Resoconto seduta n. 110 del 27/11/2002
La seduta inizia alle 10,45



Approvazione verbali

PRESIDENTE. Ove non vi siano obiezioni do per letto ed approvato, ai sensi dell'art. 29 del regolamento interno, il processo verbale della seduta n. 109 del 20 novembre 2002.



Proposta di legge
(Annuncio e assegnazione)

PRESIDENTE. E' stata presentata la proposta di legge regionale n. 154 in data 22 novembre 2002, ad iniziativa della Giunta regionale, concernente: «Proroga dei Commissari straordinari delle Aziende sanitarie regionali», assegnata alla V Commissione in sede referente.


Mozioni
(Annuncio di presentazione)

PRESIDENTE. Sono state presentate le seguenti mozioni:
— n. 246 dei consiglieri Favia, Giannotti, Brini, Ceroni, Cesaroni, Grandinetti e Trenta: «Banca delle Marche»;
— n. 247 del consigliere Mollaroli: «Problema dell'erosione costiera e iniziative a salvaguardia del litorale fanese»;
— n. 248 dei consiglieri Ciccioli, Gasperi, Pistarelli e Romagnoli: «Orientamento della Regione Marche sul futuro delle Fondazioni bancarie marchigiane e del controllo societario della Banca delle Marche";
— n. 249 dei consiglieri Castelli, Ciccioli, Gasperi, Novelli e Romagnoli: «Riduzione delle aliquote I.C.I. a favore degli emigrati»; -
— n. 250 del consigliere Cecchini: «Solidarietà verso i militanti no-global arrestati»;
— n. 251 dei consiglieri Amati, Mollaroli, Cecchini e Benatti: «Appello in difesa della legge statutaria 3/93 della Regione Valle D'Aosta sulla invalidità delle liste che non presentino candidati di entrambe i sessi»;
— n. 252 dei consiglieri Romagnoli, Ciccioli, Castelli, Gasperi, Novelli e Pistarelli: «Intervento del Governo in tema di Formazione delle graduatorie provinciali permanenti per l'insegnamento»;
— n. 253 dei consiglieri Procaccini e Martoni: «Situazione Fincantieri»;
— n. 254 dei consiglieri Massi, Viventi, Ciccioli e Giannotti: «Erosione coste marchigiane: forte rischio settore turismo».



Deliberazioni trasmesse
dalla Giunta regionale

PRESIDENTE. Comunico che la Giunta regionale ha trasmesso le seguenti deliberazioni:
— n. 2008 in data 19 novembre 2002: «Art. 39 della legge regionale n. 6/2002 - attuazione del decentramento amministrativo: variazione al bilancio di previsione per l'anno 2002, conseguente al riordino delle funzioni amministrative tra lo Stato, le Regioni e gli Enti locali - rettifica della dgr. 1775/2002 - Euro 27.374,67»;
— n. 2009 in data 19 novembre 2002: «Art. 27 comma 1 della legge regionale n. 7/2002 iscrizione nel bilancio di previsione per l'anno 2002 di entrate derivanti da assegnazione di fondi dallo Stato per interventi di edilizia ospedaliera- Euro 614.635,36»;
— n. 2010 in data 19 novembre 2002: «Art. 27 della legge regionale n. 7/2002 - iscrizione nel bilancio di previsione per l'anno 2002 di entrate derivanti dall'assegnazione di fondi dallo Stato per il finanziamento degli interventi in materia di prelievi e trapianti d'organi - L. 91/1999 - Euro 123.165,21».


Nomina consigliere segretario

PRESIDENTE. Ai sensi dell'art. 9 del regolamento interno, nomino consigliere segretario per l'odierna seduta, in sostituzione del consigliere Marco Amagliani nominato assessore, il consigliere Adriana Mollaroli.



Ordine del giorno della seduta

PRESIDENTE. La Conferenza dei presidenti di gruppo ah deciso che il Consiglio odierno si svolgerà soltanto in seduta antimeridiana. La mozione n. 242 dei consiglieri Amati e Avenali, «Erosione costiera e iniziative a salvaguardia del litorale di Marina di Montemarciano» sarà trattata al primo punto, congiuntamente con le mozioni e le interrogazioni che sono state comunicate. Ha la parola il consigliere Giannotti.

ROBERTO GIANNOTTI. Chiedo l'iscrizione all'ordine del giorno e la trattazione, assieme agli altri punti, di una mia interrogazione, la n. 274: «Erosione litorale in località Sassonia di Fano. Richiesta provvedimenti».

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Mollaroli.

ADRIANA MOLLAROLI. Chiedo l'abbinamento della mozione n. 247 da me presentata, a quella presentata dai consiglieri Amati e Avenali sul problema dell'erosione della costa.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Massi.

FRANCESCO MASSI GENTILONI SILVERI. Come presidenti di gruppo della Casa delle libertà abbiamo presentato una mozione sul tema urgente delle scogliere e sull'erosione della costa, già depositata in segreteria. Ne chiediamo l'iscrizione e la discussione urgente.

PRESIDENTE. Pongo in votazione la proposta di iscrizione al primo punto dell'ordine del giorno, della mozione n. 242, abbinata con l'interrogazione n. 274 del consigliere Giannotti, la mozione n. 247 del consigliere Mollaroli e la mozione n. 254 dei consiglieri Massi e altri.

Il Consiglio approva

La Conferenza dei presidenti di gruppo ha anche deciso che le comunicazioni del Presidente della Giunta previste per oggi slitteranno al prossimo Consiglio regionale del 4.12.2002.
Ha la parola il consigliere Ciccioli.

CARLO CICCIOLI. Come gruppo di Alleanza nazionale — ma penso di poter parlare anche a nome degli altri partiti della Casa delle libertà — prendiamo atto della rinuncia del Presidente D'Ambrosio a comunicare in aula il rimpasto della Giunta con la sostituzione di tre assessori, perché è suo diritto e sua scelta decidere di non comunicare questo atto di grande importanza politica in aula, in attesa di un documento programmatico, però rileviamo che dal punto di vista della prassi, ogni volta che è avvenuto nella storia di questo Consiglio regionale, un cambiamento in Giunta quale quello che è avvenuto, il Presidente ne ha sempre dato comunicazione in aula e, anche contingentando i tempi, si è quanto meno discusso. Quindi prendiamo atto, rileviamo la elusione del punto all'ordine del giorno da parte di questa maggioranza che evidentemente non è pronta ad affrontare il dibattito politico sul problema. Così come deciso nella Conferenza dei presidenti di gruppo accettiamo e siamo corresponsabili della scelta di discutere immediatamente tutte le mozioni, le interrogazioni e il materiale relativo alla erosione della costa.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Giannotti.

ROBERTO GIANNOTTI. Concordo con le valutazioni espresse dal collega Ciccioli. Essendo di temperamento focoso mi aspetto sempre una risposta immediata e credevo che fosse giusto per i marchigiani, per le Marche, per noi stessi che questa mattina si sviluppasse un confronto sul problema. Di fatto, la Giunta regionale viene cambiata quasi per il 50%, c'è una modifica sostanziale. Credo che un problema così, una modificazione così corposa dell'Esecutivo, che tra l'altro segnala anche una difficoltà, meritasse un confronto immediato. Abbiamo preso atto della indisponibilità ad avviare questa mattina un dibattito su questa questione, l'assenza del Presidente ci consente un rinvio tecnico alla seduta del 4 dicembre, che secondo me non è una seduta che ben si adatta per i risvolti istituzionali che ci sono.
Questo volevamo dire perché rimanga scritto nei "libri di storia", perché non può essere imputato alla volontà della Conferenza dei presidenti di gruppo, quindi della minoranza, non discutere subito di un problema quale quello del rimpasto della Giunta.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Luchetti.

MARCO LUCHETTI. I colleghi della minoranza, come al solito fanno assumere un sapore politico a una questione che questa mattina nella Conferenza dei presidenti di gruppo tentavamo di affrontare in termini istituzionali corretti, nel senso che le comunicazioni si potevano fare, ma si voleva legare la discussione in quest'aula con una mozione programmatica e questo non è stato connesso, perché Ciccioli sa benissimo che anche il contingentamento poteva essere una soluzione. Non è stato accettato perché si vuole comunque strumentalizzare la questione a livello politico, quindi siamo arrivati a questa decisione. C'è anche un problema di carattere istituzionale che va colto, nel senso che non è più il vecchio regime istituzionale di un tempo, perché quando si vuole ci si guarda sempre indietro e si fanno delle valutazioni come se nulla fosse cambiato: ecco perché ci si trova a questo punto. Noi ritenevamo che in maniera istituzionalmente e formalmente corretta il Presidente potesse fare la sua comunicazione e si potesse poi procedere alla discussione più compiuta attraverso il documento di maggioranza. Purtroppo la dialettica politica non concede questi passaggi, ne prendiamo atto. Siamo pertanto d'accordo a discutere il 4 dicembre la comunicazione del Presidente collegata anche al documento di programma che lo stesso Presidente vorrà illustrare.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Franceschetti.

FAUSTO FRANCESCHETTI. Anch'io concordo con le valutazioni fatte adesso dal collega Luchetti. Al di là della questione del rinvio più o meno tecnico, c'è una ragione di fondo, quella di unire nella discussione sia la revisione della Giunta, ma legato a questo anche i contenuti politico-programmatici che poi sono anche alla base di questa rivisitazione della Giunta per un programma di fine legislatura che la Giunta e il Presidente D'Ambrosio vorranno sottoporre alla discussione del Consiglio. Tra l'altro questo si lega a una scadenza istituzionale qual è quella del rinnovo dell'Ufficio di presidenza: credo che la scelta di fare una discussione tutta concentrata il giorno 4 dicembre sia la cosa più opportuna sotto tutti i punti di vista, per cui concordiamo con questa scelta che era stata decisa nella Conferenza dei presidenti di gruppo. Avrei anche fatto a meno di intervenire, essendoci stato quell'accordo, ma visto che sono intervenuti quasi tutti i presidenti di gruppo dell'opposizione ho ritenuto anch'io di intervenire nel merito.

PRESIDENTE. Ha la parola il Vicepresidente Spacca.

GIAN MARIO SPACCA, Vicepresidente della Giunta. Gli ultimi interventi hanno riportato a una corretta valutazione la determinazione che è stata assunta nella Conferenza dei presidenti di gruppo, che ha ribadito la necessità di approfondire nel suo profilo politico e programmatico l'evento della nuova configurazione della Giunta regionale. Poiché siamo alla vigilia di un appuntamento previsto dallo Statuto che si svolgerà la prossima settimana nella giornata di mercoledì, è sembrato opportuno che le comunicazioni del Presidente D'Ambrosio avvenissero in quella sede, in modo tale che il dibattito in Consiglio non fosse svilito dalla necessità di procedere rapidamente, ma a tutti i gruppi consiliari e a tutti i consiglieri fosse offerta la possibilità di un approfondimento nel merito delle scelte che sono state fatte da parte della maggioranza, del documento politico-programmatico che ha dato vita al nuovo Governo regionale. Credo che in questa scelta non ci sia il tentativo di voler eludere alcun dibattito, anzi voler offrire all'aula un confronto serio nel merito di questa questione che, trattata in mattinata, si sarebbe risolta in un confronto puramente formale con tempi contingentati. Ritengo quindi che la scelta adottata nella Conferenza dei presidenti di gruppo nobiliti il ruolo e la funzione del Consiglio regionale.



Mozioni (Discussione e votazione proposta di risoluzione):
«Erosione costiera e iniziative a salvaguardia del litorale di Marina di Montemarciano», Amati e Avenali (242)
«Erosione della spiaggia San Michele-Sassi Neri di Sirolo», Favia (184)
«Problema dell'erosione costiera e iniziative a salvaguardia del litorale fanese» Mollaroli (247)
«Erosione coste marchigiane: forte rischio settore turismo», Massi, Viventi, Ciccioli e Giannotti (254)
Interrogazione (Svolgimento): «Erosione litorale in località Sassonia di Fano — Richiesta provvedimenti», Giannotti (274)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca le mozioni n. 242 dei consiglieri Amati e Avenali, , n. 184 del consigliere Favia, n. 247 del consigliere Mollaroli, n. 254 dei consiglieri Massi, Viventi, Ciccioli e Giannotti e l'interrogazione n. 274 del consigliere Giannotti.
Ha la parola il consigliere Amati per illustrare la mozione n. 242.

SILVANA AMATI. Saluto il neo assessore Silenzi che viene investito da questa vicenda ad inizio del suo nuovo incarico. Spero che sia un ottimo inizio.
La nostra mozione, alla quale si sono abbinate un serie di mozioni e interrogazioni di altri colleghi, tratta in particolare la questione dell'erosione della costa marina di Montemarciano. Non è una storia nuova. Più volte in quest'aula e nell'aula e nell'aula del precedente Consiglio abbiamo parlato dell'erosione della costa e troppe volte il centro della nostra attenzione è stato non solo la globalità della costa marchigiana che ha in più punti zone di debolezza ma in particolare la situazione drammatica di Marina di Montemarciano che nella nostra costa è il punto di maggiore erosione.
Abbiamo a luglio discusso con l'allora assessore Ottaviani di queste questioni, cercando garanzie e assicurazioni. Crediamo che il tempo delle garanzie e delle assicurazioni vada definito una volta per tutte. La nostra mozione era stata presentata e depositata prima degli ultimi eventi calamitosi, perché conosciamo la nostra situazione, conosciamo il nostro mare e sapevamo che ci sarebbe stata, prima o poi, un'emergenza. Solo gli eventi degli ultimi giorni hanno reso ancora più drammatica questa riflessione che stava nell'ordine naturale delle cose.
Siamo tutti stanchi delle sollecitazioni che restano discussioni di principio. Ho troppi anni di presenza in questa importante sede per non sapere che le mozioni da sole non bastano. Non vogliamo continuare ad illudere i cittadini, le Amministrazioni con parole, vorremmo che alle parole potessero seguire i fatti. Stiamo ancora una volta testimoniando che abbiamo fiducia nelle istituzioni, nelle istituzioni rinnovate — e in questo mi rivolgo al neo assessore Silenzi — però è indispensabile che si innesti un percorso per il quale si è studiato anche troppo.
Queste sono le cose che abbiamo sentito dire nelle assemblee in questi giorni e credo che sia giusto riferirle in quest'aula.
Per quanto riguarda la situazione di Marina di Montemarciano, tema della mozione firmata da me e da Ferdinando Avenali — ma credo che sia un discorso che riguarda varie parti del territorio — la storia è lunghissima, gli studi sono di vent'anni fa: l'avanzamento della raffineria, le cave lungo l'Esino, le scogliere a nord dell'Esino, quelle che sono state, qualcuno dice, autorizzate a difendere situazioni non autorizzate di edificabilità — io non ho qui gli elementi per definire se tutte queste questioni corrispondono ma sono quelle che dice la gente, per cui queste considerazioni devono avere in quest'aula un riscontro — sono elementi che da troppo tempo fanno sì che in quella particolare parte del nostro territorio l'erosione abbia raggiunto punti drammatici. So che è stato consegnato un video che non c'è il tempo per poter qui mostrare, ma se avete visto le immagini dell'ultima vicenda — grazie all'informazione televisiva marchigiana — avete potuto verificare la drammaticità dell'evento, il fatto dell'erosione ormai a ridosso delle fogne. La situazione è disperata. Interventi-tampone non servono più o comunque servono come minima transizione rispetto a un fenomeno più articolato e complesso.
Dicevano i cittadini rappresentanti di Marina di Montemarciano, con una battuta che voglio riferire, che l'impatto ambientale c'è stato ed è stato quello del mare sulla costa, quindi è bene che si rifletta di questo. Siccome so che la nostra Regione ha fatto studi approfonditissimi, che gli istituti delle nostre università hanno fatto studi approfonditissimi — io riconosco il ruolo dell'università nella quale lavoro quando ho la possibilità di farlo — riteniamo che questi studi, dopo 12 anni — per quanto mi riguarda — di vita all'interno di questa struttura debbano produrre un risultato, altrimenti è legittimo che i cittadini pensino che gli studi sono serviti solo ad altro.
Come si risolve la questione? Con una presa in carico di questo problema in modo serio, assessore. Avendo io fiducia nelle sue capacità pratiche, oltre che culturali, mi auguro che ci sia finalmente una presa in carico seria di un problema che riguarda drammaticamente Marina di Montemarciano. Come noto io sono di Senigallia e non voglio nemmeno che si rifletta sulla lotta di campanili: vengo da una antica tradizione della sinistra italiana dove ci si insegnava che quando gli operai e gli impiegati venivano messi gli uni contro gli altri vinceva il padrone. Così si diceva e credo fosse vero. Non credo che ci debbano essere lotte di campanile su dove arriva la sabbia o dove arriva la ghiaia tra Marina e Senigallia, credo che il problema complessivo vada finalmente affrontato, sia con situazioni tampone, sia con un percorso finalmente credibile per questo nostro Governo regionale, perché ormai siamo, come centro-sinistra al governo di questa Regione da 7 anni, quindi dopo gli studi devono seguire dei fatti credibili che rispondano alla nostra cultura e che rispondano alle esigenze del territorio.
Tra l'altro mi risulta che l'Europa abbia un progetto pilota per la protezione costiera, so che nella prima fase i finanziamenti previsti sono stati usati in Veneto e non nelle Marche, mi auguro che ci sia diversa attenzione, più presenza, più peso politico complessivamente realizzato anche tramite i nostri rappresentanti in sede europea, perché oltre i nostri finanziamenti che so bene non sono significativi, ci sia un impegno serio e profondo che consenta di risolvere in modo vero, o almeno di affrontare in modo vero il problema. Infatti, credo che la gente è in grado di fare una discriminazione: qui non si tratta di avere la bacchetta magica, però si tratta di iniziare un percorso vero che non veda buttati via finanziamenti. E' improprio quello che ho letto negli ultimi giorni dichiarato dall'assessore Ottaviani, che l'Amministrazione comunale non aveva utilizzato i fondi dati. E' improprio e anche ingiusto, perché quando si vive in un piccolo comune e si hanno quelle difficoltà, non farsene carico sapendo che sono partiti adesso i lavori con quei finanziamenti — ci sono i tempi delle gare, e sui tempi delle gare sappiamo quali sono le difficoltà e le lungaggini — è ingeneroso e ingiusto. Quindi io testimonio che quella era forse una dichiarazione impropria, però siccome oggi abbiamo qui un altro assessore a ricoprire quella funzione così delicata e importante, mi auguro che ai problemi che ho citato e che tratteranno anche il collega Avenali e altri colleghi, esca una risposta che non sia solo una proposta di risoluzione. Certamente faremo una proposta di risoluzione, ma ci auguriamo di non rivederci qui tra sei mesi o un anno a dire le stesse cose, magari con la stessa convinzione ma con un po' di delusione in più, senza aver neanche dato seguito all'inizio di un percorso che ormai è indispensabile e che avrà comunque bisogno di tempi per poter essere realizzato.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Favia per illustrare la mozione n. 184.

DAVID FAVIA. Ringrazio il consigliere Amati per il suo intervento del quale condivido tutto tranne la battuta vetero stalinista-sindacalista che ha fatto prima.
Ringrazio il consigliere Amati di averci consentito di discutere questo problema, in quanto, evidentemente, la sua spinta propulsiva è maggiore della nostra, poiché appena lei ha presentato una mozione è stata messa all'ordine del giorno. Io e il consigliere Giannotti, credo anche il consigliere Brini avevamo presentato mozioni territoriali sullo stesso argomento qualcosa come un anno fa. Fortunatamente sono state messe all'ordine del giorno, ma credo che il primo fatto da censurare sia questo: non è possibile che su una problematica così importante non si trovi il modo e il tempo di discutere. Io l'ho presentata a febbraio di quest'anno, il consigliere Giannotti addirittura l'ha presentata, per quanto riguarda problematiche fanesi o pesaresi, nel 2001.
Nella mia mozione che riguardava la zona di Sirolo e Numana — poi, per quanto riguarda la parte di Numana è stato assentito un finanziamento da parte della Giunta, ma assolutamente insufficiente, che non risolve la problematica globale — l'assessore Ottaviani disse circa un anno fa, testualmente, che "è giusto difendere il litorale ma bisogna tener conto della situazione finanziaria della Regione e che ci sono altre priorità".
Non è per maramaldeggiare o sparare sulla Croce Rossa poiché l'assessore Ottaviani non è più al suo posto, ma credo che Silenzi, in continuità debba farsi carico delle parole del suo predecessore, parole sicuramente errate, perché se si considera che il turismo è una delle bandiere della nostra regione, purtroppo una bandiera sottostimata e sottovalutata, perché i finanziamenti, sia a livello di opere pubbliche che di valorizzazione dell'immagine del turismo sono esigui — dicevo, discutendo l'assestamento al bilancio, che vengono assentiti a questo settore soltanto 8 miliardi e troppi soldi sulla sanità e sui servizi sociali non vengono risparmiati per investirli in attività produttive e dicevo proprio che sull'ambiente e sull'imprenditoria vengono investiti soltanto 800 miliardi, pari al 20% scarso di quello che viene investito su sanità e servizi sociali — credo che sia giunto il momento di fare punto e a capo e di discutere seriamente delle attività produttive. Non che io ce l'abbia con gli investimenti sulla sanità e sui servizi sociali che sono fondamentali, ma credo che potrebbe farsi una più oculata politica di bilancio per trovare fondi per sanare queste situazioni.
Credo che l'erosione costiera sia una delle principali priorità, in quanto è fondamentale per l'economia marchigiana.
Ho in discussione una mozione che riguarda Sirolo, ci sono mozioni che riguardano Fano, Pesaro, Montemarciano ecc. Credo che anzitutto dovremmo avere l'intervento dell'assessore competente per sapere, al di là dell'impegno che potrà essere indotto dal voto del Consiglio regionale nei confronti della Giunta, seriamente che cosa la Giunta ha intenzione di fare, che cosa la Giunta può fare.
Il secondo punto fondamentale è che i presentatori delle varie mozioni, i presidenti di gruppo — vedo che c'è anche una mozione della Casa delle libertà a firma dei presidenti di quei gruppi — si riuniscano, anche senza sospendere il Consiglio regionale per fare una mozione comune anche con l'accordo della Giunta, se la Giunta è in grado di dirci cosa può fare, perché questo problema va risolto una volta per tutte, rapidamente, non certo con le previsioni assolutamente insufficienti che sono in bilancio.
Comunque c'è assoluto bisogno di intervenire rapidamente perché corriamo il rischio di distruggere una delle principali attività economiche, una delle principali industrie di questa regione.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Mollaroli per illustrare la mozione n. 247.

ADRIANA MOLLAROLI. Brevi considerazioni per questo grido d'allarme sul problema dell'erosione costiera che interessa la nostra regione.
Pur riconoscendo una specificità al Comune di Montemarciano, questione sollevata dai consiglieri Amati e Avenali, ho ritenuto opportuno presentare una mozione per segnalare come questo problema interessi tutta la costa marchigiana e in particolare anche la città dalla quale io provengo, Fano, quindi il tratto nord del nostro litorale. Posso aggiungere, per avere partecipato direttamente a numerosi incontri tenuti anche dall'assessore precedente, Ottaviani, nella mia città con la presenza di operatori economici e rappresentanti istituzionali ai quali sono stati presentati gli studi che la Regione attraverso l'università ha portato a termine, che non sono scaturiti interventi diretti. E' ora invece che noi affrontiamo con molta serietà questo problema, riconoscendo come in Italia — lo vediamo anche in questi giorni con le immagini televisive di ciò che sta succedendo nel nord Italia — il problema dell'assetto idrogeologico sia una delle grandi questioni del nostro tempo.
La nostra Regione deve sicuramente attivarsi in maniera più operativa rispetto a quanto ha fatto fino ad ora. L'assessore Silenzi ha questo compito di dar vita allo studio di interventi, non più soltanto all'esame delle proposte ma l'attivazione di percorsi sicuri che ci consentano di trovare soluzione a questo annoso problema.
Non mi soffermo a descrivere i danni che sono stati causati nella mia città, sia a nord che a sud del Metauro, perché gli elementi li ho descritti con molta ampiezza nella mozione presentata, ritengo però che sia assolutamente urgente intervenire e occorre che la nostra Regione si attivi nella ricerca di risorse finanziarie, sia sul fronte europeo che nazionale.
Sappiamo che la questione dell'erosione costiera ha due valenze forti: quella di garantire la sicurezza a chi risiede e vive tutto l'anno in quel territorio, quindi i cittadini; un'altra ha una valenza economica notevole, perché non possiamo dimenticare che il turismo è una delle grandi risorse economiche del nostro Paese e che se va avanti così dovremo accontentarci — cosa che non dovrebbe dispiacerci ma che credo sia irrisoria — del turismo montano perché quello costiero lo mettiamo seriamente a repentaglio.
Nella mia mozione, tra gli impegni che chiedo alla Giunta ho inserito di valutare se è il caso di chiedere lo stato di calamità naturale, perché rispetto anche all'altra mozione questo è un punto di differenziazione. Io credo che si debba valutare anche questa possibilità, non perché si debbano enfatizzare le tragedie, ma questa questione dell'erosione costiera della nostra regione credo che abbia anche questa valenza e io sono per aprire anche questa strada, perché come sappiamo possono esserci anche degli interventi finanziari di questa natura. Comunque, senza drammatizzazione ma con una richiesta di impegno serio, perché credo che stia a cuore a tutti noi, alle istituzioni locali, all'istituzione regionale risolvere il più grande problema che abbiamo nella difesa del nostro territorio, che è la difesa della costa. Oggi ci aspettiamo non miracoli, non soluzioni magiche ma l'individuazione di un percorso che parta davvero dalla fase dello studio e anche da una rivisitazione degli interventi che fino ad ora ci sono stati, perché interventi contro l'erosione — mi riferisco in particolare alle scogliere che il Ministero dei lavori pubblici ha messo in piedi, per lo meno per quanto riguarda il territorio che io maggiormente conosco — sono stati attivati, ma mi pare che non siano assolutamente risolutivi. Quindi, aggiungendo le mie parole a quelle di chi mi ha preceduto in questa discussione, in particolare il consigliere Amati, chiedo che la Giunta regionale dia risposte ed individui percorsi che ci portino a risolvere questo che credo sia il più grande problema che riguarda l'assetto e la difesa del nostro territorio.
Ci aspettiamo quindi dal neo assessore parole impegnative, non risolutive ma sicuramente l'individuazione di un percorso che porti a risolvere questo problema per garantire sicurezza ai cittadini che abitano le città di mare e ai tanti operatori turistici che vedono compromessa seriamente la loro attività.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Massi per illustrare la mozione n. 254.

FRANCESCO MASSI GENTILONI SILVERI. Questa mattina abbiamo, d'intesa tutti i gruppi, assemblato le mozioni che erano state presentate, a rappresentare le esigenze drammatiche di tutta la costiera marchigiana, da San Benedetto a Pesaro. La situazione, come è stato sottolineato, preoccupa e crea ansia tra operatori turistici, imprenditori, Comuni, perché sono minacciate tante attività ed è minacciato anche il patrimonio ambientale della nostra costa e quelle attività che sono frutto di enormi sacrifici di chi ha accettato il rischio per il proprio lavoro.
Non debbo aggiungere dati drammatici a quelli che sono stati evidenziati dai colleghi, di ogni colore politico, quindi anche noi dell'Udc ci vogliamo impegnare affinché siano trovate subito le risorse intanto per i primi interventi, ma anche per una programmazione seria. Voglio solo sottolineare, con un pizzico di polemica e di amarezza, che abbiamo constatato negli anni precedenti, per lo meno negli ultimi due anni, discutendo del bilancio dell'ente Regione, come le risorse previste nei capitoli per gli interventi a tutela della nostra costa erano irrisorie: circa 8-10 miliardi per tutta la regione. Lo sottolineiamo con rammarico ed amarezza: 10 miliardi per tutta la regione di fronte a fenomeni che erano purtroppo già noti, quindi l'inadeguatezza di questa situazione oggi si palesa in tutta la sua gravità.
Ma oggi vogliamo dare un apporto costruttivo e non polemico, quindi unirci a tutti i gruppi nel sollecitare il reperimento di risorse in corso di esercizio e comunque mettere tutti i valori che la nostra costa rappresenta, da quelli ambientali a quelli economici, a quelli di qualità della vita ai primi posti nella scala di priorità per la stesura del prossimo bilancio.
Non vorremmo tornare a sottolineare gli sprechi che spesso abbiamo evidenziato. Di fronte a miliardi spesi a volte in rivoli non comprensibili, mettere solo dieci miliardi a tutela delle nostre coste è sicuramente una cosa indecente che speriamo si possa correggere già dal prossimo bilancio 2003.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Viventi.

LUIGI VIVENTI. A nome del gruppo Udc ha già parlato adesso Francesco Massi. Vorrei aggiungere una considerazione. mentre i vari consiglieri stavano intervenendo, il sottoscritto insieme all'amico Marco Luchetti abbiamo elaborato un testo che potrebbe essere unitario, quindi senza togliere altro spazio alla discussione, senza aggiungere cose che i colleghi hanno detto o stanno per dire, chiedo ai presidenti dei gruppi di maggioranza e di minoranza di verificare questo testo che abbiamo scritto, per guadagnare tempo e verificare se c'è unità.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Giannotti.

ROBERTO GIANNOTTI. Mi dispiace che ci facciamo rincorrere dagli eventi, perché il dato drammatico è che ancora una volta questa Regione deve prendere atto, anche sulla scia di una protesta popolare giusta, di una preoccupazione espressa da centinaia di cittadini, dei rischi connessi a questo fenomeno. Il fenomeno dell'erosione marina in questa regione è grave, io lo definirei una vera e propria emergenza, perché va a intaccare un bene assoluto, l'integrità del litorale marchigiano che è una delle cose più belle, una delle cose sulle quali è costruito il futuro di uno dei settori portanti della nostra economia. E' stato detto questa mattina l'importanza e il rilievo che ha il turismo in questa regione.
Combattere un'azione efficace di lotta nei confronti dell'erosione marina, oltre a essere una risposta giusta nei confronti delle preoccupazioni di tanti cittadini che peraltro vedono mettere a rischio anche i loro beni materiali, è una risposta in termini positivi all'esigenza di consolidare il tessuto economico regionale, uno dei settori chiave.
Rispetto a questo possiamo essere buonisti quanto volete, ma l'erosione marina è un fatto naturale, mentre la mancanza di iniziative volte a fronteggiare i rischi dell'erosione sono un fatto che richiama responsabilità di carattere politico. Noi diciamo che vi sono responsabilità gravissime di questa Giunta regionale di centro-sinistra, che fino ad oggi non ha avuto...

MARCO LUCHETTI. Devi dirlo al Padreterno...

ROBERTO GIANNOTTI. Il Padreterno conta tantissimo per me credente, se però io non metto in essere tutte le misure per evitare i rischi... (Interruzione). Se volete dire che questa è una Giunta "sfortunata" posso dirlo anch'io, ma non scherziamo sulle cose, c'è un problema di insufficienza dell'azione programmatoria della Giunta regionale rispetto a questa emergenza.
Non è che la Giunta regionale o i tecnici sono impazziti, non si fanno carico di questa situazione. Penso, fra l'altro, ad alcuni assessori che stanno in città largamente colpite da questo fenomeno. E' un problema culturale, perché dentro questa Giunta ci sono contraddizioni pesanti sulle scelte da realizzare in questo campo. Questa Giunta è ancora ostaggio di una logica ambientalista che non vuole si faccia nulla rispetto a questo, che paventa e minaccia rischi su tutto. Questo lo vediamo per tante altre scelte, ma vale anche per le iniziative nel campo dell'erosione marina. Queste contraddizioni hanno limitato e vincolano un'azione vigorosa da parte dell'Esecutivo regionale rispetto al problema dell'erosione. Il problema quindi è politico. Come per tante altre questioni anche la questione dell'erosione segnala una difficoltà dell'Esecutivo regionale ad avere una posizione univoca su questo versante e non sarà mai possibile un'azione concreta se non verrà fatta chiarezza su questo aspetto. Bisogna uscire dalle secche del dibattito: noi stiamo discutendo, si discute tantissimo. Ricordo solamente un convegno di qualche mese fa di un gruppo politico presente in questo Consiglio che dava la sua ricetta rispetto al problema delle opere di difesa a mare. E' chiaro che se permane questo dibattito, se dobbiamo fare le scogliere soffolte, non emergenti, se dobbiamo mettere i sacchi, se dobbiamo metterci l'aria calda oppure le piante, evidentemente ne deriva una impossibilità a definire un complesso di interventi, io dico un piano organico di difesa della costa marchigiana che ancora non c'è.
Parliamo allora di meno, facciamo più fatti. Questo è un invito che rivolgo a me stesso ma che rivolgo a nome di Forza Italia a tutti i gruppi politici di questo Consiglio regionale. Approntiamo un piano organico che consenta di affrontare le emergenze — ce ne sono tante, Montemarciano è la prima, ma c'è Civitanova, c'è Senigallia, c'è Fano, c'è il Conero, c'è il problema della sistemazione delle scogliere soffolte di Pesaro che sono arrivate ad un dimensionamento pazzesco — e che contenga elementi di carattere strutturale.
Per fare questo noi non siamo contrari ad un pronunciamento unitario. Credo che i cittadini, peraltro, apprezzerebbero questo sforzo, però se ci deve essere propensione ad una posizione univoca, ad una voce sola del Consiglio regionale, vogliamo che le carte sul tavolo siano chiare, amici della maggioranza. Noi siamo disposti a votare un ordine del giorno che però mantenga impegni precisi, quindi rispetto ad un canovaccio che sta girando faccio due proposte. Primo, chiedo che i sindaci dei Comuni interessati siano coinvolti in questo piano, quindi si metta in piedi un tavolo tecnico che coinvolga, oltre all'assessore all'ambiente, i sindaci delle principali città marine delle Marche interessate dai fenomeni dell'erosione. Secondo, non possiamo non darci una modalità, anche temporale, per quanto riguarda il piano organico. Quindi se ci deve essere uno strumento di programmazione che consenta di intervenire noi chiediamo che sia ancorato ad una data certa: la Giunta regionale si deve impegnare a portare in Consiglio entro il 31 marzo una proposta organica di intervento per quello che riguarda le opere a difesa del litorale. Se nel documento unitario saranno fatti salvi questi due principi, non avremo alcuna difficoltà ad un voto che esprima l'unità delle Marche.
Vorrei chiudere questo intervento facendo gli auguri di buon lavoro al collega Franceschetti che ha assunto l'incarico di presidente del gruppo Ds.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Avenali.

FERDINANDO AVENALI. Il merito della mozione relativamente ai danni dalle erosioni per la parte costiera di Montemarciano ma in generale, l'ha già illustrato la collega Amati, quindi non c'è bisogno che ci dilunghiamo molto. Credo che dobbiamo lavorare per dare una risposta ai problemi che abbiamo di fronte ai danni che subiscono i cittadini, sia dal punto di vista economico che del disagio per chi abita nei pressi di questi territori, ma in particolare qui c'è un problema ambientale, un problema economico. Il problema economico in particolare colpisce gli operatori del turismo. Questo è un aspetto molto importante, contestualmente a quello squisitamente ambientale. Convengo con chi dice che al di là delle tante parole bisogna fare i fatti, ma i fatti li devono fare tutti. I danni sono tali da dover impegnare risorse maggiori della stessa Regione e risorse maggiori fin dal prossimo bilancio, perché se parliamo dell'esercizio 2002 ormai siamo alla fine dell'anno. E' ovvio che un impegno politico sul quale si può lavorare riguarda il fatto che la Regione da questo punto di vista impegni maggiori risorse. Peraltro, qui vi sono due ordini di interventi. Primo, l'emergenza su cui bisogna intervenire con la tempestività che la questione pone; secondo, l'intervento di carattere strutturale. Se vogliamo evitare che nel tempo danni di questo tipo abbiano di nuovo a verificarsi, abbiamo bisogno di interventi strutturali e lì sono necessarie risorse ingenti.
Da questo punto di vista, oltre a dover fare la sua parte la Regione Marche, ci deve essere un impegno di carattere nazionale. Non escludo l'ipotesi che si faceva di verificare se ci sono o meno i presupposti di considerare i danni che abbiamo subito, in particolare anche negli ultimi giorni, come un vero e proprio stato di calamità perché si colpisce una parte rilevante del territorio regionale. Credo anche che ci sia l'esigenza — dipenderà dalla Giunta, faremo una verifica insieme, Consiglio e Giunta — di impegnare risorse comunitarie. Credo che bisogna lavorare su un progetto specifico che dia una risposta ai problemi strutturali delle zone che sono danneggiate o quelle che hanno i presupposti per subire danni da erosione, così come avvenuto a Marina di Montemarciano e in altre parti del territorio regionale.
Lo sforzo che dobbiamo fare, al di là di tante parole, è quello di individuare le emergenze e come intervenire su queste, individuare risorse per interventi strutturali. Io vedo questo sia attraverso un maggiore impegno della Regione, sia attraverso un maggiore impegno del Governo nazionale — quindi sarà bene che la minoranza si impegni in termini concreti e non a chiacchiere rispetto a questo — sia attraverso un progetto che possiamo vedere insieme e che possa impegnare risorse comunitarie. Diversamente credo che ci raccontiamo le favole. Siccome le favole non ce le dobbiamo raccontare, bisogna individuare obiettivi concreti e questi obiettivi concreti possono essere individuati in una risoluzione unitaria. Sono questioni di carattere generale, quindi è bene che né noi verso il Governo nazionale né la minoranza verso quello regionale facciamo demagogia, perché adesso ci sono un po' di persone e facciamo grandi comizi. Credo invece che tutti insieme ci dobbiamo assumere le nostre responsabilità e individuare obiettivi concreti su cui ognuno di noi si misuri realmente, quindi le risposte che daremo saranno concrete e non le affermazioni che facciamo in quest'aula.
Credo che vi siano le condizioni per una risoluzione unitaria e per un impegno serio del Consiglio regionale e della Giunta per dare una risposta di merito ai problemi che abbiamo.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Ciccioli.

CARLO CICCIOLI. L'argomento è molto vecchio in questo Consiglio regionale. Ricordo di avere presentato 3-4 anni fa, insieme al consigliere Amati un testo che poi fu oggetto di grandi riflessioni comuni, nel senso che quasi tutti i consiglieri erano d'accordo, poi nulla si fece. Quindi il dibattito, oggi, sarebbe scontato, se non fosse che la natura e gli eventi passano sopra le discussioni e le polemiche senza soluzione.
Gioverà qui ricordare che sicuramente i danni alla nostra costa sono legati agli interventi sconsiderati che sono stati fatti nel passato. Uno è quello a monte: tutti i prelievi di ghiaia e di sabbia nei corsi dei fiumi hanno impedito al materiale di giungere in mare e sostituire con nuovo materiale quello di erosione marina. Questa che apparentemente non è una cosa osservata con molta attenzione, in realtà è stata la cosa più grave, perché lo stesso problema della nostra costa non si pone in alcune zone della Romagna poiché i detriti provenienti dai corsi d'acqua, in particolare il Po, danno un ricambio continuo nei confronti dell'erosione. Tra l'altro, una scelta fatta della piantumazione, forestazione di alcune zone in frana lungo il corso dei fiumi, sicuramente ha risolto il problema di alcune aree in frana, ma in realtà, elidendo le frane, ha impedito al materiale di scivolare nei corsi d'acqua e quindi giungere al mare, facendo quell'opera di ricambio naturale che generalmente mantiene la costa.
L'altro aspetto ugualmente grave è quello dei riempimenti, perché i riempimenti senza un piano della costa nei territori limitrofi comportano un'erosione, poiché ciò che si toglie al mare il mare si riprende da qualche altra parte. Questa è una legge di natura che tutti conoscono, anche coloro che non hanno fatto studi idrogeologici o idrografici, ma così è. Nel momento in cui si fanno gli interramenti, che a volte sono necessari e servono all'uomo, bisogna prevedere tutto un piano di costa, un piano di controllo del mare in tutte le aree circostanti. Questo nella nostra regione non è mai avvenuto.
Che la costa debba essere difesa è un dato e nelle mozioni si dice "per via del turismo". Sicuramente questo è vero, perché se uno pensa alle infrastrutture private — gli chalet, gli stabilimenti balneari, gli stessi ristoranti e via di seguito — che sono gravemente minacciate, significa poi minacciare gravemente le stagioni turistiche e gli investimenti. Ma la difesa della costa è anche un problema di infrastrutture: la strada litoranea, le ferrovie, i depuratori, le fognature. E' tutto un sistema di collegamento tra il mare e la terra che salta, quindi è un problema di grande rilievo.
Nella giornata di ieri si era presentata da me una delegazione di proprietari di stabilimenti della zona a nord di Porto Recanati che hanno avuto gli stessi problemi del litorale di Marina di Montemarciano, così come gli stessi problemi ci sono nel litorale di Fano, nella zona di Pedaso. Insieme a questi proprietari di stabilimenti, molto preoccupati per l'erosione quasi totale nel tratto di mare della spiaggia in quell'area siamo andati a parlare con i tecnici. Era presente l'ing. Principi, responsabile di tutto il settore, ma anche altri suoi collaboratori. Abbiamo posto il problema privo di qualsiasi pregiudizio ideologico e politico sul piano veramente operativo, perché poi è inutile stracciarsi le vesti e porre il problema, occorre prendere la decisione. Obbligo del Governo e della politica è decidere. Se non si decide oggi potremmo fare l'ennesimo ordine del giorno, l'ennesima risoluzione che non produce assolutamente niente se non i cosiddetti interventi straordinari di messa in sicurezza.
Quali sono gli orientamenti all'interno dell'organo tecnico che è l'assessorato ai lavori pubblici che si occupa del problema? Un intervento è quello delle scogliere. Da anni non ci sono interventi concreti di nuove scogliere e la scelta è politica. Mi è stato detto dal dirigente del settore che c'è una scelta politica da parte della Giunta e della maggioranza che la Giunta sottintende, che è preclusiva alla posa in opera di altre scogliere. Quali sono le motivazioni? Sono che le scogliere, si dice, difendono effettivamente la costa, però creano un'area pericolosa a livello della battigia, che nel giro di qualche tempo può determinare un inquinamento: il microcircolo delle acque interrompe la comunicazione con il mare, comunque viene gravemente compromesso, quindi la difesa della costa attraverso scogliere sicuramente difende la battigia, impedisce l'erosione, però crea un inquinamento e nel giro di qualche anno il rischio è che i colibatteri, le misure di verifica biologica dell'acqua del mare comportino che dopo un po' ci possa essere il divieto di balneazione. Quindi si è difesa la costa ma si è arrecato un grave danno al turismo. Questa è una scuola di pensiero.
Ci sono altri mezzi, come le palizzate, le scogliere perpendicolari alla costa, i sacconi riempiti di sabbia: tutti questi mezzi sono considerati "minori" e comunque nessuno di questi è stato risolutivo e ha dato soluzioni vere.
Terza possibilità è quella del ripascimento, cioè prendere la sabbia all'imboccatura dei porti, che sembra sia sabbia pulita, o in altre zone, portare sabbia e ghiaia nella costa. In particolare mi è stata citata l'Olanda: in tutto i mondo il Paese che più si è occupato di difesa della costa, di consolidamento della battigia, della spiaggia, di difesa dalle correnti marine è stato l'Olanda. L'Olanda ha costituito un sistema di draghe a grande profondità, che possono fare prelievi di sabbia a 70, 80, 90 metri, questa sabbia viene poi portata lungo la costa, depositata e si dice che nel giro di 2-3 anni il sistema regge, deve essere solo mantenuto, non c'è più investimento ma si crea un apporto di materiale nuovo che impiega decenni per essere eroso dal mare. Il limite di questo sistema sono i costi alti.
Sempre gli stessi tecnici, che ho sottoposto a pesante interrogatorio, mi hanno detto che nelle Marche sarebbe possibile fare questo tipo di intervento solo attraverso un accordo di programma con la Regione Abruzzo che ha gli stessi problemi in alcuni tratti del suo litorale, quindi facendo una convenzione tra Regione Abruzzo e Regione Marche, utilizzando in affitto queste draghe, che sono complesse e le ha solo l'Olanda in attività — hanno anche delle tecniche particolari, evidentemente — e iniziando immediatamente a fare un discorso, nel momento in cui le condizioni meteorologiche lo permettono, lungo la costa, si potrebbe, nel tempo, fare un intervento valido. Il costo dell'operazione, per quanto riguarda il tratto della regione Marche è di 150 miliardi di vecchie lire. Sono una cifra notevolissima. In particolare presso l'assessorato mi è stato detto "occorre un piano della costa che non è ancora approvato, però è quasi pronto, devono essere definiti ulteriori aspetti tecnici", ma se venisse portato all'approvazione del Consiglio si potrebbe cominciare a fare i primi interventi.
Il problema di fondo è che non ci sono i soldi. Prima il collega Massi diceva che ci sono tre miliardi, ma ne occorrono 150. Ripeto, ieri l'ing. Principi mi ha detto che l'intervento necessario, assoluto, quello che bisognerebbe fare subito comporta una spesa di 150 miliardi. Probabilmente 250 miliardi è l'intervento totale, ma se questo Consiglio regionale riuscisse ad affrontare il piano dei 150 miliardi attraverso un mutuo decennale sarebbe già meraviglioso. Se poi andassimo al piano completo di 250 miliardi, tanto meglio. l'intervento di cui non si può fare a meno è quello di 150 miliardi.
Credo che le cose che non possiamo fare siano le seguenti. Primo, continuare a buttare via i soldi: ogni anno noi buttiamo via miliardi in interventi tampone che non risolvono niente, al massimo mettono in condizioni di fare la stagione, ma la stagione dopo è tutto da rifare, non rimane più niente. Secondo, non possiamo continuare nell'inerzia, con non progetti e non interventi e, aggiungerei io, non soldi. Il problema va affrontato con un grande sacrificio nel bilancio regionale, perché bisogna programmare un grande intervento con un mutuo decennale, che sia un intervento serio, da qui a due-tre anni. Non è possibile che dagli anni '80 al 2002 non si sia riusciti a fare un piano di interventi organico sulla costa. Sono vent'anni che siamo in una situazione di crisi, sono passate Giunte di vario tipo — centro-sinistra, allargate, sinistra, sinistra allargata ai popolari — e nessun intervento è stato fatto. L'inerzia è inaccettabile. IL piano della costa tra l'altro è ormai un obbligo delle leggi dello Stato, va approvato, però sul piano della costa bisogna fare delle scelte e a mio parere bisogna fare una scelta integrata tra ripascimento e dighe foranee. Non è pensabile — lo dico anche se il movimento verde è profondamente ostile — che in alcune zone non si facciano delle dighe foranee, magari più lontane dalla costa per impedire che si crei un micromare e inquinamento, però ci sono zone dove, se non si fanno scogliere parallele alla costa, non si salva il litorale, si buttano solo via i soldi. Accanto a questo, ovunque è possibile l'intervento di ripascimento, tenendo presente però che l'intervento di ripascimento, così come ci hanno dimostrato l'Olanda, i tecnici che hanno seguito il problema, è permanente, cioè bisogna precostituire un servizio di manutenzione permanente della costa con uno sforzo notevole che i primi anni è molto forte, poi semplicemente una manutenzione. Però ha un costo molto alto.
Speriamo che la giornata di oggi non sia ulteriormente inutile, perché generalmente, sull'onda emotiva dei danni, dei problemi tutti siamo d'accordo e appena è passata la nottata nessuno si ricorda più di niente, i problemi sono altri e tutto finisce con un documento che rimane lettera morta.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere D'Angelo.

PIETRO D'ANGELO. Faccio un intervento non demagogico, visto che parlo come verde e considerato che vi sono stati vari riferimenti ai verdi, negli interventi che si sono succeduti. Il problema dell'emergenza ambientale è reale. Lo diciamo da anni, il problema dell'emergenza ambientale lo stiamo vivendo in particolar modo in questo frangente. Il dissesto idrogeologico del territorio, l'erosione delle coste e l'inquinamento da catastrofi ambientali periodiche dimostrano che i verdi non sono cassandre e non vogliono penalizzare attività economiche o qualità della vita, ritengono che è indispensabile muoversi nella direzione degli interessi della collettività e nella direzione della salvaguardia ambientale.
Quindi nella nostra regione ci troviamo oggi a parlare del problema dell'erosione costiera che non è legato solamente alla zona di Montemarciano, è un problema di tutta la costa della nostra regione, un problema nazionale, un problema mondiale.
Quando periodicamente si grida all'allarme del cambiamento climatico e si dice che c'è un aumento dei livelli delle acque ci prendono per pazzi. Questa è la direzione della situazione relativamente alla erosione delle coste. E' un problema mondiale, di cambiamento climatico, di cambiamento di stili della qualità della vita. Quando si dice che bisogna con urgenza intervenire affinché si blocchino tutte le cause che portano a questo cambiamento climatico, ci dicono che siamo pazzi. Queste sono le conseguenze: ci sono interi atolli nel Pacifico che rischiano di essere sommersi e, insieme ad essi, le attività economiche e la stessa popolazione. Ebbene questo è un problema mondiale, pertanto è indispensabile affrontarlo in un contesto che vada al di là della circoscrizione territoriale nazionale, europea, comunale e regionale. E' inoltre indispensabile affrontare il problema in modo più ampio. I verdi on sono contro le scogliere, non sono contro i ripascimenti che siano interventi a basso impatto ambientale. Ma è indispensabile che insieme a questi interventi si veda il problema in modo più generale e questo significa il dissesto idrogeologico del territorio, significa i fiumi saccheggiati.
In Olanda negli ultimi tre anni sono stati depositati a difesa delle coste 80 milioni di metri cubi di sabbia, perché è un problema terrificante l'erosione della costa. Non avviene solamente qua.
Il saccheggio dei fiumi. l'abbiamo detto ad alta voce, abbiamo fatto anche delle denunce, diciamo sempre che nei fiumi non si può scavare, che il materiale dei fiumi deve arrivare a mare, perché quel materiale va a tamponare l'erosione della costa. Non si può, come qualche volta viene detto in quest'aula, trasformare i fiumi in cave, non è possibile, perché se si trasforma un fiume in cava è chiaro che ne va a risentire la costa. Faccio un esempio dell'esondazione del 1992 del fiume Tronto: centinaia di miliardi di danni. Ebbene c'è un processo penale in corso, con denuncia fatta dai verdi: sapete che l'intervento di messa in sicurezza del Tronto era essenzialmente di escavazione? portarono via 1,5 milioni di metri cubi di ghiaia. Se questi 1,5 milioni di metri cubi di ghiaia fossero arrivati a mare avremmo avuto una spiaggia lunga 15 chilometri, larga 100 metri e dello spessore di un metro. Quindi è indispensabile, quando si parla di erosione della costa, andare al di là dell'aspetto immediato, il problema va visto in modo complessivo, si deve agire parallelamente su tutti i fronti.
Quando si fa un intervento a mare bisogna sapere che ci sarà un'erosione da un'altra parte. Voglio richiamare l'attenzione di quest'aula a uno studio dell'Aquater proprio fatto sulla costa del medio Adriatico, non solo marchigiana. Uno studio del 1982 che dice "attenti, ogni sasso che gettate in mare va a provocare una erosione da un'altra parte". E allora i porti turistici, anche quelli che non servono. E allora interventi a ridosso della battigia. Vogliamo, senza demagogia, dire "sì, la costa va difesa, sì gli interventi vanno fatti", ma vogliamo pur dire a qualche sindaco che non si possono fare bungalows a cinque metri dalla battigia, perché alla prima mareggiata verranno a dire che vi sono stati dei danni. Non si può avallare questo modo di amministrare le comunità locali, noi verdi non lo avalliamo. Interventi di questo genere vengono portati fino alla battigia, cinque metri. Mi impegno, per la prossima volta, a portarvi personalmente in quest'aula un progetto di intervento turistico che prevede 100 bungalows in uno spazio tra la ferrovia e la battigia — la battigia è la linea del mare — di 30 metri. E allora? Poi ce la prendiamo contro il mare che erode? O ce la prendiamo contro qualche amministratore che non sa programmare, da un punto di vista urbanistico, lo sviluppo del proprio territorio? Quanti amministratori ci sono che per un voto non riescono a rigettare il senso della ragione? Per un consenso elettorale striminzito. A volte bisogna avere il coraggio di dire di no.
Detto questo, non significa che il problema dell'erosione non è reale e urgente. E' indispensabile intervenire, vediamo quali sono gli interventi più efficaci, ma vi prego di analizzare il fenomeno in modo generale, prendiamo in considerazione tutti gli elementi che portano a questa emergenza ambientale.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Brini.

OTTAVIO BRINI. Non è la prima volta che ci occupiamo di questo problema e non è la prima volta che il consigliere D'Angelo con tanto calore tenta di far passare gli amministratori locali come dei mostri che vanno alla ricerca del consenso deturpando e creando grossi problemi ambientali. Così non è, consigliere D'Angelo...

PIETRO D'ANGELO. Non sono tutti, Brini. Non cambiare quello che ho detto.

OTTAVIO BRINI. Nessuno di noi è portatore di verità. Io non condivido quello che dici...

PIETRO D'ANGELO. Lo so che non condividi. Tu stai a Civitanova: hanno fatto degli interventi in riva al mare con il parere negativo della Regione, carissimo Brini!

OTTAVIO BRINI. Denunciali. Invece di parlare qui e di agitarti, denunciali. Se non li denunci significa che portano qualche voto a te.
Quello che mi meraviglia è che è ritornato, dopo un paio d'anni, l'assessore Silenzi, praticamente colui che aveva portato avanti questo ragionamento. Chi meglio di lui, dopo questa vacatio di circa due anni e mezzo in cui non si è fatto niente, con Ottaviani, può dirci le motivazioni per cui si è fatto poco? Non penso che sono quelle che il consigliere D'Angelo diceva. A Civitanova ci sono 43 concessioni demaniali, 20 a nord e altrettante a sud, dove c'è la spiaggia e dove ci sono i sassi. Sono 20 stabilimenti balneari, un condominio, quindi non penso che nei confronti di un sindaco, di fronte a degli operatori che investono dei miliardi, con sacrifici, si possa parlare di speculazione e di consenso elettorale. Bisogna dare atto a chi nel proprio territorio investe per il futuro per lo sviluppo, con sacrifici. Invece ancora una volta in quest'aula ci troviamo inermi, si dice "si può fare", "si deve fare" e il clima del "volemose bene" da parte dei consiglieri di maggioranza, è preoccupante, assessore Silenzi, perché qui nessuno della maggioranza è in grado di dare una risposta a richieste precise, con scadenze precise. Parliamo di interventi che dovevano essere fatti 10 anni fa, 20 anni fa e ancora oggi diciamo "si deve fare", "si deve programmare".
Lei, assessore è di Civitanova, quindi chi meglio di lei conosce il nostro problema? Io non conosco il problemi che hanno sollevato i colleghi Favia e Giannotti. Li conosco perché ne abbiamo parlato insieme, ma dal punto di vista pratico, non essendo del posto non li conosco approfonditamente. Conosco invece il problema di Civitanova. Ebbene, assessore Silenzi, il suo predecessore Ottaviani rispose a una mia interrogazione e se lei ricorda ci fu anche un battibecco fra me e lei, seguitato anche a livello di operatori, perché io dicevo che a Civitanova c'erano dei seri problemi. Lo stesso Presidente D'Ambrosio è venuto a vedere dove c'era il problema e a distanza di due anni, purtroppo, non è ancora stato fatto niente.
Io non auguro a quell'operatore che prima o poi una mareggiata si porti via il chiosco su cui ha speso miliardi. Quando c'è il problema, poi corriamo tutti, ci preoccupiamo. Rispetto a quello che dicevano i consiglieri Mollaroli, Amati, Avenali, oggi assistiamo a un clima diverso, non vediamo un braccio di ferro come è vostro costume e vostro stile, in quest'aula. Oggi siete più tolleranti perché sapete che in otto anni non avete fatto nulla su questo problema, quindi cercate la sponda da parte delle opposizioni. Bene ha fatto Giannotti a mettere dei paletti, perché non voteremmo una mozione unitaria, altrimenti. E' il momento che la maggioranza si assuma le proprie responsabilità, senza appelli. Lei, collega Amati, diceva che si fida di questa maggioranza. Ci mancherebbe che non si fidasse, è la sua maggioranza. Noi no.

SILVANA AMATI. I soldi possono venire anche dallo Stato.

OTTAVIO BRINI. Ancora una volta avete tentato, ma non avete oggi il coraggio di dire che la colpa è di Berlusconi se non si mettono le scogliere. Per lo meno oggi prendiamo atto di questo: già un passo avanti l'avete fatto.
Noi siamo disponibili — ma senza firmare alcuna cambiale in bianco. E' finito il tempo delle cambiali in bianco — a collaborare, a portare avanti il problema, a verificare e a controllare. Vogliamo che ci sia qualcuno garante di questi ragionamenti, garante di queste impostazioni.
Il consigliere Ciccioli parlava di un intervento di circa 150 miliardi. Condivido quello che diceva Ciccioli, non dobbiamo mettere l'uno contro l'altro, noi dobbiamo lavorare ed essere sereni, senza mettere nessuno contro chi deve prendere le decisioni, nessuno contro altri, però dobbiamo essere tutti sereni e renderci conto che realmente dobbiamo investire, non come dice il consigliere D'Angelo che qui ci sono mostri che fanno degli stabilimenti o dei bungalows a 5 metri dalla spiaggia. Lo invito, dove vi sono anomalie, a denunciare, perché nessun amministratore, nessun sindaco firma un'autorizzazione andando contro le leggi, sia urbanistiche che di qualsiasi altro tipo.
Oggi assistiamo a una manifestazione pacifica, tranquilla. Martedì prossimo, assessore Silenzi, ci sarà un incontro a casa sua, a Civitanova Marche, alle 18,30 nella sala consiliare. Sarà invitato e sarà la sua prima uscita, nella sua città, a parlare di questi problemi. Lei, anche in passato diceva che l'ing. Pierri assicurava che non c'era alcun problema, quindi a distanza di tempo dobbiamo dare delle giustificazioni, altrimenti non saremo più credibili nei confronti dei cittadini e degli stessi operatori. Rinviare un problema non significa averlo risolto, significa non affrontarlo oggi per lasciarlo agli altri domani.
Ecco perché la proposta di Giannotti, consigliere Amati. Noi facciamo un tavolo tecnico che può essere composto da sindaci o loro delegati, per poi ritrovarci il 31 marzo, prima della stagione estiva, per dare delle risposte precise a tutta la fascia, non solo alla parte anconetana, civitanovese o ascolana, perché è un problema che riguarda tutti. Con questo impegno e con questo spirito penso che possiamo insieme portare avanti questo ragionamento. Costa dei sacrifici, bisogna fare delle rinunce, quindi occorre che anche il Presidente D'Ambrosio con la sua Giunta facciano dei tagli, non potendo usufruire dei trasferimenti dello Stato, su alcune cose che sono secondarie rispetto a un problema così importante, senza che i verdi possano mettere in difficoltà questa maggioranza. Garantiamo noi sotto l'aspetto del voto e del proseguimento dei lavori. Noi siamo quindi garanti di questa mozione, però saremo molto attenti e vigili, perché se oggi ne trovate 100 la prossima volta possono essere 500 e una volte che sono delusi, le reazioni possono essere di qualsiasi tipo, perché quando uno perde un'attività in cui ha investito miliardi, con sacrifici, con sudore, ha uno stato d'animo che si surriscalda e le reazioni possono essere incontrollate.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Amagliani.

MARCO AMAGLIANI. Ho avuto modo di vedere con i miei occhi tutta la drammaticità di quel tratto di costa che interessa Marina di Montemarciano e peraltro debbo dire che non avevo nemmeno il bisogno di andare a sincerarmi ancora, perché nel tempo ho avuto modo, non solo in questo Consiglio regionale, ma anche quando sedevo in altri banchi, di rappresentare la gravità di quella situazione che questa mattina è stata messa pienamente in evidenza con la mozione presentata e dagli interventi che si sono succeduti da parte dei consiglieri di quest'aula.
Oltre le cose che ho già ascoltato, credo che ci siano altri elementi di difficoltà, perché gli eventi come si sono concatenati e scatenati in quella situazione particolare vanno a creare difficoltà gravi che riguardano davvero fino in fondo l'ambiente, non soltanto la vita dei cittadini che più di altri vivono quella realtà ma l'ambiente complessivo, perché io so bene che in quel tratto di costa scorrono tute le tubature del depuratore di Vallechiara. Capirete bene che un impegno di spesa che ha riguardato circa 20 miliardi di vecchie lire di circa venti anni fa, oggi è messo a dura prova da una situazione di questo tipo. Se gli eventi atmosferici dovessero perdurare con questo tipo di violenza, non so se quell'impianto reggerà all'urto di cui sto parlando, però lo pongo come problema, così come pongo il problema della necessità di verificare se le infrastrutture, prima fra tutte la ferrovia che scorre ormai a pochi metri dal mare, potranno reggere alla situazione che ho visto con i miei stessi occhi.
Detto questo non credo che in quest'aula ci possiamo abbandonare alla demagogia, nessuno, io per primo, perché sappiamo tutti che un intervento va fatto. Ora so che quella di Marina di Montemarciano è una situazione drammatica, particolare, ma vi sono altre situazioni e credo che ci sia una stima vicina ai 300 miliardi: questa è la cifra che servirebbe per risolvere i problemi che insistono su tutta la costa marchigiana.
Se di questo stiamo parlando, non ci prendiamo in giro: sappiamo bene che il bilancio regionale, da solo, non può reggere l'urto di una previsione di spesa di questa natura. Allora credo sia necessario verificare quali possibilità concrete ci sono, anche attraverso il bilancio della Regione Marche, ma in modo particolare con i parlamentari marchigiani, con gli eurodeputati — ve ne sono anche in questa regione — per capire se un'azione coordinata da parte degli enti locali, della Regione Marche, dell'Ue, dello Stato italiano ci possa condurre ad un risanamento complessivo della costa marchigiana, intervenendo prioritariamente sulle situazioni più difficili.
Ho ascoltato con attenzione l'intervento del collega D'Angelo ma al di là della veemenza e dei toni che lo caratterizzano ha detto cose sicuramente interessanti. So anch'io che c'è uno studio di alcuni anni fa dell'Aquater che dice sostanzialmente tre cose rispetto ai problemi che insistono e che hanno creato ulteriori problemi a quella zona: l'avanzamento della raffineria Api; le cave sul fiume Esino; i manufatti abusivi. Queste sono le tre questioni rispetto alle quali il problema si accresce. Non dico che non sarebbe esistito, ma sicuramente così è accresciuto.
Credo che innanzitutto vada fatto un primo passo rispetto a quelle situazioni che possiamo controllare e condurre a una situazione plausibile.
Ho visto che c'è stata anche una polemica tra l'ex assessore Ottaviani e il sindaco di Montemarciano sui fondi impegnati in quella zona in particolare. Credo che dobbiamo evitare le polemiche, perché nessuno di noi ha la certezza, anzi probabilmente abbiamo più certezze altre che non quella che continuando ad agire in questo modo risolveremo il problema. So bene che le scogliere cosiddette soffolte qualche risultato l'hanno dato, ma qualche risultato; e so altrettanto bene che probabilmente in questo momento dobbiamo ancora affidarci ad interventi tampone. Facciamolo pure, però nel momento in cui ci affidiamo ad interventi tampone dobbiamo studiare la situazione e capire se è necessario intervenire anche in altro modo e in quale modo. Su questo ci sono stati convegni, ci sono state proposte, ricordo che il collega Moruzzi ha fatto proposte specifiche. Credo che dobbiamo iniziare a studiare, a intervenire anche in questo senso, verificare se, al di là degli interventi tampone che urgono, che servono, perché lì ci sono operatori che hanno investito e che per due-tre volte di seguito sono stati colpiti nei loro investimenti e la situazione è ormai insopportabile anche economicamente, si possa fare uno studio organico.
Non credo che, vista la situazione economica complessiva, si possa aspettare più risorse di quelle che abbiamo avuto. Viste le prime previsioni di legge finanziaria, mi sembra che addirittura le risorse saranno minori, non maggiori rispetto a quelle che abbiamo conosciuto nel passato. Quindi è inutile abbandonarsi a promesse che in questa fase potrebbero accattivare alcune simpatie di questa o quella forza politica, di questa o quella Giunta, di questa o quella maggioranza. Credo che noi dobbiamo prenderci un impegno serio, questa mattina, di esperire strade anche nuove. Non le solite del bilancio ordinario, perché sappiamo bene che con il bilancio ordinario di questa Regione, a meno che ci sia un bilancio che non vedo alle porte, dobbiamo prendere impegno fin da questa mattina di esperire nuove strade che ci portino a un confronto serio e serrato con le altre istituzioni, oltre noi, per far sì che davvero si veda la luce di un intervento che in qualche modo, anche per stralci, possa diventare definitivo, a partire dalla priorità. E quella di Marina di Montemarciano — non lo dico per campanilismo — lo è davvero.
Credo che questo sia il modo migliore di affrontare questo problema e di arrivare ad un documento che mi auguro unitario, che in qualche modo impegni la Giunta, questa maggioranza, ma tutto il Consiglio regionale.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Novelli.

SERGIO NOVELLI. Il leit-motiv di questa discussione potrebbe essere che cambiano gli assessori ma le mareggiate restano, nel senso che il problema ha avuto una costanza e una recrudescenza in questi anni, nonostante il susseguirsi di posizioni. Cercherò di articolare il mio intervento di pochi minuti in due parti, perché sicuramente c'è una questione prioritaria, quella complessiva dell'intero litorale marchigiano, ma qualche minuto allo specifico della vicenda Marina di Montemarciano lo dedicherò non solo e non tanto perché gli operatori di quella località sono venuti oggi a sentire i nostri lavori — cosa di cui credo dovremmo ringraziarli — ma anche perché la vicenda dell'erosione del litorale su Marina di Montemarciano è stata la prima delle molte situazioni di erosione costiera portata all'attenzione dei lavori di questo Consiglio nel corso di questa legislatura. Alcuni colleghi hanno fatto riferimento alla presentazione di istanze sulla erosione costiera già nella precedente legislatura, io non ne ho fatto parte, il primo atto formale di questa legislatura che ha portato all'attenzione del Consiglio la questione della erosione è stato in risposta a una mia interrogazione del 10 ottobre 2000, perché anche quella volta, due anni fa, puntualmente in autunno, le mareggiate erano arrivate a lambire la strada costiera. Ho portato gli atti di quella risposta, perché nel marzo del 2001 mi venne risposto dall'allora assessore Ottaviani — che rispose, congiuntamente alla mia interrogazione, all'interrogazione 164 del collega Amagliani, che anche lui aveva prospettato la stesa questione di Marina di Montemarciano poche settimane dopo di me, non perché sia più urgente di quella di Fano, di Pedaso, di Civitanova, di Porto San Giorgio, ma perché era la prima di cui il Consiglio si interessava — il quale disse che alcune cose erano già state fatte (il 5 febbraio 2001) e ulteriori ne sarebbero state fatte nel triennio 2001-2003. L'assessore Ottaviani già allora diceva "Un intervento di copertura dell'intera costa ha spese che viaggiano attorno ad alcune centinaia di miliardi". Il dato del costo della protezione dell'intero litorale non è che sia una scoperta rivoluzionaria di oggi, ma la protezione con scogliere soffolte dell'intera costa, già due anni fa si diceva che costava circa 250 miliardi.
Per Montemarciano in particolare, l'assessore Ottaviani riferiva che c'era una convenzione stipulata con la Regione, di cui il Comune di Montemarciano era capofila (gli altri due Comuni erano Falconara e Senigallia) per la progettazione di opere di difesa costiera, con un costo previsto di 4.400 milioni di allora. Diceva l'assessore, pochi giorni dopo, che nella settimana precedente aveva inserito nella delibera di Giunta regionale n. 278 del 5 febbraio 2001 la previsione di due miliardi di lire, che doveva trovare conferma nel bilancio di previsione 2001. Quindi era un impegno concreto quella volta. Alla luce dell'esito che ha avuto questo impegno preciso quantificato, specificato in atti formali di Giunta, va valutato quel segnale di allarme che i colleghi Giannotti e Brini hanno esposto poco fa. Alle promesse forse è dovere credere la prima volta, la seconda volta uno il problema della calendarizzazione deve porselo.
In particolare, mentre io mi dichiarai quasi soddisfatto della risposta, dicendo "dopo soli sei mesi ci dite che avreste rimediato due miliardi, prendiamo atto, speriamo che...", invece il collega Amagliani, che allora era solo consigliere e oggi anche assessore — ma confido che da assessore voglia mantenere la forte motivazione che aveva — si disse non soddisfatto della previsione di questi due miliardi nell'impegno triennale 2001-2003, perché l'emergenza a Montemarciano era tale e tanto intensa, che era necessario che questi soldi venissero impegnati non nel triennio ma tutti già nel 2001.
L'affermazione dell'allora assessore Ottaviani che la sua previsione di 2 miliardi doveva essere confermata in sede di previsione di bilancio 2001, era stata facilmente profetica, non venne confermata nel bilancio 2001. Nel bilancio 2002 i fondi per l'intera costa vennero addirittura ridotti.
Quindi, se a marzo del 2001 il collega Amagliani si preoccupava che i soldi non venissero spesi nel triennio 2001-2003 ma tutti nel 2001, oggi possiamo dire che nel 2001 nulla è stato fatto, nel 2002 è rimasto qualche scampolo natalizio dell'anno, grasso che cola se nel 2003 finalmente questo intervento assicuratoci ormai due anni or sono, potrà effettivamente essere messo in cantiere.
Però a questo punto, al di là di Marina di Montemarciano — mi fa piacere che siano qui gli operatori che ringrazio, perché almeno ci si può confrontare non solo sul "faremo bellissime cose" ma anche sull'"avete già detto che l'avreste fatto in un triennio che va a concludersi e ci sembra che così non sia stato" — una parola va spesa per il dato complessivo, perché è vero che la soluzione di un solo tratto di costa ha una serie di contraccolpi sull'intera questione del litorale. L'assessore Amagliani prima ha detto che da una relazione Aquater risulterebbe che il problema dell'erosione costiera su Montemarciano è fortemente determinato dalla vicenda Api e dall'erosione dell'Esino, che sarà anche sicuramente vero, però mi chiedo: mentre fronteggiamo la situazione di strada provinciale di prossima introduzione a Porto Recanati, lo stesso a Sassonia di Fano, lo stesso a Pedaso-Porto San Giorgio, mi chiedo se sarà questa diabolica Api che riesce a interagire sulla costa per un arco di circa 120 chilometri o se invece è puerile e le ragioni sono altre e più complesse.
Anche la difesa della costa non può essere affrontata se non in una logica unitaria. A questo proposito abbiamo parlato di cifre: 150-250 miliardi. Sono somme riferite alla protezione dell'intera costa con scogliere soffolte. Il problema dell'erosione costiera riguarda l'intera costa delle Marche ma non solo la costa delle Marche. Io non sono assessore, non sono ingegnere, non sono ufficio tecnico, mi sono preso la briga di guardare su Internet una serie di ditte che forniscono sistemi di protezione della costa dall'erosione e ho visto che in Estremo Oriente — Mar Giallo, Giappone e Corea — ormai si sono diffuse scogliere diverse da quelle che siamo abituati a conoscere con la pila di cubi di cemento, di scogli ecc., ma scogliere miste, che fanno da frangiflutti a livello della superficie dell'acqua, ma cave sotto, a forma di stelle incastrate, in modo tale da consentire una circolazione dell'acqua sul fondale, onde evitare quei fenomeni di stagnazione che hanno anch'essi una ripercussione ecologica.
Questo sistema ha il pregio di costare il 40% della scogliera piena e massiccia e ho letto nei siti delle ditte produttrici, che naturalmente l'host definisce eccellenti, che là hanno dato risultati più che soddisfacenti. Il pregio di costare circa un terzo sicuramente ha un peso, perché a fronte di un costo di 150 miliardi si potrebbe fare un intervento del costo di 70-80 miliardi che non ci sono lo stesso, ma che comunque consentono di ragionare in maniera diversa.
Qualcuno ha pensato di addebitare il problema dell'erosione costiera non solo e non tanto a Nettuno quanto ai verdi che per tutelare la fauna marina non vogliono fare le scogliere...

PIETRO D'ANGELO. Ma chi lo dice, questo? Quali verdi? Quali?

SERGIO NOVELLI. Siccome alcuni colleghi avevano detto che l'atteggiamento di eccessiva protezione dei verdi era un limite, stavo provando a ringraziare il gruppo Verdi per aver fatto almeno un convegno per studiare una soluzione che non so tecnicamente se sia o non sia ottimale, ma se il problema non viene approfondito, se ci ritroviamo qui a dire che arriveranno i soldi e li porterà Berlusconi o chissà chi, certamente il problema non verrà risolto. Da profano, a occhio e croce qualche perplessità ce l'ho sulla soluzione prospettata nel convegno dei verdi di qualche mese fa, tuttavia la misura della latitanza della maggioranza su questo problema, è che le soluzioni tecniche — il ripascimento, le scogliere — sono state in quest'aula prospettate non dalla Giunta ma dai consiglieri che, chi con il convegno, chi con la ricerca, chi con gli ingegneri sono andati a cercare soluzioni. Non è così che funziona, non dobbiamo essere noi a prospettare a voi possibili soluzioni e voi parlate con il telefonino o prendete appunti su altre cose e poi alla fine ci dite che stanzierete soldi, come avete fatto nel 2001, salvo poi non farlo, ma dovrebbe essere la Giunta, che sappiamo non ha i mezzi finanziari, a prospettare almeno le possibili soluzioni. Leggo tra l'altro, sempre dalla risposta a quell'interrogazione che feci ormai oltre due anni or sono, che l'allora consigliere Amagliani, nel dichiararsi soddisfatto o meno della risposta disse "non sono un appassionato di scogliere, perché ritengo che là ove si oppone al mare un freno artificiale, sicuramente il mare poi si vendicherà e andrà a produrre danni altrove". Sarebbe da sapere se questo è l'atteggiamento tecnico-politico della Giunta, ora che il consigliere Amagliani è assessore, ma un dato ci deve essere fornito.
Personalmente credo che questa discussione andrà sicuramente a concludersi con una risoluzione, un ordine del giorno unitario che sarà la già sperimentata "mozione degli affetti" circa i mezzi finanziari. E' chiaro che il bilancio di per sé non potrà fornire né i 250 né gli 80 miliardi.
Leggo sempre dalla risposta a quella interrogazione, che si diceva che era stato interpellato il sindaco di Montemarciano in esito alle mareggiate del 2000? il quale aveva parlato di una possibilità di convenzione con le Ferrovie dello Stato, oggi Trenitalia, perché, ovviamente, il problema che tutti qui hanno disegnato come problema turistico, non è un problema solo turistico. A Porto Recanati ieri i vigili del fuoco sono stati sulla strada provinciale. Io ho chiesto "potete fermare la mareggiata?", mi hanno detto "no, ma possiamo chiudere la provinciale se la situazione dell'erosione continua a renderla insicura".
In questi termini, se si può trovare una partecipazione finanziaria di Trenitalia, se si può intervenire a difesa delle strutture che esistono anche sulla costa, lì ci sono altri mezzi finanziari. Certamente la Comunità europea ha tra le sue competenze anche la sperimentazione di soluzioni di questo tipo.
Concludo dicendo che al di là di un doveroso ma irrilevante ordine del giorno che sarà licenziato da questo Consiglio oggi, la Giunta deve farsi portatrice di alcune soluzioni tecniche verificabili e comparabili per vedere quello che si può fare. Se non lo farà — e io sono fortemente convinto che ci troveremo a marzo del 2003 nelle stesse condizioni del marzo 2001, cioè con risposte parte inveritiere, parte non verificate — dovremo essere noi a prospettare una serie di soluzioni perché questo problema, che certamente è grosso, certamente è impegnativo, in altre parti del mondo è stato risolto. Continuare a dire che se piove la colpa è del Governo, certamente non è una soluzione che abbisogni di una complessa istituzione regionale per darla.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Gasperi.

GILBERTO GASPERI. Ho chiesto di parlare, perché oggi si discute di una cosa solo ed esclusivamente perché c'è una sollecitazione da parte della popolazione per una contingenza avvenuta, non perché fa parte di un discorso che tutti noi conosciamo. Da parte di questa Amministrazione, nei sette anni da che governa la Regione, non c'è stata alcuna sensibilità su questi problemi.
Anche le precedenti Amministrazioni questa sensibilità non l'hanno avuta, però è indispensabile fare dei chiarimenti. Nella mozione che è stata portata questa mattina come mozione urgente da parte della minoranza, così come nella mozione che è stata portata dalla stessa maggioranza, purtroppo si denota con una certa facilità il voler affrontare queste problematiche tanto per dare una risposta alla piazza e tanto per prendere delle posizioni ma non per tentare non dico solo di risolvere, ma per lo meno di affrontare con serietà e con competenza le problematiche.
Ricordo che tanti anni fa, esattamente negli anni 1977-78, feci un concorso di idee per la sistemazione del Colle San Bartolo. Addirittura un grande architetto, che per anni è andato poi ad operare a Mosca, nella relazione disse che per la difesa a mare del Colle San Bartolo non dovevano essere poste delle barriere perché si doveva lasciare spazio alla natura, in quanto la natura, con la corrosione al colle stesso avrebbe creato una barriera. Praticamente, se non ci fossero stati degli interventi, il mare sarebbe arrivato senz'altro sotto il Castello di Gradara.
Sono d'accordo con quanto è stato detto sia da parte del mio presidente di gruppo come dai consiglieri di Alleanza nazionale, così come ho ascoltato con grande piacere gli interventi del consigliere Amati e soprattutto del consigliere Avenali. E' stato affrontato un problema concreto: prima di tutto dobbiamo avere uno studio vero e reale, quindi dobbiamo chiedere agli uffici competenti della Regione se in questi anni hanno fatto niente, perché qualcosa devono avere visto che la Regione Marche è già intervenuta 18-20 anni fa sulla barriera presente non solamente nel litorale della provincia di Pesaro ma anche nei litorali delle altre province marchigiane. Ci saranno degli studi e da lì si vedrà qual è la realtà.
Spero che l'assessore Silenzi che ha già una conoscenza dei problemi del turismo spinga nella maniera più assoluta in modo armonico, con le maggioranze di questo Consiglio e le minoranze, per far sì che si possano recepire dei fondi non solamente dalla Regione, perché con i fondi della Regione faremmo fatica a difendere l'entrata del porto di Fano, progetto sbagliato fra l'altro, che alcuni consiglieri della maggioranza del territorio di Fano sembra che lo difendano, ma probabilmente loro conoscono più la montagna perché sono più affaccendati sul problema delle risorse degli agriturismo. Con i fondi di cui può disporre la Regione non credo che possa venir fuori una difesa concreta, sì e no si potrà avere una progettazione seria delle barriere. Attraverso lo Stato, ma soprattutto attraverso i fondi dell'Ue con i programmi che ci sono, si potrebbe intervenire. E' qui che bisogna mettere il dito nella piaga, è qui che questa Amministrazione è mancata: non ha assolutamente effettuato alcun percorso per poter accedere ai fondi comunitari.
Mi auguro che in piena armonia, per difendere gli interessi di questa regione, per difendere le economie di questa regione, per difendere le realtà costiere di questa regione, finalmente si proceda su questa linea.
Voglio far presente quanto prima dicevano alcuni consiglieri: che dovremmo andare a rivedere il piano cave, non per far scavare sui fiumi, perché sui fiumi hanno fatto scavare prima, d'accordo con le Amministrazioni di sinistra della nostra realtà marchigiana, ma si dovrà andare a rivedere il piano cave, perché se si vogliono fare delle barriere con il piano cave attuali non possiamo prendere i massi dal nostro territorio, li dobbiamo importare dall'Umbria, perché sono stati contingentati i quantitativi di escavazione. Noi, più di tanti metri cubi non possiamo estrarre, dall'interno, dalle zone che hanno necessità di operare in questo territorio ai fini economici. E allora dovremmo andare a rivedere anche quel piano, altrimenti le barriere a mare non potranno essere fatte né con i materiali che vengono dalla Jugoslavia e che sono scadenti, né con la maggior parte dei materiali che vengono dall'Umbria, che non sono idonei per fare difese a mare.
Per questo motivo chiedo che si raggiungano obiettivi concreti. Non si può fare politica come si sta facendo in questo momento, in modo particolare a livello di Consiglio regionale, per cui ogni cosa la si porta nella direzione esclusivamente politica per discutere, discutere, discutere, perché sono vicine le elezioni, c'è la necessità da parte della sinistra di rinserrare le fila per poter difendere la realtà amministrativa non solamente a livello regionale ma anche a livello locale.
Mi auguro che per una volta, dopo aver preteso dagli uffici competenti, ciò che è avvenuto dal momento in cui sono state poste le barriere con le problematiche che si sono create nelle zone limitrofe... Perché molti di questi danni sono la conseguenza di non aver continuato ad effettuare le difese così come è normale che sia fatto nel momento in cui si inizia a modificare un andamento di correnti o di erosione. Sono d'accordo con quanto diceva prima il consigliere D'Angelo, che non devono essere assolutamente permesse escavazioni nei fiumi, ma quando dava dei numeri sui metri cubi, dimenticava una clausola fondamentale: in quanti millenni viene fuori l'erosione dei fiumi per quel quantitativo di ghiaia di 1,5 milioni di metri cubi che è stata escavata? Altrimenti fa come ha fatto quell'architetto nel Comune di Pesaro quando ha detto "facciamo fare la difesa a mare direttamente dalla natura, facciamo erodere il San Bartolo, perché sarà a difesa di ciò che rimane".
Mi auguro che sia lo stesso Ufficio di presidenza a farsi carico di sollecitare tutti i consiglieri a fare carico ciascuno per quanto di sua competenza, l'amministrazione per quanto riguarda gli studi, poi le varie forze politiche per sollecitare la possibilità di prelevare i finanziamenti uniti a ciò che la Regione potrà mettere, perché finora non ha messo niente. Non voglio gettare la croce addosso alla Regione, e la colpa non è certamente mia se non si è stati capaci di amministrarla sul piano economico, però bando alle chiacchiere, andiamo a risolvere i problemi. La Regione metta quel poco che potrà mettere, sollecitiamo il Governo, ma lo studio dovrà essere fatto dalla Regione, e soprattutto iniziamo a cogliere le possibilità che ci vengono date dalla Comunità europea per richiedere, assorbire i finanziamenti della stessa Comunità europea.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Luchetti.

MARCO LUCHETTI. A me pare che la discussione che stiamo facendo, anche sollecitata inevitabilmente non solo dalla mozione presentata dai colleghi Amati e Avenali ma dalla presenza, giustificata e comprensibile, degli amministratori di Montemarciano, dei cittadini, degli operatori turistici, ci debba far pensare adeguatamente rispetto a queste situazioni di emergenza che rischiano, per le mutate condizioni climatiche o per le già conosciute situazioni di degrado del territorio, di coinvolgere l'organo massimo della Regione marche intorno a dei dibattiti che hanno il sapore del "si salvi chi può", senza far riferimento a qualche cosa di più programmato e di più organico, visto e considerato che purtroppo nel territorio ogni tanto succedono questioni piuttosto gravi. Ho idea che le mutate condizioni che citava anche D'Angelo nel suo appassionato intervento, ci sottoporranno a delle prove di notevole entità su tutto il territorio, al di là di quello che si potrà fare, ma questa è una riflessione generale che deve far capire alla politica complessiva non solamente della nostra Regione ma più in generale alla politica del Governo, che le priorità vanno salvaguardate rispetto a delle strutture necessarie che vanno poste in essere nei confronti di queste emergenze che stanno aumentando, prova ne sia proprio in queste ore quello che sta avvenendo al nord, prova ne sia anche come, purtroppo, il territorio ancora, nonostante tutti gli allarmi passati che si sono manifestati, richiede manutenzione, interventi.
Credo che questo discorso della politica infrastrutturale sia una delle priorità dell'intrervento del Governo, perché se, come è stato definito nella finanziaria, l'intervento permane quello che si prospetta, sicuramente saremo in netta difficoltà.
Voglio cioè dire che le risorse disponibili, che non sono molte, anche a livello centrale, vanno finalizzate prioritariamente agli interventi necessari e non a quelli di facciata. Pongo qui una evidenza: mentre in passato, per quanto riguarda le politiche delle infrastrutture, si era cominciato, per lo meno negli anni '90, a discutere di un intervento programmato, oggi si è arrivati a leggi puntiformi come la legge obiettivo che prende lo spunto più dalla necessità di dover far riferimento a dei "progetti-bandiera" piuttosto che ad interventi più programmati e più necessariamente evidenti.
Da questo punto di vita credo che la Regione Marche, di fronte al problema della riviera, dell'erosione non può non dare una risposta e Montemarciano non è la prima volta che si trova di fronte a questa difficoltà. Gli interventi che sono stati fatti non hanno dato gi esiti sperati, perché sempre mancano i fondi, le necessarie risorse.
Vorrei sottolineare a questo proposito l'esistenza — nonostante che qui qualcuno sollevi problemi di programmazione, di interventi ecc. — di un progetto di intervento — è una delle poche volte che ciò avviene — su tutta la costa. Da tempo si è lavorato in questo senso, abbiamo anche i costi che questi interventi richiederebbero, ma siamo qui anche a capire come e dove trovare questi soldi, tenendo conto che il progetto, che dovrebbe riguardare la foce del fiume Esino fino al porto di Senigallia, richiedono 3.500.000 euro a fronte di un intervento complessivo che porterebbe complessivamente ad una cifra di 74.661.000 euro.
E' chiaro che di fronte a queste cifre la Regione Marche, rispetto alle problematiche che si trova davanti diventa quasi inerme. Ecco perché credo non sia possibile da parte nostra, in questa fase, procedere ad interventi tampone che non risolveranno i problemi, ma che comunque dobbiamo fare perché purtroppo le emergenze ci portano a dover comunque intervenire sul territorio che richiede la protezione.
Credo che di fronte a questi problemi il Consiglio — abbiamo lavorato, come presidenti dei gruppi, a una risoluzione comune — dovrebbe vedere un voto unanime ed un unanime accordo sulla prospettiva di un'azione comune nei riguardi del Governo centrale perché si possano trovare delle soluzioni di interventi strutturali, perché andare a spendere ulteriori soldi su provvedimenti tampone sa molto di beffa rispetto a quanto periodicamente succede.
Ecco perché è giusto che questo Consiglio regionale, a fronte di questioni così grandi, che intervengono e che vanno al di là delle posizioni politiche, deve sicuramente fare un intervento unitario. Credo che da questo Consiglio possa arrivare al Governo anche il messaggio che queste questioni meritano la stragrande parte dell'attenzione dell'intervento infrastrutturale. E' inutile parlare di Ponte sullo Stretto quando abbiamo un territorio massacrato che non riesce a difendersi dagli eventi climatici che ci sottopongono ogni anno a degli stress incredibili per le emergenze che provocano.
Ecco perché credo dobbiamo dare mandato al nostro Presidente affinché nella Conferenza Stato-Regioni questo problema venga evidenziato. Le Regioni, che hanno competenza sul territorio, non possono rinunciare a una politica di intervento programmato per quanto riguarda la tutela del territorio. Al di là dell'ambientalismo, al di là delle facili preconizzazioni su quello che potrà avvenire in futuro, bisogna assolutamente prevenire. Questo lo diciamo da sempre, ma non riusciamo ad imporre questo costume politico di intervento reale e concreto sul territorio.
Per quanto mi riguarda, credo che il messaggio che deve pervenire alla popolazione e all'Amministrazione di Montemarciano, ma anche a tutte le altre Amministrazioni che in questo momento hanno bisogno di una rassicurazione per quanto riguarda un intervento concreto rispetto alla situazione che si è venuta a creare, è che questo problema sia affrontato in termini strutturali con la possibilità di reperimento di risorse adeguate. Faccio riferimento all'intervento che ha potato la Regione Marche alla emissione del prestito obbligazionario come possibilità da suggerire al Governo di uno strumento. Prima si parlava di mutui. E' chiaro che in questo momento la nostra realtà di bilancio non consente spazi di questo genere, però interventi garantiti e programmati così come è stato fatto per il terremoto credo potrebbero essere un suggerimento che ci potrebbe portare ad interventi organici di vasto respiro, in modo tale da poter superare problemi di questa natura, che travalicano l'ordinarietà. Il "Tellus bond" che è stato fatto per la ricostruzione non è detto che non possa essere uno strumento simile, magari anche partecipato dalla Regione marche, ma garantito, ovviamente, da un finanziamento pluriennale da parte del Governo centrale.
Non vedo altre soluzioni se non le soluzioni tampone, quindi per mettere mano adeguatamente a questo problema occorrono soluzioni, anche finanziarie, di lungo periodo. Sappiamo anche che l'unico ricorso possibile è al credito da questo punto di vista, quindi questa strada non è detto che non possa essere perseguita, così come il terremoto, anche per questo problema, salvo l'impegno del Governo che deve intervenire anch'esso per la sua parte e per una parte consistente, rispetto alla copertura di queste rate da parte del prestito che la Regione Marche dovrebbe eventualmente fare.
E' una strada. Credo che rispetto alla grande difficoltà in cui ci si trova sia una strada adeguata da percorrere, anche perché da qui al prossimo anno rischiamo che invece del Comune di Montemarciano ci troviamo con i Comuni di Porto Potenza, di Civitanova o con altro Comune rivierasco di fronte alla emergenza e di fronte alla necessità di un intervento tampone.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Romagnoli.

FRANCA ROMAGNOLI. Sarò telegrafica. Volevo rinunciare all'intervento vista l'ora tarda, ma non posso evitare la constatazione amara che noi di minoranza siamo puntualmente delle novelle cassandre quando prevediamo per tempo, o meglio denunciamo per tempo quello che avviene, in questo caso in tema di erosione e dobbiamo però aspettare che la maggioranza si muova quando il vaso sia traboccato o quando il fenomeno — mi duole dirlo ma è così — riguarda non solo il centro e il sud delle Marche ma tocca il nord delle Marche, con mareggiate violente, sicuramente più violente di quelle avvenute in precedenza.
Io ho due interrogazioni che non sono state riunite — forse è una mia dimenticanza, non l'avevo segnalato — fatte per tempo, proprio su una zona più a sud di quella di cui oggi prevalentemente ci siamo occupati, relative ai campeggi, alle coste di Marina Palmense, di Porto San Giorgio, di Porto Sant'Elpidio che lamentano da anni questo problema e puntualmente si sono visti disattesi, ignorati completamente. Ci sono campeggi che per non chiudere provvedono a loro spese, con danno economico immane, a crearsi con sabbia da riporto le spiaggette che altrimenti sarebbero scomparse, non per loro negligenza, non perché avessero costruito a ridosso, non perché i bungalows o i residences fossero troppo vicini al mare ma perché il mare, a seguito di una serie di interventi, spesso anche dissennati — per esempio nel caso di Porto San Giorgio, con il fatto del porto turistico che ha creato una sorta di imbuto convogliano così a destra e a sinistra di questa fetta di terra le mareggiate — ha prodotto un gran danno.
I problemi li abbiamo denunciati, finché non diventano grossi, non riguardano certe zone, non diventano di emergenza eccezionale, questa maggioranza li ignora, preferendo dare la priorità ad altre cose, senza una pianificazione, senza una programmazione.
Mi vien da dire che questa sia una precisa strategia, quella di aspettare che la situazione sfugga da ogni controllo, che il vaso trabocchi per erigersi poi a salvatori della patria, facendo questo strano doppio gioco che la maggioranza di centro-sinistra sto constatando fa spesso, cioè quello di essere per ultima, ma con maggiore ridondanza, risonanza quella che denuncia, quella che alza la voce, come oggi abbiamo visto. Ottiene poi le anticipazioni della discussione — e sono contenta, ma non lo stesso abbiamo avuto noi di minoranza quando abbiamo denunciato le stesse cose — addirittura al primissimo punto all'ordine del giorno, dimenticando che l'accusa è verso se stessa, dimenticando che tutto quello che oggi è avvenuto deve essere letto anche dagli operatori come una grande confessione di responsabilità, una grande assunzione di responsabilità, un riconoscimento inconfutabile dell'insipienza del centro-sinistra sul tema, del proprio ritardo, del grave ritardo con cui questo tema è stato affrontato.
Provvederemo a fare una proposta di risoluzione unitaria, la buona volontà da parte nostra c'è sempre e lo spirito fattivo pure, però ritardo che non posso non prevedere rimanga, visto che siamo ancora al punto zero, che anche oggi non si è parlato di alcuna progettazione, la maggioranza è divisa, i verdi dicono una cosa, Amagliani ne dice un'altra, i Ds un'altra ancora e non si sa quali interventi verranno presi, quindi siamo proprio ai primordi del problema, dobbiamo ancora iniziare veramente ad affrontarlo.
Questo ci dispiace, chiedo un'attenzione omogenea per tutto il territorio marchigiano al di là dell'emergenza ultima, perché emergenze siffatte sono state denunciate anche con mie interrogazioni per altre zone di centro e de sud delle Marche. La nostra buona volontà c'è, però non si nasconda la volontà forte che su questo punto la Giunta e questa maggioranza di centro-sinistra devono assumersi.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Trenta.

UMBERTO TRENTA. Con un certo imbarazzo ancora oggi vengo a denunciare quello che purtroppo sembra essere diventato uso e costume di questo Consiglio: la voluta disorganizzazione nel non valutare preventivamente, quindi la mancanza assoluta di programmazione dell'Esecutivo che il nostro Presidente presiede ormai da circa 8 anni, avviandosi verso la conclusione del suo mandato. La VII legislatura doveva essere la svolta per la definizione dei Consigli regionali e di questo Consiglio regionale. Purtroppo oggi, in aula il grande assente è la presa di coscienza del problema vero, che riguarda tutta la costa della regione Marche, dal nord al sud, io dico "dal nord delle Marche al nord dell'Abruzzo", perché ancora una volta, anche nell'emergenza dei problemi si dimentica una parte di territorio, ma giustamente valutiamo il problema dell'attualità e di questa emergenza.
Oggi questa nuova Giunta che si è insediata nel silenzio e nell'assenza di dibattito politico, ha, per ironia della sorte, un assessore che si occuperà di questa cosa, Silenzi, uomo politico navigato. Mi auguro che questi problemi non diventino poi "problemi silenti". Signori miei, qui nessuno ha citato a quale capitolo di spesa si farà necessariamente riferimento per risolvere i problemi, ma vedo che da come i colleghi sono distratti neanche se ne sono accorti. Il problema non è l'erosione delle coste, è l'erosione del concetto etico della politica.
Mi auguro che Silenzi e il verde D'Angelo, che è vibrante nelle sue manifestazioni quando mette all'indice la linea politica della sua stessa maggioranza, rispondano a una domanda: per venti anni, trenta anni è stata concepita una realizzazione urbana lungo le coste in assenza di vera programmazione. I sindaci che oggi affrontano il problema — il sindaco passa ma la costa resta — di fronte alle autorizzazioni più o meno "concesse" non hanno tenuto conto del problema globale: chi tutela oggi, comunque, le persone che a pieno diritto hanno costruito lungo le nostre belle coste? Queste persone si troveranno a breve, come si trovano, ad affrontare il problema in maniera ancora più dura, perché oggi vedono coinvolte le loro attività. Su queste attività la Regione Marche e l'assessore Lidio Rocchi hanno fatto le fortune del turismo marchigiano, quindi sull'investimento privato hanno venduto il "prodotto Marche", non curanti, oggi come ieri, di un'attenta programmazione su quello che poi avrebbero creato come dissesto ambientale. Il presidente del gruppo Ds, che è un uomo politico attento e puntuale, nel suo intervento odierno non ha potuto non tener conto di questa drammatica situazione politica, di chi ha costruito una fortuna turistica per la Regione Marche e oggi viene abbandonato a se stesso.
La mia domanda è semplice: programmazione seria, tavolo tecnico-politico, perché le istituzioni devono dare l'indirizzo politico. All'assessore Silenzi do un messaggio e chiedo di considerare che noi della IV Commissione abbiamo posto più volte il dito su questa situazione. Do atto a Giulio Silenzi della sua capacità e del suo spessore politico, ma come sempre sostituisco la protesta alla proposta: non possiamo non essere dalla parte di questi nostri concittadini che hanno sulle loro spalle assorbito una finanziaria della Regione pesante che mi auguro abbia nei capitoli o tra le righe dei fondi veri che vadano incontro alle loro esigenze drammatiche. Non è retorica, Silenzi, è semplicemente un appello per lavorare insieme su una programmazione certa, puntuale, con fondi veri. E non giochiamo a rimbalzare le responsabilità sul Governo, sullo Stato, questa è una situazione che emerge oggi drammatica ma che è nata tanti anni fa. Silenzi, questo appello che ancora ti rivolgo è perché sei uomo sensibile, uomo nato lungo la costa, perché Civitanova è anch'essa una realtà di questa meravigliosa costa della regione Marche che ci inorgoglisce all'estero quando vendiamo il prodotto turistico. Affinché questo sia un concetto economico che faccia ancora capitolo di richiesta di tasse a vantaggio della regione Marche, qual è il messaggio? Programmiamo insieme e diamo al nostro Presidente D'Ambrosio l'opportunità di avere 40 consiglieri regionali che lavorano per risolvere un problema, senza maggioranze e opposizioni. Questa è la risposta che dobbiamo ai nostri cittadini.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Moruzzi.

MARCO MORUZZI. Signor Presidente, colleghi consiglieri, questo tema dell'erosione il Consiglio se lo ritrova ad affrontare sulla scorta di un'emergenza. E' una caratteristica quella di rincorrere le emergenze anziché programmare e credo che queste emergenze siano dovute a trent'anni di opere di difesa della costa con costi esorbitanti sostenuti da Amministrazione statale, Amministrazione regionale, enti locali, fatta da intervento tampone. Abbiamo avuto un programma di difesa della costa, che realizzando scogliere diventate necessarie, a detta del piano, a causa della indispensabilità di difendere costa ma soprattutto opere realizzate inopportunamente troppo a ridosso del mare è stato una sommatoria delle operazioni di tamponamento di singole parti di territorio, avvenuto, peraltro, senza la moratoria degli interventi che amplificavano l'erosione, quindi sono state spese risorse per effettuare interventi — le scogliere — che in alcuni casi hanno amplificato l'erosione, non nella zona difesa ma in alcuni casi anche nella zona difesa, e che hanno spostato l'erosione altrove o addirittura, in alcuni casi, hanno amplificato l'erosione altrove. Quindi una medicina che a volte ha provocato una malattia, a volte ha trasferito la malattia su altri territori. Un programma di difesa della costa assolutamente inefficace, perché pura sommatoria di singoli interventi.
La rimozione delle cause è una necessità fondamentale, bisogna affrontarla con grande coraggio, perché gli stessi amministratori non possono da una parte rimanere inerti di fronte a operazioni che ancora oggi stanno andando avanti e che provocano, in prospettiva, un'amplificazione del fenomeno dell'erosione.
Faccio due riferimenti molto specifici. Nel documento che ci arrivato anche oggi a firma dei cittadini, finalmente si punta il dito su un'opera, una delle più grandi realizzate a mare nella nostra regione, la raffineria Api, l'interramento di un tratto di costa, ma non c'è ancora oggi, nella percezione collettiva, la critica nei riguardi di un'altra opera che si vuol portare avanti, che è l'interramento dell'area a ridosso del comune di Ancona, che certamente si aggiungerà all'effetto che oggi viene provocato dall'occupazione di mare con la raffineria Api. Abbiamo allora bisogno di verificare, una volta che l'interramento verrà realizzato, gli effetti che esso avrà determinato.
A questo gioco noi non ci stiamo, non ci stiamo a questa politica miope in cui si contrabbandano provvedimenti tampone come provvedimenti di risanamento. L'unico percorso possibile è quello di intervenire sulle tante e complesse cause che portano all'erosione. Alcuni problemi, come accennava il collega D'Angelo, sono legati anche ai mutamenti climatici, purtroppo, quindi difficilmente gestibili soltanto a livello locale, ma anche noi possiamo e dobbiamo dare il nostro contributo e sicuramente su altri fattori possiamo incidere, con il ripristino dell'apporto solido dei fiumi, il blocco della cementificazione dei corsi d'acqua, il blocco delle interruzioni che vi sono su tanti fiumi e che determinano una riduzione dell'apporto solido. Quindi, la rimozione graduale, lungo la costa, di tutte quelle opere che amplificano e spostano l'erosione. Tra queste non possiamo puntare il dito soltanto su situazioni come porti turistici, raffineria Api di Falconara, ma anche su quello che si intende realizzare o si rischia di realizzare nei prossimi mesi: l'interramento nel porto di Ancona o altre opere a mare.
Quindi rimozione delle cause vuol dire anche moratoria su tutti gli interventi della costa e valutazione della rimozione delle cause intese come interventi già realizzati sulla costa.
A questo punto si può fare anche un ragionamento su quali sono le opere di difesa, anche di tamponamento, necessarie, anche di tipo tradizionale e su quali sono le opere di difesa innovative che vanno realizzate. Quindi non siamo d'accordo a un blocco della politica del ripascimento, ma non siamo certo d'accordo a un ripascimento che comporta, nei mesi successivi alla sua effettuazione, l'asportazione del materiale che apportiamo lungo le coste, perché anche questo rischia di trasformarsi in uno sperpero di denaro pubblico. Uno sperpero di denaro pubblico che continua ad avvenire tuttora, perché nel nostro bilancio abbiamo ancora i mutui per le opere di difesa della costa realizzate negli anni scorsi a costi attualizzati di circa 25 miliardi per chilometro.
La costa marchigiana ospita 1.300 strutture diverse, realizzate nel tempo, spesso prescindendo le une dalle altre. Su 172 chilometri di costa, solo 30 sono rimasti liberi, mentre su altri 7 chilometri ancora liberi sono previsti attualmente degli interventi. Quindi la tendenza a occupare con opere artificiali la costa continua e prosegue, nonostante oggi possiamo ricondurre l'erosione anche alla presenza di queste opere realizzate sul litorale. Occorre invertire la marcia e non pensare soltanto a soluzioni tampone. Questa politica oggi non la vediamo, anche a seguito del fatto che ogni Amministrazione locale decide prescindendo da tutte le altre. Ho fatto l'esempio del Comune di Ancona ho fatto l'esempio di questa gigantesca opera in progetto su cui si discute, su cui si continua a dare consulenze e sulla quale si rifiuta anche una proposta che da tempo noi abbiamo fatto: che ogni nuova opera realizzata sulla costa sia anticipata da un modello fisico, da una riproduzione in scala, in laboratorio, attraverso i cosiddetti "modelli fisici" che oggi possono essere realizzati dall'università. Anzi, in Italia abbiamo la possibilità di realizzare i più grossi modelli fisici realizzabili oggi in Europa, perché il Cnr ha investito in laboratori che offrono proprio questo servizio alle Amministrazioni. Noi andiamo a investire decine di miliardi sulla costa e ci rendiamo conto solo dopo di quali sono gli effetti, se la difesa è efficace o non è efficace, se l'erosione viene spostata da un'altra parte, se la cura è più dannosa della malattia o se esistono altre cure più efficaci. Questo oggi non viene fatto, non dico per i singoli pennelli, per le singole scogliere negli anni, ma neanche per gli interventi più consistenti. Questo è uno scandalo, significa continuare a buttare a mare dei miliardi, continuare a illudere delle comunità e delle Amministrazioni che ci possano essere delle soluzioni.
Peraltro c'è anche una resistenza alle soluzioni innovative a basso impatto ambientale che noi siamo i primi a dire non essere la panacea di tutti i mali, ma che devono essere sperimentate nella nostra regione. Posso testimoniare che c'è una resistenza, in questa stessa regione, rispetto alla sperimentazione di queste tecniche, anche quando esse sono le uniche ad avere il meccanismo "soddisfatti o rimborsati", cioè se le opere funzionano si pagano, se non funzionano non si pagano. Nonostante questa soluzione sia presente sul tavolo, continua ad essere rifiutata da queste Amministrazioni, c'è una resistenza nei confronti anche di chi chiede delle sperimentazioni o propone delle soluzioni che altrove hanno funzionato, in tutta Europa, da dieci anni. Certo, soluzioni che non sono la panacea di tutti i mali, ma vengono rifiutate.
Se noi avessimo utilizzato il meccanismo "soddisfatti o rimborsati" anche sulla costa di Marina di Montemarciano, sulle altre dove si sono susseguiti tantissimi interventi per decine di milioni di euro, oggi avremmo le risorse per fare nuovi interventi in quei territori. Questo meccanismo è rifiutato da venditori di fumo che hanno sperimentato sulla pelle dei cittadini marchigiani soluzioni che poi si sono rivelate sballate, rispetto alle quali non hanno risposto. A maggior ragione noi chiediamo che ci sia una responsabilità anche dei progettisti e di tutti coloro che propongono delle soluzioni di qualsiasi natura esse siano. Se le soluzioni funzionano è giusto che le Amministrazioni paghino, altrimenti non è più possibile che queste risorse siano definitivamente risolte dalla collettività pubblica.
E' chiaro che di fronte a un meccanismo di questo genere noi ricorreremo sempre ai modelli fisici, sempre a una simulazione, non matematica ma fisica, delle nuove opere che andiamo a realizzare. Questa costa marchigiana è stata una voragine per il danaro pubblico, perché sugli stessi tratti di costa sono stati effettuati più interventi nel tempo, i nuovi a sostituire i vecchi che non avevano funzionato e i nuovi a non funzionare come non avevano funzionato i vecchi, senza che nessuno ne rispondesse. E noi abbiamo quindi due motivi, uno di ordine ambientale — perché queste opere hanno determinato delle devastazioni ambientali lungo tutta la nostra costa — uno di carattere economico. Sull'uno e sull'altro si fonda la nostra posizione politica e credo che non possiamo pensare a una costa che sia un'intera striscia di scogliere dal confine nord con l'Emilia Romagna fino al confine sud con l'Abruzzo, perché sappiamo che di questo passo dovremo alzare una diga: non saranno più sufficienti né le scogliere emerse, né le scogliere soffolte, ci troveremo in una situazione "olandese". E' poi chiaro che in queste condizioni sarà difficile sviluppare un turismo di qualità, una pesca di qualità, perché è l'insieme dei fattori che dobbiamo tutelare. Le zone di costa bassa sono le zone fondamentali per la riproduzione del pesce e noi sappiamo quanto importante sia l'attività della pesca. Non possiamo più pensare alle opere di difesa come sono state fatte fino ad oggi in modo disgiunto dalla tutela degli habitat marini, perché questa tutela non è soltanto un'esigenza di carattere ecologico, è ormai oggi un'esigenza di carattere economico per tutte le attività che si svolgono sulla costa, nessuna esclusa, a partire da quelle relative alla balneazione che hanno diritto non solo a esistere su un tratto di spiaggia, ma di avere una costa, un mare antistante che non sia ridotto a una putrida zona di acqua stagnante, come spesso succede, una zona di acque non trasparenti, in alcuni casi. Dobbiamo anche tutelare queste zone perché sono le fasce di riproduzione per la fauna ittica. Non possiamo pensare di procurarci il pescato altrove, anche qui in una logica di globalizzazione che tutto sommato renderebbe possibile anche rinunciare alla pesca nel nostro territorio e fare come avviene in altri Paesi, cioè si va a pescare altrove, perché sappiamo bene che un conto è avere una filiera, nella nostra regione, che si basa su un pescato che viene dall'Adriatico, un conto avere una filiera con un prodotto che viene da lontano, da altre zone dove, peraltro, si procede spesso con una pesca di rapina. Quindi una logica di rapina del territorio sulle nostre coste comporta una spinta verso una logica di rapina dell'attività di pesca rivolta innanzitutto sul nostro territorio finché c'è spazio ma poi rivolta anche ad altri territori.
Quindi ribadisco che la nostra posizione è quella di affrontare questo problema tenendo conto della complessità, non negando la necessità di fare anche interventi di tamponamento, ma attenzione, perché fino ad oggi abbiamo fatto solo e soprattutto interventi di tamponamento, con un dispendio di risorse assolutamente sproporzionato rispetto ai risultati ottenuti.
Detto questo, all'interno della mozione che è stata proposta sono stati inseriti due passaggi importanti, il primo dei quali fa riferimento alla rimozione delle cause dell'erosione, l'altro alla utilizzazione diffusa di tecniche a basso impatto ambientale, perché questo può essere un principio da cui non prescindere se non vogliamo ritrovarci ad affrontare il problema su un altro tratto di costa o ad affrontare problemi di altro genere sempre collegati alla realizzazione di queste opere.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Pistarelli.

FABIO PISTARELLI. La questione dell'erosione delle coste anche quest'anno ha avuto uno sviluppo e un acutizzarsi molto grave. Dico anche per quest'anno perché sono ormai decenni che assistiamo ad una problematica di tale e grave importanza, che sbalordisce per quanto concerne i toni che sono stati usati da qualche collega nel dibattito di oggi, per quanto concerne l'approccio, perché oggi venire in aula ed essere improvvisamente preoccupati per gli ultimi eventi ci sembra quanto meno tardivo e ipocrita, come atteggiamento.
La questione dell'erosione costiera, infatti, non solo affanna da decenni i lavori, le problematiche, non solo quelle relative al turismo in senso stretto ma anche quelle delle Amministrazioni, delle città costiere, dell'intero sistema urbano e sociale della nostra regione e fino a oggi non ha mai ricevuto risposte consapevoli e puntuali. Vi sono sempre stati interventi parziali, che hanno poco realizzato e quel poco con obiettivi assolutamente insignificanti. Tutto questo deve essere tenuto in considerazione per raggiungere l'obiettivo di modificare la filosofia d'impostazione dell'attenzione regionale verso il problema. Modificarla nel senso di interpretare tutti i fattori che riguardano il problema, fattori che non sono soltanto relativi alla gestione del territorio costiero ma in generale alla gestione del nostro territorio inteso quale tessuto connettivo urbano, viario, infrastrutturale, sociale, produttivo, turistico. Se non abbiamo questo tipo di visione ampia, a 360 gradi, mai troveremo poi le giuste soluzioni, i giusti equilibri. Accenno solo ad un fatto: alle dimensioni dello sviluppo dell'insediamento costiero, alle decisioni prese a suo tempo in tema di infrastrutture, alla organizzazione, pertanto, urbana anche, degli insediamenti umani e produttivi. Tanto dipende anche da questo tipo di scelte che ci sono state nel passato e tanto dipenderà da quali scelte vorremmo fare per il futuro.
Penso per esempio al tratto costiero di Porto Recanati, Porto Potenza, Civitanova Marche, realtà che conosco meglio delle altre, realtà che, soprattutto nella zona di Porto Potenza e di Civitanova Marche non hanno più un metro utilizzabile, oltre quelli del litorale, di terra per sviluppare un'attività turistica, degli insediamenti abitativi consoni alle esigenze di verde, di spazi, di punti di aggregazione. Tutto questo deve essere inserito nella riflessione di oggi, perché se non partiamo da questi elementi e guardiamo solo ai problemi gravissimi, scottanti, drammatici di emergenza che sono quelli del litorale costiero, ancora una volta faremmo l'errore di fare interventi parziali, limitati, che nel tempo non avranno alcun tipo di riscontro, perché ci ritroveremo qui l'anno prossimo, fra due anni, fra qualche tempo a riparlare dell'erosione costiera, delle gravissime difficoltà che incontrano gli operatori economici e turistici.
Tutto questo deve essere oggetto di riflessione, come? Certamente mettendo al primo punto il modello di sviluppo che vogliamo dare ai nostri territori, se vogliamo far respirare i territori soffocati dalla strada statale 16 che passa a pochi metri dal litorale, se vogliamo far respirare i territori soffocati da una ferrovia e da una autostrada che passano a pochi metri dalla strada statale, se vogliamo far rivivere territori — Porto Potenza, Civitanova Marche — che non hanno più neppure la possibilità di pensare ad una politica costiera, ad una politica di incentivo e di sviluppo turistico ed economico, perché non hanno spazi e possibilità di realizzare le essenziali scelte in tema di urbanistica.
Il secondo punto è quello di finalmente pensare ad interventi di medio-lungo periodo, con risorse sufficienti e con tecnologie in grado di essere positivamente messe a disposizione degli interventi nell'area costiera, nell'ambiente marino e litoraneo.
In tanti casi abbiamo assistito ad interventi in una zona e a problematiche nella zona limitrofa, quindi si corre nella zona che non era stata interessata da interventi di difesa della costa e così via, a scendere nel territorio o a salire, a seconda di dove è stato localizzato il parziale intervento. Questa filosofia deve cambiare se non vogliamo che ogni anno si pari di emergenza, se vogliamo superare le logiche dell'emergenza per quanto riguarda le nostre coste che hanno e possono avere grande potenzialità, non l'hanno mai saputa o potuta sfruttare fino in fondo proprio per i gravissimi errori del passato che si sono ripercossi sul presente e continuano ad essere un ostacolo invincibile se ai territori, alle infrastrutture, ai tessuti urbani non daremo una nuova filosofia, una nuova impostazione.

PRESIDENTE. Ha la parola l'assessore Silenzi.

GIULIO SILENZI. Non pensavo proprio, quando ho chiesto, nell'ultimo Consiglio, l'iscrizione di questa mozione, di dover concludere e rispondere alle tante questioni che qui sono state sollevate rispetto all'erosione. Vorrei dividerle, per dare una risposta puntuale.
Vi sono questioni di carattere generale. Mi ritrovo su una serie di riflessioni che alcuni colleghi hanno fatto per cui non le voglio riprendere. Le questioni sollevate dal consigliere D'Angelo e dal consigliere Moruzzi sono serie, che affrontano la problematica più generale, senza la quale rischieremmo di dare risposte parziali o cogliere l'emozione del momento. Quella è una riflessione sullo sviluppo, sulla tutela del territorio, sullo sviluppo che abbiamo concepito e ancora riteniamo di concepire, con scelte che sono conseguenti e che hanno una ricaduta rispetto ai fenomeni naturali. Poi vi sono problemi più specifici che riguardano l'erosione della costa.
La collega Mollaroli aveva ripreso un aspetto che mi sembra importante, dovendo discutere nello specifico dei fatti relativi a Marina di Montemarciano: dobbiamo chiedere la calamità naturale. La prima informazione è quindi che la Giunta regionale ha richiesto alla presidenza del Consiglio dei ministri lo stato di emergenza e la calamità naturale per quanto riguarda le mareggiate del 15, 16 e 17 novembre e qui dobbiamo anche aggiungere — perché questo non è stato detto — che queste mareggiate hanno avuto una violenza particolare, erano decenni che non si registravano, una provenienza stranissima, un livello dell'acqua molto alto, un'altezza dell'onda molto alta che per decenni non si erano registrate, per cui i danni sono frutto di un fenomeno particolare che per decenni non si era verificato lungo quella parte di litorale.
Ecco perché noi chiediamo lo stato di calamità: perché se abbiamo lo stato di calamità possiamo anche avere risorse finanziarie aggiuntive per dare una risposta al problema.
Vedo disattenti i colleghi del Polo, tranne Novelli che mi sta ascoltando: gli altri hanno esercitato, molte volte, la pratica della demagogia con la quale non riusciamo a fare nuove scogliere e allora il primo invito che faccio ai colleghi consiglieri e ai colleghi del Polo è il seguente. Se è vero tutto quello che avete detto, aiutiamoci affinché la presidenza del Consiglio dei ministri dia lo stato di calamità che è indispensabile per intervenire a Marina di Montemarciano. Se questo stato di calamità non verrà, non avremo strumenti legislativi e finanziari per dare una risposta adeguata. Questo è il primo problema. Mi sorprende che solo la collega Mollaroli abbia ripreso questo aspetto e che dagli interventi dei consiglieri di Forza Italia e di Alleanza nazionale questo aspetto è stato completamente rimosso. Allora non c'è un clima buonista come diceva il collega Brini, che è sospettoso di questa quasi complicità tra maggioranza e opposizione. Assolutamente no, ma dobbiamo affrontare i problemi per quelli che sono. Ripeto, con la demagogia non si fanno le scogliere, quindi bisogna che il Governo si impegni per decretare lo stato di calamità, bisogna che tutti i consiglieri di maggioranza e di opposizione si impegnino e siccome abbiamo un Governo di centro-destra è chiaro che l'impegno deve essere profuso anche dai nostri colleghi di centro-destra, e mi meraviglia, ripeto, il fatto che questo aspetto non sia stato neanche minimamente accennato nei vostri interventi.

DAVID FAVIA. Qualche lira da spendere ci sarà...

GIULIO SILENZI. Poi vengo, però a ognuno le sue responsabilità. Siccome abbiamo detto che non si deve fare un dibattito inutile, ho detto che politicamente condivido le riflessioni generali che facevano i colleghi Moruzzi e D'Angelo, quindi l'impostazione più generale è quella se vogliamo evitare disastri futuri. Poi, quando parliamo di erosione parliamo sempre dello scoglio davanti casa o dell'erosione "sotto il mio chalet", poi risolto quel problema, lo ricreo a destra o sinistra, per cui o c'è una visione generale sui problemi ambientali, oppure le cose non miglioreranno sicuramente. Nello specifico ci sarà bisogno di approfondimenti e di confronti ulteriori ma il taglio è quello.
Invece, per dare concretezza a questa mozione occorre la dichiarazione di stato di calamità. La Regione l'ha richiesto per le mareggiate del 5-6 giugno e non è stato riconosciuto dal Governo, oggi che lo richiediamo di nuovo — la lettera è partita questa mattina, ima del Consiglio regionale — il Governo riconoscerà lo stato di calamità ai cittadini di Marina di Montemarciano, ai cittadini di tutti quei comuni che hanno fatto richiesta, cioè Senigallia, Porto Recanati, Sirolo, Fano, Civitanova, Fermo, Altidona, Pedaso? Tutti Comuni che hanno segnalato questi danni enormi. Siccome abbiamo elementi non del solito piagnisteo nei confronti del Governo, ma elementi tecnici che dicono come mareggiate di questo tipo non si sono registrate negli ultimi decenni, con una violenza così particolare, impegniamoci tutti per avere lo stato di calamità. Posso chiedere un impegno particolare rispetto a questo, colleghi dell'opposizione? Mi sembra un tratto che non è secondario rispetto all'intervento che dovremo fare nello specifico, non è assolutamente secondario, ci sono le condizioni tecniche della violenza di quello che è avvenuto per richiedere lo stato di calamità. Non è una richiesta tanto per farla. Così i tecnici della Regione mi riferiscono, ma i danni sono sotto gli occhi di tutti.
Poi c'è un secondo aspetto che ci riguarda. Non vedo la collega Romagnoli che ha detto alcune cose non esatte, comunque ho rilevato che c'è poca conoscenza del lavoro che la Regione ha fatto fino a questo momento. Noi abbiamo uno studio, durato 3-4 anni, della facoltà di ingegneria di Ancona su tutti i 170 chilometri di costa marchigiana. L'istituto di idraulica ha approfondito, studiato in tutti questi anni — e lo studio è costato diversi miliardi — per cui oggi, con la progettazione realizzata dall'ufficio progetti della Regione, una progettazione interna, siamo nella condizione di sapere quello che dobbiamo fare in ognuno dei 170 chilometri delle coste marchigiane. Quindi la Regione non è stata inerte, passiva. Dispiace che nei dibattiti ci sono interventi tra sordi, per cui quello che uno risponde risponde, perché il cliché di alcuni interventi dell'opposizione è sempre lo stesso.
Rispetto a questo diciamo che c'è una responsabilità del governo regionale, nel senso che deve far conoscere meglio e impegnare in un dibattito più stretto l'esito di uno studio e di una progettualità che è già stata realizzata, che ha visto il coinvolgimento dei Comuni, dei bagnini, delle capitanerie di porto, ma c'è stato un livello di non coinvolgimento del Consiglio regionale. Questo è un rilievo che faccio e rispetto a questo dico che bisogna recuperare per entrare nel merito. Nelle prossime settimane fisseremo un appuntamento ad hoc per illustrare lo studio, il progetto e per entrare nel merito delle scelte che sono state fatte, che tengono conto dell'impostazione che D'Angelo e Moruzzi riprendevano per larga parte. Quindi la Regione non è stata inerte anche in questi ultimi anni, ma ha operato per mettere in condizione il legislatore di prendere provvedimenti per intervenire in maniera non occasionale, momentanea o frutto dell'emergenza ma in maniera ragionata, perché questo studio parte dalla costa romagnola per arrivare addirittura all'Abruzzo ed è stato uno degli studi più avanzati che siano stati realizzati — sto parlando di quattro anni — che ci mette nelle condizioni di sapere quello che dobbiamo fare e come dobbiamo farlo. Il problema è finanziario.
Quando diciamo che dobbiamo affrontare i problemi della sanità, la razionalizzazione della sanità, dipendono dal fatto che il bilancio regionale soffre se non ci sono risorse finanziarie. Se dal dibattito emerge che c'è una priorità per l'intervento rispetto all'erosione costiera, ognuno non deve indossare la sua maglietta. Infatti, se oggi leggiamo la rassegna stampa, notiamo che ciascun consigliere porta in quest'aula la realtà territoriale, cittadina che più conosce. Dobbiamo allora stabilire una priorità degli interventi e nello stesso tempo reperire le risorse necessarie per affrontarli.
Nel bilancio che si va a chiudere in queste settimane sono disponibili solamente 900 milioni di vecchie lire che utilizzeremo per i pronti interventi; se vi sono priorità dobbiamo prevederle nel bilancio di previsione.
Un'altra cosa voglio sottolineare a merito di come funziona questa Regione. Il consigliere Ciccioli ha dato una serie di indicazioni che avevo appuntato e che ha avuto dai nostri dirigenti, indicazioni che erano state date anche a me per la risposta. Quindi non le cito perché già l'ha fatto Ciccioli, ma questo significa che abbiamo una Regione trasparente. In questo caso prendo atto sia dell'attività del consigliere ma sia anche della disponibilità dei nostri dirigenti perché lo schema della risposta e i dati che dovevo riferire, siccome non sono segreti sono stati riferiti al presidente di un importante gruppo dell'opposizione. Questo studio ci porta ad un intervento di 150 miliardi. Dobbiamo decidere quanto mettere nel bilancio per poter intervenire, perché ad oggi abbiamo 900 milioni di lire.
In questi anni abbiamo investito una ventina di miliardi sull'erosione della costa, non è che non si è fatto nulla. Miliardi presi dal bilancio regionale. Marina di Montemarciano negli ultimi 7 anni ha avuto assegnati circa 9 miliardi, ultimamente abbiamo assegnato 1.700 milioni al San Bartolo, per cui nelle varie province ci sono stati interventi corposi in termini di miliardi. E' chiaro che se ce ne vogliono 150 queste sono piccole cifre, però c'è un investimento che non va a disperdersi ma va a finalizzare quella programmazione che ci siamo dati e l'impegno che assumiamo oggi lo porteremo all'approvazione di questo Consiglio entro il marzo del 2003. Il piano, sul quale coinvolgeremo tutti i consiglieri, lo studio e la progettazione fatti, lo approveremo, in Consiglio, entro il marzo 2003. Intanto, però, recuperiamo con un'opera di informazione e di confronto che è necessaria.
Un altro aspetto importante va detto. Noi abbiamo iniziato ad intervenire in maniera sostanziale sul corso dei fiumi. Il problema dell'erosione dipende anche dal fatto che i fiumi non portano più ghiaia, breccia, quindi il problema è complessivo, non può vedersi solo l'effetto finale, bisogna intervenire sui fiumi e i finanziamenti della legge sulla difesa del suolo li abbiamo concentrati sugli interventi per i fiumi. Nel Potenza già c'è stato un intervento serio, tanto è vero che le esondazioni che vi sono state, per quanto riguarda la piena che aveva causato tanti danni, dopo l'intervento su tutta l'asta del fiume abbiamo avuto risultati positivi anche da un punto di vista ambientale. Bisogna intervenire sull'Esino, sul Foglia, sul Chienti e sull'Aso.
Queste sono le scelte. Se avremo lo stato di calamità potremo spostare alcune cifre da questi programmi — alcuni miliardi — agli interventi che cercano di bloccare l'erosione della costa.
C'è un ultimo aspetto. E' stato interessante l'intervento del presidente del gruppo della Margherita Luchetti che ci sollecitava a un percorso che va approfondito, così come va approfondita la problematica relativa alla Ue. Noi dovremmo avere strumenti, recuperare la possibilità di verificare tutte le opportunità. Se questa è un'opportunità come ci diceva il consigliere Amati, bisogna approfondirla, perché è chiaro che rispetto alla Ue possiamo attingere risorse aggiuntive. Così come questa operazione di grande impatto economico che ha avuto il "Tellus bond" della Regione Marche è un'ipotesi interessante, che va esplorata molto seriamente.
Poi c'è un aspetto che voglio richiamare alla vostra attenzione, quello del co-finanziamento. Se ci sono problemi legati alla comunità, al turismo, all'economia, alla salvaguardia ambientale di una città dobbiamo chiedere che le città se ne facciano carico finanziariamente e quando dico questo riconosco, per esempio, a Porto Sant'Elpidio una sensibilità particolare che ha portato il Comune ad un impegno proprio di tre miliardi per intervenire. E allora il Comune, la Regione, l'Ue, lo Stato possono mettere in moto una massa di finanziamenti per dare una risposta seria. Ma il problema del co-finanziamento si pone nella misura della dimensione del comune, della problematica, però non si può attendere solo che la Regione intervenga, ormai andiamo un un'ottica europea e il co-finanziamento è moltiplicatore di risorse, quindi con tutti quei Comuni che hanno fatto richiesta vi saranno incontri, approfondimenti, ma inizieremo a chiedere una responsabilità, anche finanziaria, per quello che si può fare, ma che ci sia, perché questo facilita anche l'intervento complessivo della Regione.
Ringrazio la collega Amati e il collega Avenali che hanno richiesto questo dibattito e introdotto questa problematica che ha visto poi il contributo di tanti consiglieri. Quando stiamo qui una giornata a discutere di queste problematiche, le indicazioni che noi riteniamo utili, positive, costruttive sono raccolte per poi essere tramutate in azioni di governo, per dare le risposte vere ai cittadini e non le promesse che, come il Governo centrale dimostra, hanno le gambe corte e il tempo limitato.

PRESIDENTE. C'è una proposta di risoluzione sulle mozioni, a firma di tutti i presidenti di gruppo.
Ha la parola il consigliere Moruzzi.

MARCO MORUZZI. Credo che nel documento sia carente un passaggio dal punto di vista della sintassi, perché dopo "esperienze passate che si sono rivelate inefficaci, rispettose dell'ambiente", manca una specificazione, perché non si collega bene con il testo. Va aggiunto "che siano rispettose dell'ambiente", oppure "con soluzioni rispettose dell'ambiente". Non è chiaro il collegamento con il soggetto. Propongo che si dica "che siano rispettose dell'ambiente".

PRESIDENTE. Lo faremo in sede di coordinamento, se siete d'accordo.
Pongo in votazione la proposta di risoluzione.

Il Consiglio approva

La seduta è tolta.


La seduta termina alle 13,55