Resoconto seduta n. 118 del 29/01/2003
La seduta riprende alle 16,35



Interrogazioni (Svolgimento):
«Crisi allo stabilimento Itemar di Monsampolo del Tronto» Procaccini e Maroni (647)
«Chiusura dello stabilimento Itemar di Stella di Monsampolo e relativa richiesta di mobilità» Andrea Ricci (653)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca le interrogazioni n. 647 dei consiglieri Procaccini e Martoni e n. 653 del consigliere Andrea Ricci.
Per la Giunta risponde l'assessore Ascoli.

UGO ASCOLI. Sulla questione Itemar abbiamo operato in modo molto intenso in quest'ultimo periodo, però preferirei fare una rapida cronistoria della vicenda per vedere a che punto siamo arrivati. Questa crisi viene da lontano, perché la ditta Biasi, con sede legale e amministrativa a Verona, per il tramite di Assindustria di Ascoli Piceno ci ha comunicato ufficialmente in data 13 gennaio 2003 la necessità di cessare l'attività nelle unità produttive di Monsampolo del Tronto con conseguente chiusura dello stabilimento. Con la stessa comunicazione veniva avviata la procedura di mobilità ai sensi della legge 223/1991 per tutto il personale abitualmente impiegato nell'unità produttiva, che consta di 164 dipendenti delle seguenti qualifiche: operai 137, intermedi 20, impiegati 7.
I motivi che vengono portati a sostegno della situazione di eccedenza di personale sono di ordine economico-produttivo: ci è stato detto di una contrazione negli ultimi anni di una domanda di piastre radianti in acciaio, cui le linee di produzione dello stabilimento di Monsampolo sono dedicate, ci è stato detto di difficoltà a mantenersi competitivi sul mercato in cui operano aziende concorrenti che, insediatesi nei paesi dell'est Europa riescono a fabbricare lo stesso prodotto con costi inferiori derivanti dal minor costo del lavoro presenti in tali paesi e conseguentemente la ditta ha dovuto constatare un aumento del deficit di esercizio e di crescita del prodotto invenduto.
L'azienda h fatto presente che sono state attivate numerose iniziative volte a fronteggiare la crisi: azioni di marketing per mantenere quote di mercato, politiche di prezzo concorrenziali, contestuale ricorso ad interventi di cassa integrazione guadagni ordinaria. Tali iniziative, sempre a detta dell'azienda, non hanno prodotto gli effetti sperati di un consistente recupero dei risultati economici. Nel giugno 2001 era stato predisposto un programma di riorganizzazione che contemplava l'affitto della Itemar alla Termotecnica Abruzzese srl, altra società del gruppo Biasi con sede però a Colonnella, in provincia di Teramo, anche essa produttrice di piastre radianti per riscaldamento. Il piano di riorganizzazione prevedeva la gestione unificata delle due unità produttive, allo scopo di dare al sistema una maggiore flessibilità, dimezzando nel contempo i volumi di magazzino e specializzando il prodotto per linee produttive. Tali obiettivi dovevano essere raggiunti attraverso importanti investimenti per la cui realizzazione si prevedevano 2-3 anni di tempo.
Con tali motivazioni la Termotecnica presentava al Ministero del lavoro e della previdenza sociale istanza di integrazione speciale per riorganizzazione aziendale, con decorrenza 19 giugno 2001 per 24 mesi per n. 200 lavoratori massimo in forza alle due unità produttive.
Il Ministero del lavoro, previo parere favorevole delle Regioni Marche e Abruzzo concedeva, con decreto dell'1.10.2001, il trattamento straordinario di integrazione salariale, però successivamente, in data 17 aprile 2002, a seguito di controlli effettuati dagli uffici ispettivi delle direzioni provinciali del lavoro di Teramo e di Ascoli Piceno lo stesso Ministero del lavoro emetteva ulteriore decreto che revocava il precedente provvedimento di concessione di approvazione, in quanto, con la verifica eseguita veniva constatato che l'azienda non aveva effettuato gli investimenti originariamente programmati.
Ancora prima che la ditta Biasi spa desse avvio formale alla procedura di licenziamento collettivo sono stati numerosi i contatti e gli incontri fra i soggetti coinvolti — parti sociali e istituzioni — volti a fronteggiare la crisi che si stava profilando. Diverse sono state le occasioni di incontro e di confronto e in particolare io ho cominciato a partecipare concretamente, il 18 dicembre 2002, alla seduta aperta del Consiglio provinciale di Ascoli Piceno dedicata proprio alle emergenze occupazionali del territorio. Quel Consiglio provinciale si è concluso con la votazione di un ordine del giorno che impegna i vari soggetti istituzionali ad uno sforzo per contestare la disoccupazione e favorire lo sviluppo del territorio, con la formazione anche di un gruppo di lavoro a cui la Regione Marche parteciperà. In quella sede, proprio valutando la situazione ho personalmente garantito l'impegno per un utilizzo mirato di risorse che stiamo predisponendo con l'approvazione del piano del lavoro del 2003, proprio per venire incontro a determinate esigenze che scaturissero da questo gruppo di lavoro. Il 16 gennaio, un mese dopo, ho anche scritto una lettera all'amministratore delegato del gruppo Biasi spa, chiedendo di rivedere la propria posizione e di valutare delle ipotesi alternative per evitare la chiusura dello stabilimento che in quel momento e a tutt'oggi rappresenta uno problema molto serio. Il 23 gennaio c'è stato un incontro a Verona, presso la sede della Biasi spa tra il presidente della Provincia di Ascoli Piceno, l'assessore provinciale alla formazione e lavoro, il sindaco di Monsampolo e in quell'occasione di nuovo sono state rappresentate le preoccupazioni per la vicenda alla ditta, è stato ribadito l'impegno delle istituzioni — e i rappresentanti della Provincia avevano mandato anche di riportare la mia posizione, che peraltro avevo già espresso con lettera — e l'azienda non si è chiusa ad un'ipotesi alternativa, però è rimasta ferma nelle sue posizioni e ha ribadito l'intenzione di riassorbire il 40% di esuberi — circa 60 persone — in due stabilimenti: uno del gruppo Biasi ubicato a Colonnella — quello di cui sopra — dove assorbirebbero circa 40 persone e 20 le assorbirebbero nello stabilimento di Verona.
Questo è lo stato dell'arte, il che apre una situazione di grave crisi occupazionale per almeno altre 100 persone, più o meno.
Noi abbiamo assicurato alle organizzazioni sindacali, alla Provincia e anche all'azienda la nostra attenzione, stiamo aspettando che questa fase si evolva e non appena la vicenda, nei 45 giorni previsti dalla procedura avrà un epilogo di qualche tipo, la vertenza entrerà nella seconda fase, quella che ci compete istituzionalmente e a quel punto metteremo in atto tutte le possibili azioni per mediare fra le parti e per formulare proposte per la realizzazione di un accordo.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Procaccini per dichiararsi soddisfatto meno in merito all'interrogazione n. 647.

CESARE PROCACCINI. Ringrazio della risposta, dell'impegno e dell'assessore e della Giunta rispetto a un problema come quello della Itemar, tuttavia dobbiamo rilevare che per il prosieguo dell'attività legislativa occorrerà impegnarsi anche in maniera concreta ed in primo luogo per una verifica del patto per lo sviluppo, in secondo luogo per cercare di intraprendere azioni istituzionali senza per questo scavalcare i sindacati dei lavoratori, per cercare di intervenire all'interno delle crisi e se possibile prevenirle, perché è vero che le Marche sono in qualche modo "indenni" dal dramma e dai numeri della disoccupazione nazionale ed europea, tuttavia le Marche medesime non sfuggono ad una crisi dell'occupazione in particolare nel sud della regione, perché oggi parliamo della Itemar, 164 operai e operaie licenziati o in vista di licenziamento e riassorbiti in parte, ma c'è anche il problema, sempre in quella zona, in particolare nella città di Ascoli Piceno, della società Farmàcia, del settore produzione specialistica ospedaliera, venduta ad una multinazionale che ha 3.200 operai e operaie e nello stabilimento di Ascoli Piceno circa 800 di essi. Anche a tale proposito abbiamo presentato delle interrogazioni, delle interpellanze anche a livello nazionale, in particolare il 5 dicembre 2002, proprio perché questi fatti non sono più regionali ma nazionali.
Se a questo leghiamo anche le altre crisi o piccole crisi, ad esempio nel settore calzaturiero, dove proprio in questi giorni, la ditta Ruggeri di Potenza Picena sta licenziando 40 lavoratori, se a questo aggiungiamo anche la crisi dell'indotto della Fiat — se da un lato il settore delle macchine agricole soffre, paradossalmente, della necessità di manodopera, a pochissimi metri la New Holland che produce macchinari specialissimi nel settore del movimento terra licenzierà a breve 45 lavoratori — ci rendiamo conto che la situazione è grave.
Ecco allora che nel prendere atto in maniera positiva dell'impegno, se non altro di presenza, della Giunta regionale, bisognerebbe fare di più dal punto di vista concreto degli ammortizzatori sociali, tanto più che siamo in presenza di un attacco senza precedenti ai diritti del lavoro sferrato dal Governo Berlusconi e soprattutto per vedere se possiamo prevenire queste crisi.
Per quanto riguarda la Itemar, c'è una irremovibilità che io definirei non solo sorda ma per certi versi anche ignobile dell'azienda, di chiudere e prevedere il riassorbimento di una parte minimale di lavoratori è un impegno più virtuale che reale, ma che comunque produrrà altra disoccupazione in una zona già in crisi di per sé.
Mi auguro che anche da queste interrogazioni che più gruppi hanno presentato, si possa intravedere una nuova politica industriale da parte della Regione Marche, anche perché ormai le Regioni hanno la potestà ed anche l'obbligo di intervenire nella politica industriale. Anche per questo andrebbero previsti azioni e meccanismi di intervento presso quelle aziende che mantengono, che investono, che aumentano l'occupazione.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Andrea Ricci per dichiararsi soddisfatto meno in merito all'interrogazione n. 653.

ANDREA RICCI. Anch'io do atto all'assessore e alla Giunta regionale dell'impegno manifestato per la vicenda della Itemar. Penso che questo impegno e questa determinazione debbano essere mantenuti e addirittura accentuati nelle fasi successive di questa vertenza, perché come si evince anche dalla ricostruzione storica contenuta nella risposta dell'assessore Ascoli, ci troviamo di fronte ad un'azienda appartenente ad un grande gruppo finanziario e industriale del paese che si è mosso nel nostro territorio con un atteggiamento di arroganza da un lato, nei confronti delle istituzioni che nei confronti dei lavoratori e delle organizzazioni sindacali, dall'altro con un atteggiamento di tipo speculativo. Infatti la Itemar in passato ha usufruito, sia nel momento dell'insediamento sia successivamente, di cospicui finanziamenti pubblici, sia statali sia regionali. Oggi ci troviamo di fronte ad un'azienda che comunica, senza precisa giustificazione, ai sindacati e alle istituzioni la decisione iirrevocabile di chiudere lo stabilimento.
Questi atteggiamenti che si inseriscono in una situazione grave dal punto di vista occupazionale della parte sud della provincia di Ascoli Piceno, non possono avere in alcun modo il benestare istituzionale degli enti Regione, Provincia e Comune.
Un'azione che sicuramente andrebbe fatta a livello istituzionale, oltre a premere per la piena riconversione occupazionale di tutti i lavoratori interessati alla richiesta di mobilità, è quella di impedire manovre speculative sull'area, sul terreno della proprietà Itemar, dove attualmente è collocata l'azienda, perché una delle voci insistenti e a mio avviso non infondate che circolano, è quella di una intenzione dell'azienda, che possiede un ampio lotto di terreno — non solo quello dove attualmente risiede lo stabilimento, ma anche parti vicine e antistanti lo stabilimento stesso — di speculare sul terreno stesso. Si parla di progetti di insediamenti di tipo commerciale in quell'area.
Questa operazione deve essere in ogni modo scongiurata e l'azienda deve avere la certezza che operazioni di questo tipo non saranno possibili. Questo è un impegno che dal punto di vista istituzionale può essere preso. Mi rendo conto che non è soltanto la Regione ad avere la competenza per assumere questo impegno, ma poiché finora mi sembra di vedere un atteggiamento di condivisione da parte del Comune e di azione collettiva da parte del Comune di Monsampolo, della Provincia di Ascoli Piceno e della Regione Marche, mi pare che compito della Regione possa essere anche quello di orientare gli altri enti istituzionali affinché all'azienda pervenga un messaggio chiaro che operazioni di tipo speculativo non sono oggi e non saranno domani possibili e che quindi è necessario trovare una soluzione soddisfacente per tutti e che garantisca in primo luogo l'occupazione piena di tutti i lavoratori.
E' evidente che anche la proposta di trasferire 20 persone che lavorano a Monsampolo a Verona, in realtà è una proposta non praticabile per ovvi ed evidenti motivi, quindi ci sarebbe, in realtà, soltanto il riassorbimento di 40 persone su 164. Tra l'altro, come l'assessore sicuramente conoscerà, sulla base di condizioni contrattuali inferiori a quelle attualmente godute.
Quindi siamo di fronte ad un atteggiamento di chiusura totale, di arroganza padronale da parte del gruppo Biasi, bisogna che dalle istituzioni pervenga un atteggiamento di assoluta determinazione, perché atteggiamenti di rapina come quelli di un grande gruppo del nord che viene qui, utilizza gli incentivi statali, poi quando lo ritiene opportuno se ne va lasciando sulla strada centinaia di persone, non possono essere ammessi nelle Marche.



Interrogazione (Svolgimento): «Necessità di una presenza omogenea nella Marche di centri di assistenza per gli stomizzati» Ciccioli (433)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l'interrogazione n. 433 del consigliere Ciccioli. Risponde, per la Giunta, l'assessore Spacca.

GIAN MARIO SPACCA, Vicepresidente della Giunta. L'oggetto dell'interrogazione riguarda la necessità di una presenza omogenea nelle Marche di centri assistenza per gli stomizzati.
L'assistenza ai pazienti stomizzati costituisce il completamento di un percorso assistenziale, quello dei pazienti con problemi chirurgici spesso di natura neoplastica, che va senz'altro garantito. La capillare diffusione nel territorio regionale dei servizi ospedalieri e territoriali, consente di offrire in modo adeguato anche questo tipo di assistenza. Diverse iniziative sono state già prese negli ultimi anni per favorire la completezza dei percorsi assistenziali anche in ambito chirurgico, in particolare con lo strumento dei profili di assistenza dall'agenzia regionale sanitaria e si è fatto in modo di rendere più forte l'impegno sul versante abilitativo in tutti i percorsi assistenziali significativi, tra cui, in alcune aziende, quello riguardante la patologia oncologica che rende necessaria la stomia in alcuni pazienti.
Il potenziamento e la qualificazione dell'offerta ambulatoriale vanno pure nella direzione della maggiore attenzione a tutte le fasi del post ricovero, specie nelle patologie croniche di maggiore complessità.
E' stata data indicazione alle aziende di qualificare l'assistenza distrettuale nel cui ambito rientra anche l'assistenza ai pazienti stomizzati. Vi è dunque la consapevolezza e la volontà della Regione di presidiare tutti gli aspetti della fase riabilitativa delle patologie di maggiore impatto sociale nel cui ambito rientra appunto l'assistenza ai pazienti stomizzati.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Ciccioli per dichiararsi soddisfatto o meno.

CARLO CICCIOLI. Il Vicepresidente Spacca ha avuto l'incarico di leggere, da parte dell'assessore alla sanità Melappioni, la risposta che sostanzialmente è una non risposta. Io ponevo il problema che le Marche, in seguito proprio a una diffusa cultura chirurgica per la pratica delle stomie, è una delle regioni che ha salvato più vite per i tumori all'intestino, proprio perché dalla clinica chirurgica dell'università di Ancona si è diffusa una rete capillare in tutto il territorio marchigiano per questo tipo di interventi. Ci sono circa 3.000 persone portatrici di stomia, cioè l'ano artificiale. Purtroppo questo comporta un tipo di assistenza che pur essendo un'assistenza di nicchia reca tutta una serie di complicanze, di difficoltà e proprio per questo si è creata un'associazione, "Aistom", la quale tra l'altro è anche molto coesa al suo interno, i soci partecipano, hanno dei congressi, per una specie di autoaiuto, per evitare di ricorrere il più possibile alla sanità e all'assistenza. Hanno creato dei centri i quali danno un grande vantaggio a queste persone e potrebbero loro stessi integrati con il nostro sistema sanitario risolvere dei problemi notevoli. Così come la "medicazione" — queste stomie vanno medicate, mantenute il più possibile indenni da patologie, infezioni ed altro — ha bisogno di materiali di uso e di consumo che attualmente sono distribuiti presso gli ospedali, presso le Asl, mentre se ci fosse un accordo con la rete delle farmacie, essendo questi pazienti disseminati in tutto il territorio, ci sarebbe un grande vantaggio. Ovviamente non può essere il prezzo di mercato ma deve essere una convenzione tra la Regione e i farmacisti i quali non possono fare i ricarichi che fanno nell'abituale materiale di consumo.
Su queste cose a mio parere, dopo avere ascoltato a lungo il direttivo di questa associazione che si è riunito e ha fatto vari congressi, uno dei quali è stato fatto a Matelica il mese scorso, poi a Civitanova al ristorante dell'Orso alla presenza di 150 delegati, che su 3.000 portatori di questa patologia sono una forte presenza, con questa interrogazione ho inteso richiamare l'attenzione sul fatto che interventi di questo tipo sono poco costosi, effettivamente risolutivi per determinate persone e sono quel tipo di assistenza che evita di ingorgare le strutture sanitarie quando si realizzano le complicanze.
Purtroppo la risposta che ho avuto è molto burocratica, una risposta molto scontata. Io sono entrato nel merito e il merito è che ci sono questi 8 centri dell'associazione che è di volontariato che, collegata con le strutture pubbliche, con costi bassissimi potrebbe dare grandi risultati.
Spero che ci sia almeno l'impegno della Giunta di inserirlo nel piano sanitario che andiamo ad approvare nelle prossime settimane, anzi chiedo che tra le associazioni di volontariato che si occupano del sanitario sia inclusa l'Aiston che da questo punto di vista è un'associazione che presenta sempre progetti in positivo, a parte le critiche che ci sono sempre. E' importante che ci sia un contributo di progetto, quindi di risultati.



Interrogazione (Seduta segreta): «Azienda suinicola cooperativa situata in frazione Montemoro-Force» D'Angelo (533)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l'interrogazione n. 533 del consigliere D'Angelo. Trattandosi di interrogazione da trattare in seduta segreta, prego i non consiglieri di abbandonare l'aula.

La seduta prosegue in forma segreta
dalle 17,00 alle 17,15


Nomine

PRESIDENTE. Prego di distribuire le schede per la nomina del garante per l'infanzia e l'adolescenza (legge regionale 15 ottobre 2002, n. 18, articolo 2.
Sarà eletto il candidato che otterrà il voto dei due terzi dei consiglieri assegnati. Dopo la terza votazione potrà essere eletto il candidato che otterrà la maggioranza dei voti dei consiglieri assegnati.

(Segue la votazione, per scheda segreta)

Comunico il risultato della votazione. Votanti n. 35. Hanno ricevuto voti: Ricci Stefano n. 18, Fucili Alessandro n. 15, schede bianche n. 2.
Non essendo stato raggiunto il quorum richiesto, la votazione va ripetuta.

(Segue la votazione, per scheda segreta)

Comunico il risultato della votazione. Votanti n. 35. Hanno ricevuto voti: Ricci Stefano n. 18, Fucili Alessandro n. 12, Donini Ninel n. 2, Mengarelli Mery n. 1, schede bianche n. 2.
Non essendo stato raggiunto il quorum richiesto, passiamo alla terza votazione.

(Segue la votazione, per scheda segreta)

Comunico il risultato della votazione. Votanti n. 35. Ricci Stefano n. 18, Fucili Alessandro n. 12, Donini Ninel n. 1, Pacassoni Alfredo n. 1, Mengarelli Mery n. 1, schede bianche n. 1, schede nulle n. 1.
Non essendo stata raggiunto il quorum richiesto, passiamo alla quarta votazione. In questo caso occorre la maggioranza assoluta dei consiglieri assegnati.

(Segue la votazione, per scheda segreta)

Comunico il risultato della votazione. Votanti n. 35. Hanno ricevuto voti: Ricci Stefano n. 19, Fucili Alessandro n. 14, Donini Ninel n. 1, schede bianche n. 1. Non è stato raggiunto il quorum necessario per l'elezione del garante. Se non ci sono richieste di procedere ad ulteriori votazioni, prendo atto che nelle attuali condizioni il Consiglio non è in grado di raggiungere il quorum necessario per eleggere il garante.
Ha la parola il consigliere Ciccioli.

CARLO CICCIOLI. Chiedo una sospensione per riunire la Conferenza dei presidenti di gruppo e consultarsi per verificare se c'è la volontà di una eventuale candidatura unitaria.

PRESIDENTE. La seduta è sospesa per 10 minuti.

La seduta, sospesa alle 18,05,
riprende alle 19,15

PRESIDENTE. Dopo la Conferenza dei presidenti di gruppo sono confermate le valutazioni che avevo espresso precedentemente, cioè che questa sera non ci sono le condizioni per mettere il Consiglio in grado di raggiungere il quorum richiesto per eleggere il garante. C'è stata una discussione abbastanza ampia e serena, chiudiamo le votazioni e procediamo con il punto successivo dell'ordine del giorno.


Proposte di legge (Discussione e votazione):
«Programma di riordino territoriale ed incentivi alla gestione associata intercomunale di funzioni e servizi» Giunta (140)
«Interventi regionali per la promozione dell'esercizio associato sovracomunale di funzioni e servizi» Giannotti, Brini, Ceroni, Cesaroni, Favia, Grandinetti e Trenta (123)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca le proposte di legge n. 140 ad iniziativa della Giunta e n. 123 ad iniziativa dei consiglieri Giannotti, Brini, Ceroni, Cesaroni, Favia, Grandinetti e Trenta.
Ha la parola il relatore di maggioranza, consigliere Procaccini.

CESARE PROCACCINI. Una breve relazione, sia perché questa proposta è attesa dalla comunità delle Marche, dai Comuni, in particolare da quelli più piccoli, ma anche perché la I Commissione ha licenziato questa proposta all'unanimità. Le finalità della proposta stessa, che mi auguro diventi al più presto legge, sono di favorire in particolare la concretizzazione dei servizi in forma associata da parte dei Comuni, soprattutto quelli più piccoli.
Il Consiglio regionale su proposta della Giunta dovrà predisporre un apposito programma di riqualificazione e riordino territoriale che in una prospettiva non certo breve ma auspicabile e su basi volontarie, dovrebbe portare, anche attraverso i meccanismi della legge nazionale e di questa legge in una prospettiva condivisa, alla fusione dei Comuni, ma oggi, più in particolare parliamo di associare le forme, i servizi ed anche la realizzazione di infrastrutture che riguardano la vivibilità dei centri minori. Questa è una legge che concretizza anche una politica di riequilibrio del territorio. Questa proposta mobilita circa 1.400.000 euro mi auguro possa essere rimpinguata in una previsione, anche se graduale, comunque significativa, perché riteniamo in maniera unanime come Commissione, e mi auguro anche come Consiglio, che questa proposta porti, in una prospettiva non lunga, ad una associazione ulteriore di funzioni ed anche alla individuazione di funzioni che oggi vengono gestite in maniera singola.
E' una legge di tipo concreto, che incide sulla vita di tutti i giorni, che dà contributi sia alle funzioni dei servizi che alla realizzazione delle infrastrutture, ma che costituisce una innovazione perché cerca di contribuire anche alla spesa corrente dei Comuni, soprattutto di quelli piccoli, perché sappiamo che la spesa corrente assorbe oltre il 60% dei bilanci comunali.
Quindi mi limito ad augurare che nella concretizzazione pratica della proposta, si possa andare oltre, si possano trovare anche ulteriori forme di unione, affinché quelle funzioni che oggi sono assolte, ad esempio dalle Comunità montane, possano essere svolte anche da quegli ambiti territoriali che Comunità montane non sono.
Con questo spirito, con questo augurio e con brevità, perché esiste l'urgenza dell'approvazione prima di entrare nella sessione di bilancio, per far sì che queste risorse — 1.032.913 euro — per l'anno 2003 possano essere utilizzati al più presto e dare una risposta concreta alle attese della comunità, credo che oggi il Consiglio regionale, scriva una pagina di rapporto positivo con il sistema delle autonomie locali.

PRESIDENTE. Ha la parola il relatore di minoranza, consigliere Massi.

FRANCESCO MASSI GENTILONI SILVERI. Colleghi, intanto un plauso al lavoro svolto dalla I Commissione, quindi a tutti i componenti della Commissione stessa, un plauso anche per il clima particolarmente costruttivo e responsabile che nella Commissione c'è stato per produrre il testo definitivo. Voglio ricordare che l'iter di questa legge è iniziato con la proposta del gruppo di Forza Italia e poi con quella della Giunta. Questi due testi sono stati raffrontati e le une e le altre disposizioni sono state oggetto di una sintesi oggi molto qualificata.
La minoranza voterà a favore di questo testo e come relatore di minoranza vorrei mettere in rilievo tre semplici riflessioni, soprattutto rivolte alla comunità, molto ampia, di amministratori, spesso di piccoli Comuni, oltre che di cittadini, di tecnici, di funzionari degli enti locali.
Credo che il messaggio più importante di questa legge sia che non siamo caduti nel centralismo regionale. Era quello che ci si chiedeva, quindi le aggregazioni e le Unioni per la gestione dei servizi scaturiranno dalla spontanea volontà dei Comuni, naturalmente sulla base del piano che il Consiglio regionale voterà dopo il vaglio della Conferenza delle autonomie e delle proposte dei Comuni stessi. Il fatto che non c'è un centralismo regionale, un atto dirigistico regionale credo sia un risultato molto importante.
Secondo, il riconoscimento delle Comunità montane come Unioni di Comuni. Ricordiamoci anche — questo vale per noi legislatori regionali — che l'ente locale Comunità montana dovrà prima o poi essere riconosciuto dal nostro ordinamento regionale, come peraltro hanno già fatto l'Emilia Romagna e un paio di altre Regioni. Credo quindi che fin dai prossimi giorni dobbiamo adoperarci per dare alle comunità montane del nostro territorio un riconoscimento di ente locale. Oggi le riconosciamo come Unioni di Comuni possibili, potenziali, di grande qualità, a sostegno e incentivazione dei Comuni montani.
La terza riflessione — richiamo la responsabilità di tutti — riguarda il fatto che inizia la sfida delle risorse, quindi chiedo che già dal prossimo bilancio ma anche in quelli successivi il messaggio della Regione sia forte, univoco, perché quella dell'Unione di Comuni è una sfida epocale.
La ristrettezza delle risorse, in un passaggio in cui siamo ancora al limite nella scelta fra autonomie e federalismo, impone una razionalizzazione, una responsabilizzazione da parte di tutti. Per arrivarci occorre una grande attenzione ai propri mezzi, un controllo di gestione forte di tutto il sistema delle autonomie e dei servizi che vengono erogati. Questa sfida spero che l'Esecutivo al voglia raccogliere fin dal prossimo bilancio, perché le nostre comunità, i nostri Comuni aspettano già un segnale forte, che deve essere quello dell'approvazione in tempi rapidissimi, possibilmente entro l'estate, del piano di riordino territoriale. Se oggi la legge verrà approvata dovremo dare subito seguito a questo strumento essenziale, ricordandoci che le municipalità rimarranno ma le risorse, le forze, le energie si mettono insieme, laddove la legge 142 ha purtroppo fallito un obiettivo: quello della fusione dei Comuni, perché portava soltanto alla estinzione delle identificazioni e delle identità municipali.
Di fronte a questa sfida come minoranza diamo tutta la nostra collaborazione, sperando di superare ancora su questo argomento e su altri logiche di maggioranza e minoranza, ma ricordo che la sfida del bilancio dovrà essere essenziale e chiara per tutta la comunità regionale.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Giannotti.

ROBERTO GIANNOTTI. Questa legge è la dimostrazione inequivocabile della infecondità di questo Esecutivo.

PIETRO D'ANGELO. Mai una volta che fai un apprezzamento...

ROBERTO GIANNOTTI. Cosa devo apprezzare? Tu sei uno di quelli che si è scandalizzato del fatto che Forza Italia ha presentato il giorno dopo della tua, senza saperlo, una proposta di legge sull'elettrosmog. La Regione Marche interviene con grandissimo ritardo rispetto a quanto previsto dalla legislazione nazionale su questa materia. La Giunta regionale ha presentato una sua proposta di legge solo dopo che il gruppo di Forza Italia ha presentato una proposta specifica su questo settore. Devo ricordare ai consiglieri che l'8 aprile 2002 è stata depositata in questo Consiglio una specifica proposta da parte del gruppo di Forza Italia, che affrontava questa problematica. Solo dopo quattro mesi abbiamo avuto un atto dell'Esecutivo e solo dopo altri sei mesi abbiamo potuto cominciare a discutere di questo provvedimento superando le difficoltà che esistevano all'interno della maggioranza e i problemi che esistevano fra la maggioranza e il sistema delle autonomie locali: problema del rapporto con le Comunità montane, problema del rapporto con l'Associazione dei Comuni. Ho detto questo da una parte per stigmatizzare questo fatto gravissimo della infecondità, della incapacità dell'Esecutivo di produrre atti legislativi adeguati, che peraltro accompagnano provvedimenti nazionali. Questa legge diventerà tale addirittura dopo che il Parlamento avrà licenziato un provvedimento ad hoc rispetto ai piccoli Comuni. E' tutto dire.
Comunque prendiamo atto che questa nostra sollecitazione, questo nostro impegno sono stati in qualche modo ripresi e declinati in un atto della Giunta, che finalmente il Consiglio regionale si è riappropriato della possibilità di intervenire su questa materia, che la Commissione, anche con il nostro consenso ha prodotto un testo che noi definiamo non ottimale ma adeguato. Però alcune cose vogliamo dirle.
E' troppo grande l'importanza di licenziare un provvedimento che fa passare in seconda luce alcuni grandi difetti che questa legge contiene. Intanto produce una disponibilità finanziaria miserevole, perché non si sostiene uno sforzo di aggregazione dei piccoli Comuni, uno sforzo di valorizzazione dell'impegno del mettersi insieme nella gestione dei servizi con 500.000 euro. Questa è la dotazione finanziaria che la Regione Marche destina ad uno sforzo di riorganizzazione e di rilancio dell'attività associata dei Comuni, quindi una miseria sul piano finanziario. Tiene conto dello stato comatoso della Giunta regionale che, per bocca dell'assessore Agostini questa mattina ha detto che è costretta a tagliare tutto, anche il sociale, in virtù di una dissennata politica finanziaria adottata in questi anni. Questa mattina ho letto sul giornale una tabella -15, -14, -7... C'è quindi un limite sul piano della disponibilità finanziaria e soprattutto c'è una rinuncia ad esercitare un ruolo.
La legge demandava alla Giunta regionale la scelta degli ambiti attorno ai quali costruire questo modello di gestione dei servizi, la legge rimanda al piano di riordino territoriale, cioè un rinvio inaccettabile che non tiene conto di una esigenza che invece andava affrontata prima dell'approvazione della legge, come la legge delega disponeva. Debbo ricordare che quel provvedimento di legge prevedeva che la Giunta regionale, nei sei mesi successivi doveva procedere alla individuazione degli ambiti ottimali attorno ai quali costruire questo intervento. Siamo andati molto al di là dei sei mesi, non l'abbiamo fatto, rimandiamo al piano di riordino. Questi sono due nei che rimangono e che per noi rappresentano un motivo di preoccupazione.
Non voglio entrare nel merito dell'altra differenziazione che c'è stata, sulla quale comunque, alla fine si è trovata una composizione.
Detto questo, evidentemente voteremo questo provvedimento, perché riteniamo che contribuisca a recuperare efficienza ed efficacia nella gestione dei servizi da parte dei Comuni.

PRESIDENTE. Pongo in votazione la prosecuzione della seduta fino all'approvazione della proposta di legge in discussione e fino alla nomina di un consigliere regionale nella Consulta regionale degli immigrati.

Il Consiglio approva)

Ha la parola il consigliere Mollaroli.

ADRIANA MOLLAROLI. Voglio esprimere un giudizio positivo, sia come parte politica, quindi come gruppo Ds, sia come presidente della Commissione che all'elaborazione di questo testo ha ampiamente lavorato.
Innanzitutto una valutazione positiva sul metodo, perché occorre riconoscere che la prima proposta di legge su questa materia è stata del gruppo di Forza Italia e la Giunta regionale ha proposto successivamente un proprio testo. C'è stato un lavoro di merito molto significativo della Commissione, un ascolto dei soggetti interessati al testo di legge che sono le Unioni dei Comuni e le Comunità montane. Noi siamo una regione che ha oggi operative 7 Unioni di Comuni che sono nate per impulso di un'azione del Governo di centro-sinistra con la legge 267, testo unico sugli enti locali e che già, nelle finanziarie degli anni 1999 e 2000 ha messo a disposizione risorse dello Stato nazionale per accompagnare questo processo importantissimo dell'associazionismo... (Interruzione del consigliere Giannotti). Visto che tu hai avanzato una critica in merito, ritengo corretto nel mio intervento, ricordare che questo processo di unificazione, di favorire l'unificazione dei Comuni e soprattutto le funzioni associate dei servizi, nasce per forte impulso dei Governi di centro-sinistra che oltre a questo hanno fatto anche qualcosa di più, hanno riformato il titolo V della Costituzione, riconoscendo che il nostro Stato, la nostra moderna Repubblica italiana è costituita da Comuni, Province, Regioni e Stato, dando pari dignità costituzionale agli enti locali.
La nostra legge ha questi contenuti: favorisce la fusione dei Comuni l'unione dei Comuni e favorisce, mettendo a disposizione contributi, seppur limitati, ma che speriamo possano nel tempo aumentare, la funzione associata dei servizi in tutte le forme che la legge 267 prevede.
Questo è il contenuto di merito e comunque si aggiungono risorse a quelle che già derivano direttamente dallo Stato.
Noi abbiamo fatto un'operazione cercando di favorire — cosa che non potevamo non fare — la possibilità che i Comuni si uniscano e scelgano tra loro di costituirsi in Unioni. Abbiamo anche fatto un passo in più rispetto al testo che la proposta di legge della Giunta inizialmente prevedeva, cioè che fosse la Giunta ad elaborare il programma di riordino. Noi l'abbiamo ricondotto, credo correttamente, al Consiglio, quindi ridando al Consiglio una funzione programmatoria, consentendo che questo programma venga riconosciuto ed approvato concordandolo con la Conferenza regionale delle autonomie, quindi costruendo questo percorso con un'azione del Consiglio accompagnata dalla Conferenza regionale delle autonomie.
Il gruppo Ds voterà favorevolmente questa legge. Avremo occasione di riparlarne approfonditamente in questo Consiglio quando approveremo i piano di riordino. Diamo risposte ai piccoli Comuni, perché tra le modifiche che abbiamo apportato c'è anche quella di favorire, nella distribuzione delle risorse i Comuni di minore dimensione demografica, quindi credo che insieme all'azione che sta portando avanti il Parlamento italiano, i piccoli Comuni delle Marche avranno più risorse, nell'interesse soprattutto dei cittadini e dell'utenza in genere.

PRESIDENTE. Vi sono altri cinque iscritti a parlare. Il relatore fa notare che il suo intervento è stato entro i 7 minuti per acconsentire a richieste in tal senso, quindi cerchiamo di non superare il tempo utilizzato dal relatore.
Ha la parola il consigliere Brini.

OTTAVIO BRINI. Faccio notare che ancora una volta questo Consiglio regionale dimostra tutta la sua debolezza e la sua pochezza in quanto sul garante per l'infanzia e l'adolescenza non siamo stati in grado di eleggere una persona, per quanto riguarda invece questa proposta di legge all'ordine del giorno, viste le numerose assenze — giustamente Procaccini faceva rilevare che il partito dei Comunisti italiani è presente al 100% — senza la presenza delle opposizioni non verrebbe approvata. Quindi bisogna che la maggioranza faccia un esame di coscienza. Alla luce di questo, a nome anche dei consiglieri Trenta e Favia chiediamo la votazione per appello nominale, affinché una volta per tutte i presidenti dei gruppi richiamino i propri consiglieri al loro compito istituzionale, alla loro responsabilità e affinché, invece che scrivere sui giornali, fare propaganda, demagogia a livello politico, espletino il loro compito, il loro lavoro come noi da diverso tempo stiamo facendo. E' una vergogna, Presidente: richiami il Consiglio regionale al rispetto dell'orario: il Consiglio il mattino, convocato alle 10, inizia alle 11,30; il pomeriggio è convocato alle 16 e inizia alle 17,30. Nonostante questo, moltissimi consiglieri, alla faccia dei presenti, abbandonano l'aula e se ne fregano di leggi importanti che stiamo discutendo e votando.

GILBERTO GASPERI. Se non siamo 21 non si può votare...

OTTAVIO BRINI. Se non siamo 21, si preoccupi qualcuno a telefonare. Noi stiamo garantendo con circa 10 consiglieri la presenza in aula, quindi, ripeto, a nome di Brini, Trenta e Favia chiediamo la votazione per appello nominale.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere D'Angelo.

PIETRO D'ANGELO. Ritengo che questa proposta di legge sia molto importante, perché si va verso una gestione associata dei servizi fra più Comuni. Ritengo che non solo sia un atto che va a incidere sulla funzionalità, ma un atto che ottimizza gli stessi servizi sul territorio, anzi direi che una gestione collettiva di più Comuni dei servizi possa anche avere un risvolto di migliore utilizzo del territorio e quindi anche una salvaguardia ambientale. Ritengo quindi che questo atto sia importantissimo, comunque è indispensabile fare ogni sforzo affinché dalla legge si passi alla sua applicazione, anche in considerazione della copertura finanziaria che ritengo esigua e che comunque deve, in futuro, dare la possibilità ai Comuni sotto i 3.000 abitanti, di avviare questa esperienza che può, senza ombra di dubbio, portare dei vantaggi al territori e ai cittadini.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Pistarelli.

FABIO PISTARELLI. L'amore di brevità ci porta a non ripetere le considerazioni che sono state già svolte dal collega Giannotti sul ritardo con il quale la Regione affronta il tema dei piccoli Comuni, la qual cosa non fa venire meno il valore dell'atto, tant'è che è la minoranza che sta garantendo la possibilità di andare avanti e di procedere fino al voto, perché non mi pare che sui numeri il Consiglio abbia la sua pienezza, la sua interezza. Lo facciamo con senso di responsabilità, ma anche perché convinti della bontà dell'iniziativa che ha visto un contributo forte già in sede di Commissione da parte dell'opposizione di centro-destra.
Nel merito solo un problema relativo alla fase applicativa della legge, perché non vorremmo che si uscisse con una legge-manifesto di difficile attuazione o comunque non aderente alle esigenze che vengono dal territorio, dai tanti sindaci di piccoli Comuni che sono la ricchezza della nostra straordinaria regione che proprio sui piccoli Comuni ha creato un tessuto sociale, solidale, produttivo, economico, di sviluppo. Sui tanti piccoli campanili ha creato quello che è stato ed è il "modello marchigiano" fatto di piccole e medie imprese, di artigianato e di commercio. Mi riferisco all'art. 4 dove si limita la corresponsione di contributi alle Unioni di Comuni non ricomprese in tutto o in parte nel territorio della Comunità montana. Capisco la preoccupazione di non fare piccole Comunità montane sotto quella più grande, che è quella istituzionale, però questa cosa forse dà adito a delle difficoltà di applicazione di questo tipo di legge, perché se vi è, anche all'interno di un territorio di Comunità montana un'Unione di Comuni, 4-5, non tutti i 12, 15 o 20 che fanno parte della Comunità montana, che riesce ad individuare un problema di infrastruttura comune, di servizio comune e a dare delle risposte progettuali e poi esecutive, riferire comunque questa esperienza a quella della Comunità montana, comunque al mantello istituzionale della Comunità montana forse è un ostacolo, una barriera all'applicazione concreta, pratica degli scopi, degli obiettivi che ci vogliamo porre.
Lo pongo come problema, perché ho visto in tante realtà che quello che funziona di più è l'omogeneità, la vicinanza fisica, territoriale di 5-6 Comuni che hanno una sensibilità tale da superare quei campanili che tante volte fanno sì che anche il vigile urbano debba essere solo il vigile di quel Comune e non possa essere quello espresso da una forma associata di gestione. Vedo che è più facile in 4-5 piuttosto che attraverso l'opera, pur meritoria, dei presidenti di Comunità montana, delle Giunte di Comunità montana o dell'Assemblea dei Comuni ricompresi nel territorio della Comunità montana.
La preoccupazione mi pare sia stata anche del legislatore, perché al comma 4 si dà una salvaguardia comunque, perché si aggiunge "I contributi ordinari sono concessi anche nel caso in cui le funzioni siano in tutto o in parte coincidenti con quelle demandate alle Comunità montane", perciò c'è una possibilità di sub-delega, però su questo meccanismo ho dei dubbi che non ci spingono a dire che tutto è poi da cestinare, anzi l'atto è meritorio, spero che anche la legge nazionale sui piccoli Comuni, la "Bocchino-Realacci" possa giungere alla definitiva approvazione anche del Senato, avendo fatto il passaggio importante della Camera. L'on. Bocchino è di Alleanza nazionale, l'ha firmata con un esponente della Margherita, seppure impegnato nell'ambito dell'associazionismo ambientale, perché è il presidente nazionale di Legambiente. L'abbiamo comunque fortemente appoggiata e voluta perché riteniamo che questa sia una ricchezza dell'Italia intera ma soprattutto delle Marche. I piccoli Comuni devono essere sostenuti in maniera concreta. La preoccupazione spero che non vi sia, nella fase applicativa cercheremo di chiarire, attraverso gli uffici, che potrà essere più il comma 4 che il comma 2 a scattare nei meccanismi di contribuzione. I piccoli Comuni hanno così la possibilità di vedere il proprio futuro in maniera diversa, un futuro non fatto di spopolamento e di difficoltà di bilancio ma un futuro fatto di sostegni seri a progetti e realizzazioni altrettanto serie.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Giuseppe Ricci.

GIUSEPPE RICCI. Con questo mio brevissimo intervento faccio alcune riflessioni sulla legge e dichiaro, per conto della Margherita, il voto sulla legge stessa.
Questo è un momento nel quale i piccoli Comuni sono tornati al centro dell'attenzione da parte della legislazione, sia nazionale che regionale. Veniva ricordata la "legge Realacci", già approvata da un ramo del Parlamento, viene oggi approvata dal Consiglio regionale la legge che incorpora due proposte in gran parte coincidenti, per lo meno nello spirito, sia della Giunta regionale che dei gruppi di minoranza. Questo avviene dopo un periodo nel quale c'è stata un po' di disattenzione nei confronti dei piccoli centri. In passato c'era stata una classificazione della Regione che individuava i comuni svantaggiati, poi questo discorso è passato in secondo ordine perché ci sono state le zone degli obiettivi comunitari e molto spesso le zone degli obiettivi comunitari non comprendevano i comuni svantaggiati. Questo viene recuperato nel momento in cui si fa un riferimento al numero degli abitanti dei comuni e non a una serie di parametri e di criteri che sono quelli introdotti dall'Ue per l'applicazione dei benefici comunitari che molto spesso tendono più a salvaguardare delle "bomboniere" che sono fini a se stesse piuttosto che a creare delle condizioni di sviluppo e di crescita di un territorio che complessivamente soffre una condizione di disagio. Questa legge, rivolgendosi ai piccoli comuni complessivamente intesi in modo particolare, con alcuni correttivi che mi auguro possano essere apportati anche alla legge nazionale, dà una serie di risposte ai piccoli Comuni che nel territorio nazionale in un caso, nel territorio regionale per quel che riguarda la legge di cui stiamo discutendo, hanno la possibilità di integrarsi nella gestione dei servizi che altrimenti diventerebbe difficile da organizzare in proprio.
Rispetto agli aspetti che sono stati considerati ho un dubbio sui tempi. Il punto che prevede che si debba arrivare ad un programma di riordino territoriale concordato con la Conferenza regionale delle autonomie non prevede tempi di scadenza. Mi auguro — e qui faccio un invito alla Giunta regionale — che avvenga il più rapidamente possibile la proposta di riordino degli ambiti territoriali, perché le Unioni dei Comuni già esistenti, in alcuni casi scontano una disgregazione in essere, cioè alcuni Comuni fanno parte di alcuni ambiti territoriali e altri Comuni fanno parte di ambiti territoriali diversi. Poiché lo scopo della legge è quello di rimettere all'interno di uno stesso ambito per i servizi sociali, per i bacini di traffico, per i servizi sanitari, per l'organizzazione della raccolta dei rifiuti, gli ambiti delle Unioni dei Comuni, mi auguro che questo assetto nuovo venga definito in tempi rapidissimi, in modo tale da consentire di superare le difficoltà di gestione che oggi esistono.
Mi preoccupo un po' meno dell'osservazione che faceva il collega Pistarelli, pur riconoscendone una legittimità dal punto di vista culturale, perché è vero che il comma 4 dell'art. 4 nel momento in cui dice che anche se in parte i Comuni delle Comunità montane delegano delle funzioni alle Comunità montane stesse, i contributi possono essere ricevuti. Quindi si dice che non possono essere costituite Unioni di Comuni all'interno delle Comunità montane, che non coincidano con l'ambito delle Comunità montane stesse, ma si dice che se solo alcuni Comuni delegano una funzione — il trasporto, l'organizzazione della vigilanza — alle Comunità montane, i contributi, in questo caso, per quei Comuni, vengono concessi. Quindi, di fatto si impedisce la creazione di una nuova istituzione sub-territoriale rispetto alla Comunità montana, ma si dà alla Comunità montana la facoltà di gestire alcuni servizi, anche solo per una parte dei Comuni stessi.
Credo che la legge complessivamente sia positiva, c'è stato uno sforzo complessivo della maggioranza e della minoranza anche in Commissione per arrivare ad un testo che ha trovato poi la soddisfazione di tutti, e qui un richiamo non polemico, ma una considerazione oggettiva: non è che qualcuno garantisce, questa sera, il numero legale. E' una legge sulla quale abbiamo lavorato insieme, che abbiamo portato a questo punto insieme, quindi vicendevolmente garantiamo, ad ognuno di noi che ci ha lavorato ma soprattutto alla comunità marchigiana, di portarla a compimento con un voto utile.

PRESIDENTE. Ha la parola l'assessore Agostini.

LUCIANO AGOSTINI. Intanto vorrei esprimere il compiacimento per il lavoro svolto dalla Commissione, per il risultato di grande condivisione che la stessa legge ha avuto. Sono molto d'accordo con alcuni interventi, in particolare con il relatore di maggioranza, che pur nella ristrettezza dei tempi ha evidenziato i punti più importanti della legge e gli obiettivi che la Giunta regionale si è posti nel momento in cui ha varato la proposta di legge.
Intanto vorrei rassicurare il consigliere Giannotti che la legge l'abbiamo fatta consultando e mettendoci in sintonia con le associazioni dei Comuni, con l'Anci, in particolare con la commissione Anci per i piccoli Comuni. Penso che con questa legge diamo una prima significativa risposta al principio che nella mozione politico-programmatica presentata dal Presidente D'Ambrosio in questa sede è stato evidenziato come uno dei punti più importanti, una delle sfide più importanti da raccogliere nelle Marche, cioè la fase del riequilibrio tra nord e sud della regione ma in particolare tra costa ed entroterra. Quindi in questo senso l'avere evidenziato come il Governo regionale sia sensibile alla gestione dei servizi associati dei Comuni e soprattutto dei piccoli Comuni, a me pare una cosa importante, un obiettivo che abbiamo conquistato. Oggi i Comuni attraversano un particolare momento di difficoltà dovuta alla gestione dei servizi, ai costi crescenti nella gestione dei servizi, in considerazione dell'aumento anche delle esigenze dei cittadini ma anche a seguito di un atteggiamento del Governo nazionale che colpisce in particolare il sistema delle autonomie locali. Quindi, in questo senso l'incentivo ad associarsi, a mettersi insieme per gestire i servizi è un fatto sicuramente importante che vogliamo venga sempre più sostenuto, perché le Marche hanno nel fattore-campanile uno dei punti di debolezza e speriamo che l'incentivo possa rappresentare una prospettiva di associazione, di lavoro insieme, di sinergie, soprattutto per la gestione di molti e complessi servizi anche in funzione delle competenze e delle rigidità che si sono determinate in questi anni.
Il fatto che gestione dei servizi associati nelle Comunità montane possa rientrare nei benefici di questa legge è sicuramente un altro punto importante da tenere in considerazione.
Voglio raccogliere quello che il relatore di minoranza affermava. Procaccini dice "abbiamo preparato un buono strumento, adesso c'è la sfida dei fondi, quindi nel documento che dovrà redigere la Giunta dovremo dare sostanza a questi principi, a questi obiettivi". L'approvazione della legge prima che inizi la sessione di bilancio sta intanto a significare che non volevamo perdere i fondi che avevamo già destinato nel 2002 a questa legge, li implementeremo successivamente con il bilancio di previsione, a seconda anche della disponibilità. Non vorrei qui fare riferimenti alla complessità del bilancio, alle sue ristrettezze, perché dovremmo chiamare in causa le responsabilità del Governo regionale, ma anche il fatto che queste difficoltà di bilancio vengono determinate dalla finanziaria nazionale.
Quindi raccogliamo la sfida nel determinare gli obiettivi di questa legge come priorità dell'azione del Governo regionale, compatibilmente e dentro il quadro delle risorse e delle ristrettezze finanziarie.
Da questo punto di vista penso di raccogliere l'appello che faceva il consigliere Ricci da ultimo sulla necessità di far presto nella determinazione degli ambiti e del regolamento che viene demandato alla Giunta. Cercheremo, insieme alle associazioni degli enti locali e insieme alle Unioni di Comuni che si sono fin qui formate, di trovare a breve l'accordo e l'intesa per redigere gli strumenti propedeutici al finanziamento di importanti azioni previste da questa legge.

PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli articoli.
Articolo 1. Lo pongo in votazione.

Il Consiglio approva

Articolo 2. Lo pongo in votazione.

Il Consiglio approva

Articolo 3. Lo pongo in votazione.

Il Consiglio approva

Articolo 4. C'è un emendamento a firma Cecchini. Lo pongo in votazione.

Il Consiglio non approva

Pongo in votazione l'articolo 4.

Il Consiglio approva

Articolo 5. Lo pongo in votazione.

Il Consiglio approva

Articolo 6. Lo pongo in votazione.

Il Consiglio approva

Articolo 7. Lo pongo in votazione.

Il Consiglio approva

Articolo 8. Lo pongo in votazione.

Il Consiglio approva

Pongo in votazione il coordinamento tecnico.

Il Consiglio approva

Pongo in votazione la legge nel suo complesso, per appello nominale, a nome di Brini, Favia e Pistarelli, ad iniziare dal n. 14.

GABRIELE MARTONI, Consigliere segretario. Procedo alla chiama:
D'Angelo sì
Donati sì
Favia sì
Franceschetti sì
Gasperi sì
Giannotti sì
Grandinetti assente
Luchetti sì
Martoni sì
Massi sì
Melappioni assente
Minardi sì
Mollaroli sì
Moruzzi sì
Novelli assente
Pistarelli sì
Procaccini sì
Ricci Andrea assente
Ricci Giuseppe sì
Rocchi assente
Romagnoli sì
Secchiaroli sì
Silenzi assente
Spacca assente
Tontini sì
trenta sì
Viventi assente
Agostini sì
Amagliani assente
Amati assente
Ascoli sì
Avenali assente
Benatti sì
Brini sì
Castelli sì
Cecchini assente
Ceroni assente
Cesaroni assente
Ciccioli sì
D'Ambrosio assente

Il Consiglio approva



Nomine

PRESIDENTE. Prego di distribuire le schede perla nomina di un consigliere regionale di maggioranza in sostituzione del consigliere Ugo Ascoli nella Consulta regionale degli immigrati.

(Segue la votazione)

Comunico il risultato della votazione. Votanti n. 22. Hanno ricevuto voti: Luchetti Marco n. 16, schede bianche n. 6. Proclamo eletto Marco Luchetti.
La seduta è tolta.


La seduta termina alle 20,20