Resoconto seduta n. 104 del 09/10/2002
La seduta inizia alle 11,10


Approvazione verbali

PRESIDENTE. Ove non vi siano obiezioni do per letto ed approvato, ai sensi dell’art. 29 del regolamento interno, il processo verbale della seduta n. 103 del 25 settembre 2002.

(E' approvato)



Proposta di legge
(Annuncio e assegnazione)

PRESIDENTE. . E' stata presentata la proposta di legge n. 143, in data 27 settembre 2002, ad iniziativa dei consiglieri Avenali, Ascoli, Moruzzi, Procaccini, Gasperi e Cesaroni: «Integrazioni e modifiche alla legge regionale 25 luglio 2001, n. 17 “Norme per la raccolta e la commercializzazione dei funghi epigei spontanei”», assegnata alla III Commissione in sede referente.



Mozioni
(Annuncio di presentazione)

PRESIDENTE. Sono state presentate le seguenti mozioni:
— n. 233, dei consiglieri Mollaroli e Amati: «Esclusione delle Province di Pesaro e Ancona dai finanziamenti statali per i beni culturali, relativi al sisma del 1997»;
— n. 234, dei consiglieri Cesaroni, Ceroni, Favia, Giannotti, Grandinetti, Trenta e Brini: «Applicazione livelli essenziali di assistenza – odontoiatria»;
— n. 235, del consigliere Amagliani: «Contro il decreto legislativo 4/09/2002 n. 198 recante “Nuove disposizioni volte ad accelerare la realizzazione delle infrastrutture per le reti di telecomunicazioni”»:
— n. 236, dei consiglieri Silenzi e Franceschetti: «Problemi della pesca».



Promulgazione legge regionale

PRESIDENTE. Il Presidente della Giunta ha promulgato la legge regionale n. 17, in data 24 settembre 2002: «Modifiche alla legge regionale 20 maggio 1997, n. 33 – Interventi per lo sviluppo e la qualificazione dell’artigianato marchigiano”»


Impugnazione leggi regionali

PRESIDENTE. La presidenza del Consiglio dei ministri ha impugnato avanti la Corte costituzionale le seguenti leggi regionali:
— n. 10, in data 24 luglio 2002: «Misure urgenti in materia di risparmio energetico e contenimento dell’inquinamento luminoso»;
— n. 11, in data 24 luglio 2002: «Sistema integrato di politiche di sicurezza e di educazione alla legalità»;
— n. 12, in data 24 luglio 2002: «Norme sulla detenzione e sul commercio di animali esotici».



Deliberazioni trasmesse dalla Giunta


PRESIDENTE. La Giunta ha trasmesso le seguenti deliberazioni:
— n. 1659, in data 17 settembre 2002: «Variazione al programma operativo annuale per l’anno 2002 – Deviazione traffico pesante dalla SS16 alla A14 nel tratto Fano-Termoli. Euro 19.773,00»;
— n. 1661, in data 17 settembre 2002: «Art. 27 della legge regionale 23.04.2002, n.7 – Iscrizione nel bilancio di previsione per l’anno 2002 di entrate derivanti dal rimborso, da parte dello Stato, dell’anticipazione per indirizzi a favore di soggetti danneggiati da vaccinazioni o trasfusioni L.210/1992 (Euro 2.193.879,47)»;
— n. 1662, in data 17 settembre 2002: «Art.27 comma 1 della legge regionale 23 aprile 2002, n.7 – Iscrizione nel bilancio di previsione per l’anno 2002 di entrate derivanti da assegnazione di fondi dallo Stato per interventi di edilizia ospedaliera. Euro 2.649.940,35»;
— n. 1663, in data 17 settembre 2002: «Variazione al piano finanziario del doc.u.p. obbiettivo 2 Marche – anni 2002/2006. Euro 464.942,00»;
— n. 1664, in data 17 settembre 2002: «Art.27 comma 1 della legge regionale 23 aprile 2002 n.7 – Iscrizione nel bilancio di previsione per l’anno 2002 di entrate derivanti da assegnazioni dallo Stato per il fondo regionale per l’occupazione destinati ai progetti interregionali ai L.S.U. Euro 963.205,31»;
— n. 1665, in data 17 settembre 2002: «Variazione al programma operativo annuale per l’anno 2002. Euro 52.437,65»;
— n. 1666, in data 17 settembre 2002: «Art.27 comma 1 della legge regionale 23 aprile 2002, n.7 – Iscrizione nel bilancio di previsione per l’anno 2002 di entrate derivanti da assegnazione di fondi dallo Stato per le politiche agricole. Euro 2.406.689,15»;
— n. 1667, in data 17 settembre 2002: «Art.27 della legge regionale 23 aprile 2002, n.7 – Iscrizione nel bilancio di previsione per l’anno 2002 di entrate derivanti da assegnazioni statali per l’esercizio delle funzioni amministrative in materia di polizia amministrativa – Decreto Legislativo 112/98 – Integrazione quota anno 2001 e quota anno 2002. Euro 93.277,28»;
— n. 1668, in data 17 settembre 2002: «Art. 27 comma 1 della legge regionale 23 aprile 2002 n. 7 - integrazione nel bilancio di previsione per l’anno 2002 di entrate derivanti da assegnazione di fondi dallo Stato per le politiche sociali. Euro 218.334,70”;
— n. 1669, in data 17 settembre 2002: «Art.27 della legge regionale 23 aprile 2002 n.7 – Iscrizione nel bilancio di previsione per l’anno 2002 di entrate derivanti dall’assegnazione del Fondo nazionale per le attività delle consigliere e dei consiglieri di parità, di cui all’art. 9, comma 2 della Decreto Legislativo 23 maggio 2002 n.196».



Congedo

PRESIDENTE. Hanno chiesto congedo i consiglieri Grandinetti e Franceschetti.



Ordine del giorno della seduta

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, sull'ordine dei lavori, il consigliere Luchetti. Ne ha facoltà.

MARCO LUCHETTI. Chiedo l'iscrizione all'ordine del giorno della proposta di atto amministrativo n. 91 ad iniziativa della Giunta regionale, "Esame del bilancio consuntivo 2002 dell'Assam, l.r. 14.1.1997, n. 9, art. 14, comma 3".
Come Commissione abbiamo trovato l'unanimità, siamo d'accordo ad iscriverla, pertanto chiedo l'iscrizione all'ordine del giorno.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Gasperi.

GILBERTO GASPERI. Mi meraviglia che questa richiesta venga fatta dal consigliere Luchetti, che in un dibattito di un anno e mezzo fa, qui in Consiglio, era al telefono con il responsabile dell'Assam.

VITO D'AMBROSIO, Presidente della Giunta. Controlla le telefonate, consigliere Gasperi?

MARCO LUCHETTI. Qui ci sono le spie...

GILBERTO GASPERI. Siccome parlavi per prendere indicazioni e ordini, ti sentivano tutti.
C'è necessità di approfondimenti, quindi non mi sembra giusto e responsabile che in brevissimo tempo si voti questo atto, perché allora le battaglie che abbiamo fatto per avere spiegazioni su quello che stava succedendo e stavano facendo, sarebbero giuste, perché questa fretta dimostra che on si vuol dare indicazione su ciò che sta avvenendo. Sono quindi contrario alla richiesta.

PRESIDENTE. Pongo in votazione la proposta..

(Il Consiglio approva)

Viene chiesta la verifica del voto, quindi pongo nuovamente in votazione la proposta.

(Il Consiglio approva)

Ha la parola il consigliere Viventi.

LUIGI VIVENTI. Chiedo, d'accordo anche con gli altri componenti della III Commissione chiedo di anticipare la discussione della proposta di legge regionale n. 133 subito dopo le interrogazioni e le interpellanze.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Mollaroli.

ADRIANA MOLLAROLI. Abbiamo iscritto all'ordine del giorno, da almeno due Consigli, la proposta di legge n. 124 ed è la seconda volta che abbiamo iscritta all'ordine del giorno la proposta di legge n. 81. Non ritengo che ci siano ragioni per far scorrere ulteriormente questi due testi che abbiamo abbondantemente discusso in Commissione. Riguardo alla proposta di legge n. 124 c'è fra l'altro una forte aspettativa, quindi ritengo che sia opportuno mantenere l'ordine del giorno così com'è, salvo convincermi che per la legge sul commercio c'è un'urgenza che supera le altre.

PRESIDENTE. Il consigliere Mollaroli ha parlato contro, ma credo di interpretare il suo concetto non nel senso di non accedere alla richiesta del consigliere Viventi, ma di non trattare la proposta di legge n. 133 prima della 124. Ha la parola il consigliere Viventi.

LUIGI VIVENTI. Ho necessità che questa legge venga discussa durante la mattinata.

PRESIDENTE. Possiamo metterla al punto 4, poi vedremo.

GILBERTO GASPERI. Su questa proposta di legge 124 siamo tutti d'accordo, quindi penso che problematiche in materia non ci siano, emendamenti non ci sono, quindi non vedo perché, su una legge proposta dalla Giunta, discussa in Commissione, votata all'unanimità, oggi si debba dire "la rimandiamo". Può essere trattata tranquillamente nel giro di un quarto d'ora.

MARCELLO SECCHIAROLI. Rispetto alla legge sul commercio, ho una nota che adesso farò circolare, riguardante un'osservazione dell'ufficio legislativo sul problema della potestà legislativa della Regione. Fino adesso il Governo ci ha bocciato le leggi, quindi se all'interno dell'esame della legge riusciamo a trovare un accordo per un emendamento bene, altrimenti corriamo il rischio di una bocciatura della legge.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Avenali.

FERDINANDO AVENALI. Sono meravigliato di quanto diceva l'assessore, anche perché su questa proposta di legge abbiamo ricevuto sollecitazioni dalle categorie e dai sindacati molti mesi prima che arrivasse in Commissione, addirittura. Abbiamo cercato di accelerare l'esame delle varie osservazioni e adesso si dice che c'è un'osservazione dell'ufficio legislativo. L'ufficio legislativo doveva esaminare la proposta di legge quando l'ha formulata la Giunta, quindi, vista la complessità e l'importanza della proposta di legge, sono perché il Consiglio l'approvi, poi torneremo sul punto in discussione, eventualmente, ove fosse bocciata. Credo però che oggi questa proposta di legge debba essere approvata.

PRESIDENTE. Pongo in votazione l'inserimento al quarto punto dell'ordine del giorno, della proposta di legge n. 133.

(Il Consiglio approva)

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Ciccioli.

CARLO CICCIOLI. Nell'ambito dell'ordine dei lavori odierni, il sottoscritto aveva chiesto, con lettera scritta, di inserire al punto 1 l'interrogazione relativa all'incarico di direttore di dipartimento dei servizi alla persona. Una prima interrogazione, primo firmatario il consigliere Gasperi, risale al luglio scorso, coordinata con lo stesso argomento. E' stata presentata in data 19 settembre ulteriore interrogazione di cui si è chiesta la discussione in aula. Tra l'altro, nelle fasi successive alla presentazione di questa interrogazione sono emersi ulteriori elementi sulla vicenda, quindi chiediamo che nella giornata di oggi sia discussa l'interrogazione, perché il dibattito sulla stampa è importante, quindi maggioranza, opposizione utilizzano l'organo di controllo dell'opinione pubblica per dibattere, però noi crediamo che sia opportuno discutere sul merito in quest'aula. Ho sollecitato più volte al Presidente D'Ambrosio e al Presidente Minardi l'iscrizione dell'interrogazione e mi è stato risposto che la Conferenza dei capigruppo aveva deciso diversamente. Ricordo però — ed è stupefacente — che la Conferenza dei presidenti dei gruppi della scorsa settimana è durata poco più di un quarto d'ora — stranissimo, perché le sedute del Consiglio iniziano sempre da mezz'ora a un'ora dopo, oggi abbiamo cominciato alle 11,15 — e alle 15,32 quando sono arrivato la riunione era già finita. Ho insistito oralmente prima della riunione, dopo e, successivamente, con lettera scritta anche al Presidente D'Ambrosio per conoscenza. Credo che sia importante, credo che ulteriori elementi emersi debbano essere tenuti in considerazione, poi ognuno farà le sue scelte, le sue decisioni.
Chiedo che comunque nella giornata di oggi, magari all'inizio della seduta del pomeriggio, se il Presidente non è pronto, sia discussa nei termini previsti dal regolamento l'interrogazione relativa al direttore del dipartimento servizi alla persona Zuccatelli.

PRESIDENTE. Alcune precisazioni sull'intervento del consigliere Ciccioli.
Il consigliere Ciccioli chiede di inserire una discussione all'ordine del giorno odierno, tra le interrogazioni. Questa richiesta è stata avanzata, per iscritto, a Conferenza dei presidenti dei gruppi conclusa. E' chiaro che il Presidente del Consiglio non ha né il diritto né l'interesse a inserire all'ordine del giorno, oggi, alcun punto, semplicemente per non svilire la stessa Conferenza dei presidenti dei gruppi. Invito tutti i presidenti dei gruppi, qualora non potessero essere presenti nell'orario previsto, alle riunioni della Conferenza, a farci pervenire delle note o a farsi sostituire. Sono anche nella impossibilità diretta di dire se questa interrogazione deve essere discussa oggi, perché dipende anche dalla Giunta che deve essere nella condizione di poterlo fare, per cui è inutile che la inseriamo se, per la rapidità e fretta con la quale è stata presentata, la Giunta non è nella condizione di rispondere oggi ma ci dice che si impegna a rispondere per un prossimo Consiglio.
Ha la parola il Presidente D'Ambrosio.

VITO D'AMBROSIO, Presidente della Giunta. Non ho alcuna difficoltà all'inserimento dell'interrogazione all'ordine del giorno: si discuterà la prossima seduta. Fra l'altro, oggi pomeriggio dovrò andare a Bruxelles e l'aereo parte alle 17 e l'assessore Melappioni è assente perché malato. Ripeto, non abbiamo nulla in contrario a discutere l'interrogazione, ma si inserisce all'ordine del giorno oggi e, secondo il regolamento del Consiglio si discute la volta prossima.

CARLO CICCIOLI. Non rispondiamo in maniera formale a cose sostanziali.
Siccome il regolamento prevede che è il Presidente che dispone l'ordine del giorno della seduta, è chiaro che il Presidente iscrive o meno quello che ritiene più opportuno, "sentita" la Conferenza dei presidenti di gruppo, quindi il Presidente è sovrano.
Ritengo sbagliato, non solo per l'istituzione, ma dal punto di vista politico non risponde. Se non ci sarà risposta in aula, domani faremo una conferenza stampa su ulteriori elementi che avremmo preferito discutere in quest'aula, perché questo è il luogo istituzionale del Consiglio. Se il Presidente deve prendere l'aereo, alle 13 si può discutere di questa interrogazione.

PRESIDENTE. Io non ho nulla, in atti.

CARLO CICCIOLI. Ma l'interrogazione è stata presentata il 19 settembre...

VITO D'AMBROSIO, Presidente della Giunta. Non è l'unica ne ho tante. Io seguo un ordine del giorno che viene inviato, a me come a tutti i consiglieri, qualche giorno prima della seduta. Quello è l'ordine del giorno su cui sono pronto a rispondere immediatamente. Il prossimo Consiglio sarà fra una settimana, e fra una settimana sarò pronto a rispondere.

CARLO CICCIOLI. Ovviamente si innesca un meccanismo che tra l'altro è lesivo anche della Giunta, del dirigente ecc. Comunque, andiamo avanti: dopodomani sarete pentiti di questa vostra posizione.

PRESIDENTE. La richiesta avanzata dal consigliere Ciccioli di discutere oggi certe interrogazioni, sentita anche la disponibilità della Giunta a discutere nel prossimo Consiglio credo che possiamo metterla già da oggi all'ordine del giorno del prossimo Consiglio.
Ha la parola il consigliere Gasperi.

GILBERTO GASPERI. Oggi c'è la risposta a un'interrogazione che riguarda il dirigente dott. Sunzini. Io ho presentato una interrogazione in merito, addirittura precedente a quella che si discute oggi, quindi chiedo che venga iscritta al prossimo Consiglio. Si tratta della n. 532.

PRESIDENTE. Semplicemente per evitare del vittimismo da parte del consigliere Gasperi, rappresento che la 532 è diversa dalla 555. Per questo non è stata inserita. Sarà inserita all'ordine del giorno del prossimo Consiglio.

GILBERTO GASPERI. Ringrazio, ma questa interrogazione non è diversa, perché fa seguito a un lavoro della III Commissione che riguardava proprio quei capitoli, quelle norme che sono state cambiate. Il dirigente Piero Sunzini e la dott.ssa Ricciarelli hanno modificato questi piani, quindi la mia interrogazione era attinente, comunque sono d'accordo a discuterla la prossima volta.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Silenzi.

GIULIO SILENZI. Chiedo l'iscrizione all'ordine del giorno della prossima seduta di una mozione che abbiamo presentato sulla pesca dei molluschi bivalvi. Chiedo questo inserimento oggi, perché evidentemente le riunioni dei presidenti dei gruppi non servono, poiché noi organizziamo i lavori, decidiamo insieme gli oggetti, ogni presidente di gruppo ha la possibilità di inserire in quella sede i punti che ritiene all'ordine del giorno. Se riprendiamo questo metodo, utilizzato nel passato, di richiedere in apertura di seduta nuovi inserimenti a sorpresa, quando vi è una Conferenza dei presidenti dei gruppi che decide l'ordine del giorno, anch'io chiedo l'inserimento all'ordine del giorno della mozione sui molluschi, ma non mi pare un atteggiamento corretto da parte dei colleghi di Alleanza nazionale, che pur avendo nella Conferenza dei presidenti di gruppo la possibilità di richiedere la discussione di alcuni argomenti, non esercitano lì questa loro funzione e poi si viene in aula e si chiede all'ultimo momento una discussione per una necessità di visibilità che però svuota un organismo che regola i lavori del Consiglio.

GILBERTO GASPERI. Noi non abbiamo chiesto in aula una iscrizione straordinaria. La prima iscrizione che riguardava il dirigente Zuccatelli era dovuta dal momento che nel mese di aprile ho qui annunciato...

PRESIDENTE. Consigliere, per cortesia...
Invito i consiglieri a non avanzare in aula richiesta per inserire interrogazioni urgenti. E' possibile per le mozioni, mentre le richieste per le interrogazioni urgenti si sollevano nella sede opportuna, che è quella della Conferenza dei presidenti dei gruppi, quindi non accetterò più la richiesta, in aula, di inserimento di interrogazioni urgenti.
Pongo in votazione la richiesta del consigliere Silenzi riguardante la mozione sui molluschi.

(Il Consiglio approva)



Interrogazione (Svolgimento): «Concorso per l’assunzione di n. 2 guardia parco, indetto dalla comunità Montana dell’Esino-Frasassi» Moruzzi (335)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l'interrogazione n. 335 del consigliere Moruzzi.
Per la Giunta risponde l'assessore Ottaviani.

ROBERTO OTTAVIANI. Rispondo all'interrogazione del consigliere Moruzzi, premettendo che l'Assessorato all'ambiente non ha alcuna competenza diretta sullo svolgimento dei corsi di formazione finanziati con i fondi Leader II, né sui concorsi pubblici che - come è noto - sono disciplinati da appositi regolamenti e gestiti in autonomia dagli enti locali.
Nel merito delle questioni sollevate dal consigliere, assunte le dovute informazioni presso i servizi regionali agricoltura e formazione e la Comunità montana dell'Esino-Frasassi, si fa presente che: l'attività formativa finalizzata alla formazione di personale da impiegare nella sorveglianza e vigilanza del parco, è stata realizzata tramite l'iniziativa comunitaria Leader II, promossa nell'ambito dei programmi di azione locale (PAL) dal gruppo di azione locale (GAL) Colli Esini-San Vicino; il servizio regionale referente delle attività previste nel programma Leader II è stato il servizio agricoltura, aalorizzazione terreni agricoli e forestali che ha effettuato il controllo sul regolare svolgimento dei corsi e sul corretto utilizzo dei finanziamenti; il costo del corso per la vigilanza, come risulta dalla rendicondazione finale verificata dal servizio formazione professionale della Regione, è stato di importo pari a 97.441.000 di vecchie lire (di cui 77.953.000 di contributo pubblico).
Dalle informazioni presso la Comunità montana Esino-Frasassi emerge che: il corso di formazione professionale per operatori addetti alla sorveglianza è stato rivolto a figure che non possedevano requisiti specialistici, altrimenti sarebbe stato indetto un "corso di specializzazione". Per l'ammissione al corso, la Comunità montana ha richiesto il diploma di scuola media inferiore, e non quello di scuola media superiore, per consentire anche a chi fosse sprovvisto di tale titolo di studio di conseguire un attestato di formazione professionale in grado di dare maggiori possibilità di impiego nel mondo del lavoro.
L'assunzione delle due "Guardia parco" è avvenuta attraverso regolare concorso e non attraverso "corso-concorso". I requisiti d'accesso e l'iter concorsuale sono quelli stabiliti dalle norme contrattuali che per la copertura del suddetto posto, richiede il diploma di scuola media superiore, in quanto tale figura ricade nella classificazione della categoria "C" (ex 6° livello) del CCNL attualmente vigente.
La Comunità montana ha inoltre precisato che la Commissione esaminatrice, in base ai "Criteri di valutazione dei titoli" del regolamento dei concorsi, ha assegnato il massimo del punteggio a coloro che erano in possesso degli attestati conseguiti al termine dei corsi di formazione in materie attinenti alla figura professionale messa a concorso, compreso quello di "operatori addetti alla sorveglianza" svoltosi nell'ambito del progetto Leader II.
Tutto quanto sopra esposto si è svolto nella regolarità tecnica e formale di legge e, tra l'altro, ribadisco che la Regione non ha potere di intervento su tali atti degli enti locali. Resta comunque la questione, condivisibile, dell'opportunità - anzi direi della necessità - di operare con metodologie ispirate a criteri e principi di congruenza tra le iniziative mirate alla formazione professionale e quelle per l'assunzione di personale che sia professionalmente qualificato.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Moruzzi, per dichiararsi soddisfatto o meno.

MARCO MORUZZI. Preliminarmente voglio segnalare come questa interrogazione ha avuto bisogno di 13 mesi per ricevere una risposta e questo non fa onore a chi doveva fornire le opportune informazioni agli uffici della Regione. E' rimbalzata ben tre volte in Consiglio, prima di ricevere una risposta con la quale sostanzialmente ci si dice "ci siamo sbagliati, abbiamo fatto un corso di formazione che si chiamava operatori addetti alla sorveglianza del parco della Gola della Rossa e alla fine del corso di formazione è stato realizzato un concorso per operatori addetti alla sorveglianza del parco della Gola della Rossa". Non era un corso di 10 ore, di 50 ore che forniva un approfondimento, come nella risposta si segnala, ma un corso a cui residenti disoccupati nei comuni di Apiro, Arcevia, Barbara, Castelbellino, Castelleone di Suasa, Casltelplanio, Cerreto, Cingoli, Cupramontana, Genga, Maiolati Spontini, Mergo, Montecarotto, Monte Roberto, Poggio San Marcello, Poggio San Vicino, Rosora, San Paolo di Jesi, Sassoferrato, Serra San Quirico e Staffolo hanno partecipato con la convinzione che questo corso permettesse loro di partecipare a un concorso successivo. Così non è stato, perché questa possibilità è stata data soltanto a coloro che avevano un titolo di studio superiore.
Credo che questa è una vicenda che dal punto di vista formale, per quanto riguarda le procedure di concorso non può essere censurata, così come l'assessore riporta, cioè le assunzioni per guardiaparco vengono fatte in base ai contratti nazionali e in base ad alcune regole che stabiliscono che il titolo di studio non può essere quello della media inferiore ma deve essere quello delle scuole superiori. Se mai è censurabile quello che è avvenuto prima, cioè che sia stato possibile spendere 97 milioni di denaro pubblico per un corso a cui hanno avuto accesso delle persone che non avevano nessuna possibilità di avere quella qualificazione, quindi 300 ore di formazione, praticamente un anno di impegno formativo in orario lavorativo — quindi da parte di queste persone c'è stata anche una rinuncia a cogliere alcune opportunità di lavoro — servito a ben poco e queste persone non hanno avuto neanche la possibilità di concorrere.
Penso che rimanga la gravità di questa situazione, la leggerezza con cui si utilizza la formazione in questo modo. Peraltro nessuno di questi cittadini ha avuto la possibilità né preventivamente, né successivamente di conoscere come stavano le cose. Tanto è vero che ho presentato questa interrogazione perché questi cittadini volevano sapere i motivi per i quali erano stati esclusi dal concorso. Che fossero stati esclusi era chiaro, ma questa chiarezza c'è stata soltanto ora, grazie a questa interrogazione. Sono vicende di cattiva amministrazione. Sono sorpreso e dispiaciuto anche che si pensi di liquidare la questione con una semplice risposta che dice "non è successo nulla". Non è vero che non è successo nulla, perché dei disoccupati per un anno non hanno potuto cogliere delle occasioni di lavoro, si sono impegnati su un corso di formazione pensando di avere una possibilità, non la certezza, di essere assunti. Invece questa possibilità non c'era fin dall'inizio.
Penso che sia troppo comodo, per la pubblica amministrazione, liquidare la vicenda con una risposta all'interrogazione che ho presentato, quindi sono fortemente insoddisfatto, non tanto della risposta che ha chiarito, ma per il comportamento che sta dietro questa vicenda, che non è un comportamento della Regione, e per la leggerezza con cui queste risorse vengono utilizzate, oltre che per la mancanza di trasparenza in vicende come queste, che sono delicate.
Noi ci apprestiamo ad affrontare una fase di forte ristrutturazione del sistema produttivo del nostro Paese, in questi giorni sulle prime pagine dei giornali sono in discussione migliaia di posti di lavoro solo perché la più grossa società privata del settore industriale del nostro Paese effettua una ristrutturazione, tutti esaltano la flessibilità, parlano della formazione come strumento importante per adeguare il mercato del lavoro e rispondere alla necessaria flessibilità: abbiamo un esempio di come la formazione dà invece soltanto lavoro ai formatori e purtroppo anche noi siamo incappati in questa triste vicenda.
Mi aspetto che la Giunta o le Amministrazioni prendano dei provvedimenti, cioè spieghino chi sono i responsabili di operazioni di questo genere, perché le famiglie che sono incappate in questa vicenda non possono essere soddisfatte della risposta né della situazione che si è venuta a creare.



Interrogazioni (Svolgimento):
«Situazione sindacale Cartiere Miliani di Fabriano» Amagliani (437)
«Gestione del personale dentro le Cartiere Miliani e verifica degli impegni presi in Regione sui corsi di formazione» Cecchini (551)
«Crisi stabilimento Cartiere di Castelraimondo» Procaccini e Martoni (556)
«Intervento per il sostegno dell’occupazione alla Fabercarta di Castelraimondo» Cecchini (558)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca le interrogazioni nn. 437 del consigliere Amagliani, 551 del consigliere Cecchini, 556 dei consiglieri Procaccini e Martoni e 558 del consigliere Cecchini.
Ha la parola, per la risposta, l'assessore Secchiaroli.

MARCELLO SECCHIAROLI. In data 21 marzo 2002 si è conclusa la procedura di privatizzazione della Cartiere Miliani Fabriano S.p.A. con la cessione dell'intero pacchetto azionario dall'lstituto Poligrafico e Zecca dello Stato alla Società Cartiere Fedrigoni e C. di Verona.
Il Gruppo Fedrigoni vanta antiche origini imprenditoriali nel settore della carta, e con l'acquisizione della CMF diventa, nel mercato europeo uno dei primi 5 gruppi industriali nella produzione di carte speciali.
La gestione della CMF S.p.A. è quindi passata dall'Istituto poligrafico e zecca dello Stato nelle mani di Cartiere Fedrigoni e C. SpA, unitamente ad alcune società controllate: Cartamano SpA (partecipata al 100%) azienda che commercializza prodotti di gamma alta collegati al settore carta, Sicma SpA (80%) azienda metalmeccanica che opera nel settore degli impianti e macchinari per cartiere, Miliani Immobiliare Srl (100% ) che gestisce fabbricati ad uso civile nella zona di Fabriano e la Fabercarta di Fabriano SpA con il 50% di partecipazione che opera nel settore cartotecnico con stabilimento ex CMF sito a Castelraimondo (MC).
Nel 2001 i due gruppi congiuntamente hanno raggiunto un fatturato di circa 520 milioni di euro con investimenti pari a 50 milioni di euro. Con l'acquisizione della CMF l'organico complessivo del gruppo Fedrigoni passa a 1890 unità.
La Società Fabercarta è stata costituita nel giugno 2000 - per rilevare l'ex cartiera Miliani di Castelraimondo - con capitale misto paritetico tra CMF e il socio privato Beta Rotoli S.p.A. di Cerreto d'Esi il quale da diversi anni è leader italiano e europeo nel settore dei moduli continui, carta da fax, e cartotecnica industriale in genere. Alla Beta Rotoli SpA è stata affidata la responsabilità operativa sotto il profilo industriale tenuto conto dell'esperienza accumulata nel settore della cartotecnica industriale, a CMF sono riservate le attività di controllo. La società Fabercarta ha sviluppato l'attività di cartotecnica utilizzando la carta trattata con la patinatrice BMB e macchine messe a disposizione da Beta Rotoli S.pA, in tal modo è stata razionalizzata la produzione con rientro di produzioni prima demandate a terzi.
La Fabercarta SpA di Castelraimondo ha riassorbito progressivamente da CMF personale in cassa integrazione così come previsto dall'accordo sindacale del 30 maggio 2000.
La situazione in cui versa attualmente la Fabercarta SpA è caratterizzata da un consistente calo di commesse rilevate maggiormente sul settore della carta chimica . Per questo motivo è stato richiesto l'intervento di integrazione salariale per 40 dipendenti.
La notizia ha avuto larga eco sui giornali locali prefigurando uno stato di crisi aziendale che poteva mettere seriamente in pericolo numerosi posti di lavoro.
Le istituzioni interessate e le organizzazioni sindacali si sono immediatamente mobilitate, e il sindaco del Comune di Castelraimondo, particolarmente preoccupato per i riflessi che tale situazione potrebbe avere nel contesto economico e sociale sul territorio ha istituito un "comitato di crisi " con il compito di valutare ed esaminare la situazione dello stabilimento della Fabercarta SpA, ex Cartiere Miliani Fabriano.
In data 28 agosto 2002 il direttore del dipartimento "Sviluppo economico" nonché il Dirigente del Servizio Formazione Professionale e Problemi del Lavoro partecipavano - in rappresentanza della Regione - all'assemblea del Comitato di crisi indetta dal Comune di Castelraimondo, assicurando ai presenti la massima collaborazione e il concreto sostegno della Regione per trovare una soluzione non traumatica alla paventata crisi occupazionale.
Il giorno 5 settembre 2002 i due dirigenti regionali sopra richiamati convocavano una riunione con i rappresentanti delle RSA e delle OO.SS. provinciali e regionali. Dalla riunione è emersa la preoccupazione per la situazione occupazionale che si sta creando all'interno della Fabercarta Spa, nonché la necessità di comprendere le reali intenzioni della proprietà sul futuro dell'azienda e trovare quindi rapidamente una via d'uscita alla crisi.
Sulla scorta delle decisioni prese nell'ambito degli incontri del 28/8/2002 e del 5/9/2002 il sottoscritto ha invitato per il 6/9/2002 i rappresentanti delle due società che detengono le quote azionarie, CMF e Beta Rotoli ad una riunione per esaminare congiuntamente la situazione dell'azienda Fabercarta SpA.
Alla riunione erano presenti oltre al sig. Bellocchi Celso nella duplice veste di Amministratore delegato della Fabercarta Sp.A e Presidente del CdA della Beta Rotoli SpA, il Sindaco del Comune di Castelraimondo Renzo Marinelli e il Presidente della Provincia di Macerata Pigliapoco.
La riunione è stata proficua sotto diversi aspetti in quanto ha permesso a tutti i presenti di ricevere - non dai giornali ma direttamente dalle persone che rappresentano la proprietà - utili informazioni che hanno chiarito la situazione nel suo complesso. Il chiarimento richiesto - e nella riunione fornito - risultava necessario per mettere nelle condizioni la Regione Marche di poter proficuamente utilizzare tutti gli strumenti disponibili per superare le difficoltà. ll sig. Bellocchi ha riferito che sostanzialmente la causa della richiesta di cassa integrazione per i 40 dipendenti andava ricercata in una crisi momentanea della cartochimica che si presentava con calo di commesse, e nonostante le economie effettuate sono state evidenziate le entità delle perdite che nel 2001 ammontano a circa 6 miliardi e per il 2002 a 2 miliardi delle vecchie lire. Tuttavia è stato precisato che attraverso il meccanismo della rotazione dei dipendenti si stimano 15-20 persone in cassa integrazione per il primo anno, prevalentemente provenienti dal settore produttivo dell'autocopiante. Vengono infine riferiti dei significativi progressi nella richiesta di prodotto nel settore della carta termica.
Per la ripresa produttiva - attraverso il pieno utilizzo della macchina patinatrice utilizzata per produrre carta termica - e quindi anche il rientro di tutto il personale attualmente collocato in cassa integrazione, sarà importante la definizione dei nuovi assetti societari tra i due partner, in quanto il possesso di quote azionarie paritetiche ha creato qualche problema in quanto non consente una precisa linea direzionale. Anche i futuri investimenti e il conseguente incremento occupazionale potrà avvenire solo successivamente alla soluzione della questione proprietaria tra i due soci. Al riguardo il sig. Bellocchi, interpellato dal sottoscritto, ha fatto presente che contatti tra le due aziende ci sono stati e molto probabilmente si arriverà ad una conclusione definitiva nella riunione tra i due soci prevista per il prossimo 16 ottobre data in cui è stata convocata l'assemblea dei soci e il CdA . L'obiettivo è quello che la società Beta Rotoli possa esercitare il suo diritto di opzione sul rimanente 50% così come previsto nei patti parasociali.
C'è già un accordo per cui, dopo tale incontro, ci incontreremo nuovamente in Regione, per cui la decisione definitiva sarà sanzionata dagli organi deputati a fare questo.
Le istituzioni Regione Marche, Provincia di Macerata e Comune di Castelraimondo nell'assicurare alle due aziende la massima disponibilità e collaborazione per superare l'attuale momento di incertezza si prodigheranno, ognuno per la propria parte, affinché il momento di difficoltà possa trasformarsi - dopo il nuovo assetto societario e attraverso un serio e credibile piano industriale - in un ampio progetto di sviluppo della Fabercarta SpA con investimenti e quindi incrementi occupazionali dei quali ne gioverebbe l'intero territorio che può qualificarsi a ragione come distretto della carta.
Rispetto alla interrogazione n. 551/2002 del consigliere regionale Dott.ssa M.Cristina Cecchini sulla gestione del personale delle Cartiere Miliani Fabriano SpA e verifica degli impegni presi in Regione sui corsi di formazioni, si risponde quanto segue.
Punto 1. A seguito del mutato assetto proprietario ci si sarebbe aspettati - così come avviene in situazioni aziendali analoghe - che tutta la struttura direzionale di CMF fosse stata sostituita con manager del Gruppo Fedrigoni. In realtà questo non è avvenuto, tutti i dirigenti sono stati confermati nei loro rispettivi incarichi (direttori di funzione), cosi come i quadri addetti alla direzione dei vari reparti e delle linee di produzione.
Tale scelta - segnale di fiducia e riconoscimento delle competenze e della professionalità del gruppo dirigente CMF - si inserisce nel quadro dello stile delle politiche aziendali che da sempre caratterizza il Gruppo Fedrigoni che entra in CMF in maniera soft, con rispetto e valorizzazione delle risorse umane esistenti. L'azienda è consapevole che alti livelli di produttività e miglioramento continuo del prodotto passano esclusivamente - oltre all'utilizzo delle competenze accumulate nel tempo - anche attraverso un processo di coesione e di aggiornamento costante del personale, creando in tal modo un clima favorevole e collaborativi allo sviluppo aziendale.
A questo punto approfitto per rispondere anche all'interrogazione 437 di Amagliani sulla situazione sindacale.
Sulla base del principio per cui le risorse umane rappresentano elementi strategici per il raggiungimento degli obiettivo del gruppo, le relazioni sindacali crescono in un ambiente favorevole e di dialogo costante intorno alle varie problematiche organizzative, pertanto il rapporto maestranze-azienda è positivo e in linea con lo stile Fedrigoni. I componenti delle Rsu riferiscono che, seppure in presenza, ancora, di una pluralità di problematiche che investono i lavoratori, i rapporti con la direzione aziendale, nel rispetto della specificità dei ruoli ricoperti sono caratterizzati da un confronto serio, centrato sui problemi, nel rispetto delle regole gestionali, registrando un miglioramento complessivo, soprattutto in termini di dialogo, delle relazioni interne con l'entrata della CMF nella nuova proprietà.
Le politiche del personale sono politiche aziendali che vengono decise a livello centrale e la direzione del personale fornisce delle direttive di carattere generale. La procedura adottata per la gestione delle varie problematiche rappresentate dal personale passa attraverso diverse fasi: 1) la Rsu aziendale evidenzia semestralmente le situazioni che necessitano di crescita professionale o proposte di modifica di inquadramento o altre diverse situazioni, anche personali, che vengono portate all'attenzione alla Rsu; 2) le indicazioni fornite dalla Rsu vengono raccolte e verificate nelle motivazioni dai direttori di funzione; 3) questi si incontrano collegialmente allo scopo di far convergere le varie esigenze per evitare sperequazioni e procedono alla valutazione finale della candidatura; 4) infine l'amministratore delegato esamina le proposte e decide.
La gestione di particolari situazioni viene operata con i responsabili delle aree operative e successivamente comunicate alle Rsu.
In data 10 aprile 2002 la Fedrigoni e la CMF hanno sottoscritto con le OO.SS un verbale d'accordo con il quale vengono recepite le clausole di garanzia sociale (tutela dell'occupazione, progetto industriale e politica degli investimenti, mantenimento di tutti i siti produttivi e della sede in Fabriano, mantenimento delle condizioni contrattuali in essere a favore dei lavoratori) previste nel verbale dell'incontro ministeriale dell'1 agosto 2000 redatto dall'allora sottosegretario al tesoro. A conferma di quanto indicato al punto precedente le OO.SS. hanno comunicato in data odierna che la Fedrigoni ha convocato le organizzazioni sindacali interne ed esterne all'azienda per illustrare il nuovo piano quinquennale. La riunione è prevista per il giorno 10 ottobre p.v.
Tornando all'interrogazione 551 del consigliere Cecchini, la strategica complessiva del gruppo Fedrigoni per CMS è contenuta nel piano quinquennale 2002-2007 e, per l'anno in corso, nel budget 2002. Questo documento è uno strumento analitico e mirato che in sintesi contiene le previsioni di vendita, i costi delle materie prime, i livelli di produzione da raggiungere, la gestione delle scorte, gli investimenti, la struttura dei costi ecc. La diffusione di questi due documenti è limitata ai Direttori di funzione. L'entità degli investimenti in CMF è comunque evidenziabile nel piano di riorganizzazione aziendale presentato dall'azienda al Ministero del Lavoro per ottenere la cassa integrazione, dove si prevede una spesa in tre anni pari ad almeno 35/45 milioni di euro per consistenti investimenti negli impianti e nelle infrastrutture dei tre stabilimenti di Fabriano, Pioraco e Rocchetta.
Per quanto riguarda le condizioni di sicurezza dei lavoratori e le misure di prevenzione e protezione (punto 3) l'azienda applica da sempre - in maniera attenta e rigorosa - tutte le prescrizioni contenute nella legge 626/94 mettendo in atto tutte quelle misure preventive e dispositivi idonei a garantire in tutti gli stabilimenti un elevato grado di protezione. Al riguardo nel 2002 vengono evidenziati dati statistici che indicano una percentuale di ore perse - calcolate sul totale delle ore disponibili - per infortuni sul lavoro inferiore rispetto all'anno precedente. Le misure di prevenzione e protezione sono accompagnate da una intensa attività formativa e di addestramento per il personale dipendente. Di particolare rilievo il Corso di Formazione sulla 626 con finanziamento INAIL che coinvolge a vario titolo il personale dei vari reparti e quello impegnato nel Servizio di Prevenzione e Protezione. (Punto 4) .
Il sito produttivo di CMF più recente, quello di Rocchetta, occupa circa 144 addetti. Il complesso comprende due reparti: il centro di allestimento dove vengono effettuate le operazioni di cernita, taglio e confezionamento della carta in bobina proveniente dallo stabilimento di Fabriano e il Centro di Distribuzione che dispone di 32 mila posti pallets con una movimentazione completamente automatizzata attraverso carrelli filoguidati. In questo reparto avvengono le operazioni di deposito del materiale, stoccaggio del prodotto finito pronto per la spedizione. E' effettivamente allo studio :una riorganizzazione. Questa scelta è affidata alla valutazione e all'analisi della direzione aziendale. Viene comunque assicurato - nell'ipotesi della riorganizzazione — che non vi sarà alcuna penalizzazione del personale che attualmente presta servizio all'interno dello stabilimento di Rocchetta, in quanto verrà utilizzato in altri reparti dell'azienda.
Il FSE Ob.3 Asse D, misura 1 anno 2001 prevede interventi che riguardano la formazione continua di lavoratori e lavoratrici di aziende in via di privatizzazione. Il relativo bando di accesso non prevede che le azioni formative siano rivolte prioritariamente alla manodopera femminile ma sono rivolte indistintamente a tutti i lavoratori. Non risultano impegni presi in Regione sui corsi di formazione ne con CMF né con altre aziende.
Rispetto all'interrogazione n. 558 del 3/912002 del consigliere regionale Dott.ssa M. Cristina Cecchini, "Intervento per il sostegno dell'occupazione alla Fabercarta S.p.A di Castelraimondo", Il punto 1 è di carattere generale.
Circa il punto 2), in base alla normativa vigente la procedura, l'erogazione del trattamento di integrazione salariale è differenziata a seconda che si tratti di intervento ordinario o straordinario. Infatti la cassa integrazione viene concessa a seguito dell'espletamento di una procedura che comprende una fase comunicazione e di consultazione sindacale e la successiva richiesta di integrazione salariale presentata alla sede INPS competente per territorio. Ai sensi dell'art. 5 della legge n.164/75 il datore di lavoro è tenuto a comunicare preventivamente alle RSA la durata prevedibile della contrazione o sospensione e il numero dei lavoratori interessati e le cause che determinano il ricorso alla cassa integrazione. Su richiesta di una delle parti si procede quindi all'esame congiunto della situazione aziendale per la tutela degli interessi dei lavoratori. Nella suddetta procedura la Regione non può svolgere alcun ruolo.
Tutt'altra cosa invece se si tratta di intervento straordinario (cassa integrazione) le cui cause di intervento sono rappresentate nelle aziende da processi di ristrutturazione, riorganizzazione, riconversione, ecc. In tali circostanze l'esame congiunto della situazione aziendale (art. 2 DPR 218/2000 ) avviene presso la regione, dove viene esaminato il programma che l'impresa intende attuare comprensivo della durata e del numero dei lavoratori interessati alla sospensione. Nel caso della Fabercarta SpA è stato chiesto un intervento di cassa integrazione guadagni ordinaria, e l'intervento regionale ha riguardato solo l'aspetto politico che concerne l'acquisizione di elementi di conoscenza e di confronto al fine di conservare gli stessi livelli occupazionali.
Infatti dagli incontri sia con le OO.SS. che con la proprietà sono state fornite assicurazioni che l'intervento di cassa integrazione è legato a situazioni temporanee di mercato con sensibile calo di commesse e che vi sarà sicuramente - nel tempo - un rilancio dell'azienda che comprenderà investimenti e comporterà occupazione.
ll piano annuale delle politiche attive del lavoro per l'anno 2002 prevede azioni per mantenere l'occupazione nelle aree terremotate della regione con particolare riguardo ai comuni compresi nella Comunità Montana di Camerino. Le risorse individuate verranno utilizzate per la prosecuzione delle azioni ammesse nel 2001. Lo sviluppo della Fabercarta SpA è legato in gran parte alla definizione dell'assetto societario che si sta perfezionando in questi giorni. Nel caso in questione non si è ritenuto avanzare proposte formative in quanto tra le causali di cassa integrazione non vi sono i presupposti di una riqualificazione professionale.
Per il rilancio della Fabercarta SpA sono allo studio - da parte della direzione e della proprietà - varie soluzioni e la diversificazione produttiva è già una caratteristica dell'azienda in quanto è produttrice di carte opache e patinate per rotoli plotter, carta xerografica, risme inkjet, carta chimica, e una linea di prodotti per la scuola e per l'ufficio.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Amagliani per quanto riguarda l'interrogazione n. 437.

MARCO AMAGLIANI. Ringrazio l'assessore per la risposta fornitami. Ho rivolto questa interrogazione al Presidente in data 5 marzo, perché in quei giorni, attraverso le notizie di stampa venivano denunciate, da parte del sindacato di base delle CMF quelle che venivano definite come violazioni della dignità personale dei soggetti, fino a paventare violazioni allo stesso statuto dei lavoratori, alla legge 300. Questo è il motivo per cui chiedevo di conoscere quali erano gli effettivi rapporti sindacali tra il sindacato di base e la nuova proprietà.
Prendo atto della risposta dell'assessore, il quale dice che, invece, vi sono rapporti positivi con l'azienda e mi turbano un po' le parole "in linea con lo stile Fedrigoni", perché non conosco qual è lo stile di Fedrigoni, quindi dire che i rapporti sono in linea con quello stile, in qualche modo mi crea un dubbio da questo punto di vista.
Prendo anche atto della riconferma dei vari accordi. Ricordo il primo del 2000, quindi il mantenimento delle condizioni contrattuali in essere, il mantenimento dei siti produttivi, anche se da questo punto di vi sta qualche preoccupazione in più la sento e la vedo.
Nel rispondere, l'assessore ci parlava di un incontro nei prossimi giorni, all'interno del quale verrà discusso un nuovo pano quinquennale. Chiedo che la Regione Marche, l'assessore con delega al lavoro seguano questa questione in modo puntuale e seguano davvero i rapporti reali, in linea con questo stile, ma quanto meno capire qual è lo stile dell'azienda e quindi quali sono i rapporti reali tra l'azienda e le maestranze dell'azienda stessa, perché credo che i lavoratori di quell'azienda abbiano vissuto un periodo particolarmente difficile, siamo ormai alla fine di un processo di privatizzazione che mi auguro non vada a turbare gli elementi essenziali della serenità delle famiglie.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Cecchini per quanto riguarda le due interrogazioni da lei presentate.

CRISTINA CECCHINI. Ringrazio anch'io l'assessore per le notizie che ci sono state date. Mi permetto di puntualizzare una serie di questioni, dividendole. Una riguarda l'interrogazione sulla Fabercarta di Castelraimondo, che oggi è la vera emergenza. l'altra sulle condizioni delle CMF.
Sul primo punto, Beta Rotoli e il gruppo Fedrigoni sono in dirittura d'arrivo relativamente a una divisione di competenze, di responsabilità e l'opzione di acquisto è stata ormai data. Le notizie di stampa e le conferme dell'assessore questo ci hanno detto. La questione che preoccupa, è che la società Fabercarta, di fatto — perché le specifiche tecniche date dall'assessore lo confermano — non ha proceduto alla diversificazione produttiva. Non ci sarà futuro nel settore della carta — le scelte produttive sono in capo all'azienda, quindi un privato che deciderà sulla base dei suoi ragionamenti di sviluppo — poiché le notizie non sono buone. Per certi versi, il 50% di Fedrigoni garantiva meglio le possibilità occupazionali delle stesse maestranze.
Il punto è che probabilmente l'assessore può ripensare a una serie di cose che ha detto. Noi avevamo fatto, nel piano annuale delle politiche del lavoro, un ragionamento relativo alle zone terremotate che erano, ovviamente, quelle più deboli, cioè Serravalle del Chienti, la Comunità montana di Camerino. Qui siamo a 14 chilometri da Camerino. I finanziamenti che quest'anno abbiamo confermato nel piano annuale delle politiche attive del lavoro non sono stati discussi in nessuna sede, perché l'altra delibera la decidemmo sulla base del fatto che i dati Istat ci dicevano che l'alto maceratese aveva un dato Istat, sulla disoccupazione, più alto della percentuale marchigiana, più alto della percentuale di Macerata:; il ragionamento fu tutto politico. Siccome questa è un'emergenza e siccome in quelle zone non ci sono aziende, vale la pena di pensare, perché atti non li abbiamo compiuti, nemmeno l'assessore in questi quattro mesi li ha compiuti, se non per l'approvazione del piano annuale delle politiche attive del lavoro, quindi vale la pena di tenersela come riserva di un intervento (perché è una dotazione finanziaria di 700-800 milioni di disponibilità) e vale la pena tenersela come possibilità di sviluppo alternativo, perché c'è il rischio che, finita la cassa integrazione, non ci saranno poi possibilità.
La mia domanda non era di capire se era ordinaria o straordinaria la cassa integrazione con le diverse integrazioni salariali. Il punto era che, essendo la cassa integrazione straordinaria, il regolamento comunitario 68, quindi i fondi comunitari specifici non possono essere più utilizzati, trattandosi di impresa in crisi. Quindi volevo dire di riservarci fondi regionali che possiamo invece utilizzare in questo caso.
Quindi la mia sollecitazione è questa: abbiamo risorse regionali per le zone terremotate, aziende in quelle zone ce ne sono poche, teniamo in mente che se non c'è una diversificazione produttiva seria, con sbocchi di mercato, con un piano industriale di qualche tipo, sul quale ragionare con le imprese, c'è il rischio di non andare molto oltre.
Vengo invece alle ex Cartiere Miliani. Mi fa molto piacere aver sentito quelle cose. Credo che non sia necessariamente compito della Giunta entrare nel merito delle relazioni sindacali o dare una certificazione sulla 626. Non direi che la 626 è così in regola e che le relazioni con le Rsu sono così idilliache, così come i suoi dirigenti le hanno scritto, assessore. Comunque, prendo atto che se fosse così non potremmo che essere contenti. Personalmente non mi risulta tuttora, ci sono problemi. Ne cito uno di cui sono certissima e di cui potrei dirle anche nome e cognome. Le donne di quel reparto che poi si è chiuso perché è subentrata una ulteriore macchina, che si sono in parte disperse in un invito al licenziamento o che sono state messe a fare lavori pesantissimi, sicuramente se lei le intervista non diranno le cose che le hanno detto i suoi dirigenti. In ogni caso la questione seria dentro le Cartiere Miliani a questo punto riguarda lo stabilimento di Rocchetta. Su questo lei ha confermato il punto 4) della mia interrogazione. Il punto vero è la possibilità di esternalizzare. Lo studio c'è, probabilmente vogliono andare in porto: questi 32 lavoratori rischiano di fare la fine delle donne del reparto precedentemente chiuso. Vale allora la pena controproporre. Noi siamo una regione che se dal punto di vista della cassa integrazione straordinaria può fare delle cose, non c'è dubbio che qui abbiamo un impegno politico con il Poligrafico dello Stato nel momento in cui si è fatta la privatizzazione, nel quale si diceva che la salvaguardia dell'occupazione doveva essere comunque garantita. Come si intende risolvere la distribuzione a Rocchetta? Questo è un problema che varrebbe la pena di leggere dentro quel piano industriale e chiedo di averne copia, senza violare le relazioni industriali. Tale piano 2002-2007 dovrebbe essere depositato, per la firma congiunta che lei ha fatto per la cassa integrazione straordinaria. In ogni caso, vale la pena di tenere sotto osservazione le condizioni di questi 32 lavoratori, non affidando la questione del personale ad alcuno, perché interesse della Regione è solo uno: salvaguardare l'occupazione e su questo l'assessorato deve poter lavorare senza fidarsi di presunti ragionamenti fatti dalle organizzazioni sindacali e della mediazione dei dirigenti della Fedrigoni con i dirigenti regionali, dopodiché arriva in aula una relazione idilliaca che non risulta e quindi vale la pena che lei possa continuare a controllarla.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Procaccini.

CESARE PROCACCINI. Il nostro gruppo ha presentato questa interrogazione il 29 agosto, il giorno dopo l'assemblea dei lavoratori del gruppo che oggi si chiama Fabercarta Beta Rotoli, con sede a Castelraimondo. E' un'interrogazione di merito, seguita all'ultima crisi, in ordine di tempo, in quello che una volta era il gruppo unitario delle Cartiere Miliani Fabriano.
Noi non possiamo, né vogliamo intervenire nei rapporti societari e proprietari della nuova organizzazione, tuttavia oggi, la Regione Marche deve spendere una parola in più, perché in questo caso ha una voce in capitolo maggiore rispetto ad altre occasioni e ad altre crisi, proprio perché l'istituzione, in rapporto alle distruzioni e ai danni seguiti al terremoto del 1997, ha finanziato l'opera di ricostruzione dello stabilimento, ha investito oltre la ricostruzione, per lo sviluppo oltre che per le strutture. Quindi la prospettiva aperta dalla privatizzazione del gruppo Cartiere Miliani-Poligrafico dello Stato, apre un problema non solo di gestione dei rapporti sindacali nella tutela dell'occupazione, né noi vogliamo e possiamo sostituirci al sindacato, ma in questo caso abbiamo una occasione, io direi anche un obbligo, per intervenire, se possibile, nel limitare i danni di questa crisi.
E' evidente che la privatizzazione in sé — e qui c'erano molti ipocriti consapevoli, che pensavano e che dicevano che tutto sarebbe stato tranquillo — ha portato non solo allo smembramento societario ma ad una crisi perdurante. Non solo Castelraimondo, perché in prospettiva — l'ha detto con molta onestà e chiarezza il nuovo proprietario, che la settimana scorsa la III Commissione del Consiglio regionale ha audito per conoscere il suo piano industriale — l'acquisto della Fedrigoni è stato dovuto esclusivamente al fatto che quel gruppo veneto — una multinazionale con un marchio prestigioso — non aveva tra i suoi prodotti le carte-valori. Hanno detto "abbiamo acquistato la Cartiere Miliani Fabriano proprio perché avevamo bisogno di un'azione aggiuntiva, complementare rispetto alla nostra produzione, per cui né la cartotecnica né la cartochimica ci interessano, ma non ci interessa lo stabilimento di Castelraimondo nel suo complesso". In prospettiva esiste un pericolo in più: c'è il rischio che proprio in una visione mondiale, globalizzata dell'economia gli interessi dei nuovi proprietari possano non più interessare le Marche ma altre parti dell'Italia e del mondo.
Quindi che fare rispetto a questa crisi? Sappiamo che oggi, in quello stabilimento è in crisi l'occupazione, è in pericolo la perdita del salario, c'è la certezza di una perdita di professionalità, quindi oltre la metà — 46 su 92 — sono i casi di crisi occupazionale.
Cosa possiamo fare? Dobbiamo intervenire in maniera forte, con una presa di posizione dura, affinché gli impegni che a suo tempo erano stati sottoscritti vengano rispettati. Se questo non sarà, se non venissero rispettati gli accordi noi dovremmo revocare — e questa mia affermazione fatta a nome dei Comunisti italiani in III Commissione è stata fraintesa, o intesa bene dalla nuova società e dalla nuova proprietà — i finanziamenti, proprio perché saremmo in presenza di un'anomalia nel caso che l'istituto Regione, quindi lo Stato finanziasse una modalità di concorrenza impropria per chi non fa il proprio dovere.
Noi sappiamo che le difficoltà di bilancio fanno centellinare, purtroppo, le risorse pubbliche alle imprese, anche delle Marche, quindi non vorremmo che, in prospettiva, dessimo svariati miliardi di vecchie lire ad aziende, a proprietà che, anziché innovare e sviluppare decidessero di chiudere, di smantellare, di licenziare. E' ovvio che in quel caso si porrebbe una scelta diversa.
Mi auguro che ciò non accada e siamo in attesa di conoscere nuovi e seri piani industriali, non i castelli di carta o i castelli nel vuoto. Vorremmo poter discutere di che cosa c'è bisogno per lo sviluppo di quelle zone delle Marche, proprio perché i fondi per il terremoto, l'accordo istituzionale di programma tra la Regione Marche e il Governo hanno fatto sì che decine e decine di piccole imprese — lavoratori del commercio, dell'agricoltura e del turismo — si rimboccassero le maniche. Sono stati quasi spesi e impegnati mille miliardi di vecchie lire in quelle realtà, oltre la ricostruzione, quindi non vorremmo che questi grandi e blasonati marchi prendessero i soldi e chiudessero come se niente fosse. E' ovvio che in quel caso noi daremmo battaglia.



Interrogazione (Svolgimento): «Piano annuale delle politiche attive del lavoro per l’anno 2002» Giannotti, Brini, Ceroni, Cesaroni, Favia, Grandinetti e Trenta (555)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l'interrogazione n. 555 dei consiglieri Giannotti ed altri.
Risponde, per la Giunta, l'assessore Secchiaroli.

MARCELLO SECCHIAROLI. Nella seduta della III Commissione del 13/06/2002, in sede di prima analisi del Piano Lavoro 2002, furono evidenziate, da parte del relatore Prof. Ascoli, perplessità circa l'opportunità di alcuni interventi o la mancanza di altri. In particolare segnalò: poca attenzione al fenomeno dei lavori atipici e alla sicurezza sui luoghi di lavoro; pochi fondi destinati all'handicap; insufficiente considerazione per il fenomeno del lavoro minorile; la necessità di disporre chiarimenti in ordine ai fondi destinati al settore dei beni culturali; opportunità di poter disporre di una relazione sui corsi IFTS e Master già attivati prima di proporne altri con le medesime modalità e finalità.
La seduta fu aggiornata a data da destinarsi per permettere ulteriori approfondimenti sugli interventi previsti nel Piano. Prima della suddetta ulteriore seduta, fu fatto un incontro preparatorio al quale parteciparono il presidente Avenali, il relatore Ascoli, il sottoscritto con delega al lavoro, il Dirigente del Servizio Formazione e Lavoro, Sunzini, la Dirigente dell'Ufficio Lavoro, Baroni e il Dirigente del Centro Beni culturali, Orsetti.
Nella seduta del 18/07/2002 le modifiche al Piano sono state formalmente richieste dal relatore Ascoli e formalizzate nei Pareri n. 146/02 e 148/02, alle quali la Giunta Regionale ha ritenuto opportuno uniformarsi.
L'intervento "aiuti alla formazione per accompagnare percorsi di carriera di lavoratrici autonome nel settore dei beni culturali" è stato depennato su espressa richiesta della III Commissione, vedi punto 2. dei pareri n. 146/02 e 148/02.
L'aumento dei fondi a disposizione del servizio, come è stato debitamente spiegato nell'allegato "A1" alla DGR 1495/02, è motivato dalla decisione di partecipare alla manifestazione "Copernico" sulla cooperazione nelle Marche e di disporre di fondi per il pagamento dei Funzionari regionali incaricati del controllo dei corsi di formazione relativi alla L. 236/93.
I fondi residui provenienti dalla decurtazione dell'intervento sui catalogatori dei beni culturali, come indicato dalla III Comm. (punto 2. del Parere), vanno a "decurtare l'investimento complessivo". Comunque la stessa Commissione, al termine del Parere, invita la Giunta Regionale, tra l'altro a: "tenere presenti alcune esigenze assai significative del servizio Beni e Attività Culturali relativamente all'attività di catalogazione...." suggerendo, a tal proposito, che, in sede di assestamento del bilancio dell'anno in corso, l'importo fosse stornato a favore del medesimo servizio Beni e attività culturali.
L'intervento previsto nel Piano Lavoro 2001 destinato ai territori terremotati per un importo di 750 milioni di vecchie lire, di fatto, per il medesimo esercizio finanziario, è stato rideterminato a soli 70 milioni. Tale importo è stato destinato a finanziare la redazione di uno studio per la individuazione delle specifiche iniziative volte a mantenere e sostenere l'occupazione nella zona. L'incarico per la redazione dello studio è stato affidato al Comune di Serravalle di Chienti (comune più colpito degli eventi sismici del 1997) con DGR n. 2986 dell'11/12/2001.
Allo stato attuale lo studio è in corso di predisposizione e deve essere portato a termine entro il mese di gennaio 2003. La disponibilità prevista nel Piano lavoro 2002 per l'intervento in questione ( euro 200.000,00), verrà destinata per le medesime finalità previste nel Piano 2001, e cioè per un intervento destinato a favorire l'occupazione nelle aree terremotate, da delineare nello specifico non appena in possesso dei risultati dello studio ancora in corso.
In merito all'intervento sulla "sicurezza alimentare" per un importo di euro 103.291,38 sono stati presentati n. 2 progetti entrambi ammissibili a finanziamento. Il soggetto classificatosi primo in graduatoria (approvata con DDS n. 33 del 18/02/2002) assorbe circa il 90% delle risorse (euro 92.340,48).
All'organismo gestore (Federagronomi-Federforestali di Roma) sono state chieste precisazioni in ordine al preventivo di spesa presentato con nota del 10/06/2002. Il medesimo organismo non ha ancora fornito le precisazioni richieste.
In merito all'intervento denominato "diversificazione aziendale" per un importo di euro 387.342,67 sono stati presentati n. 7 progetti, dei quali, a seguito della procedura di valutazione, n. 6 sono ammessi al finanziamento per un importo di euro 97.570,98.
L'intervento denominato "Progetto Tunisia" concernente: "Progetto di formazione e inserimento lavorativo per immigrati extracomunitari" è stato presentato con nota del 3/10/2001 dal Comune di Camerino all'allora assessore Maria Cristina Cecchini e p.c. al dirigente del Servizio Formazione, Sunzini.
Nel Piano lavoro 2002 non è previsto nessun finanziamento per "Progetto informatica per la patente europea" a seguito delle modifiche richieste dalla III Comm. (punto 1. del parere). Il progetto inizialmente previsto è stato proposto dalla CTA di Macerata e avrebbe coinvolto altre società internazionali, quali la IBM, la SUNMICROSYSTEM e la Cepas. I
l procedimento relativo ai "Piani annuali delle politiche attive del lavoro ex art. 3 della legge regionale n. 38/98" era stato affidato alla Dott.ssa Baroni - Dirigente Ufficio Lavoro ai sensi dell'art. 2 della L.R. 44/94, con decreto del Dirigente del Servizio n. 280 del 18/07/2001. In data 26/07/2002 il Direttore del Dipartimento Sviluppo Economico, Dott. Costa, inviò al dirigente Sunzini una lettera di sollecito alla predisposizione della proposta definitiva di Piano sulla base del Parere espresso dalla Commissione consiliare competente. Tale sollecito venne girato alla dott.ssa Baroni, quale responsabile del procedimento.
A seguito di tale nota del direttore di Dipartimento, il Dirigente Sunzini ha adottato il Decreto n. 635 del 01/08/2002 con il quale ha revocato la responsabilità procedimentale di che trattasi affidata alla Dott.ssa Baroni ed ha provveduto alla firma della proposta di Piano lavoro 2002 definitiva, firmando anche come responsabile del procedimento.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Giannotti, per dichiararsi soddisfatto o meno.

ROBERTO GIANNOTTI. Mi sarei aspettato una reazione più passionale da parte dell'assessore Secchiaroli, una partecipazione più viva alle vicende dell'istituzione alla quale partecipa, non come spettatore ma come protagonista. Invece questa risposta molto tecnica, molto evanescente mi lascia perplesso. Io ho posto un problema politico, che poi è l'assunto di uno degli spunti polemici di questi ultimi mesi, cioè il ruolo svolto da un dirigente di un servizio regionale rispetto all'attività della Giunta. Credo che le scelte che in qualche modo sono state compiute dalla III Commissione consiliare senza il consenso dei consiglieri della Casa delle Libertà siano gravi, perché sottintendono un atteggiamento di accondiscendenza della Giunta regionale rispetto ad un piano approvato poco prima.
Il piano sulle politiche del lavoro prevedeva alcuni interventi tarati che provenivano dalla sensibilità dell'assessore Cecchini, questo è indiscutibile:; interventi significativi che, in quanto tali, avevano ottenuto il consenso pieno dell'Esecutivo. Devo faticare a richiamare il fatto che la Giunta aveva approvato la proposta di piano predisposta dall'assessore competente, che conteneva tutta una serie di interventi. Guarda caso la Commissione consiliare — io mi sono permesso di dire "su sollecitazione del dirigente" e sfido chiunque a dimostrare il contrario — ha modificato, tagliando completamente quei passaggi, o comunque quei richiami al piano che in qualche modo erano stati sostenuti dall'assessore Cecchini. Una specie di contromisura rispetto alle polemiche che ci hanno accompagnato, relative a questo rapporto. Non devo qui tornare a richiamare il contenzioso in atto fra l'assessore Cecchini e quel dirigente; non debbo qui richiamare il fatto che rispetto a quel dirigente ci sono tutta una serie di obiezioni formulate dal nostro gruppo, dal gruppo di Alleanza nazionale, dalla stessa collega Cecchini, che in qualche modo mettono in discussione, anzitutto il possesso dei requisiti per fare il dirigente della Regione, secondo perché si è esautorato di fatto una parte dei dirigenti non allineati al suo staff all'interno del servizio (anche qui consentitemi di non fare riferimenti, ma potremmo approfondire come volete) e inoltre per avere compromesso con una gestione discutibile tutta una serie di atti amministrativi, al punto che devo ricordare al Consiglio che è stata nominata — credo sia la prima volta che questo accade — una Commissione d'inchiesta che deve operare rispetto a questo.
Sulla posizione di quel dirigente avremo modo di approfondire in altre occasioni e ha fatto bene il collega Gasperi a chiedere l'iscrizione all'ordine del giorno della prossima seduta dei due strumenti ispettivi. A me interessava un'altra cosa: capire qual è la filosofia di questa Giunta, se bastano un incidente di percorso e l'allontanamento di un assessore per modificare la propria impostazione di piano, perché questo sarebbe un fatto politico gravissimo. Vorrebbe dire che il piano non è costruito sulle verità o sulle ragioni o su un approfondimento ma solamente sull'interesse e sulla forza dei singoli assessori. E allora, un piano così e una Regione così credo che ai marchigiani interessino poco. Per questo sono completamente insoddisfatto della risposta.



Interpellanza (Svolgimento): «Concorso pubblico per titoli ed esami a n. 1 posto della qualifica dirigenziale unica – profilo professionale 9.18, funzionario geologo» Gasperi, Massi e Pistarelli (50)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l'interpellanza n. 50 dei consiglieri Gasperi, Massi e Pistarelli.
Ha la parola il consigliere Gasperi per illustrare l'interpellanza.

GILBERTO GASPERI. L'interpellanza presentata il 12 dicembre 2001 intende conoscere per quale motivo si preferisca assumere a tempo determinato un candidato risultato ultimo degli idonei, piuttosto che scorrere in graduatoria. Faccio presente che era stata, tra l'altro, rimandato dalla commissione un atto proprio per situazioni particolari.
Il concorso per titoli ed esami è stato bandito con deliberazione della Giunta regionale 2316 del 20 luglio 1992 ed era inizialmente per tre posti, successivamente ridotti ad uno. Con l'insediamento della Giunta D'Ambrosio, con decreto del dirigente del servizio 382 del 1995, vengono rideterminati i requisiti per l'ammissione al concorso. Successivamente, con delibera di Giunta regionale 3229 si procede ad integrare i componenti della commissione con sostituzioni, sottolineando che erano revocate le precedenti deliberazioni nella parte in cui prevedevano che la scelta dei componenti delle Commissioni doveva effettuarsi con il metodo del sorteggio pubblico, ciò in ragione della celerità con la quale si intende procedere all'espletamento delle procedure concorsuali nonché alla valutazione delle difficoltà di effettuare, mediante detto metodo, una selezione rispondente alla specificità di competenze dei componenti e non una mera omogeneità tra professionalità distinte. Qui siamo al 1995.
Con deliberazione 535 del 1996 viene nuovamente sostituito il presidente della commissione e si impegnano 60 milioni. Con deliberazione n. 1957 del 29.7.1997 si sostituiscono ulteriori componenti la commissione. Con decreto del Presidente della Giunta n. 193 del 1997 si modificano i criteri, stabilendo la validità della graduatoria per tre anni e la possibilità di usare fino al doppio dei posti stabiliti.
A questo punto si fa una successiva deliberazione, la n. 348 del 23 febbraio 1998 con la quale si modificano nuovamente i componenti della commissione giudicatrice e si assume l'impegno di spesa di 5 milioni. Con delibera di Giunta 2431 del 4.10.1999 si annullano le prove del concorso e si rinnova la procedura. Con deliberazione di Giunta 2730 del 3.11.1999 si rinnovano le prove d'esame e la nomina della Commissione e si impegnano ulteriori 12 milioni. Con deliberazione n. 1119 del 6.6.2000 viene approvata la graduatoria e viene nominato il vincitore. Risultano idonei dal secondo posto al quinto ed ultimo, ricoperto logicamente dal sig. Taddei Luciano.
Con successiva deliberazione di Giunta, la stessa si costituisce in giudizio di fronte al Tar contro i ricorsi di alcuni partecipanti al concorso, compresa anche la persona interessata, Lidio Campagnoli che si costituisce per le modalità di riconoscimento di alcuni titoli.
Per ultimo, l'atto amministrativo n. 63 di assunzione di colui che era arrivato quinto, il sig. Taddei Luciano. In II Commissione è stato rimandato in Giunta, in quanto la stessa non aveva tenuto conto della nuova legge di riorganizzazione del personale che era stata appena approvata e che prevedeva che non poteva essere superato il 10% di personale esterno all'Amministrazione. Da indiscrezioni sembra che questa percentuale era satura e neanche lo stesso Consiglio poteva sostituire il dirigente esterno, che logicamente andava a mancare.
Chiedo: per quale motivo non si è scorsa la graduatoria e addirittura, in Commissione è stato tutto rimandato in Giunta? Diventa una cosa particolare, perché vengono dubbi che vi siano interessi su assunzioni ad personam e non scorrendo le graduatorie derivanti da un concorso che è partito con una delibera del 1992 ed eravamo arrivati esattamente al 2001. Infatti, a firma del presidente della Commissione Fausto Franceschetti si diceva: "La II Commissione, nella seduta dell'8.11.2001, esaminate le proposte di atto amministrativo in oggetto, ha ritenuto necessario rinviare le stesse alla Giunta regionale, affinché siano riesaminate ed eventualmente modificate in relazione alla legge regionale 15 ottobre 20901, n. 20", cioè la legge che riguarda la riorganizzazione dei servizi.
E allora, Presidente, mi sembra che questa non sia una cosa regolare ma una dimostrazione di come ci si vuol comportare quando si vogliono assumere delle persone che tra l'altro, in un concorso, non sono esattamente posizionate, perché il primo ha vinto, il secondo sarà stato meglio del secondo, il secondo meglio del terzo, il terzo meglio del quarto, il quarto meglio del quinto e via di seguito. Qui, invece, il primo è stato assunto, addirittura invece di andare a prendere il secondo o il terzo si va a prendere il quinto. Questa è una cosa non immorale, ma la dimostrazione che vengono fatti i concorsi ad personam, solo che non si è riusciti a manipolare il quinto arrivato facendolo arrivare secondo, per far sì che fosse assunto nello scorrimento delle graduatorie. Questa è una dimostrazione di cattiva amministrazione, ma soprattutto di un malcostume che addirittura si è protratto negli anni, perché da un concorso del 1992 si è arrivati al 2000, per arrivare al 2001 con un atto di assunzione che tra l'altro è stato respinto anche dalla II Commissione, dimostrando in modo lapalissiano la immoralità di questa Regione nel fare politica.

PRESIDENTE. Ha la parola, per la Giunta, l'assessore Ottaviani.

ROBERTO OTTAVIANI. Consigliere Gasperi, le rispondo io, visto che il dirigente interessato doveva far capo a una esigenza del servizio.
Mi fa specie che dietro un iter cominciato nel 1992, correttamente espresso, alquanto particolare, si fa poi riferimento a una richiesta che nasce da tutt'altra motivazione, da tutt'altro argomento. Proverò a dirle qualche cosa da un punto di vista formale, poi le aggiungerò qualcosa di mio personale.
Per quanto riguarda la delibera di Giunta 2119 dell'11 settembre si proponeva, ai sensi dell'art. 53 dello Statuto regionale l'assunzione a tempo determinato del dirigente interessato, per il conferimento allo stesso dell'incarico di dirigente dell'ufficio tutela e gestione delle acque, dell'aria e del suolo presso il servizio tutela e risanamento ambientale.
Indubbiamente la II Commissione, anteriormente all'interpellanza, rinviava alla Giunta l'atto per un eventuale riesame, in relazione alla sopravvenuta legge 15 dell'ottobre 2001, n. 20. Allo stato la procedura è da ritenersi sospesa, nelle more del riordino organizzativo dell'ente. L'interpellanza evidenzia la circostanza che il nominativo è presente nella graduatoria del concorso pubblico di funzionario geologo quale ultimo degli idonei. La circostanza di una contemporanea presenza dello stesso nominativo in due distinti procedimenti non può indurre a stabilire una correlazione tra gli stessi, essendo questi supportati da normative, situazioni e criteri diversi. Uno era un concorso nato nel 1992, che ha avuto un iter particolare, molto lungo, nel quale i vincitori del concorso furono tali in relazione ai titoli pubblici, mentre le posso garantire che nelle prove pratico-attitudinali l'interessato era risultato tra i primi. Ma non è questo l'argomento che unifica i due procedimenti, ripeto separati. Dal 1992 al 2001 l'esperienza e il curriculum che erano stati acquisiti dall'interessato, erano, secondo noi, degli elementi che ponevano in una posizione ottimale, qualificata questo professionista che, ripeto, non aveva titoli pubblici perché aveva sempre e solo esercitato attività libero-professionale, quindi non riconosciuta all'interno del concorso e solo per questo era arrivato quinto.
Preciso un ultimo passaggio. La graduatoria cui lei fa riferimento era esaurita, in quanto i due posti a disposizione — prima un posto, poi passato a due — sono stati utilizzati dalla Giunta. La proposta, che poi è rimasta completamente sospesa, era nata indipendentemente da quel concorso e da quell'iter.
Visto che lei ha citato uno degli esclusi, io affermo soltanto che l'esclusione era dovuta al fatto che l'interessato non presentò il titolo di laurea, e io credo che è un fatto grave, formalmente, anche se la professionalità dell'escluso non è assolutamente messa in discussione: non a caso egli faceva parte dell'organico regionale ed era ottimamente riconosciuta la sua professionalità e oggi fa parte dell'ufficio decentrato e come tale questa professionalità gli è stata sempre riconosciuta, ma la mancanza della presentazione del titolo di laurea è stato un elemento di esclusione dell'interessato ricorrente. Quindi procedimenti completamente diversi, storie che cambiano dal 1992 al 1991, percorsi che non hanno nulla a che vedere e mi dispiace che vengano unificati in una polemica che ad oggi sicuramente si è definitivamente chiusa perché sono state trovate altre possibilità all'interno della riforma organizzativa dell'ente Regione.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Gasperi per dichiararsi soddisfatto o meno.

GILBERTO GASPERI. Assessore, la ringrazio della risposta, però chi gliel'ha scritta non merita la sua fiducia, perché le posso citare: "Concorso pubblico, deliberazione della Giunta regionale 1119 del 6.6.2000", "Concorso pubblico per titoli ed esami a n. 1 posto della qualifica dirigenziale unica, profilo professionale 9.18, funzionario geologo — Approvazione della graduatoria e nomina del vincitore". Deliberazione non soggetta a controllo. "La Giunta regionale (omissis) delibera di approvare la seguente graduatoria di merito composta da cinque candidati idonei, così come espresso nei verbali allegati in originale che formano parte integrante e sostanziale della presente deliberazione del concorso pubblico per titoli ed esami, bandito con decreto del Presidente della Giunta regionale n. 229 del 2.11.1992 e successive modificazioni per la copertura di n. 1 posto della qualifica dirigenziale unica, figura professionale 9.18, funzionario geologo nell'ambito della struttura organizzativa del personale della Giunta regionale così come segue. Vincitore, n. 1 Smargiassi Mario". Poi ci sono il secondo, il terzo, il quarto e il quinto.
Oltre il luogo e la data di nascita ci sono i titoli. Poi c'è la prova, prima e seconda prova orale. Il sig. Taddei Luciano — la delibera è pubblica — ha 3,64 punti ed è, dei cinque, il quarto. Nella prima prova ha preso meno di tutti, 23. Nella seconda prova ha preso 24, uguale al terzo. Nella prova orale ha preso il punteggio più alto di tutti, 27. Siccome però gli altri hanno preso 26, 24 e 26, quando si va a fare il totale... Io ho fatto i concorsi e ho fatto anche il concorso all'Ente di sviluppo Marche nel lontano 1972 o 1973. Ero arrivato esattamente secondo agli scritti e agli orali non avevo le raccomandazioni e sono andato a finire dietro in graduatoria. Lo sappiamo tutti, perché ho fatto parte anch'io di commissioni: se mi si presenta una bella donna bionda, dagli occhi azzurri come mia moglie sono portato a darle un giudizio meno penalizzante rispetto ad una che ha un aspetto esteriore diverso. Non è assolutamente vero che questo aveva i titoli più alti, perché in due prove scritte ha preso meno punti di tutti, nella prova orale ha preso 27, esattamente uno o due punti in più degli altri.
A me dispiace, perché lei, assessore, ha dovuto firmare questa come una delle prime delibere, perché è del 6 giugno 2000, però fa parte di quel bagaglio che non solo non ci dovremmo ritrovare noi che siamo all'opposizione, man on si dovrebbe ritrovare nessun consigliere di questo Consiglio, perché per far forte la Regione noi dobbiamo mandare avanti le persone capaci e per far forte l'Amministrazione dobbiamo dare incarichi a coloro che hanno dimostrato sul piano pratico o sul piano teorico una grande validità, denotando serietà e preparazione.




Proposte di legge (Discussione generale):
«Istituzione del garante per l’infanzia e l’adolescenza” Giunta (124)
«Norme a tutela dell’infanzia e dell’adolescenza» Giannotti, Brini, Ceroni, Cesaroni, Favia, Grandinetti e Trenta (38)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca le proposte di legge n. 124 ad iniziativa della Giunta e n. 38 ad iniziativa dei consiglieri Giannotti, Brini, Ceroni, Cesaroni, Favia, Grandinetti e Trenta.
Ha la parola il relatore di maggioranza, consigliere Mollaroli.

ADRIANA MOLLAROLI. Con la proposta di legge sottoposta oggi all'esame del Consiglio, la nostra Regione aggiunge un tassello importante nella costruzione di una politica per l'infanzia e l'adolescenza nella nostra realtà.
La Regione Marche intende onorare un principio di valore etico prima ancora che giuridico: quello della responsabilità, del rispetto e della considerazione nei confronti dei cittadini e cittadine più giovani.
La proposta di legge si colloca in un quadro di riferimenti legislativi nazionali, internazionali ed europei, e anche in un quadro di azioni amministrative regionali e locali che possono farci dire che si sta finalmente tentando di costruire nel nostro Paese e nella nostra regione, una politica compiuta per l'infanzia, l'adolescenza, per i bambini, le bambini e le loro famiglie.
Non si era mai arrivati a questo livello di impegno istituzionale. Si tratta di un impegno serio e complesso.
I temi dell'infanzia non possono essere ridotti a poche facili questioni, non possono essere banalizzati. Il numero e la delicatezza dei problemi che vanno affrontati — affinché abbia senso una politica per l'infanzia e l'adolescenza — è imponente e corrisponde né più né meno al ventaglio dei temi che coprono l'azione complessiva dei governi: la progettazione urbanistica, la qualità di una città, la politica ambientale, le politiche della mobilità, le politiche sanitarie e sociali, le politiche della formazione, quelle della sicurezza interessano tutte l'infanzia, ma spesso nell'azione di governo non riteniamo che questo sia e neanche nella cultura politica prevalente.
Non si diventa grandi per caso o all'improvviso. Si potrebbe dire che ciascun cittadino è adulto nella misura in cui gli è stato possibile essere bambino. In realtà, nonostante l'assoluta semplicità ed evidenza di questo principio, per moltissimo tempo l'Italia è stato un Paese disattento nei confronti dell'infanzia, divenendo sicuramente più povero e meno capace di altri Paesi occidentali di rinnovarsi ed evolvere.
Nei continui ed odierni cambiamenti, che portano il nostro Paese a modernizzarsi e a moltiplicare le opportunità di crescita e di sviluppo, è molto difficile essere bambini ed adolescenti, così come è diventato più problematico essere genitori (padri e madri). Anche per questo i giovani cittadini debbono avere un'attenzione speciale da parte di tutta la società e innanzitutto delle istituzioni.
Nella prima metà del Novecento l'infanzia era considerata il periodo dell'innocenza, per cui doveva essere protetta dalle realtà sgradevoli della vita. I discorsi sulla morte, sul sesso, sui problemi economici non venivano fatti di fronte ai bambini. Gli adulti cercavano di nascondere, collocandoli in una sorte di retroscena, quei comportamenti che erano ritenuti non adatti oppure che avrebbero potuto sminuire l'immagine degli adulti o delle istituzioni ai loro occhi.
La diversità dell'infanzia era segnata anche dal fatto che i bambini vestivano in modo diverso e avevano un linguaggio particolare: esisteva una segretazione temporale, legata all'età.
Negli ultimi cinquant'anni l'immagine dei bambini ha subito un significativo cambiamento, in conseguenza del quale l'infanzia intesa come periodo protetto della vita è quasi scomparsa. La televisione ha sicuramente contribuito ad infrangere la segregazione in quanto i bambini che la guardano ricevono le stesse informazioni degli adulti e nello stesso tempo vengono in contatto con quei comportamenti che un tempo venivano occultati.
Il risultato è quello di una emancipazione precoce, di una caduta del determinismo dell'età, per cui la crescita non segue più stadi ma percorsi individuali.
E' una semplificazione sintetica e paradossale, ma sta ad indicare la complessità che una nuova stagione della condizione dell'infanzia determina: non solo come bisogni materiali — cambiamenti delle famiglie, presenza massiccia delle donne nel mondo del lavoro, nuove relazioni sociali, calo demografico — ma anche le ricadute simboliche e di messa in discussione di valori secolari.
Sarebbe interessante proseguire su questa strada e anche prendersi tempo per riflettere sul senso di queste trasformazioni, ma il contesto di oggi non lo consente, non ho voluto però prescindere del tutto da questi riferimenti che indicano questo mutato contesto culturale.
Dicevo del tentativo che finalmente l'Italia si è data nella costruzione di una politica per l'infanzia.
Per la prima volta in Italia abbiamo avuto un piano nazionale per l'infanzia, la legge 451 del 1997, che indicava anche con iniziative legislative specifiche (la 285 sulla promozione dell'infanzia, la 267 sulla lotta alla pedofilia e al turismo sessuale, le nuove adozioni internazionali) l'attenzione all'infanzia all'interno di leggi complesse come la 53 del 2000 che individua in una nuova normativa dei congedi parentali, estesi anche ai padri per riappropriarsi di questa sensibilità, azioni innovative significative, come quelle delle città sostenibili delle bambini e dei bambini, che tra l'altro ha visto un forte protagonismo della nostra regione con il sottosegretario all'ambiente Calzolaio ed alcune iniziative partite dalle nostre città, in particolare la città di Fano dalla quale io stessa provengo.
La legge 30 di riforma dei cicli scolastici, ha come obiettivo l'estensione generalizzata della scuola dell'infanzia. Lo statuto dei diritti degli studenti per favorire un più incisivo protagonismo studentesco. L'obbligo scolastico per i minori stranieri. Il ricongiungimento familiare nella "legge Turco-Napolitano" oggi sottoposta a modifiche introdotte dalla "legge Bossi-Fini" in questo ultimo tempo. Oltre a questo, va segnalata la legge 38 sul riordino dei servizi sociali e degli interventi sociali.
Di tutti questi interventi hanno beneficiato le Regioni, gli enti locali e l'associazionismo e si sono ridotte le distanze tra le Regioni più attive, che storicamente hanno investito nelle politiche sociali ed educative, con quelle più problematiche, in particolare di alcune aree del sud d'Italia.
In questo contesto di riforme si colloca la legge sul garante. Ma prima di esporre i principali contenuti della legge, che è semplice e con un articolato abbastanza ridotto, voglio fornire alcuni dati per dire di che cosa parliamo quando ci riferiamo all'infanzia nella nostra regione. Mi riferisco ad alcune citazioni di dati riprese da una pubblicazione della nostra Regione che, come sappiamo, ha istituito un centro di documentazione sull'infanzia e l'adolescenza.
Nella nostra regione sono 186.953 i bambini della fascia d'età 0-14 anni. Abbiamo — e questo è un dato che ci preoccupa — un tasso di natalità tra i più bassi d'Italia: il 53,3% delle famiglie marchigiane ha un solo figlio contro il 45,2 del dato nazionale; il 40% ha due figli, contro il 47% del dato nazionale; il 6,6% tre figli, contro un dato nazionale del 12,1%. Permane ancora, anche se i dati sono estremamente ridotti — e credo che questa sia una nota positiva per quanto riguarda la nostra regione — una percentuale molto bassa per quanto riguarda l'utilizzo dei giovani in attività lavorative. Da un'indagine fatta su 224 aziende di vari settori della regione Marche (commerciali, artigiane, pubblici esercizi, agricole, industriali), abbiamo una percentuale molto bassa (3,1%) di non rispetto dell'età lavorativa e il 2,1% di lavoro vietato ai minori. Sono percentuali basse ma non sono assenti, quindi anche su questo fronte occorre che ci attrezziamo.
Per raggiungere questi obiettivi è istituita la figura del garante dell'infanzia che attiviamo con questa legge, se verrà approvata, e saremo anche tra le prime Regioni d'Italia.
La legge è semplice. All'art. 1 si fissano le funzioni del garante dell'infanzia, che sono funzioni prevalentemente della cultura dell'infanzia ma anche di vigilanza sulle attività amministrative, di promozione delle forme di partecipazione dei bambini e delle bambine alla vita della comunità montana e anche di controllo, per lo meno per quanto riguarda l'attività dei mezzi di comunicazione di massa che agiscono nella nostra regione. Oltre a questo la legge individua chi può essere il garante per l'infanzia. All'art. 2 indichiamo la figura che può svolgere questa funzione e la individuiamo in una persona che non dovrebbe avere un'età superiore a 65 anni, che dovrebbe avere come minimo la laurea come titolo di studio e un curriculum professionale, con una documentata esperienza nel settore dell'infanzia, delle politiche educative e delle politiche socio-sanitarie.
La legge che oggi esaminiamo è anche frutto di un lavoro utile fatto tra una proposta iniziale del gruppo di Forza Italia e una proposta di legge della Giunta, quindi credo che anche questi elementi vadano messi in evidenza. Da una prima proposta del gruppo di Forza Italia a firma Giannotti e Brini, a una proposta della Giunta che è diventata il testo base.
La legge individua l'ufficio del garante presso il Consiglio regionale ed assegna al garante un budget per poter svolgere serenamente, con competenza la sua funzione e assegna al garante anche una funzione di riferimento della propria attività al Consiglio regionale, rendendo questa attività pubblica, con l'obbligo della pubblicazione sul Bur.
Quindi è una legge con un articolato semplice ma molto impegnativa, perché finalmente nell'attività del nostro lavoro quotidiano, sia quello legislativo, sia quello amministrativo, ma di forte promozione culturale, avremo finalmente qualcuno che si occuperà del punto di vista dei bambini e credo che raggiungeremo, nella nostra regione, obiettivi più qualificati e soprattutto più attenti ai bisogni veri dei nostri cittadini. Spesso usiamo l'espressione di essere, con la nostra azione amministrativa e legislativa, più attenti ai bisogni veri della gente: occorre però questi bisogni cominciare a disarticolarli, sapendo che sono complessi, che possono avere obiettivi diversi anche dal punto di vista di chi li guarda. Oggi introduciamo, con questa legge, con questa figura, un punto di vista molto importante che è quello dei bambini e, con essi, delle famiglie, quindi una parte della società marchigiana sicuramente attiva e che spesso è esclusa dall'agire politico.
Mi auguro che la discussione sia serena, fattiva e si possa arrivare alla votazione unanime di questa proposta di legge.

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE
GIUSEPPE RICCI

PRESIDENTE. Ha la parola il relatore di minoranza, consigliere Romagnoli.

FRANCA ROMAGNOLI. Questa proposta di legge si occupa d'infanzia ed istituisce il garante per l'infanzia. Deriva dalla sintesi di più lavori, quindi dalla proposta di legge che per prima Forza Italia ah presentato in Regione e, successivamente, dalla proposta della Giunta regionale. Si occupa d'infanzia e già questo, a nostro modo di vedere, è un'anomalia. Noi siamo contrari, come principio e come impostazione culturale, a che tutto venga normato, a che ci sia questa invasione, anche legislativa, nella sfera del privato, nelle sfere più intime quali quelle dell'infanzia e del fanciullo. E' probabilmente, però, una necessità che evidenzia delle problematiche grandi che stanno dietro la condizione dell'infanzia e che hanno reso necessaria la previsione di una figura del genere. Non possiamo queste problematiche tacerle.
Doverci occupare d'infanzia vuol dire che qualcuno, che naturalmente è preposto a garantire e tutelare la stessa non è più in grado di farlo per mille ragioni: per una crisi dei valori, per una crisi della famiglia che è l'istituzione deputata a fare questo, per una crisi anche della figura della donna, della figura materna, che è costretta ad occuparsi d'altro e non sempre questo ha consentito nella famiglia quella fusione, quella complementarità di ruoli che è necessaria per far sì che il figliolo, l'adolescente, il fanciullo venga adeguatamente seguito. Spesso questa inversione o questa confusione di ruoli ha creato un vuoto che pesa in termini di educazione dei ragazzi. Sicuramente motivazioni sociali, sicuramente la scuola che non sempre, per le difficoltà obiettive che conosciamo, sempre maggiori, riesce a svolgere quel ruolo di conoscenza e di vicinanza con ogni singolo ragazzino che per anni, in maniera più diretta è riuscita a svolgere.
I problemi sono tanti. Per questo abbiamo messo mano ad una normazione che affronta la condizione tutta, ammesso che la condizione dell'infanzia sia riconducibile a una serie condivisa, condivisibile di status, di valori. E' piuttosto variegata, quindi non è facile individuarne in maniera semplicistica i caratteri dominanti e ricorrenti. Non la confondiamo con l'anomalia, con il disagio, però è di per sé complicata e merita attenzione. Sarebbe giusto preoccuparci di rimuovere innanzitutto determinati ostacoli che sono di carattere sociale, educativo, culturale e recuperare certi valori, certe istituzioni all'uopo preposti. Questo è un lavoro di lungo termine e che richiede una sensibilizzazione che appartiene certamente alla sfera più privata di cui la politica non deve più di tanto interessarsi. Proprio per questo è stato ritenuto necessario tutelare, con la previsione di questa figura, il bambino.
La figura del garante ha un senso, quindi l'abbiamo accettata in Commissione, purché sia davvero l'istituzione super partes che svolge questo ruolo, che tutela l'infanzia e l'adolescenza con compiti anche di vigilanza, di controllo, con tutto quello che la collega Mollaroli ha già detto e che è il filo conduttore della legge, semplice negli articolati. Deve essere una forte figura istituzionale, altrimenti, se a quella che è un'anomalia, una problematica sociale aggiungiamo un rimedio non idoneo, non degno, rischiamo davvero di violentare il nostro modo di vedere le cose — parlo di Alleanza nazionale — inutilmente, perché normare questo aspetto della vita per affidare questa tutela ad una figura che non sia davvero qualificata istituzionalmente e, soprattutto, al di sopra delle parti, diventerebbe grave poterlo difendere, poterlo sostenere e poter quindi votare una siffatta proposta. Oltretutto sarebbe inutile dal punto di vista della tutela e della garanzia dell'infanzia: o la tuteliamo davvero, oppure non credo che con la spartizione, con l'appannaggio di questa o quella figura possiamo risolvere un problematica così importante.
Dico questo perché in Commissione abbiamo discusso a lungo non solo sui requisiti e sulle incompatibilità del garante, sulla figura, ma anche sulle modalità di votazione dello stesso, trovando una sintesi, che se ben ricordo fu unanime, sulla indicazione e votazione del garante stesso da parte del Consiglio. Questa richiesta che per le materie più varie viene ripetuta dalla minoranza, quella di far sì che il Consiglio non venga espropriato di questi compiti, in altri casi può avere il sapore più squisitamente politico e magari anche provocatorio o polemico, qui no. Qui il fatto di mantenere ferma la nomina del garante da parte del Consiglio significa difendere l'essenza della figura stessa del garante, quindi la ratio prima ed ultima di questa legge.
Cambiando questo, come pare si voglia fare — e per noi sarà determinante che rimanga o non rimanga questa soluzione — viene meno lo spirito della legge, viene meno la condivisione che sulla figura del garante deve necessariamente esserci da parte di tutto il Consiglio, viene meno la garanzia, viene meno la funzione soma e fortemente istituzionale che questa figura deve avere. Vanifica sicuramente la legge stessa.
D'altronde non possiamo nasconderci che tutta la legge verte su questo punto. Al di là di una premessa nel primo articolo, dove si parla e si affronta la questione della condizione, in generale, dell'adolescenza e dell'infanzia, per il resto è tutta una normativa sul garante, sulle sue funzioni, sui requisiti, sui compiti.
Non dimentichiamo che, sempre secondo quello che ho detto all'inizio e che ci è difficile da digerire e da votare — ma in considerazione di questa problematica che comunque esiste siamo anche disposti ad approvare e votare — qui c'è una forte invasione o invasività di questa legge nella sfera privata e in quello che implica un controllo delle attività scolastiche: si prevede la coordinazione di progetti e di programmi, si prevede il controllo e la vigilanza sulle trasmissioni. E' fortemente presente e dotata anche di forti poteri questa figura del garante. Se questo deve essere — e la nostra è una presa d'atto, non è una cosa nei confronti della quale ci rassegniamo: avremmo preferito che l'infanzia non avesse avuto bisogno di questo e che chi deve tutelarla in questa società lo abbia fatto — davvero la figura sia al di sopra di ogni sospetto, sia condivisa, sia votata dopo una rosa, una concertazione, una indicazione comune. Nessuno, mi auguro, in Consiglio aveva in mente di etichettare il garante, non sarebbe ciò sicuramente avvenuto, ma avremmo avuto la possibilità davvero di valutare una rosa di nomi. D'altronde i requisiti sono molto tassativi, quindi grandi margini di discrezione non ne avremmo avuti, però il metodo avrebbe avuto davvero una sostanza, quella della realizzazione dello spirito di questa legge. Se così non sarà noi rivedremo sicuramente tutta la nostra impostazione nei confronti del voto stesso, che in Commissione è stato unanime.
Noi proponiamo degli emendamenti che tutti avete avuto, che provengono anche dalla magistratura del tribunale dei minorenni. Non credo che sia un compito non proprio che questo magistrato ha esercitato, scrivendoci peraltro liberamente e segnalandoci determinate cose. E' chiaro che dall'impostazione della legge può scaturire anche quell'interpretazione che il magistrato ha dato e cerca di rinforzare con gli emendamenti proposti, cioè il fatto che derivi anche una sorta di obbligo di denuncia ben preciso di eventuali abusi, cioè che questa figura del garante sia anche un tramite tra la società, il fanciullo e l'autorità giudiziaria massima preposta, cioè il tribunale dei minori che si occupa di questo. Non è un arbitro, non è un'invasione, è giusto che così sia, perché l'impostazione della legge è di rigore, di controllo, di forte vigilanza, quindi è giusto che ci sia una più forte collaborazione che si esplica anche attraverso l'obbligo di denuncia, di collaborazione, di segnalazione tra il garante e il tribunale dei minori che è per buona parte assente, viene menzionato come organismo, come ente o come istituzione al pari delle altre. Meriterebbe una menzione particolare.
Proprio per questo, buona parte di questi emendamenti abbiamo ritenuto di presentarli. Non sarà però su questo che decideremo il voto; sarà sicuramente, invece, sull'altra questione, il fatto cioè che rimanga o meno appannaggio del Consiglio la nomina del garante stesso. (Interruzione). Questo mi fa piacere, perché se questa cosa non cambia non avremo problemi a votare la legge. C'è un emendamento in tal senso? Valuteremo anche questo, perché non credo che sia una questione solo logistica o di lana caprina.
Per il resto faremo l'illustrazione dei nostri emendamenti durante la discussione dell'articolato.

PRESIDENTE. Sono iscritti a parlare i consiglieri Giannotti, Cecchini, Ascoli, Ciccioli, Massi e Castelli.
La seduta è sospesa. Riprenderà alle 16.


La seduta è sospesa alle 13,35

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