Resoconto della seduta n.80 del 29/05/2012
SEDUTA N. 80 DEL 29 MAGGIO 2012
La seduta inizia alle ore 10,15
Presidenza della Vicepresidente
Paola Giorgi
Comunicazioni del Presidente
PRESIDENTE. Do per letto il processo verbale della seduta n. 79 del 22 maggio 2012, il quale, ove non vi siano obiezioni, si intende approvato ai sensi dell’art. 29 del Regolamento Interno.
Sono state presentate le seguenti proposte di legge:
- n. 203 in data 14 maggio, ad iniziativa della Giunta regionale, concernente: “Promozione dell'attività di recupero e distribuzione delle eccedenze alimentari per contrastare la povertà e il disagio sociale”, assegnata alla V Commissione in sede referente, alla II Commissione per l’espressione del parere ai sensi dell’art. 69 del Regolamento Interno, al Consiglio regionale dell’Economia e del Lavoro per il parere di cui all’articolo 4, comma 1 della legge regionale 26 giugno 2008, n. 15 e trasmessa al Consiglio delle Autonomie Locali per l’espressione del parere di cui all’art. 11, comma 4, della legge regionale 10 aprile 2007, n. 4;
- n. 204 in data 21 maggio, ad iniziativa del consigliere Latini, concernente: “Misure per l'attuazione degli obbiettivi di semplificazione del sistema amministrativo regionale e locale. Istituzione della sessione di semplificazione”, assegnata alla I Commissione in sede referente e trasmessa al Consiglio delle Autonomie Locali per l’espressione del parere di cui all’art. 11, comma 4, della legge regionale 10 aprile 2007, n. 4;
- n. 205 in data 18 maggio, ad iniziativa del consigliere Latini, concernente: “Interventi per contrastare la povertà ed il disagio sociale attraverso la promozione dell'attività di recupero e distribuzione dei prodotti alimentari eccedenti”, assegnata alla V Commissione in sede referente, alla II Commissione per l’espressione del parere ai sensi dell’art. 69 del Regolamento Interno e al Consiglio regionale dell’Economia e del Lavoro per il parere di cui all’articolo 4, comma 1 della legge regionale 26 giugno 2008, n. 15;
- n. 206 in data 18 maggio, ad iniziativa del consigliere Latini, concernente: “Iniziative regionali per la celebrazione dei 150 anni della fondazione dell'industria italiana della fisarmonica - 1863/2013”, assegnata alla I Commissione in sede referente e alla II Commissione per l’espressione del parere ai sensi dell’art. 69 del Regolamento Interno;
- n. 207 in data 22 maggio, ad iniziativa del consigliere Latini, concernente: “Tutela e valorizzazione del patrimonio motoristico d'interesse storico e collezionistico”, assegnata alla I Commissione in sede referente e alla II Commissione per l’espressione del parere ai sensi dell’art. 69 del Regolamento Interno.
Sono state presentate le seguenti mozioni:
- n. 333 dei consiglieri Latini, Pieroni “Organizzazione strutture sanitarie della Regione Marche”;
- n. 334 del consigliere Zaffini “I Bronzi dorati di Pergola”;
- n. 335 del consigliere D’Anna “Situazione dell'Abkazia e opportunità commerciali col paese del Mar Nero”;
- n. 336 del consigliere Latini “Osimo – Ospedale Ss. Benvenuto e Rocco – carenza logopedisti”;
- n. 337 della consigliera Giorgi “Soppressione del tribunale di Camerino”;
- n. 338 del consigliere Busilacchi “Mancato rinnovo del contratto agli igienisti dentali della ASUR zona di Ancona”;
- n. 339 dei consiglieri Cardogna, Binci, Malaspina, Latini, Silvetti, Marinelli, D'Anna, Ricci, Eusebi, Massi, Pieroni “Ampliamento autostrada A14, tratto Rimini Nord - Pedaso, applicazione delle normative statali e regionali che favoriscono lo sviluppo del lavoro e dell'occupazione nel settore forestale”;
- n. 340 dei consiglieri Binci, Bucciarelli “Definizione delle linee guida per l'autorizzazione degli impianti alimentati da fonti rinnovabili diverse dal solare fotovoltaico e moratoria per gli impianti a biomasse”.
Comunico, inoltre, che con decreto n. 23 del 24 maggio 2012 ho provveduto alla designazione di un componente, con funzioni di Presidente, il Collegio sindacale dell’Istituto ricovero e cura a carattere scientifico di Ancona (INRCA).
Il Presidente della Giunta regionale ha trasmesso le seguenti deliberazioni:
- n. 659 del 14.05.2012 concernente: Art. 29 comma 1 della l.r. n. 31/2001 – Art. 25 della l.r. n. 29/2011 – Iscrizione nel bilancio di previsione per l’anno 2012 di entrate derivanti da assegnazione di fondi da parte dello Stato e della UE vincolati a scopi specifici e delle relative spese – euro 194.828,64;
- n. 660 del 14.05.2012 concernente: Art. 29 comma 2 della l.r. n. 31 dell’11 dicembre 2001 – Variazione compensativa al Programma Operativo Annuale 2012 approvato con deliberazione della Giunta regionale n. 1746 del 22 dicembre 2011 e sue successive modificazioni ed integrazioni – euro 11.840,00;
- n. 661 del 14.05.2012 concernente: Art. 29 comma 2 della l.r. n. 31 dell’11 dicembre 2001 – Variazione compensativa al Programma Operativo Annuale 2012 approvato con deliberazione della Giunta regionale n. 1746 del 22 dicembre 2011 e sue successive modificazioni ed integrazioni – euro 90.024,00;
- n. 662 del 14.05.2012 concernente: Art. 2 comma 1 – lettera a) – della l.r. 28 dicembre 2011, n. 28 – Reiscrizione nel bilancio di previsione per l’anno 2012 di economie accertate relative a stanziamenti aventi specifica destinazione – euro 2.500,00. Modifiche tecniche al POA;
- n. 663 del 14.05.2012 concernente: Modifica al Programma Operativo Annuale approvato con deliberazione della Giunta regionale n. 1746 del 22 dicembre 2011 in attuazione: - DGR n. 500 del 10.04.2012 “l.r. n. 20/2010 – artt. 4, 5, 17 e 28. Ridefinizione di alcune posizioni dirigenziali e non nell’ambito del Servizio Internazionalizzazione, cultura, turismo, commercio e attività promozionali. Determinazioni per il conferimento di nuovi incarichi”; - D.Lgs. n. 118/2011, art. 21 in tema di flussi di cassa, relativi al finanziamento del fabbisogno sanitario – Attribuzione nuova codifica ai capitoli di bilancio”.
- n. 664 del 14.05.2012 concernente: Art. 29 comma 2 della l.r. n. 31 dell’11 dicembre 2001 – Variazione compensativa al Programma Operativo Annuale 2012 approvato con deliberazione della Giunta regionale n. 1746 del 22 dicembre 2011 e sue successive modificazioni ed integrazioni – euro 150.000,00;
- n. 665 del 14.05.2012 concernente: Art. 2 comma 3 della l.r. n. 28 del 28 dicembre 2001 – Variazione compensativa al Programma Operativo Annuale 2012 approvato con deliberazione della Giunta regionale n. 1746 del 22 dicembre 2011 e sue successive modificazioni ed integrazioni – Fondo unico per il commercio euro 1.123.773,05;
- n. 666 del 14.05.2012 concernente: Art. 2 comma 2 – lettera a) della l.r. 28 dicembre 2011 n. 28 – Variazione compensativa al Programma Operativo Annuale 2012 approvato con deliberazione della Giunta regionale n. 1746 del 22 dicembre 2011 e sue successive modificazioni ed integrazioni – spese di personale importo di euro 65.510,00;
- n. 667 del 14.05.2012 concernente: Art. 2 comma 2 – lettera a) della l.r. 28 dicembre 2011 n. 28 – Variazione compensativa al Programma Operativo Annuale 2012 approvato con deliberazione della Giunta regionale n. 1746 del 22 dicembre 2011 e sue successive modificazioni ed integrazioni – spese di personale importo di euro 88.000,00;
- n. 668 del 14.05.2012 concernente: Art. 29 comma 1 della l.r. n. 31/2001 – Art. 25 comma 2 della l.r. n. 29/2011 – Iscrizione nel bilancio di previsione per l’anno 2012 di entrate derivanti da assegnazione di fondi da parte di soggetti terzi vincolati a scopi specifici e delle relative spese – euro 75.438,23;
- n. 669 del 14.05.2012 concernente: Art. 29 comma 2 della l.r. n. 31 dell’11 dicembre 2001 – Variazione compensativa al Programma Operativo Annuale 2012 approvato con deliberazione della Giunta regionale n. 1746 del 22 dicembre 2011 e sue successive modificazioni ed integrazioni – euro 279.081,61;
- n. 670 del 14.05.2012 concernente: Art. 29 comma 2 della l.r. n. 31 dell’11 dicembre 2001 – Variazione compensativa al Programma Operativo Annuale 2012 approvato con deliberazione della Giunta regionale n. 1746 del 22 dicembre 2011 e sue successive modificazioni ed integrazioni – euro 160.464,00;
- n. 671 del 14.05.2012 concernente: Art. 2 comma 1 – lettera a) – della l.r. 28 dicembre 2011, n. 28 – Reiscrizione nel bilancio di previsione per l’anno 2012 di economie relative a stanziamenti aventi specifica destinazione – euro 179.600,00;
- n. 672 del 14.05.2012 concernente: Art. 2 della l.r. 28 dicembre 2011, n. 28 – Reiscrizione nel bilancio di previsione per l’anno 2012 di maggiori entrate accertate nell’anno precedente – euro 333.208,93.
Il Presidente della Giunta regionale ha promulgato le seguenti leggi regionali:
- n. 6 in data 10 aprile 2012 “Osservatorio epidemiologico regionale. Registri regionali delle cause di morte e di patologia”;
- n. 7 in data 10 aprile 2012 “Norme per la protezione della fauna selvatica e per la tutela dell’equilibrio ambientale e disciplina dell’attività venatoria”;
- n. 12 in data 14 maggio 2012 “Istituzione della stazione unica appaltante della Regione Marche (SUAM)”;
- n. 13 in data 14 maggio 2012 “Riordino degli enti di gestione dei parchi naturali regionali. Modifiche alla legge regionale 28 aprile 1994, n. 15 ‘Norme per l’istituzione e la gestione delle aree protette naturali”;
- n. 14 in data 17 maggio 2012 “Modifica alla legge regionale 25 gennaio 2005, n. 2 ‘Norme regionali per l’occupazione, la tutela e la qualità del lavoro’.
Ha inoltre emanato il regolamento regionale n. 5 in data 17 maggio 2012 “Modifica del regolamento regionale 23 marzo 2012, n. 3 ‘Disciplina per la gestione degli ungulati nel territorio regionale, in attuazione della legge regionale 5 gennaio 1995, n. 7 (Norme per la protezione della fauna selvatica e per l’esercizio dell’attività venatoria)’”.
Hanno chiesto congedo il Presidente Solazzi e i Consiglieri Camela e Marinelli.
Sull'ordine dei lavori e sull'ordine del giorno
PRESIDENTE. Ha chiesto la parola il Consigliere Latini, ne ha facoltà.
Dino LATINI. Chiedo l'anticipazione della mozione n. 315, come già chiesto due sedute fa, relativa alla soppressione delle sezioni distaccate dei tribunali della regione Marche e degli uffici periferici dei giudici di pace.
Due sedute fa era stata autorizzata l'anticipazione, però poi per l'attività dell'Assemblea non era stata più votata. Ne chiedo, se possibile, l'anticipazione al primo punto delle mozioni.
PRESIDENTE. Ha chiesto la parola il Consigliere Busilacchi, ne ha afcoltà
Gianluca BUSILACCHI. Chiedo l'iscrizione della mozione n. 338, poc'anzi comunicata, da abbinare alla mozione n. 300, di cui al punto 9) dell'ordine del giorno, che è di pari oggetto.
PRESIDENTE. Ha chiesto la parola il Consigliere Zaffini, ne ha facoltà.
Roberto ZAFFINI. Chiedo di iscrivere ed abbinare la mozione n. 334 al punto 7) che riporta altre mozioni che riguardano sempre il tema dei Bronzi di Cartoceto a Pergola.
PRESIDENTE. Bene. Ci sono posizioni contrarie rispetto alle richieste fatte? Consigliere Latini, mi scusi, siccome ai Capigruppo avevamo deciso, anche l'altra volta, di iscrivere come prime mozioni quelle sui Bronzi Dorati e quelle sulla questione dei dipendenti della Provincia di Ancona, io metterei la sua subito dopo queste.
Per cui, se l'Aula è d'accordo, inserirei come punto 8 bis) la mozione n. 315 del Consigliere Latini, al punto 7) aggiungiamo a quelle già iscritte la mozione n. 334 del Consigliere Zaffini, mentre al punto 9) aggiungiamo la mozione n. 338 del Consigliere Busilacchi. (…) Perfetto.
Interrogazione n. 724
del Consigliere Natali
“Rette comunità terapeutiche”
(Svolgimento)
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l’interrogazione n. 724 del Consigliere Natali. Ha la parola, per la risposta, l'Assessore Mezzolani.
Almerino MEZZOLANI. Premesso che:
• con dgr 759/2009 si è provveduto ad un aggiornamento delle rette per le prestazioni nelle strutture residenziali per tossicodipendenti, che a seguito del mancato adeguamento da vari anni erano sensibilmente inferiori alla media nazionale;
• tale aggiornamento è stato l'esito di un accordo con gli enti ausiliari finalizzato anche al sostegno degli imponenti investimenti degli enti al fine di adeguare gli standard qualitativi di accreditamento determinati dall'applicazione della l.r. 20/2000;
• la Regione Marche vanta uno dei migliori sistemi di prevenzione, cura e riabilitazione delle persone con problemi di dipendenza, a livello nazionale ed internazionale (l'Università di Bordeaux 2 sarà ospite dell'UNIVPM dal 10 al 15 aprile 2012 per studiare il "modello marchigiano" per le persone con problemi di dipendenza; è di imminente pubblicazione il volume dei noti studiosi M. Coletti e L. Grosso sul "modello Marche" di integrazione nel settore delle dipendenze, considerato come il più avanzato in Italia);
• il sistema tariffario è strettamente correlato agli standard qualitativi delle prestazioni socio-sanitarie erogate dal sistema dei servizi ausiliari residenziali accreditati, i quali fatturano per oltre il 50% grazie ad utenti provenienti da altre Regioni, a dimostrazione del buon equilibrio costi/benefici.
Dalla recente rilevazione a cura della Commissione Salute (Coordinamento interregionale dipendenze) della Conferenza Unificata delle Regioni, concernente i sistemi tariffari delle Regioni italiane in vigore nel 2011, con particolare riferimento ai servizi residenziali per le tossicodipendenze, risulta quanto segue:
a. la retta per comunità residenziali terapeutico-riabilitative varia da € 36,73 del Lazio ad € 125,00 della Valle d'Aosta; le Marche, con € 79,93, si collocano sopra la media nazionale che è pari ad € 61,75;
b. la retta per comunità residenziali pedagogico riabilitative varia da € 27,47 della Campania ad € 56,68 della Toscana; le Marche, con € 46.85, si collocano leggermente sopra la media nazionale che è pari ad € 42.36;
c. la retta per comunità residenziali terapeutico riabilitative per persone con doppia diagnosi (dipendenza e psichiatrica), varia da € 75,00 del Veneto ad € 150,00 del Piemonte; le Marche, con € 96,45, si collocano sotto la media nazionale che è di € 115,53;
d. in generale le rette più basse si riscontrano nelle Regioni con il più alto indebitamento sanitario e con i maggiori tempi di pagamento delle fatture ai fornitori.
Alcune Regioni prese in esame nell'interrogazione non aggiornano il sistema tariffario da molti anni; le tariffe sono determinate anche dagli aumenti contrattuali di settore applicati alle cooperative sociali, del Tasso d'Inflazione Programmata, delle esigenze di formazione continua degli operatori, in un settore ad alta complessità trattamentale.
PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno, il Consigliere Natali.
Giulio NATALI. Assessore, apprezzo i suoi sforzi. Però il dato è che oggi noi, in base a questa delibera del maggio 2009, affrontiamo per questi servizi delle spese molto, molto più alte di quelle di altre Regioni.
Avrà quindi la cortesia di darmi il suo documento, su cui mi confronterò, perché i dati che ho sono altri. Da questi altri dati risulta che in Regioni in cui la sanità penso funzioni - Regioni non di centro-destra o centro-sinistra, sono Regioni e basta - i costi sono inferiori di quelli della Regione Marche.
Certo, la situazione quale quella che lei ci descrive, o che le fanno descrivere, Assessore, è un qualcosa che ci farebbe sicuramente piacere. Anche se, considerando quello che succede nella sua materia, Assessore, in questo momento, con tutto quello che subiscono i nostri territori, appare quanto meno strano che noi su questo settore abbiamo una disponibilità tale da poter investire in tutti i modi e poi la stessa disponibilità non l'abbiamo quando dietro una razionalizzazione - tra molte virgolette - si nascondono dei tagli lineari che accasciano ancora di più chi già sta male.
Assessore, non so chi è il facitore di questa delibera, chi è che nel 2009 dirigeva l'integrazione socio-sanitaria nelle Marche, sicuramente è un fenomeno, però, ecco, ipotizzare che i costi arrivassero nel 2012 a questi direi che è un qualcosa a cui anche un bambino della quinta elementare poteva arrivare.
Vede, Assessore, i nostri 49-35 euro che investiamo in strutture pedagogiche riabilitative si scontrano con somme molto inferiori, come avviene per esempio in Umbria (non penso che lì la sanità sia più malvagia della nostra), in Lombardia e in Abruzzo.
Ecco, i dati che ho sono questi, quindi non corrispondono a ciò che lei dice. Io credo a lei, credo più absurdum, ma comunque le chiedo il documento che lei ha posto a base di questa sua risposta, per poi ritornare in argomento.
Sull'ordine del giorno
PRESIDENTE. Prima di procedere con un'altra interrogazione chiedo all'Assemblea – prima ho dimenticato di farlo - di abbinare, e quindi anche iscrivere, alla mozione n. 315 del Consigliere Latini anche la mozione n. 337 a mia firma che è sempre di pari argomento. Se non ci sono obiezioni lo diamo per approvato dall'Aula.
Interrogazione n. 580
dei Consiglieri Giancarli, Traversini
“Procedimento relativo alla richiesta della Società Edison SpA dell'autorizzazione alla costruzione di una centrale termoelettrica a Corinaldo”
(Svolgimento)
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l’interrogazione n. 580 dei Consiglieri Giancarli, Traversini. Ha la parola, per la risposta, l'Assessore Donati.
Sandro DONATI. Io ho la risposta a questa interrogazione, però, ecco, è stata superata, perchè c'è stata la rinuncia della ditta, che è arrivata ufficialmente in questi giorni, di andare avanti nel procedimento autorizzativo.
PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno, il Consigliere Giancarli.
Enzo GIANCARLI. Assessore la ringrazio. Voglio soltanto sottolineare che siamo in presenza di un risultato importante. E' un risultato della comunità marchigiana, della Regione Marche e sopratutto dei Comuni della Valle del Cesano, dei movimenti, delle associazioni, della democrazia.
Quindi è anche la dimostrazione che quando ci si organizza, quando si pongono seriamente i problemi, poi troviamo anche delle risposte soddisfacenti per le nostre comunità.
Pertanto grazie. Ripeto, dobbiamo fare in modo che l'attenzione che si è esercitata e manifestata in quella Valle grazie a tanti soggetti possa realizzarsi anche in altre realtà che a volte, invece, vedono imporsi delle soluzioni contrarie alle esigenze delle comunità locali.
Interrogazione n. 341
del Consigliere Bucciarelli
“Copertura assicurativa dell'ASUR”
(Svolgimento)
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l’interrogazione n. 341 del Consigliere Bucciarelli. Ha la parola, per la risposta, l'Assessore Mezzolani.
Almerino MEZZOLANI. Riguardo questa interrogazione si precisa quanto segue.
Primo punto dell'interrogazione.
Per l'anno 2011 ormai decorso e sino ad oggi l'Azienda non dispone di polizza assicurativa e la copertura RC per i danni eventualmente cagionati a terzi nell'esercizio dell'attività istituzionale dell'Azienda in relazione all'operato del personale sanitario e non, è assicurata direttamente dall'ASUR.
Alla detta soluzione l'Azienda è dovuta pervenire in quanto la gara mediante procedura aperta per l'affidamento del servizio di copertura assicurativa, indetta con determina n. 213 DG ASUR del 23 febbraio 2010 e la successiva procedura negoziata hanno sortito l'esito di gara deserta.
Conseguentemente l'ASUR ha dovuto strutturare una procedura di gestione autonoma e diretta dei sinistri per responsabilità civile verso terzi, dando vita ad un assetto organizzativo che comporta l'assunzione dell'onere economico dei sinistri e l'adozione di ogni determinazione necessaria ai fini della difesa in giudizio del personale.
Secondo punto dell'interrogazione.
La procedura su richiamata si applica ai danni involontariamente cagionati a terzi, per morte, per lesioni personali, per danneggiamenti a cose, in conseguenza di un fatto verificatosi in relazione all'attività istituzionale svolta dall'ASUR.
Per attività istituzionale deve intendersi la gestione di attività sanitaria istituzionalmente affiata all'Azienda dalle competenti autorità o comunque le funzioni ad essa delegate o trasferite comprese tutte le attività preliminari e conseguenti, accessorie, connesse e collegate, complementari ed ausiliarie mediante strutture, mezzi e tecnologie ritenute dall'azienda stessa, più idonee al raggiungimenti dei propri fini istituzionali.
Terzo punto dell'interrogazione.
Per quanto precede l'ASUR attualmente non corrisponde alcun premio assicurativo, ma provvede alla liquidazione dei danni a terzi qualora sussistenti i presupposti per procedervi in quanto il danno a terzi sia realmente esistente e connesso casualmente all'operato dell'Ente.
PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno, il Consigliere Bucciarelli.
Presidenza del Vicepresidente
Giacomo Bugaro
Raffaele BUCCIARELLI. Una replica velocissima. Prendo atto della risposta dell'Assessore, chiedo che mi dia il dattiloscritto dopodichè verificherò.
Il problema che ho inteso sollevare è abbastanza serio, quindi in base a questo dattiloscritto prenderò e proporrò provvedimenti all'Assemblea.
Interrogazione n. 620
del Consigliere Perazzoli
“Erosione costiera nella zona sud del litorale di Marina Palmense”
Interrogazione n. 596
del Consigliere Latini
“Allarme scogliere Marina Palmense”
(abbinate)
(Svolgimento)
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l’interrogazione n. 620 del Consigliere Perazzoli e l’interrogazione n. 596 del Consigliere Latini, abbinate. Ha la parola, per la risposta, l'Assessore Donati.
Sandro DONATI. Il litorale sud del Comune di Fermo che si estende dal porto di Porto san Giorgio al confine del Comune di Altidona è stato oggetto di studi da parte della regione fin dall'anno 2000, anno in cui le tendenze evolutive della linea di costa sembrano avere una tendenza stabile. Tale stabilità derivava anche dal fatto che erano `presenti scogliere di tipo semisommerso realizzate dalla stessa Regione.
Negli ultimi anni si è assistito ad una rapida erosione della spiaggia fino a ridurre il litorale già presente negli anni passati oltre i 50 metri a qualche metro e al danneggiamento delle strutture recettive retrostanti.
Dopo la mareggiata del dicembre 2010 l'associazione di tre campeggi situati nella zona sud del litorale di Marina Palmense che aveva subito ingenti danni ha preso l'iniziativa di difendere la costa.
Ricordo che già la legge dello Stato del 1907 stabiliva che alla manutenzione delle opere di difesa costiera partecipavano Stato, Comune e privati.
Quindi è stato redatto un progetto ad iniziativa dei privati riguardante il "Completamento di opere di difesa costiera in località Marina Palmense nel Comune di Fermo", che prevede la emersione di n. 8 scogliere semi sommerse con varchi e n.5 nuove scogliere emerse a completamento dal tratto presente tra le scogliere sommerse esistenti e le scogliere radenti realizzate dalle Ferrovie dello Stato per la protezione della ferrovia.
Il progetto di livello definitivo è stato presentato il 7 febbraio 2011 alla Regione Marche, P.F. Valutazioni ed Autorizzazioni Ambientali per l'avvio del procedimento di verifica di assoggettabilità alla VIA e per il rilascio dell'Autorizzazione paesaggistica ai sensi dell'art. 146 del D.Lgs 42/2004.
La pubblicità al deposito del progetto è stata data, ai sensi del D.Lgs 152/2006, mediante pubblicazione sul BUR Marche, sul quotidiano locale "II Messaggero" e sul sito web della Regione, il progetto è stato reso esaminabile e osservabile per il tempo stabilito dalle norme.
Con nota prot. 108652 del 25 febbraio 2011 la suddetta P.F ha richiesto i pareri agli Enti competenti ed in data 26 aprile 2011 si è svolta una Conferenza dei Servizi istruttoria; il procedimento si è concluso con il DDS n. 56/VVA del 25 maggio 2011 di esclusione dalla procedura di VIA con prescrizioni riguardanti accurate analisi ambientali per contenere gli effetti registrabili nella fase di costruzione.
Il Comune di Fermo, fatto proprio il progetto dell'intera sistemazione costiera e con nota prot. 19151 del 13 maggio 2011 ha richiesto l'assegnazione del contributo regionale ad integrazione della quota di finanziamento da parte del privato. In particolare il soggetto privato si è impegnato a realizzare la trasformazione di n. 8 scogliere da sommerse ad emerse e la realizzazione di n. 2 nuove scogliere emerse. La partecipazione pubblica dovrà completare l'intervento con la realizzazione di ulteriori 2,5 nuove scogliere emerse e di un pennello radicato a terra.
Con decreto della P.F. difesa della costa n. 67/DIF_DPS dell'8 giugno 2011 è stato assegnato al Comune di Fermo un contributo di € 447.305,00 per i lavori di che trattasi, ponendo alcune prescrizioni, tra cui la necessità di "sottoscrivere con il soggetto privato un disciplinare contenente le condizioni riportate nella relazione di progetto, e le seguenti ulteriori prescrizioni della P.F difesa della costa: il finanziamento concesso dalla Regione Marche dovrà essere utilizzato esclusivamente per l'esecuzione delle opere individuate come “PARTE PUBBLICA"; I'attuatore dovrà comunicare alla Regione Marche la data di inizio dei lavori; l'intervento unitario dovrà essere realizzato entro tre stagioni dalla data di comunicazione dell'inizio dei lavori; le opere dovranno essere realizzate partendo da nord verso sud e dovranno comprendere anche il salpamento delle scogliere prospicienti l'impianto ELF.
Nella zona dove sono state realizzate le scogliere radenti da parte di ELF, senza parere della Regione, è in corso un procedimento civile che vede chiamata in causa la Regione per omessa difesa della costa.
Con nota prot. 4781 del 9 febbraio 2012 il Comune di Fermo ha richiesto chiarimenti, anche in ordine alla nota della P.F. osservatorio regionale dei contratti pubblici relativamente alla procedura di esecuzione dell'intervento in parte a finanziamento pubblico ed in parte privato.
La P.F. Difesa della Costa ha fornito i chiarimenti richiesti con nota prot. 90602 del 16 febbraio 2012 ed ha richiesto di integrare il disciplinare con il soggetto privato attuatore prevedendo una polizza fideiussoria, a carico dello stesso, dell'importo dei lavori ad esso spettanti, che garantisca la mancata esecuzione delle opere nel periodo stabilito all'art. 4, punto h) del suddetto disciplinare, con validità dalla consegna dei lavori alla loro collaudazione.
Tutto ciò premesso:
1) la difesa costiera è un tema ambientale ed economico per la regione Marche ma come per le altre regioni, di primaria importanza in cui devono coniugarsi gli aspetti ambientali e la valenza economica delle attività che gravitano sul demanio marittimo;
2) sono state assicurate tutte le condizioni di partecipazione in sede di pubblicazione del progetto al fine di dare la possibilità di chiarire ogni osservazione proveniente da ogni soggetto interessato al progetto;
il piano di monitoraggio ambientale garantisce il controllo degli eventuali effetti prodotti;
4) l'impegno della giunta regionale sul tema dell'erosione costiera è massimo ma si devono fare i conti con le restrizioni di bilancio e con costi di interventi molto elevati; la partecipazione alla spesa degli interventi di difesa costiera è prassi da consolidare anche in quanto registriamo partecipazione dei soggetti privati alla spesa di difesa costiera in altre regioni;
5) i lavori sono stati iniziati e hanno le necessarie e sufficienti garanzie per essere conclusi sia nella parte pubblica che privata.
PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno, il Consigliere Perazzoli.
Paolo PERAZZOLI. Più che della risposta, di cui devo dire ho capito poco, sono soddisfatto, visto che la materia la conosco, di come è finita la storia.
La mia interrogazione nasceva perchè si verificava una strana cosa. Per la prima volta, o una delle prime, dei privati erano disponibili a investire un paio di milioni di euro per realizzare la trasformazione di scogliere soffolte in scogliere emerse, in quanto le prime avevano dimostrato la loro inefficacia. In altre parti paga la Regione o altri soggetti pubblici lì invece erano i privati. E c'era una gara a chi poteva mettere più ostacoli.
Siccome c'erano state pressioni per ritardare, per contrastare questo intervento, la mia interrogazione era per dire: “attenzione, se qui le cose si complicano e l'intervento non viene fatto, ci saranno altri danni, poi qualcuno dovrà risponderne”.
Evidentemente questa interrogazione ha sortito l'effetto, le cose si sono accelerate e quindi i lavori si stanno facendo. Si stanno facendo nella parte in cui ci sono tre campeggi importanti e quindi è quella che nella provincia di Fermo vede la maggior presenza turistica.
La cosa incredibile di questa vicenda è che ci sono state delle associazioni che si autodefiniscono ambientaliste che in quel caso contestavano l'intervento (ed è una zona già in parte urbanizzata) mentre per altre situazioni sempre in presenza di soldi dei privati chiedono finanziamenti pubblici per realizzare scogliere in aree protette, che dovrebbero essere lasciate naturali.
Io contesto a certe lobby la rappresentatività dell'esigenza dell'ambiente, sono le forze politiche grandi che rappresentano l'insieme dell'ambiente, quindi con questa mia interrogazione volevo segnalare il problema. Però ora il problema si sta risolvendo perché i lavori si stanno facendo, per cui di questo, ripeto, sono soddisfatto.
Presidenza della Vicepresidente
Paola Giorgi
Interrogazione n. 683
dei Consiglieri Foschi, Zinni
“Cartella clinica elettronica”
(Svolgimento)
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l’interrogazione n. 683 dei Consiglieri Foschi, Zinni. Ha la parola, per la risposta, l'Assessore Mezzolani.
Almerino MEZZOLANI. L'interrogazione in oggetto è relativa alla procedura di acquisizione della cartella clinica per l'Azienda Ospedaliera, Ospedali Riuniti Umberto I-Lancisi-Salesi. Relativamente alla stessa l'Azienda ha inviato la seguente relazione.
Premessa.
La gara oggetto dell'attenzione dei Consiglieri Foschi e Zinni riguarda la fornitura di due software, la cartella clinica per il Dipartimento di Cardiologia (ex Lancisi) e la cartella clinica del Reparto di Malattie Infettive aggiudicata per un importo complessivo (entrambe le cartelle) di € 19.900 (diciannovemilanovecento) IVA esclusa .
Si riporta di seguito l'estratto del regolamento aziendale in materia di acquisizione beni e servizi approvato con determina num. 408/AORDIRGEN del 13 ottobre 2006 (in vigore fino al 31 dicembre 2011).
“Art. 5 - Procedura del cottimo fiduciario per beni e servizi. Quando l'importo della spesa non supera l'ammontare di euro 20.000 IVA esclusa, le offerte sono richieste ed acquisite agli atti da parte del responsabile del Procedimento, con i mezzi, nella forma e nel numero ritenuti più opportuni, secondo necessità e tipologia delle fornitura.
La scelta del contraente viene effettuata dal responsabile del procedimento a favore del miglior offerente, tenuto conto degli elementi economici e tecnici delle singole offerte.
Art. 6 - Ordinazione delle forniture . Le forniture previste dal presente regolamento sono autorizzate mediante apposito ordinativo sottoscritto dal Responsabile del Procedimento e, nel caso di delega, dal Direttore della SOD Acquisizione Beni e Servizi. Il contratto è concluso con l'emissione dell'ordinativo ai sensi dell'art. 1326 del Codice Civile.
Art. 7 - Elenchi dei fornitori. Il direttore della SOD può sempre procedere ad indagini di mercato, interpellando anche fornitori non iscritti nell'Elenco Aziendale, richiedendo offerte o utilizzando le forme di pubblicità ritenute maggiormente idonee in relazione alla tipologia della fornitura.”
Affidamento della fornitura di CCE Dipartimento di Cardiologia e "Reparto Malattie Infettive.
II regolamento aziendale (in vigore fino al 31 dicembre 2011) prevedeva che relativamente all'acquisto di beni e servizi per importi inferiori a 20.000 euro, IVA esclusa, le offerte sono acquisite nella forma e nel numero ritenuti più opportuni e la successiva aggiudicazione della fornitura avviene attraverso l'emissione dell'ordinativo di fornitura a firma del direttore della struttura acquirente (il nuovo regolamento in vigore dal 1° gennaio 2012 eleva la soglia a 40.000 euro IVA esclusa).
In realtà la procedura che viene utilizzata di norma dallo scrivente per gli affidamenti sotto i 20.000 euro, IVA esclusa, ora sotto i 40.000, è più articolata e trasparente rispetto a quella "minima" prevista dal regolamento, in quanto viene redatto per ogni affidamento un "documento istruttorio", protocollato e registrato agli atti dell'ufficio, in cui vengono descritti il contesto e le motivazioni.
Inoltre è bene sottolineare che la fornitura e la messa in esercizio di un software di Cartella Clinica Elettronica è un'attività estremamente critica. Infatti una Cartella Clinica Elettronica, utilizzata dai tutti i medici e infermieri, introduce nei reparti un significativo mutamento dei processi sanitari, amministrativi, organizzativi e manageriali. Per questa ragione l'adozione di un tale strumento non può mai essere un atto isolato dei sistemi informativi. Infatti nessun direttore di reparto sarà mai disposto ad utilizzare una Cartella Clinica Elettronica senza prima averne attentamente valutato le caratteristiche funzionali e cliniche. Inoltre la cartella cliniche elettronica è un software che necessita un elevato livello di personalizzazione sulla base delle esigenze e specialità dei reparti che l'adottano. Tale personalizzazione e specializzazione è ancora più spinta nelle Cliniche Universitarie, che di norma utilizzano i dati delle cartelle cliniche per la raccolta di un gran numero di informazioni relative alle patologie trattate allo scopo di raccogliere dati fondamentali per gli studi scientifici e la ricerca medica.
Presso L'Azienda Ospedaliero Universitaria Ospedali Riuniti da anni sono presenti cartelle cliniche elettroniche presso i reparti, alcune delle quali anche autoprodotte dagli stessi medici. Qualche cartella, molto specialistica, è stata fornita da associazioni scientifiche e condivide i dati a livello nazionale. Altre ancora acquisite nel corso degli anni.
La situazione di frammentazione delle cartelle cliniche di reparto porta come conseguenza che le informazioni cliniche di un paziente, registrate su una singola cartella clinica, non sono automaticamente disponibili sulle altre cartelle. Questa situazione ha portato alla fine del 2009 a redigere un progetto di razionalizzazione dei dati clinici dei pazienti a livello aziendale e a presentarlo alla Fondazione Cariverona per richiederne il finanziamento. La richiesta è stata accolta a marzo del 2010 accordando un cofinanziamento del 70% della spesa prevista.
II progetto prevede di realizzare due contenitori comuni a tutte le cartelle: l'anagrafe dei pazienti; il repository dei dati clinici.
Ogni cartella clinica di reparto si integra con l'anagrafe centralizzata e dialoga con le altre scambiando i dati clinici dei pazienti attraverso il repository centralizzato.
Questa architettura consente di mantenere la piena operatività in tutti quei reparti in cui sono già presenti cartelle cliniche da tempo. Si ritiene inoltre che con una architettura del genere si realizzino tutti i benefici dell'integrazione pur conservando gli investimenti effettuati nel tempo e realizzando un risparmio significativo rispetto alla soluzione della sostituzione con un nuovo prodotto di tutte le cartelle cliniche già operative.
E' anche merito di questa architettura che l'azienda ha conseguito i riconoscimenti del: Premio innovazione ICT in Sanità del Politecnico di Milano il 3 magio 2011; Premio Innovazione ICT Lazio nella categoria ICT nella PA e in Sanità il 21 marzo 2012.
Adottando questa filosofia le due cartelle della Med Media sono state presentate rispettivamente al dott. Giampiero Perna, Direttore del Dipartimento di Cardiologia, e al dott. Marcello Tavio, Direttore della Divisione di Malattie Infettive nel mese giugno del 2010, affinché esprimessero un giudizio funzionale e clinico.
Essendo state giudicate entrambi interessanti, soprattutto grazie ad alcune particolari funzionalità relative alla gestione dei farmaci, nel mese di luglio del 2010 tali software sono stati installati in prova sui server aziendali.
Dopo una fase test durata circa 5 mesi, ai primi di dicembre 2010 i medici hanno espresso un parere positivo giudicandoli entrambi adeguati per avviare la fase operativa sui pazienti.
A tal punto si è proceduto a trattare con il fornitore alcune modifiche tecniche al sistema e la conseguente offerta economica complessiva. Contemporaneamente, al fine di poter formulare una corretta valutazione di congruità tramite un opportuno e coerente confronto, si è provveduto a richiedere un'ulteriore offerta, con le medesime caratteristiche tecniche, ad una seconda ditta (già fornitrice di software di cartella clinica elettronica presso Ospedali Riuniti).
Le motivazioni dell'affidamento e i passaggi essenziali della procedura adottata sono descritti nel documento istruttorio agli atti del SIA ed allegato in copia alla presente.
Pertanto relativamente ai rilievi mossi possiamo affermare che:
• la "pagina e mezza" citata nell'interrogazione riporta esclusivamente l'offerta economica e la descrizione generale dei sistemi e non ha nessuna relazione con la valutazione tecnica del prodotto, che nel caso della Med Media Group è stata effettuata sul prodotto installato e funzionate per 5 mesi, e nel caso della ditta SID, essendo già fornitrice di altre cartelle cliniche, la valutazione tecnica è stata fatta sulla base della struttura e delle interfacce dei software già installati;
• l'affermazione che "della gara non si trova traccia " è priva di fondamento, in quanto la procedura adottata è perfettamente conforme ai dettami del regolamento aziendale in tema di acquisizione di beni e servizi. Tutti i documenti sono conservati agli atti del Sistema Informativo Aziendale, tanto che a tali documenti ha avuto accesso il legale rappresentante dell'ex collaboratore della Med Media;
• iI regolamento aziendale in tema di acquisizione di beni e servizi non obbliga ad interpellare i fornitori presenti nell'elenco aziendale (vista anche la particolarità tecnica dii tale fornitura);
• la certificazione di qualità non è una condizione vincolante per essere un società fornitrice della P.A.;
• la Med Media Group S.r.l. è stata costituita il 19 gennaio 2011 acquisendo in toto la Med Media snc di Cristofanelli Fabio costituita in data 30 settembre 1997, la quale a sua volta ereditava della ditta individuale Med Media costituita l'1 gennaio 1995. La data del 3 gennaio 2011 riportata sull'offerta Med Media Group srl è pertanto un refuso nella produzione dell'offerta economica dovuto alla fase di transizione tra Med Media snc e Med Media Group srl, tale refuso è stato poi riportato nel documento istruttorio. In ogni caso l'ordine (quindi l'affidamento) è stato correttamente formalizzato il 16 febbraio 2011 quando la Med Media srl era già costituita e iscritta al registro delle imprese;
• sebbene la certificazione di qualità non sia una condizione vincolante per essere un società fornitrice della Pubblica Amministrazione, il sottoscritto era a conoscenza del percorso di certificazione ISO-9001 2008 intrapreso dalla ditta (vedi anche il sito httn://www.medmediagroup.it) che risulta avesse già iniziato prima dell'attribuzione formale dell'appalto. Infatti la Med Media Group srl ha superato la visita ispettiva il giorno 11 febbraio 2011 senza nessuna riserva di non conformità, ha poi ricevuto la certificazione ISO-9001 2008 in data 9 marzo 2011, come correttamente asseriscono i Consiglieri Foschi e Zinni. Faccio notare però che la rigida procedura di certificazione dispone che per il rilascio della stessa è necessario dare evidenza di essersi attenuti ai criteri disposti dalla certificazione di qualità da almeno 3 mesi dall'atto della visita ispettiva (che ricordiamo è avvenuta in data 11 febbraio 2011). Per cui se non ci fosse stata evidenza della continuità professionale e operativa tra Med Media snc e Med Media Group srl, il RINA, ente che ha certificato la Med Media Group srl, non avrebbe mai rilasciato la certificazione, in quanto non avrebbe potuto avere l'evidenza "di almeno 3 mesi di attività secondo i criteri di qualità" da una ditta costituitasi il 19 gennaio 2011, cioè meno di un mese prima della visita ispettiva. Per cui la Med Media Group srl, anche se di recente costituzione, risulta avere alle spalle una consolidata attività professionale nel campo dello sviluppo software;
• non è stata considerata rilevante la circostanza che l'impresa affidataria non fosse iscritta all'Albo delle imprese artigiane;
• non esiste nessuna correlazione tra la qualità del prodotto e il capitale sociale di un'azienda di software.
Ulteriori Affidamenti.
Nella documentazione allegata si riportano in copia gli atti relativi ad ulteriori due affidamenti effettuati a beneficio della Med Media Group srl che per l'acquisto dei seguenti beni e servizi:
• software di integrazione banca dati "Farmadati" con cartelle cliniche aziendali, euro 1.096,00 più IVA, del 16 marzo 2011;
• sofware d'integrazione cartelle cliniche Dipartimento di Cardiologia e Reparto Malattie Infettive con anagrafica centralizzata aziendale, euro 18.900,00 più IVA (finanziamento Fondazione Cariverona), del 15 novembre 2011
Le motivazioni sono espresse nei relativi documenti istruttori.
Allo stato non sono previste ulteriori acquisizioni di cartelle cliniche elettroniche.
Si precisa che i documenti istruttori summenzionati sono tutti disponibili presso il Dipartimento per la salute e per i servizi sociali.
PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatta o meno, la Consigliera Foschi.
Elisabetta FOSCHI. Nonostante la lunga risposta dell’Assessore Mezzolani, e vista la grande rumorosità di quest'Aula, la difficoltà di comprendere...Scusi, Presidente, ma così è veramente complicato!
PRESIDENTE. Per favore, Consiglieri, fate un po' di silenzio, altrimenti la Consigliera Foschi non riesce a farsi sentire. Grazie.
Elisabetta FOSCHI. Nonostante, dicevo, la lunga risposta dell'Assessore sono insoddisfatta, non ho capito bene di quando parlava di refuso, sostanzialmente c'è stato un errore e sostanzialmente si è data credibilità all'evidenza della continuità tra due società. Resta il fatto che a noi risulta una gara affidata a una società che ha presentato l'offerta tecnica in data 3 gennaio, che a quella data quella società non risultava nemmeno costituita, perché, come lei ha ricordato, risulta costituita il 19 gennaio e risulta iscritta al registro delle imprese il 26 gennaio.
In data 16 febbraio 2011 quella ditta non era iscritta all'albo delle imprese artigiane e la certificazione è lo stesso successiva.
Il fatto che ci sia stato un refuso e che si sia data credibilità o se si sia creduto alla continuità fra le due società, ecco, non mi rende soddisfatta. Le date parlano chiaro.
Siccome gran parte della sua premessa, Assessore, l’ha dedicata all'importanza e alla delicatezza della gestione delle cartelle cliniche, io richiamo proprio quella delicatezza e quell'attenzione e mi permetto di dire che in questo caso non mi pare ci sia stata.
PRESIDENTE. Concludiamo qui la parte relativa agli atti ispettivi.
Proposta di legge regionale n. 133
ad iniziativa della Giunta regionale
“Istituzione dell'Ente unico regionale per l'abitazione pubblica delle Marche (ERAP Marche). Soppressione degli Enti regionali per l'abitazione pubblica (ERAP) e modifiche alla legge regionale 16 dicembre 2005, n. 36 (Riordino del sistema regionale delle politiche abitative)”
(Votazione)
(Discussione seduta n. 78 del 15 maggio 2012)
PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca la proposta di legge n. 133 ad iniziativa della Giunta regionale. La discussione…(…) Prego, Consigliere Marangoni.
Dichiarazioni ai sensi dell’art. 35, sesto comma, Regolamento interno
Enzo MARANGONI. Come mai, Presidente, è passata al punto 3) saltando il punto 2) riguardante l'interpellanza?
PRESIDENTE. Perché ai Capigruppo avevamo detto che avremmo dedicato mezz'ora alla prima parte degli atti ispettivi, e siamo andati anche ben oltre.
Enzo MARANGONI. Ho capito, però, se mi permette, un Assessore ha messo un quarto d'ora per una risposta, insomma, tra i pochissimi diritti che abbiamo come minoranza ci sono le interpellanze e le interrogazioni, se poi la maggioranza ci mette venti minuti per dare una risposta, per quanto esaustiva possa essere, credo i nostri diritti vengano meno. Ecco, non capisco perché si salti il punto 2).
PRESIDENTE. Consigliere Marangoni, l'Assessore ha fatto una lunga risposta, ma siamo andati ben oltre i trenta minuti. L’abbiamo stabilito alla Conferenza dei Capigruppo. Altrimenti non la facciamo! La prossima seduta la metteremo al primo punto.
Enzo MARANGONI. Però, ecco, mi sembra una cosa…tra l'altro, Presidente, il Consigliere Silvetti - che è assente ancora per poco, è impegnato per motivi professionali - mi ha incaricato di dire, in quanto relatore di minoranza, se possiamo posticipare di un punto o due la proposta di legge n. 133..
PRESIDENTE. No, perché la discussione di questa proposta di legge era iniziata nel corso della seduta n. 78 ed era esaurita. Eravamo arrivati al momento dell'intervento dell'Assessore Canzian. Però naturalmente ci sono altre possibilità di intervento, sia perché ci sono molti emendamenti e sopratutto perché si può intervenire in dichiarazione di voto.
Le relazioni sono state già fatte, la discussione è esaurita, sicchè procediamo dal punto in cui avevamo interrotto. E i Consiglieri, ripeto, hanno possibilità di intervenire perché ci sono gli emendamenti e le dichiarazioni di voto.
Grazie, Consigliere Marangoni.
Enzo MARANGONI. Sì, grazie, Presidente, però, per concludere, in generale direi che non sarebbe male tenere in maggior conto le esigenze della minoranza, visto che l'unica cosa che possiamo fare sono le interrogazioni e le interpellanze...
PRESIDENTE. Infatti vi abbiamo dedicato…
Enzo MARANGONI. A volte non si fanno, a volte si fanno in mezz’ora, che ci stiamo a fare!
PRESIDENTE. Consigliere Marangoni, se facciamo la Conferenza dei Capigruppo e in quella sede prendiamo delle decisioni le rispettiamo, altrimenti non la facciamo!
Ha chiesto la parola il Consigliere Natali, ne ha facoltà.
Giulio NATALI. I Consiglieri che come me stanno da questa parte leggono in un cartellino che nella Giunta c’è un nome, P. Eusebi, sta tra l'Assessore Donati e l'Assessore Marconi. Ecco, pensiamo debba forse significare qualcosa! Che il Consigliere regionale in questa Assemblea legislativa non conti nulla l'ha detto adesso Marangoni, e ne siamo tutti molto convinti, ma che qualcuno che provvede a sostituire un Assessore e penso a nominare un altro Assessore (non sappiamo neanche con quali deleghe) non abbia neanche, come dire, l'educazione di presentare questa modifica avvenuta in Giunta, ecco, io mi meraviglio non di quello che avviene per noi, perché noi non contiamo niente, caro Bucciarelli, ma per voi. Per voi! E nessuno di voi, che sta qui tranquillo e pacifico, si alza e dice: “scusate, è successo qualcosa di nuovo, forse è il caso che l'Assemblea legislativa regionale venga informata di questo”.
Quindi vi ringraziamo per come difendete le prerogative dell'Assemblea legislativa regionale, ringraziamo la Presidenza, ringraziamo l'autore della nomina, ringraziamo il nominato!
PRESIDENTE. Consigliere Natali, la segreteria della Presidenza della Giunta ha comunicato il decreto di nomina dell'Assessore Eusebi.
L'articolo 8 dello Statuto in merito alla modifica della composizione della Giunta regionale prevede che il Presidente della Giunta regionale può sostituire il Vicepresidente e gli Assessori previa comunicazione al Consiglio regionale per illustrarne le ragioni, in ordine alla quale si svolge un dibattito. Ed io ricordo l’acceso dibattito in Aula quando il Presidente comunicò la sostituzione dell'Assessore Moroder.
La nomina del nuovo Assessore Eusebi è arrivata in questi giorni, è stata comunicata, e mi dicono che è stata comunicata tramite lettera anche a tutti i Consiglieri.
Ha chiesto la parola il Consigliere Bucciarelli, ne ha facoltà.
Raffaele BUCCIARELLI. Una semplice considerazione. E' vero quello che ha detto lei, Presidente, ci mancherebbe altro, lungi da me volerlo contestare, però una cosa è il rispetto dei regolamenti altra cosa è il rispetto degli eletti dai marchigiani.
Questa maggioranza, questo Presidente, questo Governo, è tutto dentro la logica berlusconiana, seppure la condanniate. Le notizie prima si danno alla stampa e poi si danno ai rappresentanti del popolo. Caro Assessore, non se ne abbia. E’ così! Noi apprendiamo le notizie prima dalla stampa, perché secondo voi genera consenso, e poi le apprendiamo ufficialmente attraverso una lettera.
Questa Assemblea legislativa regionale credo stia ormai scivolando verso un sentiero che è un inno al grillismo. Questa è l'antipolitica. Il non rispetto delle istituzioni non porterà né alla coesione né al rafforzamento della maggioranza nè tanto meno al rispetto dell'Assemblea legislativa regionale.
Ecco, Presidente, era questo che mi sentivo di dire. La ringrazio.
Ripresa del punto di cui alla proposta di legge n. 133
PRESIDENTE. Bene. Proseguiamo con l'ordine del giorno. Poc’anzi stavo dicendo che abbiamo esaurito la discussione sulla proposta di legge n. 133 nella seduta n. 78, eravamo arrivati al momento di dare la parola all'Assessore Canzian. Quindi, prego Assessore.
Antonio CANZIAN. Grazie, Presidente, però ritengo, se lei lo permette, di passare prima all'esame degli emendamenti e poi a conclusione farò un breve intervento.
PRESIDENTE. Bene, Assessore Canzian. Passiamo pertanto alla discussione e votazione degli emendamenti. Ci sono degli emendamenti prima dell’articolo 1…(...) Consigliere Bucciarelli sono tre volte che lo dico! La discussione sul testo di legge è stata fatta nella seduta n. 78, erano intervenuti il relatore di maggioranza, il relatore di minoranza e l'Aula. Inoltre ho detto che siccome ci sono gli emendamenti e le dichiarazioni di voto i Consiglieri che vogliono esprimersi hanno altre possibilità per poter parlare.
Emendamento n. 01/1 del Consigliere Zaffini:
Prima dell'articolo 1 è inserito il seguente:
“Art. 01 (Modifica all'articolo 2 della l.r. 36/2005)
1. Il comma 2 bis dell'articolo 2 della l.r. 36/2005 è soppresso.”.
Ha la parola il Consigliere Zaffini.
Roberto ZAFFINI. Chiedo l'abrogazione del comma 2 bis per il fatto che non si capisce perché la Giunta si arroghi il diritto di modificare una normativa ben precisa che stabilisce che a una metratura di un'abitazione corrisponde il numero dei locatari. Questo diritto che può avere la Giunta su una normativa del genere è totalmente incomprensibile.
PRESIDENTE. Emendamento n. 01/1. Lo pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa non approva)
Emendamento n. 01/2 del Consigliere Canzian:
Prima dell'articolo 1 è inserito il seguente:
Articolo 01 (Modifica dell'articolo 2 della I. r. 36/2005)
1. Dopo il comma 2 quater dell'articolo 2 della l.r. 36/2005 è inserito il seguente: "2 quinquies. Ai fini della presente legge la Giunta regionale può stabilire parametri integrativi della valutazione della situazione economica equivalente di cui al decreto legislativo 31 marzo 1998, n. 109 (Definizioni di criteri unificati di valutazione della situazione economica dei soggetti che richiedono prestazioni sociali agevolate, a norma dell'articolo 59, comma 51, della legge 27 dicembre 1997, n. 449).".
Ha la parola l'Assessore Canzian.
Antonio CANZIAN. Il fine di questo emendamento è quello di consentire alla Giunta regionale di introdurre elementi diversi rispetto all'ISEE così come normato dalla normativa nazionale, dal decreto legge 109/1998, il cosiddetto ISEE-ERP che, in accordo con i sindacati rappresentativi degli inquilini, ha la finalità di favorire i requisiti a favore degli assegnatari.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Marangoni.
Enzo MARANGONI. Riguardo questo emendamento intendo informare l'Assessore e l'Assemblea legislativa di quanto sta avvenendo in queste settimane.
Sulla base della legge regionale vigente 36/2005 accade che i Comuni stanno inviando decine e decine di lettere a persone che abitano la casa popolare assegnata negli anni precedenti perché in taluni casi è stato superato per due anni il limite ISEE, così come prevede, mi pare, vado a memoria, l'articolo 20 decies, lettera f).
Il principio di per sé è giusto, nel senso che ovviamente le case popolari sono destinate ai ceti meno abbienti...
PRESIDENTE. Mi scusi, Consigliere, ma in Aula c'è una confusione infinita, non si sente nulla. Un po’ di silenzio, per favore!
Enzo MARANGONI. E' chiaro, dicevo, che il principio di per sé è giusto, nel senso che se si superano i redditi ISEE per due anni consecutivi è giusto che la famiglia che occupa una certa casa si faccia da parte, deve lasciare lo spazio libero ad altre persone più bisognose. Però voglio far notare alcune cose.
Nella legge precedente, quella che è stata abrogata dalla legge 36/2005, il criterio economico era molto più ampio, si diceva che il superamento fino al 75% del reddito minimo previsto per la casa popolare non comportava la necessità di abbandono della casa popolare stessa. Se cioè si superava oltre il 75%, che era una cifra abbastanza importante, decadeva il diritto ad occupare la casa. La legge 36/2005, invece, dice semplicemente se si supera per due anni consecutivi l'ISEE.
Ma cosa è successo - parlo di un caso che conosco ma sicuramente ce ne saranno molti altri -?. Una persona monoreddito di 80 anni che ha superato dell'8%, quindi una cifra ridicola, per due anni l'ISEE, 80 anni, invalida, gravemente ammalata, semicieca, ha ricevuto una lettera per lasciare immediatamente la casa popolare, una casa che occupava da venticinque anni. Semplicemente, ripeto, perché ha superato dell'8% per due anni il limite ISEE previsto dalla legge. Tra l'altro gli stessi redditi ce li aveva anche 22 anni fa, ossia quando prese la casa popolare, allora lavorava mentre ora ha la pensione più una piccola pensione di invalidità del marito deceduto.
Mi rivolgo all'Assessore Canzian, faccio una proposta operativa concreta. Credo sia giusto il principio che chi supera l'ISEE per due anni consecutivi debba lasciare la casa popolare, però mettiamo qualche correttivo. Ad esempio, se sono trent'anni che abita lì, se lo ha superato, che so, per meno del 10%, 20%, se è gravemente ammalato, se ha più di 70 anni, insomma, con la somma di una serie di criteri si dovrebbe soprassedere all'applicazione rigida di questa normativa, altrimenti creeremo veramente situazioni di iniquità profonde.
Quindi l'invito è propositivo, e dovrebbe essere anche immediato, le lettere sono già partite in tutta la regione.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Silvetti.
Daniele SILVETTI. Capisco la ratio di questo emendamento, ma lei conosce bene, Assessore, che a seguito dell'ultima modifica fatta in questa materia, cioè l'aumento delle tariffe e soprattutto dei canoni, quali siano le storture e i drammi che stanno vivendo numerose famiglie assegnatarie di alloggi popolari.
Qui lo si dice in modo generico, si dà la possibilità alla Giunta di introdurre dei criteri così, sic ed simpliciter, senza specificare quali. E’ quindi una delega in bianco, che si può dare, ma sono perfettamente consapevole che voi siete consci dello scompenso creatosi sul territorio laddove i cinque Erap in questo momento applicano in modo diversificato la norma in termini di canone.
E’ molto grave. Anche perché questa cattiva applicazione ha portato, come diceva poco fa il collega, al fatto che intere fasce di monoreddito rientrano nel famoso biennio di decadenza. Ci sono cioè persone che da dieci anni guadagnano la stessa cifra, senza mutamento del proprio stato di famiglia, ma che sono clamorosamente entrate in questa soglia di decadenza.
E’ un fatto gravissimo. E’ un fatto che mina le fondamenta, la logica, la ratio della politica abitativa di questa Regione, è stato creato un vulnus che deve essere immediatamente sanato, onde evitare situazioni di dramma ancora più profonde.
PRESIDENTE. Emendamento n. 01/2. Lo pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa approva)
Emendamento n. 01/3 del Consigliere Zaffini:
Prima dell'articolo 1 inserire il seguente:
“Articolo 01 (Modificazioni all'articolo 5 della l.r. 36/2005)
1. Dopo la lettera h) del comma2 dell'articolo 5 della a legge regionale 16 dicembre 2005 n. 36 (Riordino del sistema regionale delle politiche abitative) è aggiunta la seguente:
"h bis) promuove l'adozione di piani di edilizia economica e popolare in tutti i comuni marchigiani anche sostenendo la costituzione di consorzi tra Comuni di minor dimensione demografica per la formazione di un unico piano.”.
Ha la parola il Consigliere Zaffini.
Roberto ZAFFINI. E' una modifica della l.r. 36/2005 con l’intenzione di promuovere l'adozione di piani di edilizia economica e popolare in tutti i comuni marchigiani, anche sostenendo la costituzione di consorzi tra comuni di minor dimensione demografica per la formazione di un unico piano. E' quindi per l'agevolazione di azioni anche in comuni di piccole dimensioni.
PRESIDENTE. Emendamento n. 01/3. Lo pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa non approva)
Emendamento n. 01/4 del Consigliere Zaffini:
Prima dell'articolo 1 è inserito il seguente:
Articolo 01 (Modifica dell'articolo 14 della l.r. 36/2005)
1. Al comma 1 dell'articolo 14 della l.r. 36/2005 le parole “nuclei familiari monoparentali con figli a carico” sono sostituite dalle seguenti: “genitori con figli in affido esclusivo o condiviso”.
Ha la parola il Consigliere Zaffini.
Roberto ZAFFINI. Questo emendamento è molto importante. E’ una modifica dell'articolo 14 della l.r. 36/2005.
Secondo la legislazione corrente il termine “figli a carico” non è più attuale, è superato dal termine “affido esclusivo”.
Con questo emendamento voglio quindi sostituire le parole “nuclei familiari monoparentali con figli a carico” con la dizione “genitori con figli in affido esclusivo o condiviso”.
E’ sopratutto per tutelare la fascia dei tantissimi padri separati, alcuni dei quali vivono in condizioni a dir poco indecenti e che magari solo per una questione di decoro personale o di rivalsa verso l'ex coniuge patiscono delle pene indicibili, sopportando di stare in condizioni abitative provvisorie e non dignitose.
Pertanto questo emendamento è secondo me molto importante in quanto vuole sanare un'ingiustizia che questa legge purtroppo non vuol risolvere.
PRESIDENTE. Emendamento n. 01/4. Lo pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa non approva)
Emendamento n. 01/5 del Consigliere Zaffini:
Prima dell'articolo 1 inserire il seguente:
Articolo 01 (Modificazioni all'articolo 18 della l.r. 36/2005)
1. Alla lettera a) del comma 1 dell'articolo 18 della l.r. 16 dicembre 2005, n. 36 (Riordino del sistema regionale delle politiche abitative) “cittadini di Stati che non aderiscono all'Unione europea” sono aggiunte le seguenti: “residenti nel Comune da almeno cinque anni e”.
Ha la parola il Consigliere Zaffini.
Roberto ZAFFINI. Io sono veramente allibito come questa Assemblea sia cieca e sorda. (…) La Lega scompare? Ma quando mai scompare! Noi scompariremo quando voi avrete l'intelligenza di approvare queste cose! Sono allibito, siete ciechi e sordi, non capite che la situazione è veramente drammatica!
Ecco, io qui vi ripropongo ancora una volta la residenzialità dei cinque anni per accedere alle locazioni agevolate. Voglio vedere come voterà ancora una volta l'Assemblea! E se voi votate contro noi non scompariamo, cari miei, la Lega è forte!
PRESIDENTE. Emendamento n. 01/5. Lo pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa non approva)
Emendamento n. 01/6 del Consigliere Canzian:
Prima dell'articolo 1 è inserito il seguente:
Articolo 01 (Modifica dell'articolo 20 quater della l.r. 36/2005)
1. Alla lettera d) del comma 1 dell'articolo 20 quater della l.r. 36/2005 le parole “entro sei mesi dall'approvazione della presente legge” sono soppresse.
Ha la parola l'Assessore Canzian.
Antonio CANZIAN. Questo emendamento è sostanzialmente tecnico, fa riferimento ad un passaggio della legge 36/2005 secondo cui tra i requisiti per accedere agli alloggi popolari il reddito del nucleo familiare non deve essere superiore al limite determinato dalla Giunta regionale – questo è il passaggio che chiediamo di abrogare -, cioè entro sei mesi dall'approvazione della presente legge (la legge 36).
Presidenza del Vicepresidente
Giacomo Bugaro
PRESIDENTE. Emendamento n. 01/6. Lo pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa approva)
Emendamento n. 01/7 del Consigliere Canzian:
Prima dell'articolo 1 è inserito il seguente:
Articolo 01 (Modifica dell'articolo 20 quater della l.r. 36/2005)
1. Il comma 3 dell'articolo 20 quater della l.r. 36/2005 è sostituito dal seguente:
3. La qualità di assegnatario è conservata anche da chi, nel corso del rapporto locativo, superi il limite massimo di cui alla lettera d) del comma 1 fino ad un valore pari a 2,5 volte tale limite e nella fattispecie di cui al comma 4 dell'articolo 20 septies.”.
Ha la parola l'Assessore Canzian.
Antonio CANZIAN. Nella sostanza questo emendamento raccoglie un po’ l'invito e il ragionamento che faceva poco fa il Consigliere Marangoni. Parliamo del reddito massimo oltre il quale scatta il provvedimento di decadenza, cioè la perdita dei requisiti a rimanere nell'alloggio assegnato.
La legge 36 fissava questo limite massimo a due volte il reddito minimo di accesso. Con questo emendamento si propone invece di aumentare di due volte e mezzo il reddito minimo di accesso all'alloggio popolare, per cui sostanzialmente si eleva il reddito oltre il quale scatta il provvedimento di decadenza.
E' un provvedimento, quindi, che va incontro alla esigenza a cui faceva riferimento il Consigliere Marangoni poco fa, ovvero quella di attenuare l'impatto della decadenza per superamento del reddito massimo.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Marangoni.
Enzo MARANGONI. Ringrazio l'Assessore Canzian della sensibilità. Non avevo visto questo emendamento e quindi sono intervenuto in precedenza.
Però su questo punto chiedo di completare la sensibilità dimostrata dall'Assessore e dalla Giunta, cercando, per quanto riguarda i procedimenti in corso, sono infatti già partite decine e decine di lettere, di ricomprendere appunto, nei limiti del possibile con effetto retroattivo, i procedimenti in corso. Quelli dell'anno scorso ormai sono chiusi, mentre quelli del 2012, se rientrano in questo emendamento che mi auguro approveremo, ritengo debbano essere ricompresi. Come dicevo prima, ci sono persone di 80 anni che hanno superato di pochissimo l'ISEE per due anni, magari per la pensione del marito oltre alla propria, che sono malate e che stanno perdendo la casa. Potete ben immaginare con quale grave disperazione psicologica oltre che economica si trovano queste persone.
Quindi chiedo se potete fare qualche cosa sul piano amministrativo o politico per evitare che questi fatti si verifichino, perché purtroppo stanno per accadere.
PRESIDENTE. Emendamento n. 01/7. Lo pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa approva)
Emendamento n. 01/8 del Consigliere Zaffini:
Prima dell'articolo 1 inserire il seguente:
Articolo 01 (Modifica dell'articolo 20 quinquies della l.r. 36/2005)
1. Alla lettera a) del comma 1 dell'articolo 20 quinquies della l.r. 36/2005 sono soppresse le parole “con cadenza almeno biennale”.
Lo pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa non approva)
Emendamento n. 01/9 del Consigliere Canzian:
Prima dell'articolo 1 è inserito il seguente:
Articolo 01 (Modifica dell'articolo 20 quinquies della l.r. 36/2005)
Dopo il comma 4 dell'articolo 20 quinquies della l.r. 36/2005 è inserito il seguente:
4 bis. Gli alloggi con superficie utile calpestabile inferiore a mq 30 possono essere utilizzati dai Comuni, in deroga alle procedure previste dal presente articolo e previa approvazione di apposito regolamento comunale, per far fronte a situazioni di emergenza abitativa.”.
Ha la parola l'Assessore Canzian.
Antonio CANZIAN. Questo emendamento raccoglie le sollecitazioni pervenute dai grandi Comuni della nostra regione che si stanno misurando con il problema degli sfratti. Con questo emendamento si concede ai Comuni di poter utilizzare gli alloggi di edilizia sociale di metratura inferiore a 30 mq al fine di poterli avere a disposizione in caso di emergenza, prevalentemente per provvedimenti di sfratto e quindi di impossibilità di allocare le famiglie sottoposte, appunto, a questo provvedimento.
PRESIDENTE. Emendamento n. 01/9. Lo pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa approva)
Emendamento n. 01/10 del Consigliere Canzian:
Prima dell'articolo 1 è inserito il seguente:
Articolo 01 (Modifica dell'articolo 20 decies della l.r. 36/2005)
1. La lettera f) del comma 1 dell'articolo 20 decies della l.r. 36/2005 è sostituita dalla seguente:
f) l'assegnatario abbia una capacità economica superiore al limite di cui al precedente articolo 20 quater, comma 2, purché tale condizione si protragga da almeno due anni consecutivi.”.
Se passa decade l'emendamento n. 01/11.
Ha la parola l'Assessore Canzian.
Antonio CANZIAN. Questo emendamento raccoglie le sollecitazioni venute da alcuni Consiglieri regionali, tra cui il Consigliere Marangoni.
Il problema della decadenza è molto molto sentito, in alcuni casi, come diceva poco fa il Consigliere Marangoni, si verifica una situazione ove il superamento del reddito, ancorché temporaneo, per esempio per un anno, determina un provvedimento di decadenza.
Con questo emendamento si fa in modo che nel momento in cui scatta il provvedimento la valutazione del reddito familiare o singolo sia quella in tempo reale e non riferita alla denuncia dei redditi dell'anno precedente.
Per cui anche questo è un provvedimento che cerca di attenuare l'impatto della decadenza, sostanzialmente è a favore degli assegnatari.
PRESIDENTE. Emendamento n. 01/10. Lo pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa approva)
Emendamento n. 01/11 del Consigliere Acquaroli. Decaduto.
Emendamento n. 01/12 del Consigliere Acquaroli:
Prima dell'articolo 1 è inserito il seguente:
Articolo 01 (Modifica dell'articolo 20 decies – decadenza dell'assegnazione)
1. La lettera b) del comma 4 è sostituita dalla seguente:
“b) di persone anziane ultrasessantacinquenni;”.
Lo pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa non approva)
Emendamento n. 01/13 del Consigliere Canzian:
Prima dell'articolo 1 è inserito il seguente:
Articolo 01 (Modifica dell'articolo 20 decies della l.r. 36/2005)
1. Dopo la lettera c) del comma 4 dell'articolo 20 decies della l.r. 36/2005 è aggiunto il seguente comma:
“4 bis. I soggetti di cui alle lettere a), b) e c) del comma 4 vengono comunque considerati ai fini dell'applicazione della scala di equivalenza prevista per il calcolo della capacità economica.”.
Ha la parola l'Assessore Canzian.
Antonio CANZIAN. E’ un emendamento squisitamente tecnico, fa riferimento all'applicazione della scala di equivalenza per quanto riguarda il reddito ISEE che si basa sulla valutazione del numero dei componenti della famiglia.
Dunque anche questo emendamento va incontro alle esigenze degli assegnatari.
PRESIDENTE. Emendamento n. 01/13. Lo pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa approva)
Emendamento n. 01/14 del Consigliere Zaffini:
Prima dell'articolo 1 è inserito il seguente:
Articolo 01 (Modifica dell'articolo 20 decies della l.r. 36/2005)
1. Dopo il comma 4 dell'articolo 20 decies della legge regionale 16 dicembre 2005 n. 36 (Riordino del sistema regionale delle politiche abitative) è aggiunto il seguente:
"4 bis. L'ente gestore effettua verifiche periodiche volte ad accertare l'assenza di cause di decadenza dall'alloggio con particolare riferimento all'accertamento di ipotesi di sublocazione dell'immobile o di ospitalità protratta in violazione di norme di legge.”.
Lo pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa non approva)
Articolo 1. Lo pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa approva)
Articolo 2. Lo pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa approva)
Articolo 3.
Emendamento n. 3/1 del Consigliere Zinni:
L'articolo 3 è sostituito dal seguente:
"Art. 3 (Sostituzione dell'articolo 22 della 1.r.36/2005)
1. L'articolo 22 della I.r. 36/2005 è sostituito dal seguente:
Art. 22 - (Organi)
1. Sono organi dell'ERAP Marche:
a) il consiglio di amministrazione;
b) il presidente;
c) il collegio dei revisori dei conti.".
Se non passa decadono gli emendamenti n. 4/1, 4 bis/1 4 bis/2, 5/1, 9/1. Se passa decade l'emendamento n. 4/2.
Ha la parola il Consigliere Zinni.
Giovanni ZINNI. Su questo pacchetto di emendamenti non mi dilungherò più di tanto, ne abbiamo già parlato in varie occasioni.
Ritengo che risparmiare e tagliare sui costi della politica non significa togliere qualunque forma di controllo e di collegamento fra l'Assemblea legislativa e un organismo di questo tipo.
Se si mantiene la struttura ERAP, seppur regionale, cosa che condivido, credo ci debba essere un consiglio di amministrazione, magari a costo ridotto, non ci interessa avere persone che prendono prebende. Un consiglio di amministrazione di cinque persone, come dice la legge nazionale, e come indicato con molta sincerità dai partiti in questa sede, è l'unica forma di collegamento diretto fra l'Assemblea legislativa e l'ERAP.
Proseguire la riforma con la nomina di un presidente unico, un amministratore unico, un revisore unico, vuol dire mettere nelle condizioni l'ERAP di essere un organismo collegato esclusivamente alla Giunta. L'Assemblea legislativa non avrà più la possibilità di controllo, di interazione, di informazioni in tempo reale.
Ognuno di noi è tempestato di richieste dei cittadini, c'è chi chiede quando gli venderemo la casa nella quale sta in affitto, c'è chi chiede manutenzioni ordinarie, straordinarie, c'è chi chiede quando i Comuni faranno liste con assegnazioni di più alloggi.
Ebbene, noi con questa riforma non solo non saremo in grado di dare risposte a queste persone, che spesso, certo, sono risposte dovute a problemi più profondi di quelli di un cda dentro l'ERAP, ma non saremo neanche in grado di acquisire in tempi di una telefonata queste informazioni. Dovremo mettere per iscritto, in carta bollata, all'Assessore di turno, la preghiera di andare dall'amministratore unico e di spiegarci cosa succede. Ci sarà il presidente della commissione che convocherà questo amministratore unico, che verrà una volta sì, quattro no, sarà impegnato, avrà da fare.
Insomma, signori, non si combattono i costi della politica e i problemi della casta trasformando un problema in una capacità autoreferenziale della Giunta.
Se la risposta agli eccessi di democrazia o all'inefficienza della politica è il neofeudalesimo del Presidente della Regione, capite bene che l'antipolitica aumenterà. Perché quando i cittadini ci faranno le domande e noi non saremo in grado di rispondere, giustamente penseranno che è inutile avere 43 Consiglieri regionali, ma anche 35, 30, 15, 5, non servono a nulla.
E lo stiamo vedendo anche nella sanità. C’è una Commissione sanità che lavora tantissimo, ma non riesce a dare risposte, è una Commissione che non ha notizie, perché chi può darle si ben premunisce di non dargliele.
Allora mi chiedo: a che serve avere un'Assemblea legislativa, che deve controllare, se di fatto non solo le decisioni vengono prese dai dirigenti dell'Asur, dai dirigenti della Regione? Addirittura abbiamo assistito a un simpatico episodio in occasione del congresso regionale di Confartigianato, il Governatore non ha potuto parteciparvi, ma in sua vece non è andato un Consigliere regionale o un Assessore bensì il Capo di Gabinetto – che, per carità, è molto bravo –. E' quindi evidente che il Governatore ha una sua linea politica, ovvero quella di prendere le distanze da questa Assemblea legislativa, di farla apparire come un organo burocratico di magnoni affamati, di famelici politici, mentre lui è un'icona purifica che depura le istituzioni.
Dunque se è legittimo quello che fa il Presidente, perché giustamente ognuno pensa come valorizzare se stesso, trovo patetico che ci siano Consiglieri di maggioranza che invece continuano a prestarsi a queste cose, che, vorrei ricordare, delegittimano non voi o noi della minoranza bensì l'Istituzione stessa.
Il pacchetto degli emendamenti, quindi, riguarda il ripristino del consiglio di amministrazione, che, vorei fosse chiaro, è l'unico strumento politico di controllo per l'Assemblea legislativa, senza di questo torneremo al medioevo con i vassalli, i valvassori e valvassini. Ebbene, io non voglio partecipare a questa fiera della demagogia travestita da antipolitica e dai tagli dei costi (si tagliano infatti due spiccioli ma alla fine non si risparmia granché). In questo modo ci ritroveremo ancora una volta a dover spiegare ai cittadini perché l'Assemblea legislativa delle Marche non fa nulla.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Ricci.
Mirco RICCI. Dopo un lunghissimo dibattito siamo finalmente arrivati alla votazione della proposta di riforma della legge sulle politiche abitative. Il lungo dibattito lo abbiamo affrontato in Commissione, lo abbiamo oscillato sulle nostre posizioni diverse volte. Anch'io ho oscillato, c'era un tema che mi faceva sempre ragionare, cioè quello di come arrivare alla riforma degli enti strumentali, che la Regione aveva posto sul tavolo già da diverso tempo, cercando di mantenere un equilibrio di fondo, cioè cercare di contemplare le esigenze, le autonomie dei territori e degli enti locali risparmiando, senza accentrare troppo le competenze, senza regionalizzare.
Ci siamo riusciti abbastanza bene, secondo me, sui parchi, non ci siamo riusciti sugli ERSU, lì potevamo fare una riforma un po' più avanzata piuttosto che tornare ai vecchi cda, invece su questa proposta di riforma degli ERAP una sorta di equilibrio credo ci sia.
Non nascondo, Consigliere Zinni, che noi oggi di fatto realizziamo l'ente unico regionale attraverso la nomina del direttore unico regionale, però ci siamo riusciti in qualche modo non modificando parti essenziali della legge sulle politiche abitative, abbiamo mantenuto in capo alle autonomie locali i piani annuali e all'Assemblea legislativa i piani triennali che sono una funzione strettamente di carattere programmatoria e politica.
Quindi non è vero che si svuota la funzione dell’ Assemblea legislativa.
Certo, la governance cambia. Uno poteva scegliere di lasciare un cda unico regionale, ma sarebbe stata un'impostazione sbagliata, sarebbe stata data una lettura sbagliata, ci sarebbe stata di nuovo, Consigliere Zinni, la discussione tra i partiti su chi collocare come presidente, componente e vicepresidente.
E' quindi difficile pensare a formule diverse. Credo sia una sintensi, che anche con l'introduzione di un subemendamento che restituisce ai territori un minimo di autonomia, ovvero le consulte provinciali, possa aprire una strada per una legge equilibrata. Una legge che risparmia, consolida la spesa, elimina i cda. Una legge che restituisce al territorio autonomie anche di programmazione, di proposta, e lascia all'Assemblea legislativa la parte fondamentale programmatoria, il piano triennale dell'edilizia residenziale pubblica.
E’ una legge che, certo, non raccoglie il cento per cento di ciò che anche noi individualmente volevamo, ma ritengo sia comunque una buona legge.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Massi.
Francesco MASSI. Mi permetto di rivolgere all'Esecutivo regionale una domanda, che faccio quindi a persone che, nonostante la splendida forma, non sono giovanissime e quindi conoscono la storia degli ultimi trent'anni. Ve l'ho detto anche un'altra volta, peraltro io l'ho vissuto con un po' di dolore, insieme ad altri colleghi che siedono in diversi parti di questi scranni, ecco, cari colleghi dell'Esecutivo, voi state incarnando la riproduzione della fine della Democrazia Cristiana. Fate pure gli scongiuri che volete.
Io ho sempre detto che la Democrazia Cristiana più che per tangentopoli forse è finita per altri motivi: poco dibattito interno, poca democrazia interna, nessuna scelta sui meriti negli ultimi anni, divisioni solo personalistiche, nicchia a compartimento stagno di controllo clientelare. E’ stato ingiusto che un partito sia stato liquidato solo sulla questione tangentopoli. Certo, quello c'era, ma non era in quelle forme e non era l'unico vizio, che poi ha riguardato anche altri.
Ma purtroppo oggi sto vivendo un revival. Vi siete resi conto che le certezze che avevate due mesi fa sono crollate dappertutto? Sì o no? Le vostre certezze...(…) No, collega Marcolini, le posizioni erano ben diverse. I proclami, l'autoreferenzialità, il pensiero di poter controllare tutto e tutti sta crollando. E devo ancora capire cosa ha festeggiato Ucchielli.
Vi ho voluto fare questo sermone, me ne scuso, ma è soltanto per dire questo. Voi continuate a respingere qualunque proposta che viene dalla minoranza, continuate a trincerarvi in una nicchia autoreferenziale che però è superata dalla storia; e qui l’esempio, non me ne voglia l'Assessore Luchetti, è di quando avete respinto la nostra proposta di sospendere sul piano scuola il taglio delle presidenze, e adesso lo vedete con lo spending review, e con la rivolta delle Province, dei lavoratori e degli insegnanti, per i posti che avete tagliato voi. Sulla sanità mentre il Governatore predica rigore, serietà e razionalizzazione, ognuno di voi va in giro promettendo che non si toccherà niente.
Assessore Marcolini, qui sto solo riportando quello che dicono i vostri dirigenti, i vostri Sindaci, i vostri attivisti di base. E non sto facendo polemica politica, l'abbiamo fatta altre volte, non la voglio riprodurre, sto solo chiedendo una riflessione sul metodo, perché, ecco, voi non accettate neanche quello.
Noi qui vi abbiamo detto che quando ci sono operazioni di taglio, operazioni difficili, dolorose, visto che pensiamo che se noi fossimo stati noi lì le avremmo dovute fare come voi, vi abbiamo solo chiesto di mettere le carte in tavola e di lavorare insieme sui tagli, sulla razionalizzazione, sull'austerità, sul rigore. Ma tutto questo non lo fate, non lo accettate.
Inoltre, permettetemi, avete scelto due totem, totem a livello nazionale, Province e Comunità montane, totem a livello locale, ERAP e ERSU, due totem con tabù, per cui ai cittadini marchigiani diamo in pasto dei risparmietti di poco conto, tagliando la partecipazione democratica, la possibilità degli amministratori di controllare e di fare proposte.
Sulla proposta dell'ERAP unico noi non eravamo d'accordo. Il collega Perazzoli sa che abbiamo avuto un leale confronto in Commissione. C'erano visioni diverse, a favore delle Province, a favore dei Comuni associati (che forse potrebbe essere, caro collega, come abbiamo detto, ne prendo atto, la frontiera più razionale a breve tempo). No, tutto spazzato via. Oggi si dice ai marchigiani: ma sì, abbiamo fatto l'ERAP unico con un direttore. E magari un revisore di area maggioranza. Perché tanto sarà così, giusto? Facciamo una interna corporis! Poi non vi lamentate se Grillo prende il 20%! La lottizzazione spietata che ancora continua non fa onore a voi, e purtroppo coinvolge anche noi che non c'entriamo niente. Ci dispiace. Lo sappiamo bene che va a finire così.
Respingete un consiglio di amministrazione come quello proposto dagli emendamenti del collega Zinni, sul quale si poteva benissimo ragionare sui compensi e sui risparmi di spesa, e non si capisce per quale motivo, voi siete ormai abituati a dire no senza confrontarvi.
Volete andare avanti così? Vi sono crollati bastioni imbattibili! E se ancora continuate a non pensarci siete come la Democrazia Cristiana prima di morire. Prendetela come una barzelletta, se siete sicuri andate avanti così! Andati avanti! (...) No, Assessore Giannini, la storia di Civitanova era ben diversa, lo sa bene, non è stata mai una città di centro-destra, semmai il miracolo era come è stato il centro-destra a governare in questi anni. Quindi, ecco, ponetevi il problema.
In ogni caso andate avanti su una linea metodologicamente inaccettabile dal punto di vista della correttezza formale qui dentro, del rispetto reciproco e della tolleranza. Se volete continuare così vi faccio gli auguri.
Poi c’è anche un’altra cosa. Qui tra breve dovremo parlare della SVIM, ve lo preannucio. Non pensate di dare in pasto ERAP e ERSU come soluzione miracolistica con il taglio delle spese e poi continuiamo anche con la SVIM. Ecco, sulla SVIM chiederemo un dibattito in questa Assemblea legislativa per capire costi e benefici e su cosa siamo chiamati a rispondere ai cittadini e alle imprese che sul ruolo SVIM non vedono niente.
Ultima cosa. Noi qualche giorno fa, Presidente, abbiamo recepito una sua dichiarazione che diceva che la manifestazione che riguarda una specie di gemellaggio con autorità di prestigio del mondo arabo, che anche noi abbiamo accolto positivamente, non avrebbe comportato costi per la Regione. Cito allora la delibera n. 539 della Giunta che per questa manifestazione stanzia 300 mila euro. Per cui anche qui si è interrotto un dialogo, è come voi da sempre avete voluto sin dall’inizio di questa legislatura.
Ripeto, se volete andare avanti così pensateci bene.
Presidenza della Vicepresidente
Paola Giorgi
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Silvetti.
Daniele SILVETTI. Apprendo oggi con la presentazione degli emendamenti qual è la nuova posizione della maggioranza, dopo un percorso di otto mesi in Commissione, fatto di alti e bassi – per la verità, molti bassi -, in cui abbiamo visto, per bocca del relatore di maggioranza, fronteggiare una proposta di Giunta in modo piuttosto critico.
Ricordo di quando si proponeva di mantenere una rappresentanza provinciale, poi c’è stato uno sconvolgimento, un chiarimento, non lo so, e si è arrivati a questo tipo di semplificazione che sostanzialmente dà alla Giunta e al Presidente Spacca il potere di nominare direttamente il direttore unico generale e i responsabili dei presìdi provinciali e non ultimo la nomina dei sindaci revisori.
Bèh, insomma, dopo il parere contrario del CAL la montagna oggi cosa ha prodotto? Il famigerato topolino con cui si introducono le cosiddette consulte provinciali. Penso che gli enti locali, i sindaci, non siano così sprovveduti da non capire che in realtà questo non è nemmeno un contentino bensì una vera e propria presa in giro.
Una consulta priva di poteri, se non quello di dare un parere (che non è vincolante, è a scadenza), non è certo rappresentativa del sentire del territorio.
Ecco perché la proposta oggi ribadita con un emendamento, introdotta durante i lavori di Commissione, ribadita anche nella mia relazione di minoranza, anche dovessimo arrivare a una forma di contenimento dei costi, a una razionalizzazione, a una pianificazione più centralizzata che garantisca un'omogeneità di trattamento sul territorio, che sono princìpi assolutamente condivisi, ecco, non è garantita da questa formula, dal testo di questa legge nè dal contenuto degli emendamenti. Assolutamente! Gli emendamenti vanno soltanto nella direzione di accentrare il potere sulla Giunta, di esautorare il controllo che compete all'Assemblea legislativa e di sostituire il ruolo degli enti locali.
Dunque è una condotta inaccettabile, va contro il principio della partecipazione e del controllo reciproco degli organi regionali e purtroppo fa mal pensare su quelle che saranno le politiche abitative di questa Regione.
E' stato già detto più volte, ma va ribadito, che la politica abitativa così come gestita in termini di manutenzione, di programmazione e l'assenza di un piano di alienazione, non può caratterizzare la vita delle politiche abitative di questa regione, assolutamente, perché in questo modo arrivano le storture.
Nonostante otto mesi di lavori in Commissione, nonostante la discussione in Aula, nonostante il parere contrario del CAL, oggi assistiamo a un altro pacchetto di emendamenti della Giunta. Cioè la Giunta ha provato a rattoppare più volte una serie di errori passati e che si stanno protraendo anche oggi.
Ecco perché si dimostra una volta di più che questa maggioranza ha le idee confuse sulle politiche abitative, è costretta a rincorrere la Giunta, diventando di fatto complice di una condotta politica non solo disdicevole ma anche contraria agli interessi dei cittadini.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Perazzoli.
Paolo PERAZZOLI. Questo emendamento ha ovviamente un significato politico. Ed intervengo adesso per non riprendere la parola dopo.
La proposta nel suo insieme va nella direzione contraria ai documenti approvati dai partiti, quanto meno dal mio.
Una mia convinzione è che questa problematica andrebbe gestita a livello più basso, dai Comuni o magari a livello provinciale. E spero vivamente di non avere ragione. La problematica è così delicata, così complicata, in alcuni casi così drammatica, che un errore potrebbe essere esiziale.
Anche la questione del cda era una risposta che in qualche modo poteva garantire un minimo di partecipazione. Secondo me è sbagliato prevedere sempre di sostituire i momenti di partecipazione. In questi anni spesso hanno dato una pessima prova, in alcuni casi sono stati anche virtuosi, nell’affrontare i problemi vi hanno impegnato energie e passioni, a volte anche senza costi, mentre in altri casi è stato un sistema per sistemare gli amici degli amici con lauti compensi. Questa è la verità! Però anziché fare una riforma come dice Prodi con il bisturi si continua ad andare avanti in questo modo.
Detto questo, io sono un uomo di partito, e di questo ne sono orgoglioso, ma sto nel partito e nella maggioranza senza livrea, io porto la giacca, che cambio anche spesso, però non cambio mai partito, sto nel mio partito e lì faccio battaglia, ma so stare alla disciplina del mio partito.
Per queste ragioni non parteciperò al voto perché la mia coscienza e la mia convinzione porterebbe a un voto che andrebbe contro al mio modo di stare nel partito.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Binci.
Massimo BINCI. Ho letto sui giornali che questa è la proposta del Presidente Spacca. No, questa è la proposta che è uscita dalla Commissione. La Commissione ha lavorato, ha esaminato per capire se nel togliere i consigli di amministrazione poteva esserci un vulnus di democrazia.
Partiamo da un assunto. Cinque consigli di amministrazione, con almeno 5 componenti ognuno, sono 25 persone con uno stipendio. E’ inoltre una sovrastruttura dal punto di vista dei costi. Ed è pure una sovrastruttura per un altro motivo. Ossia, il Consigliere Zinni ha detto che noi facciamo da riferimento per i cittadini per tutte le problematiche legate all’edilizia residenziale pubblica. Ecco, secondo me, invece, la politica dovrebbe sottrarsi dal gestire questi aspetti, che sono propri di questo ente regionale che fortunatamente è rimasto ancora di diritto pubblico.
La questione fondamentale non era il fatto se dovessero rimanere i consigli di amministrazione – sia personalmente che come partito siamo favorevoli alla loro soppressione - , ma se ci fossero i livelli di partecipazione.
E i livelli di partecipazione sono quelli dei Comuni e della Provincia. I piani di edilizia residenziale pubblica sui bisogni della gente sono definiti dai Comuni insieme alla Provincia all’interno della costruzione dei piani d’ambito.
Il rimando ai Comuni delle competenze avrebbe basato la politica futura sul dato storico, cioè chi ha le case continua a gestire un patrimonio mentre gli altri rimangono fuori dalle politiche abitative.
In questa legge addirittura si è inserito secondo me un aspetto molto importante, quello del riequilibrio. Ovvero, una parte degli introiti degli affitti ecc. va alle Province che hanno proprietà, una parte va invece ridistribuita a seconda dei bisogni e delle trasformazioni abitative che ci sono sul territorio.
Quindi è una legge è positiva per diversi aspetti. Uno è la soppressione dei 25, come minimo, posti di potere, perchè senz’altro sono sovrastrutture create dalla politica nella gestione di tali questioni. Un altro è la partecipazione alla costruzione dei programmi di edilizia popolare dal basso, quindi dai Comuni ecc. Inoltre è stata introdotta la possibilità di riequilibrio sul territorio. Altro fatto è che l’Erap, in quanto ente di diritto pubblico regionale, è soggetto all’obbligo di dare tutte le informazioni ai Consiglieri regionali. Quindi non c’è sottrazione di competenze, anzi, tutti i partiti sono alla pari; prima solo chi aveva l’uomo dentro i consigli di amministrazione aveva accesso alle informazioni, adesso almeno c’è la partecipazione così come previsto dal diritto di accesso privilegiato dei Consiglieri.
Pertanto sono favorevole a questa legge, a cui anch’io in Commissione, insieme al Presidente Giancarli e agli altri componenti, ho dato un contributo, come pure favorevole è il giudizio del gruppo Sinistra Ecologia e Libertà.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Giancarli.
Enzo GIANCARLI. Intervengo per il rispetto che ho dell’Aula, dei colleghi che sono intervenuti, del Vicepresidente della Commissione. Proprio il Vicepresidente della Commissione, il collega Silvetti, faceva presente che apprendeva ora in Aula gli emendamenti che in parte sono anche le modifiche della legge stessa. Su questo ha ragione, ma qui siamo in presenza, come ricorderete, di una ferma volontà dell’Aula, era stato chiesto il rinvio in Commissione invece l’Assemblea, che è giustamente sovrana, ha deciso che non poteva essere che l’Aula ad assumere decisioni in materia senza ulteriori passaggi. E questo è un dato di fatto che ha sì un valore politico democratico ma che ha assunto anche un aspetto tecnico.
Il relatore di maggioranza Ricci la definiva una buona legge, anche perché si incastra dentro la legge 36, soprattutto agli articoli 5 e 7 quando stabilisce un forte ruolo di programmazione all’Assemblea legislativa e quando assegna alla Conferenza provinciale delle autonomie locali, ovvero a quel luogo della democrazia delle nostre comunità, perché è composta da tutti i Sindaci e dal Presidente della Provincia, le decisioni annuali riguardo le politiche abitative.
Al tempo stesso questa legge mantiene, articolandoli nella dimensione regionale, i presìdi tecnici, valorizzandone le competenze, non siamo infatti in presenza di un amministratore unico, a di uno dei direttori dei presìdi provinciali che in sintonia non soltanto a livello di dimensione, ma anche a livello di competenze tecniche, assume la direzione tecnica regionale.
Poi c’è anche l’aspetto legato alla consulta. Ci sono alcuni pareri. Ovviamente la consulta non la considero come elemento determinante però sicuramente è elemento importante di questa legge.
Nel rispetto e con il confronto pacato che intendo avere, come fatto in questi mesi, con il Consigliere Zinni, credo di poter dire che non siamo proprio in presenza di un neofeudalesimo del Presidente. Siamo semmai in presenza di percorsi di efficientamento che dobbiamo arricchire dal punto di vista democratico.
Voglio fare alcuni esempi. Sull’acqua siamo andati all’approvazione di una legge che assegna tutta la responsabilità, e quindi anche il potere decisionale, ai Sindaci, per cui alle comunità locali. Sui rifiuti abbiamo fatto la stessa cosa, superiamo anche qui i consorzi obbligatori, superiamo i consigli di amministrazione, e sono i Sindaci che assumono le decisioni. Sui parchi, come già ricordato, è stata fatta una legge che dà più forza al territorio.
Quindi io considero questa legge un percorso significativo sulla strada dell’efficienza. Però, come ho avuto modo di dire alcune settimane fa in quest’Aula, può anche non essere un punto di arrivo, perché sul piano delle autonomie locali e della democrazia dobbiamo tenere vivo un processo continuo, un processo che va in direzione della sussidiarietà, dell’autogoverno, dell’autorganizzazione, non dell’autoreferenzialità, questa legge non è affatto autoreferenziale.
E’ un pezzo significativo, dicevo, sulla via dell’efficienza, però manteniamo aperto quel processo continuo sulla strada della sussidiarietà e dell’autorganizzazione, che deve sempre significare un maggiore e più forte ruolo delle istituzioni locali.
Il collega Massi parlava di riproduzione della fine della Democrazia Cristiana. Io non sono mai stato iscritto al partito della Democrazia Cristiana, però dico con molta serenità e franchezza che la Democrazia Cristiana è stata un grande partito, e non soltanto perché ha governato l’Italia, ma perché è stato quel partito che insieme ad altri ha scritto le regole fondanti della democrazia italiana, di questa Repubblica nata dalla Resistenza.
Commemorazione in memoria delle vittime del terremoto in Emilia Romagna
PRESIDENTE. Perdonatemi, ma direi di interrompere un attimo la discussione, le notizie che arrivano dai luoghi del terremoto sono veramente gravi. Questa mattina nel modenese tra Carpi, Medolla e Mirandola ci sono state due grandi scosse e purtroppo le notizie parlano di un numero di morti che aumenta di ora in ora. Le vittime sono dieci e ancora non è un dato definitivo.
Quindi sospendiamo un attimo i lavori dell’Aula per esprimere con un minuto di silenzio la nostra solidarietà per quanto sta accadendo nelle zone del nord Italia.
(L’Assemblea legislativa osserva un minuto di silenzio)
Ripresa discussione sull’emendamento n. 3/1
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Bucciarelli.
Raffaele BUCCIARELLI. Credo, colleghi Consiglieri, che ci troviamo di fronte a un provvedimento che, insieme all’Ersu ed ad altri organismi di cui ha parlato prima di me qualcun altro, era un po’ la cartina di tornasole circa il riformismo di questa maggioranza.
Ebbene, se così è, bisogna prendere atto che è la sintesi di una maggioranza che non ha collante. Di questo, Presidente Spacca, ne deve prendere atto. Al di là di quello che appare, al di là dell’estetica, è la legge di Spacca, è la legge della Commissione, è la legge della maggioranza, la realtà è che su questa legge nell’ultima seduta dell’Assemblea legislativa avevamo votato contro un rinvio perché volevamo far venire alla luce le divisioni che c’erano all’interno della maggioranza, che appunto sono emerse chiare e nitide, ed oggi sta avvenendo la stessa cosa.
E’ vero che gli emendamenti in apparenza dovrebbero ricucire le diversità di vedute. Ed è forte la preoccupazione di far apparire questa maggioranza coesa, tanto è vero che gli emendamenti sono firmati da diverse forze della maggioranza. Ma la realtà è che questa maggioranza è divisa, e il Consigliere Perazzoli molto onestamente l’ha detto. E’ divisa non tanto sui costi della politica, sappiamo che ci sarebbero stati altri modi per ridurre i costi della politica mantenendo forte la presenza del territorio, e non tanto sul fatto dell’efficienza, perché se fosse stato questo il problema principale, vivaddio, la maggioranza avrebbe dovuto proporre all’Assemblea le modifiche della legge già molto tempo fa. La verità è che ormai si è sull’onda di una logica di centralismo e quindi avviene che si riducono gli spazi della democrazia.
Dopo possiamo condirla come vogliamo, come abbiamo sentito fare qua dentro, possiamo scomodare la Resistenza, ma la verità è che si riducono gli spazi della democrazia, così come…(…) Sì, scomodiamo anche la Democrazia Cristiana, o chi altro ci pare, per condire un provvedimento che è frutto a ribasso della sintesi di una maggioranza divisa. Questa è la realtà.
Ben altro, invece, sarebbe stato incentrare questo provvedimento in una logica, in una proposta di sviluppo delle politiche abitative che vedeva artefice la Regione, partendo, per esempio, da una scelta sull’edilizia residenziale pubblica. Noi discutiamo di quello che in parte è costruito, su quello che l’Erap andrà a vendere, e sappiamo che da quattro appartamenti venduti non riuscirà a costruirne neanche uno, ma di politiche attive in accordo con le Province e i Comuni la Regione non ne ha promossa nessuna.
Ecco, inquadrare un provvedimento di questo tipo in una logica, in una politica abitativa a largo raggio sarebbe stato un’altra cosa. Invece questa legge rinnega la volontà di decentramento.
Non so neppure io se sarà neofeudalismo o meno, ma di sicuro il potere per la sanità sappiamo che viene accentrato, per l’Ersu fortunatamente l’Assemblea legislativa ha tenuto, però il Presidente lo ha rimproverato perché incapace, secondo lui, di ammodernare, per cui di fatto tutto viene riformato secondo le proposte che aveva fatto la Giunta, di fatto si accentra sempre di più il potere.
Ed io credo che anche il ruolo recuperato con questo emendamento da parte degli enti locali essi stessi non potranno fare né più né meno che le comparse quando saranno chiamate a farle.
Ecco perché non voterò a favore di questa legge. Ripeto, è una legge che non esprime sicuramente la soluzione dei bisogni del territorio, esprime invece quelli di accentrare la volontà di gestione del potere.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Zaffini.
Roberto ZAFFINI. Continuerò il silenzio, oltre quel minuto che abbiamo fatto poco fa, dopo questo mio intervento non voterò più nessun articolo e neppure la legge.
Io sono coerente, sono stato eletto dai cittadini della mia provincia che anche per questo tema ci hanno dato il consenso.
Questo è uno dei temi fondamentali, per una famiglia la casa fa la differenza. In questo momento se fossi nei vostri banchi mi vergognerei di non essere ancora all’altezza di capire la situazione che si sta vivendo nel nostro territorio.
Parlare di consulte, di Erap unico, ovvero del contenitore, sicuramente è importante, ma ciò che a noi interessa è soprattutto a chi diamo la casa.
Possiamo fare un contenitore come vogliamo, e noi ovviamente siamo per l’autonomia locale, ma pensavamo che la proposta del CAL fosse la direzione giusta, invece vedo che qui c’è ancora il vizio di accentrare. Un vizio tutto italiano è quello di accentrare tutti i poteri a Roma e qui vediamo farlo anche nel nostro capoluogo.
Ci può stare un discorso sulla composizione e sulla gestione amministrativa, seppure il risparmio alla fine non è poi così eclatante, ma siamo comunque contrari a una imposizione che fa decidere tutto alla Giunta.
Ribadisco ancora una volta che non si tratta di campanilismo, è giustizia sociale. La situazione infatti è di estrema difficoltà. Soprattutto quei Sindaci che volessero in qualche modo dare un segnale ai nostri cittadini non ce la fanno, i parametri sono visibilmente castranti. I nostri Sindaci non riescono a far entrare gli italiani nelle graduatorie. Vedi ad esempio il punteggio che si dà per il numero dei figli. Se una famiglia occidentale fa quattro figli vuol dire che sta bene economicamente. Una famiglia italiana non mette al mondo dei figli sapendo che non ha un reddito. Sappiamo bene chi fa una marea di figli, non sono certo le famiglie italiane che al massimo hanno uno o due figli. (…) Sì, lo so che voi siete quasi più islamici! Anche nelle tendopoli di questo tremendo terremoto si scandalizzano perché qualcuno per errore dà loro spaghetti col ragù! Ma che gente è? Di chi ci stiamo riempiendo? E una vergogna! Noi stiamo dando la nostra sostanza, il contributo dei nostri anziani, ma poi siamo noi gli ultimi in questo territorio. Gli ultimi! E questa è la nostra benzina, oggi ci ridate le munizioni, altroché, cari miei! E noi non scompariremo, perché queste cose noi le diciamo per strada direttamente alla gente. Una casa ti impegna 25-30 anni di mutuo, i nostri ragazzi come faranno da qui in avanti? Siete proprio voi che parlate di precariato e quant’altro, poi questi sbarcano e adesso, porca miseria, gli diamo anche la cittadinanza! (…) Ma cosa c’entrano i diamanti, Consigliere! Quelli, che sono duecentomila euro, con lo stipendio che le danno qua se li potrebbe comprare anche lei!
PRESIDENTE. Consigliere Zaffini, per favore! La prego di concludere.
Roberto ZAFFINI. Ribadisco che esco da quest’Aula perché è veramente vergognosa. E’ vergognosa! (…)
PRESIDENTE. Consigliere Cardogna! Consigliere Cardogna!
Roberto ZAFFINI. Io sono stato eletto per difendere i nostri cittadini!
PRESIDENTE. Grazie Consigliere Zaffini. Ha la parola la Consigliera Ortenzi. (…) Consigliere Cardogna! Prego, Ortenzi
Rosalba ORTENZI. Intanto vorrei chiedere al Consigliere Zaffini se la domenica va a messa. Ma questa è solo una mia richiesta personale, è un fatto mio, che magari, Consigliere, le rivolgerò più tardi, però mi pare che anche lei a suo tempo presentò una mozione sul crocefisso. Per cui, ecco, un po’ più di rispetto del Vangelo e meno rappresentazione di quello che non serve! Perdonatemi, ma discorsi del genere non li avrei voluti di nuovo ascoltare su una questione che peraltro preoccupa moltissimo tutti.
Voglio ricordare, Consigliere Silvetti, di quando in IV Commissione votammo a dicembre del 2005 la legge 36 (c’erano colleghi come Comi e Capponi). Su questa legge lavorammo molto, ci furono tante criticità come pure una certa diversificazione di pensiero, ma non si arrivò mai a fare una becera, scusate l’aggettivo, discussione come quella fatta qui stamattina da parte di chi forse non vuol vedere e capire e che parlando alla pancia delle persone pensa di poter acquisire più credito. Mi auguro che i cittadini non arrivino a fare considerazioni sbagliate, ma penso proprio di no.
Questa legge ha avuto delle difficoltà – io non sono stata in Commissione, ma l’ho seguita comunque -, e queste difficoltà, oggi, vengono rappresentate come un grande problema all’interno della maggioranza. No, non è così, ritengo abbia avuto il suo tempo. Quello che sta facendo la Regione Marche – e non sto qui a fare l’avvocato difensore della Giunta - in altre Regioni non credo sia avvenuto, ovvero tutte queste accortezze nel tagliare i costi, e non solo degli emolumenti dei Consiglieri o per le auto blu ecc., ma soprattutto riguardo tutti quegli altri costi, di cui spesso ne parliamo in questa Assemblea, come quelli, ad esempio, degli enti partecipati della Regione, degli enti strumentali come Erap o Ersu, ecc..
Io per cinque anni sono stata presidente dell’Istituto case popolari di Fermo (che con la legge è diventato Erap provinciale della nuova provincia di Fermo), avevo il consiglio di amministrazione, che funzionava, per carità, c’era un consorzio regionale a cui partecipavano i cinque presidenti insieme ai sindacati più rappresentativi degli inquilini. Purtroppo, però, si lavorava con risorse molto esigue, risorse che man mano erano sempre più esigue fino ad arrivare a non aver più i trasferimenti da parte dello Stato. Voglio infatti ricordare che fino a pochi anni fa, anche con il precedente Governo, i trasferimenti da parte dello Stato per l’edilizia residenziale pubblica sono stati zero in modo assoluto.
Ecco, tutto questo ci deve far riflettere, ma dobbiamo farlo tutti quanti insieme, non possiamo addebitare alla Regione Marche il fatto che la questione della casa popolare non viene definita e affrontata nei termini giusti. Perché, insomma, non si potrà mai affrontare nei termini giusti perché sappiamo che comunque c’è il problema delle ristrutturazioni e dell’aiuto alle case popolari, che tra l’altro, a causa della crisi in atto, non possono nemmeno più essere messe in vendita.
Quindi ritengo dovremmo far corpo attorno ad un problema che, dopo quello del lavoro, è sicuramente di tutti, soprattutto delle nuove generazioni e, aggiungo, non soltanto degli italiani. Caro collega Zaffini, è vero che si potrebbe pensare che gli immigrati integrati nelle nostre comunità facendo le badanti o i bandanti oppure andando a lavorare nelle fabbriche occupano il posto che potrebbe essere invece dei nostri giovani, ma sappiamo bene che questo non è, perché talvolta i nostri giovani, purtroppo, non si attrezzano per fare certi lavori, così come avvenuto per tanti anni e che mi risulta ancora oggi non apprezzino particolarmente.
Questa legge avrà quindi il mio voto favorevole. Ritengo che anche le consulte siano una cosa opportuna. Secondo me non occorre fare uno sforzo ulteriore per cercare chissacché, credo che gli enti locali, quindi i Comuni e la Provincia e la Regione, ovviamente per la sua parte, si possano mettere insieme per poter pensare a un qualcosa di più e di diverso per affrontare il problema della casa.
Concludo ribadendo che rigetto il discorso fatto dal Consigliere Zaffini, chiedendogli di non farli più in un’Assemblea che mi pare quasi nella sua totalità non sia assolutamente d’accordo con quanto asserisce.
PRESIDENTE. Emendamento n. 3/1 del Consigliere Zinni. Lo pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa non approva)
Decadono quindi gli emendamenti n. 4/1, 4bis/1, 4bis/2, 5/1, 9/2.
Articolo 3. Lo pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa approva)
Articolo 4.
Emendamento n. 4/1 del Consigliere Zinni. Decaduto.
(L’Assemblea legislativa approva)
Emendamento n. 4/2 del Consigliere Canzian:
All'articolo 4 aggiungere il seguente comma:
“4 bis. L'incarico di direttore dell'ERAP Marche può essere conferito ad interim, in alternativa a quanto previsto dal comma 1, ad un dirigente della Giunta regionale senza riconoscimento di retribuzione aggiuntiva.”.
Ha la parola l’Assessore Canzian.
Antonio CANZIAN. Lo ritiro, Presidente.
PRESIDENTE. Emendamento n. 4/2. Ritirato.
Articolo 4. Lo pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa approva)
Emendamento n. 4 bis/1 del Consigliere Zinni. Decaduto.
Emendamento n. 4 bis/2 del Consigliere Zinni. Decaduto.
Articolo 5.
Emendamento n. 5/1 del Consigliere Zinni. Decaduto.
Articolo 5. Lo pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa approva)
Articolo 6.
Emendamento n. 6/1 del Consigliere Zinni. Decaduto.
Emendamento n. 6/2 del Consigliere Zaffini:
All'articolo 1, comma 2, dopo le parole “tra i dirigenti dell'ERAP Marche” aggiungere le seguenti: “provenienti dai medesimi presìdi”.
Lo pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa non approva)
Articolo 6. Lo pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa approva)
C’è un emendamento che introduce l’articolo 6 bis, però prima votiamo i subemendamenti ad esso presentati.
Subemendamento n. 6bis/1/1 del Consigliere Ricci, Malaspina, Eusebi, Perazzoli, Pieroni:
Il comma 2 dell’articolo 24 bis è sostituito dal seguente:
“2. Le consulte sono composte da sette membri di cui:
- un membro designato dalla provincia;
- quattro membri designati dalla conferenza provinciale delle autonomie;
- due membri designati dalle organizzazioni sindacali rappresentative degli inquilini.”.
Lo pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa approva)
Subemendamento n. 6bis/1/2 del Consigliere Ricci, Malaspina, Eusebi, Perazzoli, Pieroni:
Il comma 3 dell’articolo 24 bis è sostituito dal seguente:
“3. Le consulte sono costituite con decreto del Presidente della Giunta regionale per la durata della legislatura regionale.”.
Lo pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa approva)
Subemendamento n. 6bis/1/3 del Consigliere Ricci, Malaspina, Eusebi, Perazzoli, Pieroni:
Dopo il comma 7 dell’articolo 24 bis è aggiunto il seguente:
“7 bis. Ai componenti della consulta non spetta alcun compenso.”.
Lo pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa approva)
Emendamento n. 6 bis/1 del Consigliere Perazzoli:
Dopo I'art. 6 inserire il seguente:
“Art. 6 bis (Inserimento dell'articolo 25 bis nella l.r. 36/2005)
1. Dopo l'articolo 25 della l.r. 36/2005 è inserito il seguente:
Art. 24 bis (Consulte provinciali per le politiche abitative)
1. Sono istituite, presso ciascun presidio, le Consulte provinciali per le politiche abitative.
2. Le Consulte sono composte da undici membri di cui:
- un membro designato dalla provincia;
- otto membri designati dall'ANCI Marche scelti rispettivamente come segue:
- due membri in rappresentanza dei comuni con meno di 5.000 abitanti;
- due membri in rappresentanza dei comuni con un numero di abitanti compreso tra 5.001 e 15.000;
- due membri in rappresentanza dei comuni con un numero di abitanti compreso tra 15.001 e 30.000;
- due membri in rappresentanza dei comuni con più di 30.000 abitanti;
- due membri designati dalle organizzazioni sindacali rappresentative degli inquilini.
3. Le Consulte sono costituite con decreto del Presidente della Giunta regionale e durano in carica cinque anni.
4. Ogni Consulta è costituita se le designazioni pervenute consentono la nomina di almeno la maggioranza dei componenti, salve le successive integrazioni.
5. Le Consulte esprimono pareri e formulano proposte sugli atti di cui all'articolo 23, comma 1, lettere d) ed e) che interessano il territorio del presidio di appartenenza. La Giunta regionale e l'Assemblea legislativa regionale possono richiedere alla Consulta pareri in merito ad atti diversi.
6. I pareri indicati al comma 5 sono espressi entro quindici giorni dalla richiesta. Decorso inutilmente tale termine, i pareri si intendono favorevoli.
7. La prima riunione di ogni Consulta è convocata dal Presidente della Giunta regionale o suo delegato. Nella prima riunione ogni Consulta elegge il presidente e il vicepresidente.".
Lo pongo in votazione, così come subemendato.
(L’Assemblea legislativa approva)
Articolo 7. Lo pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa approva)
Articolo 8. Lo pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa approva)
Articolo 9.
Emendamento n. 9/1 del Consigliere Zinni. Decaduto.
Emendamento n. 9/2 del Consigliere Canzian:
AI comma 1 dell'articolo 9 dopo le parole "tra i direttori degli ERAP" aggiungere "o tra i dirigenti della Giunta regionale".
Ha la parola l’Assessore Canzian.
Antonio CANZIAN. Lo ritiro, Presidente.
PRESIDENTE. Emendamento n. 9/2. Ritirato.
Articolo 9. Lo pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa approva)
Articolo 10. Lo pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa approva)
Articolo 11 (Dichiarazione d’urgenza). Lo pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa approva a maggioranza dei componenti assegnati)
Coordinamento tecnico. Lo pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa approva)
Passiamo alle dichiarazioni di voto. Ha chiesto la parola al Consigliere Zinni, ne ha facoltà.
Giovanni ZINNI. Voterò contrario a questa legge perchè sostanzialmente è una grandissima presa in giro sia per gli utenti che per le istituzioni.
Fare un Erap unico regionale era un’ovvietà, quindi è giusto, trasformarlo in un organismo autoreferenziale e che ha rapporti diretti solamente con la Giunta è a dir poco indecente.
Qualcuno prima diceva che il Consigliere regionale non deve parlare con i cittadini che hanno problemi con l’Erap, i cittadini devono andare dalle istituzioni. Però molte volte i cittadini vanno dalle istituzioni, ma non hanno risposte, quindi tornano dai politici. Alcuni magari lo fanno per chiedere la via breve, quella del favorino, però ci sono anche quelli che lo fanno legittimamente per denunciare il mal funzionamento delle nostre amministrazioni. Ecco, noi dobbiamo rispondere alle persone, a quelle che ad esempio sono drammaticamente intimorite delle vergognose liste d’attesa che ci sono al CUP delle Marche; argomento che spero questa Assemblea prima o poi voglia affrontare concretamente, visto che per fare esami banali l’attesa è anche di un anno e mezzo o due, però poi se uno conosce qualcuno li fa anche in cinque minuti.
Per cui, ripeto, questa riforma è una grandissima presa in giro, non fa risparmiare un centesimo, non cambia il modello di governance, semmai, cari Consiglieri della maggioranza, cambia il modo di mascherarla.
Anche quando prima c’era un cda le nomine in maggior parte erano fatte dalla maggioranza, la governance era della maggioranza, ma per lo meno c’era più trasparenza.
Sono quindi molto deluso di vedere come tantissimi consiglieri si siano prestati a una simile imposizione che è veramente feudale, arcaica, direi quasi dittatoriale.
A questo proposito, oltre a dire che voterò contro, preannuncio che presenterò nelle prossime settimane una proposta di legge con la quale chiederò la chiusura dell’ente Erap con la sua liquidazione e il passaggio delle competenze e del patrimonio immobiliare alla Regione Marche, affinchè siano i dirigenti della Regione a preparare le pratiche e sia l’Assemblea legislativa a controllare e vigilare attentamente su ogni cosa.
Io non voglio far credere ai cittadini che ho il potere di controllare e di incidere sull’Erap, non mi presto a questo. Qui è peggio della prima Repubblica, siamo alle dittature liberali di inizio secolo - neanche il fascismo, non si può scomodare un periodo così complesso per così poco -, siamo in una fase in cui la politica la devono fare otto persone. Non-va-bene!
PRESIDENTE. Ha la parola l’Assessore Eusebi.
Paolo EUSEBI. Esprimo su questa legge il voto favorevole dell’Italia dei Valori.
Io ho l’impressione che ci sia un po’ di schizofrenia. Le osservazioni del collega Zinni sulla governance ideale ci trova completamente d’accordo, però devo denunciare un po’ di schizofrenia anche in lui.
In quest’Aula sulla legge sui parchi è stata data una cattiva prova, abbiamo perpetuato un sistema di potere che ha dato pessima prova di sé; altro che, Consigliere Massi, voler impedire il controllo dei locali, io lo lascio il controllo dei locali ma in un momento di emergenza, altro che costi della politica, sono i costi della mala gestione che sono importanti. Per cui se c’è stato chi non ha dato buona prova di sé bisogna far qualcosa affinchè cambi. Ecco, è questo il compito del legislatore regionale, ovvero cambiare un sistema che non ha funzionato.
Per i parchi non l’avete voluto fare. Per l’Erap sono d’accordo con il Consigliere Zinni quando dice che la strada ideale sarebbe stata, pur nell’ottica di un Erap unico regionale, fare un consiglio di amministrazione unico, ovviamente con presidente nominato dalla Giunta regionale o dall’Assemblea legislativa affinchè controlli, poi sul territorio la programmazione. Questa era la strada buona.
Però ora voglio vedere, e concludo, se su questa strada buona il collega Zinni ci seguirà per quanto riguarda l’Ersu oppure se ci sarà quello strano istituto della dimenticazio, che qui sembra aleggiare, per cui il presidente Solazzi ha fatto le nomine non ne parliamo più così si può andare avanti come prima, e quindi i soldi degli studenti marchigiani e delle famiglie marchigiane continueranno ad essere buttati nel pozzo senza fondo delle burocrazie dell’Ersu, alla faccia del diritto allo studio soprattutto delle classi meno abbienti.
Allora, chi ha dato cattiva prova di sé questa è proprio una prova - e mi dispiace che in questo momento non ci sia il Consigliere Badiali che mi aveva detto: “se sa qualcosa vada alla Procura della Repubblica”, ecco, sto provvedendo, gliene manderò una copia per conoscenza -, questa schizofrenia che ho visto nel collega Zinni spero non si ripeta quando avverrà la discussione, se mai avverrà, sugli Ersu. (…)
PRESIDENTE. Consigliere Zinni, per favore! Consigliere Zinni! Ha la parola il Consigliere Silvetti.
Daniele SILVETTI. Difficilmente entro sul personale, anzi, quasi mai, però quando si parla di schizofrenia dai banchi della Giunta e chi fa queste dichiarazioni è anche il Presidente di un Gruppo consiliare, bèh, la misura è proprio colma. Lei è Assessore con deleghe, che peraltro ancora non si sono capite, è Presidente di un Gruppo consiliare, è Consigliere regionale, insomma, se la canta e se la suona. Per cui, ecco, in termini di schizofrenia in questa Assemblea stiamo arrivando a dei livelli incredibili.
Detto questo, vado alla cosa importante che più ci interessa.
Dichiaro intanto, facendolo a nome di Futuro e Libertà e di Azione Marche, quindi anche dei colleghi D’Anna e Marangoni, che siamo assolutamente contrari.
Gli emendamenti presentati secondo noi sono addirittura peggiorativi di una proposta di legge che già di per sé affosserà le politiche abitative di questa regione.
Come è stato appena accennato, si fa un pessimo servizio ai cittadini e si peggiora il tasso di trasparenza di un ente.
Un ente che secondo me non deve essere abolito, assolutamente, anzi, deve essere potenziato. Per esperienza personale so che l’Erap svolge una funzione sociale fondamentale, che nemmeno la Regione può sostituire, non ha gli strumenti, non ne avrebbe la capacità, non ha il ruolo istituzionale e politico.
Però, cari colleghi, la proposta di legge che oggi andiamo a votare di fatto delega tutti i poteri alla Giunta, al Presidente, non avremo più possibilità di controllare in modo sistematico, certosino, un meccanismo così sensibile e importante.
Mi rivolgo quindi ai colleghi della maggioranza di riflettere attentamente su quello che oggi andiamo a votare. Voi sapete che prima di approvare l’ultimo atto amministrativo con l’aumento dei canoni la Regione Marche ha tirato fuori più di 2 milioni e mezzo di euro per far fronte alle spese di manutenzione che gli Erap non erano in grado di sostenere da soli. Ebbene, noi non sappiamo come sono stati gestiti questi fondi. E nonostante questo grave fatto, quello appunto di non sapere come sono stati utilizzati questi fondi, abbiamo una manutenzione degli alloggi Erap che fa schifo, che non rende giustizia alla stessa funzione sociale degli Erap e degli alloggi popolari. Ci sono tante famiglie che vivono sempre più, con la consapevolezza dei Comuni, in abitazioni inidonee, inadeguate. E’ un fatto gravissimo. Gravissimo! In questo momento gli Erap stanno assegnando alloggi che sono inidonei e lo scrivono: “Caro signore, lei è assegnatario, è arrivato in una buona posizione in graduatoria…
PRESIDENTE. Scusi, Consigliere, ma c’è una confusione infinita! Per cortesia, chi non è interessato vada fuori! Prego, Consigliere Silvetti.
Daniele SILVETTI. Grazie Presidente. “per cui, caro cittadino, o accetti questo alloggio oppure passiamo avanti”. Questo è il ricatto che fanno i Comuni, che naturalmente sono costretti a farlo vista appunto l’inadeguatezza degli alloggi popolari.
E’ questa la gravità che doveva essere fronteggiata, che poteva essere in qualche modo fronteggiata se ci fosse stato il potenziamento della trasparenza in questi processi. Però questo non lo si vuole, si sta invece delegando tutto di fronte a una politica di verticismo, che, ripeto, penalizza l’Assemblea legislativa, ma, peggio ancora, i territori.
Per questo vi chiedo di riflettere ancora un attimo, di valutare seriamente se votare a favore di questa proposta che è deficitaria da vari punti di vista.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Ricci.
Mirco RICCI. Questa proposta di legge noi la voteremo, non c’è il minimo dubbio.
Volevo solo riprendere un aspetto perché il dibattito in quest’Aula non rende almeno giustizia, secondo me, al lavoro del mio Gruppo, di questa maggioranza.
Non si può dare una valutazione né neocentralista né poco attenta alle riforme. Non è così.
Sull’Erap certamente c’è stata una mediazione difficile fra mantenere nel territorio le competenze e trovare forme di armonizzazione regionale delle politiche abitative, con passaggi che portano anche all’individuazione di un direttore unico, seppure fra i cinque direttori presenti. Però abbiamo dato prova di estrema attenzione rispetto ad altre materie che abbiamo da poco legiferato in quest’Aula, i rifiuti, le risorse idriche, i parchi, la stessa riforma socio-sanitaria che ancora non trova puntualmente un equilibrio fra Asur e Aree vaste ma che tuttavia costruisce un sistema organizzativo che tenta di mantenere in equilibrio il territorio senza centralizzare troppo in Regione.
Quindi il passaggio, anche opinabile, come quello della riforma dell’Erap, non ci può far dire ad ogni piè sospinto che questa Giunta non è sensibile all’idea delle riforme o che tenta di neocentralizzare i poteri degli enti locali. Non è così.
Auspico casomai in un prossimo futuro che rispetto al tema della riforma complessiva degli enti locali e delle nuove province ci sia la forza di mantenere ente per ente competenze specifiche, sussidiarietà e rispetto dei territori.
Se invece si vuole generalizzare solo perché sull’Erap non abbiamo condiviso la proposta di oggi, ecco, possiamo anche discutere, ma non è quello che dà il quadro, il taglio della politica riformatrice di questa maggioranza.
Sono convinto anch’io, come il collega oggi Assessore, che saluto con molto favore, Paolo Eusebi, che potevamo fare meglio anche sugli Ersu. Ho tentato personalmente, il mio Gruppo l’ha fatto fino alla fine, di mediare escludendo i cda, ma non ci siamo riusciti. E quando le mediazioni falliscono si fa sempre un passo indietro. Quindi in quel caso non è responsabile la Giunta, lo sono un po’ tutti coloro non hanno saputo raggiungere una sintesi ottimale per avere il senso della riforma di un ente e non dello status quo.
PRESIDENTE. Ha la parola, a termine della discussione, l’Assessore Canzian.
Antonio CANZIAN. Solo per esprimere alcune considerazioni, innanzitutto per alcuni ragionamenti fatti dai colleghi Consiglieri della minoranza che francamente un po’ mi sorprendono e in parte mi sconcertano perché sottintendano una sottovalutazione di ciò che è accaduto, che accade, che sta per accadere in questo Paese.
Credo che, seppure nella sua piccola valenza, lo spirito che ha animato e anima questa proposta di legge della Giunta regionale è quello di aver voluto interpretare un’esigenza fortissima che viene innanzitutto dai cittadini, ovvero quella di semplificare l’organizzazione, l’architettura, e non solo degli enti di secondo grado ma anche l’architettura istituzionale di questo nostro Paese.
Per cui ascoltare concetti, rispettabilissimi, che dicono che il legame, la rappresentanza dei territori è legata alla presenza dei consigli di amministrazione, francamente mi sorprende non poco, non credo sia quello il livello di rappresentanza a cui fanno riferimento i territori.
Per una lettura superficiale o magari per una lettura di parte alcuni hanno sostenuto che questa proposta di legge rappresenta una centralizzazione delle funzioni in tema di politiche abitative. Ecco, questo concetto – degli altri possiamo discuterne - è davvero insostenibile. Le funzioni e i ruoli dei Comuni e delle Province in questa proposta di legge vengono mantenuti intatti così come previsti dalla legge 36/2005.
Quello che viene meno è l’organizzazione periferica degli Erap, che in questi anni hanno avuto alcuni limiti. Il primo limite è quello di non aver assicurato un livello omogeneo su tutto il territorio regionale dell’applicazione delle politiche abitative.
Il Consigliere Silvetti faceva riferimento a un programma di dismissione degli alloggi di edilizia residenziale che poi possa garantire un reinvestimento delle risorse. Ebbene, sul territorio regionale le cinque Province hanno applicato un programma di dismissioni che tuttora zoppica che tuttora non è in grado di procedere. Quindi questa è un’esigenza reale, è uno degli obiettivi che dobbiamo prefiggerci di qui ai prossimi anni.
La semplificazione dell’organizzazione di un ente strumentale della politica regionale come l’Erap attuale unico viene mantenuta intatta. Quindi sono davvero sorpreso che tutto, o quasi tutto, si concentri sulla presenza o meno di uno o di cinque consigli di amministrazione.
L’emendamento approvato che istituisce una sorta di consulta, che comunque dà rappresentanza, come richiesto a gran voce – anche se dal mio modesto punto di vista non era necessario –, che ripristina una sorta di ascolto da parte dei territori, può essere un passo avanti rispetto alle critiche a cui prima facevo riferimento.
Ritengo dunque che questa proposta di legge sia interprete di due esigenze fondamentali. La prima è finalizzarsi ad un risparmio di risorse. Per cui, guardate, risparmiare circa 300 mila euro l’anno in termini di membri di consigli di amministrazione e dei quattro su cinque revisori dei conti è un’esigenza sicuramente importante da sottolineare. Ma quello che più mi preme sottolineare è che le funzioni degli Erap rimangono sostanzialmente immodificate rispetto alla legge 36. Anzi, al contrario, si andrà verso una razionalizzazione di alcuni ruoli, di alcune funzioni; si pensi, ad esempio, alla razionalizzazione dei servizi erogati, l’unificazione dei servizi tecnici o dei servizi elaborazione dati che attualmente non era possibile praticare, la gestione del personale.
Questa proposta di legge nella forma che ci accingiamo ad approvare è un provvedimento importante. E’ una proposta di legge che va incontro alle esigenze dei cittadini, ma soprattutto alle esigenze di esplicare e di esplicitare una funzione, perché, ecco, forse noi siamo molto più preoccupati dei contenitori che dei contenuti.
Pertanto quello che a me preme è mantenere intatta la funzione e con questa proposta di legge tutto ciò è perfettamente conseguito.
PRESIDENTE. Proposta di legge n. 133, così come emendata. La pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa approva)
Proposta di legge regionale n. 183
ad iniziativa della Giunta regionale
“Modifiche alla legge regionale 20 giugno 2003, n. 13 “Riorganizzazione del Servizio sanitario regionale”
(Discussione e votazione)
PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca la proposta di legge n. 183 ad iniziativa della Giunta regionale. Ha la parola il relatore di maggioranza Consigliere Comi.
Francesco COMI. Questa modifica riguarda soprattutto due articoli, l’articolo 6 e l’articolo 9 della legge 13. Non si tratta di un atto rivoluzionario che incide profondamente sull’assetto organizzativo, si tratta solo di correzioni necessarie per rendere più efficace la legge.
Il primo articolo modifica l’articolo 6 della legge 13. Nel definire i dipartimenti in cui è organizzata l’area vasta si è trascurato di censirne uno, quello delle dipendenze patologiche. Per cui con questa modifica introduciamo all’articolo 6 tra i dipartimenti menzionati anche quello delle dipendenze patologiche. Seppure questa omissione non ha determinato né determinava alcun problema, perché l’atto aziendale era di per sé sufficiente per colmare questo vuoto. Di fatto l’atto dell’Asur poteva compensare il vuoto legislativo senza nessuna preoccupazione.
Inoltre con questa modifica si approfitta anche per chiarire il ruolo strategico del dipartimento delle dipendenze patologiche, cioè diventa luogo per la cooperazione del dipartimento, gli ambiti sociali, i soggetti ausiliari accreditati, il terzo settore.
La seconda correzione riguarda i distretti e gli ambiti sociali. Abbiamo stabilito che la Giunta entro 45 giorni dall’entrata in vigore avrebbe dovuto individuare, su proposta del direttore dell’Asur e sentito il parere obbligatorio della Commissione, i 13 distretti in cui andava semplificata l’organizzazione sanitaria. E abbiamo detto, oltre a questo tempo e a questo numero, che a ciascun distretto avrebbe coinciso un solo ambito. Chiaramente questa regola trovava un’eccezione, gli ambiti, per esigenze di integrazione sociosanitaria, potevano anche rimanere gli stessi mantenendo inalterati i costi.
Ma in questa applicazione abbiamo trovato un problema, esso riguarda quegli ambiti che non coincidono con un distretto e neppure con l’area vasta, ma che si sovrappongono sia ai distretti con i quali dovrebbero coincidere, sia con le nuove aree vaste. È il caso specifico di un ambito territoriale che attraversa i distretti di Ascoli e di Fermo e che attraversa le due aree vaste. Questa sovrapposizione ha reso e rende più difficile il percorso di semplificazione.
Quindi, mantenendo il principio che i distretti dovranno essere 13 e che dovranno coincidere con gli ambiti, salvo le eccezioni che conosciamo, abbiamo stabilito con questa proposta - proposta che ha il parere unanime dell’Anci, del Cal, del Crel e ha raccolto pareri e sollecitazioni ampie dentro l’Assemblea legislativa - che per addivenire a questa sintesi negli ambiti che si sovrappongono alle aree vaste ci si prende tutto il tempo che serve ovvero fino al 31 dicembre 2015. Per cui nessuna fretta ma tutto il tempo che occorre per arrivare alla sintesi migliore.
Presidenza del Vicepresidente
Giacomo Bugaro
PRESIDENTE. Ha la parola il relatore di minoranza Consigliere D’Anna.
Giancarlo D’ANNA. Una cosa è certa, che tra Crel, Cal, dipartimenti, unità operative, modifiche come quella che andiamo a fare oggi e riorganizzazione, poi le liste di attesa rimangono sempre lì.
Sulla sanità ci stiamo lavorando da tantissimo tempo però poi problemi reali non vegnono mai risolti. L’unica costante è che continuiamo a dire che la nostra sanità è una delle migliori in Italia. Se però parliamo con la gente, che deve attendere mesi o anni per avere un esame, si può ben capire che le cose non stanno esattamente così.
E l’atteggiamento non è nemmeno cambiato in queste settimane per quanto riguarda i provvedimenti che si stanno prendendo per le aree vaste.
Penso che più che una riorganizzazione questa sia ancora una volta un atto non chiaro.
E’ un testo che nella premessa sembra sia motivato per regolare le unità operative delle dipendenze patologiche, però poi all’articolo 1 in pratica si rivoluziona tutta la sanità, dal dipartimento di prevenzione, che non è mai citato nella premessa, ai dipartimenti ospedalieri anch’essi mai citati.
Ad esempio per i dipartimenti ospedalieri, calandomi nella realtà che conosco un po’ meglio ovvero quella della provincia di Pesaro Urbino, di quale ospedale si parla? Le aziende sono incluse o meno? Questo non è chiaro.
Riguardo il dipartimento di prevenzione, vista la possibilità di poter rivedere l’organizzazione, che è bene ricordare è ormai vecchia di venti anni, si sarebbe potuto creare un serio gruppo di lavoro per rimodulare l’organizzazione a un modello più consono agli attuali bisogni di salute della popolazione.
Il dipartimento di prevenzione, infatti, è fermo al decreto legislativo del 1992, evidentemente oggi le problematiche sono molto diverse.
Nella premessa si parla anche di ambito sociale, ma non c’è alcuna motivazione alla riorganizzazione degli altri dipartimenti. Non è allora il caso che la premessa contenga le motivazioni della riorganizzazione dei dipartimenti di prevenzione e di quelli della salute mentale?
Relativamente invece all’articolo 2 chiedo: a chi competerà stabilire come dovrà essere l’articolazione interna e quali saranno i tempi? Per la diversa articolazione interna ci dovrà essere un nuovo atto della Regione o sarà fatta ancora una volta una determina dell’Asur (una di quelle determine che poi è sempre difficile avere)?
Pertanto ancora una volta si è persa l’occasione per riorganizzare, se a questo punto sarà possibile, tutto quel marasma di informazioni e di cose che si incrociano, che poi rendono tutto di difficile lettura, ma non solo per gli addetti ai lavori, ciò si ripercuote anche sui servizi o disservizi che i cittadini continuano ad avere.
Per questo motivo il mio giudizio è negativo, quindi dichiaro, come Azione Marche ed anche a nome degli altri colleghi di Futuro e Libertà e di Popolo e Territorio, che anche il voto sarà negativo.
PRESIDENTE. Non ci sono richieste di intervento quindi passiamo alla votazione.
Articolo 1. Lo pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa approva)
Articolo 2.
Emendamento n. 2/1 della Consigliera Foschi:
Alla fine del comma 1 sopprimere le parole “e ricadenti all’interno di più aree vaste”.
Lo pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa non approva)
Articolo 2. Lo pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa non approva)
(proteste in Aula per l’esito del voto)
PRESIDENTE. Signori, scusate! Bèh, ora vi faccio sfogare poi quando avrete finito parlerò! Allora…però, scusate! Scusi, Assessore Marconi, c’è un Presidente, lei faccia l’Assessore! Stavo dicendo che l’Assessore Giannini è fisicamente in Aula però non risulta tra i votanti. Allora siccome sono imparziale, e come altre volte avvenuto, vedi l’esempio di quando magari il Consigliere Trenta dice “non mi ha preso, metta a verbale che ho votato a favore”, ecco, io chiedo “come vota il Consigliere Giannini? (…) Bene, l’articolo 2 è approvato. Inoltre anche il Consigliere Latini, che è davanti a me, vota a favore. È inutile fare le polemiche quando non c’è da farle!
Articolo 2.
(L’Assemblea legislativa approva)
Passiamo alle dichiarazioni di voto. Ha chiesto la parola l’Assessore Marconi, ne ha facoltà.
Luca MARCONI. Grazie Presidente, chiedo scusa, però vorrei semplicemente precisare, al di là del tifo su una legge che debba o non debba passare, che è sorprendente non comprendere – lo dico soprattutto al relatore di minoranza, che ha dimostrato grande sensibilità in altre occasioni, c’è una mozione, che non siamo mai riusciti a discutere, Consigliere D’Anna, proprio sulle dipendenze – che questo è un fatto puramente tecnico. E’ una dimenticanza, come ha spiegato bene il Presidente della Commissione, che viene recuperata attraverso questo tipo di intervento. La legge 13, infatti, non prevedeva il dipartimento per le dipendenze patologiche. Dipartimento che oggi lavora – questa è la sua preoccupazione - soprattutto con gli ambiti territoriali sociali con dei vasti programmi, parliamo di 2 milioni e mezzo di interventi, che ci fa Regione leader in questo settore, soprattutto per quanto riguarda la prevenzione delle dipendenze. E non stiamo parlando soltanto della droga, ma anche delle otto dipendenze sulle quali stiamo lavorando con campagne specifiche in collaborazione con le Prefetture, le Province e i Comuni.
Nel secondo articolo, come è stato spiegato, si prevede per soli tre anni, cioè per un tempo limitato, la possibilità per questo ambito tagliato a metà tra l’area vasta di Fermo e l’area vasta di Ascoli Piceno di completare il percorso e di adeguarsi a tutti gli altri.
È quindi una cosa assolutamente mite, per cui credo che Assemblea legislativa non possa che trovare un consenso unanime.
PRESIDENTE. Coordinamento tecnico. Lo pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa approva)
Proposta di legge n. 183. La pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa approva)
Proposta di legge regionale n. 181
ad iniziativa della Giunta regionale
“Modifiche alla legge regionale 23 febbraio 2005, n. 6 - Legge forestale regionale”
Proposta di legge regionale n. 174
ad iniziativa dei Consiglieri Bucciarelli, Giorgi
“Modifiche ed integrazioni alla legge regionale 23 febbraio 2005, n. 6 - Legge forestale regionale”
(Discussione e votazione)
PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca la proposta di legge n. 181 ad iniziativa della Giunta regionale e la proposta di legge n. 174 ad iniziativa dei Consiglieri Bucciarelli, Giorgi, abbinate. Ha la parola il relatore di maggioranza Consigliere Traversini.
Gino TRAVERSINI. La proposta di legge n. 181 è di fatto una modifica della legge regionale 6/2005, la legge forestale regionale.
L’atto riunisce due proposte di legge, una ad iniziativa della Giunta l’altra ad iniziativa dei Consiglieri Bucciarelli e Giorgi. Entrambe convergevano nel cercare una nuova definizione dei castagneti da frutto in modo da assimilarli alla SAU (superficie agricola utilizzabile). Questo dà la possibilità ai castagneti, pur mantenendo le tutele e la disciplina europea, di diventare oggetto di piani e politiche particolari di sviluppo rurale. E quindi di fatto la possibilità di finanziamento.
È dunque una possibilità di rilancio di questa importante cultura per il territorio, che in alcune parti della regione Marche è importante anche per lo sviluppo del settore agricolo.
La legge si compone di due articoli. Il secondo prevede l’obbligo da parte delle Comunità montane del censimento dei castagneti, fondamentale per la Regione Marche per attuare una giusta politica di programmazione e valorizzazione di questo settore.
Oltre all’approvazione da parte della Commissione questa proposta di legge ha avuto anche l’approvazione del CAL.
PRESIDENTE. Ha la parola il relatore di minoranza Consigliere Bucciarelli.
Raffaele BUCCIARELLI. Nel merito c’è poco da aggiungere se non una considerazione generale.
Esprimo la soddisfazione per aver posto un problema all’ordine del giorno dell’Assemblea legislativa, tanto è vero che la proposta di legge, sottoscritta come primo firmatario da me e poi dalla Consigliera Giorgi, è antecedente a quella della Giunta.
Abbiamo quindi posto un problema serio. La Giunta finalmente si è accorta che c’era bisogno di questo intervento per rendere giustizia a coloro che coltivano i castagni.
L’iter è stato abbastanza veloce. In Commissione si è avuta l’unanimità . Per cui, ripeto, esprimo soddisfazione per aver concorso ad aiutare, almeno in parte, tutti quegli agricoltori che non vedevano riconosciuti quelli che secondo me sono loro diritti.
PRESIDENTE. La discussione è aperta. Ha la parola il Consigliere Latini.
Dino LATINI. Solo un brevissimo intervento. Associandomi ai Consiglieri che mi ha preceduto segnalo la bontà di questa proposta di legge di modifica della legge regionale n. 6/2005, per tre aspetti sostanziali.
Il primo è che si va a toccare un enunciato della Cassazione del 2007 che tende a mantenere e sviluppare l’ambito di utilizzazione del territorio per la castanicoltura, che appunto fino a quella sentenza non era tutelata, anche se di fatto molte Regioni si erano indirizzate in tal senso. Non a caso altre Regioni hanno legiferato e programmato in maniera analoga a quella che oggi andremo a votare. Ovvero sulla assegnazione e tutela dei castagneti da frutto condotti dai proprietari e dai gestori, concedendo così anche aiuti di carattere comunitario perchè facenti parte della SAU, seppur mantenuti nell’ambito della tutela ambientale e forestale.
Infatti il secondo aspetto è proprio questa capacità di introspezione violando una tema fondamentale, quello della tutela ambientale e forestale che per tanti decenni è stata una sorte di oasi impenetrabile per ogni tipo di attività, che invece con l’avvio della castanicoltura, organizzata dal punto di vista legislativo come in questo modo, va ad essere toccata. Ma toccata per essere utilizzata a maggior ragione per un vincolo idrogeologico dei soprassuoli e per tutelare le destinazioni antropiche interessate, e allo stesso tempo per valorizzare il territorio rurale e il mantenimento di un tessuto socioeconomico vitale nelle aree interne e a quelle ad esse collegate.
L’altro aspetto che voglio segnalare è che proprio la soppressione delle coltivazioni intensive e meccanizzate nei castagni nelle Marche porta a definire i panorami dimensionali adeguati a una situazione concreta. Tant’è che il lavoro compiuto dalla Commissione di aggiunta e di potenziamento dell’unico articolo del testo proposto è il frutto non solo della Commissione stessa, ma anche della capacità di aver accolto le istanze maggiori di coloro che vivono di questa situazione, di coloro che intendono utilizzare il bosco, così come definito dalla legge regionale 6/2005 e in particolar modo dal comma 1 dell’articolo 2, in grado di dare frutti valorizzativi del territorio stesso.
L’ultimo aspetto che voglio sottolineare è la capacità di aver inserito finalmente questo territorio, cioè i castagneti da frutto catastalmente classificati, anche attraverso l’utilizzo delle pratiche agronomiche assimilate alle superfici agricole utilizzate. E’ veramente un passaggio fondamentale non tanto per una semplificazione quanto per una chiarificazione di quelle che sono le potenzialità sostanziali ed anche formali di questa attività. Una attività che sempre di più in futuro potrà essere un settore fondamentale anche per la regione Marche.
PRESIDENTE. Non ci sono altri iscritti a parlare quindi passiamo…(…) Prego, Consigliere Cardogna.
Adriano CARDOGNA. Presidente, ritiro, anche a nome dei Presidenti dei Gruppi assembleari di maggioranza, gli emendamenti nn. 1 bis/1, 1bis/2 e 2/4, perché andranno a far parte di un provvedimento più organico.
PRESIDENTE. Bene. Se non ci sono altre richieste di intervento passiamo alla votazione.
Articolo 1.
Emendamento n. 1/1 del Consigliere Marangoni:
Al comma 1 bis dell’articolo 2 della l.r. 6/2005 così come inserito dal comma 3 dell’articolo 1, dopo le parole “e ricorrenti, sono assimilate” sono aggiunte le parole: “esclusivamente ai fini della presente legge”.
Ha la parola il Consigliere Marangoni.
Enzo MARANGONI. Molto brevemente, e magari illustro anche gli altri.
Io sono d’accordo sulla filosofia di questa proposta di legge, tanto è vero che ho portato alcuni emendamenti volti al sostegno delle politiche di questo settore forestale, agronomico ecc., però direi di non allargarci troppo. Ed ecco lo scopo di questo emendamento
In questo emendamento ho indicato semplicemente le parole “esclusivamente ai fini della presente legge”, ovvero per specificare che l’assimilazione alle superfici agricole utilizzate vale solo per questa legge e non per altri scopi.
PRESIDENTE. Emendamento n. 1/1. Lo pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa non approva)
Emendamento n. 1/2 del Consigliere Marangoni:
Al comma 3 dell’articolo 1 è inserito il seguente:
“1. quater. La Giunta regionale, entro centottanta giorni dall’entrata in vigore della presente legge, adotta politiche di sostegno per:
a) l’associazionismo tra produttori nell’ottica di uina integrazione economica tra soggetti della filiera intesa anche come risorsa forestale multifunzionale;
b) la tutela dei castagneti dai danni da cinghiale a carico delle castagne e dei marroni nonché delle radici colpite dalle attività di scavo.”.
Lo pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa non approva)
Articolo 1. Lo pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa approva)
Emendamento n. 1 bis/1 dei Consiglieri Cardogna, Ricci, Eusebi, Latini, Malaspina, Pieroni. Ritirato.
Emendamento n. 1 bis/2 dei Consiglieri Cardogna, Ricci, Eusebi, Latini, Malaspina, Pieroni. Ritirato.
Articolo 2.
Emendamento n. 2/1 del Consigliere Marangoni:
Alla lettera e) del comma 1 dell’articolo 2 dopo le parole “e fitosanitario” sono aggiunte le seguenti: “accertati tramite perizia asseverata di tecnico forestale o agronomo iscritto all’albo o parere del Servizio fitosanitario regionale.”.
Ha la parola il Consigliere Marangoni.
Enzo MARANGONI. A dire il vero mi ha sorpreso la bocciatura della maggioranza del primo emendamento. Attenzione, perché il dubbio che qualcuno faccia il furbetto, avendo bocciato quell’emendamento, mi sta convincendo sempre di più. Ce l’avevo, è per quello che ho fatto quell’emendamento, ed ora l’avete bocciato. Ecco, qualche volta a pensare male si fa peccato ma qualche volta ci si indovina. Spero che non sia così nell’applicazione pratica, comunque lo verificherò.
Con questo emendamento n. 2/1 dico sostanzialmente che ci deve essere l’accertamento tramite perizia asseverata di tecnico forestale o agronomo iscritto all’albo o parere del Servizio fitosanitario regionale. Perché questo? Perché è importante che venga ben definito, o da un libero professionista o addirittura dal Servizio fitosanitario regionale, lo stato vegetativo del castagneto e lo stato fitosanitario. Questo è molto importante. Fra l’altro faremmo lavorare anche qualche agronomo o qualche forestale, ma questo è il secondo obiettivo, il primo è la serietà di quello che stiamo facendo.
Proprio perché ci sono malattie legate anche a parassiti è importante che non ne approfittiamo per fare i furbi anche in questo caso.
PRESIDENTE. Emendamento n. 2/1. Lo pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa non approva)
Emendamento n. 2/2 del Consigliere Marangoni:
Al comma 1 dell’articolo 2 dopo la lettera e) è aggiunta la seguente:
“e bis) anno di inizio delle pratiche agronomiche continuative e ricorrenti, di cui al comma 1 bis dell’articolo 2, appositamente certificato”.
(L’Assemblea legislativa non approva)
Emendamento n. 2/3 del Consigliere Marangoni:
Al comma 1 dell’articolo 2 dopo la lettera e) è aggiunta la seguente:
“e bis) modalità di gestione e relativi piani colturali”.
(L’Assemblea legislativa non approva)
Emendamento n. 2/4 dei Consiglieri Cardogna, Ricci, Eusebi, Latini, Malaspina, Pieroni. Ritirato.
Coordinamento tecnico. Lo pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa approva)
Proposta di legge n. 181. La pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa approva)
Proposta di atto amministrativo n. 43
ad iniziativa della Giunta regionale
“Piano per le attività cinematografiche anno 2012. Legge regionale 31 marzo 2009, n. 7”
(Discussione e votazione)
PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca la proposta di atto amministrativo n. 43 ad iniziativa della Giunta regionale. Ha la parola la relatrice di maggioranza Consigliera Giorgi.
Paola GIORGI. Vorrei puntualizzare le cose più importanti di questo piano per le attività cinematografiche dell’anno 2012. Voglio partire rimarcando il ruolo della nuova Fondazione Marche Cinema Multimedia nata qui nelle Marche così come stabilito dal piano dello scorso anno.
Il piano prevede il finanziamento di 600 mila euro, alla Fondazione Marche Cinema Multimedia vanno 250 mila.
Le attività previste della nuova Fondazione sono innanzitutto quelle di espletare la Funzione di Film Commission con:
1) assistenza e sostegno alla produzione cinematografica nazionale ed internazionale;
2) assistenza e sostegno alla produzione regionale;
3) promozione nazionale ed internazionale delle produzioni e la loro circuitazione, un'azione che la Fondazione svolge in collaborazione con il Servizio internazionalizzazione;
4) attività di consulenza per progetti di sostegno all’esercizio, cioè all’attività delle sale cinematografiche anche attraverso il sostegno alla digitalizzazione delle sale cinematografiche. Questa particolare azione è attivata grazie ai fondi comunitari nell'ambito del POR FESR 2007-2013, quindi possiamo accedere a fondi europei per l’ammodernamento delle nostre sale cinematografiche.
Volevo dare un dato. Nella nostra regione nel 2011 abbiamo una percentuale di schermi digitalizzati pari al 28,50%. E’ un dato in linea con le percentuali europee.
Ritengo che I'azione della Fondazione Marche Cinema Multimedia sia prioritaria nell'ambito dello sviluppo delle attività cinematografiche della regione, perché le produzioni possono sicuramente fungere da promozione del nostro territorio, ma, a mio avviso, la prima mission della Fondazione è proprio quella di trasformare la nostra regione in luogo di produzione cinematografica per dare vita ad un indotto economico notevole.
Molte volte e per molto tempo anche nella nostra regione il settore dello spettacolo, sia dal vivo, sia quello riprodotto cinematograficamente, è stato vissuto e quindi finanziato solo per quanto concerne la distribuzione. Invece credo che anche nell’ambito culturale l’attività primaria, laddove si può fare e naturalmente sempre in un contesto di sintesi e in un contesto regionale, rimanga quella di produzione.
Spero, Assessore, che nei futuri piani il ruolo della Fondazione sia sempre più prioritario perché può svolgere comunque un’importante funzione culturale ed economica nell’ambito del settore dello spettacolo nella nostra regione.
Siamo stati ospiti della Fondazione, abbiamo conosciuto tutto il cda, ricordo che il presidente è Neri Marcorè. Ecco, io ho apprezzato molto la scelta, a parte per il valore della persona, ma anche perché credo sia importante, Assessore Marcolini, mettere a capo delle fondazioni culturali persone con esperienza professionale, onde evitare i problemi che sappiamo. Per andare ad intraprendere delle azioni e prendere delle decisioni, le materie si devono sconoscere, molte volte, soprattutto in ambito culturale, la non conoscenza porta ad errori gravi e molto costosi.
Chiudo la parte destinata alla Fondazione Marche Cinema Multimedia, a cui vanno, ripeto, 250 mila euro dei 600 mila previsti dal piano, che è la Misura C del piano, e vado alla Misura B che prevede il sostegno all'attività delle sale cinematografiche autorizzate al pubblico esercizio.
È un’azione che tende a sostenere I'attività delle piccole sale cinematografiche situate nei centri urbani, una tipologia di sale che si trova in difficoltà a causa del proliferare delle multisala.
A proposito voglio citare alcuni dati relativi alle sale della nostra regione: le Marche sono le prime in Italia per schermi attivi in percentuale rispetto al numero di abitanti. Ciò è indice di grande attenzione del pubblico verso questa tipologia di spettacolo e una ulteriore specificità culturale delle Marche. Naturalmente è importante che il sostegno alle piccole sale situate nei centri urbani, attraverso il piano per le attività cinematografiche, continui.
Già nel 2011 il piano ha messo a disposizione 150 mila euro per questa azione e sono stati erogati contributi per un totale di 39 sale.
Ai contributi si accede per bando. Nel piano 2012 a questa azione sono destinati 120 mila euro e le caratteristiche richieste alle sale per accedere ai contributi sono: localizzazione dell'esercizio cinematografico nella regione, giornate di attività non inferiori a 60 giorni annui. I contributi sono destinati a monosale o multisale con massimo tre schermi. Per la valutazione risultano premiali i requisiti di localizzazione, punteggio massimo in comuni fino a 10 mila abitanti, poi da 10 a 40 mila ed infine oltre il 40 mila.
La localizzazione deve essere nei centri urbani e non nelle periferie della città. Naturalmente la monosala è il requisito di maggior premialità.
Anche la programmazione funge da elemento premiale e specificatamente vengono presi in considerazione il premio d'Essei per I'anno 2011, il premio Schermi di qualità 2010/2011, che sono due importanti premi per la produzione cinematografica a livello nazionale.
Poi viene richiesta a queste sale l’adesione a circuiti e rassegne regionali e attività integrate con altre proposte culturali regionali.
In questo piano viene introdotta una novità. Vi dicevo che l’anno scorso avevamo destinato 150 mila euro per queste sale. Quelle di cui vi ho parlato adesso sono 120 mila. Mentre gli altri 30 mila euro sono riservati al ProgettoMarche al Cinema, cioè una contribuzione riservata alle sale che programmano le produzioni cinematografiche girate nel territorio regionale. Dunque anche questa è una iniziativa importante di promozione della produzione marchigiana e naturalmente si lega con un filo diretto all’attività della Fondazione Marche Cinema Multimedia.
La Misura A è quella che sostiene i circuiti cinematografici di rilievo regionale a soggetti che senza finalità di lucro organizzano con stabilità festival, rassegne e premi di carattere nazionale e internazionale. C’è uno stanziamento di 80 mila euro.
Poi c’è un ulteriore stanziamento di 90 mila euro a un importantissimo festival, la Mostra Internazionale del Nuovo Cinema di Pesaro. E’ un festival che annualmente aumenta il suo spessore culturale anche nell’ambito nazionale. Accanto alla produzione e alla programmazione cinematografica sta venendo avanti anche una produzione editoriale. Quindi è sicuramente un volano di grande promozione per il nostro territorio e anche qui il tutto si lega all’attività della Fondazione Marche Cinema Multimedia.
Ritengo quindi, seppure nella scarsità delle risorse con le quali purtroppo ci troviamo a lavorare, che il piano così come proposto sia un ottimo strumento per promuovere la nostra produzione.
Concludo dicendo, Assessore Marcolini, che a mio avviso è fondamentale che si investa un po’ di più nell’ambito della neonata Fondazione. Noi l’abbiamo conosciuta, ci sono state illustrate tante proposte per l’anno nuovo, ne cito una. Ci sono dei contatti per realizzare nel territorio marchigiano, con il regista Mario Martone, un bravissimo regista principalmente teatrale di fama nazionale, uno sceneggiato televisivo sulla vita di Giacomo Leopardi. Naturalmente se sosteniamo produzioni di questo genere promuoveremo a 360° la nostra cultura, il nostro territorio, ma soprattutto l’attività cinematografica e quindi tutto l’indotto economico che da questa ne consegue.
PRESIDENTE. Ha la parola il relatore di minoranza Consigliere Massi.
Francesco MASSI. Dico subito che il nostro Gruppo si asterrà su questa proposta, pur condividendo l’80-90% di quello che è stato esposto e in particolar modo il sostegno alle sale cinematografiche nei centri storici che effettivamente vengono a mancare, chiudono, si ridimensionano, scompaiono, a seguito naturalmente delle multisale situate di solito in periferia. Le sale cinematografiche sono momento di socializzazione e di incontro storico, ecco, se riusciamo a far ripartire iniziative di questo tipo, che sono dirette anche ai giovani, credo avremmo colto l’obiettivo principale.
Siamo d’accordo sulle altre partecipazioni e sugli altri progetti, quindi vado a cosa ci lascia perplessi.
Oggi abbiamo una fondazione che sostituirà la Marche Film Commission. I colleghi della Commissione lo sanno, io ho sollevato diverse perplessità su come di recente la Marche Film Commission ha erogato i fondi. Abbiamo avuto una discussione in Commissione, abbiamo poi avuto un incontro con Neri Marcorè, che è stato chiamato a presiedere la Fondazione, sicchè ho potuto esprimere le mie perplessità.
Abbiamo cercato anche di dare una graduatoria di valori e di obiettivi, sui quali credo tutti possano convenire. Certamente non l’ha fatto la Marche Film Commission negli ultimi due anni. Abbiamo avuto solo negli ultimi giorni un rendiconto dei contributi che sono stati dati. Sono stati dati i soliti contributi a pioggia. E credo non ci sia stato nulla che ha avuto la potenzialità, la possibilità di valorizzare il territorio delle Marche.
Cambiamo registro. Non votiamo contro perché esprimiamo fiducia e speranza, però ci asteniamo perché il passato è stato abbastanza ingombrante.
E’ vero, viene un regista nelle Marche a girare un film, c’è la troupe, ci sono 40-50 persone che occupano degli alberghi. Bene. La Regione dà un contributo, gli alberghi vengono occupati, poi però da quel lavoro non si desume in nessun modo che è stato fatto nelle Marche.
Il lavoro classico che valorizza una regione – voglio essere nazionalpopolare – penso sia Don Matteo girato a Gubbio. Gubbio ha raddoppiato le già decine di migliaia di visitatori che aveva perché la gente vuole vedere i luoghi dove Don Matteo va in bicicletta. E lì si identifica con l’Umbria e con Gubbio.
Se da noi viene un regista che alla fine ti fa scorrere i titoli di coda e in formato micro ci scrive che il film è girato a Mogliano, pur essendo un grande regista, ecco, cosa porta al nostro territorio? Magari 3-4 alberghi, per carità, ma non è che in questo modo promuoviamo le Marche.
Allora facciamo in modo che il primo requisito dei lavori cinematografici sia per girare film che riguardano personaggi e luoghi delle Marche, che poi lo spettatore vedendolo lo ricollega alla nostra regione.
Su questo ci siamo scambiati delle opinioni anche con Neri Marcorè. Spero che lui, anche come uomo di cultura, lo abbia recepito. E spero che questo valore, questo obiettivo lo recepisca anche la struttura e quindi tutti quelli che devono gestire questo denaro pubblico.
PRESIDENTE. La discussione è aperta. Ha la parola l’Assessore Marcolini.
Pietro MARCOLINI. Molto brevemente perché gli interventi dei relatori di maggioranza e di minoranza mi esimono dall’illustrazione dell’ atto.
Intanto esprimo l’apprezzamento per il lavoro fatto dalla Commissione, è stato un lavoro di arricchimento, di integrazione. Penso che il voto annunciato di astensione del relatore di minoranza sia più dettato da prudenza politica generale che non da dissenso nel merito.
Condivido le preoccupazioni avanzate circa la modestia del contributo che diamo a queste attività. Vorrei però ricordare che la Puglia oppure il Piemonte o la Basilicata hanno film commission di un terzo, un quarto dell’attività che noi attribuiamo con il piano per le attività cinematografiche, hanno bilanci dieci o quindici volte quello regionale.
Visti i risultati non secondari e visto l’aiuto non simbolico alla modernizzazione tecnologica delle sale cinematografiche, ritengo dobbiamo insistere, compatibilmente con le nostre risorse, su questa strada.
Proprio stamattina con la collega Giannini si è precisato, diventerà operativo nelle prossime ore, un finanziamento di 1 milione di euro per la digitalizzazione delle sale cinematografiche, in modo particolare quelle che qui hanno avuto già una priorità, per sostenere uno sforzo di innovazione che abbatte i costi di gestione e non esclude circuiti semiperiferici, come appunto quelli marchigiani, dal circuito internazionale.
Quindi, soddisfazione per l’apprezzamento che c’è stato e insieme a questa sensibilità aumentata la speranza – mi rivolgo anche alla Presidente della Commissione – che la consuetudine avviata possa essere, come ci siamo promessi, alimentata nelle prossime settimane, nei prossimi mesi. E sulla scorta di un rendiconto soddisfacente ci possa essere anche un allargamento delle aree di intervento delle attività cinematografiche.
Il primo appuntamento che abbiamo alle porte, come già annunciato, è a Pesaro. E fortunatamente abbiamo ad Ancona, ma non soltanto, in tutta la regione, attività che riguardano la produzione cinematografica, penso alla produzione di corti, oppure, come dire, alla disseminazione delle attività di sostegno e di organizzazione della produzione del cinema, penso alle OffiCine Mattoli, penso alle tante iniziative che si sviluppano tra Fermo, Macerata, Ancona, Pesaro.
Voglio ancora ringraziare il Presidente e il Vicepresidente della Commissione, i relatori di maggioranza e di minoranza, che durante il lavoro istruttorio hanno arricchito l’atto tanto da consentirci una discussione serena che addirittura guarda ad un allargamento delle prospettive future.
PRESIDENTE. Grazie Assessore. Passiamo alla votazione finale dell’atto.
Proposta di atto amministrativo n. 43. La pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa approva)
Mozione n. 323
della Consigliera Foschi
“Bronzi dorati a Pergola”
Mozione n. 324
del Consigliere D'Anna
“Difesa della permanenza dei Bronzi dorati a Pergola”
Mozione n. 329
del Consigliere Marangoni
“Bronzi dorati di Cartoceto a Pergola”
Mozione n. 334
del Consigliere Zaffini
“I Bronzi dorati di Pergola”
Interrogazione n. 784
del Consigliere Ricci
“Bronzi dorati di Cartoceto”
Interrogazione n. 790
del Consigliere Latini
“Bronzi di Pergola”
(abbinate)
(Inizio discussione e rinvio)
PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca la mozione n. 323 della Consigliera Foschi, la mozione n. 324 del Consigliere D’Anna, la mozione n. 329 del Consigliere Marangoni, la mozione n. 334 del Consigliere Zaffini, l’interrogazione n. 784 del Consigliere Ricci, l’interrogazione n. 790 del Consigliere Latini, abbinate.
Avverto che è stata distribuita la sotto riportata proposta di risoluzione, a firma Ortenzi, presentata sulle mozioni nn. 323, 324, 329, 334:
“L'Assemblea legislativa delle Marche,
Visto il riaccendersi della questione legata all'ubicazione definitiva dei Bronzi dorati di Cartoceto, oggi situati presso il Centro operativo museale di Pergola;
Considerato:
che il gruppo scultoreo dei Bronzi, ritrovati casualmente nel 1946 a Cartoceto di Pergola (PU), sono di proprietà statale, in quanto provenienti da scavo, e per il loro eccezionale valore, costituiscono un'importante risorsa per il territorio regionale e nazionale;
che statale resta in ogni caso la piena competenza su ogni aspetto relativo ai Bronzi, sia per ciò che attiene alla tutela e conservazione, sia per quel che riguarda la valorizzazione, funzione quest'ultima che resta di competenza dello Stato sui beni di proprietà statale (proprietà dominicale);
che l'intera vicenda è stata caratterizzata da peculiarità e anomalie, che pure bisogna sforzarsi di valutare senza ideologismi e rigidità precostituite;
che, infatti, nel 1988 la collocazione dei Bronzi da Pergola ad Ancona viene impedita da una forte iniziativa popolare, avallata dagli amministratori locali; che ne conseguiva nel 2001 la stipula di un compromesso, racchiuso nella convenzione tra gli Enti locali interessati, che prevedeva l'alternanza espositiva periodica del gruppo scultoreo tra il Centro operativo museale di Pergola e il Museo archeologico di Ancona; che nel 2002 il Mibac, a seguito del pronunciamento del Consiglio di Stato che invalidava la convenzione suddetta per la mancanza della sua sottoscrizione da parte del Mibac, metteva fine, attraverso una specifica disposizione di sua competenza, a tale "pendolarismo", ritenuto dannoso per la fragile natura del bene, e ne autorizzava la localizzazione a Pergola; che successivamente i rappresentanti del Mibac si sono a più riprese espressi per il mantenimento dei Bronzi a Pergola; che lo stesso Consiglio di Stato a novembre del 2011 ha accolto il ricorso presentato nel 2009 dal Comune e dalla Provincia di Ancona avverso la decisione del Mibac, disponendo che non sussistono elementi che sorreggano l'effettivo pericolo di conservazione dell'opera a causa del suo pendolarismo e richiamando la necessità di una leale collaborazione tra le Amministrazioni interessate al fine di giungere ad una soluzione allocativa condivisa;
che a tale atto è seguita nell'aprile 2012 la nota del Mibac-Direzione Generale per le Antichità, che trasmette il parere del Comitato tecnico-scientifico per i Beni archeologici del 23 marzo c.a. sulla possibile destinazione del complesso scultoreo;
Rilevato che tale nota, letta accuratamente, evidenzia:
1) l'impossibilità di contestualizzare le statue, in quanto fin dall'antichità oggetto di trafugamento e quindi prive di un preciso contesto storico di riferimento;
2) la dannosità del pendolarismo, sia per l'aspetto conservativo che per quello della "comprensione" del manufatto;
3) la loro collocazione "nella collezione archeologica più importante del territorio", proprio per problemi di conservazione e sicurezza;
che, altresì, il Direttore Generale delle Antichità, nel trasmettere detto parere, invita la Direzione regionale a valutare con gli Enti locali interessati la possibilità di accordi che contemperino esigenze di conservazione e "richieste di partecipazione culturale" delle comunità coinvolte;
che sono ormai 24 anni che i Bronzi sono a Pergola, adeguatamente esposti e valorizzati, grazie anche a importanti investimenti sostenuti dal sistema degli Enti locali, tra cui la Regione Marche che ha. sostenuto nel 2008 spese di promozione, comunicazione e riallestimento museale per 130.000 euro;
che, data la conformazione geomorfologica e demografica delle Marche, per sua natura policentrica, con popolazione sparsa e senza grandi nuclei urbani, non possiamo non interrogarci su quale sia la collezione archeologica "più importante" del territorio regionale, dal momento che la pluralità dei siti e delle collezioni, l'assenza di concentrazioni di visitatori in una singola struttura, la stretta collaborazione di ciascuno di questi con la Sovrintendenza ai Beni Archeologici delle Marche, il ruolo rilevante, ma certo non preponderante, del Museo archeologico nazionale di Ancona, ci dicono che la funzione richiesta dal Direttore Generale è, nel caso di una regione "al plurale" come le Marche, svolta dall'insieme delle strutture e delle reti che definiscono un vero e proprio "Sistema archeologico regionale";
che La Regione Marche ha fatto molto, ben oltre le proprie competenze, intervenendo sul patrimonio culturale regionale, sulla sua conservazione e valorizzazione, affiancando ed integrando la competenza statale, proprio perché la cultura costituisce un asse portante delle politiche e del programma dell'Amministrazione regionale;
Impegna Il Presidente e la Giunta regionale a:
- approfondire la natura e la eventuale cogenza del parere e della nota suddette;
- a rispettare, comunque, la piena competenza statale in materia;
- a chiedere, tuttavia, al Ministro che si pronunci in maniera definitiva sulla vicenda, ponendo fine alle oscillazioni che hanno giustificato e alimentato aspettative opposte e legittime;
- a contribuire alla ricerca di una soluzione condivisa, affinché il Ministero tenga conto del fatto che il tempo trascorso ha consolidato fattori identitari, immaginario dei luoghi, e che policentrismo, rete, sistema sono termini imprescindibili per governare efficacemente il territorio regionale, così da consentire una gestione del patrimonio contestualizzata e distribuita;
- a valutare, in tale ottica, l'ipotesi avanzata dalla Direttrice regionale del Mibac di una alternanza espositiva lunga del gruppo scultoreo denominato "Bronzi di Cartoceto".
Ha chiesto la parola il Consigliere D’Anna, ne ha facoltà.
Giancarlo D’ANNA. Intervengo sulle mozioni, Presidente, però partirei dalla fine, cioè da questa proposta di risoluzione che secondo me è sconcertante, non tiene conto di tantissime cose, ad iniziare da chi vive ad Ancona.
Ringrazio i cittadini di Ancona per l’atteggiamento che hanno avuto nei confronti dei Bronzi di Cartoceto. Perché? Perché non avendo fatto nessuna battaglia per avere i Bronzi questo ci fa capire che forse è bene che restino dove sono. Contrariamente a quanto è invece accaduto negli scorsi decenni in provincia di Pesaro Urbino dove già allora – è stato ricordato anche ieri nel consiglio comunale a Pergola, congiunto con quello provinciale – un rappresentante di quelli che venivano chiamati comunisti e un rappresentante di quelli che venivano chiamati fascisti si misero insieme per difendere quei Bronzi.
La storia è inutile rifarla però magari è opportuno proprio per chi propone, non si capisce bene con quali motivazioni, questa proposta di risoluzione. E’ proprio dal territorio che nasce la richiesta forte di mantenere quello che già c’è e soprattutto quello che si è riusciti ad ottenere con tante battaglie e con tanti sacrifici.
Questa risoluzione è preoccupante anche da un altro punto di vista. Il testo dice: Rilevato che: 1) l’impossibilità di contestualizzare le statue, in quanto fin dall’antichità oggetto di trafugamento e quindi prive di un preciso contesto storico di riferimento”. Se mi permettete, allora, questo richiama non solo i Bronzi di Pergola ma anche la statua del Lisippo. E che facciamo?! Vogliamo instaurare il principio attraverso il quale, visto che non c’è un riferimento preciso, anche quando, e se avverrà, restituito questo benedetto Lisippo si applicherà lo stesso principio? E no! No! Dopo non ci sarà solo Pergola che farà la battaglia ma anche Fano.
Il successivo punto 2) mi trova invece d’accordo, perché si dice “la dannosità del pendolarismo”. Benissimo! Visto che avete appurato che è dannoso spostarli, ecco, lasciamoli allora dove sono.
Inoltre mi fa sorridere la motivazione economica ove si dice che la Regione è intervenuta con 130 mila euro, quando invece mi risulta che la Provincia di Pesaro Urbino insieme al Comune di Pergola in questa operazione hanno speso qualche milione di euro.
Poi quando si dice che non ci si può non interrogare su quale sia la collezione archeologica più importante del territorio regionale, ebbene, cara Consigliera Ortenzi, qui si vede che non ha visto i numeri. Se per caso ieri prima di presentare questa risoluzione avesse partecipato all’incontro che c’è stato a Pergola si sarebbe resa conto che le visite annuali al museo dei Bronzi di Pergola sono quasi quattro o cinque volte di più di quelle che presso il Museo di Ancona.
Forse allora - lancio una provocazione – se il più importante museo è quello dove ci vanno più turisti, più visitatori paganti, ecco, portiamo a Pergola quello che abbiamo ad Ancona. Voglio dire, insomma, lasciamo le cose come stanno.
La Regione Marche afferma sempre che la nostra è una regione al plurale, è un museo diffuso e quant’altro, ma poi per Pergola si dice questo, che è una realtà, peraltro, che ha già il suo bel daffare per le note vicende non solo della sanità ma anche per le infrastrutture. Se questa è una Regione che insieme ai doveri dà ai cittadini di tutto il territorio gli stessi diritti, bene, altrimenti se dice che dobbiamo spostare tutti i servizi e le opere d’arte lungo la costa, lasciando l’entroterra abbandonato al degrado, ebbene, questa è proprio la politica giusta!
Ecco allora che questa risoluzione è più che altro una provocazione che non è accettabile. E i primi a non accettarla, ripeto, sono proprio i cittadini di Ancona che appunto non hanno speso una parola per qualcosa che sanno che non li appartiene e quindi non la vogliono scippare a chi invece ha il diritto di tenersela.
Vorrei dunque capire quali sono le motivazioni o a questo punto le lobby che spingono un Consigliere regionale a presentare una risoluzione come questa, che per di più non trova nemmeno la condivisione dei cittadini che dovrebbe rappresentare.
I numeri sono a favore di Pergola, la realtà storica è a favore di Pergola, il diritto è a favore di Pergola, allora vorrei capire il perché di questa risoluzione. Ed invito magari a votare le mozioni presentate dalla collega Foschi e dal sottoscritto per ribadire il diritto sacrosanto sì della città di Pergola e della provincia di Pesaro Urbino ma che sia anche una battaglia morale che vale per tutta la regione.
L’entroterra o le realtà più piccole non possono essere fagocitate da quelle più grandi, non è giusto, non è corretto, è antistorico, è solo un atto di arroganza che francamente non fa onore a chi lo vuole portare avanti.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Ricci.
Mirco RICCI. Questa risoluzione non risolve, non c’è dubbio, è tuttavia necessario arrivare ad una sintesi. Il dibattito, richiamato in parte anche dal Consigliere D’Anna, è molto lungo, ci sono posizioni cambiate nel corso degli anni: il Consiglio di Stato dà un’interpretazione, i Governi precedenti hanno detto che tutto rimanga a Pergola, il Governo attuale in qualche modo riapre…(…) Non mi interrompa, Consigliere D’Anna, la prego. La questione di Pergola io seguo da vicino, in queste ore ci sono state manifestazioni da parte della Provincia, del Comune, presso il Ministero, nel pesarese si è mosso un territorio intero per difendere la collocazione dei Bronzi là dove sono. Insomma, è complicato trovare una sintesi e non credo neppure che la troveremo oggi in quest’Aula.
Personalmente penso, anche per le ragioni qui ricordate, che una struttura come un impianto museale in una realtà dell’entroterra, già sofferente per tante questioni, sarebbe importante. Io ho anche ironizzato sul giornale col ministro: “ma, non ha altro a cui pensare in questa fase? Rimettiamo in discussione i Bronzi di Pergola per l’ennesima volta? E’ una emergenza nazionale, regionale?”. Non mi era sembrato questo.
Il tema che in parte la risoluzione riprende è la difficoltà di gestire questo complesso museale di grande valore. Allora la riflessione non può che essere ancora più approfondita, anche rispetto al tema stesso che dice “lasciamoli per forza lì”.
E’ una riflessione che dobbiamo fare. Io penso che tendenzialmente debbano rimanere dove sono.
Per cui, ecco, questa risoluzione non risolve questa mattina la sintesi da trovare sul tema dell’impianto museale dei Bronzi di Pergola. Credo, ripeto, che nell’interesse della comunità pergolese e marchigiana sarebbe opportuno rifletterci ancora. Abbiamo già rinviato però ora chiedo un ulteriore rinvio per evitare che ci sia la mortificazione di un territorio rispetto a un tema che invece è importante e prioritario da un punto di vista della valorizzazione del territorio stesso e che quindi non può essere gestito attraverso il rimpallo di posizioni che nell’arco di qualche anno sono cambiate dieci volte.
Chiedo pertanto, Presidente, un ulteriore rinvio.
PRESIDENTE. Bene. Sulla richiesta di rinvio hanno diritto di parlare un Consigliere a favore e uno contro. Ha chiesto la parola il Consigliere Silvetti (che peraltro era già iscritto), ne ha facoltà. Lei parla contro, Consigliere?
Daniele SILVETTI. Sì, Presidente, rispondo al collega Ricci per questa sua intenzione di rinvio. Ecco, mettiamo a frutto, come abbiamo fatto finora in questa mattinata, il tempo che abbiamo per dibattere su questo tema. Lo rinviamo nelle segrete stanze per decidere che cosa? Confrontiamoci, invece, parliamone, una volta tanto diamo un segnale che il dibattito è la nostra forza, ove, certo, ci sarà chi è favorevole e chi è contro. Peraltro io sono anconetano quindi, se mi sarà data la possibilità oggi, vorrò dire anche la mia.
Dibattiamo, perché dobbiamo rinviare? Cerchiamo di riappropriarci della nostra sovranità di decidere per il territorio marchigiano, seppure parliamo di un aspetto della cultura che non è solo regionale. Però visto che parliamo di contenitori questa è una nostra incombenza, una nostra spettanza, parliamone, decidiamo oggi su quello che vogliamo fare, diciamo oggi qual è il nostro pensiero. Perché rinviare?
E’ questo l’invito che rivolgo al Consigliere Ricci, capogruppo del PD, è per cercare di mettere a frutto il tempo che abbiamo davanti, le nostre intelligenze, le nostre disponibilità, confrontiamoci oggi in questa seduta, in quest’Aula. Visto mai che abbiamo la stessa posizione. Cerchiamo il confronto al di là delle logiche di appartenenza ai partiti, su cui credo ci possa essere una maggioranza e un’opposizione trasversale, perché qui mi sembra che più che la logica politico partitica sia il campanile a prevalere.
Però, ecco, affrontiamolo oggi, perché rinviare? Credo sia un’assunzione di responsabilità nei confronti dei cittadini marchigiani, di quelli che per lo meno hanno a cuore la cultura, l’identità, lo sviluppo di questa regione.
PRESIDENTE. Nessun altro chiede la parola quindi pongo in votazione la richiesta di rinvio…(…) Appello nominale a nome di chi? (…) Bene, Consiglieri Foschi, Natali e Carloni. E’ aperta la votazione per appello nominale sulla richiesta di rinvio del Consigliere Ricci.
Favorevoli: Badiali, Busilacchi, Canzian, Comi, Donati, Eusebi, Giancarli, Latini, Luchetti, Malaspina, Mezzolani, Ortenzi, Perazzoli, Ricci, Sciapichetti, Spacca, Traversini.
Contrari: Acacia Scarpetti, Bucciarelli, Bugaro, Carloni, D’Anna, Foschi, Marangoni, Massi, Natali, Romagnoli, Silvetti, Trenta, Zaffini.
(L’Assemblea legislativa approva)
La seduta è aggiornata al prossimo martedì.
La seduta termina alle ore 13,55
La seduta inizia alle ore 10,15
Presidenza della Vicepresidente
Paola Giorgi
Comunicazioni del Presidente
PRESIDENTE. Do per letto il processo verbale della seduta n. 79 del 22 maggio 2012, il quale, ove non vi siano obiezioni, si intende approvato ai sensi dell’art. 29 del Regolamento Interno.
Sono state presentate le seguenti proposte di legge:
- n. 203 in data 14 maggio, ad iniziativa della Giunta regionale, concernente: “Promozione dell'attività di recupero e distribuzione delle eccedenze alimentari per contrastare la povertà e il disagio sociale”, assegnata alla V Commissione in sede referente, alla II Commissione per l’espressione del parere ai sensi dell’art. 69 del Regolamento Interno, al Consiglio regionale dell’Economia e del Lavoro per il parere di cui all’articolo 4, comma 1 della legge regionale 26 giugno 2008, n. 15 e trasmessa al Consiglio delle Autonomie Locali per l’espressione del parere di cui all’art. 11, comma 4, della legge regionale 10 aprile 2007, n. 4;
- n. 204 in data 21 maggio, ad iniziativa del consigliere Latini, concernente: “Misure per l'attuazione degli obbiettivi di semplificazione del sistema amministrativo regionale e locale. Istituzione della sessione di semplificazione”, assegnata alla I Commissione in sede referente e trasmessa al Consiglio delle Autonomie Locali per l’espressione del parere di cui all’art. 11, comma 4, della legge regionale 10 aprile 2007, n. 4;
- n. 205 in data 18 maggio, ad iniziativa del consigliere Latini, concernente: “Interventi per contrastare la povertà ed il disagio sociale attraverso la promozione dell'attività di recupero e distribuzione dei prodotti alimentari eccedenti”, assegnata alla V Commissione in sede referente, alla II Commissione per l’espressione del parere ai sensi dell’art. 69 del Regolamento Interno e al Consiglio regionale dell’Economia e del Lavoro per il parere di cui all’articolo 4, comma 1 della legge regionale 26 giugno 2008, n. 15;
- n. 206 in data 18 maggio, ad iniziativa del consigliere Latini, concernente: “Iniziative regionali per la celebrazione dei 150 anni della fondazione dell'industria italiana della fisarmonica - 1863/2013”, assegnata alla I Commissione in sede referente e alla II Commissione per l’espressione del parere ai sensi dell’art. 69 del Regolamento Interno;
- n. 207 in data 22 maggio, ad iniziativa del consigliere Latini, concernente: “Tutela e valorizzazione del patrimonio motoristico d'interesse storico e collezionistico”, assegnata alla I Commissione in sede referente e alla II Commissione per l’espressione del parere ai sensi dell’art. 69 del Regolamento Interno.
Sono state presentate le seguenti mozioni:
- n. 333 dei consiglieri Latini, Pieroni “Organizzazione strutture sanitarie della Regione Marche”;
- n. 334 del consigliere Zaffini “I Bronzi dorati di Pergola”;
- n. 335 del consigliere D’Anna “Situazione dell'Abkazia e opportunità commerciali col paese del Mar Nero”;
- n. 336 del consigliere Latini “Osimo – Ospedale Ss. Benvenuto e Rocco – carenza logopedisti”;
- n. 337 della consigliera Giorgi “Soppressione del tribunale di Camerino”;
- n. 338 del consigliere Busilacchi “Mancato rinnovo del contratto agli igienisti dentali della ASUR zona di Ancona”;
- n. 339 dei consiglieri Cardogna, Binci, Malaspina, Latini, Silvetti, Marinelli, D'Anna, Ricci, Eusebi, Massi, Pieroni “Ampliamento autostrada A14, tratto Rimini Nord - Pedaso, applicazione delle normative statali e regionali che favoriscono lo sviluppo del lavoro e dell'occupazione nel settore forestale”;
- n. 340 dei consiglieri Binci, Bucciarelli “Definizione delle linee guida per l'autorizzazione degli impianti alimentati da fonti rinnovabili diverse dal solare fotovoltaico e moratoria per gli impianti a biomasse”.
Comunico, inoltre, che con decreto n. 23 del 24 maggio 2012 ho provveduto alla designazione di un componente, con funzioni di Presidente, il Collegio sindacale dell’Istituto ricovero e cura a carattere scientifico di Ancona (INRCA).
Il Presidente della Giunta regionale ha trasmesso le seguenti deliberazioni:
- n. 659 del 14.05.2012 concernente: Art. 29 comma 1 della l.r. n. 31/2001 – Art. 25 della l.r. n. 29/2011 – Iscrizione nel bilancio di previsione per l’anno 2012 di entrate derivanti da assegnazione di fondi da parte dello Stato e della UE vincolati a scopi specifici e delle relative spese – euro 194.828,64;
- n. 660 del 14.05.2012 concernente: Art. 29 comma 2 della l.r. n. 31 dell’11 dicembre 2001 – Variazione compensativa al Programma Operativo Annuale 2012 approvato con deliberazione della Giunta regionale n. 1746 del 22 dicembre 2011 e sue successive modificazioni ed integrazioni – euro 11.840,00;
- n. 661 del 14.05.2012 concernente: Art. 29 comma 2 della l.r. n. 31 dell’11 dicembre 2001 – Variazione compensativa al Programma Operativo Annuale 2012 approvato con deliberazione della Giunta regionale n. 1746 del 22 dicembre 2011 e sue successive modificazioni ed integrazioni – euro 90.024,00;
- n. 662 del 14.05.2012 concernente: Art. 2 comma 1 – lettera a) – della l.r. 28 dicembre 2011, n. 28 – Reiscrizione nel bilancio di previsione per l’anno 2012 di economie accertate relative a stanziamenti aventi specifica destinazione – euro 2.500,00. Modifiche tecniche al POA;
- n. 663 del 14.05.2012 concernente: Modifica al Programma Operativo Annuale approvato con deliberazione della Giunta regionale n. 1746 del 22 dicembre 2011 in attuazione: - DGR n. 500 del 10.04.2012 “l.r. n. 20/2010 – artt. 4, 5, 17 e 28. Ridefinizione di alcune posizioni dirigenziali e non nell’ambito del Servizio Internazionalizzazione, cultura, turismo, commercio e attività promozionali. Determinazioni per il conferimento di nuovi incarichi”; - D.Lgs. n. 118/2011, art. 21 in tema di flussi di cassa, relativi al finanziamento del fabbisogno sanitario – Attribuzione nuova codifica ai capitoli di bilancio”.
- n. 664 del 14.05.2012 concernente: Art. 29 comma 2 della l.r. n. 31 dell’11 dicembre 2001 – Variazione compensativa al Programma Operativo Annuale 2012 approvato con deliberazione della Giunta regionale n. 1746 del 22 dicembre 2011 e sue successive modificazioni ed integrazioni – euro 150.000,00;
- n. 665 del 14.05.2012 concernente: Art. 2 comma 3 della l.r. n. 28 del 28 dicembre 2001 – Variazione compensativa al Programma Operativo Annuale 2012 approvato con deliberazione della Giunta regionale n. 1746 del 22 dicembre 2011 e sue successive modificazioni ed integrazioni – Fondo unico per il commercio euro 1.123.773,05;
- n. 666 del 14.05.2012 concernente: Art. 2 comma 2 – lettera a) della l.r. 28 dicembre 2011 n. 28 – Variazione compensativa al Programma Operativo Annuale 2012 approvato con deliberazione della Giunta regionale n. 1746 del 22 dicembre 2011 e sue successive modificazioni ed integrazioni – spese di personale importo di euro 65.510,00;
- n. 667 del 14.05.2012 concernente: Art. 2 comma 2 – lettera a) della l.r. 28 dicembre 2011 n. 28 – Variazione compensativa al Programma Operativo Annuale 2012 approvato con deliberazione della Giunta regionale n. 1746 del 22 dicembre 2011 e sue successive modificazioni ed integrazioni – spese di personale importo di euro 88.000,00;
- n. 668 del 14.05.2012 concernente: Art. 29 comma 1 della l.r. n. 31/2001 – Art. 25 comma 2 della l.r. n. 29/2011 – Iscrizione nel bilancio di previsione per l’anno 2012 di entrate derivanti da assegnazione di fondi da parte di soggetti terzi vincolati a scopi specifici e delle relative spese – euro 75.438,23;
- n. 669 del 14.05.2012 concernente: Art. 29 comma 2 della l.r. n. 31 dell’11 dicembre 2001 – Variazione compensativa al Programma Operativo Annuale 2012 approvato con deliberazione della Giunta regionale n. 1746 del 22 dicembre 2011 e sue successive modificazioni ed integrazioni – euro 279.081,61;
- n. 670 del 14.05.2012 concernente: Art. 29 comma 2 della l.r. n. 31 dell’11 dicembre 2001 – Variazione compensativa al Programma Operativo Annuale 2012 approvato con deliberazione della Giunta regionale n. 1746 del 22 dicembre 2011 e sue successive modificazioni ed integrazioni – euro 160.464,00;
- n. 671 del 14.05.2012 concernente: Art. 2 comma 1 – lettera a) – della l.r. 28 dicembre 2011, n. 28 – Reiscrizione nel bilancio di previsione per l’anno 2012 di economie relative a stanziamenti aventi specifica destinazione – euro 179.600,00;
- n. 672 del 14.05.2012 concernente: Art. 2 della l.r. 28 dicembre 2011, n. 28 – Reiscrizione nel bilancio di previsione per l’anno 2012 di maggiori entrate accertate nell’anno precedente – euro 333.208,93.
Il Presidente della Giunta regionale ha promulgato le seguenti leggi regionali:
- n. 6 in data 10 aprile 2012 “Osservatorio epidemiologico regionale. Registri regionali delle cause di morte e di patologia”;
- n. 7 in data 10 aprile 2012 “Norme per la protezione della fauna selvatica e per la tutela dell’equilibrio ambientale e disciplina dell’attività venatoria”;
- n. 12 in data 14 maggio 2012 “Istituzione della stazione unica appaltante della Regione Marche (SUAM)”;
- n. 13 in data 14 maggio 2012 “Riordino degli enti di gestione dei parchi naturali regionali. Modifiche alla legge regionale 28 aprile 1994, n. 15 ‘Norme per l’istituzione e la gestione delle aree protette naturali”;
- n. 14 in data 17 maggio 2012 “Modifica alla legge regionale 25 gennaio 2005, n. 2 ‘Norme regionali per l’occupazione, la tutela e la qualità del lavoro’.
Ha inoltre emanato il regolamento regionale n. 5 in data 17 maggio 2012 “Modifica del regolamento regionale 23 marzo 2012, n. 3 ‘Disciplina per la gestione degli ungulati nel territorio regionale, in attuazione della legge regionale 5 gennaio 1995, n. 7 (Norme per la protezione della fauna selvatica e per l’esercizio dell’attività venatoria)’”.
Hanno chiesto congedo il Presidente Solazzi e i Consiglieri Camela e Marinelli.
Sull'ordine dei lavori e sull'ordine del giorno
PRESIDENTE. Ha chiesto la parola il Consigliere Latini, ne ha facoltà.
Dino LATINI. Chiedo l'anticipazione della mozione n. 315, come già chiesto due sedute fa, relativa alla soppressione delle sezioni distaccate dei tribunali della regione Marche e degli uffici periferici dei giudici di pace.
Due sedute fa era stata autorizzata l'anticipazione, però poi per l'attività dell'Assemblea non era stata più votata. Ne chiedo, se possibile, l'anticipazione al primo punto delle mozioni.
PRESIDENTE. Ha chiesto la parola il Consigliere Busilacchi, ne ha afcoltà
Gianluca BUSILACCHI. Chiedo l'iscrizione della mozione n. 338, poc'anzi comunicata, da abbinare alla mozione n. 300, di cui al punto 9) dell'ordine del giorno, che è di pari oggetto.
PRESIDENTE. Ha chiesto la parola il Consigliere Zaffini, ne ha facoltà.
Roberto ZAFFINI. Chiedo di iscrivere ed abbinare la mozione n. 334 al punto 7) che riporta altre mozioni che riguardano sempre il tema dei Bronzi di Cartoceto a Pergola.
PRESIDENTE. Bene. Ci sono posizioni contrarie rispetto alle richieste fatte? Consigliere Latini, mi scusi, siccome ai Capigruppo avevamo deciso, anche l'altra volta, di iscrivere come prime mozioni quelle sui Bronzi Dorati e quelle sulla questione dei dipendenti della Provincia di Ancona, io metterei la sua subito dopo queste.
Per cui, se l'Aula è d'accordo, inserirei come punto 8 bis) la mozione n. 315 del Consigliere Latini, al punto 7) aggiungiamo a quelle già iscritte la mozione n. 334 del Consigliere Zaffini, mentre al punto 9) aggiungiamo la mozione n. 338 del Consigliere Busilacchi. (…) Perfetto.
Interrogazione n. 724
del Consigliere Natali
“Rette comunità terapeutiche”
(Svolgimento)
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l’interrogazione n. 724 del Consigliere Natali. Ha la parola, per la risposta, l'Assessore Mezzolani.
Almerino MEZZOLANI. Premesso che:
• con dgr 759/2009 si è provveduto ad un aggiornamento delle rette per le prestazioni nelle strutture residenziali per tossicodipendenti, che a seguito del mancato adeguamento da vari anni erano sensibilmente inferiori alla media nazionale;
• tale aggiornamento è stato l'esito di un accordo con gli enti ausiliari finalizzato anche al sostegno degli imponenti investimenti degli enti al fine di adeguare gli standard qualitativi di accreditamento determinati dall'applicazione della l.r. 20/2000;
• la Regione Marche vanta uno dei migliori sistemi di prevenzione, cura e riabilitazione delle persone con problemi di dipendenza, a livello nazionale ed internazionale (l'Università di Bordeaux 2 sarà ospite dell'UNIVPM dal 10 al 15 aprile 2012 per studiare il "modello marchigiano" per le persone con problemi di dipendenza; è di imminente pubblicazione il volume dei noti studiosi M. Coletti e L. Grosso sul "modello Marche" di integrazione nel settore delle dipendenze, considerato come il più avanzato in Italia);
• il sistema tariffario è strettamente correlato agli standard qualitativi delle prestazioni socio-sanitarie erogate dal sistema dei servizi ausiliari residenziali accreditati, i quali fatturano per oltre il 50% grazie ad utenti provenienti da altre Regioni, a dimostrazione del buon equilibrio costi/benefici.
Dalla recente rilevazione a cura della Commissione Salute (Coordinamento interregionale dipendenze) della Conferenza Unificata delle Regioni, concernente i sistemi tariffari delle Regioni italiane in vigore nel 2011, con particolare riferimento ai servizi residenziali per le tossicodipendenze, risulta quanto segue:
a. la retta per comunità residenziali terapeutico-riabilitative varia da € 36,73 del Lazio ad € 125,00 della Valle d'Aosta; le Marche, con € 79,93, si collocano sopra la media nazionale che è pari ad € 61,75;
b. la retta per comunità residenziali pedagogico riabilitative varia da € 27,47 della Campania ad € 56,68 della Toscana; le Marche, con € 46.85, si collocano leggermente sopra la media nazionale che è pari ad € 42.36;
c. la retta per comunità residenziali terapeutico riabilitative per persone con doppia diagnosi (dipendenza e psichiatrica), varia da € 75,00 del Veneto ad € 150,00 del Piemonte; le Marche, con € 96,45, si collocano sotto la media nazionale che è di € 115,53;
d. in generale le rette più basse si riscontrano nelle Regioni con il più alto indebitamento sanitario e con i maggiori tempi di pagamento delle fatture ai fornitori.
Alcune Regioni prese in esame nell'interrogazione non aggiornano il sistema tariffario da molti anni; le tariffe sono determinate anche dagli aumenti contrattuali di settore applicati alle cooperative sociali, del Tasso d'Inflazione Programmata, delle esigenze di formazione continua degli operatori, in un settore ad alta complessità trattamentale.
PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno, il Consigliere Natali.
Giulio NATALI. Assessore, apprezzo i suoi sforzi. Però il dato è che oggi noi, in base a questa delibera del maggio 2009, affrontiamo per questi servizi delle spese molto, molto più alte di quelle di altre Regioni.
Avrà quindi la cortesia di darmi il suo documento, su cui mi confronterò, perché i dati che ho sono altri. Da questi altri dati risulta che in Regioni in cui la sanità penso funzioni - Regioni non di centro-destra o centro-sinistra, sono Regioni e basta - i costi sono inferiori di quelli della Regione Marche.
Certo, la situazione quale quella che lei ci descrive, o che le fanno descrivere, Assessore, è un qualcosa che ci farebbe sicuramente piacere. Anche se, considerando quello che succede nella sua materia, Assessore, in questo momento, con tutto quello che subiscono i nostri territori, appare quanto meno strano che noi su questo settore abbiamo una disponibilità tale da poter investire in tutti i modi e poi la stessa disponibilità non l'abbiamo quando dietro una razionalizzazione - tra molte virgolette - si nascondono dei tagli lineari che accasciano ancora di più chi già sta male.
Assessore, non so chi è il facitore di questa delibera, chi è che nel 2009 dirigeva l'integrazione socio-sanitaria nelle Marche, sicuramente è un fenomeno, però, ecco, ipotizzare che i costi arrivassero nel 2012 a questi direi che è un qualcosa a cui anche un bambino della quinta elementare poteva arrivare.
Vede, Assessore, i nostri 49-35 euro che investiamo in strutture pedagogiche riabilitative si scontrano con somme molto inferiori, come avviene per esempio in Umbria (non penso che lì la sanità sia più malvagia della nostra), in Lombardia e in Abruzzo.
Ecco, i dati che ho sono questi, quindi non corrispondono a ciò che lei dice. Io credo a lei, credo più absurdum, ma comunque le chiedo il documento che lei ha posto a base di questa sua risposta, per poi ritornare in argomento.
Sull'ordine del giorno
PRESIDENTE. Prima di procedere con un'altra interrogazione chiedo all'Assemblea – prima ho dimenticato di farlo - di abbinare, e quindi anche iscrivere, alla mozione n. 315 del Consigliere Latini anche la mozione n. 337 a mia firma che è sempre di pari argomento. Se non ci sono obiezioni lo diamo per approvato dall'Aula.
Interrogazione n. 580
dei Consiglieri Giancarli, Traversini
“Procedimento relativo alla richiesta della Società Edison SpA dell'autorizzazione alla costruzione di una centrale termoelettrica a Corinaldo”
(Svolgimento)
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l’interrogazione n. 580 dei Consiglieri Giancarli, Traversini. Ha la parola, per la risposta, l'Assessore Donati.
Sandro DONATI. Io ho la risposta a questa interrogazione, però, ecco, è stata superata, perchè c'è stata la rinuncia della ditta, che è arrivata ufficialmente in questi giorni, di andare avanti nel procedimento autorizzativo.
PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno, il Consigliere Giancarli.
Enzo GIANCARLI. Assessore la ringrazio. Voglio soltanto sottolineare che siamo in presenza di un risultato importante. E' un risultato della comunità marchigiana, della Regione Marche e sopratutto dei Comuni della Valle del Cesano, dei movimenti, delle associazioni, della democrazia.
Quindi è anche la dimostrazione che quando ci si organizza, quando si pongono seriamente i problemi, poi troviamo anche delle risposte soddisfacenti per le nostre comunità.
Pertanto grazie. Ripeto, dobbiamo fare in modo che l'attenzione che si è esercitata e manifestata in quella Valle grazie a tanti soggetti possa realizzarsi anche in altre realtà che a volte, invece, vedono imporsi delle soluzioni contrarie alle esigenze delle comunità locali.
Interrogazione n. 341
del Consigliere Bucciarelli
“Copertura assicurativa dell'ASUR”
(Svolgimento)
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l’interrogazione n. 341 del Consigliere Bucciarelli. Ha la parola, per la risposta, l'Assessore Mezzolani.
Almerino MEZZOLANI. Riguardo questa interrogazione si precisa quanto segue.
Primo punto dell'interrogazione.
Per l'anno 2011 ormai decorso e sino ad oggi l'Azienda non dispone di polizza assicurativa e la copertura RC per i danni eventualmente cagionati a terzi nell'esercizio dell'attività istituzionale dell'Azienda in relazione all'operato del personale sanitario e non, è assicurata direttamente dall'ASUR.
Alla detta soluzione l'Azienda è dovuta pervenire in quanto la gara mediante procedura aperta per l'affidamento del servizio di copertura assicurativa, indetta con determina n. 213 DG ASUR del 23 febbraio 2010 e la successiva procedura negoziata hanno sortito l'esito di gara deserta.
Conseguentemente l'ASUR ha dovuto strutturare una procedura di gestione autonoma e diretta dei sinistri per responsabilità civile verso terzi, dando vita ad un assetto organizzativo che comporta l'assunzione dell'onere economico dei sinistri e l'adozione di ogni determinazione necessaria ai fini della difesa in giudizio del personale.
Secondo punto dell'interrogazione.
La procedura su richiamata si applica ai danni involontariamente cagionati a terzi, per morte, per lesioni personali, per danneggiamenti a cose, in conseguenza di un fatto verificatosi in relazione all'attività istituzionale svolta dall'ASUR.
Per attività istituzionale deve intendersi la gestione di attività sanitaria istituzionalmente affiata all'Azienda dalle competenti autorità o comunque le funzioni ad essa delegate o trasferite comprese tutte le attività preliminari e conseguenti, accessorie, connesse e collegate, complementari ed ausiliarie mediante strutture, mezzi e tecnologie ritenute dall'azienda stessa, più idonee al raggiungimenti dei propri fini istituzionali.
Terzo punto dell'interrogazione.
Per quanto precede l'ASUR attualmente non corrisponde alcun premio assicurativo, ma provvede alla liquidazione dei danni a terzi qualora sussistenti i presupposti per procedervi in quanto il danno a terzi sia realmente esistente e connesso casualmente all'operato dell'Ente.
PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno, il Consigliere Bucciarelli.
Presidenza del Vicepresidente
Giacomo Bugaro
Raffaele BUCCIARELLI. Una replica velocissima. Prendo atto della risposta dell'Assessore, chiedo che mi dia il dattiloscritto dopodichè verificherò.
Il problema che ho inteso sollevare è abbastanza serio, quindi in base a questo dattiloscritto prenderò e proporrò provvedimenti all'Assemblea.
Interrogazione n. 620
del Consigliere Perazzoli
“Erosione costiera nella zona sud del litorale di Marina Palmense”
Interrogazione n. 596
del Consigliere Latini
“Allarme scogliere Marina Palmense”
(abbinate)
(Svolgimento)
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l’interrogazione n. 620 del Consigliere Perazzoli e l’interrogazione n. 596 del Consigliere Latini, abbinate. Ha la parola, per la risposta, l'Assessore Donati.
Sandro DONATI. Il litorale sud del Comune di Fermo che si estende dal porto di Porto san Giorgio al confine del Comune di Altidona è stato oggetto di studi da parte della regione fin dall'anno 2000, anno in cui le tendenze evolutive della linea di costa sembrano avere una tendenza stabile. Tale stabilità derivava anche dal fatto che erano `presenti scogliere di tipo semisommerso realizzate dalla stessa Regione.
Negli ultimi anni si è assistito ad una rapida erosione della spiaggia fino a ridurre il litorale già presente negli anni passati oltre i 50 metri a qualche metro e al danneggiamento delle strutture recettive retrostanti.
Dopo la mareggiata del dicembre 2010 l'associazione di tre campeggi situati nella zona sud del litorale di Marina Palmense che aveva subito ingenti danni ha preso l'iniziativa di difendere la costa.
Ricordo che già la legge dello Stato del 1907 stabiliva che alla manutenzione delle opere di difesa costiera partecipavano Stato, Comune e privati.
Quindi è stato redatto un progetto ad iniziativa dei privati riguardante il "Completamento di opere di difesa costiera in località Marina Palmense nel Comune di Fermo", che prevede la emersione di n. 8 scogliere semi sommerse con varchi e n.5 nuove scogliere emerse a completamento dal tratto presente tra le scogliere sommerse esistenti e le scogliere radenti realizzate dalle Ferrovie dello Stato per la protezione della ferrovia.
Il progetto di livello definitivo è stato presentato il 7 febbraio 2011 alla Regione Marche, P.F. Valutazioni ed Autorizzazioni Ambientali per l'avvio del procedimento di verifica di assoggettabilità alla VIA e per il rilascio dell'Autorizzazione paesaggistica ai sensi dell'art. 146 del D.Lgs 42/2004.
La pubblicità al deposito del progetto è stata data, ai sensi del D.Lgs 152/2006, mediante pubblicazione sul BUR Marche, sul quotidiano locale "II Messaggero" e sul sito web della Regione, il progetto è stato reso esaminabile e osservabile per il tempo stabilito dalle norme.
Con nota prot. 108652 del 25 febbraio 2011 la suddetta P.F ha richiesto i pareri agli Enti competenti ed in data 26 aprile 2011 si è svolta una Conferenza dei Servizi istruttoria; il procedimento si è concluso con il DDS n. 56/VVA del 25 maggio 2011 di esclusione dalla procedura di VIA con prescrizioni riguardanti accurate analisi ambientali per contenere gli effetti registrabili nella fase di costruzione.
Il Comune di Fermo, fatto proprio il progetto dell'intera sistemazione costiera e con nota prot. 19151 del 13 maggio 2011 ha richiesto l'assegnazione del contributo regionale ad integrazione della quota di finanziamento da parte del privato. In particolare il soggetto privato si è impegnato a realizzare la trasformazione di n. 8 scogliere da sommerse ad emerse e la realizzazione di n. 2 nuove scogliere emerse. La partecipazione pubblica dovrà completare l'intervento con la realizzazione di ulteriori 2,5 nuove scogliere emerse e di un pennello radicato a terra.
Con decreto della P.F. difesa della costa n. 67/DIF_DPS dell'8 giugno 2011 è stato assegnato al Comune di Fermo un contributo di € 447.305,00 per i lavori di che trattasi, ponendo alcune prescrizioni, tra cui la necessità di "sottoscrivere con il soggetto privato un disciplinare contenente le condizioni riportate nella relazione di progetto, e le seguenti ulteriori prescrizioni della P.F difesa della costa: il finanziamento concesso dalla Regione Marche dovrà essere utilizzato esclusivamente per l'esecuzione delle opere individuate come “PARTE PUBBLICA"; I'attuatore dovrà comunicare alla Regione Marche la data di inizio dei lavori; l'intervento unitario dovrà essere realizzato entro tre stagioni dalla data di comunicazione dell'inizio dei lavori; le opere dovranno essere realizzate partendo da nord verso sud e dovranno comprendere anche il salpamento delle scogliere prospicienti l'impianto ELF.
Nella zona dove sono state realizzate le scogliere radenti da parte di ELF, senza parere della Regione, è in corso un procedimento civile che vede chiamata in causa la Regione per omessa difesa della costa.
Con nota prot. 4781 del 9 febbraio 2012 il Comune di Fermo ha richiesto chiarimenti, anche in ordine alla nota della P.F. osservatorio regionale dei contratti pubblici relativamente alla procedura di esecuzione dell'intervento in parte a finanziamento pubblico ed in parte privato.
La P.F. Difesa della Costa ha fornito i chiarimenti richiesti con nota prot. 90602 del 16 febbraio 2012 ed ha richiesto di integrare il disciplinare con il soggetto privato attuatore prevedendo una polizza fideiussoria, a carico dello stesso, dell'importo dei lavori ad esso spettanti, che garantisca la mancata esecuzione delle opere nel periodo stabilito all'art. 4, punto h) del suddetto disciplinare, con validità dalla consegna dei lavori alla loro collaudazione.
Tutto ciò premesso:
1) la difesa costiera è un tema ambientale ed economico per la regione Marche ma come per le altre regioni, di primaria importanza in cui devono coniugarsi gli aspetti ambientali e la valenza economica delle attività che gravitano sul demanio marittimo;
2) sono state assicurate tutte le condizioni di partecipazione in sede di pubblicazione del progetto al fine di dare la possibilità di chiarire ogni osservazione proveniente da ogni soggetto interessato al progetto;
il piano di monitoraggio ambientale garantisce il controllo degli eventuali effetti prodotti;
4) l'impegno della giunta regionale sul tema dell'erosione costiera è massimo ma si devono fare i conti con le restrizioni di bilancio e con costi di interventi molto elevati; la partecipazione alla spesa degli interventi di difesa costiera è prassi da consolidare anche in quanto registriamo partecipazione dei soggetti privati alla spesa di difesa costiera in altre regioni;
5) i lavori sono stati iniziati e hanno le necessarie e sufficienti garanzie per essere conclusi sia nella parte pubblica che privata.
PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno, il Consigliere Perazzoli.
Paolo PERAZZOLI. Più che della risposta, di cui devo dire ho capito poco, sono soddisfatto, visto che la materia la conosco, di come è finita la storia.
La mia interrogazione nasceva perchè si verificava una strana cosa. Per la prima volta, o una delle prime, dei privati erano disponibili a investire un paio di milioni di euro per realizzare la trasformazione di scogliere soffolte in scogliere emerse, in quanto le prime avevano dimostrato la loro inefficacia. In altre parti paga la Regione o altri soggetti pubblici lì invece erano i privati. E c'era una gara a chi poteva mettere più ostacoli.
Siccome c'erano state pressioni per ritardare, per contrastare questo intervento, la mia interrogazione era per dire: “attenzione, se qui le cose si complicano e l'intervento non viene fatto, ci saranno altri danni, poi qualcuno dovrà risponderne”.
Evidentemente questa interrogazione ha sortito l'effetto, le cose si sono accelerate e quindi i lavori si stanno facendo. Si stanno facendo nella parte in cui ci sono tre campeggi importanti e quindi è quella che nella provincia di Fermo vede la maggior presenza turistica.
La cosa incredibile di questa vicenda è che ci sono state delle associazioni che si autodefiniscono ambientaliste che in quel caso contestavano l'intervento (ed è una zona già in parte urbanizzata) mentre per altre situazioni sempre in presenza di soldi dei privati chiedono finanziamenti pubblici per realizzare scogliere in aree protette, che dovrebbero essere lasciate naturali.
Io contesto a certe lobby la rappresentatività dell'esigenza dell'ambiente, sono le forze politiche grandi che rappresentano l'insieme dell'ambiente, quindi con questa mia interrogazione volevo segnalare il problema. Però ora il problema si sta risolvendo perché i lavori si stanno facendo, per cui di questo, ripeto, sono soddisfatto.
Presidenza della Vicepresidente
Paola Giorgi
Interrogazione n. 683
dei Consiglieri Foschi, Zinni
“Cartella clinica elettronica”
(Svolgimento)
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l’interrogazione n. 683 dei Consiglieri Foschi, Zinni. Ha la parola, per la risposta, l'Assessore Mezzolani.
Almerino MEZZOLANI. L'interrogazione in oggetto è relativa alla procedura di acquisizione della cartella clinica per l'Azienda Ospedaliera, Ospedali Riuniti Umberto I-Lancisi-Salesi. Relativamente alla stessa l'Azienda ha inviato la seguente relazione.
Premessa.
La gara oggetto dell'attenzione dei Consiglieri Foschi e Zinni riguarda la fornitura di due software, la cartella clinica per il Dipartimento di Cardiologia (ex Lancisi) e la cartella clinica del Reparto di Malattie Infettive aggiudicata per un importo complessivo (entrambe le cartelle) di € 19.900 (diciannovemilanovecento) IVA esclusa .
Si riporta di seguito l'estratto del regolamento aziendale in materia di acquisizione beni e servizi approvato con determina num. 408/AORDIRGEN del 13 ottobre 2006 (in vigore fino al 31 dicembre 2011).
“Art. 5 - Procedura del cottimo fiduciario per beni e servizi. Quando l'importo della spesa non supera l'ammontare di euro 20.000 IVA esclusa, le offerte sono richieste ed acquisite agli atti da parte del responsabile del Procedimento, con i mezzi, nella forma e nel numero ritenuti più opportuni, secondo necessità e tipologia delle fornitura.
La scelta del contraente viene effettuata dal responsabile del procedimento a favore del miglior offerente, tenuto conto degli elementi economici e tecnici delle singole offerte.
Art. 6 - Ordinazione delle forniture . Le forniture previste dal presente regolamento sono autorizzate mediante apposito ordinativo sottoscritto dal Responsabile del Procedimento e, nel caso di delega, dal Direttore della SOD Acquisizione Beni e Servizi. Il contratto è concluso con l'emissione dell'ordinativo ai sensi dell'art. 1326 del Codice Civile.
Art. 7 - Elenchi dei fornitori. Il direttore della SOD può sempre procedere ad indagini di mercato, interpellando anche fornitori non iscritti nell'Elenco Aziendale, richiedendo offerte o utilizzando le forme di pubblicità ritenute maggiormente idonee in relazione alla tipologia della fornitura.”
Affidamento della fornitura di CCE Dipartimento di Cardiologia e "Reparto Malattie Infettive.
II regolamento aziendale (in vigore fino al 31 dicembre 2011) prevedeva che relativamente all'acquisto di beni e servizi per importi inferiori a 20.000 euro, IVA esclusa, le offerte sono acquisite nella forma e nel numero ritenuti più opportuni e la successiva aggiudicazione della fornitura avviene attraverso l'emissione dell'ordinativo di fornitura a firma del direttore della struttura acquirente (il nuovo regolamento in vigore dal 1° gennaio 2012 eleva la soglia a 40.000 euro IVA esclusa).
In realtà la procedura che viene utilizzata di norma dallo scrivente per gli affidamenti sotto i 20.000 euro, IVA esclusa, ora sotto i 40.000, è più articolata e trasparente rispetto a quella "minima" prevista dal regolamento, in quanto viene redatto per ogni affidamento un "documento istruttorio", protocollato e registrato agli atti dell'ufficio, in cui vengono descritti il contesto e le motivazioni.
Inoltre è bene sottolineare che la fornitura e la messa in esercizio di un software di Cartella Clinica Elettronica è un'attività estremamente critica. Infatti una Cartella Clinica Elettronica, utilizzata dai tutti i medici e infermieri, introduce nei reparti un significativo mutamento dei processi sanitari, amministrativi, organizzativi e manageriali. Per questa ragione l'adozione di un tale strumento non può mai essere un atto isolato dei sistemi informativi. Infatti nessun direttore di reparto sarà mai disposto ad utilizzare una Cartella Clinica Elettronica senza prima averne attentamente valutato le caratteristiche funzionali e cliniche. Inoltre la cartella cliniche elettronica è un software che necessita un elevato livello di personalizzazione sulla base delle esigenze e specialità dei reparti che l'adottano. Tale personalizzazione e specializzazione è ancora più spinta nelle Cliniche Universitarie, che di norma utilizzano i dati delle cartelle cliniche per la raccolta di un gran numero di informazioni relative alle patologie trattate allo scopo di raccogliere dati fondamentali per gli studi scientifici e la ricerca medica.
Presso L'Azienda Ospedaliero Universitaria Ospedali Riuniti da anni sono presenti cartelle cliniche elettroniche presso i reparti, alcune delle quali anche autoprodotte dagli stessi medici. Qualche cartella, molto specialistica, è stata fornita da associazioni scientifiche e condivide i dati a livello nazionale. Altre ancora acquisite nel corso degli anni.
La situazione di frammentazione delle cartelle cliniche di reparto porta come conseguenza che le informazioni cliniche di un paziente, registrate su una singola cartella clinica, non sono automaticamente disponibili sulle altre cartelle. Questa situazione ha portato alla fine del 2009 a redigere un progetto di razionalizzazione dei dati clinici dei pazienti a livello aziendale e a presentarlo alla Fondazione Cariverona per richiederne il finanziamento. La richiesta è stata accolta a marzo del 2010 accordando un cofinanziamento del 70% della spesa prevista.
II progetto prevede di realizzare due contenitori comuni a tutte le cartelle: l'anagrafe dei pazienti; il repository dei dati clinici.
Ogni cartella clinica di reparto si integra con l'anagrafe centralizzata e dialoga con le altre scambiando i dati clinici dei pazienti attraverso il repository centralizzato.
Questa architettura consente di mantenere la piena operatività in tutti quei reparti in cui sono già presenti cartelle cliniche da tempo. Si ritiene inoltre che con una architettura del genere si realizzino tutti i benefici dell'integrazione pur conservando gli investimenti effettuati nel tempo e realizzando un risparmio significativo rispetto alla soluzione della sostituzione con un nuovo prodotto di tutte le cartelle cliniche già operative.
E' anche merito di questa architettura che l'azienda ha conseguito i riconoscimenti del: Premio innovazione ICT in Sanità del Politecnico di Milano il 3 magio 2011; Premio Innovazione ICT Lazio nella categoria ICT nella PA e in Sanità il 21 marzo 2012.
Adottando questa filosofia le due cartelle della Med Media sono state presentate rispettivamente al dott. Giampiero Perna, Direttore del Dipartimento di Cardiologia, e al dott. Marcello Tavio, Direttore della Divisione di Malattie Infettive nel mese giugno del 2010, affinché esprimessero un giudizio funzionale e clinico.
Essendo state giudicate entrambi interessanti, soprattutto grazie ad alcune particolari funzionalità relative alla gestione dei farmaci, nel mese di luglio del 2010 tali software sono stati installati in prova sui server aziendali.
Dopo una fase test durata circa 5 mesi, ai primi di dicembre 2010 i medici hanno espresso un parere positivo giudicandoli entrambi adeguati per avviare la fase operativa sui pazienti.
A tal punto si è proceduto a trattare con il fornitore alcune modifiche tecniche al sistema e la conseguente offerta economica complessiva. Contemporaneamente, al fine di poter formulare una corretta valutazione di congruità tramite un opportuno e coerente confronto, si è provveduto a richiedere un'ulteriore offerta, con le medesime caratteristiche tecniche, ad una seconda ditta (già fornitrice di software di cartella clinica elettronica presso Ospedali Riuniti).
Le motivazioni dell'affidamento e i passaggi essenziali della procedura adottata sono descritti nel documento istruttorio agli atti del SIA ed allegato in copia alla presente.
Pertanto relativamente ai rilievi mossi possiamo affermare che:
• la "pagina e mezza" citata nell'interrogazione riporta esclusivamente l'offerta economica e la descrizione generale dei sistemi e non ha nessuna relazione con la valutazione tecnica del prodotto, che nel caso della Med Media Group è stata effettuata sul prodotto installato e funzionate per 5 mesi, e nel caso della ditta SID, essendo già fornitrice di altre cartelle cliniche, la valutazione tecnica è stata fatta sulla base della struttura e delle interfacce dei software già installati;
• l'affermazione che "della gara non si trova traccia " è priva di fondamento, in quanto la procedura adottata è perfettamente conforme ai dettami del regolamento aziendale in tema di acquisizione di beni e servizi. Tutti i documenti sono conservati agli atti del Sistema Informativo Aziendale, tanto che a tali documenti ha avuto accesso il legale rappresentante dell'ex collaboratore della Med Media;
• iI regolamento aziendale in tema di acquisizione di beni e servizi non obbliga ad interpellare i fornitori presenti nell'elenco aziendale (vista anche la particolarità tecnica dii tale fornitura);
• la certificazione di qualità non è una condizione vincolante per essere un società fornitrice della P.A.;
• la Med Media Group S.r.l. è stata costituita il 19 gennaio 2011 acquisendo in toto la Med Media snc di Cristofanelli Fabio costituita in data 30 settembre 1997, la quale a sua volta ereditava della ditta individuale Med Media costituita l'1 gennaio 1995. La data del 3 gennaio 2011 riportata sull'offerta Med Media Group srl è pertanto un refuso nella produzione dell'offerta economica dovuto alla fase di transizione tra Med Media snc e Med Media Group srl, tale refuso è stato poi riportato nel documento istruttorio. In ogni caso l'ordine (quindi l'affidamento) è stato correttamente formalizzato il 16 febbraio 2011 quando la Med Media srl era già costituita e iscritta al registro delle imprese;
• sebbene la certificazione di qualità non sia una condizione vincolante per essere un società fornitrice della Pubblica Amministrazione, il sottoscritto era a conoscenza del percorso di certificazione ISO-9001 2008 intrapreso dalla ditta (vedi anche il sito httn://www.medmediagroup.it) che risulta avesse già iniziato prima dell'attribuzione formale dell'appalto. Infatti la Med Media Group srl ha superato la visita ispettiva il giorno 11 febbraio 2011 senza nessuna riserva di non conformità, ha poi ricevuto la certificazione ISO-9001 2008 in data 9 marzo 2011, come correttamente asseriscono i Consiglieri Foschi e Zinni. Faccio notare però che la rigida procedura di certificazione dispone che per il rilascio della stessa è necessario dare evidenza di essersi attenuti ai criteri disposti dalla certificazione di qualità da almeno 3 mesi dall'atto della visita ispettiva (che ricordiamo è avvenuta in data 11 febbraio 2011). Per cui se non ci fosse stata evidenza della continuità professionale e operativa tra Med Media snc e Med Media Group srl, il RINA, ente che ha certificato la Med Media Group srl, non avrebbe mai rilasciato la certificazione, in quanto non avrebbe potuto avere l'evidenza "di almeno 3 mesi di attività secondo i criteri di qualità" da una ditta costituitasi il 19 gennaio 2011, cioè meno di un mese prima della visita ispettiva. Per cui la Med Media Group srl, anche se di recente costituzione, risulta avere alle spalle una consolidata attività professionale nel campo dello sviluppo software;
• non è stata considerata rilevante la circostanza che l'impresa affidataria non fosse iscritta all'Albo delle imprese artigiane;
• non esiste nessuna correlazione tra la qualità del prodotto e il capitale sociale di un'azienda di software.
Ulteriori Affidamenti.
Nella documentazione allegata si riportano in copia gli atti relativi ad ulteriori due affidamenti effettuati a beneficio della Med Media Group srl che per l'acquisto dei seguenti beni e servizi:
• software di integrazione banca dati "Farmadati" con cartelle cliniche aziendali, euro 1.096,00 più IVA, del 16 marzo 2011;
• sofware d'integrazione cartelle cliniche Dipartimento di Cardiologia e Reparto Malattie Infettive con anagrafica centralizzata aziendale, euro 18.900,00 più IVA (finanziamento Fondazione Cariverona), del 15 novembre 2011
Le motivazioni sono espresse nei relativi documenti istruttori.
Allo stato non sono previste ulteriori acquisizioni di cartelle cliniche elettroniche.
Si precisa che i documenti istruttori summenzionati sono tutti disponibili presso il Dipartimento per la salute e per i servizi sociali.
PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatta o meno, la Consigliera Foschi.
Elisabetta FOSCHI. Nonostante la lunga risposta dell’Assessore Mezzolani, e vista la grande rumorosità di quest'Aula, la difficoltà di comprendere...Scusi, Presidente, ma così è veramente complicato!
PRESIDENTE. Per favore, Consiglieri, fate un po' di silenzio, altrimenti la Consigliera Foschi non riesce a farsi sentire. Grazie.
Elisabetta FOSCHI. Nonostante, dicevo, la lunga risposta dell'Assessore sono insoddisfatta, non ho capito bene di quando parlava di refuso, sostanzialmente c'è stato un errore e sostanzialmente si è data credibilità all'evidenza della continuità tra due società. Resta il fatto che a noi risulta una gara affidata a una società che ha presentato l'offerta tecnica in data 3 gennaio, che a quella data quella società non risultava nemmeno costituita, perché, come lei ha ricordato, risulta costituita il 19 gennaio e risulta iscritta al registro delle imprese il 26 gennaio.
In data 16 febbraio 2011 quella ditta non era iscritta all'albo delle imprese artigiane e la certificazione è lo stesso successiva.
Il fatto che ci sia stato un refuso e che si sia data credibilità o se si sia creduto alla continuità fra le due società, ecco, non mi rende soddisfatta. Le date parlano chiaro.
Siccome gran parte della sua premessa, Assessore, l’ha dedicata all'importanza e alla delicatezza della gestione delle cartelle cliniche, io richiamo proprio quella delicatezza e quell'attenzione e mi permetto di dire che in questo caso non mi pare ci sia stata.
PRESIDENTE. Concludiamo qui la parte relativa agli atti ispettivi.
Proposta di legge regionale n. 133
ad iniziativa della Giunta regionale
“Istituzione dell'Ente unico regionale per l'abitazione pubblica delle Marche (ERAP Marche). Soppressione degli Enti regionali per l'abitazione pubblica (ERAP) e modifiche alla legge regionale 16 dicembre 2005, n. 36 (Riordino del sistema regionale delle politiche abitative)”
(Votazione)
(Discussione seduta n. 78 del 15 maggio 2012)
PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca la proposta di legge n. 133 ad iniziativa della Giunta regionale. La discussione…(…) Prego, Consigliere Marangoni.
Dichiarazioni ai sensi dell’art. 35, sesto comma, Regolamento interno
Enzo MARANGONI. Come mai, Presidente, è passata al punto 3) saltando il punto 2) riguardante l'interpellanza?
PRESIDENTE. Perché ai Capigruppo avevamo detto che avremmo dedicato mezz'ora alla prima parte degli atti ispettivi, e siamo andati anche ben oltre.
Enzo MARANGONI. Ho capito, però, se mi permette, un Assessore ha messo un quarto d'ora per una risposta, insomma, tra i pochissimi diritti che abbiamo come minoranza ci sono le interpellanze e le interrogazioni, se poi la maggioranza ci mette venti minuti per dare una risposta, per quanto esaustiva possa essere, credo i nostri diritti vengano meno. Ecco, non capisco perché si salti il punto 2).
PRESIDENTE. Consigliere Marangoni, l'Assessore ha fatto una lunga risposta, ma siamo andati ben oltre i trenta minuti. L’abbiamo stabilito alla Conferenza dei Capigruppo. Altrimenti non la facciamo! La prossima seduta la metteremo al primo punto.
Enzo MARANGONI. Però, ecco, mi sembra una cosa…tra l'altro, Presidente, il Consigliere Silvetti - che è assente ancora per poco, è impegnato per motivi professionali - mi ha incaricato di dire, in quanto relatore di minoranza, se possiamo posticipare di un punto o due la proposta di legge n. 133..
PRESIDENTE. No, perché la discussione di questa proposta di legge era iniziata nel corso della seduta n. 78 ed era esaurita. Eravamo arrivati al momento dell'intervento dell'Assessore Canzian. Però naturalmente ci sono altre possibilità di intervento, sia perché ci sono molti emendamenti e sopratutto perché si può intervenire in dichiarazione di voto.
Le relazioni sono state già fatte, la discussione è esaurita, sicchè procediamo dal punto in cui avevamo interrotto. E i Consiglieri, ripeto, hanno possibilità di intervenire perché ci sono gli emendamenti e le dichiarazioni di voto.
Grazie, Consigliere Marangoni.
Enzo MARANGONI. Sì, grazie, Presidente, però, per concludere, in generale direi che non sarebbe male tenere in maggior conto le esigenze della minoranza, visto che l'unica cosa che possiamo fare sono le interrogazioni e le interpellanze...
PRESIDENTE. Infatti vi abbiamo dedicato…
Enzo MARANGONI. A volte non si fanno, a volte si fanno in mezz’ora, che ci stiamo a fare!
PRESIDENTE. Consigliere Marangoni, se facciamo la Conferenza dei Capigruppo e in quella sede prendiamo delle decisioni le rispettiamo, altrimenti non la facciamo!
Ha chiesto la parola il Consigliere Natali, ne ha facoltà.
Giulio NATALI. I Consiglieri che come me stanno da questa parte leggono in un cartellino che nella Giunta c’è un nome, P. Eusebi, sta tra l'Assessore Donati e l'Assessore Marconi. Ecco, pensiamo debba forse significare qualcosa! Che il Consigliere regionale in questa Assemblea legislativa non conti nulla l'ha detto adesso Marangoni, e ne siamo tutti molto convinti, ma che qualcuno che provvede a sostituire un Assessore e penso a nominare un altro Assessore (non sappiamo neanche con quali deleghe) non abbia neanche, come dire, l'educazione di presentare questa modifica avvenuta in Giunta, ecco, io mi meraviglio non di quello che avviene per noi, perché noi non contiamo niente, caro Bucciarelli, ma per voi. Per voi! E nessuno di voi, che sta qui tranquillo e pacifico, si alza e dice: “scusate, è successo qualcosa di nuovo, forse è il caso che l'Assemblea legislativa regionale venga informata di questo”.
Quindi vi ringraziamo per come difendete le prerogative dell'Assemblea legislativa regionale, ringraziamo la Presidenza, ringraziamo l'autore della nomina, ringraziamo il nominato!
PRESIDENTE. Consigliere Natali, la segreteria della Presidenza della Giunta ha comunicato il decreto di nomina dell'Assessore Eusebi.
L'articolo 8 dello Statuto in merito alla modifica della composizione della Giunta regionale prevede che il Presidente della Giunta regionale può sostituire il Vicepresidente e gli Assessori previa comunicazione al Consiglio regionale per illustrarne le ragioni, in ordine alla quale si svolge un dibattito. Ed io ricordo l’acceso dibattito in Aula quando il Presidente comunicò la sostituzione dell'Assessore Moroder.
La nomina del nuovo Assessore Eusebi è arrivata in questi giorni, è stata comunicata, e mi dicono che è stata comunicata tramite lettera anche a tutti i Consiglieri.
Ha chiesto la parola il Consigliere Bucciarelli, ne ha facoltà.
Raffaele BUCCIARELLI. Una semplice considerazione. E' vero quello che ha detto lei, Presidente, ci mancherebbe altro, lungi da me volerlo contestare, però una cosa è il rispetto dei regolamenti altra cosa è il rispetto degli eletti dai marchigiani.
Questa maggioranza, questo Presidente, questo Governo, è tutto dentro la logica berlusconiana, seppure la condanniate. Le notizie prima si danno alla stampa e poi si danno ai rappresentanti del popolo. Caro Assessore, non se ne abbia. E’ così! Noi apprendiamo le notizie prima dalla stampa, perché secondo voi genera consenso, e poi le apprendiamo ufficialmente attraverso una lettera.
Questa Assemblea legislativa regionale credo stia ormai scivolando verso un sentiero che è un inno al grillismo. Questa è l'antipolitica. Il non rispetto delle istituzioni non porterà né alla coesione né al rafforzamento della maggioranza nè tanto meno al rispetto dell'Assemblea legislativa regionale.
Ecco, Presidente, era questo che mi sentivo di dire. La ringrazio.
Ripresa del punto di cui alla proposta di legge n. 133
PRESIDENTE. Bene. Proseguiamo con l'ordine del giorno. Poc’anzi stavo dicendo che abbiamo esaurito la discussione sulla proposta di legge n. 133 nella seduta n. 78, eravamo arrivati al momento di dare la parola all'Assessore Canzian. Quindi, prego Assessore.
Antonio CANZIAN. Grazie, Presidente, però ritengo, se lei lo permette, di passare prima all'esame degli emendamenti e poi a conclusione farò un breve intervento.
PRESIDENTE. Bene, Assessore Canzian. Passiamo pertanto alla discussione e votazione degli emendamenti. Ci sono degli emendamenti prima dell’articolo 1…(...) Consigliere Bucciarelli sono tre volte che lo dico! La discussione sul testo di legge è stata fatta nella seduta n. 78, erano intervenuti il relatore di maggioranza, il relatore di minoranza e l'Aula. Inoltre ho detto che siccome ci sono gli emendamenti e le dichiarazioni di voto i Consiglieri che vogliono esprimersi hanno altre possibilità per poter parlare.
Emendamento n. 01/1 del Consigliere Zaffini:
Prima dell'articolo 1 è inserito il seguente:
“Art. 01 (Modifica all'articolo 2 della l.r. 36/2005)
1. Il comma 2 bis dell'articolo 2 della l.r. 36/2005 è soppresso.”.
Ha la parola il Consigliere Zaffini.
Roberto ZAFFINI. Chiedo l'abrogazione del comma 2 bis per il fatto che non si capisce perché la Giunta si arroghi il diritto di modificare una normativa ben precisa che stabilisce che a una metratura di un'abitazione corrisponde il numero dei locatari. Questo diritto che può avere la Giunta su una normativa del genere è totalmente incomprensibile.
PRESIDENTE. Emendamento n. 01/1. Lo pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa non approva)
Emendamento n. 01/2 del Consigliere Canzian:
Prima dell'articolo 1 è inserito il seguente:
Articolo 01 (Modifica dell'articolo 2 della I. r. 36/2005)
1. Dopo il comma 2 quater dell'articolo 2 della l.r. 36/2005 è inserito il seguente: "2 quinquies. Ai fini della presente legge la Giunta regionale può stabilire parametri integrativi della valutazione della situazione economica equivalente di cui al decreto legislativo 31 marzo 1998, n. 109 (Definizioni di criteri unificati di valutazione della situazione economica dei soggetti che richiedono prestazioni sociali agevolate, a norma dell'articolo 59, comma 51, della legge 27 dicembre 1997, n. 449).".
Ha la parola l'Assessore Canzian.
Antonio CANZIAN. Il fine di questo emendamento è quello di consentire alla Giunta regionale di introdurre elementi diversi rispetto all'ISEE così come normato dalla normativa nazionale, dal decreto legge 109/1998, il cosiddetto ISEE-ERP che, in accordo con i sindacati rappresentativi degli inquilini, ha la finalità di favorire i requisiti a favore degli assegnatari.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Marangoni.
Enzo MARANGONI. Riguardo questo emendamento intendo informare l'Assessore e l'Assemblea legislativa di quanto sta avvenendo in queste settimane.
Sulla base della legge regionale vigente 36/2005 accade che i Comuni stanno inviando decine e decine di lettere a persone che abitano la casa popolare assegnata negli anni precedenti perché in taluni casi è stato superato per due anni il limite ISEE, così come prevede, mi pare, vado a memoria, l'articolo 20 decies, lettera f).
Il principio di per sé è giusto, nel senso che ovviamente le case popolari sono destinate ai ceti meno abbienti...
PRESIDENTE. Mi scusi, Consigliere, ma in Aula c'è una confusione infinita, non si sente nulla. Un po’ di silenzio, per favore!
Enzo MARANGONI. E' chiaro, dicevo, che il principio di per sé è giusto, nel senso che se si superano i redditi ISEE per due anni consecutivi è giusto che la famiglia che occupa una certa casa si faccia da parte, deve lasciare lo spazio libero ad altre persone più bisognose. Però voglio far notare alcune cose.
Nella legge precedente, quella che è stata abrogata dalla legge 36/2005, il criterio economico era molto più ampio, si diceva che il superamento fino al 75% del reddito minimo previsto per la casa popolare non comportava la necessità di abbandono della casa popolare stessa. Se cioè si superava oltre il 75%, che era una cifra abbastanza importante, decadeva il diritto ad occupare la casa. La legge 36/2005, invece, dice semplicemente se si supera per due anni consecutivi l'ISEE.
Ma cosa è successo - parlo di un caso che conosco ma sicuramente ce ne saranno molti altri -?. Una persona monoreddito di 80 anni che ha superato dell'8%, quindi una cifra ridicola, per due anni l'ISEE, 80 anni, invalida, gravemente ammalata, semicieca, ha ricevuto una lettera per lasciare immediatamente la casa popolare, una casa che occupava da venticinque anni. Semplicemente, ripeto, perché ha superato dell'8% per due anni il limite ISEE previsto dalla legge. Tra l'altro gli stessi redditi ce li aveva anche 22 anni fa, ossia quando prese la casa popolare, allora lavorava mentre ora ha la pensione più una piccola pensione di invalidità del marito deceduto.
Mi rivolgo all'Assessore Canzian, faccio una proposta operativa concreta. Credo sia giusto il principio che chi supera l'ISEE per due anni consecutivi debba lasciare la casa popolare, però mettiamo qualche correttivo. Ad esempio, se sono trent'anni che abita lì, se lo ha superato, che so, per meno del 10%, 20%, se è gravemente ammalato, se ha più di 70 anni, insomma, con la somma di una serie di criteri si dovrebbe soprassedere all'applicazione rigida di questa normativa, altrimenti creeremo veramente situazioni di iniquità profonde.
Quindi l'invito è propositivo, e dovrebbe essere anche immediato, le lettere sono già partite in tutta la regione.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Silvetti.
Daniele SILVETTI. Capisco la ratio di questo emendamento, ma lei conosce bene, Assessore, che a seguito dell'ultima modifica fatta in questa materia, cioè l'aumento delle tariffe e soprattutto dei canoni, quali siano le storture e i drammi che stanno vivendo numerose famiglie assegnatarie di alloggi popolari.
Qui lo si dice in modo generico, si dà la possibilità alla Giunta di introdurre dei criteri così, sic ed simpliciter, senza specificare quali. E’ quindi una delega in bianco, che si può dare, ma sono perfettamente consapevole che voi siete consci dello scompenso creatosi sul territorio laddove i cinque Erap in questo momento applicano in modo diversificato la norma in termini di canone.
E’ molto grave. Anche perché questa cattiva applicazione ha portato, come diceva poco fa il collega, al fatto che intere fasce di monoreddito rientrano nel famoso biennio di decadenza. Ci sono cioè persone che da dieci anni guadagnano la stessa cifra, senza mutamento del proprio stato di famiglia, ma che sono clamorosamente entrate in questa soglia di decadenza.
E’ un fatto gravissimo. E’ un fatto che mina le fondamenta, la logica, la ratio della politica abitativa di questa Regione, è stato creato un vulnus che deve essere immediatamente sanato, onde evitare situazioni di dramma ancora più profonde.
PRESIDENTE. Emendamento n. 01/2. Lo pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa approva)
Emendamento n. 01/3 del Consigliere Zaffini:
Prima dell'articolo 1 inserire il seguente:
“Articolo 01 (Modificazioni all'articolo 5 della l.r. 36/2005)
1. Dopo la lettera h) del comma2 dell'articolo 5 della a legge regionale 16 dicembre 2005 n. 36 (Riordino del sistema regionale delle politiche abitative) è aggiunta la seguente:
"h bis) promuove l'adozione di piani di edilizia economica e popolare in tutti i comuni marchigiani anche sostenendo la costituzione di consorzi tra Comuni di minor dimensione demografica per la formazione di un unico piano.”.
Ha la parola il Consigliere Zaffini.
Roberto ZAFFINI. E' una modifica della l.r. 36/2005 con l’intenzione di promuovere l'adozione di piani di edilizia economica e popolare in tutti i comuni marchigiani, anche sostenendo la costituzione di consorzi tra comuni di minor dimensione demografica per la formazione di un unico piano. E' quindi per l'agevolazione di azioni anche in comuni di piccole dimensioni.
PRESIDENTE. Emendamento n. 01/3. Lo pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa non approva)
Emendamento n. 01/4 del Consigliere Zaffini:
Prima dell'articolo 1 è inserito il seguente:
Articolo 01 (Modifica dell'articolo 14 della l.r. 36/2005)
1. Al comma 1 dell'articolo 14 della l.r. 36/2005 le parole “nuclei familiari monoparentali con figli a carico” sono sostituite dalle seguenti: “genitori con figli in affido esclusivo o condiviso”.
Ha la parola il Consigliere Zaffini.
Roberto ZAFFINI. Questo emendamento è molto importante. E’ una modifica dell'articolo 14 della l.r. 36/2005.
Secondo la legislazione corrente il termine “figli a carico” non è più attuale, è superato dal termine “affido esclusivo”.
Con questo emendamento voglio quindi sostituire le parole “nuclei familiari monoparentali con figli a carico” con la dizione “genitori con figli in affido esclusivo o condiviso”.
E’ sopratutto per tutelare la fascia dei tantissimi padri separati, alcuni dei quali vivono in condizioni a dir poco indecenti e che magari solo per una questione di decoro personale o di rivalsa verso l'ex coniuge patiscono delle pene indicibili, sopportando di stare in condizioni abitative provvisorie e non dignitose.
Pertanto questo emendamento è secondo me molto importante in quanto vuole sanare un'ingiustizia che questa legge purtroppo non vuol risolvere.
PRESIDENTE. Emendamento n. 01/4. Lo pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa non approva)
Emendamento n. 01/5 del Consigliere Zaffini:
Prima dell'articolo 1 inserire il seguente:
Articolo 01 (Modificazioni all'articolo 18 della l.r. 36/2005)
1. Alla lettera a) del comma 1 dell'articolo 18 della l.r. 16 dicembre 2005, n. 36 (Riordino del sistema regionale delle politiche abitative) “cittadini di Stati che non aderiscono all'Unione europea” sono aggiunte le seguenti: “residenti nel Comune da almeno cinque anni e”.
Ha la parola il Consigliere Zaffini.
Roberto ZAFFINI. Io sono veramente allibito come questa Assemblea sia cieca e sorda. (…) La Lega scompare? Ma quando mai scompare! Noi scompariremo quando voi avrete l'intelligenza di approvare queste cose! Sono allibito, siete ciechi e sordi, non capite che la situazione è veramente drammatica!
Ecco, io qui vi ripropongo ancora una volta la residenzialità dei cinque anni per accedere alle locazioni agevolate. Voglio vedere come voterà ancora una volta l'Assemblea! E se voi votate contro noi non scompariamo, cari miei, la Lega è forte!
PRESIDENTE. Emendamento n. 01/5. Lo pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa non approva)
Emendamento n. 01/6 del Consigliere Canzian:
Prima dell'articolo 1 è inserito il seguente:
Articolo 01 (Modifica dell'articolo 20 quater della l.r. 36/2005)
1. Alla lettera d) del comma 1 dell'articolo 20 quater della l.r. 36/2005 le parole “entro sei mesi dall'approvazione della presente legge” sono soppresse.
Ha la parola l'Assessore Canzian.
Antonio CANZIAN. Questo emendamento è sostanzialmente tecnico, fa riferimento ad un passaggio della legge 36/2005 secondo cui tra i requisiti per accedere agli alloggi popolari il reddito del nucleo familiare non deve essere superiore al limite determinato dalla Giunta regionale – questo è il passaggio che chiediamo di abrogare -, cioè entro sei mesi dall'approvazione della presente legge (la legge 36).
Presidenza del Vicepresidente
Giacomo Bugaro
PRESIDENTE. Emendamento n. 01/6. Lo pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa approva)
Emendamento n. 01/7 del Consigliere Canzian:
Prima dell'articolo 1 è inserito il seguente:
Articolo 01 (Modifica dell'articolo 20 quater della l.r. 36/2005)
1. Il comma 3 dell'articolo 20 quater della l.r. 36/2005 è sostituito dal seguente:
3. La qualità di assegnatario è conservata anche da chi, nel corso del rapporto locativo, superi il limite massimo di cui alla lettera d) del comma 1 fino ad un valore pari a 2,5 volte tale limite e nella fattispecie di cui al comma 4 dell'articolo 20 septies.”.
Ha la parola l'Assessore Canzian.
Antonio CANZIAN. Nella sostanza questo emendamento raccoglie un po’ l'invito e il ragionamento che faceva poco fa il Consigliere Marangoni. Parliamo del reddito massimo oltre il quale scatta il provvedimento di decadenza, cioè la perdita dei requisiti a rimanere nell'alloggio assegnato.
La legge 36 fissava questo limite massimo a due volte il reddito minimo di accesso. Con questo emendamento si propone invece di aumentare di due volte e mezzo il reddito minimo di accesso all'alloggio popolare, per cui sostanzialmente si eleva il reddito oltre il quale scatta il provvedimento di decadenza.
E' un provvedimento, quindi, che va incontro alla esigenza a cui faceva riferimento il Consigliere Marangoni poco fa, ovvero quella di attenuare l'impatto della decadenza per superamento del reddito massimo.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Marangoni.
Enzo MARANGONI. Ringrazio l'Assessore Canzian della sensibilità. Non avevo visto questo emendamento e quindi sono intervenuto in precedenza.
Però su questo punto chiedo di completare la sensibilità dimostrata dall'Assessore e dalla Giunta, cercando, per quanto riguarda i procedimenti in corso, sono infatti già partite decine e decine di lettere, di ricomprendere appunto, nei limiti del possibile con effetto retroattivo, i procedimenti in corso. Quelli dell'anno scorso ormai sono chiusi, mentre quelli del 2012, se rientrano in questo emendamento che mi auguro approveremo, ritengo debbano essere ricompresi. Come dicevo prima, ci sono persone di 80 anni che hanno superato di pochissimo l'ISEE per due anni, magari per la pensione del marito oltre alla propria, che sono malate e che stanno perdendo la casa. Potete ben immaginare con quale grave disperazione psicologica oltre che economica si trovano queste persone.
Quindi chiedo se potete fare qualche cosa sul piano amministrativo o politico per evitare che questi fatti si verifichino, perché purtroppo stanno per accadere.
PRESIDENTE. Emendamento n. 01/7. Lo pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa approva)
Emendamento n. 01/8 del Consigliere Zaffini:
Prima dell'articolo 1 inserire il seguente:
Articolo 01 (Modifica dell'articolo 20 quinquies della l.r. 36/2005)
1. Alla lettera a) del comma 1 dell'articolo 20 quinquies della l.r. 36/2005 sono soppresse le parole “con cadenza almeno biennale”.
Lo pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa non approva)
Emendamento n. 01/9 del Consigliere Canzian:
Prima dell'articolo 1 è inserito il seguente:
Articolo 01 (Modifica dell'articolo 20 quinquies della l.r. 36/2005)
Dopo il comma 4 dell'articolo 20 quinquies della l.r. 36/2005 è inserito il seguente:
4 bis. Gli alloggi con superficie utile calpestabile inferiore a mq 30 possono essere utilizzati dai Comuni, in deroga alle procedure previste dal presente articolo e previa approvazione di apposito regolamento comunale, per far fronte a situazioni di emergenza abitativa.”.
Ha la parola l'Assessore Canzian.
Antonio CANZIAN. Questo emendamento raccoglie le sollecitazioni pervenute dai grandi Comuni della nostra regione che si stanno misurando con il problema degli sfratti. Con questo emendamento si concede ai Comuni di poter utilizzare gli alloggi di edilizia sociale di metratura inferiore a 30 mq al fine di poterli avere a disposizione in caso di emergenza, prevalentemente per provvedimenti di sfratto e quindi di impossibilità di allocare le famiglie sottoposte, appunto, a questo provvedimento.
PRESIDENTE. Emendamento n. 01/9. Lo pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa approva)
Emendamento n. 01/10 del Consigliere Canzian:
Prima dell'articolo 1 è inserito il seguente:
Articolo 01 (Modifica dell'articolo 20 decies della l.r. 36/2005)
1. La lettera f) del comma 1 dell'articolo 20 decies della l.r. 36/2005 è sostituita dalla seguente:
f) l'assegnatario abbia una capacità economica superiore al limite di cui al precedente articolo 20 quater, comma 2, purché tale condizione si protragga da almeno due anni consecutivi.”.
Se passa decade l'emendamento n. 01/11.
Ha la parola l'Assessore Canzian.
Antonio CANZIAN. Questo emendamento raccoglie le sollecitazioni venute da alcuni Consiglieri regionali, tra cui il Consigliere Marangoni.
Il problema della decadenza è molto molto sentito, in alcuni casi, come diceva poco fa il Consigliere Marangoni, si verifica una situazione ove il superamento del reddito, ancorché temporaneo, per esempio per un anno, determina un provvedimento di decadenza.
Con questo emendamento si fa in modo che nel momento in cui scatta il provvedimento la valutazione del reddito familiare o singolo sia quella in tempo reale e non riferita alla denuncia dei redditi dell'anno precedente.
Per cui anche questo è un provvedimento che cerca di attenuare l'impatto della decadenza, sostanzialmente è a favore degli assegnatari.
PRESIDENTE. Emendamento n. 01/10. Lo pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa approva)
Emendamento n. 01/11 del Consigliere Acquaroli. Decaduto.
Emendamento n. 01/12 del Consigliere Acquaroli:
Prima dell'articolo 1 è inserito il seguente:
Articolo 01 (Modifica dell'articolo 20 decies – decadenza dell'assegnazione)
1. La lettera b) del comma 4 è sostituita dalla seguente:
“b) di persone anziane ultrasessantacinquenni;”.
Lo pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa non approva)
Emendamento n. 01/13 del Consigliere Canzian:
Prima dell'articolo 1 è inserito il seguente:
Articolo 01 (Modifica dell'articolo 20 decies della l.r. 36/2005)
1. Dopo la lettera c) del comma 4 dell'articolo 20 decies della l.r. 36/2005 è aggiunto il seguente comma:
“4 bis. I soggetti di cui alle lettere a), b) e c) del comma 4 vengono comunque considerati ai fini dell'applicazione della scala di equivalenza prevista per il calcolo della capacità economica.”.
Ha la parola l'Assessore Canzian.
Antonio CANZIAN. E’ un emendamento squisitamente tecnico, fa riferimento all'applicazione della scala di equivalenza per quanto riguarda il reddito ISEE che si basa sulla valutazione del numero dei componenti della famiglia.
Dunque anche questo emendamento va incontro alle esigenze degli assegnatari.
PRESIDENTE. Emendamento n. 01/13. Lo pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa approva)
Emendamento n. 01/14 del Consigliere Zaffini:
Prima dell'articolo 1 è inserito il seguente:
Articolo 01 (Modifica dell'articolo 20 decies della l.r. 36/2005)
1. Dopo il comma 4 dell'articolo 20 decies della legge regionale 16 dicembre 2005 n. 36 (Riordino del sistema regionale delle politiche abitative) è aggiunto il seguente:
"4 bis. L'ente gestore effettua verifiche periodiche volte ad accertare l'assenza di cause di decadenza dall'alloggio con particolare riferimento all'accertamento di ipotesi di sublocazione dell'immobile o di ospitalità protratta in violazione di norme di legge.”.
Lo pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa non approva)
Articolo 1. Lo pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa approva)
Articolo 2. Lo pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa approva)
Articolo 3.
Emendamento n. 3/1 del Consigliere Zinni:
L'articolo 3 è sostituito dal seguente:
"Art. 3 (Sostituzione dell'articolo 22 della 1.r.36/2005)
1. L'articolo 22 della I.r. 36/2005 è sostituito dal seguente:
Art. 22 - (Organi)
1. Sono organi dell'ERAP Marche:
a) il consiglio di amministrazione;
b) il presidente;
c) il collegio dei revisori dei conti.".
Se non passa decadono gli emendamenti n. 4/1, 4 bis/1 4 bis/2, 5/1, 9/1. Se passa decade l'emendamento n. 4/2.
Ha la parola il Consigliere Zinni.
Giovanni ZINNI. Su questo pacchetto di emendamenti non mi dilungherò più di tanto, ne abbiamo già parlato in varie occasioni.
Ritengo che risparmiare e tagliare sui costi della politica non significa togliere qualunque forma di controllo e di collegamento fra l'Assemblea legislativa e un organismo di questo tipo.
Se si mantiene la struttura ERAP, seppur regionale, cosa che condivido, credo ci debba essere un consiglio di amministrazione, magari a costo ridotto, non ci interessa avere persone che prendono prebende. Un consiglio di amministrazione di cinque persone, come dice la legge nazionale, e come indicato con molta sincerità dai partiti in questa sede, è l'unica forma di collegamento diretto fra l'Assemblea legislativa e l'ERAP.
Proseguire la riforma con la nomina di un presidente unico, un amministratore unico, un revisore unico, vuol dire mettere nelle condizioni l'ERAP di essere un organismo collegato esclusivamente alla Giunta. L'Assemblea legislativa non avrà più la possibilità di controllo, di interazione, di informazioni in tempo reale.
Ognuno di noi è tempestato di richieste dei cittadini, c'è chi chiede quando gli venderemo la casa nella quale sta in affitto, c'è chi chiede manutenzioni ordinarie, straordinarie, c'è chi chiede quando i Comuni faranno liste con assegnazioni di più alloggi.
Ebbene, noi con questa riforma non solo non saremo in grado di dare risposte a queste persone, che spesso, certo, sono risposte dovute a problemi più profondi di quelli di un cda dentro l'ERAP, ma non saremo neanche in grado di acquisire in tempi di una telefonata queste informazioni. Dovremo mettere per iscritto, in carta bollata, all'Assessore di turno, la preghiera di andare dall'amministratore unico e di spiegarci cosa succede. Ci sarà il presidente della commissione che convocherà questo amministratore unico, che verrà una volta sì, quattro no, sarà impegnato, avrà da fare.
Insomma, signori, non si combattono i costi della politica e i problemi della casta trasformando un problema in una capacità autoreferenziale della Giunta.
Se la risposta agli eccessi di democrazia o all'inefficienza della politica è il neofeudalesimo del Presidente della Regione, capite bene che l'antipolitica aumenterà. Perché quando i cittadini ci faranno le domande e noi non saremo in grado di rispondere, giustamente penseranno che è inutile avere 43 Consiglieri regionali, ma anche 35, 30, 15, 5, non servono a nulla.
E lo stiamo vedendo anche nella sanità. C’è una Commissione sanità che lavora tantissimo, ma non riesce a dare risposte, è una Commissione che non ha notizie, perché chi può darle si ben premunisce di non dargliele.
Allora mi chiedo: a che serve avere un'Assemblea legislativa, che deve controllare, se di fatto non solo le decisioni vengono prese dai dirigenti dell'Asur, dai dirigenti della Regione? Addirittura abbiamo assistito a un simpatico episodio in occasione del congresso regionale di Confartigianato, il Governatore non ha potuto parteciparvi, ma in sua vece non è andato un Consigliere regionale o un Assessore bensì il Capo di Gabinetto – che, per carità, è molto bravo –. E' quindi evidente che il Governatore ha una sua linea politica, ovvero quella di prendere le distanze da questa Assemblea legislativa, di farla apparire come un organo burocratico di magnoni affamati, di famelici politici, mentre lui è un'icona purifica che depura le istituzioni.
Dunque se è legittimo quello che fa il Presidente, perché giustamente ognuno pensa come valorizzare se stesso, trovo patetico che ci siano Consiglieri di maggioranza che invece continuano a prestarsi a queste cose, che, vorrei ricordare, delegittimano non voi o noi della minoranza bensì l'Istituzione stessa.
Il pacchetto degli emendamenti, quindi, riguarda il ripristino del consiglio di amministrazione, che, vorei fosse chiaro, è l'unico strumento politico di controllo per l'Assemblea legislativa, senza di questo torneremo al medioevo con i vassalli, i valvassori e valvassini. Ebbene, io non voglio partecipare a questa fiera della demagogia travestita da antipolitica e dai tagli dei costi (si tagliano infatti due spiccioli ma alla fine non si risparmia granché). In questo modo ci ritroveremo ancora una volta a dover spiegare ai cittadini perché l'Assemblea legislativa delle Marche non fa nulla.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Ricci.
Mirco RICCI. Dopo un lunghissimo dibattito siamo finalmente arrivati alla votazione della proposta di riforma della legge sulle politiche abitative. Il lungo dibattito lo abbiamo affrontato in Commissione, lo abbiamo oscillato sulle nostre posizioni diverse volte. Anch'io ho oscillato, c'era un tema che mi faceva sempre ragionare, cioè quello di come arrivare alla riforma degli enti strumentali, che la Regione aveva posto sul tavolo già da diverso tempo, cercando di mantenere un equilibrio di fondo, cioè cercare di contemplare le esigenze, le autonomie dei territori e degli enti locali risparmiando, senza accentrare troppo le competenze, senza regionalizzare.
Ci siamo riusciti abbastanza bene, secondo me, sui parchi, non ci siamo riusciti sugli ERSU, lì potevamo fare una riforma un po' più avanzata piuttosto che tornare ai vecchi cda, invece su questa proposta di riforma degli ERAP una sorta di equilibrio credo ci sia.
Non nascondo, Consigliere Zinni, che noi oggi di fatto realizziamo l'ente unico regionale attraverso la nomina del direttore unico regionale, però ci siamo riusciti in qualche modo non modificando parti essenziali della legge sulle politiche abitative, abbiamo mantenuto in capo alle autonomie locali i piani annuali e all'Assemblea legislativa i piani triennali che sono una funzione strettamente di carattere programmatoria e politica.
Quindi non è vero che si svuota la funzione dell’ Assemblea legislativa.
Certo, la governance cambia. Uno poteva scegliere di lasciare un cda unico regionale, ma sarebbe stata un'impostazione sbagliata, sarebbe stata data una lettura sbagliata, ci sarebbe stata di nuovo, Consigliere Zinni, la discussione tra i partiti su chi collocare come presidente, componente e vicepresidente.
E' quindi difficile pensare a formule diverse. Credo sia una sintensi, che anche con l'introduzione di un subemendamento che restituisce ai territori un minimo di autonomia, ovvero le consulte provinciali, possa aprire una strada per una legge equilibrata. Una legge che risparmia, consolida la spesa, elimina i cda. Una legge che restituisce al territorio autonomie anche di programmazione, di proposta, e lascia all'Assemblea legislativa la parte fondamentale programmatoria, il piano triennale dell'edilizia residenziale pubblica.
E’ una legge che, certo, non raccoglie il cento per cento di ciò che anche noi individualmente volevamo, ma ritengo sia comunque una buona legge.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Massi.
Francesco MASSI. Mi permetto di rivolgere all'Esecutivo regionale una domanda, che faccio quindi a persone che, nonostante la splendida forma, non sono giovanissime e quindi conoscono la storia degli ultimi trent'anni. Ve l'ho detto anche un'altra volta, peraltro io l'ho vissuto con un po' di dolore, insieme ad altri colleghi che siedono in diversi parti di questi scranni, ecco, cari colleghi dell'Esecutivo, voi state incarnando la riproduzione della fine della Democrazia Cristiana. Fate pure gli scongiuri che volete.
Io ho sempre detto che la Democrazia Cristiana più che per tangentopoli forse è finita per altri motivi: poco dibattito interno, poca democrazia interna, nessuna scelta sui meriti negli ultimi anni, divisioni solo personalistiche, nicchia a compartimento stagno di controllo clientelare. E’ stato ingiusto che un partito sia stato liquidato solo sulla questione tangentopoli. Certo, quello c'era, ma non era in quelle forme e non era l'unico vizio, che poi ha riguardato anche altri.
Ma purtroppo oggi sto vivendo un revival. Vi siete resi conto che le certezze che avevate due mesi fa sono crollate dappertutto? Sì o no? Le vostre certezze...(…) No, collega Marcolini, le posizioni erano ben diverse. I proclami, l'autoreferenzialità, il pensiero di poter controllare tutto e tutti sta crollando. E devo ancora capire cosa ha festeggiato Ucchielli.
Vi ho voluto fare questo sermone, me ne scuso, ma è soltanto per dire questo. Voi continuate a respingere qualunque proposta che viene dalla minoranza, continuate a trincerarvi in una nicchia autoreferenziale che però è superata dalla storia; e qui l’esempio, non me ne voglia l'Assessore Luchetti, è di quando avete respinto la nostra proposta di sospendere sul piano scuola il taglio delle presidenze, e adesso lo vedete con lo spending review, e con la rivolta delle Province, dei lavoratori e degli insegnanti, per i posti che avete tagliato voi. Sulla sanità mentre il Governatore predica rigore, serietà e razionalizzazione, ognuno di voi va in giro promettendo che non si toccherà niente.
Assessore Marcolini, qui sto solo riportando quello che dicono i vostri dirigenti, i vostri Sindaci, i vostri attivisti di base. E non sto facendo polemica politica, l'abbiamo fatta altre volte, non la voglio riprodurre, sto solo chiedendo una riflessione sul metodo, perché, ecco, voi non accettate neanche quello.
Noi qui vi abbiamo detto che quando ci sono operazioni di taglio, operazioni difficili, dolorose, visto che pensiamo che se noi fossimo stati noi lì le avremmo dovute fare come voi, vi abbiamo solo chiesto di mettere le carte in tavola e di lavorare insieme sui tagli, sulla razionalizzazione, sull'austerità, sul rigore. Ma tutto questo non lo fate, non lo accettate.
Inoltre, permettetemi, avete scelto due totem, totem a livello nazionale, Province e Comunità montane, totem a livello locale, ERAP e ERSU, due totem con tabù, per cui ai cittadini marchigiani diamo in pasto dei risparmietti di poco conto, tagliando la partecipazione democratica, la possibilità degli amministratori di controllare e di fare proposte.
Sulla proposta dell'ERAP unico noi non eravamo d'accordo. Il collega Perazzoli sa che abbiamo avuto un leale confronto in Commissione. C'erano visioni diverse, a favore delle Province, a favore dei Comuni associati (che forse potrebbe essere, caro collega, come abbiamo detto, ne prendo atto, la frontiera più razionale a breve tempo). No, tutto spazzato via. Oggi si dice ai marchigiani: ma sì, abbiamo fatto l'ERAP unico con un direttore. E magari un revisore di area maggioranza. Perché tanto sarà così, giusto? Facciamo una interna corporis! Poi non vi lamentate se Grillo prende il 20%! La lottizzazione spietata che ancora continua non fa onore a voi, e purtroppo coinvolge anche noi che non c'entriamo niente. Ci dispiace. Lo sappiamo bene che va a finire così.
Respingete un consiglio di amministrazione come quello proposto dagli emendamenti del collega Zinni, sul quale si poteva benissimo ragionare sui compensi e sui risparmi di spesa, e non si capisce per quale motivo, voi siete ormai abituati a dire no senza confrontarvi.
Volete andare avanti così? Vi sono crollati bastioni imbattibili! E se ancora continuate a non pensarci siete come la Democrazia Cristiana prima di morire. Prendetela come una barzelletta, se siete sicuri andate avanti così! Andati avanti! (...) No, Assessore Giannini, la storia di Civitanova era ben diversa, lo sa bene, non è stata mai una città di centro-destra, semmai il miracolo era come è stato il centro-destra a governare in questi anni. Quindi, ecco, ponetevi il problema.
In ogni caso andate avanti su una linea metodologicamente inaccettabile dal punto di vista della correttezza formale qui dentro, del rispetto reciproco e della tolleranza. Se volete continuare così vi faccio gli auguri.
Poi c’è anche un’altra cosa. Qui tra breve dovremo parlare della SVIM, ve lo preannucio. Non pensate di dare in pasto ERAP e ERSU come soluzione miracolistica con il taglio delle spese e poi continuiamo anche con la SVIM. Ecco, sulla SVIM chiederemo un dibattito in questa Assemblea legislativa per capire costi e benefici e su cosa siamo chiamati a rispondere ai cittadini e alle imprese che sul ruolo SVIM non vedono niente.
Ultima cosa. Noi qualche giorno fa, Presidente, abbiamo recepito una sua dichiarazione che diceva che la manifestazione che riguarda una specie di gemellaggio con autorità di prestigio del mondo arabo, che anche noi abbiamo accolto positivamente, non avrebbe comportato costi per la Regione. Cito allora la delibera n. 539 della Giunta che per questa manifestazione stanzia 300 mila euro. Per cui anche qui si è interrotto un dialogo, è come voi da sempre avete voluto sin dall’inizio di questa legislatura.
Ripeto, se volete andare avanti così pensateci bene.
Presidenza della Vicepresidente
Paola Giorgi
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Silvetti.
Daniele SILVETTI. Apprendo oggi con la presentazione degli emendamenti qual è la nuova posizione della maggioranza, dopo un percorso di otto mesi in Commissione, fatto di alti e bassi – per la verità, molti bassi -, in cui abbiamo visto, per bocca del relatore di maggioranza, fronteggiare una proposta di Giunta in modo piuttosto critico.
Ricordo di quando si proponeva di mantenere una rappresentanza provinciale, poi c’è stato uno sconvolgimento, un chiarimento, non lo so, e si è arrivati a questo tipo di semplificazione che sostanzialmente dà alla Giunta e al Presidente Spacca il potere di nominare direttamente il direttore unico generale e i responsabili dei presìdi provinciali e non ultimo la nomina dei sindaci revisori.
Bèh, insomma, dopo il parere contrario del CAL la montagna oggi cosa ha prodotto? Il famigerato topolino con cui si introducono le cosiddette consulte provinciali. Penso che gli enti locali, i sindaci, non siano così sprovveduti da non capire che in realtà questo non è nemmeno un contentino bensì una vera e propria presa in giro.
Una consulta priva di poteri, se non quello di dare un parere (che non è vincolante, è a scadenza), non è certo rappresentativa del sentire del territorio.
Ecco perché la proposta oggi ribadita con un emendamento, introdotta durante i lavori di Commissione, ribadita anche nella mia relazione di minoranza, anche dovessimo arrivare a una forma di contenimento dei costi, a una razionalizzazione, a una pianificazione più centralizzata che garantisca un'omogeneità di trattamento sul territorio, che sono princìpi assolutamente condivisi, ecco, non è garantita da questa formula, dal testo di questa legge nè dal contenuto degli emendamenti. Assolutamente! Gli emendamenti vanno soltanto nella direzione di accentrare il potere sulla Giunta, di esautorare il controllo che compete all'Assemblea legislativa e di sostituire il ruolo degli enti locali.
Dunque è una condotta inaccettabile, va contro il principio della partecipazione e del controllo reciproco degli organi regionali e purtroppo fa mal pensare su quelle che saranno le politiche abitative di questa Regione.
E' stato già detto più volte, ma va ribadito, che la politica abitativa così come gestita in termini di manutenzione, di programmazione e l'assenza di un piano di alienazione, non può caratterizzare la vita delle politiche abitative di questa regione, assolutamente, perché in questo modo arrivano le storture.
Nonostante otto mesi di lavori in Commissione, nonostante la discussione in Aula, nonostante il parere contrario del CAL, oggi assistiamo a un altro pacchetto di emendamenti della Giunta. Cioè la Giunta ha provato a rattoppare più volte una serie di errori passati e che si stanno protraendo anche oggi.
Ecco perché si dimostra una volta di più che questa maggioranza ha le idee confuse sulle politiche abitative, è costretta a rincorrere la Giunta, diventando di fatto complice di una condotta politica non solo disdicevole ma anche contraria agli interessi dei cittadini.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Perazzoli.
Paolo PERAZZOLI. Questo emendamento ha ovviamente un significato politico. Ed intervengo adesso per non riprendere la parola dopo.
La proposta nel suo insieme va nella direzione contraria ai documenti approvati dai partiti, quanto meno dal mio.
Una mia convinzione è che questa problematica andrebbe gestita a livello più basso, dai Comuni o magari a livello provinciale. E spero vivamente di non avere ragione. La problematica è così delicata, così complicata, in alcuni casi così drammatica, che un errore potrebbe essere esiziale.
Anche la questione del cda era una risposta che in qualche modo poteva garantire un minimo di partecipazione. Secondo me è sbagliato prevedere sempre di sostituire i momenti di partecipazione. In questi anni spesso hanno dato una pessima prova, in alcuni casi sono stati anche virtuosi, nell’affrontare i problemi vi hanno impegnato energie e passioni, a volte anche senza costi, mentre in altri casi è stato un sistema per sistemare gli amici degli amici con lauti compensi. Questa è la verità! Però anziché fare una riforma come dice Prodi con il bisturi si continua ad andare avanti in questo modo.
Detto questo, io sono un uomo di partito, e di questo ne sono orgoglioso, ma sto nel partito e nella maggioranza senza livrea, io porto la giacca, che cambio anche spesso, però non cambio mai partito, sto nel mio partito e lì faccio battaglia, ma so stare alla disciplina del mio partito.
Per queste ragioni non parteciperò al voto perché la mia coscienza e la mia convinzione porterebbe a un voto che andrebbe contro al mio modo di stare nel partito.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Binci.
Massimo BINCI. Ho letto sui giornali che questa è la proposta del Presidente Spacca. No, questa è la proposta che è uscita dalla Commissione. La Commissione ha lavorato, ha esaminato per capire se nel togliere i consigli di amministrazione poteva esserci un vulnus di democrazia.
Partiamo da un assunto. Cinque consigli di amministrazione, con almeno 5 componenti ognuno, sono 25 persone con uno stipendio. E’ inoltre una sovrastruttura dal punto di vista dei costi. Ed è pure una sovrastruttura per un altro motivo. Ossia, il Consigliere Zinni ha detto che noi facciamo da riferimento per i cittadini per tutte le problematiche legate all’edilizia residenziale pubblica. Ecco, secondo me, invece, la politica dovrebbe sottrarsi dal gestire questi aspetti, che sono propri di questo ente regionale che fortunatamente è rimasto ancora di diritto pubblico.
La questione fondamentale non era il fatto se dovessero rimanere i consigli di amministrazione – sia personalmente che come partito siamo favorevoli alla loro soppressione - , ma se ci fossero i livelli di partecipazione.
E i livelli di partecipazione sono quelli dei Comuni e della Provincia. I piani di edilizia residenziale pubblica sui bisogni della gente sono definiti dai Comuni insieme alla Provincia all’interno della costruzione dei piani d’ambito.
Il rimando ai Comuni delle competenze avrebbe basato la politica futura sul dato storico, cioè chi ha le case continua a gestire un patrimonio mentre gli altri rimangono fuori dalle politiche abitative.
In questa legge addirittura si è inserito secondo me un aspetto molto importante, quello del riequilibrio. Ovvero, una parte degli introiti degli affitti ecc. va alle Province che hanno proprietà, una parte va invece ridistribuita a seconda dei bisogni e delle trasformazioni abitative che ci sono sul territorio.
Quindi è una legge è positiva per diversi aspetti. Uno è la soppressione dei 25, come minimo, posti di potere, perchè senz’altro sono sovrastrutture create dalla politica nella gestione di tali questioni. Un altro è la partecipazione alla costruzione dei programmi di edilizia popolare dal basso, quindi dai Comuni ecc. Inoltre è stata introdotta la possibilità di riequilibrio sul territorio. Altro fatto è che l’Erap, in quanto ente di diritto pubblico regionale, è soggetto all’obbligo di dare tutte le informazioni ai Consiglieri regionali. Quindi non c’è sottrazione di competenze, anzi, tutti i partiti sono alla pari; prima solo chi aveva l’uomo dentro i consigli di amministrazione aveva accesso alle informazioni, adesso almeno c’è la partecipazione così come previsto dal diritto di accesso privilegiato dei Consiglieri.
Pertanto sono favorevole a questa legge, a cui anch’io in Commissione, insieme al Presidente Giancarli e agli altri componenti, ho dato un contributo, come pure favorevole è il giudizio del gruppo Sinistra Ecologia e Libertà.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Giancarli.
Enzo GIANCARLI. Intervengo per il rispetto che ho dell’Aula, dei colleghi che sono intervenuti, del Vicepresidente della Commissione. Proprio il Vicepresidente della Commissione, il collega Silvetti, faceva presente che apprendeva ora in Aula gli emendamenti che in parte sono anche le modifiche della legge stessa. Su questo ha ragione, ma qui siamo in presenza, come ricorderete, di una ferma volontà dell’Aula, era stato chiesto il rinvio in Commissione invece l’Assemblea, che è giustamente sovrana, ha deciso che non poteva essere che l’Aula ad assumere decisioni in materia senza ulteriori passaggi. E questo è un dato di fatto che ha sì un valore politico democratico ma che ha assunto anche un aspetto tecnico.
Il relatore di maggioranza Ricci la definiva una buona legge, anche perché si incastra dentro la legge 36, soprattutto agli articoli 5 e 7 quando stabilisce un forte ruolo di programmazione all’Assemblea legislativa e quando assegna alla Conferenza provinciale delle autonomie locali, ovvero a quel luogo della democrazia delle nostre comunità, perché è composta da tutti i Sindaci e dal Presidente della Provincia, le decisioni annuali riguardo le politiche abitative.
Al tempo stesso questa legge mantiene, articolandoli nella dimensione regionale, i presìdi tecnici, valorizzandone le competenze, non siamo infatti in presenza di un amministratore unico, a di uno dei direttori dei presìdi provinciali che in sintonia non soltanto a livello di dimensione, ma anche a livello di competenze tecniche, assume la direzione tecnica regionale.
Poi c’è anche l’aspetto legato alla consulta. Ci sono alcuni pareri. Ovviamente la consulta non la considero come elemento determinante però sicuramente è elemento importante di questa legge.
Nel rispetto e con il confronto pacato che intendo avere, come fatto in questi mesi, con il Consigliere Zinni, credo di poter dire che non siamo proprio in presenza di un neofeudalesimo del Presidente. Siamo semmai in presenza di percorsi di efficientamento che dobbiamo arricchire dal punto di vista democratico.
Voglio fare alcuni esempi. Sull’acqua siamo andati all’approvazione di una legge che assegna tutta la responsabilità, e quindi anche il potere decisionale, ai Sindaci, per cui alle comunità locali. Sui rifiuti abbiamo fatto la stessa cosa, superiamo anche qui i consorzi obbligatori, superiamo i consigli di amministrazione, e sono i Sindaci che assumono le decisioni. Sui parchi, come già ricordato, è stata fatta una legge che dà più forza al territorio.
Quindi io considero questa legge un percorso significativo sulla strada dell’efficienza. Però, come ho avuto modo di dire alcune settimane fa in quest’Aula, può anche non essere un punto di arrivo, perché sul piano delle autonomie locali e della democrazia dobbiamo tenere vivo un processo continuo, un processo che va in direzione della sussidiarietà, dell’autogoverno, dell’autorganizzazione, non dell’autoreferenzialità, questa legge non è affatto autoreferenziale.
E’ un pezzo significativo, dicevo, sulla via dell’efficienza, però manteniamo aperto quel processo continuo sulla strada della sussidiarietà e dell’autorganizzazione, che deve sempre significare un maggiore e più forte ruolo delle istituzioni locali.
Il collega Massi parlava di riproduzione della fine della Democrazia Cristiana. Io non sono mai stato iscritto al partito della Democrazia Cristiana, però dico con molta serenità e franchezza che la Democrazia Cristiana è stata un grande partito, e non soltanto perché ha governato l’Italia, ma perché è stato quel partito che insieme ad altri ha scritto le regole fondanti della democrazia italiana, di questa Repubblica nata dalla Resistenza.
Commemorazione in memoria delle vittime del terremoto in Emilia Romagna
PRESIDENTE. Perdonatemi, ma direi di interrompere un attimo la discussione, le notizie che arrivano dai luoghi del terremoto sono veramente gravi. Questa mattina nel modenese tra Carpi, Medolla e Mirandola ci sono state due grandi scosse e purtroppo le notizie parlano di un numero di morti che aumenta di ora in ora. Le vittime sono dieci e ancora non è un dato definitivo.
Quindi sospendiamo un attimo i lavori dell’Aula per esprimere con un minuto di silenzio la nostra solidarietà per quanto sta accadendo nelle zone del nord Italia.
(L’Assemblea legislativa osserva un minuto di silenzio)
Ripresa discussione sull’emendamento n. 3/1
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Bucciarelli.
Raffaele BUCCIARELLI. Credo, colleghi Consiglieri, che ci troviamo di fronte a un provvedimento che, insieme all’Ersu ed ad altri organismi di cui ha parlato prima di me qualcun altro, era un po’ la cartina di tornasole circa il riformismo di questa maggioranza.
Ebbene, se così è, bisogna prendere atto che è la sintesi di una maggioranza che non ha collante. Di questo, Presidente Spacca, ne deve prendere atto. Al di là di quello che appare, al di là dell’estetica, è la legge di Spacca, è la legge della Commissione, è la legge della maggioranza, la realtà è che su questa legge nell’ultima seduta dell’Assemblea legislativa avevamo votato contro un rinvio perché volevamo far venire alla luce le divisioni che c’erano all’interno della maggioranza, che appunto sono emerse chiare e nitide, ed oggi sta avvenendo la stessa cosa.
E’ vero che gli emendamenti in apparenza dovrebbero ricucire le diversità di vedute. Ed è forte la preoccupazione di far apparire questa maggioranza coesa, tanto è vero che gli emendamenti sono firmati da diverse forze della maggioranza. Ma la realtà è che questa maggioranza è divisa, e il Consigliere Perazzoli molto onestamente l’ha detto. E’ divisa non tanto sui costi della politica, sappiamo che ci sarebbero stati altri modi per ridurre i costi della politica mantenendo forte la presenza del territorio, e non tanto sul fatto dell’efficienza, perché se fosse stato questo il problema principale, vivaddio, la maggioranza avrebbe dovuto proporre all’Assemblea le modifiche della legge già molto tempo fa. La verità è che ormai si è sull’onda di una logica di centralismo e quindi avviene che si riducono gli spazi della democrazia.
Dopo possiamo condirla come vogliamo, come abbiamo sentito fare qua dentro, possiamo scomodare la Resistenza, ma la verità è che si riducono gli spazi della democrazia, così come…(…) Sì, scomodiamo anche la Democrazia Cristiana, o chi altro ci pare, per condire un provvedimento che è frutto a ribasso della sintesi di una maggioranza divisa. Questa è la realtà.
Ben altro, invece, sarebbe stato incentrare questo provvedimento in una logica, in una proposta di sviluppo delle politiche abitative che vedeva artefice la Regione, partendo, per esempio, da una scelta sull’edilizia residenziale pubblica. Noi discutiamo di quello che in parte è costruito, su quello che l’Erap andrà a vendere, e sappiamo che da quattro appartamenti venduti non riuscirà a costruirne neanche uno, ma di politiche attive in accordo con le Province e i Comuni la Regione non ne ha promossa nessuna.
Ecco, inquadrare un provvedimento di questo tipo in una logica, in una politica abitativa a largo raggio sarebbe stato un’altra cosa. Invece questa legge rinnega la volontà di decentramento.
Non so neppure io se sarà neofeudalismo o meno, ma di sicuro il potere per la sanità sappiamo che viene accentrato, per l’Ersu fortunatamente l’Assemblea legislativa ha tenuto, però il Presidente lo ha rimproverato perché incapace, secondo lui, di ammodernare, per cui di fatto tutto viene riformato secondo le proposte che aveva fatto la Giunta, di fatto si accentra sempre di più il potere.
Ed io credo che anche il ruolo recuperato con questo emendamento da parte degli enti locali essi stessi non potranno fare né più né meno che le comparse quando saranno chiamate a farle.
Ecco perché non voterò a favore di questa legge. Ripeto, è una legge che non esprime sicuramente la soluzione dei bisogni del territorio, esprime invece quelli di accentrare la volontà di gestione del potere.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Zaffini.
Roberto ZAFFINI. Continuerò il silenzio, oltre quel minuto che abbiamo fatto poco fa, dopo questo mio intervento non voterò più nessun articolo e neppure la legge.
Io sono coerente, sono stato eletto dai cittadini della mia provincia che anche per questo tema ci hanno dato il consenso.
Questo è uno dei temi fondamentali, per una famiglia la casa fa la differenza. In questo momento se fossi nei vostri banchi mi vergognerei di non essere ancora all’altezza di capire la situazione che si sta vivendo nel nostro territorio.
Parlare di consulte, di Erap unico, ovvero del contenitore, sicuramente è importante, ma ciò che a noi interessa è soprattutto a chi diamo la casa.
Possiamo fare un contenitore come vogliamo, e noi ovviamente siamo per l’autonomia locale, ma pensavamo che la proposta del CAL fosse la direzione giusta, invece vedo che qui c’è ancora il vizio di accentrare. Un vizio tutto italiano è quello di accentrare tutti i poteri a Roma e qui vediamo farlo anche nel nostro capoluogo.
Ci può stare un discorso sulla composizione e sulla gestione amministrativa, seppure il risparmio alla fine non è poi così eclatante, ma siamo comunque contrari a una imposizione che fa decidere tutto alla Giunta.
Ribadisco ancora una volta che non si tratta di campanilismo, è giustizia sociale. La situazione infatti è di estrema difficoltà. Soprattutto quei Sindaci che volessero in qualche modo dare un segnale ai nostri cittadini non ce la fanno, i parametri sono visibilmente castranti. I nostri Sindaci non riescono a far entrare gli italiani nelle graduatorie. Vedi ad esempio il punteggio che si dà per il numero dei figli. Se una famiglia occidentale fa quattro figli vuol dire che sta bene economicamente. Una famiglia italiana non mette al mondo dei figli sapendo che non ha un reddito. Sappiamo bene chi fa una marea di figli, non sono certo le famiglie italiane che al massimo hanno uno o due figli. (…) Sì, lo so che voi siete quasi più islamici! Anche nelle tendopoli di questo tremendo terremoto si scandalizzano perché qualcuno per errore dà loro spaghetti col ragù! Ma che gente è? Di chi ci stiamo riempiendo? E una vergogna! Noi stiamo dando la nostra sostanza, il contributo dei nostri anziani, ma poi siamo noi gli ultimi in questo territorio. Gli ultimi! E questa è la nostra benzina, oggi ci ridate le munizioni, altroché, cari miei! E noi non scompariremo, perché queste cose noi le diciamo per strada direttamente alla gente. Una casa ti impegna 25-30 anni di mutuo, i nostri ragazzi come faranno da qui in avanti? Siete proprio voi che parlate di precariato e quant’altro, poi questi sbarcano e adesso, porca miseria, gli diamo anche la cittadinanza! (…) Ma cosa c’entrano i diamanti, Consigliere! Quelli, che sono duecentomila euro, con lo stipendio che le danno qua se li potrebbe comprare anche lei!
PRESIDENTE. Consigliere Zaffini, per favore! La prego di concludere.
Roberto ZAFFINI. Ribadisco che esco da quest’Aula perché è veramente vergognosa. E’ vergognosa! (…)
PRESIDENTE. Consigliere Cardogna! Consigliere Cardogna!
Roberto ZAFFINI. Io sono stato eletto per difendere i nostri cittadini!
PRESIDENTE. Grazie Consigliere Zaffini. Ha la parola la Consigliera Ortenzi. (…) Consigliere Cardogna! Prego, Ortenzi
Rosalba ORTENZI. Intanto vorrei chiedere al Consigliere Zaffini se la domenica va a messa. Ma questa è solo una mia richiesta personale, è un fatto mio, che magari, Consigliere, le rivolgerò più tardi, però mi pare che anche lei a suo tempo presentò una mozione sul crocefisso. Per cui, ecco, un po’ più di rispetto del Vangelo e meno rappresentazione di quello che non serve! Perdonatemi, ma discorsi del genere non li avrei voluti di nuovo ascoltare su una questione che peraltro preoccupa moltissimo tutti.
Voglio ricordare, Consigliere Silvetti, di quando in IV Commissione votammo a dicembre del 2005 la legge 36 (c’erano colleghi come Comi e Capponi). Su questa legge lavorammo molto, ci furono tante criticità come pure una certa diversificazione di pensiero, ma non si arrivò mai a fare una becera, scusate l’aggettivo, discussione come quella fatta qui stamattina da parte di chi forse non vuol vedere e capire e che parlando alla pancia delle persone pensa di poter acquisire più credito. Mi auguro che i cittadini non arrivino a fare considerazioni sbagliate, ma penso proprio di no.
Questa legge ha avuto delle difficoltà – io non sono stata in Commissione, ma l’ho seguita comunque -, e queste difficoltà, oggi, vengono rappresentate come un grande problema all’interno della maggioranza. No, non è così, ritengo abbia avuto il suo tempo. Quello che sta facendo la Regione Marche – e non sto qui a fare l’avvocato difensore della Giunta - in altre Regioni non credo sia avvenuto, ovvero tutte queste accortezze nel tagliare i costi, e non solo degli emolumenti dei Consiglieri o per le auto blu ecc., ma soprattutto riguardo tutti quegli altri costi, di cui spesso ne parliamo in questa Assemblea, come quelli, ad esempio, degli enti partecipati della Regione, degli enti strumentali come Erap o Ersu, ecc..
Io per cinque anni sono stata presidente dell’Istituto case popolari di Fermo (che con la legge è diventato Erap provinciale della nuova provincia di Fermo), avevo il consiglio di amministrazione, che funzionava, per carità, c’era un consorzio regionale a cui partecipavano i cinque presidenti insieme ai sindacati più rappresentativi degli inquilini. Purtroppo, però, si lavorava con risorse molto esigue, risorse che man mano erano sempre più esigue fino ad arrivare a non aver più i trasferimenti da parte dello Stato. Voglio infatti ricordare che fino a pochi anni fa, anche con il precedente Governo, i trasferimenti da parte dello Stato per l’edilizia residenziale pubblica sono stati zero in modo assoluto.
Ecco, tutto questo ci deve far riflettere, ma dobbiamo farlo tutti quanti insieme, non possiamo addebitare alla Regione Marche il fatto che la questione della casa popolare non viene definita e affrontata nei termini giusti. Perché, insomma, non si potrà mai affrontare nei termini giusti perché sappiamo che comunque c’è il problema delle ristrutturazioni e dell’aiuto alle case popolari, che tra l’altro, a causa della crisi in atto, non possono nemmeno più essere messe in vendita.
Quindi ritengo dovremmo far corpo attorno ad un problema che, dopo quello del lavoro, è sicuramente di tutti, soprattutto delle nuove generazioni e, aggiungo, non soltanto degli italiani. Caro collega Zaffini, è vero che si potrebbe pensare che gli immigrati integrati nelle nostre comunità facendo le badanti o i bandanti oppure andando a lavorare nelle fabbriche occupano il posto che potrebbe essere invece dei nostri giovani, ma sappiamo bene che questo non è, perché talvolta i nostri giovani, purtroppo, non si attrezzano per fare certi lavori, così come avvenuto per tanti anni e che mi risulta ancora oggi non apprezzino particolarmente.
Questa legge avrà quindi il mio voto favorevole. Ritengo che anche le consulte siano una cosa opportuna. Secondo me non occorre fare uno sforzo ulteriore per cercare chissacché, credo che gli enti locali, quindi i Comuni e la Provincia e la Regione, ovviamente per la sua parte, si possano mettere insieme per poter pensare a un qualcosa di più e di diverso per affrontare il problema della casa.
Concludo ribadendo che rigetto il discorso fatto dal Consigliere Zaffini, chiedendogli di non farli più in un’Assemblea che mi pare quasi nella sua totalità non sia assolutamente d’accordo con quanto asserisce.
PRESIDENTE. Emendamento n. 3/1 del Consigliere Zinni. Lo pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa non approva)
Decadono quindi gli emendamenti n. 4/1, 4bis/1, 4bis/2, 5/1, 9/2.
Articolo 3. Lo pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa approva)
Articolo 4.
Emendamento n. 4/1 del Consigliere Zinni. Decaduto.
(L’Assemblea legislativa approva)
Emendamento n. 4/2 del Consigliere Canzian:
All'articolo 4 aggiungere il seguente comma:
“4 bis. L'incarico di direttore dell'ERAP Marche può essere conferito ad interim, in alternativa a quanto previsto dal comma 1, ad un dirigente della Giunta regionale senza riconoscimento di retribuzione aggiuntiva.”.
Ha la parola l’Assessore Canzian.
Antonio CANZIAN. Lo ritiro, Presidente.
PRESIDENTE. Emendamento n. 4/2. Ritirato.
Articolo 4. Lo pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa approva)
Emendamento n. 4 bis/1 del Consigliere Zinni. Decaduto.
Emendamento n. 4 bis/2 del Consigliere Zinni. Decaduto.
Articolo 5.
Emendamento n. 5/1 del Consigliere Zinni. Decaduto.
Articolo 5. Lo pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa approva)
Articolo 6.
Emendamento n. 6/1 del Consigliere Zinni. Decaduto.
Emendamento n. 6/2 del Consigliere Zaffini:
All'articolo 1, comma 2, dopo le parole “tra i dirigenti dell'ERAP Marche” aggiungere le seguenti: “provenienti dai medesimi presìdi”.
Lo pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa non approva)
Articolo 6. Lo pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa approva)
C’è un emendamento che introduce l’articolo 6 bis, però prima votiamo i subemendamenti ad esso presentati.
Subemendamento n. 6bis/1/1 del Consigliere Ricci, Malaspina, Eusebi, Perazzoli, Pieroni:
Il comma 2 dell’articolo 24 bis è sostituito dal seguente:
“2. Le consulte sono composte da sette membri di cui:
- un membro designato dalla provincia;
- quattro membri designati dalla conferenza provinciale delle autonomie;
- due membri designati dalle organizzazioni sindacali rappresentative degli inquilini.”.
Lo pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa approva)
Subemendamento n. 6bis/1/2 del Consigliere Ricci, Malaspina, Eusebi, Perazzoli, Pieroni:
Il comma 3 dell’articolo 24 bis è sostituito dal seguente:
“3. Le consulte sono costituite con decreto del Presidente della Giunta regionale per la durata della legislatura regionale.”.
Lo pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa approva)
Subemendamento n. 6bis/1/3 del Consigliere Ricci, Malaspina, Eusebi, Perazzoli, Pieroni:
Dopo il comma 7 dell’articolo 24 bis è aggiunto il seguente:
“7 bis. Ai componenti della consulta non spetta alcun compenso.”.
Lo pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa approva)
Emendamento n. 6 bis/1 del Consigliere Perazzoli:
Dopo I'art. 6 inserire il seguente:
“Art. 6 bis (Inserimento dell'articolo 25 bis nella l.r. 36/2005)
1. Dopo l'articolo 25 della l.r. 36/2005 è inserito il seguente:
Art. 24 bis (Consulte provinciali per le politiche abitative)
1. Sono istituite, presso ciascun presidio, le Consulte provinciali per le politiche abitative.
2. Le Consulte sono composte da undici membri di cui:
- un membro designato dalla provincia;
- otto membri designati dall'ANCI Marche scelti rispettivamente come segue:
- due membri in rappresentanza dei comuni con meno di 5.000 abitanti;
- due membri in rappresentanza dei comuni con un numero di abitanti compreso tra 5.001 e 15.000;
- due membri in rappresentanza dei comuni con un numero di abitanti compreso tra 15.001 e 30.000;
- due membri in rappresentanza dei comuni con più di 30.000 abitanti;
- due membri designati dalle organizzazioni sindacali rappresentative degli inquilini.
3. Le Consulte sono costituite con decreto del Presidente della Giunta regionale e durano in carica cinque anni.
4. Ogni Consulta è costituita se le designazioni pervenute consentono la nomina di almeno la maggioranza dei componenti, salve le successive integrazioni.
5. Le Consulte esprimono pareri e formulano proposte sugli atti di cui all'articolo 23, comma 1, lettere d) ed e) che interessano il territorio del presidio di appartenenza. La Giunta regionale e l'Assemblea legislativa regionale possono richiedere alla Consulta pareri in merito ad atti diversi.
6. I pareri indicati al comma 5 sono espressi entro quindici giorni dalla richiesta. Decorso inutilmente tale termine, i pareri si intendono favorevoli.
7. La prima riunione di ogni Consulta è convocata dal Presidente della Giunta regionale o suo delegato. Nella prima riunione ogni Consulta elegge il presidente e il vicepresidente.".
Lo pongo in votazione, così come subemendato.
(L’Assemblea legislativa approva)
Articolo 7. Lo pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa approva)
Articolo 8. Lo pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa approva)
Articolo 9.
Emendamento n. 9/1 del Consigliere Zinni. Decaduto.
Emendamento n. 9/2 del Consigliere Canzian:
AI comma 1 dell'articolo 9 dopo le parole "tra i direttori degli ERAP" aggiungere "o tra i dirigenti della Giunta regionale".
Ha la parola l’Assessore Canzian.
Antonio CANZIAN. Lo ritiro, Presidente.
PRESIDENTE. Emendamento n. 9/2. Ritirato.
Articolo 9. Lo pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa approva)
Articolo 10. Lo pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa approva)
Articolo 11 (Dichiarazione d’urgenza). Lo pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa approva a maggioranza dei componenti assegnati)
Coordinamento tecnico. Lo pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa approva)
Passiamo alle dichiarazioni di voto. Ha chiesto la parola al Consigliere Zinni, ne ha facoltà.
Giovanni ZINNI. Voterò contrario a questa legge perchè sostanzialmente è una grandissima presa in giro sia per gli utenti che per le istituzioni.
Fare un Erap unico regionale era un’ovvietà, quindi è giusto, trasformarlo in un organismo autoreferenziale e che ha rapporti diretti solamente con la Giunta è a dir poco indecente.
Qualcuno prima diceva che il Consigliere regionale non deve parlare con i cittadini che hanno problemi con l’Erap, i cittadini devono andare dalle istituzioni. Però molte volte i cittadini vanno dalle istituzioni, ma non hanno risposte, quindi tornano dai politici. Alcuni magari lo fanno per chiedere la via breve, quella del favorino, però ci sono anche quelli che lo fanno legittimamente per denunciare il mal funzionamento delle nostre amministrazioni. Ecco, noi dobbiamo rispondere alle persone, a quelle che ad esempio sono drammaticamente intimorite delle vergognose liste d’attesa che ci sono al CUP delle Marche; argomento che spero questa Assemblea prima o poi voglia affrontare concretamente, visto che per fare esami banali l’attesa è anche di un anno e mezzo o due, però poi se uno conosce qualcuno li fa anche in cinque minuti.
Per cui, ripeto, questa riforma è una grandissima presa in giro, non fa risparmiare un centesimo, non cambia il modello di governance, semmai, cari Consiglieri della maggioranza, cambia il modo di mascherarla.
Anche quando prima c’era un cda le nomine in maggior parte erano fatte dalla maggioranza, la governance era della maggioranza, ma per lo meno c’era più trasparenza.
Sono quindi molto deluso di vedere come tantissimi consiglieri si siano prestati a una simile imposizione che è veramente feudale, arcaica, direi quasi dittatoriale.
A questo proposito, oltre a dire che voterò contro, preannuncio che presenterò nelle prossime settimane una proposta di legge con la quale chiederò la chiusura dell’ente Erap con la sua liquidazione e il passaggio delle competenze e del patrimonio immobiliare alla Regione Marche, affinchè siano i dirigenti della Regione a preparare le pratiche e sia l’Assemblea legislativa a controllare e vigilare attentamente su ogni cosa.
Io non voglio far credere ai cittadini che ho il potere di controllare e di incidere sull’Erap, non mi presto a questo. Qui è peggio della prima Repubblica, siamo alle dittature liberali di inizio secolo - neanche il fascismo, non si può scomodare un periodo così complesso per così poco -, siamo in una fase in cui la politica la devono fare otto persone. Non-va-bene!
PRESIDENTE. Ha la parola l’Assessore Eusebi.
Paolo EUSEBI. Esprimo su questa legge il voto favorevole dell’Italia dei Valori.
Io ho l’impressione che ci sia un po’ di schizofrenia. Le osservazioni del collega Zinni sulla governance ideale ci trova completamente d’accordo, però devo denunciare un po’ di schizofrenia anche in lui.
In quest’Aula sulla legge sui parchi è stata data una cattiva prova, abbiamo perpetuato un sistema di potere che ha dato pessima prova di sé; altro che, Consigliere Massi, voler impedire il controllo dei locali, io lo lascio il controllo dei locali ma in un momento di emergenza, altro che costi della politica, sono i costi della mala gestione che sono importanti. Per cui se c’è stato chi non ha dato buona prova di sé bisogna far qualcosa affinchè cambi. Ecco, è questo il compito del legislatore regionale, ovvero cambiare un sistema che non ha funzionato.
Per i parchi non l’avete voluto fare. Per l’Erap sono d’accordo con il Consigliere Zinni quando dice che la strada ideale sarebbe stata, pur nell’ottica di un Erap unico regionale, fare un consiglio di amministrazione unico, ovviamente con presidente nominato dalla Giunta regionale o dall’Assemblea legislativa affinchè controlli, poi sul territorio la programmazione. Questa era la strada buona.
Però ora voglio vedere, e concludo, se su questa strada buona il collega Zinni ci seguirà per quanto riguarda l’Ersu oppure se ci sarà quello strano istituto della dimenticazio, che qui sembra aleggiare, per cui il presidente Solazzi ha fatto le nomine non ne parliamo più così si può andare avanti come prima, e quindi i soldi degli studenti marchigiani e delle famiglie marchigiane continueranno ad essere buttati nel pozzo senza fondo delle burocrazie dell’Ersu, alla faccia del diritto allo studio soprattutto delle classi meno abbienti.
Allora, chi ha dato cattiva prova di sé questa è proprio una prova - e mi dispiace che in questo momento non ci sia il Consigliere Badiali che mi aveva detto: “se sa qualcosa vada alla Procura della Repubblica”, ecco, sto provvedendo, gliene manderò una copia per conoscenza -, questa schizofrenia che ho visto nel collega Zinni spero non si ripeta quando avverrà la discussione, se mai avverrà, sugli Ersu. (…)
PRESIDENTE. Consigliere Zinni, per favore! Consigliere Zinni! Ha la parola il Consigliere Silvetti.
Daniele SILVETTI. Difficilmente entro sul personale, anzi, quasi mai, però quando si parla di schizofrenia dai banchi della Giunta e chi fa queste dichiarazioni è anche il Presidente di un Gruppo consiliare, bèh, la misura è proprio colma. Lei è Assessore con deleghe, che peraltro ancora non si sono capite, è Presidente di un Gruppo consiliare, è Consigliere regionale, insomma, se la canta e se la suona. Per cui, ecco, in termini di schizofrenia in questa Assemblea stiamo arrivando a dei livelli incredibili.
Detto questo, vado alla cosa importante che più ci interessa.
Dichiaro intanto, facendolo a nome di Futuro e Libertà e di Azione Marche, quindi anche dei colleghi D’Anna e Marangoni, che siamo assolutamente contrari.
Gli emendamenti presentati secondo noi sono addirittura peggiorativi di una proposta di legge che già di per sé affosserà le politiche abitative di questa regione.
Come è stato appena accennato, si fa un pessimo servizio ai cittadini e si peggiora il tasso di trasparenza di un ente.
Un ente che secondo me non deve essere abolito, assolutamente, anzi, deve essere potenziato. Per esperienza personale so che l’Erap svolge una funzione sociale fondamentale, che nemmeno la Regione può sostituire, non ha gli strumenti, non ne avrebbe la capacità, non ha il ruolo istituzionale e politico.
Però, cari colleghi, la proposta di legge che oggi andiamo a votare di fatto delega tutti i poteri alla Giunta, al Presidente, non avremo più possibilità di controllare in modo sistematico, certosino, un meccanismo così sensibile e importante.
Mi rivolgo quindi ai colleghi della maggioranza di riflettere attentamente su quello che oggi andiamo a votare. Voi sapete che prima di approvare l’ultimo atto amministrativo con l’aumento dei canoni la Regione Marche ha tirato fuori più di 2 milioni e mezzo di euro per far fronte alle spese di manutenzione che gli Erap non erano in grado di sostenere da soli. Ebbene, noi non sappiamo come sono stati gestiti questi fondi. E nonostante questo grave fatto, quello appunto di non sapere come sono stati utilizzati questi fondi, abbiamo una manutenzione degli alloggi Erap che fa schifo, che non rende giustizia alla stessa funzione sociale degli Erap e degli alloggi popolari. Ci sono tante famiglie che vivono sempre più, con la consapevolezza dei Comuni, in abitazioni inidonee, inadeguate. E’ un fatto gravissimo. Gravissimo! In questo momento gli Erap stanno assegnando alloggi che sono inidonei e lo scrivono: “Caro signore, lei è assegnatario, è arrivato in una buona posizione in graduatoria…
PRESIDENTE. Scusi, Consigliere, ma c’è una confusione infinita! Per cortesia, chi non è interessato vada fuori! Prego, Consigliere Silvetti.
Daniele SILVETTI. Grazie Presidente. “per cui, caro cittadino, o accetti questo alloggio oppure passiamo avanti”. Questo è il ricatto che fanno i Comuni, che naturalmente sono costretti a farlo vista appunto l’inadeguatezza degli alloggi popolari.
E’ questa la gravità che doveva essere fronteggiata, che poteva essere in qualche modo fronteggiata se ci fosse stato il potenziamento della trasparenza in questi processi. Però questo non lo si vuole, si sta invece delegando tutto di fronte a una politica di verticismo, che, ripeto, penalizza l’Assemblea legislativa, ma, peggio ancora, i territori.
Per questo vi chiedo di riflettere ancora un attimo, di valutare seriamente se votare a favore di questa proposta che è deficitaria da vari punti di vista.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Ricci.
Mirco RICCI. Questa proposta di legge noi la voteremo, non c’è il minimo dubbio.
Volevo solo riprendere un aspetto perché il dibattito in quest’Aula non rende almeno giustizia, secondo me, al lavoro del mio Gruppo, di questa maggioranza.
Non si può dare una valutazione né neocentralista né poco attenta alle riforme. Non è così.
Sull’Erap certamente c’è stata una mediazione difficile fra mantenere nel territorio le competenze e trovare forme di armonizzazione regionale delle politiche abitative, con passaggi che portano anche all’individuazione di un direttore unico, seppure fra i cinque direttori presenti. Però abbiamo dato prova di estrema attenzione rispetto ad altre materie che abbiamo da poco legiferato in quest’Aula, i rifiuti, le risorse idriche, i parchi, la stessa riforma socio-sanitaria che ancora non trova puntualmente un equilibrio fra Asur e Aree vaste ma che tuttavia costruisce un sistema organizzativo che tenta di mantenere in equilibrio il territorio senza centralizzare troppo in Regione.
Quindi il passaggio, anche opinabile, come quello della riforma dell’Erap, non ci può far dire ad ogni piè sospinto che questa Giunta non è sensibile all’idea delle riforme o che tenta di neocentralizzare i poteri degli enti locali. Non è così.
Auspico casomai in un prossimo futuro che rispetto al tema della riforma complessiva degli enti locali e delle nuove province ci sia la forza di mantenere ente per ente competenze specifiche, sussidiarietà e rispetto dei territori.
Se invece si vuole generalizzare solo perché sull’Erap non abbiamo condiviso la proposta di oggi, ecco, possiamo anche discutere, ma non è quello che dà il quadro, il taglio della politica riformatrice di questa maggioranza.
Sono convinto anch’io, come il collega oggi Assessore, che saluto con molto favore, Paolo Eusebi, che potevamo fare meglio anche sugli Ersu. Ho tentato personalmente, il mio Gruppo l’ha fatto fino alla fine, di mediare escludendo i cda, ma non ci siamo riusciti. E quando le mediazioni falliscono si fa sempre un passo indietro. Quindi in quel caso non è responsabile la Giunta, lo sono un po’ tutti coloro non hanno saputo raggiungere una sintesi ottimale per avere il senso della riforma di un ente e non dello status quo.
PRESIDENTE. Ha la parola, a termine della discussione, l’Assessore Canzian.
Antonio CANZIAN. Solo per esprimere alcune considerazioni, innanzitutto per alcuni ragionamenti fatti dai colleghi Consiglieri della minoranza che francamente un po’ mi sorprendono e in parte mi sconcertano perché sottintendano una sottovalutazione di ciò che è accaduto, che accade, che sta per accadere in questo Paese.
Credo che, seppure nella sua piccola valenza, lo spirito che ha animato e anima questa proposta di legge della Giunta regionale è quello di aver voluto interpretare un’esigenza fortissima che viene innanzitutto dai cittadini, ovvero quella di semplificare l’organizzazione, l’architettura, e non solo degli enti di secondo grado ma anche l’architettura istituzionale di questo nostro Paese.
Per cui ascoltare concetti, rispettabilissimi, che dicono che il legame, la rappresentanza dei territori è legata alla presenza dei consigli di amministrazione, francamente mi sorprende non poco, non credo sia quello il livello di rappresentanza a cui fanno riferimento i territori.
Per una lettura superficiale o magari per una lettura di parte alcuni hanno sostenuto che questa proposta di legge rappresenta una centralizzazione delle funzioni in tema di politiche abitative. Ecco, questo concetto – degli altri possiamo discuterne - è davvero insostenibile. Le funzioni e i ruoli dei Comuni e delle Province in questa proposta di legge vengono mantenuti intatti così come previsti dalla legge 36/2005.
Quello che viene meno è l’organizzazione periferica degli Erap, che in questi anni hanno avuto alcuni limiti. Il primo limite è quello di non aver assicurato un livello omogeneo su tutto il territorio regionale dell’applicazione delle politiche abitative.
Il Consigliere Silvetti faceva riferimento a un programma di dismissione degli alloggi di edilizia residenziale che poi possa garantire un reinvestimento delle risorse. Ebbene, sul territorio regionale le cinque Province hanno applicato un programma di dismissioni che tuttora zoppica che tuttora non è in grado di procedere. Quindi questa è un’esigenza reale, è uno degli obiettivi che dobbiamo prefiggerci di qui ai prossimi anni.
La semplificazione dell’organizzazione di un ente strumentale della politica regionale come l’Erap attuale unico viene mantenuta intatta. Quindi sono davvero sorpreso che tutto, o quasi tutto, si concentri sulla presenza o meno di uno o di cinque consigli di amministrazione.
L’emendamento approvato che istituisce una sorta di consulta, che comunque dà rappresentanza, come richiesto a gran voce – anche se dal mio modesto punto di vista non era necessario –, che ripristina una sorta di ascolto da parte dei territori, può essere un passo avanti rispetto alle critiche a cui prima facevo riferimento.
Ritengo dunque che questa proposta di legge sia interprete di due esigenze fondamentali. La prima è finalizzarsi ad un risparmio di risorse. Per cui, guardate, risparmiare circa 300 mila euro l’anno in termini di membri di consigli di amministrazione e dei quattro su cinque revisori dei conti è un’esigenza sicuramente importante da sottolineare. Ma quello che più mi preme sottolineare è che le funzioni degli Erap rimangono sostanzialmente immodificate rispetto alla legge 36. Anzi, al contrario, si andrà verso una razionalizzazione di alcuni ruoli, di alcune funzioni; si pensi, ad esempio, alla razionalizzazione dei servizi erogati, l’unificazione dei servizi tecnici o dei servizi elaborazione dati che attualmente non era possibile praticare, la gestione del personale.
Questa proposta di legge nella forma che ci accingiamo ad approvare è un provvedimento importante. E’ una proposta di legge che va incontro alle esigenze dei cittadini, ma soprattutto alle esigenze di esplicare e di esplicitare una funzione, perché, ecco, forse noi siamo molto più preoccupati dei contenitori che dei contenuti.
Pertanto quello che a me preme è mantenere intatta la funzione e con questa proposta di legge tutto ciò è perfettamente conseguito.
PRESIDENTE. Proposta di legge n. 133, così come emendata. La pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa approva)
Proposta di legge regionale n. 183
ad iniziativa della Giunta regionale
“Modifiche alla legge regionale 20 giugno 2003, n. 13 “Riorganizzazione del Servizio sanitario regionale”
(Discussione e votazione)
PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca la proposta di legge n. 183 ad iniziativa della Giunta regionale. Ha la parola il relatore di maggioranza Consigliere Comi.
Francesco COMI. Questa modifica riguarda soprattutto due articoli, l’articolo 6 e l’articolo 9 della legge 13. Non si tratta di un atto rivoluzionario che incide profondamente sull’assetto organizzativo, si tratta solo di correzioni necessarie per rendere più efficace la legge.
Il primo articolo modifica l’articolo 6 della legge 13. Nel definire i dipartimenti in cui è organizzata l’area vasta si è trascurato di censirne uno, quello delle dipendenze patologiche. Per cui con questa modifica introduciamo all’articolo 6 tra i dipartimenti menzionati anche quello delle dipendenze patologiche. Seppure questa omissione non ha determinato né determinava alcun problema, perché l’atto aziendale era di per sé sufficiente per colmare questo vuoto. Di fatto l’atto dell’Asur poteva compensare il vuoto legislativo senza nessuna preoccupazione.
Inoltre con questa modifica si approfitta anche per chiarire il ruolo strategico del dipartimento delle dipendenze patologiche, cioè diventa luogo per la cooperazione del dipartimento, gli ambiti sociali, i soggetti ausiliari accreditati, il terzo settore.
La seconda correzione riguarda i distretti e gli ambiti sociali. Abbiamo stabilito che la Giunta entro 45 giorni dall’entrata in vigore avrebbe dovuto individuare, su proposta del direttore dell’Asur e sentito il parere obbligatorio della Commissione, i 13 distretti in cui andava semplificata l’organizzazione sanitaria. E abbiamo detto, oltre a questo tempo e a questo numero, che a ciascun distretto avrebbe coinciso un solo ambito. Chiaramente questa regola trovava un’eccezione, gli ambiti, per esigenze di integrazione sociosanitaria, potevano anche rimanere gli stessi mantenendo inalterati i costi.
Ma in questa applicazione abbiamo trovato un problema, esso riguarda quegli ambiti che non coincidono con un distretto e neppure con l’area vasta, ma che si sovrappongono sia ai distretti con i quali dovrebbero coincidere, sia con le nuove aree vaste. È il caso specifico di un ambito territoriale che attraversa i distretti di Ascoli e di Fermo e che attraversa le due aree vaste. Questa sovrapposizione ha reso e rende più difficile il percorso di semplificazione.
Quindi, mantenendo il principio che i distretti dovranno essere 13 e che dovranno coincidere con gli ambiti, salvo le eccezioni che conosciamo, abbiamo stabilito con questa proposta - proposta che ha il parere unanime dell’Anci, del Cal, del Crel e ha raccolto pareri e sollecitazioni ampie dentro l’Assemblea legislativa - che per addivenire a questa sintesi negli ambiti che si sovrappongono alle aree vaste ci si prende tutto il tempo che serve ovvero fino al 31 dicembre 2015. Per cui nessuna fretta ma tutto il tempo che occorre per arrivare alla sintesi migliore.
Presidenza del Vicepresidente
Giacomo Bugaro
PRESIDENTE. Ha la parola il relatore di minoranza Consigliere D’Anna.
Giancarlo D’ANNA. Una cosa è certa, che tra Crel, Cal, dipartimenti, unità operative, modifiche come quella che andiamo a fare oggi e riorganizzazione, poi le liste di attesa rimangono sempre lì.
Sulla sanità ci stiamo lavorando da tantissimo tempo però poi problemi reali non vegnono mai risolti. L’unica costante è che continuiamo a dire che la nostra sanità è una delle migliori in Italia. Se però parliamo con la gente, che deve attendere mesi o anni per avere un esame, si può ben capire che le cose non stanno esattamente così.
E l’atteggiamento non è nemmeno cambiato in queste settimane per quanto riguarda i provvedimenti che si stanno prendendo per le aree vaste.
Penso che più che una riorganizzazione questa sia ancora una volta un atto non chiaro.
E’ un testo che nella premessa sembra sia motivato per regolare le unità operative delle dipendenze patologiche, però poi all’articolo 1 in pratica si rivoluziona tutta la sanità, dal dipartimento di prevenzione, che non è mai citato nella premessa, ai dipartimenti ospedalieri anch’essi mai citati.
Ad esempio per i dipartimenti ospedalieri, calandomi nella realtà che conosco un po’ meglio ovvero quella della provincia di Pesaro Urbino, di quale ospedale si parla? Le aziende sono incluse o meno? Questo non è chiaro.
Riguardo il dipartimento di prevenzione, vista la possibilità di poter rivedere l’organizzazione, che è bene ricordare è ormai vecchia di venti anni, si sarebbe potuto creare un serio gruppo di lavoro per rimodulare l’organizzazione a un modello più consono agli attuali bisogni di salute della popolazione.
Il dipartimento di prevenzione, infatti, è fermo al decreto legislativo del 1992, evidentemente oggi le problematiche sono molto diverse.
Nella premessa si parla anche di ambito sociale, ma non c’è alcuna motivazione alla riorganizzazione degli altri dipartimenti. Non è allora il caso che la premessa contenga le motivazioni della riorganizzazione dei dipartimenti di prevenzione e di quelli della salute mentale?
Relativamente invece all’articolo 2 chiedo: a chi competerà stabilire come dovrà essere l’articolazione interna e quali saranno i tempi? Per la diversa articolazione interna ci dovrà essere un nuovo atto della Regione o sarà fatta ancora una volta una determina dell’Asur (una di quelle determine che poi è sempre difficile avere)?
Pertanto ancora una volta si è persa l’occasione per riorganizzare, se a questo punto sarà possibile, tutto quel marasma di informazioni e di cose che si incrociano, che poi rendono tutto di difficile lettura, ma non solo per gli addetti ai lavori, ciò si ripercuote anche sui servizi o disservizi che i cittadini continuano ad avere.
Per questo motivo il mio giudizio è negativo, quindi dichiaro, come Azione Marche ed anche a nome degli altri colleghi di Futuro e Libertà e di Popolo e Territorio, che anche il voto sarà negativo.
PRESIDENTE. Non ci sono richieste di intervento quindi passiamo alla votazione.
Articolo 1. Lo pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa approva)
Articolo 2.
Emendamento n. 2/1 della Consigliera Foschi:
Alla fine del comma 1 sopprimere le parole “e ricadenti all’interno di più aree vaste”.
Lo pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa non approva)
Articolo 2. Lo pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa non approva)
(proteste in Aula per l’esito del voto)
PRESIDENTE. Signori, scusate! Bèh, ora vi faccio sfogare poi quando avrete finito parlerò! Allora…però, scusate! Scusi, Assessore Marconi, c’è un Presidente, lei faccia l’Assessore! Stavo dicendo che l’Assessore Giannini è fisicamente in Aula però non risulta tra i votanti. Allora siccome sono imparziale, e come altre volte avvenuto, vedi l’esempio di quando magari il Consigliere Trenta dice “non mi ha preso, metta a verbale che ho votato a favore”, ecco, io chiedo “come vota il Consigliere Giannini? (…) Bene, l’articolo 2 è approvato. Inoltre anche il Consigliere Latini, che è davanti a me, vota a favore. È inutile fare le polemiche quando non c’è da farle!
Articolo 2.
(L’Assemblea legislativa approva)
Passiamo alle dichiarazioni di voto. Ha chiesto la parola l’Assessore Marconi, ne ha facoltà.
Luca MARCONI. Grazie Presidente, chiedo scusa, però vorrei semplicemente precisare, al di là del tifo su una legge che debba o non debba passare, che è sorprendente non comprendere – lo dico soprattutto al relatore di minoranza, che ha dimostrato grande sensibilità in altre occasioni, c’è una mozione, che non siamo mai riusciti a discutere, Consigliere D’Anna, proprio sulle dipendenze – che questo è un fatto puramente tecnico. E’ una dimenticanza, come ha spiegato bene il Presidente della Commissione, che viene recuperata attraverso questo tipo di intervento. La legge 13, infatti, non prevedeva il dipartimento per le dipendenze patologiche. Dipartimento che oggi lavora – questa è la sua preoccupazione - soprattutto con gli ambiti territoriali sociali con dei vasti programmi, parliamo di 2 milioni e mezzo di interventi, che ci fa Regione leader in questo settore, soprattutto per quanto riguarda la prevenzione delle dipendenze. E non stiamo parlando soltanto della droga, ma anche delle otto dipendenze sulle quali stiamo lavorando con campagne specifiche in collaborazione con le Prefetture, le Province e i Comuni.
Nel secondo articolo, come è stato spiegato, si prevede per soli tre anni, cioè per un tempo limitato, la possibilità per questo ambito tagliato a metà tra l’area vasta di Fermo e l’area vasta di Ascoli Piceno di completare il percorso e di adeguarsi a tutti gli altri.
È quindi una cosa assolutamente mite, per cui credo che Assemblea legislativa non possa che trovare un consenso unanime.
PRESIDENTE. Coordinamento tecnico. Lo pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa approva)
Proposta di legge n. 183. La pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa approva)
Proposta di legge regionale n. 181
ad iniziativa della Giunta regionale
“Modifiche alla legge regionale 23 febbraio 2005, n. 6 - Legge forestale regionale”
Proposta di legge regionale n. 174
ad iniziativa dei Consiglieri Bucciarelli, Giorgi
“Modifiche ed integrazioni alla legge regionale 23 febbraio 2005, n. 6 - Legge forestale regionale”
(Discussione e votazione)
PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca la proposta di legge n. 181 ad iniziativa della Giunta regionale e la proposta di legge n. 174 ad iniziativa dei Consiglieri Bucciarelli, Giorgi, abbinate. Ha la parola il relatore di maggioranza Consigliere Traversini.
Gino TRAVERSINI. La proposta di legge n. 181 è di fatto una modifica della legge regionale 6/2005, la legge forestale regionale.
L’atto riunisce due proposte di legge, una ad iniziativa della Giunta l’altra ad iniziativa dei Consiglieri Bucciarelli e Giorgi. Entrambe convergevano nel cercare una nuova definizione dei castagneti da frutto in modo da assimilarli alla SAU (superficie agricola utilizzabile). Questo dà la possibilità ai castagneti, pur mantenendo le tutele e la disciplina europea, di diventare oggetto di piani e politiche particolari di sviluppo rurale. E quindi di fatto la possibilità di finanziamento.
È dunque una possibilità di rilancio di questa importante cultura per il territorio, che in alcune parti della regione Marche è importante anche per lo sviluppo del settore agricolo.
La legge si compone di due articoli. Il secondo prevede l’obbligo da parte delle Comunità montane del censimento dei castagneti, fondamentale per la Regione Marche per attuare una giusta politica di programmazione e valorizzazione di questo settore.
Oltre all’approvazione da parte della Commissione questa proposta di legge ha avuto anche l’approvazione del CAL.
PRESIDENTE. Ha la parola il relatore di minoranza Consigliere Bucciarelli.
Raffaele BUCCIARELLI. Nel merito c’è poco da aggiungere se non una considerazione generale.
Esprimo la soddisfazione per aver posto un problema all’ordine del giorno dell’Assemblea legislativa, tanto è vero che la proposta di legge, sottoscritta come primo firmatario da me e poi dalla Consigliera Giorgi, è antecedente a quella della Giunta.
Abbiamo quindi posto un problema serio. La Giunta finalmente si è accorta che c’era bisogno di questo intervento per rendere giustizia a coloro che coltivano i castagni.
L’iter è stato abbastanza veloce. In Commissione si è avuta l’unanimità . Per cui, ripeto, esprimo soddisfazione per aver concorso ad aiutare, almeno in parte, tutti quegli agricoltori che non vedevano riconosciuti quelli che secondo me sono loro diritti.
PRESIDENTE. La discussione è aperta. Ha la parola il Consigliere Latini.
Dino LATINI. Solo un brevissimo intervento. Associandomi ai Consiglieri che mi ha preceduto segnalo la bontà di questa proposta di legge di modifica della legge regionale n. 6/2005, per tre aspetti sostanziali.
Il primo è che si va a toccare un enunciato della Cassazione del 2007 che tende a mantenere e sviluppare l’ambito di utilizzazione del territorio per la castanicoltura, che appunto fino a quella sentenza non era tutelata, anche se di fatto molte Regioni si erano indirizzate in tal senso. Non a caso altre Regioni hanno legiferato e programmato in maniera analoga a quella che oggi andremo a votare. Ovvero sulla assegnazione e tutela dei castagneti da frutto condotti dai proprietari e dai gestori, concedendo così anche aiuti di carattere comunitario perchè facenti parte della SAU, seppur mantenuti nell’ambito della tutela ambientale e forestale.
Infatti il secondo aspetto è proprio questa capacità di introspezione violando una tema fondamentale, quello della tutela ambientale e forestale che per tanti decenni è stata una sorte di oasi impenetrabile per ogni tipo di attività, che invece con l’avvio della castanicoltura, organizzata dal punto di vista legislativo come in questo modo, va ad essere toccata. Ma toccata per essere utilizzata a maggior ragione per un vincolo idrogeologico dei soprassuoli e per tutelare le destinazioni antropiche interessate, e allo stesso tempo per valorizzare il territorio rurale e il mantenimento di un tessuto socioeconomico vitale nelle aree interne e a quelle ad esse collegate.
L’altro aspetto che voglio segnalare è che proprio la soppressione delle coltivazioni intensive e meccanizzate nei castagni nelle Marche porta a definire i panorami dimensionali adeguati a una situazione concreta. Tant’è che il lavoro compiuto dalla Commissione di aggiunta e di potenziamento dell’unico articolo del testo proposto è il frutto non solo della Commissione stessa, ma anche della capacità di aver accolto le istanze maggiori di coloro che vivono di questa situazione, di coloro che intendono utilizzare il bosco, così come definito dalla legge regionale 6/2005 e in particolar modo dal comma 1 dell’articolo 2, in grado di dare frutti valorizzativi del territorio stesso.
L’ultimo aspetto che voglio sottolineare è la capacità di aver inserito finalmente questo territorio, cioè i castagneti da frutto catastalmente classificati, anche attraverso l’utilizzo delle pratiche agronomiche assimilate alle superfici agricole utilizzate. E’ veramente un passaggio fondamentale non tanto per una semplificazione quanto per una chiarificazione di quelle che sono le potenzialità sostanziali ed anche formali di questa attività. Una attività che sempre di più in futuro potrà essere un settore fondamentale anche per la regione Marche.
PRESIDENTE. Non ci sono altri iscritti a parlare quindi passiamo…(…) Prego, Consigliere Cardogna.
Adriano CARDOGNA. Presidente, ritiro, anche a nome dei Presidenti dei Gruppi assembleari di maggioranza, gli emendamenti nn. 1 bis/1, 1bis/2 e 2/4, perché andranno a far parte di un provvedimento più organico.
PRESIDENTE. Bene. Se non ci sono altre richieste di intervento passiamo alla votazione.
Articolo 1.
Emendamento n. 1/1 del Consigliere Marangoni:
Al comma 1 bis dell’articolo 2 della l.r. 6/2005 così come inserito dal comma 3 dell’articolo 1, dopo le parole “e ricorrenti, sono assimilate” sono aggiunte le parole: “esclusivamente ai fini della presente legge”.
Ha la parola il Consigliere Marangoni.
Enzo MARANGONI. Molto brevemente, e magari illustro anche gli altri.
Io sono d’accordo sulla filosofia di questa proposta di legge, tanto è vero che ho portato alcuni emendamenti volti al sostegno delle politiche di questo settore forestale, agronomico ecc., però direi di non allargarci troppo. Ed ecco lo scopo di questo emendamento
In questo emendamento ho indicato semplicemente le parole “esclusivamente ai fini della presente legge”, ovvero per specificare che l’assimilazione alle superfici agricole utilizzate vale solo per questa legge e non per altri scopi.
PRESIDENTE. Emendamento n. 1/1. Lo pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa non approva)
Emendamento n. 1/2 del Consigliere Marangoni:
Al comma 3 dell’articolo 1 è inserito il seguente:
“1. quater. La Giunta regionale, entro centottanta giorni dall’entrata in vigore della presente legge, adotta politiche di sostegno per:
a) l’associazionismo tra produttori nell’ottica di uina integrazione economica tra soggetti della filiera intesa anche come risorsa forestale multifunzionale;
b) la tutela dei castagneti dai danni da cinghiale a carico delle castagne e dei marroni nonché delle radici colpite dalle attività di scavo.”.
Lo pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa non approva)
Articolo 1. Lo pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa approva)
Emendamento n. 1 bis/1 dei Consiglieri Cardogna, Ricci, Eusebi, Latini, Malaspina, Pieroni. Ritirato.
Emendamento n. 1 bis/2 dei Consiglieri Cardogna, Ricci, Eusebi, Latini, Malaspina, Pieroni. Ritirato.
Articolo 2.
Emendamento n. 2/1 del Consigliere Marangoni:
Alla lettera e) del comma 1 dell’articolo 2 dopo le parole “e fitosanitario” sono aggiunte le seguenti: “accertati tramite perizia asseverata di tecnico forestale o agronomo iscritto all’albo o parere del Servizio fitosanitario regionale.”.
Ha la parola il Consigliere Marangoni.
Enzo MARANGONI. A dire il vero mi ha sorpreso la bocciatura della maggioranza del primo emendamento. Attenzione, perché il dubbio che qualcuno faccia il furbetto, avendo bocciato quell’emendamento, mi sta convincendo sempre di più. Ce l’avevo, è per quello che ho fatto quell’emendamento, ed ora l’avete bocciato. Ecco, qualche volta a pensare male si fa peccato ma qualche volta ci si indovina. Spero che non sia così nell’applicazione pratica, comunque lo verificherò.
Con questo emendamento n. 2/1 dico sostanzialmente che ci deve essere l’accertamento tramite perizia asseverata di tecnico forestale o agronomo iscritto all’albo o parere del Servizio fitosanitario regionale. Perché questo? Perché è importante che venga ben definito, o da un libero professionista o addirittura dal Servizio fitosanitario regionale, lo stato vegetativo del castagneto e lo stato fitosanitario. Questo è molto importante. Fra l’altro faremmo lavorare anche qualche agronomo o qualche forestale, ma questo è il secondo obiettivo, il primo è la serietà di quello che stiamo facendo.
Proprio perché ci sono malattie legate anche a parassiti è importante che non ne approfittiamo per fare i furbi anche in questo caso.
PRESIDENTE. Emendamento n. 2/1. Lo pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa non approva)
Emendamento n. 2/2 del Consigliere Marangoni:
Al comma 1 dell’articolo 2 dopo la lettera e) è aggiunta la seguente:
“e bis) anno di inizio delle pratiche agronomiche continuative e ricorrenti, di cui al comma 1 bis dell’articolo 2, appositamente certificato”.
(L’Assemblea legislativa non approva)
Emendamento n. 2/3 del Consigliere Marangoni:
Al comma 1 dell’articolo 2 dopo la lettera e) è aggiunta la seguente:
“e bis) modalità di gestione e relativi piani colturali”.
(L’Assemblea legislativa non approva)
Emendamento n. 2/4 dei Consiglieri Cardogna, Ricci, Eusebi, Latini, Malaspina, Pieroni. Ritirato.
Coordinamento tecnico. Lo pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa approva)
Proposta di legge n. 181. La pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa approva)
Proposta di atto amministrativo n. 43
ad iniziativa della Giunta regionale
“Piano per le attività cinematografiche anno 2012. Legge regionale 31 marzo 2009, n. 7”
(Discussione e votazione)
PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca la proposta di atto amministrativo n. 43 ad iniziativa della Giunta regionale. Ha la parola la relatrice di maggioranza Consigliera Giorgi.
Paola GIORGI. Vorrei puntualizzare le cose più importanti di questo piano per le attività cinematografiche dell’anno 2012. Voglio partire rimarcando il ruolo della nuova Fondazione Marche Cinema Multimedia nata qui nelle Marche così come stabilito dal piano dello scorso anno.
Il piano prevede il finanziamento di 600 mila euro, alla Fondazione Marche Cinema Multimedia vanno 250 mila.
Le attività previste della nuova Fondazione sono innanzitutto quelle di espletare la Funzione di Film Commission con:
1) assistenza e sostegno alla produzione cinematografica nazionale ed internazionale;
2) assistenza e sostegno alla produzione regionale;
3) promozione nazionale ed internazionale delle produzioni e la loro circuitazione, un'azione che la Fondazione svolge in collaborazione con il Servizio internazionalizzazione;
4) attività di consulenza per progetti di sostegno all’esercizio, cioè all’attività delle sale cinematografiche anche attraverso il sostegno alla digitalizzazione delle sale cinematografiche. Questa particolare azione è attivata grazie ai fondi comunitari nell'ambito del POR FESR 2007-2013, quindi possiamo accedere a fondi europei per l’ammodernamento delle nostre sale cinematografiche.
Volevo dare un dato. Nella nostra regione nel 2011 abbiamo una percentuale di schermi digitalizzati pari al 28,50%. E’ un dato in linea con le percentuali europee.
Ritengo che I'azione della Fondazione Marche Cinema Multimedia sia prioritaria nell'ambito dello sviluppo delle attività cinematografiche della regione, perché le produzioni possono sicuramente fungere da promozione del nostro territorio, ma, a mio avviso, la prima mission della Fondazione è proprio quella di trasformare la nostra regione in luogo di produzione cinematografica per dare vita ad un indotto economico notevole.
Molte volte e per molto tempo anche nella nostra regione il settore dello spettacolo, sia dal vivo, sia quello riprodotto cinematograficamente, è stato vissuto e quindi finanziato solo per quanto concerne la distribuzione. Invece credo che anche nell’ambito culturale l’attività primaria, laddove si può fare e naturalmente sempre in un contesto di sintesi e in un contesto regionale, rimanga quella di produzione.
Spero, Assessore, che nei futuri piani il ruolo della Fondazione sia sempre più prioritario perché può svolgere comunque un’importante funzione culturale ed economica nell’ambito del settore dello spettacolo nella nostra regione.
Siamo stati ospiti della Fondazione, abbiamo conosciuto tutto il cda, ricordo che il presidente è Neri Marcorè. Ecco, io ho apprezzato molto la scelta, a parte per il valore della persona, ma anche perché credo sia importante, Assessore Marcolini, mettere a capo delle fondazioni culturali persone con esperienza professionale, onde evitare i problemi che sappiamo. Per andare ad intraprendere delle azioni e prendere delle decisioni, le materie si devono sconoscere, molte volte, soprattutto in ambito culturale, la non conoscenza porta ad errori gravi e molto costosi.
Chiudo la parte destinata alla Fondazione Marche Cinema Multimedia, a cui vanno, ripeto, 250 mila euro dei 600 mila previsti dal piano, che è la Misura C del piano, e vado alla Misura B che prevede il sostegno all'attività delle sale cinematografiche autorizzate al pubblico esercizio.
È un’azione che tende a sostenere I'attività delle piccole sale cinematografiche situate nei centri urbani, una tipologia di sale che si trova in difficoltà a causa del proliferare delle multisala.
A proposito voglio citare alcuni dati relativi alle sale della nostra regione: le Marche sono le prime in Italia per schermi attivi in percentuale rispetto al numero di abitanti. Ciò è indice di grande attenzione del pubblico verso questa tipologia di spettacolo e una ulteriore specificità culturale delle Marche. Naturalmente è importante che il sostegno alle piccole sale situate nei centri urbani, attraverso il piano per le attività cinematografiche, continui.
Già nel 2011 il piano ha messo a disposizione 150 mila euro per questa azione e sono stati erogati contributi per un totale di 39 sale.
Ai contributi si accede per bando. Nel piano 2012 a questa azione sono destinati 120 mila euro e le caratteristiche richieste alle sale per accedere ai contributi sono: localizzazione dell'esercizio cinematografico nella regione, giornate di attività non inferiori a 60 giorni annui. I contributi sono destinati a monosale o multisale con massimo tre schermi. Per la valutazione risultano premiali i requisiti di localizzazione, punteggio massimo in comuni fino a 10 mila abitanti, poi da 10 a 40 mila ed infine oltre il 40 mila.
La localizzazione deve essere nei centri urbani e non nelle periferie della città. Naturalmente la monosala è il requisito di maggior premialità.
Anche la programmazione funge da elemento premiale e specificatamente vengono presi in considerazione il premio d'Essei per I'anno 2011, il premio Schermi di qualità 2010/2011, che sono due importanti premi per la produzione cinematografica a livello nazionale.
Poi viene richiesta a queste sale l’adesione a circuiti e rassegne regionali e attività integrate con altre proposte culturali regionali.
In questo piano viene introdotta una novità. Vi dicevo che l’anno scorso avevamo destinato 150 mila euro per queste sale. Quelle di cui vi ho parlato adesso sono 120 mila. Mentre gli altri 30 mila euro sono riservati al ProgettoMarche al Cinema, cioè una contribuzione riservata alle sale che programmano le produzioni cinematografiche girate nel territorio regionale. Dunque anche questa è una iniziativa importante di promozione della produzione marchigiana e naturalmente si lega con un filo diretto all’attività della Fondazione Marche Cinema Multimedia.
La Misura A è quella che sostiene i circuiti cinematografici di rilievo regionale a soggetti che senza finalità di lucro organizzano con stabilità festival, rassegne e premi di carattere nazionale e internazionale. C’è uno stanziamento di 80 mila euro.
Poi c’è un ulteriore stanziamento di 90 mila euro a un importantissimo festival, la Mostra Internazionale del Nuovo Cinema di Pesaro. E’ un festival che annualmente aumenta il suo spessore culturale anche nell’ambito nazionale. Accanto alla produzione e alla programmazione cinematografica sta venendo avanti anche una produzione editoriale. Quindi è sicuramente un volano di grande promozione per il nostro territorio e anche qui il tutto si lega all’attività della Fondazione Marche Cinema Multimedia.
Ritengo quindi, seppure nella scarsità delle risorse con le quali purtroppo ci troviamo a lavorare, che il piano così come proposto sia un ottimo strumento per promuovere la nostra produzione.
Concludo dicendo, Assessore Marcolini, che a mio avviso è fondamentale che si investa un po’ di più nell’ambito della neonata Fondazione. Noi l’abbiamo conosciuta, ci sono state illustrate tante proposte per l’anno nuovo, ne cito una. Ci sono dei contatti per realizzare nel territorio marchigiano, con il regista Mario Martone, un bravissimo regista principalmente teatrale di fama nazionale, uno sceneggiato televisivo sulla vita di Giacomo Leopardi. Naturalmente se sosteniamo produzioni di questo genere promuoveremo a 360° la nostra cultura, il nostro territorio, ma soprattutto l’attività cinematografica e quindi tutto l’indotto economico che da questa ne consegue.
PRESIDENTE. Ha la parola il relatore di minoranza Consigliere Massi.
Francesco MASSI. Dico subito che il nostro Gruppo si asterrà su questa proposta, pur condividendo l’80-90% di quello che è stato esposto e in particolar modo il sostegno alle sale cinematografiche nei centri storici che effettivamente vengono a mancare, chiudono, si ridimensionano, scompaiono, a seguito naturalmente delle multisale situate di solito in periferia. Le sale cinematografiche sono momento di socializzazione e di incontro storico, ecco, se riusciamo a far ripartire iniziative di questo tipo, che sono dirette anche ai giovani, credo avremmo colto l’obiettivo principale.
Siamo d’accordo sulle altre partecipazioni e sugli altri progetti, quindi vado a cosa ci lascia perplessi.
Oggi abbiamo una fondazione che sostituirà la Marche Film Commission. I colleghi della Commissione lo sanno, io ho sollevato diverse perplessità su come di recente la Marche Film Commission ha erogato i fondi. Abbiamo avuto una discussione in Commissione, abbiamo poi avuto un incontro con Neri Marcorè, che è stato chiamato a presiedere la Fondazione, sicchè ho potuto esprimere le mie perplessità.
Abbiamo cercato anche di dare una graduatoria di valori e di obiettivi, sui quali credo tutti possano convenire. Certamente non l’ha fatto la Marche Film Commission negli ultimi due anni. Abbiamo avuto solo negli ultimi giorni un rendiconto dei contributi che sono stati dati. Sono stati dati i soliti contributi a pioggia. E credo non ci sia stato nulla che ha avuto la potenzialità, la possibilità di valorizzare il territorio delle Marche.
Cambiamo registro. Non votiamo contro perché esprimiamo fiducia e speranza, però ci asteniamo perché il passato è stato abbastanza ingombrante.
E’ vero, viene un regista nelle Marche a girare un film, c’è la troupe, ci sono 40-50 persone che occupano degli alberghi. Bene. La Regione dà un contributo, gli alberghi vengono occupati, poi però da quel lavoro non si desume in nessun modo che è stato fatto nelle Marche.
Il lavoro classico che valorizza una regione – voglio essere nazionalpopolare – penso sia Don Matteo girato a Gubbio. Gubbio ha raddoppiato le già decine di migliaia di visitatori che aveva perché la gente vuole vedere i luoghi dove Don Matteo va in bicicletta. E lì si identifica con l’Umbria e con Gubbio.
Se da noi viene un regista che alla fine ti fa scorrere i titoli di coda e in formato micro ci scrive che il film è girato a Mogliano, pur essendo un grande regista, ecco, cosa porta al nostro territorio? Magari 3-4 alberghi, per carità, ma non è che in questo modo promuoviamo le Marche.
Allora facciamo in modo che il primo requisito dei lavori cinematografici sia per girare film che riguardano personaggi e luoghi delle Marche, che poi lo spettatore vedendolo lo ricollega alla nostra regione.
Su questo ci siamo scambiati delle opinioni anche con Neri Marcorè. Spero che lui, anche come uomo di cultura, lo abbia recepito. E spero che questo valore, questo obiettivo lo recepisca anche la struttura e quindi tutti quelli che devono gestire questo denaro pubblico.
PRESIDENTE. La discussione è aperta. Ha la parola l’Assessore Marcolini.
Pietro MARCOLINI. Molto brevemente perché gli interventi dei relatori di maggioranza e di minoranza mi esimono dall’illustrazione dell’ atto.
Intanto esprimo l’apprezzamento per il lavoro fatto dalla Commissione, è stato un lavoro di arricchimento, di integrazione. Penso che il voto annunciato di astensione del relatore di minoranza sia più dettato da prudenza politica generale che non da dissenso nel merito.
Condivido le preoccupazioni avanzate circa la modestia del contributo che diamo a queste attività. Vorrei però ricordare che la Puglia oppure il Piemonte o la Basilicata hanno film commission di un terzo, un quarto dell’attività che noi attribuiamo con il piano per le attività cinematografiche, hanno bilanci dieci o quindici volte quello regionale.
Visti i risultati non secondari e visto l’aiuto non simbolico alla modernizzazione tecnologica delle sale cinematografiche, ritengo dobbiamo insistere, compatibilmente con le nostre risorse, su questa strada.
Proprio stamattina con la collega Giannini si è precisato, diventerà operativo nelle prossime ore, un finanziamento di 1 milione di euro per la digitalizzazione delle sale cinematografiche, in modo particolare quelle che qui hanno avuto già una priorità, per sostenere uno sforzo di innovazione che abbatte i costi di gestione e non esclude circuiti semiperiferici, come appunto quelli marchigiani, dal circuito internazionale.
Quindi, soddisfazione per l’apprezzamento che c’è stato e insieme a questa sensibilità aumentata la speranza – mi rivolgo anche alla Presidente della Commissione – che la consuetudine avviata possa essere, come ci siamo promessi, alimentata nelle prossime settimane, nei prossimi mesi. E sulla scorta di un rendiconto soddisfacente ci possa essere anche un allargamento delle aree di intervento delle attività cinematografiche.
Il primo appuntamento che abbiamo alle porte, come già annunciato, è a Pesaro. E fortunatamente abbiamo ad Ancona, ma non soltanto, in tutta la regione, attività che riguardano la produzione cinematografica, penso alla produzione di corti, oppure, come dire, alla disseminazione delle attività di sostegno e di organizzazione della produzione del cinema, penso alle OffiCine Mattoli, penso alle tante iniziative che si sviluppano tra Fermo, Macerata, Ancona, Pesaro.
Voglio ancora ringraziare il Presidente e il Vicepresidente della Commissione, i relatori di maggioranza e di minoranza, che durante il lavoro istruttorio hanno arricchito l’atto tanto da consentirci una discussione serena che addirittura guarda ad un allargamento delle prospettive future.
PRESIDENTE. Grazie Assessore. Passiamo alla votazione finale dell’atto.
Proposta di atto amministrativo n. 43. La pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa approva)
Mozione n. 323
della Consigliera Foschi
“Bronzi dorati a Pergola”
Mozione n. 324
del Consigliere D'Anna
“Difesa della permanenza dei Bronzi dorati a Pergola”
Mozione n. 329
del Consigliere Marangoni
“Bronzi dorati di Cartoceto a Pergola”
Mozione n. 334
del Consigliere Zaffini
“I Bronzi dorati di Pergola”
Interrogazione n. 784
del Consigliere Ricci
“Bronzi dorati di Cartoceto”
Interrogazione n. 790
del Consigliere Latini
“Bronzi di Pergola”
(abbinate)
(Inizio discussione e rinvio)
PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca la mozione n. 323 della Consigliera Foschi, la mozione n. 324 del Consigliere D’Anna, la mozione n. 329 del Consigliere Marangoni, la mozione n. 334 del Consigliere Zaffini, l’interrogazione n. 784 del Consigliere Ricci, l’interrogazione n. 790 del Consigliere Latini, abbinate.
Avverto che è stata distribuita la sotto riportata proposta di risoluzione, a firma Ortenzi, presentata sulle mozioni nn. 323, 324, 329, 334:
“L'Assemblea legislativa delle Marche,
Visto il riaccendersi della questione legata all'ubicazione definitiva dei Bronzi dorati di Cartoceto, oggi situati presso il Centro operativo museale di Pergola;
Considerato:
che il gruppo scultoreo dei Bronzi, ritrovati casualmente nel 1946 a Cartoceto di Pergola (PU), sono di proprietà statale, in quanto provenienti da scavo, e per il loro eccezionale valore, costituiscono un'importante risorsa per il territorio regionale e nazionale;
che statale resta in ogni caso la piena competenza su ogni aspetto relativo ai Bronzi, sia per ciò che attiene alla tutela e conservazione, sia per quel che riguarda la valorizzazione, funzione quest'ultima che resta di competenza dello Stato sui beni di proprietà statale (proprietà dominicale);
che l'intera vicenda è stata caratterizzata da peculiarità e anomalie, che pure bisogna sforzarsi di valutare senza ideologismi e rigidità precostituite;
che, infatti, nel 1988 la collocazione dei Bronzi da Pergola ad Ancona viene impedita da una forte iniziativa popolare, avallata dagli amministratori locali; che ne conseguiva nel 2001 la stipula di un compromesso, racchiuso nella convenzione tra gli Enti locali interessati, che prevedeva l'alternanza espositiva periodica del gruppo scultoreo tra il Centro operativo museale di Pergola e il Museo archeologico di Ancona; che nel 2002 il Mibac, a seguito del pronunciamento del Consiglio di Stato che invalidava la convenzione suddetta per la mancanza della sua sottoscrizione da parte del Mibac, metteva fine, attraverso una specifica disposizione di sua competenza, a tale "pendolarismo", ritenuto dannoso per la fragile natura del bene, e ne autorizzava la localizzazione a Pergola; che successivamente i rappresentanti del Mibac si sono a più riprese espressi per il mantenimento dei Bronzi a Pergola; che lo stesso Consiglio di Stato a novembre del 2011 ha accolto il ricorso presentato nel 2009 dal Comune e dalla Provincia di Ancona avverso la decisione del Mibac, disponendo che non sussistono elementi che sorreggano l'effettivo pericolo di conservazione dell'opera a causa del suo pendolarismo e richiamando la necessità di una leale collaborazione tra le Amministrazioni interessate al fine di giungere ad una soluzione allocativa condivisa;
che a tale atto è seguita nell'aprile 2012 la nota del Mibac-Direzione Generale per le Antichità, che trasmette il parere del Comitato tecnico-scientifico per i Beni archeologici del 23 marzo c.a. sulla possibile destinazione del complesso scultoreo;
Rilevato che tale nota, letta accuratamente, evidenzia:
1) l'impossibilità di contestualizzare le statue, in quanto fin dall'antichità oggetto di trafugamento e quindi prive di un preciso contesto storico di riferimento;
2) la dannosità del pendolarismo, sia per l'aspetto conservativo che per quello della "comprensione" del manufatto;
3) la loro collocazione "nella collezione archeologica più importante del territorio", proprio per problemi di conservazione e sicurezza;
che, altresì, il Direttore Generale delle Antichità, nel trasmettere detto parere, invita la Direzione regionale a valutare con gli Enti locali interessati la possibilità di accordi che contemperino esigenze di conservazione e "richieste di partecipazione culturale" delle comunità coinvolte;
che sono ormai 24 anni che i Bronzi sono a Pergola, adeguatamente esposti e valorizzati, grazie anche a importanti investimenti sostenuti dal sistema degli Enti locali, tra cui la Regione Marche che ha. sostenuto nel 2008 spese di promozione, comunicazione e riallestimento museale per 130.000 euro;
che, data la conformazione geomorfologica e demografica delle Marche, per sua natura policentrica, con popolazione sparsa e senza grandi nuclei urbani, non possiamo non interrogarci su quale sia la collezione archeologica "più importante" del territorio regionale, dal momento che la pluralità dei siti e delle collezioni, l'assenza di concentrazioni di visitatori in una singola struttura, la stretta collaborazione di ciascuno di questi con la Sovrintendenza ai Beni Archeologici delle Marche, il ruolo rilevante, ma certo non preponderante, del Museo archeologico nazionale di Ancona, ci dicono che la funzione richiesta dal Direttore Generale è, nel caso di una regione "al plurale" come le Marche, svolta dall'insieme delle strutture e delle reti che definiscono un vero e proprio "Sistema archeologico regionale";
che La Regione Marche ha fatto molto, ben oltre le proprie competenze, intervenendo sul patrimonio culturale regionale, sulla sua conservazione e valorizzazione, affiancando ed integrando la competenza statale, proprio perché la cultura costituisce un asse portante delle politiche e del programma dell'Amministrazione regionale;
Impegna Il Presidente e la Giunta regionale a:
- approfondire la natura e la eventuale cogenza del parere e della nota suddette;
- a rispettare, comunque, la piena competenza statale in materia;
- a chiedere, tuttavia, al Ministro che si pronunci in maniera definitiva sulla vicenda, ponendo fine alle oscillazioni che hanno giustificato e alimentato aspettative opposte e legittime;
- a contribuire alla ricerca di una soluzione condivisa, affinché il Ministero tenga conto del fatto che il tempo trascorso ha consolidato fattori identitari, immaginario dei luoghi, e che policentrismo, rete, sistema sono termini imprescindibili per governare efficacemente il territorio regionale, così da consentire una gestione del patrimonio contestualizzata e distribuita;
- a valutare, in tale ottica, l'ipotesi avanzata dalla Direttrice regionale del Mibac di una alternanza espositiva lunga del gruppo scultoreo denominato "Bronzi di Cartoceto".
Ha chiesto la parola il Consigliere D’Anna, ne ha facoltà.
Giancarlo D’ANNA. Intervengo sulle mozioni, Presidente, però partirei dalla fine, cioè da questa proposta di risoluzione che secondo me è sconcertante, non tiene conto di tantissime cose, ad iniziare da chi vive ad Ancona.
Ringrazio i cittadini di Ancona per l’atteggiamento che hanno avuto nei confronti dei Bronzi di Cartoceto. Perché? Perché non avendo fatto nessuna battaglia per avere i Bronzi questo ci fa capire che forse è bene che restino dove sono. Contrariamente a quanto è invece accaduto negli scorsi decenni in provincia di Pesaro Urbino dove già allora – è stato ricordato anche ieri nel consiglio comunale a Pergola, congiunto con quello provinciale – un rappresentante di quelli che venivano chiamati comunisti e un rappresentante di quelli che venivano chiamati fascisti si misero insieme per difendere quei Bronzi.
La storia è inutile rifarla però magari è opportuno proprio per chi propone, non si capisce bene con quali motivazioni, questa proposta di risoluzione. E’ proprio dal territorio che nasce la richiesta forte di mantenere quello che già c’è e soprattutto quello che si è riusciti ad ottenere con tante battaglie e con tanti sacrifici.
Questa risoluzione è preoccupante anche da un altro punto di vista. Il testo dice: Rilevato che: 1) l’impossibilità di contestualizzare le statue, in quanto fin dall’antichità oggetto di trafugamento e quindi prive di un preciso contesto storico di riferimento”. Se mi permettete, allora, questo richiama non solo i Bronzi di Pergola ma anche la statua del Lisippo. E che facciamo?! Vogliamo instaurare il principio attraverso il quale, visto che non c’è un riferimento preciso, anche quando, e se avverrà, restituito questo benedetto Lisippo si applicherà lo stesso principio? E no! No! Dopo non ci sarà solo Pergola che farà la battaglia ma anche Fano.
Il successivo punto 2) mi trova invece d’accordo, perché si dice “la dannosità del pendolarismo”. Benissimo! Visto che avete appurato che è dannoso spostarli, ecco, lasciamoli allora dove sono.
Inoltre mi fa sorridere la motivazione economica ove si dice che la Regione è intervenuta con 130 mila euro, quando invece mi risulta che la Provincia di Pesaro Urbino insieme al Comune di Pergola in questa operazione hanno speso qualche milione di euro.
Poi quando si dice che non ci si può non interrogare su quale sia la collezione archeologica più importante del territorio regionale, ebbene, cara Consigliera Ortenzi, qui si vede che non ha visto i numeri. Se per caso ieri prima di presentare questa risoluzione avesse partecipato all’incontro che c’è stato a Pergola si sarebbe resa conto che le visite annuali al museo dei Bronzi di Pergola sono quasi quattro o cinque volte di più di quelle che presso il Museo di Ancona.
Forse allora - lancio una provocazione – se il più importante museo è quello dove ci vanno più turisti, più visitatori paganti, ecco, portiamo a Pergola quello che abbiamo ad Ancona. Voglio dire, insomma, lasciamo le cose come stanno.
La Regione Marche afferma sempre che la nostra è una regione al plurale, è un museo diffuso e quant’altro, ma poi per Pergola si dice questo, che è una realtà, peraltro, che ha già il suo bel daffare per le note vicende non solo della sanità ma anche per le infrastrutture. Se questa è una Regione che insieme ai doveri dà ai cittadini di tutto il territorio gli stessi diritti, bene, altrimenti se dice che dobbiamo spostare tutti i servizi e le opere d’arte lungo la costa, lasciando l’entroterra abbandonato al degrado, ebbene, questa è proprio la politica giusta!
Ecco allora che questa risoluzione è più che altro una provocazione che non è accettabile. E i primi a non accettarla, ripeto, sono proprio i cittadini di Ancona che appunto non hanno speso una parola per qualcosa che sanno che non li appartiene e quindi non la vogliono scippare a chi invece ha il diritto di tenersela.
Vorrei dunque capire quali sono le motivazioni o a questo punto le lobby che spingono un Consigliere regionale a presentare una risoluzione come questa, che per di più non trova nemmeno la condivisione dei cittadini che dovrebbe rappresentare.
I numeri sono a favore di Pergola, la realtà storica è a favore di Pergola, il diritto è a favore di Pergola, allora vorrei capire il perché di questa risoluzione. Ed invito magari a votare le mozioni presentate dalla collega Foschi e dal sottoscritto per ribadire il diritto sacrosanto sì della città di Pergola e della provincia di Pesaro Urbino ma che sia anche una battaglia morale che vale per tutta la regione.
L’entroterra o le realtà più piccole non possono essere fagocitate da quelle più grandi, non è giusto, non è corretto, è antistorico, è solo un atto di arroganza che francamente non fa onore a chi lo vuole portare avanti.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Ricci.
Mirco RICCI. Questa risoluzione non risolve, non c’è dubbio, è tuttavia necessario arrivare ad una sintesi. Il dibattito, richiamato in parte anche dal Consigliere D’Anna, è molto lungo, ci sono posizioni cambiate nel corso degli anni: il Consiglio di Stato dà un’interpretazione, i Governi precedenti hanno detto che tutto rimanga a Pergola, il Governo attuale in qualche modo riapre…(…) Non mi interrompa, Consigliere D’Anna, la prego. La questione di Pergola io seguo da vicino, in queste ore ci sono state manifestazioni da parte della Provincia, del Comune, presso il Ministero, nel pesarese si è mosso un territorio intero per difendere la collocazione dei Bronzi là dove sono. Insomma, è complicato trovare una sintesi e non credo neppure che la troveremo oggi in quest’Aula.
Personalmente penso, anche per le ragioni qui ricordate, che una struttura come un impianto museale in una realtà dell’entroterra, già sofferente per tante questioni, sarebbe importante. Io ho anche ironizzato sul giornale col ministro: “ma, non ha altro a cui pensare in questa fase? Rimettiamo in discussione i Bronzi di Pergola per l’ennesima volta? E’ una emergenza nazionale, regionale?”. Non mi era sembrato questo.
Il tema che in parte la risoluzione riprende è la difficoltà di gestire questo complesso museale di grande valore. Allora la riflessione non può che essere ancora più approfondita, anche rispetto al tema stesso che dice “lasciamoli per forza lì”.
E’ una riflessione che dobbiamo fare. Io penso che tendenzialmente debbano rimanere dove sono.
Per cui, ecco, questa risoluzione non risolve questa mattina la sintesi da trovare sul tema dell’impianto museale dei Bronzi di Pergola. Credo, ripeto, che nell’interesse della comunità pergolese e marchigiana sarebbe opportuno rifletterci ancora. Abbiamo già rinviato però ora chiedo un ulteriore rinvio per evitare che ci sia la mortificazione di un territorio rispetto a un tema che invece è importante e prioritario da un punto di vista della valorizzazione del territorio stesso e che quindi non può essere gestito attraverso il rimpallo di posizioni che nell’arco di qualche anno sono cambiate dieci volte.
Chiedo pertanto, Presidente, un ulteriore rinvio.
PRESIDENTE. Bene. Sulla richiesta di rinvio hanno diritto di parlare un Consigliere a favore e uno contro. Ha chiesto la parola il Consigliere Silvetti (che peraltro era già iscritto), ne ha facoltà. Lei parla contro, Consigliere?
Daniele SILVETTI. Sì, Presidente, rispondo al collega Ricci per questa sua intenzione di rinvio. Ecco, mettiamo a frutto, come abbiamo fatto finora in questa mattinata, il tempo che abbiamo per dibattere su questo tema. Lo rinviamo nelle segrete stanze per decidere che cosa? Confrontiamoci, invece, parliamone, una volta tanto diamo un segnale che il dibattito è la nostra forza, ove, certo, ci sarà chi è favorevole e chi è contro. Peraltro io sono anconetano quindi, se mi sarà data la possibilità oggi, vorrò dire anche la mia.
Dibattiamo, perché dobbiamo rinviare? Cerchiamo di riappropriarci della nostra sovranità di decidere per il territorio marchigiano, seppure parliamo di un aspetto della cultura che non è solo regionale. Però visto che parliamo di contenitori questa è una nostra incombenza, una nostra spettanza, parliamone, decidiamo oggi su quello che vogliamo fare, diciamo oggi qual è il nostro pensiero. Perché rinviare?
E’ questo l’invito che rivolgo al Consigliere Ricci, capogruppo del PD, è per cercare di mettere a frutto il tempo che abbiamo davanti, le nostre intelligenze, le nostre disponibilità, confrontiamoci oggi in questa seduta, in quest’Aula. Visto mai che abbiamo la stessa posizione. Cerchiamo il confronto al di là delle logiche di appartenenza ai partiti, su cui credo ci possa essere una maggioranza e un’opposizione trasversale, perché qui mi sembra che più che la logica politico partitica sia il campanile a prevalere.
Però, ecco, affrontiamolo oggi, perché rinviare? Credo sia un’assunzione di responsabilità nei confronti dei cittadini marchigiani, di quelli che per lo meno hanno a cuore la cultura, l’identità, lo sviluppo di questa regione.
PRESIDENTE. Nessun altro chiede la parola quindi pongo in votazione la richiesta di rinvio…(…) Appello nominale a nome di chi? (…) Bene, Consiglieri Foschi, Natali e Carloni. E’ aperta la votazione per appello nominale sulla richiesta di rinvio del Consigliere Ricci.
Favorevoli: Badiali, Busilacchi, Canzian, Comi, Donati, Eusebi, Giancarli, Latini, Luchetti, Malaspina, Mezzolani, Ortenzi, Perazzoli, Ricci, Sciapichetti, Spacca, Traversini.
Contrari: Acacia Scarpetti, Bucciarelli, Bugaro, Carloni, D’Anna, Foschi, Marangoni, Massi, Natali, Romagnoli, Silvetti, Trenta, Zaffini.
(L’Assemblea legislativa approva)
La seduta è aggiornata al prossimo martedì.
La seduta termina alle ore 13,55