Resoconto seduta n. 115 del 22/01/2003
La seduta inizia alle 10,40


Approvazione verbali

PRESIDENTE. Ove non vi siano obiezioni do per letti ed approvati, ai sensi dell'art. 29 del regolamento interno, i processi verbali delle sedute nn. 113 e 114 del 18 dicembre 2002.

(Sono approvati)




Proposta di legge
(Annuncio e assegnazione)

PRESIDENTE. E’ stata presentata la proposta di legge n. 157, in data 31 dicembre 2002, ad iniziativa della Giunta, concernente: "Modifiche alla legge regionale 20/2001 in materia di organizzazione e personale della Regione", assegnata alla II Commissione in sede referente;




Proposte di atto amministrativo
(Annuncio e assegnazione)

PRESIDENTE. Sono state presentate le seguenti proposte di atto amministrativo:
- n. 98 in data 23 dicembre 2002, ad iniziativa della Giunta regionale, concernente: “Decreto legislativo 209/99 - Decreto legislativo 22/97 - legge regionale 28/99 integrazione del piano regionale per la gestione dei rifiuti approvato con deliberazione Consiglio regionale n. 284/99, tramite il programma per la gestione degli apparecchi contenenti PCB ai sensi dell'art. 4 del Decreto legislativo 209/99", assegnata alla IV Commissione in sede referente;
- n. 99 in data 15 gennaio 2003 ad iniziativa della Giunta regionale, concernente: “Approvazione del piano sanitario regionale 2003-2005", assegnata alla V commissione in sede referente;
- n. 100 in data 14 gennaio 2003 ad iniziativa della Giunta regionale, concernente: "Art. 26 legge regionale n. 18/1996, modificata ed integrata con legge regionale n. 28/2000 e con legge regionale n. 25/2002 - definizione dei criteri e delle modalità di attuazione degli interventi per l'anno 2003 - modalità di impiego delle risorse e tetti di spesa", assegnata alla V Commissione in sede referente e alla II Commissione per il parere obbligatorio.



Mozione
(Annuncio di presentazione)

PRESIDENTE. E’ stata presentata la mozione n. 258 dei consiglieri Amati, Mollaroli, Franceschetti e Avenali: "Sviluppo di una cultura di pace e contro le operazioni di guerra in Iraq".




Revoca deliberazione amministrativa

PRESIDENTE. La Giunta regionale ha revocato, con deliberazione n. 2213 del 17 dicembre 2002, la proposta di atto amministrativo n. 76/01 concernente: "Determinazione dei criteri e delle modalità di erogazione dei contributi previsti dalla legge regionale n. 25 del 18.3.1997”.



Promulgazione leggi regionali

PRESIDENTE. Il presidente della Giunta ha promulgato le seguenti leggi regionali:
- n. 26 in data 18 dicembre 2002: "Autorizzazione all'esercizio provvisorio del bilancio per l’anno 2003";
- n. 27 in data l8 dicembre 2002: "Proroga dei commissari straordinari delle Aziende sanitarie regionali";
- n. 28 in data 23 dicembre 2002: "Norme in materia di referendum sulle leggi regionale di revisione statutaria".


Congedo

PRESIDENTE. Ha chiesto congedo il consigliere Rocchi.



Ordine del giorno della seduta

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, sull’ordine dei lavori, il consigliere Giannotti. Ne ha facoltà.

ROBERTO GIANNOTTI. Signor Presidente, in questi giorni sono avvenuti due fatti gravi per la sanità regionale. Mi riferisco alla conclusione della vicenda della scuola di talassemia di Pesaro, la pessima conclusione; mi riferisco al licenziamento del direttore generale dell’azienda ospedaliera di Pesaro, una cosa gravissima, inammissibile, ingiustificata...

PRESIDENTE. Visto che la devo autorizzare io, consigliere Giannotti, a quali atti si riferisce?

ROBERTO GIANNOTTI. Mi riferisco a due interrogazioni urgenti presentate alla Giunta regionale, con le quali il nostro gruppo ha chiesto che oggi, in aula, l’assessore alla sanità riferisca su questi due provvedimenti. Credo che sia giusto, doveroso per il Consiglio, per gli operatori sanitari della regione, per i marchigiani che l’assessore ci dica oggi a che punto è la situazione della scuola internazionale di talassemia e le motivazioni che stanno alla base del licenziamento di un direttore generale. Sono due strumenti ispettivi, chiedo che l’assessore dia risposte puntuali, in aula, su queste questioni.
Consigliere Brini, non è autorizzato ad esporre manifesti. Invito il personale a far togliere i manifesti. (Interruzioni e discussione accesa fra i consiglieri Brini e Silenzi)

PRESIDENTE. Per quanto riguarda la richiesta del consigliere Giannotti, nel rispetto di tutti i consiglieri in aula, perché credo che il tempo di ognuno di noi sia assolutamente importante e nel rispetto degli organi preposti, sono fortemente rammaricato della richiesta del capogruppo di Forza Italia che nella precedente Conferenza dei presidenti di gruppo non ha avanzato questa richiesta di inserire l’argomento all’ordine del giorno, ma prende l’occasione di farlo in un modo che non ritengo corretto di trattare il tema. Personalmente ritengo anche che la richiesta sia avanzata in modo scorretto, comunque do la parola al Vicepresidente della Giunta per capire quali sono le intenzioni della Giunta stessa.

GIAN MARIO SPACCA, Vicepresidente della Giunta. Presidente, lei stava dicendo che abbiamo terminato la riunione della Conferenza dei presidenti di gruppo soltanto alcuni minuti fa e in tale riunione è stato definito il calendario dei lavori della seduta di questa mattina e di quella del giorno 29. Sono state esaminate tutte le urgenze e iscritte al calendario dei lavori. Questa richiesta presentata dal consigliere Giannotti non è stata avanzata, quindi mi pare veramente da stigmatizzare il comportamento del capogruppo di Forza Italia rispetto alle procedure che regolano la vita di questa Assemblea. In ogni caso, indipendentemente da questioni di stile che mi preme sottolineare, la Giunta regionale è pronta a rispondere alle interrogazioni presentate dal presidente del gruppo di Forza Italia e dagli altri consiglieri su questa vicenda già questa mattina. Quindi, se l’Assemblea è d’accordo possiamo parlarne senza ulteriori indugi, soltanto il tempo materiale di raccogliere le carte per poterlo fare.

PRESIDENTE. La dichiarazione del Vicepresidente della Giunta è accolta.
Ha la parola il consigliere Amati.

SILVANA AMATI. Avendo lei comunicato, Presidente, che noi abbiamo presentato la mozione n. 258 sulla questione dell’Iraq, chiedo che sia inserita negli argomenti che saranno trattati nella seduta pomeridiana riguardanti il tema della pace.

PRESIDENTE. Pongo in votazione la proposta di iscrizione all’ordine del giorno della mozione n. 258.

Il Consiglio approva



Interpellanza (Svolgimento: «Legge 39/99 — Progetto “Hospice” di Fabriano Viventi (26)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca l’interpellanza n. 26 del consigliere Viventi.
Il consigliere Viventi rinuncia all’illustrazione, quindi ha la parola, per la risposta, l’assessore Melappioni.

AUGUSTO MELAPPIONI. Con l’interpellanza in oggetto, il consigliere Luigi Viventi chiede spiegazioni per conoscere le ragioni che hanno indotto ad escludere la Asl 6 di Fabriano dalla prima fase del progetto regionale “Hospice”; se è in animo all’Amministrazione regionale includere nella seconda fase del progetto l’Asl di Fabriano; quali sono le ragioni per cui il progetto della Regione Marche non è stato inserito, a livello nazionale, tra quelli realizzabili nella prima tranche di finanziamenti.
Vorrei ricordare, per reciproca correttezza, che questa interrogazione è del 18 aprile 2001, quindi è ovvio che la risposta risente della latenza, quindi delle relative considerazioni.
La Giunta regionale con deliberazione n. 1993 del 2 ottobre 2000 ha approvato il progetto regionale “Hospice” che prevede la realizzazione di 8 centri residenziali di cure palliative, in particolare due per provincia, per un totale di 87 posti letto.
La prima fase, da considerare sperimentale, prevede la realizzazione di quattro strutture puntualmente individuate in quanto già in avanzato stadio di progettazione.
Con delibera n. 649 del 3 aprile 2002, la Giunta regionale ha completato il progetto regionale e ha individuato nelle aziende sanitarie n. 3 di Fano, n. 6 di Fabriano, n. 9 di Macerata e n. 13 di Ascoli Piceno, le sedi per la realizzazione dei restanti quattro centri residenziali-hospice, in sintonia con l’impegno di realizzarne due per ogni Provincia. L’hospice di Fabriano prevede l’attivazione di 8 posti letto, dentro la logica dell’attività complessiva oncologica e attualmente la deliberazione di Giunta, corredata dai progetti preliminari relativi alle quattro strutture, è depositata presso il Ministero della salute per l’approvazione. Nella sostanza siamo in attesa dell’approvazione complessiva del progetto “Hospice” della nostra regione.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Viventi, per dichiararsi soddisfatto o meno.

LUIGI VIVENTI. l’interpellanza era stata da me presentata in data 18 aprile 2001, quindi il tono della risposta risente di queste lungaggini burocratiche. Prendo comunque atto dalle dichiarazioni dell’assessore, che c’è una volontà ormai dichiarata, da parte della Giunta regionale, di inserire questo progetto dell’hospice per la Asl n. 6 di Fabriano tra quelli che verranno realizzati nella seconda fase. Con la pacatezza che ha sempre contraddistinto i miei interventi, dico che, seppure in ritardo sono soddisfatto della risposta, perché se questa progettualità verrà portata avanti, comunque, anche se più avanti nel tempo potremo dare una risposta seria a delle persone che hanno, ovviamente, problemi grandissimi.



Interpellanza (Svolgimento): “Calendario venatorio 2001 e problematiche relative alla caccia» Pistarelli (32)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca l’interpellanza n. 32 del consigliere Pistarelli, che ha la parola per illustrarla.

FABIO PISTARELLI. Anche questa interpellanza, colleghi consiglieri e Presidente, viene inscritta all’ordine del giorno con grave ritardo per dei meccanismi che ancora non si riesce a sanare in questa legislatura, ma che vengono anche dall’altra, meccanismi che non garantiscono l’attività ispettiva dei consiglieri prerogative fondamentali come quelle della discussione di interpellanze e interrogazioni e anche di mozioni, perché arriviamo con molto ritardo ad affrontare le problematiche.
Questa è la prima seduta del 2003, quindi è l’occasione di mettere all’ordine del giorno dei lavori dell’Ufficio di presidenza e della Conferenza dei presidenti di gruppo un meccanismo che sia poi in grado di anticipare questioni che il nuovo regolamento e il nuovo Statuto dovranno recepire, per esempio la risposta immediata come succede in Parlamento, il question-time, cioè una, due, tre ore dedicate ad affrontare subito questioni che, passato un certo periodo di tempo diventano forse inutili da discutere. Così non è per l’interpellanza di oggi, colleghi e assessore Agostini, perché l’interpellanza tocca una questione, quella delle problematiche relative alla caccia, che è ancora aperta, anzi è in grande discussione in questo periodo, proprio perché, alla luce di problemi che nel passato non avevano ancora avuto soluzione, ci sono state iniziative legislative di vari gruppi, compreso quello di An che io rappresento, affinché la caccia fosse affrontata in maniera organica, ridiscutendo la legge regionale. Iniziative legislative che sono attualmente in Commissione e che riguardano il miglioramento di certi aspetti della questione, che con l’interpellanza ho voluto sottolineare. Per brevità non riprendo tutte le domande che ho formulato con l’interpellanza stessa, però sinteticamente, anche favorendo l’attenzione attualmente scarsa del Consiglio, ripropongo quelle che sono state nel passato e sono ancora nel presente, secondo noi, le questioni più spinose del rapporto tra attività venatorie, perciò esercenti delle attività e le responsabilità regionali.
Primo, il termine di pubblicazione del calendario venatorio slegato dal pagamento della quota annuale di iscrizione, perché la quota si paga prima di sapere quali periodi e quali specie possono essere cacciate. In ogni caso il termine di pubblicazione non viene mai rispettato. Non è stato rispettato l’anno scorso, ad esempio. E’ stato pubblicato con mesi di ritardo. Inoltre, i criteri relativi agli incarichi di studio sul piano faunistico, sui programmi, i progetti Ape. Abbiamo visto uno sbilanciamento di rapporti: l’istituzione non parla con le associazioni venatorie, parla di più con le associazioni ambientaliste che non vogliono l’attività venatoria.
Tutto questo è l’oggetto, ancora attuale, di discussione, anche se su certe consulenze immagino che l’iter sia stato completato, però almeno quest’oggi vogliamo sapere quali motivazioni hanno portato soprattutto il Wwf e Legambiente ad avere incarichi molto onerosi per la Regione Marche e quali sono state le conclusioni di questa attività di consulenza in favore della stessa Regione. Si trascura da una parte l’impegno che normativamente è preso dalla Regione verso l’attività venatoria, ma dall’altra parte si è molto generosi, anzi ci si avvale molto spesso delle consulenze e degli ausili da parte delle associazioni ambientaliste per lo studio di problematiche legate, comunque, alla questione faunistico-venatoria.
Ringrazio anticipatamente per l’attenzione che verrà posta a questo tema da parte dell’aula e da parte dell’assessore.

PRESIDENTE. Ha la parola l’assessore Agostini, per la risposta.

LUCIANO AGOSTINI. Consigliere Pistarelli, come lei diceva, anche la risposta ai quesiti che lei ha posto è un po’ datata per la calendarizzazione dei lavori del Consiglio, perché l’assessorato tale risposta l’aveva preparata in tempo utile. Se lei avesse fatto un’interrogazione invece che un’interpellanza, probabilmente la risposta sarebbe già avvenuta.
L’atto di Giunta di approvazione del calendario venatorio 2001/2002 è stato iscritto all’ordine del giorno dei lavori della stessa dal 27 giugno. Il lieve ritardo con cui si è provveduto alla predisposizione dell’atto in questione è dovuto ad un tardivo invio del prescritto parere da parte dell’Istituto nazionale per la fauna selvatica (acquisito agli atti il 12 giugno); inoltre si è dovuto raccordare il contenuto dello stesso a quelli delle Regioni confinanti in forza dell’accordo in materia di gestione faunistica e disciplina dell’attività venatoria di cui alla DGR 1280 del 12 giugno 201. Ricordo che questo è un accordo molto importante fatto con le Regioni limitrofe, per evitare al massimo — in parte ci siamo riusciti, in parte ancora no — la disparità di funzionamento dell’attività venatoria tra Regioni confinanti.
L’asserita diminuzione dei fondi assegnati alle Province per il settore venatorio risulta insignificante, infatti, a fronte dei 2.300.000.000 previsti nel 2000 si è passati a 2.255.000.000 con il bilancio 2001, quindi la riduzione è di soli 5 milioni tra il 2000 e il 2001. Non risulta quindi, per quanto riguarda l’attività nel suo complesso, assolutamente significativa la riduzione dello stanziamento previsto in bilancio per il 2001.
Per quanto riguarda le altre questioni da lei poste, per evitare la frammentarietà della risposta, anche se non attengono alla diretta competenza dell’assessorato alle attività venatorie bensì all’ambiente, do comunque una risposta proposta dall’assessorato all’ambiente.
Lei poneva tre questioni: 1) con quali criteri e per quali finalità sono stati assegnati nuovi incarichi di studio e ricerche a due associazioni ambientali (WWF e Legambiente); 2) quali siano i contenuti puntuali del progetto APE nel territorio marchigiano ed in particolare se siano previsti ulteriori vincoli all'esercizio di tutte le attività compresa quella venatoria. 3) nell'ambito del progetto APE, quanto sia stato sino ad oggi stipulato e sugli atti futuri da assumere.
L’incarico al Wwf è finalizzato ad imprimere nuovo impulso alle attività connesse all'educazione sulle tematiche ambientali; a favorire lo sviluppo di iniziative, studi e ricerche a supporto della costituenda Rete Ecologica Regionale, da realizzare tenendo conto delle 109 aree marchigiane (SIC e ZPS) appartenenti alla Rete europea Natura 2000,
L'incarico con Legambiente è finalizzato ad espletare le attività relative allo sviluppo di iniziative, studi e ricerche inerenti il progetto APE, Appennino Parco d'Europa ivi compresi i compiti di divulgazione presso enti, associazioni e soggetti interessati; collaborare con la struttura regionale relativamente all'istituzione di nuove aree protette: Entrambi gli incarichi dispongono che le due associazioni ambientaliste collaborino con gli uffici nell'ambito dell'aggiornamento della normativa ambientale.
L’incarico al Wwf è stato conferito sulla base dei seguenti elementi: il Wwf-Onlus individuata come ente morale riconosciuta con Dpr n. 493 del 4.4.1974 e iscritta allo schedario anagrafe nazionale ricerche ,/ H1890AD2, opera in base all’art. 5 del proprio statuto per la conservazione della diversità genetica della specie e degli ecosistemi, per la promozione di un uso sostenibile delle risorse naturali, svolgendo tra le sue attività istituzionali in Italia e all’estero azioni di: sensibilizzazione e comunicazione sulle tematiche ambientali, attività di educazione e sensibilizzazione ambientale finalizzate alla conoscenza ed alla tutela dell’ambiente e alla sensibilizzazione e comunicazione sulle tematiche ambientali, attività di educazione e sensibilizzazione ambientale finalizzate alla conoscenza ed alla tutela dell'ambiente anche attraverso la gestione di 9 Cea (centri di educazione ambientale) a livello nazionale e 4 Cea riconosciuti dalla Regione Marche; ricerca scientifica nel campo della tutela dell'ambiente anche attraverso la realizzazione di progetti LIFE e contratti con l'Unione Europea con particolare riferimento alla tutela di habitat e specie prioritarie in aree SIC; gestione diretta ed in collaborazione con altri Enti di 103 aree di interesse naturalistico che comprendono 61 aree individuate come proposte di SIC (siti d'interesse comunitario), 19 ZPS (zone protezione speciale), 8 zone umide d'importanza internazionale, 9 riserve statali, 31 riserve regionali; consulenze tecnico-scientifiche e attività nel campo della tutela e della gestione ambientale anche attraverso la proposta di normative e regole amministrative sulle tematiche di tutela dell'ambiente ed attività volte a coinvolgere le istituzioni, le forze sociali ed economiche verso legislazioni, programmi e progetti comuni e condivisi.
L’incarico a Legambiente è stato conferito sulla base dei seguenti elementi. Legambiente-Onlus, riconosciuta con decreto del Ministero dell’ambiente pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale del 27.2.1987 è membro della IUNC (International Union for Conservation of Nature), del B.E.E (Bureau European de l'Enviroment) e rappresentante del Comitato Nazionale UNEP; sulla base degli artt. 1,2 e 3 del proprio Statuto opera per la tutela della natura e dell'ambiente, delle risorse naturali, della salute collettiva, delle specie animali e vegetali, del patrimonio storico, artistico e culturale, del territorio e del paesaggio svolgendo, tra l'altro, le sue attività istituzionali in Italia e all'estero azioni di: promozione e realizzazione di attività di ricerca e di analisi inerenti problemi specifici di carattere ecologico, ambientale, territoriale e socio-economico; interviene nel campo dell'educazione e della didattica per favorire nei giovani una coscienza sensibile ai problemi dell’ambiente e di un equilibrato rapporto tra essere umano e natura; in proposito gestisce 20 Centri di Educazione Ambientale (di cui 2 nella Regione Marche): gestione di aree protette naturali, oasi naturalistiche e di protezione della fauna, aree, siti e zone di importanza naturalistica e storico-culturale, parchi urbani e suburbani e delle relative strutture, nel quadro delle leggi regionali, nazionali ed internazionali vigenti: in particolare a livello nazionale gestisce 38 siti, tra riserve, Oasi e Aree faunistiche (di cui 2 nella regione Marche tramite una Convenzione stipulata con la Provincia di Macerata); inoltre ha partecipato alla realizzazione di 7 progetti LIFE-natura, cofinanziati dalla UE, di cui 3 già conclusi. La Legambiente ha promosso la costituzione e partecipa alla gestione del Gal- Sibillini Marche (progetto Leader 2).
Per l'affidamento di entrambi gli incarichi sì è seguita la procedura indicata dall'articolo 23 della L.R. 30/90 che si è conclusa con la stipula delle relative convenzioni
I contributi ministeriali sino ad oggi stanziati dal Ministero con il progetto APE concorrono a dare attuazione al progetto interregionale Marche-Umbria che ha ottenuto dal Ministero dell'ambiente un finanziamento di euro 516.456,90 pari al 50% del costo (Del. CIPE n. 4/2001). Nel territorio marchigiano viene attuato, quale stralcio funzionale, l'intervento di infrastrutturazione ambientale della valle del Sentino. L'esecuzione di tale intervento, descritto nell'elaborato progettuale elaborato dalla Comunità Montana dell'Esino-Frasassi, non introduce alcuna nuova norma vincolistica e non produce alcuna ulteriore limitazione riguardo l'attività venatoria.
In merito all’attuazione del progetto APE la Regione Marche ha sottoscritto insieme a Marche, Umbria, Lazio, Abruzzo e Molise, nel gennaio 2001, la Carta di Arquata che impegna le cinque Regioni a collaborare per la realizzazione di APE anche nell'ottica di lungo periodo, cioè oltre il 2006, quando cesseranno i benefici dei fondi strutturali europei; obiettivo di APE è quello di valorizzare l'Appennino in un quadro di sviluppo duraturo e di qualità. Con la Carta le istituzioni e le comunità locali sono chiamate a contribuire direttamente, in un'ottica di effettiva copianificazione, all'individuazione, elaborazione, valutazione e attuazione dei progetti perché si realizzino processi di sviluppo fortemente condivisi, nonché ad impegnarsi, nel cofinanziamento, in un'azione sinergica tra risorse pubbliche e private.
Lo sviluppo futuro del progetto prevede l'attivazione della seconda fase del progetto APE, in coordinamento con le Regioni confinanti firmatarie della Carta di Arquata.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Pistarelli per dichiararsi soddisfatto o meno.

FABIO PISTARELLI. Sono quanto meno perplesso. Sulla questione dell’attività venatoria, come ho accennato nella mia relazione introduttiva, la risposta al primo quesito, del rispetto del termine di pubblicazione del calendario della stagione venatoria dell’anno scorso è scontata: non è stato rispettato, come confermato dall’assessore.
In merito ai fondi a disposizione per la gestione degli Atc da parte delle Province, lo sbilancio, riconosciuto dall’assessorato, non è così minimo come la Giunta vorrebbe sostenere. In realtà vi sono state diminuzioni di fondi a destinazione vincolata, perché sono soltanto destinati alla gestione degli ambiti, in attuazione della legge regionale di recepimento di quella nazionale e una diminuzione significativa e non minima che vi è stata nello scorso anno, di quel tipo, di quella natura non è giustificabile, perché ha, quel tipo di reperimento di risorse, cioè i versamenti che coloro che esercitano attività venatoria fanno, una destinazione vincolata, quindi anche togliere una percentuale limitatissima a quel tipo di fondo significa fare una cosa contro le disposizioni di legge.
Riconoscere che vi è stata, seppure nel minimo, non è risposta che sana la questione, anzi la lascia aperta. Vedremo quest’anno come si comporterà la Giunta su questo punto, verificheremo.
Per la seconda parte, ringrazio lo sforzo dell’assessore Agostini perché non era suo proprio, era di altro assessorato che oggi è seguito dal collega Amagliani. Spero che con il collega Amagliani si possa ridiscutere di queste questioni, perché sono ancora attuali. Quali? Anzitutto le consulenze con le associazioni ambientali che, essendo associazioni di volontariato, hanno per finalità, obiettivi e scopi tutta una serie di iniziative che sono proprie dell’associazionismo, cioè radunare i propri iscritti, far fare loro determinate attività e manifestazioni esterne. Non riesco a comprendere come l’associazione ambientale possa essere addirittura di consulenza tecnica delle istituzioni, invece molto spesso accade così, perciò diventa una “professione”, anche se poi, nei bilanci è chiaro che, essendo almeno una sicuramente Onlus — il Wwf — le destinazioni di quei fondi sono per finalità di bilancio e di pareggio di bilancio.
Vi sono inoltre le questioni aperte relative ai tanti progetti che ancora vi sono e che si rifinanziano stancamente bilancio dopo bilancio, compresa questa di APE (Appennino parco d’Europa). Sono ameno un paio d’anni che questo progetto va avanti, ci si comunica oggi che ci sono 216.456 euro di cofinanziamento. “Accipicchia”, direbbero a “Striscia la notizia”, perché non è poco. Vorremmo sapere a che punto siamo. Se siamo nella fase degli studi ci saranno delle belle carte, delle belle relazioni: si mettano a disposizione della Commissione ambiente, del Consiglio regionale. Siamo in apertura della seconda fase del progetto (essendo la prima la copianificazione)? Vorremmo allora sapere cosa si è copianificato. Si è detto infrastrutture soprattutto relative alle Comunità montane, capofila Esino-Frasassi. Dove? Quali? Con quali cartelli? Con quali realizzazioni pratiche? Vorremmo vederle, perché 500 milioni di lire sono una cifra significativa per il bilancio regionale e vorremmo sapere queste finalizzazioni dove sono andate a finire, andando a vederle sul posto. Mi rivolgo anche al consigliere Trenta che è presidente degli “Amici della montagna”. Organizziamo una giornata per andare a vedere se APE abbia già avuto realizzazioni, dove, in quali località, con quali cartelli, monumenti, nuove infrastrutture siamo riusciti ad incidere sullo sviluppo della montagna. Anche lei, Presidente Minardi, prenda impegno affinché tutto il Consiglio regionale vada a vedere che cosa significa APE: da qualche parte ci sarà una realizzazione o ci saranno delle piantine illustrative.
Questo vorremmo avere, come soddisfazione, per i 500 milioni di lire spesi.



Interpellanza (Svolgimento): “Piano di sviluppo rurale 2000-2006 — Attuazione misure» Viventi (81)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l’interpellanza n. 81 del consigliere Viventi, che ha la parola.

LUIGI VIVENTI. Per quanto riguarda il piano di sviluppo rurale ho sollevato, circa due mesi fa, interrogativi molto seri, poi sui giornali è uscita una mia intenzione di andare alla magistratura per sollevare questi problemi. Ho detto che non sono mai andato in vita mia dal magistrato per nessuna questione, né personale né politica, non è il mio stile né il mio carattere, quindi non ci sono andato nemmeno questa volta, però ritengo che le contestazioni che ho prodotto meritino una risposta puntuale perché anche in qualità di vicepresidente della III Commissione ho potuto notare una confusione, un disordine nel gestire i bandi di approvazione del piano di sviluppo rurale, che obiettivamente, visti dall’esterno, destano perplessità se non sospetti.
Mi riferisco in particolare — cercherò di riassumere brevemente, anche se gli argomenti sono molti — ad alcuni fatti. Ad esempio, per quanto riguarda la misura A inizialmente erano previsti cinque criteri di valutazione validi per la prima scadenza, poi con una delibera che aveva per oggetto “Adeguamenti procedurali”, i criteri vengono portati a 13, quindi non sono adeguamenti procedurali ma sono modifiche sostanziose. Non capisco perché queste delibera debbano avere un oggetto che maschera il vero oggetto. A questo si aggancia un’altra osservazione: variando così i criteri, per quanto riguarda le graduatorie per la seconda scadenza gli operatori hanno avuto a disposizione appena 5-6 giorni, per poter ripresentare le domande con un’autocertificazione, quindi potete immaginare i disguidi e i disagi per chi lavora.
Per quanto riguarda la misura F è stato modificato il modello relativo alle priorità possedute dal beneficiario e anche qui appena 5-6 giorni prima della scadenza.
Per quanto riguarda la misura G, qui veramente la cosa assume una gravità evidente. Ai cinque criteri originari previsti è stato aggiunto un sesto criterio il primo ottobre 2002. Occorre far notare che la delibera in questione riportava in oggetto la dicitura “Precisazioni su modalità e criteri”, quando invece si trattava dell’aggiunta di un nuovo criterio di priorità. Da notare anche e soprattutto, che l’adozione della delibera della Giunta regionale in questione è avvenuta addirittura il giorno dopo la scadenza delle domande, prevista anche in questo caso il 30 settembre, cosa che secondo me è illegale: come si fa a modificare un criterio per l’assegnazione dei punteggi dopo la scadenza del termine di presentazione delle domande? Questo è un fatto per me grave: voglio capire quali sono le giustificazioni degli amministratori.
Un’altra situazione. Nella misura A la modifica al piano finanziario ha permesso di ammettere a contributo ben il 65% delle domande ammesse ai finanziamenti nella scadenza del giugno 2001, arrivando a pagare interventi inseriti nelle graduatorie con un punteggio di premialità basso, inferiore ai tre punti, al contrario di quanto è accaduto con il secondo bando scaduto nel dicembre 2001, dove nelle 1.183 domande ammesse a finanziamento ne sono state finanziate appena il 24%, con un punteggio intorno a 7. Prima quasi 3, ora 7. E’ evidente l’enorme disparità di trattamento a cui sono state sottoposte domande tendenti ad effettuare gli stessi, identici tipi di investimento.
Non faceva parte dell’interpellanza per ho notato anche un’altra anomalia. Credo che se su tutti i fondi comunitari avviene quello che è accaduto per questi c’è da mettersi le mani nei capelli. Ho visto che con la delibera del 2 luglio 2002, testi coordinati dei bandi, attuazione misure A, C, G, H, E ecc., si dice “prorogare i termini di istruttoria al 30 giugno 2002 per i bandi relativi alla scadenza precedente per le misure A e D”. Il 2 luglio si dice “proroghiamo i termini dell’istruttoria al 30 giugno”! Veramente c’è da domandarsi se siamo tutti in possesso di materia cerebrale adeguata. Come si fa il 2 luglio a chiedere di prorogare al 30 giugno? Qui mi fermo perché aspetto ovviamente una risposta seria e articolata dall’Amministrazione regionale rispetto a queste contestazioni che mi sembrano abbastanza pesanti soprattutto sulla misura G e su quello che ho detto adesso. Sul resto c’è una confusione enorme, disparità di trattamento ecc., ma arrivare addirittura a modificare i criteri dopo la scadenza del termine di presentazione delle domande, per me è un fatto gravissimo.

PRESIDENTE. Ha la parola, per la risposta, l’assessore Silenzi.

GIULIO SILENZI. Darò una risposta circostanziata rispetto alle questioni sollevate dal consigliere Viventi, alcune frutto di informazione di seconda mano, un po’ approssimative, però mi corre l’obbligo di dire, proprio perché c’è stata chiesta una risposta seria, che il comportamento del consigliere Viventi è stato poco serio. Da un punto di vista della correttezza istituzionale...

LUIGI VIVENTI. Come ti permetti di dire questo?

GIULIO SILENZI. Mi permetto perché adesso te lo argomento. Il consigliere Viventi ci ha attaccato sulla stampa dicendo “La Giunta non risponde”...

LUIGI VIVENTI. Avrai una risposta adeguata alla tua strafottenza, stani tranquillo.

GIULIO SILENZI. “La Giunta non risponde, sono pronto ad andare dal giudice”. A tutto titolo sul Carlino del 12.12: “Fondi comunitari, Viventi dal magistrato: silenzio della Giunta su presunte irregolarità. Ma a me preme, proprio sul piano della correttezza istituzionale far presente ai colleghi che se un consigliere fa un’interpellanza, il luogo di discussione e la possibilità di risposta da parte della Giunta regionale è solo ed esclusivamente il Consiglio regionale. A me non risulta che in questi mesi, dalla presentazione dell’interpellanza il collega Viventi, in quanto presidente di gruppo, facente parte della Conferenza dei presidenti di gruppo abbia richiesto l’iscrizione della sua interpellanza. Allora non è corretto se da un lato non si richiede...

LUIGI VIVENTI. Ma tu vuoi prendere in giro le persone serie? Io faccio una interpellanza seria, con argomenti chiarissimi, tu non la metti all’ordine del giorno e dopo un mese e mezzo dici che sono scorretto io?

GIULIO SILENZI. Perché mi interrompe Viventi, Presidente?

LUIGI VIVENTI. Veramente tu non sai cosa sia la correttezza.

GIULIO SILENZI. La correttezza istituzionale è una sola, Viventi: lei è presidente di un gruppo, lei alla Conferenza dei presidenti di gruppo doveva...

LUIGI VIVENTI. Tu non la conosci la correttezza , né personale né istituzionale. Stai tranquillo, che se fai lo strafottente con me troverai pane per i tuoi denti.

GIULIO SILENZI. Io non l’ho interrotta, consigliere Viventi e mi sembra di argomentare in maniera molto precisa e puntuale. Se un consigliere presenta un’interpellanza, la Giunta, stante il regolamento consiliare può solamente rispondere nell’aula consiliare dopo che l’interpellanza è stata iscritta all’ordine del giorno e siccome nella Conferenza dei presidenti di gruppo c’è la possibilità di iscrivere le interpellanze presentate, la Giunta non è che non rispondeva e per questo si esce pubblicamente paventando chissà quale sorta di ricorso alla magistratura. Pertanto la correttezza della Giunta è quella di rispondere in sede istituzionale nell’aula, altrimenti facciamo come prima: c’è la Conferenza dei presidenti di gruppo, non viene sollevato un problema, poi si viene in aula e si richiede l’iscrizione di un problema che appena cinque minuti prima si poteva richiedere alla Conferenza dei presidenti di gruppo. Viventi, da un punto di vista della serietà istituzionale e della correttezza istituzionale si è comportato nella maniera più demagogica in cui poteva comportarsi. Quindi rilevo questo, poi nel merito ho già risposto sulla stampa e risponderò in aula, però sul piano della correttezza, nei rapporti istituzionali debbo rilevare che la Giunta non poteva rispondere sul giornale, perché le interpellanze non si fanno a risposta giornalistica. Per eliminare la confusione che denunciava, il consigliere Viventi poteva fare un’interrogazione scritta ed entro i venti giorni di regolamento noi avremmo fornito una risposta...

ROBERTO GIANNOTTI. Quando mai rispondete in 20 giorni?

LUIGI VIVENTI. Ma cosa stai dicendo?!

GIULIO SILENZI. ...Noi avremmo fornito le risposte previste. Da quando lei ha presentato l’interpellanza a quando ha fatto l’articolo sul giornale ci sono stati dei Consigli nei quali lei non ha richiesto l’iscrizione. Le date, gli atti e i regolamenti sono da tutti conosciuti, lei ha voluto fare propaganda, è nel suo diritto, ma è nel mio diritto far rilevare che non è che la Giunta tace e pertanto lei va dal magistrato, la Giunta risponde nel momento in cui l’interpellanza è stata iscritta e lei poteva richiederlo da subito, se ha partecipato alla Conferenza dei presidenti di gruppo.
Venendo al merito delle questioni, noi diciamo che voler dare un’immagine di illegalità è infondato. C’è una situazione del tutto legale. E’ chiaro che per quanto riguarda le procedure dell’agricoltura non si possono fare dei parallelismi con altri regolamenti (penso all’artigianato, penso alla formazione). Sono procedure più complesse e diverse, sono misure diverse rispetto alle altre.
In relazione poi alle modifiche che sono state apportate, sono state tutte frutto di concertazione e di richieste delle associazioni di categoria che, su una complessità della gestione delle misure stesse hanno chiesto — la Giunta ha condiviso e pertanto ha fatto tutti atti pubblici — una serie di interventi successivi, volti a semplificare, a chiarire, a permettere ai destinatari di avere un quadro di riferimento che potesse portare ad una maggiore semplificazione.
Nello specifico, per quanto osservato sulla misura A si evidenzia quanto segue.
Con la DGR n. 536 del 14/03/2001 sono stati approvati due distinti bandi che, per la presentazione delle domande, fissavano le scadenze del 4/06/2001 e del 31/10/2001, quest'ultima successivamente prorogata al 28/12/2001 con la DGR n. 2392 del 15/10/2001.
Successivamente, con la DGR n. 2993 del 11/12/2001, venivano approvati i testi coordinati dei suddetti bandi. Tali bandi prevedevano cinque macro-criteri articolati in diciassette sub-criteri.
L'elevato numero delle domande, contenenti una ponderosa documentazione, ha fatto sì che la fase istruttoria fosse condotta a termine agli inizi del mese di settembre 2002.
Con la DGR n. 1221 del 02/07/2002 è stato approvato il terzo bando, che ha previsto in tutto tredici criteri a fronte dei precedenti diciassette, semplificando così il sistema di valutazione delle domande, la cui scadenza è stata stabilita al 30/09/2002. Inoltre si è provveduto alla semplificazione del sistema di valutazione eliminando il processo di "normalizzazione" del punteggio (un procedimento matematico che serve a rendere direttamente confrontabili valori numerici di livello differente) in quanto tale modalità non permetteva al richiedente di conoscere preventivamente il proprio punteggio.
Con la successiva DGR n. 1457 del 02/08/02 sono state apportate alcune correzioni al bando di cui alla DGR 1221 — cito le delibere di Giunta, perché ogni provvedimento viene iscritto all’ordine del giorno della Giunta, quindi reso pubblico e approvato con atto amministrativo — al solo scopo di rimediare ad errori materiali di trascrizione tipografica, senza modificare in nulla la struttura dei bandi. La tipografia aveva fatto alcuni errori, quindi abbiamo dovuto provvedere alle correzioni, non modificando nulla nella struttura dei bandi stessi.
Con lettera del 17/09/2002 si è provveduto poi a comunicare alle ditte che avevano presentato domanda nei due bandi precedenti la loro inclusione in graduatoria ma non in posizione utile per beneficiare del finanziamento. Con la stessa lettera sono stati trasmessi due moduli allegati al fine di consentire alle ditte, che avessero inteso riproporre domanda di finanziamento in base alla procedura indetta con il terzo bando, di confermare la propria volontà di partecipazione, integrando la documentazione prodotta. Cioè, tutte le ditte che non potevano avere il finanziamento, sbarrando un modulo con due crocette potevano non ripresentare tutta la documentazione già presentata, ma riconfermare l’altra, quindi non abbiamo messo nella difficoltà di riprendere tutto l’iter procedurale. Questa mi sembra una norma atta a semplificare e a mettere tute le ditte nella stessa, identica condizione, perché le modifiche in corso d’opera sono state apportate con atti amministrativi e tutti sono stati messi nella condizione e nei tempi necessari per integrare l’eventuale ulteriore documentazione.
E' bene evidenziare che la DGR 1221 non ha determinato criteri che interferissero con i bandi precedenti ma ha semplicemente dettato le norme per il terzo bando. Sono tre bandi, con scadenze temporali diverse.
Analogamente, le correzioni apportate con la DGR 1457/02 sono intervenute prima della scadenza del terzo bando e non potevano evidentemente incidere nella formazione della graduatoria.
La lettera del 17/09/02 ha avuto lo scopo di agevolare la partecipazione al terzo bando per coloro che avessero intenzione di riformulare istanza di partecipazione anche in base a tale nuova scadenza, tramite la mera riconferma, con semplici modificazioni, della domanda presentata alla scadenza precedente.
In merito alle obiezioni sollevate sulla modifica del modello 44 ter della misura F (AGROAMBIENTE), concernente le priorità possedute dal beneficiario, si fa notare quanto segue.
Con la DGR n. 734 del 24/04/02 è stato previsto il modello 44 ter per rendere più agevole la compilazione della domanda, facendo riferimento alla superficie coltivata anziché alla Produzione Lorda Vendibile (PLV) di ciascuna azienda, così come riportato nel modello precedente 44 bis. Anche questa è stata una richiesta concertata e voluta dalle associazioni di categoria per semplificare la presentazione delle stesse domande.
A coloro che avevano presentato il modello 44 bis era stata data la possibilità di sostituirlo con il modello 44 ter fino al completamento della fase istruttoria, cioè al 30/09/02. Anche in questo caso si tratta di bandi diversi per cui non si sono modificati i criteri preesistenti ma si è cercato di semplificare i procedimenti a carico dei beneficiari.
Sempre riguardo la misura F, la proroga della scadenza al 15/05/02 si è resa necessaria per il fatto che la precedente scadenza era stata anch'essa prorogata per venire incontro alle esigenze degli agricoltori che non erano riusciti a far eseguire entro i termini prescritti le analisi dei terreni. Anche qui è stata una richiesta e un venire incontro alle esigenze degli stessi agricoltori che dovevano integrare le domande.
Per quanto riguarda il nuovo criterio relativo alla misura G si fa presente che il nuovo testo recita testualmente "Investimenti in aziende che operano all 'interno di un "accordo di programma quadro” legge 662/96 e 448/01 e atti conseguenti). Accordo tra enti locali e soggetti pubblici o privati, promossi entro una "intesa istituzionale di programma per definire un programma esecutivo di interventi di interesse comune. Si assegna il valore 1 alle aziende che non possiedono il requisito ed il valore 2 a quelle che lo possiedono. Appare del tutto evidente che tale criterio, mirato ad introdurre migliori sinergie progettuali delle imprese con gli strumenti della programmazione, in particolare di quella relativa ad ambiti territoriali delimitati, tende ad agevolare le imprese del settore agroalimentare. Penso ad esempio ai patti territoriali che sono stati sottoscritti.
Infatti semplifica l'applicazione del punto 6 del bando (es., prima, un'impresa beneficiaria era tenuta a presentare una serie di contratti di fornitura stipulati con aziende agricole. Successivamente, tutti quei contratti possono essere sostituiti con un "accordo di programma" stipulato tra una Organizzazione di Produttori e l'impresa beneficiaria. Inoltre il requisito di ruralità, nell'ambito del PSR, si esplicita anche attraverso l'integrazione e la ricerca di sinergie 'orizzontali' tra i diversi attori economici, siano essi imprese private, enti pubblici, Organizzazioni Professionali od Organizzazioni di Produttori). Tale criterio aggiuntivo trova anche ampia giustificazione nella necessità di valorizzare forme di partnership fra imprese e/o soggetti diversi che vadano oltre la tradizionale logica di "filiera".
Si fa notare che a tutte le imprese è stata data la possibilità di integrare detto criterio, successivamente alla presentazione della domanda, e precisamente dal momento della comunicazione della ricevibilità della stessa fino a tutto il 30/03/2003. Ci sono stati quindi dei mesi in cui tutti sono stati messi nella condizione di integrare, se avevano i requisiti richiesti di un accordo di programma che deve essere legalmente riconosciuto, per cui non è un accordo tra soggetti privati e basta, che ha i criteri previsti dalla legge, tutti sono stati messi nella condizione di semplificare un iter applicativo.
In merito al presunto stravolgimento del piano finanziario si fa notare che il Piano di Sviluppo Rurale, è chiaro che il bando viene dopo due anni e il primo anno le risorse sono superiori. E’ chiaro che da come sono andate le misure, i finanziamenti bisogna ammettere a finanziamento livelli superiori che poi fanno da volano, perché i pagamenti che avvengono, il completamento delle misure, degli interventi abbisogna di anni, per cui abbiamo un effetto-traino rispetto al primo anno.
Risulta chiaro che allo scopo di garantire quel livello di spesa per le misure di investimento, è necessario autorizzare - nel primo periodo di attuazione - un volume di investimenti ben più alto del livello di pagamento che si vuole raggiungere. Infatti i tempi di realizzazione concessi ai beneficiari per il completamento dell’opera (30 mesi), assommati ai tempi di liquidazione da parte dell’AGEA (6 mesi), permettono di garantire il pieno tiraggio della spesa solo nella quarta annualità.
Da una verifica sui dati del precedente periodo di programmazione (1994/99) si è visto che il livello medio dei pagamenti si attesta al 10-15% nel primo anno, perché non si realizza la misura, perché bisogna presentare tutti i documenti, perché c’è bisogno di tempo per chiudere la pratica, al 35-40% nel secondo e raggiunge il 90-95% nel terzo anno successivo alla concessione. Se ne deduce che, per garantire l’utilizzo delle risorse nella misura e nei tempi stabiliti dal piano finanziario del PSR, occorre creare un "effetto abbrivio” iniziale e completare le concessioni entro il 2004, riservando il 2005 e il 2006 per l'esecuzione degli investimenti e la rendicontazione e liquidazione finale della spesa. Se mettessimo le risorse gli ultimi anni non avremmo il rendiconto della spesa e pertanto perderemmo i finanziamenti, quindi è non confuso ma una logica consequenziale molto semplice. Senza richiamarsi a grandi approfondimenti occorre capire che l’aspetto finanziario ha questo sviluppo.
E' opportuno infatti ricordare che il FEOGA Garanzia, a cui il PSR fa riferimento, ha regole ben diverse dal FEOGA Orientamento (che ha finanziato fino al 1999 la spesa agricola) o dal FSE e dal FERS, regolamenti ai quali forse si riferisce il consigliere interrogante, che non considera le differenze strutturali con quanto stabilito per il settore agricolo: infatti nel PSR, laddove non fosse realizzato il 75% dei pagamenti programmati per anno, un terzo della differenza annua verrebbe ad essere decurtato dalla disponibilità finanziaria regionale.
Nonostante i problemi attuativi che i PSR hanno registrato in tutta Italia, nelle Marche, a differenza anche di quanto avvenuto in altre regioni, si è riusciti a fare una buona selezione sulla qualità dei progetti finanziati.
E’ opportuno considerare infine che, con DGR n° 536 del 14.03.01 sono stati indicati, come disponibilità per la prima scadenza, 27,59 milioni di euro. Tale assegnazione derivava principalmente da due fattori: nell'anno 2000 non sono stati emessi bandi di accesso e la cifra può essere considerata comprensiva di due annualità; la precedente Amministrazione, in base a quanto disposto dalla DGR n° 481 del 01.03.2000, aveva consentito la presentazione di "manifestazioni d'interesse", cioè l'invio (preventivo rispetto alla attivazione del PSR) di istanze di finanziamento estremamente semplificate contenenti i dati aziendali minimi, la tipologia d'intervento individuata ed il presumibile costo dell'investimento. Le domande pervenute evidenziavano una richiesta totale di 72,46 milioni di euro.
In merito alla considerazione secondo la quale esiste una scorrettezza di fondo negli atti emanati si fa notare che tutti sono stati emanati sotto forma di DGR e sono stati approvati successivamente alla pubblicazione dei bandi in relazione ai seguenti motivi: in primo luogo si tratta di precisazioni rivolte soprattutto a richieste formulate dai beneficiari e dalle Associazioni Agricole; data la complessità delle norme che regolano lo sviluppo rurale (regolamenti CE), in sede di applicazioni pratica vengono riscontrate, ripetutamente, difficoltà di attuazione, che solo un atto di Giunta può rendere conforme alla predetta normativa comunitaria di riferimento; è innegabile che, dato il gran numero di misure attivate (13), anche in tempi diversi, ciò richieda diversi atti di Giunta; con le predette misure vengono finanziate diverse tipologie di intervento. In pratica si passa dall'investimento nella singola azienda agricola, all'investimento nell'agroindustria, agli aiuti per l'agroambiente, all'indennità compensativa, alla forestazione, nonché alla diversificazione delle attività agricole, e questo comporta un elevato tasso di problematicità attuative.
Ultima questione sollevata, le modifiche apportate ai bandi riferiti a scadenze diverse.
Queste si sono rese necessarie per diversi ordini di fattori: pubblicazione di nuovi Regolamenti Comunitari sullo sviluppo rurale (es. Reg. 445/2002) attraverso i quali vengono impartite nuove direttive agli Stati membri; approvazione da parte del Consiglio Regionale del nuovo Piano zootecnico; calamità naturali ed epizozie che di fatto penalizzano alcune produzioni (es. gli ultimi bandi tengono conto della crisi del settore zoootecnico); modifiche della PAC (Politica Agricola Comune) che determinano stravolgimenti nel
mercato dei prodotti agricoli con conseguente crisi di alcuni settori come ad es. i seminativi; ciò di conseguenza presuppone una veloce riconversione delle produzione nell'ambito dell'azienda agricola, per cui, si crea una necessità immediata di modificare i criteri di accesso e le priorità.
Conclusivamente, si ritiene infondato quello che l’interpellante giudica come necessità di riportare alla legalità, perché noi siamo nella piena legalità di una materia complessa che ha atti pubblici e che mette tutte le ditte e tutti i beneficiari uguali di fronte alle disposizioni che l’ente Regione prende.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Viventi per dichiararsi soddisfatto o meno.

LUIGI VIVENTI. Credo che se qualcuno poteva avere dei dubbi, dopo la risposta dell’assessore Silenzi non ne deve più avere, in quanto la confusione, le modifiche, le proroghe, le sub-proroghe, le modifiche dei criteri sono stati elencati da lui stesso in maniera incredibile.
Credo che se su ogni materia la Giunta regionale si comporta a lavora in questo modo, per carità di Dio! Tra l’altro, le argomentazioni preparate dall’ufficio che hanno citato dati, delibere ecc. non rispondono ad alcune domande che io ho posto in maniera molto precisa. E’ un’argomentazione generica su tante questioni che posso comprendere, sulle difficoltà, le politiche comunitarie ecc., ma non risponde a due-tre contestazioni specifiche che io ho posto. Tra l’altro, la questione morale su questo argomento non è stata sollevata da me con questa interpellanza, perché la magistratura aveva già aperto per suo conto un fascicolo d’indagine su questioni attinenti la gestione dei fondi comunitari, quindi a scanso di equivoci e di scorrettezze istituzionali vorrei dire che la magistratura per conto proprio ha aperto un’indagine su queste materie. Evidentemente anch’essa ha pensato che qualche confusione o qualche modifica eccessiva, in itinere ci sia stata. Ma in particolare non riesco — e non c’è stata risposta — a comprendere come si faccia a modificare i criteri di assegnazione dei punteggi dopo la scadenza dei termini di presentazione delle domande. Non ci sarà nessun uomo al mondo che mi potrà dire che questo è regolare, perché non è regolare e lo sapete anche voi, non potete far finta di non saperlo, perché anche un bambino di cinque anni questo capisce.
Come si fa il 2 luglio — e non c’è stata risposta neanche su questo — a dire “proroghiamo al 30 giugno”?

GIULIO SILENZI. Non c’è nell’interpellanza, questo. Sii corretto, su questo! Tu devi darmi il tempo di argomentare la risposta. Ti richiamo alla correttezza!

LUIGI VIVENTI. Se vuoi fare il prepotente con me hai sbagliato. Con me il prepotente... La tua spocchia vedrai che calerà pian pianino, scenderà piano piano, perché a me le tue prepotenze... Ho piacere quando trovo uno che fa l’ignorante e il prepotente, e allora mi dà gusto, altrimenti io sono una persona umile e disponibile con tutti.

GIULIO SILENZI. Tiri fuori argomenti, questa mattina, che...

LUIGI VIVENTI. Li tiro fuori questa mattina? Non c’è stata riposta e non hai argomentazioni serie per rispondere. Così come quando dici che il primo anno ci sono i fondi e alla fine non ci sono più.
Ma se si va avanti con questa programmazione, il 2004, il 2005, il 2006 non ci saranno più fondi per l’agricoltura. Tra l’altro ho contestato una cosa ben diversa e io parlo italiano corretto, quindi non è possibile che non hai capito nemmeno questo. Ti ho detto che per quanto riguarda la misura A per il 65% delle domande al primo gruppo sono stati valutati punteggi fino a 3. Sono state premiate domande che arrivavano fino a 3 punti. Nella seconda, con le stesse identiche questioni e modalità siamo arrivati a 7 punti. Non c’entra niente sulla quantità dei soldi che vengono spostati dal primo all’ultimo anno, sono due questioni diverse. Io ti chiedo una cosa e tu me ne rispondi un’altra che non c’entra niente. Non facciamo a prenderci in giro, perché io non sono disposto a farmi prendere in giro da nessuno.
Di fronte alla complessità del problema, di fronte alla gestione dei fondi, voi sapete che in quest’aula io mi sono sempre caratterizzato per una comprensione delle difficoltà anche della stessa Giunta, per alcune parti, ma non posso certamente giustificare comportamenti come questi che sono irregolari. Ci sono delle questioni rispetto alle quali non c’è criterio per poter avere una risposta e questa non è una risposta alle domande che io ho posto.



Interrogazione (seduta segreta): «Revoca incarico dott. Gardi» Giannotti, Favia, Cesaroni, Brini, Trenta, Grandinetti e Ceroni (670)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l’interrogazione n. 670 dei consiglieri Giannotti ed altri.
Ha la parola il Presidente D’Ambrosio.

VITO D'AMBROSIO, Presidente della Giunta. La mia risposta alle due interrogazioni sarà un po’ noiosa e un po’ lunga, perché si limiterà a leggere gli atti e le missive che abbiamo adottato.
Rispondo all’interrogazione, si dice, “del licenziamento del dott. Gardi”, ma non esiste il termine “licenziamento”, è revoca dell’incarico”.
Il 17 dicembre 2002 il responsabile del procedimento direttore del dipartimento servizi alla persona ed alla comunità invia al dott. Ilja Gardi, direttore generale dell’azienda ospedaliera San Salvatore di Pesaro una comunicazione, a norma dell’art. 7 della legge 841 del 1990. Questa comunicazione fa riferimento al contratto stipulato in data 125 giugno 1999 con la Regione Marche per la disciplina del rapporto di lavoro del direttore generale dell’azienda ospedaliera e agli articoli 3 e 4 indicando i compiti a lui affidati mediante un richiamo, che è quello standard, tipico, al D. Lgs. 502 del 1992 e successiva modifica e all’art. 15 della nostra legge regionale n. 26 del 1996.
Presidente, vorrei porre un problema prima di inoltrarmi: forse, trattandosi di procedimento disciplinare relativo a una persona, probabilmente la seduta va fatta in sede riservata.

PRESIDENTE. Prego i non consiglieri di abbandonare l’aula per consentire la trattazione di questo argomento in seduta segreta.

La seduta prosegue in forma segreta
dalle 12 alle 12,50

Interrogazione (Svolgimento): «Prospettive scuola internazionale di talassemia di Pesaro» Giannotti, Cesaroni, Favia, Brini e Grandinetti (669)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l’interrogazione n. 669 dei consiglieri Giannotti ed altri.
Per la Giunta risponde il Presidente D’Ambrosio.

VITO D'AMBROSIO, Presidente della Giunta. In questo caso sarò molto più veloce, perché leggo il comunicato stampa da me emesso sulla base di un accordo con i partecipanti alla riunione, subito dopo la riunione del 7 gennaio e poi la lettera che ieri ho spedito al ministro della salute Sirchia.
Nel comunicato stampa davo una succinta sintesi dell’incontro. Ne do lettura: “Come preannuciato il presidente della Giunta regionale, Vito D'Ambrosio, ha incontrato a Roma, presso la sede di Palazzo Chigi, il sottosegretario Gianni Letta per discutere i problemi legati alla istituzione a Pesaro del Centro per la cura della talassemia con annessa scuola. Hanno partecipato all'incontro il ministro Sirchia e il vice ministro Baldassarri.
Il governo ha ribadito la sua proposta di trasformare in IRCCS tutta l'azienda San Salvatore, mentre la Regione Marche e le altre istituzioni coinvolte (Comune e Provincia di Pesaro) propongono invece un IRCCS cosiddetto parziale (solo la divisione di ematologia con la relativa scuola. Il Governo intende organizzare il progetto a rete: nel caso in cui l'Azienda Ospedaliera fosse interamente trasformata, il ruolo di Pesaro sarebbe centrale; nel caso, invece, ci fosse solo il conferimento della Divisione di Ematologia, Pesaro continuerebbe a svolgere le sue attuali funzioni e sarebbe uno dei Poli della rete. In quest'ultimo caso la Regione parteciperebbe, alla Fondazione o IRCCS, in proporzione al suo conferimento. Su queste ipotesi, il Presidente D'Ambrosio si è riservato un approfondimento e si è impegnato a fornire una risposta entro il mese. Comunque per il 2003, non essendo possibile realizzare il progetto, verrà stipulata una convenzione tra Regione e Ministero, perché Pesaro possa svolgere le sue attuali funzioni assicurate dall'equipe del prof. Lucarelli. Nel frattempo è stata approvata la legge che destina al programma di talassemia risorse finanziarie e quindi la Regione potrà ottenere i fondi per l’attività svolta e che svolgerà”.
In seguito a questo, ieri ho informato la Giunta, che ha condiviso la mia decisione, condividendo anche il merito, che stavo per spedire al ministro della salute prof. Sirchia, per conoscenza al sottosegretario alla presidenza del Consiglio dei ministri dott. Letta e al ministro per gli affari esteri on. Franco Frattini la seguente lettera. Prima di andare avanti voglio ringraziare pubblicamente il sottosegretario alla presidenza del Consiglio dei ministri dott. Letta per la cortesia e l’attenzione con la quale ha seguito questo caso.
Leggo la lettera: “Caro ministro, con riferimento alla Sua lettera del 7 gennaio c.a. prot. 45/dnl4/2003 e al colloquio avuto assieme al Sottosegretario Letta, Le ribadisco la disponibilità della Regione a conferire la Struttura complessa di Ematologia dell'Azienda Ospedaliera S. Salvatore di Pesaro per la realizzazione del Progetto Internazionale Talassemia, convenendo così all'ipotesi di considerare Pesaro un punto di eccellenza della costituenda rete di centri specializzati per la cura della talassemia.
Con l'occasione Le confermo il sostegno della Regione all'attivazione del Corso per la formazione di équipes ad alta specializzazione per la cura radicale della talassemia tramite trapianto midollo osseo, il cui progetto, con validità triennale, è stato già approvato il 25 Marzo 2002 dal Ministero Affari Esteri - Direzione Generale per la cooperazione allo sviluppo - con lo stanziamento, a favore dell'Azienda Ospedaliera di Pesaro, dell'intera somma (euro 4.348.317,66) disposta dalla Finanziaria 2002.
Voglio assicurarLe anche la disponibilità della Regione a procedere rapidamente alla convenzione con il suo Ministero per la gestione delle attività internazionali programmate per l'anno 2003, ed anche successivi, con il riconoscimento delle attività pregresse, condividendo "la preoccupazione di salvaguardare l'immagine del nostro Paese nei confronti dei Governi e delle popolazioni interessate alla cura della talassemia". Ho dato disposizioni in tal senso ai dirigenti delle strutture interessate. La saluto cordialmente.
Era in atto un’ipotesi di missione in Palestina, è chiaro che c’è una piena disponibilità da parte della nostra Regione a svolgere il suo compito.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Giannotti, per dichiararsi soddisfatto o meno.

ROBERTO GIANNOTTI. Credo che questo sia un girono brutto per il Consiglio regionale delle Marche. Mi è capitato di esprimere lo stesso giudizio in una vicenda che ha accompagnato il rinnovo degli incarichi dell’Ufficio di presidenza dove sono avvenute cose di tutti i colori. Oggi registriamo un dato estremamente negativo per il sistema sanitario regionale, cioè il fallimento di una grande opportunità che pure era stata data alle Marche, in modo particolare a Pesaro. Quello che ci è stato annunciato dal Presidente della Giunta regionale è l’ultimo atto di questo cammino, che di fatto fa piazza pulita della proposta del Governo di realizzare, attraverso il conferimento del titolo di “azienda”, un istituto nazionale di cura e ricerca, che secondo noi avrebbe qualificato il sistema sanitario regionale e in modo particolare rafforzato la dotazione complessiva della struttura pesarese e non sarebbe andato contro, così come è stato detto la programmazione, la logica di organizzazione unitaria del sistema. Oggi prendiamo atto della fine di questa prospettiva, prendiamo atto che la nostra regione e la città di Pesaro hanno perso la possibilità di essere capofila nella scuola di talassemia, di avere a disposizione risorse finanziarie ingentissime, di essere il soggetto principe nella realizzazione del pretto di solidarietà ai paesi del Terzo Mondo. Oggi prendiamo atto di una sconfitta di cui la Giunta regionale è completamente responsabile, una sconfitta che umilia la città di Pesaro, che umilia chi si è battuto per il raggiungimento di questo obiettivo. Oggi noi prendiamo atto che la strada che la Giunta regionale ha deciso di imboccare non è nemmeno quella dell’Irccs parziale, ma della succursale della scuola di talassemia, perché Pesaro sarà meno di prima. La realtà vera, Presidente, è che noi chiudiamo questa partita dando a Pesaro meno di quello che aveva prima, perché avremo un Irccs nazionale al Sant’Elena di Roma, avremo due succursali, una a Cagliari e una a Pesaro, quindi il ruolo della scuola di Pesaro è completamente marginale, è una scuola che non potrà attingere al finanziamento nazionale, prenderà le briciole del finanziamento nazionale e, attraverso quest’ultima perla che il Presidente ci ha segnalato rischiamo di perdere anche l’azienda ospedaliera, Presidente, perché se lei conferisce a questa fondazione, a questo Irccs “la struttura complessa di ematologia”, viene meno uno dei requisiti che fino ad oggi aveva garantito il mantenimento dello status di azienda.
C’è il problema di un passaggio, cioè siamo ancora in una fase di convenzione, quindi, realisticamente, se oggi stipuliamo un atto di convenzione manteniamo la titolarità del reparto, però il rischio oggettivo che venga meno questo requisito esiste. Quindi, da questo punto di vista credo che questa vicenda che abbiamo voluto segnalare con un dossier ricchissimo di documentazione, perché sono due anni che se ne parla, si sia conclusa nella maniera peggiore per le Marche e per Pesaro. L'unica consolazione è che né l'assessore, né il presidente del gruppo Ds Franceschetti, né l'assessore Silenzi possono urlare al Governo "al ladro, al ladro!", perché se c'è una cosa evidente in questa vicenda è che il Governo ha fatto fino in fondo il proprio dovere, anche di più, chi non ha fatto il proprio dovere, e dovrà venirlo a giustificare ai pesaresi, è stata questa Giunta regionale. Mi rimane la consolazione che almeno il mio amico Secchiaroli su queste vicende — la delibera di licenziamento di Gardi e altri — credo non abbia dato il suo consenso.




Ordine del giorno della seduta

PRESIDENTE. In considerazione dell'ora e del punto in cui abbiamo lasciato la nostra discussione sull'atto amministrativo n. 81 — sono da discutere e illustrare gli emendamenti, fare le dichiarazioni di voto e votare e c'è soltanto mezz'ora, per cui si può ipotizzare che non ce la facciamo a concludere la discussione dell'atto 81 — proporrei di anticipare le due proposte di deliberazione dell'Ufficio di presidenza, la n. 5 già iscritta all'ordine del giorno e quella relativa al bilancio di previsione del Consigli, chiedendone la contestuale iscrizione.
Conoscendo le posizioni dei gruppi, già espresse nella Conferenza dei presidenti di gruppo, credo che possano essere svolte nell'arco di tempo da qui alla conclusione della seduta antimeridiana.
Pongo quindi prima in votazione la proposta di iscrizione all'ordine del giorno del bilancio di previsione e poi la trattazione dei due punti.
Pongo in votazione la proposta di iscrizione all'ordine del giorno del bilancio di previsione del Consiglio.

Il Consiglio approva

Pongo in votazione la proposta di anticipare la trattazione dei due punti.

Il Consiglio approva



Proposta di atto deliberazione (Discussione e votazione): «Commissione consiliare d'inchiesta concernente gli atti e le procedure seguite nell'affidamento del servizio di predisposizione di quaranta giornate di corsi seminariali per donne imprenditrici ai sensi della L. 215/92. Proroga del termine e modifica della deliberazione del Consiglio regionale n. 71 del 17 luglio 2002» Ufficio di presidenza (5)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la proposta di deliberazione n. 5 ad iniziativa dell'Ufficio di presidenza.
Ha la parola il Vicepresidente del Consigli Giuseppe Ricci.

GIUSEPPE RICCI. Su questo argomento il Consiglio si è pronunciato già il 17 luglio 2002, con deliberazione n. 71, istituendo una Commissione consiliare d'inchiesta concernente gli atti e le procedure seguite nell'affidamento del servizio di predisposizione di quaranta giornate di corsi seminariali per donne imprenditrici ai sensi della legge 215/92. La Commissione d'inchiesta è stata successivamente insediata e ad essa è stato assegnato un termine per la conclusione dei lavori che scadeva il 24 dicembre 2002.
Nel mese antecedente la scadenza della Commissione c'è stata però la scomposizione, se mi si consente il termine, della Commissione stessa, con una difficoltà nella prosecuzione dei lavori perché è stata insediata una nuova compagine di Giunta e il Presidente ha chiamato a farne parte il collega Ugo Ascoli che era presidente della Commissione stessa e il collega Marco Amagliani che ne era componente.
Poiché il regolamento consiliare vieta ai membri di Giunta di far parte di Commissioni consiliari, si è posta automaticamente l'incompatibilità tra il ruolo di assessore dei due colleghi che ricordavo e la loro presenza in Commissione. In modo particolare la presenza del collega Ugo Ascoli era determinante anche ai fini della ultimazione dei lavori della Commissione in quanto svolgeva le funzioni di presidente.
Tenendo conto di questi dati, la vicepresidente della Commissione collega Franca Romagnoli ha scritto una lettera con la quale ha chiesto il reintegro della Commissione con la sostituzione dei due colleghi che nel frattempo sono decaduti e la ricomposizione della Commissione, quindi l'individuazione di un nuovo presidente e allo stesso tempo la necessità di prorogare i termini per il completamento del lavoro della Commissione.
Tenendo conto di queste indicazioni il Presidente del Consiglio ha inviato una nota ai due gruppi che avevano espresso i due consiglieri che erano nel frattempo diventati incompatibili, il gruppo della Margherita e il gruppo di Rifondazione comunista.
Il gruppo della Margherita ha risposto indicando il sostituto del collega Ugo Ascoli, per quanto riguarda il gruppo di Rifondazione comunista — il problema è stato affrontato anche all'interno della Conferenza dei presidenti di gruppo — c'è qualche difficoltà, tenendo conto della composizione del gruppo stesso, quindi l'Ufficio di presidenza ha individuato, in una proposta di deliberazione che viene sottoposta all'esame dell'aula, un testo che prevede la proroga del funzionamento della Commissione d'inchiesta fino al 15 aprile 2003 e contestualmente anche una modifica della deliberazione che aveva istituito la Commissione stessa, prevedendo che i gruppi, in presenza di adeguate motivazioni valutate dall'Ufficio di presidenza, possono designare fra i propri rappresentanti in seno alla Commissione consiliare, anche consiglieri appartenenti ad altri gruppi che vi consentano.
Questa è la proposta che, se approvata consentirà il reintegro immediato della Commissione stessa, quindi la prosecuzione dei lavori e la possibilità di riferire all'aula entro il 15 aprile.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Brini.

OTTAVIO BRINI. Come per il passato, quando qualche gruppo consiliare aveva fatto molta attenzione sulla nomina dell'Ufficio di presidenza, per quanto ci riguarda in questa circostanza, per quanto si è verificato in Consiglio regionale, il sottoscritto almeno, a titolo personale, si asterrà in attesa di verificare atto per atto quello che farà l'Ufficio di presidenza. Anticipo fin da oggi che farò richiesta scritta al Presidente di avere tutta la documentazione, anche se viene consegnata al nostro presidente di gruppo, per verificare tutti gli atti che l'Ufficio di presidenza ha fatto e farà dal suo insediamento ad oggi. Preannuncio, in questo momento, voto di astensione.

PRESIDENTE. Pongo in votazione la proposta di deliberazione.

Il Consiglio approva




Proposta di atto amministrativo (Discussione e votazione): «Bilancio di previsione del Consiglio regionale per l’esercizio finanziario 2003» Ufficio di presidenza (101/2003)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la proposta di atto amministrativo n. 101 a iniziativa dell’Ufficio di presidenza.
Ha la parola il Vicepresidente del Consiglio Giuseppe Ricci.

GIUSEPPE RICCI. Questa proposta di atto amministrativo che sottoponiamo all'esame dell'Assemblea deriva dalla necessità di approvare il bilancio di previsione del Consiglio affinché possa essere inserito nel bilancio complessivo della Regione Marche che la Giunta si appresta a varare, prima che venga inviato per l'esame da parte della Commissione e successivamente per l'esame da parte del consesso nel quale ora ci troviamo.
Il documento è stato predisposto sulla base della legislazione attualmente in vigore, il D. Lgs. 28 marzo 2000, n. 76 ha imposto nuove norme in materia di bilancio e di contabilità delle Regioni, la Regione, sulla base di questo nuovo decreto ha approvato la nuova legge di contabilità regionale, la 31 dell'11 dicembre 2001, recependo gli indirizzi dettati dal D. Lgs. stesso.
La struttura del bilancio regionale pertanto è modificata rispetto al passato. Le previsioni sono tutte articolate in un'unica unità previsionale di base, poi la determinazione dell'utilizzo delle risorse viene demandata a una apposita delibera dell'Ufficio di presidenza che la distribuisce tenendo conto di determinati capitoli di spesa nei quali potranno essere adeguatamente strutturate, per voci omogenee, le imputazioni del bilancio delle spese del Consiglio stesso.
Conseguentemente la previsione del bilancio per il 2003 verte esclusivamente sull'ammontare complessivo dell'unità previsionale di base. Successivamente l'Ufficio di presidenza delibererà la distribuzione sui capitoli, quindi su questo presupposto l'Ufficio di presidenza ha predisposto nella seduta n. 94 del 9 gennaio 2003 lo schema di bilancio che ha sottoposto poi all'esame della Conferenza dei gruppi nella riunione del 14.1.2003.
Il bilancio anche sulla base di alcune osservazioni che sono state effettuate dai gruppi consiliari e da un confronto che si è avuto con la Giunta regionale, è stato adottato ufficialmente questa mattina dall'ufficio di presidenza, è stata data comunicazione ai gruppi consiliari questa mattina della proposta definitiva. La proposta definitiva del bilancio di previsione del Consiglio per l'anno 2003 prevede quindi una entrata ed una spesa, in parità tra entrate ed uscite, di euro 15.316.460.
Con questo stanziamento si intende far fronte, oltre alle spese di funzionamento del Consigli ad alcune iniziative di riqualificazione e potenziamento della struttura e del ruolo consiliare, già intraprese in precedenti esercizi, come l'attivazione del cablaggio di tutte le sedi consiliari, il potenziamento del sito Internet con l'istituzione anche, se possibile, di una linea dedicata, il miglioramento della comunicazione all'esterno dell'attività consiliare, il trasferimento della biblioteca nella nuova sede, al piano terra di corso Stamira, ex sede del Consiglio regionale. Tale sede è più idonea, consente una migliore fruibilità e una maggiore garanzia in termini di funzionalità e di sicurezza.
Queste sono le voci principali che ho riassunto, con i principi e i criteri che avevo enunciato nella prima parte della relazione.

PRESIDENTE. Il consigliere Brini fa sapere che la dichiarazione fatta al punto precedente si riferiva a questo punto. Rispetto alla proposta di delibera n. 5 lo stesso consigliere ha infatti espresso voto favorevole.
Pongo in votazione la proposta di atto amministrativo n>. 101.

Il Consiglio approva



Ordine del giorno della seduta

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Mollaroli.

ADRIANA MOLLAROLI. Chiedo di anticipare la discussione e votazione della proposta di atto amministrativo n. 93 che è stata discussa abbondantemente in Commissione, che giace all'ordine del giorno del Consiglio da moltissimo tempo e che è assolutamente necessario approvare oggi. Possiamo farlo senza discussione.

PRESIDENTE. Si chiede di anticipare la votazione del punto 4 per rendere utile questo ultimo quarto d'ora e di partire nel pomeriggio, come primo punto, con la conclusione della discussione sulla proposta di atto amministrativo n. 81.
Pongo in votazione la proposta del consigliere Mollaroli.

Il Consiglio approva



Proposta di atto amministrativo (Discussione e votazione): «Adesione della Regione Marche all'Associazione Marche Musica Contemporanea» Mollaroli (93)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la proposta di atto amministrativo n. 93 ad iniziativa del consigliere Mollaroli.
Non c'è relazione, pongo quindi in votazione l'emendamento tecnico presentato dalla stessa consigliere Adriana Mollaroli.

Il Consiglio approva

Pongo in votazione la proposta di atto amministrativo così come emendata.

Il Consiglio approva



Ordine del giorno della seduta

LUIGI VIVENTI. Presidente, propongo di riprendere la seduta pomeridiana alle 15,30.

PRESIDENTE. Però non è una cosa praticabile, perché gli assenti non sono in grado di potersi esprimere.
Ha la parola il consigliere Franceschetti.

FAUSTO FRANCESCHETTI. Non è possibile anticipare, perché noi abbiamo già una riunione dei presidenti dei gruppi di maggioranza prima dell'inizio del Consiglio.

PRESIDENTE. Prendiamo atto, quindi l'orario rimane immutato.



Proposta di atto legge (Discussione e votazione): «Modifica alla legge regionale 18 gennaio 1996, n. 2: "Delega alle Province delle funzioni amministrative relative alle attività formative cofinanziate dall'Unione europea» Giunta (131)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la proposta di legge n. 131, ad iniziativa della Giunta.
Ha la parola il relatore consigliere Avenali.

FERDINANDO AVENALI. Si tratta di una semplice proposta di legge su cui c'è l'unanimità della Commissione. Si tratta di cosa più formale che sostanziale. Si tratta di far sì che se una Provincia non riesce a utilizzare tutte le risorse per la formazione, la cifra non spesa venga assegnata alle altre Province. Ove le Province, nel loro insieme non riuscissero a utilizzare tutte le risorse, la cifra servirà per fare un progetto regionale, in modo che tutte le risorse comunitarie possano essere utilizzate. Invito il Consiglio ad approvarla.

PRESIDENTE. Articolo unico. Lo pongo in votazione.

Il Consiglio approva

Pongo in votazione il coordinamento tecnico.

Il Consiglio approva

Pongo in votazione la proposta di legge nel suo complesso.

Il Consiglio approva

PRESIDENTE. La seduta è sospesa. Riprenderà alle 16.


La seduta è sospesa alle 13,20