Resoconto della seduta n.8 del 15/12/2020
SEDUTA N. 8 DEL 15 DICEMBRE 2020

La seduta inizia alle ore 12,05

Presidenza del Presidente
Dino Latini

PRESIDENTE. Colleghi buona giornata, dichiaro aperta la seduta n. 8 del 15 dicembre 2020. Do per letto il processo verbale della seduta n. 7 del 9 dicembre 2020, il quale, ove non vi siano opposizioni, si intende approvato ai sensi del comma 4 dell’articolo 53 del Regolamento Interno.
Richiamo, inoltre, ai sensi del comma 5 dello stesso articolo, l'attenzione di tutti i Consiglieri sulle comunicazioni distribuite con cui porto a conoscenza dell'Assemblea quanto espressamente previsto dal Regolamento interno.

Sull’ordine del giorno

Sottopongo alla vostra attenzione l'inserimento all’ordine del giorno dei punti 1 bis, relativo alle proposte di legge nn. 1 e n. 4 (abbinate), e 1 ter relativo alla proposta di legge n. 7.
Iscrizione delle proposte di legge nn. 1 e 4, abbinate. La pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale approva a maggioranza assoluta dei votanti)

Iscrizione della proposta di legge n. 7. La pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale approva a maggioranza assoluta dei votanti)

Proposta di legge n. 1 (testo base)
ad iniziativa del Consigliere Biancani
“Modifiche ed integrazioni alla legge regionale 12 novembre 2012 n. 31 ‘Norme in materia di gestione dei corsi d’acqua’ così come modificata dalla legge regionale 9 luglio 2020 n. 29”

Proposta di legge n. 4
ad iniziativa dei Consiglieri Biancani, Vitri, Baiocchi
“Modifica alla legge regionale 12 novembre 2012, n. 31 ‘Norme in materia di gestione dei corsi d’acqua’”
(abbinate)
(Discussione e votazione)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca le proposte di legge n. 1 (testo base) del Consigliere Biancani e n. 4 dei Consiglieri Biancani, Vitri, Baiocchi, abbinate.
La discussione è aperta, ha la parola il relatore di maggioranza Consigliere Rossi.

Giacomo ROSSI. Grazie, Presidente. Ringrazio la Commissione, il Presidente Antonini e il proponente Consigliere Biancani che in qualità di relatore di minoranza e proponente della legge avrà modo di parlare maggiormente di questa proposta, mentre io sarò molto sintetico.
Questa proposta va a migliorare la normativa, quindi, è stata chiaramente accettata, tratta delle modifiche ed integrazioni alla legge regionale 12 novembre 2012, n. 31 'Norme in materia di gestione dei corsi d'acqua, così come modificata dalla legge regionale 9 luglio 2020, n. 29.
In sostanza si vanno a fare due modifiche, la prima riguarda il comma 3 bis dell'articolo 2 della legge n. 31/2012 al quale si aggiunge: “previo parere obbligatorio vincolante dell'Autorità di bacino distrettuale competente, sentita la Commissione assembleare competente”, chiaramente era stato omesso ed era un passaggio necessario da fare.
Sempre all'articolo 2 si introduce il comma 9 ter, che prevede che la Regione possa stipulare le convenzioni di cui al comma 8 bis e possa concorre altresì alle spese derivanti dall'esecuzione di tali interventi, destinando a tale scopo una quota non inferiore all'80% dei canoni riscossi dai titolari delle concessioni, finalizzate all'ormeggio dei natanti nel corso d'acqua oggetto dell'intervento.
Di fatto questo intervento riguarda solo il fiume Foglia perché nella nostra regione non esistono altre tipologie simili. Quindi, si interviene sui canoni che i proprietari di natanti ormeggiati sulla foce pagano alla Regione, che a sua volta ora può stipulare delle convenzioni con questi soggetti.
Su questo c'è poco altro da aggiungere, quindi, lascerei la parola al Consigliere Biancani, che spiegherà in maniera più dettagliata anche le motivazioni ed il confronto che ha avuto con i soggetti in questione, tra l'altro la legge è firmata dai Consiglieri Biancani, Vitri e Baiocchi. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola il relatore di minoranza Consigliere Biancani.

Andrea BIANCANI. Grazie, Presidente. Queste due leggi sono state abbinate in un unico testo, che ho presentato con la Consigliera Vitri a cui poi si è aggiunto anche il Consigliere Baiocchi. E’ una proposta legge che ha già ricevuto il parere unanime dell'intera III Commissione, anche del Presidente che si è impegnato ad approvarla in tempi rapidi, ed ha avuto il parere positivo sia del Cal che del Crel.
La modifica di questa proposta è legata al fatto che il Ministero dell'ambiente ha impugnato la legge regionale n. 29 del 2020, dicendo che era in contrasto con gli articoli nn. 63 e 64 del decreto legislativo 152 del 2006 e ci ha chiesto di inserire l'Autorità di bacino distrettuale all'interno del procedimento di approvazione, già era prevista la competente Commissione, che deve esprimersi con un parere. Noi non l’avevamo inserita perché all'interno delle linee-guida era già previsto il necessario parere dell'Autorità di bacino, ma il Ministero ci ha chiesto di specificarlo anche nella legge.
Con l'articolo 1 bis, dopo il comma 9 bis dell'articolo 2 della legge regionale 31 luglio 2012, si aggiunge il comma 9 ter, che conclude un percorso che era stato avviato diversi anni fa, che aveva avuto modifiche, nel quale si prevedeva la possibilità di convenzione tra l'ente Regione e altri enti pubblici, come il Comune o le varie realtà private, per poter fare interventi di manutenzione previo parere degli uffici competenti, nonchè la possibilità di rimozione della barra di foce, ovviamente qui stiamo facendo riferimento al fiume Foglia, che viene considerato un vero e proprio punto di ormeggio previsto all'interno del piano dei porti. Abbiamo centinaia di barche che sono ormeggiate all'interno del fiume ed è un'anomalia rispetto a quello che avviene in tanti altri fiumi del nostro territorio regionale.
Con questa proposta di legge consentiamo di utilizzare le risorse, che i concessionari versano annualmente per fare la manutenzione, anche per rimuovere parte della barra di foce. Questo è importante perché dà la possibilità di uscire con le imbarcazioni in sicurezza.
Ogni anno sono necessari almeno un paio di interventi che fa normalmente la Regione o il Comune, ovviamente ogni volta c'è una grande difficoltà a trovare all'improvviso le risorse necessarie per fare questi lavori, che occorre fare in maniera immediata.
Con questa soluzione si utilizzeranno solo le risorse, lo voglio dire bene, delle persone che pagano il canone per l'ormeggio, non altro, per consentire la possibilità di godere della concessione, altrimenti uno avrebbe la concessione, ma senza gli interventi di manutenzione non potrebbe uscire con la barca.
Ringrazio tutti i Consiglieri che hanno sottoscritto la proposta di legge ed ovviamente l’intera Commissione che ha voluto farsene carico e approvarla. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Baiocchi.

Nicola BAIOCCHI. Grazie, Presidente. La proposta di legge n. 1 deriva dalla richiesta degli uffici, che era importante recepire, ma vorrei indirizzare il mio intervento sulla proposta di legge n. 4, che ho firmato assieme ai Consiglieri Biancani e Vitri e che riguarda un problema dei fiumi in generale, che nello specifico avrà una immediata applicazione per il fiume Foglia che, come sapete, è nella provincia di Pesaro.
E’ un intervento molto sentito, la ratio della norma è molto semplice, quella di favorire gli interventi di rimozione dei sedimenti che periodicamente si depositano alla foce di alcuni corsi d'acqua regionali. Come sappiamo il demanio idrico è passato dalla competenza della Provincia a quella regionale, quindi la Regione incassa dei contributi derivanti dalle concessioni.
L'esigenza dei concessionari è quella di avere la possibilità di uscire in sicurezza e di usufruire della concessione che pagano legittimamente alla Regione.
E' una proposta di legge semplice che però può avere degli effetti immediati e snellire il procedimento amministrativo che a volte ritarda gli interventi che devono essere fatti, in questo caso alla foce del fiume, quindi, non posso che condividere la proposta di legge e sostenerla con la firma apposta in calce. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola l’Assessore Aguzzi.

Stefano AGUZZI. Grazie, Presidente. Premetto che, come ho detto poco fa al Consigliere Baiocchi e ad altri, queste proposte di legge, secondo me, sono plausibili. I nostri uffici mi hanno detto che già si stavano di fatto attenendo, relativamente alla proposta di legge n. 1, al parere obbligatorio e vincolante dell'Autorità di bacino distrettuale. Facciamo bene ad inserirlo, quindi il parere è indubbiamente favorevole, anche se ci tengo a dire che già la Regione di fatto si atteneva a queste indicazioni, indipendentemente dal fatto di averle o meno inserite all'interno della legge.
Su entrambe le proposte di legge, nn. 1 e 4, il parere è indubbiamente positivo perché sono due iniziative, ripeto, una sollecitata dal Ministero, l’altra indubbiamente positiva perché riguarda la possibilità di mantenere la navigabilità e la manutenzione nelle foci dei fiumi, che è materia molto difficile, complessa e delicata, sulla quale i Comuni in autonomia hanno sempre difficoltà a poter intervenire.
Diciamo che in questo modo si agevola un percorso che è opportuno, in cui la Regione giocherà un ruolo in questo caso importante, di avallo, oltretutto, ripeto - la discussione è unica tra tutti e due i provvedimenti, quindi, vado dall'uno all'altro - per questa c’è l'opportunità di portarla avanti ed in questo caso i Comuni non vengono lasciati soli nell'approcciare a questo tipo di intervento, ma soprattutto, tornando all'atra norma, il parere vincolante ce l'ha richiesto direttamente il Ministero ed è doveroso inserirlo, quindi, bene hanno fatto i Consiglieri a presentare questo disegno di legge, su entrambe il parere positivo dell'Assessore.

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione.
Articolo 1. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

Articolo 2. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

Coordinamento tecnico. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, il Consigliere Mangialardi.

Maurizio MANGIALARDI. Grazie, Presidente. Solo per dichiarare il voto favorevole, ovviamente, del gruppo assembleare del Partito Democratico. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, il Consigliere Antonini.

Andrea Maria ANTONINI. Sia come Presidente della III Commissione, in cui, come è stato già detto da chi mi ha preceduto, entrambe le proposte sono state approvate all'unanimità, che a nome del gruppo, per delega del capogruppo della Lega, esprimo il voto favorevole, tra l'altro in linea con quanto l'Assessore Aguzzi ha precedentemente affermato.
Questa è la condivisione di una rinnovata volontà politica di maggior controllo del territorio, anche attraverso uno degli aspetti più importanti, che è quello del controllo di fiumi ed anche delle reti fluviali minori, che sono presenti nella nostra regione Marche. Quindi, voto favorevole.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, il Consigliere Baiocchi.

Nicola BAIOCCHI. Grazie, Presidente. A nome del gruppo di Fratelli d'Italia, su delega del capogruppo Ciccioli, esprimo parere, sia personale che del gruppo consiliare di Fratelli d'Italia, favorevole. Grazie.

PRESIDENTE. Proposta di legge n. 1 (testo base). La pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

Proposta di legge n. 7
ad iniziativa dei Consiglieri Biancani, Casini, Vitri, Santarelli, Serfilippi, Antonini, Assenti, Borroni, Rossi
“Modifica alla legge regionale 23 novembre 2011, n. 22 'Norme in materia di riqualificazione urbana sostenibile e assetto idrogeologico' e modifiche alle leggi regionali 5 agosto 1992, n. 34 'Norme in materia urbanistica, paesaggistica e di assetto del territorio' e 8 ottobre 2009, n. 22 'Interventi della Regione per il riavvio delle attività edilizie al fine di fronteggiare la crisi economica, difendere l’occupazione, migliorare la sicurezza degli edifici e promuovere tecniche di edilizia sostenibile”
(Discussione e votazione)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca la proposta di legge n. 7 dei Consiglieri Biancani, Casini, Vitri, Santarelli, Serfilippi, Antonini, Assenti, Borroni, Rossi.
La discussione è aperta, ha la parola il relatore di maggioranza Consigliere Borroni.

Pierpaolo BORRONI. Grazie, Presidente. Con la legge in oggetto si va a variare la legge regionale 22 del 23 novembre 2011, in particolare l'articolo 11 'Disposizioni in materia urbanistica', che al comma 1 recita: "sino all'entrata in vigore della legge organica per il governo del territorio e comunque non oltre il 31 dicembre 2020, i Comuni si attengono alle seguenti disposizioni finalizzate alla riduzione del consumo di suolo, nonché al massimo utilizzo e riqualificazione del patrimonio edilizio e urbano esistente anche ai fini di tutela paesaggistica, in particolare 1) non possono essere adottati nuovi Prg varianti di Prg vigenti, anche con il procedimento gestito tramite lo sportello unico per le attività produttive, che prevedono ulteriori espansioni di aree edificabili in zona agricola nei Comuni che non hanno completato per almeno il 75% le edificazioni delle aree esistenti con la medesima destinazione d'uso urbanistica; 2) possono essere sempre adottati nuovi Prg o varianti di Prg se finalizzati alla riduzione delle previsioni di espansione delle aree edificabili, ovvero al recupero delle aree urbane degradate o oggetto di bonifica ambientale”.
La scadenza temporale, dettata dalla legge regionale 22 del 23 novembre 2011, è biennale e negli anni ha avuto diverse proroghe, l'ultima scadenza è fissata al 31 dicembre 2020.
Con la legge regionale del 3 maggio 2018, n. 8 (articolo 10) le proroghe in oggetto sono state messe in essere nell'attesa del varo della nuova legge urbanistica regionale, la predetta legge sostituisce la norma regionale del 5 agosto 1992, n. 34 'Norme in materia urbanistica, paesaggistica e di assetto del territorio'.
Poiché la Regione Marche non si è dotata ancora oggi di una nuova legge urbanistica sostitutiva della legge del 5 agosto 1992, n. 34, appare opportuno spostare il limite temporale di questo divieto dal 31 dicembre 2020 al 31 dicembre 2022 per l'adozione di nuovi Prg o varianti di Prg, che prevederanno la possibilità di edificare nelle zone agricole, anche nelle ipotesi in cui le zone edificabili non risultino ancora costruite per almeno il 75% della loro estensione.
Appare opportuno, e questa è una mia riflessione, che in questa XI legislatura si arrivi finalmente ad avere una nuova legge urbanistica regionale, anche perché la Regione Marche ne ha estremamente bisogno.
La presente proposta di legge è composta di due articoli. Il primo modifica il comma 1 dell'articolo 11 della legge regionale 20/2011, procrastinando la scadenza temporale dal 31 dicembre 2020 al 31 dicembre 2022; l'articolo 2 è l'invarianza finanziaria. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola la relatrice di minoranza Consigliera Casini.

Anna CASINI. Grazie, Presidente. Credo che il Consigliere Borroni abbia detto tutto, in realtà ha letto la relazione, quindi credo che sia stata esplicitata la motivazione per cui si chiede la proroga della scadenza
In realtà oggi approviamo la proroga della scadenza della norma contenuta nell'articolo 11 della legge n. 22 del 2011, che prevedeva, nelle more dell'approvazione di una legge urbanistica …, come voi sapete la redazione era iniziata e nel 2015 era iniziato anche un percorso con tutti i soggetti, le associazioni di categoria e gli ordini professionali, ma dopo il terremoto e la separazione della Regione Marche tra aree terremotate e aree non terremotate, aree comunque con danni da terremoto, ancorché esterne alle aree del sisma, creare un meccanismo di modifica dei piani regolatori ...
Come sapete la pianificazione nella regione Marche è a cascata e sarebbe stata così anche introducendo nuove norme, quindi, si è preferito evitare di appesantire ancora di più e di sovrapporre una legge regionale ad una normativa che invece era frutto di concertazione con il territorio e di scelte del Commissario e del Governo centrale. Penso alle ultime ordinanze che avrebbero potuto essere in contraddizione, a distanza di pochi chilometri, con le norme di competenza regionale.
Ben venga una nuova legge urbanistica quando si sarà assestato il quadro normativo che riguarda tutte le aree interessate dal cratere sismico.
E’ importante questa norma ed è stato anche confermato da una sentenza, la n. 179 del 2019, che stabilisce che la potestà di normare dal punto di vista urbanistico non è soltanto in eccesso rispetto alle volumetrie, ma può anche essere a riduzione, quindi questo è consentito. Si vieta, nelle more dell'approvazione della nuova legge urbanistica, ai Comuni di utilizzare delle aree nuove, utilizzando lo sportello unico per le imprese, che consente di individuare delle aree industriali in zona agricola, anche laddove non ci siano le reti e le opere di urbanizzazione. Se nel piano regolatore ci sono aree non utilizzate di tipo residenziale o industriale superiori al 75% il Comune deve ridurre quelle aree per proporne altre, oppure non può proporre delle nuove aree in eccedenza rispetto a quelle già pianificate, ancorché non realizzate.
Quindi è chiaro che è una legge tampone, che aveva un senso nel 2011 e ce l'aveva fino al 2016, ancora oggi ce l'ha, proprio perché non è semplice costruire una legge urbanistica, ma ci auguriamo che venga superata nel minor tempo possibile, anche perché questo significherebbe avere delle norme e un codice per tutti gli interventi che sono ammissibili, anche con delle deroghe forti rispetto alla normativa vigente, sia nazionale che regionale, nelle aree del sisma. Quindi è una proroga di un anno nell'attesa che si stabilizzi la normativa.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Biancani.

Andrea BIANCANI. Grazie, Presidente. Sarò brevissimo. Vorrei ringraziare la Consigliera Casini per aver portato questa legge in Commissione ed ovviamente anche il Presidente Antonini e tutti i componenti della Commissione, compresa la Consigliera Vitri, che ha sottoscritto questo atto, che reputo molto importante perché in attesa dell'approvazione della nuova norma sul governo del territorio è importante prorogare questa disposizione legislativa, altrimenti si sarebbe consentito quello che viene definito il consumo di suolo. Questa legge vieta le varianti urbanistiche in aree agricole qualora i piani regolatori non siano stati già realizzati almeno per il 75%.
Può sembrare una legge di poco valore, in realtà non lo è, anche perché noi abbiamo piani regolatori spesso, almeno quelli che conosco io, sovradimensionati rispetto alle reali esigenze del momento, con tantissime previsioni urbanistiche ancora da portare avanti, quindi, è assurdo andare a costruire, a prevedere nuove edificazioni, ovviamente non previste dal piano regolatore, in aree agricole, o meglio questo è possibile solamente se vengono ridotte le relative capacità edificatorie in base alle varie destinazioni che sono necessarie.
Grazie all’intera Commissione per aver deciso di approvare questa proposta di legge in tempi così rapidi, è stata presentata qualche giorno fa perchè scadeva il 31 dicembre, ed è stato fatto di tutto e di più per riuscire a portarla in Aula prima della fine dell'anno. Quindi, grazie all'intera Commissione.

PRESIDENTE. Ha la parola l’Assessore Aguzzi.

Stefano AGUZZI. Condivido il percorso che il Consiglio regionale e i Consiglieri intervenuti stanno facendo per questa modifica di legge, che di fatto è una proroga degli attuali termini sui quali la legge si basa per quel che riguarda le nuove possibilità di intervento tramite varianti o piani regolatori su terreni oggi non interessati da pianificazione edilizia. Occorre giustamente, penso, aver prima utilizzato, o se vogliamo, consumato, il territorio per i quali le norme sono già vigenti. Se un piano regolatore prevede 10.000 metri quadri di espansione della zona industriale, se viene richiesta una variante su un terreno agricolo, prima ancora che quei 10.000 metri quadri siano realizzati, noi facciamo speculazione o mero consumo di suolo, comunque qualcosa di inutile, diciamo così, anche perché i piani regolatori redatti negli ultimi 10/15 anni tendenzialmente sono sovrastimati per situazioni socio-economiche molto diverse dalle attuali. Quindi, occorre indubbiamente che sia prorogato, così come si prevede in questo disegno di legge, di un paio d'anni l'attuale vincolo, come dire: finché non c'è un consumo del 75% delle attuali previsioni urbanistiche non se ne possono redigere altre, a meno che non ci sia qualcosa di particolare, non previsto nell’attualità regolatoria, allora può essere presa in considerazione. Non solo trovo giusta questa situazione, ma la considero anche doverosa, anzi vi dirò di più, ma su questo non faccio assolutamente alcun tipo di …, lo dico con simpatia, mi avete anticipato perché è qualcosa che avrei portato al prossimo Consiglio perché la scadenza è a fine anno. Questa è una cosa che andava prorogata, l'avete fatto voi? Vi ringrazio, nel senso che non sono qui a discutere di gelosia o di cose di questo genere, anzi, mi fa piacere che ci siano dei Consiglieri regionali attenti sotto questo punto di vista, che hanno proposto una norma giusta.
Altra questione invece è redigere, da qui ai prossimi due anni, una normativa urbanistica più inerente alle attuali esigenze, come ho detto prima, mentre i piani regolatori redatti 10/15 anni fa … Difficilmente i Comuni hanno redatto piani regolatori negli ultimissimi anni, tendenzialmente sono datati, dico tendenzialmente, e sono stati redatti, pensati e studiati in momenti molto diversi, anche in considerazione di esigenze di sviluppo economico e altro. Quei piani regolatori, secondo me, andrebbero rivisti complessivamente e la legge urbanistica regionale dovrebbe dare delle linee di indirizzo, indubbiamente anche inedite ed innovative per il riutilizzo del suolo già consumato, con particolare attenzione all'ambiente, al costruire sul costruito e anche allo snellimento di molte norme che spesso impediscono anche quando si vuol fare qualcosa di positivo e di utile sul territorio, ostacolano nel perseguire un determinato obiettivo.
Una nuova normativa urbanistica più generale è già allo studio e ho già investito gli uffici regionali nel dire iniziamo a ragionare su quello che può essere un nuovo piano urbanistico, nel frattempo, è chiaro, devono rimanere in vigore le attuali normative, altrimenti si rischia di procedere in maniera barbara sul territorio senza una tutela complessiva, quindi, perfettamente in linea su questa cosa, ripeto, mi avete anticipato di una settima, ma non c'è alcun motivo …, spero che sia votata da tutti i Consiglieri perché questa norma è opportuna.

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione.

Articolo 1. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

Articolo 2. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

Coordinamento tecnico. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, il Consigliere Antonini.

Andrea Maria ANTONINI. Grazie, Presidente. Come prima poco cambia, sia in qualità di Presidente della III Commissione che su delega del Capogruppo del gruppo della Lega esprimo il voto favorevole perché condividiamo il principio che poco fa ci ha presentato l'Assessore Aguzzi nel merito della proposta; condividiamo anche il metodo, ovvero che questa proroga sia necessaria e fintanto si lavorerà e si arriverà all’elaborazione di una nuova legge urbanistica.
Posso già rispondere, e credo anche a nome della Commissione tutta, all'Assessore Aguzzi che siamo pronti a recepire le indicazioni che arriveranno dall'Assessore e dall'ufficio competente per fare come Commissione il nostro lavoro, per quanto di nostra di competenza.
Tra l'altro tutto è perfettamente in linea anche con gli indirizzi che il Presidente Acquaroli ci ha dato all'inizio del nostro mandato, tra le prime cose arrivare a una soluzione per una nuova legge urbanistica, dato che la precedente è ferma, mi sembra, al 1992, ovviamente con tutte quelle accortezze che riguardano una situazione attuale abbastanza particolare, dovuta anche, come ha detto prima la Consigliera Casini, a tutta la questione degli interventi, soprattutto sul discorso del terremoto, quindi il gruppo Lega vota favorevole.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, il Consigliere Mangialardi.

Maurizio MANGIALARDI. Grazie, Presidente. Intervengo per esprimere il voto favorevole del gruppo del Partito Democratico, un passaggio di buonsenso, una legge che ha un carattere transitorio, anche con l'auspicio, l’abbiamo sentito nell'intervento dell'Assessore, di rivedere la legge urbanistica che dovrebbe prendere qualche indirizzo, questo sì, dall'Assemblea.
Penso che siano maturi i tempi per arrivare a una norma che porti al consumo zero del territorio e che permetta di utilizzare strumenti come quello della rigenerazione urbana per riqualificare le nostre città, le nostre aree industriali e quelle artigianali, per ricucire, per ridisegnare la città del futuro.
E' una norma che ha funzionato e che ha bisogno di essere reiterata, quindi, grazie ai due relatori e al Presidente della Commissione per aver messo i proponenti nelle condizioni di poterla votare, quindi esprimiamo il nostro parere favorevole. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, il Consigliere Borroni.

Pierpaolo BORRONI. Grazie, Presidente. Vorrei subito ringraziare l'impegno della Giunta, del Presidente e dell'Assessore Aguzzi per questa presa di posizione che appoggia quello che in III Commissione abbiamo deciso all'unanimità e sottoscritto come Consiglieri.
Una legge che, come dice il Consigliere Mangialardi, è provvisoria, però è molto importante perché diamo una direzione agli uffici urbanistici dei Comuni delle Marche, per evitare abusi nei territori, come giustamente detto, con il limite del 75%.
L'auspicio è che questa XI legislatura riesca a dare una svolta urbanistica alle Marche con una nuova legge quadro che possa essere all'indirizzo della salvaguardia del nostro territorio.
La prima cosa che mi viene in mente sono quei sterminati campi di fotovoltaico che negli anni sono stati autorizzati nelle Marche, sinceramente, secondo me, sono abbastanza obbrobriosi, per cui bisognerà mettere un freno anche all'espansione del fotovoltaico, anche se ci sono dei bocciofili, dei locali nelle città che possono essere utilizzati con il fotovoltaico, nella direzione del rispetto del territorio e della nostra terra.
Come gruppo Fratelli d'Italia siamo tutti d'accordo nel sottoscrivere questa legge e nell’augurare all'Assessore Aguzzi di essere quello che riuscirà a dare una nuova legge urbanistica alle Marche, ovviamente Fratelli d'Italia vota a favore.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, il Consigliere Santarelli.

Luca SANTARELLI. Grazie, Presidente. Un saluto alla Giunta, ai Consiglieri presenti e soprattutto allo staff della III Commissione, che ha permesso, con un po' di emozione per me, almeno dal mio punto di vista, di votare questa proposta di legge n. 7, consapevole del ruolo che esercitiamo all'interno della III Commissione permanente. Per questo ringrazio il Presidente Antonini che ha creato sinergia su questa legge, che è un adeguamento, ma nello stesso tempo ci vede responsabili per il futuro perché le azioni che noi possiamo portare avanti in Commissione per tutto il territorio ed il tessuto marchigiano sono di notevole importanza.
Se la Commissione avrà la sensibilità e soprattutto la capacità di lavorare con approfondimento sarà per l'impegno dei Consiglieri, di tutto il gruppo di lavoro, dello staff e degli uffici compresi, quindi il gruppo Rinasci Marche vota consapevolmente e con favore questa legge. Grazie.

Proposta di legge n. 7. La pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

Interrogazione n. 37 - a risposta immediata
ad iniziativa delle Consigliere Ruggeri, Lupini
“Proposta screening di massa dal 18 dicembre anche nel Comune di Fermignano”
(Svolgimento)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca l’interrogazione n. 37 - a risposta immediata . delle Consigliere Ruggeri, Lupini.
Ha la parola, per la risposta, l’Assessore Saltamartini.

Filippo SALTAMARTINI. Grazie, Presidente. Colleghi Consiglieri, viene presentata una interrogazione al sottoscritto per quanto riguarda la richiesta di sottoposizione della popolazione del Comune di Fermignano allo screening di massa.
La richiesta viene motivata su un presunto allargamento dell'epidemia che invece non si registra dai dati ufficiali, infatti, negli ultimi 10 giorni c'è stata una costante riduzione del tasso epidemico nel Comune di Fermignano e il picco che si era registrato l'1 dicembre con 17 casi è completamente sparito.
Attualmente il Comune di Fermignano ha un'incidenza epidemica al di sotto della media regionale, quindi non si capisce come mai in Consiglio regionale ed anche sui mezzi di comunicazione di massa siano state diffuse queste informazioni che non risultano fondate su elementi certi relativi all'epidemia, tanto più per il fatto che il Consigliere Cancellieri ha sempre seguito queste vicende e ci siamo relazionati su questo punto.
Vorrei dire che il piano dello screening di massa si muove sull'idea di piano, di cui dovrebbe essere ben nota la concezione organizzativa, quindi si parte adesso dalle città capoluogo di provincia, si passerà successivamente a quelle con una popolazione superiore a 20 mila abitanti, poi successivamente ai Comuni con più di 10 mila abitanti, con più di 5 mila abitanti ed infine si procederà allo screening negli altri Comuni.
C’è da tener conto in ogni caso che l'andamento dei cluster di diffusione del virus è costantemente monitorato dal Servizio sanità e che contestualmente, ove si dovessero profilare degli allarmi, l'amministrazione sanitaria entrerà immediatamente in un regime di controllo tassativo dell'epidemia, tenendo conto che i cluster allorquando si manifestano determinato degli indicatori che possono incidere sull'individuazione dell'indice Rt che classifica la Regione nelle tre fasce di colore (giallo, arancione e rosso).
Vorrei rassicurare tutti i cittadini che abitano nel Comune di Fermignano che l'andamento è tenuto sotto controllo, monitorato giorno dopo giorno e non dà questo allarme, perché, ripeto, la media è inferiore a quella regionale, anzi, è una delle più basse a livello regionale, quindi non c'è alcuna giustificazione né per allarmare la popolazione, né per spostare il piano organizzativo. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatta o meno, la Consigliera Ruggeri.

Marta RUGGERI. Grazie, Presidente. Per la prima volta devo dire che la risposta dell'Assessore non mi soddisfa per nulla, anche perché non tiene conto della richiesta che proviene dal territorio di Fermignano.
La prima lettera che è stata inviata al Presidente della Giunta e per conoscenza anche all'Assessore alla sanità è datata 6 dicembre ed è stata sottoscritta non solo dal Sindaco, ma da tutti i Consiglieri comunali, compresi quelli che fanno parte della Lega, quindi non riesco a capire questa divisione tra Consiglieri comunali e Consiglieri regionali, e intendo il nome del Consigliere che è stato fatto prima.
Comunque, al di là di questo, i casi sono aumentati di gran lunga in dieci giorni, perché il Sindaco in quella famosa lettera diceva che i contagi erano quattro volte superiori a quelli di alcuni Comuni limitrofi, in pochi giorni erano passati da 11 a 141.
Stamattina il Sindaco di Fermignano ha mandato al Direttore generale dell'Asur una nuova missiva, con la quale dice che al 14 dicembre i positivi erano 122. Nessuno mette in dubbio, non io di sicuro, ma penso neanche il Sindaco, che l'andamento sia sotto controllo e monitorato costantemente, ci mancherebbe che non fosse così, però quello che si chiede è un po’ di flessibilità nell'applicazione del piano. Per esempio la delibera ad oggetto “Screening di popolazione per Sars Covid 2 nella regione Marche”, che è datata 3 dicembre, è stata diffusa pochissimi giorni fa e parla di due fasi, la separazione tra, come lei ha detto e ricordato ed abbiamo letto su tutti i giornali, i capoluoghi di provincia e le città sopra i 20 mila abitanti, ma non è così rigida, tant'è che siamo dovuti andare a cercare qualche altra delibera dell'Asur e sinceramente non ne abbiamo trovata nemmeno una, quindi, oltre a dire in questa sede che fare il nostro dovere di Consiglieri regionali in questo marasma burocratico è difficile, non credo neanche sia giusto che le notizie le apprendiamo dalla stampa piuttosto che dagli atti.
Torno a dire, non credo che il Consiglio comunale voglia fare allarmismo, ma semplicemente chiedere una flessibilità e prevedere in un Comune, in cui c'è stato un aumento evidente di casi positivi, la possibilità di poter partecipare allo screening, che sta per partire tra pochissimo a Urbino. Anche dal punto di vista organizzativo non sarebbe stato così difficile trovare delle soluzioni, il Sindaco in quella lettera parla anche della disponibilità della Croce Rossa e della Protezione Civile di Fermignano a muoversi per organizzare, oppure a partecipare ai punti drive di Urbino.
Tenete conto che ci sono vie che per metà appartengono a Urbino e per l’altra a Fermignano, quindi, separare in maniera così rigida questa situazione non ci sembra neanche doveroso, se non contassimo solo il numero di abitanti, o semplicemente il fatto che una città è capoluogo e l'altra no. Anche città più popolose di Urbino sono state inserite nella fase che dovrà partire.
Sinceramente questa rigidità da parte della Giunta mi lascia perplessa e non la trovo comprensibile. Grazie.

Interrogazione n. 42 - a risposta immediata
ad iniziativa dei Consiglieri Vitri, Biancani
“Intervento urgente sulla strada provinciale 66 nel Comune di Urbino”
(Svolgimento)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca l’interrogazione n. 42 - a risposta immediata - dei Consiglieri Vitri, Biancani.
Ha la parola, per la risposta, l’Assessore Aguzzi.

Stefano AGUZZI. Grazie, Presidente. Erroneamente questa interrogazione era stata assegnata inizialmente all’Assessore Baldelli, pochi minuti fa ho saputo di dover rispondere, me ne sono subito curato e in qualche modo ho predisposto questo tipo di approccio e di risposta.
Partiamo dal presupposto che questa frana risale a oltre trent'anni fa, sono trent'anni che è avvenuto lo smottamento in questa zona, che ha compromesso in parte anche la viabilità e la sicurezza di quella frazione e di quel territorio nel Comune di Urbino.
La Provincia in tutti questi anni, perché non ci deve sfuggire che qui si tratta di strada provinciale, non una strada ricollegabile in qualche modo all’amministrazione regionale, ha garantito la viabilità ponendo diversi interventi a tamponare la situazione che si era venuta a creare.
Il giorno 22 settembre 2020 la Provincia ha chiesto alla Regione, praticamente il giorno dopo delle elezioni regionali, di intervenire dopo trent'anni e di mettere a bilancio 500 mila euro. Evidentemente sapevate di perdere, altrimenti non l’avreste chiesto se pensavate di continuare a governare, passatemi questa battuta, un attimo per sdrammatizzare la fretta con la quale all'ultimo minuto, stamattina, ho dovuto approcciare questa materia. Per questo chiedo scusa da parte della Giunta, ovviamente, non è responsabilità dei Consiglieri che hanno posto l’interrogazione se c'è stato un ritardo nell'approccio, se c’è stato un disguido interno agli uffici, che a volte può capitare per la grande mole di lavoro che si tratta giornalmente, comunque siamo qui a rispondere.
Detto questo, ripeto, la Provincia ha chiesto alla Regione questo tipo di intervento, la quale si è attivata inserendolo negli elenchi degli interventi urgenti richiesti al Ministero nel piano nazionale di ripresa e resilienza. Ci sono una serie di esigenze diffuse e gravi nel territorio regionale, probabilmente alcune possono avere maggiore gravità, comunque questa è stata inserita tra le urgenze, quindi la situazione è stata ritenuta grave, non di semplice approccio, altrimenti non sarebbe stata inserita in questo piano presentato.
Siamo in attesa di una risposta da parte dello Stato per quel che riguarda i finanziamenti che potranno addivenire per far fronte alle esigenze complessive, perché è chiaro che non si è chiesto semplicemente 500 mila euro per questo singolo intervento, ma si sono chieste delle misure più ampie per una serie di situazioni.
Nel frattempo abbiamo richiesto alla Provincia, tramite i nostri uffici, delle elaborazioni progettuali più precise perché ci mette in difficoltà la mera richiesta di una somma di denaro senza sapere che tipo di piano di intervento si prevede. Quindi, noi abbiamo inserito questo intervento tra le urgenze e nel piano di finanziamento che abbiamo richiesto al Ministero, giudicandolo l'intervento meritevole di attenzione, chiediamo contestualmente alla Provincia una bozza di piano di intervento per capire effettivamente di cosa stiamo parlando. Dopo trent'anni si chiede, lo stesso giorno in cui una nuova amministrazione si insedia, 500 mila euro senza presentare neanche una progettualità, senza un progetto, c'è una mera richiesta di 500 mila euro con delle foto che fanno vedere com'è fatta la frana, con tutta la buona volontà …, l’abbiamo ritenuta urgente, meritevole di attenzione e inserita nel piano degli interventi, ma abbiamo chiesto qualche delucidazione in più alla Provincia, per capire che tipo di piano si prevede di dover finanziare.
Quindi, il nostro approccio è positivo, però, passatemi il termine, l'improvvisazione di questo tipo di richiesta che ci viene fatta in questo modo e con questa tempistica ...

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatta o meno, la Consigliera Vitri.

Micaela VITRI. Grazie, Presidente. Grazie Assessore per la risposta. Capisco la tempistica, in realtà la Provincia di Pesaro-Urbino ha avanzato questa richiesta a settembre in vista della stagione invernale per prevenire eventuali ondate di maltempo, lei stesso ha evidenziato che si tratta di una strada provinciale ed ha anche detto che non è riconducibile all'amministrazione regionale.
In realtà qua si parla di dissesto idrogeologico, quindi è proprio di competenza regionale, non si tratta di un semplice asfalto, ma di dissesto idrogeologico gravissimo.
Mi permetto anche di evidenziare un altro punto che ha sorvolato, forse per la fretta con la quale ha risposto, è vero che è una frana trentennale, ma nel corso di questi trent'anni sono già stati messi in atto numerosi interventi tra cui anche lo spostamento della carreggiata più a nord, un intervento di cui si è occupata la Provincia, invece l'intervento sul dissesto idrogeologico compete alla Regione.
La ringrazio comunque per l'attenzione che ha mostrato, per aver inserito questa opera nel piano di finanziamento.
Nell'elenco che ha presentato la Provincia di Pesaro-Urbino al primo posto è riportata la strada nel Comune di Pergola, che l'Assessore Baldelli conoscerà benissimo, spero quindi che si possa davvero avere sensibilità, per cui i finanziamenti verranno messi in campo al più presto in ordine di priorità, partendo dalla prima strada che la Provincia di Pesaro-Urbino evidenzia come necessaria, la seconda è questa nel Comune di Urbino ed a seguire gli altri, credo che siano più di dieci gli interventi richiesti, per cui spero che davvero si possa intervenire al più presto. Grazie.

Interrogazione n. 43 - a risposta immediata
ad iniziativa dei Consiglieri Biancani, Vitri
“Modifica urgente dei criteri di calendarizzazione degli screening di massa tramite tamponi antigenici rapidi nei Comuni delle Marche”
(Svolgimento)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca l’interrogazione n. 43 - a risposta immediata . dei Consiglieri Biancani, Vitri.
Ha la parola, per la risposta, l’Assessore Saltamartini.

Filippo SALTAMARTINI. Grazie, Presidente. Colleghi Consiglieri, l'interrogazione n. 43 a firma dei Consiglieri Biancani e Vitri pone lo stesso quesito dell'interrogazione precedente e questo mi dà modo di precisare alcune questioni.
Sapete perfettamente che il ruolo di indirizzo politico alla Giunta e il potere che è attribuito ai Consiglieri si manifesta nel cosiddetto sindacato ispettivo attraverso l'utilizzo delle interrogazioni e delle interpellanze, c'è anche da aggiungere che tutto l'apparato amministrativo della Regione Marche, in particolare la sanità, gode di discrezionalità tecnica, non ci può essere un intervento dell'organismo politico o consiliare nell'organizzazione tecnica degli aspetti sanitari.
Se quindi la struttura dell'Asur e la struttura organizzativa sanitaria predispongono un piano di screening su un atto di indirizzo della Giunta è evidente che i margini di interferenza sull'organizzazione del piano devono essere sulla macro-discrezionalità che il piano potrebbe assecondare. Voglio dire, non può essere un Consiglio comunale, un Consigliere regionale o l’Assessore a modificare il piano pandemico, e quindi lo screening di massa, se non ci sono elementi di errore macroscopico sulla discrezionalità tecnica.
Voglio dire, se i tecnici, quindi i medici, i chimici, i fisici, che si occupano di questa materia, predispongono un piano non c'è dubbio che si argomenta sulla sua manifesta irragionevolezza o su un manifesto errore in cui incorre per cui si può naturalmente chiedere una giustificazione, oppure noi non ci possiamo sostituire all'organizzazione a alla struttura tecnica.
C'è anche da aggiungere che l'esame obiettivo delle situazioni dei cluster è affidato ai Dipartimenti di prevenzione, che hanno tutti gli strumenti per intervenire ove dovessero manifestarsi dei focolai significativi, ed è altrettanto evidente che su questo tema non si può ragionare allarmando le popolazioni o facendo un uso strumentale del potere ispettivo, dicendo che si deve fare lo screening, che la frazione è divisa a metà, quando i criteri sono questi. E' evidente che le cose non sono così. I cluster significativi sono seguiti dai Dipartimenti di prevenzione, indipendentemente dal piano di esecuzione dei tamponi, che tende a verificare la diffusione della pandemia nel piano generale della nostra regione. E' un'organizzazione così complessa, così dettagliata, che coinvolge l'Asur, le autorità di Protezione civile, le autorità di pubblica sicurezza, un piano programmato della gestione del territorio con 2.200.000 tamponi e questa organizzazione, di cui noi dobbiamo essere orgogliosi, strutturata dall’Asur, ci porterà a intervenire per la distribuzione dei vaccini che giungeranno, com'è noto, il 15 gennaio, 40 mila per il personale sanitario, per quello delle strutture sanitarie private, per gli ospiti delle Rsa e alla fine del primo trimestre, a marzo, giungeranno altri milioni di dosi per la popolazione superiore a 60 anni di età e alla fine di giugno è prevista la fornitura delle restanti milioni di dosi per la rimanente popolazione, ma c'è da tener conto che essendo la vaccinazione costituita da due richiami, noi dovremmo somministrare 3 milioni di dosi, un’operazione che non si è mai verificata nella nostra regione e tutto questo prevede che le strutture che oggi abbiamo a disposizione, che sono le aule fisiche dei Dipartimenti di prevenzione, garantiscano l'accesso di milioni di persone.
Attraverso lo screening avremo l’esperienza, il know how, per verificare se la vaccinazione nella nostra regione può essere effettuata con il meccanismo della cosiddetta catena di montaggio, in cui più infermieri e più medici dovrebbero essere in grado di garantire non solo lo screening, ma la somministrazione dei vaccini.
In questo momento alterare questo sistema, questo meccanismo, significa sottoporre l’Asur ad un'organizzazione diversa, spostare delle risorse da un posto ad un altro, modificando il significato stesso di piano, che ha il significato di programmazione, il piano non è qualche cosa che riguarda l'urgenza, se ci fosse stata noi avremmo sottoposto i cittadini di Fermignano ad uno screening immediato, ma non c'è perché sulla base di elementi oggettivi, obiettivi della diffusione pandemica, non si possono esercitare atti di sindacato ispettivo senza partire dai dati. I dati dimostrano che a Fermignano non c'è questa emergenza, così come in altri Comuni, le emergenze le affrontiamo con gli strumenti di emergenza.
Questo è un piano di valutazione generale della diffusione del virus nella nostra regione e sono orgoglioso di comunicare al Consiglio che ci sono altre Regioni interessate a copiare il piano che parte nelle Marche.
Un altro elemento di valutazione riguarda la validità dei test che andiamo ad eseguire, su alcuni giornali sono state pubblicate notizie infondate, i test li abbiamo acquistati mediante gare a evidenza pubblica, perché noi agiamo secondo criteri di evidenza pubblica, sono prodotti in Finlandia, un paese dell'Unione europea, assoggettato alle norme di garanzia dell'Unione europea, che hanno un'efficacia dichiarata superiore al 92%, quindi, i cittadini devono essere consapevoli che lo screening parte con l'aiuto di tutti.
Ringrazio anche i Sindaci, le autorità di Protezione civile, i volontari, i volontari della Croce Rossa, gli infermieri delle scuole di specializzazione, i medici dei corsi di formazione, perché sarà una gigantesca operazione di accertamento della diffusione del virus e comporterà la responsabilizzazione delle persone che, trovandosi in una positività da Covid, non trasmetteranno il virus ai propri genitori, nonni o colleghi di lavoro.
È un'operazione importante, significativa, di cui ci assumiamo la responsabilità e deve essere chiaro che si tratta di un piano di intervento, non di un intervento di emergenza.
Detto questo, rispondo all'interrogazione n. 43 dicendo che il piano è stato strutturato nelle misure che vi ho detto, comunque, se ci sono dei cluster di pericolosità, la struttura dell'Asur è chiamata ad intervenire con tempestività e con tutte le risorse.
Noi oggi abbiamo le risorse umane e strumentali, 2.200.000 campioni di test antigenici rapidi e siamo in grado di intervenire per garantire il livello di sicurezza della nostra regione. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno, il Consigliere Biancani.

Andrea BIANCANI. Grazie, Presidente. Innanzitutto ringrazio l'Assessore per la risposta chiara.
La mia interrogazione non parlava di Fermignano, ma capisco che oggi il tema di Fermignano sia alla ribalta, trattava in generale dei Comuni delle Marche e chiedevo, qualora ci fossero dei casi evidenti, di inserirli con un indice molto elevato nel piano di emergenza.
Assessore, lei mi ha risposto in maniera chiara, dicendo che questi Comuni non verranno inseriti all'interno di questo piano perché abbiamo altre procedure previste.
Per quanto riguarda il ruolo della Giunta, voglio solo ricordare che i tecnici fanno una proposta alla Giunta, che poi vota il piano, non sono i tecnici che lo votano, ma è la politica che dà gli indirizzi chiari ai tecnici per come fare il piano e magari come modificarlo nel corso delle verifiche o altro.
Non possiamo dire che i tecnici abbiano valutato se questa cosa non andava fatta anche perché hanno proposto un piano e la Giunta l’ha approvato, ma se vuole la Giunta lo può cambiare.
Ognuno ha il suo ruolo, ma capisco che in questo caso la Giunta abbia deciso, è legittimo, quindi, ringrazio l'Assessore. Devo dire che anch'io ho accertato che i Comuni del nostro territorio regionale stanno collaborando molto con la Giunta per far si che lo screening di massa riesca e di questa cosa sono contento, quando due enti riescono a collaborare, l'amministrazione locale insieme alla Regione nell'interesse dei cittadini, la ritengono comunque una cosa positiva. Grazie.

Interrogazione n. 29
ad iniziativa dei Consiglieri Mastrovincenzo, Bora, Casini, Mangialardi, Carancini, Cesetti, Biancani, Vitri
“Applicazione regionale del ‘Decreto Rilancio’ (legge 77/2020) in tema di assistenza territoriale”
(Svolgimento)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca l'interrogazione n. 29 dei Consiglieri Mastrovincenzo, Bora, Casini, Mangialardi, Carancini, Cesetti, Biancani, Vitri.
Ha la parola, per la risposta, l’Assessore Saltamartini.

Filippo SALTAMARTINI. Grazie, Presidente. I Consiglieri Mastrovincenzo, Bora, Casini, Mangialardi, Carancini, Cesetti, Biancani e Vitri chiedono informazioni sull'applicazione regionale del 'Decreto rilancio' (legge 77/2020) in tema di assistenza territoriale.
Si deve innanzitutto premettere che l'ente incaricato all'esecuzione di questa legge è l’Asur, ci sono le due delibere della Giunta regionale, la 1266 del 5 agosto 2020 e la 1423 del 16 novembre 2020, dell’attuale maggioranza.
Chiedono i colleghi sul punto a) quante nuove persone sono state raggiunte dal servizio Adi rispetto alla previsione di 28.843 unità.
La risposta è la seguente. La delibera di Giunta regionale n. 1423, quella da noi adottata a novembre, indica gli elementi su cui intervenire per quanto riguarda le cure domiciliari integrate.
In prima analisi si chiedeva di aumentare la percentuale degli assistiti presi in carico a livello domiciliare, rispetto alla popolazione di età superiore ai 65 anni, prevedendo, quindi, la presa in carico in cure domiciliari integrate di 25.348 assistiti con età superiore a 65 anni.
In seconda analisi, si chiedeva di portare la percentuale degli assistiti presi in carico a livello domiciliare, rispetto alla popolazione di età inferiore ai 65 anni, allo 0,30% prevedendo la presa in carico di 3.495 assistiti con età inferiore a 65 anni.
Complessivamente, quindi, il target previsto degli assistiti per le cure domiciliari integrate è calcolato in 28.843 pazienti.
Tuttavia, dall'analisi del flusso ministeriale per l'assistenza domiciliare, cosiddetto Flusso Siad, si evince che nell'anno 2019 sono stati presi in carico 12.566 assistiti con età superiore a 65 anni (pari al 3,32% della popolazione con età superiore a 65 anni) e 1.548 assistiti con età inferiore a 65 anni (pari allo 0,13% della popolazione con età inferiore a 65 anni).
Nell'anno 2020, fino ad oggi, sono stati i complessivamente presi in carico 9.224 assistiti in cure domiciliari integrate; rispetto al totale i nuovi pazienti presi in carico nell'anno sono pari a 8.776 unità. Il dato per l’anno 2020 è estratto dal data base regionale, ma si tratta evidentemente di un dato ancora incompleto. Infatti, l'invio dei dati viene fornito per norma trimestralmente e fino ad oggi non è stato completato il conferimento del terzo trimestre e mancano tutti i dati del quarto trimestre (scadenza del conferimento è il mese di gennaio 2021). Sarà possibile avere il dato complessivo sul numero dei pazienti presi in carico per l’intera annualità 2020 solo dopo il mese di gennaio 2021.
E’ necessario anche specificare che il dato del Flusso Siad si riferisce alle prese in carico in cure domiciliari integrate, ovvero quelle rivolte a pazienti non autosufficienti, con bisogni complessi la cui presa in carico comporta una valutazione dell'Unità di Valutazione Integrata (Uvi) e per la redazione del piano assistenziale integrato, il cosiddetto Pai.
Durante l'emergenza pandemica è stato necessario rimodulare l'offerta assistenziale per tutti i livelli di cura, comprese le cure domiciliari, per le quali è stata sempre comunque garantita la presa in carico dei pazienti più complessi.
Per la gestione dei pazienti positivi al Covid l'attività del servizio cure domiciliari è stato inoltre integrata con l'attività delle Usca, le cosiddette unità speciali di continuità assistenziale, presenti in tutto il territorio nazionale in numero di 33 equipe - ricordo che erano 23 all'atto in cui noi abbiamo assunto questa responsabilità di governo - ma l'attività svolta a domicilio dalle Usca per i pazienti Covid positivi non viene registrata nel Flusso Siad, essendo questo specifico solo per le cure domiciliari integrate, come sopra detto.
Il punto b) di questo atto ispettivo chiede quanti infermieri di famiglia, assistenti sociali e psicologi sono stati assunti e come sono stati impiegati.
La risposta è che fino ad oggi abbiamo assunto 61 infermieri per attività territoriale e Usca, mentre si stanno avviando le procedure per l'assunzione di sociologi, psicologi e assistenti sociali.
Lascio questa memoria del servizio alla segreteria. Grazie.

Presidenza del Vicepresidente
Andrea Biancani

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno, il Consigliere Mastrovincenzo.

Antonio MASTROVINCENZO. Grazie, Presidente. Grazie Assessore per la risposta. È evidente che rispetto alla prima domanda il dato è abbastanza basso, quindi, mi auguro, ci auguriamo, che prossimamente sarà incrementato il numero delle persone raggiunte dal servizio di ADI, così come mi auguro che siano avviate al più presto le procedure che lei ha evidenziato rispetto all'assunzione di psicologi e assistenti sociali.
Credo che occorra potenziare il sistema di assistenza e cura domiciliare in questo senso, il modello degli infermieri di comunità pone al centro la persona e la famiglia e può segnare, secondo me, un cambiamento di approccio, ma occorre intensificare il lavoro di prevenzione, anche attraverso il potenziamento dei servizi distrettuali di valutazione e di presa in carico. Grazie per la risposta.

Interrogazione n. 28
ad iniziativa del Consigliere Biancani
“Stato di avanzamento della realizzazione delle Ciclovie del Foglia, del Metaurio e del Cesano”
(Svolgimento)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca l’interrogazione n. 28 del Consigliere Biancani.
Ha la parola, per la risposta, l’Assessore Baldelli.

Francesco BALDELLI. Grazie, Presidente. In riferimento all'interrogazione n. 28 dell'1 dicembre 2020, ad oggetto “Stato di avanzamento della realizzazione delle ciclovie del Foglia, del Metauro e del Cesano”, il Consigliere Biancani interroga il Presidente della Giunta regionale per avere risposta sui requisiti che pone.
Punto 1) quali fasi dei procedimenti di realizzazione delle ciclovie del Foglia, Metauro e Cesano siano attualmente in corso.
Si rappresenta in riferimento al primo punto che per quanto riguarda la Ciclovia del Foglia sono previsti n. 2 interventi lungo la vallata: il primo progetto parte da Pesaro e si sviluppa lungo la valle del Foglia terminando nel territorio comunale di Vallefoglia. Il progetto di fattibilità tecnico ed economico è stato approvato con Decreto del Dirigente del Servizio tutela gestione ed assetto del territorio n. 129 del 29 maggio 2020; il secondo progetto - in prosecuzione al primo - parte da Vallefoglia verso Tavullia e raggiunge Montecalvo in Foglia. Il progetto di fattibilità tecnico ed economico è stato approvato con decreto del Dirigente del Servizio tutela gestione ed assetto del territorio n. 131 del 4 giugno 2020.
Per entrambi gli interventi è stata avviata in data 27 luglio 2020 la gara per l'affidamento della progettazione definitiva ed esecutiva. La scadenza per la presentazione delle offerte era stabilita per il 14 settembre 2020 e alla data odierna sono in corso le valutazioni delle offerte pervenute per addivenire entro il mese di gennaio all'individuazione dei progettisti.
Per quanto riguarda la Ciclovia del Metauro, attualmente è in corso la Conferenza dei servizi convocata per il giorno 20 febbraio 2020 per l'approvazione del progetto di fattibilità tecnico economico del 30 gennaio 2020 che prevede il tracciato della ciclovia a fianco della ferrovia dismessa Fano-Urbino.
L'iter è sospeso a causa di due pareri negativi espressi dal Ministero delle infrastrutture e dei trasporti, in data 20 marzo 2020 e 15 aprile 2020, per l'interferenza con l'Autostrada A14 e la relativa viabilità compensativa.
Per quanto riguarda la Ciclovia del Cesano, con decreto del Dirigente del Servizio tutela, gestione e assetto del territorio n. 56 dell'11 marzo 2020 è stata assegnata la somma di 800 mila euro per la realizzazione al Comune capofila di Mondolfo, che dovrà procedere con la progettazione e realizzazione dell'opera. Come riportato nel dispositivo del decreto sopra citato, l'esigibilità del contributo è determinata nell'annualità 2021 e il Comune capofila dovrà rendicontare lo stesso entro il 30 novembre 2021.
Punto 2) entro quanto tempo, nei relativi cronoprogrammi, sono previsti i rispettivi inizi dei lavori, alla luce della scadenza del 31 dicembre 2021 per l'assunzione delle obbligazioni definitive, giuridicamente vincolanti.
Per quanto riguarda la Ciclovia del Foglia e del Metauro, coerentemente con la scadenza dell'obbligazione giuridicamente vincolante del 31 dicembre 2021, i lavori dovranno essere aggiudicati entro tale data ed inizieranno presumibilmente nel primo trimestre 2022.
Punto 3) se questa amministrazione regionale intende proseguire nella realizzazione della rete ciclabile regionale, che prevede la realizzazione della Ciclovia Adriatica e delle ciclovie lungo i principali assi vallivi della regione.
Rispondo secondo quanto definito nel programma di governo della nuova Amministrazione regionale che indica tra le varie priorità operative il "forte potenziamento della mobilità dolce e messa in rete delle infrastrutture già esistenti, sempre in un'ottica di massima accessibilità per tutti", con il proposito di proseguire nella realizzazione della rete ciclabile di livello regionale. Rispetto alla realizzazione della Ciclovia Adriatica va segnalato che la Regione Marche, in qualità di capofila delle 6 Regioni interessate (Veneto, Emilia-Romagna, Marche, Abruzzo, Molise e Puglia), lo scorso 29 ottobre ha sottoscritto il Contratto di Servizio per la redazione del Progetto di fattibilità tecnico economica dell'intero tracciato nazionale, per l'importo di 493.852,81 euro, con il Raggruppamento temporaneo di professionisti, che vede mandataria la società Coprogetti Soc. Coop. E' stata quindi avviata da parte dell'affidatario con la supervisione degli uffici, la fase di progettazione. Il Progetto di fattibilità tecnico economica dell'intera ciclovia dovrà essere presentato al Mit, al fine della sua approvazione, entro giugno 2021. Sulla base di tale progetto verranno individuati e finanziati 6 lotti funzionali, uno per ciascuna Regione.
Rispetto alle ciclovie lungo i principali assi vallivi, la cui realizzazione si sta attuando, sia attraverso la gestione diretta della Regione che progetta e finanzia alcune delle ciclovie trasversali (Foglia, Pian del Bruscolo, Esino, Tenne, Aso, Sentina, oltre alla stessa Ciclovia del Metauro), sia attraverso l'erogazione dei finanziamenti agli enti locali che si occupano direttamente dell'attuazione di altri tracciati (Chienti/Potenza, Tronto, Cesano, Musone, Potenza, Ete Vivo, Tesino ed alcuni tratti dell'Adriatica), si segnala che stanno proseguendo proficuamente le fasi di approvazione dei diversi livelli di progettazione ed in alcuni casi sono stati avviati i lavori di esecuzione delle opere.
Punto 4) se risponde al vero l'intenzione, emersa da dichiarazioni riportate sulla stampa, di sospendere l'iter della realizzazione della ciclovia del Metauro, tratto Fano - Urbino, nel tracciato già individuato attiguo ai binari, per la quale è già stato espresso parere di compatibilità con la linea ferroviaria Fano-Urbino, riattivabile come ferrovia turistica ai sensi della legge 128/2017;
Punto 5) qualora questa amministrazione intenda modificare il tracciato della ciclovia del Metauro, per la presunta incompatibilità fra la pista ciclabile e la linea ferroviaria (nonostante l'accertata compatibilità fra le due infrastrutture), se abbia valutato l'eventuale tempistica del nuovo procedimento da avviare ed il rischio di perdita delle risorse statali assegnate in caso di mancato rispetto della scadenza del 31 dicembre 2021 per l'assunzione delle obbligazioni giuridiche definitive;
Punto 6) se non ritenga inopportuno azzerare un percorso che ha visto la partecipazione ed il coinvolgimento dei Comuni interessati dal primo stralcio funzionale (Fano, Cartoceto e Colli al Metauro), Comuni che hanno condiviso il progetto in corso di approvazione.
A questi quesiti la risposta è molto semplice, l’abbiamo già data nel precedente punto 1), l’iter è sospeso, Consigliere Biancani, perché ci sono due pareri negativi del Ministero per l’interferenza con l’autostrada quindi è intenzione dell'Amministrazione regionale superare i pareri negativi espressi dal Mit con uno studio, già in corso, degli uffici tecnici per un tracciato alternativo, sempre in prossimità della ferrovia dismessa Fano-Urbino. Il nuovo tracciato favorirà il collegamento dei centri abitati e collegherà i principali servizi attraversati.
Il nuovo percorso sarà compatibile con l'infrastruttura ferroviaria non solo come ferrovia turistica - come indicato nell’interrogazione - ma anche come possibile futura ferrovia dedicata al trasporto pubblico locale, al fine di integrare il trasporto ferroviario con la mobilità dolce, quindi salviamo semplicemente il sedime ferroviario approfittando della sospensione dovuta dal parere negativo del Ministero.
Per quanto riguarda la tempistica, si procederà direttamente con l'affidamento della progettazione definitiva, in modo da recuperare il prolungarsi dei tempi causati dal parere negativo del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti all'interno della conferenza di servizi del progetto di fattibilità.
A breve verranno coinvolti i Comuni interessati dal tracciato, al fine di condividere la nuova ipotesi progettuale, predisposta dagli uffici regionali e procedere celermente con l'affidamento della progettazione definitiva.
Questo nuovo impulso dato dall’Amministrazione regionale e dall’Assessorato che ho l’onore di rappresentare serve appunto per superare questi tempi forzati e questa sospensione dei tempi dovuta da due pareri negativi del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti.
Punto 7) se si intende destinare risorse al finanziamento di ulteriori progetti previsti nella rete delle ciclovie delle Marche (Ciclovia Adriatica e ciclovie lungo le vallate fluviali), oltre a quelli attualmente finanziati e in corso di realizzazione.
Ho avuto il piacere di condividere con l’Assessore Latini, con il Presidente e con il resto della Giunta la volontà di proseguire e incentivare l’intermodalità tra gli strumenti di trasporto, quindi, l’Amministrazione regionale, proprio con lo scopo di potenziare ed incentivare la mobilità dolce ed in particolare quella ciclabile, ha inserito tra gli "Interventi strategici del Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR)", cosiddetto Recovery Fund, anche la scheda relativa al "Completamento della Ciclovia nazionale Adriatica e delle ciclovie trasversali interregionali di interesse nazionale, richiedendo le risorse necessarie.
Le risorse attuali verranno integrate con ulteriori 500 mila euro nel 2022, da destinare ai Comuni per la mobilità ciclistica.
Ulteriori risorse verranno previste successivamente all'utilizzo degli ingenti stanziamenti già previsti (Fondi di Sviluppo e Coesione e POR-FESR). Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno, il Consigliere Biancani.

Andrea BIANCANI. Innanzitutto ringrazio l'Assessore per la risposta precisa rispetto a tutti i punti che gli ho sottoposto.
Devo dire che la precedente amministrazione regionale, qui è presente l'ex Assessore Casini, aveva investito tantissimo nelle ciclovie, come uno dei progetti strategici delle Marche, che avevano visto la Regione diventare capofila rispetto alla Ciclovia Adriatica, con una scelta anche importantissima perché oltre a puntare sulle ciclabili lungo la costa adriatica, ha voluto collegare la costa con l'entroterra, consentendo la possibilità di avere piste ciclabili anche all’interno e non solamente lungo la costa, con una valorizzazione importante dal punto di vista turistico, oltre a migliorare, come dico sempre, la qualità della vita di tutti quei soggetti e di tutte le realtà che vivono lungo le vallate, magari Comuni privi dei marciapiedi, non solo di piste ciclabili, che affacciano sulle strade principali dove infrastrutture come queste potrebbero aiutare a migliorare la qualità della vita anche delle persone che ci abitano.
Per quanto riguarda la Ciclovia del Foglia e del Cesano ho capito che siamo in una fase avanzata in quanto non ci sono stati pareri negativi o intoppi nella Conferenza dei servizi.
Per quanto riguarda la Ciclovia del Metauro, sì, è vero che la Conferenza dei servizi ancora non è stata chiusa, ma sappiamo tutti benissimo che i pareri di Autostrade e del Ministero erano dovuti non alla posizione della ciclovia, affiancata alla linea ferroviaria, ma bensì ad una questione di proprietà, legata con il Comune di Fano, che mi risulta, o spero, che a breve venga risolta da parte di soggetti che verranno convocati in Conferenza dei servizi.
Rispetto allo studio di fattibilità che la Regione ha pagato, ricordo che per fare lo studio di fattibilità si è avvalsa di tecnici esterni, noi abbiamo già dato un incarico per tutte le ciclovie, individuando i progettisti esterni per lo studio di fattibilità. Sono studi di fattibilità in fase molto avanzata, sono quasi progetti definitivi, nel senso che sono stati valutati tutti i dislivelli, i costi, i punti precisi, quindi la Regione ha già incaricato dei progettisti. Ovviamente ora, dopo la Conferenza dei servizi, occorrerà dare incarichi, come ha detto l'Assessore, per i progetti definitivi o esecutivi.
Per quanto riguarda la Ciclovia del Metauro, secondo me l’idea che abbiamo portato avanti come precedente amministrazione, di affiancarla alla ferrovia, consentiva il ripristino e l'attivazione della ferrovia turistica. Sarebbe stata una scelta azzeccata perché chi si intende di ciclovie sa benissimo che le due infrastrutture potevano aiutarsi a vicenda, nel senso che sarebbe diventata una ciclovia importante a livello nazionale, perché un conto è fare una ciclovia in mezzo a un campo, che diventa una delle tante, un conto è fare una ciclovia affiancata ad una ferrovia, ripeto, garantendo le distanze per poterla ripristinare, e a quel punto avremo avuto affiancate 2 infrastrutture legate alla sostenibilità, il treno turistico e la mobilità ciclabile e ciclopedonale, che si sarebbero sostenute a vicenda pubblicizzandosi.
Era un unicun nazionale che avrebbe portato questo territorio ..., che da oltre trent'anni ha un'infrastruttura abbandonata. Va dato atto alla precedente amministrazione di aver messo in campo una soluzione che non è complessiva perché quella della linea ferroviaria non è compatibile, quindi non è alternativa, ma andare fuori da questo sedime vuol dire attivare le procedure espropriative perché con il progetto, che la Giunta precedente ha approvato, si utilizzava in gran parte l'area di sedime di proprietà di RFI, unico proprietario tranne piccoli tratti, mentre oggi ci troveremmo, invece, a fare delle procedure espropriative in mezzo mondo, come si dice, spendendo tantissime risorse per gli espropri quando potevamo evitarlo.
Non condivido questa scelta, perché, ripeto, non è un problema tecnico, ovviamente mi auguro che l’Assessore vada avanti, comunque è importante pensare ad una ciclovia del Metauro e su questo sono d'accordo, ma non sulla scelta di non utilizzare l'area affiancata, ma anzi di andare ...
Anch'io ho fatto l'Assessore alla viabilità del Comune di Pesaro, qui vedo il Consigliere Baiocchi che è di Pesaro come me, riuscire a fare una ciclabile davanti ad un negozio o andare a togliere 4 posti auto ... Vi faccio gli auguri se questa ciclovia deve passare in mezzo ai centri abitati, nei piccoli borgh, in cui le persone sono abituate a parcheggiare davanti casa e non rinunceranno mai alla possibilità di avere una sosta per una pista ciclabile che passerà davanti casa, che non è una ciclabile urbana, ma l'obiettivo è una ciclabile turistica in cui passeranno centinaia, migliaia di persone ed avere uno che apre la porta di casa, con migliaia di persone che passano davanti secondo me non fa gioco a nessuno.
Chiedo all'Assessore magari di confrontarsi, già l'ha detto e mi fa piacere, soprattutto con i Comuni che avevano già dato un parere positivo, almeno i primi Comuni coinvolti che, ripeto, sono Fano, Cartoceto e Colli al Metauro, mentre gli altri erano stati coinvolti nell’iter, ma non avevano dato nessun parere perché il primo tratto riguardava solamente i primi circa 17 chilometri. Lo invito a rivalutare con attenzione, anche perché il rischio è quello di non riuscire ad essere pronti per la fine di dicembre 2021 e questo comporterebbe la perdita delle risorse, soprattutto abbiamo già pagato un progetto e andare a utilizzare le risorse per pagare degli espropri, quando potremmo evitare di pagarli, secondo me non è una buona cosa. Soprattutto avremmo una ciclabile affiancata ad una linea ferroviaria turistica, con le vecchie stazioni che potrebbero essere recuperate come Museo della Ferrovia, per la valorizzazione di prodotti enogastronomici del territorio, per la creazione di strutture ricettive lungo la ciclabile. Oggi sappiamo tutti che il turismo esperienziale, emozionale, è il futuro del nostro territorio.
Noi dobbiamo puntare su infrastrutture legate alla sostenibilità, quindi, secondo me, le due cose dovrebbero andare avanti insieme.
Ovviamente do la disponibilità, ma l'Assessore poi deciderà nella massima autonomia, com'è giusto che sia, ad un confronto ulteriore, anche a verifiche per cercare ..., siccome ci ho lavorato insieme all’ex Assessore Casini per tre anni, quasi quotidianamente.
Ricordo che questa linea è stata salvata dalla Regione perché RFI l’aveva già messa in vendita, qualcuno ritiene che il sottoscritto sia contro il recupero della ferrovia, ricordo che senza il sottoscritto, l’ex Assessore Casini e soprattutto il Presidente Ceriscioli, questa ferrovia, dismessa dal 2011, sarebbe stata venduta, considerato che era stato fatto il compromesso di vendita tra una società e RFI. Io, il Presidente e l’ex Assessore abbiamo scritto all'amministratore delegato ed al Ministro, che immediatamente ha convocato un incontro al quale abbiamo partecipato, dove si è deciso di stracciare il compromesso che era stato fatto.
L'ex amministrazione ed il sottoscritto hanno sempre voluto e puntato al recupero e ripristino di questa ferrovia, però dobbiamo fare dei progetti che siano compatibili e sostenibili e questa secondo me è la scelta giusta, quindi, Assessore, la ringrazio per la risposta, confermando la mia disponibilità, qualora lo voglia, per un eventuale confronto rispetto alle soluzioni migliori da adottare per i progetti futuri. Grazie.

Interrogazione n. 32
ad iniziativa della Consigliera Lupini
“Situazione mobilità passiva sanitaria nella Regione Marche”
(Svolgimento)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca l’interrogazione n. 32 della Consigliera Lupini.
Ha la parola, per la risposta, l’Assessore Saltamartini.

Filippo SALTAMARTINI. Grazie Presidente. L'interrogazione proposta è della Consigliera Lupini e chiede al punto 1) quale sia il numero degli utenti interessati dalla mobilità passiva nella Regione Marche, dettagliati per anno negli ultimi 10 anni, fino al 2019 e riferiti ai singoli servizi sanitari.
La risposta è che l'attività per risalire a questi dati così complessi e così penetranti nella struttura del bilancio della Regione Marche purtroppo richiederebbe diverse settimane di lavoro, in considerazione del fatto che dovrebbe essere effettuata un'estrazione dei dati per singolo codice fiscale e per singola tipologia di prestazione che per la mole di spazio necessaria, non consentirebbe di collegare contestualmente i driver di base.
Per risalire al numero degli utenti interessati dalla mobilità passiva negli ultimi 10 anni, riferiti ai singoli servizi sanitari, si specifica che attualmente sono in linea i data base dal 2015 in poi. Per recuperare i dati degli anni precedenti è necessario addirittura predisporre un apposito servizio e disporre l'impiego di nuovi tecnici, tenendo conto che serve anche l'aumento della disponibilità di spazio sui server di riferimento, addirittura per ricollegare tutti i dati attualmente archiviati.
Tuttavia è possibile ricavare una tabella riepilogativa degli atti e dei documenti che siamo in grado di coordinare a livello informatico, la lascerò agli atti della segreteria, che individua questo tipo di situazione: abbiamo avuto una mobilità attiva prevalentemente di utenti che vengono dal sud dell'Italia e da regioni limitrofe per 119.418.000 unità, ed una mobilità passiva, utenti marchigiani che si sono curati nelle regioni del nord ,di 161.251.000 unità, quindi la differenza tra gli utenti che si sono curati nelle Marche e la mobilità di cittadini che si sono curati in altre regioni del nostro Paese è di - 41.000.000.
Punto 2) Quali azioni si prevedono per ridurre la mobilità passiva sanitaria nella regione Marche.
Le azioni che dobbiamo commisurare con il nuovo straordinario piano di sanità 2020/2022 riguarda una serie di misure che andremo a discutere sin dal prossimo mese di gennaio.
Penso che dobbiamo abbattere complessivamente i tempi di attesa del Cup, dobbiamo rivalutare tutto l'intervento che riguarda le patologie croniche, che insistono su una popolazione piuttosto estesa, c’è da investire moltissimo sulla medicina di prevenzione, dobbiamo ricostruire l'intero piano ospedaliero con gli hub e gli ospedali collegati, soprattutto dobbiamo assumere tantissimo nuovo personale, medici, infermieri, OSS, tecnici di radiologia, tecnici di laboratorio, e nel settore del territorio psicologi, sociologi, assistenti sociali, tutta la medicina di prevenzione.
Credo, quindi, Consigliera Lupini, che su questi temi troverà l’Assessorato e la Giunta aperta a soluzioni innovative che possono evidentemente infrenare il fenomeno della mobilità passiva verso le Regioni del nord, cercando di garantire un efficientamento del sistema sanitario, ma anche acquistando nuove tecnologie. I nuovi ospedali hanno bisogno di nuove tecnologie, soprattutto di interventi mirati nella medicina che determina la mobilità.
L'area più incisa dal fenomeno della mobilità passiva è la zona della provincia di Pesaro e lì ci giocheremo una partita significativa sul nuovo ospedale, sugli ospedali territoriali, sulla rete, sul territorio, sulla medicina territoriale, sui distretti di prevenzione e così via.
Un piano che, ripeto, cominceremo a studiare all'inizio di gennaio con ampia mentalità, aperta da parte nostra, perché non dobbiamo difendere nessun tipo di stereotipo, nessun tipo di ideologia, ma solamente garantire l’efficienza del sistema, un trattamento migliore per i nostri concittadini, altrimenti il diritto fondamentale alla salute, enunciato all'articolo 32 della Costituzione, diventa un mero simulacro ideologico e non una concreta aspirazione dei nostri cittadini. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatta o meno, la Consigliera Lupini.

Simona LUPINI. Grazie, Presidente. Grazie l'Assessore. Mi rendo conto che è molto complicato estrapolarli, seppure ci vorrà molto tempo credo che sui dati bisognerà ragionare tutti insieme, magari col tempo e anche snellendo possibilmente, non so in che modo - questo è appannaggio, ovviamente, della maggioranza - l'accesso ai dati.
Se oggi li avessimo avuti avremmo potuto subito ragionare sui costi, vedere quanto aver ridotto i servizi e aver chiuso dei reparti, addirittura, degli ospedali, sia stato un costo nascosto, per così dire, piuttosto che un risparmio.
Come sapete vengo da un territorio che è molto vicino all'Umbria e dopo la chiusura del punto nascita, al di là di ogni volontà di polemica, di fatto, visti gli spazi, i chilometri e la situazione delle infrastrutture, le nostre donne vanno a partorire in Umbria. Quindi, porto la voce delle mie concittadine, che chiedono di poter scegliere di partorire nella loro regione, senza dover affrontare gallerie, strade, maltempo, in tutta sicurezza, un punto nascita chiaramente a norma e a pieno regime.
Questo solo per capire quanto ci teniamo a studiare i dati in funzione di un miglioramento del piano socio-sanitario.
Mi fa molto piacere, invece, sentire che da gennaio ci metteremo tutti insieme all'opera, avete tutti sentito quanto lavoro ci sarà da fare per rimettere in sesto tutta la struttura socio-sanitaria, devo dire che i tempi di attesa vanno abbattuti e mi incoraggia molto sentire che più e più volte si sono nominati in questa Assemblea anche il distretto sanitario, i servizi territoriali, gli assistenti sociali, gli psicologi, quindi vedo con beata speranza che possiamo lavorare per il bene dei cittadini e in tutti gli ambiti delle patologie sia ospedaliere che territoriali. Grazie.

Interrogazione n. 33
ad iniziativa del Consigliere Cesetti
“Riconoscimento dell’area interna denominata ‘Appennino Alto Fermano’ quale quinta area interna della regione Marche”
(Svolgimento)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca l’interrogazione n. 33 del Consigliere Cesetti.
Ha la parola, per la risposta, l’Assessore Baldelli.

Francesco BALDELLI. Grazie, Presidente. Grazie Consigliere per questa interrogazione che ci permette di fare il punto sul lavoro che stiamo facendo come Assessorato, ma come Giunta nel suo insieme, in riferimento alle politiche sulle aree interne, potrei dire anche sull’entroterra nel suo complesso.
Il Consigliere Cesetti interroga il Presidente della Giunta regionale e l'Assessore competente per sapere se non si intende sollecitare formalmente e con urgenza il riconoscimento dell'area interna "Appennino Alto Fermano", nell'ambito della Strategia nazionale delle aree interne, interessando direttamente anche il Ministro per la coesione territoriale, che in tal senso aveva assunto precisi impegni nei confronti della Regione Marche.
Il processo di selezione delle aree interne su cui concentrare gli interventi avviene, come sicuramente sa molto bene il Consigliere, attraverso una procedura d'istruttoria pubblica effettuata in modo congiunto dalle Regioni, sotto la responsabilità delle Autorità di gestione dei programmi e dallo Stato, attraverso il Comitato tecnico aree interne. Tale procedura è basata sull'applicazione di un sistema oggettivo e condiviso d'indicatori demografici, economici, sociali e ambientali, ricavati anche attraverso analisi di campo.
Ad oggi, le aree progetto selezionate e riconosciute a livello nazionale sono 72.
Per la Regione Marche sono state individuate 3 aree:
- L'area 1 denominata "Appennino Basso Pesarese e Anconetano" è composta da 9 Comuni;
- L'area 2 denominata "Alto maceratese" è composta da 17 Comuni;
- L'area 3 denominata "Ascoli Piceno" è composta da 17 Comuni.
Quindi abbiamo 43 Comuni coinvolti in questo progetto pilota delle aree interne.
La Regione Marche ha avviato il percorso istruttorio per il riconoscimento formale della quarta e quinta area marchigiana: con delibera di Giunta regionale n. 465/2017 la Giunta Regionale ha disposto l'avvio dell'iter per il riconoscimento dell'area "Montefeltro e alta Valle del Metauro", come quarta area della Regione Marche ricomprendente 20 Comuni, e con delibera di Giunta regionale n. 1054/2018 ha disposto l'avvio dell'iter per il riconoscimento dell'area "Appennino Alto Fermano" come quinta area della Regione Marche comprendente 7 Comuni.
Quindi, allo stato attuale, le due aree sono state individuate a livello regionale come quarta e quinta area interna, tuttavia il loro riconoscimento nazionale con relativa assegnazione di risorse potrà avvenire, così come per le altre eventuali aree individuate sul territorio nazionale, a seguito di indicazioni del Comitato tecnico nazionale previste per il 2021. Al momento non sono presentabili, mediante l’interlocuzione che c’è stata tra l’Assessorato e lo Stato centrale, candidature.
Le do anche ulteriori indicazioni che possono essere utili al Consiglio, infatti, le risorse stanziate dalle leggi di stabilità del 2014, 2015, 2016 e dalla legge di bilancio per il 2018 sono già state integralmente utilizzate per finanziare le prime 72 aree pilota, così come sono già integralmente impegnate le risorse comunitarie.
Quindi, l'iter per il riconoscimento nazionale delle aree interne aggiuntive potrà essere avviato nel 2021, quando il Comitato tecnico avrà confermato o definito nuove regole di individuazione delle aree e saranno disponibili le risorse individuate dalla programmazione dei Fondi dell’Unione europea 2021-27 e le risorse statali stanziate con legge di stabilità 2020 - questo è un passaggio interessante - che dovevano essere impegnate nel 2020 ma che sono slittate invece al 2021 con relativo posticipo degli studi preparatori anche nella nostra Regione, che accelereranno l’iter ovviamente del riconoscimento eventuale delle due aree.
Nel frattempo, i Comuni delle aree interne pilota, la 4 e la 5, attraverso 10 mila euro concessi per la progettazione a ciascuna delle due aree, stanno definendo i documenti preparatori che consentiranno alle stesse di avvantaggiarsi nella definizione della strategia e nel riconoscimento formale da parte del Comitato nazionale. L'area 'Montefeltro e Alta valle del Metauro' ha consegnato la progettazione di cui sopra in data 30 ottobre 2020 (protocollata il 2 novembre 2020), mentre l’ufficio - quello che segue la pratica - resta in attesa della progettazione relativa all'area 'Appennino Alto Fermano' non ancora pervenuta.
Nell'interrogazione il Consigliere Cesetti scrive che il Ministro per la coesione territoriale aveva assunto precisi impegni nei confronti della Regione Marche per procedere in tempi rapidissimi al riconoscimento dell'Appennino Alto Fermano, vi ho già indicato come siano stati posticipati i tempi per l’impegno di circa 200 milioni che erano previsti per il 2020, posticipati al 2021, ma non risultano, ci dice l’ufficio, atti in tal senso, atti formali, né nei confronti delle candidate aree interne aggiuntive delle Marche né nei confronti delle candidate aree interne aggiuntive delle altre regioni. Primo perché, come detto, le risorse stanziate per il periodo di programmazione in corso sono integralmente esaurite o impegnate. Secondo perché non sono ancora state definite le regole di individuazione delle nuove aree per il nuovo periodo di programmazione. Per questo, per quanto riguarda le due nuove aree, per cui lei presenta questa interrogazione Consigliere, le dico che è già in programma un incontro con il coordinatore del Comitato tecnico delle aree interne presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri, proprio per avere aggiornamenti sulle nuove regole di individuazione delle aree interne per la prossima programmazione 2021-2027.
Quindi comprendere bene i fondi a disposizione e comprendere se si vuole dare una nuova impronta nella politica complessiva di indirizzo degli interventi sulle aree interne, concludo dicendole che io sono molto preoccupato, sono stato anche critico, a volte, sugli accordi di programma delle aree interne, perché per me non è più comprensibile distinguere le aree interne dalle altre più densamente popolate ed affermare che nelle aree interne, siccome ci sono servizi che possono essere considerati troppo costosi, si debbano sostituire i servizi primari con i servizi secondari.
Il riferimento specifico, Consigliere Cesetti, ad esempio, è ai servizi alla salute nelle aree interne, dove si scrive specificatamente che qualora in un'area interna …, le chiedo di fidarsi, ma le posso leggere testualmente alcune parti in cui si afferma che il corollario di questa politica è la chiusura dei piccoli ospedali, le conseguenze di questa riorganizzazione per le aree oggetto di questa strategia sono evidenti, se c'è un piccolo ospedale si dovrebbe chiudere, se non c'era l’area interna difficilmente può essere prescelta come luogo per costruirne uno nuovo più grande, questo vale per il pubblico così come per i servizi privati.
Concludo dicendo che forse dovremmo rivedere queste strategie, perché non è solo con micro contributi economici a queste aree …, che stanno soffrendo tanto, ma dove c'è gente che sta tenendo ancora il territorio, il tessuto socio economico. Dovremmo tutti insieme chiedere al Governo di mantenere in quelle aree alcuni servizi fondamentali, come ad esempio degli ospedali filtro verso le strutture maggiori, come dei servizi sanitari decorosi del terzo millennio, decorosi di quelle comunità che abitano quelle aree interne e l'entroterra e in più aggiungere anche qualcos'altro. Parlavamo prima di costruire delle piste ciclabili sopra il sedime della ferrovia, no, dove abbiamo le ferrovie cerchiamo di fare uno sforzo tutti insieme per far capire che quelle popolazioni hanno bisogno di infrastrutture moderne e sostenibili anche da un punto di vista ambientale, facciamo sì che si comprenda che se avessimo progettato la pedemontana delle Marche quella deve rientrare nelle opere strategiche di questa Regione, del Governo nazionale, che si realizzi magari con i fondi del Recovery Fund, perché solo con infrastrutture primarie si possono risollevare quei territori e non sostituendo i servizi primari con servizi secondari. Questo è uno sforzo che vorrei far capire al Governo, anche nei prossimi incontri, a nome della Regione Marche e auspico dell'intero Consiglio regionale, spero anche di trovare il suo appoggio. Grazie.

Presidenza del Presidente
Dino Latini

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno, il Consigliere Cesetti.

Fabrizio CESETTI. Grazie, Presidente. Ho ascoltato con interesse quello che ha detto poc'anzi l'Assessore Baldelli che attiene un po’ al merito, se vogliamo, della strategia, che indubbiamente può essere e qualche volta deve essere anche ridefinita nel merito all'esito di questa drammatica pandemia, che ha mutato l'ordine delle cose e delle priorità.
Una strategia che, tra l'altro, potrebbe anche essere mutata nel merito all'esito del terremoto che ha colpito soprattutto le aree interne, è vera questa richiesta, questo attiene al merito e, quindi, ripeto, l'ho ascoltata con interesse e se vuole nel futuro sono disponibile anche a confrontarci nel merito.
Per il resto, se ho ben capito, mi riterrei soddisfatto in quel caso, lei intende insistere per questo riconoscimento e questo lo apprezzo, lasciando impregiudicato nel merito di rivedere all’esito di questi fenomeni, perché la strategia delle aree interne, nella sua definizione classica, se vogliamo …
Al tempo del Governo Spacca ero Presidente della Provincia e nel stabilire le strategie delle aree interne ne delineò tre e lasciò fuori alcune parti importanti del territorio, nello specifico parlo del mio fermano, dell'alto affermano.
Questa fu una scelta miope perché, come scrivo nell'interrogazione, è incomprensibile come si possa ipotizzare una strategia, anche mutandola, come lei dice opportunamente, se non si ha una visione d’insieme di tutto l’Appennino marchigiano, da Pesaro fino alla provincia di Ascoli Piceno, abbracciandolo tutto. Da da qui nacque l'iniziativa della nostra Giunta, della Giunta Ceriscioli, di riconoscere la quarta area e la quinta dell’alto fermano.
A maggior ragione oggi bisogna pensare a quella strategia unitaria, all'esito del terremoto prima e della pandemia dopo, per queste aree che tra l’altro soffrono di un incolpevole spopolamento dei territori ed anche di un depauperamento dei servizi, e sappiamo quanto questi siano importanti per far restare le persone in quei territori tra l’altro così belli.
Termino dicendo che sono soddisfatto, apprezzo il merito, la prego di insistere con determinazione perché questo riconoscimento ci sia, poi mettersi intorno ad un tavolo per ridelineare la strategia dato che il Ministro dell'epoca, lo ribadisco anche in questa sede, si impegnò in modo serio con il Presidente dell'allora Giunta regionale, tant'è vero che ci fu un incontro, come ho messo nero su bianco, il 2 dicembre dell'anno scorso, un anno fa, c’ero anch’io, con i Sindaci, ed il Ministro si impegnò a procedere al riconoscimento e a finanziare questa progettualità, quindi, la pregherei di invitare gli uffici regionali, tra l'altro anche sufficientemente preparati, secondo me, ad insistere nei confronti anche dello Snai per cercare di accelerare il più possibile questo percorso.
Nel ringraziarla di questo impegno, dichiaro, dove possa occorrere, la mia disponibilità, eventualmente anche a sostenere nei confronti del Governo questa iniziativa.

Interrogazione n. 35
ad iniziativa della Consigliera Ruggeri
“Quale futuro ha in programma la Giunta per l’Azienda Ospedaliera ‘Ospedali Riuniti Marche Nord?’”
(Svolgimento)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca l’interrogazione n. 35 della Consigliera Ruggeri.
Ha la parola, per la risposta, l’Assessore Saltamartini.

Filippo SALTAMARTINI. Grazie, Presidente. L’interrogazione n. 35, a firma della Consigliera Ruggeri, chiede di conoscere quale futuro ha in programma la Giunta per l'Azienda ospedaliera 'Ospedali riuniti Marche Nord' e quali siano le intenzioni dell'amministrazione regionale in merito al futuro, nel nuovo contesto di riordino dei servizi sanitari delle strutture ospedaliere regionali in programma.
È chiaro ed evidente che il futuro della struttura ospedaliera dell'Azienda Marche Nord dipende dalla prospettiva di scenario che con la sospensione della realizzazione del plesso delle settimane scorse verrà a integrarsi nel dibattito e nella discussione relativa al piano socio-sanitario.
Le basi di partenza di questa nuova riorganizzazione dovranno naturalmente tener conto delle vigenti disposizioni in materia, in particolare del decreto ministeriale 70 del 2015, il famoso decreto Balduzzi, che trae origine dalla riforma che sin dal 2013 è partita sulla ristrutturazione del Servizio sanitario in materia di assistenza ospedaliera.
Com'è noto, sappiamo che quel sistema delinea un quadro di ospedali hub dotati di una struttura di assistenza medica e ospedaliera basata su servizi di alta specializzazione e su strutture di spoke, di ospedali spoke, cosiddetti Dea di primo livello, che hanno ulteriori specialità e ulteriori servizi sanitari, e c'è infine il livello base degli Ospedali cosiddetti di primo livello che sono serventi a tutto il sistema.
Questo è, diciamo così, il quadro entro cui noi saremo chiamati a operare nella riforma del piano socio sanitario, tenendo altresì conto che il rapporto tra popolazione e posti letto ospedalieri risponde a logiche di garantire i LEA, i livelli essenziali delle prestazioni assistenziali, nel quadro costituzionale del nostro Paese che prevede l'individuazione dei LEA a carico dello Stato quale materia di legislazione esclusiva e l’esercizio del diritto alla salute da parte delle Regioni, esercitato nel quadro sempre del secondo comma dell'articolo 117 della Costituzione, che prevede che lo Stato detti i principi e la Regione dia un’attuazione di dettaglio.
E’ evidente che lo sviluppo della rete ospedaliera marchigiana deve essere favorito anche dalla realizzazione di nuovi ospedali, noi abbiamo parlato di ospedali nuovi non di ospedali unici, e l'Azienda Ospedaliera Marche Nord, che deriva dall'unificazione di presidi ospedalieri preesistenti, è andata ad assumere un suo preciso riferimento peraltro di azienda ad altissima complessità e se oggi è inquadrata nella classifica del Dea di primo livello, purtuttavia il San Salvatore di Pesaro esercita tutt’oggi dei servizi di altissima specializzazione che il decreto 70 colloca nei Dea di secondo livello, in particolare l’emodinamica interventistica 24 ore al giorno, l’endoscopia digestiva ad alta complessità, la broncoscopia interventistica, la radiologia interventistica, la medicina nucleare, la cardiochirurgia, la radioterapia, l'ematologia e il centro trapianti.
Qual è quindi la visione dell'amministrazione in questo nuovo quadro? E’ che la nuova struttura che andremo a costruire, che deriva attualmente dalla fusione di due presidi, deve migliorare le condizioni delle prestazioni somministrate ai cittadini e in questo contesto non c'è dubbio che, anche alla luce dei precedenti ragionamenti che abbiamo sviluppato in quest'Aula relativi alla mobilità passiva verso altre Regioni, dobbiamo garantire non qualcosa che Pesaro aveva in meno, ma qualcosa che avrà in più rispetto alle attuali prestazioni per garantire e per frenare, appunto, il fenomeno di mobilità passiva in altre Regioni. Questo potrà essere fatto razionalizzando i servizi prestati da queste strutture, ma soprattutto c'è da domandarsi, mi pongo qui il problema, se le ambizioni che noi abbiamo intenzione di realizzare, che noi vogliamo concretizzare, troveranno un elemento imprescindibile e fondamentale che è la risorsa umana, la risorsa professionale, cioè se il piano complessivo troverà nei medici, negli anestesisti, negli internisti, negli scienziati, pensiamo solamente alla neurochirurgia, che è una disciplina applicabile a Pesaro, le risorse professionali necessarie a garantire questo tipo di sistema.
Insieme dovremo ragionare sul piano complessivo, vedendo evidentemente le specialità che possono essere supportate dagli elementi di valutazione professionale, quindi dai medici specialisti, dagli scienziati della ricerca, dagli infermieri, laddove queste risorse potranno essere allocate penso che il piano prenderà tutta la sua esplicazione, perché non saranno certamente i muri a qualificare l'offerta sanitaria, ma saranno i servizi resi ai cittadini, saranno le code da eliminare per le prestazioni sanitarie, saranno tutte le attività che noi dovremmo garantire in un quadro omogeneo.
Questo progetto ideale dovremmo configurarlo insieme in quest'Aula, a cui potranno prendere parte tutti gli stakeholders istituzionali, l'Assemblea dei Sindaci, le istituzioni, le associazioni rappresentative del personale. Questo piano potrà avere evidentemente una diversa configurazione se le risorse che sono state indicate dalla new generation EU, dal piano, cioè dell'Unione europea, potranno essere riconosciute alla nostra Regione.
Concludo per dirvi semplicemente che questo piano così sommario, ricognitivo degli interventi sulla manutenzione ordinaria o sulla garanzia per gli operatori, l'applicazione di quella che era la 626, l'applicazione delle misure a garanzia dei lavoratori, ebbene, prevede una spesa di 1 miliardo di euro per la nostra Regione. Delineando un quadro di interventi di 1 miliardo di euro, evidentemente qualcosa dovremmo configurare tenendo conto che sono risorse ingentissime.
Voglio concludere questo mio intervento per dire che non ci sono in questo momento idee su Marche Nord, sull'azienda unica, le vedremo insieme, quindi, da parte dell'Assessorato e dell’Assessore alla sanità adesso non c’è nessuna idea sull’eventuale soppressione, noi siamo qui per moltiplicare le risorse, i servizi e le attività nei riguardi dei cittadini, ripeto, il dato fondamentale è che di fatto ci misureremo con la scarsità di risorse professionali di infermieri e di tecnici. Grazie.

PRESIDENTE. Dobbiamo cercare di rispettare i tempi, ma comprendo che il tema in questo caso è molto ampio, quindi mi sia consentito aver concesso una deroga non perché è l'Assessore, ma perché il tema lo richiede.
Ha la parola, per dichiararsi soddisfatta o meno, la Consigliera Ruggeri.

Marta RUGGERI. Grazie, Presidente. Ringrazio l'Assessore per la risposta molto ampia, così come è già stato sottolineato.
Mi pare di capire che ci dobbiamo lavorare insieme, possibilmente, durante la stesura del piano socio-sanitario, questo sarà un altro tema importantissimo almeno per il mio territorio perché, come sapete, questa azienda è stata creata nel 2009, noi come gruppo politico siamo stati tra quelli che hanno sempre avuto dei forti dubbi sulla aziendalizzazione della sanità e quando abbiamo letto che l'attuale Assessore Aguzzi, che all'epoca era Sindaco di Fano, ha detto che l'azienda non è più un dogma, abbiamo pensato che forse c'è modo di approfondire la tematica. Nnon è più un dato acquisito, immodificabile, quindi ben venga questa volontà di approfondimento, naturalmente, dobbiamo fare il meglio affinché i cittadini abbiano delle risposte al bisogno di cura, utili, per essere efficaci ed efficienti.
All'inizio, c'era anche - lo voglio ricordare perché abbiamo fatto tante battaglie insieme – un ex Consigliere regionale che conoscerete tutti, che tanti atti ha fatto in questo Consiglio contro l'Azienda Marche Nord, noi facevamo parte dello stesso Comitato cittadino, si è allontanato dal Partito delle Libertà proprio per queste sue posizioni contro l'ospedale unico, contro l'Azienda Marche Nord e adesso, a distanza di dieci anni, mi pare che anche il centrodestra stia facendo un percorso politico che lo avvicina un po’ a quella che era stata la visione pre-veggente del Consigliere in questione, che ringrazio per il coraggio che ha messo in questa battaglia, in tempi assolutamente non sospetti.
Noi siamo sempre stati al suo fianco e lo rivendico con orgoglio, proprio per dimostrare che al Movimento 5 Stelle non interessano né le bandiere, né i posizionamenti a destra o a sinistra, ci interessa solo fare il bene dei cittadini.
Quindi, va bene, mi pare di aver capito che le dichiarazioni dell'ex Sindaco Stefano Aguzzi facciano parte di discorsi, quantomeno, che all'interno della Giunta sono stati fatti, non ha detto che sono sue idee personali, quindi, ben venga questa riflessione, noi siamo disponibili a fare le opportune valutazioni e approfondimenti. Grazie.

PRESIDENTE. Iscrizione all’ordine del giorno dell’interpellanza n. 2 (da abbinare all’interpellanza n. 1). La pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale approva a maggioranza assoluta dei votanti)

PRESIDENTE. Iscrizione dell'interrogazione n. 38, da abbinare alla mozione n. 24 delle Consigliere Ruggeri e Lupini. La pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale approva a maggioranza assoluta dei votanti)

PRESIDENTE. Iscrizione della mozione n. 26 ad iniziativa delle Consigliere Lupini e Ruggeri. La pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale approva a maggioranza assoluta dei votanti)

Interpellanza n. 1
ad iniziativa dei Consiglieri Bora, Casini, Carancini, Mastrovincenzo, Cesetti, Biancani, Vitri, Mangialardi
“Effettività dei diritti di scelta da parte delle donne in relazione all’interruzione volontaria di gravidanza (IVG) garantiti dalla legge 22 maggio 1978, n. 194 nella Regione Marche”

Interpellanza n. 2
ad iniziativa dei Consiglieri Leonardi. Ciccioli, Marcozzi, Marinelli, Rossi
“Sostegno alla maternità e applicazione della Legge n. 194/78 per la rimozione delle cause di ordine economico e sociale dell'aborto”
(abbinate)
(Svolgimento)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca l’interpellanza n. 1 dei Consiglieri Bora, Casini, Carancini, Mastrovincenzo, Cesetti, Biancani, Vitri, Mangialardi e l’interpellanza n. 2 dei Consiglieri Leonardi. Ciccioli, Marcozzi, Marinelli, Rossi, abbinate.
Ha la parola, per l'illustrazione, la Consigliera Bora.

Manuela BORA. Vorrei ascoltare, così com'era stato richiesto in calce all'interpellanza, le parole dell'Assessore Latini o meglio in realtà chiedevo il Presidente Acquaroli, ma va benissimo anche l'Assessore Latini o Saltamartini.

PRESIDENTE. Ho provveduto a far chiamare l’Assessore Saltamartini, che è momentaneamente impegnato in una riunione in una stanza attigua all’Aula consiliare.
Se attendiamo due minuti.

Manuela BORA. Se vuole la leggo volentieri. Siccome c’è stato un cambiamento nell’ordine dei lavori pensavo che qualcuno dovesse tornare. Tutto qui.

PRESIDENTE. No, è in una riunione con delle persone che hanno chiesto …

Manuela BORA. Ci mancherebbe, capisco che per qualcuno questa non è la priorità.

PRESIDENTE. No, è una priorità per tutti. Prego.

Manuela BORA. Premesso che la legge dello Stato 22 maggio 1978, n. 194, garantisce, regolamenta e descrive le procedure per l’interruzione volontaria di gravidanza, stabilendo diritti garantiti a tutte le donne nel territorio nazionale; considerato che la legge 22 maggio 1978, n. 194 è una legge dello Stato Italiano e la sua mancata applicazione viola in modo incontrovertibile i diritti propri di cui ogni essere umano è titolare, con conseguenze, oltre che politiche, anche etiche: il diritto alla salute, il diritto alle cure, la stessa laicità dello Stato; visto che questi diritti, tuttavia, in alcuni casi non sono realmente effettivi per motivi quali: carenza informativa e inadeguata pubblicità dei contenuti della legge; indisponibilità dei medici oiettori di coscienza; carenza del personale dei consultori pubblici a supporto delle donne in difficoltà; considerato che l’interruzione di gravidanza rientra nei livelli essenziali di assistenza per cui questo diritto dovrebbe essere garantito a tutte le donne interessate, con aborto farmacologico anche senza ricovero ospedaliero, come previsto dalle linee guida adottate dal Ministero della salute; preso atto dei preoccupanti dati emersi con la pubblicazione della “Relazione del Ministero della salute sull’attuazione della legge 194/78, che evidenziano l’alta percentuale di obiettori di coscienza tra il personale medico e non medico nella nostra Regione, dove ben il 69,3% dei ginecologi hanno optato per l’obiezione con conseguenze nefaste sull’effettività del diritto di scelta della donna; visto che in una recente intervista televisiva rilasciata al Telegiornale regionale (TGR RAI3, in data 2 dicembre 2020) l’Assessora alle Pari Opportunità Giorgia Latini ha dichiarato che intende porre all’ordine del giorno della Giunta regionale una revisione della possibilità di accesso alla “pillola abortiva” (così la chiama l’Assessore, crediamo volesse intendere ciò che nella nomenclatura farmacologica viene più propriamente denominata “Ru486”) per le donne marchigiane, sul modello di quanto recentemente attuato dalla Giunta regionale dell’Umbria; preso atto che la Regione Marche ha intrapreso un percorso innovativo con l’interruzione di gravidanza con metodica farmacologica, come da delibera di Giunta regionale 604 del 13 giugno 2016 e delibera di Giunta regionale 925 del 31 luglio 2017; preso atto che nella nostra Regione solo il 6% delle interruzioni volontarie di gravidanza avviene con metodo farmacologico: valori ancora troppo lontani dalla media nazionale (21%) e da quelli di regioni come la Toscana (29%), l’Emilia-Romagna (37%), la Liguria (38%) o il Piemonte (44%).
Valutato il pronunciamento del Consiglio d'Europa del 10 marzo 2014 con il quale è stato sanzionato il nostro Paese con la motivazione che: “In Italia ci sono troppi obiettori di coscienza e il loro elevato numero negli ospedali non garantisce l'esercizio effettivo del diritto delle donne a interrompere la loro gravidanza»; interpella il Presidente della Giunta regionale Francesco Acquaroli per sapere: 1) Attraverso quali politiche e quali iniziative di informazione la Giunta regionale intende garantire e rendere effettivi i diritti sanciti dalla legge 194; 2) Se le parole espresse dall’Assessore Latini rappresentano una mera posizione personale o siano rappresentative della posizione dell’intera Giunta regionale; 3) Se intende attivare procedure per ridurre la percentuale di personale (medico e non) obiettore nelle strutture sanitarie della Regione e in caso affermativo quali. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola, per la risposta, l’Assessore Saltamartini.

Filippo SALTAMARTINI. Grazie, Presidente. Questa è la prima interpellanza di questa consiliatura, ha un peso per la sua natura perché naturalmente si rivolge ad uno schema politico, questa è la differenza con l'interrogazione e tocca un argomento particolarmente importante del nostro Paese, della nostra società e della nostra vita.
Dal 1983, come sappiamo, l'interruzione volontaria della gravidanza è in continua e progressiva diminuzione in Italia e nella nostra regione attualmente il tasso di abortività è fra i più bassi tra tutte le regioni italiane e tra tutti i Paesi occidentali.
Come riporta nell'ultima relazione il Ministro della salute sull'attuazione della legge nel 2018 sono state notificate 76.328 interruzione volontaria della gravidanza, confermando il continuo andamento in diminuzione del fenomeno, - 5,5 rispetto al 2017, a partire dal 1983.
Tutti gli indicatori confermano il trend in diminuzione, il tasso di abortività, rispetto a 1.000 donne in età tra i 15 e i 49 anni, residenti in Italia. Il dato rimane tra i valori più bassi, come abbiamo detto, a livello internazionale. Tuttavia, un terzo dell'interruzione volontaria di gravidanza, totale in Italia continua ad essere a carico delle donne straniere, un contributo che è andato inizialmente crescendo e che dopo un periodo di stabilizzazione sta diminuendo, sebbene i cittadini stranieri rimangono una popolazione a maggior rischio di ricorso all'interruzione volontaria di gravidanza.
Nella nostra regione sono state effettuate nel 2019 1450 interruzioni volontarie, rispetto alle 1537 del 2018. Per quanto riguarda l'interruzione di gravidanza con metodo farmacologico la stessa viene effettuata presso gli ospedali di Urbino, Senigallia e San Benedetto del Tronto.
Nel dettaglio, abbiamo 122 casi di aborto praticati nello stabilimento di Urbino, 170 nello stabilimento di Senigallia, 42 a Jesi, 27 a Fabriano, 105 a Civitanova Marche, 253 a Macerata, nessun atto a Fermo perché non è possibile, 129 nello stabilimento di San Benedetto, 216 nello stabilimento di Ascoli Piceno, 178 nella rete impresa Area vasta 2, 136 nello stabilimento di Pesaro, 42 nello stabilimento di Fano, 30 nello stabilimento Salesi, per un totale di 1450 interruzioni volontarie della gravidanza.
Negli anni si è osservata una tendenza all'aumento del ruolo dei consultori familiari e probabilmente anche nella Regione Marche la riduzione del tasso di abortività tra le cittadine italiane e straniere, osservata negli ultimi anni, può essere in parte imputabile al lavoro svolto dai servizi.
Tuttavia, il decremento osservato nei tassi di abortività sembrano indicare che tutti gli sforzi fatti, specie dai consultori familiari, per aiutare a prevenire le gravidanze indesiderate e il ricorso all'aborto stiano stando i loro frutti anche nella popolazione immigrata.
La Regione si adopererà per rafforzare e potenziare questi servizi e si ha così un'ulteriore motivazione per il potenziamento e la riqualificazione dei consultori familiari, secondo le linee del programma obiettivo materno infantile, con particolare riferimento alla mediazione culturale, a un modello dipartimentale dei servizi territoriali e ospedalieri di quelli che esistono, valorizzando tutte le iniziative che provengono dall'associazionismo e dal volontariato.
I consultori stessi come loro compito istituzionale sono impegnati ad effettuare l'attività di informazione nei confronti delle donne tesa al superamento delle motivazioni di ordine sociale ed economico, che le portano a decidere di interrompere le gravidanze.
È evidente che questo richiamo all'articolo 3, secondo comma, della Costituzione, secondo cui è compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale che limitando di fatto la libertà e l'uguaglianza impediscono a pieno la realizzazione della personalità umana, è un precetto che deve essere assolutamente tenuto in considerazione nell'organizzazione dei servizi e la protezione di questi beni fondamentali.
La seconda domanda con cui si chiede nell'interpellanza se si intende attivare procedure per ridurre la percentuale di personale medico non obiettore nelle strutture sanitarie della Regione Marche e in caso affermativo quale, la risposta è che l'obiezione di coscienza è un diritto impreteribile degli operatori sanitari, è tutelato dalla legge 194/78, in particolare dall'articolo 9, tuttavia, non si ritiene né possibile e né legittimo da un punto di vista normativo adottare provvedimenti per ridurre, in modo coercitivo, la numerosità del personale sanitario obiettore, al contempo ci si adopererà perché il diritto della donna all'interruzione volontaria della gravidanza, che rappresenta anche un principio dei Lea, dei livelli essenziali delle prestazioni, da garantire in modo omogeneo su tutto il territorio nazionale, venga anche garantito nel territorio marchigiano.
Tuttavia mi pare sottolineare un elemento di giudizio straordinariamente importante, a fronte di una denatalità rispetto all'invecchiamento della popolazione marchigiana, è un dato drammaticamente importante conoscere e sapere che ci sono state quasi 1.500 interruzioni di gravidanza nella nostra regione, tenendo conto che, se non vogliamo fare di questo un tema di sociologia o di psicologia, probabilmente dobbiamo tener conto che è davvero impreteribile non valutare che l'inizio di una forma vita ha una dignità nel nostro sistema e la vita umana e la dignità delle persone, naturalmente sin dal concepimento, non stiamo parlando in questa fase così primordiale, rivestono un elemento straordinariamente di differenziazione tra le civiltà occidentali e quelle di altri Paesi e in particolare nel nostro, proprio per l'elemento della simiglianza del genere umano alla divinità.
In un intervento straordinariamente importante di uno dei più significativi filosofi cattolici, Giovanni Reale, che è morto alcuni anni fa, e dello stesso Pontefice Giovanni Paolo II, alla domanda quale fosse la relazione sulla dignità umana tra l'umanità e la divinità, tenendo conto che il genere umano si divide tra uomini e donne, mentre la divinità è trina, la risposta di uno di questi più importanti filosofi a livello occidentale e di Papa Giovanni II era questa: l'uomo si caratterizza nella sua dignità proprio per le sue relazioni umane e soprattutto perché tende a proteggere la nascita della vita e la dignità delle persone.
Vorrei concludere dicendo che su questo argomento dobbiamo molto riflettere, per far sì che il numero degli aborti possa scendere il più possibile e che la libertà della donna di definire e di decidere sulla procreazione deve essere una volontà corrisposta da pareri ed aiuti multidisciplinari delle conoscenze attuali, che possono evitare questo che comunque è un traumatismo sia per la donna che per la società. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola, per l'illustrazione, la Consigliera Leonardi.

Elena LEONARDI. Grazie, Presidente. Nell'illustrare l'interpellanza voglio precisare che ci vuole sempre molta cautela e molto rispetto nell'affrontare questo tema perché l'interruzione di gravidanza penso che sia per ogni donna un momento traumatico della propria esistenza, per cui ci vuole anche nella diversità delle posizioni sempre molto rispetto.
Partirò nell'illustrare l’interpellanza dal richiamare la legge 194 del 1978 per quelle che credo siano le componenti essenziali che, purtroppo, in questi anni sono state disattese.
Una legge che all'articolo 1 stabilisce che lo Stato riconosce il valore sociale della maternità e tutela la vita umana dal suo inizio.
L'interruzione volontaria della gravidanza non è mezzo per il controllo delle nascite, le Regioni e gli enti locali nell'ambito delle proprie funzioni e competenze promuovono lo sviluppo dei servizi socio-sanitari, nonché altre iniziative necessarie per evitare che l'aborto sia usato ai fini della limitazione delle nascite.
L'articolo 2 stabilisce che cosa fanno i consultori familiari e la loro importantissima funzione, essi devono assistere la donna in stato di gravidanza, informandola sui diritti a lei spettanti in base alla legislazione statale e regionale e sui servizi sociali, sanitari e assistenziali concretamente offerti dalle strutture operanti nel territorio.
L'articolo 5 prevede che il consultorio e la struttura socio-sanitaria hanno il compito, in ogni caso, specialmente quando la richiesta di interruzione della gravidanza è motivata dall'incidenza delle condizioni economiche o sociali o familiari o da problemi di salute della gestante, di esaminare con la donna le possibili soluzioni dei problemi proposti, di aiutarla a rimuovere le cause che la porterebbero all'interruzione di gravidanza.
Abbiamo visto che le parti essenziali della legge 194 nel corso di tutti questi anni sono stati, purtroppo, troppo spesso dimenticati da chi doveva applicare la norma a livello nazionale e regionale, insussistenza di fondi, incapacità di investire in una parte essenziale della legge 194, che esalta il valore della maternità e della tutela della vita umana.
Ci siamo resi conto che la norma spesso complica l'opera dei volontari, dei movimenti per la vita, che vorrebbero informare le donne dei loro diritti, supportarle attraverso i servizi sociali e sanitari presenti, questo è quello che sancisce, l'ho detto prima, la legge n. 194.
L'obiezione di coscienza è riconosciuta al personale sanitario ed ausiliario, come dice la legge 194 all’articolo 9 e il riconoscimento dell'obiezione di coscienza non impedisce il ricorso alle pratiche di interruzione di gravidanza.
Ho letto il report del Ministero della salute, inviato al Parlamento nel giugno del 2020, relativo ai dati della IVG (interruzione volontaria di gravidanza) del 2018 e ho notato due dati molto importanti, in contrasto rispetto a quello che ho sentito dichiarare poco fa, anche sulla stampa. Due dati che riguardano il numero di interruzioni di gravidanza volontaria, leggo dal report del Ministero. "L’IVG è diminuita in tutte le aree geografiche, diminuzioni percentuali particolarmente elevate si osservano in Umbria, Molise, Sardegna, Puglia, Provincia autonoma di Trento, Valle d'Aosta, mentre Marche, Friuli-Venezia Giulia e Provincia autonoma di Bolzano mostrano un lieve aumento di interventi di tassi di abortività”.
L'altro punto riguarda l'obiezione di coscienza, che io stessa ho sentito citare con dati gravi, leggo sempre dal report del Ministero della sanità che rispetto all’offerta del servizio di obiezione di coscienza le Regioni evidenziano che ha presentato obiezione di coscienza il 69% dei medici e quando va ad analizzare i tre parametri per dire se l'obiezione di coscienza influisce o meno sulla possibilità di accedere a questo servizio, il parametro 3 rileva il carico di lavoro medio settimanale di interruzione volontaria di gravidanza per ogni ginecologo non obiettore, quindi se ci sono troppi obiettori di coscienza è evidente che il carico sui medici non obiettori aumenta nel momento in cui questa percentuale si squilibra.
Ebbene, leggo che in generale si registra per quasi tutte le Regioni un dato stabile o in leggera diminuzione, fatta eccezione per Valle d'Aosta, Province autonome di Bolzano e di Trento ed Emilia-Romagna, pertanto si rileva un lieve aumento sul carico di lavoro del personale medico non obiettore, che registra un dato stabile o addirittura in leggera diminuzione, in contrasto con quanto viene dichiarato e denunciato sulla stampa o in altre iniziative.
Nel nostro Paese esiste un problema di denatalità, esiste un problema demografico, per cui servirebbe un piano di politica a sostegno della maternità, della famiglia e di incentivi alla natalità. Questo è il nostro pensiero. Servono incentivi alla natalità, serve un supporto alla famiglia.
Per questo interpello, e ringrazio i Capigruppo della maggioranza di aver sottoscritto questa interpellanza, e chiedo al Presidente ed alla Giunta, uno, di sapere se intende mettere in atto politiche a sostegno della natalità e della famiglia in applicazione all'articolo 1 della legge 194, che enuncia che lo Stato riconosce il valore sociale della maternità e tutela la vita umana dal suo inizio, tutela la salute della donna che decide di intraprendere l'interruzione di gravidanza; due, se intende sostenere anche finanziariamente quegli strumenti ed iniziative, anche provenienti dal mondo dell'associazionismo e del volontariato, che permettono l'effettiva applicazione della legge 194 nella parte in cui prevede che le strutture dei consultori effettuino quell'attività di informazione nei confronti delle donne, tesa al superamento delle motivazioni di ordine sociale ed economico che le portano a decidere di interrompere la gravidanza; tre, se intende continuare a garantire quanto previsto dall’articolo 9 della legge 194/1978, in relazione al diritto del personale sanitario a sollevare obiezione di coscienza in relazione agli interventi di interruzione di gravidanza. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Rossi.

Giacomo ROSSI. Grazie, Presidente. Sulla questione è già ben intervenuta la Consigliera Leonardi, anch'io mi sono accodato a questa interpellanza che chiaramente è opposta a quella della minoranza. Sono intervenuto come gruppo Civici, insieme al gruppo di Forza Italia e UDC, per difendere il libero pensiero dell’Assessore, no Assessora, sui documenti ufficiali evitiamo di mettere queste “boldrinate”.
L'Assessore Latini in maniera libera, perché siamo in uno Stato in cui c'è libertà di pensiero, nella sua intervista ha parlato di una revisione in merito alla possibilità di accesso alla pillola abortiva. Credo che sia una libertà di pensiero, ha espresso questo pensiero liberamente, non siamo in uno Stato dove vige il pensiero unico, quindi, non ha detto niente di così strano o contra legem.
Tra l'altro trovo assurdo anche la presa d'atto in cui si accusa il 70% dei ginecologi di aver optato per l'obiezione di coscienza, è un loro diritto, non vedo perché si debba accusare, andare contro, e vedere questa cosa come una cosa negativa,
Noi abbiamo fatto un'interpellanza a favore della vita, da questa maggioranza consiliare c'è un indirizzo a favore della vita, ad un’attività positiva di informazione nei confronti delle donne, l’aborto non è mai una cosa bella, voi lo definite un diritto, va bene, è un diritto, però è anche una cosa brutta, non è che le donne lo affrontano in maniera facile, paventarlo solo come un diritto lo vedo in modo un po' strano, quindi più che favorevole alla nostra interpellanza, mentre ho dei seri dubbi sulla vostra, ho detto il perché e chiaramente ne prendo le distanze e rinnovo ancora una volta la mia solidarietà nei confronti delle libere dichiarazioni dell'Assessore Latini. Grazie.

PRESIDENTE. Ricordo che possono intervenire solo gli interpellanti, oltre a loro è intervenuto l’Assessore Saltamartini per la posizione della Giunta.
Ha la parola, per la risposta, l’Assessore Latini.

Giorgia LATINI. Grazie, Presidente. Intanto ringrazio per queste interpellanze che mi consentono di fare chiarezza su tutte le polemiche che ci sono state, che purtroppo sono state strumentalizzate, da un messaggio positivo si è tirata fuori, ovviamente, una strumentalizzazione politica. Mi sono arrivati non so quanti attacchi, violenze verbali nei miei confronti, che non meritavo perché ho espresso la mia opinione personale, il mio pensiero personale, non ho mai detto che la donna non può scegliere in modo libero, ognuno può decidere cosa fare della propria vita, anche facendo scelte che magari io non condivido. Era una mia opinione personale e la mia opinione oggi è anche quella di dire che le istituzioni hanno l'onere di sostenere le donne in questa scelta difficile, sia psicologicamente che economicamente, quando serve.
Già è stato citato l'articolo 1 della legge 194, una norma che deve essere applicata in modo più rigoroso, con quell'indirizzo originario che era quello di tutelare la vita, anche dal suo inizio. Infatti, l'articolo 1 stabilisce che lo Stato garantisce il diritto alla procreazione cosciente e responsabile e riconosce il valore sociale della maternità e tutela la vita umana dal suo inizio.
Questi sono diritti contenuti nella norma 194, che la Giunta attraverso politiche mirate vuole garantire, a partire dal primo principio etico a fondamento della legge, che è l'individuazione di un percorso che inserisca la donna all'interno di un contesto assistenziale in grado di prospettare diverse opzioni da scegliere in una vera condizione di libertà, comprese soprattutto quelle che, a causa del contesto economico e sociale di partenza, le sarebbero precluse.
Un percorso previsto attraverso l'espresso servizio di consultorio che va sicuramente potenziato e dotato, se necessario, di ulteriori strumenti affinché possa garantire al massimo il fondamentale compito di assistenza alla donna in stato di gravidanza, non solo attraverso l'importante attività di informazione, ma anche e soprattutto contribuendo a far superare le cause che potrebbero indurre la donna all'interruzione della gravidanza.
Questo è l'obiettivo della Giunta, anche perché stiamo vivendo una decrescita demografica senza precedenti, quindi, servono politiche di sostegno alla nascita e l’abbattimento quegli ostacoli culturali ed economici che si pongono alla base di tante scelte.
Le istituzioni devono più che mai impegnarsi a promuovere la vita, dando alle donne tutta l'assistenza psicologica ed economica per poter scegliere in piena libertà, sapendo di non essere sole.
Il nostro obiettivo è quello di mettere tutte le donne nella condizione di non vivere la maternità come una tragedia, condizione nella quale ogni scelta potrà reputarsi effettivamente libera.
Voglio anche aggiungere che avvieremo una verifica di compatibilità delle linee guida del Ministero della salute con la legge 194, perché riteniamo che i consultori debbano essere luoghi di assistenza e approfondimento e non di esecuzione dell'interruzione di gravidanza che, come previsto dalla legge stessa, deve rimanere in ambito ospedaliero dove le modalità di ricovero saranno demandate alla valutazione del medico e della direzione sanitaria.
Per quanto concerne l'obiezione di coscienza, chi mi ha preceduto ha anche detto che questo è un diritto e vietarlo sarebbe un'operazione di tipo discriminatorio perché è sancito e riconosciuto dalla Costituzione nell'articolo 2 ed è anche espressamente sottolineato dalla stessa legge 194, che prevede che la scelta attiene alla coscienza individuale, che va rispettata nella sua interezza.
Vorrei riprendere le parole, che erano state pubblicate sulla stampa, del Presidente dell’Associazione dei medici cattolici di Macerata delle Marche, che ci ricorda che il compito del medico è la ricerca della diagnosi e terapia ad ogni malattia, naturalmente la gravidanza non è una malattia e l'aborto, quindi, non è una terapia, per cui tale pratica esula dal dovere deontologico e soggiace alla personale ed esclusiva autodeterminazione del medico stesso.
Dobbiamo anche vedere un dato che è sempre più presente tra i medici che non provengono solamente dalle file dei cattolici, ma sono dei medici che avendo già praticato l'interruzione della gravidanza, hanno assunto tale decisione in maniera completamente estranea all'appartenenza religiosa e sono diventati obiettori dopo aver praticato l'interruzione di gravidanza.
Io non lo contesto, ognuno è libero di scegliere della propria vita, però questa scelta è sicuramente un atto doloroso, che si vive con dolore ed è un trauma che si porta per tutta la vita. Un'immagine cruda è che il 56% delle donne, dopo aver preso la pillola RU 486, vede il proprio feto morto tra le mani o in bagno, quindi è un trauma, ovviamente, che si portano poi nel tempo.
Noi come istituzione vogliamo promuovere la vita e secondo me la cosa essenziale è assistere la donna in questa scelta difficile che, purtroppo, troppo spesso, prende questa decisione perché viene lasciata sola, invece le istituzioni hanno il dovere di supportarla, ripeto, psicologicamente e anche economicamente. Magari a volte l'aborto viene scelto perché la donna si trova in una situazione economica di indigenza e potrebbe non portare avanti la gravidanza per una situazione di povertà, sono tantissime le cause, però le istituzioni devono sicuramente intervenire. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatta o meno, la Consigliera Bora.

Manuela BORA. Grazie, Presidente. Non sono soddisfatta della risposta all'interpellanza, ritengo, dunque, necessario trasformarla in mozione, che so verrà discussa in uno dei prossimi Consigli regionali.
Francamente non so se sono peggiori le dichiarazioni dell'Assessore Latini o quelle dell’Assessore Saltamartini, ma devo dire che anche le associazioni e i movimenti per la vita, citati dalla Consigliera Leonardi, che tanto stimo, li ritengo fuori luogo perché non è in nessun modo contraddittorio parlare di politiche a sostegno della natalità, poi vi vedremo all'opera dei fatti, con il diritto all'aborto.
Una donna che decide di abortire, lo fa con grande consapevolezza e lo fa con grandissimo dolore, un dolore che si porterà dietro per tutta la vita, su questo siamo tutti d'accordo, ma ritengo inaccettabile rendere questa decisione più complicata solo per furore ideologico o peggio ancora per propaganda.
Vede, Assessore, a noi non interessano le sue posizioni personali, che pure non sembravano tali nell'intervista al TGR perché ha detto che le avrebbe portate in Giunta, ma siamo felici che siano semplicemente posizioni personali, che sarebbe stata certamente libera di esprimerle magari nel proprio salotto di casa.
Assessore Latini, lei, unica donna in Giunta, dovrebbe almeno tentare di essere portavoce di battaglie per la parità di genere e anche per il diritto di scelta sancito dalla legge 194. Vorrei dire a questa Giunta che non permetteremo che vengano negati i diritti fondamentali alle donne, la libertà di scelta è uno dei pilastri del nostro vivere civile, non potete permettervi di limitare la facoltà di decidere se interrompere o meno la gravidanza entro i termini stabiliti dalla legge e non potete nemmeno limitare l'accesso a terapie farmacologiche, come la pillola RU 486.
Mi voglio rivolgere all'Assessore competente Saltamartini, che per l’interesse al tema non è presente in Aula, però lo ritengo una persona seria, gli altri membri della Giunta, certo legittimamente, ma credo anche avventatamente, hanno espresso opinioni personali su temi così delicati.
Noi tutti ricordiamo il gesto di protesta dell'allora Sindaco di Cingoli Saltamartini, nel 2019 io ero Assessore della precedente Giunta, quando scaricò un camion pieno di neve davanti alla Regione come atto dimostrativo contro una nostra delibera, all'epoca era considerato per questo un uomo duro perché con coraggio aveva portato avanti battaglie, usando anche metodi molto scenografici, facendo opposizione con tutti mezzi, ecco, vorrei dire all'Assessore Saltamartini e al resto della Giunta che se vi azzarderete a tentare di mettere in discussione la libertà di scelta di noi donne, noi non porteremmo sotto la Regione un camion, ma porteremo autobus e pullman che non saranno pieni di neve, ma trasporteranno tante donne e tanti uomini che protesteranno violentemente contro le vostre decisioni, come hanno già fatto tante cittadine e tanti cittadini polacchi che in centinaia di migliaia hanno riempito la piazza della città vecchia di Varsavia il 30 ottobre, così come voglio ricordare le cittadine e i cittadini dell'Umbria che hanno pacificamente invaso Perugia questa estate.
Vorrei ricordare che i vostri amici leghisti della Giunta umbra, che hanno tentato di limitare questi diritti, sono dovuti tornare indietro con ignominia sui provvedimenti che avevano preso e anche voi sarete costretti a fare marcia indietro perché esiste, per fortuna, una legge di rango superiore, nazionale, come la legge 194, che tutela le donne e vi impedirà guasti.
Anche il popolo polacco ci ha dato una grande lezione di civiltà impedendo quel tentativo barbaro che i Governi dell'ultra destra in quel Paese da anni provano a portare a compimento, quel sogno che essi cullano e che anche voi, temo segretamente, o forse neanche tanto segretamente, coltivate, cioè impedire alle donne l'interruzione volontaria di gravidanza, nascondendovi magari dietro a questi movimenti per la vita, cancellare la legge 194, obbligare persone spesso in gravi difficoltà a ricorrere alle “mammane” e a metodi clandestini rischiosissimi per la salute, ma non ce la farete a portare indietro questa Regione di 50 anni, non realizzerete mai questo vostro sogno perverso. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatta o meno, la Consigliera Leonardi.

Elena LEONARDI. Grazie, Presidente. Vorrei ringraziare gli Assessori Latini, Saltamartini e tutta la Giunta per aver riportato nell'ordine della correttezza le questioni, di aver sottolineato come la linea guida di questa Giunta nei confronti della legge 194 sia quella di applicarla, soprattutto, di applicarla per tutte quelle parti che oggi rendono inapplicato il principio cardine della legge 194, quello dimenticato, perché qui, si, devo dirlo, una furia ideologica la vuole utilizzare unicamente in una direzione.
Il senso della legge 194 è racchiusa nell'articolo 1, che non mi stancherò di leggere e che dichiara che lo Stato riconosce il valore sociale della maternità e tutela la vita umana dal suo inizio. Quindi, grazie Assessore Latini per aver dichiarato l’intenzione di questa amministrazione, cioè di tutelare le donne e di metterle realmente nella possibilità di poter superare quegli ostacoli che bene la norma evidenzia e che purtroppo sono stati in questi anni dimenticati.

Mozione n. 13
ad iniziativa della Consigliera Marcozzi
“Agevolazioni zona franca urbana sisma Centro Italia”
(Discussione e votazione)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca la mozione n. 13 della Consigliera Marcozzi, che ha la parola per illustrarla.

Jessica MARCOZZI. Grazie, Presidente. Come tutti sappiamo il sisma ha inciso in maniera devastante, soprattutto nelle zone collinari e montuose del centro Italia, minando inesorabilmente le economie delle microimprese e delle piccole imprese, che da sempre sono la spina dorsale, sia in termini occupazionali che finanziari, dei territori colpiti e al contempo sono custodi delle più ricche tradizioni artistiche, architettoniche, culturali, enogastronomiche e ambientali delle Marche. Un'area territoriale, dunque, da sempre custode delle più antiche tradizioni marchigiane e di tutto il centro Italia, da cui hanno preso origine le attuali economie portanti del centro Italia stesso.
La calamità del 2016, però, ha creato dei gravi danni su questi territori, che purtroppo non hanno avuto risposte concrete alla fase emergenziale e post emergenziale, con una ricostruzione ancora non avviata concretamente, con lungaggini burocratiche che hanno frenato la ripresa dei territori, con tonnellate di macerie da rimuovere, con sostegni economico-finanziari irrisori e su tutti un'assoluta carenza in termini di pianificazione e programmazione.
E' accaduto che con il decreto-legge del 24 aprile 2017, n. 50, articolo 46, convertito con modificazioni nella legge 21 giugno del 2017, n. 96, sono state previste delle agevolazioni per la zona franca urbana sisma centro Italia; significa che per le imprese, per i lavoratori autonomi, che avevano il domicilio fiscale nell'area del cratere sono arrivate delle agevolazioni, che consistono nell'essere esentati dal pagare tutte le imposte, quelle imposte che dovevano o devono essere pagate con il modello F24, una sorta di compensazione. Naturalmente, per poter avere queste agevolazioni non solo bisognava avere in quel momento il domicilio fiscale nell'area del cratere, ma anche essere attivi alla data del 31 dicembre 2017.
Le agevolazioni sono state riconosciute per gli anni 2017 e 2018 e sono state prorogate anche per gli anni 2019 e 2020, anche per quelle aziende che si erano impegnate ad avviare l'attività entro il 31 dicembre 2019. L'ammontare, per così dire, della compensazione era il valore del de minimis, cioè 200 mila euro.
Voi capite che molte imprese sono preoccupate dalla possibilità che il Governo centrale non proroghi questa agevolazione, alcune avranno anche consumato l'importo, ma ci sono una serie di micro e piccole imprese che ancora non l’hanno utilizzata.
Dobbiamo attivarci immediatamente con il Governo affinché le agevolazioni per la zona franca urbana sisma centro Italia vengano prorogate per gli anni 2021 e 2022, naturalmente per quelle piccole e micro imprese e lavoratori autonomi che ancora non hanno consumato tutta l'agevolazione.
Tantissime imprese, ormai da due o tre mesi a questa parte, ce lo chiedono con insistenza perché, voi capite, se una microimpresa durante l'anno va a compensare una serie di contributi, di imposte, di contributi per lavoro dipendente, di contributi personali, di imposte, fosse anche una piccola impresa, 20/30 mila euro riesce a risparmiare.
Dall'anno prossimo, se non ci sarà questa proroga per gli anni 2021 e 2022 - ma noi dobbiamo fare in modo che il Governo centrale la attui - le imprese si troveranno a dover pagare queste cifre, quindi, dobbiamo fare pressing sul Governo centrale affinché queste agevolazioni siano prorogate.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Antonini.

Andrea Maria ANTONINI. Grazie, Presidente. Ovviamente siamo favorevoli a questa proposta della Consigliera Marcozzi, nel senso che tutte le iniziative che vanno nella direzione di cercare di sostenere il territorio colpito da questo dramma, ormai datato 2016, ma purtroppo costantemente presente nella quotidianità di noi marchigiani ...
Sappiamo che ci sono state delle gestioni probabilmente in parte dovute anche alla difficoltà degli interventi emergenziali, però, credo e sono certo che adesso, anche come Regione, attraverso il Presidente Acquaroli, l'Assessore Castelli e tutte quelle persone che hanno la competenza, la capacità, il potere di intervenire e interfacciarsi con le massime istituzioni, partendo dal Commissario Legnini, fino agli alti vertici del Governo, soprattutto con i parlamentari che a breve faranno diverse discussioni importanti, dobbiamo attivarci e coordinarci. La Regione deve riprendere in mano il diritto-dovere di intervenire ed essere più presente in quei tavoli in cui vengono prese determinate decisioni.
Una critica che mi sento in dovere di fare a chi ci ha preceduto, non è certamente l'incapacità o un atteggiamento superficiale, questo no, però il Governo regionale che ci ha preceduto non ha battuto i pugni su quei tavoli, non si è fatto sentire, non ha cercato in tutti i modi di imporsi anche attraverso quegli strumenti di persuasione, almeno politica, che come governo regionale avrebbe potuto attuare. Allora, credo che la responsabilità di tutti i presenti sia forte e sarà importante farci sentire nei tavoli opportuni.
Le mozioni sono ovviamente delle indicazioni, degli indirizzi politici, però significativi perché si impegna, a nome di tutti i marchigiani che qui in quest’Aula noi rappresentiamo, il Governo regionale a trovare delle soluzioni.
Certamente la zona franca è una di queste possibilità, ma andiamo anche più in alto, come da programma del centrodestra, come, se ricordo bene, la mozione già approvata all'unanimità da quest'Aula e recentemente richiamata da più parti, ovvero l'istituzione della zona economica speciale, addirittura prevista in circa 2.700 aree del nostro pianeta. In Italia recentemente sono state approvate ben tre zone economiche speciali in Sicilia attraverso un coordinamento regionale. La Sicilia è una Regione a Statuto Speciale, con dei poteri e delle competenze leggermente superiori a quelle della Regione Marche, quindi, il Governatore si è posto a coordinamento di una azione importante nel territorio e tre zone dall'est della regione, al centro ed all’ovest sono state definite zone economiche speciali, oltre a quattro porti che sono zone franche, che rientrano all'interno di zone economiche speciali, penso, lo sappiate tutti, a Trieste, Venezia, Taranto e Gioia Tauro.
La zona economica speciale potrebbe essere la grande soluzione, dato che in Italia già esistono, come ho detto, bisognerà lavorare ancora di più e sempre con maggior forza da una parte il Governo, l'Assessore, i Consiglieri qui presenti, dall'altro i Consiglieri di opposizione e mi riferisco sia ai Consiglieri del Partito Democratico che a quelli del Movimento 5 Stelle, come abbiamo fatto recentemente con la risoluzione che ci ha visto tutti presenti, tutte le forze partitiche rappresentate in questo Consiglio hanno firmato la richiesta di estensione dei benefici del cosiddetto decreto agosto per le aree del cratere del terremoto, addirittura allargate anche alle aree di crisi industriale complessa, come in quel caso anche in questo credo che i Consiglieri di minoranza possano avere la loro importante funzione, cercando di applicare una operazione di sensibilità e persuasione nei confronti del Governo nazionale.
Sicuramente la Zes, sapete, porterebbe dei benefici importanti perché le aziende che andrebbero a operare all'interno, attraverso degli strumenti e delle agevolazioni fiscali, soprattutto per gli investimenti, agirebbero in un regime derogatorio rispetto alle leggi ed alle normative vigenti che regolano l'attività di un'azienda. Quindi, da questo punto di vista per noi è un elemento da affiancare, anzi andrebbe addirittura sopra l'istituto della zona franca.
Ricordo che i nostri parlamentari della Lega in questi giorni in Commissione bilancio, e fra un po' all'interno del dibattito politico che porterà poi all'approvazione della finanziaria, si stanno adoperando attraverso una serie di proposte molto concrete che riguardano, una, il famoso bonus 110% relativo all’ecobonus ed al sisma-bonus con la proposta dell’aumento del 50% nei Comuni del cratere, con l'inclusione degli eventuali accolli. Stanno richiedendo, inoltre, la proroga della sospensione delle bollette sugli immobili inagibili e la rateizzazione della fattura di conguaglio fino a 120 mesi, nonché l’impignorabilità e l’insequestrabilità dei fondi per la ricostruzione depositati sui conti bancari ed il sostegno alle imprese con contributi a fondo perduto e prestiti agevolati calcolati sulla differenza di fatturato tra il 2015 e il 2019.
Abbiamo già parlato, abbiamo approvato all'unanimità la risoluzione sugli sgravi contributivi del 30% più la proroga, quindi, l'esenzione Imu, Irpef e mutui prima casa fino alla ricostruzione degli immobili lesionati dal terremoto. Ci vuole una visione d'assieme generale che preveda, come è stato anche accennato, di portare a termine, e sarebbe anche un'operazione non solo pratica, ma di sensibilità, lo smaltimento delle macerie pubbliche, che sono ancora depositate, soprattutto nelle zone più colpite.
Come Commissione recentemente abbiamo invitato il Dirigente a relazionarci sui tempi ed auspichiamo che quanto ci è stato riferito venga rispettato, che entro due o tre mesi, diciamo entro i primi dell'anno prossimo, le macerie pubbliche, si spera, saranno rimosse, a quel punto bisognerà anche pensare al discorso generale di ricostruzione.
Guardate bene, in questi giorni si stanno definendo i primi contatti, soprattutto nelle zone perimetrate, quelle rosse, quelle più colpite, quelle rase al suolo, per quella che sarà la prospettiva della ricostruzione, l'accordo deve essere fatto necessariamente in maniera importante e indifferibile con chi abita quei luoghi, non devono essere decisioni calate dall'alto, magari di architetti che hanno visioni particolari del tutto, originali, senza però essere catapultati nella realtà concreta di chi ha vissuto, di chi vive, di chi ha visto le proprie abitazioni distrutte dal terremoto e di chi vuole tornare a rivivere quelle zone, ma per farle rivivere bisogna che le persone, gli abitanti, i terremotati siano messi nelle condizioni più adatte, migliori, che abbiamo soprattutto una prospettiva grazie a degli interventi che diano una possibilità, ossigeno per il futuro, ricreando un tessuto anche economico, una prospettiva di tessuto economico, allora sì che questi luoghi avranno anche la speranza di ripartire, dando loro lo stimolo a ripopolare questi territori, altrimenti ci ritroveremo fra qualche mese, tra qualche anno, a parlare di città, di paesi e di borghi fantasma.

PRESIDENTE. Ha la parola la Consigliera Casini.

Anna CASINI. Grazie, Presidente. Le ultime affermazioni del Consigliere Antonini mi hanno lasciato un po’ disorientata perché in Commissione non c’ero solo io quando il Dirigente ha presentato lo stato dell'arte delle macerie e le affermazioni che sono contenute in quella relazione, che è tecnica e mi auguro che tutti voi qui in Consiglio possiate leggerla, dicono esattamente il contrario di quello che è stato affermato, ovvero che il 90% di quelle macerie è stato addirittura riciclato e che è rimasta una percentuale risibile rispetto a quelle che invece sono state trasportate.
Uun problema serio c’è ed è quello che riguarda la Sovrintendenza perchè nella seconda parte, non certo nella prima, le pietre e i beni culturali sono stati tutti catalogati, addirittura per proprietà e per particella catastale, ma non esiste una norma che vincoli al riuso.
Detto questo, con il Consigliere Antonini condivido la possibilità di ampliare la fattispecie che la Consigliera Marcozzi propone, se sarà d'accordo, che si riferisce soltanto alla zona franca urbana del sisma e alla proroga, che è una cosa condivisibile ed anche giusta con …
Non so se interessa a qualcuno sennò io posso anche …

Presidenza del Vicepresidente
Andrea Biancani.

PRESIDENTE. Silenzio, la Consigliera Casini sta intervenendo, per rispetto chi deve parlare esca dall’Aula.

Anna CASINI. Noi siamo abituati ad avere un’Aula in cui c’è un minimo di rispetto istituzionale, posso anche non parlare, era una proposta, ma possiamo votare contro e poi fare …
Il Consigliere Antonini ha parlato della Zes e siccome ci sono delle proposte che sono state presentate dall'Anci delle Marche, che credo si riferiscano anche a delle azioni più ampie, come per esempio rifinanziare l'articolo 20 della legge 189, che è stato prezioso per tutte le imprese del cratere, sia commerciali che non, o la compensazione dell'Imu . il Consigliere Antonini prima ha fatto riferimento a questo - piuttosto che la questione della delocalizzazione, dei costi di urbanizzazione e delle aree che servono per spostare e delocalizzare gli edifici, come anche l'impignorabilità dei fondi per la ricostruzione.
Ci sono una serie di elementi importanti, come quelli, per esempio, della stabilizzazione del personale, del collegamento del bonus sisma e la possibilità di utilizzare il sisma bonus e l'ecobonus in luogo della ricostruzione, tanto da arrivare fino a quasi al 160% e non al 110% come è possibile adesso.
Quindi, direi che sarebbe a nostro avviso opportuno inserire tutte queste ipotesi fatte dall’Anci e perché no farle nostre in una mozione che possa essere condivisa, considerando che il voto sarà a breve e, come ha detto prima il Consigliere Antonini, i vostri rappresentanti territoriali ed anche i nostri si stanno battendo per portare avanti questi emendamenti.
Ovviamente dico alla Consigliera Marcozzi che parte del secondo capoverso deve essere cassato, perché non possiamo ovviamente accettare che si dica che lo scorso Governo regionale delle Marche non ha saputo dare risposte concrete. È chiaro che non ci può chiedere di lasciare questo nella premessa narrativa della mozione, però noi crediamo, se verrà cassato il secondo punto del secondo alinea e se verranno inserite tutte le fattispecie che l'Anci ha già preparato, molte delle quali le ha anche elencate il Consigliere Antonini, evidentemente ritenendo anche lui riduttiva soltanto la proroga delle agevolazioni per la zona franca urbana, che sarebbe l'occasione per dare un supporto alle esigenze che vengono dal basso e che sono arrivate dall'interlocuzione con i Comuni del cratere, che sono già state presentate, quindi, possiamo verificarle oggi oppure rinviare la mozione e magari aggiungerci tutte le altre fattispecie per evitare che si faccia una volta la zona speciale, una volta il personale e, visto che il prossimo Consiglio è il 28 anche per il Governo gli emendamenti non saranno più significativi.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Marinelli.

Renzo MARINELLI. Grazie, Presidente. Vorrei riprendere l’intervento della Consigliera Casini, che ha detto di mettere insieme tutte queste cose, ma diciamo che diventa difficile perché fra una settimana dovranno essere votate, qui parliamo di zona franca urbana.
E’ vero che ci sono molti altri provvedimenti, ma io auspico che il Governo sia forse un po' più attento di come non lo è stato ultimamente perché quella situazione io la vivo da tanto. E' dal 1997 che sto con il terremoto addosso, ma nel 1997 è stato gestito in un certo modo, non era lo stesso, però questa volta non possiamo dire che sia andato tutto bene, siamo nel 2020, sono passati quattro anni e la situazione è sempre quella.
Ha fatto riferimento alle macerie, è vero che le macerie pubbliche forse fra qualche mese riusciremo a sistemarle tutte, ma c'è il problema delle macerie dei privati che se non viene risolto - fino ad oggi non è stata presa nessuna decisione - la ricostruzione rimarrà ferma fino a quando non si risolverà il problema, che è importante, è stato portato all'attenzione, ma non è stato affrontato.
Adesso c'è l'Assessore Castelli che si sta muovendo, però è una situazione che non è stata ad oggi mai affrontata ed è gravissimo.
Parliamo poi della ZES ed anche di altre situazioni che non sono state portate avanti fino adesso, si diceva giustamente che tutte le misure devono essere portate avanti, però ora siamo fuori tempo massimo, quindi, sono per votare questa mozione, per fare un primo passo dopodiché se facciamo in tempo ne faremo un'altra, prevedendo tutte le altre cose da mettere in conto.
Quello che non riesco a capire è perché quando vengono fatte delle proroghe per l'Emilia-Romagna, che non ha avuto i danni che abbiamo avuto noi, riguardano 5, 6, 7 anni, mentre per noi 3 mesi per volta, questo qualcuno ce lo deve spiegare, perché si proroga di quattro anni le misure per i provvedimenti per l'Emilia-Romagna e la stessa cosa non avviene anche per le Marche? Se hanno fatto le proroghe fino ad oggi, non capisco che problema c'è nel farle di quattro anni, non è così scandaloso, è solo mettersi in linea con quello che fanno gli altri.
In merito al terremoto, diciamo che la Regione si è mossa bene ma, considerando che ha avuto i tre quarti dei danni, non si è mai battuta in modo convinto per tutelare le popolazioni, forse si vuole spopolare quella zona, ma non è la nostra intenzione, che è quella di portare avanti, di incentivare e di investire nelle aree interne, nei territori svantaggiati, che hanno bisogno.
Il credito dell'area franca urbana è un provvedimento, potevano essercene tanti altri, ma comunque ringrazio anche i Parlamentari della Lega che si stanno battendo in Parlamento per portare avanti queste proposte. Tutte le iniziative che sono state dette prima dal Consigliere Antonini sono state portate all'attenzione del Governo nazionale e del Parlamento affinché vengano realizzate.
Che dire, di strada ce n’è da fare molta, dico che è ora di fare un cambio di passo, noi Consiglieri regionali del gruppo di maggioranza ci stiamo provando, ma noi ci vogliamo rivolgere al Governo perché è lì che si decide, è lì che si prendono dei provvedimenti perchè questi luoghi hanno bisogno di risposte.
Voglio ricordare l'incontro che c'è stato un anno fa con il Presidente del Consiglio, nel quale c’è stato un battibecco tra l'attuale Consigliere regionale Carancini e il Presidente del Consiglio sul fatto che nessun Sottosegretario, nessun politico, seguiva in modo diretto il terremoto, ora il Consigliere Carancini non è in Aula, non mi piace riportare le sue parole, potrei non essere corretto, però lui affermava che avevamo bisogno di una maggiore attenzione e il Presidente del Consiglio se la prese un po’ a male ed anche se spesso non sono d’accordo con quello che dice il Consigliere Carancini in quella circostanza, secondo me, aveva preso il senso giusto.
Andiamo avanti con questo provvedimento, ma dovremmo batterci e l'invito che faccio ai nostri Parlamentari è quello di insistere affinché queste misure vengano portate avanti, l'auspicio è che vengano accolte e che anche il Consiglio nella sua interezza possa dare ascolto e accogliere queste iniziative.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Ciccioli.

Carlo CICCIOLI. Grazie, Presidente. Affronterò questa mozione con un'apertura di vedute più ampia perché il problema attuale sono le agevolazioni per la zona franca urbana e per la zona sisma che sono state recepite nel 2019/2020, che adesso sono a rischio.
Il problema relativo al sisma del 2016 era già cominciato con il terremoto del 1997, quando un evento catastrofico colpisce una zona determina uno spostamento di popolazione. La perdita di attività economiche porta ad un decremento di popolazione che, come il cane che si morde la coda, causa una diminuzione dei servizi e un decadimento complessivo.
Noi abbiamo avuto uno spopolamento progressivo di tutte le nostre aree montane a partire dagli anni cinquanta perché hanno perso la propria funzione. L'area montana prevedeva una popolazione dedita ad una serie di attività, soprattutto ad un certo tipo di agricoltura, collinare e montana, mi vengono in mente i piccoli paesi che erano impegnati nella forestazione e nel taglio dei boschi, pensiamo ad Acquasanta Terme, ad Acqualagna, in cui c'era una produzione di legna importante insieme a quella delle castagne ed ad alcuni tipi di allevamento di animali, e così tutta una serie di attività, ma progressivamente c’è stato uno spopolamento fortissimo per cui gli abitanti di alcuni paesi da 3.000 sono diventati di 1.000/1.200, paesi di 5.000 abitanti sono diventati di 2.000 abitanti, Arcevia nel 1948 aveva all'incirca 15.000 abitanti, oggi è scesa sotto i 5.000, mi sembra 4.007, non è un grande centro, ma è un sistema di castelli, di borghi, di piccoli paesi in cui progressivamente la popolazione se n’è andata e da centri di 200, 300 o 400 abitanti sono diventati di 20, 30, 50 abitanti.
Pensiamo a Visso, che galleggiava intorno ai 1.000 abitanti prima del terremoto, poco fa il Sindaco ha detto che i residenti sono 200/250.
Invertire questa tendenza non è possibile quando la gente si trasferisce, quando trova un lavoro, quando le giovani coppie iscrivono altrove i figli a scuola; riportare le persone, farle reinsediare, non è fattibile con i tempi di percorrenza delle strade, che spesso non sono adeguate, con la mancanza di servizi per i bambini, come le scuole, con la carenza di servizi sanitari e di trasporto. E’ evidente che c'è un depauperamento che non si riesce ad arrestare.
Il problema del secolo scorso, della seconda metà del novecento, il terremoto del 1997, il terremoto del 2016, l'ultimo sisma, hanno creato una tendenza che rischia di diventare irreversibile se non troviamo un modello di economia alternativo. Questo è il problema vero! Com’è che i paesi della montagna alpina, delle valli alpine, non si sono spopolati e hanno ancora una funzione? C’è un insediamento, c’è una ricchezza, evidentemente hanno inventato, a parte l'economia legata allo sci nei luoghi dove ci sono le condizioni adatte per sciare, altri tipi di economia che hanno consentito il radicamento della popolazione, la quale ha mantenuto la residenza e le attività, questo insieme ad una serie di provvedimenti fatti soprattutto dalle Regioni a statuto speciale. La Valle d'Aosta e il Trentino alto Adige non hanno perso popolazione perché in quei luoghi per merito dello Statuto speciale lo Stato, oltre la normale distribuzione dei fondi previsti per tutte le Regioni italiane, dà un surplus che consente di avere una sanità dislocata nel territorio ed in periferia, di sviluppare una serie di servizi a misura d'uomo, per cui la popolazione ha interesse ad essere lì, addirittura ci sono Comuni del Veneto che hanno chiesto di passare con le Province autonome di Trento e Bolzano; non è un mistero per nessuno che nella zona di Cortina ci fu un comitato che tentò un referendum per passare nella Regione del Trentino Alto Adige.
Noi dobbiamo dare una funzione, come c'è l'economia alpina delle valli della montagna, ci deve essere un modello Appennino che non può essere sovrapponibile perché le altezze dei nostri monti sono diverse, le condizioni ambientali e morfologiche sono diverse, ma dobbiamo inventare un modello di sviluppo perché quei centri della montagna e l'alta collina sono rimasti popolati, hanno un'attività che giustifica lavoro, commerci, economia.
Prima ha parlato il Consigliere Marinelli, che fino a poche settimane fa era Sindaco di un Comune che sta nella collina attigua alla montagna, tutta la zona di Sefro e Fiuminata è rimasta popolata ed ha un'attività, c'è gente, ci sono dei mercatini tipici che si sono sviluppati anche grazie all'investimento di un signore del posto che ha scelto di fare l’acquacultura, l'allevamento di trote, ed è diventato leader europeo determinando una serie di investimenti molto forti, addirittura anche all'estero, mentre la madre dell’azienda importante è nell’alto Appennino maceratese, addirittura ha una serie di sedi in alta Italia e in nord Europa.
Il problema è identificare un modello di sviluppo ed accanto ai provvedimenti tampone, concordo con la mozione della Consigliera Marcozzi, sono provvedimenti tampone, avere una strategia, che nelle Marche non c'è stata.
Mi sento di dire al centrosinistra che abbiamo avuto condizioni simili a quelle del terremoto emiliano, ma di più, noi abbiamo avuto Errani, che è stato il Presidente della Regione Emilia-Romagna ed ha gestito il terremoto, come Commissario straordinario per le Marche ed avrebbe dovuto portare avanti gli stessi provvedimenti per la nostra regione. In Emilia-Romagna il Governo ha approvato dei provvedimenti che hanno consentito di fare delle cose, nelle Marche Errani non ha applicato le stesse cose, evidentemente sono figlie di un Dio minore, regione con scarsa popolazione, non so perché, ma la stessa persona ha applicato due pesi e due misure, in Emilia e nelle Marche. Credo che anche i suoi colleghi di partito siano rimasti un po' perplessi da questa cosa.
Noi dobbiamo lanciare questo modello, la Francia, mi sento di dare uno spunto, ha introdotto molti anni fa contro lo spopolamento, visto che la gente era in fuga dalle montagne e dalle colline verso Parigi, un modello interessantissimo di defiscalizzazione, a seconda delle progressioni d'altezza, quindi delle condizioni sfavorevoli e della diminuzione dei servizi, prevede una defiscalizzazione fortissima per gli abitanti residenti, anche per chi non ha una attività economica particolare, per le aziende che favoriscono alle persone nate lì di rimanere in zona o per chi ritiene di fare una scelta di vita diversa e di andare a stabilirsi in quei luoghi.
La defiscalizzazione dovrebbe essere un problema nazionale che ci dovremmo porre in tutte le aree dell'Appennino.
L'altra l'idea è quella che sta lanciando il Presidente Acquaroli, mi dispiace che non sia in Aula, su cui abbiamo ragionato insieme, il cosiddetto villaggio diffuso, sapete che nulla si inventa nella vita, tutto da qualche altra parte è stato fatto. Noi dobbiamo creare un villaggio diffuso appenninico, digitalizzato, che sia raggiungibile anche con il completamento della rete stradale per l'accessibilità, ecco un altro problema. Se riuscissimo a realizzare queste benedette intervallive fino in fondo, parlo di Fabriano, della Vallesina, della Val di Chienti, che è stata realizzata, della pedemontana nei tratti che sono veramente utili, non ovunque perché non ci arriviamo, consentiremo l’accessibilità e se digitalizzassimo quelle zone, che ancora sono molto isolate ..., ci sono degli amici che mi dicono non ti posso mandare quella cosa perché devo andare in un certo posto, mi devo spostare da casa. Se facciamo questo, creeremo una rete di accoglienza diffusa, con attività tipiche, con il sostegno nei piani rurali di quell'agricoltura che è povera, ma che può diventare molto ricca e di qualità, allora riusciremo ad invertire una tendenza ma, come hanno detto i Consiglieri Marinelli, Marcozzi e altri, se non capovolgiamo la situazione non riusciremo a fermare il mare, ricordatelo, il mare non si ferma, i movimenti di popolazione sono spontanei, se non diamo all'Appennino una funzione non riusciremo ..., possiamo fare i convegni, possiamo fare la Carta di Fonte Avellana, possiamo fare mille cose, ma sono astrazioni e non fatti concreti.

PRESIDENTE. Ha la parola, per fatto personale, il Consigliere Antonini.

Andrea Maria ANTONINI. Per fatto personale, vorrei rispondere alla Consigliera Casini, che ringrazio per avermi citato almeno una trentina di volte, che ha esordito dicendo che io avrei detto cose non vere in Commissione, siccome non sono né un pazzo né un rimbambito, ci sono anche diverse persone che erano presenti, non oserei mai dire qualcosa di diverso rispetto all'incontro che abbiamo avuto dieci giorni fa, due settimane fa, non so, forse si era distratta, io ho detto solamente che l’ingegnere presente ha previsto due, tre mesi, così ha riferito, per la conclusione della rimozione delle macerie pubbliche. Non mi sembra di aver detto altro riferito a quanto riportto dall'ingegnere, semmai sentiremo la registrazione, lo dico perché lei ha esordito dicendo che le cose erano contrarie a quanto io avevo detto, io non sono abituato a dire bugie, sarei un folle a dire qualcosa di tanto differente rispetto all'incontro di dieci giorni fa.

Presidenza del Presidente
Dino Latini

PRESIDENTE. Ha la parola, per replica, la Consigliera Casini.

Anna CASINI. Volevo soltanto dire che dalla relazione dell'ingegner risulta che lo smaltimento delle macerie pubbliche è stato virtuoso ed anche il riuso, visto che sono state riutilizzate al 99%, la relazione è visibile.
Mi era sembrato, e se ho capito male, chiedo scusa, da una chiosa che aveva fatto il Consigliere Antonini che ci fosse una critica, considerato che lo smaltimento delle macerie viene valutato non sempre in maniera corretta, invece, nella Commissione l'abbiamo letto nella maniera giusta.
Per il resto l’ho citata più volte perché ritengo che sia importante allargare lo sguardo a tutte le problematiche, come per esempio il pagamento delle bollette, che non è una roba programmatica. Io sto dentro al cratere, c'ero anche durante il terremoto, e c'è gente che ha una casa che è inagibile e deve pagare luce, acqua e gas, insomma, mi pare una cosa emergenziale.
Ci sono poi anche le cose programmatiche e siccome le aveva proposte anche l'ANCI mi sembrava un'occasione opportuna, visto che eravamo d’accordo su diversi temi, l’ho citata per questo, per poter fare una mozione più organica, ma se questo non si vuole fare, la maggioranza ha la maggioranza e va bene così.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Carancini.

Romano CARANCINI. Grazie, Presidente. Cari colleghi, qualche breve considerazione sulla questione inerente la mozione, che in una qualche maniera coinvolge un po’ il ragionamento su quello che dovrà essere l'esito, lo sviluppo, le scelte che riguarderanno le aree montane dopo il terremoto.
Parto da una breve considerazione, che mi dà l’appiglio per svolgere qualche argomentazione, anche in riferimento a quanto detto dal Consigliere Ciccioli. L'errore più grave di Errani non è stato quello di comportarsi in maniera diversa da come si era comportato in Emilia-Romagna, l'errore più grave è stato quello di applicare lo stesso metodo. Al di là delle sue indicazioni, dei suoi programmi, voglio ricordare avendolo vissuta, più di me l'hanno vissuta altri Sindaci che vivono all'interno del cratere, qui c'è il Consigliere Marinelli, la vicenda del terremoto 2016 è molto più significativa, molto più drammatica, molto più profonda dal punto di vista dei danni e degli effetti rispetto al terremoto dell'Emilia-Romagna ed anche a quello del 1997. Certamente ci ha trovati impreparati e credo che gli errori, molto sinteticamente, possano essere stati, e oggi per certi aspetti ne paghiamo le conseguenze, nelle scelte di metodo e di impostazione su come affrontare quel dramma. E’ probabile, è possibile, che la Regione dovesse avere un ruolo più forte, che le Regioni dovessero avere un ruolo più forte, è pensabile, anche alla luce di cosa accadde nel 1997, che la scelta locale di responsabilità di chi governa i territori, rispetto alla scelta del centro dello Stato, sia stata ciò che ha compromesso e ritardato alcune soluzioni.
Oggi, in una discussione credo più tranquilla, spero ... Tra i problemi ci sono state anche le impostazioni di politica legislativa, di politica disciplinare, con le quali si è affrontata la situazione perché la proliferazione di ordinanze, il mancato pensiero organico, semplificativo delle norme sul terremoto, ci hanno fatto arrivare qui e non lo dico perché penso di avere ragioni ed argomenti validi, ma lo dicono i fatti ed a fronte di una fase immediata del dramma, che è stato nel 2016, ci si è trovati davvero in una condizione ... Oggi è facile dire avremmo dovuto fare questo, avremmo dovuto fare altro. Anche nella fase successiva il Commissario seguente, purtroppo, dico io, non per soddisfazione, non ha saputo incarnare, interpretare, smussare, semplificare le problematiche che probabilmente in parte erano state anche affrontate.
Oggi la situazione è completamente diversa, il Commissario Legnini ha oggettivamente fatto e sta facendo un lavoro importante, determinante ed ha rimesso in moto la problematica dei danni lievi, la problematica relativa alle scelte sulle opere pubbliche, fra pochi giorni con l'approvazione, lo dico con cognizione di causa, a meno che non venga smentito dai fatti, del Parlamento verranno stanziate ulteriori risorse, 1.700.000.000 euro per le aree del terremoto e a febbraio ci sarà un testo unico che riguarda il sistema delle emergenze negli eventi come quelli che sono capitati. I dati che ci sono stati forniti sono incoraggianti, occorre accelerare di più, tema delle associazioni di categoria.
Tutto questo per dire come premessa che la mozione della Consigliera Marcozzi astrattamente si potrebbe votare, penso però che questo Consiglio regionale, indipendentemente dalle appartenenze, debba essere più ambizioso. Cosa vuol dire essere più ambiziosi rispetto alla questione del terremoto? Assumere come istituzione un impegno che non guardi a specifici provvedimenti, come quello a cui fa riferimento la Consigliera Marcozzi, come i tanti che ognuno di noi in una qualche maniera tende a proporre.
Credo convintamente che la sperimentazione ed il coraggio debbano andare in un'altra direzione, occorre che questa Regione, addirittura con le Regioni che sono state teatro del terremoto, riesca a fare una legge per la montagna. Che vuol dire legge per la montagna? Rimettere insieme i vari tasselli che riguardano non una misura, ma il settore dell'impresa, con azioni importanti, significative, che durino nel tempo; significa definire con una legge i servizi perché nella montagna, alla luce di quello che è stata l'evoluzione, devono esserci i servizi, anche in deroga alle norme, penso alla questione sanitaria, e dentro la stessa legge si dovrebbe parlare di dissesto idrogeologico, di connessione, di creare, lo ribadisco, un vero e proprio ecosistema nuovo in grado di rilanciare, provare a sperimentare.
La domanda successiva è con quali soldi? Con i soldi del Recovery perché le Marche insieme alle altre Regioni, devono avere il coraggio di sperimentare una delle problematiche più importanti di questo Paese, che sono le aree interne, qui dovrebbe nascere, a seguito delle disgrazie, ma grazie all'opportunità che ci viene data, dobbiamo avere il coraggio di imporlo con grande dignità, il laboratorio Marche e semmai, insieme alle altre Regioni, dentro una legge, parlare della montagna, delle aree interne, affrontare temi trasversali, dall'impresa, al sociale, ai servizi, alla sanità e alla ricostruzione, perché non serve solo la ricostruzione delle mura, occorre la ricostruzione del tessuto che non si può fare con una mozione semplice. Questo lo dico non contro la Consigliera Marcozzi, lo dico contro di noi, perché fin qui abbiamo lavorato, purtroppo, parzialmente e questa Assemblea deve avere questo coraggio. Non c'è una legge, raggiungeremo due obiettivi, ridaremo speranza alle aree interne e saremo anche laboratorio di questo Paese, di quell'Italia di mezzo che senza le aree interne non è Italia. Ecco perché c'è un limite, ecco perché penso che dobbiamo misurarci con questa sfida ed essere un punto di riferimento di carattere nazionale.
Oggi c'è un'opportunità unica, l'Assessore Castelli, già Sindaco, sa bene che le risorse del Recovery devono essere spese per un valore essenziale di questo Paese, per le aree interne, che io chiamo le aree di montagna, perché così vogliono essere chiamate e perché sono quelle le aree sulle quali dobbiamo spenderci. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Putzu.

Andrea PUTZU. Grazie, Presidente. Voglio ringraziare la Consigliera Marcozzi per aver portato all'attenzione di quest'Aula un tema importante, sentito da maggioranza e opposizione, relativo alle questioni legate alle aree terremotate, alla zona franca urbana.
Ho avuto modo di ascoltare i vari colleghi di opposizione e di maggioranza e ho notato ovviamente che c'è una certa discordanza tra ciò che dice la Consigliera Casini e ciò che dice il Consigliere Carancini, sembra che non siano dello stesso partito, perché la Consigliera Casini, ad esempio, dice che voterà questa mozione qualora il proponente tolga qualcosa in merito a ciò che la precedente amministrazione ha fatto o non ha fatto, mentre il Consigliere Carancini sembra di maggioranza sotto certi aspetti in quanto ha evidenziato delle falle che il Governo antecedente della Regione Marche non è riuscito a risolvere.
Ho avuto modo di ascoltarlo con attenzione, ho apprezzato moltissimo ciò che il Consigliere Carancini ha detto, che noi dobbiamo fare delle leggi sul dissesto ideologico, dobbiamo anche fare la ricostruzione, ha citato anche il Consigliere Marinelli che è stato un Sindaco simbolo dell’area del cratere maceratese, che ringrazio per il grande impegno che ha messo a disposizione del proprio territorio, portandolo anche in questa Assemblea legislativa. Ho ascoltato il Consigliere Carancini dire che dobbiamo ricostruire il tessuto, che non si può fare con una mozione, ha ragione, il PD non è riuscito a farlo in cinque anni, figuriamoci se ci riusciamo noi con una mozione! Il Consigliere Carancini si è dimenticato di dire questo, forse un po’ si vergognava, lo capisco, anche perché lui è stato Sindaco di una città colpita dal sisma ed anche lui qualche volta si è arrabbiando con i Governi del PD che hanno cambiato più Commissari del Presidente del Palermo, non so se lo ricorda, era molto famoso perché ha cambiato moltissimi allenatori, così ha fatto il Partito Democratico, ha cambiato dal 2016 ad oggi diversi Commissari invece di dare risposte al territorio, ha dato incarichi politici invece di risolvere i problemi dei nostri cittadini, delle aree colpite dal sisma.
Ho ascoltato anche la Consigliera Casini, che purtroppo non c’è, ma credo che tornerà, che ha citato cosa ha fatto l’amministrazione precedente in merito al terremoto, non so se qualcuno se lo ricorda, ma voi avete perso le elezioni per la gestione scandalosa del terremoto, molti Sindaci, anche della vostra area politica, dei piccoli Comuni, non vi hanno votato perché il vostro ex Governatore è stato Vice Commissario del terremoto, qui nessuno lo ricorda, forse qualcuno si vergogna a dirlo, però dobbiamo dirlo, dobbiamo ricordarci quello che è successo prima.
Sono dispiaciuto dato che ogni volta si trova un pretesto per non votare una mozione, accolgo la sfida del Consigliere Carancini, che sono certo voterà a differenza del suo Partito questa mozione per porre le basi, per costruire insieme delle leggi utili alla nostra montagna e all’area del cratere, anche perché ho ascoltato i colleghi della Lega dire che insieme ai nostri Parlamentari di Fratelli d'Italia hanno fatto moltissimi emendamenti.
Ringrazio in primis il nostro Assessore Castelli, che non è solo Assessore, per me che sono un uomo del Partito di Fratelli d'Italia, è il responsabile enti locali di Fratelli d’Italia, che ha messo a disposizione gli emendamenti dei Sindaci, degli amministratori ed anche dei piccoli Comuni per dare uno slancio, per fare delle proposte all'interno della legge di bilancio, insieme all'onorevole Prisco, che ringrazio.
Purtroppo il Partito Democratico, ogniqualvolta l'opposizione fa degli emendamenti utili per sbloccare risorse, per fare magari un passo in più verso la ricostruzione, che ad oggi è ferma … Nessuno qui dell'opposizione lo dice, forse si vergogna, è dal 2016 che aspettiamo, nonostante tante promesse, una ricostruzione che ogni Commissario ha annunciato, che doveva essere più snella, più veloce, fatta insieme ai Sindaci, invece tutto è avvenuto all'oscuro nei palazzi romani.
Auspico che il Commissario Legnini possa dare un impulso in più, voglio dargli fiducia, una persona che conosco personalmente e che stimo, mi auguro che non sia l'ennesima delusione, spero che non sia l'ennesima persona che occupa un posto, ma non credo che ciò riguardi la figura del Commissario Legnini, che è persona preparata, competente, anche perchè ho visto che si confronta spesso con i Sindaci, con gli amministratori locali, questo lo apprezzo, anche se è stato nominato dal vostro partito politico. A differenza vostra non dico che il Commissario non sia capace, dico che è una persona capace, che può dare finalmente una speranza a queste aree, a queste zone terremotate, che oggi aspettano delle risposte concrete.
Mi accingo alla conclusione, Presidente, voglio lanciare una sfida al Partito Democratico, soprattutto alla Consigliera Casini perché credo che il Consigliere Carancini con la sua dichiarazione si sia espresso a favore, quella di essere più responsabili, quella di dire che facciamo politica oggi per scrivere il futuro della nostra regione, possiamo partire da una mozione perché le leggi, lo sapete meglio di me, voi che avete governato, si fanno nelle Commissioni, si fanno in quest'Aula e, perché no, le possiamo fare insieme, la questione legata al sisma non deve avere un colore politico, di certo i danni fatti dal vostro partito hanno condizionato fortemente queste aree.
Vedo che c’è il Consigliere Mangialardi, del quale ho apprezzato le battaglie quando era Presidente dell'Anci supportando i Sindaci sulla ricostruzione, ricordo benissimo, seguivo l’Anci …, però sappiamo bene che se avesse governato il centrodestra i Sindaci sarebbero andati tutti in massa, anche quelli del PD, a riconsegnare le fasce, magari al Commissario straordinario. E' normale, capisco, avete avuto sempre Commissari amici politicamente, quindi più di tanto non avete potuto fare, però oggi in quest'Aula potete continuare quella battaglia che è stata fatta dai Sindaci e dall'Anci, rappresentata dal collega che oggi è Consigliere regionale, prima era Sindaco di Senigallia; possiamo dare un grande segnale, di unità, di compattezza, ma soprattutto quel segnale che aspettano i marchigiani per avere una risposta, oggi con una mozione e domani con delle leggi serie. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola l’Assessore Castelli.

Guido CASTELLI. Grazie, Presidente. Colgo l'occasione per esprimere apprezzamento rispetto alla mozione che è stata presentata, ritengo che sia giusto e condivisibile il richiamo, fra i molti emendamenti che sono stati presentati anche da parte dell'Anci alla legge di bilancio, di caldeggiare la proroga della zona franca urbana, sapendo anche che questo strumento ha dei limiti, che non è stato considerato perfettamente funzionale anche da parte di molti dei potenziali beneficiari, ma non è questa l'occasione per soffermarsi su questi aspetti. Oltre alla proroga, probabilmente, sarebbe utile e auspicabile, come è contenuto già nell'emendamento Anci, chiedere una modellazione diversa dei meccanismi di esonero fiscale contenuti nella zona franco urbana.
Quindi, bene la zona franca urbana, mi appello a tutte le forze politiche di sollecitare i rispettivi gruppi consiliari e far sì che questo Governo accolga nel testo della legge di bilancio la proroga, bene anche l'osservazione di chi dice che in realtà non è la zona franca urbana lo strumento salvifico per il rilancio dell'area del cratere, invece è sicuramente importante, utile e opportuno praticare la possibilità di attivare la Zes, è stato detto dal Consigliere Antonini, dal Consigliere Marinelli, esistono già delle iniziative, ne parlavo con il Consigliere Marinelli, soggetti che hanno cominciato a studiare questa possibilità, che evidentemente rimanda alla problematica dell'altro Consiglio quando facendo ironia ho detto che bisognava stabilire dove si ferma Eboli.
La zona economica speciale, è cosa certa, viene proposta e istituita da una legge nazionale, che riposa su dei termini di natura europea, perché è il Trattato sul funzionamento dell'Unione che prevede, se non erro, vado a memoria, all'articolo 107, la possibilità, in deroga agli aiuti di Stato, di prevedere delle situazioni di particolare favore fiscale, tra queste la Zes.
Una cosa è certa, giusto per ritornare ad Eboli, nello stesso Trattato per il funzionamento dell’Unione europea esiste una specifica sottolineatura che rende de iure operabile la possibilità di istituire una Zes nei territori colpiti da calamità naturale.
Questa è una cosa che possiamo dire, che il Presidente Acquaroli sta caldeggiando, la nostra idea è quella di inserire anche nel documento di programmazione economica e finanziaria, che di qui a qualche settimana sottoporremo al vaglio del Consiglio, anche la proposta di una Zes, sui confini e sui limiti chiaramente sarà questo Consiglio, secondo la volontà del Presidente Acquaroli, a decidere. C'è il famoso paragrafo 2, lettera b) dell'articolo 107, io gli articoli non li ricordo mai a memoria, questo me lo ricordo perché da uno studio fatto dalle parti del Consigliere Marinelli, per intenderci, si evidenziava il fatto che prevedere una zona economica speciale significa che qualcuno paga le tasse agli altri, questo è il tema, perché non è che non si pagano in assoluto, non si pagano in quel luogo, quindi, deve essere forte, rafforzato, significativo il motivo che induce a questa gestione specialissima della relazione fiscale.
Come ha detto il Capogruppo Consigliere Ciccioli, per sostenere e giustificare questa cosa è necessario avere una visione, una strategia, bisogna essere consapevoli del fatto che istituire una Zes ..., tendenzialmente era questa la proposta che circolava, credo, dalle parti del Consigliere Marinelli ed anche l’Università di Camerino si era esercitata in questo, ciò significa che fino al 2050 le aziende che sono ubicate nella Zes o che vi trasferiranno la propria sede legale o operativa non pagheranno le tasse, per i professionisti che lavorano o ci andranno a lavorare stesso discorso, zero contributi, è una cosa grossa, enorme, bella, è una strada che deve essere però vissuta, non come arriva il Paese di bengodi, evidentemente, ma troviamo un sistema che consenta a tutta la regione di avvantaggiarsi di questo.
Credo che la chiave di lettura sia questa, non dire chi ha la Zes e chi non la ha, ma chi all’interno della Zes crea una relazione dinamica, positiva, tanto è vero, l'ha detto mi pare il Consigliere Antonini, che ogni Zes è tale in riferimento a un porto che deve avere anche una capacità di lavoro superiore a non so quale percentuale di tutto il traffico di merci europee, perché non tutti i porti possono essere il punto di appoggio di una Zes, bisogna che siano di una certa rilevanza.
Non a caso la Zes Abruzzo fa riferimento al porto di Ancona, che è il porto della Zes dell'Abruzzo; non so se il Molise l’ha istituita, ma aveva la stessa idea. Capite quanto sarebbe identitario per le Marche fare in modo che, al di là del fatto che all'interno del cratere c'è quella calamità naturale che sdogana la possibilità, articolo 107, lettera b), di fare la Zes e tutto il sistema ne avrebbe ..., non ci sarebbe mare contro monti perché anche questa è un'idea, la visione di cui ha parlato il Consigliere Ciccioli e la Zes si caratterizza per queste caratteristiche. Non ci sono dazi per chi deve fare l'esportazione questo vuol dire che, a mio modo di vedere, a nostro modo di vedere mi pare di capire, tutto il Consiglio potrebbe ritrovarsi su questa idea di rilancio economico, che interessa, produce vantaggio e genera situazioni positive anche per chi magari è limitrofo alla Zes.
Qual è il vero problema quando si fa una Zes? E’ chi sta dentro e chi sta fuori, invece, con una strategia, l'ha detto il Consigliere Ciccioli, tutti possono sentirsi parte di questo progetto. Fra l'altro il Consigliere Carancini ricordava come oltre alla Zes nel brevissimo ci possa essere anche la possibilità dei 3,5 miliardi del Recovery Fund, però qui casca l'asino, nel senso che, mi pare, il Commissario Legnini ha fatto un grande lavoro su questo e se non ci dovessero essere problemi la proroga e l’estendimento pluriennale del superbonus ..., che vi ricordo, non è solo quello che ci potrebbe consentire di coprire la quota di accollo per chi continua a fare la pratica del terremoto, ma è anche il superbonus maggiorato che potrebbe indurre delle persone a dire faccio il superbonus maggiorato e lascio la pratica del terremoto ordinaria, questa è una cosa importantissima.
Ci sono anche tante altre cose, per esempio, la possibilità di valorizzare il patrimonio boschivo, voi sapete che nelle Marche, che si è distinta nel mondo per la filiera legno-arredo-mobili-cucine e altro, il 90% del legno lavorato viene importato dall'estero, nonostante che i nostri boschi, i nostri faggeti, le nostre piccole foreste siano sotto gli occhi di tutti e il Recovery Fund prevede anche questo.
Qual è la questione di rilievo politico, su cui la politica c'entra molto? L'idea che si sta facendo largo, di cui sono piene le cronache nazionali, mi riferisco anche all'intervento di Renzi l'altro giorno alla Camera, ahimè, è quella della gestione centralizzata del Recovery Fund fatta attraverso le tecnostrutture nazionali, Fintecna, Invitalia o altro, sarebbe un grave errore perché la gestione in cui si riconoscono tutti, in cui tutti vogliono concorrere, senza distinguersi e dividersi, presuppone una gestione sussidiaria in cui la Regione, le Province, i Comuni, le Comunità montane, i Gal …, perché la governance è una cosa seria da questo punto di vista, è un dedalo di scelte e di decisioni che però, secondo me, sarebbe sbagliato rimettere esclusivamente al dato centrale
Da questo punto di vista bisogna essere pronti e presenti nel pretendere che almeno sul terremoto la gestione non sia affidata a dei burocrati romani, che dei boschi di Ascoli Piceno, di Visso …, ma ve le immaginate le Comunità montane che vengono gestite da Arcuri? Fate mente locale a qualcuno dei personaggi… C’è un modello antropologico dei Presidenti delle Unioni montane, belli tosti, ve lo immaginate Arcuri che parla con Mister X, Presidente? No, non funziona. Quindi, da questo punto di vista, credo che la Zes, e concludo davvero, sia un grande progetto di valore strategico, che non dovrebbe essere vissuta come la Zes di qualcuno e non di altri in quanto tutto il sistema regionale potrebbe trarne vantaggio e porterebbe, mi riferisco a quello che ha detto il Consigliere Ciccioli, al fatto che dove c’è la Zes altrove ci possono essere altre risorse della programmazione comunitaria, ci consentirebbe in un cruscotto unitario di dire Porto Sant’Elpidio non è della Zes però ha questo altro vantaggio, che a quel punto potrebbe definire un disegno più armonioso, complessivo, delle Marche di tutti, è una storia nuova, di cui parla il nostro Presidente Acquaroli.
Concludo e mi scuso, ma questo è uno dei grandi temi di inizio legislatura, penso che la mozione valga la pena di approvarla, di aggiungere nel Defr questo aspetto in quella logica, quindi, non dovremmo fare la guerra dei confini, invece una auspicabile possibilità di vedere tutti i marchigiani da Arquata del Tronto fino a Gabicce in qualche modo ricompresi in questo grande progetto.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, il Consigliere Cesetti.

Fabrizio CESETTI. Grazie, Presidente. Non so se posso intervenire brevemente, Presidente, perché la dichiarazione di voto la farà il Capogruppo, …

PRESIDENTE. Però siamo in dichiarazione di voto, io non voglio togliere la parola.

Fabrizio CESETTI. Va bene, il Capogruppo mi autorizza a farla. Volevo intervenire per rivolgermi all'Assessore Castelli, quale membro del Governo regionale, del quale tra l’altro condivido l'ultima parte perché ho avuto modo di dire in un’altra occasione sulle risorse del Recovery Fund.
Per la prima volta spero che Renzi non faccia marcia indietro, ma che metta in riga il Presidente del Consiglio perché questa cosa dei tecnici che dovrebbero commissariare la politica e il Governo non sta in piedi. Non sta in piedi sotto il profilo politico, non sta in piedi sotto l'aspetto istituzionale ed anche costituzionale, ed io spero che la politica, quindi il Governo e il Parlamento, si riapproprino pienamente delle loro prerogative, che se ne riapproprino tutte le istituzioni della Repubblica e la partita della progettualità per il dispiegarsi delle risorse del Recovery Fund deve vedere protagonisti tutti gli attori istituzionali del nostro Paese: Governo, Parlamento, Regioni, Comuni, Province e mai come in questo momento sarebbe utile, ma questo è un altro discorso, ripensare l'attuale ruolo delle Province per ricondurlo a quello che di fatto hanno loro consegnato i cittadini, bocciando la riforma del referendum.
Io ho fatto il Presidente della Provincia, l’ho fatto una volta e mi è bastato, sono stato il primo e l’ultimo e mi vanto di questo, però è evidente, Assessore Castelli, che in questo momento così difficile nel Paese, pensiamo al terremoto, pensiamo alla pandemia, alle necessità della ripartenza e della ricostruzione, quanto sia importante e fondamentale il governo di Area vasta, è necessario che la politica si riappropri di questi livelli istituzionali e allora, come tante volte fino alla noia ho detto in quest’Aula, se è vero che la nostra Repubblica per fortuna si articola nello Stato, nelle Regioni, nelle Province, nei Comuni, anche le Province dovrebbero avere questo ruolo, ma questo è un altro discorso.
Mi rivolgo all’Assessore Castelli per questo, la campagna elettorale è finita da un pezzo, il centrodestra ha vinto senza remissioni di peccati, ha vinto punto e basta, con un tale margine che non c’è da discutere, quindi è inutile ogni volta tornare in quest'Aula a fare campagna elettorale e allora, se è vero che, come dice il Consigliere Putzu ed ha ragione, le mozioni sono atti importanti talvolta, in questo caso sono atti importanti perché attraverso di esse non solo si può stabilire quel percorso di sintesi tra Assemblea elettiva e il Governo regionale, ma possono essere un momento di riflessione, dal quale possono sfociare anche provvedimenti legislativi, come auspica il Consigliere Carancini.
E' anche vero che trattandosi di strumenti politici e di un percorso istituzionale sia auspicabile per tutti, a prescindere da chi è in maggioranza o in minoranza, trovare su di essi la sintesi più larga possibile. In questo caso sulla parte dispositiva potremmo essere d'accordo, anzi siamo d'accordo, però è ovvio che la parte dispositiva si veste di una premessa e non si può pretendere di fare autocritica quando, tra l'altro, questa è anche ingiustificata, per quel che ci riguarda. Ad esempio, c'è un passaggio in questa mozione condivisibile, che non credo sia utile alla causa, l'ha detto prima la Consigliera Casini, mi riferisco alla seconda parte del capoverso del “considerato che” che dovrebbe e potrebbe essere stralciata da questa mozione, se così sarà, perché non ci si può chiedere un'autocritica rispetto ad un comportamento che noi non riteniamo censurabile, con piacere voteremo a favore di questa mozione, se non verrà stralciata è evidente la strumentalità della critica politica, che uccide tra l'altro la bontà della sintesi dispositiva, se non la stralciate noi voteremo contro, altrimenti voteremo a favore.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, il Consigliere Marinelli.

Renzo MARINELLI. Grazie, Presidente. Come gruppo Lega voteremo a favore questa mozione. Dalla discussione è venuto fuori, anche da quanto detto dal Consigliere Carancini, che occorre avere una visione globale, su questo siamo tutti pienamente d'accordo, perché la questione del sisma non si esaurisce in un singolo provvedimento, ma sicuramente c'è bisogno di una visione più ampia. Su questo siamo pienamente d’accordo.
Concordo molto con l’Assessore Castelli sul fatto che la Zes potrebbe essere una soluzione, io dico non solo per le Marche, ma per tutto il centro Italia, è una iniziativa importante, prima ha detto “delle sue parti”, a Torre del Parco abbiamo fatto un patto che è stato sottoscritto dai Sindaci e dall’Università di Camerino, un progetto portato davanti dall'università di Camerino e dall'Università di Macerata con il coinvolgimento di tutte le associazioni di categoria.
Questo è un punto di partenza sul quale poter lavorare, sul quale potremo far rinascere questa nostra Italia, perché un provvedimento così importante non riguarderà solo le Marche, ma deve essere da volano per tutto il centro Italia. Quindi, su questo dico di lavorare, la mozione di oggi è importante per costruire la volontà univoca di lavorare insieme per il nostro entroterra o per le zone montane, come le vogliamo chiamare, ed il beneficio che potranno avere le aree interne, lo avranno anche le aree costiere.
Nell'occasione della discussione della Zes ho evidenziato che quando la zona del fabrianese era attiva ne avevamo un beneficio anche noi che eravamo a 50/100 chilometri, avere delle aree attrattive è un beneficio per tutti. Non guardiamo ai confini, come si diceva giustamente, ne abbiamo parlato quella volta con l’esempio della Merloni, del Gruppo Fabriano, che era un riferimento ed oggi purtroppo lo stiamo un po’ perdendo, ma auspichiamo di poterlo riportare all'attenzione e su questo lavoreremo come per tutte le aree interne. Quindi, incentiviamo e andiamo avanti su questa strada perché potremmo averne tutti dei benefici, forse ci saranno delle guerre per stabilire dove finirà la Zes, valuteremo qualche criterio, quello che è importante è di portarla avanti e di essere tutti uniti perché prima dobbiamo avere l'avallo del Governo nazionale e poi proporla alla Comunità europea. Su questo dovremmo essere uniti, tutti insieme.
La mozione di oggi poteva essere diversa, poteva essere più ampia, sono perfettamente d'accordo, però fra una settimana ci sarà la scadenza, quindi la votiamo così com'è, dopodiché per altri provvedimenti vedremo. L'invito è che Lega o non Lega, tutti noi ci facciamo promotori verso i nostri referenti politici affinché le misure che possono portare beneficio e utilità al nostro territorio siano portate avanti ed io dico che ce n'è veramente bisogno. Il terremoto del 1997 è stato gestito in modo unitario, la Regione quella volta aveva fatto la sua parte in modo più attivo e questo aveva dato dei risultati, c'era un maggior collegamento tra il governo centrale e regionale, oggi fino a qualche tempo fa non c'è stato.
Speriamo di poter ripristinare questo collegamento, il Commissario Legnini forse ci potrà dare una mano, quindi, su questo lavoriamoci e andiamo avanti. L’invito è di andare uniti e di impegnarci da subito, non so quale sia la Commissione, forse la III, quella che sarà, magari con altri incontri, perché potrebbe essere quello che darà sviluppo alla nostra Regione. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, il Consigliere Rossi.

Giacomo ROSSI. Grazie Presidente. Ci tengo a confermare il voto favorevole dei gruppo Civici.
Questa è una mozione che dà una risposta utile e concreta alle nostre zone terremotate, secondo me, non sarebbe nemmeno da discutere, ma solo da votare.
Ringrazio, quindi, la Consigliera Marcozzi per aver presentato questa mozione ed invito i Consiglieri del Movimento 5 Stelle e del Partito Democratico a votarla e a perorarne i contenuti presso il loro Governo. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, la Consigliera Lupini.

Simona LUPINI. Grazie, Presidente. Una veloce dichiarazione di voto, devo dire che mi allineo alle dichiarazioni già fatte e da Roma ci stanno dimostrando, di fronte al sisma, alla ricostruzione, il cambio di passo che adesso è necessario. Mi sembra che tutte le forze politiche siano unite, tant'è che anche nell'emendamento al bilancio della Camera, mi sembra, ci siano le firme di tutte le parti coinvolte.
Vedo che qui siamo allineati, anche se la mozione arriva un po’ fuori tempo perché mi risulta che alla Camera si voti giovedì, comunque, siamo sempre in collegamento col Governo, Camera e Senato e mi sembra che l'unione di intenti sia un segno politico molto importante che oggi viene fuori anche da questa Assemblea.
Il Movimento 5 Stelle, di cui adesso mi faccio portavoce, vota favorevolmente anche se probabilmente andremo nella legge di bilancio dell'anno prossimo. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, il Consigliere Putzu.

Andrea PUTZU. Grazie, Presidente. Faccio la dichiarazione di voto per conto del mio gruppo Fratelli d'Italia. Ho avuto ancora una volta modo di ascoltare le polemiche fatte da una parte dell'opposizione, dal PD, che fa il solito gioco e dice voteremo la mozione solo se …, come per le scorse mozioni che sono state presentate in merito alla terza corsia della A14 ed alla strada Mare-Monti. Se fate l’emendamento, se modificate, se togliete, voteremo la mozione, se ci fate caso è proprio questa la differenza tra una opposizione responsabile ed un’opposizione pretestuosa. L'opposizione responsabile, che governa con voi la Nazione, guarda caso, vota a favore di questa mozione, sto parlando del Movimento 5 Stelle, seppur con le sue giuste motivazioni, l'opposizione pretestuosa, che giustamente ..., è vero, capisco, non siamo più in campagna elettorale, è finita, ma la botta la state ancora sentendo perché si sente che siete ancora in grave difficoltà, ogni volta dovete trovare un pretesto per dimostrare che vi ha fatto veramente male.
Concludo, Presidente, dicendo una cosa, non so se ci avete fatto caso, la differenza tra questa maggioranza, insieme all'Ufficio di Presidenza, come voi avete avuto modo di vedere ai capigruppo, e la vostra opposizione, cari colleghi del PD. Oggi, per la prima volta nella storia dei Consigli regionali della Repubblica italiana governa questa destra, che a volte chiamate fascista, siamo riusciti a fare un Consiglio regionale in cui sono stati votati solo vostri atti ed uno di maggioranza, questo per farvi capire quanto siamo democratici, quanto a differenza vostra siamo disponibili al dialogo, quindi, a volte, dovreste ricordarvi che la vostra responsabilità, la vostra capacità al dialogo, di ascolto, farà la differenza anche in questa legislatura.
Concludo dichiarando il voto favorevole per conto del gruppo di Fratelli d’Italia, ringraziando la Consigliera Marcozzi, gli altri Consiglieri intervenuti e l’Assessore Castelli. Mi auguro che almeno il Consigliere Carancini, che aveva espresso delle critiche nei confronti dell’amministrazione regionale passata, se non sbaglio, indirettamente qualcosa ho sentito, possa accodarsi alla parte di opposizione responsabile, come il Movimento 5 Stelle sta facendo e vi ringrazio.

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione.
Mozione n. 13. La pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

Sull’ordine dei lavori

PRESIDENTE. A questo punto vi devo comunicare che nella Conferenza dei Presidenti di gruppo questa mattina ci siamo dati un tempo per consentire lo svolgimento di altre attività di natura istituzionale, fra cui una nuova riunione della Conferenza dei Presidenti, per la scaletta dei lavori della sessione di bilancio, e la riunione di una Commissione e altre attività di natura istituzionale, per questo vi chiedo di votare il rinvio ad altra seduta del Consiglio regionale dei punti all’ordine del giorno iscritti, in particolar modo: la mozione n. 19 dei Consiglieri Carancini, Mastrovincenzo, Casini Bora, Biancani, Vitri, Mangialardi, Cesetti, la mozione n. 23 delle Consigliere Ruggeri, Lupini, la mozione n. 24 delle Consigliere Ruggeri, Lupini e l’interrogazione n. 38 dei Consiglieri Biancani e Santarelli, abbinate, e la mozione n. 26 delle Consigliere Lupini, Ruggeri.
Ha la parola la Consigliera Ruggeri.

Marta RUGGERI. Grazie, Presidente. Mi rendo conto che avevano questo accordo preso durante la Conferenza dei Capigruppo, però è anche vero che c’è la mozione n. 24 che ha una scadenza perché chiede di rifinanziare la legge per la rimozione e lo smaltimento di piccoli quantitativi di rifiuti contenenti amianto, che è stata approvata nello scorso aprile all’unanimità, quindi, ho speranza che ci sia questa apertura da parte della Giunta e soprattutto da parte del Consiglio, però se viene procrastinata questa discussione diventa inutile perché il 28 discuteremo il bilancio, quindi non avrebbe senso, per cui le chiedo l’impegno che questi punti all’ordine del giorno vengano messi come primi, prima della discussione del bilancio, se possibile. Grazie.

PRESIDENTE. Ai sensi dell’articolo 48 del Regolamento interno possono prendere la parola un oratore a favore del rinvio ed uno contro, quindi, se il Consigliere Carancini è a favore della posizione della Consigliera Ruggeri non può intervenire. Ricordo che il rinvio è unico per tutti gli atti rimasti ancora da fare e può prendere la parola chi è per sostenere la posizione del rinvio.
Ha la parola il Consigliere Putzu.

Andrea PUTZU. Grazie, Presidente. Ho avuto modo di confrontarmi con i vari Capigruppo, era stato preso l’accordo di terminare ad una certa ora, l’ora è passata, abbiamo anche sforato.
E’ stato fatto, come ho detto prima, speravo che qualcuno capisse, non mi riferisco al Movimento 5 Stelle, un Consiglio regionale per espletare tutti i sentimenti di questa opposizione, credo che ormai sia anche ora di rispettare le regole, non lo dico ai Consiglieri del Movimento 5 Stelle, ci mancherebbe altro, lì c’è un motivo di urgenza ed è normale, però è altrettanto vero che abbiamo inserito delle proposte di legge urgenti per accontentare altri Consiglieri, quindi, sollecito che si voti il rinvio in modo che si possa nella prossima seduta approfondire questi punti all’ordine del giorno, che secondo me non sono così urgenti. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Carancini, però è un oratore a favore e uno contro.

Romano CARANCINI. C’è l’istituto della mozione d’ordine?

PRESIDENTE. C’è il punto all’articolo 48 del Regolamento interno, come ho detto prima, su chi deve intervenire nella proposta di rinvio.

Romano CARANCINI. C’è una terza possibilità come al solito e provo a proporla. Se questi erano i patti siamo disponibili ad accettarli, anche se la scorsa volta, lo ricordo, Presidente, nonostante era stata fissata la chiusura del Consiglio alle 14,00 siamo arrivati alle 17,30. Questo è un precedente.
Dico che il Consiglio regionale si può riunire in una data diversa che non sia il 28 per completare questo ordine del giorno e siccome siamo anche lautamente ricompensati lavorare un giorno di più non fa male a nessuno, mentre se si intende arrivare al 28 la proposta è che i primi punti all’ordine del giorno siano quelli che oggi rinviamo, per il rispetto della mozione del Movimento 5 Stelle e per dare dignità al lavoro che i Consiglieri fanno.
Se c’è un lavoro che è a scadenza credo che vada rispettato, dico questo perché mi pare che non manchi molto, potremmo trovare un altro giorno prima del 28 in cui concentrarci per completare questo ordine del giorno, oppure se è il 28 …, io non mi impicco, rendo ragione anche delle altre esigenze. Grazie.

PRESIDENTE. E’ chiara la sua posizione.
Stiamo andando fuori da quella che è la previsione dell’articolo 48.
Ha la parola il Consigliere Ciccioli.

Carlo CICCIOLI. Cerco di fare una proposta di buon senso, operativa, credo che lo scopo della mozione presentata dalla Consigliera Ruggeri sia quello di inserire questo aspetto nel bilancio, portiamo questa proposta all’Assessore nel dibattito in Commissione bilancio affinché sia assorbita, perché mi sembra una proposta di buon senso, io non ne conosco l’articolazione, la portiamo in Commissione e la facciamo.
Mi sento di dire che in genere quando c’è la sessione di bilancio si bloccano le altre attività perché ci si deve concentrare sul bilancio, quest’anno siamo particolarmente mal messi perché ci sono state le elezioni il 20-21 settembre, la Giunta è stata costituita il 14 ottobre e la prima seduta assembleare è stata fissata il 19 ottobre, quindi siamo in una sessione di bilancio concentratissima. Stasera dovevamo avere la I Commissione dedicata al bilancio, ma non c’è ancora il documento perché la Giunta ha dovuto assemblare varie cose, per cui concentriamoci sul bilancio, siccome c’è la scadenza ricordata dalla Consigliera Ruggeri, entro la quale dovremmo inserire il tema della mozione, sennò non ha più senso, la portiamo ed io mi impegno come Consigliere di maggioranza di avere uno sguardo di recepimento di quanto contenuto nella mozione in modo che siano inserite le cifre, perché questa è la verità, metterci i soldi e tutto il resto lo rimandiamo all’anno nuovo, comprese le nomine che faremo a gennaio.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Mangialardi.

Maurizio MANGIALARDI. Grazie, Presidente. Non voglio andare oltre, ma voglio capire dove siamo. L’articolo 48 dice un intervento a favore ed uno contro, parlano tutti, quindi parlo anch’io perché non può essere il Consigliere Ciccioli che decide qual è la mozione che ha una dignità tale da essere recuperata in un dibattito rispetto ad un’altra che deve essere esclusa.
Per le vie brevi, così almeno ce la diciamo tutta, avevamo detto che avremmo fatto altre due mozioni e poi avremmo chiuso in virtù di un impegno che ci siamo presi all’interno della Conferenza dei Capigruppo, così era, so che è irrituale, però è irrituale anche che qualcuno decida al posto suo cosa ha dignità e che cosa invece deve essere scartato.

PRESIDENTE. Nessuno può “decidere” momentaneamente tranne me, tenendo conto però dell’opinione di tutti.
Ricapitolando, siamo in votazione per quanto riguarda il rinvio o il proseguimento dei lavori, questa è la votazione che ci interessa in funzione del fatto che la decisione di chiudere intorno alle 16,00 era dettata da contingenze di natura istituzionale che sono state in qualche modo espresse, indicate e valutate nell’ambito della Conferenza dei Presidenti dei gruppi questa mattina.
Tutte le altre attività, che possono consentire che qualsiasi mozione possa essere valutata e fatta propria dalla Giunta, nessuna esclusa, è un’attività di buona volontà e di presa di posizione di ciascun Consigliere, sia di maggioranza che di minoranza, sia rappresentante di un gruppo o della Giunta. Quello che è certo è che l’Ufficio di Presidenza si metterà in moto per far si che tutte le mozioni, quelle che finora non sono state discusse e votate, verranno fatte nei tempi opportuni, anche in considerazione se sono o meno propedeutiche allo svolgimento di altri atti e di altre proposte di legge. Questo dobbiamo cercare in tutti i modi di consentirlo e di attuarlo nei limiti ovviamente di tempo che abbiamo sotto Natale, si può fare la seduta del Consiglio regionale il giorno della vigilia e altro e poi il 28 ci ritroviamo qui per il bilancio.
La buona volontà, anzi la totale disponibilità per il rispetto dell’impegno di lavoro di ciascun gruppo consiliare, di ciascun Consigliere, c’è tutto.
Direi di non tardare oltre a discutere di questa situazione perché così togliamo minuti alle altre attività istituzionali che ci impongono di fermare i lavori, cosa che a me dispiace molto, perché ogni seduta di Consiglio deve vedere quanto meno conclusi i punti all’ordine del giorno.
Votiamo il rinvio di tutte le mozioni e dell’interrogazione che sono ancora da svolgere, dopodiché ci attivremo per non lasciare indietro nessuna attività, nessuna mozione ed avere meno polemiche possibili.
Ringrazio tutti per il contributo dato alla soluzione di questo problema, che è nostro e che lo dobbiamo risolvere.
Metto in votazione il rinvio dei punti ancora all’ordine del giorno, chi è favorevole al rinvio vota verde, chi è contrario al rinvio e favorevole al proseguimento dell’attività in Aula vota rosso, chi non vuole esprimersi chiaramente vota giallo.
Rinvio delle mozioni n. 19, n. 23, n. 24 (abbinata all’interrogazione n. 38) e n. 26. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

La seduta è tolta.

La seduta termina alle ore 16,45.