Resoconto della seduta n.76 del 12/07/2022
SEDUTA N. 76 DEL 12 LUGLIO 2022
La seduta inizia alle ore 10,40
Presidenza del Presidente
Dino Latini
PRESIDENTE. Dichiaro aperta la seduta n. 76 del 12 luglio 2022. Do per letto il processo verbale della seduta n. 75 del 5 luglio 2022, il quale, ove non vi siano opposizioni, si intende approvato ai sensi del comma 4 dell’articolo 53 del Regolamento Interno.
Richiamo, inoltre, ai sensi del comma 5 dello stesso articolo, l'attenzione di tutti i Consiglieri sulle comunicazioni distribuite con cui porto a conoscenza dell'Assemblea quanto espressamente previsto dal Regolamento Interno.
Vista la recrudescenza del Covid 19 è necessario rimanere con la mascherina soprattutto se per la risposta ci si alza o se si interviene. Comunque in Aula è prescritto l’uso della mascherina.
Interrogazione n. 487
ad iniziativa dei Consiglieri Cesetti, Mangialardi, Bora, Carancini, Casini, Mastrovincenzo
“Estensione Decontribuzione Sud alle aziende localizzate nel cratere del sisma 2016 ed in tutte le aree di crisi industriale complessa della Regione Marche. Risoluzione n. 10/2020”.
(Svolgimento)
PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca l’interrogazione n. 487 dei Consiglieri Cesetti, Mangialardi, Bora, Carancini, Casini, Mastrovincenzo.
Ha la parola, per la risposta, l’Assessore Castelli.
Guido CASTELLI. Grazie, Presidente. Gli interroganti tornano su una tematica che risale sostanzialmente al 2020, in occasione di una vicenda che ci occupò diverso tempo come sistema Marche, ricollegabile alla misura di contribuzione sud che è stata riconosciuta in favore delle Regioni del meridione, con un intervento importante, massivo che di fatto, oggettivamente, ha prodotto una disparità significativa fra Marche e Abruzzo, fra aziende con sede legale anche a pochi metri di distanza l’una dall’altra.
In merito all'oggetto delle due interrogazioni, si condivide chiaramente questo tema della forte disparità di condizioni, di costo e di attrattività per gli investimenti, soprattutto in considerazione che le due regioni sono state accomunate dalla medesima necessità di ricostruzione, per le conseguenze del sisma nonché da quella di un generale rilancio e superamento di uno stato di difficoltà dei sistemi produttivi. Ricordo che l’area di crisi complessa ha riguardato due lembi della medesima realtà economica. Una distorsione che appare ancora più evidente in relazione al fatto che anche le Marche tra qualche giorno, verrebbe da dire, saranno collocate fra le Regioni in phasing out.
Come abbiamo già avuto modo di evidenziare in un’occasione questo trattamento così fortemente differenziato non si può giustificare in base ad una condizione di separatezza e differenziazione delle condizioni dei problemi, dato atto che, al contrario, vi è una forte comunanza di problematiche.
Facciamo notare, tecnicamente quanto segue: la misura è stata introdotta dal decreto legge n. 104 del 2020 e in quel momento nonostante l'evidenza di un approccio integrato a livello di macro area dell'Italia centrale del cratere sismico erano stati seguiti parametri normativi allora vigenti che suddividevano l'Italia tra Regioni competitive, Regioni in convergenza e Regioni in transizione. Al tempo noi non eravamo ancora tra le Regioni in transizione. Il tentativo di apportare un ammendamento, che pure vi fu, al decreto legge di agosto non ha avuto esito. Il decreto è venuto a creare proprio questa frattura delle condizioni dei costi di produzione e di attrattività degli investimenti. L'efficacia di questo provvedimento, del decreto legge n. 104, era peraltro particolarmente ristretta al solo quarto trimestre del 2020. La legge successiva del bilancio 2021 ha prorogato l’efficacia della decontribuzione addirittura fino al 2029, non modificando però i criteri di individuazione delle Regioni. Si è prorogato, ma non si è esteso alle Regioni che sarebbero entrate in transizione. Nonostante l'emendamento che ha tentato di introdurre la nostra Regione all'interno del range di quelli beneficiari della contribuzione, la mappa delle Regioni è rimasta immodificata.
Considerando inoltre quanto riportato dalla stessa interrogazione n. 492 in merito alla dichiarazione della Ministra del sud e la coesione territoriale, come già riportato nella stessa interrogazione, relativamente al fatto che questa misura vada considerata come aiuto di Stato ai sensi del temporary framework per l'emergenza Covid, in scadenza al 30 giugno 2022, si osserva che in assenza di una nuova autorizzazione ed efficacia della suddetta decontribuzione verrebbe a cessare contestualmente al temporary framework. In questi giorni con la firma dell'accordo di partenariato verrà formalmente sancito il passaggio delle Marche nelle Regioni phasing out. Credo che proprio nei prossimi giorni accadrà, quindi si determinerà un nuovo status comune nel quadro della programmazione, tra l’altro è una delle ragioni per le quali avremmo diritto a richiedere una Zes. Sempre subordinatamente all'autorizzazione della Commissione europea a mantenere efficace il decreto, la Regione Marche non mancherà di far osservare non solo il grave effetto distorsivo dal punto di vista della concorrenza fra territori limitrofi, ma anche l'inattualità rispetto al nuovo quadro normativo. Nel frattempo non possiamo certamente aspettare l'evolversi di questa situazione di fatto incerta e dobbiamo guardare all'attrattività del nostro territorio in ogni caso.
Oltre ad attivare misure complementari a quelle governative per favorire il recupero di liquidità e un parziale ristoro alle imprese maggiormente colpite all'ultima emergenza economica, bisogna cogliere le occasioni che in questo momento si presentano, in primo luogo il Pnrr Sisma, meglio fondo complementare sisma per cui 300 milioni di euro andranno a beneficio aggiuntivo del nostro territorio. A questi si aggiungono interventi che la Regione sta avviando per sostenere gli investimenti che potranno anche essere sostenuti da fondi strutturali. Un’ulteriore possibile risposta è quella della Zes, definire un quadro in cui, fermo restando l'idea, la volontà e l’intenzione di chiedere anche per la nostra Regione l'estensione della misura del 30%, ove politicamente possibile e praticabile, cercare di attivare in maniera sinergica un quadro di interventi importanti, fra cui per il sisma il fondo complementare, tenendo conto anche che nella nuova redazione della mappa degli aiuti a finalità regionale abbiamo ritenuto di inserire l'intera area del cratere e la pressoché totalità delle zone ricomprese nelle aree di crisi complessa.
Noi passiamo da una popolazione eleggibile, che era se non vado errato di 100.000-150.000 abitanti, chiedo scusa che la memoria non mi sovviene, ad una popolazione eleggibile pari a 700.000 persone che rientrano nella carta degli aiuti che, come noto, determina la possibilità di un incremento dell'intensità di aiuto in favore delle aziende localizzate in quelle zone, dove fra l'altro sono state inserite per la prima volta aree costiere ed aree particolari dell’area di crisi complessa fermano maceratese con specifico riferimento a Monte Urano e Montegranaro, che prima erano fuori da quel range. Grazie.
PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno, il Consigliere Cesetti.
Fabrizio CESETTI. Grazie, Presidente. Ringrazio l'Assessore Castelli per la risposta e prendo atto che condivide la nostra preoccupazione della mancata estensione alla Regione Marche, anche ad oggi, dopo che si accinge ad entrare tra le Regioni in transizione, di questa misura decontributiva sul costo del lavoro. Questa interrogazione ripete un po' i concetti di un'interrogazione a risposta immediata di qualche settimana fa, muove i suoi passi da una risoluzione approvata all'unanimità da questo Consiglio regionale il 9 dicembre 2020. Già a quel tempo, sono passati circa due anni, il Consiglio regionale delle Marche, sintetizzando iniziative dei vari Consiglieri, ricordo ad esempio in questa direzione un atto a prima firma della Consigliere Casini, poi firmato anche da me e dai colleghi di maggioranza, giunse a quella risoluzione unitaria con la quale si chiedeva al Governo, già nel 2020, in occasione della discussione della legge di stabilità, di inserire nella misura decontributiva dell'articolo 27 del decreto legge n. 104/2020, adottato a ridosso dell'estate del 2020 (prima delle elezioni), la Regione Marche. Questo era necessario e indispensabile per le aziende localizzate almeno nel cratere del sisma 2016 e nelle aree di crisi industriale complessa, altrimenti la stessa progettualità all'interno dell’area di crisi sarebbe risultata priva di efficacia strategica. Se nella Regione Abruzzo c’è la misura decontributiva del 30% e nelle Marche non c’è, qual è l’azienda che investe nelle Marche? Ovviamente si trasferisce in Abruzzo, questo mi pare va da sé, perché parliamo del 30%.
Fin da allora ce ne siamo occupati e ci siamo tornati successivamente con un atto prima presentato dalla Consigliera Casini e poi da me, con interrogazioni, poi ci siamo tornati con la mia interrogazione a risposta immediata di qualche settimana fa all'esito delle dichiarazioni del Ministro per il Sud che diceva che la Commissione europea si accingeva ad autorizzare la proroga della decontribuzione per le Regioni del sud Italia, questa volta legata alla crisi ucraina. Si chiedeva nell'occasione che ci fosse l'estensione alle Marche di questa misura perché più di altre regioni soffrono delle ripercussioni del conflitto russo-ucraino, pensiamo al mondo manifatturiero.
Oggi l'Europa ha autorizzato la proroga della decontribuzione, le Marche però non sono inserite e su questo dobbiamo fare una battaglia. Chiedo all'Assessore Castelli di insistere presso il Governo ed insisto anch'io perché è anche il mio Governo e non c’è ragione che non inserisca le Marche tra le regioni che beneficiano della decontribuzione perché è coerente con il tema della ricostruzione del sisma e della gestione dell’area di crisi.
PRESIDENTE. La prego di concludere.
Fabrizio CESETTI. Soltanto tre secondi Presidente, ha preso dei secondi anche l’Assessore Castelli li restituiremo dopo.
L’Assessore Castelli dice che per certi versi, giustamente, la Zes - a parte che il Governo regionale dovrebbe individuare ancora le aree - riguarderà aree limitate. Ma anche se noi puntiamo ad avere la Zes, ed è giusto farlo, insieme all’Abruzzo, non possiamo non avere insieme all’Abruzzo la decontribuzione, altrimenti queste due progettualità collidono tra di loro. Se l’Abruzzo si collega con noi per la Zes perché c’è il porto, ad esempio, come facciamo a non estendere la decontribuzione? Che significa questo? Che l’Abruzzo magari può “avvantaggiarsi” del porto di Ancona e noi non ci possiamo avvantaggiare della decontribuzione che l’Abruzzo ha. Queste due misure sono legate fra di loro e chiedo di insistere, mi raccomando, verso il Governo finché dura e se dura. Grazie.
Interrogazione n. 502
ad iniziativa dei Consiglieri Mastrovincenzo, Bora, Carancini, Mangialardi, Biancani, Casini, Cesetti, Vitri
“Potenziamento personale nelle sedi INPS delle Marche”.
(Svolgimento)
PRESIDENTE. Ha la parola, per la risposta, l’Assessore Castelli.
Guido CASTELLI. Grazie, Presidente. Gli interroganti pongono un tema riguardante una sollecitazione anche in questo caso particolarmente condivisibile, nel senso che l'interrogazione afferisce a quelle che sono le criticità riguardanti il personale delle varie sedi Inps delle Marche sia a nord che a sud. Un argomento gravoso che riguarda anche l'Inps, ma alla stessa tregua, verrebbe da dire, un tema di molti comparti dell'amministrazione pubblica, che negli ultimi 10 anni ha subìto un ridimensionamento dovuto al blocco del turn-over, che davvero ha ridotto le possibilità di erogare servizi e quindi di soddisfare i diritti dei richiedenti. Viene evidenziata nella premessa dell’interrogazione come le unità in forza al sistema Inps delle Marche siano precipitate in maniera verticale e la cosa ha determinato un allungamento dei tempi di smaltimento delle pratiche, che è inaccettabile e riconducibile a questo tema.
Nel condividere le premesse e gli auspici degli interroganti, non posso che dichiarare che la Giunta è impegnata nelle forme che sono di sua competenza per provare a sollecitare e a stimolare questo tipo di integrazione al pari di quello che abbiamo fatto in relazione ad altri comparti, come quello della sicurezza del lavoro. C'è un’impostazione generale che dopo tanti anni stiamo cercando di recuperare, è inevitabile dal momento in cui le risorse umane della pubblica amministrazione segnano il passo, nei termini che sono stati ricordati relativamente all'Inps, si ha una riduzione degli spazi e dei diritti perché i servizi sono la risposta che la pubblica amministrazione, che è una comunità istituzionale, dà ai diritti. Quindi, da questo punto di vista non posso che associarmi e far parte diligente, sarà cura poi del Presidente evidenziarlo ai più alti livelli, sapendo che si tratta di un istituto di matrice statale. Mutatis mutandis, sappiamo che questo tema della rarefazione della professionalità pubblica si sta allineando in tutte le pratiche possibili immaginabili. Prima si è fatto riferimento al terremoto, alle grandi difficoltà, è evidente che rendere obsoleta la macchina dello Stato, lungi dal significare, perché tutti ne siamo convinti, che non devono esserci ridondanze, vuol dire perdere efficacia nella erogazione di servizi, cosa che in punto di previdenza e assistenza risulta particolarmente inaccettabile. Grazie.
PRESIDENTE. Ha, la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno, il Consigliere Mastrovincenzo.
Antonio MASTROVINCENZO. Grazie, Presidente. Ha messo bene in evidenza l'Assessore come in questi anni, nel triennio, l’ho detto nella premessa nell’interrogazione, le unità a disposizione dell'Inps delle Marche siano scese di ben 115 unità. Nell'ultimo concorso 2019 c'è stata l’assegnazione di 3000 persone in tutta Italia, l’ho detto nell’interrogazione, e solamente 25 funzionari sono stati destinati all'Inps.
L'occasione che ci si presenta davanti è quella di un altro concorso per 1890 funzionari amministrativi e credo che in questo caso l’Inps delle Marche abbia diritto ad un’assegnazione numericamente molto più cospicua di quanto accaduto nel recente passato. Ecco perché accolgo con favore l'impegno dell'Assessore, che spero si traduca in qualcosa di concreto da parte anche del Presidente della Giunta, in una sollecitazione, magari attraverso lettere e documenti, che comprovi la situazione di grande difficoltà che l'Inps delle Marche si trova ad affrontare nell'erogare i servizi ai nostri concittadini. Grazie.
PRESIDENTE. Gli altri Assessori non sono in questo momento presenti in Aula, soprattutto è assente l’Assessore Saltamartini che, imbottigliato in autostrada, ha comunicato che a breve sarà in Aula.
Interrogazione n. 507
ad iniziativa dei Consiglieri Casini, Mangialardi, Biancani, Carancini, Mastrovincenzo, Vitri
“Nomina Regione Marche Comitato di gestione dell'Autorità di sistema portuale del mare Adriatico centrale”.
(Ritiro)
PRESIDENTE. Ha la parola la Consigliera Casini.
Anna CASINI. Grazie, Presidente. Visto che nel frattempo è stata effettuata la nomina ritiro l’interrogazione, perché quello che chiedevo è già accaduto. Grazie.
PRESIDENTE. L’interrogazione n. 507 viene ritirata e non c’è bisogno della risposta dell’Assessore Castelli.
Come ho già detto per le altre interrogazioni in questo momento non ci sono gli Assessori in Aula, in particolar modo l'Assessore Saltamartini.
Rapporto n. 30/22
ad iniziativa della Giunta regionale
"Rapporto sullo stato di attuazione delle politiche comunitarie per la Sessione Comunitaria del Consiglio".
PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca il Rapporto n. 30/22 della Giunta regionale.
Ha la parola il relatore di maggioranza Consigliere Putzu.
Andrea PUTZU. Grazie, Presidente. Voglio ringraziare la Commissione per aver lavorato un po' su questo argomento, ringrazio la relatrice di minoranza Consigliera Bora, che tra l’altro era l’Assessore competente in merito alla programmazione europea nella scorsa legislatura.
Il rapporto sullo stato di attuazione delle politiche europee è stato approvato dalla Giunta regionale in attuazione della legge regionale n. 14 del 1996, al fine di presentare all’Assemblea legislativa il risultato dei programmi cofinanziati con risorse europee e in generale l'attività di rilievo europeo ed internazionale svolta nell'anno precedente.
In effetti, il programma illustra l'attività posta in essere non solo nell’anno solare di riferimento 2021, ma più in generale per tutta la durata della programmazione europea in essere, vale a dire il periodo 2014/ 2020.
Il rapporto contiene anche una sezione della quale sono illustrate le attività riguardati i programmi a gestione diretta attivati dalla Regione e del centro Europe Direct, che offre servizi di informazione di assistenza ai cittadini e alle imprese sulle più diverse questioni connesse con l'integrazione europea. Il partenariato attivato dal centro è formato da più di 60 soggetti pubblici o privati, che costituisce la rete capillare sul territorio regionale che ha il compito di divulgare le politiche e l'opportunità derivanti nell’unione Europea.
Questa relazione ha lo scopo di sottolineare i contenuti principali del Rapporto, al quale rinvio per una più approfondita analisi, tenendo conto che lo stesso è stato assegnato a tutte le Commissioni.
La nuova programmazione FERS e FSE +. Per quanto riguarda la nuova programmazione dei fondi europei per il periodo 2021/2027, ad aprile di quest'anno il Consiglio regionale ha approvato il testo di nuovi programmi regionali relativi ai fondi FERS e FSE, attualmente all'esame negli uffici della Commissione europea. Anche qui ci tengo a ringraziare l'intero Consiglio regionale per aver approvato all'unanimità la nuova programmazione europea, segno di grande responsabilità da parte di tutta l'Aula consiliare.
I due programmi regionali hanno a disposizione oltre un miliardo di risorse, circa il 66% in più rispetto alle risorse disponibili per il periodo 2014/2020, questo aumento come è noto è dovuto al passaggio della Regione Marche tra le Regioni in transizione, questo per noi dovrà essere una sfida in più, visto che la Regione Marche è diventata una Regione in transizione. Dobbiamo cogliere questa opportunità proprio per andare a effettuare quella crescita, quel salto di qualità, che con i nuovi fondi possiamo avere grazie ai contributi dati alle imprese, alle associazioni e quant'altro.
I contenuti dei programmi regionali sono il frutto di un ampio confronto con il partenariato che si è protratto per più di un anno, con la partecipazione del sistema delle autonomie territoriali, delle associazioni sindacali e datoriali, dell'Università marchigiane, al fine di definire l’assetto di linee strategiche di intervento e di proposte il più possibile vicino alle esigenze di sviluppo del territorio e di invertire il fenomeno di marginalizzazione, di cui soffrono alcuni territori, in primo luogo le aree interne colpite dal sisma del 2016.
Mi preme anche sottolineare il lavoro che è stato fatto dal Presidente Acquaroli, dalla Giunta, cercando di coinvolgere preventivamente tutti i territori, i Sindaci, e questo è stato importante anche per poter tracciare le linee guida.
Il programma FERS, nel rispetto di quanto stabilito dalla normativa europea, destina la maggior parte delle risorse a sostegno dell’economia regionale, il 55% dei fondi a disposizione sarà destinato agli interventi dell’attività “Europa più intelligente” mentre agli interventi della priorità “Europa più verde” sono destinati il 39% delle risorse. Ciò nell'ottica di fornire al sistema delle imprese marchigiane un supporto necessario per incentivare percorsi di innovazione, di internazionalizzazione e di riqualificazione, indispensabili per non perdere competitività e per promuovere il nostro marchio il “made in Marche”.
In questa direzione si sono del resto già orientati gli interventi attivati da questa Giunta regionale, che ha focalizzato la propria attenzione sulle direttive per favorire la transizione tecnologica e digitale delle piccole e medie imprese, su quelli a sostegno dell’orientamento e della diversificazione dei mercati, anche per far fronte agli esiti del conflitto che ha colpito l'Europa da febbraio di quest'anno e nell'ottica di dare attuazione ai contenuti della nuova legge regionale in materia di promozione degli investimenti, della rinnovazione e della trasformazione digitale nel sistema imprenditoriale marchigiano.
Sempre per quanto riguarda la nuova programmazione centrale è tema del sostegno alla transizione ecologica declinata sia attraverso il sostegno all’efficientamento energetico che ad una serie di misure volte a prevenire e ridurre il rischio sismico ed idrogeologico, che anche in conseguenza della crisi idrica di questi mesi e al susseguirsi di fenomeni siccitosi e di episodi di pioggia torrenziale, è diventata un'emergenza non più rinviabile.
Il fondo sociale europeo, parliamo del “FSE plus”, sarà declinato in questi assi prioritari destinati a sostenere l'occupazione, l'istruzione, la formazione, l'inclusione sociale e le azioni per i giovani. La maggior parte delle risorse a disposizione per il programma regionale sarà a supporto delle azioni volte a favorire l'occupazione e il reinserimento professionale con un’attenzione particolare delle pari opportunità, all'inclusione sociale delle categorie più fragili anche attraverso il ricorso a tirocini formativi e di inserimento professionale.
La formazione continua a costituire del resto una priorità di questa Giunta regionale - voglio ringraziare anche l’Assessore Aguzzi che su questo punto sta facendo una grande battaglia, non solo con i fondi dell’FSE, ma anche con i fondi del PNRR, infatti sta mettendo insieme alcune attività – ed è stata anche oggetto di un bando di fine 2021, attraverso il quale sono stati sostenuti progetti rivolti alle imprese operanti nell'area della valle del Tronto e del Piceno e del distretto delle pelli del fermano-maceratese. Oggetto del bando sono state le azioni volte alla riqualificazione delle produzioni, all’innovazione digitale, al miglioramento dell'efficienza dei processi produttivi e dello sviluppo dell'internazionalizzazione.
Parlando di cifre, tra i due periodi di programmazione dovremo avere un incremento del 105% delle risorse del programma regionale FERS, che passano così da 337 milioni di euro della programmazione 2014/2020 a 586 milioni della programmazione 2021/2027, alle quali si aggiungono le risorse del programma operativo complementare pari a 104 milioni di euro. Il programma regionale FSE plus vede un aumento delle risorse del 20%, passando dai 288 milioni di euro della programmazione 2014/2020 ai 296 milioni di quella 2021/ 2027, ai quali si aggiungono 50 milioni di euro di fondi complementari.
Quando allo stato di attuazione dei programmi in essere, il programma operativo Fesr 2014/2020 ha una dotazione finanziaria di 585 milioni di euro e, di questi, 246 milioni di euro sono fondi aggiuntivi assegnati alla Regione a seguito di eventi sismici del 2016. Le risorse concesse ai beneficiari sono pari a 526.700.000, quelle erogate sono 262.100.000. Si tratta di un intervento di pagamenti che mette in sicurezza il raggiungimento degli obiettivi richiesti dalla normativa europea, al fine di evitare una riduzione delle risorse.
A livello percentuale gli impegni si attestano al 90% delle risorse disponibili mentre i pagamenti sono al 45%. Scendendo nel merito degli assi del programma, solo l’asse 8, introdotto dopo il sisma del 2016 e riguardante le azioni a favore delle aree colpite del sisma, ha un livello di impegni inferiore al 90% delle risorse disponibili. Gli altri assi hanno impegnato tutte le risorse stanziate e raggiunto una soddisfacente percentuale di spesa certificata.
dotazione finanziaria di 3,3 milioni di euro.
La programmazione Fesr destina risorse anche agli ITI, investimenti territoriali integrati, riguardanti le cosiddette aree di crisi per le quali è prevista una dotazione finanziata di 3,3 milioni di euro. Due sono le aree destinatarie di queste risorse: l’area di crisi del fabrianese e l’area di crisi del distretto pelli calzature fermano-maceratese.
Il primo ITI si articola in due progetti volti alla realizzazione della piattaforma tecnologica rivolta alle imprese e al sostegno di investimenti da parte di micro, piccole e medie imprese, che rappresentano la realizzazione pratica dei progetti ideati nell’ambito della piattaforma. L’ITI, dedicato al sostegno dell’area di crisi del distretto della calzatura vede oggi l'utilizzo di 1,9 milioni di euro, totalmente impegnati, a valere su 68 progetti di innovazione organizzativa, commerciale, di processo e di prodotto.
Complessivamente, per i due ITI sono stati impegnati tutti i fondi assegnati ed è stato liquidato 1 milione di euro. Di certo grandissima parte di questo lavoro, lo devo riconoscere perché bisogna essere intellettualmente onesti, è stato fatto nella scorsa Giunta, su questo credo che la Consigliera Bora potrà tranquillamente spiegare ciò che è stato fatto perché il programma operativo Fesr Fse 2014/2020 è iniziato con la Giunta precedente. Di questo dobbiamo darne atto e riconoscerlo.
Gli interventi del Programma operativo Fse 2014/2020 sono stati fortemente condizionati dalla pandemia da Covid 19, al punto da richiedere una rimodulazione delle risorse disponibili; nel 2021 è stata approvata una rimodulazione per imputare al programma una parte delle spese sostenute dalle Aziende ospedaliere per far fronte all’emergenza sanitaria ed all’aumento di richiesta di servizi educativi domiciliari al fine di facilitare il ritorno al lavoro dei genitori con figli in didattica a distanza.
Oltre la metà delle risorse impegnate, pari a 247 milioni di euro, è destinata al cofinanziamento di azioni di politiche attive a favore dei disoccupati, volte, tra l’altro, al sostegno della creazione di impresa, alla riduzione del costo del lavoro nelle imprese localizzate nelle aree di crisi e appartenenti ai settori maggiormente colpiti dalla pandemia.
Nonostante le difficoltà legate alla pandemia, il livello di risorse impegnate e spese è stato tale da scongiurare il rischio del disimpegno automatico previsto dalla normativa europea. Anche il Piano di sviluppo rurale, su cui ha lavorato anche l’Assessore Carloni, ma era stato già avviato dall’’Assessore precedente, ha avuto un incremento di risorse a seguito del sisma del 2016, passando dagli originari 537,96 milioni di euro a 697 milioni.
Anche la programmazione del Psr è stata interessata dagli effetti della pandemia e nel corso del 2020 è stata approvata una modifica volta ad introdurre alcuni interventi di sostegno temporaneo alle aziende agricole, con una dotazione finanziaria di 6,5 milioni di euro.
Com’è noto, la programmazione europea delle risorse per lo sviluppo rurale, destinata a concludersi nel 2021, come per gli altri programmi, è stata prorogata di due anni, 2021 e 2022. Questo ha comportato un incremento di risorse che ha portato la dotazione complessiva del PSR 2014/2022, a 882.600.000 di euro. Le risorse aggiuntive sono state in parte destinate a nuovi interventi di natura ambientale, finalizzati a dare attuazione ai contenuti del Green Deal europeo ed agli interventi a favore della ripresa economica, con particolare riguardo al sostegno ed alla innovazione, ai metodi di produzione biologica e alle imprese operanti in aree montane.
Anche il Programma di sviluppo rurale ha raggiunto gli obiettivi di spesa previsti per il 31 dicembre 2021 e i dati riportati nella relazione, aggiornati al 30 aprile 2022, rilevano che il 91% delle risorse totali relative a questo periodo risulta “vincolato”, destinato cioè ai beneficiari già individuati o comunque per domande in istruttoria e bandi avviati, rispetto ai quali non siano ancora scaduti i termini di presentazione delle domande.
Per scendere nel dettaglio di qualche dato, ad aprile 2022 risultano oltre 44 mila domande ammesse a finanziamento per un contributo complessivo concesso di circa 676 milioni di euro, che corrisponde al 77% della dotazione finanziaria complessiva del programma per gli anni 2014/2022. Per quanto riguarda il contributo complessivo liquidato, a maggio 2022 si attestava a circa 311 milioni di euro.
Il Programma operativo riguardante i fondi per la pesca vede le Regioni quali organismi intermedi di attuazione di alcune misure, sotto la responsabilità del Ministero delle politiche agricole, alimentari e forestali che rappresenta l’autorità di gestione. Le risorse a disposizione della regione Marche per il periodo 2014/2020 ammontano 31,5 milioni di euro. La Regione Marche ha attivato misure riguardanti lo sviluppo sostenibile della pesca e dell’acquacoltura, la commercializzazione e la trasformazione dei prodotti della pesca e dell’acquacoltura; l’attuazione di questi interventi ha reso possibile, anche per il FEAMP, il raggiungimento al 31 dicembre 2021 degli obiettivi finanziari necessari per evitare il disimpegno delle risorse. Tra le misure attuate segnalo quelle relative a contributi per far pronte alla emergenza Covid, rispetto alle quali sono stati concessi ed erogati più di 2 milioni di euro.
Le iniziative avviate nell’ambito delle linee di intervento dei programmi di cooperazione territoriale europea riguardano temi strategici, quali l’adattamento ai cambiamenti climatici, la prevenzione dei rischi, la tutela dell’ambiente marino, la pesca e l’acquacoltura. L’attuazione di questi programmi sul territorio regionale ha visto la partecipazione di una pluralità di soggetti del territorio quali Università, Enti locali ed altri soggetti pubblici ed enti privati, dando luogo ad un partenariato che ha espresso una positiva capacità progettuale, da consolidare per il prossimo periodo di programmazione 2021/2027.
Voglio concludere questo mio intervento ringraziando la Giunta, il Presidente Acquaroli e gli Assessori Castelli, Carloni, Saltamartini, Latini, Baldelli e lo stesso Assessore alla formazione con cui ci siamo relazionati molto.
Questa nuova programmazione è frutto di un attento confronto non solo con le associazioni di categorie, con i sindacati ma soprattutto con i territori. Questo è importante e credo che sia un segnale utile e giusto.
In più mi preme ringraziare anche il Presidente Acquaroli per aver voluto ed inserito tra le tante linee programmatiche il rilancio dei borghi. In questo momento nei piccoli borghi marchigiani, visto i gravi danni che hanno subito, in primis con il sisma del 2016 e poi con il Covid, non ci sono più tante persone, che sono andate a vivere sulla costa, e le attività, si sono spopolati e per noi è una priorità poterli rilanciare. Sono certo che anche il voto unanime di tutto il Consiglio sulla nuova programmazione, che abbiamo approvato negli scorsi mesi, dimostra un segnale di grande maturità di questa assise regionale nei confronti delle tante categorie, cittadini, imprese, amministrazioni, che aspettano questi finanziamenti e mi auguro che prima possibile la Commissione europea possa sboccarli per metterli a terra perché oggi più che mai è arrivato il momento di dare delle risposte concrete. Ripeto, sono certo che con questi fondi potremmo fare molto. Grazie.
PRESIDENTE. Ha la parola la relatrice di minoranza Consigliera Bora.
Manuela BORA. Grazie, Presidente. E’ proprio il caso di dire grazie alla Giunta regionale per aver rispettato, finalmente dopo oltre due anni, l’articolo 8 della legge regionale n. 14/2006 che prevede che il Consiglio regionale, a seguito della presentazione del rapporto sullo stato di attuazione delle politiche comunitarie, venga convocato annualmente in sessione comunitaria per discutere ed eventualmente approvare gli atti di competenza e di indirizzo validi per l’attività della Regione.
Ho apertamente espresso il mio rammarico per il fatto che non si fosse ottemperato a questa disposizione di legge nel 2021, solo pochi mesi fa, in occasione dell'approvazione della proposta di Programma Fesr e Fse plus Marche 2021/2027. In quella sede feci presente a tutti i Consiglieri che momenti come questo non rappresentano mere formalità, ma importanti momenti di condivisione di risultati e responsabilità, pensati per dare senso e forza a tutta quell’importantissima fase di partecipazione pensata e voluta per migliorare, ampliare e arricchire il dibattito assembleare e rafforzare l’efficacia delle iniziative di gestione della Giunta regionale.
Vorrei infatti ricordare a tutti i Consiglieri, sia di maggioranza che di minoranza, l’importanza non solo tecnica, ma strategica di questo rapporto: si tratta di un documento che non solo fa chiarezza sull’attività sin qui svolta nel corso della precedente e dell’attuale legislatura, ma che rappresenta anche la base di partenza per la realizzazione e quindi l’attuazione del nuovo programma 2021/2027. Perché dare una lettura oggettiva e obiettiva ai dati e alle risultanze del rapporto consentirà, da una parte, di fare ancora meglio se si è lavorato bene nel passato; dall’altra, permetterà di ragionare su ciò che non è andato secondo le aspettative per evitare di ripetere gli errori del passato. Non vorrei soffermarmi troppo sulla prima parte del rapporto quella dedicata alla programmazione 2021/2027 perché ho già palesato le mie preoccupazioni rispetto alle tempistiche e ai ritardi che hanno contraddistinto l’operato della Giunta Acquaroli e questi miei timori vengono confermati oggi, ma non è questa la sede perché ci ritorneremo. Ne approfitto solo per sottolineare che in II Commissione, in sede di audizione con il Dirigente della Direzione programmazione integrata risorse comunitarie e nazionali, siamo stati informati del fatto che i programmi verranno approvati, indicativamente, ad ottobre prossimo, cosa che di fatto rimanderà l’avvio dell’intera programmazione al 2023, ritardando di mesi preziosi la nostra operatività. A differenza di quanto invece sta accadendo in altre Regioni italiane, quali ad esempio il Veneto o l’Emilia Romagna, decisamente più attente e solerti, e alle quali la Regione Marche è stata spesso paragonata nel corso della scorsa programmazione. Il 2 febbraio 2022, con delibera n. 68, l’Assemblea legislativa dell’Emilia Romagna ha dato il via libera al Programma regionale Fesr 2021/2027, che è stato inviato alla Commissione europea per l’approvazione; il Veneto ha approvato in Giunta le proposte di Por Fesr e Fse plus il 18 ottobre 2021 ed in Consiglio il 15 febbraio, ben quattro mesi dopo, quattro mesi preziosi che hanno permesso di espletare tutta la fase partecipativa e consultiva. Per cui sono di nuovo vani i proclami elettorali e le dichiarazioni dell’Assessore Castelli che annuncia trionfalmente da Bruxelles, di aver ricevuto informazioni secondo cui il 19 luglio, a Roma, sarà presentato l’accordo di partenariato tra UE e Italia sull’impiego dei fondi regionali 2021/2027, che vale per l'Italia oltre 40 miliardi di euro e che lui si dichiara pronto ad usare al meglio nella nostra Regione. Certo, pronto ad usarlo ma soltanto nel 2023, viste le tempistiche annunciate e come sopra descritte!
E sempre nella medesima logica di fattiva collaborazione e condivisione per un miglioramento dell’efficienza e dell’efficacia dell’azione amministrativa, sarebbe auspicabile che, nel caso in cui dovessero pervenire osservazioni scaturite da incontri tra i competenti uffici regionali e il nuovo reporter per le Marche del Fesr, l’Assemblea ne fosse messa tempestivamente a conoscenza, così da dare spessore all’approvazione dei documenti definitivi.
Ma non mi dilungherei ulteriormente su questo punto, che ci riserviamo di monitorare con attenzione, e passerei direttamente a trattare, con oltre due anni di ritardo, i contenuti relativi alla programmazione 2014/2020, cui questa sessione del Consiglio regionale è espressamente dedicata.
A quanto sembra, dai dati raccolti si evidenzia, e cito dal rapporto pubblicato sul sito della Regione Marche, complessivamente un buon livello di attuazione sia in termini finanziari che fisici. Per il Fesr si parla di 3060 progetti finanziati, risorse attivate per 561,9 milioni di euro, pagamenti effettuati 223,3 milioni di euro, impegni di spesa pari al 90% della spesa complessiva e un buon livello di spesa pari al 45%. Così come molto buoni sembrano i risultati ottenuti nella gestione del Fse, del Psr, del Fesr e del Feamp. Un rapporto dal contenuto decisamente positivo, quindi, e che dimostra una gestione attenta e performante delle risorse che la Regione Marche ha avuto a disposizione nel corso dello scorso settennio, una programmazione eccellente confermata dai fatti e dai dati. Grazie all’impegno profuso in questi sette anni, non solo dalla Giunta, per quanto riguarda gli indirizzi politici, ma anche delle strutture per quanto concerne l’attuazione degli interventi e la gestione dei bandi, Regione Marche è riuscita a raggiungere il non scontato obiettivo dell’N+3 già nel 2019, con ben sei mesi di anticipo rispetto al timing imposto dalla Commissione europea; è stato raggiunto un livello di impegni del 90% della dotazione e si è registrato un buon livello di spesa dei pagamenti pari al 35%. Tutto questo già a dicembre 2020.
Efficienza che ha consentito l’acquisizione delle previste risorse di premialità, quindi un fatto concreto e non un proclama. Si è lavorato molto e duramente, puntando su progetti di qualità, capaci di innovare le aziende, di renderle competitive nell’ambito della sfida globale dei mercati e soprattutto di creare occupazione duratura, con particolare attenzione ai territori che hanno subito l’ondata di distruzione e spopolamento causata dal terremoto. Siamo stati in grado di riprogrammare le risorse per venire incontro alle mutate necessità a seguito sia della crisi economica, del sisma e, negli ultimi mesi della legislatura, anche della pandemia. Abbiamo contribuito a restituire fiducia alle imprese instillando in loro una grande voglia di riscatto. Si è fatto molto anche sul campo della formazione, integrando costantemente le risorse Fesr con quelle Fse affinché ogni bando garantisse una soglia minima di incentivazione all’occupazione, in particolare giovanile e femminile, grazie ad una strettissima collaborazione tra l’Assessorato alle attività produttive e quello alla formazione e lavoro. Abbiamo tolto i finanziamenti a pioggia che invece adesso sembra essere tornati di moda con questa Giunta e per quanto riguarda la parità di genere, abbiamo inserito premialità rosa in tutti i bandi e abbiamo sempre cercato di agevolare, nei limiti della normativa vigente e delle risorse disponibili, la conciliazione dei tempi di vita e lavoro, aspetti che questa Giunta e questa maggioranza continuano sistematicamente ad ignorare.
E’ dunque evidente che nel 2021 sono stati semplicemente raccolti i frutti del grande lavoro svolto nel corso della scorsa Legislatura, che può senza dubbio vantare una gestione molto positiva e ottime performance certificate sia da XX, Rapporteur della Commissione europea, chiamato a verificare lo stato di attuazione dei fondi europei nella nostra regione, per l’esattezza a Fiastra, nel luglio 2019, che dalla Rapporteur YY per quanto riguarda il programma Fse +, la cui programmazione 2014/2020 ha raggiunto il target di performance, che ha consentito alla Regione Marche di confermare le risorse assegnate. Insomma, la precedente Giunta ha lasciato in eredità alla Giunta attuale una Regione performante, che ha saputo ridurre il divario con le Regioni più innovative. Come si evince dai dati pubblicati a nostra disposizione estrapolati dal Rapporto operativo 2021, si evidenzia, a partire dal 2013, un trend di crescita continuativo che ha interessato principalmente il versante delle imprese. Nell’anno 2020 la Regione Marche conta 145.753 imprese attive, il 3% dell’imprenditoria nazionale, di cui il 94% rientra tra le micro imprese con meno di 10 addetti. Mentre per quanto riguarda la densità imprenditoriale, la Marche risultano essere tra le regioni a più alta densità con 96,3 imprese attive sul 1.000 abitanti contro una media nazionale dell’86,3%.
L’incidenza della spesa per ricerca e sviluppo sul PIL, pur al di sotto della media nazionale, nel lungo periodo è cresciuta passando dallo 0,88% del 2014 al 1,09% del 2018; così come rilevante è la crescita della quota di addetti alla ricerca e sviluppo nelle imprese marchigiane per la quale si rileva una crescita nel periodo 2014/2020 che passa dalle 3,6 unità per 1.000 abitanti del 2014 alle 4,3 unità del 2018. E anche se è vero che ancora molto c’è da fare e le performance non sono ancora ottimali, siamo riusciti ad invertire una tendenza negativa. Sempre nel 2018 il tasso di innovazione, ovvero la percentuale di imprese che hanno introdotto innovazioni di prodotto e di processo, ha fatto rilevare un incremento di 4 punti percentuali rispetto al 2016. Anche il dato sull’intensità brevettuale può aiutare a definire la capacità innovativa della nostra Regione e permette di tracciare la sua evoluzione tecnologica. In particolare si registra una crescita continuativa a partire dagli anni ’80, sia a livello di domande sia a livello di brevetti concessi.
Sul fronte dell’export, poi, dopo un periodo di stabilità, siamo riusciti ad ottenere una marcata crescita delle esportazioni. La capacità di esportare della Regione Marche, definita come valore delle esportazioni di merci sul PIL, è superiore alla media nazionale e a quella delle altre regioni centrali, rispettivamente 29% per le Marche, 26,8% per l’Italia e 22,7% per il centro. Diversamente da quanto avvenuto in Italia nelle Marche, nel 2021 l’incremento degli occupati si è associato ad una diminuzione delle persone in cerca di lavoro. Secondo i dati di rapporto 2021 sull’industria marchigiana di Confindustra Marche e Intesa San Paolo, gli occupati sono aumentati di circa 4.700 unità e nella media del 2021 l’occupazione risulta essere in flessione nell’industria in senso stretto. A pagare il conto più salato sono state le lavoratrici che nel 2021 diminuiscono ancora di 286 unità mentre la crescita occupazionale è tutta maschile.
Anche rispetto alla riduzione delle emissioni di Co2, grazie al rafforzamento della mobilità sostenibile e del trasporto pubblico locale e all’incentivazione della mobilità elettrica e dolce su tutto il territorio regionale, sono stati fatti numerosi passi avanti tanto che la Regione Marche è tra le Regioni italiane con minore produzione di Co2. Un risultato ottenuto grazie ad anni di impegno per l’efficientamento energetico, per l’implementazione di politiche green che hanno permesso alla nostra Regione di essere leader in un settore come quello del fotovoltaico. Viene evidenziato inoltre come nel 2019 nelle Marche la quota dei consumi energetici coperta da fonti rinnovabili fosse pari al 17,3%, superando così il target previsto dal D.M. Burden sharing (15,4%). Una quota che ha registrato un incremento costante a partire dal 2012, un trend positivo che, se dovesse essere confermato, come spero, potrà permettere il raggiungimento dell’obiettivo del 30% fissato per l’Italia dal PNIEC. E vorrei sottolineare che nell’ultimo decennio la produzione nel settore elettrico, nelle Marche come nel resto d’Italia, ha vissuto una forte espansione passando dal 9,2% del 2006 al 26,7% del 2019. Quote che, specie oggi con la crisi energetica che si prospetta a seguito della guerra russo-ucraina, non sono però sufficienti. Insomma, anni di impegno a favore dell’efficientamento energetico e di politiche green che, purtroppo, sembra che nell’ultimo anno di gestione del Presidente Acquaroli siano cadute un po’ nel dimenticatoio, considerato che a fronte di 156 progetti finanziati nell’ambito dell’asse 3, almeno da quanto risulta dalla documentazione prodotta dai servizi competenti, sono stati finanziati soltanto 4 ulteriori progetti nell’asse 4 a dimostrazione di quanto poco attenta sia questa Giunta rispetto a determinate tematiche, per non parlare poi del patto dei Sindaci che grida vendetta al cospetto di Dio.
Infine, ricordo che il Piano finanziario del Por Fesr è stato oggetto di importanti aggiornamenti nel corso del 2020 a seguito dell’attivazione, da parte della Regione Marche, di una serie di iniziative volte a fornire valide risposte ai disagi causati dalla pandemia. Tra queste, l’applicazione del tasso di cofinanziamento UE al 100% per il periodo contabile 1° luglio 2020 – 30 giugno 2021 e l’inserimento di nuove misure per far fronte all’emergenza, quali: gli interventi a sostegno del sistema Confidi, finalizzato al finanziamento delle piccole medie imprese a causa Covid -19, gli investimenti necessari per rafforzare le capacità del complesso dei servizi sanitari di rispondere alla crisi provocata dall’emergenza epidemiologica. Vorrei tuttavia precisare che tutti questi dati analitici si riferiscono ad un quadro economico aggiornato al 31 dicembre 2020, in quanto presenti nel rapporto operativo 2021.
Mi domando quindi, come possiamo noi oggi valutare le ricadute della gestione 2021 sul territorio se non abbiamo ancora a disposizione il rapporto operativo 2022? Il presente dibattito è quindi viziato all’origine da una carenza di informazioni più dettagliate che ci consentirebbero di avere una fotografia più nitida anche degli effetti che le scelte gestionali operate nel 2021 hanno effettivamente avuto su livelli occupazionali, sulla crescita economica, sul numero di imprese attive, eccetera. In ogni caso, oggi la Giunta Acquaroli, con questo rapporto, può declamare i tantissimi ottimi risultati raggiunti, eppure qualche Assessore - vero Carloni? - che oggi tanto per cambiare non è presente in Aula, ha dichiarato senza vergogna, di non aver fatto altro, in questo anno e mezzo di legislatura, che mettere pezze e quindi porre rimedio agli errori commessi dai suoi predecessori, per fortuna, per poi riproporre, senza remore di alcun tipo, gli stessi bandi che erano stati pubblicati negli anni precedenti e che avevano già dimostrato la loro validità. Vorrei ricordare le altre critiche severissime che l’attuale Assessore alle attività produttive Carloni, Consigliere regionale di opposizione nel corso della X Legislatura ed anche in quella precedente, ha rivolto a me personalmente in quanto Assessora alle politiche comunitarie e più in generale all’operato di tutta la Giunta in merito alla gestione dei fondi comunitari. Leggo dal Corriere Adriatico del 15 gennaio 2020: “Il Consigliere Mirco Carloni punta il dito contro l’esecutivo: se la Regione vorrà utilizzare in toto le risorse messe a disposizione dell’Europa, dovrà da qui al 2023 accelerare e praticare uno sforzo molto maggiore di quanto non abbia fatto fino ad oggi. La responsabilità per la lentezza con cui le Marche spendono i fondi strutturali è in primis della Giunta regionale, che ha programmato tardi e male e non ha saputo governare i singoli progetti.” Oppure la Consigliera Marcozzi, a suo tempo Consigliera di minoranza, che ad inizio gennaio 2020 ha definito la Regione Marche una Regione che sta sprofondando e diventando sempre più la Cenerentola d’Italia, dichiarando di trovarsi dinanzi a un chiarissimo esempio di incapacità amministrativa che pesa sulle spalle di tutti noi marchigiani, arrivando addirittura a chiedere le dimissioni del precedente Ceriscioli e di tutta la Giunta prima delle elezioni, prima che altri nuovi errori imperdonabili affossino ancora di più le Marche. Chiederei ora all’Assessore fantasma Carloni e anche alla Consigliera di spiegare a noi tutti quali siano stati questi errori imperdonabili e soprattutto di farci capire quali convinzioni e soprattutto quali dati vi portarono a fare certe affermazioni, viste anche le risultanze del rapporto presentato lo scorso maggio 2021 e quello che oggi stiamo discutendo. Non possono certo ricondurre le loro contestazioni al fatto che le Marche, per la nuova programmazione – ed io aggiungo: perché tanto non lo capiscono più, anche per il fatto che i criteri sono cambiati - sono passate a Regione in transizione, perché tale condizione, al di là del fatto che porta maggiori risorse, è determinata da una crisi generale complessa, aggravata dalla pandemia, che ha pesato di più su aree, come la nostra, caratterizzate da una fragilità strutturale che non ha nulla a che vedere con la gestione del settennio di programmazione comunitaria 2014/2020. Non a caso l’Unione europea ha messo a disposizione risorse aggiuntive. Direi allora oggi all’Assessore Carloni e alla Consigliera Marcozzi che si trovano nella condizione imbarazzante di dover innanzitutto smentire loro stessi. Perché di fatto, chi invece sembra non riuscire a gestire bene la situazione, chi dovrebbe fare uno sforzo molto maggiore – assolutamente si -. e chi ha reso la Regione Marche la Cenerentola d’Italia nel giro di un solo anno di gestione (mi riferisco quindi al 2021) è proprio l’attuale Giunta Acquaroli e l’Assessore Carloni e anche il Vice Presidente.
Mi riferisco in particolare alla gestione dei pagamenti, aspettiamo ancora i miracoli dell’Assessore Castelli, e della certificazione della spesa, ovvero le fasi conclusive della programmazione comunitaria. Come si legge da una nota Ansa del 14 giugno 2022, immagino sfuggita a tutti quelli che prima facevano i professori, la nostra Regione viene definita la “maglia nera” per la spesa nello sviluppo regionale, questo secondo quanto emerge da una analisi degli ultimi dati pubblicati sul portale Choesion. Dati della Commissione europea e aggiornati al 31 dicembe 2021. Ricordo che si tratta di dati al 31 dicembre 2021, ovvero in piena gestione Acquaroli! Sono ancora molte le risorse da spendere, oltre 340 milioni, e, per non rischiare di perdere fondi, l’ultimo pagamento dovrà essere effettuato dalla Regione Marche entro il 31 dicembre 2023.E’ vero, questi dati andranno aggiornati entro questo mese di luglio e mi auguro sinceramente che si possano registrare progressi significativi per scongiurare il peggio. Monitoreremo attentamente la situazione e chiederemo sicuramente conto di come si sta procedendo in merito, attraverso – lo preannuncio sin da ora – una interrogazione sul tema.
In conclusione, ci si aspetta l’onestà intellettuale, ma mi rendo anche conto che significa chiedere troppo, di questa amministrazione nel recuperare in termini positivi la valutazione sull’operato della precedente Giunta relativamente alla gestione della programmazione 2014/2021. Diversamente non si capirebbe, come già detto, la scelta di replicare dell’Assessore Carloni, ma anche di tanti altri, tutti gli avvisi pubblici emanati nel corso dello scorso Governo.
Inoltre, si auspica un’intensificazione dell’attività amministrativa per accelerare la spesa e si chiede di coinvolgere il Consiglio, magari per il tramite della competente Commissione, nella negoziazione della strategia regionale per il nuovo periodo di programmazione.
Il tempo degli alibi è finito, il tempo delle critiche ingiustificate anche. Il rapporto di oggi è una pietra tombale sulle illazioni che abbiamo dovuto sopportare per anni ed è l’attestazione di una eredità molto positiva, lasciata in dote da chi c’era prima all’attuale Governo regionale, che dovrà ora dimostrare di essere all’altezza delle sfide della certificazione della spesa nell’immediato e nella gestione della programmazione del prossimo settennio nei mesi a venire.
Avete iniziato nel modo peggiore, facendo scendere all’ultimo posto in Italia la nostra Regione nei pagamenti certificati. State proseguendo peggio, con una programmazione 2021/2027 senza visione, senza una coerente strategia, attraverso la quale state smentendo le vostre promesse fatte in campagne elettorale. Faccio solo un esempio e vado a chiudere. Quante belle parole ho sentito dal Presidente Acquaroli, dall’Assessore Carloni e dall’Assessore Baldelli sulle aree interne e sulla loro centralità per l’attuale amministrazione regionale. Leggo dal programma elettorale del Presidente Acquaroli: “Rafforzare il riequilibrio territoriale, offrendo uguali livelli di investimenti e servizi dalla costa all’entroterra”. Bene, Veniamo a scoprire che i fondi destinati ai GAL, gruppi di azione locale, che rappresentano le popolazioni rurali, ovvero Unioni Montane e Comuni dell’entroterra, passano dai 60 milioni della programmazione 2014 ai 19,5 milioni previsti per il settennio 2021/2027.
PRESIDENTE. La prego di concludere.
Manuela BORA. E’ una gestione, tanto avremmo modo poi di tornare …
PRESIDENTE. Ha poi la replica se deve concludere.
Manuela BORA. E’ una gestione sbagliata non solo nei contenuti e nelle scelte, ma anche nel metodo. Grazie.
PRESIDENTE. Le ricordo poi che ha il diritto di replica al termine degli interventi, quindi se deve fare una conclusione, una chiosa, a tutta la disponibilità e l’opportunità di farla.
Ha la parola il Consigliere Ciccioli.
Carlo CICCIOLI. Grazie, Presidente. L'intervento della Consigliera Bora, che indubbiamente ha esperienza essendo stata Assessore nella precedente legislatura con delega ai fondi europei, mi impone di cambiare il testo del mio intervento. Avevo provato in qualche modo ad entrare in alcuni aspetti particolari della relazione del rapporto Stato-Regione, invece a questo punto leggerò alcuni dati. Secondo me quando si deve dare un giudizio non bisogna mai essere superficiali, in considerazione che il giudizio personale può essere inquinato dalla passione, quando invece è terzo, viene da organi indipendenti, allora cambiano le cose. Leggerò brevemente l'Ansa del 15 giugno scorso, che cita i dati pubblicati sul portale della Cohesion, dati della Commissione europea, informazioni che sono leggibili e pubbliche sul portale della Commissione europea, le leggo perché ritengo siano esemplari. “Sono le Marche la Regione maglia nera nella spesa del Fondo europeo di sviluppo regionale, Fesr, il più imponente a disposizione dell'Italia per il periodo 2014/2020, per un totale di 36 miliardi di euro. È quanto emerge da un'analisi degli ultimi dati pubblicati sul portale Cohesion Data della Commissione europea, che coprono l’andamento delle allocazioni al 31 dicembre 2021. Alla fine dell'anno scorso la spesa certificata dalla Regione e rimborsata da Bruxelles era per la Regione Marche pari a 244 milioni di euro, il 42% dell'ammontare totale a sua disposizione per il periodo 2014/2020. Restano quindi da spendere ancora 340 milioni in base alle attuali regole, per non rischiare di perdere i fondi”. Teniamo presente che al 31 dicembre 2021 c'era già la Giunta Acquaroli, ma si riferisce a tutto il settennio precedente, alla gestione della precedente Giunta ed anche ad uno spicchio di quella precedente ancora. “Restano quindi da spendere oltre 340 milioni, il 58% in base alle attuali regole per non rischiare di perdere i fondi, l'ultima fattura dovrà essere emessa totalmente entro 31 dicembre 2023. In fondo alla classifica oltre le Marche, l'Abruzzo, la Campania, il Piemonte e l'Umbria, tutte sotto il 50%, stando agli ultimi dati disponibili al 31 dicembre 2021. Lo stesso vale per la Calabria, i dati considerano l’insieme del Fesr e del Fondo sociale europeo. Nell'uso di quest'ultimo risulta essere la penultima Regione dopo la Basilicata, ferma al 47%. Non va meglio nell'uso del Fondo europeo agricolo per lo sviluppo rurale; alla fine dell'anno scorso erano 10 le Regioni che avevano certificato meno della metà della spesa. La Puglia è ultima, la penultima è la Regione Marche preceduta da Abruzzo, Liguria, Toscana, Friuli-Venezia Giulia, Piemonte, Umbria, Emilia-Romagna e Molise. I dati sull'andamento della spesa per i programmi – poi chiudo perché è troppo lungo – e per Regioni dovrebbero essere aggiornati entro luglio di quest'anno e si potrebbero registrare dei progressi proprio in funzione della necessità di accelerare l'esecuzione dei progetti al fine di non perdere i fondi, che scadono il 31 dicembre 2023. Intanto si avvicina il via libera dell’Unione Europea all'accordo di partenariato per la programmazione 2021/2027: tra risorse europee e cofinanziamento nazionale il piano vale circa 75 miliardi. Un evento per annunciare l’intesa e illustrarne i dettagli a livello nazionale potrebbe esserci nella seconda metà di luglio”.
Questa è la comunicazione ufficiale sul portale dell'Unione europea, sono i dati illustrati dall’Ansa del 15 giugno. C'è un poeta veneziano del 700 che scriveva delle opere come la famosa frase: “un bel silenzio non fu mai scritto”, questo è il caso in cui sarebbe stato meglio tacere.
I problemi ce l’hanno tutti, li avrà anche questa amministrazione che fatica con le strutture ereditate ad andare avanti, però abbiamo questa opportunità di avere un fondo ordinario di 1.074.000.000, più un'adduzione straordinaria di 750 miliardi per le Marche, una cifra significativa, il 66% in più rispetto alla programmazione precedente.
Il fatto di essere finiti in transizione e che la pandemia ci ha colpito duramente sono due indicatori negativi, però ci danno la possibilità di incrementare del 66% rispetto al 2014/2020 le risorse disponibili da dedicare ai cinque obiettivi strategici, di cui i più importanti sono: la trasformazione economica intelligente e innovativa, la connettività, le infrastrutture, l'economia verde, la mobilità, che sottolineo perchè le Marche purtroppo sono una regione scarsamente infrastrutturata e dimenticata, una sorta di cerniera tra nord e sud, ma senza le vie di comunicazione adeguate.
Certamente la Giunta regionale ha cercato di fare, va riconosciuto il merito all’Assessore Castelli, una serie di incontri e di tavoli tecnici con tutti i Sindaci della regione. Sono stati ben nove gli incontri ed io ho partecipato a quattro. Sono stati a Fermo, Ascoli Piceno, Tolentino, io sono stato a Jesi, a Senigallia, a “l’Europa più intelligente, all'Europa più verde”. Devo dire che c'è stato un cambio di passo, un'ampia concertazione tra i soggetti che devono usufruire delle spese, invece che una programmazione verticistica, dall'alto.
Certamente le difficoltà sono moltissime, ma la più grossa che ha incontrato la Giunta precedente è la capacità di spesa, sulla quale ci deve essere un'ampia riflessione perché a volte succede che i fondi ci sono e non si riescono ad utilizzare, metà delle Regioni non riescono ad utilizzarli, purtroppo le Marche a secondo della graduatoria sono le ultime o le penultime al 31 dicembre 2021, quindi bisogna andare in questa direzione.
La prima cosa è un efficientamento, la seconda, che mi permetto di dire, è un progetto strategico. Più volte in questo Consiglio sono intervenuto per sottolineare il ruolo nuovo che il centro Italia ha. In genere in Italia si è parlato sempre di un nord avanzato e di un sud sottosviluppato che non riesce a decollare. Il centro Italia è stato un po' diviso, una parte agganciata al nord, soprattutto la Toscana, in parte le Marche e l'Umbria, mentre l’altra parte, in particolare l'Abruzzo, era più coesa con le regioni meridionali. Oggi invece c'è questa fascia nuova, in transizione o quello che volete, che non è così veloce come il nord, non è così innovativa, non ha le stesse opportunità, ma non è neanche in una situazione di difficoltà e di disagio come il sud. In questo centro Italia passano i nuovi indicatori di sviluppo. Il Sole 24 Ore più volte ha pubblicato delle tabelle, che attribuiscono al centro Italia delle opportunità in forte sviluppo e ripresa per una serie di valutazioni. Le Marche in questo centro Italia è la regione che potrebbe essere più fortunata perché situata al centro del mare Adriatico, quindi una regione naturalmente dialogante con la costa, con l'altra sponda dell'Adriatico, in particolare la Croazia. I programmi regionali ci sono già con la Croazia. La Macro Regione Adriatico-Jonica rappresenta un’opportunità per dare centralità alle Marche nella logistica, nell’arrivo di merci ed oggi il trasporto delle merci e anche delle persone, ma soprattutto delle merci, è un indicatore fortissimo di sviluppo. Se riusciamo ad azzeccare il ruolo che in questo momento ci viene dato da meccanismi diversi, che francamente l'Adriatico ha già conosciuto … In un convegno recentemente ho citato qual è stata la fortuna delle Marche nei secoli. Quando l'impero romano era nel mondo conosciuto scelse Ancona, a cavallo tra l'anno zero, la nascita di Cristo, e l’anno 100 come porto per l'oriente. Al porto di Ancona c'è l'Arco di Traiano del 79 dopo Cristo, che la città di Ancona gli dedicò. Ancona era il porto dell'intero impero romano per l'oriente ed è stato il primo porto che ha conosciuto i moli artificiali. La prima urbanizzazione del porto è stata fatta dall'imperatore Traiano, che poi nella città fu molto osannato, misero le statue d’oro sopra l’Arco di Traiano, che poi furono rubate nel basso medioevo. La città poi conobbe quasi mille anni di oscurità, per poi recuperare con il primo Comune marinaro, perché diventa, prima della Repubblica di Venezia, prima della Repubblica di Amalfi, il primo Comune marinaro con gli statuti, intorno al 1100, un luogo di intensi scambi commerciali con l'altra sponda dell'Adriatico, in particolare Ragusa e il Medio Oriente.
Per capire come stavano le cose, dal porto di Ancona partirono ben due crociate, una finita male, l’altra invece andata meglio. Ancona fu sempre un porto marinaro e da qui San Francesco partì per andare a convertire in Terra Santa, fu il secondo periodo d'oro. Il terzo periodo d’oro fu sotto lo Stato Pontificio, quando come logistica le Marche divennero centrali, anche perché nel frattempo vi nacquero 4/5 Papi, da Sisto V a un Papa di Cingoli, un Papa della Genga nel ‘700 ed altri. Il porto di Ancona divenne il porto dello Stato Pontificio (non Civitavecchia che non esisteva) e ci furono grandissimi investimenti, come quelli di Vanvitelli, che, primo caso di gara alterata, vinse un appalto per fare delle chiese a Roma, ma poi decisero che, siccome era d'origine olandese, doveva andare via e lo mandarono ad Ancona per ripiego, togliendogli l'appalto vinto e facendogli fare la Mole Vanvitelliana, che è il Lazzaretto, la Chiesa del Gesù e una serie di cose importanti. Il porto conobbe nel 700 un altro periodo d'oro, poi quando Venezia divenne importante schiacciò il libero Comune di Ancona.
Oggi il porto di Ancona può diventare, e di rimando di tutto l'entroterra, pensiamo all'interporto di Jesi, il terminal dell’Oriente, di tutti gli scambi di merci con l’Oriente. Può diventare un polo di sviluppo per l'Adriatico, la capitale, il porto più importante dell'Adriatico, prima di Trieste, Venezia, Bari, in quanto ha delle potenzialità enormi. Dobbiamo giocarci questa partita e con i fondi europei possiamo farcela anche perché quando arriveranno i fondi di sviluppo ci sarà un meccanismo sinergico di altri fondi e questo significa che, al di là di questa legislatura, possiamo mettere in piedi un meccanismo in cui, come ha scritto qualche settimana fa sul Messaggero un economista sociologo in un articolo molto importante, il centro Italia può diventare un territorio chiave come quando c'erano i Medici a Firenze, i più grandi banchieri d'Europa, come la cultura e il Rinascimento ad Urbino.
Abbiamo questa carta da giocare e dobbiamo farlo un po' tutti insieme, si può partire anche da cose minori. Su questa Zes ...
PRESIDENTE. La prego di concludere.
Carlo CICCIOLI. Su questa Zes ritengo fondamentale che il porto di Ancona abbia almeno un'area franca e abbia un investimento in qualche ettaro edificato. Queste sono le prospettive su cui dobbiamo giocarci le politiche comunitarie. Grazie.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Marinangeli.
Marco MARINANGELI. Grazie, Presidente. Vorrei partire da una fotografia realistica di quello che stiamo vivendo: una crisi che è iniziata nel 2008 con una forte riduzione del Pil regionale, che purtroppo ad oggi non è stato ancora in qualche modo recuperato, i fatti del sistema creditizio locale, la recentissima guerra russa-ucraina, che ha attivato un processo di progressivo indebolimento dei punti di forza del nostro sistema produttivo regionale, per cui il settore manifatturiero ha subìto più di altri e come gli altri effetti negativi, non ultima la crisi pandemica in cui l'Europa e gli Stati membri si sono mossi bene ed hanno fornito una risposta mirata, altrettanto forte e finalizzata da un lato per tutelare la salute dei cittadini e dall'altro per cercare di arginare i danni di questo tsunami che si è abbattuto sulla vita di tutti quanti noi, anche da un punto di vista economico.
Risulta dunque indispensabile, in linea con le normative comunitarie, sostenere politiche attive del lavoro in grado di contrastare i processi in atto e favorire in qualche modo l'inserimento occupazionale dei disoccupati attraverso interventi volti ad aumentare l’occupabilità, come gli interventi formativi e di sostegno, anche alla creazione di nuove imprese.
Chi mi ha preceduto ha ricordato un po' di numeri del periodo di programmazione 2021/2027, con una valutazione che va oltre il miliardo di euro, quindi sono molte le possibilità finanziarie per cercare di invertire la rotta, tra l'altro l'incremento di circa il 66% delle risorse è dovuto al fatto, purtroppo, che la nostra Regione Marche è scesa nelle Regioni denominate di serie B, quindi tra le Regioni in transizione. Questo nel male ci ha portato un bene con un incremento di risorse importanti per circa il 66%.
Le priorità del programma saranno rivolte prevalentemente al tema dell'occupazione, con circa il 37% della dotazione del Por Fse, con interventi di politica attiva per favorire l'inserimento occupazionale dei disoccupati, con interventi per le pari opportunità e di genere e per l'inclusione sociale, alla quale è destinata circa il 32% delle risorse. Voglio anche ricordare che i giovani fino a 35 anni di età sono quelli che più di altri hanno risentito negativamente delle conseguenze della crisi del mercato di lavoro.
Tante sono le cose da fare, soprattutto quelle su cui voglio dare un contributo. una risposta, i cui dettagli sono stati relazionati sia dal Consigliere Putzu che dalla Consigliera Bora.
Invito tutti ad avere un atteggiamento più propositivo, che eviti personalismi e accuse dato che il momento è davvero delicato.
La necessità di uscire da questa palude deve essere un obiettivo di tutti noi, deve essere il fine che ci accomuna perché siamo qui per dare risposte. Quando si parla di mancanza di visione, consentitemi di dire, penso di poter affermare tranquillamente il contrario, se non altro per il metodo con il quale ci siamo mossi, l’ha ricordato il Consigliere Ciccioli, quello del confronto con gli enti locali e con i cittadini. Sono stati nove gli appuntamenti su tutto il territorio regionale, è stato un momento di ascolto delle istanze e degli attori del territorio, consentendo anche di acquisire una serie di indicazioni che poi sono state riportate nelle linee programmatiche del programma 2021/2027. Anche in questo senso dobbiamo attribuire un merito che è di fatto innovativo, senza giudicare gli altri, perché la definizione dei programmi è stata avviata a partire dalle esigenze concrete dei territori e non più da una visione accentrata, centralistica, centralizzata, che spesso, purtroppo, in qualche modo ha condizionato, minato l'efficacia attuativa delle azioni che erano state programmate. Questo per ribadire che la visione c'è, è stata attuata e concretizzata attraverso un confronto costante con tutti gli attori in campo e questo atteggiamento, consentitemi di dire, ha determinato un altro fattore importante, di cui spesso abbiamo parlato, cioè il riequilibrio territoriale, che non vuol dire solo est-ovest, non vuol dire solo Gabicce Mare e San Benedetto del Tronto, ma significa anche est-ovest, significa anche dire l'entroterra con la costa.
Rimane un giudizio favorevole del percorso fatto fin qui. Grazie.
Presidenza del Vicepresidente
Gianluca Pasqui
PRESIDENTE. Ha la parola la Consigliera Casini.
Anna CASINI. Grazie, Presidente. Sono basita, ho sentito degli interventi, ho saputo molte notizie sul porto di Ancona, a parte il Vanvitelli che conosco bene per questioni scolastiche, ho sentito parlare delle crociate, tutto molto interessante, peccato che stiamo parlando del rendiconto dei fondi comunitari.
Ritengo che tutto questo sia molto utile e forse anche costruttivo per la mia cultura, quindi apprendo volentieri, però mi sarebbe piaciuto parlare nel merito e capire come dalle crociate e dal Vanvitelli si possa arrivare a qualcosa che non è l’autorità portuale, perché non è di questo che stiamo parlando.
Mi farebbe piacere anche capire rispetto alla portualità, in particolare rispetto alle imbarcazioni da pesca, per quale motivo le Marche, che hanno circa 800 imbarcazioni, hanno messo soltanto 500 mila euro a disposizione per l'aumento del carburante, mentre il Molise, che ne ha 90, ha messo 1 milione di euro e la Puglia, che ne ha 1.400, ha messo 3 milioni di euro, visto che parliamo di questioni che non c'entrano niente con la programmazione comunitaria.
Voglio anche ricordare a chi ha detto: “Spendiamo i soldi così la Comunità europea ce li dà”, a chi ha detto queste frasi e siede in questo Consiglio che la Comunità europea ce li ha già dati, sono fondi assegnati alla Regione Marche nel 2014 taluni, altri invece, per esempio del Piano di sviluppo rurale, sono stati assegnati per i due anni di transizione 2020/2021. Ci sarà una modalità diversa che ancora è in discussione, l’Assessore lo sa certamente, la redazione dei piani non sarà più di competenza delle singole Regioni, ma vedrà una competenza individuata in capo al Governo centrale, al Ministero dell'agricoltura, con delle declinazioni territoriali che ancora non si conoscono bene.
Il Piano di sviluppo rurale nel 2014/2015, quando l'abbiamo modificato, era un pacchetto di 537 milioni di euro, con delle misure e delle azioni che rimangono le stesse perché non c'è stata nessuna modifica da parte della Giunta o dell'Assessore delle misure e delle azioni del Piano. La programmazione che è stata effettuata nel 2015 è esattamente la stessa, vengono ripetute le stesse misure, vengono stanziate le risorse che nel frattempo la Comunità europea ha dato, cioè 185 milioni di euro per le due annualità in transizione, che vengono postate nelle stesse misure e con gli stessi bandi che c'erano nella programmazione precedente dato che non è stata cambiata, presumo in attesa della modifica delle modalità di erogazione.
Si tratta di un pacchetto di 537 milioni di euro che sono stati dati dalla Comunità europea nel 2014, al quale si sono aggiunti 160 milioni di euro, che sono stati negoziati con le altre Regioni d'Italia, il 3% del Piano di sviluppo rurale di ogni Regione è stato donato alla Regione Marche per il terremoto. Un pacchetto donato del quale la Regione Marche ha preso il 62%, pari a 160 milioni (537 più 160), 700 milioni di euro rispetto ai quali gli uffici hanno sempre raggiunto N+3, non ci sono stati mai problemi con la Comunità europea, sono state fatte molte modifiche al Piano di sviluppo rurale determinate dalla concertazione con i territori. Non si può dire certo che sia cambiata la modalità perché la modalità della concertazione e della condivisione con le associazioni ed i territori c’è sempre stata. Proprio in base a questa concertazione il Piano di sviluppo rurale è stato cambiato almeno 8/9 volte per renderlo più aderente alle esigenze. L’importo complessivo adesso è di 882 milioni di euro, dei quali il 77% è stato concesso ai beneficiari, diciamo che è stato assegnato, non c'è la rendicontazione, quindi non posso sapere quante di queste risorse sono state rendicontate perché c'è soltanto quello che è stato erogato, poi spetterà all’ente pagatore, ad Agea, erogare eventualmente.
Non mi pare che ci siano state delle modifiche essenziali, non trovo nulla, l’unica modifica, Assessore, lo ripeto, è l'azzeramento di tutti i quadri dell'agricoltura che non erano certo stati scelti per logiche politiche, ma per logiche di professionalità. Ho trovato un po' strana questa cosa, che siano stati azzerati in alcuni casi tutti i quadri, ma rispetto a questo mi riservo di fare un'interrogazione, quadri che avevano portato all’eccellenza del Piano di sviluppo rurale, anche grazie ai rapporti di collaborazione, grandissimi e ottimi, sia con il Ministero dell’agricoltura che con la Comunità europea.
Penso anche agli aiuti di Stato, mi chiedo per quale motivo ci siano state queste modifiche, questi tagli di teste, che onestamente mi fanno pensare più a pratiche primordiali che ad una organizzazione. Mi meraviglia che lei non sappia che sono state cambiate tutte le posizioni organizzative dell'agricoltura, ho detto i quadri, per intenderci, che avevano prodotto questi risultati, che non sono certo stati raggiunti negli ultimi tre mesi.
Parliamoci onestamente, il Piano è stato impostato nel 2014/2015, è poco comprensibile questa modifica ulteriore, probabilmente lei ha in mente di fare un salto di qualità, che noi aspettiamo con ansia, vedere come organizzerà questa nuova programmazione perché fino adesso abbiamo visto soltanto la riorganizzazione del personale. Grazie.
PRESIDENTE. Ha la parola l’Assessore Carloni.
Mirco CARLONI. Grazie, Presidente. Grazie, Consigliera Casini, per le domande poste ed anche per il modo in cui le ha formulate, devo dire che le ho apprezzate molto. Non credo che sia il caso di stravolgere o cambiare in modo assoluto l’organizzazione. Ritengo che quando si arriva in un'amministrazione, a me è capitato più volte di governare ed anche di prendere lezioni, si debba avere rispetto per chi c'era prima, per chi ha lavorato e per come ha lavorato, poi mentre si procede si vede anche quello che c’è da correggere, che probabilmente avrebbe corretto chi c’era prima di noi se fosse rimasto. Tuttavia, non ho inflitto nessun cambio ai quadri, come li ha chiamati lei, ma la riorganizzazione delle P.O. è un assetto che è stato fatto per tutta la Regione. Nel Servizio ho lasciato fare al Capo dipartimento insieme all'autorità di gestione, che conoscono molto meglio le SDA, e le posso garantire che personalmente non sono intervenuto su nessuna delle scelte compiute, anzi, come metodo in generale, penso che chiunque mi conosca sa come lavoro, ho detto soltanto di capire chi erano i più bravi e di sostituire le persone che magari avevano voglia di lavorare di meno, che come è noto c’è in tutte le organizzazioni, con quelle più brave e volenterose.
Non ho dato altre indicazioni, peraltro, già dal primo giorno in tutti i miei Servizi ho specificato che per me quello che succede anche ai dirigenti ed ai funzionari fuori dalla Regione, politicamente, ciò che votano, quelle che sono le loro idee, nulla ha a che fare con il servizio e con quello che svolgono. Per me uno può anche essere per la rivoluzione proletaria, ma se è bravo a governare, ad amministrare e a dare seguito alle scelte della Giunta, è una persona da premiare al di là di quello che pensa. Questa è stata l'indicazione che ho dato al dottor XY, che lei conosce e a cui può chiedere se è vero. Personalmente non impongo nessuna volontà, tanto meno di azzerare, ho visto anche tante cose che non andavano, le ho segnalate e l’ho sempre filtrate attraverso i dirigenti, mai direttamente.
Per quanto riguarda invece l’N+3 c'era l’evidente rischio, penso che lei lo sappia meglio di me, che l'anno 2020, soprattutto l'anno 2021, avrebbe avuto il pericolo di non rispettare N+3 per una serie di valutazioni, probabilmente anche dipendenti dal Covid e dal fatto che è stato aggiunto un pacchetto importante per il terremoto. Gli uffici sono stati sottoposti ad una pressione molto pesante sull'esecuzione delle pratiche e si è rischiato di non rispettare l’N+3 nel 2021 e anche nel 2020. Colgo l'occasione per dire che più volte ho stimolato in modo anche forte il servizio a cercare di rispettare e di fare in tutti i modi possibili la rendicontazione prevista dall'Europa. C'erano alcuni settori che l'Europa ci segnalava, per esempio la misura leader che era in ritardo rispetto alla rendicontazione ed era una penalità che non potevamo permetterci, così come le altre vicende legate anche ai pagamenti e all'organismo pagatore.
Tuttavia non concordo con quanto ha detto sulla programmazione transitoria 2021/2022 perché noi quei soldi li abbiamo ricollocati con dei bandi, chiedendo diverse volte le autorizzazioni alla modifica del Psr. Abbiamo modificato alcune valutazioni, non abbiamo stravolto, penso alle premialità e ad alcune vicende. Anche ieri abbiamo chiesto un’autorizzazione alle modifiche, che sono state il frutto di un confronto con le associazioni di categoria, con i beneficiari che ci hanno segnalato le varie problematiche che si riscontrano nell'utilizzo della misura Psr, perché è un mondo nel frattempo è cambiato, pensiamo ad esempio ai costi operativi. Difficilmente in passato l'agricoltura subiva delle accelerazioni sui costi come quelle che sono in vigore in questo momento. Quindi tutte le misure che danno contribuzione pubblica legata agli investimenti, ad esempio, risentono di questo fatto, così come il contributo sul gasolio agricolo, che era un fenomeno molto statico. La vicenda dello sbalzo di valore del costo energetico ha cambiato in modo importante questa materia e per la prossima programmazione, che è frutto ancora di una trattativa, abbiamo riunito tre volte un comitato con tutte le associazioni di categoria ed anche con quei professionisti che hanno apprezzato molto di essere stati coinvolti, dagli agronomi, agli agrotecnici, ai periti, ed abbiamo anche chiesto quale potesse essere la semplificazione su alcuni argomenti. Per esempio nessuno poteva immaginare che passando dal metodo della preventivazione sui costi a quello del preziario .., tutti noi eravamo convinti che fosse una semplificazione, purtroppo con lo sbalzo dei costi e dei prezzi questo è diventato un problema anziché un vantaggio. Sono quelle cose che si riscontrano solo vivendo e con l'umiltà di chi sa che va corretto continuamente il tiro rispetto a certe scelte.
Abbiamo di fronte un'altra programmazione che si è chiusa recentemente, che è la 2023/2027, che vede una rotazione percentualmente rispetto alla precedente, al netto del terremoto, di circa 58 milioni in più, dovuti al riparto che è stato fatto in tutta l'Italia. Noi abbiamo concorso, lo dico ai Consiglieri, ad una nuova modalità di riparto che doveva ancora di più essere premiante per noi, ma che purtroppo si è residualmente erosa, tenendo conto che è stata una trattativa durata 2 anni con la Commissione politiche agricole e recentemente siamo riusciti a trovare un accordo, che non prevede soltanto il criterio storico com'era stato fatto sempre in passato, ma ha aggiunto altri criteri, tra cui la densità agricola della Regione e altre dimensioni, altre valutazioni che hanno un po' penalizzato le Regioni meridionali, che hanno invece beneficiato del riparto storico, andando in favore di altre Regioni che hanno minori quantità di terreni, ma una densità agricola e un'attività imprenditoriale molto più fertile e anche molto più numerosa. Nel complessivo siamo riusciti a far passare questo nuovo criterio, che ha introdotto altre valutazioni oltre a quello storico.
Abbiamo di fronte una programmazione che sarà diversa da quella del passato, lei lo sa bene, per la prima volta non sarà la Regione a gestire i fondi del programma di sviluppo rurale, ma sarà lo Stato. Devo dire che sinora il rapporto è stato molto diretto, ci hanno chiesto la ripartizione che stiamo inviando in queste ore, dopo esserci confrontati con le associazioni e aver trovato l'intesa perché era questo il mio desiderio. Abbiamo raggiunto l'accordo con tutti i sindacati e chiederemo il riparto che tenga presente tutte le sensibilità scaturite su quei tavoli, in cui le riunioni sono state anche molto difficili perché ci sono interessi contrapposti molto diversi. Credo che il riparto inizierà dal prossimo anno e precisamente i primi mesi del prossimo anno, nel frattempo abbiamo la necessità di rendicontare l’N+3 attuale, che sarà anche un po' difficile per le ragioni che ho detto prima, perché i costi stanno facendo un danno su alcune misure, specialmente in quelle in cui ci sono più risorse, come la 4.1.
Detto questo, spero di aver risposto alle domande e la ringrazio anche per il garbo che ha usato, che purtroppo non vedo in tutti i Consiglieri dell'opposizione. Grazie.
Presidenza del Presidente
Dino Latini
PRESIDENTE. Dichiaro chiusa la discussione generale. Ha la parola il relatore di minoranza Consigliere Putzu.
Andrea PUTZU. Grazie, Presidente. Molto volentieri, non era tatticismo, tecnicismo, anche perché non ci sarà un voto e non voglio creare qualche subbuglio a qualcuno, ci mancherebbe altro.
Non posso che esprimere soddisfazione per il dibattito che è stato fatto in quest'Aula, anche in merito a questo tema. Voglio ringraziare l’Assessore Carloni che ha dato delle delucidazioni, delle risposte in merito ad alcune questioni sollevate anche all'opposizione, ma io vorrei fare ammenda su una questione e ci tengo a dire che su questi temi tutti dovremmo essere parte attiva, piuttosto che parte critica. E’ normale e giusto da parte dell'opposizione evidenziare le criticità, dire ciò che nella scorsa legislatura è stato fatto, ci mancherebbe altro, anch'io nella mia esposizione da relatore di maggioranza ho riconosciuto ciò che è stato fatto nella vecchia programmazione. Penso che sia giusto, scontato e necessario dare atto di ciò che la Giunta scorsa ha fatto e dei risultati che sono stati raggiunti, però ci tengo anche a dire che spero che ci siano meno critiche e più proposte sulla nuova programmazione, questo lo voglio sottolineare. Abbiamo fatto i lavori in Commissione sulla programmazione europea, li abbiamo fatti in Aula e ci siamo confrontati. La Giunta ha avuto il coraggio - non so se la Giunta precedente l’ha fatto - di incontrare i Sindaci nei territori, così come su altre questioni, non solo sulla programmazione europea. Questo per noi è un passo importante, che dobbiamo fare tutti, faccio appello alla responsabilità di tutti nel saper collaborare.
Voglio ringraziare pubblicamente l’Assessore Carloni per avermi dato l’occasione di convocare il tavolo della moda, apprezzato dalle associazioni di categoria, parliamo delle associazioni datoriali e sindacali, in cui abbiamo discusso; erano presenti anche dei dirigenti, che ha fatto benissimo l’Assessore a delegare, anche perché sulla programmazione europea 2021/2027 possiamo coinvolgere le associazioni sindacali, le situazioni datoriali, e per questo lo voglio ringraziare. Ad esempio per la prima volta nella storia il tavolo della moda è stato riunito dal Presidente di Commissione ed è stata coinvolta anche l’opposizione, cosa che prima magari non veniva fatta. Credo sia un momento partecipativo per dare delle risposte ad un settore in crisi com’è quello della moda, del calzaturiero e molti altri. Tutti insieme siamo andati ad ascoltare le proposte delle associazioni di categoria e sindacali e credo che da quel confronto siano uscite delle proposte concrete.
Grazie di nuovo Assessore Carloni. Infine ringrazio tutti voi per questa importante discussione anche se non c’è il voto, c’è stata una grande attenzione su questo rapporto da parte delle forze politiche di maggioranza e di opposizione, non parlo solo in qualità di relatore di maggioranza, ma anche come Presidente di Commissione, sono contento ed orgoglioso. Quello che chiedo, se è possibile, è di concentrare meno tempo per le critiche e più per le proposte, perché dal 2021 al 2027 con questa nuova programmazione europea ci aspettano delle sfide importanti. Le imprese non vogliono vederci litigare, ma vogliono avere delle risposte (le aziende ed i lavoratori) così come le associazioni, così come i tanti Comuni ad esempio sul dissesto idrogeologico. Su questo è importante, oggi più che mai, dimostrare grande responsabilità, da parte mia c’è disponibilità, come ci sarà da parte della maggioranza.
Sono molto contento anche per il lavoro che è stato fatto e mi auguro che da parte dell’opposizione, così come ha votato favorevolmente e all'unanimità la nuova programmazione europea, ci sia grande responsabilità quando verranno messi a terra dei bandi con suggerimenti importanti per le risposte al nostro territorio, che in questo momento sono più che mai fondamentali. Grazie.
PRESIDENTE. Ha la parola la relatrice di minoranza Consigliera Bora.
Manuela BORA. Grazie, Presidente. Ringrazio il Consigliere Putzu per il gesto di galanteria a cui sono poco abituata, nonché ringrazio il capogruppo di Fratelli d’Italia per aver letto l’Ansa del 15 giugno, perché è proprio qui che si legge la bontà di quanto riferito nella mia relazione. Si può cogliere meglio, mi dispiace per lui che ha fatto un autogol, l’infondatezza delle critiche alla precedente Giunta e la fondatezza alla Giunta Acquaroli.
Il problema principale per la nostra Regione oggi, per quanto concerne i fondi europei, è la spesa certificata ed è su questo che siamo indietro, ed è proprio quello che dice l’Ansa. Ma siamo indietro per l’inerzia di questi ultimi due anni, che avrebbero dovuto essere dedicati solo a spendere le risorse già impegnate fino al 2020. L'attività della Giunta regionale tra il 2015 e il 2020 non è stata incentrata, come è ovvio, sullo spendere le risorse perché andavano fatti i bandi e andavano impegnate bene le risorse prima di metterle concretamente nelle tasche delle imprese e anche delle amministrazioni locali.
Sull’impegno delle risorse, come ci dice il rapporto, le Marche sono una Regione modello perché abbiamo impegnato tutte le risorse con percentuali oltre il 90%. Sulla spesa notiamo che il trend dei pagamenti negli ultimi due anni è lo stesso di quello dei 5 anni precedenti e ciò è inaccettabile perché la spesa certificata avrebbe dovuto segnare un balzo in avanti. E’ l’unica cosa che doveva fare la Regione oltre ad impostare ed a portare in Consiglio la proposta di programmazione 2021/2027, cosa peraltro, come dicevo, con mesi e mesi di ritardo rispetto ad altre Regioni più virtuose, tanto più che il suo glorioso Assessore al bilancio, Castelli, più volte ha detto che avrebbe fatto miracoli nell'accelerazione dei pagamenti, miracoli che non solo non si sono registrati, ma addirittura abbiamo registrato dei peggioramenti, per cui - non si vede perché ho la mascherina, ma le assicuro, Consigliere Ciccioli, glielo dico con il sorriso sulle labbra - “Un bel silenzio non fu mai scritto” è una lettura che le consiglio di rispolverare ad agosto sotto l’ombrellone. Anzi, a proposito di estate, se le fa piacere, al rientro dalle ferie sarà mio gradito ospite nel mio ufficio perché sarò felice di spiegarle meglio le basi della gestione amministrativa delle risorse pubbliche e dei bandi, dato che c’è una fase di impegno che prevede la predisposizione dei bandi, una fase di gestione dei bandi stessi, la gestione delle domande pervenute, l’istruttoria, il monitoraggio e l’analisi del rendiconto presentato dai beneficiari, poi una fase conclusiva che è quella dei pagamenti, che è proprio quella che è chiamata a gestire la Giunta Acquaroli e che l’ha impegnata, se la matematica non è un’opinione, negli ultimi due anni del settennio.
Mi accingo alle conclusioni rispetto a quanto dichiarato dallo stimato Consigliere Marinangeli, mi dispiace evidenziare che il riequilibrio territoriale questa Giunta lo fa togliendo i fondi ai Gal che rappresentano le popolazioni rurali delle aree interne, che si vedranno depauperate da tutti i punti di vista. In che modo le chiedo - poi avremo modo di tornarci in Commissione e non solo, anche in Aula perché ad ottobre, spero, torneremo qui a discutere della nuova programmazione 2021/2027, comunque la domanda ve l’anticipo - avverrà questo riequilibrio territoriale? Altro che uguali investimenti e servizi tra la costa e l’entroterra, sono decurtati di 2/3 gli investimenti regionali tramite le risorse europee e così facendo saranno decurtati di 2/3 anche i servizi che non potranno più essere finanziati cospicuamente come nel settennio scorso. Probabilmente avreste tolto tutti i Gal se ciò non fosse stato vietato dalla normativa comunitaria. D'altronde, Consigliere Marinangeli, i Gal adottano un approccio go to map, cercano un approccio dal basso, la condivisione a cui prima tanto si riferiva e invocava. Una partecipazione e un coinvolgimento dei territori, dei cittadini e degli stakeholder nella gestione, una modalità che non appartiene a questa Giunta che predilige un approccio top-down, solo se sono loro ad essere al top e gli altri sono al down.
Una gestione sbagliata, tra le best practice …, mi fa piacere che il Consigliere Putzu, a cui riconosco onestà intellettuale, pregio forse più unico che raro all’interno della maggioranza ne abbia parlato. Best practice riguardo al tavolo della moda, per fortuna lui che ne ha parlato perché in due anni non è stato fatto nulla, se non proclami sconfessati dagli stessi partecipanti alle iniziative. Ho visto che, anche se con grave ritardo, si è ripreso il progetto del legno arredo che aveva dato tante soddisfazioni.
Noi saremo qui come sempre con proposte.
E’ importante partire dai dati, se poi queste critiche rappresentano mala gestio non ve la potete prendere con gli altri, ma fatevi una bella autocritica perché, come ho detto prima, se qualcosa è stato fatto bene, si può fare meglio, se qualcosa non ha funzionato bisogna capire perché e non rifare gli stessi errori. Grazie.
PRESIDENTE. Ha la parola l’Assessore Carloni.
Mirco CARLONI. Grazie, Presidente. Voglio dire alla Consigliera Bora che ha espresso una preoccupazione legittima sulle difficoltà di rendicontazione finale della precedente programmazione che, con molta trasparenza, non so in quale Commissione si possa fare questa cosa, vi porterò un quadro analitico dei dati sulle rendicontazioni, anche prima della pausa estiva, perché se ci sono delle criticità credo che sia bene renderle note senza giocarci tanto attorno, non sono responsabilità della politica, ma molto dipende anche da chi ha creato una progettualità ed oggi fa un po' di fatica a rendicontarla. Anche gli uffici avvertono questo problema, per cui se è possibile, dopo la pausa o anche prima, farei un confronto molto trasparente sulla situazione, sui numeri e su come questi possono essere gestiti.
Sui Gal, che vedo diventato il life motive della minoranza, c'è un fatto che è incontrovertibile, il responsabile del Commissario europeo all’agricoltura nell’unica riunione fatta ci ha contestato la politica agricola regionale proprio sul punto dei leader perché avevamo una rendicontazione tra le più basse d'Europa nella programmazione 2014/2020, perché non erano state spese e rendicontate adeguatamente le risorse.
Ho previsto quello che era necessario e prevedibile per i Gal, lo dico con molta trasparenza, anche qui ci sono quelli che funzionano molto bene, che hanno fatto anche dei progetti interessanti, e quelli che non funzionano. Non sono mai per salvare il bambino e l’acqua sporca, bisogna dividerli. Secondo me, lo annuncio, lo sapete, non c’è bisogno di fare misteri, nella prossima programmazione, a prescindere i Gal, non toglieremo il finanziamento, non solo quello previsto dalla legge, in quanto sono uno strumento necessario, però vi dico anche che la mia idea è quella di premiare in modo differenziato l'utilizzo delle risorse in base alla reale capacità amministrativa e di gestione delle stesse perché stiamo parlando di risorse che servono all'agricoltura e non possono essere lasciate giacenti senza essere spese, oppure, non so se a voi è capitato in passato, non può essere che le imprese o i Comuni, che hanno fatto dei progetti con i Gal, aspettino anni di poter ottenere un contributo di cui sono aggiudicatari grazie ad un bando.
Questi fenomeni di cattiva gestione secondo me vanno tenuti presente, senza attribuire una responsabilità a qualcuno, però non siamo tutti uguali, tutti abbiamo scoperto che uno non vale uno, quindi, se un Gal funziona gli diamo dei soldi, se non funziona non glieli diamo. Grazie.
PRESIDENTE. Ha la parola il Presidente Acquaroli.
Francesco ACQUAROLI. Buongiorno Presidente, buongiorno a tutti. Vorrei fare alcune precisazioni, cercando anche di riportare la discussione alla dimensione del periodo che stiamo affrontando, con tutte le difficoltà annesse.
Chiaramente è giusta una discussione sulla capacità di spesa. Anche la nostra Giunta che ha seguito il tratto finale della programmazione 2014/2020 deve prendersi le sue responsabilità. Credo che noi abbiamo operato ed agito su un quadro abbastanza definito, mi permetto di dire anche in uno stato molto avanzato, perché se così non fosse sarebbe stato grave, ma se della programmazione 2014/2020 deve prendersi la responsabilità dei sette anni precedenti una Giunta che si insedia a ottobre 2020, significa che qualcosa non porta.
Al di là di questo noi ci prenderemo le nostre responsabilità per quello che è stato il tratto novembre 2020-dicembre 2021, anche nel mettere mano ad alcuni approcci differenti.
Penso che senza polemica dovremmo concentrarci su quella che è la sfida importante che vogliamo mettere in campo nella nuova programmazione. Un approccio che deve vederci protagonisti ed il più possibile uniti in maniera costruttiva perché credo che rispetto al 2014/2020, in cui le difficoltà c'erano, il periodo che stiamo attraversando oggi, con la pandemia, la guerra, con la crisi delle materie prime e la crisi energetica, sia un passaggio molto complicato non solo per la Regione Marche, ma per l'Europa intera.
Questa sessione comunitaria dell'anno 2022 credo che debba essere anche un momento per fare una riflessione approfondita. Noi avremmo a disposizione un numero di risorse importanti, che diventeranno per la nostra Regione un'opportunità, ne abbiamo già parlato in tanti momenti, ma credo che i cinque obiettivi strategici, le riunioni fatte sul territorio e la ricerca di una condivisione con gli enti locali, come con le categorie sindacali, siano e devono essere un punto di forza rispetto alla nuova programmazione europea.
La Giunta regionale ha definito con propria delibera n. 1555 dell’1 dicembre 2020 un quadro strategico regionale per la programmazione, con l'attivazione di un comitato di indirizzo e di un comitato tecnico, oltre che di cinque tavoli dei lavori corrispondenti a cinque obiettivi strategici della nuova programmazione: “Un’Europa più competitiva e intelligente”, “Un’Europa più resiliente, più verde e a basse emissioni di carbonio, attraverso la promozione di una transizione verso un’energia pulita ed equa” - pensate a quando nel dicembre 2020 abbiamo fatto alcune valutazioni e al quadro che viviamo attualmente – “Un’Europa più connessa”, “Un’Europa più sociale ed inclusiva”, “Un’Europa più vicina ai cittadini”.
Da luglio 2021 è entrato nel vivo il percorso di ascolto, come è stato ricordato prima, non solo di ascolto, ma anche di concertazione, che è arrivato a una conclusione con una maggiore consapevolezza rispetto a quelle che erano le aspettative richieste, in un territorio che abbiamo cercato di tenere in debita considerazione nelle nostre linee strategiche.
Oggi la Giunta ha adottato un approccio che possiamo definire innovativo, lo abbiamo fatto aprendoci, come ho detto prima, ascoltando e concertando. La definizione dei programmi è stata avviata a partire dalle esigenze concrete dei territori opportunamente indirizzate e non più da una visione accentrata e da una programmatoria centrale, che spesso ha minato l'efficacia attuativa delle azioni. Al termine del percorso di ascolto, a partire da gennaio 2022, quindi praticamente sei mesi fa, sono stati definiti due programmi operativi Fesr e Fes plus, in stretto accordo con gli uffici di attuazione regionale. I programmi sono stati discussi e approvati dalla Giunta il 21 marzo 2022 per l'avvio del confronto in Consiglio regionale. L'Assemblea legislativa ha approvato il 14 aprile 2022, praticamente poco meno di tre mesi fa, con voto favorevole all'unanimità - anche qui credo che bisogna riconoscere, ed è stata riconosciuta quel giorno del voto, una partecipazione che ho apprezzato molto di tutta l'Assemblea legislativa- le due proposte di programmi licenziati con le deliberazioni amministrative n. 32 per l’Fse plus e n. 33 per il Fesr. Parliamo di un numero di risorse molto importanti che tra la programmazione UE e programmazione complementare superano il miliardo di euro. Parliamo di 882 milioni per la programmazione UE e di 154 milioni per la programmazione complementare.
Senza occupare uno spazio importante credo che dobbiamo concentrarci con grande attenzione sul tema del rilancio del sistema economico e delle priorità delle piccole e medie imprese che sono e vogliono essere gli elementi caratterizzanti della nuova programmazione, con la destinazione di un ammontare di risorse senza precedenti a sostegno delle imprese. Parliamo di 143,5 milioni di euro per sviluppare la capacità di innovazione, oltre 131,3 milioni di euro per rafforzare la crescita e di 36 milioni di euro per favorire la digitalizzazione.
Il tema della priorità della rivitalizzazione dei borghi, le risorse che prendiamo dalla programmazione europea e quelle che sono messe dalle Regioni ammontano circa a 100 milioni di euro: 80 milioni di euro per la programmazione europea, con il ricorso a strumenti innovativi flessibili per rispondere alle crisi aziendali mediante la costituzione di un fondo permanente per le politiche attive; 10 milioni di euro da destinarsi ai lavoratori ed alle imprese in crisi che agiscono attraverso la presa in carico, l'orientamento e la formazione professionale, la formazione continua, i tirocini, le borse lavoro, le borse di ricerche e anche sostenendo la creazione di nuove imprese.
Sono elementi caratterizzanti quelli che abbiamo cercato di mettere in campo con la capacità di saper cogliere, come ho detto prima, la sfida che la nostra Regione è chiamata ad attraversare.
Abbiamo cercato e cerchiamo di concentrarci sugli interventi, sulle priorità, che sono state riconosciute da tutti, che sono le imprese e la tutela dell’ambiente, l'occupazione e l'inclusione sociale. Stiamo cercando di farlo semplificando l'accesso alla programmazione europea perché riteniamo che attraverso la semplificazione e la standardizzazione degli avvisi si possa favorire la più ampia partecipazione di soggetti e velocizzare le procedure di erogazione delle risorse ai beneficiari.
Credo sia questo uno degli elementi fondamentali per far sì che la nuova programmazione europea possa essere più fruibile ed in percentuale far raccogliere le possibilità a tutti i nostri territori, alle nostre imprese ed agli enti locali. Il rafforzamento della capacità amministrativa delle amministrazioni pubbliche, sia quelle regionali che gli enti locali attuatori degli interventi, prevede risorse specifiche che consentono di poter gestire correttamente le risorse assegnate, che non sono mai state così ingenti.
Gli ultimi aggiornamenti in base al percorso del partenariato sono i seguenti: “L’accordo di partenariato verrà finalmente firmato il 19 luglio dal Ministro per il sud e la coesione territoriale e dalla Commissaria europea. E’ un passaggio atteso perché l'accordo stabilisce le regole di ingaggio della programmazione comunitaria ordinaria e renderà possibile l'approvazione dei programmi. Il negoziato dei programmi Fesr e Fse plus della Regione Marche procede bene, sappiamo che i tempi sono in linea con i percorsi istituzionali e crediamo comunque nell'autunno di poter addivenire ad una fase che è quella più attuativa, piena, che potrà portare ai bandi e all’inizio della nuova programmazione, anche con l'attuazione dei programmi stessi.
Quella che ci attente è una sfida complicata, per carità, è interessante anche guardare indietro, ci sono stati delle polemiche e anche uno scontro politico anche oggi nella seduta odierna, ma la parte importante è a luglio 2022, quella che guarda al futuro e non al passato.
Su quello che è stato il nostro ruolo nella programmazione che si sta chiudendo, credo che sia importante e fondamentale per tutti valutare la Giunta Acquaroli quando a metà dell'anno 2025 si andranno alle nuove elezioni regionali e si potranno vedere lo stato di avanzamento della programmazione 2021/2027 e come i nostri interventi e l’impostazione che abbiamo dato, dai tavoli di ascolto, alla concertazione, ai programmi che sono calati nei bandi, saranno stati efficaci o meno per risollevare le sorti dalla nostra Regione per questa fase di transizione, oppure se non lo saranno stati.
Concentrando la sfida politica ed anche il dibattito politico a quella data, oggi risulta importante continuare a lavorare affinché queste risorse ed opportunità vengano spese bene a favore delle imprese marchigiane, dei nostri territori, che sono stati duramente colpiti dalla crisi sismica e purtroppo dalla crisi portata dalla guerra, che è ancora in corso in Ucraina, con tutti gli effetti devastanti sulla competitività del nostro sistema marchigiano italiano ed europeo. Grazie.
PRESIDENTE. Non ci sono risoluzioni presentate, come ha detto prima il Consigliere Putzu, pertanto questo punto all'ordine del giorno termina qua.
Interrogazione n. 456
ad iniziativa dei Consiglieri Biancani, Vitri, Mangialardi, Bora, Carancini, Casini, Cesetti, Mastrovincenzo
“Modalità di rinnovo del certificato di abilitazione all’acquisto e all’utilizzo dei prodotti fitosanitari da parte degli utilizzatori professionali”.
(Svolgimento)
PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca l’interrogazione n. 456 dei Consiglieri Biancani, Vitri, Mangialardi, Bora, Carancini, Casini, Cesetti, Mastrovincenzo.
Ha la parola, per la risposta, l’Assessore Carloni.
Mirco CARLONI. Grazie, Presidente. Il certificato di abilitazione all'acquisto e all’utilizzo dei prodotti fitosanitari, che viene chiamato patentino fitosanitario, è uno strumento fondamentale per il corretto impiego dei prodotti chimici e non sulle culture agrarie e sul verde pubblico. La formazione che permette di ottenerlo e di rinnovarlo insegna come ridurre al minimo i possibili effetti nocivi sull'ambiente, sugli utilizzatori e sui consumatori finali. Le tecniche per ottenere questi risultati vengono aggiornate e migliorate continuamente dai progressi della ricerca scientifica, dall'evidenza dell’utilizzo alle applicazioni in campo.
La relativa formazione risulta in continua evoluzione e la verifica dell'apprendimento di nuove metodologie disponibili risulta fondamentale per permettere l'utilizzo di questi prodotti soltanto in determinate situazioni necessarie con la costante attenzione nel raggiungere il minimo impatto possibile sull'ambiente e sulla salute pubblica.
Attualmente gli uffici competenti stanno provvedendo alla redazione di un nuovo regolamento in ambito fitosanitario, volto anche a semplificare le procedure per il rinnovo del patentino, per il quale si prevede, vista l'importanza sopraccitata, una modalità di verifica del corretto apprendimento, con la differenza che non sarà più sotto forma di test finale con la commissione di esame, ma verterà in un check di controllo effettuato dallo stesso ente formatore contestualmente alle fasi finali del corso, senza ulteriore aggravio di tempo per i frequentatori.
Si aggiunge inoltre, che in base all'esperienza maturata con la pandemia Covid, che ha avuto dei buoni risultati sul piano didattico, si sta valutando anche la possibilità di far effettuare i corsi di formazione di abitazione relativi all’apprendimento in modalità remota, così da agevolare i partecipanti, evitando onerosi viaggi, soprattutto nel caso non fossero disponibili i corsi nelle loro zone. Grazie.
PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno, il Consigliere Biancani.
Andrea BIANCANI. Grazie, Presidente. Assessore, ho ascoltato la sua risposta, ho capito che ci sarà un nuovo regolamento che prevede l'attività di formazione anche perché accedere al patentino è importante, fondamentale, anche perché nel tempo sono cambiati i prodotti.
Vorrei capire se il test finale, che attualmente è previsto, sarà sostituito da un check di controllo, che sarà forse un esame.
Anche a me sta a cuore il corretto utilizzo di queste sostanze che possono essere pericolose sia per la salute degli agricoltori, che di chi poi deve mangiare quei prodotti.
Ci sono alcune Regioni, come l'Emilia-Romagna, l’Abruzzo e l’Umbria, in cui si prevede il corso di formazione, ma non è previsto un test finale, benissimo, che alla formazione segua il superamento di un esame, ma il successivo rinnovo in molte Regioni avviene senza il test finale, anche perché il Piano di azione nazionale non prevede un test finale al successivo rinnovo, dato che questo viene vissuto come un appesantimento anche burocratico rispetto all'attività che magari in Regioni confinanti non viene svolta.
Se mi fa la cortesia di darmi la risposta, se ha qualcosa di scritto, così magari posso capire bene se sarà previsto o no il test finale. Grazie.
Interrogazione n. 478
ad iniziativa della Consigliera Lupini
“Laboratorio analisi dell'Ospedale Engles Profili di Fabriano: ritardi nella validazione referti, prossime carenze di organico di tecnici e possibile rischio di chiusura”.
(Svolgimento)
PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca l’interrogazione n. 478 della Consigliera Lupini.
Ha la parola, per la risposta, l’Assessore Saltamartini.
Filippo SALTAMARTINI. Grazie, Presidente. Con questa interrogazione la Consigliera Lupini chiede informazioni in merito alla funzionalità del laboratorio analisi dell'ospedale di Fabriano.
La risposta alla sua interrogazione, in cui si parla addirittura di tagli o di riduzioni delle prestazioni, è che questa notizia è assolutamente falsa, infondata, dal momento che l'impegno assunto dalla maggioranza e dall'Assessorato è quello di potenziare l'ospedale di Fabriano che è un ospedale di zona montana disagiata e copre alcuni servizi che non riuscirebbero ad essere coperti, peraltro, da altri plessi ospedalieri, da altri ospedali per acuti.
Detto questo, si deve tener conto che i ritardi che sono stati riscontrati su alcuni esami dei pazienti hanno riguardato cinque giorni, dall’ 11 al 17 maggio, e questo è avvenuto per l'installazione di un aggiornamento tecnologico nella catena chimica, quindi c’è stato un ritardo nella trasmissione dei referti che si è tradotto in due ore, dalle ore 10.00 alle 12.00.
Per quanto riguarda l'organico dei dirigenti biologi, sappiamo che oggi ne sono presenti 6, 2 sono assenti dal servizio per paternità, ma figurano in organico, ed 1 è in quiescenza. Per coprire questa figura è stato bandito un concorso, per cui abbiamo già 5 biologi in graduatoria. Per quanto riguarda la graduatoria approvata posso dire che le assunzioni saranno realizzate - do lettura integrale dell’appunto – “in tempi brevi o relativamente brevi. Il procedimento di per sé non comporta tempi particolarmente lunghi: c’è una prima fase in cui c’è la richiesta dell’Area vasta 2 al Cur; la seconda fase di assegnazione di 2 biologi all’Area vasta 2, la tempistica dell'Asur è legata a fattori diversi, come quello di aggregare le richieste di altri enti del servizio appartenenti all’Asur; la terza fase riguarda l'interpello nell’Area vasta 2 dei nominativi comunicati al Cur. Gli uffici stimano che tutto si possa compiere entro 50/60 giorni”.
Per quanto riguarda questo servizio noi abbiamo un interesse importante e significativo, lo abbiamo già detto più volte, anche in sede di presentazione della legge n.13 di riforma, per dare risposte alla domanda.
La struttura organizzativa, non solo il reparto analisi di Fabriano, ma tutte le altre strutture complesse del plesso ospedaliero di Fabriano, dovrà essere riorganizzata sulla base della legge n. 13 per far fronte alle domande. L’organizzazione deve garantire che i cittadini di Fabriano e di questo ampio comprensorio montano e di sede disagiata abbiano le risposte a Fabriano, non in Umbria, non a Jesi e da nessun'altra parte. Per fare questo percorso dovremmo aspettare l'attuazione della legge n.13, l’individuazione e l'autonomia dell’Area vasta con un Direttore generale e a gennaio 2023 la predisposizione dell'atto aziendale attraverso cui dovrà essere riorganizzata la struttura organica dell'ospedale di Fabriano, di Jesi e di Senigallia, tutti e tre questi plessi formano, come sappiamo, il plesso unico di Area vasta di primo livello.
Confermo l'impegno politico della Giunta e della maggioranza a far sì che l'ospedale di Fabriano possa avere quelle risposte che fino ad oggi non ha avuto, come riteniamo non le abbiano avute i cittadini a causa della macro-organizzazione dell’unica Azienda, che è l’Asur regionale, la quale non è riuscita a coordinare gli interventi e a dare risposte specifiche ai territori. Grazie.
PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatta o meno, la Consigliera Lupini.
Simona LUPINI. Grazie, Presidente. Grazie, Assessore, per la risposta che è stata netta e perentoria, di cui teniamo conto perché non è la prima volta che porto il disagio non solo degli operatori, ma soprattutto degli utenti del laboratorio analisi di Fabriano, che vedeva a maggio, che è la data dell'ultima segnalazione pervenutami, 4 biologi presso la banca degli occhi e zero assegnati al laboratorio analisi di Fabiano.
Sappiamo che i referti sono validati da eccellenti professionisti del laboratorio analisi di Jesi da remoto, misura che può essere utilizzata, ma non è pensabile rallentare così tanto, come ci è stato segnalato, non solo in occasione del riaggiornamento del sistema, dato che sono mesi e mesi che ci viene segnalato questo ritardo davvero preoccupante e pericoloso per la salute, che chiaramente, essendo da remoto, può avere dei tempi lunghi. Questa è una domanda che ci poniamo.
Questo blocca le dimissioni dei pazienti perché non arrivano i referti degli esami, quindi, i medici non possono decidere se dimetterli. Soprattutto le persone che sono in condizioni di grande fragilità devono aspettare per la risposta di alcuni esami molto sensibili, a volte è successo, anche due mesi. E’ per questo che porto in Aula questa grande preoccupazione. Siccome questo è un film che abbiamo già purtroppo visto in altre occasioni, questa voce che si è sollevata nel territorio, di un’intenzione di chiusura, andava discussa e chiarita. Staremo a vedere il suo impegno quale ricaduta effettiva avrà per le analisi dell’ospedale Profili di Fabriano.
Risultano anche delle segnalazioni riguardo a prossime prevedibili carenze di organico perché già sappiamo che qualcuno andrà via per diversi motivi, ed insistiamo con grande urgenza ed attenzione affinchè l’organico venga ripristinato e messo in condizioni di lavorare nei tempi che un laboratorio analisi deve rispettare. Grazie.
Interrogazione n. 488
ad iniziativa della Consigliera Ruggeri
“Iniziative per il contrasto alla mobilità sanitaria passiva nel territorio provinciale di Pesaro e Urbino”.
(Svolgimento)
PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca l’interrogazione n. 488 della Consigliera Ruggeri.
Ha la parola, per la risposta l’Assessore Saltamartini.
Filippo SALTAMARTINI. Grazie, Presidente. E’ molto interessante rispondere a questa interrogazione, anche alla luce di tutto ciò che sta veicolandosi nei mezzi di comunicazione di massa in relazione alla legge n. 13.
L’Area vasta 1, cioè la provincia di Pesaro, risente di un problema atavico, di diversi anni, per cui di fatto è l’Area vasta in cui i cittadini ricorrono principalmente alla sanità della Regione Emilia-Romagna, facendo pagare alla sanità della nostra Regione un prezzo altissimo per la mobilità passiva, che è stato nell'anno 2021 di 76.175.000 euro, nell'anno 2019 di 76.770.000 euro, nell'anno 2018 di 76.775.000 euro.
Stiamo parlando della mobilità dall’Area vasta 1, della provincia di Pesaro, principalmente verso l'Emilia-Romagna, che copre quasi l'80% di tutta la mobilità passiva della Regione Marche. Questo significa in modo inconfutabile che l'attuale organizzazione della sanità nella provincia di Pesaro e Urbino e nell’Area vasta 1, basata su due plessi ospedalieri …, è l’unico caso a livello nazionale in cui un’unica provincia ha due aziende, un'azienda ospedaliera e un'azienda che ha ospedali nei territori, Urbino e Pergola, e questo determina chiaramente un’inaccettabile situazione di disservizi sanitari per i cittadini.
Facendo la fotografia delle prestazioni, che non sono garantite o che sono richieste nell'Emilia-Romagna, occorre tener conto che sono prestazioni a bassa intensità che si sviluppano principalmente in day surgery. Si tratta esattamente di: sostituzione di articolazioni maggiori, impianto agli arti inferiori, 9 milioni di spesa; interventi sul ginocchio senza diagnosi principale, 2 milioni di spesa; interventi sul piede, 1 milione di spesa; interventi su spalla, gomito e avambraccio, 1,4 milioni di euro di spesa; diagnosi del sistema muscolo-scheletrico del tessuto connettivo, 1 milione di euro. Al pubblico invece ci si rivolge per interventi alla spalla, al gomito, all’avambraccio, eccetto interventi maggiori sull'articolazione, anche qui 1 milione di spesa; per la sostituzione di articolazioni maggiori o di reimpianto degli arti inferiori, 1,2 milioni di spesa. Si tratta di prestazioni che vengono richieste in Emilia-Romagna che riguardano l'ortopedia e l'area di riabilitazione funzionale, che cosa intendiamo fare? Sulla base di questi dati che sono stati anche approfonditi da uno studio dell’Università Politecnica delle Marche, dall'Università Bicocca di Milano, intendiamo ristrutturare il sistema allargando le potenzialità del presidio ospedaliero Marche nord anche al territorio. Sia chiaro che qui non sono richieste, come ho già detto, prestazioni di alta specializzazione come quelle a cui è l'Area vasta 1, ed in particolare nell’area Marche nord, può dare riscontro a molti cittadini in termini di elevata professionalità e competenza.
Abbiamo intenzione di rimettere il sistema in sesto e di prevedere la riunificazione delle due aziende: l’Area vasta 1, l’Asur, e Marche nord, ciò comporterà una riduzione dei costi perché ci sarà un solo Direttore generale, oggi ce ne sono due, quindi non è vero tutto quello che è stato propagandato sui mezzi di comunicazione di massa e non è vero che la fuga verso l’Emilia-Romagna riguarderà l'alta complessità, non è vero che i medici di Pesaro si devono sentire in pericolo perché c'è tutta l’attenzione e l'intenzione da parte della Regione di potenziare la sanità di Pesaro e di Fano e attraverso la realizzazione del nuovo ospedale, che sarà un ospedale moderno, inseriremo anche tutta la tecnologia, si parla di una spesa di 30/35 milioni di euro per tutte le attrezzature elettromedicali.
Abbiamo fatto una scommessa: cancelliamo la cattiva sanità delle precedenti amministrazioni, dei precedenti 25 anni che, con un dato inoppugnabile, mandava i cittadini pesaresi nell'Emilia-Romagna, lanciamo la sfida per garantire queste prestazioni nella provincia di Pesaro; dopo 20 mesi questa è la nostra sfida, i risultati potremmo averli nei prossimi mesi. Grazie.
PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatta o meno, la Consigliera Ruggeri.
Marta RUGGERI. Grazie, Presidente. Abbiamo predisposto questa interrogazione quando lo studio elaborato dalle università, che il Presidente e l'Assessore hanno reso pubblico, mi sembra, il 7 luglio, non era ancora confezionato, per cui ci siamo basati sulla gestione allegata al bilancio di esercizio 2020 dell'Azienda sanitaria unica regionale, Asur. Già da allora quello che ha detto l'Assessore emergeva abbastanza con chiarezza.
Abbiamo fatto una ricognizione, che credo sia preziosa, nelle premesse della nostra interrogazione che parte dal 2018. Ricordo che l'Azienda è stata costituita con Fano e Pesaro insieme nel 2009, e quanto emerge purtroppo è esattamente il quadro che poi è stato confermato dallo studio fatto dalla Politecnica delle Marche.
La mobilità passiva è molto alta nella nostra provincia, altissima, e corrisponde in effetti a prestazioni di bassa intensità, non di alta intensità, quindi, rafforzare il territorio è quello che noi andiamo dicendo da tanto tempo: dubbi sulla utilità o meglio sul fatto che l'azienda abbia centrato quanto doveva. Nell'atto aziendale si legge che l'Azienda Marche nord avrebbe dovuto costituire un punto di riferimento per il contesto provinciale, oltre che uno strumento per ridurre la migrazione dei residenti al di fuori della regione ed attrarre pazienti da altre. Purtroppo questo risultato, dico purtroppo perché è stato un problema che abbiamo vissuto e che difficilmente credo verrà risolto in tempi brevi, non è stato centrato. Adesso vedo le vostre proposte che non rigetto e che prendo in considerazione, le valuteremo come Movimento 5 Stelle e speriamo che centrino la questione ma, come dice lei, lo si vedrà nei prossimi mesi, forse nei prossimi anni.
Di una cosa la pregherei, Assessore, visto che parlate spesso di partecipazione, non lasciate i Consiglieri regionali di opposizione fuori dalla porta perché quello che abbiamo visto sin d’ora, che all'assemblea dei Sindaci dell’Area vasta hanno partecipato solo i Consiglieri regionali del centro-destra, è una brutta pagina in un momento così delicato in cui viene messa mano alla riforma della sanità che aspettavamo da tanti anni. Vedere le cose alla finestra, soprattutto discusse in Commissione ed in Aula con questa celerità può non essere un buon segno, anche perché qui nessuno ha pregiudizi, ma vorremmo fare un buon lavoro, dando anche il nostro contributo.
Detto questo, l'altra questione che vorrei sollevare è relativa all'urgenza verso la quale oggi mi sono espressa nella riunione dei capigruppo in modo contrario, e sul metodo perché una riforma di questa importanza prevede tutto un altro tipo di concertazione, che purtroppo ad oggi non c'è stata, né in Commissione, né in Aula, né nelle sedi deputate, come l'Assemblea dei Sindaci d'Area vasta. Da parte nostra non ci saranno pregiudizi nell'analizzare la riforma della legge n.13, però nello stesso tempo mi sento di stigmatizzare una modalità di lavoro che non condivido per niente. Grazie.
Interrogazione n. 512
a iniziativa dei Consiglieri Vitri, Mangialardi, Biancani, Mastrovincenzo, Carancini, Cesetti, Casini
“Chiarezza sui lavoratori in somministrazione nella sanità delle Marche”.
(Svolgimento)
PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca l’interrogazione n. 512 dei Consiglieri Vitri, Mangialardi, Biancani, Mastrovincenzo, Carancini, Cesetti, Casini.
Ha la parola, per la risposta, l’Assessore Saltamartini.
Filippo SALTAMARTINI. Grazie, Presidente. I lavoratori in somministrazione alla Regione Marche sono 7.
L'articolo 69 del decreto-legge 21 maggio 2021 n. 69 ha previsto che ai lavoratori in somministrazione comparto sanità, in servizio dalla data del 1° maggio del 2021, è riconosciuta un'indennità connessa all'emergenza epidemiologica in atto, il cui importo limite di spesa è di 8 milioni l'anno, dal 2021, ed è definito con decreto del Ministero della salute. Si tratta di un emolumento che non viene stabilito dalla contrattazione collettiva, ma direttamente dal decreto-legge e suddiviso sulla base di un decreto ministeriale.
Il decreto ministeriale, per le 7 persone che sono state individuate nella nostra Regione, comporta un'indennità forfettaria connessa all'emergenza epidemiologica di 791 euro pro capite. Queste indennità sono oggetto di una erogazione che l’ufficio del personale sta predisponendo.
Vorrei approfittare di questa interrogazione che riguarda i trattamenti, per chiarire nuovamente il problema connesso al personale. Rivendichiamo ancora una volta, in questa sede, così come faremo nella Conferenza delle Regioni, che ci sia da parte del Governo la riapertura degli equipaggi Usca a cui la Regione Marche non nega il trattamento di 40 euro, perché occorre evitare di fare demagogica o di diffondere notizie false.
La contrattazione decentrata riguarda il livello di produttività, una somma di denaro marginale che le amministrazioni possono garantire per certi servizi, con il concorso e il riconoscimento dei sindacati, a dei lavoratori, ma si tratta generalmente di somme che sono spalmate in modo omogeneo su tutti i lavoratori.
Sostenere che la Regione potrebbe modificare la tariffa da 23 a 40 euro con la sua contrattazione collettiva, così come hanno fatto altre Regioni, non corrisponde a verità. E’ necessario essere sempre seri quando si fa politica perché la politica è una scienza che riguarda il rapporto diretto con la democrazia e con il sentimento dei cittadini.
Per quanto ci riguarda se il Governo interviene siamo disponibili a caricare sul bilancio della Regione la corresponsione dei 40 euro per il personale Usca, a cui oggi non possiamo corrispondere questo trattamento.
I 7 lavoratori di cui stiamo parlando percepiranno 791,76 euro stabiliti dal decreto del Ministero della salute e penso di poter dire che sono somme incongruenti poiché decurtate dall'Irpef costituiscono un ben poco riconoscimento delle prestazioni di questo personale.
A nome della maggioranza auspico che i trattamenti del personale alla sanità siano rivisti in aumento per riconoscere quel merito che tante volte ha portato le classi politiche o amministrative o dirigenziali a chiamarli eroi. Sono eroi non solo nelle prestazioni, ma dovrebbero esserlo anche nei trattamenti, quindi piena solidarietà al personale della sanità nelle rivendicazioni riguardo ai trattamenti remunerativi. Grazie.
PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatta o meno, la Consigliera Vitri.
Micaela VITRI. Grazie, Presidente. Ringrazio l’Assessore Saltamartini per la risposta e vorrei che questa mia interrogazione fosse anche un invito, un sollecito, a verificare e ad andare a fondo a questa questione, che non è una richiesta superficiale o di poco conto, perché lei oggi ha ribadito che i lavoratori nel comparto sanità in somministrazione sono solo 7, a noi non risulta questo numero, anzi ne risultano 34.
Se è vero, e non ho motivo di dubitare di quello che lei ha detto, cioè che vengono considerati eroi anche da questa Giunta, è giusto allora che siano considerati tali, valorizzati e che percepiscano lo stesso contributo di 791 euro che hanno avuto i loro colleghi.
Secondo i dati ufficiali, e non sono campati per aria, della NIdiL Cgil di Pesaro e Urbino, solo nella provincia di Pesaro e Urbino sarebbero 34 i lavoratori in somministrazione con l’agenzia Randstad.
Ricordiamo che i lavoratori in somministrazione sono a tutti gli effetti dei professionisti in ambito sanitario, così come quelli assunti pubblicamente, ed hanno dato il loro supporto e si sono impegnati con gli stessi sacrifici degli altri nel momento in cui ne avevamo bisogno. Quindi, a tutti gli effetti hanno diritto allo stesso contributo previsto dal decreto legge n. 41 del 2021 “Misure urgenti in materia di sostegno alle imprese ed agli operatori economici, di lavoro, salute e servizi territoriali, connesse all’emergenza Covid 19”, il cosiddetto contributo di premialità Covid.
Continuo a non capire perché lei oggi ribadisce che sono 7 se i dati della NIdiL Cgil invece ne attestano 34, tutti nella provincia di Pesaro e Urbino.
I somministrati, che qualcuno ha chiamato anche lavoratori interinali, in questa Regione sono utilizzati come una risorsa di serie B e non come eroi, come lei stesso ha detto poco fa. Oltre alla precarietà causata dalla tipologia del contratto di lavoro, hanno subìto anche disattenzioni gravissime come questa perché a loro non è stata retribuita questa premialità di 791 euro. Un danno esclusivamente per i lavoratori, ma anche per tutti gli utenti che si rivolgono alle strutture sanitarie e che si ritrovano dipendenti sottopagati e sfruttati, a cui si fa ricorso solo nei momenti più disperati, quando ne abbiamo bisogno.
Sappiamo per certo che per poter erogare ora questa premialità ai lavoratori, la invito nuovamente a verificare i dati tabellari, la Regione Marche deve mandare la tabella aggiornata al Ministero, se risultano solo 7 lavoratori in somministrazione nelle altre Regioni ce ne sono molti di più. Voglio fare solo un riferimento e poi chiudo, il Piemonte ad esempio aveva 1.004 lavoratori in somministrazione del comparto sanità, la Valle d’Aosta pur essendo piccolissima, più piccola delle Marche, ne aveva 266, la Lombardia addirittura nella tabella che ha mandato al Ministero ne ha 2.294, il Veneto 195, l’Emilia Romagna 651, la Toscana 1.600 e l’Umbria 95, perché nelle Marche ne risultano solo 7 quando in realtà ce ne sarebbero almeno 34? Non possiamo risparmiare e far finta di non vedere questi lavoratori del comparto sanità. Solo la Regione Marche ne ha 7, in tutta Italia è l’unica che ne fa risultare 7, oltre a Bolzano che ne aveva 5, ma è una Provincia autonoma che come dimensioni non possiamo paragonare alle Marche.
La mia non è una critica, ma un sollecito, la invito a considerare questi lavoratori ed a riconoscere loro la premialità per i sacrifici che hanno fatto. La Regione Marche deve al più presto rivedere la tabella inviata al Ministero.
La prego anche di prendere in considerazione i dati che già la NIdiL Cgil ha elaborato e che sono stati verificati. Grazie.
Nomina
“Elezione del revisore unico dell’Ente parco regionale del Conero – sostituzione”
(articoli 2 e 5 della legge regionale 14 maggio 2012, n. 13 e articolo 14 dello Statuto dell’Ente) - (Voto limitato a uno)
PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca la nomina di un componente revisore unico dell’Ente parco regionale del Conero – sostituzione.
Ricordo che ciascun Consigliere può votare un solo nome e che L’Assemblea legislativa nel votare prende atto delle risultanze istruttorie contenute nel parere della I Commissione assembleare e dell’accertamento relativo alle cause di ineleggibilità e di inconferibilità dei candidati. Indico, quindi, la votazione a scrutinio segreto.
Prego distribuire le schede.
(Il Consigliere segretario Serfilippi effettua la chiamata)
Comunico i risultati della votazione:
Votanti n. 29
Schede bianche n. 10
Schede nulle n. 0
Schede valide n.19
Ha ricevuto voti:
Pierini Giuseppe n. 19
Proclamo eletto Revisore unico dell’Ente regionale parco del Conero Perini Giuseppe.
Mozione n. 203
ad iniziativa dei Consiglieri Vitri, Biancani, Mangialardi, Mastrovincenzo, Carancini, Cesetti, Casini
“Istituzione di un fondo integrativo regionale contro il rincaro delle bollette di gas ed elettricità”;
Mozione n. 206
ad iniziativa dei Consiglieri Latini, Rossi, Pasqui, Marcozzi, Santarelli
“Caro bollette”;
Mozione n. 212
ad iniziativa delle Consigliere Ruggeri, Lupini
“Azioni a sostegno del sistema economico regionale per fronteggiare l’aumento dei prezzi dell’energia elettrica e del gas”;
Mozione n. 233
ad iniziativa dei Consiglieri Bora, Cesetti, Mangialardi, Biancani, Carancini, Casini, Mastrovincenzo, Vitri
“Interventi diretti a favore delle imprese marchigiane per affrontare il rincaro dei costi dell'energia”;
Mozione n. 236
ad iniziativa dei Consiglieri Mangialardi, Casini, Biancani, Bora, Carancini, Cesetti, Mastrovincenzo, Vitri
“Disapplicazione dell’addizionale regionale all’imposta erariale sul consumo del gas metano”:
Interrogazione n. 425
ad iniziativa della Consigliera Ruggeri
“Addizionale regionale all’imposta erariale sul gas metano”.
(abbinate)
(Discussione e votazione)
PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca le mozioni n. 203 dei Consiglieri Vitri, Biancani, Mangialardi, Mastrovincenzo, Carancini, Cesetti, Casini, n. 206 dei Consiglieri Latini, Rossi, Pasqui, Marcozzi, Santarelli, n. 212 delle Consigliere Ruggeri, Lupini, n. 233 dei Consiglieri Bora, Cesetti, Mangialardi, Biancani, Carancini, Casini, Mastrovincenzo, Vitri, n. 236 dei Consiglieri Mangialardi, Casini, Biancani, Bora, Carancini, Cesetti, Mastrovincenzo, Vitri e l’interrogazione n. 425 della Consigliera Ruggeri (abbinate).
Ha la parola, per l’illustrazione della mozione n. 203, la Consigliera Vitri.
Micaela VITRI. Grazie, Presidente. Abbiamo presentato questa mozione il 25 gennaio 2022, la situazione è progressivamente degenerata e purtroppo se l’avessimo discussa all’epoca molte attività (negozi, attività commerciali e produttive) avrebbero evitato probabilmente alcune difficoltà. Chiaro che la Regione non può provvedere alla risoluzione di tutti i problemi che ci sono stati in questi ultimi mesi, dal caro materie prime al caro energia, ma è anche vero che non può scaricare solo sul Governo le responsabilità delle difficoltà economiche che abbiamo, perché, come da Statuto, spetta alla Regione intervenire a tutela delle attività produttive nei momenti di emergenza. Ricordo che a gennaio il Governo ha stanziato 5,5 miliardi per il primo trimestre del 2021 per fronteggiare il rincaro delle bollette ai danni di imprese e famiglie. All’epoca, quando ne avevamo parlato in Consiglio regionale, l’Assessore Carloni - sottolineo che sono andata a riascoltarmi il suo intervento - aveva promesso, rispondendo ad una interrogazione mia e della Consigliera Casini, che avrebbe erogato addirittura un contributo energia alle famiglie del valore di 250 euro, cosa che a distanza di sette mesi non abbiamo ancora visto. Non solo non è arrivato il contributo alle famiglie che l’Assessore Carloni aveva detto, ma non è stato fatto nulla sotto questo punto di vista nemmeno per le imprese. Mi riferisco al sostegno diretto a tutte le imprese. Ad esempio per ciò che riguarda il comparto pesca un piccolo aiuto è arrivato con un bando che lo stesso Assessore ha già illustrato nelle settimane scorse.
La mozione n. 203, che io ho presentato a gennaio, chiede un intervento specifico, preciso, istituire un fondo integrativo regionale rispetto ai ristori nazionali per sostenere le piccole e medie imprese maggiormente colpite dalle conseguenze generate dal rincaro delle bollette di energia e gas.
Voglio ricordare a tal proposito che i consistenti rincari delle bollette di elettricità e gas hanno avuto già nel mese di gennaio, appena si sono verificati, un impatto pesante sulle imprese, soprattutto nei settori della metallurgia e dei servizi (dai cinema, alle discoteche, al trasporto, alla logistica) da comportare addirittura la chiusura di alcune imprese più piccole in tutto il territorio regionale.
Era il 19 gennaio quando un quotidiano locale riportava le parole del Presidente del Codacons che ritengo particolarmente significative, in quanto valutava che nel 2021 la famiglia tipo italiana, a causa del tasso di inflazione medio all’1,9%, aveva dovuto sborsare 584 euro in più per l’aumento dei prezzi al dettaglio, con punte di 758 euro annui per un nucleo familiare con due figli a carico. Numeri destinati a salire, ad aggravarsi, in considerazione dei rialzi delle bollette di luce e gas scattati l’1 gennaio, che hanno determinato un’ondata di rincari in tutti i settori. Una situazione che ha messo a rischio i consumi delle famiglie, che stanno crollando come conseguenza del caro vita.
In questa presentazione ho cercato di fare una sintesi delle conseguenze dei rincari, sia per le famiglie che per le piccole e medie imprese, non serve precisarlo, sono settori distinti che richiedono interventi distinti da parte della Regione Marche, anche se vanno di pari passo perché accomunano come in una filiera, nello stesso percorso che sta degenerando, le imprese, i dipendenti delle imprese, quindi tutte le famiglie, soprattutto quelle che sono più in crisi. L’impennata del costo del gas, utilizzato in particolare nei diversi processi produttivi, ha alzato tutti i prezzi registrando aumenti fino al 65%.
Se vogliamo analizzare nel dettaglio, visto che ho ancora tempo ne approfitto, alcuni dei settori più colpiti, mi piacerebbe parlare della filiera agroalimentare dato che a lei Assessore sta particolarmente a cuore. Per le operazioni dedicate alle culture gli agricoltori sono stati costretti ad affrontare un rincaro dei prezzi fino al 50% per il gasolio necessario per le attività, l’impennata del costo del gas, come ho detto, ha avuto un impatto devastante soprattutto su processi tecnici come: estirpatura, rollatura, semina, concimazione e non si sottraggono ai rincari nemmeno i fertilizzanti a base di azoto, fosforo, potassio, che hanno subìto anche essi un’impennata del +60%. Il rincaro dell’energia si è abbattuto sui costi di produzione come quello per gli imballaggi, della plastica per i vasetti dei fiori all’acciaio per i barattoli, dal vetro per i vasetti fino al legno per i pallet, dai trasporti alla carta per le etichette dei prodotti che hanno inciso su diverse filiere, dalle confezioni di latte, alle bottiglie per olio, ai succhi ed alle passate, fino alle retine per gli agrumi ed ai barattoli smaltati per i legumi.
Questo è solo uno spaccato di alcuni settori che hanno subìto l'impatto devastante dovuto al caro bollette di gas ed elettricità, per questo a gennaio chiedevamo subito un intervento della Regione con un fondo anticrisi che ancora non è stato istituito; parallelamente veniva chiesto un contributo per le famiglie, che lei aveva promesso, quindi spero che questa mozione trovi il suo consenso per un percorso condiviso tra maggioranza e opposizione che ci dovrebbe vedere uniti al di là delle appartenenze politiche.
Molto spesso, voglio dare atto, Assessore, siamo stati uniti con risultati apprezzati anche dalle imprese di alcuni settori, anche nel mio territorio, nella provincia di Pesaro e Urbino in particolare.
Auspico che questa possa essere un’altra occasione per un modello virtuoso che possa dare risultati positivi per il territorio, per cui mi auguro che lei oggi possa dire che istituiremo un fondo integrativo, magari anche con tempi celeri, soprattutto che possa ritornare su quella promessa, di cui non faccio riferimento nella mia mozione, ma in particolare mi riferisco ad una vecchia interrogazione di gennaio per un contributo energia per le famiglie. Grazie.
PRESIDENTE. Ha la parola, per l’illustrazione della mozione n. 206, la Consigliera Marcozzi.
Jessica MARCOZZI. Grazie, Presidente. Questa è la terza emergenza che ci troviamo ad affrontare: il sisma del 2016, il Covid ed oggi anche l'emergenza, che rischia di far collassare il nostro tessuto socio-economico, che riguarda il caro bollette di luce e gas.
Dobbiamo ricordare che con la manovra finanziaria da poco diventata legge il Governo ha deciso di annullare gli oneri di sistema per la luce fino a 16 kW e di abbassare l’Iva al 5% sul gas per usi civile e industriale almeno fino a marzo 2022. Inoltre per i redditi più bassi è previsto il taglio bollette per il primo trimestre 2022 per un importo totale di 912 milioni di euro.
La manovra ha approvato anche la possibilità, per i clienti domestici che dovessero trovarsi in condizioni di morosità, di rateizzare i pagamenti delle bollette dei primi quattro mesi dell'anno senza interessi fino a dieci mesi.
L'ultimo decreto sostegni, approvato il 21 gennaio 2022, mira, tra le altre cose, a trovare una strategia per far fronte al caro bollette, se nel primo trimestre 2022 sono già stati stanziati ben 3,8 miliardi per mitigare i rincari di luce e gas, il nuovo provvedimento ha previsto un nuovo fondo pari a 1,7 miliardi di euro. Il totale stanziato per il periodo gennaio-marzo 2022 ammonta, dunque, a 5,5 miliardi di euro, però dobbiamo dire che tutto ciò non è sufficiente in quanto la situazione rischia di diventare veramente critica, non solo per le famiglie, ma anche per le imprese, anche perché gli aumenti in bolletta porteranno un'ondata generalizzata di innalzamento dei prezzi, che abbiamo già visto.
Il commercio è in ginocchio, si rischia una situazione simile a quella dei primi tempi della pandemia, se non peggiore, che cancella la ripresa che si era avuta nell'arco della seconda metà del 2021. Secondo l'allarme lanciato dal Codacons attività produttive, negozi e imprese dovranno adeguare i propri listini al pubblico per sostenere i maggiori costi energetici, facendo ricadere gli aumenti ancora sulle famiglie in termini di maggiore spesa per i consumi, dal caffè al bar, all’abbigliamento, ai prodotti alimentari, ma anche per i servizi in genere e per il turismo. L’inflazione prevista dal Codacons è del 3% per tutto il 2022.
Noi chiediamo un intervento con la massima sollecitudine per trovare le risorse per mettere in campo un intervento straordinario in grado di ridurre il carico per le famiglie meno abbienti e per le piccole e medie imprese marchigiane. Grazie.
PRESIDENTE. Ha la parola, per l’illustrazione della mozione n. 212, la Consigliera Ruggeri.
Marta RUGGERI. Grazie, Presidente. Concordo con le colleghe che mi hanno preceduto sul fatto che sia opportuno …, anche se effettivamente un po’ tardivo in quanto la mozione del PD è di gennaio, mentre questa del Movimento Cinque Stelle ed anche quella presentata adesso dalla Consigliera Marcozzi risalgono a febbraio. Ci abbia messo troppo tempo per arrivare a discuterle, comunque mi auguro e credo che sia opportuno intervenire a sostegno sia delle famiglie che delle imprese marchigiane in difficoltà.
Alcune richieste sono simili a quelle già avanzate, ma il punto che differenzia la nostra mozione da quelle degli altri gruppi è che noi chiediamo che sia attuata la legge regionale n. 28 del 2018 ad oggetto “Istituzione dell'Unità regionale per l'acquisto di energia elettrica e gas”, dato che in questo momento sarebbe importante istituire finalmente, dopo quattro anni dalla sua approvazione, un fondo straordinario a valere sui fondi sociali, allo scopo di aiutare attività commerciali e famiglie meno abbienti.
Scusate, la legge regionale chiede che i consumatori (domestici, aziendali e pubblici) possano unirsi e agire congiuntamente, attraverso gare ad evidenza pubblica, con un'apposita convenzione con la SUAM, al fine di ottenere dagli operatori nel mercato condizioni migliori sotto il profilo delle tariffe, la qualità del servizio e, non meno importante, la garanzia di fornitura di energia elettrica prevalentemente prodotta da fonti rinnovabili.
Gli impegni sono 3: 1) chiediamo che nella prossima variazione di bilancio vengano stanziate le risorse necessarie per un intervento straordinario in grado di ridurre l'aggravio del costo dell'energia per le famiglie meno abbienti e per le piccole e medie imprese; 2) a prevedere l'attuazione della legge regionale n. 28 del 2018; 3) che la Giunta si faccia portatrice della problematica presso la Conferenza Stato-Regione, nonché presso i tavoli ministeriali competenti, per aggiungere altre misure economiche a favore di tutte le categorie maggiormente colpite dalla crisi energetica e per lo stanziamento di un fondo a sostegno delle funzioni degli enti locali a compensazione dei maggiori costi sostenuti a causa della crisi energetica, anche con eventuale cofinanziamento regionale.
Da quello che so è un fondo con una dotazione di 250 milioni per l'anno 2020, sono stati stanziati dal nostro Governo 200 milioni per i Comuni e 50 milioni per le Province e le Città metropolitane. Adesso siamo nella fase della ripartizione, che deve avvenire tramite un decreto d'intesa tra il Ministero dell'interno e la Conferenza Stato-Città.
La mozione in alcuni suoi punti è anche superata, però su questi fondi non so se l’Assessore ci dirà se li ritiene sufficienti o sarebbe meglio chiederne altri.
Vorrei anche sottolineare che abbiamo fatto, mi sembra, un paio di riunioni della Conferenza dei Presidenti di gruppo, audendo il Crel nella persona del suo Presidente, ed eravamo giunti all'idea di presentare una risoluzione su questo tema ed il Presidente Latini si era fatto carico di predisporla.
Visto che siamo nella fase in cui ognuno sta illustrando la propria mozione, tornerei a rilanciare questo discorso che avevamo intrapreso insieme al Crel mesi fa, che ci aveva dato una serie di suggerimenti, cose che potremmo fare e potrebbero benissimo essere integrate alle proposte perché ce ne sono diverse presentate dai vari gruppi consiliari. Grazie.
PRESIDENTE. Ha la parola, per l’illustrazione della mozione n. 236, il Consigliere Mangialardi.
Maurizio MANGIALARDI. Grazie, Presidente. Il numero delle mozioni e l’interrogazione relative al tema danno un po' la cifra politica dello stato di disagio del Consiglio rispetto all'azione della Giunta. Se il tema fosse stato affrontato in modo adeguato e con iniziative sostanziali ... Non voglio mai richiamare i percorsi riconducibili alla precedente amministrazione, ma il supporto alle nostre aziende per il Covid per 210 milioni di euro dava l'idea di come dovesse essere affrontata la situazione. Lascio a voi le solite polemiche sul fatto che non fossero 210 milioni, in quanto erano risorse non impegnate in modo adeguato, ma quando siete arrivati potevate anche trovare le giuste calibrazioni se ci fossero state delle modalità non efficaci di elargizione delle risorse, che così, tra l’altro, non è stato.
Oggi ci presentiamo con una serie di mozioni abbinate a firme più articolate, maggioranza e opposizione, praticamente tutto il Consiglio vi dà un suggerimento perchè, l’ha detto prima bene la Consigliera Vitri, siete stati particolarmente inefficaci dato che le nostre aziende e le famiglie sono in apnea.
Penso che noi tutti dobbiamo sentirci responsabili di non aver fatto bene la parte che ci aspettava. Siamo stati in attesa dei provvedimenti del Governo che, tra l’altro, con il decreto sostegni ha dato i primi segni importanti, ma non sufficienti.
La nostra mozione è una delle N che sono state presentate e si aggiunge all'elenco dei temi che in maniera puntuale la Consigliera Vitri per noi ha esplicitato. In questo caso si tratta di eliminare l'addizionale regionale all'imposta erariale sul consumo del gas metano. Non è significativa rispetto all'incidenza sostanziale, ma sarebbe stato uno dei primi provvedimenti che potevate attuare.
Poi vogliamo ascoltare l'Assessore in replica, però con qualche mese di ritardo ci poteva essere un’incidenza maggiore e siccome vediamo quotidianamente la chiusura delle nostre aziende e le famiglie sempre più in difficoltà, penso che il Governo regionale e noi tutti per quota parte non abbiamo fatto quello che potevamo per i nostri concittadini.
Discutiamo delle mozioni che avevano una priorità assoluta a luglio quando sono state presentate a febbraio, capite bene che mentre i Consiglieri avevano chiare una serie di operazioni che si potevano mettere in campo, il Governo regionale, ahimè, è rimasto prima ad attendere i provvedimenti nazionali e poi quelli che sono stati attuati.
Oggettivamente non parliamo per noi, dovete parlare con le imprese, che non sono della efficacia sperata. Grazie.
PRESIDENTE. Ha la parola, per l’illustrazione della mozione n. 233, la Consigliera Bora.
Manuela BORA. Grazie, Presidente. Come testimoniano i numerosi atti abbinati l’interesse suscitato dal rincaro dei costi dell’energia è altissimo ed è enorme anche al di fuori di questa Assemblea.
L’aumento vertiginoso del costo delle bollette colpisce tutti e tutte indistintamente. Le famiglie da un lato rappresentano, se vogliamo, l’aspetto più presente nel dibattito pubblico perché a causa dell’aumento di luce e di gas tanti nuclei familiari hanno delle difficoltà crescenti ad arrivare a fine mese, visto anche il contestuale e fortissimo aumento dell’inflazione che è arrivata ormai a sforare l’8%. Dall’altro lato, non meno importante di quello che ho appena citato, c’è l’enorme danno che questo aumento del costo di energia comporta sul tessuto economico delle imprese, che vedono schizzare alle stelle i costi di produzione, molto spesso rischiando di risultare non più competitive nel contesto del mercato internazionale.
La mia proposta, proposte che il gruppo di cui faccio parte si pregia sempre di fornire, è molto semplice, è necessario effettuare al più presto, anche se va detto che è già troppo tardi, una ricognizione e quantificazione delle risorse regionali che, a seguito dell’impiego delle risorse del PNRR e della programmazione comunitaria, potranno essere utilizzate per interventi di sostegno delle imprese marchigiane, come fu fatto nel corso della precedente legislatura e anche in condizioni di estrema emergenza con la legge regionale n. 20 del 2020.
Inoltre, ed è la seconda parte del dispositivo, si potrebbe finanziare un bando dedicato alle imprese del territorio ed a sostegno del loro fabbisogno, prevedendo ad esempio un contributo composto di due quote indistinte, una da erogare a titolo di puro ristoro e l’altra invece da erogare a titolo di prestito a tasso agevolato, che l’impresa beneficiaria si impegna a restituire al fine di far fronte allo shock di liquidità che le predette imprese stanno affrontando a causa dei mancati incassi della stagione estiva.
L’auspicio è che l’Assessore Carloni e l’Assessore Castelli che a parole tanto dicono di voler sostenere il credito, possano provvedere al più presto perché come ho detto è già troppo tardi. Grazie.
PRESIDENTE. Ha la parola l’Assessore Carloni.
Mirco CARLONI. Grazie, Presidente. Rispondo all’interrogazione della Consigliera Ruggeri e a tutte le mozioni che sono state presentate fin qui.
Il tema è molto vasto e devo dire che mi trovo d'accordo con tutti quelli che sono intervenuti: la situazione è davvero molto drammatica. In una pausa del Consiglio di stamattina ho incontrato una delegazione di allevatori insieme alla Copagri, che mi ha rappresentato il rischio serio, molto serio, di chiusura di diverse stalle per l'aumento del costo dell'energia e della materia prima.
E’ chiaro che questo elemento è un fattore di rischio altissimo per la nostra economia fatta di micro-imprese che non si ammortizza con altri meccanismi, diciamo che i costi operativi in una grande azienda possono essere senz'altro gestiti, in una piccola e micro-azienda rischiano di compromettere definitivamente il bilancio e anche l'attività.
La Consigliera Vitri ha parlato di un impegno preso, un bonus di 300 euro per le famiglie in difficoltà per le bollette, una cosa che dissi in Aula dopo una richiesta della Consigliera Casini che mi sollecitava su questo. Credevo fosse una cosa molto opportuna, tra l’altro l’ho detto anche in Aula, il problema è che gli uffici hanno fatto una proposta su questo, hanno presentato un conteggio che farò insieme a voi. Se volessimo dare un contributo di 300 euro alle famiglie e alle imprese … Le famiglie nelle Marche sono circa 647 mila, quindi ci vorrebbero, cari Consiglieri, 194 milioni di euro e per le imprese, se volessimo dare a tutte un bonus, sarebbero necessari 37 milioni di euro. Se volessimo ridurre la base imponibile beneficiaria alle sole imprese in difficoltà o alle sole famiglie in povertà, l'importo economico richiesto andrebbe a 64 mila famiglie con un'esigenza economica di 20 milioni di euro ed almeno 3,7 milioni per le imprese in difficoltà.
Abbiamo fatto questa valutazione ed abbiamo inserito un fondo che verrà presentato la prossima settimana e colgo l’occasione che mi date, molto gradita, per annunciarlo. Faremo un bando la prossima settimana per le imprese che hanno avuto un aumento dei costi operativi, con questo criterio: è un bando che si apre con una dotazione circa 4 milioni di euro, estendibile, prevediamo una graduatoria che si baserà sul paradigma del maggior differenziale sui costi operativi sommato alla diminuzione dei fatturati a causa della guerra. Chi ha avuto percentualmente una cagione maggiore rispetto alla riduzione del fatturato e contemporaneamente un aumento che impatti sui costi operativi avrà una priorità. Prepareremo un bando in questa misura che abbiamo potuto fare soltanto dopo l'autorizzazione che ci ha dato il Consiglio l’ultima volta, con quella manovra sulla Ucraina che, se vi ricordate, è stata approvata in Aula. Il bando è pronto e uscirà a breve.
Sull'energia e sui costi dell'energia delle imprese incideremo in questa maniera, credo che sia uno strumento molto congruo che riuscirà a dare una risposta immediata perché facendo i conti si darà una risposta a qualche migliaia di imprese.
Per quanto riguarda invece il tetto sulla speculazione, perché di questo si tratta, del sistema energetico e anche del metano, come ha detto la Consigliera Ruggeri, la leva finanziaria che noi possiamo mettere in campo non può essere quella di una riduzione di un’entrata che va a sorreggere principalmente la spesa sanitaria, come sapete bene, lo sa bene anche il Consigliere Cesetti che ha fatto il bilancio per cinque anni.
Quando uno è all’opposizione la prima cosa che dice è di togliere l’Irap, però sapete che copre i costi che sono alla base del servizio sanitario. Quello che si pensava di fare, come abbiamo fatto nella Conferenza Stato-Regioni e come abbiamo fatto nella Commissione sviluppo economico - tenete presente che a Senigallia l’8 maggio quasi tutti gli interventi, compresi quelli degli Assessori e del Ministro dello sviluppo economico, sono stati centrati sulla modifica del decreto Ucraina e sull’ampliamento di quelle risorse – è stato inserire diverse risorse dirette a contributo a fondo perduto, che prima non erano previste in quel decreto perché erano soltanto crediti d’imposta, così come si è riusciti a raddoppiare il fabbisogno e la disponibilità finanziaria sugli accordi di investimento che era fermo e proprio in quella circostanza abbiamo fatto aggiungere a circa 500 milioni di euro. E’ vero che non impatta direttamente su questo tema, ma certamente sono significativi interventi economici sul sistema produttivo.
Rimane il fatto e anche un po' lo sconcerto, lo dico cari colleghi, nel sentire sia il Ministro della transizione ecologica che il Presidente del Consiglio dei Ministri dire, giustamente da mesi, che va messo un tetto alla speculazione sull'energia. Il Ministro della transizione ecologica peraltro l’ha scritto anche alla Commissione europea, abbiamo avuto modo di parlarne in una riunione con tutti gli Assessori, e si è più volte prodigato a segnalare l'esigenza di fare un decreto che possa bloccare la speculazione sul sistema energetico, che paga un mercato che in qualche modo aggredisce in questo momento la carenza di materia prima, ma siamo alla resa dei conti e purtroppo non c'è stato nessun decreto e nemmeno un provvedimento reale.
Nell'ultimo incontro con tutti i leder europei il Presidente del Consiglio è tornato a chiedere che venga stabilito un price cap all’aumento dei costi energetici, ma abbiamo visto che non è stato possibile, perlomeno mi pare che molti in Europa abbiano girato le spalle dall'altra parte, a cominciare dall’Olanda.
Questo è molto significativo perché è evidente che in un Paese fatto di micro-imprese, queste sono quelle che più di tutti pagano questo aumento vertiginoso dei costi, anche perché un conto è qualche mese, un conto è una costa che sta diventando stabile nel tempo.
Non nascondo una grande preoccupazione per questo combinato di aumento dell'inflazione e dei costi operativi che non ha precedenti nella storia della nostra regione e neanche del Paese. Cosa possiamo fare? Perché poi la domanda è questa, possiamo rafforzare ciò che è rafforzabile, ma certo risarcire le perdite in un momento come questo non lo possiamo fare per una misura come quella che vi ho detto.
Penso però che in questo momento, siccome è stata autorizzata dal Consiglio ed è una manovra dell'intero Consiglio, vada rivendicata con orgoglio questa misura che sosterrà le imprese che hanno avuto perdite e che hanno visto i costi energetici aumentare. Vi daremo prima possibile anche gli elementi tecnici per poter far partecipare a questo bando per dei contributi, ritengo che questo sia significativo, mentre purtroppo quello sulle famiglie per le dimensioni e i numeri che vi ho appena detto, è difficilmente sostenibile con il bilancio che abbiamo a disposizione. Grazie.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Rossi.
Giacomo ROSSI. Grazie, Presidente. Ho firmato le mozioni che chiedono al Governo di intervenire su questo tema e mi auguro vivamente che siano portate subito all'ordine del giorno, soprattutto richiamo, come faccio molto spesso, il ruolo dei partiti di Governo che sono ampiamente rappresentati in questa Assise; richiamo anche i nostri Parlamentari marchigiani o quei parlamentari che hanno un ruolo politico importante nella Regione Marche e mi domando sempre più spesso cosa facciano oltre i selfie.
Lo ha detto prima l'Assessore Carloni, il bilancio regionale non può intervenire in maniera significativa su queste questioni, si può rimodulare qualche misura di sostegno, questo sì, qualche misura che affronta la Regione, di competenza regionale, però la palla in questo caso passa quasi totalmente al Governo.
Cari colleghi, credete che l’aumento delle bollette o dell’inflazione avvenga così per caso o che sia figlio delle scelte macroeconomiche del nostro Governo e dell'Unione europea? Credete che la geopolitica in questo caso non conti niente, che sia un fatto slegato? Come possiamo chiedere al Governo di intervenire quando appoggia scelte geopolitiche che hanno portato a questa situazione? Parlo anche delle sanzioni boomerang che ci stanno falcidiando, parlo delle spese militari miliardarie che siamo andati ad approvare quasi all'unanimità del Parlamento. Credete che queste scelte non abbiano ricadute sui nostri cittadini?
Chiediamo al Governo di intervenire, ma non solo dando soldi, per carità è giusto che lo faccia, ma è giusto che per la prima volta eviti quei fattori che hanno portato e che continuano a portare a questa situazione economica.
Richiamo ancora una volta il ruolo dei partiti e il ruolo del Governo, nonché il ruolo, e lo ripeto ancora, dei nostri Parlamentari marchigiani e dei rappresentanti che hanno un ruolo politico importante nella nostra Regione Marche. Grazie.
PRESIDENTE. Ha la parola la Consigliera Ruggeri.
Marta RUGGERI. Grazie, Presidente. Principalmente per rispondere all'interrogazione alla quale ha risposto l'Assessore Carloni, anche se ora non è in Aula.
L'Assessore Carloni ha parlato dell'Irap, mentre la nostra interrogazione verte sull'addizionale regionale, sull'accisa sul gas naturale, quindi mi sembra che non ci siamo compresi.
Detto questo, visto che il PD ha presentato su questo una mozione nella persona del capogruppo Consigliere Mangialardi, già dico che la voterò favorevolmente, come voterò a favore di tutte le mozioni che sono state presentate.
Ritengo che stare qui a dire quello che deve fare il Governo lasci il tempo che trova perché la situazione è talmente grave che anche la Regione deve fare delle scelte che siano di priorità e di valore. Abolire l'accisa sul gas naturale in base alle nostre proiezioni costerebbe circa 10 milioni di euro, mentre ridurla ne costerebbe 6.750.000. Sono tanti soldi, sicuramente, però sono risorse che dovremmo trovare facendo economie sugli sprechi che sicuramente ci sono. Grazie.
Sull’ordine dei lavori
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Carancini.
Romano CARANCINI. Grazie, Presidente. Dico solo, almeno per ragioni di educazione, ma a chi parliamo? Non c'è il Vicepresidente che ha risposto all'interrogazione ed alle mozioni.
Penso che un minimo di rispetto di noi, anche della maggioranza, dovrebbe imporre agli Assessori di stare in Aula, soprattutto quando parlano, pontificano e poi se ne vanno.
Ma è una cosa seria, Presidente?
PRESIDENTE. Compreso.
Ha la parola il Consigliere Biancani.
Andrea BIANCANI. Grazie, Presidente. Mi ha anticipato il Consigliere Carancini, voglio chiederle se è possibile richiamare l’Assessore Carloni perché non è possibile che i Consiglieri continuino a rivolgersi all’Assessore che non c’è, che ha dato le risposte sia alle mozioni che all’interrogazione.
E’ vero che basta un Assessore, però quando si tratta di un tema specifico, credo che sia importante che l'Assessore sia presente in Aula. Grazie.
PRESIDENTE. Cercheremo di chiamare l'Assessore Carloni se si trova ancora nella zona limitrofa all’Aula.
Resta il fatto che, come giustamente ha detto lei, il Regolamento prevede la presenza di un Assessore in Aula e non dell'Assessore competente al tema che si sta trattando, tra l’altro, a differenza dell’interrogazione a cui ha risposto, per la mozione non è previsto che non si possa discutere e votare senza la presenza dell'Assessore di riferimento.
Adesso vediamo se riusciamo a ritrovare l'Assessore Carloni o se è impegnato in altri luoghi.
Per quanto riguarda l’interrogazione ha già risposto e la Consigliera Ruggeri ha già replicato.
Ha la parola il Consigliere Mangialardi.
Maurizio MANGIALARDI. Grazie, Presidente. Intervengo sempre per mozione d’ordine, Presidente, non ci può dire che basta la presenza di un Assessore perché, con tutto rispetto, fa un po' da carta da parati, noi vogliamo un'altra cosa e la vogliono i marchigiani.
Santa miseria, ma vi rendete conto che stiamo parlando di mozioni che danno indicazioni rispetto alle difficoltà delle nostre imprese, delle famiglie ed il Vicepresidente non è presente? Noi non siamo ad una festa, all’inaugurazione di una fiera, al Vinitaly, ma siamo quelli che hanno provato in questi mesi a dare qualche indicazione seria, che non può essere liquidata con l'elenco delle cose che non si possono fare.
Lo dico per i cittadini: il Presidente c’è? No. Il Vicepresidente? No. L'Assessore di competenza? No. La presenza della Giunta è garantita solo dall’Assessore Aguzzi, che sta facendo un po' di conversazione come serve, ed è assolutamente legittima, ma noi, che proviamo a mettere in campo con grande ritardo, colpevole ritardo, insostenibile ritardo, insopportabile ritardo, qualche provvedimento per le nostre imprese e per le nostre famiglie, cosa troviamo? Questa è la scena e questo corrisponde anche all'interesse.
Non contano le risorse che arrivano dall’Europa, non vi interessavano prima e adesso le utilizzate in malo modo; non conta il Piano nazionale che vi mette a disposizione le risorse alle quali, forse, tranne che per le prebende, non riuscite a dare una concretizzazione adeguata.
E’ un'immagine, Presidente, imbarazzante, dovrebbero vederla le imprese che oggi non riescono ad aprire il rubinetto, le pizzeria che non riescono a accendere il forno, le 64 mila famiglie, l'unico dato che ha messo a disposizione il Vicepresidente, di questa regione che sono nel baratro. E loro cosa fanno? Vanno forse ad una festa perché se non si sta in Aula su questo tema, lo dico al Consigliere Rossi, è inutile che ci appelliamo al Governo, ai nostri Parlamentari, che li richiamiamo alle responsabilità, quando chi è qui e deve dare una risposta di presenza, di vicinanza, una pacca sulla spalla almeno, per noi, per voi, per le imprese, per le famiglie. Che cosa abbiamo fatto? Nulla. Sarei per ritirare le mozioni perché tanto è inutile, cosa ci stiamo a fare? Anzi, che cosa ci state a fare voi, non cosa ci stiamo a fare noi! Cosa ci state a fare? A prendere ordini dalla Presidente di Fratelli d’Italia e a provare a tradurre il dissenso in azione di non Governo, questo vi riesce molto bene ed è imbarazzante, lo dico per i nostri che sono di parte.
PRESIDENTE. La prego di concludere.
Maurizio MANGIALARDI. Sono di parte e devono trovare sempre il pelo nell'uovo, ma lo dico per voi che siete qui a firmare le mozioni per noi e con noi, per dare risposte ai marchigiani, anziché umiliarli. In questo momento forse lo stiamo facendo anche noi, garantendo la presenza in quest'Aula perché se non ci siete voi che rappresentate chi … Guardate quando tagliate il nastro, quando raccogliete i consensi sulle operazioni fatte dalla Giunta precedente, invece su questo dovevate essere qui e pretendere che le mozioni venissero iscritte prima perché dovevate pretendere come avete fatto...
PRESIDENTE. La prego di concludere.
Maurizio MANGIALARDI. Ho chiuso.
PRESIDENTE. Non volevo interromperla seduta stante, ma vorrei concludere il ragionamento, perché eravate fuori, prima di passare la parola al Consigliere Marinelli.
Gli interventi li considero parte della discussione, torno a dire che il regolamento non prevede l'obbligo della presenza dell'Assessore di riferimento nell'esame, nella discussione e nella votazione delle mozioni, ma prevede la presenza di un componente della Giunta. Quindi diciamo che possiamo proseguire i lavori e, al di fuori del giusto richiamo, vedere se l’Assessore di competenza è nelle immediate vicinanze dell’Aula e con la sua presenza continuare la discussione che stiamo facendo.
Ha la parola il Consigliere Marinelli.
Renzo MARINELLI. Grazie, Presidente. Intervengo per dire che il Vicepresidente Carloni si è dovuto assentare perché è stato mandato dal Presidente in un’altra riunione.
(interventi fuori microfono)
PRESIDENTE. La giustificazione è stata data, non entriamo nella bagarre perché non la permetto in questo termine. E’ stato chiarito, il regolamento è molto chiaro.
(interviene fuori microfono il Consigliere Mangialardi)
PRESIDENTE. Se può ripetere perché il microfono non era acceso.
Ha la parola il Consigliere Mangialardi.
Maurizio MANGIALARDI. Grazie, Presidente. Vorrei la verifica del numero legale.
PRESIDENTE. Concludiamo la discussione quando arriveremo al momento della votazione, chiederemo …
(interventi fuori microfono)
PRESIDENTE. Il numero legale si controlla al momento della votazione, non si può chiedere sempre, solo al momento della votazione, è giusto in questo modo. Se vogliamo un attimo completare la discussione sul punto 11. Non ci sono altri interventi, dichiaro chiusa la discussione.
Ha la parola il Consigliere Mangialardi.
Maurizio MANGIALARDI. Grazie, Presidente. Nonostante il suo appello, il suo richiamo e l’imbarazzante giustificazione del capogruppo della Lega …
(interventi fuori microfono)
Maurizio MANGIALARDI. Appresa l’imbarazzante giustificazione dell'assenza dell'Assessore, noi lasciamo l’Aula perché se non siete interessati voi ai nostri contributi, al valore che vi abbiamo dato, insieme anche ai tanti colleghi di maggioranza, è inutile rimanere qui. E lo renderemo pubblico perché questo è uno schiaffo dato alle nostre imprese, alle nostre famiglie alle 64 mila famiglie che l'Assessore ci ha detto essere sulla soglia di povertà, per le quali voi non avete nemmeno il rispetto delle difficoltà, dei loro figli, di una comunità che non merita di essere trattata in questo modo. Grazie.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Bilò.
Mirko BILO’. Grazie, Presidente. Questa è demagogia. Sfruttare i problemi dei marchigiani, mettendo in evidenza che manca il Vicepresidente, credo che sia la cosa peggiore si possa fare.
Ai marchigiani vanno date le risposte, la Giunta sta lavorando, l’Assessore Carloni prima ha detto quello che sta facendo per le imprese, piaccia o non piaccia, e se adesso non è presente non credo che questa sceneggiata faccia bene ai marchigiani. Grazie.
PRESIDENTE. Vi prego di mantenere un contegno in Aula, chi ha deciso di uscire, attendiamo che lo faccia.
(I Consiglieri regionali del gruppo PD abbandonano l’Aula)
Mozione n. 203. La pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa regionale non approva)
Mozione n. 206. La pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa regionale approva)
PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, la Consigliera Ruggeri.
Marta RUGGERI. Non volevo intervenire perché già ho annunciato il voto favorevole su tutte le mozioni prima e così farò. Ho votato a favore di tutte le mozioni. Grazie.
PRESIDENTE. Mozione n. 212. La pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa regionale non approva)
Mozione n. 233. La pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa regionale non approva)
Mozione n. 236. La pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa regionale non approva)
La seduta è tolta.
La seduta termina alle ore 14,25.
La seduta inizia alle ore 10,40
Presidenza del Presidente
Dino Latini
PRESIDENTE. Dichiaro aperta la seduta n. 76 del 12 luglio 2022. Do per letto il processo verbale della seduta n. 75 del 5 luglio 2022, il quale, ove non vi siano opposizioni, si intende approvato ai sensi del comma 4 dell’articolo 53 del Regolamento Interno.
Richiamo, inoltre, ai sensi del comma 5 dello stesso articolo, l'attenzione di tutti i Consiglieri sulle comunicazioni distribuite con cui porto a conoscenza dell'Assemblea quanto espressamente previsto dal Regolamento Interno.
Vista la recrudescenza del Covid 19 è necessario rimanere con la mascherina soprattutto se per la risposta ci si alza o se si interviene. Comunque in Aula è prescritto l’uso della mascherina.
Interrogazione n. 487
ad iniziativa dei Consiglieri Cesetti, Mangialardi, Bora, Carancini, Casini, Mastrovincenzo
“Estensione Decontribuzione Sud alle aziende localizzate nel cratere del sisma 2016 ed in tutte le aree di crisi industriale complessa della Regione Marche. Risoluzione n. 10/2020”.
(Svolgimento)
PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca l’interrogazione n. 487 dei Consiglieri Cesetti, Mangialardi, Bora, Carancini, Casini, Mastrovincenzo.
Ha la parola, per la risposta, l’Assessore Castelli.
Guido CASTELLI. Grazie, Presidente. Gli interroganti tornano su una tematica che risale sostanzialmente al 2020, in occasione di una vicenda che ci occupò diverso tempo come sistema Marche, ricollegabile alla misura di contribuzione sud che è stata riconosciuta in favore delle Regioni del meridione, con un intervento importante, massivo che di fatto, oggettivamente, ha prodotto una disparità significativa fra Marche e Abruzzo, fra aziende con sede legale anche a pochi metri di distanza l’una dall’altra.
In merito all'oggetto delle due interrogazioni, si condivide chiaramente questo tema della forte disparità di condizioni, di costo e di attrattività per gli investimenti, soprattutto in considerazione che le due regioni sono state accomunate dalla medesima necessità di ricostruzione, per le conseguenze del sisma nonché da quella di un generale rilancio e superamento di uno stato di difficoltà dei sistemi produttivi. Ricordo che l’area di crisi complessa ha riguardato due lembi della medesima realtà economica. Una distorsione che appare ancora più evidente in relazione al fatto che anche le Marche tra qualche giorno, verrebbe da dire, saranno collocate fra le Regioni in phasing out.
Come abbiamo già avuto modo di evidenziare in un’occasione questo trattamento così fortemente differenziato non si può giustificare in base ad una condizione di separatezza e differenziazione delle condizioni dei problemi, dato atto che, al contrario, vi è una forte comunanza di problematiche.
Facciamo notare, tecnicamente quanto segue: la misura è stata introdotta dal decreto legge n. 104 del 2020 e in quel momento nonostante l'evidenza di un approccio integrato a livello di macro area dell'Italia centrale del cratere sismico erano stati seguiti parametri normativi allora vigenti che suddividevano l'Italia tra Regioni competitive, Regioni in convergenza e Regioni in transizione. Al tempo noi non eravamo ancora tra le Regioni in transizione. Il tentativo di apportare un ammendamento, che pure vi fu, al decreto legge di agosto non ha avuto esito. Il decreto è venuto a creare proprio questa frattura delle condizioni dei costi di produzione e di attrattività degli investimenti. L'efficacia di questo provvedimento, del decreto legge n. 104, era peraltro particolarmente ristretta al solo quarto trimestre del 2020. La legge successiva del bilancio 2021 ha prorogato l’efficacia della decontribuzione addirittura fino al 2029, non modificando però i criteri di individuazione delle Regioni. Si è prorogato, ma non si è esteso alle Regioni che sarebbero entrate in transizione. Nonostante l'emendamento che ha tentato di introdurre la nostra Regione all'interno del range di quelli beneficiari della contribuzione, la mappa delle Regioni è rimasta immodificata.
Considerando inoltre quanto riportato dalla stessa interrogazione n. 492 in merito alla dichiarazione della Ministra del sud e la coesione territoriale, come già riportato nella stessa interrogazione, relativamente al fatto che questa misura vada considerata come aiuto di Stato ai sensi del temporary framework per l'emergenza Covid, in scadenza al 30 giugno 2022, si osserva che in assenza di una nuova autorizzazione ed efficacia della suddetta decontribuzione verrebbe a cessare contestualmente al temporary framework. In questi giorni con la firma dell'accordo di partenariato verrà formalmente sancito il passaggio delle Marche nelle Regioni phasing out. Credo che proprio nei prossimi giorni accadrà, quindi si determinerà un nuovo status comune nel quadro della programmazione, tra l’altro è una delle ragioni per le quali avremmo diritto a richiedere una Zes. Sempre subordinatamente all'autorizzazione della Commissione europea a mantenere efficace il decreto, la Regione Marche non mancherà di far osservare non solo il grave effetto distorsivo dal punto di vista della concorrenza fra territori limitrofi, ma anche l'inattualità rispetto al nuovo quadro normativo. Nel frattempo non possiamo certamente aspettare l'evolversi di questa situazione di fatto incerta e dobbiamo guardare all'attrattività del nostro territorio in ogni caso.
Oltre ad attivare misure complementari a quelle governative per favorire il recupero di liquidità e un parziale ristoro alle imprese maggiormente colpite all'ultima emergenza economica, bisogna cogliere le occasioni che in questo momento si presentano, in primo luogo il Pnrr Sisma, meglio fondo complementare sisma per cui 300 milioni di euro andranno a beneficio aggiuntivo del nostro territorio. A questi si aggiungono interventi che la Regione sta avviando per sostenere gli investimenti che potranno anche essere sostenuti da fondi strutturali. Un’ulteriore possibile risposta è quella della Zes, definire un quadro in cui, fermo restando l'idea, la volontà e l’intenzione di chiedere anche per la nostra Regione l'estensione della misura del 30%, ove politicamente possibile e praticabile, cercare di attivare in maniera sinergica un quadro di interventi importanti, fra cui per il sisma il fondo complementare, tenendo conto anche che nella nuova redazione della mappa degli aiuti a finalità regionale abbiamo ritenuto di inserire l'intera area del cratere e la pressoché totalità delle zone ricomprese nelle aree di crisi complessa.
Noi passiamo da una popolazione eleggibile, che era se non vado errato di 100.000-150.000 abitanti, chiedo scusa che la memoria non mi sovviene, ad una popolazione eleggibile pari a 700.000 persone che rientrano nella carta degli aiuti che, come noto, determina la possibilità di un incremento dell'intensità di aiuto in favore delle aziende localizzate in quelle zone, dove fra l'altro sono state inserite per la prima volta aree costiere ed aree particolari dell’area di crisi complessa fermano maceratese con specifico riferimento a Monte Urano e Montegranaro, che prima erano fuori da quel range. Grazie.
PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno, il Consigliere Cesetti.
Fabrizio CESETTI. Grazie, Presidente. Ringrazio l'Assessore Castelli per la risposta e prendo atto che condivide la nostra preoccupazione della mancata estensione alla Regione Marche, anche ad oggi, dopo che si accinge ad entrare tra le Regioni in transizione, di questa misura decontributiva sul costo del lavoro. Questa interrogazione ripete un po' i concetti di un'interrogazione a risposta immediata di qualche settimana fa, muove i suoi passi da una risoluzione approvata all'unanimità da questo Consiglio regionale il 9 dicembre 2020. Già a quel tempo, sono passati circa due anni, il Consiglio regionale delle Marche, sintetizzando iniziative dei vari Consiglieri, ricordo ad esempio in questa direzione un atto a prima firma della Consigliere Casini, poi firmato anche da me e dai colleghi di maggioranza, giunse a quella risoluzione unitaria con la quale si chiedeva al Governo, già nel 2020, in occasione della discussione della legge di stabilità, di inserire nella misura decontributiva dell'articolo 27 del decreto legge n. 104/2020, adottato a ridosso dell'estate del 2020 (prima delle elezioni), la Regione Marche. Questo era necessario e indispensabile per le aziende localizzate almeno nel cratere del sisma 2016 e nelle aree di crisi industriale complessa, altrimenti la stessa progettualità all'interno dell’area di crisi sarebbe risultata priva di efficacia strategica. Se nella Regione Abruzzo c’è la misura decontributiva del 30% e nelle Marche non c’è, qual è l’azienda che investe nelle Marche? Ovviamente si trasferisce in Abruzzo, questo mi pare va da sé, perché parliamo del 30%.
Fin da allora ce ne siamo occupati e ci siamo tornati successivamente con un atto prima presentato dalla Consigliera Casini e poi da me, con interrogazioni, poi ci siamo tornati con la mia interrogazione a risposta immediata di qualche settimana fa all'esito delle dichiarazioni del Ministro per il Sud che diceva che la Commissione europea si accingeva ad autorizzare la proroga della decontribuzione per le Regioni del sud Italia, questa volta legata alla crisi ucraina. Si chiedeva nell'occasione che ci fosse l'estensione alle Marche di questa misura perché più di altre regioni soffrono delle ripercussioni del conflitto russo-ucraino, pensiamo al mondo manifatturiero.
Oggi l'Europa ha autorizzato la proroga della decontribuzione, le Marche però non sono inserite e su questo dobbiamo fare una battaglia. Chiedo all'Assessore Castelli di insistere presso il Governo ed insisto anch'io perché è anche il mio Governo e non c’è ragione che non inserisca le Marche tra le regioni che beneficiano della decontribuzione perché è coerente con il tema della ricostruzione del sisma e della gestione dell’area di crisi.
PRESIDENTE. La prego di concludere.
Fabrizio CESETTI. Soltanto tre secondi Presidente, ha preso dei secondi anche l’Assessore Castelli li restituiremo dopo.
L’Assessore Castelli dice che per certi versi, giustamente, la Zes - a parte che il Governo regionale dovrebbe individuare ancora le aree - riguarderà aree limitate. Ma anche se noi puntiamo ad avere la Zes, ed è giusto farlo, insieme all’Abruzzo, non possiamo non avere insieme all’Abruzzo la decontribuzione, altrimenti queste due progettualità collidono tra di loro. Se l’Abruzzo si collega con noi per la Zes perché c’è il porto, ad esempio, come facciamo a non estendere la decontribuzione? Che significa questo? Che l’Abruzzo magari può “avvantaggiarsi” del porto di Ancona e noi non ci possiamo avvantaggiare della decontribuzione che l’Abruzzo ha. Queste due misure sono legate fra di loro e chiedo di insistere, mi raccomando, verso il Governo finché dura e se dura. Grazie.
Interrogazione n. 502
ad iniziativa dei Consiglieri Mastrovincenzo, Bora, Carancini, Mangialardi, Biancani, Casini, Cesetti, Vitri
“Potenziamento personale nelle sedi INPS delle Marche”.
(Svolgimento)
PRESIDENTE. Ha la parola, per la risposta, l’Assessore Castelli.
Guido CASTELLI. Grazie, Presidente. Gli interroganti pongono un tema riguardante una sollecitazione anche in questo caso particolarmente condivisibile, nel senso che l'interrogazione afferisce a quelle che sono le criticità riguardanti il personale delle varie sedi Inps delle Marche sia a nord che a sud. Un argomento gravoso che riguarda anche l'Inps, ma alla stessa tregua, verrebbe da dire, un tema di molti comparti dell'amministrazione pubblica, che negli ultimi 10 anni ha subìto un ridimensionamento dovuto al blocco del turn-over, che davvero ha ridotto le possibilità di erogare servizi e quindi di soddisfare i diritti dei richiedenti. Viene evidenziata nella premessa dell’interrogazione come le unità in forza al sistema Inps delle Marche siano precipitate in maniera verticale e la cosa ha determinato un allungamento dei tempi di smaltimento delle pratiche, che è inaccettabile e riconducibile a questo tema.
Nel condividere le premesse e gli auspici degli interroganti, non posso che dichiarare che la Giunta è impegnata nelle forme che sono di sua competenza per provare a sollecitare e a stimolare questo tipo di integrazione al pari di quello che abbiamo fatto in relazione ad altri comparti, come quello della sicurezza del lavoro. C'è un’impostazione generale che dopo tanti anni stiamo cercando di recuperare, è inevitabile dal momento in cui le risorse umane della pubblica amministrazione segnano il passo, nei termini che sono stati ricordati relativamente all'Inps, si ha una riduzione degli spazi e dei diritti perché i servizi sono la risposta che la pubblica amministrazione, che è una comunità istituzionale, dà ai diritti. Quindi, da questo punto di vista non posso che associarmi e far parte diligente, sarà cura poi del Presidente evidenziarlo ai più alti livelli, sapendo che si tratta di un istituto di matrice statale. Mutatis mutandis, sappiamo che questo tema della rarefazione della professionalità pubblica si sta allineando in tutte le pratiche possibili immaginabili. Prima si è fatto riferimento al terremoto, alle grandi difficoltà, è evidente che rendere obsoleta la macchina dello Stato, lungi dal significare, perché tutti ne siamo convinti, che non devono esserci ridondanze, vuol dire perdere efficacia nella erogazione di servizi, cosa che in punto di previdenza e assistenza risulta particolarmente inaccettabile. Grazie.
PRESIDENTE. Ha, la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno, il Consigliere Mastrovincenzo.
Antonio MASTROVINCENZO. Grazie, Presidente. Ha messo bene in evidenza l'Assessore come in questi anni, nel triennio, l’ho detto nella premessa nell’interrogazione, le unità a disposizione dell'Inps delle Marche siano scese di ben 115 unità. Nell'ultimo concorso 2019 c'è stata l’assegnazione di 3000 persone in tutta Italia, l’ho detto nell’interrogazione, e solamente 25 funzionari sono stati destinati all'Inps.
L'occasione che ci si presenta davanti è quella di un altro concorso per 1890 funzionari amministrativi e credo che in questo caso l’Inps delle Marche abbia diritto ad un’assegnazione numericamente molto più cospicua di quanto accaduto nel recente passato. Ecco perché accolgo con favore l'impegno dell'Assessore, che spero si traduca in qualcosa di concreto da parte anche del Presidente della Giunta, in una sollecitazione, magari attraverso lettere e documenti, che comprovi la situazione di grande difficoltà che l'Inps delle Marche si trova ad affrontare nell'erogare i servizi ai nostri concittadini. Grazie.
PRESIDENTE. Gli altri Assessori non sono in questo momento presenti in Aula, soprattutto è assente l’Assessore Saltamartini che, imbottigliato in autostrada, ha comunicato che a breve sarà in Aula.
Interrogazione n. 507
ad iniziativa dei Consiglieri Casini, Mangialardi, Biancani, Carancini, Mastrovincenzo, Vitri
“Nomina Regione Marche Comitato di gestione dell'Autorità di sistema portuale del mare Adriatico centrale”.
(Ritiro)
PRESIDENTE. Ha la parola la Consigliera Casini.
Anna CASINI. Grazie, Presidente. Visto che nel frattempo è stata effettuata la nomina ritiro l’interrogazione, perché quello che chiedevo è già accaduto. Grazie.
PRESIDENTE. L’interrogazione n. 507 viene ritirata e non c’è bisogno della risposta dell’Assessore Castelli.
Come ho già detto per le altre interrogazioni in questo momento non ci sono gli Assessori in Aula, in particolar modo l'Assessore Saltamartini.
Rapporto n. 30/22
ad iniziativa della Giunta regionale
"Rapporto sullo stato di attuazione delle politiche comunitarie per la Sessione Comunitaria del Consiglio".
PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca il Rapporto n. 30/22 della Giunta regionale.
Ha la parola il relatore di maggioranza Consigliere Putzu.
Andrea PUTZU. Grazie, Presidente. Voglio ringraziare la Commissione per aver lavorato un po' su questo argomento, ringrazio la relatrice di minoranza Consigliera Bora, che tra l’altro era l’Assessore competente in merito alla programmazione europea nella scorsa legislatura.
Il rapporto sullo stato di attuazione delle politiche europee è stato approvato dalla Giunta regionale in attuazione della legge regionale n. 14 del 1996, al fine di presentare all’Assemblea legislativa il risultato dei programmi cofinanziati con risorse europee e in generale l'attività di rilievo europeo ed internazionale svolta nell'anno precedente.
In effetti, il programma illustra l'attività posta in essere non solo nell’anno solare di riferimento 2021, ma più in generale per tutta la durata della programmazione europea in essere, vale a dire il periodo 2014/ 2020.
Il rapporto contiene anche una sezione della quale sono illustrate le attività riguardati i programmi a gestione diretta attivati dalla Regione e del centro Europe Direct, che offre servizi di informazione di assistenza ai cittadini e alle imprese sulle più diverse questioni connesse con l'integrazione europea. Il partenariato attivato dal centro è formato da più di 60 soggetti pubblici o privati, che costituisce la rete capillare sul territorio regionale che ha il compito di divulgare le politiche e l'opportunità derivanti nell’unione Europea.
Questa relazione ha lo scopo di sottolineare i contenuti principali del Rapporto, al quale rinvio per una più approfondita analisi, tenendo conto che lo stesso è stato assegnato a tutte le Commissioni.
La nuova programmazione FERS e FSE +. Per quanto riguarda la nuova programmazione dei fondi europei per il periodo 2021/2027, ad aprile di quest'anno il Consiglio regionale ha approvato il testo di nuovi programmi regionali relativi ai fondi FERS e FSE, attualmente all'esame negli uffici della Commissione europea. Anche qui ci tengo a ringraziare l'intero Consiglio regionale per aver approvato all'unanimità la nuova programmazione europea, segno di grande responsabilità da parte di tutta l'Aula consiliare.
I due programmi regionali hanno a disposizione oltre un miliardo di risorse, circa il 66% in più rispetto alle risorse disponibili per il periodo 2014/2020, questo aumento come è noto è dovuto al passaggio della Regione Marche tra le Regioni in transizione, questo per noi dovrà essere una sfida in più, visto che la Regione Marche è diventata una Regione in transizione. Dobbiamo cogliere questa opportunità proprio per andare a effettuare quella crescita, quel salto di qualità, che con i nuovi fondi possiamo avere grazie ai contributi dati alle imprese, alle associazioni e quant'altro.
I contenuti dei programmi regionali sono il frutto di un ampio confronto con il partenariato che si è protratto per più di un anno, con la partecipazione del sistema delle autonomie territoriali, delle associazioni sindacali e datoriali, dell'Università marchigiane, al fine di definire l’assetto di linee strategiche di intervento e di proposte il più possibile vicino alle esigenze di sviluppo del territorio e di invertire il fenomeno di marginalizzazione, di cui soffrono alcuni territori, in primo luogo le aree interne colpite dal sisma del 2016.
Mi preme anche sottolineare il lavoro che è stato fatto dal Presidente Acquaroli, dalla Giunta, cercando di coinvolgere preventivamente tutti i territori, i Sindaci, e questo è stato importante anche per poter tracciare le linee guida.
Il programma FERS, nel rispetto di quanto stabilito dalla normativa europea, destina la maggior parte delle risorse a sostegno dell’economia regionale, il 55% dei fondi a disposizione sarà destinato agli interventi dell’attività “Europa più intelligente” mentre agli interventi della priorità “Europa più verde” sono destinati il 39% delle risorse. Ciò nell'ottica di fornire al sistema delle imprese marchigiane un supporto necessario per incentivare percorsi di innovazione, di internazionalizzazione e di riqualificazione, indispensabili per non perdere competitività e per promuovere il nostro marchio il “made in Marche”.
In questa direzione si sono del resto già orientati gli interventi attivati da questa Giunta regionale, che ha focalizzato la propria attenzione sulle direttive per favorire la transizione tecnologica e digitale delle piccole e medie imprese, su quelli a sostegno dell’orientamento e della diversificazione dei mercati, anche per far fronte agli esiti del conflitto che ha colpito l'Europa da febbraio di quest'anno e nell'ottica di dare attuazione ai contenuti della nuova legge regionale in materia di promozione degli investimenti, della rinnovazione e della trasformazione digitale nel sistema imprenditoriale marchigiano.
Sempre per quanto riguarda la nuova programmazione centrale è tema del sostegno alla transizione ecologica declinata sia attraverso il sostegno all’efficientamento energetico che ad una serie di misure volte a prevenire e ridurre il rischio sismico ed idrogeologico, che anche in conseguenza della crisi idrica di questi mesi e al susseguirsi di fenomeni siccitosi e di episodi di pioggia torrenziale, è diventata un'emergenza non più rinviabile.
Il fondo sociale europeo, parliamo del “FSE plus”, sarà declinato in questi assi prioritari destinati a sostenere l'occupazione, l'istruzione, la formazione, l'inclusione sociale e le azioni per i giovani. La maggior parte delle risorse a disposizione per il programma regionale sarà a supporto delle azioni volte a favorire l'occupazione e il reinserimento professionale con un’attenzione particolare delle pari opportunità, all'inclusione sociale delle categorie più fragili anche attraverso il ricorso a tirocini formativi e di inserimento professionale.
La formazione continua a costituire del resto una priorità di questa Giunta regionale - voglio ringraziare anche l’Assessore Aguzzi che su questo punto sta facendo una grande battaglia, non solo con i fondi dell’FSE, ma anche con i fondi del PNRR, infatti sta mettendo insieme alcune attività – ed è stata anche oggetto di un bando di fine 2021, attraverso il quale sono stati sostenuti progetti rivolti alle imprese operanti nell'area della valle del Tronto e del Piceno e del distretto delle pelli del fermano-maceratese. Oggetto del bando sono state le azioni volte alla riqualificazione delle produzioni, all’innovazione digitale, al miglioramento dell'efficienza dei processi produttivi e dello sviluppo dell'internazionalizzazione.
Parlando di cifre, tra i due periodi di programmazione dovremo avere un incremento del 105% delle risorse del programma regionale FERS, che passano così da 337 milioni di euro della programmazione 2014/2020 a 586 milioni della programmazione 2021/2027, alle quali si aggiungono le risorse del programma operativo complementare pari a 104 milioni di euro. Il programma regionale FSE plus vede un aumento delle risorse del 20%, passando dai 288 milioni di euro della programmazione 2014/2020 ai 296 milioni di quella 2021/ 2027, ai quali si aggiungono 50 milioni di euro di fondi complementari.
Quando allo stato di attuazione dei programmi in essere, il programma operativo Fesr 2014/2020 ha una dotazione finanziaria di 585 milioni di euro e, di questi, 246 milioni di euro sono fondi aggiuntivi assegnati alla Regione a seguito di eventi sismici del 2016. Le risorse concesse ai beneficiari sono pari a 526.700.000, quelle erogate sono 262.100.000. Si tratta di un intervento di pagamenti che mette in sicurezza il raggiungimento degli obiettivi richiesti dalla normativa europea, al fine di evitare una riduzione delle risorse.
A livello percentuale gli impegni si attestano al 90% delle risorse disponibili mentre i pagamenti sono al 45%. Scendendo nel merito degli assi del programma, solo l’asse 8, introdotto dopo il sisma del 2016 e riguardante le azioni a favore delle aree colpite del sisma, ha un livello di impegni inferiore al 90% delle risorse disponibili. Gli altri assi hanno impegnato tutte le risorse stanziate e raggiunto una soddisfacente percentuale di spesa certificata.
dotazione finanziaria di 3,3 milioni di euro.
La programmazione Fesr destina risorse anche agli ITI, investimenti territoriali integrati, riguardanti le cosiddette aree di crisi per le quali è prevista una dotazione finanziata di 3,3 milioni di euro. Due sono le aree destinatarie di queste risorse: l’area di crisi del fabrianese e l’area di crisi del distretto pelli calzature fermano-maceratese.
Il primo ITI si articola in due progetti volti alla realizzazione della piattaforma tecnologica rivolta alle imprese e al sostegno di investimenti da parte di micro, piccole e medie imprese, che rappresentano la realizzazione pratica dei progetti ideati nell’ambito della piattaforma. L’ITI, dedicato al sostegno dell’area di crisi del distretto della calzatura vede oggi l'utilizzo di 1,9 milioni di euro, totalmente impegnati, a valere su 68 progetti di innovazione organizzativa, commerciale, di processo e di prodotto.
Complessivamente, per i due ITI sono stati impegnati tutti i fondi assegnati ed è stato liquidato 1 milione di euro. Di certo grandissima parte di questo lavoro, lo devo riconoscere perché bisogna essere intellettualmente onesti, è stato fatto nella scorsa Giunta, su questo credo che la Consigliera Bora potrà tranquillamente spiegare ciò che è stato fatto perché il programma operativo Fesr Fse 2014/2020 è iniziato con la Giunta precedente. Di questo dobbiamo darne atto e riconoscerlo.
Gli interventi del Programma operativo Fse 2014/2020 sono stati fortemente condizionati dalla pandemia da Covid 19, al punto da richiedere una rimodulazione delle risorse disponibili; nel 2021 è stata approvata una rimodulazione per imputare al programma una parte delle spese sostenute dalle Aziende ospedaliere per far fronte all’emergenza sanitaria ed all’aumento di richiesta di servizi educativi domiciliari al fine di facilitare il ritorno al lavoro dei genitori con figli in didattica a distanza.
Oltre la metà delle risorse impegnate, pari a 247 milioni di euro, è destinata al cofinanziamento di azioni di politiche attive a favore dei disoccupati, volte, tra l’altro, al sostegno della creazione di impresa, alla riduzione del costo del lavoro nelle imprese localizzate nelle aree di crisi e appartenenti ai settori maggiormente colpiti dalla pandemia.
Nonostante le difficoltà legate alla pandemia, il livello di risorse impegnate e spese è stato tale da scongiurare il rischio del disimpegno automatico previsto dalla normativa europea. Anche il Piano di sviluppo rurale, su cui ha lavorato anche l’Assessore Carloni, ma era stato già avviato dall’’Assessore precedente, ha avuto un incremento di risorse a seguito del sisma del 2016, passando dagli originari 537,96 milioni di euro a 697 milioni.
Anche la programmazione del Psr è stata interessata dagli effetti della pandemia e nel corso del 2020 è stata approvata una modifica volta ad introdurre alcuni interventi di sostegno temporaneo alle aziende agricole, con una dotazione finanziaria di 6,5 milioni di euro.
Com’è noto, la programmazione europea delle risorse per lo sviluppo rurale, destinata a concludersi nel 2021, come per gli altri programmi, è stata prorogata di due anni, 2021 e 2022. Questo ha comportato un incremento di risorse che ha portato la dotazione complessiva del PSR 2014/2022, a 882.600.000 di euro. Le risorse aggiuntive sono state in parte destinate a nuovi interventi di natura ambientale, finalizzati a dare attuazione ai contenuti del Green Deal europeo ed agli interventi a favore della ripresa economica, con particolare riguardo al sostegno ed alla innovazione, ai metodi di produzione biologica e alle imprese operanti in aree montane.
Anche il Programma di sviluppo rurale ha raggiunto gli obiettivi di spesa previsti per il 31 dicembre 2021 e i dati riportati nella relazione, aggiornati al 30 aprile 2022, rilevano che il 91% delle risorse totali relative a questo periodo risulta “vincolato”, destinato cioè ai beneficiari già individuati o comunque per domande in istruttoria e bandi avviati, rispetto ai quali non siano ancora scaduti i termini di presentazione delle domande.
Per scendere nel dettaglio di qualche dato, ad aprile 2022 risultano oltre 44 mila domande ammesse a finanziamento per un contributo complessivo concesso di circa 676 milioni di euro, che corrisponde al 77% della dotazione finanziaria complessiva del programma per gli anni 2014/2022. Per quanto riguarda il contributo complessivo liquidato, a maggio 2022 si attestava a circa 311 milioni di euro.
Il Programma operativo riguardante i fondi per la pesca vede le Regioni quali organismi intermedi di attuazione di alcune misure, sotto la responsabilità del Ministero delle politiche agricole, alimentari e forestali che rappresenta l’autorità di gestione. Le risorse a disposizione della regione Marche per il periodo 2014/2020 ammontano 31,5 milioni di euro. La Regione Marche ha attivato misure riguardanti lo sviluppo sostenibile della pesca e dell’acquacoltura, la commercializzazione e la trasformazione dei prodotti della pesca e dell’acquacoltura; l’attuazione di questi interventi ha reso possibile, anche per il FEAMP, il raggiungimento al 31 dicembre 2021 degli obiettivi finanziari necessari per evitare il disimpegno delle risorse. Tra le misure attuate segnalo quelle relative a contributi per far pronte alla emergenza Covid, rispetto alle quali sono stati concessi ed erogati più di 2 milioni di euro.
Le iniziative avviate nell’ambito delle linee di intervento dei programmi di cooperazione territoriale europea riguardano temi strategici, quali l’adattamento ai cambiamenti climatici, la prevenzione dei rischi, la tutela dell’ambiente marino, la pesca e l’acquacoltura. L’attuazione di questi programmi sul territorio regionale ha visto la partecipazione di una pluralità di soggetti del territorio quali Università, Enti locali ed altri soggetti pubblici ed enti privati, dando luogo ad un partenariato che ha espresso una positiva capacità progettuale, da consolidare per il prossimo periodo di programmazione 2021/2027.
Voglio concludere questo mio intervento ringraziando la Giunta, il Presidente Acquaroli e gli Assessori Castelli, Carloni, Saltamartini, Latini, Baldelli e lo stesso Assessore alla formazione con cui ci siamo relazionati molto.
Questa nuova programmazione è frutto di un attento confronto non solo con le associazioni di categorie, con i sindacati ma soprattutto con i territori. Questo è importante e credo che sia un segnale utile e giusto.
In più mi preme ringraziare anche il Presidente Acquaroli per aver voluto ed inserito tra le tante linee programmatiche il rilancio dei borghi. In questo momento nei piccoli borghi marchigiani, visto i gravi danni che hanno subito, in primis con il sisma del 2016 e poi con il Covid, non ci sono più tante persone, che sono andate a vivere sulla costa, e le attività, si sono spopolati e per noi è una priorità poterli rilanciare. Sono certo che anche il voto unanime di tutto il Consiglio sulla nuova programmazione, che abbiamo approvato negli scorsi mesi, dimostra un segnale di grande maturità di questa assise regionale nei confronti delle tante categorie, cittadini, imprese, amministrazioni, che aspettano questi finanziamenti e mi auguro che prima possibile la Commissione europea possa sboccarli per metterli a terra perché oggi più che mai è arrivato il momento di dare delle risposte concrete. Ripeto, sono certo che con questi fondi potremmo fare molto. Grazie.
PRESIDENTE. Ha la parola la relatrice di minoranza Consigliera Bora.
Manuela BORA. Grazie, Presidente. E’ proprio il caso di dire grazie alla Giunta regionale per aver rispettato, finalmente dopo oltre due anni, l’articolo 8 della legge regionale n. 14/2006 che prevede che il Consiglio regionale, a seguito della presentazione del rapporto sullo stato di attuazione delle politiche comunitarie, venga convocato annualmente in sessione comunitaria per discutere ed eventualmente approvare gli atti di competenza e di indirizzo validi per l’attività della Regione.
Ho apertamente espresso il mio rammarico per il fatto che non si fosse ottemperato a questa disposizione di legge nel 2021, solo pochi mesi fa, in occasione dell'approvazione della proposta di Programma Fesr e Fse plus Marche 2021/2027. In quella sede feci presente a tutti i Consiglieri che momenti come questo non rappresentano mere formalità, ma importanti momenti di condivisione di risultati e responsabilità, pensati per dare senso e forza a tutta quell’importantissima fase di partecipazione pensata e voluta per migliorare, ampliare e arricchire il dibattito assembleare e rafforzare l’efficacia delle iniziative di gestione della Giunta regionale.
Vorrei infatti ricordare a tutti i Consiglieri, sia di maggioranza che di minoranza, l’importanza non solo tecnica, ma strategica di questo rapporto: si tratta di un documento che non solo fa chiarezza sull’attività sin qui svolta nel corso della precedente e dell’attuale legislatura, ma che rappresenta anche la base di partenza per la realizzazione e quindi l’attuazione del nuovo programma 2021/2027. Perché dare una lettura oggettiva e obiettiva ai dati e alle risultanze del rapporto consentirà, da una parte, di fare ancora meglio se si è lavorato bene nel passato; dall’altra, permetterà di ragionare su ciò che non è andato secondo le aspettative per evitare di ripetere gli errori del passato. Non vorrei soffermarmi troppo sulla prima parte del rapporto quella dedicata alla programmazione 2021/2027 perché ho già palesato le mie preoccupazioni rispetto alle tempistiche e ai ritardi che hanno contraddistinto l’operato della Giunta Acquaroli e questi miei timori vengono confermati oggi, ma non è questa la sede perché ci ritorneremo. Ne approfitto solo per sottolineare che in II Commissione, in sede di audizione con il Dirigente della Direzione programmazione integrata risorse comunitarie e nazionali, siamo stati informati del fatto che i programmi verranno approvati, indicativamente, ad ottobre prossimo, cosa che di fatto rimanderà l’avvio dell’intera programmazione al 2023, ritardando di mesi preziosi la nostra operatività. A differenza di quanto invece sta accadendo in altre Regioni italiane, quali ad esempio il Veneto o l’Emilia Romagna, decisamente più attente e solerti, e alle quali la Regione Marche è stata spesso paragonata nel corso della scorsa programmazione. Il 2 febbraio 2022, con delibera n. 68, l’Assemblea legislativa dell’Emilia Romagna ha dato il via libera al Programma regionale Fesr 2021/2027, che è stato inviato alla Commissione europea per l’approvazione; il Veneto ha approvato in Giunta le proposte di Por Fesr e Fse plus il 18 ottobre 2021 ed in Consiglio il 15 febbraio, ben quattro mesi dopo, quattro mesi preziosi che hanno permesso di espletare tutta la fase partecipativa e consultiva. Per cui sono di nuovo vani i proclami elettorali e le dichiarazioni dell’Assessore Castelli che annuncia trionfalmente da Bruxelles, di aver ricevuto informazioni secondo cui il 19 luglio, a Roma, sarà presentato l’accordo di partenariato tra UE e Italia sull’impiego dei fondi regionali 2021/2027, che vale per l'Italia oltre 40 miliardi di euro e che lui si dichiara pronto ad usare al meglio nella nostra Regione. Certo, pronto ad usarlo ma soltanto nel 2023, viste le tempistiche annunciate e come sopra descritte!
E sempre nella medesima logica di fattiva collaborazione e condivisione per un miglioramento dell’efficienza e dell’efficacia dell’azione amministrativa, sarebbe auspicabile che, nel caso in cui dovessero pervenire osservazioni scaturite da incontri tra i competenti uffici regionali e il nuovo reporter per le Marche del Fesr, l’Assemblea ne fosse messa tempestivamente a conoscenza, così da dare spessore all’approvazione dei documenti definitivi.
Ma non mi dilungherei ulteriormente su questo punto, che ci riserviamo di monitorare con attenzione, e passerei direttamente a trattare, con oltre due anni di ritardo, i contenuti relativi alla programmazione 2014/2020, cui questa sessione del Consiglio regionale è espressamente dedicata.
A quanto sembra, dai dati raccolti si evidenzia, e cito dal rapporto pubblicato sul sito della Regione Marche, complessivamente un buon livello di attuazione sia in termini finanziari che fisici. Per il Fesr si parla di 3060 progetti finanziati, risorse attivate per 561,9 milioni di euro, pagamenti effettuati 223,3 milioni di euro, impegni di spesa pari al 90% della spesa complessiva e un buon livello di spesa pari al 45%. Così come molto buoni sembrano i risultati ottenuti nella gestione del Fse, del Psr, del Fesr e del Feamp. Un rapporto dal contenuto decisamente positivo, quindi, e che dimostra una gestione attenta e performante delle risorse che la Regione Marche ha avuto a disposizione nel corso dello scorso settennio, una programmazione eccellente confermata dai fatti e dai dati. Grazie all’impegno profuso in questi sette anni, non solo dalla Giunta, per quanto riguarda gli indirizzi politici, ma anche delle strutture per quanto concerne l’attuazione degli interventi e la gestione dei bandi, Regione Marche è riuscita a raggiungere il non scontato obiettivo dell’N+3 già nel 2019, con ben sei mesi di anticipo rispetto al timing imposto dalla Commissione europea; è stato raggiunto un livello di impegni del 90% della dotazione e si è registrato un buon livello di spesa dei pagamenti pari al 35%. Tutto questo già a dicembre 2020.
Efficienza che ha consentito l’acquisizione delle previste risorse di premialità, quindi un fatto concreto e non un proclama. Si è lavorato molto e duramente, puntando su progetti di qualità, capaci di innovare le aziende, di renderle competitive nell’ambito della sfida globale dei mercati e soprattutto di creare occupazione duratura, con particolare attenzione ai territori che hanno subito l’ondata di distruzione e spopolamento causata dal terremoto. Siamo stati in grado di riprogrammare le risorse per venire incontro alle mutate necessità a seguito sia della crisi economica, del sisma e, negli ultimi mesi della legislatura, anche della pandemia. Abbiamo contribuito a restituire fiducia alle imprese instillando in loro una grande voglia di riscatto. Si è fatto molto anche sul campo della formazione, integrando costantemente le risorse Fesr con quelle Fse affinché ogni bando garantisse una soglia minima di incentivazione all’occupazione, in particolare giovanile e femminile, grazie ad una strettissima collaborazione tra l’Assessorato alle attività produttive e quello alla formazione e lavoro. Abbiamo tolto i finanziamenti a pioggia che invece adesso sembra essere tornati di moda con questa Giunta e per quanto riguarda la parità di genere, abbiamo inserito premialità rosa in tutti i bandi e abbiamo sempre cercato di agevolare, nei limiti della normativa vigente e delle risorse disponibili, la conciliazione dei tempi di vita e lavoro, aspetti che questa Giunta e questa maggioranza continuano sistematicamente ad ignorare.
E’ dunque evidente che nel 2021 sono stati semplicemente raccolti i frutti del grande lavoro svolto nel corso della scorsa Legislatura, che può senza dubbio vantare una gestione molto positiva e ottime performance certificate sia da XX, Rapporteur della Commissione europea, chiamato a verificare lo stato di attuazione dei fondi europei nella nostra regione, per l’esattezza a Fiastra, nel luglio 2019, che dalla Rapporteur YY per quanto riguarda il programma Fse +, la cui programmazione 2014/2020 ha raggiunto il target di performance, che ha consentito alla Regione Marche di confermare le risorse assegnate. Insomma, la precedente Giunta ha lasciato in eredità alla Giunta attuale una Regione performante, che ha saputo ridurre il divario con le Regioni più innovative. Come si evince dai dati pubblicati a nostra disposizione estrapolati dal Rapporto operativo 2021, si evidenzia, a partire dal 2013, un trend di crescita continuativo che ha interessato principalmente il versante delle imprese. Nell’anno 2020 la Regione Marche conta 145.753 imprese attive, il 3% dell’imprenditoria nazionale, di cui il 94% rientra tra le micro imprese con meno di 10 addetti. Mentre per quanto riguarda la densità imprenditoriale, la Marche risultano essere tra le regioni a più alta densità con 96,3 imprese attive sul 1.000 abitanti contro una media nazionale dell’86,3%.
L’incidenza della spesa per ricerca e sviluppo sul PIL, pur al di sotto della media nazionale, nel lungo periodo è cresciuta passando dallo 0,88% del 2014 al 1,09% del 2018; così come rilevante è la crescita della quota di addetti alla ricerca e sviluppo nelle imprese marchigiane per la quale si rileva una crescita nel periodo 2014/2020 che passa dalle 3,6 unità per 1.000 abitanti del 2014 alle 4,3 unità del 2018. E anche se è vero che ancora molto c’è da fare e le performance non sono ancora ottimali, siamo riusciti ad invertire una tendenza negativa. Sempre nel 2018 il tasso di innovazione, ovvero la percentuale di imprese che hanno introdotto innovazioni di prodotto e di processo, ha fatto rilevare un incremento di 4 punti percentuali rispetto al 2016. Anche il dato sull’intensità brevettuale può aiutare a definire la capacità innovativa della nostra Regione e permette di tracciare la sua evoluzione tecnologica. In particolare si registra una crescita continuativa a partire dagli anni ’80, sia a livello di domande sia a livello di brevetti concessi.
Sul fronte dell’export, poi, dopo un periodo di stabilità, siamo riusciti ad ottenere una marcata crescita delle esportazioni. La capacità di esportare della Regione Marche, definita come valore delle esportazioni di merci sul PIL, è superiore alla media nazionale e a quella delle altre regioni centrali, rispettivamente 29% per le Marche, 26,8% per l’Italia e 22,7% per il centro. Diversamente da quanto avvenuto in Italia nelle Marche, nel 2021 l’incremento degli occupati si è associato ad una diminuzione delle persone in cerca di lavoro. Secondo i dati di rapporto 2021 sull’industria marchigiana di Confindustra Marche e Intesa San Paolo, gli occupati sono aumentati di circa 4.700 unità e nella media del 2021 l’occupazione risulta essere in flessione nell’industria in senso stretto. A pagare il conto più salato sono state le lavoratrici che nel 2021 diminuiscono ancora di 286 unità mentre la crescita occupazionale è tutta maschile.
Anche rispetto alla riduzione delle emissioni di Co2, grazie al rafforzamento della mobilità sostenibile e del trasporto pubblico locale e all’incentivazione della mobilità elettrica e dolce su tutto il territorio regionale, sono stati fatti numerosi passi avanti tanto che la Regione Marche è tra le Regioni italiane con minore produzione di Co2. Un risultato ottenuto grazie ad anni di impegno per l’efficientamento energetico, per l’implementazione di politiche green che hanno permesso alla nostra Regione di essere leader in un settore come quello del fotovoltaico. Viene evidenziato inoltre come nel 2019 nelle Marche la quota dei consumi energetici coperta da fonti rinnovabili fosse pari al 17,3%, superando così il target previsto dal D.M. Burden sharing (15,4%). Una quota che ha registrato un incremento costante a partire dal 2012, un trend positivo che, se dovesse essere confermato, come spero, potrà permettere il raggiungimento dell’obiettivo del 30% fissato per l’Italia dal PNIEC. E vorrei sottolineare che nell’ultimo decennio la produzione nel settore elettrico, nelle Marche come nel resto d’Italia, ha vissuto una forte espansione passando dal 9,2% del 2006 al 26,7% del 2019. Quote che, specie oggi con la crisi energetica che si prospetta a seguito della guerra russo-ucraina, non sono però sufficienti. Insomma, anni di impegno a favore dell’efficientamento energetico e di politiche green che, purtroppo, sembra che nell’ultimo anno di gestione del Presidente Acquaroli siano cadute un po’ nel dimenticatoio, considerato che a fronte di 156 progetti finanziati nell’ambito dell’asse 3, almeno da quanto risulta dalla documentazione prodotta dai servizi competenti, sono stati finanziati soltanto 4 ulteriori progetti nell’asse 4 a dimostrazione di quanto poco attenta sia questa Giunta rispetto a determinate tematiche, per non parlare poi del patto dei Sindaci che grida vendetta al cospetto di Dio.
Infine, ricordo che il Piano finanziario del Por Fesr è stato oggetto di importanti aggiornamenti nel corso del 2020 a seguito dell’attivazione, da parte della Regione Marche, di una serie di iniziative volte a fornire valide risposte ai disagi causati dalla pandemia. Tra queste, l’applicazione del tasso di cofinanziamento UE al 100% per il periodo contabile 1° luglio 2020 – 30 giugno 2021 e l’inserimento di nuove misure per far fronte all’emergenza, quali: gli interventi a sostegno del sistema Confidi, finalizzato al finanziamento delle piccole medie imprese a causa Covid -19, gli investimenti necessari per rafforzare le capacità del complesso dei servizi sanitari di rispondere alla crisi provocata dall’emergenza epidemiologica. Vorrei tuttavia precisare che tutti questi dati analitici si riferiscono ad un quadro economico aggiornato al 31 dicembre 2020, in quanto presenti nel rapporto operativo 2021.
Mi domando quindi, come possiamo noi oggi valutare le ricadute della gestione 2021 sul territorio se non abbiamo ancora a disposizione il rapporto operativo 2022? Il presente dibattito è quindi viziato all’origine da una carenza di informazioni più dettagliate che ci consentirebbero di avere una fotografia più nitida anche degli effetti che le scelte gestionali operate nel 2021 hanno effettivamente avuto su livelli occupazionali, sulla crescita economica, sul numero di imprese attive, eccetera. In ogni caso, oggi la Giunta Acquaroli, con questo rapporto, può declamare i tantissimi ottimi risultati raggiunti, eppure qualche Assessore - vero Carloni? - che oggi tanto per cambiare non è presente in Aula, ha dichiarato senza vergogna, di non aver fatto altro, in questo anno e mezzo di legislatura, che mettere pezze e quindi porre rimedio agli errori commessi dai suoi predecessori, per fortuna, per poi riproporre, senza remore di alcun tipo, gli stessi bandi che erano stati pubblicati negli anni precedenti e che avevano già dimostrato la loro validità. Vorrei ricordare le altre critiche severissime che l’attuale Assessore alle attività produttive Carloni, Consigliere regionale di opposizione nel corso della X Legislatura ed anche in quella precedente, ha rivolto a me personalmente in quanto Assessora alle politiche comunitarie e più in generale all’operato di tutta la Giunta in merito alla gestione dei fondi comunitari. Leggo dal Corriere Adriatico del 15 gennaio 2020: “Il Consigliere Mirco Carloni punta il dito contro l’esecutivo: se la Regione vorrà utilizzare in toto le risorse messe a disposizione dell’Europa, dovrà da qui al 2023 accelerare e praticare uno sforzo molto maggiore di quanto non abbia fatto fino ad oggi. La responsabilità per la lentezza con cui le Marche spendono i fondi strutturali è in primis della Giunta regionale, che ha programmato tardi e male e non ha saputo governare i singoli progetti.” Oppure la Consigliera Marcozzi, a suo tempo Consigliera di minoranza, che ad inizio gennaio 2020 ha definito la Regione Marche una Regione che sta sprofondando e diventando sempre più la Cenerentola d’Italia, dichiarando di trovarsi dinanzi a un chiarissimo esempio di incapacità amministrativa che pesa sulle spalle di tutti noi marchigiani, arrivando addirittura a chiedere le dimissioni del precedente Ceriscioli e di tutta la Giunta prima delle elezioni, prima che altri nuovi errori imperdonabili affossino ancora di più le Marche. Chiederei ora all’Assessore fantasma Carloni e anche alla Consigliera di spiegare a noi tutti quali siano stati questi errori imperdonabili e soprattutto di farci capire quali convinzioni e soprattutto quali dati vi portarono a fare certe affermazioni, viste anche le risultanze del rapporto presentato lo scorso maggio 2021 e quello che oggi stiamo discutendo. Non possono certo ricondurre le loro contestazioni al fatto che le Marche, per la nuova programmazione – ed io aggiungo: perché tanto non lo capiscono più, anche per il fatto che i criteri sono cambiati - sono passate a Regione in transizione, perché tale condizione, al di là del fatto che porta maggiori risorse, è determinata da una crisi generale complessa, aggravata dalla pandemia, che ha pesato di più su aree, come la nostra, caratterizzate da una fragilità strutturale che non ha nulla a che vedere con la gestione del settennio di programmazione comunitaria 2014/2020. Non a caso l’Unione europea ha messo a disposizione risorse aggiuntive. Direi allora oggi all’Assessore Carloni e alla Consigliera Marcozzi che si trovano nella condizione imbarazzante di dover innanzitutto smentire loro stessi. Perché di fatto, chi invece sembra non riuscire a gestire bene la situazione, chi dovrebbe fare uno sforzo molto maggiore – assolutamente si -. e chi ha reso la Regione Marche la Cenerentola d’Italia nel giro di un solo anno di gestione (mi riferisco quindi al 2021) è proprio l’attuale Giunta Acquaroli e l’Assessore Carloni e anche il Vice Presidente.
Mi riferisco in particolare alla gestione dei pagamenti, aspettiamo ancora i miracoli dell’Assessore Castelli, e della certificazione della spesa, ovvero le fasi conclusive della programmazione comunitaria. Come si legge da una nota Ansa del 14 giugno 2022, immagino sfuggita a tutti quelli che prima facevano i professori, la nostra Regione viene definita la “maglia nera” per la spesa nello sviluppo regionale, questo secondo quanto emerge da una analisi degli ultimi dati pubblicati sul portale Choesion. Dati della Commissione europea e aggiornati al 31 dicembe 2021. Ricordo che si tratta di dati al 31 dicembre 2021, ovvero in piena gestione Acquaroli! Sono ancora molte le risorse da spendere, oltre 340 milioni, e, per non rischiare di perdere fondi, l’ultimo pagamento dovrà essere effettuato dalla Regione Marche entro il 31 dicembre 2023.E’ vero, questi dati andranno aggiornati entro questo mese di luglio e mi auguro sinceramente che si possano registrare progressi significativi per scongiurare il peggio. Monitoreremo attentamente la situazione e chiederemo sicuramente conto di come si sta procedendo in merito, attraverso – lo preannuncio sin da ora – una interrogazione sul tema.
In conclusione, ci si aspetta l’onestà intellettuale, ma mi rendo anche conto che significa chiedere troppo, di questa amministrazione nel recuperare in termini positivi la valutazione sull’operato della precedente Giunta relativamente alla gestione della programmazione 2014/2021. Diversamente non si capirebbe, come già detto, la scelta di replicare dell’Assessore Carloni, ma anche di tanti altri, tutti gli avvisi pubblici emanati nel corso dello scorso Governo.
Inoltre, si auspica un’intensificazione dell’attività amministrativa per accelerare la spesa e si chiede di coinvolgere il Consiglio, magari per il tramite della competente Commissione, nella negoziazione della strategia regionale per il nuovo periodo di programmazione.
Il tempo degli alibi è finito, il tempo delle critiche ingiustificate anche. Il rapporto di oggi è una pietra tombale sulle illazioni che abbiamo dovuto sopportare per anni ed è l’attestazione di una eredità molto positiva, lasciata in dote da chi c’era prima all’attuale Governo regionale, che dovrà ora dimostrare di essere all’altezza delle sfide della certificazione della spesa nell’immediato e nella gestione della programmazione del prossimo settennio nei mesi a venire.
Avete iniziato nel modo peggiore, facendo scendere all’ultimo posto in Italia la nostra Regione nei pagamenti certificati. State proseguendo peggio, con una programmazione 2021/2027 senza visione, senza una coerente strategia, attraverso la quale state smentendo le vostre promesse fatte in campagne elettorale. Faccio solo un esempio e vado a chiudere. Quante belle parole ho sentito dal Presidente Acquaroli, dall’Assessore Carloni e dall’Assessore Baldelli sulle aree interne e sulla loro centralità per l’attuale amministrazione regionale. Leggo dal programma elettorale del Presidente Acquaroli: “Rafforzare il riequilibrio territoriale, offrendo uguali livelli di investimenti e servizi dalla costa all’entroterra”. Bene, Veniamo a scoprire che i fondi destinati ai GAL, gruppi di azione locale, che rappresentano le popolazioni rurali, ovvero Unioni Montane e Comuni dell’entroterra, passano dai 60 milioni della programmazione 2014 ai 19,5 milioni previsti per il settennio 2021/2027.
PRESIDENTE. La prego di concludere.
Manuela BORA. E’ una gestione, tanto avremmo modo poi di tornare …
PRESIDENTE. Ha poi la replica se deve concludere.
Manuela BORA. E’ una gestione sbagliata non solo nei contenuti e nelle scelte, ma anche nel metodo. Grazie.
PRESIDENTE. Le ricordo poi che ha il diritto di replica al termine degli interventi, quindi se deve fare una conclusione, una chiosa, a tutta la disponibilità e l’opportunità di farla.
Ha la parola il Consigliere Ciccioli.
Carlo CICCIOLI. Grazie, Presidente. L'intervento della Consigliera Bora, che indubbiamente ha esperienza essendo stata Assessore nella precedente legislatura con delega ai fondi europei, mi impone di cambiare il testo del mio intervento. Avevo provato in qualche modo ad entrare in alcuni aspetti particolari della relazione del rapporto Stato-Regione, invece a questo punto leggerò alcuni dati. Secondo me quando si deve dare un giudizio non bisogna mai essere superficiali, in considerazione che il giudizio personale può essere inquinato dalla passione, quando invece è terzo, viene da organi indipendenti, allora cambiano le cose. Leggerò brevemente l'Ansa del 15 giugno scorso, che cita i dati pubblicati sul portale della Cohesion, dati della Commissione europea, informazioni che sono leggibili e pubbliche sul portale della Commissione europea, le leggo perché ritengo siano esemplari. “Sono le Marche la Regione maglia nera nella spesa del Fondo europeo di sviluppo regionale, Fesr, il più imponente a disposizione dell'Italia per il periodo 2014/2020, per un totale di 36 miliardi di euro. È quanto emerge da un'analisi degli ultimi dati pubblicati sul portale Cohesion Data della Commissione europea, che coprono l’andamento delle allocazioni al 31 dicembre 2021. Alla fine dell'anno scorso la spesa certificata dalla Regione e rimborsata da Bruxelles era per la Regione Marche pari a 244 milioni di euro, il 42% dell'ammontare totale a sua disposizione per il periodo 2014/2020. Restano quindi da spendere ancora 340 milioni in base alle attuali regole, per non rischiare di perdere i fondi”. Teniamo presente che al 31 dicembre 2021 c'era già la Giunta Acquaroli, ma si riferisce a tutto il settennio precedente, alla gestione della precedente Giunta ed anche ad uno spicchio di quella precedente ancora. “Restano quindi da spendere oltre 340 milioni, il 58% in base alle attuali regole per non rischiare di perdere i fondi, l'ultima fattura dovrà essere emessa totalmente entro 31 dicembre 2023. In fondo alla classifica oltre le Marche, l'Abruzzo, la Campania, il Piemonte e l'Umbria, tutte sotto il 50%, stando agli ultimi dati disponibili al 31 dicembre 2021. Lo stesso vale per la Calabria, i dati considerano l’insieme del Fesr e del Fondo sociale europeo. Nell'uso di quest'ultimo risulta essere la penultima Regione dopo la Basilicata, ferma al 47%. Non va meglio nell'uso del Fondo europeo agricolo per lo sviluppo rurale; alla fine dell'anno scorso erano 10 le Regioni che avevano certificato meno della metà della spesa. La Puglia è ultima, la penultima è la Regione Marche preceduta da Abruzzo, Liguria, Toscana, Friuli-Venezia Giulia, Piemonte, Umbria, Emilia-Romagna e Molise. I dati sull'andamento della spesa per i programmi – poi chiudo perché è troppo lungo – e per Regioni dovrebbero essere aggiornati entro luglio di quest'anno e si potrebbero registrare dei progressi proprio in funzione della necessità di accelerare l'esecuzione dei progetti al fine di non perdere i fondi, che scadono il 31 dicembre 2023. Intanto si avvicina il via libera dell’Unione Europea all'accordo di partenariato per la programmazione 2021/2027: tra risorse europee e cofinanziamento nazionale il piano vale circa 75 miliardi. Un evento per annunciare l’intesa e illustrarne i dettagli a livello nazionale potrebbe esserci nella seconda metà di luglio”.
Questa è la comunicazione ufficiale sul portale dell'Unione europea, sono i dati illustrati dall’Ansa del 15 giugno. C'è un poeta veneziano del 700 che scriveva delle opere come la famosa frase: “un bel silenzio non fu mai scritto”, questo è il caso in cui sarebbe stato meglio tacere.
I problemi ce l’hanno tutti, li avrà anche questa amministrazione che fatica con le strutture ereditate ad andare avanti, però abbiamo questa opportunità di avere un fondo ordinario di 1.074.000.000, più un'adduzione straordinaria di 750 miliardi per le Marche, una cifra significativa, il 66% in più rispetto alla programmazione precedente.
Il fatto di essere finiti in transizione e che la pandemia ci ha colpito duramente sono due indicatori negativi, però ci danno la possibilità di incrementare del 66% rispetto al 2014/2020 le risorse disponibili da dedicare ai cinque obiettivi strategici, di cui i più importanti sono: la trasformazione economica intelligente e innovativa, la connettività, le infrastrutture, l'economia verde, la mobilità, che sottolineo perchè le Marche purtroppo sono una regione scarsamente infrastrutturata e dimenticata, una sorta di cerniera tra nord e sud, ma senza le vie di comunicazione adeguate.
Certamente la Giunta regionale ha cercato di fare, va riconosciuto il merito all’Assessore Castelli, una serie di incontri e di tavoli tecnici con tutti i Sindaci della regione. Sono stati ben nove gli incontri ed io ho partecipato a quattro. Sono stati a Fermo, Ascoli Piceno, Tolentino, io sono stato a Jesi, a Senigallia, a “l’Europa più intelligente, all'Europa più verde”. Devo dire che c'è stato un cambio di passo, un'ampia concertazione tra i soggetti che devono usufruire delle spese, invece che una programmazione verticistica, dall'alto.
Certamente le difficoltà sono moltissime, ma la più grossa che ha incontrato la Giunta precedente è la capacità di spesa, sulla quale ci deve essere un'ampia riflessione perché a volte succede che i fondi ci sono e non si riescono ad utilizzare, metà delle Regioni non riescono ad utilizzarli, purtroppo le Marche a secondo della graduatoria sono le ultime o le penultime al 31 dicembre 2021, quindi bisogna andare in questa direzione.
La prima cosa è un efficientamento, la seconda, che mi permetto di dire, è un progetto strategico. Più volte in questo Consiglio sono intervenuto per sottolineare il ruolo nuovo che il centro Italia ha. In genere in Italia si è parlato sempre di un nord avanzato e di un sud sottosviluppato che non riesce a decollare. Il centro Italia è stato un po' diviso, una parte agganciata al nord, soprattutto la Toscana, in parte le Marche e l'Umbria, mentre l’altra parte, in particolare l'Abruzzo, era più coesa con le regioni meridionali. Oggi invece c'è questa fascia nuova, in transizione o quello che volete, che non è così veloce come il nord, non è così innovativa, non ha le stesse opportunità, ma non è neanche in una situazione di difficoltà e di disagio come il sud. In questo centro Italia passano i nuovi indicatori di sviluppo. Il Sole 24 Ore più volte ha pubblicato delle tabelle, che attribuiscono al centro Italia delle opportunità in forte sviluppo e ripresa per una serie di valutazioni. Le Marche in questo centro Italia è la regione che potrebbe essere più fortunata perché situata al centro del mare Adriatico, quindi una regione naturalmente dialogante con la costa, con l'altra sponda dell'Adriatico, in particolare la Croazia. I programmi regionali ci sono già con la Croazia. La Macro Regione Adriatico-Jonica rappresenta un’opportunità per dare centralità alle Marche nella logistica, nell’arrivo di merci ed oggi il trasporto delle merci e anche delle persone, ma soprattutto delle merci, è un indicatore fortissimo di sviluppo. Se riusciamo ad azzeccare il ruolo che in questo momento ci viene dato da meccanismi diversi, che francamente l'Adriatico ha già conosciuto … In un convegno recentemente ho citato qual è stata la fortuna delle Marche nei secoli. Quando l'impero romano era nel mondo conosciuto scelse Ancona, a cavallo tra l'anno zero, la nascita di Cristo, e l’anno 100 come porto per l'oriente. Al porto di Ancona c'è l'Arco di Traiano del 79 dopo Cristo, che la città di Ancona gli dedicò. Ancona era il porto dell'intero impero romano per l'oriente ed è stato il primo porto che ha conosciuto i moli artificiali. La prima urbanizzazione del porto è stata fatta dall'imperatore Traiano, che poi nella città fu molto osannato, misero le statue d’oro sopra l’Arco di Traiano, che poi furono rubate nel basso medioevo. La città poi conobbe quasi mille anni di oscurità, per poi recuperare con il primo Comune marinaro, perché diventa, prima della Repubblica di Venezia, prima della Repubblica di Amalfi, il primo Comune marinaro con gli statuti, intorno al 1100, un luogo di intensi scambi commerciali con l'altra sponda dell'Adriatico, in particolare Ragusa e il Medio Oriente.
Per capire come stavano le cose, dal porto di Ancona partirono ben due crociate, una finita male, l’altra invece andata meglio. Ancona fu sempre un porto marinaro e da qui San Francesco partì per andare a convertire in Terra Santa, fu il secondo periodo d'oro. Il terzo periodo d’oro fu sotto lo Stato Pontificio, quando come logistica le Marche divennero centrali, anche perché nel frattempo vi nacquero 4/5 Papi, da Sisto V a un Papa di Cingoli, un Papa della Genga nel ‘700 ed altri. Il porto di Ancona divenne il porto dello Stato Pontificio (non Civitavecchia che non esisteva) e ci furono grandissimi investimenti, come quelli di Vanvitelli, che, primo caso di gara alterata, vinse un appalto per fare delle chiese a Roma, ma poi decisero che, siccome era d'origine olandese, doveva andare via e lo mandarono ad Ancona per ripiego, togliendogli l'appalto vinto e facendogli fare la Mole Vanvitelliana, che è il Lazzaretto, la Chiesa del Gesù e una serie di cose importanti. Il porto conobbe nel 700 un altro periodo d'oro, poi quando Venezia divenne importante schiacciò il libero Comune di Ancona.
Oggi il porto di Ancona può diventare, e di rimando di tutto l'entroterra, pensiamo all'interporto di Jesi, il terminal dell’Oriente, di tutti gli scambi di merci con l’Oriente. Può diventare un polo di sviluppo per l'Adriatico, la capitale, il porto più importante dell'Adriatico, prima di Trieste, Venezia, Bari, in quanto ha delle potenzialità enormi. Dobbiamo giocarci questa partita e con i fondi europei possiamo farcela anche perché quando arriveranno i fondi di sviluppo ci sarà un meccanismo sinergico di altri fondi e questo significa che, al di là di questa legislatura, possiamo mettere in piedi un meccanismo in cui, come ha scritto qualche settimana fa sul Messaggero un economista sociologo in un articolo molto importante, il centro Italia può diventare un territorio chiave come quando c'erano i Medici a Firenze, i più grandi banchieri d'Europa, come la cultura e il Rinascimento ad Urbino.
Abbiamo questa carta da giocare e dobbiamo farlo un po' tutti insieme, si può partire anche da cose minori. Su questa Zes ...
PRESIDENTE. La prego di concludere.
Carlo CICCIOLI. Su questa Zes ritengo fondamentale che il porto di Ancona abbia almeno un'area franca e abbia un investimento in qualche ettaro edificato. Queste sono le prospettive su cui dobbiamo giocarci le politiche comunitarie. Grazie.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Marinangeli.
Marco MARINANGELI. Grazie, Presidente. Vorrei partire da una fotografia realistica di quello che stiamo vivendo: una crisi che è iniziata nel 2008 con una forte riduzione del Pil regionale, che purtroppo ad oggi non è stato ancora in qualche modo recuperato, i fatti del sistema creditizio locale, la recentissima guerra russa-ucraina, che ha attivato un processo di progressivo indebolimento dei punti di forza del nostro sistema produttivo regionale, per cui il settore manifatturiero ha subìto più di altri e come gli altri effetti negativi, non ultima la crisi pandemica in cui l'Europa e gli Stati membri si sono mossi bene ed hanno fornito una risposta mirata, altrettanto forte e finalizzata da un lato per tutelare la salute dei cittadini e dall'altro per cercare di arginare i danni di questo tsunami che si è abbattuto sulla vita di tutti quanti noi, anche da un punto di vista economico.
Risulta dunque indispensabile, in linea con le normative comunitarie, sostenere politiche attive del lavoro in grado di contrastare i processi in atto e favorire in qualche modo l'inserimento occupazionale dei disoccupati attraverso interventi volti ad aumentare l’occupabilità, come gli interventi formativi e di sostegno, anche alla creazione di nuove imprese.
Chi mi ha preceduto ha ricordato un po' di numeri del periodo di programmazione 2021/2027, con una valutazione che va oltre il miliardo di euro, quindi sono molte le possibilità finanziarie per cercare di invertire la rotta, tra l'altro l'incremento di circa il 66% delle risorse è dovuto al fatto, purtroppo, che la nostra Regione Marche è scesa nelle Regioni denominate di serie B, quindi tra le Regioni in transizione. Questo nel male ci ha portato un bene con un incremento di risorse importanti per circa il 66%.
Le priorità del programma saranno rivolte prevalentemente al tema dell'occupazione, con circa il 37% della dotazione del Por Fse, con interventi di politica attiva per favorire l'inserimento occupazionale dei disoccupati, con interventi per le pari opportunità e di genere e per l'inclusione sociale, alla quale è destinata circa il 32% delle risorse. Voglio anche ricordare che i giovani fino a 35 anni di età sono quelli che più di altri hanno risentito negativamente delle conseguenze della crisi del mercato di lavoro.
Tante sono le cose da fare, soprattutto quelle su cui voglio dare un contributo. una risposta, i cui dettagli sono stati relazionati sia dal Consigliere Putzu che dalla Consigliera Bora.
Invito tutti ad avere un atteggiamento più propositivo, che eviti personalismi e accuse dato che il momento è davvero delicato.
La necessità di uscire da questa palude deve essere un obiettivo di tutti noi, deve essere il fine che ci accomuna perché siamo qui per dare risposte. Quando si parla di mancanza di visione, consentitemi di dire, penso di poter affermare tranquillamente il contrario, se non altro per il metodo con il quale ci siamo mossi, l’ha ricordato il Consigliere Ciccioli, quello del confronto con gli enti locali e con i cittadini. Sono stati nove gli appuntamenti su tutto il territorio regionale, è stato un momento di ascolto delle istanze e degli attori del territorio, consentendo anche di acquisire una serie di indicazioni che poi sono state riportate nelle linee programmatiche del programma 2021/2027. Anche in questo senso dobbiamo attribuire un merito che è di fatto innovativo, senza giudicare gli altri, perché la definizione dei programmi è stata avviata a partire dalle esigenze concrete dei territori e non più da una visione accentrata, centralistica, centralizzata, che spesso, purtroppo, in qualche modo ha condizionato, minato l'efficacia attuativa delle azioni che erano state programmate. Questo per ribadire che la visione c'è, è stata attuata e concretizzata attraverso un confronto costante con tutti gli attori in campo e questo atteggiamento, consentitemi di dire, ha determinato un altro fattore importante, di cui spesso abbiamo parlato, cioè il riequilibrio territoriale, che non vuol dire solo est-ovest, non vuol dire solo Gabicce Mare e San Benedetto del Tronto, ma significa anche est-ovest, significa anche dire l'entroterra con la costa.
Rimane un giudizio favorevole del percorso fatto fin qui. Grazie.
Presidenza del Vicepresidente
Gianluca Pasqui
PRESIDENTE. Ha la parola la Consigliera Casini.
Anna CASINI. Grazie, Presidente. Sono basita, ho sentito degli interventi, ho saputo molte notizie sul porto di Ancona, a parte il Vanvitelli che conosco bene per questioni scolastiche, ho sentito parlare delle crociate, tutto molto interessante, peccato che stiamo parlando del rendiconto dei fondi comunitari.
Ritengo che tutto questo sia molto utile e forse anche costruttivo per la mia cultura, quindi apprendo volentieri, però mi sarebbe piaciuto parlare nel merito e capire come dalle crociate e dal Vanvitelli si possa arrivare a qualcosa che non è l’autorità portuale, perché non è di questo che stiamo parlando.
Mi farebbe piacere anche capire rispetto alla portualità, in particolare rispetto alle imbarcazioni da pesca, per quale motivo le Marche, che hanno circa 800 imbarcazioni, hanno messo soltanto 500 mila euro a disposizione per l'aumento del carburante, mentre il Molise, che ne ha 90, ha messo 1 milione di euro e la Puglia, che ne ha 1.400, ha messo 3 milioni di euro, visto che parliamo di questioni che non c'entrano niente con la programmazione comunitaria.
Voglio anche ricordare a chi ha detto: “Spendiamo i soldi così la Comunità europea ce li dà”, a chi ha detto queste frasi e siede in questo Consiglio che la Comunità europea ce li ha già dati, sono fondi assegnati alla Regione Marche nel 2014 taluni, altri invece, per esempio del Piano di sviluppo rurale, sono stati assegnati per i due anni di transizione 2020/2021. Ci sarà una modalità diversa che ancora è in discussione, l’Assessore lo sa certamente, la redazione dei piani non sarà più di competenza delle singole Regioni, ma vedrà una competenza individuata in capo al Governo centrale, al Ministero dell'agricoltura, con delle declinazioni territoriali che ancora non si conoscono bene.
Il Piano di sviluppo rurale nel 2014/2015, quando l'abbiamo modificato, era un pacchetto di 537 milioni di euro, con delle misure e delle azioni che rimangono le stesse perché non c'è stata nessuna modifica da parte della Giunta o dell'Assessore delle misure e delle azioni del Piano. La programmazione che è stata effettuata nel 2015 è esattamente la stessa, vengono ripetute le stesse misure, vengono stanziate le risorse che nel frattempo la Comunità europea ha dato, cioè 185 milioni di euro per le due annualità in transizione, che vengono postate nelle stesse misure e con gli stessi bandi che c'erano nella programmazione precedente dato che non è stata cambiata, presumo in attesa della modifica delle modalità di erogazione.
Si tratta di un pacchetto di 537 milioni di euro che sono stati dati dalla Comunità europea nel 2014, al quale si sono aggiunti 160 milioni di euro, che sono stati negoziati con le altre Regioni d'Italia, il 3% del Piano di sviluppo rurale di ogni Regione è stato donato alla Regione Marche per il terremoto. Un pacchetto donato del quale la Regione Marche ha preso il 62%, pari a 160 milioni (537 più 160), 700 milioni di euro rispetto ai quali gli uffici hanno sempre raggiunto N+3, non ci sono stati mai problemi con la Comunità europea, sono state fatte molte modifiche al Piano di sviluppo rurale determinate dalla concertazione con i territori. Non si può dire certo che sia cambiata la modalità perché la modalità della concertazione e della condivisione con le associazioni ed i territori c’è sempre stata. Proprio in base a questa concertazione il Piano di sviluppo rurale è stato cambiato almeno 8/9 volte per renderlo più aderente alle esigenze. L’importo complessivo adesso è di 882 milioni di euro, dei quali il 77% è stato concesso ai beneficiari, diciamo che è stato assegnato, non c'è la rendicontazione, quindi non posso sapere quante di queste risorse sono state rendicontate perché c'è soltanto quello che è stato erogato, poi spetterà all’ente pagatore, ad Agea, erogare eventualmente.
Non mi pare che ci siano state delle modifiche essenziali, non trovo nulla, l’unica modifica, Assessore, lo ripeto, è l'azzeramento di tutti i quadri dell'agricoltura che non erano certo stati scelti per logiche politiche, ma per logiche di professionalità. Ho trovato un po' strana questa cosa, che siano stati azzerati in alcuni casi tutti i quadri, ma rispetto a questo mi riservo di fare un'interrogazione, quadri che avevano portato all’eccellenza del Piano di sviluppo rurale, anche grazie ai rapporti di collaborazione, grandissimi e ottimi, sia con il Ministero dell’agricoltura che con la Comunità europea.
Penso anche agli aiuti di Stato, mi chiedo per quale motivo ci siano state queste modifiche, questi tagli di teste, che onestamente mi fanno pensare più a pratiche primordiali che ad una organizzazione. Mi meraviglia che lei non sappia che sono state cambiate tutte le posizioni organizzative dell'agricoltura, ho detto i quadri, per intenderci, che avevano prodotto questi risultati, che non sono certo stati raggiunti negli ultimi tre mesi.
Parliamoci onestamente, il Piano è stato impostato nel 2014/2015, è poco comprensibile questa modifica ulteriore, probabilmente lei ha in mente di fare un salto di qualità, che noi aspettiamo con ansia, vedere come organizzerà questa nuova programmazione perché fino adesso abbiamo visto soltanto la riorganizzazione del personale. Grazie.
PRESIDENTE. Ha la parola l’Assessore Carloni.
Mirco CARLONI. Grazie, Presidente. Grazie, Consigliera Casini, per le domande poste ed anche per il modo in cui le ha formulate, devo dire che le ho apprezzate molto. Non credo che sia il caso di stravolgere o cambiare in modo assoluto l’organizzazione. Ritengo che quando si arriva in un'amministrazione, a me è capitato più volte di governare ed anche di prendere lezioni, si debba avere rispetto per chi c'era prima, per chi ha lavorato e per come ha lavorato, poi mentre si procede si vede anche quello che c’è da correggere, che probabilmente avrebbe corretto chi c’era prima di noi se fosse rimasto. Tuttavia, non ho inflitto nessun cambio ai quadri, come li ha chiamati lei, ma la riorganizzazione delle P.O. è un assetto che è stato fatto per tutta la Regione. Nel Servizio ho lasciato fare al Capo dipartimento insieme all'autorità di gestione, che conoscono molto meglio le SDA, e le posso garantire che personalmente non sono intervenuto su nessuna delle scelte compiute, anzi, come metodo in generale, penso che chiunque mi conosca sa come lavoro, ho detto soltanto di capire chi erano i più bravi e di sostituire le persone che magari avevano voglia di lavorare di meno, che come è noto c’è in tutte le organizzazioni, con quelle più brave e volenterose.
Non ho dato altre indicazioni, peraltro, già dal primo giorno in tutti i miei Servizi ho specificato che per me quello che succede anche ai dirigenti ed ai funzionari fuori dalla Regione, politicamente, ciò che votano, quelle che sono le loro idee, nulla ha a che fare con il servizio e con quello che svolgono. Per me uno può anche essere per la rivoluzione proletaria, ma se è bravo a governare, ad amministrare e a dare seguito alle scelte della Giunta, è una persona da premiare al di là di quello che pensa. Questa è stata l'indicazione che ho dato al dottor XY, che lei conosce e a cui può chiedere se è vero. Personalmente non impongo nessuna volontà, tanto meno di azzerare, ho visto anche tante cose che non andavano, le ho segnalate e l’ho sempre filtrate attraverso i dirigenti, mai direttamente.
Per quanto riguarda invece l’N+3 c'era l’evidente rischio, penso che lei lo sappia meglio di me, che l'anno 2020, soprattutto l'anno 2021, avrebbe avuto il pericolo di non rispettare N+3 per una serie di valutazioni, probabilmente anche dipendenti dal Covid e dal fatto che è stato aggiunto un pacchetto importante per il terremoto. Gli uffici sono stati sottoposti ad una pressione molto pesante sull'esecuzione delle pratiche e si è rischiato di non rispettare l’N+3 nel 2021 e anche nel 2020. Colgo l'occasione per dire che più volte ho stimolato in modo anche forte il servizio a cercare di rispettare e di fare in tutti i modi possibili la rendicontazione prevista dall'Europa. C'erano alcuni settori che l'Europa ci segnalava, per esempio la misura leader che era in ritardo rispetto alla rendicontazione ed era una penalità che non potevamo permetterci, così come le altre vicende legate anche ai pagamenti e all'organismo pagatore.
Tuttavia non concordo con quanto ha detto sulla programmazione transitoria 2021/2022 perché noi quei soldi li abbiamo ricollocati con dei bandi, chiedendo diverse volte le autorizzazioni alla modifica del Psr. Abbiamo modificato alcune valutazioni, non abbiamo stravolto, penso alle premialità e ad alcune vicende. Anche ieri abbiamo chiesto un’autorizzazione alle modifiche, che sono state il frutto di un confronto con le associazioni di categoria, con i beneficiari che ci hanno segnalato le varie problematiche che si riscontrano nell'utilizzo della misura Psr, perché è un mondo nel frattempo è cambiato, pensiamo ad esempio ai costi operativi. Difficilmente in passato l'agricoltura subiva delle accelerazioni sui costi come quelle che sono in vigore in questo momento. Quindi tutte le misure che danno contribuzione pubblica legata agli investimenti, ad esempio, risentono di questo fatto, così come il contributo sul gasolio agricolo, che era un fenomeno molto statico. La vicenda dello sbalzo di valore del costo energetico ha cambiato in modo importante questa materia e per la prossima programmazione, che è frutto ancora di una trattativa, abbiamo riunito tre volte un comitato con tutte le associazioni di categoria ed anche con quei professionisti che hanno apprezzato molto di essere stati coinvolti, dagli agronomi, agli agrotecnici, ai periti, ed abbiamo anche chiesto quale potesse essere la semplificazione su alcuni argomenti. Per esempio nessuno poteva immaginare che passando dal metodo della preventivazione sui costi a quello del preziario .., tutti noi eravamo convinti che fosse una semplificazione, purtroppo con lo sbalzo dei costi e dei prezzi questo è diventato un problema anziché un vantaggio. Sono quelle cose che si riscontrano solo vivendo e con l'umiltà di chi sa che va corretto continuamente il tiro rispetto a certe scelte.
Abbiamo di fronte un'altra programmazione che si è chiusa recentemente, che è la 2023/2027, che vede una rotazione percentualmente rispetto alla precedente, al netto del terremoto, di circa 58 milioni in più, dovuti al riparto che è stato fatto in tutta l'Italia. Noi abbiamo concorso, lo dico ai Consiglieri, ad una nuova modalità di riparto che doveva ancora di più essere premiante per noi, ma che purtroppo si è residualmente erosa, tenendo conto che è stata una trattativa durata 2 anni con la Commissione politiche agricole e recentemente siamo riusciti a trovare un accordo, che non prevede soltanto il criterio storico com'era stato fatto sempre in passato, ma ha aggiunto altri criteri, tra cui la densità agricola della Regione e altre dimensioni, altre valutazioni che hanno un po' penalizzato le Regioni meridionali, che hanno invece beneficiato del riparto storico, andando in favore di altre Regioni che hanno minori quantità di terreni, ma una densità agricola e un'attività imprenditoriale molto più fertile e anche molto più numerosa. Nel complessivo siamo riusciti a far passare questo nuovo criterio, che ha introdotto altre valutazioni oltre a quello storico.
Abbiamo di fronte una programmazione che sarà diversa da quella del passato, lei lo sa bene, per la prima volta non sarà la Regione a gestire i fondi del programma di sviluppo rurale, ma sarà lo Stato. Devo dire che sinora il rapporto è stato molto diretto, ci hanno chiesto la ripartizione che stiamo inviando in queste ore, dopo esserci confrontati con le associazioni e aver trovato l'intesa perché era questo il mio desiderio. Abbiamo raggiunto l'accordo con tutti i sindacati e chiederemo il riparto che tenga presente tutte le sensibilità scaturite su quei tavoli, in cui le riunioni sono state anche molto difficili perché ci sono interessi contrapposti molto diversi. Credo che il riparto inizierà dal prossimo anno e precisamente i primi mesi del prossimo anno, nel frattempo abbiamo la necessità di rendicontare l’N+3 attuale, che sarà anche un po' difficile per le ragioni che ho detto prima, perché i costi stanno facendo un danno su alcune misure, specialmente in quelle in cui ci sono più risorse, come la 4.1.
Detto questo, spero di aver risposto alle domande e la ringrazio anche per il garbo che ha usato, che purtroppo non vedo in tutti i Consiglieri dell'opposizione. Grazie.
Presidenza del Presidente
Dino Latini
PRESIDENTE. Dichiaro chiusa la discussione generale. Ha la parola il relatore di minoranza Consigliere Putzu.
Andrea PUTZU. Grazie, Presidente. Molto volentieri, non era tatticismo, tecnicismo, anche perché non ci sarà un voto e non voglio creare qualche subbuglio a qualcuno, ci mancherebbe altro.
Non posso che esprimere soddisfazione per il dibattito che è stato fatto in quest'Aula, anche in merito a questo tema. Voglio ringraziare l’Assessore Carloni che ha dato delle delucidazioni, delle risposte in merito ad alcune questioni sollevate anche all'opposizione, ma io vorrei fare ammenda su una questione e ci tengo a dire che su questi temi tutti dovremmo essere parte attiva, piuttosto che parte critica. E’ normale e giusto da parte dell'opposizione evidenziare le criticità, dire ciò che nella scorsa legislatura è stato fatto, ci mancherebbe altro, anch'io nella mia esposizione da relatore di maggioranza ho riconosciuto ciò che è stato fatto nella vecchia programmazione. Penso che sia giusto, scontato e necessario dare atto di ciò che la Giunta scorsa ha fatto e dei risultati che sono stati raggiunti, però ci tengo anche a dire che spero che ci siano meno critiche e più proposte sulla nuova programmazione, questo lo voglio sottolineare. Abbiamo fatto i lavori in Commissione sulla programmazione europea, li abbiamo fatti in Aula e ci siamo confrontati. La Giunta ha avuto il coraggio - non so se la Giunta precedente l’ha fatto - di incontrare i Sindaci nei territori, così come su altre questioni, non solo sulla programmazione europea. Questo per noi è un passo importante, che dobbiamo fare tutti, faccio appello alla responsabilità di tutti nel saper collaborare.
Voglio ringraziare pubblicamente l’Assessore Carloni per avermi dato l’occasione di convocare il tavolo della moda, apprezzato dalle associazioni di categoria, parliamo delle associazioni datoriali e sindacali, in cui abbiamo discusso; erano presenti anche dei dirigenti, che ha fatto benissimo l’Assessore a delegare, anche perché sulla programmazione europea 2021/2027 possiamo coinvolgere le associazioni sindacali, le situazioni datoriali, e per questo lo voglio ringraziare. Ad esempio per la prima volta nella storia il tavolo della moda è stato riunito dal Presidente di Commissione ed è stata coinvolta anche l’opposizione, cosa che prima magari non veniva fatta. Credo sia un momento partecipativo per dare delle risposte ad un settore in crisi com’è quello della moda, del calzaturiero e molti altri. Tutti insieme siamo andati ad ascoltare le proposte delle associazioni di categoria e sindacali e credo che da quel confronto siano uscite delle proposte concrete.
Grazie di nuovo Assessore Carloni. Infine ringrazio tutti voi per questa importante discussione anche se non c’è il voto, c’è stata una grande attenzione su questo rapporto da parte delle forze politiche di maggioranza e di opposizione, non parlo solo in qualità di relatore di maggioranza, ma anche come Presidente di Commissione, sono contento ed orgoglioso. Quello che chiedo, se è possibile, è di concentrare meno tempo per le critiche e più per le proposte, perché dal 2021 al 2027 con questa nuova programmazione europea ci aspettano delle sfide importanti. Le imprese non vogliono vederci litigare, ma vogliono avere delle risposte (le aziende ed i lavoratori) così come le associazioni, così come i tanti Comuni ad esempio sul dissesto idrogeologico. Su questo è importante, oggi più che mai, dimostrare grande responsabilità, da parte mia c’è disponibilità, come ci sarà da parte della maggioranza.
Sono molto contento anche per il lavoro che è stato fatto e mi auguro che da parte dell’opposizione, così come ha votato favorevolmente e all'unanimità la nuova programmazione europea, ci sia grande responsabilità quando verranno messi a terra dei bandi con suggerimenti importanti per le risposte al nostro territorio, che in questo momento sono più che mai fondamentali. Grazie.
PRESIDENTE. Ha la parola la relatrice di minoranza Consigliera Bora.
Manuela BORA. Grazie, Presidente. Ringrazio il Consigliere Putzu per il gesto di galanteria a cui sono poco abituata, nonché ringrazio il capogruppo di Fratelli d’Italia per aver letto l’Ansa del 15 giugno, perché è proprio qui che si legge la bontà di quanto riferito nella mia relazione. Si può cogliere meglio, mi dispiace per lui che ha fatto un autogol, l’infondatezza delle critiche alla precedente Giunta e la fondatezza alla Giunta Acquaroli.
Il problema principale per la nostra Regione oggi, per quanto concerne i fondi europei, è la spesa certificata ed è su questo che siamo indietro, ed è proprio quello che dice l’Ansa. Ma siamo indietro per l’inerzia di questi ultimi due anni, che avrebbero dovuto essere dedicati solo a spendere le risorse già impegnate fino al 2020. L'attività della Giunta regionale tra il 2015 e il 2020 non è stata incentrata, come è ovvio, sullo spendere le risorse perché andavano fatti i bandi e andavano impegnate bene le risorse prima di metterle concretamente nelle tasche delle imprese e anche delle amministrazioni locali.
Sull’impegno delle risorse, come ci dice il rapporto, le Marche sono una Regione modello perché abbiamo impegnato tutte le risorse con percentuali oltre il 90%. Sulla spesa notiamo che il trend dei pagamenti negli ultimi due anni è lo stesso di quello dei 5 anni precedenti e ciò è inaccettabile perché la spesa certificata avrebbe dovuto segnare un balzo in avanti. E’ l’unica cosa che doveva fare la Regione oltre ad impostare ed a portare in Consiglio la proposta di programmazione 2021/2027, cosa peraltro, come dicevo, con mesi e mesi di ritardo rispetto ad altre Regioni più virtuose, tanto più che il suo glorioso Assessore al bilancio, Castelli, più volte ha detto che avrebbe fatto miracoli nell'accelerazione dei pagamenti, miracoli che non solo non si sono registrati, ma addirittura abbiamo registrato dei peggioramenti, per cui - non si vede perché ho la mascherina, ma le assicuro, Consigliere Ciccioli, glielo dico con il sorriso sulle labbra - “Un bel silenzio non fu mai scritto” è una lettura che le consiglio di rispolverare ad agosto sotto l’ombrellone. Anzi, a proposito di estate, se le fa piacere, al rientro dalle ferie sarà mio gradito ospite nel mio ufficio perché sarò felice di spiegarle meglio le basi della gestione amministrativa delle risorse pubbliche e dei bandi, dato che c’è una fase di impegno che prevede la predisposizione dei bandi, una fase di gestione dei bandi stessi, la gestione delle domande pervenute, l’istruttoria, il monitoraggio e l’analisi del rendiconto presentato dai beneficiari, poi una fase conclusiva che è quella dei pagamenti, che è proprio quella che è chiamata a gestire la Giunta Acquaroli e che l’ha impegnata, se la matematica non è un’opinione, negli ultimi due anni del settennio.
Mi accingo alle conclusioni rispetto a quanto dichiarato dallo stimato Consigliere Marinangeli, mi dispiace evidenziare che il riequilibrio territoriale questa Giunta lo fa togliendo i fondi ai Gal che rappresentano le popolazioni rurali delle aree interne, che si vedranno depauperate da tutti i punti di vista. In che modo le chiedo - poi avremo modo di tornarci in Commissione e non solo, anche in Aula perché ad ottobre, spero, torneremo qui a discutere della nuova programmazione 2021/2027, comunque la domanda ve l’anticipo - avverrà questo riequilibrio territoriale? Altro che uguali investimenti e servizi tra la costa e l’entroterra, sono decurtati di 2/3 gli investimenti regionali tramite le risorse europee e così facendo saranno decurtati di 2/3 anche i servizi che non potranno più essere finanziati cospicuamente come nel settennio scorso. Probabilmente avreste tolto tutti i Gal se ciò non fosse stato vietato dalla normativa comunitaria. D'altronde, Consigliere Marinangeli, i Gal adottano un approccio go to map, cercano un approccio dal basso, la condivisione a cui prima tanto si riferiva e invocava. Una partecipazione e un coinvolgimento dei territori, dei cittadini e degli stakeholder nella gestione, una modalità che non appartiene a questa Giunta che predilige un approccio top-down, solo se sono loro ad essere al top e gli altri sono al down.
Una gestione sbagliata, tra le best practice …, mi fa piacere che il Consigliere Putzu, a cui riconosco onestà intellettuale, pregio forse più unico che raro all’interno della maggioranza ne abbia parlato. Best practice riguardo al tavolo della moda, per fortuna lui che ne ha parlato perché in due anni non è stato fatto nulla, se non proclami sconfessati dagli stessi partecipanti alle iniziative. Ho visto che, anche se con grave ritardo, si è ripreso il progetto del legno arredo che aveva dato tante soddisfazioni.
Noi saremo qui come sempre con proposte.
E’ importante partire dai dati, se poi queste critiche rappresentano mala gestio non ve la potete prendere con gli altri, ma fatevi una bella autocritica perché, come ho detto prima, se qualcosa è stato fatto bene, si può fare meglio, se qualcosa non ha funzionato bisogna capire perché e non rifare gli stessi errori. Grazie.
PRESIDENTE. Ha la parola l’Assessore Carloni.
Mirco CARLONI. Grazie, Presidente. Voglio dire alla Consigliera Bora che ha espresso una preoccupazione legittima sulle difficoltà di rendicontazione finale della precedente programmazione che, con molta trasparenza, non so in quale Commissione si possa fare questa cosa, vi porterò un quadro analitico dei dati sulle rendicontazioni, anche prima della pausa estiva, perché se ci sono delle criticità credo che sia bene renderle note senza giocarci tanto attorno, non sono responsabilità della politica, ma molto dipende anche da chi ha creato una progettualità ed oggi fa un po' di fatica a rendicontarla. Anche gli uffici avvertono questo problema, per cui se è possibile, dopo la pausa o anche prima, farei un confronto molto trasparente sulla situazione, sui numeri e su come questi possono essere gestiti.
Sui Gal, che vedo diventato il life motive della minoranza, c'è un fatto che è incontrovertibile, il responsabile del Commissario europeo all’agricoltura nell’unica riunione fatta ci ha contestato la politica agricola regionale proprio sul punto dei leader perché avevamo una rendicontazione tra le più basse d'Europa nella programmazione 2014/2020, perché non erano state spese e rendicontate adeguatamente le risorse.
Ho previsto quello che era necessario e prevedibile per i Gal, lo dico con molta trasparenza, anche qui ci sono quelli che funzionano molto bene, che hanno fatto anche dei progetti interessanti, e quelli che non funzionano. Non sono mai per salvare il bambino e l’acqua sporca, bisogna dividerli. Secondo me, lo annuncio, lo sapete, non c’è bisogno di fare misteri, nella prossima programmazione, a prescindere i Gal, non toglieremo il finanziamento, non solo quello previsto dalla legge, in quanto sono uno strumento necessario, però vi dico anche che la mia idea è quella di premiare in modo differenziato l'utilizzo delle risorse in base alla reale capacità amministrativa e di gestione delle stesse perché stiamo parlando di risorse che servono all'agricoltura e non possono essere lasciate giacenti senza essere spese, oppure, non so se a voi è capitato in passato, non può essere che le imprese o i Comuni, che hanno fatto dei progetti con i Gal, aspettino anni di poter ottenere un contributo di cui sono aggiudicatari grazie ad un bando.
Questi fenomeni di cattiva gestione secondo me vanno tenuti presente, senza attribuire una responsabilità a qualcuno, però non siamo tutti uguali, tutti abbiamo scoperto che uno non vale uno, quindi, se un Gal funziona gli diamo dei soldi, se non funziona non glieli diamo. Grazie.
PRESIDENTE. Ha la parola il Presidente Acquaroli.
Francesco ACQUAROLI. Buongiorno Presidente, buongiorno a tutti. Vorrei fare alcune precisazioni, cercando anche di riportare la discussione alla dimensione del periodo che stiamo affrontando, con tutte le difficoltà annesse.
Chiaramente è giusta una discussione sulla capacità di spesa. Anche la nostra Giunta che ha seguito il tratto finale della programmazione 2014/2020 deve prendersi le sue responsabilità. Credo che noi abbiamo operato ed agito su un quadro abbastanza definito, mi permetto di dire anche in uno stato molto avanzato, perché se così non fosse sarebbe stato grave, ma se della programmazione 2014/2020 deve prendersi la responsabilità dei sette anni precedenti una Giunta che si insedia a ottobre 2020, significa che qualcosa non porta.
Al di là di questo noi ci prenderemo le nostre responsabilità per quello che è stato il tratto novembre 2020-dicembre 2021, anche nel mettere mano ad alcuni approcci differenti.
Penso che senza polemica dovremmo concentrarci su quella che è la sfida importante che vogliamo mettere in campo nella nuova programmazione. Un approccio che deve vederci protagonisti ed il più possibile uniti in maniera costruttiva perché credo che rispetto al 2014/2020, in cui le difficoltà c'erano, il periodo che stiamo attraversando oggi, con la pandemia, la guerra, con la crisi delle materie prime e la crisi energetica, sia un passaggio molto complicato non solo per la Regione Marche, ma per l'Europa intera.
Questa sessione comunitaria dell'anno 2022 credo che debba essere anche un momento per fare una riflessione approfondita. Noi avremmo a disposizione un numero di risorse importanti, che diventeranno per la nostra Regione un'opportunità, ne abbiamo già parlato in tanti momenti, ma credo che i cinque obiettivi strategici, le riunioni fatte sul territorio e la ricerca di una condivisione con gli enti locali, come con le categorie sindacali, siano e devono essere un punto di forza rispetto alla nuova programmazione europea.
La Giunta regionale ha definito con propria delibera n. 1555 dell’1 dicembre 2020 un quadro strategico regionale per la programmazione, con l'attivazione di un comitato di indirizzo e di un comitato tecnico, oltre che di cinque tavoli dei lavori corrispondenti a cinque obiettivi strategici della nuova programmazione: “Un’Europa più competitiva e intelligente”, “Un’Europa più resiliente, più verde e a basse emissioni di carbonio, attraverso la promozione di una transizione verso un’energia pulita ed equa” - pensate a quando nel dicembre 2020 abbiamo fatto alcune valutazioni e al quadro che viviamo attualmente – “Un’Europa più connessa”, “Un’Europa più sociale ed inclusiva”, “Un’Europa più vicina ai cittadini”.
Da luglio 2021 è entrato nel vivo il percorso di ascolto, come è stato ricordato prima, non solo di ascolto, ma anche di concertazione, che è arrivato a una conclusione con una maggiore consapevolezza rispetto a quelle che erano le aspettative richieste, in un territorio che abbiamo cercato di tenere in debita considerazione nelle nostre linee strategiche.
Oggi la Giunta ha adottato un approccio che possiamo definire innovativo, lo abbiamo fatto aprendoci, come ho detto prima, ascoltando e concertando. La definizione dei programmi è stata avviata a partire dalle esigenze concrete dei territori opportunamente indirizzate e non più da una visione accentrata e da una programmatoria centrale, che spesso ha minato l'efficacia attuativa delle azioni. Al termine del percorso di ascolto, a partire da gennaio 2022, quindi praticamente sei mesi fa, sono stati definiti due programmi operativi Fesr e Fes plus, in stretto accordo con gli uffici di attuazione regionale. I programmi sono stati discussi e approvati dalla Giunta il 21 marzo 2022 per l'avvio del confronto in Consiglio regionale. L'Assemblea legislativa ha approvato il 14 aprile 2022, praticamente poco meno di tre mesi fa, con voto favorevole all'unanimità - anche qui credo che bisogna riconoscere, ed è stata riconosciuta quel giorno del voto, una partecipazione che ho apprezzato molto di tutta l'Assemblea legislativa- le due proposte di programmi licenziati con le deliberazioni amministrative n. 32 per l’Fse plus e n. 33 per il Fesr. Parliamo di un numero di risorse molto importanti che tra la programmazione UE e programmazione complementare superano il miliardo di euro. Parliamo di 882 milioni per la programmazione UE e di 154 milioni per la programmazione complementare.
Senza occupare uno spazio importante credo che dobbiamo concentrarci con grande attenzione sul tema del rilancio del sistema economico e delle priorità delle piccole e medie imprese che sono e vogliono essere gli elementi caratterizzanti della nuova programmazione, con la destinazione di un ammontare di risorse senza precedenti a sostegno delle imprese. Parliamo di 143,5 milioni di euro per sviluppare la capacità di innovazione, oltre 131,3 milioni di euro per rafforzare la crescita e di 36 milioni di euro per favorire la digitalizzazione.
Il tema della priorità della rivitalizzazione dei borghi, le risorse che prendiamo dalla programmazione europea e quelle che sono messe dalle Regioni ammontano circa a 100 milioni di euro: 80 milioni di euro per la programmazione europea, con il ricorso a strumenti innovativi flessibili per rispondere alle crisi aziendali mediante la costituzione di un fondo permanente per le politiche attive; 10 milioni di euro da destinarsi ai lavoratori ed alle imprese in crisi che agiscono attraverso la presa in carico, l'orientamento e la formazione professionale, la formazione continua, i tirocini, le borse lavoro, le borse di ricerche e anche sostenendo la creazione di nuove imprese.
Sono elementi caratterizzanti quelli che abbiamo cercato di mettere in campo con la capacità di saper cogliere, come ho detto prima, la sfida che la nostra Regione è chiamata ad attraversare.
Abbiamo cercato e cerchiamo di concentrarci sugli interventi, sulle priorità, che sono state riconosciute da tutti, che sono le imprese e la tutela dell’ambiente, l'occupazione e l'inclusione sociale. Stiamo cercando di farlo semplificando l'accesso alla programmazione europea perché riteniamo che attraverso la semplificazione e la standardizzazione degli avvisi si possa favorire la più ampia partecipazione di soggetti e velocizzare le procedure di erogazione delle risorse ai beneficiari.
Credo sia questo uno degli elementi fondamentali per far sì che la nuova programmazione europea possa essere più fruibile ed in percentuale far raccogliere le possibilità a tutti i nostri territori, alle nostre imprese ed agli enti locali. Il rafforzamento della capacità amministrativa delle amministrazioni pubbliche, sia quelle regionali che gli enti locali attuatori degli interventi, prevede risorse specifiche che consentono di poter gestire correttamente le risorse assegnate, che non sono mai state così ingenti.
Gli ultimi aggiornamenti in base al percorso del partenariato sono i seguenti: “L’accordo di partenariato verrà finalmente firmato il 19 luglio dal Ministro per il sud e la coesione territoriale e dalla Commissaria europea. E’ un passaggio atteso perché l'accordo stabilisce le regole di ingaggio della programmazione comunitaria ordinaria e renderà possibile l'approvazione dei programmi. Il negoziato dei programmi Fesr e Fse plus della Regione Marche procede bene, sappiamo che i tempi sono in linea con i percorsi istituzionali e crediamo comunque nell'autunno di poter addivenire ad una fase che è quella più attuativa, piena, che potrà portare ai bandi e all’inizio della nuova programmazione, anche con l'attuazione dei programmi stessi.
Quella che ci attente è una sfida complicata, per carità, è interessante anche guardare indietro, ci sono stati delle polemiche e anche uno scontro politico anche oggi nella seduta odierna, ma la parte importante è a luglio 2022, quella che guarda al futuro e non al passato.
Su quello che è stato il nostro ruolo nella programmazione che si sta chiudendo, credo che sia importante e fondamentale per tutti valutare la Giunta Acquaroli quando a metà dell'anno 2025 si andranno alle nuove elezioni regionali e si potranno vedere lo stato di avanzamento della programmazione 2021/2027 e come i nostri interventi e l’impostazione che abbiamo dato, dai tavoli di ascolto, alla concertazione, ai programmi che sono calati nei bandi, saranno stati efficaci o meno per risollevare le sorti dalla nostra Regione per questa fase di transizione, oppure se non lo saranno stati.
Concentrando la sfida politica ed anche il dibattito politico a quella data, oggi risulta importante continuare a lavorare affinché queste risorse ed opportunità vengano spese bene a favore delle imprese marchigiane, dei nostri territori, che sono stati duramente colpiti dalla crisi sismica e purtroppo dalla crisi portata dalla guerra, che è ancora in corso in Ucraina, con tutti gli effetti devastanti sulla competitività del nostro sistema marchigiano italiano ed europeo. Grazie.
PRESIDENTE. Non ci sono risoluzioni presentate, come ha detto prima il Consigliere Putzu, pertanto questo punto all'ordine del giorno termina qua.
Interrogazione n. 456
ad iniziativa dei Consiglieri Biancani, Vitri, Mangialardi, Bora, Carancini, Casini, Cesetti, Mastrovincenzo
“Modalità di rinnovo del certificato di abilitazione all’acquisto e all’utilizzo dei prodotti fitosanitari da parte degli utilizzatori professionali”.
(Svolgimento)
PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca l’interrogazione n. 456 dei Consiglieri Biancani, Vitri, Mangialardi, Bora, Carancini, Casini, Cesetti, Mastrovincenzo.
Ha la parola, per la risposta, l’Assessore Carloni.
Mirco CARLONI. Grazie, Presidente. Il certificato di abilitazione all'acquisto e all’utilizzo dei prodotti fitosanitari, che viene chiamato patentino fitosanitario, è uno strumento fondamentale per il corretto impiego dei prodotti chimici e non sulle culture agrarie e sul verde pubblico. La formazione che permette di ottenerlo e di rinnovarlo insegna come ridurre al minimo i possibili effetti nocivi sull'ambiente, sugli utilizzatori e sui consumatori finali. Le tecniche per ottenere questi risultati vengono aggiornate e migliorate continuamente dai progressi della ricerca scientifica, dall'evidenza dell’utilizzo alle applicazioni in campo.
La relativa formazione risulta in continua evoluzione e la verifica dell'apprendimento di nuove metodologie disponibili risulta fondamentale per permettere l'utilizzo di questi prodotti soltanto in determinate situazioni necessarie con la costante attenzione nel raggiungere il minimo impatto possibile sull'ambiente e sulla salute pubblica.
Attualmente gli uffici competenti stanno provvedendo alla redazione di un nuovo regolamento in ambito fitosanitario, volto anche a semplificare le procedure per il rinnovo del patentino, per il quale si prevede, vista l'importanza sopraccitata, una modalità di verifica del corretto apprendimento, con la differenza che non sarà più sotto forma di test finale con la commissione di esame, ma verterà in un check di controllo effettuato dallo stesso ente formatore contestualmente alle fasi finali del corso, senza ulteriore aggravio di tempo per i frequentatori.
Si aggiunge inoltre, che in base all'esperienza maturata con la pandemia Covid, che ha avuto dei buoni risultati sul piano didattico, si sta valutando anche la possibilità di far effettuare i corsi di formazione di abitazione relativi all’apprendimento in modalità remota, così da agevolare i partecipanti, evitando onerosi viaggi, soprattutto nel caso non fossero disponibili i corsi nelle loro zone. Grazie.
PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno, il Consigliere Biancani.
Andrea BIANCANI. Grazie, Presidente. Assessore, ho ascoltato la sua risposta, ho capito che ci sarà un nuovo regolamento che prevede l'attività di formazione anche perché accedere al patentino è importante, fondamentale, anche perché nel tempo sono cambiati i prodotti.
Vorrei capire se il test finale, che attualmente è previsto, sarà sostituito da un check di controllo, che sarà forse un esame.
Anche a me sta a cuore il corretto utilizzo di queste sostanze che possono essere pericolose sia per la salute degli agricoltori, che di chi poi deve mangiare quei prodotti.
Ci sono alcune Regioni, come l'Emilia-Romagna, l’Abruzzo e l’Umbria, in cui si prevede il corso di formazione, ma non è previsto un test finale, benissimo, che alla formazione segua il superamento di un esame, ma il successivo rinnovo in molte Regioni avviene senza il test finale, anche perché il Piano di azione nazionale non prevede un test finale al successivo rinnovo, dato che questo viene vissuto come un appesantimento anche burocratico rispetto all'attività che magari in Regioni confinanti non viene svolta.
Se mi fa la cortesia di darmi la risposta, se ha qualcosa di scritto, così magari posso capire bene se sarà previsto o no il test finale. Grazie.
Interrogazione n. 478
ad iniziativa della Consigliera Lupini
“Laboratorio analisi dell'Ospedale Engles Profili di Fabriano: ritardi nella validazione referti, prossime carenze di organico di tecnici e possibile rischio di chiusura”.
(Svolgimento)
PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca l’interrogazione n. 478 della Consigliera Lupini.
Ha la parola, per la risposta, l’Assessore Saltamartini.
Filippo SALTAMARTINI. Grazie, Presidente. Con questa interrogazione la Consigliera Lupini chiede informazioni in merito alla funzionalità del laboratorio analisi dell'ospedale di Fabriano.
La risposta alla sua interrogazione, in cui si parla addirittura di tagli o di riduzioni delle prestazioni, è che questa notizia è assolutamente falsa, infondata, dal momento che l'impegno assunto dalla maggioranza e dall'Assessorato è quello di potenziare l'ospedale di Fabriano che è un ospedale di zona montana disagiata e copre alcuni servizi che non riuscirebbero ad essere coperti, peraltro, da altri plessi ospedalieri, da altri ospedali per acuti.
Detto questo, si deve tener conto che i ritardi che sono stati riscontrati su alcuni esami dei pazienti hanno riguardato cinque giorni, dall’ 11 al 17 maggio, e questo è avvenuto per l'installazione di un aggiornamento tecnologico nella catena chimica, quindi c’è stato un ritardo nella trasmissione dei referti che si è tradotto in due ore, dalle ore 10.00 alle 12.00.
Per quanto riguarda l'organico dei dirigenti biologi, sappiamo che oggi ne sono presenti 6, 2 sono assenti dal servizio per paternità, ma figurano in organico, ed 1 è in quiescenza. Per coprire questa figura è stato bandito un concorso, per cui abbiamo già 5 biologi in graduatoria. Per quanto riguarda la graduatoria approvata posso dire che le assunzioni saranno realizzate - do lettura integrale dell’appunto – “in tempi brevi o relativamente brevi. Il procedimento di per sé non comporta tempi particolarmente lunghi: c’è una prima fase in cui c’è la richiesta dell’Area vasta 2 al Cur; la seconda fase di assegnazione di 2 biologi all’Area vasta 2, la tempistica dell'Asur è legata a fattori diversi, come quello di aggregare le richieste di altri enti del servizio appartenenti all’Asur; la terza fase riguarda l'interpello nell’Area vasta 2 dei nominativi comunicati al Cur. Gli uffici stimano che tutto si possa compiere entro 50/60 giorni”.
Per quanto riguarda questo servizio noi abbiamo un interesse importante e significativo, lo abbiamo già detto più volte, anche in sede di presentazione della legge n.13 di riforma, per dare risposte alla domanda.
La struttura organizzativa, non solo il reparto analisi di Fabriano, ma tutte le altre strutture complesse del plesso ospedaliero di Fabriano, dovrà essere riorganizzata sulla base della legge n. 13 per far fronte alle domande. L’organizzazione deve garantire che i cittadini di Fabriano e di questo ampio comprensorio montano e di sede disagiata abbiano le risposte a Fabriano, non in Umbria, non a Jesi e da nessun'altra parte. Per fare questo percorso dovremmo aspettare l'attuazione della legge n.13, l’individuazione e l'autonomia dell’Area vasta con un Direttore generale e a gennaio 2023 la predisposizione dell'atto aziendale attraverso cui dovrà essere riorganizzata la struttura organica dell'ospedale di Fabriano, di Jesi e di Senigallia, tutti e tre questi plessi formano, come sappiamo, il plesso unico di Area vasta di primo livello.
Confermo l'impegno politico della Giunta e della maggioranza a far sì che l'ospedale di Fabriano possa avere quelle risposte che fino ad oggi non ha avuto, come riteniamo non le abbiano avute i cittadini a causa della macro-organizzazione dell’unica Azienda, che è l’Asur regionale, la quale non è riuscita a coordinare gli interventi e a dare risposte specifiche ai territori. Grazie.
PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatta o meno, la Consigliera Lupini.
Simona LUPINI. Grazie, Presidente. Grazie, Assessore, per la risposta che è stata netta e perentoria, di cui teniamo conto perché non è la prima volta che porto il disagio non solo degli operatori, ma soprattutto degli utenti del laboratorio analisi di Fabriano, che vedeva a maggio, che è la data dell'ultima segnalazione pervenutami, 4 biologi presso la banca degli occhi e zero assegnati al laboratorio analisi di Fabiano.
Sappiamo che i referti sono validati da eccellenti professionisti del laboratorio analisi di Jesi da remoto, misura che può essere utilizzata, ma non è pensabile rallentare così tanto, come ci è stato segnalato, non solo in occasione del riaggiornamento del sistema, dato che sono mesi e mesi che ci viene segnalato questo ritardo davvero preoccupante e pericoloso per la salute, che chiaramente, essendo da remoto, può avere dei tempi lunghi. Questa è una domanda che ci poniamo.
Questo blocca le dimissioni dei pazienti perché non arrivano i referti degli esami, quindi, i medici non possono decidere se dimetterli. Soprattutto le persone che sono in condizioni di grande fragilità devono aspettare per la risposta di alcuni esami molto sensibili, a volte è successo, anche due mesi. E’ per questo che porto in Aula questa grande preoccupazione. Siccome questo è un film che abbiamo già purtroppo visto in altre occasioni, questa voce che si è sollevata nel territorio, di un’intenzione di chiusura, andava discussa e chiarita. Staremo a vedere il suo impegno quale ricaduta effettiva avrà per le analisi dell’ospedale Profili di Fabriano.
Risultano anche delle segnalazioni riguardo a prossime prevedibili carenze di organico perché già sappiamo che qualcuno andrà via per diversi motivi, ed insistiamo con grande urgenza ed attenzione affinchè l’organico venga ripristinato e messo in condizioni di lavorare nei tempi che un laboratorio analisi deve rispettare. Grazie.
Interrogazione n. 488
ad iniziativa della Consigliera Ruggeri
“Iniziative per il contrasto alla mobilità sanitaria passiva nel territorio provinciale di Pesaro e Urbino”.
(Svolgimento)
PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca l’interrogazione n. 488 della Consigliera Ruggeri.
Ha la parola, per la risposta l’Assessore Saltamartini.
Filippo SALTAMARTINI. Grazie, Presidente. E’ molto interessante rispondere a questa interrogazione, anche alla luce di tutto ciò che sta veicolandosi nei mezzi di comunicazione di massa in relazione alla legge n. 13.
L’Area vasta 1, cioè la provincia di Pesaro, risente di un problema atavico, di diversi anni, per cui di fatto è l’Area vasta in cui i cittadini ricorrono principalmente alla sanità della Regione Emilia-Romagna, facendo pagare alla sanità della nostra Regione un prezzo altissimo per la mobilità passiva, che è stato nell'anno 2021 di 76.175.000 euro, nell'anno 2019 di 76.770.000 euro, nell'anno 2018 di 76.775.000 euro.
Stiamo parlando della mobilità dall’Area vasta 1, della provincia di Pesaro, principalmente verso l'Emilia-Romagna, che copre quasi l'80% di tutta la mobilità passiva della Regione Marche. Questo significa in modo inconfutabile che l'attuale organizzazione della sanità nella provincia di Pesaro e Urbino e nell’Area vasta 1, basata su due plessi ospedalieri …, è l’unico caso a livello nazionale in cui un’unica provincia ha due aziende, un'azienda ospedaliera e un'azienda che ha ospedali nei territori, Urbino e Pergola, e questo determina chiaramente un’inaccettabile situazione di disservizi sanitari per i cittadini.
Facendo la fotografia delle prestazioni, che non sono garantite o che sono richieste nell'Emilia-Romagna, occorre tener conto che sono prestazioni a bassa intensità che si sviluppano principalmente in day surgery. Si tratta esattamente di: sostituzione di articolazioni maggiori, impianto agli arti inferiori, 9 milioni di spesa; interventi sul ginocchio senza diagnosi principale, 2 milioni di spesa; interventi sul piede, 1 milione di spesa; interventi su spalla, gomito e avambraccio, 1,4 milioni di euro di spesa; diagnosi del sistema muscolo-scheletrico del tessuto connettivo, 1 milione di euro. Al pubblico invece ci si rivolge per interventi alla spalla, al gomito, all’avambraccio, eccetto interventi maggiori sull'articolazione, anche qui 1 milione di spesa; per la sostituzione di articolazioni maggiori o di reimpianto degli arti inferiori, 1,2 milioni di spesa. Si tratta di prestazioni che vengono richieste in Emilia-Romagna che riguardano l'ortopedia e l'area di riabilitazione funzionale, che cosa intendiamo fare? Sulla base di questi dati che sono stati anche approfonditi da uno studio dell’Università Politecnica delle Marche, dall'Università Bicocca di Milano, intendiamo ristrutturare il sistema allargando le potenzialità del presidio ospedaliero Marche nord anche al territorio. Sia chiaro che qui non sono richieste, come ho già detto, prestazioni di alta specializzazione come quelle a cui è l'Area vasta 1, ed in particolare nell’area Marche nord, può dare riscontro a molti cittadini in termini di elevata professionalità e competenza.
Abbiamo intenzione di rimettere il sistema in sesto e di prevedere la riunificazione delle due aziende: l’Area vasta 1, l’Asur, e Marche nord, ciò comporterà una riduzione dei costi perché ci sarà un solo Direttore generale, oggi ce ne sono due, quindi non è vero tutto quello che è stato propagandato sui mezzi di comunicazione di massa e non è vero che la fuga verso l’Emilia-Romagna riguarderà l'alta complessità, non è vero che i medici di Pesaro si devono sentire in pericolo perché c'è tutta l’attenzione e l'intenzione da parte della Regione di potenziare la sanità di Pesaro e di Fano e attraverso la realizzazione del nuovo ospedale, che sarà un ospedale moderno, inseriremo anche tutta la tecnologia, si parla di una spesa di 30/35 milioni di euro per tutte le attrezzature elettromedicali.
Abbiamo fatto una scommessa: cancelliamo la cattiva sanità delle precedenti amministrazioni, dei precedenti 25 anni che, con un dato inoppugnabile, mandava i cittadini pesaresi nell'Emilia-Romagna, lanciamo la sfida per garantire queste prestazioni nella provincia di Pesaro; dopo 20 mesi questa è la nostra sfida, i risultati potremmo averli nei prossimi mesi. Grazie.
PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatta o meno, la Consigliera Ruggeri.
Marta RUGGERI. Grazie, Presidente. Abbiamo predisposto questa interrogazione quando lo studio elaborato dalle università, che il Presidente e l'Assessore hanno reso pubblico, mi sembra, il 7 luglio, non era ancora confezionato, per cui ci siamo basati sulla gestione allegata al bilancio di esercizio 2020 dell'Azienda sanitaria unica regionale, Asur. Già da allora quello che ha detto l'Assessore emergeva abbastanza con chiarezza.
Abbiamo fatto una ricognizione, che credo sia preziosa, nelle premesse della nostra interrogazione che parte dal 2018. Ricordo che l'Azienda è stata costituita con Fano e Pesaro insieme nel 2009, e quanto emerge purtroppo è esattamente il quadro che poi è stato confermato dallo studio fatto dalla Politecnica delle Marche.
La mobilità passiva è molto alta nella nostra provincia, altissima, e corrisponde in effetti a prestazioni di bassa intensità, non di alta intensità, quindi, rafforzare il territorio è quello che noi andiamo dicendo da tanto tempo: dubbi sulla utilità o meglio sul fatto che l'azienda abbia centrato quanto doveva. Nell'atto aziendale si legge che l'Azienda Marche nord avrebbe dovuto costituire un punto di riferimento per il contesto provinciale, oltre che uno strumento per ridurre la migrazione dei residenti al di fuori della regione ed attrarre pazienti da altre. Purtroppo questo risultato, dico purtroppo perché è stato un problema che abbiamo vissuto e che difficilmente credo verrà risolto in tempi brevi, non è stato centrato. Adesso vedo le vostre proposte che non rigetto e che prendo in considerazione, le valuteremo come Movimento 5 Stelle e speriamo che centrino la questione ma, come dice lei, lo si vedrà nei prossimi mesi, forse nei prossimi anni.
Di una cosa la pregherei, Assessore, visto che parlate spesso di partecipazione, non lasciate i Consiglieri regionali di opposizione fuori dalla porta perché quello che abbiamo visto sin d’ora, che all'assemblea dei Sindaci dell’Area vasta hanno partecipato solo i Consiglieri regionali del centro-destra, è una brutta pagina in un momento così delicato in cui viene messa mano alla riforma della sanità che aspettavamo da tanti anni. Vedere le cose alla finestra, soprattutto discusse in Commissione ed in Aula con questa celerità può non essere un buon segno, anche perché qui nessuno ha pregiudizi, ma vorremmo fare un buon lavoro, dando anche il nostro contributo.
Detto questo, l'altra questione che vorrei sollevare è relativa all'urgenza verso la quale oggi mi sono espressa nella riunione dei capigruppo in modo contrario, e sul metodo perché una riforma di questa importanza prevede tutto un altro tipo di concertazione, che purtroppo ad oggi non c'è stata, né in Commissione, né in Aula, né nelle sedi deputate, come l'Assemblea dei Sindaci d'Area vasta. Da parte nostra non ci saranno pregiudizi nell'analizzare la riforma della legge n.13, però nello stesso tempo mi sento di stigmatizzare una modalità di lavoro che non condivido per niente. Grazie.
Interrogazione n. 512
a iniziativa dei Consiglieri Vitri, Mangialardi, Biancani, Mastrovincenzo, Carancini, Cesetti, Casini
“Chiarezza sui lavoratori in somministrazione nella sanità delle Marche”.
(Svolgimento)
PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca l’interrogazione n. 512 dei Consiglieri Vitri, Mangialardi, Biancani, Mastrovincenzo, Carancini, Cesetti, Casini.
Ha la parola, per la risposta, l’Assessore Saltamartini.
Filippo SALTAMARTINI. Grazie, Presidente. I lavoratori in somministrazione alla Regione Marche sono 7.
L'articolo 69 del decreto-legge 21 maggio 2021 n. 69 ha previsto che ai lavoratori in somministrazione comparto sanità, in servizio dalla data del 1° maggio del 2021, è riconosciuta un'indennità connessa all'emergenza epidemiologica in atto, il cui importo limite di spesa è di 8 milioni l'anno, dal 2021, ed è definito con decreto del Ministero della salute. Si tratta di un emolumento che non viene stabilito dalla contrattazione collettiva, ma direttamente dal decreto-legge e suddiviso sulla base di un decreto ministeriale.
Il decreto ministeriale, per le 7 persone che sono state individuate nella nostra Regione, comporta un'indennità forfettaria connessa all'emergenza epidemiologica di 791 euro pro capite. Queste indennità sono oggetto di una erogazione che l’ufficio del personale sta predisponendo.
Vorrei approfittare di questa interrogazione che riguarda i trattamenti, per chiarire nuovamente il problema connesso al personale. Rivendichiamo ancora una volta, in questa sede, così come faremo nella Conferenza delle Regioni, che ci sia da parte del Governo la riapertura degli equipaggi Usca a cui la Regione Marche non nega il trattamento di 40 euro, perché occorre evitare di fare demagogica o di diffondere notizie false.
La contrattazione decentrata riguarda il livello di produttività, una somma di denaro marginale che le amministrazioni possono garantire per certi servizi, con il concorso e il riconoscimento dei sindacati, a dei lavoratori, ma si tratta generalmente di somme che sono spalmate in modo omogeneo su tutti i lavoratori.
Sostenere che la Regione potrebbe modificare la tariffa da 23 a 40 euro con la sua contrattazione collettiva, così come hanno fatto altre Regioni, non corrisponde a verità. E’ necessario essere sempre seri quando si fa politica perché la politica è una scienza che riguarda il rapporto diretto con la democrazia e con il sentimento dei cittadini.
Per quanto ci riguarda se il Governo interviene siamo disponibili a caricare sul bilancio della Regione la corresponsione dei 40 euro per il personale Usca, a cui oggi non possiamo corrispondere questo trattamento.
I 7 lavoratori di cui stiamo parlando percepiranno 791,76 euro stabiliti dal decreto del Ministero della salute e penso di poter dire che sono somme incongruenti poiché decurtate dall'Irpef costituiscono un ben poco riconoscimento delle prestazioni di questo personale.
A nome della maggioranza auspico che i trattamenti del personale alla sanità siano rivisti in aumento per riconoscere quel merito che tante volte ha portato le classi politiche o amministrative o dirigenziali a chiamarli eroi. Sono eroi non solo nelle prestazioni, ma dovrebbero esserlo anche nei trattamenti, quindi piena solidarietà al personale della sanità nelle rivendicazioni riguardo ai trattamenti remunerativi. Grazie.
PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatta o meno, la Consigliera Vitri.
Micaela VITRI. Grazie, Presidente. Ringrazio l’Assessore Saltamartini per la risposta e vorrei che questa mia interrogazione fosse anche un invito, un sollecito, a verificare e ad andare a fondo a questa questione, che non è una richiesta superficiale o di poco conto, perché lei oggi ha ribadito che i lavoratori nel comparto sanità in somministrazione sono solo 7, a noi non risulta questo numero, anzi ne risultano 34.
Se è vero, e non ho motivo di dubitare di quello che lei ha detto, cioè che vengono considerati eroi anche da questa Giunta, è giusto allora che siano considerati tali, valorizzati e che percepiscano lo stesso contributo di 791 euro che hanno avuto i loro colleghi.
Secondo i dati ufficiali, e non sono campati per aria, della NIdiL Cgil di Pesaro e Urbino, solo nella provincia di Pesaro e Urbino sarebbero 34 i lavoratori in somministrazione con l’agenzia Randstad.
Ricordiamo che i lavoratori in somministrazione sono a tutti gli effetti dei professionisti in ambito sanitario, così come quelli assunti pubblicamente, ed hanno dato il loro supporto e si sono impegnati con gli stessi sacrifici degli altri nel momento in cui ne avevamo bisogno. Quindi, a tutti gli effetti hanno diritto allo stesso contributo previsto dal decreto legge n. 41 del 2021 “Misure urgenti in materia di sostegno alle imprese ed agli operatori economici, di lavoro, salute e servizi territoriali, connesse all’emergenza Covid 19”, il cosiddetto contributo di premialità Covid.
Continuo a non capire perché lei oggi ribadisce che sono 7 se i dati della NIdiL Cgil invece ne attestano 34, tutti nella provincia di Pesaro e Urbino.
I somministrati, che qualcuno ha chiamato anche lavoratori interinali, in questa Regione sono utilizzati come una risorsa di serie B e non come eroi, come lei stesso ha detto poco fa. Oltre alla precarietà causata dalla tipologia del contratto di lavoro, hanno subìto anche disattenzioni gravissime come questa perché a loro non è stata retribuita questa premialità di 791 euro. Un danno esclusivamente per i lavoratori, ma anche per tutti gli utenti che si rivolgono alle strutture sanitarie e che si ritrovano dipendenti sottopagati e sfruttati, a cui si fa ricorso solo nei momenti più disperati, quando ne abbiamo bisogno.
Sappiamo per certo che per poter erogare ora questa premialità ai lavoratori, la invito nuovamente a verificare i dati tabellari, la Regione Marche deve mandare la tabella aggiornata al Ministero, se risultano solo 7 lavoratori in somministrazione nelle altre Regioni ce ne sono molti di più. Voglio fare solo un riferimento e poi chiudo, il Piemonte ad esempio aveva 1.004 lavoratori in somministrazione del comparto sanità, la Valle d’Aosta pur essendo piccolissima, più piccola delle Marche, ne aveva 266, la Lombardia addirittura nella tabella che ha mandato al Ministero ne ha 2.294, il Veneto 195, l’Emilia Romagna 651, la Toscana 1.600 e l’Umbria 95, perché nelle Marche ne risultano solo 7 quando in realtà ce ne sarebbero almeno 34? Non possiamo risparmiare e far finta di non vedere questi lavoratori del comparto sanità. Solo la Regione Marche ne ha 7, in tutta Italia è l’unica che ne fa risultare 7, oltre a Bolzano che ne aveva 5, ma è una Provincia autonoma che come dimensioni non possiamo paragonare alle Marche.
La mia non è una critica, ma un sollecito, la invito a considerare questi lavoratori ed a riconoscere loro la premialità per i sacrifici che hanno fatto. La Regione Marche deve al più presto rivedere la tabella inviata al Ministero.
La prego anche di prendere in considerazione i dati che già la NIdiL Cgil ha elaborato e che sono stati verificati. Grazie.
Nomina
“Elezione del revisore unico dell’Ente parco regionale del Conero – sostituzione”
(articoli 2 e 5 della legge regionale 14 maggio 2012, n. 13 e articolo 14 dello Statuto dell’Ente) - (Voto limitato a uno)
PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca la nomina di un componente revisore unico dell’Ente parco regionale del Conero – sostituzione.
Ricordo che ciascun Consigliere può votare un solo nome e che L’Assemblea legislativa nel votare prende atto delle risultanze istruttorie contenute nel parere della I Commissione assembleare e dell’accertamento relativo alle cause di ineleggibilità e di inconferibilità dei candidati. Indico, quindi, la votazione a scrutinio segreto.
Prego distribuire le schede.
(Il Consigliere segretario Serfilippi effettua la chiamata)
Comunico i risultati della votazione:
Votanti n. 29
Schede bianche n. 10
Schede nulle n. 0
Schede valide n.19
Ha ricevuto voti:
Pierini Giuseppe n. 19
Proclamo eletto Revisore unico dell’Ente regionale parco del Conero Perini Giuseppe.
Mozione n. 203
ad iniziativa dei Consiglieri Vitri, Biancani, Mangialardi, Mastrovincenzo, Carancini, Cesetti, Casini
“Istituzione di un fondo integrativo regionale contro il rincaro delle bollette di gas ed elettricità”;
Mozione n. 206
ad iniziativa dei Consiglieri Latini, Rossi, Pasqui, Marcozzi, Santarelli
“Caro bollette”;
Mozione n. 212
ad iniziativa delle Consigliere Ruggeri, Lupini
“Azioni a sostegno del sistema economico regionale per fronteggiare l’aumento dei prezzi dell’energia elettrica e del gas”;
Mozione n. 233
ad iniziativa dei Consiglieri Bora, Cesetti, Mangialardi, Biancani, Carancini, Casini, Mastrovincenzo, Vitri
“Interventi diretti a favore delle imprese marchigiane per affrontare il rincaro dei costi dell'energia”;
Mozione n. 236
ad iniziativa dei Consiglieri Mangialardi, Casini, Biancani, Bora, Carancini, Cesetti, Mastrovincenzo, Vitri
“Disapplicazione dell’addizionale regionale all’imposta erariale sul consumo del gas metano”:
Interrogazione n. 425
ad iniziativa della Consigliera Ruggeri
“Addizionale regionale all’imposta erariale sul gas metano”.
(abbinate)
(Discussione e votazione)
PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca le mozioni n. 203 dei Consiglieri Vitri, Biancani, Mangialardi, Mastrovincenzo, Carancini, Cesetti, Casini, n. 206 dei Consiglieri Latini, Rossi, Pasqui, Marcozzi, Santarelli, n. 212 delle Consigliere Ruggeri, Lupini, n. 233 dei Consiglieri Bora, Cesetti, Mangialardi, Biancani, Carancini, Casini, Mastrovincenzo, Vitri, n. 236 dei Consiglieri Mangialardi, Casini, Biancani, Bora, Carancini, Cesetti, Mastrovincenzo, Vitri e l’interrogazione n. 425 della Consigliera Ruggeri (abbinate).
Ha la parola, per l’illustrazione della mozione n. 203, la Consigliera Vitri.
Micaela VITRI. Grazie, Presidente. Abbiamo presentato questa mozione il 25 gennaio 2022, la situazione è progressivamente degenerata e purtroppo se l’avessimo discussa all’epoca molte attività (negozi, attività commerciali e produttive) avrebbero evitato probabilmente alcune difficoltà. Chiaro che la Regione non può provvedere alla risoluzione di tutti i problemi che ci sono stati in questi ultimi mesi, dal caro materie prime al caro energia, ma è anche vero che non può scaricare solo sul Governo le responsabilità delle difficoltà economiche che abbiamo, perché, come da Statuto, spetta alla Regione intervenire a tutela delle attività produttive nei momenti di emergenza. Ricordo che a gennaio il Governo ha stanziato 5,5 miliardi per il primo trimestre del 2021 per fronteggiare il rincaro delle bollette ai danni di imprese e famiglie. All’epoca, quando ne avevamo parlato in Consiglio regionale, l’Assessore Carloni - sottolineo che sono andata a riascoltarmi il suo intervento - aveva promesso, rispondendo ad una interrogazione mia e della Consigliera Casini, che avrebbe erogato addirittura un contributo energia alle famiglie del valore di 250 euro, cosa che a distanza di sette mesi non abbiamo ancora visto. Non solo non è arrivato il contributo alle famiglie che l’Assessore Carloni aveva detto, ma non è stato fatto nulla sotto questo punto di vista nemmeno per le imprese. Mi riferisco al sostegno diretto a tutte le imprese. Ad esempio per ciò che riguarda il comparto pesca un piccolo aiuto è arrivato con un bando che lo stesso Assessore ha già illustrato nelle settimane scorse.
La mozione n. 203, che io ho presentato a gennaio, chiede un intervento specifico, preciso, istituire un fondo integrativo regionale rispetto ai ristori nazionali per sostenere le piccole e medie imprese maggiormente colpite dalle conseguenze generate dal rincaro delle bollette di energia e gas.
Voglio ricordare a tal proposito che i consistenti rincari delle bollette di elettricità e gas hanno avuto già nel mese di gennaio, appena si sono verificati, un impatto pesante sulle imprese, soprattutto nei settori della metallurgia e dei servizi (dai cinema, alle discoteche, al trasporto, alla logistica) da comportare addirittura la chiusura di alcune imprese più piccole in tutto il territorio regionale.
Era il 19 gennaio quando un quotidiano locale riportava le parole del Presidente del Codacons che ritengo particolarmente significative, in quanto valutava che nel 2021 la famiglia tipo italiana, a causa del tasso di inflazione medio all’1,9%, aveva dovuto sborsare 584 euro in più per l’aumento dei prezzi al dettaglio, con punte di 758 euro annui per un nucleo familiare con due figli a carico. Numeri destinati a salire, ad aggravarsi, in considerazione dei rialzi delle bollette di luce e gas scattati l’1 gennaio, che hanno determinato un’ondata di rincari in tutti i settori. Una situazione che ha messo a rischio i consumi delle famiglie, che stanno crollando come conseguenza del caro vita.
In questa presentazione ho cercato di fare una sintesi delle conseguenze dei rincari, sia per le famiglie che per le piccole e medie imprese, non serve precisarlo, sono settori distinti che richiedono interventi distinti da parte della Regione Marche, anche se vanno di pari passo perché accomunano come in una filiera, nello stesso percorso che sta degenerando, le imprese, i dipendenti delle imprese, quindi tutte le famiglie, soprattutto quelle che sono più in crisi. L’impennata del costo del gas, utilizzato in particolare nei diversi processi produttivi, ha alzato tutti i prezzi registrando aumenti fino al 65%.
Se vogliamo analizzare nel dettaglio, visto che ho ancora tempo ne approfitto, alcuni dei settori più colpiti, mi piacerebbe parlare della filiera agroalimentare dato che a lei Assessore sta particolarmente a cuore. Per le operazioni dedicate alle culture gli agricoltori sono stati costretti ad affrontare un rincaro dei prezzi fino al 50% per il gasolio necessario per le attività, l’impennata del costo del gas, come ho detto, ha avuto un impatto devastante soprattutto su processi tecnici come: estirpatura, rollatura, semina, concimazione e non si sottraggono ai rincari nemmeno i fertilizzanti a base di azoto, fosforo, potassio, che hanno subìto anche essi un’impennata del +60%. Il rincaro dell’energia si è abbattuto sui costi di produzione come quello per gli imballaggi, della plastica per i vasetti dei fiori all’acciaio per i barattoli, dal vetro per i vasetti fino al legno per i pallet, dai trasporti alla carta per le etichette dei prodotti che hanno inciso su diverse filiere, dalle confezioni di latte, alle bottiglie per olio, ai succhi ed alle passate, fino alle retine per gli agrumi ed ai barattoli smaltati per i legumi.
Questo è solo uno spaccato di alcuni settori che hanno subìto l'impatto devastante dovuto al caro bollette di gas ed elettricità, per questo a gennaio chiedevamo subito un intervento della Regione con un fondo anticrisi che ancora non è stato istituito; parallelamente veniva chiesto un contributo per le famiglie, che lei aveva promesso, quindi spero che questa mozione trovi il suo consenso per un percorso condiviso tra maggioranza e opposizione che ci dovrebbe vedere uniti al di là delle appartenenze politiche.
Molto spesso, voglio dare atto, Assessore, siamo stati uniti con risultati apprezzati anche dalle imprese di alcuni settori, anche nel mio territorio, nella provincia di Pesaro e Urbino in particolare.
Auspico che questa possa essere un’altra occasione per un modello virtuoso che possa dare risultati positivi per il territorio, per cui mi auguro che lei oggi possa dire che istituiremo un fondo integrativo, magari anche con tempi celeri, soprattutto che possa ritornare su quella promessa, di cui non faccio riferimento nella mia mozione, ma in particolare mi riferisco ad una vecchia interrogazione di gennaio per un contributo energia per le famiglie. Grazie.
PRESIDENTE. Ha la parola, per l’illustrazione della mozione n. 206, la Consigliera Marcozzi.
Jessica MARCOZZI. Grazie, Presidente. Questa è la terza emergenza che ci troviamo ad affrontare: il sisma del 2016, il Covid ed oggi anche l'emergenza, che rischia di far collassare il nostro tessuto socio-economico, che riguarda il caro bollette di luce e gas.
Dobbiamo ricordare che con la manovra finanziaria da poco diventata legge il Governo ha deciso di annullare gli oneri di sistema per la luce fino a 16 kW e di abbassare l’Iva al 5% sul gas per usi civile e industriale almeno fino a marzo 2022. Inoltre per i redditi più bassi è previsto il taglio bollette per il primo trimestre 2022 per un importo totale di 912 milioni di euro.
La manovra ha approvato anche la possibilità, per i clienti domestici che dovessero trovarsi in condizioni di morosità, di rateizzare i pagamenti delle bollette dei primi quattro mesi dell'anno senza interessi fino a dieci mesi.
L'ultimo decreto sostegni, approvato il 21 gennaio 2022, mira, tra le altre cose, a trovare una strategia per far fronte al caro bollette, se nel primo trimestre 2022 sono già stati stanziati ben 3,8 miliardi per mitigare i rincari di luce e gas, il nuovo provvedimento ha previsto un nuovo fondo pari a 1,7 miliardi di euro. Il totale stanziato per il periodo gennaio-marzo 2022 ammonta, dunque, a 5,5 miliardi di euro, però dobbiamo dire che tutto ciò non è sufficiente in quanto la situazione rischia di diventare veramente critica, non solo per le famiglie, ma anche per le imprese, anche perché gli aumenti in bolletta porteranno un'ondata generalizzata di innalzamento dei prezzi, che abbiamo già visto.
Il commercio è in ginocchio, si rischia una situazione simile a quella dei primi tempi della pandemia, se non peggiore, che cancella la ripresa che si era avuta nell'arco della seconda metà del 2021. Secondo l'allarme lanciato dal Codacons attività produttive, negozi e imprese dovranno adeguare i propri listini al pubblico per sostenere i maggiori costi energetici, facendo ricadere gli aumenti ancora sulle famiglie in termini di maggiore spesa per i consumi, dal caffè al bar, all’abbigliamento, ai prodotti alimentari, ma anche per i servizi in genere e per il turismo. L’inflazione prevista dal Codacons è del 3% per tutto il 2022.
Noi chiediamo un intervento con la massima sollecitudine per trovare le risorse per mettere in campo un intervento straordinario in grado di ridurre il carico per le famiglie meno abbienti e per le piccole e medie imprese marchigiane. Grazie.
PRESIDENTE. Ha la parola, per l’illustrazione della mozione n. 212, la Consigliera Ruggeri.
Marta RUGGERI. Grazie, Presidente. Concordo con le colleghe che mi hanno preceduto sul fatto che sia opportuno …, anche se effettivamente un po’ tardivo in quanto la mozione del PD è di gennaio, mentre questa del Movimento Cinque Stelle ed anche quella presentata adesso dalla Consigliera Marcozzi risalgono a febbraio. Ci abbia messo troppo tempo per arrivare a discuterle, comunque mi auguro e credo che sia opportuno intervenire a sostegno sia delle famiglie che delle imprese marchigiane in difficoltà.
Alcune richieste sono simili a quelle già avanzate, ma il punto che differenzia la nostra mozione da quelle degli altri gruppi è che noi chiediamo che sia attuata la legge regionale n. 28 del 2018 ad oggetto “Istituzione dell'Unità regionale per l'acquisto di energia elettrica e gas”, dato che in questo momento sarebbe importante istituire finalmente, dopo quattro anni dalla sua approvazione, un fondo straordinario a valere sui fondi sociali, allo scopo di aiutare attività commerciali e famiglie meno abbienti.
Scusate, la legge regionale chiede che i consumatori (domestici, aziendali e pubblici) possano unirsi e agire congiuntamente, attraverso gare ad evidenza pubblica, con un'apposita convenzione con la SUAM, al fine di ottenere dagli operatori nel mercato condizioni migliori sotto il profilo delle tariffe, la qualità del servizio e, non meno importante, la garanzia di fornitura di energia elettrica prevalentemente prodotta da fonti rinnovabili.
Gli impegni sono 3: 1) chiediamo che nella prossima variazione di bilancio vengano stanziate le risorse necessarie per un intervento straordinario in grado di ridurre l'aggravio del costo dell'energia per le famiglie meno abbienti e per le piccole e medie imprese; 2) a prevedere l'attuazione della legge regionale n. 28 del 2018; 3) che la Giunta si faccia portatrice della problematica presso la Conferenza Stato-Regione, nonché presso i tavoli ministeriali competenti, per aggiungere altre misure economiche a favore di tutte le categorie maggiormente colpite dalla crisi energetica e per lo stanziamento di un fondo a sostegno delle funzioni degli enti locali a compensazione dei maggiori costi sostenuti a causa della crisi energetica, anche con eventuale cofinanziamento regionale.
Da quello che so è un fondo con una dotazione di 250 milioni per l'anno 2020, sono stati stanziati dal nostro Governo 200 milioni per i Comuni e 50 milioni per le Province e le Città metropolitane. Adesso siamo nella fase della ripartizione, che deve avvenire tramite un decreto d'intesa tra il Ministero dell'interno e la Conferenza Stato-Città.
La mozione in alcuni suoi punti è anche superata, però su questi fondi non so se l’Assessore ci dirà se li ritiene sufficienti o sarebbe meglio chiederne altri.
Vorrei anche sottolineare che abbiamo fatto, mi sembra, un paio di riunioni della Conferenza dei Presidenti di gruppo, audendo il Crel nella persona del suo Presidente, ed eravamo giunti all'idea di presentare una risoluzione su questo tema ed il Presidente Latini si era fatto carico di predisporla.
Visto che siamo nella fase in cui ognuno sta illustrando la propria mozione, tornerei a rilanciare questo discorso che avevamo intrapreso insieme al Crel mesi fa, che ci aveva dato una serie di suggerimenti, cose che potremmo fare e potrebbero benissimo essere integrate alle proposte perché ce ne sono diverse presentate dai vari gruppi consiliari. Grazie.
PRESIDENTE. Ha la parola, per l’illustrazione della mozione n. 236, il Consigliere Mangialardi.
Maurizio MANGIALARDI. Grazie, Presidente. Il numero delle mozioni e l’interrogazione relative al tema danno un po' la cifra politica dello stato di disagio del Consiglio rispetto all'azione della Giunta. Se il tema fosse stato affrontato in modo adeguato e con iniziative sostanziali ... Non voglio mai richiamare i percorsi riconducibili alla precedente amministrazione, ma il supporto alle nostre aziende per il Covid per 210 milioni di euro dava l'idea di come dovesse essere affrontata la situazione. Lascio a voi le solite polemiche sul fatto che non fossero 210 milioni, in quanto erano risorse non impegnate in modo adeguato, ma quando siete arrivati potevate anche trovare le giuste calibrazioni se ci fossero state delle modalità non efficaci di elargizione delle risorse, che così, tra l’altro, non è stato.
Oggi ci presentiamo con una serie di mozioni abbinate a firme più articolate, maggioranza e opposizione, praticamente tutto il Consiglio vi dà un suggerimento perchè, l’ha detto prima bene la Consigliera Vitri, siete stati particolarmente inefficaci dato che le nostre aziende e le famiglie sono in apnea.
Penso che noi tutti dobbiamo sentirci responsabili di non aver fatto bene la parte che ci aspettava. Siamo stati in attesa dei provvedimenti del Governo che, tra l’altro, con il decreto sostegni ha dato i primi segni importanti, ma non sufficienti.
La nostra mozione è una delle N che sono state presentate e si aggiunge all'elenco dei temi che in maniera puntuale la Consigliera Vitri per noi ha esplicitato. In questo caso si tratta di eliminare l'addizionale regionale all'imposta erariale sul consumo del gas metano. Non è significativa rispetto all'incidenza sostanziale, ma sarebbe stato uno dei primi provvedimenti che potevate attuare.
Poi vogliamo ascoltare l'Assessore in replica, però con qualche mese di ritardo ci poteva essere un’incidenza maggiore e siccome vediamo quotidianamente la chiusura delle nostre aziende e le famiglie sempre più in difficoltà, penso che il Governo regionale e noi tutti per quota parte non abbiamo fatto quello che potevamo per i nostri concittadini.
Discutiamo delle mozioni che avevano una priorità assoluta a luglio quando sono state presentate a febbraio, capite bene che mentre i Consiglieri avevano chiare una serie di operazioni che si potevano mettere in campo, il Governo regionale, ahimè, è rimasto prima ad attendere i provvedimenti nazionali e poi quelli che sono stati attuati.
Oggettivamente non parliamo per noi, dovete parlare con le imprese, che non sono della efficacia sperata. Grazie.
PRESIDENTE. Ha la parola, per l’illustrazione della mozione n. 233, la Consigliera Bora.
Manuela BORA. Grazie, Presidente. Come testimoniano i numerosi atti abbinati l’interesse suscitato dal rincaro dei costi dell’energia è altissimo ed è enorme anche al di fuori di questa Assemblea.
L’aumento vertiginoso del costo delle bollette colpisce tutti e tutte indistintamente. Le famiglie da un lato rappresentano, se vogliamo, l’aspetto più presente nel dibattito pubblico perché a causa dell’aumento di luce e di gas tanti nuclei familiari hanno delle difficoltà crescenti ad arrivare a fine mese, visto anche il contestuale e fortissimo aumento dell’inflazione che è arrivata ormai a sforare l’8%. Dall’altro lato, non meno importante di quello che ho appena citato, c’è l’enorme danno che questo aumento del costo di energia comporta sul tessuto economico delle imprese, che vedono schizzare alle stelle i costi di produzione, molto spesso rischiando di risultare non più competitive nel contesto del mercato internazionale.
La mia proposta, proposte che il gruppo di cui faccio parte si pregia sempre di fornire, è molto semplice, è necessario effettuare al più presto, anche se va detto che è già troppo tardi, una ricognizione e quantificazione delle risorse regionali che, a seguito dell’impiego delle risorse del PNRR e della programmazione comunitaria, potranno essere utilizzate per interventi di sostegno delle imprese marchigiane, come fu fatto nel corso della precedente legislatura e anche in condizioni di estrema emergenza con la legge regionale n. 20 del 2020.
Inoltre, ed è la seconda parte del dispositivo, si potrebbe finanziare un bando dedicato alle imprese del territorio ed a sostegno del loro fabbisogno, prevedendo ad esempio un contributo composto di due quote indistinte, una da erogare a titolo di puro ristoro e l’altra invece da erogare a titolo di prestito a tasso agevolato, che l’impresa beneficiaria si impegna a restituire al fine di far fronte allo shock di liquidità che le predette imprese stanno affrontando a causa dei mancati incassi della stagione estiva.
L’auspicio è che l’Assessore Carloni e l’Assessore Castelli che a parole tanto dicono di voler sostenere il credito, possano provvedere al più presto perché come ho detto è già troppo tardi. Grazie.
PRESIDENTE. Ha la parola l’Assessore Carloni.
Mirco CARLONI. Grazie, Presidente. Rispondo all’interrogazione della Consigliera Ruggeri e a tutte le mozioni che sono state presentate fin qui.
Il tema è molto vasto e devo dire che mi trovo d'accordo con tutti quelli che sono intervenuti: la situazione è davvero molto drammatica. In una pausa del Consiglio di stamattina ho incontrato una delegazione di allevatori insieme alla Copagri, che mi ha rappresentato il rischio serio, molto serio, di chiusura di diverse stalle per l'aumento del costo dell'energia e della materia prima.
E’ chiaro che questo elemento è un fattore di rischio altissimo per la nostra economia fatta di micro-imprese che non si ammortizza con altri meccanismi, diciamo che i costi operativi in una grande azienda possono essere senz'altro gestiti, in una piccola e micro-azienda rischiano di compromettere definitivamente il bilancio e anche l'attività.
La Consigliera Vitri ha parlato di un impegno preso, un bonus di 300 euro per le famiglie in difficoltà per le bollette, una cosa che dissi in Aula dopo una richiesta della Consigliera Casini che mi sollecitava su questo. Credevo fosse una cosa molto opportuna, tra l’altro l’ho detto anche in Aula, il problema è che gli uffici hanno fatto una proposta su questo, hanno presentato un conteggio che farò insieme a voi. Se volessimo dare un contributo di 300 euro alle famiglie e alle imprese … Le famiglie nelle Marche sono circa 647 mila, quindi ci vorrebbero, cari Consiglieri, 194 milioni di euro e per le imprese, se volessimo dare a tutte un bonus, sarebbero necessari 37 milioni di euro. Se volessimo ridurre la base imponibile beneficiaria alle sole imprese in difficoltà o alle sole famiglie in povertà, l'importo economico richiesto andrebbe a 64 mila famiglie con un'esigenza economica di 20 milioni di euro ed almeno 3,7 milioni per le imprese in difficoltà.
Abbiamo fatto questa valutazione ed abbiamo inserito un fondo che verrà presentato la prossima settimana e colgo l’occasione che mi date, molto gradita, per annunciarlo. Faremo un bando la prossima settimana per le imprese che hanno avuto un aumento dei costi operativi, con questo criterio: è un bando che si apre con una dotazione circa 4 milioni di euro, estendibile, prevediamo una graduatoria che si baserà sul paradigma del maggior differenziale sui costi operativi sommato alla diminuzione dei fatturati a causa della guerra. Chi ha avuto percentualmente una cagione maggiore rispetto alla riduzione del fatturato e contemporaneamente un aumento che impatti sui costi operativi avrà una priorità. Prepareremo un bando in questa misura che abbiamo potuto fare soltanto dopo l'autorizzazione che ci ha dato il Consiglio l’ultima volta, con quella manovra sulla Ucraina che, se vi ricordate, è stata approvata in Aula. Il bando è pronto e uscirà a breve.
Sull'energia e sui costi dell'energia delle imprese incideremo in questa maniera, credo che sia uno strumento molto congruo che riuscirà a dare una risposta immediata perché facendo i conti si darà una risposta a qualche migliaia di imprese.
Per quanto riguarda invece il tetto sulla speculazione, perché di questo si tratta, del sistema energetico e anche del metano, come ha detto la Consigliera Ruggeri, la leva finanziaria che noi possiamo mettere in campo non può essere quella di una riduzione di un’entrata che va a sorreggere principalmente la spesa sanitaria, come sapete bene, lo sa bene anche il Consigliere Cesetti che ha fatto il bilancio per cinque anni.
Quando uno è all’opposizione la prima cosa che dice è di togliere l’Irap, però sapete che copre i costi che sono alla base del servizio sanitario. Quello che si pensava di fare, come abbiamo fatto nella Conferenza Stato-Regioni e come abbiamo fatto nella Commissione sviluppo economico - tenete presente che a Senigallia l’8 maggio quasi tutti gli interventi, compresi quelli degli Assessori e del Ministro dello sviluppo economico, sono stati centrati sulla modifica del decreto Ucraina e sull’ampliamento di quelle risorse – è stato inserire diverse risorse dirette a contributo a fondo perduto, che prima non erano previste in quel decreto perché erano soltanto crediti d’imposta, così come si è riusciti a raddoppiare il fabbisogno e la disponibilità finanziaria sugli accordi di investimento che era fermo e proprio in quella circostanza abbiamo fatto aggiungere a circa 500 milioni di euro. E’ vero che non impatta direttamente su questo tema, ma certamente sono significativi interventi economici sul sistema produttivo.
Rimane il fatto e anche un po' lo sconcerto, lo dico cari colleghi, nel sentire sia il Ministro della transizione ecologica che il Presidente del Consiglio dei Ministri dire, giustamente da mesi, che va messo un tetto alla speculazione sull'energia. Il Ministro della transizione ecologica peraltro l’ha scritto anche alla Commissione europea, abbiamo avuto modo di parlarne in una riunione con tutti gli Assessori, e si è più volte prodigato a segnalare l'esigenza di fare un decreto che possa bloccare la speculazione sul sistema energetico, che paga un mercato che in qualche modo aggredisce in questo momento la carenza di materia prima, ma siamo alla resa dei conti e purtroppo non c'è stato nessun decreto e nemmeno un provvedimento reale.
Nell'ultimo incontro con tutti i leder europei il Presidente del Consiglio è tornato a chiedere che venga stabilito un price cap all’aumento dei costi energetici, ma abbiamo visto che non è stato possibile, perlomeno mi pare che molti in Europa abbiano girato le spalle dall'altra parte, a cominciare dall’Olanda.
Questo è molto significativo perché è evidente che in un Paese fatto di micro-imprese, queste sono quelle che più di tutti pagano questo aumento vertiginoso dei costi, anche perché un conto è qualche mese, un conto è una costa che sta diventando stabile nel tempo.
Non nascondo una grande preoccupazione per questo combinato di aumento dell'inflazione e dei costi operativi che non ha precedenti nella storia della nostra regione e neanche del Paese. Cosa possiamo fare? Perché poi la domanda è questa, possiamo rafforzare ciò che è rafforzabile, ma certo risarcire le perdite in un momento come questo non lo possiamo fare per una misura come quella che vi ho detto.
Penso però che in questo momento, siccome è stata autorizzata dal Consiglio ed è una manovra dell'intero Consiglio, vada rivendicata con orgoglio questa misura che sosterrà le imprese che hanno avuto perdite e che hanno visto i costi energetici aumentare. Vi daremo prima possibile anche gli elementi tecnici per poter far partecipare a questo bando per dei contributi, ritengo che questo sia significativo, mentre purtroppo quello sulle famiglie per le dimensioni e i numeri che vi ho appena detto, è difficilmente sostenibile con il bilancio che abbiamo a disposizione. Grazie.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Rossi.
Giacomo ROSSI. Grazie, Presidente. Ho firmato le mozioni che chiedono al Governo di intervenire su questo tema e mi auguro vivamente che siano portate subito all'ordine del giorno, soprattutto richiamo, come faccio molto spesso, il ruolo dei partiti di Governo che sono ampiamente rappresentati in questa Assise; richiamo anche i nostri Parlamentari marchigiani o quei parlamentari che hanno un ruolo politico importante nella Regione Marche e mi domando sempre più spesso cosa facciano oltre i selfie.
Lo ha detto prima l'Assessore Carloni, il bilancio regionale non può intervenire in maniera significativa su queste questioni, si può rimodulare qualche misura di sostegno, questo sì, qualche misura che affronta la Regione, di competenza regionale, però la palla in questo caso passa quasi totalmente al Governo.
Cari colleghi, credete che l’aumento delle bollette o dell’inflazione avvenga così per caso o che sia figlio delle scelte macroeconomiche del nostro Governo e dell'Unione europea? Credete che la geopolitica in questo caso non conti niente, che sia un fatto slegato? Come possiamo chiedere al Governo di intervenire quando appoggia scelte geopolitiche che hanno portato a questa situazione? Parlo anche delle sanzioni boomerang che ci stanno falcidiando, parlo delle spese militari miliardarie che siamo andati ad approvare quasi all'unanimità del Parlamento. Credete che queste scelte non abbiano ricadute sui nostri cittadini?
Chiediamo al Governo di intervenire, ma non solo dando soldi, per carità è giusto che lo faccia, ma è giusto che per la prima volta eviti quei fattori che hanno portato e che continuano a portare a questa situazione economica.
Richiamo ancora una volta il ruolo dei partiti e il ruolo del Governo, nonché il ruolo, e lo ripeto ancora, dei nostri Parlamentari marchigiani e dei rappresentanti che hanno un ruolo politico importante nella nostra Regione Marche. Grazie.
PRESIDENTE. Ha la parola la Consigliera Ruggeri.
Marta RUGGERI. Grazie, Presidente. Principalmente per rispondere all'interrogazione alla quale ha risposto l'Assessore Carloni, anche se ora non è in Aula.
L'Assessore Carloni ha parlato dell'Irap, mentre la nostra interrogazione verte sull'addizionale regionale, sull'accisa sul gas naturale, quindi mi sembra che non ci siamo compresi.
Detto questo, visto che il PD ha presentato su questo una mozione nella persona del capogruppo Consigliere Mangialardi, già dico che la voterò favorevolmente, come voterò a favore di tutte le mozioni che sono state presentate.
Ritengo che stare qui a dire quello che deve fare il Governo lasci il tempo che trova perché la situazione è talmente grave che anche la Regione deve fare delle scelte che siano di priorità e di valore. Abolire l'accisa sul gas naturale in base alle nostre proiezioni costerebbe circa 10 milioni di euro, mentre ridurla ne costerebbe 6.750.000. Sono tanti soldi, sicuramente, però sono risorse che dovremmo trovare facendo economie sugli sprechi che sicuramente ci sono. Grazie.
Sull’ordine dei lavori
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Carancini.
Romano CARANCINI. Grazie, Presidente. Dico solo, almeno per ragioni di educazione, ma a chi parliamo? Non c'è il Vicepresidente che ha risposto all'interrogazione ed alle mozioni.
Penso che un minimo di rispetto di noi, anche della maggioranza, dovrebbe imporre agli Assessori di stare in Aula, soprattutto quando parlano, pontificano e poi se ne vanno.
Ma è una cosa seria, Presidente?
PRESIDENTE. Compreso.
Ha la parola il Consigliere Biancani.
Andrea BIANCANI. Grazie, Presidente. Mi ha anticipato il Consigliere Carancini, voglio chiederle se è possibile richiamare l’Assessore Carloni perché non è possibile che i Consiglieri continuino a rivolgersi all’Assessore che non c’è, che ha dato le risposte sia alle mozioni che all’interrogazione.
E’ vero che basta un Assessore, però quando si tratta di un tema specifico, credo che sia importante che l'Assessore sia presente in Aula. Grazie.
PRESIDENTE. Cercheremo di chiamare l'Assessore Carloni se si trova ancora nella zona limitrofa all’Aula.
Resta il fatto che, come giustamente ha detto lei, il Regolamento prevede la presenza di un Assessore in Aula e non dell'Assessore competente al tema che si sta trattando, tra l’altro, a differenza dell’interrogazione a cui ha risposto, per la mozione non è previsto che non si possa discutere e votare senza la presenza dell'Assessore di riferimento.
Adesso vediamo se riusciamo a ritrovare l'Assessore Carloni o se è impegnato in altri luoghi.
Per quanto riguarda l’interrogazione ha già risposto e la Consigliera Ruggeri ha già replicato.
Ha la parola il Consigliere Mangialardi.
Maurizio MANGIALARDI. Grazie, Presidente. Intervengo sempre per mozione d’ordine, Presidente, non ci può dire che basta la presenza di un Assessore perché, con tutto rispetto, fa un po' da carta da parati, noi vogliamo un'altra cosa e la vogliono i marchigiani.
Santa miseria, ma vi rendete conto che stiamo parlando di mozioni che danno indicazioni rispetto alle difficoltà delle nostre imprese, delle famiglie ed il Vicepresidente non è presente? Noi non siamo ad una festa, all’inaugurazione di una fiera, al Vinitaly, ma siamo quelli che hanno provato in questi mesi a dare qualche indicazione seria, che non può essere liquidata con l'elenco delle cose che non si possono fare.
Lo dico per i cittadini: il Presidente c’è? No. Il Vicepresidente? No. L'Assessore di competenza? No. La presenza della Giunta è garantita solo dall’Assessore Aguzzi, che sta facendo un po' di conversazione come serve, ed è assolutamente legittima, ma noi, che proviamo a mettere in campo con grande ritardo, colpevole ritardo, insostenibile ritardo, insopportabile ritardo, qualche provvedimento per le nostre imprese e per le nostre famiglie, cosa troviamo? Questa è la scena e questo corrisponde anche all'interesse.
Non contano le risorse che arrivano dall’Europa, non vi interessavano prima e adesso le utilizzate in malo modo; non conta il Piano nazionale che vi mette a disposizione le risorse alle quali, forse, tranne che per le prebende, non riuscite a dare una concretizzazione adeguata.
E’ un'immagine, Presidente, imbarazzante, dovrebbero vederla le imprese che oggi non riescono ad aprire il rubinetto, le pizzeria che non riescono a accendere il forno, le 64 mila famiglie, l'unico dato che ha messo a disposizione il Vicepresidente, di questa regione che sono nel baratro. E loro cosa fanno? Vanno forse ad una festa perché se non si sta in Aula su questo tema, lo dico al Consigliere Rossi, è inutile che ci appelliamo al Governo, ai nostri Parlamentari, che li richiamiamo alle responsabilità, quando chi è qui e deve dare una risposta di presenza, di vicinanza, una pacca sulla spalla almeno, per noi, per voi, per le imprese, per le famiglie. Che cosa abbiamo fatto? Nulla. Sarei per ritirare le mozioni perché tanto è inutile, cosa ci stiamo a fare? Anzi, che cosa ci state a fare voi, non cosa ci stiamo a fare noi! Cosa ci state a fare? A prendere ordini dalla Presidente di Fratelli d’Italia e a provare a tradurre il dissenso in azione di non Governo, questo vi riesce molto bene ed è imbarazzante, lo dico per i nostri che sono di parte.
PRESIDENTE. La prego di concludere.
Maurizio MANGIALARDI. Sono di parte e devono trovare sempre il pelo nell'uovo, ma lo dico per voi che siete qui a firmare le mozioni per noi e con noi, per dare risposte ai marchigiani, anziché umiliarli. In questo momento forse lo stiamo facendo anche noi, garantendo la presenza in quest'Aula perché se non ci siete voi che rappresentate chi … Guardate quando tagliate il nastro, quando raccogliete i consensi sulle operazioni fatte dalla Giunta precedente, invece su questo dovevate essere qui e pretendere che le mozioni venissero iscritte prima perché dovevate pretendere come avete fatto...
PRESIDENTE. La prego di concludere.
Maurizio MANGIALARDI. Ho chiuso.
PRESIDENTE. Non volevo interromperla seduta stante, ma vorrei concludere il ragionamento, perché eravate fuori, prima di passare la parola al Consigliere Marinelli.
Gli interventi li considero parte della discussione, torno a dire che il regolamento non prevede l'obbligo della presenza dell'Assessore di riferimento nell'esame, nella discussione e nella votazione delle mozioni, ma prevede la presenza di un componente della Giunta. Quindi diciamo che possiamo proseguire i lavori e, al di fuori del giusto richiamo, vedere se l’Assessore di competenza è nelle immediate vicinanze dell’Aula e con la sua presenza continuare la discussione che stiamo facendo.
Ha la parola il Consigliere Marinelli.
Renzo MARINELLI. Grazie, Presidente. Intervengo per dire che il Vicepresidente Carloni si è dovuto assentare perché è stato mandato dal Presidente in un’altra riunione.
(interventi fuori microfono)
PRESIDENTE. La giustificazione è stata data, non entriamo nella bagarre perché non la permetto in questo termine. E’ stato chiarito, il regolamento è molto chiaro.
(interviene fuori microfono il Consigliere Mangialardi)
PRESIDENTE. Se può ripetere perché il microfono non era acceso.
Ha la parola il Consigliere Mangialardi.
Maurizio MANGIALARDI. Grazie, Presidente. Vorrei la verifica del numero legale.
PRESIDENTE. Concludiamo la discussione quando arriveremo al momento della votazione, chiederemo …
(interventi fuori microfono)
PRESIDENTE. Il numero legale si controlla al momento della votazione, non si può chiedere sempre, solo al momento della votazione, è giusto in questo modo. Se vogliamo un attimo completare la discussione sul punto 11. Non ci sono altri interventi, dichiaro chiusa la discussione.
Ha la parola il Consigliere Mangialardi.
Maurizio MANGIALARDI. Grazie, Presidente. Nonostante il suo appello, il suo richiamo e l’imbarazzante giustificazione del capogruppo della Lega …
(interventi fuori microfono)
Maurizio MANGIALARDI. Appresa l’imbarazzante giustificazione dell'assenza dell'Assessore, noi lasciamo l’Aula perché se non siete interessati voi ai nostri contributi, al valore che vi abbiamo dato, insieme anche ai tanti colleghi di maggioranza, è inutile rimanere qui. E lo renderemo pubblico perché questo è uno schiaffo dato alle nostre imprese, alle nostre famiglie alle 64 mila famiglie che l'Assessore ci ha detto essere sulla soglia di povertà, per le quali voi non avete nemmeno il rispetto delle difficoltà, dei loro figli, di una comunità che non merita di essere trattata in questo modo. Grazie.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Bilò.
Mirko BILO’. Grazie, Presidente. Questa è demagogia. Sfruttare i problemi dei marchigiani, mettendo in evidenza che manca il Vicepresidente, credo che sia la cosa peggiore si possa fare.
Ai marchigiani vanno date le risposte, la Giunta sta lavorando, l’Assessore Carloni prima ha detto quello che sta facendo per le imprese, piaccia o non piaccia, e se adesso non è presente non credo che questa sceneggiata faccia bene ai marchigiani. Grazie.
PRESIDENTE. Vi prego di mantenere un contegno in Aula, chi ha deciso di uscire, attendiamo che lo faccia.
(I Consiglieri regionali del gruppo PD abbandonano l’Aula)
Mozione n. 203. La pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa regionale non approva)
Mozione n. 206. La pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa regionale approva)
PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, la Consigliera Ruggeri.
Marta RUGGERI. Non volevo intervenire perché già ho annunciato il voto favorevole su tutte le mozioni prima e così farò. Ho votato a favore di tutte le mozioni. Grazie.
PRESIDENTE. Mozione n. 212. La pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa regionale non approva)
Mozione n. 233. La pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa regionale non approva)
Mozione n. 236. La pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa regionale non approva)
La seduta è tolta.
La seduta termina alle ore 14,25.