Resoconto seduta n. 100 del 24/07/2002
La seduta inizia alle 10,00



Approvazione verbali

PRESIDENTE. Ove non vi siano obiezioni do per letti ed approvati, ai sensi dell'art. 29 del regolamento interno, i processi verbali delle seduta nn. 98 e 99 del 17 luglio 2002

(Sono approvati)



Proposta di atto amministrativo
(Annuncio e assegnazione)

PRESIDENTE. E' stata presentata la proposta di atto amministrativo n. 90, in data 22 luglio 2002, ad iniziativa della Giunta: «Legge regionale 7/95 — art. 4 — piano faunistico venatorio regionale 2002-2007», assegnata alla III Commissione in sede referente.



Mozioni
(Annuncio di presentazione)

PRESIDENTE. Sono state presentate le seguenti mozioni:
— n. 219, in data 18 luglio 2002 dei consiglieri Amati, Moruzzi, Benatti, Luchetti, Cesaroni, Avenali, Spacca, Ciccioli, Amagliani, Rocchi, Ascoli, Melappioni e Novelli: «Passaggio a livello Angeli di Rosora»;
— n. 220, in data 19 luglio 2002 del consigliere Novelli: «Convenzionamento del trasporto sanitario con le associazioni di volontariato».



Deliberazioni amministrative
inviate dalla Giunta regionale

PRESIDENTE. La Giunta ha trasmesso le seguenti deliberazioni:
— n. 1229 in data 9 luglio 2002: «Art. 22, comma 3 — legge regionale n. 31/2001: variazione al bilancio di cassa per l'anno 2002 — euro 2.187.053,31»
— n. 1230 in data 9 luglio 2002: «Art. 39 della legge regionale n. 6/2002 — Attuazione del decentramento amministrativo: variazione agli stanziamenti di UPB di spesa nel bilancio di previsione per l'anno 2002, conseguente al riordino delle funzioni amministrative tra lo Stato, le Regioni e gli enti locali — euro 13.594.107,78»;
— n. 1314, in data 16 luglio 2002: «Art. 27 della legge regionale n. 7/2002 — Iscrizione nel bilancio di previsione per l'anno 2002 di entrate derivanti dall'assegnazione di fondi dallo Stato per euro 258.228,45»;
— n. 1315, in data 16 luglio 2002: «Art. 27, comma 2 della legge regionale n. 7/2002 — Iscrizione nel bilancio di previsione per l'anno 2002 di entrate derivanti da soggetti terzi a titolo di contributo in quota fissa alle spese sostenute per l'attuazione dell'indagine di copertura del V censimento generale dell'agricoltura (euro 1.807,60)».



Mozione
(Rinvio della trattazione)

PRESIDENTE. Con riferimento alla mozione n. 214 dei consiglieri Massi, Brini e Pistarelli, "Strada statale 77: appalto lavori ulteriore tratto Sfercia-Colle Sentino", per la quale, nell'ultima riunione della Conferenza dei presidenti dei gruppi, era stata richiesta l'iscrizione all'ordine dl giorno, comunico che sarà trattata successivamente in quanto è previsto, a breve, un incontro tra il Presidente della Giunta regionale e il ministro Lunardi, nel corso del quale saranno sottoposte le questioni sollevate con l'atto in questione.



Congedo

PRESIDENTE. Hanno chiesto congedo i consiglieri Ascoli, Grandinetti, Moruzzi e Rocchi.


GILBERTO GASPERI. Presidente, chiedo di intervenire.

PRESIDENTE. Le avevo già detto, precedentemente, che non ha facoltà di intervenire, perché la comunicazione all'aula deve essere autorizzata.

GILBERTO GASPERI. Si tratta di un fatto di estrema gravità...

PRESIDENTE. Consigliere, la richiamo all'ordine e le leggo anche cosa prevede il richiamo all'ordine... (Interruzione del consigliere Gasperi. Questo argomento non riguarda l'aula e non si può aprire una discussione sull'argomento. (Interruzione del consigliere Gasperi). Consigliere, non mi metta nella condizione di farle il secondo richiamo. Questo argomento non può essere oggetto di una discussione in aula. Non ha diritto di parlare, consigliere. (Interruzione del consigliere Gasperi). Consigliere, non è la prima volta e non sarà l'ultima: lei deve essere autorizzato per poter prendere la parola. Questa questione non riguarda l'aula. (Interruzione). L'interrogazione vedremo se inserirla o meno all'ordine del giorno, ma non può trattare una questione che non è oggetto di discussione in aula. (Interruzione del consigliere Gasperi). Lei consegni l'interrogazione e nella Conferenza dei capigruppo esamineremo la sua richiesta.


Interrogazione (Svolgimento): «Situazione Ente fiera di Pesaro» Giannotti (441)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l'interrogazione n. 441 del consigliere Giannotti. Per la Giunta risponde l'assessore Agostini.

LUCIANO AGOSTINI. Do lettura della risposta:
«In relazione all'interrogazione n. 441 del consigliere Giannotti, si forniscono le seguenti informazioni.
La Società Fiere di Pesaro è stata costituita in data 23 dicembre 1999 in seguito alla trasformazione dell'Azienda speciale della CCIAA di Pesaro denominata "Pesaro Promozione" in società per azioni denominata "Fiere di Pesaro Spa" con sede in Pesaro in via delle Esposizioni, 33.
Al momento della costituzione la Regione Marche ha sottoscritto n. 20.500 azioni per un valore totale di 205.000 euro, pari al 2,06% del capitale sociale della società.
In data 24 ottobre 2000 si è riunita l'assemblea dei soci della Società "Fiere di Pesaro" alla quale la Regione Marche ha partecipato nella persona del dott. Paolo Mannucci, dirigente del servizio commercio, fiere e mercati, in qualità di delegato del Presidente della Giunta regionale Marche.
In quella sede, relativamente alla parte ordinaria sono stati approvati, tra gli altri, i punti relativi a:
1) Definizione degli emolumenti spettanti ai consiglieri nominati e in particolare definizione dell'emolumento spettante all'amministratore delegato che potrà essere successivamente nominato dal consiglio di amministrazione. E' stato fissato il gettone di presenza per i consiglieri in £. 125.000 lordi ed è stato fissato l'emolumento per l'amministratore delegato in £. 290.000 annui inteso (su specifica richiesta della Regione Marche) come costo azienda globale ovvero comprensivo di tutti gli oneri diretti ed indiretti.
2) Fissazione dell'indennità per gli amministratori e sindaci della società. E' stata fissata l'indennità di trasferta in £. 100.000 lorde giornaliere nel caso di trasferte in Italia e in valuta, ai sensi della tabella B allegata al D.M. del Tesoro del 27.8.1998, l'indennità in caso di trasferta all'estero.
3) Fissazione dell'indennità di trasferta per gli amministratori e i sindaci della società. E' stato fissato in £. 35.000 lorde per ogni riunione.
Con decreto del Presidente del Consiglio regionale n. 2/VII/2001 dell'8 gennaio 2001, ratificato dallo stesso consiglio di amministrazione in data 22 marzo 2001 sono stati designati in qualità di rappresentanti della Regione in seno al consiglio di amministrazione della Società Fiere di Pesaro Spa il sig. Sergio Schiaroli, residente a Fano in viale Adriatico n. 112 e il sig. Enrico Bastianelli, residente a Pesaro, in via Vanzolini n. 4.
La Regione Marche, nella sua qualità di socio della Società Fiere di Pesaro Spa, non ritiene opportuno assumere iniziative nel senso richiesto poiché ciascun consigliere può rivolgersi ai rappresentanti della Regione Marche che avendo accesso ai documenti, possono garantire agli stessi consiglieri la possibilità di acquisire ogni utile informazione sia sulle attività degli enti nei quali la Regione è socio, sia in ordine alla composizione degli organi e all'ammontare dei compensi percepiti dagli amministratori».

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Giannotti per la replica.

ROBERTO GIANNOTTI. Dobbiamo veramente continuare a fare i Consigli in questo modo? L'assessore viene qui, legge al Consiglio la risposta dei tecnici senza nemmeno intervenire sulla materia rispetto alla quale interrogo? Io voglio sapere cos'ha fatto e cosa fa la Giunta regionale per garantire le prerogative mie e vostre e su questo non mi interessa il giudizio del dirigente del settore che dice le cose che tutti sanno, mi interessa il giudizio della Giunta che deve garantire a me e a tutti il diritto di essere informato su quello che avviene nella Regione e negli enti nei quali la Regione interviene.
La prossima volta mi rifiuterò di commentare la risposta se non ci sarà uno sforzo di responsabilità da parte della Giunta.
Io le ho chiesto di conoscere le iniziative che la Giunta regionale intende assumere per tutelare le prerogative dei singoli consiglieri e per garantire agli stessi la possibilità di acquisire ogni utile informazione sull'attività degli enti nei quali è coinvolta la Regione, soprattutto se ritiene di dover precisare alla presidente dell'Ente Fiere di Pesaro gli obblighi derivanti dalla partecipazione regionale in fatto di attività di sindacato ispettivo. L'assessore mi dà qui la stessa risposta che mi è stata data da qualche cretino dirigente... Sì, Silenzi, cretino perché sui giornali ha scritto "il consigliere Giannotti non ha il diritto di acquisire queste informazioni". Sono le affermazioni del vicepresidente della Camera di commercio e dirigente della Fiera. Non è possibile.
Mi è successo un caso analogo per un altro ente e dopo cinque giorni il direttore mi ha chiamato per chiedermi scusa: avevo chiesto di avere informazioni" e mi si risponde "le informazioni le chieda al Presidente della Giunta". Ma scherziamo?
Voglio anche porre un altro aspetto: la situazione dell'Ente Fiere di Pesaro è pesante dal punto di vista finanziario: il bilancio chiuso l'anno scorso ha 3 miliardi di deficit, come tutti sapete e un ente che si è trovato a spendere oltre un miliardo per una fiera che non si è mai fatta, "Eurocucine" dell'anno scorso, a dimostrazione di una caduta di operatività rispetto alla quale dobbiamo fare un minimo di riflessione, avendo assunto la responsabilità di partecipare all'acquisto delle azioni, quindi all'assetto societario e avendo espresso due nostri rappresentanti all'interno del consiglio di amministrazione.
Il primo problema che volevo porre, rispetto al quale mi aspetto la prossima volta, dall'assessore alle fiere, un soprassalto di responsabilità è questo.
C'è un problema di sviluppo dell'attività fieristica: non vedo segnali positivi in questa direzione, credo che ci interessi.
C'è il problema della riforma della legge. Assessore Agostini, lei ha risposto in luogo dell'assessore Secchiaroli, ma esiste il problema delle fiere, il problema del polo fieristico unico. Non mi interessa tanto la diatriba Pesaro-Civitanova-Ancona che è ormai superata, ma come diceva il mio amico Giulio Silenzi, c'è la necessità di un'unica cabina di regia — ricorderò sempre questa frase quando approvammo la legge sull'Ente Fiera — che ancora non abbiamo realizzato, perché noi abbiamo un mostro con una struttura particolare, con due braccia, uno pi grosso, uno meno grosso, non c'è una politica fieristica regionale. C'è quindi l'esigenza di una riflessione sulla legge regionale relativa alle fiere, che porti il Consiglio, libero da tutti i condizionamenti, a costruire una nuova prospettiva nell'interesse del settore.
In questo senso vorrei rivolgere un invito alla Giunta a essere più coraggiosa.


Interrogazione (Rinvio): «Api Raffineria di Falconara Marittima – costruzione di una palancolata alla foce del fiume Esino» Amagliani (482)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l'interrogazione n. 482 del consigliere Amagliani. La risposta all'interrogazione non è ancora pronta, quindi la trattazione è rinviata alla successiva seduta nella quale sarà iscritta anche la mozione n. 207 del consigliere Ciccioli di pari oggetto.



Interrogazione (Svolgimento): «Erosione costiera e iniziative a salvaguardia del litorale di Marina di Montemarciano» Amati (526)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l'interrogazione n. 526 del consigliere Amati.
Per la Giunta risponde l'assessore Ottaviani.

ROBERTO OTTAVIANI. In riscontro all'interrogazione n° 526 a firma del Consigliere Silvana Amati, si riferisce quanto segue.
«1) Il litorale del comune di Montemarciano risulta posizionato all'interno dell'Unità fisiografica n. 10, dal Porto di Senigallia alla foce del fiume Esino, così come definita dal costruendo Piano di Gestione Integrata delle Aree Costiere. Tale tratto, per climi d'onda provenienti da Sud Est, risente notevolmente del mancato apporto solido sia di fondo che in sospensione da parte del fiume Esino e dell'azione schermante del grande terrapieno API posto in adiacenza alla foce del fiume Esino in destra idraulica, determinando uno squilibrio evidente all'idrodinamica ed al bilancio dei sedimenti del trasporto longitudinale e trasversale. Questa situazione rende particolarmente vulnerabile il tratto in esame ponendo direttamente a rischio la spiaggia antistante sulla quale sono insediate attività turistiche e di conseguenza la strada litoranea. Il tratto maggiormente danneggiato è già stato oggetto di progettazioni ed esecuzioni di lavori (pennelli e scogliere radenti) a protezione della strada litoranea che ha più volte subito dissesti alla massicciata, tanto da prevederne il parziale arretramento. La Regione Marche ha inoltre finanziato il primo stralcio di lavori per un importo complessivo di 4.4 mld di £ rispetto ad un progetto generale che prevedeva una spesa di 15 mld di £; tale progettazione prendeva in esame la sistemazione strutturale dell'intera falcata litoranea. Le opere previste nel progetto generale consistono nella esecuzione di una serie di pennelli perpendicolari alla costa di lunghezza decrescente verso nord, con testata sommersa di protezione. Con il primo stralcio relativo ai 4,4 mld di £, vista la gravità della situazione e l'urgenza di intervenire per proteggere le infrastrutture pubbliche (arenile, fognatura, strada litoranea e linea ferroviaria Bo-Le), sono stati realizzati pennelli perpendicolari con un nucleo di protezione radente in modo da salvaguardare le sopra citate infrastrutture; considerata però l'esiguità del finanziamento, non e' stato possibile eseguire il ripascimento protetto del tratto di litorale in questione come previsto nel progetto generale. Pertanto, per completare le opere previste nel progetto generale e garantire una durevole funzionalità per la risoluzione del problema, è necessaria la realizzazione del ripascimento con ghiaia di granulometria media. Come sopra evidenziato, in considerazione della particolare sensibilità di questo tratto di litorale interno ad un'ampia falcata litoranea e del fatto che la stessa risulta una delle poche presenti nella Regione Marche non ancora del tutto protetta da OO.MM., si ritiene che per addivenire ad una situazione di maggiore stabilità sedimentaria rispetto a quella attuale, siano necessari congrui finanziamenti per garantire la protezione di una infrastruttura pubblica e la fruizione di una già limitata spiaggia, potenziando ed integrando le attuali opere di difesa della costa.
2) Sono attualmente in itinere le procedure per la richiesta dello stato d'emergenza,. Con nota n.2125 del 26.06.2002 il Presidente della Giunta Regionale delle Marche Dott. Vito D'Ambrosio ha richiesto al Dipartimento per la Protezione Civile la dichiarazione dello stato di emergenza relativa agli effetti degli eventi meteomarini del 5 e 6 giugno. Il litorale della Regione Marche nei giorni 05 e 06 u.s. è stato colpito da eccezionali fenomeni naturali costituiti da rilevanti altezze d'onda e sovralzo del livello del medio mare. I Sindaci dei Comuni colpiti dalla mareggiata hanno segnalato ingenti danni sia ad infrastrutture pubbliche che attività turistiche insistenti sul litorale.
La Regione ha chiesto al competente S.l.M.N. (Servizio Idrografico e Mareografico Nazionale) la registrazione sulla rete nazionale mareografica del fenomeno meteomarino; i dati registrati hanno confermato la concomitanza di una rilevante altezza d'onda con un alto livello medio mare L'evento che si è verificato, che ha anche interessato altre zone della fascia litoranea adriatica, sia per gli ingenti danni registrati e sia per la complessità e l'urgenza degli interventi necessari ad evitare ulteriori pericoli per importanti infrastrutture pubbliche (linea ferroviaria Bologna Ancona) e private, può essere classificato nella tipologia prevista all'art. 2 comma 1 lettera c) della legge n.225/92. Ciò premesso, è stato chiesto il riconoscimento dello stato di emergenza di cui all'art.5 del 1992 per l'evento sopra segnalato e la messa a disposizione delle risorse necessarie per eseguire gli interventi di ripristino per eliminare o mitigare possibili ulteriori ipotesi di rischio nei territori dei Comuni di Montemarciano e Numana.
3) I quadro che si viene così a creare vede, sia la necessità di richiedere il finanziamento per coprire le spese sostenute dal Comune di Montemarciano in somma urgenza, sia la necessità di far fronte contemporaneamente ad una sistemazione organica del tratto esaminato nel Comune di Montemarciano. Tale sistemazione deve necessariamente passare attraverso il completamento di opere realizzate e il ripristino delle spiagge non solo in relazione agli effetti degli ultimi eventi meteomarini verificati il 5 e 6 u.s. ma considerando tale ripristino come azione risolutrice all'interno della propria Unità Fisiografica. Sono state presentate le seguenti richieste finanziarie che vengono sinteticamente riassunte nella seguente quadro economico a seguito dell'eventuale riconoscimento dello stato di emergenza ai sensi della L. 225/92.
In totale, 2.755.000 euro per Montemarciano.
4) Per la stagione balneare in corso risulta di difficile attuazione un ripascimento dell'arenile. In riferimento alla rimozione delle cause che determinano l'interruzione del ripascimento naturale è necessario proseguire, secondo una politica territoriale di programmazione a lungo termine, impostando strategie di gestione del territorio a livello dell'intero bacino idrografico, così come già realizzato per il fiume Potenza, per rimettere in moto il trasporto solido del fiume Esino in particolare con opere di pulizia idraulica. Il ripristino della dinamica fluviale direttamente in relazione al trasporto solido longitudinale ad opera del mare, dalla foce del fiume Esino verso nord, risulta comunque condizionato dall'azione schermante del terrapieno API posto in adiacenza della foce e dalle numerose barriere emerse che si snodano per la gran parte del litorale in questione».

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatta o meno, il consigliere Amati.

SILVANA AMATI. Non posso dichiararmi soddisfatta di questa risposta, perché sono ormai molti anni che siedo in questo Consiglio e devo dire che la problematica che noi oggi sottoponiamo di nuovo all'attenzione del Consiglio regionale e della Giunta da troppi anni risulta un problema aperto di cui non si vede la soluzione finale.
Lei, nel riferire quello che gli uffici hanno rappresentato, sottolinea la necessità di avvio di un "costruendo" piano costiero. Il gerundio mi preoccupa molto, perché i tempi di questo "costruendo piano costiero" mi lasciano molti dubbi.
L'evidenza della drammaticità della situazione di Montemarciano sta proprio nella sua posizione geografica e nell'aggravamento della situazione dopo la costruzione di quel terrapieno Api che ha effettivamente modificato il quadro. Però noi non possiamo accettare, tra suggerimenti, parole, articoli che in quella realtà territoriale si continui a realizzare uno scempio del territorio così grave come oggi è. Lì la strada, la massicciata, le attività turistiche le fognatura, la strada ferrata sono costantemente a rischio e in realtà non c'è un evidente impegno non solo formale ma sostanziale, per risolvere il problema.
E' chiaro che noi siamo soddisfatti del fatto che il presidente della Giunta D'Ambrosio abbia avviato una richiesta per il riconoscimento dello stato di emergenza delle mareggiate del 5-6 giugno 2002 e speriamo che un impegno nei confronti del Governo si eserciti da parte della nostra Regione non solo nell'avanzare la richiesta ma anche nell'ottenere il risultato corrispondente, ma anche da parte delle forze di minoranza.
Credo che la difesa del litorale sia un bene comune e che quindi, se ci sarà un'azione congiunta delle forze del Governo regionale con le forze dell'attuale minoranza in Regione ma della maggioranza in Parlamento — mi riferisco ai colleghi Ciccioli e Giannotti — perché il Governo riconosca lo stato d'emergenza che qui è stato richiesto per Marina di Montemarciano credo che potrebbe essere una delle cose buone che in comune si possono compiere. Bisognerà poi vedere il risultato rispetto all'impegno reale del Governo nazionale in questa vicenda. Credo però che ci sia necessità di un impegno più vasto da parte del nostro Governo regionale per costruire una sinergia che preveda un piano di risanamento reale, non costruendo, che preveda un impegno finanziario forte e che quindi, oltre alla Regione e oltre al Governo, possa prevedere i privati. Mi risulta che anche l'Api in passato, così come le Ferrovie hanno indicato una disponibilità di un impegno finanziario che potrebbe essere di "aiuto" nel risolvere complessivamente, dal Cesano all'Esino, la situazione costiera. Così come un coinvolgimento serio con questioni di prospettive innovative rispetto alla questione della risoluzione del problema potrebbe coinvolgere l'Europa. Credo che in questo caso bisogna fare un passo in più, poiché siamo consapevoli, anche rispetto ai nostri studi antichi, che il pare da qualche parte, se non si provvede "mangia" e che oggi, nonostante le dichiarazioni di principio sembra che la parte scientificamente scelta per questa operazione sia quella di Marina di Montemarciano. Bisogna dare un segnale che al di là delle dichiarazioni questa cosa non si accetta e che questo non vuol dire consentire che si eroda un po' più su o un po' più giù, ma si costruisca un percorso di salvaguardia dal Cesano all'Esino, e se ci vogliono 40 miliardi bisogna attivare le forze del Governo italiano, quindi quelle di centro-destra, quelle del Governo regionale e forse l'Europa e i privati perché questa operazione si possa compiere.
Prometto che trasformerò questa interrogazione in mozione dopo l'estate, perché conosco anche i tempi che ci vogliono affinché anche le opere di urgenza si realizzino. Sono certa che per questa estate non si possa far niente, ma vorrei, anche qui "con il sangue", la garanzia che per l'estate prossima le operazioni di salvaguardia si realizzino, perché anche per l'emergenza di quelle bisogna muoversi oggi.




Interrogazione (Svolgimento): «Allestimento centro dialisi presso ospedale di Pergola» Giannotti (387)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l'interrogazione n. 387 del consigliere Giannotti.
Per la Giunta risponde l'assessore Melappioni.

AUGUSTO MELAPPIONI. Con questa interrogazione il collega Giannotti chiede di conoscere se ci sono le condizioni, in particolare le intenzioni della Giunta regionale di istituire un centro dialisi presso l'ospedale di Pergola, considerando che in questa direzione si sono mossi anche gli abitanti del territorio e l'Associazione trapianti d'organo.
Attualmente ci sono 7 pazienti in emodialisi e 2 in dialisi perizionali che risiedono nel territorio di Pergola. Dei 7 in emodialisi 4 fanno riferimento al CAL di Fossombrone e 3 al Centro dialisi di Fano. Attualmente, sia il CAL di Fossombrone che il Centro dialisi Fano hanno una situazione ai limiti della propria attuale potenzialità, anche se non è stato attivato sempre il terzo turno che in questa situazione è possibile attivare per dare una risposta.
L'altro elemento di riferimento è la delibera 10102000 che prevede la possibilità di allargare i centri, legato al tasso di aumento dei pazienti uremici, tuttavia questo non è applicabile a Pergola in quanto la legge regionale 33/1989 non prevede tale collocazione.
Comunque, considerando la posizione geografica di Pergola particolarmente disagevole, considerato la possibilità e la potenzialità di una opportunità logistica dentro l'ospedale di Pergola, ma anche coscienti delle spese da sostenere, direi che questa ipotesi sta dentro la riflessione più complessiva che stiamo facendo sul sistema sanitario della nostra regione complessivamente — nei prossimi mesi il Consiglio avrà più di una opportunità su cui riflettere, su cui decidere — ed è indubbio che in questa occasione la rivisitazione delle leggi di settore, quindi quella collegata ai centri dialisi ci consentirà, all'interno del Comitato tecnico regionale per le insufficienze renali, di valutare positivamente questa proposta.
Credo quindi che nei prossimi mesi il lavoro di rivisitazione complessivo del sistema regionale potrà dare, mi auguro, una risposta a questa richiesta.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Giannotti.

ROBERTO GIANNOTTI. Non mi esprimo in maniera negativa rispetto alla risposta dell'assessore. Ho ascoltato con attenzione, debbo dare atto all'assessore di avere colto gli aspetti fondamentali del problema — la posizione geografica disagevole della vallata del Cesano e della città di Pergola, la situazione dei dializzati di quella zona che è una situazione difficile e complicata anche rispetto ai tempi che occorrono per raggiungere sia l'ospedale di Fossombrone sia l'ospedale di Fano che sono a lunghissima distanza. Io aggiungerei anche le potenzialità della struttura ospedaliera di Pergola che ben si presta a un intervento di questo genere. Tutte condizioni che, messe insieme all'accorato appello dei cittadini — l'assessore ha giustamente riconosciuto che la nostra interrogazione si colloca sul sentiero battuto dalla sensibilità popolare — e considerata la disponibilità dell'assessore a prendere in considerazione seriamente questa cosa, ci fanno ritenere di avere onorato la nostra responsabilità nel porre la questione e ci batteremo perché questo risultato possa essere conseguito.



Interpellanza (Rinvio) «Concorso pubblico per titoli ed esami a n. 1 posto della qualifica dirigenziale unica – profilo professionale 9.18, funzionario geologo» Gasperi, Massi e Pistarelli (50)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l'interpellanza n. 50 dei consiglieri Gasperi, Massi e Pistarelli.
Ha la parola, per l'illustrazione della stessa, il consigliere Gasperi.

GILBERTO GASPERI. Presidente, si può passare alla prossima interpellanza? Sto rimettendo in ordine le carte...



Interpellanza (Svolgimento): «Trattamento economico personale trasferito alle Province», Pistarelli, Ciccioli, Castelli, Gasperi, Novelli e Romagnoli (67)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l'interpellanza n. 67 dei consiglieri Castelli, Gasperi, Novelli e Romagnoli.
Ha la parola, per illustrare l'interpellanza, il consigliere Pistarelli.

FABIO PISTARELLI. Ringrazio la sensibilità dell'Ufficio di presidenza che, su richiesta del presidente del gruppo Ciccioli ha inserito nell'ordine del giorno l'interpellanza che stiamo discutendo. E' una questione molto delicata, perché riguarda tutto l'iter di trasferimento di funzioni e pertanto di strutture, personale e risorse finanziarie dalla Regione alle Province. E' uno degli aspetti di questo iter avviato dalla Regione Marche, dalla Giunta con grande enfasi, perché era stato proposto come un modello di rapidità, di efficienza, di tempestività di trasferimento delle nostre competenze alle Province per quanto riguarda la delega di gestione. E' un aspetto che sta invece clamorosamente evidenziando il fallimento di questo iter, di questa impostazione, di questa volontà di delega della Regione verso le Province.
Perché dico questo? Perché sul personale degli ex uffici del genio civile o uffici decentrati opere pubbliche e difesa del suolo, la Giunta regionale aveva speso la sua credibilità, dicendo che era uno dei passaggi fondamentali per quanto concerne la ridefinizione delle competenze tra istituzioni. Nell'anno passato la Giunta regionale, pubblicamente disse che questa era la prima Regione che completava la procedura di trasferimento delle funzioni per quanto concerne la difesa del suolo, le opere pubbliche, tutte le competenze relative al territorio.
A settembre la Regione Marche ha però siglato un accordo che prevedeva criteri e modalità di trasferimento del personale, cioè oltre l'annuncio politico c'era anche un impegno concreto. Sia l'aspetto politico sia l'impegno concreto verso il personale non sono stati mantenuti. Ecco la ragione di questa interpellanza urgente, perché a livello di trasferimento di funzioni pare che tutte le strutture degli ex uffici del genio civile, uffici decentrati opere pubbliche e difesa del suolo non abbiamo più funzioni, siano stati espropriati delle funzioni ad essi proprie e sottoposti al completo controllo del personale della Provincia delegato alla gestione amministrativo-politica del territorio. Pertanto, svuotate di funzioni le nostre strutture periferiche e non rispettati gli accordi sindacali relativi all'indennità di mansione, di missione e quant'altro per quanto riguarda il personale. Accordi siglati in data 24 settembre 2001.
Noi chiediamo se sia vero che ci siano stati accordi siglati e sottoscritti anche dalle associazioni sindacali — quello del 24 settembre — e successivi integrazioni e chiarimenti, lettera formale dell'allora assessore al personale Cecchini del 14.12.2001 e come mai nella pre-intesa da ultimo siglata, a giugno non si fa menzione di quegli accordi e, anzi, siano stati sottoposti dei contratti da parte delle Province, che ignorano completamente la parte degli impegni assunti dalla Regione verso il personale che doveva essere ed è in questo momento in via di trasferimento verso le Province.
Chiediamo pertanto se la Regione Marche non ritenga di rivedere i passi che si stanno svolgendo in questo momento in sede di contrattazione provinciale alla luce del richiamo del rispetto degli accordi precedentemente presi a settembre 2001, del richiamo del rispetto degli accordi per quanto riguarda la parte provinciale e rispetto degli impegni presi direttamente come Regione per quanto riguarda la nostra parte, perché vi era un impegno ad integrare economicamente determinati aspetti contrattuali da parte direttamente della Regione stessa. Questo mi sembra sia un punto centrale, perché se sotto l'aspetto politico avremo altre occasioni di rivedere se questo passaggio di competenze e di trasferimento di funzioni ha raggiunto il proprio scopo oppure sta fallendo, sul punto contrattuale la situazione è in questo momento da affrontare, immediatamente, perché avevamo un impegno di continuare a pagare il personale che si stava trasferendo fino a giugno, la maggior parte del personale non ha ancora siglato contratti provinciali, perché non rispettosi degli accordi di settembre; la Regione Marche perlomeno deve prendersi anche un po' di tempo, se non riesce ad affrontare e risolvere subito la situazione, cioè continuare a gestire il personale fino a dicembre e nel frattempo, come d'altronde è stato richiesto da tutti i dipendenti che si stanno trasferendo, tornare a rispettare l'accordo sindacale del settembre 2001 e gli impegni presi dall'allora assessore al personale, perciò dalla Giunta regionale.
Questa è la richiesta. Nella risposta spero vi siano delle aperture significative, perché la situazione riguarda centinaia di nostri dipendenti, tutti i dipendenti degli ex uffici del genio civile da Pesaro ad Ascoli che stanno vivendo questa terribile, drammatica situazione perché hanno visto non rispettati accordi sindacali, accordi di lavoro presi, in base ai quali hanno scelto di essere trasferiti alle Province come ruolo del personale. Potevano fare anche altra scelta; se sono stati convinti, comunque indirizzati verso la scelta di passare nel ruolo provinciale, è anche per il fatto che erano stati assunti degli impegni precisi da parte della Regione. Ora si trovano in una situazione ingannevole nella quale, non rispettando quegli accordi e quegli impegni, sono inseriti in un ruolo con carte, situazioni, dati completamente differenti rispetto a quando quella scelta doveva essere fatta su domanda o su adesione del trasferimento.
La situazione mi sembra molto rilevante e seria perché riguarda complessivamente anche questo aspetto della politica regionale, cioè il trasferimento di funzioni dalla Regione alle Province.

PRESIDENTE. Ha la parola, per la risposta, l'assessore Mattei.

CARMEN MATTEI. Poiché appare che le informazioni del consigliere Pistarelli non siano complete e comunque non completamente corrette, abbiamo articolato la risposta in punti, in modo da cercare di essere più esaurienti possibile.
L'interpellanza di fatto affronta quattro questioni:
1. Come mai l'Amministrazione regionale non ha rispettato quanto aveva stabilito con l'accordo del 24.09.2001 e ribadito con lettera formale dell'allora assessore al personale Cecchini in data 14.12.2001;
2. Come mai ha rifiutato, categoricamente, una legittima richiesta di proroga a tutto il mese di dicembre 2002 dei termini indicati al punto 6) della DGR n. 639 del 03.04.2002 che dispone il pagamento diretto, da parte della Regione Marche, dei dipendenti trasferiti fino al mese di giugno 2002;
3. Se non ritiene che la posizione della Regione Marche sia in dispregio dei patti, in difformità alle leggi regionali n. 10/ 1999 e n. 13/ 1999 sul decentramento ed un rimpallo di responsabilità fra Enti;
4. Se non ritiene che modificare l'Accordo significa, infatti, modificare le basi con le quali sono stati formalizzati tutti i dispositivi ( delibere dei bandi di mobilità e successive), che hanno dato corso alla fase esecutiva del decentramento e del trasferimento del personale alle Province.
Rispondiamo quindi, come avevo preannunciato, per questioni. Leggo la risposta:
«1. La Preintesa che va semplicemente ad integrare l'Accordo del 24.09.2001, ribadisce innanzitutto, in termini di conferma, le intese raggiunte con il medesimo, definendo lo stesso idoneo strumento per la gestione omogenea della mobilità del personale nella delicata fase di decentramento amministrativo. Né conseguentemente sono state disattese le precisazioni della nota dell'Assessore del 14.12.2001. Infatti i contenuti di detta nota sono stati pienamente assolti, nel rispetto di quanto stabilito dall'Accordo, come altresì concordato con le Province in data 20.12.2001, riguardo all'applicazione delle progressioni orizzontali, di cui l'Amministrazione regionale si è fatta ulteriormente carico. Già nell'Accordo del 24.09.2001, al punto B) SALARIO ACCESSORIO E DI PRODUTTIVITA''' si poneva riserva di individuare criteri e modalità di liquidazione dei vari istituti contrattuali previsti per i dipendenti regionali, se ed in quanto compatibili, ed in caso contrario la diversa applicazione sarebbe dovuta risultare negli accordi decentrati degli enti locali.
2. Il personale trasferito ad altre Amministrazioni dipende giuridicamente ed economicamente dalle medesime a decorrere dal 04.04.2002; ragione per cui la data del 30.06.2002, fissata dalla DGR n. 639/2002, prevedeva già una deroga alla corretta modalità di gestione del personale trasferito. Tale deroga, ritenuta necessaria al fine di permettere un graduale ed ordinato passaggio dei dati utili alle Province per la gestione contabile degli stipendi, era stata preventivamente concordata con le Amministrazioni Provinciali. Sulla base di quanto convenuto, gia in data 05.04.2002 tutti i dipendenti interessati ai trasferimento venivano informati sulla necessità di prestare la dovuta attenzione nella compilazione del Mod. 730, ai fini di una corretta indicazione dei nuovi sostituti d'imposta (Province), per eventuali conguagli che il datore di lavoro avrebbe dovuto effettuare nel mese di luglio. Le richieste di rinvio presentate in primis da alcuni ex dipendenti e fatte proprie, successivamente, dalle OO.SS. sono pervenute nella seconda decade del mese di giugno. Un accoglimento delle medesime, non sostenuto tra l'altro da specifiche richieste degli Enti delegati, avrebbe potuto comportare anche complicazioni di carattere fiscale.
3. La Regione Marche ha garantito e garantirà il rispetto delle disposizioni derivanti dalle leggi di conferimento di funzioni nn. 10 e 13 del 1999, come disciplinate dall'Accordo del 24.09.2001.
4. Si ribadisce che la Preintesa non è modificativa dell'Accordo del 24.09.2001. Si ritiene infatti che la medesima vada a puntualizzare i criteri e le modalità di liquidazione dei vari istituti contrattuali alle Province che, a loro volta, se necessario, procederanno ad integrare i rispettivi accordi decentrati per fare in modo che agli ex dipendenti regionali trasferiti per le funzioni conferite, vengano garantite le differenze economiche derivanti dal salario accessorio e di produttività, percepito in qualità di dipendente provinciale, rispetto a quello in godimento da parte dei dipendenti regionali. L'integrazione dell'Accordo è infatti stata richiesta espressamente dall'UPI Marche con nota del 13.06.2002 a specifica e chiarimento dell'Accordo stesso. Infatti le Province in data 13.06.2002 hanno richiesto precisazioni, come da documento che si allega.
Poiché si andava ad integrare un Accordo, l'Assessore al Personale ha ritenuto necessario di promuovere un incontro congiunto con le Province, RSU regionale e le OO.SS. confederali, perché il personale in questione non era più dipendente regionale. Tale integrazione risultava necessaria in quanto alcune Amministrazioni provinciali non avevano ancora provveduto a recepire l'Accordo così come sottoscritto in data 24.09.2001. Si precisa, inoltre, che lo stesso era condizionato all'approvazione da parte delle medesime Amministrazioni provinciali, anche se sul testo la Conferenza Regionale delle Autonomie aveva espresso parere favorevole nella seduta del 01.10.2001. Con la Preintesa sono state, quindi, parzialmente accolte le richieste formulate dall'UPI Marche estendendo peraltro, per quanto riguarda la storicizzazione della spesa, la valenza dell'Accordo del 24.9.2001 al triennio 2001-2003. Le Province in tale contesto si sono impegnate a recepire con apposito provvedimento l'Accordo del 24.09.2001, così come integrato dalla Preintesa. Ciò consentirà di uscire da una situazione di stallo che bloccava la firma dei contratti individuali di lavoro degli ex dipendenti regionali con le Province di riferimento e consentire l'effettiva attribuzione ai dipendenti trasferiti dei benefici previsti dall'Accordo del 24.09.2001, che altrimenti potevano essere disattesi dalle Province in quanto, come dianzi specificato, non firmatarie dell'Accordo medesimo. Si evidenzia infine che nel documento integrativo le parti danno atto che il personale in questione è pienamente inserito nel sistema di classificazione dei dipendenti provinciali con tutti i benefici derivanti dai rispettivi accordi decentrati, opportunamente integrati, così come definito dall'Accordo del 24.09.2001 e dalla stessa Preintesa.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Pistarelli, per dichiararsi soddisfatto o meno.

FABIO PISTARELLI. Assessore, la sua risposta ruota tutta attorno ad un concetto: la pre-intesa è di integrazione dell'accordo del settembre 2001, però io mi pongo un interrogativo: perché il personale non ha capito, nella quasi totalità, questo tipo di passaggio, questo tipo di lettura della pre-intesa, anzi ha letto la pre-intesa come sconfessione dell'accordo del settembre 2001? Se la cosa è così chiara, mi sembra strano che centinaia di dipendenti abbiano firmato appelli per interessare lei personalmente e tutta una serie di altri dirigenti — il Presidente della Giunta, il dirigente del servizio organizzazione — per dire "fermi tutti, on ci siamo, siamo su una strada sbagliata, almeno proroghiamo il termine del mese di giugno fino a dicembre". Lei ha poi riferito che non si può fare per motivi fiscali o per complicanze contabili. Il problema politico mi pare che permanga, cioè o siamo nella fase di una grande questione basata sul nulla, perché in realtà siamo tutti protesi, la Giunta sta facendo il massimo, le Province collaborano non appieno, il personale pertanto deve stare tranquillo, oppure siamo effettivamente di fronte ad una questione che in più di un aspetto ha riguardato, in sostanza, una modificazione della posizione della Regione, o per meglio dire un non impegno da parte della Regione affinché le Province avessero potuto recepire quanto stabilito con il nostro personale che si stava trasferendo. Lei dice "la pre-intesa serve proprio a coinvolgere le Province". Ma se la pre-intesa non è in maniera completa ossequiosa dell'accordo sindacale del settembre 2001, allora è chiaro che non si può parlare di coinvolgimento delle Province ma di una nuova trattativa, completamente diversa. Tant'è che vi è stato un nuovo tavolo sindacale che, invece di convocare i rappresentanti sindacali degli ex uffici del genio civile, si sono convocati i rappresentanti regionali. Un nuovo tavolo, nuova trattativa, nuovi accordi. Questa è stata la lettura che è stata data da parte del personale, una lettura che convince anche me, leggendo i documenti, cioè si è riaperta una discussione e si è mediato su quello che deve fare la Regione, può fare la Regione, deve fare la Provincia, può fare la Provincia.
In questo senso ritengo che il personale sia stato ingannato nel momento più delicato, quello della scelta se passare al ruolo delle Province oppure se rimanere nel ruolo unico regionale come poteva essere facoltà del personale stesso al momento dei trasferimenti delle funzioni.
Nella nel merito del trasferimento delle funzioni non entro, perché è vero che la sigla di un contratto significa incorporare quel dipendente nel ruolo della Provincia in maniera integrale, ma è altresì vero che quel dipendente deve vedere rispettati la sua personalità, la sua funzione, il suo ruolo, quanto negli anni ha acquisito come esperienza, perché già eravamo nel decentramento e si chiamava "ufficio decentrato opere pubbliche e difesa del suolo", già la Regione aveva svolto una funzione di avvicinamento verso il territorio, la Provincia doveva servire solo ad integrare determinate strutture provinciali ma non a fagocitare la nostra struttura per distribuire e disperdere tutto il personale in mille rivoli di funzioni che fanno perdere la funzione centrale degli ex uffici del genio civile.
Su questo ritorneremo, perché è un aspetto eminentemente politico. Contrattualmente e sindacalmente io ritengo che la sua risposta sia non completamente soddisfacente perché lei sostiene la tesi della pre-intesa del giugno, integrativa dell'accordo sindacale di settembre 2001; in realtà la gran parte del personale ritiene che questa pre-intesa sia stata una riapertura del tavolo di trattativa contrattuale, riapertura dei termini economici, di mansione ecc. per il trasferimento del personale, trattativa che invece era stata già chiusa a settembre 2001. La Regione si doveva impegnare a far rispettare alle Province e a rispettare i propri impegni nel momento in cui gli impegni si condensavano nel nuovo contratto di lavoro. Pertanto invito l'assessore e il presidente a controllare bene quello che sta avvenendo in questi giorni e in queste settimane, soprattutto a fare in modo di coinvolgere i tavoli provinciali, rappresentanze sindacali provinciali, perché le stesse sono state bypassate da un tavolo regionale che ha visto la presenza di responsabili regionali delle strutture sindacali, per verificare direttamente con loro, magari con una convocazione ad hoc, il rispetto o il mancato rispetto, come abbiamo sostenuto, degli accordi di settembre.





Proposta di legge (Discussione e votazione): «Razionalizzazione ed ammodernamento della rete di distribuzione dei carburanti per uso di autotrazione» Giunta (120)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la proposta di legge n. 120 ad iniziativa della Giunta.

GILBERTO GASPERI. Presidente, non trattiamo l'interpellanza n. 50?

PRESIDENTE. Non riusciamo, perché ci porta via un'ulteriore mezz'ora. (Interruzione). Mi ha chiesto lei di non trattarla. Dopo un'ora di atti ispettivi non si può continuare con gli stessi.
Per quanto riguarda la proposta di legge n. 120 è prevista la relazione di maggioranza da parte del consigliere Tontini, ma non è in aula.

LUIGI VIVENTI. Presidente, posso intanto svolgere la relazione di minoranza.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

LUIGI VIVENTI. Ho chiesto al Presidente di poter parlare. Avrei dovuto parlare dopo Tontini, ma non essendo in aula parlerò adesso, anche perché, obiettivamente, debbo dire che su questo argomento...

FABIO PISTARELLI. Presidente, il regolamento impone che si faccia prima la relazione di maggioranza.

PRESIDENTE. Ha chiesto il consigliere Viventi di anticipare la sua relazione.

LUIGI VIVENTI. Abbiamo lavorato in Commissione sul testo di questa legge...

GILBERTO GASPERI. Viventi ha chiesto, ma è stato costretto... Però non si può andare avanti prendendo sempre il regolamento in funzione della maggioranza o della minoranza.

PRESIDENTE. Io invito invece i consiglieri a stare in aula, è tutto lì il problema.
Consigliere Viventi, prosegua.

LUIGI VIVENTI. Stavo dicendo che c'è una possibilità che io parli come relatore di minoranza in assenza del relatore di maggioranza in maniera logica, perché abbiamo collaborato insieme per la stesura dell'articolato di questa legge e abbiamo trovato unanimità di consensi in Commissione e unanimità di rapporti tra di noi. La proposta di legge regionale scaturisce dalla necessità di regolamentare il settore della distribuzione dei carburanti a seguito delle disposizioni contenute dal D. Lgs. 32 del 1998. Tale norma ha di fatto rivoluzionato la metodologia relativa alla concessione delle licenze per l'installazione di impianti relativi alla distribuzione di carburanti per autotrazione e introdotto un nuovo sistema autorizzativo con competenza comunale al posto di quello concessorio ministeriale che era precedentemente in vigore.
L'atto che viene sottoposto oggi all'approvazione di questo Consiglio si prefigge lo scopo di razionalizzare ed ammodernare il sistema per renderlo più efficiente e per rendere più efficiente tutto l'apparato distributivo e ottenere delle economie di scala che si tramutino in riduzione dei costi dei prezzi al consumo.
In primo piano è stata posta anche la necessità di una salvaguardia delle zone interne che solitamente sono pi disagiate rispetto a quelle costiere dove si assiste ad una maggiore concentrazione, quindi credo che anche questo argomento sia stato opportunamente inserito nel dispositivo della legge.
E' stata poi per me una cosa sicuramente molto gradita la possibilità presa in considerazione dalla legge di avviare la sperimentazione e, di seguito, la commercializzazione, di combustibile di origine vegetale. l'argomento per me è particolarmente gradito perché alcuni mesi fa ho presentato una proposta di legge regionale tendente a sviluppare proprio l'utilizzo del biodiesel. Vorrei approfittare di questa opportunità per chiedere al Presidente del Consiglio se è in grado di velocizzare l'iter di questa proposta di legge, che a questo punto bene si combina anche con la legge che andremo ad approvare quest'oggi.
La proposta traccia le linee guida generali, stabilisce quali sono le funzioni dei Comuni, come devono essere effettuati la vigilanza, la verifica, i collaudi degli impianti, oltre a prevedere sanzioni per gli inadempienti. Viene poi previsto che la Regione effettui un monitoraggio della consistenza e della dinamica della rete distributiva regionale. I compiti di analisi e di formulazione di proposte vengono attribuiti ad una commissione consultiva regionale appositamente istituita.
All'art. 2 del testo è previsto inoltre che le disposizioni della legge vengano rese operative con l'approvazione del regolamento che provvederà, tra l'altro, a specificare in maniera più dettagliata, ovviamente, le caratteristiche degli impianti, la fascia di orario di apertura, le turnazioni ecc.
Come dicevo in apertura del mio intervento, la condivisione delle finalità e degli obiettivi da raggiungere ha permesso una collaborazione fattiva con il relatore di maggioranza e ha consentito di giungere, ritengo, ad un testo che soddisfi le esigenze sia dei cittadini marchigiane che degli operatori del settore.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Tontini, relatore di maggioranza.

ROBERTO TONTINI. Il relatore di minoranza, che ringrazio per il contributo apportato ai lavori che la Commissione tutta insieme ha svolto relativamente a questa proposta di legge, ha già evidenziato parte del lavoro svolto che ha portato all'approvazione di questa proposta da parte della Commissione all'unanimità. Le finalità sono quelle di un ammodernamento della rete di distribuzione dei carburanti, della riduzione del numero e della qualificazione, senza che questo comporti il rischio di lasciare alcuni territori sguarniti del servizio, l'eliminazione degli impianti pericolosi per la loro ubicazione e in particolare l'allontanamento di questi impianti dai centri storici, la realizzazione di una rete equilibrata su tutto il territorio nazionale che, per le caratteristiche e le modalità di adeguamento favorisca anche una diversa competitività, quindi anche un abbassamento dei costi e dei prezzi.
Queste sono le finalità che muovono la nostra proposta di legge, in sintonia con le finalità e gli indirizzi nazionali definiti nel decreto ministeriale del 31 ottobre 2001, che fissa per la prima volta i criteri generali ai quali le Regioni potevano, nella loro autonomia fissata dal titolo V della Costituzione avvalersi, così come è avvenuto anche per quanto riguarda la nostra Regione.
Questa proposta di legge è stata frutto anche di una serie di confronti a livello interregionale e la successiva approvazione, che sta avvenendo quasi contestualmente in tutta la regione delle varie leggi regionali, sta configurando un vero e proprio piano nazionale della rete carburanti.
Questa proposta di legge tra l'altro si inserisce in un quadro nazionale che con decreto legislativo n. 32 del 1998 fa i conti con una modifica importante, cioè la trasformazione da regime concessorio a regime autorizzativo che favorisce sicuramente una maggiore dinamicità di questo settore, la possibilità di avere elementi di maggiore concorrenza all'interno di questo settore, comportando questo di per sé la facilitazione anche del contenimento dei prezzi e dei costi.
Particolare attenzione si è avuta, proprio per queste caratteristiche, per il fatto che oggi non sono più concessioni che vengono rilasciate ma autorizzazioni e queste sono rilasciate da parte dei Comuni, nella predisposizione della legge alla individuazione della disciplina urbanistica per il rilascio delle autorizzazioni e anche e soprattutto della disciplina urbanistica relativamente a tutti gli impianti e attività accessorie che vengono rese possibili all'interno delle reti di distribuzione. Questo per favorire un maggiore livello di servizi all'utenza, al di là dell'erogazione del carburante, per facilitare anche un reddito che viene non soltanto dalla erogazione del carburante ma da un insieme di servizi dati all'utenza che si rivolge all'impianto di distribuzione, anche qui favorendo una dinamica differente che va nella direzione del contenimento dei prezzi.
Nel definire le attività accessorie possibili all'interno della rete di distribuzione si è però posta piena attenzione al fatto che questo non vada a interferire o a scompaginare il mercato della rete dei servizi, tanto è vero che la possibilità di inserire deroghe, non rende queste autonome dalla rete, nel senso che non sono trasferibili queste attività al di là della vita o della morte della rete di distribuzione, quindi non potranno costituire un mercato a sé che potrebbe andare a incidere nel mercato dei servizi accessori: mi riferisco a ristorazione, bar, posti letto ecc.
E' stato proficuo il lavoro della Commissione che ci ha permesso, fatte tutte le audizioni con i soggetti interessati — le compagnie petrolifere, le compagnie di distribuzione, le compagnie di gestione, le rappresentanze delle organizzazioni economiche e sociali — di integrare la proposta regionale all'unanimità, come Commissione, inserendo tre elementi importanti.
Una particolare attenzione abbiamo voluto inserire nella legge, viste le caratteristiche orografiche della nostra regione, al fatto che questa legge di razionalizzazione non ci facesse correre il rischio di sguarnire le zone montane. Infatti vengono previste deroghe facilitative per le zone montane, per fare in modo che non rimangano sprovviste di distributori. E' stata reinserita, con finalità diverse rispetto a quelle precedenti, una commissione consultiva della quale fanno parte le associazioni di categoria maggiormente rappresentative a livello regionale, che avrà il compito di monitorare insieme al servizio, annualmente, l'applicazione di questa legge e l'esito dell'applicazione di questa legge. Terza questione, ma non per importanza, anzi credo che sia la cosa più rilevante, attraverso questa legge siamo forse la prima Regione a livello nazionale che renderà possibile l'erogazione del biodiesel all'interno di qualsiasi impianto di distribuzione carburante del nostro territorio. Tengo a sottolineare questo con forza, perché probabilmente, da quello che mi risulta da un'indagine fatta, saremo la prima Regione che renderà possibile ciò. L'abbiamo fatto applicando il titolo V della Costituzione che ci attribuisce questa come materia esclusiva e ci ha permesso di inserire in questa legge la possibilità, per le reti di distribuzione di carburanti della nostra regione, per chi lo volesse fare, compatibilmente con il contingentamento nazionale che abbiamo per questo tipo di carburante, di erogare il biodiesel.
Fino a prima dell'approvazione di questa legge questo non era possibile se non per le reti private di distribuzione, cioè per le municipalizzate, per coloro che hanno impianti di distribuzione ad uso privato, non in quanto rivendite.
L'articolo 1 riguarda le finalità. All'art. 2 abbiamo aggiunto, al punto g), l'incentivazione dell'uso di prodotti a basso contenuto inquinante, dei carburanti alternativi e delle energie rinnovabili, che trova una diretta applicazione in questo momento nel biodiesel ma che può essere allargato anche ad altre fonti alternative che si affacciassero nel mercato. Viene definito quali debbano essere le caratteristiche del regolamento che successivamente verrà approvato. Anche qui abbiamo inserito una novità importante che va anche nella direzione di un diverso e rinnovato rapporto tra Giunta e Consiglio nel momento in cui si definisce che il regolamento deve essere sottoposto al parere della Commissione che ha il compito di raccogliere e audire pareri delle organizzazioni di rappresentanza. Quindi abbiamo inserito, nella proposta, un elemento di novità nel rapporto anche delle funzioni tra Giunta e Consiglio in quanto questa legge stabilisce che sarà il Consiglio a fare le audizioni nell'esprimere il parere sul regolamento, evitando un doppione e facilitando i tempi di tutto questo. In questo articolo è stata inserita l'agevolazione per le zone montane delle quali ho già detto.
Da ultimo mi soffermo sull'articolo 12 che riguarda le norme transitorie, nelle quali abbiamo reso possibile da subito, anche prima che venga approvato il regolamento, di rendere vendibile il biodiesel all'interno della rete. L'abbiamo volutamente inserito nelle norme transitorie per rendere da subito possibile questa che abbiamo chiamato una sorta di "sperimentazione" non sul merito della qualità del carburante che è già stato sperimentato, ma relativamente agli esiti degli accordi internazionali ed europei che fanno seguito agli accordi di Kyoto sul biodiesel, che renderà possibile da subito la possibilità di vendere questo carburante.
Nel rinnovare il ringraziamento a tutti i commissari che hanno collaborato alla proposta di legge, rammento all'aula con piacere che questo provvedimento è stato licenziato dalla Commissione all'unanimità.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Gasperi.

GILBERTO GASPERI. In Commissione sono stati portati diversi emendamenti a questa proposta di legge, una parte dei quali presentati dal sottoscritto. In modo particolare le audizioni sono state da me chieste, perché noi facevamo audizioni con i proprietari dei distributori e non, nel caso del biodiesel, con i produttori. La nostra regione ha un produttore di biodiesel, nella provincia di Pesaro, che per quantitativo è il primo a livello nazionale. Già la Regione Umbria ha impostato, in un impianto la distribuzione del biodiesel che viene dato su iniziativa autonoma di un distributore.
Sono perfettamente d'accordo con questa proposta di legge, perché riesce a dare una risposta concreta alle esigenze del territorio marchigiano, anche se, come era stato indicato da Confcommercio — questa è una carenza tipica del legislatore — quando entriamo nel merito, nella discussione di un'attività economica non conosciamo in concreto la realtà economica stessa nel territorio. Faccio riferimento a quanto inviato dalla Confcommercio la quale affermava che: "Prima ancora di definire le norme utili alla razionalizzazione è necessario conoscere lo status quo dell'attuale rete regionale: numero, tipologia di impianti presenti, nonché definizione dei bacini di utenza e aree omogenee".
Ritengo però che, nonostante questa nota che ha una sua filosofia e una sua certezza, questa proposta di legge è idonea, ma soprattutto dà delle risposte concrete, in modo particolare anche rispetto all'utilizzo di sostanze nuove che in questo Consiglio erano già state indicate quando, nella precedente legislatura, si doveva parlare dei prodotti energetici. Relatore era il verde D'Angelo e ancora non erano conosciuti i prodotti energetici che riguardano il biodiesel. C'è una proposta anche a livello nazionale, nella quale si invita a produrre piante oleose in quei terreni cosiddette set-a-side i quali percepiscono contributi dall'Ue. Nel caso in cui producessero semi oleosi non avrebbero gli emolumenti del set-a-side ma nello stesso tempo darebbero direttamente alle aziende che producono il biodiesel un quantitativo a prezzi più bassi, proprio perché la redditività su quei terreni già esiste.
Un'esperienza che è stata fatta direttamente dalla Provincia di Pesaro, perché la sua azienda municipalizzata già utilizza per la maggior parte dei mezzi di trasporto, diesel mescolato con una percentuale superiore al 5% di semi oleosi che produce impatto ambientale inferiore. Non abbiamo potuto indicare, per evitare uno scontro con certe realtà, l'utilizzo da parte dei mezzi pubblici nell'ambito dei centri storici questo carburante, proprio perché l'uso del biodiesel permette di avere impatti notevolmente inferiori, creando problematiche, in modo particolare nell'ambito dei centri storici, notevolmente sopportabili da parte della popolazione.
Le proposte che sono state apportate, sia dalla maggioranza che dall'opposizione, sono state fatte proprio dalla Commissione, dandoci la possibilità di costruire un testo che è stato già ampiamente lodato sia dalla maggior parte delle associazioni sia anche dai produttori del biodiesel, proprio perché ci darà la possibilità di utilizzare questo prodotto direttamente alla pompa, cioè il consumatore marchigiano avrà la possibilità di effettuare la scelta di un prodotto o di un altro.
Diceva bene il relatore di minoranza quando affermava che non siamo nelle condizioni di dover ricorrere alla sperimentazione, proprio perché su questo prodotto le sperimentazioni sono già state fatte a livello di competizione, nell'ambito delle gare, quindi c'è una realtà così ampia che ci permette di aver già dato risposte al mercato con l'utilizzo di questi prodotti.
L'unico problema riguarda il quantitativo, perché a livello europeo noi siamo soggetti a contingentamento, in quanto lo Stato non può pensare di ricorrere ad un incremento, altrimenti le stesse aziende che producono e vendono olio minerale potrebbero tranquillamente abbassare il prezzo, perché sul biodiesel i costi di produzione sono elevati, al di sotto dei quali non c'è più convenienza. La convenienza deriva dal fatto che una parte di accisa su questo prodotto è inferiore rispetto a quella sugli oli minerali. Quindi il limite è quel quantitativo che ci viene imposto a livello di Ue. L'unica battaglia che dovremmo fare è quella per poter avere un aumento da parte dell'Ue, non solamente per l'Italia ma anche per gli altri Paesi, perché a sua volta l'Italia è la nazione che ha un quantitativo basso di produzione biodiesel.
Per il lavoro fatto, Alleanza nazionale è favorevole all'approvazione di questa proposta di legge.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Procaccini.

CESARE PROCACCINI. Questo atto, seppure settoriale rispetto alla problematica delle rete dei carburanti, tuttavia si iscrive all'interno del "decreto Bersani" che a suo tempo impose la liberalizzazione degli impianti di distribuzione dei carburanti, ma fu una distribuzione senza regole, tant'è che molti impianti dovettero chiudere, soprattutto quelli più piccoli, in virtù dell'utenza che non avevano sul territorio e quindi della mancata "competizione". Il mercato ha falcidiato anche nelle Marche la rete dei distributori, tant'è che in maniera opportuna, anche su nostra proposta, la Regione intervenne con aiuti ai piccoli Comuni per mantenere sul proprio territorio alcuni impianti o l'unico impianto che sarebbero scomparsi rispetto a questa liberalizzazione. Talvolta, anzi quasi sempre, nei comuni con difficile percorribilità viaria anche il distributore di carburante rappresenta un elemento di pubblica utilità.
Debbo dare atto alla Giunta regionale, ma anche ai funzionari del servizi commercio che hanno seguito questo problema, che la nostra Regione è stata all'avanguardia nel seguire in tempo reale un problema complesso, difficile, che ha su di sé interessi enormi che spesso sfuggono o addirittura sovrastano le istituzioni. Quindi questa proposta, in continuità con quello che dicevo poc'anzi, rinnova, ammoderna la rete della distribuzione di carburanti, ne verifica le caratteristiche e i requisiti. Infatti possiamo dire che anche attraverso questa legge i singoli impianti di carburanti si equiparano a piccoli autogrill, a stazioni di servizio a tutti gli effetti, ovviamente se avranno i requisiti previsti dalla presente legge. Ma questo miglioramento, questo adeguamento necessario, anzi indispensabile, se non calibrato, se non verificato con serietà e con oggettività può creare problemi, rischia di creare problemi, perché interviene non solo e non più sulla rete dei distributori bensì investe il campo del commercio classico, tradizionale, generale. In pratica, attraverso questa legge le stazioni di servizio potranno avere dei bar, delle rivendite di giornali e così via, quindi si creerà una concorrenza nella concorrenza. Ma il punto significativo della legge è quello che prevede l'incentivazione, la sperimentazione senza limiti, se non quelli imposti dalle norme europee e nazionali, della diffusione di prodotti a basso inquinamento e più in particolare del cosiddetto biodiesel che può rappresentare, anche per le Marche, non un modello alternativo rispetto a quello che conosciamo, tuttavia potrebbe rappresentare, se sviluppato anche attraverso questa legge, una ulteriore occasione di sviluppo, di incentivazione non solo di produzioni che non inquinano ma anche di posti di lavoro.
Sono queste le caratteristiche più importanti della legge, che appunto si iscrive in un quadro normativo ancora in evoluzione nel quale le Marche sono all'avanguardia. Sono anche questi i motivi per i quali i comunisti italiani voteranno questa proposta.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Avenali.

FERDINANDO AVENALI. Concordo con le cose che hanno detto i colleghi che mi hanno preceduto, nel senso che il lavoro fatto per quanto riguarda la rete di distribuzione dei carburanti nella nostra regione è stato di merito, positivo, credo che peraltro abbiamo anche apportato modifiche importanti e sostanziali alla proposta di legge venuta dalla Giunta che pure era condivisibile nello spirito fondamentale, in particolare per quanto riguarda l'attivazione di distributori per l'utilizzo anche dei nuovi carburanti, a partire dal biodiesel sul quale c'è già una sperimentazione in fase abbastanza avanzata autorizzata dalla Ue e dallo Stato italiano. Credo che questo sia un fatto estremamente positivo. E' vero che in Umbria c'è stata qualche autorizzazione, ma non c'è una legge che preveda la possibilità di installare distributori di questi nuovi carburanti a partire dal biodiesel, quindi credo che con questo atto si sia andati in termini ufficiali alla possibilità di utilizzazione di nuovi carburanti.
Abbiamo un problema di utilizzo di risorse energetiche per quanto riguarda l'autotrazione; trovare fonti alternative meno inquinanti credo sia un elemento estremamente importante e positivo che si ricollega anche alla questione agricola, perché per fare carburanti potremo utilizzare materia prima proveniente dall'agricoltura, tenendo conto dei processi di trasformazione che nel settore ci sono e che ci dovranno essere in futuro anche in ragione della nuova politica comunitaria. Quindi, anche tenendo conto di questo fatto credo che la proposta di legge sia molto importante, positiva, che può dare risposte sia alla riorganizzazione del sistema distributivo dei carburanti, sia dell'utilizzo di nuovi prodotti.
Per tale ragione sono soddisfatto del dibattito che c'è stato in Commissione, del lavoro fatto dai relatori di maggioranza e di minoranza, credo che sia lo spirito giusto per portare avanti delle leggi che vanno nella direzione di un processo riformatore anche in questi comparti.
Per queste ragioni invito il Consiglio ad approvare la proposta di legge e sicuramente ci sarà un voto positivo del gruppo Ds.

PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli articoli.
Articolo 1. Lo pongo in votazione.

(Il Consiglio approva)

Articolo 2. Lo pongo in votazione.

(Il Consiglio approva)

Articolo 3. Emendamento a firma Favia. Se non passa decade l'emendamento n. 2. Lo pongo in votazione.

(Il Consiglio non approva)

Pongo in votazione l'articolo 3.

(Il Consiglio approva)

Articolo 4. Lo pongo in votazione.

(Il Consiglio approva)

Articolo 5. Lo pongo in votazione.

(Il Consiglio approva)

Articolo 6. Emendamento n. 3 a firma Giannotti e altri. Ha la parola il consigliere Cesaroni.

ENRICO CESARONI. Chiediamo di eliminare i seguenti punti: "aggiunta di distributori per prodotti già autorizzati". Siccome il collaudo degli impianti è un'operazione che richiede tempi lunghi e soprattutto costi superiori rispetto al passato, l'emendamento ha lo scopo di snellire le procedure.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Tontini.

ROBERTO TONTINI. L'emendamento è stato già respinto dalla Commissione. Le motivazioni sono legate al fatto che qui si interviene relativamente al collaudo che attiene alle norme di sicurezza e sanitarie, togliendo aspetti che invece sono di rilevanza sia rispetto alla sicurezza che alla sanità riguardanti nuovi serbatoi, nuovi prodotti da erogare che come tali non si possono far passare sotto una semplificazione amministrativa, perché l'installazione di un nuovo serbatoio è una cosa che va collaudata sotto il punto di vista della sicurezza. Questo era già stato oggetto di discussione anche in Commissione.

PRESIDENTE. Pongo in votazione l'emendamento.

(Il Consiglio non approva)

Emendamento 3 bis a firma Avenali, che ha la parola per illustrarlo.

FERDINANDO AVENALI. E' un emendamento puramente tecnico che abbiamo proposto come Commissione.

PRESIDENTE. Pongo in votazione l'emendamento.

(Il Consiglio approva)

Pongo in votazione l'articolo 6 come emendato.

(Il Consiglio approva)

Articolo 7. Lo pongo in votazione.

(Il Consiglio approva)

Articolo 8. Lo pongo in votazione.

(Il Consiglio approva)

Articolo 8 bis. Lo pongo in votazione.

(Il Consiglio approva)

Articolo 9. Emendamento n. 4 a firma Cesaroni e altri.
Ha la parola il consigliere Cesaroni.

ENRICO CESARONI. Risultanze negative conseguenti alla sperimentazione esistono già (vedi allegato), stranamente messe a tacere, per cui occorrerebbe almeno attendere l'esito delle controprove. In breve si tratta dei risultati di una sperimentazione effettuata dal Comune di Bologna e dall'azienda trasporti sulle emissioni inquinanti di vari combustibili tra cui le miscele di gasolio e biodiesel in collaborazione con organi autorevolissimi quali Enea, Ministero dell'Ambiente, Arpa e Cnr. L'esito di queste prove è stato quello di appurare che le tanto sbandierate virtù ecologiche delle miscele di gasolio con biodiesel sono del tutto infondate, anzi sono maggiormente inquinanti rispetto al gasolio tradizionale. In secondo luogo il biodiesel è un prodotto contingentato, con produzioni ancora modeste, attualmente utilizzato quasi esclusivamente dalla pubblica amministrazione, per cui non si vede come si possa attivare una sperimentazione sugli impianti della rete ordinaria, anche in considerazione dei rilevanti lavori di adeguamento (doppia cisterna e secondo erogatore di gasolio) che si renderebbe necessaria. In terzo luogo si verrebbero a creare rischi di possibili frodi fiscali conseguenti all'utilizzo di questo prodotto alternativo al gasolio, ma che ha colorazione diversa da quella del gasolio tradizionale.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Giannotti.

ROBERTO GIANNOTTI. Bisognerebbe seguire le linee guida concordate con la Conferenza unificata Stato-Regioni-Autonomie locali. Non ci sembra che la Commissione l'abbia fatto.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Tontini.

ROBERTO TONTINI. In verità l'emendamento proposto non contrasta con l'articolato. E' la riproposizione delle norme nazionali fissate nel regolamento dell'ottobre del 2001. In realtà la Conferenza delle Regioni, successivamente, nell'applicazione di quell'articolato ha fatto passi avanti e la nostra Regione, così come altre, hanno interpretato nell'art. 9 quelle indicazioni in modo più specifico.
Per queste motivazioni la Commissione ha respinto l'emendamento.

PRESIDENTE. Pongo in votazione l'emendamento.

(Il Consiglio non approva)

Emendamento n. 5. Ha la parola il consigliere Cesaroni.

ENRICO CESARONI. Noi riteniamo grave dichiarare incompatibili quegli impianti che hanno effettuato lavori di modifica o magari di potenziamento successivamente al 30.6.1998. Infatti questi lavori sono soggetti a collaudo da parte delle competenti autorità (vedi vigili del fuoco, Regione e Comune), pertanto non si comprende come si possa dichiarare incompatibile quell'impianto che dispone di regolare collaudo, successivamente ai termini previsti dal citato decreto per la verifica da parte del Comune dell'incompatibilità.
Questo emendamento ritengo sia giusto nei confronti degli impianti che hanno avuto modifiche dal 1998 ad oggi.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Gasperi.

GILBERTO GASPERI. Do un parere favorevole all'emendamento. Dicendo "sono comunque considerati compatibili quegli impianti che non sono stati dichiarati incompatibili ai sensi dell'art. 1, comma 5 della legge 32/98 e successivamente al 30 giugno siano stati sottoposti a collaudo con esito positivo", non si fa altro che riconoscere qualcosa che già è stato riconosciuto idoneo nell'ambito di un collaudo già effettuato dalle competenti autorità. Eventualmente si potrebbe suggerire un subemendamento in modo che questi impianti possano avere una durata di ics tempo, magari una proroga per cinque anni, perché ci possono essere situazioni particolari, soprattutto nei centri storici o nei piccoli centri. Questa è una piccola ricerca che ho fatto attraverso telefonate. Non va assolutamente a stravolgere, caso mai si può suggerire di fare un subemendamento per un certo numero di anni, non definitivamente, perché non stravolge assolutamente la legge ma garantisce la possibilità, in modo particolare nei centri storici, di quello che ho detto.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Tontini.

ROBERTO TONTINI. Alcune delle sollecitazioni che faceva il collega Gasperi vanno al di là della discussione che abbiamo fatto in Commissione anche su questo emendamento e che insieme abbiamo respinto, compreso il collega Gasperi medesimo, per due motivazioni. Primo, per evitare che si possano definire trattamenti diversi tra Comuni che hanno rispettato già la precedente legge in termini di verifica di compatibilità e altri che non l'hanno rispettata, ma soprattutto per il fatto che la verifica di compatibilità è di tipo urbanistico, non legata alla sicurezza. Il collaudo che viene individuato come l'elemento per attribuire la delega viene fatto relativamente alle norme di sicurezza di quell'impianto, mentre invece la compatibilità a cui fa riferimento la verifica richiesta dall'articolo è una compatibilità di tipo urbanistico, quindi con una compatibilità di sicurezza non possiamo superare una compatibilità urbanistica. Si verificherebbe che un impianto in regola dal punto di vista della sicurezza, non lo è da un punto di vista urbanistico perché si trova in mezzo a un incrocio, quindi pericoloso; oppure potrebbe trovarsi nel centro storico, e lo spirito della legge prevede che vengano allontanati.
Inoltre si potrebbero verificare delle disparità tra Comuni che hanno proceduto nel tempo a fare verifiche e quindi si sono comportati bene e Comuni che per loro motivi non hanno proceduto alla verifica, per cui avremmo degli impianti uguali trattati in modo differente.
Per queste motivazioni anche questo emendamento è stato rigettato dalla Commissione all'unanimità.

PRESIDENTE. Pongo in votazione l'emendamento.

(Il Consiglio non approva)

Pongo in votazione l'articolo 9.

(Il Consiglio approva)

Articolo 10. Lo pongo in votazione.

(Il Consiglio approva)

Articolo 11. Lo pongo in votazione.

(Il Consiglio approva)

Articolo 12. Emendamento n. 6. Viene ritirato.
Pongo in votazione l'articolo.

(Il Consiglio approva)

Pongo in votazione il coordinamento tecnico.

(Il Consiglio approva)

Pongo in votazione la proposta di legge.

(Il Consiglio approva)



Proposte di legge (Discussione e votazione):
«Modificazioni alla tabella “A” allegata alla legge regionale 2 agosto 1984, n. 20: “Disciplina delle indennità spettanti agli amministratori degli enti pubblici operanti in materia di competenza regionale e ai componenti di commissioni, collegi e comitati, istituiti dalla Regione o operanti nell’ambito dell’Amministrazione regionale"» Amati, Agostini, Mollaroli e Luchetti (100)
«Modificazioni alla legge regionale 2 agosto 1984, n. 20: Disciplina delle indennità spettanti agli amministratori degli enti pubblici operanti in materia di competenza regionale e ai componenti di commissioni, collegi e comitati istituiti dalla Regione o operanti nell’ambito dell’Amministrazione regionale» Giannotti, Brini, Cesaroni, Ceroni, Favia, Grandinetti e Trenta (75)
«Modificazioni alla legge regionale 2 agosto 1984, n. 20: Disciplina delle indennità spettanti agli amministratori degli enti pubblici operanti in materia di competenza regionale ed ai componenti di commissioni, collegi e comitati istituiti dalla Regione o operanti nell’ambito dell’Amministrazione regionale» Giannotti, Brini, Cesaroni, Favia, Grandinetti e Trenta (110)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca le proposte di legge n. 100 ad iniziativa dei consiglieri Amati, Agostini, Mollaroli e Luchetti, testo base; n. 75 ad iniziativa dei consiglieri Giannotti, Brini, Cesaroni, Favia, Grandinetti e Trenta e n. 110 ad iniziativa dei consiglieri Giannotti, Brini, Cesaroni, Favia, Grandinetti e Trenta.
Ha la parola il relatore di maggioranza, consigliere Luchetti.

MARCO LUCHETTI. Signor Presidente, signori consiglieri, a seguito della presentazione delle proposte di legge nn. 75, 100 e 110 tutte relative a modifiche ed integrazioni da apportare alla legge regionale 2.8.1984, n. 20, in sede di esame dei rispettivi testi ci si è resi conto della necessità di attualizzare il testo di legge vigente inserendo automatismi di aggiornamento dei compensi e dei rimborsi spesa. Inoltre si è colta l'occasione per aggiornare l'elenco degli enti ed organismi aggiungendo quelli nuovi non compresi nelle tabelle vigenti e togliendo invece quelli le cui leggi di istituzione sono state abrogate.
Le indennità delle tabelle A e B sono state rivalutate sulla base degli indici Istat di aumento del costo della vita al dicembre 2001, fatte salve quelle di tutti gli Iacp, dell'Ente regionale per le manifestazioni fieristiche per i quali si è definito il trattamento economico più favorevole.
Per quanto riguarda l'aspetto finanziario dobbiamo rilevare che l'aumento dei costi derivante dall'approvazione di questa proposta di legge non comporta un ulteriore onere a carico della Regione rispetto a quanto stimato nel bilancio di previsione del 2002. Infatti, ferma restando l'attività degli organismi interessati a quella svolta nel 2001, considerato che al capitolo 1340128 del conto consuntivo 2001 risulta una somma impegnata pari a £. 922.456.744, possiamo valutare un maggior onere annuo di circa 203 milioni di vecchie lire, per un costo totale presunto per il 2002 di £. 1.126.000.000 pari ad euro 581.530,47. Questa somma è largamente inferiore a quella disponibile sul capitolo 10501105 del bilancio di previsione del 2002 pari ad euro 619.748,28.
Voglio sottolineare come queste proposte di legge hanno colto un malessere che da tempo serpeggiava rispetto agli enti interessati, in modo particolare quelli di cui alla tabella A, per cui i compensi che erano attribuiti e che non sono stati aggiornati l'ultima volta nel 1997, ovviamente non erano più adeguati neanche minimamente a quelle che erano le incombenze di carattere giuridico e di responsabilità patrimoniale che gli amministratori di questi enti vengono ad avere. Però, stante la difficoltà del nostro bilancio era chiaro che non si poteva far luogo ad aumenti consistenti, tanto che si è pensato che per tutta la tabella B e per larga parte della tabella A meno gli enti che ho citato si dovesse far luogo unicamente a un ritocco dell'indice Istat. Ecco perché la spesa è molto contenuta.
Gli unici enti che vengono ad avere degli aumenti molto limitati sono quelli della tabella A, segnatamente agli Iacp che hanno un bilancio autonomo e che fanno riferimento alle loro risorse per poter far fronte a questa questione.
Abbiamo fatto un grosso sforzo di ripulitura della normativa che risaliva al 1984, cercando di eliminare tutte le commissioni che non erano più in vita e abbiamo aggiornato con le commissioni originate dalle varie leggi che dal 1997 ad oggi hanno integrato le tabelle A e B della legge del 1984.
La proposta si compone di 6 articoli. Con l'art. 1 si sostituiscono le tabelle A e B della legge 20 del 1984. Con l'articolo 2 si è inserito un meccanismo automatico di aggiornamento dei compensi indicati nelle suddette tabelle: tale aggiornamento sarà effettuato ogni tre anni applicando gli indici dell'Istat di variazione del costo della vita, arrotondando la somma risultante ad un euro. Con l'art. 3 si è voluto vincolare la determinazione dei rimborsi forfettari, delle spese di viaggio e delle indennità di missione al contratto di lavoro dei dipendenti della Regione, pertanto nulla di particolarmente eclatante. Con l'art. 4 si è voluto riconoscere ai componenti di nomina regionale del comitato misto paritetico regionale per le servitù militari le disposizioni relative al rimborso spese che non era stato previsto nella sua istituzione. L'art. 5 estende anche ai componenti del comitato urbanistico regionale i criteri per la quantificazione forfettaria dell'indennità di missione così come applicata per i dipendenti regionali. Infine l'art. 6 indica la data di decorrenza delle due indennità.
Queste proposte di legge giacevano in Commissione da molti mesi. Credo che questo provvedimento riesca a riportare un po' di chiarezza in tutte le variegate questioni dei rimborsi spesa e dei compensi e penso che costituisca un punto di riferimento preciso, soprattutto di chiarezza, per quanto riguarda la commisurazione degli emolumenti per realtà delle varie commissioni e dei vari comitati che sono stati introdotti dalla legislazione durante tutti questi anni.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Giannotti.

ROBERTO GIANNOTTI. Forse avremmo potuto prendere un po' più di tempo per approfondire meglio questa questione e per valutare in maniera più adeguata il problema.
L'atto è stato licenziato dalla Commissione consiliare e noi non possiamo far altro che esaminarlo ed esprimere una valutazione.
Credo che alla fine questo atto rappresenti una mediazione moderata, cioè un punto di equilibrio rispetto a proposte che pure erano state formalizzate, anche rispetto a un discorso di autonomia che si voleva riconoscere. Credo che l'aver misurato, l'aver definito il quadro dei compensi per gli amministratori degli enti sia stato un fatto più giusto, che richiama e rimette alla nostra responsabilità le scelte importanti. Forse non è stata compiuta questa analisi complessiva che avrebbe consentito, magari, di sanare altre situazioni.
Rilevo con soddisfazione che, quanto meno, si è soddisfatta un'esigenza che noi avevamo posto da tempo: quella di recuperare un minimo di dignità ai componenti della commissione per le servitù militari, un organismo di competenza regionale per il quale stranamente nessuna legge prevedeva nemmeno il rimborso delle spese, per cui avevamo esponenti esperti che da Ascoli e Pesaro partecipavano alle sedute di questo comitato pagandosi di tasca propria le spese di trasferimento.
C'è un problema che dovremmo porci, sia in questo scorcio finale di legislatura sia nella prossima legislatura quando, ci auguriamo, avremo la responsabilità di guida di questa Regione: ripensare le autonomie funzionali della Regione, per esempio il ruolo di alcuni istituti che in qualche modo vengono raccolti. Comunque è una legge che sostanzialmente rappresenta un punto di equilibrio e per questo la voteremo.

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE
GIUSEPPE RICCI

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Ciccioli.

CARLO CICCIOLI. La Commissione bilancio di cui sono vicepresidente, ha pensato e ripensato come poter fare una cosa che fosse tecnicamente rigorosissima e correttissima. La proposta iniziale di corrispondere indennità pari al 40% dell'indennità dei consiglieri regionali al presidente, del 25% al vicepresidente e del 10% ai consiglieri è stata immediatamente cassata, perché ci sembrava che veramente, di fronte alla stretta finanziaria della Regione una scelta del genere fosse estremamente negativa. Abbiamo sostanzialmente applicato solo i ritocchi dell'Istat e qualche volta addirittura al ribasso. Ci sembrava doveroso riconoscere a questi amministratori un adeguamento, ci sembrava corretto e rigoroso che l'adeguamento fosse nell'ambito dello scenario di stretta delle risorse pubbliche che abbiamo. Quindi la proposta che è stata votata a nostro parere è molto equilibrata, molto corretta. Non ci piace la facile demagogie, crediamo che rispetto all'impegno civile di queste persone riconoscere, per esempio, al consigliere di amministrazione dell'Iacp un'indennità di meno di 900.000 lire al mese tasse comprese fosse corretto e che al presidente, che ha responsabilità anche civili e penali riconoscere uno stipendio pari a circa 1.800 euro per Ancona, 1.600 per gli altri e addirittura 1.400 per quello di Fermo fosse un principio di sana e corretta amministrazione.
Questa è l scelta che abbiamo fattoci sentiamo di votarla all'unanimità, senza sbavature, proprio perché rigorosa, corretta, che tiene conto solo del fatto che ormai, a distanza di tanti anni occorreva ritoccare queste indennità di carica.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Franceschetti.

FAUSTO FRANCESCHETTI. Anche il gruppo dei democratici di sinistra voterà questa proposta di legge, sostanzialmente per le ragioni che qui sono state esposte sia dal relatore Luchetti e che sarebbero state esposte anche dal relatore di minoranza Favia e per le ragioni esposte anche dagli altri colleghi consiglieri di Forza Italia e di Alleanza nazionale che sono intervenuti.
Ritengo che la Commissione, grazie al lavoro svolto dai relatori Luchetti e Favia ha fatto un buon lavoro di sintesi rispetto a una serie di proposte di maggioranza e dell'opposizione abbastanza diversificate fra di loro che avevano posto questo problema. E' risultata una proposta nuova emersa dalla Commissione, come è stato ricordato molto equilibrata, che sostanzialmente non intacca le risorse proprie della Regione, perché l'unico aumento di rilievo è quello per gli amministratori degli Iacp che hanno un bilancio autonomo. E' stato fatto un buon lavoro di ripulitura, perché sono state cancellate tutta una serie di voci che erano previste dalla vecchia legge 20 del 1984 e che erano state superate da altre leggi regionali. E' stata fatta una scelta definitiva, sulla quale non dovremo più rimettere mano, in futuro, perché è stato sancito il principio di fondo dell'adeguamento all'aumento Istat, tranne che per gli Iacp per i quali è stata riconosciuta una funzione particolare e quindi un leggero incremento dell'indennità. L'adeguamento all'incremento Istat può essere rifatto ogni tre anni. In questo modo è stata data risposta a un problema che da tempo era presente, è stato fatto in maniera equilibrata, credo che il Consiglio possa approvare all'unanimità questa proposta avanzata.

PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli articoli.
Articolo 1. Ci sono due emendamenti. Il primo è a firma Franceschetti, che ha la parola.

FAUSTO FRANCESCHETTI. E' solo un emendamento tecnico.

PRESIDENTE. Pongo in votazione l'emendamento 1.

(Il Consiglio approva)

Emendamento n. 2 a firma Rocchi. Si tratta anche in questo caso di un aggiustamento tecnico. Lo pongo in votazione.

(Il Consiglio approva)

Pongo in votazione l'articolo 1 come emendato.

(Il Consiglio approva all'unanimità)

Articolo 2. Lo pongo in votazione.

(Il Consiglio approva)

Articolo 3. Lo pongo in votazione.

(Il Consiglio approva)

Articolo 4. Lo pongo in votazione.

(Il Consiglio approva)

Articolo 5. Lo pongo in votazione.

(Il Consiglio approva)

Articolo 6. Lo pongo in votazione.

(Il Consiglio approva)

Articolo 7. Lo pongo in votazione.

(Il Consiglio approva)

Pongo in votazione il coordinamento tecnico.

(Il Consiglio approva)

Pongo in votazione la proposta di legge nel suo complesso.

(Il Consiglio approva)



Ordine del giorno della seduta

PRESIDENTE. Colleghi, avendo completato l'esame delle proposte di legge ed avendo quattro atti amministrativi, oltre a una mozione firmata unitariamente dai gruppi, se siamo d'accordo, essendo le 13 potremmo proseguire i lavori nell'arco della mattinata per un'altra ora circa e poi alle 14 chiudere definitivamente il Consiglio, anche perché il Presidente D'Ambrosio ci vorrebbe suoi graditi ospiti.
Pongo in votazione la proposta di prosecuzione.

(Il Consiglio approva)




Proposta di atto amministrativo (Discussione e votazione): «Adesione della Regione Marche all’Associazione Centro Internazionale di studi gentiliani. Legge regionale 6 agosto 1997, n. 52» Massi, Grandinetti e Pistarelli (73)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la proposta di atto amministrativo n. 73 ad iniziativa dei consiglieri Massi, Grandinetti e Pistarelli.
Ha la parola il relatore di maggioranza, consigliere Mollaroli.

ADRIANA MOLLAROLI. Se il Consiglio lo ritiene, da come mi pare di capire, posso rinunciare alla relazione, anche perché l'atto è stato approvato all'unanimità in Commissione.

PRESIDENTE. Pongo in votazione la proposta di atto amministrativo.

(Il Consiglio approva)



Proposta di atto amministrativo (Discussione e votazione): «Adesione della Regione Marche all’Associazione Centro Studi Oriente Occidente delle Marche - C.S.O.M. – Legge regionale 6 agosto 1997, n. 52» Amati, Amagliani, Luchetti, Benatti, Mollaroli, Massi, Procaccini, Giannotti, Moruzzi e Ciccioli: (85)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la proposta di atto amministrativo n. 85 ad iniziativa dei consiglieri Amati, Amagliani, Luchetti, Benatti, Mollaroli, Massi, Procaccini, Giannotti, Moruzzi e Ciccioli.
Anche questo atto è stato licenziato all'unanimità dalla Commissione, quindi se non vi sono interventi lo pongo in votazione.

(Il Consiglio approva)



Proposte di atto amministrativo (Relazione di maggioranza):
«Approvazione del bilancio consuntivo al 30 giugno 2001 della Finanziaria Regionale Marche s.p.a. Legge regionale 21 novembre 1974, n. 42, articolo 7» Giunta (86)
«Approvazione del bilancio consuntivo al 30 giugno 2001 della Società Sviluppo Marche s.p.a. Legge regionale 1 giugno 1999, n. 17, articolo 7» Giunta (87)

PRESIDENTE. Dato che i punti 7) e 8) dell'ordine del giorno trattano lo stesso tema, cioè la proposta di atto amministrativo n. 86 ad iniziativa della Giunta e la proposta di atto amministrativo n. 87 sempre ad iniziativa della Giunta relativamente all'approvazione del bilancio consuntivo al 30 giugno 2001 della Finanziaria regionale Marche Spa e della Società sviluppo Marche Spa, potremmo fare la discussione unificata e, ovviamente, le votazioni separate.
Se non vi sono obiezioni, così rimane stabilito. Ha la parola il relatore di maggioranza, consigliere Luchetti.

MARCO LUCHETTI. Per quanto riguarda questi due atti, c'è subito da rilevare come la legislazione, dal punto di vista del controllo su questi enti sia abbastanza sibillina. Lo stesso problema l'avevamo sollevato quando ci siamo soffermati nella valutazione del conto consuntivo dell'Assam. Rimane molto complicato da un punto di vista giuridico decidere cosa fare, come comportarsi rispetto a quanto la legge prevede, perché affida sì il controllo teorico del conto consuntivo, ben sapendo che una Spa ha di per sé, dal punto di vista giuridico una precisa disposizione legislativa del codice civile che riguarda l'approvazione della propria contabilità, pertanto sarebbe stato opportuno che il Consiglio, piuttosto che i conti consuntivi svolgesse la sua funzione di controllo sugli obiettivi che questi enti strumentali vengono ad avere, ma la legge prevede che questo Consiglio debba sviluppare, anche dal punto di vista contabile il suo controllo, l'abbiamo sviluppato, la relazione dei revisori dei conti ha confermato l'esattezza delle cifre, ma la Commissione, nell'esaminare questo atto si è soffermata soprattutto sulla funzionalità di questo ente, interrogando il suo presidente, il suo direttore generale e per quanto riguarda la Svim siamo in una fase ancora interlocutoria della sua organizzazione, nonostante sia decollata da due anni. La Svim è una società che non ha assunto un apparato funzionale pari a quello della Finanziaria Marche, ma nonostante possa far leva su una professionalità spiccata del suo direttore — l'ing. Marchese, una persona professionalmente preparatissima — deve trovare una dimensione definita, poiché la Commissione ritiene che dovrebbe svolgere un ruolo soprattutto di progettazione. E' un ruolo fondamentale, nel senso che moltissime opere e attività che la Regione Marche si trova a dover finanziare e attuare sono prive di progettazione. Ne abbiamo parlato più volte in occasione della discussione sulle infrastrutture, ma possiamo parlare di un deficit sostanziale di progettazione in termini complessivi, per cui la funzione della Svim da questo punto è strategica e io credo che la Giunta possa confermare la funzionalità di questo ente, dandogli più impulso, più spazio e soprattutto dandogli una missione specifica che, per quanto riguarda la Commissione nella sua interezza dovrebbe essere incardinata proprio sulla possibilità di progettazione.
La cosa che deve essere sottolineata riguarda soprattutto l'attività relativa a questa funzione, circa quanto è stato affidato a questa società in merito all'approfondimento della realtà distrettuale di Fabriano e soprattutto per le esternalità che il distretto di Fabriano può avere rispetto al suo territorio e al territorio vicino. Questo finanziamento che la Giunta regionale ha affidato alla Svim deriva dall'accordo interistituzionale con il Governo soprattutto per l'utilizzo dei fondi del terremoto e debbo dire che da questo punto di vista la Svim ha svolto una buona funzione, che tra l'altro a settembre sarà presentata in termini ufficiali. Abbiamo invitato il presidente della Svim a presentare la relazione a tutto il Consiglio regionale. In essa si indica come si sono approfondite alcune linee di sviluppo che saranno sicuramente d'interesse generale per dare un contributo allo sviluppo delle zone terremotate. In larga parte si tratta delle zone a sud di Fabriano, verso Camerino. Credo che questo studio ci darà sicuramente alcune indicazioni precise su come sviluppare questa possibilità.
E' chiaro che questa società, memore anche delle passate esperienze della Finanziaria tende ad essere molto "leggera", come testimonia la strategia del consiglio di amministrazione e soprattutto del presidente, facendo leva sulle professionalità di eccellenza senza ingigantire la propria struttura, senza ingessarla per svolgere soprattutto quelle operazioni che servono alla progettualità.
Da poco tempo questa società è venuta ad avere la compartecipazione di tute le società della Finanziaria. Voi sapete che una delle funzioni che doveva svolgere la Svim era quella di assumere nel suo patrimonio tutte le compartecipazioni delle società che la Finanziaria lasciava libere ed è chiaro che essendo da poco venuta in possesso di queste compartecipazioni non ha potuto svolgere quelle operazioni che la Giunta potrebbe e dovrebbe affidarle, anche di razionalizzazione delle strutture e dei servizi. Penso che la Svim da questo punto di vista, anche attraverso una propria progettazione potrebbe in qualche modo dire alla Giunta quello che si potrebbe fare strategicamente delle compartecipazioni che fino ad oggi hanno avuto la loro realizzazione nei servizi.
L'approvazione del bilancio consuntivo prende atto di queste linee. Non c'è niente da dire sull'atto della Finanziaria sulla vicenda della quale credo nel giro di pochissimi mesi verrà posta una pietra sopra. Abbiamo ribadito alla Giunta che questa è una funzione che deve trovare definizione quanto prima, in modo tale che ci si possa concentrare sulla strategia di rivisitazione dei servizi e soprattutto su un utilizzo più adeguato di uno strumento che la Commissione ha ritenuto importante sviluppare, di cui prende atto.
Una cosa che va sottolineata in conclusione, è che questa attività, che tra l'altro deve essere rendicontata al Consiglio entro il 15 luglio, deve essere più controllata sugli obiettivi che non sulla contabilità, proprio perché il Consiglio dal punto di vista della contabilità non ne avrebbe neanche competenza, non ne ha competenza giuridica, ma invece è molto importante che il Consiglio svolga un'azione di controllo, anche attraverso le Commissioni, della funzionalità di questi enti perché non si arrivi alla definizione di giudizio senza avere valutato costantemente un'attività che sarebbe necessario monitorare e valutare, soprattutto in merito al raggiungimento degli obiettivi piuttosto che valutare solamente dal punto di vista cartaceo.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Ciccioli.

CARLO CICCIOLI. Tutti ricorderanno che a suo tempo noi votammo contro la costituzione della Svim perché a nostro parere non c'era chiarezza sui criteri di indicazione. E' stata molto utile in Commissione l'audizione con il presidente e gli organi operativi della stessa Svim perché si è aperto uno spaccato su quello che dovrebbe essere questa società di sviluppo.
Per quanto riguarda il passato debbo rilevare...

PRESIDENTE. Consigliere Ciccioli, mi scusi se la interrompo. Se lei fa la relazione, a settembre quando riprenderemo queste proposte di atto amministrativo non potrà nuovamente relazionare. Se invece ha un'altra proposta sull'ordine dei lavori...

CARLO CICCIOLI. Ne avevo parlato anche con il presidente della Commissione e intendevo chiedere il rinvio, poi il capogruppo di Forza Italia mi ha posto il problema che desiderava parlarne in aula. Se ritira la sua richiesta, chiedo il rinvio della relazione di minoranza alla prossima seduta, la prima di settembre utile.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Giannotti.

ROBERTO GIANNOTTI. Mi pronuncio a favore della richiesta di rinvio, precisando... (Interruzione del consigliere Ciccioli). Io volevo porre un problemi di metodo anche all'interno dello schieramento, in quanto, quando si fa una proposta che non è di tutti, ci si accorda prima evitando queste cose in Consiglio che comunque sono normali.
Sono d'accordo con la proposta di rinvio, ma non vorrei che fosse presa come un segno di impreparazione o di debolezza. Siccome è la Giunta regionale ad essere in ritardo nella predisposizione di questi strumenti, e per esempio, per quello che riguarda il bilancio della Svim, a non avere ancora consegnato la relazione finanziaria, non vorrei che alla fine si dicesse che è colpa dell'opposizione l'aver chiesto il rinvio della discussione su questo argomento. Noi siamo pronti, prendiamo atto che non c'è questa disponibilità da tutto il Consiglio, quindi non abbiamo nessuna difficoltà ad accettare questa proposta di un rinvio tecnico a settembre.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere D'Ambrosio.

VITO D'AMBROSIO, Presidente della Giunta. Sono d'accordo. Vorrei semplicemente rinnovare l'invito ai consiglieri di vederci nella sala accanto per un passaggio augurale.

PRESIDENTE. Pongo in votazione la proposta di rinvio delle proposta di atto amministrativo nn. 86 al primo Consiglio utile a settembre.

(Il Consiglio approva)

Pongo in votazione la proposta di rinvio della proposta di atto amministrativo n. 87.

(Il Consiglio approva)



Mozione (Votazione): «Indirizzi alla Giunta regionale per la corretta attuazione della l.r. 20 giugno 1997, n. 35 ‘Provvedimenti per lo sviluppo economico, la tutela e la valorizzazione del territorio montano e modifiche alla legge regionale 16 gennaio 1995, n. 12» Avenali, Ascoli, Cesaroni, Gasperi, Moruzzi, Procaccini e Tontini (213)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la proposta di mozione n. 213 dei consiglieri Avenali, Ascoli, Cesaroni, Gasperi, Moruzzi, Procaccini e Tontini.
La proposta è firmata da tutti i gruppi consiliari, credo che non occorra l'illustrazione. Se non vi sono interventi, la pongo in votazione.

(Il Consiglio approva)

La seduta è tolta. Rinnovo l'invito ai colleghi, da parte del Presidente della Giunta, di ritrovarci nella sala riunioni della Conferenza dei presidenti dei gruppi per un brindisi augurale. L'invito è esteso ai dipendenti, ai collaboratori del Consiglio e ai rappresentanti della stampa che ancora sono in aula. Grazie e buone ferie a tutti.


La seduta termina alle 13,30