Resoconto della seduta n.80 del 23/10/2017
SEDUTA N. 80 DEL 23 OTTOBRE 2017
La seduta inizia alle ore 10,45
Presidenza del Presidente
Antonio Mastrovincenzo
Comunicazioni del Presidente
PRESIDENTE. Colleghi buona giornata, dichiaro aperta la seduta n. 80 del 23 ottobre 2017. Do per letto il processo verbale della seduta n. 79 del 17 ottobre, il quale, ove non vi siano opposizioni, si intende approvato ai sensi del comma 4 dell’articolo 53 del Regolamento Interno.
Richiamo, inoltre, ai sensi del comma 5 dello stesso articolo, l'attenzione di tutti i consiglieri sulle comunicazioni distribuite, con cui porto a conoscenza dell'Assemblea quanto espressamente previsto dal Regolamento interno.
Sull'ordine del giorno
PRESIDENTE. Nella Conferenza dei capigruppo si è parlato dell’ordine del giorno di oggi ed è stata ritirata l’interrogazione n. 414 della Consigliera Pergolesi ed è stato chiesto il rinvio, da parte della Consigliera Marcozzi, dell’interrogazione n. 451, abbinata all’interrogazione n. 463 del Consigliere Rapa, e dell’interrogazione n. 453. La Consigliera Leonardi ha ritirato la mozione n. 280.
Quindi se non avete nulla in contrario, do per approvato l’ordine del giorno che sostanzialmente è invariato, ci sono queste modifiche: una interrogazione ritirata, una mozione ritirata e due interrogazioni rinviate; è stata inoltre rinviata la mozione n. 173 della Consigliera Marcozzi.
Riepilogo: ritirata l'interrogazione n. 414, rinviate le interrogazioni nn. 451, 463 e 453, rinviata la mozione n. 173 e ritirata la mozione n. 280.
Interpellanza n. 15
ad iniziativa del Consigliere Marconi
“Iniziative che la Giunta regionale intende adottare per far fronte alla grave crisi della natalità nella nostra regione”
(Svolgimento)
PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca l’interpellanza n. 15 del Consigliere Marconi, che ha la parola per illustrarla.
Luca MARCONI. Grazie Presidente. La leggo perché sicuramente facciamo prima.
Premesso che nelle Marche nel 2015 il numero medio di figli per donna si attesta all’1,33 in linea con il dato nazionale che colloca il nostro Paese tra gli Stati europei con i più bassi livelli di natalità.
Si eleva, inoltre, l’età media della donna in cui avviene il primo parto che è 31,9 anni e si differenzia a seconda se cittadina italiana (età media 32,7) o straniera (28,6). In un passato relativamente recente la fecondità tardiva riguardava la nascita del terzo o quarto figlio; negli ultimi anni, invece, la maternità ad età elevate è sempre più frequente per la nascita del primogenito.
Premesso che la combinazione tra la persistente denatalità ed il progressivo aumento della longevità conducono a stimare che nel 2050 la popolazione inattiva sarà in misura pari all’84% di quella attiva. Questo fenomeno inciderà sulla disponibilità di risorse in grado di sostenere l’attuale sistema di welfare, per effetto della crescita della popolazione anziana inattiva e della diminuzione della popolazione in età attiva.
Premesso che a fronte della scelta di chi consapevolmente programma la nascita del proprio figlio c’è anche chi, invece, per motivi diversi non riesce a rimanere incinta e ha la necessità di rivolgersi alla sanità per, ove possibile, ripristinare la propria fertilità naturale prima di eventualmente praticare strade diverse per soddisfare il proprio desiderio di maternità.
Premesso che le cure oggi attuate per favorire la natalità sono, solo in parte, a carico del Servizio sanitario nazionale mentre alcuni farmaci e indagini strumentali non sono mutuabili.
Premesso che la fertilità in genere è da considerare un bisogno essenziale non solo della coppia, ma dell’intera società e che pertanto sia necessario, se da un lato è imprescindibile lo sviluppo di politiche economiche a sostegno della famiglia e, nello specifico, della genitorialità, dall’altro sono indispensabili politiche sanitarie per la tutela della fertilità anche prendendo a completo carico dello Stato ogni intervento sanitario (farmacologico, strumentale o psicologico) necessario per favorire la procreazione con una fertilità naturale.
Ricordato che già con il 2014 le Marche hanno dato piena attuazione alla normativa sulla Procreazione medicalmente assistita garantendo la sicurezza e la tutela della salute di tutti i soggetti coinvolti, che su tutto il territorio regionale esistono centri attrezzati per l’assistenza alla coppia, ricordando che vi si possono rivolgere solo coloro ai quali è stata accertata e certificata una patologia come causa irreversibile di sterilità o infertilità, che in questo caso le prestazioni sono per la maggior parte gratuite anche se alcune prestazioni diagnostiche e farmacologiche restano a carico del richiedente.
Ricordato che il ricorso a questa procedura medica va sostenuto e eventualmente incentivato venendo così incontro al legittimo desiderio della coppia di essere genitori e allargare la propria famiglia.
Atteso che il calo delle adozioni non risparmia neanche le Marche. In un panorama di profonda crisi, che dal 2011 si sta manifestando a livello nazionale, non fa eccezione la nostra regione.
Dagli ultimi dati del Tribunale per i minorenni di Ancona, relativi al 2014 e al 2015, emerge un calo su tutta la linea: adozioni internazionali portate a termine, domande di idoneità per queste ultime e disponibilità per l’adozione nazionale. Per quanto riguarda le prime, si è passati dalle 92 del 2014 alle 63 del 2015, per un calo percentuale di circa un terzo; il calo dell’accoglienza di minori abbandonati stranieri è strettamente legato a un altro fenomeno: quello della diminuzione delle domande di valutazione dell’idoneità all’adozione internazionale. Queste ultime sono scese dalle 121 del 2014 alle 105 del 2015, ovvero del 13,2%.
Stessa situazione si registra anche per le adozioni nazionali. Le domande di disponibilità del 2015 sono state 245: il 21,5% in meno di quelle del 2014, quando si arrivò a quota 312; poco si fa per far conoscere questa procedura, per semplificare l’iter burocratico, per accompagnare e formare i futuri genitori che spesso sono impauriti e scoraggiati.
L’adozione non viene promossa e spesso c’è una cultura negativa intorno alla coppia che vuole adottare, che viene sottoposta ad una supervalutazione e super selezione quando invece andrebbe accompagnata e rassicurata, andrebbero organizzati incontri e corsi di formazione sul territorio sia per i futuri genitori che per gli operatori dedicati a questa procedura.
In questo particolare aspetto della vita delle donne e degli uomini un ruolo importante, anche in base alla legge 29 luglio 1975, n. 405, lo potrebbero svolgere i consultori familiari.
Tra i loro compiti, infatti, c’è quello di assicurare l’assistenza psicologica e sociale per la preparazione alla maternità ed alla paternità responsabile e l’informazione e l’assistenza riguardo ai problemi della sterilità e della infertilità umana.
In Italia abbiamo circa 2.100 consultori familiari, uno ogni 29.000 abitanti, un numero che la Società italiana di ginecologia e ostetricia (Sigo) ha giudicato insufficiente (il 30% in meno del necessario) e in molti c’è carenza di personale (solo nel 4% dei casi operano tutte le figure professionali previste: dal ginecologo al pediatra, fino allo psicologo). Nelle Marche, che al 30 giugno 2016 contava una popolazione di 1.539.728, ci sono 46 consultori familiari pubblici a cui se ne aggiungono 2 privati accreditati, uno a Pesaro ed uno in provincia di Macerata, uno per oltre 32 mila abitanti (dati Ministero della salute anno 2015).
La carenza di tali servizi compromette anche la piena attuazione della legge 194/78, in modo particolare degli articoli 1, 2 e 5, per consentire alla donna di compiere la propria scelta in totale sicurezza, dopo essere stata pienamente informata sui suoi diritti e sugli interventi di carattere socio-economico cui può fare ricorso per superare le sue eventuali difficoltà.
Tutto ciò premesso interpella, e qui Presidente darò qualche brevissima indicazione, il Presidente della Giunta regionale perché verifichi con il Governo, in particolare con il Ministero della salute, se sia possibile, all’interno del Piano nazionale per la fertilità, garantire la gratuità di tutte le cure (prescrizioni farmacologiche e indagini strumentali) necessarie per favorire la natalità, compresa la Procreazione medicalmente assistita; questo è un passaggio meramente amministrativo, non ci sono questioni di natura legislativa né tanto meno questioni di natura morale si tratta soltanto, sulla linea condivisa pienamente da questo Consiglio regionale qualche settimana fa, quando abbiamo approvato la mozione da me presentata con altri che prevede interventi vari a favore della famiglia, di mettere in conto tutte le strade che possono aiutare a recuperare questo spaventoso gap della natalità in Italia che farà sì che almeno per un’intera generazione noi non recupereremo i dati in corso, cioè noi per un’intera generazione abbiamo già in carico una perdita di quasi 10 milioni di italiani da qui al 2050, il che significa che ci vorranno una o due generazioni con tutti gli interventi necessari per recuperare questo gap, oppure rassegnarci a questa diminuzione che oggi neanche più l’immigrazione copre, perché oggettivamente non possiamo immaginare che l’immigrazione possa coprire questo gap e soprattutto avremo un altro problema, l’immigrazione non è un’immigrazione di bambini di zero anni o di un anno è un’immigrazione quando va bene di giovani di 20/25 anni, quindi noi avremo per almeno 30/50 anni una fascia di popolazione che va da 0 a 20 anni che diminuirà di più della metà.
Prosegue poi l’interpella: perché s’impegni economicamente e organizzativamente ad incentivare la formazione sia dei futuri genitori che degli operatori verso la pratica delle adozioni, sia internazionali che nazionali, a snellire le procedure burocratiche d’intesa con il Tribunale per i minorenni delle Marche e a favorire l’informazione e una cultura positiva nei confronti della pratica delle adozioni e di quelle coppie che generosamente vogliono perseguire questa strada.
A tale proposito, Presidente, ho inviato una lettera a lei, all’Assessore al bilancio ed all’Assessore alla famiglia perché questa seconda parte, che riguarda le adozioni internazionali e l’aiuto alle adozioni, è già contemplata nella nostra legge n. 30 del ’98 quindi la legge c’è, si tratta soltanto, cosa che non abbiamo fatto mai, personalmente non l’ho fatto neanche io, senza bisogno di fare nuove leggi, di finanziare dentro la legge 30, dentro lo stanziamento che riusciremo ad avere, questo punto specifico, almeno 50/60 mila euro perché vengano organizzati corsi di formazione a questo riguardo.
Questo è il terzo punto dell’interpella, quindi non lo commento: perché sia data piena applicazione alla legge 194/78, l'abbiamo già fatto nella precedente interpellanza e su questo Presidente già qualche cosa si sta muovendo, glielo comunico perché qualche dirigente sta perlomeno verificando i dati che lei già ci aveva trasmesso in Consiglio regionale in modo che quella informazione a macchia di leopardo diventi totale in tutta la regione.
Ultimo punto dell’impegna: perché s’impegni a rafforzare sul territorio regionale la presenza dei consultori familiari anche con il convenzionamento con quelli del privato-sociale per la preparazione alla maternità ed alla paternità responsabile e per l’informazione e l’assistenza riguardo ai problemi della sterilità e della infertilità umana.
Qui ci vuole una linea Presidente, perché non è possibile che noi nel campo dei servizi sociali abbiamo convenzioni con il privato sociale in tutte le materie, dai minori, alla disabilità, all’assistenza agli anziani, abbiamo convenzioni con il privato sociale dappertutto, l’unica materia in cui la convenzione con il privato sociale non c’è, è questa.
C’è da capire se è una linea politica o è un fatto occasionale, perché nessuno che si offre, può essere anche questo, o non c’è un indirizzo, siccome chi si offre c’è, non saranno tanti ma esistono, e allora può essere un problema di indirizzo perché, ripeto, sia a Civitanova che a Pesaro ci sono due convenzioni con consultori privati, però sono iniziative prese singolarmente dalle Asur. Abbiamo già delle esperienze attivate, che non mi sembra abbiano sconvolto nessuno, che potrebbero essere allargate ad altri consultori privati, non faccio riferimento a tendenze ideologiche, possono essere laici, islamici, cattolici, di qualsiasi indirizzo, se c’è qualcuno che ha questa disponibilità ed è disposto a convenzionarsi, io credo che questo si possa fare anche con spese modiche perché, è ovvio, non possiamo immaginare che il consultorio pubblico che costa 300/400 mila euro all’anno sia alla stessa stregua di un consultorio privato o che noi troviamo 300/400 mila euro per.
L’ambito delle prestazioni che il consultorio privato offre può essere allargato, mettendo in conto qualche collaborazione che alleggerisca le attività dei consultori privati.
Questo tanto per richiamare i quattro punti, lo possiamo chiamare anche pacchetto vita ed in questo modo, in maniera molto semplice tendo a diffonderlo e a propagandarlo. Credo che riguardo a questo non abbiamo neanche bisogno di interventi legislativi particolari, si tratta semplicemente dell’applicazione di quello che giace in campo, di perderci un po’ di tempo, di metterci un po’ di buona volontà e come sempre dichiaro la mia disponibilità per qualsiasi incontro o attività di approfondimento. Grazie.
PRESIDENTE. Ha la parola, per la risposta, il Presidente Ceriscioli.
Luca CERISCIOLI. Al di là del fatto che rispetto ai temi specifici che vengono citati nell’interpellanza, che riguardano soprattutto il tema della procreazione assistita, piuttosto che la lotta all’infertilità, piuttosto che il tema delle adozioni o di una gestione corretta dell’interruzione volontaria di gravidanza, il tema della natalità più in generale si risolverà quando l’economia del nostro Paese avrà altre prospettive rispetto a quelle attuali. Non basta la timida ripresa del Pil, cosa pur buona, o dell’export in alcuni settori, per garantire quella serenità, quello status ad una comunità che fa guardare al futuro in un certo modo e permette di affrontare il percorso della procreazione in maniera più serena. Quindi immagino che i numeri grandi stiano lì.
Ci sono numeri più piccoli che riguardano gli aspetti indirizzati dall’interpellanza sui quali ci sono segnali concreti importanti. Ad esempio sul primo punto, quello che parla sulla Procreazione medicalmente assistita, è attivo, dopo anni che è stato sulla carta, il punto di Marche Nord ed oltretutto si avvia ad una collaborazione importante nei confronti dei centri di maggior qualità su scala nazionale e questo permetterà di allargare notevolmente quella che è l’offerta alle coppie che hanno necessità e che oggi spesso devono rivolgersi fuori regione con evidenti costi aggiuntivi e difficoltà che possono limitare l'uso di questi percorsi, perché sono percorsi impegnativi, importanti, poter essere seguiti nel proprio territorio è certamente un vantaggio.
Lo si vuol fare con il massimo della qualità, facendo riferimento ai centri di maggior successo con l’obiettivo di corrispondere a quello che è un desiderio da parte di chi vuole procreare ed ha difficoltà di varia natura. Centro tecnologico ben attrezzato che ha tutto quello di ultima generazione da questo punto di vista con l'obiettivo di poter accompagnare le coppie che ne hanno necessità e quando andrà a pieno regime sarà ancora più interessante in termini di struttura e di servizio.
Sul punto 2, l’obiettivo che ci siamo dati è innanzitutto organizzativo cioè rimettere attorno ad un tavolo tutti i soggetti in quanto le varie normative, le ultime significative del 2002, parlavano di sostegno ai percorsi di genitorialità orientati nei confronti dello strumento dell’adozione proprio per rinnovare gli obiettivi da raggiungere o da rafforzare.
Una delle questioni legate alle adozioni internazionali, credo sia il fatto che sono costose e che in un Paese che ha difficoltà economiche sempre meno coppie hanno la possibilità di poter andare in quella direzione. Mentre su quelle nazionali valgono i ragionamenti che ha fatto il Consigliere Marconi, tutte le difficoltà burocratiche e quella specie di esame estremamente accurato ed approfondito che non tutti sono in grado di poter affrontare con serenità. Però noi ci siamo posti il tema di creare, mettere in piedi di nuovo questo tavolo regionale fra i diversi soggetti che si occupano della materia in modo da poter aggiornare quella che è l’agenda e poter indirizzare le risorse necessarie verso azioni mirate e condivise, secondo il metodo, che è un po’ il metodo del sociale, di far emergere dal basso i contenuti nei quali poi andare ad orientare l’investimento.
Sul terzo punto l'ha già detto lei, l'abbiamo già affrontato nella seduta dell’interrogazione, ci siamo dati l'obiettivo di rendere la situazione meno a macchia di leopardo, facendo delle buone pratiche e punto di riferimento per le altre strutture.
Il rapporto con il privato, per quanto riguarda l’ultimo punto, quello sano, ovvero di un privato che va utilizzato laddove, in rapporto a quelli che sono i numeri ottimali riconosciuti dai livelli essenziali, si riesce a mettere in piedi e ad attivare rapporti convenzionali, non c’è nessuna forma di pregiudizio, anzi va fatto proprio con questo spirito, cioè come complementari al servizio sanitario pubblico, dove laddove con il pubblico non riusciamo ad arrivare ad aprire spazi alla collaborazione con i privati.
Sulla gratuità del primo punto è in corso un confronto con il Ministero con l’obiettivo di rendere gratuite le cure per quanto riguarda la Procreazione medicalmente assistita e non abbiamo avuto ancora risposta dal Ministero, noi abbiamo aggiornato le tariffe regionali, ma per poter arrivare alla gratuità serve una dichiarazione esplicita, perché sapete che quello che non viene reso gratuito per normativa nazionale deve essere coperto da fondi regionali, e qui parliamo di spese impegnative. Per noi è importante che ci sia questa risposta da parte del Ministero che sul tema ha sempre mostrato grande attenzione e grande sensibilità, quindi ci aspettiamo una risposta positiva che faciliti ancora di più l’accesso delle coppie sterili a quella gamma, a quel percorso, che all’interno delle strutture sanitarie regionali potranno fare senza dover essere aggravati da costi ulteriori.
PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno il Consigliere Marconi.
Luca MARCONI. Grazie Presidente. Ho già preso molto tempo nella parte dell’esposizione, quindi non starò qui a tediare ulteriormente i colleghi, anche se gli argomenti sono estremamente vasti.
Mi permetto soltanto di esprimere una soddisfazione più che piena, completa, nel senso che in tutti gli aspetti il Presidente ha dato l'indirizzo che l'interpellanza richiedeva. Diciamo che non è stato neanche eccessivamente prudente, nel senso che almeno in tre casi ricalca esattamente quello che era nell’intenzione mia come richiedente.
La considerazione che fa, Presidente, relativamente alla situazione economica è verissima, è vero che saranno necessarie risorse, ma forse non così esagerate, ma quello che emerge è anche un altro dato, il problema vero è quello della cultura. Questi nostri interventi regionali non risolvono, ma se poi andiamo a vedere la soluzione finale al problema, almeno quello che è emerso per l’ennesima volta nella Conferenza nazionale sulla famiglia, per molti aspetti è deludente ed è quella relativa alla fiscalità. Il vero problema è questo! E' chiaro che in una situazione economica diversa, più leggera, i Governi potranno in qualche maniera alleggerire la famiglia nel carico fiscale e nella responsabilità che hanno nel portare avanti la crescita dei figli. Sicuramente questo è centrale e condivido l'opinione del nostro Presidente della Giunta, per quanto riguarda la cultura no, l’inversione che si sta manifestando un po’ per convinzione, Presidente, un po' per necessità perché oggi il vero problema è che non abbiamo i fautori della vita in capo alle confessioni religiose e i laicisti che invece, tanto per essere chiari, sono favorevoli alla morte.
Tutti quelli che hanno interesse al Dio denaro si sono resi conto che questo ci mette tutti d’accordo, io non lo faccio per questo, non l’ho fatto per questi miei quattro figli, però il Dio denaro ci mette tutti d’accordo perché l'evidente depressione economica in cui il nostro Paese si trova, è come primo dato, lo dicono tutti gli economisti di qualsiasi tendenza, almeno il 50% della pressione economica, è frutto della denatalità, sennò non si spiega perché l’India che sta peggio di noi da un punto di vista economico cammini come un treno e soprattutto ha occupazione. Non è vero che più figli deprime l'occupazione, abbiamo meno giovani e l’occupazione cammina, non è per niente così, chi ha più giovani, ha più consumi, senza consumi tutto il resto dell’economia va a schifio.
E' evidente che l’ideale è l’equilibrio demografico, non avere un eccesso di nascite ma neanche averne una diminuzione.
C’è qualcuno che ha messo una cifra a tutto questo, ed è una cifra che ha fatto discutere molto, soprattutto i cattolici, perché a dirlo è il capo dei cattolici nel mondo, Papa Francesco, il quale ha detto che l’ideale sarebbe tre figli, cioè non esageriamo a farne tanti, ma non facciamone neanche troppo pochi. Tre figli oggi, guarda caso, non so se l’ha buttata lì per caso, è la cifra data dai tecnici nazionali dell’Istat nella Conferenza nazionale per la famiglia i quali hanno detto che se vogliamo recuperare il gap non bastano due figli per donna, i due della coppia che recupera, ma ne serve uno in più per tutti quelli che non l’hanno fatto, ma soprattutto per tutti quelli che non sono stati fatti e per recuperare in 30 anni questo gap.
Dovremmo arrivare come obiettivo, l’Inghilterra già ci è arrivata e non mi sembra molto cattolica, a tre figli per donna, cioè tre figli per donna non come media perché non ci arriveremo mai, ma tre figli per donna delle coppie più o meno stabilmente costituite, unioni civili o coppie create all’interno del matrimonio, che hanno questo obiettivo, ed allora ci arrivi e ci arrivi in 30 anni.
Per arrivarci bisogna creare una cultura e la mia soddisfazione alla risposta del Presidente è che per quello che può la Regione, poco o tanto, con questi quattro strumenti crea una cultura favorevole, cioè i cittadini marchigiani sapranno che da parte della Regione non c’è una nemica della vita, ma c’è un’amica della vita. Grazie.
Interrogazione n. 354
ad iniziativa del Consigliere Fabbri
“Rilancio turistico della regione e verifica dell’efficacia dell’operato del Social Media Team Marche”
(Svolgimento)
PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca l’interrogazione n. 354 del Consigliere Fabbri.
Ha la parola, per la risposta, l’Assessore Pieroni.
Moreno PIERONI. Grazie Presidente. In relazione all’interrogazione n. 354 del 2017 si evidenzia quanto segue, con riferimento espresso a ciascuno dei punti contenuti nell’interrogazione stessa.
La Regione Marche è soggetto promotore e fondatore della Fondazione Marche Cultura, nata nel 2011 con l'obiettivo di accorpare in un nuovo soggetto le funzioni inerenti il cinema, gli audiovisivi e la catalogazione dei beni culturali.
La Fondazione ha ampliato nel corso degli anni i propri scopi statutari che attualmente prevedono, tra gli altri, la realizzazione di attività di integrazione tra offerta culturale e turistica, anche attraverso l'organizzazione di eventi e attività, cosiddetto web e social media.
In relazione a questa finalità statutaria, la Fondazione sta realizzando per la Regione Marche, un'attività di promozione del turismo regionale attraverso i social media e la gestione del blog ufficiale www.destinazionemarche.it., nel rispetto degli indirizzi e delle direttive impartite dalla Giunta regionale, con la delibera di Giunta regionale n. 979/2016. In particolare si è concordato di realizzare tale promozione per le tre pagine gestite dal Social Media Team: Marche Tourism in lingua italiana, Marche Tourism in lingua inglese e Marche Tourism in lingua tedesca.
La definizione dei destinatari della promozione, cosiddetta "profilatura", è affidata, per evidenti ragioni di specializzazione, alla figura dello "strategist", sia in termini di tipologia di persone che di aree geografiche, al fine di ottimizzare l'intervento.
Con periodicità quadrimestrale la Fondazione fornisce alla Regione un report sui risultati prodotti dall'attività, elaborati direttamente o ricavati da analisi di agenzie indipendenti, contenenti raffronti con servizi similari realizzati dalle altre Regioni italiane e europee.
A seguito dei recenti articoli apparsi su alcuni mezzi di informazione in relazione alla presenza massiccia per l'attività "Marche Tourism" di "Mi piace" da account provenienti da Paesi dell'area asiatica e in particolare dall'India, il Dirigente della struttura regionale competente ha prontamente provveduto a richiedere alla Fondazione delucidazioni in merito.
Per dare riscontro alle richieste della Regione Marche, il Direttore della Fondazione, su mandato del Presidente della Fondazione stessa, ha provveduto a:
1. chiedere una relazione di merito allo "strategist" del Social Media Team, invitandolo al contempo ad interrompere ogni eventuale azione di promozione commerciale rivolta ai Paesi asiatici;
2. incaricare una società specializzata di analizzare l'account Marche Tourism in lingua italiana sia per la questione specifica del fenomeno (massiccia presenza di profili di utenti asiatici), sia nella complessità dell'attività svolta dal Social Media Team anche su altri account e canali social;
3. scrivere alla responsabile per le relazioni istituzionali di Facebook Italia per chiedere una verifica della pagina MT e spiegazioni in merito alle anomalie riscontrate.
I risultati delle verifiche sono stati riportati in una relazione inviata dalla Fondazione alla struttura regionale competente in data 6 febbraio 2017.
In particolare dalla relazione presentata dallo "strategist" è risultato che il fenomeno in questione non è assolutamente riconducibile ad una volontà della Fondazione, ma esclusivamente alle modalità con cui le sponsorizzazioni sui mercati internazionali vengono gestite da Facebook; di conseguenza i risultati generati non sono frutto di una scelta strategica del coordinatore del Social Media Team, ma piuttosto di come lo stesso Facebook decide attraverso i suoi algoritmi di premiare o meno ciò che viene pubblicato e a chi renderlo visibile. Va comunque evidenziato che di tutte le attività gestite dal Social Media team (oltre 20) solo 2 presentano account provenienti da Paesi asiatici e che la profilatura di alcuni Paesi come l'India è dovuta alla indicazione di questo Paese tra i mercati turistici di interesse citati nel Piano triennale del turismo 2016-2018, approvato dall'Assemblea regionale delle Marche nel 2015. Lo strategist si è dunque attenuto, come in passato, alle indicazioni a lui fornite dai documenti istituzionali di riferimento.
Tale conclusione è confermata anche dalla risposta avuta al riguardo dalla Responsabile per le relazioni istituzioni di Facebook Italia, la quale, interpellata dalla Fondazione Marche Cultura a proposito dei fatti in oggetto, ha affermato che: "Il fatto che la targettizzazione di paesi come l'India abbia comportato e generato un maggior numero di impressions e quindi di azioni da parte degli utenti provenienti da questi paesi rispetto agli altri paesi coinvolti dalla campagne di advertising della Fondazione, non è anomalo: è dovuto infatti alla conformazione del mercato di alcuni di questi paesi, che ha un impatto sui meccanismi di asta e quindi di visualizzazione dell'annuncio pubblicitario".
Facebook Italia ha inoltre dichiarato a conclusione della verifica richiesta che non vi sono state attività anomale o bug nella campagne svolte negli ultimi mesi, ovvero che non ci siano state attività di acquisizioni improprie da parte dell'account in oggetto tali da configurarsi come inopportune.
Infine il report presentato dalla società Extreme di Roma, incaricata dalla Fondazione dell'analisi sui canali social turistici della Regione Marche, evidenzia come nel periodo dal 15 al 31 gennaio 2017, con l'azzeramento della presenza di account provenienti da paesi asiatici e la conseguente riduzione delle relative interazioni, le pagine Marche Tourism riconfermano prestazioni al vertice delle classifiche nei confronti con pagine analoghe di altre Regioni. Extreme testualmente documenta: "Tutti gli indicatori rilevati evidenziano una elevata qualità del lavoro svolto dal team in termini editoriali e di costruzione della community". Inoltre l'analisi della fanpage facebook nel periodo novembre 2016 - gennaio 2017 ha evidenziato la presenza significativa di engagement generato da utenti fuori target, in particolare utenti con account medio-orientali e asiatici, fenomeno che si è ridotto in modo rilevante a partire dalla seconda metà di gennaio 2017 e ad oggi non più presenti nelle interazioni che continuano ad essere in linea con le dichiarazioni di tutti i protagonisti in nostro possesso.
La società Extreme ha dichiarato che non ci sono modalità per stabilire se i profili asiatici sono autentici e come sono stati immessi nella pagina; in base alla esperienza maturata suggerisce due ipotesi: 1. distorsione nel sistema di promozione commerciale di Facebook, peraltro riscontrata dalla stessa società Extreme per altri clienti con le stesse modalità (massiccia presenza di profili asiatici); 2. l'acquisto di profili fake (non corrispondenti a persone reali, ma generati da sistemi tecnologici cosiddetti Farmclick) e inseriti nella pagina da parte di soggetti terzi. La stessa società prende inoltre in considerazione altre attività gestite dal Social Media Team ed anch'esse risultano leader nel settore senza che abbiano mai avuto attualmente o in precedenza presenze di utenti fuori target.
Riguardo al finanziamento della Fondazione, l'anno 2015 è stato un anno particolare in quanto si è tenuta la nota manifestazione "Expo 2015". La Regione Marche ha partecipato ad Expo con un ricco programma di iniziative che hanno visto il coinvolgimento diretto della Fondazione.
L'allestimento dello spazio a rotazione presso il Padiglione Italia ha richiesto un'attività straordinaria da parte della Fondazione che giustifica il maggior trasferimento di risorse fatto nel 2015 dalla Regione verso la fondazione stessa rispetto al 2016. In particolare l'attuazione del progetto di allestimento avente ad oggetto la realizzazione di 15 filmati per lo spazio di Padiglione Italia e l'elaborazione di almeno 70 filmati/immagini da proiettare nei maxi schermi del Cardo e negli spazi del Fuori Expo Marche sia a Milano che sul territorio regionale è stata realizzata attraverso la Fondazione, viste le finalità statutarie e la competenza professionale del proprio personale.
Gli eventi sismici che hanno colpito nel 2016 la nostra regione hanno inciso negativamente sul settore del turismo causando un crollo generalizzato nei primi mesi del 2017 della domanda che ha fatto precipitare gli operatori economici dell'intero comparto in una profonda crisi.
Pertanto si è manifestata l'esigenza di sostenere la promozione dell'immagine regionale, al fine di essere più competitivi e di recuperare il rapporto con la domanda nazionale ed internazionale e l'immagine del brand Marche che risultava vincente e molto competitiva per i flussi turistici desumibile dai dati disponibili alla data del 24 agosto 2016 nonché dall'analisi dei trend 2010/2015 che fanno riscontrare un aumento di arrivi e presenze, tra gli altri, del mercato tedesco anglosassone e olandese.
Nella seduta della Giunta regionale del 12 dicembre 2016 l'Assessorato ha presentato una comunicazione con la quale si è inteso individuare gli interventi straordinari e urgenti per sostenere, con strategie mirate, l'offerta turistica integrata dell'intera regione.
In particolare si sono individuati i seguenti indirizzi operativi:
- realizzazione immediata di spot televisivi per la promozione dell'offerta turistica e culturale e relativo piano di comunicazione per la diffusione sulle principali emittenti televisive nazionali e radiofoniche pubbliche e private nonché sui principali quotidiani e riviste nazionali;
- Piano straordinario di comunicazione sui social media;
- Acquisizione nel palinsesto Mediaset della trasmissione di fine anno in programma da Civitanova Marche di spazi pubblicitari dedicati alla promozione dell'offerta turistica e dell'immagine del territorio, che è andata in onda il 31 dicembre su canale 5 in occasione del capodanno;
- Piano di promozione del territorio e dell'offerta turistica regionale da inserire nel palinsesto dell'evento ciclistico Tirreno-Adriatica (edizioni 2017 e 2018);
- Valorizzazione del patrimonio culturale, proveniente dai territori colpiti dal sisma e attualmente ospitato nei depositi attrezzati, con l'organizzazione di eventi espositivi tematici realizzati in collaborazione con Anci e Diocesi e da collegarsi ai grandi eventi del prossimo triennio (es: 2018 - celebrazioni per i 150 anni della morte di Gioacchino Rossini; 2019 - 200 anni del manoscritto "L'Infinito" di Giacomo Leopardi; 2020 - 500 anni dalla morte di Raffaello Sanzio);
- Partecipazione attiva dei territori alla B.I.T. di Milano 2017.
Alcune delle attività svolte:
• la partecipazione alle fiere estere di Utrecht, Monaco, Berlino, Mosca;
• l'acquisizione di spazi pubblicitari nel palinsesto RAI tra Natale 2016 e Epifania 2017 con la messa in onda dello spot “Le Marche non ti abbandonano mai” e dello spot #ruralmarche (attore e regia Adriano Giannini);
• l'acquisizione di spazi pubblicitari nel palinsesto Mediaset della trasmissione di fine anno con la messa in onda dello spot “Le Marche non ti abbandonano mai”;
• l'acquisizione di spazi pubblicitari nel palinsesto RAI durante il Festival di San Remo con la messa in onda dello spot “Le Marche non ti abbandonano mai”;
• promozione del territorio e dell'offerta turistica regionale nel palinsesto dell'evento ciclistico Tirreno-Adriatica (nelle Marche a marzo 2017) esperienza che ha dato risultati importanti e che ripeteremo anche nel 2018;
• messa in onda di spot radiofonici su radio private e pubbliche;
• la promozione di itinerari e eventi sulla stampa nazionale;
• la partecipazione alla fiera BIT di Milano;
• la presentazione della nuova campagna di comunicazione che abbiamo voluto come Giunta regionale modificare denominata ViviAmo le Marche con 25 testimonial d'eccezione - tutti marchigiani o particolarmente legati alle Marche - che gratuitamente per solidarietà hanno accettato di essere presenti per promuovere il territorio;
• la pianificazione di spazi pubblicitari con la nuova campagna;
• la messa in onda dello spot unitario Viaggio nel cuore dell'Italia dedicato alle regioni Marche Umbria Abruzzo e Lazio e prodotto dalla RAI senza costi aggiuntivi per le Regioni coinvolte.
In corso di realizzazione educational e press tour e l'attuazione del Piano straordinario di 2 milioni di euro gestito da Enit sulla base del Piano unitario condiviso tra le Regioni Marche, Umbria, Lazio, Abruzzo per promuovere il rilancio dei territori colpiti dal sisma.
Inoltre il nuovo Servizio sviluppo e valorizzazione delle Marche, sempre sulla base delle direttive impartite dall'Assessorato, sta predisponendo, d'intesa con le istituzioni del territorio (ANCI Marche e Conferenza episcopale marchigiana), un Piano straordinario per lo sviluppo, la promozione e la valorizzazione delle Marche, che fissa le traiettorie operative di lavoro per il triennio 2017-2019 in stretta collaborazione con tutto il sistema ricettivo privato ed in particolar modo con le associazioni di categoria e si propone come strumento efficace di programmazione, sulla base del quale, una volta conseguite le risorse finanziarie necessarie, il Governo regionale attuerà la più ampia condivisione gestionale, sia di enti pubblici, che di soggetti pubblici e privati del territorio, ad iniziare dagli operatori economici di settore.
Il Piano straordinario, che si pone come base da cui partire per la rinascita e lo sviluppo dei territori, è impostato sulla base di coordinate che fanno interagire le dinamiche di promozione tipiche delle attività di gestione del settore turistico, ad iniziare dalla scelta del nuovo claim ViviAmo le Marche di uno standard di comunicazione coerente e ben definito, con il territorio e con quanto sul territorio accadrà nel periodo in questione, a livello di "grandi eventi' culturali o di iniziative diffuse, che costituiscono asset forti di attrazione turistica.
Nel triennio, il Piano prevede misure ben definite, a carattere pluriennale, complementari tra loro ed anche strutturali, tra cui ad esempio questo grande importante bando con fondi europei dedicato alle attività ricettive, alle strutture ricettive private, uscito dopo più di 15 anni, prima regione in Italia a sviluppare la wi-fi strutturale lungo tutto il sistema costiero, da Gabicce sino a San Benedetto, che mirano sostanzialmente al recupero dell'immagine ed al rilancio dell'offerta turistica essenzialmente attraverso i seguenti assi di intervento: Promozione turistica, Destination marketing, Turismo digitale, L'arte salvata ed i Grandi eventi culturali, ed infine partecipazione ad eventi fieristici nazionali ed internazionali.
Chiaramente in poche pagine abbiamo voluto riassumere tutta l’attività che abbiamo fatto e quindi spero di poter essere stato abbastanza esaustivo.
PRESIDENTE. Voglio salutare l’Assessore Bora che oggi rientra dopo la nascita del piccolo Alessandro e fare tanti auguri a lei ed al piccolo.
Ha la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno, il Consigliere Fabbri.
Piergiorgio FABBRI. Grazie Presidente. Ringrazio l’Assessore per la risposta perché in poche pagine ha riassunto tutta l’attività triennale del turismo, però non sono soddisfatto.
Questa interrogazione veniva fatta otto mesi fa, ma non voglio riparlare con il Presidente Mastrovincenzo della calendarizzazione degli atti, però otto mesi fa nasceva questo scandaletto dei clicchi indiani e del Bangladesh sul sito.
Ci viene risposto dopo otto mesi che è colpa di Facebook perché compra i cliccatori dove costano di meno, e va bene, ma questa è una cosa più di folclore che di altro.
Il discorso che abbiamo appreso adesso è che il nostro stand all'Expo è costato 400.000 euro e che praticamente si spende molto in TV, social media, film e quant'altro.
Ritengo che per quanto riguarda lo sfruttamento delle opere d'arte che sono state trasferite dai luoghi danneggiati dal terremoto in depositi attrezzati vada fatto molto di più per valorizzarle in tutto il territorio, compreso l'entroterra.
Rossini, Leopardi e Raffaello sono tre cose fondamentali perché rilanciano le Marche nei prossimi tre anni e sono al centro di un circuito nazionale, tranne però la proposta di legge su Raffaello che naviga in Senato. Sul resto mi sembra ancora molto debole la proposta regionale.
Quello che occorre assolutamente fare, e che nel programma che lei ha riassunto purtroppo non c’è, è una rete fruibile sul territorio, comprese le strutture che devono dare indicazioni ai turisti, che ancora non è stata realizzata.
Quindi nella mia premura di poter parlare a tempo debito degli atti presentati, la risposta per quel che riguarda il rilancio delle zone terremotate non mi sembra ancora soddisfacente.
Interrogazione n. 439
ad iniziativa della Consigliera Leonardi
"Anziani penalizzati e code interminabili presso l’Ufficio Asur ‘Zona Codma’ Fano"
(Svolgimento)
PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca l’interrogazione n. 439 della Consigliera Leonardi.
Ha la parola, per la risposta, il Presidente Ceriscioli.
Luca CERISCIOLI. E' una di quelle risposte per la quale ci si chiede: “La Consigliera Leonardi non si sarà inventata tutto”, quindi immagino che da qualche parte sta la verità.
Rispetto ad essere costretti a far la fila con persone che …, si specifica che non vengono riscontrate nei diversi punti di accesso file o attese di ore, considerato che ogni utente è invitato a presentarsi ad intervalli precisi, quindi ha un appuntamento, ogni 10 minuti uno dall'altro proprio per evitare le file. Quindi la presenza in quel luogo dell'anziano è su invito ad una certa ora.
Gli utenti per le cure termali e climatiche sono invitati in orari e giorni diversi da quelli riservati agli utenti dalla Commissione patenti, quindi anche la commistione con soggetti diversi …, in realtà i giorni riservati alle cure termali e gli orari sono diversi a quelli citati nell’interrogazione rispetto alle patenti.
La scelta del Codma rispetto alla localizzazione precedente è dovuta alla comodità nell’essere raggiunta perché dotata maggiormente di parcheggi, di spazi. Chi conosce l’area del Codma sa che ha, rispetto ad una zona più centrale, tutti i vantaggi per essere più facilmente raggiungibile.
L’Ufficio amministrativo di Fano è l'unico che gestisce queste pratiche, come si vuole rimodulare? Le domande vengono presentate nelle tre sedi ricordate, Pesaro, Fano e Urbino, quindi non sono presentate tutte in un unico punto, ma presentate e operate in diversi punti della provincia.
Solo l’attività di liquidazione è accentrata in un’unica sede, a Fano, e provvede per l'attività, quindi solo la parte liquidatoria, cioè la parte finale, è accentrata in un’unica sede, tutte le altre attività sono distribuite nell’Area vasta.
Quali costi aggiuntivi comporta? Non vi è alcun costo aggiuntivo dato che il medico valutatore svolge la propria attività nell'ambito delle prerogative poste in capo all’Unità operativa complessa Medicina Legale. Questa attività non è aggiuntiva, ma fa parte dei propri compiti, senza costi aggiuntivi.
Non lo so, non sono andato a verificare personalmente le code o altro, quindi mi rifaccio alla risposta che mi sembra diversa in rapporto alla situazione rappresentata. Mi ha colpito il fatto che chi va lì per appuntamento ad una certa ora, poi è chiaro che ci può essere un accavallamento, quello prima tarda, quello dopo anticipa, ma certamente non code di ore o la commistione di soggettivi quando gli appuntamenti sono dati in giorni diversi.
Questa è la risposta e questa le offro, non credo alla malafede dell’interrogazione, questo vorrei farle capire, è che immagino sia stata scritta a seguito di segnalazione.
PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatta o meno, la Consigliera Leonardi.
Elena LEONARDI. Grazie Presidente per la risposta. C'è una difformità delle informazioni che mi sono state date ed anche alle notizie che sono uscite sulla stampa, rispetto alla risposta che mi è stata fornita da lei, ovviamente dagli uffici che l’hanno data lei, perché giustamente ha detto che non ha verificato sul campo.
La questione, oltre al merito in cui è sceso, riguardava anche l’opportunità o meno, nella presenza di malattie che fondamentalmente sono croniche, per le quali poi si accede a queste cure termali, di dover ripresentare ogni anno questa documentazione senza avere di fatto in quella sede una valutazione medica, ma unicamente una presa d'atto di quella documentazione medica che ormai è assodata.
In questo sta il discorso di fare delle file, che comunque è un impiccio rispetto a un percorso che potrebbe essere più snello sia per chi opera a livello di ambiente sanitario che per l'utenza, che come ricordavo spesso sono persone anziane e mi è stato riportato anche persone con patologie. Persone che appartenevano alle forze dell’ordine che hanno patologie da cause di servizio per le quali non c'è una nuova valutazione ogni anno, quindi questo passaggio sembrerebbe comportare un dispendio di energie e di risorse sia per l'utenza che per la sanità marchigiana.
Quindi se è possibile verificare un intervento in questo senso, onde evitare questi passaggi che di fatto sono burocratici, a che serve andare lì e far vidimare carte che sono sempre le stesse? Un passaggio annuale scomodo.
Adesso verificherò anche questo discorso dell’incrocio delle valutazioni nelle giornate, perché a me è stato riportato in maniera differente anche da persone che sono state utenti di questo servizio.
Non posso dirmi ovviamente pienamente soddisfatta della risposta, verificherò.
La cosa che mi interessava di più, che però nella sua risposta non ho trovato, è se è possibile valutare se questo passaggio formalmente possa essere in qualche modo by-passato o fatto in una maniera più snella ed agevole per entrambi, per l’utenza ma anche per il nostro Servizio sanitario regionale. Grazie.
Interrogazione n. 448
ad iniziativa del Consigliere Celani
"Coppa Paolino Teodori - Gara internazionale di velocità in salita. Colle San Marco - San Giacomo. Mancata individuazione di evento sportivo di particolare rilevanza”
(Svolgimento)
PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca l’interrogazione n. 448 del Consigliere Celani.
Ha la parola, per la risposta, il Presidente Ceriscioli.
Luca CERISCIOLI. Il punto 4 mi sembra il più chiaro perché con la manifestazione sono state accordati dei contributi che non sono nell’azione citata nell’interrogazione, ma sono in un’altra misura, che dal 2013 viene finanziata con i seguenti contributi: 7.700 euro, 5.000 euro, 10.000 euro, 9.400 euro e 7.600 euro per il 2017.
Il Piano che prevede le manifestazioni e le gare annualmente approvate viene approvato dalla Giunta in rapporto con il Comitato regionale per lo sport ed il tempo libero, istituito presso la struttura organizzativa competente in materia di sport. E' istituito questo Comitato per la valutazione delle gare e poi fa fede la valutazione che viene fatta dal Comitato e il verbale della classifica idonea rispetto ai contributi.
Quali sono gli elementi che vengono valutati? La capacità degli eventi di generare considerevoli flussi di incoming durante il loro svolgimento e ulteriori flussi proiettati negli anni a seguire, l’importanza degli eventi in termini di comunicazione e promozione, la capacità degli eventi di rafforzare le potenzialità attrattive della nostra regione, la rilevanza degli eventi in termini di opportunità utile per proporre le interessanti località marchigiane e per rilanciare alcune nostre destinazioni.
Questi criteri sono codificati nella delibera del 5 luglio 2016 in coerenza con la legge regionale n. 5 del 2012 “Disposizioni regionali in materia di sport e tempo libero”, è lì che viene approvato il Piano annuale per la promozione della pratica sportiva e dell’attività motorio-ricreative. Il Piano è stato regolarmente pubblicato e ampliamente diffuso.
Non è che la manifestazione non ha avuto contributi, li ha avuti, come classificata dal Comitato, perchè ricompresa in un’altra fattispecie di contributi in linea con quelli degli anni precedenti, quindi non di più, ma neanche di meno.
I criteri di rilevanza sono quelli sopra citati, cosa significa? Che se la manifestazione ha quelle caratteristiche può anche rafforzare, magari nel comunicare la richiesta di contributo, per esempio quante televisioni al mondo seguono la manifestazione internazionale, quanto sarà l’incoming relativo alla manifestazione stessa e via dicendo, cioè i criteri attraverso i quali viene classificata una manifestazione di rilevanza nazionale ed internazionale.
PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno, il Consigliere Celani.
Piero CELANI. Grazie Presidente. Capisco le difficoltà nel dare risposta a questa mia interrogazione che era abbastanza puntuale.
Non posso essere soddisfatto perché è una risposta molto evasiva, generale, che non entra nel merito di un problema tutto regionale, che riguarda l’abbinamento sport turismo e valorizzazione dei territori. Il concetto era proprio questo.
Abbiamo in questa Regione delle manifestazioni sportive che consentono di promuovere il territorio, di grande rilevanza dal punto di vista turistico, che molto spesso vengono ignorate.
Per dire di cosa stiamo parlando. Qui ci siano tanti amici e colleghi che amano lo sport dei motori e delle gare di velocità, non soltanto su circuito, ma anche in salita. Ad Ascoli abbiamo da oltre sessant'anni una gara, una competizione di velocità in salita, la Coppa Paolino Teodori, che è la Ascoli-Colle San Marco poi diventata San Marco-San Giacomo si è spostata ancora più in alto proprio per motivi di sicurezza, al pari della Sarnano-Sassotetto, ad esempio, che tutti conoscono.
Oggi, non per campanilismo, la Coppa Paolino Teodori, la San Marco-San Giacomo, ha acquisito una valenza maggiore perché è entrata nel circuito delle manifestazioni internazionali in quanto Ascoli è diventata città dei motori e da diversi anni questa manifestazione è entrata nel novero del campionato europeo di velocità in montagna, all’interno della Federazione internazionale dell’automobile.
Vi dico alcuni numeri perché il Presidente ha detto che la rilevanza viene vista in funzione dei numeri che fa la manifestazione. La gara è seguita in 30 Paesi in tutto il mondo, 250 piloti, in genere la media proveniente da tutta Europa, 384 tra commissari di percorso e giudici, 4 ore di trasmissioni televisive sui canali specializzati e su quelli locali, 12.000/15.000 spettatori non paganti lungo tutto il percorso, un sold out di tutte le strutture extraricettive e ricettive che noi abbiamo in quel fine settimana, ma non è questione di due giorni, è questione di una settimana perché ci sono le prove e c’è tutto questo discorso qua, 90.000 visite sul sito dell’evento e più di 9.000 contatti sulle pagine Facebook.
Questo in pratica è l’immagine di questa manifestazione che ha una grande capacità e peculiarità e che ininterrottamente da quasi sessant’anni viene fatta, quindi potete immaginare che tipo di riverbero. Allora mi chiedo e chiedo come mai una manifestazione di questo tipo non entra nel novero delle manifestazioni di caratura internazionale ed inserita nei contributi di cui alla misura 5, è qui il concetto importante.
Noi abbiamo una legge regionale, la n. 5 del 2012, che indica le linee guida per quanto riguarda la promozione dello sport, che prevede all’inizio di ogni legislatura la redazione di un Piano per l’intera legislatura, e l’abbiamo fatto nel luglio 2016, abbiamo fatto una delibera consiliare dove abbiamo indirizzato il tutto, poi ogni anno c’è il piano annuale con il quale la Giunta individua quelle manifestazioni che hanno caratura nazionale ed internazionale tali da essere finanziate. Allora chiedo questo, Presidente, qualche svista c’è stata, dopodiché si va a derubricare il tutto, vi finanziamo, vi diamo qualche spicciolo sulla misura 4.4. Ma non è questo il concetto.
Io dico che a questo punto l’Assessorato deve essere molto più preciso, deve individuare esattamente e deve dare i criteri con cui individuare queste manifestazioni, non è possibile che una gara di questo tipo, che ha risvolti internazionali a carattere europeo, non venga inserita all’interno dei contributi di cui alla misura 5 e venga derubricata con piccoli contributi alla misura 4.4 o altro.
Per carità di popolo, non leggo quelle che sono state finanziate e che sono state inserite nella misura 5, che tra l’altro non c'entrano nulla con la gara di carattere internazionale ed europeo, che fanno questi numeri, che tra l’altro nell’interrogazione ho citato perché sono su tutti i giornali.
C’è anche la richiesta dettagliata che ogni anno fa l’Automobile Club Ascoli Piceno/Fermo, che è titolata ad organizzarla, quindi non l’organizza un privato, l’organizza una struttura pubblica che è l’Automobile Club che vi ha chiesto esattamente a febbraio: “Noi siamo gli stessi di tutti gli anni vogliamo che sia riconosciuta la valenza internazionale di questa manifestazione per la promozione turistica” e sistematicamente non viene introdotta all’interno della misura 5.
Questo per me è inconcepibile, è inaccettabile perché se noi andiamo avanti in questo modo, significa per clientele e quant'altro, andiamo a finanziare la gara delle rane oppure la fiera dei lupini, come diceva il compianto Costantino Rozzi, il turismo non va da nessuna parte perché la valenza dello sport, lo abbiamo detto sempre, serve anche per destagionalizzare gli eventi sportivi.
Questo è un aspetto che voglio far risaltare, mi auguro che la struttura possa prenderne atto insieme all’Assessore Pieroni perché cose di questo tipo non abbiano più a ripetersi, ovviamente non sono assolutamente soddisfatto delle risposte che mi sono state date, però volevo fare un quadro perché onestamente se vogliamo valorizzare questo territorio, scegliamo quelle dieci manifestazioni di carattere nazionale e internazionale e le finanziamo con i pochi soldi che abbiamo, ma d’altra parte qui non erano nemmeno pochi perché erano 165.000 euro, quindi qualche decina di migliaia di euro si potevano dare a questa manifestazione. Grazie.
Interrogazione n. 461
ad iniziativa del Consigliere Bisonni
"Utilizzo dei fondi raccolti con SMS solidali a favore delle zone terremotate"
(Svolgimento)
PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca l’interrogazione n. 461 del Consigliere Bisonni.
Ha la parola, per la risposta, l’Assessore Sciapichetti.
Angelo SCIAPICHETTI. Grazie Presidente. Ringrazio l’interrogante perché ci permette di fare chiarezza su un tema di cui molto si è discusso nelle settimane passate.
Il Dipartimento della Protezione Civile nel 2014 ha sottoscritto un protocollo d'intesa insieme agli operatori della comunicazione (gestori di telefonia e imprese televisive), per l'attivazione sulle proprie reti di numeri solidali per la raccolta di fondi, da destinare alla realizzazione di specifici interventi in favore delle popolazioni colpite da calamità naturali, che comportino la deliberazione dello stato di emergenza.
Nel medesimo protocollo d'intesa si prevede l'istituzione, entro un mese dal termine della raccolta fondi, di un Comitato di Garanti, composto da membri proposti dalle Regioni interessate dall'evento calamitoso, al fine di valutare le iniziative da finanziare, garantendo una gestione trasparente delle risorse raccolte.
In concomitanza della crisi sismica del centro Italia, iniziata nell'agosto 2016, i fondi raccolti ad oggi risultano così distinti (dati forniti dal Dipartimento della Protezione Civile - Comitato dei Garanti Sisma Centro Italia):
- donazioni liberali su c.c. Monte dei Paschi € 10.436.071
- donazione mediante sms su numero solidale 45500:
dal 24/08/2016 al 09/10/2016 € 15.083.594
dal 30/10/2016 al 30/11/2016 € 5.592.946
dal 31/12/2016 al 14/02/2017 (Progetto Ricominciamo dalle scuole) € 3.558.606
TOTALE € 33.671.217
Stabilito di accantonare una somma pari a circa 5 milioni di euro, per il completamento degli interventi sull'edilizia scolastica, comprese eventuali dotazioni strumentali e di arredo, ne deriva un importo rimanente di circa 28 milioni da assegnare alle varie Regioni, secondo il criterio di riparto di cui alla nota del Commissario Straordinario prot. n. 13295 del 5 maggio 2017, che attribuisce alla Regione Marche il 62% delle risorse disponibili sulla base dell'incidenza percentuale dei danni subìti.
Nel caso specifico, i fondi relativi alle donazioni solidali spettanti alla Regione Marche ammontano a 17.360.000 euro.
Il 21 giugno 2017 il Comitato dei Garanti si è riunito ulteriormente e nel corso della riunione medesima, è emersa la necessità di acquisire ulteriori elementi di informazione, specificati con nota del DPC n. 41894 del 26 giugno 2017, quali:
- nesso causale tra eventi sismici ed opera da ricostruire;
- mancanza di nesso, ma presenza di un valore aggiuntivo dell'intervento in grado di apportare un qualitativo miglioramento al territorio;
- ubicazione del bene;
- fonti di copertura, qualora il contributo solidale non fosse sufficiente;
- soggetti attuatori, beneficiari e gestori delle opere;
- cronoprogramma relativo ai tempi di realizzazione degli interventi.
In vista delle governance con i Sindaci dei giorni 11 e 12 luglio 2017, la Regione Marche, su richiesta dei Comuni di Visso e Pieve Torina, ha aggiunto due nuovi interventi, di cui uno finalizzato alla realizzazione delle opere di urbanizzazione per la collocazione delle attività commerciali e per i servizi a Visso, per un importo di 2.000.000 di euro, e l'altro per il completamento della nuova scuola di Pieve Torina, già quasi interamente finanziata da altre donazioni, ma mancante di 250.000 euro per raggiungere la piena funzionalità.
L’elenco degli interventi che erano previsti prevedeva anche la pista ciclabile di cui si è tanto discusso (1° Stralcio Abbadia di Fiastra - Sarnano) per 5.450.000 euro.
A seguito delle governance, che si sono svolte a Macerata, i Comuni hanno votato pressoché all'unanimità, decretando l'approvazione dell’elenco, che adesso vado a leggere.
I giorni seguenti alla diffusione sulla stampa dell'elenco proposto dalla Regione ed approvato dai Comuni, è sorta una polemica sull'inopportunità di inserire il progetto di una pista ciclabile, ritenuto sì necessario alla ripresa turistica dei territori colpiti dal terremoto ma, visto il protrarsi della fase emergenziale, incongruo nei tempi.
Al solo fine di non innescare dannose divisioni, la Regione ha pensato di sostituire questo intervento con delle opere che avessero un semplice e oggettivo nesso causale con il terremoto.
Gli interventi sostitutivi proposti sono:
- realizzazione nuova sede comunale temporanea di Arquata del Tronto € 2.150.000
- realizzazione polo scolastico a Sant'Angelo in Pontano € 2.400.000
- adeguamento sismico scuola di Montalto delle Marche € 750.000
Gli ultimi due interventi, provenienti dal Piano B delle Scuole, hanno comportato un'economia sulle risorse del Fondo di cui all'articolo 4 del decreto legislativo 189/2016 a favore del Commissario di 3.150.000 euro.
Tale cifra è stata riutilizzata nel riparto del primo piano delle opere pubbliche a favore della Regione Marche.
In definitiva, l'elenco delle opere presentate al Comitato dei Garanti in data 17 luglio 2017 per la Regione Marche è stato il seguente:
- recupero Grotta sudatoria € 3.000.000
- realizzazione nuova sede comunale ad Arquata del Tronto € 2.150.000
- urbanizzazione area di Visso € 2.000.000
- ammodernamento tratto strada ex SS238 Valdaso € 5.000.000
- nuove piazzole elisuperfici e adeguamento esistenti al volo notturno€ 1.710.000
- realizzazione polo scolastico a Sant'Angelo in Pontano € 2.400.000
- adeguamento sismico scuola di Montalto delle Marche € 750.000
- contributo alla scuola di Montegallo € 250.000
- contributo alla scuola di Pieve Torina € 250.000
TOTALE € 17.510.000 (sono quelli che aspettano alle Marche in base alla ripartizione)
Il Comitato dei Garanti ha approvato incondizionatamente 8 dei 9 progetti presentati ed ha valutato il progetto relativo al recupero della Grotta Sudatoria di Acquasanta come intervento realizzabile ed apprezzabile, condizionatamente alla produzione di specifiche elaborazioni che definiscano in modo più puntuale la tipologia del partenariato privato, il suo peso economico, il piano industriale complessivo, il/i soggetto/i esecutore/i, il soggetto gestore, la funzionalità nel tempo con vantaggio occupazionale e produttivo, tutta integrazione e documentazione che gli uffici mi risulta abbiano già inviato al Comitato dei Garanti.
PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno, il Consigliere Bisonni.
Sandro BISONNI. Grazie Presidente. Assessore, ho presentato questa interrogazione subito dopo aver letto la notizia sulla stampa, quindi sapevo che erano intervenuti nel tempo delle modifiche e dei ravvedimenti.
Intanto la ringrazio per la risposta perché è servita a fare chiarezza, però voglio farle notare una cosa, quando nella risposta, di cui chiedo una copia, lei dice che chi ha scelto di fare la pista ciclabile e quelle altre cose sono stati i Sindaci, lei sa benissimo quanto sono sensibile alle tematiche ambientali, però ritengo che non sia una priorità e sinceramente sulla Grotta sudatoria rimango con i miei dubbi, dopo però quando dice che si è provveduto a correggere, dice che la Regione ha proposto di correggere. Il punto sta proprio qui. La Regione svolge un ruolo di coordinamento, voi siete dei dirigenti, e quindi questa proposta della pista ciclabile, anche se l’hanno votata i Comuni, non ci nascondiamo dietro ad un dito, è venuta dalla Regione!
La Regione non doveva permettere, quanto meno nella mia visione, che una proposta del genere trovasse un percorso. Mi verrebbe da dire che tante volte ce la cerchiamo, perché è normale ed anche intuibile capire che gli italiani hanno donato questi soldi con in testa un altro obiettivo, che era quello della ricostruzione, non quello di fare piste ciclabili.
Ripeto, lei sa quanto io sia sensibile ai temi ambientali in generale, però, veramente una scelta fuori luogo, ce la potevamo risparmiare e quindi, ripeto, mi fa piacere che nel tempo si sia capita questa cosa. Rimango con i miei forti dubbi sul discorso della Grotta sudatoria e sottolineo la gravità che nella fase iniziale la Regione non abbia svolto quel ruolo di dirigenza e di coordinamento tale da non far arrivare per niente sul tavolo dei Sindaci la proposta della pista ciclabile. Grazie.
PRESIDENTE. Ha la parola l’Assessore Sciapichetti.
Angelo SCIAPICHETTI. Vorrei rispondere al Consigliere Bisonni perché l’argomento è molto delicato e va chiarito fino in fondo, anche se penso che sia servita l’interrogazione per chiarire e per appurare.
Il Consigliere Bisonni sa come me, partecipando come me a molti incontri, che quel territorio, che noi conosciamo bene, lo ricostruiamo dal punto di vista socio-economico facendo investimenti che possono rilanciare l’economia.
Tutti i Comuni della vallata avevano chiesto la realizzazione di quella pista ciclabile, e io sono fermamente convinto che quella infrastruttura possa rilanciare turisticamente quell’area, sennò diventa difficile rilanciare. Quindi io non la penso esattamente così, anzi aggiungo che l’impiego degli SMS solidali ha una logica vera, quella che dice lei, però bisogna che noi ci rendiamo conto di quale dovrebbe essere l'alternativa.
Con gli SMS solidali non è giusto finanziare l'emergenza perché l'emergenza, come sapete, è già tutta finanziata, non è possibile finanziare la ricostruzione privata perché la ricostruzione privata con gli SMS solidali non la posso finanziare, potrei farci le scuole, ma le scuole le finanziamo con 15 milioni di euro della Comunità europea e nelle Marche ne rifacciamo alla fine, tra l'ordinanza 14 ed il provvedimento successivo, 89.
Credo che interventi come questi potevano servire a rilanciare l'economia, così come ci si dice ad ogni convegno, con le Università, con i tecnici, con gli studiosi, a cui giornalmente partecipiamo. Poi è tutto discutibile, ovviamente è un'opinione che vale come la sua, spero.
Quindi che questa cosa possa essere discussa quanto vogliamo, come la Grotta sudatoria, è chiaro che la Grotta sudatoria serve a rilanciare l'economia di quella vallata e di quel Comune, perché quando c’era la grotta sudatoria c’erano una serie di persone che lavoravano lì, c’era un turismo, c’era un indotto.
O siamo coerenti con quello che ci diciamo sempre, tutti i giorni ai convegni, oppure facciamo un'altra cosa.
Con gli SMS solidali penso che avremmo dovuto investire anche nella possibilità di dare a quei Comuni una prospettiva di tipo turistico intelligente, come diciamo sempre, poi è venuta fuori una polemica enorme, però, ripeto, altro non si può fare. Io non posso ricostruire la casa del Signor Mario Rossi con gli SMS solidali, non posso farci altro, l'emergenza è tutta pagata fino a prova contraria, quindi cosa avremmo dovuto fare? Abbiamo pensato di fare quello, poi ripeto è tutto legittimo, si può discutere se non si è d’accordo, ci mancherebbe altro, però questa è la ratio della pista ciclabile e della grotta sudatoria, così come l’allargamento della Valdaso, dopodiché, ripeto, anche questo è tutto opinabile, però c’è una logica in quello che si è fatto, non era proprio campato in aria, ma non è per far polemica, lo dico a lei e non voglio far polemica con lei stamattina.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Bisonni.
Sandro BISONNI. Ripeto, non è che non sono sensibile a determinate tematiche, lo sa meglio di me quanti discorsi si fanno e tutto il resto, però ci sono delle priorità e le priorità sono altre.
I soldi che avete usato, li avete usati per strade, per le scuole, per sistemare il Comune e dovevate usarli tutti per fare queste cose qua. Ma non è vero che ci stanno, tutti i soldi che degli SMS solidali li dovevate impiegare per le scuole, per le strade, per gli ospedali e via dicendo, secondo me.
Voi dovete capire: uno, la priorità e due, anche l'opportunità di alcune scelte perché andare a prendere i soldi degli SMS solidali per fare una pista ciclabile, che sarà importante, non dico di no, io sostengo le piste ciclabili, ma secondo me non c'era e non c'è con quei soldi l’opportunità di fare quell’opera.
Interrogazione n. 467
ad iniziativa del Consigliere Zaffiri
"Servizio taxi. Mancato adeguamento, da parte della Regione Marche, delle disposizioni contenute nella legge 15 gennaio 1992, n. 21 comma 1 bis dell’articolo 5 bis ‘Legge quadro per il trasporto di persone mediante autoservizi pubblici non di linea’"
(Svolgimento)
PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca l’interrogazione n. 467 del Consigliere Zaffiri.
Ha la parola, per la risposta, l’Assessore Sciapichetti.
Angelo SCIAPICHETTI. La risposta all’interrogazione è molto articolata.
La legge 15 gennaio 1992, n. 21 recante "Legge quadro per il trasporto di persone mediante autoservizi pubblici non di linea" disciplina il servizio taxi ed il servizio di noleggio con conducente.
La legge nazionale ripartisce le competenze per tali servizi tra le Regioni ed i Comuni. Nello specifico all’articolo 4 si prevede che le Regioni debbano stabilire i criteri cui devono attenersi i Comuni nel redigere i regolamenti di esercizio degli autoservizi non di linea, nonché la delega agli enti locali allo svolgimento delle funzioni amministrative.
I Comuni disciplinano l'esercizio degli autoservizi nel rispetto delle norme regionali con specifici regolamenti anche uniformati comprensorialmente per ottenere una maggiore razionalità ed efficienza.
Nello specifico definiscono il numero ed il tipo dei veicoli da adibire ad ogni servizio, le modalità di svolgimento dello stesso, le tariffe del servizio taxi ed i requisiti e le condizioni per il rilascio della licenza per l'esercizio taxi e l'autorizzazione per il servizio di noleggio con conducente.
La Regione Marche in ottemperanza della legge n. 21/1992 ha emanato la legge regionale 6 aprile 1998, n. 10. All'articolo 7 sono dettati ai Comuni, enti che hanno le principali competenze in materia di taxi e noleggio con conducente, i criteri per la redazione dei regolamenti comunali sull'esercizio degli autoservizi pubblici non di linea.
Inoltre per quanto di interesse per la presente interrogazione, l'articolo 15 detta una specifica normativa per il servizio taxi in ambito aeroportuale. Tale articolo attua quanto è stabilito dall'articolo 14, comma 8 del decreto legislativo n. 422/1997. Nello specifico si prevede un regolamento redatto di intesa dal Comune capoluogo di Regione e di Provincia interessato (Comune di Ancona) e dal o dai Comuni nel cui ambito territoriale ricade l'aeroporto (Comuni di Chiaravalle e Falconara Marittima). La norma prevede un potere sostitutivo da parte del Presidente della Giunta regionale qualora il regolamento non venga redatto.
I Comuni interessati hanno approvato il suddetto regolamento sulla base della raggiunta intesa. Il servizio è garantito da dieci autovetture; sette del Comune di Falconara Marittima, una di Chiaravalle e due di Ancona. Nessun intervento regionale è stato pertanto necessario.
Successivamente l'articolo 5 bis, comma 1 bis, introdotto dal decreto legge n. 1/2012 convertito in legge n. 27/2012, che è oggetto dell'interrogazione, stabilisce che: "Per il servizio taxi è consentito l'esercizio dell'attività anche al di fuori del territorio dei comuni che hanno rilasciato la licenza sulla base di accordi sottoscritti dai Sindaci dei comuni interessati." In base alla suddetta normativa è consentito pertanto che i tassisti possano esercitare l'attività anche al di fuori del territorio del Comune che abbia rilasciato la licenza secondo le previsioni contenute in accordi stipulati tra le Amministrazioni comunali interessate.
Raggiungere nuovi accordi può essere difficile. Per esempio il Comune di Falconara Marittima con deliberazione n. 32 del 26 maggio 2015 approvava una proposta di modifica al regolamento comunale di cui sopra, evidenziando altresì la necessità di un intervento regionale volto ad adeguare la legge regionale n. 10/1998 a seguito dell'introduzione del comma 1 bis all'articolo 5 bis della legge n. 21/1992. Il Comune nello specifico, nelle more di tale adeguamento, stabiliva di ridurre le vetture taxi per l'aeroporto di Falconara tagliando le due del Comune di Ancona per garantire i principi di parità di trattamento, con l'auspicio di un intervento regionale volto a consentire la cosiddetta extraterritorialità in condizioni di reciprocità.
Ciò veniva richiesto dato che solo le vetture con licenza rilasciata dal Comune di Ancona possono far salire clienti sia presso l'aeroporto che nel territorio del medesimo Comune, mentre i tassisti di Falconara Marittima o di Chiaravalle hanno diritto di far salire passeggeri solo all'aeroporto, ma non all'interno del territorio del Comune di Ancona.
Tale deliberazione non ha trovato l'adesione degli altri due Comuni interessati di Ancona e di Chiaravalle e pertanto non è stata attuata.
Lo stesso Consorzio Tassisti Falconara che ha presentato in Regione il citato ricorso circa lo stesso oggetto dell'interrogazione aveva richiesto all'Autorità di regolazione dei trasporti di Torino un parere circa l'attuazione dell'articolo 5 bis, articolo 1 bis.
Dalla risposta dell'Autorità di regolazione dei trasporti, si evince che il Consorzio Tassisti di Falconara si lamentava della mancata stipula di una intesa tra i Sindaci dei Comuni interessati ed inoltre sempre l'Autorità di regolazione dei trasporti censurava la proposta del Comune di Falconara Marittima di ridurre il numero di licenze a danno delle due vetture di Ancona in considerazione che le norme sulla concorrenza al contrario prevedrebbero un loro incremento.
Per quanto sopra si ritenere che l'attuazione dell'articolo 5 bis, sia rimessa alla sola autonomia decisionale delle Amministrazioni comunali che possono arrivare a stipulare l'accordo previsto in tale normativa senza alcun intervento della Regione Marche. La disposizione inoltre non stabilisce l'obbligo per l'Amministrazione regionale di precisare o dettare criteri o contenuti minimi di tali accordi. La legge n. 21/1992 stabiliva tale adempimento solo per permettere la redazione dei regolamenti comunali e ciò è stato pienamente realizzato dalla Regione.
In merito al punto 2 dell'interrogazione si rappresenta che nel 2014 con Decreto n. 151/TPL, le tariffe fissate per il servizio in oggetto, erano state incrementate a 3,00 euro per la tratta Falconara - Aeroporto e a 5,00 euro per quella Ancona - Aeroporto, rispetto ai 2,00 e 4,00 euro precedenti. Tali tariffe erano già state considerate speciali in relazione alla natura speciale del servizio e quindi maggiorate rispetto a quelle ordinarie di TPL. Nel 2016 tali tariffe sono state ulteriormente maggiorate con Decreto n. 104 in relazione all'andamento delle tariffe del trasporto pubblico e quindi rideterminate a 3,30 euro per la tratta Falconara - Aeroporto ed in 5,50 euro per quella Ancona - Aeroporto, anch'esse superiori a quelle del servizio trasporto pubblico ordinario e determinabili rispettivamente in 1,80 euro ed in 2,20 euro. Sebbene il benchmark con gli altri servizi di collegamento aeroportuale nel panorama nazionale non possa essere preso come unico riferimento per la determinazione della tariffa, è stato comunque considerato nel 2016.
Tra i vari collegamenti visti si possono citare ad esempio, anche quello tra la Stazione FFSS centrale di Milano e Orio al Serio a 5,00 euro e quello tra Torino centro e Aeroporto di Torino variabile tra i 5,50 euro e 6,50 euro.
Per il punto 3 dell'interrogazione, la legge 15 gennaio 1992, n. 21 prevede all'articolo 4, comma 4 che presso i Comuni e le Regioni siano costituite commissioni consultive che operano in riferimento all'esercizio del servizio e all'applicazione dei regolamenti.
La legge regionale n. 10 del 16 aprile 1998 istituiva tale Commissione regionale consultiva nonché una Commissione regionale per l'accertamento dei requisiti di idoneità all'esercizio del servizio.
Successivamente con la legge regionale n. 45 del 24 dicembre 1998 si abrogava la Commissione consultiva regionale e si trasformava la Commissione regionale per l'accertamento dei requisiti di idoneità all'esercizio del servizio in Commissione provinciale. Inoltre si rendeva altresì facoltativa l'istituzione di commissioni consultive comunali.
Se contrariamente oggi fosse ritenuta uno strumento utile come sede di programmazione dei servizi di trasporto pubblico non di linea, solo l'Assemblea legislativa regionale potrebbe reintrodurre una tale Commissione apportando le necessarie modifiche alla legge regionale vigente in materia.
Presidenza della Vicepresidente
Marzia Malaigia
PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno, il Consigliere Zaffiri.
Sandro ZAFFIRI. Assessore, il Servizio trasporti le ha scritto molto bene la risposta a questa interrogazione, però alla fine del suo intervento il problema rimane, e lei lo sa che il problema rimane e sul problema che rimane, lei lo sa, bisogna che intervenga la Regione. Punto!
Questo è il problema che va avanti da mesi e da anni, lei lo sa, e visto che lei è l’Assessore competente per il servizio trasporti bisogna che si metta il cuore in pace e lo affronti.
C'è una differenza tra le due realtà, e di questo bisogna prenderne atto, non c'è un accordo tra le categorie, bisogna prenderne atto, però la legge dice che in una situazione di difficoltà c'è l’intervento della Regione. Bisogna farlo Assessore, questo è il problema. Bisogna che lei di “buzzo buono” affronti il problema perché se non c’è un'ipotesi d'accordo tra Ancona e Falconara vuol dire che c'è questa diversità e naturalmente una delle due realtà, l’anconetana o la falconarese, è fregata. Questo è il problema!
Per quanto riguarda il servizio taxi, bisogna che le due realtà siano messe allo stesso piano. Questa è la richiesta.
E' chiaro che la risposta non ci piace, non va bene, la immaginavamo così, però formalmente in questa Aula le chiedo che lei dopo questa interrogazione regolamenti in un modo omogeneo tutte e due le realtà.
E' chiaro che c'è una situazione di difficoltà, ma va superata e lei ha gli strumenti legislativi per farlo. Sa che la categoria ha fatto ricorso al Tar per far applicare quello che lo Stato dice, perché la legge dello Stato dice che la Regione deve intervenire sul non accordo.
La prego caldamente, vivamente, di regolarizzare questa cosa per l’interesse del territorio, ed è questo l’aspetto essenziale, altrimenti è chiaro che rimaniamo insoddisfatti perché la risposta fotografa di fatto la situazione attuale, ma non fa una proposta per chiudere definitivamente il problema, tra Ancona e Falconara, per il servizio di trasporto per l'aeroporto. Di conseguenza anche altri servizi, che non sono solo i taxi, creano problemi sul territorio, per cui credo che queste cose debbano essere assolutamente regolamentate in modo omogeneo tra tutti i vettori e tra i territori di Ancona e di Falconara-Chiaravalle. Grazie.
Interrogazione n. 505
ad iniziativa del Consigliere Maggi
"Attività Aerdorica"
(Svolgimento)
PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca l’interrogazione n. 505 del Consigliere Maggi.
Ha la parola, per la risposta, l’Assessore Casini.
Anna CASINI. Grazie Presidente. La prima domanda è chi ha autorizzato Aerdorica S.p.A all'utilizzo della dicitura "l'attività di direzione e coordinamento è esercitata dalla Regione Marche”. La risposta è facile il Codice Civile.
Adesso gliela declino, ma la risposta è molto semplice, è il Codice Civile che impone che la dicitura venga utilizzata, soprattutto in talune fattispecie laddove per esempio si ha la maggioranza delle azioni.
(interrompe il Consigliere Maggi)
Anna CASINI. Se lei pensa che sia falso accende il microfono e lo dice, così lo registriamo.
(interrompe il Consigliere Maggi)
Anna CASINI. Lo dica al microfono! Lo dirà dopo al microfono poi ognuno …
(interrompe il Consigliere Maggi)
Anna CASINI. Adesso abbia la pazienza di ascoltare, siamo in democrazia, lei fa la domanda, io rispondo e poi lei controdeduce.
L'inserimento della dicitura "l'attività di direzione e coordinamento è esercitata da Regione Marche" è un adempimento previsto espressamente dal Codice Civile all'articolo 2497 bis, e pertanto non è stato necessario adottare un atto di qualunque genere.
Lo svolgimento dell'attività di direzione e coordinamento non si basa sull'adozione di atti o procedure particolari; in base al primo comma, dell'articolo 2497 sexies Codice Civile, si presume che l'attività di direzione e coordinamento di società sia esercitata in uno dei seguenti casi:
1) la società o ente è tenuta al consolidamento del suo bilancio;
2) la società o ente esercita un ruolo di controllo su un'altra società, ai sensi dell'articolo 2359 del Codice Civile, in quanto:
a) dispone della maggioranza dei voti esercitabili nell'assemblea ordinaria;
b) dispone di voti sufficienti per esercitare un'influenza dominante.
Nel caso di specie, è il punto 2, la società o ente esercita un ruolo di controllo su un’altra società ai sensi dell’articolo 2359 del Codice Civile in quanto dispone della maggioranza dei voti esercitabili nell’assemblea ordinaria.
Per quanto riguarda Aerdorica, quindi, visto che la Regione possiede circa l’89% delle azioni, esiste senz'altro tale presunzione che deve essere inserita anche "negli atti e nella corrispondenza". Questo prevede il Codice.
Da ultimo bisogna ricordare che il terzo comma del succitato articolo 2497 bis del Codice civile stabilisce che gli amministratori che omettano l'indicazione "sono responsabili dei danni che la mancata conoscenza di tali fatti abbia recato ai soci o ai terzi". L'ufficio si è dimenticato di dire che ci sono delle sanzioni, ma glielo dico io.
Da quando la Regione Marche esercita attività di direzione e controllo? La Regione Marche esercita l'attività di direzione e controllo in quanto azionista di maggioranza nell'Assemblea ordinaria.
Con quali azioni di dettaglio si estrinseca l'attività di gestione e controllo? L’Aerdorica S.p.A è amministrata da un Amministratore unico nominato dall'assemblea dei soci di cui la Regione detiene la maggioranza, al quale spettano tutte le azioni necessarie allo svolgimento di questi compiti.
PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno, il Consigliere Maggi.
Giovanni MAGGI. Assessore, forse la dichiarazione “falso” è eccessiva, ma credo che sia falso perché non è assolutamente vero così.
Lei ha confuso l'attività di coordinamento e direzione con la maggioranza e il controllo della società su un'altra società. Questo non c'entra assolutamente niente.
Le cito un parere di un noto studio legale che dice: “L'attività di direzione si concreta nell'esercizio di una pluralità sistematica e costante di atti di indirizzo da parte di una società idonea a incidere sulle decisioni gestorie di un'altra società, cioè sulle scelte strategiche e operative di carattere finanziario, industriale, commerciale, che attengono alla conduzione degli affari sociali, mentre il coordinamento è la realizzazione di un sistema di sinergie tra diverse società del gruppo nel quadro di una politica strategica”.
Dalla Commissione di indagine di Aerdorica l'unica cosa certa che è risultata è che la Regione Marche se ne è fregata altamente di gestire e di influire nelle decisioni della società Aerdorica, infatti il buco tremendo che si è verificato dipende proprio da questo disinteresse.
Lei ha citato più volte l'articolo del Codice civile 2497, cosa dice? “Le società o gli enti che, esercitando attività di direzione e coordinamento di società agiscono nell'interesse imprenditoriale proprio o altrui, in violazione dei principi di corretta gestione societaria e imprenditoriale delle società medesime, sono direttamente responsabili nei confronti dei soci di queste per il pregiudizio arrecato alla redditività e al valore della partecipazione sociale”. Quindi le società o gli enti esercitando attività di direzione e coordinamento di società agiscono nell'interesse imprenditoriale proprio e tutto risulta, meno che la Regione abbia agito nell'interesse imprenditoriale proprio, infatti il buco, la voragine, è l'esempio tangibile e concreto che non ha mai agito nell’interesse proprio.
Cosa devono dire in merito a questa fattualità dell'azione di coordinamento? I dirigenti devono dichiarare che è azione di coordinamento e di direzione.
Io le ho domandato: da quando esercita l'azione di coordinamento e direzione? Da sempre? Guarda caso questa cosa è stata fatta dall'amministratore delegato Belluzzi che è andato in Camera di Commercio a dire io …
(interrompe l'Assessore Casini)
Giovanni MAGGI. Pleonastico? Ma lei sta dicendo delle cose di cui non sa un accidente, assolutamente!
(interrompe l'Assessore Casini)
Giovanni MAGGI. Certo, certo, io sto riportando pareri di persone competenti che in effetti dicono l’esatto contrario di quello che dice lei.
Quindi secondo il tenore di legge gli oneri pubblicitari, quello che diceva lei, non dovrebbero venire in rilievo neppure nell'ipotesi in cui vi sia una relazione di controllo od una società sia tenuta al consolidamento dei bilanci ma, nella fattispecie concreta, non vi sia azione di coordinamento.
Lei ha citato queste cose, le ha citate come conseguenza di legge per l’azione di coordinamento e direzione, cosa che non è assolutamente così.
Voglio dire che la sua affermazione: che la Regione svolge azione di direzione e coordinamento, non è un'affermazione così generica e soltanto normativa …
(interrompe l'Assessore Casini)
Gianni MAGGI. L’azione di direzione e coordinamento implica che, siccome la Aerdorica è una S.p.A. ed è una società di capitali, in caso di fallimento risponde solo del capitale versato delle azioni sottoscritte e non dell'intero patrimonio della Regione; significa che se non c'è azione di direzione e coordinamento la Regione non risponde dei 40 milioni di euro di debito.
Lei mi deve dimostrare dove e non mi ha risposto perché mi ha dato una risposta che non c'entra un accidente con quello che io ho chiesto, che automaticamente la Regione, perché ha la maggioranza e perché nomina i suoi rappresentanti nel Consiglio di amministrazione, svolge azione di coordinamento e direzione. Non è vero, chi gliel’ha scritta questa cosa?
Quando è stata scritta 'l'azione di coordinamento e direzione'? Quando Belluzzi è andato lì e l’ha messa retroattiva, dall’inizio del suo mandato per togliersi da qualsiasi responsabilità e la Regione non ha contestato.
Il Comune di Torino ha mandato un documento dicendo che in tutte le partecipate, nonostante abbia la maggioranza e controlli le società partecipate, non svolge azione di direzione e coordinamento.
Questo è esattamente quello che ha detto lei, questa differenza e questo suo sostenere a spada tratta la direzione e coordinamento non esiste in questo caso, perché, ripeto, la Regione non ha mai esercitato né coordinamento né direzione, prova ne è il fatto che tutti quelli che abbiamo audito, i vecchi amministratori delegati, hanno detto: “La Regione si è completamente disinteressata della gestione di Aerdorica” e lei sta dicendo che comunque svolgendo questa direzione e questo coordinamento la Regione deve rispondere di tutti i 40 milioni di euro, mentre la società di capitale, ripeto un'altra volta, che è la società per azioni, deve rispondere solo delle quote che ha versato.
Questo difendere l’azione di direzione e coordinamento significa non garantire i soldi dei marchigiani, perché lei dice che per questa azione di coordinamento e direzione la Regione deve rispondere di tutto il debito che ha fatto. Questo non è assolutamente vero ed è una interpretazione condivisa da legali e legislatori e lei ha dato un'interpretazione del tutto fantasiosa. Non c'è automatismo tra il controllo di una società all'80-90% e la direzione e il coordinamento.
Lei ha dato una risposta che non sta in piedi e questa risposta fa sì che comunque la Regione sia responsabile di tutto il debito e non delle quote sociali. E' una cosa gravissima!
PRESIDENTE. Ha la parola, per una precisazione, l’Assessore Casini.
Anna CASINI. Caro Consigliere Maggi, se fosse così semplice dichiarare “io non ho responsabilità rispetto all'attività di direzione e coordinamento in quanto Regione”, come scrivono a Torino, sarebbe semplice, lo scriviamo, il problema è che questa responsabilità è ex lege e deriva dal Codice Civile.
Se lei la pensa in maniera diversa insieme a tutti i suoi esperti in materia …, ma non può pensare che la Regione si sia comportata, e per Regione intendo l’amministrazione regionale con tutte le sue declinazioni, in maniera superficiale non affrontando il tema prima della data odierna e nelle sedi dove era opportuno approfondirlo.
Di questo lei sia sicuro, altrimenti visto che sta in Commissione e se la Commissione è arrivata ad altre conclusioni, invece di dire che sono bugiarda e dico delle stupidaggini, prenda gli atti conseguenti, li assuma.
Mozione n. 191
ad iniziativa dei Consiglieri Fabbri, Maggi, Giorgini
“Fondi Europei: coordinamento azione ed analisi risultati”
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la mozione n. 191 dei Consiglieri Fabbri, Maggi, Giorgini.
Ha la parola l'Assessore Cesetti.
Fabrizio CESETTI. Presidente, l’Assessore Bora adesso è impegnata, ma ha dato la disponibilità a rispondere a questa mozione se viene messa in coda.
PRESIDENTE. Non sono stata avvertita, mi hanno detto che aveva dato a lei la risposta.
Piergiorgio FABBRI. L’importante è che venga discussa.
PRESIDENTE. Devo necessariamente mettere in coda anche il punto 5 perché sono sola al tavolo di Presidenza e dovrei illustrarla io, per cui passerei alla mozione successiva.
Mozione n. 264
ad iniziativa del Consigliere Maggi
“Asur - Indizione nuova procedura concorsuale per la copertura di n. 6 posti di dirigente amministrativo - richiesta annullamento”
Interrogazione n. 443
ad iniziativa del Consigliere Maggi
“Asur - Indizione nuova procedura concorsuale per la copertura di n. 6 posti di dirigente amministrativo. Richiesta chiarimenti”
(abbinate)
(Discussione e votazione)
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la mozione n. 264 e l’interrogazione n. 443 entrambe del Consigliere Maggi, abbinate.
Ha la parola, per la risposta, il Presidente Ceriscioli.
Luca CERISCIOLI. Grazie Presidente. L’interrogazione 443 riguardante la determina n. 184 del 29 marzo 2017, con la quale l’Asur ha indetto un concorso pubblico per titoli ed esami per la copertura di sei posti di dirigente amministrativo, chiede quali sono le motivazioni.
La specificità del concorso dell’Azienda ospedaliera non corrisponde alle esigenze dell'Asur, come espressamente indicato nella determina di indizione.
L’Asur ha finalizzato la procedura che ricomprende, ma non esaurisce le competenze previste dall’Azienda ospedaliera. Infatti l’Azienda ospedaliera ospedali riuniti di Ancona con determina n. 725 del 30 dicembre 2014 ha indetto una procedura concorsuale per la copertura di un posto di dirigente amministrativo destinato al controllo di gestione.
La stessa determina precisa nel documento istruttorio le competenze specifiche del profilo professionale del candidato che, tra l’altro, comprende: esperienza nella pianificazione, programmazione e controllo, anche in relazione ai processi di natura tecnico contabile, esperienza teorica e pratica nelle diverse tecniche di contabilità direzionale, conoscenza del processo di budgeting e reporting e della valutazione preventiva e consuntiva periodica delle attività e dei costi correlati alla direzione aziendale ed ai centri di responsabilità, esperienza di analisi di processi aziendali finalizzati alla clinical governance e alla qualità di sistema, sono le caratteristiche del controllo di gestione.
In riferimento alle procedure concorsuali indette dalla Regione Marche con decreto del 9 giugno 2014 e del 25 novembre 2013 si precisa che le stesse richiedono requisiti di partecipazione diversi da quelli previsti dall’articolo 70 del decreto del Presidente della Repubblica 10 dicembre 1997, n. 483, recante la disciplina concorsuale per il personale dirigenziale del Servizio sanitario nazionale.
Punto due, La scelta di coprire posti vacanti deriva dall’esigenza di Asur Marche di essere provvista di personale dirigente amministrativo entro i limiti di spesa per le risorse umane.
PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno, il Consigliere Maggi.
Giovanni MAGGI. Devo dire che, con tutto il rispetto per il Presidente, non ho capito la risposta, però la vorrei ricondurre, visto che sono un uomo molto semplice, alla semplicità.
E' stato fatto un concorso mentre, così spiego anche la mozione, per legge e per regolamento della Regione si doveva attingere alle graduatorie dei concorsi precedenti.
Questo non è stato fatto, è stato indetto un bando nuovo, guarda caso il bando nuovo chiede le stesse caratteristiche e lo stesso titolo di studio dei bandi precedenti...
(interrompe il Presidente Ceriscioli)
Giovanni MAGGI. Come no, scusi la invito ad andare a leggere.
(interrompe il Presidente Ceriscioli)
Giovanni MAGGI. Questa cosa è surreale!
Ho capito che dice no, ma non ho capito la motivazione.
Ci sono concorsi precedenti e la legge prevede di attingere alla graduatoria del concorso precedente, invece si indice un bando nuovo e guarda caso le caratteristiche ed il titolo di studio sono i medesimi.
Nella mozione, se il Presidente permette, chiedo al Presidente e all'Assessore competente, che sono la stessa persona, di dare indicazioni al Direttore generale dell'Asur affinché provveda ad annullare il bando indicato in oggetto, ad avviare una procedura per utilizzare le graduatorie dei concorsi pubblici espletati presso l'Azienda Ospedali riuniti Torrette e presso la Regione Marche nel rispetto di quanto previsto dalla legge regionale n. 37 del 2016, in applicazione dei principi di economicità, trasparenza e buon andamento della pubblica amministrazione.
Mi sembra che anche un bambino ed una persona a digiuno di questa normativa possano capire che la norma dica che bisogna attingere dalle graduatorie precedenti ed è stato fatto un nuovo concorso, anziché attingere a quelle precedenti, come dice la legge.
Quindi io chiedo che venga annullato il bando successivo e si faccia ricorso alle graduatorie valide, in essere, questo perché, anche per una questione di diritto, ma anche per quelli che hanno fatto il concorso prima e stanno lì ad aspettare e vengono completamente disattesi. Perché si fa un bando nuovo? Spiegatemelo voi.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Urbinati.
Fabio URBINATI. Grazie Presidente. Si, effettivamente ha ragione il Presidente Ceriscioli, è un’interrogazione molto tecnica, si può rispondere con una risposta molto tecnica, ma si può rispondere anche con una risposta semplicissima e cioè che il direttore generale dell’Asur ha ritenuto di optare per un nuovo bando perché la legge stessa, che lei Consigliere Maggi ha citato nell'interrogazione - lei ha fatto un passaggio importantissimo, lei ha detto che è stato fatto un bando a parità di titolo di studio, però sappiamo benissimo che un curriculum non è fatto solo dai titoli di studio - dà facoltà all’Azienda sanitaria, in caso di necessità di particolari figure tecniche, di poter optare per nuovi bandi a prescindere da quelli già esistenti, ma deve essere motivato.
Oggi anche le questioni amministrative hanno delle diversità nelle specificità delle caratterizzazioni dei professionisti, questo è chiaro, come è anche scritto nella nostra risposta: il tutto è esplicitato nella determina dell’Asur. La determina dell’Asur indica la legge che dà la possibilità di attingere ad altri bandi e contemporaneamente prevede per quella figura amministrativa la necessità di determinate specifiche che non erano formulate in quel bando.
Quindi la sostanza è questa: prendere una persona per un determinato e specifico incarico perchè non è possibile farlo con l'altro bando. E' chiaro che questa è una determina dell’Asur e noi abbiamo piena fiducia nell’operato del Direttore generale, che ha valutato in termini di legge tutte le caratteristiche di quel bando.
La risposta è molto semplice ed è tutta qui. Grazie.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Zaffiri.
Sandro ZAFFIRI. Credo che l’argomento che ha sollevato il Movimento 5 Stelle sia un argomento vero e reale per un motivo semplice: c'è la graduatoria di un concorso pubblico per la stessa figura professionale, perché di questo stiamo parlando, e da lì si deve attingere a meno che la graduatoria non sia scaduta, allora in questo caso è necessario un nuovo bando, ma se le graduatorie non sono scadute, come in questo caso, indire un concorso nuovo per la stessa figura professionale è una cosa che non sta né in cielo né in terra. Questo è il problema di fondo, così funziona in tutte le amministrazioni pubbliche, solo qui, nella regione Marche, si bandisce un concorso diverso, un concorso nuovo.
Questa cosa sa di strano e credo che, come detto nell’ultimo intervento, “fiducia nell’amministrazione” era possibile averne se non veniva bandito un nuovo concorso. E' stato fatto un nuovo concorso, si è intrapreso un percorso diverso rispetto a situazioni che erano di fatto consolidate.
Questo è un aspetto grave per una amministrazione pubblica perché c'è poca trasparenza e con molta probabilità qualcosa dietro si può celare.
Presidenza del Presidente
Antonio Mastrovincenzo
PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, il Consigliere Maggi.
Giovanni MAGGI. Credevo che questa cosa fosse palese, oppure che ci fosse un rinvio per un approfondimento, però a questo punto devo ricordare che a marzo 2017 l'Asur ha scelto sei dirigenti tra i propri dipendenti a tempo determinato, dando un incarico triennale fino all'espletamento della procedura del concorso.
Questa procedura ci lascia perplessi perché nella pubblica amministrazione, lo sanno anche i bambini, si entra per concorso, mentre in questo caso si è scelto di assumere dipendenti a tempo indeterminato sulla base di titoli e di un semplice colloquio.
A marzo si era rilevata la necessità di assumere dirigenti presso altri enti e l'Asur, invece di questa assunzione che desta opacità, ha previsto ad assumere sei dirigenti a tempo indeterminato, a marzo, e solo a giugno è stato pubblicato il bando nella Gazzetta Ufficiale. Sembra un modo per consentire ai sei dirigenti interni nominati di acquisire punteggio tale per far fare loro un passo avanti nella valutazione dei titoli, difficilmente colmabili dagli altri partecipanti.
Questa vicenda ricorda molto da vicino la procedura del concorso per i 13 dirigenti concluso dalla Regione Marche su cui oggi pendono molti ricorsi e una sentenza di annullamento.
Sarebbe molto più semplice, economico ed efficiente seguire la legge, pedissequamente la legge senza interpretarla a proprio favore, ma la Regione sembra orientarsi in altro modo con lentezze, con spreco di denaro pubblico e con eventuali ricorsi che potrebbero esserci ed io sono sicuro che anche in questo caso saranno accettati, e la lentezza, l'inefficienza della Regione e lo spreco di denaro pubblico continueranno ancora.
Questa procedura non è stata fatta semplicemente perché c’erano delle caratteristiche diverse rispetto all’assunzione, ma è stata fatta per favorire qualcuno a danno di qualcun altro, quindi il nostro voto sarà contrario, fermamente contrario.
PRESIDENTE. Sulla sua mozione annuncia voto contrario? Bene, possiamo procedere.
PRESIDENTE. Passiamo alla votazione.
Mozione n. 264. La pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa non approva)
Mozione n. 231
ad iniziativa del Consigliere Maggi
“Sostegno all’approvazione della normativa in materia di riconoscimento della figura del caregiver”
Mozione n. 275
ad iniziativa dei Consiglieri Malaigia, Volpini, Marconi, Zaffiri, Leonardi, Carloni, Pergolesi, Maggi, Bisonni, Giancarli, Micucci, Rapa, Talè, Marcozzi, Celani, Urbinati, Busilacchi
“Richiesta al Governo italiano di giungere in tempi rapidissimi, e senza soluzione di continuità dei lavori parlamentari, all’approvazione in Italia della figura del caregiver facendo proprio il ddl 2128 del Senato ‘Norme per il riconoscimento ed il sostegno del caregiver familiare’”
(abbinate)
(Discussione e votazione)
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la mozione n. 231 del Consigliere Maggi e la mozione n. 275 dei Consiglieri Malaigia, Volpini, Marconi, Zaffiri, Leonardi, Carloni, Pergolesi, Maggi, Bisonni, Giancarli, Micucci, Rapa, Talè, Marcozzi, Celani, Urbinati, Busilacchi, abbinate.
Ha la parola il Consigliere Maggi.
Giovanni MAGGI. Ci sono quattro mesi di differenza tra la mia mozione e la mozione successiva, non accuserò nessuno che sia stata fatta per mettere in secondo piano la mozione precedente dell'opposizione, perché non è questo il mio abito mentale.
Ritengo che la mozione possa essere approvata, infatti ho firmato quella successiva, quindi ritiro la mozione n. 231 e farò un intervento sull'altra.
Sono quasi identiche, ci sono alcuni punti, quindi la mia e la posizione del gruppo del Movimento 5 Stelle è che questa figura importante venga considerata e apprezzata e che quest’Aula possa votare unanimemente la mozione che io ho firmato successivamente.
PRESIDENTE. Ha la parola, per l'illustrazione, la Consigliera Malaigia.
Marzia MALAIGIA. Grazie Presidente. Il termine caregiver forse non è conosciuto da tutti perché se ne parla da poco tempo, però sfido chiunque, se andiamo ad analizzare il significato della parola, a non aver mai avuto contatti, a non aver mai conosciuto un caregiver, perché la traduzione letterale dall'inglese sarebbe portatore di cura e più specificamente si intende la persona che, in maniera continuativa e gratuita, si occupa di assistere a tutti i livelli un familiare gravemente malato.
Il termine inglese perché è stato utilizzato? Perché questa figura è ormai riconosciuta a livello internazionale, la figura del caregiver familiare, tanto che sono garantiti supporti economici e previdenziali in molte nazioni, tra le quali: Francia, Spagna, Gran Bretagna, Polonia, Romania e Grecia.
Il caregiver familiare in Italia opera purtroppo ancora in un contesto drammatico e altamente gravoso, anche economicamente, a causa dei continui tagli sia statali che regionali dei fondi destinati al sostegno delle famiglie in cui è presente un disabile o un malato gravissimo.
C'è da dire che il servizio svolto dal caregiver è un vero e proprio lavoro senza il contributo del quale lo Stato avrebbe enormi difficoltà a sostenerne l'intero carico, anche perché lo Stato non riuscirebbe a garantire un'assistenza H24, il servizio svolto in famiglia è continuativo, per tutte le 24 ore, e in linea di principio dovrebbe essere equiparato, e quindi tutelato anche giuridicamente, a quello dei lavoratori domestici.
C'è inoltre da riconoscere e valorizzare anche le competenze che il caregiver acquisisce, non solo attraverso la pratica quotidiana, ma anche grazie a corsi di formazione ed addestramento all'uso di macchinari e sussidi necessari alla sopravvivenza del disabile grave. Molto spesso i caregiver frequentano questi corsi a proprie spese, tagliando ulteriormente il tempo libero che non dedicano a loro stessi.
C'è da dire che anche il premio Nobel Elizabeth Blackburn ha dimostrato che l'aspettativa di vita del caregiver, proprio perché è un lavoro altamente usurante, è fino a 17 anni inferiore all'aspettativa di vita media, oltre questo il caregiver nel 60% dei casi deve rinunciare a lavorare, nel 10% dei casi chiede un rapporto di lavoro part time, ma oltre questo deve rinunciare alla vita sociale e a periodi di riposo doverosi.
E’ chiaro che considerando tutto ciò, non abbiamo solo il dovere di ringraziare o di riconoscere la figura del caregiver, ma dobbiamo impegnarci a sostenerla praticamente, in modo da sgravare almeno parzialmente le famiglie da questo pesantissimo compito, che ricordo non è un compito volontario, non è una prestazione di cura volontaria, ma è un compito che ci si assume per amore e per necessità, rinunciando a periodi di riposo, rinunciando a contatti sociali con l'esterno e alle proprie esigenze.
Ringrazio il Presidente della IV Commissione e tutti i Capigruppo per aver sostenuto questa mozione e per essere stati concordi con quanto veniva presentato. Tra gli auspici ci sarebbe quello della copertura a carico dello Stato dei contributi figurativi per tutto il periodo in cui il caregiver presta assistenza e cura, la possibilità di un pensionamento anticipato, proprio perché la professione è usurante ed è veramente molto pesante, sommando i contributi già versati a quelli figurativi versati dallo Stato, oltre a tutele specifiche per malattie professionali. Come lavoro è anche pesante a livello fisico. Pensate di dover assistere anche nei bisogni più elementari e primari un malato adulto, quindi anche a livello fisico è molto pesante e usurant, quindi tutele specifiche per le malattie professionali e anche rimborsi per viaggi, le cosiddette vacanze assistenziali, quando ci si reca in una struttura ad assistere, e la possibilità di telelavoro.
Ripeto, ringrazio i Capigruppo, i Consiglieri e il Presidente della IV Commissione Volpini.
Con questa mozione chiediamo che sia data immediata definizione all'iter legislativo delle questioni che sono state presentate da me e condivise all'unanimità. Grazie.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Maggi.
Giovanni MAGGI. Ho firmato questa mozione che prevedeva, ampliandoli, i contenuti che erano espressi nella mia.
Devo evidenziare un aspetto particolare, questa cosa, questa sollecitazione non solo va a favorire l'abnegazione e riconosce l'abnegazione e l'atto d’amore che fanno i caregiver nei confronti dei loro pazienti, ma sicuramente questa pratica ha un'efficacia maggiore perché il paziente, molto spesso l'anziano, colui che soffre di una malattia cronica, rimane in casa propria, rimane nel suo ambiente, rimane a contatto con la sua storia e con i suoi affetti. Questo è sicuramente un elemento molto importante, perchè portarlo in una struttura, portarlo fuori, fare delle cure fuori dal proprio ambiente, nel momento in cui si attraversa un momento delicato e difficile, non porta effetti e benefici sul piano terapeutico, farlo rimanere nelle mura di casa con queste persone che sacrificano la loro vita per un atto d'amore e per un atto di solidarietà nei confronti di un loro caro, fa sì che sia una terapia vincente e sicuramente molto più efficace di qualsiasi altra terapia.
In questo senso non sottovaluterei i risultati nei confronti di coloro che i caregiver assistono.
Annuncio il voto favorevole a questa mozione e spero che la Giunta, il Presidente e tutta la Regione Marche si facciano carico nei confronti dello Stato di sollecitare una legge che sani questa disparità, questa ingiustizia nei confronti di queste persone. Grazie.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Volpini.
Fabrizio VOLPINI. Incontrai il termine caregiver nel lontano 1999, quando per la prima volta, si tentò di dare una risposta un po’ organica al problema dell’Alzheimer. Si si era agli albori delle unità valutative Alzheimer, all'introduzione di nuovi farmaci, e ci fu una sensibilizzazione nel mondo sanitario, ma anche nel mondo sociale, nel mondo dell'associazionismo.
Il termine caregiver, colui che si prende cura, è un neologismo inglese entrato prepotentemente nelle discussioni.
Nel sottoscrivere la proposta della Consigliera Malaigia ci sta un rapporto di conoscenza e anche e soprattutto di funzione.
Queste persone, queste figure che generalmente, Consigliere Maggi, sono familiari dedicano gran parte della loro esistenza nel prendersi cura di patologie di pazienti cronici, sono familiari, quindi con un carico, con un pathos, che ha sicuramente un vantaggio maggiore.
Spesso il sentimento che maggiormente riscontro nel parlare con il caregiver è quello della solitudine all’interno di quel nucleo, all’interno di quella famiglia. Al di là degli aspetti assicurativi, al di là del riconoscimento, questa mozione ha anche questo valore aggiunto, quello di far uscire da questa solitudine le persone che vedono non sacrificata la propria vita, ma impegnata in questo ruolo, che è anche un ruolo pesante dal punto di vista fisico, perché prendersi cura significa prendersi cura dell'anziano, con tutti i servizi di cui un anziano non autosufficiente ha bisogno.
Noi da questo punto di vista abbiamo una legislazione non adeguata alla situazione, in Parlamento si sta discutendo, ormai non so in quale Commissione, se del Senato piuttosto che degli Affari sociali della Camera, questa proposta di legge che ha trovato il consenso di tutte le forze politiche e se anche dalla periferia, dalle Regioni, come succede in altre circostanze, viene forte una spinta rispetto a problemi di questo tipo, credo che non dobbiamo sottrarci a questo ruolo. Quindi convintamente votiamo questa proposta anche con questo intento: sollecitare il Parlamento a legiferare ed a legiferare in maniera puntuale ed anche definitiva su una questione di questo tipo.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Zaffiri.
Sandro ZAFFIRI. Questa è una mozione che raccoglie un grande consenso, un grande consenso su questo che credo sia il problema dell'oggi, ma lo sarà anche di domani, cioè familiari che assistano i propri cari.
Penso che questo sia un passaggio estremamente importante e che questa mozione non debba solo a servire per far sì che il Governo approvi una legge, ma questo deve essere anche il primo passo per una legge più completa.
Oggi qui l'aspetto della legge è quello politico, ma credo che sia necessario aggiungere anche un aspetto economico attorno a questi provvedimenti, perché spesso, noi sappiamo, i componenti dei nuclei familiari abbandonano il lavoro per assistere i propri cari, e questo oramai è un fenomeno purtroppo diffuso, diffusissimo sul territorio nazionale.
E' un problema molto serio, è un problema sociale del terzo millennio e penso che sia veramente indispensabile approvare la legge ed accompagnarla anche con un contenuto economico, nel limite del possibile, è ovvio, delle risorse finanziarie.
E' un passaggio obbligato e credo che la Regione Marche possa dare un contributo a questa legge.
Questa mozione come tutte le cose impegna la nostra Giunta ed impegna il nostro Presidente a sostenere nella Conferenza Stato-Regioni la posizione della nostra realtà territoriale per far si che questa legge venga approvata.
Aggiungo, non è contenuto in questa mozione, ma credo che si possa aggiungere nel momento del confronto sulla legge a livello nazionale anche un interesse verso chi sostiene in termini economici ed accudisce i propri cari. E' un messaggio di civiltà, importante, che il nostro Paese potrebbe dare anche in questo passaggio, nel momento di bisogno. Grazie.
PRESIDENTE. Ha la parola la Consigliera Marcozzi.
Jessica MARCOZZI. Noi voteremo favorevolmente questa mozione, l’abbiamo anche firmata.
Arrivare al riconoscimento del caregiver è sicuramente un passo avanti per il riconoscimento dei diritti del malato, soprattutto dei disabili e dei disabili gravi, come anche i malati di Alzheimer.
Siamo assolutamente in ritardo rispetto ad altri Paesi europei, così come ha detto la Consigliera Malaigia.
La valorizzazione del caregiver equivale ad accrescere giustizia sociale nel nostro sistema di welfare, quindi è importante sollecitare il Parlamento a legiferare, dimostrando, almeno questa volta, di non remare contro i cittadini, a maggior ragione in questo caso, con problemi e difficoltà di salute.
Dimostriamo per una volta di essere dalla parte dei cittadini e di non essere, se ancora è possibile anche su quest'argomento, indietro rispetto all’Europa. Grazie.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Busilacchi.
Gianluca BUSILACCHI. Grazie Presidente. Anche da parte mia il ringraziamento ai proponenti - io l’ho sottoscritta - ed alla Vicepresidente Malaigia.
Credo che sia importante che ci sia un segnale forte perché entro i tempi di fine legislatura possa essere fatto il possibile per approvare questa legge che, come veniva ricordato, è rilevante oggi, ma anche in prospettiva perché i tempi della demografia ci dicono che aumenta la popolazione non autosufficiente per cui questo problema ci sarà sempre di più.
Anche perché non solo aumentano i non autosufficienti, ma assistiamo ad un ritorno al lavoro di cura informale. Assistiamo ad un ritorno al caregiving dato dentro le mura domestiche anche perché il fatto che ci siano difficoltà per le donne - ahimè, e questo è un arretramento - ad avere posti di lavoro ben remunerati, fa sì che molte persone trovino più conveniente rimanere in casa ad assistere i propri cari, non solamente una questione di affettività, ma anche per una mera questione economica.
Noi abbiamo avuto negli ultimi anni anche nella nostra regione, dopo tanti anni in cui c’era stata una crescita nel ricorso alle badanti oppure a strutture private, laddove non ce la fa più il pubblico, un ritorno del lavoro di cura informale, quindi del caregiver familiare.
Quindi credo che sia importante dare la giusta importanza a questo tema, dare un riconoscimento a questa funzione, com'è stato ricordato dagli interventi che mi hanno preceduto, io direi da due punti di vista, intanto, un riconoscimento al caregiver, alla persona, un riconoscimento personale, che è un riconoscimento professionale, perché sono persone che svolgono un lavoro, certo lo fanno per una persona a loro cara, però svolgono a tutti gli effetti una attività e quindi c’è il tema dei contributi assicurativi, c'è il tema della remunerazione di questa attività. Lo fanno con una qualità legata all'affettività, però, ed io questo voglio dirlo perché è un tema che spesso viene trascurato nel dibattito, oltre al riconoscimento personale c'è anche un riconoscimento pubblico, perché il fatto che ci sia una diffusione dei caregiver evita dei costi al pubblico, perché lo svolgimento dell'attività dentro le mura domestiche evita che ci sia un ricorso a strutture esterne e in questo modo si produce un valore, si produce un valore economico.
Cito questo dato, che purtroppo non è molto noto, ma molti anni fa insieme alla Fondazione Brodolini abbiamo fatto un lavoro per la Regione Umbria proprio per provare a valutare quanto era il valore economico dell'attività svolta da chi svolge un lavoro domestico. Il lavoro domestico svolto dalle famiglie dell'Umbria, stiamo parlando degli anni 2008/2009, rappresentava il 37% del Pil regionale, quindi tante attività che vengono svolte dentro le mura di casa, solitamente dalle donne, non solo garantiscono una qualità delle prestazioni erogate, ma contribuiscono al valore economico della regione per una quota così significativa, il 37% del Pil regionale, tantissimo.
Per cui credo che sia assolutamente necessario che ci sia una emersione di questo lavoro dal punto di vista delle tutele, dal punto di vista dei diritti, dal punto di vista del riconoscimento.
Penso che sia una battaglia di civiltà molto importante e quindi anche da parte mia ed anche da parte di Articolo 1 Mdp non solo ci sarà il voto convinto, ma credo che ci sia la necessità di sostenere con forza che questa legge possa trovare nella sede parlamentare, nonostante i tempi stretti della fine legislatura, una piena attuazione.
PRESIDENTE. Ha la parola la Consigliera Leonardi.
Elena LEONARDI. Grazie Presidente. Confermo il pieno sostegno a questa mozione che ho firmato e come Fratelli d’Italia vorrei fare una piccola considerazione.
Siamo tutti d'accordo che serve una legge, ma soprattutto credo che serva una buona legge, una legge che sia capace di riconoscere al caregiver familiare il giusto riconoscimento economico per il lavoro che svolge, che valuti anche la possibilità per queste persone, spesso donne ma non solo, che sono costrette ad essere messe di fronte ad una scelta: continuare a lavorare o lasciare il proprio lavoro per prendersi cura del familiare, che sia il genitore anziano, che sia magari il figlio con problemi di disabilità. Quindi la possibilità di prevedere il caregiver familiare quale lavoro usurante e prevedere magari, oltre un riconoscimento economico per chi lo svolge, una serie di tutele che andrebbero effettivamente a vantaggio di un discorso che ruota intorno all'economia familiare.
Credo che da parte nostra, in questa Aula, a livello di partiti, siamo tutti d'accordo nel promuovere anche nell'incontro della Conferenza Stato-Regioni questa importante problematica e farlo nel modo più giusto, prevedendo una serie di misure concrete e mirate, affinchè questo riconoscimento abbia una valenza pratica nella vita non solo di chi andrà a ricoprire questo ruolo, che poi di fatto già in molti casi svolge, ma che le misure, che la legge nazionale dovrà poi a mettere in campo, siano effettivamente d’aiuto e non siano solamente un riconoscimento formale senza una sostanzialità.
Come sempre credo che sia importante la parola, sia importante il concetto, ma sia ancora più importante scendere nella praticità delle cose, quindi farci carico tutti noi di sollecitare i nostri rappresentanti in Parlamento perché la legge che andrà in discussione preveda misure concrete e reali per questa problematica che è esplosa e sta esplodendo in questi anni e che di fatto c'era perché la evoluzione della nostra società ha portato sì che l'equilibrio che si aveva all'interno delle famiglie sia pian piano scemato e degradato per tutta una serie di situazioni, anche l'allontanamento delle persone dai luoghi di nascita, in cui poi c'è la necessità di aiutare e supportare la persona anziana.
Non può ricadere tutto sulle spese, nella possibilità di mettere persone in un istituto, non ci sono solo questioni economiche, ma soprattutto questioni, devo dire, morali e la volontà da parte dei familiari di prendersi cura dei propri cari, quindi bisogna consentirglielo e bisogna consentirglielo con misure che vanno a vantaggio in primis del familiare malato.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Marconi.
Luca MARCONI. Grazie Presidente. Per muovere un po’ anche un dibattito che altrimenti ci vedrebbe come in quelle interviste: “Che cosa ne pensa?” “Sono d’accordo”. Qui siamo tutti d’accordo quindi è evidente che …
L'essere tutti d'accordo su questa materia mi induce a una piccola riflessione sull'attuazione della nostra Costituzione. Nella premessa della mozione abbiamo scritto: “Il lavoro effettuato all’interno della famiglia secondo gli articoli xx, yy, della Costituzione e leggi conseguenti”, ci abbiamo messo 70 anni, a parte l’unico episodio che conosco che è l’assegno di accompagnamento erogato dallo Stato e l’assegno di cura erogato dalla Regione, per arrivare a questo tipo di riconoscimento, ci siamo arrivati, ma la domanda che mi faccio è: si tratta di un episodio isolato o è un’inversione di tendenza da un punto di vista politico e culturale che fa sì che questo riconoscimento del lavoro familiare si allarghi? Adesso parlo delle conseguenze. Come per la precedente questione della vita indipendente, lo stiamo facendo perché siamo convinti di compiere un atto di giustizia come vorrebbe la Costituzione o perché ci conviene?
Ha ricordato bene il Consigliere Busilacchi, il 37% è la stima che viene fatta del lavoro fatto a casa, proviamo un po’ a pagarlo?
Dal ‘68/’70 in poi, e non cito questa data a caso perché è la data da cui abbiamo cominciato a riconoscere i diritti, fino ai diritti individuali più particolari, ed ogni diritto ha comportato una spesa. Comincia il welfare, per fortuna dico, non sto dicendo che sia stata una cosa sbagliata ma, come spesso succede, da una visione tutta privatistica dei servizi, che c’era stata fino agli anni ’60, si è passati ad una concezione tutta pubblicistica e quando lo Stato non ce l’ha fatta più ci siamo accorti che c'erano persone che da decenni, penso a mia madre 82 anni, casalinga, non avevano alcun riconoscimento economico e come lei milioni di donne, perché si tratta prevalentemente di donne, adesso forse anche di qualche uomo, e che hanno svolto questo lavoro nel silenzio, nel nascondimento, senza nessun tipo di riconoscimento.
Mi sembra che nella nostra legge regionale 30 prevediamo, fra i vari interventi, qualcosa che è una forma di assicurazione per le casalinghe, sennò non c’è niente, nel panorama legislativo italiano non c’è niente che dica “casalinghe” e metta dietro un impegno economico conseguente, a parte la pensione sociale che va a tutti.
Detto questo, ritorno alla domanda retorica: è un episodio isolato oppure l’inizio di una inversione di tendenza? Io credo che questa necessità già si era manifestata con forza nel 2010/2011 quando i primi segnali di restrizione delle spese da parte dello Stato stavano arrivando e ci siamo messi a contare cosa significa fare assistere una persona da un professionista, che può costare fino a 30/40 euro all’ora, e fare la stessa assistenza con qualcuno di casa, per non parlare di tutto il campo di assistenza agli anziani.
Credo che ci stiamo muovendo soprattutto per convenienza e per il fatto che non abbiamo più risorse a sufficienza per assolvere a questo tipo di soluzione.
Non mi scandalizzo, non ha importanza come ci siamo arrivati, l’importante è che ci siamo arrivati, chiedo solo il passo successivo, e lo dico perché c’è una proposta di legge in questo senso, Assessore Cesetti. Capisco che finanziarla con 400/500/800 mila euro è un discorso molto diverso, ma dico che è già un’inversione di tendenza. Ad esempio per il Sil (sostegno all’inserimento lavorativo), che è un’altra proposta di legge, noi mettiamo in conto che l'intervento venga fatto in una famiglia in difficoltà e non in un soggetto in difficoltà; L’altra proposta di legge è un’esenzione fiscale, l’unica che possiamo fare, in capo all’addizionale Irpef, che ha già tante esenzioni per cui si restringe il campo a poche famiglie e fra queste a pochissime ci sono quelle che hanno 3 o 4 figli a carico. Perché dico questo? Ricordo che questa cosa è già stata fatta dalla Puglia con il Presidente Vendola, per dire che non è una questione ideologica, la Lombardia ad esempio non l’ha fatta, l’ha fatta uno che non ha famiglia e non ce l’ha per i motivi che tutti sappiamo; tanto meno è uno che ha intenzione di fare figli da solo, detto ciò, l’esigenza di comprendere queste cose ci dovrebbe portare nel tempo all’ultimo passaggio che è quello della fiscalità. Faccio un esempio, con questo provvedimento, che abbiamo voluto chiamare con una dissennata parola inglese, spero che dopo l’uscita dell’Inghilterra dall’Europa cambieremo terminologia, la sceglieremo tedesca o francese se non ne abbiamo una italiana, dovremmo dare al caregiver soldi che, Assessore, abbiamo già preso. C’è un’altra strada, quella di non prenderli per niente, è una strada che sta maturando bene, è una strada che sottrae potere alla politica, intesa come capacità di redistribuzione, non so cosa ne pensa a questo riguardo, ma non voglio stimolare l'intervento dell’amato Consigliere Maggi su questa materia, però l’idea è buona, è inutile che continuiamo a prendere risorse alle famiglie e tassiamo quando poi dobbiamo redistribuirgliele a famiglie. Per cui in una famiglia in cui c'è una persona anziana a carico e due minori a carico, e ci sono uno o due stipendi, possiamo molto più semplicemente non prendere i soldi e lasciarli alla famiglia. Perché? Perché quell’anziano che sta in quella famiglia, che sta a carico, non con una pensione da 2.000 euro netti, perché se ha una pensione da 2.000 euro netti può provvedere a se stesso, con una pensione minima di 500/600 euro è chiaro che è un problema per quella famiglia e l'assistenza.
A questo riguardo potrebbe essere interessante mettere in moto questo processo, so bene Assessore Cesetti che noi non risolveremo il problema, perché la nostra fiscalità è molto limitata, ma se cominciamo ad usare questa mentalità magari fra un anno o due anche la Regione Marche metterà in conto la trattazione dell’articolo 116 della Costituzione e delle competenze regionali, come già ha fatto l’Emilia-Romagna attraverso legge regionale ed oggi la Lombardia ed il Veneto attraverso un referendum che dovrebbe portare ad una proposta di legge regionale, credo che ci incammineremo sulla strada giusta, avremo finalmente capito che il pubblico non è il luogo che deve creare stipendi per l’assistenza, ma il pubblico è il luogo che deve fornire servizi al cittadino al costo minore ed alla migliore convenienza. Questo costo minore e questa migliore convenienza potremo accorgerci che il cittadino li fa per conto suo, basta lasciargli il tempo per farlo perché il paradosso è che tutti sono dell'idea che tutti devono lavorare, abbiamo uomini e donne che vanno a lavorare a 800/900 euro al mese in qualche call center e poi ne spendono 1.200 per assistere i loro anziani. Diamo allora questa possibilità alternativa, diamo la possibilità di assistere gli anziani avendo queste risorse senza necessariamente mettere in moto un processo lavorativo che costa oggettivamente a tutti.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Celani.
Piero CELANI. Grazie Presidente. Intanto mi sento di condividere quanto è stato detto finora dai Consiglieri che sono intervenuti in quanto si sentiva la necessità di un dibattito in tal senso.
Voglio soltanto fare una brevissima considerazione, mettendo in risalto una cosa che in questo dibattito è stata velatamente accennata.
Dietro questo, così è stato chiamato nella mozione, gesto d’amore nei confronti della cura dei familiari c’è un aspetto molto importante che vorrei sottolineare.
Con questa nuova figura noi rimettiamo al centro del dibattito della vita sociale la famiglia. Credo che sia una delle cose che noi dobbiamo sottolineare, mettere in evidenza, perché ultimamente si parla molto della centralità della famiglia, ma poco si fa in termini di sostegno.
Molte mozioni hanno riguardato il sociale, anche gli aspetti socio-sanitari, e noi abbiamo parlato di famiglia in termini soprattutto civilistici, ma non ne abbiamo mai approfondito la valenza in termini prettamente sociali.
Noi con questa figura ridiamo vitalità ed importanza a questa cellula fondamentale della società civile, che in pratica è la famiglia, spero quindi che questo provvedimento, qualora venga trasformato in legge, questo disegno di legge che giace mi sembra in Commissione al Senato, possa vedere la luce nel più breve tempo possibile e dovrà poi essere accompagnato da provvedimenti non soltanto specifici per questa figura, ma da una serie di provvedimenti che riguarda la famiglia, il nucleo di appartenenza del caregiver.
Questo aspetto ci consentirà di cominciare a ragionare in termini di coesione, una coesione sociale fatta non soltanto tra diversi ambiti istituzionali, ma una coesione sociale che guarda all’entità minimale della società, cioè alle persone che vivono all'interno di uno stesso tetto e che vengono considerate una famiglia nel senso più generale dell’accezione di questa parola.
Sono convinto che questo si possa fare, sono favorevole, come tutti hanno già detto, a questa mozione, con una raccomandazione: nel momento in cui viene approvata, ma anche prima, cominciamo a ragionare in termini di sostegno al nucleo familiare, affinché il caregiver, al di là dell'approvazione o meno di questa legge, possa assurgere a figura indispensabile per la vita dell’ammalato, non solo, ma anche per la vita sociale all’interno della famiglia. Grazie.
PRESIDENTE. Passiamo alla votazione.
Mozione n. 275. La pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa approva)
Mozione n. 280
ad iniziativa della Consigliera Leonardi
“Rilancio delle aree montane colpite dal terremoto: sostegno concreto per lo sviluppo turistico, economico e naturalistico dei bacini sciistici di Frontignano-Bolognola-Sassotetto-Monte Prata”
Mozione n. 303
ad iniziativa della Consigliera Leonardi
“Rilancio delle aree montane colpite dal terremoto e sostegno concreto per lo sviluppo economico, turistico, naturalistico, dei bacini sciistici di Frontignano-Bolognola-Monte Prata”
(abbinate)
(Discussione e votazione)
PRESIDENTE. Ricordo che la mozione n. 280 è stata ritirata dalla proponente, quindi l'ordine del giorno reca la mozione n. 303 della Consigliera Leonardi, che ha la parola per illustrarla.
Elena LEONARDI. Le aree montane colpite dal sisma hanno avuto una serie di ripercussioni anche strutturali a livello di impiantistica sciistica e di strutture ad essa connesse.
L’economia di molti paesi del maceratese, del fermano e dell’ascolano si basano su un turismo invernale legato agli sport della neve, nonché ad un uso estivo degli impianti di risalita in quota verso pascoli e le sommità montane.
I forti terremoti susseguitesi dal 24 agosto dello scorso anno, hanno creato purtroppo un improvviso blocco delle attività sportive e quindi dell'afflusso turistico verso i paesi di montagna.
Risulta a questo punto necessario un intervento concreto, rapido ed efficace da parte della Regione per recuperare e sviluppare questi comprensori sciistici con progetti innovativi, competitivi e moderni, compatibili con l'ambiente ed il paesaggio dell'Appennino locale.
Nel dettaglio, occorre ripercorrere ed illustrare le necessità per entrare nel merito delle realtà di ogni area a vocazione turistica e rilanciare concretamente tali stazioni sciistiche e tali comprensori, che sono molto più ampi. Per fare alcuni esempi ed entrare nel merito, il caso dell'area relativa al comprensorio di Bologna, negli ultimi anni si è assistito ad un decadimento dovuto alla mancanza di attrezzature idonee, punti di ristoro, impianti competitivi e ad una adeguata organizzazione della stazione medesima.
Nel caso del Monte Prata il forte terremoto del 30 ottobre 2016 ha devastato la strada di collegamento tra la stazione sciistica e il centro abitato di Castel Sant'Angelo sul Nera interrompendo questa infrastruttura di comunicazione che è importantissima per collegare l'impianto.
Per quanto riguarda Frontignano gli interventi necessari sono da effettuarsi sia per gli impianti di trasporto in quota che per le attrezzature utili all'innevamento artificiale che per le strutture di servizio oltre a quelle ricettive di accoglienza.
Nello specifico del comune di Ussita va tenuto conto del sostegno allo sviluppo del cosiddetto “versante canalone” e del recupero del Palaghiaccio e dell'adiacente piscina, strutture di strategica importanza lesionate dal terremoto.
Nella tragicità di questi eventi occorre pertanto trovare una possibilità di rinnovamento e di innovativa progettazione per queste aree al fine di crearne un punto sportivo, attrattivo, di interesse, per tutto il centro Italia.
Occorre quindi cogliere la possibilità di creare dei progetti di espansione di sviluppo collegando, ove possibile, le varie stazioni sciistiche fra loro e creando quindi un polo attrattivo che sia veramente un volano per rilanciare questi territori.
Serve, ad esempio, sostenere il progetto di creazione di nuovi invasi per l’innevamento artificiale, utili anche all’abbeveramento estivo del bestiame da pascolo in quota, per le stazioni che prima ho elencato.
Uno studio in merito è stato commissionato dalla Confederazione italiana agricoltori e dalla Confederazione produttori agricoli delle Marche con un relativo studio di impatto ambientale anche perchè una parte economica importante di quelle aree riguarda gli allevamenti e le produzioni enogastronomiche.
Questi laghetti avrebbero anche una valenza importante per la lotta agli incendi boschivi e quindi avrebbero una rilevanza per la sicurezza delle persone, dei manufatti e del patrimonio arboreo ed arbustivo.
Sarebbe inoltre strategicamente importante, nel caso del comprensorio di Bolognola, dal punto di vista del rilancio economico e turistico, l’accesso ad una “sky area” dal versante di Amandola, facilitando pertanto l'afflusso verso questi impianti da più versanti, anche extra regione.
La previsione di un impianto di illuminazione notturna consentirebbe di estendere l'utilizzo di questi impianti.
Va rilevato che, riattivare in breve tempo il settore sciistico e dei collaterali sport, con tutto quello che comporta, rispetto all'inverno, oltre alle possibilità che ci sono durante l'estate di utilizzare questi impianti per andare in quota, aiuterebbe questa economia e incrementerebbe i livelli occupazionali, che oggi sono in crisi in tutto il comparto, quindi non solo quelli legati agli impianti da sci, ma tutte quelle infrastrutture e strutture che vivono di riflesso, pensiamo agli agriturismi, pensiamo ai ristoranti, pensiamo ad un'economia che cresce intorno a queste zone.
Lo spopolamento, come sappiamo tutti, era già in atto per le zone dell'entroterra che hanno subìto un fortissimo contraccolpo rispetto al terremoto, avrebbe, se si riuscisse a far ripartire queste realtà, non solo un blocco, ma probabilmente un'inversione di tendenza, stimolato dai nuovi investimenti economici e turistici che si avrebbero nel complesso.
Un altro settore sempre nell'ambito turistico da valorizzare in queste zone è quello del turismo naturalistico, di quota, che potrebbe ugualmente essere, con progetti mirati, valorizzato, tenuto conto anche della presenza di siti di importanza comunitaria e di aree floristiche di pregio in quelle zone.
Questa mozione nasce dall'accoglienza di alcune istanze da parte di quei territori ed anche dalla valutazione del rifinanziamento di fondi previsti dalla Comunità Europea.
Sono partita dal fatto che è in corso una rinegoziazione con la Presidenza del Consiglio e la Commissione Europea in merito ai fondi del Por-Fesr; il 5 ottobre scorso si è riunito l'apposito Comitato di sorveglianza per approvare e valutare le proposte e la rimodulazione presentata.
Si parla di 248 milioni di euro che potrebbero essere impiegati per il rilancio e lo sviluppo economico dei comprensori sciistici in oggetto che riguarderebbero in particolar modo la ricettività e i piani di promozione turistica locali.
Voglio ringraziare l'Assessore al turismo, il Presidente della II Commissione per l'approfondimento che mi hanno consentito di fare con gli uffici competenti, al fine di valutare - e qui c'è un ampliamento rispetto alla prima mozione che avevo presentato - e di ampliare, essendo il bacino di richieste di quell'area molto ampio e toccando vari temi, la possibilità di intervento non solo a questi 248 milioni di euro, che hanno delle finalità ben precise, ma valutare tutte quelle realtà economiche alle quali si può far riferimento per contribuire al rilancio di quest'area.
Infatti un'ulteriore risorsa, per uno di quegli interventi che ho citato in premessa, potrebbe arrivare dal fondo di sviluppo e coesione che ha previsto all’interno della Conferenza Stato-Regioni circa 125 milioni di euro per la nostra Regione e questo andrebbe, ad esempio, a incidere sul recupero strutturale degli impianti e delle strade, perché ha una finalità ad esso mirata.
Altre risorse potrebbero arrivare dal rifinanziamento della legge regionale 22/2001 che riguarda gli impianti di risalita. Ulteriori possibilità andrebbero legate, ad esempio, a un interessamento diretto del Commissario Straordinario per il terremoto che potrebbe emettere un decreto specifico dedicato al recupero di queste infrastrutture e certamente velocizzare le valutazioni rispetto alla reale sussistenza del problema strutturale e non solo.
Un altro intervento potrebbe arrivare dai fondi aggiuntivi del programma di sviluppo rurale, in particolar modo la misura 4.1 riguarda gli investimenti delle aziende agricole. Abbiamo parlato della possibilità di realizzare questi bacini artificiali che avrebbero una funzione, durante l'estate, sia legata all’approvvigionamento idrico del bestiame che alla possibilità di tenere in sicurezza dei luoghi che abbiamo visto, purtroppo, anche nell'ultima stagione, essere soggetti a possibili incendio.
Le ultime risorse alle quali si potrebbe far riferimento sono quelle del Psr Marche 2014/2020, che ammontano complessivamente a 159,25 milioni di euro e queste risorse, che sono date ai gruppi d’azione locale, potrebbero essere utilizzate per le aree del cratere.
Con questa mozione chiedo alla Giunta:
- di prevedere, all'atto della revisione del Por-Fesr con le risorse aggiuntive del sisma, lo stanziamento, tramite apposite misure, per il finanziamento della ricettività turistica dei comprensori sciistici e delle aree montane di Frontignano, Bolognola e Monte Prata in particolare;
- prevedere nell'ambito del reperimento di ulteriori risorse, come quelle del fondo di sviluppo e coesione, l'attivazione di misure per il recupero strutturale degli impianti sciistici;
- a prevedere, nell'ambito delle risorse aggiuntive per il settore agricoltura per le aree colpite dal terremoto, appositi interventi al fine di realizzare piccoli bacini lacustri da posizionare in quota indispensabili per l'abbeveramento animale e l'antincendio boschivo durante l'estate e l’innevamento durante l’inverno;
- ad impegnarsi, nella scelta strategica con allocazione della misura 19 priorità 6, con l’impegno dei Gal delle aree del cratere, per utilizzare quota parte di tali fondi per raggiungere questa finalità;
- ad avviare un tavolo urgente di concertazione con Sindaci e gestori degli impianti esistenti per arrivare ad un'efficace istruttoria legata alle esigenze del recupero ed al riavvio delle attività sciistiche di turismo invernale, estivo e di alta quota. Questo perché siamo di fronte a realtà anche molto differenti dal punto di vista amministrativo, abbiamo impianti privati, abbiamo impianti che sono di proprietà comunale, abbiamo una realtà frastagliata e diversificata che necessita di essere riunita attorno ad un tavolo per arrivare al raggiungimento delle finalità migliori per ognuna di esse;
- a sollecitare i servizi competenti nelle verifiche, nelle compilazioni delle relative schede istruttorie per avere un quadro più completo possibile della situazione degli impianti sciistici;
- di coinvolgere la figura del Commissario Straordinario per l'emergenza al sisma per programmare finanziamenti mirati al recupero di queste infrastrutture e delle strade di collegamento che sono indispensabili per il rilancio dell'area;
- a verificare tutti gli aspetti naturalisticamente, paesaggisticamente, compatibili con le risorse aggiuntive per il rilancio di quest’area.
Sono stata un po' lunga nell'esposizione dei fatti, ho voluto non tralasciare nulla perché reputo che questa mozione possa essere un punto importante per rilanciare e utilizzare bene quelle risorse, in particolar modo quelle che provengono da diverse aree dei fondi europei, per dare un rilancio concreto alle zone colpite dal terremoto, per dare non solo dei fondi che ripristinino le condizioni attuali ma che addirittura possano migliorarle, facendo sì che queste zone trovino delle forme concrete di rilancio e di rinascita, attraverso il lavoro, attraverso opportunità di sviluppo e di rilancio, che a cascata consentirebbero anche di ripopolare queste zone, combattendo lo spopolamento e la morte di queste nostre bellissime terre. Grazie.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Marconi.
Luca MARCONI. Grazie Presidente. Una mozione, che voteremo, almeno io voterò, molto articolata, direi quasi un programma per una zona delle Marche che in termini di distruzione è forse la più colpita, non come vite umane, come ben sapete, perché quel piccolo angolo del maceratese che insiste sul Nera, che ha complessivamente circa, non so se ci arriva, 3.000 abitanti, ha avuto il peggiore dei terremoti ad ottobre quando, ringraziando la Protezione Civile e qualche altro, tutti se ne erano già andati.
Detto questo, ho voluto fare, Consigliera Leonardi, due conti anche relativamente ai tanti impegni economici che in questa mozione richiama.
Se presi in assoluto, lo dico perché sarà la prima obiezione se questa mozione sarà approvata, mi auguro che lo sia a larga maggioranza, e diventerà anche l’occasione per un confronto serio, cioè non rimarrà come tante mozioni lettera semiviva, non voglio dire lettera morta, ma lettera semiviva, perchè le risorse che vengono reclamate sono tante, ho fatto due conti e sono milioni.
Ora lo dico per chi non è della zona ed anche perché nel già lungo intervento la Consigliera Leonardi non ha avuto il tempo di precisare questa cosa, ma penso che lo avrebbe fatto, questa non è solo per quei comuni, cioè qui non stiamo decidendo, non stiamo proponendo che si decida che vengano investiti alcuni milioni anche di risorse regionali e fondi europei per un comune, per la cosa che ci sarà lì, facciamo il giardino per l'infanzia, facciamo una piccola struttura, qui stiamo immaginando un comparto che ha questa capitale e questa capitale si chiama area di Visso, Ussita, Castel Sant’Angelo o Alta Valnerina.
Se questa realtà si rimette in moto, ed è la parte occidentale della catena settentrionale dei Sibillini, perché l'altra parte, quella che gravita su Sarnano e Sassotetto, è aperta e quest'anno ha avuto un sacco di neve, almeno da gennaio, ed ha lavorato per circa due mesi, da metà gennaio fino a marzo. Anche le piste dei Piani del Ragnolo, dove si fa il fondo e normalmente non c'è neve, quest'anno hanno lavorato. Quindi è tutto un comparto perché da Pievetorina in su, con piccole deviazioni su Fiastra e Montecavallo, se c'è questo movimento tutta l’area diventa zona di attrattività, non solo per i 3.000 abitanti di quella zona, ma per i 10.000 abitanti della Comunità Montana dei Monti Sibillini, che ha come riferimento Camerino.
Quindi questo è significativo perchè tra le altre cose questo è un lungo braccio che si distende verso sud partendo dalla superstrada all’altezza di Muccia, dalla Quadrilatero all’altezza di Muccia si arriva lì.
Di tutte le cose segnate, una cosa mi permetto di metterla all’attenzione della Giunta come prioritaria assoluta ed è il punto 2, perché la prima cosa che dovremmo fare, io non so quali sono le situazioni tecniche, magari l’Assessore Sciapichetti ci ascolta anche se non è presente, è questa perché, da quanto ho capito, il ripristino della strada Valnerina, che è quella che ci collega verso Roma e che riaprirebbe un importante versate turistico, che è sempre stato un punto di riferimento naturale per il Lazio e per Roma, cioè la zona di Visso, ha grosse difficoltà da un punto di vista tecnico.
Mi auguro che la strada che da Castel Sant’Angelo porta a Castelluccio sia meno disastrata, questo ricreerebbe il collegamento, cioè ritorneremo a fare quello che spesso facciamo, la bella passeggiata e ci metterebbe in collegamento con l’Umbria e con Arquata del Tronto, quindi riprenderebbe tutto il comprensorio ad essere trafficato su tutti e tre i versanti: quello ascolano, quello maceratese e quello perugino-umbro.
Quindi la prima cosa è la strada, anche perché consente di raggiungere gli impianti sciistici del Monte Prata, sennò è inutile che mettiamo in moto questo se non c’è questo tipo di passaggio.
Per il resto interventi sull’agricoltura, eccetera, io farei solo una verifica pratica, e lo dico all’Assessore Sciapichetti, bene l’utilizzo dei nostri fondi se c’è qualcosa da poter utilizzare, ma finché possiamo cerchiamo di essere più aggressivi possibili nei confronti dei fondi ordinari per il terremoto rispetto ai fondi ordinari che abbiamo in altri settori. Questo è prioritario, io penso che sulla provincia di Macerata non abbiamo altra cosa da fare, per l’area montana sul piano turistico, che rimettere in moto questo percorso, perché in queste realtà, tolto l'assistito, tolto il pensionato, tolto qualche impiegato che lavora a Camerino e a Macerata, l'unica attività di natura privata che può essere messa in piedi è quella che gira intorno al turismo e soprattutto a Visso che non ha l’alta montagna, campa sui passaggi turistici che raggiungono altre località, oltre naturalmente a quello che Visso vive di proprio, ma Visso non ha avuto mai una grande ricettività rispetto a quella che c’è su Frontignano e sul Monte Prata.
Penso che la mozione debba essere sostenuta e, ripeto, al di là della retorica, al di là di tutti i comunicati che faremo domani o dopodomani, è una cosa seria che va seguita e che va portata a compimento, ripeto, utilizzando in via prioritaria i fondi che è ora che siano destinati anche a questa cosa.
Chiudo dicendo che condivido al 101% quello che ha detto l’Assessore relativamente alla discussione fatta intorno alla pista ciclabile, per cui dico, paradossalmente, che la nostra sfida dovrebbe essere questa, Assessore, prima rimettiamo in moto l’attività privata …, se ci fosse la necessità di scegliere un giorno prima metterei su le case e il giorno dopo le attività commerciali, turistiche, industriali o viceversa? Io dico viceversa, perché se noi rifacciamo le case, ma non abbiamo lavoro, non abbiamo le attività, come la mozione della Consigliera Leonardi reclama, penso che avremmo ricreato, come è stato nel ‘97, il museo delle case dei paesi abbandonati, basta andare sopra Visso sulla grande spianata di Colfiorito, a ridosso della Valnerina, per trovare molti villaggi perfettamente ricostruiti e perfettamente abbandonati.
Presidenza del Vicepresidente
Renato Claudio Minardi
PRESIDENTE. Ha la parola la Consigliera Marcozzi.
Jessica MARCOZZI. Grazie Presidente. Condivido in pieno questa mozione della Consigliera Leonardi ed apprezzo la linearità e la consistenza degli impegni che la mozione richiede a questa amministrazione.
Il problema di queste zone montane è la desertificazione e noi abbiamo fatto varie riunioni in questi comuni ed i Sindaci e l'intera collettività sono preoccupati per lo spopolamento.
Credo che la mozione vada in questo senso: evitare la desertificazione, quindi rilanciare il settore sciistico e i collegamenti collaterali, sport invernali, così come richiesto dalla mozione, bloccherebbe lo spopolamento che è in atto.
La mozione quindi è una somma di quanto andrebbe fatto per le zone montane, partendo proprio dal volano turistico, ma non solo.
Occorre far leva sugli eventi catastrofici che hanno colpito la nostra regione per colmare quanto distrutto o compromesso, e non parlo solo di strade o strutture, ma più in generale dell'economia e dei servizi per rilanciarli rinnovandoli.
Servirebbe dunque un puntuale piano d'azione per evitare dispersioni di capitale e soprattutto per monitorare, una volta gettate realmente le basi della rinascita, l'andamento dello sviluppo, però condivido anche quanto espresso e citato nella mozione che è indispensabile e necessario un concreto e strutturato confronto con le amministrazioni e le istituzioni locali.
Il Sindaco di Sarnano, l'abbiamo anche rilevato parlando con i Sindaci e facendo una riunione a Sarnano, ha detto che ogni comune ha una realtà a sè, allora rilanciare il settore turistico attraverso gli sport invernali e il settore sciistico è importante, però è altrettanto importante parlare con i Sindaci, anche singolarmente perché ogni Comune, ripeto, ha una realtà a sè.
Il Consigliere Marconi parlava della strada, certo è importante, è importantissimo il recupero totale della strada di collegamento Castel Sant'Angelo sul Nera-Monte Prata, però mi chiedo: si è iniziato a lavorare per ripristinare questa strada? Sul fronte naturalistico e geologico quali sono i dati in mano all'amministrazione? Rimettere in moto l'attività privata è importantissimo, certamente, altrimenti fare le case rimane aleatorio se non riparte l'attività privata, ecco allora che è importante sollecitare la nostra Giunta a far si che venga messa in moto questa attività per bloccare lo spopolamento delle zone montane.
Quindi condivido in pieno questa mozione e mi auguro che questa amministrazione vada in questo senso. Grazie.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Traversini.
Gino TRAVERSINI. Vorrei ricordare, oltre che esprimere parere favorevole alla mozione, un po' il lavoro che è stato fatto.
La mozione è stata presentata in maniera completa, iscritta all'ordine del giorno del Consiglio e poi, per alcuni aspetti, rinviata in Commissione nella quale d'accordo l'abbiamo approfondita, lo ricordava prima la Consigliera Leonardi, con i dirigenti e con l'Assessore con cui abbiamo avuto un incontro.
La mozione in discussione oggi, per alcune situazioni che sono state modificate, credo che sia più che accoglibile, nel senso che rappresenta una possibilità di indirizzo, di attenzione, rispetto ad uno dei tanti problemi di quelle zone, soprattutto delle aree interne in generale, a parte la questione del terremoto, e viene accolta.
E' chiaro che ci sono situazioni sulle quali noi abbiamo fatto un'operazione e credo sia servita per vedere quali sono le reali possibilità di risposta da parte di quel territorio. I danni del terremoto subìti dagli impianti sciistici sono rimediabili attraverso i finanziamenti nazionali, così per le strade, così è importante un'azione di rilancio di quella economia legata alle attività produttive, soprattutto legate al turismo. In questo caso attività che sono, così come una serie di iniziative, che ha ricordato la Consigliera Leonardi, legate alla possibilità di creare laghetti artificiali utilissimi per gli impianti di sciovia, per la lotta agli incendi, per l'economia di quel territorio, anche questi finanziabili attraverso situazioni già previste in bandi o misure differenti una dall'altra.
Un panorama completo che credo dia a questa mozione la possibilità di avere una risposta da parte della Giunta sull'impegno che si deve prendere in maniera concreta e seria. Una mozione che può avere la legittimazione e la risposta a quello che si dovrà fare.
E' chiaro che quello che è importante è anche il rapporto con i Sindaci. Un confronto auspicato dalla mozione per accordarsi su uno sviluppo che deve essere integrato, quello che ha detto anche il Consigliere Marconi, perchè è chiaro che non basta ricostruire gli impianti, c'è bisogno soprattutto di dare risposte alle attività economiche locali, che sono la questione principale.
Comunque, al di là di tutto quello che è stato detto estremamente positivo, è stato individuato un percorso supportato da fonti finanziarie, che già sono in piedi e che possono dare risposte alla problematica portata in Consiglio.
Quindi un lavoro portato avanti in maniera seria, al di là dei rinvii che potevano sembrare finalizzati all'allungamento della problematica, invece il tempo è stato speso in maniera corretta e credo che il risultato oggi lo si veda.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Giorgini.
Peppino GIORGINI. Grazie Presidente. Se la parola “terremoto” porta con sé un significato profondo, visto quello che è successo, di solidarietà ed equità, credo che questa mozione sia incompleta perché non trovo giusto lasciare fuori dei comprensori sciistici importanti come Sarnano-Sattotetto, Ascoli e Forche Canapine.
Per quale motivo queste zone, che fanno parte degli 87 comuni del cratere, devono essere lasciate fuori da questa mozione?
Credo che non ci sia una forma di equità in questa mozione, penso che vadano inserite tutte queste realtà turistiche che oltre ad essere importanti per il turismo invernale sono importanti anche per il turismo estivo. Siccome i 248 milioni di euro sono stati suddivisi 124 per gli 87 comuni del cratere e 124 per i 130 comuni che non ci azzeccano nulla, per dirla alla Di Pietro, con il terremoto, credo che i fondi possono essere, e su questo sono d'accordo, deviati su tutte le zone sciistiche, non solo su quelle che ha nominato la Consigliera, cioè Frontignano, Bolognola e Monte Prata, ma anche sulle altre, Sarnano-Sassotetto, Ascoli e Forche Canapine.
Penso che così potrebbe essere impostata la mozione e noi potremmo dare un parere positivo ed accettarla. In questo modo, essendoci figli e figliastri, non credo che daremo il voto favorevole a questa mozione. Grazie.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Bisonni.
Sandro BISONNI. Voglio sottolineare l'importanza di promuovere e rilanciare il turismo di queste zone. Voterò a favore di questa mozione, la ritengo valida, importante per il rilancio dell'entroterra e delle zone montane che sono state colpite duramente.
Condivido anche quello che dice il Consigliere Giorgini nel senso che si potrebbe allargare anche ad altre realtà e sarebbe giusto farlo, magari ci potrebbero essere altri atti seguenti a questo ed anche il Consigliere Giorgini può farli in questo senso, o tutti noi, .
Comunque questo mi sembra un primo punto importante per il rilancio dell'entroterra e di quelle zone che sono state duramente colpite dal sisma e sono convinto che giustamente la vita di quei territori riparta anche dall'economia e questo mi permette di fare una puntualizzazione, non volevo ritornare sull'argomento, però visto che il Consigliere Marconi ha ritirato fuori la storia della pista ciclabile, vorrei specificare perché sono convinto che qui sia giusto votare a favore, mentre le risorse degli SMS non era giusto impiegarle per la pista ciclabile. Per un semplice fatto di opportunità, perché non si fanno determinate opere con i soldi degli SMS, una questione di opportunità, non perché sia meno importante quell'opera rispetto ad altre. Tutto è importante – Assessore non volevo tornare su questo argomento, me lo ha rilanciato il Consigliere Marconi e quindi devo rispondere - non ci sono considerazioni diverse, l'importanza del rilancio dell'economia e di determinate opere è condiviso da tutti. Nel caso della pista ciclabile c'era un discorso, non era opportuno fare quell'opera con quei soldi, tutto qui! Questo, secondo me, avrebbe evitato di far fare alla Regione Marche una figuraccia a livello nazionale perché poi questa cosa è andata su tutti i giornali. Quindi, non è che non si capisca l'importanza, anzi proprio per sottolineare che è importante rilanciare anche dal punto di vista turistico, dal punto di vista delle attività, dal punto di vista lavorativo, quelle zone che vivono sostanzialmente anche della bellezza dei loro passaggi, e questa mozione va a investire sul territorio, proprio per sottolineare la mia convinzione personale su queste cose, voterò a favore di questa mozione.
Ripeto, sono d'accordo anche con quello che ha detto il Consigliere Giorgini, questo ragionamento si può allargare, anzi mi auguro che ci siano degli atti conseguenti a questo che possano allargare questa iniziativa anche ad altre zone.
Confermo il mio voto a favore di questa mozione.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Zaffiri.
Sandro ZAFFIRI. Grazie Presidente. Credo che questa sia una mozione interessante per due motivi, primo, perché affronta problemi post terremoto e chiede con forza che venga vigilato con attenzione e che i marchigiani diventino protagonisti per risolvere i problemi del loro territorio; secondo, quest'anno sarà il secondo anno che questi impianti rimarranno chiusi. Questo purtroppo è il vero dramma, dopo due anni che questi impianti rimangono chiusi rischiano di essere definitivamente chiusi. Questa è la drammaticità della cosa! E' un problema vero, il problema vero è questo, perché rimetterli in funzione fra tre anni, quattro anni, vuol dire smantellarli e ricostruirli, perché non si mettono più a posto. Questo è il problema vero.
Perciò questa mozione ha anche la forza, se viene approvata dalla maggioranza di quest'Aula, per impegnare il Presidente affinché si adoperi e si possa realizzare sugli impianti, in poco tempo, o durante il periodo invernale se si potrà lavorare, non lo so, qualche intervento, perché questa è la drammaticità della cosa, altrimenti siamo aria fritta rispetto a questa situazione.
Credo che questa mozione vada votata anche perché siamo nel mese di novembre, siamo al secondo anno, al secondo inverno, nel quale gli impianti sciistici non vengono aperti e rischiano di avere una situazione drammatica.
Penso che questa mozione sia anche un auspicio, una possibilità politica forte che quest'Aula manda alla Giunta, perché questo è il problema, dà forza alla Giunta affinché il Presidente con il Commissario Straordinario cerchino di risolvere ed affrontare questo problema che rischia di essere drammatico. Per questo territorio non c'è solo la ricostruzione ed il problema abitativo, ma successivamente ci dovrà essere anche la ricostruzione degli impianti sciistici, che vedo veramente difficile.
Credo che invece, urgentemente, ancora c'è possibilità, ne sono convinto in termini di tempo, si possa intervenire affinché si riaprano gli impianti, magari per farli funzionare, se non si possono aprire al turismo, però ci può essere anche una doppia possibilità, l'importante è metterli in funzione, perché mi dicono che c'è bisogno dell'allineamento di pali, dell'allineamento di piloni, perchè il terremoto li ha portato fuori allineamento, così come le funi e le corde. Questo è un passaggio estremamente importante.
L'Assessore ed il Presidente devono guardare con attenzione questo problema, magari far ripartire gli impianti e non aprirli al turismo può essere già un primo segnale perché nelle prossime stagioni possano essere aperti e funzionare. Grazie.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Celani.
Piero CELANI. Grazie Presidente. Al di là del merito di questa mozione, cioè delle richieste specifiche e sacrosante che vengono fatte, credo che ancora una volta noi dobbiamo approfittare di questi momenti per rimettere un po' al centro del nostro dibattito, del nostro essere dopo il terremoto, cosa si vuole fare per riattivare l'economia di questo entroterra. Il problema è tutto qui!
Potremmo fare centinaia di mozioni specifiche, però se non ci convinciamo che la prima cosa da fare per riattivare l'economia di queste aree è mettere mano alle attività produttive che sono presenti al loro interno, non andiamo da nessuna parte.
Quando dico attività produttive intendo anche attività di questo tipo, perché un'attività imprenditoriale che gestisce gli impianti sciistici in queste zone è un'attività produttiva a tutti gli effetti, e come tale, ovviamente per dare un sostegno significativo, noi dobbiamo considerare che è necessario mettere in atto una serie di progettualità che vanno dalle infrastrutture materiali, alle infrastrutture immateriali, ai servizi, soprattutto da dare a chi vuole frequentare queste aree.
Al di là della grande valenza specifica che questa mozione ha per quanto riguarda questo tipo di impianto, ritengo che abbia una valenza politica perché rimette al centro del nostro dibattito questo tipo di discorso e mi auguro anche che lo si posso fare anche velocemente per capire che cosa strategicamente si vuole fare per rilanciare queste aree dal punto di vista degli insediamenti produttivi che producono ricchezza da ridistribuire su tutti coloro che ci abitano. Altrimenti, se in queste aree non produciamo ricchezza da ridistribuire agli abitanti, noi costruiamo delle cattedrali vuote, non dico nel deserto, ma vuote.
Per cui investire su questi impianti significa investire sulle attività produttive di queste aree, significa investire nei servizi, significa, ed è necessario, investire nelle infrastrutture materiali e immateriali, perché molte di queste aree non hanno addirittura nemmeno la Adsl, per cui immaginate come siamo messi in questi luoghi. Non possiamo immaginare che i giovani possano rimanere in queste aree se non possono connettersi, non dico con il resto del mondo, ma con il resto della provincia. Ha un significato molto importante per cui non si può non essere d'accordo su questo aspetto.
Tocco un altro argomento che ha introdotto il Consigliere Giorgini, non è che ogni volta che si fa una mozione deve essere coinvolto il mondo intero della regione, credo che bene ha fatto la Consigliera Leonardi a focalizzare il discorso su quest'area perché su altre tipologie, su altre aree, ci sono altre problematiche che la Regione deve affrontare. Lo dico perché in Commissione già ne ho parlato e il Presidente Traversini credo se ne ricorda, era presente anche la Consigliera Leonardi. Ad esempio Forche Canapine per tre quarti sta in territorio umbro, quindi la Regione ha poco da fare, forse solo il rifugio per un quarto o forse un po' di più è di proprietà della provincia, ma è in territorio perugino, quindi urge un accordo di programma prima di fare investimenti, non si possono utilizzare fondi Por-Fesr della Regione Marche perché l'impianto sta su un altro territorio, anche se il versante di utilizzo è un versante ascolano, è il versante di Acquasanta e di tutta questa zona. Urge una progettualità diversa, un impegno politico diverso e mi auguro che possa essere fatto.
Peggio ancora, e questo interessa il versante ascolano, quindi potete immaginare quanto ci tengo a questo argomento, anche perché sono stato un po' di anni in qualità di Sindaco di Ascoli, Presidente del Consorzio di sviluppo dei Monti Gemelli, tutto quell'impianto è in territorio abruzzese, nel Comune di Civitella e Vallo Castellano. Paradossalmente un solo pilone di quell'impianto sta nel comune di Ascoli, quindi nella regione Marche. La Regione Marche potrebbe utilizzare dei fondi per mettere a posto un pilone? Assurdo.
Occorre anche qui un accordo di programma forte con la Regione Abruzzo. Anni fa ci avevamo provato, l'allora Assessore al bilancio, oggi On. Agostini, di concerto con noi del Comune di Ascoli, si tentò un approccio con la Regione Abruzzo, ovviamente con grande difficoltà, perché la Regione Abruzzo "per scopi ovviamente propri” non ha alcun interesse a sviluppare un impianto che, seppure sta nel suo territorio, ha un'utenza tutta ascolana, tutta marchigiana, per cui preferisce investire le proprie risorse derivanti da Por-Fesr sugli impianti di Prati di Tivo, Roccaraso. Ma credo che questo stia nella logica di un'amministrazione regionale, però nella logica del terremoto, di uno sviluppo congiunto ed omogeneo, dato che il terremoto ha interessato delle aree limitrofe abruzzesi, marchigiane ed umbre, noi possiamo individuare un comprensorio molto più ampio che interessi Forche Canapine con l'Umbria, che interessi Colle San Marco e Colle San Giacomo, proprio dove sono questi impianti, per far sì che venga messo giù un accordo di programma nel quale ogni Regione prende un impegno per fare ciò che può fare nei limiti delle normative vigenti. Quindi la Regione Abruzzo può investire su quegli impianti attraverso fondi Por-Fesr, la Regione Marche potrà investire attraverso altre risorse anche di proprio bilancio per poter dare delle risposte significative e rimettere in moto un'economia, che non è soltanto l'economia invernale collegata agli impianti sciistici, è un'economia a tutto tondo perché quando la neve non c'è quelle montagne possono essere frequentate benissimo, non solo d'estate ma anche in quelle stagioni maledette dove, ad esempio, sul versante ascolano oppure a Forche Canapine di neve ce ne sta pochissima, però se noi abbiamo delle strutture che danno servizi, se abbiamo strutture ricettive, se abbiamo all'interno dei parchi delle guide naturalistiche, se abbiamo ristrutturato le famose case del parco, creando in pratica tutta una serie di percorsi, quei territori torneranno a vivere 365 giorni l'anno.
Noi ci riempiamo la bocca di destagionalizzazione, io non vado ad un convegno dove non sento dire questo, ma non vedo progetti, che significa destagionalizzare? Significa avere dei progetti che possono essere calati ogni mese dell'anno, a gennaio e dicembre ho dei progetti per quanto riguarda lo sci, ma ho anche progetti qualora non ci fosse la neve. Ho progetti d'estate all'interno dei centri Cea che sono dentro i parchi che possono funzionare dal mese di aprile in poi, quando di sono le scuole, ma possono funzionare anche quando nei mesi invernali le scuole non ci vanno, ma ci vanno gli amanti della montagna, gli amanti della camminata, oppure gli amanti dello sci. Questo significa! Altrimenti parliamo di cose vuote, ci riempiamo tutti la bocca nei nostri convegni, come diceva prima l'Assessore Pieroni, però concretamente non facciamo nulla.
Questa mozione va in questo verso, quindi la sosterremo e credo che successivamente si possa mettere mano, perché questo è un fatto specifico della Regione Marche, nel rivedere la riprogrammazione dei fondi Por-Fesr e subito individuare delle risorse. Non potranno essere sicuramente 20/30 milioni, potrebbero anche essere meno, intanto per sistemare la strada, per allineare i piloni, come ha citato il Consigliere Zaffiri, e poi successivamente, questo è importante, in una conferenza, non la Conferenza Stato-Regioni, ma in una Conferenza di servizi fra la Regione Marche, la Regione Abruzzo e la Regione Umbria mettere mano a quei territori limiti di confine, i limes, censendo tutte quelle che sono le risorse all'interno di questi confini che sinergicamente li possono far ripartire. Significa che noi possiamo utilizzare nei nostri territori anche risorse della Regione Abruzzo, Umbria, che insieme possono dare dei risultati.
Chiudo con una battuta, un proverbio che gli antichi dicevano: una noce dentro la tasca non suona, due noci cominciano a suonare, allora uniamoci perché alcune risorse le possiamo mettere insieme in virtù della ripartenza economica di questi territori.
Mi farò promotore di questo aspetto, voglio riprendere quell'accordo di programma in itinere che avevamo pensato di mettere giù anche se poi con la Regione Abruzzo non si fece un grande percorso, ma ho intenzione di riprenderlo. Ne ho parlato in II Commissione con il Presidente Traversini: vedere insieme all'Assessore Pieroni e all'Assessore Bora, che credo abbia le attività produttive, di contattare i colleghi corrispondenti delle due Regioni interessate per arrivare definitivamente a risolvere queste problematiche, dato l'evento luttuoso del terremoto credo che si possa ragionare un po' più cautamente, un po' più tranquillamente, un po' più serenamente perché qui abbiamo un male comune e dobbiamo risolverlo comunemente senza campanili. Grazie.
PRESIDENTE. Ha la parola la Consigliera Leonardi.
Elena LEONARDI. Grazie Presidente. Riprendo la parola per chiarire due aspetti che riguardano l'intervento del Consigliere Giorgini.
Innanzitutto il Consigliere Giorgini ha parlato di una esclusione di Sarnano e Sassotetto, comprendo che la mozione è lunga ed articolata, però la stazione di Sassotetto è fra quelle individuate nel testo come una potenzialità di espansione, attraverso ad esempio il collegamento tra Pintura di Bolognola e la stazione di Sassotetto, questo perché, come è stato ricordato da chi è intervenuto prima di me, fortunatamente l'impianto lo scorso inverno ha lavorato e bisogna lavorare in questo senso per un potenziamento.
Il tavolo che io ho inserito con i Sindaci e i gestori di tutta l'area, parlo di comprensorio, il tavolo da aprire con la Regione, i tecnici e chi amministra il territorio, quindi i Sindaci e i gestori, riguarda tutti, quindi nello specifico riguarda anche Sarnano con i suoi impianti.
Questo perché la mozione era ed è complessa e riguarda non solo il recupero di ciò che è stato danneggiato, parliamo di infrastrutture, parliamo di collegamenti, parliamo di ricettività, parliamo di tutto quello che riguarda quel comprensorio, quindi chi ha avuto i danni e chi non li ha avuti, ma riguarda l'investimento e il potenziamento.
Seconda cosa, non entro nel merito delle tipologie di impianto dell'ascolano perché lo ha fatto bene il Consigliere Celani, che conosce in maniera approfondita la questione, ma voglio far capire, e su questo chiedo magari una riflessione a tutto il Movimento 5 Stelle, che con questa mozione non si vuole aiutare qualcuno escludendo altri, quindi appoggiare una futura mozione che aiuti altri impianti o altre tipologie attraverso l'approvazione di questa mozione, non si vuole escludere qualcuno, si vuole porre, questi ho voluto fare, il focus su un'area martoriata dal terremoto, come quella dell'alto maceratese, andando ad approfondire - di questo ho già ringraziato chi mi ha dato l'opportunità - con tutte le potenzialità. Io ho presentato uno spaccato che per quanto approfondito ha dei margini di ulteriore approfondimento e di inserimento di altre questioni e per questo invito nella mozione ad aprire quel tavolo perché chi è rappresentante di quelle zone conosce anche meglio di me ogni singolo pilone, ogni singola struttura ricettiva che ha bisogno, ogni singola realtà di giovani che vogliono magari poter esprimere le proprie potenzialità professionali in questo comparto, senza dover andare a prestare il loro servizio in alta Italia. Questo lo dico perché qualche giorno fa ero ad Ussita e mi è capitato di parlare con dei ragazzi che vogliono lavorare in questo mondo e cercavano di capire se e quando i comparti del territorio in ambito sciistico sarebbero stati ripristinati.
Noi dobbiamo fare ogni sforzo possibile per aiutare queste aree messe in ginocchio a rialzarsi e a far fronte con le proprie gambe, con le potenzialità che hanno, non solo al dramma del terremoto, ma sviluppare le potenzialità umane e diciamo logistiche che noi e queste zone abbiamo.
Quindi ci tengo a che questa mozione non passi come inclusiva per alcuni ed esclusiva per altri, questo non è, e in questa ottica ho accolto per tre volte che questa mozione inserita all'ordine del giorno venisse rinviata proprio perché avevo colto la volontà da parte della maggioranza di comprendere le potenzialità positive di questa mozione e di volerle in qualche modo aiutare a giungere ad un iter positivo.
Questo lo voglio chiarire perché non ci sia un velo di negatività rispetto a un qualcosa che non è, non si tratta di escludere qualcuno e in particolar modo sul discorso di Sassotetto l'ho voluto chiarire nel merito perché è proprio citato all'interno della mozione. Grazie.
PRESIDENTE. Ha la parola l'Assessore Pieroni.
Moreno PIERONI. Grazie Presidente. Il mio sarà un intervento abbastanza breve per rimarcare la volontà chiara della maggioranza, della Giunta tutta, di condividere questa mozione presentata dalla Consigliera Leonardi che nasce da un percorso, come ricordava adesso, che partiva da una mozione molto generalizzata, che se su alcune questioni andava a toccare i temi che sono riportati, rischiava di finire come altre mozioni, come ricordava anche qualche altro Consigliere, mozioni nelle quali c'era soltanto una presa di posizione, di intenti, ma poi sostanzialmente non venivano definiti bene l'aspetto economico e il percorso per raggiungere quegli obiettivi.
Questa iniziativa è stata seguita, pari pari, dal Presidente della Commissione Traversini e condivisa un po' da tutta la maggioranza e questo ha fatto sì che oggi la mozione presentata dalla Consigliera Leonardi abbia con chiarezza inquadrato i temi che erano già stati esposti nella prima, ma soprattutto un percorso di finalizzazioni economiche collegate ai fondi europei ed altro.
Questo è un esempio importante, buono, di come una mozione poi una volta presentata dal Consigliere e costruita può portare in prospettiva ..., perché dobbiamo essere anche corretti e franchi tra di noi, l'utilizzo dei fondi europei hanno una tempistica che non è immediata, ma dà uno sviluppo forte a questo percorso collegato all'impiantistica sciistica, ma non soltanto, come ricordava la Consigliera Leonardi, e fa si che sia un ulteriore tassello importante per tenere alta non soltanto l'attenzione su questi territori, ma possa essere fatto un percorso che dia dal punto di vista strutturale possibilità serie e vere per poter recuperare questi impianti, perché il rischio vero è che parliamo di Frontignano, parliamo del Monte Prata, parliamo di Bologna e Sarnano che comunque hanno meno criticità, ma anche l'anno scorso, voi Consiglieri sapete, hanno aperto.
Credo che questa sia una opportunità che come Regione, come Consiglio regionale, tutti, abbiamo l'obbligo di dare a questi territori.
Soltanto una precisazione che spero possa far votare favorevolmente questa mozione anche al Movimento 5 Stelle, e riguarda quanto ricordava il Consigliere Giorgini, capisco che può sembrare che siano rimaste fuori alcune strutture ricettive, però se leggo la mozione si impegna la Giunta regionale a prevedere all'atto dell'istruttoria della revisione del Por-Fesr con le risorse aggiuntive del sisma lo stanziamento, tramite apposite misure, per i finanziamenti legati alla ricettività turistica dei comprensori sciistici delle aree terremotate, questa è una frase di carattere generale, in particolare Frontignano, Bolognola e Monte Prata.
Questa frase, secondo me, fa si che con questa mozione noi andiamo a toccare tutti gli impianti sciistici della regione Marche, poi è stato specificato in particolare Frontignano, Bolognola, Monte Prata, però sono quelle strutture che oggi non sono riaperte rispetto a Sarnano e Sassotetto.
Credo che se noi vogliamo c'è la possibilità di condividere questo percorso all'unanimità, da tutto il Consiglio regionale. Questa è soltanto un'aggiunta che credo possa permettere a tutti di votarla.
PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, il Consigliere Micucci.
Francesco MICUCCI. Grazie Presidente. Velocemente perché il dibattito è già stato molto esaustivo, apprezzo la specifica dell'Assessore Pieroni, ma a intuito avevo immaginato che essendo un bando pubblico chiunque potesse partecipare all'acquisizione dei fondi.
Credo che sia importante questa mozione che ha presentato la Consigliera Leonardi e altrettanto importante è stato l'approfondimento che lei insieme al Consigliere Traversini e all'Assessore Pieroni hanno fatto per dare sostanza e per non fare, come a volte accade, uno spot, ma per dare effettiva sostanza. Questo è stato apprezzato, quindi anche come Partito Democratico aderiremo con entusiasmo a questa mozione anche perché dà un taglio alla domanda che si poneva il Consigliere Celani prima, che è condivisibile, cosa vogliamo fare di queste aree? Del recupero di queste aree dopo il sisma?
Riprendo anch'io il tema trattato dall'interrogazione del Consigliere Bisonni prima, condivido la logica con la quale i Sindaci si erano mossi - anche qui quando si consultano i Sindaci non va bene, quando non li si consulta non va bene lo stesso, diamoci delle linee guida - credo che sia importante perché una volta sistemata l'emergenza, che chiaramente è ancora più importante, non si può pensare di ricostruire quei territori solo nelle mura, perché quei territori già vivevano di per sé delle difficoltà e stavano già in crisi prima del sisma. Quindi o gli si dà un nuovo slancio e si riescono a recuperare le attività economiche, che non sono molte e per la maggior parte sono legate all'attività turistico-ricettiva, di ristorazione, alberghiera, come in questo caso, quindi si dà un quid in più, per cui la gente viene nelle Marche anche da fuori, sennò è chiaro che il bacino d'utenza che possono avere queste realtà è limitato, purtroppo non siamo le Dolomiti che sono al centro di un sistema molto più ampio, europeo e mondiale, siamo una piccola regione con un comprensorio sciistico ricettivo che è al pari di alcune regioni a noi limitrofe per cui o riusciamo a dare una caratterizzazione particolare, come hanno di per sé i Monti Sibillini e tutto il territorio, oppure rischiamo di fare delle cattedrali nel deserto.
Credo che gli investimenti che erano stati individuati con l'utilizzo degli SMS solidali andavano in questa direzione, come mi sembra che vada nella stessa direzione, pur venendo da fondi di bilancio diversi, questa mozione.
E' chiaro che dobbiamo puntare a far vivere quelle zone 12 mesi all'anno, 12 mesi sarà impossibile, 7 mesi all'anno, 8 mesi all'anno, perché quelle zone sono belle d'inverno per chi va a sciare, ma sono belle in autunno per chi ama passeggiare in mezzo ai boschi, sono belle d'estate e sono molto frequentate anche dai cicloturisti e da famiglie, quindi il recupero di queste attrezzature credo che vada in quest'ottica.
Non possiamo pensare di avere stazioni sciistiche che richiamino non so quali manifestazioni, però se letta in questa ottica mi pare che la mozione vada esattamente in questo senso, utilizzando per esempio i bacini per l'innervazione artificiale, ma anche per l'abbeveramento del bestiame d'estate, cercando di creare una commistione di questo turismo a 360°. Credo che potremo fare un servizio vero a quelle zone e dare un servizio a 360° a questa nostra regione che vedrebbe integrato il classico turismo estivo del mare con un turismo che fino ad oggi era poco sviluppato, un po' per la carenza di risorse, un po' perché, purtroppo, quelle zone hanno delle problematiche naturali che mi auguro la tecnologia riesca a risolvere. Penso a Frontignano che è una stazione sciistica esposta al vento e quindi lì nessuna neve potrà mai tenere, però mi auguro che con l'innevamento artificiale, attraverso quella possibilità che si potrà sviluppare, potremo dare una risposta effettiva.
Ripeto, è con piacere che accogliamo come partito le modifiche che sono state fatte alla mozione originale, che quindi hanno dato una risposta che mi auguro concreta a quelle aree. Grazie.
PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, il Consigliere Giorgini.
Peppino GIORGINI. Grazie Presidente. Ho parlato con la Consigliera Leonardi, ci siamo chiariti anche se lei rimane sul fatto che c'è scritto Sassotetto, ma nell'impegno non c'è, è vero che se ne parla nelle premesse e in generale, ma sull'impegno si parla di Frontignano, Bolognola e Monte Prata.
Comunque ci siamo chiariti e presenterò una mozione più chiara, specifica, che possa estendere a tutti. E' una precisazione anche politica, stiamo qui per fare politica, non per cambiare aria, la farò più chiara, che si possa estendere a tutti i comprensori per il rilancio turistico delle aree terremotate, che abbia una visione complessiva più ampia, nel senso che non sia limitata, perché l'impegno è quello. Se un giornale riprende questa mozione riprende l'impegno non tutta la premessa, quindi una mozione che non sia parziale di quelle zone.
Credo che occorra un brand della Regione Marche su questo, sulle zone sciistiche che sono importanti, e se il 20-30% stanno nelle Marche e sono conosciute come strutture sciistiche delle Marche, è inutile fare queste percentuali. Dobbiamo avere una visione globale se vogliamo votare all'unanimità questa mozione.
Chiarita questa problematica con la Consigliera Leonardi, a breve presenterò una mozione che sia più chiarificatrice e comprenda tutte le zone del cratere, visto questo voteremo a favore. Grazie.
PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, il Consigliere Bisonni.
Sandro BISONNI. I Consiglieri Marconi e Micucci adesso mi hanno ritirato in ballo con la storia degli SMS, allora ve la dico in parole semplici, così la capite. E' giusto investire sul turismo, sull'attività dell'entroterra? Si, è giusto.
E' giusto utilizzare i soldi degli SMS per fare una pista ciclabile? Non è opportuno! Avete fatto una figuraccia con tutta l'Italia. Se non riuscite a capire questo concetto così semplice, che non è opportuno fare una cosa del genere con gli SMS degli italiani che avevano pensato di destinarli alla ricostruzione, non andiamo da nessuna parte! E' una questione di opportunità, non è la questione che la pista ciclabile sia giusta o sbagliata, è una questione di opportunità, un concetto che dovrebbe essere semplicissimo da comprendere.
PRESIDENTE. Passiamo alla votazione.
Mozione n. 303. La pongo in votazione.
(L'Assemblea legislativa approva)
Mozione n. 300
ad iniziativa del Consigliere Urbinati
“Risorse per adeguamento sismico degli edifici pubblici nei territori dei comuni in classe III”
Mozione n. 304
ad iniziativa dei Consiglieri Fabbri, Giorgini
“Adeguamento sismico degli edifici pubblici nei territori dei comuni in classe sismica III, mediante fondi Por-Fesr”
(abbinate)
(Discussione e votazione)
PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca la mozione n. 300 del Consigliere Urbinati e la mozione n. 304 dei Consiglieri Fabbri, Giorgini, abbinate.
Ha la parola, per l'illustrazione, il Consigliere Urbinati.
Fabio URBINATI. Grazie Presidente. Discutiamo questa mozione per un chiarimento che ritengo opportuno anche per sensibilizzare l'opinione pubblica e far capire in maniera chiara, inequivocabile, senza fraintendimenti, come sarà rifinanziata tutta la ricostruzione e come si intende operare su tutto il territorio regionale. Quello che è accaduto, i terremoti, ha intaccato non solo in quei giorni in cui ci sono state le scosse più forti, ma il terremoto, lo sappiamo, rischia di lasciare segnali molto negativi sui territori. Soprattutto il terremoto ci ricorda, ogni volta che arriva, che purtroppo viviamo in una regione ad altissimo rischio, viviamo in una regione che in quasi tutta la sua totalità è interessata da eventi sismici e sono alquanto famose purtroppo le faglie che attraversano tutto l'Appennino del centro Italia.
Questa mozione l'ho presentata anche perché si è resa necessaria dopo la discussione che abbiamo fatto in Commissione sui fondi Fesr. Come sappiamo, questi 248 milioni di euro arrivati, aggiuntivi per le regioni del terremoto, 248 milioni è la quota parte della Regione Marche, prevedono nel complesso degli interventi, anche interventi di adeguamento sismico. Per quanto riguarda la nostra regione circa 140 milioni saranno destinati all'adeguamento sismico e all'efficientamento energetico e la discussione del Fesr ha fatto si che questa trattativa sia stata fatta da tutte le Regioni presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri e, per quanto riguarda la parte di prevenzione, questo è importante, si è optato, con dei criteri abbastanza rigidi, di dirottare i finanziamenti per l'adeguamento sismico e l'efficientamento energetico nei Comuni di classe 1 e 2.
Come sapete l'Istituto di geologia e vulcanologia periodicamente fa rientrare nelle classificazioni tutto il territorio nazionale, con 1 è classificata la parte più rischiosa fino a salire a 4 dove i terremoti sono rarissimi.
Detto questo, la Regione Marche rispetto alle altre Regioni ha una peculiarità, una particolarità, ha la zona dell'arquatano, quella che purtroppo è stata interessata dai recenti terremoti che anche prima, ma ora a maggior ragione, rientra nella classificazione 1, poi ha una piccolissima zona sulla costa picena, la Riviera delle Palme, dove ci sono 12 comuni che rientrano nella classificazione 3 e tutto il resto della regione rientra nella classificazione 2, quindi tutti i Comuni che rientrano nella classificazione 2 potranno attingere per gli edifici pubblici e l'adeguamento sismico e l'efficientamento energetico a quei fondi.
Ritengo importantissimo questo aspetto, perchè è importantissimo l'aspetto della prevenzione e non dobbiamo confondere quello che è l'intervento su un terremoto che c'è già stato con la prevenzione in una zona che, come ho ricordato, è ad altissimo rischio sismico. Noi non dobbiamo strumentalizzarlo, ma come Regione dobbiamo solamente mettere in campo quelle azioni politiche che vanno a compensare quello che purtroppo non potrà essere fatto in quei 12 Comuni di classificazione 3, quindi c'è già l'impegno, lo formalizzeremo di nuovo, per quanto mi riguarda bastava anche quello della Commissione, di considerare le zone 3 nei bandi, prevedendo di finanziarle con la parte restante del Fesr, perché se noi investiamo fondi aggiuntivi nei Comuni del cratere è chiaro che si liberano altre risorse.
Sappiamo che nell'impiego dei fondi europei bisogna essere abbastanza celeri. Avremo delle risorse aggiuntive con i fondi del Fesr ordinario che dirotteremo per finanziare opere di efficientamento energetico, così come utilizzeremo altre risorse, in particolare per quanto riguarda gli edifici scolastici sono in arrivo risorse ministeriali aggiuntive, finanzieremo anche gli interventi di adeguamento sismico nelle aree di classificazione 3.
Perché è importante questo provvedimento? Perché la prevenzione è un qualcosa che non ci deve essere ricordata quando gli eventi sismici avvengono. Oggi la scienza sui terremoto conosce quasi tutto, purtroppo non riesce ad individuare un solo aspetto, il periodo temporale in cui possiamo essere interessati da un terremoto.
C'è un motivo per cui la nostra regione rientra quasi nella sua totalità nella classificazione 1 e 2, perché i terremoti forti nella storia sono stati frequenti su tutto il territorio regionale e noi sappiamo che in geologia 100 anni sono come per noi un giorno, sono tempi minimi, sono tempi ristretti, basta ricordare il terremoto del 1972 ad Ancora, oppure le cronache e la storia raccontano di un terremoto fortissimo nel 1781. Qualcuno ha polemizzato dicendo: “Non si prenderanno i soldi nel piceno, ma si prenderanno a Pesaro” ebbene nel pesarese nel 1781 ci fu un terremoto fortissimo del 6.5 della scala Richter, parliamo di un magnitudo molto forte e simile a quello che ha colpito la nostra regione il 30 ottobre. Lì l'area interessata fu quella della faglia che va da Fabriano fino a Cagli, quindi anche lì c'è purtroppo un rischio grande di terremoto.
Credo per che i cittadini, ma soprattutto per i bambini che vanno a scuola, gli edifici pubblici di quelle aree devono essere adeguati con le più moderne tecnologie antisismiche.
Questo è lo spirito di questa mozione, che cerca di fare chiarezza senza strumentalizzare e fare polemiche, mettendo contro, come è successo purtroppo per la strada Salaria, cittadini di una regione contro cittadini di un'altra. Non si ragiona così con il terremoto.
Faccio solamente un esempio, qual è la priorità quando parliamo di prevenzione sismica? La priorità è l'adeguamento degli edifici laddove c'è un maggior rischio sismico, ma dentro l'accordo che è stato fatto c'è anche la regione Lazio. Se quei fondi fossero stati utilizzati per tutta la Regione Lazio, compresa la città di Roma che, vorrei ricordare, la quasi totalità dei municipi che la compongono rientrano quasi tutti nella categoria 3, se questi fossero stati classificati nella categoria 2 per una città, un'area metropolitana come quella di Roma, le risorse sicuramente sarebbero state insufficienti, ma questo ci spinge nella politica nazionale, nella politica regionale, ad avviarci verso un percorso culturale di cambiamento che vede l'adeguamento sismico come una delle priorità per tutte le amministrazioni pubbliche.
Invito a votare e a sostenere questa mozione perché la Regione interverrà e farà si che non ci possano essere territori di serie A, territori di serie B e territori di serie C, senza tralasciare una questione di priorità ma, come sappiamo, se la scienza ci dice che da una parte c'è un rischio superiore all'altra, si sa chiaramente dove si deve intervenire per priorità. Grazie.
Presidenza del Presidente
Antonio Mastrovincenzo
PRESIDENTE. Ha la parola, per l'illustrazione, il Consigliere Fabbri.
Piergiorgio FABBRI. Grazie Presidente. La mozione del Consigliere Urbinati è stata depositata agli uffici recentemente ed è stata calendarizzata in maniera velocissima, dopo discuteremo la mia mozione, la n. 191, che è di 11 mesi fa.
Detto questo, abbiamo associato alla mozione del Consigliere Urbinati una nostra mozione perché? Perché io sposo quanto detto all'80% dal Consigliere Urbinati, però, giusto per fare chiarezza e giusto per non fare strumentalizzazioni e sciacallaggi di ogni sorta sul terremoto, bisogna spiegare bene di che cosa stiamo parlando.
Noi stiamo parlando di 248 milioni di euro che sono stati dati per il terremoto all'interno del Por-Fesr. I fondi ordinari del Por-Fesr sono fondi per lo sviluppo che sono stati dati indipendentemente dal sisma e questi fondi servono per le misure e le azioni che a suo tempo sono state dedicate allo scopo, quindi non si può traghettare un fondo ordinario e mescolarlo con il fondo aggiuntivo, quelli già servivano ed erano già destinati, per cui i fondi ordinari bisogna lasciarli da una parte.
Parliamo dei fondi aggiuntivi che devono essere erogati con dei criteri e dei parametri. Non esiste nessuna legge che imponga l'adozione di un criterio e di un parametro tant'è che per la parte dedicata alle imprese gli obiettivi 1, 3, 6 pro parte vengono dati a 87 comuni, che sono quelli del cratere, dopodiché si è detto che ci sono 13 comuni dell'hinterland che sono connessi socialmente e lavorativamente con i comparti industriali, quindi diamo i soldi anche a loro, perché effettivamente sono collegati e nell'ambito di rilancio e sviluppo non possiamo farne a meno.
Avete deciso di allargare il cratere di 87 comuni ad altri 13 e qui si apriranno altri tipi di discorsi che faccio nella porzione B) del mio intervento, però lì il criterio adottato è quello di dare i fondi agli 87 comuni del cratere ed a quelli socialmente ed economicamente più strettamente connessi.
L'assunzione del parametro della classificazione sismica in classe 1, 2, 3 per quanto riguarda gli obiettivi tematici 4, 5, 6 pro parte, che sono sostanzialmente per il pubblico, è una scelta sbagliata perché se prendete la cartina che individua la regione Marche soltanto il territorio dei 12 comuni è escluso, quindi è un criterio che esclude, che non dà delle priorità. Tutta la regione Marche è in area verde, che è la seconda classe, l'area rossa è la prima classe quella a maggior rischio e comprende 8, 9 comuni, quando già sappiamo che è superata dai dati di fatto, i comuni del cratere sono 87 non sono 7, 8 quindi, non essendo obbligatorio assumere questo parametro, la Regione Marche doveva dire in Conferenza Stato-Regioni, in Conferenza del Consiglio dei Ministri, a chi ha suggerito l'adozione di questo parametro, che la Regione Marche ha il 62% del territorio colpito dal terremoto, la sua la deve dire politicamente sul terremoto, con maggioranza assoluta poteva dire: “Questo parametro per noi è discriminatorio e non lo vogliamo adottare”, si sarebbe risolto qualsiasi discorso e quindi si sarebbe adottato un altro parametro per la ripartizione, ripeto, di questi fondi aggiuntivi dedicati al terremoto.
In questo modo invece, in maniera immotivata, si escludono 12 comuni, tant'è che la mozione del Consigliere Urbinati vuole sanare questa discriminazione in maniera pasticciata con altri fondi.
Sono d'accordo con il Consigliere Urbinati perché dice la mia stessa cosa, ma noi abbiamo lo strumento per modificare il Por-Fesr, non è vero come dice il dispositivo della mozione che non è possibile, basta rimuovere questo parametro e utilizzarne un altro.
Il Por-Fesr in questo momento è sottoposto a valutazione di impatto strategico, ci sono 60 giorni da parte dei portatori di interesse per poter presentare le osservazioni e modificarlo, nella nostra mozione noi chiediamo semplicemente di agire secondo quello che la legge ci consente di fare: presentiamo le osservazioni al Por-Fesr all'interno dell'iter normativo di valutazione di impatto strategico, che ci consente di modificare a norma di legge il nostro Por-Fesr, e rimuoviamo questo parametro, ne assumiamo un altro che scegliamo in maniera condivisa con i territori, perché per fortuna la normativa ci dà questa possibilità democratica di agire. La nostra mozione chiede questo.
Detto questo, a rafforzamento di questa modifica e dell'eliminazione di questo parametro, che è soltanto discriminatorio ed è per noi nocivo e nessuna norma di legge ce lo può imporre, nella proposta di atto amministrativo n. 41, il Piano straordinario per lo sviluppo la promozione e la valorizzazione delle Marche, c'è una bellissima tabellina fatta dalla Giunta che calcola matrice territoriale dell'impatto economico e sociale del sisma. E' stato fatto un ottimo e approfondito studio, ritengo, ed è inserito quale criterio discriminante all'interno del Piano straordinario per lo sviluppo la promozione e la valorizzazione delle Marche, che ha validità per l'intera legislatura, in cui si dice che l'impatto economico e sociale del sisma pesa a livello criticità alto per le province di Macerata ed Ascoli, medio per Fermo, basso per Ancona, nullo per Pesaro. Io sono di Urbino e proprio perché non voglio fare sciacallaggio, come altri comuni hanno detto: “I soldi degli SMS noi non li vogliamo”. I soldi specifici aggiuntivi arrivano da fondi particolari per questo terremoto, non per una prevenzione generica in cui tutta l'Italia deve essere inserita. La priorità di questa generazione sarà quella di ricostruire quello che i nostri genitori hanno fatto nel dopoguerra con criteri antisismici e di efficientamento energetico, sarà una priorità nazionale per i prossimi decenni. La generazione dei miei figli deve vivere in case diverse dalle nostre, perché il terremoto non uccide, ma uccidono i calcinacci che ti cadono in testa se hai costruito male.
Detto questo, parliamo del 75% di occupati all'interno della provincia di Macerata che sono stati coinvolti nell'area del sisma, 97.000 persone, Ascoli Piceno quasi 52.000 persone, il 64%, ci sono circa 30.000 aziende, allora non mi dite che i soldi non vengono spesi, che sono troppi, che dobbiamo allargare, perché i numeri sono così alti che chiaramente non basteranno.
Volete prendere questo come parametro per dire come ripartire sui fondi pubblici questi 248 milioni? Prendete un altro parametro, non c'è bisogno che coprite con una toppa, peggiore dello strappo, un errore fatto inizialmente. Abbiamo lo strumento per correggerci.
Dopodiché, siccome vi siete votati un po' di mesi fa una leggina per cui quest'anno le modifiche del Psr, 160 milioni, del Fesr, 248 milioni - non so se arriveranno le modifiche dell'Fse - non passano più in Aula ma tutto si fa tranquillamente nelle Commissioni per dargli meno evidenza, allora sono contento di questa occasione per poter parlare in Aula di come è strutturato questo Fesr perché a mio avviso ci sono delle voci che sono opinabili. Tra la versione in bozza che ci avete dato prima dell'estate e la versione successiva che poi è andata nel Comitato di sorveglianza, avete sottratto 10 milioni alla promozione delle destinazioni turistiche, che sono sul territorio, per assegnarli alla realizzazione di 2/3 piste ciclabili, questa è una scelta per me da revocare; avete spostato 5 milioni dalla riduzione del rischio sismico, che è il cuore dei 248 milioni in più che ci sono stati dati, per metterne 8 sul rischio delle frane, saranno tutte ad appannaggio del Consorzio, ma anche questo in ordine di grandezza e di priorità inferiore a quello che c'è stato dato nella definizione e nell'elargizione dei 248 milioni. Ci sono 11 milioni destinati a un paio di edifici simbolo, e voglio vedere chi riuscirà in accordo coi territori a decidere chi prenderà questi soldi per ricostruire l'edificio simbolo di questo comune, di quello, di quell'altro ancora, quindi anche qui entriamo in una guerra che effettivamente può essere evitata se destiniamo a cose più importanti questi 11 milioni, alla fine ci sono 38 milioni che vanno alle imprese con più di 10 addetti o che hanno registrato brevetti. All'interno del cratere quante sono queste imprese? 38 milioni sono molti, allora non penso che ci sia la capacità di assorbire questi proventi.
Abbiamo la Vas in mano che ci consente di modificare il Fesr, lo possiamo fare in maniera condivisa, possiamo rinnegare questo parametro, che è solo discriminante, abbiamo la proposta e tanti altri parametri da poter sostituire in maniera tranquilla, democratica, facciamo in modo di modificare questo Por-Fesr e di renderlo più congruente alle esigenze delle popolazioni colpite. E' questo il succo della nostra mozione.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Celani.
Piero CELANI. Questo problema è stato dibattuto prima in II Commissione ed ha avuto uno scambio anche vivace di pareri nell'ambito del Comitato di sorveglianza Por-Fesr che si è tenuto qui in Regione ai primi di ottobre.
Ripercorriamo un attimo queste considerazioni, innanzitutto le due mozioni che apparentemente sembrano simili o uguali in realtà sono molto diverse tra loro.
A me non piace il rincorrere delle mozioni dei colleghi e vedere due cose che all'ultimo momento si intrecciano e dicono in modo non corretto, per non dire forse a volte anche un po' pasticciato, le stesse cose per il gusto di rilanciare mediaticamente o politicamente alcuni momenti, però ci sono e le discutiamo.
Innanzitutto partiamo però da un presupposto molto importante: i fondi aggiuntivi frutto di un intervento di solidarietà delle altre Regioni sono fondi legati strettamente a quello che è successo, quindi al terremoto.
Non mischiamo le due cose, noi abbiamo una programmazione ordinaria dei fondi Por-Fesr ed abbiamo una programmazione straordinaria che è arrivata per un evento eccezionale, luttuoso, catastrofico. C'è stato un intervento di solidarietà istituzionale da parte delle altre Regioni, le altre 15 rispetto alle 5 si sono private di una percentuale, mi sembra, forse l'Assessore sarà molto più preciso di me, il 2%, tolto dalla loro programmazione, e l'hanno data alle Regioni in totale 400 milioni che poi sono stati suddivisi e noi abbiamo preso una bella fetta 243 milioni, la stessa cosa è valsa per quanto riguarda il Psr.
Quindi è chiaro che noi dobbiamo focalizzare il discorso su queste aree, non possiamo mischiare il tutto.
La programmazione ordinaria dà accesso a tutti liberamente, ognuno presenta i suoi progetti, ognuno risponde ai suoi bandi. In base alla capacità di progettualità che ha ogni comune, ogni ente, ogni consorzio, può accedere a questi fondi.
Questa è un'altra cosa, dobbiamo ristorare in qualche modo questi territori. La prima osservazione che noi abbiamo fatto in Commissione, ad esempio, e che c'è stato un diverso approccio tra il Psr ed il Por-Fesr, nel Psr si individuava l'area degli 87 comuni del terremoto, nel Por-Fesr il Comitato di vigilanza ha voluto invece estendere queste provvidenze anche a comuni che sono al di fuori degli 87 del cratere, che stanno all'interno del sistema locale lavoro e che probabilmente non c'entrano un fico secco in tutta questa storia.
Lo abbiamo detto, non lo ripetiamo, abbiamo fatto polemica, ma polemica vera non artata, l'ho detto nel Comitato di sorveglianza facendo un po' stralunare gli occhi ai Commissari, ma le cose stanno così, perché qualcuno pensava che molto probabilmente i comuni dell'entroterra, gli 87 comuni, non erano in grado di assorbire tutte queste risorse per cui li allarghiamo. E' un messaggio questo che è passato, non mi si venga a dire di no perché in Commissione ci è stato detto. C'è stata questa idea capziosa, siccome questi sono comuni piccoli non riusciranno ad accedere a queste risorse allora allarghiamo al sistema locale lavoro perché in fondo l'economia delle aree terremotate non ha dei confini ben precisi, si interscambia anche con altri territori, giustissimo, prima però riversiamoli su queste aree, poi se dopo x anni, due anni di bandi, tre anni di bandi, questi comuni non sono in grado di assorbirli, va bene, ci penserà la Regione a ridistribuirli magari in altre aree oppure li utilizzarà per opere pubbliche all'interno di questo discorso.
Detto questo, è naturale che ci sia stata una discriminazione in questo senso, lo abbiamo detto, i comuni in fascia 3 sono pochi, 12 in tutte le Marche, di cui 7 nella provincia di Ascoli, 2 nella provincia di Fermo, il resto nella provincia di Pesaro, e non possono accedere a questi fondi, quindi in qualche modo una riflessione andava fatta, però andava fatta, secondo me, in altri termini, non per consentire a questi comuni di accedere a questi fondi attraverso bandi, mettendosi in concorrenza con gli altri.
Noi abbiamo dei comuni della costa, non faccio un discorso di campanile né per difendere i comuni di provenienza, ma c'è poco da discutere su questo aspetto, che vanno da San Benedetto fino ad arrivare a Porto Sant'Elpido e hanno avuto delle spese aggiuntive pur non avendo avuto danni diretti dal sisma, perché non ho visto crolli, non ho visto disagi, non ho visto schede Edes in questi comuni, non ho visto nulla, però hanno avuto dei notevoli disagi in quanto hanno impegnato risorse per l'accoglienza di tutte le persone che dall'entroterra sono state sistemate in questi territori.
Quali sono? Penso che il Consigliere Urbinati l'abbia detto in qualche modo, sono le risorse che hanno dovuto impegnare per i trasporti, molti comuni hanno dovuto affittare degli edifici per inserire nuove aule per dare una risposta ai ragazzi che andavano a scuola lì, il discorso del tempo libero, perché questi ragazzi stando lì dovevano frequentare nel pomeriggio la palestra o la piscina, c'è tutto il discorso della sanità, quindi questi territori, questi comuni hanno avuto dei disagi fortissimi. Indipendentemente da questo discorso dei fondi Por-Fesr, nella Conferenza Stato-Regioni o perlomeno in questo tavolo, dove questi scienziati hanno fatto la ripartizione dei fondi, si doveva tenere conto di questo, al di là di concedere il benefit di far partecipare i 12 comuni che sono in classe 3 a questi bandi. No, lì c'è stata una maggiore spesa corrente, questi comuni hanno speso risorse, quindi andavano ristorati in qualche modo con questi fondi o con altri fondi. Ci dovevano essere dei ristori che andavano concordati direttamente con i Sindaci, con i Comuni: caro Sindaco di Grottammare, Caro Sindaco di Sant'Elpidio, caro Sindaco di San Benedetto voi avrete un ristoro, non è che dovevano presentare una spesa a piè di lista, per questo disagio, quindi avrete X come finanziamento per questa cosa, Y per quest'altra cosa, oppure un contributo per ristorare la spesa corrente avuta.
E' qui che la politica regionale ha fallito, perché è inutile che stiamo sempre a dire tutto va bene, perché diamo contributi ai vari comuni, non possiamo tirarci indietro sennò facciamo brutta figura, la mozione la votiamo tutti, però su ogni mozione c'è un aspetto politico che dobbiamo valutare.
Chi ha condotto questo discorso qua? Chi ha fatto questa trattativa? Chi si è seduto politicamente al tavolo con il Comitato di valutazione a livello europeo oppure con il Governo oppure con il Commissario Straordinario?
Di questa cosa non si è tenuto conto, gravissimo, è qui dove la politica regionale ha fallito brutalmente e l'abbiamo ribadito sia in Commissione, soprattutto, sia nel Comitato di valutazione, tanto è vero che io riuscii a dire un'altra cosa provocatoriamente: guardate se veramente l'Europa, perché sono tutti trincerati dietro l'Europa, vuole questo, allora dite all'Europa in modo provocatorio che questi soldi non li vogliamo se non possiamo decidere come spenderli, se non possiamo … Non c'entrano niente i comuni limitrofi, prima aspettiamo che fanno richiesta e poi quello che avanza decidiamo noi come spenderlo. Se i comuni lungo la costa che hanno speso fior di soldini, fior di risorse per l'accoglienza, non possono essere ristorati, almeno devono essere inseriti all'interno della 3 classe alla stessa stregua degli altri e devono partecipare ai bandi perchè hanno avuto dei grossi danni, hanno dimostrato un senso di ospitalità grossissimo. La solidarietà nel piceno e nelle Marche è grandissima, credo che poche altre regioni hanno un senso dell'accoglienza, un senso della solidarietà come il nostro popolo, è lì dove si è sbagliato.
Oggi dico bene a questa mozione perché è bene che i 12 comuni possano rientrare in questa programmazione, ma credo che andava fatto qualcosa di più, cioè questi comuni dovevano essere ristorati diversamente al di fuori dei fondi Por-Fesr perché stranamente la finanza locale è quella che è ed i comuni non è che navigano nell'oro, quindi se molti si sono privati di alcune risorse sulle entrate correnti, sulla spesa corrente per finanziare questi servizi, non è la stessa cosa ristorarli con 150 mila euro per adeguare un edificio, sono cose completamente diverse, dobbiamo mettere il dito nella piaga per dire che la politica regionale doveva fare di più in questo senso, di concerto ovviamente con le altre Regioni, come dicevo prima.
Qui è un lavoro di squadra nei confronti della Comunità Europea, dei Commissari di questo fantomatico Comitato di valutazione dei fondi Por-Fesr, con cui ci stiamo sempre interfacciando, ma non mi sembra che abbiano le idee molto chiare, che conoscano i territori nel modo giusto. Effettivamente potevano fare un intervento straordinario per quanto riguarda il terremoto, cosa che non hanno fatto trincerandosi sempre dietro questa equanimità, questa uguaglianza, il territorio va trattato tutto allo stesso modo, ma se il terremoto sta da una parte perché devo trattare allo stesso modo con i fondi straordinari quell'altra?
Questo è il concetto importante che volevo dire, però, ripeto, questa mozione ha una valenza di questo tipo che non possiamo ovviamente nascondere, perlomeno ridiamo un minimo di fiducia e la possibilità ai comuni che hanno speso di partecipare e di accedere agli stessi bandi a cui accedono i comuni che sono inseriti nelle classi 1, e 2 di sismicità secondo la classificazione vigente attualmente in Italia. Grazie.
Presidenza della Vicepresidente
Marzia Malaigia
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Giorgini.
Peppino GIORGINI. Grazie Presidente. Due parole su quello che ha affermato il Consigliere Urbinati sulla Salaria. Credo che il Consigliere sia male informato perché nessuno ha fatto sciacallaggio in quanto l'ammodernamento della Salaria è un progetto che è stato appaltato 10 anni fa, prima del sisma, quindi i soldi del sisma non c'entrano niente, assolutamente, sulla Salaria i lavori erano già iniziati quando è avvenuto il terremoto.
Poi chiedo al capogruppo quali sono i soldi stanziati per le infrastrutture e per le aree terremotate. Infrastrutture nuove o ammodernamento: zero.
Stiamo parlando di un progetto che era partito 10 anni fa, non c'è nulla di nuvo.
Detto questo veniamo al nostro tema che è quello che mi interessa molto, in quest'Aula anche questo è fatto politico perché di tecnico c'è poco o nulla, scorre sempre la parola “equità” scorre, si vede, se ne parla, ma poi spesso e volentieri viene bypassata.
Allora andiamo al problema, qui è stato fatto un torto gravissimo, l'ennesimo torto al territorio in parte ascolano ed in parte fermano, perché i comuni del piceno sono San Benedetto, Grottammare, Acquaviva, non ci sono comuni del pesarese, Cupramarittima, Massignano, Montefiore, Ripatransone e nel fermano Altidona, Campofilone, Lapedona, Moresco e Pedaso.
Questi sono i comuni che sono stati penalizzati, premettiamo una cosa: il decreto terremoto ter che è il n. 8 del 9 febbraio 2017, poi convertito in legge il 23 marzo, già stanzia i fondi per la messa a norma e in sicurezza degli edifici pubblici e delle scuole per le zone terremotate. Vi leggo testuale cosa dice: “Un emendamento della relatrice consente l'utilizzo di risorse non ancora utilizzate e già messe a disposizione dalla legge sulla buona scuola per effettuare le verifiche di vulnerabilità sismica su tutto il territorio nazionale delle scuole nelle zone a rischio sismico classificate 1 e 2 e per la progettazione degli eventuali interventi di adeguamento anti sismico. L'emendamento inoltre stabilisce che almeno il 20% di queste risorse siano messe a disposizione e dovranno essere destinate alle scuole situate nelle quattro regioni colpite dal sisma”.
Premesso, come ha detto l'Assessore Sciapichetti prima, che per quelli ci sono i soldi stanziati per il cratere, allora per quale motivo non deve valere anche per il Por-Fesr, soldi aggiuntivi che vengano messi a disposizione per la messa in sicurezza delle zone che non hanno preso e non prenderanno un centesimo dal terremoto? Per quale motivo non è stato fatto?
Andiamo adesso sul lato idrogeologico, allora, questa cosa dell'assegnazione delle zone 1 e 2 è stata una proposta della Presidenza del Consiglio dei Ministri accettata all'unanimità dalla Conferenza Stato-Regioni, quindi sono le Regioni che hanno detto ok a noi ci va bene. E' chiaro che va bene al Presidente Ceriscioli, a me non sarebbe andato bene, se c'ero io che sono di San Benedetto non mi sarebbe andato bene. Il Presidente Ceriscioli ha fatto bene, perché se andiamo a vedere l'impatto economico e sociale del sisma Ancona ha il 14%, Macerata ed Acoli Piceno il 75%, Fermo 20%, Pesaro 0, allora Pesaro può accedere a questi fondi e questi 12 comuni che hanno avuto dei risvolti negativi con il terremoto non devono prendere una lira per il fatto che sono nella zona 3, ma signori, allora, andiamo su questo discorso.
Credo che questo sia un fatto politico, non un fatto tecnico, o un errore. Premesso che avremo piacere di dare tutti questi soldi alle zone del cratere, tutti i 248 milioni, saremo i primi a sottoscrivere questo accordo, però dobbiamo chiedere: come si è scelto?
Le zone 1, 2, 3 classificate nella cartina della Ingv a rischio sismico non hanno differenze sostanziali sulla pericolosità per il semplice motivo che non ci sono, anzi vi dirò qualcosa in più, il Comune di San Benedetto è quello più ad alto rischio per il semplice fatto che nell'accelerazione del suolo, avendo la sabbia sotto, potrebbe essere quello più danneggiato quando arriverà il terremoto, perché la differenza sostanziale è il ritorno del sisma, non la pericolosità.
Quindi a San Benedetto il sisma potrebbe ritornare ogni 500 anni, a Pesaro ogni 400, non è questo che doteva escludere le 12 zone, che non hanno avuto una lira, un centesimo, da questi fondi aggiuntivi.
Questa cosa me l'ha confermata, ho assistito alla riunione del Comitato di sorveglianza, un addetto della Commissione Europea, che mi ha detto queste cose: “Consigliere cosa le posso fare? Noi abbiamo fatto una proposta, la Conferenza Stato-Regioni l'ha accettata con tutte e quattro le Regioni coinvolte, per noi tutto è a posto”.
Adesso con queste mozioni ..., la nostra è più chiara perché impegna la Giunta a presentare in sede di Vas, perché ancora siamo in fase di Vas, quindi è possibile modificare, non quello che spiega il Consigliere Urbinati e trova i soldi non si sa dove. Noi diciamo alla Giunta di impegnarsi e in sede Vas di modificare quell'accordo e di inserire le zone 3, perché, un altro esempio, il terremoto dell'Emilia-Romagna non era classificato sismico, era 3 come San Benedetto del Tronto, come Cupra, come Massignano, eppure avete visto cosa è successo, quindi è impossibile dire che le zone 1, 2 sono più pericolose della 3. Sono i tempi di ritorno che sono differenti e questo non significa che non ci sia una pericolosità sismica.
Credo che sia ora di finire con i torti, di tirare l'acqua sempre da una parte, credo che occorra essere più equi, il potere politico non significa solo accentrare tutto da una parte, significa anche avere una visione equa del territorio. Noi siamo penalizzati, non c'è che dire, San Benedetto è penalizzata in tutte le cose che si fanno in questa regione. Grazie.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Zaffiri.
Sandro ZAFFIRI. Grazie Presidente. Avevo pensato di non intervenire su queste mozioni, ma ascoltare il dibattito mi ha spinto ad intervenire, perché vedo e continuo a vedere dentro questa Aula un vestito fatto di pezze.
Quando la politica delle minoranze in Commissione solleva dei problemi seri, qualche volta giustamente il mio Presidente della II Commissione le recepisce, però altre volte c'è l'ordine del Partito Democratico di non toccare niente e adesso cosa ascoltiamo? Ascoltiamo una pezza del PD che si è accorto che i comuni che non hanno avuto disastri dal terremoto non hanno i soldi, guarda un po', ma dove eravate quando governavate questa Regione? E' possibile che arrivate sempre in ritardo? E' possibile che siete Renzi dipendenti? Quello che vi incarta il Presidente del Consiglio lo portate a casa! Santo cielo, ma questo è possibile politicamente? Non avete un minimo di dignità politica? Una volta ne avevate tanta di dignità politica, io ho imparato da voi a fare il sindacalista, dalla grande CGIL, e adesso dov'è la dignità politica?
E' chiaro che è una mozione che va votata, ma non doveva essere una mozione, Consigliere urbinati, doveva essere un provvedimento che doveva fare l'esecutivo, lo doveva fare il Presidente Ceriscioli.
Credo che, io ve lo dico, è un suggerimento poi fate come vi pare, perché ve l'ho detto l'altra volta e ve lo ripeto, attenzione ai muri, ci sono muri spessi, ci sono botte contro i muri che ancora pesano, i referendum, altre cose, che voi perdete e noi vinciamo. Penso che queste siano cose serie per quanto riguarda il problema della nostra comunità, allora ribadisco dentro quest'Aula che questo esecutivo è fuori binario per la gestione del terremoto, per la ricostruzione post terremoto. E' fuori binario! Noi vi auguriamo di continuare ad essere Renzi dipendenti perché questo forse vi può portare un po' di fortuna, però credo che i marchigiani debbano sapere che qui si stanno mettendo le pezze ad un provvedimento che non è stato confezionato nel miglior modo possibile e qualcuno se ne è accorto.
Credo che i marchigiani questa cosa l'hanno capita, anche sabato mattina hanno protestato ed hanno portato giustamente delle macerie davanti alla Camera a Roma, stanno capendo che effettivamente i problemi non si risolvono, però penso che se ci sia ancora una possibilità di poter ragionare politicamente c'è ancora forse un po' di spazio.
Avete fatto diventare il terremoto come un problema della maggioranza, perché noi come minoranza abbiamo chiesto più volte di portare un contributo alle vostre idee o alle vostre non idee. Non siamo stati mai ascoltati, avete preso il terremoto come un problema della maggioranza e lo state gestendo come un problema di maggioranza.
Continuate su questa strada, vi auguro un buon lavoro, non mi sembra che sia un buon lavoro perché qui torniamo a discutere di questi problemi. Spero che possiate continuare su questa strada perché credo che un altro muro, forse anche più spesso di quello del dicembre dello scorso anno, potreste incontrarlo. Lo dico con amarezza, perché? A me interessa la comunità marchigiana che ancora non ha le risposte perché è stato sbagliato fino ad oggi. Le disposizioni nazionali sono state sbagliate, fatte in un modo errato, i territori non contano niente, continuate ancora a non ascoltarci e noi ripetiamo queste cose da mesi. E' un anno che diciamo le stesse cose, non veniamo mai ascoltati, ma credo che siano dei passaggi indispensabili, viene gestito in modo centralistico, non ci sono risposte per il territorio, mettete le pezze quando fate degli errori ed oggi pomeriggio se avessimo fatto le cose in modo migliore il Consiglio regionale sarebbe stato chiuso alle ore 14,00.
PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, il Consigliere Urbinati.
Fabio URBINATI. Grazie Presidente. Credo che sia inevitabile intervenire dopo gli interventi e il dibattito che si è sviluppato.
Innanzitutto voglio dare all'Aula un chiarimento perché mi sembra che forse il Consigliere Fabbri si riferiva ad una mozione precedente, non so, ma la mia mozione è stata presentata il giorno 12 o 13 ottobre, quella del Movimento 5 Stelle il 20, quindi non so a cosa si riferisce quando ha citato una mozione di 6 o 7 mesi fa, forse si riferiva a qualcos'altro ma sicuramente non a questa mozione.
Come ho già specificato nell'intervento precedente io ho pieno sostegno, il Partito Democratico ha pieno sostengno nel lavoro fatto dalla Giunta perché in un terremoto non c'è spazio, e mi dispiace dirlo, per le strumentalizzazioni e non c'è spazio per la demagogia.
Voglio dire al Consigliere Zaffiri che non so a questo punto se sentirmi fortunato o sfortunato di vivere in un comune classificato dall'Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia e non dalla politica, dal Parlamento, ma dall'Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia, dalla scienza. Se poi si disconosce la scienza in una politica oscurantista, che voi spesso fate, è un altro discorso, non ci riguarda.
Non le facciamo noi le classificazioni sismiche, c'è l'Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia che dice che da una parte c'è un maggior rischio e da un'altra parte c'è un minor rischio. Questo è dovuto alla statistica ed è dovuto a dati scientifici, dalla situazione delle faglie, dai movimenti, da dove sono situati i territori, dal sottosuolo. E' la scienza che lo dice, però, ripeto, avete dimostrato, alcuni di voi, per la questione dei vaccini, che praticate politiche oscurantiste, non riconoscete la scienza, questa è un'altra cosa, noi la scienza la riconosciamo.
Io vi assicuro che nella mia città non sono avvenuti i disastri, io vivo in un comune di zona 3 che ha ospitato più di 3.000 sfollati e nella mia città non sono avvenuti disastri. E' vero solo quello che ha detto il Consigliere Celani, ci sono stati dei disagi, ma quando ti arrivano 100 bambini in più, a parte tutto quello che è successo, la tragedia che abbiamo vissuto, per me e per la mia città è un arricchimento. Sono arrivati 100 bambini in più e con l'Assessore Bravi di corsa abbiamo dovuto allestire quelle scuole, non è vero quello che diceva il Consigliere Celani, che ha dovuto pensare a tutto il comune, no, la Regione è stata a fianco dei comuni in tutto questo, sostenendo le spese, dando assistenza tecnica, tutto quello che occorreva, quindi questi comuni non hanno subìto disastri, non diciamo le cose che non stanno, perché in un terremoto non sta bene dire queste cose.
Per quanto riguarda il resto credo che la mozione da me presentata sia accoglibile, quindi ci sarà il voto favorevole del Partito Democratico, non è accoglibile l'altra mozione perché chiede di fare una ritrattazione, ma una ritrattazione su che cosa? Perché qualcuno deve dire ciò che non vuole dire?
L'adeguamento sismico è la prevenzione, non c'entra nulla con gli interventi che si fanno nel cratere, con gli interventi alle imprese, con la ricostruzione delle scuole, non c'entra nulla. La prevenzione deve essere un'operazione culturale che ogni amministrazione pubblica deve mettere come priorità e siccome siamo molto indietro su questo aspetto, siccome siamo molto indietro purtroppo nel nostro Paese su questo aspetto, bisognerà dare delle priorità.
La Regione Marche si è già impegnata, si impegna e lo ribadiamo con questa mozione. La Regione Marche, questo sia chiaro all'opinione pubblica, si impegna a far sì che nei comuni classificati in zona 3 parallelamente, con altre risorse, avvengano gli stessi interventi che ci sono nelle zone di tutte le altre regioni, perché siamo tutti uguali dal punto di vista dei diritti sulla prevenzione sismica.
Questo è l'aspetto, laddove non è arrivato il decreto, il provvedimento, perché si sono date delle priorità, ne discutevamo con altre Regioni, ogni Regione arriva laddove quell'accordo non è arrivato, la politica è anche questo!
Capisco che poi c'è il dovere della maggioranza e il diritto della minoranza, va bene, però le cose devono essere chiare, devono essere incanalate dentro binari chiarissimi.
Questo è il senso della mozione che il Partito Democratico sosterrà e, per le motivazioni che ho appena detto, respingeremo quella del Movimento 5 Stelle. Grazie.
PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, il Consigliere Fabbri.
Piergiorgio FABBRI. Consigliere Urbinati, siccome lei dice di fare chiarezza, bisogna fare chiarezza fino in fondo.
La sua mozione dice che non si può toccare la programmazione Por-Fesr, io le ho dimostrato che questa affermazione è sbagliata, troviamo altri soldi statali e regionali per metterla nei 12 comuni, ed ecco la pezza al vestito strappato.
Quindi è, per chiarezza, un dispositivo che vuole coprire un errore originale della Regione che ha assunto un parametro discriminante e proprio lei parla di non discriminare.
Il suo dispositivo va rigettato perché dice una cosa non vera, che è quella che non si può toccare il Por-Fesr, e poi chiede genericamente di trovare altri soldi. Io le dico che gli altri soldi li dobbiamo trovare strategicamente in tutta la nazione per i prossimi cinquant'anni perché l'80% degli edifici va ricostruito, quindi parliamo di una cosa generale e di un'altra partita.
Il dispositivo della nostra mozione, realisticamente e a norma di legge, dice: guarda che sei in procedura di valutazione di impatto strategico e puoi cambiare il Por-Fesr, ti hanno dato 248 milioni specifici per questo terremoto, non capisco perché vuoi assumere un parametro discriminatorio per la tua città, favorendo Pesaro, per dire.
Detto questo mi sembra che ormai la situazione sia molto chiara, quindi noi appoggiamo la nostra mozione e rinneghiamo la sua perché dice cose che non sono vere.
PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, il Consigliere Zaffiri.
Sandro ZAFFIRI. Dichiarazione di voto su questa mozione, probabilmente il capogruppo del PD era un po' impegnato in altre cose mentre parlavamo in sostegno di questa mozione, capisco che ha dei problemi, tanti problemi, però noi abbiamo espresso una considerazione positiva e abbiamo detto che la mozione è in forte ritardo rispetto ad una discussione già avviata se non dentro quest'Aula in altre sedi.
Avevamo già ipotizzato che c'era una situazione difficile per i comuni che non hanno subìto i danni dal terremoto, ma hanno avuto il problema delle persone che sono arrivate, questo probabilmente è sfuggito.
Nella considerazione politica ho detto che siete in ritardo, è chiaro che in ritardo è la Giunta, perché se la Giunta è fuori programmazione è una programmazione in ritardo e chi interviene a sostegno di questa non programmazione nella quale non è avvenuto il fatto? Il fatto era mettere questi comuni per dar loro la possibilità di avere i i soldi, addirittura non con il bando Consigliere Urbinati, perché questi soldi sono stati spesi, ecco la pezza, ecco perché la pezza su un vestito non va bene, questo ce lo dovete passare perché i fatti sono questi.
I fatti sono così, adesso il Partito Democratico tenta di sostenere queste cose che non sono passate dall'esecutivo, non sono passate nella programmazione, chiamatela come vi pare, e con una mozione si va a rispondere a questi territori, ma non dando loro dei soldi, ma addirittura facendoli partecipare ad un bando che probabilmente vinceranno, però intanto devono partecipare.
Su questo siete fuori binario, per questo siete fuori pista, per questo siete fuori dal problema del terremoto, non siete dentro il terremoto, come tante volte ho detto anche qui dentro quest'Aula.
Vi capisco e ve l'ho detto perché avete seguito prima con Renzi e adesso con Gentiloni in modo pedissequo queste impostazioni che vi portano ad essere fuori binario e noi vi ringraziamo.
PRESIDENTE. Passiamo alla votazione.
Mozione n. 300. La pongo in votazione.
(L'Assemblea legislativa approva)
Mozione n. 304. La pongo in votazione.
(L'Assemblea legislativa non approva)
Mozione n. 191
ad iniziativa dei Consiglieri Fabbri, Maggi, Giorgini
“Fondi europei: coordinamento azioni ed analisi risultati”
(Discussione e votazione)
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la mozione n. 191 dei Consiglieri Fabbri, Maggi, Giorgini.
Ha la parola, per l'illustrazione, il Consigliere Fabbri.
Piergiorgio FABBRI. Per chiarire un'altra cosa perché è uno strascico della mozione precedente in quanto si parla sempre di fondi europei. In forza del Regolamento nuovo è stato possibile associare alla mozione del Consigliere Urbinati la nostra e quindi è stata dibattuta nei tempi consoni. La mozione di cui stiamo discutendo adesso è stata presentata 11 mesi fa.
Detto questo, in Regione abbiamo a disposizione fondi diretti e fondi indiretti, i fondi indiretti sono quelli di cui abbiamo discusso anche nella mozione precedente, con i Por-Fesr, Psr, Fse, eccetera, poi ci sono dei fondi diretti a cui la Regione può partecipare in maniera diretta partecipando ai bandi ed abbiamo il programma Life, abbiamo il programma Horizon 2020, i programmi di cooperazione europea tra i quali il programma di cooperazione Italia-Croazia, il programma Interreg Med, eccetera.
Nella gestione dei fondi europei con una delibera di Giunta è stato approvato il documento strategico regionale che ha per finalità la programmazione unitaria dei fondi comunitari e purtroppo all'interno di questo documento non viene fatto riferimento al comparto dei fondi aggiuntivi diretti.
Questo documento è un semplice consuntivo dei tre fondi. Fesr, Psr, Fse, e attribuisce il coordinamento organizzativo di questi fondi alle singole strutture amministrative e quindi ai responsabili di procedimento. Questo purtroppo non consente una sinergia spinta, si va avanti per settori che forse non dialogano in maniera sufficientemente serrata tra di loro, dato che i fondi europei sono ormai diventati una fonte fondamentale per i bilanci della Regione.
Abbiamo un altro documento importante che è il Defr, di cui abbiamo discusso pochi Consigli fa, purtroppo non fa riferimento, si parlava di libro dei sogni, e non ha un programma delineato per la seconda parte del mandato di questa Giunta e dei fondi diretti non c'è traccia neanche all'interno di questo atto.
Abbiamo inoltre il piano della performance, un documento che sulla base del programma di Governo, sulla base delle priorità politiche, stabilisce annualmente gli obiettivi strategici operativi da assegnare alle strutture organizzative regionali.
Il piano della performance ha questi obiettivi che dovrebbero essere cogenti, stringenti, per i dirigenti, ha fatto un'analisi Swot e riporta un parametro interessante, che è migliorare l'impiego dei fondi europei e sostenere il piano d'azione della Macroregione Adriatica.
Purtroppo non riporta il target per le singole strutture riferibili al raggiungimento di obiettivi concreti sui fondi europei diretti. Voglio portare degli esempi: gli obiettivi e il target della struttura del Gabinetto del Presidente sono: coordinamento conferenze stampa sulla intranet, predisposizione del regolamento per le spese di rappresentanza, implementazione pagina Web, monitoraggio dei procedimenti di nomina e designazione, adesione contributi e patrocinio, numero moduli su tematiche di interesse della governance. Sono quindi target assolutamente ininfluenti sulla incisività dell'accesso a questi fondi europei. Sono cose che ci danno la cartina tornasole come i fondi diretti all'interno della Regione siano un po' snobbati.
La P.F. strategia Macroregione Adriatico Ionica e cooperazione territoriale europea, che è una struttura sotto il Gabinetto del Presidente, dovrebbe operare anche nel coordinamento di questi fondi europei. Purtroppo ci sono un paio di azioni discutibili, ad esempio, in alcune occasioni l'amministrazione regionale sembra aver tentato di finanziare attività ordinarie delle strutture regionali con fondi europei, ad esempio nel caso del Festival Adriatico Mediterraneo, e c'era anche l'interrogazione 11 dell'ottobre 2016 che se ne occupava, o dei giochi della Macroregione. Ciò andrebbe contro il principio di addizionalità per il quale al fine di assicurare un reale impatto economico gli stanziamenti dei fondi strutturali non possono sostituirsi alle spese pubbliche ordinarie dei soggetti pubblici beneficiari. C'è effettivamente il rischio di voler arrivare a questi fondi per coprire spese che invece dovrebbero essere coperte con altre voci.
Sui fondi diretti, poi vediamo se l'Assessore mi dà dei dati più confortanti, un anno fa nel bilancio 2016 per i progetti come 4Pillars, Innovage, Iktimed e Next c'erano 305.000 euro, ma sono stati spesi, a novembre dello scorso anno, 845 euro e prenotati, neanche impegnati, 79.000 euro sul budget assegnato di 350.000 euro. Per altri 4 progetti c'erano in bilancio 2016 384.000 euro con impegni per solo 31.000 euro.
Tutto questo per dire che gli strumenti che gestiscono questi fondi sono molteplici, abbiamo parlato di Defr, abbiamo parlato del Piano della performance, che dovrebbe dare degli impegni alle funzioni, abbiamo parlato della P.F. che è sotto il Gabinetto del Presidente, ma effettivamente questo gran coordinamento su una cosa così interessante, a mio avviso, non è espletato in maniera sufficiente.
Alla luce di questo quadro noi chiediamo di impegnare la Giunta a definire un sistema unitario chiaro ed efficiente per la progettazione e gestione dei fondi e dei progetti a valere anche sui fondi diretti dell'Unione Europea, indicando forme e strumenti messi in atto dalle strutture competenti della Regione a favore del territorio marchigiano, quindi dare concretezza, coordinamento e sinergia maggiore all'utilizzo di questi fondi specificatamente anche a quelli diretti.
Il secondo punto invita, anzi impegna a relazionare sull'efficacia dei risultati raggiunti nel 2015 e nel 2016 dalla Giunta regionale, permettendo quindi di avere una visione aggiornata dello sforzo progettuale realizzato in termini di progetti elaborati e approvati e relativi fondi ottenuti e spesi.
Ricordo sempre che c'è un'altra mia mozione che lungamente attende di essere dibattuta in Aula e che un'intera seduta del Consiglio dovrebbe essere dedicata agli affari europei, e ancora questa cosa qua non è mai avvenuta.
Presidenza del Presidente
Antonio Mastrovincenzo
PRESIDENTE. Ha la parola l'Assessore Bora.
Manuela BORA. Grazie Presidente. Bisogna perdonare chi parla senza conoscere, parlo della fine, e l'abbiamo detto più volte: per organizzare un Consiglio regionale e parlare di questi temi bisogna rivolgersi ovviamente all'Assemblea legislativa e non sicuramente impegnare la Giunta su questo, dopodiché sono felice e disponibile a farlo.
Procedo con ordine, il documento strategico regionale è stato uno dei primi atti di questa Giunta che io non solo rivendico ma, lo dico con una punta di orgoglio, è stato particolarmente apprezzato da Bruxelles perché siamo stati la prima Regione almeno a fare un tentativo nel far dialogare questi tre fondi, il Por-Fse, il Por.Feasr e il Psr-Feasr.
Per quanto riguarda la programmazione europea 2014/2020 noi ci siamo trovati a dover gestire purtroppo, e ce lo ricordiamo reciprocamente insieme all'Assessore Bravi, una programmazione che è stata avviata ed approvata nel 2014. Significa ad esempio, io parlo per il Fesr, quello che “gestisco”, non tutte le Regioni hanno gli stessi assi approvati, noi ne abbiamo attivati a mio avviso troppi e questo ha portato ad una frammentazione, ma questo mi sono trovata a dover gestire così come la dotazione, abbiamo potuto fare qualche piccolo spostamento all'inizio per quanto riguarda le schede Mapo oppure le azioni che fanno riferimento a ciascuna asse, però se l'Assessore Bravi ed io oggi volessimo fare un bel progetto sull'imprenditoria femminile o sulla maternità o sull'artigianato artistico, di fatto non lo potremmo fare, non potremmo fare in maniera sinergica per questo motivo.
Quanto però si citano in causa le strutture oppure la frammentazione delle responsabilità con me sfonda una porta aperta anche se secondo me il punto è un altro. Non tanto i target che diamo alle strutture perché io personalmente ho anche non dedicato, ma sprecato tempo a scrivere obiettivi precisi ai dirigenti, per quello che viene spesso detto “libro dei sogni”, alla stregua del promuovere la pace nel mondo, perchè gli obiettivi che poi loro si danno sono quelli che sono previsti dalla legge, niente di più. Purtroppo io mi trovo a dover amministrare in una condizione che di fatto non mi dà un grande potere, questo lo devo dire e lo dico perché è uno dei più grandi temi di cui discuto spesso in Giunta. Credo che le Bassanini siano state un grande errore perché non ci danno la possibilità di cacciare, ad esempio, quei dirigenti che se la prendono un po' troppo con comodo e rispondono troppo lentamente ai cittadini, però io non lo posso fare perché se lo faccio magari vengo anche considerata antipatica, però più di tanto non posso fare e mi creda vorrei poter fare molto di più, però non è colpa di quel documento, è colpa degli strumenti che sono a disposizione delle strutture regionali.
I fondi diretti sono una grande opportunità, una grande sfida, questa Regione è stata la prima ad avere finanziato quelle imprese che avevano ricevuto un premio dalla Commissione europea, soprattutto in quei fondi più ambiziosi, come Horizon 2020, che purtroppo non avevano trovato una copertura comunque adeguata. Noi siamo intervenuti con le risorse dei fondi del Por-Fesr per poter premiare quelle aziende ad esempio, però la partita dei fondi diretti è più complessa e quando è stata approvata quella delibera c'era già in vigore un bando che era stato aggiudicato da poco, ed era ancora in auge, e aveva visto due società aggiudicatarie, la Lattanzio e l'Advisory Spa che di fatto supportano gratuitamente non solo le strutture regionali, ma anche i comuni che vogliono partecipare ai fondi diretti e lo fanno gratuitamente, salvo chiaramente poi vincere quei bandi e a quel punto prendere la percentuale dovuta, sia per l'attività di assistenza che per quella di rendicontazione.
Credo che era importante valorizzare gli strumenti che avevamo a disposizione, è stato fatto, ma è stato fatto poco, intanto lo dico perché è in fase di sperimentazione, ma quando andrà a regime sono certa che darà grandi benefici, abbiamo cercato di omologare le procedure di presentazione dei bandi. Forse non tutti sanno che per ogni singolo bando c'era un software diverso, quindi ad esempio il professionista che voleva partecipare ad un Por-Fesr aveva un software che dialogava in un certo modo, con determinate procedure, chi voleva partecipare all'Fse ne aveva un altro, chi lo voleva fare per il Fesr ne aveva un altro ancora.
Quello che abbiamo fatto all'inizio di questo mandato, noi tre Assessori, è stato dire cerchiamo di gestire internamente questi software e fare in modo che ci sia un'unica modalità omogenea per poter presentare questi fondi. Anche lì a proposito di quello che diceva lei Consigliere Fabbri, non è stato per niente semplice perché, ad esempio, io ho ricevuto una letterina molto simpatica dalla Commissione europea con la quale mi si diceva che questi non erano fatti miei e che non mi dovevo occupare di queste cose. Io invece credo che semplificare le procedure anche per gli imprenditori sia qualcosa di cui la Giunta, soprattutto l'Assessorato alle attività produttive, debba occuparsi, questo per dire: magari si risolvessero i problemi solo con i target sarebbe molto più semplice, non è che non ci abbiamo pensato.
Vorrei anche ricordare che questa è la prima programmazione europea dove i bandi vengono trasmessi alle imprese che sono iscritte al registro delle imprese e che quindi hanno una Pec e possono ricevere, non tutti i bandi possibili, ma quelli selezionati sulla base del codice Ateco, i bandi che potrebbero riguardarle. Questo per fare in modo che quante più imprese possibili possano partecipare alla politica di coesione marchigiana e non sia una caccia al tesoro.
Abbiamo anche individuato un'area che si chiama “l'esperto risponde” dove tramite chat o tramite telefono si possono chiedere tutte le informazioni, c'è anche la possibilità di potersi iscrivere alla newsletter, quindi qualsiasi cittadino interessato anche se non ha la Pec può ricevere, una volta iscritto, tutte le informazioni che riguardano la politica di coesione marchigiana.
Credo invece che sia un ragionamento davvero serio che potremo fare tutti insieme, anzi invito i presenti a partecipare anche all'iniziativa che si terrà il prossimo 8 novembre alle Muse di Ancona riguarda la cosiddetta cohesion lions.
Questa programmazione è sicuramente perfettibile, potremo fare qualcosa, siamo a disposizione, però tra gli scenari che si paventano nel libro bianco si parla addirittura di togliere la politica di coesione, questo lo scenario più terribile, però c'è la possibilità che magari rimanga la politica di coesione, ma sia finanziata con un prelievo extra europeo, quindi una sorta di Iva aggiuntiva che viene prevista per ogni Regione per poter finanziare la politica di coesione, oppure che venga rivista con dotazioni inferiori ed anche con modalità diverse, ad esempio, il cosiddetto Piano Juncker che tanto piace alla Commissione europea a mio avviso invece poco servirebbe per le nostre imprese marchigiane.
Su questo si è acceso a Bruxelles un grande dibattito, quindi credo che potrebbe essere importante discutere soprattutto di queste cose piuttosto che appellarsi a cavilli che poco, secondo me, servono per migliorare lo status quo, comunque apprezzo lo spirito di collaborazione.
A proposito dei fondi indiretti e di come questi fondi dialogano tra loro vorrei ricordare tra tutto gli Iti aree di crisi dove ci sono insieme Por-Fesr, Por-Fse, la strategia nazionale delle aree interne dove addirittura oltre al Fesr Fse ci sono anche i Fesr, gli Iti, l'Agenda urbana, e poi anche tutti quelli che non erano stati approvati nè tanto meno pensati quando quel documento, a cui lei faceva riferimento, è stato approvato, ad esempio manifattura 4.0.
Credo che una collaborazione così stretta, così proficua tra l'Assessorato al lavoro alla formazione e alle attività produttive non ci sia mai stata, questo c'è sia per quanto riguarda i fondi regionali ma soprattutto per quelli europei a testimonianza di come, al di là degli uffici, al di là degli strumenti che abbiamo a disposizioni, quel documento non era sicuramente carta straccia, ma dimostrava un nuovo modo di operare di questa Giunta, che le assicuro, Consigliere Fabbri, dalle imprese viene gestita.
Concludo, per quanto riguarda i fondi diretti lì ad esempio un ruolo molto importante ce l'hanno anche gli uffici, lei viene dal territorio di Pesaro e sa quanto il Comune di Pesaro stia facendo ed abbia fatto sul fronte dei fondi diretti, è stato in grado di coinvolgere tutti i Comuni della provincia; la realtà anconetana è un'altra che ha lavorato molto e bene, quindi quello che a volte manca è proprio la progettualità che viene dal basso.
Da parte della Regione non mancherà mai il sostegno per mettere sia la quota parte ma anche strutture, come abbiamo fatto in passato a disposizione. Grazie.
PRESIDENTE. Ha la parola, per la dichiarazione di voto, il Consigliere Fabbri.
Piergiorgio FABBRI. Ringrazio l’Assessore Bora perché effettivamente alla fine mi sembra che mi abbia dato ragione.
Sugli obiettivi delle strutture, se gli obiettivi che l’Assessore ha stabilito per le sue strutture sono pregnanti e non sono come quelli che ho letto in precedenza, cioè vedere il numero di moduli compilati, sarei ben contento di conoscerli dal suo intervento.
Per quel che riguarda i bandi diretti a cui la Regione ha partecipato, quelli che sono stati vinti, come abbiamo aiutato il territorio, eccetera, nell'intervento mi aspettavo che ci fossero quattro numeri che dicevano: abbiamo partecipato a 30 milioni di gare, abbiamo aiutato 500 imprese, però purtroppo ai miei scarsi numeri enunciati risalenti ad un anno fa non è stato dato nessun tipo di spiegazione e di approfondimento.
Quello che dice la mozione è che a mio avviso manca un coordinamento sufficiente, va implementato, manca una cabina di regia che andrebbe fatta, e mi piacerebbe sapere quali sono i risultati ottenuti.
Importante è che, come si è fatto in quest'occasione, si possa parlare in Aula di fondi europei perché in ogni documento tracciato dalla Regione si rimanda a questi fondi, e purtroppo una discussione approfondita sul tema non è stata fatta.
Voglio stimolare anche il Consigliere Traversini, come Presidente della II Commissione, magari ad organizzare un'audizione congiunta tra tutti gli Assessori che si occupano dei diversi fondi, per farci capire effettivamente quali sono tutte le migliorie di cui diceva anche l’Assessore Bora, perché ritengo che uno sforzo sia stato fatto, ma non se ne ha evidenza. E' un argomento di cui non si riesce a parlare in maniera approfondita, perché questo? Perché giustamente, come diceva l'Assessore, e su questo punto siamo d'accordo, bisogna che i soldi che arrivano per le aree interne si sposino insieme ai soldi del Psr, si sposino insieme ai soldi del Fesr perché è sviluppo extraagricoltura, si sposino con il sociale anche alla luce delle normative che la Regione sta tentando di portare avanti. Lei parlava di manifattura 4.0, ci siamo visti in Commissione per l'industria 4.0, si parla di economia circolare e quant'altro, si vede che nel futuro le uniche professionalità che resisteranno sono quelle creative, abbiamo un problema sociale di riconvertire i cinquantenni che perderanno il lavoro e lo stanno perdendo, abbiamo il problema sociale di non riuscire a dar lavoro ai giovani, chiediamo da tempo un Consiglio monotematico sul lavoro, ho chiesto alla Commissione per ben due volte di andare, ci ha invitato il Sindaco di Fabriano, a tenere una Commissione sul lavoro a Fabriano, e in tutto questo ambito l'Europa non può essere mai esclusa.
Quindi giustamente mi vedo in parte concorde e ritengo che il dispositivo di questa mozione sia assolutamente approvabile perché chiede maggior coordinamento e un sistema unitario chiaro ed efficiente per la progettazione e la gestione dei fondi e di relazionare sull'efficacia dei risultati raggiunti negli ultimi due anni.
Non mi sembra di chiedere nient'altro che la possibilità di approfondire dati alla mano la situazione della progettazione e dei risultati raggiunti a metà mandato sui fondi europei.
PRESIDENTE. Passiamo alla votazione.
Mozione n. 191. La pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa non approva)
La seduta è tolta.
La seduta termina alle ore 15,55
La seduta inizia alle ore 10,45
Presidenza del Presidente
Antonio Mastrovincenzo
Comunicazioni del Presidente
PRESIDENTE. Colleghi buona giornata, dichiaro aperta la seduta n. 80 del 23 ottobre 2017. Do per letto il processo verbale della seduta n. 79 del 17 ottobre, il quale, ove non vi siano opposizioni, si intende approvato ai sensi del comma 4 dell’articolo 53 del Regolamento Interno.
Richiamo, inoltre, ai sensi del comma 5 dello stesso articolo, l'attenzione di tutti i consiglieri sulle comunicazioni distribuite, con cui porto a conoscenza dell'Assemblea quanto espressamente previsto dal Regolamento interno.
Sull'ordine del giorno
PRESIDENTE. Nella Conferenza dei capigruppo si è parlato dell’ordine del giorno di oggi ed è stata ritirata l’interrogazione n. 414 della Consigliera Pergolesi ed è stato chiesto il rinvio, da parte della Consigliera Marcozzi, dell’interrogazione n. 451, abbinata all’interrogazione n. 463 del Consigliere Rapa, e dell’interrogazione n. 453. La Consigliera Leonardi ha ritirato la mozione n. 280.
Quindi se non avete nulla in contrario, do per approvato l’ordine del giorno che sostanzialmente è invariato, ci sono queste modifiche: una interrogazione ritirata, una mozione ritirata e due interrogazioni rinviate; è stata inoltre rinviata la mozione n. 173 della Consigliera Marcozzi.
Riepilogo: ritirata l'interrogazione n. 414, rinviate le interrogazioni nn. 451, 463 e 453, rinviata la mozione n. 173 e ritirata la mozione n. 280.
Interpellanza n. 15
ad iniziativa del Consigliere Marconi
“Iniziative che la Giunta regionale intende adottare per far fronte alla grave crisi della natalità nella nostra regione”
(Svolgimento)
PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca l’interpellanza n. 15 del Consigliere Marconi, che ha la parola per illustrarla.
Luca MARCONI. Grazie Presidente. La leggo perché sicuramente facciamo prima.
Premesso che nelle Marche nel 2015 il numero medio di figli per donna si attesta all’1,33 in linea con il dato nazionale che colloca il nostro Paese tra gli Stati europei con i più bassi livelli di natalità.
Si eleva, inoltre, l’età media della donna in cui avviene il primo parto che è 31,9 anni e si differenzia a seconda se cittadina italiana (età media 32,7) o straniera (28,6). In un passato relativamente recente la fecondità tardiva riguardava la nascita del terzo o quarto figlio; negli ultimi anni, invece, la maternità ad età elevate è sempre più frequente per la nascita del primogenito.
Premesso che la combinazione tra la persistente denatalità ed il progressivo aumento della longevità conducono a stimare che nel 2050 la popolazione inattiva sarà in misura pari all’84% di quella attiva. Questo fenomeno inciderà sulla disponibilità di risorse in grado di sostenere l’attuale sistema di welfare, per effetto della crescita della popolazione anziana inattiva e della diminuzione della popolazione in età attiva.
Premesso che a fronte della scelta di chi consapevolmente programma la nascita del proprio figlio c’è anche chi, invece, per motivi diversi non riesce a rimanere incinta e ha la necessità di rivolgersi alla sanità per, ove possibile, ripristinare la propria fertilità naturale prima di eventualmente praticare strade diverse per soddisfare il proprio desiderio di maternità.
Premesso che le cure oggi attuate per favorire la natalità sono, solo in parte, a carico del Servizio sanitario nazionale mentre alcuni farmaci e indagini strumentali non sono mutuabili.
Premesso che la fertilità in genere è da considerare un bisogno essenziale non solo della coppia, ma dell’intera società e che pertanto sia necessario, se da un lato è imprescindibile lo sviluppo di politiche economiche a sostegno della famiglia e, nello specifico, della genitorialità, dall’altro sono indispensabili politiche sanitarie per la tutela della fertilità anche prendendo a completo carico dello Stato ogni intervento sanitario (farmacologico, strumentale o psicologico) necessario per favorire la procreazione con una fertilità naturale.
Ricordato che già con il 2014 le Marche hanno dato piena attuazione alla normativa sulla Procreazione medicalmente assistita garantendo la sicurezza e la tutela della salute di tutti i soggetti coinvolti, che su tutto il territorio regionale esistono centri attrezzati per l’assistenza alla coppia, ricordando che vi si possono rivolgere solo coloro ai quali è stata accertata e certificata una patologia come causa irreversibile di sterilità o infertilità, che in questo caso le prestazioni sono per la maggior parte gratuite anche se alcune prestazioni diagnostiche e farmacologiche restano a carico del richiedente.
Ricordato che il ricorso a questa procedura medica va sostenuto e eventualmente incentivato venendo così incontro al legittimo desiderio della coppia di essere genitori e allargare la propria famiglia.
Atteso che il calo delle adozioni non risparmia neanche le Marche. In un panorama di profonda crisi, che dal 2011 si sta manifestando a livello nazionale, non fa eccezione la nostra regione.
Dagli ultimi dati del Tribunale per i minorenni di Ancona, relativi al 2014 e al 2015, emerge un calo su tutta la linea: adozioni internazionali portate a termine, domande di idoneità per queste ultime e disponibilità per l’adozione nazionale. Per quanto riguarda le prime, si è passati dalle 92 del 2014 alle 63 del 2015, per un calo percentuale di circa un terzo; il calo dell’accoglienza di minori abbandonati stranieri è strettamente legato a un altro fenomeno: quello della diminuzione delle domande di valutazione dell’idoneità all’adozione internazionale. Queste ultime sono scese dalle 121 del 2014 alle 105 del 2015, ovvero del 13,2%.
Stessa situazione si registra anche per le adozioni nazionali. Le domande di disponibilità del 2015 sono state 245: il 21,5% in meno di quelle del 2014, quando si arrivò a quota 312; poco si fa per far conoscere questa procedura, per semplificare l’iter burocratico, per accompagnare e formare i futuri genitori che spesso sono impauriti e scoraggiati.
L’adozione non viene promossa e spesso c’è una cultura negativa intorno alla coppia che vuole adottare, che viene sottoposta ad una supervalutazione e super selezione quando invece andrebbe accompagnata e rassicurata, andrebbero organizzati incontri e corsi di formazione sul territorio sia per i futuri genitori che per gli operatori dedicati a questa procedura.
In questo particolare aspetto della vita delle donne e degli uomini un ruolo importante, anche in base alla legge 29 luglio 1975, n. 405, lo potrebbero svolgere i consultori familiari.
Tra i loro compiti, infatti, c’è quello di assicurare l’assistenza psicologica e sociale per la preparazione alla maternità ed alla paternità responsabile e l’informazione e l’assistenza riguardo ai problemi della sterilità e della infertilità umana.
In Italia abbiamo circa 2.100 consultori familiari, uno ogni 29.000 abitanti, un numero che la Società italiana di ginecologia e ostetricia (Sigo) ha giudicato insufficiente (il 30% in meno del necessario) e in molti c’è carenza di personale (solo nel 4% dei casi operano tutte le figure professionali previste: dal ginecologo al pediatra, fino allo psicologo). Nelle Marche, che al 30 giugno 2016 contava una popolazione di 1.539.728, ci sono 46 consultori familiari pubblici a cui se ne aggiungono 2 privati accreditati, uno a Pesaro ed uno in provincia di Macerata, uno per oltre 32 mila abitanti (dati Ministero della salute anno 2015).
La carenza di tali servizi compromette anche la piena attuazione della legge 194/78, in modo particolare degli articoli 1, 2 e 5, per consentire alla donna di compiere la propria scelta in totale sicurezza, dopo essere stata pienamente informata sui suoi diritti e sugli interventi di carattere socio-economico cui può fare ricorso per superare le sue eventuali difficoltà.
Tutto ciò premesso interpella, e qui Presidente darò qualche brevissima indicazione, il Presidente della Giunta regionale perché verifichi con il Governo, in particolare con il Ministero della salute, se sia possibile, all’interno del Piano nazionale per la fertilità, garantire la gratuità di tutte le cure (prescrizioni farmacologiche e indagini strumentali) necessarie per favorire la natalità, compresa la Procreazione medicalmente assistita; questo è un passaggio meramente amministrativo, non ci sono questioni di natura legislativa né tanto meno questioni di natura morale si tratta soltanto, sulla linea condivisa pienamente da questo Consiglio regionale qualche settimana fa, quando abbiamo approvato la mozione da me presentata con altri che prevede interventi vari a favore della famiglia, di mettere in conto tutte le strade che possono aiutare a recuperare questo spaventoso gap della natalità in Italia che farà sì che almeno per un’intera generazione noi non recupereremo i dati in corso, cioè noi per un’intera generazione abbiamo già in carico una perdita di quasi 10 milioni di italiani da qui al 2050, il che significa che ci vorranno una o due generazioni con tutti gli interventi necessari per recuperare questo gap, oppure rassegnarci a questa diminuzione che oggi neanche più l’immigrazione copre, perché oggettivamente non possiamo immaginare che l’immigrazione possa coprire questo gap e soprattutto avremo un altro problema, l’immigrazione non è un’immigrazione di bambini di zero anni o di un anno è un’immigrazione quando va bene di giovani di 20/25 anni, quindi noi avremo per almeno 30/50 anni una fascia di popolazione che va da 0 a 20 anni che diminuirà di più della metà.
Prosegue poi l’interpella: perché s’impegni economicamente e organizzativamente ad incentivare la formazione sia dei futuri genitori che degli operatori verso la pratica delle adozioni, sia internazionali che nazionali, a snellire le procedure burocratiche d’intesa con il Tribunale per i minorenni delle Marche e a favorire l’informazione e una cultura positiva nei confronti della pratica delle adozioni e di quelle coppie che generosamente vogliono perseguire questa strada.
A tale proposito, Presidente, ho inviato una lettera a lei, all’Assessore al bilancio ed all’Assessore alla famiglia perché questa seconda parte, che riguarda le adozioni internazionali e l’aiuto alle adozioni, è già contemplata nella nostra legge n. 30 del ’98 quindi la legge c’è, si tratta soltanto, cosa che non abbiamo fatto mai, personalmente non l’ho fatto neanche io, senza bisogno di fare nuove leggi, di finanziare dentro la legge 30, dentro lo stanziamento che riusciremo ad avere, questo punto specifico, almeno 50/60 mila euro perché vengano organizzati corsi di formazione a questo riguardo.
Questo è il terzo punto dell’interpella, quindi non lo commento: perché sia data piena applicazione alla legge 194/78, l'abbiamo già fatto nella precedente interpellanza e su questo Presidente già qualche cosa si sta muovendo, glielo comunico perché qualche dirigente sta perlomeno verificando i dati che lei già ci aveva trasmesso in Consiglio regionale in modo che quella informazione a macchia di leopardo diventi totale in tutta la regione.
Ultimo punto dell’impegna: perché s’impegni a rafforzare sul territorio regionale la presenza dei consultori familiari anche con il convenzionamento con quelli del privato-sociale per la preparazione alla maternità ed alla paternità responsabile e per l’informazione e l’assistenza riguardo ai problemi della sterilità e della infertilità umana.
Qui ci vuole una linea Presidente, perché non è possibile che noi nel campo dei servizi sociali abbiamo convenzioni con il privato sociale in tutte le materie, dai minori, alla disabilità, all’assistenza agli anziani, abbiamo convenzioni con il privato sociale dappertutto, l’unica materia in cui la convenzione con il privato sociale non c’è, è questa.
C’è da capire se è una linea politica o è un fatto occasionale, perché nessuno che si offre, può essere anche questo, o non c’è un indirizzo, siccome chi si offre c’è, non saranno tanti ma esistono, e allora può essere un problema di indirizzo perché, ripeto, sia a Civitanova che a Pesaro ci sono due convenzioni con consultori privati, però sono iniziative prese singolarmente dalle Asur. Abbiamo già delle esperienze attivate, che non mi sembra abbiano sconvolto nessuno, che potrebbero essere allargate ad altri consultori privati, non faccio riferimento a tendenze ideologiche, possono essere laici, islamici, cattolici, di qualsiasi indirizzo, se c’è qualcuno che ha questa disponibilità ed è disposto a convenzionarsi, io credo che questo si possa fare anche con spese modiche perché, è ovvio, non possiamo immaginare che il consultorio pubblico che costa 300/400 mila euro all’anno sia alla stessa stregua di un consultorio privato o che noi troviamo 300/400 mila euro per.
L’ambito delle prestazioni che il consultorio privato offre può essere allargato, mettendo in conto qualche collaborazione che alleggerisca le attività dei consultori privati.
Questo tanto per richiamare i quattro punti, lo possiamo chiamare anche pacchetto vita ed in questo modo, in maniera molto semplice tendo a diffonderlo e a propagandarlo. Credo che riguardo a questo non abbiamo neanche bisogno di interventi legislativi particolari, si tratta semplicemente dell’applicazione di quello che giace in campo, di perderci un po’ di tempo, di metterci un po’ di buona volontà e come sempre dichiaro la mia disponibilità per qualsiasi incontro o attività di approfondimento. Grazie.
PRESIDENTE. Ha la parola, per la risposta, il Presidente Ceriscioli.
Luca CERISCIOLI. Al di là del fatto che rispetto ai temi specifici che vengono citati nell’interpellanza, che riguardano soprattutto il tema della procreazione assistita, piuttosto che la lotta all’infertilità, piuttosto che il tema delle adozioni o di una gestione corretta dell’interruzione volontaria di gravidanza, il tema della natalità più in generale si risolverà quando l’economia del nostro Paese avrà altre prospettive rispetto a quelle attuali. Non basta la timida ripresa del Pil, cosa pur buona, o dell’export in alcuni settori, per garantire quella serenità, quello status ad una comunità che fa guardare al futuro in un certo modo e permette di affrontare il percorso della procreazione in maniera più serena. Quindi immagino che i numeri grandi stiano lì.
Ci sono numeri più piccoli che riguardano gli aspetti indirizzati dall’interpellanza sui quali ci sono segnali concreti importanti. Ad esempio sul primo punto, quello che parla sulla Procreazione medicalmente assistita, è attivo, dopo anni che è stato sulla carta, il punto di Marche Nord ed oltretutto si avvia ad una collaborazione importante nei confronti dei centri di maggior qualità su scala nazionale e questo permetterà di allargare notevolmente quella che è l’offerta alle coppie che hanno necessità e che oggi spesso devono rivolgersi fuori regione con evidenti costi aggiuntivi e difficoltà che possono limitare l'uso di questi percorsi, perché sono percorsi impegnativi, importanti, poter essere seguiti nel proprio territorio è certamente un vantaggio.
Lo si vuol fare con il massimo della qualità, facendo riferimento ai centri di maggior successo con l’obiettivo di corrispondere a quello che è un desiderio da parte di chi vuole procreare ed ha difficoltà di varia natura. Centro tecnologico ben attrezzato che ha tutto quello di ultima generazione da questo punto di vista con l'obiettivo di poter accompagnare le coppie che ne hanno necessità e quando andrà a pieno regime sarà ancora più interessante in termini di struttura e di servizio.
Sul punto 2, l’obiettivo che ci siamo dati è innanzitutto organizzativo cioè rimettere attorno ad un tavolo tutti i soggetti in quanto le varie normative, le ultime significative del 2002, parlavano di sostegno ai percorsi di genitorialità orientati nei confronti dello strumento dell’adozione proprio per rinnovare gli obiettivi da raggiungere o da rafforzare.
Una delle questioni legate alle adozioni internazionali, credo sia il fatto che sono costose e che in un Paese che ha difficoltà economiche sempre meno coppie hanno la possibilità di poter andare in quella direzione. Mentre su quelle nazionali valgono i ragionamenti che ha fatto il Consigliere Marconi, tutte le difficoltà burocratiche e quella specie di esame estremamente accurato ed approfondito che non tutti sono in grado di poter affrontare con serenità. Però noi ci siamo posti il tema di creare, mettere in piedi di nuovo questo tavolo regionale fra i diversi soggetti che si occupano della materia in modo da poter aggiornare quella che è l’agenda e poter indirizzare le risorse necessarie verso azioni mirate e condivise, secondo il metodo, che è un po’ il metodo del sociale, di far emergere dal basso i contenuti nei quali poi andare ad orientare l’investimento.
Sul terzo punto l'ha già detto lei, l'abbiamo già affrontato nella seduta dell’interrogazione, ci siamo dati l'obiettivo di rendere la situazione meno a macchia di leopardo, facendo delle buone pratiche e punto di riferimento per le altre strutture.
Il rapporto con il privato, per quanto riguarda l’ultimo punto, quello sano, ovvero di un privato che va utilizzato laddove, in rapporto a quelli che sono i numeri ottimali riconosciuti dai livelli essenziali, si riesce a mettere in piedi e ad attivare rapporti convenzionali, non c’è nessuna forma di pregiudizio, anzi va fatto proprio con questo spirito, cioè come complementari al servizio sanitario pubblico, dove laddove con il pubblico non riusciamo ad arrivare ad aprire spazi alla collaborazione con i privati.
Sulla gratuità del primo punto è in corso un confronto con il Ministero con l’obiettivo di rendere gratuite le cure per quanto riguarda la Procreazione medicalmente assistita e non abbiamo avuto ancora risposta dal Ministero, noi abbiamo aggiornato le tariffe regionali, ma per poter arrivare alla gratuità serve una dichiarazione esplicita, perché sapete che quello che non viene reso gratuito per normativa nazionale deve essere coperto da fondi regionali, e qui parliamo di spese impegnative. Per noi è importante che ci sia questa risposta da parte del Ministero che sul tema ha sempre mostrato grande attenzione e grande sensibilità, quindi ci aspettiamo una risposta positiva che faciliti ancora di più l’accesso delle coppie sterili a quella gamma, a quel percorso, che all’interno delle strutture sanitarie regionali potranno fare senza dover essere aggravati da costi ulteriori.
PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno il Consigliere Marconi.
Luca MARCONI. Grazie Presidente. Ho già preso molto tempo nella parte dell’esposizione, quindi non starò qui a tediare ulteriormente i colleghi, anche se gli argomenti sono estremamente vasti.
Mi permetto soltanto di esprimere una soddisfazione più che piena, completa, nel senso che in tutti gli aspetti il Presidente ha dato l'indirizzo che l'interpellanza richiedeva. Diciamo che non è stato neanche eccessivamente prudente, nel senso che almeno in tre casi ricalca esattamente quello che era nell’intenzione mia come richiedente.
La considerazione che fa, Presidente, relativamente alla situazione economica è verissima, è vero che saranno necessarie risorse, ma forse non così esagerate, ma quello che emerge è anche un altro dato, il problema vero è quello della cultura. Questi nostri interventi regionali non risolvono, ma se poi andiamo a vedere la soluzione finale al problema, almeno quello che è emerso per l’ennesima volta nella Conferenza nazionale sulla famiglia, per molti aspetti è deludente ed è quella relativa alla fiscalità. Il vero problema è questo! E' chiaro che in una situazione economica diversa, più leggera, i Governi potranno in qualche maniera alleggerire la famiglia nel carico fiscale e nella responsabilità che hanno nel portare avanti la crescita dei figli. Sicuramente questo è centrale e condivido l'opinione del nostro Presidente della Giunta, per quanto riguarda la cultura no, l’inversione che si sta manifestando un po’ per convinzione, Presidente, un po' per necessità perché oggi il vero problema è che non abbiamo i fautori della vita in capo alle confessioni religiose e i laicisti che invece, tanto per essere chiari, sono favorevoli alla morte.
Tutti quelli che hanno interesse al Dio denaro si sono resi conto che questo ci mette tutti d’accordo, io non lo faccio per questo, non l’ho fatto per questi miei quattro figli, però il Dio denaro ci mette tutti d’accordo perché l'evidente depressione economica in cui il nostro Paese si trova, è come primo dato, lo dicono tutti gli economisti di qualsiasi tendenza, almeno il 50% della pressione economica, è frutto della denatalità, sennò non si spiega perché l’India che sta peggio di noi da un punto di vista economico cammini come un treno e soprattutto ha occupazione. Non è vero che più figli deprime l'occupazione, abbiamo meno giovani e l’occupazione cammina, non è per niente così, chi ha più giovani, ha più consumi, senza consumi tutto il resto dell’economia va a schifio.
E' evidente che l’ideale è l’equilibrio demografico, non avere un eccesso di nascite ma neanche averne una diminuzione.
C’è qualcuno che ha messo una cifra a tutto questo, ed è una cifra che ha fatto discutere molto, soprattutto i cattolici, perché a dirlo è il capo dei cattolici nel mondo, Papa Francesco, il quale ha detto che l’ideale sarebbe tre figli, cioè non esageriamo a farne tanti, ma non facciamone neanche troppo pochi. Tre figli oggi, guarda caso, non so se l’ha buttata lì per caso, è la cifra data dai tecnici nazionali dell’Istat nella Conferenza nazionale per la famiglia i quali hanno detto che se vogliamo recuperare il gap non bastano due figli per donna, i due della coppia che recupera, ma ne serve uno in più per tutti quelli che non l’hanno fatto, ma soprattutto per tutti quelli che non sono stati fatti e per recuperare in 30 anni questo gap.
Dovremmo arrivare come obiettivo, l’Inghilterra già ci è arrivata e non mi sembra molto cattolica, a tre figli per donna, cioè tre figli per donna non come media perché non ci arriveremo mai, ma tre figli per donna delle coppie più o meno stabilmente costituite, unioni civili o coppie create all’interno del matrimonio, che hanno questo obiettivo, ed allora ci arrivi e ci arrivi in 30 anni.
Per arrivarci bisogna creare una cultura e la mia soddisfazione alla risposta del Presidente è che per quello che può la Regione, poco o tanto, con questi quattro strumenti crea una cultura favorevole, cioè i cittadini marchigiani sapranno che da parte della Regione non c’è una nemica della vita, ma c’è un’amica della vita. Grazie.
Interrogazione n. 354
ad iniziativa del Consigliere Fabbri
“Rilancio turistico della regione e verifica dell’efficacia dell’operato del Social Media Team Marche”
(Svolgimento)
PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca l’interrogazione n. 354 del Consigliere Fabbri.
Ha la parola, per la risposta, l’Assessore Pieroni.
Moreno PIERONI. Grazie Presidente. In relazione all’interrogazione n. 354 del 2017 si evidenzia quanto segue, con riferimento espresso a ciascuno dei punti contenuti nell’interrogazione stessa.
La Regione Marche è soggetto promotore e fondatore della Fondazione Marche Cultura, nata nel 2011 con l'obiettivo di accorpare in un nuovo soggetto le funzioni inerenti il cinema, gli audiovisivi e la catalogazione dei beni culturali.
La Fondazione ha ampliato nel corso degli anni i propri scopi statutari che attualmente prevedono, tra gli altri, la realizzazione di attività di integrazione tra offerta culturale e turistica, anche attraverso l'organizzazione di eventi e attività, cosiddetto web e social media.
In relazione a questa finalità statutaria, la Fondazione sta realizzando per la Regione Marche, un'attività di promozione del turismo regionale attraverso i social media e la gestione del blog ufficiale www.destinazionemarche.it., nel rispetto degli indirizzi e delle direttive impartite dalla Giunta regionale, con la delibera di Giunta regionale n. 979/2016. In particolare si è concordato di realizzare tale promozione per le tre pagine gestite dal Social Media Team: Marche Tourism in lingua italiana, Marche Tourism in lingua inglese e Marche Tourism in lingua tedesca.
La definizione dei destinatari della promozione, cosiddetta "profilatura", è affidata, per evidenti ragioni di specializzazione, alla figura dello "strategist", sia in termini di tipologia di persone che di aree geografiche, al fine di ottimizzare l'intervento.
Con periodicità quadrimestrale la Fondazione fornisce alla Regione un report sui risultati prodotti dall'attività, elaborati direttamente o ricavati da analisi di agenzie indipendenti, contenenti raffronti con servizi similari realizzati dalle altre Regioni italiane e europee.
A seguito dei recenti articoli apparsi su alcuni mezzi di informazione in relazione alla presenza massiccia per l'attività "Marche Tourism" di "Mi piace" da account provenienti da Paesi dell'area asiatica e in particolare dall'India, il Dirigente della struttura regionale competente ha prontamente provveduto a richiedere alla Fondazione delucidazioni in merito.
Per dare riscontro alle richieste della Regione Marche, il Direttore della Fondazione, su mandato del Presidente della Fondazione stessa, ha provveduto a:
1. chiedere una relazione di merito allo "strategist" del Social Media Team, invitandolo al contempo ad interrompere ogni eventuale azione di promozione commerciale rivolta ai Paesi asiatici;
2. incaricare una società specializzata di analizzare l'account Marche Tourism in lingua italiana sia per la questione specifica del fenomeno (massiccia presenza di profili di utenti asiatici), sia nella complessità dell'attività svolta dal Social Media Team anche su altri account e canali social;
3. scrivere alla responsabile per le relazioni istituzionali di Facebook Italia per chiedere una verifica della pagina MT e spiegazioni in merito alle anomalie riscontrate.
I risultati delle verifiche sono stati riportati in una relazione inviata dalla Fondazione alla struttura regionale competente in data 6 febbraio 2017.
In particolare dalla relazione presentata dallo "strategist" è risultato che il fenomeno in questione non è assolutamente riconducibile ad una volontà della Fondazione, ma esclusivamente alle modalità con cui le sponsorizzazioni sui mercati internazionali vengono gestite da Facebook; di conseguenza i risultati generati non sono frutto di una scelta strategica del coordinatore del Social Media Team, ma piuttosto di come lo stesso Facebook decide attraverso i suoi algoritmi di premiare o meno ciò che viene pubblicato e a chi renderlo visibile. Va comunque evidenziato che di tutte le attività gestite dal Social Media team (oltre 20) solo 2 presentano account provenienti da Paesi asiatici e che la profilatura di alcuni Paesi come l'India è dovuta alla indicazione di questo Paese tra i mercati turistici di interesse citati nel Piano triennale del turismo 2016-2018, approvato dall'Assemblea regionale delle Marche nel 2015. Lo strategist si è dunque attenuto, come in passato, alle indicazioni a lui fornite dai documenti istituzionali di riferimento.
Tale conclusione è confermata anche dalla risposta avuta al riguardo dalla Responsabile per le relazioni istituzioni di Facebook Italia, la quale, interpellata dalla Fondazione Marche Cultura a proposito dei fatti in oggetto, ha affermato che: "Il fatto che la targettizzazione di paesi come l'India abbia comportato e generato un maggior numero di impressions e quindi di azioni da parte degli utenti provenienti da questi paesi rispetto agli altri paesi coinvolti dalla campagne di advertising della Fondazione, non è anomalo: è dovuto infatti alla conformazione del mercato di alcuni di questi paesi, che ha un impatto sui meccanismi di asta e quindi di visualizzazione dell'annuncio pubblicitario".
Facebook Italia ha inoltre dichiarato a conclusione della verifica richiesta che non vi sono state attività anomale o bug nella campagne svolte negli ultimi mesi, ovvero che non ci siano state attività di acquisizioni improprie da parte dell'account in oggetto tali da configurarsi come inopportune.
Infine il report presentato dalla società Extreme di Roma, incaricata dalla Fondazione dell'analisi sui canali social turistici della Regione Marche, evidenzia come nel periodo dal 15 al 31 gennaio 2017, con l'azzeramento della presenza di account provenienti da paesi asiatici e la conseguente riduzione delle relative interazioni, le pagine Marche Tourism riconfermano prestazioni al vertice delle classifiche nei confronti con pagine analoghe di altre Regioni. Extreme testualmente documenta: "Tutti gli indicatori rilevati evidenziano una elevata qualità del lavoro svolto dal team in termini editoriali e di costruzione della community". Inoltre l'analisi della fanpage facebook nel periodo novembre 2016 - gennaio 2017 ha evidenziato la presenza significativa di engagement generato da utenti fuori target, in particolare utenti con account medio-orientali e asiatici, fenomeno che si è ridotto in modo rilevante a partire dalla seconda metà di gennaio 2017 e ad oggi non più presenti nelle interazioni che continuano ad essere in linea con le dichiarazioni di tutti i protagonisti in nostro possesso.
La società Extreme ha dichiarato che non ci sono modalità per stabilire se i profili asiatici sono autentici e come sono stati immessi nella pagina; in base alla esperienza maturata suggerisce due ipotesi: 1. distorsione nel sistema di promozione commerciale di Facebook, peraltro riscontrata dalla stessa società Extreme per altri clienti con le stesse modalità (massiccia presenza di profili asiatici); 2. l'acquisto di profili fake (non corrispondenti a persone reali, ma generati da sistemi tecnologici cosiddetti Farmclick) e inseriti nella pagina da parte di soggetti terzi. La stessa società prende inoltre in considerazione altre attività gestite dal Social Media Team ed anch'esse risultano leader nel settore senza che abbiano mai avuto attualmente o in precedenza presenze di utenti fuori target.
Riguardo al finanziamento della Fondazione, l'anno 2015 è stato un anno particolare in quanto si è tenuta la nota manifestazione "Expo 2015". La Regione Marche ha partecipato ad Expo con un ricco programma di iniziative che hanno visto il coinvolgimento diretto della Fondazione.
L'allestimento dello spazio a rotazione presso il Padiglione Italia ha richiesto un'attività straordinaria da parte della Fondazione che giustifica il maggior trasferimento di risorse fatto nel 2015 dalla Regione verso la fondazione stessa rispetto al 2016. In particolare l'attuazione del progetto di allestimento avente ad oggetto la realizzazione di 15 filmati per lo spazio di Padiglione Italia e l'elaborazione di almeno 70 filmati/immagini da proiettare nei maxi schermi del Cardo e negli spazi del Fuori Expo Marche sia a Milano che sul territorio regionale è stata realizzata attraverso la Fondazione, viste le finalità statutarie e la competenza professionale del proprio personale.
Gli eventi sismici che hanno colpito nel 2016 la nostra regione hanno inciso negativamente sul settore del turismo causando un crollo generalizzato nei primi mesi del 2017 della domanda che ha fatto precipitare gli operatori economici dell'intero comparto in una profonda crisi.
Pertanto si è manifestata l'esigenza di sostenere la promozione dell'immagine regionale, al fine di essere più competitivi e di recuperare il rapporto con la domanda nazionale ed internazionale e l'immagine del brand Marche che risultava vincente e molto competitiva per i flussi turistici desumibile dai dati disponibili alla data del 24 agosto 2016 nonché dall'analisi dei trend 2010/2015 che fanno riscontrare un aumento di arrivi e presenze, tra gli altri, del mercato tedesco anglosassone e olandese.
Nella seduta della Giunta regionale del 12 dicembre 2016 l'Assessorato ha presentato una comunicazione con la quale si è inteso individuare gli interventi straordinari e urgenti per sostenere, con strategie mirate, l'offerta turistica integrata dell'intera regione.
In particolare si sono individuati i seguenti indirizzi operativi:
- realizzazione immediata di spot televisivi per la promozione dell'offerta turistica e culturale e relativo piano di comunicazione per la diffusione sulle principali emittenti televisive nazionali e radiofoniche pubbliche e private nonché sui principali quotidiani e riviste nazionali;
- Piano straordinario di comunicazione sui social media;
- Acquisizione nel palinsesto Mediaset della trasmissione di fine anno in programma da Civitanova Marche di spazi pubblicitari dedicati alla promozione dell'offerta turistica e dell'immagine del territorio, che è andata in onda il 31 dicembre su canale 5 in occasione del capodanno;
- Piano di promozione del territorio e dell'offerta turistica regionale da inserire nel palinsesto dell'evento ciclistico Tirreno-Adriatica (edizioni 2017 e 2018);
- Valorizzazione del patrimonio culturale, proveniente dai territori colpiti dal sisma e attualmente ospitato nei depositi attrezzati, con l'organizzazione di eventi espositivi tematici realizzati in collaborazione con Anci e Diocesi e da collegarsi ai grandi eventi del prossimo triennio (es: 2018 - celebrazioni per i 150 anni della morte di Gioacchino Rossini; 2019 - 200 anni del manoscritto "L'Infinito" di Giacomo Leopardi; 2020 - 500 anni dalla morte di Raffaello Sanzio);
- Partecipazione attiva dei territori alla B.I.T. di Milano 2017.
Alcune delle attività svolte:
• la partecipazione alle fiere estere di Utrecht, Monaco, Berlino, Mosca;
• l'acquisizione di spazi pubblicitari nel palinsesto RAI tra Natale 2016 e Epifania 2017 con la messa in onda dello spot “Le Marche non ti abbandonano mai” e dello spot #ruralmarche (attore e regia Adriano Giannini);
• l'acquisizione di spazi pubblicitari nel palinsesto Mediaset della trasmissione di fine anno con la messa in onda dello spot “Le Marche non ti abbandonano mai”;
• l'acquisizione di spazi pubblicitari nel palinsesto RAI durante il Festival di San Remo con la messa in onda dello spot “Le Marche non ti abbandonano mai”;
• promozione del territorio e dell'offerta turistica regionale nel palinsesto dell'evento ciclistico Tirreno-Adriatica (nelle Marche a marzo 2017) esperienza che ha dato risultati importanti e che ripeteremo anche nel 2018;
• messa in onda di spot radiofonici su radio private e pubbliche;
• la promozione di itinerari e eventi sulla stampa nazionale;
• la partecipazione alla fiera BIT di Milano;
• la presentazione della nuova campagna di comunicazione che abbiamo voluto come Giunta regionale modificare denominata ViviAmo le Marche con 25 testimonial d'eccezione - tutti marchigiani o particolarmente legati alle Marche - che gratuitamente per solidarietà hanno accettato di essere presenti per promuovere il territorio;
• la pianificazione di spazi pubblicitari con la nuova campagna;
• la messa in onda dello spot unitario Viaggio nel cuore dell'Italia dedicato alle regioni Marche Umbria Abruzzo e Lazio e prodotto dalla RAI senza costi aggiuntivi per le Regioni coinvolte.
In corso di realizzazione educational e press tour e l'attuazione del Piano straordinario di 2 milioni di euro gestito da Enit sulla base del Piano unitario condiviso tra le Regioni Marche, Umbria, Lazio, Abruzzo per promuovere il rilancio dei territori colpiti dal sisma.
Inoltre il nuovo Servizio sviluppo e valorizzazione delle Marche, sempre sulla base delle direttive impartite dall'Assessorato, sta predisponendo, d'intesa con le istituzioni del territorio (ANCI Marche e Conferenza episcopale marchigiana), un Piano straordinario per lo sviluppo, la promozione e la valorizzazione delle Marche, che fissa le traiettorie operative di lavoro per il triennio 2017-2019 in stretta collaborazione con tutto il sistema ricettivo privato ed in particolar modo con le associazioni di categoria e si propone come strumento efficace di programmazione, sulla base del quale, una volta conseguite le risorse finanziarie necessarie, il Governo regionale attuerà la più ampia condivisione gestionale, sia di enti pubblici, che di soggetti pubblici e privati del territorio, ad iniziare dagli operatori economici di settore.
Il Piano straordinario, che si pone come base da cui partire per la rinascita e lo sviluppo dei territori, è impostato sulla base di coordinate che fanno interagire le dinamiche di promozione tipiche delle attività di gestione del settore turistico, ad iniziare dalla scelta del nuovo claim ViviAmo le Marche di uno standard di comunicazione coerente e ben definito, con il territorio e con quanto sul territorio accadrà nel periodo in questione, a livello di "grandi eventi' culturali o di iniziative diffuse, che costituiscono asset forti di attrazione turistica.
Nel triennio, il Piano prevede misure ben definite, a carattere pluriennale, complementari tra loro ed anche strutturali, tra cui ad esempio questo grande importante bando con fondi europei dedicato alle attività ricettive, alle strutture ricettive private, uscito dopo più di 15 anni, prima regione in Italia a sviluppare la wi-fi strutturale lungo tutto il sistema costiero, da Gabicce sino a San Benedetto, che mirano sostanzialmente al recupero dell'immagine ed al rilancio dell'offerta turistica essenzialmente attraverso i seguenti assi di intervento: Promozione turistica, Destination marketing, Turismo digitale, L'arte salvata ed i Grandi eventi culturali, ed infine partecipazione ad eventi fieristici nazionali ed internazionali.
Chiaramente in poche pagine abbiamo voluto riassumere tutta l’attività che abbiamo fatto e quindi spero di poter essere stato abbastanza esaustivo.
PRESIDENTE. Voglio salutare l’Assessore Bora che oggi rientra dopo la nascita del piccolo Alessandro e fare tanti auguri a lei ed al piccolo.
Ha la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno, il Consigliere Fabbri.
Piergiorgio FABBRI. Grazie Presidente. Ringrazio l’Assessore per la risposta perché in poche pagine ha riassunto tutta l’attività triennale del turismo, però non sono soddisfatto.
Questa interrogazione veniva fatta otto mesi fa, ma non voglio riparlare con il Presidente Mastrovincenzo della calendarizzazione degli atti, però otto mesi fa nasceva questo scandaletto dei clicchi indiani e del Bangladesh sul sito.
Ci viene risposto dopo otto mesi che è colpa di Facebook perché compra i cliccatori dove costano di meno, e va bene, ma questa è una cosa più di folclore che di altro.
Il discorso che abbiamo appreso adesso è che il nostro stand all'Expo è costato 400.000 euro e che praticamente si spende molto in TV, social media, film e quant'altro.
Ritengo che per quanto riguarda lo sfruttamento delle opere d'arte che sono state trasferite dai luoghi danneggiati dal terremoto in depositi attrezzati vada fatto molto di più per valorizzarle in tutto il territorio, compreso l'entroterra.
Rossini, Leopardi e Raffaello sono tre cose fondamentali perché rilanciano le Marche nei prossimi tre anni e sono al centro di un circuito nazionale, tranne però la proposta di legge su Raffaello che naviga in Senato. Sul resto mi sembra ancora molto debole la proposta regionale.
Quello che occorre assolutamente fare, e che nel programma che lei ha riassunto purtroppo non c’è, è una rete fruibile sul territorio, comprese le strutture che devono dare indicazioni ai turisti, che ancora non è stata realizzata.
Quindi nella mia premura di poter parlare a tempo debito degli atti presentati, la risposta per quel che riguarda il rilancio delle zone terremotate non mi sembra ancora soddisfacente.
Interrogazione n. 439
ad iniziativa della Consigliera Leonardi
"Anziani penalizzati e code interminabili presso l’Ufficio Asur ‘Zona Codma’ Fano"
(Svolgimento)
PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca l’interrogazione n. 439 della Consigliera Leonardi.
Ha la parola, per la risposta, il Presidente Ceriscioli.
Luca CERISCIOLI. E' una di quelle risposte per la quale ci si chiede: “La Consigliera Leonardi non si sarà inventata tutto”, quindi immagino che da qualche parte sta la verità.
Rispetto ad essere costretti a far la fila con persone che …, si specifica che non vengono riscontrate nei diversi punti di accesso file o attese di ore, considerato che ogni utente è invitato a presentarsi ad intervalli precisi, quindi ha un appuntamento, ogni 10 minuti uno dall'altro proprio per evitare le file. Quindi la presenza in quel luogo dell'anziano è su invito ad una certa ora.
Gli utenti per le cure termali e climatiche sono invitati in orari e giorni diversi da quelli riservati agli utenti dalla Commissione patenti, quindi anche la commistione con soggetti diversi …, in realtà i giorni riservati alle cure termali e gli orari sono diversi a quelli citati nell’interrogazione rispetto alle patenti.
La scelta del Codma rispetto alla localizzazione precedente è dovuta alla comodità nell’essere raggiunta perché dotata maggiormente di parcheggi, di spazi. Chi conosce l’area del Codma sa che ha, rispetto ad una zona più centrale, tutti i vantaggi per essere più facilmente raggiungibile.
L’Ufficio amministrativo di Fano è l'unico che gestisce queste pratiche, come si vuole rimodulare? Le domande vengono presentate nelle tre sedi ricordate, Pesaro, Fano e Urbino, quindi non sono presentate tutte in un unico punto, ma presentate e operate in diversi punti della provincia.
Solo l’attività di liquidazione è accentrata in un’unica sede, a Fano, e provvede per l'attività, quindi solo la parte liquidatoria, cioè la parte finale, è accentrata in un’unica sede, tutte le altre attività sono distribuite nell’Area vasta.
Quali costi aggiuntivi comporta? Non vi è alcun costo aggiuntivo dato che il medico valutatore svolge la propria attività nell'ambito delle prerogative poste in capo all’Unità operativa complessa Medicina Legale. Questa attività non è aggiuntiva, ma fa parte dei propri compiti, senza costi aggiuntivi.
Non lo so, non sono andato a verificare personalmente le code o altro, quindi mi rifaccio alla risposta che mi sembra diversa in rapporto alla situazione rappresentata. Mi ha colpito il fatto che chi va lì per appuntamento ad una certa ora, poi è chiaro che ci può essere un accavallamento, quello prima tarda, quello dopo anticipa, ma certamente non code di ore o la commistione di soggettivi quando gli appuntamenti sono dati in giorni diversi.
Questa è la risposta e questa le offro, non credo alla malafede dell’interrogazione, questo vorrei farle capire, è che immagino sia stata scritta a seguito di segnalazione.
PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatta o meno, la Consigliera Leonardi.
Elena LEONARDI. Grazie Presidente per la risposta. C'è una difformità delle informazioni che mi sono state date ed anche alle notizie che sono uscite sulla stampa, rispetto alla risposta che mi è stata fornita da lei, ovviamente dagli uffici che l’hanno data lei, perché giustamente ha detto che non ha verificato sul campo.
La questione, oltre al merito in cui è sceso, riguardava anche l’opportunità o meno, nella presenza di malattie che fondamentalmente sono croniche, per le quali poi si accede a queste cure termali, di dover ripresentare ogni anno questa documentazione senza avere di fatto in quella sede una valutazione medica, ma unicamente una presa d'atto di quella documentazione medica che ormai è assodata.
In questo sta il discorso di fare delle file, che comunque è un impiccio rispetto a un percorso che potrebbe essere più snello sia per chi opera a livello di ambiente sanitario che per l'utenza, che come ricordavo spesso sono persone anziane e mi è stato riportato anche persone con patologie. Persone che appartenevano alle forze dell’ordine che hanno patologie da cause di servizio per le quali non c'è una nuova valutazione ogni anno, quindi questo passaggio sembrerebbe comportare un dispendio di energie e di risorse sia per l'utenza che per la sanità marchigiana.
Quindi se è possibile verificare un intervento in questo senso, onde evitare questi passaggi che di fatto sono burocratici, a che serve andare lì e far vidimare carte che sono sempre le stesse? Un passaggio annuale scomodo.
Adesso verificherò anche questo discorso dell’incrocio delle valutazioni nelle giornate, perché a me è stato riportato in maniera differente anche da persone che sono state utenti di questo servizio.
Non posso dirmi ovviamente pienamente soddisfatta della risposta, verificherò.
La cosa che mi interessava di più, che però nella sua risposta non ho trovato, è se è possibile valutare se questo passaggio formalmente possa essere in qualche modo by-passato o fatto in una maniera più snella ed agevole per entrambi, per l’utenza ma anche per il nostro Servizio sanitario regionale. Grazie.
Interrogazione n. 448
ad iniziativa del Consigliere Celani
"Coppa Paolino Teodori - Gara internazionale di velocità in salita. Colle San Marco - San Giacomo. Mancata individuazione di evento sportivo di particolare rilevanza”
(Svolgimento)
PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca l’interrogazione n. 448 del Consigliere Celani.
Ha la parola, per la risposta, il Presidente Ceriscioli.
Luca CERISCIOLI. Il punto 4 mi sembra il più chiaro perché con la manifestazione sono state accordati dei contributi che non sono nell’azione citata nell’interrogazione, ma sono in un’altra misura, che dal 2013 viene finanziata con i seguenti contributi: 7.700 euro, 5.000 euro, 10.000 euro, 9.400 euro e 7.600 euro per il 2017.
Il Piano che prevede le manifestazioni e le gare annualmente approvate viene approvato dalla Giunta in rapporto con il Comitato regionale per lo sport ed il tempo libero, istituito presso la struttura organizzativa competente in materia di sport. E' istituito questo Comitato per la valutazione delle gare e poi fa fede la valutazione che viene fatta dal Comitato e il verbale della classifica idonea rispetto ai contributi.
Quali sono gli elementi che vengono valutati? La capacità degli eventi di generare considerevoli flussi di incoming durante il loro svolgimento e ulteriori flussi proiettati negli anni a seguire, l’importanza degli eventi in termini di comunicazione e promozione, la capacità degli eventi di rafforzare le potenzialità attrattive della nostra regione, la rilevanza degli eventi in termini di opportunità utile per proporre le interessanti località marchigiane e per rilanciare alcune nostre destinazioni.
Questi criteri sono codificati nella delibera del 5 luglio 2016 in coerenza con la legge regionale n. 5 del 2012 “Disposizioni regionali in materia di sport e tempo libero”, è lì che viene approvato il Piano annuale per la promozione della pratica sportiva e dell’attività motorio-ricreative. Il Piano è stato regolarmente pubblicato e ampliamente diffuso.
Non è che la manifestazione non ha avuto contributi, li ha avuti, come classificata dal Comitato, perchè ricompresa in un’altra fattispecie di contributi in linea con quelli degli anni precedenti, quindi non di più, ma neanche di meno.
I criteri di rilevanza sono quelli sopra citati, cosa significa? Che se la manifestazione ha quelle caratteristiche può anche rafforzare, magari nel comunicare la richiesta di contributo, per esempio quante televisioni al mondo seguono la manifestazione internazionale, quanto sarà l’incoming relativo alla manifestazione stessa e via dicendo, cioè i criteri attraverso i quali viene classificata una manifestazione di rilevanza nazionale ed internazionale.
PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno, il Consigliere Celani.
Piero CELANI. Grazie Presidente. Capisco le difficoltà nel dare risposta a questa mia interrogazione che era abbastanza puntuale.
Non posso essere soddisfatto perché è una risposta molto evasiva, generale, che non entra nel merito di un problema tutto regionale, che riguarda l’abbinamento sport turismo e valorizzazione dei territori. Il concetto era proprio questo.
Abbiamo in questa Regione delle manifestazioni sportive che consentono di promuovere il territorio, di grande rilevanza dal punto di vista turistico, che molto spesso vengono ignorate.
Per dire di cosa stiamo parlando. Qui ci siano tanti amici e colleghi che amano lo sport dei motori e delle gare di velocità, non soltanto su circuito, ma anche in salita. Ad Ascoli abbiamo da oltre sessant'anni una gara, una competizione di velocità in salita, la Coppa Paolino Teodori, che è la Ascoli-Colle San Marco poi diventata San Marco-San Giacomo si è spostata ancora più in alto proprio per motivi di sicurezza, al pari della Sarnano-Sassotetto, ad esempio, che tutti conoscono.
Oggi, non per campanilismo, la Coppa Paolino Teodori, la San Marco-San Giacomo, ha acquisito una valenza maggiore perché è entrata nel circuito delle manifestazioni internazionali in quanto Ascoli è diventata città dei motori e da diversi anni questa manifestazione è entrata nel novero del campionato europeo di velocità in montagna, all’interno della Federazione internazionale dell’automobile.
Vi dico alcuni numeri perché il Presidente ha detto che la rilevanza viene vista in funzione dei numeri che fa la manifestazione. La gara è seguita in 30 Paesi in tutto il mondo, 250 piloti, in genere la media proveniente da tutta Europa, 384 tra commissari di percorso e giudici, 4 ore di trasmissioni televisive sui canali specializzati e su quelli locali, 12.000/15.000 spettatori non paganti lungo tutto il percorso, un sold out di tutte le strutture extraricettive e ricettive che noi abbiamo in quel fine settimana, ma non è questione di due giorni, è questione di una settimana perché ci sono le prove e c’è tutto questo discorso qua, 90.000 visite sul sito dell’evento e più di 9.000 contatti sulle pagine Facebook.
Questo in pratica è l’immagine di questa manifestazione che ha una grande capacità e peculiarità e che ininterrottamente da quasi sessant’anni viene fatta, quindi potete immaginare che tipo di riverbero. Allora mi chiedo e chiedo come mai una manifestazione di questo tipo non entra nel novero delle manifestazioni di caratura internazionale ed inserita nei contributi di cui alla misura 5, è qui il concetto importante.
Noi abbiamo una legge regionale, la n. 5 del 2012, che indica le linee guida per quanto riguarda la promozione dello sport, che prevede all’inizio di ogni legislatura la redazione di un Piano per l’intera legislatura, e l’abbiamo fatto nel luglio 2016, abbiamo fatto una delibera consiliare dove abbiamo indirizzato il tutto, poi ogni anno c’è il piano annuale con il quale la Giunta individua quelle manifestazioni che hanno caratura nazionale ed internazionale tali da essere finanziate. Allora chiedo questo, Presidente, qualche svista c’è stata, dopodiché si va a derubricare il tutto, vi finanziamo, vi diamo qualche spicciolo sulla misura 4.4. Ma non è questo il concetto.
Io dico che a questo punto l’Assessorato deve essere molto più preciso, deve individuare esattamente e deve dare i criteri con cui individuare queste manifestazioni, non è possibile che una gara di questo tipo, che ha risvolti internazionali a carattere europeo, non venga inserita all’interno dei contributi di cui alla misura 5 e venga derubricata con piccoli contributi alla misura 4.4 o altro.
Per carità di popolo, non leggo quelle che sono state finanziate e che sono state inserite nella misura 5, che tra l’altro non c'entrano nulla con la gara di carattere internazionale ed europeo, che fanno questi numeri, che tra l’altro nell’interrogazione ho citato perché sono su tutti i giornali.
C’è anche la richiesta dettagliata che ogni anno fa l’Automobile Club Ascoli Piceno/Fermo, che è titolata ad organizzarla, quindi non l’organizza un privato, l’organizza una struttura pubblica che è l’Automobile Club che vi ha chiesto esattamente a febbraio: “Noi siamo gli stessi di tutti gli anni vogliamo che sia riconosciuta la valenza internazionale di questa manifestazione per la promozione turistica” e sistematicamente non viene introdotta all’interno della misura 5.
Questo per me è inconcepibile, è inaccettabile perché se noi andiamo avanti in questo modo, significa per clientele e quant'altro, andiamo a finanziare la gara delle rane oppure la fiera dei lupini, come diceva il compianto Costantino Rozzi, il turismo non va da nessuna parte perché la valenza dello sport, lo abbiamo detto sempre, serve anche per destagionalizzare gli eventi sportivi.
Questo è un aspetto che voglio far risaltare, mi auguro che la struttura possa prenderne atto insieme all’Assessore Pieroni perché cose di questo tipo non abbiano più a ripetersi, ovviamente non sono assolutamente soddisfatto delle risposte che mi sono state date, però volevo fare un quadro perché onestamente se vogliamo valorizzare questo territorio, scegliamo quelle dieci manifestazioni di carattere nazionale e internazionale e le finanziamo con i pochi soldi che abbiamo, ma d’altra parte qui non erano nemmeno pochi perché erano 165.000 euro, quindi qualche decina di migliaia di euro si potevano dare a questa manifestazione. Grazie.
Interrogazione n. 461
ad iniziativa del Consigliere Bisonni
"Utilizzo dei fondi raccolti con SMS solidali a favore delle zone terremotate"
(Svolgimento)
PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca l’interrogazione n. 461 del Consigliere Bisonni.
Ha la parola, per la risposta, l’Assessore Sciapichetti.
Angelo SCIAPICHETTI. Grazie Presidente. Ringrazio l’interrogante perché ci permette di fare chiarezza su un tema di cui molto si è discusso nelle settimane passate.
Il Dipartimento della Protezione Civile nel 2014 ha sottoscritto un protocollo d'intesa insieme agli operatori della comunicazione (gestori di telefonia e imprese televisive), per l'attivazione sulle proprie reti di numeri solidali per la raccolta di fondi, da destinare alla realizzazione di specifici interventi in favore delle popolazioni colpite da calamità naturali, che comportino la deliberazione dello stato di emergenza.
Nel medesimo protocollo d'intesa si prevede l'istituzione, entro un mese dal termine della raccolta fondi, di un Comitato di Garanti, composto da membri proposti dalle Regioni interessate dall'evento calamitoso, al fine di valutare le iniziative da finanziare, garantendo una gestione trasparente delle risorse raccolte.
In concomitanza della crisi sismica del centro Italia, iniziata nell'agosto 2016, i fondi raccolti ad oggi risultano così distinti (dati forniti dal Dipartimento della Protezione Civile - Comitato dei Garanti Sisma Centro Italia):
- donazioni liberali su c.c. Monte dei Paschi € 10.436.071
- donazione mediante sms su numero solidale 45500:
dal 24/08/2016 al 09/10/2016 € 15.083.594
dal 30/10/2016 al 30/11/2016 € 5.592.946
dal 31/12/2016 al 14/02/2017 (Progetto Ricominciamo dalle scuole) € 3.558.606
TOTALE € 33.671.217
Stabilito di accantonare una somma pari a circa 5 milioni di euro, per il completamento degli interventi sull'edilizia scolastica, comprese eventuali dotazioni strumentali e di arredo, ne deriva un importo rimanente di circa 28 milioni da assegnare alle varie Regioni, secondo il criterio di riparto di cui alla nota del Commissario Straordinario prot. n. 13295 del 5 maggio 2017, che attribuisce alla Regione Marche il 62% delle risorse disponibili sulla base dell'incidenza percentuale dei danni subìti.
Nel caso specifico, i fondi relativi alle donazioni solidali spettanti alla Regione Marche ammontano a 17.360.000 euro.
Il 21 giugno 2017 il Comitato dei Garanti si è riunito ulteriormente e nel corso della riunione medesima, è emersa la necessità di acquisire ulteriori elementi di informazione, specificati con nota del DPC n. 41894 del 26 giugno 2017, quali:
- nesso causale tra eventi sismici ed opera da ricostruire;
- mancanza di nesso, ma presenza di un valore aggiuntivo dell'intervento in grado di apportare un qualitativo miglioramento al territorio;
- ubicazione del bene;
- fonti di copertura, qualora il contributo solidale non fosse sufficiente;
- soggetti attuatori, beneficiari e gestori delle opere;
- cronoprogramma relativo ai tempi di realizzazione degli interventi.
In vista delle governance con i Sindaci dei giorni 11 e 12 luglio 2017, la Regione Marche, su richiesta dei Comuni di Visso e Pieve Torina, ha aggiunto due nuovi interventi, di cui uno finalizzato alla realizzazione delle opere di urbanizzazione per la collocazione delle attività commerciali e per i servizi a Visso, per un importo di 2.000.000 di euro, e l'altro per il completamento della nuova scuola di Pieve Torina, già quasi interamente finanziata da altre donazioni, ma mancante di 250.000 euro per raggiungere la piena funzionalità.
L’elenco degli interventi che erano previsti prevedeva anche la pista ciclabile di cui si è tanto discusso (1° Stralcio Abbadia di Fiastra - Sarnano) per 5.450.000 euro.
A seguito delle governance, che si sono svolte a Macerata, i Comuni hanno votato pressoché all'unanimità, decretando l'approvazione dell’elenco, che adesso vado a leggere.
I giorni seguenti alla diffusione sulla stampa dell'elenco proposto dalla Regione ed approvato dai Comuni, è sorta una polemica sull'inopportunità di inserire il progetto di una pista ciclabile, ritenuto sì necessario alla ripresa turistica dei territori colpiti dal terremoto ma, visto il protrarsi della fase emergenziale, incongruo nei tempi.
Al solo fine di non innescare dannose divisioni, la Regione ha pensato di sostituire questo intervento con delle opere che avessero un semplice e oggettivo nesso causale con il terremoto.
Gli interventi sostitutivi proposti sono:
- realizzazione nuova sede comunale temporanea di Arquata del Tronto € 2.150.000
- realizzazione polo scolastico a Sant'Angelo in Pontano € 2.400.000
- adeguamento sismico scuola di Montalto delle Marche € 750.000
Gli ultimi due interventi, provenienti dal Piano B delle Scuole, hanno comportato un'economia sulle risorse del Fondo di cui all'articolo 4 del decreto legislativo 189/2016 a favore del Commissario di 3.150.000 euro.
Tale cifra è stata riutilizzata nel riparto del primo piano delle opere pubbliche a favore della Regione Marche.
In definitiva, l'elenco delle opere presentate al Comitato dei Garanti in data 17 luglio 2017 per la Regione Marche è stato il seguente:
- recupero Grotta sudatoria € 3.000.000
- realizzazione nuova sede comunale ad Arquata del Tronto € 2.150.000
- urbanizzazione area di Visso € 2.000.000
- ammodernamento tratto strada ex SS238 Valdaso € 5.000.000
- nuove piazzole elisuperfici e adeguamento esistenti al volo notturno€ 1.710.000
- realizzazione polo scolastico a Sant'Angelo in Pontano € 2.400.000
- adeguamento sismico scuola di Montalto delle Marche € 750.000
- contributo alla scuola di Montegallo € 250.000
- contributo alla scuola di Pieve Torina € 250.000
TOTALE € 17.510.000 (sono quelli che aspettano alle Marche in base alla ripartizione)
Il Comitato dei Garanti ha approvato incondizionatamente 8 dei 9 progetti presentati ed ha valutato il progetto relativo al recupero della Grotta Sudatoria di Acquasanta come intervento realizzabile ed apprezzabile, condizionatamente alla produzione di specifiche elaborazioni che definiscano in modo più puntuale la tipologia del partenariato privato, il suo peso economico, il piano industriale complessivo, il/i soggetto/i esecutore/i, il soggetto gestore, la funzionalità nel tempo con vantaggio occupazionale e produttivo, tutta integrazione e documentazione che gli uffici mi risulta abbiano già inviato al Comitato dei Garanti.
PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno, il Consigliere Bisonni.
Sandro BISONNI. Grazie Presidente. Assessore, ho presentato questa interrogazione subito dopo aver letto la notizia sulla stampa, quindi sapevo che erano intervenuti nel tempo delle modifiche e dei ravvedimenti.
Intanto la ringrazio per la risposta perché è servita a fare chiarezza, però voglio farle notare una cosa, quando nella risposta, di cui chiedo una copia, lei dice che chi ha scelto di fare la pista ciclabile e quelle altre cose sono stati i Sindaci, lei sa benissimo quanto sono sensibile alle tematiche ambientali, però ritengo che non sia una priorità e sinceramente sulla Grotta sudatoria rimango con i miei dubbi, dopo però quando dice che si è provveduto a correggere, dice che la Regione ha proposto di correggere. Il punto sta proprio qui. La Regione svolge un ruolo di coordinamento, voi siete dei dirigenti, e quindi questa proposta della pista ciclabile, anche se l’hanno votata i Comuni, non ci nascondiamo dietro ad un dito, è venuta dalla Regione!
La Regione non doveva permettere, quanto meno nella mia visione, che una proposta del genere trovasse un percorso. Mi verrebbe da dire che tante volte ce la cerchiamo, perché è normale ed anche intuibile capire che gli italiani hanno donato questi soldi con in testa un altro obiettivo, che era quello della ricostruzione, non quello di fare piste ciclabili.
Ripeto, lei sa quanto io sia sensibile ai temi ambientali in generale, però, veramente una scelta fuori luogo, ce la potevamo risparmiare e quindi, ripeto, mi fa piacere che nel tempo si sia capita questa cosa. Rimango con i miei forti dubbi sul discorso della Grotta sudatoria e sottolineo la gravità che nella fase iniziale la Regione non abbia svolto quel ruolo di dirigenza e di coordinamento tale da non far arrivare per niente sul tavolo dei Sindaci la proposta della pista ciclabile. Grazie.
PRESIDENTE. Ha la parola l’Assessore Sciapichetti.
Angelo SCIAPICHETTI. Vorrei rispondere al Consigliere Bisonni perché l’argomento è molto delicato e va chiarito fino in fondo, anche se penso che sia servita l’interrogazione per chiarire e per appurare.
Il Consigliere Bisonni sa come me, partecipando come me a molti incontri, che quel territorio, che noi conosciamo bene, lo ricostruiamo dal punto di vista socio-economico facendo investimenti che possono rilanciare l’economia.
Tutti i Comuni della vallata avevano chiesto la realizzazione di quella pista ciclabile, e io sono fermamente convinto che quella infrastruttura possa rilanciare turisticamente quell’area, sennò diventa difficile rilanciare. Quindi io non la penso esattamente così, anzi aggiungo che l’impiego degli SMS solidali ha una logica vera, quella che dice lei, però bisogna che noi ci rendiamo conto di quale dovrebbe essere l'alternativa.
Con gli SMS solidali non è giusto finanziare l'emergenza perché l'emergenza, come sapete, è già tutta finanziata, non è possibile finanziare la ricostruzione privata perché la ricostruzione privata con gli SMS solidali non la posso finanziare, potrei farci le scuole, ma le scuole le finanziamo con 15 milioni di euro della Comunità europea e nelle Marche ne rifacciamo alla fine, tra l'ordinanza 14 ed il provvedimento successivo, 89.
Credo che interventi come questi potevano servire a rilanciare l'economia, così come ci si dice ad ogni convegno, con le Università, con i tecnici, con gli studiosi, a cui giornalmente partecipiamo. Poi è tutto discutibile, ovviamente è un'opinione che vale come la sua, spero.
Quindi che questa cosa possa essere discussa quanto vogliamo, come la Grotta sudatoria, è chiaro che la Grotta sudatoria serve a rilanciare l'economia di quella vallata e di quel Comune, perché quando c’era la grotta sudatoria c’erano una serie di persone che lavoravano lì, c’era un turismo, c’era un indotto.
O siamo coerenti con quello che ci diciamo sempre, tutti i giorni ai convegni, oppure facciamo un'altra cosa.
Con gli SMS solidali penso che avremmo dovuto investire anche nella possibilità di dare a quei Comuni una prospettiva di tipo turistico intelligente, come diciamo sempre, poi è venuta fuori una polemica enorme, però, ripeto, altro non si può fare. Io non posso ricostruire la casa del Signor Mario Rossi con gli SMS solidali, non posso farci altro, l'emergenza è tutta pagata fino a prova contraria, quindi cosa avremmo dovuto fare? Abbiamo pensato di fare quello, poi ripeto è tutto legittimo, si può discutere se non si è d’accordo, ci mancherebbe altro, però questa è la ratio della pista ciclabile e della grotta sudatoria, così come l’allargamento della Valdaso, dopodiché, ripeto, anche questo è tutto opinabile, però c’è una logica in quello che si è fatto, non era proprio campato in aria, ma non è per far polemica, lo dico a lei e non voglio far polemica con lei stamattina.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Bisonni.
Sandro BISONNI. Ripeto, non è che non sono sensibile a determinate tematiche, lo sa meglio di me quanti discorsi si fanno e tutto il resto, però ci sono delle priorità e le priorità sono altre.
I soldi che avete usato, li avete usati per strade, per le scuole, per sistemare il Comune e dovevate usarli tutti per fare queste cose qua. Ma non è vero che ci stanno, tutti i soldi che degli SMS solidali li dovevate impiegare per le scuole, per le strade, per gli ospedali e via dicendo, secondo me.
Voi dovete capire: uno, la priorità e due, anche l'opportunità di alcune scelte perché andare a prendere i soldi degli SMS solidali per fare una pista ciclabile, che sarà importante, non dico di no, io sostengo le piste ciclabili, ma secondo me non c'era e non c'è con quei soldi l’opportunità di fare quell’opera.
Interrogazione n. 467
ad iniziativa del Consigliere Zaffiri
"Servizio taxi. Mancato adeguamento, da parte della Regione Marche, delle disposizioni contenute nella legge 15 gennaio 1992, n. 21 comma 1 bis dell’articolo 5 bis ‘Legge quadro per il trasporto di persone mediante autoservizi pubblici non di linea’"
(Svolgimento)
PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca l’interrogazione n. 467 del Consigliere Zaffiri.
Ha la parola, per la risposta, l’Assessore Sciapichetti.
Angelo SCIAPICHETTI. La risposta all’interrogazione è molto articolata.
La legge 15 gennaio 1992, n. 21 recante "Legge quadro per il trasporto di persone mediante autoservizi pubblici non di linea" disciplina il servizio taxi ed il servizio di noleggio con conducente.
La legge nazionale ripartisce le competenze per tali servizi tra le Regioni ed i Comuni. Nello specifico all’articolo 4 si prevede che le Regioni debbano stabilire i criteri cui devono attenersi i Comuni nel redigere i regolamenti di esercizio degli autoservizi non di linea, nonché la delega agli enti locali allo svolgimento delle funzioni amministrative.
I Comuni disciplinano l'esercizio degli autoservizi nel rispetto delle norme regionali con specifici regolamenti anche uniformati comprensorialmente per ottenere una maggiore razionalità ed efficienza.
Nello specifico definiscono il numero ed il tipo dei veicoli da adibire ad ogni servizio, le modalità di svolgimento dello stesso, le tariffe del servizio taxi ed i requisiti e le condizioni per il rilascio della licenza per l'esercizio taxi e l'autorizzazione per il servizio di noleggio con conducente.
La Regione Marche in ottemperanza della legge n. 21/1992 ha emanato la legge regionale 6 aprile 1998, n. 10. All'articolo 7 sono dettati ai Comuni, enti che hanno le principali competenze in materia di taxi e noleggio con conducente, i criteri per la redazione dei regolamenti comunali sull'esercizio degli autoservizi pubblici non di linea.
Inoltre per quanto di interesse per la presente interrogazione, l'articolo 15 detta una specifica normativa per il servizio taxi in ambito aeroportuale. Tale articolo attua quanto è stabilito dall'articolo 14, comma 8 del decreto legislativo n. 422/1997. Nello specifico si prevede un regolamento redatto di intesa dal Comune capoluogo di Regione e di Provincia interessato (Comune di Ancona) e dal o dai Comuni nel cui ambito territoriale ricade l'aeroporto (Comuni di Chiaravalle e Falconara Marittima). La norma prevede un potere sostitutivo da parte del Presidente della Giunta regionale qualora il regolamento non venga redatto.
I Comuni interessati hanno approvato il suddetto regolamento sulla base della raggiunta intesa. Il servizio è garantito da dieci autovetture; sette del Comune di Falconara Marittima, una di Chiaravalle e due di Ancona. Nessun intervento regionale è stato pertanto necessario.
Successivamente l'articolo 5 bis, comma 1 bis, introdotto dal decreto legge n. 1/2012 convertito in legge n. 27/2012, che è oggetto dell'interrogazione, stabilisce che: "Per il servizio taxi è consentito l'esercizio dell'attività anche al di fuori del territorio dei comuni che hanno rilasciato la licenza sulla base di accordi sottoscritti dai Sindaci dei comuni interessati." In base alla suddetta normativa è consentito pertanto che i tassisti possano esercitare l'attività anche al di fuori del territorio del Comune che abbia rilasciato la licenza secondo le previsioni contenute in accordi stipulati tra le Amministrazioni comunali interessate.
Raggiungere nuovi accordi può essere difficile. Per esempio il Comune di Falconara Marittima con deliberazione n. 32 del 26 maggio 2015 approvava una proposta di modifica al regolamento comunale di cui sopra, evidenziando altresì la necessità di un intervento regionale volto ad adeguare la legge regionale n. 10/1998 a seguito dell'introduzione del comma 1 bis all'articolo 5 bis della legge n. 21/1992. Il Comune nello specifico, nelle more di tale adeguamento, stabiliva di ridurre le vetture taxi per l'aeroporto di Falconara tagliando le due del Comune di Ancona per garantire i principi di parità di trattamento, con l'auspicio di un intervento regionale volto a consentire la cosiddetta extraterritorialità in condizioni di reciprocità.
Ciò veniva richiesto dato che solo le vetture con licenza rilasciata dal Comune di Ancona possono far salire clienti sia presso l'aeroporto che nel territorio del medesimo Comune, mentre i tassisti di Falconara Marittima o di Chiaravalle hanno diritto di far salire passeggeri solo all'aeroporto, ma non all'interno del territorio del Comune di Ancona.
Tale deliberazione non ha trovato l'adesione degli altri due Comuni interessati di Ancona e di Chiaravalle e pertanto non è stata attuata.
Lo stesso Consorzio Tassisti Falconara che ha presentato in Regione il citato ricorso circa lo stesso oggetto dell'interrogazione aveva richiesto all'Autorità di regolazione dei trasporti di Torino un parere circa l'attuazione dell'articolo 5 bis, articolo 1 bis.
Dalla risposta dell'Autorità di regolazione dei trasporti, si evince che il Consorzio Tassisti di Falconara si lamentava della mancata stipula di una intesa tra i Sindaci dei Comuni interessati ed inoltre sempre l'Autorità di regolazione dei trasporti censurava la proposta del Comune di Falconara Marittima di ridurre il numero di licenze a danno delle due vetture di Ancona in considerazione che le norme sulla concorrenza al contrario prevedrebbero un loro incremento.
Per quanto sopra si ritenere che l'attuazione dell'articolo 5 bis, sia rimessa alla sola autonomia decisionale delle Amministrazioni comunali che possono arrivare a stipulare l'accordo previsto in tale normativa senza alcun intervento della Regione Marche. La disposizione inoltre non stabilisce l'obbligo per l'Amministrazione regionale di precisare o dettare criteri o contenuti minimi di tali accordi. La legge n. 21/1992 stabiliva tale adempimento solo per permettere la redazione dei regolamenti comunali e ciò è stato pienamente realizzato dalla Regione.
In merito al punto 2 dell'interrogazione si rappresenta che nel 2014 con Decreto n. 151/TPL, le tariffe fissate per il servizio in oggetto, erano state incrementate a 3,00 euro per la tratta Falconara - Aeroporto e a 5,00 euro per quella Ancona - Aeroporto, rispetto ai 2,00 e 4,00 euro precedenti. Tali tariffe erano già state considerate speciali in relazione alla natura speciale del servizio e quindi maggiorate rispetto a quelle ordinarie di TPL. Nel 2016 tali tariffe sono state ulteriormente maggiorate con Decreto n. 104 in relazione all'andamento delle tariffe del trasporto pubblico e quindi rideterminate a 3,30 euro per la tratta Falconara - Aeroporto ed in 5,50 euro per quella Ancona - Aeroporto, anch'esse superiori a quelle del servizio trasporto pubblico ordinario e determinabili rispettivamente in 1,80 euro ed in 2,20 euro. Sebbene il benchmark con gli altri servizi di collegamento aeroportuale nel panorama nazionale non possa essere preso come unico riferimento per la determinazione della tariffa, è stato comunque considerato nel 2016.
Tra i vari collegamenti visti si possono citare ad esempio, anche quello tra la Stazione FFSS centrale di Milano e Orio al Serio a 5,00 euro e quello tra Torino centro e Aeroporto di Torino variabile tra i 5,50 euro e 6,50 euro.
Per il punto 3 dell'interrogazione, la legge 15 gennaio 1992, n. 21 prevede all'articolo 4, comma 4 che presso i Comuni e le Regioni siano costituite commissioni consultive che operano in riferimento all'esercizio del servizio e all'applicazione dei regolamenti.
La legge regionale n. 10 del 16 aprile 1998 istituiva tale Commissione regionale consultiva nonché una Commissione regionale per l'accertamento dei requisiti di idoneità all'esercizio del servizio.
Successivamente con la legge regionale n. 45 del 24 dicembre 1998 si abrogava la Commissione consultiva regionale e si trasformava la Commissione regionale per l'accertamento dei requisiti di idoneità all'esercizio del servizio in Commissione provinciale. Inoltre si rendeva altresì facoltativa l'istituzione di commissioni consultive comunali.
Se contrariamente oggi fosse ritenuta uno strumento utile come sede di programmazione dei servizi di trasporto pubblico non di linea, solo l'Assemblea legislativa regionale potrebbe reintrodurre una tale Commissione apportando le necessarie modifiche alla legge regionale vigente in materia.
Presidenza della Vicepresidente
Marzia Malaigia
PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno, il Consigliere Zaffiri.
Sandro ZAFFIRI. Assessore, il Servizio trasporti le ha scritto molto bene la risposta a questa interrogazione, però alla fine del suo intervento il problema rimane, e lei lo sa che il problema rimane e sul problema che rimane, lei lo sa, bisogna che intervenga la Regione. Punto!
Questo è il problema che va avanti da mesi e da anni, lei lo sa, e visto che lei è l’Assessore competente per il servizio trasporti bisogna che si metta il cuore in pace e lo affronti.
C'è una differenza tra le due realtà, e di questo bisogna prenderne atto, non c'è un accordo tra le categorie, bisogna prenderne atto, però la legge dice che in una situazione di difficoltà c'è l’intervento della Regione. Bisogna farlo Assessore, questo è il problema. Bisogna che lei di “buzzo buono” affronti il problema perché se non c’è un'ipotesi d'accordo tra Ancona e Falconara vuol dire che c'è questa diversità e naturalmente una delle due realtà, l’anconetana o la falconarese, è fregata. Questo è il problema!
Per quanto riguarda il servizio taxi, bisogna che le due realtà siano messe allo stesso piano. Questa è la richiesta.
E' chiaro che la risposta non ci piace, non va bene, la immaginavamo così, però formalmente in questa Aula le chiedo che lei dopo questa interrogazione regolamenti in un modo omogeneo tutte e due le realtà.
E' chiaro che c'è una situazione di difficoltà, ma va superata e lei ha gli strumenti legislativi per farlo. Sa che la categoria ha fatto ricorso al Tar per far applicare quello che lo Stato dice, perché la legge dello Stato dice che la Regione deve intervenire sul non accordo.
La prego caldamente, vivamente, di regolarizzare questa cosa per l’interesse del territorio, ed è questo l’aspetto essenziale, altrimenti è chiaro che rimaniamo insoddisfatti perché la risposta fotografa di fatto la situazione attuale, ma non fa una proposta per chiudere definitivamente il problema, tra Ancona e Falconara, per il servizio di trasporto per l'aeroporto. Di conseguenza anche altri servizi, che non sono solo i taxi, creano problemi sul territorio, per cui credo che queste cose debbano essere assolutamente regolamentate in modo omogeneo tra tutti i vettori e tra i territori di Ancona e di Falconara-Chiaravalle. Grazie.
Interrogazione n. 505
ad iniziativa del Consigliere Maggi
"Attività Aerdorica"
(Svolgimento)
PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca l’interrogazione n. 505 del Consigliere Maggi.
Ha la parola, per la risposta, l’Assessore Casini.
Anna CASINI. Grazie Presidente. La prima domanda è chi ha autorizzato Aerdorica S.p.A all'utilizzo della dicitura "l'attività di direzione e coordinamento è esercitata dalla Regione Marche”. La risposta è facile il Codice Civile.
Adesso gliela declino, ma la risposta è molto semplice, è il Codice Civile che impone che la dicitura venga utilizzata, soprattutto in talune fattispecie laddove per esempio si ha la maggioranza delle azioni.
(interrompe il Consigliere Maggi)
Anna CASINI. Se lei pensa che sia falso accende il microfono e lo dice, così lo registriamo.
(interrompe il Consigliere Maggi)
Anna CASINI. Lo dica al microfono! Lo dirà dopo al microfono poi ognuno …
(interrompe il Consigliere Maggi)
Anna CASINI. Adesso abbia la pazienza di ascoltare, siamo in democrazia, lei fa la domanda, io rispondo e poi lei controdeduce.
L'inserimento della dicitura "l'attività di direzione e coordinamento è esercitata da Regione Marche" è un adempimento previsto espressamente dal Codice Civile all'articolo 2497 bis, e pertanto non è stato necessario adottare un atto di qualunque genere.
Lo svolgimento dell'attività di direzione e coordinamento non si basa sull'adozione di atti o procedure particolari; in base al primo comma, dell'articolo 2497 sexies Codice Civile, si presume che l'attività di direzione e coordinamento di società sia esercitata in uno dei seguenti casi:
1) la società o ente è tenuta al consolidamento del suo bilancio;
2) la società o ente esercita un ruolo di controllo su un'altra società, ai sensi dell'articolo 2359 del Codice Civile, in quanto:
a) dispone della maggioranza dei voti esercitabili nell'assemblea ordinaria;
b) dispone di voti sufficienti per esercitare un'influenza dominante.
Nel caso di specie, è il punto 2, la società o ente esercita un ruolo di controllo su un’altra società ai sensi dell’articolo 2359 del Codice Civile in quanto dispone della maggioranza dei voti esercitabili nell’assemblea ordinaria.
Per quanto riguarda Aerdorica, quindi, visto che la Regione possiede circa l’89% delle azioni, esiste senz'altro tale presunzione che deve essere inserita anche "negli atti e nella corrispondenza". Questo prevede il Codice.
Da ultimo bisogna ricordare che il terzo comma del succitato articolo 2497 bis del Codice civile stabilisce che gli amministratori che omettano l'indicazione "sono responsabili dei danni che la mancata conoscenza di tali fatti abbia recato ai soci o ai terzi". L'ufficio si è dimenticato di dire che ci sono delle sanzioni, ma glielo dico io.
Da quando la Regione Marche esercita attività di direzione e controllo? La Regione Marche esercita l'attività di direzione e controllo in quanto azionista di maggioranza nell'Assemblea ordinaria.
Con quali azioni di dettaglio si estrinseca l'attività di gestione e controllo? L’Aerdorica S.p.A è amministrata da un Amministratore unico nominato dall'assemblea dei soci di cui la Regione detiene la maggioranza, al quale spettano tutte le azioni necessarie allo svolgimento di questi compiti.
PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno, il Consigliere Maggi.
Giovanni MAGGI. Assessore, forse la dichiarazione “falso” è eccessiva, ma credo che sia falso perché non è assolutamente vero così.
Lei ha confuso l'attività di coordinamento e direzione con la maggioranza e il controllo della società su un'altra società. Questo non c'entra assolutamente niente.
Le cito un parere di un noto studio legale che dice: “L'attività di direzione si concreta nell'esercizio di una pluralità sistematica e costante di atti di indirizzo da parte di una società idonea a incidere sulle decisioni gestorie di un'altra società, cioè sulle scelte strategiche e operative di carattere finanziario, industriale, commerciale, che attengono alla conduzione degli affari sociali, mentre il coordinamento è la realizzazione di un sistema di sinergie tra diverse società del gruppo nel quadro di una politica strategica”.
Dalla Commissione di indagine di Aerdorica l'unica cosa certa che è risultata è che la Regione Marche se ne è fregata altamente di gestire e di influire nelle decisioni della società Aerdorica, infatti il buco tremendo che si è verificato dipende proprio da questo disinteresse.
Lei ha citato più volte l'articolo del Codice civile 2497, cosa dice? “Le società o gli enti che, esercitando attività di direzione e coordinamento di società agiscono nell'interesse imprenditoriale proprio o altrui, in violazione dei principi di corretta gestione societaria e imprenditoriale delle società medesime, sono direttamente responsabili nei confronti dei soci di queste per il pregiudizio arrecato alla redditività e al valore della partecipazione sociale”. Quindi le società o gli enti esercitando attività di direzione e coordinamento di società agiscono nell'interesse imprenditoriale proprio e tutto risulta, meno che la Regione abbia agito nell'interesse imprenditoriale proprio, infatti il buco, la voragine, è l'esempio tangibile e concreto che non ha mai agito nell’interesse proprio.
Cosa devono dire in merito a questa fattualità dell'azione di coordinamento? I dirigenti devono dichiarare che è azione di coordinamento e di direzione.
Io le ho domandato: da quando esercita l'azione di coordinamento e direzione? Da sempre? Guarda caso questa cosa è stata fatta dall'amministratore delegato Belluzzi che è andato in Camera di Commercio a dire io …
(interrompe l'Assessore Casini)
Giovanni MAGGI. Pleonastico? Ma lei sta dicendo delle cose di cui non sa un accidente, assolutamente!
(interrompe l'Assessore Casini)
Giovanni MAGGI. Certo, certo, io sto riportando pareri di persone competenti che in effetti dicono l’esatto contrario di quello che dice lei.
Quindi secondo il tenore di legge gli oneri pubblicitari, quello che diceva lei, non dovrebbero venire in rilievo neppure nell'ipotesi in cui vi sia una relazione di controllo od una società sia tenuta al consolidamento dei bilanci ma, nella fattispecie concreta, non vi sia azione di coordinamento.
Lei ha citato queste cose, le ha citate come conseguenza di legge per l’azione di coordinamento e direzione, cosa che non è assolutamente così.
Voglio dire che la sua affermazione: che la Regione svolge azione di direzione e coordinamento, non è un'affermazione così generica e soltanto normativa …
(interrompe l'Assessore Casini)
Gianni MAGGI. L’azione di direzione e coordinamento implica che, siccome la Aerdorica è una S.p.A. ed è una società di capitali, in caso di fallimento risponde solo del capitale versato delle azioni sottoscritte e non dell'intero patrimonio della Regione; significa che se non c'è azione di direzione e coordinamento la Regione non risponde dei 40 milioni di euro di debito.
Lei mi deve dimostrare dove e non mi ha risposto perché mi ha dato una risposta che non c'entra un accidente con quello che io ho chiesto, che automaticamente la Regione, perché ha la maggioranza e perché nomina i suoi rappresentanti nel Consiglio di amministrazione, svolge azione di coordinamento e direzione. Non è vero, chi gliel’ha scritta questa cosa?
Quando è stata scritta 'l'azione di coordinamento e direzione'? Quando Belluzzi è andato lì e l’ha messa retroattiva, dall’inizio del suo mandato per togliersi da qualsiasi responsabilità e la Regione non ha contestato.
Il Comune di Torino ha mandato un documento dicendo che in tutte le partecipate, nonostante abbia la maggioranza e controlli le società partecipate, non svolge azione di direzione e coordinamento.
Questo è esattamente quello che ha detto lei, questa differenza e questo suo sostenere a spada tratta la direzione e coordinamento non esiste in questo caso, perché, ripeto, la Regione non ha mai esercitato né coordinamento né direzione, prova ne è il fatto che tutti quelli che abbiamo audito, i vecchi amministratori delegati, hanno detto: “La Regione si è completamente disinteressata della gestione di Aerdorica” e lei sta dicendo che comunque svolgendo questa direzione e questo coordinamento la Regione deve rispondere di tutti i 40 milioni di euro, mentre la società di capitale, ripeto un'altra volta, che è la società per azioni, deve rispondere solo delle quote che ha versato.
Questo difendere l’azione di direzione e coordinamento significa non garantire i soldi dei marchigiani, perché lei dice che per questa azione di coordinamento e direzione la Regione deve rispondere di tutto il debito che ha fatto. Questo non è assolutamente vero ed è una interpretazione condivisa da legali e legislatori e lei ha dato un'interpretazione del tutto fantasiosa. Non c'è automatismo tra il controllo di una società all'80-90% e la direzione e il coordinamento.
Lei ha dato una risposta che non sta in piedi e questa risposta fa sì che comunque la Regione sia responsabile di tutto il debito e non delle quote sociali. E' una cosa gravissima!
PRESIDENTE. Ha la parola, per una precisazione, l’Assessore Casini.
Anna CASINI. Caro Consigliere Maggi, se fosse così semplice dichiarare “io non ho responsabilità rispetto all'attività di direzione e coordinamento in quanto Regione”, come scrivono a Torino, sarebbe semplice, lo scriviamo, il problema è che questa responsabilità è ex lege e deriva dal Codice Civile.
Se lei la pensa in maniera diversa insieme a tutti i suoi esperti in materia …, ma non può pensare che la Regione si sia comportata, e per Regione intendo l’amministrazione regionale con tutte le sue declinazioni, in maniera superficiale non affrontando il tema prima della data odierna e nelle sedi dove era opportuno approfondirlo.
Di questo lei sia sicuro, altrimenti visto che sta in Commissione e se la Commissione è arrivata ad altre conclusioni, invece di dire che sono bugiarda e dico delle stupidaggini, prenda gli atti conseguenti, li assuma.
Mozione n. 191
ad iniziativa dei Consiglieri Fabbri, Maggi, Giorgini
“Fondi Europei: coordinamento azione ed analisi risultati”
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la mozione n. 191 dei Consiglieri Fabbri, Maggi, Giorgini.
Ha la parola l'Assessore Cesetti.
Fabrizio CESETTI. Presidente, l’Assessore Bora adesso è impegnata, ma ha dato la disponibilità a rispondere a questa mozione se viene messa in coda.
PRESIDENTE. Non sono stata avvertita, mi hanno detto che aveva dato a lei la risposta.
Piergiorgio FABBRI. L’importante è che venga discussa.
PRESIDENTE. Devo necessariamente mettere in coda anche il punto 5 perché sono sola al tavolo di Presidenza e dovrei illustrarla io, per cui passerei alla mozione successiva.
Mozione n. 264
ad iniziativa del Consigliere Maggi
“Asur - Indizione nuova procedura concorsuale per la copertura di n. 6 posti di dirigente amministrativo - richiesta annullamento”
Interrogazione n. 443
ad iniziativa del Consigliere Maggi
“Asur - Indizione nuova procedura concorsuale per la copertura di n. 6 posti di dirigente amministrativo. Richiesta chiarimenti”
(abbinate)
(Discussione e votazione)
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la mozione n. 264 e l’interrogazione n. 443 entrambe del Consigliere Maggi, abbinate.
Ha la parola, per la risposta, il Presidente Ceriscioli.
Luca CERISCIOLI. Grazie Presidente. L’interrogazione 443 riguardante la determina n. 184 del 29 marzo 2017, con la quale l’Asur ha indetto un concorso pubblico per titoli ed esami per la copertura di sei posti di dirigente amministrativo, chiede quali sono le motivazioni.
La specificità del concorso dell’Azienda ospedaliera non corrisponde alle esigenze dell'Asur, come espressamente indicato nella determina di indizione.
L’Asur ha finalizzato la procedura che ricomprende, ma non esaurisce le competenze previste dall’Azienda ospedaliera. Infatti l’Azienda ospedaliera ospedali riuniti di Ancona con determina n. 725 del 30 dicembre 2014 ha indetto una procedura concorsuale per la copertura di un posto di dirigente amministrativo destinato al controllo di gestione.
La stessa determina precisa nel documento istruttorio le competenze specifiche del profilo professionale del candidato che, tra l’altro, comprende: esperienza nella pianificazione, programmazione e controllo, anche in relazione ai processi di natura tecnico contabile, esperienza teorica e pratica nelle diverse tecniche di contabilità direzionale, conoscenza del processo di budgeting e reporting e della valutazione preventiva e consuntiva periodica delle attività e dei costi correlati alla direzione aziendale ed ai centri di responsabilità, esperienza di analisi di processi aziendali finalizzati alla clinical governance e alla qualità di sistema, sono le caratteristiche del controllo di gestione.
In riferimento alle procedure concorsuali indette dalla Regione Marche con decreto del 9 giugno 2014 e del 25 novembre 2013 si precisa che le stesse richiedono requisiti di partecipazione diversi da quelli previsti dall’articolo 70 del decreto del Presidente della Repubblica 10 dicembre 1997, n. 483, recante la disciplina concorsuale per il personale dirigenziale del Servizio sanitario nazionale.
Punto due, La scelta di coprire posti vacanti deriva dall’esigenza di Asur Marche di essere provvista di personale dirigente amministrativo entro i limiti di spesa per le risorse umane.
PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno, il Consigliere Maggi.
Giovanni MAGGI. Devo dire che, con tutto il rispetto per il Presidente, non ho capito la risposta, però la vorrei ricondurre, visto che sono un uomo molto semplice, alla semplicità.
E' stato fatto un concorso mentre, così spiego anche la mozione, per legge e per regolamento della Regione si doveva attingere alle graduatorie dei concorsi precedenti.
Questo non è stato fatto, è stato indetto un bando nuovo, guarda caso il bando nuovo chiede le stesse caratteristiche e lo stesso titolo di studio dei bandi precedenti...
(interrompe il Presidente Ceriscioli)
Giovanni MAGGI. Come no, scusi la invito ad andare a leggere.
(interrompe il Presidente Ceriscioli)
Giovanni MAGGI. Questa cosa è surreale!
Ho capito che dice no, ma non ho capito la motivazione.
Ci sono concorsi precedenti e la legge prevede di attingere alla graduatoria del concorso precedente, invece si indice un bando nuovo e guarda caso le caratteristiche ed il titolo di studio sono i medesimi.
Nella mozione, se il Presidente permette, chiedo al Presidente e all'Assessore competente, che sono la stessa persona, di dare indicazioni al Direttore generale dell'Asur affinché provveda ad annullare il bando indicato in oggetto, ad avviare una procedura per utilizzare le graduatorie dei concorsi pubblici espletati presso l'Azienda Ospedali riuniti Torrette e presso la Regione Marche nel rispetto di quanto previsto dalla legge regionale n. 37 del 2016, in applicazione dei principi di economicità, trasparenza e buon andamento della pubblica amministrazione.
Mi sembra che anche un bambino ed una persona a digiuno di questa normativa possano capire che la norma dica che bisogna attingere dalle graduatorie precedenti ed è stato fatto un nuovo concorso, anziché attingere a quelle precedenti, come dice la legge.
Quindi io chiedo che venga annullato il bando successivo e si faccia ricorso alle graduatorie valide, in essere, questo perché, anche per una questione di diritto, ma anche per quelli che hanno fatto il concorso prima e stanno lì ad aspettare e vengono completamente disattesi. Perché si fa un bando nuovo? Spiegatemelo voi.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Urbinati.
Fabio URBINATI. Grazie Presidente. Si, effettivamente ha ragione il Presidente Ceriscioli, è un’interrogazione molto tecnica, si può rispondere con una risposta molto tecnica, ma si può rispondere anche con una risposta semplicissima e cioè che il direttore generale dell’Asur ha ritenuto di optare per un nuovo bando perché la legge stessa, che lei Consigliere Maggi ha citato nell'interrogazione - lei ha fatto un passaggio importantissimo, lei ha detto che è stato fatto un bando a parità di titolo di studio, però sappiamo benissimo che un curriculum non è fatto solo dai titoli di studio - dà facoltà all’Azienda sanitaria, in caso di necessità di particolari figure tecniche, di poter optare per nuovi bandi a prescindere da quelli già esistenti, ma deve essere motivato.
Oggi anche le questioni amministrative hanno delle diversità nelle specificità delle caratterizzazioni dei professionisti, questo è chiaro, come è anche scritto nella nostra risposta: il tutto è esplicitato nella determina dell’Asur. La determina dell’Asur indica la legge che dà la possibilità di attingere ad altri bandi e contemporaneamente prevede per quella figura amministrativa la necessità di determinate specifiche che non erano formulate in quel bando.
Quindi la sostanza è questa: prendere una persona per un determinato e specifico incarico perchè non è possibile farlo con l'altro bando. E' chiaro che questa è una determina dell’Asur e noi abbiamo piena fiducia nell’operato del Direttore generale, che ha valutato in termini di legge tutte le caratteristiche di quel bando.
La risposta è molto semplice ed è tutta qui. Grazie.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Zaffiri.
Sandro ZAFFIRI. Credo che l’argomento che ha sollevato il Movimento 5 Stelle sia un argomento vero e reale per un motivo semplice: c'è la graduatoria di un concorso pubblico per la stessa figura professionale, perché di questo stiamo parlando, e da lì si deve attingere a meno che la graduatoria non sia scaduta, allora in questo caso è necessario un nuovo bando, ma se le graduatorie non sono scadute, come in questo caso, indire un concorso nuovo per la stessa figura professionale è una cosa che non sta né in cielo né in terra. Questo è il problema di fondo, così funziona in tutte le amministrazioni pubbliche, solo qui, nella regione Marche, si bandisce un concorso diverso, un concorso nuovo.
Questa cosa sa di strano e credo che, come detto nell’ultimo intervento, “fiducia nell’amministrazione” era possibile averne se non veniva bandito un nuovo concorso. E' stato fatto un nuovo concorso, si è intrapreso un percorso diverso rispetto a situazioni che erano di fatto consolidate.
Questo è un aspetto grave per una amministrazione pubblica perché c'è poca trasparenza e con molta probabilità qualcosa dietro si può celare.
Presidenza del Presidente
Antonio Mastrovincenzo
PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, il Consigliere Maggi.
Giovanni MAGGI. Credevo che questa cosa fosse palese, oppure che ci fosse un rinvio per un approfondimento, però a questo punto devo ricordare che a marzo 2017 l'Asur ha scelto sei dirigenti tra i propri dipendenti a tempo determinato, dando un incarico triennale fino all'espletamento della procedura del concorso.
Questa procedura ci lascia perplessi perché nella pubblica amministrazione, lo sanno anche i bambini, si entra per concorso, mentre in questo caso si è scelto di assumere dipendenti a tempo indeterminato sulla base di titoli e di un semplice colloquio.
A marzo si era rilevata la necessità di assumere dirigenti presso altri enti e l'Asur, invece di questa assunzione che desta opacità, ha previsto ad assumere sei dirigenti a tempo indeterminato, a marzo, e solo a giugno è stato pubblicato il bando nella Gazzetta Ufficiale. Sembra un modo per consentire ai sei dirigenti interni nominati di acquisire punteggio tale per far fare loro un passo avanti nella valutazione dei titoli, difficilmente colmabili dagli altri partecipanti.
Questa vicenda ricorda molto da vicino la procedura del concorso per i 13 dirigenti concluso dalla Regione Marche su cui oggi pendono molti ricorsi e una sentenza di annullamento.
Sarebbe molto più semplice, economico ed efficiente seguire la legge, pedissequamente la legge senza interpretarla a proprio favore, ma la Regione sembra orientarsi in altro modo con lentezze, con spreco di denaro pubblico e con eventuali ricorsi che potrebbero esserci ed io sono sicuro che anche in questo caso saranno accettati, e la lentezza, l'inefficienza della Regione e lo spreco di denaro pubblico continueranno ancora.
Questa procedura non è stata fatta semplicemente perché c’erano delle caratteristiche diverse rispetto all’assunzione, ma è stata fatta per favorire qualcuno a danno di qualcun altro, quindi il nostro voto sarà contrario, fermamente contrario.
PRESIDENTE. Sulla sua mozione annuncia voto contrario? Bene, possiamo procedere.
PRESIDENTE. Passiamo alla votazione.
Mozione n. 264. La pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa non approva)
Mozione n. 231
ad iniziativa del Consigliere Maggi
“Sostegno all’approvazione della normativa in materia di riconoscimento della figura del caregiver”
Mozione n. 275
ad iniziativa dei Consiglieri Malaigia, Volpini, Marconi, Zaffiri, Leonardi, Carloni, Pergolesi, Maggi, Bisonni, Giancarli, Micucci, Rapa, Talè, Marcozzi, Celani, Urbinati, Busilacchi
“Richiesta al Governo italiano di giungere in tempi rapidissimi, e senza soluzione di continuità dei lavori parlamentari, all’approvazione in Italia della figura del caregiver facendo proprio il ddl 2128 del Senato ‘Norme per il riconoscimento ed il sostegno del caregiver familiare’”
(abbinate)
(Discussione e votazione)
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la mozione n. 231 del Consigliere Maggi e la mozione n. 275 dei Consiglieri Malaigia, Volpini, Marconi, Zaffiri, Leonardi, Carloni, Pergolesi, Maggi, Bisonni, Giancarli, Micucci, Rapa, Talè, Marcozzi, Celani, Urbinati, Busilacchi, abbinate.
Ha la parola il Consigliere Maggi.
Giovanni MAGGI. Ci sono quattro mesi di differenza tra la mia mozione e la mozione successiva, non accuserò nessuno che sia stata fatta per mettere in secondo piano la mozione precedente dell'opposizione, perché non è questo il mio abito mentale.
Ritengo che la mozione possa essere approvata, infatti ho firmato quella successiva, quindi ritiro la mozione n. 231 e farò un intervento sull'altra.
Sono quasi identiche, ci sono alcuni punti, quindi la mia e la posizione del gruppo del Movimento 5 Stelle è che questa figura importante venga considerata e apprezzata e che quest’Aula possa votare unanimemente la mozione che io ho firmato successivamente.
PRESIDENTE. Ha la parola, per l'illustrazione, la Consigliera Malaigia.
Marzia MALAIGIA. Grazie Presidente. Il termine caregiver forse non è conosciuto da tutti perché se ne parla da poco tempo, però sfido chiunque, se andiamo ad analizzare il significato della parola, a non aver mai avuto contatti, a non aver mai conosciuto un caregiver, perché la traduzione letterale dall'inglese sarebbe portatore di cura e più specificamente si intende la persona che, in maniera continuativa e gratuita, si occupa di assistere a tutti i livelli un familiare gravemente malato.
Il termine inglese perché è stato utilizzato? Perché questa figura è ormai riconosciuta a livello internazionale, la figura del caregiver familiare, tanto che sono garantiti supporti economici e previdenziali in molte nazioni, tra le quali: Francia, Spagna, Gran Bretagna, Polonia, Romania e Grecia.
Il caregiver familiare in Italia opera purtroppo ancora in un contesto drammatico e altamente gravoso, anche economicamente, a causa dei continui tagli sia statali che regionali dei fondi destinati al sostegno delle famiglie in cui è presente un disabile o un malato gravissimo.
C'è da dire che il servizio svolto dal caregiver è un vero e proprio lavoro senza il contributo del quale lo Stato avrebbe enormi difficoltà a sostenerne l'intero carico, anche perché lo Stato non riuscirebbe a garantire un'assistenza H24, il servizio svolto in famiglia è continuativo, per tutte le 24 ore, e in linea di principio dovrebbe essere equiparato, e quindi tutelato anche giuridicamente, a quello dei lavoratori domestici.
C'è inoltre da riconoscere e valorizzare anche le competenze che il caregiver acquisisce, non solo attraverso la pratica quotidiana, ma anche grazie a corsi di formazione ed addestramento all'uso di macchinari e sussidi necessari alla sopravvivenza del disabile grave. Molto spesso i caregiver frequentano questi corsi a proprie spese, tagliando ulteriormente il tempo libero che non dedicano a loro stessi.
C'è da dire che anche il premio Nobel Elizabeth Blackburn ha dimostrato che l'aspettativa di vita del caregiver, proprio perché è un lavoro altamente usurante, è fino a 17 anni inferiore all'aspettativa di vita media, oltre questo il caregiver nel 60% dei casi deve rinunciare a lavorare, nel 10% dei casi chiede un rapporto di lavoro part time, ma oltre questo deve rinunciare alla vita sociale e a periodi di riposo doverosi.
E’ chiaro che considerando tutto ciò, non abbiamo solo il dovere di ringraziare o di riconoscere la figura del caregiver, ma dobbiamo impegnarci a sostenerla praticamente, in modo da sgravare almeno parzialmente le famiglie da questo pesantissimo compito, che ricordo non è un compito volontario, non è una prestazione di cura volontaria, ma è un compito che ci si assume per amore e per necessità, rinunciando a periodi di riposo, rinunciando a contatti sociali con l'esterno e alle proprie esigenze.
Ringrazio il Presidente della IV Commissione e tutti i Capigruppo per aver sostenuto questa mozione e per essere stati concordi con quanto veniva presentato. Tra gli auspici ci sarebbe quello della copertura a carico dello Stato dei contributi figurativi per tutto il periodo in cui il caregiver presta assistenza e cura, la possibilità di un pensionamento anticipato, proprio perché la professione è usurante ed è veramente molto pesante, sommando i contributi già versati a quelli figurativi versati dallo Stato, oltre a tutele specifiche per malattie professionali. Come lavoro è anche pesante a livello fisico. Pensate di dover assistere anche nei bisogni più elementari e primari un malato adulto, quindi anche a livello fisico è molto pesante e usurant, quindi tutele specifiche per le malattie professionali e anche rimborsi per viaggi, le cosiddette vacanze assistenziali, quando ci si reca in una struttura ad assistere, e la possibilità di telelavoro.
Ripeto, ringrazio i Capigruppo, i Consiglieri e il Presidente della IV Commissione Volpini.
Con questa mozione chiediamo che sia data immediata definizione all'iter legislativo delle questioni che sono state presentate da me e condivise all'unanimità. Grazie.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Maggi.
Giovanni MAGGI. Ho firmato questa mozione che prevedeva, ampliandoli, i contenuti che erano espressi nella mia.
Devo evidenziare un aspetto particolare, questa cosa, questa sollecitazione non solo va a favorire l'abnegazione e riconosce l'abnegazione e l'atto d’amore che fanno i caregiver nei confronti dei loro pazienti, ma sicuramente questa pratica ha un'efficacia maggiore perché il paziente, molto spesso l'anziano, colui che soffre di una malattia cronica, rimane in casa propria, rimane nel suo ambiente, rimane a contatto con la sua storia e con i suoi affetti. Questo è sicuramente un elemento molto importante, perchè portarlo in una struttura, portarlo fuori, fare delle cure fuori dal proprio ambiente, nel momento in cui si attraversa un momento delicato e difficile, non porta effetti e benefici sul piano terapeutico, farlo rimanere nelle mura di casa con queste persone che sacrificano la loro vita per un atto d'amore e per un atto di solidarietà nei confronti di un loro caro, fa sì che sia una terapia vincente e sicuramente molto più efficace di qualsiasi altra terapia.
In questo senso non sottovaluterei i risultati nei confronti di coloro che i caregiver assistono.
Annuncio il voto favorevole a questa mozione e spero che la Giunta, il Presidente e tutta la Regione Marche si facciano carico nei confronti dello Stato di sollecitare una legge che sani questa disparità, questa ingiustizia nei confronti di queste persone. Grazie.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Volpini.
Fabrizio VOLPINI. Incontrai il termine caregiver nel lontano 1999, quando per la prima volta, si tentò di dare una risposta un po’ organica al problema dell’Alzheimer. Si si era agli albori delle unità valutative Alzheimer, all'introduzione di nuovi farmaci, e ci fu una sensibilizzazione nel mondo sanitario, ma anche nel mondo sociale, nel mondo dell'associazionismo.
Il termine caregiver, colui che si prende cura, è un neologismo inglese entrato prepotentemente nelle discussioni.
Nel sottoscrivere la proposta della Consigliera Malaigia ci sta un rapporto di conoscenza e anche e soprattutto di funzione.
Queste persone, queste figure che generalmente, Consigliere Maggi, sono familiari dedicano gran parte della loro esistenza nel prendersi cura di patologie di pazienti cronici, sono familiari, quindi con un carico, con un pathos, che ha sicuramente un vantaggio maggiore.
Spesso il sentimento che maggiormente riscontro nel parlare con il caregiver è quello della solitudine all’interno di quel nucleo, all’interno di quella famiglia. Al di là degli aspetti assicurativi, al di là del riconoscimento, questa mozione ha anche questo valore aggiunto, quello di far uscire da questa solitudine le persone che vedono non sacrificata la propria vita, ma impegnata in questo ruolo, che è anche un ruolo pesante dal punto di vista fisico, perché prendersi cura significa prendersi cura dell'anziano, con tutti i servizi di cui un anziano non autosufficiente ha bisogno.
Noi da questo punto di vista abbiamo una legislazione non adeguata alla situazione, in Parlamento si sta discutendo, ormai non so in quale Commissione, se del Senato piuttosto che degli Affari sociali della Camera, questa proposta di legge che ha trovato il consenso di tutte le forze politiche e se anche dalla periferia, dalle Regioni, come succede in altre circostanze, viene forte una spinta rispetto a problemi di questo tipo, credo che non dobbiamo sottrarci a questo ruolo. Quindi convintamente votiamo questa proposta anche con questo intento: sollecitare il Parlamento a legiferare ed a legiferare in maniera puntuale ed anche definitiva su una questione di questo tipo.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Zaffiri.
Sandro ZAFFIRI. Questa è una mozione che raccoglie un grande consenso, un grande consenso su questo che credo sia il problema dell'oggi, ma lo sarà anche di domani, cioè familiari che assistano i propri cari.
Penso che questo sia un passaggio estremamente importante e che questa mozione non debba solo a servire per far sì che il Governo approvi una legge, ma questo deve essere anche il primo passo per una legge più completa.
Oggi qui l'aspetto della legge è quello politico, ma credo che sia necessario aggiungere anche un aspetto economico attorno a questi provvedimenti, perché spesso, noi sappiamo, i componenti dei nuclei familiari abbandonano il lavoro per assistere i propri cari, e questo oramai è un fenomeno purtroppo diffuso, diffusissimo sul territorio nazionale.
E' un problema molto serio, è un problema sociale del terzo millennio e penso che sia veramente indispensabile approvare la legge ed accompagnarla anche con un contenuto economico, nel limite del possibile, è ovvio, delle risorse finanziarie.
E' un passaggio obbligato e credo che la Regione Marche possa dare un contributo a questa legge.
Questa mozione come tutte le cose impegna la nostra Giunta ed impegna il nostro Presidente a sostenere nella Conferenza Stato-Regioni la posizione della nostra realtà territoriale per far si che questa legge venga approvata.
Aggiungo, non è contenuto in questa mozione, ma credo che si possa aggiungere nel momento del confronto sulla legge a livello nazionale anche un interesse verso chi sostiene in termini economici ed accudisce i propri cari. E' un messaggio di civiltà, importante, che il nostro Paese potrebbe dare anche in questo passaggio, nel momento di bisogno. Grazie.
PRESIDENTE. Ha la parola la Consigliera Marcozzi.
Jessica MARCOZZI. Noi voteremo favorevolmente questa mozione, l’abbiamo anche firmata.
Arrivare al riconoscimento del caregiver è sicuramente un passo avanti per il riconoscimento dei diritti del malato, soprattutto dei disabili e dei disabili gravi, come anche i malati di Alzheimer.
Siamo assolutamente in ritardo rispetto ad altri Paesi europei, così come ha detto la Consigliera Malaigia.
La valorizzazione del caregiver equivale ad accrescere giustizia sociale nel nostro sistema di welfare, quindi è importante sollecitare il Parlamento a legiferare, dimostrando, almeno questa volta, di non remare contro i cittadini, a maggior ragione in questo caso, con problemi e difficoltà di salute.
Dimostriamo per una volta di essere dalla parte dei cittadini e di non essere, se ancora è possibile anche su quest'argomento, indietro rispetto all’Europa. Grazie.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Busilacchi.
Gianluca BUSILACCHI. Grazie Presidente. Anche da parte mia il ringraziamento ai proponenti - io l’ho sottoscritta - ed alla Vicepresidente Malaigia.
Credo che sia importante che ci sia un segnale forte perché entro i tempi di fine legislatura possa essere fatto il possibile per approvare questa legge che, come veniva ricordato, è rilevante oggi, ma anche in prospettiva perché i tempi della demografia ci dicono che aumenta la popolazione non autosufficiente per cui questo problema ci sarà sempre di più.
Anche perché non solo aumentano i non autosufficienti, ma assistiamo ad un ritorno al lavoro di cura informale. Assistiamo ad un ritorno al caregiving dato dentro le mura domestiche anche perché il fatto che ci siano difficoltà per le donne - ahimè, e questo è un arretramento - ad avere posti di lavoro ben remunerati, fa sì che molte persone trovino più conveniente rimanere in casa ad assistere i propri cari, non solamente una questione di affettività, ma anche per una mera questione economica.
Noi abbiamo avuto negli ultimi anni anche nella nostra regione, dopo tanti anni in cui c’era stata una crescita nel ricorso alle badanti oppure a strutture private, laddove non ce la fa più il pubblico, un ritorno del lavoro di cura informale, quindi del caregiver familiare.
Quindi credo che sia importante dare la giusta importanza a questo tema, dare un riconoscimento a questa funzione, com'è stato ricordato dagli interventi che mi hanno preceduto, io direi da due punti di vista, intanto, un riconoscimento al caregiver, alla persona, un riconoscimento personale, che è un riconoscimento professionale, perché sono persone che svolgono un lavoro, certo lo fanno per una persona a loro cara, però svolgono a tutti gli effetti una attività e quindi c’è il tema dei contributi assicurativi, c'è il tema della remunerazione di questa attività. Lo fanno con una qualità legata all'affettività, però, ed io questo voglio dirlo perché è un tema che spesso viene trascurato nel dibattito, oltre al riconoscimento personale c'è anche un riconoscimento pubblico, perché il fatto che ci sia una diffusione dei caregiver evita dei costi al pubblico, perché lo svolgimento dell'attività dentro le mura domestiche evita che ci sia un ricorso a strutture esterne e in questo modo si produce un valore, si produce un valore economico.
Cito questo dato, che purtroppo non è molto noto, ma molti anni fa insieme alla Fondazione Brodolini abbiamo fatto un lavoro per la Regione Umbria proprio per provare a valutare quanto era il valore economico dell'attività svolta da chi svolge un lavoro domestico. Il lavoro domestico svolto dalle famiglie dell'Umbria, stiamo parlando degli anni 2008/2009, rappresentava il 37% del Pil regionale, quindi tante attività che vengono svolte dentro le mura di casa, solitamente dalle donne, non solo garantiscono una qualità delle prestazioni erogate, ma contribuiscono al valore economico della regione per una quota così significativa, il 37% del Pil regionale, tantissimo.
Per cui credo che sia assolutamente necessario che ci sia una emersione di questo lavoro dal punto di vista delle tutele, dal punto di vista dei diritti, dal punto di vista del riconoscimento.
Penso che sia una battaglia di civiltà molto importante e quindi anche da parte mia ed anche da parte di Articolo 1 Mdp non solo ci sarà il voto convinto, ma credo che ci sia la necessità di sostenere con forza che questa legge possa trovare nella sede parlamentare, nonostante i tempi stretti della fine legislatura, una piena attuazione.
PRESIDENTE. Ha la parola la Consigliera Leonardi.
Elena LEONARDI. Grazie Presidente. Confermo il pieno sostegno a questa mozione che ho firmato e come Fratelli d’Italia vorrei fare una piccola considerazione.
Siamo tutti d'accordo che serve una legge, ma soprattutto credo che serva una buona legge, una legge che sia capace di riconoscere al caregiver familiare il giusto riconoscimento economico per il lavoro che svolge, che valuti anche la possibilità per queste persone, spesso donne ma non solo, che sono costrette ad essere messe di fronte ad una scelta: continuare a lavorare o lasciare il proprio lavoro per prendersi cura del familiare, che sia il genitore anziano, che sia magari il figlio con problemi di disabilità. Quindi la possibilità di prevedere il caregiver familiare quale lavoro usurante e prevedere magari, oltre un riconoscimento economico per chi lo svolge, una serie di tutele che andrebbero effettivamente a vantaggio di un discorso che ruota intorno all'economia familiare.
Credo che da parte nostra, in questa Aula, a livello di partiti, siamo tutti d'accordo nel promuovere anche nell'incontro della Conferenza Stato-Regioni questa importante problematica e farlo nel modo più giusto, prevedendo una serie di misure concrete e mirate, affinchè questo riconoscimento abbia una valenza pratica nella vita non solo di chi andrà a ricoprire questo ruolo, che poi di fatto già in molti casi svolge, ma che le misure, che la legge nazionale dovrà poi a mettere in campo, siano effettivamente d’aiuto e non siano solamente un riconoscimento formale senza una sostanzialità.
Come sempre credo che sia importante la parola, sia importante il concetto, ma sia ancora più importante scendere nella praticità delle cose, quindi farci carico tutti noi di sollecitare i nostri rappresentanti in Parlamento perché la legge che andrà in discussione preveda misure concrete e reali per questa problematica che è esplosa e sta esplodendo in questi anni e che di fatto c'era perché la evoluzione della nostra società ha portato sì che l'equilibrio che si aveva all'interno delle famiglie sia pian piano scemato e degradato per tutta una serie di situazioni, anche l'allontanamento delle persone dai luoghi di nascita, in cui poi c'è la necessità di aiutare e supportare la persona anziana.
Non può ricadere tutto sulle spese, nella possibilità di mettere persone in un istituto, non ci sono solo questioni economiche, ma soprattutto questioni, devo dire, morali e la volontà da parte dei familiari di prendersi cura dei propri cari, quindi bisogna consentirglielo e bisogna consentirglielo con misure che vanno a vantaggio in primis del familiare malato.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Marconi.
Luca MARCONI. Grazie Presidente. Per muovere un po’ anche un dibattito che altrimenti ci vedrebbe come in quelle interviste: “Che cosa ne pensa?” “Sono d’accordo”. Qui siamo tutti d’accordo quindi è evidente che …
L'essere tutti d'accordo su questa materia mi induce a una piccola riflessione sull'attuazione della nostra Costituzione. Nella premessa della mozione abbiamo scritto: “Il lavoro effettuato all’interno della famiglia secondo gli articoli xx, yy, della Costituzione e leggi conseguenti”, ci abbiamo messo 70 anni, a parte l’unico episodio che conosco che è l’assegno di accompagnamento erogato dallo Stato e l’assegno di cura erogato dalla Regione, per arrivare a questo tipo di riconoscimento, ci siamo arrivati, ma la domanda che mi faccio è: si tratta di un episodio isolato o è un’inversione di tendenza da un punto di vista politico e culturale che fa sì che questo riconoscimento del lavoro familiare si allarghi? Adesso parlo delle conseguenze. Come per la precedente questione della vita indipendente, lo stiamo facendo perché siamo convinti di compiere un atto di giustizia come vorrebbe la Costituzione o perché ci conviene?
Ha ricordato bene il Consigliere Busilacchi, il 37% è la stima che viene fatta del lavoro fatto a casa, proviamo un po’ a pagarlo?
Dal ‘68/’70 in poi, e non cito questa data a caso perché è la data da cui abbiamo cominciato a riconoscere i diritti, fino ai diritti individuali più particolari, ed ogni diritto ha comportato una spesa. Comincia il welfare, per fortuna dico, non sto dicendo che sia stata una cosa sbagliata ma, come spesso succede, da una visione tutta privatistica dei servizi, che c’era stata fino agli anni ’60, si è passati ad una concezione tutta pubblicistica e quando lo Stato non ce l’ha fatta più ci siamo accorti che c'erano persone che da decenni, penso a mia madre 82 anni, casalinga, non avevano alcun riconoscimento economico e come lei milioni di donne, perché si tratta prevalentemente di donne, adesso forse anche di qualche uomo, e che hanno svolto questo lavoro nel silenzio, nel nascondimento, senza nessun tipo di riconoscimento.
Mi sembra che nella nostra legge regionale 30 prevediamo, fra i vari interventi, qualcosa che è una forma di assicurazione per le casalinghe, sennò non c’è niente, nel panorama legislativo italiano non c’è niente che dica “casalinghe” e metta dietro un impegno economico conseguente, a parte la pensione sociale che va a tutti.
Detto questo, ritorno alla domanda retorica: è un episodio isolato oppure l’inizio di una inversione di tendenza? Io credo che questa necessità già si era manifestata con forza nel 2010/2011 quando i primi segnali di restrizione delle spese da parte dello Stato stavano arrivando e ci siamo messi a contare cosa significa fare assistere una persona da un professionista, che può costare fino a 30/40 euro all’ora, e fare la stessa assistenza con qualcuno di casa, per non parlare di tutto il campo di assistenza agli anziani.
Credo che ci stiamo muovendo soprattutto per convenienza e per il fatto che non abbiamo più risorse a sufficienza per assolvere a questo tipo di soluzione.
Non mi scandalizzo, non ha importanza come ci siamo arrivati, l’importante è che ci siamo arrivati, chiedo solo il passo successivo, e lo dico perché c’è una proposta di legge in questo senso, Assessore Cesetti. Capisco che finanziarla con 400/500/800 mila euro è un discorso molto diverso, ma dico che è già un’inversione di tendenza. Ad esempio per il Sil (sostegno all’inserimento lavorativo), che è un’altra proposta di legge, noi mettiamo in conto che l'intervento venga fatto in una famiglia in difficoltà e non in un soggetto in difficoltà; L’altra proposta di legge è un’esenzione fiscale, l’unica che possiamo fare, in capo all’addizionale Irpef, che ha già tante esenzioni per cui si restringe il campo a poche famiglie e fra queste a pochissime ci sono quelle che hanno 3 o 4 figli a carico. Perché dico questo? Ricordo che questa cosa è già stata fatta dalla Puglia con il Presidente Vendola, per dire che non è una questione ideologica, la Lombardia ad esempio non l’ha fatta, l’ha fatta uno che non ha famiglia e non ce l’ha per i motivi che tutti sappiamo; tanto meno è uno che ha intenzione di fare figli da solo, detto ciò, l’esigenza di comprendere queste cose ci dovrebbe portare nel tempo all’ultimo passaggio che è quello della fiscalità. Faccio un esempio, con questo provvedimento, che abbiamo voluto chiamare con una dissennata parola inglese, spero che dopo l’uscita dell’Inghilterra dall’Europa cambieremo terminologia, la sceglieremo tedesca o francese se non ne abbiamo una italiana, dovremmo dare al caregiver soldi che, Assessore, abbiamo già preso. C’è un’altra strada, quella di non prenderli per niente, è una strada che sta maturando bene, è una strada che sottrae potere alla politica, intesa come capacità di redistribuzione, non so cosa ne pensa a questo riguardo, ma non voglio stimolare l'intervento dell’amato Consigliere Maggi su questa materia, però l’idea è buona, è inutile che continuiamo a prendere risorse alle famiglie e tassiamo quando poi dobbiamo redistribuirgliele a famiglie. Per cui in una famiglia in cui c'è una persona anziana a carico e due minori a carico, e ci sono uno o due stipendi, possiamo molto più semplicemente non prendere i soldi e lasciarli alla famiglia. Perché? Perché quell’anziano che sta in quella famiglia, che sta a carico, non con una pensione da 2.000 euro netti, perché se ha una pensione da 2.000 euro netti può provvedere a se stesso, con una pensione minima di 500/600 euro è chiaro che è un problema per quella famiglia e l'assistenza.
A questo riguardo potrebbe essere interessante mettere in moto questo processo, so bene Assessore Cesetti che noi non risolveremo il problema, perché la nostra fiscalità è molto limitata, ma se cominciamo ad usare questa mentalità magari fra un anno o due anche la Regione Marche metterà in conto la trattazione dell’articolo 116 della Costituzione e delle competenze regionali, come già ha fatto l’Emilia-Romagna attraverso legge regionale ed oggi la Lombardia ed il Veneto attraverso un referendum che dovrebbe portare ad una proposta di legge regionale, credo che ci incammineremo sulla strada giusta, avremo finalmente capito che il pubblico non è il luogo che deve creare stipendi per l’assistenza, ma il pubblico è il luogo che deve fornire servizi al cittadino al costo minore ed alla migliore convenienza. Questo costo minore e questa migliore convenienza potremo accorgerci che il cittadino li fa per conto suo, basta lasciargli il tempo per farlo perché il paradosso è che tutti sono dell'idea che tutti devono lavorare, abbiamo uomini e donne che vanno a lavorare a 800/900 euro al mese in qualche call center e poi ne spendono 1.200 per assistere i loro anziani. Diamo allora questa possibilità alternativa, diamo la possibilità di assistere gli anziani avendo queste risorse senza necessariamente mettere in moto un processo lavorativo che costa oggettivamente a tutti.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Celani.
Piero CELANI. Grazie Presidente. Intanto mi sento di condividere quanto è stato detto finora dai Consiglieri che sono intervenuti in quanto si sentiva la necessità di un dibattito in tal senso.
Voglio soltanto fare una brevissima considerazione, mettendo in risalto una cosa che in questo dibattito è stata velatamente accennata.
Dietro questo, così è stato chiamato nella mozione, gesto d’amore nei confronti della cura dei familiari c’è un aspetto molto importante che vorrei sottolineare.
Con questa nuova figura noi rimettiamo al centro del dibattito della vita sociale la famiglia. Credo che sia una delle cose che noi dobbiamo sottolineare, mettere in evidenza, perché ultimamente si parla molto della centralità della famiglia, ma poco si fa in termini di sostegno.
Molte mozioni hanno riguardato il sociale, anche gli aspetti socio-sanitari, e noi abbiamo parlato di famiglia in termini soprattutto civilistici, ma non ne abbiamo mai approfondito la valenza in termini prettamente sociali.
Noi con questa figura ridiamo vitalità ed importanza a questa cellula fondamentale della società civile, che in pratica è la famiglia, spero quindi che questo provvedimento, qualora venga trasformato in legge, questo disegno di legge che giace mi sembra in Commissione al Senato, possa vedere la luce nel più breve tempo possibile e dovrà poi essere accompagnato da provvedimenti non soltanto specifici per questa figura, ma da una serie di provvedimenti che riguarda la famiglia, il nucleo di appartenenza del caregiver.
Questo aspetto ci consentirà di cominciare a ragionare in termini di coesione, una coesione sociale fatta non soltanto tra diversi ambiti istituzionali, ma una coesione sociale che guarda all’entità minimale della società, cioè alle persone che vivono all'interno di uno stesso tetto e che vengono considerate una famiglia nel senso più generale dell’accezione di questa parola.
Sono convinto che questo si possa fare, sono favorevole, come tutti hanno già detto, a questa mozione, con una raccomandazione: nel momento in cui viene approvata, ma anche prima, cominciamo a ragionare in termini di sostegno al nucleo familiare, affinché il caregiver, al di là dell'approvazione o meno di questa legge, possa assurgere a figura indispensabile per la vita dell’ammalato, non solo, ma anche per la vita sociale all’interno della famiglia. Grazie.
PRESIDENTE. Passiamo alla votazione.
Mozione n. 275. La pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa approva)
Mozione n. 280
ad iniziativa della Consigliera Leonardi
“Rilancio delle aree montane colpite dal terremoto: sostegno concreto per lo sviluppo turistico, economico e naturalistico dei bacini sciistici di Frontignano-Bolognola-Sassotetto-Monte Prata”
Mozione n. 303
ad iniziativa della Consigliera Leonardi
“Rilancio delle aree montane colpite dal terremoto e sostegno concreto per lo sviluppo economico, turistico, naturalistico, dei bacini sciistici di Frontignano-Bolognola-Monte Prata”
(abbinate)
(Discussione e votazione)
PRESIDENTE. Ricordo che la mozione n. 280 è stata ritirata dalla proponente, quindi l'ordine del giorno reca la mozione n. 303 della Consigliera Leonardi, che ha la parola per illustrarla.
Elena LEONARDI. Le aree montane colpite dal sisma hanno avuto una serie di ripercussioni anche strutturali a livello di impiantistica sciistica e di strutture ad essa connesse.
L’economia di molti paesi del maceratese, del fermano e dell’ascolano si basano su un turismo invernale legato agli sport della neve, nonché ad un uso estivo degli impianti di risalita in quota verso pascoli e le sommità montane.
I forti terremoti susseguitesi dal 24 agosto dello scorso anno, hanno creato purtroppo un improvviso blocco delle attività sportive e quindi dell'afflusso turistico verso i paesi di montagna.
Risulta a questo punto necessario un intervento concreto, rapido ed efficace da parte della Regione per recuperare e sviluppare questi comprensori sciistici con progetti innovativi, competitivi e moderni, compatibili con l'ambiente ed il paesaggio dell'Appennino locale.
Nel dettaglio, occorre ripercorrere ed illustrare le necessità per entrare nel merito delle realtà di ogni area a vocazione turistica e rilanciare concretamente tali stazioni sciistiche e tali comprensori, che sono molto più ampi. Per fare alcuni esempi ed entrare nel merito, il caso dell'area relativa al comprensorio di Bologna, negli ultimi anni si è assistito ad un decadimento dovuto alla mancanza di attrezzature idonee, punti di ristoro, impianti competitivi e ad una adeguata organizzazione della stazione medesima.
Nel caso del Monte Prata il forte terremoto del 30 ottobre 2016 ha devastato la strada di collegamento tra la stazione sciistica e il centro abitato di Castel Sant'Angelo sul Nera interrompendo questa infrastruttura di comunicazione che è importantissima per collegare l'impianto.
Per quanto riguarda Frontignano gli interventi necessari sono da effettuarsi sia per gli impianti di trasporto in quota che per le attrezzature utili all'innevamento artificiale che per le strutture di servizio oltre a quelle ricettive di accoglienza.
Nello specifico del comune di Ussita va tenuto conto del sostegno allo sviluppo del cosiddetto “versante canalone” e del recupero del Palaghiaccio e dell'adiacente piscina, strutture di strategica importanza lesionate dal terremoto.
Nella tragicità di questi eventi occorre pertanto trovare una possibilità di rinnovamento e di innovativa progettazione per queste aree al fine di crearne un punto sportivo, attrattivo, di interesse, per tutto il centro Italia.
Occorre quindi cogliere la possibilità di creare dei progetti di espansione di sviluppo collegando, ove possibile, le varie stazioni sciistiche fra loro e creando quindi un polo attrattivo che sia veramente un volano per rilanciare questi territori.
Serve, ad esempio, sostenere il progetto di creazione di nuovi invasi per l’innevamento artificiale, utili anche all’abbeveramento estivo del bestiame da pascolo in quota, per le stazioni che prima ho elencato.
Uno studio in merito è stato commissionato dalla Confederazione italiana agricoltori e dalla Confederazione produttori agricoli delle Marche con un relativo studio di impatto ambientale anche perchè una parte economica importante di quelle aree riguarda gli allevamenti e le produzioni enogastronomiche.
Questi laghetti avrebbero anche una valenza importante per la lotta agli incendi boschivi e quindi avrebbero una rilevanza per la sicurezza delle persone, dei manufatti e del patrimonio arboreo ed arbustivo.
Sarebbe inoltre strategicamente importante, nel caso del comprensorio di Bolognola, dal punto di vista del rilancio economico e turistico, l’accesso ad una “sky area” dal versante di Amandola, facilitando pertanto l'afflusso verso questi impianti da più versanti, anche extra regione.
La previsione di un impianto di illuminazione notturna consentirebbe di estendere l'utilizzo di questi impianti.
Va rilevato che, riattivare in breve tempo il settore sciistico e dei collaterali sport, con tutto quello che comporta, rispetto all'inverno, oltre alle possibilità che ci sono durante l'estate di utilizzare questi impianti per andare in quota, aiuterebbe questa economia e incrementerebbe i livelli occupazionali, che oggi sono in crisi in tutto il comparto, quindi non solo quelli legati agli impianti da sci, ma tutte quelle infrastrutture e strutture che vivono di riflesso, pensiamo agli agriturismi, pensiamo ai ristoranti, pensiamo ad un'economia che cresce intorno a queste zone.
Lo spopolamento, come sappiamo tutti, era già in atto per le zone dell'entroterra che hanno subìto un fortissimo contraccolpo rispetto al terremoto, avrebbe, se si riuscisse a far ripartire queste realtà, non solo un blocco, ma probabilmente un'inversione di tendenza, stimolato dai nuovi investimenti economici e turistici che si avrebbero nel complesso.
Un altro settore sempre nell'ambito turistico da valorizzare in queste zone è quello del turismo naturalistico, di quota, che potrebbe ugualmente essere, con progetti mirati, valorizzato, tenuto conto anche della presenza di siti di importanza comunitaria e di aree floristiche di pregio in quelle zone.
Questa mozione nasce dall'accoglienza di alcune istanze da parte di quei territori ed anche dalla valutazione del rifinanziamento di fondi previsti dalla Comunità Europea.
Sono partita dal fatto che è in corso una rinegoziazione con la Presidenza del Consiglio e la Commissione Europea in merito ai fondi del Por-Fesr; il 5 ottobre scorso si è riunito l'apposito Comitato di sorveglianza per approvare e valutare le proposte e la rimodulazione presentata.
Si parla di 248 milioni di euro che potrebbero essere impiegati per il rilancio e lo sviluppo economico dei comprensori sciistici in oggetto che riguarderebbero in particolar modo la ricettività e i piani di promozione turistica locali.
Voglio ringraziare l'Assessore al turismo, il Presidente della II Commissione per l'approfondimento che mi hanno consentito di fare con gli uffici competenti, al fine di valutare - e qui c'è un ampliamento rispetto alla prima mozione che avevo presentato - e di ampliare, essendo il bacino di richieste di quell'area molto ampio e toccando vari temi, la possibilità di intervento non solo a questi 248 milioni di euro, che hanno delle finalità ben precise, ma valutare tutte quelle realtà economiche alle quali si può far riferimento per contribuire al rilancio di quest'area.
Infatti un'ulteriore risorsa, per uno di quegli interventi che ho citato in premessa, potrebbe arrivare dal fondo di sviluppo e coesione che ha previsto all’interno della Conferenza Stato-Regioni circa 125 milioni di euro per la nostra Regione e questo andrebbe, ad esempio, a incidere sul recupero strutturale degli impianti e delle strade, perché ha una finalità ad esso mirata.
Altre risorse potrebbero arrivare dal rifinanziamento della legge regionale 22/2001 che riguarda gli impianti di risalita. Ulteriori possibilità andrebbero legate, ad esempio, a un interessamento diretto del Commissario Straordinario per il terremoto che potrebbe emettere un decreto specifico dedicato al recupero di queste infrastrutture e certamente velocizzare le valutazioni rispetto alla reale sussistenza del problema strutturale e non solo.
Un altro intervento potrebbe arrivare dai fondi aggiuntivi del programma di sviluppo rurale, in particolar modo la misura 4.1 riguarda gli investimenti delle aziende agricole. Abbiamo parlato della possibilità di realizzare questi bacini artificiali che avrebbero una funzione, durante l'estate, sia legata all’approvvigionamento idrico del bestiame che alla possibilità di tenere in sicurezza dei luoghi che abbiamo visto, purtroppo, anche nell'ultima stagione, essere soggetti a possibili incendio.
Le ultime risorse alle quali si potrebbe far riferimento sono quelle del Psr Marche 2014/2020, che ammontano complessivamente a 159,25 milioni di euro e queste risorse, che sono date ai gruppi d’azione locale, potrebbero essere utilizzate per le aree del cratere.
Con questa mozione chiedo alla Giunta:
- di prevedere, all'atto della revisione del Por-Fesr con le risorse aggiuntive del sisma, lo stanziamento, tramite apposite misure, per il finanziamento della ricettività turistica dei comprensori sciistici e delle aree montane di Frontignano, Bolognola e Monte Prata in particolare;
- prevedere nell'ambito del reperimento di ulteriori risorse, come quelle del fondo di sviluppo e coesione, l'attivazione di misure per il recupero strutturale degli impianti sciistici;
- a prevedere, nell'ambito delle risorse aggiuntive per il settore agricoltura per le aree colpite dal terremoto, appositi interventi al fine di realizzare piccoli bacini lacustri da posizionare in quota indispensabili per l'abbeveramento animale e l'antincendio boschivo durante l'estate e l’innevamento durante l’inverno;
- ad impegnarsi, nella scelta strategica con allocazione della misura 19 priorità 6, con l’impegno dei Gal delle aree del cratere, per utilizzare quota parte di tali fondi per raggiungere questa finalità;
- ad avviare un tavolo urgente di concertazione con Sindaci e gestori degli impianti esistenti per arrivare ad un'efficace istruttoria legata alle esigenze del recupero ed al riavvio delle attività sciistiche di turismo invernale, estivo e di alta quota. Questo perché siamo di fronte a realtà anche molto differenti dal punto di vista amministrativo, abbiamo impianti privati, abbiamo impianti che sono di proprietà comunale, abbiamo una realtà frastagliata e diversificata che necessita di essere riunita attorno ad un tavolo per arrivare al raggiungimento delle finalità migliori per ognuna di esse;
- a sollecitare i servizi competenti nelle verifiche, nelle compilazioni delle relative schede istruttorie per avere un quadro più completo possibile della situazione degli impianti sciistici;
- di coinvolgere la figura del Commissario Straordinario per l'emergenza al sisma per programmare finanziamenti mirati al recupero di queste infrastrutture e delle strade di collegamento che sono indispensabili per il rilancio dell'area;
- a verificare tutti gli aspetti naturalisticamente, paesaggisticamente, compatibili con le risorse aggiuntive per il rilancio di quest’area.
Sono stata un po' lunga nell'esposizione dei fatti, ho voluto non tralasciare nulla perché reputo che questa mozione possa essere un punto importante per rilanciare e utilizzare bene quelle risorse, in particolar modo quelle che provengono da diverse aree dei fondi europei, per dare un rilancio concreto alle zone colpite dal terremoto, per dare non solo dei fondi che ripristinino le condizioni attuali ma che addirittura possano migliorarle, facendo sì che queste zone trovino delle forme concrete di rilancio e di rinascita, attraverso il lavoro, attraverso opportunità di sviluppo e di rilancio, che a cascata consentirebbero anche di ripopolare queste zone, combattendo lo spopolamento e la morte di queste nostre bellissime terre. Grazie.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Marconi.
Luca MARCONI. Grazie Presidente. Una mozione, che voteremo, almeno io voterò, molto articolata, direi quasi un programma per una zona delle Marche che in termini di distruzione è forse la più colpita, non come vite umane, come ben sapete, perché quel piccolo angolo del maceratese che insiste sul Nera, che ha complessivamente circa, non so se ci arriva, 3.000 abitanti, ha avuto il peggiore dei terremoti ad ottobre quando, ringraziando la Protezione Civile e qualche altro, tutti se ne erano già andati.
Detto questo, ho voluto fare, Consigliera Leonardi, due conti anche relativamente ai tanti impegni economici che in questa mozione richiama.
Se presi in assoluto, lo dico perché sarà la prima obiezione se questa mozione sarà approvata, mi auguro che lo sia a larga maggioranza, e diventerà anche l’occasione per un confronto serio, cioè non rimarrà come tante mozioni lettera semiviva, non voglio dire lettera morta, ma lettera semiviva, perchè le risorse che vengono reclamate sono tante, ho fatto due conti e sono milioni.
Ora lo dico per chi non è della zona ed anche perché nel già lungo intervento la Consigliera Leonardi non ha avuto il tempo di precisare questa cosa, ma penso che lo avrebbe fatto, questa non è solo per quei comuni, cioè qui non stiamo decidendo, non stiamo proponendo che si decida che vengano investiti alcuni milioni anche di risorse regionali e fondi europei per un comune, per la cosa che ci sarà lì, facciamo il giardino per l'infanzia, facciamo una piccola struttura, qui stiamo immaginando un comparto che ha questa capitale e questa capitale si chiama area di Visso, Ussita, Castel Sant’Angelo o Alta Valnerina.
Se questa realtà si rimette in moto, ed è la parte occidentale della catena settentrionale dei Sibillini, perché l'altra parte, quella che gravita su Sarnano e Sassotetto, è aperta e quest'anno ha avuto un sacco di neve, almeno da gennaio, ed ha lavorato per circa due mesi, da metà gennaio fino a marzo. Anche le piste dei Piani del Ragnolo, dove si fa il fondo e normalmente non c'è neve, quest'anno hanno lavorato. Quindi è tutto un comparto perché da Pievetorina in su, con piccole deviazioni su Fiastra e Montecavallo, se c'è questo movimento tutta l’area diventa zona di attrattività, non solo per i 3.000 abitanti di quella zona, ma per i 10.000 abitanti della Comunità Montana dei Monti Sibillini, che ha come riferimento Camerino.
Quindi questo è significativo perchè tra le altre cose questo è un lungo braccio che si distende verso sud partendo dalla superstrada all’altezza di Muccia, dalla Quadrilatero all’altezza di Muccia si arriva lì.
Di tutte le cose segnate, una cosa mi permetto di metterla all’attenzione della Giunta come prioritaria assoluta ed è il punto 2, perché la prima cosa che dovremmo fare, io non so quali sono le situazioni tecniche, magari l’Assessore Sciapichetti ci ascolta anche se non è presente, è questa perché, da quanto ho capito, il ripristino della strada Valnerina, che è quella che ci collega verso Roma e che riaprirebbe un importante versate turistico, che è sempre stato un punto di riferimento naturale per il Lazio e per Roma, cioè la zona di Visso, ha grosse difficoltà da un punto di vista tecnico.
Mi auguro che la strada che da Castel Sant’Angelo porta a Castelluccio sia meno disastrata, questo ricreerebbe il collegamento, cioè ritorneremo a fare quello che spesso facciamo, la bella passeggiata e ci metterebbe in collegamento con l’Umbria e con Arquata del Tronto, quindi riprenderebbe tutto il comprensorio ad essere trafficato su tutti e tre i versanti: quello ascolano, quello maceratese e quello perugino-umbro.
Quindi la prima cosa è la strada, anche perché consente di raggiungere gli impianti sciistici del Monte Prata, sennò è inutile che mettiamo in moto questo se non c’è questo tipo di passaggio.
Per il resto interventi sull’agricoltura, eccetera, io farei solo una verifica pratica, e lo dico all’Assessore Sciapichetti, bene l’utilizzo dei nostri fondi se c’è qualcosa da poter utilizzare, ma finché possiamo cerchiamo di essere più aggressivi possibili nei confronti dei fondi ordinari per il terremoto rispetto ai fondi ordinari che abbiamo in altri settori. Questo è prioritario, io penso che sulla provincia di Macerata non abbiamo altra cosa da fare, per l’area montana sul piano turistico, che rimettere in moto questo percorso, perché in queste realtà, tolto l'assistito, tolto il pensionato, tolto qualche impiegato che lavora a Camerino e a Macerata, l'unica attività di natura privata che può essere messa in piedi è quella che gira intorno al turismo e soprattutto a Visso che non ha l’alta montagna, campa sui passaggi turistici che raggiungono altre località, oltre naturalmente a quello che Visso vive di proprio, ma Visso non ha avuto mai una grande ricettività rispetto a quella che c’è su Frontignano e sul Monte Prata.
Penso che la mozione debba essere sostenuta e, ripeto, al di là della retorica, al di là di tutti i comunicati che faremo domani o dopodomani, è una cosa seria che va seguita e che va portata a compimento, ripeto, utilizzando in via prioritaria i fondi che è ora che siano destinati anche a questa cosa.
Chiudo dicendo che condivido al 101% quello che ha detto l’Assessore relativamente alla discussione fatta intorno alla pista ciclabile, per cui dico, paradossalmente, che la nostra sfida dovrebbe essere questa, Assessore, prima rimettiamo in moto l’attività privata …, se ci fosse la necessità di scegliere un giorno prima metterei su le case e il giorno dopo le attività commerciali, turistiche, industriali o viceversa? Io dico viceversa, perché se noi rifacciamo le case, ma non abbiamo lavoro, non abbiamo le attività, come la mozione della Consigliera Leonardi reclama, penso che avremmo ricreato, come è stato nel ‘97, il museo delle case dei paesi abbandonati, basta andare sopra Visso sulla grande spianata di Colfiorito, a ridosso della Valnerina, per trovare molti villaggi perfettamente ricostruiti e perfettamente abbandonati.
Presidenza del Vicepresidente
Renato Claudio Minardi
PRESIDENTE. Ha la parola la Consigliera Marcozzi.
Jessica MARCOZZI. Grazie Presidente. Condivido in pieno questa mozione della Consigliera Leonardi ed apprezzo la linearità e la consistenza degli impegni che la mozione richiede a questa amministrazione.
Il problema di queste zone montane è la desertificazione e noi abbiamo fatto varie riunioni in questi comuni ed i Sindaci e l'intera collettività sono preoccupati per lo spopolamento.
Credo che la mozione vada in questo senso: evitare la desertificazione, quindi rilanciare il settore sciistico e i collegamenti collaterali, sport invernali, così come richiesto dalla mozione, bloccherebbe lo spopolamento che è in atto.
La mozione quindi è una somma di quanto andrebbe fatto per le zone montane, partendo proprio dal volano turistico, ma non solo.
Occorre far leva sugli eventi catastrofici che hanno colpito la nostra regione per colmare quanto distrutto o compromesso, e non parlo solo di strade o strutture, ma più in generale dell'economia e dei servizi per rilanciarli rinnovandoli.
Servirebbe dunque un puntuale piano d'azione per evitare dispersioni di capitale e soprattutto per monitorare, una volta gettate realmente le basi della rinascita, l'andamento dello sviluppo, però condivido anche quanto espresso e citato nella mozione che è indispensabile e necessario un concreto e strutturato confronto con le amministrazioni e le istituzioni locali.
Il Sindaco di Sarnano, l'abbiamo anche rilevato parlando con i Sindaci e facendo una riunione a Sarnano, ha detto che ogni comune ha una realtà a sè, allora rilanciare il settore turistico attraverso gli sport invernali e il settore sciistico è importante, però è altrettanto importante parlare con i Sindaci, anche singolarmente perché ogni Comune, ripeto, ha una realtà a sè.
Il Consigliere Marconi parlava della strada, certo è importante, è importantissimo il recupero totale della strada di collegamento Castel Sant'Angelo sul Nera-Monte Prata, però mi chiedo: si è iniziato a lavorare per ripristinare questa strada? Sul fronte naturalistico e geologico quali sono i dati in mano all'amministrazione? Rimettere in moto l'attività privata è importantissimo, certamente, altrimenti fare le case rimane aleatorio se non riparte l'attività privata, ecco allora che è importante sollecitare la nostra Giunta a far si che venga messa in moto questa attività per bloccare lo spopolamento delle zone montane.
Quindi condivido in pieno questa mozione e mi auguro che questa amministrazione vada in questo senso. Grazie.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Traversini.
Gino TRAVERSINI. Vorrei ricordare, oltre che esprimere parere favorevole alla mozione, un po' il lavoro che è stato fatto.
La mozione è stata presentata in maniera completa, iscritta all'ordine del giorno del Consiglio e poi, per alcuni aspetti, rinviata in Commissione nella quale d'accordo l'abbiamo approfondita, lo ricordava prima la Consigliera Leonardi, con i dirigenti e con l'Assessore con cui abbiamo avuto un incontro.
La mozione in discussione oggi, per alcune situazioni che sono state modificate, credo che sia più che accoglibile, nel senso che rappresenta una possibilità di indirizzo, di attenzione, rispetto ad uno dei tanti problemi di quelle zone, soprattutto delle aree interne in generale, a parte la questione del terremoto, e viene accolta.
E' chiaro che ci sono situazioni sulle quali noi abbiamo fatto un'operazione e credo sia servita per vedere quali sono le reali possibilità di risposta da parte di quel territorio. I danni del terremoto subìti dagli impianti sciistici sono rimediabili attraverso i finanziamenti nazionali, così per le strade, così è importante un'azione di rilancio di quella economia legata alle attività produttive, soprattutto legate al turismo. In questo caso attività che sono, così come una serie di iniziative, che ha ricordato la Consigliera Leonardi, legate alla possibilità di creare laghetti artificiali utilissimi per gli impianti di sciovia, per la lotta agli incendi, per l'economia di quel territorio, anche questi finanziabili attraverso situazioni già previste in bandi o misure differenti una dall'altra.
Un panorama completo che credo dia a questa mozione la possibilità di avere una risposta da parte della Giunta sull'impegno che si deve prendere in maniera concreta e seria. Una mozione che può avere la legittimazione e la risposta a quello che si dovrà fare.
E' chiaro che quello che è importante è anche il rapporto con i Sindaci. Un confronto auspicato dalla mozione per accordarsi su uno sviluppo che deve essere integrato, quello che ha detto anche il Consigliere Marconi, perchè è chiaro che non basta ricostruire gli impianti, c'è bisogno soprattutto di dare risposte alle attività economiche locali, che sono la questione principale.
Comunque, al di là di tutto quello che è stato detto estremamente positivo, è stato individuato un percorso supportato da fonti finanziarie, che già sono in piedi e che possono dare risposte alla problematica portata in Consiglio.
Quindi un lavoro portato avanti in maniera seria, al di là dei rinvii che potevano sembrare finalizzati all'allungamento della problematica, invece il tempo è stato speso in maniera corretta e credo che il risultato oggi lo si veda.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Giorgini.
Peppino GIORGINI. Grazie Presidente. Se la parola “terremoto” porta con sé un significato profondo, visto quello che è successo, di solidarietà ed equità, credo che questa mozione sia incompleta perché non trovo giusto lasciare fuori dei comprensori sciistici importanti come Sarnano-Sattotetto, Ascoli e Forche Canapine.
Per quale motivo queste zone, che fanno parte degli 87 comuni del cratere, devono essere lasciate fuori da questa mozione?
Credo che non ci sia una forma di equità in questa mozione, penso che vadano inserite tutte queste realtà turistiche che oltre ad essere importanti per il turismo invernale sono importanti anche per il turismo estivo. Siccome i 248 milioni di euro sono stati suddivisi 124 per gli 87 comuni del cratere e 124 per i 130 comuni che non ci azzeccano nulla, per dirla alla Di Pietro, con il terremoto, credo che i fondi possono essere, e su questo sono d'accordo, deviati su tutte le zone sciistiche, non solo su quelle che ha nominato la Consigliera, cioè Frontignano, Bolognola e Monte Prata, ma anche sulle altre, Sarnano-Sassotetto, Ascoli e Forche Canapine.
Penso che così potrebbe essere impostata la mozione e noi potremmo dare un parere positivo ed accettarla. In questo modo, essendoci figli e figliastri, non credo che daremo il voto favorevole a questa mozione. Grazie.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Bisonni.
Sandro BISONNI. Voglio sottolineare l'importanza di promuovere e rilanciare il turismo di queste zone. Voterò a favore di questa mozione, la ritengo valida, importante per il rilancio dell'entroterra e delle zone montane che sono state colpite duramente.
Condivido anche quello che dice il Consigliere Giorgini nel senso che si potrebbe allargare anche ad altre realtà e sarebbe giusto farlo, magari ci potrebbero essere altri atti seguenti a questo ed anche il Consigliere Giorgini può farli in questo senso, o tutti noi, .
Comunque questo mi sembra un primo punto importante per il rilancio dell'entroterra e di quelle zone che sono state duramente colpite dal sisma e sono convinto che giustamente la vita di quei territori riparta anche dall'economia e questo mi permette di fare una puntualizzazione, non volevo ritornare sull'argomento, però visto che il Consigliere Marconi ha ritirato fuori la storia della pista ciclabile, vorrei specificare perché sono convinto che qui sia giusto votare a favore, mentre le risorse degli SMS non era giusto impiegarle per la pista ciclabile. Per un semplice fatto di opportunità, perché non si fanno determinate opere con i soldi degli SMS, una questione di opportunità, non perché sia meno importante quell'opera rispetto ad altre. Tutto è importante – Assessore non volevo tornare su questo argomento, me lo ha rilanciato il Consigliere Marconi e quindi devo rispondere - non ci sono considerazioni diverse, l'importanza del rilancio dell'economia e di determinate opere è condiviso da tutti. Nel caso della pista ciclabile c'era un discorso, non era opportuno fare quell'opera con quei soldi, tutto qui! Questo, secondo me, avrebbe evitato di far fare alla Regione Marche una figuraccia a livello nazionale perché poi questa cosa è andata su tutti i giornali. Quindi, non è che non si capisca l'importanza, anzi proprio per sottolineare che è importante rilanciare anche dal punto di vista turistico, dal punto di vista delle attività, dal punto di vista lavorativo, quelle zone che vivono sostanzialmente anche della bellezza dei loro passaggi, e questa mozione va a investire sul territorio, proprio per sottolineare la mia convinzione personale su queste cose, voterò a favore di questa mozione.
Ripeto, sono d'accordo anche con quello che ha detto il Consigliere Giorgini, questo ragionamento si può allargare, anzi mi auguro che ci siano degli atti conseguenti a questo che possano allargare questa iniziativa anche ad altre zone.
Confermo il mio voto a favore di questa mozione.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Zaffiri.
Sandro ZAFFIRI. Grazie Presidente. Credo che questa sia una mozione interessante per due motivi, primo, perché affronta problemi post terremoto e chiede con forza che venga vigilato con attenzione e che i marchigiani diventino protagonisti per risolvere i problemi del loro territorio; secondo, quest'anno sarà il secondo anno che questi impianti rimarranno chiusi. Questo purtroppo è il vero dramma, dopo due anni che questi impianti rimangono chiusi rischiano di essere definitivamente chiusi. Questa è la drammaticità della cosa! E' un problema vero, il problema vero è questo, perché rimetterli in funzione fra tre anni, quattro anni, vuol dire smantellarli e ricostruirli, perché non si mettono più a posto. Questo è il problema vero.
Perciò questa mozione ha anche la forza, se viene approvata dalla maggioranza di quest'Aula, per impegnare il Presidente affinché si adoperi e si possa realizzare sugli impianti, in poco tempo, o durante il periodo invernale se si potrà lavorare, non lo so, qualche intervento, perché questa è la drammaticità della cosa, altrimenti siamo aria fritta rispetto a questa situazione.
Credo che questa mozione vada votata anche perché siamo nel mese di novembre, siamo al secondo anno, al secondo inverno, nel quale gli impianti sciistici non vengono aperti e rischiano di avere una situazione drammatica.
Penso che questa mozione sia anche un auspicio, una possibilità politica forte che quest'Aula manda alla Giunta, perché questo è il problema, dà forza alla Giunta affinché il Presidente con il Commissario Straordinario cerchino di risolvere ed affrontare questo problema che rischia di essere drammatico. Per questo territorio non c'è solo la ricostruzione ed il problema abitativo, ma successivamente ci dovrà essere anche la ricostruzione degli impianti sciistici, che vedo veramente difficile.
Credo che invece, urgentemente, ancora c'è possibilità, ne sono convinto in termini di tempo, si possa intervenire affinché si riaprano gli impianti, magari per farli funzionare, se non si possono aprire al turismo, però ci può essere anche una doppia possibilità, l'importante è metterli in funzione, perché mi dicono che c'è bisogno dell'allineamento di pali, dell'allineamento di piloni, perchè il terremoto li ha portato fuori allineamento, così come le funi e le corde. Questo è un passaggio estremamente importante.
L'Assessore ed il Presidente devono guardare con attenzione questo problema, magari far ripartire gli impianti e non aprirli al turismo può essere già un primo segnale perché nelle prossime stagioni possano essere aperti e funzionare. Grazie.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Celani.
Piero CELANI. Grazie Presidente. Al di là del merito di questa mozione, cioè delle richieste specifiche e sacrosante che vengono fatte, credo che ancora una volta noi dobbiamo approfittare di questi momenti per rimettere un po' al centro del nostro dibattito, del nostro essere dopo il terremoto, cosa si vuole fare per riattivare l'economia di questo entroterra. Il problema è tutto qui!
Potremmo fare centinaia di mozioni specifiche, però se non ci convinciamo che la prima cosa da fare per riattivare l'economia di queste aree è mettere mano alle attività produttive che sono presenti al loro interno, non andiamo da nessuna parte.
Quando dico attività produttive intendo anche attività di questo tipo, perché un'attività imprenditoriale che gestisce gli impianti sciistici in queste zone è un'attività produttiva a tutti gli effetti, e come tale, ovviamente per dare un sostegno significativo, noi dobbiamo considerare che è necessario mettere in atto una serie di progettualità che vanno dalle infrastrutture materiali, alle infrastrutture immateriali, ai servizi, soprattutto da dare a chi vuole frequentare queste aree.
Al di là della grande valenza specifica che questa mozione ha per quanto riguarda questo tipo di impianto, ritengo che abbia una valenza politica perché rimette al centro del nostro dibattito questo tipo di discorso e mi auguro anche che lo si posso fare anche velocemente per capire che cosa strategicamente si vuole fare per rilanciare queste aree dal punto di vista degli insediamenti produttivi che producono ricchezza da ridistribuire su tutti coloro che ci abitano. Altrimenti, se in queste aree non produciamo ricchezza da ridistribuire agli abitanti, noi costruiamo delle cattedrali vuote, non dico nel deserto, ma vuote.
Per cui investire su questi impianti significa investire sulle attività produttive di queste aree, significa investire nei servizi, significa, ed è necessario, investire nelle infrastrutture materiali e immateriali, perché molte di queste aree non hanno addirittura nemmeno la Adsl, per cui immaginate come siamo messi in questi luoghi. Non possiamo immaginare che i giovani possano rimanere in queste aree se non possono connettersi, non dico con il resto del mondo, ma con il resto della provincia. Ha un significato molto importante per cui non si può non essere d'accordo su questo aspetto.
Tocco un altro argomento che ha introdotto il Consigliere Giorgini, non è che ogni volta che si fa una mozione deve essere coinvolto il mondo intero della regione, credo che bene ha fatto la Consigliera Leonardi a focalizzare il discorso su quest'area perché su altre tipologie, su altre aree, ci sono altre problematiche che la Regione deve affrontare. Lo dico perché in Commissione già ne ho parlato e il Presidente Traversini credo se ne ricorda, era presente anche la Consigliera Leonardi. Ad esempio Forche Canapine per tre quarti sta in territorio umbro, quindi la Regione ha poco da fare, forse solo il rifugio per un quarto o forse un po' di più è di proprietà della provincia, ma è in territorio perugino, quindi urge un accordo di programma prima di fare investimenti, non si possono utilizzare fondi Por-Fesr della Regione Marche perché l'impianto sta su un altro territorio, anche se il versante di utilizzo è un versante ascolano, è il versante di Acquasanta e di tutta questa zona. Urge una progettualità diversa, un impegno politico diverso e mi auguro che possa essere fatto.
Peggio ancora, e questo interessa il versante ascolano, quindi potete immaginare quanto ci tengo a questo argomento, anche perché sono stato un po' di anni in qualità di Sindaco di Ascoli, Presidente del Consorzio di sviluppo dei Monti Gemelli, tutto quell'impianto è in territorio abruzzese, nel Comune di Civitella e Vallo Castellano. Paradossalmente un solo pilone di quell'impianto sta nel comune di Ascoli, quindi nella regione Marche. La Regione Marche potrebbe utilizzare dei fondi per mettere a posto un pilone? Assurdo.
Occorre anche qui un accordo di programma forte con la Regione Abruzzo. Anni fa ci avevamo provato, l'allora Assessore al bilancio, oggi On. Agostini, di concerto con noi del Comune di Ascoli, si tentò un approccio con la Regione Abruzzo, ovviamente con grande difficoltà, perché la Regione Abruzzo "per scopi ovviamente propri” non ha alcun interesse a sviluppare un impianto che, seppure sta nel suo territorio, ha un'utenza tutta ascolana, tutta marchigiana, per cui preferisce investire le proprie risorse derivanti da Por-Fesr sugli impianti di Prati di Tivo, Roccaraso. Ma credo che questo stia nella logica di un'amministrazione regionale, però nella logica del terremoto, di uno sviluppo congiunto ed omogeneo, dato che il terremoto ha interessato delle aree limitrofe abruzzesi, marchigiane ed umbre, noi possiamo individuare un comprensorio molto più ampio che interessi Forche Canapine con l'Umbria, che interessi Colle San Marco e Colle San Giacomo, proprio dove sono questi impianti, per far sì che venga messo giù un accordo di programma nel quale ogni Regione prende un impegno per fare ciò che può fare nei limiti delle normative vigenti. Quindi la Regione Abruzzo può investire su quegli impianti attraverso fondi Por-Fesr, la Regione Marche potrà investire attraverso altre risorse anche di proprio bilancio per poter dare delle risposte significative e rimettere in moto un'economia, che non è soltanto l'economia invernale collegata agli impianti sciistici, è un'economia a tutto tondo perché quando la neve non c'è quelle montagne possono essere frequentate benissimo, non solo d'estate ma anche in quelle stagioni maledette dove, ad esempio, sul versante ascolano oppure a Forche Canapine di neve ce ne sta pochissima, però se noi abbiamo delle strutture che danno servizi, se abbiamo strutture ricettive, se abbiamo all'interno dei parchi delle guide naturalistiche, se abbiamo ristrutturato le famose case del parco, creando in pratica tutta una serie di percorsi, quei territori torneranno a vivere 365 giorni l'anno.
Noi ci riempiamo la bocca di destagionalizzazione, io non vado ad un convegno dove non sento dire questo, ma non vedo progetti, che significa destagionalizzare? Significa avere dei progetti che possono essere calati ogni mese dell'anno, a gennaio e dicembre ho dei progetti per quanto riguarda lo sci, ma ho anche progetti qualora non ci fosse la neve. Ho progetti d'estate all'interno dei centri Cea che sono dentro i parchi che possono funzionare dal mese di aprile in poi, quando di sono le scuole, ma possono funzionare anche quando nei mesi invernali le scuole non ci vanno, ma ci vanno gli amanti della montagna, gli amanti della camminata, oppure gli amanti dello sci. Questo significa! Altrimenti parliamo di cose vuote, ci riempiamo tutti la bocca nei nostri convegni, come diceva prima l'Assessore Pieroni, però concretamente non facciamo nulla.
Questa mozione va in questo verso, quindi la sosterremo e credo che successivamente si possa mettere mano, perché questo è un fatto specifico della Regione Marche, nel rivedere la riprogrammazione dei fondi Por-Fesr e subito individuare delle risorse. Non potranno essere sicuramente 20/30 milioni, potrebbero anche essere meno, intanto per sistemare la strada, per allineare i piloni, come ha citato il Consigliere Zaffiri, e poi successivamente, questo è importante, in una conferenza, non la Conferenza Stato-Regioni, ma in una Conferenza di servizi fra la Regione Marche, la Regione Abruzzo e la Regione Umbria mettere mano a quei territori limiti di confine, i limes, censendo tutte quelle che sono le risorse all'interno di questi confini che sinergicamente li possono far ripartire. Significa che noi possiamo utilizzare nei nostri territori anche risorse della Regione Abruzzo, Umbria, che insieme possono dare dei risultati.
Chiudo con una battuta, un proverbio che gli antichi dicevano: una noce dentro la tasca non suona, due noci cominciano a suonare, allora uniamoci perché alcune risorse le possiamo mettere insieme in virtù della ripartenza economica di questi territori.
Mi farò promotore di questo aspetto, voglio riprendere quell'accordo di programma in itinere che avevamo pensato di mettere giù anche se poi con la Regione Abruzzo non si fece un grande percorso, ma ho intenzione di riprenderlo. Ne ho parlato in II Commissione con il Presidente Traversini: vedere insieme all'Assessore Pieroni e all'Assessore Bora, che credo abbia le attività produttive, di contattare i colleghi corrispondenti delle due Regioni interessate per arrivare definitivamente a risolvere queste problematiche, dato l'evento luttuoso del terremoto credo che si possa ragionare un po' più cautamente, un po' più tranquillamente, un po' più serenamente perché qui abbiamo un male comune e dobbiamo risolverlo comunemente senza campanili. Grazie.
PRESIDENTE. Ha la parola la Consigliera Leonardi.
Elena LEONARDI. Grazie Presidente. Riprendo la parola per chiarire due aspetti che riguardano l'intervento del Consigliere Giorgini.
Innanzitutto il Consigliere Giorgini ha parlato di una esclusione di Sarnano e Sassotetto, comprendo che la mozione è lunga ed articolata, però la stazione di Sassotetto è fra quelle individuate nel testo come una potenzialità di espansione, attraverso ad esempio il collegamento tra Pintura di Bolognola e la stazione di Sassotetto, questo perché, come è stato ricordato da chi è intervenuto prima di me, fortunatamente l'impianto lo scorso inverno ha lavorato e bisogna lavorare in questo senso per un potenziamento.
Il tavolo che io ho inserito con i Sindaci e i gestori di tutta l'area, parlo di comprensorio, il tavolo da aprire con la Regione, i tecnici e chi amministra il territorio, quindi i Sindaci e i gestori, riguarda tutti, quindi nello specifico riguarda anche Sarnano con i suoi impianti.
Questo perché la mozione era ed è complessa e riguarda non solo il recupero di ciò che è stato danneggiato, parliamo di infrastrutture, parliamo di collegamenti, parliamo di ricettività, parliamo di tutto quello che riguarda quel comprensorio, quindi chi ha avuto i danni e chi non li ha avuti, ma riguarda l'investimento e il potenziamento.
Seconda cosa, non entro nel merito delle tipologie di impianto dell'ascolano perché lo ha fatto bene il Consigliere Celani, che conosce in maniera approfondita la questione, ma voglio far capire, e su questo chiedo magari una riflessione a tutto il Movimento 5 Stelle, che con questa mozione non si vuole aiutare qualcuno escludendo altri, quindi appoggiare una futura mozione che aiuti altri impianti o altre tipologie attraverso l'approvazione di questa mozione, non si vuole escludere qualcuno, si vuole porre, questi ho voluto fare, il focus su un'area martoriata dal terremoto, come quella dell'alto maceratese, andando ad approfondire - di questo ho già ringraziato chi mi ha dato l'opportunità - con tutte le potenzialità. Io ho presentato uno spaccato che per quanto approfondito ha dei margini di ulteriore approfondimento e di inserimento di altre questioni e per questo invito nella mozione ad aprire quel tavolo perché chi è rappresentante di quelle zone conosce anche meglio di me ogni singolo pilone, ogni singola struttura ricettiva che ha bisogno, ogni singola realtà di giovani che vogliono magari poter esprimere le proprie potenzialità professionali in questo comparto, senza dover andare a prestare il loro servizio in alta Italia. Questo lo dico perché qualche giorno fa ero ad Ussita e mi è capitato di parlare con dei ragazzi che vogliono lavorare in questo mondo e cercavano di capire se e quando i comparti del territorio in ambito sciistico sarebbero stati ripristinati.
Noi dobbiamo fare ogni sforzo possibile per aiutare queste aree messe in ginocchio a rialzarsi e a far fronte con le proprie gambe, con le potenzialità che hanno, non solo al dramma del terremoto, ma sviluppare le potenzialità umane e diciamo logistiche che noi e queste zone abbiamo.
Quindi ci tengo a che questa mozione non passi come inclusiva per alcuni ed esclusiva per altri, questo non è, e in questa ottica ho accolto per tre volte che questa mozione inserita all'ordine del giorno venisse rinviata proprio perché avevo colto la volontà da parte della maggioranza di comprendere le potenzialità positive di questa mozione e di volerle in qualche modo aiutare a giungere ad un iter positivo.
Questo lo voglio chiarire perché non ci sia un velo di negatività rispetto a un qualcosa che non è, non si tratta di escludere qualcuno e in particolar modo sul discorso di Sassotetto l'ho voluto chiarire nel merito perché è proprio citato all'interno della mozione. Grazie.
PRESIDENTE. Ha la parola l'Assessore Pieroni.
Moreno PIERONI. Grazie Presidente. Il mio sarà un intervento abbastanza breve per rimarcare la volontà chiara della maggioranza, della Giunta tutta, di condividere questa mozione presentata dalla Consigliera Leonardi che nasce da un percorso, come ricordava adesso, che partiva da una mozione molto generalizzata, che se su alcune questioni andava a toccare i temi che sono riportati, rischiava di finire come altre mozioni, come ricordava anche qualche altro Consigliere, mozioni nelle quali c'era soltanto una presa di posizione, di intenti, ma poi sostanzialmente non venivano definiti bene l'aspetto economico e il percorso per raggiungere quegli obiettivi.
Questa iniziativa è stata seguita, pari pari, dal Presidente della Commissione Traversini e condivisa un po' da tutta la maggioranza e questo ha fatto sì che oggi la mozione presentata dalla Consigliera Leonardi abbia con chiarezza inquadrato i temi che erano già stati esposti nella prima, ma soprattutto un percorso di finalizzazioni economiche collegate ai fondi europei ed altro.
Questo è un esempio importante, buono, di come una mozione poi una volta presentata dal Consigliere e costruita può portare in prospettiva ..., perché dobbiamo essere anche corretti e franchi tra di noi, l'utilizzo dei fondi europei hanno una tempistica che non è immediata, ma dà uno sviluppo forte a questo percorso collegato all'impiantistica sciistica, ma non soltanto, come ricordava la Consigliera Leonardi, e fa si che sia un ulteriore tassello importante per tenere alta non soltanto l'attenzione su questi territori, ma possa essere fatto un percorso che dia dal punto di vista strutturale possibilità serie e vere per poter recuperare questi impianti, perché il rischio vero è che parliamo di Frontignano, parliamo del Monte Prata, parliamo di Bologna e Sarnano che comunque hanno meno criticità, ma anche l'anno scorso, voi Consiglieri sapete, hanno aperto.
Credo che questa sia una opportunità che come Regione, come Consiglio regionale, tutti, abbiamo l'obbligo di dare a questi territori.
Soltanto una precisazione che spero possa far votare favorevolmente questa mozione anche al Movimento 5 Stelle, e riguarda quanto ricordava il Consigliere Giorgini, capisco che può sembrare che siano rimaste fuori alcune strutture ricettive, però se leggo la mozione si impegna la Giunta regionale a prevedere all'atto dell'istruttoria della revisione del Por-Fesr con le risorse aggiuntive del sisma lo stanziamento, tramite apposite misure, per i finanziamenti legati alla ricettività turistica dei comprensori sciistici delle aree terremotate, questa è una frase di carattere generale, in particolare Frontignano, Bolognola e Monte Prata.
Questa frase, secondo me, fa si che con questa mozione noi andiamo a toccare tutti gli impianti sciistici della regione Marche, poi è stato specificato in particolare Frontignano, Bolognola, Monte Prata, però sono quelle strutture che oggi non sono riaperte rispetto a Sarnano e Sassotetto.
Credo che se noi vogliamo c'è la possibilità di condividere questo percorso all'unanimità, da tutto il Consiglio regionale. Questa è soltanto un'aggiunta che credo possa permettere a tutti di votarla.
PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, il Consigliere Micucci.
Francesco MICUCCI. Grazie Presidente. Velocemente perché il dibattito è già stato molto esaustivo, apprezzo la specifica dell'Assessore Pieroni, ma a intuito avevo immaginato che essendo un bando pubblico chiunque potesse partecipare all'acquisizione dei fondi.
Credo che sia importante questa mozione che ha presentato la Consigliera Leonardi e altrettanto importante è stato l'approfondimento che lei insieme al Consigliere Traversini e all'Assessore Pieroni hanno fatto per dare sostanza e per non fare, come a volte accade, uno spot, ma per dare effettiva sostanza. Questo è stato apprezzato, quindi anche come Partito Democratico aderiremo con entusiasmo a questa mozione anche perché dà un taglio alla domanda che si poneva il Consigliere Celani prima, che è condivisibile, cosa vogliamo fare di queste aree? Del recupero di queste aree dopo il sisma?
Riprendo anch'io il tema trattato dall'interrogazione del Consigliere Bisonni prima, condivido la logica con la quale i Sindaci si erano mossi - anche qui quando si consultano i Sindaci non va bene, quando non li si consulta non va bene lo stesso, diamoci delle linee guida - credo che sia importante perché una volta sistemata l'emergenza, che chiaramente è ancora più importante, non si può pensare di ricostruire quei territori solo nelle mura, perché quei territori già vivevano di per sé delle difficoltà e stavano già in crisi prima del sisma. Quindi o gli si dà un nuovo slancio e si riescono a recuperare le attività economiche, che non sono molte e per la maggior parte sono legate all'attività turistico-ricettiva, di ristorazione, alberghiera, come in questo caso, quindi si dà un quid in più, per cui la gente viene nelle Marche anche da fuori, sennò è chiaro che il bacino d'utenza che possono avere queste realtà è limitato, purtroppo non siamo le Dolomiti che sono al centro di un sistema molto più ampio, europeo e mondiale, siamo una piccola regione con un comprensorio sciistico ricettivo che è al pari di alcune regioni a noi limitrofe per cui o riusciamo a dare una caratterizzazione particolare, come hanno di per sé i Monti Sibillini e tutto il territorio, oppure rischiamo di fare delle cattedrali nel deserto.
Credo che gli investimenti che erano stati individuati con l'utilizzo degli SMS solidali andavano in questa direzione, come mi sembra che vada nella stessa direzione, pur venendo da fondi di bilancio diversi, questa mozione.
E' chiaro che dobbiamo puntare a far vivere quelle zone 12 mesi all'anno, 12 mesi sarà impossibile, 7 mesi all'anno, 8 mesi all'anno, perché quelle zone sono belle d'inverno per chi va a sciare, ma sono belle in autunno per chi ama passeggiare in mezzo ai boschi, sono belle d'estate e sono molto frequentate anche dai cicloturisti e da famiglie, quindi il recupero di queste attrezzature credo che vada in quest'ottica.
Non possiamo pensare di avere stazioni sciistiche che richiamino non so quali manifestazioni, però se letta in questa ottica mi pare che la mozione vada esattamente in questo senso, utilizzando per esempio i bacini per l'innervazione artificiale, ma anche per l'abbeveramento del bestiame d'estate, cercando di creare una commistione di questo turismo a 360°. Credo che potremo fare un servizio vero a quelle zone e dare un servizio a 360° a questa nostra regione che vedrebbe integrato il classico turismo estivo del mare con un turismo che fino ad oggi era poco sviluppato, un po' per la carenza di risorse, un po' perché, purtroppo, quelle zone hanno delle problematiche naturali che mi auguro la tecnologia riesca a risolvere. Penso a Frontignano che è una stazione sciistica esposta al vento e quindi lì nessuna neve potrà mai tenere, però mi auguro che con l'innevamento artificiale, attraverso quella possibilità che si potrà sviluppare, potremo dare una risposta effettiva.
Ripeto, è con piacere che accogliamo come partito le modifiche che sono state fatte alla mozione originale, che quindi hanno dato una risposta che mi auguro concreta a quelle aree. Grazie.
PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, il Consigliere Giorgini.
Peppino GIORGINI. Grazie Presidente. Ho parlato con la Consigliera Leonardi, ci siamo chiariti anche se lei rimane sul fatto che c'è scritto Sassotetto, ma nell'impegno non c'è, è vero che se ne parla nelle premesse e in generale, ma sull'impegno si parla di Frontignano, Bolognola e Monte Prata.
Comunque ci siamo chiariti e presenterò una mozione più chiara, specifica, che possa estendere a tutti. E' una precisazione anche politica, stiamo qui per fare politica, non per cambiare aria, la farò più chiara, che si possa estendere a tutti i comprensori per il rilancio turistico delle aree terremotate, che abbia una visione complessiva più ampia, nel senso che non sia limitata, perché l'impegno è quello. Se un giornale riprende questa mozione riprende l'impegno non tutta la premessa, quindi una mozione che non sia parziale di quelle zone.
Credo che occorra un brand della Regione Marche su questo, sulle zone sciistiche che sono importanti, e se il 20-30% stanno nelle Marche e sono conosciute come strutture sciistiche delle Marche, è inutile fare queste percentuali. Dobbiamo avere una visione globale se vogliamo votare all'unanimità questa mozione.
Chiarita questa problematica con la Consigliera Leonardi, a breve presenterò una mozione che sia più chiarificatrice e comprenda tutte le zone del cratere, visto questo voteremo a favore. Grazie.
PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, il Consigliere Bisonni.
Sandro BISONNI. I Consiglieri Marconi e Micucci adesso mi hanno ritirato in ballo con la storia degli SMS, allora ve la dico in parole semplici, così la capite. E' giusto investire sul turismo, sull'attività dell'entroterra? Si, è giusto.
E' giusto utilizzare i soldi degli SMS per fare una pista ciclabile? Non è opportuno! Avete fatto una figuraccia con tutta l'Italia. Se non riuscite a capire questo concetto così semplice, che non è opportuno fare una cosa del genere con gli SMS degli italiani che avevano pensato di destinarli alla ricostruzione, non andiamo da nessuna parte! E' una questione di opportunità, non è la questione che la pista ciclabile sia giusta o sbagliata, è una questione di opportunità, un concetto che dovrebbe essere semplicissimo da comprendere.
PRESIDENTE. Passiamo alla votazione.
Mozione n. 303. La pongo in votazione.
(L'Assemblea legislativa approva)
Mozione n. 300
ad iniziativa del Consigliere Urbinati
“Risorse per adeguamento sismico degli edifici pubblici nei territori dei comuni in classe III”
Mozione n. 304
ad iniziativa dei Consiglieri Fabbri, Giorgini
“Adeguamento sismico degli edifici pubblici nei territori dei comuni in classe sismica III, mediante fondi Por-Fesr”
(abbinate)
(Discussione e votazione)
PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca la mozione n. 300 del Consigliere Urbinati e la mozione n. 304 dei Consiglieri Fabbri, Giorgini, abbinate.
Ha la parola, per l'illustrazione, il Consigliere Urbinati.
Fabio URBINATI. Grazie Presidente. Discutiamo questa mozione per un chiarimento che ritengo opportuno anche per sensibilizzare l'opinione pubblica e far capire in maniera chiara, inequivocabile, senza fraintendimenti, come sarà rifinanziata tutta la ricostruzione e come si intende operare su tutto il territorio regionale. Quello che è accaduto, i terremoti, ha intaccato non solo in quei giorni in cui ci sono state le scosse più forti, ma il terremoto, lo sappiamo, rischia di lasciare segnali molto negativi sui territori. Soprattutto il terremoto ci ricorda, ogni volta che arriva, che purtroppo viviamo in una regione ad altissimo rischio, viviamo in una regione che in quasi tutta la sua totalità è interessata da eventi sismici e sono alquanto famose purtroppo le faglie che attraversano tutto l'Appennino del centro Italia.
Questa mozione l'ho presentata anche perché si è resa necessaria dopo la discussione che abbiamo fatto in Commissione sui fondi Fesr. Come sappiamo, questi 248 milioni di euro arrivati, aggiuntivi per le regioni del terremoto, 248 milioni è la quota parte della Regione Marche, prevedono nel complesso degli interventi, anche interventi di adeguamento sismico. Per quanto riguarda la nostra regione circa 140 milioni saranno destinati all'adeguamento sismico e all'efficientamento energetico e la discussione del Fesr ha fatto si che questa trattativa sia stata fatta da tutte le Regioni presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri e, per quanto riguarda la parte di prevenzione, questo è importante, si è optato, con dei criteri abbastanza rigidi, di dirottare i finanziamenti per l'adeguamento sismico e l'efficientamento energetico nei Comuni di classe 1 e 2.
Come sapete l'Istituto di geologia e vulcanologia periodicamente fa rientrare nelle classificazioni tutto il territorio nazionale, con 1 è classificata la parte più rischiosa fino a salire a 4 dove i terremoti sono rarissimi.
Detto questo, la Regione Marche rispetto alle altre Regioni ha una peculiarità, una particolarità, ha la zona dell'arquatano, quella che purtroppo è stata interessata dai recenti terremoti che anche prima, ma ora a maggior ragione, rientra nella classificazione 1, poi ha una piccolissima zona sulla costa picena, la Riviera delle Palme, dove ci sono 12 comuni che rientrano nella classificazione 3 e tutto il resto della regione rientra nella classificazione 2, quindi tutti i Comuni che rientrano nella classificazione 2 potranno attingere per gli edifici pubblici e l'adeguamento sismico e l'efficientamento energetico a quei fondi.
Ritengo importantissimo questo aspetto, perchè è importantissimo l'aspetto della prevenzione e non dobbiamo confondere quello che è l'intervento su un terremoto che c'è già stato con la prevenzione in una zona che, come ho ricordato, è ad altissimo rischio sismico. Noi non dobbiamo strumentalizzarlo, ma come Regione dobbiamo solamente mettere in campo quelle azioni politiche che vanno a compensare quello che purtroppo non potrà essere fatto in quei 12 Comuni di classificazione 3, quindi c'è già l'impegno, lo formalizzeremo di nuovo, per quanto mi riguarda bastava anche quello della Commissione, di considerare le zone 3 nei bandi, prevedendo di finanziarle con la parte restante del Fesr, perché se noi investiamo fondi aggiuntivi nei Comuni del cratere è chiaro che si liberano altre risorse.
Sappiamo che nell'impiego dei fondi europei bisogna essere abbastanza celeri. Avremo delle risorse aggiuntive con i fondi del Fesr ordinario che dirotteremo per finanziare opere di efficientamento energetico, così come utilizzeremo altre risorse, in particolare per quanto riguarda gli edifici scolastici sono in arrivo risorse ministeriali aggiuntive, finanzieremo anche gli interventi di adeguamento sismico nelle aree di classificazione 3.
Perché è importante questo provvedimento? Perché la prevenzione è un qualcosa che non ci deve essere ricordata quando gli eventi sismici avvengono. Oggi la scienza sui terremoto conosce quasi tutto, purtroppo non riesce ad individuare un solo aspetto, il periodo temporale in cui possiamo essere interessati da un terremoto.
C'è un motivo per cui la nostra regione rientra quasi nella sua totalità nella classificazione 1 e 2, perché i terremoti forti nella storia sono stati frequenti su tutto il territorio regionale e noi sappiamo che in geologia 100 anni sono come per noi un giorno, sono tempi minimi, sono tempi ristretti, basta ricordare il terremoto del 1972 ad Ancora, oppure le cronache e la storia raccontano di un terremoto fortissimo nel 1781. Qualcuno ha polemizzato dicendo: “Non si prenderanno i soldi nel piceno, ma si prenderanno a Pesaro” ebbene nel pesarese nel 1781 ci fu un terremoto fortissimo del 6.5 della scala Richter, parliamo di un magnitudo molto forte e simile a quello che ha colpito la nostra regione il 30 ottobre. Lì l'area interessata fu quella della faglia che va da Fabriano fino a Cagli, quindi anche lì c'è purtroppo un rischio grande di terremoto.
Credo per che i cittadini, ma soprattutto per i bambini che vanno a scuola, gli edifici pubblici di quelle aree devono essere adeguati con le più moderne tecnologie antisismiche.
Questo è lo spirito di questa mozione, che cerca di fare chiarezza senza strumentalizzare e fare polemiche, mettendo contro, come è successo purtroppo per la strada Salaria, cittadini di una regione contro cittadini di un'altra. Non si ragiona così con il terremoto.
Faccio solamente un esempio, qual è la priorità quando parliamo di prevenzione sismica? La priorità è l'adeguamento degli edifici laddove c'è un maggior rischio sismico, ma dentro l'accordo che è stato fatto c'è anche la regione Lazio. Se quei fondi fossero stati utilizzati per tutta la Regione Lazio, compresa la città di Roma che, vorrei ricordare, la quasi totalità dei municipi che la compongono rientrano quasi tutti nella categoria 3, se questi fossero stati classificati nella categoria 2 per una città, un'area metropolitana come quella di Roma, le risorse sicuramente sarebbero state insufficienti, ma questo ci spinge nella politica nazionale, nella politica regionale, ad avviarci verso un percorso culturale di cambiamento che vede l'adeguamento sismico come una delle priorità per tutte le amministrazioni pubbliche.
Invito a votare e a sostenere questa mozione perché la Regione interverrà e farà si che non ci possano essere territori di serie A, territori di serie B e territori di serie C, senza tralasciare una questione di priorità ma, come sappiamo, se la scienza ci dice che da una parte c'è un rischio superiore all'altra, si sa chiaramente dove si deve intervenire per priorità. Grazie.
Presidenza del Presidente
Antonio Mastrovincenzo
PRESIDENTE. Ha la parola, per l'illustrazione, il Consigliere Fabbri.
Piergiorgio FABBRI. Grazie Presidente. La mozione del Consigliere Urbinati è stata depositata agli uffici recentemente ed è stata calendarizzata in maniera velocissima, dopo discuteremo la mia mozione, la n. 191, che è di 11 mesi fa.
Detto questo, abbiamo associato alla mozione del Consigliere Urbinati una nostra mozione perché? Perché io sposo quanto detto all'80% dal Consigliere Urbinati, però, giusto per fare chiarezza e giusto per non fare strumentalizzazioni e sciacallaggi di ogni sorta sul terremoto, bisogna spiegare bene di che cosa stiamo parlando.
Noi stiamo parlando di 248 milioni di euro che sono stati dati per il terremoto all'interno del Por-Fesr. I fondi ordinari del Por-Fesr sono fondi per lo sviluppo che sono stati dati indipendentemente dal sisma e questi fondi servono per le misure e le azioni che a suo tempo sono state dedicate allo scopo, quindi non si può traghettare un fondo ordinario e mescolarlo con il fondo aggiuntivo, quelli già servivano ed erano già destinati, per cui i fondi ordinari bisogna lasciarli da una parte.
Parliamo dei fondi aggiuntivi che devono essere erogati con dei criteri e dei parametri. Non esiste nessuna legge che imponga l'adozione di un criterio e di un parametro tant'è che per la parte dedicata alle imprese gli obiettivi 1, 3, 6 pro parte vengono dati a 87 comuni, che sono quelli del cratere, dopodiché si è detto che ci sono 13 comuni dell'hinterland che sono connessi socialmente e lavorativamente con i comparti industriali, quindi diamo i soldi anche a loro, perché effettivamente sono collegati e nell'ambito di rilancio e sviluppo non possiamo farne a meno.
Avete deciso di allargare il cratere di 87 comuni ad altri 13 e qui si apriranno altri tipi di discorsi che faccio nella porzione B) del mio intervento, però lì il criterio adottato è quello di dare i fondi agli 87 comuni del cratere ed a quelli socialmente ed economicamente più strettamente connessi.
L'assunzione del parametro della classificazione sismica in classe 1, 2, 3 per quanto riguarda gli obiettivi tematici 4, 5, 6 pro parte, che sono sostanzialmente per il pubblico, è una scelta sbagliata perché se prendete la cartina che individua la regione Marche soltanto il territorio dei 12 comuni è escluso, quindi è un criterio che esclude, che non dà delle priorità. Tutta la regione Marche è in area verde, che è la seconda classe, l'area rossa è la prima classe quella a maggior rischio e comprende 8, 9 comuni, quando già sappiamo che è superata dai dati di fatto, i comuni del cratere sono 87 non sono 7, 8 quindi, non essendo obbligatorio assumere questo parametro, la Regione Marche doveva dire in Conferenza Stato-Regioni, in Conferenza del Consiglio dei Ministri, a chi ha suggerito l'adozione di questo parametro, che la Regione Marche ha il 62% del territorio colpito dal terremoto, la sua la deve dire politicamente sul terremoto, con maggioranza assoluta poteva dire: “Questo parametro per noi è discriminatorio e non lo vogliamo adottare”, si sarebbe risolto qualsiasi discorso e quindi si sarebbe adottato un altro parametro per la ripartizione, ripeto, di questi fondi aggiuntivi dedicati al terremoto.
In questo modo invece, in maniera immotivata, si escludono 12 comuni, tant'è che la mozione del Consigliere Urbinati vuole sanare questa discriminazione in maniera pasticciata con altri fondi.
Sono d'accordo con il Consigliere Urbinati perché dice la mia stessa cosa, ma noi abbiamo lo strumento per modificare il Por-Fesr, non è vero come dice il dispositivo della mozione che non è possibile, basta rimuovere questo parametro e utilizzarne un altro.
Il Por-Fesr in questo momento è sottoposto a valutazione di impatto strategico, ci sono 60 giorni da parte dei portatori di interesse per poter presentare le osservazioni e modificarlo, nella nostra mozione noi chiediamo semplicemente di agire secondo quello che la legge ci consente di fare: presentiamo le osservazioni al Por-Fesr all'interno dell'iter normativo di valutazione di impatto strategico, che ci consente di modificare a norma di legge il nostro Por-Fesr, e rimuoviamo questo parametro, ne assumiamo un altro che scegliamo in maniera condivisa con i territori, perché per fortuna la normativa ci dà questa possibilità democratica di agire. La nostra mozione chiede questo.
Detto questo, a rafforzamento di questa modifica e dell'eliminazione di questo parametro, che è soltanto discriminatorio ed è per noi nocivo e nessuna norma di legge ce lo può imporre, nella proposta di atto amministrativo n. 41, il Piano straordinario per lo sviluppo la promozione e la valorizzazione delle Marche, c'è una bellissima tabellina fatta dalla Giunta che calcola matrice territoriale dell'impatto economico e sociale del sisma. E' stato fatto un ottimo e approfondito studio, ritengo, ed è inserito quale criterio discriminante all'interno del Piano straordinario per lo sviluppo la promozione e la valorizzazione delle Marche, che ha validità per l'intera legislatura, in cui si dice che l'impatto economico e sociale del sisma pesa a livello criticità alto per le province di Macerata ed Ascoli, medio per Fermo, basso per Ancona, nullo per Pesaro. Io sono di Urbino e proprio perché non voglio fare sciacallaggio, come altri comuni hanno detto: “I soldi degli SMS noi non li vogliamo”. I soldi specifici aggiuntivi arrivano da fondi particolari per questo terremoto, non per una prevenzione generica in cui tutta l'Italia deve essere inserita. La priorità di questa generazione sarà quella di ricostruire quello che i nostri genitori hanno fatto nel dopoguerra con criteri antisismici e di efficientamento energetico, sarà una priorità nazionale per i prossimi decenni. La generazione dei miei figli deve vivere in case diverse dalle nostre, perché il terremoto non uccide, ma uccidono i calcinacci che ti cadono in testa se hai costruito male.
Detto questo, parliamo del 75% di occupati all'interno della provincia di Macerata che sono stati coinvolti nell'area del sisma, 97.000 persone, Ascoli Piceno quasi 52.000 persone, il 64%, ci sono circa 30.000 aziende, allora non mi dite che i soldi non vengono spesi, che sono troppi, che dobbiamo allargare, perché i numeri sono così alti che chiaramente non basteranno.
Volete prendere questo come parametro per dire come ripartire sui fondi pubblici questi 248 milioni? Prendete un altro parametro, non c'è bisogno che coprite con una toppa, peggiore dello strappo, un errore fatto inizialmente. Abbiamo lo strumento per correggerci.
Dopodiché, siccome vi siete votati un po' di mesi fa una leggina per cui quest'anno le modifiche del Psr, 160 milioni, del Fesr, 248 milioni - non so se arriveranno le modifiche dell'Fse - non passano più in Aula ma tutto si fa tranquillamente nelle Commissioni per dargli meno evidenza, allora sono contento di questa occasione per poter parlare in Aula di come è strutturato questo Fesr perché a mio avviso ci sono delle voci che sono opinabili. Tra la versione in bozza che ci avete dato prima dell'estate e la versione successiva che poi è andata nel Comitato di sorveglianza, avete sottratto 10 milioni alla promozione delle destinazioni turistiche, che sono sul territorio, per assegnarli alla realizzazione di 2/3 piste ciclabili, questa è una scelta per me da revocare; avete spostato 5 milioni dalla riduzione del rischio sismico, che è il cuore dei 248 milioni in più che ci sono stati dati, per metterne 8 sul rischio delle frane, saranno tutte ad appannaggio del Consorzio, ma anche questo in ordine di grandezza e di priorità inferiore a quello che c'è stato dato nella definizione e nell'elargizione dei 248 milioni. Ci sono 11 milioni destinati a un paio di edifici simbolo, e voglio vedere chi riuscirà in accordo coi territori a decidere chi prenderà questi soldi per ricostruire l'edificio simbolo di questo comune, di quello, di quell'altro ancora, quindi anche qui entriamo in una guerra che effettivamente può essere evitata se destiniamo a cose più importanti questi 11 milioni, alla fine ci sono 38 milioni che vanno alle imprese con più di 10 addetti o che hanno registrato brevetti. All'interno del cratere quante sono queste imprese? 38 milioni sono molti, allora non penso che ci sia la capacità di assorbire questi proventi.
Abbiamo la Vas in mano che ci consente di modificare il Fesr, lo possiamo fare in maniera condivisa, possiamo rinnegare questo parametro, che è solo discriminante, abbiamo la proposta e tanti altri parametri da poter sostituire in maniera tranquilla, democratica, facciamo in modo di modificare questo Por-Fesr e di renderlo più congruente alle esigenze delle popolazioni colpite. E' questo il succo della nostra mozione.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Celani.
Piero CELANI. Questo problema è stato dibattuto prima in II Commissione ed ha avuto uno scambio anche vivace di pareri nell'ambito del Comitato di sorveglianza Por-Fesr che si è tenuto qui in Regione ai primi di ottobre.
Ripercorriamo un attimo queste considerazioni, innanzitutto le due mozioni che apparentemente sembrano simili o uguali in realtà sono molto diverse tra loro.
A me non piace il rincorrere delle mozioni dei colleghi e vedere due cose che all'ultimo momento si intrecciano e dicono in modo non corretto, per non dire forse a volte anche un po' pasticciato, le stesse cose per il gusto di rilanciare mediaticamente o politicamente alcuni momenti, però ci sono e le discutiamo.
Innanzitutto partiamo però da un presupposto molto importante: i fondi aggiuntivi frutto di un intervento di solidarietà delle altre Regioni sono fondi legati strettamente a quello che è successo, quindi al terremoto.
Non mischiamo le due cose, noi abbiamo una programmazione ordinaria dei fondi Por-Fesr ed abbiamo una programmazione straordinaria che è arrivata per un evento eccezionale, luttuoso, catastrofico. C'è stato un intervento di solidarietà istituzionale da parte delle altre Regioni, le altre 15 rispetto alle 5 si sono private di una percentuale, mi sembra, forse l'Assessore sarà molto più preciso di me, il 2%, tolto dalla loro programmazione, e l'hanno data alle Regioni in totale 400 milioni che poi sono stati suddivisi e noi abbiamo preso una bella fetta 243 milioni, la stessa cosa è valsa per quanto riguarda il Psr.
Quindi è chiaro che noi dobbiamo focalizzare il discorso su queste aree, non possiamo mischiare il tutto.
La programmazione ordinaria dà accesso a tutti liberamente, ognuno presenta i suoi progetti, ognuno risponde ai suoi bandi. In base alla capacità di progettualità che ha ogni comune, ogni ente, ogni consorzio, può accedere a questi fondi.
Questa è un'altra cosa, dobbiamo ristorare in qualche modo questi territori. La prima osservazione che noi abbiamo fatto in Commissione, ad esempio, e che c'è stato un diverso approccio tra il Psr ed il Por-Fesr, nel Psr si individuava l'area degli 87 comuni del terremoto, nel Por-Fesr il Comitato di vigilanza ha voluto invece estendere queste provvidenze anche a comuni che sono al di fuori degli 87 del cratere, che stanno all'interno del sistema locale lavoro e che probabilmente non c'entrano un fico secco in tutta questa storia.
Lo abbiamo detto, non lo ripetiamo, abbiamo fatto polemica, ma polemica vera non artata, l'ho detto nel Comitato di sorveglianza facendo un po' stralunare gli occhi ai Commissari, ma le cose stanno così, perché qualcuno pensava che molto probabilmente i comuni dell'entroterra, gli 87 comuni, non erano in grado di assorbire tutte queste risorse per cui li allarghiamo. E' un messaggio questo che è passato, non mi si venga a dire di no perché in Commissione ci è stato detto. C'è stata questa idea capziosa, siccome questi sono comuni piccoli non riusciranno ad accedere a queste risorse allora allarghiamo al sistema locale lavoro perché in fondo l'economia delle aree terremotate non ha dei confini ben precisi, si interscambia anche con altri territori, giustissimo, prima però riversiamoli su queste aree, poi se dopo x anni, due anni di bandi, tre anni di bandi, questi comuni non sono in grado di assorbirli, va bene, ci penserà la Regione a ridistribuirli magari in altre aree oppure li utilizzarà per opere pubbliche all'interno di questo discorso.
Detto questo, è naturale che ci sia stata una discriminazione in questo senso, lo abbiamo detto, i comuni in fascia 3 sono pochi, 12 in tutte le Marche, di cui 7 nella provincia di Ascoli, 2 nella provincia di Fermo, il resto nella provincia di Pesaro, e non possono accedere a questi fondi, quindi in qualche modo una riflessione andava fatta, però andava fatta, secondo me, in altri termini, non per consentire a questi comuni di accedere a questi fondi attraverso bandi, mettendosi in concorrenza con gli altri.
Noi abbiamo dei comuni della costa, non faccio un discorso di campanile né per difendere i comuni di provenienza, ma c'è poco da discutere su questo aspetto, che vanno da San Benedetto fino ad arrivare a Porto Sant'Elpido e hanno avuto delle spese aggiuntive pur non avendo avuto danni diretti dal sisma, perché non ho visto crolli, non ho visto disagi, non ho visto schede Edes in questi comuni, non ho visto nulla, però hanno avuto dei notevoli disagi in quanto hanno impegnato risorse per l'accoglienza di tutte le persone che dall'entroterra sono state sistemate in questi territori.
Quali sono? Penso che il Consigliere Urbinati l'abbia detto in qualche modo, sono le risorse che hanno dovuto impegnare per i trasporti, molti comuni hanno dovuto affittare degli edifici per inserire nuove aule per dare una risposta ai ragazzi che andavano a scuola lì, il discorso del tempo libero, perché questi ragazzi stando lì dovevano frequentare nel pomeriggio la palestra o la piscina, c'è tutto il discorso della sanità, quindi questi territori, questi comuni hanno avuto dei disagi fortissimi. Indipendentemente da questo discorso dei fondi Por-Fesr, nella Conferenza Stato-Regioni o perlomeno in questo tavolo, dove questi scienziati hanno fatto la ripartizione dei fondi, si doveva tenere conto di questo, al di là di concedere il benefit di far partecipare i 12 comuni che sono in classe 3 a questi bandi. No, lì c'è stata una maggiore spesa corrente, questi comuni hanno speso risorse, quindi andavano ristorati in qualche modo con questi fondi o con altri fondi. Ci dovevano essere dei ristori che andavano concordati direttamente con i Sindaci, con i Comuni: caro Sindaco di Grottammare, Caro Sindaco di Sant'Elpidio, caro Sindaco di San Benedetto voi avrete un ristoro, non è che dovevano presentare una spesa a piè di lista, per questo disagio, quindi avrete X come finanziamento per questa cosa, Y per quest'altra cosa, oppure un contributo per ristorare la spesa corrente avuta.
E' qui che la politica regionale ha fallito, perché è inutile che stiamo sempre a dire tutto va bene, perché diamo contributi ai vari comuni, non possiamo tirarci indietro sennò facciamo brutta figura, la mozione la votiamo tutti, però su ogni mozione c'è un aspetto politico che dobbiamo valutare.
Chi ha condotto questo discorso qua? Chi ha fatto questa trattativa? Chi si è seduto politicamente al tavolo con il Comitato di valutazione a livello europeo oppure con il Governo oppure con il Commissario Straordinario?
Di questa cosa non si è tenuto conto, gravissimo, è qui dove la politica regionale ha fallito brutalmente e l'abbiamo ribadito sia in Commissione, soprattutto, sia nel Comitato di valutazione, tanto è vero che io riuscii a dire un'altra cosa provocatoriamente: guardate se veramente l'Europa, perché sono tutti trincerati dietro l'Europa, vuole questo, allora dite all'Europa in modo provocatorio che questi soldi non li vogliamo se non possiamo decidere come spenderli, se non possiamo … Non c'entrano niente i comuni limitrofi, prima aspettiamo che fanno richiesta e poi quello che avanza decidiamo noi come spenderlo. Se i comuni lungo la costa che hanno speso fior di soldini, fior di risorse per l'accoglienza, non possono essere ristorati, almeno devono essere inseriti all'interno della 3 classe alla stessa stregua degli altri e devono partecipare ai bandi perchè hanno avuto dei grossi danni, hanno dimostrato un senso di ospitalità grossissimo. La solidarietà nel piceno e nelle Marche è grandissima, credo che poche altre regioni hanno un senso dell'accoglienza, un senso della solidarietà come il nostro popolo, è lì dove si è sbagliato.
Oggi dico bene a questa mozione perché è bene che i 12 comuni possano rientrare in questa programmazione, ma credo che andava fatto qualcosa di più, cioè questi comuni dovevano essere ristorati diversamente al di fuori dei fondi Por-Fesr perché stranamente la finanza locale è quella che è ed i comuni non è che navigano nell'oro, quindi se molti si sono privati di alcune risorse sulle entrate correnti, sulla spesa corrente per finanziare questi servizi, non è la stessa cosa ristorarli con 150 mila euro per adeguare un edificio, sono cose completamente diverse, dobbiamo mettere il dito nella piaga per dire che la politica regionale doveva fare di più in questo senso, di concerto ovviamente con le altre Regioni, come dicevo prima.
Qui è un lavoro di squadra nei confronti della Comunità Europea, dei Commissari di questo fantomatico Comitato di valutazione dei fondi Por-Fesr, con cui ci stiamo sempre interfacciando, ma non mi sembra che abbiano le idee molto chiare, che conoscano i territori nel modo giusto. Effettivamente potevano fare un intervento straordinario per quanto riguarda il terremoto, cosa che non hanno fatto trincerandosi sempre dietro questa equanimità, questa uguaglianza, il territorio va trattato tutto allo stesso modo, ma se il terremoto sta da una parte perché devo trattare allo stesso modo con i fondi straordinari quell'altra?
Questo è il concetto importante che volevo dire, però, ripeto, questa mozione ha una valenza di questo tipo che non possiamo ovviamente nascondere, perlomeno ridiamo un minimo di fiducia e la possibilità ai comuni che hanno speso di partecipare e di accedere agli stessi bandi a cui accedono i comuni che sono inseriti nelle classi 1, e 2 di sismicità secondo la classificazione vigente attualmente in Italia. Grazie.
Presidenza della Vicepresidente
Marzia Malaigia
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Giorgini.
Peppino GIORGINI. Grazie Presidente. Due parole su quello che ha affermato il Consigliere Urbinati sulla Salaria. Credo che il Consigliere sia male informato perché nessuno ha fatto sciacallaggio in quanto l'ammodernamento della Salaria è un progetto che è stato appaltato 10 anni fa, prima del sisma, quindi i soldi del sisma non c'entrano niente, assolutamente, sulla Salaria i lavori erano già iniziati quando è avvenuto il terremoto.
Poi chiedo al capogruppo quali sono i soldi stanziati per le infrastrutture e per le aree terremotate. Infrastrutture nuove o ammodernamento: zero.
Stiamo parlando di un progetto che era partito 10 anni fa, non c'è nulla di nuvo.
Detto questo veniamo al nostro tema che è quello che mi interessa molto, in quest'Aula anche questo è fatto politico perché di tecnico c'è poco o nulla, scorre sempre la parola “equità” scorre, si vede, se ne parla, ma poi spesso e volentieri viene bypassata.
Allora andiamo al problema, qui è stato fatto un torto gravissimo, l'ennesimo torto al territorio in parte ascolano ed in parte fermano, perché i comuni del piceno sono San Benedetto, Grottammare, Acquaviva, non ci sono comuni del pesarese, Cupramarittima, Massignano, Montefiore, Ripatransone e nel fermano Altidona, Campofilone, Lapedona, Moresco e Pedaso.
Questi sono i comuni che sono stati penalizzati, premettiamo una cosa: il decreto terremoto ter che è il n. 8 del 9 febbraio 2017, poi convertito in legge il 23 marzo, già stanzia i fondi per la messa a norma e in sicurezza degli edifici pubblici e delle scuole per le zone terremotate. Vi leggo testuale cosa dice: “Un emendamento della relatrice consente l'utilizzo di risorse non ancora utilizzate e già messe a disposizione dalla legge sulla buona scuola per effettuare le verifiche di vulnerabilità sismica su tutto il territorio nazionale delle scuole nelle zone a rischio sismico classificate 1 e 2 e per la progettazione degli eventuali interventi di adeguamento anti sismico. L'emendamento inoltre stabilisce che almeno il 20% di queste risorse siano messe a disposizione e dovranno essere destinate alle scuole situate nelle quattro regioni colpite dal sisma”.
Premesso, come ha detto l'Assessore Sciapichetti prima, che per quelli ci sono i soldi stanziati per il cratere, allora per quale motivo non deve valere anche per il Por-Fesr, soldi aggiuntivi che vengano messi a disposizione per la messa in sicurezza delle zone che non hanno preso e non prenderanno un centesimo dal terremoto? Per quale motivo non è stato fatto?
Andiamo adesso sul lato idrogeologico, allora, questa cosa dell'assegnazione delle zone 1 e 2 è stata una proposta della Presidenza del Consiglio dei Ministri accettata all'unanimità dalla Conferenza Stato-Regioni, quindi sono le Regioni che hanno detto ok a noi ci va bene. E' chiaro che va bene al Presidente Ceriscioli, a me non sarebbe andato bene, se c'ero io che sono di San Benedetto non mi sarebbe andato bene. Il Presidente Ceriscioli ha fatto bene, perché se andiamo a vedere l'impatto economico e sociale del sisma Ancona ha il 14%, Macerata ed Acoli Piceno il 75%, Fermo 20%, Pesaro 0, allora Pesaro può accedere a questi fondi e questi 12 comuni che hanno avuto dei risvolti negativi con il terremoto non devono prendere una lira per il fatto che sono nella zona 3, ma signori, allora, andiamo su questo discorso.
Credo che questo sia un fatto politico, non un fatto tecnico, o un errore. Premesso che avremo piacere di dare tutti questi soldi alle zone del cratere, tutti i 248 milioni, saremo i primi a sottoscrivere questo accordo, però dobbiamo chiedere: come si è scelto?
Le zone 1, 2, 3 classificate nella cartina della Ingv a rischio sismico non hanno differenze sostanziali sulla pericolosità per il semplice motivo che non ci sono, anzi vi dirò qualcosa in più, il Comune di San Benedetto è quello più ad alto rischio per il semplice fatto che nell'accelerazione del suolo, avendo la sabbia sotto, potrebbe essere quello più danneggiato quando arriverà il terremoto, perché la differenza sostanziale è il ritorno del sisma, non la pericolosità.
Quindi a San Benedetto il sisma potrebbe ritornare ogni 500 anni, a Pesaro ogni 400, non è questo che doteva escludere le 12 zone, che non hanno avuto una lira, un centesimo, da questi fondi aggiuntivi.
Questa cosa me l'ha confermata, ho assistito alla riunione del Comitato di sorveglianza, un addetto della Commissione Europea, che mi ha detto queste cose: “Consigliere cosa le posso fare? Noi abbiamo fatto una proposta, la Conferenza Stato-Regioni l'ha accettata con tutte e quattro le Regioni coinvolte, per noi tutto è a posto”.
Adesso con queste mozioni ..., la nostra è più chiara perché impegna la Giunta a presentare in sede di Vas, perché ancora siamo in fase di Vas, quindi è possibile modificare, non quello che spiega il Consigliere Urbinati e trova i soldi non si sa dove. Noi diciamo alla Giunta di impegnarsi e in sede Vas di modificare quell'accordo e di inserire le zone 3, perché, un altro esempio, il terremoto dell'Emilia-Romagna non era classificato sismico, era 3 come San Benedetto del Tronto, come Cupra, come Massignano, eppure avete visto cosa è successo, quindi è impossibile dire che le zone 1, 2 sono più pericolose della 3. Sono i tempi di ritorno che sono differenti e questo non significa che non ci sia una pericolosità sismica.
Credo che sia ora di finire con i torti, di tirare l'acqua sempre da una parte, credo che occorra essere più equi, il potere politico non significa solo accentrare tutto da una parte, significa anche avere una visione equa del territorio. Noi siamo penalizzati, non c'è che dire, San Benedetto è penalizzata in tutte le cose che si fanno in questa regione. Grazie.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Zaffiri.
Sandro ZAFFIRI. Grazie Presidente. Avevo pensato di non intervenire su queste mozioni, ma ascoltare il dibattito mi ha spinto ad intervenire, perché vedo e continuo a vedere dentro questa Aula un vestito fatto di pezze.
Quando la politica delle minoranze in Commissione solleva dei problemi seri, qualche volta giustamente il mio Presidente della II Commissione le recepisce, però altre volte c'è l'ordine del Partito Democratico di non toccare niente e adesso cosa ascoltiamo? Ascoltiamo una pezza del PD che si è accorto che i comuni che non hanno avuto disastri dal terremoto non hanno i soldi, guarda un po', ma dove eravate quando governavate questa Regione? E' possibile che arrivate sempre in ritardo? E' possibile che siete Renzi dipendenti? Quello che vi incarta il Presidente del Consiglio lo portate a casa! Santo cielo, ma questo è possibile politicamente? Non avete un minimo di dignità politica? Una volta ne avevate tanta di dignità politica, io ho imparato da voi a fare il sindacalista, dalla grande CGIL, e adesso dov'è la dignità politica?
E' chiaro che è una mozione che va votata, ma non doveva essere una mozione, Consigliere urbinati, doveva essere un provvedimento che doveva fare l'esecutivo, lo doveva fare il Presidente Ceriscioli.
Credo che, io ve lo dico, è un suggerimento poi fate come vi pare, perché ve l'ho detto l'altra volta e ve lo ripeto, attenzione ai muri, ci sono muri spessi, ci sono botte contro i muri che ancora pesano, i referendum, altre cose, che voi perdete e noi vinciamo. Penso che queste siano cose serie per quanto riguarda il problema della nostra comunità, allora ribadisco dentro quest'Aula che questo esecutivo è fuori binario per la gestione del terremoto, per la ricostruzione post terremoto. E' fuori binario! Noi vi auguriamo di continuare ad essere Renzi dipendenti perché questo forse vi può portare un po' di fortuna, però credo che i marchigiani debbano sapere che qui si stanno mettendo le pezze ad un provvedimento che non è stato confezionato nel miglior modo possibile e qualcuno se ne è accorto.
Credo che i marchigiani questa cosa l'hanno capita, anche sabato mattina hanno protestato ed hanno portato giustamente delle macerie davanti alla Camera a Roma, stanno capendo che effettivamente i problemi non si risolvono, però penso che se ci sia ancora una possibilità di poter ragionare politicamente c'è ancora forse un po' di spazio.
Avete fatto diventare il terremoto come un problema della maggioranza, perché noi come minoranza abbiamo chiesto più volte di portare un contributo alle vostre idee o alle vostre non idee. Non siamo stati mai ascoltati, avete preso il terremoto come un problema della maggioranza e lo state gestendo come un problema di maggioranza.
Continuate su questa strada, vi auguro un buon lavoro, non mi sembra che sia un buon lavoro perché qui torniamo a discutere di questi problemi. Spero che possiate continuare su questa strada perché credo che un altro muro, forse anche più spesso di quello del dicembre dello scorso anno, potreste incontrarlo. Lo dico con amarezza, perché? A me interessa la comunità marchigiana che ancora non ha le risposte perché è stato sbagliato fino ad oggi. Le disposizioni nazionali sono state sbagliate, fatte in un modo errato, i territori non contano niente, continuate ancora a non ascoltarci e noi ripetiamo queste cose da mesi. E' un anno che diciamo le stesse cose, non veniamo mai ascoltati, ma credo che siano dei passaggi indispensabili, viene gestito in modo centralistico, non ci sono risposte per il territorio, mettete le pezze quando fate degli errori ed oggi pomeriggio se avessimo fatto le cose in modo migliore il Consiglio regionale sarebbe stato chiuso alle ore 14,00.
PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, il Consigliere Urbinati.
Fabio URBINATI. Grazie Presidente. Credo che sia inevitabile intervenire dopo gli interventi e il dibattito che si è sviluppato.
Innanzitutto voglio dare all'Aula un chiarimento perché mi sembra che forse il Consigliere Fabbri si riferiva ad una mozione precedente, non so, ma la mia mozione è stata presentata il giorno 12 o 13 ottobre, quella del Movimento 5 Stelle il 20, quindi non so a cosa si riferisce quando ha citato una mozione di 6 o 7 mesi fa, forse si riferiva a qualcos'altro ma sicuramente non a questa mozione.
Come ho già specificato nell'intervento precedente io ho pieno sostegno, il Partito Democratico ha pieno sostengno nel lavoro fatto dalla Giunta perché in un terremoto non c'è spazio, e mi dispiace dirlo, per le strumentalizzazioni e non c'è spazio per la demagogia.
Voglio dire al Consigliere Zaffiri che non so a questo punto se sentirmi fortunato o sfortunato di vivere in un comune classificato dall'Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia e non dalla politica, dal Parlamento, ma dall'Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia, dalla scienza. Se poi si disconosce la scienza in una politica oscurantista, che voi spesso fate, è un altro discorso, non ci riguarda.
Non le facciamo noi le classificazioni sismiche, c'è l'Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia che dice che da una parte c'è un maggior rischio e da un'altra parte c'è un minor rischio. Questo è dovuto alla statistica ed è dovuto a dati scientifici, dalla situazione delle faglie, dai movimenti, da dove sono situati i territori, dal sottosuolo. E' la scienza che lo dice, però, ripeto, avete dimostrato, alcuni di voi, per la questione dei vaccini, che praticate politiche oscurantiste, non riconoscete la scienza, questa è un'altra cosa, noi la scienza la riconosciamo.
Io vi assicuro che nella mia città non sono avvenuti i disastri, io vivo in un comune di zona 3 che ha ospitato più di 3.000 sfollati e nella mia città non sono avvenuti disastri. E' vero solo quello che ha detto il Consigliere Celani, ci sono stati dei disagi, ma quando ti arrivano 100 bambini in più, a parte tutto quello che è successo, la tragedia che abbiamo vissuto, per me e per la mia città è un arricchimento. Sono arrivati 100 bambini in più e con l'Assessore Bravi di corsa abbiamo dovuto allestire quelle scuole, non è vero quello che diceva il Consigliere Celani, che ha dovuto pensare a tutto il comune, no, la Regione è stata a fianco dei comuni in tutto questo, sostenendo le spese, dando assistenza tecnica, tutto quello che occorreva, quindi questi comuni non hanno subìto disastri, non diciamo le cose che non stanno, perché in un terremoto non sta bene dire queste cose.
Per quanto riguarda il resto credo che la mozione da me presentata sia accoglibile, quindi ci sarà il voto favorevole del Partito Democratico, non è accoglibile l'altra mozione perché chiede di fare una ritrattazione, ma una ritrattazione su che cosa? Perché qualcuno deve dire ciò che non vuole dire?
L'adeguamento sismico è la prevenzione, non c'entra nulla con gli interventi che si fanno nel cratere, con gli interventi alle imprese, con la ricostruzione delle scuole, non c'entra nulla. La prevenzione deve essere un'operazione culturale che ogni amministrazione pubblica deve mettere come priorità e siccome siamo molto indietro su questo aspetto, siccome siamo molto indietro purtroppo nel nostro Paese su questo aspetto, bisognerà dare delle priorità.
La Regione Marche si è già impegnata, si impegna e lo ribadiamo con questa mozione. La Regione Marche, questo sia chiaro all'opinione pubblica, si impegna a far sì che nei comuni classificati in zona 3 parallelamente, con altre risorse, avvengano gli stessi interventi che ci sono nelle zone di tutte le altre regioni, perché siamo tutti uguali dal punto di vista dei diritti sulla prevenzione sismica.
Questo è l'aspetto, laddove non è arrivato il decreto, il provvedimento, perché si sono date delle priorità, ne discutevamo con altre Regioni, ogni Regione arriva laddove quell'accordo non è arrivato, la politica è anche questo!
Capisco che poi c'è il dovere della maggioranza e il diritto della minoranza, va bene, però le cose devono essere chiare, devono essere incanalate dentro binari chiarissimi.
Questo è il senso della mozione che il Partito Democratico sosterrà e, per le motivazioni che ho appena detto, respingeremo quella del Movimento 5 Stelle. Grazie.
PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, il Consigliere Fabbri.
Piergiorgio FABBRI. Consigliere Urbinati, siccome lei dice di fare chiarezza, bisogna fare chiarezza fino in fondo.
La sua mozione dice che non si può toccare la programmazione Por-Fesr, io le ho dimostrato che questa affermazione è sbagliata, troviamo altri soldi statali e regionali per metterla nei 12 comuni, ed ecco la pezza al vestito strappato.
Quindi è, per chiarezza, un dispositivo che vuole coprire un errore originale della Regione che ha assunto un parametro discriminante e proprio lei parla di non discriminare.
Il suo dispositivo va rigettato perché dice una cosa non vera, che è quella che non si può toccare il Por-Fesr, e poi chiede genericamente di trovare altri soldi. Io le dico che gli altri soldi li dobbiamo trovare strategicamente in tutta la nazione per i prossimi cinquant'anni perché l'80% degli edifici va ricostruito, quindi parliamo di una cosa generale e di un'altra partita.
Il dispositivo della nostra mozione, realisticamente e a norma di legge, dice: guarda che sei in procedura di valutazione di impatto strategico e puoi cambiare il Por-Fesr, ti hanno dato 248 milioni specifici per questo terremoto, non capisco perché vuoi assumere un parametro discriminatorio per la tua città, favorendo Pesaro, per dire.
Detto questo mi sembra che ormai la situazione sia molto chiara, quindi noi appoggiamo la nostra mozione e rinneghiamo la sua perché dice cose che non sono vere.
PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, il Consigliere Zaffiri.
Sandro ZAFFIRI. Dichiarazione di voto su questa mozione, probabilmente il capogruppo del PD era un po' impegnato in altre cose mentre parlavamo in sostegno di questa mozione, capisco che ha dei problemi, tanti problemi, però noi abbiamo espresso una considerazione positiva e abbiamo detto che la mozione è in forte ritardo rispetto ad una discussione già avviata se non dentro quest'Aula in altre sedi.
Avevamo già ipotizzato che c'era una situazione difficile per i comuni che non hanno subìto i danni dal terremoto, ma hanno avuto il problema delle persone che sono arrivate, questo probabilmente è sfuggito.
Nella considerazione politica ho detto che siete in ritardo, è chiaro che in ritardo è la Giunta, perché se la Giunta è fuori programmazione è una programmazione in ritardo e chi interviene a sostegno di questa non programmazione nella quale non è avvenuto il fatto? Il fatto era mettere questi comuni per dar loro la possibilità di avere i i soldi, addirittura non con il bando Consigliere Urbinati, perché questi soldi sono stati spesi, ecco la pezza, ecco perché la pezza su un vestito non va bene, questo ce lo dovete passare perché i fatti sono questi.
I fatti sono così, adesso il Partito Democratico tenta di sostenere queste cose che non sono passate dall'esecutivo, non sono passate nella programmazione, chiamatela come vi pare, e con una mozione si va a rispondere a questi territori, ma non dando loro dei soldi, ma addirittura facendoli partecipare ad un bando che probabilmente vinceranno, però intanto devono partecipare.
Su questo siete fuori binario, per questo siete fuori pista, per questo siete fuori dal problema del terremoto, non siete dentro il terremoto, come tante volte ho detto anche qui dentro quest'Aula.
Vi capisco e ve l'ho detto perché avete seguito prima con Renzi e adesso con Gentiloni in modo pedissequo queste impostazioni che vi portano ad essere fuori binario e noi vi ringraziamo.
PRESIDENTE. Passiamo alla votazione.
Mozione n. 300. La pongo in votazione.
(L'Assemblea legislativa approva)
Mozione n. 304. La pongo in votazione.
(L'Assemblea legislativa non approva)
Mozione n. 191
ad iniziativa dei Consiglieri Fabbri, Maggi, Giorgini
“Fondi europei: coordinamento azioni ed analisi risultati”
(Discussione e votazione)
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la mozione n. 191 dei Consiglieri Fabbri, Maggi, Giorgini.
Ha la parola, per l'illustrazione, il Consigliere Fabbri.
Piergiorgio FABBRI. Per chiarire un'altra cosa perché è uno strascico della mozione precedente in quanto si parla sempre di fondi europei. In forza del Regolamento nuovo è stato possibile associare alla mozione del Consigliere Urbinati la nostra e quindi è stata dibattuta nei tempi consoni. La mozione di cui stiamo discutendo adesso è stata presentata 11 mesi fa.
Detto questo, in Regione abbiamo a disposizione fondi diretti e fondi indiretti, i fondi indiretti sono quelli di cui abbiamo discusso anche nella mozione precedente, con i Por-Fesr, Psr, Fse, eccetera, poi ci sono dei fondi diretti a cui la Regione può partecipare in maniera diretta partecipando ai bandi ed abbiamo il programma Life, abbiamo il programma Horizon 2020, i programmi di cooperazione europea tra i quali il programma di cooperazione Italia-Croazia, il programma Interreg Med, eccetera.
Nella gestione dei fondi europei con una delibera di Giunta è stato approvato il documento strategico regionale che ha per finalità la programmazione unitaria dei fondi comunitari e purtroppo all'interno di questo documento non viene fatto riferimento al comparto dei fondi aggiuntivi diretti.
Questo documento è un semplice consuntivo dei tre fondi. Fesr, Psr, Fse, e attribuisce il coordinamento organizzativo di questi fondi alle singole strutture amministrative e quindi ai responsabili di procedimento. Questo purtroppo non consente una sinergia spinta, si va avanti per settori che forse non dialogano in maniera sufficientemente serrata tra di loro, dato che i fondi europei sono ormai diventati una fonte fondamentale per i bilanci della Regione.
Abbiamo un altro documento importante che è il Defr, di cui abbiamo discusso pochi Consigli fa, purtroppo non fa riferimento, si parlava di libro dei sogni, e non ha un programma delineato per la seconda parte del mandato di questa Giunta e dei fondi diretti non c'è traccia neanche all'interno di questo atto.
Abbiamo inoltre il piano della performance, un documento che sulla base del programma di Governo, sulla base delle priorità politiche, stabilisce annualmente gli obiettivi strategici operativi da assegnare alle strutture organizzative regionali.
Il piano della performance ha questi obiettivi che dovrebbero essere cogenti, stringenti, per i dirigenti, ha fatto un'analisi Swot e riporta un parametro interessante, che è migliorare l'impiego dei fondi europei e sostenere il piano d'azione della Macroregione Adriatica.
Purtroppo non riporta il target per le singole strutture riferibili al raggiungimento di obiettivi concreti sui fondi europei diretti. Voglio portare degli esempi: gli obiettivi e il target della struttura del Gabinetto del Presidente sono: coordinamento conferenze stampa sulla intranet, predisposizione del regolamento per le spese di rappresentanza, implementazione pagina Web, monitoraggio dei procedimenti di nomina e designazione, adesione contributi e patrocinio, numero moduli su tematiche di interesse della governance. Sono quindi target assolutamente ininfluenti sulla incisività dell'accesso a questi fondi europei. Sono cose che ci danno la cartina tornasole come i fondi diretti all'interno della Regione siano un po' snobbati.
La P.F. strategia Macroregione Adriatico Ionica e cooperazione territoriale europea, che è una struttura sotto il Gabinetto del Presidente, dovrebbe operare anche nel coordinamento di questi fondi europei. Purtroppo ci sono un paio di azioni discutibili, ad esempio, in alcune occasioni l'amministrazione regionale sembra aver tentato di finanziare attività ordinarie delle strutture regionali con fondi europei, ad esempio nel caso del Festival Adriatico Mediterraneo, e c'era anche l'interrogazione 11 dell'ottobre 2016 che se ne occupava, o dei giochi della Macroregione. Ciò andrebbe contro il principio di addizionalità per il quale al fine di assicurare un reale impatto economico gli stanziamenti dei fondi strutturali non possono sostituirsi alle spese pubbliche ordinarie dei soggetti pubblici beneficiari. C'è effettivamente il rischio di voler arrivare a questi fondi per coprire spese che invece dovrebbero essere coperte con altre voci.
Sui fondi diretti, poi vediamo se l'Assessore mi dà dei dati più confortanti, un anno fa nel bilancio 2016 per i progetti come 4Pillars, Innovage, Iktimed e Next c'erano 305.000 euro, ma sono stati spesi, a novembre dello scorso anno, 845 euro e prenotati, neanche impegnati, 79.000 euro sul budget assegnato di 350.000 euro. Per altri 4 progetti c'erano in bilancio 2016 384.000 euro con impegni per solo 31.000 euro.
Tutto questo per dire che gli strumenti che gestiscono questi fondi sono molteplici, abbiamo parlato di Defr, abbiamo parlato del Piano della performance, che dovrebbe dare degli impegni alle funzioni, abbiamo parlato della P.F. che è sotto il Gabinetto del Presidente, ma effettivamente questo gran coordinamento su una cosa così interessante, a mio avviso, non è espletato in maniera sufficiente.
Alla luce di questo quadro noi chiediamo di impegnare la Giunta a definire un sistema unitario chiaro ed efficiente per la progettazione e gestione dei fondi e dei progetti a valere anche sui fondi diretti dell'Unione Europea, indicando forme e strumenti messi in atto dalle strutture competenti della Regione a favore del territorio marchigiano, quindi dare concretezza, coordinamento e sinergia maggiore all'utilizzo di questi fondi specificatamente anche a quelli diretti.
Il secondo punto invita, anzi impegna a relazionare sull'efficacia dei risultati raggiunti nel 2015 e nel 2016 dalla Giunta regionale, permettendo quindi di avere una visione aggiornata dello sforzo progettuale realizzato in termini di progetti elaborati e approvati e relativi fondi ottenuti e spesi.
Ricordo sempre che c'è un'altra mia mozione che lungamente attende di essere dibattuta in Aula e che un'intera seduta del Consiglio dovrebbe essere dedicata agli affari europei, e ancora questa cosa qua non è mai avvenuta.
Presidenza del Presidente
Antonio Mastrovincenzo
PRESIDENTE. Ha la parola l'Assessore Bora.
Manuela BORA. Grazie Presidente. Bisogna perdonare chi parla senza conoscere, parlo della fine, e l'abbiamo detto più volte: per organizzare un Consiglio regionale e parlare di questi temi bisogna rivolgersi ovviamente all'Assemblea legislativa e non sicuramente impegnare la Giunta su questo, dopodiché sono felice e disponibile a farlo.
Procedo con ordine, il documento strategico regionale è stato uno dei primi atti di questa Giunta che io non solo rivendico ma, lo dico con una punta di orgoglio, è stato particolarmente apprezzato da Bruxelles perché siamo stati la prima Regione almeno a fare un tentativo nel far dialogare questi tre fondi, il Por-Fse, il Por.Feasr e il Psr-Feasr.
Per quanto riguarda la programmazione europea 2014/2020 noi ci siamo trovati a dover gestire purtroppo, e ce lo ricordiamo reciprocamente insieme all'Assessore Bravi, una programmazione che è stata avviata ed approvata nel 2014. Significa ad esempio, io parlo per il Fesr, quello che “gestisco”, non tutte le Regioni hanno gli stessi assi approvati, noi ne abbiamo attivati a mio avviso troppi e questo ha portato ad una frammentazione, ma questo mi sono trovata a dover gestire così come la dotazione, abbiamo potuto fare qualche piccolo spostamento all'inizio per quanto riguarda le schede Mapo oppure le azioni che fanno riferimento a ciascuna asse, però se l'Assessore Bravi ed io oggi volessimo fare un bel progetto sull'imprenditoria femminile o sulla maternità o sull'artigianato artistico, di fatto non lo potremmo fare, non potremmo fare in maniera sinergica per questo motivo.
Quanto però si citano in causa le strutture oppure la frammentazione delle responsabilità con me sfonda una porta aperta anche se secondo me il punto è un altro. Non tanto i target che diamo alle strutture perché io personalmente ho anche non dedicato, ma sprecato tempo a scrivere obiettivi precisi ai dirigenti, per quello che viene spesso detto “libro dei sogni”, alla stregua del promuovere la pace nel mondo, perchè gli obiettivi che poi loro si danno sono quelli che sono previsti dalla legge, niente di più. Purtroppo io mi trovo a dover amministrare in una condizione che di fatto non mi dà un grande potere, questo lo devo dire e lo dico perché è uno dei più grandi temi di cui discuto spesso in Giunta. Credo che le Bassanini siano state un grande errore perché non ci danno la possibilità di cacciare, ad esempio, quei dirigenti che se la prendono un po' troppo con comodo e rispondono troppo lentamente ai cittadini, però io non lo posso fare perché se lo faccio magari vengo anche considerata antipatica, però più di tanto non posso fare e mi creda vorrei poter fare molto di più, però non è colpa di quel documento, è colpa degli strumenti che sono a disposizione delle strutture regionali.
I fondi diretti sono una grande opportunità, una grande sfida, questa Regione è stata la prima ad avere finanziato quelle imprese che avevano ricevuto un premio dalla Commissione europea, soprattutto in quei fondi più ambiziosi, come Horizon 2020, che purtroppo non avevano trovato una copertura comunque adeguata. Noi siamo intervenuti con le risorse dei fondi del Por-Fesr per poter premiare quelle aziende ad esempio, però la partita dei fondi diretti è più complessa e quando è stata approvata quella delibera c'era già in vigore un bando che era stato aggiudicato da poco, ed era ancora in auge, e aveva visto due società aggiudicatarie, la Lattanzio e l'Advisory Spa che di fatto supportano gratuitamente non solo le strutture regionali, ma anche i comuni che vogliono partecipare ai fondi diretti e lo fanno gratuitamente, salvo chiaramente poi vincere quei bandi e a quel punto prendere la percentuale dovuta, sia per l'attività di assistenza che per quella di rendicontazione.
Credo che era importante valorizzare gli strumenti che avevamo a disposizione, è stato fatto, ma è stato fatto poco, intanto lo dico perché è in fase di sperimentazione, ma quando andrà a regime sono certa che darà grandi benefici, abbiamo cercato di omologare le procedure di presentazione dei bandi. Forse non tutti sanno che per ogni singolo bando c'era un software diverso, quindi ad esempio il professionista che voleva partecipare ad un Por-Fesr aveva un software che dialogava in un certo modo, con determinate procedure, chi voleva partecipare all'Fse ne aveva un altro, chi lo voleva fare per il Fesr ne aveva un altro ancora.
Quello che abbiamo fatto all'inizio di questo mandato, noi tre Assessori, è stato dire cerchiamo di gestire internamente questi software e fare in modo che ci sia un'unica modalità omogenea per poter presentare questi fondi. Anche lì a proposito di quello che diceva lei Consigliere Fabbri, non è stato per niente semplice perché, ad esempio, io ho ricevuto una letterina molto simpatica dalla Commissione europea con la quale mi si diceva che questi non erano fatti miei e che non mi dovevo occupare di queste cose. Io invece credo che semplificare le procedure anche per gli imprenditori sia qualcosa di cui la Giunta, soprattutto l'Assessorato alle attività produttive, debba occuparsi, questo per dire: magari si risolvessero i problemi solo con i target sarebbe molto più semplice, non è che non ci abbiamo pensato.
Vorrei anche ricordare che questa è la prima programmazione europea dove i bandi vengono trasmessi alle imprese che sono iscritte al registro delle imprese e che quindi hanno una Pec e possono ricevere, non tutti i bandi possibili, ma quelli selezionati sulla base del codice Ateco, i bandi che potrebbero riguardarle. Questo per fare in modo che quante più imprese possibili possano partecipare alla politica di coesione marchigiana e non sia una caccia al tesoro.
Abbiamo anche individuato un'area che si chiama “l'esperto risponde” dove tramite chat o tramite telefono si possono chiedere tutte le informazioni, c'è anche la possibilità di potersi iscrivere alla newsletter, quindi qualsiasi cittadino interessato anche se non ha la Pec può ricevere, una volta iscritto, tutte le informazioni che riguardano la politica di coesione marchigiana.
Credo invece che sia un ragionamento davvero serio che potremo fare tutti insieme, anzi invito i presenti a partecipare anche all'iniziativa che si terrà il prossimo 8 novembre alle Muse di Ancona riguarda la cosiddetta cohesion lions.
Questa programmazione è sicuramente perfettibile, potremo fare qualcosa, siamo a disposizione, però tra gli scenari che si paventano nel libro bianco si parla addirittura di togliere la politica di coesione, questo lo scenario più terribile, però c'è la possibilità che magari rimanga la politica di coesione, ma sia finanziata con un prelievo extra europeo, quindi una sorta di Iva aggiuntiva che viene prevista per ogni Regione per poter finanziare la politica di coesione, oppure che venga rivista con dotazioni inferiori ed anche con modalità diverse, ad esempio, il cosiddetto Piano Juncker che tanto piace alla Commissione europea a mio avviso invece poco servirebbe per le nostre imprese marchigiane.
Su questo si è acceso a Bruxelles un grande dibattito, quindi credo che potrebbe essere importante discutere soprattutto di queste cose piuttosto che appellarsi a cavilli che poco, secondo me, servono per migliorare lo status quo, comunque apprezzo lo spirito di collaborazione.
A proposito dei fondi indiretti e di come questi fondi dialogano tra loro vorrei ricordare tra tutto gli Iti aree di crisi dove ci sono insieme Por-Fesr, Por-Fse, la strategia nazionale delle aree interne dove addirittura oltre al Fesr Fse ci sono anche i Fesr, gli Iti, l'Agenda urbana, e poi anche tutti quelli che non erano stati approvati nè tanto meno pensati quando quel documento, a cui lei faceva riferimento, è stato approvato, ad esempio manifattura 4.0.
Credo che una collaborazione così stretta, così proficua tra l'Assessorato al lavoro alla formazione e alle attività produttive non ci sia mai stata, questo c'è sia per quanto riguarda i fondi regionali ma soprattutto per quelli europei a testimonianza di come, al di là degli uffici, al di là degli strumenti che abbiamo a disposizioni, quel documento non era sicuramente carta straccia, ma dimostrava un nuovo modo di operare di questa Giunta, che le assicuro, Consigliere Fabbri, dalle imprese viene gestita.
Concludo, per quanto riguarda i fondi diretti lì ad esempio un ruolo molto importante ce l'hanno anche gli uffici, lei viene dal territorio di Pesaro e sa quanto il Comune di Pesaro stia facendo ed abbia fatto sul fronte dei fondi diretti, è stato in grado di coinvolgere tutti i Comuni della provincia; la realtà anconetana è un'altra che ha lavorato molto e bene, quindi quello che a volte manca è proprio la progettualità che viene dal basso.
Da parte della Regione non mancherà mai il sostegno per mettere sia la quota parte ma anche strutture, come abbiamo fatto in passato a disposizione. Grazie.
PRESIDENTE. Ha la parola, per la dichiarazione di voto, il Consigliere Fabbri.
Piergiorgio FABBRI. Ringrazio l’Assessore Bora perché effettivamente alla fine mi sembra che mi abbia dato ragione.
Sugli obiettivi delle strutture, se gli obiettivi che l’Assessore ha stabilito per le sue strutture sono pregnanti e non sono come quelli che ho letto in precedenza, cioè vedere il numero di moduli compilati, sarei ben contento di conoscerli dal suo intervento.
Per quel che riguarda i bandi diretti a cui la Regione ha partecipato, quelli che sono stati vinti, come abbiamo aiutato il territorio, eccetera, nell'intervento mi aspettavo che ci fossero quattro numeri che dicevano: abbiamo partecipato a 30 milioni di gare, abbiamo aiutato 500 imprese, però purtroppo ai miei scarsi numeri enunciati risalenti ad un anno fa non è stato dato nessun tipo di spiegazione e di approfondimento.
Quello che dice la mozione è che a mio avviso manca un coordinamento sufficiente, va implementato, manca una cabina di regia che andrebbe fatta, e mi piacerebbe sapere quali sono i risultati ottenuti.
Importante è che, come si è fatto in quest'occasione, si possa parlare in Aula di fondi europei perché in ogni documento tracciato dalla Regione si rimanda a questi fondi, e purtroppo una discussione approfondita sul tema non è stata fatta.
Voglio stimolare anche il Consigliere Traversini, come Presidente della II Commissione, magari ad organizzare un'audizione congiunta tra tutti gli Assessori che si occupano dei diversi fondi, per farci capire effettivamente quali sono tutte le migliorie di cui diceva anche l’Assessore Bora, perché ritengo che uno sforzo sia stato fatto, ma non se ne ha evidenza. E' un argomento di cui non si riesce a parlare in maniera approfondita, perché questo? Perché giustamente, come diceva l'Assessore, e su questo punto siamo d'accordo, bisogna che i soldi che arrivano per le aree interne si sposino insieme ai soldi del Psr, si sposino insieme ai soldi del Fesr perché è sviluppo extraagricoltura, si sposino con il sociale anche alla luce delle normative che la Regione sta tentando di portare avanti. Lei parlava di manifattura 4.0, ci siamo visti in Commissione per l'industria 4.0, si parla di economia circolare e quant'altro, si vede che nel futuro le uniche professionalità che resisteranno sono quelle creative, abbiamo un problema sociale di riconvertire i cinquantenni che perderanno il lavoro e lo stanno perdendo, abbiamo il problema sociale di non riuscire a dar lavoro ai giovani, chiediamo da tempo un Consiglio monotematico sul lavoro, ho chiesto alla Commissione per ben due volte di andare, ci ha invitato il Sindaco di Fabriano, a tenere una Commissione sul lavoro a Fabriano, e in tutto questo ambito l'Europa non può essere mai esclusa.
Quindi giustamente mi vedo in parte concorde e ritengo che il dispositivo di questa mozione sia assolutamente approvabile perché chiede maggior coordinamento e un sistema unitario chiaro ed efficiente per la progettazione e la gestione dei fondi e di relazionare sull'efficacia dei risultati raggiunti negli ultimi due anni.
Non mi sembra di chiedere nient'altro che la possibilità di approfondire dati alla mano la situazione della progettazione e dei risultati raggiunti a metà mandato sui fondi europei.
PRESIDENTE. Passiamo alla votazione.
Mozione n. 191. La pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa non approva)
La seduta è tolta.
La seduta termina alle ore 15,55