici e di toro per le corna, dell’amico a Roma.
Io invece uso il linguaggio della parabola, che è diverso, a volte sembra anche incomprensibile a chi cerca con le parole di mistificare quella che è la realtà.
Lei oggi qui ha toccato cento miliardi di argomenti mentre ne doveva dire solo uno: Assessore Moroder, le chiedo scusa, ma per esigenza di maggioranza debbo prenderle le deleghe. Altrimenti il motivo non c’è.
Quindi noi oggi sulle “Comunicazioni del Presidente della Giunta regionale in ordine alle modifiche della composizione della Giunta regionale, articolo 8 dello Statuto”, ecco, salutavamo l’Assessore Moroder con un bell’applauso, che mi auguro che l’Aula non voglia negare a questa splendida signora che ha subìto un grande affronto. Sì, Presidente, un grande affronto. E lei per primo, Presidente, avrebbe dovuto fare tutto quello che era possibile.
Poi c’è l’Assessore esterno Marcolini. Qualcuno mi può dire che Marcolini non è un Assessore in gamba? No, Marcolini è bravo. E a me dispiace se va a fare il Segretario generale, perché è sempre stato una persona che ha dato forza e autorevolezza alla Giunta.
Però chiamiamo le cose con il nome. Oggi è stato fatto uno sgarro, Presidente. E lei è nato come me nella Democrazia Cristiana che ci insegnava che nel Vangelo la parola più abusata non è amore, come molti pensano, bensì ipocritos. Ecco, lei oggi ha condito questa riunione con ipocrisia, parlandoci di tanti problemi.
Allora a me è dispiaciuto, ma mi è dispiaciuto per questa donna, per questa bravissima amministratrice che le è stata affianco con onorevolezza e con tanta tanta capacità.
Diciamo allora qual è stata la cosa vera. E questa è l’antipolitica, Presidente, che allontana la gente. Poi...

PRESIDENTE. Consigliere Trenta, la prego di concludere.

Umberto TRENTA. Eh, sì, aspetta, mo’ c’è pure per te!

PRESIDENTE. Ci sarà pure per me, Consigliere Trenta, però ha superato i tempi!

Umberto TRENTA. Il Vicepresidente Bugaro parla di rigore amministrativo. Allora, Assessore Marcolini, io sono ancora ad aspettare alcuni conti particolari. Ho già preparato l’impostazione di una interrogazione. Voglio sapere quanto spendiamo nelle strutture che ospitano l’Asur, la sanità, ecc. ecc. e quanto paghiamo per quelli all’esterno. E poi mi deve spiegare anche un’altra cosa. Perché lei è l’Assessore più importante, ma sul rigore amministrativo se non ci spicciamo! Qui vogliamo ridurre dieci consiglieri regionali e sembra che così abbiamo risolto il problema. Io invece voglio sapere di questi capitoli di spesa, che poi le darò al dettaglio perchè questa mattina non mi aspettavo di fare un’uscita del genere sulle comunicazioni del Presidente. Voglio sapere i conti esatti. Dopodiché io verrò alla fantasanità così come viene riportata dal Consigliere Camela, ma…

PRESIDENTE. Consigliere Trenta, ci sono venti persone iscritte a parlare!

Umberto TRENTA. Ho capito, va benissimo, a questo punto al rigore amministrativo...

PRESIDENTE. No, non è rigore, lei dovrebbe invece apprezzare che ha parlato quindici minuti anziché dieci!

Umberto TRENTA. Grazie, grazie, è stato molto gentile. E’ meglio far tacere che ascoltare!

PRESIDENTE. L’ho ascoltata volentieri, Consigliere, però ci sono i tempi.
Ha la parola il Consigliere Marangoni. Ma prima voglio rinnovare caldamente la raccomandazione di stare nei tempi. Gli iscritti a parlare sono circa venti, se tutti sforassimo di un terzo arriveremmo a stanotte. Grazie.

Enzo MARANGONI. E’ mia abitudine stare nei tempi, sono sempre molto sintetico. Anche se vorrei parlare al Presidente Spacca, posso aspettare che rientri?

PRESIDENTE. Consigliere, posso chiedere ai commessi se gentilmente chiedono al Presidente Spacca di rientrare in Aula.

Enzo MARANGONI. Questo tempo mi verrà detratto, Presidente?

PRESIDENTE. Sicuramente. (il Presidente Spacca rientra in Aula). Prego, Consigliere Marangoni.

Enzo MARANGONI. Grazie Presidente. La comunicazione che ci ha fatto il Presidente della Giunta Spacca è divisa in due parti. Nella prima parte il Presidente ci ha espresso le motivazioni del ritiro della delega all'Assessore Moroder; per non usare eufemismi dovremmo dire delle motivazioni della “cacciata” dell’Assessore Moroder. Nella seconda parte ha infarcito tutta una serie di discorsi sull’azione di governo; diciamo che se l’è cantata e se l’è suonata per dare una parvenza di credibilità alla prima parte, ma a mio avviso non c’è riuscito, anche se entrando nel merito alcune cose possono essere corrette.
Penso che lei abbia fatto – mi dispiace dirlo, Presidente, ma non lo dico con cattiveria – un discorso molto ipocrita. Perché avrebbe dovuto dire una cosa molto semplice: Di Pietro mi ha ordinato di cacciar fuori la Moroder ed io sono costretto a farlo. Punto! Questo era il discorso serio che avrebbe dovuto fare, come ha detto in sintesi anche il collega che mi ha preceduto.
Lei ha detto che i requisiti della Giunta sono tre: competenza, rappresentanza del territorio, appartenenza alle forze politiche. Non ha obiettato nulla sui primi due, ergo, evidentemente riconosce competenza e rappresentatività territoriale e politica all’Assessore Moroder, manca invece il terzo punto.
Ed abbiamo sentito fare anche una grande sviolinata su Di Pietro.
A questo punto, ecco, lei non solo ha fatto un discorso ipocrita, ma anche una scelta, mi passi il termine, démodé, fuori moda, fuori tempo.
In questo momento i dati ci danno un Governo Monti che nella gradibilità degli italiani, dei cittadini, è al 65%. Viceversa, la gradibilità di apprezzamento verso i partiti è al 4%. Questi sono i dati scientifici ultimi.
Bene, lei toglie la revoca a un Assessore, che riconosce abbia competenza e che riconosce sia territorialmente rappresentativo, perché è andato in disgrazia con il suo partito, perchè il partito che questo Assessore rappresenta le ha ordinato di farlo fuori. Questa è la verità.
Quindi lei fa una scelta démodé. Perché? Perché abbiamo un Governo tecnico Monti che a ragione o a torto è comunque apprezzato dalla stragrande maggioranza degli italiani, invece lei segue la partitocrazia che è al 4% di apprezzamento.
Ho sentito un collega che ha detto testualmente: “il Presidente Spacca è proiettato in una nuova stagione”. A me invece sembra, Presidente, che la scelta che ha fatto, o per lo meno, la scelta che è stato costretto a fare, che lo capisco, per carità, ossia il modo con cui ha esternato questa sua scelta, non la collochi in una nuova stagione, ma purtroppo nella prima Repubblica. Ha fatto un ragionamento cercando di dargli una parvenza di legittimità, però non ci è riuscito, è stato un discorso da prima Repubblica. Allora non è erto una nuova stagione, è una stagione assolutamente superata.
Quindi non mi pare che su questo ci siamo.
I giornali l’hanno descritta in questi giorni come un governatore col trolley, infatti è quello che ha viaggiato di più alla ricerca di sinergie all’estero e dell’internazionalizzazione, nonostante, io dico, ci siano Regioni ben più importanti delle Marche dal punto di vista economico e demografico, i cui governatori hanno però viaggiato molto meno.
Allora forse più che viaggiare all’estero dovrebbe viaggiare verso Roma. Perché Monti in questi giorni ha detto, citando Andreotti: “io non sono qui per tirare a campare, faccio le mie scelte”. Quindi il Governo Monti - che non sto certo qui a difendere dico solo che è un modello completamente diverso da quello che lei sta seguendo oggi – fa le sue scelte a prescindere da quello che i partiti decideranno di fare; se poi lo manderanno a casa, bèh, pazienza.
E lei invece sta eseguendo semplicemente gli ordini di Di Pietro. È una sua scelta, un suo comportamento, ma che certo non la mette in luce da questo punto di vista. È una scelta assolutamente da prima Repubblica, è una scelta ipocrita che non la proietta nel futuro.
Sarebbe stato molto più onesto ammettere semplicemente che è costretto a farlo per diktat politico, tutti l’avremmo capito, senza cercare nella seconda parte del discorso - che pure ci stava, ma non in questo contesto - di dare una parvenza di legittimità ad un contesto che appunto nulla a che fare con le scelte dettate dalla competenza.
E tutto questo lo dico non con cattiveria bensì per onestà intellettuale.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Bucciarelli.

Raffaele BUCCIARELLI. Ho ascoltato, come penso tutti, con grande attenzione la comunicazione del Presidente Spacca, e devo dire che anche a seguito degli interventi quello che si respira qua dentro è un clima surreale. Vedi i rappresentanti del partito che ha le maggiori responsabilità di questa situazione economica italiana, parlo del Popolo delle Libertà, che oggi si ergono a salvatori della patria. E vediamo che l’Assessore Guarna Moroder viene sostituita non perché non soddisfa due delle esigenze che ha annunciato il Presidente, ma quasi per ripagare un credito che il Segretario nazionale del suo partito avrebbe maturato.
Presidente Spacca, questo a mio modesto a avviso è gravissimo. Le spiego il perché.
Intanto ricordo che quando Di Pietro era Ministro, oltre ad interessarsi della terza corsia, era venuto a dare un giudizio sull’uscita ad ovest non molto edificante circa i progettisti e il costo di quel progetto, definendo in un certo modo, lo ricorderà, i progettisti stessi, non sapendo che erano suoi dipendenti, cioè tecnici dell’Anas.
Dunque tutto questo merito io mi permetto, Presidente Spacca, di non riconoscerlo.
Ma anche fosse vero, chiedo: ma la Regione Marche è veramente una Regione per cui se un Ministro viene qui e svolge il suo lavoro acquisisce un credito? E’ un credito che può modificare addirittura un Governo regionale? Siamo ridotti a questo? E’ questa l’autonomia, il federalismo di cui anche qui vi riempite la bocca? C’è veramente di che preoccuparsi!
Non mi scandalizza – e noi veniamo da due scuole politiche molto simili, Presidente Spacca – che un partito chieda a un Presidente di Regione di modificare la propria rappresentanza all’interno del Governo. E non è vero che questa è una misura da prima Repubblica, perché nella prima Repubblica il partito avrebbe chiesto al proprio Assessore di dimettersi. Ecco, questa è la difesa della dignità della politica, Presidente Spacca. Diverso invece è che un segretario di partito si arroghi questo potere. E guardi che questo è pericoloso. E’ pericoloso! Perché quando si restringe la democrazia si sa sempre dove si comincia ma non si sa mai dove si finisce.
Per cui, una volpe può essere chiamata a guardia del pollaio, è il caso di Monti a livello nazionale, il pollaio forse si salva, ma per i polli ho tanti dubbi!
Tanto è vero che l’Italia si sta salvando ma le famiglie non arrivano alla fine del mese.
Tanto è vero che c’è tanta antipolitica. Che la battaglia principale oggi è quella contro il numero dei rappresentanti del popolo, cioè degli elettori dice la Costituzione.
E lei va dietro a questa scia, Presidente. Quando lei richiama, giustamente, l’Assemblea legislativa regionale, le forze politiche a rispettare quello che è stato deciso o ad approvare velocemente le misure che però tendono a restringere gli spazi alla democrazia, ebbene, lei è dentro questo solco dell’antipolitica, degli antipartiti.
Per cui quello che fa il Governo e quello che fa il Presidente della Regione è giusto, i ritardi, i freni, vengono da altri.
La nostra scuola politica, Presidente, ci insegnava che prima di proseguire dovevamo fare una bella analisi (si chiamava analisi critica) della realtà.
Se allora facciamo questa analisi – ci provo velocemente, non voglio sforare i tempi – non possiamo non domandarci perché il PD si sente obbligato a organizzare dappertutto iniziative a difesa del piano sanitario. Sì, a difesa, perché viene sistematicamente attaccato in tutta la regione. E’ vero che i dati sono quelli che dice lei, ma i cittadini marchigiani non l’hanno capito, hanno solo capito che c’è un impoverimento dei servizi sul territorio a favore di quelle scelte fatte sulle aziende ospedaliere.
I marchigiani sanno, Presidente, che non abbiamo un piano della logistica delle infrastrutture. I marchigiani lo sanno. Tanto che si riuniscono a San Benedetto, grazie a Unioncamere, per organizzare un fronte per rivendicare il diritto alla fermata dei treni. Unioncamere l’organizza, Presidente, non il Governo regionale! E il Presidente di Unioncamere ha aperto la conferenza stampa al Vinitaly a Verona (era presente anche il Vicepresidente Petrini) dicendo che nonostante questa nostra regione venga penalizzata – e non era sicuramente un complimento per l’Assessore ai trasporti –, nonostante non siamo considerati, ci ribelleremo, organizzeremo gli enti locali e le organizzazioni dei consumatori.
Ma abbiamo perso sette Comuni e con essi anche certe tipicità. E la Regione Marche, Presidente, non è più l’unica detentrice del verdicchio. Abbiamo perso anche quello. E spendiamo milioni di euro per la tutela di questo prodotto.
Ecco, tutti piccoli esempi che dimostrano quanto questo territorio sia depauperato, impoverito.
Il porto di Ancona è una porta internazionale. Abbiamo approvato ordini del giorno, mozioni, molto spesso anche all’unanimità, ma niente è stato fatto. Per quanto riguarda il porto, al di là dell’uscita, non ci risulta niente. Ci sono degli investimenti, questo è vero, ma non sono fondi della Regione.
Quindi io non so quale film lei abbia visto, Presidente, non so in quale regione vive, probabilmente, anzi sicuramente, non frequentiamo gli stessi ambienti. Però mi creda, da un po’ di tempo a questa parte la nostra regione non è vista come lei dice, ossia come una regione modello, perchè il modello traballa, è in crisi ed è ormai pieno di antipolitica.
E lo svuotamento della politica – io lo leggo così - ci porta oggi ad avere una discussione così importante, Presidente, in assenza qua dentro del Capogruppo del partito di maggioranza relativa. Parliamo di politica, di modifica della Giunta, parliamo dei massimi sistemi, non c’è il Capogruppo del PD!
Questa è dunque la situazione.
Sul piano politico l’Assessore Guarna Moroder ha la mia solidarietà, perché non c’è niente di politico nella revoca della sua nomina se non l’esigenza, non di un partito, bensì del segretario di un partito nazionale, rispettabilissimo, ma che c’entra poco con gli interessi della regione.
Noi dunque non seguiremo le indicazioni del Governo regionale sul restringimento degli spazi democratici. Lei sa benissimo, Presidente, che non si realizzano grossi risparmi né sono questi i costi della politica. E se veramente lei voleva essere coerente e rigoroso, come lo è in certi casi, con se stesso e con il Governo, non avrebbe dovuto fare certi contratti di lavoro a lavoratori, che pure godevano di una consistente e giusta quiescenza ben remunerata, per una cifra che è l’equivalente giornaliero di quanto molti italiani prendono come pensione in un mese. Non ci venga a raccontare che questo serve a risparmiare soldi, a risparmiare il costo della politica, a migliorare la Regione Marche. No, serve solo a fare populismo. Ed è pericoloso, perché, ripeto, sappiamo dove si comincia ma non sappiamo dove si finisce.
Quindi per quanto ci riguarda, seppure non siamo molti, faremo opposizione a ogni tentativo di escludere una parte dei marchigiani da questo consesso.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Zinni.

Giovanni ZINNI. Devo dire che questo dibattito è profondamente inusuale, nel senso che siamo partiti dalla comunicazione dei destini dell’Assessore Moroder e poi ci siamo infilati in un viatico che ci porta a discutere di tutto a 360 gradi.
Io credo che sia finita l’era della comunicazione in politica che molti a sinistra hanno confuso con l’era del berlusconismo.
Che cosa è stata l’era della comunicazione? È stata un fase della politica italiana in cui messaggi rozzi, semplici, essenziali venivano veicolati come il rinnovamento, quindi la gente, fiduciosa, ha osservato questo. E ad onor del vero questo è accaduto nel centro-destra, nel centro-sinistra e anche in tanti aspetti territoriali.
Il Presidente Spacca in questi anni è stato un grande comunicatore, ha saputo codificare la sua alleanza, esportandola al territorio con un messaggio appunto chiaro e semplice.
Ecco, tutto questo probabilmente sta finendo, è un processo politico che comincia a vedere un corto circuito.
Dubito che si sia in grado nelle Marche di poter costruire uno schema nuovo tutto marchigiano rispetto a quelli che saranno gli esiti nazionali. Credo che ancora una volta anche noi dovremo confrontarci nel nuovo asset del bipolarismo, dopo le prossime elezioni politiche dovremo confrontarci con quello che sarà lo scenario nazionale.
Pero ritengo che in quest’Aula, a prescindere dal volere del Governatore, è una sua facoltà venire in quest’Aula ed aprire un dibattito, dovremmo imparare a stare molto attenti proprio sul fatto che essendo appunto finita l’era della comunicazione quando i dibattiti sono proclamazione degli annunci fanno poi perdere i voti a tutti, al di là che uno sia di destra o di sinistra, perché se si continua a dire faremo, andremo ecc. e poi non c’è una corrispondenza con i fatti questo può determinare cose fastidiose.
La logica del dibattito di oggi parte dal licenziamento politico dell’Assessore Moroder, quindi come Consigliere di opposizione mi sento di rispedire al mittente il dibattito sull’argomento. Attualmente in quest’Aula ancora c’è una maggioranza, c’è una Giunta, c’è un Governatore eletto dai cittadini, per cui, ecco, francamente non saprei cosa dire. Se la Moroder è brava, non è brava, anche dei giornalisti mi hanno chiesto un parere nelle interviste. Ma che cosa volete che vi dica?! È un aspetto che riguarda meramente la logica di una maggioranza, semmai starà a voi, cari colleghi della maggioranza, dimostrare se questo fatto è indolore politicamente oppure no.
Mi incute invece più terrore quando l’argomento scivola su aspetti istituzionali attinenti l’Assemblea legislativa e che noi forse iniziamo a sottovalutare un po’ troppo.
Quando parliamo di riduzione dei Consiglieri regionali, quando parliamo di commissariare i parchi, quando parliamo dei vitalizi – pensiamo alla figuraccia che ha fatto questa Assemblea in cui una parte ha rinunciato, una parte no, si è votata una legge su pressione ecc. ecc. – ci avvitiamo su quelli che vengono definiti giustamente dal Consigliere Bucciarelli problemi dell’antipolitica, su cui ritengo si debba fare una riflessione più profonda..
Prima. Bisogna che la Conferenza delle Regioni in Italia inizi ad avere un maggior di ruolo – e qui chiedo a chi propone di fare una risoluzione di mettere anche questo aspetto –. L’Anci nei confronti del Governo Monti è stato molto bravo e molto forte a rivendicare degli strumenti per i propri Comuni. La Conferenza delle Regioni, a mio avviso, continua ancora a rimanere troppo nel sottobosco del dibattito.
Vi dico francamente, cari Consiglieri, che se noi in Italia continuiamo ad avere un asset, che ha Regioni, Province e Comuni, io sono pienamente favorevole alla riduzione dei Consiglieri regionali. Perché nel momento in cui ci tagliano i fondi, il federalismo non è compiuto e di fatto si rischia di diventare un cda di controllo della sanità, è assolutamente normale che i cittadini ci chiedano di ridurlo, non ha senso essere in tanti per così poche competenze e così pochi soldi da gestire anche nell’ambito dell’attività legislativa.
Dovremmo altresì sapere che fine fanno queste benedette Province; nel 2013 con il nuovo Governo che verrà vedremo se potrà aprirsi un dibattito reale sulla loro eventuale abolizione. Immaginate ad esempio non esistano più le Province, ecco, è evidente che l’Assemblea legislativa delle Marche a quel punto dovrebbe salire da 43 a 50 Consiglieri per rappresentare appunto cinque Province. Questo mi sembra fin troppo ovvio.
Allora, vanno bene i giochetti della politica, va bene che il compito di un’opposizione sia quello di rivendicare a una Giunta di spendere di meno. Come pure posso capire che un Governatore cerchi di guardare più alto e di scaricare un po’ sulla sua maggioranza i problemi dei licenziamenti politici, dei costi e quant’altro. Però allora sottolineo anche un’alta cosa: oggi, Governatore Spacca, le chiedo di prendersi un impegno politico a chiudere gli enti parco - se si devono commissariare bisogna mandar via l’Assessore Donati perché non serve a nulla - e mantenere tutti i vincoli dei parchi. Dopodichè in capo alla Giunta regionale il compito di vigilare, promuovere controllare l’attività dei parchi. Altrimenti è bene che ci siano nomine politiche perché qualcuno ci deve mettere la faccia e assumersi le responsabilità. E questo vale per l’Erap, per l’Ersu, per le Comunità montane.
Personalmente non sono favorevole alla logica dei commissariamenti padronali. Voi pensatela come vi pare, a me non sta bene politicamente avere a che fare con un’Assemblea legislativa regionale che ogni volta che c’è da fare una nomina fa scadere i termini perché in maggioranza non siete capaci di trovare accordi, a differenza di noi della minoranza che arriviamo sempre pronti…(…) Sì, sempre pronti, noi quest’anno non abbiamo avuto incidenti di percorso mentre voi ogni volta avete fatto saltare le nomine che poi ha dovuto fare l’Ufficio di Presidenza. Dopodiché arriva il commissariamento della Giunta. E non è colpa del Governatore, guardate, è colpa vostra, glielo fate fare, siete voi che l’avete messo lì a leader estremo.
Allora, cosa vogliamo fare? Vogliamo ancora continuare a perdere sedute che indeboliscono la nostra immagine come Istituzione?
La sfida del Governatore è assolutamente legittima e noi su questo dobbiamo confrontarci seriamente.
Io credo, concludendo, che se rimangono le cose così a livello istituzionale si debba rivedere il numero dei Consiglieri.
Riguardo ad esempio agli Assessori esterni. Una Regione è un ente di programmazione e di legiferazione. In ambedue i casi non si spiega perché io debba avere un Assessore esterno se poi do la consulenza a noti esperti di diritto per legiferare e magari a qualche altro esperto top manager per programmare nella sanità. Per cui anche su questo va fatta una scelta chiara. Dobbiamo avvalerci dei tecnici negli uffici? Oppure laddove c’è bisogno di un salto di livello nella legiferazione vogliamo avvalerci di una consulenza esterna? Perchè a quel punto mandiamoli via tutti gli Assessori esterni, non servono. Se invece gli Assessori esterni sono quel valore aggiunto forse è il caso di farsela finita sull’altro versante.
Insomma, credo che la grande comunicazione del Governatore Spacca vada ad interrompersi laddove poi non c’è un’adeguata filiera politica.
Il Governatore Spacca rappresenta un modo di comunicare diverso dal resto della sua maggioranza.
Però ognuno ha il suo compito. Io sono un umile Consigliere di opposizione, di periferia, quindi oggi prendere atto con una risoluzione solo di un aspetto non credo sia giusto. Perché poi quando uno fa un annuncio in politica questo diventa anche un impegno politico. Allora dobbiamo essere un po’ più chiari su tutto l’asset istituzionale e approfondire un po’ meglio alcuni argomenti che sono meritevoli di attenzione.
Non ho ancora capito, tra l’altro, se dopo questo dibattito l’Assessore Moroder rimarrà senza deleghe, con deleghe o quant’altro. Sicuramente abbiamo capito che immagino non farà più parte dell’IdV.
Ritengo che quest’Aula debba assumersi un po’ più di responsabilità. E questo deve partire dalla maggioranza in quanto la minoranza non ha i numeri per garantire un certo tipo di qualità del dibattito. Quindi credo spetti solo ai Consiglieri di maggioranza decidere se questa Assemblea legislativa regionale sarà più produttiva o se invece dovrà solamente condensare il dibattito a favore di una Giunta.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Comi.

Francesco COMI. Presidente, colleghi, intanto vorrei porre al Presidente una considerazione. Qualcuno diceva: “Non dare mai spiegazioni: i tuoi amici non ne hanno bisogno e i tuoi nemici non ci crederanno comunque”. Ecco, innanzitutto ritengo che sulla vicenda del rimpasto il Presidente abbia fatto bene a esplicitare le motivazioni della sua scelta che sono ancorate a criteri puntuali e precisi, gli stessi che hanno ispirato la composizione della Giunta. E questo non penso metta in discussione il giudizio, il valore e il merito delle persone che ne sono coinvolte. Credo inoltre non si possa accettare la sfida, anche della minoranza, di aprire su questo tema una discussione ricca di contraddizioni.
Noi abbiamo fatto delle scelte, magari anche sofferte e meritate, ma comunque coerenti e compatibili con un percorso. Non ci lasciamo quindi sedurre dal discorso che questa è una maggioranza contraddittoria e litigiosa.
Seconda considerazione che mi sento di esprimerne. Io ho apprezzato l’intervento del Consigliere Bugaro, del Consigliere Massi, insomma, dei Consiglieri dell’opposizione; è un giudizio di apprezzamento che voglio rivolgere alla minoranza credo anche a nome dei tanti colleghi e consiglieri del Partito Democratico. Nelle loro riflessioni c’è una disponibilità a ragionare e a misurarsi in un momento di enorme difficoltà sulle grandi sfide e sulle incognite che abbiamo di fronte.
Però, cari colleghi, Consiglieri, bisogna che puntualizziamo un aspetto. Le Marche non sono l’Italia. Nel nostro Paese abbiamo assistito e stiamo vivendo una situazione difficile che richiede uno sforzo straordinario, che richiede uno sforzo collettivo di responsabilità per restituire al Paese fiducia e prospettiva. Ecco, nella nostra regione questo sforzo lo abbiamo già compiuto. Mentre nel Paese dicevamo che il cielo era sereno e che le nuvole erano passeggere, e alla fine di fronte al temporale e alla grandine siamo stati costretti, tutti, anche noi, a fare una scelta coraggiosa di responsabilità, oggi possiamo altrettanto dire che questa sfida la raccogliamo anche nelle Marche ma in una condizione amministrativa ben diversa.
Non vorrei che qualcuno ipotizzasse, anche maliziosamente o ingiustamente, magari per opportunità politica, di mettere sullo stesso piano l’azione di governo di questa Regione con quella di altre Regioni del Paese. Perché noi in questi anni quest’azione coraggiosa di riformismo l’abbiamo già avviata.
Non è vero che il nostro è un modello in crisi. E’ un modello semmai che poteva precipitare se non l’avessimo affrontato. Nel triennio più difficile della crisi economica finanziaria, quello nel quale ci si limitava a contemplare un orizzonte sereno, noi qui faticosamente abbiamo fatto delle scelte che ci hanno consentito di mantenere invariato sul fronte del lavoro il tasso di occupazione, mentre altri lo vedevano precipitosamente avviare verso il basso. Mentre noi eravamo impegnati a difendere l’imprenditorialità marchigiana gli altri la trascuravano.
Prima della crisi eravamo la prima regione con il tasso di imprenditorialità più alto, oggi, dopo la crisi, sia pure con una flessione, con delle difficoltà, siamo ancora la regione con il tasso di imprenditorialità più alto del Paese.
E questo è avvenuto perché abbiamo avuto il coraggio di fare scelte coraggiose, dal taglio del costo del personale della Regione, che è in costante flessione, a quello della riduzione dei costi della politica.
Da questo punto di vista siamo orgogliosamente ancora la Regione più virtuosa.
Ora questa iniziativa, frutto del Governo regionale, del Presidente Spacca, di questa Giunta, di un’intera maggioranza e di tutte le forze politiche che la rappresentano, non ci appaga, perché la politica è coraggio, è capacità di anticipare, immaginare e progettare percorsi nuovi per garantirsi una prospettiva sicura. La politica è la coscienza o anche solo la speranza di camminare insieme e di andare verso una nuova meta. E la nostra nuova meta è quella di presidiare tre obiettivi che sono dentro l’orizzonte strategico di questa maggioranza, ovvero: lavoro, crescita e coesione sociale. Per garantire costanti questi obiettivi il nostro sforzo non si può mai arrestare né ridurre. Ecco perché lo vogliamo rafforzare. Ecco perché il Presidente Spacca di fronte alla nuova tempesta che rischia di travolgerci vuole opporre ancora una più solida strategia di resistenza, che faccia sì frutto dei risultati raggiunti ma guardi in avanti.
E dentro questa riflessione coraggiosa è giusto che si inserisca anche la minoranza offrendo la sua disponibilità.
Noi ne siamo orgogliosi e ne è orgogliosa la comunità marchigiana. Ma, badate, la riflessione politica, che comunque, sia pur tardivamente, ha raccolto l’adesione di tutti, oggi è approdata a questi risultati grazie al lavoro, a volte solitario e coraggioso, che abbiamo intrapreso.
Per cui andremo avanti sulle scelte che abbiamo fatto, sulla semplificazione e riduzione dell’apparato burocratico e amministrativo, quella degli Erap, degli Ersu e dei parchi. Non introduciamo niente di nuovo, non raccogliamo sfide nuove, è un’iniziativa riformatrice già avviata dal Presidente e da questa maggioranza.
Andremo avanti sulla riduzione dei costi della politica, sulla riduzione dell’Assemblea legislativa, sulla riduzione dell’organo di Governo.
E andare avanti significa non fare, per esempio, quello che stanno facendo a livello nazionale, che mentre tutti invocano il coraggio delle riforme e della semplificazione si consolano contestualmente sul fatto di avere visioni diverse, ma che non approderanno a nessuna soluzione.
La legge elettorale tutti i partiti dicono di volerla cambiare ma nessuno di loro è disposto sinceramente a fare un passaggio coraggioso per semplificarla effettivamente.
Allora noi qui chiediamo alla minoranza di essere complice realmente di questo processo di riforma, non complice solo tattica di una sfida mediatica ed elettorale.
Per cui sulle riduzioni, sulle semplificazioni noi ci stiamo.
Un’ultima considerazione. Ci sono livelli di semplificazione che competono noi e livelli di semplificazione che sul piano legislativo non ci competono. Faccio l’esempio delle multiutility. Al 31 dicembre ci saranno procedure di evidenza pubblica per mettere a gara alcuni servizi a rilevanza economica e dal 2012 al 2014 tanti altri andranno a gara. Si apre una sfida nuova, difficile, che mette a rischio la sopravvivenza di alcuni servizi che oggi sono stati a totale gestione pubblica, protetti dentro la visione monopolistica pubblica, oggi saranno esposti alla concorrenza e al rischio della competizione.
Quelle multiutility appartengono ai Comuni, alle comunità. Non basta la volontà riformatrice di un governo regionale, per concorrere a questa opera di semplificazione occorre la complicità politica delle forze politiche, degli attori di tutta la filiera istituzionale. Non bastano le parole, non basta la buona volontà di una classe dirigente regionale.
Dentro la filiera istituzionale si insediano anche le resistenze e i conservatorismi più pericolosi per le prospettive di sviluppo della nostra comunità, quindi è lì che dobbiamo agire, non opponendo resistenze campanilistiche, elettoralistiche sui territori.
Dunque il lavoro del Presidente della Giunta e di questa maggioranza va nella direzione giusta. Raccogliamo la disponibilità di tutti, anche tardiva, a stare dentro questa sfida per la comunità marchigiana. Una disponibilità che misureremo concretamente con gli atti e con i voti sulle sfide coraggiose che ci attendono.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Binci.

Massimo BINCI. Non entro nel merito delle decisioni del Presidente riguardo al ritiro delle deleghe all’Assessore. E’ una sua competenza.
Ritengo invece interessante la riflessione che ci ha posto rispetto alla fase sia economica che politica. Personalmente e come partito Sinistra Ecologia e Libertà vogliamo partecipare a questa riflessione con le nostre idee con le nostre proposte.
Riguardo all’azione formale sulla riduzione dei costi e snellimento burocratico, posso dire che in quarta Commissione, di cui sono componente, abbiamo elaborato delle proposte, sia rispetto all’Erap che rispetto ai Parchi, che ritengo vadano incontro alle intenzioni di semplificazione e di riduzione dei costi. Sull’Erap siamo addirittura arrivati all’eliminazione di tutti i consigli di amministrazione, mentre sui Parchi abbiamo elaborato una proposta che tiene conto che il parco rappresenta un territorio e quindi che nella gestione mantenga anche un minimo di rappresentanza dei territori stessi, ma in ogni caso con una forte semplificazione.
Vado al tema delle risorse e dei nuovi input proposti dal Presidente.
Ritengo, innanzitutto, che si dovrebbe partire dalla sanità. La sanità assorbe la maggior parte delle risorse quindi è bene che il processo di riorganizzazione di spending review, se ha senso, debba essere laddove ci sono margini di razionalizzazione, margini di sburocratizzazione, margini di semplificazione. Come pure margini di riduzione dell’invadenza della politica. Perché il Presidente Spacca parla ampiamente di riduzione del peso della politica, però intesa come riduzione della partecipazione democratica in un’ottica bipartitica, cioè solo i più grandi hanno diritto a parlare. Però poi dove c’è la ciccia i più grandi continuano a “mangiare”. Dove c’è la ciccia i più grandi continuano a fare concussione. Dove c’è la ciccia i più grandi in tantissimi Consigli regionali, comunali e in Parlamento vanno sotto processo per una cattiva amministrazione delle risorse pubbliche.
Ecco, il peso della politica è proprio questo, è il peso criminale della politica, è il peso tangentizio della politica.
Noi come Sinistra Ecologia e Libertà accettiamo la sfida della semplificazione, accettiamo la sfida della sburocratizzazione.
Però, andando ad un discorso politico generale, i petrolieri, le autostrade, le banche, le assicurazioni hanno rifiutato le liberalizzazioni, hanno detto che altri devono essere liberalizzati, e guarda caso la ciccia pubblica, si dice di liberalizzare le imprese dei servizi pubblici. Perché, certo, se ci fosse un bel monopolio gestito dai privati, come appunto quello che è stato con le autostrade o sull’energia, oppure come le privatizzazioni che ci sono state nelle comunicazioni, sarebbero l’ideale, darebbero una bella boccata di ossigeno alle imprese italiane; imprese che non sanno fare economia ma vogliono le finte liberalizzazioni ed entrare in settori in cui possono poi lavorare come monopolisti.
Quindi la sfida va fatta ripensando le priorità della politica.
La nostra ciccia è la sanità, essa occupa infatti il 90% del bilancio della Regione Marche. Nella riorganizzazione si deve allora lavorare affinché in questo 90% di risorse, che i cittadini danno tramite i tributi che versano, ci sia il massimo del servizio e una maggiore razionalizzazione dei costi.
Al punto in cui siamo arrivati va innanzitutto individuata la personalità giuridica delle Aree Vaste, altrimenti abbiamo livelli di governo in contrasto tra loro. C’è un livello di governo di Asur unica regionale che decide e controlla, anche a livello di gestione, tutti i presìdi sanitari locali. A questo punto tanto vale all’interno dei budget assegnati dare la personalità giuridica alle Aree vaste.
E qui secondo me è importante, come è importante all’interno dei servizi pubblici, inserire una partecipazione democratica dei territori – intendendo per questi i Comuni e quindi a cascata i cittadini, le associazioni, ecc. – rispetto alla costruzione della programmazione, cosicchè ci sarebbe anche un controllo democratico.
Quando si parla di partecipazione democratica si parla di appesantimento, burocratizzazione, secondo me è invece vero il contrario. Se c’è partecipazione democratica c’è trasparenza, si evidenziano gli sprechi, le inefficienze, i malfunzionamenti. Quindi secondo me, proprio perché non abbiamo risorse, dovremmo aumentare la partecipazione e il controllo generale rispetto ai servizi.
Inoltre penso sia sbagliata anche la politica prevista all’interno del Piano sanitario, ove tutti gli investimenti sono ingessati nel costruire, investire in nuovi plessi ospedalieri. Il Governo nazionale ha detto che non possiamo fare le Olimpiadi, ecco, noi nella nostra sanità dovremmo dire che non possiamo fare tutti quei nuovi plessi ospedalieri. Ci dovremmo indebitare senza avere sicurezza nelle risorse per coprire l’indebitamento. Inoltre le risorse che vanno nelle strutture fisiche degli ospedali di fatto non corrispondono ad un servizio, perché gli ospedali per funzionare hanno bisogno di personale, e sappiamo che sono sottodimensionati rispetto, ad esempio, al personale infermieristico e tecnico.
La sanità, inoltre, non può essere solo sanità ospedaliera, deve essere anche sanità sul territorio. Il 90% delle situazioni sanitarie non riguardano la fase acuta, quando cioè è necessario andare in ospedale, ma sono quelle di quando si hanno problemi che richiedono la specialistica sul territorio, oppure i consultori, oppure un rapporto e un’organizzazione diversa con i medici di medicina generale; ci sono grandi esperimenti per l’accorpamento di alcuni presìdi di controllo di base, cioè medici di medicina generale che accorpandosi fra loro potrebbero fare al loro interno una serie di controlli specialistici senza quindi andare ad intasare gli ospedali.
Ripensiamo allora a tutta la questione riguardo la costruzione dei grandi ospedali. Come pure non è possibile che per l’Area vasta, che oltretutto non ha neanche personalità giuridica, ci sia un bando per 3 milioni e mezzo di euro per una nuova sede, appunto di area vasta, individuata a Fabriano, che tra l’altro è talmente periferico che potrebbe creare problemi all’organizzazione.
Inoltre, in merito al modello produttivo, vista la scarsità delle risorse, andrebbero bloccati nei settori economici gli interventi a pioggia. Servirebbe un’analisi del tessuto economico, puntando su settori alternativi, innovativi, ad alta intensità di lavoro, con una programmazione dei settori strategici nel medio e lungo termine.
Il Presidente ha creato Marche 2020 che però penso sia semplicemente una bella vetrina.
E soprattutto occorre indirizzare le risorse sui giovani, sulla ricerca e sullo start up delle nuove imprese.
Vado agli ultimi aspetti altrettanto importanti che voglio sottolineare.
Dobbiamo valorizzare il nostro territorio, il paesaggio. Dobbiamo puntare sull’agricoltura e sul turismo, anche qui indirizzandoci su innovazione e giovani. Dobbiamo lavorare sul PPAR e le norme urbanistiche per ridurre il consumo di suolo, la tutela del paesaggio, gli interventi sul dissesto idrogeologico. Perchè altrimenti in questa situazione di crisi i primi ad essere sacrificati, guarda caso, saranno sempre proprio i territori, il nostro paesaggio, la qualità delle imprese, e sopratutto la qualità delle nostre città e della salute dei nostri cittadini.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Natali.

Giulio NATALI. Io voglio fare i miei più vivi complimenti al Presidente Spacca. Premetto che parlo, dopo aver sentito Umberto Trenta, a quei quattordici Consiglieri regionali che non hanno avuto esperienze nella Democrazia Cristiana - e forse qui siamo una minoranza - che questo è un recinto che fa sì che dentro la Democrazia Cristiana c’erano maggioranze e opposizioni di tutti i generi.
Perché mi complimento con il Presidente Spacca? Egli a maggio 2010 disse che il suo è un laboratorio politico, non è un centro di potere o altro, e il suo attacco sarebbe arrivato anche nelle file dell’opposizione . Se lo ricorda Presidente? Dopo un po’ di tempo, non so se presagiva qualcosa, non so se sia un veggente, ci fu il problema che ci fu a livello nazionale con FLI. Lei, oggi novello non Tremonti ma pre-Monti, all’epoca che cosa già vagheggiava? Un discorso, quale appunto quello che ci ha fatto oggi, che viene sostanziato da una risoluzione, che porta anche la sua firma, che è condivisibilissima ma che non significa nulla, è aria fritta, serve solo a far venir fuori un discorso politico diverso. Io voglio sapere che significa politicamente.
Gli sforzi del Presidente Comi di aggiustare l’aggiustabile si scontrano con un problema. Lei, Presidente, ci ha fatto un bel quadro della crisi economica, di tutto quello che c’è da fare, un quadro che poteva fare in mille occasioni, in relazione al quale la minoranza ogni volta che si ritiene in grado di apprezzare i suoi sforzi programmatici dovrebbe condividere e votare. Il problema è che lei parlando di questi sforzi da fare, perché l’antipolitica va avanti, ecco, da dove parte? Parte dal siluramento di un Assessore. Una cosa assurda!
Quali complimenti e stime personali nei confronti di un Assessore, quando lei si fa poi imporre da un determinato soggetto – che io non giudico, non mi permetterei mai – che dovrebbe aver fatto bene, secondo lei, il Ministro alle infrastrutture! Ma questo che significa! Perché, forse noi partiamo dal presupposto che uno può fare male il Ministro alle infrastrutture e quindi non potrebbe fare nient’altro? Siccome ha fatto bene il Ministro alle infrastrutture questo signore può venire da lei, che è stato eletto per la seconda volta da tutti i marchigiani, a dire quello che lei deve fare. Ma stiamo scherzando! Ecco, è questa l’antipolitica, è questo che allontana le persone dalla politica.
L’Assessore Moroder all’epoca non doveva essere nominata ed invece fu imposta. Quindi lei, Presidente, fa due errori, anzi, quello che fa oggi è peggiore. Perché se lei oggi mi dice che l’Assessore ha dato piena dimostrazione della sua capacità e competenza forse allora era giusta la sua nomina, è stata una nomina di buonsenso, aveva capito cose che noi che non conoscevamo potevamo anche non condividere. Ed oggi lei ci viene a dire che c’è un signore che comanda un partito – bella roba! Bella roba! Magnifico! Magnifico! – e che può dire da Roma “nelle Marche succede questo”. Ma se domani lo farà su un altro lei che farà, caccerà anche quell’altro? Come funziona tutto questo? Questa è la politica? Noi pretendiamo che i nostri figli e i giovani si avvicinino alla politica di fronte a questi discorsi? Ci abbiamo capito poco, a mio avviso!
Ma io nelle cose arrivo sempre dopo, non son un lungimirante come altri che mi parlano della riforma costituzionale sull’architettura dello Stato. E chi è contro? Troviamo una persona che è contro! Ci può essere qualcuno contro la riforma elettorale? Ci può essere qualcuno contro la riforma della giustizia? Sul piano concreto di infrastrutturazione Paese o abbattimento burocratico ecc. ecc., chi è contro? Ci vogliamo veramente prendere per i fondelli? Scriviamoci pure che vogliamo, come diceva uno, la moglie in un certo modo. Ma scherziamo! Questa che leggo qui è una risoluzione di una Assemblea legislativa regionale? La mandiamo a Striscia la notizia! Ci diranno: 40 Consiglieri regionali hanno votato questo, che fenomeni!”. Domani i marchigiani non ci odieranno più come casta ma diranno: “che brave persone che abbiamo, fortunatamente abbiamo questi 43 Consiglieri regionali”! Facciamo ridere! Facciamo solo ridere!
Ecco. io al posto suo non ci sarei venuto, ma se obbligato, come è stato, avrei fatto delle comunicazioni di trentacinque secondi dicendo: “purtroppo è avvenuto questo”. Perchè poi sulla riduzione dei costi della politica siamo tutti d’accordo.
Quando l’ultima volta ci riunimmo in quella Commissione ricordo che si doveva cominciare a parlare anche degli stipendi dei dirigenti della Regione. Penso che ce ne siamo scordati in tanti! Quando cominceremo ad andare a verificare anche altri aspetti, quindi non solo quelli dei Consiglieri regionali? E non parlo solo della Regione, di tutti gli enti pubblici. Io vedo gli stipendi della Provincia di Ascoli Piceno e quindi non posso essere tacciato di partigianeria, è governata dal centro-destra, stanno su un sito, fanno rabbrividire – fanno rabbrividire! - rispetto a quello che prende un presidente della provincia o un assessore. Allora ragioniamoci.
E perché dico che lei, Presidente, è un pre-Monti? Noi come PdL tante volte abbiamo discusso su Tremonti, c’è chi diceva che aveva ragione, chi lo contestava, lei invece è arrivato prima di Monti, ed oggi c’è Monti. E Monti ha un gradimento qui sentivo dire del 64%, perché, che cosa è successo? Vorrei sapere che cosa è stato fatto. Sul lavoro c’è un intervento vero e proprio? Ne abbiamo gli effetti? E su altre situazioni cosa è venuto fuori? Finora niente!
C’è dunque un’antipolitica che va avanti, questo è il dramma. I grandi partiti non se ne rendono conto. Il PdL pensa che Monti faccia più male al PD, il PD pensa che Monti faccia più male al PdL. Pensate che politica! - (…) Ah, non fa male all’Italia. Lo vedremo, lo vedremo, se farà male all’Italia o no, Caro Perazzoli! -. Poi tutti pronti nel 2013 a dire che noi avevamo ragione e voi avevate ragione.
Questa è una politica che non serve a nulla. Nulla! E’ una politica in cui purtroppo l’antipolitica, molto tra virgolette, si arricchirà proprio degli errori che fanno i partiti in questo modo. Perché fa ridere nelle due sponde il combattersi e lo strumentalizzare il lavoro o le tasse o le partite iva o altro. Fa solo ridere!
Oggi, caro Presidente, il suo discorso, che poteva essere fatto in mille occasioni, non doveva certo prendere come motivo di una rivisitazione a metà legislatura il siluramento di un Assessore.
Qui si parla anche del mandare via gli Assessori esterni. Sento parlare dell’Assessore Marcolini - che ritengo uomo molto forte di questa Giunta regionale, a cui tutto gli si può addebitare meno la non competenza - che torna in un ruolo che aveva già avuto in precedenza. (…) Che film ho visto? Ecco, per essere più preciso, i ruoli amministrativi all’interno della Regione, sbaglio? (…) Benissimo, non sarà così, Consigliera Ortenzi, so che lei è sempre molto puntuale e precisa.
Ma ci sono anche altri Assessori esterni. Allora, ecco, se la sua, Presidente, è una posizione di questo tipo lei oggi non doveva tirare fuori un Assessore perché qualcuno glielo ha ordinato da Roma, semmai avrebbe dovuto dire: “io a questo punto gli Assessori esterni li faccio fuori tutti”. Questo poteva essere il suo ragionamento politico in cui il suo partito…,perché, ecco, io sono sicuro, è un augurio che le faccio, anzi, più che un augurio è una constatazione, che quando finirà questa consiliatura lei qui dentro avrà un grande gruppo, altro che PD!. Il PD forse non se ne rende conto, Comi si arrabatta, cerca di darsi giustificazioni. Ma sicuramente lei sarà più forte del PD, sarà quello che sarà Monti nel 2013, quando il PD e il PdL saranno due che per reggersi in piedi si dovranno avvicinare altrimenti potrebbero cadere al suolo barcollando pesantemente.
Ecco, al di là di questa disamina politica, io le contesto soltanto questo, ossia che l’occasione per parlare di queste cose non doveva essere certo il siluramento di un Assessore.

PRESIDENTE. Ora, Consiglieri, prima di passare la parola al Consigliere Carloni, vorrei confrontarmi con l’Aula per il proseguo dei lavori. Io ho ancora iscritti a parlare dieci Consiglieri, dopodiché abbiamo il punto 4) riguardo la proposta di legge in materia di sport e tempo libero, per la quale è presente in Aula una rappresentanza di soggetti interessati. Ecco, dieci interventi significano ancora un’ora e mezza di lavoro su questo punto. Quindi voglio capire se poi l’Aula intende andare avanti affrontando il resto dell’ordine del giorno oppure se si vuole rinviare alla seduta di martedì prossimo. (…) Consigliere D’Anna, però velocemente. Non apriamo il dibattito altrimenti non finiamo più.

Giancarlo D’ANNA. Propongo, Presidente, che dopo l’intervento del Consigliere Carloni, visto che ci sono delle persone che aspettano, di passare alla legge sullo sport, dopodiché riprenderemo questa discussione.

PRESIDENTE. Questo no, è escluso, non è mai successo, non lo possiamo fare.

Giancarlo D’ANNA. C’è sempre una prima volta, Presidente.

PRESIDENTE. No, che vuol dire, non è che possiamo interrompere un argomento! Invece se siamo d’accordo direi di…(…) Consigliere D’Anna, per favore! (…) Come, Presidente Ortenzi?

Rosalba ORTENZI. Dicevo, Presidente, che se si potessero contenere gli interventi dei colleghi in cinque minuti, sintetizzando il più possibile, riusciremmo ad andare avanti anche con una legge sulla quale abbiamo lavorato mesi. Grazie.

PRESIDENTE. Allora diamoci questo obiettivo. Proseguiamo con gli interventi, seppure io, come dire, posso soltanto auspicare che gli interventi siano contenuti, semmai posso pregare di farlo. Dopodiché passiamo alla discussione della proposta di legge sullo sport e tempo libero e chiudiamo la seduta. Va bene? (…) Perfetto.
Ha la parola il Consigliere Carloni.

Mirco CARLONI. Sulle comunicazioni del Presidente della Giunta penso che più o meno tutti abbiamo ammirato il suo coraggio, a torto o a ragione, nel prendersi qua dentro la responsabilità di situazioni difficili e anche di metterci la faccia quando membri della sua Giunta non l’hanno fatto.
Oggi però credo, Presidente, che lei abbia una battuta d’arresto quando cerca di giustificare un fatto che a tutti quanti appare ingiustificabile.
E’ vero, Presidente, che è una sua prerogativa nominare e togliere deleghe agli Assessori, ma le vorrei ricordare che l’articolo 1 del Statuto recita che le Marche sono una Regione autonoma, all’interno della Repubblica italiana, ma autonoma. Quindi il gesto di oggi e soprattutto la giustificazione che lei ha adotto a questa scelta dà l’idea di una retriva logica di centralismo democratico che non si vedeva più probabilmente dagli anni ‘80. Un centralismo democratico per il quale un signore, da me personalmente mai stimato, che ha un ruolo di leadership, può mettere in discussione la scelta di un Presidente di una Regione eletto democraticamente da 1 milione e mezzo di persone.
E secondo me questo gesto di centralismo democratico mal si concilia anche con quello stile con cui lei finora ha condotto questa Regione.
Peraltro dal suo intervento non si è capito se la nomina o la revoca dell’Assessore Moroder avrà un effetto sull’economia regionale. Cioè, se è che con la sua presenza si rischierebbe di far andare male l’economia della nostra Regione oppure se è che per una scelta economica bisogna mandarla via.
Dalle sue motivazioni ho capito che il non voler tornare indietro riguardo le scelte economiche è come se fosse legato alla presenza stessa dell’Assessore Moroder. Ed onestamente è inspiegabile. Anche perché gran parte dei progetti che in Commissione abbiamo visto dell’assessorato sono ancora tutti in partenza e quindi difficilmente valutabili.
Poi si è parlato anche della possibilità di avviare una riduzione di altri tre Assessori. Cioè prendiamo atto, se ho capito bene, che oggi lei ha intenzione di togliere altri tre Assessori. Perché, ecco, a quel punto la sua scelta fatta in un contesto più generale sarebbe politicamente sostenibile, anziché essere un’operazione di killeraggio fatta in questa maniera.
Inoltre vado anche al fatto di quando ha detto, un’altra cosa che non mi aspettavo di sentire, che Di Pietro sarebbe stato importante per il nostro territorio riguardo la terza corsia. Io mentre lei parlava ho cercato le delibere del Cipe e tutta la documentazione, perché mi ricordavo, essendo amministratore già quella volta, che tutti gli atti relativi alla terza corsia partono nel 2005, dunque ben prima che Di Pietro ebbe quella piccola parentesi di governo di questo Paese. E quindi se c’è da attribuire a qualcuno l’intervento e le delibere di esproprio, come appunto quelle di progettazione della terza corsia, sicuramente non è al Governo Prodi e non al Ministro Di Pietro. Perché, ripeto, tutti gli atti – se vuole le posso citare anche il BUR ove sono stati pubblicati – appartengono al 2005, per cui ben prima del Governo Prodi.
Sicchè non può essere che lo scambio mercificato di un rapporto di leadership con un leader politico ci porti a vedere la nostra sovranità e la nostra autonomia limitata, per non dire lesa, rispetto alle scelte politiche che competono ad un Presidente, quindi a lei soltanto.
Questo di oggi, secondo me, è dunque un vizio democratico, un vulnus rispetto alla gestione di questa Regione.

PRESIDENTE. Ha la parola la Consigliera Malaspina.

Maura MALASPINA. Signor Presidente, colleghi Consiglieri. In merito alle comunicazioni del Presidente Spacca il Gruppo UdC, da me presieduto, per quanto riguarda la revoca delle deleghe all'Assessore Moroder condivide in toto l'impostazione data dal Presidente. Coglie dunque l'occasione per ringraziare l'Assessore per il suo impegno forte, competente e generoso.
Rispetto all'aspetto politico-programmatico l'UdC, sin da subito, ha sostenuto con forza e convinzione un'azione politica mirata alla razionalizzazione degli assets regionali. Nello specifico condivide le scelte della Giunta finalizzate alla riorganizzazione dei vari enti, Erap, Ersu ecc..
E nella riorganizzazione della sanità regionale, come ha detto il Presidente, il gruppo UdC è più che mai convinto che la situazione economica attuale richieda di accorciare la distanza tra le parole e i fatti. E' inoltre consapevole che è necessaria una riduzione dei costi della politica, senza però snaturare la rappresentanza democratica, elemento essenziale per il buon governo di tutto il territorio regionale.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Latini.

Dino LATINI. Cercherò di essere molto breve. Intervengo nel dibattito per sottolineare l’aspetto a mio avviso più rilevante dell’intervento del Presidente Spacca, al di là di quello che si riferisce al rapporto politico amministrativo con l’Assessore Moroder, a cui rinnovo la mia stima personale.
Credo che questa occasione abbia fornito al Governo regionale, nella persona del Presidente Spacca, l’analisi, o meglio l’allarme, a mio avviso, di una necessità che tocca tutta la politica regionale, in particolar modo i Gruppi assembleari che sono all’interno di questa Assemblea legislativa. Ossia quella necessità di azione relativa a una linea di riforme ineludibili, che non è soltanto l’obiettivo, come prima accennava il collega Comi, ma anche il mantra della nostra attività in questa parte futura del nostro mandato regionale.
I tempi che abbiamo vissuto, quelli che dal 2007 al 2008 hanno sconvolto il mondo occidentale, in particolar modo l’Europa, e quindi anche l’Italia, costituiscono non una crisi superata, ma una crisi nell’ambito di una rivoluzione in senso anche negativo del sistema generale, e che ha retto per oltre un secolo e mezzo tutto il mondo politico, amministrativo, economico e sociale dell’Occidente, che era il primo nel mondo e che ha costituito una specie di “bibbia laica” per quelle che erano le attività da compiere per essere inseriti in un contesto di società civile.
Dico questo per sottolineare la necessità di un richiamo che il Governatore ha fatto su un’attività di azione riformista, che non vuol dire azione di conservazione o un passo più lento rispetto a chi chiede un’innovazione forte e necessaria.
L’azione riformista non vuol dire rinuncia all’attività politica, all’attività di mediazione o di compensazione. La politica in sé è in grado, nel momento migliore delle sue espressioni, di farlo, indipendentemente dal numero dei Consiglieri, degli Assessori, o delle azioni o strumenti che si vogliono mettere in piedi.
Azione riformista vuol dire soprattutto andare avanti senza tentennamenti, senza indecisioni, senza rendite o opportunismi, in quello che, appunto, è un passo obbligato. E’ un passo obbligato se non vogliamo essere travolti anche a livello regionale, se vogliamo la tenuta del lavoro, dell’occupazione, della qualità della vita, se vogliamo che la competitività nella nostra regione veda una diminuzione del peso della spesa pubblica. Insomma, se vogliamo tutti questi obiettivi, che credo, come ho sentito dagli interventi che mi hanno preceduto, seppur da angolazioni diverse, stiano cari a tutti, è necessario procedere senza indugi. Dobbiamo mettere in gioco prima di tutto le nostre azioni politiche amministrative, dando alla comunità ciò che essa stessa ci chiede, ovvero di guidarla con una programmazione politica certa.
In questo senso, dunque, oltre il sostegno all’attività dell’azione amministrativa della Giunta, va colta quella dialettica capace di far sviluppare questa riflessione così importante posta dal Presidente, per progredire e appunto salvaguardare gli aspetti più rilevanti del nostro sistema nel suo complesso e della nostra tenuta prima di tutto civica e poi sociale.
Concludo richiamando tutti i Gruppi consiliari, a cominciare da quello che rappresento, a questa azione non tanto di revisione dei nostri obiettivi o delle nostre ambizioni, che pure sono giuste, quanto di rivalutazione del programma nel suo complesso, che va oltre la singola persona, il singolo esponente, che si pone in un’ottica molto più ampia all’interno di un tassello ovvero la tenuta della nostra nazione.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Perazzoli.

Paolo PERAZZOLI. Voglio cogliere questa occasione per sviluppare una riflessione e anche per lanciare qualche spunto più generale.
La comunicazione del Presidente pone un problema se vuoi anche di interpretazione. La questione dell’Assessore Moroder appare come una richiesta del capo di un partito, ma secondo me era ormai evidente una difficoltà di rapporto tra l’Assessore ed il suo Gruppo. E questa è una presa d’atto. Vedi l’interrogazione del Capogruppo, del Vicepresidente, insomma, di questo si trattava. Quindi, ecco, non è solo un diktat di Di Pietro – seppure a me non stia molto simpatico -.
Io ho trovato discutibile sin dall’inizio la nomina di un’Assessore come premio per aver cambiato un partito. Di questo si è trattato. Quindi ora si paga la conseguenza di questa sorta di peccato originale.
Dunque impropria è stata l’elezione, che però ora alla base ha quest’altro fatto.
In ogni caso devo dire che l’Assessore Moroder ha lavorato con impegno. E’ proprio oggi all’ordine del giorno la proposta di programma per il turismo dove ci sono delle novità positive, rispetto alla ripetizione stanca di vecchie idee, che tengono conto del cambiamento del mercato e così via. Per cui non posso che dire che ha lavorato con impegno.
Vado ora alla riflessione politica fatta dal Presidente, è stato fatto un ragionamento ambizioso. Quindi ora, anche alla luce della discussione, alcuni aspetti li vorrei sottolineare.
Qui si è usata la parola declino. Ecco, io su questo ci andrei cauto. Il declino di questo Paese, di una regione come le Marche, non è un nostro destino inevitabile, dipende da chi governa l’Italia, da chi governa questa regione, dipende da noi stessi, dalle scelte che faremo e dal segno che queste scelte produrranno.
Il nostro è un Paese stanco, quindi abbiamo bisogno di rinvigorirlo, di ritornare ad avere speranza nel futuro. E per ridare efficienza al Paese occorre farlo attraverso la coesione sociale.
Alcuni ragionamenti che sento fare in giro per l’Italia, e che ho sentito fare anche qui oggi, tendono un po’ a voler americanizzare questo nostro Paese, io invece ritengo sarebbe un grave errore.
Come pure ritengo sia un grave errore quel farsi vanto di aver dato un colpo alla concertazione, come se fosse un fatto positivo, come se fosse responsabilità della concertazione essere arrivati alla situazione gravissima che ancora è pesantemente in atto. Semmai è responsabilità delle classi dirigenti di questo Paese, di chi lo ha governato e quindi ha prodotto questo forte indebitamento, di chi ha favorito e inneggiato all’evasione fiscale che ha poi prodotto questo buco finanziario. Ecco, tutto questo non è certo provocato dalla concertazione.
Anzi, la concertazione ha già salvato una volta l’Italia. Negli anni ‘90 le classi lavoratrici, appunto attraverso la concertazione, si sono fatte carico di uno sforzo enorme per salvare l’Italia, che poi ci ha permesso, proprio in quella volontà di mantenere unita la società, di raggiungere l’euro.
Per cui la concertazione è stata proprio la medicina, non certo la malattia, che ci ha aiutato a salvare l’Italia. Tanto è vero che i Paesi europei e del mondo che in questo momento stanno meglio reagendo a questa fase drammatica della storia dell’umanità sono proprio quelli dove la coesione sociale è forte, pensiamo alla Germania o ai Paesi del Nord Europa, non quelli ove il tessuto sociale è debole. Per noi questo deve essere un insegnamento.
A me fa specie in questo dibattito che quando si parla di mercato del lavoro – e, attenzione, dietro il mercato del lavoro non ci sono i numeri ci sono le persone – si faccia più riferimento al modello anglosassone o al modello americano piuttosto che al modello europeo, al modello tedesco che appunto sta dando risultati e performance straordinari.
Credo pertanto sia ora di rilanciare una battaglia prima culturale poi ideale e politica.
In questi anni in Italia la semplificazione, il rifiuto del dibattito politico, della struttura politica, non hanno agevolato la soluzione dei problemi, anzi, li hanno aggravati e resi drammatici. Il Governo Monti, infatti, non nasce non solo dalla crisi economica, ma anche da quella perdita di credibilità di una situazione che aveva esaltato la personalizzazione della politica, che poi essa stessa è diventata la malattia del nostro Paese.
Noi allora dobbiamo ripartire dal ruolo straordinariamente positivo che hanno svolto in Italia le forze politiche, come pure i sindacati che non sono stati mai corporativi, hanno sempre avuto funzioni nazionali, oppure le grandi associazioni datoriali che hanno permesso ad un Paese distrutto dalla guerra di diventare uno dei più forti del mondo. Esse hanno un merito storico. Quindi non va bene che sottacciamo quando appunto vengono attaccate le forze politiche o queste strutture intermedie che sono la colonna portante di questo nostro Paese.
I cambiamenti devono essere reali e devono riguardare tutti, partendo da un ruolo nuovo che devono svolgere le Assemblee, le forze politiche, le forze sindacali, sempre con l’obiettivo di portare tutto il Paese a una situazione nuova.
Io ad esempio condivido la risoluzione che è stata tanto criticata. Un messaggio politico forte di questa Assemblea, infatti, dovrebbe essere quello di chiedere che si facciano rapidamente queste cose, non solo sempre discuterle. Nel senso che si discute sempre di riforme dello Stato ma poi mai si fanno.
Sui contenuti non spetta certo a noi dirlo, però è chiaro che, ad esempio, per quanto riguarda le riduzioni del parlamentari, non è che si possono imporre alle Regioni con provvedimenti dal dubbio sapore incostituzionale e poi al Parlamento alla fine la revisione è solo del 20%, riproponendo un Senato doppione della Camera senza arrivare al Senato delle Regioni.
Anche sulla questione delle Province non è che si può andare a colpi di decreto. Quando si toccano i livelli istituzionali, i rapporti tra gli esecutivi, le assemblee, ecc. vanno fatte riflessioni serie, pensieri lunghi, non sulla base delle ondate emotive dell’opinione pubblica.
Riforme degli enti. Dovremmo riflettere più approfonditamente anche su questo, perché la difficoltà con cui andiamo avanti significa che non c’è un accordo vero sulla strada da percorrere.
Ecco, è inutile cercare il vento favorevole se non si sa prima la rotta. Decidiamo prima dove vogliamo andare a parare e poi decidiamo qual è il vento che potrà portarci in quella direzione, altrimenti rischiamo di girarvi intorno senza mai raggiungere l’obiettivo.
La riflessione, inoltre, deve riguardare i profondi cambiamenti di questi anni.
Occorre cambiare per riequilibrare i rapporti tra Esecutivo e Assemblea legislativa. Perché, guadate, è un problema, e non perché chi vi parla sta di qua, ma perché c’è proprio un problema di efficienza di quello che decidiamo. Quindi prima di partire più pensieri lunghi.
Bisogna anche ripensare al sistema di elezione. E questo certamente non lo pongo nei confronti del Presidente Spacca, verso il quale ho un giudizio positivo. Ritengo sia un danno per il Paese avere la concezione dell’uomo solo al comando. E questo riguarda l’Italia e le Regioni. Diverso è invece per i Comuni, l’operatività e infatti un problema di altro tipo rispetto a dove si fanno le leggi.
Quindi per la prossima legislatura occorre riflettere sul sistema di elezione, compresa l’elezione del Presidente della Giunta regionale che ci darebbe anche la possibilità di una maggiore dialettica tra Esecutivo e Assemblea legislativa.
Dovremmo partire dagli scopi fondamentali degli Enti, della Regione, non seguendo sempre l’opinione pubblica che ha un orientamento mutevole, in un corretto rapporto tra maggioranza e opposizione.
Io non vorrei che anche qui si scimmiottasse il dibattito nazionale. Nelle Marche c’è una maggioranza chiara, non ci sono ragioni per mettere in discussioni quello che l’elettorato ha stabilito, come c’era a livello nazionale. Quindi su questo dobbiamo andare avanti, renderla ancora più efficiente, più coesa, senza avere tentazioni rispetto a soluzioni che…(…) No, perché qualche vostro intervento andava in questa direzione…(…) E, bèh, tanto ve lo dico. Sapendo che, stavo dicendo, che anche a livello nazionale sono soluzioni circoscritte nel tempo.

Presidenza della Vicepresidente
Paola Giorgi

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere D’Anna.

Giancarlo D’ANNA. In quest’Aula negli ultimi anni è abbastanza diffuso il termine attori, sembra quasi che la politica sia diventata un film, e qua oggi ne abbiamo visto il trailer.
Spesso si dice che a Roma non contiamo niente - tanto è vero che c’è stata una manifestazione di tutti i Sindaci, gli Assessori, i Consiglieri regionali -, e in effetti è così. Perché se da Roma si chiede di rimuovere un Assessore evidentemente non contiamo niente. E non conta niente nemmeno il Presidente Spacca, che è stato eletto direttamente dai cittadini, ma poi un esterno decide il buono e il cattivo tempo all’interno addirittura della sua Giunta, nella quale sono state fatte delle scelte, che possono essere discutibili o meno, ma comunque sono state fatte e che appunto vengono rimosse dall’esterno.
Del resto non è neppure una novità, perché in questa Regione, come in altre, vengono tollerati – e questo riguarda un po’ tutti - responsabili politici nominati da Roma sul territorio, congressi pilotati da Roma, candidati al Parlamento imposti da Roma. E quindi non vedo cosa c’è da scandalizzarsi se poi al Presidente Spacca qualcuno da Roma gli dice di fare quello che ad altri viene imposto comunque.
E il Presidente Spacca in questa difficoltà è andato un po’ fuori tema per coprire un’operazione che vuol convincere che adesso ci stiamo muovendo sulla via del risparmio. E se questo è uno degli obiettivi, come è stato già detto, credo sia corretto e giusto applicare quello che è stato applicato nei confronti dell’Assessore Moroder anche agli altri esterni, non per una questione personale ma per una questione di coerenza e di raggiungimento di quegli obiettivi che qui sono stati esposti.
Evidentemente non lo farà o non lo farà nell’immediato, o comunque troverà una soluzione diversa, che magari può essere un incarico da un’altra parte, perchè poi alla fine il conto poco cambia o poco modifica, che è un film anche questo già visto.
Quella di questa mattina è una sceneggiata che mi ha fatto venire in mente ciò che è accaduto dopo la Caduta del Muro di Berlino, ove i dittatori dei vari Stati sono automaticamente diventati democratici e contemporaneamente anche i Presidenti di quegli Stati che prima hanno governato come dittatori. Qua mi sembra che la politica stia facendo un discorso simile. Resasi conto di quello che era in embrione già qualche anno fa, cioè della rivolta popolare che sta venendo fuori, cerca di trovare una soluzione di quelle alla “vogliamoci bene” per risolvere i problemi della gente.
Come a livello nazionale il Presidente Monti, che viene da quel mondo che ha creato tanti di quei problemi che ci sono adesso, oggi si propone per risolvere i problemi che ha creato, anche qui la politica, e questa mattina anche in modo trasversale, cerca di proporre delle soluzioni a problemi che essa stessa ha creato.
Allora la grossa novità io proprio non la vedo, anzi, è la conferma di quel sentire comune all’esterno che dice che in fondo in fondo siamo tutti uguali. Francamente non ci sto. Non credo che in politica siamo tutti uguali. C’è chi capisce l’andazzo e quindi magari cerca di prospettare equilibri e incontri futuri, c’è chi rimane sulle sue posizioni anche di chiarezza.
Quindi niente di nuovo. Se non, come dicevo prima, un adeguamento un po’ tardivo al sentimento che è diffuso all’esterno, forse utile a cercare di smorzare, oggi è tanto di moda il discorso tecnico del senso di responsabilità, ma sui grossi problemi questo tipo di sentimento, di accordo c’è sempre stato, Presidente.
Pensiamo ad esempio al settembre del 2010 quando si votò la legge sugli ospedali riuniti Marche nord, su 43 Consiglieri 18 sono usciti dall’Aula per non votare quella legge, per cui, non dando un segnale diretto, l’hanno avvallata.
Se si vuole davvero dare un segnale diverso, Presidente, iniziamo a discutere e a votare le numerosissime proposte di legge presentate dai Consiglieri di maggioranza, dai Consiglieri di opposizione, non solo dalla Giunta. Perché anche noi rappresentiamo il popolo, chi con 1.000, 2.000, 3.000, 4.000, 5.000 preferenze, insomma, tutti abbiamo comunque alle spalle degli elettori. Nella scorsa legislatura ho presentato una serie di proposte di legge che non sono mai state discusse. Quella sull’amianto l’ho ripresentata anche in questa legislatura. E’ andata un po’ meglio quella sugli oratori, sono stato uno dei primi a presentarla, poi alla fine la Giunta l’ha fatta propria, ma comunque l’obiettivo è stato raggiunto. Però, ripeto, nella maggior parte dei casi le proposte di legge dei Consiglieri non arrivano mai in Aula, ci arrivano solo quelle della Giunta.
Vogliamo dare un segnale di cambiamento? Ecco, iniziamo a cambiare da queste cose, perché se siamo qui a rappresentare dateci l’opportunità quanto meno di arrivare in Aula con le nostre proposte di legge, che sono altrettanto valide come quelle che propone la Giunta, perché alle spalle hanno il nostro lavoro e delle nostre segreterie.
Che si tengano in considerazione i suggerimenti, le proposte e le indicazioni della società civile, delle associazioni, delle categorie. E non come è accaduto, Presidente, con il Piano socio-sanitario dove abbiamo ascoltato oltre 700 soggetti e poi di tutte le loro proposte si è fatta carta straccia. Se lei va a fare un’analisi delle maggiori richieste che sono state fatte, ove una delle più importanti è quella del riconoscimento della personalità giuridica dell’area vasta, è come se non lo avesse detto nessuno. Anche i sindacati hanno fatto retromarcia su questa vicenda.
Anche per quanto riguarda il classico segnale di taglio e di costi, qui si parla tantissimo della Svim ma poi sembra che sia intoccabile. Per carità, lì ci sono delle professionalità che vanno tutelate, però vediamo magari di trovare una soluzione per quelle persone. Anche l’altro ieri guardavo una determina che gli attribuiva altri 350 mila euro per una cosa che ora non ricordo esattamente.
Credo che la credibilità si concretizzi nei fatti, non nella ricerca di un volemose bene, che alla fine sui grandi temi è quello che fa più piacere alle grandi lobby che trasversalmente cercano di spingere, e dove trovano un ransemblement unico avranno anche meno difficoltà a spingere su quelle che sono le loro idee del cosiddetto sviluppo della nostra regione.
Uno sviluppo che non è certo compatibile con una Regione che vuole puntare al turismo. Questa è una regione che ha veramente un tesoro, quello appunto del turismo, ma lo stiamo letteralmente rovinando con una serie di interventi sul territorio. Ad iniziare da quel fotovoltaico per il quale questa Regione ha fatto una legge tardivamente nonostante gli allarmi che c’erano. Oppure la presenza continua e diffusa di amianto ovunque. C’è un monitoraggio che dice che vi è una presenza costante anche negli edifici addirittura della sanità o della stessa Asl che ha fatto le varie ricerche. Presidente, non ci si può accorgere dell’amianto quando c’è la neve che butta giù i capannoni, l’amianto va rimosso prima. Come pure vanno rimosse tutte quelle cause di malattie per le quali dovevamo votare oggi quel famoso registro tumori, che però servirà a poco se non si interviene direttamente sulle problematiche.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Acacia Scarpetti.

Luca ACACIA SCARPETTI. Sarò brevissimo, e non toccherò gli interessantissimi argomenti che il Presidente Spacca ha illustrato nella sua relazione. Un po’ è perché, me lo permetta Presidente, sono coinvolto anche per questione personale sulla vicenda Moroder, ossia per il fatto che il partito che oggi purtroppo è al centro della vicenda io nel 1998 l’ho fondato insieme a pochi altri amici nella regione Marche.
A me dispiace estremamente di questo epilogo e proprio per una sorta di imbarazzo che vivo non ho per niente voluto capirne le dinamiche. So solo che questo bellissimo partito dal 1998 è tra i pochissimi istituiti ex novo negli ultimi quarant’anni. Italia dei Valori non discende da nessuna divisione. I suoi leader hanno i problemi come tutti quelli che hanno appunto provato a fare un partito nuovo: gente che arriva da tutte le parti, entusiasmo e aspettative a mille e delusioni con altrettanta frequenza. Ma non entro nel merito, ripercorro solo un attimo della vita di questo partito.
Ricordo che vennero espulse delle personalità incredibili e poi vennero reintegrate con le piene scuse del nostro leader. Leader a cui vanno tutte le attenuanti e le scusanti per l’enorme difficoltà a cui qualsiasi uomo va incontro nel fare un lavoro ciclopico, come ha fatto lui negli ultimi quattordici anni da quando appunto ha fondato questo partito.
L’Italia dei Valori perde un elemento e sicuramente si impoverisce. Perché nella politica se non si è investiti da questioni morali, di chiunque si tratti, si subisce comunque una perdita. Qui molto probabilmente aspetti caratteriali, mancanza di dialogo, errori formali e una serie di mancati confronti hanno comportato l’epilogo di questa vicenda.
Sicuramente, dicevo, il partito ne uscirà impoverito, non ne uscirà invece impoverito il sottoscritto che ha avuto modo di conoscere e collaborare con la dott.ssa Moroder Serenella.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Badiali.

Fabio BADIALI. Queste importanti comunicazioni del Presidente hanno aperto a 360 gradi un dialogo e un confronto. Erano legate soltanto alla modifica della composizione della Giunta regionale e da lì si è aperto un dibattito molto ampio e molto variegato. Un dibattito che cerca di affrontare tutto per poi alla fine magari non stringere su niente. E questo è un problema che troppo spesso abbiamo.
Non voglio entrare nel merito delle dimissioni, è una questione che riguarda il Presidente della Giunta che ha nominato l’Assessore Moroder due anni fa e che oggi per le cause che ci ha accennato ne ha ritirato le deleghe.
Credo che per un fatto di democrazia ci stia tutto, uno può essere nominato, può essere revocato, purché si rispettino le persone, purché si rispetti quello che è stato fatto, e su questo ritengo ci sia stata ampia dimostrazione. Il Presidente Spacca ha infatti detto che l’Assessore Moroder ha svolto le sue funzioni. E noi ne prendiamo atto, dandone atto anche all’Assessore.
Il Presidente ci ha elencato i tre aggettivi di un buon governo, ovvero quello della competenza del territorio e dell’appartenenza politica, che io condivido appieno, però ci metterei anche un altro punto, quello dell’impegno costante delle persone che sono chiamate a svolgere un ruolo così difficile e delicato. E per impegno costante intendo quello di stare tutti i giorni sul campo per affrontare le problematiche. Il nostro Paese è in forte difficoltà e questo richiede dunque ancora più impegno e capacità.
Le sue dichiarazioni, Presidente, le condivido appieno, come le condivide il Gruppo del Partito Democratico, che oggi cerco di rappresentare in mancanza del Capogruppo –che è assente per impegni personali, non certo per una questione politica -.
Quando lei, Presidente, parla di spirito riformista noi lo condividiamo appieno, quindi cerchiamo di collaborare con la Giunta e con lei per portare avanti le problematiche che attagliano la nostra regione.
E dobbiamo dire che la nostra regione è ben governata. Senza scendere nella retorica della politica, il Governo nazionale dal 2008 al 2011 ha detto che non c’era la crisi, mentre nella nostra regione il Presidente Spacca per primo ha dichiarato che la crisi c’era, l’anno horribilis è stata una sua frase, che negli incontri svoltisi nel 2009 e 2010 abbiamo tutti utilizzato, a cui sono state date delle risposte senza vantarsi di questa funzione, era infatti un dovere e un obbligo da parte nostra intervenire per dare risposte concrete alle problematiche.
Se il benchmark individua le Marche per la sanità nazionale significa che siamo un punto di riferimento ben preciso.
Inoltre io sono personalmente orgoglio, ma penso lo siamo tutti, anche per il fatto che la Regione Marche è sempre presa più come esempio a livello nazionale e per certi aspetti anche a livello di comunità europea. Quando ad esempio parliamo dell’Adriatico-Jonio si richiama la Regione Marche come regione capofila. Quindi dobbiamo esserne orgogliosi.
E soprattutto dobbiamo essere orgogliosi riguardo la questione etica, politica e morale che invece a livello nazionale soffre molto. Per fortuna nella nostra regione, né in questa Assise regionale né nei territori, per lo meno per quello che so, ci sono avvisi di garanzia di amministratori pubblici. E questo deve essere un vanto per tutti noi, dalla minoranza alla maggioranza, per tutte le forze politiche, per chi governa la Regione. Ma voglio aggiungere che un avviso di garanzia non significa colpevolezza, significa soltanto indagini che si avviano. E la Magistratura è un organo indipendente, quindi nessuno può utilizzarla.
Per quanto riguarda il futuro, Presidente Spacca, io non so quello che vorrà fare, e non ho la presunzione di dettarglielo, voglio solo dire che un dialogo sicuro con le forze politiche è necessario, con i Gruppi assembleari è obbligatorio. Come pure con i territori, con gli enti locali, con i Sindaci che sono il punto di riferimento delle comunità locali. Inoltre con le associazioni di categoria, con le forze sindacali. Come del resto si sta facendo. I tavoli di concertazione vanno quindi bene, però alla fine si devono assumere anche le decisioni che poi vanno portate avanti.
Dobbiamo accelerare sicuramente su molti campi. E questo è anche un ruolo che hanno le Commissioni. Ci sono Commissioni che stanno lavorando molto bene e alacremente mentre altre lavorano magari un po’ meno. Ma questo non lo dico per demerito o per altro, ma perché ci sono problematiche inerenti temi che sono comunque da affrontare.
Ecco, su questo, quando il Consigliere D’Anna dice che bisogna portare avanti anche le leggi dei Consiglieri, non è che lo possiamo dire al Presidente Spacca o agli Assessori, perché è un ruolo che riguarda le Commissioni e gli stessi Consiglieri.
In ogni caso nella presentazione delle leggi nessuno dovrebbe fare l’eroe, perchè se si vuole davvero portare a casa una legge si cerca una convergenza la più ampia possibile, non si presenta una proposta di legge a firma di un singolo consigliere e poi si pretende che venga discussa e approvata. Le questioni per poter essere affrontate politicamente devono avere un contesto più ampio.
Per quanto riguarda la risoluzione presentata sulle comunicazioni del Presidente, i punti inseriti sono tutti importanti e che quindi condividiamo, ma il governo di solidarietà e il governo della grande coalizione è per una fase ed è stato messo in campo per ridare fiducia all’Italia nel contesto mondiale e per mettere in campo quelle azioni a salvaguardia del lavoro e dell’economia. Che appunto sono le cose prioritarie e principali che questo Governo dovrebbe fare.
Poi mettiamo dentro anche la giustizia – e lo dico al collega Bugaro di cui ho ampio rispetto –; Bersani, il Segretario del Partito Democratico, l’ha proprio richiesto ai tre Segretari dei partiti più grossi che sostengono la coalizione, ma a partire da Alfano hanno risposto no. Ma questo non significa che non può essere fatto.
Perciò va bene la risoluzione, anche se io l’avrei fatta in un contesto diverso, magari il prossimo Consiglio, perché non c’entra niente con le comunicazioni che oggi riguardano l’Assessore Morodoer. Però condividiamo comunque le cose in essa inserite, seppure ce ne sarebbero da aggiungere altre, ma va bene così, deve essere un atto dell’intera Assemblea legislativa regionale, senza primo o ultimo firmatario, sulla questione siamo tutti allo stesso livello.
Per quanto riguarda le riforme istituzionali a livello locale penso che non possono scendere dall’alto, ma sono convinto che bisogna comunque farle. La politica si deve riscattare, è da troppo tempo che è succube, che non svolge più un ruolo primario all’interno della società. Bisogna ridare fiducia ai cittadini. Però non basta solo dire che si riducono tre o cinque Consiglieri regionali oppure due Assessori ecc, su cui, certo, sono d’accordo, l’importante è che si svolgano bene le funzioni pubbliche per cui siamo stati eletti, con serietà, correttezza, competenza e con massimo impegno, rispondendo sempre e comunque ai cittadini.
Un segnale che deve arrivare da questa Assise, siamo aperti alla discussione, siamo aperti alle modifiche, alle riforme. Togliamo gli enti che non hanno più senso di esistere. Io sono convinto che le leggi che facciamo dopo tanti anni devono essere modificate. Non è pensabile che una legge stia in piedi per 20-30 anni oppure un ente che è stato costituito quando ce n’era bisogno debba rimanere lì per tutta la vita, se non serve più deve essere modificato, deve essere rimesso in discussione, va riformato.
E questo è il metodo riformista che questa Regione ha sempre adoperato, il Presidente Spacca lo ha portato avanti con grande impegno. Quindi ora, grazie a tutte le forze politiche, ai Consiglieri, alla maggioranza, si potrà continuare, appunto, su questo metodo riformista. Perché la maggioranza, come diceva il Consigliere Perazzoli, c’è, è una maggioranza ampia e ben salda, che non ha bisogno di un contributo dalla minoranza, dalla minoranza ha semmai bisogno di un contributo di idee e di proposte. Cosicchè insieme potremo migliorarci.

Presidenza del Presidente
Vittoriano Solazzi

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Acquaroli.

Francesco ACQUAROLI. Intanto voglio subito formulare un sincero ringraziamento all’Assessore Moroder per il lavoro da lei svolto e per i rapporti che ha intrattenuto con noi, rapporti di serietà, di disponibilità e anche di apertura a un dialogo. Il dialogo infatti è sempre apprezzabile, perché l’antipolitica nasce anche da una logica troppo forte di contrapposizione fra le parti. Quello che è diventato quasi un derby fra due fazioni non interessa più gli italiani, perchè magari vedono che i loro problemi vengono messi dietro al risultato di una certa “partita” che si disputa in Parlamento, nei Consigli regionali, provinciali e comunali.
Ringrazio quindi l’Assessore Moroder ed esprimo la mia solidarietà per il lavoro che ha iniziato. In tante occasioni io non ho pienamente condiviso quello che ha proposto questa maggioranza, ma devo dire che l’Assessore Moroder ha sicuramente portato delle novità, dei punti di vista diversi rispetto a quelli che si sono visti fino ad oggi. Quindi grazie Assessore.
Presidente, lei ha parlato di una forte antipolitica che sconvolge la nostra Italia, la nostra regione e un po’ tutti gli ambiti che frequentiamo. Ci colpisce così forte da far mettere la politica, i partiti e quindi le istituzioni stesse sulla difensiva. Ebbene, io penso che questo trovi la prima grande causa sul fatto che i partiti, la politica e le istituzioni non danno l’impressione di inseguire il bene comune. E’ questo che voglio denunciare in quest’Aula. Noi diamo più l’impressione di perseguire il bene o l’interesse dei partiti, il bene o l’interesse dei singoli, anzichè quella di avere progetti che riguardano la crescita della società, dell’economia, l’equità sociale, progetti che partano dal primo italiano, che magari è il più ricco il più potente il più bravo il più intelligente, fino all’ultimo che è quello più in difficoltà.
Ecco, questa è la mancanza, la prima grande sconfitta della politica che ci mette in discussione.
Ma a mettere in discussione la politica non credo, come lo è stato fino a qualche mese fa, sia solo il discorso legato ai vitalizi, al numero dei Parlamentari o dei Consiglieri regionali. Queste semmai sono delle difficoltà che giustamente subiamo proprio perché non siamo in grado di dare quelle risposte serie, coerenti e forti che ci impone questo momento di crisi.
E dunque su questo sicuramente, Presidente, va fatta una riflessione seria, approfondita, per capire se noi a qualcosa serviamo o se non serviamo proprio a nulla. Ecco, se dovessimo essere solo dei faccendieri che stanno qua ad occupare dei posti inutili credo che la nostra dignità ci debba portare a fare la scelta personale di abbandonare la politica, anziché semplicemente prevedere una riduzione degli elementi che siedono in questa Assise.
E qui voglio fare anche una sottolineatura. Personalmente l’anno scorso ho rinunciato al vitalizio, quindi sono certo disposto a riparlare di una riduzione del numero dei Consiglieri regionali, però non va fatto in maniera unilaterale da una sola Regione bensì da tutte, in un progetto di architettura costituzionale che parte dal Governo, dalla Camera, dal Senato, quindi dall’elezione diretta del Presidente della Repubblica, dei Parlamentari ecc. Perché anche sulla legge elettorale nazionale c’è una grande confusione. La nostra è una repubblica parlamentare, ed ora si continua a parlare di riduzione dei parlamentari, però non si capisce se diventeremo mai una repubblica presidenziale. Per cui secondo me se non si risolvono prima le questioni non è giusto parlarne, altrimenti ognuno di noi giocherebbe a cavalcare una riforma secondo le proprie ambizioni – questo mi sembra palese e a volte anche strumentale al momento che viviamo –, quindi non avremo la responsabilità di seguire bene i problemi che devono affrontare gli italiani, i marchigiani.
Basta ad esempio prendere l’ordine del giorno della seduta odierna, ci sono delle interrogazioni che risalgono addirittura al 2010, delle mozioni del 2011 che non vengono mai discusse.
Ecco, forse prima di pensare in maniera forte – seppure, certo, lo potremo anche fare, non voglio nascondermi dietro un dito - alla riduzione dei Consiglieri regionali dovremmo pensare meglio a fare il nostro lavoro di Consiglieri regionali e, mi permetta Presidente, di Giunta regionale.
Dobbiamo occuparci maggiormente delle tante problematiche che vengono poste. Problematiche che, come dicevo, sono anche all’ordine del giorno, ma che ogni volta vengono accantonate, anzi, da parte di questa Assemblea non vengono neppure prese in considerazione.
La politica ha una sua funzione, un suo ruolo, quel ruolo indispensabile al funzionamento dello Stato e nel bene di tutti. E la politica potrebbe fallire anche fosse eletto un solo Consigliere per tutta la regione.
Quindi un punto all’ordine del giorno dovrebbe essere quello di trovare un progetto condiviso su cui lanciare la sfida ai marchigiani. Una sfida che al di là della maggioranza e della minoranza, che sicuramente sono determinanti, possa far riappassionare gli imprenditori, gli artigiani, i commercianti, gli agricoltori, i lavoratori autonomi, i dipendenti pubblici, insomma, tutti quelli che compongono la nostra società.
E’ questo il nostro compito, è questo il compito della politica. Parlare troppo, fuggire dalle sfide, fuggire da quel ruolo guida che la politica deve avere, indispensabile soprattutto nei momenti di crisi, ritengo sia la prima grande sconfitta, non di un’Assemblea, ma di quella passione che ci ha spinto a tutti, credo, ad intraprendere un percorso in questa direzione.
La politica che tende sempre a giustificarsi rende le istituzioni non credibili e deboli. Ecco, io non voglio appartenere a un’istituzione debole e non credibile, voglio appartenere a un’istituzione coraggiosa ed orgogliosa, voglio rappresentare, anche con chi non condivide le mie stesse posizioni, gli interessi della mia terra, voglio un’istituzione capace di dettare linee ed obiettivi da raggiungere, e che lo faccia con entusiasmo.
Non si può parlare di riforme come lo facciamo noi oggi a causa dei mal di pancia degli italiani o delle associazioni, bisogna parlare di riforme non per dire in quanti devono essere a governare il territorio bensì come governare il territorio, come diceva anche il Consigliere Badiali.
Quindi la sfida è: più lavoro e più confronto, e nel confronto andranno sicuramente inserite queste tematiche. Sono quasi due anni che siedo in questo contesto, ho sentito parlare moltissimo di vitalizio, del numero dei Consiglieri regionali, di legge elettorale, di schemi politici, mentre sento parlare in maniera molto diversa e anche più distaccata dei problemi dei marchigiani. Io voglio invece parlare dei problemi dei marchigiani, e farlo seriamente.
Voglio inoltre lanciare una sfida ad un’altra forte istituzione, quella finanziaria, quella delle banche. Sicuramente lei, Presidente, ha ragione a citare i consorzi, però in questo momento la finanza sono causa, insieme a tante altre, della grave crisi economica e sociale che coinvolge il nostro Paese. Allora il ruolo della finanza, il ruolo delle banche deve essere un punto all’ordine del giorno. Come deve essere un punto all’ordine del giorno il sistema socio-sanitario, quel sistema che deve reggere il bilancio e la produttività. E ancora, la discussione sulla Svim, che è fondamentale, ma i marchigiani la percepiscono poco, o meglio, alcuni ne sono a conoscenza mentre altri non sanno nemmeno che esiste quando invece potrebbero esserne magari interessati.
Ritengo che votare oggi la proposta di risoluzione presentata sia profondamente sbagliato, innanzitutto in rispetto all’Assessore Moroder, che è qui con noi, in secondo luogo perché questi argomenti vanno trattati e condivisi ampiamente prima di presentare un documento.
La politica “prendere o lasciare” non mi appartiene, non appartiene alla sensibilità dei marchigiani, non deve appartenere a chi in politica ha delle responsabilità.
Ecco, sarebbe bello mandare questo segnale al Governo centrale tutti uniti. Quindi sarebbe bene presentare un ordine del giorno tutti insieme e in maniera condivisa ove oltre a citare dei condivisibili obiettivi da raggiungere si citino anche delle linee guida serie che ci possano contraddistinguere.

PRESIDENTE. Ha la parola la Consigliera Giorgi.

Paola GIORGI. Voglio ringraziare il Presidente Spacca perché oggi con la sua comunicazione ci ha dato lo stimolo e l’opportunità per fare una riflessione che a mio avviso, veramente, potrebbe essere culturale (una parola che ho già sentito, ma la ripeto perché ritengo sia estremamente idonea).
Andando alla prima parte delle sue comunicazioni, mi sembra di aver letto – questa è la mia prima legislatura - che non è la prima volta che un Presidente modifica un assetto di Giunta e credo non sarà neppure l’ultima.
Ringrazio il Presidente anche per l’onestà intellettuale con cui ha riconosciuto il lavoro del Segretario Di Pietro in merito alle infrastrutture nella nostra regione. Il Consigliere Bucciarelli diceva che è un dovere di un Ministro fare bene il proprio lavoro. Sicuramente, dovrebbe essere normale, però se guardo un po’ la storia delle cose accadute nella nostra regione, anche recenti, in merito a interventi che dovrebbero essere fatti non dalla Regione ma dal Governo nazionale, credo che questo riconoscimento ci sta tutto. Molte volte non tutti, infatti, hanno fatto il proprio lavoro o hanno avuto dei meriti.
Il Presidente ci ha poi parlato stamattina di una necessità di riforma. Una necessità di riforma, ricordo, che era già presente nel programma di governo - che abbiamo sottoscritto e presentato in Aula il 19 aprile quando è stata insediata questa legislatura - laddove si parlava della necessità della semplificazione. E la semplificazione naturalmente si mette in atto attraverso le riforme.
Molte volte in quest’Aula – ha fatto bene il Presidente a ricordarlo –, non solo da una parte ma da tutte le parti, aleggia un po’, uno spirito di conservatorismo. Credo allora ci sia veramente bisogno di richiamarci un po’ tutti quanti all’ordine, fissare quell’obiettivo che all’inizio ci siamo dati tutti insieme e arrivarvi in maniera più determinata e con maggiore coraggio.
Il Presidente ha ricordato alcune riforme che sono in atto, la riforma socio-sanitaria molto importante, la riforma dell’Ersu. Noi come Italia dei Valori abbiamo sempre condiviso questo modo di fare riformista del Presidente, ci piace pensare ad una Regione moderna che guardi avanti, che guardi all’Europa, che lasci dietro le zavorre. Per arrivare ad un Ersu unico noi siamo stati sempre molto propositivi anche con delle nostre proposte di legge, e quindi per affrontare in maniera decisa la riforma. Molte volte però ci sono dei freni, che io dunque invito a superare. Così come per gli Erap. E voglio richiamare anche un altro argomento, che il Presidente non ha citato, la riforma dei consorzi di bonifica.
Insomma, ci sono moltissime strade da intraprendere, moltissime riforme da fare.
Quindi ringrazio il Presidente e mi unisco a lui, perché credo che quest’Aula certe volte abbia bisogno di maggior coraggio.
Il Presidente nel suo intervento ha citato Edoardo De Filippo, ha detto una frase che si usa moltissimo “a da passà ‘a nuttata”. De Filippo fa dire questa frase a un medico ma questo prima di dirla ha già somministrato la medicina, cioè ha fatto qualcosa per far sì che si risollevassero le sorti della persona malata. Ecco, quel qualcosa che noi dobbiamo fare è proprio questa rivoluzione culturale, questo cambio di atteggiamento, affrontare cioè con serietà le riforme, abbandonare per sempre il conservatorismo, che è il nostro nemico, e guardare avanti.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Pieroni.

Moreno PIERONI. Questo dibattito nasce dalle comunicazioni del nostro Presidente, dalla franchezza e dalla spontaneità delle sue riflessioni. Egli ha dato anche onore e merito dell’impegno dell’Assessore Moroder – che voglio riconoscere anch’io, ho avuto modo di verificare il suo lavoro in merito al turismo –, che è stato, ha detto, un assessore competente che ha cercato di inserirsi in quel percorso così importante del turismo per le Marche già intrapreso dagli assessori che l’hanno preceduta.
Io sono convinto inoltre che nelle riflessioni del Presidente ci sia l’insito desiderio, l’insita volontà di questa Giunta regionale, di questa maggioranza, di aprire, ancor più oggi in questo momento difficile dell’economia, del mondo del lavoro, dell’occupazione, al riformismo.
E chi come me nasce da un’ideologia di un socialismo riformista non può che apprezzare questo entusiasmo che appunto il Presidente ha messo anche oggi nelle sue riflessioni.
Dunque tutti insieme, cercando di valutare e approfondire per dare poi delle risposte alla nostra comunità, dobbiamo sentirci impegnati affinché il percorso possa essere condiviso, se possibile, dall’intera Assemblea regionale, perché naturalmente avrebbe più forza e più respiro anche all’esterno.
Sono altrettanto convinto che dobbiamo tutti insieme fare uno sforzo, anzi, fare un passo indietro per farne due avanti, in modo che quello che oggi è stato ribadito da tanti Consiglieri si possa concretizzarsi in atti compiuti.
Il messaggio che voglio pertanto lanciare come Capogruppo socialista è quello di far proseguire il Presidente in questa sua azione riformista, tenendo conto di tutte le sensibilità che vi sono all’interno di quest’Aula assembleare.

PRESIDENTE. Ha la parola, a conclusione del dibattito, il Presidente Spacca.

Gian Mario SPACCA. Per puntualizzare alcune cose, solo un flash, perché è giusto che poi proseguiamo con l’approvazione della legge sullo sport, ed anche per non approfittare della pazienza di coloro che hanno seguito tutto il nostro dibattito.
Io mi assumo la responsabilità delle scelte che riguardano la Giunta regionale e la composizione del Governo regionale; auguro a ciascuno di voi di essere Presidente della Regione la prossima volta, così si renderà conto di quanto sia difficoltosa la sintesi tra istanze così frammentate e articolate su diversi piani, come appunto quelle che portano alla composizione di un Governo regionale.
Voglio cioè dire che è una scelta che avviene con senso di responsabilità e profonda analisi e valutazione, nella ricerca di raggiungere un equilibrio, non soltanto tra singoli elementi come quelli che ho descritto, ma anche nella fusione di una maggioranza che in quest’Aula possa poi esprimere le proprie argomentazioni senza quello che è avvenuto nelle sedute precedenti, affinchè ci sia una maggiore compattezza che è parte integrante di un’azione di governo.
Io ho assunto su di me la croce della decisione, ma è chiaro che questa croce della decisione avviene in un contesto, che a voi non sfugge sicuramente, che è dato dai lavori di quest’Aula, rispetto a cui ritengo necessario intervenire quando in qualche modo la maggioranza mostra un elemento di debolezza. E questo elemento di debolezza è stato registrato.
Dopodiché, lo riaffermo, ci sono dei rapporti di fiducia all’interno dei quali si sviluppa l’azione politica. E sicuramente il rapporto di gratitudine è nei confronti di Antonio Di Pietro, non tanto come leader nazionale dell’IdV, quanto come Ministro dei lavori pubblici e delle infrastrutture nel periodo, Consigliere Carloni, 2006-2008. Infatti è stato proprio alla fine del 2006 che è avvenuta la Conferenza dei Servizi nella sala del Ministero delle infrastrutture in via Nomentana, a Porta Pia, per intenderci, alla quale parteciparono tutti i rappresentanti delle istituzioni locali della nostra regione (Presidenti di Province e Sindaci), ove si definì, non senza difficoltà, la scelta della terza corsia. E fu proprio, lo ripeto, la determinazione di quel Ministro a superare almeno una parte delle riserve che c’erano negli enti locali e nei Presidenti delle Province. E dunque allocare un investimento di 2 miliardi di euro nella nostra regione che per un battito di ciglia rischiava di finire sulla Pedemontana lombarda e sulla circonvallazione di Roma.
Quindi questo, a fronte di uno scenario catastrofico che presentava il sistema infrastrutturale della nostra regione, è stato il primo segno di cambiamento.
Un segno di cambiamento che poi ha avuto anche altri momenti significativi che vanno a merito di altre persone, a cominciare dal Sen. Baldassarre, Viceministro dell’economia. Ma su questa specifica questione c’è un debito di gratitudine della nostra Regione nei confronti di quel Ministro. E quindi è giusto che si sappia.
E questo, ripeto, crea un rapporto di fiducia all’interno del quale poi si sviluppano dialoghi e confronti che vengono portati a sintesi dalla responsabilità del Presidente. Ed io oggi di fronte a voi mi assumo la responsabilità di procedere nella direzione che vi ho annunciato.
Chiusa questa cosa c’è poi uno secondo aspetto, di cui non dovete scandalizzarvi.
A metà di ogni legislatura c’è sempre un confronto tra le forze politiche. Ritengo che questo confronto debba essere aperto in Assemblea legislativa regionale, per rispetto vostro, per rispetto del ruolo che esercitate come Consiglieri regionali. Voglio che questo dibattito si svolga qua dentro, non altrove, proprio per quella logica che prima richiamavo, dove appunto la competenza e il rispetto istituzionale deve essere prevalente rispetto a qualsiasi altra configurazione.
Dopodichè alla fine di questo dibattito ci sarà la conclusione del passaggio di metà legislatura con cui decideremo di affrontare la parte finale del periodo di questi cinque anni.
Ecco, qui c’è il pezzo più importante del ragionamento che ho cercato di fare con voi. Ed è questo. Noi abbiamo attraversato una fase difficile, e lo abbiamo fatto con determinazioni coraggiose, che spesso anche la Giunta regionale ha fatto, diciamo, un po’ fortemente, a volte anche un po’ in contraddizione con il sentimento che si esprimeva nei territori e qui in Aula assembleare, ma comunque ottenendo risultati; poi voi potete dire anche altre cose, ognuno di voi qua dentro ha portato la sua sensibilità, la sua intelligenza, ed io rispetto tutti gli interventi che ci sono stati, perché esprimono il sentire e il sentimento di ciascuno di voi, seppure naturalmente alcuni non li condivido mentre altri li condivido maggiormente.
Ma è comunque un fatto indubitabile, e ve l’ho detto, che se è vero, come voi sostenete, che la sanità e i servizi socio-sanitari sono nel 90% nell’azione del governo regionale, è anche vero che la settimana scorsa siamo stati indicati come benchmark per l’intera Italia.
E questo non è certo il frutto di una teoria o di approssimazione. E’ semmai frutto dell’azione di governo che è stata fatta in questi anni su un tema sensibile come appunto il diritto fondamentale alla salute dei nostri cittadini, rispetto ai quali siamo riusciti a tenere in equilibrio l’aspetto finanziario ed economico con quello delle prestazioni e dei servizi. Se l’Italia prende la regione Marche a benchmark della propria azione di riforma è in virtù di quello che, nel bene o nel male e con le contraddizioni che ci sono state, insieme abbiamo fatto.
Però, ripeto, tutto quello che abbiamo fatto – e sta qui il focus – non basta più. Non basta più! Perché dinanzi a noi abbiamo un triennio che è ancora più difficile di quello che ci siamo lasciati alle spalle.
Abbiamo fatto una riflessione, che avrete sicuramente letto, rispetto allo scenario dei prossimi tre anni, in cui quest’anno, il primo, entreremo decisamente in recessione. Il dato di crescita della nostra economia non sarà positivo, ma neppure stabile, sarà negativo. Negativo! C’è un’ipotesi di caduta dell’economia regionale del meno 1,8. Sapete che significa? Per noi è un dramma! Per cui dobbiamo organizzarci, dobbiamo attrezzarci con azioni sempre più efficaci. Il Governo regionale non può andare più all’arrembaggio, deve corroborare la sua azione in un rapporto di forte sintonia con la propria maggioranza, come qui è emerso, ma anche con l’intera Assemblea legislativa. Perché sarà in una fase di difficoltà estrema su cui dobbiamo attrezzarci, prepararci. E ne va in gioco anche quello che è il nostro ruolo, che oggi appartiene a me - domani apparterrà a qualcun altro -, oggi appartiene a Marcolini. Ed io per quel che mi riguarda non ho nessuna intenzione fino alla fine della legislatura di cambiare l’assetto del nucleo di governo di questa Regione che sugli aspetti finanziari basa la sua solidità.
Quindi chi manda in giro certe voci le manda in giro in modo sprovveduto e velleitario. Io su questo sin dalla prima legislatura sono stato sempre chiaro. Non intendo cambiare niente. Il Governo regionale si compone di alcuni elementi di nucleo, si compone di alcuni elementi di stabilità, si compone di alcuni elementi che sono definibili progettualmente in alcune congiunture. E Marcolini fa parte del nucleo che presidia la partita finanziaria di questa Regione. Quindi non è possibile che sia in qualche modo intaccato perché ne andrebbe in gioco l’equilibrio complessivo del sistema.
Chiarito questo aspetto, vi ribadisco che bisogna che proseguiamo con ancora più determinazione in un’azione riformatrice che faccia tesoro delle difficoltà che abbiamo dinanzi. A cominciare dalla sanità. Noi nei prossimi giorni faremo un’azione non di spending review come abbiamo già fatto - i 30 milioni di risparmio che abbiamo ottenuto li abbiamo infatti ottenuti attraverso la spending review -, ma faremo un’azione di financing review, cioè di revisione complessiva dei profili di indebitamento della nostra Regione. Ciò al fine di trovare nuove risorse da dedicare a un’azione che sia rivolta prevalentemente al diritto fondamentale della salute, come ho già anticipato, che interpreterà il dibattito consiliare che c’è stato fino ad oggi, soprattutto quelle esigenze dei due poli della nostra regione a sud e nord di avere delle risposte concrete.
E’ dunque su questo che ci misuriamo, non sulle chiacchiere, sulla coerenza dei nostri impegni e rispetto anche alle riflessioni che voi fate sia da maggioranza che da opposizione.
Questo è l’annuncio – che non è un annuncio bensì una riflessione - che questa mattina ho cercato di proporvi. Ovvero a sfidarci ad essere ancora più bravi. Perché abbiamo bisogno di questa bravura, di questa intelligenza, e non della strumentalità di alcune argomentazioni che ho sentito questa mattina, quelle sì che impoveriscono il dibattito di quest’Aula. Dobbiamo cercare di sfidarci sugli aspetti migliori che siamo in grado di esprimere, per trovare delle soluzioni che siano appropriate a una difficoltà straordinaria che avremo dinanzi nei prossimi tre anni. Ecco, questo è il messaggio di questa mattina, avremo tre anni difficilissimi, ancora più difficili di quelli che ci sono stati.
Certamente noi dalla nostra regione non potremo risolvere i problemi, perché queste difficoltà nascono da fuori, dall’Italia, dall’Europa, dal contesto internazionale, però dobbiamo fare tutto quello che è nelle nostre possibilità con grande senso di responsabilità, fuori dai tatticismi, fuori dalle rendite di posizione, fuori dai giochi che possono essere adombrati da logiche di potere, nel rispetto cioè di quello che è il nostro mandato, ovvero al servizio di quel bene comune che qui qualcuno ha richiamato, con coerenza dentro le questioni che contano, dentro la concretezza dei problemi, senza rivalità e senza fughe demagogiche.


PRESIDENTE. Bene, Grazie Presidente. Passiamo ora alla proposta di risoluzione n. 1 a firma dei Consiglieri Bugaro, Cardogna, Giorgi, Solazzi, Spacca, Massi, Malaspina, Silvetti, D'Anna, Marangoni, Eusebi, Latini, Carloni - (N.B. per le firme che seguono vedi intervento successivo del Consigliere Badiali)) -, Ortenzi, Comi, Badiali, Busilacchi, Canzian, Giannini, Mezzolani, Petrini, Sciapichetti, Traversini, Perazzoli:
Oggetto: crisi economica-riforme
“L’Assemblea legislativa delle Marche
Premesso che l'Italia sta attraversando uno dei momenti più complessi a causa di una profonda crisi economica e di sistema;
Ritenuto che per arginare e superare l'attuale momento siano necessarie profonde riforme;
Ciò premesso,
L’Assemblea regionale sollecita il Parlamento nazionale a voler procedere alla rapida approvazione, entro il termine dell'attuale legislatura, delle seguenti riforme:
− riforma costituzionale sull’architettura dello Stato;
− riforma elettorale;
− riforma giustizia;
− piano concreto di infrastrutturazione Paese;
− abbattimento burocrazia.".
Ha chiesto la parola il Consigliere Zinni, ne ha facoltà.

Giovanni ZINNI. Alla luce di quanto diceva il Governatore, cioè del dibattito di metà legislatura, credo che per approfondire argomenti così importanti ci si debba ritrovare ulteriormente. Quindi inviterei tutti i firmatari delle risoluzioni a ritirarle, dopodichè proseguire il dibattito in una data concordata dall’Ufficio di Presidenza e semmai a ritrovarci con qualcosa di più sostanzioso da mettere in campo.
Oggi questo dibattito su delle comunicazioni è stato un po’ inusuale.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Bugaro.

Giacomo BUGARO. Ritengo che questa risoluzione sia, per mutuare, come dire, le parole di chi mi ha preceduto, un pochino l’acqua fresca, ma siccome in questo momento nel nostro Paese c’è necessità di acqua fresca, allora quei punti che abbiamo fissato sono la cifra minima di quello che dovrebbe fare il Parlamento. Invece mi sto rendendo conto che il Parlamento ha tutta voglia meno che di fare delle serie riforme nell’interesse del Paese.
Quindi, anche a costo di rimanere ultimo o unico firmatario, io intendo chiedere al Parlamento di fare le riforme istituzionali.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Badiali.

Fabio BADIALI. Dicevo prima nel mio intervento che avrei preferito avessimo presentato per la prossima seduta una mozione che impegnava il Governo nazionale, cosicchè avremmo fatto un dibattito fuori dalle comunicazioni del Presidente di oggi. Ma visto che ora questa proposta di risoluzione porta la firma di diversi Consiglieri e sulle cui motivazioni siamo perfettamente d’accordo, chiedo a nome del Partito Democratico di inserire in essa tutte le firme dei Consiglieri del Gruppo.

PRESIDENTE. Bene. Comunque la proposta del Consigliere Zinni, ossia di un dibattito ancora più approfondito su un tema così importante, ritengo possa essa fatta oggetto di un ulteriore approfondimento; il Consigliere ha tutte le ragioni ad averlo posto. Quindi tale proposta può essere oggetto di una valutazione in sede di Conferenza dei Presidenti dei Gruppi. Dopodichè se lo riterranno opportuno e, come dire, adeguato alla difficoltà del momento, lo concorderemo con il Presidente della Giunta e si farà magari una seduta monotematica.
Ha chiesto la parola il Consigliere Binci, ne ha facoltà.

Massimo BINCI. Presidente, voglio dire perché non voterò questa risoluzione.
Secondo me è una risoluzione generica e direi anche pericolosa.
La premessa richiama le difficoltà della crisi economica e di sistema, poi al secondo capoverso parla della necessità di riforme. E tutto ciò premesso ”sollecita il Parlamento a voler procedere alla rapida approvazione…”, allora, intanto per chiedere che sia rapida bisognerebbe prima sapere quali sono i contenuti dell’approvazione, “…delle seguenti riforme: riforma costituzionale sull’architettura dello Stato…”, non so, ci vogliamo mettere qualcos’altro?!, “riforma elettorale”, bene, questa è senz’altro condivisibile, però messa in questi termini si dà solo un mandato generico, perché si parla di riforma elettorale ma non si parla di quello che i referendum hanno chiesto, “riforma giustizia”, quando qui tra i firmatari c’è sia chi ritiene che la giustizia non deve interessarsi dei potenti sia chi ritiene che la giustizia dovrebbe accorciare i tempi di carcerazione dei poveri di cui sono piene le carceri, “piano concreto di infrastrutturazione Paese”, ecco, all’interno di una difficoltà di risorse come minimo bisognerebbe indicare le priorità, infine “abbattimento burocrazia” a cui certamente nessuno può dire di no.
Quindi, mi sembra una risoluzione troppo generica; che tra l’altro se data in mano a Monti e alla Foriero, che non sono qui per dare caramelle, penso che potrebbe essere interpretata in maniera molto diversa da quelle che magari sono le speranze di tanti firmatari.
Quindi mi sento di non poter condividere una risoluzione così generica e soprattutto che dà un mandato senza nessun indirizzo.

PRESIDENTE. Bene. Mi sembra che il dibattito sia esaurito. Io posso aggiungere solo questo. Essendo stata redatta in modo veloce probabilmente ha bisogno di qualche correzione, che so, piuttosto che “piano concreto di infrastrutturazione Paese” magari mettiamo “piano nazionale delle infrastrutture”, oppure, “abbattimento burocrazia” sostituirlo con “piano per la semplificazione burocratica”. I concetti ovviamente rimangono gli stessi. Anche perché non è la presentazione di una proposta di legge da parte di un’Assemblea legislativa, è un invito a procedere su riforme di cui tutti condividiamo l’esigenza, quindi non è che su ogni argomento si può specificare. (…) Consigliere Binci, ha già parlato! Stavo dicendo che è una sollecitazione che arriva da un’Assemblea legislativa su temi di grande interesse e su cui riteniamo urgente che prima della fine della legislatura nazionale si legiferi. Poi è chiaro che non è che legiferano come diciamo noi, comunque il Parlamento dovrebbe legiferare con una sua maggioranza ecc.., e questa è dunque la ratio.
Proposta di risoluzione n. 1 (testo finale corretto in sede di coordinamento tecnico)
“L’Assemblea legislativa delle Marche
Premesso che l'Italia sta attraversando uno dei momenti più complessi a causa di una profonda crisi economica e di sistema;
Ritenuto che per arginare e superare l'attuale momento siano necessarie profonde riforme;
Tutto ciò premesso sollecita il Parlamento nazionale a voler procedere all'approvazione entro il termine dell'attuale legislatura dei seguenti provvedimenti:
− riforma costituzionale dei massimi organi dello Stato;
− riforma elettorale;
− riforma della giustizia;
− piano nazionale delle infrastrutture;
− semplificazione burocratica".
La pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Proposta di risoluzione n. 2 a firma dei Consiglieri Trenta, Zaffini:
“Oggetto: Crisi economica – Riforme – Governo politico
Premesso che l’Italia sta attraversando uno dei momenti più complessi a causa di una profonda crisi economica e di sistema;
Ritenuto che per arginare e superare l’attuale momento siano necessarie profonde riforme costituzionali;
Ciò premesso,
L’Assemblea regionale sollecita il Parlamento nazionale a voler procedere alla rapida dimissione del Governo tecnico e al ripristino del Governo democraticamente eletto, e che lo stesso si faccia carico delle dovute riforme costituzionali, come da mandato popolare.”.
Ha la parola il Consigliere Zaffini.

Roberto ZAFFINI. Questa è una contro risoluzione, perché al contrario vostro, che su quello che dice Monti siete tutti pronti, noi invece non siamo pronti affatto. Noi pensiamo che in questo momento nel nostro Paese stiamo vivendo una sospensione della democrazia. Siamo commissariati da un ex commissario europeo che è tra i fautori del disastro che stiamo vivendo.
Questa crisi è stata creata ad arte per sostituire i Governi eletti dal popolo.
Il Parlamento europeo ha a capo un signore che non è stato eletto da popolo e quindi è sconosciuto ai più, per cui molte delle espressioni di questa Europa tecnocratica e burocratica non hanno origine dalla volontà popolare. Ecco, questa lunga mano la si recepisce anche nel nostro Paese, che è primo fra i tanti a dover subìre le imposizioni europeiste.
Noi siamo assolutamente contro questo Governo tecnico perché sta improntando delle scelte che vanno veramente verso l’”ammazza Italia” e non verso il “cresci Italia”.
Con l’articolo 18 vedremo che tanti cinquantenni saranno messi per strada, oltre ad aver loro aumentato l’età pensionabile. E’ un vero scempio! Uno scempio che a livello di coesione sociale produrrà dei prezzi altissimi.
Fra un pochino suonerà anche la campana dell’IMU. I cittadini si renderanno conto cosa vorrà dire! Io non ho capito se anche il loculo è considerato seconda o terza casa! Addirittura anche gli anziani che risiedono nelle case di riposo, perchè non possono stare più nelle loro case, si vedranno applicare per la loro casa di proprietà l’aliquota come seconda casa.
Quindi questo Governo sta veramente attuando delle aberrazioni. Alla faccia della politica e dell’antipolitica, perché, signori miei, è questa la vera casta! E’ la vera casta che tra l’altro ha anche l’avallo della stampa, della stampa lecchina, che spesso deride i politici e poi scrive bene di questi soloni, professoroni, tecnici e burocrati.
Anche le Province si commissariano con un decreto, non si va al voto. Ma con che diritto! Questa è la sospensione della democrazia! Allora che si faccia un decreto anche per i Comuni così non andremo a votare nemmeno per loro! O magari anche per le politiche! Ma come siamo messi in questo Stato! Siamo veramente alla frutta. Se eliminassimo la classe politica anche delle Province saremo in mano ai burocrati, com’era nell’Unione Sovietica.
Ecco, questo è il rischio che corre questo nostro Paese, con il tacito assenso di tutta quest’Aula. Solo i nostri amici di sinistra probabilmente hanno una coscienza all’altezza di capire come siamo messi, e mi fermo qui!

PRESIDENTE. Pongo in votazione la risoluzione n. 2.

(L’Assemblea legislativa non approva)


Proposta di legge regionale n. 153 (testo base)
ad iniziativa della Giunta regionale
“Disposizioni regionali in materia di sport e tempo libero”

Proposta di legge regionale n. 98
ad iniziativa dei Consiglieri Ortenzi, Massi, Giorgi, Marangoni, Perazzoli, Romagnoli, Traversini
“Testo unico in materia di attività sportive e motorio-ricreative”

(abbinate)
(Discussione e votazione)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca la proposta di legge n. 153 ad iniziativa della Giunta regionale, abbinata alla proposta di legge n. 98 ad iniziativa dei Consiglieri Ortenzi, Massi, Giorgi, Marangoni, Perazzoli, Romagnoli, Traversini.
Ha la parola la relatrice di maggioranza Consigliera Ortenzi.

Rosalba ORTENZI. Questa proposta di legge contiene indirizzi precisi a favore delle politiche in materia di sviluppo e promozione dell’attività sportiva nel territorio regionale. E’ una proposta di legge che non solo abroga la normative vigente, ma apporta anche novità molto importanti, innovative, più rispondenti alle esigenze degli atleti e di tutta la comunità marchigiana.
La Commissione, che ringrazio sentitamente, ha lavorato con molta intensità attorno alle due proposte di legge (che abbiamo abbinato e poi composto in un unico testo), recependo istanze, dati, informazioni e soprattutto apportando modifiche.
Voglio qui ringraziare anche gli amici del Comitato italiano paraolimpico, pazientemente presenti in quest’Aula per ben due sedute, per aver offerto il loro contributo, che poi abbiamo recepito direi in toto nel testo di legge; ieri nell’ultima seduta di Commissione abbiamo infatti portato le loro istanze in emendamenti affinché possano essere oggi votati.
Numerosissime sono state le audizioni che abbiamo svolto, abbiamo raccolto dati e informazioni, il tutto per meglio comporre il testo.
Voglio infine ringraziare i colleghi Consiglieri, sia di maggioranza che di minoranza, che hanno presentato molti emendamenti, poi ritirati perché sempre ieri li abbiamo accolti come Commissione. Voglio infatti sottolineare che questa legge, e raramente succede, è uscita dalla Commissione con un voto unanime.
Le novità riguardano in modo particolare alcuni aspetti, che vado molto sinteticamente ad elencare: l’adozione di un programma di legislatura che contiene le strategie generali di intervento e gli obiettivi da realizzare; la previsione di un piano annuale degli interventi; l’introduzione di un fondo unico per lo sport – ecco, forse su questo c’è stato un attimo di riflessione in più per una iniziale non totale condivisione, avevamo cioè un po’ il sospetto che potessero diminuire i fondi per i soggetti diversamente abili in quanto c’era una legge di settore, che ora appunto è in un testo unico –; l’istituzione del Comitato regionale dello sport e della Conferenza regionale sempre sullo sport e tempo libero.
Questa legge, inoltre, si propone di promuovere lo sport di cittadinanza, di incentivare le attività sportive delle persone diversamente abili (ci sono diversi articoli ove si ferma l’attenzione proprio per questo settore di intervento), di promuovere l’attività e le manifestazioni sportive, non solamente quelle agonistiche. Dunque tutte innovazioni che hanno una notevole importanza.
Per assicurare un adeguato finanziamento di particolari categorie di intervento è previsto che una quota del fondo unico dello sport - che non viene modificata, viene solo ricomposta e messa, ancora volta, in un testo unico - sia destinata al sostegno delle attività sportive dei soggetti diversamente abili e allo sport di cittadinanza.
Per lo sport di cittadinanza vengono concessi contributi per garantire a tutti, quindi indipendentemente dall’età e dalla categoria sociale di appartenenza, dalle capacità tecnico-sportive possedute, stili di vita attivi, volti a prevenire le patologie e per sostenere la formazione educativa dello sport. Questo sostegno viene attivato finanziando progetti di inclusione sociale delle persone in difficoltà, attraverso la pratica sportiva e motoria.
Con questa legge si incentivano le attività sportive dei soggetti diversamente abili attraverso il finanziamento alle società e alle associazioni riconosciute dal CONI e dal CIP (Comitato italiano paraolimpico), che promuovono la partecipazione di persone diversamente abili alla pratica sportiva ed anche le altre associazioni composte prevalentemente da disabili che effettuano attività sportive riconosciute sempre dal CIP e dal CONI.
Vengono inoltre sostenute le attività sportive amatoriali e dilettantistiche, le manifestazioni sportive agonistiche ed il merito sportivo.
Tra le iniziative innovative si segnala l’istituzione di un premio destinato ai giovani atleti marchigiani non professionisti, che si sono distinti a livello nazionale e internazionale manifestando uno spiccato talento sportivo, inoltre alle società a cui gli atleti suddetti appartengono e alle scuole per progetti che promuovono ed esaltano le finalità educative e formative della pratica sportiva.
Per l’impiantistica sportiva viene promossa la realizzazione di un sistema regionale di impianti e attrezzature sportive, attraverso il finanziamento di opere realizzate dagli enti locali, società e associazioni sportive ed altri soggetti pubblici e privati senza fine di lucro.
Una particolare attenzione è dedicata al finanziamento di interventi volti all’abbattimento delle barriere architettoniche necessari ad assicurare l’esercizio della pratica sportiva da parte dei diversamente abili, destinando una quota del fondo unico per lo sport a tale scopo.
Un emendamento presentato ieri dalla Commissione, e che oggi andremo a votare, prevede che i progetti siano accompagnati dal parere tecnico del CONI circa le conformità dell’impianto come da normativa vigente.
Nella legge, inoltre, abbiamo introdotto disposizioni per individuare i requisiti tecnici, igienico-sanitari e di sicurezza degli impianti ed attrezzature per l’esercizio di attività ginniche a scopo non agonistico, al fine di regolamentare il settore delle palestre e garantendo così la sicurezza degli utenti.
Particolarmente importante e innovativa è l’opzione per introdurre il passaporto ematico. Voglio qui ringraziare il collega Massi che per primo ha avuto l’intuizione di proporre alla Commissione questa possibilità, che appunto ha suscitato tanto interesse. I tanti decessi di giovani sportivi, che purtroppo si sono verificati, sono accaduti per motivi che appunto potrebbero essere eliminati con l’introduzione obbligatoria del passaporto ematochimico; che di fatto sono le classiche analisi del sangue, che però, come sapete, oggi non sono obbligatorie, infatti per avviarsi ad un’attività sportiva basta semplicemente una certificazione del medico sportivo o di base.
Questo passaporto riteniamo sia estremamente utile, per il doping, per prevenire patologie, per salvaguardare la salute degli atleti attraverso screening preventivi obbligatori per i giovani praticanti le attività sportive, individuando, in questa fase direi sperimentale, iniziale, una fascia di età dai 14 ai 18 anni.
La legge promuove intese con l’Avis per il rilascio gratuito del passaporto ematico. La Regione contribuisce alla spesa sostenuta dalle famiglie a basso reddito attraverso modalità stabilite dal programma pluriennale. Su questo ci eravamo anche posti il problema, che abbiamo sviluppato attraverso una sorta di informazione anche con il Servizio sanitario, di quanto questo aspetto potesse incidere nel budget della sanità, quindi nel bilancio regionale. Poi abbiamo considerato che in fondo per le famiglie più abbienti fare le analisi del sangue una volta l’anno, o comunque in maniera abbastanza frequente, ai figli che praticano attività sportiva può essere compatibile. Mentre per quelle famiglie a basso reddito, e quindi che presentano un basso Isee, è prevista la possibilità, appunto, che si intervenga come servizio.
Ritengo in sostanza che abbiamo prodotto una buona legge. Probabilmente, come per tutte le leggi, potrebbe magari non essere del tutto esaustiva, ma riteniamo che messa a confronto con quelle delle altre Regioni si sia ben operato. Soprattutto, ripeto, per questo ultimo aspetto di cui vi ho accennato che è nuovo ed originale e che non ritroviamo in nessun’altra legge regionale.
Spero che tutte le istanze che sono state rappresentate sia dai colleghi, che ringrazio di nuovo, che dal CONI e particolarmente dal CIP, siano state raccolte. Se poi qualcosa manca, insomma, a tutto si può rimediare. Vi ringrazio.

PRESIDENTE. Ha la parola il relatore di minoranza Consigliere Massi.

Francesco MASSI. Sarò sintetico in quanto condivido la relazione della Presidente Ortenzi. Ciò che ha esposto è la sintesi di un lavoro, fatto da mesi, insieme a tutti i colleghi della prima Commissione, con grande pazienza, grande capacità di ascolto e di interlocuzione con i soggetti che, tutti, fin dall’inizio, ci hanno aiutato a migliorare il testo.
Esprimo quindi un ringraziamento e la stima nei confronti della Presidente e degli altri colleghi. Come pure al dott. Talarico e allo staff della Commissione che ci hanno veramente aiutato ad arrivare ad un testo, e lo dico con orgoglio, che è pioniere in Italia, per quei motivi che appunto poc’anzi ha esposto la Presidente Ortenzi.
Voglio un attimo sintetizzare un altro concetto. Un testo unico non è solo una raccolta di leggi preesistenti, ma la sottolineatura e la prescrizione di chi fa che cosa. Quindi finalmente si capiscono le competenze, che sono sulle strutture, sulla promozione, c’è la programmazione della Regione, quello che devono fare i Comuni. Certo, abbiamo alleggerito un po’ il ruolo della Provincia perché non sappiamo dove si andrà, quindi siamo stati prudenti nel concentrare sulla Regione e sui Comuni le principali competenze.
Grande soddisfazione anche perché il CONI e il CIP ci hanno, diciamo, eletti a loro interlocutori importanti. In particolar modo ci dà grande soddisfazione quello che è stato fatto per lo sport paraolimpico che ritengo sia un passaggio in questa regione di grande civiltà.
La Presidente sottolineava anche il passaporto ematochimico. La ringrazio per il ringraziamento, però voglio dire che ci hanno aiutato – io ho fatto un po’ da passavoce - quelle fondazioni nazionali che si stanno battendo per coniugare la prevenzione della salute con lo sport. Cito ad esempio la Fondazione Andrea Fortunato o la Flavio Falzetti e altre fondazioni, che per questa promozione sono state recentemente premiate in Campidoglio sia dal Governo che dagli Enti locali.
E’ vero, come diceva la Presidente, purtroppo spesso ci troviamo a piangere atleti morti sul campo, notizie tragiche che ci colpiscono ogni giorno, ce ne sono anche di recenti. Poi ci sono altre morti e altre malattie, purtroppo, che ci sfuggono perché i controlli sono troppo leggeri. Mi riferisco, sopratutto per l’età adolescenziale, ai tumori, alle leucemie fulminanti, che hanno colpito tanti adolescenti e che magari con un controllo maggiore del sangue si potevano prevenire.
Ora dunque questa obbligatorietà fa fare veramente alle Marche un passo in avanti nel nostro Paese. Ce lo hanno chiesto le famiglie, le associazioni, sicchè con grande sensibilità è stato recepito.
Di fronte al rilievo che si fa su quanto costerà questo, voglio sottolineare che nei prossimi bilanci quando tratteremo questo argomento bisognerà dare un segnale forte. L’attenzione ai giovani non può non partire dalla loro salute. Ed il passaporto ematochimico permette uno screening importantissimo. Nell’era del servizio militare per noi maschi c’era un maggior controllo, poi questo si è perso, per cui ora lo riportiamo allo sport, perché almeno il 70-80% della popolazione giovanile passa attraverso un’attività sportiva e agonistica.
Voglio inoltre chiedere al Presidente Spacca che appena approvata la legge si faccia messaggero con le altre Regioni, perché appunto la Regione Marche può giocare in questo un ruolo di Regione pioniera. E voglio anche dire che siamo arrivati prima anche nei confronti del Parlamento che sta appunto per discutere una legge nazionale firmata da tutti. Credo che nella Conferenza Stato-Regioni i rappresentanti del nostro Esecutivo debbano portare questo messaggio, perché, è vero, lo diciamo, altre Regioni sono state sorde ad appelli di fondazioni nazionali che hanno spinto per questo.
Quindi esprimo veramente grande soddisfazione per questo momento.

PRESIDENTE. La discussione è aperta. Ha la parola la Consigliera Malaspina.

Maura MALASPINA. Signor Presidente, colleghi Consiglieri, la pratica sportiva e lo sport rappresentano un fenomeno sociale ed economico d'importanza crescente, che contribuisce in modo sempre più significativo agli obiettivi di benessere, solidarietà ed arricchimento culturale.
Lo sport è fonte di valori importanti, come lo spirito di gruppo, la solidarietà, la tolleranza e la correttezza, e contribuisce allo sviluppo e alla realizzazione personali.
Lo sport promuove, inoltre, il contributo attivo dei cittadini alla società, aiutando a rafforzare la cittadinanza attiva.
Non v'è da trascurare, poi, tutto l'apparato economico che ruota attorno all'organizzazione di eventi sportivi, nonché i posti di lavoro legati all'attività sportiva.
In sintesi, si può affermare che lo sport è fonte di ricchezza non solo economica, ma anche interiore.
Fatta questa dovuta premessa sull’importanza dello sport vorrei entrare nel merito della legge che ritengo essere veramente positiva, e per questo faccio i miei complimenti alla Giunta regionale, ma anche alla prima Commissione per il grande lavoro svolto e per i contributi forniti.
Vorrei mettere in evidenza alcuni punti della legge a mio parere molto interessanti…(…)

Presidenza del Vicepresidente
Giacomo Bugaro

PRESIDENTE. Ha ragione, Consigliere. Scusi, collega Malaspina, non abbiamo nessun rappresentante della Giunta presente in Aula, quindi…(…) Assessore Canzian, prego, si accomodi. Continui pure, Consigliera Malaspina.

Maura MALASPINA. Il primo punto, dicevo, riguarda le finalità e gli obiettivi.
La legge che andiamo ad approvare mette in evidenza il rapporto tra organizzazioni sportive e Regioni ed Enti locali e rappresenta, ancor più che con la precedente normativa, lo snodo principale, il necessario punto di riferimento e sintesi attraverso il quale impostare la politica sportiva.
Lo scopo della legge non è solo quello di promuovere lo sport tout-court e tantomeno quello agonistico. La vera mission è quella di elevare il benessere psicofisico e la qualità della vita della popolazione regionale attraverso la pratica sportiva, nel senso più ampio del termine. Vi sono abitudini, devianze e patologie (dal tabagismo all’uso di sostanze stupefacenti, abuso di bevande alcoliche, obesità, depressione, ecc.) che producono ogni anno un numero impressionante di decessi, menomazioni, inabilità. Ma anche fenomeni che solo apparentemente sono marginali, come bullismo, intolleranza, isolamento, sedentarietà, ecc.
Con questa legge vogliamo impegnare la comunità marchigiana ad interventi per e verso la gioventù, soprattutto in termini di educazione e formazione, ed il programma regionale previsto.
Il secondo punto riguarda il comitato regionale dello sport e del tempo libero.
Possiamo considerare il comitato come il vero luogo deputato a condividere con tutte le parti la vera politica regionale sullo sport, in pratica è possibile programmare le priorità, le azioni positive da porre in essere ed il chi-fa-che-cosa nell’ambito dello sport, al fine di ottimizzare le risorse, coordinare azioni, informare reciprocamente, nella comune consapevolezza che, coerentemente con il principio della sussidiarietà, vada affermato il primato dello sport su quello delle rigide competenze, che certamente vanno rispettate; lo sport è troppo importante per la crescita sana della nostra popolazione per ridurlo a territorio in cui elevare steccati in virtù di competenze e non già di efficacia, efficienza ed economicità.
Il terzo punto riguarda l’impiantistica sportiva.
La regione Marche possiede un importante patrimonio di edilizia sportiva, qualificato e qualificante, che abbisogna però di significativi interventi manutentori. Con questa legge si va nella direzione di riqualificare il nostro patrimonio. Attenzione, però, il piano regionale dovrà essere finalizzato a interventi mirati e non a contributi a pioggia. Un piano destinato non già all’edificazione di nuovi impianti bensì alla messa in sicurezza ed a norma di quelli attuali, in cui gli interventi vengano “partecipati” dalle diverse Istituzioni. Elemento positivo della legge è che la costruzione di nuovi impianti e l’ammodernamento degli impianti esistenti debba tener conto soprattutto dell’abbattimento delle barriere architettoniche.
Quarto punto, sport di cittadinanza.
Inserire lo sport di cittadinanza in questa legge è da considerare un vanto per la nostra regione. Lo sport di cittadinanza e lo sport di tutti e per tutti; uno sport visto come promozione della salute psico-fisica e della coesione sociale. Il capo terzo della legge sposta l'asse dell'interesse pubblico dallo sport inteso come prestazione agonistica allo sport come esercizio di promozione del benessere individuale e sociale. In pratica consideriamo lo sport di cittadinanza come "qualsiasi forma di attività fisica esercitata in forma organizzata o individuale, praticata con l'obiettivo del miglioramento della condizione psico-fisica, per lo sviluppo delle relazioni sociali e dell'integrazione interculturale, per favorire la leale competitività nella pratica sportiva, per il miglioramento e la diffusione di stili di vita attivi". La promozione dello sport per tutti, non può essere intesa riduttivamente, ossia limitata all’attività sportiva agonistica di alto livello, ma deve necessariamente riguardare tutti i cittadini, di tutte le età, per l’esercizio di ogni tipo di attività motorio-sportiva.
Il quindi punto, che a mio avviso è il più interessante, riguarda le attività sportive delle persone diversamente abili
L’operazione fatta di inserire anche l’attività sportiva dei diversamente abili in questo testo unico sullo sport, ritengo sia un’opera veramente meritoria in quanto finalmente si riconosce la pari dignità.
Il capo quarto meriterebbe una discussione più approfondita, però due aspetti li voglio mettere in evidenza. Il primo riguarda la promozione dello sport quale elemento cardine della formazione psicofisica dei diversamente abili. Il secondo elemento, invece, è l’importanza che la legge regionale da alle associazioni sportive, in particolare al CIP, che dal basso interverranno sia nella predisposizione del piano dello sport che dei criteri e delle modalità per la concessione dei contributi.
Concludo questo mio intervento auspicando che tutta l’Assemblea legislativa regionale prenda atto di questa nuova legge e voti positivamente.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Zinni.

Giovanni ZINNI. Sicuramente questa proposta di legge ha avuto il grande merito di affrontare la tematica nel suo complesso. Ci sono parecchie cose nuove, c’è la copertura totale degli argomenti che riguardano lo sport. Ma devo anche dire che a volte le proposte di legge di questo tipo si sa dove arrivano ma non si sa da dove nascono. Il testo base iniziale era infatti a dir poco agghiacciante nei confronti del mondo delle disabilità, di fatto andava a depotenziare completamente un primato storico delle Marche - di cui io non ero a conoscenza, non ero Consigliere regionale quando fu approvata -, cioè la Regione Marche era una delle pochissime regioni in Italia che aveva una normativa propria sullo sport delle disabilità.
Posto in essere che questo primato si stava rischiando di perderlo, mi sento senz’altro di ringraziare profondamente in senso istituzionale la Presidente Ortenzi, che si è fatta carico di ascoltare le lamentele di vari Consiglieri regionali, ma soprattutto di una parte importante di questo settore, ovvero il Comitato italiano paraolimpico, l’unico ente riconosciuto sullo sport delle disabilità. Si è inoltre fatta carico di un percorso di approfondimento veramente lodevole, perchè oggi quest’Aula licenzierà un testo comprensivo di una serie di modifiche che appunto la Commissione ha voluto far proprie. Voi sapete che quando un testo arriva in Aula con tanti emendamenti senza che la Commissione abbia avuto l’opportunità di riverificarli può accadere qualunque cosa. Quindi mi sento in dovere di ringraziarla, perché alcune lacune che erano comprese verranno, spero, dall’Aula sedate con una serie di emendamenti della Commissione. Alcuni emendamenti li avevo presentati anch’io che ora per onorare appunto il lavoro della Commissione mi sento in dovere di ritirarli - non è infatti importante che ci siano prime donne, l’importante è il risultato finale.
Il punto di partenza era di avere due leggi e due fondi diversi sullo sport in generale e sullo sport delle disabilità gestito e riconosciuto dal CIP. Ora quindi l’auspicio è che con un fondo unico non ci siano furbetti del quartierino, non ci siano persone che cercano di impedire o creare equivoci tra questi due mondi. Mondi che devono rimanere uguali sul piano morale delle pari opportunità e invece devono rimanere ben separati sul piano pratico delle attività, altrimenti rischieremmo di andare a togliere soldi a qualcuno per darli a qualcun altro.
Quindi ancora un grazie alla Presidente Ortenzi e ai componenti della Commissione che hanno recepito questi malumori. Con l’auspicio che quando ci saranno i regolamenti, quando si declinerà concretamente il percorso di individuazione dei fondi, ogni situazione sportiva sarà tutelata per quello che pesa. E questo vale per il CONI, per il CIP, vale per gli enti di promozione sportiva che non si occupano di agonismo, ecc., ecc..
Speriamo dunque che tutti gli emendamenti vengano recepiti e che alla fine ognuno abbia i suoi giusti strumenti di pari opportunità e di rilancio dello sport.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Latini.

Dino LATINI. Intanto come Presidente della II Commissione ricordo il parere favorevole sugli aspetti finanziari di questa proposta di legge, come pure il fatto che la Commissione ha ritenuto importante introdurre la modifica all’articolo 8 che prevedeva di sottoporre il programma annuale degli interventi anche al CIP.
Il mio intervento si basa però sui tre-quattro punti fondamentali di questa legge.
E’ una legge che riorganizza le norme precedenti in modo molto più chiaro e adeguato al contesto attuale e futuro, mettendo al centro dell’articolato l’uomo, la parità dello sport e la parità anche nei confronti dei soggetti svantaggiati.
Viene introdotto il Comitato per lo sport, che dunque significa ordine e chiarezza.
Poi troviamo le modalità di contribuzione, che vuol dire soprattutto fare una graduatoria degli interventi, delle manifestazioni e attività compiute su scala regionale da moltissime associazioni, che coordinate dalle varie federazioni risulteranno determinanti per l’attuazione dei valori dello sport, che sono poi i valori fondamentali della vita.
Altri due aspetti fondamentali sono l’istituzionalizzazione della fidejussione regionale, che è una cosa che alcuni enti locali già fanno, ma che non era stata inquadrata dal punto di vista normativo, e il concetto del contrasto al doping, il famoso passaporto ematochimico, che indubbiamente costituisce, attraverso la medicina dello sport, un passo importante sul controllo della salute dell’atleta.
Ringrazio anche la Commissione per l’accoglimento di alcuni miei emendamenti (quindi ritiro quelli accettati), da me proposti al fine di un arricchimento in senso positivo della proposta di legge, frutto di sollecitazioni che provengono dalle associazioni sportive. Associazioni che hanno la paura di vedersi inquadrate all’interno di aspetti sociali, che indubbiamente sono importanti per lo sport, ma che non sono prettamente sportivi. Comunque l’applicazione concreta del regolamento preverrà questa paura insita in quell’emendamento che appunto dichiaro fin d’ora di ritirare.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Busilacchi.

Gianluca BUSILACCHI. Anch’io molto brevemente perché nel merito mi ritrovo nelle considerazioni fatte dalla Presidente Ortenzi, che ringrazio. Tra l’altro è un lavoro fatto all’unanimità, quindi un apprezzamento anche sul piano del metodo, perché evidentemente si è lavorato bene.
Lo sport è un tema che spesso viene sottovalutato dalla politica, è sempre un po’ la cenerentola delle politiche, erroneamente, perché l’attività sportiva ha anche un ruolo sociale. Come pure un’incidenza evidente sulle condizioni di salute, specie in una fase come quella attuale in cui i bambini in tutto il mondo occidentale sono a rischio di obesità; ricordo che presentiamo sempre, insieme ad altri colleghi, una mozione bipartisan allegata a ogni bilancio per sostenere l’attività motoria nella scuola primaria.
Anch’io dunque ringrazio la Presidente, la Commissione tutta e gli uffici che hanno svolto un ottimo lavoro su un testo che riordina, che affronta la complessità di tutti gli aspetti dell’attività sportiva.
Sono particolarmente soddisfatto, come hanno detto anche altri colleghi, del metodo che la Commissione, in particolare nelle ultime settimane, ha adottato. Un metodo aperto alla partecipazione, al coinvolgimento e anche all’ascolto rispetto alle prime versioni del testo che erano circolate. In particolare sull’aspetto che riguarda l’attività sportiva per i disabili. Sono arrivate diverse sollecitazioni da parte del CIP, ecco perché alcuni di noi avevano presentato degli emendamenti. Mi compiaccio e ringrazio che molti di questi spunti siano stati accolti dalla Commissione. Quindi anch’io, anche per semplificare i lavori dell’Aula, ritiro tutti i gli emendamenti di cui ero primo firmatario.

PRESIDENTE. Ha la parola la Consigliera Giorgi.

Paola GIORGI. Solo per annunciare il voto favorevole dell’Italia dei Valori a questa innovativa proposta di legge, a questo testo unico per lo sport.
Non entro nel merito perché la Presidente Ortenzi ha spiegato già molto bene questo testo. Però mi piace ricordare il grande lavoro di condivisione e di ascolto che abbiamo svolto in Commissione e che sicuramente ha portato ad un risultato importante.
Si parlava di pari opportunità, ritengo che questo nuovo testo unico le garantisca veramente. E’ la direzione nella quale ha sempre lavorato la Commissione, dall’inizio fino agli ultimi tempi, come ricordato prima dal collega Busilacchi.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Pieroni.

Moreno PIERONI. Un ringraziamento va alla Giunta, alla Commissione, in particolar modo alla Presidente Ortenzi, che hanno elaborato una proposta di legge che darà una svolta importante a un tessuto socio-sportivo che sicuramente merita le attenzioni delle Istituzioni, in questo caso della Regione.
Bene ha fatto la Regione a creare una legge unica ove all’interno vengono contemplate tutte le dinamiche che fanno riferimento allo sport e allo sport di soggetti con disabilità. Ciò permette a tutti i livelli istituzionali, sia essi amministrativi che sportivi, di poter fare un percorso, un programma sempre più forte e sempre più impostato alla crescita dello sport, in particolar modo del settore dilettantistico giovanile.
Un obiettivo che dunque andava dato e che molto probabilmente oggi raggiungeremo tutti insieme.
Dobbiamo tutti essere consapevoli che abbiamo fatto un ulteriore passo avanti in un settore che non ha sempre avuto le attenzioni di tutti gli organismi preposti. Perché poi all’interno dei vari livelli istituzionali ci sono tutta una serie di dinamiche, di tagli economici, ecc..
Lo sport è un settore trainante che aggrega, permette di socializzare, permette di fare un percorso, anche a chi ha delle difficoltà economiche, che alla fine fa crescere. E fa crescere non soltanto all’interno dello sport, ma in quella socializzazione compiuta per uno sviluppo di una società che, non dimentichiamoci, è sempre più difficile da affrontare e da vivere.
Un plauso va quindi a tutti gli attori principali che si sono impegnati per la concretizzazione di questa proposta di legge, che per quanto mi riguarda voterò con grande entusiasmo.

Presidenza del Presidente
Vittoriano Solazzi

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Binci.

Massimo BINCI. Voglio evidenziare le problematiche di questa legge.
Positivo è il fatto di aver accorpato in un testo organico tutte le questioni relative alla valorizzazione della pratica sportiva. Faccio però presente che tra gli obiettivi c’è la realizzazione, riqualificazione e gestione degli impianti e attrezzature, quindi penso sia importante l’accordo su quelli che sono fondi nazionali per gli impianti sportivi, in un’ottica cioè di programmazione affinché tutti i territori siano dotati in maniera equa. E quindi andare a vedere quali sono i territori rimasti sprovvisti di impianti e attrezzature sportive che favoriscano poi lo svolgimento dell’attività sportiva.
L’altra questione fondamentale è l’alfabetizzazione motoria nelle scuole primarie. Ricordo che di fatto sia nelle scuole dell’infanzia che nelle scuole primarie c’è difficoltà di avere personale che svolta attività sportiva. Sarebbe quindi bene andare verso la formazione del personale docente volto a svolgere attività di alfabetizzazione motoria.
Siccome il problema principale di questa legge sono le risorse economiche, che sono effettivamente limitate rispetto agli obiettivi che si pone, bisogna allorai cercare di raggiungere il massimo degli obiettivi con le risorse date. Ecco, è questo, secondo me, il grosso lavoro che deve essere fatto da chi sta all’interno dei Comitati che appunto predispongono la ripartizione dei fondi. Altrimenti una mera ripartizione o una guerra sulle ripartizioni non farà raggiungere nessun obiettivo.
Questo testo di legge, di cui sono favorevole, mi sembra abbia accolto anche gli emendamenti rispetto al finanziamento per le attività sportive svolte da persone disabili, con il chiaro riferimento al parere del CIP nei finanziamenti per le società sportive che svolgono attività con disabili, e ugualmente con l’inserimento del CIP all’interno della legge.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Sciapichetti.

Angelo SCIAPICHETTI. I lavori dell’Aula di oggi forse non ci hanno consentito di dare il giusto valore alla legge che andremo ora ad approvare.
Ai ringraziamenti che già ci sono stati voglio aggiungere anche i miei personali nei confronti del Presidente della Commissione e della Commissione tutta per il lavoro che hanno saputo svolgere. Da cui credo dovremmo trarre insegnamento. Ovvero, quando sulle questioni c’è un clima positivo e bipartisan si raggiunge anche un buon risultato.
Questa legge pone tra l’altro le Marche ai primi posti a livello nazionale, siamo i primi a legiferare su questa materia, quindi dobbiamo esserne orgogliosi.
Ma dobbiamo essere soprattutto orgogliosi perché mettiamo fine a quella disparità che c’era tra mondo dell’handicap e lo sport in generale. Come pure dobbiamo essere orgogliosi perché normiamo una tematica che interessa decine di migliaia di giovani e di famiglie.
Quindi grazie alla Commissione per il lavoro svolto.
Vorrei solo soffermarmi molto brevemente su quella intuizione che la Commissione ha avuto nell’introdurre il passaporto ematochimico.
Il passaporto ematochimico è una grande e geniale novità che permetterà alla Regione Marche di fare indirettamente medicina preventiva. E la cosa, secondo me, non è di poco conto, soprattutto se pensiamo che interesserà, secondo i dati che abbiamo, 25-30 mila giovani dai 14 ai 18 anni.
Quindi indirettamente non solo normiamo l’attività sportiva, ma facciamo anche una politica di massa di medicina preventiva, che è sicuramente importante da mettere in evidenza.
Così come è da mettere in evidenza il fatto che in fase di attuazione dei regolamenti dovremo cercare, con questo spirito, di fare il possibile affinchè la legge possa essere effettivamente recepita così come la normativa prevede.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Trenta.

Umberto TRENTA. In effetti quando si lavora bene bisogna riconoscerlo. Il testo unico in materia di attività sportive e motorio ricreative è una tappa miliare per altri discorsi molto più estensivi di quello che è il confine regionale.
Io però mi voglio un attimo soffermare sui concetti motorio-ricreativo e attività sportive. Due concetti dello stesso concetto. Non è cacofonico, serve per dire che il motorio-ricreativo apre anche uno spacco sulla sanità – e adesso vedo con vero piacere che si sono ricongiunti sotto gli occhi di tutti il Presidente Spacca e il Vicepresidente Bugaro, che oggi hanno messo su una bellissima risoluzione, che io non è che non condivido, però la ritengo strumentale, come la delibera che aveva annunciato, che non è la 1 del 2012, Presidente, ma quella delibera importante sulla demotica, che paradossalmente ha un nesso casuale con il testo unico in materia di attività sportive e motorio-ricreative -.
Lei, Presidente, dovrebbe sapere che c’è un’azienda regionale che ha stanziato 20 milioni di euro per la formazione presso centri di ricerca statunitensi. E questo è importante, perché poi due studenti marchigiani dovrebbero partecipare a questa formazione oltre oceano, Presidente.
Quando lei mi parla della domotica a Fabriano, Presidente, io le dico pure che su questo discorso potremmo agganciare, attraverso il referente regionale alla sanità, il discorso motorio-ricreativo, anche per aprire uno spaccato su questa legge importante in merito all’handicap e alle olimpiadi per i portatori di handicap.
Quindi questo mio intervento, che per molti qui è magari incomprensibile, vuole solo significare che Umberto Trenta, consigliere regionale del centro-destra, o meglio ancora, di quel centro moderato che si espande a sinistra e a destra – nei prossimi giorni sarò molto più chiaro – , vuol farle capire, Presidente, che non basta una risoluzione che dica che il mondo oggi ci chiede. Io tra il dire e il fare, Presidente, dico sempre che è meglio fare e poi dire, non dire e poi quello che faremo potrebbe essere modificato, anche nel contesto di un testo unico in materia di attività sportive e motorio-ricreative, in qualcosa di molto più vasto che implica altri settori di questa società complessa che è il laboratorio Marche.
Io oggi in Aula mi aspettavo una risposta diversa, anche dal mio Capogruppo o ex Capogruppo Massi. Che cosa voglio dire? Non si può essere d’accordo col diavolo e con l’acquasanta. Quando si fa politica si deve parlare con chiarezza. E qui riprendo una dichiarazione del 2010 del Vicepresidente Bugaro. Io sono un evocatore di quel periodo della politica, Giacomo Bugaro, e di quel periodo io non rimpiango niente. Però non mi metto dalla parte di coloro che oggi dicono che il passato non va evocato perché significherebbe parlare di in-politica o male politica. Il discorso della chiarezza era, è e sarà sempre a favore di chi amministriamo. E i suoi sussurri e i suoi bisbigli al Presidente Spacca, caro…(…) Sì, lei può fare come gli pare, ma questo significa che basta…(…) Lei può dire tutto di quello che faccio io , ma lo deve dire citando fatti e circostanze precise, Giacomo Bugaro, altrimenti…(…) E anch’io te voglio bè, Giacomì, te pare che non te voglio bè! Ce lo sai che te voglio bè dal 2000! (…) Come Presidente?

PRESIDENTE. Se ci vuole davvero così bene le chiedo di stringere! Grazie.

Umberto TRENTA. Ho già stretto, Presidente. Adolf Loos: Parole nel vuoto. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola, come ultimo intervento, il Presidente Spacca.

Gian Mario SPACCA. Ho l’obbligo di intervenire come Assessore allo sport. Esprimo formalmente il mio apprezzamento e della Giunta regionale per il lavoro fatto dalla Presidente della Commissione e da tutti i Consiglieri, come da tutti coloro che dall’esterno hanno collaborato a migliorare la proposta che era stata elaborata.
Vorrei sottolineare che da parte nostra c’è un’attenzione particolare, come diceva il Consigliere Trenta, alle situazioni di fragilità.
Al Consigliere Trenta dico soltanto di documentarsi di più. La notizia che lui ha dato credo debba essere precisata all’Aula. Ci saranno dieci ragazzi, forse venti, che escono dalla Facoltà di medicina e che andranno per due anni a studiare negli Stati Uniti, ma questa iniziativa non avviene con risorse regionali bensì con risorse private di una fondazione che ha messo a disposizione di questi ragazzi la possibilità di fare tale esperienza. Una esperienza che ritornerà al servizio della nostra regione, su un’area che si sposa perfettamente con il tema che questa mattina stiamo trattando, la sensoristica, ovvero la possibilità di offrire a persone che perdono una parte delle loro funzioni ma ne preservano altre di migliorare le loro condizioni di vita. E dunque siamo in questo aspetto anche dal punto di vista della legge che oggi approviamo.
Questa legge è particolarmente importante, è proprio per l’incentivazione delle attività sportive per le persone diversamente abili. E’ una legge che introduce anche quell’aspetto che come Governo regionale un po’ ci preoccupa, alla luce di tutto il dibattito che abbiamo fatto prima - perché poi le parole non sono parole al vento -, ossia il passaporto ematico, quindi lo screening, che peserà significativamente sul bilancio della nostra Regione.
Nel momento in cui facciamo questa scelta dobbiamo essere consapevoli che sacrificheremo altre cose. Però è giusto che venga fatta una scelta in nome e per conto di situazioni che abbiamo posto come prioritarie nella nostra azione di governo.
Quindi grazie ai Consiglieri, grazie alla Presidente e al Vicepresidente della Commissione, grazie a tutti coloro che hanno collaborato alla stesura di questo testo.

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione.
Articolo 1.
Emendamento n. 1/1 della prima Commissione:
Al comma 1, lettera a), sostituire le parole “Centri di avviamento allo sport (CAS)” con le seguenti: “centri di avviamento allo sport,”.
Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Articolo 1, così come emendato. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Articolo 2. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Articolo 3. Soppresso.

Articolo 4. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Articolo 5.
Emendamento n. 5/1 della prima Commissione:
Alla lettera a) del comma 3 dopo le parole “che lo presiede” aggiungere: “o suo delegato;”.
Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Emendamento n. 5/2 della prima Commissione:
Al comma 3 dopo la lettera b) aggiungere:
“b bis) il direttore dell'ARS o suo delegato”.
Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Emendamento n. 5/3 del Consigliere Marinelli:
Al comma 3: alla lettera c) le parole “tre rappresentanti” sono sostituite con le parole: “un rappresentante”; dopo la lettera c) è aggiunta la seguente lettera: “c bis) un rappresentante per ciascuno dei Comitati provinciali del CONI”.

Rosalba ORTENZI. Su questo emendamento la Commissione ha espresso parere non favorevole.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Marinelli.

Erminio MARINELLI. Presidente Ortenzi, mi scusi, ma non ho capito, la Commissione è favorevole?

Rosalba ORTENZI. No, è contraria, perché già c’è una rappresentanza consistente.

Erminio MARINELLI. Ma è una rappresentanza anomala perchè non è rappresentato il territorio delle Marche. Mentre precedentemente c’era un rappresentante di ciascun comitato CONI adesso ci sono tre rappresentanti di Ancona. Quindi i territori di Ascoli, di Pesaro, di Fermo e di Macerata non sono rappresentati.
Chiedo quindi di ripristinare la vecchia norma per dare spazio. E’ solamente questo, la necessità di ascoltare il territorio, non per allargare la commissione, è per la rappresentatività del territorio. Tra l’altro i responsabili dei comitati sono quattro, perché il Comitato CONI di Fermo non c’è, c’è un delegato di Ascoli a rappresentarlo.

Rosalba ORTENZI. Questa è una decisione che deve prendere il CONI. Noi in Commissione abbiamo ritenuto che già fosse ben rappresentato nel Comitato. Quindi abbiamo deciso di non accettarlo.

PRESIDENTE. Emendamento n. 5/3. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Emendamento n. 5/4 del Consigliere Zinni:
Al comma 3, la lettera e) è sostituita dalla seguente:
“e) tre rappresentanti del Comitato regionale del CIP”.

Rosalba ORTENZI. Parere contrario.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Binci.

Massimo BINCI. Questo emendamento interviene sulla composizione del Comitato regionale per lo sport. Il Comitato regionale per lo sport prevede un solo rappresentante del CIP a fronte di più rappresentanti del CONI. Per cui questo emendamento va in direzione di una pari rappresentanza tra i rappresentanti del CIP e quelli del CONI.
Visto che questa legge affronta il finanziamento delle attività sportive delle associazioni dei disabili e delle persone non disabili, è giusto che ci sia una pari rappresentanza per una valutazione dei progetti.

PRESIDENTE. Prego, Consigliere Zinni.

Giovanni ZINNI. Questo è uno di quegli emendamenti su cui non c’era accordo. Però mi sento di dire una cosa al Presidente di Commissione e ai colleghi Consiglieri. Essendo stato approvato l’emendamento del collega Marinelli che porta a 6 i rappresentanti del CONI, vi chiedo di approvarlo perché ricompensiamo con quelli del CIP.

Rosalba ORTENZI. Solo per un chiarimento. Il parere contrario a questi emendamenti non è per introdurre un fattore di dissidio tra il CONI e il CIP. Abbiamo ritenuto fosse invece normale dato che il Comitato è già inserito nel CONI. Però ora, giacché il voto precedente è andato in quel senso, ritengo che questo emendamento possa essere accettato.

PRESIDENTE. Emendamento n. 5/4. Lo pongo in votazione. (…) Che cosa è successo, non funziona ? (…) Bene, allora votiamo per alzata di mano.

(L’Assemblea legislativa approva)

Emendamento n. 5/5 dei Consiglieri Busilacchi, Traversini, Giancarli, Badiali:
Al comma 3 è aggiunta la seguente lettera:
“o ter) un rappresentante della Facoltà di scienza motorie avente sede nella regione”.

Rosalba ORTENZI. Parere favorevole.

PRESIDENTE. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Emendamento n. 5/6 della prima Commissione. Decaduto perché identico al 5/5.

Emendamento n. 5/7 della prima Commissione:
Dopo la lettera o bis) del comma 3 inserire la seguente lettera:
“o ter) un rappresentante indicato dalle associazioni dei consumatori ed utenti iscritte la registro regionale di cui all'articolo 4 della l.r. 14/2009”.

Rosalba ORTENZI. Favorevole

PRESIDENTE. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Articolo 5, così come emendato. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Articolo 6. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Articolo 7.
Emendamento n. 7/1 della prima Commissione:
Sostituire la lettera f) del comma 3 con la seguente:
“f) i limiti, i criteri e le modalità per il rilascio gratuito del passaporto ematochimico di cui all'articolo 4 bis della legge regionale 12 agosto 1994, n. 33 (Medicina dello sport e tutela sanitaria delle attività sportive), come inserito dal comma 1 dell'articolo 29 della presente legge, tenendo conto del reddito familiare.”.

Rosalba ORTENZI. Favorevole.

PRESIDENTE. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Articolo 7, così come emendato. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Articolo 8.
Emendamento n. 8/1 della prima Commissione:
Al comma 2, lettera c) sostituire le parole “dal CONI e dal CIP” con le seguenti: “dal CONI, dal CIP e da enti di promozione sportiva;”.
Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Articolo 8, così come emendato. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Articolo 9.
Emendamento n. 9/1 della prima Commissione:
Dopo il comma 3 bis è aggiunto il seguente:
“3 ter. La Regione può avvalersi del CONI Marche come consulente tecnico per i pareri sugli impianti sportivi e per l'attività di monitoraggio di cui al comma 1 dell'articolo 10.”.

Rosalba ORTENZI. Favorevole.

PRESIDENTE. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Emendamenti n. 9/2 e 9/3. Decaduti.

Emendamento n. 9/4 della prima Commissione:
Dopo il comma 3 bis è aggiunto il seguente:
“3 ter. La Regione può partecipare alla Scuola regionale dello sport del CONI per l’organizzazione di corsi, convegni, studi e ricerche al fine di favorire la formazione, la qualificazione e l’aggiornamento dei tecnici e degli operatori sportivi, degli amministratori e funzionari degli enti pubblici e dei dirigenti delle società e associazioni sportive.”.
Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Emendamento n. 9/5 del Consigliere Latini. Decaduto.

Emendamento n. 9/6 dei Consiglieri Busilacchi, Traversini, Giancarli, Badiali. Decaduto.

Articolo 9, così come emendato. Lo pongo in votazione. (…) Si è bloccato? (…) Allora votiamo per alzata di mano.

(L’Assemblea legislativa approva)

Articolo 10.
Emendamento n. 10/1 del Consigliere Latini. Ritirato.

Emendamento n. 10/2 dei Consiglieri Busilacchi, Traversini, Giancarli, Badiali. Ritirato.

Emendamento n. 10/3 della prima Commissione:
Al termine dal comma 1 inserire le seguenti parole: “, certificazioni delle idoneità sanitarie-sportive”.
Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Articolo 10, così come emendato. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Articolo 11. Soppresso.

Articolo 12. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Articolo 12 bis. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Articolo 12 ter. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Articolo 13.
Emendamento n. 13/1 del Consigliere Latini. Ritirato.

Emendamento n. 13/2 del Consigliere Zinni. Ritirato.

Emendamento n. 13/3 del Consigliere Binci. Ritirato.

Emendamento n. 13/4 della prima Commissione:
Al comma 2 le parole “dal CONI o dal CIP” sono sostituite dalle parole: “dal CONI e dal CIP”.
Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Emendamento n. 13/5 del Consigliere Latini. Ritirato.

Emendamento n. 13/6 del Consigliere Zinni. Ritirato.

Emendamento n. 13/7 del Consigliere Binci. Ritirato.

Emendamento n. 13/8 della prima Commissione:
Al comma 3 le parole “dal CONI o dal CIP” sono sostituite dalle parole: “dal CONI e dal CIP”.
Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Emendamento n. 13/9 del Consigliere Latini. Ritirato.

Emendamento n. 13/10 della prima Commissione:
Dopo il comma 3 inserire il seguente:
“3 bis. I contributi di cui ai commi 2 e 3 sono concessi previo parere del CIP regionale.”.
Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Emendamento n. 13/11 del Consigliere Zinni. Decaduto.

Emendamento n. 13/12 del Consigliere Latini. Decaduto.

Emendamento n. 13/13 dei Consiglieri Busilacchi, Traversini, Giancarli, Badiali. Decaduto.

Emendamento n. 13/14 del Consigliere Binci. Decaduto.

Articolo 13, così come emendato. Lo pongo in votazione. (…) Votiamo allora per alzata di mano.

(L’Assemblea legislativa approva)

Articolo 14. Soppresso.

Articolo 15.
Emendamento n. 15/1 dei Consiglieri Busilacchi, Traversini, Giancarli, Badiali. Ritirato.

Emendamento n. 15/2 del Consigliere Latini:
Dopo il comma 5 è aggiunto il seguente:
“5 bis. Il finanziamento è subordinato alla presentazione, da parte del beneficiario, del progetto definitivo corredato del parere tecnico del Coni.”.

Rosalba ORTENZI. Parere favorevole.

PRESIDENTE. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Emendamento n. 15/3 dei Consiglieri Busilacchi, Traversini, Giancarli, Badiali. Decaduto.

Articolo 15, così come emendato. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Articolo 16. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Articolo 17.
Emendamento n. 17/1 della Consigliera Giorgi. Ritirato.

Emendamento n. 17/2 del Consigliere Latini. Ritirato.

Articolo 17. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Articolo 18. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Articolo 19. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Articolo 20.
Emendamento n. 20/1 del Consigliere Latini. Ritirato.

Emendamento n. 20/2 dei Consiglieri Busilacchi, Traversini, Giancarli, Badiali. Ritirato.

Articolo 20. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Articolo 21. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Emendamento n. 21 bis/1 del Consigliere Latini. Ritirato.

Articolo 22. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Articolo 23.
Emendamento n. 23/1 del Consigliere Marinelli:
Al comma 1 sostituire le parole “di comprovata tradizione” con le seguenti: “con almeno 75 iscritti”.
Ha la parola il Consigliere Marinelli.

Erminio MARINELLI. Volevo porre l’attenzione su un problema. Leggevo che si parla di contributi per associazioni sportive dilettantistiche di comprovata tradizione. Che significa? Come viene provata questa comprovata tradizione? Allora facevo un ragionamento. Se ci sono nuove società che non hanno una comprovata tradizione ma curano questo settore giovanile, non è meglio utilizzare un numero? - io ho messo 75 iscritti, è un numero indicativo, può anche essere cambiato -. Altrimenti la comprovata esperienza è sempre una discrezionalità di qualcuno.
Se c’è una società sportiva nuova che non ha esperienza ma ha un buon numero di giovani iscritti, perché non può accedere ai contributi?
Quindi potrebbe essere messo un numero per identificare la qualità di un lavoro svolto. Altrimenti le nuove società sono penalizzate. E’ un criterio.

Rosalba ORTENZI. In Commissione c’eravamo posti questo problema. In effetti nell’articolo non si specifica, non c’è un elemento a cui appigliarsi per capire qual è la comprovata tradizione. Quindi possiamo accoglierlo, seppure sia un po’ perplessa sul numero 75.

PRESIDENTE. Emendamento n. 23/1. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Articolo 23, così come emendato. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Articolo 24. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Articolo 25.
Emendamento n. 25/1 del Consigliere Latini. Ritirato.

Emendamento n. 25/2 dei Consiglieri Busilacchi, Traversini, Giancarli, Badiali. Ritirato.

Articolo 25. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Articolo 26. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Articolo 27. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Articolo 28. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Articolo 29.
Emendamento n. 29/01 della prima Commissione:
Sopprimere il comma 4 dell’articolo 4 bis della l.r. 33/1996 introdotto dall’articolo 29.

Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Emendamento n. 29/1 del Consigliere Latini. Decaduto.

Emendamento n. 29/2 della prima Commissione:
Dopo il comma 4 è aggiunto il seguente:
"4 bis. La Regione assicura, nei limiti e secondo le modalità previste dalla normativa vigente in materia di livelli essenziali di assistenza sanitaria, il rilascio gratuito della certificazione sanitaria di idoneità all'esercizio delle attività sportive agonistiche agli atleti dilettanti di età inferiore a 18 anni, agli atleti diversamente abili e agli studenti che partecipano ai giochi sportivi studenteschi.".
Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Articolo 29, così come emendato. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Coordinamento tecnico. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Proposta di legge n. 153, così come emendata. Ricordo che è richiesta la maggioranza assoluta. La pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva a maggioranza dei componenti assegnati)


Ci vediamo martedì prossimo. La seduta è tolta.

La seduta termina alle ore 16,00.