Resoconto della seduta n.96 del 13/11/2012
SEDUTA N. 96 DEL 13 NOVEMBRE 2012
La seduta inizia alle ore 10,30
Presidenza del Presidente
Vittoriano Solazzi
Comunicazioni del Presidente
PRESIDENTE. Colleghi buona giornata, dichiaro aperta la seduta n. 96 del 13 novembre 2012. Do per letto il processo verbale della seduta n. 95 del 6 novembre 2012, il quale, ove non vi siano obiezioni, si intende approvato ai sensi dell’art. 29 del Regolamento Interno.
Comunico che:
Sono state presentate le seguenti proposte di legge:
n. 264 in data 5 novembre, ad iniziativa della Giunta regionale, concernente “Disposizioni urgenti in materia di trasporto pubblico regionale e locale”, assegnata alla IV Commissione in sede referente e trasmessa per opportuna conoscenza al Consiglio delle Autonomie Locali;
n. 265 in data 6 novembre, ad iniziativa del Consigliere Perazzoli, concernente “Modificazioni alla legge statutaria 8 marzo 2005, n. 1”, assegnata alla I Commissione in sede referente e trasmessa alla Commissione straordinaria ex art. 135 del Regolamento interno per l’espressione di un parere.
Sono state presentate le seguenti mozioni:
n. 426 del Consigliere Marangoni “Impianto radar di Potenza Picena. Tutela della salute dei marchigiani investiti dal sistema irradiante delle 'microonde' aventi portata di 500 Km di distanza. Richiesta di applicazione articolo 5 dello Statuto regionale e del principio di precauzione di cui al trattato costitutivo della comunità europea”;
n. 427 del Consigliere Cardogna “Moratoria alle trivellazioni petrolifere in Adriatico e miglioramento del monitoraggio per la previsione, prevenzione e gestione di eventuali rilasci di idrocarburi in mare”;
n. 428 dei Consiglieri Solazzi, Giorgi "Spending review ed emergenza penitenziaria".
Comunico, inoltre, che con decreto n. 39 del 12 novembre 2012 ho provveduto alla nomina del Presidente del Collegio dei revisori dei conti del Consorzio Zone Imprenditoriali della Provincia di Ancona (ZIPA).
Hanno chiesto congedo i Consiglieri Latini e Carloni.
Sull'ordine del giorno
PRESIDENTE. Ha la parola la Consigliera Giorgi.
Paola GIORGI. Io volevo chiedere l'iscrizione della mozione n. 428. La scorsa settimana, prima dell'inizio della seduta, abbiamo incontrato con i Capigruppo, alcuni lavoratori del settore penitenziario, del settore amministrativo e c'era stata sollecitata una presa di posizione. Sono temi che vengono discussi a livello nazionale però, c'era stata sollecitata la redazione di una mozione che abbiamo preparato e quindi chiedo che venga iscritta ed eventualmente, poi, approvata.
PRESIDENTE. Se l'Aula è d'accordo direi di procedere con il punto 1, poi, la iscriviamo al punto 1 bis, anche perché mi pare che c'era l'accordo di tutti i Capigruppo. Quindi, (...) facciamo la comunicazione e la richiesta di iscrizione. Se l'Aula è d'accordo, se non ci sono problemi, visto che era stato dato mandato da parte di tutti i Capigruppo in base all'incontro effettuato con il sindacato di votare una mozione, ripeto, se non ci sono problemi, io la tratterei e la voterei, subito dopo il punto 1, anche perché la discussione mi pare superata dall'incontro dei Capigruppo. Se siete d'accordo, la mettiamo al punto 1 bis. Va bene.
Ai sensi dell'art. 35 del R.I.
Ha la parola il Consigliere Massi.
Francesco MASSI. Chiedo a lei di organizzare questo passaggio, è una richiesta che debbo fare, perché oggi il Presidente o l'Assessore alla Sanità debbono dare comunicazione, illustrazione della delibera di Giunta n. 1537 del 31 ottobre con la quale vengono annunciate ristrutturazioni sull'assetto delle Aree Vaste.
Credo che qui qualcuno debba chiarire, non chiedo, neanche, di aprire un dibattito, ma almeno una comunicazione su questo va fatta, perché ho capito che nell'ambito della delibera c'è scritto scrupolosamente che questo atto non ripassa nè in Commissione, nè in Consiglio. Proprio scritto a chiare note. Non è una bella cosa. Posso capire i passaggi normativi! Credo che almeno per i rapporti tra Consiglio e Giunta ci debba essere qualcuno che stamattina ci illustra quello che è contenuto nella delibera. Non è possibile che i Consiglieri lo sappiano dai giornali. Ho colto anche la sorpresa del Presidente della Commissione Sanità Comi, anch'egli l'ha letto sul giornale, credo.
Chiedo ufficialmente che ci sia questa comunicazione in mattinata.
PRESIDENTE. Io non posso fare altro che sollecitare i rappresentanti della Giunta presenti, se vogliono dire qualche cosa subito o nell'arco della seduta. Posso fare solo questo.
Ha la parola il Vicepresidente Petrini.
PETRINI. Molto brevemente Presidente e Consiglieri, Consigliere Massi.
La scorsa settimana avevamo adottato un provvedimento in relazione a quelle che erano le indicazioni della spending review, indicazioni che ci impongono di applicare ai piani già approvati, relativamente alle Aree Vaste, ai piani industriali di Area Vasta, tagli per ulteriori 310 posti letto.
Le indicazioni che abbiamo voluto dare ai dirigenti ed ai direttori che, naturalmente, poi devono applicare quelli che sono gli intendimenti della spending review, andavano a disegnare non una nuova organizzazione, ma delle modalità attraverso le quali individuare, come sapete, le unità operative complesse che, poi, devono venire meno per conseguire questo risultato di 310 posti letto.
Nella terminologia utilizzata, probabilmente, si era formata una ambiguità che ha dato luogo anche ai rilievi che poco fa faceva il Consigliere Massi. Nella Giunta di ieri abbiamo corretto parte di quella terminologia, in maniera tale che queste ambiguità possano venir meno. Non c'è nessun cambio organizzativo, c'è solo un'indicazione ai direttori ed ai dirigenti che, tra l'altro, anche in seguito a quello che è il decreto Balduzzi, che questa settimana va all'attenzione della Conferenza Stato Regioni, ci permetterà di essere perfettamente in linea con quelli che sono gli intendimenti del Governo, non è certamente nostra intenzione cambiare il sistema che abbiamo consolidato con l'ultimo piano socio-sanitario.
PRESIDENTE. Prima di passare alla trattazione del punto 1, in sede di Conferenza dei Presidenti dei Gruppi, visto che avevamo delle audizioni, non ho comunicato che l'Ufficio di Presidenza ha approvato una proposta di modifica del Regolamento Interno per quanto riguarda la presentazione del bilancio di previsione, quindi, una modifica dei tempi.
Naturalmente l'iter prevede la proposta da parte dell'Ufficio di Presidenza, il parere della Conferenza dei Presidenti dei Gruppi e poi la trattazione in Aula, quindi, questo avverrà nella prossima seduta del Consiglio, io intanto vi volevo rendere edotti di questa proposta di modifica votata dall'Ufficio di Presidenza.
Nella sostanza i tempi dovrebbero essere questi: il 3 dicembre la Giunta approva la proposta di legge finanziaria e la proposta di legge di bilancio di previsione 2013 ed il Consiglio le approverà nella sessione che va dal 19 al 21 dicembre , quindi 19, 20 e 21.
Questo è il quadro, anche per non rischiare, evidentemente, l'esercizio provvisorio.
Ad ogni modo verrà portata la proposta nella prossima Conferenza dei Presidenti e, poi, in Aula.
Detto questo passerei alla trattazione del punto n. 1.
L'ordine del giorno reca le mozioni n. 411 dei Consiglieri Giorgi, Acquaroli, n. 239 del Consigliere Latini, n. 420 dei Consiglieri Bucciarelli, Busilacchi, Giancarli, Cardogna e l'interrogazione n. 551 del Consigliere Acacia Scarpetti, tutte relative al tema della pesca delle vongole nella nostra regione. Dichiaro aperta la discussione, non so se il, prego? (...) molto male, malissimo se c'è la Commissione in corso, le Commissioni non si fanno durante il Consiglio, si fanno i giorni prima. Adesso ditemi voi cosa devo fare. Apposto, rinviamo! Che devo fare? L'altro Consiglio ci eravamo lasciati prendendo l'impegno nei confronti dell'Aula che al primo punto dell'ordine del giorno, c'erano queste mozioni! Non si trattano, andiamo avanti! Ci divertiamo un po' facendo qualche interrogazione, mi date l'elenco delle interrogazioni?
Interrogazione n. 886
dei Consiglieri Comi, D'Anna, Badiali, Busilacchi, Giorgi, Natali, Giancarli, Camela
“Digitalizzazione informatizzazione delle ricette sanitarie – monitoraggio della spesa nel settore sanitario”
(Rinvio)
Interrogazione n. 851
del Consigliere Natali
“Procedura di VIA impianto smaltimento rifiuti”
(Svolgimento)
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l’interrogazione n. 851 del Consigliere Natali. Ha la parola, per la risposta, l'Assessore Donati.
Sandro DONATI. Per quanto attiene l'interrogazione n. 851/2012 faccio presente che l'impianto è da tempo gestito amministrativamente dalla Provincia di Ascoli Piceno.
In merito alla cronistoria riportata nelle premesse questa appare sostanzialmente corretta e in linea con gli atti depositati presso gli uffici.
Va precisato che le attività di vigilanza e controllo effettuate e da effettuare sulla ditta in questione non sono esercitate dall'amministrazione regionale pertanto non si è in grado di riferire compiutamente. Sarà nostra cura chiedere alla Provincia di Ascoli Piceno una dettagliata relazione.
La Provincia di Ascoli Piceno ha in istruttoria il procedimento per il rilascio dell'Autorizzazione Integrata Ambientale per l'impianto esistente di trattamento rifiuti localizzato sul territorio Comunale di Maltignano e gestito dalla ditta Uniproject e di proprietà del Consorzio Piceno Consid.
Tale impianto è l'ultimo rimasto sul territorio regionale a non avere ottenuto l'AIA di competenza della Provincia di Ascoli Piceno.
L'impianto in questione è stato oggetto di autorizzazioni regionali rilasciate con deliberazione di Giunta regionale del 1998 e 1999 basate su un giudizio di compatibilità paesistico ambientale rilasciato secondo le norme del P.P.A.R.
Nelle valutazioni ambientali a quel tempo effettuate si desume che in fase istruttoria era stata valutata anche la compatibilità dell'opera con il rischio idrogeologico connesso con l'area di esondazione del fiume Tronto.
All'epoca vigeva il D.P.R. 12/04/1996 che costituiva il recepimento nazionale della Direttiva Europa in materia di VIA tuttavia è possibile affermare che nella sostanza le valutazioni paesistico ambientali all'epoca effettuate erano coerenti con le finalità dell'intervenuta norma statale in materia di VIA.
Questa analisi è sostenuta anche dal fatto che la dichiarazione di compatibilità paesistico-ambientale per l'opera in esame, prevista dalle migliori tecniche disponibili del PPAR, è stata definitivamente sostituita dalla Valutazione di Impatto Ambientale solo più avanti con la l.r. n. 7/2004. Successivamente ai procedimenti regionali sono intervenuti numerose autorizzazioni rilasciate dalla Provincia di Ascoli Piceno e relative a diverse modifiche impiantistiche. Non è chiaro se tali provvedimenti sono state riesaminate nelle more del rilascio dell'AIA e pertanto potrebbero costituire comunque un adeguamento alle migliori tecniche disponibili.
La ditta nel 2004 ha presentato in Provincia una domanda di Valutazione di Impatto Ambientale che ad oggi non ha avuto esito.
La ditta, congiuntamente al rilascio dell'AIA, vorrebbe inoltre realizzare alcuni miglioramenti impiantistici da valutare in relazione alla migliori tecniche disponibili di settore.
Nel corso dell'istruttoria provinciale per il rilascio dell'AIA gli impianti sono analizzati e valutati verificando come si rapportano con gli strumenti di pianificazione e programmazione ambientali intervenuti. Solo a titolo di esempio si citano:
- Il Piano di Assetto Idrogeologico del fiume Tronto;
- Il Pianto di Tutela delle Acque;
- Il Piano di risanamento e mantenimento della Qualità dell'aria ambiente.
Da una prima istruttoria è stato evidenziato come l'impianto ricade all'interno di un'area a rischio esondazione elevato R3.
Il rilascio dell'AIA è subordinato alla realizzazione di alcuni lavori finalizzati alla riduzione del rischio idraulico e tali lavori dovrebbero consistere nella eliminazione di un deposito alluvionale all'interno dell'alveo di piena ordinaria del fiume Tronto, sul quale insistono tre attività commerciali. Tali attività attualmente dovrebbero essere prive di concessione delle aree.
Altro lavoro dovrebbe essere la continuazione dell'argine di protezione presente a monte e queste operazioni di mitigazione dal rischio esondazione presuppongono la delocalizzazione delle tre attività "abusive" attualmente presenti sull'area demaniale.
In merito a tale procedura la Provincia di Ascoli Piceno ha convocato una Conferenza dei Servizi per il giorno 5 ottobre 2012 finalizzata a concludere l'istruttoria.
PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno, il Consigliere Natali.
Giulio NATALI. Presidente con questo silenzio come faccio a rinunciare all'intervento? Potrei dire tutto e nessuno mi sente, poteri insultare tutti senza che nessuno mi senta, anche perché vedo che erga homnes, Presidente, è un discorso un po' surrettizio il suo. Lei non deve parlare erga homnes, parli sotto ai suoi occhi, faccia nomi e cognomi, perché vede Presidente noi stiamo parlando...
PRESIDENTE. Adesso do dieci minuti dopo di che sospendo la seduta per mezz'ora, poi quando di sono sbolliti gli spiriti riprendiamo, che devo fare?
Giulio NATALI. Io chiedevo in primis all'Assessore Donati due cose, primo se mi da, se mi autorizza ad avere copia della sua relazione e secondo se riesco a sapere chi l'ha fatta, chi l'ha redatta. Vede noi stiamo parlando di un bell'imbroglio, perché all'Assessore Donati fanno dire cose, tipo quella che quando questo insediamento di un gruppo di amici ebbe l'autorizzazione nel 1999, non era ancora in vigore il VIA o la VIA. C'era. Ma in questa Regione, e qualcuno ancora c'è, si concesse il parere, l'autorizzazione paesistico ambientale, la compatibilità paesistica ambientale, in una maniera fantastica, sulla base di due dati. Presidente mi ascolti perché io con lei ho un feeling particolare, mi ascolti lei, l'Assessore Donati non può interessarsi di queste cose, non voglio dire che lo trapassano ma lo sorvolano alto.
Allora vede Presidente, la cosa bella è che questa autorizzazione fu data sulla base di due dati, nonostante delle eccezioni dei Comuni in cui ricadeva questa area, che è Maltignano, che eccepirono che questo insediamento, che è un pretrattamento di rifiuti solidi urbani, anche pericolosi, fosse in zona esondabile.
Il Presidente del Consib, noto uomo politico della Provincia di Ascoli Piceno, che di professione non fa né il geometra, né l'ingegnere, autorizzò implicitamente questa vicenda dicendo che la distanza che c'era era una determinata distanza, poi si verificò non essere quella.
Ma d'altra parte con più Conferenze di servizi, questo problema di esondabilità fu rimarcato per sette, otto mesi, fino a che il Presidente D'Ambrosio ritenne di dare l'autorizzazione, ritenendo che non era in zona esondabile. Il Presidente D'Ambrosio è venuto a fare il Presidente dopo aver svolto altre funzioni, credo che svolga ancora quella determinata professione. Sono passati degli anni, Presidente Solazzi, e questa ditta è riuscita a fare un buon fatturato, mano a mano, un'ottima ditta, pretratta rifiuti, tra l'altro la cosa più simpatica è questa Presidente, lei può capire, i titolari di questa ditta sono gli stessi titolari che gestiscono il depuratore industriale, cioè quelli che dovrebbero controllare se i pretrattamenti sono stati fatti bene. Sono gli stessi.
Ma di tutto questo i vari Assessori all'Ambiente, che si sono succeduti nella Regione Marche, non si sono accorti o hanno ritenuto che fosse in un caso di omonimia, o di altro. Questa ditta ha fatto lauti guadagni, fino a che, ad un certo punto, ha ritenuto, e ad Ascoli, per nostra grande fortuna ed anche perché abbiamo Sant'Emidio, non c'è mai stato un terremoto, un sisma che cambiasse le caratteristiche geologiche del terreno, di dire all'ente Consid “Ma noi siamo in zona esondabile, per cui intervenite, perché ci vogliono questi soldi”. Dopo aver lavorato, prodotto reddito per anni in una zona esondabile del fiume Tronto, hanno chiesto questo.
Nel frattempo hanno anche chiesto nel 2003 la procedura di VIA; alla Provincia di Ascoli Piceno c'è una procedura di VIA che pende dal 2003.
Io domando ai tanti esperti di ambiente che sono in questa Regione, che hanno parlato di fiumi, di cave e di tutto, ma esiste la possibilità che una procedura di VIA parta nel 2003 e nel 2012 non si concluda? Una domanda, Assessore, e vorrei la sua di risposta, non si conclude senza sospendere l'attività di questa ditta, per cui la ditta non ha alcun interesse ad avere la procedura di VIA, dopo aver fatto la domanda, non ha alcun provvedimento, continua ad andare avanti, questa procedura va avanti tranquilla, che interesse c'é?
Ci sono gli interventi dell'Arpam, segnalazioni dell'Arpam, la Provincia di Ascoli Piceno ha erogato sanzioni, ci sono processi anche alla Procura della Repubblica, ma non è mai intervenuta sull'attività.
Oggi siamo passati in un altro ambito e per questo, all'Assessore Donati, hanno propinato una polpettina sottobanco, questi signori dovrebbero munirsi non più della VIA, il cui procedimento è in itinere, ma dell'AIA, addirittura, perché sapete quando da qualche parte tuona da qualche altra parte, lì vicino, piove, per cui potrebbero loro rinunciare alla valutazione di impatto ambientale, che hanno in corso da otto anni, per andare direttamente ad avere davanti lo spiazzo, la casa rurale, l'AIA e continuare ad operare.
Voi capite benissimo come tutto questo faccia comprendere come qui dentro, nella Regione Marche, come nella Provincia di Ascoli Piceno, e qui non è un discorso di colori o di altro, faccio un ragionamento molto più terra, terra, si autorizzino determinate situazioni a seconda del momento. come quando abbiamo parlato di centrali a biomasse e di tutte le polemiche che sono sorte. E' un caso analogo, anzi qui abbiamo una procedura in piedi da otto anni, che non finisce, io vorrei sapere come può, il funzionario della Regione Marche scrivere, oggi, all'Assessore Donati che è una competenza della Provincia, perchè vede Assessore lei erra, nell'ultima riunione il 5 ottobre 2012, Assessore Donati buongiorno, sa quanto bene le voglio, mi stia a sentire, il 5 ottobre 2012 la Conferenza dei Servizi c'è stata, e sa cosa ha detto la Provincia? Glielo leggo, lei lo dovrebbe sapere Assessore all'ambiente della Regione Marche, il Dirigente della Provincia di Ascoli Piceno, ha detto che attende una relazione di tale Piccinini, non so chi sia onestamente, forse uno che ha un vivaio a Spinetoli o qualcuno della Regione Marche, che dovrà dire alla Provincia come deve comportarsi. Lei deve dirci, quindi, se la Regione Marche interviene in questo procedimento o no? Sorveglia o no? Quale è la funzione rispetto alla Provincia. Il dirigente della Provincia di Ascoli Piceno si prenderà tutti i pesi e gli oneri di questa vicenda, primo quello di non aver chiuso questo procedimento di VIA, che è qualche cosa che grida vendetta davanti a Dio, perché, e lo ripeto, questo procedimento era viziato dall'inizio. Nessun altro insediamento del settore ha avuto mai un procedimento del genere, e allora un nostro amico di 90 anni e passa, un po' gobbo, diceva che a pensare male si fa peccato ma ci si azzecca. Questo è un caso in cui ci si azzecca forte.
E' chiaro che sia questa interrogazione che la risposta e tutta l'argomentazione intorno a questo andrà a supportare il fascicolo che, alla Procura della Repubblica di Ascoli Piceno, è già pendente per i reati ambientali a cui i titolari di questo insediamento sono già sottoposti e che non sono solo reati ambientali, a questo punto, ma si dovrà chiarire e si chiarirà, come l'autorizzazione iniziale, quella di compatibilità sia stata data sulla base di presupposti falsi. La non esondabilità del terreno è stata sconfessata ed anche la distanza dal centro abitato, riferita ad un determinato numero di metri quando invece era molto meno; per cui non poteva essere data neanche la compatibilità paesistico ambientale.
A fronte di tutto questo, chiedo a tutti i legalisti che sono in quest'Aula e che più volte si stracciano o si stracciavano, forse se le stracciano un pò meno, le vesti intorno a problematiche di questo tipo, di stracciarsi le vesti anche questa volta.
Interrogazione n. 732
del Consigliere Latini
“Igieniste dentali, scadenza contratti ASUR”
(Rinvio)
Interrogazione n. 713
del Consigliere Zinni
“Realizzazione di un centro servizi per la gestione dei documenti contabili ciclo passivo”
(Rinvio)
Interrogazione n. 911
della Consigliera Ciriaci
“Impianto di stoccaggio gas naturale giacimento denominato Palazzo Moroni –
comune di Sant'Elpidio a Mare”
(Svolgimento)
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l’interrogazione n. 911 della Consigliera Ciriaci. Ha la parola, per la risposta, l'Assessore Donati.
Sandro DONATI. La Società Edison Stoccaggio spa, nel settembre 2008 ha presentato al MISE istanza ad iniziativa privata, per la conversione del campo gas di Palazzo Moroni, in fase di esaurimento, collocato nella concessione di coltivazione "Fiume Tenna" in Provincia di Fermo, a concessione di stoccaggio di gas naturale. L'istanza ha ricevuto esito positivo dal MISE in data 29 dicembre 2009.
II progetto di "Stoccaggio di gas naturale nel giacimento denominato Palazzo Moroni" prevede la realizzazione delle seguenti opere, tutte ricadenti nel territorio comunale di Sant'Elpidio a Mare:
- work-over dell'unico pozzo esistente "Palazzo Moroni 1d" e perforazione di un nuovo pozzo "Palazzo Moroni 2d". Le attività di perforazione saranno realizzate dall'area pozzi esistente, ubicata in Località Cascina Silenzi, presso la Frazione Santa Caterina Prima;
- costruzione della Centrale di trattamento e compressione. La nuova Centrale verrà realizzata all'interno dell'attuale recinzione dell'ex Centrale San Marco, ad oggi adibita esclusivamente ad area pozzo per attività mineraria di coltivazione idrocarburi, in località Santa Caterina, in vicinanza della Strada Provinciale Faleriense, non sono previsti ampliamenti dell'area già occupata;
- posa di una flowline dall'area pozzi alla centrale di trattamento e compressione dedicata allo stoccaggio di lunghezza di circa 1.53 km.
La connessione con la rete dei metanodotti SNAM rete gas è già esistente avverrà in prossimità della Centrale, all'interno della pertinenza mineraria esistente, già raggiunta da tale rete. Non è quindi necessaria la realizzazione di alcun metanodotto di collegamento.
L'obiettivo del progetto è quello di convertire il campo di produzione Palazzo Moroni, in fase di esaurimento, in campo di stoccaggio, raggiungendo il 100% della pressione statica originaria del giacimento con conseguente ottenimento di:
- Working gas di Modulazione 50 milioni di mc;
- Pseudo Working Gas/Strategico 19 milioni di mc;
- Cushion Gas 18 MSmc;
- Pressione massima di stoccaggio = pressione originaria.
Il processo di stoccaggio prevede due distinti regimi di funzionamento:
- fase di erogazione;
- fase di iniezione.
Durante il periodo di erogazione il gas estratto dai pozzi sarà convogliato tramite flowline in Centrale. Una volta trattato per essere idoneo alle specifiche di vendita, il gas verrà inviato sotto controllo di portata e pressione alla rete di trasporto della Società Gasdotti Italiana. Durante il periodo di iniezione invece il gas proveniente dalla rete di trasporto SGI sarà compresso in Centrale e, attraverso la flowline di connessione, iniettato nei pozzi.
L'ufficio regionale nell'ambito del procedimento di VIA non ha ricevuto nessuna richiesta di riunione pubblica e non ha ritenuto necessario indirla, in quanto il progetto non presentava criticità manifestate da nessuno dei soggetti coinvolti nel procedimento.
Il Comune di Sant'Elpidio che ha partecipato all'istruttoria oltre a rilasciare un parere per gli aspetti urbanistici si esprime anche per gli aspetti di sanità pubblica. Inoltre il contributo istruttorio può riguardare qualsiasi aspetto purché pertinente.
Sono stati effettuati due sopralluoghi ai quali hanno preso parte i tecnici della Regione, di cui uno promosso dal referente del gruppo istruttore della Commissione VIA . Non sono stati stilati verbali data l'assenza di criticità da rilevare.
L'istruttoria finalizzata all'intesa Stato-Regione sarà eseguita dalla pubblica funzione Rete elettrica regionale, autorizzazioni energetiche, gas ed idrocarburi.
In conclusione rispetto all'interrogazione.
Conclusa la fase di VIA di competenza della Regione Marche, le ulteriori questioni recentemente sollevate potranno essere analizzate nella fase istruttoria finalizzata al rilascio dell'intesa Stato-Regioni. In questa fase potrebbero essere ascoltati anche i Comitati che nel frattempo si sono costituiti.
Il richiamo all'applicazione del principio di precauzione in questo specifico caso sembra superato dall'attenzione con la quale tutti i soggetti pubblici chiamati all'istruttoria dell'istanza hanno operato. In particolare si cita il Ministero dello Sviluppo Economico che ha assentito la conversione del giacimento in stoccaggio e che seguirà la fase dell'eventuale intesa, il Ministero Ambiente che nell'ambito dell'istruttoria VIA opera con una Commissione composta da decine di esperti e l'istruttoria locale condotta dalla Regione Marche con l'ausilio di ARPA Marche, Provincia di Fermo e Comune di Sant'Elpidio a Mare e infine l'istruttoria condotta dal Ministero dell'interno sulle questioni attinenti il rischio di incidente rilevante.
Tutte le matrici ambientali, aria, acqua, suolo, sottosuolo, rumore e vibrazioni, sono state analizzate nel dettaglio con l'ausilio di modellistica e gli impatti sono stati giudicati poco significativi. Tutte le procedure sopra richiamate hanno al loro interno una fase di pubblicità che consente l'intervento dei soggetti portatori di interesse.
PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatta o meno, la Consigliera Ciriaci.
Graziella CIRIACI. Ringrazio l'Assessore ma la risposta, effettivamente, non è altro che l'elencazione di tutto quello che è stato l'iter di questa domanda e dell'autorizzazione stessa.
Nella procedura di VIA non sono stati coinvolti i cittadini, lei nel percorso che ha illustrato ha dato dei dati ben precisi dei quali, comunque, il cittadino doteva essere informato. Il fatto che il comitato si è istituito dimostra che il cittadino non era bene informato.
Mi voglio soffermare su questa cosa, in quanto la mancanza di informazione del territorio crea delle incomprensioni e degli ostacoli; di eventi ne possiamo elencare a decine negli ultimi tempi, venuti qua nelle interrogazioni fatte da me e da altri colleghi. Quindi io vorrei, eventualmente, procedere con una informazione seria, una informazione che va al cittadino e lo rassicuri pure. Tra l'altro questo impianto, non è un impianto di poco interesse, lei giustamente diceva di poco interesse ma se lo vediamo a livello nazionale e internazionale, ma per un territorio così piccolo, va ad investire in un'area molto importante per il cittadino stesso.
Direi, quindi, di riflettere perché l'insorgenza dei comitati, e del comitato in questo caso specifico, ci dà un campanello d'allarme forte di qualcosa che, molto probabilmente, non sta funzionando.
Le chiedo, quindi, in questo caso Assessore di fare in modo che il comitato o i cittadini stessi siano convocati, informati e soprattutto che l'impianto che viene realizzato, venga condiviso, in modo tale che la sicurezza, la qualità ed il valore di quei territori coinvolti vengano comunque garantiti.
PRESIDENTE. Se la Commissione ha finito di lavorare, direi di chiudere con le interrogazioni e di tornare al punto 1,
Mozione n. 411
dei Consiglieri Giorgi, Acquaroli
“Riequilibrio comparti territoriali pesca alle vongole”
Mozione n. 239
del Consigliere Latini
“Organizzazione della pesca dei molluschi bivalvi”
Mozione n. 420
dei Consiglieri Bucciarelli, Busilacchi, Giancarli, Cardogna “Pesca dei molluschi bivalvi”
Interrogazione n. 551
del Consigliere Acacia Scarpetti
“Settore pesca delle vongole”
(abbinate)
(Discussione e votazione risoluzione)
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca le mozioni n. 411 dei Consiglieri Giorgi, Acquaroli, n. 239 del Consigliere Latini, n. 420 dei Consiglieri Bucciarelli, Busilacchi, Giancarli, Cardogna e l'interrogazione n. 551 del Consigliere Acacia Scarpetti, abbinate.
Ha la parola il Consigliere Badiali.
Fabio BADIALI. Prendo la parola come Presidente della Terza Commissione in quanto ho avuto modo di trattare questo argomento.
Le mozioni presentate insieme all'interrogazione sull'organizzazione della pesca dei molluschi bivalvi sono tre più un'interrogazione, quindi, non si riesce ad affrontare il problema in maniera approfondita ed a trovare una soluzione condivisa.
Sappiamo che dietro questo problema ci sono forti tensioni, tensioni che interessano di volta in volta i vari comparti: una volta San Benedetto, una volta Civitanova, una volta Ancona o Pesaro.
Questo fa parte un po' delle cose e fa parte anche di quello che riguarda la natura, perché non sempre la riproduzione dei molluschi avviene nello stesso modo e con le stesse caratteristiche, a volte anche una tempesta o una mareggiata può rovinare questo prodotto e tener ferme le marinerie per diverso tempo. Questo, però, si ripercuote su tutta la costa, da San Benedetto fino a Pesaro.
Il settore delle vongolare nella Regione Marche è numeroso, 220 imbarcazioni su un totale di 610 circa a livello nazionale, con una raccolta del 58% contro il 42% delle altre regioni. Perciò da noi, nella nostra regione, il problema è molto sentito, soprattutto da chi fa questo lavoro ma anche da un’economia molto attenta, ricca di questi prodotti di cui non può fare sicuramente a meno, anzi, per questo dobbiamo cercare di salvaguardare e di tenere sempre alta la tensione e il controllo su queste cose in modo che si possano sempre riprodurre.
D'accordo con l'Assessore Giannini e d'accordo con la Commissione ci siamo riuniti per cercare di valutare e trovare una risoluzione condivisa che tenga conto delle esigenze di tutti i vari consorzi, da quello di San Benedetto a quello di Fano, una soluzione che possa sicuramente andar bene a tutti, siamo convinti che si possa trovare, perché la Regione Marche è dal 2001 che sta affrontando questa problematica con normative regionali, dato che la competenza è passata alla Regione, anche con varie decisioni del Tar che hanno messo tutto in mano alla Regione perché la competenza in questo caso è regionale e non nazionale.
Non voglio fare la trafila, non voglio ricordare niente del pregresso, perché ci sono anche ombre nel pregresso che non dobbiamo, assolutamente, più toccare ma dobbiamo guardare al futuro, dobbiamo guardare in avanti e penso che sia importante mettere intorno ad un tavolo il Comitato di coordinamento per il monitoraggio delle risorse dei molluschi e tutti i soggetti interessati a questo settore e sono: i quattro i Presidenti dei Consorzi delle vongole, i quattro Co.Ge.Vo, le quattro associazioni di categoria, i tre ricercatori incaricati dalla Regione Marche, e formulare una volta presentata la ricerca, che sarà pronta, speriamo, entro questa settimana, al massimo entro la prossima, questo ci è stato detto, entro 45 giorni al Consiglio regionale e alla Giunta una proposta di obiettivo condiviso fra i soggetti sopra citati.
Chi deve trovare la soluzione sicuramente è la politica che deve lanciare le traiettorie, le linee guida politiche ma poi la sostanza, la concretezza è bene che venga dagli addetti del settore della pesca, anche il parere scientifico, per cui la Regione Marche ha speso 120 mila euro e scade entro il 31 dicembre, cioè la ricerca sulla situazione del patrimonio delle vongole, è stata molto importante, perché ha dato la possibilità di individuare, a lungo termine, quello che succederà alle nostre spiagge.
Su questo percorso, penso, di portare anche l'idea dei firmatari della mozione, mi riferisco ai Consiglieri Giorgi, Latini, Bucciarelli, Busilacchi, Giancarli, a tutti quelli che hanno firmato la mozione, su questa risoluzione possiamo avere un voto ampio, il più ampio possibile che possa mettere in campo quelle azioni che dicevo, che magari l'Assessore meglio enuncerà, per trovare una soluzione a questo problema.
Non possiamo fare misure spot o misure tampone e momentanee perché altrimenti metteremo in difficoltà, ancora di più, questo settore, secondo la mia modesta visione.
Il tavolo costituito dovrà riunirsi congiuntamente fino a trovare una soluzione, dobbiamo anche pensare che si possa affrontare il problema continuando la ricerca, perché la ricerca è un fatto fondamentale. Fare ricerca significa sapere quello che succederà nelle nostre coste da qui a sei mesi, otto mesi, un anno e programmare per essere più tranquilli in questo settore.
L'altra cosa importante che dobbiamo far capire all’Assessorato, ai dirigenti dell'Assessorato ma anche agli stessi consorzi e alle associazioni di categoria è quella di istituire un fondo di solidarietà, io lo chiamo così, un fondo di garanzia, un fondo di solidarietà in cui tutte le marinerie, tutti i consorzi della nostra regione, mettano a disposizione, faccio un esempio sicuramente non attinente, un centesimo ogni tiro di pescato che, poi, un comitato formato dai consorzi potrà ridistribuire nei momenti di crisi, di quattro mesi, cinque mesi, sei mesi, due mesi, quello che sarà, per aiutare quelle famiglie che si troveranno in difficoltà. Una volta succederà a Pesaro, una volta ad Ancona, una volta a San Benedetto.
Questo discorso sarà poi affrontato dai Consorzi ma questa è un’idea che, secondo me, dovrebbe essere messa in campo.
Su questa risoluzione, che prego poi l'Assessore Giannini di spiegare e di informarci meglio, possiamo mettere da parte le polemiche e entro 45, 50 giorni al massimo, trovare una soluzione condivisa che metta d'accordo tutti i soggetti interessati a questo settore e sono tanti nella nostra regione, 220. Soprattutto i vari consorzi che sono i portavoce dei loro affiliati che hanno anche la responsabilità di fare una trattativa la più ampia possibile, la più seria possibile, che possa portare tutti sullo stesso piano senza vincitori, nè vinti.
Io credo che questa possa essere una soluzione.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Busilacchi, poi Zinni e Bucciarelli. Vi invito ad essere brevi negli interventi perché vorrei rappresentarvi che abbiamo sei proposte di legge da trattare nella seduta odierna.
BUSILACCHI. Colgo il suo invito e sarò brevissimo anche perché condivido molte delle cose che ha detto il Presidente Badiali.
Io credo che in una fase come questa attuale di crisi delle attività economiche, tutta la normativa regionale che regola le attività economiche viene naturalmente messa sotto fibrillazione.
Compito nostro, del Consiglio regionale, è quello di valutare se tutta la normativa è adeguata a questa fase, con serietà, senza individuare soluzioni temporanee e tampone, come veniva detto, senza polemiche ma anche senza sottrarsi al confronto.
Con questo spirito avevo sottoscritto una mozione che aveva lo scopo soprattutto di analizzare questi aspetti anche nelle Commissioni consiliari per approfondire.
Stiamo parlando di un settore che storicamente nella nostra regione, è stato esposto a dinamiche e ad equilibri particolari e instabili, fin da prima del 2009 ed anche poi con la delibera 134 che aveva individuato un equilibrio che, però, alcuni momenti di crisi rischiano di fare addivenire ad una sua instabilità.
Io credo che ci siano due motivi fondamentalmente per cui questo settore è così particolare, uno veniva ricordato, il fatto che la flotta marchigiana di vongolare, è la più consistente d'Italia, ha una dimensione molto ampia, quasi 220 imbarcazioni che sono circa un terzo delle imbarcazioni nazionali, e soprattutto stiamo parlando di un settore che, a differenza di altri settori di attività economiche produttive, è molto esposto a fenomeni naturali e a dinamiche che sono regolate dalla natura e non dall'uomo.
Detto tutto ciò, concludo, credo che, in questa fase, anche la disponibilità, io direi, dell'Assessore in Commissione, ad addivenire ad un nuovo confronto con le categorie coinvolte, sulla base di dati, perché si sta facendo una ricerca che si sta per chiudere e ci permetterà di trovare un equilibrio nuovo su basi certe, sulla base di dati scientifici, per individuare, se ci possono essere, delle soluzioni che evitino delle sperequazioni territoriali e allo stesso tempo individuare anche un fondo di solidarietà perequativo, laddove ci possano essere delle sperequazioni nella pesca delle vongole, credo sia una soluzione buona, molto buona. Per cui la risoluzione mi soddisfa pienamente, quindi, accolgo l'invito che l'Assessore ha fatto in Commissione di ritirare le mozioni e, per quanto mi riguarda, come firmatario della mozione, ritiro la mia firma.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Zinni.
Giovanni ZINNI. Devo dire che la questione delle vongolare è una questione che non solo si trascina da tempo ma è anche molto delicata e francamente mi chiedo, a fronte dell'eccellente intervento del Presidente Badiali, eccellente, impeccabile, condivido tutto, perché questa maggioranza politica della Regione Marche non abbia utilizzato questa condotta intelligente, prudente, sussidiaria, di rispetto di chi ci lavora nel settore e invece abbia fatto una fuga in avanti.
C'è un primo elemento politico, una volta queste questioni erano mediate da un Ministero e la Regione aveva il compito difficile, ma importante, di formulare la proposta base, non dico che ci fosse un arbitro ma quanto meno un’istituzione terza che consentisse anche agli operatori del settore di potersi appellare laddove il dialogo non andasse troppo bene, non c'è più stata.
La Regione Marche di fatto ha voluto e intrapreso un percorso che l'ha portata ad essere il gestore unico, vero, della questione delle vongolare. E quell'annoso e difficile equilibrio che si era raggiunto, ovviamente, non a vantaggio di tutti, poiché penso sia matematicamente impossibile raggiungere il risultato di far felici dal primo all'ultimo operatore, vide penalizzate quelle famose barche di Civitanova ma vide anche una grande, ed è inutile raccontare il contrario, questi sono i fatti, convergenza di tutti i consorzi, dei tre consorzi che di fatto hanno gestito i comparti.
Io condivido il discorso di partire da un documento scientifico, ma mi chiedo perché si sia fatto un salto in avanti, perché si sia voluto dare il segnale di accontentare o forse illudere, lo scopriremo nei prossimi giorni, quelle 25 barche che conosciamo.
Qualcuno diceva non ci devono essere vinti e vincitori, non lo so se questo sarà possibile, nel risultato effettivo. Una cosa è certa, io prendo le distanze politicamente da una condotta della Giunta che ha voluto prima forzare la mano, dando un segnale in un verso, e che oggi è ovviamente costretta a fare marcia indietro, perché senza la più ampia trattativa possibile con i consorzi, è impensabile, come secondo me sarà impensabile affrontare quello studio scientifico, diciamoci la verità, già con la soluzione che si vuole raggiungere. Io spero che quello studio scientifico venga innanzitutto messo sul tavolo dei consorzi e degli operatori e mi sento di invitarli a fare una proposta forte, come fu in passato, a dare loro una chiave di lettura e a cercare di proporre loro alla Regione quella che dovrà essere la soluzione finale. Per due motivi, il primo in tutti i settori di competenza del Ministero delle politiche agricole e forestali in Italia, si è applicato, dal Ministero di Alemanno in poi, in maniera forte la sussidiarietà orizzontale, vale a dire si è andato a dare strumenti e gestione a chi opera nel settore senza apparati politici. Come non ricordare ad esempio il discorso dei consorzi nel vitivinicolo, ma anche il discorso dei consorzi delle vongolare e allora non possiamo fare un salto indietro in cui diciamo “Siete voi che dovete decidere e gestire” e poi ritrovarci noi a giocare sulla carta, a mettere anche in difficoltà questo Consiglio regionale, perché sappiamo che se il dibattito diventa Macerata contro Ancona, San Benedetto contro Pesaro, sappiamo che c'è il rischio che vengano fuori votazioni che non abbiano un senso politico organico, ma che siano semplicemente dettate dalla provenienza dei consiglieri.
Francamente mi sembra che la Giunta e l'Assessorato abbiano dato un primo esempio negativo in questo senso. Quindi concludo il mio intervento dicendo che mi sta bene che oggi non si voti, anche se mi sento di dire al Presidente Badiali, al collega Busilacchi, all'Assessore Giannini, e a tutti voi, che forse sarebbe stato più corretto istituzionalmente partire dall'analisi di questo studio, senza aver già fatto delle mosse temporanee che hanno suscitato, come avete visto, un vespaio non indifferente.
Fermo restando la legittimità di quelle 25 imbarcazioni sia chiaro che, io le conobbi anche anni fa, le loro preoccupazioni sono fondate, non è che sono illegittime o infondate, però è anche vero che non si inizia una nuova concertazione problematica, con un documento scientifico che deve arrivare partendo dal dato che al Consorzio di Ancora un dispetto glielo ha fatto.
Questo non è un buon modo di fare politica, dal quale io prendo le distanze, quindi, sono favorevole ad aspettare il documento scientifico, ma invito anche la Giunta a sospendere il provvedimento fatto poco tempo fa, si riparta dall'equilibrio che esisteva, si sentano e si costringano i consorzi a formulare loro la migliore proposta possibile. Se facciamo questo saremo d'aiuto a tutti i vongolari, se non facciamo questo ci divideremo a seconda della Provincia dalla quale proveniamo.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Bucciarelli.
Raffaele BUCCIARELLI. Ringrazio la Giunta perché due minuti prima di intervenire, finalmente, ho il documento per il quale mi è stato chiesto il voto favorevole.
Credo che su questo tema ci sia un problema di metodo e di merito. Intanto non può essere che l'Assessore a fronte di richieste, di proteste garbate, bisogna dirlo, da parte di alcuni operatori e in presenza di tre mozioni e di una interrogazione, arrivi il giorno del Consiglio in Commissione alle ore 10 e dica "Guardate occorre fare questo". Invertendo i ruoli, non è il Consiglio che dice cosa bisogna fare, ma la presunzione della Giunta che dice, di nuovo, ancora una volta, cosa il Consiglio deve fare e farlo, dopo, che le avvisaglie della necessità di un intervento c'erano tutte.
Il comitato poteva essere chiamato prima, una concertazione, io credo, poteva essere avviata, pur riconoscendo che le difficoltà sono reali. Il colloquio tra i vari consorzi poteva essere avviato e, quindi, trovarci oggi nelle condizioni di trovare una soluzione più giusta.
Questo nel metodo: di nuovo un governo che si muove sulla spinta da un lato degli operatori e dall'altro del Consiglio regionale, ma in forte ritardo e la soluzione che ci propone, ed entriamo nel merito, è di riparlarne, se va bene, tra due mesi, due mesi e mezzo. Perché leggo e l'ho sottolineato, il Comitato di coordinamento nel termine di 45 giorni dalla data di consegna del monitoraggio, dovrebbe fare una proposta alla Giunta e, quindi, all'Assemblea regionale, che dovrà, poi, essere messa nelle condizioni di parlarne. A fine dicembre finiranno ufficialmente, non vedo perché uno debba anticipare, i tempi del contratto di lavoro con la società che fa l'indagine, tra 45 giorni ci saranno i dati dell'indagine, 45 giorni per preparare la proposta, dopo di che noi ne parleremo, se tutto va bene, ad aprile.
Condivido, invece, la richiesta del contributo di solidarietà. Ma ora cosa si fa da novembre ad aprile? Vi pare seria la risposta di un governo regionale che dice “Adesso aspettate, sono sei mesi che non lavorate, aspettate fino ad aprile e poi vedremo”. Chi accetterebbe una condizione del genere? Tenuto conto che io non amo, non fa parte della mia cultura politica amministrativa, il localismo, ma chi l'accetterebbe? Noi dobbiamo essere nelle condizioni di dare una risposta nell'immediato, che sia la più condivisa possibile, dopo di che, finalmente, questo lo condivido si riparte con una programmazione a lungo termine, condivisa, verificabile, con il contributo diretto dei consorzi ed anche, mi auguro, con contributi finanziari che possano venire dal livello nazionale o dall'Unione europea per quanto riguarda la rottamazione; però la rottamazione fa parte del libro dei sogni.
Se io dovessi trovare una misura tampone o il ripristino dei vecchi confini nella risoluzione, sarei disponibilissimo a ritirare la mia mozione, altrimenti non la ritiro, non avrebbe senso, non svolgerei il compito per cui la politica deve dare una risposta alle esigenze, ai problemi reali.
Se poi la decisione che l'area, che era momentaneamente, in via sperimentale, concessa da un compartimento ad un altro, è diventata definitiva e non più temporanea, con una decisione, a mio modesto avviso, estorta, lo dico, con una imboscata al Consiglio regionale, nell'ambito dell'assestamento di bilancio, allora questo è grave. Un tema così grande non si tratta con un emendamento ad una legge finanziaria, non facendone parlare il Consiglio, non chiamando a raccolta tutti coloro che sono interessati. Se noi attraverso un articoletto, le solite furbate dei nostri governanti, abbiamo modificato senza discutere una decisione presa alla luce del sole, allora c'è malafede, c'è l'incapacità di gestire dell'Assessorato.
Mi auguro che non sia così, mi auguro che abbia sbagliato il Consigliere Bucciarelli che non sia stato attento ad una discussione che, alla luce del sole, parlava della rimodulazione dei confini e che l'Aula l'abbia deciso. Allora faccio il mea culpa per non essere stato attento, però, a tutt'oggi ho motivo di dubitare.
Dichiaro, quindi, la mia disponibilità a votare questa risoluzione solo se ci sarà una risposta immediata al problema che i pescatori, a prescindere da dove vengono, ci pongono, perché se così rimane io voterò contro questa e chiederò che il Consiglio si esprima sulla mia proposta.
Presidenza della Vicepresidente
Paola Giorgi
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Marinelli.
Erminio MARINELLI. Periodicamente ci troviamo a parlare delle vongole, ogni sei mesi torniamo in Commissione o in maniera improvvisa, come questa mattina, con il tempo a disposizione ristretto e tiranno e, periodicamente, affrontiamo una problematica, che proprio perché si affronta periodicamente, non è studiata nella giusta maniera.
C'è un'emergenza continua, un'emergenza che viene analizzata solo quando esce fuori nella sua gravità, senza interventi da parte dell'Assemblea legislativa ma soprattutto della Giunta, tali da poter offrire un momento di attenzione, di solidarietà, ma soprattutto di attenzione che non vedo in quest'Aula e nell'esecutivo, vedo la sola presenza dell'Assessore, su una problematica che conosciamo tutti, perlomeno noi della III^ Commissione.
PRESIDENTE. Scusate il Consigliere Marinelli non riesce nemmeno a pronunciare il suo discorso.
Erminio MARINELLI. Le mie sono brevi considerazioni, anche per non rubare tempo, perché molto è stato detto dal Presidente della III^ Commissione.
La Regione è la sola responsabile della competenza del reparto delle vongole, non è certamente una pesca ma una raccolta e vi è una situazione di difficoltà che è stata analizzata, studiata: la divisione dei comparti, le associazioni, un andare alla raccolta in maniera individuale, tenere conto delle esigenze, dei mezzi di raccolta, della quantità, dei giorni. Quello che cercavo di dire prima è che non possiamo sempre solo intervenire in condizioni di emergenza, senza uno studio analitico ben preciso di riordino del settore ma serve un riordino tale che permetta a tutti di vivere una tranquillità.
Nessuno vuol fare polemica, Presidente Badiali, nessuno vuole creare vincitori e vinti, ma solo unità su un problema che esiste e, guarda caso, in Assemblea legislativa arrivano sempre problemi difficili e spinosi mentre altri la Giunta li risolve in maniera individuale, senza portarli in Aula. Mi permetta, quindi, quest'osservazione, che è un'osservazione pregnante, perché noi dobbiamo affrontare una situazione difficile, dove la vongola, come diceva l'Assessore, non è un prodotto fine a se stesso ma un prodotto il cui mondo è influenzato da tanti fattori e quella zona, dove oggi si può pescare, molto probabilmente per fattori esterni, non solamente di raccolta, può non essere più sufficiente a quel comprensorio. Ecco, quindi, che l'emergenza non può essere solo analizzata in questi momenti, ma occorre un esame più approfondito, per non ritornarci sempre e solo in queste situazioni.
Io dico che la flotta marchigiana, che è più di un terzo rispetto alle 610 banche italiane, proprio perché è una flotta importante dal punto di vista numerico, deve avere delle garanzie di intervento, pur con le difficoltà di queste garanzie, perché il mondo del mare, della vongola, non può avere risposte precise e tecniche, ma un'attenzione particolare si, per evitare il ripetersi di un teatrino che già ho visto da un anno e mezzo a questa parte.
Lo studio, che abbiamo saputo può essere consegnato e portato all'attenzione della Giunta prima, dei Consiglieri dopo, termina il 31 dicembre, lo studio deve continuare e mi auguro che accanto alle risorse della Regione ci siano le risorse dei vari comprensori, perché la Regione ha fatto già la sua parte con i 120 mila euro.
Nessuno nasconde questo Assessore, però, io credo che bisogna imporsi per trovare un fondo di solidarietà, un fondo di garanzia, un fondo che permetta a un comprensorio di vivere i momenti di difficoltà, che purtroppo ci saranno per tutti, non voglio fare Cassandra, con più tranquillità, con maggiore serenità, perché chiaramente è un periodo in cui non si lavora, non si guadagna, è un periodo in cui non c'è tranquillità, è un periodo in cui non c'è serenità in famiglia e nell'ambito sociale. Creiamo, quindi, le condizioni per venire incontro a chi, in quel comparto, è in difficoltà per il momento della vita biologica della vongola, sperando che lo studio ci ragguagli e ci dica dove si può intervenire.
Spero che questa sia l'ultima volta che si parli di vongole, perché finalmente c'è un discorso unitario ed uniforme. Sono d'accordo con il Consigliere Bucciarelli, possiamo anche votare questa risoluzione, con un'attenzione precisa da parte nostra, come III^ Commissione, ed intervenire in maniera diretta, forte, con uno studio che dev'essere continuato nel tempo e cercare di dare serenità a un comparto che dà tanto, dal punto di vista economico, alla nostra regione Marche.
Con impegni precisi nei tempi, con un rispetto preciso dei tempi, possiamo certamente parlare ma non possiamo dilazionarci e rincontrarci su questo argomento fra sei mesi.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Acquaroli.
Francesco ACQUAROLI. Io sono uno dei firmatari della mozione 411, insieme a lei, tra l'altro, Presidente, e questa mozione l'abbiamo presentata non perché volevamo, in qualche maniera, programmare al posto della Giunta o legiferare per conto del Consiglio, l'abbiamo presentata perché siamo stati messi davanti ad una situazione di emergenza e di difficoltà da parte di un compartimento, difficoltà nel riuscire a far fronte a questo periodo a causa delle condizioni del mare che in quel compartimento non riesce a dare soddisfazioni minime.
Io mi ricordo, come giustamente citato un po' da tutti, che questa è l'ennesima volta, è l'ennesima stagione della discussione delle vongole, le altre volte era il compartimento di San Benedetto, che giustamente si lamentava, io mi ricordo anche quando in quest'Aula abbiamo fatto delle discussioni ed io sostenevo San Benedetto. Ho detto che non era possibile che un compartimento, che da anni rappresenta queste difficoltà, che da anni va incontro a queste difficoltà, non riuscisse a far prende atto della situazione alle istituzioni e mi sono messo contro quelli che oggi sono i danneggiati, e chiedevo a quelli che oggi sono i danneggiati un po' di buon senso, perché dicevo: "Guardate non è possibile creare un conflitto, creare contrasti" mentre chiedevo alle istituzioni, cioè al Consiglio ed alla Giunta, un senso di responsabilità. ...
PRESIDENTE. Scusi Consigliere Acquaroli, chi non è interessato al dibattito, può uscire, perché nonostante Acquaroli abbia un tono importante, non si capisce nulla.
Francesco ACQUAROLI. Creare dei conflitti, grazie Presidente, non serve perché si creano delle tensioni, si creano delle inimicizie, si creano dei problemi anche personali e le istituzioni che in qualche maniera fomentano i problemi personali all'interno delle categorie e fomentano i campanili all'interno del territorio non sono istituzioni autorevoli e giuste.
Oggi ci troviamo a discutere questa mozione, che io vorrei ritirare, d'accordo con l'Assessore Giannini e d'accordo con il Presidente Badiali, e con gli altri, in nome di una risoluzione che tenga anche conto dello stato emergenziale, che va avanti da alcuni mesi.
Io Assessore, glielo dico chiaramente, questa risoluzione è in parte, per quello che mi compete, buona, in parte non la condivido, quando dice ad esempio: “dai primi dati forniti dalla ricerca è emerso” quindi significa che ci sono dei primi dati su cui iniziare a discutere quindi, siccome c'è un problema che va avanti da anni, anche con dati parziali possiamo iniziare, finalmente, a discutere. Non condivido quando, in qualche maniera si parla di un lasso di tempo di 45 giorni, che per chi non ha lavoro, per chi ha delle difficoltà, come giustamente avevo difeso i rappresentanti di San Benedetto, 45 giorni sono tanti, perché le banche, le famiglie, tutto quello che gira intorno al nostro mondo ci pressa minuto per minuto.
Io sono disposto a ragionare su una risoluzione che tenga conto di uno stato di emergenza, che tenga conto del motivo per cui noi abbiamo presentato le mozioni, ne deve tenere conto, perché altrimenti, questa risoluzione, caro Assessore, non è altro che un programma di governo giusto, condivisibile, ma che avreste già dovuto fare, nel rispetto dei tempi e delle emergenze. Tra l'altro, e non voglio fare polemica, trovarsi a discutere di questo argomento ogni sei mesi, in Assemblea e nella politica regionale, significa che c'è qualcosa che non va di fondo, significa che la programmazione e l'azione della Giunta in qualche maniera …, senza voler dare delle responsabilità a nessuno, tenendo conto che non è possibile programmare il territorio del mare perché il mare è autonomo e non tiene conto delle nostre esigenze, diventa difficile. Quindi cerchiamo di tener conto della risoluzione, ma cerchiamo di tenere conto dell'emergenza in maniera seria e non parziale. Da questa seduta, da questa discussione all'ordine del giorno, deve emergere finalmente dopo anni, un metodo di confronto, di discussione, in tempi brevi, che sia finalmente imparziale e garantisca tutti.
Faccio, quindi, la mia proposta, e chiudo. Tempi molto più brevi, Assessore, entro metà dicembre deve esserci la soluzione condivisa da tutti, la soluzione non può essere imposta a maggioranza, anche i consorzi devono sapere che finché non c'è la condivisione totale di tutti su una soluzione non si va avanti.
Il mio appello è quello tenere conto dell'emergenza e prendere atto sicuramente di una situazione di difficoltà di un compartimento. Al compartimento che oggi è in difficoltà dico di avere pazienza qualche giorno, agli altri compartimenti dico di non cercare di utilizzare quello che oggi potrebbe essere un vantaggio, perché l'anno scorso erano loro ad avere questa difficoltà e quest'Assemblea ne aveva preso atto, la proposta, quindi, è quella di fare, nel più breve tempo possibile, possibilmente entro un mese da oggi, perché se abbiamo dei dati disponibili possiamo iniziare a discutere, almeno nei metodi e, altro punto è quello di non creare delle maggioranze, delle minoranze e delle parzialità, ma nell'assemblea, che si verrà a costituire, deve emergere un'unanimità, bisogna che tutte le istituzioni garantiscano l'unanimità, il bene comune, perché non può la maggioranza schiacciare i territori in difficoltà.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Binci.
Massimo BINCI. Molti interventi hanno già evidenziato qual è il percorso necessario. Condivido l'ultimo intervento, quello del Consigliere Acquaroli, per quanto riguarda la velocità, nel senso che se gli studi sono stati già informalmente presentati è bene iniziare a convocare il tavolo, come è stato detto giustamente, per decidere i termini della discussione e iniziare a prendere atto dei dati, entro pochi giorni fare questo primo incontro preliminare.
Ho evidenziato anch'io all'interno della risoluzione dei dati che potrebbero dar adito a diversa interpretazione, perché si precisa, secondo me e troppo enfaticamente, il fatto che al di là dei risultati, addirittura al di là del risultato di monitoraggio che non fornisce un'immagine della situazione al momento dell'operazione, la gestione rimane materia complessa, come dire che lo stesso monitoraggio potrebbe non giustificare le decisioni che qualcuno chiede, nel senso che si potrebbe non tenere conto di quella che è la realtà.
Io penso che questa sia una frase che non può essere interpretata così, perché nel passato si è tenuto conto, nella relativa riperimetrazione delle aree, della realtà del compartimento. L'ultimo studio aveva detto che nel compartimento di Ascoli c'era molto novellame, ma poco pescato, viceversa era, per esempio, per il compartimento di Ancona. Dopo questo studio si è rivelata esatta anche la proiezione, perché adesso nel compartimento di Ascoli c'è molto pescato mentre in quello di Ancona non c'è. La soluzione che era stata adottata, la pongo qui come hanno giustamente detto i consiglieri Zinni e Acquaroli e come indica anche la risoluzione, è che i consorzi assieme all'assessorato devono gestire questa partita. Però la soluzione che era stata individuata l'altra volta, cioè, una parte di territorio di pesca lasciato al compartimento più in sofferenza, utilizzato, quindi, come territorio, come spazio di compensazione, può essere, secondo me, la soluzione definitiva, in qualche modo, per il nostro territorio. Non un fondo di solidarietà ma un territorio di solidarietà, la vongola può esserci per un anno di più in un territorio e meno in un altro, allora lasciamo questo spazio, come spazio di solidarietà che a seguito degli studi va a compensare la zona più sfortunata.
Questo è un input che mi sembra non sia stato dato e che voglio dare ai comparti di pesca che conoscono questa problematica.
L'ultima questione, dopo aver detto che è necessario iniziare velocemente questo tavolo, tra i compartimenti, l'ultima cosa che voglio dire è sul fondo di solidarietà, secondo me, più che un fondo di solidarietà, come è stato detto più volte, serve un fondo che per far diminuire le barche. Il problema è che ci sono troppe barche su questa area, anche in prospettiva, quindi, più che un fondo di solidarietà, serve un fondo di solidarietà per la rottamazione, nel senso che alla fine, in un anno o in due anni si incrementa questo fondo, prima erano 150.000 euro adesso 250.000, serviranno 500.000 euro, però, alla fine, una alla volta, bisognerà diminuire di almeno 5, 6, 10 unità il numero delle imbarcazioni.
La necessità, secondo me, è anche quella di costituire un fondo per la rottamazione di alcune barche.
PRESIDENTE. Prego l'Aula di fare un po' di silenzio.
Ha la parola il Consigliere Latini.
Dino LATINI. Sarò brevissimo, mi trovo d'accordo con la proposta di risoluzione presentata dall'Assessore e dal Presidente Badiali, perché coniuga le necessità che sono state evidenziate dai precedenti interventi. Essenzialmente tre.
La prima quella di tener conto che nelle Marche esiste un terzo della forza peschereccio delle vongole dell'intera Italia e questa suddivisione operata per il numero delle vongole nei compartimenti, nei quattro compartimenti, così indicati dal 2009, ha una necessità di valutazione prima di tutto scientifica a tutela dell'attività degli stessi.
La seconda è l'opportunità di coniugare l'urgenza di natura economica di coloro che vivono attraverso le vongole con la possibilità di avere, in qualche modo, un bacino di sfruttamento di natura marina, per i prossimi cinque, dieci anni, in grado di garantire agli stessi una redditività economica o comunque la possibilità di poter svolgere l'attività che hanno sempre compiuto.
La terza necessità è quella che ci sia una sorta di soggetto neutro, comunque, un soggetto scientifico in grado di valutare le indicazioni promosse dal compartimento di Ancona con le altre, soprattutto, in considerazione che lo spazio di cui i pescherecci godono, è talmente esiguo da dover essere in qualche modo calmierato e reso imparziale.
La quarta è quella di tener conto anche di quelle che sono, purtroppo, le normative europee, che se non fossero in qualche modo derogabili ci imporrebbero altre e ben più gravi scelte a danno delle aree che sono finora sfruttabili.
Quello che sottolineo nel chiudere è che la richiesta di un’ulteriore valutazione non comporta, e non deve comportare, azioni dilatorie da parte degli organismi deputati in primis Giunta e Assemblea legislativa e la necessità, per questo avevo presentato una mozione, di tener conto che l'intero settore della pesca dei molluschi bivalvi vive una stagione, che non dura da poco, estremamente difficile dal punto di vista della sopravvivenza economica, come altre attività che traggono dalla natura il loro sostentamento. Quindi, nell'ambito della valutazione complessiva una prioritaria indicazione per una sorta di “reintegrazione, integrazione e tutela del settore vanno in qualche modo inquadrate pur vivendo una stagione difficile dal punto di vista dei contributi economici da parte della Regione Marche.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Perazzoli.
Paolo PERAZZOLI. Credo che chiedersi come e perché nella Regione Marche ci siano troppe barche credo che chiederselo sia un esercizio retorico che non sposta di una virgola il problema che abbiamo. L'Italia è piena di questioni dal dubbio sorgere.
Io ho vissuto la vicenda dall'inizio di quest'anno, perché la Giunta regionale con propria delibera del 28 dicembre 2011, prendendo atto di una situazione di crisi nel comparto, nell'area di Civitanova, proponeva, su richiesta dei vongolari di Civitanova, di spostare verso Nord, al confine naturale tra la provincia di Ancona e quella di Macerata, la loro area, che adesso sta più sotto.
Dal 18 gennaio la III^ Commissione, che doveva dare il parere a questa delibera di Giunta, ha ascoltato tutte le varie componenti, i consorzi, i quattro consorzi e le associazioni di categoria.
Io ho una memoria decente e siccome ci sono Consiglieri che hanno una pessima memoria, mi sono procurato le registrazioni audio di quelle audizioni, per richiamare tutti a un minimo di coerenza. Se si esclude il consorzio di Pesaro, che mi pare abbia mantenuto una posizione coerente tra l'inizio dell'anno e oggi, gli altri consorzi hanno esattamente ribaltato la loro posizione e di pari passo l’hanno ribaltata i Consiglieri. Questo non va bene. Non va bene, perché, poi, diciamo che siamo contro i localismi. Io non lo dico, io difendo il mio territorio, anche se in questa vicenda sono impegnati i pescatori, chiamiamoli pescatori anche se è un termine improprio, che non sono del mio territorio, si dice di San Benedetto, ma in realtà sono di altre zone, però siccome stiamo discutendo una questione che riguarda le Marche, io lo voglio dire.
In quelle riunioni, in quegli incontri, da parte soprattutto dei vongolari di Pesaro, di Ancona, delle associazioni di categoria, tutte - guarda caso quasi tutte hanno il gruppo dirigente residente nella provincia di Ancona e questo è un demerito delle associazioni dei pescatori delle altre zone, perché non si può non tener conto degli equilibri regionali che si vanno a trattare nelle varie sedi, e io di questo li ho già rimproverati - grandi apprezzamenti all'Assessore Solazzi, oggi Presidente del Consiglio regionale, per come aveva saputo governare e trovare, in quella occasione, una soluzione che andasse bene a tutti, soprattutto alla provincia di Ancona e di Pesaro perché ogni barca, con quella divisione, aveva sostanzialmente gli stessi metri quadrati di superficie di cattura.
Questa è la cosa che più mi dà fastidio, con una certa prosopopea veniva detto da alcuni dirigenti di questi consorzi che la situazione ad Ancona e Pesaro era buona perché i consorzi avevano saputo programmare e gestire mentre al sud, come al solito, c'erano i pirati, i briganti, che non tenevano conto della programmazione.
La natura il più delle volte si beffa di noi, degli uomini e reagisce secondo il suo ciclo. Oggi le cose si sono invertite, per cui in quella zona che si lamentava, oggi ci sono le vongole e dove prima c'erano in abbondanza oggi non ce n'è sono, forse in ragione della raccolta che è stata effettuata.
Ha ragione il Consigliere Marinelli, non è che ogni volta, per una causa naturale stiamo qui a ridiscutere, a dividerci, a secondo di dove siamo stati eletti, non facciamo sicuramente un bel servizio e facciamo, comunque, una pessima figura. Il 10 gennaio il Consigliere Latini ha presentato una mozione che partendo dalla crisi di Civitanova chiedeva alla Regione di fare uno studio, e la Commissione, sulla base di quell'audizione, diede parere contrario. Io votai a favore ma oggi mi trovo in un'altra posizione, quindi, finiamola.
Sapendo che tutti cittadini marchigiani sono uguali - io questo lo dico sempre perché sono il Consigliere più meridionale presente qui dentro, abito a pochi chilometri, anzi per certi periodi, ho abitato quasi al confine con l'Abruzzo, quindi, più meridionale di me qui dentro non c'è nessuno -, hanno gli stessi diritti e gli stessi doveri, le imprese hanno gli stessi diritti e gli stessi doveri, questi non cambiano a seconda della vicinanza al capoluogo regionale, perché spesso si ha questa sensazione, quando una questione riguarda questa zona, per la vicinanza con questa Aula, se ne discute di più. Allora io dico buona, è tardi, sarà tardi, però è bene che ci sia una risoluzione, che mi parve condivisa da tutti. Credo che la risoluzione vada accompagnata da un voto pressoché unanime e che l'Assessorato si muova per dare rapidamente corso alle riunioni del Comitato. Questa va accompagnata anche dalla necessità, perché le giacche a forza di essere tirate si strappano, di istituire questo fondo di solidarietà, che già era posto come esigenza da tutti nelle audizioni di gennaio. E' passato un anno, ancora non esiste, va fatto per evitare che noi diventiamo la camera di compensazione, invece possono autogestirsi, farsi carico di pagare il monitoraggio continuo, sull'andamento della presenza delle vongole, per accompagnare adeguamenti. Se tutto questo non serve, se non risolve la questione, c'è un rimedio: qui non ci sono concessioni permanenti, nessuno le paga, non ci sono diritti indefiniti nel tempo, facciamo, allora, un unico comparto, stabiliamo per ognuno la quota di cattura e poi, dopo, si controlla. Finisce questa storia e non continua questa telenovela.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere D'Anna.
Giancarlo D'ANNA. Che questo fosse un argomento difficile già lo sapevamo perché anche nella scorsa legislatura, ci sono stati dei momenti di tensione e di rivendicazione territoriale e so, essendo stato componente della III^ Commissione anche nella scorsa legislatura, che non è facile trovare la quadra.
Sicuramente il percorso che ha iniziato l'ex Assessore Solazzi, oggi Presidente, ha dato un'impostazione diversa, rispetto a quello che era accaduto in passato ma come è stato rilevato da diversi colleghi, saltuariamente il problema torna fuori.
E' evidente che bisogna avere la capacità di trovare, non dico, una soluzione definitiva ma quanto meno una soluzione che possa diluire le tensioni ed allo stesso tempo prevedere quella solidarietà, che è poi l'elemento nuovo di questa mattina, che possa compensare chi si trova in difficoltà momentaneamente o per lunghi periodi.
Sicuramente la virtuosità, che c'è stata in passato, e l'autoregolamentazione, che alcuni compartimenti hanno adottato, non sono state efficaci perché la natura fa il suo corso indipendentemente da quella che è la volontà dell'uomo.
Sicuramente la novità è quella del fondo di solidarietà, al quale, però, la Regione deve trovare, non dico una compartecipazione, ma sicuramente qualcosa che aiuti l'avvio di questo fondo di solidarietà, altrimenti rilanciamo il problema alle categorie. Se è vero, come è vero, che sarebbe utile creare questo fondo, è altrettanto importante, Assessore Giannini, trovare un percorso, possibilmente da valutare, se non è stato fatto, - scusi Consigliere Badiali è importante anche per lei - anche attraverso la Comunità Europea, se in questo caso è possibile attingere a dei fondi o trovare una compartecipazione per fare in modo che ci sia si l'intervento da parte degli operatori ma anche delle istituzioni che vanno incontro a questa situazione e che, evidentemente, hanno delle responsabilità, perché nel passato, magari, hanno sottovalutato o tamponato situazioni che poi saltuariamente sono tornate fuori.
Quindi, se c'è la volontà dell'Assemblea legislativa di chiudere una volta per tutte questo capitolo, ed io credo che non ci sia nessuno che si tiri indietro, sulla questione dei tempi è importante intervenire immediatamente ed accelerare al massimo i tempi e il coinvolgimento di tutti i rappresentati, questo è fondamentale, perché se non c'è l'accordo tra di loro, inevitabilmente ognuno di noi appartiene ad un territorio e cerca di tirare su un muro a difesa del proprio.
Se c'è la volontà di risolvere la questione una volta per tutte, penso, che sia un'opportunità storica che bisogna assolutamente prendere al volo e partire da domani, Assessore, con un incontro con i vari rappresentanti per iniziare questo percorso che necessariamente deve essere veloce, perché ci sono alcune situazioni, è stato già detto, che sono al limite del drammatico e vanno risolte immediatamente. Quindi, anche da parte mia la disponibilità a votare questa risoluzione.
PRESIDENTE. Ha la parola la Consigliera Ortenzi.
Rosalba ORTENZI. Non sono sorpresa che si voglia in qualche modo rinfocolare un tema già di per sé complicato e difficile da gestire.
Io voglio ringraziare l'Assessore Giannini e i suoi collaboratori che stanno affrontando questo problema in maniera molto determinata ma anche con buon senso. Credo che in questo caso il buonsenso sia l'atteggiamento giusto per arrivare ad una definizione condivisa, perché qui si parla di una situazione, come tante altre, ma in particolare per questa, in cui la coperta è corta, se la si tira da una parte si scopre la destra e viceversa, se si fa nell'altro modo si scoprono i piedi. Quindi, credo che il buonsenso l'Assessore l'abbia oggi esplicitato con la richiesta di votare una risoluzione che mi pare sia ben fatta.
E' stato sviluppato un grande lavoro, ho sentito anche la relazione che ha fatto al Gruppo l'Assessore Giannini e credo che su questo si debba lavorare anche perché, ripeto, (...) ha attivato una proposta che poi sarà presentata al Coordinamento dove sono presenti i consorzi e le associazioni di categoria. Con un senso di responsabilità e anche di equilibrio credo che si debba aderire a questa risoluzione, considerando che in questa situazione si è già attivato un monitoraggio, una ricerca scientifica perchè, mi hanno detto che la dimensione di tutto quello che riguarda la raccolta delle vongole, ha bisogno di un monitoraggio, un lavoro che in questi ultimi tempi è stato fatto e che, credo, continuerà anche in futuro. Anche perché per la ciclicità la raccolta delle vongole non è prevedibile, varia di volta, e quindi non so se, dando delle deroghe, non so come vengono definite, di raccogliere per esempio a Civitanova, si possa mettere in crisi un'altra zona e così via.
Io voterò convintamente questa risoluzione,perché ritengo che valgano procedure d'urgenza in casi così difficili da districare.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Ricci.
Mirco RICCI. Spenderò anch'io poche parole perché il dibattito, credo, sia stato già sufficiente, però ringrazio la III^ Commissione insieme all'Assessore Giannini che questa mattina hanno cercato ed hanno trovato una sintesi, proponendo all'Aula una risoluzione largamente condivisa con la Commissione stessa.
L'argomento lo abbiamo discusso, lo abbiamo già affrontato, è un argomento complicato, la pesca alle vongole riguarda un settore importante dell'economia marchigiana.
E' un tema che molto spesso noi affrontiamo con scarsa conoscenza, se volete, nel senso che ormai non è più una pesca semplice ma necessita di ricerca, monitoraggio, analisi del pescato, insomma è un argomento difficile; non voglio riferirmi al biogas di qualche giorno fa, ma anche questo risente del tema della territorialità, per cui ci sono equilibri, equilibri difficili, che hanno a che fare con il lavoro delle persone, con le difficoltà del lavoro delle persone. L'Assessore Giannini, come ricordava anche la Consigliera Ortenzi, che non voglio certamente riprendere, facendo una relazione al Gruppo PD, perchè fa parte del mio Gruppo, ci ha informato in maniera dettagliata sul tema in questione.
Il tema è questo: si era determinato, sul tema della raccolta delle vongole un quadro stabile con l'iniziativa precedente all'esperienza dell'Assessore Giannini. Un quadro stabile che ogni volta rischia di essere messo in discussione perché si devono rincorrere le emergenze. Emergenze che ci sono, che in qualche modo sono state vissute, gestite, affrontate, con difficoltà all'interno di un quadro stabile, stabilizzato in qualche modo. Anche se il tema ci fa capire che la stabilità qui è molto precaria, occorre conoscenza tecnica ed avere buon senso allo stesso tempo; la politica non può fare a meno, ormai in nessun campo e ne avrà sempre più bisogno, del supporto tecnico scientifico, ed è chiamata, quindi, ad usare il buonsenso nel tenere insieme le due cose.
La domanda che io faccio è questa: "E' necessario trovare un equilibrio nuovo alzando l'asticella? Cioè è necessario trovare un nuovo equilibrio con il contributo ulteriore della ricerca? Questa è la questione che pongo su questo tema come su tanti altri.
Questa mattina noi abbiamo cercato di gestire, portare a sintesi delle mozioni, di mozione ne abbiamo fatte tante, ne votiamo quattro o cinque a Consiglio, danno un indirizzò alla Giunta, che la Giunta qualche volta non rispetta. Ma in questo caso a me interessa, piuttosto, che una mozione che dà un indirizzo alla Giunta, la possibilità per fare in modo che quello che oggi decidiamoci, abbia un effetto vero. Se c'è una modifica da fare ad una situazione stabilizzata da una precedente convenzione, da un precedente accordo, la devono fare i soggetti interessati, ecco perché ritengo utile e necessaria e più forte di una qualsiasi mozione, una risoluzione largamente unitaria di questo Consiglio, che rimetta nelle mani degli operatori, la possibilità di alzare, di modificare quell'equilibrio che avevamo faticosamente raggiunto, cioè cercare in questo senso, un effetto certo, rispetto a questo tema.
In questo quadro, Assessore, può essere anche utile, io non so, so che ne avete discusso in precedenza, il fondo di solidarietà o altre forme che non sono state del tutto condivise. E' un elemento da aggiungere al tentativo di trovare in tempi rapidi, in tempi ragionevoli, un altro livello di equilibrio, utilizzando tutte le forme possibili, anche quelle di un fondo, di qualche tipo, che possa intervenire nei momenti di difficoltà, che possono colpire questo o quell'altro consorzio.
Credo che la risoluzione che noi presentiamo vada in questa direzione, insomma dice: “Ragazzi affidiamo anche a voi l'onere di trovare un nuovo equilibrio, se necessario”, altrimenti rischiamo di stabilizzare un quadro e rincorrere le emergenze. Le emergenza ci sono, quando qualsiasi operatore, in questo periodo di crisi, ci viene a cercare è perché ha delle difficoltà nel tirare avanti. La cosa è complicata, ognuno di noi si sente colpito e coinvolto, però, è evidente che bisogna, come sempre se possibile, fare un passo in più per trovare risposte e soluzioni attraverso anche iniziative articolate e complesse perché complessa è la situazione che stiamo affrontando questa mattina.
PRESIDENTE. Ha la parola l'Assessore Giannini.
Sara GIANNINI. (...) il dibattito nell'aula, però credo che sia opportuno. Cercherò di farlo nel più breve tempo possibile, di rammentare, soprattutto ai Consiglieri che sono stati eletti nella legislatura attuale, che il precedente Consiglio regionale ha approvato un regolamento dovuto ad una sentenza che ha definito, senza che il Ministero si opponesse, che la competenza esclusiva nelle determinazioni sulla pesca delle vongole, venisse attribuita alla Regione Marche.
Questa sentenza, tra l'altro, è dovuta a un fatto specifico, e cioè al fatto che in questa Regione il Ministero ha rilasciato un numero abnorme di licenze, soprattutto nel compartimento di San Benedetto del Tronto. Questo ha creato una grave conflittualità e anche un problema di risorsa pescata. Il Ministero, successivamente, ha pensato di limitare o comunque di riordinare questa sua eccessiva produzione di licenze costituendo un sub-compartimento che ha interessato in sostanza il mare che è prospiciente il territorio del Comune di Civitanova, mettendo li, forzosamente tra l'altro, ma con il parere favorevole dei consorzi di provenienza, 44 imbarcazioni: 25 provenienti dal consorzio di San Benedetto del Tronto e 19 provenienti dal consorzio di Ancona.
Tutte queste imbarcazioni, riguardo al compartimento marittimo, sono targate Ancona o San Benedetto ma in realtà i loro proprietari sono quasi tutti residenti nella provincia di Macerata e quindi Civitanova, Potenza Picena e Porto Recanati.
I 19 che sono stati spostati dal consorzio di Ancona, hanno fatto ricorso contro quella decisione e il Tar Marche ha deciso, appunto, che gli atti ministeriali erano tutti annullati, perché questo attribuiva la potestà di regolamentare esclusivamente alla Regione Marche. La Regione Marche ha regolamentato la materia, quando la competenza era dell'allora Assessore Solazzi, come ricordava prima il consigliere Perazzoli, ed ha approvato un regolamento nel quale venivano dette alcune cose.
Innanzitutto venivano definite le aree in A, B, C e D. A queste aree sono state attribuite per elenco, dal regolamento del Consiglio regionale, le imbarcazioni afferenti e nel regolamento vi è una finestra per definire la prima applicazione, cioè si diceva che quella determinazione era di prima applicazione e che non oltre il 30 giugno 2011 si sarebbe dovuto dare la definitiva applicazione. Quindi, il Consigliere Bucciarelli, che tra l'altro ricorda bene quel passaggio perché era Presidente del Consiglio regionale all'epoca, non può dire che c'è stata una malafede dell'Assessorato durante l'assestamento, perché in realtà quella norma dell'assestamento ha consentito di prorogare di sei mesi la possibilità di definire, in modo definitivo, le aree. Questo aumento di periodo è stato concordato con la consulta della pesca ed anche con tutti i consorzi perché si cercasse tra i consorzi, la soluzione migliore per una più equa ripartizione di quel territorio, sulla base di una ricerca che il regolamento aveva chiesto alla Giunta regionale di attivare, e che io ho attivato, e che al momento della definizione del 30 giugno 2011, non era ancora pronta.
Sulla base del primo esito la Giunta regionale ha, come il regolamento approvato dal Consiglio regionale prevedeva, proposto una delimitazione definitiva delle aree sulla base della ricerca e non per effetto, semplicemente, di una crisi e di un'emergenza.
La III^ Commissione che il regolamento definiva competente per esprimere il suo parere, ha respinto la proposta dell'Assessorato, e noi avevamo già detto con chiarezza che ci saremo adeguati alla definizione del regolamento. Quella decisione della Commissione, che tra l'altro ha chiesto ulteriore monitoraggio, ha chiuso la procedura del regolamento avviato dall'ex Assessore Solazzi.
Questo è quello che è accaduto. Ora l'emergenza riguarda il compartimento di Ancona ed anche il compartimento di Pesaro. Qui nessuno lo ha detto, ma io lo voglio dire perché tra l'altro è scritto negli atti pubblici, due consorzi delle Marche sono fermi da sei mesi, il consorzio di Pesaro Fano ed il consorzio di Ancona, per assenza di prodotto commerciabile che non è imputabile, io penso, nè ad una cattiva gestione dei due consorzi, che tra l'altro nel tempo sono stati quelli che più di altri hanno fatto attenzione alla gestione, alla sostituzione dei ferri per renderli migliori, selettivi, che hanno investito, eccetera. Adesso c'è una maggiore presenza di vongole commerciabili nel compartimento di Civitanova e di San Benedetto. Io non sono un'esperta in materia di vongole, ma tutti coloro che su questo hanno un minimo di esperienza, raccontano che la vongola, e credo che tutti quanti questo siamo in grado di comprenderlo, essendo un essere vivente nasce, cresce, diventa grande e quando è grande in una certa misura ha un valore dal punto di vista economico e viene, quindi, raccolta. Questo è un ciclo continuo.
In tutti i consorzi si sono verificate situazioni per le quali ci sono stati fermi in modo alternato, sia dal punto di vista delle emergenze, e quindi di assenza di prodotto commerciabile, che dal punto di vista del fermo tecnico che loro stessi programmano, con i loro piani di gestione, che autonomamente decidono, per consentire al prodotto di stabilizzarsi e di raggiungere la misura minima necessaria per poter avere un valore commerciale apprezzabile.
Questa è la situazione che io comprendo e non voglio sottovalutare.
Quando si svolge una funzione di carattere generale si deve tenere conto di tutto il territorio regionale, sarebbe molto facile per me tenere conto solo del mio territorio, io provengo da Civitanova e, quindi, dovrei in qualche modo favorire solamente quelli che sono e risiedono nella città e da cui io prendo i voti. Io penso che questo non sarebbe onorevole nei confronti di una funzione che è una funzione assessorile e che riguarda tutto il territorio. Allora, indipendentemente, dalle valutazioni dei singoli cittadini ed elettori, io credo che si debba tenere conto di una situazione, che in questo momento, interessa due consorzi e non uno e, quindi, chi avanza proposte di soluzioni temporanee non può parlare di uno e non tenere conto dell'altro che ha la stessa emergenza.
Decidiamo, il Consiglio decide di utilizzare una zona cuscinetto? Ma nella zona cuscinetto le vongole hanno lo stesso modo di nascere, crescere, riprodursi e morire, per cui se noi mandiamo qualcuno a pescare in qualunque zona delle Marche per chiudere l'emergenza, non chiuderemo quell'emergenza, perché lo sforzo di pesca sarebbe troppo grande, e ne apriremo un'altra, e allora da una emergenza ad un’altra, ci finiremo il mare. Finito il mare, finite le vongole, avremo 221 vongolare, questi sono i numeri e non li dice nessuno, su 660 che sono in tutta Italia, senza le vongole.
Dobbiamo essere tutti disponibili ad esercitare il buon senso, facendo premio anche delle pressioni legittime e comprensibili di chi in questo momento soffre una crisi, a cui nessuno è indifferente, nessuno a partire da me. Ma siccome noi non abbiamo il potere, nonostante siamo legislatori, di mettere le vongole nel mare, e non possiamo pensare che solo spostando i vongolari, le vongole si moltiplicano, ma spostando i vongolari, le vongole diminuiscono, allora dobbiamo trovare un percorso, ed io l'ho sempre chiesto ai consorzi che sono qui presenti, che fosse il più possibile condiviso da loro. Perché io capisco, conoscendo le situazioni e le persone, che le situazioni imposte non funzionano in questo settore. Allora ho chiesto a tutti, e per questo abbiamo anche aumentato quel periodo di sei mesi, uno scatto di responsabilità che non partisse solo dal proprio punto di vista o dalla storia che ha contraddistinto il passato ma che prendesse atto che ormai la situazioni esiste e che tutti insieme ce ne dobbiamo fare carico, trovando una soluzione nella quale non ci sia la soddisfazione massima di tutti, ma ci sia almeno la soluzione minima che consenta a tutti di poter in prospettiva, fermo restando le crisi cicliche, le morie che possono esserci, gli accidenti naturali che noi non possiamo prevedere, una certa stabilità di territorio che consenta a quei consorzi di programmare la gestione.
E' chiaro che se il territorio non è di nessuno ed uno fa razzia, perchè tutto quello che succede dopo non è un problema suo, dopo un anno tutto il settore sarà in crisi.
Il fondo di solidarietà, è un anno che lo sto dicendo, per le barche non è possibile, per due motivi: il primo perché la Regione non può mettere soldi, perché sennò sarebbe un aiuto di Stato e l'altro è perché il fondo nazionale, gestito dal Ministero, paga su criteri oggettivi che riguardano la stazza e la lunghezza delle parti che non rappresentano nemmeno il valore del 10% di alcune delle vongolari che noi abbiamo. Perché le vongolari valgono in euro, da valutazioni empiriche, informali e non comprovate da nessun atto di compravendita, da 1 milione, a 1 milione e 200 da Pesaro ad Ancona, da 450 a 650 mila a Civitanova, San Benedetto. Capite bene che se il Ministero ne dà 200 mila nessuno accetta di togliere la sua vongolara, anche quelli che sono in crisi. Noi non possiamo aggiungere soldi perché sarebbe aiuto di Stato e si incorrerebbe nell'infrazione. Quello che io ho proposto è un fondo di solidarietà alimentato con un centesimo a chilo di vongola pescato all'anno, che consenta di essere implementato e che faccia fronte alle crisi, penso ormai per esperienza, che i vari i consorzi incontreranno nella loro vita, qualunque sia l'area di mare coltivabile che noi gli affidiamo. Gli affidiamo, ripeto, giustamente e gratuitamente perché quella della vongola è una raccolta e non una pesca, e lo dico consapevolmente, perché le soluzioni, come qualcuno paventava, possono essere molte, non sono sempre uniche le soluzioni eque.
Da questo punto di vista, io credo che la proposta di risoluzione che abbiamo avanzato ha due obiettivi: quello di rimettere, ancora una volta, alla loro valutazione, alla loro collaborazione, anche per una decisione condivisa da tutti, se c'è, una valutazione di area diversa da quella che il Consiglio ha approntato ed ha già definito. Il Consiglio non la Giunta regionale perchè voi l’avete confermata.
Questo è importante però Presidente, cinque minuti, credo che possano essermi dati. Su questo io penso che 45 giorni sono il massimo che noi possiamo dare, mi adopererò perché la ricerca venga terminata nella sua valutazione e consegnata formalmente entro 10 giorni massimo, se poi i soggetti interessati si riuniranno e dopo tre giorni troveranno la soluzione, dopo tre giorni avremmo la soluzione. Diamogli il tempo di poter ragionare, diamoglielo anche in base alle loro esigenze.
Questo Comitato di coordinamento la Giunta l'ha costituito ad aprile 2011, sulla base di quello che gli imponeva il regolamento del Consiglio regionale, quindi, noi abbiamo seguito pedissequamente quello che il Consiglio ci aveva indicato di fare.
Io penso che adesso si discuta sulla base di una emergenza rispettabilissima, che preoccupa anche me, perché dura da molto tempo e penso che sarebbe ancora più preoccupante se si allargasse ad altri settori, perché tutto il settore andrebbe in crisi e di questo, poi, ce ne dovremmo far carico robustamente. Senza mettere una virgola in più, rispetto a quello che il regolamento regionale ha indicato alla Giunta, oggi ci troviamo qui per un’emergenza dell'emergenza e dobbiamo immaginare proposte tampone, che sul mare non esistono, chi le ha ed ha una soluzione lo dica perché io la approfondisco, non sono chiusa a nessuna proposta che, però, deve riguardare tutti, non può riguardare solo qualcuno, perché noi siamo Giunta regionale e Consiglio regionale delle Marche e se qualcuno è in crisi, è in crisi a Pesaro, ad Ancona, a San Benedetto ed a Civitanova Michigan e ce ne dobbiamo fare carico lo stesso.
Quindi, vi propongo di votare questa risoluzione, io farò in modo che tutti gli atti che dipendono dalla Giunta siano consegnati nel più breve tempo possibile, per consentire al Comitato che è tecnico, nel quale non c'è l'Assessore ma ci sono le rappresentanze delle associazioni di categoria e dei consorzi, di produrre nel più breve tempo possibile una proposta. Se questo non fosse possibile la proposta c'è. Se il Comitato non è in grado di fare una proposta, la proposta c'è ed è una proposta, che io penso possa essere equa, però mi riservo, perché se ci sono proposte più utili, condivise da tutti gli operatori, noi non dobbiamo fare un dispetto a nessuno, quindi, io sono pronta a riceverle, qualunque proposta esso voglia fare, io la firmo senza cambiare una virgola. Se non è in grado, però, questo Consiglio regionale non po' più giocare a rimpiattino e deve prendere una decisione definitiva che metta a tacere le ambizioni di ognuno da Pesaro ad Ascoli.
Presidenza del Vicepresidente
Giacomo Bugaro
PRESIDENTE. Non ho altri iscritti a parlare. Abbiamo tre mozioni la n. 239 del Consigliere Latini, la n. 411 dei Consiglieri Giorgi, Acquaroli e la n. 420 del Consigliere Bucciarelli ed altri. Chiedo ai proponenti se ritiranole loro mozioni a fronte della risoluzione che ha anche un emendamento. C’è il fatto che il Consigliere Latini non è in Aula ed ha chiesto congedo.
Francesco ACQUAROLI. Sono d'accordo al ritiro della mozione perché abbiamo presentato un emendamento.
PRESIDENTE. Allora la mozione n. 411 è ritirata, la n. 420 dei Consiglieri Bucciarelli ed altri? (...) Rimane. (...) Il Consigliere Bisulacchi ritira la sua firma, anche il Consigliere Giancarli ritira la firma. Consigliere Cardogna? Rimane la firma. Quindi la mozione n. 420 la votiamo e dobbiamo votare anche la n. 239 del Consigliere Latini perché (...)
Paola GIORGI. Sono firmataria insieme al Consigliere Acquaroli della mozione n. 411 e la ritiro.
PRESIDENTE. La mozione n. 411 è ritirata. La mozione n. 239 dobbiamo votarla perchè il Consigliere Latini non è in Aula e, quindi, non possiamo interpretare il suo pensiero. (...) L'ha detto nell'intervento? Allora la mozione n. 239 del Consigliere Latini è ritirata.
Pongo in votazione la mozione n. 420 a firma dei Consiglieri Bucciarelli e Cardogna, per appello nominale chiesto a nome dei Consiglieri Zinni, Natali, Zaffini.
Favorevoli: Acquaroli, Binci, Bucciarelli, Cardogna, Marangoni, Marinelli, Natali, Silvetti, Zinni.
Contrari: Acacia Scarpetti, Badiali, Bugaro, Canzian, Comi, Donati, Giannini, Luchetti, Marconi, Ortenzi, Perazzoli, Petrini, Ricci, Sciapichetti, Traversini, Trenta, Zaffini.
Astenuti: D'Anna, Massi.
(L'Assemblea legislativa non approva)
Proposta di risoluzione.
Emendamento n. 1 dei Consiglieri Acquaroli, Marinelli. Ha la parola il Consigliere Acquaroli per illustrarlo.
Francesco ACQUAROLI. Nel ritirare la nostra mozione noi abbiamo fatto una proposta all'Assessore ed all'Aula.
E’ vero Assessore che quest'Aula deve decidere perché sovrana, però su alcuni argomenti non è sovrana, è espropriata della sua funzione. Sull'argomento vongole le responsabilità spesso vengono condivise con l'Aula perché questo è un argomento difficile che vede tanti frazionamenti sul territorio.
Questo metodo la Giunta dovrebbe utilizzarlo sempre, ad esempio, anche sulle linee guida del biogas, sulle aree idonee, non idonee, sarebbe opportuno che non rimanesse un argomento della Giunta ma venisse in Aula, quello come tanti altri argomenti. Queste disparità di argomenti non sono forieri di un confronto serio e sereno. Però al di la di questo, che non è una polemica, è una presa d'atto, io dico che noi dovremmo impegnarci affinché entro il 15 dicembre ci sia una soluzione, ci sono i primi dati, iniziamo a discutere, possiamo sforzarci perché questi dati vengano completati il più presto possibile e credo che questo Comitato possa riunirsi anche ad oltranza, finché non trova una soluzione unanime.
Quello che io chiedo è anche il rispetto dell'unanimità, cioè non adottare soluzioni che non prevedano l'unanimità del Comitato stesso, perché non è giusto che le minoranze quando si tratta di lavoro, quando si tratta di sacrifici, quando si tratta di qualsiasi genere, perché oggi è minoranza una parte, l'anno scorso era un'altra, a livello territoriale. Il Comitato preveda l'unanimità altrimenti la Giunta e il Consiglio non dovranno dare seguito alle scelte del Comitato stesso.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Badiali.
Fabio BADIALI. Sull'emendamento Acquaroli, io non contesto assolutamente il 15 dicembre o altre date, anzi, ho sentito tutti gli interventi e tutti sono positivi nel trovare, perlomeno la stragrande maggioranza, un’intesa, un accordo ed una soluzione al problema. Io non condivido, però posso anche accettarlo, i 45 giorni che noi abbiamo messo è un termine massimo per trovare un accordo, una sintesi, come diceva lei, condivisa da tutti. Sono perfettamente d'accordo, condivisa da tutti, ma siccome entro questa settimana, massimo la prossima settimana, arriverà lo studio tecnico fornito ufficialmente, la prossima settimana sarà il 20 di novembre, se il tavolo tecnico si riunirà e troverà in tre giorni una soluzione condivisa da tutti, la soluzione si potrà approvare il 23 novembre e non il 15 di dicembre.
Allora io dico che più il tavolo lavora celermente e con capacità organizzative e prima si trova la soluzione. Poi, se vogliamo possiamo lasciare il 15 dicembre, per me possiamo lasciarlo, non è un problema, ma possiamo anche trovare la soluzione il 5, l’8, il 3 dicembre secondo le proposte che sapranno e saranno in grado di fare al tavolo, insieme con tutti gli attori del sistema, è d'accordo l'Assessore su questa cosa? Con l'unanimità del tavolo (…)
PRESIDENTE. Presenta un sub-emendamento?
Fabio BADIALI. No lo accolgo.
Lo pongo in votazione.
(L'Assemblea legislativa approva)
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Zaffini.
Roberto ZAFFINI. Per dichiarazione di voto, Presidente.
Con l'emendamento vedo un attimo di attenzione in più, per lo meno nei tempi, il documento è piuttosto moscio e quando si parla di rappresentanti del territorio, io non posso far finta di non essere eletto nella mia Provincia, capisco l'Assessore che rappresenta tutte le Marche, ma io non posso tacere che il porto di Fano e il porto di Pesaro ed il compartimento tutto sono stati in questi anni meritevoli, esiste anche una storia che dà dei meriti al comportamento di alcuni dipartimenti rispetto ad altri, quindi, non vorrei che si arrivasse a una situazione che chi è bravo venga, poi, penalizzato.
La pesca si esplica nei porti e viviamo ed abbiamo vissuto un'emergenza di notevole trascuratezza, come minimo, del dragaggio dei nostri porti ed una attenzione alquanto scarsa, da parte della Regione, nei confronti di chi lavora in condizioni già difficili. Le marinerie sia fanesi che pesaresi in questi anni hanno avuto, sicuramente, un calo notevole e non vorrei che fosse colpito ancora una volta, e come, purtroppo, sempre avviene in questo Stato, chi è bravo, penalizzandolo.
Io voto questa risoluzione ma la vedo alquanto moscia, in quanto se vengono decise delle zone, noi siamo leghisti e diciamo che ognuno è padrone a casa sua, ma se vengono decise, si mantengano, per carità, perché questo, qui abbiamo detto, non è pescato ma è allevato, custodito, curato e, quindi, se uno poi si vede portare via il proprio prodotto, siamo di nuovo in “alto mare”.
Quindi io difendo in questo caso il dipartimento che è stato veramente più meritevole e soprattutto non ha mai pianto. Questa è la mia posizione, spero venga fuori da questo tavolo che verrà fatto a breve.
PRESIDENTE. Risoluzione così come emendata. La pongo in votazione.
(L'Assemblea legislativa approva)
Proposta di atto amministrativo n. 48
ad iniziativa della Giunta regionale
“Piano settoriale di intervento per la tutela delle risorse genetiche autoctone di interesse agrario. Triennio 2013/2015. Legge regionale 3 giugno 2003, n. 12, articolo 8”
(Discussione e votazione)
PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca proposta di atto amministrativo n. 48 ad iniziativa della Giunta regionale
Ha la parola il relatore di maggioranza Consigliere Perazzoli.
Paolo PERAZZOLI. Il piano settoriale è in applicazione del regolamento regionale che prevede il piano triennale, regolamento del 2004 “Tutela delle risorse genetiche animali e vegetali del territorio”, ha avuto parere favorevole del CAL e del CREL, con l’invito e la raccomandazione, da parte di quest’ultimo, di estendere a tutto il territorio regionale, che coordini l'Assam e di mettere in rete tutte le iniziative.
Il repertorio regionale è suddiviso nel settore vegetale, settore animale. Il settore vegetale corrisponde a 36 specie arboree, 27 erbacee, 3 ornamentali e da frutto, il settore animale a cinque specie.
Nell'ultimo triennio sono state individuate otto nuove essenze arboree, sette erbacee ed una animale.
La banca regionale del genoplasma ha 350 accessioni, istituite nel 2006, conservate in una unità di ricerca, per l'orticultura di Monsanpolo del Tronto per le specie vegetali erbacee Il catalogo dell'Assam di Petritoli per le specie arboree. Il campo del genoplasma dell'Università politecnica delle Marche di Agugliano per le accessioni arboree da frutto, 280 di cui 80 autoctone.
Nelle Marche ci sono 23 agricoltori custodi, esperti in autoriproduzione delle sementi, disponibili a riprodurre nei luoghi dove questi sono differenziate: la fava, il mais, l'anice, eccetera.
Il piano prevede 540.000 euro in tre anni, quindi, 180.000 euro l'anno gestiti dall'Assam. Negli anni precedenti erano così suddivisi: 36.000 all'Assam, 5.000 agli agricoltori custodi, 42.000 per i campi catalogo di Petritoli e Agugliano, 25.000 per le convenzioni con l'Università di Ancona, 25.000 euro per il centro di Monsapolo, 30.000 euro per la divulgazione e 9.000 euro per le spese generali.
In Parlamento è in discussione una proposta di legge “Disposizioni per la tutela e la valorizzazione delle biodiversità”, questo per riportare a livello nazionale iniziative sporadiche di alcune Regioni meritorie tra cui le Marche.
Gli obiettivi generali del piano sono la raccolta, la caratterizzazione e catalogazione delle risorse genetiche, la salvaguardia delle razze animali, delle varietà vegetali, l'utilizzo collettivo del patrimonio di razze di varietà locali, l'uso sul mercato delle varietà di conservazione.
Le azioni: a) raccolta, caratterizzazione, catalogazione risorse genetiche; b) la conservazione e reintroduzione del territorio d'origine della varietà locali, c) l'informazione la formazione sulla biodiversità agraria nelle Marche e valorizzazione dei prodotti. Con iniziative contro la standardizzazione del gusto, e su suggerimento della III^ Commissione, con particolare riguardo al mondo scolastico, coinvolgendo l'Università e i centri di ricerca. Inoltre c'è una continua verifica e monitoraggio per verificare l'idoneità delle azioni ed apportare le necessarie modifiche. Finora mi pare che sia un'azione meritoria, il piano è sostanzialmente confermativo di quello che è avvenuto in questi anni.
PRESIDENTE. Colleghi senza voler in nessun nodo inficiare il vostro lavoro, chiedo di essere quanto mai sintetici perché avendo accumulato molti arretrati, vorremmo andare avanti il più possibile nella trattazione degli atti.
Ha la parola il relatore di minoranza Consigliere Bucciarelli.
Raffaele BUCCIARELLI. Sarò velocissimo perché tra l'altro questo atto amministrativo è stato licenziato dalla Commissione con parere favorevole all'unanimità, quindi, ci sono solo pochissime e veloci considerazioni da fare.
La prima è che, veramente, 180 mila euro all'anno per la salvaguardia e valorizzazione delle specie, della biodiversità nelle Marche è una cifra irrisoria se paragonata, per esempio, alla comunicazione istituzionale che è di 1.380.000 euro.
Quindi l'input primo del governo, è molto più importante la comunicazione che non la salvaguardia, la valorizzazione della biodiversità, ivi compresa.
La novità che abbiamo inserito noi è quella di un'opera continua a favore del mondo scolastico affinché non solo conosca le nostre caratteristiche, le nostre ricchezze biologiche ma apprenda e cominci a conoscere un po' il fatto che mangiare sano significa mangiare bene, quindi, parere favorevole, con un appuntamento al momento dell'approvazione del bilancio perché il sottoscritto farà emendamenti ad hoc per incrementare questa cifra e vedrò, poi, magari, dove proporre di tagliare.
PRESIDENTE. Non ho altri iscritti a parlare. Pongo in votazione la proposta di atto amministrativo n. 48.
(L’Assemblea legislativa approva)
Proposta di legge regionale n. 54
ad iniziativa dei Consiglieri Ortenzi, Comi, Ricci, Badiali, Sciapichetti, Giancarli, Traversini, Perazzoli, Busilacchi
“Interventi a favore dei soggetti affetti da dislessia e da altre difficoltà di apprendimento (DSA)”
Proposta di legge regionale n. 60
ad iniziativa dei Consiglieri Marinelli, Massi, Eusebi
“Disposizioni in materia di disturbi specifici di apprendimento”
Proposta di legge regionale n. 119
ad iniziativa dei Consiglieri Comi, Ortenzi
“Interventi in favore dei soggetti affetti da dislessia e da altre difficoltà di apprendimento (DSA)”
Testo unificato “Interventi in favore delle persone con disturbi specifici di apprendimento (DSA)
(abbinate)
(Discussione e votazione)
PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca le proposte di legge n. 54 dei Consiglieri Ortenzi, Comi, Ricci, Badiali, Sciapichetti, Giancarli, Traversini, Perazzoli, Busilacchi, n. 60 dei Consiglieri Marinelli, Massi, Eusebi, n. 119 dei Consiglieri Comi, Ortenzi, abbinate.
Ha la parola il relatore di maggioranza Consigliere Giorgi.
Paola GIORGI. La proposta di legge che giunge oggi all'approvazione dell'Aula, in materia di DSA, Disturbi specifici dell'Apprendimento, è una norma molto attesa da tante famiglie marchigiane e dalla stessa scuola marchigiana e che pone la Regione Marche tra le primissime Regioni a normare in materia.
Prima di entrare nello specifico della proposta di legge, credo opportuno proporre all'attenzione dell'aula una panoramica sia sulla tematica che sulla normativa nazionale di riferimento.
I Disturbi Specifici dell'Apprendimento sono disturbi delle abilità scolastiche, hanno un'origine neurologica: è presente nel soggetto con DSA un'alterazione neurobiologica, ma si manifestano in presenza di una normale capacità intellettiva generale. Questo significa, vi prego di recepire bene questo passaggio, che il bambino con DSA non deve presentare deficit di intelligenza, problemi ambientali o psicologici, deficit sensoriali neurologici.
Dislessia, disortografia, disgrafia e discalculia sono, specificatamente, i Disturbi Specifici dell'Apprendimento.
Questi disturbi, per la loro caratteristica, si manifestano nell'età scolare e riguardano, nella nostra Regione, così come è un dato anche a livello nazionale, circa il 2,5- 3,5 % della popolazione scolastica di Primo Grado.
Non c'è però una totale conoscenza e coscienza del disturbo, ci sono ancora fasce di ignoranza che portano a non affrontare adeguatamente il disturbo, che, ci tengo a precisarlo, non è una patologia. Praticamente, per esempio nella dislessia, che è il disturbo più frequente, il ragazzo presenta difficoltà nella scrittura e nella lettura: qualora non si abbia la consapevolezza che si è in presenza di uno specifico disturbo, superabile, si può etichettare il ragazzo come svogliato o incapace creandogli un disagio reale che poi può avere degli sviluppi dannosi nella crescita e nella formazione. Questo ancora oggi avviene.
E' fondamentale quindi normare in materia, anche proprio da un punto di vista culturale perché così si può definire il disturbo senza dargli un'errata collocazione o potendolo dichiarare senza la paura di trovarsi di fronte ad un altro tipo di problema, magari più grave, dei quale si ha timore, ma si ha anche il timore e la vergogna di dichiararlo e quindi affrontarlo. Questi esempi che faccio non sono esasperazioni della realtà, sono la quotidianità per quanto riguarda questo tipo di disturbo, e per questo il ruolo culturale, rispetto alla tematica del DSA, di questa norma che andiamo ad approvare oggi, è importantissimo.
Come si riconosce il DSA? E' chiaro che la scuola svolge un ruolo importante, perché è li, nello svolgimento delle attività scolastiche, che si manifestano, come spiegato, le difficoltà. Già nella scuola d'infanzia, potrebbero essere visibili degli sviluppi atipici del linguaggio. Ma è nella scuola primaria, in presenza di specifici indicatori diagnostici, che si dovrebbe sottoporre il bambino alla diagnosi per verificare, come detto prima, la natura del disturbo. In genere la diagnosi si effettua al termine del secondo anno della scuola primaria.
Una volta ottenuta la diagnosi e la certificazione, il bambino con DSA può accedere a scuola all'utilizzo di strumenti dispensativi, ma sopratutto compensativi, che gli permettono, quindi, di superare le difficoltà e di trovarsi nelle stesse condizioni di apprendimento dei propri coetanei. Dopo la diagnosi si può anche intervenire con specifici processi terapeutici riabilitativi.
Il ruolo della Scuola è importante, proprio perché è nel contesto scolastico che si manifesta il disturbo. In questi due anni ho potuto frequentare mamme e genitori di bambini con DSA e una cosa che mi ha colpita moltissimo è I'affermazione dei genitori, che, di fronte alla descrizione del proprio figlio da parte degli insegnanti, che vivono del ragazzo la parte "lesa" e non la totalità caratteriale, la personalità nella sua interezza, reagiscono dicendo che quello che gli viene rappresentato non risponde alla realtà, alla personalità, alla capacità di integrazione sociale del proprio figlio che, fuori dalla scuola, vive una realtà comune ai propri coetanei.
Questa una panoramica generale del tema.
Per quanto riguarda la normativa di riferimento, c'è uno spartiacque che è la legge 170/2010 che ha determinato un netto cambiamento nel contesto operativo nella gestione dei DSA. La legge infatti riconosce ufficialmente quali Disturbi Specifici dell'Apprendimento i disturbi di cui ho parlato sopra, che presentano uno specifico status scientifico, ed identifica un percorso di segnalazione e diagnosi del disturbo alternativo rispetto a quello delle situazioni di handicap certificate secondo la legge 104. Quindi, sono due cose assolutamente distinte che vanno trattate in maniera completamente diversa. La legge n. 170 individua uno specifico percorso diagnostico che deve essere a carico del Servizio sanitario nazionale e che si svolge nell'ambito dei trattamenti specialistici della sanità pubblica, ma qualora le risposte della sanità pubblica non siano adeguate, la legge indica alla Regione la strada di accreditamento di strutture o di specialisti, sempre a carico del servizio sanitario e sempre secondo le norme per la diagnosi previste dalla legge stessa. Questo è fondamentale considerato che la diagnosi va comunque effettuata in un preciso momento dei percorso scolastico e, quindi, non può essere rimandato o protratto a quando il pubblico può dare il servizio.
La legge individua il ruolo della scuola, prevede la formazione del personale docente e dirigenziale delle scuole per affrontare adeguatamente i ragazzi con DSA, sto parlando della legge nazionale di riferimento n. 170. La legge prevede, inoltre, l'introduzione nelle scuole degli strumenti compensativi, che sono dei software, dei computer, dei programmi di computer, ad uso dei soggetti con DSA. La legge nazionale, però, ha un vulnus e prevede interventi finanziari solo per la parte relativa alla formazione degli insegnanti, tutto il resto, in maniera particolare la diagnosi, che è l'elemento prioritario, è a carico delle Regioni.
Altro riferimento normativo è costituito dai decreti attuativi e dalle Conferenze Stato Regioni che naturalmente si sono susseguiti all’approvazione della legge.
Il documento scientifico di riferimento, a cui i testi legislativi fanno riferimento, sono le Consensus Conference sui DSA.
Fatta questa panoramica che ho ritenuta opportuna per illustrare bene la tematica di cui stiamo parlando, entro nel merito della nostra proposta di legge. In Commissione abbiamo deciso di redarre un Testo Unico, perché diverse sono state le sollecitazioni a normare sul tema provenienti dall’Aula, molti Consiglieri hanno presentato le loro proposte di legge: Ortenzi, Comi, Ricci, Badiali, Sciapichetti, Giancarli, Traversini, Perazzoli, Busilacchi, li cito tutti, Marinelli, Eusebi, Massi, e ancora Comi e Ortenzi, proprio per testimoniare l’esigenza di una norma su un tema che coinvolge moltissime famiglie e, quindi, noi abbiamo redatto un testo unico racchiudendo un po’ tutte le sollecitazioni che erano arrivate.
Voglio ringraziare tutti i colleghi della V^ Commissione, perché comunque c’è stato un dibattito, abbiamo fatto un bel lavoro, ma soprattutto voglio ringraziare chi dall’esterno ha contribuito in maniera particolare, voglio citare I'AID Associazione Italiana Dislessia, che è costituisca principalmente da genitori di bambini con DSA e anche da medici, che ci hanno dato un grande apporto, a me, personalmente, hanno fatto capire di cosa stiamo parlando. Volevo, anche, ringraziare i nostri professionisti sanitari regionali che hanno dato un grande contributo alla stesura del Testo Unico.
Noi in Commissione abbiamo fatto una scelta, abbiamo deciso di fare una legge che poi avesse una copertura finanziaria. Per questo abbiamo deciso di normare la parte inerente la diagnosi, che poi come ho detto è la parte più importante per quanto concerne il tema di DSA. Quindi, abbiamo normato la parte sanitaria. Abbiamo redatto insieme al Servizio, che ringrazio per la collaborazione, una stima dei costi da affrontare in base alla popolazione scolastica riferita alla scuola primaria e secondaria di primo grado in base alla percentuale di incidenza di DSA sulla popolazione scolastica stessa.
La nostra proposta di legge consta di 6 articoli, nel primo articolo si individuano le finalità della legge: riconosce i DSA nella loro specificità e indica il ruolo svolto dalla Regione, quindi, la possibilità della diagnosi, la promozione di attività di aggiornamento degli operatori socio sanitari. La Regione promuove iniziative di sensibilizzazione dei genitori, il ruolo culturale di cui parlavo prima.
L'articolo 3, che è il cuore della proposta di legge, norma la diagnosi. L’articolo 3 ci dice che la diagnosi è effettuata nell'ambito del Servizio sanitario regionale da strutture pubbliche e private autorizzate e accreditate ai sensi della legge regionale 20/2000. L'esercizio dell'attività di diagnosi da parte delle strutture private accreditate è subordinato alla stipula di accordi contrattuali secondo quanto stabilito dalla legge. Dalla data di approvazione della presente legge la Giunta, tramite regolamento, entro 180 giorni, stabilisce i criteri di autorizzazione ed accreditamento delle strutture che effettuano diagnosi di DSA. Noi, ripeto, su questo abbiamo effettuato una stima calcolata in base alla popolazione scolastica e la percentuale di incidenza del DSA. Il percorso diagnostico e di certificazione viene effettuato secondo le indicazioni della Consensus Conference e della legge n. 170.
Qui un attimo vi chiedo attenzione. Trovandoci in un livello legislativo, stante la natura astratta e generale della norma, noi abbiamo scelto la formulazione generica in merito a chi deve fare la diagnosi contenuta nell’accordo Stato-Regioni del 24 luglio 2012 che stabilisce i parametri di riferimento così come previsto dalla legge. La scelta che abbiamo fatto è quella di procedere a nessuna enucleazione, né in senso restrittivo, né di mansione specifica così come il livello legislativo ci chiede, quindi, la diagnosi nella nostra proposta di legge viene effettuata, e noi abbiamo citato proprio l’accordo Stato-Regioni del 24 luglio 2012, da un’equipe multidisciplinare, costituita da neuropsichiatri infantili, psicologi e logopedisti, eventualmente integrata da altri professionisti sanitari e modulabile in base alle fasce di età.
Qui apro una parentesi, doverosa, in merito alle richieste, chiamiamole così, pervenute da parte dei pedagogisti di essere inseriti nell'equipe multidisciplinare. La legge che noi andiamo ad approvare ha come punto di riferimento, come già detto 30 volte, credo, la legge 170, i suoi decreti attuativi e la Conferenza Stato Regioni. Nessuna di queste norme prevede la presenza del pedagogista nella equipe multidisciplinare che effettua la fase della diagnosi, ma c’è una motivazione. La diagnosi, come tale, per sua natura, deve essere effettuata da un professionista sanitario, da un medico, il pedagogista è un educatore, entra in gioco nella seconda parte della trattazione della tematica, cioè nella parte terapeutica, non nella parte diagnostica. La diagnosi, come ho sottolineato all'inizio richiamando l’attenzione, deve verificare la non esistenza, quindi, deve escludere l’esistenza di patologie neurologiche, il DSA è un disturbo neurobiologico: il bambino con DSA non deve presentare deficit di intelligenza, problemi ambientali o psicologici, deficit sensoriali o neurologici. Pertanto una diagnosi del genere, prevista dalla normativa, prettamente sanitaria, può essere rilasciata solo da un professionista sanitario. Io ricordo che le professioni sanitarie riconosciute dal nostro ordinamento, dal Ministero, oggi sono: farmacista, medico chirurgo, l'odontoiatra, veterinario, psicologo psicoterapeuta. Lo stesso logopedista rientra tra le professioni sanitarie riabilitative. Quindi, in questa fase di diagnosi, la figura del pedagogista non può entrare, perché non è una professione sanitaria, siamo in una fase sanitaria e non parliamo di educazione che è la seconda parte del problema, che noi abbiamo scelto, perché meno importante, di non trattare non avendo le risorse.
Abbiamo voluto fare una legge che avesse una sostanza reale, un’incidenza reale e sapesse dare una risposta all’esigenze delle famiglie. Quando la legge parla di altre professioni sanitarie e fa cenno alle fasce di età è chiaro che si riferisce alla figura del neuropsichiatra infantile che, se si diagnostica un DSA ad un adulto, deve essere sostituito da un neurologo, perché il neuropsichiatra infantile, naturalmente, non fa una diagnosi su un adulto .
Per questo motivo, seguendo proprio tutta la legge, seguendo proprio anche i dettami, non solo legislativi ma scientifici in base alla diagnosi del DSA, noi non abbiamo inserito il pedagogista. L’hoo specificato perché ci sono state tante sollecitazioni, ed ho visto anche degli emendamenti in merito. Non è una scelta, una presa di posizione, ma una scelta logica, ragionata, fatta su basi scientifiche. Non è sicuramente una cattiveria quella che noi andiamo a fare, c’è una legge nazionale e soprattutto ci sono delle Conferenze scientifiche che sono andate in una situazione.
Volevo dire una cosa, e qui rimango nel tema dei pedagogisti, la Giunta regionale dalla data di approvazione della nostra proposta di legge ha 180 giorni per redigere il regolamento e stabilire i criteri per l’autorizzazione e l’accreditamento delle strutture sanitarie private. Qui ci troviamo in una fase attuativa ed io allora tiro in ballo un documento che credo sia stato consegnato o fatto recapitare a tutti i Consiglieri, perché c’è stata una fitta corrispondenza da parte dei pedagogisti con i consiglieri regionali, una sentenza del Tar di Firenze: il Comune di Firenze normando, su tutt’altra materia, ha riconosciuto, per partecipare ad un bando specifico che parla di tutt’altro, il pedagogista quale professione sanitaria, con un percorso formativo specifico e molto lungo: quattro anni di laurea, conseguenti master specifici sulla tematica e tirocinio specifico sul tema nelle strutture sanitarie. Io l’ho voluta citare perché è stata sollecitata da tutti. Noi una sentenza del genere, assolutamente, non la possiamo prendere in considerazione nella nostra legge, per tutte le motivazioni che ho detto prima, ma con l’Assessore Mezzolani, che oggi non è presente ma con il quale ci siamo sentiti più volte in merito a questa tematica, abbiamo detto: “Vediamo se in fase di redazione del regolamento, che è una fase attuazione e quindi amministrativa, possiamo tenere in considerazione la sentenza del TAR che si colloca nella fase amministrativa”. Noi naturalmente nella legge non la potevamo assolutamente inserire. Chiusa la tematica della diagnosi, quindi, chi fa la diagnosi, torno alla nostra proposta di legge.
L’articolo 2 è importante perché istituisce il Comitato tecnico Scientifico sui DSA che è un organo consultivo della Regione sugli interventi previsti dalla legge ed in particolare, non è un organismo senza poteri, anzi, è un organismo importante, è chiaro che chi partecipa a questo organismo può dare un contenuto ed una solidità in maniera che non resti un contenitore vuoto, deve esprime pareri sui requisiti per l'autorizzazione e per l'accreditamento delle strutture preposte alla diagnosi. Il Comitato, inoltre, svolge valutazione e monitoraggio sugli effetti della legge. Un organismo molto importante del quale fanno parte i dirigenti delle strutture sanitarie regionali, i dirigenti delle strutture regionali in materia scolastica e formazione professionale. Inoltre c'è una rappresentanza dei neuropsichiatri infantili, una rappresentanza dell'ordine degli psicologi marchigiani, una rappresentanza dell'associazione dei logopedisti delle Marche, qui, proprio per dimostrare l'attenzione alla categoria, al ruolo educativo che svolgono nella seconda parte, abbiamo inserito la rappresentanza di un pedagogista designato dalle associazioni, non esiste un ordine dei pedagogisti. Nel comitato c'è anche la presenza dell'Università marchigiana, con un rappresentante designato dal CRUM, ed è chiaro che è una presenza importante perché indica una volontà, esplica un ruolo di ricerca sul tema. Inoltre, e questo a mio avviso è importantissimo,è presente un rappresentante dei genitori dei bambini con DSA designato dalle associazioni operanti in ambito nazionale. Un comitato che può svolgere veramente un lavoro di supporto e crescita della normativa stessa in base ai monitoraggi degli effetti della legge.
Un'ultima cosa, c'è naturalmente una fase transitoria perché serve tempo per un accreditamento, serve tempo per redigere un regolamento che porti all'accreditamento di alcune strutture. In questa fase, come prevede la legge 170, l’unica accreditata a eseguire la diagnosi è la parte pubblica e, quindi, nel nostro caso sono le U.M.E.E., C'è stata nel 2011 una circolare nella Ministero dell'istruzione che considerata l'emergenza, perché ho detto che le diagnosi vanno fatte in un preciso momento di crescita dei bambini e in un preciso momento dell'anno scolastico, considerato che le Regioni che non avevano ancora normato, e sono tantissime perché siamo una delle prime Regioni a farlo, sono stati riabilitati per un periodo alla diagnosi anche le strutture private che prima dell'entrata in vigore della legge 170 lo facevano.
Questo è stato fatto nel 2011, lo cito adesso giusto per capire che se c'è un'emergenza, nel momento della fase transitoria dell'entrata in vigore nella sua interezza della legge, comunque, non c'è un vuoto normativo che non ci permette comunque di andare avanti nella diagnosi.
Noi in Commissione abbiamo fatto un lavoro molto approfondito, molto accurato, abbiamo sentito tutte le situazioni dei genitori, degli operatori sanitari, tutte le persone coinvolte su questa tematica, portiamo all'approvazione dell'Aula questa proposta di legge che credo debba essere approvata così come la Commissione la propone. All'Assessore Mezzolani che oggi è a Roma per degli incontri per la nostra sanità regionale ho chiesto se intendeva far rimandare la discussione della proposta di legge, ma lui che la conosce bene per il fatto di essersi confrontati più volte sul suo contenuto, ha detto assolutamente di no, la sua posizione è convergente con quanto uscito dalla Commissione, quindi, ne abbiamo parlato in sua assenza, ma la conosce perfettamente ed è d'accordo con la linea intrapresa dalla Commissione.
Taccio perché ho chiacchierato tanto e chiedo all'Aula, veramente, di approvare questa proposta di legge e di non modificarla, di ritirare gli emendamenti che sono stati presentati, perché credo che sia un merito, un valore per la sanità della nostra Regione aver normato un tema importante che coinvolge tante famiglie, che coinvolge tanti ragazzi e del quale si ha una l’urgenza di una risposta.
PRESIDENTE. Ha la parola il relatore di minoranza Consigliere Natali.
Giulio NATALI. L'unica preoccupazione nell'esaminare questa proposta di legge, come diceva la Vice Presidente Giorgi, è stata quella di essere oggetto di molte discussioni. Ci sono state delle intromissioni in questa vicenda, delle intromissioni, degli allargamenti, degli sconfinamenti da parte di chi ha pensato che i Consigli regionali si dovessero prestare ad operazioni che non rientravano, e che non rientrano, nell'ambito di questa proposta di legge, come di tutte le proposte di legge.
Un vero peccato, è servito solo a dimostrare delle caratteristiche non molto commendevoli che, purtroppo, si sono estrinsecate in tanti emendamenti, che io come la Consigliera Giorgi, mi auguro vengano ritirati, in maniera tale che questa proposta possa essere votata all'unanimità, come riteniamo sia giusto.
Presidenza della Vicepresidente
Paola Giorgi
PRESIDENTE. La discussione è aperta. Ha la parola la Consigliera Ortenzi.
PRESIDENTE. la discussione è aperta. Ha la parole la Consigliera Ortenzi.
Rosalba ORTENZI. La Vice Presidente ha elencato il nome dei colleghi, di tutti i colleghi che hanno presentato questa legge. Io debbo dire che l'ho depositata, insieme ai colleghi del partito, con un senso di colpa, come ex insegnante pentita, amaramente, perché priva di strumenti per definire questa che non è una patologia, come giustamente ha detto prima la Consigliera Giorgi, non è una malattia, non è un handicap, ma è una difficoltà di apprendimento. Non sempre gli insegnanti, soprattutto nella scuola d'infanzia e nella scuola elementare, sono attrezzati per capire se un bambino che fa fatica è dislessico, disgrafico o ha problemi di discalculia.
Io stessa ho una nipote che non ha gattonato e mi ha detto un psicomotricista, che non gattonando i movimenti e, quindi, la possibilità di avere una grafia conforme alle regole, quelle che noi chiamiamo regole, era di un certo tipo, infatti ha una pessima grafia, ma non è disgrafica.
Quindi l'attenzione, lo dico da nonna, da ex insegnante, a chi ha figli, nipoti, bambini, chi ha attinenza con l'infanzia, deve essere posta sulle piccole, banali, forme di espressione, di movimento dei bambini, perché, poi, la difficoltà di inserimento è nell'ambito scolastico ma anche in quello sociale con la possibilità di trovare anche difficoltà future che possono dare esiti di diverso genere.
Chi sono stati dislessici, oggi abbiamo Tom Cruise, Tarantino il regista, Walt Disney, abbiamo avuto Carlo Magno, Einstein, John Lennon, Napoleone, Picasso, Leonardo, li dico tutti o alcuni, per dire che, come giustamente diceva la Vicepresidente, non è una sicuramente una mancanza di intelligenza, di abilità, di conoscenza, di competenza.
Anche nelle Marche è cresciuta in maniera esponenziale, nell'ultimo decennio, l'attenzione a questi disturbi specifici, a questo DSA, disturbi specifici dell'apprendimento.
Io ringrazio in maniera sentita la Commissione e ringrazio la Collega Giorgi che ha relazionato in modo preciso e mi ha fatto anche ricredere su una questione, che poi magari dirò velocemente, che si comporrà nel rimuovere degli emendamenti, valutando insieme se è il caso di non prenderli in considerazione e di inserirli in un altro contesto, per fare in modo che questa legge sia la migliore possibile.
Non mi voglio ripetere, ma voglio solo ribadire alcuni concetti che ritengo essenziali. Ho presentato questa legge anche in relazione sia al ruolo di rappresentante del popolo, sia recependo le istanze che sono venute dai mondi che ho vissuto, dal mio vissuto personale e professionale, e quindi sollecitazioni delle famiglie che hanno vissuto e che vivono ancora sulla propria pelle la mancanza di strumenti per poter aiutare adeguatamente i figli nell'ambito scolastico, familiare e quant'altro.
E' un disturbo che si manifesta soprattutto in tenera età, in soggetti dotati di un'adeguata intelligenza, competenza e intelligenza, in assenza di patologie; spesso non è facilmente comprensibile e si manifesta nella difficoltà e nella impossibilità di decifrare i segni linguistici, quindi, nella correttezza e nella rapidità di lettura. Un'abilità compromessa, ma se trattata opportunamente, soprattutto in tenera età, dà modo ai bambini dislessici di avviarsi anche alla produzione e comprensione dei testi, infatti il disturbo nel loro caso riguarda parole storpiate e scarso vocabolario e per questo devono essere seguiti da strutture professionali competenti, dopo una valutazione diagnostica adeguata.
In Italia sono 1 milione, non so se è un dato che lei ha già riferito, le persone dislessiche, quindi, la Regione Marche si avvarrà di una legge complessiva e comprensiva nel suo articolato. A parte le finalità dell'articolo uno, ritengo il Comitato tecnico scientifico un supporto valido per affrontare e sviluppare la tematica. Sulla diagnosi, e qui entra la questione dei pedagogisti. Come molti altri colleghi anch'io ho presentato un emendamento: ho studiato nuovamente la questione in maniera più approfondita, perché credo non significhi molto dire "io avevo ragione", "io avevo torto". Ritengo che bisogna attenersi a quello che la legge prevede e mi pare, che opportunamente, la Commissione e l'Assessorato abbiano indicato, in un successivo regolamento, l'inserimento della figura del pedagogista, così come diceva la collega. Nella legge vengono, poi, definiti i compiti della Regione e le iniziative, le azioni positive, che la stessa intende avviare e che sono di estremo interesse.
Bene, quindi, la costituzione del Comitato tecnico scientifico, supporto di consulenza determinante, bene anche la realizzazione di una campagna informativa, e qui mi ci soffermo un attimo. Credo sia opportuno, subito dopo l'emanazione della legge, così ben fatta e così necessaria, iniziare una campagna d'informazione nelle scuole, perché la difficoltà più grande è quella dell'insegnante che deve attrezzarsi. L'insegnante è il soggetto che subito incrocia questa problematica, che incontra questo problema. Io propongo una divulgazione immediata di questa legge allorché sarà votata.
Spero, anzi, sono certa, che oggi avremo un quadro tutto "verde", perché tutti siamo convinti che questa sia una buona legge.
Poiché la dislessia è una situazione permanente, non recuperabile, se non attraverso modalità e strumenti che prima sono stati detti, che non scompare con l'età, credo siano importanti le misure compensative, anche per quello che riguarda i concorsi pubblici. Faccio un esempio: un ragazzo o una ragazza che si presenta per un concorso, dove la calligrafia è importante e penso, per esempio, ad un testo in inglese dove la “a” e la “o” cambiano, penso al "bed" ed al "bad", tanto per dirne una, che sono due vocaboli, due sostantivi che cambiano nettamente nel significato, possa avere l'opportunità di uno strumento diverso, ad esempio un computer, un ipad, quello che può servire.
PRESIDENTE. Relativamente a quest'ultimo passaggio ho dimenticato di dire che l'articolo 8 della nostra legge, stabilisce che la Regione garantisce pari opportunità di accesso ai concorsi per i soggetti affetti da DSA mettendo a disposizione strumenti compensativi e consentendone l'uso.
Ha la parola il Consigliere Trenta.
Umberto TRENTA. Mi ha preso alla sprovvista. Che dire della splendida, lei già ride e io non ho iniziato a parlare. Mi sento offeso. Colpito nella mia dislessia mentale e mi metto a sedere, però, io le dico che quando viene una legge giusta, sarebbe buona norma votarla senza parlare, e spiego il perché, l'incontinenza verbale ci porta spesso a vagare con il pensiero anche su un discorso molto pratico.
La splendida interpretazione odierna della Vice Presidente Giorgi, Presidente facente funzioni immediate, credo sia dovuta al fatto che si è formata alla scuola di recitazione di Carlo Cecchi. Io no. Vede la disinformazione a volte! Però come amava dire D'Annunzio, il linguaggio, la parola dovrebbero essere noti quando si declamano i versi poetici della Santanchè, io la ricordo in quell'occasione, ecco perché la vis polemica di un Consigliere di opposizione.
Io mi occupo quotidianamente di alcuni problemi che riguardano l'interconnessione di quest'argomento con quello che è di competenza dell'assente Assessore Mezzolani, quindi, Consigliera Giorgi le pregevoli performance con il Teatro della Rancia hanno poca attinenza con i lavori d'Aula su argomenti così delicati e profondi che vanno nella sfera dell'intima sofferenza delle famiglie. Cosa ben diversa. La ratio di una legge che sarebbe di competenza, anzi è specifica competenza dell'Assessore alla sanità, noi la legiferiamo, questo è il problema vero, riempiendoci la parola di grandi significati, credendo di dire che cosa? Il problema non si affronta, non si affronta soprattutto così. Dico questo perchè io conosco la preparazione della maestra elementare che dà tanto affetto, (...) io ho piacere a dirle questo, mi faccia finire, perché mia madre maestra elementare ha la sua stessa sensibilità (...) non potrei, non fosse altro per la simpatia che ispira perché un conto è parlare ed un conto è parlare con il cuore. Sono due cose diverse. Io sono per parlare con il cuore.
Ha parlato per 35 minuti e suona la campanella a me, adesso?
PRESIDENTE. Io faccio rispettare il regolamento.
Umberto TRENTA. Impari a rispettarlo con l'esempio, adesso parlo per 35 minuti.
PRESIDENTE. Consigliere Trenta, ho già suonato una volta.
Umberto TRENTA. Mi toglie la parola?
PRESIDENTE. No, ma finisce il tempo …
Umberto TRENTA. Se ne è capace lo faccia.
PRESIDENTE. La tolgo si, certo.
Umberto TRENTA. Poi vediamo. Quindi declamare poesie, Consigliera Giorgi, mi ricorda Penelope e la rete. Si lo so che le dà fastidio, però, io dico sempre questo, qual è l'interconnessione, mi deve rispondere, con quello che dovrà fare l'Assessore alla sanità? Se le faccio una domanda secca, lei sa, abbiamo parlato di un milione, quanti sono nella Regione Marche i bambini dislessici o che hanno problematiche inerenti alla dislessia? E' un problema neurologico ma non riguarda l'intelligenza del bambino. Sbaglia. Il bambino ha una dose di apprendimento che, purtroppo, le devianze degli adulti, riescono a soffocare, anzi, va data la possibilità a quei centri, e la spesa la vada a vedere nei centri che fanno servizio di riabilitazione, i centri privati. Ecco la battaglia dov'è! E' un concorso di rete, significa didattica, significa sanità, e quindi sociologia della sanità e sanità sociologica, che può sembrare cacofonico del termine, ma se vedesse queste equazioni allora capirebbe qual è il problema. Dopo di che, cara Vicepresidente Giorgi, potremmo parlare di una legge ad hoc, ma ricordiamoci che questa deve essere immediatamente eseguibile e sostenuta finanziariamente, in quei centri di dispersione di spesa sanitaria, allora forse abbiamo fatto un buon lavoro.
PRESIDENTE. Grazie al Consigliere Trenta che non ha seguito la relazione.
Ha la parola l'Assessore Luchetti.
Marco LUCHETTI. Mi sento di ringraziare vivamente per il lavoro fatto la Commissione. Credo che oggi con questo atto si vada a dare un contributo notevole ad una problematica molto sentita all'interno delle scuole, dove le complessità aumentano.
Il DSA è uno degli elementi che sono stati posti all'attenzione dalla legge n. 170 ma è un problema fortemente sentito dalle famiglie. Quanti ragazzi, lo raccontava prima la Consigliera Ortenzi, purtroppo, sono stati presi per somari ed avevano questo disturbo.
E' un importante passo avanti da parte della Regione Marche, credo che l'unanimità su questo provvedimento possa costituire un esempio, qualche cosa di bello, da fornire a tutta la scuola marchigiana, anche se ci dovremo confrontare, poi, sulle cose concrete, sia per quanto riguarda la diagnosi, come la legge prevede ma soprattutto, su questo noi siamo in grado di poter intervenire fortemente, sul fatto che la legge n. 170 mette in carico ai docenti una funzione non indifferente, per cui tutta la parte formativa che dovrà essere svolta dai docenti sarà determinante, e su questo speriamo di poter dare un contributo anche noi perché il problema del trattamento di questa patologia merita sicuramente un'attenzione che attualmente non siamo in grado di dare. Questo è uno dei fatti su cui dovremo soffermarci anche in futuro.
Io ringrazio la relatrice, non ho capito il Consigliere Trenta di che cosa andava in cerca, ha fatto una relazione eccezionale, molto bella, molto precisa e credo che abbia affrontato il tema come doveva essere affrontato.
Io spero che l'Assessore Mezzolani prenda coscienza di quello che comporta questa legge sull'organizzazione della diagnosi, ma su questo, eventualmente, ci confronteremo sul regolamento in modo tale che sia massimamente efficace.
PRESIDENTE. Passiamo alla votazione.
Articolo 1. Lo pongo in votazione.
Presidenza del Presidente
Vittoriano Solazzi
(L’Assemblea legislativa approva)
Articolo 2. Lo pongo in votazione
(L’Assemblea legislativa approva)
Articolo 3
Emendamento 3/1 del Consigliere Carloni. Lo pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa non approva)
Emendamento 3/1/bis del Consigliere Bucciarelli. Decaduto
Emendamento 3/1/ter del Consigliere Latini. Decaduto
Emendamento 3/1 quater del Consigliere Latini. Lo pongo in votazione.
(L'Assemblea legislativa non approva)
Emendamento 3/2 della Consigliera Ortenzi. Ritirato
Emendamento 3/3 del Consigliere Zaffini. Lo pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa non approva)
Articolo 3. Lo pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa approva)
Articolo 4.
Emendamento 4/1 del Consigliere Massi. Ritirato.
Emendamento 4/2 del Consigliere Latini. Lo pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa non approva)
Emendamento 4/3 del Consigliere Latini. Lo pongo in votazione.
(L'Assemblea legislativa non approva)
Articolo 4. Lo pongo in votazione.
(L'Assemblea legislativa approva)
Articolo 5. Lo pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa approva)
Articolo 6. Lo pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa approva)
Coordinamento tecnico. Lo pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa approva)
Testo unificato sulle proposte di legge nn. 54, 60, 119. Lo pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa approva)
Proposta di legge n. 214
ad iniziativa della Giunta regionale
“Disposizioni regionali in materia di apicoltura”
(Discussione e votazione)
PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca la proposta di legge n. 214 ad iniziativa della Giunta regionale.
Ha la parola il relatore di maggioranza Consigliere Traversini.
Gino TRAVERSINI. La legge n. 214 va a normare un settore importante per la Regione Marche quello dell'apicultura. Importante sia dal punto di vista economico, perché gli apicoltori sono circa 3.000, anche se l'80% sono amatoriali, e perché la produzione riguarda il miele, e non solo il miele, ma tutti quei prodotti che sono derivati o comunque prodotti importanti legati alla produzione del miele, come la pappa reale e tutto il resto che ha un valore economico rilevante nel segmento del settore dell'agricoltura.
Importante, quindi, non solo dal punto di vista economico, ma anche per quello che riguarda l'ecosistema dell'ambiente marchigiano. Sappiamo l'importanza dell'azione impollinatrice che hanno le api, quello che significa per la salvaguardia della biodiversità e per quelle che sono le caratteristiche ambientali della regione Marche, del nostro ambiente, la diversità delle specie, dei fiori, delle arboree e di tutto quello che riguarda l'ecosistema marchigiano.
Un’importanza economica e naturalistica di grande rilievo.
La nostra legge si va ad inserire in quella che è una normativa nazionale già vigente, abbiamo la legge n. 313 del 2004 che ha individuato alcune caratteristiche fondamentali, ha determinato l'apicultura come attività di interesse nazionale, ha determinato quelle che devono essere le distanze tra un apiare ed un altro, ha introdotto l'inizio attività per quanto riguarda gli apicultori e, quindi, a grandi linee ha individuato quella che era la materia dell'apicultura.
Dopo la legge del 2004, c'è stato un importantissimo decreto-legge del Ministero della salute del 2009, ha istituito l'anagrafe apistica legata chiaramente agli apicultori ed a quelli che sono gli apiari da mettere sotto controllo attraverso l’anagrafe apistica. Quindi, una normativa nazionale che ha già inquadrato il problema ed entro questo noi ci andiamo ad inserire, con una legge abbastanza snella, sono 12 articoli, non tantissimi, inizialmente erano 13 ma abbiamo soppresso quello legato all'introduzione del tecnico-apistico, perché altrimenti avremmo rischiato l'impugnativa di fronte alla Corte Costituzionale perché non possiamo istituire nuove figure tecniche.
Vado velocemente su quello che è l'articolato, sulle parti più importanti.
L'articolo 1, oltre a valorizzare l'apicultura, prevede la possibilità per la Regione Marche di favorire l'impiantazione di specie arboree, legate all'interesse apistico, nel momento in cui si vanno a finanziarie progetti che prevedono l'impiantazione di nuove specie arboree o sistemazioni in campo agricolo ambientale.
Grande rilievo nella legge, e credo che sia molto importante, alla figura dell'Assam. L'Assam è un organismo regionale che non solo ha il compito importante di controllo per quello che riguarda l'analisi chimiche del miele, quindi sulla qualità, ma soprattutto per la valorizzazione del miele stesso, per la diffusione dell'uso del miele e per tutto quello che riguarda la campagna di diffusione relativa alla valorizzazione e all'uso, soprattutto, nelle scuole. Quindi un ruolo importante e centrale.
Altro aspetto fondamentale riguarda gli organismi che sono valorizzati; le associazioni, i consorzi apistici sono riconosciuti, istituiti da tantissimi anni, fanno parte di questa categoria e avranno un compito importante: quello di formare e informare gli apicultori, lo stanno già facendo, anche attraverso quello che riguarda la lotta agli antiparassitari e a quelle malattie a cui sono soggette le api. Su questo svolgono un ruolo estremamente importante e per questo gli organismi dei consorzi apistici hanno un ruolo centrale.
Assam, Consorzi apistici, quindi organismi associativi compongono la Commissione apistica che è quella che dovrà dare pareri e fare proposte per quello che riguarda l'attuazione della legge. All'interno della Commissione ci saranno i dirigenti della Regione, le associazioni di categoria, i rappresentanti dei consorzi apistici e questi tre soggetti insieme alla Regione daranno attuazione alla legge stessa. Questa Commissione è un elemento fondamentale della legge.
L'articolo 6 introduce l'anagrafe apistica, ma in realtà non fa altro che recepire quello che era il decreto del Ministero della salute, quindi, già introdotto precedentemente, che noi chiaramente portiamo nella legge.
All'articolo 7 c'è il passaggio non indifferente ma importante che specifica quanto è l'autoconsumo. L'autoconsumo è il discrimine di chi produce miele in modo legato alle proprie esigenze e quello che lo mette in commercio. Noi abbiamo stabilito, dopo una lunga discussione, il numero. Ho visto che c'è anche un emendamento e propongo subito di bocciarlo, l'emendamento lo porta a 4, noi abbiamo stabilito il numero di 10 alveari per l'autoconsumo. In realtà anche a noi questo numero ci sembrava eccessivo, abbiamo fatto una lunga discussione ed abbiamo mediato con le associazioni di categoria degli agricoltori, con gli uffici, perché poi abbiamo visto che chi produce miele con gli alveari non ha tutti gli anni il massimo della produzione, quindi, dieci alveari danno un minimo di produzione garantita, la danno senza essere eccessivi. Alla fine poi abbiamo evitato, mettendo il limite di 10, anche il proliferare degli apicoltori, cioè la divisione degli stessi apicultori in tanti e più soggetti, perché poi il rischio, se avessimo ridotto il numero, era quello di far iscrivere i propri alveari ad altri soggetti per rientrare nella normativa.
Gli articoli 8 e 9 sono tutti legati all'aspetto sanitario e, soprattutto, è importante, il divieto dell'uso di erbicidi e di fitofarmaci nel periodo di fioritura. Una delle sofferenze del mondo dell'apicultura è legata all'uso degli erbicidi che sono utilizzati nei periodi di fioritura, quindi, immaginate benissimo quello che può succedere per l'uso di fitofarmaci ed erbicidi in questi periodi. Significa la moria delle api e, quindi, mettere a rischio l'attività stessa dell'apicultura.
Le distanze, dicevo prima, sono state recepite dalla legge nazionale: 200 metri tra un apiario e un altro.
Arrivo, poi, alla parte finale della legge, quella forse più delicata, legata al nomadismo, a questo fenomeno che riguarda molte regioni, in particolare la regione Marche. Nomadismo significa, non solo, spostare gli alveari, gli apiari composti da tantissimi alveari oltre 10, ma è considerato nomadismo lo spostamento di più di 10 alveari che può avvenire sia all'interno della regione che all’esterno, quello che avviene, è avvenuto e sta avvenendo in continuazione è questo fenomeno del fuori regione. Apicultori che arrivano con numerosi alveari, quindi, apiari composti da un numero elevato di alveari, tipo 100, 200, 300 entrano nel territorio e stazionano lì per diversi mesi, per un interesse particolare legato ad una produzione del miele che è quella del mille fiori, soprattutto legato alle Marche. Le Marche avendo una varietà di produzione di essenze, quindi, di specie arboree interessanti danno la possibilità di produrre un miele di qualità legato al mille fiori.
Ecco, noi abbiamo cercato di regolamentare questo fenomeno rispettando, chiaramente, la normativa e chiedendo all'apicoltore di presentare un'istanza entro 15 giorni dallo spostamento al Servizio agricoltura, se il Servizio agricoltura fa passare 15 giorni c'è un silenzio assenso. Importante è che abbiamo legato questo fenomeno ad un concetto di produzione del valore nettarifero, cioè la possibilità di produzione di miele legata a quel territorio. Nel senso che si verificherà la richiesta e se quel territorio ha una produzione nettarifera sufficiente per sopportare il nuovo arrivo dell'apicultore.
Questo mi sembra un meccanismo intelligente, studiato e discusso all'interno della Commissione, dall'Ufficio agricoltura, dai tecnici del Servizio veterinario e dai tecnici della Commissione. Un meccanismo, io credo, che dà una risposta a quello che è un fenomeno importante e che in qualche modo crea grossi problemi alla produzione del miele di qualità nelle Marche.
In conclusione, credo che abbiamo fatto un buon lavoro, cosa c'è da dire in più, che ci sono norme importanti, come questa sul nomadismo, che merita un'attenzione nel futuro da parte della Commissione. Queste norme meritano il controllo per vedere se poi funzionano, il controllo sull'applicazione, come dicevo prima, della norma dei 15 giorni.
Queste norme sono soggette ad una verifica che noi dovremmo fare perché questa legge è fatta per valorizzare la produzione del miele, per dare certezze agli apicoltori che aumentano, anzi, molti giovani che si trovano senza lavoro si sono messi in questa attività che è abbastanza remunerativa, però hanno bisogno di certezze. Quindi il controllo su questa legge e sulla sua applicazione diventa determinante.
Altro elemento fondamentale è che questa legge non è finanziata direttamente e, quindi, è molto importante che si utilizzi, dove è possibile e per dare una risposta, il PSR per finanziarla.
Devo dire che è stato fatto un buon lavoro di coordinamento all'interno della Commissione, sia dalla parte tecnica che dalla parte politica, abbiamo avuto il parere favorevole delle associazioni di categoria degli agricoltori, un buon rapporto con i consorzi apistici, quindi, quello che viene fuori è anche il frutto di una mediazione tra le posizioni, un buon lavoro mirato a valorizzare un prodotto che è importante per l'immagine e per l'agricoltura della Regione Marche.
PRESIDENTE. Ha la parola il relatore di minoranza Consigliere Bucciarelli.
Raffaele BUCCIARELLI. Questo strumento, questo provvedimento è stato licenziato all'unanimità dalla Commissione, a significare la serietà con cui è stato redatto.
Io voglio ringraziare i tecnici del Servizio che hanno dimostrato non solo competenza ma anche entusiasmo in materia.
Questa è una legge necessaria, di cui le Marche doveva dotarsi. E’ necessaria perché regolamenta per la prima volta un'attività che viene reputata secondaria ma del tutto secondaria non è, poi vi spiegherò anche perché. Finalmente noi regolamentiamo un’attività, e come abbiamo visto in Commissione, quando si parla di apicultura si parla della situazione della biodiversità e l'ape è un grande bioindicatore della qualità del nostro territorio, ma si parla, soprattutto, di uno sbocco nuovo, probabile, ipotetico, di occupazione. Infatti sono diversi i giovani che intraprendono questa attività, quindi, Vicepresidente Petrini io mi rivolgo a lei, non vorrei disturbare il Consigliere Acacia Scarpetti ma vorrei interloquire con il Vicepresidente per un attimo, credo che con questa legge, ripeto, una legge a mio avviso necessaria, noi mettiamo dei paletti.
L'applicazione è importantissima per diversi motivi, primo le Marche sono territorio, uso una parola forte, di conquista del nomadismo. Da molte regioni vengono da noi con moltissimi alveari perché la flora marchigiana è molto diversificata, abbiamo flora di pianura, flora di collina e flora di montagna. Se questo è, è evidente che c'è un interesse e può esserci uno sbocco anche sul piano economico, senza illuderci più di tanto, perchè, credo, che le Marche non producano più del 15-20% di quello che consuma a livello di miele. Per questo l'applicazione della legge, a mio modesto avviso, deve essere fatta con molta attenzione alla promozione: da un lato educazione alimentare, il mondo scolastico, la biodiversità, la conoscenza, dall'altro prevedere all'interno dei nuovi strumenti sussidi da parte dell'Unione europea per questo mondo che viene ancora sottovalutato e che invece è molto importante.
Uno degli aspetti più interessanti è l'istituzione della Commissione apistica regionale, prevista all'articolo 4, ma quando si mette mano ad un settore che è vissuto un po' nell'anarchia, i consorzi obbligatori sono come da Regio decreto del 1907 o 1908 è chiaro che c'è tutta una serie di provvedimenti consolidati negli anni che pone resistenza. Ci sono contraddizioni rispetto alle nuove necessità. Abbiamo visto gli apicoltori, da un lato, essere abbastanza insofferenti rispetto a questo strumento e dall'altro il consorzio apistico obbligatorio svolgere il suo ruolo con attenzione ma anche con un po' di paura perché l'attività potrebbe essere troppo regolamentata dalla Commissione di cui all'articolo 4.
Sono convinto che gli uffici seguiranno bene l'attuazione di questa legge, noi, però, dobbiamo prendere coscienza che questa non può che essere il punto di partenza per la valorizzazione, la promozione dell'apicultura nelle Marche.
PRESIDENTE. La discussione è aperta. Ha la parola il Consigliere Marangoni.
Enzo MARANGONI. Intervengo perché ho visto che era in ansia per il mio eventuale mancato intervento. Non voglio privarla di questa gioia. Mi scuso poi con i relatori di maggioranza e di minoranza, che sono intervenuti poc'anzi, perché mi sono distratto mentre tutta l'Aula era molto attenta, mi sono distratto e, quindi, mi scuso per non avere attentamente ascoltato.
Io intervengo perché ho avuto delle segnalazioni di mancato consenso sulla legge da parte di apicultori non ufficiali, o meglio, ufficiali perché lo fanno, ma non inseriti nelle organizzazioni tradizionali, anche se alcune di queste organizzazioni mi hanno coinvolto, su questa cosa e, poi, come tutti i temi che riguardano l'ambiente anche questo mi è molto caro e, quindi, ci ho lavorato.
Onestamente la legge regionale che stiamo approvando non è un granché, perché altro non è che l'adattamento passivo, un po' “sciapo”, per usare un termine anconetano, un po' insipido, insomma, della legislatura nazionale.
Avremmo potuto farne tranquillamente a meno, se non per l'adattamento agli enti preposti marchigiani, ma questo è un adempimento burocratico che non porta nulla di qualitativo.
Io ho presentato una serie di emendamenti finalizzati a dare un po' di valore a questa legge, a trasformarla da un mero adempimento della legislazione nazionale, com'è in questo momento, in qualcosa che ci può spingere ad ottenere un miele marchigiano totalmente esente da residui di sostanze pesticide o antibiotiche.
Noi esportiamo la cultura alimentare marchigiana anche in Cina, come ha fatto in questi giorni il Presidente Spacca, votiamo mozioni, che io ho presentato, sulla cultura alimentare identitaria marchigiana e poi perdiamo quest'opportunità. Stiamo perdendo quest'opportunità. Negli emendamenti che ho presentato si parla anche del regno delle api, cioè territori regionali, con estensione minima di almeno 5 ettari, dove in qualche modo viene data priorità alla conservazione della biodiversità, tramite il divieto totale dell'uso di diserbanti, di fitofarmaci e di altre sostanze chimiche usate in agricoltura o prodotti dall'industria.
Ricordo anche che pochi mesi fa, nel maggio scorso, dalla Forestale di Ascoli Piceno è stato scoperto un miele biologico, cosiddetto biologico, che in realtà era contraffatto. Allora questa è una grande opportunità, che stiamo perdendo, quella di tipicizzare il miele marchigiano e di farlo valere in Italia e nel mondo, visto che dobbiamo in qualche modo sostenere la nostra tipicità alimentare.
Avremmo potuto dare maggior valore aggiunto a questa legge, e tutti i miei emendamenti sono propositivi e collaborativi e, quindi, sul voto finale mi riservo sulla base dell'accoglimento o meno dei miei emendamenti.
In realtà la proposta che faccio, quella più importante tra i vari emendamenti, è quella del regno delle api, una trovata di marketing, se vogliamo, ed il Vicepresidente Petrini dovrebbe essere molto sensibile a queste tematiche, visto il suo ruolo anche nell'agricoltura, per tipicizzare le nostre produzioni come per esempio facciamo con i vini o con tantissimi altri prodotti che abbiamo. Quindi, anziché tramutare una legge nazionale, in una legge regionale, senza dargli nessun valore aggiunto, l'occasione che possiamo avere, accogliendo i miei emendamenti o alcuni di essi, è quella di tipicizzare e valorizzare un prodotto che abbiamo e che probabilmente non sappiamo vendere, non lo sappiamo valorizzare abbastanza nel contesto nazionale e internazionale.
PRESIDENTE. Passiamo alla votazione.
Articolo 1.
Emendamento 1/1 del Consigliere Marangoni. Lo pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa non approva)
Emendamento 1/2 del Consigliere Marangoni. Lo pongo in votazione.
(L'Assemblea legislativa non approva)
Articolo 1. Lo pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa approva)
Articolo 2.
Emendamento 2/01 del Consigliere Marangoni. Lo pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa non approva)
Emendamento 2/1 del Consigliere Marangoni. Lo pongo in votazione.
(L'Assemblea legislativa non approva)
Emendamento 12/1. Decaduto.
Emendamento 2/2 del Consigliere Marangoni. Lo pongo in votazione.
(L'Assemblea legislativa non approva)
Articolo 2. Lo pongo in votazione.
(L'Assemblea legislativa approva)
Articolo 3. Lo pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa approva)
Articolo 4. Lo pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa approva)
Articolo 5.
(Soppresso)
Articolo 6. Lo pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa approva)
Articolo 7
Emendamento 7/1 del Consigliere Carloni. Lo pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa non approva)
Emendamento 7/2 della Consigliera Foschi. Ha la parola la Consigliera Foschi.
Elisabetta FOSCHI. Come ricordava il relatore di maggioranza, questa legge doveva sostanzialmente andare incontro all'apicultore, a chi dalla produzione di miele ricava essenzialmente il suo reddito, combattendo il nomadismo e migliorando alcuni aspetti normativi oggi assenti.
In realtà l'articolo 7 non tutela coloro che dalla produzione del miele ricavano il loro reddito, perché l'articolo 7, e lo dico per chi questa legge magari non la conosce benissimo, determina e definisce l'autoconsumo, indicando quanti alveari servono per fare autoconsumo. La legge indica 10 alveari per apicultore, abbiamo avuto modo di constatare, ci tengo a dirlo perché il relatore di maggioranza lo precisava nella sua relazione, che ogni alveare riesce a produrre 50 chili all'anno di miele, quando la produzione è medio-bassa, 30, chili solo di millefiori. Questi sono i dati che ho rilevato non dai consorzi, perché i consorzi hanno l'interesse opposto, visto che prendono un contributo per ogni alveare, hanno l'interesse ad avere più alveari possibili, quindi, se guardiamo l'interesse del consorzio è un conto, se guardiamo l'interesse dell'apicultore è un altro. Se un alveare produce 50 chili minimo di miele all'anno e noi ne diamo dieci ad apicultore, non stabilendo nemmeno il limite del numero per nucleo familiare, ne potrebbero avere dieci il marito, dieci la moglie, dieci il figlio, alla fine diventerebbero tantissimi alveari che non determinano più un autoconsumo. Va da sè che è esagerata la produzione di miele per autoconsumo, quindi occorre ridurre il numero di alveari, visto che non abbiamo voluto precisare il numero in riferimento al nucleo familiare ma abbiamo lasciato l'apicultore; per cui è essenziale, se davvero si vuol tutelare chi dal miele, dalla produzione di miele, ricava il suo reddito principale, ridurre il numero degli alveari.
PRESIDENTE. Ha la parola il Vicepresidente Petrini.
Paolo PETRINI. Ho qui una tabella in cui di fatto si leggono le percentuali della presenza di apiari nelle Marche, fino a dieci alveari noi abbiamo 495 allevamenti, e cioè il 15% del tutto. Fino a sei alveari abbiamo addirittura il 4,50%. Ogni alveare tra l'altro, magari producesse 50 chili, Consigliera Foschi, produce, purtroppo, molto meno, perché siamo a medie che oscillano di poco superiori ai dieci chili, tra i dieci e i quindici chili, forse a Pesaro sono più bravi, non lo so, però nelle Marche è così, e comunque, se si vuole dare una “dimensione economica” anche all'attività da portare avanti, bisogna concentrarsi su quelli che superano un certo limite, attestarsi sotto i dieci, addirittura sui cinque sembrerebbe, come dire, non dare nessuna importanza a quello che è un parametro che invece è un'indicazione molto precisa.
PRESIDENTE. Emendamento 7/2. Lo pongo in votazione.
(L'Assemblea legislativa non approva)
Articolo 7. Lo pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa approva)
Articolo 8.
Emendamento 8/1 del Consigliere Marangoni. Lo pongo in votazione.
(L'Assemblea legislativa non approva)
Emendamento 8/2 del Consigliere Marangoni. Lo pongo in votazione.
(L'Assemblea legislativa non approva)
Articolo 8. Lo pongo in votazione.
(L'Assemblea legislativa approva)
Articolo 9. Lo pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa approva)
Articolo 10. Lo pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa approva)
Articolo 11. Lo pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa approva)
Emendamento 11/bis/1 del Consigliere Marangoni. Ha la parola il Consigliere Marangoni.
Enzo MARANGONI. Questo emendamento è molto importante, insieme ad un altro che avete bocciato, che probabilmente non avete neanche letto, ma ormai lo avete bocciato, il 2/2 diceva, lo cito perché è connesso a questo, “il miele deve essere totalmente esente da presenze di antibiotici e a tal fine la Giunta può fare delle cose”, lo avete bocciato e probabilmente non sapete che il miele che mangiate o che date da mangiare ai vostri figli, nelle Marche è in gran parte proveniente dai paesi dell'est e viene mischiato con i nostri. Spesso hanno antibiotici e vengono mischiati con i mieli nostrani, cosiddetti marchigiani ed accade che ci sono un sacco di problemi, ci sono parecchie malattie anche trasmissibili all'uomo. L'avete bocciato era l'emendamento 2/2.
L'emendamento 11 bis invece istituisce l'articolo 11 bis che prevede il regno delle api. Il regno delle api è qualcosa che fanno in altre regioni, che evidentemente sanno promuovere i loro prodotti e sanno venderli meglio di come sappiamo fare noi, per esempio la Toscana, Comune di Massa. Le leggi della Regione Toscana promuovono il miele delle Alpi Apuane ad elevato valore apistico e naturalistico.
Sto facendo la stessa cosa come Regione Marche, propongo alla Regione Marche di fare la stessa cosa con questo articolo 11 bis, che prevede alcuni territori ben individuati, di almeno cinque ettari, ai quali viene data la massima priorità per la conservazione della biodiversità tramite il divieto totale, in questi territori, almeno in questi, dell'uso di diserbanti, fitofarmaci e altre sostanze chimiche usate in agricoltura o prodotti dall'industria. Quindi, il miele prodotto in questo regno delle api, chiamiamolo così, è una trovata di marketing, se volete, ha grandi contenuti organolettici, legati alla cultura alimentare che dovrebbe caratterizzare l'identità alimentare di questo territorio e garantire a questo miele la massima purezza organolettica esente da qualsiasi traccia di sostanze inquinanti.
Il punto b) dell'emendamento prevede che il miele possa ottenere un riconoscimento ed una denominazione specifica, definita con successivo atto di Giunta e funge da hot spot per la promozione delle tipicità alimentari regionali e dei territori di pregio della Regione Marche.
Questo miele, al terzo comma, punto d) dell'emendamento, ha inoltre la priorità in quei provvedimenti regionali che prevedono finanziamenti per il settore apistico, quindi, è un'occasione, almeno in queste zone, per garantire la purezza del miele; lo possiamo valorizzare e rivendere come fanno ad esempio i toscani, con il miele delle Alpi Apuane.
Questo è il senso dell'emendamento.
PRESIDENTE. Ha la parola il Vicepresidente Petrini.
Paolo PETRINI. Io non dubito che il regno delle api possa essere una trovata di marketing, però, bisognerebbe avvertire anche le api perché su cinque ettari, non ci stanno, visto che ogni ape percorre circa un raggio di tre chilometri e quindi bisognerebbe confinarle in almeno 2.826 ettari, ho fatto un conto di quello che significava.
Nel q.m. già abbiamo messo tutte le cose che il Consigliere Marangoni elenca nei sottopunti del punto tre, ma ricordo, anche se non l'abbiamo detto durante la votazione dei precedenti emendamenti, che molte delle cose proposte sono già previste da leggi esistenti. Tra l'altro, quello che prevede il punto due dell'emendamento è superato dal regolamento n. 37 del 2010, l'uso di antibiotici è già illegale dappertutto. E' una questione di controlli, Consigliere Marangoni e non è che scriverlo un'alta volta serva a qualche cosa. Esistono, quindi, tutte quelle leggi che ci garantiscono, se noi facessimo dei passi in più, forse, insospettiremo qualcuno sul fatto che nelle Marche c'è qualcosa che non va.
PRESIDENTE. Emendamento n. 11/bis/1. Lo pongo in votazione.
(L'Assemblea legislativa non approva)
Articolo 12.
Emendamento 12/1 del Consigliere Marangoni. Decaduto.
Articolo12. Lo pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa approva)
Articolo 13. Lo pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa approva)
Coordinamento tecnico. Lo pongo in votazione.
(L'Assemblea legislativa approva)
Proposta di legge n. 214. La pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa approva)
PRESIDENTE. Mi dicono, e vorrei conferma, che si chiede il rinvio della proposta di legge n. 237, esattamente; anche della proposta di legge n. 236 e della proposta di legge n. 191, me lo ha chiesto il Consigliere Silvetti che è uno dei presentatori. Quindi, prendo atto di tutto e vi auguro buon pomeriggio. Ci vediamo martedì prossimo.
La seduta termina alle ore 14,20.
La seduta inizia alle ore 10,30
Presidenza del Presidente
Vittoriano Solazzi
Comunicazioni del Presidente
PRESIDENTE. Colleghi buona giornata, dichiaro aperta la seduta n. 96 del 13 novembre 2012. Do per letto il processo verbale della seduta n. 95 del 6 novembre 2012, il quale, ove non vi siano obiezioni, si intende approvato ai sensi dell’art. 29 del Regolamento Interno.
Comunico che:
Sono state presentate le seguenti proposte di legge:
n. 264 in data 5 novembre, ad iniziativa della Giunta regionale, concernente “Disposizioni urgenti in materia di trasporto pubblico regionale e locale”, assegnata alla IV Commissione in sede referente e trasmessa per opportuna conoscenza al Consiglio delle Autonomie Locali;
n. 265 in data 6 novembre, ad iniziativa del Consigliere Perazzoli, concernente “Modificazioni alla legge statutaria 8 marzo 2005, n. 1”, assegnata alla I Commissione in sede referente e trasmessa alla Commissione straordinaria ex art. 135 del Regolamento interno per l’espressione di un parere.
Sono state presentate le seguenti mozioni:
n. 426 del Consigliere Marangoni “Impianto radar di Potenza Picena. Tutela della salute dei marchigiani investiti dal sistema irradiante delle 'microonde' aventi portata di 500 Km di distanza. Richiesta di applicazione articolo 5 dello Statuto regionale e del principio di precauzione di cui al trattato costitutivo della comunità europea”;
n. 427 del Consigliere Cardogna “Moratoria alle trivellazioni petrolifere in Adriatico e miglioramento del monitoraggio per la previsione, prevenzione e gestione di eventuali rilasci di idrocarburi in mare”;
n. 428 dei Consiglieri Solazzi, Giorgi "Spending review ed emergenza penitenziaria".
Comunico, inoltre, che con decreto n. 39 del 12 novembre 2012 ho provveduto alla nomina del Presidente del Collegio dei revisori dei conti del Consorzio Zone Imprenditoriali della Provincia di Ancona (ZIPA).
Hanno chiesto congedo i Consiglieri Latini e Carloni.
Sull'ordine del giorno
PRESIDENTE. Ha la parola la Consigliera Giorgi.
Paola GIORGI. Io volevo chiedere l'iscrizione della mozione n. 428. La scorsa settimana, prima dell'inizio della seduta, abbiamo incontrato con i Capigruppo, alcuni lavoratori del settore penitenziario, del settore amministrativo e c'era stata sollecitata una presa di posizione. Sono temi che vengono discussi a livello nazionale però, c'era stata sollecitata la redazione di una mozione che abbiamo preparato e quindi chiedo che venga iscritta ed eventualmente, poi, approvata.
PRESIDENTE. Se l'Aula è d'accordo direi di procedere con il punto 1, poi, la iscriviamo al punto 1 bis, anche perché mi pare che c'era l'accordo di tutti i Capigruppo. Quindi, (...) facciamo la comunicazione e la richiesta di iscrizione. Se l'Aula è d'accordo, se non ci sono problemi, visto che era stato dato mandato da parte di tutti i Capigruppo in base all'incontro effettuato con il sindacato di votare una mozione, ripeto, se non ci sono problemi, io la tratterei e la voterei, subito dopo il punto 1, anche perché la discussione mi pare superata dall'incontro dei Capigruppo. Se siete d'accordo, la mettiamo al punto 1 bis. Va bene.
Ai sensi dell'art. 35 del R.I.
Ha la parola il Consigliere Massi.
Francesco MASSI. Chiedo a lei di organizzare questo passaggio, è una richiesta che debbo fare, perché oggi il Presidente o l'Assessore alla Sanità debbono dare comunicazione, illustrazione della delibera di Giunta n. 1537 del 31 ottobre con la quale vengono annunciate ristrutturazioni sull'assetto delle Aree Vaste.
Credo che qui qualcuno debba chiarire, non chiedo, neanche, di aprire un dibattito, ma almeno una comunicazione su questo va fatta, perché ho capito che nell'ambito della delibera c'è scritto scrupolosamente che questo atto non ripassa nè in Commissione, nè in Consiglio. Proprio scritto a chiare note. Non è una bella cosa. Posso capire i passaggi normativi! Credo che almeno per i rapporti tra Consiglio e Giunta ci debba essere qualcuno che stamattina ci illustra quello che è contenuto nella delibera. Non è possibile che i Consiglieri lo sappiano dai giornali. Ho colto anche la sorpresa del Presidente della Commissione Sanità Comi, anch'egli l'ha letto sul giornale, credo.
Chiedo ufficialmente che ci sia questa comunicazione in mattinata.
PRESIDENTE. Io non posso fare altro che sollecitare i rappresentanti della Giunta presenti, se vogliono dire qualche cosa subito o nell'arco della seduta. Posso fare solo questo.
Ha la parola il Vicepresidente Petrini.
PETRINI. Molto brevemente Presidente e Consiglieri, Consigliere Massi.
La scorsa settimana avevamo adottato un provvedimento in relazione a quelle che erano le indicazioni della spending review, indicazioni che ci impongono di applicare ai piani già approvati, relativamente alle Aree Vaste, ai piani industriali di Area Vasta, tagli per ulteriori 310 posti letto.
Le indicazioni che abbiamo voluto dare ai dirigenti ed ai direttori che, naturalmente, poi devono applicare quelli che sono gli intendimenti della spending review, andavano a disegnare non una nuova organizzazione, ma delle modalità attraverso le quali individuare, come sapete, le unità operative complesse che, poi, devono venire meno per conseguire questo risultato di 310 posti letto.
Nella terminologia utilizzata, probabilmente, si era formata una ambiguità che ha dato luogo anche ai rilievi che poco fa faceva il Consigliere Massi. Nella Giunta di ieri abbiamo corretto parte di quella terminologia, in maniera tale che queste ambiguità possano venir meno. Non c'è nessun cambio organizzativo, c'è solo un'indicazione ai direttori ed ai dirigenti che, tra l'altro, anche in seguito a quello che è il decreto Balduzzi, che questa settimana va all'attenzione della Conferenza Stato Regioni, ci permetterà di essere perfettamente in linea con quelli che sono gli intendimenti del Governo, non è certamente nostra intenzione cambiare il sistema che abbiamo consolidato con l'ultimo piano socio-sanitario.
PRESIDENTE. Prima di passare alla trattazione del punto 1, in sede di Conferenza dei Presidenti dei Gruppi, visto che avevamo delle audizioni, non ho comunicato che l'Ufficio di Presidenza ha approvato una proposta di modifica del Regolamento Interno per quanto riguarda la presentazione del bilancio di previsione, quindi, una modifica dei tempi.
Naturalmente l'iter prevede la proposta da parte dell'Ufficio di Presidenza, il parere della Conferenza dei Presidenti dei Gruppi e poi la trattazione in Aula, quindi, questo avverrà nella prossima seduta del Consiglio, io intanto vi volevo rendere edotti di questa proposta di modifica votata dall'Ufficio di Presidenza.
Nella sostanza i tempi dovrebbero essere questi: il 3 dicembre la Giunta approva la proposta di legge finanziaria e la proposta di legge di bilancio di previsione 2013 ed il Consiglio le approverà nella sessione che va dal 19 al 21 dicembre , quindi 19, 20 e 21.
Questo è il quadro, anche per non rischiare, evidentemente, l'esercizio provvisorio.
Ad ogni modo verrà portata la proposta nella prossima Conferenza dei Presidenti e, poi, in Aula.
Detto questo passerei alla trattazione del punto n. 1.
L'ordine del giorno reca le mozioni n. 411 dei Consiglieri Giorgi, Acquaroli, n. 239 del Consigliere Latini, n. 420 dei Consiglieri Bucciarelli, Busilacchi, Giancarli, Cardogna e l'interrogazione n. 551 del Consigliere Acacia Scarpetti, tutte relative al tema della pesca delle vongole nella nostra regione. Dichiaro aperta la discussione, non so se il, prego? (...) molto male, malissimo se c'è la Commissione in corso, le Commissioni non si fanno durante il Consiglio, si fanno i giorni prima. Adesso ditemi voi cosa devo fare. Apposto, rinviamo! Che devo fare? L'altro Consiglio ci eravamo lasciati prendendo l'impegno nei confronti dell'Aula che al primo punto dell'ordine del giorno, c'erano queste mozioni! Non si trattano, andiamo avanti! Ci divertiamo un po' facendo qualche interrogazione, mi date l'elenco delle interrogazioni?
Interrogazione n. 886
dei Consiglieri Comi, D'Anna, Badiali, Busilacchi, Giorgi, Natali, Giancarli, Camela
“Digitalizzazione informatizzazione delle ricette sanitarie – monitoraggio della spesa nel settore sanitario”
(Rinvio)
Interrogazione n. 851
del Consigliere Natali
“Procedura di VIA impianto smaltimento rifiuti”
(Svolgimento)
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l’interrogazione n. 851 del Consigliere Natali. Ha la parola, per la risposta, l'Assessore Donati.
Sandro DONATI. Per quanto attiene l'interrogazione n. 851/2012 faccio presente che l'impianto è da tempo gestito amministrativamente dalla Provincia di Ascoli Piceno.
In merito alla cronistoria riportata nelle premesse questa appare sostanzialmente corretta e in linea con gli atti depositati presso gli uffici.
Va precisato che le attività di vigilanza e controllo effettuate e da effettuare sulla ditta in questione non sono esercitate dall'amministrazione regionale pertanto non si è in grado di riferire compiutamente. Sarà nostra cura chiedere alla Provincia di Ascoli Piceno una dettagliata relazione.
La Provincia di Ascoli Piceno ha in istruttoria il procedimento per il rilascio dell'Autorizzazione Integrata Ambientale per l'impianto esistente di trattamento rifiuti localizzato sul territorio Comunale di Maltignano e gestito dalla ditta Uniproject e di proprietà del Consorzio Piceno Consid.
Tale impianto è l'ultimo rimasto sul territorio regionale a non avere ottenuto l'AIA di competenza della Provincia di Ascoli Piceno.
L'impianto in questione è stato oggetto di autorizzazioni regionali rilasciate con deliberazione di Giunta regionale del 1998 e 1999 basate su un giudizio di compatibilità paesistico ambientale rilasciato secondo le norme del P.P.A.R.
Nelle valutazioni ambientali a quel tempo effettuate si desume che in fase istruttoria era stata valutata anche la compatibilità dell'opera con il rischio idrogeologico connesso con l'area di esondazione del fiume Tronto.
All'epoca vigeva il D.P.R. 12/04/1996 che costituiva il recepimento nazionale della Direttiva Europa in materia di VIA tuttavia è possibile affermare che nella sostanza le valutazioni paesistico ambientali all'epoca effettuate erano coerenti con le finalità dell'intervenuta norma statale in materia di VIA.
Questa analisi è sostenuta anche dal fatto che la dichiarazione di compatibilità paesistico-ambientale per l'opera in esame, prevista dalle migliori tecniche disponibili del PPAR, è stata definitivamente sostituita dalla Valutazione di Impatto Ambientale solo più avanti con la l.r. n. 7/2004. Successivamente ai procedimenti regionali sono intervenuti numerose autorizzazioni rilasciate dalla Provincia di Ascoli Piceno e relative a diverse modifiche impiantistiche. Non è chiaro se tali provvedimenti sono state riesaminate nelle more del rilascio dell'AIA e pertanto potrebbero costituire comunque un adeguamento alle migliori tecniche disponibili.
La ditta nel 2004 ha presentato in Provincia una domanda di Valutazione di Impatto Ambientale che ad oggi non ha avuto esito.
La ditta, congiuntamente al rilascio dell'AIA, vorrebbe inoltre realizzare alcuni miglioramenti impiantistici da valutare in relazione alla migliori tecniche disponibili di settore.
Nel corso dell'istruttoria provinciale per il rilascio dell'AIA gli impianti sono analizzati e valutati verificando come si rapportano con gli strumenti di pianificazione e programmazione ambientali intervenuti. Solo a titolo di esempio si citano:
- Il Piano di Assetto Idrogeologico del fiume Tronto;
- Il Pianto di Tutela delle Acque;
- Il Piano di risanamento e mantenimento della Qualità dell'aria ambiente.
Da una prima istruttoria è stato evidenziato come l'impianto ricade all'interno di un'area a rischio esondazione elevato R3.
Il rilascio dell'AIA è subordinato alla realizzazione di alcuni lavori finalizzati alla riduzione del rischio idraulico e tali lavori dovrebbero consistere nella eliminazione di un deposito alluvionale all'interno dell'alveo di piena ordinaria del fiume Tronto, sul quale insistono tre attività commerciali. Tali attività attualmente dovrebbero essere prive di concessione delle aree.
Altro lavoro dovrebbe essere la continuazione dell'argine di protezione presente a monte e queste operazioni di mitigazione dal rischio esondazione presuppongono la delocalizzazione delle tre attività "abusive" attualmente presenti sull'area demaniale.
In merito a tale procedura la Provincia di Ascoli Piceno ha convocato una Conferenza dei Servizi per il giorno 5 ottobre 2012 finalizzata a concludere l'istruttoria.
PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno, il Consigliere Natali.
Giulio NATALI. Presidente con questo silenzio come faccio a rinunciare all'intervento? Potrei dire tutto e nessuno mi sente, poteri insultare tutti senza che nessuno mi senta, anche perché vedo che erga homnes, Presidente, è un discorso un po' surrettizio il suo. Lei non deve parlare erga homnes, parli sotto ai suoi occhi, faccia nomi e cognomi, perché vede Presidente noi stiamo parlando...
PRESIDENTE. Adesso do dieci minuti dopo di che sospendo la seduta per mezz'ora, poi quando di sono sbolliti gli spiriti riprendiamo, che devo fare?
Giulio NATALI. Io chiedevo in primis all'Assessore Donati due cose, primo se mi da, se mi autorizza ad avere copia della sua relazione e secondo se riesco a sapere chi l'ha fatta, chi l'ha redatta. Vede noi stiamo parlando di un bell'imbroglio, perché all'Assessore Donati fanno dire cose, tipo quella che quando questo insediamento di un gruppo di amici ebbe l'autorizzazione nel 1999, non era ancora in vigore il VIA o la VIA. C'era. Ma in questa Regione, e qualcuno ancora c'è, si concesse il parere, l'autorizzazione paesistico ambientale, la compatibilità paesistica ambientale, in una maniera fantastica, sulla base di due dati. Presidente mi ascolti perché io con lei ho un feeling particolare, mi ascolti lei, l'Assessore Donati non può interessarsi di queste cose, non voglio dire che lo trapassano ma lo sorvolano alto.
Allora vede Presidente, la cosa bella è che questa autorizzazione fu data sulla base di due dati, nonostante delle eccezioni dei Comuni in cui ricadeva questa area, che è Maltignano, che eccepirono che questo insediamento, che è un pretrattamento di rifiuti solidi urbani, anche pericolosi, fosse in zona esondabile.
Il Presidente del Consib, noto uomo politico della Provincia di Ascoli Piceno, che di professione non fa né il geometra, né l'ingegnere, autorizzò implicitamente questa vicenda dicendo che la distanza che c'era era una determinata distanza, poi si verificò non essere quella.
Ma d'altra parte con più Conferenze di servizi, questo problema di esondabilità fu rimarcato per sette, otto mesi, fino a che il Presidente D'Ambrosio ritenne di dare l'autorizzazione, ritenendo che non era in zona esondabile. Il Presidente D'Ambrosio è venuto a fare il Presidente dopo aver svolto altre funzioni, credo che svolga ancora quella determinata professione. Sono passati degli anni, Presidente Solazzi, e questa ditta è riuscita a fare un buon fatturato, mano a mano, un'ottima ditta, pretratta rifiuti, tra l'altro la cosa più simpatica è questa Presidente, lei può capire, i titolari di questa ditta sono gli stessi titolari che gestiscono il depuratore industriale, cioè quelli che dovrebbero controllare se i pretrattamenti sono stati fatti bene. Sono gli stessi.
Ma di tutto questo i vari Assessori all'Ambiente, che si sono succeduti nella Regione Marche, non si sono accorti o hanno ritenuto che fosse in un caso di omonimia, o di altro. Questa ditta ha fatto lauti guadagni, fino a che, ad un certo punto, ha ritenuto, e ad Ascoli, per nostra grande fortuna ed anche perché abbiamo Sant'Emidio, non c'è mai stato un terremoto, un sisma che cambiasse le caratteristiche geologiche del terreno, di dire all'ente Consid “Ma noi siamo in zona esondabile, per cui intervenite, perché ci vogliono questi soldi”. Dopo aver lavorato, prodotto reddito per anni in una zona esondabile del fiume Tronto, hanno chiesto questo.
Nel frattempo hanno anche chiesto nel 2003 la procedura di VIA; alla Provincia di Ascoli Piceno c'è una procedura di VIA che pende dal 2003.
Io domando ai tanti esperti di ambiente che sono in questa Regione, che hanno parlato di fiumi, di cave e di tutto, ma esiste la possibilità che una procedura di VIA parta nel 2003 e nel 2012 non si concluda? Una domanda, Assessore, e vorrei la sua di risposta, non si conclude senza sospendere l'attività di questa ditta, per cui la ditta non ha alcun interesse ad avere la procedura di VIA, dopo aver fatto la domanda, non ha alcun provvedimento, continua ad andare avanti, questa procedura va avanti tranquilla, che interesse c'é?
Ci sono gli interventi dell'Arpam, segnalazioni dell'Arpam, la Provincia di Ascoli Piceno ha erogato sanzioni, ci sono processi anche alla Procura della Repubblica, ma non è mai intervenuta sull'attività.
Oggi siamo passati in un altro ambito e per questo, all'Assessore Donati, hanno propinato una polpettina sottobanco, questi signori dovrebbero munirsi non più della VIA, il cui procedimento è in itinere, ma dell'AIA, addirittura, perché sapete quando da qualche parte tuona da qualche altra parte, lì vicino, piove, per cui potrebbero loro rinunciare alla valutazione di impatto ambientale, che hanno in corso da otto anni, per andare direttamente ad avere davanti lo spiazzo, la casa rurale, l'AIA e continuare ad operare.
Voi capite benissimo come tutto questo faccia comprendere come qui dentro, nella Regione Marche, come nella Provincia di Ascoli Piceno, e qui non è un discorso di colori o di altro, faccio un ragionamento molto più terra, terra, si autorizzino determinate situazioni a seconda del momento. come quando abbiamo parlato di centrali a biomasse e di tutte le polemiche che sono sorte. E' un caso analogo, anzi qui abbiamo una procedura in piedi da otto anni, che non finisce, io vorrei sapere come può, il funzionario della Regione Marche scrivere, oggi, all'Assessore Donati che è una competenza della Provincia, perchè vede Assessore lei erra, nell'ultima riunione il 5 ottobre 2012, Assessore Donati buongiorno, sa quanto bene le voglio, mi stia a sentire, il 5 ottobre 2012 la Conferenza dei Servizi c'è stata, e sa cosa ha detto la Provincia? Glielo leggo, lei lo dovrebbe sapere Assessore all'ambiente della Regione Marche, il Dirigente della Provincia di Ascoli Piceno, ha detto che attende una relazione di tale Piccinini, non so chi sia onestamente, forse uno che ha un vivaio a Spinetoli o qualcuno della Regione Marche, che dovrà dire alla Provincia come deve comportarsi. Lei deve dirci, quindi, se la Regione Marche interviene in questo procedimento o no? Sorveglia o no? Quale è la funzione rispetto alla Provincia. Il dirigente della Provincia di Ascoli Piceno si prenderà tutti i pesi e gli oneri di questa vicenda, primo quello di non aver chiuso questo procedimento di VIA, che è qualche cosa che grida vendetta davanti a Dio, perché, e lo ripeto, questo procedimento era viziato dall'inizio. Nessun altro insediamento del settore ha avuto mai un procedimento del genere, e allora un nostro amico di 90 anni e passa, un po' gobbo, diceva che a pensare male si fa peccato ma ci si azzecca. Questo è un caso in cui ci si azzecca forte.
E' chiaro che sia questa interrogazione che la risposta e tutta l'argomentazione intorno a questo andrà a supportare il fascicolo che, alla Procura della Repubblica di Ascoli Piceno, è già pendente per i reati ambientali a cui i titolari di questo insediamento sono già sottoposti e che non sono solo reati ambientali, a questo punto, ma si dovrà chiarire e si chiarirà, come l'autorizzazione iniziale, quella di compatibilità sia stata data sulla base di presupposti falsi. La non esondabilità del terreno è stata sconfessata ed anche la distanza dal centro abitato, riferita ad un determinato numero di metri quando invece era molto meno; per cui non poteva essere data neanche la compatibilità paesistico ambientale.
A fronte di tutto questo, chiedo a tutti i legalisti che sono in quest'Aula e che più volte si stracciano o si stracciavano, forse se le stracciano un pò meno, le vesti intorno a problematiche di questo tipo, di stracciarsi le vesti anche questa volta.
Interrogazione n. 732
del Consigliere Latini
“Igieniste dentali, scadenza contratti ASUR”
(Rinvio)
Interrogazione n. 713
del Consigliere Zinni
“Realizzazione di un centro servizi per la gestione dei documenti contabili ciclo passivo”
(Rinvio)
Interrogazione n. 911
della Consigliera Ciriaci
“Impianto di stoccaggio gas naturale giacimento denominato Palazzo Moroni –
comune di Sant'Elpidio a Mare”
(Svolgimento)
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l’interrogazione n. 911 della Consigliera Ciriaci. Ha la parola, per la risposta, l'Assessore Donati.
Sandro DONATI. La Società Edison Stoccaggio spa, nel settembre 2008 ha presentato al MISE istanza ad iniziativa privata, per la conversione del campo gas di Palazzo Moroni, in fase di esaurimento, collocato nella concessione di coltivazione "Fiume Tenna" in Provincia di Fermo, a concessione di stoccaggio di gas naturale. L'istanza ha ricevuto esito positivo dal MISE in data 29 dicembre 2009.
II progetto di "Stoccaggio di gas naturale nel giacimento denominato Palazzo Moroni" prevede la realizzazione delle seguenti opere, tutte ricadenti nel territorio comunale di Sant'Elpidio a Mare:
- work-over dell'unico pozzo esistente "Palazzo Moroni 1d" e perforazione di un nuovo pozzo "Palazzo Moroni 2d". Le attività di perforazione saranno realizzate dall'area pozzi esistente, ubicata in Località Cascina Silenzi, presso la Frazione Santa Caterina Prima;
- costruzione della Centrale di trattamento e compressione. La nuova Centrale verrà realizzata all'interno dell'attuale recinzione dell'ex Centrale San Marco, ad oggi adibita esclusivamente ad area pozzo per attività mineraria di coltivazione idrocarburi, in località Santa Caterina, in vicinanza della Strada Provinciale Faleriense, non sono previsti ampliamenti dell'area già occupata;
- posa di una flowline dall'area pozzi alla centrale di trattamento e compressione dedicata allo stoccaggio di lunghezza di circa 1.53 km.
La connessione con la rete dei metanodotti SNAM rete gas è già esistente avverrà in prossimità della Centrale, all'interno della pertinenza mineraria esistente, già raggiunta da tale rete. Non è quindi necessaria la realizzazione di alcun metanodotto di collegamento.
L'obiettivo del progetto è quello di convertire il campo di produzione Palazzo Moroni, in fase di esaurimento, in campo di stoccaggio, raggiungendo il 100% della pressione statica originaria del giacimento con conseguente ottenimento di:
- Working gas di Modulazione 50 milioni di mc;
- Pseudo Working Gas/Strategico 19 milioni di mc;
- Cushion Gas 18 MSmc;
- Pressione massima di stoccaggio = pressione originaria.
Il processo di stoccaggio prevede due distinti regimi di funzionamento:
- fase di erogazione;
- fase di iniezione.
Durante il periodo di erogazione il gas estratto dai pozzi sarà convogliato tramite flowline in Centrale. Una volta trattato per essere idoneo alle specifiche di vendita, il gas verrà inviato sotto controllo di portata e pressione alla rete di trasporto della Società Gasdotti Italiana. Durante il periodo di iniezione invece il gas proveniente dalla rete di trasporto SGI sarà compresso in Centrale e, attraverso la flowline di connessione, iniettato nei pozzi.
L'ufficio regionale nell'ambito del procedimento di VIA non ha ricevuto nessuna richiesta di riunione pubblica e non ha ritenuto necessario indirla, in quanto il progetto non presentava criticità manifestate da nessuno dei soggetti coinvolti nel procedimento.
Il Comune di Sant'Elpidio che ha partecipato all'istruttoria oltre a rilasciare un parere per gli aspetti urbanistici si esprime anche per gli aspetti di sanità pubblica. Inoltre il contributo istruttorio può riguardare qualsiasi aspetto purché pertinente.
Sono stati effettuati due sopralluoghi ai quali hanno preso parte i tecnici della Regione, di cui uno promosso dal referente del gruppo istruttore della Commissione VIA . Non sono stati stilati verbali data l'assenza di criticità da rilevare.
L'istruttoria finalizzata all'intesa Stato-Regione sarà eseguita dalla pubblica funzione Rete elettrica regionale, autorizzazioni energetiche, gas ed idrocarburi.
In conclusione rispetto all'interrogazione.
Conclusa la fase di VIA di competenza della Regione Marche, le ulteriori questioni recentemente sollevate potranno essere analizzate nella fase istruttoria finalizzata al rilascio dell'intesa Stato-Regioni. In questa fase potrebbero essere ascoltati anche i Comitati che nel frattempo si sono costituiti.
Il richiamo all'applicazione del principio di precauzione in questo specifico caso sembra superato dall'attenzione con la quale tutti i soggetti pubblici chiamati all'istruttoria dell'istanza hanno operato. In particolare si cita il Ministero dello Sviluppo Economico che ha assentito la conversione del giacimento in stoccaggio e che seguirà la fase dell'eventuale intesa, il Ministero Ambiente che nell'ambito dell'istruttoria VIA opera con una Commissione composta da decine di esperti e l'istruttoria locale condotta dalla Regione Marche con l'ausilio di ARPA Marche, Provincia di Fermo e Comune di Sant'Elpidio a Mare e infine l'istruttoria condotta dal Ministero dell'interno sulle questioni attinenti il rischio di incidente rilevante.
Tutte le matrici ambientali, aria, acqua, suolo, sottosuolo, rumore e vibrazioni, sono state analizzate nel dettaglio con l'ausilio di modellistica e gli impatti sono stati giudicati poco significativi. Tutte le procedure sopra richiamate hanno al loro interno una fase di pubblicità che consente l'intervento dei soggetti portatori di interesse.
PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatta o meno, la Consigliera Ciriaci.
Graziella CIRIACI. Ringrazio l'Assessore ma la risposta, effettivamente, non è altro che l'elencazione di tutto quello che è stato l'iter di questa domanda e dell'autorizzazione stessa.
Nella procedura di VIA non sono stati coinvolti i cittadini, lei nel percorso che ha illustrato ha dato dei dati ben precisi dei quali, comunque, il cittadino doteva essere informato. Il fatto che il comitato si è istituito dimostra che il cittadino non era bene informato.
Mi voglio soffermare su questa cosa, in quanto la mancanza di informazione del territorio crea delle incomprensioni e degli ostacoli; di eventi ne possiamo elencare a decine negli ultimi tempi, venuti qua nelle interrogazioni fatte da me e da altri colleghi. Quindi io vorrei, eventualmente, procedere con una informazione seria, una informazione che va al cittadino e lo rassicuri pure. Tra l'altro questo impianto, non è un impianto di poco interesse, lei giustamente diceva di poco interesse ma se lo vediamo a livello nazionale e internazionale, ma per un territorio così piccolo, va ad investire in un'area molto importante per il cittadino stesso.
Direi, quindi, di riflettere perché l'insorgenza dei comitati, e del comitato in questo caso specifico, ci dà un campanello d'allarme forte di qualcosa che, molto probabilmente, non sta funzionando.
Le chiedo, quindi, in questo caso Assessore di fare in modo che il comitato o i cittadini stessi siano convocati, informati e soprattutto che l'impianto che viene realizzato, venga condiviso, in modo tale che la sicurezza, la qualità ed il valore di quei territori coinvolti vengano comunque garantiti.
PRESIDENTE. Se la Commissione ha finito di lavorare, direi di chiudere con le interrogazioni e di tornare al punto 1,
Mozione n. 411
dei Consiglieri Giorgi, Acquaroli
“Riequilibrio comparti territoriali pesca alle vongole”
Mozione n. 239
del Consigliere Latini
“Organizzazione della pesca dei molluschi bivalvi”
Mozione n. 420
dei Consiglieri Bucciarelli, Busilacchi, Giancarli, Cardogna “Pesca dei molluschi bivalvi”
Interrogazione n. 551
del Consigliere Acacia Scarpetti
“Settore pesca delle vongole”
(abbinate)
(Discussione e votazione risoluzione)
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca le mozioni n. 411 dei Consiglieri Giorgi, Acquaroli, n. 239 del Consigliere Latini, n. 420 dei Consiglieri Bucciarelli, Busilacchi, Giancarli, Cardogna e l'interrogazione n. 551 del Consigliere Acacia Scarpetti, abbinate.
Ha la parola il Consigliere Badiali.
Fabio BADIALI. Prendo la parola come Presidente della Terza Commissione in quanto ho avuto modo di trattare questo argomento.
Le mozioni presentate insieme all'interrogazione sull'organizzazione della pesca dei molluschi bivalvi sono tre più un'interrogazione, quindi, non si riesce ad affrontare il problema in maniera approfondita ed a trovare una soluzione condivisa.
Sappiamo che dietro questo problema ci sono forti tensioni, tensioni che interessano di volta in volta i vari comparti: una volta San Benedetto, una volta Civitanova, una volta Ancona o Pesaro.
Questo fa parte un po' delle cose e fa parte anche di quello che riguarda la natura, perché non sempre la riproduzione dei molluschi avviene nello stesso modo e con le stesse caratteristiche, a volte anche una tempesta o una mareggiata può rovinare questo prodotto e tener ferme le marinerie per diverso tempo. Questo, però, si ripercuote su tutta la costa, da San Benedetto fino a Pesaro.
Il settore delle vongolare nella Regione Marche è numeroso, 220 imbarcazioni su un totale di 610 circa a livello nazionale, con una raccolta del 58% contro il 42% delle altre regioni. Perciò da noi, nella nostra regione, il problema è molto sentito, soprattutto da chi fa questo lavoro ma anche da un’economia molto attenta, ricca di questi prodotti di cui non può fare sicuramente a meno, anzi, per questo dobbiamo cercare di salvaguardare e di tenere sempre alta la tensione e il controllo su queste cose in modo che si possano sempre riprodurre.
D'accordo con l'Assessore Giannini e d'accordo con la Commissione ci siamo riuniti per cercare di valutare e trovare una risoluzione condivisa che tenga conto delle esigenze di tutti i vari consorzi, da quello di San Benedetto a quello di Fano, una soluzione che possa sicuramente andar bene a tutti, siamo convinti che si possa trovare, perché la Regione Marche è dal 2001 che sta affrontando questa problematica con normative regionali, dato che la competenza è passata alla Regione, anche con varie decisioni del Tar che hanno messo tutto in mano alla Regione perché la competenza in questo caso è regionale e non nazionale.
Non voglio fare la trafila, non voglio ricordare niente del pregresso, perché ci sono anche ombre nel pregresso che non dobbiamo, assolutamente, più toccare ma dobbiamo guardare al futuro, dobbiamo guardare in avanti e penso che sia importante mettere intorno ad un tavolo il Comitato di coordinamento per il monitoraggio delle risorse dei molluschi e tutti i soggetti interessati a questo settore e sono: i quattro i Presidenti dei Consorzi delle vongole, i quattro Co.Ge.Vo, le quattro associazioni di categoria, i tre ricercatori incaricati dalla Regione Marche, e formulare una volta presentata la ricerca, che sarà pronta, speriamo, entro questa settimana, al massimo entro la prossima, questo ci è stato detto, entro 45 giorni al Consiglio regionale e alla Giunta una proposta di obiettivo condiviso fra i soggetti sopra citati.
Chi deve trovare la soluzione sicuramente è la politica che deve lanciare le traiettorie, le linee guida politiche ma poi la sostanza, la concretezza è bene che venga dagli addetti del settore della pesca, anche il parere scientifico, per cui la Regione Marche ha speso 120 mila euro e scade entro il 31 dicembre, cioè la ricerca sulla situazione del patrimonio delle vongole, è stata molto importante, perché ha dato la possibilità di individuare, a lungo termine, quello che succederà alle nostre spiagge.
Su questo percorso, penso, di portare anche l'idea dei firmatari della mozione, mi riferisco ai Consiglieri Giorgi, Latini, Bucciarelli, Busilacchi, Giancarli, a tutti quelli che hanno firmato la mozione, su questa risoluzione possiamo avere un voto ampio, il più ampio possibile che possa mettere in campo quelle azioni che dicevo, che magari l'Assessore meglio enuncerà, per trovare una soluzione a questo problema.
Non possiamo fare misure spot o misure tampone e momentanee perché altrimenti metteremo in difficoltà, ancora di più, questo settore, secondo la mia modesta visione.
Il tavolo costituito dovrà riunirsi congiuntamente fino a trovare una soluzione, dobbiamo anche pensare che si possa affrontare il problema continuando la ricerca, perché la ricerca è un fatto fondamentale. Fare ricerca significa sapere quello che succederà nelle nostre coste da qui a sei mesi, otto mesi, un anno e programmare per essere più tranquilli in questo settore.
L'altra cosa importante che dobbiamo far capire all’Assessorato, ai dirigenti dell'Assessorato ma anche agli stessi consorzi e alle associazioni di categoria è quella di istituire un fondo di solidarietà, io lo chiamo così, un fondo di garanzia, un fondo di solidarietà in cui tutte le marinerie, tutti i consorzi della nostra regione, mettano a disposizione, faccio un esempio sicuramente non attinente, un centesimo ogni tiro di pescato che, poi, un comitato formato dai consorzi potrà ridistribuire nei momenti di crisi, di quattro mesi, cinque mesi, sei mesi, due mesi, quello che sarà, per aiutare quelle famiglie che si troveranno in difficoltà. Una volta succederà a Pesaro, una volta ad Ancona, una volta a San Benedetto.
Questo discorso sarà poi affrontato dai Consorzi ma questa è un’idea che, secondo me, dovrebbe essere messa in campo.
Su questa risoluzione, che prego poi l'Assessore Giannini di spiegare e di informarci meglio, possiamo mettere da parte le polemiche e entro 45, 50 giorni al massimo, trovare una soluzione condivisa che metta d'accordo tutti i soggetti interessati a questo settore e sono tanti nella nostra regione, 220. Soprattutto i vari consorzi che sono i portavoce dei loro affiliati che hanno anche la responsabilità di fare una trattativa la più ampia possibile, la più seria possibile, che possa portare tutti sullo stesso piano senza vincitori, nè vinti.
Io credo che questa possa essere una soluzione.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Busilacchi, poi Zinni e Bucciarelli. Vi invito ad essere brevi negli interventi perché vorrei rappresentarvi che abbiamo sei proposte di legge da trattare nella seduta odierna.
BUSILACCHI. Colgo il suo invito e sarò brevissimo anche perché condivido molte delle cose che ha detto il Presidente Badiali.
Io credo che in una fase come questa attuale di crisi delle attività economiche, tutta la normativa regionale che regola le attività economiche viene naturalmente messa sotto fibrillazione.
Compito nostro, del Consiglio regionale, è quello di valutare se tutta la normativa è adeguata a questa fase, con serietà, senza individuare soluzioni temporanee e tampone, come veniva detto, senza polemiche ma anche senza sottrarsi al confronto.
Con questo spirito avevo sottoscritto una mozione che aveva lo scopo soprattutto di analizzare questi aspetti anche nelle Commissioni consiliari per approfondire.
Stiamo parlando di un settore che storicamente nella nostra regione, è stato esposto a dinamiche e ad equilibri particolari e instabili, fin da prima del 2009 ed anche poi con la delibera 134 che aveva individuato un equilibrio che, però, alcuni momenti di crisi rischiano di fare addivenire ad una sua instabilità.
Io credo che ci siano due motivi fondamentalmente per cui questo settore è così particolare, uno veniva ricordato, il fatto che la flotta marchigiana di vongolare, è la più consistente d'Italia, ha una dimensione molto ampia, quasi 220 imbarcazioni che sono circa un terzo delle imbarcazioni nazionali, e soprattutto stiamo parlando di un settore che, a differenza di altri settori di attività economiche produttive, è molto esposto a fenomeni naturali e a dinamiche che sono regolate dalla natura e non dall'uomo.
Detto tutto ciò, concludo, credo che, in questa fase, anche la disponibilità, io direi, dell'Assessore in Commissione, ad addivenire ad un nuovo confronto con le categorie coinvolte, sulla base di dati, perché si sta facendo una ricerca che si sta per chiudere e ci permetterà di trovare un equilibrio nuovo su basi certe, sulla base di dati scientifici, per individuare, se ci possono essere, delle soluzioni che evitino delle sperequazioni territoriali e allo stesso tempo individuare anche un fondo di solidarietà perequativo, laddove ci possano essere delle sperequazioni nella pesca delle vongole, credo sia una soluzione buona, molto buona. Per cui la risoluzione mi soddisfa pienamente, quindi, accolgo l'invito che l'Assessore ha fatto in Commissione di ritirare le mozioni e, per quanto mi riguarda, come firmatario della mozione, ritiro la mia firma.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Zinni.
Giovanni ZINNI. Devo dire che la questione delle vongolare è una questione che non solo si trascina da tempo ma è anche molto delicata e francamente mi chiedo, a fronte dell'eccellente intervento del Presidente Badiali, eccellente, impeccabile, condivido tutto, perché questa maggioranza politica della Regione Marche non abbia utilizzato questa condotta intelligente, prudente, sussidiaria, di rispetto di chi ci lavora nel settore e invece abbia fatto una fuga in avanti.
C'è un primo elemento politico, una volta queste questioni erano mediate da un Ministero e la Regione aveva il compito difficile, ma importante, di formulare la proposta base, non dico che ci fosse un arbitro ma quanto meno un’istituzione terza che consentisse anche agli operatori del settore di potersi appellare laddove il dialogo non andasse troppo bene, non c'è più stata.
La Regione Marche di fatto ha voluto e intrapreso un percorso che l'ha portata ad essere il gestore unico, vero, della questione delle vongolare. E quell'annoso e difficile equilibrio che si era raggiunto, ovviamente, non a vantaggio di tutti, poiché penso sia matematicamente impossibile raggiungere il risultato di far felici dal primo all'ultimo operatore, vide penalizzate quelle famose barche di Civitanova ma vide anche una grande, ed è inutile raccontare il contrario, questi sono i fatti, convergenza di tutti i consorzi, dei tre consorzi che di fatto hanno gestito i comparti.
Io condivido il discorso di partire da un documento scientifico, ma mi chiedo perché si sia fatto un salto in avanti, perché si sia voluto dare il segnale di accontentare o forse illudere, lo scopriremo nei prossimi giorni, quelle 25 barche che conosciamo.
Qualcuno diceva non ci devono essere vinti e vincitori, non lo so se questo sarà possibile, nel risultato effettivo. Una cosa è certa, io prendo le distanze politicamente da una condotta della Giunta che ha voluto prima forzare la mano, dando un segnale in un verso, e che oggi è ovviamente costretta a fare marcia indietro, perché senza la più ampia trattativa possibile con i consorzi, è impensabile, come secondo me sarà impensabile affrontare quello studio scientifico, diciamoci la verità, già con la soluzione che si vuole raggiungere. Io spero che quello studio scientifico venga innanzitutto messo sul tavolo dei consorzi e degli operatori e mi sento di invitarli a fare una proposta forte, come fu in passato, a dare loro una chiave di lettura e a cercare di proporre loro alla Regione quella che dovrà essere la soluzione finale. Per due motivi, il primo in tutti i settori di competenza del Ministero delle politiche agricole e forestali in Italia, si è applicato, dal Ministero di Alemanno in poi, in maniera forte la sussidiarietà orizzontale, vale a dire si è andato a dare strumenti e gestione a chi opera nel settore senza apparati politici. Come non ricordare ad esempio il discorso dei consorzi nel vitivinicolo, ma anche il discorso dei consorzi delle vongolare e allora non possiamo fare un salto indietro in cui diciamo “Siete voi che dovete decidere e gestire” e poi ritrovarci noi a giocare sulla carta, a mettere anche in difficoltà questo Consiglio regionale, perché sappiamo che se il dibattito diventa Macerata contro Ancona, San Benedetto contro Pesaro, sappiamo che c'è il rischio che vengano fuori votazioni che non abbiano un senso politico organico, ma che siano semplicemente dettate dalla provenienza dei consiglieri.
Francamente mi sembra che la Giunta e l'Assessorato abbiano dato un primo esempio negativo in questo senso. Quindi concludo il mio intervento dicendo che mi sta bene che oggi non si voti, anche se mi sento di dire al Presidente Badiali, al collega Busilacchi, all'Assessore Giannini, e a tutti voi, che forse sarebbe stato più corretto istituzionalmente partire dall'analisi di questo studio, senza aver già fatto delle mosse temporanee che hanno suscitato, come avete visto, un vespaio non indifferente.
Fermo restando la legittimità di quelle 25 imbarcazioni sia chiaro che, io le conobbi anche anni fa, le loro preoccupazioni sono fondate, non è che sono illegittime o infondate, però è anche vero che non si inizia una nuova concertazione problematica, con un documento scientifico che deve arrivare partendo dal dato che al Consorzio di Ancora un dispetto glielo ha fatto.
Questo non è un buon modo di fare politica, dal quale io prendo le distanze, quindi, sono favorevole ad aspettare il documento scientifico, ma invito anche la Giunta a sospendere il provvedimento fatto poco tempo fa, si riparta dall'equilibrio che esisteva, si sentano e si costringano i consorzi a formulare loro la migliore proposta possibile. Se facciamo questo saremo d'aiuto a tutti i vongolari, se non facciamo questo ci divideremo a seconda della Provincia dalla quale proveniamo.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Bucciarelli.
Raffaele BUCCIARELLI. Ringrazio la Giunta perché due minuti prima di intervenire, finalmente, ho il documento per il quale mi è stato chiesto il voto favorevole.
Credo che su questo tema ci sia un problema di metodo e di merito. Intanto non può essere che l'Assessore a fronte di richieste, di proteste garbate, bisogna dirlo, da parte di alcuni operatori e in presenza di tre mozioni e di una interrogazione, arrivi il giorno del Consiglio in Commissione alle ore 10 e dica "Guardate occorre fare questo". Invertendo i ruoli, non è il Consiglio che dice cosa bisogna fare, ma la presunzione della Giunta che dice, di nuovo, ancora una volta, cosa il Consiglio deve fare e farlo, dopo, che le avvisaglie della necessità di un intervento c'erano tutte.
Il comitato poteva essere chiamato prima, una concertazione, io credo, poteva essere avviata, pur riconoscendo che le difficoltà sono reali. Il colloquio tra i vari consorzi poteva essere avviato e, quindi, trovarci oggi nelle condizioni di trovare una soluzione più giusta.
Questo nel metodo: di nuovo un governo che si muove sulla spinta da un lato degli operatori e dall'altro del Consiglio regionale, ma in forte ritardo e la soluzione che ci propone, ed entriamo nel merito, è di riparlarne, se va bene, tra due mesi, due mesi e mezzo. Perché leggo e l'ho sottolineato, il Comitato di coordinamento nel termine di 45 giorni dalla data di consegna del monitoraggio, dovrebbe fare una proposta alla Giunta e, quindi, all'Assemblea regionale, che dovrà, poi, essere messa nelle condizioni di parlarne. A fine dicembre finiranno ufficialmente, non vedo perché uno debba anticipare, i tempi del contratto di lavoro con la società che fa l'indagine, tra 45 giorni ci saranno i dati dell'indagine, 45 giorni per preparare la proposta, dopo di che noi ne parleremo, se tutto va bene, ad aprile.
Condivido, invece, la richiesta del contributo di solidarietà. Ma ora cosa si fa da novembre ad aprile? Vi pare seria la risposta di un governo regionale che dice “Adesso aspettate, sono sei mesi che non lavorate, aspettate fino ad aprile e poi vedremo”. Chi accetterebbe una condizione del genere? Tenuto conto che io non amo, non fa parte della mia cultura politica amministrativa, il localismo, ma chi l'accetterebbe? Noi dobbiamo essere nelle condizioni di dare una risposta nell'immediato, che sia la più condivisa possibile, dopo di che, finalmente, questo lo condivido si riparte con una programmazione a lungo termine, condivisa, verificabile, con il contributo diretto dei consorzi ed anche, mi auguro, con contributi finanziari che possano venire dal livello nazionale o dall'Unione europea per quanto riguarda la rottamazione; però la rottamazione fa parte del libro dei sogni.
Se io dovessi trovare una misura tampone o il ripristino dei vecchi confini nella risoluzione, sarei disponibilissimo a ritirare la mia mozione, altrimenti non la ritiro, non avrebbe senso, non svolgerei il compito per cui la politica deve dare una risposta alle esigenze, ai problemi reali.
Se poi la decisione che l'area, che era momentaneamente, in via sperimentale, concessa da un compartimento ad un altro, è diventata definitiva e non più temporanea, con una decisione, a mio modesto avviso, estorta, lo dico, con una imboscata al Consiglio regionale, nell'ambito dell'assestamento di bilancio, allora questo è grave. Un tema così grande non si tratta con un emendamento ad una legge finanziaria, non facendone parlare il Consiglio, non chiamando a raccolta tutti coloro che sono interessati. Se noi attraverso un articoletto, le solite furbate dei nostri governanti, abbiamo modificato senza discutere una decisione presa alla luce del sole, allora c'è malafede, c'è l'incapacità di gestire dell'Assessorato.
Mi auguro che non sia così, mi auguro che abbia sbagliato il Consigliere Bucciarelli che non sia stato attento ad una discussione che, alla luce del sole, parlava della rimodulazione dei confini e che l'Aula l'abbia deciso. Allora faccio il mea culpa per non essere stato attento, però, a tutt'oggi ho motivo di dubitare.
Dichiaro, quindi, la mia disponibilità a votare questa risoluzione solo se ci sarà una risposta immediata al problema che i pescatori, a prescindere da dove vengono, ci pongono, perché se così rimane io voterò contro questa e chiederò che il Consiglio si esprima sulla mia proposta.
Presidenza della Vicepresidente
Paola Giorgi
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Marinelli.
Erminio MARINELLI. Periodicamente ci troviamo a parlare delle vongole, ogni sei mesi torniamo in Commissione o in maniera improvvisa, come questa mattina, con il tempo a disposizione ristretto e tiranno e, periodicamente, affrontiamo una problematica, che proprio perché si affronta periodicamente, non è studiata nella giusta maniera.
C'è un'emergenza continua, un'emergenza che viene analizzata solo quando esce fuori nella sua gravità, senza interventi da parte dell'Assemblea legislativa ma soprattutto della Giunta, tali da poter offrire un momento di attenzione, di solidarietà, ma soprattutto di attenzione che non vedo in quest'Aula e nell'esecutivo, vedo la sola presenza dell'Assessore, su una problematica che conosciamo tutti, perlomeno noi della III^ Commissione.
PRESIDENTE. Scusate il Consigliere Marinelli non riesce nemmeno a pronunciare il suo discorso.
Erminio MARINELLI. Le mie sono brevi considerazioni, anche per non rubare tempo, perché molto è stato detto dal Presidente della III^ Commissione.
La Regione è la sola responsabile della competenza del reparto delle vongole, non è certamente una pesca ma una raccolta e vi è una situazione di difficoltà che è stata analizzata, studiata: la divisione dei comparti, le associazioni, un andare alla raccolta in maniera individuale, tenere conto delle esigenze, dei mezzi di raccolta, della quantità, dei giorni. Quello che cercavo di dire prima è che non possiamo sempre solo intervenire in condizioni di emergenza, senza uno studio analitico ben preciso di riordino del settore ma serve un riordino tale che permetta a tutti di vivere una tranquillità.
Nessuno vuol fare polemica, Presidente Badiali, nessuno vuole creare vincitori e vinti, ma solo unità su un problema che esiste e, guarda caso, in Assemblea legislativa arrivano sempre problemi difficili e spinosi mentre altri la Giunta li risolve in maniera individuale, senza portarli in Aula. Mi permetta, quindi, quest'osservazione, che è un'osservazione pregnante, perché noi dobbiamo affrontare una situazione difficile, dove la vongola, come diceva l'Assessore, non è un prodotto fine a se stesso ma un prodotto il cui mondo è influenzato da tanti fattori e quella zona, dove oggi si può pescare, molto probabilmente per fattori esterni, non solamente di raccolta, può non essere più sufficiente a quel comprensorio. Ecco, quindi, che l'emergenza non può essere solo analizzata in questi momenti, ma occorre un esame più approfondito, per non ritornarci sempre e solo in queste situazioni.
Io dico che la flotta marchigiana, che è più di un terzo rispetto alle 610 banche italiane, proprio perché è una flotta importante dal punto di vista numerico, deve avere delle garanzie di intervento, pur con le difficoltà di queste garanzie, perché il mondo del mare, della vongola, non può avere risposte precise e tecniche, ma un'attenzione particolare si, per evitare il ripetersi di un teatrino che già ho visto da un anno e mezzo a questa parte.
Lo studio, che abbiamo saputo può essere consegnato e portato all'attenzione della Giunta prima, dei Consiglieri dopo, termina il 31 dicembre, lo studio deve continuare e mi auguro che accanto alle risorse della Regione ci siano le risorse dei vari comprensori, perché la Regione ha fatto già la sua parte con i 120 mila euro.
Nessuno nasconde questo Assessore, però, io credo che bisogna imporsi per trovare un fondo di solidarietà, un fondo di garanzia, un fondo che permetta a un comprensorio di vivere i momenti di difficoltà, che purtroppo ci saranno per tutti, non voglio fare Cassandra, con più tranquillità, con maggiore serenità, perché chiaramente è un periodo in cui non si lavora, non si guadagna, è un periodo in cui non c'è tranquillità, è un periodo in cui non c'è serenità in famiglia e nell'ambito sociale. Creiamo, quindi, le condizioni per venire incontro a chi, in quel comparto, è in difficoltà per il momento della vita biologica della vongola, sperando che lo studio ci ragguagli e ci dica dove si può intervenire.
Spero che questa sia l'ultima volta che si parli di vongole, perché finalmente c'è un discorso unitario ed uniforme. Sono d'accordo con il Consigliere Bucciarelli, possiamo anche votare questa risoluzione, con un'attenzione precisa da parte nostra, come III^ Commissione, ed intervenire in maniera diretta, forte, con uno studio che dev'essere continuato nel tempo e cercare di dare serenità a un comparto che dà tanto, dal punto di vista economico, alla nostra regione Marche.
Con impegni precisi nei tempi, con un rispetto preciso dei tempi, possiamo certamente parlare ma non possiamo dilazionarci e rincontrarci su questo argomento fra sei mesi.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Acquaroli.
Francesco ACQUAROLI. Io sono uno dei firmatari della mozione 411, insieme a lei, tra l'altro, Presidente, e questa mozione l'abbiamo presentata non perché volevamo, in qualche maniera, programmare al posto della Giunta o legiferare per conto del Consiglio, l'abbiamo presentata perché siamo stati messi davanti ad una situazione di emergenza e di difficoltà da parte di un compartimento, difficoltà nel riuscire a far fronte a questo periodo a causa delle condizioni del mare che in quel compartimento non riesce a dare soddisfazioni minime.
Io mi ricordo, come giustamente citato un po' da tutti, che questa è l'ennesima volta, è l'ennesima stagione della discussione delle vongole, le altre volte era il compartimento di San Benedetto, che giustamente si lamentava, io mi ricordo anche quando in quest'Aula abbiamo fatto delle discussioni ed io sostenevo San Benedetto. Ho detto che non era possibile che un compartimento, che da anni rappresenta queste difficoltà, che da anni va incontro a queste difficoltà, non riuscisse a far prende atto della situazione alle istituzioni e mi sono messo contro quelli che oggi sono i danneggiati, e chiedevo a quelli che oggi sono i danneggiati un po' di buon senso, perché dicevo: "Guardate non è possibile creare un conflitto, creare contrasti" mentre chiedevo alle istituzioni, cioè al Consiglio ed alla Giunta, un senso di responsabilità. ...
PRESIDENTE. Scusi Consigliere Acquaroli, chi non è interessato al dibattito, può uscire, perché nonostante Acquaroli abbia un tono importante, non si capisce nulla.
Francesco ACQUAROLI. Creare dei conflitti, grazie Presidente, non serve perché si creano delle tensioni, si creano delle inimicizie, si creano dei problemi anche personali e le istituzioni che in qualche maniera fomentano i problemi personali all'interno delle categorie e fomentano i campanili all'interno del territorio non sono istituzioni autorevoli e giuste.
Oggi ci troviamo a discutere questa mozione, che io vorrei ritirare, d'accordo con l'Assessore Giannini e d'accordo con il Presidente Badiali, e con gli altri, in nome di una risoluzione che tenga anche conto dello stato emergenziale, che va avanti da alcuni mesi.
Io Assessore, glielo dico chiaramente, questa risoluzione è in parte, per quello che mi compete, buona, in parte non la condivido, quando dice ad esempio: “dai primi dati forniti dalla ricerca è emerso” quindi significa che ci sono dei primi dati su cui iniziare a discutere quindi, siccome c'è un problema che va avanti da anni, anche con dati parziali possiamo iniziare, finalmente, a discutere. Non condivido quando, in qualche maniera si parla di un lasso di tempo di 45 giorni, che per chi non ha lavoro, per chi ha delle difficoltà, come giustamente avevo difeso i rappresentanti di San Benedetto, 45 giorni sono tanti, perché le banche, le famiglie, tutto quello che gira intorno al nostro mondo ci pressa minuto per minuto.
Io sono disposto a ragionare su una risoluzione che tenga conto di uno stato di emergenza, che tenga conto del motivo per cui noi abbiamo presentato le mozioni, ne deve tenere conto, perché altrimenti, questa risoluzione, caro Assessore, non è altro che un programma di governo giusto, condivisibile, ma che avreste già dovuto fare, nel rispetto dei tempi e delle emergenze. Tra l'altro, e non voglio fare polemica, trovarsi a discutere di questo argomento ogni sei mesi, in Assemblea e nella politica regionale, significa che c'è qualcosa che non va di fondo, significa che la programmazione e l'azione della Giunta in qualche maniera …, senza voler dare delle responsabilità a nessuno, tenendo conto che non è possibile programmare il territorio del mare perché il mare è autonomo e non tiene conto delle nostre esigenze, diventa difficile. Quindi cerchiamo di tener conto della risoluzione, ma cerchiamo di tenere conto dell'emergenza in maniera seria e non parziale. Da questa seduta, da questa discussione all'ordine del giorno, deve emergere finalmente dopo anni, un metodo di confronto, di discussione, in tempi brevi, che sia finalmente imparziale e garantisca tutti.
Faccio, quindi, la mia proposta, e chiudo. Tempi molto più brevi, Assessore, entro metà dicembre deve esserci la soluzione condivisa da tutti, la soluzione non può essere imposta a maggioranza, anche i consorzi devono sapere che finché non c'è la condivisione totale di tutti su una soluzione non si va avanti.
Il mio appello è quello tenere conto dell'emergenza e prendere atto sicuramente di una situazione di difficoltà di un compartimento. Al compartimento che oggi è in difficoltà dico di avere pazienza qualche giorno, agli altri compartimenti dico di non cercare di utilizzare quello che oggi potrebbe essere un vantaggio, perché l'anno scorso erano loro ad avere questa difficoltà e quest'Assemblea ne aveva preso atto, la proposta, quindi, è quella di fare, nel più breve tempo possibile, possibilmente entro un mese da oggi, perché se abbiamo dei dati disponibili possiamo iniziare a discutere, almeno nei metodi e, altro punto è quello di non creare delle maggioranze, delle minoranze e delle parzialità, ma nell'assemblea, che si verrà a costituire, deve emergere un'unanimità, bisogna che tutte le istituzioni garantiscano l'unanimità, il bene comune, perché non può la maggioranza schiacciare i territori in difficoltà.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Binci.
Massimo BINCI. Molti interventi hanno già evidenziato qual è il percorso necessario. Condivido l'ultimo intervento, quello del Consigliere Acquaroli, per quanto riguarda la velocità, nel senso che se gli studi sono stati già informalmente presentati è bene iniziare a convocare il tavolo, come è stato detto giustamente, per decidere i termini della discussione e iniziare a prendere atto dei dati, entro pochi giorni fare questo primo incontro preliminare.
Ho evidenziato anch'io all'interno della risoluzione dei dati che potrebbero dar adito a diversa interpretazione, perché si precisa, secondo me e troppo enfaticamente, il fatto che al di là dei risultati, addirittura al di là del risultato di monitoraggio che non fornisce un'immagine della situazione al momento dell'operazione, la gestione rimane materia complessa, come dire che lo stesso monitoraggio potrebbe non giustificare le decisioni che qualcuno chiede, nel senso che si potrebbe non tenere conto di quella che è la realtà.
Io penso che questa sia una frase che non può essere interpretata così, perché nel passato si è tenuto conto, nella relativa riperimetrazione delle aree, della realtà del compartimento. L'ultimo studio aveva detto che nel compartimento di Ascoli c'era molto novellame, ma poco pescato, viceversa era, per esempio, per il compartimento di Ancona. Dopo questo studio si è rivelata esatta anche la proiezione, perché adesso nel compartimento di Ascoli c'è molto pescato mentre in quello di Ancona non c'è. La soluzione che era stata adottata, la pongo qui come hanno giustamente detto i consiglieri Zinni e Acquaroli e come indica anche la risoluzione, è che i consorzi assieme all'assessorato devono gestire questa partita. Però la soluzione che era stata individuata l'altra volta, cioè, una parte di territorio di pesca lasciato al compartimento più in sofferenza, utilizzato, quindi, come territorio, come spazio di compensazione, può essere, secondo me, la soluzione definitiva, in qualche modo, per il nostro territorio. Non un fondo di solidarietà ma un territorio di solidarietà, la vongola può esserci per un anno di più in un territorio e meno in un altro, allora lasciamo questo spazio, come spazio di solidarietà che a seguito degli studi va a compensare la zona più sfortunata.
Questo è un input che mi sembra non sia stato dato e che voglio dare ai comparti di pesca che conoscono questa problematica.
L'ultima questione, dopo aver detto che è necessario iniziare velocemente questo tavolo, tra i compartimenti, l'ultima cosa che voglio dire è sul fondo di solidarietà, secondo me, più che un fondo di solidarietà, come è stato detto più volte, serve un fondo che per far diminuire le barche. Il problema è che ci sono troppe barche su questa area, anche in prospettiva, quindi, più che un fondo di solidarietà, serve un fondo di solidarietà per la rottamazione, nel senso che alla fine, in un anno o in due anni si incrementa questo fondo, prima erano 150.000 euro adesso 250.000, serviranno 500.000 euro, però, alla fine, una alla volta, bisognerà diminuire di almeno 5, 6, 10 unità il numero delle imbarcazioni.
La necessità, secondo me, è anche quella di costituire un fondo per la rottamazione di alcune barche.
PRESIDENTE. Prego l'Aula di fare un po' di silenzio.
Ha la parola il Consigliere Latini.
Dino LATINI. Sarò brevissimo, mi trovo d'accordo con la proposta di risoluzione presentata dall'Assessore e dal Presidente Badiali, perché coniuga le necessità che sono state evidenziate dai precedenti interventi. Essenzialmente tre.
La prima quella di tener conto che nelle Marche esiste un terzo della forza peschereccio delle vongole dell'intera Italia e questa suddivisione operata per il numero delle vongole nei compartimenti, nei quattro compartimenti, così indicati dal 2009, ha una necessità di valutazione prima di tutto scientifica a tutela dell'attività degli stessi.
La seconda è l'opportunità di coniugare l'urgenza di natura economica di coloro che vivono attraverso le vongole con la possibilità di avere, in qualche modo, un bacino di sfruttamento di natura marina, per i prossimi cinque, dieci anni, in grado di garantire agli stessi una redditività economica o comunque la possibilità di poter svolgere l'attività che hanno sempre compiuto.
La terza necessità è quella che ci sia una sorta di soggetto neutro, comunque, un soggetto scientifico in grado di valutare le indicazioni promosse dal compartimento di Ancona con le altre, soprattutto, in considerazione che lo spazio di cui i pescherecci godono, è talmente esiguo da dover essere in qualche modo calmierato e reso imparziale.
La quarta è quella di tener conto anche di quelle che sono, purtroppo, le normative europee, che se non fossero in qualche modo derogabili ci imporrebbero altre e ben più gravi scelte a danno delle aree che sono finora sfruttabili.
Quello che sottolineo nel chiudere è che la richiesta di un’ulteriore valutazione non comporta, e non deve comportare, azioni dilatorie da parte degli organismi deputati in primis Giunta e Assemblea legislativa e la necessità, per questo avevo presentato una mozione, di tener conto che l'intero settore della pesca dei molluschi bivalvi vive una stagione, che non dura da poco, estremamente difficile dal punto di vista della sopravvivenza economica, come altre attività che traggono dalla natura il loro sostentamento. Quindi, nell'ambito della valutazione complessiva una prioritaria indicazione per una sorta di “reintegrazione, integrazione e tutela del settore vanno in qualche modo inquadrate pur vivendo una stagione difficile dal punto di vista dei contributi economici da parte della Regione Marche.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Perazzoli.
Paolo PERAZZOLI. Credo che chiedersi come e perché nella Regione Marche ci siano troppe barche credo che chiederselo sia un esercizio retorico che non sposta di una virgola il problema che abbiamo. L'Italia è piena di questioni dal dubbio sorgere.
Io ho vissuto la vicenda dall'inizio di quest'anno, perché la Giunta regionale con propria delibera del 28 dicembre 2011, prendendo atto di una situazione di crisi nel comparto, nell'area di Civitanova, proponeva, su richiesta dei vongolari di Civitanova, di spostare verso Nord, al confine naturale tra la provincia di Ancona e quella di Macerata, la loro area, che adesso sta più sotto.
Dal 18 gennaio la III^ Commissione, che doveva dare il parere a questa delibera di Giunta, ha ascoltato tutte le varie componenti, i consorzi, i quattro consorzi e le associazioni di categoria.
Io ho una memoria decente e siccome ci sono Consiglieri che hanno una pessima memoria, mi sono procurato le registrazioni audio di quelle audizioni, per richiamare tutti a un minimo di coerenza. Se si esclude il consorzio di Pesaro, che mi pare abbia mantenuto una posizione coerente tra l'inizio dell'anno e oggi, gli altri consorzi hanno esattamente ribaltato la loro posizione e di pari passo l’hanno ribaltata i Consiglieri. Questo non va bene. Non va bene, perché, poi, diciamo che siamo contro i localismi. Io non lo dico, io difendo il mio territorio, anche se in questa vicenda sono impegnati i pescatori, chiamiamoli pescatori anche se è un termine improprio, che non sono del mio territorio, si dice di San Benedetto, ma in realtà sono di altre zone, però siccome stiamo discutendo una questione che riguarda le Marche, io lo voglio dire.
In quelle riunioni, in quegli incontri, da parte soprattutto dei vongolari di Pesaro, di Ancona, delle associazioni di categoria, tutte - guarda caso quasi tutte hanno il gruppo dirigente residente nella provincia di Ancona e questo è un demerito delle associazioni dei pescatori delle altre zone, perché non si può non tener conto degli equilibri regionali che si vanno a trattare nelle varie sedi, e io di questo li ho già rimproverati - grandi apprezzamenti all'Assessore Solazzi, oggi Presidente del Consiglio regionale, per come aveva saputo governare e trovare, in quella occasione, una soluzione che andasse bene a tutti, soprattutto alla provincia di Ancona e di Pesaro perché ogni barca, con quella divisione, aveva sostanzialmente gli stessi metri quadrati di superficie di cattura.
Questa è la cosa che più mi dà fastidio, con una certa prosopopea veniva detto da alcuni dirigenti di questi consorzi che la situazione ad Ancona e Pesaro era buona perché i consorzi avevano saputo programmare e gestire mentre al sud, come al solito, c'erano i pirati, i briganti, che non tenevano conto della programmazione.
La natura il più delle volte si beffa di noi, degli uomini e reagisce secondo il suo ciclo. Oggi le cose si sono invertite, per cui in quella zona che si lamentava, oggi ci sono le vongole e dove prima c'erano in abbondanza oggi non ce n'è sono, forse in ragione della raccolta che è stata effettuata.
Ha ragione il Consigliere Marinelli, non è che ogni volta, per una causa naturale stiamo qui a ridiscutere, a dividerci, a secondo di dove siamo stati eletti, non facciamo sicuramente un bel servizio e facciamo, comunque, una pessima figura. Il 10 gennaio il Consigliere Latini ha presentato una mozione che partendo dalla crisi di Civitanova chiedeva alla Regione di fare uno studio, e la Commissione, sulla base di quell'audizione, diede parere contrario. Io votai a favore ma oggi mi trovo in un'altra posizione, quindi, finiamola.
Sapendo che tutti cittadini marchigiani sono uguali - io questo lo dico sempre perché sono il Consigliere più meridionale presente qui dentro, abito a pochi chilometri, anzi per certi periodi, ho abitato quasi al confine con l'Abruzzo, quindi, più meridionale di me qui dentro non c'è nessuno -, hanno gli stessi diritti e gli stessi doveri, le imprese hanno gli stessi diritti e gli stessi doveri, questi non cambiano a seconda della vicinanza al capoluogo regionale, perché spesso si ha questa sensazione, quando una questione riguarda questa zona, per la vicinanza con questa Aula, se ne discute di più. Allora io dico buona, è tardi, sarà tardi, però è bene che ci sia una risoluzione, che mi parve condivisa da tutti. Credo che la risoluzione vada accompagnata da un voto pressoché unanime e che l'Assessorato si muova per dare rapidamente corso alle riunioni del Comitato. Questa va accompagnata anche dalla necessità, perché le giacche a forza di essere tirate si strappano, di istituire questo fondo di solidarietà, che già era posto come esigenza da tutti nelle audizioni di gennaio. E' passato un anno, ancora non esiste, va fatto per evitare che noi diventiamo la camera di compensazione, invece possono autogestirsi, farsi carico di pagare il monitoraggio continuo, sull'andamento della presenza delle vongole, per accompagnare adeguamenti. Se tutto questo non serve, se non risolve la questione, c'è un rimedio: qui non ci sono concessioni permanenti, nessuno le paga, non ci sono diritti indefiniti nel tempo, facciamo, allora, un unico comparto, stabiliamo per ognuno la quota di cattura e poi, dopo, si controlla. Finisce questa storia e non continua questa telenovela.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere D'Anna.
Giancarlo D'ANNA. Che questo fosse un argomento difficile già lo sapevamo perché anche nella scorsa legislatura, ci sono stati dei momenti di tensione e di rivendicazione territoriale e so, essendo stato componente della III^ Commissione anche nella scorsa legislatura, che non è facile trovare la quadra.
Sicuramente il percorso che ha iniziato l'ex Assessore Solazzi, oggi Presidente, ha dato un'impostazione diversa, rispetto a quello che era accaduto in passato ma come è stato rilevato da diversi colleghi, saltuariamente il problema torna fuori.
E' evidente che bisogna avere la capacità di trovare, non dico, una soluzione definitiva ma quanto meno una soluzione che possa diluire le tensioni ed allo stesso tempo prevedere quella solidarietà, che è poi l'elemento nuovo di questa mattina, che possa compensare chi si trova in difficoltà momentaneamente o per lunghi periodi.
Sicuramente la virtuosità, che c'è stata in passato, e l'autoregolamentazione, che alcuni compartimenti hanno adottato, non sono state efficaci perché la natura fa il suo corso indipendentemente da quella che è la volontà dell'uomo.
Sicuramente la novità è quella del fondo di solidarietà, al quale, però, la Regione deve trovare, non dico una compartecipazione, ma sicuramente qualcosa che aiuti l'avvio di questo fondo di solidarietà, altrimenti rilanciamo il problema alle categorie. Se è vero, come è vero, che sarebbe utile creare questo fondo, è altrettanto importante, Assessore Giannini, trovare un percorso, possibilmente da valutare, se non è stato fatto, - scusi Consigliere Badiali è importante anche per lei - anche attraverso la Comunità Europea, se in questo caso è possibile attingere a dei fondi o trovare una compartecipazione per fare in modo che ci sia si l'intervento da parte degli operatori ma anche delle istituzioni che vanno incontro a questa situazione e che, evidentemente, hanno delle responsabilità, perché nel passato, magari, hanno sottovalutato o tamponato situazioni che poi saltuariamente sono tornate fuori.
Quindi, se c'è la volontà dell'Assemblea legislativa di chiudere una volta per tutte questo capitolo, ed io credo che non ci sia nessuno che si tiri indietro, sulla questione dei tempi è importante intervenire immediatamente ed accelerare al massimo i tempi e il coinvolgimento di tutti i rappresentati, questo è fondamentale, perché se non c'è l'accordo tra di loro, inevitabilmente ognuno di noi appartiene ad un territorio e cerca di tirare su un muro a difesa del proprio.
Se c'è la volontà di risolvere la questione una volta per tutte, penso, che sia un'opportunità storica che bisogna assolutamente prendere al volo e partire da domani, Assessore, con un incontro con i vari rappresentanti per iniziare questo percorso che necessariamente deve essere veloce, perché ci sono alcune situazioni, è stato già detto, che sono al limite del drammatico e vanno risolte immediatamente. Quindi, anche da parte mia la disponibilità a votare questa risoluzione.
PRESIDENTE. Ha la parola la Consigliera Ortenzi.
Rosalba ORTENZI. Non sono sorpresa che si voglia in qualche modo rinfocolare un tema già di per sé complicato e difficile da gestire.
Io voglio ringraziare l'Assessore Giannini e i suoi collaboratori che stanno affrontando questo problema in maniera molto determinata ma anche con buon senso. Credo che in questo caso il buonsenso sia l'atteggiamento giusto per arrivare ad una definizione condivisa, perché qui si parla di una situazione, come tante altre, ma in particolare per questa, in cui la coperta è corta, se la si tira da una parte si scopre la destra e viceversa, se si fa nell'altro modo si scoprono i piedi. Quindi, credo che il buonsenso l'Assessore l'abbia oggi esplicitato con la richiesta di votare una risoluzione che mi pare sia ben fatta.
E' stato sviluppato un grande lavoro, ho sentito anche la relazione che ha fatto al Gruppo l'Assessore Giannini e credo che su questo si debba lavorare anche perché, ripeto, (...) ha attivato una proposta che poi sarà presentata al Coordinamento dove sono presenti i consorzi e le associazioni di categoria. Con un senso di responsabilità e anche di equilibrio credo che si debba aderire a questa risoluzione, considerando che in questa situazione si è già attivato un monitoraggio, una ricerca scientifica perchè, mi hanno detto che la dimensione di tutto quello che riguarda la raccolta delle vongole, ha bisogno di un monitoraggio, un lavoro che in questi ultimi tempi è stato fatto e che, credo, continuerà anche in futuro. Anche perché per la ciclicità la raccolta delle vongole non è prevedibile, varia di volta, e quindi non so se, dando delle deroghe, non so come vengono definite, di raccogliere per esempio a Civitanova, si possa mettere in crisi un'altra zona e così via.
Io voterò convintamente questa risoluzione,perché ritengo che valgano procedure d'urgenza in casi così difficili da districare.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Ricci.
Mirco RICCI. Spenderò anch'io poche parole perché il dibattito, credo, sia stato già sufficiente, però ringrazio la III^ Commissione insieme all'Assessore Giannini che questa mattina hanno cercato ed hanno trovato una sintesi, proponendo all'Aula una risoluzione largamente condivisa con la Commissione stessa.
L'argomento lo abbiamo discusso, lo abbiamo già affrontato, è un argomento complicato, la pesca alle vongole riguarda un settore importante dell'economia marchigiana.
E' un tema che molto spesso noi affrontiamo con scarsa conoscenza, se volete, nel senso che ormai non è più una pesca semplice ma necessita di ricerca, monitoraggio, analisi del pescato, insomma è un argomento difficile; non voglio riferirmi al biogas di qualche giorno fa, ma anche questo risente del tema della territorialità, per cui ci sono equilibri, equilibri difficili, che hanno a che fare con il lavoro delle persone, con le difficoltà del lavoro delle persone. L'Assessore Giannini, come ricordava anche la Consigliera Ortenzi, che non voglio certamente riprendere, facendo una relazione al Gruppo PD, perchè fa parte del mio Gruppo, ci ha informato in maniera dettagliata sul tema in questione.
Il tema è questo: si era determinato, sul tema della raccolta delle vongole un quadro stabile con l'iniziativa precedente all'esperienza dell'Assessore Giannini. Un quadro stabile che ogni volta rischia di essere messo in discussione perché si devono rincorrere le emergenze. Emergenze che ci sono, che in qualche modo sono state vissute, gestite, affrontate, con difficoltà all'interno di un quadro stabile, stabilizzato in qualche modo. Anche se il tema ci fa capire che la stabilità qui è molto precaria, occorre conoscenza tecnica ed avere buon senso allo stesso tempo; la politica non può fare a meno, ormai in nessun campo e ne avrà sempre più bisogno, del supporto tecnico scientifico, ed è chiamata, quindi, ad usare il buonsenso nel tenere insieme le due cose.
La domanda che io faccio è questa: "E' necessario trovare un equilibrio nuovo alzando l'asticella? Cioè è necessario trovare un nuovo equilibrio con il contributo ulteriore della ricerca? Questa è la questione che pongo su questo tema come su tanti altri.
Questa mattina noi abbiamo cercato di gestire, portare a sintesi delle mozioni, di mozione ne abbiamo fatte tante, ne votiamo quattro o cinque a Consiglio, danno un indirizzò alla Giunta, che la Giunta qualche volta non rispetta. Ma in questo caso a me interessa, piuttosto, che una mozione che dà un indirizzo alla Giunta, la possibilità per fare in modo che quello che oggi decidiamoci, abbia un effetto vero. Se c'è una modifica da fare ad una situazione stabilizzata da una precedente convenzione, da un precedente accordo, la devono fare i soggetti interessati, ecco perché ritengo utile e necessaria e più forte di una qualsiasi mozione, una risoluzione largamente unitaria di questo Consiglio, che rimetta nelle mani degli operatori, la possibilità di alzare, di modificare quell'equilibrio che avevamo faticosamente raggiunto, cioè cercare in questo senso, un effetto certo, rispetto a questo tema.
In questo quadro, Assessore, può essere anche utile, io non so, so che ne avete discusso in precedenza, il fondo di solidarietà o altre forme che non sono state del tutto condivise. E' un elemento da aggiungere al tentativo di trovare in tempi rapidi, in tempi ragionevoli, un altro livello di equilibrio, utilizzando tutte le forme possibili, anche quelle di un fondo, di qualche tipo, che possa intervenire nei momenti di difficoltà, che possono colpire questo o quell'altro consorzio.
Credo che la risoluzione che noi presentiamo vada in questa direzione, insomma dice: “Ragazzi affidiamo anche a voi l'onere di trovare un nuovo equilibrio, se necessario”, altrimenti rischiamo di stabilizzare un quadro e rincorrere le emergenze. Le emergenza ci sono, quando qualsiasi operatore, in questo periodo di crisi, ci viene a cercare è perché ha delle difficoltà nel tirare avanti. La cosa è complicata, ognuno di noi si sente colpito e coinvolto, però, è evidente che bisogna, come sempre se possibile, fare un passo in più per trovare risposte e soluzioni attraverso anche iniziative articolate e complesse perché complessa è la situazione che stiamo affrontando questa mattina.
PRESIDENTE. Ha la parola l'Assessore Giannini.
Sara GIANNINI. (...) il dibattito nell'aula, però credo che sia opportuno. Cercherò di farlo nel più breve tempo possibile, di rammentare, soprattutto ai Consiglieri che sono stati eletti nella legislatura attuale, che il precedente Consiglio regionale ha approvato un regolamento dovuto ad una sentenza che ha definito, senza che il Ministero si opponesse, che la competenza esclusiva nelle determinazioni sulla pesca delle vongole, venisse attribuita alla Regione Marche.
Questa sentenza, tra l'altro, è dovuta a un fatto specifico, e cioè al fatto che in questa Regione il Ministero ha rilasciato un numero abnorme di licenze, soprattutto nel compartimento di San Benedetto del Tronto. Questo ha creato una grave conflittualità e anche un problema di risorsa pescata. Il Ministero, successivamente, ha pensato di limitare o comunque di riordinare questa sua eccessiva produzione di licenze costituendo un sub-compartimento che ha interessato in sostanza il mare che è prospiciente il territorio del Comune di Civitanova, mettendo li, forzosamente tra l'altro, ma con il parere favorevole dei consorzi di provenienza, 44 imbarcazioni: 25 provenienti dal consorzio di San Benedetto del Tronto e 19 provenienti dal consorzio di Ancona.
Tutte queste imbarcazioni, riguardo al compartimento marittimo, sono targate Ancona o San Benedetto ma in realtà i loro proprietari sono quasi tutti residenti nella provincia di Macerata e quindi Civitanova, Potenza Picena e Porto Recanati.
I 19 che sono stati spostati dal consorzio di Ancona, hanno fatto ricorso contro quella decisione e il Tar Marche ha deciso, appunto, che gli atti ministeriali erano tutti annullati, perché questo attribuiva la potestà di regolamentare esclusivamente alla Regione Marche. La Regione Marche ha regolamentato la materia, quando la competenza era dell'allora Assessore Solazzi, come ricordava prima il consigliere Perazzoli, ed ha approvato un regolamento nel quale venivano dette alcune cose.
Innanzitutto venivano definite le aree in A, B, C e D. A queste aree sono state attribuite per elenco, dal regolamento del Consiglio regionale, le imbarcazioni afferenti e nel regolamento vi è una finestra per definire la prima applicazione, cioè si diceva che quella determinazione era di prima applicazione e che non oltre il 30 giugno 2011 si sarebbe dovuto dare la definitiva applicazione. Quindi, il Consigliere Bucciarelli, che tra l'altro ricorda bene quel passaggio perché era Presidente del Consiglio regionale all'epoca, non può dire che c'è stata una malafede dell'Assessorato durante l'assestamento, perché in realtà quella norma dell'assestamento ha consentito di prorogare di sei mesi la possibilità di definire, in modo definitivo, le aree. Questo aumento di periodo è stato concordato con la consulta della pesca ed anche con tutti i consorzi perché si cercasse tra i consorzi, la soluzione migliore per una più equa ripartizione di quel territorio, sulla base di una ricerca che il regolamento aveva chiesto alla Giunta regionale di attivare, e che io ho attivato, e che al momento della definizione del 30 giugno 2011, non era ancora pronta.
Sulla base del primo esito la Giunta regionale ha, come il regolamento approvato dal Consiglio regionale prevedeva, proposto una delimitazione definitiva delle aree sulla base della ricerca e non per effetto, semplicemente, di una crisi e di un'emergenza.
La III^ Commissione che il regolamento definiva competente per esprimere il suo parere, ha respinto la proposta dell'Assessorato, e noi avevamo già detto con chiarezza che ci saremo adeguati alla definizione del regolamento. Quella decisione della Commissione, che tra l'altro ha chiesto ulteriore monitoraggio, ha chiuso la procedura del regolamento avviato dall'ex Assessore Solazzi.
Questo è quello che è accaduto. Ora l'emergenza riguarda il compartimento di Ancona ed anche il compartimento di Pesaro. Qui nessuno lo ha detto, ma io lo voglio dire perché tra l'altro è scritto negli atti pubblici, due consorzi delle Marche sono fermi da sei mesi, il consorzio di Pesaro Fano ed il consorzio di Ancona, per assenza di prodotto commerciabile che non è imputabile, io penso, nè ad una cattiva gestione dei due consorzi, che tra l'altro nel tempo sono stati quelli che più di altri hanno fatto attenzione alla gestione, alla sostituzione dei ferri per renderli migliori, selettivi, che hanno investito, eccetera. Adesso c'è una maggiore presenza di vongole commerciabili nel compartimento di Civitanova e di San Benedetto. Io non sono un'esperta in materia di vongole, ma tutti coloro che su questo hanno un minimo di esperienza, raccontano che la vongola, e credo che tutti quanti questo siamo in grado di comprenderlo, essendo un essere vivente nasce, cresce, diventa grande e quando è grande in una certa misura ha un valore dal punto di vista economico e viene, quindi, raccolta. Questo è un ciclo continuo.
In tutti i consorzi si sono verificate situazioni per le quali ci sono stati fermi in modo alternato, sia dal punto di vista delle emergenze, e quindi di assenza di prodotto commerciabile, che dal punto di vista del fermo tecnico che loro stessi programmano, con i loro piani di gestione, che autonomamente decidono, per consentire al prodotto di stabilizzarsi e di raggiungere la misura minima necessaria per poter avere un valore commerciale apprezzabile.
Questa è la situazione che io comprendo e non voglio sottovalutare.
Quando si svolge una funzione di carattere generale si deve tenere conto di tutto il territorio regionale, sarebbe molto facile per me tenere conto solo del mio territorio, io provengo da Civitanova e, quindi, dovrei in qualche modo favorire solamente quelli che sono e risiedono nella città e da cui io prendo i voti. Io penso che questo non sarebbe onorevole nei confronti di una funzione che è una funzione assessorile e che riguarda tutto il territorio. Allora, indipendentemente, dalle valutazioni dei singoli cittadini ed elettori, io credo che si debba tenere conto di una situazione, che in questo momento, interessa due consorzi e non uno e, quindi, chi avanza proposte di soluzioni temporanee non può parlare di uno e non tenere conto dell'altro che ha la stessa emergenza.
Decidiamo, il Consiglio decide di utilizzare una zona cuscinetto? Ma nella zona cuscinetto le vongole hanno lo stesso modo di nascere, crescere, riprodursi e morire, per cui se noi mandiamo qualcuno a pescare in qualunque zona delle Marche per chiudere l'emergenza, non chiuderemo quell'emergenza, perché lo sforzo di pesca sarebbe troppo grande, e ne apriremo un'altra, e allora da una emergenza ad un’altra, ci finiremo il mare. Finito il mare, finite le vongole, avremo 221 vongolare, questi sono i numeri e non li dice nessuno, su 660 che sono in tutta Italia, senza le vongole.
Dobbiamo essere tutti disponibili ad esercitare il buon senso, facendo premio anche delle pressioni legittime e comprensibili di chi in questo momento soffre una crisi, a cui nessuno è indifferente, nessuno a partire da me. Ma siccome noi non abbiamo il potere, nonostante siamo legislatori, di mettere le vongole nel mare, e non possiamo pensare che solo spostando i vongolari, le vongole si moltiplicano, ma spostando i vongolari, le vongole diminuiscono, allora dobbiamo trovare un percorso, ed io l'ho sempre chiesto ai consorzi che sono qui presenti, che fosse il più possibile condiviso da loro. Perché io capisco, conoscendo le situazioni e le persone, che le situazioni imposte non funzionano in questo settore. Allora ho chiesto a tutti, e per questo abbiamo anche aumentato quel periodo di sei mesi, uno scatto di responsabilità che non partisse solo dal proprio punto di vista o dalla storia che ha contraddistinto il passato ma che prendesse atto che ormai la situazioni esiste e che tutti insieme ce ne dobbiamo fare carico, trovando una soluzione nella quale non ci sia la soddisfazione massima di tutti, ma ci sia almeno la soluzione minima che consenta a tutti di poter in prospettiva, fermo restando le crisi cicliche, le morie che possono esserci, gli accidenti naturali che noi non possiamo prevedere, una certa stabilità di territorio che consenta a quei consorzi di programmare la gestione.
E' chiaro che se il territorio non è di nessuno ed uno fa razzia, perchè tutto quello che succede dopo non è un problema suo, dopo un anno tutto il settore sarà in crisi.
Il fondo di solidarietà, è un anno che lo sto dicendo, per le barche non è possibile, per due motivi: il primo perché la Regione non può mettere soldi, perché sennò sarebbe un aiuto di Stato e l'altro è perché il fondo nazionale, gestito dal Ministero, paga su criteri oggettivi che riguardano la stazza e la lunghezza delle parti che non rappresentano nemmeno il valore del 10% di alcune delle vongolari che noi abbiamo. Perché le vongolari valgono in euro, da valutazioni empiriche, informali e non comprovate da nessun atto di compravendita, da 1 milione, a 1 milione e 200 da Pesaro ad Ancona, da 450 a 650 mila a Civitanova, San Benedetto. Capite bene che se il Ministero ne dà 200 mila nessuno accetta di togliere la sua vongolara, anche quelli che sono in crisi. Noi non possiamo aggiungere soldi perché sarebbe aiuto di Stato e si incorrerebbe nell'infrazione. Quello che io ho proposto è un fondo di solidarietà alimentato con un centesimo a chilo di vongola pescato all'anno, che consenta di essere implementato e che faccia fronte alle crisi, penso ormai per esperienza, che i vari i consorzi incontreranno nella loro vita, qualunque sia l'area di mare coltivabile che noi gli affidiamo. Gli affidiamo, ripeto, giustamente e gratuitamente perché quella della vongola è una raccolta e non una pesca, e lo dico consapevolmente, perché le soluzioni, come qualcuno paventava, possono essere molte, non sono sempre uniche le soluzioni eque.
Da questo punto di vista, io credo che la proposta di risoluzione che abbiamo avanzato ha due obiettivi: quello di rimettere, ancora una volta, alla loro valutazione, alla loro collaborazione, anche per una decisione condivisa da tutti, se c'è, una valutazione di area diversa da quella che il Consiglio ha approntato ed ha già definito. Il Consiglio non la Giunta regionale perchè voi l’avete confermata.
Questo è importante però Presidente, cinque minuti, credo che possano essermi dati. Su questo io penso che 45 giorni sono il massimo che noi possiamo dare, mi adopererò perché la ricerca venga terminata nella sua valutazione e consegnata formalmente entro 10 giorni massimo, se poi i soggetti interessati si riuniranno e dopo tre giorni troveranno la soluzione, dopo tre giorni avremmo la soluzione. Diamogli il tempo di poter ragionare, diamoglielo anche in base alle loro esigenze.
Questo Comitato di coordinamento la Giunta l'ha costituito ad aprile 2011, sulla base di quello che gli imponeva il regolamento del Consiglio regionale, quindi, noi abbiamo seguito pedissequamente quello che il Consiglio ci aveva indicato di fare.
Io penso che adesso si discuta sulla base di una emergenza rispettabilissima, che preoccupa anche me, perché dura da molto tempo e penso che sarebbe ancora più preoccupante se si allargasse ad altri settori, perché tutto il settore andrebbe in crisi e di questo, poi, ce ne dovremmo far carico robustamente. Senza mettere una virgola in più, rispetto a quello che il regolamento regionale ha indicato alla Giunta, oggi ci troviamo qui per un’emergenza dell'emergenza e dobbiamo immaginare proposte tampone, che sul mare non esistono, chi le ha ed ha una soluzione lo dica perché io la approfondisco, non sono chiusa a nessuna proposta che, però, deve riguardare tutti, non può riguardare solo qualcuno, perché noi siamo Giunta regionale e Consiglio regionale delle Marche e se qualcuno è in crisi, è in crisi a Pesaro, ad Ancona, a San Benedetto ed a Civitanova Michigan e ce ne dobbiamo fare carico lo stesso.
Quindi, vi propongo di votare questa risoluzione, io farò in modo che tutti gli atti che dipendono dalla Giunta siano consegnati nel più breve tempo possibile, per consentire al Comitato che è tecnico, nel quale non c'è l'Assessore ma ci sono le rappresentanze delle associazioni di categoria e dei consorzi, di produrre nel più breve tempo possibile una proposta. Se questo non fosse possibile la proposta c'è. Se il Comitato non è in grado di fare una proposta, la proposta c'è ed è una proposta, che io penso possa essere equa, però mi riservo, perché se ci sono proposte più utili, condivise da tutti gli operatori, noi non dobbiamo fare un dispetto a nessuno, quindi, io sono pronta a riceverle, qualunque proposta esso voglia fare, io la firmo senza cambiare una virgola. Se non è in grado, però, questo Consiglio regionale non po' più giocare a rimpiattino e deve prendere una decisione definitiva che metta a tacere le ambizioni di ognuno da Pesaro ad Ascoli.
Presidenza del Vicepresidente
Giacomo Bugaro
PRESIDENTE. Non ho altri iscritti a parlare. Abbiamo tre mozioni la n. 239 del Consigliere Latini, la n. 411 dei Consiglieri Giorgi, Acquaroli e la n. 420 del Consigliere Bucciarelli ed altri. Chiedo ai proponenti se ritiranole loro mozioni a fronte della risoluzione che ha anche un emendamento. C’è il fatto che il Consigliere Latini non è in Aula ed ha chiesto congedo.
Francesco ACQUAROLI. Sono d'accordo al ritiro della mozione perché abbiamo presentato un emendamento.
PRESIDENTE. Allora la mozione n. 411 è ritirata, la n. 420 dei Consiglieri Bucciarelli ed altri? (...) Rimane. (...) Il Consigliere Bisulacchi ritira la sua firma, anche il Consigliere Giancarli ritira la firma. Consigliere Cardogna? Rimane la firma. Quindi la mozione n. 420 la votiamo e dobbiamo votare anche la n. 239 del Consigliere Latini perché (...)
Paola GIORGI. Sono firmataria insieme al Consigliere Acquaroli della mozione n. 411 e la ritiro.
PRESIDENTE. La mozione n. 411 è ritirata. La mozione n. 239 dobbiamo votarla perchè il Consigliere Latini non è in Aula e, quindi, non possiamo interpretare il suo pensiero. (...) L'ha detto nell'intervento? Allora la mozione n. 239 del Consigliere Latini è ritirata.
Pongo in votazione la mozione n. 420 a firma dei Consiglieri Bucciarelli e Cardogna, per appello nominale chiesto a nome dei Consiglieri Zinni, Natali, Zaffini.
Favorevoli: Acquaroli, Binci, Bucciarelli, Cardogna, Marangoni, Marinelli, Natali, Silvetti, Zinni.
Contrari: Acacia Scarpetti, Badiali, Bugaro, Canzian, Comi, Donati, Giannini, Luchetti, Marconi, Ortenzi, Perazzoli, Petrini, Ricci, Sciapichetti, Traversini, Trenta, Zaffini.
Astenuti: D'Anna, Massi.
(L'Assemblea legislativa non approva)
Proposta di risoluzione.
Emendamento n. 1 dei Consiglieri Acquaroli, Marinelli. Ha la parola il Consigliere Acquaroli per illustrarlo.
Francesco ACQUAROLI. Nel ritirare la nostra mozione noi abbiamo fatto una proposta all'Assessore ed all'Aula.
E’ vero Assessore che quest'Aula deve decidere perché sovrana, però su alcuni argomenti non è sovrana, è espropriata della sua funzione. Sull'argomento vongole le responsabilità spesso vengono condivise con l'Aula perché questo è un argomento difficile che vede tanti frazionamenti sul territorio.
Questo metodo la Giunta dovrebbe utilizzarlo sempre, ad esempio, anche sulle linee guida del biogas, sulle aree idonee, non idonee, sarebbe opportuno che non rimanesse un argomento della Giunta ma venisse in Aula, quello come tanti altri argomenti. Queste disparità di argomenti non sono forieri di un confronto serio e sereno. Però al di la di questo, che non è una polemica, è una presa d'atto, io dico che noi dovremmo impegnarci affinché entro il 15 dicembre ci sia una soluzione, ci sono i primi dati, iniziamo a discutere, possiamo sforzarci perché questi dati vengano completati il più presto possibile e credo che questo Comitato possa riunirsi anche ad oltranza, finché non trova una soluzione unanime.
Quello che io chiedo è anche il rispetto dell'unanimità, cioè non adottare soluzioni che non prevedano l'unanimità del Comitato stesso, perché non è giusto che le minoranze quando si tratta di lavoro, quando si tratta di sacrifici, quando si tratta di qualsiasi genere, perché oggi è minoranza una parte, l'anno scorso era un'altra, a livello territoriale. Il Comitato preveda l'unanimità altrimenti la Giunta e il Consiglio non dovranno dare seguito alle scelte del Comitato stesso.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Badiali.
Fabio BADIALI. Sull'emendamento Acquaroli, io non contesto assolutamente il 15 dicembre o altre date, anzi, ho sentito tutti gli interventi e tutti sono positivi nel trovare, perlomeno la stragrande maggioranza, un’intesa, un accordo ed una soluzione al problema. Io non condivido, però posso anche accettarlo, i 45 giorni che noi abbiamo messo è un termine massimo per trovare un accordo, una sintesi, come diceva lei, condivisa da tutti. Sono perfettamente d'accordo, condivisa da tutti, ma siccome entro questa settimana, massimo la prossima settimana, arriverà lo studio tecnico fornito ufficialmente, la prossima settimana sarà il 20 di novembre, se il tavolo tecnico si riunirà e troverà in tre giorni una soluzione condivisa da tutti, la soluzione si potrà approvare il 23 novembre e non il 15 di dicembre.
Allora io dico che più il tavolo lavora celermente e con capacità organizzative e prima si trova la soluzione. Poi, se vogliamo possiamo lasciare il 15 dicembre, per me possiamo lasciarlo, non è un problema, ma possiamo anche trovare la soluzione il 5, l’8, il 3 dicembre secondo le proposte che sapranno e saranno in grado di fare al tavolo, insieme con tutti gli attori del sistema, è d'accordo l'Assessore su questa cosa? Con l'unanimità del tavolo (…)
PRESIDENTE. Presenta un sub-emendamento?
Fabio BADIALI. No lo accolgo.
Lo pongo in votazione.
(L'Assemblea legislativa approva)
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Zaffini.
Roberto ZAFFINI. Per dichiarazione di voto, Presidente.
Con l'emendamento vedo un attimo di attenzione in più, per lo meno nei tempi, il documento è piuttosto moscio e quando si parla di rappresentanti del territorio, io non posso far finta di non essere eletto nella mia Provincia, capisco l'Assessore che rappresenta tutte le Marche, ma io non posso tacere che il porto di Fano e il porto di Pesaro ed il compartimento tutto sono stati in questi anni meritevoli, esiste anche una storia che dà dei meriti al comportamento di alcuni dipartimenti rispetto ad altri, quindi, non vorrei che si arrivasse a una situazione che chi è bravo venga, poi, penalizzato.
La pesca si esplica nei porti e viviamo ed abbiamo vissuto un'emergenza di notevole trascuratezza, come minimo, del dragaggio dei nostri porti ed una attenzione alquanto scarsa, da parte della Regione, nei confronti di chi lavora in condizioni già difficili. Le marinerie sia fanesi che pesaresi in questi anni hanno avuto, sicuramente, un calo notevole e non vorrei che fosse colpito ancora una volta, e come, purtroppo, sempre avviene in questo Stato, chi è bravo, penalizzandolo.
Io voto questa risoluzione ma la vedo alquanto moscia, in quanto se vengono decise delle zone, noi siamo leghisti e diciamo che ognuno è padrone a casa sua, ma se vengono decise, si mantengano, per carità, perché questo, qui abbiamo detto, non è pescato ma è allevato, custodito, curato e, quindi, se uno poi si vede portare via il proprio prodotto, siamo di nuovo in “alto mare”.
Quindi io difendo in questo caso il dipartimento che è stato veramente più meritevole e soprattutto non ha mai pianto. Questa è la mia posizione, spero venga fuori da questo tavolo che verrà fatto a breve.
PRESIDENTE. Risoluzione così come emendata. La pongo in votazione.
(L'Assemblea legislativa approva)
Proposta di atto amministrativo n. 48
ad iniziativa della Giunta regionale
“Piano settoriale di intervento per la tutela delle risorse genetiche autoctone di interesse agrario. Triennio 2013/2015. Legge regionale 3 giugno 2003, n. 12, articolo 8”
(Discussione e votazione)
PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca proposta di atto amministrativo n. 48 ad iniziativa della Giunta regionale
Ha la parola il relatore di maggioranza Consigliere Perazzoli.
Paolo PERAZZOLI. Il piano settoriale è in applicazione del regolamento regionale che prevede il piano triennale, regolamento del 2004 “Tutela delle risorse genetiche animali e vegetali del territorio”, ha avuto parere favorevole del CAL e del CREL, con l’invito e la raccomandazione, da parte di quest’ultimo, di estendere a tutto il territorio regionale, che coordini l'Assam e di mettere in rete tutte le iniziative.
Il repertorio regionale è suddiviso nel settore vegetale, settore animale. Il settore vegetale corrisponde a 36 specie arboree, 27 erbacee, 3 ornamentali e da frutto, il settore animale a cinque specie.
Nell'ultimo triennio sono state individuate otto nuove essenze arboree, sette erbacee ed una animale.
La banca regionale del genoplasma ha 350 accessioni, istituite nel 2006, conservate in una unità di ricerca, per l'orticultura di Monsanpolo del Tronto per le specie vegetali erbacee Il catalogo dell'Assam di Petritoli per le specie arboree. Il campo del genoplasma dell'Università politecnica delle Marche di Agugliano per le accessioni arboree da frutto, 280 di cui 80 autoctone.
Nelle Marche ci sono 23 agricoltori custodi, esperti in autoriproduzione delle sementi, disponibili a riprodurre nei luoghi dove questi sono differenziate: la fava, il mais, l'anice, eccetera.
Il piano prevede 540.000 euro in tre anni, quindi, 180.000 euro l'anno gestiti dall'Assam. Negli anni precedenti erano così suddivisi: 36.000 all'Assam, 5.000 agli agricoltori custodi, 42.000 per i campi catalogo di Petritoli e Agugliano, 25.000 per le convenzioni con l'Università di Ancona, 25.000 euro per il centro di Monsapolo, 30.000 euro per la divulgazione e 9.000 euro per le spese generali.
In Parlamento è in discussione una proposta di legge “Disposizioni per la tutela e la valorizzazione delle biodiversità”, questo per riportare a livello nazionale iniziative sporadiche di alcune Regioni meritorie tra cui le Marche.
Gli obiettivi generali del piano sono la raccolta, la caratterizzazione e catalogazione delle risorse genetiche, la salvaguardia delle razze animali, delle varietà vegetali, l'utilizzo collettivo del patrimonio di razze di varietà locali, l'uso sul mercato delle varietà di conservazione.
Le azioni: a) raccolta, caratterizzazione, catalogazione risorse genetiche; b) la conservazione e reintroduzione del territorio d'origine della varietà locali, c) l'informazione la formazione sulla biodiversità agraria nelle Marche e valorizzazione dei prodotti. Con iniziative contro la standardizzazione del gusto, e su suggerimento della III^ Commissione, con particolare riguardo al mondo scolastico, coinvolgendo l'Università e i centri di ricerca. Inoltre c'è una continua verifica e monitoraggio per verificare l'idoneità delle azioni ed apportare le necessarie modifiche. Finora mi pare che sia un'azione meritoria, il piano è sostanzialmente confermativo di quello che è avvenuto in questi anni.
PRESIDENTE. Colleghi senza voler in nessun nodo inficiare il vostro lavoro, chiedo di essere quanto mai sintetici perché avendo accumulato molti arretrati, vorremmo andare avanti il più possibile nella trattazione degli atti.
Ha la parola il relatore di minoranza Consigliere Bucciarelli.
Raffaele BUCCIARELLI. Sarò velocissimo perché tra l'altro questo atto amministrativo è stato licenziato dalla Commissione con parere favorevole all'unanimità, quindi, ci sono solo pochissime e veloci considerazioni da fare.
La prima è che, veramente, 180 mila euro all'anno per la salvaguardia e valorizzazione delle specie, della biodiversità nelle Marche è una cifra irrisoria se paragonata, per esempio, alla comunicazione istituzionale che è di 1.380.000 euro.
Quindi l'input primo del governo, è molto più importante la comunicazione che non la salvaguardia, la valorizzazione della biodiversità, ivi compresa.
La novità che abbiamo inserito noi è quella di un'opera continua a favore del mondo scolastico affinché non solo conosca le nostre caratteristiche, le nostre ricchezze biologiche ma apprenda e cominci a conoscere un po' il fatto che mangiare sano significa mangiare bene, quindi, parere favorevole, con un appuntamento al momento dell'approvazione del bilancio perché il sottoscritto farà emendamenti ad hoc per incrementare questa cifra e vedrò, poi, magari, dove proporre di tagliare.
PRESIDENTE. Non ho altri iscritti a parlare. Pongo in votazione la proposta di atto amministrativo n. 48.
(L’Assemblea legislativa approva)
Proposta di legge regionale n. 54
ad iniziativa dei Consiglieri Ortenzi, Comi, Ricci, Badiali, Sciapichetti, Giancarli, Traversini, Perazzoli, Busilacchi
“Interventi a favore dei soggetti affetti da dislessia e da altre difficoltà di apprendimento (DSA)”
Proposta di legge regionale n. 60
ad iniziativa dei Consiglieri Marinelli, Massi, Eusebi
“Disposizioni in materia di disturbi specifici di apprendimento”
Proposta di legge regionale n. 119
ad iniziativa dei Consiglieri Comi, Ortenzi
“Interventi in favore dei soggetti affetti da dislessia e da altre difficoltà di apprendimento (DSA)”
Testo unificato “Interventi in favore delle persone con disturbi specifici di apprendimento (DSA)
(abbinate)
(Discussione e votazione)
PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca le proposte di legge n. 54 dei Consiglieri Ortenzi, Comi, Ricci, Badiali, Sciapichetti, Giancarli, Traversini, Perazzoli, Busilacchi, n. 60 dei Consiglieri Marinelli, Massi, Eusebi, n. 119 dei Consiglieri Comi, Ortenzi, abbinate.
Ha la parola il relatore di maggioranza Consigliere Giorgi.
Paola GIORGI. La proposta di legge che giunge oggi all'approvazione dell'Aula, in materia di DSA, Disturbi specifici dell'Apprendimento, è una norma molto attesa da tante famiglie marchigiane e dalla stessa scuola marchigiana e che pone la Regione Marche tra le primissime Regioni a normare in materia.
Prima di entrare nello specifico della proposta di legge, credo opportuno proporre all'attenzione dell'aula una panoramica sia sulla tematica che sulla normativa nazionale di riferimento.
I Disturbi Specifici dell'Apprendimento sono disturbi delle abilità scolastiche, hanno un'origine neurologica: è presente nel soggetto con DSA un'alterazione neurobiologica, ma si manifestano in presenza di una normale capacità intellettiva generale. Questo significa, vi prego di recepire bene questo passaggio, che il bambino con DSA non deve presentare deficit di intelligenza, problemi ambientali o psicologici, deficit sensoriali neurologici.
Dislessia, disortografia, disgrafia e discalculia sono, specificatamente, i Disturbi Specifici dell'Apprendimento.
Questi disturbi, per la loro caratteristica, si manifestano nell'età scolare e riguardano, nella nostra Regione, così come è un dato anche a livello nazionale, circa il 2,5- 3,5 % della popolazione scolastica di Primo Grado.
Non c'è però una totale conoscenza e coscienza del disturbo, ci sono ancora fasce di ignoranza che portano a non affrontare adeguatamente il disturbo, che, ci tengo a precisarlo, non è una patologia. Praticamente, per esempio nella dislessia, che è il disturbo più frequente, il ragazzo presenta difficoltà nella scrittura e nella lettura: qualora non si abbia la consapevolezza che si è in presenza di uno specifico disturbo, superabile, si può etichettare il ragazzo come svogliato o incapace creandogli un disagio reale che poi può avere degli sviluppi dannosi nella crescita e nella formazione. Questo ancora oggi avviene.
E' fondamentale quindi normare in materia, anche proprio da un punto di vista culturale perché così si può definire il disturbo senza dargli un'errata collocazione o potendolo dichiarare senza la paura di trovarsi di fronte ad un altro tipo di problema, magari più grave, dei quale si ha timore, ma si ha anche il timore e la vergogna di dichiararlo e quindi affrontarlo. Questi esempi che faccio non sono esasperazioni della realtà, sono la quotidianità per quanto riguarda questo tipo di disturbo, e per questo il ruolo culturale, rispetto alla tematica del DSA, di questa norma che andiamo ad approvare oggi, è importantissimo.
Come si riconosce il DSA? E' chiaro che la scuola svolge un ruolo importante, perché è li, nello svolgimento delle attività scolastiche, che si manifestano, come spiegato, le difficoltà. Già nella scuola d'infanzia, potrebbero essere visibili degli sviluppi atipici del linguaggio. Ma è nella scuola primaria, in presenza di specifici indicatori diagnostici, che si dovrebbe sottoporre il bambino alla diagnosi per verificare, come detto prima, la natura del disturbo. In genere la diagnosi si effettua al termine del secondo anno della scuola primaria.
Una volta ottenuta la diagnosi e la certificazione, il bambino con DSA può accedere a scuola all'utilizzo di strumenti dispensativi, ma sopratutto compensativi, che gli permettono, quindi, di superare le difficoltà e di trovarsi nelle stesse condizioni di apprendimento dei propri coetanei. Dopo la diagnosi si può anche intervenire con specifici processi terapeutici riabilitativi.
Il ruolo della Scuola è importante, proprio perché è nel contesto scolastico che si manifesta il disturbo. In questi due anni ho potuto frequentare mamme e genitori di bambini con DSA e una cosa che mi ha colpita moltissimo è I'affermazione dei genitori, che, di fronte alla descrizione del proprio figlio da parte degli insegnanti, che vivono del ragazzo la parte "lesa" e non la totalità caratteriale, la personalità nella sua interezza, reagiscono dicendo che quello che gli viene rappresentato non risponde alla realtà, alla personalità, alla capacità di integrazione sociale del proprio figlio che, fuori dalla scuola, vive una realtà comune ai propri coetanei.
Questa una panoramica generale del tema.
Per quanto riguarda la normativa di riferimento, c'è uno spartiacque che è la legge 170/2010 che ha determinato un netto cambiamento nel contesto operativo nella gestione dei DSA. La legge infatti riconosce ufficialmente quali Disturbi Specifici dell'Apprendimento i disturbi di cui ho parlato sopra, che presentano uno specifico status scientifico, ed identifica un percorso di segnalazione e diagnosi del disturbo alternativo rispetto a quello delle situazioni di handicap certificate secondo la legge 104. Quindi, sono due cose assolutamente distinte che vanno trattate in maniera completamente diversa. La legge n. 170 individua uno specifico percorso diagnostico che deve essere a carico del Servizio sanitario nazionale e che si svolge nell'ambito dei trattamenti specialistici della sanità pubblica, ma qualora le risposte della sanità pubblica non siano adeguate, la legge indica alla Regione la strada di accreditamento di strutture o di specialisti, sempre a carico del servizio sanitario e sempre secondo le norme per la diagnosi previste dalla legge stessa. Questo è fondamentale considerato che la diagnosi va comunque effettuata in un preciso momento dei percorso scolastico e, quindi, non può essere rimandato o protratto a quando il pubblico può dare il servizio.
La legge individua il ruolo della scuola, prevede la formazione del personale docente e dirigenziale delle scuole per affrontare adeguatamente i ragazzi con DSA, sto parlando della legge nazionale di riferimento n. 170. La legge prevede, inoltre, l'introduzione nelle scuole degli strumenti compensativi, che sono dei software, dei computer, dei programmi di computer, ad uso dei soggetti con DSA. La legge nazionale, però, ha un vulnus e prevede interventi finanziari solo per la parte relativa alla formazione degli insegnanti, tutto il resto, in maniera particolare la diagnosi, che è l'elemento prioritario, è a carico delle Regioni.
Altro riferimento normativo è costituito dai decreti attuativi e dalle Conferenze Stato Regioni che naturalmente si sono susseguiti all’approvazione della legge.
Il documento scientifico di riferimento, a cui i testi legislativi fanno riferimento, sono le Consensus Conference sui DSA.
Fatta questa panoramica che ho ritenuta opportuna per illustrare bene la tematica di cui stiamo parlando, entro nel merito della nostra proposta di legge. In Commissione abbiamo deciso di redarre un Testo Unico, perché diverse sono state le sollecitazioni a normare sul tema provenienti dall’Aula, molti Consiglieri hanno presentato le loro proposte di legge: Ortenzi, Comi, Ricci, Badiali, Sciapichetti, Giancarli, Traversini, Perazzoli, Busilacchi, li cito tutti, Marinelli, Eusebi, Massi, e ancora Comi e Ortenzi, proprio per testimoniare l’esigenza di una norma su un tema che coinvolge moltissime famiglie e, quindi, noi abbiamo redatto un testo unico racchiudendo un po’ tutte le sollecitazioni che erano arrivate.
Voglio ringraziare tutti i colleghi della V^ Commissione, perché comunque c’è stato un dibattito, abbiamo fatto un bel lavoro, ma soprattutto voglio ringraziare chi dall’esterno ha contribuito in maniera particolare, voglio citare I'AID Associazione Italiana Dislessia, che è costituisca principalmente da genitori di bambini con DSA e anche da medici, che ci hanno dato un grande apporto, a me, personalmente, hanno fatto capire di cosa stiamo parlando. Volevo, anche, ringraziare i nostri professionisti sanitari regionali che hanno dato un grande contributo alla stesura del Testo Unico.
Noi in Commissione abbiamo fatto una scelta, abbiamo deciso di fare una legge che poi avesse una copertura finanziaria. Per questo abbiamo deciso di normare la parte inerente la diagnosi, che poi come ho detto è la parte più importante per quanto concerne il tema di DSA. Quindi, abbiamo normato la parte sanitaria. Abbiamo redatto insieme al Servizio, che ringrazio per la collaborazione, una stima dei costi da affrontare in base alla popolazione scolastica riferita alla scuola primaria e secondaria di primo grado in base alla percentuale di incidenza di DSA sulla popolazione scolastica stessa.
La nostra proposta di legge consta di 6 articoli, nel primo articolo si individuano le finalità della legge: riconosce i DSA nella loro specificità e indica il ruolo svolto dalla Regione, quindi, la possibilità della diagnosi, la promozione di attività di aggiornamento degli operatori socio sanitari. La Regione promuove iniziative di sensibilizzazione dei genitori, il ruolo culturale di cui parlavo prima.
L'articolo 3, che è il cuore della proposta di legge, norma la diagnosi. L’articolo 3 ci dice che la diagnosi è effettuata nell'ambito del Servizio sanitario regionale da strutture pubbliche e private autorizzate e accreditate ai sensi della legge regionale 20/2000. L'esercizio dell'attività di diagnosi da parte delle strutture private accreditate è subordinato alla stipula di accordi contrattuali secondo quanto stabilito dalla legge. Dalla data di approvazione della presente legge la Giunta, tramite regolamento, entro 180 giorni, stabilisce i criteri di autorizzazione ed accreditamento delle strutture che effettuano diagnosi di DSA. Noi, ripeto, su questo abbiamo effettuato una stima calcolata in base alla popolazione scolastica e la percentuale di incidenza del DSA. Il percorso diagnostico e di certificazione viene effettuato secondo le indicazioni della Consensus Conference e della legge n. 170.
Qui un attimo vi chiedo attenzione. Trovandoci in un livello legislativo, stante la natura astratta e generale della norma, noi abbiamo scelto la formulazione generica in merito a chi deve fare la diagnosi contenuta nell’accordo Stato-Regioni del 24 luglio 2012 che stabilisce i parametri di riferimento così come previsto dalla legge. La scelta che abbiamo fatto è quella di procedere a nessuna enucleazione, né in senso restrittivo, né di mansione specifica così come il livello legislativo ci chiede, quindi, la diagnosi nella nostra proposta di legge viene effettuata, e noi abbiamo citato proprio l’accordo Stato-Regioni del 24 luglio 2012, da un’equipe multidisciplinare, costituita da neuropsichiatri infantili, psicologi e logopedisti, eventualmente integrata da altri professionisti sanitari e modulabile in base alle fasce di età.
Qui apro una parentesi, doverosa, in merito alle richieste, chiamiamole così, pervenute da parte dei pedagogisti di essere inseriti nell'equipe multidisciplinare. La legge che noi andiamo ad approvare ha come punto di riferimento, come già detto 30 volte, credo, la legge 170, i suoi decreti attuativi e la Conferenza Stato Regioni. Nessuna di queste norme prevede la presenza del pedagogista nella equipe multidisciplinare che effettua la fase della diagnosi, ma c’è una motivazione. La diagnosi, come tale, per sua natura, deve essere effettuata da un professionista sanitario, da un medico, il pedagogista è un educatore, entra in gioco nella seconda parte della trattazione della tematica, cioè nella parte terapeutica, non nella parte diagnostica. La diagnosi, come ho sottolineato all'inizio richiamando l’attenzione, deve verificare la non esistenza, quindi, deve escludere l’esistenza di patologie neurologiche, il DSA è un disturbo neurobiologico: il bambino con DSA non deve presentare deficit di intelligenza, problemi ambientali o psicologici, deficit sensoriali o neurologici. Pertanto una diagnosi del genere, prevista dalla normativa, prettamente sanitaria, può essere rilasciata solo da un professionista sanitario. Io ricordo che le professioni sanitarie riconosciute dal nostro ordinamento, dal Ministero, oggi sono: farmacista, medico chirurgo, l'odontoiatra, veterinario, psicologo psicoterapeuta. Lo stesso logopedista rientra tra le professioni sanitarie riabilitative. Quindi, in questa fase di diagnosi, la figura del pedagogista non può entrare, perché non è una professione sanitaria, siamo in una fase sanitaria e non parliamo di educazione che è la seconda parte del problema, che noi abbiamo scelto, perché meno importante, di non trattare non avendo le risorse.
Abbiamo voluto fare una legge che avesse una sostanza reale, un’incidenza reale e sapesse dare una risposta all’esigenze delle famiglie. Quando la legge parla di altre professioni sanitarie e fa cenno alle fasce di età è chiaro che si riferisce alla figura del neuropsichiatra infantile che, se si diagnostica un DSA ad un adulto, deve essere sostituito da un neurologo, perché il neuropsichiatra infantile, naturalmente, non fa una diagnosi su un adulto .
Per questo motivo, seguendo proprio tutta la legge, seguendo proprio anche i dettami, non solo legislativi ma scientifici in base alla diagnosi del DSA, noi non abbiamo inserito il pedagogista. L’hoo specificato perché ci sono state tante sollecitazioni, ed ho visto anche degli emendamenti in merito. Non è una scelta, una presa di posizione, ma una scelta logica, ragionata, fatta su basi scientifiche. Non è sicuramente una cattiveria quella che noi andiamo a fare, c’è una legge nazionale e soprattutto ci sono delle Conferenze scientifiche che sono andate in una situazione.
Volevo dire una cosa, e qui rimango nel tema dei pedagogisti, la Giunta regionale dalla data di approvazione della nostra proposta di legge ha 180 giorni per redigere il regolamento e stabilire i criteri per l’autorizzazione e l’accreditamento delle strutture sanitarie private. Qui ci troviamo in una fase attuativa ed io allora tiro in ballo un documento che credo sia stato consegnato o fatto recapitare a tutti i Consiglieri, perché c’è stata una fitta corrispondenza da parte dei pedagogisti con i consiglieri regionali, una sentenza del Tar di Firenze: il Comune di Firenze normando, su tutt’altra materia, ha riconosciuto, per partecipare ad un bando specifico che parla di tutt’altro, il pedagogista quale professione sanitaria, con un percorso formativo specifico e molto lungo: quattro anni di laurea, conseguenti master specifici sulla tematica e tirocinio specifico sul tema nelle strutture sanitarie. Io l’ho voluta citare perché è stata sollecitata da tutti. Noi una sentenza del genere, assolutamente, non la possiamo prendere in considerazione nella nostra legge, per tutte le motivazioni che ho detto prima, ma con l’Assessore Mezzolani, che oggi non è presente ma con il quale ci siamo sentiti più volte in merito a questa tematica, abbiamo detto: “Vediamo se in fase di redazione del regolamento, che è una fase attuazione e quindi amministrativa, possiamo tenere in considerazione la sentenza del TAR che si colloca nella fase amministrativa”. Noi naturalmente nella legge non la potevamo assolutamente inserire. Chiusa la tematica della diagnosi, quindi, chi fa la diagnosi, torno alla nostra proposta di legge.
L’articolo 2 è importante perché istituisce il Comitato tecnico Scientifico sui DSA che è un organo consultivo della Regione sugli interventi previsti dalla legge ed in particolare, non è un organismo senza poteri, anzi, è un organismo importante, è chiaro che chi partecipa a questo organismo può dare un contenuto ed una solidità in maniera che non resti un contenitore vuoto, deve esprime pareri sui requisiti per l'autorizzazione e per l'accreditamento delle strutture preposte alla diagnosi. Il Comitato, inoltre, svolge valutazione e monitoraggio sugli effetti della legge. Un organismo molto importante del quale fanno parte i dirigenti delle strutture sanitarie regionali, i dirigenti delle strutture regionali in materia scolastica e formazione professionale. Inoltre c'è una rappresentanza dei neuropsichiatri infantili, una rappresentanza dell'ordine degli psicologi marchigiani, una rappresentanza dell'associazione dei logopedisti delle Marche, qui, proprio per dimostrare l'attenzione alla categoria, al ruolo educativo che svolgono nella seconda parte, abbiamo inserito la rappresentanza di un pedagogista designato dalle associazioni, non esiste un ordine dei pedagogisti. Nel comitato c'è anche la presenza dell'Università marchigiana, con un rappresentante designato dal CRUM, ed è chiaro che è una presenza importante perché indica una volontà, esplica un ruolo di ricerca sul tema. Inoltre, e questo a mio avviso è importantissimo,è presente un rappresentante dei genitori dei bambini con DSA designato dalle associazioni operanti in ambito nazionale. Un comitato che può svolgere veramente un lavoro di supporto e crescita della normativa stessa in base ai monitoraggi degli effetti della legge.
Un'ultima cosa, c'è naturalmente una fase transitoria perché serve tempo per un accreditamento, serve tempo per redigere un regolamento che porti all'accreditamento di alcune strutture. In questa fase, come prevede la legge 170, l’unica accreditata a eseguire la diagnosi è la parte pubblica e, quindi, nel nostro caso sono le U.M.E.E., C'è stata nel 2011 una circolare nella Ministero dell'istruzione che considerata l'emergenza, perché ho detto che le diagnosi vanno fatte in un preciso momento di crescita dei bambini e in un preciso momento dell'anno scolastico, considerato che le Regioni che non avevano ancora normato, e sono tantissime perché siamo una delle prime Regioni a farlo, sono stati riabilitati per un periodo alla diagnosi anche le strutture private che prima dell'entrata in vigore della legge 170 lo facevano.
Questo è stato fatto nel 2011, lo cito adesso giusto per capire che se c'è un'emergenza, nel momento della fase transitoria dell'entrata in vigore nella sua interezza della legge, comunque, non c'è un vuoto normativo che non ci permette comunque di andare avanti nella diagnosi.
Noi in Commissione abbiamo fatto un lavoro molto approfondito, molto accurato, abbiamo sentito tutte le situazioni dei genitori, degli operatori sanitari, tutte le persone coinvolte su questa tematica, portiamo all'approvazione dell'Aula questa proposta di legge che credo debba essere approvata così come la Commissione la propone. All'Assessore Mezzolani che oggi è a Roma per degli incontri per la nostra sanità regionale ho chiesto se intendeva far rimandare la discussione della proposta di legge, ma lui che la conosce bene per il fatto di essersi confrontati più volte sul suo contenuto, ha detto assolutamente di no, la sua posizione è convergente con quanto uscito dalla Commissione, quindi, ne abbiamo parlato in sua assenza, ma la conosce perfettamente ed è d'accordo con la linea intrapresa dalla Commissione.
Taccio perché ho chiacchierato tanto e chiedo all'Aula, veramente, di approvare questa proposta di legge e di non modificarla, di ritirare gli emendamenti che sono stati presentati, perché credo che sia un merito, un valore per la sanità della nostra Regione aver normato un tema importante che coinvolge tante famiglie, che coinvolge tanti ragazzi e del quale si ha una l’urgenza di una risposta.
PRESIDENTE. Ha la parola il relatore di minoranza Consigliere Natali.
Giulio NATALI. L'unica preoccupazione nell'esaminare questa proposta di legge, come diceva la Vice Presidente Giorgi, è stata quella di essere oggetto di molte discussioni. Ci sono state delle intromissioni in questa vicenda, delle intromissioni, degli allargamenti, degli sconfinamenti da parte di chi ha pensato che i Consigli regionali si dovessero prestare ad operazioni che non rientravano, e che non rientrano, nell'ambito di questa proposta di legge, come di tutte le proposte di legge.
Un vero peccato, è servito solo a dimostrare delle caratteristiche non molto commendevoli che, purtroppo, si sono estrinsecate in tanti emendamenti, che io come la Consigliera Giorgi, mi auguro vengano ritirati, in maniera tale che questa proposta possa essere votata all'unanimità, come riteniamo sia giusto.
Presidenza della Vicepresidente
Paola Giorgi
PRESIDENTE. La discussione è aperta. Ha la parola la Consigliera Ortenzi.
PRESIDENTE. la discussione è aperta. Ha la parole la Consigliera Ortenzi.
Rosalba ORTENZI. La Vice Presidente ha elencato il nome dei colleghi, di tutti i colleghi che hanno presentato questa legge. Io debbo dire che l'ho depositata, insieme ai colleghi del partito, con un senso di colpa, come ex insegnante pentita, amaramente, perché priva di strumenti per definire questa che non è una patologia, come giustamente ha detto prima la Consigliera Giorgi, non è una malattia, non è un handicap, ma è una difficoltà di apprendimento. Non sempre gli insegnanti, soprattutto nella scuola d'infanzia e nella scuola elementare, sono attrezzati per capire se un bambino che fa fatica è dislessico, disgrafico o ha problemi di discalculia.
Io stessa ho una nipote che non ha gattonato e mi ha detto un psicomotricista, che non gattonando i movimenti e, quindi, la possibilità di avere una grafia conforme alle regole, quelle che noi chiamiamo regole, era di un certo tipo, infatti ha una pessima grafia, ma non è disgrafica.
Quindi l'attenzione, lo dico da nonna, da ex insegnante, a chi ha figli, nipoti, bambini, chi ha attinenza con l'infanzia, deve essere posta sulle piccole, banali, forme di espressione, di movimento dei bambini, perché, poi, la difficoltà di inserimento è nell'ambito scolastico ma anche in quello sociale con la possibilità di trovare anche difficoltà future che possono dare esiti di diverso genere.
Chi sono stati dislessici, oggi abbiamo Tom Cruise, Tarantino il regista, Walt Disney, abbiamo avuto Carlo Magno, Einstein, John Lennon, Napoleone, Picasso, Leonardo, li dico tutti o alcuni, per dire che, come giustamente diceva la Vicepresidente, non è una sicuramente una mancanza di intelligenza, di abilità, di conoscenza, di competenza.
Anche nelle Marche è cresciuta in maniera esponenziale, nell'ultimo decennio, l'attenzione a questi disturbi specifici, a questo DSA, disturbi specifici dell'apprendimento.
Io ringrazio in maniera sentita la Commissione e ringrazio la Collega Giorgi che ha relazionato in modo preciso e mi ha fatto anche ricredere su una questione, che poi magari dirò velocemente, che si comporrà nel rimuovere degli emendamenti, valutando insieme se è il caso di non prenderli in considerazione e di inserirli in un altro contesto, per fare in modo che questa legge sia la migliore possibile.
Non mi voglio ripetere, ma voglio solo ribadire alcuni concetti che ritengo essenziali. Ho presentato questa legge anche in relazione sia al ruolo di rappresentante del popolo, sia recependo le istanze che sono venute dai mondi che ho vissuto, dal mio vissuto personale e professionale, e quindi sollecitazioni delle famiglie che hanno vissuto e che vivono ancora sulla propria pelle la mancanza di strumenti per poter aiutare adeguatamente i figli nell'ambito scolastico, familiare e quant'altro.
E' un disturbo che si manifesta soprattutto in tenera età, in soggetti dotati di un'adeguata intelligenza, competenza e intelligenza, in assenza di patologie; spesso non è facilmente comprensibile e si manifesta nella difficoltà e nella impossibilità di decifrare i segni linguistici, quindi, nella correttezza e nella rapidità di lettura. Un'abilità compromessa, ma se trattata opportunamente, soprattutto in tenera età, dà modo ai bambini dislessici di avviarsi anche alla produzione e comprensione dei testi, infatti il disturbo nel loro caso riguarda parole storpiate e scarso vocabolario e per questo devono essere seguiti da strutture professionali competenti, dopo una valutazione diagnostica adeguata.
In Italia sono 1 milione, non so se è un dato che lei ha già riferito, le persone dislessiche, quindi, la Regione Marche si avvarrà di una legge complessiva e comprensiva nel suo articolato. A parte le finalità dell'articolo uno, ritengo il Comitato tecnico scientifico un supporto valido per affrontare e sviluppare la tematica. Sulla diagnosi, e qui entra la questione dei pedagogisti. Come molti altri colleghi anch'io ho presentato un emendamento: ho studiato nuovamente la questione in maniera più approfondita, perché credo non significhi molto dire "io avevo ragione", "io avevo torto". Ritengo che bisogna attenersi a quello che la legge prevede e mi pare, che opportunamente, la Commissione e l'Assessorato abbiano indicato, in un successivo regolamento, l'inserimento della figura del pedagogista, così come diceva la collega. Nella legge vengono, poi, definiti i compiti della Regione e le iniziative, le azioni positive, che la stessa intende avviare e che sono di estremo interesse.
Bene, quindi, la costituzione del Comitato tecnico scientifico, supporto di consulenza determinante, bene anche la realizzazione di una campagna informativa, e qui mi ci soffermo un attimo. Credo sia opportuno, subito dopo l'emanazione della legge, così ben fatta e così necessaria, iniziare una campagna d'informazione nelle scuole, perché la difficoltà più grande è quella dell'insegnante che deve attrezzarsi. L'insegnante è il soggetto che subito incrocia questa problematica, che incontra questo problema. Io propongo una divulgazione immediata di questa legge allorché sarà votata.
Spero, anzi, sono certa, che oggi avremo un quadro tutto "verde", perché tutti siamo convinti che questa sia una buona legge.
Poiché la dislessia è una situazione permanente, non recuperabile, se non attraverso modalità e strumenti che prima sono stati detti, che non scompare con l'età, credo siano importanti le misure compensative, anche per quello che riguarda i concorsi pubblici. Faccio un esempio: un ragazzo o una ragazza che si presenta per un concorso, dove la calligrafia è importante e penso, per esempio, ad un testo in inglese dove la “a” e la “o” cambiano, penso al "bed" ed al "bad", tanto per dirne una, che sono due vocaboli, due sostantivi che cambiano nettamente nel significato, possa avere l'opportunità di uno strumento diverso, ad esempio un computer, un ipad, quello che può servire.
PRESIDENTE. Relativamente a quest'ultimo passaggio ho dimenticato di dire che l'articolo 8 della nostra legge, stabilisce che la Regione garantisce pari opportunità di accesso ai concorsi per i soggetti affetti da DSA mettendo a disposizione strumenti compensativi e consentendone l'uso.
Ha la parola il Consigliere Trenta.
Umberto TRENTA. Mi ha preso alla sprovvista. Che dire della splendida, lei già ride e io non ho iniziato a parlare. Mi sento offeso. Colpito nella mia dislessia mentale e mi metto a sedere, però, io le dico che quando viene una legge giusta, sarebbe buona norma votarla senza parlare, e spiego il perché, l'incontinenza verbale ci porta spesso a vagare con il pensiero anche su un discorso molto pratico.
La splendida interpretazione odierna della Vice Presidente Giorgi, Presidente facente funzioni immediate, credo sia dovuta al fatto che si è formata alla scuola di recitazione di Carlo Cecchi. Io no. Vede la disinformazione a volte! Però come amava dire D'Annunzio, il linguaggio, la parola dovrebbero essere noti quando si declamano i versi poetici della Santanchè, io la ricordo in quell'occasione, ecco perché la vis polemica di un Consigliere di opposizione.
Io mi occupo quotidianamente di alcuni problemi che riguardano l'interconnessione di quest'argomento con quello che è di competenza dell'assente Assessore Mezzolani, quindi, Consigliera Giorgi le pregevoli performance con il Teatro della Rancia hanno poca attinenza con i lavori d'Aula su argomenti così delicati e profondi che vanno nella sfera dell'intima sofferenza delle famiglie. Cosa ben diversa. La ratio di una legge che sarebbe di competenza, anzi è specifica competenza dell'Assessore alla sanità, noi la legiferiamo, questo è il problema vero, riempiendoci la parola di grandi significati, credendo di dire che cosa? Il problema non si affronta, non si affronta soprattutto così. Dico questo perchè io conosco la preparazione della maestra elementare che dà tanto affetto, (...) io ho piacere a dirle questo, mi faccia finire, perché mia madre maestra elementare ha la sua stessa sensibilità (...) non potrei, non fosse altro per la simpatia che ispira perché un conto è parlare ed un conto è parlare con il cuore. Sono due cose diverse. Io sono per parlare con il cuore.
Ha parlato per 35 minuti e suona la campanella a me, adesso?
PRESIDENTE. Io faccio rispettare il regolamento.
Umberto TRENTA. Impari a rispettarlo con l'esempio, adesso parlo per 35 minuti.
PRESIDENTE. Consigliere Trenta, ho già suonato una volta.
Umberto TRENTA. Mi toglie la parola?
PRESIDENTE. No, ma finisce il tempo …
Umberto TRENTA. Se ne è capace lo faccia.
PRESIDENTE. La tolgo si, certo.
Umberto TRENTA. Poi vediamo. Quindi declamare poesie, Consigliera Giorgi, mi ricorda Penelope e la rete. Si lo so che le dà fastidio, però, io dico sempre questo, qual è l'interconnessione, mi deve rispondere, con quello che dovrà fare l'Assessore alla sanità? Se le faccio una domanda secca, lei sa, abbiamo parlato di un milione, quanti sono nella Regione Marche i bambini dislessici o che hanno problematiche inerenti alla dislessia? E' un problema neurologico ma non riguarda l'intelligenza del bambino. Sbaglia. Il bambino ha una dose di apprendimento che, purtroppo, le devianze degli adulti, riescono a soffocare, anzi, va data la possibilità a quei centri, e la spesa la vada a vedere nei centri che fanno servizio di riabilitazione, i centri privati. Ecco la battaglia dov'è! E' un concorso di rete, significa didattica, significa sanità, e quindi sociologia della sanità e sanità sociologica, che può sembrare cacofonico del termine, ma se vedesse queste equazioni allora capirebbe qual è il problema. Dopo di che, cara Vicepresidente Giorgi, potremmo parlare di una legge ad hoc, ma ricordiamoci che questa deve essere immediatamente eseguibile e sostenuta finanziariamente, in quei centri di dispersione di spesa sanitaria, allora forse abbiamo fatto un buon lavoro.
PRESIDENTE. Grazie al Consigliere Trenta che non ha seguito la relazione.
Ha la parola l'Assessore Luchetti.
Marco LUCHETTI. Mi sento di ringraziare vivamente per il lavoro fatto la Commissione. Credo che oggi con questo atto si vada a dare un contributo notevole ad una problematica molto sentita all'interno delle scuole, dove le complessità aumentano.
Il DSA è uno degli elementi che sono stati posti all'attenzione dalla legge n. 170 ma è un problema fortemente sentito dalle famiglie. Quanti ragazzi, lo raccontava prima la Consigliera Ortenzi, purtroppo, sono stati presi per somari ed avevano questo disturbo.
E' un importante passo avanti da parte della Regione Marche, credo che l'unanimità su questo provvedimento possa costituire un esempio, qualche cosa di bello, da fornire a tutta la scuola marchigiana, anche se ci dovremo confrontare, poi, sulle cose concrete, sia per quanto riguarda la diagnosi, come la legge prevede ma soprattutto, su questo noi siamo in grado di poter intervenire fortemente, sul fatto che la legge n. 170 mette in carico ai docenti una funzione non indifferente, per cui tutta la parte formativa che dovrà essere svolta dai docenti sarà determinante, e su questo speriamo di poter dare un contributo anche noi perché il problema del trattamento di questa patologia merita sicuramente un'attenzione che attualmente non siamo in grado di dare. Questo è uno dei fatti su cui dovremo soffermarci anche in futuro.
Io ringrazio la relatrice, non ho capito il Consigliere Trenta di che cosa andava in cerca, ha fatto una relazione eccezionale, molto bella, molto precisa e credo che abbia affrontato il tema come doveva essere affrontato.
Io spero che l'Assessore Mezzolani prenda coscienza di quello che comporta questa legge sull'organizzazione della diagnosi, ma su questo, eventualmente, ci confronteremo sul regolamento in modo tale che sia massimamente efficace.
PRESIDENTE. Passiamo alla votazione.
Articolo 1. Lo pongo in votazione.
Presidenza del Presidente
Vittoriano Solazzi
(L’Assemblea legislativa approva)
Articolo 2. Lo pongo in votazione
(L’Assemblea legislativa approva)
Articolo 3
Emendamento 3/1 del Consigliere Carloni. Lo pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa non approva)
Emendamento 3/1/bis del Consigliere Bucciarelli. Decaduto
Emendamento 3/1/ter del Consigliere Latini. Decaduto
Emendamento 3/1 quater del Consigliere Latini. Lo pongo in votazione.
(L'Assemblea legislativa non approva)
Emendamento 3/2 della Consigliera Ortenzi. Ritirato
Emendamento 3/3 del Consigliere Zaffini. Lo pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa non approva)
Articolo 3. Lo pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa approva)
Articolo 4.
Emendamento 4/1 del Consigliere Massi. Ritirato.
Emendamento 4/2 del Consigliere Latini. Lo pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa non approva)
Emendamento 4/3 del Consigliere Latini. Lo pongo in votazione.
(L'Assemblea legislativa non approva)
Articolo 4. Lo pongo in votazione.
(L'Assemblea legislativa approva)
Articolo 5. Lo pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa approva)
Articolo 6. Lo pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa approva)
Coordinamento tecnico. Lo pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa approva)
Testo unificato sulle proposte di legge nn. 54, 60, 119. Lo pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa approva)
Proposta di legge n. 214
ad iniziativa della Giunta regionale
“Disposizioni regionali in materia di apicoltura”
(Discussione e votazione)
PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca la proposta di legge n. 214 ad iniziativa della Giunta regionale.
Ha la parola il relatore di maggioranza Consigliere Traversini.
Gino TRAVERSINI. La legge n. 214 va a normare un settore importante per la Regione Marche quello dell'apicultura. Importante sia dal punto di vista economico, perché gli apicoltori sono circa 3.000, anche se l'80% sono amatoriali, e perché la produzione riguarda il miele, e non solo il miele, ma tutti quei prodotti che sono derivati o comunque prodotti importanti legati alla produzione del miele, come la pappa reale e tutto il resto che ha un valore economico rilevante nel segmento del settore dell'agricoltura.
Importante, quindi, non solo dal punto di vista economico, ma anche per quello che riguarda l'ecosistema dell'ambiente marchigiano. Sappiamo l'importanza dell'azione impollinatrice che hanno le api, quello che significa per la salvaguardia della biodiversità e per quelle che sono le caratteristiche ambientali della regione Marche, del nostro ambiente, la diversità delle specie, dei fiori, delle arboree e di tutto quello che riguarda l'ecosistema marchigiano.
Un’importanza economica e naturalistica di grande rilievo.
La nostra legge si va ad inserire in quella che è una normativa nazionale già vigente, abbiamo la legge n. 313 del 2004 che ha individuato alcune caratteristiche fondamentali, ha determinato l'apicultura come attività di interesse nazionale, ha determinato quelle che devono essere le distanze tra un apiare ed un altro, ha introdotto l'inizio attività per quanto riguarda gli apicultori e, quindi, a grandi linee ha individuato quella che era la materia dell'apicultura.
Dopo la legge del 2004, c'è stato un importantissimo decreto-legge del Ministero della salute del 2009, ha istituito l'anagrafe apistica legata chiaramente agli apicultori ed a quelli che sono gli apiari da mettere sotto controllo attraverso l’anagrafe apistica. Quindi, una normativa nazionale che ha già inquadrato il problema ed entro questo noi ci andiamo ad inserire, con una legge abbastanza snella, sono 12 articoli, non tantissimi, inizialmente erano 13 ma abbiamo soppresso quello legato all'introduzione del tecnico-apistico, perché altrimenti avremmo rischiato l'impugnativa di fronte alla Corte Costituzionale perché non possiamo istituire nuove figure tecniche.
Vado velocemente su quello che è l'articolato, sulle parti più importanti.
L'articolo 1, oltre a valorizzare l'apicultura, prevede la possibilità per la Regione Marche di favorire l'impiantazione di specie arboree, legate all'interesse apistico, nel momento in cui si vanno a finanziarie progetti che prevedono l'impiantazione di nuove specie arboree o sistemazioni in campo agricolo ambientale.
Grande rilievo nella legge, e credo che sia molto importante, alla figura dell'Assam. L'Assam è un organismo regionale che non solo ha il compito importante di controllo per quello che riguarda l'analisi chimiche del miele, quindi sulla qualità, ma soprattutto per la valorizzazione del miele stesso, per la diffusione dell'uso del miele e per tutto quello che riguarda la campagna di diffusione relativa alla valorizzazione e all'uso, soprattutto, nelle scuole. Quindi un ruolo importante e centrale.
Altro aspetto fondamentale riguarda gli organismi che sono valorizzati; le associazioni, i consorzi apistici sono riconosciuti, istituiti da tantissimi anni, fanno parte di questa categoria e avranno un compito importante: quello di formare e informare gli apicultori, lo stanno già facendo, anche attraverso quello che riguarda la lotta agli antiparassitari e a quelle malattie a cui sono soggette le api. Su questo svolgono un ruolo estremamente importante e per questo gli organismi dei consorzi apistici hanno un ruolo centrale.
Assam, Consorzi apistici, quindi organismi associativi compongono la Commissione apistica che è quella che dovrà dare pareri e fare proposte per quello che riguarda l'attuazione della legge. All'interno della Commissione ci saranno i dirigenti della Regione, le associazioni di categoria, i rappresentanti dei consorzi apistici e questi tre soggetti insieme alla Regione daranno attuazione alla legge stessa. Questa Commissione è un elemento fondamentale della legge.
L'articolo 6 introduce l'anagrafe apistica, ma in realtà non fa altro che recepire quello che era il decreto del Ministero della salute, quindi, già introdotto precedentemente, che noi chiaramente portiamo nella legge.
All'articolo 7 c'è il passaggio non indifferente ma importante che specifica quanto è l'autoconsumo. L'autoconsumo è il discrimine di chi produce miele in modo legato alle proprie esigenze e quello che lo mette in commercio. Noi abbiamo stabilito, dopo una lunga discussione, il numero. Ho visto che c'è anche un emendamento e propongo subito di bocciarlo, l'emendamento lo porta a 4, noi abbiamo stabilito il numero di 10 alveari per l'autoconsumo. In realtà anche a noi questo numero ci sembrava eccessivo, abbiamo fatto una lunga discussione ed abbiamo mediato con le associazioni di categoria degli agricoltori, con gli uffici, perché poi abbiamo visto che chi produce miele con gli alveari non ha tutti gli anni il massimo della produzione, quindi, dieci alveari danno un minimo di produzione garantita, la danno senza essere eccessivi. Alla fine poi abbiamo evitato, mettendo il limite di 10, anche il proliferare degli apicoltori, cioè la divisione degli stessi apicultori in tanti e più soggetti, perché poi il rischio, se avessimo ridotto il numero, era quello di far iscrivere i propri alveari ad altri soggetti per rientrare nella normativa.
Gli articoli 8 e 9 sono tutti legati all'aspetto sanitario e, soprattutto, è importante, il divieto dell'uso di erbicidi e di fitofarmaci nel periodo di fioritura. Una delle sofferenze del mondo dell'apicultura è legata all'uso degli erbicidi che sono utilizzati nei periodi di fioritura, quindi, immaginate benissimo quello che può succedere per l'uso di fitofarmaci ed erbicidi in questi periodi. Significa la moria delle api e, quindi, mettere a rischio l'attività stessa dell'apicultura.
Le distanze, dicevo prima, sono state recepite dalla legge nazionale: 200 metri tra un apiario e un altro.
Arrivo, poi, alla parte finale della legge, quella forse più delicata, legata al nomadismo, a questo fenomeno che riguarda molte regioni, in particolare la regione Marche. Nomadismo significa, non solo, spostare gli alveari, gli apiari composti da tantissimi alveari oltre 10, ma è considerato nomadismo lo spostamento di più di 10 alveari che può avvenire sia all'interno della regione che all’esterno, quello che avviene, è avvenuto e sta avvenendo in continuazione è questo fenomeno del fuori regione. Apicultori che arrivano con numerosi alveari, quindi, apiari composti da un numero elevato di alveari, tipo 100, 200, 300 entrano nel territorio e stazionano lì per diversi mesi, per un interesse particolare legato ad una produzione del miele che è quella del mille fiori, soprattutto legato alle Marche. Le Marche avendo una varietà di produzione di essenze, quindi, di specie arboree interessanti danno la possibilità di produrre un miele di qualità legato al mille fiori.
Ecco, noi abbiamo cercato di regolamentare questo fenomeno rispettando, chiaramente, la normativa e chiedendo all'apicoltore di presentare un'istanza entro 15 giorni dallo spostamento al Servizio agricoltura, se il Servizio agricoltura fa passare 15 giorni c'è un silenzio assenso. Importante è che abbiamo legato questo fenomeno ad un concetto di produzione del valore nettarifero, cioè la possibilità di produzione di miele legata a quel territorio. Nel senso che si verificherà la richiesta e se quel territorio ha una produzione nettarifera sufficiente per sopportare il nuovo arrivo dell'apicultore.
Questo mi sembra un meccanismo intelligente, studiato e discusso all'interno della Commissione, dall'Ufficio agricoltura, dai tecnici del Servizio veterinario e dai tecnici della Commissione. Un meccanismo, io credo, che dà una risposta a quello che è un fenomeno importante e che in qualche modo crea grossi problemi alla produzione del miele di qualità nelle Marche.
In conclusione, credo che abbiamo fatto un buon lavoro, cosa c'è da dire in più, che ci sono norme importanti, come questa sul nomadismo, che merita un'attenzione nel futuro da parte della Commissione. Queste norme meritano il controllo per vedere se poi funzionano, il controllo sull'applicazione, come dicevo prima, della norma dei 15 giorni.
Queste norme sono soggette ad una verifica che noi dovremmo fare perché questa legge è fatta per valorizzare la produzione del miele, per dare certezze agli apicoltori che aumentano, anzi, molti giovani che si trovano senza lavoro si sono messi in questa attività che è abbastanza remunerativa, però hanno bisogno di certezze. Quindi il controllo su questa legge e sulla sua applicazione diventa determinante.
Altro elemento fondamentale è che questa legge non è finanziata direttamente e, quindi, è molto importante che si utilizzi, dove è possibile e per dare una risposta, il PSR per finanziarla.
Devo dire che è stato fatto un buon lavoro di coordinamento all'interno della Commissione, sia dalla parte tecnica che dalla parte politica, abbiamo avuto il parere favorevole delle associazioni di categoria degli agricoltori, un buon rapporto con i consorzi apistici, quindi, quello che viene fuori è anche il frutto di una mediazione tra le posizioni, un buon lavoro mirato a valorizzare un prodotto che è importante per l'immagine e per l'agricoltura della Regione Marche.
PRESIDENTE. Ha la parola il relatore di minoranza Consigliere Bucciarelli.
Raffaele BUCCIARELLI. Questo strumento, questo provvedimento è stato licenziato all'unanimità dalla Commissione, a significare la serietà con cui è stato redatto.
Io voglio ringraziare i tecnici del Servizio che hanno dimostrato non solo competenza ma anche entusiasmo in materia.
Questa è una legge necessaria, di cui le Marche doveva dotarsi. E’ necessaria perché regolamenta per la prima volta un'attività che viene reputata secondaria ma del tutto secondaria non è, poi vi spiegherò anche perché. Finalmente noi regolamentiamo un’attività, e come abbiamo visto in Commissione, quando si parla di apicultura si parla della situazione della biodiversità e l'ape è un grande bioindicatore della qualità del nostro territorio, ma si parla, soprattutto, di uno sbocco nuovo, probabile, ipotetico, di occupazione. Infatti sono diversi i giovani che intraprendono questa attività, quindi, Vicepresidente Petrini io mi rivolgo a lei, non vorrei disturbare il Consigliere Acacia Scarpetti ma vorrei interloquire con il Vicepresidente per un attimo, credo che con questa legge, ripeto, una legge a mio avviso necessaria, noi mettiamo dei paletti.
L'applicazione è importantissima per diversi motivi, primo le Marche sono territorio, uso una parola forte, di conquista del nomadismo. Da molte regioni vengono da noi con moltissimi alveari perché la flora marchigiana è molto diversificata, abbiamo flora di pianura, flora di collina e flora di montagna. Se questo è, è evidente che c'è un interesse e può esserci uno sbocco anche sul piano economico, senza illuderci più di tanto, perchè, credo, che le Marche non producano più del 15-20% di quello che consuma a livello di miele. Per questo l'applicazione della legge, a mio modesto avviso, deve essere fatta con molta attenzione alla promozione: da un lato educazione alimentare, il mondo scolastico, la biodiversità, la conoscenza, dall'altro prevedere all'interno dei nuovi strumenti sussidi da parte dell'Unione europea per questo mondo che viene ancora sottovalutato e che invece è molto importante.
Uno degli aspetti più interessanti è l'istituzione della Commissione apistica regionale, prevista all'articolo 4, ma quando si mette mano ad un settore che è vissuto un po' nell'anarchia, i consorzi obbligatori sono come da Regio decreto del 1907 o 1908 è chiaro che c'è tutta una serie di provvedimenti consolidati negli anni che pone resistenza. Ci sono contraddizioni rispetto alle nuove necessità. Abbiamo visto gli apicoltori, da un lato, essere abbastanza insofferenti rispetto a questo strumento e dall'altro il consorzio apistico obbligatorio svolgere il suo ruolo con attenzione ma anche con un po' di paura perché l'attività potrebbe essere troppo regolamentata dalla Commissione di cui all'articolo 4.
Sono convinto che gli uffici seguiranno bene l'attuazione di questa legge, noi, però, dobbiamo prendere coscienza che questa non può che essere il punto di partenza per la valorizzazione, la promozione dell'apicultura nelle Marche.
PRESIDENTE. La discussione è aperta. Ha la parola il Consigliere Marangoni.
Enzo MARANGONI. Intervengo perché ho visto che era in ansia per il mio eventuale mancato intervento. Non voglio privarla di questa gioia. Mi scuso poi con i relatori di maggioranza e di minoranza, che sono intervenuti poc'anzi, perché mi sono distratto mentre tutta l'Aula era molto attenta, mi sono distratto e, quindi, mi scuso per non avere attentamente ascoltato.
Io intervengo perché ho avuto delle segnalazioni di mancato consenso sulla legge da parte di apicultori non ufficiali, o meglio, ufficiali perché lo fanno, ma non inseriti nelle organizzazioni tradizionali, anche se alcune di queste organizzazioni mi hanno coinvolto, su questa cosa e, poi, come tutti i temi che riguardano l'ambiente anche questo mi è molto caro e, quindi, ci ho lavorato.
Onestamente la legge regionale che stiamo approvando non è un granché, perché altro non è che l'adattamento passivo, un po' “sciapo”, per usare un termine anconetano, un po' insipido, insomma, della legislatura nazionale.
Avremmo potuto farne tranquillamente a meno, se non per l'adattamento agli enti preposti marchigiani, ma questo è un adempimento burocratico che non porta nulla di qualitativo.
Io ho presentato una serie di emendamenti finalizzati a dare un po' di valore a questa legge, a trasformarla da un mero adempimento della legislazione nazionale, com'è in questo momento, in qualcosa che ci può spingere ad ottenere un miele marchigiano totalmente esente da residui di sostanze pesticide o antibiotiche.
Noi esportiamo la cultura alimentare marchigiana anche in Cina, come ha fatto in questi giorni il Presidente Spacca, votiamo mozioni, che io ho presentato, sulla cultura alimentare identitaria marchigiana e poi perdiamo quest'opportunità. Stiamo perdendo quest'opportunità. Negli emendamenti che ho presentato si parla anche del regno delle api, cioè territori regionali, con estensione minima di almeno 5 ettari, dove in qualche modo viene data priorità alla conservazione della biodiversità, tramite il divieto totale dell'uso di diserbanti, di fitofarmaci e di altre sostanze chimiche usate in agricoltura o prodotti dall'industria.
Ricordo anche che pochi mesi fa, nel maggio scorso, dalla Forestale di Ascoli Piceno è stato scoperto un miele biologico, cosiddetto biologico, che in realtà era contraffatto. Allora questa è una grande opportunità, che stiamo perdendo, quella di tipicizzare il miele marchigiano e di farlo valere in Italia e nel mondo, visto che dobbiamo in qualche modo sostenere la nostra tipicità alimentare.
Avremmo potuto dare maggior valore aggiunto a questa legge, e tutti i miei emendamenti sono propositivi e collaborativi e, quindi, sul voto finale mi riservo sulla base dell'accoglimento o meno dei miei emendamenti.
In realtà la proposta che faccio, quella più importante tra i vari emendamenti, è quella del regno delle api, una trovata di marketing, se vogliamo, ed il Vicepresidente Petrini dovrebbe essere molto sensibile a queste tematiche, visto il suo ruolo anche nell'agricoltura, per tipicizzare le nostre produzioni come per esempio facciamo con i vini o con tantissimi altri prodotti che abbiamo. Quindi, anziché tramutare una legge nazionale, in una legge regionale, senza dargli nessun valore aggiunto, l'occasione che possiamo avere, accogliendo i miei emendamenti o alcuni di essi, è quella di tipicizzare e valorizzare un prodotto che abbiamo e che probabilmente non sappiamo vendere, non lo sappiamo valorizzare abbastanza nel contesto nazionale e internazionale.
PRESIDENTE. Passiamo alla votazione.
Articolo 1.
Emendamento 1/1 del Consigliere Marangoni. Lo pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa non approva)
Emendamento 1/2 del Consigliere Marangoni. Lo pongo in votazione.
(L'Assemblea legislativa non approva)
Articolo 1. Lo pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa approva)
Articolo 2.
Emendamento 2/01 del Consigliere Marangoni. Lo pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa non approva)
Emendamento 2/1 del Consigliere Marangoni. Lo pongo in votazione.
(L'Assemblea legislativa non approva)
Emendamento 12/1. Decaduto.
Emendamento 2/2 del Consigliere Marangoni. Lo pongo in votazione.
(L'Assemblea legislativa non approva)
Articolo 2. Lo pongo in votazione.
(L'Assemblea legislativa approva)
Articolo 3. Lo pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa approva)
Articolo 4. Lo pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa approva)
Articolo 5.
(Soppresso)
Articolo 6. Lo pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa approva)
Articolo 7
Emendamento 7/1 del Consigliere Carloni. Lo pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa non approva)
Emendamento 7/2 della Consigliera Foschi. Ha la parola la Consigliera Foschi.
Elisabetta FOSCHI. Come ricordava il relatore di maggioranza, questa legge doveva sostanzialmente andare incontro all'apicultore, a chi dalla produzione di miele ricava essenzialmente il suo reddito, combattendo il nomadismo e migliorando alcuni aspetti normativi oggi assenti.
In realtà l'articolo 7 non tutela coloro che dalla produzione del miele ricavano il loro reddito, perché l'articolo 7, e lo dico per chi questa legge magari non la conosce benissimo, determina e definisce l'autoconsumo, indicando quanti alveari servono per fare autoconsumo. La legge indica 10 alveari per apicultore, abbiamo avuto modo di constatare, ci tengo a dirlo perché il relatore di maggioranza lo precisava nella sua relazione, che ogni alveare riesce a produrre 50 chili all'anno di miele, quando la produzione è medio-bassa, 30, chili solo di millefiori. Questi sono i dati che ho rilevato non dai consorzi, perché i consorzi hanno l'interesse opposto, visto che prendono un contributo per ogni alveare, hanno l'interesse ad avere più alveari possibili, quindi, se guardiamo l'interesse del consorzio è un conto, se guardiamo l'interesse dell'apicultore è un altro. Se un alveare produce 50 chili minimo di miele all'anno e noi ne diamo dieci ad apicultore, non stabilendo nemmeno il limite del numero per nucleo familiare, ne potrebbero avere dieci il marito, dieci la moglie, dieci il figlio, alla fine diventerebbero tantissimi alveari che non determinano più un autoconsumo. Va da sè che è esagerata la produzione di miele per autoconsumo, quindi occorre ridurre il numero di alveari, visto che non abbiamo voluto precisare il numero in riferimento al nucleo familiare ma abbiamo lasciato l'apicultore; per cui è essenziale, se davvero si vuol tutelare chi dal miele, dalla produzione di miele, ricava il suo reddito principale, ridurre il numero degli alveari.
PRESIDENTE. Ha la parola il Vicepresidente Petrini.
Paolo PETRINI. Ho qui una tabella in cui di fatto si leggono le percentuali della presenza di apiari nelle Marche, fino a dieci alveari noi abbiamo 495 allevamenti, e cioè il 15% del tutto. Fino a sei alveari abbiamo addirittura il 4,50%. Ogni alveare tra l'altro, magari producesse 50 chili, Consigliera Foschi, produce, purtroppo, molto meno, perché siamo a medie che oscillano di poco superiori ai dieci chili, tra i dieci e i quindici chili, forse a Pesaro sono più bravi, non lo so, però nelle Marche è così, e comunque, se si vuole dare una “dimensione economica” anche all'attività da portare avanti, bisogna concentrarsi su quelli che superano un certo limite, attestarsi sotto i dieci, addirittura sui cinque sembrerebbe, come dire, non dare nessuna importanza a quello che è un parametro che invece è un'indicazione molto precisa.
PRESIDENTE. Emendamento 7/2. Lo pongo in votazione.
(L'Assemblea legislativa non approva)
Articolo 7. Lo pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa approva)
Articolo 8.
Emendamento 8/1 del Consigliere Marangoni. Lo pongo in votazione.
(L'Assemblea legislativa non approva)
Emendamento 8/2 del Consigliere Marangoni. Lo pongo in votazione.
(L'Assemblea legislativa non approva)
Articolo 8. Lo pongo in votazione.
(L'Assemblea legislativa approva)
Articolo 9. Lo pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa approva)
Articolo 10. Lo pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa approva)
Articolo 11. Lo pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa approva)
Emendamento 11/bis/1 del Consigliere Marangoni. Ha la parola il Consigliere Marangoni.
Enzo MARANGONI. Questo emendamento è molto importante, insieme ad un altro che avete bocciato, che probabilmente non avete neanche letto, ma ormai lo avete bocciato, il 2/2 diceva, lo cito perché è connesso a questo, “il miele deve essere totalmente esente da presenze di antibiotici e a tal fine la Giunta può fare delle cose”, lo avete bocciato e probabilmente non sapete che il miele che mangiate o che date da mangiare ai vostri figli, nelle Marche è in gran parte proveniente dai paesi dell'est e viene mischiato con i nostri. Spesso hanno antibiotici e vengono mischiati con i mieli nostrani, cosiddetti marchigiani ed accade che ci sono un sacco di problemi, ci sono parecchie malattie anche trasmissibili all'uomo. L'avete bocciato era l'emendamento 2/2.
L'emendamento 11 bis invece istituisce l'articolo 11 bis che prevede il regno delle api. Il regno delle api è qualcosa che fanno in altre regioni, che evidentemente sanno promuovere i loro prodotti e sanno venderli meglio di come sappiamo fare noi, per esempio la Toscana, Comune di Massa. Le leggi della Regione Toscana promuovono il miele delle Alpi Apuane ad elevato valore apistico e naturalistico.
Sto facendo la stessa cosa come Regione Marche, propongo alla Regione Marche di fare la stessa cosa con questo articolo 11 bis, che prevede alcuni territori ben individuati, di almeno cinque ettari, ai quali viene data la massima priorità per la conservazione della biodiversità tramite il divieto totale, in questi territori, almeno in questi, dell'uso di diserbanti, fitofarmaci e altre sostanze chimiche usate in agricoltura o prodotti dall'industria. Quindi, il miele prodotto in questo regno delle api, chiamiamolo così, è una trovata di marketing, se volete, ha grandi contenuti organolettici, legati alla cultura alimentare che dovrebbe caratterizzare l'identità alimentare di questo territorio e garantire a questo miele la massima purezza organolettica esente da qualsiasi traccia di sostanze inquinanti.
Il punto b) dell'emendamento prevede che il miele possa ottenere un riconoscimento ed una denominazione specifica, definita con successivo atto di Giunta e funge da hot spot per la promozione delle tipicità alimentari regionali e dei territori di pregio della Regione Marche.
Questo miele, al terzo comma, punto d) dell'emendamento, ha inoltre la priorità in quei provvedimenti regionali che prevedono finanziamenti per il settore apistico, quindi, è un'occasione, almeno in queste zone, per garantire la purezza del miele; lo possiamo valorizzare e rivendere come fanno ad esempio i toscani, con il miele delle Alpi Apuane.
Questo è il senso dell'emendamento.
PRESIDENTE. Ha la parola il Vicepresidente Petrini.
Paolo PETRINI. Io non dubito che il regno delle api possa essere una trovata di marketing, però, bisognerebbe avvertire anche le api perché su cinque ettari, non ci stanno, visto che ogni ape percorre circa un raggio di tre chilometri e quindi bisognerebbe confinarle in almeno 2.826 ettari, ho fatto un conto di quello che significava.
Nel q.m. già abbiamo messo tutte le cose che il Consigliere Marangoni elenca nei sottopunti del punto tre, ma ricordo, anche se non l'abbiamo detto durante la votazione dei precedenti emendamenti, che molte delle cose proposte sono già previste da leggi esistenti. Tra l'altro, quello che prevede il punto due dell'emendamento è superato dal regolamento n. 37 del 2010, l'uso di antibiotici è già illegale dappertutto. E' una questione di controlli, Consigliere Marangoni e non è che scriverlo un'alta volta serva a qualche cosa. Esistono, quindi, tutte quelle leggi che ci garantiscono, se noi facessimo dei passi in più, forse, insospettiremo qualcuno sul fatto che nelle Marche c'è qualcosa che non va.
PRESIDENTE. Emendamento n. 11/bis/1. Lo pongo in votazione.
(L'Assemblea legislativa non approva)
Articolo 12.
Emendamento 12/1 del Consigliere Marangoni. Decaduto.
Articolo12. Lo pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa approva)
Articolo 13. Lo pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa approva)
Coordinamento tecnico. Lo pongo in votazione.
(L'Assemblea legislativa approva)
Proposta di legge n. 214. La pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa approva)
PRESIDENTE. Mi dicono, e vorrei conferma, che si chiede il rinvio della proposta di legge n. 237, esattamente; anche della proposta di legge n. 236 e della proposta di legge n. 191, me lo ha chiesto il Consigliere Silvetti che è uno dei presentatori. Quindi, prendo atto di tutto e vi auguro buon pomeriggio. Ci vediamo martedì prossimo.
La seduta termina alle ore 14,20.