Resoconto della seduta n.85 del 13/12/2017
SEDUTA N. 85 DEL 13 DICEMBRE 2017
La seduta inizia alle ore 10,35
Presidenza del Presidente
Antonio Mastrovincenzo
Comunicazioni del Presidente
PRESIDENTE. Colleghi buona giornata, dichiaro aperta la seduta n. 85 del 13 dicembre 2017. Do per letto il processo verbale della seduta n. 84 del 29 novembre 2017, il quale, ove non vi siano opposizioni, si intende approvato ai sensi del comma 4 dell’articolo 53 del Regolamento interno.
Richiamo, inoltre, ai sensi del comma 5 dello stesso articolo, l'attenzione di tutti i Consiglieri sulle comunicazioni distribuite, con cui porto a conoscenza dell'Assemblea quanto espressamente previsto dal Regolamento interno.
Oggi è assente l'Assessore Cesetti che partecipa ad un Comitato interistituzionale sul post-sisma a Fermo, è assente giustificato anche l'Assessore Pieroni.
Commemorazione di Patrizia Casagrande Esposto
PRESIDENTE. A questo punto chiedo all'Aula un minuto di silenzio per ricordare la memoria dell'ex Presidente della Provincia di Ancona Patrizia Casagrande Esposto.
(L'Assemblea legislativa osserva un minuto di silenzio)
PRESIDENTE. Grazie, alla famiglia le condoglianze di tutta l'Aula.
Comunicazioni ai sensi dell'art. 55, comma 4 del R.I.
PRESIDENTE. Lascio la parola alla Consigliera Malaigia.
Marzia MALAIGIA. Grazie Presidente. Oggi ricade l'anniversario dei 35 anni dalla frana di Ancona, noi che siamo qui chiamati a decidere su progetti di costruzione e di ricostruzione in un'ottica di prevenzione dovremmo tenere bene in mente quali sono le priorità, che sono la sicurezza ed il benessere delle persone in ogni progetto che ci vede coinvolti, quindi chiedo soltanto oggi una particolare riflessione su questo. Grazie.
Sull'ordine del giorno
PRESIDENTE. Durante la Conferenza dei capigruppo sono state avanzate due richieste, la prima è l'inserimento all'ordine del giorno della proposta di legge 166 del 2017 e su questo lascio la parola al Presidente della III Commissione Consigliere Biancani.
Andrea BIANCANI. Come ho già detto nella Conferenza dei capigruppo chiedo di poter inserire la proposta di legge n. 166 del 2017 che va a modificare la legge n. 13 del '99, cioè la disciplina regionale sulla difesa del suolo.
In Conferenza la richiesta di iscrizione ha avuto un parere positivo, unanime, chiedo comunque all'Aula di ratificare questa proposta che già è stata visionata dall'Ufficio di Presidenza.
PRESIDENTE. La Conferenza dei capigruppo ha dato parere favorevole però l'Aula si deve esprimere a maggioranza assoluta e chiedo per questo la votazione per alzata di mano. Votazione aperta.
(L'Assemblea legislativa approva a maggioranza assoluta dei votanti)
PRESIDENTE. A questo punto inseriamo la proposta di legge n. 166 al punto 3 bis, subito dopo la proposta di legge 163, e diamo tempo fino alle ore 12,00 per la presentazione di eventuali emendamenti.
E' stata avanzata un'altra richiesta da parte del Capogruppo del Partito Democratico, ha la parola il Consigliere Urbinati.
Fabio URBINATI. Grazie Presidente, a nome del gruppo del Partito Democratico chiedo il rinvio della mozione n. 317 per ulteriori approfondimenti. Grazie.
PRESIDENTE. Ha la parola la Consigliera Leonardi.
Elena LEONARDI. Grazie Presidente. Esprimo decisamente contrarietà a questa richiesta perché la mozione è a conoscenza di gran parte della maggioranza da tempo, tanto che alcuni esponenti sono anche fra i firmatari, in quanto l'ho voluta condividere un po' con tutti i gruppi consiliari proprio per cercare un'ampia condivisione.
Oggi ho fatto dono a tutti di un calendario dell'Associazione dei genitori della cardiochirurgia pediatrica di Torrette che stanno aspettando, molte famiglie, di vedere confermate le peculiarità di questo reparto, mi sarebbe piaciuto, visto che questa era l'unica data possibile prima di Natale, far passare a queste famiglie un Natale sereno, sapendo che la tutela dei loro figli è completamente al sicuro.
Sono assolutamente contraria perché i tempi per valutare la mozione c'erano, la condivisione con gli esponenti della maggioranza c'è stata, quindi non vedo la necessità di questo rinvio che, mi dispiace, trovo strumentale.
Non mi aspettavo questa cosa, mi aspettavo che tutti insieme come Aula, maggioranza e minoranza, avremmo festeggiato un atto importante per una eccellenza della sanità marchigiana, quindi ribadisco un no deciso a questo rinvio.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Marconi.
Luca MARCONI. Ho già espresso il parere in sede di Conferenza dei capigruppo, qui mi permetto soltanto di motivare questa richiesta ulteriormente rispetto a quello che ha fatto il Consigliere Urbinati perché questa mozione è molto particolare, al di là delle cose che propone, che saranno anche giustissime, forse alla fine la voteremo anche tutti, però lo scrupolo che è venuto da parte dei banchi della maggioranza è relativo al fatto che vorremmo sentire su questa materia qualcuno, quindi propongo, se l'Aula decide per il rinvio, che ci sia un passaggio serio in Commissione, nel senso che abbiamo dei tecnici della sanità che ci dicono se effettivamente ha senso prima di tutto che il Consiglio si pronunci su due infermieri in più, cinque in meno, aspetti tecnici ed organizzativi che sulla base della legge sono di competenza dei dirigenti delle aziende o dei direttori di Asur o sanitari, quindi che noi entriamo in questa materia può essere anche interessante, però deliberare una cosa che impegna la Giunta a farla quando non abbiamo tutti gli elementi mi sembra che andiamo molto al di là del confine dell'esecutivo che non è neanche nostro, ma entriamo in quello gestionale spicciolo, per cui un passaggio in Commissione della quale sono componente, come sono componenti la Consigliera Leonardi ed anche i Consiglieri Giancarli e Talè che hanno firmato la mozione, credo che possa essere necessario.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Talè.
Federico TALE'. Soltanto per rimarcare una cosa, seguo la questione della cardiochirurgia pediatrica degli Ospedali riuniti di Torrette da parecchi mesi, ho fatto anche due incontri con il primario Prof. Pozzi, con il Presidente, con la dirigente Dott.ssa Di Furia ed ho già presentato due interrogazioni, una a risposta scritta, un'altra a risposta orale, quindi conosco molto bene la questione.
Posso essere a favore del rinvio, però voglio la certezza che passi in Commissione, quindi la prossima Commissione o fra due Commissioni, in fretta perché questa questione l'abbiamo sviscerata in tutti i modi. L'abbiamo sviscerata perché prima della Consigliera Leonardi l'ho sviscerata per mesi. Le ragioni del cardiochirurgo infantile Prof. Pozzi ci sono tutte, ne abbiamo parlato sia con il Presidente della Commissione, sia con l'Assessore, ci sono, perché in soldoni, lo dicono i tecnici a livello internazionale, i perfusionisti, coloro che fanno perfusioni all'adulto, non possono praticare se non adeguatamente formati e se non con una adeguata manualità dettata dal fatto che devono fare almeno 50 perfusioni l'anno ed i numeri a Torrette non ci sono per fare 50 perfusioni l'anno per 6 o 7 perfusionisti, quindi non si possono mischiare i perfusionisti pediatrici con quelli degli adulti, la mozione vuole questo, il succo della mozione è questo.
Se vogliamo fare un ulteriore passaggio in Commissione, dove la cosa non c’è stata, quindi non è un ulteriore passaggio, ma se vogliamo passare in Commissione io sono disponibile, però i tempi devono essere certi, non deve essere un rinvio per non riparlarne, deve essere un rinvio e ci prendiamo tutti l’impegno di riportare la mozione nel più breve tempo possibile in Commissione e poi in Consiglio. Se c’è questo impegno io sono favorevole altrimenti sono contrario.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Maggi che può parlare solo sulla proposta del Consigliere Talè perché sull’altra proposta del Consigliere Urbinati hanno già parlato un Consigliere pro ed uno contro.
Giovanni MAGGI. Devo dire che questa richiesta di sospensione è strumentale, come è stata strumentale la richiesta fatta sempre dal Consigliere Urbinati di rinviare, quando trattavamo l'assestamento, l’emendamento che riguardava le pensioni e portava le pensioni degli ex Consiglieri regionali all’età di tutti i dipendenti della pubblica amministrazione.
Premessa dovuta, nel senso che io sono sicuramente favorevole a quello che ha detto il Consigliere Talè, cioè che questa cosa è già stata sviscerata, pensata ed è stata anche proposta al Presidente Ceriscioli che si è dichiarato favorevole. Adesso chi comanda in Giunta? Il Presidente Ceriscioli o Caporossi che in questa situazione è comunque dentro una disputa di primari tra la cardiologia infantile e la cardiologia degli adulti?
Ci sono famiglie che stanno conducendo una battaglia con le armi dell’amore e della solidarietà e noi Consiglieri eletti dal popolo marchigiano non ci possiamo girare dall’altra parte e per ragioni politiche dire che rinviamo la mozione per vedere cosa succede.
Sono sicuramente d’accordo con quello che ha detto il Consigliere Talè, con le preoccupazioni e le puntualizzazioni che ha evidenziato, soprattutto nel momento in cui la cardiologia infantile non può essere messa insieme alla cardiologia degli adulti perché sono questioni scientifiche e di sensibilità completamente diverse.
Mi sembra veramente un delitto non dare aspettativa, appoggio e solidarietà a un reparto di eccellenza che riguarda soprattutto i nostri bambini, i nostri figli ed i nostri nipoti.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Busilacchi.
Gianluca BUSILACCHI. Intervengo a favore della proposta del Consigliere Talè che secondo me qualifica anche la proposta del capogruppo Urbinati.
Non è un rinvio sine die, ma è una calendarizzazione in Commissione, però colgo questa occasione, Presidente, intanto per sottolineare, cerchiamo di essere positivi, il fatto che evidentemente questa mozione, che anch'io ho sottoscritto, ha innescato un dibattito e tutti quanti oggi ci interessiamo di una cosa di cui probabilmente non tutti i Consiglieri erano a conoscenza, quindi prendiamo la parte positiva, è una bella occasione e sono convinto che presto andremo in Aula.
Ringrazio la Consigliera Leonardi che recentemente si è occupata di questo tema e il Consigliere Talè che lo fa da alcuni mesi, devo dire che anch’io e il Consigliere Giancarli da alcuni anni ci occupiamo di questo tema, quindi ci sta particolarmente a cuore, infatti anche noi abbiamo sottoscritto questa mozione.
Credo che l’idea di poter approfondire questo tema presto in Commissione, con gli interlocutori, prima di venire in Aula, non sia da vedere come un rinvio sine die, c’è la proposta molto chiara di trattarlo presto, nel giro di un paio di sedute, in Commissione con gli interlocutori ed avere la possibilità di discuterne lì con i diretti interessati ed arrivare in Aula più consapevoli.
E' chiaro che tutti quanti noi su questo tema abbiamo ascoltato degli interlocutori, avere un ulteriore approfondimento prima di arrivare al voto dell’Aula, che poi evidentemente vincola l’Assemblea legislativa, non credo che sia un fatto negativo, anzi, se questo non è un rinvio sine die.
Possiamo farlo presto, arrivare in Aula presto, più edotti su questo tema, prenderci un impegno più serio e probabilmente potremmo farlo anche con un voto più largo, quindi in questo senso e in quest’ottica credo che la proposta sia da sottoscrivere, altrimenti anch’io sarei stato contrario ad un rinvio sine die, in questo modo invece mi sembra una cosa …
PRESIDENTE. Ha la parola il Presidente Ceriscioli.
Luca CERISCIOLI. Il Consigliere Maggi che è tutto anima e core dovrebbe usare anche la testa ogni tanto.
Il tema di accorpare, mettere insieme specialità perché si facciano i numeri ottimali per avere prestazioni di qualità è la radice della riforma sanitaria e del lavoro che stiamo facendo e che lui sta combattendo in ogni sede, promuovendo l’idea della frammentazione sanitaria.
Mettendo le attività più sparse possibili, con numeri i più bassi possibili e ottenendo la qualità più bassa possibile, si ha come risultato un’ottima sanità, ma perché? Perché ad ogni campanile si corrisponde l’esigenza di poter dire anch’io ho una struttura, dove all’ultimo posto ci sono i pazienti, i bambini, gli anziani ed al primo posto l’esigenza di natura spicciolamente territoriale.
Quindi nella tesi di dire è bene ed importante che si raggiunga un numero ottimale di attività per avere la qualità, è questo il punto che i genitori temono, è esattamente nella filosofia di carattere generale dell’azione della Regione.
Sono contento che su un tema, spinto da anima e cuore, magari anche la testa possa arrivare e coerentemente, laddove si praticano le stesse politiche, si arrivi alle stesse conclusioni e non incoerentemente da una parte all’altra.
Ritengo molto importante il passaggio in Commissione perché permetterà di chiarire i contorni tecnici di questa scelta che deve tenere insieme aspetti contraddittori che sono quelli che abbiamo più volte avuto modo di chiarire.
L’aspetto contraddittorio è la garanzia tra un turno che va fatto con 6 persone per garantire i turni e le 11 ore di riposo, aspetto anche questo dove c’è una grande battaglia del Movimento 5 Stelle, tranne in questo caso, questa è l’eccezione. Tutti giustamente devono avere le 11 ore di riposo, però poi si è disponibili a ragionare esattamente al contrario quando politicamente fa comodo, dall’altra parte mantenere il numero, perché questo è il tema, 150 perfusioni sono quelle che si fanno, divise tra 6 persone che devono fare il turno, purtroppo non fa il numero ottimale, questo è il tema.
L’organizzazione deve cercare di tenere insieme i due aspetti, lo ha fatto, secondo me, con delle scelte ed un’impostazione sana che permette di garantire entrambe le cose, quindi ha fatto quadrare il cerchio. Questo è il punto. Però non mi si venga a dire qual è il tema della coerenza, la coerenza la deve avere chi è incoerente nelle cose che promuove e che fa, altro è dover giustificare, tenere insieme processi complessi. La Commissione, secondo me, servirà a capire di cosa stiamo parlando.
Tutt’altro è di volta in volta sposare una tesi o la tesi opposta per l’interesse che si ha, così è facile. La spesa sanitaria? Una variabile indipendente. Il personale? Variabile indipendente. Si ragiona liberamente come ci si sveglia la mattina, invece il progetto deve avere una sua coerenza.
Sono d’accordo con il Consigliere Marconi, il rischio è che qui ci mettiamo a discutere di quanti infermieri vogliamo nella singola struttura, ma sempre per un principio insano, io sono convinto invece di una netta distinzione tra ruoli di indirizzo del Consiglio, esecutivo della Giunta e operativo di chi presiede e dirige le strutture che deve rispondere agli indirizzi ed ai principi. Non è certo il ruolo del Consiglio regionale quello di andare a dire quante persone devono stare dentro un reparto, a che ora si devono svegliare, da dove devono provenire, ma ha un ruolo ben diverso.
Se il Consiglio rinuncia al suo ruolo di indirizzo per me fa un errore clamoroso perché questo Paese è strano, ognuno vuole fare il lavoro dell’altro, se ognuno facesse il suo, secondo me, avremmo risultati molto più coerenti, efficaci e di qualità. Perché allora dovremmo scegliere l’indirizzo e qual è l’indirizzo? Arrivare su tutte le specialità? I numeri ottimali di attività per garantirle? Questo è l’indirizzo che deve dare il Consiglio regionale, ma poi non si sposa bene con la pratica che facciamo, con la manifestazione perché manca alla cassa l’addetto. Non è proprio la stessa cosa.
Bisogna secondo me trovare questa coerenza, quindi io sono coerentissimo, l’idea è chiara e precisa, adesso ogni volta che farete qualcosa contro le cose, io mi alzerò per sottolineare la contraddizione palese tra quello che si predica quando comunicativamente fa comodo e quello che si dice saggiamente oggi sulla qualità dei servizi.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Urbinati.
Fabio URBINATI. Sinceramente non pensavo che una semplice e voglio sottolinearlo anche banale richiesta di rinvio sviluppasse un dibattito tale.
Per carità, il tema è molto sensibile, per questo abbiamo chiesto un ulteriore approfondimento ed io credo che i Consiglieri che lo hanno richiesto hanno tutto il diritto di entrare nel merito di un documento così importante.
Parliamo di cardiochirurgia e cardiochirurgia pediatrica, non parliamo di altre cose, per carità tutto è importante, questo lo è ancora di più, quindi ogni Consigliere vuole avere consapevolezza di quello che fa e non si può negare un semplice rinvio che sarà breve, come hanno detto i Consiglieri Talè e Busilacchi.
La prova di tutto quello che il Presidente ha detto è che su una questione come questa qualcuno è riuscito a parlare anche di vitalizi, cioè sulla questione della cardiochirurgia ci hanno messo dentro anche la questione dei vitalizi, questa è la prova della strumentalizzazione che qualcuno in quest’Aula applica sistematicamente su tutti gli atti.
Noi rivendichiamo la volontà di alcuni Consiglieri di approfondire questo atto, la cosa è semplice, noi siamo maggioranza faremo molto prima a respingere una mozione che a rinviarla perché rinviarla significa tornarci sopra, lavorarci e approfondirla.
Noi non bocciamo la mozione, ma la rinviamo perché vogliamo approfondirla. Quindi chiedo un breve rinvio di questa mozione. Grazie.
PRESIDENTE. La richiesta definitiva è un rinvio breve.
Ha la parola la Consigliera Leonardi.
Elena LEONARDI. Un rinvio è un rinvio, non è mai un rinvio sine die perché comunque le mozioni, a meno che il proponente non le ritiri, devono tornare ad essere calendarizzate e c’è la possibilità di porre l’urgenza votata dalla Conferenza dei capigruppo come è avvenuto per mettere all'ordine del giorno di oggi questa mozione. Quindi c’era la volontà condivisa dai capigruppo di portarla in questa assise.
Mi dispiace, ma devo sottolineare anche la contraddittorietà delle dichiarazioni che vengono dal PD perché se c’è stato un forte approfondimento, tanto che sono arrivati degli atti già in Aula, che sono stati discussi come le interrogazioni su questo tema, oggi che arriva una mozione si chiede un approfondimento perché il tema non si conosce, allora delle due cose o una o l’altra. Mi sembra che sia purtroppo una piccola foglia di fico alla quale appoggiarsi per non trattare un argomento che evidentemente vede delle fazioni contrapposte e mi dispiace la bocciatura ..., certo la difficoltà, Consigliere Urbinati, sarebbe tutta vostra nel bocciare un atto che è non solo di buon senso, ma che porta anche la firma condivisa di membri del vostro partito. Evidentemente è un atto che va a tutelare un reparto che oggi funziona e che ha portato i numeri, abbassando il tasso di mortalità, parliamo di bambini, da un 11% ad uno 0,4% perché funziona bene in quel modo.
Metterci mano, ed è questa la paura dei genitori, modificando le condizioni che hanno portato a questi risultati è un rischio che sulla pelle dei loro figli non vogliono correre, quindi chiedo di non rinviarla, ma di trattarla. Grazie.
PRESIDENTE. A questo punto votiamo la richiesta di rinvio breve, come da proposta del Consigliere Urbinati, della mozione n. 317.
Ha la parola la Consigliera Leonardi.
Elena LEONARDI. Chiedo la votazione per appello nominale anche a nome dei Consiglieri Zaffiri e Celani.
PRESIDENTE. Preciso che la richiesta di rinvio breve in Commissione in realtà non è prevista da Regolamento, quindi …
(interrompe il Consigliere Volpini)
PRESIDENTE. Deve chiederlo a chi l’ha proposto.
Ha la parola il Consigliere Marconi.
Luca MARCONI. La proposta potrebbe essere molto semplice, Presidente, legandola al passaggio in Commissione nella prossima seduta o al massimo nelle prossime due, sennò non ne veniamo a capo.
Fabrizio VOLPINI. Noi dobbiamo, come da nuovo Regolamento del Consiglio, fare il calendario delle riunioni delle Commissioni con tanto di ordine del giorno, che noi diligentemente abbiamo fatto, quindi vi informo che di conseguenza questa mozione deve inserirsi all’interno di una programmazione che la Commissione, con il parere unanime di tutti, ha già fatto.
Troveremo comunque un modo perché si deve approfondire.
Ha ragione il Presidente, siccome è un fatto molto tecnico e gestionale bisogna che venga a spiegarlo chi queste cose le fa quotidianamente, quindi le direzioni sanitarie degli ospedali, le direzioni aziendali, coloro che questa cosa la masticano tutti i giorni e non a corrente alternata.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Talè.
Federico TALE’. Tanto per essere chiari, la proposta che faccio è, se vogliamo mettere breve e quanto, mettiamo che entro il mese di gennaio si riporta in Consiglio. Questa è la mia proposta.
PRESIDENTE. Presidente Volpini è compatibile la proposta di riportare entro il mese di gennaio la mozione in Consiglio? (…) Va bene, votiamo questa proposta in modo definitivo.
Favorevoli: Biancani, Bora, Busilacchi, Casini, Ceriscioli, Giacinti, Giancarli, Marconi, Mastrovincenzo, Micucci, Minardi, Rapa, Sciapichetti, Talè, Traversini, Urbinati, Volpini.
Contrari: Carloni, Celani, Fabbri, Giorgini, Leonardi, Maggi, Malaigia, Marcozzi, Pergolesi, Zaffiri, Zura Puntaroni.
Astenuti: Nessuno.
(L’Assemblea legislativa approva)
PRESIDENTE. La mozione tornerà in Aula entro il mese di gennaio.
Ricordo inoltre che la Conferenza dei capigruppo ha deciso di rinviare per l’assenza dell’Assessore Pieroni le interrogazioni nn. 399 e 497 e, su richiesta del proponente, il Consigliere Busilacchi, l'interrogazione n. 517.
Proposta di legge n. 115
ad iniziativa della Consigliera Pergolesi
“Disposizioni in favore dei soggetti affetti da fibromialgia (FM), da sensibilità chimica multipla (MCS) e da encefalomielite mialgica (ME/CFS)”
Proposta di legge n. 122
ad iniziativa dei Consiglieri Marconi, Busilacchi, Rapa, Giancarli
“Riconoscimento della fibromialgia come malattia”
Proposta di legge n. 134
ad iniziativa della Consigliera Malaigia
“Riconoscimento della fibromialgia e della sensibilità chimica multipla come patologie”
(abbinate)
Testo unificato dalla Commissione: “Disposizioni in favore dei soggetti affetti da fibromialgia e da sensibilità chimica multipla”
(Discussione e votazione)
PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca la proposta di legge n. 115 della Consigliera Pergolesi, la proposta di legge n. 122 dei Consiglieri Marconi, Busilacchi, Rapa, Giancarli e la proposta di legge n. 134 della Consigliera Malaigia, abbinate.
La discussione è aperta, ha la parola il relatore di maggioranza Consigliere Micucci.
Francesco MICUCCI. Grazie Presidente. Finalmente torna in Aula questa proposta di legge, perché c’era stata una prima calendarizzazione a giugno di quest’anno, poi era stata rinviata in Commissione, che ha finalmente deliberato, e oggi arriva in Aula per l’approvazione definitiva.
Un testo di legge credo molto importante tant’è che unifica diverse proposte di legge arrivate da diversi gruppi consiliari a testimoniare l'importanza che questo argomento aveva ed ha per il Consiglio regionale, testimoniata anche dal lavoro che è stato fatto in Commissione tra audizioni dei tecnici, audizioni delle associazioni di malati fibromialgici, riflessioni, valutazioni, quindi c’è stato tutto un lavoro molto complesso che ha portato a questo testo approvato ad ampia maggioranza in Commissione.
Un testo importante perché a livello nazionale eravamo la prima Regione, oggi siamo secondi, per questo prolungamento dei tempi, nell'approvare un testo di legge regionale in merito alla malattia fibromialgica e alla sensibilità chimica multipla. Una malattia sulla quale c’è una grossa discussione, ma non c'è ancora una definizione chiara da parte dei comitati scientifici proprio per la sua complessità, per la sua tendenza a confondersi con altre malattie. Su questo altri interventi più tecnici del mio, se ci saranno, sapranno spiegare meglio il tipo di malattia.
Diciamo che c’è una difficoltà da parte del panorama scientifico e politico nel definire le possibilità di cura di questa malattia, però attraverso questo lavoro abbiamo raggiunto un testo condiviso che prevede innanzitutto che la Regione Marche valuti la fibromialgia e la sensibilità chimica multipla come patologia e in qualche modo accenda una luce ed un faro su questo tipo di malattia per approfondirne i connotati e definirne un po’ i contorni.
Il secondo articolo prevede che la Giunta regionale competente definisca le linee guida e crei un coordinamento per individuare l’ambito di lavoro dei malati fibromialgici, definisca quindi i contorni e affidi ad un centro specializzato il registro dei malati.
Questo centro specializzato, che poi verrà individuato dalla Giunta all’interno delle proprie attività sanitarie regionali, dovrà approfondire e addivenire a delle soluzioni per le patologie in fase di discussione.
Per questo è previsto anche uno studio, un approfondimento, da parte dell’Asur e da parte dell’Università, che valuti e quantifichi il dato sui malati fibromialgici perché la difficoltà che ha oggi la sanità ad intervenire su questa patologia è anche capire quale sia il quadro e quali siano i numeri di riferimento. Abbiamo i numeri ufficiosi dati dalle associazioni che hanno un loro fondamento, ma che non sono definitivi, proprio perché alle spalle non c’è uno studio scientifico che riesca ad oggi a comprovare questo dato, quindi la norma tende a definire nel giro di tempi tecnici, di qualche mese, un anno, il numero dei malati per poi eventualmente poter intervenire anche con risorse economiche che saranno a quel punto finalizzate e destinate in maniera più opportuna e più specifica.
Concludo dicendo che credo che sia un passaggio importante, la Regione Marche si mette a fianco dei malati di fibromialgia, delle associazioni che in questi giorni, ma non solo, hanno sollecitato anche parziali modifiche rispetto al testo.
La valutazione è stata fatta in maniera complessiva ascoltando le associazioni, ma anche e soprattutto i tecnici dell’Asur e del servizio salute, i medici, che hanno una visione tecnico-scientifico del tipo di malattia, quindi credo che il testo a cui oggi siamo giunti complessivamente risponda a questa esigenza.
E’ un primo testo che, non essendoci documenti precedenti, interviene in una fase in cui molti dati mancano, poi una volta sviluppato questo primo momento di approfondimento, di definizione del quadro, credo che nei prossimi anni sarà possibile, una volta avuto il quadro complessivo, intervenire in maniera più specifica ed eventualmente anche in un futuro non troppo remoto modificare e specificare questo testo di legge. Grazie.
PRESIDENTE. Ha la parola la relatrice di minoranza Consigliera Pergolesi.
Romina PERGOLESI. Grazie Presidente. Vorrei fare un discorso un po’ più generale partendo proprio dalla disabilità che si associa al dolore cronico e che viene definita dall’Organizzazione mondiale della sanità come una limitazione o una perdita, derivante da una alterazione, della capacità di eseguire una attività nella maniera o nel range considerato normale per un essere umano.
Per questo negli ultimi 20 anni la fibromialgia è stata meglio definita attraverso studi che hanno stabilito le linee guida per la diagnosi dimostrando che certi sintomi, come il dolore muscolo-scheletrico diffuso e la presenza di specifiche aree dolorose alla digitopressione, detti tender points, e ne esistono 18 per la precisione, sono presenti nei pazienti affetti da sindrome fibromialgica e non comunemente nelle persone sane o in pazienti affetti da altre patologie reumatiche dolorose.
L’Oms ha riconosciuto convenzionalmente, a seguito della cosiddetta dichiarazione di Copenaghen del 1992, l’esistenza di questa sindrome e di conseguenza gran parte dei Paesi europei hanno aderito classificandola nel nomenclatore delle patologie con il codice ICD9. Tra questi però non figura ancora purtroppo l’Italia.
Nel 2009 il Parlamento europeo ha riconosciuto la fibromialgia come una malattia estremamente invalidante di cui solo in Europa sono stati diagnosticati 14 milioni di casi, ma in Italia - secondo alcune stime, i malati di fibromialgia potrebbero essere addirittura 3 o 4 milioni - poco si è fatto da quando il problema è diventato ufficiale e la conseguenza è la negazione del diritto delle persone fibromialgiche a una buona qualità di vita.
Rappresenta quindi un problema reale che lega il peggioramento della qualità di vita di chi ne è affetto e spesso ad alterazioni dei rapporti familiari, a costi importanti per esami, visite e ad un nomadismo per la ricerca di terapie.
I pazienti infatti sono costretti ad effettuare molte visite generiche e specialistiche prima che venga diagnosticata loro la fibromialgia e ricorrono più volte ai servizi di degenza rappresentando così un notevole onere economico per l’Europa. Per questo il Parlamento europeo ha invitato la Commissione europea ed il Consiglio a mettere a punto una strategia comunitaria per la fibromialgia in modo da riconoscere questa sindrome come una malattia e ad incoraggiare gli Stati membri a migliorare l’accesso alla diagnosi e ai trattamenti.
In Italia, dopo 12 lunghi anni di intenso lavoro, la fibromialgia è stata riconosciuta ufficialmente dal Ministero della sanità come “malattia cronica invalidante” e lo scorso mese alla Camera dei Deputati è stata approvata una risoluzione firmata dai Parlamentari Mantero, Crimi, Colonnese, Di Vita, Grillo, Nesci e dalla stessa Boldrini, che prevede l’inserimento nei livelli essenziali di assistenza (LEA).
Queste sono le premesse della risoluzione che impegnano il Governo ad assumere iniziative per includere la sindrome fibromialgica nell’elenco delle malattie croniche che rientrano nei nuovi Lea, attualmente in corso di aggiornamento attraverso il confronto con i referenti delle società scientifiche maggiormente riconosciute per lo studio della fibromialgia.
Chi è malato di fibromialgia necessita, quindi, di un intervento per controllare il dolore che garantisca almeno una parziale autonomia con un miglioramento anche minimo della qualità della vita e con possibilità realistiche di autosufficienza.
Devono quindi essere fornite al malato terapie volte sia a ridurre il dolore ad un livello di accettabilità, sia al miglioramento della propria autonomia quotidiana attraverso la riduzione della disabilità.
Nel corso degli ultimi due decenni, le principali associazioni mediche, tra cui le società di reumatologia e di studio del dolore degli Stati Uniti d’America, del Canada, della Germania e di Israele, hanno redatto linee guida per la diagnosi e il trattamento del disturbo; tali linee guida concordano sulla necessità di applicare un trattamento integrato e multidisciplinare che mostra superiorità di efficacia rispetto ai singoli trattamenti, in particolare recenti meta-analisi hanno concluso che i farmaci antidepressivi ancora ampiamente usati sia di vecchia che di più recente generazione, mostrano una debole se non nulla efficacia nella riduzione della sintomatologia.
Diverse Regioni italiane hanno avviato un percorso di riconoscimento della malattia, le Province autonome di Bolzano e di Trento con delibere adottate rispettivamente il 20 ottobre 2003 e il 12 febbraio 2010, hanno riconosciuto ai soggetti affetti da fibromialgia l’esenzione della compartecipazione alla spesa sanitaria.
La Regione Lombardia in data 10 giugno 2014 ha approvato una mozione concernente il riconoscimento della sindrome fibromialgica; la Regione Toscana in data 29 luglio e 24 settembre 2014 ha approvato due mozioni aventi per oggetto il percorso di riconoscimento, individuazione e cura per la sindrome fibromialgica; la Regione autonoma Valle d’Aosta a seguito dell’approvazione da parte del Consiglio regionale di una mozione sull’argomento, con delibera di Giunta regionale del 27 marzo 2015, ha approvato provvedimenti per il riconoscimento della fibromialgia come patologia sottoposta a particolare attenzione; la Regione Veneto nel piano sanitario regionale 2012/2016 si è posta come obiettivo di considerare la fibromialgia come una malattia ad elevato impatto sociale e sanitario per la quale è necessario un percorso di informazione, educazione e divulgazione nei confronti dei cittadini veneti e degli enti preposti e recentemente il 30 novembre 2017 la Regione Campania ha riconosciuto la fibromialgia e l’encefalomielite mialgica come patologie altamente invalidanti.
Per questo i Deputati della Camera hanno impegnato il Governo ad assumere iniziative per includere la sindrome fibromialgica nell’elenco delle malattie croniche che rientrano nei nuovi Lea, ad adottare iniziative anche per il tramite dell’Istituto superiore di sanità per individuare criteri oggettivi ed omogenei per l’identificazione e distinzione dei sintomi e delle condizioni cliniche delle persone affette da fibromialgia in base al livello di gravità e invalidità della malattia, ai fini dell’inserimento della sindrome fibromialgica tra le malattie invalidanti che danno diritto all’esenzione della partecipazione alla spesa, hanno inoltre impegnato il Governo ad assumere iniziative affinché sia avviato un piano di formazione e informazione del personale sanitario che consenta una più ampia ed approfondita conoscenza della fibromialgia anche al fine di ridurre i tempi necessari per la formulazione di una corretta diagnosi, ad assumere iniziative per definire i criteri, i modelli e gli indicatori al fine di individuare, tenuto conto delle competenze delle Regioni, centri di riferimento multidisciplinare a livello regionale dedicati alla ricerca ed all’attività clinico assistenziale relativa alla sindrome fibromialgica e per individuare nell’ambito delle migliori esperienze regionali un percorso diagnostico terapeutico assistenziale (Pdta), in grado di costituire un modello per un eventuale successivo percorso di standardizzazione su tutto il territorio nazionale, a promuovere la sperimentazione di cure integrate della fibromialgia quali tecniche di gestione dello stress, agopuntura, idroterapia, ozonoterapia, camera iperbarica, integrate con un uso transitorio sapiente della farmacologia, a considerare l’opportunità di assumere iniziative relative alla possibilità dell’utilizzo di farmaci cannabinoidi per i pazienti affetti da fibromialgia, a considerare la fibromialgia come malattia ad elevato impatto sociale oltre che sanitario e di conseguenza ad assumere iniziative per promuovere il ricorso all’istituto del telelavoro, sia nelle forme di lavoro a distanza che del telelavoro domiciliare, quale forma di opportunità e di ausilio per le categorie di lavoratori in situazioni di disagio a causa di disabilità psico-fisica causate dalla sindrome fibromialgica e da altre malattie croniche invalidanti.
Come potete notare molte delle indicazioni approvate dalla Camera dei Deputati trovano già riscontro nella legge regionale che oggi stiamo discutendo, questo grazie al lavoro capillare effettuato in sinergia anche con i nostri rappresentanti in Parlamento e le associazioni di malati, come la Fi.Mar Onlus che ringrazio per il supporto tecnico e scientifico.
Vorrei ringraziare non solo i membri della Commissione sanità per la pazienza e la sensibilità con la quale hanno affrontato nel corso di questi ultimi mesi la questione e questo grave dramma che colpisce nel 90% dei casi donne, ma anche lo staff e tutte le persone che hanno lavorato con me perché questa legge sia un primo step per rispondere alle necessità di cui hanno bisogno questi malati, soprattutto per far vedere che la politica se vuole può dare e può ottenere dei risultati concreti. Grazie.
Presidenza del Vicepresidente
Renato Claudio Minardi
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Marconi.
Luca MARCONI. Grazie Presidente. Oltre che come membro di Commissione e come proponente, mi permetto, più che entrare nei contenuti sui quali già i relatori hanno detto molte cose, poi certamente il Presidente Volpini ne richiamerà altre, di approfittare di questa legge per agganciarmi ad un ragionamento già abbozzato nella sostanziale discussione generale che abbiamo fatto in merito al rinvio della mozione di cui abbiamo parlato qualche minuto fa, lo faccio ripercorrendo brevemente al Consiglio, visto che non lo sa, la storia di questa legge, che non è stata normale.
Innanzitutto la storia inizia nella precedente legislatura, nella quale molti Consiglieri, tra cui chi vi parla, presentarono una proposta di legge, fu unanime, fu una proposta di legge trasversale, come a dire che raccoglievamo una necessità, un’esigenza che era maturata da più parti e la presentammo. In verità aveva un po’ il sapore preelettorale perché era stata fatta pochi mesi prima della scadenza della legislatura come atto di indirizzo per la successiva, piuttosto che avere la speranza concreta che venisse approvata in tempo prima delle elezioni. Io ho ripreso la proposta di legge, anche se a distanza di un po’ di tempo, e l'ho ripresentata da solo ma poi mi è stato consigliato di ritirarla perché non c’era il finanziamento. L’ho ritirata e poi ho visto che altre proposte di legge hanno avuto il finanziamento, quindi un primo piccolo “giallo” si è verificato in quell'occasione.
E' cominciato un iter travagliato in cui abbiamo messo in conto diverse proposte di legge, si è arrivati ad un testo unificato e qui mi permetto di ringraziare una persona per tutte che è il Presidente della Commissione il quale non solo non era firmatario di nessuna delle proposte di legge, forse siamo stati anche un po’ scorretti nei suoi confronti presentando proposte e non proponendo a lui la firma, ma avendo lui manifestato fin dall’inizio una certa seria perplessità riguardo all’approvazione della legge stessa, perché non è tra i Lea, perché c’erano tante questioni in piedi, ci ha lavorato molto e ci ha consegnato alla fine un testo unificato che in Commissione abbiamo approvato all’unanimità.
Questo testo poi si è fermato perché sembrava che il Parlamento stesse prendendo iniziative parallele, eravamo in parallelo con la vicenda dei vaccini; successivamente è stato riproposto ma il Presidente Volpini, che era relatore di maggioranza della prima proposta, ha rinunciato a questo ruolo che è stato assunto dal Consigliere Micucci che ha illustrato in Aula la proposta di legge direi in maniera egregia avendo dovuto nel frattempo riaprire la discussione.
Quindi se c’è stata una proposta di legge in IV Commissione, che è stata lungamente attenzionata, non come per le case del commiato che con una seduta l’abbiamo liquidata forse un po’ troppo frettolosamente, è stata proprio questa. Dico che i ragionamenti sono stati lunghi, abbiamo fatto una lunga seduta di Commissione nella quale abbiamo esaminato tanti emendamenti, prevalentemente della minoranza e qualcuno della maggioranza, e siamo arrivati al testo che oggi stiamo proponendo in Aula, praticamente tutti d’accordo.
Questo testo apre una finestra, con un piccolo impegno di spesa, su quello che deve essere il primo dato, lo ha detto bene il Consigliere Micucci, in questo contesto il primo dato è quello dell’osservazione perché - non sono un medico e non mi avventuro su materie che non sono mie, il Consigliere proponente di Commissione e di Consiglio deve capire alcune cose anche se non sono la sua materia - quello che è emerso è che questa materia va definita, ecco perché la legge parla di pool e parlerò anche di questa magica parola che è ritornata in occasione della questione cardiochirurgia pediatrica, che è altra cosa.
C’è un pool che viene costituito, un gruppo di lavoro, un centro - questo è importantissimo - che farà la verifica di tutti i casi, è un pool multidisciplinare nel quale entrano anche elementi della psichiatria e della psicologia, e questo penso che sia la cosa più intelligente che abbiamo fatto.
Quindi al di là dei Lea, al di là del fatto che la fibromialgia non è un Lea, al di là del fatto che non abbiamo un percorso di cura specifico per cui chi manifesta sintomi che sono ricondotti in qualche maniera a questa malattia non ufficialmente certificata viene curato oggi su ipotesi di singole patologie. Se ho ben capito, siamo la prima Regione in Italia, la seconda insieme alla Basilicata, che fa questo tentativo per cercare di immaginare un percorso, ecco perché ci sono delle tappe, in inglese lo traduco con step per quelli che più anglofoni, ma ci sono delle tappe, delle griglie, degli sbarramenti, in occasione dei quali i tecnici, gli scienziati, i medici faranno le loro valutazioni e andranno avanti in questo tipo di ricerca.
Alla fine ci auguriamo che non solo nelle Marche, ma anche in altre regioni matureranno dei percorsi sanitari specifici e avremo, se sarà individuata in una sua particolarità netta, anche delle cure che porteranno questo tipo di nome, questo tipo di assistenza, questo tipo di terminologia.
Chiudo con una valutazione di natura politica che mi hanno stuzzicato i diversi interventi che sono stati fatti in occasione delle discussione sul rinvio della mozione della Consigliera Leonardi ed altri.
La valutazione è di due tipi, la prima: chi governa in sanità e cosa si governa - problema antico -, la seconda è come facciamo spazio a cose nuove, e questa è una cosa nuova, come facciamo spazio a cose nuove? Come facciamo spazio al pool per la cardiochirurgia pediatrica oppure per l’ipertrofiaprostatica?
Capisco il problema dei bambini, capisco la delicatezza di questa situazione - io dico che i pochi bambini che nascono nelle Marche dobbiamo cercare di farli vivere il più possibile e curarli il più possibile - però è anche vero che tutti sogniamo per tante materie, non solo per quelle che ci vengono sollecitate giustamente da un comitato che si occupa di fibromialgia, da un comitato che si occupa dei bambini ricoverati a Torrette o al Salesi o altre cose. Questo va bene, però dobbiamo essere capaci, e il richiamo alto e nobile che ha fatto il Presidente Ceriscioli va in questa direzione, di capire nel complesso come la sanità va governata.
Sono d’accordo, caro Consigliere Maggi, che la sanità sia governata da questi e da quei banchi perché il Governo è del popolo, quindi dico: “Ristabiliamo un principio”, però questo Governo non deve essere neanche a pezzi per cui l’onestà ci dice che se vogliamo fare un pool, prima era di due e non era un pool, che diventa di 6 persone o se vogliamo fare la legge sulla fibromialgia spendendo 500, 600, 700 mila euro in più, io non dico di no, ma voglio sapere dove si prendono, perché se questo sacrificio va a deperimento di altre cose, perché non c’è un’altra strada, voglio essere cosciente della decisione che sto assumendo. Questo lo dico perché negli Ospedali riuniti di Torrette, da sempre, anche questo centro mi sembra che lo facciamo lì, c'è la concentrazione della ricerca, mi sta bene, però poi c’è da capire che non ci si cura solo dal punto di vista dell’eccellenza, ci si cura anche con una rete territoriale.
Il Presidente è stato accusato di essere il titolare di questo tipo di istanza, come tanti di noi, e siccome la coperta è sempre quella, voglio capire da che parte si tira, da che parte si molla e non vorrei che nascesse il giochetto in base al quale certa dirigenza della sanità, certo primariato, trova una risposta nella politica a pezzi e a compartimenti stagni, lasciando scoperti altri settori che magari non hanno trovato adeguata copertura, adeguata attenzione. Lo dico in maniera polemica, senza fare i nomi, ma arriverà il momento in cui li faremo perché è facile poter dire tutto quello che di nuovo arriva e che viene segnalato dalla scienza medica, anzi dalla scienza perché la medicina, ci dicono giustamente i medici, non è di per sé una scienza, ma è il coordinamento di tante scienze perché ormai il livello di specializzazione è talmente alto che ci sono migliaia di soggetti che interagiscono verso una soluzione finale. Non vorrei che poi tutto questo avvenga e avvenga solo per una sorta di sorteggio, di tombola, visto che ci stiamo avvicinando al Natale, oggi tiriamo su il numero 37 che corrisponde alla fibromialgia, domani tireremo su il numero 90 che corrisponde alla cardiochirurgia pediatrica, domani il numero 25 che corrisponderà all’ipertrofiaprostatica, per cui lì facciamo i pool perché ci sono cose nuove.
Vorrei che su questo ci sia una grande rigidità e che non ci sia un Consiglio regionale che entra in certe specifiche, però al tempo stesso, l’ho detto prima in occasione di quella mozione, chiedo anche che in maniera più puntuale e più periodica, periodicamente più intensa, ci sia da parte del Consiglio, nella Commissione, la possibilità di capire meglio quali sono le linee di indirizzo e che cosa si sta facendo nei singoli ospedali, nelle singole Aziende e nelle singole Asur di area vasta, perché bisogna dare un colpo al cerchio e un altro alla botte. D’accordo che noi Consiglio non dobbiamo entrare in questo, ma è pure vero che non è possibile che il Governo della sanità sia nella segnalazione del problema, nella proposta e nella soluzione tutto in mano ai dirigenti.
Trovare un equilibrio fra quella mozione che è stata presentata e l’indirizzo generale, tra questa legge che viene presentata e l’indirizzo generale che va ricercato.
Qui si apre, soprattutto in capo al Presidente Volpini e al Presidente Ceriscioli, un capitolo molto interessante che penso siamo maturi nell’affrontare, cioè trovare un punto di equilibrio fra le due cose in modo tale che non si sappia in maniera estemporanea che l’ospedale di Osimo ha un destino, quello di Senigallia forse un altro, quello di Fabriano un altro, ma capire all’interno di questo indirizzo generale quanto e cosa è possibile fare e non è fare, perché un rappresentante del popolo, oggi detto politico, ha anche questa responsabilità e il coraggio e l’onestà intellettuale, se vuole essere forza di governo, di poter dire e di saper dire qual è il limite e dentro quel limite le scelte che possono essere fatte.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Busilacchi.
Gianluca BUSILACCHI. Grazie Presidente. Poche cose perché sia i relatori che questo ricco intervento del Consigliere Marconi aiutano la discussione. Sono state già ricordate molte cose, da ultimo è stata ricordata anche la storia di questa proposta di legge. Un dibattito che si è aperto nella scorsa legislatura quando ricordo incontrammo in Commissione alcuni degli interlocutori che anche oggi, e ringrazio il Presidente Volpini e tutti i Commissari che hanno fatto, penso, un lavoro approfondito, sono stati incontrati.
Alcuni dei dubbi e delle perplessità che c’erano nella scorsa legislatura credo che probabilmente ci siano anche oggi. Alcune cose che sono state ricordate dal Consigliere Marconi permangono, non dubbi e perplessità nell’affrontare o nel dare risposta a questo tema, questa è sicuramente una necessità, ma nelle modalità con cui darle, perché è chiaro che quando si hanno di fronte purtroppo alcune patologie ci sono anche alcune problematiche. Perché? Sappiamo che il tema del riconoscimento della fibromialgia incontra alcuni aspetti tecnici di difficoltà che sono innanzitutto quelli diagnostici. Sappiamo che oggi esistono alcune malattie, alcune patologie su cui ci sono dei dubbi dal punto di vista diagnostico, esistono persino alcune diagnosi residuali, per cui se non è questo e non è quest’altro viene diagnosticato come fibromialgia.
E’ una malattia che, a quanto ho scoperto anch’io dagli incontri perché non sono un tecnico, ha anche varie intensità e può assumere le forme più debilitanti in alcune persone, per cui comporta delle effettive disabilità, e forme più leggere in altre. Quindi anche trattare una malattia che presenta uno spettro molto ampio di conseguenze con una legge è oggettivamente una difficoltà, che non vuol essere una cattiva volontà, ma incontra questa difficoltà, purtroppo esistono questi temi, noi abbiamo visto anche recentemente un forte incremento della diagnosi per autismo, sappiamo che non necessariamente tutti i casi di autismo che vengono diagnosticati hanno la stessa gravità nei soggetti proprio perché si tende ad avere questo tipo di diagnosi residuale.
Ho fatto questa lunga premessa per dire che quando si ha di fronte questo quadro, un quadro un po’ complesso perché sono cose più recenti, si studiano da relativamente pochi anni, trattarlo dal punto di vista normativo diventa difficile anche perché non è un Lea e quindi c’è anche questo problema.
Detto tutto ciò, credo che sia stato fatto un ottimo lavoro perché rispetto alle varie proposte è stata fatta una sintesi che fa le cose più importanti, cioè riconosce ufficialmente la fibromialgia e la sensibilità chimica multipla come una patologia, fa conoscere questo tema perché mette un faro su questo aspetto, poi c’è il tema della rilevazione statistica, del provare a contare quali sono i casi, poi non so se riuscirà anche a contare la diversa intensità, vedremo, però riuscire a mettere questo faro è un aspetto importante, si offrono delle soluzioni concrete ed il fatto che ci possa essere un centro regionale di riferimento che si occupa di questa cosa è importante.
Sappiamo che in questi anni qualcosa è stato realizzato perché il centro del dolore si è occupato di offrire una risposta, però il riconoscere con una legge il centro di riferimento regionale è certamente un avanzamento da questo punto di vista, come ugualmente tutti gli aspetti relativi all’aggiornamento professionale.
Credo che questa legge sia un ottimo punto di partenza, probabilmente non riuscirà a fornire da domani mattina tutte le risposte che i malati si aspettano, ma allo stato delle cose, considerate le difficoltà che su questo tema ci sono anche di carattere scientifico, probabilmente è la migliore delle soluzioni possibili che si poteva fare.
Quindi un ringraziamento a tutti coloro che si sono occupati di questo, agli uffici da parte mia e anche agli interlocutori, a partire ovviamente dagli esponenti delle associazioni dei malati fibromialgici che sono stati molto attivi su questo tema.
PRESIDENTE. Ha la parola la Consigliera Marcozzi.
Jessica MARCOZZI. Grazie Presidente. La proposta di legge n. 115, prima di essere una proposta di legge, è una opportunità. L’Amministrazione regionale, infatti, ha l’obbligo morale ed etico, prima ancora che istituzionale, di riconoscere queste patologie che hanno un’incidenza sulla popolazione che di certo non può essere sottovalutata.
Non possiamo parlare di malattie psicologiche poiché la loro origine biologica è supportata da illustri studi. A mio avviso però, data la complessità della fibromialgia, della sensibilità chimica multipla e dell’encefalomielite mialgica, è quantomeno opportuno affrontare questi temi con la multidisciplinarietà.
Questa, anche per il mondo accademico e scientifico, è e sarà sempre più la parola d’ordine nell’approccio medico e sociale delle malattie di oggi e di domani. I report e gli studi nei casi specifici dimostrano infatti come esse incidano sensibilmente anche sulla vita sociale e lavorativa dei soggetti colpiti, oltretutto fasce di età in cui le attività sociali e lavorative sono ancora vive.
Ma come al solito il nostro Paese, nonostante le eccellenze nel campo della medicina, della sanità e della ricerca, mostra delle lacune burocratico normative per molti versi imbarazzanti, lo ha ricordato la relatrice di minoranza Consigliera Pergolesi, in 25 anni non siamo nemmeno riusciti ad aderire alla dichiarazione di Copenaghen con cui l’Oms riconosce l’esistenza della sindrome della fibromialgia. Ecco dunque che la Regione, al di là del doveroso riconoscimento dell’invalidità civile da valutare caso per caso, deve doverosamente reperire fondi per la copertura delle spese derivanti dall’approvazione di questa proposta di legge, riconoscendo le patologie in questione come invalidanti e realizzando un sistema integrato, ma a mio avviso opportunamente multidisciplinare.
Il centro di riferimento sia davvero tale con un attivismo, un monitoraggio ed un aggiornamento quotidiano in modo da rappresentare un reale ed utile punto di riferimento per la prevenzione, la diagnosi, l’assistenza e la cura con ramificazioni territoriali che non siano centrifughe, ma capillari e coordinate.
A ciò diventerebbe quasi consequenziale il rapporto ed il programma di screening con annessa banca dati, come pure il protocollo di interventi e l’aggiornamento del personale sanitario.
Ma prima di compiere ogni passo la Regione si sieda al tavolo degli esperti avviando un concreto progetto di multidisciplinarietà che possa essere anche esempio di nuovi e diversi campi medici, come quello oncologico su cui gli specialisti, con in testa gli Ospedali riuniti di Ancona, stanno da tempo lavorando. Grazie.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Bisonni.
Sandro BISONNI. Grazie Presidente. Approfitto per sottolineare alcuni aspetti perché ritengo che questa sia una legge molto valida.
Prima di tutto con questa legge la Regione riconosce come malattie sia la fibromialgia che la sensibilità chimica multipla, e questo riconoscimento obbliga a garantire la prevenzione, la diagnosi e la cura, oltre al fatto che la Regione dovrà garantire prestazioni uniformi e appropriate in tutto il territorio regionale. Questo mi sembra un passo importante, quindi il riconoscimento di queste patologie in via ufficiale dà delle garanzie a chi ne soffre.
Altri aspetti positivi (vado velocemente perché poi devo dire, secondo me, qual è l’aspetto critico di questa legge, quello che manca): verranno definite delle linee guida per la rilevazione statistica, il registro, l’individuazione del centro di riferimento regionale, la presa in carico di questi pazienti, questo è un punto importante, questi pazienti una volta andati dal medico di riferimento non dovranno rifare tutte le code, perché saranno presi in carico dalla struttura e questo velocizzerà tutta la cura a cui saranno soggetti. Aspetti molto importanti che finalmente riconoscono e danno una dignità alle persone che soffrono di questa malattia.
Personalmente ho un parente che soffre di questa malattia, ho una carissima amica che soffre di fibromialgia, quindi conosco bene la gravità di questa patologia, quello che manca secondo me è il fatto che non è riconosciuta in questa legge a queste persone l’invalidità e quindi la possibilità di essere esentati dal pagamento dei ticket.
Questo aspetto penso che sia importante perché sono delle malattie veramente invalidanti. Scrivere questa parola e scrivere che queste persone sono esentate dal ticket sanitario sarebbe stato un ulteriore passo avanti, secondo me.
So che la Consigliera Pergolesi ha fatto anche un emendamento in tal senso, io lo voterò convintamente, invito anche gli altri a votarlo nel riconoscimento dell’invalidità di questa malattia.
La Commissione ha fatto un ottimo lavoro, questa è una buona legge che fa un grande passo avanti nel riconoscimento di patologie importanti, che garantirà una serie di servizi a queste persone che soffrono di queste patologie, però dal mio punto di vista manca il riconoscimento dell’invalidità.
Voterò la legge perché, ripeto, la ritengo molto importante, anzi voglio ringraziare tutti coloro che hanno lavorato alla stesura di questo atto, però sarebbe da integrare con questo aspetto e votando l’emendamento presentato dalla Consigliera Pergolesi potrebbe essere completato. Quindi voterò favorevolmente questa legge e voterò convintamente l’emendamento che introduce il concetto dell’invalidità.
PRESIDENTE. Ha la parola la Consigliera Leonardi.
Elena LEONARDI. Grazie Presidente. Sarò breve perché sono ovviamente favorevole a questa proposta di legge, che è stata discussa per lungo tempo in Commissione, c’è tornata per degli approfondimenti ed abbiamo fatto delle audizioni che sono state molto importanti per far capire il problema.
Credo che sia rilevante che la Regione Marche riconosca questa patologia e voglio utilizzare le parole di una persona che soffre di fibromialgia per far capire che cos’è, perché poi spesso c’è la difficoltà, come c’è stata anche a livello medico, di definire la patologia che riguarda una sfera molto ampia e condiziona in maniera forte la vita quotidiana di chi ne soffre.
“Vivere il quotidiano del soggetto affetto da fibromialgia: la fatica più grande essere deriso e comunque non compreso quando ti fa male una cosa o si hanno dolori o impedimenti che a qualcun altro sembrano una esagerazione, poi c’è il convivere quotidiano con alti e bassi, questi ultimi arrivano quando meno te li aspetti, non dormi o dormi male e ti alzi come se ti fosse passato sopra un treno e sei come un novantenne che per le prime due ore cammina a passetti lenti ed è tutto incartato. Poi c’è il tenere per un po’ la stessa posizione, ad esempio ti inginocchi e non riesci ad alzarti se non con dolori muscolari forti, la depressione che si innesca per il fatto che non riesci a volte nemmeno a chinarti e ad allacciarti le scarpe e ti cade tutto dalle mani. Lo sport è un piacere ma anche un tormento, mezz’ora di corsa o di nuoto ti mettono KO per mezza giornata e ti bruciano i muscoli anche se sei una persona che lo ha sempre fatto. Poi c’è la memoria a breve termine, dimentichi tutto di continuo, la mattina scaldi il latte quattro volte perché si brucia, torni indietro e riapri casa perché dimentichi sempre qualcosa, non ricordi appuntamenti importanti se non li segni o quello che ti hanno appena detto ed occorre farselo ripetere. E’ come se avessi quintali di acido lattico senza aver fatto nulla con l’aggravante che i muscoli ti bruciano. Non hai più voglia di nulla e perdi interesse per tutto perché non vedi scappatoie. Poi ci sono i rumori e i problemi delle terminazioni nervose periferiche, il caldo è più caldo, il freddo è più freddo ed anche qui vieni preso in giro, Di notte non guido più non solo per la miopia, ma perché le luci mi fanno male, davvero, avverto il dolore fisico al nervo ottico specialmente le luci di ultima generazione. Il capitolo rumori è quello tra i più importanti, l’abbaiare di un cane ti rovina la vita, ti distrugge il nervo acustico che non resiste, lo stesso per macchine e vibrazioni, chi urla o anche il telefono che squilla tenuto a volume alto da un collega sono insopportabili. Il voler fare tutto con precisione, l’elevata sensibilità oltre che premura nei confronti degli altri, la paura di essere ferito e mortificato, crea un circolo vizioso che spesso sfocia nell’acuirsi di questi sintomi”.
Per chi si sente così sapere che la Regione riconosce in queste sintomatologie una patologia ben specifica credo che sia un grosso passo avanti anche di civiltà.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Volpini.
Fabrizio VOLPINI. Parto dalla lettera, dal documento, dalla riflessione che ci ha appena letto la Consigliera Leonardi che racconta la storia di un soggetto, di una persona affetta da fibromialgia.
Il Consigliere Marconi in un passaggio del suo intervento ha marcato la perplessità del Presidente rispetto all’argomento, cioè rispetto alla presenza depositata nelle legislature precedenti, di diverse proposte di legge. La mia perplessità non nasceva dal fatto che non riconoscevo la fibromialgia, o meglio ancora, più che la fibromialgia in tanti anni di professione conosco i pazienti affetti da fibromialgia che sono quelli che in parte portano i sintomi di cui prima parlava la Consigliera Leonardi. La mia perplessità derivava dal fatto che nonostante Copenaghen, nonostante l’Organizzazione mondiale della sanità, ancora dal punto di vista del rigore scientifico non c’era in Italia, ma direi anche in altri Paesi europei, il cosiddetto riconoscimento della malattia. Da lì nasceva il fatto e quindi l’importanza di una legge regionale, in mancanza ancora di una normativa nazionale, in mancanza ancora di quella risoluzione che prima la Consigliera Pergolesi nel suo intervento di relatrice di minoranza ha in parte portato a conoscenza, che è una risoluzione tra l’altro trasversale, votata da tutti, che porta le firme di tutti i partiti, e lì si introduce in maniera forte il concetto di inserire la malattia nei livelli essenziali di assistenza (lea) ai quali le Regioni e lo Stato devono garantire le necessità assistenziali, siano esse diagnostiche, siano esse terapeutiche, siano esse riabilitative.
Però ci siamo messi a fare un lavoro, ed è stata ricordata da tutti la coralità con cui quel lavoro è stato fatto, anche ascoltando i cosiddetti diretti interessati che da una parte sono coloro che ne sono affetti, qualche volta anche i familiari, perché nelle forme gravi e molto invalidanti la famiglia è molto coinvolta oltre che l’ambiente di lavoro, e dall'altra quello che oggi la scienza ci dice rispetto a questo problema.
Intanto vi dico che nella classificazione ICD9, che è il nomenclatore con il quale noi classifichiamo e codifichiamo le malattie, esiste, perché stamattina sono andato a guardarla ed è classificata con il codice 729.0 e fa parte di un gruppo più numeroso di malattie, che iniziano dal 710 e arrivano al 739, del connettivo e di malattie reumatiche, perché ancora viene classificata all’interno di questo raggruppamento di malattie.
Ritengo che questo sia limitativo perché nella descrizione dei sintomi, di cui prima la Consigliera Leonardi parlava, avete ben compreso che non è solo un problema di dolore, ma è un problema di difficoltà nell’affrontare qualche volta la giornata, causata dall’insonnia e da tutti i sintomi che abbiamo sentito.
Per cui l’approccio nei confronti della malattia, e questo nella risoluzione è scritto in maniera molto precisa, non può che essere un approccio multidisciplinare, sia nel percorso diagnostico, ma ancor di più nel percorso terapeutico, per cui i farmaci con i quali fino adesso abbiamo tentato di dare risposte ai fibromialgici erano i serotonielgici, gli antidepressivi piuttosto che gli antidolorifici, che sono una parte della terapia. Introdurre terapie anche nuove e sperimentali e soprattutto l’approccio anche psicoterapeutico, nessuno di questi è sufficiente a dare una risposta esaustiva ed esauriente alla problematica, nell’insieme possono aiutare ad affrontare il problema.
Ho sentito parlare di malattia invalidante, in effetti lo è, soprattutto nelle forme gravi, purtroppo, ecco uno dei motivi per cui leggi di questo tipo possono aiutare il legislatore nazionale ad inserire questa patologia nei Lea, magari all’interno delle tabelle con le quali noi percentualizziamo ai fini della famosa invalidità civile.
Oggi sulla fibromialgia sotto questo aspetto, lo dico al Consigliere Bisonni che prima me ne parlava, ancora non si è pronunciato nessuno, non c’è una fibromialgia che vale il 22% di invalidità, piuttosto che il 15, piuttosto che il 5, piuttosto che il 100%, non c’è perché non è stato ancora …
Le Commissioni invece tengono conto della sintomatologia di una persona affetta da fibromialgia in un contesto più generale che si somma ad altre problematiche, ma la percentualizzazione …, anche perché, lo diceva prima il Consigliere Busilacchi nel suo intervento, non è che quando diciamo fibromialgia intendiamo una malattia unica, ma c’è una sfumatura, ci sono diverse gradualità, c’è una diversa intensità della malattia e dei sintomi.
Per tornare al percorso che abbiamo fatto, penso che sia stato fatto un buon lavoro, tra l’altro leggendo in maniera attenta la risoluzione votata alla Commissione affari sociali, gran parte delle cose che lì sono scritte sono contenute nella nostra proposta di legge, quindi da questo punto di vista, come a suo tempo siamo stati anticipatori di un dibattito sui vaccini, che poi ha portato alla legge sui vaccini, noi abbiamo iniziato un percorso tempo prima. Questa Regione da questo punto di vista, questo Consiglio regionale è non solo attento, ma qualche volta anche anticipatore di problematiche.
Per quanto riguarda l’esenzione del ticket, cosa accennata da chi mi ha preceduto, è una definizione che va applicata ai Lea ed è una competenza centrale, tant’è che le uniche due Regioni, in questo caso Province, che l’hanno fatto, che hanno riconosciuto la malattia, sono Trento e Bolzano che notoriamente hanno un disciplinare autonomo dal punto di vista della legislazione.
Con la nostra proposta di legge eleviamo a dignità, riconosciamo la malattia, ma facciamo qualcosa in più perché parliamo di centro di riferimento e il centro di riferimento regionale è anche quello che ha la possibilità ad esempio di sperimentare terapie ancora oggi non perfettamente validate che potrebbero essere poi anche a carico in questo caso del sistema sanitario regionale qualora se ne dimostri l’efficacia. Penso all’ozono terapia, penso, perché no, ad un approccio psicoterapeutico, oggi la psicoterapia è negata dal nostro sistema nazionale, viene concessa solo in ambito pediatrico, ma non in ambito adulto, se c’è un riconoscimento della malattia e una validazione dal punto di vista dell’efficacia del trattamento perché no? Più quello che si diceva prima, l’elaborazione anche di linee guida perché purtroppo ancora non c’è nessuna società scientifica che ha fatto delle linee guida, c’è la definizione della malattia, ma non ci sono le linee guida di come procedere, ci sono per la diagnosi non per la terapia. Nella diagnosi ci sono e sono quelle dell'Oms di Copenaghen, le cose che diceva nell’intervento la Consigliera Pergolesi, però faccio notare, rispetto al centro di riferimento una contraddizione, perché ho visto l’emendamento, non l'abbiamo individuato noi, ma l’hanno fatto quelli prima di noi. Il nostro centro di riferimento regionale per le terapie del dolore non l'abbiamo individuato nell’Ospedale di Torrette, ma l'abbiamo individuato nell’unità operativa complessa di Macerata, quindi qui si fa riferimento agli Ospedali riuniti di Torrette, io non esprimo una preferenza, pongo all’attenzione dell’Aula questa contraddizione o comunque questo aspetto su cui penso che dobbiamo riflettere perché entrerebbe in contraddizione con un indirizzo programmatorio che già c’è ed esiste nella nostra regione.
L’altra cosa che riguarda l’importanza del centro è quella di creare un database, cioè un osservatorio epidemiologico, che possa certificare l’esistenza della casistica e quindi uscire qualche volta da quella nebbia oppure da quella approssimazione che ci caratterizza, non dico come politica, qualche volta dal punto di vista medico.
Un altro aspetto che è presente nella legge e che la risoluzione ci mutua, che a me piace molto, perché secondo me è tra l’altro la strada preferita, è quella della consapevolezza, ovvero della formazione e della informazione. L’informazione rivolta prima nei confronti della popolazione generale, la formazione rivolta prevalentemente al personale sanitario, ai colleghi, perché su questa malattia c'è ancora molta confusione, soprattutto non conoscenza. Il non sapere esiste.
Insistere sull’informazione e sulla formazione potrebbe fare uscire questa malattia, questa sindrome, da quella indeterminatezza che ancora l’avvolge e quindi la legge, il lungo lavoro fatto in Commissione, il dibattito in Consiglio regionale sono utili anche rispetto a questo tipo di orizzonte che è quello del sapere e della conoscenza.
Per cui seppur il mio ritiro da relatore di maggioranza della legge ha delle motivazioni che qui non dico, sono tra quelli che esprimono soddisfazione e voterò convintamente questo atto, soprattutto esprimo soddisfazione che sia arrivato in Aula e possa essere votato. Grazie.
Presidenza del Presidente
Antonio Mastrovincenzo
PRESIDENTE. Passiamo alla votazione.
Articolo 1.
Emendamento 1/1 a firma della Consigliera Pergolesi, ha chiesto la parola, ne ha facoltà.
Romina PERGOLESI. Grazie Presidente. Non so se tutti hanno gli emendamenti, perché ci arrivano per email e non ci vengono più stampati in Aula per questo è difficile trovarli, quindi vi anticipo già che ieri ne ho presentati nove e ve li leggo così che possiate essere consapevoli di cosa andate a votare.
Vista la recente approvazione della legge regionale che riconosce la fibromialgia e l’encefalomielite mialgica e visto che era una delle patologie che avevo previsto nel testo iniziale, nella proposta di legge che avevo presentato inizialmente, chiedo l’inserimento di questa patologia in quanto non vedo l’opportunità dell’esclusione, quindi ho presentato un paio di emendamenti che prevedono l’inserimento, sia nel titolo che nelle parti richiamate della proposta di legge, dopo le parole “sensibilità chimica multipla” delle parole “ed encefalomielite mialgica”.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Micucci.
Francesco MICUCCI. Su questo emendamento e direttamente sugli altri.
Non sarà sfuggito che rispetto alla risoluzione approvata all’unanimità dalla Camera qualche settimana fa, in cui si parla solo ed esclusivamente di fibromialgia nella proposta di legge regionale che oggi va in approvazione è inserita una ulteriore possibilità di analisi sulla sensibilità chimica multipla, quindi un’ulteriore patologia.
Adesso capisco il desiderio di fare sempre più uno, però rispetto al quadro nazionale che è stato presentato, in cui parliamo solo di mozioni, di interrogazioni, di indirizzo, la Regione Marche fa una proposta di legge che diventerà legge, quindi un atto decisamente superiore agli altri. Come primo atto della Regione Marche credo che sia un’ottima risposta e quindi frenerei tutti questi desideri di aggiungere qualcosa.
Per il resto, gli altri emendamenti mi sembra che siano tutti già discussi ed affrontati in Commissione, già valutati, quindi come maggioranza direi di votare contrariamente.
Approfitto dell’intervento per presentare invece un sub emendamento, anche questo discusso già in Commissione ma non formalizzato, l’ho formalizzato adesso attraverso un sub emendamento all’articolo 4, quindi successivamente, in cui rispetto al testo di legge si aggiungono solo le parole: “e ne definisce la composizione”, quindi demanda alla Giunta regionale l’individuazione di questo centro, di cui parlavamo prima, e la Giunta nell’individuare il luogo individua anche i soggetti medico scientifici che ne faranno parte. Grazie.
PRESIDENTE. Emendamento 1/1. Lo pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa non approva)
Emendamento 1/2 a firma della Consigliera Pergolesi, ha chiesto la parola, ne ha facoltà.
Romina PERGOLESI. Grazie Presidente. Al comma 1 dell’articolo 1 del testo unificato della proposta di legge: “Disposizioni in favore dei soggetti affetti da fibromialgia e da sensibilità chimica multipla”, dopo la parola patologia è inserita la seguente: invalidanti.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Bisonni.
Sandro BISONNI. Rinnovo l’invito a votare questo emendamento, spiego perché.
Ho ascoltato con attenzione le parole del Consigliere Volpini che ha spiegato bene che la competenza è dello Stato, che questa malattia deve essere inserita in un elenco, però Consigliere Volpini ricordo che, come abbiamo fatto in passato in quest’Aula, ad esempio sulla legge sul gioco patologico quando avevamo tantissimi dubbi sul fatto che la legge potesse essere impugnata perché non era competenza della Regione, la Regione Marche in quel caso ed in altri casi, ha voluto “osare”.
Anche per il fatto che ci sono altre Regioni che seppur nella loro autonomia hanno già inserito e riconosciuto questa malattia come invalidante, lei stesso Consigliere Volpini ha detto che questa malattia è invalidante, secondo me si poteva osare di più e vedere se la legge veniva impugnata.
Come in passato abbiamo osato ed abbiamo fatto delle leggi che temevamo essere incostituzionali, io credo che anche in questo caso potevamo osare, perché se tutti riconosciamo che la malattia è invalidante, la Regione Marche poteva fare da apripista.
Nella legge è definito da parte della Regione l’obbligo di fare delle linee guida, inserire questa parola significa semplicemente che nelle linee guida saranno definiti i criteri, quindi secondo me la Regione Marche potrebbe fare da apripista. Il fatto che possa essere incostituzionale o non di competenza della Regione non lo vedo come un ostacolo insormontabile. Occorre la volontà di farlo e secondo me, siccome tutti riconosciamo che la legge è una buona legge, lo ripeto, voglio sottolineare per l’ennesima volta la validità e la bontà di questa legge, manca questo aspetto che potremmo colmare con questo emendamento, quindi lo voterò e invito tutti i Consiglieri a farlo.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Volpini.
Fabrizio VOLPINI. Bisogna che puntualizzo questo aspetto. La malattia è invalidante, viene riconosciuta, viene riconosciuta non solo perché ha quel corredo di sintomi, ma perché è una malattia invalidante.
Quello che deve essere chiaro è che dietro il concetto invalidante non c’è il riconoscimento anche dell'esenzione ticket, che è qualcosa di diverso rispetto all’invalidante.
Se dentro il ragionamento che fa il Consigliere Bisonni ci sta questo, questa cosa noi non la possiamo fare perché non è di nostra competenza.
Soprattutto l’essere invalidante di questa malattia non è uguale per tutti perché la malattia non si esprime in tutti i casi con la stessa intensità, esistono forme più lievi, forme moderate, forme più gravi. Questo voglio dire, che poi la malattia sia invalidante non ci sono dubbi, lo sappiamo che è invalidante, ma scriverlo mi pare comunque …
Se vogliamo scriverlo non credo che ci siano problemi, purché si capisca che dietro non ci sta il riconoscimento di una prestazione. Il riconoscimento di una prestazione, secondo me, ci sta nel momento in cui facciamo il centro di riferimento, in cui facciamo l’osservatorio epidemiologico, magari il centro di riferimento multidisciplinare elabora delle linee guida, dà la certificazione per alcune terapie che attualmente non sono a carico del sistema sanitario, in questo caso ecco che serve il centro di riferimento e al riconoscimento della malattia segue una prestazione dentro la gratuità del sistema sanitario regionale.
Gli unici che l’hanno fatto sono Trento e Bolzano che alla diagnosi di fibromialgia applicano un codice, come può essere 056 per la tiroidite, piuttosto che 01 per altri tipi di patologia. Noi abbiamo diverse malattie che hanno un’esenzione, tra l’altro è un’esenzione parziale, riferita solo a quel tipo di problema e non ad altri. Volevo di nuovo specificare questo.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Marconi.
Luca MARCONI. Vorrei invitare l’Aula ad una riflessione ulteriore perché, Presidente, leggo il comma: “La Regione in attuazione di articoli 3 e 32 della Costituzione e degli articoli 4 e 5 dello Statuto Regionale - quindi tutte le normative di riferimento - riconosce la fibromialgia e la sensibilità chimica multipla come patologia”, quindi il riconoscimento, ripeto, ha tutta la debolezza di cui parlava il Consigliere Volpini perché sappiamo che è un riconoscimento nostro e dobbiamo metterlo dentro determinate finalità e non tutte, per esempio il ticket, perché? Perché siamo subordinati alla legge nazionale, ma aggiungere la parola “invalidante” significa, come per ogni aggettivo specificativo, ridurre il campo d’applicazione, cioè paradossalmente peggiora la legge perché io la riconosco come patologia, ma se dico patologia invalidante, leggo questo, “tutta l’applicazione della legge” e se non mi si presenta uno con fibromialgia invalido io non lo guardo per niente. Invece non è così, la riconosco come patologia che poi in alcuni soggetti produce purtroppo anche l’invalidità che mette in moto un’altra procedura, che tra le altre cose ha anche risvolti sociali, ad esempio il riconoscimento di una pensione di invalidità, che è diversa.
Quindi ritengo, al di là delle ragioni di merito puntualmente presentate dal Consigliere Volpini che sottoscrivo, che c’è un rischio nello specificare perché dice che ho delle manifestazioni di malattia che sono riconducibili ad una patologia fibromialgica ma non è invalidante? Non lo so, lo sarà? E allora non lo riconosco! No, noi riconosciamo la patologia in quanto tale, nella sua accezione più ampia non specificherei proprio per questo motivo.
PRESIDENTE. Emendamento 1/2. Lo pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa non approva)
Emendamento 1/3 a firma della Consigliera Pergolesi. Decaduto.
Articolo 1. Lo pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa approva)
Articolo 2. Lo pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa approva)
Emendamento 2 bis/1 (istitutivo dell'articolo 2 bis) a firma della Consigliera Pergolesi. Decade perché con l’emendamento 1/1 abbiamo bocciato le parole encefalomielite mialgica e qui si chiede il tavolo riferendosi alla stessa.
Ha la parola la Consigliera Pergolesi.
Romina PERGOLESI. A parte che credo che le parole encefalomielite mialgica possano essere tradotte con una modifica di coordinamento tecnico, se questa è la motivazione presento un sub emendamento in cui tolgo la parola.
PRESIDENTE. Va bene.
Sub emendamento 2 bis/1/1 (istitutivo dell'articolo 2 bis) a firma della Consigliera Pergolesi. Di fatto si lascia la stessa dizione del tavolo togliendo “encefalomielite mialgica”, questo è il sub emendamento.
Ha la parola la Consigliera Pergolesi.
Romina PERGOLESI. Grazie Presidente. Questo sub emendamento prevede l’istituzione di un tavolo tecnico regionale per la fibromialgia e la sensibilità chimica multipla.
Il tavolo è composto da un rappresentante designato dall’Azienda regionale sanitaria che lo presiede, da un rappresentante designato dall’Asur, da un rappresentante designato di intesa con le Aziende ospedaliere e dall’Inrca, da un referente del centro di riferimento regionale, previsto dal comma 1 dell’articolo 4, da una equipe multidisciplinare, da un referente delle associazioni che si occupano dei malati di fibromialgia e sensibilità chimica multipla.
Il tavolo invia alla competente Commissione assembleare una relazione annuale sugli esiti dell’attività di prevenzione diagnosi, cura e ricerca.
Il tavolo è costituito secondo i criteri e le modalità determinati dalla Giunta regionale e dura in carica tre anni. I componenti possono essere riconfermati e la loro partecipazione è gratuita.
Il tavolo predispone le linee guida per la diagnosi, il trattamento e la presa in carico dei soggetti di cui all’articolo 1 al fine di rendere omogenei ed operativi sul territorio regionale gli interventi socio-sanitari. Grazie.
PRESIDENTE. Sub emendamento 2 bis/1/1. Lo pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa non approva)
Articolo 3.
Emendamento 3/1 a firma della Consigliera Pergolesi, ha chiesto la parola, ne ha facoltà.
Romina PERGOLESI. Per chi non ha il testo, con questo emendamento voglio abrogare le parole “chirurghi” e “odontoiatri” che sono state inserite in maniera non corretta all’interno dell’emendamento che avevo presentato in Commissione.
Vi leggo la parte che andiamo a modificare: “La Regione promuove progetti sperimentali e di ricerca con le Università di intesa con il centro di riferimento regionale previsto al comma 1 dell’articolo 4, gli istituti di ricerca, gli ordini provinciali dei medici chirurghi e odontoiatri, e le associazioni di malati di fibromialgia e sensibilità chimica multipla”. Quindi semplicemente andiamo a togliere le parole “chirurghi” e “odontoiatri”. Grazie.
PRESIDENTE. Emendamento 3/1. Lo pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa non approva)
Articolo 3. Lo pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa approva)
Articolo 4.
Sub emendamento 4/1/1/1 a firma della Consigliera Pergolesi, ha chiesto la parola, ne ha facoltà.
Romina PERGOLESI. Grazie Presidente. Ho voluto accorpare i testi dell’emendamento che ho presentato io e del sub emendamento presentato dal Consigliere Micucci, quindi questo sub emendamento cita testualmente: “Il comma 1 dell’articolo 4 è sostituito dal seguente “la Giunta regionale sentita la competente Commissione definisce la composizione del centro di riferimento regionale istituito presso l’Azienda ospedaliera universitaria ospedali riuniti di Ancona (Umberto I, Lancisi, Salesi) per il coordinamento del sistema integrato di prevenzione, diagnosi e cura delle patologie previste dall’articolo 4”.
Chiedo la votazione per appello nominale a nome dei Consiglieri Pergolesi, Maggi e Fabbri. Grazie.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Celani.
Piero CELANI. Grazie Presidente. Non sono intervenuto prima nel dibattito generale però vorrei fare una riflessione in merito a questo articolo.
Premesso che condivido quanto è stato detto fino adesso, soprattutto mi ritrovo nelle posizioni della Consigliera Leonardi, che ha spiegato molto bene nel suo intervento, ed anche nel punto di vista scientifico medico del Consigliere Volpini, che ringrazio per la chiarezza e per la competenza professionale che ha messo nell’illustrare questi passaggi.
Dico questo perché credo che la fortuna di questa legge stia tutta nell’articolo 4, secondo me, tutto il resto è una ottima legge di indirizzo, di buona volontà, di auspicio, come spesso succede per quanto riguarda leggi di questo tipo. Poi il problema di queste leggi è dare attuazione, dopo aver riconosciuto questa malattia, questa patologia, cosa fare per darle attuazione, ecco che arriva l’articolo 4, messo bene, scritto bene, dove si dice che la Giunta regionale sentita la Commissione, al di là dell’emendamento, perché l’emendamento individua già un sito invece nell’articolo 4 si dice “la Giunta individua”, ma questi secondo me sono cavilli.
Il problema è il funzionamento, fare immediatamente e dare autonomia a questo centro, dare risorse umane ed economiche per poterlo fare funzionare.
Noi viviamo delle situazioni strane, ci sono delle situazioni, delle mozioni che sono state approvate all’unanimità in questo consesso e che fanno fatica a partire, il Presidente Volpini annuisce perché è uno che ci sta sul pezzo, e gliene do atto, ad esempio il centro unico per le malattie rare. Questi centri, lo dico con cognizione di causa e con onestà intellettuale, non devono diventare centri di potere all’interno della sanità. Punto!
Lo dico al Consigliere Micucci relatore di maggioranza, lo dico al Presidente Ceriscioli che non c’è, lo dico al Presidente Mastrovincenzo, se diventano centri di potere all’interno della sanità siamo rovinati, devono essere dei centri che stanno a corredo della sanità regionale dove chi ci lavora deve lavorare in piena autonomia e deve avere risorse economiche e risorse umane e professionali per poter raggiungere gli obiettivi che noi diamo, altrimenti non abbiamo fatto nulla.
Dico questo e mi ci accaloro perché …, se poi vogliamo fare una analisi in futuro mi riservo dopo aver fatto questo giro di presentare ulteriormente un’interrogazione per capire perché ancora queste cose non funzionano. Quindi dobbiamo stare molto attenti, lo si faccia, lo si faccia subito, si individuino le persone che siano autonome nell’operare e che ovviamente rispondano al sistema della sanità, ma che non possono essere una branca di Tizio e di Caio che poi si mette la medaglia perché deve gestire tutto. No, altrimenti il centro per quanto riguarda lo studio e la cura di questa malattia invalidante e molto grave non partirà mai o perlomeno partirà sempre con una gamba sola, partirà zoppo, cosa che sta già succedendo in un aspetto che è molto importante e che tra l’altro mette la Regione Marche all’avanguardia perché è una delle poche Regioni che ha un centro unico per le malattie rare, che cura la malattia dall’insorgere, dal neonato fino alla vecchiaia ed al fine vita, ha un registro anche a livello nazionale, ha censito ormai oltre 5.000 malattie rare, però langue perché si fa fatica a scorporarlo da un certo sistema che francamente non ci piace e dove qualcuno o tanti vogliono gestirlo come se fosse una cosa particolare del proprio reparto.
Per cui bene, sono fermamente convinto che l’articolo 4 sia dirimente di questa legge, la legge sta tutta qui, il resto sono buone intenzioni.
Ringrazio tutti coloro che l’hanno studiata, dal Consigliere Micucci alla Consigliera Pergolesi, un ottimo lavoro, però prendiamoci un impegno: monitoriamo l’attuazione di questa legge attraverso l’articolo 4, la costituzione ed il funzionamento dell’articolo 4. Ovviamente sono favorevole. Grazie.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Volpini.
Fabrizio VOLPINI. Faccio un più uno rispetto ad atti che noi abbiamo fatto anche all’unanimità, che hanno un grosso significato dal punto di vista assistenziale, ma che fanno fatica a decollare e mi riferisco soprattutto, visto che abbiamo vicino al Presidente anche il Consigliere Busilacchi, ad una mozione che abbiamo votato più di un anno e mezzo fa, che porta come primi firmatari Mastrovincenzo e Busilacchi e che riguarda lo psicologo delle cure primarie che, nonostante le sollecitazioni, è ancora lì, sta latitando e non trova quella giusta applicazione che invece dovrebbe trovare.
Questa cosa l’abbiamo rilanciata non più di una settimana fa quando in una assemblea aperta a San Severino Marche si è parlato del trauma psichico post-terremoto, approfitto dell’intervento del Consigliere Celani per consegnare anche al Presidente un sollecito rispetto ai contenuti di quella mozione che non solo erano validi allora, ma che continuano ad essere validi, perché di queste figure c’è una grande necessità nei nostri territori.
PRESIDENTE. Sub emendamento 4/1/1/1. Lo pongo in votazione per appello nominale chiesto a nome dei Consiglieri Pergolesi, Fabbri, Maggi.
Favorevoli: Fabbri, Giorgini, Maggi, Pergolesi.
Contrari: Biancani, Bisonni, Busilacchi, Carloni, Giacinti, Giancarli, Marconi, Mastrovincenzo, Micucci, Minardi, Rapa, Sciapichetti, Traversini, Urbinati, Volpini.
Astenuti: Celani, Leonardi, Malaigia, Marcozzi.
(L’Assemblea legislativa non approva)
Sub emendamento 4/1/1 a firma del Consigliere Micucci. Lo pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa approva)
Emendamento 4/1 a firma della Consigliera Pergolesi. Decaduto.
Articolo 4, così come emendato. Lo pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa approva)
Articolo 5. Lo pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa approva)
Articolo 5 bis.
Emendamento 5 bis/1 a firma della Consigliera Pergolesi, ha chiesto la parola, ne ha facoltà.
Romina PERGOLESI. Grazie Presidente. Nel secondo passaggio, che secondo me era molto importante, del testo unificato, ridiscusso e riapprofondito in Commissione, ho tenuto ad inserire la clausola valutativa proprio per venire incontro a quello che ha evidenziato il Consigliere Celani, cioè prevedere che la Giunta trasmetta con cadenza annuale una relazione all’Assemblea legislativa. Inizialmente avevo chiesto anche che su questa relazione la competente Commissione consiliare esprimesse una risoluzione per verificare o per integrare l’attuazione o meno della legge.
Vi leggo l’emendamento che ho presentato: “La Commissione assembleare esaminata la relazione di cui al comma 1, previa consultazione delle associazioni dei malati di fibromialgia e sensibilità chimica multipla, elabora una proposta di risoluzione da sottoporre all’Assemblea legislativa regionale contenente gli indirizzi di attuazione della presente legge relativi agli anni successivi”. Grazie.
PRESIDENTE. Emendamento 5 bis/1. Lo pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa non approva)
Articolo 5 bis. Lo pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa approva)
Articolo 5 ter.
Emendamento 5 ter/1 a firma della Consigliera Pergolesi, ha chiesto la parola, ne ha facoltà.
Romina PERGOLESI. Grazie Presidente. Altro articolo che ho ritenuto di inserire nella seconda proposta: “La Giunta regionale entro 90 giorni dall’entrata in vigore di questa legge, sentita la Commissione assembleare competente adotta le deliberazioni finalizzate all’attuazione della medesima legge”. Successivamente dalla discussione in Aula sono state allungati i tempi in 180 giorni, però visto che la legge comunque sta girando per gli uffici del Consiglio da quasi un anno, credo che la Giunta abbia avuto abbastanza tempo a disposizione per iniziare e prevedere l’attuazione di questa proposta, quindi ripresento un emendamento per modificare la parola “180” con la parola “90”.
PRESIDENTE. Emendamento 5 ter/1. Lo pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa non approva)
Articolo 5 ter. Lo pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa approva)
Emendamento di coordinamento tecnico/1 a firma della Consigliera Pergolesi. Decaduto.
Coordinamento tecnico. Lo pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa approva)
Testo unificato delle proposte di legge nn. 115, 122 e 134. Lo pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa approva)
Proposta di legge n. 157
ad iniziativa dei Consiglieri Biancani, Rapa, Talè, Traversini, Giacinti, Giancarli, Minardi, Volpini, Urbinati, Micucci, Busilacchi
“Interventi a favore del cicloturismo”
(Discussione e votazione)
PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca la proposta di legge n. 157 dei Consiglieri Biancani, Rapa, Talè, Traversini, Giacinti, Giancarli, Minardi, Volpini, Urbinati, Micucci, Busilacchi.
La discussione è aperta, ha la parola il relatore di maggioranza Consigliere Rapa.
Boris RAPA. Grazie Presidente. Questa proposta di legge riguarda il cicloturismo che costituisce un settore di mercato in continua crescita, in grado di attrarre nella nostra regione turisti da tutto il resto d’Italia, ma soprattutto dall’estero.
Infatti dai dati forniti dall’Enit, tra il 2014 e il 2015, il cicloturismo in Europa ha generato un indotto economico di un valore di 44 miliardi di euro e in Italia ha un valore potenziale di oltre 3 miliardi di euro.
Le previsioni inoltre parlano di una presenza turistica di oltre 2 milioni di cicloturisti che soggiorneranno nel nostro Paese durante quest’anno.
I cicloturisti in Italia sono principalmente per il 61% stranieri e corrispondono a un profilo economico-culturale medio-alto, per questo scelgono soprattutto strutture di elevata qualità. Si tratta di un turismo che predilige le stagioni intermedie, i percorsi secondari e poco trafficati, soprattutto le zone dell’entroterra e le bellezze naturali.
Per questo la regione Marche appare particolarmente attrattiva per coloro che sono interessati ad una vacanza in bicicletta e ad una pratica sportiva a contatto con la natura, il patrimonio culturale e i nostri piccoli borghi che caratterizzano il nostro territorio.
Pertanto, con questa proposta di legge, si intende promuovere nelle Marche il cicloturismo come offerta turistica sostenibile, rispettosa dell’ambiente, che vada verso una destagionalizzazione equamente distribuita nel nostro territorio.
La presente proposta di legge vuole sostenere lo sviluppo di questa fetta di mercato, consolidando alcune iniziative già sperimentate nel piano vigente. In particolare si ritiene che debbano essere messe a sistema quelle procedure che fino a questo momento hanno dato una buona performance, soprattutto con la finalità di destagionalizzare i flussi turistici.
Proprio per questo la legge dispone che il piano regionale di promozione turistica e il relativo programma debbano prevedere idonee misure a sostegno del cicloturismo. E’ solo attraverso una programmazione integrata e l’utilizzo delle risorse europee che è possibile sviluppare una rete di ciclovie e servizi attrattiva per i cicloturisti.
Un punto fondamentale della proposta di legge è l’articolo 3 che promuove l’offerta di servizi di accompagnamento cicloturistico attraverso la formazione di operatori che supportino singoli e gruppi nella scelta dell’itinerario e li assistano durante il tour.
In questo modo si contribuisce a qualificare la proposta turistica regionale, attraendo anche coloro che non si sentono in grado di organizzare un viaggio in bicicletta in modo autonomo.
Per fornire un’informazione adeguata al turista, la legge prevede l’istituzione di un elenco degli accompagnatori cicloturistici a cui possono iscriversi sia coloro che hanno frequentato i corsi promossi dalla Regione, sia coloro che hanno conseguito attestazioni rilasciate da associazioni di professionisti, sia coloro che hanno conseguito attestazioni sulla base della normativa tecnica Uni.
Ritengo, quindi, che questa legge sia un’opportunità per tutto il territorio regionale, che va nella direzione di una destagionalizzazione dell’offerta turistica e della valorizzazione dell’entroterra, con servizi di qualità e di professionalità. Grazie.
PRESIDENTE. Ha la parola il relatore di minoranza Consigliere Fabbri.
Piergiorgio FABBRI. Grazie Presidente. Esiste già una legge sul cicloturismo che è la n. 38/2012 “Interventi per favorire lo sviluppo della mobilità ciclistica”. Questa legge è molto più potente di quella proposta oggi, probabilmente i 4 articoli che stiamo analizzando in questo momento potevano in maniera concettuale essere inseriti in una modifica della normativa esistente. Chiaramente c’è la volontà di dare visibilità a questa cosa tant’è che questa semplice proposta di legge è stata firmata da undici Consiglieri.
Nella prima versione questa proposta di legge promuoveva attraverso il programma la realizzazione e l’implementazione di una rete di percorsi attrezzati per ciclisti, nella seconda versione approvata in Commissione invece di promuovere, favorisce, la promozione vede una azione attiva da parte del soggetto, il favorire invece è una secondaria iniziativa altrui, quindi questa legge è stata sostanzialmente molto depotenziata rispetto a quanto si voleva inizialmente proporre. Infatti la realizzazione e l’implementazione delle piste ciclabili è scomparsa e si parla di promozione della rete di piste ciclabili, quindi parliamo di aspetti che sono “molto leggeri” per una normativa sulla quale siamo d’accordo perché il cicloturismo è importante, però una proposta di legge che promuove le piste ciclabili lascia un po’ il tempo che trova.
Abbiamo un secondo aspetto che è quello della formazione degli operatori del settore turistico che sono degli accompagnatori di gruppi o di singoli per i quali si fanno i corsi di formazione che vengono fatti con le finanze esistenti, con i fondi esistenti, e c’è un elenco del quale l’accompagnatore, che non è una guida, è un accompagnatore di gruppi, potrà fregiarsi finito il corso, ma l'iscrizione all’elenco non è condizione per l’esercizio dell’attività. Anche questo è un aspetto molto stemperato della normativa, altro non c’è perché poi la norma detta i tempi di applicazione e di costituzione dell’elenco.
Tiepidamente diciamo si, non è una legge che fa danno, non è una legge che incide su un settore che è importante, ma ritengo, mi è stato consegnato in questo momento un ordine del giorno del Consigliere Traversini, spero che sia molto più incisivo rispetto alla normativa perché invita ad attrezzare tutti i mezzi di trasporto pubblico locale per il carico delle biciclette, quindi effettivamente è molto più importante l’ordine del giorno della normativa.
In maniera molto tiepida assecondiamo, favoriamo, come dice l’iniziativa legislativa, questo settore perché il cicloturismo va incrementato, ma i problemi di questa regione purtroppo sono ben altri.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Biancani.
Andrea BIANCANI. Grazie Presidente. Innanzitutto sono contento del dibattito che c’è stato fino a questo momento.
Ho presentato questa proposta di legge come primo firmatario e voglio ovviamente ringraziare anche gli altri Consiglieri che l'hanno sottoscritta insieme a me, in particolare il Consigliere Rapa per essere stato relatore ed anche il Consigliere Fabbri, ma soprattutto il Consigliere Traversini per aver licenziato questa proposta di legge in tempi brevi.
Non sono d’accordo con quello che ha appena detto il Consigliere Fabbri nel senso che viene sminuito il valore di questa proposta di legge, secondo me non è così, perché questa proposta di legge ha l’obiettivo - raggiunto - di istituire un vero e proprio elenco regionale degli accompagnatori ciclo-turistici, questo è l’obiettivo che io come primo firmatario mi ero dato: istituire l’elenco e con questa legge l’elenco viene istituito.
A seguito dell’istituzione dell’elenco mi sembrava importante prevedere un percorso di formazione delle persone che si andranno ad iscrivere per cui la legge prevede il percorso di formazione che può essere fatto direttamente dalla Regione o utilizzando le varie realtà che fanno riferimento al Coni o alle associazioni di promozione sportiva che possono fare questo tipo di attività formativa.
L'atto stabilisce che la Giunta dovrà definire bene il percorso formativo e questo penso che sia scontato, quindi l’obiettivo di questa legge era quello di istituire l’elenco ed una apposita attività di formazione, attività di formazione che nella relazione della legge viene in parte definita.
Vedo che è rientrato l’Assessore Casini, lo ringrazio pubblicamente anche per tutti i bandi che sono usciti per la promozione della Ciclovia Adriatica affinché il nostro territorio abbia sempre più itinerari di piste ciclabili. E' un primo bando che riguarda la costa, so che l’Assessore sta lavorando ad ulteriori bandi che riguardano il resto del territorio, questo sta a significare che la Regione Marche punta sul cicloturismo e sulle piste ciclabili.
Oggi non c’è l’Assessore Pieroni, ma il suo Assessorato ha predisposto un bando molto importante che riguarda la riqualificazione delle strutture ricettive e l’adeguamento dei servizi legati al cicloturismo. Oggi i bike hotel nella nostra regione sono 71, l’obiettivo è quello di riuscire ad implementare questo tipo di turismo che, come diceva il Consigliere Rapa, ha un'enorme potenzialità di sviluppo, penso quindi sia importante promuovere il nostro territorio regionale in questa direzione.
Questa legge dà un servizio di qualità in più perché oggi le guide cicloturistiche sono persone formate da un punto di vista fisico, sono persone che hanno la gamba buona, ma magari non sono in grado di raccontare il territorio, questa legge ha l’ambizione di istituire un apposito elenco e, per quanto riguarda i corsi di formazione, non è solo importante avere la gamba buona, ma occorre una preparazione linguistica e culturale per raccontare il territorio da diversi punti di vista, per presentarsi ai turisti, stranieri ed italiani che vorranno visitare la nostra regione, con un servizio di qualità formato da persone in grado di accogliere gli ospiti e raccontare il nostro territorio andando in bicicletta, penso che sia un motivo di orgoglio da promuovere per quanto possibile.
Spero che questa legge importante venga votata in modo unanime.
Ho visto adesso l'ordine del giorno, chiedo scusa, giorni fa ho annunciato una interrogazione che chiede la stessa cosa senza essere a conoscenza di questa proposta. Sono ben lieto che la Commissione presenti questo ordine del giorno perché, come abbiamo già fatto per i treni, e qui ringrazio l’Assessore Sciapichetti, non tutte le Regioni d’Italia consentono il trasporto delle biciclette nei treni urbani ed extra urbani in maniera gratuita, dall’anno scorso, con il rinnovo del contratto di servizio ferroviario, la Regione ha chiesto e dà questo tipo di possibilità: le biciclette sui treni non pagano. Penso che anche questa sia una attività a favore della promozione del nostro territorio per i turisti, ma soprattutto per la mobilità. Sono già due volte che ho deciso di fare un giretto in Italia andando in bicicletta ed usando il treno, devo dire che è un’esperienza molto bella perché tu esci di casa in bicicletta, vai in stazione, sali sul treno con la bicicletta, arrivi in una qualsiasi città d’Italia, Bologna, Parma, che ovviamente non sia …, altrimenti il sottoscritto non ci potrebbe andare. E' un modo per visitare anche in tempi brevi e per poter cogliere le parti periferiche di valore che ogni città ha, le piste ciclabili lungo i fiumi. Partire con la bicicletta e andare con il treno è un bel viaggiare, è un consiglio che do a tutti i Consiglieri e devo dire che sono numerose le persone che hanno già deciso di fare questo percorso e di fare le proprie vacanze, soprattutto i week-end, portandosi al seguito la bicicletta.
Ringrazio i Consiglieri Rapa e Traversini per la celerità con la quale hanno portato questa proposta in Aula e gran parte della maggioranza per averla sottoscritta. Grazie.
Presiede il Vicepresidente
Renato Claudio Minardi
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Giancarli.
Enzo GIANCARLI. Grazie Presidente. Volevo intervenire dopo il Presidente nonché primo firmatario Consigliere Biancani e per questa ragione ho preferito che parlasse lui prima di me.
Voglio partire da una considerazione del Consigliere Traversini, Presidente della II Commissione, che sottolineava che al centro di questa proposta c’è il turismo, poi ovviamente ci sono altre sfaccettature altrettanto significative che sono state sottolineate ora dal Consigliere Biancani e altre ancora nelle relazioni del Consigliere Rapa e del Consigliere Fabbri.
Noi abbiamo discusso più volte di turismo anche alla presenza dell’Assessore Pieroni, oggi non c’è, ma questo non toglie valore all’atto che stiamo compiendo anche perché l’Assessore questa cosa l’ha seguita.
Noi ci siamo posti sempre alcuni obiettivi in merito al turismo ed uno dei più significativi è quello destagionalizzazione, traduco in modo brutale, se volete: turismo tutto l’anno, nelle Marche è possibile, come pure l’altro obiettivo, a mio avviso possibile, del turismo in tutto il territorio marchigiano e in tutte le località.
Qui basta leggere la relazione, ma basta leggere quello che dice l’Enit, basta leggere riviste turistiche, basta ascoltare gli operatori del settore.
Non molto tempo fa in quest’Aula abbiamo detto che il turismo doveva diventare anche un’industria, il valore dell’impresa turistica e su questo ricordo che il Consigliere Maggi sottolineava rispetto ad alcuni aspetti, il sacrificio che a volte chiediamo all’impresa pura rispetto ad altri momenti. Il turismo deve diventare impresa e secondo me nel turismo dobbiamo fare in modo che ogni segmento ci consenta di raggiungere questi obiettivi fondamentali: economia, destagionalizzazione e così via.
I dati sul cicloturismo sono significativi, nella relazione è scritto chiaramente che 450.000 cicloturisti hanno visitato l’Italia, molti sono stranieri, tra il 2014 e il 2015, e il fatturato ha dati enormi e significativi, come pure i pernottamenti.
E' una grande ricchezza, una grande opportunità quella del cicloturismo e facciamo bene a scriverla in una legge, come pure nella legge scriviamo chiaramente che il Piano regionale di promozione turistica deve tenere ben presenti questi aspetti con idonee misure a sostegno del cicloturismo.
Mi associo ai ringraziamenti che faceva il Consigliere Biancani, quindi non dico nulla, voglio però voglio sottolineare la sensibilità dell’Assessore Sciapichetti su questo tema delle piste ciclabili, del cicloturismo, e dell’Assessore Casini, parlo della loro sensibilità che ha permesso alla Regione Marche di avere a disposizione risorse, oltre a quelle proprie del turismo che sono state ricordate, anche quelle di altri momenti significativi legati alle risorse europee.
Il Consigliere Biancani metteva in evidenza anche un altro aspetto significativo che è quello delle nuove professioni e delle nuove professionalità, che sono le guide cicloturistiche, credo che anche questo sia da non sottovalutare perché nel momento in cui parliamo di economia e di lavoro dobbiamo tenere presente anche questi aspetti: nuove professioni e nuove professionalità, formazione e preparazione degli stessi.
Chiudo ricordando che alcuni giorni fa alla Conferenza internazionale sulla salute nelle città si sono messe in evidenza le azioni per migliorare la salute nelle città attraverso un approccio multisettoriale di politiche di promozione della salute nell’ambito del contesto urbano, quindi il trasporto, l’inquinamento atmosferico, la sicurezza stradale, le infrastrutture sportive, la pianificazione urbana sostenibile, le aree verdi, e potrei continuare, cioè mettere a sistema una serie di interventi che incidano in modo fattivo sulle condizioni di vita delle città considerando il benessere e la salute dei beni collettivi.
Qui è stato messo in evidenza quello che significa il tasso di motorizzazione nelle città, quello che significa l’inquinamento, la necessità di avere azioni mirate di chiusura al traffico dei centri storici, provvedimenti di altro tipo, proprio per ridurre l’inquinamento nelle città e su queste benedette 15 azioni, quindi sugli aspetti strategici, la mobilità sostenibile è una delle condizioni importanti, principali, determinanti, per far sì che una politica chiara, coerente, di sostenibilità sociale e ambientale si realizzi.
L’uso della bicicletta dentro questo quadro della mobilità sostenibile è una delle scelte più significative e più importanti, quindi debbo dire che questa legge ha molti significati, soprattutto dal punto di vista politico e dal punto di vista dell’idea che noi abbiamo di crescita sostenibile dell’economia e dei territori.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Bisonni.
Sandro BISONNI. Grazie Presidente. Penso sia nota a tutti la mia spiccata sensibilità sulle tematiche ambientali e sicuramente voterò favorevolmente questa proposta di legge, però sinceramente devo dire che non è una proposta che mi scalda il cuore e mi entusiasma più di tanto, nel senso che, al di là dei proclami, di sostanza ne vedo ben poca, vedo solo questo elenco e la formazione degli accompagnatori senza l’aggiunta di nessuna risorsa, tanto è vero che c’è l’articolo sull’invarianza finanziaria.
E’ vero, ci sono i fondi europei ma anche lì è più un proclama che altro, perché già i fondi europei c'erano e non è che li prendiamo perché va in vigore questa legge. I fondi europei già c'erano, bastava saperli catturare con delle azioni opportune che sono quegli strumenti che ha la Regione del Por, del Fesr.
Sinceramente voterò questa legge perché, ripeto, va a favore della promozione, però di sostanza ne vedo poca. Su questo argomento c'è già una legge regionale, i fondi, ripeto, già esistono, l’unica cosa è questo elenco sul quale però non viene messa nessuna risorsa aggiuntiva.
Mi associo a quello che ha detto il Consigliere Fabbri, trovo invece molto interessante l’ordine del giorno proposto dal Consigliere Traversini perché qui andiamo veramente ad incidere su una problematica che viene sottovalutata, ossia la possibilità di caricare le biciclette nei mezzi di trasporto pubblici, a partire dal treno, e mi auguro anche sugli autobus. Quindi voterò a favore della legge e voterò con più convinzione l’ordine del giorno presentato.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Celani.
Piero CELANI. Grazie Presidente. Questa proposta di legge l’abbiamo abbastanza sviscerata in II Commissione con una serie di riflessioni fatte con i funzionari dell’Assessorato al turismo e anche dei trasporti. Spinti dalla passione per la bici del Presidente Traversini ci siamo addentrati per cercare di capire come migliorarla, come renderla più pragmatica possibile.
Ovviamente nelle linee di indirizzo possiamo definirla una legge di promozione turistica, è una legge che va a promuovere il nostro territorio, attraverso il cicloturismo, attraverso una passione molto sentita nella regione Marche, terra di ciclisti, di atleti famosi in questo settore.
Noi sappiamo benissimo che il territorio si promuove mettendo in evidenza quelli che sono i propri asset, le proprie eccellenze e il paesaggio inteso nella sua interezza come natura, come presenza di strutture architettoniche, può essere promosso anche e soprattutto se un turista, un visitatore fa una vacanza fortemente esperienziale e quello che offre la bicicletta è proprio questo.
La bicicletta dà un senso esperienziale molto forte, ti fa vivere una passione forte perché ti consente al pari della camminata di fermarti, di guardare, di capire, di chiedere, di entrare anche in contatto con la gente del luogo, di vivere anche l’esperienza in loco con le persone che stanno in questo meraviglioso territorio. Per cui da questo punto di vista credo che abbiamo colto nel segno, senza dubbio, fare qualcosa che promuove questo tipo di discorso. Ovviamente si tratta adesso di capire come questa legge può, come dice all’articolo 1, favorire queste iniziative per promuovere una rete di percorsi attrezzati.
Il fatto che si completi il censimento di tutti i percorsi di cicloturismo all’interno della regione Marche, metterli in rete, collegarli uno all’altro in modo tale che si possa andare dal Montefeltro fino ad Ascoli, percorrendo questo bellissimo entroterra, già sarebbe un successo da questo punto di vista.
Qual è il punto di questa legge che sicuramente non darà grandi risultati? E' quello relativo all’articolo 4, e lo dico perché in Commissione ho fatto questa riflessione a voce alta con i nostri funzionari. La qualifica di accompagnatore cicloturistico non è contemplata nel repertorio regionale, questa è una cosa molto importante, quindi sarà dura utilizzare fondi del Fse per fare corsi di formazione per qualcosa che il prontuario regionale non contempla, sarà difficile istituire una figura professionale che, non è che può dare un lavoro stabile, possa essere di riferimento nei territori.
Qual è in pratica la proposta che ho fatto in Commissione a questi funzionari che mi auguro possa essere ripresa? Credo che questi corsi debbano essere fatti prioritariamente per i soggetti che stanno sui territori e che si occupano di accoglienza. Questo è fondamentale! Non fatti così, sporadicamente, per chiunque voglia fare l’amante, l’esperto di cicloturismo, lo può fare benissimo, sapendo che però non gli si darà una qualifica che dal punto di vista professionale potrà spendere sul mercato del lavoro, sapendo che sarà in un elenco ipotetico che farà la Regione e che metterà a disposizione. Quindi per essere guida cicloturistica, per poter accompagnare un gruppo, dovrà adeguarsi perché dovrà fare una assicurazione per quello che potrebbe succedere, perché se porta i turisti a passeggio in una zona a rischio può succedere qualcosa, allora nascono i guai e non si sa di chi è la responsabilità.
Detto questo, i corsi di formazione se devono essere fatti, devono essere rivolti prioritariamente a chi si occupa di accoglienza, e chi è? Il personale delle Pro loco, il personale dello Iat, il personale degli agriturismi, il personale dei B&B, cioè quelle persone, che poi sono i fari dell’accoglienza sui territori, che possono mettersi a disposizione di questi gruppi di amatori di cicloturismo per visitare i luoghi.
Questo è un passaggio secondo me importantissimo perché noi, qui apro una parentesi un po’ di critica, siamo molto deficienti da questo punto di vista, sull’accoglienza siamo molto deficitari perché noi facciamo un'accoglienza micro, cioè ognuno la fa relativamente al proprio ambito. Il personale dello Iat dà informazioni limitatamente al proprio comune, la Pro loco ti dà informazioni limitatamente al piccolo comune dove sta, quello che ha l’agriturismo che dà informazioni si e no a cinque chilometri dalla sua attività, quello che ha il B&B te le dà sul centro storico in cui sta. Il problema è qualificare persone per dare informazioni sui comprensori, questa è la grande novità, noi dobbiamo qualificare queste persone attraverso corsi di formazione di un certo livello, che possiamo finanziare con i fondi dell’Fse, per dare una qualificazione molto forte.
Introdurre all’interno anche questa materia del “cicloturismo”, cioè dare informazioni a livello comprensoriale perché se io do l’informazione limitatamente al mio comune non serve a nulla perché chi va in bicicletta, il Consigliere Biancani lo ha detto, lo ha sperimentato, vuole spaziare, vuole partire e vuole costruirsi la meta, non è che gliela devi dare tu, il cicloturista si vuole costruire la meta, vuole costruire una specie di spezzata lungo il territorio che poi può essere variata in funzione dell’emotività e dell’esperienzialità che vive camminando.
E’ questo quello che dobbiamo fare, allora se creiamo queste figure che danno informazioni all’interno dei nostri centri di accoglienza, qualunque essi siano, pubblici o privati … Dobbiamo qualificare anche i privati perché i gestori di B&B fanno accoglienza, i gestori degli agriturismi fanno accoglienza, i gestori degli alberghi diffusi fanno accoglienza, anzi sono principalmente loro che fanno accoglienza sui territori, sono loro che riescono ad impressionare nel modo migliore il turista o il visitatore, perché il visitatore, il turista non deve mai essere considerato un ospite - e noi facciamo un errore gravissimo in questa regione non qualificando queste persone - lo dobbiamo considerare un invitato, non un ospite. Ci dobbiamo mettere a disposizione e gli dobbiamo dare le massime informazioni e qui noi abbiamo un settore grandissimo, quello del cicloturismo, che possiamo captare dimostrando innanzitutto di avere una rete di ciclovie e di poter dare tutte le informazioni possibili in modo tale che il cicloturista possa costruirsi la sua vacanza, il suo percorso, il suo giro all’interno di questo nostro bellissimo territorio.
Al di là di queste riflessioni che ho fatto sull’articolo 4, che già avevo fatto in Commissione, quindi per il Consigliere Traversini non credo che siano nuove perché le avevo già dette, sono favorevole perché, ripeto, una legge che promuove il territorio, che va verso il marketing territoriale della nostra regione non può che essere votata. Grazie.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Traversini.
Gino TRAVERSINI. Intanto ringrazio tutti per il buon lavoro fatto in Commissione che comprende anche l’ordine del giorno, nel senso che abbiamo lavorato sulla legge modificandola anche se era di pochissimi articoli, ragionandoci e votandola all’unanimità. Anche questo lavoro è stato un lavoro di squadra, sicuramente positivo, fatto all’interno della Commissione, così come l’ordine del giorno, che è stato già annunciato da diversi Consiglieri per la sua importanza, che è firmato da me in quanto Presidente della Commissione, però in realtà è stato discusso ed approvato da tutta la Commissione.
La legge è molto semplice, ma pone però in maniera forte l’attenzione sul fenomeno del cicloturismo. E' un fenomeno che riguarda l’Italia per le sue bellezze naturalistiche e storico architettoniche, ma soprattutto riguarda le Marche, è di grande importanza ed il relatore di maggioranza Consigliere Rapa ha dato alcuni dati - circa 500.000 nel 2014 - che sono in crescita e non sempre ben identificati, sicuramente sono di più, un fenomeno davvero in espansione per quanto riguarda i turisti stranieri, ma è un fenomeno enorme e praticato anche dagli italiani che si spostano all’interno della nostra penisola.
Il cicloturismo riguarda vari aspetti: la qualità della vita, la cura della persona e la medicina, perché l'attività sportiva è estremamente positiva, la mobilità perché chi va in bicicletta - il cicloturismo implica l’uso della bicicletta - soprattutto nelle grandi città e nelle città di mare sceglie di spostarsi con questo mezzo e sapete benissimo cosa significa dal punto di vista ambientale il non utilizzo dell’autovettura, ed è importante anche per quello che riguarda l’aspetto turistico, ancora di più per lo sviluppo turistico delle aree interne in quanto permette, l’uso della bicicletta, di entrare nella “cultura” del paesaggio, di vivere in maniera corretta il nostro paesaggio eccezionale da un punto di vista naturalistico.
Questo è un settore che conosco per la passione che ho per il ciclismo che mi ha portato a conoscere bene il cicloturismo, il ciclismo amatoriale, tant’è che abbiamo presentato 20 giorni fa questa legge in una Assemblea provinciale, a cui appartengo perché faccio parte di un'associazione amatoriale, dell’Acsi che è l’associazione che racchiude i cicloturisti, quindi i ciclisti amatoriali, e sono stati entusiasti di questo perché dà la possibilità a molti di loro di poter entrare in maniera più effettiva in un mondo che conoscono bene perché alla fine per l’accompagnatore cicloturistico, oltre alla conoscenza del territorio e del saperlo spiegare, c’è il fatto che bisogna avere le “gambe”, la passione della bicicletta per poterli accompagnare, tanto più nelle aree interne dove i tragitti sono legati alla mountain bike ed a percorsi non semplici. Quindi la possibilità di incentivare un fenomeno in continua espansione che ha una serie di aspetti positivi estremamente importanti che vengono messi in evidenza dalla legge che favorisce (questo è stato uno degli elementi che abbiamo cambiato) e promuove - in ambito turistico non si vanno a toccare competenze economiche per infrastrutture da creare, milioni di euro sono stati previsti per creare le ciclovie - un'attività turistica rilevante per il territorio marchigiano.
Quando si parla di cicloturismo, faccio solo una breve parentesi, si parla di un fenomeno che ha tanti aspetti, riguarda le piste ciclabili, quindi la possibilità della passeggiata semplice, della gita, di un percorso legato alla mountain bike che, per esempio, nelle aree interne va fatto in maniera diversa. C’è lo sviluppo dei percorsi previsti all’interno dei parchi (city park) con attività particolari ed anche questi hanno un livello turistico di grande valore che viene riconosciuto, persone che si spostano a livello internazionale per poter praticare un certo tipo di attività, il downhill che ho visto praticare da tantissimi ciclisti, che fanno percorsi solo in discesa abbastanza pericolosi, così come lo sviluppo di un settore che, secondo me, riguarda chi come me ama il ciclismo, però non ha una buona preparazione atletica, la bicicletta elettrica permette di svolgere una attività fisica anche a chi ha condizioni atletiche inferiori e questo dimostra la continua evoluzione di questo fenomeno legato al cicloturismo.
E’ chiaro che la Regione Marche non può che non essere più che attenta in quanto ha tutte quelle caratteristiche che si abbinano meglio allo sviluppo di questo settore.
Per questo noi abbiamo cercato di mettere in evidenza con forza, dando la possibilità di sviluppare vari settori, dai city park, al downhill, alle mountain bike, alle passeggiate lungo la costa o dentro la città a livello turistico ed amatoriale; questo è quello che si è voluto mettere in evidenza con la possibilità molto importante che tutto deve essere fatto e portato avanti in un legame forte con gli operatori del settore turistico. Sono d’accordo su questo con il Consigliere Celani che dice che tutti gli operatori turistici vanno portati intorno ad un tavolo, ma soprattutto gli albergatori, perché in alcune regioni a noi vicine, come ad esempio l'Emilia-Romagna, hanno già iniziato il processo turistico di destagionalizzazione attrezzando le loro strutture ricettive con aree dedicate alle biciclette. Questo ci fa capire che questo sistema deve essere portato avanti potenziando gli alberghi che hanno la possibilità di ospitare i ciclisti ed inserendo questo nel ragionamento degli accompagnatori cicloturistici che noi vogliamo mettere in piedi.
Non possiamo pensare di creare posti di lavoro stabili, ma in un sistema turistico insieme agli operatori privati può essere sicuramente molto importante e può dare risposte soprattutto a chi già lavora nel turismo ed anche a qualche giovane legato alle strutture che può essere chiamato in alcuni periodi ad accompagnare, sempre di più, gruppi di turisti che vengono nel nostro territorio.
Credo che questa legge non stravolga nulla e non dia chissà quali possibilità, ma pone l’attenzione, dà un incentivo, un segnale in avanti ad un mondo che è in evoluzione e ad un ragionamento di qualità del turismo che noi facciamo a livello regionale e che penso dobbiamo portare avanti con forza.
Nella legge non sono previsti finanziamenti, ma si possono utilizzare i fondi europei per la formazione. Abbiamo qui presente l’Assessore Casini competente per quanto riguarda le ciclovie, che è un aspetto, ma ci sono progetti che vengono messi in piedi nei territori delle aree interne per individuare le strade, perché c’è anche un turismo che non ha bisogno di essere accompagnato, ma ha bisogno di semplici guide cartacee o telematiche per permettere alle persone di percorrere le strade in bicicletta per conto proprio, ha bisogno di guide, ad esempio far sapere al turista straniero dove va e il tempo medio di percorrenza. Sono tante le passioni dietro al mondo del ciclismo, quindi è tutto un lavoro che viene impostato e che ha bisogno di finanziamenti e non può essere solo la legge sennò tutto diventa complicato.
Ringrazio i componenti della Commissione che hanno lavorato insieme, collegialmente ed hanno votato la proposta di legge, la stessa cosa è accaduta per l’ordine del giorno che chiede l’impegno, parlando con l’Assessore ho saputo che già si sta facendo, di dotare i pullman degli strumenti necessari per portare le biciclette, soprattutto gli extraurbani. Anche questo secondo me è qualcosa di importante per l’entroterra perché la maggioranza della gente parte dalla costa e se per arrivare nelle aree interne deve percorrere 70 chilometri in bicicletta diventa difficile fare la passeggiata, avere quindi la possibilità di portare la propria bicicletta su mezzo di trasporto pubblico credo che dia la possibilità a tutti, su tutto il territorio regionale, e l’ordine del giorno mira a questo.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Volpini.
Fabrizio VOLPINI. Intervengo come testimonianza ed anche come firmatario della proposta di legge. Se prima ho espresso soddisfazione per l’approvazione della legge sulla fibromialgia esprimo altrettanta soddisfazione per l’approvazione di questa legge, perché pone una questione di grande importanza che non è solo turistica, ma aggiunge alle nostre attrazioni, che sono il mare, la montagna, i centri storici, le nostre colline, il cicloturismo, ovvero la passione per la bicicletta, che è molto riduttivo perché non è più la bicicletta di tanti anni fa, quando ho cominciato a fare del cicloturismo, lo ricordava il Consigliere Traversini, c’è stato un cambiamento, quasi una metamorfosi nell’utilizzo di questo straordinario mezzo di locomozione che è diventato anche mezzo di attività.
Nella proposta di legge c’è l’individuazione dei percorsi cicloturistici protetti da realizzare e che si aggiungono a quanti già nella nostra regione esistono, che per un tipo di attività non è più la cosiddetta bicicletta da strada, la specialissima, ma riguarda queste nuove modalità di andare in bici, in un contatto molto intimo tra bicicletta e natura, quella natura di cui la nostra regione è particolarmente ricca.
E' un percorso iniziato diversi anni fa, prima in maniera quasi a spot con l’imprenditoria privata, soprattutto alcuni hotel, che cominciava ad aderire alla catena dei bike hotel ed ospitava i ciclisti. Più che una moda era una attività fatta prevalentemente da stranieri, ricordo che tanti anni fa c’erano gruppi di stranieri, soprattutto olandesi, ma anche tedeschi, che venivano in maniera organizzata e i primi hotel mettevano a disposizione una guida turistica un po’ artigianale, qualche appassionato di bicicletta, magari semi pensionato, che accompagnava questi gruppi. Anche gli hotel si attrezzavano ed entravano in quella catena.
Mi pare che con questa legge si cerchi di mettere a sistema il cicloturismo, per cui, anche come amante della bicicletta - se poi dovessi pensare anche al mio percorso, forse le vacanze più belle le ho fatte proprio in bicicletta in scenari diversi - mi auguro che anche la regione Marche possa diventare una attrazione per coloro che sono appassionati di biciclette, anche con nuove modalità di andare in bici. Credo che una legge di questo tipo si inserisca in questa prospettiva per cui bene hanno fatto i proponenti e se c’è anche un voto corale ed unanime del Consiglio penso che sia una cosa importante.
Presidenza del Presidente
Antonio Mastrovincenzo
PRESIDENTE. Passiamo alla votazione.
Articolo 1. Lo pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa approva)
Articolo 2. Lo pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa approva)
Articolo 3. Lo pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa approva)
Articolo 4. Lo pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa approva)
Articolo 5. Lo pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa approva)
Articolo 6. Lo pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa approva)
Proposta di ordine del giorno a firma della II Commissione. Lo pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa approva)
Proposta di legge n. 157. La pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa approva)
Proposta di legge n. 163
ad iniziativa dei Consiglieri Talè, Traversini, Urbinati, Pieroni, Rapa, Giacinti, Giancarli, Celani, Zaffiri
“Modifica alla legge regionale 20 gennaio 1997, n. 10 ‘Norme in materia di animali da affezione e prevenzione del randagismo’”
(Discussione e votazione)
PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca la proposta di legge n. 163 dei Consiglieri Talè, Traversini, Urbinati, Pieroni, Rapa, Giacinti, Giancarli, Celani, Zaffiri.
La discussione è aperta, ha la parola il relatore di maggioranza Consigliere Talè.
Federico TALE’. Grazie Presidente. Con questa proposta di legge andiamo a modificare la legge regionale del 20 gennaio 1997 n. 10 “Norme in materia di animali d’affezione e prevenzione del randagismo”. Dico subito che la stesura originaria di questa proposta di legge era molto più semplice, andavamo a cambiare una “o” con una “e”, nient’altro, poi l'abbiamo arricchita grazie ad un lavoro di squadra che abbiamo fatto in Commissione sanità e per questo devo ringraziare anche la Consigliera Pergolesi perché anche lei si è messa a studiare questa pdl insieme a tutti gli altri Consiglieri della Commissione.
La modifica che andiamo a fare alla legge riguarda soprattutto gli allevatori di cani a scopo commerciale.
Andiamo a modificare l’articolo 7 della legge del ’97 che riguarda gli obblighi degli allevatori nel detenere cani a scopo di commercio. Questo articolo nella sua formulazione originaria si limitava a disporre per gli allevatori di cani a scopo di commercio l’obbligo di tenere un apposito registro di carico e scarico degli animali, secondo le modalità previste nel regolamento di cui all’articolo 20, e fino a qui ci siamo. Dopodiché nell’aprile 2015 c’è stata una legge che ha specificato chi sono gli allevatori a scopo commerciale e qui noi andiamo a modificare questo perché in questa proposta di legge si dice che allevatore a scopo commerciale è colui che detiene 5 femmine in età fertile oppure 30 cuccioli all’anno.
La modifica in soldoni qual è? Non è possibile dire che è un allevamento a scopo commerciale un proprietario di 5 cagne femmine in età fertile perché se non produce cuccioli questo non è allevamento, quindi, attenzione, andiamo a modificare esclusivamente questo! Ho sentito, ho letto sui giornali petizioni che stiamo distruggendo il mondo dell’affettività verso gli animali, cosa che dal sottoscritto non verrà mai perché sono un affezionato molto più di chi ci accusa di essere contro gli animali, però dico anche che è un’ingiustizia dire che uno fa allevamento se detiene 5 cagne femmine, non è allevamento se non produce cuccioli.
Peggio ancora è dire che se modifichiamo questa legge andiamo contro la norma sul randagismo, tutt’altro, perché la norma sul randagismo è stata combattuta e la stiamo combattendo non con gli allevatori o tenendo di mira gli allevatori, ma la stiamo combattendo, e molto bene, perché il randagismo nella regione Marche è sceso molto di più rispetto ad altre Regioni, con l’obbligo sacrosanto di inserire al cucciolo, a 60 giorni, il microchip, quindi una volta microcippato il cucciolo lo devi per forza comunicare all’anagrafe canina e lì poi i Sindaci, ricordo bene quando facevo il Sindaco, tramite la polizia municipale fanno i controlli per verificare se i cani vengono microcippati perché se non vengono microcippati possono essere abbandonati dal proprietario.
Attenzione nel registro - l’allevatore a scopo commerciale è tenuto ad avere un registro - i cani vanno segnati una volta microcippati, quindi non si sfugge al controllo. Una volta microcippato il cane, prendi il registro, lo vidimi e segni il cane nell’apposito registro. Noi con questa legge andiamo a modificare il fatto che non sono le 5 femmine in età fertile che ci dicono che uno è in possesso di un allevamento a scopo commerciale, ma sono i 30 cuccioli l’anno.
Qualcuno potrebbe dire perché 30? Perché c’è un accordo Stato-Regioni - attenzione perché ho letto un sacco di cose sui giornali in questi giorni e vorrei che i Consiglieri non cadessero in queste cose che non sono assolutamente vere - che la Regione Marche ha sottoscritto, è un accordo che è stato sottoscritto per metà, cioè di tutte le Regioni italiane solo la metà lo ha sottoscritto e l’ha recepito in Consiglio regionale, l’altra metà non ha recepito nessun accordo e non ha nessuna norma che dice quando un allevamento è a scopo commerciale, noi non siamo né in una metà, né nell’altra, noi l’abbiamo recepito come ci pare, cioè noi abbiamo saltato quello che non ci stava comodo inserire.
Badate bene, già ci sono delle multe, molti detentori di cani hanno avuto delle multe, multe, che vanno dai 300 euro ai 1.200 euro, quindi chi detiene 5 cagne femmine nel giardino o perché ci fa l’agility dog o ci va a caccia alla lepre (la caccia alla lepre prevede una muta di 7/8 cani), o ci va a caccia alla volpe, che è la stessa cosa, oppure ci fa la pet terapy, se non ha tutti i registri come un allevamento a scopo commerciale rischia 1.200 euro di multa e già stanno fioccando. Questo solo nella Regione Marche perché l’accordo Stato-Regioni dice un’altra cosa, magari se volete poi vi dico anche cosa dice l’accordo Stato-Regioni che all’articolo 1 definisce allevamento di cani e gatti per attività commerciale e parla di detenzione di cani e di gatti anche ai fini commerciali - noi lo abbiamo tolto - in numero pari o superiore a 5 fattrici o 30 cuccioli per anno, cioè non basta la detenzione, ma serve anche la sussistenza dei fini commerciali, noi questa cosa l’abbiamo tolta ed è da lì che la Forestale fa 1.200 euro di multa perché basta detenere 5 cagne femmine e sei allevamento anche senza la produzione di un solo cucciolo.
Quindi se hai 5 femmine e nessun cucciolo 1.200 euro di multa. E' una cosa che fa ridere in tutta Italia il mondo cinofilo, al quale appartengo, l’Ente nazionale cinofilo italiano (Enci) dice che non è possibile se si detiene 5 cagne femmine essere un allevamento. E' un allevamento se si producono dei cuccioli e non c'entrano niente le norme sul randagismo perché non è il registro di carico e scarico di chi ha 5 cagne femmine che obbliga al microchip, il microchip lo obbliga la legge perché quando si compera un cucciolo entro 60 giorni deve avere il microchip e qui, come dicevo prima, ci sono gli organi di polizia municipale che debbono controllare.
In soldoni la proposta di legge è dettata dal buon senso perché non può essere un criterio sufficiente quello di possedere le 5 femmine in età fertile, in più nella legge attuale della Regione Marche noi diciamo che 5 femmine non fanno allevamento se sono sterilizzate, è una cosa inaccettabile, per quanto mi riguarda, questa sterilizzazione facile. Per quale motivo uno per non incappare nella legge deve sterilizzare queste cagne, io penso che una cagna stia meglio intera che sterilizzata e per quale motivo dobbiamo per forza sterilizzare queste cagne? Con questa proposta di legge tu puoi tenere quante cagne vuoi se non produci cuccioli e non le sterilizzi, penso che sia molto più giusto e penso che sia più a favore dell’affezione verso gli animali.
Tutto qui, se volete vediamo la legge articolo per articolo. All’articolo 01 andiamo a facilitare le adozioni degli animali detenuti nei canili, questo è un altro problema che c’è e che ho vissuto in qualità di Sindaco. Vi faccio solo un esempio, un cane randagio nel canile costa circa 1.000 euro l’anno, il Comune di Mondavio - un comune di 4.000 abitanti con una estensione media - aveva 16 cani randagi, pochi, e costavano alla collettività 16.000 euro all’anno. Spendevo per la mensa dell’asilo 12.000 euro l’anno, spendevo di più per mantenere i cani che per la mensa dell’asilo, ma quando qualcuno andava al canile, perché noi spingevamo all’adozione, si trovavano mille cavilli per non darlo perché un cane fa reddito al canile. Abbiamo un protocollo nella regione Marche per cui prima di assegnare il cane devi andare a vedere come lo si tiene a casa, devi andare a vedere com’è il soggetto, devi andare a vedere come è messa l’abitazione, quindi noi con questa proposta di legge, e questa è una cosa che abbiamo aggiunto su consiglio della Consigliera Pergolesi, diciamo che la Regione deve adottare un protocollo molto più snello per l’affido e per l’adozione dei cani, giustamente.
All’articolo 02 istituiamo un registro per il controllo perché la Regione non ha un registro degli allevatori a scopo commerciale, quindi diciamo alla Regione, alla Giunta di istituire un Albo, un elenco di questi allevatori, così che chi è preposto al controllo può prendere l’elenco e fare i vari controlli che debbono farsi. Questo sì che va contro il randagismo.
L’articolo 1 è quello di cui parlavo prima, quindi non sono le 5 femmine, ma i 30 cuccioli.
L’articolo 2 è quello dell’invarianza finanziaria e l’articolo 2 bis riguarda le disposizioni transitorie stabilendo al comma 1 che la Giunta regionale entro 90 giorni dall’entrata in vigore di questa legge, sentita la competente Commissione assembleare, adotta le deliberazioni e i comuni singoli, associati, le comunità montane entro 90 giorni dall’entrata in vigore di questa legge promuovono l’adozione del protocollo di cui al comma quater, dell’articolo 2 della legge regionale 10/97.
Presidenza della Vicepresidente
Marzia Malaigia
PRESIDENTE. Ha la parola la relatrice di minoranza Consigliera Leonardi.
Elena LEONARDI. Grazie Presidente. La legge è stata già ampiamente discussa, ma dobbiamo fare secondo me una riflessione.
Siamo partiti da una proposta di legge che andava fondamentalmente a modificare una parola rispetto alla legge vigente e voleva sanare quella che è una stortura relativamente all’identificazione dell’allevamento a scopo commerciale, che equivaleva anche a chi magari ha 5 cagne femmine e lo fa in maniera amatoriale, casalinga o per altre finalità che non sono quelle della riproduzione e commercializzazione dei cuccioli.
Abbiamo fatto un ampio dibattito in Commissione che è stato anche soggetto a determinate critiche perché forse non era stato, credo, ben compreso o c’erano delle preoccupazioni da parte delle Associazioni animaliste che temevano un allargamento delle maglie dei controlli ed una maggiore difficoltà nell’identificare coloro che in realtà hanno poco a cuore questi nostri amici a quattro zampe e forse più gli interessi a livello economico o ad altro.
Devo dire che il lavoro fatto in Commissione e gli apporti che sono venuti sono stati molto importanti per arrivare a delle modifiche. Si è parlato spesso di intervenire sul testo generale della legge, ma gli articoli che sono stati introdotti con questa proposta credo che vadano fondamentalmente a tutela ed a vantaggio degli animali.
Penso che sia molto importante, proprio nell’ottica della tutela del randagismo, la stipula di questo protocollo regionale per facilitare le adozioni dei cani detenuti nei canili. Lo ricordava il Consigliere Talè che mi ha preceduto, purtroppo a volte in queste realtà viene avvantaggiato e privilegiato un discorso economico rispetto a quello del benessere e di far trovare una casa a questi animali. So che diversi comuni nelle Marche ed anche fuori regione adottano misure di sgravio delle tasse per chi adotta un cane dal canile, misure come queste possono essere un vantaggio per questi poveri animali che altrimenti passerebbero tutta la vita chiusi nelle gabbie di un canile; introdurli nelle famiglie porta un vantaggio all’animale e credo, e sono fermamente convinta, anche alla famiglia che lo adotta.
Si supera la confusione o comunque una visione indistinta dell’allevamento commerciale di chi detiene le 5 cagne o meno di 30 cuccioli, tra chi lo fa con uno scopo commerciale e chi lo fa per amore degli animali, quindi si istituisce questo registro regionale proprio per agevolare i controlli su chi invece fa un discorso commerciale dell’allevamento, che è del tutto legittimo perché porta giustamente ad avere una proliferazione, al mantenimento di determinate razze ed alla tutela di determinate realtà.
Voglio ricordare che la legge regionale marchigiana già prevede, a livello di tutela, che a 60 giorni dalla nascita del cucciolo venga inoculato il microchip e venga iscritto il cagnolino all’anagrafe canina regionale, questo per avere un panorama di quella che è la situazione nel nostro territorio.
Sempre all’anagrafe canina è necessario comunicare immediatamente se c’è uno smarrimento dell’animale o la morte dello stesso e anche nel caso in cui l’animale per problemi di salute muoia nello studio di un veterinario deve essere presentato e fatta una comunicazione all’anagrafe canina del decesso ed del motivo dello stesso.
Se si cambia proprietà, perché si ha una cucciolata e si dà via il cane dopo lo svezzamento o magari una persona non riesce più a tenerlo per sopraggiunti problemi, anche in questo caso entro 10 giorni il cambio di proprietà va comunicato all’anagrafe canina, proprio per avere una tracciabilità dell’animale, misure che vanno a tutela dello stesso, contro l’abbandono, contro il randagismo, contro qualsiasi forma di mancata tutela o addirittura di abuso nei confronti degli animali. C’è poi tutta la normativa legata al benessere animale che non sto a ricordare.
Grazie all’esame fatto dalla Commissione e agli apporti che sono venuti dai Commissari durante la discussione, quella che si va ad approvare oggi sia una norma positiva che va a tutela degli animali e non a svantaggio o contro gli stessi, quindi come relatrice di minoranza dichiaro in questa mia esposizione che il mio sarà un voto positivo alla norma che oggi viene discussa.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Busilacchi.
Gianluca BUSILACCHI. Grazie Presidente. Non vorrei essere una voce fuori dal coro su questo lavoro sicuramente positivo che è stato fatto in Commissione, a partire dal Consigliere Talè che certamente, conoscendolo, è animato da buona fede e da uno spirito sempre volto all’interesse comune, però dal mio punto di vista ci sono alcune cose che non mi convincono in questa proposta di legge, ma non è il mio punto di vista, è semplicemente che come gli altri colleghi ho avuto l’occasione di incontrare e soprattutto di leggere la lettera che ci è stata inviata da 35 associazioni, tra cui Legambiente, l'Anpana, associazioni autorevoli che si muovono nel settore ambientale e nel mondo animale e nella tutela degli animali da affezione.
Anzi colgo fin da ora l’occasione, e lo faccio presente alla Segreteria del Consiglio ed alla Presidenza, per formalizzare il fatto, poiché ho visto che il Consigliere Maggi ha recepito gli emendamenti che sono stati a noi avanzati da queste 35 associazioni, e chiedere di poter sottoscrivere anch’io gli emendamenti, so che è ammessa questa possibilità con una dichiarazione in Aula, credo di poterli fare miei perché condivido lo spirito con cui queste associazioni li hanno proposti.
Rispetto alle cose che ha detto il Consigliere Talè, sullo spirito primo che ha animato questa proposta di legge sono d’accordo, cioè mi trovo d’accordo con il fatto che sia giusto definire meglio che cos’è un allevatore, il tema delle 5 fattrici, la cosa che mi preoccupa di più sono alcuni effetti, alcune esternalità di questa legge, alcuni effetti non controllati che, dal mio punto di vista, probabilmente sbaglio, potrebbero esserci e che riguardano proprio il tema del randagismo.
In questi anni devo dire che nelle Marche è stato fatto, grazie alla Giunta, un ottimo lavoro da questo punto di vista, il randagismo è molto diminuito nelle Marche, tra l’altro noi abbiamo sottoscritto, come Giunta regionale, un accordo Stato-Regioni che è stato recepito dalla stessa Regione Marche e questa modifica normativa adesso va contro questo accordo Stato-Regioni con il rischio anche sul piano formale, dal mio personale punto di vista, pur non essendo un avvocato, di creare un problema e possibili ricorsi perché si va contro l'accordo Stato-Regioni.
Inoltre c'è un aspetto sostanziale, avendo avuto anche occasione di parlare con alcuni Sindaci, come sappiamo, andare a modificare una norma che finora ha fatto bene, perché ha diminuito il randagismo nelle Marche, rischia di mettere in difficoltà le casse dei Comuni, soprattutto dei Comuni più piccoli per cui sappiamo che il randagismo è un aspetto anche finanziario.
Perché continuo a parlare del randagismo? Perché è vero, Consigliera Leonardi, che la microcippatura è lo strumento fondamentale per contrastare il randagismo, però la microcippatura avviene dopo il 60° giorno, quindi dopo i due mesi di vita del cane, nel periodo tra i giorni 0 e 60 c'è una fascia in cui non vi è alcun controllo, e allora mi chiedo: perché eliminare uno strumento, quello del registro di carico/scarico, che è una cosa che non costa nulla a chi deve tenerlo? Non ci sono tasse da pagare, non ci sono soldi da pagare per tenere questo registro, è semplicemente un'operazione di certificazione che però può consentire dei controlli anche in questo periodo e allora mi dico perché no? Perché dobbiamo eliminare questo strumento il cui impatto potrebbe incidere, potrebbe anche no, sul fenomeno del randagismo? Perché privarcene?
Tra l'altro noi sappiamo, ahimè, che il tema dei controlli delle cucciolate è un tema che c'è, ho visto tra questi emendamenti che c'è quello di inserire un registro delle cucciolate che mi sembra una cosa particolarmente interessante perché noi sappiamo che c'è poco controllo da questo punto di vista, che ci sono anche cani cuccioli che provengono da Paesi stranieri, insomma saperne di più non mi pare che sia una cosa negativa, anzi può essere una cosa positiva che, ripeto, non comporta dei costi, a meno che uno nel momento in cui c'è la legge va contro la legge ed allora subisce una multa. Però quando noi mettiamo un limite di velocità in una strada se qualcuno va oltre questo limite e prende la multa non si può lamentare che paga la multa, nel momento in cui c'è una norma, se si riconosce che quella norma è giusta, poi la sanzione ne è una conseguenza, però non comporta per chi rispetta questa norma allo stato dell'arte, un costo e un onere se non appunto quello di un po' di buona volontà, per cui per tutte queste ragioni che ho detto mi sento di sottoscrivere questi emendamenti e di votare la legge se questi emendamenti verranno accolti.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Celani.
Piero CELANI. Grazie Presidente. C'è poco da dire dopo l'illustrazione dettagliata e puntuale fatta anche da un “addetto ai lavori” quale il relatore Talè, perché mi sembra che sia una legge anche, se volete, di civiltà perché elimina due distorsioni grossissime per quanto riguarda i cani. Io sono uno di quei possessori di cani iscritto all'Enci e quando si parla di sterilizzazione di un cane ci andrei cauto, perché non si fa nessun atto di benevolenza nei confronti di queste bestie, quindi è una cosa molto importante averla tolta per eliminare certe incongruenze che segnalava il Consigliere Talè. Credo che sia un aspetto molto importante.
L'altro aspetto è quello del randagismo e quindi della gestione dei canili pubblici o privati che siano. Anche qui si fa un passo avanti perché, come diceva il Consigliere Talè, nel Comune di Mondavio si spendevano 16.000 euro per tenere 16 cani e 12.000 euro per le mense, nel Comune di Ascoli spendevo oltre 300.000 euro per un canile privato e una quota di partecipazione nel canile intercomunale, ma guarda caso il canile intercomunale lavorava al 40-30% il canile privato lavorava al 200%, quindi credo che vada fatta una riflessione non su questa legge, ma sulla legge 10 del 97, su quella che andiamo a modificare, in modo particolare su due articoli: gli articoli 2 e 3. Perché mi soffermo su questo? Perché ritengo, come ho già detto nella premessa, che la legge sia stata illustrata per bene e la condivido in toto, però sugli articoli 2 e 3 della legge 10 del 97 vorrei fare queste piccole riflessioni.
La prima, l'articolo 2 stabilisce la quota minima della retta di mantenimento dei cani affidati ai canili. Il gestore di un canile non può andare sotto le tariffe minime che impone la Regione, per certi versi ci può pure stare, però questo deve essere garanzia di una gestione corretta, quindi andiamo all'articolo 3 a vedere com'è la gestione corretta, come devono essere fatti i canili, come devono essere gestiti e come devono essere tenuti gli animali che stanno là dentro.
E' qui che noi dobbiamo esigere un controllo molto particolare e molto serio e togliere tutti quei tecnicismi burocratici che impediscono ad una persona di andare lì e prendere il cane che vuole, lo sceglie, lo vuole, perché io sono fermamente convinto che portandolo a casa e vivendo con una persona sta molto meglio di quanto non stia nel canile anche se mangia una crocchetta in meno, non è questo il problema.
Il cane ha bisogno di vivere all'interno di un sistema, che sia il cacciatore, che sia la famiglia, deve vivere lì perché il cane sente il calore umano. Noi dobbiamo badare soprattutto a questa situazione, al controllo, perché molto spesso la stragrande maggioranza sono gestiti da privati o da pseudo associazioni, parlo così perché da Sindaco facevamo dei controlli ed ho avuto tanto da discutere anche animatamente con la gestione, non riuscivo mai a capire perché lì erano sempre pieni e se andava via qualche cane andava via dal canile intercomunale, mai dall'altro che non si svuotava mai,
Credo che questa legge vada votata così com'è perché mi sembra che sia molto ponderata, è un discorso anche di civiltà, si libera questo problema dell'aspetto commerciale, si introduce anche il discorso amatoriale, bene, qualcuno che vuole tenere 5, 6, 7 cani a livello amatoriale lo può fare, verrà inserito in un registro, però raccomando ovviamente a chi gestisce questa problematica di controllare la gestione di tutti quei canili dove vengono ricoverati i cani randagi che sempre di più diventano un affare e non deve essere un affare tenere così gli animali.
C'è un Presidente di Regione, che è stato Sindaco, non so quanto spendesse lui per tenere quei cani, penso un “botto”, io andavo oltre i 300.000 euro l'anno per il randagismo, quindi dobbiamo eliminare questa cosa cercando di affidarli, cercando di sburocratizzare, cercando di darli senza tanti tecnicismi e soprattutto controllare, laddove questi restano, che vengano tenuti nel modo giusto perché la collettività tra l'altro paga, al di là della malversazione che si farà di questi cani. Noi paghiamo, quindi devono essere mantenuti in un certo modo.
Dichiaro il mio voto favorevole a questa legge così come è stata presentata. Grazie.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Bisonni.
Sandro BISONNI. Grazie Presidente. La proposta iniziale era composta, anche se nella sua semplicità, di un solo articolo, con la finalità sostanziale di togliere il registro di carico e scarico.
Questa cosa ha preoccupato molte associazioni perché temono che togliendo questo registro vengano meno una serie di controlli.
Questa legge arrivata in Aula oggi è stata un po' infiocchettata, sono state aggiunte delle cose, però sostanzialmente il punto cruciale è rimasto.
Voglio sottolineare un aspetto, all'articolo 1, comma 1, viene riportata, se non erro, quasi pari pari la frase del protocollo d'intesa che leggo: “Per allevamento di cani e gatti per attività commerciali si intende la detenzione di cani e gatti anche a fini commerciali in numero ...”. Il problema è tutto qui, perché qui c'è scritto la parola “anche”, se nell'accordo si voleva escludere tutte le altre tipologie lasciando solo i fini commerciali, si sarebbe scritto “a fini commerciali” senza mettere “anche”.
Mettendo “anche” che vuol dire? Io la interpreto così: oltre ai fini commerciali ci possono essere altre casistiche che non hanno finalità commerciali, ma che rientrano comunque nella tipologia di allevamento e quindi sono soggette al registro di carico e scarico.
Il comma 1 bis contraddice quello che è scritto sopra perché dice: “Non è qualificabile come allevamento ai sensi del comma 1 la detenzione per esclusive finalità amatoriali di compagnia e d'affezione”, praticamente dice se non è attività commerciale non è allevamento, ma non è quello che è stato scritto sopra, quindi questo va a contraddire non solo il comma 1, ma anche il protocollo di intesa perché il protocollo di intesa, ripeto, se avesse voluto scrivere solo a fini commerciali, non avrebbe messo la parola “anche”.
Quindi al di là degli infiocchettamenti mi sembra che la sostanza non sia cambiata per cui mi associo a quanto detto dal Consigliere Busilacchi, se possibile sottoscrivo anch'io gli emendamenti proposti dalle varie associazioni e se passeranno voterò la legge, altrimenti no. Grazie.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Giancarli.
Enzo GIANCARLI. Grazie Presidente. Considero questo un tema sensibile, quello della tutela degli animali da affezione o comunque il tema legato alla fauna ed al prelievo della stessa. Li considero temi sensibili che vanno affrontati, per quanto mi riguarda, con una apertura culturale, così come abbiamo fatto quando alcuni mesi fa, proprio per il clima che aveva caratterizzato l'estate 2017, il Consigliere Bisonni ha presentato una mozione sulla sospensione dell'attività venatoria.
Perché parlo di apertura culturale? Perché io sono contrario all'abolizione della caccia, ma proprio perché sono contrario all'abolizione della caccia credo di avere, come molti, una consapevolezza: se in Italia oggi ci fosse il referendum, come c'è stato nel 1990, la maggioranza degli italiani voterebbe per l'abolizione perché ascoltiamo, sentiamo, parliamo con le persone, con i cittadini e ce lo dicono. Io però credo che questa sia una attività che possa essere praticata, ma proprio perché deve essere praticata deve essere regolamentata e deve essere sostenibile anche dal punto di vista scientifico, perché per me la fauna è un bene comune e l'ambiente e i beni comuni sono parte fondamentale di una crescita equa, sostenibile, sostenibile anche socialmente, di qualità.
L'ambiente e la fauna sono beni indisponibili alla pura logica del mercato e del profitto, ma vanno inquadrati nel rispetto delle indicazioni della scienza da un lato, e dei riferimenti legislativi sia dello Stato o dell'accordo Stato-Regioni e dell'Unione Europea.
La fauna, perché no, guardiamola per quello che è, evoca anche la bellezza del paesaggio, l'identità dei territori, l'idea che occorre mettere un freno al consumo del suolo e così via, perché se vediamo la fauna dentro questo quadro, tutto questo è parte integrante di una seria pianificazione faunistica venatoria con la valorizzazione delle bellezze naturali.
Quindi dentro questo quadro si inseriscono anche le norme che dobbiamo approvare, allora guardate, noi alcuni mesi fa abbiamo approvato una legge e sono stati, da parte mia ed anche da parte di altri colleghi, presentati emendamenti per togliere ad esempio la catena - all'esterno alcuni ci hanno detto che volevamo mettere la catena - ripeto, ho fatto un emendamento in questo senso, ma credo che ce ne sono stati anche altri, per togliere la catena e quella legge che abbiamo approvato se la guardiamo in modo molto laico, molto tranquillo, conteneva tre elementi essenziali, uno degli elementi era che le fattrici dovevano essere separate dai cuccioli o i cuccioli dalle fattrici dopo 60 giorni e non 90, noi abbiamo audito non soltanto le associazioni, ma anche parte del mondo scientifico, i pareri erano discordanti, ma quelli prevalenti dicevano che era giusto separare i cuccioli a 60 giorni, e questa è stata una modifica che abbiamo fatto.
L'altra è che il cane trasportato non poteva ..., ovviamente il cane deve essere curato, deve esserci un'attenzione necessaria per il cibo, l'acqua, ci mancherebbe, ma su questo abbiamo sentito più volte anche il Consigliere Talè proporcelo con forza, quindi tornando alla modifica abbiamo portato da un'ora a due, cioè abbiamo dato la possibilità a chi va in giro con il cane per mille ragioni, di poter mangiare, adesso non voglio dare un valore turistico anche se c'è un turismo faunistico/venatorio, ma non è questo.
La terza modifica che abbiamo scritto è che nel momento in cui ci sono manifestazioni cinofile, l'animale può rimanere anche nel trasportino, ovviamente sempre ben curato. Qualche volta ho partecipato a delle manifestazioni cinofile ed ho visto cani da bellezza, cani da compagnia, cani da caccia ed ho visto un legame forte tra l'animale e la persona, quindi questo è quello che abbiamo fatto, non credo che siamo venuti meno alla tutela degli animali da affezione.
Oggi questa è una materia se si vuole, per certi aspetti, anche più delicata e complessa, ad esempio in Commissione avevo fatto presente, proprio perché parto dalla sensibilità e dall'attenzione che occorre avere su questi temi, dato che è una materia sensibile, la necessità prima di licenziare la legge di richiamare le stesse associazioni che avevamo già audito.
Anche questa volta non andiamo a modificare chissà cosa, anzi sono contento di aver posto insieme ad altri questo problema, perché è stato ricordato anche da altri Consiglieri, non è pensabile, non sono d'accordo sulla sterilizzazione, non sono d'accordo sul fatto del numero perché uno può avere anche fattrici in numero elevato ma non produrre cuccioli, però si dice che ci può essere il randagismo e da questo punto di vista, siccome considero fondamentale come voi il rispetto della legge, non soltanto fare buone leggi ma rispettarle, mi sono permesso di proporre un emendamento dove scrivo chiaramente che per l'esercizio delle funzioni di cui al comma 1 e in particolare per i controlli relativi all'inserimento del microchip identificativo previsto dall'articolo 8, sia i Comuni che l'Asur promuovono convenzioni con il Comando unità per la tutela forestale ambientale agro alimentare dell'Arma dei Carabinieri, perché qui c'è scritto nell'articolo 19 che il Comune e l'Azienda sanitaria esercitano le funzioni di vigilanza sull'osservanza delle leggi e dei regolamenti regionali e locali relativi alla protezione degli animali e c'è scritto che le funzioni sono esercitate dalle guardie zoofile, da altre associazioni, ed io in questo emendamento prevedo anche la possibilità che siano i Comuni e l'Asur a promuovere convenzioni.
Combattere il randagismo, combattere l'illegalità, combattere l'abusivismo è condizione imprescindibile per il rispetto di qualsiasi norma e di qualsiasi legge, quindi nel merito credo che, anche con l'aiuto di alcune colleghe della Commissione, sono stati portati degli arricchimenti anche a quella che era la proposta iniziale, nel metodo si può sempre fare diversamente, si può sempre sviluppare più partecipazione, però da questo punto di vista credo che un lavoro sia stato già fatto e per quanto mi riguarda ho sotto i miei occhi le dichiarazioni che sono state portate dalle associazioni. Penso poi per il valore politico della cosa di accompagnare in qualche modo il Presidente della Commissione Volpini che si muove sempre con equilibrio e quindi adesso questo lo vedrò.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Maggi.
Giovanni MAGGI. Grazie Presidente. Adesso il Consigliere Giancarli ha detto perché in questo caso non sono state audite in Commissione le associazioni animaliste? Sono state audite e 35 associazioni hanno firmato un documento in cui chiedono di fermare questa legge che vanifica il contrasto agli allevamenti abusivi di animali di compagnia e randagismo.
Tra queste 35 associazioni ambientaliste e animaliste ce ne sono alcune che vanno da Gabicce fino ad Ascoli Piceno e San Benedetto, passando per l'interno, e ci sono dei nomi prestigiosi come Legambiente, tra l'altro il Presidente Ceriscioli se ne è andato, però una decina vengono dal pesarese, dal suo collegio elettorale, oltre a Legambiente c'è la Lupus in fabula che molte volte firma con il Comitato del paesaggio molte proposte ambientaliste, c'è il coordinamento giurato delle guardie zoofile del WWF, c'è l'Enpa di Pesaro, insomma il parere di queste 35 associazioni animaliste e ambientaliste non è preso in alcuna considerazione perché chi ha redatto la legge ne sa più di queste persone che occupano la propria vita in favore degli animali e dell'ambiente e questo mi sembra una presunzione veramente strana.
Questo documento, che è stato mandato a tutti i Consiglieri non è stato preso nella benché minima considerazione, dice delle cose semplicissime che non vanno in contrasto con la legge che stiamo discutendo. Dice che la legge deve essere in grado di garantire la tracciabilità e la registrazione dei cuccioli e degli allevamenti professionali, così come quelli amatoriali, perché quelli amatoriali effettivamente possono far verificare fenomeni di abusivismo, sono gli allevamenti cosiddetti amatoriali che vendono dall'estero, alle case farmaceutiche, i cuccioli senza registrarli in alcun modo. Vengono dagli allevamenti amatoriali i cani che vengono abbandonati o ammazzati perché molti quando prendono un cucciolo per i propri figli credono che sia un giocattolo, ma dopo una settimana, quando vedono che danno fastidio, se ne sbarazzano. Gli allevamenti commerciali sono registrati, pagano le tasse, hanno degli adempimenti che sono quelli di una azienda, quindi hanno degli adempimenti e dei controlli proprio come una azienda.
35 associazioni ambientaliste dicono di non sconfessare l'operato della precedente maggioranza, ma di continuare nell'opera di contrasto agli allevamenti abusivi di animali di compagnia e di affezione, nonché nella lotta al fenomeno del randagismo, come abbiamo sentito da ex Sindaci autorevoli in quest'Aula, che pesa sicuramente sulle casse comunali, 300.000 euro ad Ascoli Piceno diceva il Consigliere Celani.
Quindi ho preso ed ho fatto mie le istanze e gli emendamenti di queste associazioni animaliste perché comunque queste 35 associazioni animaliste hanno un background, una conoscenza ed una esperienza che io probabilmente non ho nel giudicare e nel valutare il fenomeno degli animali d'affezione, cani e gatti. Prima ho visto che gli emendamenti non sono in contrasto con la legge, ma la implementano, facendo in modo che ci sia un semplice libretto, non solo per coloro che allevano commercialmente i cani, ma anche per coloro che hanno un cane o più cani in casa, naturalmente sotto le 5 fattrici e sotto i 30 cuccioli.
Questo non mi sembra un obbligo incredibile, perché se la signora anziana o il signore anziano ha il suo cagnolino, il registro di carico e scarico se lo tiene lì fermo nel cassetto per 20 anni perché il cagnolino che ha se lo tiene finché campa lui o finché campa il cane, quindi questa incombenza così fastidiosa che è stata agitata qui in Aula non mi sembra una deterrenza tale da dire: non si può fare questa cosa.
Li ho fatti miei e sono contento che altri due Consiglieri abbiano voluto firmare questi emendamenti delle 35 associazioni ecologiste, quindi nel momento in cui finiranno gli interventi in tre minuti li esporrò perché, ripeto, questi tre emendamenti non vanno ad inficiare il succo, il concetto della legge, ma vanno a tutelare il fenomeno del randagismo, il fenomeno del commercio abusivo con condizioni per gli animali veramente pessime. Lo vediamo molte volte in televisione quando Stoppa l'amico degli animali su Striscia la notizia va a vedere i cuccioli stipati in 20/30 dentro un bagagliaio della macchina, senza aria, per cui la metà muoiono. Va a contrastare non in maniera efficace, ma va a costituire un deterrente per la vendita all'estero di questi animali per gli esperimenti scientifici. Quindi i tre emendamenti non sono in contrasto, chiedono anche a chi alleva animali a casa per compagnia, per affezione, per pet terapia, di avere un registro, come il registro che abbiamo per la caldaia, il libretto che abbiamo nel cassetto.
Questo registro dovrebbe essere un deterrente per l'abbandono degli animali, un deterrente per far pensare bene prima di prendere un animale, che non è un giocattolo con le pile o con la carica meccanica o un video gioco, l'animale è un essere che ha vita propria, è solo questo! Questi tre emendamenti non contrastano con il senso ed il concetto della legge e vanno a soddisfare un'esigenza, ripeto, spogliamoci un attimo di questa quasi superbia nei confronti di associazione che da decenni operano nel campo del benessere di questi nostri amici animali.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Marconi.
Luca MARCONI. Questa mattina evidentemente abbiamo il piacere di confrontarci con larghi argomenti anche su questioni tutto sommato abbastanza semplici, però la discussione ne ha stimolati tanti. Vorrei tornare un attimo all'articolo perché anche in Commissione ho fatto una certa fatica - non sono su un livello di intelligenza medio alta mi considero medio basso - a capire quale fosse tutta la questione dirimente attorno a questa norma.
Questa norma che potremmo definire di semplice buon senso prende atto da una normativa preesistente che impone, questa è la situazione, a chi ha 6 cagne in casa per motivi di affezione, l'obbligo di una registrazione, perché automaticamente diventa un allevatore di tipo commerciale.
Questa è la prima motivazione, penso l'unica sulla quale si è lavorato e abbiamo qui tutto sull'articolo 1, e si fa una distinzione fra l'allevatore commerciale, 5 fattrici con 30 cuccioli l'anno, e quello che non può essere qualificato come allevatore commerciale, ma semplicemente come un amatoriale o un tenutario di animali, cani e gatti di compagnia o affezione che appunto va sotto questi limiti.
Ora non sapevo neanche, ho un cane maschio, che esistessero persone che avevano questa roba, mi ricordo che in campagna c'erano frotte di cani, ma non si sapeva mai chi fosse il proprietario perché poi questi cani si muovevano, non parliamo dei gatti che non li “beccavi” mai. Quindi il problema c'era, non è che è nato da un capriccio o da una volontà che va contro l'animale, dall'altra parte ho sentito ragionamenti veramente al limite dell'impossibile, cioè continua questa pretesa positivista rispetto alla legge in base alla quale noi stabiliamo per legge che non ci sarà scempio di cuccioli o non ci sarà abbandono di cuccioli, purtroppo il problema non rimanda ad una legge più o meno restrittiva, rimanda ad un livello di civiltà e purtroppo questo avviene ed avverrà sempre, perché tu non puoi estendere un controllo a 300.000, 400.000, 500.000 potenziali detentori di animali nella nostra regione.
Purtroppo c'è sempre stato e ci sarà sempre, c'è molto meno rispetto al passato, soprattutto nell'area urbana perché le norme contro il randagismo, l'obbligo del microchip e della registrazione dell'animale anche per chi ne ha soltanto uno, hanno fortemente limitato questo tipo di fenomeno, ma resta il fatto. Ripeto, non capisco e non riesco a capire la pretesa positivista che va dietro a queste leggi, cioè dire che questa legge non va bene e siccome abbiamo scritto 5 invece che 6 ci saranno più persone cattive, ma le persone cattive ci saranno sempre indipendentemente dal fatto che tu scrivi 5 o 6, non so se mi spiego, non voglio fare un trattato di filosofia del diritto.
La legge 5 o 6 è un limite per dire dove mettiamo l'amatoriale e dove mettiamo il commerciale, viva Dio, e basta! Dove registriamo la necessità, dove valutiamo la necessità di una registrazione con conseguenze, perché poi nell'attività commerciale penso che uno venda pure, quindi c'è anche un problema di natura fiscale, di incassi e di spese, e dove non la registri, questo può normare la legge! Non è possibile fare entrare argomenti addirittura etici intorno a questo tipo di ragionamento perché purtroppo gli argomenti di natura etici sarebbero ben altri. Se l'Italia, come credo, ormai è scivolata fuori dalla concezione filosofica aristotelica è chiaro che la nostra ripartizione, quella che è durata per 2.000 anni, persone/animali/cose, è saltata, caro Consigliere Giancarli, con buona pace anche del compagno Gramsci, che lei citava, che non penso avesse … però voglio dire con buona pace sua perché per quel poco che ho letto, non è stata una delle letture che mi ha appassionato di più, ma l'idea chiara che la persona umana sia un primato rispetto a tutto il resto c'è, a volte sembra che questo neanche ci sia o si palesi un altro tipo di filosofia. Già la parola animalismo, come tutti gli “ismi”, non mi piace, ne userei un'altra, userei protezione degli animali, userei promozione, userei qualsiasi cosa, ma il concetto che fa ideologica, una posizione che riguarda una prassi è una cosa per me, in termini filosofici ed etici, aberrante.
Andiamo al ragionamento politico. Caro Consigliere Maggi lei fa sempre questo ragionamento e lo ripete in tutti i casi, quindi come sempre la prova del fuoco rispetto a quello che lei dice è sempre il Governo.
Possono essere anche 300 le associazioni che dicono questa roba, ma qui ancora vige un principio di rappresentanza politica popolare, allora quando queste associazioni si metteranno insieme, eleggeranno una maggioranza del 51% in Consiglio regionale decideranno quello che gli pare, magari decideranno che in quest'Aula sieda un cavallo piuttosto che il sottoscritto che forse nitrirà o raglierà meglio di quello che raglio io, ma fino a che questo non avviene possono porre le loro argomentazioni, è successo, e finisce lì, nel senso che ognuno di noi può essere stato più o meno contagiato da queste argomentazioni, come altri sono stati contagiati da altre argomentazioni, per esempio non quello di 30 associazioni, ma di migliaia o decine di migliaia di persone che hanno animali d'affezione e che erano strangolati da questo tipo di norma che li metteva nell'obbligo, lì si li metti fuori legge, persone che magari tengono i cani, che arrivano anche a 29 cuccioli se non a 30 e li dà agli amici, li distribuisce, li registra, li cura, però arrivando a 31 scattava pure l'obbligo fiscale, quindi si beccavano delle multe, dovevano fare la registrazione, dovevano spendere e quant'altro.
Quindi voglio dire non stiamo neanche su questo mondo, stiamo su quello che in qualche maniera registrava il Consigliere Celani perché anch'io ho fatto il Sindaco di Recanati negli anni '90 e anch'io mi sono trovato di fronte al problema pratico in sede di bilancio se destinare 100.000 euro alla casa di riposo per anziani, che non riusciva ad aprire il ramo maschile, avevamo solo le donne perché per il ramo maschile non avevamo i soldi, i maschi li mandavamo ad Osimo, o al canile, io ho scelto i vecchi, ho scelto che il canile fosse fatto come lo potevamo fare ed ho scelto di destinare no 100.000 ma 300 milioni di allora per l'apertura del ramo maschile della casa di riposo.
Non sono scelte contro nessuno, sono scelte per, dentro una logica che è quella della non violenza, che invece sposo, e dell'accoglienza di ogni forma di vita ed io penso che possiamo starci tutti, di ogni forma di vita perché anche qui, caro Consigliere Maggi, una certa incoerenza, fra chi in qualche maniera si lamenta che il testo sul biotestamento sia poco eutanasico e magari l'aborto non sia a 9 mesi, tutta questa sensibilità per gli animali mi lascia un po' interdetto, ciò mi lascia intendere che la vostra cultura è un po' diversa dalla mia che non mette nel giusto peso e nel giusto equilibrio la persona umana e l'animale, come invece nella cultura cristiana, che mi rivendico fortemente di rappresentare.
PRESIDENTE. Ha la parola la Consigliera Pergolesi.
Romina PERGOLESI. Grazie Presidente. Come spesso capita quando si interviene senza avere approfondito la materia si rischia di fare degli errori o ancor peggio di far danni. Questo ben venga se uno lo fa in buona fede, purtroppo qui noi andiamo a legiferare quindi non è che presentiamo semplicemente una mozione o un ordine del giorno in cui si augura che la Giunta faccia qualcosa, qui andiamo a normare una questione che a molti di noi sta a cuore, cioè il benessere degli animali, soprattutto nella prospettiva di contrastare il randagismo. Non me ne vogliano i Consiglieri che sono intervenuti prima di me, ma oggi in quest'Aula sono state dette diverse inesattezze che purtroppo giungono alle orecchie di chi magari non ha letto bene il testo della legge o non ha seguito l'iter dall'inizio o magari si affida a quello che è il sentito dire, purtroppo questo è uno dei problemi maggiori che ci troviamo ad affrontare quotidianamente, perché non si può delegare una scelta consapevole specialmente in una materia delicata come questa, ma bisogna approfondire e leggere tutte le normative e gli aspetti normativi di riferimento.
Questa legge ha avuto un iter piuttosto veloce rispetto alla legge sul riconoscimento della fibromialgia, ma il lavoro di approfondimento è stato egualmente fatto in maniera puntigliosa ed ha visto coinvolti non solo i funzionari tecnici degli uffici regionali, non solo in diversi incontri e riunioni tra i membri della Commissione sanità, ma ha visto anche il coinvolgimento diretto di esperti in materia che da anni si occupano del randagismo, si occupano di andare a fare i controlli e fanno parte della stessa rete degli animalisti.
Vorrei partire proprio da quello che prevede l'accordo Stato-Regioni, è vero che inizialmente la proposta del Consigliere Talè aveva numerosi aspetti critici, più che altro riguardanti la disposizione di dover modificare o meno una parolina che comunque aveva delle ripercussioni importanti, dopo una serie di approfondimenti, dopo aver verificato che nello stesso accordo Stato-Regioni erano previste disposizioni diverse, mentre la legge regionale attualmente in vigore della Regione Marche ne prevedeva altre, è stata mia premura accogliere specificatamente e testualmente quello che è previsto dall'accordo Stato-Regioni e inserirlo con un emendamento approvato dalla Commissione nella proposta di legge che noi andiamo a votare oggi.
Cosa prevede questo accordo Stato-Regioni che è stato recepito da un decreto? Prevede di rendere più omogeneo l'intervento pubblico nel complesso scenario della protezione degli animali da compagnia, in particolare il testo dell'accordo prevede di assicurare il benessere degli animali, evitarne utilizzi riprovevoli sia diretti che indiretti, consentirne l'identificazione attraverso l'utilizzo di appositi microchip su tutto il territorio nazionale, utilizzare la pet terapy per la cura di anziani e di bambini e nello specifico lo stesso accordo definisce chiaramente quali sono gli animali da compagnia, cioè ogni animale destinato ad essere tenuto dall'uomo per compagnia o affezione, senza fini riproduttivi o alimentari, compresi quelli che svolgono attività utili all'uomo, come il cane per disabili, gli animali da pet terapy, da riabilitazione e quelli impiegati nella pubblicità; gli animali selvatici non sono considerati animali da compagnia.
Secondo punto, allevamento di cani e gatti per attività commerciali, quindi vengono già distinti e definiti bene questi due aspetti, la detenzione di cani e di gatti anche ai fini commerciali - quindi la prossima volta occorre verificare e leggere il testo completamente senza estrapolare frasi qua e là - in numero pari o superiore a 5 fattrici o 30 cuccioli per anno, infine definisce il commercio di animali da compagnia, qualsiasi attività economica quale ad esempio i negozi di vendita di animali, le pensioni per animali, le attività di tolettatura e di addestramento.
Questo è previsto dall'accordo Stato-Regioni che alcuni Consiglieri oggi hanno tenuto ad evidenziare, invito gli stessi Consiglieri a leggerlo tutto.
Inoltre anche l'attivazione di una banca dati nazionale è prevista nell'accordo Stato-Regioni e la nostra Regione, come evidenziato anche oggi in Aula, si è attivata da questo punto di vista, solo che noi con la nostra proposta di legge, con questa proposta di modifica, che ribadisco ha stravolto la modifica iniziale, andiamo ad istituire un registro per il controllo di quegli allevatori che detengono un numero superiore alla normalità di cani e di gatti femmina o che annualmente hanno più di 30 cuccioli. Questo perché? Perché non si può, come invece è stato chiesto dalle associazioni di cui parlava prima il Consigliere Maggi, prevedere che ogni persona - un emendamento proposto prevede questo - che detiene un cane o un gatto debba tenere un registro di carico e scarico. Sappiamo benissimo che questa normativa è inattuabile, soprattutto il registro di carico e scarico che non c'entra nulla con l'anagrafe canina serve a tutte quelle figure professionali, comunali, guardie cinofile, che devono andare a controllare chi non detiene cani a scopo non commerciale o amatoriale, ma li detiene per tutta una serie di motivi già normati da altre leggi. Quindi un registro regionale serve per filtrare e restringere il campo di azione dei controlli, altrimenti, come vogliono inserire alcuni Consiglieri, questo tipo di controllo dovrebbe essere fatto su tutti, poi glielo andate a spiegare voi ai cittadini, specialmente a quei contadini che magari a casa hanno due cani femmine, tre gatti femmina che devono detenere un registro di carico e scarico, gliela spiegate voi la necessità, visto che mia madre, quando le ho fatto presente questa cosa, è rimasta allibita e la sua prima risposta mi spiace dirlo qui in Aula è stata: “Beh, allora la prossima volta evito di averne così tanti”, per non dirvi esattamente cosa ha detto, e questo sicuramente non va a favore né del benessere degli animali né a favore del contrasto al randagismo perché persone anziane che da sempre amano gli animali e li detengono in casa propria, specialmente se hanno la possibilità di ampi spazi, non stanno certo a guardare il numero di cani o di gatti che detengono perché per loro sono tutti equiparati e tutti animali da affezione.
Inoltre, siccome qualcuno genera confusione e lo fa a fini strumentali, ricordo che nella IV Commissione non solo sono venute in audizione le associazioni, ma si è affrontata anche la questione del parere che un avvocato dell'Associazione nazionale protezione animali, natura e ambiente ha presentato ed ha fatto pervenire ai membri della Commissione, e come sono solita fare sono andata a verificare, come già avevo fatto sulla proposta di legge per l'obbligo vaccinale, se le criticità evidenziate da questo avvocato erano corrispondenti al vero ed ho chiesto per l'appunto un parere agli uffici competenti.
Però questa ve la voglio leggere testualmente, perché quando si fanno le cose in buona fede e si pongono anche quesiti spontanei per capire in maniera responsabile da che parte sta il bene dell'animale o meno ... “Oggetto: Osservazioni in merito alla pdl 163 del 2017. La pdl in oggetto proposta dal Consigliere Talè vuole vedere modificato il comma 1 dell'articolo 7 della legge regionale 10 del '97 frutto del recepimento da parte della Regione Marche, con delibera di Giunta regionale 1172 del 10 ottobre 2015, dell'accordo Stato-Regioni del 3 febbraio 2003 sul benessere degli animali da compagnia e pet terapy, recepito dal Governo con d.p.c.m. del 28 febbraio 2003, recepimento dell'accordo recante disposizioni in materia di benessere degli animali da compagnia e pet terapy - quello che vi ho letto prima - la motivazione sarebbe da ravvisarsi nella necessità di uniformare la legge regionale 10/97 'Norme in materia di animali da affezione e prevenzione del randagismo' alla normativa nazionale relativa alla disciplina dell'attività cinotecnica di cui alla legge 349/1993 recante 'Norme in materia di attività cinotecnica e relativo decreto ministeriale del 28 gennaio 1994 - Definizione di imprenditore agricolo ai sensi dell'articolo 3, comma 3, della legge 23 agosto 1993 n. 349 recante 'Norme in materia di attività cinotecnica'.
Le due norme regolano settori diversi ed hanno ambiti di applicazione differenti, la prima la legge, la n. 349, regola l'attività imprenditoriale di allevamento, selezione e addestramento delle razze canine, in particolare il citato decreto ministeriale individua il limite dimensionale minimo affinché l'allevatore cinotecnico possa essere qualificato imprenditore agricolo al fine dell'applicazione della disciplina di settore e delle agevolazioni da essa previste.
Il limite minimo che consente di ottenere tali benefici non è solo il possesso di almeno 5 fattrici, ma anche la produzione di almeno 30 cuccioli l'anno, tale normativa persegue interessi di natura privatistica, diversamente la legge regionale delle Marche n. 10/1997 recante 'Norme in materia di animali d'affezione, prevenzione del randagismo' costituisce attuazione della legge 281 del 1991, legge quadro in materia di animali d'affezione e prevenzione del randagismo e persegue finalità di natura pubblicistica.
Il comma 1 dell'articolo 7 della legge attualmente in vigore, la 10/1997, così come modificato dall'articolo 7 della legge regionale 18/2015, ricalca pedissequamente il testo dell'accordo Stato-Regioni recante disposizioni in materia di benessere degli animali da compagnia e pet terapy recepito dal Governo.
Detto articolo per l'oggetto e la finalità delle leggi in cui è inserito mira a ridurre il fenomeno del randagismo attraverso il controllo delle attività di coloro che fanno riprodurre i propri animali d'affezione, cani e gatti di razza e non, individuando la figura dell'allevatore a scopo di commercio, sottoponendolo all'obbligo della tenuta del registro di carico e scarico di animali di cui al comma 2 del medesimo articolo in modo che gli organi preposti possano controllare in qualsiasi momento la rispondenza tra gli animali effettivamente detenuti e quelli dichiarati all'anagrafe canina con lo scopo evidente di non consentire la possibilità di cedere a terzi cuccioli non iscritti o abbandonare cucciolate non idonee.
La legge quindi individua il limite numerico oltre il quale l'allevamento di animali non è più considerato amatoriale e deve quindi essere oggetto della disciplina dettata dalla legge stessa”.
Successivamente, secondo quanto dichiarato dall'Avv. Paola Pacassoni, è inammissibile che la Regione modifichi unilateralmente una norma dalla stessa recepita frutto di un accordo con lo Stato e le altre Regioni in materia di legislazione concorrente per adeguarla al contrastante dispositivo contenuto in una norma statale precedente che regolamenta un diverso settore ed una diversa finalità.
Proprio su questo aspetto ho ritenuto di dover porre un quesito agli uffici competenti che hanno evidenziato quanto segue, poi ho chiesto che fosse allegato al verbale della seduta della Commissione, quindi chi vuole può leggerselo. Sul quesito: in che misura è vincolata la Regione Marche da eventuali accordi stipulati al riguardo in sede di Conferenza Stato-Regioni, si evidenzia che vi è una copiosa giurisprudenza della Corte Costituzionale che ha affermato costantemente senza eccezioni che gli accordi conclusi in sede di Conferenza Stato-Regioni vincolano sul piano dell'amministrazione e non su quello della legislazione.
Ciò è stato costantemente affermato per le leggi dello Stato che possono derogare a precedenti accordi stipulati in sede di Conferenza Stato-Regioni. Anche altre Regioni sono intervenute, ad esempio l'Abruzzo con la legge 47/2013 ha definito allevamento commerciale struttura dove vengono detenuti cani e gatti in numero pari o superiore a 5 fattrici o 30 cuccioli per anno, la Regione Umbria con la legge 11/2015 definisce detenzione di animali finalizzati ad attività economica l'allevamento di cani e gatti in numero pari o superiore a 5 fattrici o a 30 cuccioli per anno, la Regione Emilia-Romagna ha dettato una disciplina parzialmente diversa di quella contenuta nell'accordo Stato-Regioni ha infatti previsto che per allevamento di cani e gatti si intende la detenzione di cani e gatti in numero pari o superiore a 3 fattrici e 10 cuccioli l'anno. Perché questo ci tenevo a sottolinearlo? Perché seppure in buona fede in alcuni contesti, soprattutto quando si va a normare, bisogna tener conto di tutte quelle che sono le discipline, per dire che il Consigliere Talè essendo della maggioranza poteva benissimo proseguire con la sua proposta di legge, invece è andato incontro alla sensibilità degli altri membri della Commissione e si è arrivati ad una proposta di legge che non solo riprende pari pari quello che è scritto nell'accordo Stato-Regioni, ma va ad intervenire anche su quelli che sono i protocolli per l'adozione di questi animali. Grazie
PRESIDENTE. Passiamo alla votazione.
Articolo 01. Lo pongo in votazione.
(L'Assemblea legislativa approva)
Articolo 02.
Sub emendamento 02/1/1 a firma del Consigliere Talè.
Ha la parola il Consigliere Maggi.
Giovanni MAGGI. Li illustro tutti e tre, Presidente. E' istituito il registro regionale degli allevatori di cani e gatti, anziché “animali” ci sono le parole “di cani e gatti”, specificamente, perché far registrare quello che ha i canarini mi sembra …, animali era generico e le associazioni animaliste hanno suggerito anziché “animali” di mettere “cani e gatti”.
L'altro emendamento specifica che cosa si intende per allevamento di cani e gatti, per attività commerciale si intende la detenzione di cani e gatti di numero pari o superiore a 5, fattrici intese quali femmine in età fertile non sterilizzate e di un numero di cuccioli pari o superiore a 30 cuccioli per anno.
Il terzo emendamento è quello che istituisce, dopo l'articolo 7 bis, l'articolo 7 ter e questo è sicuramente il motivo del contendere nel senso che anche coloro che hanno animali di affezione, diciamo che sono allevatori non commerciali e mi sembra strano che comunque si facciano dei casi estremi - quali sono le persone che tengono 5 fattrici? Perché i gatti non li consideriamo, i gatti sono di famiglia nel momento in cui hanno la cassettina della sabbia e stanno in casa, i gatti in campagna non sono di quel contadino, ma sono di tutti perché girano dappertutto in quanto il gatto è l'animale libero per eccellenza- come quello delle 5 fattrici e dei 30 cuccioli che è veramente un caso estremo, come dice la parola stessa, per cui configurare tutto su questo caso estremo mi sembra una forzatura, tenendo presente che sono proprio questi casi estremi in cui c'è l'abusivismo e c'è il commercio illegale di animali.
Quindi citare il caso estremo per dare normalità a tutta la legge mi sembra forzato, comunque l'articolo 7 ter che chiedo di istituire, che è stato suggerito, lo ripeto, dalle 35 associazioni marchigiane tra cui anche Legambiente, cito anche quelle che hanno una struttura ed un'efficienza ed un'efficacia sul territorio, in maniera particolare, e le guardie zoofile del WWF Marche, al comma 1 dice: “Per allevamento non commerciale di cani e gatti si intende la detenzione di cani e di gatti in numero inferiore a 5 fattrici, intese femmine in età fertile non sterilizzate - se volete si può togliere anche non sterilizzate perché sono anch'io contro la sterilizzazione - ed un numero di cuccioli inferiore a 30 per anno. Comma 2: gli allevamenti di cui al comma 1 hanno l'obbligo di iscrizione nel registro regionale degli allevatori non commerciali e di tenere un registro di carico e scarico degli animali con le medesime modalità prescritte per gli allevatori a scopo commerciale”.
Nel senso che se ho per compagnia una cagnolina, ho il registro della cagnolina che mi durerà per tutta l'età della cagnolina o tutta l'età mia perché può darsi che muoia prima della cagnolina, quindi l'incombenza, che ovviamente le associazioni animaliste ci suggeriscono di prendere in considerazione per evitare il randagismo, è veramente minima e non è un aggravamento burocratico per quanto mi riguarda e per quanto è il mio pensiero, ma sicuramente tutela un fenomeno e a me che amo la vita in senso generale, dispiace molto e fa molto dispiacere che invece garantisca e diventi un deterrente per invitare tutti al rispetto della legalità perché poi i controlli non ci sono. Il libretto diventa soltanto un deterrente, chi è che va a controllare a casa il cane o il gatto? E' soltanto un deterrente per coloro che vogliono speculare sulla vita dei cani e dei gatti.
PRESIDENTE. Sub emendamento 02/1/1. Lo pongo in votazione.
(L'Assemblea legislativa approva)
Emendamento 02/1 a firma del Consigliere Maggi, Busilacchi, Bisonni. Decaduto.
Articolo 02, così come emendato. Lo pongo in votazione.
(L'Assemblea legislativa approva)
Articolo 1.
Emendamento 1/1 a firma dei Consiglieri Maggi, Busilacchi e Bisonni. Lo pongo in votazione.
(L'Assemblea legislativa non approva)
Articolo 1. Lo pongo in votazione.
(L'Assemblea legislativa approva)
Emendamento 1 bis/1 (articolo aggiuntivo) a firma dei Consiglieri Maggi, Busilacchi, Bisonni.
Ha la parola il Consigliere Bisonni.
Sandro BISONNI. Voglio approfittare della dichiarazione di voto per sottolineare un aspetto, qui si chiede semplicemente che anche chi detiene animali per fini non commerciali tenga un librettino di carico e scarico. Questo è proprio il cuore del problema, quello che vogliono le associazioni. Banalmente dico una cosa, ma se noi teniamo un librettino per una caldaia, non è possibile prevedere un librettino per chi detiene degli animali dentro casa? E' così gravoso questo? A me non sembra così gravoso e a detta degli operatori evita fenomeni di randagismo, può evitare che ci siano delle elusioni e può favorire una serie di controlli. A me sembra che questa richiesta fatta da 35 associazioni possa essere benissimo accolta, le risate del Consigliere Zura Puntaroni lo qualificano e qualificano il suo rapporto con queste associazioni.
PRESIDENTE. Ha la parola la Consigliera Pergolesi.
Romina PERGOLESI. Grazie Presidente. A me spiace che si arrivi a questi termini, qui il problema non è detenere un libricino, il problema è che il libricino deve andare al servizio sanitario competente. Chi deve per obbligo detenere questo libricino? Chiunque abbia un animale in casa, un cane o un gatto, dovrà detenere questo libricino e sulla base di questo elenco dovrà essere redatto un registro da pubblicare sul sito della Regione.
Chi deve andare ad effettuare i controlli come fa a pescare tra le tante persone che detengono gli animali il nome di quelle persone che invece lo fanno per attività illecite? Me lo spiegate voi? Andiamo a mettere su milioni di persone la verifica del controllo che già attualmente non viene fatta, allora come è possibile attuare questa disposizione e soprattutto come può questa disposizione andare verso la tutela ed il benessere degli animali? È una contrapposizione, per questo io non voterò l'emendamento. Grazie.
PRESIDENTE. Emendamento 1 bis/1. Lo pongo in votazione.
(L'Assemblea legislativa non approva)
Emendamento 1 bis/2 (articolo aggiuntivo) a firma del Consigliere Giancarli, ha chiesto la parola, ne ha facoltà.
Enzo GIANCARLI. Brevemente. Vorrei partire se volete dalla legge stessa, cioè dal titolo “Norma in materia di animali da affezione e prevenzione del randagismo”, quindi proprio perché prevenzione del randagismo considero fondamentali i controlli, considero fondamentale la vigilanza e rispetto alle cose che ci siamo detti, che abbiamo detto qui, sono d'accordo con le cose che diceva poc'anzi la Consigliera Pergolesi altrimenti dovremmo produrre una certificazione mentre i controlli, ripeto, sono essenziali.
L'emendamento riguarda l'esercizio delle funzioni di cui al comma 1 e in particolare i controlli relativi all'inserimento del microchip. Il comma 1 prevede che i Comuni e le Aziende sanitarie esercitino le funzioni di vigilanza sull'osservanza delle leggi e dei regolamenti regionali e locali relativi alla protezione degli animali, quindi su tutto questo, in particolare per i controlli relativi al microchip identificativo, previsto all'articolo 8, i Comuni e l'Asur promuovono convenzioni con il Comando unità per la tutela forestale, ambientale agroalimentare dell'Arma dei Carabinieri, quindi mi sento di dire che questa parte la considero fondamentale e ovviamente se l'emendamento verrà accolto non posso che essere coerente poi con l'insieme della legge con un voto favorevole.
PRESIDENTE. Emendamento 1 bis/2. Lo pongo in votazione.
(L'Assemblea legislativa approva)
Articolo 2. Lo pongo in votazione.
(L'Assemblea legislativa approva)
Articolo 2 bis. Lo pongo in votazione.
(L'Assemblea legislativa approva)
Coordinamento tecnico. Lo pongo in votazione.
(L'Assemblea legislativa approva)
PRESIDENTRE. Ha la parola per dichiarazione di voto il Consigliere Busilacchi.
Gianluca BUSILACCHI. Grazie Presidente. Come avevo anticipato non essendo stati accolti gli emendamenti che abbiamo recepito dalle 35 associazioni, che ho saputo questa mattina nel frattempo hanno raccolto 1.935 firme, voterò contro questa proposta di legge.
Voglio anche far notare un fatto politico all'Aula perché abbiamo scoperto che nel Movimento 5 Stelle è in atto un congresso ed esiste una componente che è contro la trasparenza, però non sono interessato a partecipare a questo congresso perché tendo a fare politica per il bene comune e sono contento che qualcuno mi abbia preceduto di alcuni minuti presentando un tema ..., sono stati gli addetti ai lavori.
Oggi una nostra collega con la solita supponenza ingiustificata che la caratterizza ha fatto una lectio magistralis su questo tema, mentre le 35 associazioni che lavorano su questo tema, gli addetti ai lavori, ne sanno molto di meno. Peccato che queste associazioni abbiano scritto alcune cose il 6 dicembre a testo già approvato dalla Commissione - il testo è stato approvato dalla Commissione il 21 novembre - evidentemente tutte queste persone per la nostra collega non capiscono niente di ambiente e di animali da affezione, peccato perché sono persone che lavorano su questo tema e gli dedicano del tempo, però prendiamo atto di questo giudizio.
Credo che ci siano colleghi che in questi anni, ben supportati da alcuni uffici, abbiano maturato incredibili figuracce, però vogliono andare avanti in questo modo, non sta certo a me giudicarli, saranno gli elettori.
Dal mio punto di vista credo invece che queste 1.935 firme abbiano un valore, così come ce l'hanno quelle associazioni che le hanno proposte e che mi hanno convinto sulla bontà di queste modifiche, purtroppo non sono state accolte, quindi voterò contro.
PRESIDENTE. Ha la parola per dichiarazione di voto la Consigliera Pergolesi.
Romina PERGOLESI. Grazie Presidente. Non sto a ripetere la scorrettezza di alcuni Consiglieri anche dal punto di vista del rispetto del Regolamento.
Vorrei ricordare che chiunque può presentare degli emendamenti entro il termine previsto, che è quello delle 24 ore prima, quindi arrivare in corsa perché qualcun altro, come il mio capogruppo, ha una sensibilità maggiore e presenta i suoi emendamenti, sicuramente non denota un'attenzione particolare, come invece viene dichiarato in Aula.
Detto questo, ricordo che io non ho messo in dubbio la lettera che è arrivata successivamente all'approvazione del testo, ho detto che ho preso in considerazione la lettera che è arrivata prima dell'approvazione del testo in Commissione e su quella ho chiesto un parere e malgrado il parere fosse contrario alle aspettative delle associazioni io sono andata, assieme agli altri membri della Commissione, ad approfondire ed abbiamo cercato di migliorare e integrare la proposta di legge in questione tant'è che il testo è stato completamente stravolto.
Rinnovo l'invito ad un serio approfondimento, a mettersi seduti ad un tavolo con le associazioni stesse che intendono veramente modificare ed integrare, proprio perché esperte in materia, esperte nel settore e impegnate da anni su questo tema.
Rinnovo il mio invito, facciamo un tavolo che nel giro di pochi mesi faccia una proposta di modifica della legge, perché da diverso tempo si vocifera, però nessuno ha ancora messo mano a questa legge. Grazie.
Proposta di legge n. 163, così come emendata. Lo pongo in votazione.
(L'Assemblea legislativa approva)
Proposta di legge n. 166
ad iniziativa dei Consiglieri Biancani, Giacinti, Giancarli, Micucci
“Modifica alla legge regionale 25 maggio 1999, n. 13 ‘Disciplina regionale della difesa del suolo’”
(Discussione e votazione)
PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca la proposta di legge n. 166 dei Consiglieri Biancani, Giacinti, Giancarli, Micucci.
La discussione è aperta, ha la parola il relatore di maggioranza Biancani.
Andrea BIANCANI. Grazie Presidente. Questa proposta di legge va a modificare la legge regionale 13/1999 che disciplina la difesa del suolo.
Questa è una modifica importante anche alla luce del fatto che la Regione Marche sta portando avanti una serie di progetti per la riduzione del rischio idraulico e tra questi c'è il progetto di promuovere per quanto possibile le aree di laminazione.
Era necessaria quindi una legge che disciplinasse le servitù di allagamento in quanto i progetti che la Regione sta portando avanti individuano una serie di aree che saranno oggetto di allagamento in caso di piena.
Questa legge è stata portata avanti all'interno della III Commissione, voglio ringraziare tutti i componenti per la disponibilità data.
Per riuscire a definire il testo abbiamo anche audito varie associazioni tra cui la Coldiretti e la Cia che sono le dirette interessate in quanto la gran parte dei terreni che si trovano lungo i fiumi sono di proprietà o comunque vengono coltivati, quindi occorreva anche un confronto con loro.
Fino ad oggi per ridurre il rischio idraulico abbiamo parlato molto di casse di espansione, che sono delle aree che normalmente vengono espropriate, quindi non sono oggetto di servitù di allagamento, ora si sta cercando di implementare e promuovere sempre di più quelle che sono le aree di laminazione, quindi era importante una normativa che disciplinasse le servitù di allagamento.
Questa legge è importante perché i terreni che saranno oggetto di eventuali alluvioni rimarranno del soggetto proprietario che coltiva il terreno, non andando a togliere quella che è la quantità di terreno agricolo che nella regione abbiamo a disposizione, perché nel momento in cui noi facciamo delle attività, delle procedure espropriative, cioè diventiamo proprietari del terreno poi normalmente quel terreno, è inutile che ce lo nascondiamo, diventa incolto, diventa abbandonato e non potrà svolgere in futuro la funzione per cui era pensato. Invece lasciare i terreni che possono essere alluvionati direttamente alla proprietà, quindi alla possibilità di essere coltivati direttamente dagli agricoltori, mi sembra una scelta importante anche da questo punto di vista.
La legge è molto breve, viene modificata la legge regionale 13 e dopo l'articolo 16 viene inserito l'articolo 16 bis che individua il regime indennitario per la realizzazione di interventi finalizzati alla riduzione del rischio idrogeologico. Il comma 1 prevede che per la realizzazione di interventi destinati alla riduzione del rischio idrogeologico il soggetto attuatore può, in qualità di autorità espropriante, non è obbligatorio, disporre nel territorio regionale la costituzione di servitù di allagamento sulle aree interessate da periodica espansione delle acque.
Voglio sottolineare il comma 3 che dice che ai proprietari delle aree assoggettate alla costituzione della servitù è corrisposta una indennità determinata che non può essere inferiore ad un terzo e neanche superiore ai due terzi rispetto a quella che è l'indennità di esproprio. Quindi non può essere riconosciuto un valore pari a quello dell'esproprio perché sennò andremmo a pagare una terra che non è di nostra proprietà, così andiamo a definire dei limiti minimi e dei limiti massimi.
Si definisce inoltre per cosa viene data tale indennità che deve essere finalizzata a compensare la perdita di valore del bene sul quale graverà una servitù e deve essere tenuta in considerazione la perdita del valore della produzione, cioè se queste piene si ripetono per un tot di anni per quegli anni si ha un danno rispetto alla produzione.
Sarà compito della Giunta regionale definire i criteri di calcolo dell'indennità, comunque abbiamo inserito che sarà importante, per determinare l'indennità, la durata e la frequenza delle piene ed il tipo di coltura che in quel momento si trova nel terreno.
In Commissione abbiamo voluto aggiungere un ulteriore comma, che è il 5 bis, il soggetto attuatore può anche stipulare convenzioni con gli imprenditori agricoli per le aree asservite al fine di assicurare la necessaria manutenzione delle opere idrauliche.
Durante il percorso di questa legge ci siamo confrontati con le associazioni degli agricoltori, con i servizi della Giunta, quindi mi auguro che sia una norma che possa essere approvata dall'intero Consiglio regionale. Grazie.
PRESIDENTE. Ha la parola il relatore di minoranza Consigliere Giorgini.
Peppino GIORGINI. Grazie Presidente. Questa proposta di legge è arrivata ultimamente in Commissione, è stata come un lampo e non mi è stato possibile approfondirla come sono solito fare perché i tempi sono stati ristretti.
In Commissione ho fatto notare al Presidente ed abbiamo avuto dei dialoghi molto approfonditi sul fatto che si parlava solo di servitù e invece, viste le tante sentenze della Cassazione, ero convinto che fosse un esproprio di servitù, perché in pratica per esproprio di servitù deve intendersi l'apposizione di un vincolo sulla proprietà che non tolga comunque al proprietario il bene, ma che ne limiti l'utilizzo, quindi il proprietario viene espropriato di un diritto dominicale.
La materia è molto complessa, non ho avuto la possibilità di approfondire le varie sentenze e non è tanto sul concetto che mi sono astenuto in Commissione, come ho detto prima, ma sul fatto che non sono riuscito ad approfondire la materia, perché il concetto è giusto e riguarda la sicurezza di un territorio che, come vedremo con la mia mozione sull'aspetto idrogeologico, è proprio messo malissimo, ma il fatto è che ci potrebbero essere tanti contenziosi legali sul fatto delle compensazioni, delle indennità per gli espropri fatti per interesse pubblico.
Come diceva il Presidente la servitù di allagamento serve a prevenire rischi di allagamento, individuando delle aree dove realizzare degli invasi da allagare in caso di necessità e noi nelle Marche di queste necessità ne abbiamo a iosa; permettere di ridurre la portata a valle dei corsi d'acqua, questo è il significato di questa proposta di legge.
Si diceva “non si parla di esproprio” anche se, come dicevo prima, questa materia ha molti fattori contrastanti perché in realtà non si priva di un bene, ma di un diritto. Tutte le superfici utili possono comunque mantenere la loro destinazione produttiva poiché non è prevista la sottrazione di terreno agricolo, quindi non è previsto l'esproprio di un terreno, ma sono soggette a limitazioni d'uso per effetto della possibilità di essere allagate, questo è il senso della proposta di legge.
Per questo agli agricoltori, i cui terreni vengono individuati come terreni di laminazione, vengono previsti per i danni subìti delle compensazioni, come previsto dall'articolo 1, comma 3 e 4, su queste indennità ho molti dubbi perché ci potrebbero essere conflitti legali.
La Cassazione si è espressa in tante sentenze perché prima i ristori venivano fatti prendendo come esempio il valore agricolo medio (VAM), invece adesso la Cassazione ha sentenziato che la materia espropriativa di un bene, che tolga al proprietario il diritto dominicale, deve essere calcolata al valore reale al momento dell'esproprio.
Quindi come vedete è una materia molto complessa anche se il concetto di base è giusto perché per risolvere i problemi, le mancanze degli enti locali nel tenere nel giusto modo i corsi d'acqua, i fiumi, i torrenti, i fossi, dobbiamo cercare, quando ci sono queste piene, di avere uno sfogo per portare meno acqua a fondo valle e quindi al mare.
Come concetto di base lo trovo giusto, ma per il fatto di non essere riuscito, visto i tempi, ad approfondire tutta la materia che è molto complessa, mi asterrò dal voto come ho fatto in Commissione. Grazie.
Presidenza del Presidente
Antonio Mastrovincenzo
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Celani.
Piero CELANI. Provo a dipanare qualche dubbio su questa norma perché affronta un problema che definirei antico, ma molto importante, che è quello della messa in sicurezza non soltanto dei terreni ma anche di zone urbanizzate nel momento in cui si hanno delle piene di determinati corsi d'acqua che non sono in grado di smaltire la portata in caso di eventi eccezionali.
In pratica il percorso che questa norma introduce, che si segue sempre ogni volta che si fa un piano per l'assetto idrogeologico, ma soprattutto quando si studiano gli effetti prodotti dal ritorno pluriennale o secolare di piene, è quello di individuare dei terreni dove poter far laminare, compensare, esondare, chiamiamolo come volete voi, una parte superflua di acqua per impedire la tracimazione del fiume.
Il problema era l'individuazione da un punto di vista tecnico di queste vasche e come andare ad indennizzare i proprietari di queste aree.
Molto spesso, credo che molti colleghi Consiglieri che sono stati amministratori lo possono confermare, non si ricorreva direttamente all'esproprio, perché il prezzo era esorbitante, ma si pagava il danno prodotto dall'acqua che esondava e le coltivazioni che erano travolte.
Qui si introduce il concetto di servitù, vecchio quanto il Codice Civile, esiste da sempre la servitù, esiste anche la servitù da elettrodotto, di un terreno che sta sotto una linea elettrica, la servitù di allagamento a tutti gli effetti.
La normativa sugli espropri, è vero Consigliere Giorgini, è molto complessa, però ultimamente si è fatta molta chiarezza perché tutte le sentenze che esistono del Consiglio di Stato, Cassazione e quant'altro fanno riferimento non più ai valori agricoli medi ma al più probabile valore di mercato, per cui non esiste questo dubbio.
Quindi si va ad indennizzare una somma, da un terzo, minimo, fino al massimo di due terzi del valore del terreno, è chiaro che il valore è quello di mercato, quindi se il terreno è agricolo verrà valutato come agricolo, se il terreno è edificabile, commerciale il valore sarà equiparato.
Ora è naturale, dove sta tutto l'arcano? Sta nell'individuare, come dice la norma, i criteri giusti per capire come posizionare questo valore in virtù del ricorso statistico, il ricorso che c'è per quanto riguarda le piene, i tempi di ritorno, che possono essere secolari o ultrasecolari, ed anche la qualità della coltivazione che potrebbe essere interessata da questa situazione. Per cui credo che questo sia un passaggio verso la risoluzione in parte di questo problema.
E' naturale che il problema non è quello di individuare l'indennità della servitù di allagamento, il problema è quello di fare dei progetti seri che interessino tutti i corsi d'acqua che sono a rischio e che hanno dei ritorni molto brevi, non ci andremo ad occupare di ritorni che sono di 400/500 anni, ma ci sono fiumi nelle Marche che hanno dei ritorni di appena 70/80 anni per cui è bene che si facciano progetti individuando queste aree e individuando le indennità.
In questa legge, lo faceva presente anche il Consigliere Biancani, c'è un'invarianza finanziaria, in questo momento non c'è un costo, però in realtà il costo sarà previsto, quando? Ogni volta che si farà il progetto nel quadro economico dovremo inserire queste somme per poter indennizzare i proprietari, altrimenti sarà un guaio.
Quindi mi auguro che annualmente la Regione possa accantonare per il piano di assetto idrogeologico delle somme in modo tale da dare ristoro, non so se la competenza è regionale o provinciale, credo che la competenza sia tornata in capo alla Regione. Quindi auspico che si faccia un censimento molto accurato di tutti i fiumi delle Marche per poter individuare queste vasche di laminazione e trascrivere le servitù di allagamento. Sono favorevole alla legge così come è stata formulata. Grazie.
PRESIDENTE. Passiamo alla votazione.
Articolo 1. Lo pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa approva)
Articolo 2. Lo pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa approva)
Articolo 3. Lo pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa approva)
Proposta di legge n. 166. La pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa approva)
Interrogazione n. 541 - a risposta immediata
ad iniziativa del Consigliere Giancarli
“Situazione delle cartiere di Fabriano del gruppo Fedigroni S.p.A.”
Interrogazione n. 544 - a risposta immediata
ad iniziativa del Consigliere Zaffiri
“Gruppo Fedigroni, crisi stabilimento cartario di Fabriano”
(abbinate)
(Svolgimento)
PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca l’interrogazione n. 541 del Consigliere Giancarli e l’interrogazione n. 544 del Consigliere Zaffiri, entrambe a risposta immediata, abbinate.
Ha la parola, per la risposta, l’Assessore Bravi.
Loretta BRAVI. In relazione alle interrogazioni di cui in oggetto si rappresenta quanto segue: la questione sollevata dagli interroganti è all'attenzione della Giunta che condivide la forte preoccupazione per la situazione creatasi nello stabilimento fabrianese.
Si è già peraltro avuto un incontro a livello sindacale e si segnala che per la giornata odierna è stato organizzato un incontro ai massimi livelli tra la Regione e il Gruppo Fedrigoni al fine di approfondire la questione ed individuare tutte le azioni che possono essere intraprese per ovviare alla problematica.
La Giunta si impegna pertanto a tenere informati i Consiglieri in merito.
In ogni caso, ferme restando le specifiche competenze istituzionali, la Regione si farà portavoce in tutte le sedi appropriate, per garantire la gestione della vicenda al fine di favorire la continuità produttiva e la salvaguardia dei livelli occupazionali.
Chiedo scusa se ho risposto in maniera accademica, ma è in itinere ed avremo un incontro oggi dopo il Consiglio.
PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno, il Consigliere Giancarli.
Enzo GIANCARLI. Assessore Bravi io voglio scusarmi con lei perché continuamente produco interrogazioni, però ci tengo a dirle che non ho rapporti stretti con i salotti, ma ce li ho con i sindacalisti, con i lavoratori, con le Rsu quindi essendo lei l'Assessore al lavoro si trova ogni volta a rispondere, ma questo fa parte del mio impegno politico e culturale e del mio approccio nelle istituzioni. Mi scuso per questo fatto non tanto per le cartiere in senso stretto, ma perché ci sono purtroppo molte aziende in crisi, ci sono difficoltà non di poco conto nel mondo del lavoro, quindi mi trovo sempre ad avanzarle interrogazioni.
Detto questo, prendo bene questa risposta nel senso che lei di fatto non ha anticipato nulla, è come se ci avesse detto: conosciamo la delicatezza del problema, sappiamo la complessità e la difficoltà della situazione, stiamo trattando, non vogliamo dire di più perché non vogliamo compromettere una vertenza delicata in atto, quindi per il momento è come se tutto fosse secretato. La ringrazio.
PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno, il Consigliere Zaffiri.
Sandro ZAFFIRI. A dire la verità questa interrogazione non era stata messa all'ordine del giorno, solo che è intervenuta, modificando i tempi, l'interrogazione del Consigliere Giancarli ed essendoci quella del Consigliere Zaffiri sono state messe, variando qualcosa, tutte e due all'ordine del giorno.
La risposta a questa interrogazione, che l'Assessore al ramo ha evidenziato, mi ha fortemente deluso perché per quanto ci riguarda non era una sorpresa questa cosa della cartiera di Fabriano, non è una cosa nata all'improvviso perché sappiamo tutti che le banconote, gli euro, vengono prodotti in Francia. Questo è il problema!
Siccome la cartiera di Fabriano faceva e produceva carta per produrre monete, l'Italia non le produce più, è chiaro che è arrivata la crisi, chi mastica un po' di politica deve capire queste cose, fra l'altro in un territorio dove ci sono già 8.000 disoccupati, cosa drammatica. Qualcuno ha fatto diventare importante questo territorio per la storia di questa regione, è vero, però dall'altare alle ceneri credo che in mezzo ci sia qualcosa, una volta c'era il grigio che adesso non c'è più, o è bianco o è nero, prima era bianco adesso è diventato nero.
Adesso abbiamo altre 150 persone che andranno ad incrementare questa realtà territoriale drammatica, non vediamo - questo è il problema, Assessore - interventi seri per dare una risposta a questo territorio.
Ci sono leggi, ma probabilmente ne vanno attuate altre, provvedimenti straordinari per questo territorio che possono portare a degli investimenti, altrimenti è solo aria fritta per il territorio. Questo è il problema, Assessore, bisogna che fate un forte investimento, provvedimenti legislativa per far si che ci siano le condizioni per far arrivare gli investimenti. Zone particolari? Zone di una certa difficoltà? Possiamo discutere di questo, ma se non si andrà su questa strada oggi è la cartiera, ieri è stato il bianco, dopodomani sarà un'altra cosa.
Qui siamo in una situazione drammatica, ricordo solo gli 8.000 disoccupati in questo territorio, oggi, detto fuori dai denti, questa situazione avvantaggia qualcuno di questi lavoratori che fa lavori che non dovrebbe fare, però anche questi finiscono e per una massa numericamente importante di lavoratori disoccupati credo che non possiamo affrontare questo problema con un tono leggero, ma dobbiamo intervenire pesantemente sulla realtà territoriale.
Questo problema della Fedrigoni adesso lo affronterà lei, però credo che il problema sia un altro e questa è la circostanza che ho cercato di evidenziare. Questa è la drammaticità della cosa, pertanto una zona franca, una legge speciale, quello che volete, però dobbiamo trovare delle leggi snelle per far si che possa passare il concetto in tutta Italia che a Fabriano si può aprire una azienda, o si può rilevare una azienda senza che si paghino tasse per tot anni, o altre agevolazioni incentivanti per un territorio la cui situazione rischia di diventare veramente drammatica. Grazie.
Interrogazione n. 543 - a risposta immediata
ad iniziativa della Consigliera Pergolesi
“Carenza personale Ospedale di comunità di Castelfidardo”
(Svolgimento)
PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca l’interrogazione n. 543 - a risposta immediata della Consigliera Pergolesi.
Ha la parola, per la risposta, il Presidente Ceriscioli.
Luca CERISCIOLI. Nell'intervento per fatto personale ho quasi anticipato alcuni temi relativi a questa interrogazione.
Avevo un Consigliere comunale, simpatico, d'opposizione, che andava sempre all'ufficio tecnico ad informarsi quando si sarebbero fatto i lavori, poi faceva l'interrogazione dicendo: “Ma quando si asfalta quella strada piena di buchi?” e quando dopo una o due settimane la strada veniva asfaltata, diceva: “Grazie alla mia interrogazione la strada è stata asfaltata”.
E' una tecnica che può anche funzionare perché non tutti possono immaginare che i tempi delle realizzazioni non sono così immediati, si arriva ad un risultato perché gli atti permettono di arrivarci.
La seconda tecnica giornalistica, anche questa molto interessante, ma la può usare anche la politica, è quella di dire: “Il Sindaco è cattivo, ma è bravo l'Assessore”, oppure “il Sindaco è cattivo, ma è bravo il dirigente” che è una sciocchezza perché il Comune è il Comune, non è che il Sindaco è estraneo all'Assessore o è estraneo al dirigente, anzi è bene che l'Assessore ed il dirigente non si estraniano troppo perché qualcuno potrebbe pensare che stanno giocando una partita strana, è un'azione unitaria in cui il Presidente o il Sindaco del caso è la figura apicale ed è il responsabile di tutti i mali, ma è anche il protagonista di tutti i beni, quindi non è che si può dire: “Evviva, quanto è bello, a Castelfidardo abbiamo aperto un servizio infermieristico molto utile malgrado quel cattivo Presidente”. No, non esistono due spaccature, non c'è qualcuno bravo in sanità e cattivo nella Presidenza, tutto quello che c'è di male certamente è colpa del Presidente, ma anche tutto quello che c'è di buono.
L'interrogazione ha una risposta positiva, nel senso che sono stati fatti tutti gli atti preliminari per poter recuperare le figure che vengono richieste dall'interrogazione. Quindi i servizi ed addirittura gli orari che si fanno in cassa trovano una risposta positiva perché sul fabbisogno viene prevista l'assunzione delle figure mancanti e quando verranno materialmente assunte il servizio, che si continua ad erogare, verrà rafforzato e completato in quello che è il suo assetto ottimale.
Quindi spero che non sia stato assunto malgrado il cattivo Presidente o manca perché il Presidente è buono, è chiaro che le due cose vanno di pari passo.
Spero che sia soddisfatta perché la risposta è positiva e verrà ripristinato appieno il regime complessivo dell'assetto della struttura di Castelfidardo anche per quanto riguarda la logopedista.
PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatta o meno, la Consigliera Pergolesi.
Romina PERGOLESI. Non mi ritengo assolutamente soddisfatta perché lei ha risposto ad una cosa che io non ho chiesto, come le capita spesso. Siccome nel servizio di portineria ci sono i sistemi di allarme che devono essere attivati celermente in caso di emergenza, considerato che spesso e volentieri il locale è chiuso per carenza di personale, chiedevo se lei intendeva ottemperare alla sostituzione ed implementare l'organico per evitare che ci fosse un'interruzione di pubblico servizio.
Quindi il suo arrampicarsi sugli specchi parlando di tutt'altro mi trova assolutamente non soddisfatta.
Ieri sono andata a verificare se esistono determine che supportino quello che lei oggi ha dichiarato in Aula e non ho trovato niente, magari se le prossime volte vorrà citare il numero della determina magari potrei ritenermi soddisfatta in maniera parziale.
Detto questo ricordo che alcuni servizi devono essere garantiti a prescindere dalla presentazione di atti ispettivi o meno perché questo è previsto dalla legge. Grazie.
Interrogazione n. 464
ad iniziativa della Consigliera Pergolesi
“Controllo e sicurezza dei luoghi pubblici in particolare delle strutture ospedaliere”
(Svolgimento)
PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca l’interrogazione n. 464 della Consigliera Pergolesi.
Ha la parola, per la risposta, il Presidente Ceriscioli.
Luca CERISCIOLI. Quali azioni, d'intesa con i Direttori Generali delle strutture sanitarie interessate, intende adottare per garantire la sicurezza di tutti coloro che operano o transitano per motivi di salute in dette strutture?
Sono fondamentalmente due le azioni che vengono svolte abitualmente, una è l'accordo con la Prefettura e con la Polizia di Stato per intervenire nel caso di presenze all'interno delle strutture ospedaliere, la seconda con l'intensificazione e la presenza di addetti al servizio di vigilanza attraverso l'estensione del contratto a partire dall'1 ottobre 2016 con il raddoppio della presenza dei vigilanti. Quindi estensione del contratto sulla vigilanza privata ad integrazione di un rapporto con la Prefettura e la Polizia di Stato.
L'Azienda ha sviluppato rapporti con i servizi sociali del Comune di Ancona e con le associazioni di volontariato operanti sul territorio a cui si segnalano i casi che via via vengono rilevati, in passato questa sinergia ha dato risultati positivi e si è arrivati alla risoluzione di diversi casi.
In questo caso esiste da anni questa collaborazione, i casi vengono segnalati e ci sono già casi positivi che poi vengono gestiti a livello di servizi sociali.
PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatta o meno, la Consigliera Pergolesi.
Romina PERGOLESI. Come sa benissimo questa interrogazione nasce da un'esperienza e un disagio che era stato evidenziato anche da numerosi post sui social che ha visto all'interno dell'Azienda ospedaliera universitaria ospedali riuniti di Ancona episodi di accattonaggio, per questo mi auguro che l'interrogazione possa essere servita come incentivo per far si che aumentino i controlli e si evitino i disagi ai pazienti che già soffrono del loro. Grazie.
Interrogazione n. 493
ad iniziativa del Consigliere Bisonni,
“Rilevata la presenza di enterococco sulle acque prelevate presso la ‘Fontana pubblica giardini stazione ferroviaria’ in località Stazione di Pollenza”
(Svolgimento)
PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca l’interrogazione n. 493 del Consigliere Bisonni.
Ha la parola, per la risposta, il Presidente Ceriscioli.
Luca CERISCIOLI. Premesso che relativamente alla presenza di enterococco il valore iniziale riscontrato era molto basso, dalle relazioni inviate dal gestore del servizio idrico all'ufficio competente territoriale dell'Asur in data 18 settembre 2017, quindi, anche se il valore era basso, il gestore idrico ha provveduto, così come è previsto in questi casi, ad effettuare un immediato lavaggio dei serbatoi e delle linee idriche, contestualmente a trattamenti aggiuntivi con prodotti a base di cloro e le ulteriori analisi microbiologiche disposte in autocontrollo dallo stesso gestore hanno dato esito negativo. Quindi c'era un valore basso, hanno fatto la procedura ed hanno ripetuto gli esami dopo la procedura con un valore negativo, senza più enterococco.
E' stata condotta un'indagine sul sistema di approvvigionamento dell'acquedotto in questione che ha portato alla decisione di integrare il sistema di clorazione del serbatoio di "Casa Loreta", garantendo un dosaggio continuo del disinfettante ipoclorito di sodio. Hanno modificato la gestione di quella linea mettendo anche un sistema automatico di clorazione dell'acqua.
Per quanto riguarda il terzo punto, ci sono delle norme di settore (decreto ministeriale 14 giugno 2017) che determinano la numerosità campionaria dei controlli che i competenti servizi territoriali dell'Asur sono tenuti ad effettuare tenuto conto del rischio rilevato.
Nell'Area vasta 3 nell'anno 2016 si è passati dai previsti 1.590 controlli microbiologici a più di 2.300 campionamenti. Quindi è stata fatta una intensificazione dei numeri di campionamenti rispetto al minimo previsto per legge.
Per il 2017 la programmazione del competente servizio Asur - Area vasta 3 - prevede l'effettuazione di 1.956 controlli microbiologici, con una variazione prevista del 10% in più o in meno in base ai risultati analitici che, nel corso dell'attività, verranno rilevati. Cioè se si trova un valore superiore a quello base, inferiore a 2.300, ma con una flessibilità del 10% qualora ci sia la necessità di intensificare i controlli dove si trovano dati non allineati.
PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno, il Consigliere Bisonni.
Sandro BISONNI. Ringrazio per la risposta, mi ritengo parzialmente soddisfatto in relazione alla seconda ed alla terza domanda in quanto mi sembra che sia stato risposto in maniera esauriente. Nella prima invece chiedevo le cause e non mi sembra dalla risposta che ci sia chiarezza. Comunque mi fa piacere che ci sia un'intensificazione dei controlli.
Ricordo a tutti quanti che il valore di legge è “zero” proprio per la pericolosità di questi microrganismi, quindi anche valori bassi devono immediatamente fare alzare l'allerta. Grazie.
Interrogazione n. 506
ad iniziativa della Consigliera Marcozzi
“Trasporto dializzati”
(Svolgimento)
PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca l’interrogazione n. 506 della Consigliera Marcozzi.
Ha la parola, per la risposta, il Presidente Ceriscioli.
Luca CERISCIOLI. Grazie Presidente. La riorganizzazione del trasporto sanitario regionale, attuata con la delibera di Giunta n. 301/2017, si è resa necessaria per dar seguito a quanto previsto dai nuovi Lea. In realtà le regole erano diverse già da prima della data in cui è stata fatta la delibera, quella è servita a riordinare un sistema che per quattro Aree vaste su cinque rispettava i Lea ed una no, quindi è servita a dare omogeneità e rispetto delle regole.
C'è stata una informazione, gli atti deliberativi regionali, circolari, comunicati stampa ufficiali sono stati sempre ampiamente illustrati ai referenti dell'Aned, che rappresentano le famiglie con pazienti nefropatici dializzati. Sono stati forniti numerosi chiarimenti in merito al diritto del trasporto ai dializzati, non ultimo il comunicato stampa pubblicato sul sito istituzionale della Regione Marche di concerto con l'Aned (Associazioni nazionale emodializzati dialisi e trapianto onlus) in cui veniva ribadito che il Servizio sanitario regionale garantisce il trasporto di andata e ritorno a tutti i pazienti nefropatici che devono spostarsi dal proprio domicilio alla struttura sanitaria competente per territorio per effettuare il trattamento dialitico attraverso due distinte modalità. Viene quindi garantito il trasporto sanitario a quelli che hanno titolo.
I rappresentanti delle Pubbliche assistenze di riferimento Anpas/Cri hanno attivamente partecipato ai lavori tecnici che hanno portato alla delibera.
Ulteriore coinvolgimento si è avuto nella predisposizione delle modalità di rimborso per l'organizzazione dei trasporti collettivi, così come esplicitato nel comunicato stampa del 29 settembre.
Relativamente all'informativa ai pazienti, l'Azienda Asur ha inteso procedervi attraverso il personale del servizio di dialisi di afferenza, ogni qualvolta interessati da specifica richiesta, evitando una divulgazione generalizzata che avrebbe ingenerato preoccupazioni, qualora non correttamente compresa, cioè una comunicazione generalizzata avrebbe spaventato anche quelli che avevano diritto.
La delibera identifica i soggetti che hanno diritto al trasporto sanitario con ambulanza ("pazienti con impossibilità permanente all'uso di entrambi gli arti inferiori") o al trasporto sanitario semplice con altri mezzi (ad esempio pulmino disabili). La necessità di trasporto sanitario o trasporto con accompagnatore, legato ad esigenze sociosanitarie particolari (rimborso con accompagnatore) è invece certificata dal responsabile dell'Unità operativa di nefrodialisi.
Qualora il paziente, pur essendo in grado - in base alle condizioni cliniche - di essere trasportato con veicoli ordinari, necessiti di accompagnamento, viene riconosciuto un contributo per gli spostamenti effettuati dall'accompagnatore. Pertanto, non è prevista ricaduta economica sui cittadini affetti da patologie e condizioni invalidanti. Chi prima ne usufruiva poi non ne ha usufruito più - ci sono soggetti che effettivamente non avevano il diritto di usufruirne - è logico che abbia avuto una ricaduta nelle tasche, ma in realtà è stato un beneficio quello prima, non il costo quello dopo.
Poi ci sono situazioni un po' più complicate che sono quelle di confine, chiamate borderline, nelle quali c'è una spesa se uno non vede riconosciuto il diritto, ma è chiaro che se uno il diritto non ce l'ha, non lo possiamo classificare come uno spostamento di onere sul cittadino.
Il rimborso delle spese di trasporto sostenute, se il paziente è autonomo e si avvale di mezzi propri o pubblici per recarsi al centro di dialisi, è previsto dal nuovo DPCM Lea; le modalità di rimborso sono individuate nella delibera di Giunta regionale n. 716/2017. Quindi per quelli che fanno in maniera autonoma ed hanno diritto al rimborso sulla base dei Lea il meccanismo del rimborso è stabilito dal DPCM e regolamentato dalla delibera di Giunta regionale.
Il tema in generale è chiaro, è un tema molto delicato che spesso è al confine fra il socio ed il sanitario, la parte sanitaria ha razionalizzato il proprio ruolo, probabilmente ci sono situazioni, come diceva il Consigliere Zaffiri, borderline che vanno gestite meglio.
In alcune realtà, lo voglio segnalare, diventato non più un tema di natura sanitaria, ma di natura sociale, sono stati i Comuni a organizzare insieme alle stesse Croci in un meccanismo combinato il trasporto di soggetti per ragioni più sociali che sanitarie.
E' chiaro che noi non possiamo pagare con i soldi sanitari un tema di natura strettamente sociale. Non avere i soldi per andare è un tema di natura strettamente sociale e non è detto che quel cittadino non abbia bisogno di essere accompagnato o che qualcuno provveda, ma è evidente che non può essere pagato con i soldi sanitari, cioè la confusione che non si deve fare è fra un uso rigoroso di soldi sanitari, che segue determinate regole e va a ricadere all'interno di quella fascia, e la parte più sociale.
La parte sanitaria copriva tutto, copriva il sanitario, il sociale e qualcosa che non era neanche né sanitario, né sociale, ma quando si è stretto sul sanitario, al di là della parte di confine, la quota di sociale è emersa, prima non emergeva. Tutti i bisogni sociali di natura emergente hanno bisogno di essere gestiti, il primo soggetto che ha la titolarità nella risposta sociale è il Comune, la Regione interviene attraverso fondi statali o fondi propri all'interno di un quadro di leggi definito.
E' evidente che su questa parte non c'erano neanche le leggi perché di fatto la parte sanitaria copriva quella sociale. Un rafforzamento di una attività di natura sociale in questo campo lo si può sempre fare sulla base di parametri riconosciuti, molti si sono organizzati su scala comunale perché chi ha un mondo di volontariato attivo di fatto utilizza il trasporto sanitario, non in maniera diretta, in maniera indiretta, con la presenza di mezzi e di uomini per coprire anche quello.
E' evidente che aver portato a regime e a rigore questa parte ha scoperto problemi che fino a ieri non erano analizzati, ma sono problemi veri e capisco il senso dell'interrogazione al di là della risposta che è molto tecnica sulla parte sanitaria.
PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatta o meno, la Consigliera Marcozzi.
Jessica MARCOZZI. Il problema è stato sollevato a Sant'Elpidio a Mare dalla Croce Azzurra, lì come hanno risolto? Hanno risolto attraverso l'impegno della pubblica assistenza del Comune e delle famiglie dei pazienti, però il problema qual è? E' che non sono soddisfatti perché in questa delicata questione la Regione, a fronte dei tagli doveva dimostrare una precisa capacità organizzativa e finanziaria, è venuta meno ai suoi compiti dimostrando di avere attuato senza mezzi termini tagli lineari del tutto inaccettabili.
E' una situazione che dovrebbe incentivare una seria riflessione sulla politica sanitaria attuata perché ci sono molte lamentele.
Ho parlato anche con il Consigliere Volpini che ha detto: “Copriamo il 90%” e quel 10%? Bisognerà arrangiarsi e queste sono fasce veramente deboli, quindi non sono soddisfatta della risposta e questa è una situazione a dir poco inaccettabile. Grazie.
Interpellanza n. 20
ad iniziativa del Consigliere Urbinati
“Potes Jolly aggiuntiva periodo estivo a San Benedetto del Tronto”
(Svolgimento)
PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca l’interpellanza n. 20 del Consigliere Urbinati.
Ha la parola, per la risposta, il Presidente Ceriscioli.
Luca CERISCIOLI. La risposta è anche l'occasione per illustrare quanti servizi siano presenti nel territorio.
Presso la città di San Benedetto del Tronto e comuni limitrofi (bacino di utenza 94.328 abitanti), la Potes MSA H24 ha eseguito 3.031 interventi, nello stesso bacino insistono una postazione MSI (infermieristica) H24 che ha eseguito, sempre nel 2016, 798 interventi e 5 postazioni MSB (3 H24 + 2 H12) con un numero di interventi nel 2016 pari a n. 7.287.
Nel periodo estivo (giugno-settembre) l'afflusso turistico determina un incremento di popolazione, nel bacino sopraindicato, che può essere stimato in 15-30.000 unità a cui consegue una variazione del numero degli interventi, come riportato nella tabella seguente: 362 a giugno, 388 a luglio, 434 ad agosto, 326 a settembre, con una media di 316 interventi in più.
Nella stagione estiva degli anni 2015-2016-2017, per determina dell'Area vasta 5, sono state istituite n. 2 postazioni MSB aggiuntive (a Grottammare e Cupramarittima) con orario 10-18 dall'ultimo week-end di giugno al primo week-end di settembre. Quindi un rafforzamento estivo c'è attraverso queste due unità.
La definizione di Potes Jolly è riferita ad un mezzo aggiuntivo a disposizione della centrale operativa 118 finalizzato alla copertura di tutto il territorio di competenza del 118, prioritariamente per il rispetto dei percorsi assistenziali delle "Reti Cliniche" e PDTA (Ictus, Infarto miocardico, Trauma maggiore) cioè i tre tempo dipendenti più importanti.
Il decreto ministeriale 70/2015 stabilisce che il fabbisogno di mezzi di soccorso avanzato sia pari a 1 ogni 60.000 abitanti. La delibera di Giunta regionale 139/2016 prevede che su tutto il territorio regionale ci siano 35 MSA, ben oltre il fabbisogno previsto che è di 26, quindi rispetto al minimo o l'ottimale previsto dal decreto ministeriale 70 abbiamo già 9 Msa in più, secondo il criterio di calcolo del suddetto decreto, per garantire una risposta efficace, a seguito della riconversione dei piccoli ospedali. Nello specifico, in Area vasta 5 si sta procedendo alla realizzazione di un significativo numero di elisuperfici, attrezzate anche per il volo notturno, che copriranno estesamente il territorio, con particolare riguardo alle aree in questione.
Credo che per quanto riguarda il percorso dell'H24 sia stato depositato tutto il materiale di natura tecnica alla Suam per la predisposizione della gara, quindi dovremo vedere finalmente la gara.
“In alternativa se non ritenga opportuno localizzare la potes jolly, attualmente posizionata nella città di Ascoli Piceno, a San Benedetto del Tronto”.
Il territorio di riferimento di Ascoli Piceno è più vasto in termini di chilometri quadrati di quello di San Benedetto del Tronto, comprendendo la fascia montana (585 chilometri quadrati rispetto ai 168 di San Benedetto del Tronto).
La dispersione degli abitanti su un territorio più vasto costituisce una difficoltà aggiuntiva alle operazioni di soccorso, difficoltà aumentate dall'orografia, dalla relativa viabilità e dalle condizioni meteo avverse, soprattutto in inverno. In estate anche la zona montana è meta turistica - lo è stata e speriamo che torni ad esserlo come in passato aggiungerei - di nativi e di escursionisti.
Si precisa inoltre che il tempo di intervento, in caso di soccorsi in area montana, è rilevantemente più lungo rispetto ai territori costieri. Quindi il posizionamento ad Ascoli Piceno è pensato per le aree montane in modo da avere la Jolly che possa spostarsi con tempi più ristretti soprattutto per l'area montana.
Inoltre, la Potes Jolly H12 di AP ha funzioni aggiuntive poiché partecipa alla realizzazione di trasporti secondari urgenti ed altre attività che interessano anche queste l'area montana, quindi il posizionamento su Ascoli è pensato soprattutto per la copertura di questa parte del territorio con i tempi che oggi ha l'ambulanza.
Aggiungo che è evidente che nel momento in cui si attiverà il servizio H24 di eliambulanza forse qualche innovazione sotto il profilo della distribuzione ci potrà essere, ancora meglio quando si collocherà il famoso nuovo ospedale unico, a maggior ragione troveremo un punto di mediazione rispetto a tutte queste esigenze che qui vengono rappresentate.
PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno, il Consigliere Urbinati.
Fabio URBINATI. Grazie Presidente. Sono soddisfatto della risposta così come condivido l'ultima affermazione che l'ospedale unico risolverebbe tantissimi problemi tra cui anche la copertura del servizio di emergenza.
Sono soddisfatto perché spesso è utile fare il riepilogo sul servizio che il nostro servizio di emergenza svolge sul territorio, però qui c'era un focus che era nato qualche tempo fa perché quello delle ambulanze Jolly è un servizio sperimentale ed era stata assegnata questa ambulanza Jolly H24 metà per l'Area vasta 5 e metà per l'Area vasta 4 di Fermo.
E' chiaro che parliamo di un servizio dove è evidente che le Potes vengono attivate, perché se da una parte il servizio viene attivato e dall'altra parte non si attiva, come è stato in determinati periodi, magari è giusto utilizzarlo 24 ore nella parte avviata.
Lì si chiedeva solamente una leggera flessibilità perché è vero che la copertura territoriale è molto più vasta verso l'interno rispetto alla costa dove c'è una densità abitativa molto più alta, però è anche vero che in estate gli interventi aumentano sensibilmente e ci sono stati degli aspetti per cui il sistema emergenziale è andato in difficoltà, tant'è che, come sappiamo, le Potes sulla costa coprono anche la parte più a nord dell'Abruzzo.
Dai dati che arriveranno di questa sperimentazione, perché di questo si tratta, potremo capire e vedere come nell'Area vasta 4 ha funzionato il sistema e cercare di coprire il più possibile evitando i tempi morti. Questa è l'unica preoccupazione e l'unica raccomandazione che facciamo al personale ed alla gestione del servizio. Grazie.
Presidenza della Vicepresidente
Marzia Malaigia
Interrogazione n. 496
ad iniziativa dei Consiglieri Zaffiri, Celani
“Tasso di disoccupazione nelle Marche”
(Svolgimento)
PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca l’interrogazione n. 496 dei Consiglieri Zaffiri e Celani.
Ha la parola, per la risposta, l’Assessore Bravi.
Loretta BRAVI. Con riferimento ai temi sollevati dagli interroganti fornisco i seguenti elementi.
Secondo i dati Istat nel terzo trimestre 2017 il quadro del mercato del lavoro nella Regione Marche mostra lievi miglioramenti, seguendo una tendenza nazionale che non c'era negli altri due trimestri.
L'occupazione torna sui livelli pre-sisma (624.793 nel terzo trimestre 2016 e 625.215 nel terzo trimestre 2017); l'aumento è del 3% circa, ma è significativo se teniamo presente gli altri due trimestri dove invece era negativo.
La dinamica è favorevole per i maschi e per l’occupazione alle dipendenze, si osservano invece delle flessioni per la componente femminile e per quella autonoma. Infatti abbiamo lavorato su diversi avvisi sul settore autonomo e femminile.
Le persone in cerca di occupazione ad oggi sono 66.947 e diminuiscono del 2,6% con una dinamica allineata ai livelli del Paese e soprattutto dell’Italia centrale.
Il tasso di disoccupazione è in ribasso e si posiziona al 9,7% e recupera sulla media nazionale attestandosi, come dicevo, all'Italia centrale. Questi sono gli ultimi dati Istat.
Prima di leggere le misure che abbiamo avviato, voglio aggiungere una piccola osservazione su quello che il Consigliere Zaffiri diceva precedentemente perché le questioni sono legate, abbiamo avviato l’Iti Fabriano, l’Iti pesarese, Zona area di crisi del Piceno, e qui ci sono interventi specifici, abbiamo provato, direi di usare i termini a seconda della realtà, ad unire anche fondi del Fser e dell’Fse per cercare di fare sinergia e progetti più coesi.
Quello che manca Consigliere Zaffiri in maniera molto forte, mi dispiace che non c’è il Presidente perché lo avevo condiviso con lui, è una progettualità nuova, la necessità di una formazione che faccia da volano e questo lo dico anche un pochino delusa come Prof. Perché di fronte a ragazzi che hanno un’alta formazione, che sono degli associati, che sono dei ricercatori, l’attenzione del nostro territorio è ancora molto bassa e questo inficia una progettualità diversa perché tutto si può fare, e lei ha pienamente ragione, fuorché ripetere un qualcosa che ha portato ad una “morte”, quindi non possiamo rimpinguare per poi morire. Di questo sono pienamente d’accordo con lei e consapevole, però le dico stiamo iniziando, ma quel tipo di progettualità, al di là dello slogan 4.0, che serve in queste aree a volte non ha la mentalità adatta, quella che servirebbe per poter partire. Lo dico perché penso che dobbiamo essere molto realisti, perché tutti vogliamo ripartire, però se ripartiamo con una marcia sbagliata rimpinguiamo un qualcosa che è già avvenuto, che è andato alle stelle, per poi andare alle stalle, in parole povere.
Adesso brevemente, poi se volete posso dare la risposta più dettagliata sia al Consigliere Zaffiri che al Consigliere Celani, voglio dire quali misure abbiamo messo in atto che concernono il mio Assessorato, quindi la formazione, l’istruzione e il lavoro come politica attiva.
Abbiamo ripreso il progetto di Garanzia Giovani che arriva fino ai 29 anni, questo progetto anche per volontà del Ministero sta sempre andando meno verso una logica assistenzialista, grazie a Dio, e verso una logica di accompagnamento al lavoro, dopodiché la seconda misura che abbiamo avviato oltre ai tirocini di garanzia giovani sono i tirocini nelle aree del cratere, di questo tutti ne avete conoscenza perché li abbiamo pubblicizzati, quindi chi segue la vita della regione lo sa, però c’è una piccola cosa che vorrei far notare perché è stata dirimente ed è stata importantissima, abbiamo distinto l’aiuto alle piccole e medie imprese ed alle grandi imprese e questo ha voluto dire rivedere alcuni assi del Fondo sociale europeo che non erano stati contemplati. Questo è stato importante perché tu devi aiutare le piccole, ma devi aiutare anche le grandi, perché lo chiedono, e ci siamo trovati di fronte a più di 800 tirocini, ci è stato chiesto poi di rimpinguare questo numero dei tirocini, ma si fa fino ad un certo punto, quindi siamo andati oltre gli 800 e abbiamo delle buone capacità lavorative, nel senso che circa la metà sono ricercati e comunque avranno un contratto di lavoro che non sarà, chiaramente, a tempo indeterminato, ma comunque si continua.
Sottolineo anche che lunedì esce il secondo bando dell’autoimpresa, questo è importante perché è un aiuto di 30.000 euro ad un’impresa che nasce e diciamo che l’anno scorso abbiamo avuto la costituzione di 233 nuove attività, a piace parlare con i numeri perché se non facciamo il monitoraggio non riusciamo a capire quanti di questi avvisi poi si calano nella realtà. 233 attività di cui 53 nella provincia di Pesaro, 76 ad Ancona, 41 a Macerata, 40 a Fermo e 23 ad Ascoli. I posti di lavoro creati sono stati 466.
Lunedì esce il secondo bando autoimpresa, nel quale abbiamo cercato, a seconda delle criticità che sono emerse dal primo, di riaggiustare un po’ il tiro cercando di venire incontro a giovani che si mettono anche a creare una nuova impresa; abbiamo abbassato l’età e dove finisce garanzia giovani inizia questa, e abbiamo messo 6 milioni di euro, ma su questo non mi dilungo.
Poi prosegue il discorso delle borse lavoro e accanto alle borse lavoro abbiamo avviato un bando che sembra avere un bel successo, quindi vuol dire che serve, perché il bando non è bello, deve essere buono, si chiama big band e significa un bando con delle ore aperte, con dei pacchetti di ore a seconda delle richieste del territorio.
Ritorniamo a Fabriano e torniamo ad altri territori, dove emerge l’esigenza di avere quel tipo di formazione, noi abbiamo un bando che ci permette di andare a prendere un pacchetto di ore e di farle ad hoc, là dove serve. Questo io l’ho voluto fortemente perché è una risposta al fabbisogno. Però guardiamoci bene senza dire fesserie, la formazione che noi proponiamo, che la Regione Marche propone, non sempre è all’altezza di quello che le aziende richiedono, non è un problema solo delle Marche, è di molte Regioni, dobbiamo cercare di alzare la qualità perché rischiamo di fare della formazione che non è quella che serve alle imprese.
Abbiamo avviato anche un discorso di voucher dati alla persona che può fare la formazione laddove lo richiede. Su questo dobbiamo svecchiarci un po’ perché è successo che alcune imprese ci hanno detto “se le persone hanno i voucher noi li mettiamo con dei formatori, in tre giorni li rigirano”. Questo ci deve far pensare, non possiamo fare un qualcosa di statico che non serve.
Poi abbiamo avviato un discorso di formazione che è molto interessante per gli Iti delle aree complesse su diversi settori, quelli che io ho chiamato “le filiere produttive” che vanno dal tessile, al mobile, alla meccatronica, all’agroalimentare, che partirà a gennaio/febbraio, gli altri sono già partiti.
Nel calzaturiero abbiamo avviato 20 corsi per più di 1.000.000 di euro, nel legno/mobile 19 corsi per 1.057.000 euro, nell’edile 50 corsi per 1.600.000 euro, nel turismo 5 corsi per 178.000 euro.
Sempre la prossima settimana uscirà un nuovo avviso richiesto, che è quello delle competenze digitali, e quindi le nuove tecnologie, e abbiamo messo 2.577.000 euro perché lo teniamo aperto per i prossimi 2/3 anni per non ripetere ogni anno questo bando che poi è lungo ed è un po’ difficile da portare avanti.
La filiera dell’agroalimentare, la filiera dell’industria 4.0 e della nuova formazione con dottorati industriali e la nuova ricerca che interessa anche Fabriano le portiamo avanti insieme all’Assessore Bora unendo le due risorse e quello dell’agroalimentare, se possibile, anche con l’Assessore Casini, ne abbiamo parlato ed era possibile fare questo.
Dopodiché è uscito un avviso di 1.000.000 di euro per i laureati, per la frequenza di master e dottorati perché non abbiamo l’alta formazione, qui non mi dilungo perché l’ho già detto appena giunta qua che per l’alta formazione avevo trovato poca cosa, dopodiché stiamo lavorando sulla lotta alla dispersione scolastica, gli Fts, che sono l’alternanza scuola-lavoro molto importante e gli Its. Per gli Its sembra che questa diatriba con le Università, se fare l’Its all’Università, vada un po' scemando e sinceramente abbiamo quattro fondazioni, funzionano molto bene e l’Its è un bel volano per i nostri ragazzi.
Un altro punto su cui ci stiamo muovendo è l’apprendistato di primo e di secondo livello.
Forse voi non avevate chiesto la formazione, ma i dati sul lavoro, chiedo scusa per queste due aggiunte che comunque riguardano il lavoro e sono convinta che solo una formazione specifica ad hoc farà rinascere il lavoro.
PRESIDENTE Ha la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno, il Consigliere Zaffiri.
Sandro ZAFFIRI. Grazie Presidente. Grazie Assessore, anche a nome del Consigliere Celani, per lo sforzo che ha fatto per rispondere a questa interrogazione che guarda caso, forse è una coincidenza, cade a metà legislatura.
Quando il Presidente si è insediato in quest’Aula ed a capo di questo Governo ci disse che nel programma tra i 3/4 punti che evidenziavano la sua futura gestione di questa Regione, ce n’era uno importante che è quello che lei ha tentato di evidenziare, il problema del lavoro e, nonostante gli sforzi che ha fatto nell'illustrare questo argomento, credo che la valutazione non possa che essere, per quanto ci riguarda, fortemente negativa.
Questa regione è una delle più importanti della nazione, perché ha oltre 160.000 piccole aziende che ora hanno delle difficoltà economiche nel creare lavoro.
Né le mie orecchie né quelle del Consigliere Celani hanno ascoltato un provvedimento che è stato fatto per le piccole aziende per creare lavoro o per crearlo nelle zone prima evidenziate dove c’è una forte presenza di disoccupati, come quella del fabrianese o dell’ascolano. Questo non l'abbiamo ancora ascoltato, Assessore, e non lo ascolteremo, perché non avete fatto progetti, questo è il problema di fondo! Questa maggioranza non sa dare una risposta, questo è il problema!
Si dice: “Si crea lavoro” ma il lavoro non si crea, questo è l’argomento! Lei ci mette tutta la buona volontà per fare formazione, per preparare qualche decina di posti di lavoro, per carità, ma qui dobbiamo creare migliaia di posti di lavoro, questo è il problema e guarda caso questa interrogazione è caduta al momento opportuno, a metà legislatura.
Esprimiamo una forte negatività su questo problema, un giudizio per cui dovete essere rimandati o bocciati, questo è il problema di fondo, bocciati sul lavoro. Ma di cosa stiamo parlando? Oggi credevo di trovare un provvedimento per le zone dell’ascolano dove c’è forte disoccupazione, o per le zone di Fabriano, la possibilità di far intervenire aziende fortemente incentivate, con provvedimenti speciali, ma se non chiedete al Governo provvedimenti speciali per fare questa cosa, quando creiamo i posti di lavoro?
E’ inutile Assessore Casini che lei blateri, cosa continua a blaterare quando i numeri della disoccupazione ci danno ragione! La regione Marche nell’Italia centrale è la peggiore. Punto! Questo è il dato di fatto, sono queste le condizioni, non lo dice il Consigliere Zaffiri o il Consigliere Celani, lo dice l’Istat, ve lo dicono le vostre associazioni che non sono le nostre. Quando avete la possibilità di discutere su problemi veri andate in pallone.
Questo è il problema, diciamolo, andate nel pallone quando si pongono in discussione problemi veri. Assessore, credo che questo sia un problema forte. La nostra valutazione è negativa, non avete creato e non state creando posti di lavoro, salvo quello che state facendo nel vostro iter burocratico, nel senso di incentivi per la formazione. Date la possibilità di fare qualche corso di formazione, poi sentiamo che avete cercato 400 posti di lavoro, su una regione di 1 milione e mezzo di cittadini, ma che scherziamo? Siamo seri!
Abbiamo avuto delle difficoltà, non siamo stati in grado di costruire le condizioni per creare posti di lavoro, quando volete i soldi ce li avete, li tirate fuori anche dagli accantonamenti del 2028, 20/30 milioni per darli alle società decotte di questa regione. Tirate fuori i soldi o investiteli per creare posti di lavoro e per le imprese.
Questo vi stiamo chiedendo! Questa è la scommessa che vi lanciamo per i prossimi due anni, caro Assessore, questa è la sfida, vedremo se questa sfida verrà vinta da voi o le nostre affermazioni rimarranno tali.
Purtroppo vorrei essere un cattivo profeta, anche il Consigliere Celani vuol esserlo, ma non lo saremo, … Assessore Casini l'interrogazione l'abbiamo fatta insieme, condividiamo queste cose, altrimenti non l'avremmo fatta. Lei sorride, ma sa che le cose stanno così, cose dette con parole più o meno accentuate, sapete di essere in difficoltà, allora vi chiediamo di intervenire per cercare di creare qualche posto di lavoro, in base a questa risposta non ci sono le condizioni.
PRESIDENTE. Ha la parola l’Assessore Bravi.
Loretta BRAVI. Consigliere Zaffiri, le voglio dire una cosa, ognuno di noi fa la sua parte. Il Fondo sociale europeo mi permette di fare alcune cose ed ho le vertenze e per quel che mi riguarda rispondo di ciò che faccio, allora lei deve fare una cosa: allarghi l’interrogazione e coinvolga le aree di crisi e le imprese, ciò che io non ho, io non posso rispondere di ciò che non ho, abbia pazienza, non è che voglio scusarmi, ma ognuno risponde per il proprio pezzo. Grazie.
Interrogazione n. 540 - a risposta immediata
ad iniziativa della Consigliera Leonardi
“Stalle realizzate a spese dei terremotati a rischio abbattimento e scarsità di ricoveri zootecnici ‘istituzionali’. Tutela delle attività di allevamento delle aree del sisma”
(Svolgimento)
PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca l’interrogazione n. 540 - a risposta immediata della Consigliera Leonardi.
Ha la parola, per la risposta, l'Assessore Casini.
Anna CASINI. Grazie Presidente. Oggi abbiamo avuto una conferenza stampa insieme al Consorzio di bonifica nella quale abbiamo dichiarato che già ad agosto avevamo realizzato tutte le stalle che erano state richieste perché il 3 o il 4 di marzo, non ricordo bene, siamo riusciti senza contenzioso a mandare via la ditta che ci aveva assegnato la Regione Lazio e siamo passati alla seconda ditta. Abbiamo preferito non far realizzare le piazzole ai Comuni, ma le abbiamo fatte realizzare al Consorzio di bonifica e abbiamo realizzato circa 534 piazzole tra cui 254 stalle, 111 mapre arredati e 175 fienili.
Quindi mi immaginavo, visto che siamo in Consiglio, che lei avesse chiesto qualcosa relativo a tutto il movimento della struttura e avesse voluto sapere come mai ci fossero stati dei ritardi, invece lei mi chiede soltanto di un allevatore. Capisco che il microcosmo del microcosmo del microcosmo …, le rispondo però su questa questione precisa ed unica e sinceramente non è che la conoscessi bene perché la mia competenza non è quella di andare a guardare le singole pratiche, visto che sono 540, lo fanno i tecnici, quindi la mia responsabilità e la mia funzione è quella di dare indirizzi politici come la legge stabilisce e controllare quello che poi i tecnici fanno. Però le rispondo anche se questo le poteva essere detto dal responsabile del procedimento, neanche dal Dirigente.
L’attuazione delle misure di emergenza sismica è avvenuta nell’ambito normativo previsto dalle ordinanze del Capo della protezione civile ed in seguito dal d.l. 189/2016 e dalle relative ordinanze del Commissario straordinario.
Sulla base di questo impianto giuridico la Regione Marche ha dato una propositiva risposta a tutte le aziende con strutture danneggiate, il caso specifico trattato nell’interrogazione “Allevatore del Comune di Fiastra con attività in località San Martino”, ora non so nemmeno se questi dati che noi stiamo dando in maniera ufficiale siano o no sensibili, quindi credo che l’interrogante si prenderà la responsabilità di questo che sto leggendo perché questi sono dati che riguardano una singola azienda che avrebbero dovuto essere trattati con il responsabile del procedimento, però leggo e non mi prendo la responsabilità di eventuali denunce per questi dati che sto fornendo: l'azienda K.A. è stata oggetto di una ricognizione delle esigenze da parte dei funzionari del servizio agricoltura, del servizio veterinario e della squadra di verifica sismica in data 28 gennaio 2017 in cui la titolare ha sottoscritto la richiesta della fornitura di un modulo abitativo mapre e di un modulo tunnel fienile a carico della Regione Marche, ai sensi delle ordinanze n. 399 e n. 393. Nella medesima rilevazione la stessa titolare ha espresso la volontà di realizzare un modulo stalla per gli animali 6 cavalli e 15 ovini in autonomia, secondo le disposizioni dell’ordinanza 5 emanata ai sensi del decreto legislativo 189/2016.
In buona sostanza ha deciso che due manufatti li realizzasse la Regione Marche ed avrebbe realizzato in autonomia la stalla per gli animali.
In data 9 giugno 2017 è stato completato il modulo fienile pronto all’uso, in data 13 settembre il modulo abitativo mapre è stato consegnato all’allevatore completo di arredi e dei servizi a rete.
Non avendo provveduto ad eseguire il ricovero animali in autonomia contrariamente a quanto richiesto in fase ricognitiva, in data 26 luglio 2017 è stata registrata al protocollo regionale la richiesta della ditta K.A. - le prime richieste sono tutte arrivate intorno a febbraio - di passare dalla realizzazione in autonomia alla fornitura da parte della Regione Marche anche del modulo stalla.
Nel caso specifico, come per altri piccoli allevamenti - perché qui abbiamo detto prima che si tratta di 6 cavalli e di 15 pecore, peraltro di questo caso di specie diverse - è stato necessario provvedere ad una opportuna variante alla fornitura al fine di avere uno specifico adattamento dei moduli stalla per i piccoli allevamenti, fare una stalla di dimensioni esagerate per 15 pecore ..., però la protezione civile nazionale ha deciso che sopra le 10 pecore e sopra ai 5 cavalli si sarebbe comunque fatta. E' stato quindi necessario provvedere ad una modifica perché le stalle sono per i bovini, o per gli equini o per gli ovini e fare una stalla da 100 capi, il modulo minimo è 100 capi, per 15 capi, voi sapete, è un costo molto elevato per tutti quei cittadini che si stanno tassando per pagare queste forniture, perché poi le pagano tutti i cittadini italiani, non è che noi non le paghiamo.
In data 27 settembre, appena realizzato il basamento da parte del Consorzio di bonifica delle Marche è stato dato mandato di realizzare la stalla provvisoria presso l’allevatore K.A, il rilievo in cantiere ha messo però in evidenza che l’unico modo per poter montare il modulo stalla richiedeva il passaggio obbligatorio sotto il modulo fienile provvisorio (non aveva una viabilità, essendo una stalla molto piccola non aveva spazio e non aveva viabilità) realizzato in precedenza e occupato da balloni di foraggi.
L’allevatore K.A. ha ritenuto però di non doversi caricare l’onere di spostare i balloni, sistemati nel fienile ed ha chiesto addirittura alla Regione di provvedere allo spostamento dei balloni di fieno, sempre a spese dei cittadini italiani, in un’area di disimpegno opportunamente sistemata con ghiaione a terra, pallet di appoggio ed il film plastico di copertura, altrimenti ci pioveva, la richiesta per il suo particolare carattere di non ordinarietà è in corso di valutazione da parte degli uffici della Regione.
Quindi in buona sostanza la signora ci chiede di mettere la stalla in un luogo che è inaccessibile se non passando dentro al fienile, il fienile è pieno di balle di fieno che la signora vuole che la Regione sposti, le imballi e le metta in un terreno appositamente sistemato per mettere provvisoriamente le balle della signora. Voi capite che gli uffici stanno giustamente, secondo me, valutando l’opportunità.
Credo che questa interrogazione abbia un alto contenuto strategico e sia veramente determinante per il funzionamento del Consiglio, quindi l’ho molto apprezzata perché credo, soprattutto oggi che abbiamo comunicato di aver realizzato 554 piazzole e manufatti, che lo spostamento dei balloni sia una priorità.
PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatta o meno, la Consigliera Leonardi.
Elena LEONARDI. Guardi la sua risposta è assolutamente spiazzante, se lei voleva un applauso glielo faccio subito. Mi poteva invitare alla conferenza stampa se dovevamo stare qui a dire bravi, quante cose avete fatto. Se lei voleva solo questo e pensa che le interrogazioni servono solo per dare le risposte positive che volete dare alla stampa, leggerò domani sulla stampa questi grandi risultati.
Qui si tratta di dare delle risposte, le leggo il quesito e lei ha talmente paura di prendersi delle responsabilità che nella risposta che mi ha fornito si è premunita di dire che se ci sono dei dati sensibili ricadono su di me, ricadano pure, io non ho paura di queste cose, di fare il mio mestiere qui e di tirare fuori delle situazioni che non vanno. Non credo che ci sia nulla di cui preoccuparsi, o almeno io personalmente non mi preoccupo.
Il tono della sua risposta non le fa onore, non fa onore all’impegno di un Assessore nel risolvere i problemi di tutti, Lei mi parla di distorsione dei fondi, ma quando avete mandato a liberare la strada dalla neve per la processione a cui lei doveva andare quelli non erano soldi pubblici? Se li è già dimenticati? Ce li siamo già dimenticati? Guardi che sono stati oggetto di un’altra interrogazione in questo senso, se vuole risponderà come sempre fa, fuori dalle regole, perché nel contraddittorio dell’interrogazione del question time lei mi dà la sua risposta ed io le dico se sono soddisfatta o meno.
Non sono assolutamente soddisfatta, la domanda che le ho fatto era: “Come si intende agire per garantire la completa realizzazione delle stalle regolamentari prima che per effetto delle ordinanze gli animali restino senza un ricovero, mettendone a rischio la loro sopravvivenza”.
La situazione del caso specifico, a cui lei ha risposto, è finita sui giornali, è una situazione particolare alla quale non credo che sia un dramma dare una risposta, mi risulta che ci siano altre situazioni. Lei mi dice che ha fatto la conferenza, domani prenderò quello che ha dichiarato alla stampa e se va tutto bene, se non c’è problema da nessuna parte se non in questa stalla io ne prenderò atto e farò ulteriori verifiche, ma la risposta nei termini e nei modi in cui lei l’ha data devo dire che è assolutamente indegna del ruolo che ricopre, me lo lasci dire, e reputo che sia assolutamente scandaloso come, in maniera mortificante, viene trattato il ruolo delle minoranze che chiedono conto con lo strumento di legge, di regolamento, che è quello di fare delle interrogazioni.
PRESIDENTE. Ha la parola l’Assessore Casini.
Anna CASINI. Tutti sanno che non partecipo alle processioni e sfido chiunque a dire che sono stata vista o fotografata ad una processione, quindi lei ha detto una grande menzogna. Lei mi deve dire a quale processione sono stata! A delle processioni vengo invitata tutti i giorni, ma se io ho partecipato ad una processione lei mi deve dire dove! Lo può dire anche il Consigliere Celani, non mi ha mai visto ad una processione ad Ascoli Piceno perché non partecipo a processioni. Mea culpa, mea culpa, mea maxima culpa.
Interrogazione n. 542 – a risposta immediata
ad iniziativa del Consigliere Maggi
“Schema di accordo tra la Regione Umbria e la Regione Marche per operazioni interregionali di gestione dei rifiuti urbani”
(Svolgimento)
PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca l’interrogazione n. 542 - a risposta immediata del Consigliere Maggi.
Ha la parola, per la risposta, l’Assessore Sciapichetti.
Angelo SCIAPICHETTI. Consigliere Maggi intanto debbo congratularmi con lei per la tempestività nell’interrogazione. Ancora una volta l’interrogazione serve, visto il clima elettorale in cui ormai tutti viviamo, a fare propaganda, e va bene, non mi scandalizza questo perché siamo tutti “vecchi di caffè”, come si dice a Macerata.
La sua interrogazione fa riferimento ad un accordo tra la Regione Marche e la Regione Umbria per l’operazione del Tmb che viene fatta ed autorizzata per un periodo di 6 mesi ad Ascoli Piceno nell’impianto di Relluce.
E' vero, però bisogna capire di cosa parliamo quando diciamo Tmb. Parliamo di 60 tonnellate al giorno, quindi due camion al giorno che trasportano rifiuti vengono a Relluce, fanno il trattamento Tmb e poi gli stessi rifiuti vengono portati via e non rimangono a Relluce. Quindi parliamo di questa cosa molto grave ed importante che è stata autorizzata dall’Ata di Ascoli Piceno con il parere favorevole di tutti o quasi i Sindaci, dalla Provincia di Ascoli Piceno.
Per la verità, essendo due gli impianti che possono fare questo trattamento, l’ufficio correttamente ha chiesto sia ad Ascoli Piceno che a Fermo di vedere se c’era una disponibilità a fare per questo breve periodo un trattamento. Fermo si è detta indisponibile e si è fatto ad Ascoli perché lì tutti i Sindaci del territorio, forse non glielo hanno riferito, forse lei bene non sa, hanno autorizzato l’operazione che, ripeto, è quella che ho detto: 60 tonnellate al giorno, pari a due camion al giorno che vanno a Relluce, fanno il trattamento e ripartono portandosi via il rifiuto. Quindi parliamo di questa operazione.
PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno, il Consigliere Maggi.
Giovanni MAGGI. Io sono stato tempestivo, ma il nostro Movimento, come lei saprà bene, non permette che quelli che hanno già un mandato in corso possano candidarsi per le elezioni senza aver finito il mandato che i cittadini gli hanno affidato. Però devo dire con tutta cortesia e rispetto, Assessore, che lei non ha risposto alla domanda, la domanda era se è stata adeguatamente informata la popolazione relativamente al danno che dovrà subire sia per l’intasamento della viabilità che per l’inquinamento dovuto agli autocarri che giornalmente portano dall’Umbria 60 tonnellate di rifiuti e che li riportano indietro dopo il trattamento.
Io come Consigliere regionale delle Marche devo sapere dell'accordo per portare i rifiuti dall’Umbria nella nostra regione dai colleghi dell’Umbria che mi hanno mandato i ritagli dei giornali.
(interrompe l'Assessore Sciapichetti)
Giovanni MAGGI. Ho già fatto un’interrogazione che è stata utilizzata dall’Ata, anzi non ho fatto una interrogazione l’ho chiesto ai suoi funzionari e i suoi funzionari tempo fa mi hanno detto che ancora non sapevano niente, sapevano che era in atto questa cosa, ma non sapevano nulla, infatti l’accordo deliberato è datato, come lei giustamente ha detto, 4 dicembre, fresco fresco o se preferisce caldo caldo, veda lei.
Per quanto riguarda queste 60 tonnellate al giorno, l’articolo 2 della convenzione dice media indicativa, perché un giorno potrebbero essere 80 ed un altro 40, poi i camion arrivano, scaricano per il trattamento meccanico-biologico di Relluce queste cose e, come l’accordo prevede, possibilmente nella stessa giornata del conferimento tornano indietro con il materiale trattato. Quindi è possibilmente, per cui se il materiale trattato non è pronto i camion se ne vanno via vuoti e ne arrivano altri, poi lì si dice 60 tonnellate al giorno, due camion.
Caro Assessore, se i camion sono di 30 tonnellate l’uno ce ne sono due, ma lei non sa quante tonnellate portano i camion dell’Umbria, quindi la sua indicazione è sicuramente di parte.
L’impianto di trattamento di Fermo ha detto: “No, io non li voglio” perché queste 10.000 tonnellate semestrali dovevano essere divise tra Fermo e Ascoli, ma Fermo ha detto: “Non se ne fa niente” ed Ascoli le ha prese tutte, per questo le domandavo nell’interrogazione della popolazione, visto che ho fatto la campagna elettorale insieme al suo Presidente Ceriscioli che in tutta la campagna elettorale si è sempre riempito la bocca parlando di condivisione con le popolazioni, io memore queste parole, me le sono stampate a caratteri cubitali nel cuore e nella mente, le chiedo: “La popolazione lo sa del trasferimento di questi rifiuti dall’Umbria al comune di Ascoli Piceno?” Questa era la domanda, semplice.
PRESIDENTE. Ha la parola l’Assessore Sciapichetti.
Angelo SCIAPICHETTI. Lei continua a far finta di non capire o non vuole capire, questo non spetta a me chiarirlo, siamo in una Assemblea regionale quindi se non vuole capire, faccia come vuole, ripeto, lei parla di intasamento al traffico quando noi parliamo di due camion massimo tre al giorno, se mi dimostra che tre camion - dico tre ma sono due - al giorno possono creare intasamento, me lo dimostri perché io non riesco a capirlo per problemi miei.
Continua a chiedere se la popolazione è stata informata, ripeto che l’Ata, che è composta dai Sindaci del territorio, ha dato parere favorevole all’unanimità. Penso che i Sindaci rappresentino il loro territorio e le loro popolazioni, peraltro per una operazione di questo genere non c’era da fare una assemblea pubblica, ma c’era da convocare l’Assemblea dell’Ata, dove regolarmente si è deciso e si è deliberato all’unanimità. Nell’Assemblea dell’Ata ci sono i Sindaci che rappresentano le rispettive comunità.
(interrompe il Consigliere Maggi)
Angelo SCIAPICHETTI. Questo è falso, lei continua a dire il falso, noi non ci teniamo nessun rifiuto dell’Umbria, se lei esce e dice che ci teniamo i rifiuti dell’Umbria lei continua a dire il falso. Qui dentro non si può dire il falso, non dobbiamo dire o fare demagogia perché noi non ci teniamo nessun chilo di rifiuto dell’Umbria.
Le 60 tonnellate vengono e ripartono nello stesso giorno, non si possono vendere fake news, lo so che voi campate di fake news, ma non è una fake news con cui si può continuare a fare propaganda. Le fake news le lasci per i suoi amici del Movimento.
Interrogazione n. 482
ad iniziativa del Consigliere Giancarli
“Mantenimento nel Comune di Cerreto d’Esi della scuola primaria e secondaria di primo grado”
(Svolgimento)
PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca l’interrogazione n. 482 del Consigliere Giancarli.
Ha la parola, per la risposta, l’Assessore Sciapichetti.
Angelo SCIAPICHETTI. Grazie Presidente. La scuola primaria e secondaria di Cerreto d’Esi ha avuto un iter, durante il terremoto, molto travagliato che va ricostruito per intero e che io le voglio leggere perché effettivamente ci sono stati sviluppi molto diversi che vanno chiariti.
A seguito degli eventi sismici del 26 e 30 ottobre 2016, che hanno determinato tra l'altro l'inserimento del Comune di Cerreto d'Esi all'interno del secondo cratere, i sopralluoghi per la verifica di agibilità mediante schedatura Aedes sono stati avviati subito e con assoluta priorità sugli immobili adibiti ad uso scolastico.
Con riferimento agli edifici della scuola primaria e secondaria di primo grado del comune di Cerreto D'Esi, risulta che in data 26 novembre 2016 sono stati eseguiti i sopralluoghi presso: la scuola primaria "Lippera", edificio in cemento armato degli anni '80 a cui è stato attribuito un esito di tipo A e la scuola media "Melchiorri", edificio in muratura costruito agli inizi del '900 a cui è stato assegnato un esito di tipo A. Per cui all'interno delle scuole primaria "Lippera" e secondaria "Melchiorri" le lezioni sono riprese regolarmente avendo avuto un esito di agibilità di tipo A.
Come noto il 18 gennaio 2017 si sono verificate ulteriori quattro scosse sismiche con epicentro nella provincia dell'Aquila, che hanno comportato in alcuni casi, su richiesta degli enti competenti, la ripetizione di sopralluoghi Aedes presso edifici scolastici; il Comune di Cerreto, nei giorni successivi a tale data non ha provveduto a richiedere nessuna ripetizione.
A decorrere dalla data del 22 febbraio 2017, la Regione Marche ha dato avvio alla piattaforma informatica SismaApp, appositamente costituita per la ricognizione dei danni subìti dal patrimonio pubblico e per la determinazione dei relativi interventi di ripristino. Sia per l'edificio della primaria "Lippera" che per quello della scuola secondaria "Melchiorri" il Comune ha dichiarato che gli edifici non hanno subìto danni evidenti.
Successivamente, dopo oltre 6 mesi dagli ultimi eventi sismici del 18 gennaio 2017, in concomitanza della redazione finale delle analisi di vulnerabilità sismica dei due edifici, in data 2 agosto, il Comune ha presentato all’ufficio competente una richiesta di ripetizione di sopralluogo Aedes per i due edifici scolastici e di sopralluogo "Aedes - GL" per le relative palestre annesse.
Con procedura impropria, ovvero non coordinata con l’ufficio ricostruzione di Macerata, ma direttamente disposta e validata dalla Dicomac, vengono ripetuti in data 11 agosto 2017 i due sopralluoghi Aedes presso gli edifici della primaria "Lippera" e della scuola media "Melchiorri", che attribuiscono i seguenti esiti:
• Edificio scuola primaria "Lippera", esito E;
• Edificio scuola secondaria di 1° "Melchiorri", esito B.
Preso atto della richiesta avanzata il 2 agosto 2017 all’ufficio ricostruzione di Macerata lo stesso dispone la ripetizione del sopralluogo presso i due edifici per rivedere l'esito di agibilità espresso mediante Aedes il giorno 26 novembre 2016.
Per la ripetizione di sopralluogo viene individuata una squadra accreditata dalla Rete universitaria ReLUIS, che durante l'emergenza ha coadiuvato il Dipartimento di protezione civile nazionale e la stessa struttura commissariale nella verifica di agibilità degli edifici scolastici e nella valutazione speditiva della vulnerabilità sismica.
Da tale ripetizione di sopralluogo, eseguito in data 8 settembre 2017, durante il quale erano presenti anche i tecnici comunali di Cerreto, sono risultati questi esiti: scuola primaria "Lippera", esito B; la scuola media "Melchiorri", esito B.
Va chiarito che l'esito B esprime un giudizio di temporanea inagibilità, dovuta al danneggiamento di parti non strutturali ripristinabili con dei pronto-interventi.
Tali interventi, indicati nelle schede redatte per i due edifici scolastici, richiedono l'attuazione di lavori volti a mettere in sicurezza apparati decorativi esterni e cornicioni nell'edificio in muratura della scuola media "Melchiorri", mentre nell'edificio in cemento armato della scuola elementare "Lippera" richiedono la rimozione dei copriferri distaccati posti all'esterno, la successiva protezione delle armature e la rimozione di eventuali parti di intonaco esterno.
Tali “difetti” degli edifici sono da attribuire per lo più a danneggiamenti precedenti al sisma, che possono essersi aggravati dietro le sollecitazioni sismiche.
Il ripristino di tali situazioni, attuabile in pochi giorni di lavoro, consente il totale recupero dell'agibilità degli edifici, così come è stato fatto per tutte le scuole della Regione Marche che hanno avuto un esito B della scheda Aedes.
Va ribadito che l'esito di agibilità espresso dalla schedatura Aedes deve tener conto del nesso di causalità tra i danni evidenziati dall'edificio e gli eventi sismici verificatesi.
Questa è la risposta tecnica preparata dagli uffici, vorrei precisare che proprio ieri nella riunione che abbiamo fatto con i Sindaci per il secondo piano delle opere pubbliche è stata destinata al Comune di Cerreto d’Esi la cifra di 6 milioni di euro per costruire un polo scolastico che oltre alle elementari ospiterà la media e la materna.
Quindi rispetto a tutto il discorso del polo scolastico e dei problemi che ci sono stati a seguito del sisma a Cerreto d’Esi, la situazione è quella che poc’anzi ho detto.
PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno, il Consigliere Giancarli.
Enzo GIANCARLI. Consigliere Maggi credo che se l’interrogazione anziché firmata da me fosse stata firmata da lei avrebbe detto anche lei quello che sto per dire all’Assessore Sciapichetti, ovvero che non soltanto lo ringrazio per la risposta puntuale, ma soprattutto perché ha fatto precedere i fatti alle parole perché come diceva mi ha risposto oggi, ma ieri è stato deciso di destinare al Comune di Cerreto d’Esi 6 milioni di euro per la ricostruzione delle scuole.
Assessore non solo la ringrazio, ma come sa le interrogazioni le costruisco con il territorio e non soltanto nel caso di Cerreto d’Esi con il Circolo del Partito Democratico, ma con tantissimi genitori che si sono visti il 22 agosto dichiarata, con una ordinanza del Sindaco, l’inutilizzabilità della scuola, quindi potete capire la preoccupazione anche per il fatto che in un primo momento i bambini dovevano essere tutti spostati a Fabriano, quindi un comune di 4.000 abitanti si sarebbe trovato senza scuola.
Grazie soprattutto alla mobilitazione dei genitori e di altre forze politiche anche presenti nel Consiglio comunale di Cerreto d’Esi, forze di opposizione, c’è stata una grande capacità di iniziativa, una attenzione particolare delle istituzioni ed in particolare sua e il risultato è che ci sono questi 6 milioni.
Ora da parte di chi di dovere è bene che si inizino subito i lavori e si dia questa garanzia di sicurezza agli abitanti, ma soprattutto ai genitori, alle famiglie, agli alunni di Cerreto d’Esi. Grazie.
Interrogazione n. 512
ad iniziativa del Consigliere Giorgini
“Terremoto - Ammodernamento strada S.S. 4 ‘Salaria’ e completamento della ‘Ferrovia dei due Mari’ dal Comune di Antrodoco (Rieti) al Comune di Ascoli Piceno (Ascoli Piceno)”
(Svolgimento)
PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca l’interrogazione n. 512 del Consigliere Giorgini.
Ha la parola, per la risposta, l’Assessore Casini.
Anna CASINI. Grazie Presidente e grazie al Consigliere Giorgini perché parliamo di infrastrutture, alziamo un pochino il livello.
Adesso vi farò portare i dati ufficiali della realizzazione delle infrastrutture legate all’agricoltura, che sono state collaudate dai collaudatori e consegnate con tutti i verbali, non sono chiacchiere che faccio io, ma ci sono i verbali che l’attestano, anche del Consorzio di Bonifica.
Detto questo, grazie per questa interrogazione, perché parliamo di una infrastruttura che è molto importante sulla quale la Giunta regionale, in particolare il Presidente ha lavorato molto perché è strategica per la provincia di Ascoli Piceno.
E’ evidente che nella riunione che c’è stata a Rieti si è parlato di cifre diverse perché i chilometri da sistemare a Rieti sono sicuramente maggiori dei 7,5 chilometri che sono rimasti da sistemare nella provincia di Ascoli Piceno e quindi nelle Marche. Noi per fortuna abbiamo tutta l’altra parte della viabilità, seppure ferita dal terremoto, ma lì ci sono i fondi del terremoto per la sistemazione della parte, per esempio, sotto Pescara del Tronto. C’è la volontà dell’Anas che era già stata peraltro dichiarata nella riunione di Rieti, ma forse non ben evidenziata.
Infatti in data 13 novembre 2017 si è svolto un incontro con Anas alla presenza mia e del Presidente Ceriscioli insieme al Presidente dell’Anas ed al Direttore generale dell’Anas nella quale sono state esaminate le proposte progettuali per l'adeguamento del tratto della Salaria Acquasanta Trisungo: tratto Galleria Valgarizia (in pratica da dove adesso finirà la Galleria che è in costruzione venendo da Roma ad Acquasanta Terme) dal km 155+400 al km 159+000.
La proposta condivisa alla presenza del Sindaco di Acquasanta ed anche del Sindaco di Arquata, che pur non essendo competente dal punto di vista territoriale ha un tratto della galleria in realizzazione proprio sul suo comune, quindi è interessato all’uscita della galleria in realizzazione, è quella nella quale il tracciato è completamente in variante rispetto alla sede dell'attuale strada statale. Perché? Prima cosa perché l’attuale strada statale, a nostro avviso, condiviso dai Sindaci e dall’Anas, deve rimanere una strada provinciale che serve alle attuali frazioni, infatti non a caso circa 16 milioni di euro verranno utilizzati per sistemare questa viabilità fra cui alcune curve che, tutti voi conoscete, quella per esempio del cimitero, sono molto pericolose. Verranno sistemate anche perché ci sono dei costoni a rischio frana, quindi l'Anas sistemerà con 16 milioni di euro, immediatamente. Dal prossimo anno comincerà i lavori per la sistemazione di questa strada che poi diventerà una strada provinciale e quindi rimarrà sul territorio.
Perché si dice che è stato utilizzato un tracciato diverso? Perché le problematiche erano duplici, da un lato quella di creare la via più breve, e la via più breve è sicuramente galleria e viadotto, quindi non poteva essere fatta sull’asse stradale, poi c’è stata la volontà di non creare troppi svincoli sulla strada attuale, anzi evitare intersezioni con l’attuale asse viario.
Quindi la proposta che è stata condivisa e che Anas ha messo nel piano - l'aveva già messa nel piano perché era già stata valutata in diversi incontri che avevo tenuto anch’io presso l’Anas con il Direttore generale e con l’Ufficio progettazione e con i nostri dirigenti - è quella dei quasi 16 milioni di euro che serviranno per la sistemazione dell’attuale strada che passerà provinciale, poi ci sarà un primo stralcio che inizierà dall’uscita attuale della Galleria di Valgarizia fino ad arrivare a un paio di chilometri circa, venendo da Roma, prima dell’abitato di Acquasanta, poi da lì partirà il secondo stralcio, quindi Acquasanta verrà trattata come una specie di autogrill, prima si passerà dentro Acquasanta poi si farà il secondo stralcio per bypassarla. Questo perché il precedente tracciato, che è quello che il Consigliere Celani conosce molto bene, prevedeva innanzitutto una galleria enorme con dei lavori grandissimi, soprattutto ci sarebbe stata una grande movimentazione di marne ed anche il problema che era stato risolto con il tombamento delle cave, che non è un problema secondario dal punto di vista ambientale, non avrebbe consentito stralci funzionali, avrebbe bypassato completamente l’abitato di Acquasanta.
L’abitato di Acquasanta è sofferente per le ferite del terremoto e quindi il Sindaco e l’amministrazione hanno chiesto di evitare di isolarlo completamente in questo momento per cui si è pensato di fare due stralci funzionali, quindi ci sarà un’unica viabilità alla fine, però si potrà uscire prima di Acquasanta, passare dentro l’abitato di Acquasanta e riprendere a Santa Maria lo svincolo per poter rientrare nella superstrada.
Questa è l’ultima parte che è rimasta, Anas prevede anche delle manutenzioni straordinarie e ordinarie sulla attuale Salaria, ivi compresa l’Ascoli mare, però sono manutenzioni ordinarie che sta già facendo e che continuerà a fare, non ci sono altre criticità, se non una criticità che interessa la parte ascolana che è quella che riguarda lo svincolo per Roccafluvione, che è stata evidenziata, è stata inserita, ma che non fa parte di questa.
La realizzazione del tratto Galleria Valgarizia - Acquasanta Terme dal km 155+400 al km 159+000 ha un costo complessivo di circa 211 milioni di euro e l'intervento sarà realizzato in due stralci, uno per un importo di circa 64 milioni di euro e l'altro per un importo di circa 146 milioni di euro.
Dove sono le risorse? Il finanziamento è in parte già nel bilancio dell’Anas e in parte è stato inserito nella legge di bilancio dello Stato 2018 che riguarda il progetto della Salaria insieme a tutta l’altra progettualità che interessa tutto il tracciato della Salaria anche nella parte laziale che è molto più lunga.
Per quello che riguarda invece la “Ferrovia dei due mari” questa non è una mia competenza, le rispondo in via del tutto informale, visto che siamo tutti interessati alle infrastrutture picene, ci siamo impegnati sulla Salaria e stimoleremo l’Assessore Sciapichetti per quello che riguarda le ferrovie. Certamente può essere una opportunità, ma i lavori non riguardano soltanto dei piccoli tratti, ma un lungo tratto che parte da Ascoli Piceno per arrivare fino ad Antrodoco (Rieti), è un tratto impervio nel quale realizzare una ferrovia tra l’altro di tipo veloce, perché non possiamo realizzare una ferrovia come quella che abbiamo, che comporta un costo abbastanza elevato rispetto al flusso di persone che la utilizzerebbe, quindi, per carità, in maniera del tutto onesta, le dico che continuerò a chiedere questa cosa su tutti i tavoli, però mentre per la Salaria le posso dire onestamente che non solo c’è una possibilità, ma c’è una certezza, per la realizzazione della ferrovia dei due mari, per quel tratto mancante, le devo dire che a tutt’oggi non c’è una previsione che la riguardi.
PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno, il Consigliere Giorgini.
Peppino GIORGINI. Grazie Assessore. Le voglio spiegare per quale motivo ho fatto questa interrogazione, quindi non replico alla sua risposta, ma le spiego per quale motivo ho voluto chiarire alcuni aspetti, perché mi interessavano, visto che il giorno prima della conferenza stampa di Rieti tutti i giornali, compreso il Corriere Adriatico, che non è sicuramente un giornale vicino al Movimento 5 Stelle ed è anche di proprietà di Caltagirone, parlavano che il Ministro avrebbe annunciato una cosa fondamentale per noi ascolani. Lei è ascolana 100 volte più di me, perché anche se io sono piceno, sono di San Benedetto. Addirittura se ne parla dal 1894 e sarebbe importante per quale motivo? Adesso per andare a Roma con il treno ci vogliono 5,5 ore e anche se noi allarghiamo la Salaria per le cose che lei ha detto, comunque ci vorranno 2,5 ore - a parte che il progetto è stato finanziato 10 anni fa, non sono soldi che vengono dal terremoto, è un progetto per il quale i soldi sono stati stanziati 10 anni fa - per arrivare a Roma ed un’altra ora e mezza per arrivare al centro di Roma.
Ho ascoltato attentamente tutta la conferenza stampa, lei è una ascolana verace, come lo è il Consigliere Celani, quindi forse mi ascolterà bene: io ho ascoltato la conferenza stampa e mi sarei aspettato dal Presidente Ceriscioli di sentire due parole su questa ferrovia che potrebbe essere una cosa importantissima per il territorio perché in due ore collegherebbe, non servirebbe nemmeno tanta alta velocità, ma una velocità normale elettrificata, il piceno con Roma, che cosa vedo invece? Vedo Delrio che dice: “Senza grandi arterie il cuore non funziona perché manca l’ossigeno ai territori”, il Presidente Ceriscioli: “Piano delle opere, piano dei sogni, cambia il rapporto con la comunità” e non si parla assolutamente di quello che avevano annunciato in pompa magna i giornali. Cosa dice invece l’amministratore delegato di Rfi? “Investiti 2,420 miliardi per collegare l’Abruzzo e il Lazio. Terni a Roma, Rieti a Roma, L’Aquila a Roma, L’Aquila ad Avezzano, Sulmona a Pescara, cioè per tutto l’Abruzzo 2,420 miliardi già stanziati con l’accordo di programma al Ministero, e nelle Marche che cosa? Nelle Marche per l’ammodernamento della Salaria un finanziamento stanziato 10 anni fa, allora mi sono cadute le braccia. L'Abruzzo ha due strade, che zio Remo ..., l’Assessore Sciapichetti sa chi è, due strade importantissime, autostrade, che collegano Roma in due ore, e cosa vedo? 2,420 miliardi di euro già stanziati ed effettivi per collegare la rete ferroviaria di tutto l’Abruzzo.
Allora dico: mi dispiace o non ho capito nulla perché mi sembra assurdo che in un territorio come il piceno disastrato da questo sisma si facciano dei lavori sulla Salaria stanziati 10 anni fa. Ecco per quale motivo ho fatto l’interrogazione, voglio sensibilizzare un po’ l’Assessore che è di quel territorio perché è assurdo che nel territorio …, sto presentando una proposta di legge in Parlamento - se ci sarà il Partito Democratico, Forza Italia, Movimento 5 Stelle, non ha importanza - perché il disegno di legge per la realizzazione della Ferrovia dei due mari è stato presentato da dei maceratesi nel 2001, i Senatori Bonatesta e Magnalbò. E' possibile che per dare vita ad un territorio ci debbano pensare due Senatori di Macerata? Mi sono domandato questo!
Nel 2001 non facevo politica e fare questa ferrovia costerebbe un miliardo di euro, sono gli studi che ha fatto il Direttore del genio civile di Ascoli. Mi aspettavo che il Presidente facesse almeno un accenno per tutto l’interesse che c’è nell’ascolano su questi 120 chilometri di ferrovia, 80 fino ad Antrodoco e 40 fino a Passo Corese, perché il Ministro ha detto: “Il tratto che va da Passo Corese a Rieti passando da Taurianova del 2006 prima di passare allo studio di fattibilità sarà oggetto di una discussione pubblica”, quindi ha intenzione di fare Antrodoco-Passo Corese e ci rimane questo pezzo di 80 chilometri da Ascoli ad Antrodoco, mettiamoci la mano, voi avete la forza di poterlo fare, allora si che da San Benedetto si potrebbe collegare Ascoli con tutto il mondo, verso nord, verso l’interno, verso Roma, sarebbe veramente dare un aiuto al territorio. Grazie.
PRESIDENTE. Ha la parola l’Assessore Casini.
Anna CASINI. La replica va fatta non sul merito, nel senso che la ferrovia sarebbe una grande opportunità, però a tutt’oggi l’interesse non c’è.
L’Abruzzo ha avuto zio Remo, noi abbiamo avuto zio Gianmario che ha realizzato a Macerata le due strade, se lo avessimo avuto nella provincia di Ascoli forse la Salaria con i costi delle due statali l’avremmo realizzata.
Detto questo, con grande onestà mentale le devo dire che non c’era nessun finanziamento negli ultimi 10 anni, chi dice, come qualcuno di Ascoli, che c’erano già i soldi per la Salaria, dice un’eresia perché il progetto non c’era, c’era un progetto mai approvato. C’era un progetto approvato dalla provincia di Ascoli, pagato 1,5 milioni di euro, ma mai approvato da Anas, non esisteva una approvazione ed io e il Presidente della Provincia di Ascoli la prima cosa che abbiamo fatto è stata quella di andare all’Anas a dire: “Ridateci i soldi della progettazione”, in realtà quel progetto purtroppo, e sarebbe da fare forse lì una bella indagine, non è mai stato approvato dall’Anas e l’Anas l’ha ritenuto irrealizzabile già da tempo.
Quindi questo progetto nuovo che Anas sta facendo è anche finanziato, io credo che sia una bella opportunità poi magari …
(interrompe il Consigliere Giorgini)
Anna CASINI. Esatto. E' finanziato quello che si sta realizzando, cioè la Galleria di Valgarinzia, per il resto non c’era nessun finanziamento.
(interrompe il Consigliere Giorgini)
Anna CASINI. Certo, ma quello si sta realizzando, Consigliere, di quello non me ne approprio perché lo stanno già realizzando.
(interrompe il Consigliere Giorgini)
Anna CASINI. Neanche questi sono soldi del terremoto, allora per spiegare a chi sente: non sono soldi del terremoto, i soldi del terremoto sono i 101 milioni di euro che abbiamo ieri approvato con i Sindaci che vanno in scuole e municipi.
Questi sono soldi del Ministero delle infrastrutture e dell’Anas e prima non c’erano, anzi le posso dire una cosa, dico che ci sono in parte nell’Anas e nel suo bilancio e in parte nella finanziaria, ma finché non vedo la finanziaria bollinata …
Un’altra cosa però le voglio dire: non confonda, come spesso accade - perché vi è accaduto anche con Ravenna e con il porto di Ancona, quando dicevate che l’Autorità portuale sarebbe andata a Ravenna perché avevate visto una slide - l’articolo di giornale senza il virgolettato su qualcuno che parla della ferrovia dei due mari, io onestamente non ne ho mai parlato e quando avrò l’opportunità di dire: “Si c’è una possibilità di averla”, ne parlerò, capita che i giornali dicano delle cose non sempre corrispondenti o che il titolo sia un po’ uno specchietto per le allodole.
Interrogazione n. 515
ad iniziativa del Consigliere Micucci
“Verifica condizioni di estensione ai consorzi di gestione vongole della Regione Marche del DM 26 settembre 2017: autorizzazione per la pesca della risorsa vongola entro le 0,3 miglia dalla costa”
(Svolgimento)
PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca l’interrogazione n. 515 del Consigliere Micucci.
Ha la parola, per la risposta, l’Assessore Sciapichetti.
Angelo SCIAPICHETTI. Grazie Presidente. Il Consigliere Micucci, che ringrazio per l’interrogazione, mette in evidenza direttamente e indirettamente lo stato di disagio dei vongolari, dei quali abbiamo discusso in questa sede a lungo nei mesi scorsi quando abbiamo approvato la legge.
L’interrogazione riguarda l’autorizzazione alla pesca della vongola all’interno della fascia di mare compresa tra la linea di costa e le 0,3 miglia. Ora su questo argomento l’ufficio ha preparato una risposta che metto agli atti.
L’interrogazione da parte del Consigliere trae le origini da una richiesta e poi da un'autorizzazione temporanea ottenuta dalle imbarcazioni dei compartimenti marittimi di Monfalcone e Venezia, una deroga temporanea alla pesca tra lo 0,1 e 0,3 miglia e l’interrogazione chiede di estendere questa possibilità anche ai vongolari della regione Marche.
Io credo che la richiesta debba essere assolutamente accolta, credo che sia bene che l’ufficio faccia questo monitoraggio volto a stabilire almeno due cose: che l’azione della pesca all’interno delle tre miglia non arrechi danno all’ecosistema marino e che ci siano gli elementi di sussistenza per estendere la pesca al di fuori delle tre miglia dalla costa.
Quindi, accertati questi requisiti che il monitoraggio dovrà verificare, non credo che possiamo aspettare questo monitoraggio, penso che dobbiamo lavorare in parallelo, far fare questo monitoraggio, così come è stato già anticipato, e contemporaneamente avanzare una richiesta al Ministero perché la deroga, così come è stata ottenuta dalle imbarcazioni dei compartimenti di Monfalcone e Venezia, possa essere data anche ai vongolari marchigiani partendo dal presupposto che, come sappiamo tutti, un terzo delle imbarcazioni sono nella regione Marche.
Direi che noi dobbiamo agire su due piani, chiedere l’autorizzazione da una parte al Ministero e fare gli approfondimenti necessari che l’ufficio della Regione ritiene opportuni e non attendere i risultati dello studio che comunque va fatto, ma chiedere contemporaneamente al Ministero. Poi ci aggiorneremo se il Ministero vorrà dare l’autorizzazione, se non la darà vedremo perché, se chiederà i risultati, avendo già noi avviato lo studio, sapremo dare le risposte necessarie.
PRESIDENTE. Ha la parola per dichiararsi soddisfatto o meno il Consigliere Micucci.
Francesco MICUCCI. Ringrazio l’Assessore per la risposta. L’interrogazione nasce, come diceva, da un caso analogo verificatosi nel compartimento di Venezia-Monfalcone e dalla legge che la Regione ha approvato nel giugno scorso di proroga dei confini dei consorzi di pesca.
Nel senso che già in quella discussione unanimemente si era richiamato il Ministero ad una presa di coscienza del problema vongole che c’è nelle Marche, proprio perché la regione da sola ha in sé più di un terzo delle licenze nazionali e queste licenze sono state tutte rilasciate, in tempi diversi, dal Ministero.
Ora il problema sta tutto in capo alla Regione, la richiesta era stata allora quella di una presa di posizione da parte del Ministero che in qualche modo potesse aiutare e sostenere il problema nella regione Marche.
Attraverso questa interrogazione si solleva la possibilità per il Ministero di agire concretamente a sostegno delle imbarcazioni di pesca della regione Marche, nel senso che questa deroga può essere data dal Ministero delle politiche agricole, c’è un precedente, perché la stessa deroga è già stata data ad un compartimento che credo non abbia né più né meno (forse meno) difficoltà economiche rispetto ai compartimenti della regione Marche.
Credo che ci siano tutte le condizioni, l’ho messo in premessa, ha fatto bene lei a ricordarlo, di salvaguardia della stagione turistica, salvaguardia della flora e della fauna, che io do per scontate, ma onde evitare polemiche le ho anche reinserite ed ha fatto bene lei a ricordarlo. Quindi salvaguardando tutte queste situazioni, credo che ci siano tutte le condizioni per poter, almeno in alcuni periodi dell’anno, concedere questa deroga proprio perché, come sappiamo, è del tutto evidente che oramai la risorsa è anche a ridosso della spiaggia, perché la sabbia è presente soprattutto in quelle zone.
Credo che gli uffici potrebbero immediatamente fare la richiesta, poi se il Ministero chiedesse integrazioni, studi, verifiche si potrà dare mandato all’ufficio, non so quale, di fare degli studi, ma che siano rapidi perché la situazione, come sappiamo tutti, è in uno stato di emergenza. E' sotto gli occhi di tutti che ci sono delle condizioni, quindi anche un po’ di responsabilità da parte degli uffici, nel constatare, nel certificare questa situazione di emergenza dei consorzi marchigiani.
Prendo positivamente l’impegno dell’Assessore e mi auguro, verificherò nei prossimi mesi, che gli uffici siano solerti nell’impegnarsi affinché il Ministero, che è il diretto responsabile di questa situazione, possa dare delle risposte a sostegno di quelle già date dalla Regione Marche. Grazie.
Mozione n. 219
ad iniziativa del Consigliere Fabbri
“Stato di degrado e di potenziale pericolo del porto di Baia Vallugola (Gabicce Mare PU) e concessione scaduta”
(Rinvio)
PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca la mozione n. 219 del Consigliere Fabbri, che ha la parola.
Piergiorgio FABBRI. Grazie Presidente. La mozione è del febbraio 2017 perché si pensava che, nei tempi del Regolamento, potesse essere discussa ed essere efficace per l’estate 2017.
La situazione in cui versa il porto di Baia di Vallugola è preoccupante, una situazione di degrado che è stata certificata da vari enti compreso il Ministero, ci sono anche degli esposti e la concessione è scaduta dopo oltre trent’anni nel maggio 2016.
La situazione in questi 10 mesi dalla presentazione della mozione si è evoluta, se vogliamo anche in peggio, abbiamo addirittura un bando che il Comune ha emanato che ha diviso l’area mare dalle pertinenze a terra. Poi si è venuto a sapere che il contratto per la concessione temporanea delle pertinenze a terra non è stato finalizzato, quindi non si capisce questa estate come abbiano fatto a far funzionare il porto, mentre lo specchio d’acqua che era stato inizialmente affidato per un anno poi è stato in maniera discutibile, all’interno del bando, prolungato per due anni.
La situazione rispetto a 10 mesi fa si è ancora evoluta rispetto alla narrativa della mozione, nonostante il fatto che i tre punti su cui il dispositivo impegna la Giunta possono essere tutto sommato ancora abbastanza attuali, preferirei rinviare la discussione di questa mozione in quanto vorrei aggiornare il dispositivo per poterla discutere in maniera puntuale, perché la situazione è particolarmente delicata, con l’impegno di riportarla all’inizio dell’anno in evidenza con una nuova mozione dato che non si può emendare, altrimenti l’avrei emendata velocemente aggiornando leggermente il dispositivo ed aggiornando soprattutto la narrativa della mozione, perché ci tengo che venga fatta chiarezza in quanto il porto di Vallugola è di competenza regionale. Quindi mi piace ed è necessario che il Consiglio prenda coscienza della situazione e faccia chiarezza anche all’interno con i propri uffici sulla gestione non proprio limpida con la quale il porto e il Comune purtroppo stanno portando avanti la questione. Questa è la mia proposta.
PRESIDENTE. Quindi chiede il rinvio? L’Assessore è d’accordo, se nessuno pone obiezioni, si può considerare rinviata la mozione 219.
Rinvio della mozione n. 219, lo pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa approva)
Mozione n. 221
ad iniziativa dei Consiglieri Giorgini, Maggi
“Difesa del suolo - Interventi urgenti per la messa in sicurezza e prevenzione del territorio”
(Discussione e votazione)
PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca la mozione n. 221 dei Consiglieri Giorgini, Maggi.
Ha la parola, per l'illustrazione, il Consigliere Giorgini.
Peppino GIORGINI. Grazie Presidente. Noi in questi tempi stiamo parlando di sisma, di terremoti, ma non si parla più del problema che ha il nostro territorio sull’assetto idrogeologico, che è ben più grave di quello che potrebbe verificarsi con i terremoti.
Ho fatto fare uno studio in base al rapporto Ispra del 2015 sul dissesto idrogeologico in Italia, specifico sulle Marche, quindi in questa Assemblea riporterò solo dei piccoli dati per non dilungarmi troppo.
Purtroppo la Regione Marche è messa molto male a differenza di altre regioni e i dati che vi dirò adesso sono del Progetto Iffi, che è stato fatto in collaborazione con l’Ispra, ed è l’inventario dei fenomeni franosi in Italia dove noi siamo al 16,1% - non dirò tanti numeri per non confondere poi su altre cose - per il rischio pericolosità di frana, dal P4 al P1, quindi un indice altissimo di tutte e quattro le pericolosità.
Per la pericolosità idraulica siamo al 9,3% e su 239 comuni ne sono coinvolti 239, quindi tutti i comuni secondo l’Ispra e secondo l’Iffi sono soggetti a pericolosità idraulica media o elevata.
Il rapporto fatto dal Consiglio nazionale dei geologi, su dati Ispra, dà dei valori incredibili perché noi abbiamo l'indice di franosità il più alto di tutta Italia: 19,4 e pensate che la Liguria è a 7,9.
In base a questi pochi dati, ma ne ho a fare notte, ho voluto fare questa mozione perché credo che la prevenzione su questo tema sia alla base di tutto e vedo la Giunta, chi ha il compito di governare questa regione, fare poco o nulla per la prevenzione dell'assetto idrogeologico, i dati sono allarmanti e per questo motivo ho presentato questa mozione.
Con la presentazione di codesto documento chiedo informalmente ai componenti di questo Consiglio di fare uno sforzo e tornare con la memoria ad uno qualunque dei momenti in cui, anche solo nel corso di questi ultimi 20 anni, direttamente o indirettamente, siano stati testimoni di uno qualsiasi dei disastri che hanno ferito più o meno gravemente il nostro territorio regionale.
Sono sicuro che non c'è nessuno in questo consesso a cui non sia capitato di essere coinvolto, nelle forme più varie, in uno degli innumerevoli episodi che hanno messo a dura prova l’economia, l’organizzazione, il coraggio di molti nostri concittadini, vedi Villa Musone, vedi Senigallia, vedi Sant’Elpidio a Mare, giusto per citare qualche caso.
Per quanto mi riguarda io, come altre centinaia di cittadini sanbenedettesi, sono ancora in causa con lo Stato italiano per mezzo del Tribunale superiore delle acque pubbliche per quel disastro che fu l’alluvione del Tronto nel ’92 che provocò 100 miliardi di lire di danni e che ancora oggi mostra i segni della sua straripante devastazione. Le poche opere di mitigazione del rischio messe in atto a seguito dei vari e tanti eventi calamitosi impallidiscono di fronte alla cementificazione continua delle aree soprattutto costiere della nostra regione.
L’incuria e l’abbandono in cui versano la maggior parte dei versanti e dei corsi d’acqua minori e la superficialità con la quale si è continuato ad occupare aree preziose per lo sfogo delle piene, dovrebbe essere una preoccupazione primaria e non secondaria di chi governa il territorio, ma è con profonda preoccupazione che noi residenti in aree a rischio guardiamo all’approssimarsi delle scadenze statistiche evitando di mettere beni di valore ai piani bassi e nei sottoscala.
Dispiace considerarlo, ma l’approvazione di una mozione come questa ha molto a che fare con l’emotività, avessimo dovuto valutare se impegnare energie, fondi, lavoro all’indomani di una delle nostre disfatte nei confronti della natura, probabilmente non avremmo avuto dubbi e saremmo corsi a riparare ciò che abbiamo guastato, subito, immediatamente, senza alcun dubbio.
Il problema è che, se così si può dire, siamo oggi in tempo di pace, non sappiamo ancora per quanto, ma è così. In tempo di pace dovremmo pensare ad aggiornare i piani di protezione civile, in tempo di pace dovremmo ragionare lucidi sulla prevenzione, in tempo di pace dovremmo sentirci un po’ tutti come Franklin Rooselvelt che ebbe l’idea meravigliosa di superare la grande depressione anche grazie al più vasto progetto di lotta al dissesto idrogeologico della storia.
Investire in sicurezza oggi, dando lavoro, risparmiando in danni, emergenza, criticità sociali e sanitarie domani, un prestito a sé stessi fatto di dividendi futuri inconsueti, impalpabili, ma estremamente importanti come sicurezza e serenità.
Abbiamo bisogno di valutare oggi ciò che va fatto, ora, adesso, subito, perché il tempo di pace sia l’unico da considerare. Per questo e non per altri motivi chiedo a questa Assemblea legislativa di tenere a forte conto questa mia mozione. Grazie.
Presidenza del Presidente
Antonio Mastrovincenzo
PRESIDENTE. Ha la parola l’Assessore Sciapichetti.
Angelo SCIAPICHETTI. Intervengo per dire che gli argomenti trattati e proposti dalla mozione dei Consiglieri Giorgini e Maggi, e illustrati adesso dal Consigliere Giorgini, sono molto importanti, degni di una grande attenzione e del dovuto approfondimento.
Debbo soltanto precisare che gran parte delle cose che lei ha detto, si stanno facendo sia a seguito degli eventi sismici, di cui abbiamo parlato, che a seguito della revisione e dell’aggiornamento, per esempio, del Pai che noi abbiamo fatto nel 2016 e che ha visto l’85% del territorio regionale messo sotto attenzione.
Sono stati esaminati 8.000 nuovi o diversi dissesti di versante, ricavati da indagini specialistiche di 65 piani regolatori generali, insomma sono stati inseriti nel Pai circa 2.800 nuovi fenomeni di assesto di versante e sono state inserite più di 59 aree di esondazione, per dire che gli uffici stanno facendo un grande lavoro.
Penso che l’esortazione del Consigliere Giorgini sia utile, ma gli uffici competenti stanno già lavorando su questi versanti, fare adesso un'ulteriore Commissione o gruppo di lavoro interdisciplinare che approfondisca argomenti che sono già in fase di trattazione a me pare pleonastico, quindi credo che il voto debba essere contrario.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Giorgini.
Peppino GIORGINI. Grazie Assessore per la risposta. Quello che ha detto lei io non lo metto in dubbio, ma purtroppo lei sostiene quello che la storia ci dice da 30 anni in questa regione. Lei ci ha detto le stesse identiche cose che hanno detto i predecessori di questa Assemblea. Si continua nella nostra regione ad avere allagamenti, si continuano a non curare i corsi d’acqua, come torrenti e fiumi, il problema è molto più grande di quello che lei ha detto adesso.
Capisco, è chiaro che non partiamo da zero, ma un gruppo di lavoro interdisciplinare potrebbe essere importante perché potrebbe valutare l’aspetto della difesa del suolo magari con dei geologi, la Regione ne ha tanti e bravi, per avere una panoramica di quello che sta succedendo nel nostro territorio, perché siamo stati fortunati, caro Assessore, che in 7 mesi non ha mai piovuto, però di versanti in frana ce ne sono a centinaia, a migliaia, quindi non solo le frane, ma anche le alluvioni.
Ritengo, l’ho detto prima, che prevenire sia meglio che curare, però se lei dice che ...
(interrompe l'Assessore Sciapichetti)
Peppino GIORGINI. Io non posso mettere in dubbio …
(interrompe l'Assessore Sciapichetti)
Peppino GIORGINI. Benissimo, non ho i mezzi per contraddirla perché se lei mi dice una cosa …
(interrompe l'Assessore Sciapichetti)
Peppino GIORGINI. Va bene. Grazie.
PRESIDENTE. Passiamo alla votazione.
Mozione n. 221. La pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa non approva)
Mozione n. 253
ad iniziativa della Consigliera Marcozzi
“Dilazioni e agevolazioni su restituzione tributi sospesi e non versati dei residenti nelle zone terremotate”
(Ritiro)
PRESENTE. L’ordine del giorno reca la mozione n. 253 della Consigliera Marcozzi, ha chiesto la parola, ne ha facoltà.
Jessica MARCOZZI. Ne parlavo con l'Assessore Cesetti questa mozione la ritiro perché riguardava le norme finanziarie che prevedevano la proroga al 31 dicembre 2017 della durata della busta paga pesante, la restituzione in 9 rate a decorrere dal 16 febbraio 2018 e chiedevo l’impegno della Giunta a sollecitare il Parlamento per modificare le modalità di restituzione dei tributi sospesi.
Questo è stato fatto, la mozione è stata presentata sei mesi fa, quindi credo che sia giusto ritirarla.
PRESIDENTE. Ha la parola l’Assessore Cesetti.
Fabrizio CESETTI. Vorrei spiegare alla Consigliera Marcozzi che la legislazione nazionale, in corso di approvazione alla Camera dei Deputati e poi passerà verisimilmente al Senato prima di Natale nell’identico testo, accoglie le richieste che vengono auspicate con la mozione, quindi a questo punto votare è pressoché inutile pertanto può essere ritirata.
Mozione n. 302
ad iniziativa dei Consiglieri Mastrovincenzo, Maggi, Urbinati, Busilacchi, Rapa
“Adesione campagna ‘Senzatomica’ e rispetto del Trattato di non proliferazione nucleare”
(Discussione e votazione)
PERSIDENTE. L’ordine del giorno reca la mozione n. 302 dei Consiglieri Mastrovincenzo, Maggi, Urbinati, Busilacchi, Rapa.
Ha la parola, per l'illustrazione, il Consigliere Maggi.
Giovanni MAGGI. Questa mozione potrebbe sembrare quasi velleitaria, ma secondo me è un atto politico importantissimo in un momento così delicato della nostra storia, dove si riparla, dopo la guerra fredda e la caduta del muro di Berlino, di conflitto atomico.
Questa mozione era stata presentata dal gruppo del Movimento 5 Stelle, è stata unita con quella presentata dalla Conferenza dei capigruppo, che ha accettato ovviamente di buon grado di unirla …
PRESIDENTE. Mi scusi, la correggo, era una mozione presentata a livello nazionale dalla Conferenza dei Presidenti.
Giovanni MAGGI. Certo! E' stata oggetto di una discussione e l’ultimo punto dell’impegna viene superato, però si è deciso collegialmente di ripresentarla in Aula.
La mozione è semplicissima nel senso che è chiarissima e io non farò altro che prendere dei punti per fare un rapido riassunto di quello che c’è scritto.
Una stima attendibile dice che ci sono sul nostro pianeta 20.000 armi atomiche in grado di distruggere e cancellare ogni forma di vita sulla terra. Secondo la Federazione degli scienziati americani l’Italia custodisce il più alto numero di armi nucleari statunitensi schierate in Europa, arsenale composto da 70 ordigni B61 su un totale di 180 presenti nelle basi italiane di Ghedi-Torre e Aviano. L’Air Force documenta che sono in fase di sviluppo negli Stati Uniti le nuove bombe nucleari B6112, una arma contestata nucleare che è pari a quattro volte la potenza di quelle lanciate su Hiroshima alla fine dell’ultimo conflitto mondiale.
L’Air Force dimostra che la bomba nucleare B6112 può essere sganciata dai cacciabombardieri che sono dislocati nella base di Aviano, l’Italia fa parte del Gruppo pianificazione nucleare della Nato e mette a disposizione del proprio territorio non solo l’installazione di armi nucleari, ma anche i piloti italiani che vengono addestrati all’attacco nucleare dai militari Usa.
I previsti caccia F35, sull’acquisto dei quali si è molto discusso, saranno integrati, come dice l’U.S. Air Force, con le bombe B6112, quindi in questo modo verrebbe violato il Trattato di non proliferazione delle armi nucleari firmato nel ’69 e ratificato nel ’75 che stabilisce all’articolo 2 che ciascuno degli Stati militarmente non nucleari che sia parte del trattato si impegna a non ricevere da chicchessia armi nucleari o altri congegni nucleari esplosivi, né il controllo su tali armi e congegni esplosivi direttamente o indirettamente.
Con la presenza simultanea sul nostro territorio di B6112, di F35 con la presenza del sistema di telecomunicazione satellitare della Marina militare degli Stati Uniti l’Italia diventa un bersaglio prioritario per eventuali rappresaglie nucleari.
Naturalmente tutto questo, oltre ai Trattati che ho citato, contrasta evidentemente con lo spirito dell’articolo 11 della nostra Costituzione che recita: “L’Italia ripudia la guerra come strumento di offesa della libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali”.
Tenuto conto che negli ultimi anni sono stati proposti e firmati da molti Governi Trattati per il disarmo nucleare e che nel 2011 è stato firmato il nuovo accordo Start 2 che prevede una riduzione da 2.200 a 1.550 il numero delle testate nucleari sia degli Stati Uniti che della Russia, preso atto di questa tendenza, il Movimento internazionale per l’abolizione delle armi nucleari ha promosso diverse campagne sostenute da diverse e autorevoli associazioni.
A partire dal 2011 nel nostro Paese è stata lanciata la campagna “Senzatomica” promossa da molte organizzazioni scientifiche, militari e culturali di parecchi Paesi europei e del mondo e di parecchi premi Nobel per la pace a cui ha aderito anche l’Italia.
Quindi vista la mozione avente per oggetto “Adesione alla campagna “Senzatomica” per una convenzione per l’abolizione delle armi nucleari” e vista la richiesta presentata dal Presidente del Consiglio della Regione Lazio relativa all’approvazione da parte della Conferenza dei Presidenti delle Assemblee legislative e delle Province autonome di una mozione del Governo della Repubblica al fine di promuovere, sia a livello nazionale che internazionale, delle azioni ufficiali atte a garantire il diritto di un mondo libero dalle armi nucleari, impegna il Presidente e la Giunta a richiedere al Governo di rispettare il trattato di non proliferazione di armi nucleari e ad attenersi a quanto esso stabilisce, a far si che nel territorio italiano vengano immediatamente rimosse le armi con rinuncia all’installazione delle nuove bombe B6112 e di altre armi nucleari, ad aderire alla campagna “Senzatonica”, a promuovere iniziative di sensibilizzazione per la messa al bando delle armi nucleari e a prodigarsi in azioni ufficiali credibili, a sollecitare la Presidenza della Repubblica, il Governo, il Parlamento ed il Ministro agli affari esteri affinché si traduca in azioni ufficiali credibili e concrete da intraprendere a livello nazionale e internazionale il diritto ad un mondo libero dalle armi nucleari.
Ci sono altri due punti, l’ultimo era quello che prevede la richiesta al Governo di votare a favore della risoluzione presentata in sede Onu ad iniziativa dell'International campaign to abolish nuclear weapons (Ican) per l’abolizione giuridica delle armi nucleari del mondo, ma sappiamo che il Presidente Gentiloni questo Trattato non l'ha firmato.
Questa è una mozione che richiede una presa di posizione politica molto importante di questa Assemblea, che chiede che l’Italia non sia un bersaglio per rappresaglie atomiche, visto che ce ne sono i motivi, visto che ci sono le basi americane, bombe, caccia bombardieri e piloti italiani addestrati a questo bisogno. Io chiedo che questa Assemblea approvi e dia un segno forte, politicamente forte, perché questa mozione venga approvata all’unanimità. Grazie.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Marconi.
Luca MARCONI. Solo una battuta su questo argomento vista l’ora, per noi normalmente tarda, ma non tarda in assoluto, che non può essere secondo me liquidato con una semplice affermazione di principio.
Penso che non ci sia nessun pazzo in quest’Aula non che consideri la guerra nucleare, ma addirittura la guerra stessa, come uno strumento di risoluzione dei conflitti fra i Paesi e fra i popoli, però l’ultima cosa che ha detto il Consigliere Maggi è vera, il Presidente del Consiglio per ovvie ragioni non ha firmato questo atto per il Governo italiano, perché il problema non è solo quello di essere oggetto o meno di rappresaglie da parte di chi magari vuole aggredirci da questo punto di vista, il problema è sapere se l’Italia fa parte di un sistema di interdizione oppure no, sistema che cade tutto insieme. Io non riesco neanche a capire l’arroganza dei grandi del mondo, per esempio, nei confronti dell’Iran, non riesco a capire perché l’Iran che è un Paese sovrano non può costruire, dico un paradosso, armi nucleari, non può dotarsi di armi nucleari quando ce le ha Israele, non può dotarsi di armi nucleari quando ce le hanno la Russia, la Cina, l’India, gli Stati Uniti, loro che ne hanno a tonnellate dicono all’Iran: “Tu non devi averle”, poi magari altri sfuggono a questo tipo di controllo, vedi la Cina, il Brasile, se le sono fatte e per quelli va bene.
Dal 1954 ad oggi abbiamo stabilito che ci sono 5 padroni del mondo che hanno le armi nucleari, a questi se ne sono aggiunti altri perché sono grossi e tutto il resto del mondo schiavo e sottomesso.
Adesso c’è da capire se siamo dentro o fuori questo tipo di sistema. Siccome questa è una sede politica e non siamo ad una conferenza, non me la sento di assumermi la responsabilità anche se non conto nulla, se non che uno, di intervenire su questo argomento sulla base di questa semplice motivazione di base che sarà anche vera, isolata da un contesto, non è più vera dentro un contesto, perché dentro un contesto il problema non è se l’Italia avrà o no 10 o 15 bombe di più, il problema è di carattere più generale e qualcuno più autorevole di noi l’ha già posto in un recente intervento che è partito da oltre Tevere dicendo che il problema è generale, ma parte da chi? Parte dagli Stati Uniti, dalla Cina e dalla Russia che ancora governano il mondo sulla base di questo presupposto, il terrore atomico e il terrore finanziario, tra le altre cose tutte fortemente intrecciate, soprattutto Stati Uniti e Cina.
Quindi dico in linea di principio non me la sento di partecipare a questa votazione perché ritengo che non ha senso far parte di un movimento che porti a questo risultato, perché non me la sento, in tutta coscienza non me la sento, non posso essere partito di Governo, partito d’opposizione a seconda delle convenienze perché magari adesso fa bene fare questo tipo di ragionamento.
L’ho fatto io il riferimento oltre Tevere, il Papa l’ha fatto a tutto il mondo e, ripeto, non siamo una sede che decide, se io fossi la sede che decide e avessi sul dito pollice la decisione rossa e verde per mettere o non mettere in un contesto completamente diverso, non ho dubbi che sia questo, ma in questo contesto, ripeto, sul piano della regola del diritto internazionale mi chiedo perché l’Iran non deve farle, mi chiedo perché l’Iran non può mettere le bombe nucleari quando tutti quelli che glielo dicono sono pieni di bombe e potrebbero radere al suolo l’Iran, a cominciare da Trump, in qualsiasi momento. Questa è una assurdità che mette sempre da una parte i poveri del mondo e dall’altra parte quelli che sono ricchi e rimarranno sempre ricchi e potenti.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Urbinati.
Fabio URBINATI. Grazie Presidente. Intervengo semplicemente per fare una proposta di risoluzione su un tema così importante, che poi è uno dei grandi temi che la politica degli anni ’70, ’80, ma ancor prima negli anni ’60, ha trattato con risultati che sono stati altalenanti.
Ho sempre avuto le idee chiare riguardo a questi temi, è sbagliato, secondo me, dire che azioni tipo questa o azioni che promuovono la cultura della non proliferazione delle armi nucleari, che promuovono la cultura della pace, siano fine a se stesse perché credo che miglior deterrente per tutte le tensioni che oggi ci sono al mondo siano le risoluzioni da un punto di vista politico con un Governo globale che sia più strutturato di quanto non lo sia oggi, perché oggi tutto possiamo dire tranne che ci sia un ordine mondiale e quello che sta accadendo a Gerusalemme ne è la più chiara testimonianza.
E' importante che si diffonda attraverso iniziative come questa la cultura della pace perché su questo presupposto credo che noi possiamo educare masse, centinaia di migliaia di giovani che rappresentano il futuro del mondo ed il futuro del nostro pianeta.
Quindi propongo una risoluzione perché l’ultima parte della mozione è superata dai fatti.
Credo che con questa risoluzione, che stiamo distribuendo ai Consiglieri, insieme possiamo dire una parola importante su questo che, ripeto, è uno dei grandi temi e la politica internazionale, come quella di base, quella dei territori, dovrebbe ricordarsi, secondo me, di discuterne dentro le proprie sezioni, dentro le proprie organizzazioni. Grazie.
PRESIDENTE. Proposta di risoluzione a firma dei Consiglieri Mastrovincenzo, Maggi, Urbinati, Busilacchi, Rapa, Bisonni, Pergolesi, Giorgini, Fabbri. La pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa approva)
Mozione n. 307
ad iniziativa dei Consiglieri Zaffiri, Volpini, Giancarli
“Disservizi Ospedale di comunità di Arcevia”
Interrogazione n. 469
ad iniziativa del Consigliere Giancarli
“Mezzo di soccorso avanzato H24 presso la struttura sanitaria di Arcevia”
(abbinate)
(Discussione e votazione)
PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca la mozione n. 307 dei Consiglieri Zaffiri, Volpini, Giancarli e l’interrogazione n. 469 del Consigliere Giancarli, abbinate.
Ha la parola, per l'illustrazione, il Consigliere Giancarli.
Enzo GIANCARLI. Brevemente perché poi interverranno forse altri, il Consigliere Traversini, qui c’è la strategia delle aree interne, quindi dovrà pronunciarsi.
Ringrazio il Consigliere Zaffiri ed il Consigliere Volpini per avermi fatto sottoscrivere la loro mozione e per quanto mi riguarda dico tre cose, ho fatto una email l’8 gennaio 2014 indirizzata all’Assessore alla sanità della Regione Marche Mezzolani, al Dott. Gigliucci, Dirigente del Servizio sanità della Regione Marche, che oggi ha un altro incarico sempre nell’Asur, che diceva: “Ho ricevuto tre giorni fa la lettera del Sindaco di Arcevia Andrea Bomprezzi indirizzata anche a voi. Il Sindaco ha perfettamente ragione l’Msa di Arcevia nelle valli del Misa e Nevola deve essere mantenuta per 24H le ragioni sono state più volte sottolineate anche nella mia del 10 ottobre scorso che allego. Non aggiungo altro perché c’è da fare una cosa soltanto: gli atti necessari per consolidare questo servizio”. Poi il Presidente Volpini della Commissione sanità dell’attuale legislatura ha inoltrato il parere favorevole nel gennaio del 2016 ad una delibera importante, che è la 139, e ha scritto nell’allegato A dello schema di deliberazione del 22 dicembre 2015 n. 1183 “venga aggiunto l’ospedale di Arcevia con i relativi posti letti per le cure intermedie nonché la descrizione dei servizi presenti e il mezzo di soccorso avanzato H24 in quanto primo Ospedale di comunità realizzato nelle Marche operante da anni” e poi nella valle sono stati chiusi altri tre ospedali.
Nella progettualità delle aree interne del 27 novembre 2017 la Giunta della Regione Marche, quando approva la proposta di strategia delle schede di intervento ad essa collegate del basso appennino pesarese e anconetano, in ottica di sistema di efficientamento dell’uso delle risorse nella logica della valorizzazione ed integrazione degli interventi relativi alle quattro aree di intervento sanitario, inserisce la telemedicina negli ospedali di comunità e nel sistema di emergenza sanitaria, la gestione della cronicità delle aree interne, la piattaforma per un nuovo punto salute welfare, la rete delle strutture residenziali e semiresidenziali, quindi di fatto entra anche dentro questa strategia.
Il Consigliere Zaffiri si era soffermato molto, me ne aveva parlato anche personalmente, sulla necessità, perché qui parliamo di telemedicina, visto che ci sono tutte le strutture, tra l’altro particolare curioso gli operai della Termovat hanno fatto una azione di solidarietà ed hanno acquistato uno strumento per la radiologia, poi siccome non hanno raggiunto tutta la cifra perché credo che il costo sia sui 120.000 euro, una parte della somma ce l’ha messa anche l’Asur, bene, questo apparecchio non può non essere utilizzato perché, ripeto, è figlio della solidarietà dei lavoratori e in parte delle risorse pubbliche, è sufficiente avere un medico una volta o due a settimana, considerato che sono tantissimi i medici che operano nelle radiologie del territorio, territorio inteso per area vasta, quindi credo di essere stato molto concreto citando atti della Giunta della Regione Marche fatti pochi giorni fa, atti della Commissione sanità e del Presidente Volpini, atti della strategia delle aree interne, quindi credo che la mozione contenga queste due cose: la radiologia da un lato e l’Msa H24, non solo chiedo l’approvazione, ma è bene che si vada all’attuazione di decisioni già prese.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Zaffiri.
Sandro ZAFFIRI. Grazie Presidente. Per ringraziare il Consigliere Giancarli che ha presentato in modo squisito questa mozione.
Vorrei solo aggiungere una cosa che era importante ed è importante secondo me, non soltanto la questione tecnica, ma la questione politica. Forse la presenza dell’Assessore è sempre importante, perciò quest’Aula gli manda un messaggio: “Caro Assessore, la politica è importante non sempre la tecnica risolve i problemi”, perciò credo che i Direttori dell’Asur devono fare i Direttori, l’Assessore deve fare l’Assessore, pertanto occorre che obblighi i medici ad usare gli strumenti tecnologici perché questo è un problema non di presenza sul territorio, magari da Fabriano si può verificare quello che può essere fatto, due giorni alla settimana ad Arcevia. Così si fa, dice il Consigliere Volpini, bisogna comandarli, bisogna comandare queste persone a svolgere queste funzioni. La politica serve a questo a casa della Lega. Grazie.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Fabbri.
Piergiorgio FABBRI. Voglio velocemente intervenire per evidenziare un fatto. Noi in quest’Aula stiamo continuamente parlando di sanità, portando all’attenzione il fatto che le popolazioni sono in difficoltà.
Nell’entroterra questo piano sanitario benedetto, scaduto dal 2014, non è efficace, non viene realizzato, domani c’è l’Area vasta in Urbino, sul giornale c’è scritto che il Presidente Ceriscioli diserterà, non ci andrà e manderà Fiorenzuolo, però ci sono decine di mozioni e interrogazioni che questo disagio sociale lo mettono in evidenza e si viene a pietire un minimo di assistenza nelle aree interne perché il declassamento di 13 strutture ad ospedale di comunità non è sufficiente a dare la giusta copertura sanitaria alle popolazioni.
Quindi in assenza di una strategia, in assenza di una realizzazione decisa di una riforma, in assenza dell’erogazione di servizi, si moltiplicano gli atti che chiedono 12 ore in più di ambulanza, che chiedono un giorno in più di diagnostica, che chiedono queste cose qua, 20, 10 letti di lunga degenza, di riabilitazione, e poi si spalancano le porte al privato.
E’ chiaro che a livello politico il messaggio che ormai tutti i cittadini hanno recepito è quello che nell’entroterra sono insufficienti le misure sanitarie che questa Giunta sta erogando, occorre assolutamente iniziare a pensare ad un nuovo piano sanitario efficace che abbia un paradigma completamente diverso rispetto a quello che si tenta di realizzare e non si riesce a realizzare, perché la 139 ormai è datata, è di oltre un anno fa e ancora siamo in mezzo al guado, ancora si chiede ai medici di base di entrare nelle strutture e ancora non si trovano i medici per l’emergenza, ancora non si risolve il problema delle ambulanze e degli eliporti. Quindi voglio stigmatizzare questa situazione che di Consiglio in Consiglio ci ritroviamo ogni volta a vivere.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Volpini.
Fabrizio VOLPINI. Non volevo parlare, ma l’intervento del Consigliere Fabbri mi ha stimolato, solo per ricordare che Arcevia è ospedale di comunità dal 1998, è stato fatto ben prima della 1345, ben prima della 139, oltretutto è stato preso ad esempio nei testi di organizzazione sanitaria e rispetto all’ingresso dei medici di medicina generale, conosco quella realtà molto bene, non solo sono entrati, ma sono entusiasti tant’è che i Commissari sono venuti, anche la Commissaria del Movimento 5 Stelle che sta in Commissione sanità, ed io lo ricordo bene, a quella benedetta Commissione sanità nella quale abbiamo invitato chi questa esperienza delle cure intermedie negli ospedali di comunità l’aveva fatta, sono loro testimoni. E' venuto il Dr. Spaccia ed ha raccontato l’esperienza dell’ospedale di comunità da medico di medicina generale, quella registrazione si può andare a riprendere per dire che non solo sono entrati, ma sono soddisfatti, qui c’è un problema, ed ha ragione il Consigliere Zaffiri quando dice che la politica in questo caso è importante, che riguarda un settore specifico che è quello della trasmissione radiologica e della copertura dell’H24 della medicalizzata che è stata prevista 12 ore a Sassoferrato e 12 ore …, c’è quindi una giusta richiesta di quei territori per quel tipo particolare di territorio che è quello di Arcevia, perché bisogna sempre ricordare che Arcevia è l’ultima propaggine della Valle del Misa, ma non c’entra niente il ragionamento che ha fatto il Consigliere Fabbri sulla frammentazione ospedaliera, sul superamento dei 13 ospedali. E' una cosa che è stata fatta nel 2014, questa è stata fatta nel 1998, l’ospedale di comunità di Arcevia con l’ingresso dei medici di medicina generale a gestire le cure intermedie e soprattutto con la soddisfazione di quelle popolazioni. Alcune scelte in alcuni territori sono state fatte prima che arrivassero le normative Balduzzi, piuttosto che il D.M. 70, piuttosto che tutto quello che arrivato, perché c’era quella esigenza assistenziale perché l'ospedale che c’era allora ad Arcevia era assolutamente non adeguato per le necessità di quel territorio.
Il resto appartiene ad una visione che è la vostra, non è la nostra, rispetto ad altri territori, ma non c’entra con Arcevia, può c'entrare con Cagli, può c'entrare con Sassocorvaro, quelli che sono oggetto dell’intervento della 1345 poi della 139, non per Arcevia.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Fabbri.
Piergiorgio FABBRI. L’esperimento di Arcevia si inseriva in una realtà territoriale che non è quella attuale, quindi aver preso questo esperimento e averlo esteso a tutto l’entroterra si sta dimostrando sbagliato, dico soltanto questo. Quindi una situazione di una realtà specifica, avendo a supporto una rete territoriale differente, parliamo di 15 anni fa, non può essere allargata a tutto il resto.
Rimango giustamente della mia opinione perché gli atti che vengono presentati quotidianamente in quest’Aula confermano questo disagio delle popolazioni.
PRESIDENTE. Passiamo alla votazione.
Mozione n. 307. La pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa approva)
La seduta è tolta.
La seduta termina alle ore 18,20
La seduta inizia alle ore 10,35
Presidenza del Presidente
Antonio Mastrovincenzo
Comunicazioni del Presidente
PRESIDENTE. Colleghi buona giornata, dichiaro aperta la seduta n. 85 del 13 dicembre 2017. Do per letto il processo verbale della seduta n. 84 del 29 novembre 2017, il quale, ove non vi siano opposizioni, si intende approvato ai sensi del comma 4 dell’articolo 53 del Regolamento interno.
Richiamo, inoltre, ai sensi del comma 5 dello stesso articolo, l'attenzione di tutti i Consiglieri sulle comunicazioni distribuite, con cui porto a conoscenza dell'Assemblea quanto espressamente previsto dal Regolamento interno.
Oggi è assente l'Assessore Cesetti che partecipa ad un Comitato interistituzionale sul post-sisma a Fermo, è assente giustificato anche l'Assessore Pieroni.
Commemorazione di Patrizia Casagrande Esposto
PRESIDENTE. A questo punto chiedo all'Aula un minuto di silenzio per ricordare la memoria dell'ex Presidente della Provincia di Ancona Patrizia Casagrande Esposto.
(L'Assemblea legislativa osserva un minuto di silenzio)
PRESIDENTE. Grazie, alla famiglia le condoglianze di tutta l'Aula.
Comunicazioni ai sensi dell'art. 55, comma 4 del R.I.
PRESIDENTE. Lascio la parola alla Consigliera Malaigia.
Marzia MALAIGIA. Grazie Presidente. Oggi ricade l'anniversario dei 35 anni dalla frana di Ancona, noi che siamo qui chiamati a decidere su progetti di costruzione e di ricostruzione in un'ottica di prevenzione dovremmo tenere bene in mente quali sono le priorità, che sono la sicurezza ed il benessere delle persone in ogni progetto che ci vede coinvolti, quindi chiedo soltanto oggi una particolare riflessione su questo. Grazie.
Sull'ordine del giorno
PRESIDENTE. Durante la Conferenza dei capigruppo sono state avanzate due richieste, la prima è l'inserimento all'ordine del giorno della proposta di legge 166 del 2017 e su questo lascio la parola al Presidente della III Commissione Consigliere Biancani.
Andrea BIANCANI. Come ho già detto nella Conferenza dei capigruppo chiedo di poter inserire la proposta di legge n. 166 del 2017 che va a modificare la legge n. 13 del '99, cioè la disciplina regionale sulla difesa del suolo.
In Conferenza la richiesta di iscrizione ha avuto un parere positivo, unanime, chiedo comunque all'Aula di ratificare questa proposta che già è stata visionata dall'Ufficio di Presidenza.
PRESIDENTE. La Conferenza dei capigruppo ha dato parere favorevole però l'Aula si deve esprimere a maggioranza assoluta e chiedo per questo la votazione per alzata di mano. Votazione aperta.
(L'Assemblea legislativa approva a maggioranza assoluta dei votanti)
PRESIDENTE. A questo punto inseriamo la proposta di legge n. 166 al punto 3 bis, subito dopo la proposta di legge 163, e diamo tempo fino alle ore 12,00 per la presentazione di eventuali emendamenti.
E' stata avanzata un'altra richiesta da parte del Capogruppo del Partito Democratico, ha la parola il Consigliere Urbinati.
Fabio URBINATI. Grazie Presidente, a nome del gruppo del Partito Democratico chiedo il rinvio della mozione n. 317 per ulteriori approfondimenti. Grazie.
PRESIDENTE. Ha la parola la Consigliera Leonardi.
Elena LEONARDI. Grazie Presidente. Esprimo decisamente contrarietà a questa richiesta perché la mozione è a conoscenza di gran parte della maggioranza da tempo, tanto che alcuni esponenti sono anche fra i firmatari, in quanto l'ho voluta condividere un po' con tutti i gruppi consiliari proprio per cercare un'ampia condivisione.
Oggi ho fatto dono a tutti di un calendario dell'Associazione dei genitori della cardiochirurgia pediatrica di Torrette che stanno aspettando, molte famiglie, di vedere confermate le peculiarità di questo reparto, mi sarebbe piaciuto, visto che questa era l'unica data possibile prima di Natale, far passare a queste famiglie un Natale sereno, sapendo che la tutela dei loro figli è completamente al sicuro.
Sono assolutamente contraria perché i tempi per valutare la mozione c'erano, la condivisione con gli esponenti della maggioranza c'è stata, quindi non vedo la necessità di questo rinvio che, mi dispiace, trovo strumentale.
Non mi aspettavo questa cosa, mi aspettavo che tutti insieme come Aula, maggioranza e minoranza, avremmo festeggiato un atto importante per una eccellenza della sanità marchigiana, quindi ribadisco un no deciso a questo rinvio.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Marconi.
Luca MARCONI. Ho già espresso il parere in sede di Conferenza dei capigruppo, qui mi permetto soltanto di motivare questa richiesta ulteriormente rispetto a quello che ha fatto il Consigliere Urbinati perché questa mozione è molto particolare, al di là delle cose che propone, che saranno anche giustissime, forse alla fine la voteremo anche tutti, però lo scrupolo che è venuto da parte dei banchi della maggioranza è relativo al fatto che vorremmo sentire su questa materia qualcuno, quindi propongo, se l'Aula decide per il rinvio, che ci sia un passaggio serio in Commissione, nel senso che abbiamo dei tecnici della sanità che ci dicono se effettivamente ha senso prima di tutto che il Consiglio si pronunci su due infermieri in più, cinque in meno, aspetti tecnici ed organizzativi che sulla base della legge sono di competenza dei dirigenti delle aziende o dei direttori di Asur o sanitari, quindi che noi entriamo in questa materia può essere anche interessante, però deliberare una cosa che impegna la Giunta a farla quando non abbiamo tutti gli elementi mi sembra che andiamo molto al di là del confine dell'esecutivo che non è neanche nostro, ma entriamo in quello gestionale spicciolo, per cui un passaggio in Commissione della quale sono componente, come sono componenti la Consigliera Leonardi ed anche i Consiglieri Giancarli e Talè che hanno firmato la mozione, credo che possa essere necessario.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Talè.
Federico TALE'. Soltanto per rimarcare una cosa, seguo la questione della cardiochirurgia pediatrica degli Ospedali riuniti di Torrette da parecchi mesi, ho fatto anche due incontri con il primario Prof. Pozzi, con il Presidente, con la dirigente Dott.ssa Di Furia ed ho già presentato due interrogazioni, una a risposta scritta, un'altra a risposta orale, quindi conosco molto bene la questione.
Posso essere a favore del rinvio, però voglio la certezza che passi in Commissione, quindi la prossima Commissione o fra due Commissioni, in fretta perché questa questione l'abbiamo sviscerata in tutti i modi. L'abbiamo sviscerata perché prima della Consigliera Leonardi l'ho sviscerata per mesi. Le ragioni del cardiochirurgo infantile Prof. Pozzi ci sono tutte, ne abbiamo parlato sia con il Presidente della Commissione, sia con l'Assessore, ci sono, perché in soldoni, lo dicono i tecnici a livello internazionale, i perfusionisti, coloro che fanno perfusioni all'adulto, non possono praticare se non adeguatamente formati e se non con una adeguata manualità dettata dal fatto che devono fare almeno 50 perfusioni l'anno ed i numeri a Torrette non ci sono per fare 50 perfusioni l'anno per 6 o 7 perfusionisti, quindi non si possono mischiare i perfusionisti pediatrici con quelli degli adulti, la mozione vuole questo, il succo della mozione è questo.
Se vogliamo fare un ulteriore passaggio in Commissione, dove la cosa non c’è stata, quindi non è un ulteriore passaggio, ma se vogliamo passare in Commissione io sono disponibile, però i tempi devono essere certi, non deve essere un rinvio per non riparlarne, deve essere un rinvio e ci prendiamo tutti l’impegno di riportare la mozione nel più breve tempo possibile in Commissione e poi in Consiglio. Se c’è questo impegno io sono favorevole altrimenti sono contrario.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Maggi che può parlare solo sulla proposta del Consigliere Talè perché sull’altra proposta del Consigliere Urbinati hanno già parlato un Consigliere pro ed uno contro.
Giovanni MAGGI. Devo dire che questa richiesta di sospensione è strumentale, come è stata strumentale la richiesta fatta sempre dal Consigliere Urbinati di rinviare, quando trattavamo l'assestamento, l’emendamento che riguardava le pensioni e portava le pensioni degli ex Consiglieri regionali all’età di tutti i dipendenti della pubblica amministrazione.
Premessa dovuta, nel senso che io sono sicuramente favorevole a quello che ha detto il Consigliere Talè, cioè che questa cosa è già stata sviscerata, pensata ed è stata anche proposta al Presidente Ceriscioli che si è dichiarato favorevole. Adesso chi comanda in Giunta? Il Presidente Ceriscioli o Caporossi che in questa situazione è comunque dentro una disputa di primari tra la cardiologia infantile e la cardiologia degli adulti?
Ci sono famiglie che stanno conducendo una battaglia con le armi dell’amore e della solidarietà e noi Consiglieri eletti dal popolo marchigiano non ci possiamo girare dall’altra parte e per ragioni politiche dire che rinviamo la mozione per vedere cosa succede.
Sono sicuramente d’accordo con quello che ha detto il Consigliere Talè, con le preoccupazioni e le puntualizzazioni che ha evidenziato, soprattutto nel momento in cui la cardiologia infantile non può essere messa insieme alla cardiologia degli adulti perché sono questioni scientifiche e di sensibilità completamente diverse.
Mi sembra veramente un delitto non dare aspettativa, appoggio e solidarietà a un reparto di eccellenza che riguarda soprattutto i nostri bambini, i nostri figli ed i nostri nipoti.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Busilacchi.
Gianluca BUSILACCHI. Intervengo a favore della proposta del Consigliere Talè che secondo me qualifica anche la proposta del capogruppo Urbinati.
Non è un rinvio sine die, ma è una calendarizzazione in Commissione, però colgo questa occasione, Presidente, intanto per sottolineare, cerchiamo di essere positivi, il fatto che evidentemente questa mozione, che anch'io ho sottoscritto, ha innescato un dibattito e tutti quanti oggi ci interessiamo di una cosa di cui probabilmente non tutti i Consiglieri erano a conoscenza, quindi prendiamo la parte positiva, è una bella occasione e sono convinto che presto andremo in Aula.
Ringrazio la Consigliera Leonardi che recentemente si è occupata di questo tema e il Consigliere Talè che lo fa da alcuni mesi, devo dire che anch’io e il Consigliere Giancarli da alcuni anni ci occupiamo di questo tema, quindi ci sta particolarmente a cuore, infatti anche noi abbiamo sottoscritto questa mozione.
Credo che l’idea di poter approfondire questo tema presto in Commissione, con gli interlocutori, prima di venire in Aula, non sia da vedere come un rinvio sine die, c’è la proposta molto chiara di trattarlo presto, nel giro di un paio di sedute, in Commissione con gli interlocutori ed avere la possibilità di discuterne lì con i diretti interessati ed arrivare in Aula più consapevoli.
E' chiaro che tutti quanti noi su questo tema abbiamo ascoltato degli interlocutori, avere un ulteriore approfondimento prima di arrivare al voto dell’Aula, che poi evidentemente vincola l’Assemblea legislativa, non credo che sia un fatto negativo, anzi, se questo non è un rinvio sine die.
Possiamo farlo presto, arrivare in Aula presto, più edotti su questo tema, prenderci un impegno più serio e probabilmente potremmo farlo anche con un voto più largo, quindi in questo senso e in quest’ottica credo che la proposta sia da sottoscrivere, altrimenti anch’io sarei stato contrario ad un rinvio sine die, in questo modo invece mi sembra una cosa …
PRESIDENTE. Ha la parola il Presidente Ceriscioli.
Luca CERISCIOLI. Il Consigliere Maggi che è tutto anima e core dovrebbe usare anche la testa ogni tanto.
Il tema di accorpare, mettere insieme specialità perché si facciano i numeri ottimali per avere prestazioni di qualità è la radice della riforma sanitaria e del lavoro che stiamo facendo e che lui sta combattendo in ogni sede, promuovendo l’idea della frammentazione sanitaria.
Mettendo le attività più sparse possibili, con numeri i più bassi possibili e ottenendo la qualità più bassa possibile, si ha come risultato un’ottima sanità, ma perché? Perché ad ogni campanile si corrisponde l’esigenza di poter dire anch’io ho una struttura, dove all’ultimo posto ci sono i pazienti, i bambini, gli anziani ed al primo posto l’esigenza di natura spicciolamente territoriale.
Quindi nella tesi di dire è bene ed importante che si raggiunga un numero ottimale di attività per avere la qualità, è questo il punto che i genitori temono, è esattamente nella filosofia di carattere generale dell’azione della Regione.
Sono contento che su un tema, spinto da anima e cuore, magari anche la testa possa arrivare e coerentemente, laddove si praticano le stesse politiche, si arrivi alle stesse conclusioni e non incoerentemente da una parte all’altra.
Ritengo molto importante il passaggio in Commissione perché permetterà di chiarire i contorni tecnici di questa scelta che deve tenere insieme aspetti contraddittori che sono quelli che abbiamo più volte avuto modo di chiarire.
L’aspetto contraddittorio è la garanzia tra un turno che va fatto con 6 persone per garantire i turni e le 11 ore di riposo, aspetto anche questo dove c’è una grande battaglia del Movimento 5 Stelle, tranne in questo caso, questa è l’eccezione. Tutti giustamente devono avere le 11 ore di riposo, però poi si è disponibili a ragionare esattamente al contrario quando politicamente fa comodo, dall’altra parte mantenere il numero, perché questo è il tema, 150 perfusioni sono quelle che si fanno, divise tra 6 persone che devono fare il turno, purtroppo non fa il numero ottimale, questo è il tema.
L’organizzazione deve cercare di tenere insieme i due aspetti, lo ha fatto, secondo me, con delle scelte ed un’impostazione sana che permette di garantire entrambe le cose, quindi ha fatto quadrare il cerchio. Questo è il punto. Però non mi si venga a dire qual è il tema della coerenza, la coerenza la deve avere chi è incoerente nelle cose che promuove e che fa, altro è dover giustificare, tenere insieme processi complessi. La Commissione, secondo me, servirà a capire di cosa stiamo parlando.
Tutt’altro è di volta in volta sposare una tesi o la tesi opposta per l’interesse che si ha, così è facile. La spesa sanitaria? Una variabile indipendente. Il personale? Variabile indipendente. Si ragiona liberamente come ci si sveglia la mattina, invece il progetto deve avere una sua coerenza.
Sono d’accordo con il Consigliere Marconi, il rischio è che qui ci mettiamo a discutere di quanti infermieri vogliamo nella singola struttura, ma sempre per un principio insano, io sono convinto invece di una netta distinzione tra ruoli di indirizzo del Consiglio, esecutivo della Giunta e operativo di chi presiede e dirige le strutture che deve rispondere agli indirizzi ed ai principi. Non è certo il ruolo del Consiglio regionale quello di andare a dire quante persone devono stare dentro un reparto, a che ora si devono svegliare, da dove devono provenire, ma ha un ruolo ben diverso.
Se il Consiglio rinuncia al suo ruolo di indirizzo per me fa un errore clamoroso perché questo Paese è strano, ognuno vuole fare il lavoro dell’altro, se ognuno facesse il suo, secondo me, avremmo risultati molto più coerenti, efficaci e di qualità. Perché allora dovremmo scegliere l’indirizzo e qual è l’indirizzo? Arrivare su tutte le specialità? I numeri ottimali di attività per garantirle? Questo è l’indirizzo che deve dare il Consiglio regionale, ma poi non si sposa bene con la pratica che facciamo, con la manifestazione perché manca alla cassa l’addetto. Non è proprio la stessa cosa.
Bisogna secondo me trovare questa coerenza, quindi io sono coerentissimo, l’idea è chiara e precisa, adesso ogni volta che farete qualcosa contro le cose, io mi alzerò per sottolineare la contraddizione palese tra quello che si predica quando comunicativamente fa comodo e quello che si dice saggiamente oggi sulla qualità dei servizi.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Urbinati.
Fabio URBINATI. Sinceramente non pensavo che una semplice e voglio sottolinearlo anche banale richiesta di rinvio sviluppasse un dibattito tale.
Per carità, il tema è molto sensibile, per questo abbiamo chiesto un ulteriore approfondimento ed io credo che i Consiglieri che lo hanno richiesto hanno tutto il diritto di entrare nel merito di un documento così importante.
Parliamo di cardiochirurgia e cardiochirurgia pediatrica, non parliamo di altre cose, per carità tutto è importante, questo lo è ancora di più, quindi ogni Consigliere vuole avere consapevolezza di quello che fa e non si può negare un semplice rinvio che sarà breve, come hanno detto i Consiglieri Talè e Busilacchi.
La prova di tutto quello che il Presidente ha detto è che su una questione come questa qualcuno è riuscito a parlare anche di vitalizi, cioè sulla questione della cardiochirurgia ci hanno messo dentro anche la questione dei vitalizi, questa è la prova della strumentalizzazione che qualcuno in quest’Aula applica sistematicamente su tutti gli atti.
Noi rivendichiamo la volontà di alcuni Consiglieri di approfondire questo atto, la cosa è semplice, noi siamo maggioranza faremo molto prima a respingere una mozione che a rinviarla perché rinviarla significa tornarci sopra, lavorarci e approfondirla.
Noi non bocciamo la mozione, ma la rinviamo perché vogliamo approfondirla. Quindi chiedo un breve rinvio di questa mozione. Grazie.
PRESIDENTE. La richiesta definitiva è un rinvio breve.
Ha la parola la Consigliera Leonardi.
Elena LEONARDI. Un rinvio è un rinvio, non è mai un rinvio sine die perché comunque le mozioni, a meno che il proponente non le ritiri, devono tornare ad essere calendarizzate e c’è la possibilità di porre l’urgenza votata dalla Conferenza dei capigruppo come è avvenuto per mettere all'ordine del giorno di oggi questa mozione. Quindi c’era la volontà condivisa dai capigruppo di portarla in questa assise.
Mi dispiace, ma devo sottolineare anche la contraddittorietà delle dichiarazioni che vengono dal PD perché se c’è stato un forte approfondimento, tanto che sono arrivati degli atti già in Aula, che sono stati discussi come le interrogazioni su questo tema, oggi che arriva una mozione si chiede un approfondimento perché il tema non si conosce, allora delle due cose o una o l’altra. Mi sembra che sia purtroppo una piccola foglia di fico alla quale appoggiarsi per non trattare un argomento che evidentemente vede delle fazioni contrapposte e mi dispiace la bocciatura ..., certo la difficoltà, Consigliere Urbinati, sarebbe tutta vostra nel bocciare un atto che è non solo di buon senso, ma che porta anche la firma condivisa di membri del vostro partito. Evidentemente è un atto che va a tutelare un reparto che oggi funziona e che ha portato i numeri, abbassando il tasso di mortalità, parliamo di bambini, da un 11% ad uno 0,4% perché funziona bene in quel modo.
Metterci mano, ed è questa la paura dei genitori, modificando le condizioni che hanno portato a questi risultati è un rischio che sulla pelle dei loro figli non vogliono correre, quindi chiedo di non rinviarla, ma di trattarla. Grazie.
PRESIDENTE. A questo punto votiamo la richiesta di rinvio breve, come da proposta del Consigliere Urbinati, della mozione n. 317.
Ha la parola la Consigliera Leonardi.
Elena LEONARDI. Chiedo la votazione per appello nominale anche a nome dei Consiglieri Zaffiri e Celani.
PRESIDENTE. Preciso che la richiesta di rinvio breve in Commissione in realtà non è prevista da Regolamento, quindi …
(interrompe il Consigliere Volpini)
PRESIDENTE. Deve chiederlo a chi l’ha proposto.
Ha la parola il Consigliere Marconi.
Luca MARCONI. La proposta potrebbe essere molto semplice, Presidente, legandola al passaggio in Commissione nella prossima seduta o al massimo nelle prossime due, sennò non ne veniamo a capo.
Fabrizio VOLPINI. Noi dobbiamo, come da nuovo Regolamento del Consiglio, fare il calendario delle riunioni delle Commissioni con tanto di ordine del giorno, che noi diligentemente abbiamo fatto, quindi vi informo che di conseguenza questa mozione deve inserirsi all’interno di una programmazione che la Commissione, con il parere unanime di tutti, ha già fatto.
Troveremo comunque un modo perché si deve approfondire.
Ha ragione il Presidente, siccome è un fatto molto tecnico e gestionale bisogna che venga a spiegarlo chi queste cose le fa quotidianamente, quindi le direzioni sanitarie degli ospedali, le direzioni aziendali, coloro che questa cosa la masticano tutti i giorni e non a corrente alternata.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Talè.
Federico TALE’. Tanto per essere chiari, la proposta che faccio è, se vogliamo mettere breve e quanto, mettiamo che entro il mese di gennaio si riporta in Consiglio. Questa è la mia proposta.
PRESIDENTE. Presidente Volpini è compatibile la proposta di riportare entro il mese di gennaio la mozione in Consiglio? (…) Va bene, votiamo questa proposta in modo definitivo.
Favorevoli: Biancani, Bora, Busilacchi, Casini, Ceriscioli, Giacinti, Giancarli, Marconi, Mastrovincenzo, Micucci, Minardi, Rapa, Sciapichetti, Talè, Traversini, Urbinati, Volpini.
Contrari: Carloni, Celani, Fabbri, Giorgini, Leonardi, Maggi, Malaigia, Marcozzi, Pergolesi, Zaffiri, Zura Puntaroni.
Astenuti: Nessuno.
(L’Assemblea legislativa approva)
PRESIDENTE. La mozione tornerà in Aula entro il mese di gennaio.
Ricordo inoltre che la Conferenza dei capigruppo ha deciso di rinviare per l’assenza dell’Assessore Pieroni le interrogazioni nn. 399 e 497 e, su richiesta del proponente, il Consigliere Busilacchi, l'interrogazione n. 517.
Proposta di legge n. 115
ad iniziativa della Consigliera Pergolesi
“Disposizioni in favore dei soggetti affetti da fibromialgia (FM), da sensibilità chimica multipla (MCS) e da encefalomielite mialgica (ME/CFS)”
Proposta di legge n. 122
ad iniziativa dei Consiglieri Marconi, Busilacchi, Rapa, Giancarli
“Riconoscimento della fibromialgia come malattia”
Proposta di legge n. 134
ad iniziativa della Consigliera Malaigia
“Riconoscimento della fibromialgia e della sensibilità chimica multipla come patologie”
(abbinate)
Testo unificato dalla Commissione: “Disposizioni in favore dei soggetti affetti da fibromialgia e da sensibilità chimica multipla”
(Discussione e votazione)
PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca la proposta di legge n. 115 della Consigliera Pergolesi, la proposta di legge n. 122 dei Consiglieri Marconi, Busilacchi, Rapa, Giancarli e la proposta di legge n. 134 della Consigliera Malaigia, abbinate.
La discussione è aperta, ha la parola il relatore di maggioranza Consigliere Micucci.
Francesco MICUCCI. Grazie Presidente. Finalmente torna in Aula questa proposta di legge, perché c’era stata una prima calendarizzazione a giugno di quest’anno, poi era stata rinviata in Commissione, che ha finalmente deliberato, e oggi arriva in Aula per l’approvazione definitiva.
Un testo di legge credo molto importante tant’è che unifica diverse proposte di legge arrivate da diversi gruppi consiliari a testimoniare l'importanza che questo argomento aveva ed ha per il Consiglio regionale, testimoniata anche dal lavoro che è stato fatto in Commissione tra audizioni dei tecnici, audizioni delle associazioni di malati fibromialgici, riflessioni, valutazioni, quindi c’è stato tutto un lavoro molto complesso che ha portato a questo testo approvato ad ampia maggioranza in Commissione.
Un testo importante perché a livello nazionale eravamo la prima Regione, oggi siamo secondi, per questo prolungamento dei tempi, nell'approvare un testo di legge regionale in merito alla malattia fibromialgica e alla sensibilità chimica multipla. Una malattia sulla quale c’è una grossa discussione, ma non c'è ancora una definizione chiara da parte dei comitati scientifici proprio per la sua complessità, per la sua tendenza a confondersi con altre malattie. Su questo altri interventi più tecnici del mio, se ci saranno, sapranno spiegare meglio il tipo di malattia.
Diciamo che c’è una difficoltà da parte del panorama scientifico e politico nel definire le possibilità di cura di questa malattia, però attraverso questo lavoro abbiamo raggiunto un testo condiviso che prevede innanzitutto che la Regione Marche valuti la fibromialgia e la sensibilità chimica multipla come patologia e in qualche modo accenda una luce ed un faro su questo tipo di malattia per approfondirne i connotati e definirne un po’ i contorni.
Il secondo articolo prevede che la Giunta regionale competente definisca le linee guida e crei un coordinamento per individuare l’ambito di lavoro dei malati fibromialgici, definisca quindi i contorni e affidi ad un centro specializzato il registro dei malati.
Questo centro specializzato, che poi verrà individuato dalla Giunta all’interno delle proprie attività sanitarie regionali, dovrà approfondire e addivenire a delle soluzioni per le patologie in fase di discussione.
Per questo è previsto anche uno studio, un approfondimento, da parte dell’Asur e da parte dell’Università, che valuti e quantifichi il dato sui malati fibromialgici perché la difficoltà che ha oggi la sanità ad intervenire su questa patologia è anche capire quale sia il quadro e quali siano i numeri di riferimento. Abbiamo i numeri ufficiosi dati dalle associazioni che hanno un loro fondamento, ma che non sono definitivi, proprio perché alle spalle non c’è uno studio scientifico che riesca ad oggi a comprovare questo dato, quindi la norma tende a definire nel giro di tempi tecnici, di qualche mese, un anno, il numero dei malati per poi eventualmente poter intervenire anche con risorse economiche che saranno a quel punto finalizzate e destinate in maniera più opportuna e più specifica.
Concludo dicendo che credo che sia un passaggio importante, la Regione Marche si mette a fianco dei malati di fibromialgia, delle associazioni che in questi giorni, ma non solo, hanno sollecitato anche parziali modifiche rispetto al testo.
La valutazione è stata fatta in maniera complessiva ascoltando le associazioni, ma anche e soprattutto i tecnici dell’Asur e del servizio salute, i medici, che hanno una visione tecnico-scientifico del tipo di malattia, quindi credo che il testo a cui oggi siamo giunti complessivamente risponda a questa esigenza.
E’ un primo testo che, non essendoci documenti precedenti, interviene in una fase in cui molti dati mancano, poi una volta sviluppato questo primo momento di approfondimento, di definizione del quadro, credo che nei prossimi anni sarà possibile, una volta avuto il quadro complessivo, intervenire in maniera più specifica ed eventualmente anche in un futuro non troppo remoto modificare e specificare questo testo di legge. Grazie.
PRESIDENTE. Ha la parola la relatrice di minoranza Consigliera Pergolesi.
Romina PERGOLESI. Grazie Presidente. Vorrei fare un discorso un po’ più generale partendo proprio dalla disabilità che si associa al dolore cronico e che viene definita dall’Organizzazione mondiale della sanità come una limitazione o una perdita, derivante da una alterazione, della capacità di eseguire una attività nella maniera o nel range considerato normale per un essere umano.
Per questo negli ultimi 20 anni la fibromialgia è stata meglio definita attraverso studi che hanno stabilito le linee guida per la diagnosi dimostrando che certi sintomi, come il dolore muscolo-scheletrico diffuso e la presenza di specifiche aree dolorose alla digitopressione, detti tender points, e ne esistono 18 per la precisione, sono presenti nei pazienti affetti da sindrome fibromialgica e non comunemente nelle persone sane o in pazienti affetti da altre patologie reumatiche dolorose.
L’Oms ha riconosciuto convenzionalmente, a seguito della cosiddetta dichiarazione di Copenaghen del 1992, l’esistenza di questa sindrome e di conseguenza gran parte dei Paesi europei hanno aderito classificandola nel nomenclatore delle patologie con il codice ICD9. Tra questi però non figura ancora purtroppo l’Italia.
Nel 2009 il Parlamento europeo ha riconosciuto la fibromialgia come una malattia estremamente invalidante di cui solo in Europa sono stati diagnosticati 14 milioni di casi, ma in Italia - secondo alcune stime, i malati di fibromialgia potrebbero essere addirittura 3 o 4 milioni - poco si è fatto da quando il problema è diventato ufficiale e la conseguenza è la negazione del diritto delle persone fibromialgiche a una buona qualità di vita.
Rappresenta quindi un problema reale che lega il peggioramento della qualità di vita di chi ne è affetto e spesso ad alterazioni dei rapporti familiari, a costi importanti per esami, visite e ad un nomadismo per la ricerca di terapie.
I pazienti infatti sono costretti ad effettuare molte visite generiche e specialistiche prima che venga diagnosticata loro la fibromialgia e ricorrono più volte ai servizi di degenza rappresentando così un notevole onere economico per l’Europa. Per questo il Parlamento europeo ha invitato la Commissione europea ed il Consiglio a mettere a punto una strategia comunitaria per la fibromialgia in modo da riconoscere questa sindrome come una malattia e ad incoraggiare gli Stati membri a migliorare l’accesso alla diagnosi e ai trattamenti.
In Italia, dopo 12 lunghi anni di intenso lavoro, la fibromialgia è stata riconosciuta ufficialmente dal Ministero della sanità come “malattia cronica invalidante” e lo scorso mese alla Camera dei Deputati è stata approvata una risoluzione firmata dai Parlamentari Mantero, Crimi, Colonnese, Di Vita, Grillo, Nesci e dalla stessa Boldrini, che prevede l’inserimento nei livelli essenziali di assistenza (LEA).
Queste sono le premesse della risoluzione che impegnano il Governo ad assumere iniziative per includere la sindrome fibromialgica nell’elenco delle malattie croniche che rientrano nei nuovi Lea, attualmente in corso di aggiornamento attraverso il confronto con i referenti delle società scientifiche maggiormente riconosciute per lo studio della fibromialgia.
Chi è malato di fibromialgia necessita, quindi, di un intervento per controllare il dolore che garantisca almeno una parziale autonomia con un miglioramento anche minimo della qualità della vita e con possibilità realistiche di autosufficienza.
Devono quindi essere fornite al malato terapie volte sia a ridurre il dolore ad un livello di accettabilità, sia al miglioramento della propria autonomia quotidiana attraverso la riduzione della disabilità.
Nel corso degli ultimi due decenni, le principali associazioni mediche, tra cui le società di reumatologia e di studio del dolore degli Stati Uniti d’America, del Canada, della Germania e di Israele, hanno redatto linee guida per la diagnosi e il trattamento del disturbo; tali linee guida concordano sulla necessità di applicare un trattamento integrato e multidisciplinare che mostra superiorità di efficacia rispetto ai singoli trattamenti, in particolare recenti meta-analisi hanno concluso che i farmaci antidepressivi ancora ampiamente usati sia di vecchia che di più recente generazione, mostrano una debole se non nulla efficacia nella riduzione della sintomatologia.
Diverse Regioni italiane hanno avviato un percorso di riconoscimento della malattia, le Province autonome di Bolzano e di Trento con delibere adottate rispettivamente il 20 ottobre 2003 e il 12 febbraio 2010, hanno riconosciuto ai soggetti affetti da fibromialgia l’esenzione della compartecipazione alla spesa sanitaria.
La Regione Lombardia in data 10 giugno 2014 ha approvato una mozione concernente il riconoscimento della sindrome fibromialgica; la Regione Toscana in data 29 luglio e 24 settembre 2014 ha approvato due mozioni aventi per oggetto il percorso di riconoscimento, individuazione e cura per la sindrome fibromialgica; la Regione autonoma Valle d’Aosta a seguito dell’approvazione da parte del Consiglio regionale di una mozione sull’argomento, con delibera di Giunta regionale del 27 marzo 2015, ha approvato provvedimenti per il riconoscimento della fibromialgia come patologia sottoposta a particolare attenzione; la Regione Veneto nel piano sanitario regionale 2012/2016 si è posta come obiettivo di considerare la fibromialgia come una malattia ad elevato impatto sociale e sanitario per la quale è necessario un percorso di informazione, educazione e divulgazione nei confronti dei cittadini veneti e degli enti preposti e recentemente il 30 novembre 2017 la Regione Campania ha riconosciuto la fibromialgia e l’encefalomielite mialgica come patologie altamente invalidanti.
Per questo i Deputati della Camera hanno impegnato il Governo ad assumere iniziative per includere la sindrome fibromialgica nell’elenco delle malattie croniche che rientrano nei nuovi Lea, ad adottare iniziative anche per il tramite dell’Istituto superiore di sanità per individuare criteri oggettivi ed omogenei per l’identificazione e distinzione dei sintomi e delle condizioni cliniche delle persone affette da fibromialgia in base al livello di gravità e invalidità della malattia, ai fini dell’inserimento della sindrome fibromialgica tra le malattie invalidanti che danno diritto all’esenzione della partecipazione alla spesa, hanno inoltre impegnato il Governo ad assumere iniziative affinché sia avviato un piano di formazione e informazione del personale sanitario che consenta una più ampia ed approfondita conoscenza della fibromialgia anche al fine di ridurre i tempi necessari per la formulazione di una corretta diagnosi, ad assumere iniziative per definire i criteri, i modelli e gli indicatori al fine di individuare, tenuto conto delle competenze delle Regioni, centri di riferimento multidisciplinare a livello regionale dedicati alla ricerca ed all’attività clinico assistenziale relativa alla sindrome fibromialgica e per individuare nell’ambito delle migliori esperienze regionali un percorso diagnostico terapeutico assistenziale (Pdta), in grado di costituire un modello per un eventuale successivo percorso di standardizzazione su tutto il territorio nazionale, a promuovere la sperimentazione di cure integrate della fibromialgia quali tecniche di gestione dello stress, agopuntura, idroterapia, ozonoterapia, camera iperbarica, integrate con un uso transitorio sapiente della farmacologia, a considerare l’opportunità di assumere iniziative relative alla possibilità dell’utilizzo di farmaci cannabinoidi per i pazienti affetti da fibromialgia, a considerare la fibromialgia come malattia ad elevato impatto sociale oltre che sanitario e di conseguenza ad assumere iniziative per promuovere il ricorso all’istituto del telelavoro, sia nelle forme di lavoro a distanza che del telelavoro domiciliare, quale forma di opportunità e di ausilio per le categorie di lavoratori in situazioni di disagio a causa di disabilità psico-fisica causate dalla sindrome fibromialgica e da altre malattie croniche invalidanti.
Come potete notare molte delle indicazioni approvate dalla Camera dei Deputati trovano già riscontro nella legge regionale che oggi stiamo discutendo, questo grazie al lavoro capillare effettuato in sinergia anche con i nostri rappresentanti in Parlamento e le associazioni di malati, come la Fi.Mar Onlus che ringrazio per il supporto tecnico e scientifico.
Vorrei ringraziare non solo i membri della Commissione sanità per la pazienza e la sensibilità con la quale hanno affrontato nel corso di questi ultimi mesi la questione e questo grave dramma che colpisce nel 90% dei casi donne, ma anche lo staff e tutte le persone che hanno lavorato con me perché questa legge sia un primo step per rispondere alle necessità di cui hanno bisogno questi malati, soprattutto per far vedere che la politica se vuole può dare e può ottenere dei risultati concreti. Grazie.
Presidenza del Vicepresidente
Renato Claudio Minardi
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Marconi.
Luca MARCONI. Grazie Presidente. Oltre che come membro di Commissione e come proponente, mi permetto, più che entrare nei contenuti sui quali già i relatori hanno detto molte cose, poi certamente il Presidente Volpini ne richiamerà altre, di approfittare di questa legge per agganciarmi ad un ragionamento già abbozzato nella sostanziale discussione generale che abbiamo fatto in merito al rinvio della mozione di cui abbiamo parlato qualche minuto fa, lo faccio ripercorrendo brevemente al Consiglio, visto che non lo sa, la storia di questa legge, che non è stata normale.
Innanzitutto la storia inizia nella precedente legislatura, nella quale molti Consiglieri, tra cui chi vi parla, presentarono una proposta di legge, fu unanime, fu una proposta di legge trasversale, come a dire che raccoglievamo una necessità, un’esigenza che era maturata da più parti e la presentammo. In verità aveva un po’ il sapore preelettorale perché era stata fatta pochi mesi prima della scadenza della legislatura come atto di indirizzo per la successiva, piuttosto che avere la speranza concreta che venisse approvata in tempo prima delle elezioni. Io ho ripreso la proposta di legge, anche se a distanza di un po’ di tempo, e l'ho ripresentata da solo ma poi mi è stato consigliato di ritirarla perché non c’era il finanziamento. L’ho ritirata e poi ho visto che altre proposte di legge hanno avuto il finanziamento, quindi un primo piccolo “giallo” si è verificato in quell'occasione.
E' cominciato un iter travagliato in cui abbiamo messo in conto diverse proposte di legge, si è arrivati ad un testo unificato e qui mi permetto di ringraziare una persona per tutte che è il Presidente della Commissione il quale non solo non era firmatario di nessuna delle proposte di legge, forse siamo stati anche un po’ scorretti nei suoi confronti presentando proposte e non proponendo a lui la firma, ma avendo lui manifestato fin dall’inizio una certa seria perplessità riguardo all’approvazione della legge stessa, perché non è tra i Lea, perché c’erano tante questioni in piedi, ci ha lavorato molto e ci ha consegnato alla fine un testo unificato che in Commissione abbiamo approvato all’unanimità.
Questo testo poi si è fermato perché sembrava che il Parlamento stesse prendendo iniziative parallele, eravamo in parallelo con la vicenda dei vaccini; successivamente è stato riproposto ma il Presidente Volpini, che era relatore di maggioranza della prima proposta, ha rinunciato a questo ruolo che è stato assunto dal Consigliere Micucci che ha illustrato in Aula la proposta di legge direi in maniera egregia avendo dovuto nel frattempo riaprire la discussione.
Quindi se c’è stata una proposta di legge in IV Commissione, che è stata lungamente attenzionata, non come per le case del commiato che con una seduta l’abbiamo liquidata forse un po’ troppo frettolosamente, è stata proprio questa. Dico che i ragionamenti sono stati lunghi, abbiamo fatto una lunga seduta di Commissione nella quale abbiamo esaminato tanti emendamenti, prevalentemente della minoranza e qualcuno della maggioranza, e siamo arrivati al testo che oggi stiamo proponendo in Aula, praticamente tutti d’accordo.
Questo testo apre una finestra, con un piccolo impegno di spesa, su quello che deve essere il primo dato, lo ha detto bene il Consigliere Micucci, in questo contesto il primo dato è quello dell’osservazione perché - non sono un medico e non mi avventuro su materie che non sono mie, il Consigliere proponente di Commissione e di Consiglio deve capire alcune cose anche se non sono la sua materia - quello che è emerso è che questa materia va definita, ecco perché la legge parla di pool e parlerò anche di questa magica parola che è ritornata in occasione della questione cardiochirurgia pediatrica, che è altra cosa.
C’è un pool che viene costituito, un gruppo di lavoro, un centro - questo è importantissimo - che farà la verifica di tutti i casi, è un pool multidisciplinare nel quale entrano anche elementi della psichiatria e della psicologia, e questo penso che sia la cosa più intelligente che abbiamo fatto.
Quindi al di là dei Lea, al di là del fatto che la fibromialgia non è un Lea, al di là del fatto che non abbiamo un percorso di cura specifico per cui chi manifesta sintomi che sono ricondotti in qualche maniera a questa malattia non ufficialmente certificata viene curato oggi su ipotesi di singole patologie. Se ho ben capito, siamo la prima Regione in Italia, la seconda insieme alla Basilicata, che fa questo tentativo per cercare di immaginare un percorso, ecco perché ci sono delle tappe, in inglese lo traduco con step per quelli che più anglofoni, ma ci sono delle tappe, delle griglie, degli sbarramenti, in occasione dei quali i tecnici, gli scienziati, i medici faranno le loro valutazioni e andranno avanti in questo tipo di ricerca.
Alla fine ci auguriamo che non solo nelle Marche, ma anche in altre regioni matureranno dei percorsi sanitari specifici e avremo, se sarà individuata in una sua particolarità netta, anche delle cure che porteranno questo tipo di nome, questo tipo di assistenza, questo tipo di terminologia.
Chiudo con una valutazione di natura politica che mi hanno stuzzicato i diversi interventi che sono stati fatti in occasione delle discussione sul rinvio della mozione della Consigliera Leonardi ed altri.
La valutazione è di due tipi, la prima: chi governa in sanità e cosa si governa - problema antico -, la seconda è come facciamo spazio a cose nuove, e questa è una cosa nuova, come facciamo spazio a cose nuove? Come facciamo spazio al pool per la cardiochirurgia pediatrica oppure per l’ipertrofiaprostatica?
Capisco il problema dei bambini, capisco la delicatezza di questa situazione - io dico che i pochi bambini che nascono nelle Marche dobbiamo cercare di farli vivere il più possibile e curarli il più possibile - però è anche vero che tutti sogniamo per tante materie, non solo per quelle che ci vengono sollecitate giustamente da un comitato che si occupa di fibromialgia, da un comitato che si occupa dei bambini ricoverati a Torrette o al Salesi o altre cose. Questo va bene, però dobbiamo essere capaci, e il richiamo alto e nobile che ha fatto il Presidente Ceriscioli va in questa direzione, di capire nel complesso come la sanità va governata.
Sono d’accordo, caro Consigliere Maggi, che la sanità sia governata da questi e da quei banchi perché il Governo è del popolo, quindi dico: “Ristabiliamo un principio”, però questo Governo non deve essere neanche a pezzi per cui l’onestà ci dice che se vogliamo fare un pool, prima era di due e non era un pool, che diventa di 6 persone o se vogliamo fare la legge sulla fibromialgia spendendo 500, 600, 700 mila euro in più, io non dico di no, ma voglio sapere dove si prendono, perché se questo sacrificio va a deperimento di altre cose, perché non c’è un’altra strada, voglio essere cosciente della decisione che sto assumendo. Questo lo dico perché negli Ospedali riuniti di Torrette, da sempre, anche questo centro mi sembra che lo facciamo lì, c'è la concentrazione della ricerca, mi sta bene, però poi c’è da capire che non ci si cura solo dal punto di vista dell’eccellenza, ci si cura anche con una rete territoriale.
Il Presidente è stato accusato di essere il titolare di questo tipo di istanza, come tanti di noi, e siccome la coperta è sempre quella, voglio capire da che parte si tira, da che parte si molla e non vorrei che nascesse il giochetto in base al quale certa dirigenza della sanità, certo primariato, trova una risposta nella politica a pezzi e a compartimenti stagni, lasciando scoperti altri settori che magari non hanno trovato adeguata copertura, adeguata attenzione. Lo dico in maniera polemica, senza fare i nomi, ma arriverà il momento in cui li faremo perché è facile poter dire tutto quello che di nuovo arriva e che viene segnalato dalla scienza medica, anzi dalla scienza perché la medicina, ci dicono giustamente i medici, non è di per sé una scienza, ma è il coordinamento di tante scienze perché ormai il livello di specializzazione è talmente alto che ci sono migliaia di soggetti che interagiscono verso una soluzione finale. Non vorrei che poi tutto questo avvenga e avvenga solo per una sorta di sorteggio, di tombola, visto che ci stiamo avvicinando al Natale, oggi tiriamo su il numero 37 che corrisponde alla fibromialgia, domani tireremo su il numero 90 che corrisponde alla cardiochirurgia pediatrica, domani il numero 25 che corrisponderà all’ipertrofiaprostatica, per cui lì facciamo i pool perché ci sono cose nuove.
Vorrei che su questo ci sia una grande rigidità e che non ci sia un Consiglio regionale che entra in certe specifiche, però al tempo stesso, l’ho detto prima in occasione di quella mozione, chiedo anche che in maniera più puntuale e più periodica, periodicamente più intensa, ci sia da parte del Consiglio, nella Commissione, la possibilità di capire meglio quali sono le linee di indirizzo e che cosa si sta facendo nei singoli ospedali, nelle singole Aziende e nelle singole Asur di area vasta, perché bisogna dare un colpo al cerchio e un altro alla botte. D’accordo che noi Consiglio non dobbiamo entrare in questo, ma è pure vero che non è possibile che il Governo della sanità sia nella segnalazione del problema, nella proposta e nella soluzione tutto in mano ai dirigenti.
Trovare un equilibrio fra quella mozione che è stata presentata e l’indirizzo generale, tra questa legge che viene presentata e l’indirizzo generale che va ricercato.
Qui si apre, soprattutto in capo al Presidente Volpini e al Presidente Ceriscioli, un capitolo molto interessante che penso siamo maturi nell’affrontare, cioè trovare un punto di equilibrio fra le due cose in modo tale che non si sappia in maniera estemporanea che l’ospedale di Osimo ha un destino, quello di Senigallia forse un altro, quello di Fabriano un altro, ma capire all’interno di questo indirizzo generale quanto e cosa è possibile fare e non è fare, perché un rappresentante del popolo, oggi detto politico, ha anche questa responsabilità e il coraggio e l’onestà intellettuale, se vuole essere forza di governo, di poter dire e di saper dire qual è il limite e dentro quel limite le scelte che possono essere fatte.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Busilacchi.
Gianluca BUSILACCHI. Grazie Presidente. Poche cose perché sia i relatori che questo ricco intervento del Consigliere Marconi aiutano la discussione. Sono state già ricordate molte cose, da ultimo è stata ricordata anche la storia di questa proposta di legge. Un dibattito che si è aperto nella scorsa legislatura quando ricordo incontrammo in Commissione alcuni degli interlocutori che anche oggi, e ringrazio il Presidente Volpini e tutti i Commissari che hanno fatto, penso, un lavoro approfondito, sono stati incontrati.
Alcuni dei dubbi e delle perplessità che c’erano nella scorsa legislatura credo che probabilmente ci siano anche oggi. Alcune cose che sono state ricordate dal Consigliere Marconi permangono, non dubbi e perplessità nell’affrontare o nel dare risposta a questo tema, questa è sicuramente una necessità, ma nelle modalità con cui darle, perché è chiaro che quando si hanno di fronte purtroppo alcune patologie ci sono anche alcune problematiche. Perché? Sappiamo che il tema del riconoscimento della fibromialgia incontra alcuni aspetti tecnici di difficoltà che sono innanzitutto quelli diagnostici. Sappiamo che oggi esistono alcune malattie, alcune patologie su cui ci sono dei dubbi dal punto di vista diagnostico, esistono persino alcune diagnosi residuali, per cui se non è questo e non è quest’altro viene diagnosticato come fibromialgia.
E’ una malattia che, a quanto ho scoperto anch’io dagli incontri perché non sono un tecnico, ha anche varie intensità e può assumere le forme più debilitanti in alcune persone, per cui comporta delle effettive disabilità, e forme più leggere in altre. Quindi anche trattare una malattia che presenta uno spettro molto ampio di conseguenze con una legge è oggettivamente una difficoltà, che non vuol essere una cattiva volontà, ma incontra questa difficoltà, purtroppo esistono questi temi, noi abbiamo visto anche recentemente un forte incremento della diagnosi per autismo, sappiamo che non necessariamente tutti i casi di autismo che vengono diagnosticati hanno la stessa gravità nei soggetti proprio perché si tende ad avere questo tipo di diagnosi residuale.
Ho fatto questa lunga premessa per dire che quando si ha di fronte questo quadro, un quadro un po’ complesso perché sono cose più recenti, si studiano da relativamente pochi anni, trattarlo dal punto di vista normativo diventa difficile anche perché non è un Lea e quindi c’è anche questo problema.
Detto tutto ciò, credo che sia stato fatto un ottimo lavoro perché rispetto alle varie proposte è stata fatta una sintesi che fa le cose più importanti, cioè riconosce ufficialmente la fibromialgia e la sensibilità chimica multipla come una patologia, fa conoscere questo tema perché mette un faro su questo aspetto, poi c’è il tema della rilevazione statistica, del provare a contare quali sono i casi, poi non so se riuscirà anche a contare la diversa intensità, vedremo, però riuscire a mettere questo faro è un aspetto importante, si offrono delle soluzioni concrete ed il fatto che ci possa essere un centro regionale di riferimento che si occupa di questa cosa è importante.
Sappiamo che in questi anni qualcosa è stato realizzato perché il centro del dolore si è occupato di offrire una risposta, però il riconoscere con una legge il centro di riferimento regionale è certamente un avanzamento da questo punto di vista, come ugualmente tutti gli aspetti relativi all’aggiornamento professionale.
Credo che questa legge sia un ottimo punto di partenza, probabilmente non riuscirà a fornire da domani mattina tutte le risposte che i malati si aspettano, ma allo stato delle cose, considerate le difficoltà che su questo tema ci sono anche di carattere scientifico, probabilmente è la migliore delle soluzioni possibili che si poteva fare.
Quindi un ringraziamento a tutti coloro che si sono occupati di questo, agli uffici da parte mia e anche agli interlocutori, a partire ovviamente dagli esponenti delle associazioni dei malati fibromialgici che sono stati molto attivi su questo tema.
PRESIDENTE. Ha la parola la Consigliera Marcozzi.
Jessica MARCOZZI. Grazie Presidente. La proposta di legge n. 115, prima di essere una proposta di legge, è una opportunità. L’Amministrazione regionale, infatti, ha l’obbligo morale ed etico, prima ancora che istituzionale, di riconoscere queste patologie che hanno un’incidenza sulla popolazione che di certo non può essere sottovalutata.
Non possiamo parlare di malattie psicologiche poiché la loro origine biologica è supportata da illustri studi. A mio avviso però, data la complessità della fibromialgia, della sensibilità chimica multipla e dell’encefalomielite mialgica, è quantomeno opportuno affrontare questi temi con la multidisciplinarietà.
Questa, anche per il mondo accademico e scientifico, è e sarà sempre più la parola d’ordine nell’approccio medico e sociale delle malattie di oggi e di domani. I report e gli studi nei casi specifici dimostrano infatti come esse incidano sensibilmente anche sulla vita sociale e lavorativa dei soggetti colpiti, oltretutto fasce di età in cui le attività sociali e lavorative sono ancora vive.
Ma come al solito il nostro Paese, nonostante le eccellenze nel campo della medicina, della sanità e della ricerca, mostra delle lacune burocratico normative per molti versi imbarazzanti, lo ha ricordato la relatrice di minoranza Consigliera Pergolesi, in 25 anni non siamo nemmeno riusciti ad aderire alla dichiarazione di Copenaghen con cui l’Oms riconosce l’esistenza della sindrome della fibromialgia. Ecco dunque che la Regione, al di là del doveroso riconoscimento dell’invalidità civile da valutare caso per caso, deve doverosamente reperire fondi per la copertura delle spese derivanti dall’approvazione di questa proposta di legge, riconoscendo le patologie in questione come invalidanti e realizzando un sistema integrato, ma a mio avviso opportunamente multidisciplinare.
Il centro di riferimento sia davvero tale con un attivismo, un monitoraggio ed un aggiornamento quotidiano in modo da rappresentare un reale ed utile punto di riferimento per la prevenzione, la diagnosi, l’assistenza e la cura con ramificazioni territoriali che non siano centrifughe, ma capillari e coordinate.
A ciò diventerebbe quasi consequenziale il rapporto ed il programma di screening con annessa banca dati, come pure il protocollo di interventi e l’aggiornamento del personale sanitario.
Ma prima di compiere ogni passo la Regione si sieda al tavolo degli esperti avviando un concreto progetto di multidisciplinarietà che possa essere anche esempio di nuovi e diversi campi medici, come quello oncologico su cui gli specialisti, con in testa gli Ospedali riuniti di Ancona, stanno da tempo lavorando. Grazie.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Bisonni.
Sandro BISONNI. Grazie Presidente. Approfitto per sottolineare alcuni aspetti perché ritengo che questa sia una legge molto valida.
Prima di tutto con questa legge la Regione riconosce come malattie sia la fibromialgia che la sensibilità chimica multipla, e questo riconoscimento obbliga a garantire la prevenzione, la diagnosi e la cura, oltre al fatto che la Regione dovrà garantire prestazioni uniformi e appropriate in tutto il territorio regionale. Questo mi sembra un passo importante, quindi il riconoscimento di queste patologie in via ufficiale dà delle garanzie a chi ne soffre.
Altri aspetti positivi (vado velocemente perché poi devo dire, secondo me, qual è l’aspetto critico di questa legge, quello che manca): verranno definite delle linee guida per la rilevazione statistica, il registro, l’individuazione del centro di riferimento regionale, la presa in carico di questi pazienti, questo è un punto importante, questi pazienti una volta andati dal medico di riferimento non dovranno rifare tutte le code, perché saranno presi in carico dalla struttura e questo velocizzerà tutta la cura a cui saranno soggetti. Aspetti molto importanti che finalmente riconoscono e danno una dignità alle persone che soffrono di questa malattia.
Personalmente ho un parente che soffre di questa malattia, ho una carissima amica che soffre di fibromialgia, quindi conosco bene la gravità di questa patologia, quello che manca secondo me è il fatto che non è riconosciuta in questa legge a queste persone l’invalidità e quindi la possibilità di essere esentati dal pagamento dei ticket.
Questo aspetto penso che sia importante perché sono delle malattie veramente invalidanti. Scrivere questa parola e scrivere che queste persone sono esentate dal ticket sanitario sarebbe stato un ulteriore passo avanti, secondo me.
So che la Consigliera Pergolesi ha fatto anche un emendamento in tal senso, io lo voterò convintamente, invito anche gli altri a votarlo nel riconoscimento dell’invalidità di questa malattia.
La Commissione ha fatto un ottimo lavoro, questa è una buona legge che fa un grande passo avanti nel riconoscimento di patologie importanti, che garantirà una serie di servizi a queste persone che soffrono di queste patologie, però dal mio punto di vista manca il riconoscimento dell’invalidità.
Voterò la legge perché, ripeto, la ritengo molto importante, anzi voglio ringraziare tutti coloro che hanno lavorato alla stesura di questo atto, però sarebbe da integrare con questo aspetto e votando l’emendamento presentato dalla Consigliera Pergolesi potrebbe essere completato. Quindi voterò favorevolmente questa legge e voterò convintamente l’emendamento che introduce il concetto dell’invalidità.
PRESIDENTE. Ha la parola la Consigliera Leonardi.
Elena LEONARDI. Grazie Presidente. Sarò breve perché sono ovviamente favorevole a questa proposta di legge, che è stata discussa per lungo tempo in Commissione, c’è tornata per degli approfondimenti ed abbiamo fatto delle audizioni che sono state molto importanti per far capire il problema.
Credo che sia rilevante che la Regione Marche riconosca questa patologia e voglio utilizzare le parole di una persona che soffre di fibromialgia per far capire che cos’è, perché poi spesso c’è la difficoltà, come c’è stata anche a livello medico, di definire la patologia che riguarda una sfera molto ampia e condiziona in maniera forte la vita quotidiana di chi ne soffre.
“Vivere il quotidiano del soggetto affetto da fibromialgia: la fatica più grande essere deriso e comunque non compreso quando ti fa male una cosa o si hanno dolori o impedimenti che a qualcun altro sembrano una esagerazione, poi c’è il convivere quotidiano con alti e bassi, questi ultimi arrivano quando meno te li aspetti, non dormi o dormi male e ti alzi come se ti fosse passato sopra un treno e sei come un novantenne che per le prime due ore cammina a passetti lenti ed è tutto incartato. Poi c’è il tenere per un po’ la stessa posizione, ad esempio ti inginocchi e non riesci ad alzarti se non con dolori muscolari forti, la depressione che si innesca per il fatto che non riesci a volte nemmeno a chinarti e ad allacciarti le scarpe e ti cade tutto dalle mani. Lo sport è un piacere ma anche un tormento, mezz’ora di corsa o di nuoto ti mettono KO per mezza giornata e ti bruciano i muscoli anche se sei una persona che lo ha sempre fatto. Poi c’è la memoria a breve termine, dimentichi tutto di continuo, la mattina scaldi il latte quattro volte perché si brucia, torni indietro e riapri casa perché dimentichi sempre qualcosa, non ricordi appuntamenti importanti se non li segni o quello che ti hanno appena detto ed occorre farselo ripetere. E’ come se avessi quintali di acido lattico senza aver fatto nulla con l’aggravante che i muscoli ti bruciano. Non hai più voglia di nulla e perdi interesse per tutto perché non vedi scappatoie. Poi ci sono i rumori e i problemi delle terminazioni nervose periferiche, il caldo è più caldo, il freddo è più freddo ed anche qui vieni preso in giro, Di notte non guido più non solo per la miopia, ma perché le luci mi fanno male, davvero, avverto il dolore fisico al nervo ottico specialmente le luci di ultima generazione. Il capitolo rumori è quello tra i più importanti, l’abbaiare di un cane ti rovina la vita, ti distrugge il nervo acustico che non resiste, lo stesso per macchine e vibrazioni, chi urla o anche il telefono che squilla tenuto a volume alto da un collega sono insopportabili. Il voler fare tutto con precisione, l’elevata sensibilità oltre che premura nei confronti degli altri, la paura di essere ferito e mortificato, crea un circolo vizioso che spesso sfocia nell’acuirsi di questi sintomi”.
Per chi si sente così sapere che la Regione riconosce in queste sintomatologie una patologia ben specifica credo che sia un grosso passo avanti anche di civiltà.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Volpini.
Fabrizio VOLPINI. Parto dalla lettera, dal documento, dalla riflessione che ci ha appena letto la Consigliera Leonardi che racconta la storia di un soggetto, di una persona affetta da fibromialgia.
Il Consigliere Marconi in un passaggio del suo intervento ha marcato la perplessità del Presidente rispetto all’argomento, cioè rispetto alla presenza depositata nelle legislature precedenti, di diverse proposte di legge. La mia perplessità non nasceva dal fatto che non riconoscevo la fibromialgia, o meglio ancora, più che la fibromialgia in tanti anni di professione conosco i pazienti affetti da fibromialgia che sono quelli che in parte portano i sintomi di cui prima parlava la Consigliera Leonardi. La mia perplessità derivava dal fatto che nonostante Copenaghen, nonostante l’Organizzazione mondiale della sanità, ancora dal punto di vista del rigore scientifico non c’era in Italia, ma direi anche in altri Paesi europei, il cosiddetto riconoscimento della malattia. Da lì nasceva il fatto e quindi l’importanza di una legge regionale, in mancanza ancora di una normativa nazionale, in mancanza ancora di quella risoluzione che prima la Consigliera Pergolesi nel suo intervento di relatrice di minoranza ha in parte portato a conoscenza, che è una risoluzione tra l’altro trasversale, votata da tutti, che porta le firme di tutti i partiti, e lì si introduce in maniera forte il concetto di inserire la malattia nei livelli essenziali di assistenza (lea) ai quali le Regioni e lo Stato devono garantire le necessità assistenziali, siano esse diagnostiche, siano esse terapeutiche, siano esse riabilitative.
Però ci siamo messi a fare un lavoro, ed è stata ricordata da tutti la coralità con cui quel lavoro è stato fatto, anche ascoltando i cosiddetti diretti interessati che da una parte sono coloro che ne sono affetti, qualche volta anche i familiari, perché nelle forme gravi e molto invalidanti la famiglia è molto coinvolta oltre che l’ambiente di lavoro, e dall'altra quello che oggi la scienza ci dice rispetto a questo problema.
Intanto vi dico che nella classificazione ICD9, che è il nomenclatore con il quale noi classifichiamo e codifichiamo le malattie, esiste, perché stamattina sono andato a guardarla ed è classificata con il codice 729.0 e fa parte di un gruppo più numeroso di malattie, che iniziano dal 710 e arrivano al 739, del connettivo e di malattie reumatiche, perché ancora viene classificata all’interno di questo raggruppamento di malattie.
Ritengo che questo sia limitativo perché nella descrizione dei sintomi, di cui prima la Consigliera Leonardi parlava, avete ben compreso che non è solo un problema di dolore, ma è un problema di difficoltà nell’affrontare qualche volta la giornata, causata dall’insonnia e da tutti i sintomi che abbiamo sentito.
Per cui l’approccio nei confronti della malattia, e questo nella risoluzione è scritto in maniera molto precisa, non può che essere un approccio multidisciplinare, sia nel percorso diagnostico, ma ancor di più nel percorso terapeutico, per cui i farmaci con i quali fino adesso abbiamo tentato di dare risposte ai fibromialgici erano i serotonielgici, gli antidepressivi piuttosto che gli antidolorifici, che sono una parte della terapia. Introdurre terapie anche nuove e sperimentali e soprattutto l’approccio anche psicoterapeutico, nessuno di questi è sufficiente a dare una risposta esaustiva ed esauriente alla problematica, nell’insieme possono aiutare ad affrontare il problema.
Ho sentito parlare di malattia invalidante, in effetti lo è, soprattutto nelle forme gravi, purtroppo, ecco uno dei motivi per cui leggi di questo tipo possono aiutare il legislatore nazionale ad inserire questa patologia nei Lea, magari all’interno delle tabelle con le quali noi percentualizziamo ai fini della famosa invalidità civile.
Oggi sulla fibromialgia sotto questo aspetto, lo dico al Consigliere Bisonni che prima me ne parlava, ancora non si è pronunciato nessuno, non c’è una fibromialgia che vale il 22% di invalidità, piuttosto che il 15, piuttosto che il 5, piuttosto che il 100%, non c’è perché non è stato ancora …
Le Commissioni invece tengono conto della sintomatologia di una persona affetta da fibromialgia in un contesto più generale che si somma ad altre problematiche, ma la percentualizzazione …, anche perché, lo diceva prima il Consigliere Busilacchi nel suo intervento, non è che quando diciamo fibromialgia intendiamo una malattia unica, ma c’è una sfumatura, ci sono diverse gradualità, c’è una diversa intensità della malattia e dei sintomi.
Per tornare al percorso che abbiamo fatto, penso che sia stato fatto un buon lavoro, tra l’altro leggendo in maniera attenta la risoluzione votata alla Commissione affari sociali, gran parte delle cose che lì sono scritte sono contenute nella nostra proposta di legge, quindi da questo punto di vista, come a suo tempo siamo stati anticipatori di un dibattito sui vaccini, che poi ha portato alla legge sui vaccini, noi abbiamo iniziato un percorso tempo prima. Questa Regione da questo punto di vista, questo Consiglio regionale è non solo attento, ma qualche volta anche anticipatore di problematiche.
Per quanto riguarda l’esenzione del ticket, cosa accennata da chi mi ha preceduto, è una definizione che va applicata ai Lea ed è una competenza centrale, tant’è che le uniche due Regioni, in questo caso Province, che l’hanno fatto, che hanno riconosciuto la malattia, sono Trento e Bolzano che notoriamente hanno un disciplinare autonomo dal punto di vista della legislazione.
Con la nostra proposta di legge eleviamo a dignità, riconosciamo la malattia, ma facciamo qualcosa in più perché parliamo di centro di riferimento e il centro di riferimento regionale è anche quello che ha la possibilità ad esempio di sperimentare terapie ancora oggi non perfettamente validate che potrebbero essere poi anche a carico in questo caso del sistema sanitario regionale qualora se ne dimostri l’efficacia. Penso all’ozono terapia, penso, perché no, ad un approccio psicoterapeutico, oggi la psicoterapia è negata dal nostro sistema nazionale, viene concessa solo in ambito pediatrico, ma non in ambito adulto, se c’è un riconoscimento della malattia e una validazione dal punto di vista dell’efficacia del trattamento perché no? Più quello che si diceva prima, l’elaborazione anche di linee guida perché purtroppo ancora non c’è nessuna società scientifica che ha fatto delle linee guida, c’è la definizione della malattia, ma non ci sono le linee guida di come procedere, ci sono per la diagnosi non per la terapia. Nella diagnosi ci sono e sono quelle dell'Oms di Copenaghen, le cose che diceva nell’intervento la Consigliera Pergolesi, però faccio notare, rispetto al centro di riferimento una contraddizione, perché ho visto l’emendamento, non l'abbiamo individuato noi, ma l’hanno fatto quelli prima di noi. Il nostro centro di riferimento regionale per le terapie del dolore non l'abbiamo individuato nell’Ospedale di Torrette, ma l'abbiamo individuato nell’unità operativa complessa di Macerata, quindi qui si fa riferimento agli Ospedali riuniti di Torrette, io non esprimo una preferenza, pongo all’attenzione dell’Aula questa contraddizione o comunque questo aspetto su cui penso che dobbiamo riflettere perché entrerebbe in contraddizione con un indirizzo programmatorio che già c’è ed esiste nella nostra regione.
L’altra cosa che riguarda l’importanza del centro è quella di creare un database, cioè un osservatorio epidemiologico, che possa certificare l’esistenza della casistica e quindi uscire qualche volta da quella nebbia oppure da quella approssimazione che ci caratterizza, non dico come politica, qualche volta dal punto di vista medico.
Un altro aspetto che è presente nella legge e che la risoluzione ci mutua, che a me piace molto, perché secondo me è tra l’altro la strada preferita, è quella della consapevolezza, ovvero della formazione e della informazione. L’informazione rivolta prima nei confronti della popolazione generale, la formazione rivolta prevalentemente al personale sanitario, ai colleghi, perché su questa malattia c'è ancora molta confusione, soprattutto non conoscenza. Il non sapere esiste.
Insistere sull’informazione e sulla formazione potrebbe fare uscire questa malattia, questa sindrome, da quella indeterminatezza che ancora l’avvolge e quindi la legge, il lungo lavoro fatto in Commissione, il dibattito in Consiglio regionale sono utili anche rispetto a questo tipo di orizzonte che è quello del sapere e della conoscenza.
Per cui seppur il mio ritiro da relatore di maggioranza della legge ha delle motivazioni che qui non dico, sono tra quelli che esprimono soddisfazione e voterò convintamente questo atto, soprattutto esprimo soddisfazione che sia arrivato in Aula e possa essere votato. Grazie.
Presidenza del Presidente
Antonio Mastrovincenzo
PRESIDENTE. Passiamo alla votazione.
Articolo 1.
Emendamento 1/1 a firma della Consigliera Pergolesi, ha chiesto la parola, ne ha facoltà.
Romina PERGOLESI. Grazie Presidente. Non so se tutti hanno gli emendamenti, perché ci arrivano per email e non ci vengono più stampati in Aula per questo è difficile trovarli, quindi vi anticipo già che ieri ne ho presentati nove e ve li leggo così che possiate essere consapevoli di cosa andate a votare.
Vista la recente approvazione della legge regionale che riconosce la fibromialgia e l’encefalomielite mialgica e visto che era una delle patologie che avevo previsto nel testo iniziale, nella proposta di legge che avevo presentato inizialmente, chiedo l’inserimento di questa patologia in quanto non vedo l’opportunità dell’esclusione, quindi ho presentato un paio di emendamenti che prevedono l’inserimento, sia nel titolo che nelle parti richiamate della proposta di legge, dopo le parole “sensibilità chimica multipla” delle parole “ed encefalomielite mialgica”.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Micucci.
Francesco MICUCCI. Su questo emendamento e direttamente sugli altri.
Non sarà sfuggito che rispetto alla risoluzione approvata all’unanimità dalla Camera qualche settimana fa, in cui si parla solo ed esclusivamente di fibromialgia nella proposta di legge regionale che oggi va in approvazione è inserita una ulteriore possibilità di analisi sulla sensibilità chimica multipla, quindi un’ulteriore patologia.
Adesso capisco il desiderio di fare sempre più uno, però rispetto al quadro nazionale che è stato presentato, in cui parliamo solo di mozioni, di interrogazioni, di indirizzo, la Regione Marche fa una proposta di legge che diventerà legge, quindi un atto decisamente superiore agli altri. Come primo atto della Regione Marche credo che sia un’ottima risposta e quindi frenerei tutti questi desideri di aggiungere qualcosa.
Per il resto, gli altri emendamenti mi sembra che siano tutti già discussi ed affrontati in Commissione, già valutati, quindi come maggioranza direi di votare contrariamente.
Approfitto dell’intervento per presentare invece un sub emendamento, anche questo discusso già in Commissione ma non formalizzato, l’ho formalizzato adesso attraverso un sub emendamento all’articolo 4, quindi successivamente, in cui rispetto al testo di legge si aggiungono solo le parole: “e ne definisce la composizione”, quindi demanda alla Giunta regionale l’individuazione di questo centro, di cui parlavamo prima, e la Giunta nell’individuare il luogo individua anche i soggetti medico scientifici che ne faranno parte. Grazie.
PRESIDENTE. Emendamento 1/1. Lo pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa non approva)
Emendamento 1/2 a firma della Consigliera Pergolesi, ha chiesto la parola, ne ha facoltà.
Romina PERGOLESI. Grazie Presidente. Al comma 1 dell’articolo 1 del testo unificato della proposta di legge: “Disposizioni in favore dei soggetti affetti da fibromialgia e da sensibilità chimica multipla”, dopo la parola patologia è inserita la seguente: invalidanti.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Bisonni.
Sandro BISONNI. Rinnovo l’invito a votare questo emendamento, spiego perché.
Ho ascoltato con attenzione le parole del Consigliere Volpini che ha spiegato bene che la competenza è dello Stato, che questa malattia deve essere inserita in un elenco, però Consigliere Volpini ricordo che, come abbiamo fatto in passato in quest’Aula, ad esempio sulla legge sul gioco patologico quando avevamo tantissimi dubbi sul fatto che la legge potesse essere impugnata perché non era competenza della Regione, la Regione Marche in quel caso ed in altri casi, ha voluto “osare”.
Anche per il fatto che ci sono altre Regioni che seppur nella loro autonomia hanno già inserito e riconosciuto questa malattia come invalidante, lei stesso Consigliere Volpini ha detto che questa malattia è invalidante, secondo me si poteva osare di più e vedere se la legge veniva impugnata.
Come in passato abbiamo osato ed abbiamo fatto delle leggi che temevamo essere incostituzionali, io credo che anche in questo caso potevamo osare, perché se tutti riconosciamo che la malattia è invalidante, la Regione Marche poteva fare da apripista.
Nella legge è definito da parte della Regione l’obbligo di fare delle linee guida, inserire questa parola significa semplicemente che nelle linee guida saranno definiti i criteri, quindi secondo me la Regione Marche potrebbe fare da apripista. Il fatto che possa essere incostituzionale o non di competenza della Regione non lo vedo come un ostacolo insormontabile. Occorre la volontà di farlo e secondo me, siccome tutti riconosciamo che la legge è una buona legge, lo ripeto, voglio sottolineare per l’ennesima volta la validità e la bontà di questa legge, manca questo aspetto che potremmo colmare con questo emendamento, quindi lo voterò e invito tutti i Consiglieri a farlo.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Volpini.
Fabrizio VOLPINI. Bisogna che puntualizzo questo aspetto. La malattia è invalidante, viene riconosciuta, viene riconosciuta non solo perché ha quel corredo di sintomi, ma perché è una malattia invalidante.
Quello che deve essere chiaro è che dietro il concetto invalidante non c’è il riconoscimento anche dell'esenzione ticket, che è qualcosa di diverso rispetto all’invalidante.
Se dentro il ragionamento che fa il Consigliere Bisonni ci sta questo, questa cosa noi non la possiamo fare perché non è di nostra competenza.
Soprattutto l’essere invalidante di questa malattia non è uguale per tutti perché la malattia non si esprime in tutti i casi con la stessa intensità, esistono forme più lievi, forme moderate, forme più gravi. Questo voglio dire, che poi la malattia sia invalidante non ci sono dubbi, lo sappiamo che è invalidante, ma scriverlo mi pare comunque …
Se vogliamo scriverlo non credo che ci siano problemi, purché si capisca che dietro non ci sta il riconoscimento di una prestazione. Il riconoscimento di una prestazione, secondo me, ci sta nel momento in cui facciamo il centro di riferimento, in cui facciamo l’osservatorio epidemiologico, magari il centro di riferimento multidisciplinare elabora delle linee guida, dà la certificazione per alcune terapie che attualmente non sono a carico del sistema sanitario, in questo caso ecco che serve il centro di riferimento e al riconoscimento della malattia segue una prestazione dentro la gratuità del sistema sanitario regionale.
Gli unici che l’hanno fatto sono Trento e Bolzano che alla diagnosi di fibromialgia applicano un codice, come può essere 056 per la tiroidite, piuttosto che 01 per altri tipi di patologia. Noi abbiamo diverse malattie che hanno un’esenzione, tra l’altro è un’esenzione parziale, riferita solo a quel tipo di problema e non ad altri. Volevo di nuovo specificare questo.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Marconi.
Luca MARCONI. Vorrei invitare l’Aula ad una riflessione ulteriore perché, Presidente, leggo il comma: “La Regione in attuazione di articoli 3 e 32 della Costituzione e degli articoli 4 e 5 dello Statuto Regionale - quindi tutte le normative di riferimento - riconosce la fibromialgia e la sensibilità chimica multipla come patologia”, quindi il riconoscimento, ripeto, ha tutta la debolezza di cui parlava il Consigliere Volpini perché sappiamo che è un riconoscimento nostro e dobbiamo metterlo dentro determinate finalità e non tutte, per esempio il ticket, perché? Perché siamo subordinati alla legge nazionale, ma aggiungere la parola “invalidante” significa, come per ogni aggettivo specificativo, ridurre il campo d’applicazione, cioè paradossalmente peggiora la legge perché io la riconosco come patologia, ma se dico patologia invalidante, leggo questo, “tutta l’applicazione della legge” e se non mi si presenta uno con fibromialgia invalido io non lo guardo per niente. Invece non è così, la riconosco come patologia che poi in alcuni soggetti produce purtroppo anche l’invalidità che mette in moto un’altra procedura, che tra le altre cose ha anche risvolti sociali, ad esempio il riconoscimento di una pensione di invalidità, che è diversa.
Quindi ritengo, al di là delle ragioni di merito puntualmente presentate dal Consigliere Volpini che sottoscrivo, che c’è un rischio nello specificare perché dice che ho delle manifestazioni di malattia che sono riconducibili ad una patologia fibromialgica ma non è invalidante? Non lo so, lo sarà? E allora non lo riconosco! No, noi riconosciamo la patologia in quanto tale, nella sua accezione più ampia non specificherei proprio per questo motivo.
PRESIDENTE. Emendamento 1/2. Lo pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa non approva)
Emendamento 1/3 a firma della Consigliera Pergolesi. Decaduto.
Articolo 1. Lo pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa approva)
Articolo 2. Lo pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa approva)
Emendamento 2 bis/1 (istitutivo dell'articolo 2 bis) a firma della Consigliera Pergolesi. Decade perché con l’emendamento 1/1 abbiamo bocciato le parole encefalomielite mialgica e qui si chiede il tavolo riferendosi alla stessa.
Ha la parola la Consigliera Pergolesi.
Romina PERGOLESI. A parte che credo che le parole encefalomielite mialgica possano essere tradotte con una modifica di coordinamento tecnico, se questa è la motivazione presento un sub emendamento in cui tolgo la parola.
PRESIDENTE. Va bene.
Sub emendamento 2 bis/1/1 (istitutivo dell'articolo 2 bis) a firma della Consigliera Pergolesi. Di fatto si lascia la stessa dizione del tavolo togliendo “encefalomielite mialgica”, questo è il sub emendamento.
Ha la parola la Consigliera Pergolesi.
Romina PERGOLESI. Grazie Presidente. Questo sub emendamento prevede l’istituzione di un tavolo tecnico regionale per la fibromialgia e la sensibilità chimica multipla.
Il tavolo è composto da un rappresentante designato dall’Azienda regionale sanitaria che lo presiede, da un rappresentante designato dall’Asur, da un rappresentante designato di intesa con le Aziende ospedaliere e dall’Inrca, da un referente del centro di riferimento regionale, previsto dal comma 1 dell’articolo 4, da una equipe multidisciplinare, da un referente delle associazioni che si occupano dei malati di fibromialgia e sensibilità chimica multipla.
Il tavolo invia alla competente Commissione assembleare una relazione annuale sugli esiti dell’attività di prevenzione diagnosi, cura e ricerca.
Il tavolo è costituito secondo i criteri e le modalità determinati dalla Giunta regionale e dura in carica tre anni. I componenti possono essere riconfermati e la loro partecipazione è gratuita.
Il tavolo predispone le linee guida per la diagnosi, il trattamento e la presa in carico dei soggetti di cui all’articolo 1 al fine di rendere omogenei ed operativi sul territorio regionale gli interventi socio-sanitari. Grazie.
PRESIDENTE. Sub emendamento 2 bis/1/1. Lo pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa non approva)
Articolo 3.
Emendamento 3/1 a firma della Consigliera Pergolesi, ha chiesto la parola, ne ha facoltà.
Romina PERGOLESI. Per chi non ha il testo, con questo emendamento voglio abrogare le parole “chirurghi” e “odontoiatri” che sono state inserite in maniera non corretta all’interno dell’emendamento che avevo presentato in Commissione.
Vi leggo la parte che andiamo a modificare: “La Regione promuove progetti sperimentali e di ricerca con le Università di intesa con il centro di riferimento regionale previsto al comma 1 dell’articolo 4, gli istituti di ricerca, gli ordini provinciali dei medici chirurghi e odontoiatri, e le associazioni di malati di fibromialgia e sensibilità chimica multipla”. Quindi semplicemente andiamo a togliere le parole “chirurghi” e “odontoiatri”. Grazie.
PRESIDENTE. Emendamento 3/1. Lo pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa non approva)
Articolo 3. Lo pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa approva)
Articolo 4.
Sub emendamento 4/1/1/1 a firma della Consigliera Pergolesi, ha chiesto la parola, ne ha facoltà.
Romina PERGOLESI. Grazie Presidente. Ho voluto accorpare i testi dell’emendamento che ho presentato io e del sub emendamento presentato dal Consigliere Micucci, quindi questo sub emendamento cita testualmente: “Il comma 1 dell’articolo 4 è sostituito dal seguente “la Giunta regionale sentita la competente Commissione definisce la composizione del centro di riferimento regionale istituito presso l’Azienda ospedaliera universitaria ospedali riuniti di Ancona (Umberto I, Lancisi, Salesi) per il coordinamento del sistema integrato di prevenzione, diagnosi e cura delle patologie previste dall’articolo 4”.
Chiedo la votazione per appello nominale a nome dei Consiglieri Pergolesi, Maggi e Fabbri. Grazie.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Celani.
Piero CELANI. Grazie Presidente. Non sono intervenuto prima nel dibattito generale però vorrei fare una riflessione in merito a questo articolo.
Premesso che condivido quanto è stato detto fino adesso, soprattutto mi ritrovo nelle posizioni della Consigliera Leonardi, che ha spiegato molto bene nel suo intervento, ed anche nel punto di vista scientifico medico del Consigliere Volpini, che ringrazio per la chiarezza e per la competenza professionale che ha messo nell’illustrare questi passaggi.
Dico questo perché credo che la fortuna di questa legge stia tutta nell’articolo 4, secondo me, tutto il resto è una ottima legge di indirizzo, di buona volontà, di auspicio, come spesso succede per quanto riguarda leggi di questo tipo. Poi il problema di queste leggi è dare attuazione, dopo aver riconosciuto questa malattia, questa patologia, cosa fare per darle attuazione, ecco che arriva l’articolo 4, messo bene, scritto bene, dove si dice che la Giunta regionale sentita la Commissione, al di là dell’emendamento, perché l’emendamento individua già un sito invece nell’articolo 4 si dice “la Giunta individua”, ma questi secondo me sono cavilli.
Il problema è il funzionamento, fare immediatamente e dare autonomia a questo centro, dare risorse umane ed economiche per poterlo fare funzionare.
Noi viviamo delle situazioni strane, ci sono delle situazioni, delle mozioni che sono state approvate all’unanimità in questo consesso e che fanno fatica a partire, il Presidente Volpini annuisce perché è uno che ci sta sul pezzo, e gliene do atto, ad esempio il centro unico per le malattie rare. Questi centri, lo dico con cognizione di causa e con onestà intellettuale, non devono diventare centri di potere all’interno della sanità. Punto!
Lo dico al Consigliere Micucci relatore di maggioranza, lo dico al Presidente Ceriscioli che non c’è, lo dico al Presidente Mastrovincenzo, se diventano centri di potere all’interno della sanità siamo rovinati, devono essere dei centri che stanno a corredo della sanità regionale dove chi ci lavora deve lavorare in piena autonomia e deve avere risorse economiche e risorse umane e professionali per poter raggiungere gli obiettivi che noi diamo, altrimenti non abbiamo fatto nulla.
Dico questo e mi ci accaloro perché …, se poi vogliamo fare una analisi in futuro mi riservo dopo aver fatto questo giro di presentare ulteriormente un’interrogazione per capire perché ancora queste cose non funzionano. Quindi dobbiamo stare molto attenti, lo si faccia, lo si faccia subito, si individuino le persone che siano autonome nell’operare e che ovviamente rispondano al sistema della sanità, ma che non possono essere una branca di Tizio e di Caio che poi si mette la medaglia perché deve gestire tutto. No, altrimenti il centro per quanto riguarda lo studio e la cura di questa malattia invalidante e molto grave non partirà mai o perlomeno partirà sempre con una gamba sola, partirà zoppo, cosa che sta già succedendo in un aspetto che è molto importante e che tra l’altro mette la Regione Marche all’avanguardia perché è una delle poche Regioni che ha un centro unico per le malattie rare, che cura la malattia dall’insorgere, dal neonato fino alla vecchiaia ed al fine vita, ha un registro anche a livello nazionale, ha censito ormai oltre 5.000 malattie rare, però langue perché si fa fatica a scorporarlo da un certo sistema che francamente non ci piace e dove qualcuno o tanti vogliono gestirlo come se fosse una cosa particolare del proprio reparto.
Per cui bene, sono fermamente convinto che l’articolo 4 sia dirimente di questa legge, la legge sta tutta qui, il resto sono buone intenzioni.
Ringrazio tutti coloro che l’hanno studiata, dal Consigliere Micucci alla Consigliera Pergolesi, un ottimo lavoro, però prendiamoci un impegno: monitoriamo l’attuazione di questa legge attraverso l’articolo 4, la costituzione ed il funzionamento dell’articolo 4. Ovviamente sono favorevole. Grazie.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Volpini.
Fabrizio VOLPINI. Faccio un più uno rispetto ad atti che noi abbiamo fatto anche all’unanimità, che hanno un grosso significato dal punto di vista assistenziale, ma che fanno fatica a decollare e mi riferisco soprattutto, visto che abbiamo vicino al Presidente anche il Consigliere Busilacchi, ad una mozione che abbiamo votato più di un anno e mezzo fa, che porta come primi firmatari Mastrovincenzo e Busilacchi e che riguarda lo psicologo delle cure primarie che, nonostante le sollecitazioni, è ancora lì, sta latitando e non trova quella giusta applicazione che invece dovrebbe trovare.
Questa cosa l’abbiamo rilanciata non più di una settimana fa quando in una assemblea aperta a San Severino Marche si è parlato del trauma psichico post-terremoto, approfitto dell’intervento del Consigliere Celani per consegnare anche al Presidente un sollecito rispetto ai contenuti di quella mozione che non solo erano validi allora, ma che continuano ad essere validi, perché di queste figure c’è una grande necessità nei nostri territori.
PRESIDENTE. Sub emendamento 4/1/1/1. Lo pongo in votazione per appello nominale chiesto a nome dei Consiglieri Pergolesi, Fabbri, Maggi.
Favorevoli: Fabbri, Giorgini, Maggi, Pergolesi.
Contrari: Biancani, Bisonni, Busilacchi, Carloni, Giacinti, Giancarli, Marconi, Mastrovincenzo, Micucci, Minardi, Rapa, Sciapichetti, Traversini, Urbinati, Volpini.
Astenuti: Celani, Leonardi, Malaigia, Marcozzi.
(L’Assemblea legislativa non approva)
Sub emendamento 4/1/1 a firma del Consigliere Micucci. Lo pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa approva)
Emendamento 4/1 a firma della Consigliera Pergolesi. Decaduto.
Articolo 4, così come emendato. Lo pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa approva)
Articolo 5. Lo pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa approva)
Articolo 5 bis.
Emendamento 5 bis/1 a firma della Consigliera Pergolesi, ha chiesto la parola, ne ha facoltà.
Romina PERGOLESI. Grazie Presidente. Nel secondo passaggio, che secondo me era molto importante, del testo unificato, ridiscusso e riapprofondito in Commissione, ho tenuto ad inserire la clausola valutativa proprio per venire incontro a quello che ha evidenziato il Consigliere Celani, cioè prevedere che la Giunta trasmetta con cadenza annuale una relazione all’Assemblea legislativa. Inizialmente avevo chiesto anche che su questa relazione la competente Commissione consiliare esprimesse una risoluzione per verificare o per integrare l’attuazione o meno della legge.
Vi leggo l’emendamento che ho presentato: “La Commissione assembleare esaminata la relazione di cui al comma 1, previa consultazione delle associazioni dei malati di fibromialgia e sensibilità chimica multipla, elabora una proposta di risoluzione da sottoporre all’Assemblea legislativa regionale contenente gli indirizzi di attuazione della presente legge relativi agli anni successivi”. Grazie.
PRESIDENTE. Emendamento 5 bis/1. Lo pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa non approva)
Articolo 5 bis. Lo pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa approva)
Articolo 5 ter.
Emendamento 5 ter/1 a firma della Consigliera Pergolesi, ha chiesto la parola, ne ha facoltà.
Romina PERGOLESI. Grazie Presidente. Altro articolo che ho ritenuto di inserire nella seconda proposta: “La Giunta regionale entro 90 giorni dall’entrata in vigore di questa legge, sentita la Commissione assembleare competente adotta le deliberazioni finalizzate all’attuazione della medesima legge”. Successivamente dalla discussione in Aula sono state allungati i tempi in 180 giorni, però visto che la legge comunque sta girando per gli uffici del Consiglio da quasi un anno, credo che la Giunta abbia avuto abbastanza tempo a disposizione per iniziare e prevedere l’attuazione di questa proposta, quindi ripresento un emendamento per modificare la parola “180” con la parola “90”.
PRESIDENTE. Emendamento 5 ter/1. Lo pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa non approva)
Articolo 5 ter. Lo pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa approva)
Emendamento di coordinamento tecnico/1 a firma della Consigliera Pergolesi. Decaduto.
Coordinamento tecnico. Lo pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa approva)
Testo unificato delle proposte di legge nn. 115, 122 e 134. Lo pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa approva)
Proposta di legge n. 157
ad iniziativa dei Consiglieri Biancani, Rapa, Talè, Traversini, Giacinti, Giancarli, Minardi, Volpini, Urbinati, Micucci, Busilacchi
“Interventi a favore del cicloturismo”
(Discussione e votazione)
PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca la proposta di legge n. 157 dei Consiglieri Biancani, Rapa, Talè, Traversini, Giacinti, Giancarli, Minardi, Volpini, Urbinati, Micucci, Busilacchi.
La discussione è aperta, ha la parola il relatore di maggioranza Consigliere Rapa.
Boris RAPA. Grazie Presidente. Questa proposta di legge riguarda il cicloturismo che costituisce un settore di mercato in continua crescita, in grado di attrarre nella nostra regione turisti da tutto il resto d’Italia, ma soprattutto dall’estero.
Infatti dai dati forniti dall’Enit, tra il 2014 e il 2015, il cicloturismo in Europa ha generato un indotto economico di un valore di 44 miliardi di euro e in Italia ha un valore potenziale di oltre 3 miliardi di euro.
Le previsioni inoltre parlano di una presenza turistica di oltre 2 milioni di cicloturisti che soggiorneranno nel nostro Paese durante quest’anno.
I cicloturisti in Italia sono principalmente per il 61% stranieri e corrispondono a un profilo economico-culturale medio-alto, per questo scelgono soprattutto strutture di elevata qualità. Si tratta di un turismo che predilige le stagioni intermedie, i percorsi secondari e poco trafficati, soprattutto le zone dell’entroterra e le bellezze naturali.
Per questo la regione Marche appare particolarmente attrattiva per coloro che sono interessati ad una vacanza in bicicletta e ad una pratica sportiva a contatto con la natura, il patrimonio culturale e i nostri piccoli borghi che caratterizzano il nostro territorio.
Pertanto, con questa proposta di legge, si intende promuovere nelle Marche il cicloturismo come offerta turistica sostenibile, rispettosa dell’ambiente, che vada verso una destagionalizzazione equamente distribuita nel nostro territorio.
La presente proposta di legge vuole sostenere lo sviluppo di questa fetta di mercato, consolidando alcune iniziative già sperimentate nel piano vigente. In particolare si ritiene che debbano essere messe a sistema quelle procedure che fino a questo momento hanno dato una buona performance, soprattutto con la finalità di destagionalizzare i flussi turistici.
Proprio per questo la legge dispone che il piano regionale di promozione turistica e il relativo programma debbano prevedere idonee misure a sostegno del cicloturismo. E’ solo attraverso una programmazione integrata e l’utilizzo delle risorse europee che è possibile sviluppare una rete di ciclovie e servizi attrattiva per i cicloturisti.
Un punto fondamentale della proposta di legge è l’articolo 3 che promuove l’offerta di servizi di accompagnamento cicloturistico attraverso la formazione di operatori che supportino singoli e gruppi nella scelta dell’itinerario e li assistano durante il tour.
In questo modo si contribuisce a qualificare la proposta turistica regionale, attraendo anche coloro che non si sentono in grado di organizzare un viaggio in bicicletta in modo autonomo.
Per fornire un’informazione adeguata al turista, la legge prevede l’istituzione di un elenco degli accompagnatori cicloturistici a cui possono iscriversi sia coloro che hanno frequentato i corsi promossi dalla Regione, sia coloro che hanno conseguito attestazioni rilasciate da associazioni di professionisti, sia coloro che hanno conseguito attestazioni sulla base della normativa tecnica Uni.
Ritengo, quindi, che questa legge sia un’opportunità per tutto il territorio regionale, che va nella direzione di una destagionalizzazione dell’offerta turistica e della valorizzazione dell’entroterra, con servizi di qualità e di professionalità. Grazie.
PRESIDENTE. Ha la parola il relatore di minoranza Consigliere Fabbri.
Piergiorgio FABBRI. Grazie Presidente. Esiste già una legge sul cicloturismo che è la n. 38/2012 “Interventi per favorire lo sviluppo della mobilità ciclistica”. Questa legge è molto più potente di quella proposta oggi, probabilmente i 4 articoli che stiamo analizzando in questo momento potevano in maniera concettuale essere inseriti in una modifica della normativa esistente. Chiaramente c’è la volontà di dare visibilità a questa cosa tant’è che questa semplice proposta di legge è stata firmata da undici Consiglieri.
Nella prima versione questa proposta di legge promuoveva attraverso il programma la realizzazione e l’implementazione di una rete di percorsi attrezzati per ciclisti, nella seconda versione approvata in Commissione invece di promuovere, favorisce, la promozione vede una azione attiva da parte del soggetto, il favorire invece è una secondaria iniziativa altrui, quindi questa legge è stata sostanzialmente molto depotenziata rispetto a quanto si voleva inizialmente proporre. Infatti la realizzazione e l’implementazione delle piste ciclabili è scomparsa e si parla di promozione della rete di piste ciclabili, quindi parliamo di aspetti che sono “molto leggeri” per una normativa sulla quale siamo d’accordo perché il cicloturismo è importante, però una proposta di legge che promuove le piste ciclabili lascia un po’ il tempo che trova.
Abbiamo un secondo aspetto che è quello della formazione degli operatori del settore turistico che sono degli accompagnatori di gruppi o di singoli per i quali si fanno i corsi di formazione che vengono fatti con le finanze esistenti, con i fondi esistenti, e c’è un elenco del quale l’accompagnatore, che non è una guida, è un accompagnatore di gruppi, potrà fregiarsi finito il corso, ma l'iscrizione all’elenco non è condizione per l’esercizio dell’attività. Anche questo è un aspetto molto stemperato della normativa, altro non c’è perché poi la norma detta i tempi di applicazione e di costituzione dell’elenco.
Tiepidamente diciamo si, non è una legge che fa danno, non è una legge che incide su un settore che è importante, ma ritengo, mi è stato consegnato in questo momento un ordine del giorno del Consigliere Traversini, spero che sia molto più incisivo rispetto alla normativa perché invita ad attrezzare tutti i mezzi di trasporto pubblico locale per il carico delle biciclette, quindi effettivamente è molto più importante l’ordine del giorno della normativa.
In maniera molto tiepida assecondiamo, favoriamo, come dice l’iniziativa legislativa, questo settore perché il cicloturismo va incrementato, ma i problemi di questa regione purtroppo sono ben altri.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Biancani.
Andrea BIANCANI. Grazie Presidente. Innanzitutto sono contento del dibattito che c’è stato fino a questo momento.
Ho presentato questa proposta di legge come primo firmatario e voglio ovviamente ringraziare anche gli altri Consiglieri che l'hanno sottoscritta insieme a me, in particolare il Consigliere Rapa per essere stato relatore ed anche il Consigliere Fabbri, ma soprattutto il Consigliere Traversini per aver licenziato questa proposta di legge in tempi brevi.
Non sono d’accordo con quello che ha appena detto il Consigliere Fabbri nel senso che viene sminuito il valore di questa proposta di legge, secondo me non è così, perché questa proposta di legge ha l’obiettivo - raggiunto - di istituire un vero e proprio elenco regionale degli accompagnatori ciclo-turistici, questo è l’obiettivo che io come primo firmatario mi ero dato: istituire l’elenco e con questa legge l’elenco viene istituito.
A seguito dell’istituzione dell’elenco mi sembrava importante prevedere un percorso di formazione delle persone che si andranno ad iscrivere per cui la legge prevede il percorso di formazione che può essere fatto direttamente dalla Regione o utilizzando le varie realtà che fanno riferimento al Coni o alle associazioni di promozione sportiva che possono fare questo tipo di attività formativa.
L'atto stabilisce che la Giunta dovrà definire bene il percorso formativo e questo penso che sia scontato, quindi l’obiettivo di questa legge era quello di istituire l’elenco ed una apposita attività di formazione, attività di formazione che nella relazione della legge viene in parte definita.
Vedo che è rientrato l’Assessore Casini, lo ringrazio pubblicamente anche per tutti i bandi che sono usciti per la promozione della Ciclovia Adriatica affinché il nostro territorio abbia sempre più itinerari di piste ciclabili. E' un primo bando che riguarda la costa, so che l’Assessore sta lavorando ad ulteriori bandi che riguardano il resto del territorio, questo sta a significare che la Regione Marche punta sul cicloturismo e sulle piste ciclabili.
Oggi non c’è l’Assessore Pieroni, ma il suo Assessorato ha predisposto un bando molto importante che riguarda la riqualificazione delle strutture ricettive e l’adeguamento dei servizi legati al cicloturismo. Oggi i bike hotel nella nostra regione sono 71, l’obiettivo è quello di riuscire ad implementare questo tipo di turismo che, come diceva il Consigliere Rapa, ha un'enorme potenzialità di sviluppo, penso quindi sia importante promuovere il nostro territorio regionale in questa direzione.
Questa legge dà un servizio di qualità in più perché oggi le guide cicloturistiche sono persone formate da un punto di vista fisico, sono persone che hanno la gamba buona, ma magari non sono in grado di raccontare il territorio, questa legge ha l’ambizione di istituire un apposito elenco e, per quanto riguarda i corsi di formazione, non è solo importante avere la gamba buona, ma occorre una preparazione linguistica e culturale per raccontare il territorio da diversi punti di vista, per presentarsi ai turisti, stranieri ed italiani che vorranno visitare la nostra regione, con un servizio di qualità formato da persone in grado di accogliere gli ospiti e raccontare il nostro territorio andando in bicicletta, penso che sia un motivo di orgoglio da promuovere per quanto possibile.
Spero che questa legge importante venga votata in modo unanime.
Ho visto adesso l'ordine del giorno, chiedo scusa, giorni fa ho annunciato una interrogazione che chiede la stessa cosa senza essere a conoscenza di questa proposta. Sono ben lieto che la Commissione presenti questo ordine del giorno perché, come abbiamo già fatto per i treni, e qui ringrazio l’Assessore Sciapichetti, non tutte le Regioni d’Italia consentono il trasporto delle biciclette nei treni urbani ed extra urbani in maniera gratuita, dall’anno scorso, con il rinnovo del contratto di servizio ferroviario, la Regione ha chiesto e dà questo tipo di possibilità: le biciclette sui treni non pagano. Penso che anche questa sia una attività a favore della promozione del nostro territorio per i turisti, ma soprattutto per la mobilità. Sono già due volte che ho deciso di fare un giretto in Italia andando in bicicletta ed usando il treno, devo dire che è un’esperienza molto bella perché tu esci di casa in bicicletta, vai in stazione, sali sul treno con la bicicletta, arrivi in una qualsiasi città d’Italia, Bologna, Parma, che ovviamente non sia …, altrimenti il sottoscritto non ci potrebbe andare. E' un modo per visitare anche in tempi brevi e per poter cogliere le parti periferiche di valore che ogni città ha, le piste ciclabili lungo i fiumi. Partire con la bicicletta e andare con il treno è un bel viaggiare, è un consiglio che do a tutti i Consiglieri e devo dire che sono numerose le persone che hanno già deciso di fare questo percorso e di fare le proprie vacanze, soprattutto i week-end, portandosi al seguito la bicicletta.
Ringrazio i Consiglieri Rapa e Traversini per la celerità con la quale hanno portato questa proposta in Aula e gran parte della maggioranza per averla sottoscritta. Grazie.
Presiede il Vicepresidente
Renato Claudio Minardi
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Giancarli.
Enzo GIANCARLI. Grazie Presidente. Volevo intervenire dopo il Presidente nonché primo firmatario Consigliere Biancani e per questa ragione ho preferito che parlasse lui prima di me.
Voglio partire da una considerazione del Consigliere Traversini, Presidente della II Commissione, che sottolineava che al centro di questa proposta c’è il turismo, poi ovviamente ci sono altre sfaccettature altrettanto significative che sono state sottolineate ora dal Consigliere Biancani e altre ancora nelle relazioni del Consigliere Rapa e del Consigliere Fabbri.
Noi abbiamo discusso più volte di turismo anche alla presenza dell’Assessore Pieroni, oggi non c’è, ma questo non toglie valore all’atto che stiamo compiendo anche perché l’Assessore questa cosa l’ha seguita.
Noi ci siamo posti sempre alcuni obiettivi in merito al turismo ed uno dei più significativi è quello destagionalizzazione, traduco in modo brutale, se volete: turismo tutto l’anno, nelle Marche è possibile, come pure l’altro obiettivo, a mio avviso possibile, del turismo in tutto il territorio marchigiano e in tutte le località.
Qui basta leggere la relazione, ma basta leggere quello che dice l’Enit, basta leggere riviste turistiche, basta ascoltare gli operatori del settore.
Non molto tempo fa in quest’Aula abbiamo detto che il turismo doveva diventare anche un’industria, il valore dell’impresa turistica e su questo ricordo che il Consigliere Maggi sottolineava rispetto ad alcuni aspetti, il sacrificio che a volte chiediamo all’impresa pura rispetto ad altri momenti. Il turismo deve diventare impresa e secondo me nel turismo dobbiamo fare in modo che ogni segmento ci consenta di raggiungere questi obiettivi fondamentali: economia, destagionalizzazione e così via.
I dati sul cicloturismo sono significativi, nella relazione è scritto chiaramente che 450.000 cicloturisti hanno visitato l’Italia, molti sono stranieri, tra il 2014 e il 2015, e il fatturato ha dati enormi e significativi, come pure i pernottamenti.
E' una grande ricchezza, una grande opportunità quella del cicloturismo e facciamo bene a scriverla in una legge, come pure nella legge scriviamo chiaramente che il Piano regionale di promozione turistica deve tenere ben presenti questi aspetti con idonee misure a sostegno del cicloturismo.
Mi associo ai ringraziamenti che faceva il Consigliere Biancani, quindi non dico nulla, voglio però voglio sottolineare la sensibilità dell’Assessore Sciapichetti su questo tema delle piste ciclabili, del cicloturismo, e dell’Assessore Casini, parlo della loro sensibilità che ha permesso alla Regione Marche di avere a disposizione risorse, oltre a quelle proprie del turismo che sono state ricordate, anche quelle di altri momenti significativi legati alle risorse europee.
Il Consigliere Biancani metteva in evidenza anche un altro aspetto significativo che è quello delle nuove professioni e delle nuove professionalità, che sono le guide cicloturistiche, credo che anche questo sia da non sottovalutare perché nel momento in cui parliamo di economia e di lavoro dobbiamo tenere presente anche questi aspetti: nuove professioni e nuove professionalità, formazione e preparazione degli stessi.
Chiudo ricordando che alcuni giorni fa alla Conferenza internazionale sulla salute nelle città si sono messe in evidenza le azioni per migliorare la salute nelle città attraverso un approccio multisettoriale di politiche di promozione della salute nell’ambito del contesto urbano, quindi il trasporto, l’inquinamento atmosferico, la sicurezza stradale, le infrastrutture sportive, la pianificazione urbana sostenibile, le aree verdi, e potrei continuare, cioè mettere a sistema una serie di interventi che incidano in modo fattivo sulle condizioni di vita delle città considerando il benessere e la salute dei beni collettivi.
Qui è stato messo in evidenza quello che significa il tasso di motorizzazione nelle città, quello che significa l’inquinamento, la necessità di avere azioni mirate di chiusura al traffico dei centri storici, provvedimenti di altro tipo, proprio per ridurre l’inquinamento nelle città e su queste benedette 15 azioni, quindi sugli aspetti strategici, la mobilità sostenibile è una delle condizioni importanti, principali, determinanti, per far sì che una politica chiara, coerente, di sostenibilità sociale e ambientale si realizzi.
L’uso della bicicletta dentro questo quadro della mobilità sostenibile è una delle scelte più significative e più importanti, quindi debbo dire che questa legge ha molti significati, soprattutto dal punto di vista politico e dal punto di vista dell’idea che noi abbiamo di crescita sostenibile dell’economia e dei territori.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Bisonni.
Sandro BISONNI. Grazie Presidente. Penso sia nota a tutti la mia spiccata sensibilità sulle tematiche ambientali e sicuramente voterò favorevolmente questa proposta di legge, però sinceramente devo dire che non è una proposta che mi scalda il cuore e mi entusiasma più di tanto, nel senso che, al di là dei proclami, di sostanza ne vedo ben poca, vedo solo questo elenco e la formazione degli accompagnatori senza l’aggiunta di nessuna risorsa, tanto è vero che c’è l’articolo sull’invarianza finanziaria.
E’ vero, ci sono i fondi europei ma anche lì è più un proclama che altro, perché già i fondi europei c'erano e non è che li prendiamo perché va in vigore questa legge. I fondi europei già c'erano, bastava saperli catturare con delle azioni opportune che sono quegli strumenti che ha la Regione del Por, del Fesr.
Sinceramente voterò questa legge perché, ripeto, va a favore della promozione, però di sostanza ne vedo poca. Su questo argomento c'è già una legge regionale, i fondi, ripeto, già esistono, l’unica cosa è questo elenco sul quale però non viene messa nessuna risorsa aggiuntiva.
Mi associo a quello che ha detto il Consigliere Fabbri, trovo invece molto interessante l’ordine del giorno proposto dal Consigliere Traversini perché qui andiamo veramente ad incidere su una problematica che viene sottovalutata, ossia la possibilità di caricare le biciclette nei mezzi di trasporto pubblici, a partire dal treno, e mi auguro anche sugli autobus. Quindi voterò a favore della legge e voterò con più convinzione l’ordine del giorno presentato.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Celani.
Piero CELANI. Grazie Presidente. Questa proposta di legge l’abbiamo abbastanza sviscerata in II Commissione con una serie di riflessioni fatte con i funzionari dell’Assessorato al turismo e anche dei trasporti. Spinti dalla passione per la bici del Presidente Traversini ci siamo addentrati per cercare di capire come migliorarla, come renderla più pragmatica possibile.
Ovviamente nelle linee di indirizzo possiamo definirla una legge di promozione turistica, è una legge che va a promuovere il nostro territorio, attraverso il cicloturismo, attraverso una passione molto sentita nella regione Marche, terra di ciclisti, di atleti famosi in questo settore.
Noi sappiamo benissimo che il territorio si promuove mettendo in evidenza quelli che sono i propri asset, le proprie eccellenze e il paesaggio inteso nella sua interezza come natura, come presenza di strutture architettoniche, può essere promosso anche e soprattutto se un turista, un visitatore fa una vacanza fortemente esperienziale e quello che offre la bicicletta è proprio questo.
La bicicletta dà un senso esperienziale molto forte, ti fa vivere una passione forte perché ti consente al pari della camminata di fermarti, di guardare, di capire, di chiedere, di entrare anche in contatto con la gente del luogo, di vivere anche l’esperienza in loco con le persone che stanno in questo meraviglioso territorio. Per cui da questo punto di vista credo che abbiamo colto nel segno, senza dubbio, fare qualcosa che promuove questo tipo di discorso. Ovviamente si tratta adesso di capire come questa legge può, come dice all’articolo 1, favorire queste iniziative per promuovere una rete di percorsi attrezzati.
Il fatto che si completi il censimento di tutti i percorsi di cicloturismo all’interno della regione Marche, metterli in rete, collegarli uno all’altro in modo tale che si possa andare dal Montefeltro fino ad Ascoli, percorrendo questo bellissimo entroterra, già sarebbe un successo da questo punto di vista.
Qual è il punto di questa legge che sicuramente non darà grandi risultati? E' quello relativo all’articolo 4, e lo dico perché in Commissione ho fatto questa riflessione a voce alta con i nostri funzionari. La qualifica di accompagnatore cicloturistico non è contemplata nel repertorio regionale, questa è una cosa molto importante, quindi sarà dura utilizzare fondi del Fse per fare corsi di formazione per qualcosa che il prontuario regionale non contempla, sarà difficile istituire una figura professionale che, non è che può dare un lavoro stabile, possa essere di riferimento nei territori.
Qual è in pratica la proposta che ho fatto in Commissione a questi funzionari che mi auguro possa essere ripresa? Credo che questi corsi debbano essere fatti prioritariamente per i soggetti che stanno sui territori e che si occupano di accoglienza. Questo è fondamentale! Non fatti così, sporadicamente, per chiunque voglia fare l’amante, l’esperto di cicloturismo, lo può fare benissimo, sapendo che però non gli si darà una qualifica che dal punto di vista professionale potrà spendere sul mercato del lavoro, sapendo che sarà in un elenco ipotetico che farà la Regione e che metterà a disposizione. Quindi per essere guida cicloturistica, per poter accompagnare un gruppo, dovrà adeguarsi perché dovrà fare una assicurazione per quello che potrebbe succedere, perché se porta i turisti a passeggio in una zona a rischio può succedere qualcosa, allora nascono i guai e non si sa di chi è la responsabilità.
Detto questo, i corsi di formazione se devono essere fatti, devono essere rivolti prioritariamente a chi si occupa di accoglienza, e chi è? Il personale delle Pro loco, il personale dello Iat, il personale degli agriturismi, il personale dei B&B, cioè quelle persone, che poi sono i fari dell’accoglienza sui territori, che possono mettersi a disposizione di questi gruppi di amatori di cicloturismo per visitare i luoghi.
Questo è un passaggio secondo me importantissimo perché noi, qui apro una parentesi un po’ di critica, siamo molto deficienti da questo punto di vista, sull’accoglienza siamo molto deficitari perché noi facciamo un'accoglienza micro, cioè ognuno la fa relativamente al proprio ambito. Il personale dello Iat dà informazioni limitatamente al proprio comune, la Pro loco ti dà informazioni limitatamente al piccolo comune dove sta, quello che ha l’agriturismo che dà informazioni si e no a cinque chilometri dalla sua attività, quello che ha il B&B te le dà sul centro storico in cui sta. Il problema è qualificare persone per dare informazioni sui comprensori, questa è la grande novità, noi dobbiamo qualificare queste persone attraverso corsi di formazione di un certo livello, che possiamo finanziare con i fondi dell’Fse, per dare una qualificazione molto forte.
Introdurre all’interno anche questa materia del “cicloturismo”, cioè dare informazioni a livello comprensoriale perché se io do l’informazione limitatamente al mio comune non serve a nulla perché chi va in bicicletta, il Consigliere Biancani lo ha detto, lo ha sperimentato, vuole spaziare, vuole partire e vuole costruirsi la meta, non è che gliela devi dare tu, il cicloturista si vuole costruire la meta, vuole costruire una specie di spezzata lungo il territorio che poi può essere variata in funzione dell’emotività e dell’esperienzialità che vive camminando.
E’ questo quello che dobbiamo fare, allora se creiamo queste figure che danno informazioni all’interno dei nostri centri di accoglienza, qualunque essi siano, pubblici o privati … Dobbiamo qualificare anche i privati perché i gestori di B&B fanno accoglienza, i gestori degli agriturismi fanno accoglienza, i gestori degli alberghi diffusi fanno accoglienza, anzi sono principalmente loro che fanno accoglienza sui territori, sono loro che riescono ad impressionare nel modo migliore il turista o il visitatore, perché il visitatore, il turista non deve mai essere considerato un ospite - e noi facciamo un errore gravissimo in questa regione non qualificando queste persone - lo dobbiamo considerare un invitato, non un ospite. Ci dobbiamo mettere a disposizione e gli dobbiamo dare le massime informazioni e qui noi abbiamo un settore grandissimo, quello del cicloturismo, che possiamo captare dimostrando innanzitutto di avere una rete di ciclovie e di poter dare tutte le informazioni possibili in modo tale che il cicloturista possa costruirsi la sua vacanza, il suo percorso, il suo giro all’interno di questo nostro bellissimo territorio.
Al di là di queste riflessioni che ho fatto sull’articolo 4, che già avevo fatto in Commissione, quindi per il Consigliere Traversini non credo che siano nuove perché le avevo già dette, sono favorevole perché, ripeto, una legge che promuove il territorio, che va verso il marketing territoriale della nostra regione non può che essere votata. Grazie.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Traversini.
Gino TRAVERSINI. Intanto ringrazio tutti per il buon lavoro fatto in Commissione che comprende anche l’ordine del giorno, nel senso che abbiamo lavorato sulla legge modificandola anche se era di pochissimi articoli, ragionandoci e votandola all’unanimità. Anche questo lavoro è stato un lavoro di squadra, sicuramente positivo, fatto all’interno della Commissione, così come l’ordine del giorno, che è stato già annunciato da diversi Consiglieri per la sua importanza, che è firmato da me in quanto Presidente della Commissione, però in realtà è stato discusso ed approvato da tutta la Commissione.
La legge è molto semplice, ma pone però in maniera forte l’attenzione sul fenomeno del cicloturismo. E' un fenomeno che riguarda l’Italia per le sue bellezze naturalistiche e storico architettoniche, ma soprattutto riguarda le Marche, è di grande importanza ed il relatore di maggioranza Consigliere Rapa ha dato alcuni dati - circa 500.000 nel 2014 - che sono in crescita e non sempre ben identificati, sicuramente sono di più, un fenomeno davvero in espansione per quanto riguarda i turisti stranieri, ma è un fenomeno enorme e praticato anche dagli italiani che si spostano all’interno della nostra penisola.
Il cicloturismo riguarda vari aspetti: la qualità della vita, la cura della persona e la medicina, perché l'attività sportiva è estremamente positiva, la mobilità perché chi va in bicicletta - il cicloturismo implica l’uso della bicicletta - soprattutto nelle grandi città e nelle città di mare sceglie di spostarsi con questo mezzo e sapete benissimo cosa significa dal punto di vista ambientale il non utilizzo dell’autovettura, ed è importante anche per quello che riguarda l’aspetto turistico, ancora di più per lo sviluppo turistico delle aree interne in quanto permette, l’uso della bicicletta, di entrare nella “cultura” del paesaggio, di vivere in maniera corretta il nostro paesaggio eccezionale da un punto di vista naturalistico.
Questo è un settore che conosco per la passione che ho per il ciclismo che mi ha portato a conoscere bene il cicloturismo, il ciclismo amatoriale, tant’è che abbiamo presentato 20 giorni fa questa legge in una Assemblea provinciale, a cui appartengo perché faccio parte di un'associazione amatoriale, dell’Acsi che è l’associazione che racchiude i cicloturisti, quindi i ciclisti amatoriali, e sono stati entusiasti di questo perché dà la possibilità a molti di loro di poter entrare in maniera più effettiva in un mondo che conoscono bene perché alla fine per l’accompagnatore cicloturistico, oltre alla conoscenza del territorio e del saperlo spiegare, c’è il fatto che bisogna avere le “gambe”, la passione della bicicletta per poterli accompagnare, tanto più nelle aree interne dove i tragitti sono legati alla mountain bike ed a percorsi non semplici. Quindi la possibilità di incentivare un fenomeno in continua espansione che ha una serie di aspetti positivi estremamente importanti che vengono messi in evidenza dalla legge che favorisce (questo è stato uno degli elementi che abbiamo cambiato) e promuove - in ambito turistico non si vanno a toccare competenze economiche per infrastrutture da creare, milioni di euro sono stati previsti per creare le ciclovie - un'attività turistica rilevante per il territorio marchigiano.
Quando si parla di cicloturismo, faccio solo una breve parentesi, si parla di un fenomeno che ha tanti aspetti, riguarda le piste ciclabili, quindi la possibilità della passeggiata semplice, della gita, di un percorso legato alla mountain bike che, per esempio, nelle aree interne va fatto in maniera diversa. C’è lo sviluppo dei percorsi previsti all’interno dei parchi (city park) con attività particolari ed anche questi hanno un livello turistico di grande valore che viene riconosciuto, persone che si spostano a livello internazionale per poter praticare un certo tipo di attività, il downhill che ho visto praticare da tantissimi ciclisti, che fanno percorsi solo in discesa abbastanza pericolosi, così come lo sviluppo di un settore che, secondo me, riguarda chi come me ama il ciclismo, però non ha una buona preparazione atletica, la bicicletta elettrica permette di svolgere una attività fisica anche a chi ha condizioni atletiche inferiori e questo dimostra la continua evoluzione di questo fenomeno legato al cicloturismo.
E’ chiaro che la Regione Marche non può che non essere più che attenta in quanto ha tutte quelle caratteristiche che si abbinano meglio allo sviluppo di questo settore.
Per questo noi abbiamo cercato di mettere in evidenza con forza, dando la possibilità di sviluppare vari settori, dai city park, al downhill, alle mountain bike, alle passeggiate lungo la costa o dentro la città a livello turistico ed amatoriale; questo è quello che si è voluto mettere in evidenza con la possibilità molto importante che tutto deve essere fatto e portato avanti in un legame forte con gli operatori del settore turistico. Sono d’accordo su questo con il Consigliere Celani che dice che tutti gli operatori turistici vanno portati intorno ad un tavolo, ma soprattutto gli albergatori, perché in alcune regioni a noi vicine, come ad esempio l'Emilia-Romagna, hanno già iniziato il processo turistico di destagionalizzazione attrezzando le loro strutture ricettive con aree dedicate alle biciclette. Questo ci fa capire che questo sistema deve essere portato avanti potenziando gli alberghi che hanno la possibilità di ospitare i ciclisti ed inserendo questo nel ragionamento degli accompagnatori cicloturistici che noi vogliamo mettere in piedi.
Non possiamo pensare di creare posti di lavoro stabili, ma in un sistema turistico insieme agli operatori privati può essere sicuramente molto importante e può dare risposte soprattutto a chi già lavora nel turismo ed anche a qualche giovane legato alle strutture che può essere chiamato in alcuni periodi ad accompagnare, sempre di più, gruppi di turisti che vengono nel nostro territorio.
Credo che questa legge non stravolga nulla e non dia chissà quali possibilità, ma pone l’attenzione, dà un incentivo, un segnale in avanti ad un mondo che è in evoluzione e ad un ragionamento di qualità del turismo che noi facciamo a livello regionale e che penso dobbiamo portare avanti con forza.
Nella legge non sono previsti finanziamenti, ma si possono utilizzare i fondi europei per la formazione. Abbiamo qui presente l’Assessore Casini competente per quanto riguarda le ciclovie, che è un aspetto, ma ci sono progetti che vengono messi in piedi nei territori delle aree interne per individuare le strade, perché c’è anche un turismo che non ha bisogno di essere accompagnato, ma ha bisogno di semplici guide cartacee o telematiche per permettere alle persone di percorrere le strade in bicicletta per conto proprio, ha bisogno di guide, ad esempio far sapere al turista straniero dove va e il tempo medio di percorrenza. Sono tante le passioni dietro al mondo del ciclismo, quindi è tutto un lavoro che viene impostato e che ha bisogno di finanziamenti e non può essere solo la legge sennò tutto diventa complicato.
Ringrazio i componenti della Commissione che hanno lavorato insieme, collegialmente ed hanno votato la proposta di legge, la stessa cosa è accaduta per l’ordine del giorno che chiede l’impegno, parlando con l’Assessore ho saputo che già si sta facendo, di dotare i pullman degli strumenti necessari per portare le biciclette, soprattutto gli extraurbani. Anche questo secondo me è qualcosa di importante per l’entroterra perché la maggioranza della gente parte dalla costa e se per arrivare nelle aree interne deve percorrere 70 chilometri in bicicletta diventa difficile fare la passeggiata, avere quindi la possibilità di portare la propria bicicletta su mezzo di trasporto pubblico credo che dia la possibilità a tutti, su tutto il territorio regionale, e l’ordine del giorno mira a questo.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Volpini.
Fabrizio VOLPINI. Intervengo come testimonianza ed anche come firmatario della proposta di legge. Se prima ho espresso soddisfazione per l’approvazione della legge sulla fibromialgia esprimo altrettanta soddisfazione per l’approvazione di questa legge, perché pone una questione di grande importanza che non è solo turistica, ma aggiunge alle nostre attrazioni, che sono il mare, la montagna, i centri storici, le nostre colline, il cicloturismo, ovvero la passione per la bicicletta, che è molto riduttivo perché non è più la bicicletta di tanti anni fa, quando ho cominciato a fare del cicloturismo, lo ricordava il Consigliere Traversini, c’è stato un cambiamento, quasi una metamorfosi nell’utilizzo di questo straordinario mezzo di locomozione che è diventato anche mezzo di attività.
Nella proposta di legge c’è l’individuazione dei percorsi cicloturistici protetti da realizzare e che si aggiungono a quanti già nella nostra regione esistono, che per un tipo di attività non è più la cosiddetta bicicletta da strada, la specialissima, ma riguarda queste nuove modalità di andare in bici, in un contatto molto intimo tra bicicletta e natura, quella natura di cui la nostra regione è particolarmente ricca.
E' un percorso iniziato diversi anni fa, prima in maniera quasi a spot con l’imprenditoria privata, soprattutto alcuni hotel, che cominciava ad aderire alla catena dei bike hotel ed ospitava i ciclisti. Più che una moda era una attività fatta prevalentemente da stranieri, ricordo che tanti anni fa c’erano gruppi di stranieri, soprattutto olandesi, ma anche tedeschi, che venivano in maniera organizzata e i primi hotel mettevano a disposizione una guida turistica un po’ artigianale, qualche appassionato di bicicletta, magari semi pensionato, che accompagnava questi gruppi. Anche gli hotel si attrezzavano ed entravano in quella catena.
Mi pare che con questa legge si cerchi di mettere a sistema il cicloturismo, per cui, anche come amante della bicicletta - se poi dovessi pensare anche al mio percorso, forse le vacanze più belle le ho fatte proprio in bicicletta in scenari diversi - mi auguro che anche la regione Marche possa diventare una attrazione per coloro che sono appassionati di biciclette, anche con nuove modalità di andare in bici. Credo che una legge di questo tipo si inserisca in questa prospettiva per cui bene hanno fatto i proponenti e se c’è anche un voto corale ed unanime del Consiglio penso che sia una cosa importante.
Presidenza del Presidente
Antonio Mastrovincenzo
PRESIDENTE. Passiamo alla votazione.
Articolo 1. Lo pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa approva)
Articolo 2. Lo pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa approva)
Articolo 3. Lo pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa approva)
Articolo 4. Lo pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa approva)
Articolo 5. Lo pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa approva)
Articolo 6. Lo pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa approva)
Proposta di ordine del giorno a firma della II Commissione. Lo pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa approva)
Proposta di legge n. 157. La pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa approva)
Proposta di legge n. 163
ad iniziativa dei Consiglieri Talè, Traversini, Urbinati, Pieroni, Rapa, Giacinti, Giancarli, Celani, Zaffiri
“Modifica alla legge regionale 20 gennaio 1997, n. 10 ‘Norme in materia di animali da affezione e prevenzione del randagismo’”
(Discussione e votazione)
PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca la proposta di legge n. 163 dei Consiglieri Talè, Traversini, Urbinati, Pieroni, Rapa, Giacinti, Giancarli, Celani, Zaffiri.
La discussione è aperta, ha la parola il relatore di maggioranza Consigliere Talè.
Federico TALE’. Grazie Presidente. Con questa proposta di legge andiamo a modificare la legge regionale del 20 gennaio 1997 n. 10 “Norme in materia di animali d’affezione e prevenzione del randagismo”. Dico subito che la stesura originaria di questa proposta di legge era molto più semplice, andavamo a cambiare una “o” con una “e”, nient’altro, poi l'abbiamo arricchita grazie ad un lavoro di squadra che abbiamo fatto in Commissione sanità e per questo devo ringraziare anche la Consigliera Pergolesi perché anche lei si è messa a studiare questa pdl insieme a tutti gli altri Consiglieri della Commissione.
La modifica che andiamo a fare alla legge riguarda soprattutto gli allevatori di cani a scopo commerciale.
Andiamo a modificare l’articolo 7 della legge del ’97 che riguarda gli obblighi degli allevatori nel detenere cani a scopo di commercio. Questo articolo nella sua formulazione originaria si limitava a disporre per gli allevatori di cani a scopo di commercio l’obbligo di tenere un apposito registro di carico e scarico degli animali, secondo le modalità previste nel regolamento di cui all’articolo 20, e fino a qui ci siamo. Dopodiché nell’aprile 2015 c’è stata una legge che ha specificato chi sono gli allevatori a scopo commerciale e qui noi andiamo a modificare questo perché in questa proposta di legge si dice che allevatore a scopo commerciale è colui che detiene 5 femmine in età fertile oppure 30 cuccioli all’anno.
La modifica in soldoni qual è? Non è possibile dire che è un allevamento a scopo commerciale un proprietario di 5 cagne femmine in età fertile perché se non produce cuccioli questo non è allevamento, quindi, attenzione, andiamo a modificare esclusivamente questo! Ho sentito, ho letto sui giornali petizioni che stiamo distruggendo il mondo dell’affettività verso gli animali, cosa che dal sottoscritto non verrà mai perché sono un affezionato molto più di chi ci accusa di essere contro gli animali, però dico anche che è un’ingiustizia dire che uno fa allevamento se detiene 5 cagne femmine, non è allevamento se non produce cuccioli.
Peggio ancora è dire che se modifichiamo questa legge andiamo contro la norma sul randagismo, tutt’altro, perché la norma sul randagismo è stata combattuta e la stiamo combattendo non con gli allevatori o tenendo di mira gli allevatori, ma la stiamo combattendo, e molto bene, perché il randagismo nella regione Marche è sceso molto di più rispetto ad altre Regioni, con l’obbligo sacrosanto di inserire al cucciolo, a 60 giorni, il microchip, quindi una volta microcippato il cucciolo lo devi per forza comunicare all’anagrafe canina e lì poi i Sindaci, ricordo bene quando facevo il Sindaco, tramite la polizia municipale fanno i controlli per verificare se i cani vengono microcippati perché se non vengono microcippati possono essere abbandonati dal proprietario.
Attenzione nel registro - l’allevatore a scopo commerciale è tenuto ad avere un registro - i cani vanno segnati una volta microcippati, quindi non si sfugge al controllo. Una volta microcippato il cane, prendi il registro, lo vidimi e segni il cane nell’apposito registro. Noi con questa legge andiamo a modificare il fatto che non sono le 5 femmine in età fertile che ci dicono che uno è in possesso di un allevamento a scopo commerciale, ma sono i 30 cuccioli l’anno.
Qualcuno potrebbe dire perché 30? Perché c’è un accordo Stato-Regioni - attenzione perché ho letto un sacco di cose sui giornali in questi giorni e vorrei che i Consiglieri non cadessero in queste cose che non sono assolutamente vere - che la Regione Marche ha sottoscritto, è un accordo che è stato sottoscritto per metà, cioè di tutte le Regioni italiane solo la metà lo ha sottoscritto e l’ha recepito in Consiglio regionale, l’altra metà non ha recepito nessun accordo e non ha nessuna norma che dice quando un allevamento è a scopo commerciale, noi non siamo né in una metà, né nell’altra, noi l’abbiamo recepito come ci pare, cioè noi abbiamo saltato quello che non ci stava comodo inserire.
Badate bene, già ci sono delle multe, molti detentori di cani hanno avuto delle multe, multe, che vanno dai 300 euro ai 1.200 euro, quindi chi detiene 5 cagne femmine nel giardino o perché ci fa l’agility dog o ci va a caccia alla lepre (la caccia alla lepre prevede una muta di 7/8 cani), o ci va a caccia alla volpe, che è la stessa cosa, oppure ci fa la pet terapy, se non ha tutti i registri come un allevamento a scopo commerciale rischia 1.200 euro di multa e già stanno fioccando. Questo solo nella Regione Marche perché l’accordo Stato-Regioni dice un’altra cosa, magari se volete poi vi dico anche cosa dice l’accordo Stato-Regioni che all’articolo 1 definisce allevamento di cani e gatti per attività commerciale e parla di detenzione di cani e di gatti anche ai fini commerciali - noi lo abbiamo tolto - in numero pari o superiore a 5 fattrici o 30 cuccioli per anno, cioè non basta la detenzione, ma serve anche la sussistenza dei fini commerciali, noi questa cosa l’abbiamo tolta ed è da lì che la Forestale fa 1.200 euro di multa perché basta detenere 5 cagne femmine e sei allevamento anche senza la produzione di un solo cucciolo.
Quindi se hai 5 femmine e nessun cucciolo 1.200 euro di multa. E' una cosa che fa ridere in tutta Italia il mondo cinofilo, al quale appartengo, l’Ente nazionale cinofilo italiano (Enci) dice che non è possibile se si detiene 5 cagne femmine essere un allevamento. E' un allevamento se si producono dei cuccioli e non c'entrano niente le norme sul randagismo perché non è il registro di carico e scarico di chi ha 5 cagne femmine che obbliga al microchip, il microchip lo obbliga la legge perché quando si compera un cucciolo entro 60 giorni deve avere il microchip e qui, come dicevo prima, ci sono gli organi di polizia municipale che debbono controllare.
In soldoni la proposta di legge è dettata dal buon senso perché non può essere un criterio sufficiente quello di possedere le 5 femmine in età fertile, in più nella legge attuale della Regione Marche noi diciamo che 5 femmine non fanno allevamento se sono sterilizzate, è una cosa inaccettabile, per quanto mi riguarda, questa sterilizzazione facile. Per quale motivo uno per non incappare nella legge deve sterilizzare queste cagne, io penso che una cagna stia meglio intera che sterilizzata e per quale motivo dobbiamo per forza sterilizzare queste cagne? Con questa proposta di legge tu puoi tenere quante cagne vuoi se non produci cuccioli e non le sterilizzi, penso che sia molto più giusto e penso che sia più a favore dell’affezione verso gli animali.
Tutto qui, se volete vediamo la legge articolo per articolo. All’articolo 01 andiamo a facilitare le adozioni degli animali detenuti nei canili, questo è un altro problema che c’è e che ho vissuto in qualità di Sindaco. Vi faccio solo un esempio, un cane randagio nel canile costa circa 1.000 euro l’anno, il Comune di Mondavio - un comune di 4.000 abitanti con una estensione media - aveva 16 cani randagi, pochi, e costavano alla collettività 16.000 euro all’anno. Spendevo per la mensa dell’asilo 12.000 euro l’anno, spendevo di più per mantenere i cani che per la mensa dell’asilo, ma quando qualcuno andava al canile, perché noi spingevamo all’adozione, si trovavano mille cavilli per non darlo perché un cane fa reddito al canile. Abbiamo un protocollo nella regione Marche per cui prima di assegnare il cane devi andare a vedere come lo si tiene a casa, devi andare a vedere com’è il soggetto, devi andare a vedere come è messa l’abitazione, quindi noi con questa proposta di legge, e questa è una cosa che abbiamo aggiunto su consiglio della Consigliera Pergolesi, diciamo che la Regione deve adottare un protocollo molto più snello per l’affido e per l’adozione dei cani, giustamente.
All’articolo 02 istituiamo un registro per il controllo perché la Regione non ha un registro degli allevatori a scopo commerciale, quindi diciamo alla Regione, alla Giunta di istituire un Albo, un elenco di questi allevatori, così che chi è preposto al controllo può prendere l’elenco e fare i vari controlli che debbono farsi. Questo sì che va contro il randagismo.
L’articolo 1 è quello di cui parlavo prima, quindi non sono le 5 femmine, ma i 30 cuccioli.
L’articolo 2 è quello dell’invarianza finanziaria e l’articolo 2 bis riguarda le disposizioni transitorie stabilendo al comma 1 che la Giunta regionale entro 90 giorni dall’entrata in vigore di questa legge, sentita la competente Commissione assembleare, adotta le deliberazioni e i comuni singoli, associati, le comunità montane entro 90 giorni dall’entrata in vigore di questa legge promuovono l’adozione del protocollo di cui al comma quater, dell’articolo 2 della legge regionale 10/97.
Presidenza della Vicepresidente
Marzia Malaigia
PRESIDENTE. Ha la parola la relatrice di minoranza Consigliera Leonardi.
Elena LEONARDI. Grazie Presidente. La legge è stata già ampiamente discussa, ma dobbiamo fare secondo me una riflessione.
Siamo partiti da una proposta di legge che andava fondamentalmente a modificare una parola rispetto alla legge vigente e voleva sanare quella che è una stortura relativamente all’identificazione dell’allevamento a scopo commerciale, che equivaleva anche a chi magari ha 5 cagne femmine e lo fa in maniera amatoriale, casalinga o per altre finalità che non sono quelle della riproduzione e commercializzazione dei cuccioli.
Abbiamo fatto un ampio dibattito in Commissione che è stato anche soggetto a determinate critiche perché forse non era stato, credo, ben compreso o c’erano delle preoccupazioni da parte delle Associazioni animaliste che temevano un allargamento delle maglie dei controlli ed una maggiore difficoltà nell’identificare coloro che in realtà hanno poco a cuore questi nostri amici a quattro zampe e forse più gli interessi a livello economico o ad altro.
Devo dire che il lavoro fatto in Commissione e gli apporti che sono venuti sono stati molto importanti per arrivare a delle modifiche. Si è parlato spesso di intervenire sul testo generale della legge, ma gli articoli che sono stati introdotti con questa proposta credo che vadano fondamentalmente a tutela ed a vantaggio degli animali.
Penso che sia molto importante, proprio nell’ottica della tutela del randagismo, la stipula di questo protocollo regionale per facilitare le adozioni dei cani detenuti nei canili. Lo ricordava il Consigliere Talè che mi ha preceduto, purtroppo a volte in queste realtà viene avvantaggiato e privilegiato un discorso economico rispetto a quello del benessere e di far trovare una casa a questi animali. So che diversi comuni nelle Marche ed anche fuori regione adottano misure di sgravio delle tasse per chi adotta un cane dal canile, misure come queste possono essere un vantaggio per questi poveri animali che altrimenti passerebbero tutta la vita chiusi nelle gabbie di un canile; introdurli nelle famiglie porta un vantaggio all’animale e credo, e sono fermamente convinta, anche alla famiglia che lo adotta.
Si supera la confusione o comunque una visione indistinta dell’allevamento commerciale di chi detiene le 5 cagne o meno di 30 cuccioli, tra chi lo fa con uno scopo commerciale e chi lo fa per amore degli animali, quindi si istituisce questo registro regionale proprio per agevolare i controlli su chi invece fa un discorso commerciale dell’allevamento, che è del tutto legittimo perché porta giustamente ad avere una proliferazione, al mantenimento di determinate razze ed alla tutela di determinate realtà.
Voglio ricordare che la legge regionale marchigiana già prevede, a livello di tutela, che a 60 giorni dalla nascita del cucciolo venga inoculato il microchip e venga iscritto il cagnolino all’anagrafe canina regionale, questo per avere un panorama di quella che è la situazione nel nostro territorio.
Sempre all’anagrafe canina è necessario comunicare immediatamente se c’è uno smarrimento dell’animale o la morte dello stesso e anche nel caso in cui l’animale per problemi di salute muoia nello studio di un veterinario deve essere presentato e fatta una comunicazione all’anagrafe canina del decesso ed del motivo dello stesso.
Se si cambia proprietà, perché si ha una cucciolata e si dà via il cane dopo lo svezzamento o magari una persona non riesce più a tenerlo per sopraggiunti problemi, anche in questo caso entro 10 giorni il cambio di proprietà va comunicato all’anagrafe canina, proprio per avere una tracciabilità dell’animale, misure che vanno a tutela dello stesso, contro l’abbandono, contro il randagismo, contro qualsiasi forma di mancata tutela o addirittura di abuso nei confronti degli animali. C’è poi tutta la normativa legata al benessere animale che non sto a ricordare.
Grazie all’esame fatto dalla Commissione e agli apporti che sono venuti dai Commissari durante la discussione, quella che si va ad approvare oggi sia una norma positiva che va a tutela degli animali e non a svantaggio o contro gli stessi, quindi come relatrice di minoranza dichiaro in questa mia esposizione che il mio sarà un voto positivo alla norma che oggi viene discussa.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Busilacchi.
Gianluca BUSILACCHI. Grazie Presidente. Non vorrei essere una voce fuori dal coro su questo lavoro sicuramente positivo che è stato fatto in Commissione, a partire dal Consigliere Talè che certamente, conoscendolo, è animato da buona fede e da uno spirito sempre volto all’interesse comune, però dal mio punto di vista ci sono alcune cose che non mi convincono in questa proposta di legge, ma non è il mio punto di vista, è semplicemente che come gli altri colleghi ho avuto l’occasione di incontrare e soprattutto di leggere la lettera che ci è stata inviata da 35 associazioni, tra cui Legambiente, l'Anpana, associazioni autorevoli che si muovono nel settore ambientale e nel mondo animale e nella tutela degli animali da affezione.
Anzi colgo fin da ora l’occasione, e lo faccio presente alla Segreteria del Consiglio ed alla Presidenza, per formalizzare il fatto, poiché ho visto che il Consigliere Maggi ha recepito gli emendamenti che sono stati a noi avanzati da queste 35 associazioni, e chiedere di poter sottoscrivere anch’io gli emendamenti, so che è ammessa questa possibilità con una dichiarazione in Aula, credo di poterli fare miei perché condivido lo spirito con cui queste associazioni li hanno proposti.
Rispetto alle cose che ha detto il Consigliere Talè, sullo spirito primo che ha animato questa proposta di legge sono d’accordo, cioè mi trovo d’accordo con il fatto che sia giusto definire meglio che cos’è un allevatore, il tema delle 5 fattrici, la cosa che mi preoccupa di più sono alcuni effetti, alcune esternalità di questa legge, alcuni effetti non controllati che, dal mio punto di vista, probabilmente sbaglio, potrebbero esserci e che riguardano proprio il tema del randagismo.
In questi anni devo dire che nelle Marche è stato fatto, grazie alla Giunta, un ottimo lavoro da questo punto di vista, il randagismo è molto diminuito nelle Marche, tra l’altro noi abbiamo sottoscritto, come Giunta regionale, un accordo Stato-Regioni che è stato recepito dalla stessa Regione Marche e questa modifica normativa adesso va contro questo accordo Stato-Regioni con il rischio anche sul piano formale, dal mio personale punto di vista, pur non essendo un avvocato, di creare un problema e possibili ricorsi perché si va contro l'accordo Stato-Regioni.
Inoltre c'è un aspetto sostanziale, avendo avuto anche occasione di parlare con alcuni Sindaci, come sappiamo, andare a modificare una norma che finora ha fatto bene, perché ha diminuito il randagismo nelle Marche, rischia di mettere in difficoltà le casse dei Comuni, soprattutto dei Comuni più piccoli per cui sappiamo che il randagismo è un aspetto anche finanziario.
Perché continuo a parlare del randagismo? Perché è vero, Consigliera Leonardi, che la microcippatura è lo strumento fondamentale per contrastare il randagismo, però la microcippatura avviene dopo il 60° giorno, quindi dopo i due mesi di vita del cane, nel periodo tra i giorni 0 e 60 c'è una fascia in cui non vi è alcun controllo, e allora mi chiedo: perché eliminare uno strumento, quello del registro di carico/scarico, che è una cosa che non costa nulla a chi deve tenerlo? Non ci sono tasse da pagare, non ci sono soldi da pagare per tenere questo registro, è semplicemente un'operazione di certificazione che però può consentire dei controlli anche in questo periodo e allora mi dico perché no? Perché dobbiamo eliminare questo strumento il cui impatto potrebbe incidere, potrebbe anche no, sul fenomeno del randagismo? Perché privarcene?
Tra l'altro noi sappiamo, ahimè, che il tema dei controlli delle cucciolate è un tema che c'è, ho visto tra questi emendamenti che c'è quello di inserire un registro delle cucciolate che mi sembra una cosa particolarmente interessante perché noi sappiamo che c'è poco controllo da questo punto di vista, che ci sono anche cani cuccioli che provengono da Paesi stranieri, insomma saperne di più non mi pare che sia una cosa negativa, anzi può essere una cosa positiva che, ripeto, non comporta dei costi, a meno che uno nel momento in cui c'è la legge va contro la legge ed allora subisce una multa. Però quando noi mettiamo un limite di velocità in una strada se qualcuno va oltre questo limite e prende la multa non si può lamentare che paga la multa, nel momento in cui c'è una norma, se si riconosce che quella norma è giusta, poi la sanzione ne è una conseguenza, però non comporta per chi rispetta questa norma allo stato dell'arte, un costo e un onere se non appunto quello di un po' di buona volontà, per cui per tutte queste ragioni che ho detto mi sento di sottoscrivere questi emendamenti e di votare la legge se questi emendamenti verranno accolti.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Celani.
Piero CELANI. Grazie Presidente. C'è poco da dire dopo l'illustrazione dettagliata e puntuale fatta anche da un “addetto ai lavori” quale il relatore Talè, perché mi sembra che sia una legge anche, se volete, di civiltà perché elimina due distorsioni grossissime per quanto riguarda i cani. Io sono uno di quei possessori di cani iscritto all'Enci e quando si parla di sterilizzazione di un cane ci andrei cauto, perché non si fa nessun atto di benevolenza nei confronti di queste bestie, quindi è una cosa molto importante averla tolta per eliminare certe incongruenze che segnalava il Consigliere Talè. Credo che sia un aspetto molto importante.
L'altro aspetto è quello del randagismo e quindi della gestione dei canili pubblici o privati che siano. Anche qui si fa un passo avanti perché, come diceva il Consigliere Talè, nel Comune di Mondavio si spendevano 16.000 euro per tenere 16 cani e 12.000 euro per le mense, nel Comune di Ascoli spendevo oltre 300.000 euro per un canile privato e una quota di partecipazione nel canile intercomunale, ma guarda caso il canile intercomunale lavorava al 40-30% il canile privato lavorava al 200%, quindi credo che vada fatta una riflessione non su questa legge, ma sulla legge 10 del 97, su quella che andiamo a modificare, in modo particolare su due articoli: gli articoli 2 e 3. Perché mi soffermo su questo? Perché ritengo, come ho già detto nella premessa, che la legge sia stata illustrata per bene e la condivido in toto, però sugli articoli 2 e 3 della legge 10 del 97 vorrei fare queste piccole riflessioni.
La prima, l'articolo 2 stabilisce la quota minima della retta di mantenimento dei cani affidati ai canili. Il gestore di un canile non può andare sotto le tariffe minime che impone la Regione, per certi versi ci può pure stare, però questo deve essere garanzia di una gestione corretta, quindi andiamo all'articolo 3 a vedere com'è la gestione corretta, come devono essere fatti i canili, come devono essere gestiti e come devono essere tenuti gli animali che stanno là dentro.
E' qui che noi dobbiamo esigere un controllo molto particolare e molto serio e togliere tutti quei tecnicismi burocratici che impediscono ad una persona di andare lì e prendere il cane che vuole, lo sceglie, lo vuole, perché io sono fermamente convinto che portandolo a casa e vivendo con una persona sta molto meglio di quanto non stia nel canile anche se mangia una crocchetta in meno, non è questo il problema.
Il cane ha bisogno di vivere all'interno di un sistema, che sia il cacciatore, che sia la famiglia, deve vivere lì perché il cane sente il calore umano. Noi dobbiamo badare soprattutto a questa situazione, al controllo, perché molto spesso la stragrande maggioranza sono gestiti da privati o da pseudo associazioni, parlo così perché da Sindaco facevamo dei controlli ed ho avuto tanto da discutere anche animatamente con la gestione, non riuscivo mai a capire perché lì erano sempre pieni e se andava via qualche cane andava via dal canile intercomunale, mai dall'altro che non si svuotava mai,
Credo che questa legge vada votata così com'è perché mi sembra che sia molto ponderata, è un discorso anche di civiltà, si libera questo problema dell'aspetto commerciale, si introduce anche il discorso amatoriale, bene, qualcuno che vuole tenere 5, 6, 7 cani a livello amatoriale lo può fare, verrà inserito in un registro, però raccomando ovviamente a chi gestisce questa problematica di controllare la gestione di tutti quei canili dove vengono ricoverati i cani randagi che sempre di più diventano un affare e non deve essere un affare tenere così gli animali.
C'è un Presidente di Regione, che è stato Sindaco, non so quanto spendesse lui per tenere quei cani, penso un “botto”, io andavo oltre i 300.000 euro l'anno per il randagismo, quindi dobbiamo eliminare questa cosa cercando di affidarli, cercando di sburocratizzare, cercando di darli senza tanti tecnicismi e soprattutto controllare, laddove questi restano, che vengano tenuti nel modo giusto perché la collettività tra l'altro paga, al di là della malversazione che si farà di questi cani. Noi paghiamo, quindi devono essere mantenuti in un certo modo.
Dichiaro il mio voto favorevole a questa legge così come è stata presentata. Grazie.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Bisonni.
Sandro BISONNI. Grazie Presidente. La proposta iniziale era composta, anche se nella sua semplicità, di un solo articolo, con la finalità sostanziale di togliere il registro di carico e scarico.
Questa cosa ha preoccupato molte associazioni perché temono che togliendo questo registro vengano meno una serie di controlli.
Questa legge arrivata in Aula oggi è stata un po' infiocchettata, sono state aggiunte delle cose, però sostanzialmente il punto cruciale è rimasto.
Voglio sottolineare un aspetto, all'articolo 1, comma 1, viene riportata, se non erro, quasi pari pari la frase del protocollo d'intesa che leggo: “Per allevamento di cani e gatti per attività commerciali si intende la detenzione di cani e gatti anche a fini commerciali in numero ...”. Il problema è tutto qui, perché qui c'è scritto la parola “anche”, se nell'accordo si voleva escludere tutte le altre tipologie lasciando solo i fini commerciali, si sarebbe scritto “a fini commerciali” senza mettere “anche”.
Mettendo “anche” che vuol dire? Io la interpreto così: oltre ai fini commerciali ci possono essere altre casistiche che non hanno finalità commerciali, ma che rientrano comunque nella tipologia di allevamento e quindi sono soggette al registro di carico e scarico.
Il comma 1 bis contraddice quello che è scritto sopra perché dice: “Non è qualificabile come allevamento ai sensi del comma 1 la detenzione per esclusive finalità amatoriali di compagnia e d'affezione”, praticamente dice se non è attività commerciale non è allevamento, ma non è quello che è stato scritto sopra, quindi questo va a contraddire non solo il comma 1, ma anche il protocollo di intesa perché il protocollo di intesa, ripeto, se avesse voluto scrivere solo a fini commerciali, non avrebbe messo la parola “anche”.
Quindi al di là degli infiocchettamenti mi sembra che la sostanza non sia cambiata per cui mi associo a quanto detto dal Consigliere Busilacchi, se possibile sottoscrivo anch'io gli emendamenti proposti dalle varie associazioni e se passeranno voterò la legge, altrimenti no. Grazie.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Giancarli.
Enzo GIANCARLI. Grazie Presidente. Considero questo un tema sensibile, quello della tutela degli animali da affezione o comunque il tema legato alla fauna ed al prelievo della stessa. Li considero temi sensibili che vanno affrontati, per quanto mi riguarda, con una apertura culturale, così come abbiamo fatto quando alcuni mesi fa, proprio per il clima che aveva caratterizzato l'estate 2017, il Consigliere Bisonni ha presentato una mozione sulla sospensione dell'attività venatoria.
Perché parlo di apertura culturale? Perché io sono contrario all'abolizione della caccia, ma proprio perché sono contrario all'abolizione della caccia credo di avere, come molti, una consapevolezza: se in Italia oggi ci fosse il referendum, come c'è stato nel 1990, la maggioranza degli italiani voterebbe per l'abolizione perché ascoltiamo, sentiamo, parliamo con le persone, con i cittadini e ce lo dicono. Io però credo che questa sia una attività che possa essere praticata, ma proprio perché deve essere praticata deve essere regolamentata e deve essere sostenibile anche dal punto di vista scientifico, perché per me la fauna è un bene comune e l'ambiente e i beni comuni sono parte fondamentale di una crescita equa, sostenibile, sostenibile anche socialmente, di qualità.
L'ambiente e la fauna sono beni indisponibili alla pura logica del mercato e del profitto, ma vanno inquadrati nel rispetto delle indicazioni della scienza da un lato, e dei riferimenti legislativi sia dello Stato o dell'accordo Stato-Regioni e dell'Unione Europea.
La fauna, perché no, guardiamola per quello che è, evoca anche la bellezza del paesaggio, l'identità dei territori, l'idea che occorre mettere un freno al consumo del suolo e così via, perché se vediamo la fauna dentro questo quadro, tutto questo è parte integrante di una seria pianificazione faunistica venatoria con la valorizzazione delle bellezze naturali.
Quindi dentro questo quadro si inseriscono anche le norme che dobbiamo approvare, allora guardate, noi alcuni mesi fa abbiamo approvato una legge e sono stati, da parte mia ed anche da parte di altri colleghi, presentati emendamenti per togliere ad esempio la catena - all'esterno alcuni ci hanno detto che volevamo mettere la catena - ripeto, ho fatto un emendamento in questo senso, ma credo che ce ne sono stati anche altri, per togliere la catena e quella legge che abbiamo approvato se la guardiamo in modo molto laico, molto tranquillo, conteneva tre elementi essenziali, uno degli elementi era che le fattrici dovevano essere separate dai cuccioli o i cuccioli dalle fattrici dopo 60 giorni e non 90, noi abbiamo audito non soltanto le associazioni, ma anche parte del mondo scientifico, i pareri erano discordanti, ma quelli prevalenti dicevano che era giusto separare i cuccioli a 60 giorni, e questa è stata una modifica che abbiamo fatto.
L'altra è che il cane trasportato non poteva ..., ovviamente il cane deve essere curato, deve esserci un'attenzione necessaria per il cibo, l'acqua, ci mancherebbe, ma su questo abbiamo sentito più volte anche il Consigliere Talè proporcelo con forza, quindi tornando alla modifica abbiamo portato da un'ora a due, cioè abbiamo dato la possibilità a chi va in giro con il cane per mille ragioni, di poter mangiare, adesso non voglio dare un valore turistico anche se c'è un turismo faunistico/venatorio, ma non è questo.
La terza modifica che abbiamo scritto è che nel momento in cui ci sono manifestazioni cinofile, l'animale può rimanere anche nel trasportino, ovviamente sempre ben curato. Qualche volta ho partecipato a delle manifestazioni cinofile ed ho visto cani da bellezza, cani da compagnia, cani da caccia ed ho visto un legame forte tra l'animale e la persona, quindi questo è quello che abbiamo fatto, non credo che siamo venuti meno alla tutela degli animali da affezione.
Oggi questa è una materia se si vuole, per certi aspetti, anche più delicata e complessa, ad esempio in Commissione avevo fatto presente, proprio perché parto dalla sensibilità e dall'attenzione che occorre avere su questi temi, dato che è una materia sensibile, la necessità prima di licenziare la legge di richiamare le stesse associazioni che avevamo già audito.
Anche questa volta non andiamo a modificare chissà cosa, anzi sono contento di aver posto insieme ad altri questo problema, perché è stato ricordato anche da altri Consiglieri, non è pensabile, non sono d'accordo sulla sterilizzazione, non sono d'accordo sul fatto del numero perché uno può avere anche fattrici in numero elevato ma non produrre cuccioli, però si dice che ci può essere il randagismo e da questo punto di vista, siccome considero fondamentale come voi il rispetto della legge, non soltanto fare buone leggi ma rispettarle, mi sono permesso di proporre un emendamento dove scrivo chiaramente che per l'esercizio delle funzioni di cui al comma 1 e in particolare per i controlli relativi all'inserimento del microchip identificativo previsto dall'articolo 8, sia i Comuni che l'Asur promuovono convenzioni con il Comando unità per la tutela forestale ambientale agro alimentare dell'Arma dei Carabinieri, perché qui c'è scritto nell'articolo 19 che il Comune e l'Azienda sanitaria esercitano le funzioni di vigilanza sull'osservanza delle leggi e dei regolamenti regionali e locali relativi alla protezione degli animali e c'è scritto che le funzioni sono esercitate dalle guardie zoofile, da altre associazioni, ed io in questo emendamento prevedo anche la possibilità che siano i Comuni e l'Asur a promuovere convenzioni.
Combattere il randagismo, combattere l'illegalità, combattere l'abusivismo è condizione imprescindibile per il rispetto di qualsiasi norma e di qualsiasi legge, quindi nel merito credo che, anche con l'aiuto di alcune colleghe della Commissione, sono stati portati degli arricchimenti anche a quella che era la proposta iniziale, nel metodo si può sempre fare diversamente, si può sempre sviluppare più partecipazione, però da questo punto di vista credo che un lavoro sia stato già fatto e per quanto mi riguarda ho sotto i miei occhi le dichiarazioni che sono state portate dalle associazioni. Penso poi per il valore politico della cosa di accompagnare in qualche modo il Presidente della Commissione Volpini che si muove sempre con equilibrio e quindi adesso questo lo vedrò.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Maggi.
Giovanni MAGGI. Grazie Presidente. Adesso il Consigliere Giancarli ha detto perché in questo caso non sono state audite in Commissione le associazioni animaliste? Sono state audite e 35 associazioni hanno firmato un documento in cui chiedono di fermare questa legge che vanifica il contrasto agli allevamenti abusivi di animali di compagnia e randagismo.
Tra queste 35 associazioni ambientaliste e animaliste ce ne sono alcune che vanno da Gabicce fino ad Ascoli Piceno e San Benedetto, passando per l'interno, e ci sono dei nomi prestigiosi come Legambiente, tra l'altro il Presidente Ceriscioli se ne è andato, però una decina vengono dal pesarese, dal suo collegio elettorale, oltre a Legambiente c'è la Lupus in fabula che molte volte firma con il Comitato del paesaggio molte proposte ambientaliste, c'è il coordinamento giurato delle guardie zoofile del WWF, c'è l'Enpa di Pesaro, insomma il parere di queste 35 associazioni animaliste e ambientaliste non è preso in alcuna considerazione perché chi ha redatto la legge ne sa più di queste persone che occupano la propria vita in favore degli animali e dell'ambiente e questo mi sembra una presunzione veramente strana.
Questo documento, che è stato mandato a tutti i Consiglieri non è stato preso nella benché minima considerazione, dice delle cose semplicissime che non vanno in contrasto con la legge che stiamo discutendo. Dice che la legge deve essere in grado di garantire la tracciabilità e la registrazione dei cuccioli e degli allevamenti professionali, così come quelli amatoriali, perché quelli amatoriali effettivamente possono far verificare fenomeni di abusivismo, sono gli allevamenti cosiddetti amatoriali che vendono dall'estero, alle case farmaceutiche, i cuccioli senza registrarli in alcun modo. Vengono dagli allevamenti amatoriali i cani che vengono abbandonati o ammazzati perché molti quando prendono un cucciolo per i propri figli credono che sia un giocattolo, ma dopo una settimana, quando vedono che danno fastidio, se ne sbarazzano. Gli allevamenti commerciali sono registrati, pagano le tasse, hanno degli adempimenti che sono quelli di una azienda, quindi hanno degli adempimenti e dei controlli proprio come una azienda.
35 associazioni ambientaliste dicono di non sconfessare l'operato della precedente maggioranza, ma di continuare nell'opera di contrasto agli allevamenti abusivi di animali di compagnia e di affezione, nonché nella lotta al fenomeno del randagismo, come abbiamo sentito da ex Sindaci autorevoli in quest'Aula, che pesa sicuramente sulle casse comunali, 300.000 euro ad Ascoli Piceno diceva il Consigliere Celani.
Quindi ho preso ed ho fatto mie le istanze e gli emendamenti di queste associazioni animaliste perché comunque queste 35 associazioni animaliste hanno un background, una conoscenza ed una esperienza che io probabilmente non ho nel giudicare e nel valutare il fenomeno degli animali d'affezione, cani e gatti. Prima ho visto che gli emendamenti non sono in contrasto con la legge, ma la implementano, facendo in modo che ci sia un semplice libretto, non solo per coloro che allevano commercialmente i cani, ma anche per coloro che hanno un cane o più cani in casa, naturalmente sotto le 5 fattrici e sotto i 30 cuccioli.
Questo non mi sembra un obbligo incredibile, perché se la signora anziana o il signore anziano ha il suo cagnolino, il registro di carico e scarico se lo tiene lì fermo nel cassetto per 20 anni perché il cagnolino che ha se lo tiene finché campa lui o finché campa il cane, quindi questa incombenza così fastidiosa che è stata agitata qui in Aula non mi sembra una deterrenza tale da dire: non si può fare questa cosa.
Li ho fatti miei e sono contento che altri due Consiglieri abbiano voluto firmare questi emendamenti delle 35 associazioni ecologiste, quindi nel momento in cui finiranno gli interventi in tre minuti li esporrò perché, ripeto, questi tre emendamenti non vanno ad inficiare il succo, il concetto della legge, ma vanno a tutelare il fenomeno del randagismo, il fenomeno del commercio abusivo con condizioni per gli animali veramente pessime. Lo vediamo molte volte in televisione quando Stoppa l'amico degli animali su Striscia la notizia va a vedere i cuccioli stipati in 20/30 dentro un bagagliaio della macchina, senza aria, per cui la metà muoiono. Va a contrastare non in maniera efficace, ma va a costituire un deterrente per la vendita all'estero di questi animali per gli esperimenti scientifici. Quindi i tre emendamenti non sono in contrasto, chiedono anche a chi alleva animali a casa per compagnia, per affezione, per pet terapia, di avere un registro, come il registro che abbiamo per la caldaia, il libretto che abbiamo nel cassetto.
Questo registro dovrebbe essere un deterrente per l'abbandono degli animali, un deterrente per far pensare bene prima di prendere un animale, che non è un giocattolo con le pile o con la carica meccanica o un video gioco, l'animale è un essere che ha vita propria, è solo questo! Questi tre emendamenti non contrastano con il senso ed il concetto della legge e vanno a soddisfare un'esigenza, ripeto, spogliamoci un attimo di questa quasi superbia nei confronti di associazione che da decenni operano nel campo del benessere di questi nostri amici animali.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Marconi.
Luca MARCONI. Questa mattina evidentemente abbiamo il piacere di confrontarci con larghi argomenti anche su questioni tutto sommato abbastanza semplici, però la discussione ne ha stimolati tanti. Vorrei tornare un attimo all'articolo perché anche in Commissione ho fatto una certa fatica - non sono su un livello di intelligenza medio alta mi considero medio basso - a capire quale fosse tutta la questione dirimente attorno a questa norma.
Questa norma che potremmo definire di semplice buon senso prende atto da una normativa preesistente che impone, questa è la situazione, a chi ha 6 cagne in casa per motivi di affezione, l'obbligo di una registrazione, perché automaticamente diventa un allevatore di tipo commerciale.
Questa è la prima motivazione, penso l'unica sulla quale si è lavorato e abbiamo qui tutto sull'articolo 1, e si fa una distinzione fra l'allevatore commerciale, 5 fattrici con 30 cuccioli l'anno, e quello che non può essere qualificato come allevatore commerciale, ma semplicemente come un amatoriale o un tenutario di animali, cani e gatti di compagnia o affezione che appunto va sotto questi limiti.
Ora non sapevo neanche, ho un cane maschio, che esistessero persone che avevano questa roba, mi ricordo che in campagna c'erano frotte di cani, ma non si sapeva mai chi fosse il proprietario perché poi questi cani si muovevano, non parliamo dei gatti che non li “beccavi” mai. Quindi il problema c'era, non è che è nato da un capriccio o da una volontà che va contro l'animale, dall'altra parte ho sentito ragionamenti veramente al limite dell'impossibile, cioè continua questa pretesa positivista rispetto alla legge in base alla quale noi stabiliamo per legge che non ci sarà scempio di cuccioli o non ci sarà abbandono di cuccioli, purtroppo il problema non rimanda ad una legge più o meno restrittiva, rimanda ad un livello di civiltà e purtroppo questo avviene ed avverrà sempre, perché tu non puoi estendere un controllo a 300.000, 400.000, 500.000 potenziali detentori di animali nella nostra regione.
Purtroppo c'è sempre stato e ci sarà sempre, c'è molto meno rispetto al passato, soprattutto nell'area urbana perché le norme contro il randagismo, l'obbligo del microchip e della registrazione dell'animale anche per chi ne ha soltanto uno, hanno fortemente limitato questo tipo di fenomeno, ma resta il fatto. Ripeto, non capisco e non riesco a capire la pretesa positivista che va dietro a queste leggi, cioè dire che questa legge non va bene e siccome abbiamo scritto 5 invece che 6 ci saranno più persone cattive, ma le persone cattive ci saranno sempre indipendentemente dal fatto che tu scrivi 5 o 6, non so se mi spiego, non voglio fare un trattato di filosofia del diritto.
La legge 5 o 6 è un limite per dire dove mettiamo l'amatoriale e dove mettiamo il commerciale, viva Dio, e basta! Dove registriamo la necessità, dove valutiamo la necessità di una registrazione con conseguenze, perché poi nell'attività commerciale penso che uno venda pure, quindi c'è anche un problema di natura fiscale, di incassi e di spese, e dove non la registri, questo può normare la legge! Non è possibile fare entrare argomenti addirittura etici intorno a questo tipo di ragionamento perché purtroppo gli argomenti di natura etici sarebbero ben altri. Se l'Italia, come credo, ormai è scivolata fuori dalla concezione filosofica aristotelica è chiaro che la nostra ripartizione, quella che è durata per 2.000 anni, persone/animali/cose, è saltata, caro Consigliere Giancarli, con buona pace anche del compagno Gramsci, che lei citava, che non penso avesse … però voglio dire con buona pace sua perché per quel poco che ho letto, non è stata una delle letture che mi ha appassionato di più, ma l'idea chiara che la persona umana sia un primato rispetto a tutto il resto c'è, a volte sembra che questo neanche ci sia o si palesi un altro tipo di filosofia. Già la parola animalismo, come tutti gli “ismi”, non mi piace, ne userei un'altra, userei protezione degli animali, userei promozione, userei qualsiasi cosa, ma il concetto che fa ideologica, una posizione che riguarda una prassi è una cosa per me, in termini filosofici ed etici, aberrante.
Andiamo al ragionamento politico. Caro Consigliere Maggi lei fa sempre questo ragionamento e lo ripete in tutti i casi, quindi come sempre la prova del fuoco rispetto a quello che lei dice è sempre il Governo.
Possono essere anche 300 le associazioni che dicono questa roba, ma qui ancora vige un principio di rappresentanza politica popolare, allora quando queste associazioni si metteranno insieme, eleggeranno una maggioranza del 51% in Consiglio regionale decideranno quello che gli pare, magari decideranno che in quest'Aula sieda un cavallo piuttosto che il sottoscritto che forse nitrirà o raglierà meglio di quello che raglio io, ma fino a che questo non avviene possono porre le loro argomentazioni, è successo, e finisce lì, nel senso che ognuno di noi può essere stato più o meno contagiato da queste argomentazioni, come altri sono stati contagiati da altre argomentazioni, per esempio non quello di 30 associazioni, ma di migliaia o decine di migliaia di persone che hanno animali d'affezione e che erano strangolati da questo tipo di norma che li metteva nell'obbligo, lì si li metti fuori legge, persone che magari tengono i cani, che arrivano anche a 29 cuccioli se non a 30 e li dà agli amici, li distribuisce, li registra, li cura, però arrivando a 31 scattava pure l'obbligo fiscale, quindi si beccavano delle multe, dovevano fare la registrazione, dovevano spendere e quant'altro.
Quindi voglio dire non stiamo neanche su questo mondo, stiamo su quello che in qualche maniera registrava il Consigliere Celani perché anch'io ho fatto il Sindaco di Recanati negli anni '90 e anch'io mi sono trovato di fronte al problema pratico in sede di bilancio se destinare 100.000 euro alla casa di riposo per anziani, che non riusciva ad aprire il ramo maschile, avevamo solo le donne perché per il ramo maschile non avevamo i soldi, i maschi li mandavamo ad Osimo, o al canile, io ho scelto i vecchi, ho scelto che il canile fosse fatto come lo potevamo fare ed ho scelto di destinare no 100.000 ma 300 milioni di allora per l'apertura del ramo maschile della casa di riposo.
Non sono scelte contro nessuno, sono scelte per, dentro una logica che è quella della non violenza, che invece sposo, e dell'accoglienza di ogni forma di vita ed io penso che possiamo starci tutti, di ogni forma di vita perché anche qui, caro Consigliere Maggi, una certa incoerenza, fra chi in qualche maniera si lamenta che il testo sul biotestamento sia poco eutanasico e magari l'aborto non sia a 9 mesi, tutta questa sensibilità per gli animali mi lascia un po' interdetto, ciò mi lascia intendere che la vostra cultura è un po' diversa dalla mia che non mette nel giusto peso e nel giusto equilibrio la persona umana e l'animale, come invece nella cultura cristiana, che mi rivendico fortemente di rappresentare.
PRESIDENTE. Ha la parola la Consigliera Pergolesi.
Romina PERGOLESI. Grazie Presidente. Come spesso capita quando si interviene senza avere approfondito la materia si rischia di fare degli errori o ancor peggio di far danni. Questo ben venga se uno lo fa in buona fede, purtroppo qui noi andiamo a legiferare quindi non è che presentiamo semplicemente una mozione o un ordine del giorno in cui si augura che la Giunta faccia qualcosa, qui andiamo a normare una questione che a molti di noi sta a cuore, cioè il benessere degli animali, soprattutto nella prospettiva di contrastare il randagismo. Non me ne vogliano i Consiglieri che sono intervenuti prima di me, ma oggi in quest'Aula sono state dette diverse inesattezze che purtroppo giungono alle orecchie di chi magari non ha letto bene il testo della legge o non ha seguito l'iter dall'inizio o magari si affida a quello che è il sentito dire, purtroppo questo è uno dei problemi maggiori che ci troviamo ad affrontare quotidianamente, perché non si può delegare una scelta consapevole specialmente in una materia delicata come questa, ma bisogna approfondire e leggere tutte le normative e gli aspetti normativi di riferimento.
Questa legge ha avuto un iter piuttosto veloce rispetto alla legge sul riconoscimento della fibromialgia, ma il lavoro di approfondimento è stato egualmente fatto in maniera puntigliosa ed ha visto coinvolti non solo i funzionari tecnici degli uffici regionali, non solo in diversi incontri e riunioni tra i membri della Commissione sanità, ma ha visto anche il coinvolgimento diretto di esperti in materia che da anni si occupano del randagismo, si occupano di andare a fare i controlli e fanno parte della stessa rete degli animalisti.
Vorrei partire proprio da quello che prevede l'accordo Stato-Regioni, è vero che inizialmente la proposta del Consigliere Talè aveva numerosi aspetti critici, più che altro riguardanti la disposizione di dover modificare o meno una parolina che comunque aveva delle ripercussioni importanti, dopo una serie di approfondimenti, dopo aver verificato che nello stesso accordo Stato-Regioni erano previste disposizioni diverse, mentre la legge regionale attualmente in vigore della Regione Marche ne prevedeva altre, è stata mia premura accogliere specificatamente e testualmente quello che è previsto dall'accordo Stato-Regioni e inserirlo con un emendamento approvato dalla Commissione nella proposta di legge che noi andiamo a votare oggi.
Cosa prevede questo accordo Stato-Regioni che è stato recepito da un decreto? Prevede di rendere più omogeneo l'intervento pubblico nel complesso scenario della protezione degli animali da compagnia, in particolare il testo dell'accordo prevede di assicurare il benessere degli animali, evitarne utilizzi riprovevoli sia diretti che indiretti, consentirne l'identificazione attraverso l'utilizzo di appositi microchip su tutto il territorio nazionale, utilizzare la pet terapy per la cura di anziani e di bambini e nello specifico lo stesso accordo definisce chiaramente quali sono gli animali da compagnia, cioè ogni animale destinato ad essere tenuto dall'uomo per compagnia o affezione, senza fini riproduttivi o alimentari, compresi quelli che svolgono attività utili all'uomo, come il cane per disabili, gli animali da pet terapy, da riabilitazione e quelli impiegati nella pubblicità; gli animali selvatici non sono considerati animali da compagnia.
Secondo punto, allevamento di cani e gatti per attività commerciali, quindi vengono già distinti e definiti bene questi due aspetti, la detenzione di cani e di gatti anche ai fini commerciali - quindi la prossima volta occorre verificare e leggere il testo completamente senza estrapolare frasi qua e là - in numero pari o superiore a 5 fattrici o 30 cuccioli per anno, infine definisce il commercio di animali da compagnia, qualsiasi attività economica quale ad esempio i negozi di vendita di animali, le pensioni per animali, le attività di tolettatura e di addestramento.
Questo è previsto dall'accordo Stato-Regioni che alcuni Consiglieri oggi hanno tenuto ad evidenziare, invito gli stessi Consiglieri a leggerlo tutto.
Inoltre anche l'attivazione di una banca dati nazionale è prevista nell'accordo Stato-Regioni e la nostra Regione, come evidenziato anche oggi in Aula, si è attivata da questo punto di vista, solo che noi con la nostra proposta di legge, con questa proposta di modifica, che ribadisco ha stravolto la modifica iniziale, andiamo ad istituire un registro per il controllo di quegli allevatori che detengono un numero superiore alla normalità di cani e di gatti femmina o che annualmente hanno più di 30 cuccioli. Questo perché? Perché non si può, come invece è stato chiesto dalle associazioni di cui parlava prima il Consigliere Maggi, prevedere che ogni persona - un emendamento proposto prevede questo - che detiene un cane o un gatto debba tenere un registro di carico e scarico. Sappiamo benissimo che questa normativa è inattuabile, soprattutto il registro di carico e scarico che non c'entra nulla con l'anagrafe canina serve a tutte quelle figure professionali, comunali, guardie cinofile, che devono andare a controllare chi non detiene cani a scopo non commerciale o amatoriale, ma li detiene per tutta una serie di motivi già normati da altre leggi. Quindi un registro regionale serve per filtrare e restringere il campo di azione dei controlli, altrimenti, come vogliono inserire alcuni Consiglieri, questo tipo di controllo dovrebbe essere fatto su tutti, poi glielo andate a spiegare voi ai cittadini, specialmente a quei contadini che magari a casa hanno due cani femmine, tre gatti femmina che devono detenere un registro di carico e scarico, gliela spiegate voi la necessità, visto che mia madre, quando le ho fatto presente questa cosa, è rimasta allibita e la sua prima risposta mi spiace dirlo qui in Aula è stata: “Beh, allora la prossima volta evito di averne così tanti”, per non dirvi esattamente cosa ha detto, e questo sicuramente non va a favore né del benessere degli animali né a favore del contrasto al randagismo perché persone anziane che da sempre amano gli animali e li detengono in casa propria, specialmente se hanno la possibilità di ampi spazi, non stanno certo a guardare il numero di cani o di gatti che detengono perché per loro sono tutti equiparati e tutti animali da affezione.
Inoltre, siccome qualcuno genera confusione e lo fa a fini strumentali, ricordo che nella IV Commissione non solo sono venute in audizione le associazioni, ma si è affrontata anche la questione del parere che un avvocato dell'Associazione nazionale protezione animali, natura e ambiente ha presentato ed ha fatto pervenire ai membri della Commissione, e come sono solita fare sono andata a verificare, come già avevo fatto sulla proposta di legge per l'obbligo vaccinale, se le criticità evidenziate da questo avvocato erano corrispondenti al vero ed ho chiesto per l'appunto un parere agli uffici competenti.
Però questa ve la voglio leggere testualmente, perché quando si fanno le cose in buona fede e si pongono anche quesiti spontanei per capire in maniera responsabile da che parte sta il bene dell'animale o meno ... “Oggetto: Osservazioni in merito alla pdl 163 del 2017. La pdl in oggetto proposta dal Consigliere Talè vuole vedere modificato il comma 1 dell'articolo 7 della legge regionale 10 del '97 frutto del recepimento da parte della Regione Marche, con delibera di Giunta regionale 1172 del 10 ottobre 2015, dell'accordo Stato-Regioni del 3 febbraio 2003 sul benessere degli animali da compagnia e pet terapy, recepito dal Governo con d.p.c.m. del 28 febbraio 2003, recepimento dell'accordo recante disposizioni in materia di benessere degli animali da compagnia e pet terapy - quello che vi ho letto prima - la motivazione sarebbe da ravvisarsi nella necessità di uniformare la legge regionale 10/97 'Norme in materia di animali da affezione e prevenzione del randagismo' alla normativa nazionale relativa alla disciplina dell'attività cinotecnica di cui alla legge 349/1993 recante 'Norme in materia di attività cinotecnica e relativo decreto ministeriale del 28 gennaio 1994 - Definizione di imprenditore agricolo ai sensi dell'articolo 3, comma 3, della legge 23 agosto 1993 n. 349 recante 'Norme in materia di attività cinotecnica'.
Le due norme regolano settori diversi ed hanno ambiti di applicazione differenti, la prima la legge, la n. 349, regola l'attività imprenditoriale di allevamento, selezione e addestramento delle razze canine, in particolare il citato decreto ministeriale individua il limite dimensionale minimo affinché l'allevatore cinotecnico possa essere qualificato imprenditore agricolo al fine dell'applicazione della disciplina di settore e delle agevolazioni da essa previste.
Il limite minimo che consente di ottenere tali benefici non è solo il possesso di almeno 5 fattrici, ma anche la produzione di almeno 30 cuccioli l'anno, tale normativa persegue interessi di natura privatistica, diversamente la legge regionale delle Marche n. 10/1997 recante 'Norme in materia di animali d'affezione, prevenzione del randagismo' costituisce attuazione della legge 281 del 1991, legge quadro in materia di animali d'affezione e prevenzione del randagismo e persegue finalità di natura pubblicistica.
Il comma 1 dell'articolo 7 della legge attualmente in vigore, la 10/1997, così come modificato dall'articolo 7 della legge regionale 18/2015, ricalca pedissequamente il testo dell'accordo Stato-Regioni recante disposizioni in materia di benessere degli animali da compagnia e pet terapy recepito dal Governo.
Detto articolo per l'oggetto e la finalità delle leggi in cui è inserito mira a ridurre il fenomeno del randagismo attraverso il controllo delle attività di coloro che fanno riprodurre i propri animali d'affezione, cani e gatti di razza e non, individuando la figura dell'allevatore a scopo di commercio, sottoponendolo all'obbligo della tenuta del registro di carico e scarico di animali di cui al comma 2 del medesimo articolo in modo che gli organi preposti possano controllare in qualsiasi momento la rispondenza tra gli animali effettivamente detenuti e quelli dichiarati all'anagrafe canina con lo scopo evidente di non consentire la possibilità di cedere a terzi cuccioli non iscritti o abbandonare cucciolate non idonee.
La legge quindi individua il limite numerico oltre il quale l'allevamento di animali non è più considerato amatoriale e deve quindi essere oggetto della disciplina dettata dalla legge stessa”.
Successivamente, secondo quanto dichiarato dall'Avv. Paola Pacassoni, è inammissibile che la Regione modifichi unilateralmente una norma dalla stessa recepita frutto di un accordo con lo Stato e le altre Regioni in materia di legislazione concorrente per adeguarla al contrastante dispositivo contenuto in una norma statale precedente che regolamenta un diverso settore ed una diversa finalità.
Proprio su questo aspetto ho ritenuto di dover porre un quesito agli uffici competenti che hanno evidenziato quanto segue, poi ho chiesto che fosse allegato al verbale della seduta della Commissione, quindi chi vuole può leggerselo. Sul quesito: in che misura è vincolata la Regione Marche da eventuali accordi stipulati al riguardo in sede di Conferenza Stato-Regioni, si evidenzia che vi è una copiosa giurisprudenza della Corte Costituzionale che ha affermato costantemente senza eccezioni che gli accordi conclusi in sede di Conferenza Stato-Regioni vincolano sul piano dell'amministrazione e non su quello della legislazione.
Ciò è stato costantemente affermato per le leggi dello Stato che possono derogare a precedenti accordi stipulati in sede di Conferenza Stato-Regioni. Anche altre Regioni sono intervenute, ad esempio l'Abruzzo con la legge 47/2013 ha definito allevamento commerciale struttura dove vengono detenuti cani e gatti in numero pari o superiore a 5 fattrici o 30 cuccioli per anno, la Regione Umbria con la legge 11/2015 definisce detenzione di animali finalizzati ad attività economica l'allevamento di cani e gatti in numero pari o superiore a 5 fattrici o a 30 cuccioli per anno, la Regione Emilia-Romagna ha dettato una disciplina parzialmente diversa di quella contenuta nell'accordo Stato-Regioni ha infatti previsto che per allevamento di cani e gatti si intende la detenzione di cani e gatti in numero pari o superiore a 3 fattrici e 10 cuccioli l'anno. Perché questo ci tenevo a sottolinearlo? Perché seppure in buona fede in alcuni contesti, soprattutto quando si va a normare, bisogna tener conto di tutte quelle che sono le discipline, per dire che il Consigliere Talè essendo della maggioranza poteva benissimo proseguire con la sua proposta di legge, invece è andato incontro alla sensibilità degli altri membri della Commissione e si è arrivati ad una proposta di legge che non solo riprende pari pari quello che è scritto nell'accordo Stato-Regioni, ma va ad intervenire anche su quelli che sono i protocolli per l'adozione di questi animali. Grazie
PRESIDENTE. Passiamo alla votazione.
Articolo 01. Lo pongo in votazione.
(L'Assemblea legislativa approva)
Articolo 02.
Sub emendamento 02/1/1 a firma del Consigliere Talè.
Ha la parola il Consigliere Maggi.
Giovanni MAGGI. Li illustro tutti e tre, Presidente. E' istituito il registro regionale degli allevatori di cani e gatti, anziché “animali” ci sono le parole “di cani e gatti”, specificamente, perché far registrare quello che ha i canarini mi sembra …, animali era generico e le associazioni animaliste hanno suggerito anziché “animali” di mettere “cani e gatti”.
L'altro emendamento specifica che cosa si intende per allevamento di cani e gatti, per attività commerciale si intende la detenzione di cani e gatti di numero pari o superiore a 5, fattrici intese quali femmine in età fertile non sterilizzate e di un numero di cuccioli pari o superiore a 30 cuccioli per anno.
Il terzo emendamento è quello che istituisce, dopo l'articolo 7 bis, l'articolo 7 ter e questo è sicuramente il motivo del contendere nel senso che anche coloro che hanno animali di affezione, diciamo che sono allevatori non commerciali e mi sembra strano che comunque si facciano dei casi estremi - quali sono le persone che tengono 5 fattrici? Perché i gatti non li consideriamo, i gatti sono di famiglia nel momento in cui hanno la cassettina della sabbia e stanno in casa, i gatti in campagna non sono di quel contadino, ma sono di tutti perché girano dappertutto in quanto il gatto è l'animale libero per eccellenza- come quello delle 5 fattrici e dei 30 cuccioli che è veramente un caso estremo, come dice la parola stessa, per cui configurare tutto su questo caso estremo mi sembra una forzatura, tenendo presente che sono proprio questi casi estremi in cui c'è l'abusivismo e c'è il commercio illegale di animali.
Quindi citare il caso estremo per dare normalità a tutta la legge mi sembra forzato, comunque l'articolo 7 ter che chiedo di istituire, che è stato suggerito, lo ripeto, dalle 35 associazioni marchigiane tra cui anche Legambiente, cito anche quelle che hanno una struttura ed un'efficienza ed un'efficacia sul territorio, in maniera particolare, e le guardie zoofile del WWF Marche, al comma 1 dice: “Per allevamento non commerciale di cani e gatti si intende la detenzione di cani e di gatti in numero inferiore a 5 fattrici, intese femmine in età fertile non sterilizzate - se volete si può togliere anche non sterilizzate perché sono anch'io contro la sterilizzazione - ed un numero di cuccioli inferiore a 30 per anno. Comma 2: gli allevamenti di cui al comma 1 hanno l'obbligo di iscrizione nel registro regionale degli allevatori non commerciali e di tenere un registro di carico e scarico degli animali con le medesime modalità prescritte per gli allevatori a scopo commerciale”.
Nel senso che se ho per compagnia una cagnolina, ho il registro della cagnolina che mi durerà per tutta l'età della cagnolina o tutta l'età mia perché può darsi che muoia prima della cagnolina, quindi l'incombenza, che ovviamente le associazioni animaliste ci suggeriscono di prendere in considerazione per evitare il randagismo, è veramente minima e non è un aggravamento burocratico per quanto mi riguarda e per quanto è il mio pensiero, ma sicuramente tutela un fenomeno e a me che amo la vita in senso generale, dispiace molto e fa molto dispiacere che invece garantisca e diventi un deterrente per invitare tutti al rispetto della legalità perché poi i controlli non ci sono. Il libretto diventa soltanto un deterrente, chi è che va a controllare a casa il cane o il gatto? E' soltanto un deterrente per coloro che vogliono speculare sulla vita dei cani e dei gatti.
PRESIDENTE. Sub emendamento 02/1/1. Lo pongo in votazione.
(L'Assemblea legislativa approva)
Emendamento 02/1 a firma del Consigliere Maggi, Busilacchi, Bisonni. Decaduto.
Articolo 02, così come emendato. Lo pongo in votazione.
(L'Assemblea legislativa approva)
Articolo 1.
Emendamento 1/1 a firma dei Consiglieri Maggi, Busilacchi e Bisonni. Lo pongo in votazione.
(L'Assemblea legislativa non approva)
Articolo 1. Lo pongo in votazione.
(L'Assemblea legislativa approva)
Emendamento 1 bis/1 (articolo aggiuntivo) a firma dei Consiglieri Maggi, Busilacchi, Bisonni.
Ha la parola il Consigliere Bisonni.
Sandro BISONNI. Voglio approfittare della dichiarazione di voto per sottolineare un aspetto, qui si chiede semplicemente che anche chi detiene animali per fini non commerciali tenga un librettino di carico e scarico. Questo è proprio il cuore del problema, quello che vogliono le associazioni. Banalmente dico una cosa, ma se noi teniamo un librettino per una caldaia, non è possibile prevedere un librettino per chi detiene degli animali dentro casa? E' così gravoso questo? A me non sembra così gravoso e a detta degli operatori evita fenomeni di randagismo, può evitare che ci siano delle elusioni e può favorire una serie di controlli. A me sembra che questa richiesta fatta da 35 associazioni possa essere benissimo accolta, le risate del Consigliere Zura Puntaroni lo qualificano e qualificano il suo rapporto con queste associazioni.
PRESIDENTE. Ha la parola la Consigliera Pergolesi.
Romina PERGOLESI. Grazie Presidente. A me spiace che si arrivi a questi termini, qui il problema non è detenere un libricino, il problema è che il libricino deve andare al servizio sanitario competente. Chi deve per obbligo detenere questo libricino? Chiunque abbia un animale in casa, un cane o un gatto, dovrà detenere questo libricino e sulla base di questo elenco dovrà essere redatto un registro da pubblicare sul sito della Regione.
Chi deve andare ad effettuare i controlli come fa a pescare tra le tante persone che detengono gli animali il nome di quelle persone che invece lo fanno per attività illecite? Me lo spiegate voi? Andiamo a mettere su milioni di persone la verifica del controllo che già attualmente non viene fatta, allora come è possibile attuare questa disposizione e soprattutto come può questa disposizione andare verso la tutela ed il benessere degli animali? È una contrapposizione, per questo io non voterò l'emendamento. Grazie.
PRESIDENTE. Emendamento 1 bis/1. Lo pongo in votazione.
(L'Assemblea legislativa non approva)
Emendamento 1 bis/2 (articolo aggiuntivo) a firma del Consigliere Giancarli, ha chiesto la parola, ne ha facoltà.
Enzo GIANCARLI. Brevemente. Vorrei partire se volete dalla legge stessa, cioè dal titolo “Norma in materia di animali da affezione e prevenzione del randagismo”, quindi proprio perché prevenzione del randagismo considero fondamentali i controlli, considero fondamentale la vigilanza e rispetto alle cose che ci siamo detti, che abbiamo detto qui, sono d'accordo con le cose che diceva poc'anzi la Consigliera Pergolesi altrimenti dovremmo produrre una certificazione mentre i controlli, ripeto, sono essenziali.
L'emendamento riguarda l'esercizio delle funzioni di cui al comma 1 e in particolare i controlli relativi all'inserimento del microchip. Il comma 1 prevede che i Comuni e le Aziende sanitarie esercitino le funzioni di vigilanza sull'osservanza delle leggi e dei regolamenti regionali e locali relativi alla protezione degli animali, quindi su tutto questo, in particolare per i controlli relativi al microchip identificativo, previsto all'articolo 8, i Comuni e l'Asur promuovono convenzioni con il Comando unità per la tutela forestale, ambientale agroalimentare dell'Arma dei Carabinieri, quindi mi sento di dire che questa parte la considero fondamentale e ovviamente se l'emendamento verrà accolto non posso che essere coerente poi con l'insieme della legge con un voto favorevole.
PRESIDENTE. Emendamento 1 bis/2. Lo pongo in votazione.
(L'Assemblea legislativa approva)
Articolo 2. Lo pongo in votazione.
(L'Assemblea legislativa approva)
Articolo 2 bis. Lo pongo in votazione.
(L'Assemblea legislativa approva)
Coordinamento tecnico. Lo pongo in votazione.
(L'Assemblea legislativa approva)
PRESIDENTRE. Ha la parola per dichiarazione di voto il Consigliere Busilacchi.
Gianluca BUSILACCHI. Grazie Presidente. Come avevo anticipato non essendo stati accolti gli emendamenti che abbiamo recepito dalle 35 associazioni, che ho saputo questa mattina nel frattempo hanno raccolto 1.935 firme, voterò contro questa proposta di legge.
Voglio anche far notare un fatto politico all'Aula perché abbiamo scoperto che nel Movimento 5 Stelle è in atto un congresso ed esiste una componente che è contro la trasparenza, però non sono interessato a partecipare a questo congresso perché tendo a fare politica per il bene comune e sono contento che qualcuno mi abbia preceduto di alcuni minuti presentando un tema ..., sono stati gli addetti ai lavori.
Oggi una nostra collega con la solita supponenza ingiustificata che la caratterizza ha fatto una lectio magistralis su questo tema, mentre le 35 associazioni che lavorano su questo tema, gli addetti ai lavori, ne sanno molto di meno. Peccato che queste associazioni abbiano scritto alcune cose il 6 dicembre a testo già approvato dalla Commissione - il testo è stato approvato dalla Commissione il 21 novembre - evidentemente tutte queste persone per la nostra collega non capiscono niente di ambiente e di animali da affezione, peccato perché sono persone che lavorano su questo tema e gli dedicano del tempo, però prendiamo atto di questo giudizio.
Credo che ci siano colleghi che in questi anni, ben supportati da alcuni uffici, abbiano maturato incredibili figuracce, però vogliono andare avanti in questo modo, non sta certo a me giudicarli, saranno gli elettori.
Dal mio punto di vista credo invece che queste 1.935 firme abbiano un valore, così come ce l'hanno quelle associazioni che le hanno proposte e che mi hanno convinto sulla bontà di queste modifiche, purtroppo non sono state accolte, quindi voterò contro.
PRESIDENTE. Ha la parola per dichiarazione di voto la Consigliera Pergolesi.
Romina PERGOLESI. Grazie Presidente. Non sto a ripetere la scorrettezza di alcuni Consiglieri anche dal punto di vista del rispetto del Regolamento.
Vorrei ricordare che chiunque può presentare degli emendamenti entro il termine previsto, che è quello delle 24 ore prima, quindi arrivare in corsa perché qualcun altro, come il mio capogruppo, ha una sensibilità maggiore e presenta i suoi emendamenti, sicuramente non denota un'attenzione particolare, come invece viene dichiarato in Aula.
Detto questo, ricordo che io non ho messo in dubbio la lettera che è arrivata successivamente all'approvazione del testo, ho detto che ho preso in considerazione la lettera che è arrivata prima dell'approvazione del testo in Commissione e su quella ho chiesto un parere e malgrado il parere fosse contrario alle aspettative delle associazioni io sono andata, assieme agli altri membri della Commissione, ad approfondire ed abbiamo cercato di migliorare e integrare la proposta di legge in questione tant'è che il testo è stato completamente stravolto.
Rinnovo l'invito ad un serio approfondimento, a mettersi seduti ad un tavolo con le associazioni stesse che intendono veramente modificare ed integrare, proprio perché esperte in materia, esperte nel settore e impegnate da anni su questo tema.
Rinnovo il mio invito, facciamo un tavolo che nel giro di pochi mesi faccia una proposta di modifica della legge, perché da diverso tempo si vocifera, però nessuno ha ancora messo mano a questa legge. Grazie.
Proposta di legge n. 163, così come emendata. Lo pongo in votazione.
(L'Assemblea legislativa approva)
Proposta di legge n. 166
ad iniziativa dei Consiglieri Biancani, Giacinti, Giancarli, Micucci
“Modifica alla legge regionale 25 maggio 1999, n. 13 ‘Disciplina regionale della difesa del suolo’”
(Discussione e votazione)
PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca la proposta di legge n. 166 dei Consiglieri Biancani, Giacinti, Giancarli, Micucci.
La discussione è aperta, ha la parola il relatore di maggioranza Biancani.
Andrea BIANCANI. Grazie Presidente. Questa proposta di legge va a modificare la legge regionale 13/1999 che disciplina la difesa del suolo.
Questa è una modifica importante anche alla luce del fatto che la Regione Marche sta portando avanti una serie di progetti per la riduzione del rischio idraulico e tra questi c'è il progetto di promuovere per quanto possibile le aree di laminazione.
Era necessaria quindi una legge che disciplinasse le servitù di allagamento in quanto i progetti che la Regione sta portando avanti individuano una serie di aree che saranno oggetto di allagamento in caso di piena.
Questa legge è stata portata avanti all'interno della III Commissione, voglio ringraziare tutti i componenti per la disponibilità data.
Per riuscire a definire il testo abbiamo anche audito varie associazioni tra cui la Coldiretti e la Cia che sono le dirette interessate in quanto la gran parte dei terreni che si trovano lungo i fiumi sono di proprietà o comunque vengono coltivati, quindi occorreva anche un confronto con loro.
Fino ad oggi per ridurre il rischio idraulico abbiamo parlato molto di casse di espansione, che sono delle aree che normalmente vengono espropriate, quindi non sono oggetto di servitù di allagamento, ora si sta cercando di implementare e promuovere sempre di più quelle che sono le aree di laminazione, quindi era importante una normativa che disciplinasse le servitù di allagamento.
Questa legge è importante perché i terreni che saranno oggetto di eventuali alluvioni rimarranno del soggetto proprietario che coltiva il terreno, non andando a togliere quella che è la quantità di terreno agricolo che nella regione abbiamo a disposizione, perché nel momento in cui noi facciamo delle attività, delle procedure espropriative, cioè diventiamo proprietari del terreno poi normalmente quel terreno, è inutile che ce lo nascondiamo, diventa incolto, diventa abbandonato e non potrà svolgere in futuro la funzione per cui era pensato. Invece lasciare i terreni che possono essere alluvionati direttamente alla proprietà, quindi alla possibilità di essere coltivati direttamente dagli agricoltori, mi sembra una scelta importante anche da questo punto di vista.
La legge è molto breve, viene modificata la legge regionale 13 e dopo l'articolo 16 viene inserito l'articolo 16 bis che individua il regime indennitario per la realizzazione di interventi finalizzati alla riduzione del rischio idrogeologico. Il comma 1 prevede che per la realizzazione di interventi destinati alla riduzione del rischio idrogeologico il soggetto attuatore può, in qualità di autorità espropriante, non è obbligatorio, disporre nel territorio regionale la costituzione di servitù di allagamento sulle aree interessate da periodica espansione delle acque.
Voglio sottolineare il comma 3 che dice che ai proprietari delle aree assoggettate alla costituzione della servitù è corrisposta una indennità determinata che non può essere inferiore ad un terzo e neanche superiore ai due terzi rispetto a quella che è l'indennità di esproprio. Quindi non può essere riconosciuto un valore pari a quello dell'esproprio perché sennò andremmo a pagare una terra che non è di nostra proprietà, così andiamo a definire dei limiti minimi e dei limiti massimi.
Si definisce inoltre per cosa viene data tale indennità che deve essere finalizzata a compensare la perdita di valore del bene sul quale graverà una servitù e deve essere tenuta in considerazione la perdita del valore della produzione, cioè se queste piene si ripetono per un tot di anni per quegli anni si ha un danno rispetto alla produzione.
Sarà compito della Giunta regionale definire i criteri di calcolo dell'indennità, comunque abbiamo inserito che sarà importante, per determinare l'indennità, la durata e la frequenza delle piene ed il tipo di coltura che in quel momento si trova nel terreno.
In Commissione abbiamo voluto aggiungere un ulteriore comma, che è il 5 bis, il soggetto attuatore può anche stipulare convenzioni con gli imprenditori agricoli per le aree asservite al fine di assicurare la necessaria manutenzione delle opere idrauliche.
Durante il percorso di questa legge ci siamo confrontati con le associazioni degli agricoltori, con i servizi della Giunta, quindi mi auguro che sia una norma che possa essere approvata dall'intero Consiglio regionale. Grazie.
PRESIDENTE. Ha la parola il relatore di minoranza Consigliere Giorgini.
Peppino GIORGINI. Grazie Presidente. Questa proposta di legge è arrivata ultimamente in Commissione, è stata come un lampo e non mi è stato possibile approfondirla come sono solito fare perché i tempi sono stati ristretti.
In Commissione ho fatto notare al Presidente ed abbiamo avuto dei dialoghi molto approfonditi sul fatto che si parlava solo di servitù e invece, viste le tante sentenze della Cassazione, ero convinto che fosse un esproprio di servitù, perché in pratica per esproprio di servitù deve intendersi l'apposizione di un vincolo sulla proprietà che non tolga comunque al proprietario il bene, ma che ne limiti l'utilizzo, quindi il proprietario viene espropriato di un diritto dominicale.
La materia è molto complessa, non ho avuto la possibilità di approfondire le varie sentenze e non è tanto sul concetto che mi sono astenuto in Commissione, come ho detto prima, ma sul fatto che non sono riuscito ad approfondire la materia, perché il concetto è giusto e riguarda la sicurezza di un territorio che, come vedremo con la mia mozione sull'aspetto idrogeologico, è proprio messo malissimo, ma il fatto è che ci potrebbero essere tanti contenziosi legali sul fatto delle compensazioni, delle indennità per gli espropri fatti per interesse pubblico.
Come diceva il Presidente la servitù di allagamento serve a prevenire rischi di allagamento, individuando delle aree dove realizzare degli invasi da allagare in caso di necessità e noi nelle Marche di queste necessità ne abbiamo a iosa; permettere di ridurre la portata a valle dei corsi d'acqua, questo è il significato di questa proposta di legge.
Si diceva “non si parla di esproprio” anche se, come dicevo prima, questa materia ha molti fattori contrastanti perché in realtà non si priva di un bene, ma di un diritto. Tutte le superfici utili possono comunque mantenere la loro destinazione produttiva poiché non è prevista la sottrazione di terreno agricolo, quindi non è previsto l'esproprio di un terreno, ma sono soggette a limitazioni d'uso per effetto della possibilità di essere allagate, questo è il senso della proposta di legge.
Per questo agli agricoltori, i cui terreni vengono individuati come terreni di laminazione, vengono previsti per i danni subìti delle compensazioni, come previsto dall'articolo 1, comma 3 e 4, su queste indennità ho molti dubbi perché ci potrebbero essere conflitti legali.
La Cassazione si è espressa in tante sentenze perché prima i ristori venivano fatti prendendo come esempio il valore agricolo medio (VAM), invece adesso la Cassazione ha sentenziato che la materia espropriativa di un bene, che tolga al proprietario il diritto dominicale, deve essere calcolata al valore reale al momento dell'esproprio.
Quindi come vedete è una materia molto complessa anche se il concetto di base è giusto perché per risolvere i problemi, le mancanze degli enti locali nel tenere nel giusto modo i corsi d'acqua, i fiumi, i torrenti, i fossi, dobbiamo cercare, quando ci sono queste piene, di avere uno sfogo per portare meno acqua a fondo valle e quindi al mare.
Come concetto di base lo trovo giusto, ma per il fatto di non essere riuscito, visto i tempi, ad approfondire tutta la materia che è molto complessa, mi asterrò dal voto come ho fatto in Commissione. Grazie.
Presidenza del Presidente
Antonio Mastrovincenzo
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Celani.
Piero CELANI. Provo a dipanare qualche dubbio su questa norma perché affronta un problema che definirei antico, ma molto importante, che è quello della messa in sicurezza non soltanto dei terreni ma anche di zone urbanizzate nel momento in cui si hanno delle piene di determinati corsi d'acqua che non sono in grado di smaltire la portata in caso di eventi eccezionali.
In pratica il percorso che questa norma introduce, che si segue sempre ogni volta che si fa un piano per l'assetto idrogeologico, ma soprattutto quando si studiano gli effetti prodotti dal ritorno pluriennale o secolare di piene, è quello di individuare dei terreni dove poter far laminare, compensare, esondare, chiamiamolo come volete voi, una parte superflua di acqua per impedire la tracimazione del fiume.
Il problema era l'individuazione da un punto di vista tecnico di queste vasche e come andare ad indennizzare i proprietari di queste aree.
Molto spesso, credo che molti colleghi Consiglieri che sono stati amministratori lo possono confermare, non si ricorreva direttamente all'esproprio, perché il prezzo era esorbitante, ma si pagava il danno prodotto dall'acqua che esondava e le coltivazioni che erano travolte.
Qui si introduce il concetto di servitù, vecchio quanto il Codice Civile, esiste da sempre la servitù, esiste anche la servitù da elettrodotto, di un terreno che sta sotto una linea elettrica, la servitù di allagamento a tutti gli effetti.
La normativa sugli espropri, è vero Consigliere Giorgini, è molto complessa, però ultimamente si è fatta molta chiarezza perché tutte le sentenze che esistono del Consiglio di Stato, Cassazione e quant'altro fanno riferimento non più ai valori agricoli medi ma al più probabile valore di mercato, per cui non esiste questo dubbio.
Quindi si va ad indennizzare una somma, da un terzo, minimo, fino al massimo di due terzi del valore del terreno, è chiaro che il valore è quello di mercato, quindi se il terreno è agricolo verrà valutato come agricolo, se il terreno è edificabile, commerciale il valore sarà equiparato.
Ora è naturale, dove sta tutto l'arcano? Sta nell'individuare, come dice la norma, i criteri giusti per capire come posizionare questo valore in virtù del ricorso statistico, il ricorso che c'è per quanto riguarda le piene, i tempi di ritorno, che possono essere secolari o ultrasecolari, ed anche la qualità della coltivazione che potrebbe essere interessata da questa situazione. Per cui credo che questo sia un passaggio verso la risoluzione in parte di questo problema.
E' naturale che il problema non è quello di individuare l'indennità della servitù di allagamento, il problema è quello di fare dei progetti seri che interessino tutti i corsi d'acqua che sono a rischio e che hanno dei ritorni molto brevi, non ci andremo ad occupare di ritorni che sono di 400/500 anni, ma ci sono fiumi nelle Marche che hanno dei ritorni di appena 70/80 anni per cui è bene che si facciano progetti individuando queste aree e individuando le indennità.
In questa legge, lo faceva presente anche il Consigliere Biancani, c'è un'invarianza finanziaria, in questo momento non c'è un costo, però in realtà il costo sarà previsto, quando? Ogni volta che si farà il progetto nel quadro economico dovremo inserire queste somme per poter indennizzare i proprietari, altrimenti sarà un guaio.
Quindi mi auguro che annualmente la Regione possa accantonare per il piano di assetto idrogeologico delle somme in modo tale da dare ristoro, non so se la competenza è regionale o provinciale, credo che la competenza sia tornata in capo alla Regione. Quindi auspico che si faccia un censimento molto accurato di tutti i fiumi delle Marche per poter individuare queste vasche di laminazione e trascrivere le servitù di allagamento. Sono favorevole alla legge così come è stata formulata. Grazie.
PRESIDENTE. Passiamo alla votazione.
Articolo 1. Lo pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa approva)
Articolo 2. Lo pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa approva)
Articolo 3. Lo pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa approva)
Proposta di legge n. 166. La pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa approva)
Interrogazione n. 541 - a risposta immediata
ad iniziativa del Consigliere Giancarli
“Situazione delle cartiere di Fabriano del gruppo Fedigroni S.p.A.”
Interrogazione n. 544 - a risposta immediata
ad iniziativa del Consigliere Zaffiri
“Gruppo Fedigroni, crisi stabilimento cartario di Fabriano”
(abbinate)
(Svolgimento)
PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca l’interrogazione n. 541 del Consigliere Giancarli e l’interrogazione n. 544 del Consigliere Zaffiri, entrambe a risposta immediata, abbinate.
Ha la parola, per la risposta, l’Assessore Bravi.
Loretta BRAVI. In relazione alle interrogazioni di cui in oggetto si rappresenta quanto segue: la questione sollevata dagli interroganti è all'attenzione della Giunta che condivide la forte preoccupazione per la situazione creatasi nello stabilimento fabrianese.
Si è già peraltro avuto un incontro a livello sindacale e si segnala che per la giornata odierna è stato organizzato un incontro ai massimi livelli tra la Regione e il Gruppo Fedrigoni al fine di approfondire la questione ed individuare tutte le azioni che possono essere intraprese per ovviare alla problematica.
La Giunta si impegna pertanto a tenere informati i Consiglieri in merito.
In ogni caso, ferme restando le specifiche competenze istituzionali, la Regione si farà portavoce in tutte le sedi appropriate, per garantire la gestione della vicenda al fine di favorire la continuità produttiva e la salvaguardia dei livelli occupazionali.
Chiedo scusa se ho risposto in maniera accademica, ma è in itinere ed avremo un incontro oggi dopo il Consiglio.
PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno, il Consigliere Giancarli.
Enzo GIANCARLI. Assessore Bravi io voglio scusarmi con lei perché continuamente produco interrogazioni, però ci tengo a dirle che non ho rapporti stretti con i salotti, ma ce li ho con i sindacalisti, con i lavoratori, con le Rsu quindi essendo lei l'Assessore al lavoro si trova ogni volta a rispondere, ma questo fa parte del mio impegno politico e culturale e del mio approccio nelle istituzioni. Mi scuso per questo fatto non tanto per le cartiere in senso stretto, ma perché ci sono purtroppo molte aziende in crisi, ci sono difficoltà non di poco conto nel mondo del lavoro, quindi mi trovo sempre ad avanzarle interrogazioni.
Detto questo, prendo bene questa risposta nel senso che lei di fatto non ha anticipato nulla, è come se ci avesse detto: conosciamo la delicatezza del problema, sappiamo la complessità e la difficoltà della situazione, stiamo trattando, non vogliamo dire di più perché non vogliamo compromettere una vertenza delicata in atto, quindi per il momento è come se tutto fosse secretato. La ringrazio.
PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno, il Consigliere Zaffiri.
Sandro ZAFFIRI. A dire la verità questa interrogazione non era stata messa all'ordine del giorno, solo che è intervenuta, modificando i tempi, l'interrogazione del Consigliere Giancarli ed essendoci quella del Consigliere Zaffiri sono state messe, variando qualcosa, tutte e due all'ordine del giorno.
La risposta a questa interrogazione, che l'Assessore al ramo ha evidenziato, mi ha fortemente deluso perché per quanto ci riguarda non era una sorpresa questa cosa della cartiera di Fabriano, non è una cosa nata all'improvviso perché sappiamo tutti che le banconote, gli euro, vengono prodotti in Francia. Questo è il problema!
Siccome la cartiera di Fabriano faceva e produceva carta per produrre monete, l'Italia non le produce più, è chiaro che è arrivata la crisi, chi mastica un po' di politica deve capire queste cose, fra l'altro in un territorio dove ci sono già 8.000 disoccupati, cosa drammatica. Qualcuno ha fatto diventare importante questo territorio per la storia di questa regione, è vero, però dall'altare alle ceneri credo che in mezzo ci sia qualcosa, una volta c'era il grigio che adesso non c'è più, o è bianco o è nero, prima era bianco adesso è diventato nero.
Adesso abbiamo altre 150 persone che andranno ad incrementare questa realtà territoriale drammatica, non vediamo - questo è il problema, Assessore - interventi seri per dare una risposta a questo territorio.
Ci sono leggi, ma probabilmente ne vanno attuate altre, provvedimenti straordinari per questo territorio che possono portare a degli investimenti, altrimenti è solo aria fritta per il territorio. Questo è il problema, Assessore, bisogna che fate un forte investimento, provvedimenti legislativa per far si che ci siano le condizioni per far arrivare gli investimenti. Zone particolari? Zone di una certa difficoltà? Possiamo discutere di questo, ma se non si andrà su questa strada oggi è la cartiera, ieri è stato il bianco, dopodomani sarà un'altra cosa.
Qui siamo in una situazione drammatica, ricordo solo gli 8.000 disoccupati in questo territorio, oggi, detto fuori dai denti, questa situazione avvantaggia qualcuno di questi lavoratori che fa lavori che non dovrebbe fare, però anche questi finiscono e per una massa numericamente importante di lavoratori disoccupati credo che non possiamo affrontare questo problema con un tono leggero, ma dobbiamo intervenire pesantemente sulla realtà territoriale.
Questo problema della Fedrigoni adesso lo affronterà lei, però credo che il problema sia un altro e questa è la circostanza che ho cercato di evidenziare. Questa è la drammaticità della cosa, pertanto una zona franca, una legge speciale, quello che volete, però dobbiamo trovare delle leggi snelle per far si che possa passare il concetto in tutta Italia che a Fabriano si può aprire una azienda, o si può rilevare una azienda senza che si paghino tasse per tot anni, o altre agevolazioni incentivanti per un territorio la cui situazione rischia di diventare veramente drammatica. Grazie.
Interrogazione n. 543 - a risposta immediata
ad iniziativa della Consigliera Pergolesi
“Carenza personale Ospedale di comunità di Castelfidardo”
(Svolgimento)
PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca l’interrogazione n. 543 - a risposta immediata della Consigliera Pergolesi.
Ha la parola, per la risposta, il Presidente Ceriscioli.
Luca CERISCIOLI. Nell'intervento per fatto personale ho quasi anticipato alcuni temi relativi a questa interrogazione.
Avevo un Consigliere comunale, simpatico, d'opposizione, che andava sempre all'ufficio tecnico ad informarsi quando si sarebbero fatto i lavori, poi faceva l'interrogazione dicendo: “Ma quando si asfalta quella strada piena di buchi?” e quando dopo una o due settimane la strada veniva asfaltata, diceva: “Grazie alla mia interrogazione la strada è stata asfaltata”.
E' una tecnica che può anche funzionare perché non tutti possono immaginare che i tempi delle realizzazioni non sono così immediati, si arriva ad un risultato perché gli atti permettono di arrivarci.
La seconda tecnica giornalistica, anche questa molto interessante, ma la può usare anche la politica, è quella di dire: “Il Sindaco è cattivo, ma è bravo l'Assessore”, oppure “il Sindaco è cattivo, ma è bravo il dirigente” che è una sciocchezza perché il Comune è il Comune, non è che il Sindaco è estraneo all'Assessore o è estraneo al dirigente, anzi è bene che l'Assessore ed il dirigente non si estraniano troppo perché qualcuno potrebbe pensare che stanno giocando una partita strana, è un'azione unitaria in cui il Presidente o il Sindaco del caso è la figura apicale ed è il responsabile di tutti i mali, ma è anche il protagonista di tutti i beni, quindi non è che si può dire: “Evviva, quanto è bello, a Castelfidardo abbiamo aperto un servizio infermieristico molto utile malgrado quel cattivo Presidente”. No, non esistono due spaccature, non c'è qualcuno bravo in sanità e cattivo nella Presidenza, tutto quello che c'è di male certamente è colpa del Presidente, ma anche tutto quello che c'è di buono.
L'interrogazione ha una risposta positiva, nel senso che sono stati fatti tutti gli atti preliminari per poter recuperare le figure che vengono richieste dall'interrogazione. Quindi i servizi ed addirittura gli orari che si fanno in cassa trovano una risposta positiva perché sul fabbisogno viene prevista l'assunzione delle figure mancanti e quando verranno materialmente assunte il servizio, che si continua ad erogare, verrà rafforzato e completato in quello che è il suo assetto ottimale.
Quindi spero che non sia stato assunto malgrado il cattivo Presidente o manca perché il Presidente è buono, è chiaro che le due cose vanno di pari passo.
Spero che sia soddisfatta perché la risposta è positiva e verrà ripristinato appieno il regime complessivo dell'assetto della struttura di Castelfidardo anche per quanto riguarda la logopedista.
PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatta o meno, la Consigliera Pergolesi.
Romina PERGOLESI. Non mi ritengo assolutamente soddisfatta perché lei ha risposto ad una cosa che io non ho chiesto, come le capita spesso. Siccome nel servizio di portineria ci sono i sistemi di allarme che devono essere attivati celermente in caso di emergenza, considerato che spesso e volentieri il locale è chiuso per carenza di personale, chiedevo se lei intendeva ottemperare alla sostituzione ed implementare l'organico per evitare che ci fosse un'interruzione di pubblico servizio.
Quindi il suo arrampicarsi sugli specchi parlando di tutt'altro mi trova assolutamente non soddisfatta.
Ieri sono andata a verificare se esistono determine che supportino quello che lei oggi ha dichiarato in Aula e non ho trovato niente, magari se le prossime volte vorrà citare il numero della determina magari potrei ritenermi soddisfatta in maniera parziale.
Detto questo ricordo che alcuni servizi devono essere garantiti a prescindere dalla presentazione di atti ispettivi o meno perché questo è previsto dalla legge. Grazie.
Interrogazione n. 464
ad iniziativa della Consigliera Pergolesi
“Controllo e sicurezza dei luoghi pubblici in particolare delle strutture ospedaliere”
(Svolgimento)
PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca l’interrogazione n. 464 della Consigliera Pergolesi.
Ha la parola, per la risposta, il Presidente Ceriscioli.
Luca CERISCIOLI. Quali azioni, d'intesa con i Direttori Generali delle strutture sanitarie interessate, intende adottare per garantire la sicurezza di tutti coloro che operano o transitano per motivi di salute in dette strutture?
Sono fondamentalmente due le azioni che vengono svolte abitualmente, una è l'accordo con la Prefettura e con la Polizia di Stato per intervenire nel caso di presenze all'interno delle strutture ospedaliere, la seconda con l'intensificazione e la presenza di addetti al servizio di vigilanza attraverso l'estensione del contratto a partire dall'1 ottobre 2016 con il raddoppio della presenza dei vigilanti. Quindi estensione del contratto sulla vigilanza privata ad integrazione di un rapporto con la Prefettura e la Polizia di Stato.
L'Azienda ha sviluppato rapporti con i servizi sociali del Comune di Ancona e con le associazioni di volontariato operanti sul territorio a cui si segnalano i casi che via via vengono rilevati, in passato questa sinergia ha dato risultati positivi e si è arrivati alla risoluzione di diversi casi.
In questo caso esiste da anni questa collaborazione, i casi vengono segnalati e ci sono già casi positivi che poi vengono gestiti a livello di servizi sociali.
PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatta o meno, la Consigliera Pergolesi.
Romina PERGOLESI. Come sa benissimo questa interrogazione nasce da un'esperienza e un disagio che era stato evidenziato anche da numerosi post sui social che ha visto all'interno dell'Azienda ospedaliera universitaria ospedali riuniti di Ancona episodi di accattonaggio, per questo mi auguro che l'interrogazione possa essere servita come incentivo per far si che aumentino i controlli e si evitino i disagi ai pazienti che già soffrono del loro. Grazie.
Interrogazione n. 493
ad iniziativa del Consigliere Bisonni,
“Rilevata la presenza di enterococco sulle acque prelevate presso la ‘Fontana pubblica giardini stazione ferroviaria’ in località Stazione di Pollenza”
(Svolgimento)
PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca l’interrogazione n. 493 del Consigliere Bisonni.
Ha la parola, per la risposta, il Presidente Ceriscioli.
Luca CERISCIOLI. Premesso che relativamente alla presenza di enterococco il valore iniziale riscontrato era molto basso, dalle relazioni inviate dal gestore del servizio idrico all'ufficio competente territoriale dell'Asur in data 18 settembre 2017, quindi, anche se il valore era basso, il gestore idrico ha provveduto, così come è previsto in questi casi, ad effettuare un immediato lavaggio dei serbatoi e delle linee idriche, contestualmente a trattamenti aggiuntivi con prodotti a base di cloro e le ulteriori analisi microbiologiche disposte in autocontrollo dallo stesso gestore hanno dato esito negativo. Quindi c'era un valore basso, hanno fatto la procedura ed hanno ripetuto gli esami dopo la procedura con un valore negativo, senza più enterococco.
E' stata condotta un'indagine sul sistema di approvvigionamento dell'acquedotto in questione che ha portato alla decisione di integrare il sistema di clorazione del serbatoio di "Casa Loreta", garantendo un dosaggio continuo del disinfettante ipoclorito di sodio. Hanno modificato la gestione di quella linea mettendo anche un sistema automatico di clorazione dell'acqua.
Per quanto riguarda il terzo punto, ci sono delle norme di settore (decreto ministeriale 14 giugno 2017) che determinano la numerosità campionaria dei controlli che i competenti servizi territoriali dell'Asur sono tenuti ad effettuare tenuto conto del rischio rilevato.
Nell'Area vasta 3 nell'anno 2016 si è passati dai previsti 1.590 controlli microbiologici a più di 2.300 campionamenti. Quindi è stata fatta una intensificazione dei numeri di campionamenti rispetto al minimo previsto per legge.
Per il 2017 la programmazione del competente servizio Asur - Area vasta 3 - prevede l'effettuazione di 1.956 controlli microbiologici, con una variazione prevista del 10% in più o in meno in base ai risultati analitici che, nel corso dell'attività, verranno rilevati. Cioè se si trova un valore superiore a quello base, inferiore a 2.300, ma con una flessibilità del 10% qualora ci sia la necessità di intensificare i controlli dove si trovano dati non allineati.
PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno, il Consigliere Bisonni.
Sandro BISONNI. Ringrazio per la risposta, mi ritengo parzialmente soddisfatto in relazione alla seconda ed alla terza domanda in quanto mi sembra che sia stato risposto in maniera esauriente. Nella prima invece chiedevo le cause e non mi sembra dalla risposta che ci sia chiarezza. Comunque mi fa piacere che ci sia un'intensificazione dei controlli.
Ricordo a tutti quanti che il valore di legge è “zero” proprio per la pericolosità di questi microrganismi, quindi anche valori bassi devono immediatamente fare alzare l'allerta. Grazie.
Interrogazione n. 506
ad iniziativa della Consigliera Marcozzi
“Trasporto dializzati”
(Svolgimento)
PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca l’interrogazione n. 506 della Consigliera Marcozzi.
Ha la parola, per la risposta, il Presidente Ceriscioli.
Luca CERISCIOLI. Grazie Presidente. La riorganizzazione del trasporto sanitario regionale, attuata con la delibera di Giunta n. 301/2017, si è resa necessaria per dar seguito a quanto previsto dai nuovi Lea. In realtà le regole erano diverse già da prima della data in cui è stata fatta la delibera, quella è servita a riordinare un sistema che per quattro Aree vaste su cinque rispettava i Lea ed una no, quindi è servita a dare omogeneità e rispetto delle regole.
C'è stata una informazione, gli atti deliberativi regionali, circolari, comunicati stampa ufficiali sono stati sempre ampiamente illustrati ai referenti dell'Aned, che rappresentano le famiglie con pazienti nefropatici dializzati. Sono stati forniti numerosi chiarimenti in merito al diritto del trasporto ai dializzati, non ultimo il comunicato stampa pubblicato sul sito istituzionale della Regione Marche di concerto con l'Aned (Associazioni nazionale emodializzati dialisi e trapianto onlus) in cui veniva ribadito che il Servizio sanitario regionale garantisce il trasporto di andata e ritorno a tutti i pazienti nefropatici che devono spostarsi dal proprio domicilio alla struttura sanitaria competente per territorio per effettuare il trattamento dialitico attraverso due distinte modalità. Viene quindi garantito il trasporto sanitario a quelli che hanno titolo.
I rappresentanti delle Pubbliche assistenze di riferimento Anpas/Cri hanno attivamente partecipato ai lavori tecnici che hanno portato alla delibera.
Ulteriore coinvolgimento si è avuto nella predisposizione delle modalità di rimborso per l'organizzazione dei trasporti collettivi, così come esplicitato nel comunicato stampa del 29 settembre.
Relativamente all'informativa ai pazienti, l'Azienda Asur ha inteso procedervi attraverso il personale del servizio di dialisi di afferenza, ogni qualvolta interessati da specifica richiesta, evitando una divulgazione generalizzata che avrebbe ingenerato preoccupazioni, qualora non correttamente compresa, cioè una comunicazione generalizzata avrebbe spaventato anche quelli che avevano diritto.
La delibera identifica i soggetti che hanno diritto al trasporto sanitario con ambulanza ("pazienti con impossibilità permanente all'uso di entrambi gli arti inferiori") o al trasporto sanitario semplice con altri mezzi (ad esempio pulmino disabili). La necessità di trasporto sanitario o trasporto con accompagnatore, legato ad esigenze sociosanitarie particolari (rimborso con accompagnatore) è invece certificata dal responsabile dell'Unità operativa di nefrodialisi.
Qualora il paziente, pur essendo in grado - in base alle condizioni cliniche - di essere trasportato con veicoli ordinari, necessiti di accompagnamento, viene riconosciuto un contributo per gli spostamenti effettuati dall'accompagnatore. Pertanto, non è prevista ricaduta economica sui cittadini affetti da patologie e condizioni invalidanti. Chi prima ne usufruiva poi non ne ha usufruito più - ci sono soggetti che effettivamente non avevano il diritto di usufruirne - è logico che abbia avuto una ricaduta nelle tasche, ma in realtà è stato un beneficio quello prima, non il costo quello dopo.
Poi ci sono situazioni un po' più complicate che sono quelle di confine, chiamate borderline, nelle quali c'è una spesa se uno non vede riconosciuto il diritto, ma è chiaro che se uno il diritto non ce l'ha, non lo possiamo classificare come uno spostamento di onere sul cittadino.
Il rimborso delle spese di trasporto sostenute, se il paziente è autonomo e si avvale di mezzi propri o pubblici per recarsi al centro di dialisi, è previsto dal nuovo DPCM Lea; le modalità di rimborso sono individuate nella delibera di Giunta regionale n. 716/2017. Quindi per quelli che fanno in maniera autonoma ed hanno diritto al rimborso sulla base dei Lea il meccanismo del rimborso è stabilito dal DPCM e regolamentato dalla delibera di Giunta regionale.
Il tema in generale è chiaro, è un tema molto delicato che spesso è al confine fra il socio ed il sanitario, la parte sanitaria ha razionalizzato il proprio ruolo, probabilmente ci sono situazioni, come diceva il Consigliere Zaffiri, borderline che vanno gestite meglio.
In alcune realtà, lo voglio segnalare, diventato non più un tema di natura sanitaria, ma di natura sociale, sono stati i Comuni a organizzare insieme alle stesse Croci in un meccanismo combinato il trasporto di soggetti per ragioni più sociali che sanitarie.
E' chiaro che noi non possiamo pagare con i soldi sanitari un tema di natura strettamente sociale. Non avere i soldi per andare è un tema di natura strettamente sociale e non è detto che quel cittadino non abbia bisogno di essere accompagnato o che qualcuno provveda, ma è evidente che non può essere pagato con i soldi sanitari, cioè la confusione che non si deve fare è fra un uso rigoroso di soldi sanitari, che segue determinate regole e va a ricadere all'interno di quella fascia, e la parte più sociale.
La parte sanitaria copriva tutto, copriva il sanitario, il sociale e qualcosa che non era neanche né sanitario, né sociale, ma quando si è stretto sul sanitario, al di là della parte di confine, la quota di sociale è emersa, prima non emergeva. Tutti i bisogni sociali di natura emergente hanno bisogno di essere gestiti, il primo soggetto che ha la titolarità nella risposta sociale è il Comune, la Regione interviene attraverso fondi statali o fondi propri all'interno di un quadro di leggi definito.
E' evidente che su questa parte non c'erano neanche le leggi perché di fatto la parte sanitaria copriva quella sociale. Un rafforzamento di una attività di natura sociale in questo campo lo si può sempre fare sulla base di parametri riconosciuti, molti si sono organizzati su scala comunale perché chi ha un mondo di volontariato attivo di fatto utilizza il trasporto sanitario, non in maniera diretta, in maniera indiretta, con la presenza di mezzi e di uomini per coprire anche quello.
E' evidente che aver portato a regime e a rigore questa parte ha scoperto problemi che fino a ieri non erano analizzati, ma sono problemi veri e capisco il senso dell'interrogazione al di là della risposta che è molto tecnica sulla parte sanitaria.
PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatta o meno, la Consigliera Marcozzi.
Jessica MARCOZZI. Il problema è stato sollevato a Sant'Elpidio a Mare dalla Croce Azzurra, lì come hanno risolto? Hanno risolto attraverso l'impegno della pubblica assistenza del Comune e delle famiglie dei pazienti, però il problema qual è? E' che non sono soddisfatti perché in questa delicata questione la Regione, a fronte dei tagli doveva dimostrare una precisa capacità organizzativa e finanziaria, è venuta meno ai suoi compiti dimostrando di avere attuato senza mezzi termini tagli lineari del tutto inaccettabili.
E' una situazione che dovrebbe incentivare una seria riflessione sulla politica sanitaria attuata perché ci sono molte lamentele.
Ho parlato anche con il Consigliere Volpini che ha detto: “Copriamo il 90%” e quel 10%? Bisognerà arrangiarsi e queste sono fasce veramente deboli, quindi non sono soddisfatta della risposta e questa è una situazione a dir poco inaccettabile. Grazie.
Interpellanza n. 20
ad iniziativa del Consigliere Urbinati
“Potes Jolly aggiuntiva periodo estivo a San Benedetto del Tronto”
(Svolgimento)
PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca l’interpellanza n. 20 del Consigliere Urbinati.
Ha la parola, per la risposta, il Presidente Ceriscioli.
Luca CERISCIOLI. La risposta è anche l'occasione per illustrare quanti servizi siano presenti nel territorio.
Presso la città di San Benedetto del Tronto e comuni limitrofi (bacino di utenza 94.328 abitanti), la Potes MSA H24 ha eseguito 3.031 interventi, nello stesso bacino insistono una postazione MSI (infermieristica) H24 che ha eseguito, sempre nel 2016, 798 interventi e 5 postazioni MSB (3 H24 + 2 H12) con un numero di interventi nel 2016 pari a n. 7.287.
Nel periodo estivo (giugno-settembre) l'afflusso turistico determina un incremento di popolazione, nel bacino sopraindicato, che può essere stimato in 15-30.000 unità a cui consegue una variazione del numero degli interventi, come riportato nella tabella seguente: 362 a giugno, 388 a luglio, 434 ad agosto, 326 a settembre, con una media di 316 interventi in più.
Nella stagione estiva degli anni 2015-2016-2017, per determina dell'Area vasta 5, sono state istituite n. 2 postazioni MSB aggiuntive (a Grottammare e Cupramarittima) con orario 10-18 dall'ultimo week-end di giugno al primo week-end di settembre. Quindi un rafforzamento estivo c'è attraverso queste due unità.
La definizione di Potes Jolly è riferita ad un mezzo aggiuntivo a disposizione della centrale operativa 118 finalizzato alla copertura di tutto il territorio di competenza del 118, prioritariamente per il rispetto dei percorsi assistenziali delle "Reti Cliniche" e PDTA (Ictus, Infarto miocardico, Trauma maggiore) cioè i tre tempo dipendenti più importanti.
Il decreto ministeriale 70/2015 stabilisce che il fabbisogno di mezzi di soccorso avanzato sia pari a 1 ogni 60.000 abitanti. La delibera di Giunta regionale 139/2016 prevede che su tutto il territorio regionale ci siano 35 MSA, ben oltre il fabbisogno previsto che è di 26, quindi rispetto al minimo o l'ottimale previsto dal decreto ministeriale 70 abbiamo già 9 Msa in più, secondo il criterio di calcolo del suddetto decreto, per garantire una risposta efficace, a seguito della riconversione dei piccoli ospedali. Nello specifico, in Area vasta 5 si sta procedendo alla realizzazione di un significativo numero di elisuperfici, attrezzate anche per il volo notturno, che copriranno estesamente il territorio, con particolare riguardo alle aree in questione.
Credo che per quanto riguarda il percorso dell'H24 sia stato depositato tutto il materiale di natura tecnica alla Suam per la predisposizione della gara, quindi dovremo vedere finalmente la gara.
“In alternativa se non ritenga opportuno localizzare la potes jolly, attualmente posizionata nella città di Ascoli Piceno, a San Benedetto del Tronto”.
Il territorio di riferimento di Ascoli Piceno è più vasto in termini di chilometri quadrati di quello di San Benedetto del Tronto, comprendendo la fascia montana (585 chilometri quadrati rispetto ai 168 di San Benedetto del Tronto).
La dispersione degli abitanti su un territorio più vasto costituisce una difficoltà aggiuntiva alle operazioni di soccorso, difficoltà aumentate dall'orografia, dalla relativa viabilità e dalle condizioni meteo avverse, soprattutto in inverno. In estate anche la zona montana è meta turistica - lo è stata e speriamo che torni ad esserlo come in passato aggiungerei - di nativi e di escursionisti.
Si precisa inoltre che il tempo di intervento, in caso di soccorsi in area montana, è rilevantemente più lungo rispetto ai territori costieri. Quindi il posizionamento ad Ascoli Piceno è pensato per le aree montane in modo da avere la Jolly che possa spostarsi con tempi più ristretti soprattutto per l'area montana.
Inoltre, la Potes Jolly H12 di AP ha funzioni aggiuntive poiché partecipa alla realizzazione di trasporti secondari urgenti ed altre attività che interessano anche queste l'area montana, quindi il posizionamento su Ascoli è pensato soprattutto per la copertura di questa parte del territorio con i tempi che oggi ha l'ambulanza.
Aggiungo che è evidente che nel momento in cui si attiverà il servizio H24 di eliambulanza forse qualche innovazione sotto il profilo della distribuzione ci potrà essere, ancora meglio quando si collocherà il famoso nuovo ospedale unico, a maggior ragione troveremo un punto di mediazione rispetto a tutte queste esigenze che qui vengono rappresentate.
PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno, il Consigliere Urbinati.
Fabio URBINATI. Grazie Presidente. Sono soddisfatto della risposta così come condivido l'ultima affermazione che l'ospedale unico risolverebbe tantissimi problemi tra cui anche la copertura del servizio di emergenza.
Sono soddisfatto perché spesso è utile fare il riepilogo sul servizio che il nostro servizio di emergenza svolge sul territorio, però qui c'era un focus che era nato qualche tempo fa perché quello delle ambulanze Jolly è un servizio sperimentale ed era stata assegnata questa ambulanza Jolly H24 metà per l'Area vasta 5 e metà per l'Area vasta 4 di Fermo.
E' chiaro che parliamo di un servizio dove è evidente che le Potes vengono attivate, perché se da una parte il servizio viene attivato e dall'altra parte non si attiva, come è stato in determinati periodi, magari è giusto utilizzarlo 24 ore nella parte avviata.
Lì si chiedeva solamente una leggera flessibilità perché è vero che la copertura territoriale è molto più vasta verso l'interno rispetto alla costa dove c'è una densità abitativa molto più alta, però è anche vero che in estate gli interventi aumentano sensibilmente e ci sono stati degli aspetti per cui il sistema emergenziale è andato in difficoltà, tant'è che, come sappiamo, le Potes sulla costa coprono anche la parte più a nord dell'Abruzzo.
Dai dati che arriveranno di questa sperimentazione, perché di questo si tratta, potremo capire e vedere come nell'Area vasta 4 ha funzionato il sistema e cercare di coprire il più possibile evitando i tempi morti. Questa è l'unica preoccupazione e l'unica raccomandazione che facciamo al personale ed alla gestione del servizio. Grazie.
Presidenza della Vicepresidente
Marzia Malaigia
Interrogazione n. 496
ad iniziativa dei Consiglieri Zaffiri, Celani
“Tasso di disoccupazione nelle Marche”
(Svolgimento)
PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca l’interrogazione n. 496 dei Consiglieri Zaffiri e Celani.
Ha la parola, per la risposta, l’Assessore Bravi.
Loretta BRAVI. Con riferimento ai temi sollevati dagli interroganti fornisco i seguenti elementi.
Secondo i dati Istat nel terzo trimestre 2017 il quadro del mercato del lavoro nella Regione Marche mostra lievi miglioramenti, seguendo una tendenza nazionale che non c'era negli altri due trimestri.
L'occupazione torna sui livelli pre-sisma (624.793 nel terzo trimestre 2016 e 625.215 nel terzo trimestre 2017); l'aumento è del 3% circa, ma è significativo se teniamo presente gli altri due trimestri dove invece era negativo.
La dinamica è favorevole per i maschi e per l’occupazione alle dipendenze, si osservano invece delle flessioni per la componente femminile e per quella autonoma. Infatti abbiamo lavorato su diversi avvisi sul settore autonomo e femminile.
Le persone in cerca di occupazione ad oggi sono 66.947 e diminuiscono del 2,6% con una dinamica allineata ai livelli del Paese e soprattutto dell’Italia centrale.
Il tasso di disoccupazione è in ribasso e si posiziona al 9,7% e recupera sulla media nazionale attestandosi, come dicevo, all'Italia centrale. Questi sono gli ultimi dati Istat.
Prima di leggere le misure che abbiamo avviato, voglio aggiungere una piccola osservazione su quello che il Consigliere Zaffiri diceva precedentemente perché le questioni sono legate, abbiamo avviato l’Iti Fabriano, l’Iti pesarese, Zona area di crisi del Piceno, e qui ci sono interventi specifici, abbiamo provato, direi di usare i termini a seconda della realtà, ad unire anche fondi del Fser e dell’Fse per cercare di fare sinergia e progetti più coesi.
Quello che manca Consigliere Zaffiri in maniera molto forte, mi dispiace che non c’è il Presidente perché lo avevo condiviso con lui, è una progettualità nuova, la necessità di una formazione che faccia da volano e questo lo dico anche un pochino delusa come Prof. Perché di fronte a ragazzi che hanno un’alta formazione, che sono degli associati, che sono dei ricercatori, l’attenzione del nostro territorio è ancora molto bassa e questo inficia una progettualità diversa perché tutto si può fare, e lei ha pienamente ragione, fuorché ripetere un qualcosa che ha portato ad una “morte”, quindi non possiamo rimpinguare per poi morire. Di questo sono pienamente d’accordo con lei e consapevole, però le dico stiamo iniziando, ma quel tipo di progettualità, al di là dello slogan 4.0, che serve in queste aree a volte non ha la mentalità adatta, quella che servirebbe per poter partire. Lo dico perché penso che dobbiamo essere molto realisti, perché tutti vogliamo ripartire, però se ripartiamo con una marcia sbagliata rimpinguiamo un qualcosa che è già avvenuto, che è andato alle stelle, per poi andare alle stalle, in parole povere.
Adesso brevemente, poi se volete posso dare la risposta più dettagliata sia al Consigliere Zaffiri che al Consigliere Celani, voglio dire quali misure abbiamo messo in atto che concernono il mio Assessorato, quindi la formazione, l’istruzione e il lavoro come politica attiva.
Abbiamo ripreso il progetto di Garanzia Giovani che arriva fino ai 29 anni, questo progetto anche per volontà del Ministero sta sempre andando meno verso una logica assistenzialista, grazie a Dio, e verso una logica di accompagnamento al lavoro, dopodiché la seconda misura che abbiamo avviato oltre ai tirocini di garanzia giovani sono i tirocini nelle aree del cratere, di questo tutti ne avete conoscenza perché li abbiamo pubblicizzati, quindi chi segue la vita della regione lo sa, però c’è una piccola cosa che vorrei far notare perché è stata dirimente ed è stata importantissima, abbiamo distinto l’aiuto alle piccole e medie imprese ed alle grandi imprese e questo ha voluto dire rivedere alcuni assi del Fondo sociale europeo che non erano stati contemplati. Questo è stato importante perché tu devi aiutare le piccole, ma devi aiutare anche le grandi, perché lo chiedono, e ci siamo trovati di fronte a più di 800 tirocini, ci è stato chiesto poi di rimpinguare questo numero dei tirocini, ma si fa fino ad un certo punto, quindi siamo andati oltre gli 800 e abbiamo delle buone capacità lavorative, nel senso che circa la metà sono ricercati e comunque avranno un contratto di lavoro che non sarà, chiaramente, a tempo indeterminato, ma comunque si continua.
Sottolineo anche che lunedì esce il secondo bando dell’autoimpresa, questo è importante perché è un aiuto di 30.000 euro ad un’impresa che nasce e diciamo che l’anno scorso abbiamo avuto la costituzione di 233 nuove attività, a piace parlare con i numeri perché se non facciamo il monitoraggio non riusciamo a capire quanti di questi avvisi poi si calano nella realtà. 233 attività di cui 53 nella provincia di Pesaro, 76 ad Ancona, 41 a Macerata, 40 a Fermo e 23 ad Ascoli. I posti di lavoro creati sono stati 466.
Lunedì esce il secondo bando autoimpresa, nel quale abbiamo cercato, a seconda delle criticità che sono emerse dal primo, di riaggiustare un po’ il tiro cercando di venire incontro a giovani che si mettono anche a creare una nuova impresa; abbiamo abbassato l’età e dove finisce garanzia giovani inizia questa, e abbiamo messo 6 milioni di euro, ma su questo non mi dilungo.
Poi prosegue il discorso delle borse lavoro e accanto alle borse lavoro abbiamo avviato un bando che sembra avere un bel successo, quindi vuol dire che serve, perché il bando non è bello, deve essere buono, si chiama big band e significa un bando con delle ore aperte, con dei pacchetti di ore a seconda delle richieste del territorio.
Ritorniamo a Fabriano e torniamo ad altri territori, dove emerge l’esigenza di avere quel tipo di formazione, noi abbiamo un bando che ci permette di andare a prendere un pacchetto di ore e di farle ad hoc, là dove serve. Questo io l’ho voluto fortemente perché è una risposta al fabbisogno. Però guardiamoci bene senza dire fesserie, la formazione che noi proponiamo, che la Regione Marche propone, non sempre è all’altezza di quello che le aziende richiedono, non è un problema solo delle Marche, è di molte Regioni, dobbiamo cercare di alzare la qualità perché rischiamo di fare della formazione che non è quella che serve alle imprese.
Abbiamo avviato anche un discorso di voucher dati alla persona che può fare la formazione laddove lo richiede. Su questo dobbiamo svecchiarci un po’ perché è successo che alcune imprese ci hanno detto “se le persone hanno i voucher noi li mettiamo con dei formatori, in tre giorni li rigirano”. Questo ci deve far pensare, non possiamo fare un qualcosa di statico che non serve.
Poi abbiamo avviato un discorso di formazione che è molto interessante per gli Iti delle aree complesse su diversi settori, quelli che io ho chiamato “le filiere produttive” che vanno dal tessile, al mobile, alla meccatronica, all’agroalimentare, che partirà a gennaio/febbraio, gli altri sono già partiti.
Nel calzaturiero abbiamo avviato 20 corsi per più di 1.000.000 di euro, nel legno/mobile 19 corsi per 1.057.000 euro, nell’edile 50 corsi per 1.600.000 euro, nel turismo 5 corsi per 178.000 euro.
Sempre la prossima settimana uscirà un nuovo avviso richiesto, che è quello delle competenze digitali, e quindi le nuove tecnologie, e abbiamo messo 2.577.000 euro perché lo teniamo aperto per i prossimi 2/3 anni per non ripetere ogni anno questo bando che poi è lungo ed è un po’ difficile da portare avanti.
La filiera dell’agroalimentare, la filiera dell’industria 4.0 e della nuova formazione con dottorati industriali e la nuova ricerca che interessa anche Fabriano le portiamo avanti insieme all’Assessore Bora unendo le due risorse e quello dell’agroalimentare, se possibile, anche con l’Assessore Casini, ne abbiamo parlato ed era possibile fare questo.
Dopodiché è uscito un avviso di 1.000.000 di euro per i laureati, per la frequenza di master e dottorati perché non abbiamo l’alta formazione, qui non mi dilungo perché l’ho già detto appena giunta qua che per l’alta formazione avevo trovato poca cosa, dopodiché stiamo lavorando sulla lotta alla dispersione scolastica, gli Fts, che sono l’alternanza scuola-lavoro molto importante e gli Its. Per gli Its sembra che questa diatriba con le Università, se fare l’Its all’Università, vada un po' scemando e sinceramente abbiamo quattro fondazioni, funzionano molto bene e l’Its è un bel volano per i nostri ragazzi.
Un altro punto su cui ci stiamo muovendo è l’apprendistato di primo e di secondo livello.
Forse voi non avevate chiesto la formazione, ma i dati sul lavoro, chiedo scusa per queste due aggiunte che comunque riguardano il lavoro e sono convinta che solo una formazione specifica ad hoc farà rinascere il lavoro.
PRESIDENTE Ha la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno, il Consigliere Zaffiri.
Sandro ZAFFIRI. Grazie Presidente. Grazie Assessore, anche a nome del Consigliere Celani, per lo sforzo che ha fatto per rispondere a questa interrogazione che guarda caso, forse è una coincidenza, cade a metà legislatura.
Quando il Presidente si è insediato in quest’Aula ed a capo di questo Governo ci disse che nel programma tra i 3/4 punti che evidenziavano la sua futura gestione di questa Regione, ce n’era uno importante che è quello che lei ha tentato di evidenziare, il problema del lavoro e, nonostante gli sforzi che ha fatto nell'illustrare questo argomento, credo che la valutazione non possa che essere, per quanto ci riguarda, fortemente negativa.
Questa regione è una delle più importanti della nazione, perché ha oltre 160.000 piccole aziende che ora hanno delle difficoltà economiche nel creare lavoro.
Né le mie orecchie né quelle del Consigliere Celani hanno ascoltato un provvedimento che è stato fatto per le piccole aziende per creare lavoro o per crearlo nelle zone prima evidenziate dove c’è una forte presenza di disoccupati, come quella del fabrianese o dell’ascolano. Questo non l'abbiamo ancora ascoltato, Assessore, e non lo ascolteremo, perché non avete fatto progetti, questo è il problema di fondo! Questa maggioranza non sa dare una risposta, questo è il problema!
Si dice: “Si crea lavoro” ma il lavoro non si crea, questo è l’argomento! Lei ci mette tutta la buona volontà per fare formazione, per preparare qualche decina di posti di lavoro, per carità, ma qui dobbiamo creare migliaia di posti di lavoro, questo è il problema e guarda caso questa interrogazione è caduta al momento opportuno, a metà legislatura.
Esprimiamo una forte negatività su questo problema, un giudizio per cui dovete essere rimandati o bocciati, questo è il problema di fondo, bocciati sul lavoro. Ma di cosa stiamo parlando? Oggi credevo di trovare un provvedimento per le zone dell’ascolano dove c’è forte disoccupazione, o per le zone di Fabriano, la possibilità di far intervenire aziende fortemente incentivate, con provvedimenti speciali, ma se non chiedete al Governo provvedimenti speciali per fare questa cosa, quando creiamo i posti di lavoro?
E’ inutile Assessore Casini che lei blateri, cosa continua a blaterare quando i numeri della disoccupazione ci danno ragione! La regione Marche nell’Italia centrale è la peggiore. Punto! Questo è il dato di fatto, sono queste le condizioni, non lo dice il Consigliere Zaffiri o il Consigliere Celani, lo dice l’Istat, ve lo dicono le vostre associazioni che non sono le nostre. Quando avete la possibilità di discutere su problemi veri andate in pallone.
Questo è il problema, diciamolo, andate nel pallone quando si pongono in discussione problemi veri. Assessore, credo che questo sia un problema forte. La nostra valutazione è negativa, non avete creato e non state creando posti di lavoro, salvo quello che state facendo nel vostro iter burocratico, nel senso di incentivi per la formazione. Date la possibilità di fare qualche corso di formazione, poi sentiamo che avete cercato 400 posti di lavoro, su una regione di 1 milione e mezzo di cittadini, ma che scherziamo? Siamo seri!
Abbiamo avuto delle difficoltà, non siamo stati in grado di costruire le condizioni per creare posti di lavoro, quando volete i soldi ce li avete, li tirate fuori anche dagli accantonamenti del 2028, 20/30 milioni per darli alle società decotte di questa regione. Tirate fuori i soldi o investiteli per creare posti di lavoro e per le imprese.
Questo vi stiamo chiedendo! Questa è la scommessa che vi lanciamo per i prossimi due anni, caro Assessore, questa è la sfida, vedremo se questa sfida verrà vinta da voi o le nostre affermazioni rimarranno tali.
Purtroppo vorrei essere un cattivo profeta, anche il Consigliere Celani vuol esserlo, ma non lo saremo, … Assessore Casini l'interrogazione l'abbiamo fatta insieme, condividiamo queste cose, altrimenti non l'avremmo fatta. Lei sorride, ma sa che le cose stanno così, cose dette con parole più o meno accentuate, sapete di essere in difficoltà, allora vi chiediamo di intervenire per cercare di creare qualche posto di lavoro, in base a questa risposta non ci sono le condizioni.
PRESIDENTE. Ha la parola l’Assessore Bravi.
Loretta BRAVI. Consigliere Zaffiri, le voglio dire una cosa, ognuno di noi fa la sua parte. Il Fondo sociale europeo mi permette di fare alcune cose ed ho le vertenze e per quel che mi riguarda rispondo di ciò che faccio, allora lei deve fare una cosa: allarghi l’interrogazione e coinvolga le aree di crisi e le imprese, ciò che io non ho, io non posso rispondere di ciò che non ho, abbia pazienza, non è che voglio scusarmi, ma ognuno risponde per il proprio pezzo. Grazie.
Interrogazione n. 540 - a risposta immediata
ad iniziativa della Consigliera Leonardi
“Stalle realizzate a spese dei terremotati a rischio abbattimento e scarsità di ricoveri zootecnici ‘istituzionali’. Tutela delle attività di allevamento delle aree del sisma”
(Svolgimento)
PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca l’interrogazione n. 540 - a risposta immediata della Consigliera Leonardi.
Ha la parola, per la risposta, l'Assessore Casini.
Anna CASINI. Grazie Presidente. Oggi abbiamo avuto una conferenza stampa insieme al Consorzio di bonifica nella quale abbiamo dichiarato che già ad agosto avevamo realizzato tutte le stalle che erano state richieste perché il 3 o il 4 di marzo, non ricordo bene, siamo riusciti senza contenzioso a mandare via la ditta che ci aveva assegnato la Regione Lazio e siamo passati alla seconda ditta. Abbiamo preferito non far realizzare le piazzole ai Comuni, ma le abbiamo fatte realizzare al Consorzio di bonifica e abbiamo realizzato circa 534 piazzole tra cui 254 stalle, 111 mapre arredati e 175 fienili.
Quindi mi immaginavo, visto che siamo in Consiglio, che lei avesse chiesto qualcosa relativo a tutto il movimento della struttura e avesse voluto sapere come mai ci fossero stati dei ritardi, invece lei mi chiede soltanto di un allevatore. Capisco che il microcosmo del microcosmo del microcosmo …, le rispondo però su questa questione precisa ed unica e sinceramente non è che la conoscessi bene perché la mia competenza non è quella di andare a guardare le singole pratiche, visto che sono 540, lo fanno i tecnici, quindi la mia responsabilità e la mia funzione è quella di dare indirizzi politici come la legge stabilisce e controllare quello che poi i tecnici fanno. Però le rispondo anche se questo le poteva essere detto dal responsabile del procedimento, neanche dal Dirigente.
L’attuazione delle misure di emergenza sismica è avvenuta nell’ambito normativo previsto dalle ordinanze del Capo della protezione civile ed in seguito dal d.l. 189/2016 e dalle relative ordinanze del Commissario straordinario.
Sulla base di questo impianto giuridico la Regione Marche ha dato una propositiva risposta a tutte le aziende con strutture danneggiate, il caso specifico trattato nell’interrogazione “Allevatore del Comune di Fiastra con attività in località San Martino”, ora non so nemmeno se questi dati che noi stiamo dando in maniera ufficiale siano o no sensibili, quindi credo che l’interrogante si prenderà la responsabilità di questo che sto leggendo perché questi sono dati che riguardano una singola azienda che avrebbero dovuto essere trattati con il responsabile del procedimento, però leggo e non mi prendo la responsabilità di eventuali denunce per questi dati che sto fornendo: l'azienda K.A. è stata oggetto di una ricognizione delle esigenze da parte dei funzionari del servizio agricoltura, del servizio veterinario e della squadra di verifica sismica in data 28 gennaio 2017 in cui la titolare ha sottoscritto la richiesta della fornitura di un modulo abitativo mapre e di un modulo tunnel fienile a carico della Regione Marche, ai sensi delle ordinanze n. 399 e n. 393. Nella medesima rilevazione la stessa titolare ha espresso la volontà di realizzare un modulo stalla per gli animali 6 cavalli e 15 ovini in autonomia, secondo le disposizioni dell’ordinanza 5 emanata ai sensi del decreto legislativo 189/2016.
In buona sostanza ha deciso che due manufatti li realizzasse la Regione Marche ed avrebbe realizzato in autonomia la stalla per gli animali.
In data 9 giugno 2017 è stato completato il modulo fienile pronto all’uso, in data 13 settembre il modulo abitativo mapre è stato consegnato all’allevatore completo di arredi e dei servizi a rete.
Non avendo provveduto ad eseguire il ricovero animali in autonomia contrariamente a quanto richiesto in fase ricognitiva, in data 26 luglio 2017 è stata registrata al protocollo regionale la richiesta della ditta K.A. - le prime richieste sono tutte arrivate intorno a febbraio - di passare dalla realizzazione in autonomia alla fornitura da parte della Regione Marche anche del modulo stalla.
Nel caso specifico, come per altri piccoli allevamenti - perché qui abbiamo detto prima che si tratta di 6 cavalli e di 15 pecore, peraltro di questo caso di specie diverse - è stato necessario provvedere ad una opportuna variante alla fornitura al fine di avere uno specifico adattamento dei moduli stalla per i piccoli allevamenti, fare una stalla di dimensioni esagerate per 15 pecore ..., però la protezione civile nazionale ha deciso che sopra le 10 pecore e sopra ai 5 cavalli si sarebbe comunque fatta. E' stato quindi necessario provvedere ad una modifica perché le stalle sono per i bovini, o per gli equini o per gli ovini e fare una stalla da 100 capi, il modulo minimo è 100 capi, per 15 capi, voi sapete, è un costo molto elevato per tutti quei cittadini che si stanno tassando per pagare queste forniture, perché poi le pagano tutti i cittadini italiani, non è che noi non le paghiamo.
In data 27 settembre, appena realizzato il basamento da parte del Consorzio di bonifica delle Marche è stato dato mandato di realizzare la stalla provvisoria presso l’allevatore K.A, il rilievo in cantiere ha messo però in evidenza che l’unico modo per poter montare il modulo stalla richiedeva il passaggio obbligatorio sotto il modulo fienile provvisorio (non aveva una viabilità, essendo una stalla molto piccola non aveva spazio e non aveva viabilità) realizzato in precedenza e occupato da balloni di foraggi.
L’allevatore K.A. ha ritenuto però di non doversi caricare l’onere di spostare i balloni, sistemati nel fienile ed ha chiesto addirittura alla Regione di provvedere allo spostamento dei balloni di fieno, sempre a spese dei cittadini italiani, in un’area di disimpegno opportunamente sistemata con ghiaione a terra, pallet di appoggio ed il film plastico di copertura, altrimenti ci pioveva, la richiesta per il suo particolare carattere di non ordinarietà è in corso di valutazione da parte degli uffici della Regione.
Quindi in buona sostanza la signora ci chiede di mettere la stalla in un luogo che è inaccessibile se non passando dentro al fienile, il fienile è pieno di balle di fieno che la signora vuole che la Regione sposti, le imballi e le metta in un terreno appositamente sistemato per mettere provvisoriamente le balle della signora. Voi capite che gli uffici stanno giustamente, secondo me, valutando l’opportunità.
Credo che questa interrogazione abbia un alto contenuto strategico e sia veramente determinante per il funzionamento del Consiglio, quindi l’ho molto apprezzata perché credo, soprattutto oggi che abbiamo comunicato di aver realizzato 554 piazzole e manufatti, che lo spostamento dei balloni sia una priorità.
PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatta o meno, la Consigliera Leonardi.
Elena LEONARDI. Guardi la sua risposta è assolutamente spiazzante, se lei voleva un applauso glielo faccio subito. Mi poteva invitare alla conferenza stampa se dovevamo stare qui a dire bravi, quante cose avete fatto. Se lei voleva solo questo e pensa che le interrogazioni servono solo per dare le risposte positive che volete dare alla stampa, leggerò domani sulla stampa questi grandi risultati.
Qui si tratta di dare delle risposte, le leggo il quesito e lei ha talmente paura di prendersi delle responsabilità che nella risposta che mi ha fornito si è premunita di dire che se ci sono dei dati sensibili ricadono su di me, ricadano pure, io non ho paura di queste cose, di fare il mio mestiere qui e di tirare fuori delle situazioni che non vanno. Non credo che ci sia nulla di cui preoccuparsi, o almeno io personalmente non mi preoccupo.
Il tono della sua risposta non le fa onore, non fa onore all’impegno di un Assessore nel risolvere i problemi di tutti, Lei mi parla di distorsione dei fondi, ma quando avete mandato a liberare la strada dalla neve per la processione a cui lei doveva andare quelli non erano soldi pubblici? Se li è già dimenticati? Ce li siamo già dimenticati? Guardi che sono stati oggetto di un’altra interrogazione in questo senso, se vuole risponderà come sempre fa, fuori dalle regole, perché nel contraddittorio dell’interrogazione del question time lei mi dà la sua risposta ed io le dico se sono soddisfatta o meno.
Non sono assolutamente soddisfatta, la domanda che le ho fatto era: “Come si intende agire per garantire la completa realizzazione delle stalle regolamentari prima che per effetto delle ordinanze gli animali restino senza un ricovero, mettendone a rischio la loro sopravvivenza”.
La situazione del caso specifico, a cui lei ha risposto, è finita sui giornali, è una situazione particolare alla quale non credo che sia un dramma dare una risposta, mi risulta che ci siano altre situazioni. Lei mi dice che ha fatto la conferenza, domani prenderò quello che ha dichiarato alla stampa e se va tutto bene, se non c’è problema da nessuna parte se non in questa stalla io ne prenderò atto e farò ulteriori verifiche, ma la risposta nei termini e nei modi in cui lei l’ha data devo dire che è assolutamente indegna del ruolo che ricopre, me lo lasci dire, e reputo che sia assolutamente scandaloso come, in maniera mortificante, viene trattato il ruolo delle minoranze che chiedono conto con lo strumento di legge, di regolamento, che è quello di fare delle interrogazioni.
PRESIDENTE. Ha la parola l’Assessore Casini.
Anna CASINI. Tutti sanno che non partecipo alle processioni e sfido chiunque a dire che sono stata vista o fotografata ad una processione, quindi lei ha detto una grande menzogna. Lei mi deve dire a quale processione sono stata! A delle processioni vengo invitata tutti i giorni, ma se io ho partecipato ad una processione lei mi deve dire dove! Lo può dire anche il Consigliere Celani, non mi ha mai visto ad una processione ad Ascoli Piceno perché non partecipo a processioni. Mea culpa, mea culpa, mea maxima culpa.
Interrogazione n. 542 – a risposta immediata
ad iniziativa del Consigliere Maggi
“Schema di accordo tra la Regione Umbria e la Regione Marche per operazioni interregionali di gestione dei rifiuti urbani”
(Svolgimento)
PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca l’interrogazione n. 542 - a risposta immediata del Consigliere Maggi.
Ha la parola, per la risposta, l’Assessore Sciapichetti.
Angelo SCIAPICHETTI. Consigliere Maggi intanto debbo congratularmi con lei per la tempestività nell’interrogazione. Ancora una volta l’interrogazione serve, visto il clima elettorale in cui ormai tutti viviamo, a fare propaganda, e va bene, non mi scandalizza questo perché siamo tutti “vecchi di caffè”, come si dice a Macerata.
La sua interrogazione fa riferimento ad un accordo tra la Regione Marche e la Regione Umbria per l’operazione del Tmb che viene fatta ed autorizzata per un periodo di 6 mesi ad Ascoli Piceno nell’impianto di Relluce.
E' vero, però bisogna capire di cosa parliamo quando diciamo Tmb. Parliamo di 60 tonnellate al giorno, quindi due camion al giorno che trasportano rifiuti vengono a Relluce, fanno il trattamento Tmb e poi gli stessi rifiuti vengono portati via e non rimangono a Relluce. Quindi parliamo di questa cosa molto grave ed importante che è stata autorizzata dall’Ata di Ascoli Piceno con il parere favorevole di tutti o quasi i Sindaci, dalla Provincia di Ascoli Piceno.
Per la verità, essendo due gli impianti che possono fare questo trattamento, l’ufficio correttamente ha chiesto sia ad Ascoli Piceno che a Fermo di vedere se c’era una disponibilità a fare per questo breve periodo un trattamento. Fermo si è detta indisponibile e si è fatto ad Ascoli perché lì tutti i Sindaci del territorio, forse non glielo hanno riferito, forse lei bene non sa, hanno autorizzato l’operazione che, ripeto, è quella che ho detto: 60 tonnellate al giorno, pari a due camion al giorno che vanno a Relluce, fanno il trattamento e ripartono portandosi via il rifiuto. Quindi parliamo di questa operazione.
PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno, il Consigliere Maggi.
Giovanni MAGGI. Io sono stato tempestivo, ma il nostro Movimento, come lei saprà bene, non permette che quelli che hanno già un mandato in corso possano candidarsi per le elezioni senza aver finito il mandato che i cittadini gli hanno affidato. Però devo dire con tutta cortesia e rispetto, Assessore, che lei non ha risposto alla domanda, la domanda era se è stata adeguatamente informata la popolazione relativamente al danno che dovrà subire sia per l’intasamento della viabilità che per l’inquinamento dovuto agli autocarri che giornalmente portano dall’Umbria 60 tonnellate di rifiuti e che li riportano indietro dopo il trattamento.
Io come Consigliere regionale delle Marche devo sapere dell'accordo per portare i rifiuti dall’Umbria nella nostra regione dai colleghi dell’Umbria che mi hanno mandato i ritagli dei giornali.
(interrompe l'Assessore Sciapichetti)
Giovanni MAGGI. Ho già fatto un’interrogazione che è stata utilizzata dall’Ata, anzi non ho fatto una interrogazione l’ho chiesto ai suoi funzionari e i suoi funzionari tempo fa mi hanno detto che ancora non sapevano niente, sapevano che era in atto questa cosa, ma non sapevano nulla, infatti l’accordo deliberato è datato, come lei giustamente ha detto, 4 dicembre, fresco fresco o se preferisce caldo caldo, veda lei.
Per quanto riguarda queste 60 tonnellate al giorno, l’articolo 2 della convenzione dice media indicativa, perché un giorno potrebbero essere 80 ed un altro 40, poi i camion arrivano, scaricano per il trattamento meccanico-biologico di Relluce queste cose e, come l’accordo prevede, possibilmente nella stessa giornata del conferimento tornano indietro con il materiale trattato. Quindi è possibilmente, per cui se il materiale trattato non è pronto i camion se ne vanno via vuoti e ne arrivano altri, poi lì si dice 60 tonnellate al giorno, due camion.
Caro Assessore, se i camion sono di 30 tonnellate l’uno ce ne sono due, ma lei non sa quante tonnellate portano i camion dell’Umbria, quindi la sua indicazione è sicuramente di parte.
L’impianto di trattamento di Fermo ha detto: “No, io non li voglio” perché queste 10.000 tonnellate semestrali dovevano essere divise tra Fermo e Ascoli, ma Fermo ha detto: “Non se ne fa niente” ed Ascoli le ha prese tutte, per questo le domandavo nell’interrogazione della popolazione, visto che ho fatto la campagna elettorale insieme al suo Presidente Ceriscioli che in tutta la campagna elettorale si è sempre riempito la bocca parlando di condivisione con le popolazioni, io memore queste parole, me le sono stampate a caratteri cubitali nel cuore e nella mente, le chiedo: “La popolazione lo sa del trasferimento di questi rifiuti dall’Umbria al comune di Ascoli Piceno?” Questa era la domanda, semplice.
PRESIDENTE. Ha la parola l’Assessore Sciapichetti.
Angelo SCIAPICHETTI. Lei continua a far finta di non capire o non vuole capire, questo non spetta a me chiarirlo, siamo in una Assemblea regionale quindi se non vuole capire, faccia come vuole, ripeto, lei parla di intasamento al traffico quando noi parliamo di due camion massimo tre al giorno, se mi dimostra che tre camion - dico tre ma sono due - al giorno possono creare intasamento, me lo dimostri perché io non riesco a capirlo per problemi miei.
Continua a chiedere se la popolazione è stata informata, ripeto che l’Ata, che è composta dai Sindaci del territorio, ha dato parere favorevole all’unanimità. Penso che i Sindaci rappresentino il loro territorio e le loro popolazioni, peraltro per una operazione di questo genere non c’era da fare una assemblea pubblica, ma c’era da convocare l’Assemblea dell’Ata, dove regolarmente si è deciso e si è deliberato all’unanimità. Nell’Assemblea dell’Ata ci sono i Sindaci che rappresentano le rispettive comunità.
(interrompe il Consigliere Maggi)
Angelo SCIAPICHETTI. Questo è falso, lei continua a dire il falso, noi non ci teniamo nessun rifiuto dell’Umbria, se lei esce e dice che ci teniamo i rifiuti dell’Umbria lei continua a dire il falso. Qui dentro non si può dire il falso, non dobbiamo dire o fare demagogia perché noi non ci teniamo nessun chilo di rifiuto dell’Umbria.
Le 60 tonnellate vengono e ripartono nello stesso giorno, non si possono vendere fake news, lo so che voi campate di fake news, ma non è una fake news con cui si può continuare a fare propaganda. Le fake news le lasci per i suoi amici del Movimento.
Interrogazione n. 482
ad iniziativa del Consigliere Giancarli
“Mantenimento nel Comune di Cerreto d’Esi della scuola primaria e secondaria di primo grado”
(Svolgimento)
PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca l’interrogazione n. 482 del Consigliere Giancarli.
Ha la parola, per la risposta, l’Assessore Sciapichetti.
Angelo SCIAPICHETTI. Grazie Presidente. La scuola primaria e secondaria di Cerreto d’Esi ha avuto un iter, durante il terremoto, molto travagliato che va ricostruito per intero e che io le voglio leggere perché effettivamente ci sono stati sviluppi molto diversi che vanno chiariti.
A seguito degli eventi sismici del 26 e 30 ottobre 2016, che hanno determinato tra l'altro l'inserimento del Comune di Cerreto d'Esi all'interno del secondo cratere, i sopralluoghi per la verifica di agibilità mediante schedatura Aedes sono stati avviati subito e con assoluta priorità sugli immobili adibiti ad uso scolastico.
Con riferimento agli edifici della scuola primaria e secondaria di primo grado del comune di Cerreto D'Esi, risulta che in data 26 novembre 2016 sono stati eseguiti i sopralluoghi presso: la scuola primaria "Lippera", edificio in cemento armato degli anni '80 a cui è stato attribuito un esito di tipo A e la scuola media "Melchiorri", edificio in muratura costruito agli inizi del '900 a cui è stato assegnato un esito di tipo A. Per cui all'interno delle scuole primaria "Lippera" e secondaria "Melchiorri" le lezioni sono riprese regolarmente avendo avuto un esito di agibilità di tipo A.
Come noto il 18 gennaio 2017 si sono verificate ulteriori quattro scosse sismiche con epicentro nella provincia dell'Aquila, che hanno comportato in alcuni casi, su richiesta degli enti competenti, la ripetizione di sopralluoghi Aedes presso edifici scolastici; il Comune di Cerreto, nei giorni successivi a tale data non ha provveduto a richiedere nessuna ripetizione.
A decorrere dalla data del 22 febbraio 2017, la Regione Marche ha dato avvio alla piattaforma informatica SismaApp, appositamente costituita per la ricognizione dei danni subìti dal patrimonio pubblico e per la determinazione dei relativi interventi di ripristino. Sia per l'edificio della primaria "Lippera" che per quello della scuola secondaria "Melchiorri" il Comune ha dichiarato che gli edifici non hanno subìto danni evidenti.
Successivamente, dopo oltre 6 mesi dagli ultimi eventi sismici del 18 gennaio 2017, in concomitanza della redazione finale delle analisi di vulnerabilità sismica dei due edifici, in data 2 agosto, il Comune ha presentato all’ufficio competente una richiesta di ripetizione di sopralluogo Aedes per i due edifici scolastici e di sopralluogo "Aedes - GL" per le relative palestre annesse.
Con procedura impropria, ovvero non coordinata con l’ufficio ricostruzione di Macerata, ma direttamente disposta e validata dalla Dicomac, vengono ripetuti in data 11 agosto 2017 i due sopralluoghi Aedes presso gli edifici della primaria "Lippera" e della scuola media "Melchiorri", che attribuiscono i seguenti esiti:
• Edificio scuola primaria "Lippera", esito E;
• Edificio scuola secondaria di 1° "Melchiorri", esito B.
Preso atto della richiesta avanzata il 2 agosto 2017 all’ufficio ricostruzione di Macerata lo stesso dispone la ripetizione del sopralluogo presso i due edifici per rivedere l'esito di agibilità espresso mediante Aedes il giorno 26 novembre 2016.
Per la ripetizione di sopralluogo viene individuata una squadra accreditata dalla Rete universitaria ReLUIS, che durante l'emergenza ha coadiuvato il Dipartimento di protezione civile nazionale e la stessa struttura commissariale nella verifica di agibilità degli edifici scolastici e nella valutazione speditiva della vulnerabilità sismica.
Da tale ripetizione di sopralluogo, eseguito in data 8 settembre 2017, durante il quale erano presenti anche i tecnici comunali di Cerreto, sono risultati questi esiti: scuola primaria "Lippera", esito B; la scuola media "Melchiorri", esito B.
Va chiarito che l'esito B esprime un giudizio di temporanea inagibilità, dovuta al danneggiamento di parti non strutturali ripristinabili con dei pronto-interventi.
Tali interventi, indicati nelle schede redatte per i due edifici scolastici, richiedono l'attuazione di lavori volti a mettere in sicurezza apparati decorativi esterni e cornicioni nell'edificio in muratura della scuola media "Melchiorri", mentre nell'edificio in cemento armato della scuola elementare "Lippera" richiedono la rimozione dei copriferri distaccati posti all'esterno, la successiva protezione delle armature e la rimozione di eventuali parti di intonaco esterno.
Tali “difetti” degli edifici sono da attribuire per lo più a danneggiamenti precedenti al sisma, che possono essersi aggravati dietro le sollecitazioni sismiche.
Il ripristino di tali situazioni, attuabile in pochi giorni di lavoro, consente il totale recupero dell'agibilità degli edifici, così come è stato fatto per tutte le scuole della Regione Marche che hanno avuto un esito B della scheda Aedes.
Va ribadito che l'esito di agibilità espresso dalla schedatura Aedes deve tener conto del nesso di causalità tra i danni evidenziati dall'edificio e gli eventi sismici verificatesi.
Questa è la risposta tecnica preparata dagli uffici, vorrei precisare che proprio ieri nella riunione che abbiamo fatto con i Sindaci per il secondo piano delle opere pubbliche è stata destinata al Comune di Cerreto d’Esi la cifra di 6 milioni di euro per costruire un polo scolastico che oltre alle elementari ospiterà la media e la materna.
Quindi rispetto a tutto il discorso del polo scolastico e dei problemi che ci sono stati a seguito del sisma a Cerreto d’Esi, la situazione è quella che poc’anzi ho detto.
PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno, il Consigliere Giancarli.
Enzo GIANCARLI. Consigliere Maggi credo che se l’interrogazione anziché firmata da me fosse stata firmata da lei avrebbe detto anche lei quello che sto per dire all’Assessore Sciapichetti, ovvero che non soltanto lo ringrazio per la risposta puntuale, ma soprattutto perché ha fatto precedere i fatti alle parole perché come diceva mi ha risposto oggi, ma ieri è stato deciso di destinare al Comune di Cerreto d’Esi 6 milioni di euro per la ricostruzione delle scuole.
Assessore non solo la ringrazio, ma come sa le interrogazioni le costruisco con il territorio e non soltanto nel caso di Cerreto d’Esi con il Circolo del Partito Democratico, ma con tantissimi genitori che si sono visti il 22 agosto dichiarata, con una ordinanza del Sindaco, l’inutilizzabilità della scuola, quindi potete capire la preoccupazione anche per il fatto che in un primo momento i bambini dovevano essere tutti spostati a Fabriano, quindi un comune di 4.000 abitanti si sarebbe trovato senza scuola.
Grazie soprattutto alla mobilitazione dei genitori e di altre forze politiche anche presenti nel Consiglio comunale di Cerreto d’Esi, forze di opposizione, c’è stata una grande capacità di iniziativa, una attenzione particolare delle istituzioni ed in particolare sua e il risultato è che ci sono questi 6 milioni.
Ora da parte di chi di dovere è bene che si inizino subito i lavori e si dia questa garanzia di sicurezza agli abitanti, ma soprattutto ai genitori, alle famiglie, agli alunni di Cerreto d’Esi. Grazie.
Interrogazione n. 512
ad iniziativa del Consigliere Giorgini
“Terremoto - Ammodernamento strada S.S. 4 ‘Salaria’ e completamento della ‘Ferrovia dei due Mari’ dal Comune di Antrodoco (Rieti) al Comune di Ascoli Piceno (Ascoli Piceno)”
(Svolgimento)
PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca l’interrogazione n. 512 del Consigliere Giorgini.
Ha la parola, per la risposta, l’Assessore Casini.
Anna CASINI. Grazie Presidente e grazie al Consigliere Giorgini perché parliamo di infrastrutture, alziamo un pochino il livello.
Adesso vi farò portare i dati ufficiali della realizzazione delle infrastrutture legate all’agricoltura, che sono state collaudate dai collaudatori e consegnate con tutti i verbali, non sono chiacchiere che faccio io, ma ci sono i verbali che l’attestano, anche del Consorzio di Bonifica.
Detto questo, grazie per questa interrogazione, perché parliamo di una infrastruttura che è molto importante sulla quale la Giunta regionale, in particolare il Presidente ha lavorato molto perché è strategica per la provincia di Ascoli Piceno.
E’ evidente che nella riunione che c’è stata a Rieti si è parlato di cifre diverse perché i chilometri da sistemare a Rieti sono sicuramente maggiori dei 7,5 chilometri che sono rimasti da sistemare nella provincia di Ascoli Piceno e quindi nelle Marche. Noi per fortuna abbiamo tutta l’altra parte della viabilità, seppure ferita dal terremoto, ma lì ci sono i fondi del terremoto per la sistemazione della parte, per esempio, sotto Pescara del Tronto. C’è la volontà dell’Anas che era già stata peraltro dichiarata nella riunione di Rieti, ma forse non ben evidenziata.
Infatti in data 13 novembre 2017 si è svolto un incontro con Anas alla presenza mia e del Presidente Ceriscioli insieme al Presidente dell’Anas ed al Direttore generale dell’Anas nella quale sono state esaminate le proposte progettuali per l'adeguamento del tratto della Salaria Acquasanta Trisungo: tratto Galleria Valgarizia (in pratica da dove adesso finirà la Galleria che è in costruzione venendo da Roma ad Acquasanta Terme) dal km 155+400 al km 159+000.
La proposta condivisa alla presenza del Sindaco di Acquasanta ed anche del Sindaco di Arquata, che pur non essendo competente dal punto di vista territoriale ha un tratto della galleria in realizzazione proprio sul suo comune, quindi è interessato all’uscita della galleria in realizzazione, è quella nella quale il tracciato è completamente in variante rispetto alla sede dell'attuale strada statale. Perché? Prima cosa perché l’attuale strada statale, a nostro avviso, condiviso dai Sindaci e dall’Anas, deve rimanere una strada provinciale che serve alle attuali frazioni, infatti non a caso circa 16 milioni di euro verranno utilizzati per sistemare questa viabilità fra cui alcune curve che, tutti voi conoscete, quella per esempio del cimitero, sono molto pericolose. Verranno sistemate anche perché ci sono dei costoni a rischio frana, quindi l'Anas sistemerà con 16 milioni di euro, immediatamente. Dal prossimo anno comincerà i lavori per la sistemazione di questa strada che poi diventerà una strada provinciale e quindi rimarrà sul territorio.
Perché si dice che è stato utilizzato un tracciato diverso? Perché le problematiche erano duplici, da un lato quella di creare la via più breve, e la via più breve è sicuramente galleria e viadotto, quindi non poteva essere fatta sull’asse stradale, poi c’è stata la volontà di non creare troppi svincoli sulla strada attuale, anzi evitare intersezioni con l’attuale asse viario.
Quindi la proposta che è stata condivisa e che Anas ha messo nel piano - l'aveva già messa nel piano perché era già stata valutata in diversi incontri che avevo tenuto anch’io presso l’Anas con il Direttore generale e con l’Ufficio progettazione e con i nostri dirigenti - è quella dei quasi 16 milioni di euro che serviranno per la sistemazione dell’attuale strada che passerà provinciale, poi ci sarà un primo stralcio che inizierà dall’uscita attuale della Galleria di Valgarizia fino ad arrivare a un paio di chilometri circa, venendo da Roma, prima dell’abitato di Acquasanta, poi da lì partirà il secondo stralcio, quindi Acquasanta verrà trattata come una specie di autogrill, prima si passerà dentro Acquasanta poi si farà il secondo stralcio per bypassarla. Questo perché il precedente tracciato, che è quello che il Consigliere Celani conosce molto bene, prevedeva innanzitutto una galleria enorme con dei lavori grandissimi, soprattutto ci sarebbe stata una grande movimentazione di marne ed anche il problema che era stato risolto con il tombamento delle cave, che non è un problema secondario dal punto di vista ambientale, non avrebbe consentito stralci funzionali, avrebbe bypassato completamente l’abitato di Acquasanta.
L’abitato di Acquasanta è sofferente per le ferite del terremoto e quindi il Sindaco e l’amministrazione hanno chiesto di evitare di isolarlo completamente in questo momento per cui si è pensato di fare due stralci funzionali, quindi ci sarà un’unica viabilità alla fine, però si potrà uscire prima di Acquasanta, passare dentro l’abitato di Acquasanta e riprendere a Santa Maria lo svincolo per poter rientrare nella superstrada.
Questa è l’ultima parte che è rimasta, Anas prevede anche delle manutenzioni straordinarie e ordinarie sulla attuale Salaria, ivi compresa l’Ascoli mare, però sono manutenzioni ordinarie che sta già facendo e che continuerà a fare, non ci sono altre criticità, se non una criticità che interessa la parte ascolana che è quella che riguarda lo svincolo per Roccafluvione, che è stata evidenziata, è stata inserita, ma che non fa parte di questa.
La realizzazione del tratto Galleria Valgarizia - Acquasanta Terme dal km 155+400 al km 159+000 ha un costo complessivo di circa 211 milioni di euro e l'intervento sarà realizzato in due stralci, uno per un importo di circa 64 milioni di euro e l'altro per un importo di circa 146 milioni di euro.
Dove sono le risorse? Il finanziamento è in parte già nel bilancio dell’Anas e in parte è stato inserito nella legge di bilancio dello Stato 2018 che riguarda il progetto della Salaria insieme a tutta l’altra progettualità che interessa tutto il tracciato della Salaria anche nella parte laziale che è molto più lunga.
Per quello che riguarda invece la “Ferrovia dei due mari” questa non è una mia competenza, le rispondo in via del tutto informale, visto che siamo tutti interessati alle infrastrutture picene, ci siamo impegnati sulla Salaria e stimoleremo l’Assessore Sciapichetti per quello che riguarda le ferrovie. Certamente può essere una opportunità, ma i lavori non riguardano soltanto dei piccoli tratti, ma un lungo tratto che parte da Ascoli Piceno per arrivare fino ad Antrodoco (Rieti), è un tratto impervio nel quale realizzare una ferrovia tra l’altro di tipo veloce, perché non possiamo realizzare una ferrovia come quella che abbiamo, che comporta un costo abbastanza elevato rispetto al flusso di persone che la utilizzerebbe, quindi, per carità, in maniera del tutto onesta, le dico che continuerò a chiedere questa cosa su tutti i tavoli, però mentre per la Salaria le posso dire onestamente che non solo c’è una possibilità, ma c’è una certezza, per la realizzazione della ferrovia dei due mari, per quel tratto mancante, le devo dire che a tutt’oggi non c’è una previsione che la riguardi.
PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno, il Consigliere Giorgini.
Peppino GIORGINI. Grazie Assessore. Le voglio spiegare per quale motivo ho fatto questa interrogazione, quindi non replico alla sua risposta, ma le spiego per quale motivo ho voluto chiarire alcuni aspetti, perché mi interessavano, visto che il giorno prima della conferenza stampa di Rieti tutti i giornali, compreso il Corriere Adriatico, che non è sicuramente un giornale vicino al Movimento 5 Stelle ed è anche di proprietà di Caltagirone, parlavano che il Ministro avrebbe annunciato una cosa fondamentale per noi ascolani. Lei è ascolana 100 volte più di me, perché anche se io sono piceno, sono di San Benedetto. Addirittura se ne parla dal 1894 e sarebbe importante per quale motivo? Adesso per andare a Roma con il treno ci vogliono 5,5 ore e anche se noi allarghiamo la Salaria per le cose che lei ha detto, comunque ci vorranno 2,5 ore - a parte che il progetto è stato finanziato 10 anni fa, non sono soldi che vengono dal terremoto, è un progetto per il quale i soldi sono stati stanziati 10 anni fa - per arrivare a Roma ed un’altra ora e mezza per arrivare al centro di Roma.
Ho ascoltato attentamente tutta la conferenza stampa, lei è una ascolana verace, come lo è il Consigliere Celani, quindi forse mi ascolterà bene: io ho ascoltato la conferenza stampa e mi sarei aspettato dal Presidente Ceriscioli di sentire due parole su questa ferrovia che potrebbe essere una cosa importantissima per il territorio perché in due ore collegherebbe, non servirebbe nemmeno tanta alta velocità, ma una velocità normale elettrificata, il piceno con Roma, che cosa vedo invece? Vedo Delrio che dice: “Senza grandi arterie il cuore non funziona perché manca l’ossigeno ai territori”, il Presidente Ceriscioli: “Piano delle opere, piano dei sogni, cambia il rapporto con la comunità” e non si parla assolutamente di quello che avevano annunciato in pompa magna i giornali. Cosa dice invece l’amministratore delegato di Rfi? “Investiti 2,420 miliardi per collegare l’Abruzzo e il Lazio. Terni a Roma, Rieti a Roma, L’Aquila a Roma, L’Aquila ad Avezzano, Sulmona a Pescara, cioè per tutto l’Abruzzo 2,420 miliardi già stanziati con l’accordo di programma al Ministero, e nelle Marche che cosa? Nelle Marche per l’ammodernamento della Salaria un finanziamento stanziato 10 anni fa, allora mi sono cadute le braccia. L'Abruzzo ha due strade, che zio Remo ..., l’Assessore Sciapichetti sa chi è, due strade importantissime, autostrade, che collegano Roma in due ore, e cosa vedo? 2,420 miliardi di euro già stanziati ed effettivi per collegare la rete ferroviaria di tutto l’Abruzzo.
Allora dico: mi dispiace o non ho capito nulla perché mi sembra assurdo che in un territorio come il piceno disastrato da questo sisma si facciano dei lavori sulla Salaria stanziati 10 anni fa. Ecco per quale motivo ho fatto l’interrogazione, voglio sensibilizzare un po’ l’Assessore che è di quel territorio perché è assurdo che nel territorio …, sto presentando una proposta di legge in Parlamento - se ci sarà il Partito Democratico, Forza Italia, Movimento 5 Stelle, non ha importanza - perché il disegno di legge per la realizzazione della Ferrovia dei due mari è stato presentato da dei maceratesi nel 2001, i Senatori Bonatesta e Magnalbò. E' possibile che per dare vita ad un territorio ci debbano pensare due Senatori di Macerata? Mi sono domandato questo!
Nel 2001 non facevo politica e fare questa ferrovia costerebbe un miliardo di euro, sono gli studi che ha fatto il Direttore del genio civile di Ascoli. Mi aspettavo che il Presidente facesse almeno un accenno per tutto l’interesse che c’è nell’ascolano su questi 120 chilometri di ferrovia, 80 fino ad Antrodoco e 40 fino a Passo Corese, perché il Ministro ha detto: “Il tratto che va da Passo Corese a Rieti passando da Taurianova del 2006 prima di passare allo studio di fattibilità sarà oggetto di una discussione pubblica”, quindi ha intenzione di fare Antrodoco-Passo Corese e ci rimane questo pezzo di 80 chilometri da Ascoli ad Antrodoco, mettiamoci la mano, voi avete la forza di poterlo fare, allora si che da San Benedetto si potrebbe collegare Ascoli con tutto il mondo, verso nord, verso l’interno, verso Roma, sarebbe veramente dare un aiuto al territorio. Grazie.
PRESIDENTE. Ha la parola l’Assessore Casini.
Anna CASINI. La replica va fatta non sul merito, nel senso che la ferrovia sarebbe una grande opportunità, però a tutt’oggi l’interesse non c’è.
L’Abruzzo ha avuto zio Remo, noi abbiamo avuto zio Gianmario che ha realizzato a Macerata le due strade, se lo avessimo avuto nella provincia di Ascoli forse la Salaria con i costi delle due statali l’avremmo realizzata.
Detto questo, con grande onestà mentale le devo dire che non c’era nessun finanziamento negli ultimi 10 anni, chi dice, come qualcuno di Ascoli, che c’erano già i soldi per la Salaria, dice un’eresia perché il progetto non c’era, c’era un progetto mai approvato. C’era un progetto approvato dalla provincia di Ascoli, pagato 1,5 milioni di euro, ma mai approvato da Anas, non esisteva una approvazione ed io e il Presidente della Provincia di Ascoli la prima cosa che abbiamo fatto è stata quella di andare all’Anas a dire: “Ridateci i soldi della progettazione”, in realtà quel progetto purtroppo, e sarebbe da fare forse lì una bella indagine, non è mai stato approvato dall’Anas e l’Anas l’ha ritenuto irrealizzabile già da tempo.
Quindi questo progetto nuovo che Anas sta facendo è anche finanziato, io credo che sia una bella opportunità poi magari …
(interrompe il Consigliere Giorgini)
Anna CASINI. Esatto. E' finanziato quello che si sta realizzando, cioè la Galleria di Valgarinzia, per il resto non c’era nessun finanziamento.
(interrompe il Consigliere Giorgini)
Anna CASINI. Certo, ma quello si sta realizzando, Consigliere, di quello non me ne approprio perché lo stanno già realizzando.
(interrompe il Consigliere Giorgini)
Anna CASINI. Neanche questi sono soldi del terremoto, allora per spiegare a chi sente: non sono soldi del terremoto, i soldi del terremoto sono i 101 milioni di euro che abbiamo ieri approvato con i Sindaci che vanno in scuole e municipi.
Questi sono soldi del Ministero delle infrastrutture e dell’Anas e prima non c’erano, anzi le posso dire una cosa, dico che ci sono in parte nell’Anas e nel suo bilancio e in parte nella finanziaria, ma finché non vedo la finanziaria bollinata …
Un’altra cosa però le voglio dire: non confonda, come spesso accade - perché vi è accaduto anche con Ravenna e con il porto di Ancona, quando dicevate che l’Autorità portuale sarebbe andata a Ravenna perché avevate visto una slide - l’articolo di giornale senza il virgolettato su qualcuno che parla della ferrovia dei due mari, io onestamente non ne ho mai parlato e quando avrò l’opportunità di dire: “Si c’è una possibilità di averla”, ne parlerò, capita che i giornali dicano delle cose non sempre corrispondenti o che il titolo sia un po’ uno specchietto per le allodole.
Interrogazione n. 515
ad iniziativa del Consigliere Micucci
“Verifica condizioni di estensione ai consorzi di gestione vongole della Regione Marche del DM 26 settembre 2017: autorizzazione per la pesca della risorsa vongola entro le 0,3 miglia dalla costa”
(Svolgimento)
PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca l’interrogazione n. 515 del Consigliere Micucci.
Ha la parola, per la risposta, l’Assessore Sciapichetti.
Angelo SCIAPICHETTI. Grazie Presidente. Il Consigliere Micucci, che ringrazio per l’interrogazione, mette in evidenza direttamente e indirettamente lo stato di disagio dei vongolari, dei quali abbiamo discusso in questa sede a lungo nei mesi scorsi quando abbiamo approvato la legge.
L’interrogazione riguarda l’autorizzazione alla pesca della vongola all’interno della fascia di mare compresa tra la linea di costa e le 0,3 miglia. Ora su questo argomento l’ufficio ha preparato una risposta che metto agli atti.
L’interrogazione da parte del Consigliere trae le origini da una richiesta e poi da un'autorizzazione temporanea ottenuta dalle imbarcazioni dei compartimenti marittimi di Monfalcone e Venezia, una deroga temporanea alla pesca tra lo 0,1 e 0,3 miglia e l’interrogazione chiede di estendere questa possibilità anche ai vongolari della regione Marche.
Io credo che la richiesta debba essere assolutamente accolta, credo che sia bene che l’ufficio faccia questo monitoraggio volto a stabilire almeno due cose: che l’azione della pesca all’interno delle tre miglia non arrechi danno all’ecosistema marino e che ci siano gli elementi di sussistenza per estendere la pesca al di fuori delle tre miglia dalla costa.
Quindi, accertati questi requisiti che il monitoraggio dovrà verificare, non credo che possiamo aspettare questo monitoraggio, penso che dobbiamo lavorare in parallelo, far fare questo monitoraggio, così come è stato già anticipato, e contemporaneamente avanzare una richiesta al Ministero perché la deroga, così come è stata ottenuta dalle imbarcazioni dei compartimenti di Monfalcone e Venezia, possa essere data anche ai vongolari marchigiani partendo dal presupposto che, come sappiamo tutti, un terzo delle imbarcazioni sono nella regione Marche.
Direi che noi dobbiamo agire su due piani, chiedere l’autorizzazione da una parte al Ministero e fare gli approfondimenti necessari che l’ufficio della Regione ritiene opportuni e non attendere i risultati dello studio che comunque va fatto, ma chiedere contemporaneamente al Ministero. Poi ci aggiorneremo se il Ministero vorrà dare l’autorizzazione, se non la darà vedremo perché, se chiederà i risultati, avendo già noi avviato lo studio, sapremo dare le risposte necessarie.
PRESIDENTE. Ha la parola per dichiararsi soddisfatto o meno il Consigliere Micucci.
Francesco MICUCCI. Ringrazio l’Assessore per la risposta. L’interrogazione nasce, come diceva, da un caso analogo verificatosi nel compartimento di Venezia-Monfalcone e dalla legge che la Regione ha approvato nel giugno scorso di proroga dei confini dei consorzi di pesca.
Nel senso che già in quella discussione unanimemente si era richiamato il Ministero ad una presa di coscienza del problema vongole che c’è nelle Marche, proprio perché la regione da sola ha in sé più di un terzo delle licenze nazionali e queste licenze sono state tutte rilasciate, in tempi diversi, dal Ministero.
Ora il problema sta tutto in capo alla Regione, la richiesta era stata allora quella di una presa di posizione da parte del Ministero che in qualche modo potesse aiutare e sostenere il problema nella regione Marche.
Attraverso questa interrogazione si solleva la possibilità per il Ministero di agire concretamente a sostegno delle imbarcazioni di pesca della regione Marche, nel senso che questa deroga può essere data dal Ministero delle politiche agricole, c’è un precedente, perché la stessa deroga è già stata data ad un compartimento che credo non abbia né più né meno (forse meno) difficoltà economiche rispetto ai compartimenti della regione Marche.
Credo che ci siano tutte le condizioni, l’ho messo in premessa, ha fatto bene lei a ricordarlo, di salvaguardia della stagione turistica, salvaguardia della flora e della fauna, che io do per scontate, ma onde evitare polemiche le ho anche reinserite ed ha fatto bene lei a ricordarlo. Quindi salvaguardando tutte queste situazioni, credo che ci siano tutte le condizioni per poter, almeno in alcuni periodi dell’anno, concedere questa deroga proprio perché, come sappiamo, è del tutto evidente che oramai la risorsa è anche a ridosso della spiaggia, perché la sabbia è presente soprattutto in quelle zone.
Credo che gli uffici potrebbero immediatamente fare la richiesta, poi se il Ministero chiedesse integrazioni, studi, verifiche si potrà dare mandato all’ufficio, non so quale, di fare degli studi, ma che siano rapidi perché la situazione, come sappiamo tutti, è in uno stato di emergenza. E' sotto gli occhi di tutti che ci sono delle condizioni, quindi anche un po’ di responsabilità da parte degli uffici, nel constatare, nel certificare questa situazione di emergenza dei consorzi marchigiani.
Prendo positivamente l’impegno dell’Assessore e mi auguro, verificherò nei prossimi mesi, che gli uffici siano solerti nell’impegnarsi affinché il Ministero, che è il diretto responsabile di questa situazione, possa dare delle risposte a sostegno di quelle già date dalla Regione Marche. Grazie.
Mozione n. 219
ad iniziativa del Consigliere Fabbri
“Stato di degrado e di potenziale pericolo del porto di Baia Vallugola (Gabicce Mare PU) e concessione scaduta”
(Rinvio)
PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca la mozione n. 219 del Consigliere Fabbri, che ha la parola.
Piergiorgio FABBRI. Grazie Presidente. La mozione è del febbraio 2017 perché si pensava che, nei tempi del Regolamento, potesse essere discussa ed essere efficace per l’estate 2017.
La situazione in cui versa il porto di Baia di Vallugola è preoccupante, una situazione di degrado che è stata certificata da vari enti compreso il Ministero, ci sono anche degli esposti e la concessione è scaduta dopo oltre trent’anni nel maggio 2016.
La situazione in questi 10 mesi dalla presentazione della mozione si è evoluta, se vogliamo anche in peggio, abbiamo addirittura un bando che il Comune ha emanato che ha diviso l’area mare dalle pertinenze a terra. Poi si è venuto a sapere che il contratto per la concessione temporanea delle pertinenze a terra non è stato finalizzato, quindi non si capisce questa estate come abbiano fatto a far funzionare il porto, mentre lo specchio d’acqua che era stato inizialmente affidato per un anno poi è stato in maniera discutibile, all’interno del bando, prolungato per due anni.
La situazione rispetto a 10 mesi fa si è ancora evoluta rispetto alla narrativa della mozione, nonostante il fatto che i tre punti su cui il dispositivo impegna la Giunta possono essere tutto sommato ancora abbastanza attuali, preferirei rinviare la discussione di questa mozione in quanto vorrei aggiornare il dispositivo per poterla discutere in maniera puntuale, perché la situazione è particolarmente delicata, con l’impegno di riportarla all’inizio dell’anno in evidenza con una nuova mozione dato che non si può emendare, altrimenti l’avrei emendata velocemente aggiornando leggermente il dispositivo ed aggiornando soprattutto la narrativa della mozione, perché ci tengo che venga fatta chiarezza in quanto il porto di Vallugola è di competenza regionale. Quindi mi piace ed è necessario che il Consiglio prenda coscienza della situazione e faccia chiarezza anche all’interno con i propri uffici sulla gestione non proprio limpida con la quale il porto e il Comune purtroppo stanno portando avanti la questione. Questa è la mia proposta.
PRESIDENTE. Quindi chiede il rinvio? L’Assessore è d’accordo, se nessuno pone obiezioni, si può considerare rinviata la mozione 219.
Rinvio della mozione n. 219, lo pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa approva)
Mozione n. 221
ad iniziativa dei Consiglieri Giorgini, Maggi
“Difesa del suolo - Interventi urgenti per la messa in sicurezza e prevenzione del territorio”
(Discussione e votazione)
PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca la mozione n. 221 dei Consiglieri Giorgini, Maggi.
Ha la parola, per l'illustrazione, il Consigliere Giorgini.
Peppino GIORGINI. Grazie Presidente. Noi in questi tempi stiamo parlando di sisma, di terremoti, ma non si parla più del problema che ha il nostro territorio sull’assetto idrogeologico, che è ben più grave di quello che potrebbe verificarsi con i terremoti.
Ho fatto fare uno studio in base al rapporto Ispra del 2015 sul dissesto idrogeologico in Italia, specifico sulle Marche, quindi in questa Assemblea riporterò solo dei piccoli dati per non dilungarmi troppo.
Purtroppo la Regione Marche è messa molto male a differenza di altre regioni e i dati che vi dirò adesso sono del Progetto Iffi, che è stato fatto in collaborazione con l’Ispra, ed è l’inventario dei fenomeni franosi in Italia dove noi siamo al 16,1% - non dirò tanti numeri per non confondere poi su altre cose - per il rischio pericolosità di frana, dal P4 al P1, quindi un indice altissimo di tutte e quattro le pericolosità.
Per la pericolosità idraulica siamo al 9,3% e su 239 comuni ne sono coinvolti 239, quindi tutti i comuni secondo l’Ispra e secondo l’Iffi sono soggetti a pericolosità idraulica media o elevata.
Il rapporto fatto dal Consiglio nazionale dei geologi, su dati Ispra, dà dei valori incredibili perché noi abbiamo l'indice di franosità il più alto di tutta Italia: 19,4 e pensate che la Liguria è a 7,9.
In base a questi pochi dati, ma ne ho a fare notte, ho voluto fare questa mozione perché credo che la prevenzione su questo tema sia alla base di tutto e vedo la Giunta, chi ha il compito di governare questa regione, fare poco o nulla per la prevenzione dell'assetto idrogeologico, i dati sono allarmanti e per questo motivo ho presentato questa mozione.
Con la presentazione di codesto documento chiedo informalmente ai componenti di questo Consiglio di fare uno sforzo e tornare con la memoria ad uno qualunque dei momenti in cui, anche solo nel corso di questi ultimi 20 anni, direttamente o indirettamente, siano stati testimoni di uno qualsiasi dei disastri che hanno ferito più o meno gravemente il nostro territorio regionale.
Sono sicuro che non c'è nessuno in questo consesso a cui non sia capitato di essere coinvolto, nelle forme più varie, in uno degli innumerevoli episodi che hanno messo a dura prova l’economia, l’organizzazione, il coraggio di molti nostri concittadini, vedi Villa Musone, vedi Senigallia, vedi Sant’Elpidio a Mare, giusto per citare qualche caso.
Per quanto mi riguarda io, come altre centinaia di cittadini sanbenedettesi, sono ancora in causa con lo Stato italiano per mezzo del Tribunale superiore delle acque pubbliche per quel disastro che fu l’alluvione del Tronto nel ’92 che provocò 100 miliardi di lire di danni e che ancora oggi mostra i segni della sua straripante devastazione. Le poche opere di mitigazione del rischio messe in atto a seguito dei vari e tanti eventi calamitosi impallidiscono di fronte alla cementificazione continua delle aree soprattutto costiere della nostra regione.
L’incuria e l’abbandono in cui versano la maggior parte dei versanti e dei corsi d’acqua minori e la superficialità con la quale si è continuato ad occupare aree preziose per lo sfogo delle piene, dovrebbe essere una preoccupazione primaria e non secondaria di chi governa il territorio, ma è con profonda preoccupazione che noi residenti in aree a rischio guardiamo all’approssimarsi delle scadenze statistiche evitando di mettere beni di valore ai piani bassi e nei sottoscala.
Dispiace considerarlo, ma l’approvazione di una mozione come questa ha molto a che fare con l’emotività, avessimo dovuto valutare se impegnare energie, fondi, lavoro all’indomani di una delle nostre disfatte nei confronti della natura, probabilmente non avremmo avuto dubbi e saremmo corsi a riparare ciò che abbiamo guastato, subito, immediatamente, senza alcun dubbio.
Il problema è che, se così si può dire, siamo oggi in tempo di pace, non sappiamo ancora per quanto, ma è così. In tempo di pace dovremmo pensare ad aggiornare i piani di protezione civile, in tempo di pace dovremmo ragionare lucidi sulla prevenzione, in tempo di pace dovremmo sentirci un po’ tutti come Franklin Rooselvelt che ebbe l’idea meravigliosa di superare la grande depressione anche grazie al più vasto progetto di lotta al dissesto idrogeologico della storia.
Investire in sicurezza oggi, dando lavoro, risparmiando in danni, emergenza, criticità sociali e sanitarie domani, un prestito a sé stessi fatto di dividendi futuri inconsueti, impalpabili, ma estremamente importanti come sicurezza e serenità.
Abbiamo bisogno di valutare oggi ciò che va fatto, ora, adesso, subito, perché il tempo di pace sia l’unico da considerare. Per questo e non per altri motivi chiedo a questa Assemblea legislativa di tenere a forte conto questa mia mozione. Grazie.
Presidenza del Presidente
Antonio Mastrovincenzo
PRESIDENTE. Ha la parola l’Assessore Sciapichetti.
Angelo SCIAPICHETTI. Intervengo per dire che gli argomenti trattati e proposti dalla mozione dei Consiglieri Giorgini e Maggi, e illustrati adesso dal Consigliere Giorgini, sono molto importanti, degni di una grande attenzione e del dovuto approfondimento.
Debbo soltanto precisare che gran parte delle cose che lei ha detto, si stanno facendo sia a seguito degli eventi sismici, di cui abbiamo parlato, che a seguito della revisione e dell’aggiornamento, per esempio, del Pai che noi abbiamo fatto nel 2016 e che ha visto l’85% del territorio regionale messo sotto attenzione.
Sono stati esaminati 8.000 nuovi o diversi dissesti di versante, ricavati da indagini specialistiche di 65 piani regolatori generali, insomma sono stati inseriti nel Pai circa 2.800 nuovi fenomeni di assesto di versante e sono state inserite più di 59 aree di esondazione, per dire che gli uffici stanno facendo un grande lavoro.
Penso che l’esortazione del Consigliere Giorgini sia utile, ma gli uffici competenti stanno già lavorando su questi versanti, fare adesso un'ulteriore Commissione o gruppo di lavoro interdisciplinare che approfondisca argomenti che sono già in fase di trattazione a me pare pleonastico, quindi credo che il voto debba essere contrario.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Giorgini.
Peppino GIORGINI. Grazie Assessore per la risposta. Quello che ha detto lei io non lo metto in dubbio, ma purtroppo lei sostiene quello che la storia ci dice da 30 anni in questa regione. Lei ci ha detto le stesse identiche cose che hanno detto i predecessori di questa Assemblea. Si continua nella nostra regione ad avere allagamenti, si continuano a non curare i corsi d’acqua, come torrenti e fiumi, il problema è molto più grande di quello che lei ha detto adesso.
Capisco, è chiaro che non partiamo da zero, ma un gruppo di lavoro interdisciplinare potrebbe essere importante perché potrebbe valutare l’aspetto della difesa del suolo magari con dei geologi, la Regione ne ha tanti e bravi, per avere una panoramica di quello che sta succedendo nel nostro territorio, perché siamo stati fortunati, caro Assessore, che in 7 mesi non ha mai piovuto, però di versanti in frana ce ne sono a centinaia, a migliaia, quindi non solo le frane, ma anche le alluvioni.
Ritengo, l’ho detto prima, che prevenire sia meglio che curare, però se lei dice che ...
(interrompe l'Assessore Sciapichetti)
Peppino GIORGINI. Io non posso mettere in dubbio …
(interrompe l'Assessore Sciapichetti)
Peppino GIORGINI. Benissimo, non ho i mezzi per contraddirla perché se lei mi dice una cosa …
(interrompe l'Assessore Sciapichetti)
Peppino GIORGINI. Va bene. Grazie.
PRESIDENTE. Passiamo alla votazione.
Mozione n. 221. La pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa non approva)
Mozione n. 253
ad iniziativa della Consigliera Marcozzi
“Dilazioni e agevolazioni su restituzione tributi sospesi e non versati dei residenti nelle zone terremotate”
(Ritiro)
PRESENTE. L’ordine del giorno reca la mozione n. 253 della Consigliera Marcozzi, ha chiesto la parola, ne ha facoltà.
Jessica MARCOZZI. Ne parlavo con l'Assessore Cesetti questa mozione la ritiro perché riguardava le norme finanziarie che prevedevano la proroga al 31 dicembre 2017 della durata della busta paga pesante, la restituzione in 9 rate a decorrere dal 16 febbraio 2018 e chiedevo l’impegno della Giunta a sollecitare il Parlamento per modificare le modalità di restituzione dei tributi sospesi.
Questo è stato fatto, la mozione è stata presentata sei mesi fa, quindi credo che sia giusto ritirarla.
PRESIDENTE. Ha la parola l’Assessore Cesetti.
Fabrizio CESETTI. Vorrei spiegare alla Consigliera Marcozzi che la legislazione nazionale, in corso di approvazione alla Camera dei Deputati e poi passerà verisimilmente al Senato prima di Natale nell’identico testo, accoglie le richieste che vengono auspicate con la mozione, quindi a questo punto votare è pressoché inutile pertanto può essere ritirata.
Mozione n. 302
ad iniziativa dei Consiglieri Mastrovincenzo, Maggi, Urbinati, Busilacchi, Rapa
“Adesione campagna ‘Senzatomica’ e rispetto del Trattato di non proliferazione nucleare”
(Discussione e votazione)
PERSIDENTE. L’ordine del giorno reca la mozione n. 302 dei Consiglieri Mastrovincenzo, Maggi, Urbinati, Busilacchi, Rapa.
Ha la parola, per l'illustrazione, il Consigliere Maggi.
Giovanni MAGGI. Questa mozione potrebbe sembrare quasi velleitaria, ma secondo me è un atto politico importantissimo in un momento così delicato della nostra storia, dove si riparla, dopo la guerra fredda e la caduta del muro di Berlino, di conflitto atomico.
Questa mozione era stata presentata dal gruppo del Movimento 5 Stelle, è stata unita con quella presentata dalla Conferenza dei capigruppo, che ha accettato ovviamente di buon grado di unirla …
PRESIDENTE. Mi scusi, la correggo, era una mozione presentata a livello nazionale dalla Conferenza dei Presidenti.
Giovanni MAGGI. Certo! E' stata oggetto di una discussione e l’ultimo punto dell’impegna viene superato, però si è deciso collegialmente di ripresentarla in Aula.
La mozione è semplicissima nel senso che è chiarissima e io non farò altro che prendere dei punti per fare un rapido riassunto di quello che c’è scritto.
Una stima attendibile dice che ci sono sul nostro pianeta 20.000 armi atomiche in grado di distruggere e cancellare ogni forma di vita sulla terra. Secondo la Federazione degli scienziati americani l’Italia custodisce il più alto numero di armi nucleari statunitensi schierate in Europa, arsenale composto da 70 ordigni B61 su un totale di 180 presenti nelle basi italiane di Ghedi-Torre e Aviano. L’Air Force documenta che sono in fase di sviluppo negli Stati Uniti le nuove bombe nucleari B6112, una arma contestata nucleare che è pari a quattro volte la potenza di quelle lanciate su Hiroshima alla fine dell’ultimo conflitto mondiale.
L’Air Force dimostra che la bomba nucleare B6112 può essere sganciata dai cacciabombardieri che sono dislocati nella base di Aviano, l’Italia fa parte del Gruppo pianificazione nucleare della Nato e mette a disposizione del proprio territorio non solo l’installazione di armi nucleari, ma anche i piloti italiani che vengono addestrati all’attacco nucleare dai militari Usa.
I previsti caccia F35, sull’acquisto dei quali si è molto discusso, saranno integrati, come dice l’U.S. Air Force, con le bombe B6112, quindi in questo modo verrebbe violato il Trattato di non proliferazione delle armi nucleari firmato nel ’69 e ratificato nel ’75 che stabilisce all’articolo 2 che ciascuno degli Stati militarmente non nucleari che sia parte del trattato si impegna a non ricevere da chicchessia armi nucleari o altri congegni nucleari esplosivi, né il controllo su tali armi e congegni esplosivi direttamente o indirettamente.
Con la presenza simultanea sul nostro territorio di B6112, di F35 con la presenza del sistema di telecomunicazione satellitare della Marina militare degli Stati Uniti l’Italia diventa un bersaglio prioritario per eventuali rappresaglie nucleari.
Naturalmente tutto questo, oltre ai Trattati che ho citato, contrasta evidentemente con lo spirito dell’articolo 11 della nostra Costituzione che recita: “L’Italia ripudia la guerra come strumento di offesa della libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali”.
Tenuto conto che negli ultimi anni sono stati proposti e firmati da molti Governi Trattati per il disarmo nucleare e che nel 2011 è stato firmato il nuovo accordo Start 2 che prevede una riduzione da 2.200 a 1.550 il numero delle testate nucleari sia degli Stati Uniti che della Russia, preso atto di questa tendenza, il Movimento internazionale per l’abolizione delle armi nucleari ha promosso diverse campagne sostenute da diverse e autorevoli associazioni.
A partire dal 2011 nel nostro Paese è stata lanciata la campagna “Senzatomica” promossa da molte organizzazioni scientifiche, militari e culturali di parecchi Paesi europei e del mondo e di parecchi premi Nobel per la pace a cui ha aderito anche l’Italia.
Quindi vista la mozione avente per oggetto “Adesione alla campagna “Senzatomica” per una convenzione per l’abolizione delle armi nucleari” e vista la richiesta presentata dal Presidente del Consiglio della Regione Lazio relativa all’approvazione da parte della Conferenza dei Presidenti delle Assemblee legislative e delle Province autonome di una mozione del Governo della Repubblica al fine di promuovere, sia a livello nazionale che internazionale, delle azioni ufficiali atte a garantire il diritto di un mondo libero dalle armi nucleari, impegna il Presidente e la Giunta a richiedere al Governo di rispettare il trattato di non proliferazione di armi nucleari e ad attenersi a quanto esso stabilisce, a far si che nel territorio italiano vengano immediatamente rimosse le armi con rinuncia all’installazione delle nuove bombe B6112 e di altre armi nucleari, ad aderire alla campagna “Senzatonica”, a promuovere iniziative di sensibilizzazione per la messa al bando delle armi nucleari e a prodigarsi in azioni ufficiali credibili, a sollecitare la Presidenza della Repubblica, il Governo, il Parlamento ed il Ministro agli affari esteri affinché si traduca in azioni ufficiali credibili e concrete da intraprendere a livello nazionale e internazionale il diritto ad un mondo libero dalle armi nucleari.
Ci sono altri due punti, l’ultimo era quello che prevede la richiesta al Governo di votare a favore della risoluzione presentata in sede Onu ad iniziativa dell'International campaign to abolish nuclear weapons (Ican) per l’abolizione giuridica delle armi nucleari del mondo, ma sappiamo che il Presidente Gentiloni questo Trattato non l'ha firmato.
Questa è una mozione che richiede una presa di posizione politica molto importante di questa Assemblea, che chiede che l’Italia non sia un bersaglio per rappresaglie atomiche, visto che ce ne sono i motivi, visto che ci sono le basi americane, bombe, caccia bombardieri e piloti italiani addestrati a questo bisogno. Io chiedo che questa Assemblea approvi e dia un segno forte, politicamente forte, perché questa mozione venga approvata all’unanimità. Grazie.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Marconi.
Luca MARCONI. Solo una battuta su questo argomento vista l’ora, per noi normalmente tarda, ma non tarda in assoluto, che non può essere secondo me liquidato con una semplice affermazione di principio.
Penso che non ci sia nessun pazzo in quest’Aula non che consideri la guerra nucleare, ma addirittura la guerra stessa, come uno strumento di risoluzione dei conflitti fra i Paesi e fra i popoli, però l’ultima cosa che ha detto il Consigliere Maggi è vera, il Presidente del Consiglio per ovvie ragioni non ha firmato questo atto per il Governo italiano, perché il problema non è solo quello di essere oggetto o meno di rappresaglie da parte di chi magari vuole aggredirci da questo punto di vista, il problema è sapere se l’Italia fa parte di un sistema di interdizione oppure no, sistema che cade tutto insieme. Io non riesco neanche a capire l’arroganza dei grandi del mondo, per esempio, nei confronti dell’Iran, non riesco a capire perché l’Iran che è un Paese sovrano non può costruire, dico un paradosso, armi nucleari, non può dotarsi di armi nucleari quando ce le ha Israele, non può dotarsi di armi nucleari quando ce le hanno la Russia, la Cina, l’India, gli Stati Uniti, loro che ne hanno a tonnellate dicono all’Iran: “Tu non devi averle”, poi magari altri sfuggono a questo tipo di controllo, vedi la Cina, il Brasile, se le sono fatte e per quelli va bene.
Dal 1954 ad oggi abbiamo stabilito che ci sono 5 padroni del mondo che hanno le armi nucleari, a questi se ne sono aggiunti altri perché sono grossi e tutto il resto del mondo schiavo e sottomesso.
Adesso c’è da capire se siamo dentro o fuori questo tipo di sistema. Siccome questa è una sede politica e non siamo ad una conferenza, non me la sento di assumermi la responsabilità anche se non conto nulla, se non che uno, di intervenire su questo argomento sulla base di questa semplice motivazione di base che sarà anche vera, isolata da un contesto, non è più vera dentro un contesto, perché dentro un contesto il problema non è se l’Italia avrà o no 10 o 15 bombe di più, il problema è di carattere più generale e qualcuno più autorevole di noi l’ha già posto in un recente intervento che è partito da oltre Tevere dicendo che il problema è generale, ma parte da chi? Parte dagli Stati Uniti, dalla Cina e dalla Russia che ancora governano il mondo sulla base di questo presupposto, il terrore atomico e il terrore finanziario, tra le altre cose tutte fortemente intrecciate, soprattutto Stati Uniti e Cina.
Quindi dico in linea di principio non me la sento di partecipare a questa votazione perché ritengo che non ha senso far parte di un movimento che porti a questo risultato, perché non me la sento, in tutta coscienza non me la sento, non posso essere partito di Governo, partito d’opposizione a seconda delle convenienze perché magari adesso fa bene fare questo tipo di ragionamento.
L’ho fatto io il riferimento oltre Tevere, il Papa l’ha fatto a tutto il mondo e, ripeto, non siamo una sede che decide, se io fossi la sede che decide e avessi sul dito pollice la decisione rossa e verde per mettere o non mettere in un contesto completamente diverso, non ho dubbi che sia questo, ma in questo contesto, ripeto, sul piano della regola del diritto internazionale mi chiedo perché l’Iran non deve farle, mi chiedo perché l’Iran non può mettere le bombe nucleari quando tutti quelli che glielo dicono sono pieni di bombe e potrebbero radere al suolo l’Iran, a cominciare da Trump, in qualsiasi momento. Questa è una assurdità che mette sempre da una parte i poveri del mondo e dall’altra parte quelli che sono ricchi e rimarranno sempre ricchi e potenti.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Urbinati.
Fabio URBINATI. Grazie Presidente. Intervengo semplicemente per fare una proposta di risoluzione su un tema così importante, che poi è uno dei grandi temi che la politica degli anni ’70, ’80, ma ancor prima negli anni ’60, ha trattato con risultati che sono stati altalenanti.
Ho sempre avuto le idee chiare riguardo a questi temi, è sbagliato, secondo me, dire che azioni tipo questa o azioni che promuovono la cultura della non proliferazione delle armi nucleari, che promuovono la cultura della pace, siano fine a se stesse perché credo che miglior deterrente per tutte le tensioni che oggi ci sono al mondo siano le risoluzioni da un punto di vista politico con un Governo globale che sia più strutturato di quanto non lo sia oggi, perché oggi tutto possiamo dire tranne che ci sia un ordine mondiale e quello che sta accadendo a Gerusalemme ne è la più chiara testimonianza.
E' importante che si diffonda attraverso iniziative come questa la cultura della pace perché su questo presupposto credo che noi possiamo educare masse, centinaia di migliaia di giovani che rappresentano il futuro del mondo ed il futuro del nostro pianeta.
Quindi propongo una risoluzione perché l’ultima parte della mozione è superata dai fatti.
Credo che con questa risoluzione, che stiamo distribuendo ai Consiglieri, insieme possiamo dire una parola importante su questo che, ripeto, è uno dei grandi temi e la politica internazionale, come quella di base, quella dei territori, dovrebbe ricordarsi, secondo me, di discuterne dentro le proprie sezioni, dentro le proprie organizzazioni. Grazie.
PRESIDENTE. Proposta di risoluzione a firma dei Consiglieri Mastrovincenzo, Maggi, Urbinati, Busilacchi, Rapa, Bisonni, Pergolesi, Giorgini, Fabbri. La pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa approva)
Mozione n. 307
ad iniziativa dei Consiglieri Zaffiri, Volpini, Giancarli
“Disservizi Ospedale di comunità di Arcevia”
Interrogazione n. 469
ad iniziativa del Consigliere Giancarli
“Mezzo di soccorso avanzato H24 presso la struttura sanitaria di Arcevia”
(abbinate)
(Discussione e votazione)
PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca la mozione n. 307 dei Consiglieri Zaffiri, Volpini, Giancarli e l’interrogazione n. 469 del Consigliere Giancarli, abbinate.
Ha la parola, per l'illustrazione, il Consigliere Giancarli.
Enzo GIANCARLI. Brevemente perché poi interverranno forse altri, il Consigliere Traversini, qui c’è la strategia delle aree interne, quindi dovrà pronunciarsi.
Ringrazio il Consigliere Zaffiri ed il Consigliere Volpini per avermi fatto sottoscrivere la loro mozione e per quanto mi riguarda dico tre cose, ho fatto una email l’8 gennaio 2014 indirizzata all’Assessore alla sanità della Regione Marche Mezzolani, al Dott. Gigliucci, Dirigente del Servizio sanità della Regione Marche, che oggi ha un altro incarico sempre nell’Asur, che diceva: “Ho ricevuto tre giorni fa la lettera del Sindaco di Arcevia Andrea Bomprezzi indirizzata anche a voi. Il Sindaco ha perfettamente ragione l’Msa di Arcevia nelle valli del Misa e Nevola deve essere mantenuta per 24H le ragioni sono state più volte sottolineate anche nella mia del 10 ottobre scorso che allego. Non aggiungo altro perché c’è da fare una cosa soltanto: gli atti necessari per consolidare questo servizio”. Poi il Presidente Volpini della Commissione sanità dell’attuale legislatura ha inoltrato il parere favorevole nel gennaio del 2016 ad una delibera importante, che è la 139, e ha scritto nell’allegato A dello schema di deliberazione del 22 dicembre 2015 n. 1183 “venga aggiunto l’ospedale di Arcevia con i relativi posti letti per le cure intermedie nonché la descrizione dei servizi presenti e il mezzo di soccorso avanzato H24 in quanto primo Ospedale di comunità realizzato nelle Marche operante da anni” e poi nella valle sono stati chiusi altri tre ospedali.
Nella progettualità delle aree interne del 27 novembre 2017 la Giunta della Regione Marche, quando approva la proposta di strategia delle schede di intervento ad essa collegate del basso appennino pesarese e anconetano, in ottica di sistema di efficientamento dell’uso delle risorse nella logica della valorizzazione ed integrazione degli interventi relativi alle quattro aree di intervento sanitario, inserisce la telemedicina negli ospedali di comunità e nel sistema di emergenza sanitaria, la gestione della cronicità delle aree interne, la piattaforma per un nuovo punto salute welfare, la rete delle strutture residenziali e semiresidenziali, quindi di fatto entra anche dentro questa strategia.
Il Consigliere Zaffiri si era soffermato molto, me ne aveva parlato anche personalmente, sulla necessità, perché qui parliamo di telemedicina, visto che ci sono tutte le strutture, tra l’altro particolare curioso gli operai della Termovat hanno fatto una azione di solidarietà ed hanno acquistato uno strumento per la radiologia, poi siccome non hanno raggiunto tutta la cifra perché credo che il costo sia sui 120.000 euro, una parte della somma ce l’ha messa anche l’Asur, bene, questo apparecchio non può non essere utilizzato perché, ripeto, è figlio della solidarietà dei lavoratori e in parte delle risorse pubbliche, è sufficiente avere un medico una volta o due a settimana, considerato che sono tantissimi i medici che operano nelle radiologie del territorio, territorio inteso per area vasta, quindi credo di essere stato molto concreto citando atti della Giunta della Regione Marche fatti pochi giorni fa, atti della Commissione sanità e del Presidente Volpini, atti della strategia delle aree interne, quindi credo che la mozione contenga queste due cose: la radiologia da un lato e l’Msa H24, non solo chiedo l’approvazione, ma è bene che si vada all’attuazione di decisioni già prese.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Zaffiri.
Sandro ZAFFIRI. Grazie Presidente. Per ringraziare il Consigliere Giancarli che ha presentato in modo squisito questa mozione.
Vorrei solo aggiungere una cosa che era importante ed è importante secondo me, non soltanto la questione tecnica, ma la questione politica. Forse la presenza dell’Assessore è sempre importante, perciò quest’Aula gli manda un messaggio: “Caro Assessore, la politica è importante non sempre la tecnica risolve i problemi”, perciò credo che i Direttori dell’Asur devono fare i Direttori, l’Assessore deve fare l’Assessore, pertanto occorre che obblighi i medici ad usare gli strumenti tecnologici perché questo è un problema non di presenza sul territorio, magari da Fabriano si può verificare quello che può essere fatto, due giorni alla settimana ad Arcevia. Così si fa, dice il Consigliere Volpini, bisogna comandarli, bisogna comandare queste persone a svolgere queste funzioni. La politica serve a questo a casa della Lega. Grazie.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Fabbri.
Piergiorgio FABBRI. Voglio velocemente intervenire per evidenziare un fatto. Noi in quest’Aula stiamo continuamente parlando di sanità, portando all’attenzione il fatto che le popolazioni sono in difficoltà.
Nell’entroterra questo piano sanitario benedetto, scaduto dal 2014, non è efficace, non viene realizzato, domani c’è l’Area vasta in Urbino, sul giornale c’è scritto che il Presidente Ceriscioli diserterà, non ci andrà e manderà Fiorenzuolo, però ci sono decine di mozioni e interrogazioni che questo disagio sociale lo mettono in evidenza e si viene a pietire un minimo di assistenza nelle aree interne perché il declassamento di 13 strutture ad ospedale di comunità non è sufficiente a dare la giusta copertura sanitaria alle popolazioni.
Quindi in assenza di una strategia, in assenza di una realizzazione decisa di una riforma, in assenza dell’erogazione di servizi, si moltiplicano gli atti che chiedono 12 ore in più di ambulanza, che chiedono un giorno in più di diagnostica, che chiedono queste cose qua, 20, 10 letti di lunga degenza, di riabilitazione, e poi si spalancano le porte al privato.
E’ chiaro che a livello politico il messaggio che ormai tutti i cittadini hanno recepito è quello che nell’entroterra sono insufficienti le misure sanitarie che questa Giunta sta erogando, occorre assolutamente iniziare a pensare ad un nuovo piano sanitario efficace che abbia un paradigma completamente diverso rispetto a quello che si tenta di realizzare e non si riesce a realizzare, perché la 139 ormai è datata, è di oltre un anno fa e ancora siamo in mezzo al guado, ancora si chiede ai medici di base di entrare nelle strutture e ancora non si trovano i medici per l’emergenza, ancora non si risolve il problema delle ambulanze e degli eliporti. Quindi voglio stigmatizzare questa situazione che di Consiglio in Consiglio ci ritroviamo ogni volta a vivere.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Volpini.
Fabrizio VOLPINI. Non volevo parlare, ma l’intervento del Consigliere Fabbri mi ha stimolato, solo per ricordare che Arcevia è ospedale di comunità dal 1998, è stato fatto ben prima della 1345, ben prima della 139, oltretutto è stato preso ad esempio nei testi di organizzazione sanitaria e rispetto all’ingresso dei medici di medicina generale, conosco quella realtà molto bene, non solo sono entrati, ma sono entusiasti tant’è che i Commissari sono venuti, anche la Commissaria del Movimento 5 Stelle che sta in Commissione sanità, ed io lo ricordo bene, a quella benedetta Commissione sanità nella quale abbiamo invitato chi questa esperienza delle cure intermedie negli ospedali di comunità l’aveva fatta, sono loro testimoni. E' venuto il Dr. Spaccia ed ha raccontato l’esperienza dell’ospedale di comunità da medico di medicina generale, quella registrazione si può andare a riprendere per dire che non solo sono entrati, ma sono soddisfatti, qui c’è un problema, ed ha ragione il Consigliere Zaffiri quando dice che la politica in questo caso è importante, che riguarda un settore specifico che è quello della trasmissione radiologica e della copertura dell’H24 della medicalizzata che è stata prevista 12 ore a Sassoferrato e 12 ore …, c’è quindi una giusta richiesta di quei territori per quel tipo particolare di territorio che è quello di Arcevia, perché bisogna sempre ricordare che Arcevia è l’ultima propaggine della Valle del Misa, ma non c’entra niente il ragionamento che ha fatto il Consigliere Fabbri sulla frammentazione ospedaliera, sul superamento dei 13 ospedali. E' una cosa che è stata fatta nel 2014, questa è stata fatta nel 1998, l’ospedale di comunità di Arcevia con l’ingresso dei medici di medicina generale a gestire le cure intermedie e soprattutto con la soddisfazione di quelle popolazioni. Alcune scelte in alcuni territori sono state fatte prima che arrivassero le normative Balduzzi, piuttosto che il D.M. 70, piuttosto che tutto quello che arrivato, perché c’era quella esigenza assistenziale perché l'ospedale che c’era allora ad Arcevia era assolutamente non adeguato per le necessità di quel territorio.
Il resto appartiene ad una visione che è la vostra, non è la nostra, rispetto ad altri territori, ma non c’entra con Arcevia, può c'entrare con Cagli, può c'entrare con Sassocorvaro, quelli che sono oggetto dell’intervento della 1345 poi della 139, non per Arcevia.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Fabbri.
Piergiorgio FABBRI. L’esperimento di Arcevia si inseriva in una realtà territoriale che non è quella attuale, quindi aver preso questo esperimento e averlo esteso a tutto l’entroterra si sta dimostrando sbagliato, dico soltanto questo. Quindi una situazione di una realtà specifica, avendo a supporto una rete territoriale differente, parliamo di 15 anni fa, non può essere allargata a tutto il resto.
Rimango giustamente della mia opinione perché gli atti che vengono presentati quotidianamente in quest’Aula confermano questo disagio delle popolazioni.
PRESIDENTE. Passiamo alla votazione.
Mozione n. 307. La pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa approva)
La seduta è tolta.
La seduta termina alle ore 18,20