Resoconto della seduta n.74 del 28/06/2022
SEDUTA N. 74 DEL 28 GIUGNO 2022

La seduta inizia alle ore 10,50

Presidenza del Presidente
Dino Latini

PRESIDENTE. Dichiaro aperta la seduta n. 74 del 28 giugno 2022. Do per letto il processo verbale della seduta n. 73 del 14 giugno 2022, il quale, ove non vi siano opposizioni, si intende approvato ai sensi del comma 4 dell’articolo 53 del Regolamento Interno.
Richiamo, inoltre, ai sensi del comma 5 dello stesso articolo, l'attenzione di tutti i Consiglieri sulle comunicazioni distribuite con cui porto a conoscenza dell'Assemblea quanto espressamente previsto dal Regolamento Interno.

Sull’ordine dei lavori

Posticipazione della mozione n. 263 (dal punto n. 1 al punto n. 8 bis), dopo le nomine. Vi sono interventi a favore o contro? Se non ci sono interventi, la pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

PRESIDENTE. Iscrizione d’urgenza, ai sensi dell’articolo 48 del Regolamento, della proposta di legge n. 120, al punto 4 bis). La pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale approva a maggioranza assoluta dei votanti)

Interrogazione n. 485
ad iniziativa del Consigliere Santarelli
“Assistenza sanitaria ai bisogni di cura nel Comune di Arcevia”
(Svolgimento)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca l’interrogazione n. 485 del Consigliere Santarelli.
Ha la parola, per la risposta, l’Assessore Saltamartini.

Filippo SALTAMARTINI. Grazie, Presidente. Riguardo all’interrogazione c’è da tener conto che la delibera di Giunta regionale n. 753/2013, che ha ridefinito l'offerta della rete ospedaliera al fine addotto di ridurne la frammentazione, ha stabilito che la Casa della salute di Arcevia sia classificabile tra le Case di salute di tipo C e a questo riguardo si definisce la struttura di Arcevia tra quelle per cui la riprogrammazione dei servizi dovrà tener conto dello sviluppo delle cure intermedie, prevedendo 12 posti anche di RSA e 8 di cure intermedie.
Come è noto, a questo riguardo è in via di predisposizione, penso che la prossima settimana potrà essere deliberata in Giunta, la proposta di legge sulla riforma della sanità regionale, la riforma della legge n. 13, in quel contesto nell’affermare la modifica dell’organizzazione sanitaria regionale, tenuto conto anche degli interventi previsti dal PNRR la Casa di comunità di tipo C di Arcevia dovrà essere oggetto di un attento approfondimento poiché sulla base degli interventi del PNRR e del nuovo Piano socio-sanitario, quella struttura dovrà essere portata a garantire i servizi che sono già previsti e che dovrebbero corroborare l'allargamento delle prestazioni, non solo per gli ospedali per acuti, ma anche per le patologie post acuzie.
Quindi in questa sede, rispondendo a questa interrogazione devo fotografare la situazione preesistente perché il de iure condendo, quello che verrà dal nuovo Piano socio-sanitario e dalla riforma della legge n. 13, dovrà essere ancora allestito attraverso i provvedimenti che dovranno essere approvati da questo Consiglio regionale.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno, il Consigliere Santarelli.

Luca SANTARELLI. Buongiorno a tutti. Ringrazio l’Assessore Saltamartini per la risposta, anche se questa interrogazione è anche un impegno.
Vorrei sottolineare che la struttura ospedaliera di Arcevia era stata convertita in Casa della salute come presidio di pronto intervento, posti letto e poliambulatorio già nel 1999. Le successive riorganizzazioni, e qui ritrovo delibere della Giunta precedente e della Commissione sanità, avevano dato luogo ad una ulteriore trasformazione con la determina della Giunta regionale n. 452 del 2014, e tutto questo era stato confermato con decreto ministeriale n. 70/2015. Con la delibera di Giunta n. 139/2016 si è proceduto alla rinomina delle Case della salute di tipo C, come appunto quella di Arcevia, e quindi la trasformazione in Ospedale di comunità proprio specificando che nella struttura di Arcevia sarebbero stati mantenuti i relativi posti letto per le cure intermedie, nonché confermati i servizi presenti e le postazioni medico assistenziali H24.
Ho potuto considerare, a seguito di una mia visita all’interno dell’ospedale di Arcevia, che in quella struttura mancano alcuni specialisti e, sottolineo, le necessarie tecnologie per mantenere i servizi specialistici adeguati che prima erano presenti, ad esempio il servizio di radiologia, che viene spesso sospeso per mancanza di personale medico e/o tecnico.
La popolazione arceviese e dell’area montana, unitamente alle popolazioni dell’alta valle del Misa, del Nevola e del Cesano, chiede da tempo di mantenere i servizi attuali e il loro potenziamento, come sollecitato e votato negli ultimi anni sia dalla Commissione competente che dal Consiglio regionale, sempre disatteso dalla Giunta precedente, come si evince dalle delibere nn. 139 e 1222 del 2016, e finora da questa Giunta.
Oggi l'ospedale di Arcevia, attraverso la risposta dell'Assessore che ha prospettato l'implementazione del nuovo Piano socio-sanitario, potrebbe rientrare nella definizione della Casa della salute di tipo B pur avendo i requisiti di tipo C, e questo comporta una carenza di dotazione organica, di erogazione dei servizi, di prestazioni ai cittadini, ad un territorio, sottolineo, vasto.
Il Comune di Arcevia insieme alla valle del Nevola è uno dei territori più vasti della regione, è un’area montana, spesso disagiata, situazione peggiorata anche dalle difficoltà a reperire il personale socio-sanitario che, come abbiamo detto più volte in questa Aula, fa fatica a prendere servizio in aree così disagiate.
C'è nella Commissione sanità una legge che stiamo portando avanti per la valorizzazione del personale che andrà in queste aree, il problema non è quindi solo nella denominazione, molte persone non comprendono il significato riservato agli addetti ai lavori, ma nella mancanza dei servizi, di assistenza primaria ai cittadini.
L'Assessore oggi, attraverso la sua risposta, ha preso un impegno come se l’interrogazione fosse una mozione.
Il Piano socio-sanitario è atteso da quella cittadinanza, è atteso dai cittadini, non solo del Comune di Arcevia, ma anche dell'alta valle del Misa e del Nevola e per questo ringrazio gli uffici e l’Assessore che hanno lavorato su questo tema.

Interrogazione n. 495 – a riposta immediata
ad iniziativa dei Consiglieri Mangialardi, Biancani, Vitri, Bora, Carancini, Casini, Cesetti, Mastrovincenzo

“Caso XX” - Intervento della Regione Marche affinché il servizio sanitario regionale ottemperi tempestivamente a quanto previsto dalla sentenza n. 242 del 2019 della Corte costituzionale”
(Svolgimento)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca l’interrogazione n. 495 – a risposta immediata – dei Consiglieri Mangialardi, Biancani, Vitri, Bora, Carancini, Casini, Cesetti, Mastrovincenzo.
Ha la parola, per la risposta, l’Assessore Saltamartini.

Filippo SALTAMARTINI. Grazie, Presidente. Per rispondere a questa interrogazione, che chiede per quale ragione, secondo l'interrogante, la Regione Marche non adotta le misure organizzative per dare esecuzione ad una sentenza della Corte Costituzionale, occorre premettere che nel nostro ordinamento, con l’articolo 580 del codice penale, è punita l’istigazione al suicidio o l’aiuto al suicidio e questa fattispecie di reato incrimina non solo chi determina l’altrui suicidio, ma addirittura chi ne agevola in qualsiasi modo l'esecuzione ed è prevista una pena molto severa, con un minimo di 5 anni fino a 10.
Sulla base di questa previsione normativa è intervenuta la Corte Costituzionale con la sentenza 242 del 2019, la quale ha stabilito che non sussiste la punibilità per l'aiuto al suicidio, ove la persona interessata da questa procedura si trovi nella condizione in cui la patologia sia irreversibile, che abbia la capacità di intendere e di volere, che la sofferenza sia insopportabile e soprattutto che sia sottoposto a trattamenti di sostegno con una macchina elettromedicale. Nella stessa sentenza n. 242 del 2019 è annotato, da parte della Corte, un vigoroso auspicio di un intervento del legislatore.
Detto questo, fatta la premessa dal punto di vista dell'inquadramento normativo, occorre tener conto di ciò che è avvenuto sul caso portato all'attenzione dall'interrogante.
L'interessato ha presentato il 10 gennaio 2022 una istanza diretta all’Asur per verificare la sussistenza dei requisiti che potevano portare all’autosomministrazione della sostanza venefica. Il Comitato etico dell’Asur ha chiesto l'incardinamento di una equipe multidisciplinare che il 15 marzo ha riferito sulla sussistenza dei requisiti, e cioè che il paziente era affetto da una patologia irreversibile, che aveva capacità di intendere e di volere, che era sottoposto a trattamenti di sostegno con una Peg (gastrostomia endoscopica percutanea) e che la sofferenza, si riteneva, insopportabile.
Successivamente il 27 maggio 2022 il consulente dell'associazione Coscioni, Dr. XY, indicava nel Tiopentone la sostanza che sarebbe stata necessaria somministrare all'interessato. Sennonche c'è da tener conto che per eseguire questa prestazione era necessario reperire una tecnologia innovativa, un dispositivo medico costituito da una pompa infusionale con comando ottico, perché le capacità ottiche erano le uniche capacità volitive possedute dal paziente.
Successivamente alla proposta di somministrazione della sostanza venefica, il 6 giugno il signor XX revocava il consenso al trattamento sanitario costituito dall'alimentazione e dall'idratazione e attraverso una situazione palliativa, continuativa e prolungata veniva accompagnato alla morte, quindi alla fine delle sue sofferenze.
Si deve tener conto che questa procedura trova la radice nella legge 219/2017 sulle disposizioni anticipate di trattamento, le quali prevedono all’articolo 4 che il trattamento sanitario possa riguardare anche la sospensione dell’alimentazione e dell'idratazione mediante una sedazione palliativa.
Diciamo che è stata una richiesta dell'interessato quella di procedere attraverso la legge 217/2019 alla sospensione del trattamento, quindi il procedimento per l'aiuto al suicidio e l'adesione alla sentenza della Corte Costituzionale non si sono praticati per volontà dell’interessato. Grazie.

Presidenza del Vicepresidente
Gianluca Pasqui

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno, il Consigliere Mangialardi.

Maurizio MANGIALARDI. Grazie, Presidente. Buongiorno a tutti. Assessore, la dichiarazione dovrebbe essere di soddisfazione, ma sa benissimo che non possiamo essere soddisfatti. Quello che lei ha chiamato “l’interessato” si chiamava XX ed ha dovuto mettere fine ai propri dolori, alla propria situazione insopportabile, non autodetermina, ma valutata, sottoscritta dal Comitato etico che ha verificato che c’erano i quattro requisiti previsti dalla legge e che si dovesse procedere più rapidamente possibile all'applicazione della sentenza citata, la n. 242/2019, della Corte Costituzionale che dà la possibilità, attraverso un percorso, di arrivare al suicidio assistito.
Quella che lei ha definito, Assessore, una opzione messa in campo da XX invece era un obbligo rispetto al quale è stato costretto, nella quale ovviamente non ha perso la sua dignità, non ha interrotto quel percorso di partecipazione, di coinvolgimento e la rivendicazione forte di un suo diritto, oggi sancito da una sentenza.
Noi ci dovremmo tutti vergognare un po’ per aver prorogato le sofferenze e per non aver dato la possibilità a XX di essere consapevole fino in fondo della propria scelta perché l'abbiamo costretto ad interrompere bruscamente la somministrazione di farmaci e di alimentazione, l’abbiamo quasi fatto morire di fame e di sete - se la raccontiamo così non si capisce - e poi abbiamo proceduto velocemente alla sedazione profonda che non era quello che voleva.
Il suo diritto era un altro, era quello di procedere al suicidio assistito, invece noi dall’opzione sancita e dagli atti espressi dal Comitato etico abbiamo fatto passare 40 giorni senza nessun tipo di risposta. La lettera non è mai arrivata, è stata rimbalzata. Non ho voglia nemmeno di ricostruire certe situazioni perché dovremmo essere rispettosi di quelle volontà e di quello che oggi, ci piaccia o meno, sono percorsi che sono stabiliti non più dalla legge, ma da una sentenza della Corte Costituzionale.
Mi piacerebbe almeno sentire una parola del Presidente rispetto a YY, rispetto a XX, hanno applicato con scartamenti diversi quelle norme e questa Giunta non ha avuto nemmeno la decenza di esprimere un atto di cordoglio, nemmeno una parola di cordoglio alla famiglia Penso che questo sia un fatto di tale gravità che comunque è in linea con l'atteggiamento che avete assunto e che per fortuna la Corte Costituzionale vi costringerà …, e se non lo fa e se non è sufficiente quell’atto vi assicuro che noi saremo pronti a sottoporre a quest’Aula dei percorsi obbligati almeno sul piano tempistico.

Interrogazione n. 489
ad iniziativa dei Consiglieri Bora, Mastrovincenzo, Carancini, Biancani, Casini, Cesetti, Mangialardi, Vitri
“Finanziamento ai servizi socio-educativi nei periodi extrascolastici (centri estivi)”
(Svolgimento)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca l’interrogazione n. 489 dei Consiglieri Bora, Mastrovincenzo, Carancini, Biancani, Casini, Cesetti, Mangialardi, Vitri.
Ha la parola, per la risposta, l’Assessore Saltamartini.

Filippo SALTAMARTINI. Grazie, Presidente. Do lettura della risposta a questa interrogazione.
I fondi destinati ai contributi per costi di gestione e funzionamento dei servizi socio-educativi sono stati stanziati nel bilancio 2022/2024, legge regionale n. 39/2021, non risulta pertanto nessun ritardo nello stanziamento dei fondi, si è invece avviata la programmazione dei fondi con la tempistica dilazionata rispetto a quella del 2021 per agevolare la verifica della possibilità di una pianificazione integrata con risorse provenienti dal Fondo sociale europeo.
La risposta al secondo quesito. E’ stata verificata la possibilità di integrare questi fondi con le risorse del Fondo europeo, questi fondi sono già stati integrati con risorse afferenti al Fondo europeo attraverso il finanziamento destinato al miglioramento dell’offerta dei servizi socio-educativi anche estivi e rivolti alle famiglie con figli minorenni, al fine di consentire la conciliazione dei tempi di vita e di lavoro nei periodi non coperti da percorsi di istruzione e favorire opportunità di socializzazione a favore dei minori.
Tale miglioramento si espleta attraverso l'assunzione di nuovi operatori da dedicare ai servizi o all'incremento delle ore suddivise tra gli operatori con la possibilità di coprirne i costi fino a giugno 2023.
Non è ancora stata valutata la possibilità di prevedere una quota premiale per progetti innovativi in quanto il finanziamento di tali servizi è stato ripristinato nel 2020, dopo un’interruzione di 5 anni, con la delibera di Giunta regionale n. 1628 del 21 dicembre 2020. Pertanto, si è ritenuto prioritario destinare le risorse disponibili al consolidamento dei servizi previsti dalla normativa regionale, a seguito di tale consolidamento si potranno prevedere incentivi per nuove progettualità.
Questa è la risposta all’interrogazione, se gli interroganti lo ritengono posso fornire anche il testo del quale ho dato lettura testuale. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatta o meno, la Consigliera Bora.

Manuela BORA. Grazie, Presidente. Sono insoddisfatta perché purtroppo quello che ha dichiarato l'Assessore Saltamartini non corrisponde al vero, infatti la delibera n. 662 del 30 maggio 2022 è giunta, ahinoi, con grande ritardo rispetto agli anni precedenti, a stanziare 500 mila euro per i centri estivi. Il 30% di queste risorse sono state ripartite, è vero, in maniera equivalente tra i 234 ATS delle Marche ed è certamente un fatto positivo che siano assicurate un po’ di risorse anche agli ambiti più piccoli, ma io credo andrebbe inserita anche una percentuale per premiare l’innovazione progettuale, cosa che, come lei stesso ha dichiarato, ad oggi ancora non esiste nella nostra regione. Quindi, approfitterei di questo momento anche per avanzare una proposta: perché non prevedere in futuro una quota per l'innovazione progettuale? Per il primo anno, ad esempio, potrebbe essere sufficiente anche una quota simbolica del 5 o del 10%, si tratterebbe di un incentivo importante alla qualificazione dei servizi, altrimenti i progetti risultano essere una sorta di esercizio formale.
Questo importo andrebbe sottratto al 70% dedicato al riparto delle risorse per numero di potenziali utenti perché più i gruppi sono numerosi e più ovviamente ci sono delle economie di scala.
Infine, per quanto concerne la possibilità di utilizzare le risorse a cofinanziamento Fse+ per i centri estivi, ultimo tra i quesiti che ho posto, vorrei far notare che ciò consentirebbe la destinazione di 500 mila euro ad altri servizi di supporto alla genitorialità e all'educazione, permetterebbe, in altri termini, di liberare quelle risorse che sono puramente regionali per altri scopi, impiegando i fondi Fse per un fine coerente con l'impostazione della programmazione comunitaria.
Vado a concludere, invitando la Giunta ad una maggiore celerità e tempestività nell'approvazione delle delibere che finanziano i centri estivi. Come sapete quest'anno il forte ritardo ha causato gravi disagi alle famiglie che sono rimaste incerte fino all'ultimo se si sarebbero realizzati o meno, non potendo altresì programmare i propri impegni di conseguenza. Disagi che hanno riguardato in primo luogo i Comuni, i quali non avendo certezze sullo stanziamento delle risorse hanno potuto organizzarsi molto dopo rispetto a quanto preventivato. Pensate ad esempio a cosa è successo a Pesaro, tanto per fare un esempio.
Dunque, come suggerimento per il futuro, propongo una ripartizione più mirata con una quota parte all’innovazione, l’approvazione al massimo entro aprile della delibera con i finanziamenti e la possibilità di integrare o sostituire i fondi regionali con le risorse europee. Spero che la Giunta ne faccia tesoro, noi saremo qui anche l'anno prossimo per vigilare a tutela dei ragazzi, delle famiglie e dei nostri enti locali. Grazie.

Interpellanza n. 12
ad iniziativa dei Consiglieri Biancani, Vitri, Mangialardi, Bora, Carancini, Casini, Cesetti, Mastrovincenzo
“Politica regionale in materia di assistenza sanitaria territoriale: modifica destinazione della struttura socio-sanitaria di Galantara di Pesaro”
(Svolgimento)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca l’interpellanza n. 12 dei Consiglieri Biancani, Vitri, Mangialardi, Bora, Carancini, Casini, Cesetti, Mastrovincenzo.
Ha la parola, per l’illustrazione, il Consigliere Biancani.

Andrea BIANCANI. Grazie, Presidente. Questa è un’interpellanza che può sembrare complicata, però il tema di cui parla è molto semplice.
Con la delibera n. 656 del 30 maggio 2022 la Giunta regionale ha dovuto modificare la pianificazione prevista con la delibera di Giunta regionale n. 271 del 14 marzo 2022, con i fondi del PNRR, con la quale inizialmente era stata prevista una Casa di comunità a Mombaroccio ed un Ospedale di comunità a Galantara di Pesaro, tutto ciò a seguito dei rilievi sollevati dall’Agenas che hanno portato ad invertire, con delibera di Giunta regionale, i piani, quindi la Casa di comunità non è più prevista a Mombaroccio, ma è prevista a Galantara di Pesaro e l’Ospedale di comunità è previsto a Mombaroccio.
Ho subito espresso delle perplessità rispetto all’individuazione della Casa di comunità a Mombaroccio, che non avrebbe le caratteristiche necessarie riportate nel d.m. 71. La Casa di comunità deve essere ubicata in un posto di prossimità, vicino a dove vivono le persone, di facile individuazione, deve essere un punto in cui viene promossa la salute, la prevenzione, in cui ci sono i medici di medicina generale, i pediatri, gli specialisti, gli ambulatori, gli infermieri di famiglia, i psicologi, le ostetriche ed altri professionisti.
Pensare di mettere una Casa di comunità a Mombaroccio, prevista una ogni 40.000/50.000 abitanti, costringe i cittadini di Pesaro a recarsi a Mombaroccio per andare dal proprio medico di famiglia, mentre Mombaroccio ha tutte quelle caratteristiche per poter essere trasformata in un Ospedale di comunità, anche se – questo lo dico all’Assessore – non condivido la scelta della Giunta di non mettere a posto il Bricciotti, che è una struttura sanitaria storica, che va recuperata, in cui attualmente ci sono solamente 6 ricoverati a fronte di 40 posti letto (quelli utilizzabili sono circa 20). Oggi abbiamo una struttura aperta con 6 posti letto e tutto il personale relativo, io pensavo che si andasse a recuperare quella, mentre da quello che ho letto negli atti è prevista una nuova struttura.
Per quanto riguarda l’Ospedale di comunità a Galantara – ricordo che a tutt'oggi è praticamente Ospedale di comunità, nel quale si fanno ricoveri di cure intermedie per pazienti che hanno bisogno di interventi sanitari di bassa intensità clinica – pensare di riconvertire quello che oggi è già un Ospedale di comunità in Casa di comunità, è un’assurdità.
Devo dire che neppure Galantara a questo punto ha le caratteristiche tipiche di una Casa di comunità, mentre giustamente era stato previsto nella delibera di Giunta regionale n. 271, la prima, come Ospedale di comunità e facendo quello che ho chiamato gioco delle tre carte, praticamente quello che non è adatto per Mombaroccio si rischia di portarlo a Galantara.
Nell’interpellanza la richiesta che facciamo è quella di capire quali sono le motivazioni che hanno portato a questo cambio e sapere quali sono le osservazioni di Agenas, sono riferite solamente a Mombaroccio o anche a Galantara? Non si capisce perché per modificare Mombaroccio si sia voluto modificare anche Galantara. Quali sono le motivazioni tecniche che hanno portato i vertici sanitari ed anche la Giunta regionale ad invertire le due strutture? Galantara oggi non ha sicuramente le caratteristiche tipiche previste dal d.m. 71.
Dal mio punto di vista si dovrebbe mantenere un Ospedale di comunità a Galantara e, se proprio deve essere fatto un investimento a Mombaroccio, che lo si faccia non per creare una nuova struttura, anche perché ricordo che oggi l’Ospedale Bricciotti, cioè la struttura sanitaria presente a Mombaroccio, è di proprietà dell’Asur e della Regione, quindi nel momento in cui si portano via quei servizi rischiamo di abbandonare un presidio alle porte del paese.
Inoltre, ho anche contestato, Assessore, il fatto che vengano portate le persone con problemi psichiatrici…, mi riferisco alle Comunità protette ed alle strutture riabilitative e a tutto quello che gravita oggi nei pressi di Muraglia, andavano ricollocate in luoghi non lontani dalla socialità, luoghi in cui poter condividere e fare un percorso anche riabilitativo, ma portarle in mezzo ad un campo da calcio a Mombaroccio …, ho posto un problema anche di opportunità per la riabilitazione di questi soggetti.
L’interpellanza chiede quali siano le motivazioni che hanno portato a questo cambio, se Agenas ha fatto osservazioni solamente su Mombaroccio o anche su Galantara e quali sono state le motivazioni che hanno portato ad invertire queste due strutture.

PRESIDENTE. Ha la parola, per la risposta, l’Assessore Saltamartini.

Filippo SALTAMARTINI. La programmazione regionale degli interventi del PNRR missione 6 Salute Componente 1, è partita con il soggetto attuatore Ministero della salute e Agenas e la base di partenza è stata il contenuto di un decreto ministeriale, che viene definito in gergo decreto ministeriale 71, sull’assistenza primaria, che è stato approvato dal Consiglio dei Ministri il 21 aprile, dopo il rifiuto da parte della Conferenza delle Regioni di dare al Governo l'intesa. Si tratta quindi di un percorso che si è sviluppato sulla base di un provvedimento in merito al quale le Regioni non hanno ritenuto di conferire allo Stato l'intesa, quindi, il Consiglio dei Ministri ha elaborato l’atto come decreto ministeriale.
Nelle prime stesure del decreto ministeriale 71, per quanto concerne le Case di comunità, potevano essere ricompresi anche dei posti letto di cure intermedie, o posti letto di hospice, o servizi di riabilitazione e mantenimento funzionale.
Sempre nella fase preistruttoria del piano, l’Agenas aveva rilevato che nella Casa di comunità di Mombaroccio potevano essere finanziati con fondi del PNRR posti letto e pertanto l’amministrazione regionale e le Aziende si sono indirizzate per far sì che si optasse per una riprogrammazione degli interventi previsti nelle strutture di Mombaroccio e di Galantara di Pesaro.
Nella struttura di Mombaroccio si prevede di realizzare due nuclei di cure intermedie con possibilità in futuro di un ulteriore ampliamento dei posti letto residenziali. Questi posti letto aggiuntivi sono anche funzionali alla realizzazione del nuovo ospedale di Pesaro previsto dalla delibera di Giunta regionale n. 140/2022, con la quale è stato approvato l'aggiornamento del piano dei fabbisogni.
Questo intervento è finalizzato e propedeutico alla realizzazione del nuovo ospedale di Pesaro che ha costituito un accordo di programma tra la Regione Marche, il Comune di Pesaro, l’Asur e l’Azienda ospedaliera Marche Nord.
Pertanto sulla base di questi provvedimenti si è reso necessario, in accordo con la Direzione generale dell’Asur, di procedere alla revisione degli interventi tra Mombaroccio e Galantara di Pesaro, dal momento che quest’ultima si presta anche a poter essere destinata a Casa della comunità. Si deve al riguardo anche far presente che la struttura di Galantara ha già dei posti letto di residenzialità territoriale attivi, non finanziabili dal PNRR, che resteranno operativi e pertanto la struttura non viene penalizzata dal passaggio da Ospedale di comunità a Casa di comunità. Tenuto conto comunque delle osservazioni che il Consigliere Biancani ha svolto, questo è il piano operativo su cui noi abbiamo indirizzato le nostre delibere.
Lascio una porta aperta perché se queste scelte dovessero essere valutate negativamente sulla base della funzionalità dei servizi che dovremmo garantire nell’Area vasta 1, anche a seguito della riorganizzazione, evidentemente sarà una revisione che potrà essere tenuta in considerazione.
Tenuto conto di quanto precede, ieri con la delibera di Giunta regionale abbiamo portato a conclusione il percorso sul PNRR, quindi il Presidente della Regione sarà autorizzato a stipulare con il Governo la conclusione del procedimento PNRR, ma in fase di esecuzione si potrà operare tutte le revisioni che saranno dettate dal soddisfacimento dell’interesse pubblico.
Per il momento il Piano è questo, poi, in sede di valutazione delle ricadute sulle effettività della garanzia del diritto alla salute dei cittadini, si potrà anche operare una revisione degli interventi. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno, il Consigliere Biancani.

Andrea BIANCANI. Innanzitutto chiedo all’Assessore copia della risposta scritta, perché capire tutti i passaggi non è sicuramente semplice.
Il tema è che noi attualmente abbiamo 40 posti letto a Muraglia per soggetti con problemi psichiatrici importanti, che hanno bisogno di stare vicino ad un contesto sociale vivo, che li possa in qualche modo integrare, invece saranno spostati a Mombaroccio in una struttura nuova. Dal mio punto di vista è un errore pensare di fare una nuova struttura a Mombaroccio e addirittura prevedere di spostare questi soggetti, queste persone, che rischiano di essere scollegate da un tessuto sociale di cui hanno sicuramente bisogno.
Si poteva trovare un’altra soluzione, cioè realizzare, se c’era la necessità, una nuova struttura nella città di Pesaro, visto che i 40 posti letto sono a Pesaro, cercando ovviamente di mettere a posto l'attuale Bricciotti, che è una struttura pubblica che ha bisogno di essere recuperata e ristrutturata, invece attualmente non c’è nessuna previsione su questa struttura che rischia di essere lasciata in abbandono.
Secondo me i danni sono due, uno, si portano via 40 posti letto da Pesaro ed i soggetti psichiatrici che vengono spostati da Pesaro, dove sono già inseriti in un contesto sociale, potevano essere trasferiti, per esempio, all’ex manicomio dove oggi l’Asur ha già un progetto definitivo pronto. Quei soldi bastavano a recuperare quella struttura, si decideva di recuperarla e di lasciare i pazienti in un contesto sociale adeguato.
Dall’altra, facendo un Ospedale di comunità a Mombaroccio e una Casa di comunità a Galantara, non capisco come si possa pensare di utilizzare …, con quali posti letto dovremmo andare a recuperare l’attuale sede dell’Ospedale San Salvatore quando sarà pronto il nuovo.
Le faccio anche notare un’altra cosa che secondo me è una incongruenza assurda, l'accordo che è stato sottoscritto tra la Regione, il Comune di Pesaro e l’Asur per realizzare il nuovo ospedale, prevede che entro il 30 settembre/ottobre 2024 questi 40 posti letto dovranno essere spostati a Mombaroccio, in una struttura che non c’è, quindi noi abbiamo previsto di spostare 40 posti letto in una struttura per la quale oggi non c’è neppure il progetto, quando abbiamo una struttura di proprietà regionale con un progetto definitivo pronto. Secondo me era molto più semplice pensare di spostarli lì che pensare di trasferirli entro il 2024. E’ fantascienza pensare che entro settembre 2024 sarà pronta la struttura di Galantara, è veramente impensabile.
Mi fa pensare che probabilmente per il nuovo Ospedale di Pesaro, se uno prevede una data per spostare le persone che sono lì dentro, per trasferirle in una struttura che non c’è …, il 30 ottobre 2024 non sarà pronto il progetto o, meglio, non saranno pronti i lavori per realizzare il nuovo ospedale ed i pazienti continueranno a rimanere all’interno dell’attuale struttura perché non ci sarà nessun cantiere in atto, allora è una data buttata lì perché i cantieri non partiranno.
La mia interpellanza vuole essere costruttiva, vuole evidenziare un problema, mi auguro che lei prenda a cuore questo tema, per qualsiasi cosa ho sempre dato la mia disponibilità, la confermo. Non vorrei che chi ha fatto la programmazione abbia fatto il gioco delle tre carte e non abbia valutato né i tempi né gli interessi dei cittadini, in questo caso di questi utenti.

Interrogazione n. 481
ad iniziativa dei Consiglieri Cesetti, Mangialardi, Biancani, Bora, Carancini, Casini, Mastrovincenzo, Vitri
“Autonomia differenziata – Articolo 116, comma terzo, Costituzione”
(Svolgimento)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca l’interrogazione n. 481 dei Consiglieri Cesetti, Mangialardi, Biancani, Bora, Carancini, Casini, Mastrovincenzo, Vitri.
Ha la parola, per la risposta, l’Assessore Castelli.

Guido CASTELLI. Grazie, Presidente. L'interrogazione riguarda la richiesta da parte degli interroganti circa la volontà o meno della Regione Marche di dare seguito al percorso già attivato per il riconoscimento di una maggiore autonomia legislativa, amministrativa e fiscale rispetto, come è noto, a quanto disposto dall’articolo 116, comma terzo della Costituzione.
Siamo nell'ambito della grande questione, mai sufficientemente risolta, per non dire irrisolta, dell’autonomia differenziata introdotta dalla legge costituzionale n. 3/2001, quella che dette l’avvio al cosiddetto Titolo V, norme in materia di riorganizzazione dei rapporti tra Regioni e Stato e non solo le Regioni.
L’attivazione di questa autonomia differenziata, come sa chi ha vissuto quella stagione in precedenza, è stata particolarmente complessa e articolata e questa procedura, com’è noto - il tempo non è molto per fare la storia dell’autonomia differenziata, cercherò di non farla - tra alcune Regioni e lo Stato ha avuto un'accelerazione per effetto delle iniziative anche referendarie promosse dalla Lombardia, dal Veneto e dall’Emilia-Romagna, che hanno prodotto degli accordi che avevano la natura e la funzione di accordi meramente politici, che non hanno prodotto risultati definiti per quanto riguarda le risorse finanziarie, le materie da trasferire e quant’altro.
Oltre alle tre Regioni, ve ne sono state altre che hanno deliberato, come le Marche, di avviare i negoziati con il Governo, quindi: 7 Regioni hanno conferito l'incarico ai rispettivi Presidenti di avviare i negoziati per la regolazione di condizioni particolari di autonomia, fra cui le Marche; 3 Regioni, se ne sono aggiunte altre come l’Umbria e la Toscana ed altre tre, hanno adottato iniziative preliminari e ulteriori 2 hanno manifestato l’intenzione senza procedere però formalmente.
Cosa è successo rispetto a questo primissimo avvio del percorso dell’autonomia differenziata? Le Marche hanno indicato una serie di materie, che non riepilogo perché sono agli atti e poi gli interroganti conoscono bene questa sostituzione, e a questa indicazione di materie è seguita una serie di provvedimenti tra cui un ordine del giorno, che impegnava la Giunta regionale a tenere informata l'Assemblea sull’dell'evoluzione delle procedure.
Salto alcuni passaggi e arrivo ai giorni nostri. Proprio nelle ultime settimane si sono attivate nuovamente alcune iniziative, in particolare il Ministro competente ha dichiarato di voler dare campo al progetto di regionalismo differenziato, ha ulteriormente precisato il tema dei temi rispetto al principio dell’autonomia differenziata, che è quello di dover comunque garantire un impianto ordinamentale utile e necessario a garantire i livelli essenziali delle prestazioni (LEP), nonché ovviamente i diritti fondamentali di cittadinanza ad ogni cittadino italiano, indipendentemente dal luogo di residenza. La mancata definizione dei LEP è stato l’elemento che non ha condotto ad una definizione di questa vicenda, fatto sta che l'esecutivo, per quanto riguarda gli elementi più recenti, ha iniziato a far circolare una bozza di testo di legge quadro, composta da cinque articoli, promossa dal Ministro, che definisce il percorso per l’intesa che viene proposta dalle Regioni, esaminata dal Consiglio dei Ministri e sottoposta ad una serie di pareri.
Da questo punto di vista e in questo nuovo contesto si è registrata la ripresa di questo cammino per arrivare alla definizione di quanto previsto, ove richiesto, dal titolo V.
La Regione Marche è intenzionata a valutare tutto ciò che è necessario per dare corso al percorso dell'autonomia differenziata, avviando un confronto con il Governo che sia tale ovviamente da preservare, ça va sans dire, credo che sia la volontà di tutti, i principi costituzionali inviolabili dell'unità e dell'indivisibilità della Repubblica, nonché della sovranità territoriale.
Questa è la stella polare del nostro orientamento. Disponibili a valutare se e nella misura in cui ciò sia garantito da una sufficiente provvista finanziaria ad alimentare il percorso dell’autonomia differenziata, purché evidentemente tutto ciò si risolva nel rispetto assoluto dell'unità e della indivisibilità della Repubblica Italiana e nel rispetto dei LEP da Courmayeur fino a Gela, lo dico ovviamente facendo riferimento a due poli, ai due corni del problema.
Da questo punto di vista non è la nostra una volontà ideologicamente orientata, è una volontà di verificare se in presenza delle necessarie dotazioni di risorse finanziarie e di standard organizzativi, si possa corrispondere di più e meglio agli interessi della popolazione marchigiana, soprattutto per quei temi che possono riguardare e favorire gli investimenti, la semplificazione, la sburocratizzazione, l'occupazione, l'offerta formativa, la transizione ecologica, la trasformazione digitale per gestire al meglio le risorse che ci potrebbero essere assegnate per questa ragione. Quindi, non un atteggiamento ideologico, ma pragmatico, volto a verificare se sussistono con l’autonomia differenziata le condizioni per fare meglio e di più nell'interesse della nostra comunità regionale.

Presidenza del Presidente
Dino Latini

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno, il Consigliere Cesetti.

Fabrizio CESETTI. Grazie, Presidente. Un'eccessiva cautela da parte dell'Assessore Castelli.
Come ha ricordato, l’iniziativa per inserirsi all'interno del percorso istituzionale per il riconoscimento di una maggiore autonomia amministrativa, finanziaria e legislativa in capo alle Regioni era stata già avviata dalla Giunta regionale della X legislatura. Tra l’altro avevo presentato a quest'Assemblea legislativa una deliberazione, la 72 del maggio 2018, che era stata approvata con gli indirizzi per l'avvio del negoziato con lo Stato, contenuti in un allegato alla stessa deliberazione, tant’è che nel luglio 2018 l’allora Presidente della Giunta regionale, unitamente al Presidente della Regione Umbria, aveva inviato una lettera al Presidente del Consiglio dei Ministri, con la quale ricordava che le Assemblee legislative di entrambe le Regioni avevano approvato le rispettive risoluzioni per avviare la procedura di maggiore autonomia, prevista dal terzo comma dell'articolo 116 della Costituzione e chiedeva di voler attivare anche congiuntamente lo specifico tavolo di confronto istituzionale. La Regione Marche inoltre aveva tutti i titoli per inserirsi all'interno di questo percorso, poi c'è stata la pandemia, il Covid 19, il cambio di Giunta ed il percorso si è interrotto a livello nazionale.
Perché abbiamo presentato questa interrogazione? Perché il dibattito è stato riaperto, come riportiamo nell’atto, dal Ministro per gli affari regionali e per le autonomie che il 9 maggio 2022 ha affermato (leggo testualmente): “Stiamo lavorando esattamente ad una legge quadro che garantisca i livelli essenziali di prestazioni a tutto il Paese, ma che al contempo stesso completi quel percorso di autonomia differenziata che è voluto non solo da Lombardia e Veneto attraverso i referendum, ma anche ad altre Regioni. Io interpreto - dice il Ministro - l'autonomia differenziata come un modo per efficientare la macchina della pubblica amministrazione e per essere più trasparenti sui costi dei servizi e per risparmiare”. In sostanza, Assessore Castelli, è anche quello che ci chiede l'Europa all’esito dell’assegnazione dei Fondi del PNRR, quindi l’autonomia differenziata è l’occasione per essere ancora più efficienti e più efficaci, più trasparenti per efficientare ancora meglio la macchina della pubblica amministrazione.
Tra l'altro, lo diciamo anche nell'interrogazione, il Presidente della Regione Piemonte ha avuto un incontro con il Ministro degli affari regionali il 10 maggio per dare il via alla fase due del percorso già avviato prima della pandemia. Riporto testualmente quello che si deduce dai comunicati stampa.
Quindi noi riteniamo che questa Giunta regionale debba proseguire il percorso già avviato precedentemente per questa maggiore autonomia legislativa, amministrativa e fiscale della Regione Marche che ne ha tutti i titoli, oltretutto non possiamo restare indietro rispetto a questo dibattito, che comunque è stato riattivato a livello nazionale dalle parole del Ministro, dall'incontro del Ministro con il Presidente della Regione Piemonte e va da sè che questa è una pratica, se vogliamo, Assessore Castelli, il cui luogo principe deputato è la Conferenza delle Regioni a Roma perché un’iniziativa di questo tipo va coordinata.
Ecco, inviterei l'Assessore Castelli ad abbandonare questa comprensibile cautela e ad inserirsi all'interno di questo percorso perché la Regione Marche ha una forte solidità di bilancio ed anche una riconosciuta efficienza della macchina amministrativa, quindi può svolgere un ruolo da protagonista all'interno di questo percorso.

PRESIDENTE. L’interrogazione n. 419 ad iniziativa dei Consiglieri Biancani, Vitri, Mangialardi, Bora, Carancini, Casini, Cesetti, Mastrovincenzo, “Punti di assistenza in presenza alla clientela, sostitutivi dei Punti Blu chiusi lungo la rete autostradale nel territorio marchigiano” è rinviata. L’Assessore Baldelli è assente, per motivi istituzionali è a Roma.
Ha la parola il Consigliere Biancani.

Andrea BIANCANI. Grazie, Presidente. Voglio dire che questa cosa deve finire, l’abbiamo già trattata diverse volte all’interno della Conferenza dei capigruppo, oggi ci sono tre interrogazioni alle quali deve rispondere l’Assessore Baldelli.
Mi risulta che lei abbia scritto al Presidente della Giunta, perché le interrogazioni noi le facciamo al Presidente della Giunta, e nessuno ha fatto sapere niente.
L'Assessore Baldelli una volta c’è e tre volte no, a differenza dell’Assessore Saltamartini. Tutti sappiamo che se abbiamo un’interrogazione con l’Assessore Saltamartini la risposta c’è, con qualsiasi altro Assessore rischiamo, in particolare con l’Assessore Baldelli che non c’è quasi mai.
Oggi ci sono tre interrogazioni la n. 419 a prima firma del Consigliere Biancani, la n. 479 a firma della Consigliera Ruggeri e la n. 482 a prima firma Mangialardi, è possibile che tre interrogazioni non possano essere discusse perché l’Assessore non ha lasciato a nessuno la risposta? Noi non facciamo l’interrogazione all’Assessore, l’interrogante la fa al Presidente, poi il Presidente l’assegna a chi vuole, se vuole delegare l’Assessore competente delega all’Assessore competente, sennò occorre che il Presidente o un altro Assessore risponda alle interrogazioni. Non è la prima volta e non possiamo aspettare più di tre mesi per avere una risposta.
Presidente, le chiedo nuovamente di sollecitare il Presidente Acquaroli a trovare una soluzione perché così non si può andare avanti. Grazie.

PRESIDENTE. Abbiamo già espresso questa posizione alla Giunta, lo faremo in maniera ancora più chiara. Quindi prendiamo atto della posizione che riguarda tutti i Consiglieri, tenendo conto che gli impegni istituzionali hanno la precedenza e la priorità, ma la risposta ci deve essere, quindi troveremo certamente una soluzione.

Interrogazione n. 457
ad iniziativa della Consigliera Lupini
“Mancato utilizzo totalità del Fondo di sostegno per le strutture semiresidenziali per persone con disabilità di cui all’articolo 104, comma 3, del decreto-legge 19 maggio 2020, n. 34”
(Svolgimento)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca l’interrogazione n. 457 della Consigliera Lupini.
Ha la parola, per la risposta, l’Assessore Saltamartini.

Filippo SALTAMARTINI. Grazie, Presidente. Siccome l'interrogazione si svolge in diversi capitoli, do immediata lettura della risposta che è stata fornita.
In ottemperanza a quanto stabilito dal decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri 23 luglio 2020, la Giunta regionale con la deliberazione n. 1568 del 14 dicembre 2020 ha stabilito i criteri per l'assegnazione delle risorse statali trasferite alla Regione Marche, pari a 1.040.000 euro.
Con stessa delibera di cui sopra venivano indicate le spese ammissibili e finanziabili con le risorse statali, così come indicate all'articolo 2 comma 2 del suddetto decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri 23 luglio 2020. Inoltre, veniva indicato il periodo dal 17 marzo 2020 al 31 luglio 2020 quale periodo entro cui l'ente gestore avrebbe dovuto effettuare tali spese.
Punto 2) quali sono le modalità di erogazione del citato Fondo.
Con successivo decreto del Dirigente del servizio politiche sociali e sport n. 445 del 28 dicembre 2020 è stato approvato l'avviso pubblico per la presentazione delle domande per i finanziamenti di cui sopra e individuata la data del 31 dicembre 2020, quale termine ultimo entro cui gli enti gestori dovevano aver sostenuto le spese, come disposto dal decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri del 7 dicembre 2020.
I legali rappresentanti degli enti richiedenti hanno inoltrato la domanda di contributo utilizzando la procedura di invio telematico.
Con successivo decreto n. 121 del 27 aprile 2021 si è provveduto ad approvare la graduatoria e ad impegnare a favore degli enti gestori beneficiari l'importo complessivo richiesto pari a 532.991 euro corrispondente alle spese ammissibili sostenute nel periodo dal 17 marzo 2020 al 31 dicembre 2020.
Punto 3) le motivazioni del parziale utilizzo del citato Fondo.
Alcuni enti gestori beneficiari hanno di fatto caricato sul sistema informativo fatture per un importo inferiore al contributo loro impegnato per cui ne derivava una economia di spesa e con decreto n. 214 del 10 agosto 2021 si è provveduto a liquidare l'importo di 521.734 euro a favore degli enti gestori delle strutture semiresidenziali per disabili trasmettendo i dati alla Presidenza del Consiglio dei Ministri.
Punto 4) quale sia la procedura di riassegnazione al bilancio delle Stato delle risorse non utilizzate relativamente al citato Fondo.
Successivamente, per le vie brevi, questo Ufficio chiedeva alla Presidenza del Consiglio dei Ministri - Ufficio per le politiche in favore delle persone con disabilità di poter utilizzare la quota restante per coprire le spese sostenute dagli enti gestori per il periodo gennaio/giugno 2021. A tale richiesta veniva comunicato che le somme non utilizzate da parte delle Regioni dovevano essere tassativamente restituite, per cui a seguito delle indicazioni pervenute in data 8 marzo 2022 venivano comunicate le modalità di restituzione e questo Ufficio ha provveduto il 16 marzo 2022 a liquidare la somma restante di 518.403 euro alla Presidenza del Consiglio dei Ministri.
Da quanto sopra esposto si evidenzia come questo Ufficio abbia scrupolosamente attivato tutte le procedure per raccogliere le domande degli enti gestori nonché la relativa documentazione di spesa seguendo pedissequamente tutte le indicazioni previste dal decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri 23 luglio 2020. Quindi si è provveduto a liquidare tutti i costi rendicontati dagli enti gestori senza alcuna esclusione.
In conclusione, l'arco temporale indicato dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri (17 marzo 2020/31 dicembre 2020) è risultato troppo breve (solamente 8 mesi), in considerazione del fatto che con l'Ordinanza regionale n. 4 del 10 marzo 2020 veniva predisposta la chiusura dei centri semiresidenziali per disabili a causa dell'emergenza Covid 19 e solo a partire dal mese di giugno in poi i centri sono stati gradualmente riaperti dagli enti gestori a seguito della delibera di Giunta regionale n. 600 del 18 maggio 2020.
Ciò ha determinato una rendicontazione delle spese molta esigua da parte degli enti gestori per cui sin da subito si è palesata da parte degli uffici regionali la difficoltà di utilizzare interamente le risorse che erano state stanziate ed assegnate alla Regione Marche.
A ciò non è valso l'intervento di questo Ufficio affinché la Presidenza del Consiglio dei Ministri accordasse l'utilizzo di queste risorse anche per le spese sostenute nei primi sei mesi dell'anno 2021.
Infatti il suddetto Ufficio della Presidenza del Consiglio dei Ministri comunicava la decisione di recuperare le risorse non utilizzate e quindi si è avviata la conseguente procedura di restituzione.
Tenuto conto della complessità della risposta così lunga, lascerei alla segreteria la fotocopia del documento per l’interrogante. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatta o meno, la Consigliera Lupini.

Simona LUPINI. Grazie, Presidente. Grazie, Assessore, per la risposta. Riassumendo e anche per far capire la complessità dell'argomento, avevamo a disposizione un fondo molto cospicuo per rifondere e sostenere le strutture per disabili semiresidenziali a carattere socio-assistenziale, socio-educativo, polifunzionale, socio-occupazionale, sanitario e socio-sanitario. Una grande varietà di strutture proprio per chi ha una qualche forma di disabilità, che tanto ha sofferto, come tutti sanno, durante la pandemia. Quindi erano risorse a sostegno di una ripresa con tutti i mezzi per la sicurezza, rispettando tutta la normativa anti Covid19.
Ho fatto questa interrogazione perché mi chiedo come mai abbiamo speso solo la metà dei fondi e veniamo a sapere, e ringrazio per la risposta molto chiara, che i fondi non utilizzati e non spesi sono stati restituiti. Questo dispiace perché erano risorse che non abbiamo potuto utilizzare e mi sembra d'aver capito – la ringrazio per la risposta scritta che leggeremo con grande attenzione – che il tempo è stato troppo breve per gli enti locali per poter produrre una documentazione e usufruire dei fondi. Nel futuro forse dovremmo sostenere gli enti locali a mettere in atto tutto ciò che permette di spendere i soldi che sono assegnati, proprio perché ce n’era necessità.
L'altra domanda che ribadisco, di cui non mi sembra d’aver sentito la risposta è: quali sono stati i criteri e le modalità di monitoraggio delle necessità in tutta la regione? Credo che stare al fianco degli enti locali, degli ambiti territoriali aiuti a non perdere delle opportunità come purtroppo a volte capita e credo che questo sia uno di quei casi.
Speravamo di avere una risposta per cui i fondi si potevano riutilizzare in altro modo, che fossero state previste altre misure, ma mi sembra che su questo ci sia assoluta chiarezza. Grazie.

Proposta di legge n. 120
ad iniziativa della Giunta regionale
“Proroga dei termini di disposizioni transitorie inerenti alla pesca dei molluschi bivalvi”
(Discussione e votazione)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca la proposta di legge n. 120 della Giunta regionale.
La discussione è aperta, ha la parola il relatore di maggioranza Consigliere Marinangeli.

Marco MARINANGELI. Grazie, Presidente. La proposta di oggi va nella direzione di prorogare di un ulteriore anno, al 30 giugno 2023, qualcosa che già un anno fa abbiamo prorogato. Ricordo che c'è una delibera di Giunta regionale, la n. 118/2012, che fissa l'attuale assetto con le quattro aree di pesca e l’elencazione delle imbarcazioni che aderiscono ai vari compartimenti.
Riteniamo necessario a questo punto un'ulteriore proroga anche perché ci risulta ci sia, lo sappiamo tutti perché ne abbiamo discusso un anno fa, un ricorso al Tar, che ha espletato l’udienza il 9 febbraio 2022, ma non ha reso pubblica la sentenza.
E’ evidente che le nostre scelte non saranno necessariamente subordinate a ciò che il Tar deciderà, ma sarà comunque un elemento importante con il quale ragionare per verificare quella che potrà essere una pianificazione.
Ricordo anche che c'è stato un monitoraggio scientifico, che è stato attivato con la legge regionale del 2017 e si è concluso nel 2021, che tutto sommato crea un equilibrio tra quello che è un compromesso tra la tutela della risorsa e la produttività delle imprese, quindi di fronte a questo scenario attuale riteniamo utile la proroga di un anno, scelta condivisibile e necessaria.

PRESIDENTE. Ha la parola il relatore di minoranza Consigliere Mastrovincenzo.

Antonio MASTROVINCENZO. Grazie, Presidente. La proposta di legge prevede, come ha detto il Consigliere Marinangeli, la proroga di un anno del termine del periodo transitorio previsto.
Nel periodo transitorio che si intende prorogare l'assetto gestionale della pesca dei molluschi bivalvi è disciplinato dall'articolo 10 del Regolamento regionale che individua quattro aree di pesca ed elenca le imbarcazioni autorizzate alla pesca in ciascuna di queste aree.
La legge n. 20/2017 prevedeva uno studio – a cui ha fatto cenno il Consigliere Marinangeli – che però si è concluso da tempo, lo ricordo, per il quale il termine era stato prorogato al 30 giugno 2021.
Oggi però, come lo scorso anno, per prendere una decisione definitiva su questo tema si dice, anche nella relazione alla proposta di legge, che occorre attendere una sentenza relativa ad un ricorso al Tar del 2012. Già di per sé è sbagliato attendere le decisioni di un Tribunale amministrativo per fare una scelta politica. La verità però è che non si vuole scegliere altrimenti si rischierebbero altri ricorsi, visto che la conservazione dello status quo penalizza ancora una volta le barche del consorzio anconetano.
Così magari l'Assessore Carloni – talmente interessato che oggi non è neanche presente in Aula – tiene tranquilli gli operatori del settore del suo territorio per finalità elettorali.
Mi domando cosa ne pensino a riguardo i Consiglieri regionali di maggioranza della provincia di Ancona.
È evidente che a 2 giorni dal termine del 30 giugno si deve fare qualcosa, ma è altrettanto evidente che in questi 20 mesi non si è fatto assolutamente nulla. La Conferenza dei Presidenti di gruppo e la II Commissione, a differenza di quanto avvenuto ripetutamente nella passata legislatura, non hanno mai incontrato e ascoltato gli operatori del settore e i rappresentanti dei consorzi. E ci siamo ritrovati ad approvare questa proposta di legge d'urgenza prima in Commissione ed oggi in Aula, quando si sarebbe potuta discutere con tutta calma anche nelle settimane scorse vista la perdurante inerzia della Giunta regionale.
Così come è evidente che la legge del 2017 prevedeva la proroga dei termini per fare lo studio che ora si è concluso, quindi non c'è più alcuna motivazione reale per una proroga. Quando fu decisa allora, e c'era una motivazione, in quest'Aula – ricordo - fioccarono le critiche da parte di Fratelli d'Italia, Lega e Forza Italia. Le ho già ricordate tutte puntualmente lo scorso anno, a giugno, in occasione della precedente proroga e quindi non mi ripeterò oggi. Invece voglio ricordare quanto gli esponenti dell'attuale maggioranza dichiararono appena 12 mesi fa in quest’Aula: "Questa è una soluzione tampone e lo sappiamo tutti, in attesa di una decisione risolutiva a cui spero si arrivi nel prossimo anno" (Consigliere Ciccioli); "Al momento non c'era soluzione alternativa alla proroga per il minor tempo possibile del Regolamento vigente. Questa soluzione mi ha visto collaborativo, al fine di utilizzare questo tempo di proroga, in un tavolo operativo tra tutti i soggetti coinvolti" (Consigliere Bilò); "In Commissione ho votato favorevolmente, ma con la riserva di votare contro se il prossimo anno la questione non si sbloccherà e lo farò anche in Consiglio" (Consigliere Rossi).
In questo anno non c'è stato alcun tavolo operativo per risolvere definitivamente la questione e oggi ripresentate una soluzione tampone e nessuno della maggioranza voterà contro questa proroga.
Temo che ci ritroveremo qui esattamente allo stesso punto tra un anno, con un ulteriore rinvio che, come oggi, serve solo a mantenere gli equilibri di maggioranza. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Ciccioli.

Carlo CICCIOLI. Grazie, Presidente. E’ noto che la politica è l’arte del possibile.
Per andare nella direzione che auspicava il Consigliere Mastrovincenzo, voglio ricordare che personalmente, poi chissà quanti prima di me, mi occupo di questo problema dal mandato del Governo Berlusconi due, tra il 2001 e il 2006, quando Alemanno era Ministro all’agricoltura ed alla pesca. Avendo buoni rapporti con l'allora Ministro, feci una serie di riunioni per cercare di arrivare a capo e trovare una soluzione.
In realtà il termine del problema è che c'è un conflitto grandissimo di interessi tra le marinerie, tra gli spazi del litorale e ogni volta per arrivare a disinnescare il conflitto che ha comportato anche risse sulle banchine, manifestazioni violente e tutto il resto, si è andati verso soluzioni transitorie. Per esempio, lo spostamento di un numero considerevole di imbarcazioni dalla sede di Civitanova Marche a quella di Ancona, ci sono motobarche targate Civitanova Marche che pescano ad Ancona, ci sono motobarche di San Benedetto del Tronto, che erano di Porto San Giorgio, spostate su Civitanova Marche ed altro. Perché? Perché la risorsa è variabile, non c'è uno standard fisso legato alla produzione, come potrebbe essere quella agricola, benché anche in agricoltura è determinata da condizioni meteo e da tanti altri fattori.
Ci sono stati anni, addirittura, di fermo pesca totale per le vongole, anni in cui è stata interdetta la pesca perché il prodotto era praticamente scomparso e perché fosse scomparso è stato a lungo oggetto di studi da parte del Consiglio nazionale della ricerca, in particolare del Laboratorio di tecnologia della pesca di Ancona e del Laboratorio di Fano, che in realtà mi sembra sia dell’Università di Bologna. Non se ne è mai venuto a capo, se non con una serie di ipotesi scientifiche, sempre molto fondate. Perché ci sono periodi di “vacche magre e di vacche grasse”. Perché improvvisamente c'è la moria delle vongole e perché altrettanto improvvisamente c'è ne sono in abbondanza. Tanto è vero che c’è il crollo del prezzo e talvolta i consorzi dei vongolari preferiscono non andare in mare.
Mi sento di dire che qualche volta le decisioni politiche …, anche se questa è una decisione politica fino ad un certo punto perché è legata a variabili tecniche, qui la politica c’entra solo come momento finale di decisione, ma le proposte passano dai Laboratori di tecnologia della pesca, dalle Capitanerie di porto, passano dai vari interlocutori, soprattutto dai consorzi dei vongolari, che hanno anche una ragione giuridica. Chi è fuori dal consorzio perde tutta una serie di diritti e ricordo in particolare un pescatore del comparto di Ancona che è stato fuori per anni dal consorzio.
Ci sono poi tutti i pregressi legati alle concessioni delle licenze per le vongolare, che erano un piatto ricco in cui ovviamente la cooperazione, i singoli, eccetera, facevano i loro giochi. Ci fu un periodo, circa 20 anni fa, in cui furono date un eccesso di concessioni di licenze da pesca, anche bacchettato dall’Unione europea, che portarono persino a conseguenze giudiziarie, ci fu l’arresto del Direttore generale del Ministero della pesca, in epoca tra l’altro di centro-sinistra.
Siamo su un terreno minato e molto spinoso perché ci sono famiglie che ci vivono su questa pesca, c’è una filiera di produzione e commercializzazione importante e tutte queste cose vanno a confluire nel luogo della decisione, che è complicatissima. Come la metti, come ti muovi c’è un problema e c’è un conflitto violento, che si scarica sulle banchine, sui mercati ittici, eccetera.
In qualche caso bisogna ricorrere alla memoria storica, che è quella di Giulio Andreotti, che può essere molto criticabile, ma dell'arte della politica ci capiva e diceva che una proroga non si nega a nessuno.
Noi siamo da troppi anni nelle proroghe, ma non prorogare spesso è il peggiore dei mali. Lo dico al Consigliere Mastrovincenzo, se al governo di questa amministrazione regionale ci fosse stato il centro-sinistra probabilmente avrebbe dato un'ulteriore proroga. Ci siamo noi, siamo in difficoltà perché vorremmo arrivare ad una decisione, ma se la decisione è esplosiva ed è peggiore del male allora è meglio stare fermi. Questo è un orientamento che spesso vale anche in medicina, di fronte al paziente grave c'è il dubbio: conviene prendere una decisione drastica o conviene cercare di tirare avanti e vedere come svoltano le cose, o come sono le decisioni nazionali o come va l'evoluzione della riproduzione delle vongole e non ultimo il mercato?
Questo è il caso in cui la Giunta attraverso una serie di riunioni, alle quali non ho partecipato, quindi non mi sento di testimoniare …, però nel tavolo con i protagonisti, gli operatori delle marinerie, i consorzi e via di seguito, si è deciso di prorogare ulteriormente al 30 giugno 2023, dal punto di vista teorico è corretto? Non lo so, ho dei dubbi, dal punto di vista operativo è la soluzione migliore, quindi mi sento di dire che questa legge va approvata. Questa è la richiesta degli operatori, non mi sento di schierarmi contro i consorzi, contro gli operatori, contro tutti, diciamo che è un equilibrio che comunque tiene. Perché arrivare a dire sono stato perfetto, ma il paziente è morto, questo succede talvolta nella medicina. Potrebbe accadere che generiamo un conflitto di cui non conosciamo le conseguenze se facciamo una scelta che è contro uno o l’altro gruppo di operatori marittimi.
Mi sento di dire questa cosa, non è una dichiarazione forte? Forse si, ma è una dichiarazione di buon senso, lungimirante ed equilibrata.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Rossi.

Giacomo ROSSI. Non volevo intervenire, ma siccome sono stato interpellato dal Consigliere Mastrovincenzo, che ha citato delle mie dichiarazioni, e siccome, forse non si è capito, sennò il Consigliere non avrebbe citato le mie parole, il sottoscritto è una persona che ha solo una parola, confermo la mia contrarietà e aggiungo che forse in questa Assemblea ci sarebbe bisogno di lezioni di coerenza, come quella che sto dando io in questo momento. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Carancini.

Romano CARANCINI. Il Consigliere Ciccioli fa parte della categoria degli ignavi, lui e tutti quelli che attraverso questo passaggio dimostrano l'incoerenza politica, l'incapacità di scegliere. E lo dico al Consigliere Rossi, apprezzo la sua dichiarazione perché lui ha perfettamente ragione su questo, ci si può trovare molto spesso in posizioni differenti, ma la coerenza politica è un valore.
Il Consigliere Ciccioli è uno di quelli che sa tutto, ti fa anche l’esame neuropsichiatrico, stavolta non sa rispondere, lui dice: “Che volete, piuttosto che scegliere e fare gli interessi del bene pubblico, cercando di assumere una decisione, proroghiamo ancora”.
Mi chiedo se questo sia l'atteggiamento giusto, che peraltro si ritrova anche in altri passaggi. Una Giunta che molto spesso è assente e incapace di assumere decisioni, talvolta chi fa politica lo sa, non sempre si può accontentare tutti. Occorrerebbe accontentare il valore del bene pubblico, ma il Consigliere Ciccioli, ancora una volta, si erge a colui che detta la linea alla maggioranza.
Mi chiedo, Consigliere Ciccioli, come mai rispetto alle richieste, per esempio, della marineria anconetana lei ancora una volta finge di interessarsi e addirittura racconta che si occupa di questo tema dal 2001, devo dire senza un gran successo, mi pare di poter capire. Zero successo, zero capacità di incidere, praticamente uno di quei soggetti ignavi che al momento della decisione non la sa assumere.
Per questo ribadisco che la scelta ancora una volta di prorogare è un insulto al dovere di chi amministra, di prendere una decisione, qui non si tratta, ovviamente non entro nel merito, di fare l'interesse della marineria del dipartimento di Ancona piuttosto che delle altre, si tratta di mettersi attorno ad un tavolo, esaminare gli atti e gli studi che oggi ci sono e cercare di adeguare, anche in relazione alla frottola che ha raccontato il Consigliere Ciccioli, circa la variazione delle produzioni in mare. E’ evidente che queste esistono da sempre.
E’ un intervento di biasimo nei confronti dell’incapacità di decidere e, lo dico ai Consiglieri regionali, la cosa strana è che nella passata legislatura rispetto a questa situazione vi erano totali proteste quando si prorogava, quando non si assumeva una decisione, ed oggi c'è un silenzio assoluto. Sarebbe interessante capire per quale ragione.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Putzu.

Andrea PUTZU. Grazie, Presidente. Non solo come Presidente di Commissione, ma in qualità di Consigliere regionale ho ascoltato questa discussione. In Commissione non abbiamo dibattuto, siamo stati veloci e mi aspettavo da parte del Partito Democratico un assenso a questa richiesta per un semplice motivo - mi dispiace per la dichiarazione del Consigliere Mastrovincenzo - perché la proroga in tutti questi anni è partita sempre ed esclusivamente dal centro-sinistra. Credo che al Consigliere Carancini chi ha governato fino al 2020 glielo abbia detto, altrimenti rischiamo di non sapere le cose.
Questa è una proroga perché noi dobbiamo attendere, come sa bene da buon avvocato il Consigliere Carancini, una sentenza del Tar per decidere con legge che cosa si deve fare.
Mi dispiace aver ascoltato il Consigliere Mastrovincenzo che ora attacca noi, mentre quando era Presidente dell’Assemblea legislativa, la stessa in tutti questi anni, chiedeva la proroga. Questo per far capire che c'è una discordanza all'interno del Partito Democratico.
Fondamentalmente non credo che ci debba essere una battaglia tra i territori, tra i compartimenti, però sono dispiaciuto perché speravo che in questa Aula piuttosto che polemizzare si potesse andare in coerenza con quello che il PD ha sempre proposto ed ha sempre fatto.
In questo caso credo che attendere una sentenza del Tar sia doveroso, perché se andassimo a legiferare una cosa e poi il Tar ne fa un’altra, dovremmo tornare ancora qui in Consiglio regionale.
Secondo me la scelta è giusta, responsabile e legittima da parte della Giunta che ha portato questo provvedimento in Aula, che chiede una proroga affinché il Tar si pronunci e una volta che l’avrà fatto potremmo fare tutti insieme le valutazioni del caso e finalmente fare una legge che possa essere utile per dare risposte a questo settore. Grazie.

PRESIDENTE. Non ci sono altri interventi, quindi, ha la parola il relatore di maggioranza Consigliere Marinangeli.

Marco MARINANGELI. Grazie, Presidente. La replica è nella misura in cui, onestamente, non condivido alcune valutazioni fatte dalle opposizioni, quando si parla di incapacità di decidere, quando si parla della volontà di non scegliere, quando le proroghe sono appartenute ai governi precedenti che di fatto non hanno mai scelto.
La nostra è una decisione che riteniamo responsabile, di buon senso, anche per il fatto che il Tar si è riunito adesso, nel febbraio 2022.
Ripeto, non sarà un elemento con il quale prendere una decisione politica, un modo per sottrarsi a delle responsabilità, ma sarà sicuramente un elemento importante da portare nella piattaforma delle decisioni, un ulteriore elemento che ci potrà aiutare. E quando dico ci potrà aiutare, intendo dire insieme alle categorie perché la nostra coerenza sta nel fatto di dover fare una scelta oggi, che non sia né giusta né sbagliata, ma opportuna. E’ una scelta di responsabilità, noi vogliamo fare una scelta definitiva, chiaramente con gli operatori, in maniera condivisa con tutti gli elementi sul tavolo. Questo è il motivo della proroga.

PRESIDENTE. Ha la parola il relatore di minoranza Consigliere Mastrovincenzo.

Antonio MASTROVINCENZO. Pochissime parole, solo per dire che quanto emerso dal dibattito, l’ha riconosciuto anche il Consigliere Ciccioli, è la grande difficoltà della maggioranza a prendere una decisione su questo argomento.
La difficoltà c'è, le avevamo avute anche noi negli scorsi anni, ma questi proclami di anno in anno: “l’anno prossimo risolveremo”, credo che non portino a nulla.
Ribadisco che la sentenza del Tar non dovrebbe incidere su quella che invece è una scelta di carattere politico ed il timore è che il prossimo anno potremmo trovarci ancora qui senza alcuna decisione presa e con un'ulteriore proroga. Grazie.

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione.
Articolo 1. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

Articolo 2. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

Articolo 3 (Dichiarazione d’urgenza). Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale approva a maggioranza assoluta dei suoi componenti)

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, il Consigliere Mangialardi.

Maurizio MANGIALARDI. Grazie, Presidente. Come avete visto il nostro sarà un voto di astensione, lo dico con grande imbarazzo. Ieri come gruppo abbiamo deciso di assumere questa posizione, come già indicata dal Consigliere di minoranza Mastrovincenzo. Nemmeno ad intervenire nel dibattito per percorso e per sostanza. Presidente, l’abbiamo già detto, iscrivete una proposta di legge con l'urgenza per arrivare ad una proroga che conoscete dall’anno scorso. Siamo quasi al ridicolo, poi giustifichiamo tutto …, ho sentito che non si può toccare il Consigliere Ciccioli, altrimenti che c’è una alzata di scudi, non da parte di tutti. Ho apprezzato la dichiarazione del Consigliere Rossi.
L’iscrizione d'urgenza per arrivare ad una proroga di quei temi, che non avete voglia di affrontare, e trovate tutte le giustificazioni per sottolineare la buona condotta delle amministrazioni precedenti, che reiteravano gli atti di proroga, voi lo sottolineate con l’evidenziatore rimanendo dentro quel solco.
Bravi, volevate cambiare tutto, invece non siete in grado di affrontare …, non date nemmeno gli elementi adeguati, le imbarcazioni di San Benedetto del Tronto che sono, lo dico per il Consigliere Ciccioli che se ne occupa dal lontano 2001, dentro il dipartimento di Ancona sono 25.
Capisco che assumere una posizione chiara, che potesse anche anticipare la sentenza del Tar, perché con una norma avremmo anche risolto quel tema, per voi non è oggetto di consenso, quindi lasciate tutto così, invariato, magari sottolineando il fatto, come è successo all’Assessore Carloni lo scorso anno, che non ci sono i vongolari con gli striscioni fuori, quindi vuol dire che siete più bravi degli altri ad assecondare le esigenze degli operatori. Voi sapete benissimo che non è così, un atto iscritto d'urgenza per reiterare quello che avviene dal 2001 mette solo tristezza, alla tristezza non bisognerebbe nemmeno partecipare, quindi ci asterremo su questo triste provvedimento.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, il Consigliere Ciccioli.

Carlo CICCIOLI. Uno fa le cose per passione e quelle fatte per passione sono le migliori.
Ho ascoltato con grande interesse l'intervento del Consigliere Carancini e mi è sorto un dubbio grandissimo: questa è una decisione iniqua, poi il grande atteggiamento del Partito Democratico è quello di astenersi? Io sarò ignavo, ma l’ignavia del Partito Democratico arriva al ridicolo.
Detto questo, torniamo nel merito. In realtà la condizione è molto complicata, è verissimo, dal 2001 me ne occupo istituzionalmente perché nel 2001 ero Consigliere regionale e quindi avevo una autorità, ma me ne occupo da prima, da quando ero un povero Consigliere comunale della città di Ancona, per capire la condizione che si determina in banchina quando ci sono gli spostamenti, poi vi racconterò un piccolo aneddoto che mi è capitato personalmente, ma prima andiamo alla decisione.
Questa è una decisione saggia ed equilibrata, che evita veri e propri scontri, che si verificherebbero tra i gruppi.
Il trasferimento progressivo, lo spostamento progressivo di gruppi di motopesca, di vongolare da sud a nord è stato fatto per cercare di amministrare in qualche modo la tensione tra un numero spropositato di vongolare, allora, adesso per fortuna un po’ più contenuto, causato da governi di centro-sinistra. Le licenze a gogò furono date nel centro-sud delle Marche ed hanno determinato uno sforzo di pesca esagerato rispetto alla possibilità di prelievo.
Ovviamente quando ci sono i problemi, ci sono di mezzo le famiglie, gli interessi legittimi degli operatori, l'acquisto con tutti i diritti di proprietà di imbarcazioni, uno deve cercare di trovare una soluzione e la soluzione salomonica fu una lunghissima negoziazione tra le marinerie per arrivare ad una decisione, che era stata indicata dagli operatori stessi di pesca, con qualche piccolo aggiustamento, sull'attribuzione dei tratti di mare, per esempio Ancona scomposta tra costa sud del Conero e costa nord, complicatissimo.
Per capire vi dico questo, e poi chiudo, partecipai ad alcune assemblee esasperate di vongolari, ad un certo momento la tensione era tale che si passò alle mani, un vongolaro storico, “Pino”, sganciò un gancio terribile a quello che sosteneva un’altra tesi e gli disse: “Hai parlato sbagliato!”. Poco dopo ci fu la stessa tensione in un’assemblea in banchina al consorzio di Ancona, quello che gli aveva dato torto gli dette ragione, e giù un altro cazzotto ed io dissi: “Ma come, adesso ti dà ragione!” e lui rispose: “Ha sbagliato a parlà!” perché non doveva neanche parlare.
Questo è il clima sulle banchine a Civitanova Marche, a Porto San Giorgio, a San Benedetto del Tronto. Credo che un governo regionale, che mantenga un'omeostasi, un equilibrio, sia un buon governo e se noi facciamo un'ulteriore proroga facciamo quello che ha fatto il Partito Democratico in questa Aula prendendo anche una decisione furbastra, fece una proroga di tre anni in maniera tale che la decisione sarebbe andata alla legislatura successiva, e adesso tocca a noi!
A volte di notte sogno che quello che dicono i Consiglieri Carancini e Mangialardi, che io comando, tanto è vero che, purtroppo, mi sveglio la mattina e non è assolutamente così. Ogni mattina, ogni giorno porta la sua pena, ogni giorno è faticosissimo. Riuscire a condividere tra tutti una decisione, in una coalizione, in una maggioranza, addirittura nello stesso partito, voi forse ne sapete qualcosa più di me, è sempre molto difficile, questa è una decisione saggia, il gruppo di Fratelli d’Italia dà un convinto voto favorevole.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, il Consigliere Marinangeli.

Marco MARINANGELI. Grazie, Presidente. Ringrazio il Consigliere Marinelli che mi ha concesso la dichiarazione di voto, per ribadire la bontà della decisione, che riteniamo una soluzione opportuna in questo momento, di buon senso e soprattutto equilibrata. Consentitemi anche di sottolineare un aspetto, un plauso agli operatori, ai vongolari, perché noi qui stiamo a discutere, ma i vongolari hanno fatto tempo fa la scelta di autoregolamentazione, che oggi consente qualcosa di equilibrato in termini di pescato, in termini di fatturato, quindi la necessità di dover intervenire subito, immediatamente, sconvolgendo un equilibrio che di fatto gli stessi vongolari, a cui va dato il merito, hanno contribuito a raggiungere …
Oggi la decisione di scegliere di prorogare di un ulteriore anno è corretta. E’ evidente che il nostro impegno sarà quello di andare ad approfondire, a determinare una legislazione definitiva, ma questo lo vogliamo fare e lo faremo approfondendo tutti gli studi che abbiamo in nostro possesso, ma lo faremo insieme, condividendolo con gli stessi operatori. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, il Consigliere Rossi.

Giacomo ROSSI. Vorrei ribadire la mia scelta di coerenza sia all’Aula che all'Assessorato ed anche a qualche vongolaro forse poco consequenziale anche lui.
Dico questo: la maggioranza ha fatto una scelta legittima, che io non condivido, però l’ha fatta e l’ha spiegata, voi la criticate però vi astenete, allora abbiate la stessa coerenza e lo stesso coraggio mio di votare contro, criticate la loro scelta legittima, però vi astenete.
Vi dico solo questo, perlomeno io salvo una certa coerenza, ma anche la maggioranza perché fa una scelta comunque consequenziale alle proprie idee, io l'ho fatta concordemente con le mie idee, voi la fate contrariamente alla coerenza delle vostre idee perché criticate una cosa e poi vi astenete. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, la Consigliera Marcozzi.

Jessica MARCOZZI. Grazie, Presidente. Noi voteremo favorevolmente questa proposta di legge che proroga di un altro anno.
Voglio ricordare che quando Forza Italia era in minoranza più volte ha votato favorevolmente delle proroghe, il nostro obiettivo è quello di arrivare ad una soluzione definitiva e non di continuare a posticipare.
Questa astensione non la capisco perché, ripeto, avete governato ed avete prorogato, ricordo che la sottoscritta quando era in minoranza ha votato la proroga.
Arriveremo ad una soluzione, quindi Forza Italia voterà ancora una volta favorevolmente, l’ha fatto quando era in minoranza e lo fa oggi con l’obiettivo di arrivare ad una soluzione definitiva.

PRESIDENTE. Non ci sono altre dichiarazioni di voto, vorrei, prima di mettere in votazione la proposta di legge, esprimere le condoglianze per l’uomo del mare che poche ore fa ha perso la vita al largo di Falconara. Tra l’altro c’è una diretta colleganza, ma sarebbero ancora di più dovute le condoglianze, con delle persone, sue parenti, che lavorano nell’ambito della Regione marche.
A nome dell’Assemblea, del Presidente della Giunta della Regione Marche e di tutti i componenti esprimo le condoglianze, trattando proprio di questo tema e di quanto sia difficile il lavoro in mare, al di là delle nostre discussioni sui temi e termini legislativi.

Proposta di legge n. 120. La pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

Proposta di legge n. 76
ad iniziativa della Giunta regionale
“Disciplina per la raccolta e la commercializzazione dei funghi epigei spontanei”
(Rinvio)

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Marinelli.

Renzo MARINELLI. Per chiedere di rimandare in Commissione questa proposta di legge.

PRESIDENTE. La richiesta deve essere avanzata dal Presidente della Commissione o da tre Consiglieri, quindi associati al Consigliere Marinelli abbiamo i Consiglieri Marinangeli e Antonini.
Ha la parola, oratore contro, il Consigliere Mangialardi.

Maurizio MANGIALARDI. La posizione del mio gruppo è fortemente contraria al rinvio, ancora una volta, in Commissione. Siamo al ridicolo, sono tre volte che questa proposta di legge arriva in Consiglio. Non trovate una quadra nemmeno sui funghi, dovete fare gruppi ed intergruppi anche per la determinazione dei funghi ipogei e il Consigliere Ciccioli che comanda tutto, non è vero, non comanda nulla, per me non comanda nulla, basta vedere cosa è successo a Jesi ed a Fabriano per capire quanto comanda.
Presidente, lo dico per lei, sono tre volte che arriva in Aula una legge banale, è stata in Commissione, ci sono gli emendamenti, vi siete confrontati, ci sono i subemendamenti e torniamo in Commissione perdendo tempo.
Dobbiamo aspettare la crescita dei funghi? E’ vero non c’è nemmeno l’acqua, vi capisco!

PRESIDENTE. Ha la parola, oratore a favore, il Consigliere Rossi.

Giacomo ROSSI. Siccome sono il relatore di maggioranza, voglio evidenziare che il rinvio questa volta è per una maggiore valutazione rispetto a degli aspetti finanziari che sono stati sollevati dagli uffici.
Anch’io auspicavo che potesse essere discussa, non voglio giustificare questo rinvio, però in questo caso è una precauzione in più per poter meglio gestire i contenuti, soprattutto finanziari di questa legge.

PRESIDENTE. Rinvio in Commissione della proposta di legge n. 76. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

Proposta di legge n. 50
ad iniziativa dei Consiglieri Latini, Rossi, Marcozzi
“Modifiche ed integrazioni alla legge regionale 18 novembre 2019, n. 38 (Disposizioni in materia di equo compenso)”
(Discussione e votazione)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca la proposta di legge n. 50 dei Consiglieri Latini, Rossi, Marcozzi.
La discussione è aperta, ha la parola il relatore di maggioranza Consigliere Rossi.

Giacomo ROSSI. Innanzitutto ringrazio il proponente collega e Presidente del Consiglio Latini e la Consigliera Marcozzi per questa proposta di legge: modifica della legge regionale 38/2019 “Disposizioni in materia di equo compenso”.
L’equo compenso è stato introdotto nella Regione Marche dalla legge regionale 38 del 2019, con la legge “Disposizioni regionali in materia di equo compenso” e lo spirito con cui è stata adottata è quello di garantire un equo compenso proporzionato al lavoro svolto dal professionista sia dal punto di vista qualitativo che quantitativo.
Il principio si applica in caso di affidamento di lavori e servizi da parte dell'Assemblea, della Giunta o di tutti quegli enti vigilati o partecipati dalla Regione.
Si specifica nella legge che i compensi professionali sono determinati in base a parametri stabiliti dai decreti ministeriali, alla qualità e alla quantità della prestazione e che in nessun caso nei contratti devono essere presenti clausole vessatorie individuate ai sensi della normativa statale, cito l'articolo 13 della legge 247 del 2012, e che la Regione promuove l'adozione da parte degli enti locali di misure volte al rispetto dei suddetti parametri. Ad oggi non è stato adottato alcun atto finalizzato all’attuazione di tali principi.
Con questa proposta di modifica viene ampliato il parco degli attori che devono rispettare il principio dell'equo compenso aggiungendo gli enti locali o altri enti pubblici o privati che esercitano funzioni conferite dalla Regione.
Inoltre si prevede che per la presentazione delle istanze nei confronti di una pubblica amministrazione, oltre che la documentazione normalmente prevista, debba essere presentata anche una lettera di affidamento dell'incarico al professionista, in cui siano indicati determinati elementi: i dati del professionista, gli estremi di iscrizione all'ordine o al collegio, riferimenti di posta elettronica certificata, gli estremi dell'assicurazione professionale obbligatoria, l’attestazione di regolarità contributiva, la descrizione dettagliata delle prestazioni richieste, il compenso che deve risultare proporzionato alla quantità ed alla qualità del lavoro svolto ed anche le modalità di pagamento.
Infine sottolineo che nella fase conclusiva dell'iter amministrativo è inserita l'acquisizione da parte delle pubbliche amministrazioni di una dichiarazione sostitutiva di atto notorio da parte del professionista che attesta il corretto e puntuale pagamento delle spettanze da parte del committente.
Voglio sottolineare che questa proposta di modifica dal punto di vista procedurale ha ottenuto i pareri favorevoli sia del CAL, del Consiglio delle autonomie locali, che del CREL, Consiglio regionale dell'economia e del lavoro. Grazie.

Presidenza del Vicepresidente
Gianluca Pasqui

PRESIDENTE. Ha la parola il relatore di minoranza Consigliere Mastrovincenzo.

Antonio MASTROVINCENZO. Grazie, Presidente. L’istituto dell’equo compenso è stato introdotto nell’ordinamento regionale con la legge regionale 38/2019 e con questa norma la Regione Marche aveva inteso valorizzare il diritto dei professionisti a ricevere un compenso proporzionato alla quantità, alla qualità, al contenuto ed alle caratteristiche della prestazione resa. Il principio si applica alle procedure di affidamento di lavori e servizi da parte delle strutture dell’Assemblea legislativa e della Giunta regionale, nonché degli enti, agenzie, aziende dipendenti e/o vigilate dalla Regione e/o alla società da queste partecipate.
La disciplina legislativa sull’equo compenso è peraltro declinazione del principio della giusta retribuzione stabilito dall’articolo 36 della nostra Carta Costituzionale ed è stato introdotto nel nostro ordinamento nel 2017.
La legge 38 del 2019, della cui proposta ero stato il primo firmatario nella scorsa legislatura, era stata una delle prime normative regionali in Italia su questa materia, condivisa e apprezzata da tutti gli ordini professionali.
La proposta di legge che oggi andiamo ad approvare modifica in alcune parti non sostanziali la legge del 2019, l'articolo 2 della legge 38 stabilisce che la Giunta regionale, l'Ufficio di Presidenza e l’Assemblea legislativa adottino, previa intesa, atti di indirizzo che specificano che nelle procedure di affidamento dei lavori e servizi i compensi professionali sono determinati sulla base dei parametri stabiliti da decreti ministeriali adottati per le specifiche professioni o in modo proporzionato alla quantità, alla qualità ed al contenuto della prestazione considerata. Tali parametri sono utilizzati quali criterio o base di riferimento ai fini dell’individuazione dell’importo posto a base della gara e non sono presenti nei contratti di incarico professionali clausole vessatorie individuate ai sensi della normativa statale vigente.
La Regione promuove l'adozione da parte degli enti locali di misure volte a garantire il rispetto dei parametri sopra richiamati.
Nel merito, la proposta prevede alcune modificazioni, ripeto, non sostanziali alla legge 38/2019, disciplina che la presentazione delle istanze, comunque denominate, nei confronti di una pubblica amministrazione siano corredate oltre che da tutti gli elaborati previsti dalla normativa vigente, dalla lettera di affidamento dell'incarico sottoscritto dal committente, unitamente alla copia fotostatica di un documento d'identità. Al riguardo si osserva che la stessa previsione è contenuta anche nelle leggi regionali del Veneto e del Lazio, che non sono state impugnate dal governo, stabilisce che la lettera di affidamento dell'incarico deve contenere i dati del professionista, gli estremi di iscrizione all'ordine o collegio, la posta elettronica certificata, gli estremi dell'assicurazione professionale obbligatoria, l’attestazione circa la regolarità contributiva e il rispetto della formazione obbligatoria continua, la descrizione dettagliata delle prestazioni richieste, il relativo compenso e le modalità di pagamento.
Prevede infine che le amministrazioni interessate dalle modifiche al momento conclusivo di un iter amministrativo, iniziato con la presentazione di un’istanza, acquisiscano la dichiarazione sostitutiva di atto di notorietà del professionista o dei professionisti sottoscrittori degli elaborati progettuali o responsabili a qualsiasi titolo dell'esecuzione delle opere.
La proposta di legge contiene inoltre un'indicazione rispetto al divieto di inserimento di clausole vessatorie nei contratti di incarico professionale, previsione questa già inserita peraltro nella legge regionale 38 del 2019.
Per concludere, il giudizio sulla legge è positivo anche se molte delle previsioni contenute negli articoli non sono, ripeto, di carattere sostanziale e sarebbero potute essere semplicemente oggetto di delibera o provvedimento attuativo della legge regionale 38/2019. Grazie.

Presidenza del Presidente
Dino Latini

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione.
Articolo 1. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

Articolo 2. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

Articolo 3. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

Articolo 4. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

Coordinamento tecnico. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, il Consigliere Mastrovincenzo.

Antonio MASTROVINCENZO. Come già annunciato, noi voteremo a favore di questa proposta di legge. E’ evidente che non è una norma che stravolge l’impianto che già era stato approvato nel 2019, anzi, ribadisco che molti degli aspetti contenuti in questa normativa potevano essere inseriti tranquillamente negli atti attuativi della legge 38, però non rileviamo aspetti negativi, quindi voteremo a favore di questa proposta di legge.

PRESIDENTE. Proposta di legge n. 50. La pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

Proposta di atto amministrativo n. 34
ad iniziativa dell’Ufficio di Presidenza
“Rendiconto dell'Assemblea legislativa regionale per l’esercizio finanziario 2021”.
(Discussione e votazione)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca la proposta di atto amministrativo n. 34 dell’Ufficio di Presidenza.
La discussione è aperta, ha la parola il relatore Consigliere Pasqui.

Gianluca PASQUI. Grazie, Presidente. Buongiorno a tutti. Il rendiconto è un documento che rappresenta i risultati conseguiti nella gestione delle entrate e spese correnti e nella realizzazione degli interventi programmati con il bilancio di previsione.
Il rendiconto della gestione costituisce, con il bilancio di previsione, l'atto fondamentale che raccoglie tutta l'attività effettuata dal Consiglio regionale nell'esercizio finanziario di riferimento. Ai sensi della normativa regionale vigente, prima dell'approvazione definitiva da parte dell'Assemblea legislativa, il rendiconto è approvato dall'Ufficio di Presidenza, sentito il parere della Conferenza dei Presidenti dei gruppi.
Il rendiconto è stato elaborato secondo gli schemi previsti dal decreto legislativo 23 giugno 2011, n.118, ed è formato: dallo schema che espone le risultanze della gestione finanziaria dell'esercizio 2021; dal conto economico patrimoniale; dalla relazione sulla gestione e relativa nota integrativa ed è corredato dal relativo parere espresso dal Collegio dei revisori dei conti della Regione Marche.
Al rendiconto sono allegati i seguenti documenti:
- la relazione del Segretario generale sui risultati conseguiti nell'anno 2021, la quale rappresenta ai sensi della lettera b) del comma 3 dell'articolo 4 della legge regionale 28 dicembre 2010, n. 22, la relazione annuale sulla performance;
- le relazioni sull'attività svolta nel corso dell'anno 2021 degli Organismi regionali di garanzia;
- i rendiconti dei gruppi assembleari relativi all'anno 2021.
Ai fini della predisposizione del rendiconto, si è provveduto al riaccertamento dei residui attivi e passivi.
L'operazione di riaccertamento ordinario ha riguardato principalmente la spesa, in quanto le entrate del bilancio del Consiglio regionale sono costituite per la quasi totalità dai capitoli relativi al trasferimento dei fondi da parte della Giunta regionale e dall'Autorità per le garanzie nelle comunicazioni. Tale riaccertamento ha comportato l'attivazione del Fondo pluriennale vincolato di parte corrente in entrata nel bilancio di previsione 2022 per 1.180.518,43 euro corrispondente ad obbligazioni giuridiche con scadenza nell'anno 2022.
Per quanto concerne la spesa i relativi impegni sono stati imputati ai corrispondenti capitoli attraverso la variazione di bilancio per consentire il pagamento delle obbligazioni reimputate nell'esercizio 2022.
I risultati della gestione del Consiglio per l'esercizio 2021 confluiscono nel rendiconto consolidato della Regione Marche.
Con deliberazione amministrativa n. 27 del 29 dicembre 2021 è stato approvato il bilancio di previsione del Consiglio-Assemblea legislativa regionale per l'esercizio finanziario 2020 e pluriennale 2020/2022, stabilendo il fabbisogno in 21.192,680 euro comprensivo di 115.696 euro di risorse provenienti dall'Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni.
La legge regionale n. 30/2016 ha disciplinato la gestione amministrativa e contabile degli organismi regionali, prevendendo che l'Ufficio di Presidenza del Consiglio-Assemblea legislativa determina lo stanziamento da iscrivere nel bilancio annuale e pluriennale tenendo conto del programma presentato da ciascun organismo regionale di garanzia alla data di entrata in vigore della legge medesima.
Relativamente all'anno 2021 ogni Autorità ha proposto di inserire nel bilancio consiliare le seguenti somme: 76.450 euro per le funzioni proprie del Corecom, 64.850 euro per le attività del Garante dei diritti, 51.000 euro per la Commissione Pari opportunità. Tali somme, compreso il fabbisogno consiliare, sono trasferite dal bilancio della Regione Marche. Si precisa che dall'anno 2021 il bilancio consiliare accoglie oltre ai capitoli per il trattamento fondamentale del personale del Consiglio anche le retribuzioni e relativi oneri spettanti ai dipendenti assegnati ai gruppi consiliari per un totale di 1.827.733 euro.
La spesa complessiva dell'anno 2021 è risultata pari ad 19.008.895,49 euro con una diminuzione rispetto al 2020 di 3.448.594,19 euro (-15,36%). Tuttavia, da un'attenta analisi del bilancio, si rileva che la diminuzione è riferita alle spese sostenute nell'anno 2020, anno di rinnovo degli organi consiliari, ove le spese, quali ad esempio quelle relative al fine mandato dei Consiglieri non rieletti, sono riferibili solo a quella annualità. Infatti, se il dato viene confrontato con il 2019 il bilancio del Consiglio può considerarsi stabile.
Per quanto riguarda le misure di contenimento, si evidenzia che con legge n. 160 del 27 dicembre 2019 (legge di bilancio 2020) sono state abrogate le misure contenute nel D.L. 78/2010 convertito in legge n. 122 del 30 luglio 2010 che limitava alcune spese indicate nell'articolo 6 secondo una percentuale rispetto alla spesa del 2009. Il Consiglio regionale ha mantenuto, tuttavia, il proprio obiettivo di contenimento delle spese di funzionamento dell'Assemblea, secondo il principio dell'autonomia consiliare. Il complesso delle operazioni finanziarie (entrate e spese) derivanti sia dalla gestione della competenza, che dalla gestione dei residui degli anni 2021 e precedenti, determinano il risultato di amministrazione che ammonta complessivamente a 2.790.296,76 euro. L'avanzo deriva da economie di stanziamento dei capitoli del bilancio di previsione dell'anno 2021 e minori spese rispetto a quelle impegnate. L'avanzo di amministrazione al termine dell'anno 2021, determinato secondo quanto previsto dalla normativa vigente, è così composto: 495.399,89 euro di avanzo vincolato derivante da entrate Agcom; 167.787,62 euro di avanzo accantonato per indennità fine mandato dei Consiglieri regionali, 20.000 euro per spese legali su contenziosi in atto. Pertanto, l'avanzo libero da restituire al bilancio regionale è pari ad 2.107.109,25 euro.
I fondi liberi dell'avanzo libero di amministrazione vengono riversati al bilancio regionale, contestualmente all'approvazione presente atto amministrativo. Va evidenziato che la deliberazione dell'Ufficio di Presidenza ha stabilito di destinare quota parte dell'avanzo libero, come segue: a) per 1.000.000 euro quale contributo straordinario a favore degli enti gestori di strutture residenziali socio-sanitarie extra ospedaliere private e convenzionate della regione, finalizzato a concorrere alla copertura dei maggiori costi derivanti dalle necessità assistenziali ed organizzative correlate all'emergenza Covid-19; b) per 200.000 euro quale contributo per il finanziamento di nuovi progetti per la vita indipendente volti all'inclusione nella società delle persone con disabilità.
Il rendiconto, oltre a determinare il risultato di gestione, espone negli allegati l'ammontare dei residui passivi e attivi accertati all'inizio dell'esercizio cui il conto si riferisce. I residui passivi da riportare all'esercizio 2021 seguono il principio generale della competenza finanziaria ed ammontano complessivamente a 621.440,32 euro.
Con la delibera di riaccertamento ordinario dei residui prima indicata, è stato costituito il Fondo pluriennale di spesa per l'anno 2021 ove sono confluite le somme relative a obbligazioni assunte nel 2021 e non esigibili al 31 dicembre 2021. Contestualmente sono state apportate le variazioni ai corrispondenti capitoli di spesa nel bilancio di previsione per l'esercizio 2021 e 2022, nonché l'istituzione del Fondo pluriennale vincolato di entrata nel 2022 per un totale di 1.180.518,43 euro di spese correnti.
Al fine di avere un quadro completo si evidenzia che le maggiori economie si sono registrate nella Missione 1 programma 1 (Organi istituzionali). In questo programma sono presenti le spese inerenti le indennità dei Consiglieri ed ex Consiglieri, le spese per i dipendenti assegnati ai gruppi consiliari, le attrezzature e i materiali per la struttura consiliare. Nel programma sono comprese anche le spese per la comunicazione, i convegni, le compartecipazioni, il cerimoniale, la pubblicità istituzionale, le spese di rappresentanza. Le economie di competenza registrate nel 2021 al programma 1 ammontano a 1.706.643,16 euro e derivano principalmente dai capitoli riguardanti le spese obbligatorie. Di seguito sono elencati quelli più significativi: 96.000 euro per indennità di fine mandato ai Consiglieri regionali a causa della mancata richiesta di anticipazione ai Consiglieri rieletti; 144.504,84 euro per assegni vitalizi a favore degli ex Consiglieri regionali derivante da decessi intervenuti nel corso del 2021, nonché 28.405,90 euro di Irap calcolata sugli importi sopra indicati. Ulteriori economie pari a 200.512,69 euro si registrano nei capitoli derivanti dagli emolumenti e relativi oneri a favore del personale assegnato ai gruppi consiliari. Le economie degli organismi di Garanzia riguardano: per il Corecom relativamente all'esercizio di funzioni proprie 61.687,13 euro, per le funzioni delegate 495.399,89 euro, che rappresentano somme vincolate da riscrivere nel 2022; per l'attività del Garante 37.100 euro; per l'attività della Commissione pari opportunità 17.477,72 euro. La restante somma di 206.020,71 euro si riferisce alle spese di funzionamento per gli organi istituzionali.
Nella Missione 1, Programma 2 - "Segreteria Generale" è stata registrata una economia pari a 55.184 euro, per spese riferite principalmente al datore di lavoro.
Nella Missione 1, Programma 3 - "Gestione economica, finanziaria, programmazione e provveditorato è stata registrata una economia di 249.449,07 euro a fronte di una spesa prevista in bilancio di 884.082 euro. Tale economia nel complesso trova fondamento sugli effetti della minor attività conseguente al periodo del Covid-19, infatti le attività lavorative sono state svolte prevalentemente da remoto e le partecipazioni a eventi, missioni di dipendenti e Consiglieri ridotte al minimo.
Di seguito le voci significative: la tassa dei rifiuti 43.505 euro non avendo ricevuto l'esatta determinazione della superficie occupata, spese postali 16.918 euro per effetto del minor utilizzo della posta cartacea ormai sostituita dall'utilizzo delle mail e dalla posta certificata; spese per carburanti 11.260,72 euro; spese per la vigilanza, facchinaggio e pulizia delle sedi e Aula consiliare 32.894,96 euro; spese per acquisto giornali, spese per carta, toner e cartucce 9.418,26 euro; beni e materiali di consumo per uffici 12.174,08 euro; minori spese per impianti ed attrezzature 59.454,97 euro a causa di procedure non avviate in attesa di definire l'esatta competenza con gli uffici della Giunta regionale (si evidenzia che la convenzione con la Giunta regionale è stata sottoscritta a fine anno 2021); spese in conto capitale 13.090,25 euro. La restante somma si riferisce a capitoli diversi di funzionamento dell'ente.
La Missione 1, Programma 8 - "Statistica e sistemi informativi" comprende le spese per la gestione e lo sviluppo del sistema informativo del Consiglio, per la realizzazione e la manutenzione dei servizi da erogare sul sito web istituzionale del Consiglio e sulla intranet. Il programma include anche l'acquisto di beni e servizi informatici e telematici. Il bilancio prevedeva una spesa di 370.500 euro. Le economie si riferiscono principalmente ai beni e servizi per il regolamento GDPR per 40.260 euro, licenze e corsi per software applicativi per 26.000 euro.
La Missione 1, Programma 10 - "Risorse Umane " ha visto un aumento dello 0,53% rispetto al 2020 riferita al maggior costo dei dipendenti distaccati dalla Giunta e comandati da altri enti. Le spese relative agli emolumenti dei dipendenti assegnati alle strutture e alle segreterie dell'Ufficio di Presidenza ammontano complessivamente a 4.370.852,29 euro; leggermente superiore al 2020. Con il bilancio di previsione si prevedeva una spesa di 6.546.206 euro, a rendiconto il programma ammonta ad 6.214.145,60 euro, comprensivo del fondo pluriennale vincolato 2021 di 993.919,43 euro.
Secondo i principi dell'Allegato 4/2, punto 5.2, del decreto n. 118/2011, nel corso del riaccertamento ordinario dei residui, le somme spettanti al personale impegnate nel 2021 e non pagate sono state reimputate all'esercizio 2022 per 1.006.695,63 euro, e si riferiscono esclusivamente alle indennità di risultato dei dirigenti e delle posizioni organizzative, nonché il saldo delle performance organizzative dei dipendenti del comparto. A rendiconto il programma riporta un'economia di 319.284,20 euro derivante dal minor costo rispetto allo stanziamento del personale assegnato alle segreterie dell'ufficio di presidenza e relativi oneri.
Nella Missione 5, Programma 2 - "Attività culturali e interventi diversi nel settore culturale" sono ricomprese le voci di spesa inerenti la biblioteca del Consiglio che custodisce un patrimonio bibliografico importante e consultabile anche dall'esterno. La banca dati della biblioteca è inserita nel polo SBN gestito dal Comune di Jesi permettendo un costante aggiornamento del patrimonio librario. In bilancio di previsione era stata prevista la somma di 56.500 euro. Rispetto al 2020 si registra un aumento di spesa di 28.198,76 euro, riferita all'acquisto di nuovi abbonamenti per la biblioteca.
Per quanto riguarda lo stato patrimoniale ed il conto economico di esercizio 2020, si rinvia a quanto descritto nella Relazione sulla gestione del bilancio, allegata al rendiconto.
Per completezza va ricordato che sul rendiconto dell'Assemblea è stato espresso il parere favorevole del Collegio dei revisori dei conti della Regione Marche. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Biancani.

Andrea BIANCANI. Grazie, Presidente. L'anno 2021 è stato caratterizzato da due elementi che hanno influenzato la gestione dell'attività del Consiglio regionale. Il primo riguarda il fatto che è stato il primo anno intero di gestione della nuova legislatura, quindi siamo entrati nel pieno delle nostre funzioni. Il secondo è stato il perdurare dell'emergenza pandemica, con una riacutizzazione della diffusione del virus nei mesi di marzo-aprile e agosto-settembre e la successiva ondata di dicembre. Questo secondo fattore, esterno, ha sicuramente avuto un'influenza considerevole nelle attività istituzionali e nell'attuazione della programmazione gestionale e finanziaria che il Consiglio aveva approvato in sede di bilancio di previsione 2021-2023. La pandemia ha reso difficile la pianificazione, l'organizzazione e la realizzazione di alcune attività ed iniziative dell'Assemblea e le risultanze del rendiconto sono in parte la conseguenza di tale situazione.
Andando ad esaminare i dati si può rilevare che il 2021 si chiude con un avanzo libero di oltre 2,1 milioni di euro. Per il secondo anno consecutivo, l'avanzo libero ammonta a ben più di 2 milioni di euro, a fronte di un avanzo che fra il 2017 e il 2019 non superava o superava di poco il milione, quindi abbiamo un avanzo che è almeno il doppio rispetto a quello che era negli anni precedenti.
Nel 2021 si sono verificate significative economie che hanno generato tale avanzo libero. E' doveroso chiederci se un avanzo così elevato poteva essere evitato e si potevano utilizzare meglio e di più le risorse a nostra disposizione per attuare gli obiettivi programmatici che ci eravamo dati in sede di previsione.
Sicuramente l'incertezza legata alla pandemia ha avuto un peso. Si pensi alle risorse per convegni e compartecipazioni che hanno generato un'economia di oltre 200 mila euro. Inoltre la ridotta attività in presenza del personale nella sede dell'Assemblea, così come la mancata partecipazione ad eventi e missioni dei dipendenti e dei Consiglieri hanno fatto registrare un’ulteriore economia di circa 250 mila euro. Anche alcune voci di spese obbligatorie inerenti i Consiglieri hanno avuto un peso rilevante, parliamo di circa 300 mila euro fra mancate richieste di anticipazione ai Consiglieri rieletti, rimborso spese per la presenza in sede ed economie sui vitalizi degli ex Consiglieri, così come si sono formate economie sulle spese per gli emolumenti e gli oneri del personale dei gruppi. In questo caso si tratta di economie per circa 200 mila euro, infatti ci sono alcuni gruppi che nel corso del 2021 non hanno utilizzato tutte le risorse che avevano a disposizione. Ugualmente un minor costo si registra per il personale assegnato alle segreterie dell'Ufficio di Presidenza dove anche qui si è avuto un risparmio di circa 320 mila euro.
Sicuramente non era facile gestire nel 2021 la programmazione delle attività in un contesto così condizionato dall'incertezza dovuta alla pandemia e so che negli uffici si è sempre monitorato l'andamento della spesa per evitare inopportune immobilizzazioni di stanziamenti e inappropriate previsioni temporali di utilizzo degli stessi. Ebbene questo monitoraggio infrannuale dell'andamento dell'utilizzo delle risorse, a nostro avviso, va potenziato perché può essere di aiuto all'Ufficio di Presidenza per consentire una programmazione più precisa ed efficace rispetto alle iniziative ed agli interventi da portare avanti.
Vorrei comunque rilevare che per alcune iniziative ed attività da intraprendere poteva esserci comunque una volontà più forte, penso alla prosecuzione della collaborazione con le istituzioni per l'installazione delle “pietre d'inciampo” in tutta la regione, avviata la scorsa legislatura, così come altre iniziative in collaborazione con gli istituti scolastici che dovrebbero essere consolidate e potenziate.
A proposito delle commemorazioni e celebrazioni ritengo che debba essere fatto uno sforzo più significativo per organizzarle nel territorio in collaborazione con le istituzioni locali, piuttosto che nell'Aula dell'Assemblea legislativa affinché il Consiglio regionale, organo di massima rappresentanza democratica delle Marche, coinvolga più attivamente la comunità marchigiana nel ricordo di fatti e persone che hanno lasciato dei segni nella storia, segni che devono tracciare percorsi di educazione alla cittadinanza anche per le nuove generazioni. A questo proposito è apprezzabile l'idea del concorso per il trentennale delle stragi di Capaci e di Via D'Amelio che abbiamo promosso in questi giorni in collaborazione con l'Ufficio regionale scolastico. Proporre ai ragazzi l'approfondimento della conoscenza di Falcone e Borsellino e di cosa rappresentano tuttora per il nostro Stato, chiamarli ad esprimersi con varie modalità comunicative, renderà sicuramente più viva e coinvolgente la celebrazione. Su questa traccia dovremo proseguire con le altre celebrazioni, ad esempio in occasione delle prossime commemorazioni di Carlo Urbani, grande uomo, medico e scienziato marchigiano. Occorre collaborare con le istituzioni scolastiche e universitarie affinché i marchigiani, soprattutto i giovani, scoprano perché Carlo Urbani rappresenta, come recita la legge regionale 42 del 2020, una "figura emblematica della lotta alle disuguaglianze nell'accesso alle cure mediche, delle azioni di contrasto alla diffusione delle pandemie", quindi l’obiettivo è fare meglio le iniziative è non concentrarsi solamente su quelle all’interno dell’Aula, ma fare in modo che vengano fatte all’esterno coinvolgendo soprattutto i giovani.
Ora ci troviamo ad esprimerci, oltre che sulle risultanze della gestione del 2021, anche su come utilizzare il cospicuo avanzo libero che abbiamo registrato. Sebbene il Consiglio non sia la sede di attuazione di politiche attive adesso possiamo scegliere e divincolare una parte dell'avanzo a obiettivi specifici che riteniamo importanti. Ecco perché abbiamo proposto in Ufficio di Presidenza di vincolare una quota di tale avanzo al finanziamento di nuovi progetti personalizzati di vita indipendente, che garantiscono alle persone con disabilità il diritto all'autodeterminazione nella gestione della propria esistenza, accompagnandole nel processo di inclusione nei vari contesti: familiare, formativo, lavorativo e sociale. Purtroppo nel 2021 non sono stati finanziati dalla Giunta nuovi progetti per scarsità di risorse finanziarie, che sono state dedicate alla prosecuzione dei progetti già avviati, ma che non hanno dato la possibilità ai nuovi soggetti di poter fare domanda. Riservare oltre 200 mila euro per questo scopo è comunque il segnale di un impegno che mi auguro che questa Giunta riuscirà a portare avanti anche nei prossimi anni.
Condivisibile è la finalizzazione di una ulteriore quota di 1 milione di euro a contributi straordinari a favore degli enti gestori di strutture residenziali socio-sanitarie extra ospedaliere private e convenzionate, che durante l'emergenza legata al Covid-19 hanno dovuto sostenere maggiori costi assistenziali ed organizzativi. Ricordo che come opposizione in Consiglio regionale avevamo avanzato questa proposta, in sede di approvazione del bilancio, oggi finalmente possiamo dare una risposta, seppure parziale, a queste strutture che hanno vissuto enormi difficoltà durante la pandemia.
Tuttavia ritengo auspicabile che un'altra quota dell'avanzo venga riservata, così come era stato deciso in occasione dell'approvazione del rendiconto dello scorso anno, al finanziamento di nuovi provvedimenti legislativi dei Consiglieri regionali per consentire loro di presentare leggi e vederle finanziate. Una scelta che come Ufficio di Presidenza non è stata fatta anche per non utilizzare tutte le risorse, che sono circa 1,2 milioni di euro, che dovrebbero tornare alla Giunta.
Un'ultima osservazione molto concreta: auspico che possa essere impressa un'accelerazione agli interventi di sistemazione degli impianti del Palazzo delle Marche, ricordo che già lo scorso anno avevamo previsto risorse per la sistemazione dell’impianto all’interno del Palazzo di Piazza Cavour e l’impegno che la Giunta aveva preso era quello di presentare il progetto entro lo scorso anno, siamo a giugno ed ancora il progetto definitivo non è stato presentato, mi auguro che entro qualche mese venga presentato il progetto esecutivo per fare in modo che almeno per il 2023 vengano avviati i lavori per la sistemazione dell’impianto di riscaldamento e raffreddamento del Palazzo, che rende a volte difficile riuscire a portare avanti il proprio lavoro con la massima tranquillità.
Questo è un auspicio che come Ufficio di Presidenza abbiamo in maniera unanime richiesto alla Giunta per fare in modo che questo progetto venga preparato e sia pronto il prima possibile. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, il Consigliere Mangialardi.

Maurizio MANGIALARDI. Grazie, Presidente. Dopo la relazione del Consigliere di minoranza Biancani, il voto del gruppo del Partito Democratico sarà di astensione.
Abbiamo apprezzato l’utilizzo delle risorse da destinare agli enti gestori, lo ha ricordato il Consigliere Biancani, abbiamo fatto atti, abbiamo incontrato il Presidente degli enti gestori e c’era questa necessità, quindi 1 milione di euro nella direzione che noi auspicavamo, non sono sufficienti, ma per noi rappresentano un bel segnale, come i 200 mila euro per la vita indipendente.
Il tema, Presidente, che invece abbiamo più volte posto e che potrebbe anche consentire a quest’Aula di essere maggiormente efficace, perché permetterebbe a proposte di legge che arrivano dall'opposizione di trovare un’immediata copertura e consentire un dibattito adeguato rispetto alle risposte e alle necessità dei nostri concittadini, penso che sia un elemento da recuperare in fase di bilancio di previsione. Quindi, come abbiamo anticipato un voto di astensione su questa proposta.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, il Consigliere Ciccioli.

Carlo CICCIOLI. Solo per dire, a nome del gruppo Fratelli d’Italia, che l’Ufficio di Presidenza, com'è noto, non è un organo a maggioranza politica, ci sono i rappresentanti dei vari gruppi. Tra l'altro il Partito Democratico è l'unico che ha due componenti su cinque, quindi è il gruppo più rappresentato, c’è anzi da valutare se in futuro mettere una norma per cui non ci può essere più di un rappresentante per gruppo. E’ una cosa a cui io non avevo mai fatto caso, ma ci è stata sottoposta da altri gruppi e ci rifletteremo.
Detto questo, appunto perché il PD è il partito di maggioranza relativa dentro l’Ufficio di Presidenza, mi aspettavo francamente … L’Ufficio di Presidenza ha una sua autonomia istituzionale assoluta e io non ho mai interferito su decisioni, eventualmente uno segnala una cosa, ma poi finisce lì, quindi l’astensione del Partito Democratico mi lascia un po’ perplesso. A questo punto chiedo al Presidente Latini di riflettere se le votazioni all'interno dell'Ufficio di Presidenza convenga determinarle a maggioranza, non condivise, perché non ha senso, se uno è in un organo unitario ed istituzionale si assume tutte le responsabilità, se poi i suoi rappresentanti non sono delegati dal gruppo a interloquire in tutte le decisioni cambia tutto l'aspetto.
Detto questo, ovviamente noi riteniamo che l’Ufficio di Presidenza abbia fatto complessivamente un buon lavoro per cui voteremo favorevolmente la proposta.

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione.
Proposta di atto amministrativo n. 34. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

PRESIDENTE. Il Consigliere Carancini ha sbagliato nel premere il tasto, si astiene? Quindi aggiungere l’astensione del Consigliere Carancini.
Cinque minuti di sospensione per organizzare la votazione sul punto successivo.

La seduta è sospesa alle ore 13,30

La seduta riprende alle ore 13,35

Presiede il Presidente
Dino Latini

Nomina
Elezione di sei Consiglieri regionali, di cui quattro di maggioranza e due di
minoranza, quali componenti del Comitato per l'Itinerario ebraico marchigiano (articolo 5, comma 2, lettera b), della l.r. 30 luglio 2021, n. 17 - articolo 67, commi 1 e 2, del Regolamento interno) (voto limitato a quattro)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca l’elezione di sei Consiglieri regionali, di cui quattro di maggioranza e due di minoranza, quali componenti del Comitato per l'Itinerario ebraico marchigiano. Voto limitato a quattro.
Ricordo che l’articolo 5, comma 2, lettera b), della legge regionale 30 luglio 2021, n. 17, dispone che i sei Consiglieri componenti del Comitato per l’itinerario ebraico marchigiano sono eletti dal Consiglio-Assemblea legislativa regionale con un’unica votazione. A tal fine ciascun Consigliere regionale, ai sensi dell’articolo 67, comma 1, del Regolamento interno, vota sino a quattro nomi. Risultano eletti i sei Consiglieri, di cui quattro di maggioranza e due di minoranza, che hanno ricevuto il maggior numero di voti.
La votazione è a scrutinio segreto e l’urna si trova alla destra dell’emiciclo rispetto al tavolo della Presidenza.
Prego distribuire le schede.

(Il Consigliere segretario Serfilippi effettua la chiamata)

PRESIDENTE. Comunico i risultati della votazione.

Votanti n. 31
Schede bianche n. 1
Schede nulle n. 0
Schede valide n. 30

Hanno ricevuto voti:
Andrea Maria Antonini n. 20,
Nicola Baiocchi n. 20,
Dino Latini n. 19,
Giacomo Rossi n. 20,
Antonio Mastrovincenzo n. 10,
Luca Santarelli n. 8.

Proclamo eletti componenti del Comitato per l'Itinerario ebraico marchigiano i Consiglieri regionali Andrea Maria Antonini, Nicola Baiocchi, Dino Latini, Giacomo Rossi, Antonio Mastrovincenzo, Luca Santarelli.

Mozione n. 263
ad iniziativa del Consigliere Rossi
“Futuro della Diocesi di Urbino-Urbania Sant'Angelo in Vado, contrarietà al paventato smantellamento”
(Ritiro)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca la mozione n. 263 del Consigliere Rossi, che ha la parola per illustrarla.

Giacomo ROSSI. Grazie, Presidente. Come lei ha detto, chiedo se c’è la volontà di qualche Consigliere di sottoscrivere questa mozione perché è un atto importante di vicinanza ai nostri territori.
Qualcuno mi parlava dell'opportunità o meno di toccare questioni che esulano prettamente dal discorso istituzionale/statale, credo invece che le istituzioni possano dire la loro anche su questioni ecclesiastiche, così come la Chiesa può dire e dice la propria in uno Stato libero su tematiche civili. Soprattutto possiamo dire la nostra per il ruolo
Fatto un breve excursus, sono apparse delle dichiarazioni sulla stampa che prefiguravano la nomina del Vescovo di Pesaro quale Vescovo anche dell'Arcidiocesi di Urbino, Urbania e Sant'Angelo in Vado; è chiaro che questa paventata decisione possa portare ad una successiva fusione tra la Diocesi di Pesaro e l’Arcidiocesi di Urbino, Urbania e Sant'Angelo in Vado, ipotesi nemmeno esclusa dalle dichiarazioni dell’attuale Arcivescovo di Urbino, Urbania e Sant'Angelo in Vado.
C'è da considerare che qualora venisse soppressa questa Arcidiocesi Urbino sarebbe l'unico capoluogo di provincia in Italia a non averne una. Urbino, come ho detto, forse in quest’Aula la questione è sempre un po' dimenticata, è co-capoluogo della nostra provincia, che è Pesaro-Urbino, sede di Tribunale, di Commissariato di Polizia, dei Comandi locali delle forze dell'ordine, ha una sua università storica dal 1500, ospita anche l'Istituto superiore di scienze religiose Italo Mancini, unico caso in Italia. Soprattutto l’Arcidiocesi di Urbino, fondata nel VI secolo avanti Cristo, ha dato tanto all'istituzione della chiesa cattolica, possiamo ricordare che da Urbino veniva Federico da Montefeltro che fu Gonfaloniere di Santa Romana Chiesa, tanti santi ebbero i natali in questa Arcidiocesi, mi viene mente Santa Veronica Giuliani, tanti Papi furono di qui, Papa Albani, Papa Ganganelli, che fu un gran riformatore in quel periodo storico della chiesa.
Questa ulteriore sottrazione si unisce alla sottrazione di servizi, che in questo caso con questa Giunta stiamo riattenzionando, e risorse, ora c'è anche una sottrazione storica e di identità nella nostra terra, che è la terra dell’urbinate.
Cosa è successo? E’ accaduto che le istituzioni del luogo hanno ritenuto opportuno scongiurare questo paventato accorpamento e subito il Sindaco di Urbino si è mobilitato con delle lettere, inoltre in data 26 giugno, c'è stato anche un ordine del giorno votato dal Consiglio comunale di Urbino all'unanimità, da tutti i gruppi consiliari, da quelli di centro-destra, dalle civiche, dal PD, che esprime contrarietà allo smantellamento di questa importante Arcidiocesi. Ordine del giorno al quale si atterranno tutti i Comuni della Diocesi in questione.
Voglio ricordare e far presente, a chi non lo sapesse, che questa è una Arcidiocesi con oltre 51 mila abitanti, 781 mila chilometri quadrati, 54 parrocchie, che tocca ben 19 Comuni che si sono schierati anche con il Presidente della nostra Provincia, che ringrazio, contro il paventato smantellamento che, come ho detto prima, è una perdita insanabile della nostra identità cristiana che, come sappiamo, è espressa nell'Arcidiocesi, legata tutt’uno anche con l'identità civile dei nostri posti.
Tra l'altro vorrei risottolineare ancora una volta il ruolo sociale che ha la chiesa all'interno dei nostri territori, l'importanza della pastorale vescovile all'interno dei nostri territori. Pensate che Comuni come Borgopace, che dista 80 chilometri da Pesaro, sarebbero privati di una guida pastorale e di tutto quello che ne consegue. Molti credono, ma spero di no, che questa sia una questione superflua, io vi invito a venire nei territori in questione, vi invito a venire ad Urbino, oggi saremo alla Conferenza di Area vasta dei Sindaci, e chiedere cosa ne pensa il territorio di questo paventato smantellamento. Probabilmente non tocca i vostri territori, però qua ci sono molte persone della provincia di Pesaro e Urbino a cui credo che la questione possa toccare e quando nel Consiglio comunale di Urbino, intervenendo, ho paventato l'ipotesi di portare questa mozione, l’ipotesi è stata plaudita, non solo dal Sindaco di Urbino, ma da tutti quelli presenti.
Quello che andiamo a fare oggi è un sostegno anche alle nostre istituzioni che chiedono qualcosa.
Non possiamo ignorare le nostre radici, non possiamo ignorare le nostre identità, quello che andiamo a fare con questa mozione è impegnare il Presidente e la Giunta ad esprimere preoccupazione per quello che sta emergendo in merito al futuro dell'Arcidiocesi di Urbino, Urbania e Sant'Angelo in Vado e ad attivarsi tramite gli opportuni canali ecclesiastici e istituzionali per: mantenere alta l'attenzione sulle vicende relative al futuro dell'Arcidiocesi di Urbino, Urbania e Sant'Angelo in Vado; richiedere il mantenimento dell'Arcidiocesi di Urbino, Urbania e Sant'Angelo in Vado; richiedere, lo auspico, che l’attuale Vescovo, che deve da un punto di vista ecclesiastico ritirarsi, resti ancora alla guida di questa Arcidiocesi e che poi venga nominato un successore che dia continuità alla guida pastorale della comunità, soprattutto per il ruolo sociale che la chiesa svolge all'interno dei territori decentrati.
Probabilmente a Roma c’è qualcuno che parla sempre della chiesa, delle periferie, ma dimentica la chiesa identitaria che è e deve rimanere nelle periferie e con questo atto assurdo di cancellazione antistorica non ne tiene conto.
Credo che sia opportuna la nostra vicinanza, penso che questo sia un atto dovuto, una vicinanza al territorio ed alle popolazioni interessate.
Chi crede che questo atto sia un atto superfluo o inopportuno probabilmente non vive nel territorio, ma è sempre più attaccato alle poltrone o a dinamiche esterne a quelle che vive la gente nei propri territori. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Cancellieri.

Giorgio CANCELLIERI. Semplicemente per dire che non so quanta importanza avrà l’ordine del giorno approvato dal Consiglio comunale di Urbino, sostenuto da tutti i Sindaci del nostro territorio e non so quanta importanza avrà questo atto che oggi noi andremo a votare in Consiglio regionale, ma ciò che è importante è che la Diocesi di Urbino, Urbania e Sant'Angelo in Vado non sia smantellata e non sia accorpata alla Diocesi di Pesaro, per i tanti motivi che il Consigliere Rossi ha già detto.
Al di là dell'importanza della città di Urbino, con tutta la sua storia, la capitale del ducato, patrimonio dell'Unesco, città universitaria, co-capoluogo di provincia, in realtà la vera importanza la si tocca nella presenza del Vescovo nei nostri territori. Un Vescovo vicino al territorio è rilevante proprio perché presente in tutte le manifestazioni religiose, pastorali e sociali, laddove avere un Vescovo, ripeto, non lontano, ma del territorio, pesa sulle comunità e sulla socialità di quei luoghi.
Il problema viene da lontano, addirittura in passato avevamo tre diocesi nel nostro territorio, quella di Urbino, di Urbania e di Sant'Angelo in Vado, poi furono accorpate quella di Urbania e quella di Sant'Angelo in Vado, poi nel 1986 la diocesi di Urbania e di Sant'Angelo in Vado fu unita alla diocesi di Urbino, quindi nel nostro territorio nel tempo abbiamo perso delle diocesi ancora più territoriali. Perdere adesso la diocesi di Urbino col suo Arcivescovo, ripeto, con la sua presenza costante nel territorio, che è una manifestazione di vicinanza sociale, non solo pastorale, lo vediamo come un grande problema.
Ripeto, non so se questi atti amministrativi sono veramente importanti, se la pressione politica sulle decisioni della Chiesa può avere una risposta importante, non lo so, so solo che il nostro territorio per la storia che ha deve mantenere una diocesi col proprio Arcivescovo, quindi sono assolutamente a favore di questa mozione.
Grazie, Consigliere Rossi, per il suo interessamento in tal senso.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, il Consigliere Mangialardi.

Maurizio MANGIALARDI. Senza aggiungere assolutamente nulla al dibattito, il gruppo del Partito Democratico non parteciperà al voto.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, il Consigliere Rossi.

Giacomo ROSSI. Grazie, Presidente. Grazie del sostegno del Consigliere Cancellieri che essendo di quel territorio, ex Sindaco, che vive le dinamiche del territorio e della propria identità, da vero leghista della prima ora, ben capisce il valore che c’è dietro a questa mozione.
Mi sorprende che il Partito Democratico esca quando c’è da difendere un’identità territoriale. Tramite la rete i colleghi urbinati del Partito Democratico ne verranno a conoscenza, loro in maniera convinta, penso al Senatore XY, con la bellissima arringa che ha fatto in Consiglio comunale ad Urbino, hanno difeso le ragioni insite in questa mozione.
Ancora una volta dimostrate la lontananza del vostro partito dai territori e probabilmente non vi siete ancora chiesti quali sono le cause della vostra sconfitta nel 2020, probabilmente dovete andarle a recuperare nel comportamento che continuate ad avere nei confronti del territorio ed anche dei vostri rappresentanti nel territorio che puntualmente smentite.
Invito a richiamare i colleghi in Aula per poter esprimere tutti, per chi lo volesse, le proprie intenzioni di voto. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, il Consigliere Ciccioli.

Carlo CICCIOLI. La richiesta è quella di una sospensione per vederci un attimo come capigruppo.
Il problema centrale è questo: concordo totalmente con lo spirito della mozione, è evidente che vuole rappresentare un auspicio, una sorta di appoggio morale del Consiglio regionale alla decisione, però, “libero Stato libera Chiesa”, non possiamo rompere questo equilibrio che ha avuto secoli per essere costruito. Pensiamo ad un Comune che purtroppo, ahimè, non c'è più nelle Marche, Pennabilli, è stato un centro religioso importantissimo, ci sono passati Cardinali e via di seguito, la diocesi di San Marino, Pennabilli e altri Comuni, adesso purtroppo in Romagna, però sono presidi di spiritualità, di religiosità, di fede, andare a incidere sulla valutazione della Chiesa cattolica è un problema anche di opportunità.
Mi sento anche di dire che c'è da parte delle Autorità religiose la richiesta di un atteggiamento terzo da parte delle istituzioni politiche, quindi, vero quello che si è sostenuto nella mozione, cioè l'identità ed il rafforzamento dell'identità, ma pensiamo anche alla diocesi di Fabriano, Materica, San Severino che è stata unificata, pensiamo alla diocesi di Ancona e Osimo - San Giuseppe da Copertino è un principe della Chiesa - che è stata unificata ormai da alcuni decenni.
Sicuramente condividiamo lo spirito, ma che diventi un documento istituzionale di quest'Assemblea …, a questo punto dovremmo interferire su tutte le decisioni.
E’ una cosa a mio parere molto delicata, per questo anche su richiesta del Presidente Acquaroli chiedo una breve sospensione per una riunione dei capigruppo.

PRESIDENTE. Concedo 5 minuti di sospensione come richiesto dal Consigliere Ciccioli.

La seduta è sospesa alle ore 14,10

La seduta riprende alle ore 14,15

Presidenza del Presidente
Dino Latini

PRESIDENTE. Riprendiamo la seduta del Consiglio regionale.
Ha la parola il Consigliere Rossi.

Giacomo ROSSI. Visto che non si raggiunge l'unanimità e che non c'è condivisione, credo che sia più opportuno ritirare l'atto, io la mia parte l’ho fatta, qualcun altro se ne assumerà le conseguenze.

PRESIDENTE. Lo dichiaro prima di dare la parola per questioni procedurali al Consigliere Ciccioli, la mozione n. 263 è ritirata.
Ha la parola il Consigliere Ciccioli.

Carlo CICCIOLI. Ovviamente a corredo, vorrei ringraziare il Consigliere Rossi, una non votazione in Aula avrebbe indebolito la volontà contenuta nella mozione e la non approvazione sarebbe diventata un boomerang.
Del resto ribadisco la richiesta dell'Autorità religiosa, che già da quasi 8 anni aveva deciso questa soppressione, di non far esprimere un’istituzione pubblica come il Consiglio regionale su questo contenuto.
Credo che il Consigliere Rossi abbia fatto benissimo a ritirare il documento, come ovviamente ha fatto benissimo ad esprimere il proprio pensiero, che poi è condiviso anche da altri Consiglieri regionali, quindi grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Mangialardi.

Maurizio MANGIALARDI. Bravo, bravissimo, Consigliere Rossi!
Abbiamo iscritto la mozione 263 al punto 1 dell’ordine del giorno di oggi, d’urgenza, con l’espressione “all’unanimità dell’Ufficio di Presidenza”, dopodiché veniamo qui, andiamo a modificare l’ordine del giorno e la iscriviamo al punto in cui doveva essere collocata fin dall’inizio, ma poi ci accorgiamo che la maggioranza non c'è.
Non l’abbiamo presentata noi, l’avete presentata voi, l’ha presentata il Consigliere Rossi, al quale il Consigliere Ciccioli dice “bravo, bravissimo” ma poi gli si dice di uscire dall’Aula perché questa mozione è meglio che venga ritirata sennò verrà bocciata.
Va bene tutto, ma c’è sempre un valore istituzionale. Noi abbiamo dichiarato che saremo usciti e non vogliamo aprire nessuna polemica, lo dico sempre per rispetto di tutti noi, l’abbiamo iscritta forzatamente all’ordine del giorno, l’abbiamo messa al primo punto e poi la ritirate e la discuterete in maggioranza insieme a quella dei funghi.
Presidente, c’è un voto per il ritiro?

PRESIDENTE. No, rispondo alla sua domanda, l’importante è che i proponenti, in questo caso il Consigliere Rossi, comunichi il ritiro. Che rimanga a verbale: l’iscrizione non è avvenuta per conto dell'Ufficio di Presidenza, ma nell’ambito dell’attività della Conferenza dei Presidenti di gruppo.

Mozione n. 63
ad iniziativa dei Consiglieri Bora, Mangialardi, Mastrovincenzo, Carancini, Cesetti, Vitri, Biancani, Casini
“Politiche regionali per raggiungere l’obiettivo europeo di riduzione del 55% delle emissioni di gas a effetto serra e attuazione del Patto dei Sindaci”
(Discussione e votazione)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca la mozione n. 63 dei Consiglieri Bora, Mangialardi, Mastrovincenzo, Carancini, Cesetti, Vitri, Biancani, Casini.
Ha la parola, per l’illustrazione, la Consigliera Bora.

Manuela BORA. Grazie, Presidente. Prima di esporre la mozione devo fare una precisazione o meglio una puntualizzazione. Lei si ricorderà che nel corso dell'ultimo Consiglio regionale non siamo stati messi nelle condizioni di poter discutere e approvare il Piano triennale dell’internazionalizzazione perché l’Assessore Carloni non voleva in nessun modo rinviarne la votazione. Ebbene, oggi che c'è stata una proroga urgente, quella delle vongole, lui non c'è, eppure noi abbiamo discusso anche in sua assenza di questa cosa. Questo lo dico perché avevo denunciato allora che era una grave mancanza di rispetto nei confronti dell'opposizione e purtroppo, come spesso accade per quanto mi riguarda, i fatti mi hanno dato ragione.
Quindi, nonostante che questa mozione avesse già visto la richiesta di rinvio e sia da più di un anno e mezzo che aspetto di discuterla perché lui non c’è, io, anche se lui non c'è, mi sento di entrare nel merito dell’atto e di chiederne poi la votazione.
Mi sarei aspettata che qualcuno della maggioranza avesse chiesto il rinvio, se è vero come non è vero che all'Assessore Carloni non solo piace esserci quando si discute di cose che lo riguardano, addirittura non si può in nessun modo chiedere una proroga quando ci sono atti che riguardano le sue deleghe, però a quanto pare anche gli altri colleghi di maggioranza ritengono tutto ciò assolutamente normale.
Il fatto di discutere la mozione n. 63 presentata ben più di un anno fa ci deve far riflettere anche sul funzionamento di questo Consiglio regionale. Non è possibile dover aspettare anni, tra l’altro sto ancora aspettando la risposta ad un’interrogazione scritta che riguarda il Comune di Montecarotto, che ho depositato ad agosto dell'anno scorso. Ci siamo stancati di dover supplicare ogni volta che i nostri diritti vengano rispettati, anzi le chiedo, Presidente, di verificare che le risposte vengano date, possibilmente nei tempi, non certamente oltre un anno.
Questa mozione rappresenta di per sé il fallimento di un dialogo con la maggioranza che ho voluto avviare già mesi fa, anzi, come ho detto, anni fa, che purtroppo non ha avuto esiti concreti, costringendomi dunque a presentare formalmente questo atto, che ha lo scopo di impegnare la Giunta con un vincolo preciso ad iscrivere nella prossima variazione di bilancio la somma di 245 mila euro come contributo a Svim, ora diventata Svem, per l’attuazione del Patto dei Sindaci delle Marche nell'ambito dell'iniziativa europea Patto dei Sindaci per il clima e l’energia.
Come forse ricorderete sul tema dell’attuazione del Patto dei Sindaci e delle risorse necessarie per continuare a renderlo un fatto concreto ed operativo avevo già presentato un'interpellanza, la n. 3, depositata il 18 dicembre 2020, discussa nella seduta n. 11 del 19 gennaio 2021, in quell'occasione ebbi dall'Assessore competente Carloni, che purtroppo oggi non c'è e quindi non può rispondere, una risposta certamente evasiva, dalla quale mi era sembrato di intravedere un’apertura seppure condizionata. Voglio rileggere a voi Consiglieri il passaggio più significativo di quell’intervento del Vicepresidente: “La terza cosa, che credo sia il vero motivo dell’interpellanza, riguarda le modalità di prosecuzione del servizio di assistenza tecnica ai Comuni. Su questo la Giunta valuterà insieme agli enti aderenti all’Anci - lo dico con estrema trasparenza ai Consiglieri interpellanti perché credo che questa fosse la vera domanda - alla luce dei risultati finora perseguiti. Occorre dire che c’è stata una forte adesione, 112 Comuni hanno aderito e di questi 70 hanno già firmato gli obiettivi 2030 e 42 gli obiettivi 2020, però, penso che sia una prerogativa della Giunta quella di valutare insieme agli altri enti aderenti, attenzione, non in modo unilaterale ma con l’Anci e con gli enti che hanno già aderito”
Ecco, mi era sembrato di capire, magari l'Assessore Carloni mi avrebbe corretto dicendo che ho interpretato male, che il servizio di assistenza tecnica ai Comuni per la realizzazione Paesc potesse continuare ad essere affidato a Svim. ora Svem, previa valutazione congiunta con l’Anci dei risultati di quanto fatto fino ad oggi.
Avevo dunque nelle settimane successive a quella del Consiglio preso contatti con il Presidente della III Commissione Antonini per scrivere a quattro mani una mozione attraverso la quale si sarebbe preso atto di questa valutazione, nel caso in cui fosse stata positiva avrebbe permesso di reintegrare quelle risorse, in caso contrario penso che la Giunta non avrebbe potuto limitarsi a dire che la Svim lavorava male, che la questione del Patto dei Sindaci andava gestita in altro modo, ma avrebbe dovuto anche offrire soluzioni, spiegare cosa e come si vuole raggiungere l'obiettivo molto ambizioso posto dall’Unione europea per quanto riguarda la riduzione delle emissioni di gas effetto serra per il 55% entro il 2030.
Ora che avete archiviato la Svim e creato la Svem non potrete più dire che è disorganizzata, che è inefficiente o improduttiva, ribadisco, perché l’avevo già detto allora, che potete trovare anche altre soluzioni, ma quello che è importante è assicurare che i Comuni vengano in qualche modo aiutati nell’avere a disposizioni delle professionalità adeguate nel redigere questi piani, questi Paesc, che comunque non sono banali da stendere soprattutto per i Comuni di piccole dimensioni.
E non sarà nemmeno inutile ricordare quello che ho messo nero su bianco anche nelle premesse narrative della mozione, che a dicembre 2020 i Capi di Stato e di Governo dell’Unione europea hanno concordato di aumentare dal 40% al 55% questo obiettivo e proporzionalmente la Regione, a mio avviso, dovrebbe non solo confermare i 245 mila euro pensati dalla precedente Giunta per riuscire a raggiungere quella riduzione precedentemente prevista del 40%, ma aumentare le risorse, visto che nel frattempo è mutato l'obiettivo di riduzione, addirittura al 55%.
Sappiamo tutti che l'ambiente, in particolare il contrasto al cambiamento climatico rappresenta la priorità assoluta per l'intera politica mondiale e sappiamo anche che per ridurre quelle emissioni di gas inquinanti, che sono la causa del cambiamento climatico, è imprescindibile un coinvolgimento capillare degli enti ed anche delle istituzioni locali.
Spero che questa Giunta regionale non voglia mancare l'appuntamento con la storia tagliando risorse, come invece è stato fatto all'inizio del mandato, proprio lì dove sarebbero state necessarie, in un ambito peraltro, quello del Patto dei Sindaci e dei Paesc, sul quale abbiamo già esperienze consolidate e molto positive.
L’Assessore Carloni evocava una valutazione di quanto fatto, diteci come questa valutazione è stata effettuata, se è stata effettuata e quali sono i risultati, non possiamo attendere anni, il pianeta terra non può attendere la valutazione dell’Assessore Carloni. E’ già partito il countdown climatico, se non agiamo subito rischiamo di estinguerci come razza umana. Volete dare la priorità a clausole burocratiche che hanno già preso un anno e mezzo di tempo e chissà quanto ancora?
Confido nella saggezza della Giunta e soprattutto dei Consiglieri regionali, approvando questa mozione, reintegrando queste risorse nel prossimo bilancio di previsione o meglio anche nelle prossime eventuali variazioni di bilancio, possiamo insieme dare un segnale concreto di attenzione a temi tanto fondamentali per il nostro futuro e per quello dei nostri figli. Si tratta peraltro di somme non certo enormi, ne avete trovate tante, penso ai ruzzodromi e non solo, che andrebbero piuttosto aumentate. Date un bel segnale, facciamoci tutti un esame di coscienza ambientale, non credo che siamo disposti a disinteressarci della sostenibilità, ma al contrario tutti noi abbiamo in animo di fare più e meglio.
Questo è il primo passo, un atto concreto di amore per la nostra terra. Operativamente per approvare questa mozione è sufficiente modificare insieme il dispositivo, prevedendo il reintegro delle risorse, non più per la seconda manovra integrativa del 2021, ma per la prossima variazione di bilancio 2022 o per il prossimo bilancio di previsione. Grazie.

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione.
Mozione n. 63. La pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale non approva)

Mozione n. 146
ad iniziativa dei Consiglieri Carancini, Mangialardi, Casini, Biancani, Bora, Cesetti, Mastrovincenzo, Vitri
“Contratto Istituzionale di Sviluppo”
(Discussione e votazione)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca la mozione n. 146 dei Consiglieri Carancini, Mangialardi, Casini, Biancani, Bora, Cesetti, Mastrovincenzo, Vitri.
Ha la parola, per l’illustrazione, il Consigliere Carancini.

Romano CARANCINI. Grazie, Presidente. Questa è una mozione che riguarda il contratto istituzionale di sviluppo ed è un'altra bella storia che merita di essere raccontata rispetto al governo regionale, perché le questioni trattate, alcuni atti assunti nel consumo di questa scelta, credo debbano essere oggetto di riflessione.
Per chi ovviamente non è un addetto ai lavori e non conosce bene la vicenda del contratto istituzionale di sviluppo, esso non è altro che uno strumento, sono risorse messe a disposizione dallo Stato attraverso il cosiddetto Fondo di sviluppo e coesione e dal Commissario straordinario rispetto alla propria contabilità in relazione al sisma.
Nella sostanza, per chi ci dovesse ascoltare, sono stati disposti 160 milioni di euro per dare la possibilità alle aree investite dal sisma di poter mettere in campo una serie di progetti che non riguardasse in particolare le infrastrutture, ma soprattutto le attività e i progetti che tendevano a rivalorizzare le aree del sisma, progetti che riguardavano le imprese, ovviamente con un significato pubblico.
La mozione prende spunto dall’assoluta irregolarità della procedura che è stata portata avanti, lo ricordo perché è fondamentale ricostruire i vari passaggi che sono avvenuti rispetto al cosiddetto contratto istituzionale di sviluppo. Da questo punto di vista la procedura è stata avviata attraverso una serie di comunicazioni, una in particolare dell'Assessore Castelli del 24 giugno 2021, il quale comunicava a tutti i Comuni che avrebbero potuto ricevere questi finanziamenti, nonché il termine finale entro il quale depositare i progetti del contratto istituzionale di sviluppo.
C'è una lettera ben chiara con la quale l'Assessore Castelli chiede ai Comuni di depositare i progetti entro e non oltre il 9 luglio 2021. Entro e non oltre dal punto di vista tecnico giuridico, come indicazione lessicale, è definito termine perentorio, cioè termine oltre il quale non vi è la possibilità di depositare progetti, è una lettera molto importante che dà un certo significato.
Il secondo passaggio è la delibera di Giunta regionale n. 866 con la quale la Giunta regionale approva i criteri generali ed astratti. Il 9 luglio 2021, dopo la delibera n. 866, viene nominato il Nucleo di valutazione e coordinamento, quel gruppo di persone che deve decidere sui progetti. Quanti ne arrivano? Ne arrivano 130 per 900 milioni. Che cosa fa la Commissione deputata a fare la graduatoria di quei progetti? Sostanzialmente, dicono loro, valuta questi progetti esattamente in quattro giorni, cioè 900 milioni e 130 progetti in quattro giorno, Un lavoro immane, mi verrebbe da dire, forse non troppo approfondito, seconda considerazione.
Si chiude questo primo passaggio con la redazione di una graduatoria in base ai criteri che erano stati previsti dalla delibera di Giunta regionale. L'Agenzia che si occupa a livello centrale di questi fondi, il 10 agosto manda una comunicazione alla Regione Marche, che aveva inoltrato i progetti, e chiede due cose: “Siccome alcuni progetti prevedono risorse molto ingenti e naturalmente sono suddivisi per lotti funzionali, rispetto ai vari progetti, ci indicate in relazione al finanziamento a quale lotto funzionale si riferiscono?”, chiede, quindi, una precisazione.
La seconda precisazione attiene alla fonte di cofinanziamento perché alcuni progetti erano finanziabili ed avevano nello stesso tempo altri finanziamenti, quindi l’Agenza chiede con una nota ufficiale quali sono le altre fonti di finanziamento. Chiara questa precisazione perché se io faccio un progetto il quale ha tre lotti funzionali e chiedo i soldi al Ministero per finanziarmi il primo lotto, ma non ho le indicazioni degli altri cofinanziamenti, è evidente che lì sotto ci può essere qualcosa che non va bene.
L'11 agosto 2021, a procedura chiusa, dopo la nota del Ministero, l'Assessore Castelli, che ringrazio per la presenza perché sono certo che darà tutte le indicazioni utili, che cosa fa? Anche questo è un passaggio molto sottile, la Giunta non fa una delibera, ma fa una nota a verbale nella quale introduce quattro nuovi criteri, cioè richiama per le orecchie la Commissione di valutazione e le dice: “Amici miei, guardate, di quei quattro giorni tutto azzerato, introducete quattro nuovi criteri e rifate la graduatoria”. Una roba mai vista in un Paese di diritto, perché è un atto arbitrario di un Assessore e la Giunta non si assume la responsabilità ed i poveretti del Comitato di valutazione, ligi al dovere, cosa fanno? Si riuniscono e rielaborano una graduatoria.
C'è un altro elemento che mi piace ricordare da questo punto di vista, l'elemento attiene al fatto che il Comitato di valutazione nel verbale del 12 luglio, contraddicendo l'Assessore e direi le regole, con un atto esorbitante i propri poteri, le proprie competenze, perché è evidentemente un organo collegiale che giudica, che valuta, si arroga il diritto di dire che il 9 luglio, sulla base della lettera dell'Assessore Castelli, è un termine ordinatorio, Nella sostanza dice che quello che ha detto l’Assessore non conta niente, conta quello che dicono io. Ora il dubbio mi viene, lo avranno fatto motu proprio decidendo da soli o qualcuno glielo ha suggerito? Di tutto questo voi direte: che t’importa? Mi importa perché dopo il 9 luglio sono arrivati altri progetti che hanno contribuito a redigere, a costituire la graduatoria finale.
Ora in questa prima fase, Presidente, taccio e poi farò riferimento nel mio intervento ad uno dei progetti, che vi sbalordirà!
Dentro questa procedura ci sono innumerevoli irregolarità. Voi direte: “Ma non ha fatto ricorso nessuno”, si, forse non ha fatto ricorso nessuno, oppure qualcuno lo farà, oppure qualcuno ha suggerito, attraverso qualche telefonata, di non apprestarsi a fare ricorsi sul Cis, tanto i soldi si potranno dare con altre risorse!
Un vero e proprio spregio della legalità, della correttezza, della trasparenza perché in questa procedura davvero si è sputato addosso al rispetto dei Comuni, ma soprattutto delle regole.
Tutto questo non arriva ai cittadini, che naturalmente sotto il profilo tecnico fanno difficoltà a capire cosa è successo in questa vicenda, ma vi assicuro che è uno scandalo, io non lo so, ribadisco, se poi come arrivano voci … Si arriverà, ma poi vi racconterò della storia di un progetto che prevede 1 milione di presenze in provincia di Macerata sia in inverno che in estate, per farvi capire la follia di quello che è stato approvato, varato e sostenuto da questa Giunta regionale.
L'obiettivo che chiedo all'Assessore Castelli …, che so essere persona equilibrata, credo che lì vada, Assessore, assunta una decisione non di azzeramento, o di annullamento, ma penso che occorra rimetterci mano nel rispetto delle regole che lei stesso …, peraltro sulla base delle indicazioni del Ministero, che aveva indicato un termine perentorio che poi è stato spostato su sollecitazione. Quindi da questo punto di vista la richiesta è per far sì che questa procedura venga riportata alla legalità e alla trasparenza.

PRESIDENTE. Ha la parola l’Assessore Castelli.

Guido CASTELLI. Ringrazio, per modo di dire, il Consigliere Carancini, che con la consueta veemenza ha tratteggiato in maniera inesatta, sicuramente, alcuni aspetti di questa vicenda, che peraltro dalla presentazione della mozione ha poi prodotto degli esiti che la rendono tecnicamente non votabile, proprio perché la programmazione complessa, difficile, concertata, che ha accompagnato il Cis ha prodotto le necessarie ordinanze e sono già in corso gli atti attuativi relativi a questo importante stanziamento, che si è aggiunto a quello che, in una logica correlata fra il Cis e il Fondo complementare del sisma, porterà un investimento senza precedenti nelle zone del cratere.
Ci stanno le polemiche, c’è stato subito dopo l’approvazione del Cis un gran clamore, peraltro reso oggetto di successivi chiarimenti fatti a Macerata proprio nell’imminenza dell'approvazione da parte del Governo del contratto istituzionale di sviluppo, perché la procedura è una programmazione negoziale di secondo livello, non un bando, e noi come Marche abbiamo voluto procedimentalizzare l’istruttoria, finalizzarla alla enucleazione dei progetti da ammettere a finanziamento.
Questo è il primo tema, non eravamo tenuti, l’abbiamo fatto, credo unico caso la Regione Marche, proprio perché rispetto ai 900 milioni di richieste, di questo si parla da parte dei Comuni, abbiamo utilizzato criteri via via coordinati a seconda di quello che ci veniva indicato, in pieno agosto, dal Ministero per la coesione e dall’Agenzia per la coesione, per arrivare ad una approvazione finale cui ha seguito, in una logica perfettamente trasparente e regolare, anche una successiva valorizzazione dei progetti che non erano stati ammessi al finanziamento del Cis.
Questo non è prospettare o indicare indebitamente le risorse, ma è assumere impegni rispetto a un set di proposte progettuali, che successivamente sono state affrontate e nei limiti del possibile finanziate in parte con il Cis in parte con il Fondo complementare sisma.
Fra qualche minuto si avvierà una delle cabine di coordinamento integrate che consentirà di attivare ulteriori fondi riservati alla parte più strettamente privata, quindi Cis misura A del Fondo complementare sisma e ora misura B del Fondo complementare sisma, sono un set di interventi che portano nelle zone del cratere delle risorse senza precedenti, su cui puntiamo molto, come è noto, per aggiungere alla ricostruzione delle case anche la rigenerazione economica del territorio.
Il contratto istituzionale di sviluppo è uno strumento che si fonda su un principio, uno strumento dell’intervento ordinario del Mezzogiorno, e il tema centrale è la tempestività e la velocità con cui ci si chiede di mettere a terra le risorse. Questa è stata la raccomandazione che l’Agenzia per la coesione territoriale ha sempre richiesto, iniziando un procedimento che di fatto si è scandito - 900 milioni di progetti da approvare, da istruire e da valutare - tra luglio e agosto dello scorso anno.
Il 12 luglio 2021, raccolti i progetti per 200 milioni a fronte di 100 milioni disponibili si è riunito il Nucleo di valutazione, che avevamo costituito, al fine di esprimere un parere di conformità alle linee di indirizzo per la selezione delle proposte che l’Agenzia per la coesione aveva elaborato, quindi, c’era una matrice evidenziata dall'Agenzia per la coesione, questo è il primo tema su cui bisogna concentrare l'attenzione, a conferma della totale, indiscutibile e assoluta trasparenza e anche autolimitazione che la Regione si è data rispetto alla selezione dei progetti.
Sulla base di questa griglia di linee di indirizzo evidenziate dall’Agenzia per la coesione, il Nucleo di valutazione ha cominciato ad esaminare ogni singola istanza, ponendo l'attenzione su quanto scritto nelle schede progettuali pervenute in quel format dell’Agenzia di coesione. Quindi, abbiamo sviluppato il Nucleo di valutazione che, ripeto, abbiamo costituito proprio per dare la massima trasparenza ed adeguatezza ad una disamina che non era, ripeto, un’istruttoria di gara, era semplicemente un apporto che davamo ad un’istruttoria complessa, che ha visto partecipe il Governo nella parte della struttura commissariale, non lo dimentichiamo, che poi ha prodotto gli esiti finali con un'ordinanza che è stata valutata e validata a completamento di questo iter, secondo un ordine di valore considerando gli ambiti tematici delle proposte Cis.
Quali erano gli ambiti tematici? L’ambiente e le risorse naturali, la cultura e il turismo, i trasporti e la mobilità, la riqualificazione urbana, l’infrastrutturazione sociale ed economica.
L’istruttoria del Nucleo che, ripeto, ha dovuto seguire tempi sincopati e ritmati dalle esigenze del Ministro, si è conclusa in data 15 luglio 2021 con 130 progetti esaminati nel loro complesso.
Nella circolare del 24 giugno, che aveva preceduto la nostra istruttore e che era stata inviata ai Comuni per la presentazione dei progetti del Cis sisma, era stata indicata come scadenza entro e non oltre le ore 24,00 del 9 luglio 2021, nel merito si specifica, anche in riferimento a quanto detto dai sottoscrittori della mozione, che tale scadenza ha carattere ordinatorio e non perentorio, in quanto non viene indicata l'eventuale esclusione dei progetti pervenuti dopo tale data, quindi all’avvocato Carancini non devo spiegare che essendo esclusa l’indicazione della decadenza il termine era da considerarsi non perentorio anche perché chiedevamo ai Comuni terremotati di effettuare un lavoro enorme in così pochi giorni.
Il nucleo di valutazione ha quindi esaminato anche le progettazioni pervenute dopo il 9 luglio e comunque entro il 15 luglio, data di trasmissione all'Agenzia di coesione, secondo una logica conservativa e rispettosa delle esigenze dei Sindaci del cratere.
Nella fase di disamina da parte del Nucleo di valutazione delle domande pervenute, a seguito di file non leggibili o di problemi tecnici di altra natura, lo stesso si è confrontato con il territorio e laddove vi è stata la necessità, gli enti interessati hanno rinviato i materiali e i chiarimenti in una logica cooperativa di collaborazione e di rispetto reciproco visti i tempi che davamo.
Tutti i progetti sono stati accolti e ritenuti conformi agli obiettivi del Cis, sono stati quindi divisi per ambito tematico indicando l'importo economico richiesto per il progetto. I 5 allegati risultanti dall’istruttoria del nucleo di valutazione, con valore puramente indicativo e di indirizzo, sono stati inoltrati all'Assessorato e tutte le proposte relative a materiale tecnico sono state messe a disposizione dell'Agenzia di Invitalia e Agenzia per la coesione territoriale. Noi abbiamo preso il pacchetto, lo abbiamo ordinato secondo criteri tematici, l’abbiamo trasmesso d'emblée a chi doveva, non lo dimentichiamo, eseguire la valutazione dell’istruttoria.
Dopo la trasmissione all'Agenzia di coesione, in data 15 luglio 2021, vari Comuni hanno inviato ulteriore documentazione da considerarsi come integrazione, tale materiale non è stato esaminato dal Nucleo, ma è stato inserito in una cartella condivisa con l’Agenzia di coesione ed Invitalia lasciando agli stessi la libertà di decidere se farlo o meno. Non si trattava di un concorso, non si trattava delle olimpiadi, si trattava di venire incontro alle esigenze dei Sindaci che avevano, nel breve volgere di qualche giorno, ricevuto una domanda di sollecitazione a presentare progetti relativi ai loro Comuni.
Qual è il tema? Al Nucleo di valutazione non sono pervenuti nuovi progetti, attenzione bene, pertanto il numero totale delle progettualità è rimasto 130 disponendoci, proprio perché volevamo dare la massima apertura possibile, alla richiesta di integrazione.
Qual è il tema? Con una comunicazione del 10 agosto l'Agenzia della coesione territoriale ha chiesto alla Regione chiarimenti e integrazioni di carattere tecnico, richiedendo per ciascun progetto la specifica dei lotti di riferimento e l'individuazione della fonte di cofinanziamento, un grado di dettaglio maggiore che non era stato precedentemente inserito nel set di indicazioni che avevamo, o meglio che il Nucleo di valutazione aveva raggiunto come proprio metodo di lavoro. Quindi, la mia comunicazioni alla Giunta regionale delle Marche, preso atto di quella richiesta che è stata trasmessa dall’Agenzia per la coesione e dal Ministero competente, ha approvato ed integrato i precedenti criteri, sono da ritenersi prioritari: i progetti finanziabili nella loro completezza, perché ci è stato chiesto di indicare le fondi di cofinanziamento, impossibile farlo per la stragrande maggioranza dei progetti, le proposte progettuali che prevedono un partenariato, se il progetto supera gli 8 milioni si richiede di considerare eventuali stralci indicati nel progetto, nell’individuazione delle progettazioni va mantenuta una logica di distribuzione territoriale e un’attenzione ai capofila.
Cambiamo le regole? No, precisiamo ulteriormente sulla base di quello che ci chiede il Governo e non Pinco Palla, ciò che poteva essere utile perché il nostro compito di proposta, non di definizione, non di approvazione e non di decisione perché questo è il punto, tutto il Governo si è messo a valutare quello che il nostro Nucleo di valutazione ha semplicemente prospettato come corrispondente alle esigenze date dal Contratto istituzionale di sviluppo, il tavolo istituzionale Cis sisma, titolare del compito di coordinare e concertare tutte le azioni a seguito dell’istruttoria del Capo di dipartimento della politica di coesione della Presidenza del Consiglio, ha poi – il Ministero della coesione – approvato e disposto il tutto, provvedendo con un tavolo il 14 settembre.
Chi ha messo la firma dietro la proposta che, ripeto, abbiamo apportato? Ve lo dico perché è bene sapere chi ha riconosciuto come congruo il nostro lavoro e comunque chi ha preso atto delle cose che avevamo fatto: la Presidenza del Consiglio dei Ministri, il Ministero dell’economia e delle finanze, il Ministero dello sviluppo economico, il Ministero della cultura e del turismo, il Commissario straordinario che ci ha fatto l’ordinanza dopo aver valutato e validato l'intera procedura, le Regioni Abruzzo, Marche, Lazio e Umbria, l’Agenzia nazionale per l’attrazione e lo sviluppo d’impresa Inviatalia, che complessivamente hanno approvato il programma degli interventi e proceduto con la sottoscrizione che è stata quindi validata, valutata, interiorizzata, ritenuta corrispondente alle premesse che sicuramente non hanno le caratteristiche, ripeto, di un bando, ma di una procedura di negoziazione di secondo livello, che è uno strumento che, come è noto, nell'ambito dell’intervento straordinario del sud, noi abbiamo proceduto ad attivare secondo le indicazioni totali, complete di un rapporto con quelle Agenzie, di cui prima ricordavo i termini e i contenuti perché a seguito della delibera Cipe 66/2021 dell’assegnazione delle risorse Fsc e dell’ordinanza del Commissario del 31 dicembre 2021 di assegnazione delle risorse, si è conclusa in tempi contenuti. Quindi, Consigliere Carancini, il punto è che questa è una negoziazione di secondo livello, che è stata ritmata dalle richieste del Ministero della coesione e da Invitalia. Noi abbiamo cercato di aderire quanto più possibile alle matrici che ci erano state date e abbiamo esercitato un lavoro, dico noi perché mi riferisco al Nucleo di valutazione, che comunque ha tenuto conto dell’obiettivo finale che ci si prefiggeva insieme a tutte le altre Agenzie istituzionali che ho citato, ovvero arrivare tempestivamente alla progettazione che poteva essere considerata più corrispondente al rispetto di quelle aree tematiche e agli obiettivi di sviluppo che ci eravamo dati insieme ad un’altra serie di interventi e di strumenti finanziari tra cui Pnc, parte a) e parte b), che tengono conto ed hanno tenuto conto, lo dico perché è bene saperlo, visto che non è stata un’olimpiade, né una gara neanche in questo, che molte delle progettualità del Cis, che rappresenta un deposito di progettualità, di interventi, di selezione di idee, sono state poi successivamente conservate e trasmesse a quello che è il più alto consesso possibile, un Comitato di fatto interistituzionale che vede presente tutta la filiera di governo che ha evidentemente ritenuto congruo e corrispondente a quello che era richiesto dalla legge e dallo strumento di intervento quello che avevamo fatto.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Carancini.

Romano CARANCINI. Grazie, Presidente. Grazie, Assessore Castelli. E’ un intervento che non spiega assolutamente niente, che non risponde alle criticità, non è assolutamente vero dal punto di vista tecnico giuridico che per definire un termine perentorio occorre che nel bando vi sia indicata la successiva decadenza, è una sciocchezza, la giurisprudenza costante fa riferimento a termini ben chiari che definiscono quando il termine è ordinatorio e quando è perentorio. Assessore, da avvocato, quando si definisce il termine “entro e non oltre”, la giurisprudenza fa riferimento alla perentorietà del termine e peraltro l'anomalia sta nel fatto che lei, credo intelligentemente, non si è assunto la responsabilità di dire che era ordinatorio, l'ha fatto fare irregolarmente al Comitato.
Aggiungo anche che nella nota a verbale dell'11 agosto lei non introduce gli elementi che il Ministero le chiede e su quello che ho spiegato lei almeno mi ha confortato. Ho raccontato dei lotti funzionali e dei cofinanziamenti, lei non fa riferimento a questo, lei introduce quattro nuovi criteri rispetto a quelli precedenti, che avete puntualmente determinato nella delibera di Giunta regionale n. 866.
Lei dice: “Guardate, noi siamo stati bravi e trasparenti perché abbiamo voluto procedimentalizzare”, bravi, dopo avete fatto però come vi pare, avete procedimentalizzato e realizzato un'operazione opaca, non trasparente e di parte.
Aggiungo anche che è abbastanza brutto attribuire responsabilità rispetto a questo al Commissario, lei sa meglio di tutti e certamente meglio di me, che non ha nessuna competenza e responsabilità su questi atti, così come il Ministero che suggella il percorso attribuito alla sola competenza della Regione, in particolare a lei che in questo è davvero il dominus sotto sotto ogni punto di vista.
Per raccontare questa bella storia dei finanziamenti Cis andrebbe raccontato un piccolo esempio, che è quello del progetto di Sarnano. In spregio al principio scritto nella delibera 866, le risorse sarebbero dovute andare in maniera equilibrata fra i vari Comuni perché giustamente, come ho pure ricordato io, i progetti erano 130 per circa 900 milioni, noi attribuiamo oltre un terzo di quelle risorse, dei 900 milioni, ad un solo Comune. Non voglio neanche associare il colore politico e la vicinanza politica dell'Assessore Castelli a quel Comune, però quello è un dato di fatto. Non solo c’è questo, ma 35 milioni di quel progetto sono destinati a Sarnano, per cosa? Per un progetto Neve a Sarnano che prevede, dentro lo studio, un milione di presenze nel periodo invernale ed 1 milione di presenze nel periodo estivo. Totò e la vendita della Fontana di Trevi gli fa un baffo a questo. Ipotizzare 1 milione di presenze in inverno e 1 milione di presenze in estate su un progetto come questo …. Credo che si debba immediatamente far notare l'indecenza di questa vicenda, però siccome il tempo è tiranno, io con il dubbio, Assessore Castelli, ho analizzato quel progetto e credo che anche in quella scelta ci sia una serie di irregolarità, che parte da una considerazione. Voi dovete sapere che il Comune di Sarnano fa una delibera per presentare questo progetto l’8 luglio 2021, peraltro questa proposta è successiva ad una proposta di un privato arrivata quando? Indovinate un po’? Un mese prima? 20 giorni prima? No, l’8 luglio. L’8 luglio arriva una proposta del privato e l’8 luglio la Giunta comunale di Sarnano assume la decisione, una roba che non si guarda! E’ una sequenza anche qui casuale naturalmente che mette insieme Sarnano, Montefortino, Servigliano e, indovinate un po’ chi? Ascoli Piceno, dove la neve cade anche ad agosto. E’ un progetto sulla neve, incredibile, in cui c’entra anche Ascoli Piceno. Presidente lei è di Osimo, c'è qualcosa di strano? Sicuramente si.
Che cosa succede? Che il privato, attenzione, che fa la proposta al Comune di Sarnano ha già un contratto di concessione con il Comune di Sarnano, concessione dal 2005, e va ad occupare, a sovrapporre, a intersecare quella concessione con questo tipo di progetto. Io non voglio dire naturalmente che è un progetto che elude l’interesse pubblico, ma certamente se andiamo a vedere alcuni aspetti, Assessore Castelli, chi ha guardato, chi ha studiato questo progetto, non poteva non accorgersi di questo. Non c'è una progettazione, lei sa meglio di me che quei progetti erano da intendersi cantierabili, se voi e lei vi foste accorti …, lì non c'è neppure il progetto di fattibilità economica e tecnica che la legge 108/2021 individua come lo strumento necessario per arrivare alla progettazione.
Aggiungo, lei lo sa, Assessore, che quel progetto è fatto anche su proprietà private? Lei lo sa, Assessore, che sono progetti intercomunali che praticamente coinvolgono Comuni che non hanno conferito il relativo atto amministrativo sulla specifica proposizione? Lei lo sa, Assessore, che le aree coinvolte dal progetto non hanno dato il loro benestare? Ricordo, Assessore Castelli, che il Comune di Macerata ha visto negarsi …, anche lì casualmente perché ce n’è uno ad Ascoli Piceno di centro agroalimentare, avete finanziato il centro agroalimentare di Ascoli Piceno e non quello di Macerata perché le proprietà non erano del Comune, qui sono pieni di proprietà senza autorizzazioni concesse.
Lei lo sa, Assessore, che alcune aree del progetto fanno parte del Parco dei Sibillini senza aver avuto l'autorizzazione? Lei lo sa, Assessore, che gli impianti e gli investimenti che voi finanziate con i 30 milioni già fanno parte della concessione del 2005? Lei lo sa, Assessore, che viene finanziato un impianto di illuminazione già esistente? Lei lo sa, Assessore, che ci sono aumenti volumetrici in quel progetto di strutture turistiche ricettive che sono in contrasto con l'articolo 60 delle norme tecniche di attuazione, che impegnano a non realizzare nuove costruzioni o anche costruzioni in superamento rispetto alle norme tecniche, che non siano impianti di risalita? Lo sa, Assessore, che praticamente si prevede un impianto di neve plast che viene realizzato in area vincolata, in spregio agli interventi che avrebbero dovuto proteggere le aree a pascolo.
Le aggiungo, c'è un ulteriore elemento non chiaro, si prevede la partenza di una seggiovia, quella di Fonte Lardina, con un quadro economico di 1.300.000 …

(interventi fuori microfono)

Romano CARANCINI. No, sono 6 minuti, Consigliere Putzu. Le dà fastidio che racconto come stanno le cose? Spero di no.
E’ prevista la realizzazione di una partenza della seggiovia a Fonte Lardina, Assessore Castelli, quadro economico nel computo metrico estimativo, Consigliere Marinelli, non in un piano di fattibilità, 1.300.000, lei lo sa che questa infrastruttura era prevista nella concessione del 2005, che aveva concesso il Comune di Sarnano, quindi sostanzialmente si va a coprire un'operazione ad interesse del privato?
Ce ne sarebbero altre, ho ancora un minuto, questo per dire …, ovviamente ho approfondito solo questo di progetto perché era quello più impattante.
Credo che un servizio serio ed una politica seria debbano sentire la responsabilità di non tradire i cittadini e i Comuni e non far apparire che vi sono una serie di referenze, assonanze, compiacenze, opacità e ovviamente irregolarità amministrative, come evidentemente ci sono in questo quadro.
A me dispiace che non vi sia un intervento degli altri Consiglieri, capisco che è un po' complicato studiarsi i progetti o approfondire, penso però che, al di là del fatto che si possa anche votare contro questa mozione, il Consiglio regionale … Lo ripeto per l'ennesima volta, prima di me è intervenuta con una mozione importantissima la Consigliera Bora sul surriscaldamento e su quello che sta accadendo in questi giorni, totale indifferenza.
Credo che voi potrete continuare a lavorare così, potrete ancora essere indifferenti al dovere e al senso di rispetto dei cittadini, poi ricordatevi che alla fine ci sono i cittadini, che già cominciano a dare risposte. Quello che è accaduto a Fabriano, lo ribadisco, e a Jesi sono schiaffi alla prepotenza, alla onnipotenza e al fatto di essere autosufficienti.
A lei, Assessore, chiedo un rigurgito di rispetto delle regole, come credo abbia ascoltato bene da Symbola, il suo amico XY, questo è un progetto davvero non presentabile. Ritengo fermamente che lei abbia l'opportunità e la possibilità di rispettare i cittadini e i Comuni rivedendo e approvando questa mozione.

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione.
Mozione n. 146. La pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale non approva)

Mozione n. 174
ad iniziativa dei Consiglieri Rossi, Marinelli, Latini, Ciccioli, Marcozzi, Pasqui, Cancellieri, Leonardi
“Uniformazione ed aggiornamento/sostituzione delle centrali telefoniche Asur per miglioramento servizio utenza”
(Rinvio)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca la mozione n. 174 dei Consiglieri Rossi, Marinelli, Latini, Ciccioli, Marcozzi, Pasqui, Cancellieri, Leonardi.
La rinviamo al prossimo Consiglio per l’assenza del Consigliere Rossi.

Mozione n. 209
ad iniziativa del Consigliere Cesetti
“Politiche sanitarie del Governo regionale per il Fermano”

Interrogazione n. 368
ad iniziativa del Consigliere Cesetti
“Programma investimenti per gli Ospedali di Comunità nell’Area Vasta 4”

Interrogazione n. 394
ad iniziativa dei Consiglieri Marinangeli, Marinelli, Menghi, Antonini, Bilò, Biondi, Serfilippi, Cancellieri
“Potenziamento della sanità in Area Vasta 4”
(abbinate)
(Rinvio)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca la mozione n. 209 del Consigliere Cesetti, l’interrogazione n. 368 del Consigliere Cesetti e l’interrogazione n. 394 dei Consiglieri Marinangeli, Marinelli, Menghi, Antonini, Bilò, Biondi, Serfilippi, Cancellieri, abbinate.
L’Assessore competente Saltamartini non c’è.
Ha la parola il Consigliere Cesetti.

Fabrizio CESETTI. Grazie Presidente. Su questa avrei chiesto il rinvio, d'accordo anche con alcuni colleghi della maggioranza, per addivenire ad una possibile risoluzione unitaria, che tra l’altro attualizzi la questione perché quando è stata presentata questa mozione, molti mesi fa, la situazione era completamente diversa, quindi è evidente che oggi va aggiornata.
C'è prima questo aspetto e poi la concreta possibilità di trovare una sintesi condivisa, quindi chiedo il rinvio, magari tra un paio di sedute, così magari lavoro insieme ai Consiglieri Marinangeli, Putzu e Marcozzi su una risoluzione condivisa.

PRESIDENTE. Bene. Il Consigliere chiede il rinvio alla seduta del 12 luglio 2022.

Mozione n. 254
ad iniziativa della Consigliera Ruggeri
“Adozione misure straordinarie per il reclutamento di medici per le attività di Pronto soccorso”

Mozione n. 260
ad iniziativa del Consigliere Latini
“Grave situazione in cui versa il Pronto Soccorso di Jesi”

Interrogazione n. 486
ad iniziativa della Consigliera Lupini
“Grave carenza di medici di emergenza-urgenza in servizio nell’Azienda Ospedaliera Ospedali Riuniti Marche Nord anche a seguito di possibile assunzione a tempo indeterminato presso AUSL della Romagna”

Interrogazione n. 505
ad iniziativa dei Consiglieri Casini, Mangialardi, Biancani, Carancini, Cesetti, Mastrovincenzo, Vitri
“Problematiche reparto pronto soccorso di San Benedetto del Tronto”

Interrogazione n. 506
ad iniziativa della Consigliera Ruggeri
“Situazione critica del pronto soccorso dell’ospedale di San Benedetto del Tronto”
(abbinate)
(Rinvio)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca la mozione n. 254 della Consigliera Ruggeri, la mozione n. 260 del Consigliere Latini, l’interrogazione n. 486 della Consigliera Lupini, l’interrogazione n. 505 dei Consiglieri Casini, Mangialardi, Biancani, Carancini, Cesetti, Mastrovincenzo, Vitri e l’interrogazione n. 506 della Consigliera Ruggeri, abbinate.
Anche in questo caso non c’è l’Assessore competente.
Ha la parola la Consigliera Ruggeri.

Marta RUGGERI. Grazie Presidente. Ho piacere di discutere la mozione con l’Assessore in Aula, ci mancherebbe, soprattutto sono collegate delle interrogazioni a cui non avremmo risposta, quindi immagino che non ci siano alternative, mi sembra.

PRESIDENTE. Non ci sono alternative perché ci sono collegate delle interrogazioni a cui deve rispondere l’Assessore. La mozione in sé non prevede la presenza dell’Assessore competente, però ci sono delle interrogazioni che si intersecano direttamente con la mozione.
Ha la parola la Consigliera Casini.

Anna CASINI. Grazie, Presidente. Non possiamo certo prendercela con l'Assessore Saltamartini che certamente è il più presente, però ci avrebbe fatto piacere discutere di una questione che è piuttosto seria.
Non a caso anche la Consigliera del Movimento 5 Stelle si è interessata al problema del pronto soccorso dell'ospedale di San Benedetto del Tronto dove trenta infermieri hanno chiesto di essere trasferiti. Credo che sia una situazione emergenziale e le 30 richieste di trasferimento sono un grido di sofferenza che andrebbe ascoltato.
Non mi va di infierire sulla mancata presenza dell’Assessore perché, ripeto, della Giunta è il più presente e anche il più disponibile a rispondere, però chiedo che venga discussa nella prossima seduta perché l’interesse non è soltanto del Piceno, ma vedo che la criticità, purtroppo, è omogenea in tutta la regione Marche, in particolare a San Benedetto del Tronto e nel Piceno è gravissima. Non oso pensare se le 30 richieste di trasferimento venissero accolte, si chiuderebbe il pronto soccorso già soltanto con la metà.

PRESIDENTE. Bene, prendiamo atto della sua richiesta.

Mozione n. 101
ad iniziativa dei Consiglieri Pasqui, Latini, Marcozzi, Rossi, Leonardi
“Danno indiretto”
(Rinvio)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca la mozione n. 101 dei Consiglieri Pasqui, Latini, Marcozzi, Rossi, Leonardi.
Ha la parola il Consigliere Pasqui.

Gianluca PASQUI. Grazie, Presidente. Chiederei, se possibile, il rinvio alla prossima seduta perché per l’evolversi di situazioni vorrei fare degli approfondimenti, considerata l’importanza e l’essenzialità della materia.

PRESIDENTE. Bene, anche questa viene rinviata alla prossima seduta del Consiglio regionale.

Mozione n. 157
ad iniziativa dei Consiglieri Bilò, Biondi, Marinelli
“Organico Polizia territorio di Ancona”

Mozione n. 165
ad iniziativa dei Consiglieri Mastrovincenzo, Mangialardi, Bora, Biancani, Casini, Cesetti, Vitri
“Potenziamento della Questura di Ancona”
(abbinate)
(Discussione e votazione risoluzione)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca la mozione n. 157 dei Consiglieri Bilò, Biondi, Marinelli e la mozione n. 165 dei Consiglieri Mastrovincenzo, Mangialardi, Bora, Biancani, Casini, Cesetti, Vitri, abbinate.
Ha la parola, per l’illustrazione, il Consigliere Bilò.

Mirko BILO’. Grazie, Presidente. E’ una mozione datata 18 ottobre 2021, ma credo che la sicurezza sia sempre attuale, come la sanità, Se non c'è sicurezza, non c'è tranquillità e serenità nei luoghi sia di lavoro che nella società e nella collettività.
Premesso che il 16 ottobre 2021 gli organi di stampa informavano della promozione a Dirigente generale di pubblica sicurezza del dottor XY, Questore di Ancona, con conseguente trasferimento alla Questura di Bolzano. Poiché l’Ufficio della Polizia di Stato dorico risulta affidato ad un Dirigente superiore e non già come avveniva precedentemente a un dirigente generale di pubblica sicurezza, negli ultimi anni si sono susseguiti alla guida della Questura della città capoluogo di Regione una serie di funzionari solo per il tempo necessario a maturare i requisiti per la promozione a Dirigente generale.
Nonostante alcuni gravissimi fatti di criminalità organizzata, il personale della Polizia di Stato e di altre forze di polizia risulta sottodimensionate rispetto alla tabella di dotazione organica in misura superiore alle carenze del settore che si registrano livello nazionale.
Nella città di Ancona e in tutta la provincia si registra un aumento dei casi di consumo di sostanze stupefacenti, facendo presumere la presenza di organizzazioni criminali dedite a tali traffici.
Da alcuni anni importanti personalità della Magistratura hanno segnalato la presenza di associazioni criminose nella regione Marche senza che a tali gravissime denunce fossero seguiti provvedimenti in materia.
La materia della tutela dell'ordine e della sicurezza appartiene allo Stato che ha responsabilità in materia.
Sulla stampa locale e nazionale sono ancora vivi gli echi dell'omicidio di Macerata, della giovanissima ragazza avvenuto solo qualche anno fa, fatto preceduto dall'omicidio di due giovani marocchini nel territorio dell’osimano.
La situazione descritta è già nota alle Forze dell'ordine e agli organi sindacali di rappresentanza, che l’hanno più volte denunciata e stigmatizzata, per questo impegniamo il Presidente della Giunta regionale ad attivare nell'ambito del principio di leale cooperazione tra gli enti che formano la Repubblica, la revisione dell'organigramma a cura del Ministero dell'interno delle Forze di Polizia presenti sul territorio della città di Ancona e della regione Marche, per un'equa attribuzione apicale della responsabilità di Questore autorità di pubblica sicurezza del capoluogo regionale e per un maggior coordinamento tra tutte le forze in campo. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola, per l’illustrazione, il Consigliere Mastrovincenzo.

Antonio MASTROVINCENZO. Grazie, Presidente. Già in parte il Consigliere Bilò mi ha anticipato su alcune problematiche che affliggono il territorio di Ancona, in particolar modo per quanto riguarda il potenziamento o meglio il sottodimensionamento della Questura di Ancona.
Nel settembre 2018 è stato presentato un ampio piano di riassetto delle Questure e dei Commissariati, in base a questo piano la Questura di Ancona è stata retrocessa in terza fascia con decremento di mezzi e personale e inevitabile riduzione dell'azione di controllo del territorio regionale.
La pianta organica della Questura di Ancona è ferma dal 1989, rispecchia quindi una realtà che non esiste più e presenta un’età media piuttosto elevata.
La mancanza di turn-over e il declassamento hanno causato un progressivo depotenziamento degli uffici investigativi e di prevenzione; solo negli ultimi tre anni l'organico della Polizia di Stato della provincia di Ancona ha subìto un decremento di 79 unità, negli ultimi 5 anni il personale della Digos e della Squadra Mobile è diminuito del 20%, come quello deputato al controllo del territorio.
La diminuzione di risorse, l’età elevata degli agenti e il mancato turn-over del personale hanno ripercussioni anche sui Commissariati di Osimo, Senigallia, Jesi e Fabriano ed è evidente anche una carenza di auto e di mezzi per la Questura ed i Commissariati di pubblica sicurezza.
Queste gravi criticità sono segnalate ormai da anni dai principali sindacati di categoria.
Il territorio di Ancona presenta delle peculiarità specifiche di cui non possiamo non ricordarci, l’aeroporto, il porto, dove transitano ogni anno decine di migliaia di passeggeri oltre a TIR e merci.
Con questa mozione chiediamo l'impegno del Presidente della Giunta regionale a mettere in atto tutte le azioni possibili presso il Ministero dell’interno e tutte le altre sedi opportune per potenziare in termini di risorse umane e di mezzi la Questura di Ancona al fine di garantire un efficace contrasto alla criminalità e assicurare un adeguato controllo dell'ordine pubblico.
Proponiamo a questo punto una risoluzione congiunta, in tre minuti siamo in grado di comporre un testo per poi votarlo. Grazie.

PRESIDENTE. Va bene, attendiamo senza sospendere la seduta.
Ha la parola il Consigliere Ciccioli.

Carlo CICCIOLI. Premesso che la mozione riguarda il potenziamento della Questura di Ancona, è un tema che credo ci unisca tutti, quindi accolgo con favore la proposta di risoluzione del Consigliere Mastrovincenzo.
Debbo rilevare però che negli ultimi anni la situazione è particolarmente precipitata e come gruppo Fratelli d'Italia non posso non evidenziare che, ormai da quattro anni, l'amministrazione centrale di pubblica sicurezza che amministra le Questure e dà le valutazioni, è gestita da un esponente che è assegnato in quota al Partito Democratico, pur essendo un tecnico di nomina prefettizia, sulla quale noi dobbiamo rilevare una disattenzione nei confronti del nostro territorio. Ogniqualvolta siamo intervenuti per vie a volte ufficiali, a volte ufficiose, ci è stato detto che le classificazioni, le piante organiche, le forze sono assegnate in funzione dell'indice di rischio, dell’indice di criminalità, delle condizioni di controllo della sicurezza e di ordine pubblico in quel territorio.
E’ evidente che c'è una sorta di acquisizione storica dei numeri, però di fatto nell'immaginario della Direzione centrale della pubblica sicurezza noi siamo una sorta di isola felice, in realtà questo non è rispondente perché negli ultimi tempi ci sono nuove forme di criminalità, che ovviamente impensieriscono l’organizzazione sociale del nostro territorio. Pensiamo al personale necessario per contrastare le baby gang.
La marginalità e la delinquenza sul territorio spesso è in una zona grigia che sicuramente è illegalità, ma nello stesso tempo non ha una rilevanza tale per cui ci sono delle politiche precise dal punto di vista giudiziario, perché uno dei problemi della sicurezza e dell'ordine pubblico è la commistione, quello che accade nello spazio vuoto tra l’applicazione della giustizia e il mantenimento della sicurezza.
In quella zona grigia c’è la maggior parte dei reati che vengono compiuti, tollerati e non perseguiti, se non storicizzati nel tempo. Frequentemente la sanzione arriva dopo anni dalla commissione del reato e questo è assolutamente inefficace, rappresenta solo l’aspetto punitivo, che molto spesso si dice di voler superare, perché l'aspetto più importante è quello educativo, ma la giustizia compie il suo corso quando il tossicodipendente/spacciatore non è più tossicodipendente perché ha avuto un'evoluzione e quindi non spaccia più, però la pena è certa perché i fatti commessi sono certi, quindi noi interveniamo in tempi che non sono accettabili,
Questo non è un problema del Consiglio regionale, certamente, è un problema dello Stato, è un problema della revisione delle leggi, è il problema della velocità di intervento della legge perché la repressione quando arriva fuori tempo è solo repressione e non è prevenzione, non è rieducazione.
Questi sono temi che deve affrontare lo Stato, a noi rimane la parte finale, l'ultimo miglio, come viene oggi chiamato spesso.
Cosa succede nel nostro territorio, nelle Marche e in particolare in questi documenti relativi alla provincia di Ancona? Invece di un potenziamento c’è un depotenziamento con personale la cui età media è molto alta, molti sono a fine carriera, molti per motivi di salute sono destinati a compiti d'ufficio. Ci sono problemi nel controllo della strada, del territorio, nel comporre le pattuglie, nel permettere di usufruire delle ferie e degli altri diritti del lavoratore perché anche gli agenti e i funzionari sono lavoratori, quindi anche loro devono godere delle stesse garanzie sociali di qualsiasi altro lavoro, tutto questo comporta un problema.
Ovviamente la risoluzione che ci accingiamo a fare va nella direzione di richiedere agli organi centrali di affrontare questo problema con organici adeguati, con risorse adeguate, con mezzi adeguati.
Il fatto che, grazie a Dio, il territorio marchigiano, a parte alcune isole particolarmente infelici, abbia una situazione migliore e quindi si possono depotenziare le strutture di contrasto è profondamente sbagliato perché questo porta a spingere persone che hanno progetti di criminalità verso il nostro territorio, che è più sguarnito, c’è meno controllo, è più facile delinquere e farla franca.
Questo accade per alcune categorie particolari, ho citato il mondo dello spaccio, ma anche il mondo del furto. Sempre più frequenti sono anche nelle nostre città, in periferia, nel nostro territorio, l'aumento di reati contro il patrimonio. Poi c'è l'ultimo aspetto che non è secondario, ci sono i reati all'interno dei nuclei familiari o degli ex nuclei familiari, che prevedono ovviamente un'attenzione particolare del personale per vigilare, per intercettare e per prevenire, anche se in presenza di scarsi organici diventa estremamente problematico.
Quindi va benissimo la risoluzione, però bisogna interloquire con gli organi dello Stato affinché faccia il proprio dovere. Dal punto di vista istituzionale la Regione deve compiere passi ufficiali nei confronti del Ministero per ottenere in questo caso giustizia per le sue problematiche.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Santarelli.

Luca SANTARELLI. Grazie, Presidente. Il gruppo Rinasci Marche vede con favore l’unione delle due mozioni, la n. 165 e la n. 157, per una risoluzione perché entrambe contengono delle considerazioni attuali. Una di queste è quella riportata recentemente nella stampa nazionale, in cui l’età media delle forze dell'ordine, in particolar modo della Polizia di Stato, supera i 45 anni e va verso i 50. Fare dei turni o delle azioni mette questi lavoratori nelle condizioni di essere lontani dalla sicurezza perché, come ha detto il Consigliere Ciccioli, succede che alcuni hanno la necessità, quando arrivano ad un'età ormai avanzata della propria carriera, per motivi anche di salute, di accedere a delle postazioni d'ufficio.
La sicurezza transita in zone strategiche, come quelle del porto, dell’aeroporto e delle stazioni, quindi, credo che la Questura di Ancona sia nevralgica anche per quello che stiamo vedendo in questi ultimi anni.
La nostra regione era una regione bianca da questo punto di vista, c'erano pochissime azioni criminali, oggi i furti all’interno delle abitazioni, piuttosto che la microdelinquenza, che una volta veniva solo letta sulle stampe nazionali, li ritroviamo anche nelle Marche.
Per tutti questi motivi la risoluzione va nell'indirizzo di sollecitare il Governo nazionale a rivedere le piante organiche, che hanno visto nella provincia di Ancona un decremento di 79 unità, addirittura il personale della Digos con un -20%, ed un'età elevata, come ho sottolineato prima, dei dipendenti delle Questure, non solo di Ancona ma anche di Osimo, Senigallia, Jesi e Fabriano.
Per questi motivi il gruppo Rinasci Marche sottolinea e firma la risoluzione che si sta preparando. Grazie.

PRESIDENTE. Proposta di risoluzione sulle mozioni n. 157 e n. 165, a firma dei Consiglieri Bilò, Mastrovincenzo, Santarelli, Biondi, Marinelli, Mangialardi, Casini, Carancini, Bora, Vitri, Biancani, Cesetti, Ciccioli, Pasqui, Borroni, Ausili, Lupini, Leonardi, Ruggeri, Assenti.
La premessa è sostanzialmente identica a quelle inserite nelle due mozioni, che sono state unificate nella risoluzione, esposte dai due Consiglieri Consigliere Bilò e Mastrovincenzo.
Se non ci sono problemi leggo solo il dispositivo: “Impegna il Presidente e la Giunta regionale a mettere in atto tutte le azioni possibili presso il Ministero dell'interno e tutte le altre sedi opportune per potenziare in termini di risorse umane e di mezzi la Questura di Ancona al fine di garantire un efficace contrasto alla criminalità ed assicurare un adeguato controllo dell'ordine pubblico ed un’equa attribuzione apicale della responsabilità del Questore, autorità di pubblica sicurezza del capoluogo regionale, per un maggior coordinamento tra tutte le forze in campo”.
Ha la parola il Consigliere Mastrovincenzo.

Antonio MASTROVINCENZO. Semplicemente per esprimere la mia soddisfazione, abbiamo trovato un’intesa su un documento congiunto, che mi auguro porti i frutti sperati e che avvenga il più presto possibile il potenziometro della Questura di Ancona, richiesto ormai da anni.
Su questo abbiamo già presentato interrogazioni, queste due mozioni erano depositate da ottobre, penso che di tempo ne sia passato a sufficienza ed ora attendiamo dei risultati.

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione.
Risoluzione sule mozioni nn. 157 e 165. La pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

PRESIDENTE. Prima di concludere l’attività della seduta del Consiglio regionale di oggi vi comunico che la prossima seduta assembleare, d’accordo con i Presidenti dei gruppi, si svolgerà martedì 5 luglio con un orario fino alle ore 20,00, a meno che non si concludano prima i lavori.
L'attività si svolgerà fino alle 20,00, a meno che i punti posti all'ordine del giorno non si esauriscono prima.
Detto questo, si conclude la seduta del Consiglio regionale di oggi, vi ringrazio per la vostra partecipazione, la vostra passione, i vostri interventi, la vostra dedizione al servizio che svolgete e svolgiamo per la comunità delle Marche.
Grazie a tutti e buon pomeriggio.

La seduta è tolta.

La seduta termina alle ore 15,45