Resoconto seduta n. 125 del 05/03/2003
La seduta riprende alle 16,20



Proposta di atto amministrativo (Votazione): «Documento di programmazione economica e finanziaria regionale (D.P.E.F.R.) 2003/2005. Legge regionale 11 dicembre 2001, n. 31, articolo 3» Giunta (97)
Proposte di legge (Esame degli articoli):
«Provvedimento generale di rifinanziamento e modifica di leggi regionali per la formazione del bilancio annuale e pluriennale della Regione (legge finanziaria 2003) Giunta (159)
«Approvazione del bilancio di previsione per l'anno 2003 ed adozione del bilanci pluriennale per il triennio 2003/2005» Giunta (160)

PRESIDENTE. Riprendiamo la seduta. L'ordine del giorno reca la proposta di atto amministrativo n. 97 ad iniziativa della Giunta e le proposte di legge nn. 159 e 160, sempre ad iniziativa della Giunta. La discussione generale è già avvenuta. Passiamo quindi alla votazione, iniziando dalla proposta di atto amministrativo n. 97.
Dobbiamo procedere alla votazione della proposta di legge n. 159.
Articolo 1. Ha la parola il consigliere Castelli.

GUIDO CASTELLI. Questa stima delle entrate per quanto riguarda anche e soprattutto gli anni 2004 e 2005 certifica che l'intento, pio, di abbassare e alleggerire le tasse a partire dal 2004 è ufficialmente smentito dai dati.

PRESIDENTE. Pongo in votazione l'articolo 1.

Il Consiglio approva

Articolo 2. Subemendamento 01 a firma Cecchini. Lo pongo in votazione.

Il Consiglio non approva

Emendamento 1. Ha la parola il consigliere Pistarelli.

FABIO PISTARELLI. Il nostro emendamento dice la stessa cosa del subemendamento Cecchini, ma prevede un'altra copertura. E' relativo alla legge 43, un'importante legge della regione Marche che riguarda una fondazione a Urbino e un centro studi a Gualdo di Macerata dedicati a Romolo Murri. Il problema, che solo parzialmente la Commissione ha risolto, è quello di vedere una adeguata copertura finanziaria a questa legge che, altrimenti, sarebbe priva di operatività. Le cifre dell'anno scorso sono piccole ma molto significative, perché per la fondazione Murri di Urbino 50 milioni annui erano in grado di farla funzionare in maniera degna. Per quanto riguarda il centro studi Murri, che fra l'altro garantisce la catalogazione di tutta una serie di pubblicazioni di Murri e la tenuta di una biblioteca molto interessante, dedicata proprio a questa figura di rilievo regionale e oltre, era garantito da 20 milioni. Troviamo ora 10.000 euro complessivi per entrambe le realtà. Ho fatto sì che l'aula fosse attenta a questa problematica presentando l'emendamento, perché con quella dotazione sarebbe da far vivere soltanto uno dei due centri, andando in contrasto con la legge che è dedicata ad entrambi i centri. Sarebbe anche una questione di legittimità formale quella di tenere in vita la legge, destinando i finanziamenti, in pratica, ad una sola delle due realtà, perché con 20 milioni si garantisce la vita di una sola delle due realtà. Se si garantisce Urbino e muore Gualdo non osserviamo il dettato della nostra legge che è ancora in vigore e quindi ha tutta la validità e la pregnanza dell'indicazione legislativa regionale, oltre che formale soprattutto sostanziale, per i motivi che dicevo prima, cioè due centri importanti destinati all'approfondimento degli studi e delle opere di don Romolo Murri. Chiedo pertanto che venga adeguata la copertura con altri 20.000 euro, portando a 30.000 euro la tabella A e l'importo riferito alla legge 43 del 1990.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Cecchini.

CRISTINA CECCHINI. Ricordo che nel precedente bilancio, addirittura non mettemmo alcuno stanziamento, dopodiché in corso d'anno, proprio perché non potevamo non assolvere a un impegno politico e culturale di grande rilevanza, prevedemmo uno stanziamento. Questa volta la Giunta è arrivata in aula con uno stanziamento troppo esiguo per far vive le due strutture. Voterò questo emendamento, ma credo che in ogni caso la Giunta debba garantire la funzionalità intera della legge, perché garantire Urbino che dal punto di vista dei rapporti è molto vivace, significherebbe, di fatto, far morire Gualdo che poi è il luogo vero dove c'è la biblioteca, dove c'è l'esperienza dove è nato Romolo Murri, quindi un impegno del Presidente potrebbe garantire che tutto possa funzionare, perché vale la pena che la legge funzioni interamente.

PRESIDENTE. Ha la parola il Presidente D'Ambrosio.

VITO D'AMBROSIO, Presidente della Giunta. Approfitto per fare una valutazione complessiva. Se impegniamo il nostro tempo nel dividerci qualche migliaia di euro per le manifestazioni in giro per la regione diamo uno spettacolo non entusiasmante e soprattutto apriamo la stura non a una finanziaria ma a una cosa molto diversa e molto poco seria.
Chiedo a tutti coloro che hanno presentato emendamenti puntuali e specifici di ritirarli, perché la Giunta alla fine, di questi emendamenti non ne farà un falò ma li valuterà e, piuttosto che parli al voto di un'aula a cui, a quel punto, dovrei chiedere di assumere una posizione di coerenza, credo che riusciremo a far fronte ancora meglio e con maggiore elasticità rispetto ai tempi.
L'esempio del consigliere Cecchini mi aiuta a fare questa richiesta al consigliere Pistarelli, perché la volta scorsa non avevamo previsto niente. Il bilancio non è bloccato, è impegnato, però ci sono dei gradi di libertà del bilancio, seppure piccoli, seppure atterriti dal deficit sanitario. Siccome sappiamo che la legge è così e siccome già l'anno scorso abbiamo provveduto in corso d'opera, rispetteremo la legge. Se il consigliere Pistarelli ritira l'emendamento, la Giunta si farà carico di rispondere non allo spirito ma alla lettera di quella legge. Questo è quindi un emendamento in pol position in una lista d'attesa che sicuramente si arricchirà di altri ma che vedrà questo al primo posto. Chiedo questo, come segnale complessivo di attenzione ai problemi generali, assumendomi l'impegno di far funzionare anche la biblioteca Murri e queste cose.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Pistarelli.

FABIO PISTARELLI. Mi pare di aver capito che l'impegno sia solenne e fondato da parte della Giunta, dalle parole autorevoli del Presidente, quindi sulla base di questo impegno assunto in aula dal Presidente, ritiro, a nome anche degli altri colleghi del gruppo, l'emendamento chiedendo al Presidente di rispettare questa assunzione di impegno verso un centro che mi pare sia di rilievo e pertanto in grado di assolvere le funzioni destinate dalla nostra legge.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Trenta.

UMBERTO TRENTA. Faccio mio l'emendamento. Questo mi sconcerta di questo Consiglio. Parlavo questa mattina con alcuni funzionari, persone che si lamentano a vario titolo. Questo è veramente scandaloso. Capisco che il Presidente svolge appieno il suo ruolo, ma non accetto questo tipo di discorso, perché significa che anche noi andremo a trattare emendamenti, cifre ecc. Ci viene detto che non è serio presentare emendamenti. Questo Consiglio non può permettere questo tipo di atteggiamento e di mercimonio.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere D'Angelo.

PIETRO D'ANGELO. Capisco bene il suo intervento Presidente e valuto attentamente la sua proposta, però è chiaro che non si può in una finanziaria dichiarare esplicitamente di finanziare questa o quella attività per promozione turistica facendo la distinzione della validità più o meno della stessa, perché ogni località ha la sua storia, ha le sue tradizioni e fa promozione turistica in base a quello che può. Ritengo che sarebbe stato molto più opportuno, all'art. 9 rimandare la promozione turistica al piano annuale di promozione turistica;in modo da distribuire equamente su tutto il territorio tutte quelle iniziative che provengono dagli enti locali, per favorire l'attività turistica, quindi l'emendamento che ho presentato insieme all'assessore Rocchi non voleva penalizzare questo o quello, ritengo che nel piano della promozione turistica che va approvato dalla Giunta debba rientrare tutto l'art. 9. Sono quindi anche disposto a ritirare l'emendamento a condizione che venga traslato tutto al piano di promozione turistica regionale.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Massi.

FRANCESCO MASSI GENTILONI SILVERI. Intanto ringrazio il collega Pistarelli per questo emendamento che ha dato modo alla collega Cecchini di fare un intervento molto costruttivo, che ho apprezzato, e soprattutto al Presidente di fare una dichiarazione solenne di impegno, di fronte alla quale il collega Pistarelli ha ritirato l'emendamento.
Mi sento di farle questa ulteriore sollecitazione, Presidente: ricorda gli anni '70 in cui c'era la discussione tra l'effimero e una politica di programmazione strutturale del messaggio culturale? Uno dei casi è questo del centro Murri: la raccomandazione è di distinguere sempre, per quanto possibile, le spese che riguardano manifestazioni, pur prestigiose, che però si perdono nella memoria, rispetto a operazioni di grande acquisizione di patrimonio al servizi pubblico, come ha fatto il Comune di Gualdo e il centro Murri di Gualdo: sono stati acquisiti patrimoni librari, l'emeroteca al patrimonio pubblico, quindi è stata fatta un'opera meritoria, che rimane, di struttura della cultura. Quindi la raccomandazione è che ci sia un privilegio per questo tipo di programmazione.

PRESIDENTE. Consigliere Trenta, mi pare di avere capito che la sua era una protesta, quindi possiamo considerare ritirato questo emendamento.
Emendamento 2, a firma Gasperi e altri. Ha la parola il consigliere Castelli.

GUIDO CASTELLI. Questo emendamento di fatto ha un contenuto analogo a un emendamento successivo, che riguarda sempre il fondo delle Province. Sono due, sostanzialmente, i fondi: quello costituito dalla legge regionale 77/97 e quello della 120/99. Visto che la problematica è la stessa, in Commissione ho detto che ero disposto a ritirare questo, tenendo salva la richiesta e la proposta del n. 6.

PRESIDENTE. Emendamento n. 23 a firma Pistarelli e Gasperi. Ha la parola il consigliere Castelli.

GUIDO CASTELLI. Questo emendamento sfugge alle argomentazioni prima sostenute dal Presidente della Giunta, in quanto non fa riferimento ad una legge che fotografa situazioni specifiche, sia pure meritevoli e prestigiose come quella del Murri, ma fa riferimento alla proposta di incrementare di 100.000 euro l'importo che nella tabella A della finanziaria è riferito alla legge 7 del 1995. Si tratta quindi di una richiesta di stanziamento maggiore per quanto riguarda le finalità della legge sulla caccia. Pende su questa legge, infatti, una contraddizione normativa piuttosto evidente, sulla quale peraltro siamo intervenuti con un apposito emendamento, che intercorre tra l'art. 41 della legge 7/95 che prevede che la totalità dei proventi delle tasse regionali sulla caccia siano destinate, secondo una finalizzazione precisa, agli scopi della legge. Sappiamo che questa previsione è stata in qualche modo superata e contraddetta da una norma della finanziaria del 1998 che volle prevedere l'abolizione delle tasse di scopo, o meglio della finalizzazione delle tasse, i vincoli su queste tasse. Abbiamo comunque preso in esame il problema in un emendamento autonomo, ma a prescindere da questo proponiamo con il nostro emendamento di aumentare lo stanziamento per le finalità connesse, in particolare, alle funzioni dell'Atc e, non secondariamente, alle necessità finanziarie connesse al rimborso dei danni provocati dagli animali. Si tratta quindi della volontà di rimpinguare un capitolo che avrebbe dovuto avere ben altra consistenza in ragione dell'art. 41 e che quindi proponiamo di aumentare di 100.000 euro.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Luchetti.

MARCO LUCHETTI. Come il collega Castelli sa, abbiamo già alzato, in Commissione, questo parametro, nel senso che ci eravamo resi conto, tutto sommato, che la diminuzione del 15% che aveva toccato questa spesa come le altre, andava ripristinata. A noi sembra che l'impegno già preso in Commissione sia sufficiente.

PRESIDENTE. Pongo in votazione l'emendamento.

Il Consiglio non approva

Emendamento n. 4 a firma Ciccioli e altri. Ha la parola il consigliere Castelli.

GUIDO CASTELLI. La legge 33/90 di cui si propone il rifinanziamento, è piuttosto importante sulla conservazione e ripristino del patrimonio edilizio rurale. Da quello che mi consta, è stata attribuita la competenza alle Province, pur restando il finanziamento in capo alle Regioni. E' una legge importante e significativa, rispetto alla quale esiste ancora, per usare un termine caro a questa Amministrazione, una lista d'attesa piuttosto consistente di soggetti che hanno formulato richiesta di contributo diretto al ripristino e ala conservazione di un patrimonio particolarmente significativo della regione Marche e che, oggi come oggi, non può godere di stanziamento alcuno, proprio perché da un paio d'anni la legge non è stata rifinanziata. E' un caso tipico di legge che rimane nella cornice normativa del nostro ente, il quale in qualche misura si è liberato la coscienza attribuendo la responsabilità della stessa alle Amministrazioni provinciali, ma che pure vede una congerie di richiedenti che sono muniti del vaglio positivo delle loro rispettive domande, che vede questi richiedenti nella condizione di non poter procedere alla realizzazione di opere che sono perfettamente in linea con le direttive, i principi, gli intenti programmatici di una Amministrazione che, almeno in altre sedi, non nasconde di voler riservare alla nostra cultura edilizia, nell'ambito del cosiddetto sviluppo sostenibile, una particolare attenzione.
Abbiamo elaborato questo emendamento anche per dare una risposta ai molti, troppi marchigiani che sono stati illusi circa la possibilità di contributi che poi sono spariti nelle pieghe dei precedenti bilanci, quindi si propone una attivazione ex novo nell'ambito della tabella A per un importo pari a 400.000 euro.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Luchetti.

MARCO LUCHETTI. Comprendiamo le argomentazioni poste da questo emendamento, degne di considerazione. Questo impegno attualmente risulta esorbitante rispetto alle disponibilità, ma soprattutto in considerazione del fatto che in Commissione III è in discussione la revisione della legge sull'edilizia rurale che sicuramente, se andrà avanti dovrà comportare un impegno non indifferente e siccome su questa legge ci sono attenzioni particolarmente vive per poter procedere ad una edificazione ulteriore, noi riteniamo che questo emendamento sia inopportuno.

PRESIDENTE. Pongo in votazione l'emendamento

Il Consiglio non approva

Pongo in votazione l'articolo 2.

Il Consiglio approva

Articolo 3. Emendamento 6 a firma Ciccioli e altri. Ha la parola il consigliere Castelli.

GUIDO CASTELLI. Nell'ambito delle numerose audizioni che abbiamo sostenuto con le autonomie locali e funzionali, diverse Amministrazioni provinciali hanno posto il problema del mancato rifinanziamento della legge 70/97 che reca come oggetto l'intervento finanziario a favore delle Province. Scorrendo i documenti a sostegno di questa posizione, è saltata all'occhio una lettera a firma del presidente, in particolare, della Provincia di Pesaro e Urbino che ricordavo nel corso del mio intervento iniziale quando, scherzosamente interloquendo con Giulio Silenzi, continuavo a dirgli: "non devi prendertela con me, io mi faccio latore, occasionalmente, anche delle rimostranze, delle richieste di molti tuoi compagni di partito". Mi faccio difensore anche, una-tantum, di Palmiro Ucchielli ma anche del presidente Colonnella, che con lettere analoghe manifestano un forte disappunto proprio per l'azzeramento del fondo unico per le funzioni delegate di cui alla legge regionale 70/97, fondo che tra l'altro attiene al finanziamento di funzioni trasferite prima del famoso titolo V riformato della nostra Costituzione, quindi almeno su questo argomento i lai e le doglianze che in materia di attuazione del federalismo provengono dalla sinistra all'indirizzo del "bieco Governo Berlusconi" non dovrebbero tenere. Si parla del finanziamento di leggi, che potrei anche solo succintamente, ricordare, che ormai appartengono alla storia delle funzioni svolte ormai da anni dalle Amministrazioni provinciali. Ci si riferisce alle norme per la protezione della fauna selvatica e per la tutela dell'equilibrio ambientale, per la salvaguardia e valorizzazione del sistema archeologico, per il finanziamento dei programmi annuali di catalogazione dei beni culturali, per le norme in materia urbanistica e paesaggistica, accelerazione dell'attuazione del Ppar, legge urbanistica regionale, insomma tutto ciò che è stato trasferito alle Province a Costituzione invariata, prima ancora che venisse alla mente del legislatore la riforma del titolo V della Costituzione.
Nelle audizioni le Province hanno fatto questo discorso, ci siamo premurati di farcene carico, non tanto per spirito polemico e di contraddizione, ma per evidenziare, come dice spesso e volentieri De Crescenzo, che "qualcuno è sempre meridionale a qualcuno", così, come la Regione marche è meridionale, negletta rispetto al Governo nazionale, le Province sono meridionali — in senso concettuale — rispetto al Governo regionale.
Leggo solo un capoverso che può essere utile per capire come questa problematica sia avvertita dalle Amministrazioni provinciali. Dice Ucchielli: "Si ribadisce la necessità che tale stanziamento sia mantenuto nel bilancio regionale di previsione 2003, così come assicurato l'anno passato e peraltro stabilito nel documento conclusivo relativo alle linee guida per il trasferimento di risorse per l'esercizio delle funzioni amministrative conferite alle Regioni e agli enti locali e recepito dalla Conferenza regionale delle autonomie dell'1.10.2001 e dalla Giunta regionale del 2.10.2001, che espressamente prevede la stabilizzazione del finanziamento per l'esercizio delle funzioni già attribuite alle Province nei limiti dello stanziamento annuale previsto dalla legge regionale 70/97 a partire dall'esercizio finanziario 2002".
Questo è quindi un emendamento importante, avvertito dal territorio e dalle Amministrazioni che per quasi i 4/4 sono amministrate dal centro-sinistra e che oggi pongono un problema con forza, rispetto al quale auspico, ma non credo, la Giunta regionale vorrà non tanto dimostrarsi sensibile ma coerente con quanto detto e deliberato nell'ambito della Conferenza regionale delle autonomie e successivamente dalla delibera della Giunta regionale 2 ottobre 2002.

PRESIDENTE. Pongo in votazione l'emendamento.

Il Consiglio non approva

Emendamento n. 7. Lo pongo in votazione.

Il Consiglio non approva

Pongo in votazione l'articolo 3.

Il Consiglio approva

Articolo 4. Subemendamento 08. Se non passa, decade anche l'emendamento 8.
Lo pongo in votazione.

Il Consiglio approva

Pongo in votazione l'articolo 4 emendato.

Il Consiglio approva

Articolo 5. Emendamento n. 9 a firma Agostini. Lo pongo in votazione.

Il Consiglio approva

Pongo in votazione l'articolo 5 emendato.

Il Consiglio approva

Articolo 6. Lo pongo in votazione.

Il Consiglio approva

Articolo 7. Emendamento n. 10 a firma Agostini. Lo pongo in votazione.

Il Consiglio approva

Pongo in votazione l'articolo 7 emendato.

Il Consiglio approva

Articolo 8. Subemendamento 011 a firma Luchetti, che ha la parola.

MARCO LUCHETTI. Questo subemendamento coglie una necessità che la Giunta regionale ha ritenuto dover affrontare in maniera celere, nel contesto dell'approvazione della legge finanziaria, in virtù della situazione che si è creata a livello nazionale nel taglio che attualmente pesa sul trasferimento del sociale.
La posizione del Governo, nonostante la ferma posizione di tutte le Regioni, non si è spostata dalla prima proposta che prevedeva un taglio superiore al 50% del fondo sociale. E' chiaro che nonostante le attenzioni che la Giunta regionale aveva posto nella formulazione del bilancio, cercando di salvaguardare al massimo le spese del sociale con un taglio ridotto da imputare soprattutto attraverso la compensazione delle spese per investimenti per i tagli avvenuti nella spesa corrente, questa soluzione scontava il fatto che si potesse recuperare in qualche modo a livello nazionale sul trasferimento. Così non è stato, pertanto ci si trova nelle condizioni di dover sopportare complessivamente una diminuzione di trasferimenti di portata eccezionale.
Questa situazione sta creando tensioni a livello periferico, soprattutto tra le organizzazioni sindacali e di volontariato, che non consentono ulteriori spazi alla Regione che non prendere coscienza fino in fondo, così come ha fatto la Giunta regionale che ritiene di dover far fronte a questa situazione, permanendo pervicacemente la posizione di Tremonti.
La soluzione che si è trovata con questo subemendamento che la Giunta ha proposto in Commissione, è un impegno assolutamente eccezionale che fa riferimento all'impegno, sempre nel contesto dello Stato sociale, in altri capitoli di spesa e che dimostra una assunzione di responsabilità profonda, stante il quadro generale che si sta prospettando con questo bilancio. Pertanto l'aumento di 500.000 euro che si propone in questo capitolo di spesa per sostenere la spesa rivolta agli anziani... (Interruzione). Il collega Castelli deve sapere che sono stati censiti quasi 2.900 non autosufficienti in questa regione e questi non autosufficienti sono proprio dentro le Ipab e le Ipab sono le case di riposo, gli istituti di assistenza e beneficenza non passati ai Comuni e che con bilancio autonomo, sacrificando anche parte del proprio patrimonio, stanno assistendo i nostri anziani. Il problema di farsi carico anche di queste condizioni credo sia doveroso tenerlo in considerazione da parte della Regione e degli enti locali. Ecco perché la Giunta, proprio a fronte della necessità di provvedere in maniera diretta a certe situazioni come quelle delle case di riposo... Il collega Castelli sa che in V Commissione giace il discorso del regolamento che dovrà essere attuato per quanto riguarda le case protette che fanno pendent con le case protette previste nel piano sanitario per quanto riguarda la parte sanitaria. Ebbene, dobbiamo farci carico di questa situazione, visto che ulteriori fondi non sono a disposizione, pertanto questo aumento di impegno che la Giunta propone e che la Commissione ha fatto proprio va in questa direzione.
Tra l'altro credo che sia un segnale piuttosto chiaro anche alla comunità marchigiana da parte di questa maggioranza che ha sempre tutelato le risorse destinate al welfare, proprio per mantenere questo suo impegno verso la coesione sociale che fino ad oggi è stata sviluppata in maniera adeguata in questa nostra comunità.
Pertanto questo aumento di stanziamento non basterà. Ecco perché alla fine della discussione di questa nostra finanziaria, presenteremo un documento in cui si impegna la Giunta e la maggioranza a trovare, in fase di assestamento, ulteriori risorse, proprio per far fronte a questa diminuzione che sarà decisa fra qualche giorno dal Governo in maniera definitiva sul sociale.
Ecco perché questo emendamento, così come quello che si presenterà successivamente e così anche lo scopo dell'ordine del giorno che come capigruppo di maggioranza presenteremo alla fine della discussione sulla legge finanziaria.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Brini.

OTTAVIO BRINI. Se Luchetti avesse partecipato al festival di San Remo avrebbe vinto il premio, perché a forza di sentire questo disco da due giorni, penso che un premio gli sarebbe toccato certamente come disco più gettonato delle Marche. Però si nota una contraddizione in quello che afferma. Mentre grida "al lupo, al lupo!" nei confronti del Governo in riferimento allo Stato sociale, vediamo che per lo Sferisterio e per le Muse si investono soldi rilevantissimi. Potrebbe essere quella una priorità, però si potevano utilizzare quelle risorse anche per lo Stato sociale. Quindi questa maggioranza ha fatto una scelta: i fondi ci sono, basta piangersi addosso sulla colpa del Governo, altrimenti sarebbe bastato fare una piccola operazione per trovare altri 600.000 euro. Poi ci sono altre somme per quanto riguarda le iniziative a livello culturale.
Quindi basta a dire che la colpa è sempre del Governo, quando date centinaia e centinaia di milioni per queste cose. Invito l'assessore Silenzi e il Presidente D'Ambrosio a fare una verifica attenta sullo Sferisterio, perché noi abbiamo fatto un esposto alla Corte dei conti in merito alla gestione, ma la Giunta regionale non ne tiene conto dando un ulteriore premio, non riusciamo a capire se quale incentivo. Però è opportuno fare una verifica anche a livello regionale. Noi saremo attenti e inviteremo sia l'assessore Silenzi che il Presidente D'Ambrosio a verificare come vengono spesi questi soldi. Quindi, basta con questo disco perché ormai è primo nella Hit Parade. Parliamo di cose più concrete perché i soldi nel bilancio ci sono e meraviglia che proprio il relatore, che fra poco parlerà della concessione di un contributo straordinario allo Sferisterio di circa 500.000 euro dica poi "non abbiamo i soldi per il sociale, per le Ipab". Occorre anche serietà e non sempre sfacciataggine.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Pistarelli.

FABIO PISTARELLI. Fortuna che il collega Luchetti non voleva parlare: è poi stato un fiume in piena che ha toccato i tasti più classici del repertorio della sinistra, parlando di Berlusconi, del centro-destra e di tutto il resto. Entriamo nel merito, caro Luchetti. Questa questione specifica riguarda una dotazione finanziaria per i Comuni che dovevano convertire le strutture socio-assistenziali (case di riposo) in case protette. E' una autorizzazione alla spesa di 2.500.000 euro. Stiamo discutendo dell'emendamento Mollaroli e del subemendamento Luchetti. La collega Mollaroli dice "allarghiamo questo discorso anche alle Ipab e inseriamo la legge 20". Il collega Luchetti si accorge che 2,5 milioni di euro a questo punto sono pochi e ha ragione, ma saranno assolutamente pochi anche 3 milioni di euro, perché abbiamo allargato a tutti l'intervento di cui al comma 5 dell'art. 8. Altro che il fondo del sociale! Attenzione alle scelte che stiamo compiendo, perché sarà un fondo che dovrà essere ripartito equanimemente tra tutti coloro che faranno domande.
Questo fondo così parcellizzato non so se riuscirà ad arrivare. La previsione iniziale era più mirata e più centrata nell'obiettivo: coloro che trasformano in casa protetta. Se allarghiamo così tanto, 3 milioni di euro non bastano ma non bastava nemmeno una cifra superiore, perché andiamo a indicare come fruitori, come beneficiari tutti coloro che fanno ogni tipo di trasformazione in struttura prevista dalla legge 20. Quindi attenzione a fare discorsi: qui non c'entra la demagogia, perché già i fondi erano a disposizione e sono a disposizione, se però li allarghiamo a tutti questi interventi non so se saranno sufficienti. Io lo spero e sono qui a votare questo emendamento. Non tiriamo fuori le leggi nazionali, il welfare e altre cose, perché quello riguarda altro tipo di impegni di spesa, qui si sta trattando di trasformazione delle strutture, che da decenni sono in sofferenza anche rispetto ai parametri che abbiamo indicato essere minimi.

PRESIDENTE. Ha la parola l'assessore Secchiaroli.

MARCELLO SECCHIAROLI. Credo che abbia fatto bene il consigliere Mollaroli a riferirsi alla legge 20, anche se la finalità di questi fondi è riferita come priorità alle strutture per anziani e alla trasformazione delle case di riposo in case protette. Perché ha fatto bene la collega Mollaroli? Perché non basta questo articolo per andare a finanziare la riconversione, si dovrà fare un bando, quindi per non far scadere i tempi dell'anno per la spesa di questi soldi è bene che ci lasciamo un po' di flessibilità rispetto alla lunghezza dei bandi e alle domande, perché se rimane qualcosa abbiamo un articolo che ci consente di fare altri interventi. La priorità — è stata una volontà espressa anche dal Presidente della Giunta — è di riconversione delle case di riposo in case protette.

PRESIDENTE. Pongo in votazione l'emendamento.

Il Consiglio approva

Emendamento n. 11 a firma Mollaroli. Lo pongo in votazione.

Il Consiglio approva

Emendamento n. 11 ter a firma Luchetti. Lo pongo in votazione.

Il Consiglio approva

Emendamento n. 12 a firma Martoni, che ha la parola.

GABRIELE MARTONI. Dopo il comma 8 dell'art. 8 che parla di "concessione di contributo per l'adeguamento e la messa a norma delle strutture di teatri regionali è autorizzata la spesa...", troviamo l'8 bis che parla di concessione di un contributo straordinario per la sistemazione di una piazzetta di un comune, cosa giusta sicuramente ma credo che i 246 comuni della regione abbiano tutti una piazzetta da sistemare e credo che questa situazione non sia da annoverare in un bilancio che ha sicuramente altre problematiche.

PRESIDENTE. Pongo in votazione l'emendamento.

Il Consiglio approva

Emendamento n. 13. Lo pongo in votazione.

Il Consiglio approva

Subemendamento n. 014. Lo pongo in votazione.

Il Consiglio approva

Emendamento n. 14. Lo pongo in votazione.

Il Consiglio approva

Emendamento n. 15. Ha la parola il consigliere Pistarelli.

FABIO PISTARELLI. Vorrei che quest'aula fosse un minimo attenta al lavoro che sta svolgendo, perché o decidiamo di non entrare nel merito in nessun tipo di situazione, ma diventa una finzione e pertanto aboliamo le sessioni di bilancio, lasciamo solo le sessioni di commissione, facciamo sì che la Commissione operi in sede deliberante sul bilancio. A meno qui non stiamo qui a fare quello che prima Martoni ha fatto alla "povera" Acquaviva Picena: se c'era stata un'istruttoria in Commissione, almeno valga l'istruttoria della Commissione. Nemmeno quella vale, per certe cose, per altre sì. Anche qui la logica non la seguo più. Non so se sono un illuso, ma io sono per il principio che anche l'aula possa intervenire, ma se si accoglie il principio che è la Commissione la sede nella quale valutare e fare l'istruttoria nel merito di tante questioni, facciamo sì che valga quel principio. Invece c'è una corrente alternata anche su quel principio.
Stiamo votando un emendamento che riguarda una cosa di un certo rilievo, a cui abbiamo destinato risorse cospicue con mostre del passato dedicate ai Longobardi: stiamo parlando di Castel Trosino. Chiediamo che questo emendamento possa autorizzare un adeguato finanziamento. Stiamo parlando di spazi museali.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Castelli.

GUIDO CASTELLI. Si tratta del fatto che ad Ascoli Piceno è stata firmata attraverso il Comune una convenzione con il Ministero per i beni culturali che consentirà di restituire alla città di Ascoli una serie di reperti archeologici rinvenuti nel 1860 nella necropoli di Castel Trosino, che erano rimasti confinati per più di 100 anni nel museo dell'alto Medioevo a Roma Eur. Si tratta sicuramente di una finalizzazione che non ha minor prestigio rispetto a quelle che sono state proposte nell'ambito dello stesso articolo che fa riferimento al Carnevale di Fano, che faceva riferimento a miss Italia e quant'altro. Si fa riferimento, sostanzialmente, a uno stanziamento modesto di circa 45.000 euro, che fa il paio con tutta una serie di impegni che sono stati previsti nell'ambito di strutture museali o comunque ricreative "di alto bordo" come le Muse. Mi farebbe piacere che, al di là della tendenza a parcellizzare gli interventi, il collega Martoni dimostrasse la stessa solerzia che ha avuto nei confronti del comune di Acquaviva, dimostrando di non essere particolarmente attaccato al suo collegio. Questo ti fa onore e io sono convinto che sarai rieletto sicuramente al collegio, anche senza i voti di Acquaviva. Lo dico simpaticamente, per dire che non puoi parlare seriamente nei termini, che posso anche accettare, se solo tu avessi la coerenza di presentare emendamenti soppressivi anche rispetto a tante altre iniziative che potrei citare ed elencare senza difficoltà, che fanno riferimento ad aspetti della vita amministrata che sono di prestigio più ridotto e circoscritto. Ci sono stanziamenti per quanto riguarda il teatro delle Muse, l'azienda speciale del Catria, altre iniziative che sicuramente sono commendevoli e prestigiose, però, caro Martoni, dovrai dimostrare la stessa solerzia rispetto a tutte le occasioni in cui questo Consiglio regionale sarà chiamato ad approvare cose piccole, ma si sa, dalle cose piccole spesso discendono comportamenti grandi.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Brini.

OTTAVIO BRINI. Vorrei fare una riflessione politica, per far riflettere tutto il Consiglio regionale. In questa votazione sono "andati sotto" l'assessore, il presidente della Commissione e l'assessore. Fateci capire questo bilancio di chi è, di chi non è...

MARCO LUCHETTI. Ti suggerisce Giannotti...

OTTAVIO BRINI. No, Giannotti non mi suggerisce niente, forse suggerisco io a Giannotti, perché Giannotti è di Pesaro e quindi deve stare calmo. Giannotti deve "portare a casa", non si preoccupa di Acquaviva, però questa riflessione la dobbiamo fare. (Interruzione). Qui si parla di Acquaviva, Secchiaroli: quando arriveremo a Urbino i soldi li avrai sicuramente per il carnevale, come per Fano, collega Mollaroli. Però una riflessione bisogna farla, Silenzi. Tu, una volta, mi hai detto "noi siamo consiglieri di tutte le Marche". Adesso si parla di Acquaviva, tre voti, Donati si agita, voleva creare problemi. Un bilancio lo dobbiamo trattare sicuramente.
E' giusto il richiamo di Procaccini, il quale ha invitato l'assessore Silenzi a una maggiore serietà, quindi un richiamo che facciamo anche noi, soprattutto alla Commissione. Non possiamo barattare, per 50 milioni, 10 voti, altrimenti diventa un bilancio rispetto al quale ognuno si alza la mattina e fa ciò che vuole.
Invito a una riflessione. Mi dispiace per l'assessore Agostini che è "andato sotto" su questo punto, però faccio un richiamo anche agli amici e colleghi dell'opposizione: facciamo una programmazione a livello politico regionale.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Castelli, per dichiarazione di voto.

GUIDO CASTELLI. Voto favorevolmente l'emendamento, richiamando in particolare il consigliere Martoni a un comportamento analogo a quello che lo ha caratterizzato nella battaglia contro Acquaviva, in riferimento all'emendamento n. 17 dove, a essere beneficiata delle iniziative di questa maggioranza è Caldarola. Mi dovrà quindi spiegare, visto che si parlerà del finanziamento del museo della Resistenza, se il problema è di carattere geopolitico o se è riferito alla destinazione della somma.

PRESIDENTE. Pongo in votazione l'emendamento.

Il Consiglio non approva

Emendamento n. 16. Lo pongo in votazione.

Il Consiglio approva

Emendamento n. 17. Ha la parola il consigliere Pistarelli.

FABIO PISTARELLI. Museo della resistenza di Caldarola: va bene, Martoni? Ci sono due pesi e due misure.
Siamo alle solite, caro assessore Silenzi. L'istruttoria dove si fa, in aula o in Commissione? Se l'aula è autorizzata ad entrare nel merito ci deve entrare sempre, non solo quando la firma è della maggioranza. Agostini ha ragione, perché il museo della Resistenza di Caldarola ha ragione di questi 50 milioni di vecchie lire, però entriamoci anche per Castel Trosino, per emendamenti anche proposti dalla minoranza, perché o entriamo nel merito e ci troviamo d'accordo o in disaccordo, oppure, se è una questione di natura formale, allora è la Commissione che deve valutare, un'altra sede. Ci deve essere una dignità di istruttoria, perché qui vedo due pesi e due misure. Ecco perché la battuta, che non era per Martoni. Martoni può anche avere ragione e dire "non mi importa niente del Belvedere", ma perché su certe cose diciamo "non mi importa niente, entriamo nel merito" e su altre diciamo che "hanno la dignità di essere discusse e votate", modificando la struttura di bilancio? Perché vengono da altri banchi? E' solo questo? Allora andiamo via, io abbandono l'aula.

GIULIO SILENZI. Sulla Resistenza l'abbandoni sì l'aula, Pistarelli...

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE
GIUSEPPE RICCI

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Procaccini.

CESARE PROCACCINI. Credo che l'emendamento del compagno Martoni abbia ripristinato maggiore spessore ed uno stile più congruo a questo bilancio, in particolare all'art. 8.
Colleghi della destra, vedete qual è la differenza tra voi e noi? Noi non parliamo in base al luogo o al collegio, ma abbiamo una visione generale, una visione regionale. Il consigliere e compagno Martoni non è un "sicario" come avete detto con una battuta, ma a differenza di voi è un consigliere serio, perché quell'emendamento non è contro Acquaviva Picena, che al pari di altri comuni meriterebbe maggiori finanziamenti. Le difficoltà dei Comuni le conosciamo tutti e, per la verità, questo atteggiamento così nervoso che voi dimostrate nei confronti del museo regionale della Resistenza, non ha alcun paragone con Acquaviva, perché il museo regionale prescinde dall'ubicazione, dal luogo, segnala una necessità, segnala una scelta politica e vorrei ricordare — ovviamente voi non potete conoscere queste cose, perché non le volete conoscere — che quello è un museo non di reperti ma un museo artistico a cui pittori, artisti nazionali e mondiali hanno donato le proprie opere per non dimenticare l'olocausto, il nazismo ed il fascismo. Per questo mi pare che l'emendamento dell'assessore Agostini dia maggiore congruità all'articolo 8. Sono semplicemente queste le motivazioni, nessun killeraggio e nessun sicario, qui ci sono delle persone serie.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Brini.

OTTAVIO BRINI. Prendiamo atto che ancora una volta i comunisti hanno prevalso rispetto ai Democratici e alle "Margherite", con gli emendamenti, quindi un bilancio sempre più comunista. (Interruzione). Prima Procaccini ha detto "destre", quindi ogni volta che dice "destre" io dico sempre "comunisti". Io sono di Forza Italia, del centro.

GIULIO SILENZI. Ha detto "la destra": voi siete allergici alla Resistenza, noi no, questa è la verità.

OTTAVIO BRINI. Silenzi, voteremo questo emendamento, come lo voterà anche l'amico Massi però un chiarimento chiediamo all'assessore Agostini. Lei prima ha votato a favore di Acquaviva, poi ha presentato l'emendamento per Caldarola. Un po' di contraddizione c'è, perché lei che illustra il bilancio...

FAUSTO FRANCESCHETTI. Allora è stato coerente...

OTTAVIO BRINI. Visto che il "comunista" Procaccini parla anche di valori, si sarebbero dovuti trovare inizialmente i 25.000 euro, perché è una minestra riscaldata, questo è il discorso. Questi valori giusti, sacrosanti per il tuo pensiero, Procaccini, mostrano questo limite. Quando si è fatto il bilancio, per prima cosa si sarebbe dovuto inserire questa somma, poi si poteva dire se era giusto o non giusto il finanziamento per Acquaviva.
Io voto a favore.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Mollaroli.

ADRIANA MOLLAROLI. L'emendamento della Giunta, firmato dall'assessore Agostini, recupera una carenza di questa proposta di legge finanziaria. Il sostegno al museo della resistenza di Caldarola era previsto già nel bilancio dell'anno scorso e io credo che i valori della Resistenza e dell'antifascismo non appartengono ad una parte del popolo italiano ma sono a fondamento della Costituzione, appartengono alla nostra comunità nazionale e la Regione Marche ha un unico museo regionale dedicato a questi temi, che credo meriti un costante finanziamento.
Voglio ricordare, anticipando ciò che voteremo con l'articolo successivo, che c'è un impegno di questa maggioranza a sostegno della nascita dell'università della pace ad Ascoli Piceno, quindi bando ai localismi, ma riconoscimento e valorizzazione delle realtà locali e anche valorizzazione di queste due iniziative che servono a tenere viva la memoria del passato e a costruire anche una società marchigiana che riconosca nella pace e nei valori della cultura della pace uno degli elementi costitutivi. Quindi leggiamo nell'insieme queste operazioni e questi interventi, cerchiamo di tenere divisi il sacro e il profano, la piazzetta di Acquaviva Picena e il museo della Resistenza. Il museo della Resistenza, così come l'università della pace debbono essere, sono due note positive in un bilancio difficilissimo, che credo tutti dobbiamo sapere riconoscere e anche votare.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Massi.

FRANCESCO MASSI GENTILONI SILVERI. Voterò a favore dell'emendamento Agostini, perché ritengo opportuno e utile, pur rimarcando alcune sottolineature procedurali di cui il collega Brini parlava. Ma voterò a favore anche per un'altra cosa. Voglio farmi portavoce del disorientamento di molti partigiani che in questi giorni, assistendo ad alcune espressioni, pur legittime, di tutti coloro — e di tutti i colori — che hanno manifestato per la pace, hanno percepito un giudizio sulla Resistenza postumo, un po' imbarazzante. Si è detto che alle dittature moderne, ai dittatori, ai massacratori, a coloro che compio genocidi come quello avvenuto nel Kurdistan si può reagire soltanto con la preghiera per la pace, e lo dico da cattolico. Purtroppo abbiamo assistito a dittature che sono state azzerate e cacciate dall'Europa e dall'Italia con l'uso delle armi. Pur comprendo la fase politica attuale, quello che serve alla politica, vi posso dire che molti partigiani sono rimasti abbastanza perplessi. E' come dire oggi a loro che avremmo potuto cacciare Hitler e mettere fine agli stermini nazisti facendo solo qualche girotondo. Mi pare un po' offensivo per tutto quello che è avvenuto, per tutto quello che è costato.
Mi rendo conto della delicatezza di questa riflessione, però vi assicuro che giudizi sulla storia e giudizi attuali avrebbero bisogno di un po' più di prudenza, anche se nell'egoismo delle nostre posizioni politiche ci facciamo trascinare in certe discussioni che sono delicate. Ripeto, lo dico da cattolico e nella giornata in cui dovremmo pregare per la pace.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Giannotti.

ROBERTO GIANNOTTI. Non ho capito perché da parte di qualche consigliere si è banalizzato l'intervento del consigliere Brini, quando rilevava la contraddizione rispetto ad alcuni emendamenti. Contraddizione rilevata giustamente, perché il consigliere Brini ha fatto riferimento alla responsabilità che è in capo all'assessore nella predisposizione dello strumento del bilancio, quindi se questa scelta, come altre, erano il potato della linea, dell'impostazione dell'Esecutivo andavano inserite nel bilancio, non riprese da un emendamento in aula. Questo ha sottolineato giustamente il consigliere Brini. E' un fatto di costume, di cui, anche oggi, dobbiamo prendere atto. Ci sembra allora che il problema sia diverso: che tutta una serie di proposte emendative rappresentino il piatto di lenticchie, il contentino che questa Giunta regionale vuol dare ai propri "consoli", per cui c'è l'intervento per Acquaviva, c'è l'intervento per Caldarola rispetto al quale dirò qualcosa, c'è la richiesta di finanziare il corso carnevalesco di Urbino, che io voterò, perché riguarda la mia provincia, comunque mi rendo conto che è una richiesta di clientela che in qualche modo verrà votata, tanto per accontentare il consigliere regionale diessino collocato in quell'ambito territoriale. Così non si costruisce seriamente un bilancio, colleghi della maggioranza, questo è il dato politico di fondo.
Caldarola. Vi devo ricordare io che abbiamo discusso un'ora, l'anno scorso, sullo stesso emendamento e per lo stesso intervento? Non è una contraddizione e un'incongruenza per due anni successivi prevedere un finanziamento per il museo della Resistenza di Caldarola senza avere il coraggio morale di predisporre una proposta di legge che finanzi questa struttura in maniera permanente? Vergognatevi di questa cosa, perché se è così importante per il valore politico, per il richiamo che ha, presentate una proposta di legge e finanziatelo, avete la maggioranza, avete i numeri per farlo, non prendeteci in giro con l'inserimento, nello strumento di bilancio, dell'"articolino" che dà 50 milioni oggi, 50 milioni domani, non è giusto, è inaccettabile sul piano del costume politico. Assumetevi la responsabilità di queste scelte se ne avete il coraggio, altrimenti è chiaro che l'opposizione non può che dire questo.
Dopodiché, anche su questo emendamento libertà di coscienza, però è stato richiamato giustamente dai consiglieri del gruppo di Forza Italia un problema di costume che deve essere rispettato.

PRESIDENTE. Ha la parola l'assessore Agostini.

LUCIANO AGOSTINI. Per rispondere alle considerazioni del consigliere Brini, il quale tacciava il mio comportamento di incoerenza. Credo di aver fatto in pieno il mio lavoro e il mio dovere, anche in maniera coerente.
Intanto il consigliere Giannotti provi a individuare, in questo bilancio, quanti interventi finalizzati tali da poter tacciare questo bilancio stesso di essere clientelare.

ROBERTO GIANNOTTI. Li posso elencare.

LUCIANO AGOSTINI. Ma l'elenco si fermerebbe subito a un paio di interventi, consigliere Giannotti.
Dopodiché, nel momento in cui la Commissione seleziona le diverse richieste fatte dai consiglieri e all'unanimità accede alla definizione di alcuni interventi, penso che ci possa essere da parte di questo Consiglio la comprensione del lavoro fatto nella Commissione stessa. Nel momento in cui la Commissione fa proprio quel tipo di intervento, rientra in una logica di strategia complessiva della Regione.
L'emendamento che ho presentato per il museo della Resistenza di Caldarola, senza scomodare i grandi ideali della Resistenza, penso che sia un atto dovuto da parte di questo Consiglio.

PRESIDENTE. Pongo in votazione l'emendamento.

Il Consiglio approva

Pongo in votazione l'articolo 8 come emendato.
Ha la parola il consigliere Giannotti.

ROBERTO GIANNOTTI. Vorrei intervenire su una materia cara al Vicepresidente della Giunta Gian Mario Spacca. Leggo al comma 11 che è prevista una somma per sostenere l'attività prevista in convenzione con le Camere di commercio. Mi si dice che è in fase di gestazione la scelta di demandare la responsabilità della tenuta degli albi artigiani alle Camere di commercio. Credo che sia quanto meno giusto che il Consiglio regionale sia informato, quindi questa è una richiesta di informativa ampia su questa materia, in modo che non ci si trovi alla fine dell'anno di fronte al fatto compiuto.
Ma la cosa che mi preme sottolineare — sono contento della presenza di un altro autorevole rappresentante di questa materia — è il fatto che, se la Regione si appresta a demandare alle Camere di commercio la responsabilità della tenuta degli albi, ciò non autorizza la Giunta regionale a rinunciare al ruolo di responsabilità che ha fino alla fine dell'anno.
Non è concepibile che l'organico del personale della Regione presso queste commissioni sia ridotto all'osso come nel caso che mi riguarda, in conseguenza del trasferimento del personale alle Amministrazioni provinciali, al punto che alcuni uffici, fra qualche settimana, pur con l'intervento di assunzione di personale precario, non saranno più in condizioni di svolgere la loro attività. L'artigiano che andrà a chiedere un certificato o la documentazione comprovante la propria attività, si sentirà rispondere "non posso farlo perché non sono in grado di digitare gli atti". Credo che questo non sia decoroso per la responsabilità che abbiamo. Lei sa a cosa mi riferisco, assessore, spero che non sia responsabilità sua, ma le chiedo formalmente un provvedimento che riguarda la Camera di commercio della mia provincia ma che credo riguardi tutte le Camere di commercio della regione.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere D'Angelo.

PIETRO D'ANGELO. Dal dibattito su questo articolo 8 e sugli emendamenti, non è emerso un intervento che mettesse in risalto una certa sperequazione di distribuzione delle risorse della Regione sul territorio. Con questa dichiarazione di voto voglio esternare il mio malessere, non perché alcune iniziative vengono finanziate, ma perché non sono state soppesate le varie esigenze di tutto il territorio regionale.
Ad esempio, all'articolo 6 si assegnano 500.000 euro allo Sferisterio, intervento straordinario; all'art. 7 si assegnano 100.000 euro al teatro delle Muse per la messa in sicurezza e adeguamento architettonico, teatro aperto non più di pochi mesi fa. Contestualmente, allo stesso teatro, al comma 2 dell'art. 9 si danno altri 100.000 euro per attività culturali, mentre al comma 8 dell'art. 89, per gli interventi su tutti i teatri della nostra regione si assegnano solamente 200.000 euro. Ritengo che questo sia un modo di distribuire le risorse di questa Regione non condivisibile. Voglio ricordare a questo Consiglio che nella precedente legislatura, rispetto a una proposta di legge per finanziare le grandi strutture di valenza comprensoriale sul territorio — mi riferisco al palazzo dei congressi di San Benedetto del Tronto — all'interno del Consiglio e della maggioranza passò la volontà di aiutare sì i mutui agevolati per finire questa struttura di valenza comprensoriale, ad una condizione: che ogni provincia avrebbe avuto la sua struttura di valenza comprensoriale da finanziare.
Quindi, anche se inascoltato, per i motivi detti ritengo che non ci sia stata un'attenta valutazione e una distribuzione equanime sul territorio.
Per tale motivo non voterò l'articolo 8 e mi asterrò, perché non voglio essere corresponsabile di una valutazione poco attenta, secondo il mio punto di vista.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Tontini.

ROBERTO TONTINI. Vorrei tranquillizzare il presidente del gruppo di Forza Italia, specificando un aspetto che riguarderà anche il futuro, nel senso che comunque le competenze delle Cpa e dell'albo artigiani rimarranno della Regione e verranno esercitate attraverso le commissioni provinciali artigianato, che sono appoggiate, così come prevede la legge quadro nazionale, presso le Camere di commercio. Tanto è vero questo che lo stanziamento individuato a bilancio deve servire per la copertura della gestione dei servizi da parte della Camera di commercio relativamente alla tenuta dell'albo che viene esercitata attraverso la Cpa.
Di questi stanziamenti per prime usufruiranno le quattro Camere di commercio e si tenderà a risolvere anche il problema della Camera di commercio di Pesaro che si trova scoperta di personale. Questa destinazione di fondi deve servire anche a far fronte alla copertura dei costi del personale. Il concetto rimarrà comunque quello per cui l'artigianato è compito della Regione, esercitato attraverso le Cpa che sono appoggiate. La legge prevede che per l'esercizio di questa funzione la Regione stabilisca una convenzione con le Camere di commercio per l'espletamento di queste funzioni, ma ciò non riguarderà solo quest'anno, continuerà così.

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE
LUIGI MINARDI

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Castelli.

GUIDO CASTELLI. Vorrei solo chiosare il giusto riferimento fatto alla distorsione geopolitica degli interventi. Io sono sempre in prima linea quando devo accusare l'"anconacentrismo": abbiamo mille e mille occasioni, che ci vengono fornite tra l'altro quotidianamente, per poter alzare le nostre lamentazioni di piceni eternamente considerati dei figliastri rispetto ad un'Ancona avara, però questa volta alzo le mani, caro D'Angelo, perché se sono degli ascolani a togliere soldi alla provincia di Ascoli, il problema non è Ancona ma, questa volta, una certa forma di eunuchismo politico che purtroppo alligna anche dalle parti della nostra provincia.

Pongo in votazione l'articolo 8.

Il Consiglio approva

Emendamento n. 8 a firma Gasperi e altri. Ha la parola il consigliere Castelli.

GUIDO CASTELLI. L'emendamento è diretto a prevedere uno stanziamento di 200 milioni per quanto riguarda la riapertura dei teatri storici marchigiani. Già in altre occasioni la Regione ha manifestato una certa disponibilità rispetto agli eventi connessi alla riapertura dei teatri storici delle Marche. Anche l'anno scorso è successo in tre teatri. Vedo che per quanto riguarda il discorso-teatri c'è un importante, ulteriore, significativo stanziamento in favore delle Muse, ritengo che la somma di 100.000 euro possa porsi nella continuità di questo atteggiamento di promozione per quanto riguarda i teatri storici, senza che la somma determini un particolare scompenso, anche perché l'attingimento è previsto a valere sul capitolo che riguarda il funzionamento del Co.Re.Co., ente ormai soppresso, o meglio in via di soppressione.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Presidente D'Ambrosio.

VITO D'AMBROSIO, Presidente della Giunta. Non mi sento di votare a favore di questo emendamento, però nel momento in cui andremo a rivedere qual è la situazione attuale dei teatri ai quali noi abbiamo dato risorse tali che sono 70 i teatri aperti in tutte le Marche — siamo la regione con la più alta percentuale, rispetto ala popolazione, di teatri storici — se veramente ci fosse copertura e qualche teatro aprisse entro quest'anno, vedremo di dargli una mano come abbiamo sempre fatto fino ad ora. Però, l'articolo che si propone con l'emendamento temo non abbia una corretta copertura, quindi voterò contro, con lo spirito di cui ho parlato.

PRESIDENTE. L'emendamento viene ritirato.
Art. 9, emendamento n. 19. Ha la parola l'assessore Rocchi.

LIDIO ROCCHI. Dopo le assicurazioni che ha dato il Presidente D'Ambrosio credo sia superfluo mantenere l'emendamento, quindi anche a nome del consigliere D'Angelo chiedo di ritirarlo.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere D'Angelo.

PIETRO D'ANGELO. Insieme al collega Rocchi abbiamo presentato questo emendamento e vista la filosofia che questo emendamento proponeva, cioè cercare di distribuire le risorse nella regione in modo congruo su tutto il territorio, sono disponibile ad associarmi alla richiesta del collega Rocchi, a condizione che si prenda atto di una equa distribuzione del denaro per la promozione turistica su tutto il territorio regionale. Se c'è questa garanzia, insieme al collega Rocchi ritiro l'emendamento, altrimenti lo mettiamo in votazione. La condizione è quindi che ci sia un impegno a rimandare gli interventi di promozione turistica al piano annuale di promozione turistica, di competenza della Giunta, cercando di soddisfare le varie esigenze di tutto il territorio, perché non è possibile cassare da un lato e mantenere da un altro.
Presidente D'Ambrosio, se c'è questa assicurazione sono disponibile a ritirare l'emendamento, ma siccome già all'art. 8 c'è stata una sperequazione nei fondi — e l'ho spiegato — ritengo che in questo caso si debba fare un piccolo sforzo di equilibrio nella distribuzione dei fondi. Non chiedo la luna Presidente, ma che tutti i cittadini della regione siano trattati allo stesso modo.

PRESIDENTE. Ha la parola l'assessore Rocchi.

LIDIO ROCCHI. Quello che il consigliere D'Angelo chiede già è stato evidenziato dal Presidente D'Ambrosio, quindi credo che si debba ritirare questo emendamento.

PIETRO D'ANGELO. Io voglio l'assicurazione del Presidente D'Ambrosio.

PRESIDENTE. Giannotti, su cosa vuol intervenire?

ROBERTO GIANNOTTI. Sull'emendamento.

PRESIDENTE. Ma l'emendamento non c'è. Se vuol parlare, deve farlo suo. E' quindi ritirato anche l'emendamento 20.

UMBERTO TRENTA. Presidente, vorrei parlare sull'ennesimo problema che si è ripresentato in aula. Debbo capire questi accordi tra D'Angelo e il Presidente. E' offensivo.

PRESIDENTE. Non c'è alcun accordo. Siamo all'articolo 9. L'emendamento 19 e l'emendamento 20 sono ritirati, quindi decade anche il subemendamento 020.
Emendamento n. 21 a firma Pistarelli e altri. Ha la parola il consigliere Castelli.

GUIDO CASTELLI. In Commissione è stato esaminato questo articolo e su iniziativa di un commissario è stato proposto di abolire lo stanziamento in favore della manifestazione di miss Italia. Abbiamo votato a maggioranza, ho dovuto soccombere, come si conviene a ciascun buon milite della minoranza. Invece credo che sia giusto e utile che se ne parli, si chiarisca, perché la ragione fondamentale di queste finalizzazioni è proprio quella di prevedere all'interno della libera possibilità di gestione delle risorse da parte dell'assessorato al turismo, alcuni elementi oltre i quali non si dovrebbe andare, perché comunque c'è la volontà collettiva di concentrare le risorse e finalizzarle. Siamo andati in Commissione, le finalizzazioni ritenute a torto o a ragione meritevoli erano quelle della Quintana, del Carnevale di Fano e di miss Italia, successivamente è stata cassata l'iniziativa miss Italia, quindi potrei a lungo parlare del rapporto intercorrente fra Acquaviva, Fano e altre località, però scivolerei, probabilmente, su un argomento non scivoloso per me ma per qualcun altro, mentre invece, sempre a proposito di finalizzazioni, leggo che quella successiva al mio emendamento riguarda il corteo storico di Urbino. Tu Tontini, che sei stato contro Acquaviva, devi riconoscere che ci sono delle circostanze utili e necessarie per poter dare una certa sottolineatura a degli stanziamenti di spesa.
Quello che sarebbe auspicabile, non è solo che il divisamento della Commissione, unanime, potesse avere la caratura e il pregio di essere ritenuto attendibile anche quando va contro le preferenze di qualche singolo consigliere, ma sarebbe comunque opportuno espellere la discussione degli ipocriti riferimenti alla parcellizzazione degli investimenti che poi a turno riguarda un po' tutto, perché qui vedo che ci sono dei censori pronto a scagliarsi contro degli spazi pubblici di Acquaviva da ristrutturare — ed è nella tradizione della Regione prevederlo — poi cercare, invocare il mito della Resistenza per difendere Caldarola, ma si cade poi sul corteo storico di Urbino, quindi non capisco se questi censori, questi Catoni post litteram abbiano, per lo meno, il buon senso e il buon gusto di evitare di ricorrere a delle parole eccessive e a una retorica inaccettabile quando si parla di questo.
Credo invece che sia giusto e opportuno mantenere questo principio della finalizzazione rispetto a delle risorse, quelle del turismo, sulle quali, fra l'altro, si sono spese diverse parole polemiche proprio sull'utilizzo della legge 185 per quanto riguarda altre finalizzazioni.
Quindi mantengo l'emendamento, sono convinto che si tratti di finalizzazioni significative e auspico che i detrattori di Acquaviva possano essere sufficientemente persuasi del fatto che non si può guardare la pagliuzza negli occhi altrui senza considerare la trave che invece perfora il proprio occhio.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Andrea Ricci.

ANDREA RICCI. A me sembra che come Consiglio regionale stiamo dando uno spettacolo poco edificante discutendo per ore intere su argomenti assolutamente marginali, di fronte ad un bilancio che ha ben altre problematiche discusse lunedì.
Credo, come premessa metodologica, che per i prossimi bilanci preventivi bisognerà evitare, da parte della Giunta regionale e da parte della Commissione a cui io stesso appartengo, di inserire nel testo della legge finanziaria articoli o commi che prevedono specifiche finalizzazioni di spesa per interventi, tranne in casi di assoluta e conclamata emergenza. Di certo bisognerà evitare il ripetersi, annualmente, di specifiche destinazioni di spesa nella legge finanziaria per i medesimi interventi. E' stato già fatto per il museo della Resistenza di Caldarola, viene fatto ora per il Carnevale di Fano e la Quintana di Ascoli Piceno poiché tutti questi interventi erano presenti anche nei precedenti bilanci. Ci dobbiamo assumere tutti, in particolare la maggioranza, l'impegno a non ripetere questa impostazione di bilancio e, se mai, a prevedere altri strumenti legislativi o amministrativi in cui si definiscono gli interventi specifici.
Detto questo, rispetto all'emendamento dichiaro la mia contrarietà, nonostante sia di San Benedetto del Tronto e la manifestazione di miss Italia si svolga a San Benedetto del Tronto. Ho proposto in Commissione di cancellare lo stanziamento specifico per la manifestazione di miss Italia che si svolge a San Benedetto del Tronto, non per un motivo territoriale o localistico, come è evidente, ma per un motivo politico e culturale. Credo che la manifestazione di miss Italia non meriti alcun tipo di aiuto pubblico, sia esso della Regione o di qualsiasi altro ente, perché ritengo che questa manifestazione sia assolutamente esecrabile sul piano dell'impatto culturale e di costume, in quanto questa manifestazione, come ben noto a tutti, è nient'altro che un concorso di bellezza. Si potrebbe disquisire a lungo sull'identità culturale e sociale che c'è dietro questo tipo di manifestazioni che presentano la donna, in questo caso, come un oggetto di consumo, in ogni caso si tratta di un concorso di bellezza. Prevedere che la Regione Marche debba finanziare con uno stanziamento specifico, nella sua legge finanziaria regionale, un concorso di bellezza, mi sembra assolutamente scandaloso, quindi non solo voterò contro l'emendamento, ma chiedo al Presidente della Regione e all'assessore al turismo che non ci sia alcun finanziamento per concorsi di bellezza di qualunque tipo, perché ritengo che questo non possa essere lo scopo e la finalità di una istituzione come quella regionale.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Giannotti.

ROBERTO GIANNOTTI. Intanto volevo farmi carico di un compito ingrato rispetto al Presidente D'Ambrosio. Non sarebbe male che D'Ambrosio prendesse atto delle dichiarazioni del ministro Maroni rilasciate mezz'ora fa, rispetto alla integrità del fondo nazionale. Leggo, così almeno ci rendiamo conto: "Contrariamente a quanto affermato dal Presidente della Regione Marche Vito D'Ambrosio, il Ministero del welfare precisa che il fondo per il sociale non è stato tagliato. Sul riparto di tale fondo è in corso un negoziato tra Ministero e Regioni, quindi le notizie diffuse dal Presidente D'Ambrosio, secondo cui sarebbe avvenuto un taglio delle risorse pari al 55% sono false e destituite da ogni fondamento". Così almeno facciamo chiarezza rispetto a tutta una serie di luoghi comuni che sono stati usati in questi giorni, quando abbiamo detto che si è voluto creare il caso.
Prendo atto della chiarificazione del ministro diretta alle Marche e all'opera di criminalizzazione.
Rispetto all'articolo... (Interruzioni). Lo so che vi dà fastidio... (Interruzioni). Vede assessore Agostini, vede Presidente D'Ambrosio, vede assessore Silenzi la diversità sostanziale di posizionamento delle forze politiche rispetto a queste cose? Voi, forse siete stati contagiati da qualche democristiano: state continuando in quest'opera dei contributi a pioggia senza un minimo di organicità. C'è una proposta di legge presentata dal gruppo di Forza Italia che riguarda il sostegno alle rievocazioni storiche. Abbiate il coraggio di discutere i provvedimenti. Una proposta di legge in discussione in Commissione, congelata per mesi, dava organicità e vi avrebbe impedito di arrivare a questo spettacolo indecoroso di un Consiglio regionale che approva il bilancio, principale strumento finanziario, e ci si mette a discutere se dare 30 milioni a miss Italia o 30 milioni al Carnevale di Fano, 15 al Carnevale di Urbino. Questa è una vergogna per il Consiglio regionale delle Marche.

PRESIDENTE. Ha la parola il Presidente D'Ambrosio.

VITO D'AMBROSIO, Presidente della Giunta. Non faccio alcuna fatica a credere che il ministro Maroni abbia detto questo, mi meraviglia che lei dica questo. Chiedo al Presidente di poter rispondere successivamente precisando, perché è lunedì che io ho detto alcune cose: si vede che il consigliere Giannotti era già andato via.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Mollaroli.

ADRIANA MOLLAROLI. Intervengo per dire che condivido le motivazioni culturali del consigliere Ricci, questione della quale si è discusso in Commissione, anche se io non faccio parte della II Commissione ma ero presente. Intervengo sulla questione posta dal consigliere Giannotti, perché fortunatamente ho con me la documentazione che il sito del Ministero diffonde, dove è indicata con precisione la bozza di proposta in discussione tra il Ministero e gli assessori regionali e dove si dice con precisione che 488.565.013 euro, che l'anno scorso venivano coperti dall'Inps per i contributi esattamente previsti dalla legge 448, assegni ai nuclei familiari, assegni di maternità, legge 104, handicap grave, legge 448, art. 39, quindi interventi che lo stato sosteneva con le risorse dell'Inps, oggi vengono coperti utilizzando il fondo unico e deviandolo verso questo tipo di interventi. Questo determina un taglio sostanziale alle risorse che arrivano alla Regione. Potrei citare con altri interventi, ma qui c'è la documentazione. Non sono parole né invenzioni del Presidente D'Ambrosio, d'ora in avanti viaggiamo con queste: queste sono la proposta e la documentazione che dicono ciò che il ministro Maroni ha chiesto di sostenere alle Regioni. Questi sono dati, fatti, documenti, sono pronto a metterli a disposizione della stampa per dire che ciò che sta sostenendo il consigliere Giannotti è assolutamente infondato. Questa è la proposta inviata dal ministro alle Regioni, non sono parole ma documenti.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Procaccini.

CESARE PROCACCINI. Considerazioni brevissime, Presidente, perché secondo me hanno fatto bene i consiglieri a ritirare quegli emendamenti. E' ovvio che noi avremmo votato contro e a maggior ragione voteremo contro chi ha fatto proprie quelle proposte, per due motivi. In primo luogo, già questo Consiglio con atti amministrativi e con leggi ha portato il problema della promozione, ad esempio nel settore agricolo, a provvedimenti unitari, non più parcellizzati e questo deve essere fatto anche per il turismo, che grazie ai tagli generali ma anche per scelte autonome, già ha pagato molto e non è giusto che sia ulteriormente penalizzato. Da questo punto di vista la promozione va quindi riportata ad una visione unitaria.
In secondo luogo — è questo il motivo per il quale sono intervenuto — è vero che il tourbillon di questa discussione più localistica che generale ha fatto mescolare aspetti marginali, secondari ed impropri come miss Italia ma non solo, a questioni molto serie come la discussione sulla pace e sulla Resistenza. E' per questo che vorrei ricordare che in realtà, sul problema specifico di una politica che guardi al passato ma per guardare all'oggi e al futuro, ci sono delle proposte di legge che giacciono nelle Commissioni competenti da oltre una legislatura. In senso autocritico dobbiamo assumere questo aspetto e quindi operare affinché questi atti non siano più atti annuali, dimenticati ma siano fatti organici, da risolvere una volta per tutte.

PRESIDENTE. Ha la parola l'assessore Silenzi.

GIULIO SILENZI. Vorrei dire al collega Giannotti, che c'è un impegno anche da parte degli amministratori del centro-destra. Mi risulta ad esempio che ad Ascoli Piceno il sindaco è andato a riconsegnare le chiavi al prefetto proprio per i provvedimenti presi sul sociale. Mi risulta che gli amministratori locali che conoscono la pesantezza e la portata dei tagli non possono leggere una scelta così grave che il Governo sta facendo, però voglio ricordare per l'occasione a Giannotti, che ancora le Marche debbono vedere una lira della scuola di talassemia. Quindi finitela di parlare e date le risorse vere, non le parole, non le risorse virtuali. Ad oggi... (Interruzioni). Vi risulta che è stato dato qualcosa per la scuola di talassemia? Rispetto alle risorse e gli investimenti che la Regione Marche ha già anticipato, il Governo ancora non ha dato un solo euro, quindi attivatevi nei confronti del Governo per farci avere queste risorse.

PRESIDENTE. Ha la parola il Presidente D'Ambrosio.

VITO D'AMBROSIO, Presidente della Giunta. Debbo rispondere al consigliere Giannotti, che questa volta ambasciator non porta pena, quindi lui dice sciocchezze perché l'ha scritto il ministro. E va bene...
Quello che è vero, è che in questa situazione c'è un gioco, al quale stiamo assistendo nelle Conferenza Stato-Regioni, abbastanza evidente. Che ruolo gioca il Governo? Si divide in due. Abbiamo uno che dice "per noi questo va bene", poi c'è il rappresentante del Ministero dell'economia che dice "Il Ministero dell'economia sostiene che questo non si può fare", quindi comincia la solita trattativa. E' successo con Sirchia, è successo in tanti casi. In questo caso specifico è proprio successo questo ed è successo talmente questo, che l'assessore Secchiaroli ha letto in aula, quando lei c'era, consigliere Giannotti, la lettera che il ministro Maroni ha scritto a noi Regioni, non a me. E io non ho detto niente di diverso rispetto a quello che ha detto il presidente della Conferenza dei presidenti delle Regioni Ghigo. Non ho detto nulla di diverso. Ghigo ha scritto una lettera chiedendo al presidente del Consiglio Berlusconi, al ministro del welfare Maroni, al ministro degli affari regionali La Loggia e al ministro dell'economia Tremonti, un incontro a breve per discutere di ciò. Tanto questo è vero, che nell'ultima Conferenza Stato-Regioni lo abbiamo ridetto e lo abbiamo sottolineato in maniera molto preoccupata tutti noi, non io soltanto. Chissà poi che cosa hanno riportato al ministro Maroni. A me va bene: c'era quello che diceva "parlate di me, purché ne parliate": se dice una cosa che è vera per la parte che mi riguarda, il ministro Maroni deve dire le stesse identiche cose al presidente Ghigo.
Voglio però leggerle, consigliere Giannotti, quello che io ho detto quando lei non c'era. Leggo il resoconto della seduta 123 del 3 marzo 2003: «Oggi noi non facciamo incitamenti ad una specie di ribellione, che poi sappiamo essere facilissima, contro le tasse, diciamo una cosa molto più seria e semplice: il Governo non ha ancora deciso se questo 55% di diminuzione delle risorse per intervenire sui servizi sociali sia o meno definito. Credo che l'assessore Secchiaroli vi abbia letto la lettera del ministro del welfare al ministro dell'economia che dice "le Regioni hanno ragione, vediamo come fare". Si tratta, in questo momento, di organizzare una pressione sul Governo perché non lo decida, perché ci lasci al nostro welfare e non ci costringa a tagliare servizi sociali in maniera selvaggia, in maniera brutale, cosa che noi non vogliamo fare e non vorremmo fare, ma alla quale saremmo costretti se questo preannuncio di decisione diventasse sul serio decisione».
Sa quale è oggi la situazione, dichiarazione del sottosegretario all'economia Vegas, che è una persona seria, per bene...

ROBERTO GIANNOTTI. La dichiarazione del ministro avrà lo stesso valore di quella del sottosegretario Vegas...

VITO D'AMBROSIO, Presidente della Giunta. No, perché il sottosegretario Vegas non parla a nome di un ministro che ha lo stesso tipo di valutazione e soprattutto di effetti per le sue decisioni. Il Ministero dell'economia — a volte c'è lui o un altro, o un'altra, il ministro raramente — è in grado di bloccare decisioni, perché non hanno la copertura o perché hanno deciso in un certo modo. L'ultima seduta, giovedì scorso, non si è chiusa bene, si è chiusa male, nel senso che noi abbiamo insistito con il ministro La Loggia — e non ho insisto io particolarmente, ma il presidente Ghigo — perché al più presto ci fosse questo incontro.
La verità è che il Governo non ha ufficializzato la decisione, ma ha già deciso. Noi stiamo cercando, tutti insieme, a convincerlo a non fare quello che ha deciso di fare.

ROBERTO GIANNOTTI. Non è così, lo sa meglio di me.

VITO D'AMBROSIO, Presidente della Giunta. Giannotti, smettiamola di dire stupidaggini: il Governo ha riconosciuto che aveva fatto un progetto di riparto incostituzionale, tanto è vero che lo ha ritirato; ha deciso di aprire un tavolo con gli assessori per vedere le cose e la conclusione è stata che tutti gli assessori, di centro-destra e di centro-sinistra sono stati in totale disaccordo; abbiamo scritto una lettera che non ho firmato io ma ha firmato Ghigo. Allora, tutti abbiamo letto male. La verità è che, se va avanti questo, il 55% delle risorse del fondo unico nazionale per i servizi sociali sarà tagliato.

OTTAVIO BRINI. E se non va avanti?

VITO D'AMBROSIO, Presidente della Giunta. Se non andrà avanti vorrà dire che avremo convinto a fare marcia indietro.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Castelli.

GUIDO CASTELLI. Presidente, oltre che raccomandare il voto positivo sul famoso emendamento di miss Italia, vorrei appellarmi alla sua serietà per fare due considerazioni. Non so se il presidente Ghigo ha pubblicato a spese della Regione quel volantino, quella comunicazione tendenziosa, perché le giuste precisazioni che lei ha fatto in questa sede, in tutta onestà non si evincevano dalla violenza con la quale, in termini apodittici dal punto di vista pubblicitario, ci si riferiva ad handicappati, disabili, povera gente, dicendo "-55%: attacco allo Stato sociale". Vorrà capire che probabilmente il comunicato del ministro Maroni si riferisce al fatto che nelle marche si sta organizzando una sorta di movimento popolare, tipo art. 18, di guerra delle parole, che vede ad esempio le poste elettroniche dei centri servizi del volontariato diffondere gli ordini del giorno predisposti dall'assessore Secchiaroli, il tutto dando non la sensazione ma la certezza che non si sta lottando tutti insieme per evitare determinate cose, perché non posso credere che lei pensi che qualcuno dei presenti sia d'accordo a togliere i soldi alla povera gente. Però un po' di serietà l'avreste dovuta mettere nel diffondere la notizia, perché nessuno dice che dovevate aspettare sulla sponda del fiume il cadavere di qualcuno che passava, ma montare un caso con quella violenza — ho parlato personalmente con amici disabili che sono stati raggiunti da questo messaggio violento — non depone a favore, perché la violenza è: "attacco allo Stato sociale: handicappati muovetevi". Non è un fatto di buon gusto e non è di buon gusto dimenticare — ed è un dato desumibile dai consuntivi di questa Regione — che il fondo sociale della Regione da lei gestita, è passato da 39,5 miliardi consuntivo 2000, a 9,5 miliardi pre-consuntivo 2002, quindi c'è stato un abbattimento del 70%. Potremmo allora fare una cosa uguale e contraria dicendo "il bue dà del cornuto all'asino", perché dati alla mano siamo in grado di dire che c'è un attacco ai disabili da parte della Giunta D'Ambrosio. Quindi, su questo argomento sarebbe bene osservare una prudenza che deriva anche dalla debolezza dei soggetti cui tutta questa polemica è riferita.

PRESIDENTE. Ha la parola l'assessore Secchiaroli.

MARCELLO SECCHIAROLI. Rifiuto il termine "violenza" rispetto alla diffusione che è stata fatta da parte dell'assessorato, di informazioni e di proiezioni che rispettavano quello che c'era scritto nel decreto poi ritirato dal Governo, perché il decreto era stato presentato, quindi non è una trattativa, come dice Giannotti. (Interruzione). L'ho mandato a tutti.
Credo che il discorso "violenza" riferito ai soggetti in situazione di handicap invitandoli a muoversi, è un'offesa per i soggetti in situazione di handicap che non hanno bisogno di gente che dica loro di muoversi, perché sui siti Internet si sono potuti leggere gli atti della conferenza nazionale di Bari recentemente fatta dal Governo in celebrazione dell'anno internazionale della disabilità; sono documenti dell'Anffas, dell'Aias della Fand ecc., in cui si condanna questo taglio dei fondi alle Regioni. Quindi i soggetti disabili non hanno bisogno di gente che li mobiliti, ma è giusto che i soggetti disabili della nostra regione siano informati di quello che sta succedendo.

GUIDO CASTELLI. Dice Il Messaggero" del 19.2.2003: "L'assessore al bilancio Marcello Secchiaroli ha convocato d'urgenza un'assemblea per pianificare una vera e propria guerra contro la proposta del ministro leghista Roberto Maroni". (Interruzione)

MARCELLO SECCHIAROLI. Io non sono Berlusconi, non ho in mano gli strumenti d'informazione per fare i titoli sui giornali. Tu sei un consigliere d'opposizione, per cui le bugie non le puoi dire neanche tu, dato che da un mese dici le bugie. Sei un po' nervoso Giannotti: i vostri sindaci stanno andando a consegnare le chiavi ai prefetti della nostra regione per protestare contro questo fatto.
Per quanto riguarda la strumentalità rispetto ai fondi che si sarebbero tagliati in tanti anni nel sociale, anche questa è violenza, perché si fa riferimento solo al fondo unico e non a tutte le leggi di settore fatte da questa Regione per il sociale, risorse per la maggior parte proprie di scelte del bilancio regionale. Queste sono violenza e strumentalizzazione.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Luchetti.

MARCO LUCHETTI. Purtroppo questo dibattito ha assunto questa caratteristica, caro Giannotti. Siccome tu la confermi, il tuo amico Brini non potrà dire che non si debba ribattere ripercorrendo cose già dette, perché o ve la fate finita e allora andiamo avanti con il bilancio, oppure faremo notte in questo modo. Volete farlo? Facciamolo, non c'è problema. Dico solamente una cosa: guardiamo i fatti. Al di là di quello che sarà il taglio così come c'è stato, sulla sanità, dovete sapere che è stato ribadito un aumento del 3,83% che sconta 3 punti di inflazione in meno che per il nostro fondo sono 120 miliardi in meno. La legge finanziaria ha in sé degli articoli che sono contrari non solo alla riforma della Costituzione ma a quel decentramento che voi volete portare avanti con la devolution. E' una vergogna, perché riappropriarsi della titolarità degli asili nido è proprio questo. Ma vi rendete conto? Dove siamo arrivato. Gli asili nido, per gestire potere attraverso gli uffici del Ministero del lavoro e dell'Inps! Ma fate ridere! Non solo, ma prendete talmente in giro la gente, che se andate a vedere la modifica apportata con la nuova finanziaria all'articolo della finanziaria 1991 sugli asili nido, avevate previsto di fare un regolamento per lo sgravio fiscale e neanche questo avete fatto, dopo che avete sbandierato... (Interruzioni). Guardiamo i fatti. Spero che qualcuno della maggioranza attuale di governo si renda conto — e credo che già siamo sulla buona strada, che stiamo andando verso un nuovo centralismo che contraddice ogni passo del titolo V della Costituzione e quello che si dice sulla devolution... (Interruzione). Ma pensa alla devolution! Tu la conosci! Con quella proposta di legge non si va solamente contro il decentramento e contro lo Stato federale vero, ma si va contro lo Stato sociale vero e proprio.
Spero che di fronte a queste argomentazioni si possa trovare una strada comune, e sarebbe una novità nella politica. Ogni tanto si sente dire questa cosa ma non ce ne rendiamo conto. Di fronte a queste cose dovremmo essere solidali, qualunque Governo ci sia, per affermare la titolarità, secondo la Costituzione, delle nostre prerogative. Questa sarebbe una cosa buona, così come le Regioni hanno fatto a livello nazionale, perché perdersi su questo bicchier d'acqua significa condannare la Regione ad essere subalterna, condannarla ad un ruolo di ripiego rispetto al neo-centralismo. Per questo dico che bisogna essere coerenti, facciamo uno sforzo tutti quanti e sarebbe una bella dimostrazione quella di seguire il testo della finanziaria per quello che esso dice, piuttosto che essere ogni volta strumentali per andare a parlare di altre cose.

GUIDO CASTELLI. Chiedo la votazione per appello nominale, a nome anche di Pistarelli e Romagnoli.

PRESIDENTE. Prego di procedere alla votazione per appello nominale, a partire dal n. 20.

GABRIELE MARTONI, Consigliere segretario. Procedo alla chiama:
Grandinetti assente
Luchetti no
Martoni no
Massi no
Melappioni no
Minardi no
Mollaroli no
Moruzzi no
Novelli sì
Pistarelli sì
Procaccini no
Ricci Andrea no
Ricci Giuseppe no
Rocchi assente
Romagnoli sì
Secchiaroli no
Silenzi no
Spacca no
Tontini no
Trenta sì
Viventi assente
Agostini no
Amagliani no
Amati no
Ascoli no
Avenali no
Benatti no
Brini sì
Castelli sì
Cecchini no
Ceroni sì
Cesaroni assente
Ciccioli assente
D'Ambrosio no
D'Angelo assente
Donati assente
Favia sì
Franceschetti no
Gasperi assente
Giannotti assente

Il Consiglio non approva

PRESIDENTE. Subemendamento 022 a firma Ceroni, che ha la parola.

REMIGIO CERONI. Il 29 dicembre 2002 l'arcivescovo di Fermo Gennaro Franceschetti ha presenziato all'inaugurazione delle celebrazioni previste dall'Amministrazione comunale per commemorare la figura di Papa Siccone, salito al soglio pontificale con il nome di Papa Giovanni XVII, originario di Rapagnano. Pertanto il 2003 vedrà una serie di iniziative allestite dal comitato per le celebrazioni del millenario presieduto da Giuseppe Peroni. Sarebbe buona cosa che anche la Regione Marche contribuisse a questa iniziativa che ha il carattere di essere una manifestazione religiosa e culturale, il cui valore non è inferiore a quello di tante altre manifestazioni che la Regione ha finanziato e finanzia con questo bilancio. Si tratta di una cifra molto modesta, 10.000 euro e sarebbe un gesto di considerazione verso quelle realtà diverse dalle solite.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Tontini.

ROBERTO TONTINI. Raccolgo l'invito del Presidente, quindi ritiro il mio emendamento, nella convinzione che nel corso dell'esercizio dell'anno si farà fronte alla questione da me posta con l'emendamento.

REMIGIO CERONI. Faccio mio l'emendamento del consigliere Tontini.

PRESIDENTE. Pongo in votazione il subemendamento.

Il Consiglio non approva

Emendamento n. 22. Lo pongo in votazione.

Il Consiglio non approva

Subemendamento 023. Ha la parola il consigliere Trenta.

UMBERTO TRENTA. La storia di questo emendamento e di questo subemendamento sta tutta in questa bandiera (espone la "bandiera della pace"). Signori, la pace ha bisogno di atti concreti, no è strumentalizzazione, l'avete strombazzata a destra e sinistra. Sono grato a questo Consiglio perché votò all'unanimità una legge regionale incardinata nel testo approvato e finanziata. C'è un aspetto particolare, Silenzi: tornavamo insieme da Ancona dopo l'ultimo Consiglio, sventolando questa bandiera... Ah, devo toglierla, Venga annotato dalla stampa: mi invitano a togliere la bandiera della pace.

GIULIO SILENZI. Apprezzo questo gesto e ti prego di ripeterlo quando c'è la tv.

UMBERTO TRENTA. Non voglio strumentalizzazione politica. Quando Mollaroli ha parlato dell'università della pace vi ho ringraziato, ringrazio il Presidente che è stato così sensibile. Ho chiesto semplicemente un piccolo aumento su quel fondo per l'università della pace e chiedo di votare per appello nominale il subemendamento, non l'emendamento che era strumentale, ma il subemendamento prevede la somma giusta per l'università della pace promossa dalla Giunta regionale.

PRESIDENTE. A nome di chi?

UMBERTO TRENTA. A nome di Trenta, Silenzi e Mollaroli.

PRESIDENTE. Non scherziamo, per favore...

UMBERTO TRENTA. Non sto scherzando. Silenzi, chiedi con me la votazione per appello nominale? No? Mollaroli, chiedi con le la votazione per appello nominale? No. Allora, lo chiedo a nome anche di Brini e Giannotti.

PRESIDENTE. Invito il consigliere Trenta e tutti gli altri consiglieri a tenere i nervi saldi perché siamo tutti stanchi e a non scherzare in quest'aula, perché se dovessi essere fiscale direi che non c'erano i tre richiedenti il voto per appello nominale. Per favore, assumiamo un atteggiamento consono all'aula nella quale siamo.

UMBERTO TRENTA. D'accordo Presidente, la ringrazio.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Procaccini.

CESARE PROCACCINI. Pur riconoscendo al consigliere Trenta una percentuale di coerenza abbastanza elevata, ma non totale, sulle questioni della pace, ricordo che in questo Consiglio abbiamo avuto un passaggio decisivo da questo punto di vista, quando si è discusso della partecipazione o meno del nostro paese alla eventuale guerra preventiva all'Iraq e in quella occasione il centro-destra fu compatto nel respingere la mozione presentata dalla maggioranza. Tuttavia, nel merito, nonostante questa percentuale di coerenza di chi propone l'emendamento, voteremo contro, perché non è il modo corretto di affrontare tale problema. Non solo perché l'emendamento assume una parzialità rispetto alla esiguità di finanziamento della legge, che al suo interno prevede l'istituzione dell'università della pace, alla quale noi tutti, soprattutto chi è stato nella I Commissione, ha dato un proprio contributo fattivo, ma anche perché questo problema non può essere risolto a colpi di emendamento, perché se passasse una concezione di questo tipo, se cioè il problema della politica della pace e della sua concretizzazione lo demandassimo ai rapporti di forza occasionali che qui e là si determinerebbero, certamente la politica della pace sarebbe vanificata, quindi sarebbe più serio a mio modo di vedere, così come è stato fatto in precedenza, che questa questione venisse demandata a una riflessione più seria. Sul fondo dell'istruzione la Giunta ha previsto un congruo ma non sufficiente finanziamento, ad esempio per la politica di educazione di pace all'infanzia, che ha una dotazione di circa 130 milioni di lire. Noi riteniamo che questo importo debba essere aumentato all'interno di una prefigurazione complessiva, altrimenti c'è il rischio che queste proposte appaiano più come proposte di facciata che non reali. Sono questi i motivi per i quali noi voteremo contro ed anche perché il bilancio, nella sua strutturazione, deve avere un proprio percorso di coerenza, che non può essere spezzettato, forzato, curvato in qua e là a seconda di aspetti estemporanei.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Andrea Ricci.

ANDREA RICCI. A differenza dell'assessore Silenzi ho trovato di cattivo gusto l'atteggiamento del consigliere Trenta, che ha esposto la bandiera della pace in occasione di un proprio emendamento per lo stanziamento di ulteriori fondi rispetto a una proposta di legge a cui egli è particolarmente legato. E' un atteggiamento assolutamente strumentale che va stigmatizzato.
In questo Consiglio regionale noi abbiamo discusso ampiamente di mozioni, rispetto all'imminente guerra all'Iraq e il consigliere Trenta non ha allora esposto la bandiera per la pace, né tanto meno ha votato contro l'imminente guerra all'Iraq. Io non ho visto il consigliere Trenta alla manifestazione di Roma il 15 febbraio, a cui la Regione Marche ha aderito insieme ad altri tre milioni di persone, non ho visto il consigliere Trenta, che appartiene a un partito come Forza Italia, che per bocca del suo leader Berlusconi è favorevole a un intervento armato, assumere una posizione pubblica e coerente con il suo dichiarato impegno contro la guerra, quindi non si può assistere a queste sceneggiate quando si tratta di chiedere qualche milione in più per un intervento a cui si è particolarmente legati. La pace non si costruisce con le università della pace, non si costruisce con i finanziamenti per studi e consulenze che vanno ad amici e amici degli amici, la pace si costruisce con un impegno coerente e serio, che vada anche contro i propri interessi personali. Di conseguenza il nostro atteggiamento rispetto a questo emendamento sarà contrario.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Luchetti.

MARCO LUCHETTI. Come l'amico Trenta sa, questa decisione di porre questo stanziamento al comma 8, è avvenuta attraverso un accordo in Commissione, dopo che proprio Forza Italia aveva fatto questa proposta che consisteva in 20.000 euro in più rispetto a quanto stanziato. Come potrà vedere il collega Trenta, che per problemi suoi non ha seguito tutta la trattazione della finanziaria, non si è valutato bene in cosa consiste questo stanziamento, che è il più alto per un'operazione di questo genere, il più alto di tutti gli altri stanziamenti messi in essere. Pertanto, per serietà e perché in Commissione siamo arrivati comunemente a fare questo tipo di proposta, invito il consigliere Trenta a ritirare questi emendamenti per coerenza, per quel patto che c'è stato in Commissione, perché credo che questo stanziamento portava anche questo valore.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Trenta.

UMBERTO TRENTA. Rispondo ad Andrea Ricci che il momento della riflessione è stato duro, come sempre, però la politica ha questo aspetto profondo e vero nel suo senso laconico. Prendo atto che la provocazione va assunta nel senso buono della cosa. Faccio ammenda, perché è questo il senso delle cose, se si crede veramente a quello che si porta avanti, quindi ritengo di ritirare gli emendamenti se mi è possibile.
In effetti, un gesto di coerenza personale, individuale andava fatto, però non è giusto Andrea Ricci che tu dica che non mi hai visto in mezzo a tre milioni di persone. A certe cose si partecipa in solitudine, pur nella difficoltà di militare in un partito come Forza Italia, un partito di libertà, che ha avuto la malaugurata ventura di presiedere un Governo nel momento in cui si scatenava una guerra globale, forse non decisa ma, per responsabilità di Governo comunque partecipata. Con la stessa difficoltà ho vissuto l'esperienza di Governo fatta da D'Alema quando si combatteva la guerra dei Balcani. Sono scelte più grandi di noi. E' facile dire "io sono per la pace", è difficile dire, come dici tu, che la pace non si costruisce con le università della pace. Non è un ricettacolo di consulenze collega Ricci, è una cosa diversa: una cosa che deve vivere nella possibilità di studiare insieme quelle iniziative che portino all'educazione della pace, perché così com'è non ci consente di capire la complessità di quel progetto, che adesso è nel germoglio e ha bisogno di tutti, anche della mia riflessione, perché il mio atteggiamento, forse estemporaneo, ha comunque avuto un risultato di cui facci pubblica ammenda, chiedendo scusa al Consiglio. Ma non toccare le mie convinzioni personali, che sono anche le tue convinzioni personali e anche quelle di Cesare Procaccini che, viste nella loro diversità, portano a quell'unicuum di cui abbiamo bisogno e pluribus unum: nihil solidum nisi unum, "non c'è solidità senza unita". E questa solidità la dobbiamo ,trovare non offendendoci nel dibattito politico, pur aspro e pur duro, ma condividendo quell'ideale di pace che nasce dagli uomini liberi e scevri da condizionamenti politici, con un unico fine: l'educazione che nasce dai bambini: ecco i centri di scolarizzazione per l'educazione alla pace. Quindi, diritto di veto no, diritto di voto sì, diritto alla vita per tutti.
Era questo il senso del mio intervento e pertanto ritiro il subemendamento che non voleva cercare qualche soldo in più. E' questo il confronto che io animo e pretendo nel Consiglio. Vi chiedo scusa, ma vi chiedo anche comprensione e di non offendere le cose in cui si crede.

PRESIDENTE. Quindi lei ritira il subemendamento di 80.000 euro e lascia l'emendamento di 430.000?

UMBERTO TRENTA. No, sono coerente: quelle cose non devono strumentalizzare, quindi ritiro entrambi, sia il subemendamento che l'emendamento.

PRESIDENTE. Subemendamento 024. Lo pongo in votazione.

Il Consiglio approva

Pongo in votazione l'articolo 9. Ha la parola il consigliere Giannotti.

ROBERTO GIANNOTTI. Per respingere le considerazioni che il consigliere Andrea Ricci ha fatto nei confronti del consigliere Trenta, che mi sembrano ingiuste, improprie, ingenerose, non tengono conto dello spessore della persona, del rigore con cui il consigliere Trenta dall'inizio di questa legislatura ha affrontato i problemi della pace. Credo che le accuse rivolte in quest'aula sono di strumentalità difensiva, non ci volevano, non ci stavano e credo che debbano essere rigettate al mittente. Così come noi non accettiamo, da lei, giudizi di questo genere. Credo che la coerenza rispetto alla difesa di alcuni valori fondamentali su cui è costruita la civiltà del mondo, come la pace ma non solo, come no alla violenza ma non solo, come no al terrorismo non meriti certamente gli esempi che lei ha voluto fare oggi in quest'aula. Da questo punto di vista credo che il suo sia stato un intervento improprio, che non si addice al ruolo svolto in questo Paese per la difesa della democrazia e, in questa istituzione, per la difesa del tessuto democratico, dal nostro movimento.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Silenzi.

GIULIO SILENZI. Ho apprezzato che il consigliere Trenta abbia ritirato l'emendamento e il subemendamento. Sono convinto che sulle questioni della pace ci debba essere serietà, rigore e che la pace debba unificare e non dividere, perché è un bene supremo. Pertanto quella bandiera ha un significato preciso. Se l'esposizione di quella bandiera ha anche una coerenza di atteggiamenti politici, io non sono tra chi pensa che sulle problematiche della pace ci debba essere un'esclusiva, ma è chiaro che ci vuole una coerenza e a questa coerenza politica dobbiamo richiamare chi è sensibile più di altri alle questioni della pace, della non violenza.
Ho apprezzato il ritiro degli emendamenti, perché abbiamo assistito a una discussione che si è sviluppata in Consiglio su singole questioni, puntiforme, non certo di elevato livello politico, una discussione che dovremmo evitare tutti, una volta definite le scelte politiche all'interno del dibattito e del confronto in Commissione. In questo modo si sottrae strumentalità a una richiesta di finanziamento per un'esperienza nuova che abbiamo voluto, come legislatori, quella riguardante l'esperienza inedita dell'università della pace, che però ha bisogno di una sua progettualità. Il problema è che nel bilancio 2004, oltre alle risorse che sono state individuate in questo bilancio per l'università della pace noi dobbiamo cerare le condizioni per un finanziamento che veda una maggiore consistenza, ma sulla base di un progetto, di una fattibilità di quello che questa università deve fare concretamente e per quelle finalità destinare delle risorse finanziarie. Siccome questo progetto concreto oggi non c'è, a me sembra che le risorse già destinate siano sufficienti ad avviare un percorso, definendo un progetto nei particolari la Regione deve dimostrare una sensibilità, se condivide quel progetto, finanziandolo e rinviando l'allocazione delle risorse al bilancio 2004.
Ecco perché ho apprezzato il ritiro degli emendamenti e apprezzerò di più se ci saranno gesti politici concreti e coerenti sulle tematiche della pace, che sono tematiche più generali e non circoscritte alla nostra legge regionale.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Novelli.

SERGIO NOVELLI. Esprimo voto contrario all'intero articolo e ai suoi commi. Sul comma 1 esprimo un momento di rammarico, perché rispetto al discorso di miss Italia da qualcuno liquidato come una manifestazione culturalmente di retroguardia, ovviamente il bilancio ha una certa consistenza, le iniziative sono molte, non va dato un giudizio di merito su ciascuna iniziativa a carattere culturale e turistico ma sulla ricaduta sul tessuto regionale. Un tempo su certe cose gli italiani si ritrovavano: oggi neanche più la bellezza femminile ci fa ritrovare.
Non in questa legislatura, ma nella precedente, la Regione ha fatto investimenti per le promozione dell'immagine della Regione Marche, corrispondendo, ad esempio, una somma consistente al calciatore Mancini, più consistente dei 45.000 euro che l'emendamento ipotizzava per miss Italia. Chiedo a me stesso e a voi: dal punto di vista dell'impatto mediatico, della promozione dell'immagine della Regione, avrebbe reso di più miss Italia con l'esposizione nella televisione nazionale o la somma elargita al calciatore? E fra il calciatore e miss Italia è più degna e meritevole una cosa dell'altra? A me piace più miss Italia, ma a parte questo non credo che la questione sia affrontabile in questi termini: si valutano i costi e i benefici e la scelta della Regione è poco opportuna. Da anconetano dico che mi pare anche un po' coraggiosa la scelta di 100.000 euro per il teatro delle Muse, che è in una situazione di grande difficoltà di gestione: si è dimesso il presidente. Allo stesso modo il dissenso riguarda i due commi che prevedono le somme per le aree di riserva naturale, di cui una istituita in maniera problematica e credo che ci sarà un ricorso al Tar. E' arcinoto che la vicenda viaggia dietro la legge del piano faunistico e venatorio che questo Consiglio ha discusso ma non ha votato. Mi è sembrato una forzatura. L'ultimo accenno all'ottavo comma. Ero sul punto di fare mio l'emendamento del collega Trenta che apprezzo e ringrazio per averlo proposto e per averlo ritirato, perché mi è sembrato abbastanza improprio fare una votazione di carattere personale sulla proponibilità o meno di un emendamento. Ho sentito il consigliere Luchetti dire che c'era un accordo in Commissione seconda di cui non facevo parte. Pacta sunt servanda, questo è vero, ma sunt servanda anche Acquaviva o sunt servanda solo i patti che riguardano una certa parte politica? Siccome la colpa degli uni non legittimerebbe la colpa degli altri, non ho fatto mio il subemendamento rispettando anche la volontà del collega Trenta.
Voteremo contro l'articolo 9.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Cecchini.

CRISTINA CECCHINI. Il ritiro degli emendamenti da parte del consigliere Trenta ci ha permesso di non dividerci su un tema sul quale è bene cercare di essere uniti e di costruire le condizioni per trovare unità. La guerra è un tema che può dividere il popolo italiano, può dividere la coscienza di molti e credo che bisogna lavorare per far vincere una cultura che non sia di violenza e di morte, quindi credo all'università della pace, ma noi avevamo stanziato 130.000 euro per iniziative per i bambini nelle scuole sulla pace. E' un anno che il finanziamento è fermo, non si è lavorato su questo, credo che lavorare sull'università della pace, lavorare contemporaneamente sulle scuole per affermare una cultura di solidarietà siano temi obbligatori per una amministrazione che vuol costruire un futuro per se stessa.
La seconda questione riguarda miss Italia. Per fortuna si è votato per appello nominale. Non vorrei che negli impegni che la Giunta prende si possa recuperare. Lei non ha risposto, Presidente, ad Andrea Ricci che glielo aveva chiesto in modo preciso. Dato che abbiamo fatto un voto nominale, non sia quella la modalità di recupero di un'iniziativa su cui ci si può dividere, però la mercificazione del corpo femminile non credo che sia un tema di promozione turistica che faccia forte la nostra Regione, abbiamo ben altre iniziative e capacità.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Andrea Ricci.

ANDREA RICCI. Noi stiamo già vivendo in tempi di guerra: una gigantesca macchina bellica, quella degli Stati Uniti d'America, è ormai pronta a scagliarsi contro il popolo iracheno: ci saranno, con ogni probabilità, migliaia e migliaia di morti, di vittime innocenti. Il Governo italiano ha dato il suo pieno, totale appoggio alla preparazione di questa macchina bellica. Il territorio italiano nelle ultime settimane è stato attraversato da treni carichi di armi e di soldati destinati a partecipare a quella gigantesca operazione bellica. Il Governo italiano ha dato il suo pieno e incondizionato appoggio politico in tutte le sedi diplomatiche per sostenere questa guerra imminente ed è una guerra che probabilmente avverrà al di fuori di qualsiasi illegalità internazionale. Gli Stati Uniti hanno già dichiarato che, con o senza l'Onu la guerra si farà. In periodi come questi, la coerenza, anche individuale, deve essere assoluta e soprattutto il tema della pace non può essere agitato episodicamente come è avvenuto in questa seduta. L'Italia è piena di bandiere per la pace esposte sui balconi, ma quelle bandiere hanno un significato preciso: esprimono il proprio dissenso politico nei confronti del comportamento di questo Governo, che è il vostro Governo, che sta portando anche il nostro Paese a partecipare, direttamente o indirettamente, a questa guerra che si va scatenando.
In tempi come questi non sono ammesse sceneggiate di alcun tipo. Io non discuto, né mi permetto di farlo, l'interesse, l'impegno del consigliere Trenta rispetto alla tematica generale della pace e rispetto all'ipotesi di costruire una università della pace nella nostra regione. Quello che trovo di cattivo gusto è di esporre la bandiera della pace nei banchi del Consiglio regionale quando si discute di un emendamento che chiede un aumento di 20.000 euro per quello specifico finanziamento. Questo non solo lo discuto ma lo trovo disdicevole. Apprezzo il comportamento successivo del consigliere Trenta che probabilmente, resosi conto del grande iato che separa quel gesto simbolico di esporre oggi la bandiera della pace, rispetto alla richiesta di 20.000 euro di aumento, ha ritirato i propri emendamenti.
Al consigliere Giannotti, invece, rispondo che egli, insieme ai suoi amici di partito e di Governo risponde del fatto che l'Italia sta operando in modo assolutamente contrario alla pace in questo momento, avendo assunto quella posizione politica dichiaratamente favorevole ad una guerra e avendo espresso l'appoggio incondizionato nei confronti di chi sta preparando l'aggressione. Questi sono i fatti, questi fatti sono noti a tutto il popolo italiano che oggi, nella sua stragrande maggioranza è contro questa guerra che voi andate preparando.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Mollaroli.

ADRIANA MOLLAROLI. Circa il progetto di educazione alla pace che era stato predisposto con il fondo istruzione 2001, come Commissione abbiamo ripreso in mano questa questione, è stato fatto di recente un incontro con il presidente della tavola per la pace Lotti, abbiamo predisposto un progetto che sarà presentato nei prossimi mesi alle scuole delle Marche. Quindi non c'è stata disattenzione rispetto a questo, c'è stato un tempo che poteva essere ridotto nell'utilizzo del fondo stesso, però il progetto va avanti, nei prossimi mesi sarà presentato alle scuole della regione, crediamo che anche attraverso questa attività si possa costruire dissenso verso la guerra e a favore della cultura della pace, che sicuramente non risolve il problemi ma aiuta a costruire un mondo diverso, in particolare se protagonisti di questo saranno le giovani generazioni.

PRESIDENTE. Pongo in votazione l'articolo 9.

Il Consiglio approva

Subemendamento 025. Lo pongo in votazione.

Il Consiglio approva

Emendamento 25 come subemendato. Lo pongo in votazione.

Il Consiglio approva

Articolo 10. Ha la parola il consigliere Giannotti.

ROBERTO GIANNOTTI. L'articolo 10 riguarda i provvedimenti tributari che avete assunto e che volete modificare. Abbiamo discusso del nulla tutta la sera, dando la possibilità prima a Secchiaroli, poi a Luchetti, poi a D'Ambrosio di fare uno show sul nulla, mentre questo è un atto concreto che certifica la vostra decisione di confermare la stangata nei confronti dei marchigiani con l'aumento dell'addizionale Irpef e dell'Irap. Questa è la segnalazione della poca popolarità di questo Governo regionale, non c'è bisogno che andiamo a scomodare altri. Questo è il segno tangibile che questo è il bilancio delle tasse, così come questa è la Regione delle tasse.
Abbiamo deciso di autoregolarci nei tempi, però credo che questa considerazione vada espressa, così come esprimo il nostro voto contrario a questo articolo.

PRESIDENTE. Pongo in votazione l'articolo 10.

Il Consiglio approva

Articolo 11. Lo pongo in votazione.

Il Consiglio approva

Articolo 12. Lo pongo in votazione.

Il Consiglio approva

Articolo 13 bis. Lo pongo in votazione.

Il Consiglio approva

Subemendamento OO26. Se passa decadono lo 026 e l'emendamento 26. Ha la parola il consigliere Novelli.

SERGIO NOVELLI. Tutti siamo favorevoli a un aumento di circa 65 miliardi di vecchie lire negli investimenti per il trasporto sulle funzioni delegate. Quello che mi ha sorpreso è che noi votiamo l'incremento di un capitolo che prevede fondi trasferiti dallo Stato per le funzioni delegate. Vorrei capire se è nato da un errore sulla valutazione dei fondi trasferiti dallo Stato... Che arriveranno? E' una cosa piacevole: credo che tutto il battage che è stato fatto per il taglio...(Interruzione). Il dato di un aumento, in questi mesi, di 75 miliardi andava segnalato. Voi dite "sono pochi, ci spettavano, ne volevamo di più", prendiamo atto ma almeno va segnalato.

PRESIDENTE. Ha la parola l'assessore Amagliani.

MARCO AMAGLIANI. Questo è il trasferimento di fondi ex Anas che riguarda il triennio 2001-2003. Questo subemendamento si è reso necessario per il fatto che c'è una discordanza tra i fondi in cassa e quelli che arriveranno, tant'è che è prevista la stessa cifra sia in entrata che in uscita. Quindi sono fondi che arriveranno dallo Stato e che noi gireremo alle Province.

PRESIDENTE. Pongo in votazione il subemendamento.

Il Consiglio approva

Pongo in votazione l'articolo 14.

Il Consiglio approva

Articolo 15. Lo pongo in votazione.

Il Consiglio approva

Emendamento 27. Ha la parola il consigliere Castelli.

GUIDO CASTELLI. Sapete che la funzione idraulica è stata assegnata, come competenza alle Province. Si è posto in Commissione il problema di valutare l'opportunità che la progettazione preliminare potesse essere ri-accreditata alla Regione. Credo che questa soluzione possa essere praticabile, ma sempre e comunque ove l'ente Provincia lo chieda e lo reputi opportuno. Riaffidare alla Regione la progettazione preliminare determina che, almeno in parte, il famoso 1% che viene stornato per i progettisti prenda una strada comunque diversa da quella che oggi ha imboccato, sicché ove questa soluzione sia ritenuta favorevole, positiva dalle Province, propongo che la progettazione venga riaffidata alla Regione, ma se questa valutazione dell'ente cui abbiamo affidato la funzione non vi dovesse essere, propongo che le cose rimangano come sono ora.

PRESIDENTE. Pongo in votazione l'emendamento.

Il Consiglio non approva

Pongo in votazione la prosecuzione in seduta notturna.

Il Consiglio approva

Articolo 15 bis. Lo pongo in votazione.

Il Consiglio approva

Articolo 15 ter. Lo pongo in votazione.

Il Consiglio approva

Articolo 15 quater. Lo pongo in votazione.

Il Consiglio approva

Articolo 16. Lo pongo in votazione.

Il Consiglio approva

Articolo 16 bis. Lo pongo in votazione.

Il Consiglio approva

Articolo 17. Lo pongo in votazione.

Il Consiglio approva

Emendamento n. 28 a firma Ciccioli, Gasperi e Castelli, che ha la parola.

GUIDO CASTELLI. Che la progettazione dei corsi di orientamento bandistico venga affidata alle Province ci trova d'accordo. Chiediamo l'impegno della Regione Marche di concorrere al finanziamento di questi corsi. Il senso dell'emendamento è stabilire che le Province finanzino e progettino il corso con il concorso della regione, in maniera tale da formalizzare una cosa che siamo tutti d'accordo a fare, che succederà, a cui diamo il carattere di elemento strutturale invece che rimesso alla mutevole situazione contabile e finanziaria.

PRESIDENTE. Pongo in votazione l'emendamento.

Il Consiglio non approva

Articolo 17 bis. Lo pongo in votazione.

Il Consiglio approva

Articolo 17 ter. Lo pongo in votazione.

Il Consiglio approva

Articolo 17 quater. Lo pongo in votazione.

Il Consiglio approva

Emendamento 029 a firma Trenta. Lo pongo in votazione.

Il Consiglio non approva

Emendamento 29. Ha la parola il consigliere Castelli.

GUIDO CASTELLI. Proponiamo che l'articolo venga diviso in due parti: oltre che per ragioni semantiche, per accedere alla richiesta che altrove è stata espressa dall'assessore Secchiaroli, di fare riferimento invece che a "portatori di handicap" a "condizioni di disabilità", si propone di inserire tra le associazioni beneficiarie dei contributi, oltre all'Anffas anche l'Unmil, che è l'Unione mutilati e invalidi per lavoro.

PRESIDENTE. Pongo in votazione l'emendamento.

Il Consiglio non approva

Emendamento 29 bis. Ha la parola il consigliere Giannotti.

ROBERTO GIANNOTTI. Vorrei porre una questione. Visto e considerato la partecipazione a tutti gli effetti della Regione all'attività dell'Amat e visto questo articolo, non sarebbe male se il Presidente della Giunta informasse il Consiglio sulla situazione finanziaria di questa associazione che mi dicono sia estremamente preoccupante. Quindi l'invito che rivolgo formalmente al Presidente è di dare informazione al Consiglio in ordine alla situazione di questa associazione a partecipazione regionale.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Luchetti.

MARCO LUCHETTI. Nel proporre questo emendamento la Commissione ha tenuto conto proprio di quello che diceva il consigliere Giannotti, pertanto nel fare questa proposta a nome della Giunta la Commissione richiederà all'Amat la rendicontazione finanziaria della stessa associazione.

PRESIDENTE. Pongo in votazione l'emendamento.

Il Consiglio approva

Articolo 18. Lo pongo in votazione.

Il Consiglio approva

Emendamento n. 30. Ha la parola il consigliere Giannotti.

ROBERTO GIANNOTTI. Credo sia chiaro il fine dell'emendamento presentato dal consigliere Ceroni che in qualche modo esprime la nostra contrarietà alla costituzione di una scelta di capitali per la alienazione dei beni delle Asl. Il senso di questo articolo credo sia sostanzialmente questo e credo che sia illegittimo l'inserimento nello strumento di bilancio, consigliere Luchetti. So che lei è molto interessato a questa cosa e vedo presentata una specifica proposta di legge al riguardo, però credo che questa sia materia del piano sanitario regionale e non possa essere materia di un bilancio. Credo che comunque la legittimità di una iniziativa in questo senso, debba considerare le implicazioni e i vincoli di destinazione ad uso sanitario dei beni delle Asl. Quindi siamo contrari al comma 2 dell'articolo e l'emendamento intende sanare questa situazione.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Cecchini.

CRISTINA CECCHINI. Voterò questo emendamento, perché mentre ritengo legittimo e possibile ciò che c'è scritto nell'art. 1, che la Giunta regionale sia autorizzata a lavorare per la gestione del debito al fine di abbreviare i termini di pagamento alle aziende fornitrici, ritengo molto grave inserire nella proposta di bilancio, senza averne discusso a sufficienza, la costituzione di una società di capitali per l'acquisizione delle strutture edilizie. Si tratterebbe di una società certo a partecipazione pubblica, nella quale potrebbero essere messe non si sa quali proprietà immobiliari di quali ospedali e ovviamente la capacità di vendere, di permutare o far diventare gli ospedali a proprietà mista pubblico-privata sarebbe di esclusiva pertinenza di questa società. Mi sembra molto pericoloso, sono contraria nel merito, capisco che è un scelta finanziaria che si può pensare ma nel merito sono totalmente contraria.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Pistarelli.

FABIO PISTARELLI. L'aula deve essere attenta a questo passaggio. Questa cosa è assolutamente delicata, importante, di grande rilievo anche sotto un profilo d'impatto economico-finanziario. Non so se con un articolo così "impilato", alle 19,30 della seconda giornata di discussione di questo bilancio, con tutto l'appesantimento dovuto alla discussione di oggi e al fatto che questa discussione è iniziata lunedì possiamo affrontare questa che è una scelta strategica, che deve vedere la Giunta confrontarsi con la volontà dell'intero Consiglio regionale, maggioranza e opposizione. Qui siamo nella indicazione secca della costituzione di una società di capitali che cartolarizzerà e farà operazioni, attraverso la gestione del patrimonio immobiliare delle Asl. La collega Cecchini dice che non c'è stato grande approfondimento, però questa stessa maggioranza in ambiti nazionali ha avuto in più di un'occasione modo di rimarcare in maniera negativa questo passaggio. Le indicazioni nazionali sulla cartolarizzazione venute anche dall'ultima finanziaria e girate agli enti locali ecc., hanno visto nella maggior parte dei casi Amministrazioni soprattutto di centro-sinistra respingere questo tipo di soluzione, rifiutare quel tipo di impostazione. Ora bellamente si fa, senza un dibattito preliminare, un'operazione del genere e non si ha un mandato, un indirizzo da parte del Consiglio regionale. Non so se su questo sia il caso di pensare e meditare bene il voto. Ecco perché ha fatto bene il collega Ceroni a porre la questione, soprattutto per rimarcare che questo secondo comma deve essere visto e discusso organicamente in un'apposita soluzione legislativa e normativa. Se la maggioranza ha bisogno di un momento di riflessione ben venga, anzi lo auspichiamo.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Procaccini.

CESARE PROCACCINI. Nella discussione generale abbiamo detto, proprio per far collimare il Dpefr il più possibile con la declinazione operativa delle leggi di bilancio, che esso non doveva prevedere, nei punti della programmazione viva di questa Regione, fatti e atti che avessero anticipato il piano sanitario regionale. L'art. 19 è uno di quei punti su cui andrebbe riflettuto, perché di fatto, se passasse una concezione di questo tipo, faremmo entrare dalla finestra quello che dovrebbe uscire dalla porta, per cui chiedo che ci sia una ulteriore riflessione, perché stiamo instaurando un meccanismo che rischia di stravolgere una programmazione più compiuta.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Andrea Ricci.

ANDREA RICCI. Anch'io penso che questo secondo comma dell'art. 19 abbia bisogno di un approfondimento ulteriore che può essere fatto soltanto con una eventuale proposta di legge ad hoc. Se è vero che nel comma 2 di questo articolo si parla di una società esclusivamente di proprietà regionale, quindi esclusivamente pubblica e si parla anche di un obbligo di concessione in locazione alle aziende e di un diritto di opzione per il riacquisto, quindi si fissa il carattere esclusivamente pubblico per l'operazione, tuttavia, trattandosi di una materia complessa e importante, ritengo che non possa essere fatto con un articolo nella legge finanziaria. Qualora se ne ravvisasse la necessità occorrerà attivare un provvedimento legislativo ad hoc che passi per le vie ordinarie del Consiglio regionale, cioè nelle Commissioni competenti e si consenta quindi un approfondimento.
Per questo chiedo la votazione per parti separate dell'articolo, perché il comma 2 dell'articolo stesso ritengo vada salvaguardato.

PRESIDENTE. Ha la parola il Presidente D'Ambrosio.

VITO D'AMBROSIO, Presidente della Giunta. La Giunta non ha nulla in contrario allo stralcio del secondo comma. Lo prenderemo in esame in un'apposita previsione di legge, comunque c'erano tutti i presupposti di salvaguardia di carattere pubblico. Che la materia sia complessa e valga la pena approfondirla in altra sede va bene.

PRESIDENTE. Pongo in votazione l'emendamento.

Il Consiglio approva

Pongo in votazione l'articolo 19 come emendato.

Il Consiglio approva

Emendamento 31. Lo pongo in votazione.

Il Consiglio approva

Articolo 20. Lo pongo in votazione.

Il Consiglio approva

Articolo 21. Lo pongo in votazione.

Il Consiglio approva

Articolo 22. Lo pongo in votazione.

Il Consiglio approva

Emendamento 32. Ha la parola il consigliere Castelli.

GUIDO CASTELLI. Il senso dell'emendamento è quello di ripristinare la piena vigenza dell'art. 41 della legge regionale 7/95 che, come dicevo a commento di un altro emendamento, prevedeva che la totalità dei proventi regionali ricavati dalle tasse della caccia di pertinenza di questo ente vengano ripartiti secondo una precisa scansione: Regione, Province, associazioni venatorie. Successivamente, la vigenza e l'efficacia di questo articolo sono state vanificate dall'articolo 51 della legge regionale 12/98 finanziaria per l'anno 1998, che ha tolto la cosiddetta "tassa di scopo", quindi chiedo che le disposizioni dell'art. 51 non operino relativamente alle finalizzazioni di cui all'art. 41 della legge 7/95 di cui chiedo il ripristino, tenuto conto anche che in materia di funghi è stato utilizzato un meccanismo analogo, che quindi ha già aperto un varco nell'ambito di quello che era stato previsto dall'art. 51 della legge regionale 12/98.

PRESIDENTE. Pongo in votazione l'emendamento.

Il Consiglio non approva

Articolo 23. Lo pongo in votazione.

Il Consiglio approva

Articolo 24. Lo pongo in votazione.

Il Consiglio approva

Articolo 25. Si tratta della dichiarazione d'urgenza. Lo pongo in votazione.

Il Consiglio approva

Pongo in votazione il coordinamento tecnico.

Il Consiglio approva

Passiamo alla proposta di legge n. 160.
Articolo 1. Lo pongo in votazione.

Il Consiglio approva

Articolo 2. Emendamento 1 a firma Agostini. Lo pongo in votazione.

Il Consiglio approva

Pongo in votazione l'articolo 2 come emendato.

Il Consiglio approva

Articolo 3. Lo pongo in votazione.

Il Consiglio approva

Articolo 4. Lo pongo in votazione.

Il Consiglio approva

Articolo 5. Lo pongo in votazione.

Il Consiglio approva

Articolo 6. Lo pongo in votazione.

Il Consiglio approva

Articolo 7. Lo pongo in votazione.

Il Consiglio approva

Articolo 8. Lo pongo in votazione.

Il Consiglio approva

Articolo 9. Lo pongo in votazione.

Il Consiglio approva

Articolo 10. Lo pongo in votazione.

Il Consiglio approva

Articolo 11. Lo pongo in votazione.

Il Consiglio approva

Articolo 12. Lo pongo in votazione.

Il Consiglio approva

Articolo 13. Lo pongo in votazione.

Il Consiglio approva

Articolo 14. Emendamento n. 2. Lo pongo in votazione.

Il Consiglio approva

Emendamento n. 3. Ha la parola il consigliere Giannotti.

ROBERTO GIANNOTTI. Questo emendamento è provocatorio, ma nello stesso tempo è un emendamento-verità, perché vuol rimettervi in mente il maltolto, il furto che avete compiuto... Lo dico e me ne assumo la responsabilità: il furto che questa Giunta ha compiuto nei confronti del turismo marchigiano. Siete stati così bravi e così maldestri, tanto da mettere in crisi l'assessore al turismo, di utilizzare finanziamenti statali: abbiamo parlato fino ad oggi di mancati trasferimenti, di "federalismo monco" come ha detto Luchetti, di volontà del Governo di non asseconda questa scelta di trasferimento delle funzioni e dei poteri. Vi rendete conto della gravità di quello che avete fatto per quanto riguarda il trasferimenti statali nel campo del settore turistico? Questi signori della Giunta hanno fatto un'operazione che definire illegittima, ingiusta, illogica, impropria è poco. Hanno preso i finanziamenti statali assegnati alle Marche in base alla legge 135, finalizzati a sostenere l'attività dei sistemi turistici e la riqualificazione delle strutture ricettive e li hanno utilizzati come plafond di finanziamento del piano promozionale turistico regionale, cioè lo strumento primario di programmazione turistica della Regione è stato finanziato con i soldi dello Stato, questo è il dato politico, dato scandaloso di questa Regione. La Regione, che l'anno scorso aveva speso di suo 7 miliardi per il piano, quest'anno spende 700 milioni. Quindi la Regione Marche sostiene la propria attività in campo promozionale con i finanziamenti statali, distogliendoli da un'opera di recupero, di intervento, di qualificazione del sistema turistico. Il nostro emendamento vuol solamente compiere un'operazione-verità, cioè rimettere sul conto del piano promozionale, quindi sui fondi del turismo tutte le risorse che servono a sostenere il piano promozionale, ridando agli operatori turistici i soldi della 135.

PRESIDENTE. Pongo in votazione l'emendamento.

Il Consiglio non approva

Emendamento n. 4. Ha la parola il consigliere Pistarelli.

FABIO PISTARELLI. Abbiamo presentato questo emendamento sulla difesa della costa, perché mi sembra che sia importante dare seguito a quello che poi tante volte si annuncia in aula, cioè essere consequenziali. Se si è detto che si stanno predisponendo anche strumenti nuovi e diversi rispetto al passato sulla questione della difesa della costa, è altresì vero che ci siamo premuniti di dare alla Upb 10406 un incremento di 500.000 euro per le opere più immediate ed urgenti. Lo stato della situazione lo conosciamo tutti: anche questo inverno è stato particolarmente pesante per quanto riguarda la situazione della nostra costa tutta, dal pesarese all'ascolano. Questo ci sembra un significativo intervento, una significativa indicazione che tutto il Consiglio regionale, se vuol essere coerentemente in linea con quanto affermato nel passato, a prescindere dalla questione dello stato di calamità che è provvidenza straordinario, deve tenere presente come elemento aggiuntivo alla Upb già prevista dal nostro bilancio che abbiamo voluto incrementare di 500.000 euro. Difesa della costa significa soprattutto difesa dell'attività della costa e le attività particolarmente colpite in questi ultimi tempi stentano a ricostruire, anche per l'incertezza di futuri, immediati interventi. Si stenta a far ripartire le realtà commerciali proprio perché non c'è ancora un programma definito e un finanziamento adeguato alla realtà di Porto Recanati, di Senigallia, della costa fermana e ascolana soprattutto, perché sono quelle veramente martoriate dalle ultime mareggiate. Se non vogliamo che non ritorni questo tipi problema e che quelle attività abbiano una certezza di investimento per il futuro e adeguati canali di sostegno, almeno, per quanto riguarda la promozione delle procedure di progettazione-esecuzione 500.000 euro ci sembrano un'indicazione necessaria, aggiuntiva rispetto a quanto previsto.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Castelli.

GUIDO CASTELLI. Vorrei solo aggiungere un paio di cose. La prima è che su questo argomento proprio qualche settimana fa l'assessore Silenzi ha tenuto un importante convegno a Porto Sant'Elpidio, dove fra l'altro si voterà da qui a poco, sul tema dell'erosione costiera. Non entro nel merito della faccenda, perché credo che sia oggetto della massima sensibilità da parte di tutti, tuttavia proprio le soluzioni proposte a Porto Sant'Elpidio — mi riferisco al ripascimento, ovvero a un'attività che dovrebbe avere le caratteristiche della continuità, perché si sta andando dalle barriere al ripascimento — presuppongono un carattere reiterato dell'attività di ripascimento. Proprio per questo abbiamo pensato, se mai dovesse essere tale la strada imboccata dalla Regione in materia, di proporre uno stanziamento aggiuntivo.
Seconda considerazione. Assessore Silenzi, c'è un problema serio che voglio evidenziare. Nell'ambito dei residui attivi del tuo assessorato ci sono ben 8 miliardi che dal 1989 giacciono desolati nelle casse della tua scrivania: tirali fuori, fatteli dare. Capitolo 40135013, erosione costiera. Lo Stato vi vuol dare i quattrini e voi li lasciate marcire per 15 anni: dovete fare anche la conversione in euro, a questo punto. Quindi ti invito caldamente a far sì che il tuo ingresso in quell'assessorato determini l'accelerazione produttiva che tutti noi ci aspettiamo da un uomo come te che, pur essendo senza proteine, riesce ancora a tenere alta la bandiera della Giunta.

PRESIDENTE. Pongo in votazione l'emendamento.

Il Consiglio non approva

Emendamento n. 5. Lo pongo in votazione.

Il Consiglio non approva

Emendamento n. 6. Lo pongo in votazione.

Il Consiglio approva

Emendamento n. 7. Lo pongo in votazione.

Il Consiglio approva

Pongo in votazione l'articolo 14 emendato.

Il Consiglio approva

Articolo 15. Lo pongo in votazione.

Il Consiglio approva

Articolo 16. Lo pongo in votazione.

Il Consiglio approva

Articolo 17. Emendamento n. 9. Ha la parola il consigliere Giannotti.

ROBERTO GIANNOTTI. Su questa materia la Giunta è in grande difetto, nel senso che c'è una legge nazionale, ci sono due proposte di legge presentate una da Forza Italia, l'altra dall'Udc, c'è una sensibilità che attraversa anche al maggioranza, perché credo che il consigliere Luchetti non sia contrario a un intervento a sostegno degli oratori, quindi non capiamo perché ci sia questa lentezza e questa mancanza di volontà da parte dell'Esecutivo di riconoscere questo diritto, questa grande opportunità che è rappresentata, riconoscendo il ruolo di aggregazione ed educativo che svolgono questi centri sul territorio regionale. Il perdurare di questa posizione di chiusura significa mancanza di attenzione rispetto alla valenza di questo strumento.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Luchetti.

MARCO LUCHETTI. Penso che questa sia l'occasione per fare chiarezza su questo problema degli oratori. Ho già avuto modo di spiegarlo a Viventi — che ha convenuto con me — con il quale ho fatto, presso i Salesiani un dibattito sulla questione degli oratori, in riferimento alla sua proposta di legge. E' bene che questo Consiglio regionale sappia che in questa Regione esiste una legge da ben 11 anni che finanzia gli oratori e tutte le opere religiose, le opere a supporto delle parrocchie. La percentuale arriva al 30, a differenza di quanto previsto dalla legge nazionale che arriva all'8. Se vi informaste, c'è la possibilità di un canale diretto di finanziamento da 11 anni. Lo potete chiedere anche a chi ha utilizzato questa possibilità, lo potete chiedere al Comune di Falconara che ha sostenuto questa tesi per il finanziamento delle opere viciniore alle chiese presso la Corte dei conti, pertanto sbandierare la legge nazionale degli oratori che è al ribasso rispetto all'attuale legge marchigiana mi pare cosa di poco conto. Se non altro, dobbiamo fare informazione presso tutte le parrocchie, vedi Istituto di sostentamento del clero che è competente, a conoscere la norma, perché non la conoscono. Quando si fa riferimento alle normative ci si incontra con gente che non le conosce, mi è capitato. Siccome i Comuni sono tenuti a rispettare la norma, è bene che si utilizzi subito.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Massi.

FRANCESCO MASSI GENTILONI SILVERI. Al collega Luchetti non sfuggirà che la norma a cui si riferisce è quella della legge 12 del 1992, che pochissimi Comuni hanno utilizzato, perché per utilizzare quella parte degli oneri di urbanizzazione secondaria...

ROBERTO GIANNOTTI. Ti spiego perché non funziona, Luchetti: devi chiederlo ai tuoi amici comunisti.

FRANCESCO MASSI GENTILONI SILVERI. Riguarda edifici e ristrutturazioni. Qui bisogna dire che i Comuni sono stati in gravissimo ritardo, qualche volta le curie stesse si sono più occupate del tetto della chiesa che non del tetto dell'oratorio, quindi il punto d'incontro tra pubblico ed ecclesiastico ha sortito un livello abbastanza basso, però credo che Luchetti abbia la sensibilità per capire, dato che la Margherita a livello nazionale ha votato una legge sugli oratori, che qui si cerca di introdurre un'altra cosa, un criterio di sussidiarietà. Nello spirito della sussidiarietà dobbiamo dirci anche questo: quando le Amministrazioni di centro-destra e di centro-sinistra hanno cercato di impostare attività di sostegno al tempo libero con gli impiegati, con le convenzioni, con le cooperative ecc., i risultati non sono stati gli stessi che si raggiungevano con i vecchi, gloriosi oratori. Nessuno pensa di ritornare a un criterio confessionale, il parroco che sta lì a redarguire e controllare, ma lo spirito della proposta è molto laico. Sulla stessa da tempo non abbiamo un segnale dalla maggioranza e lo chiediamo laicamente.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Giannotti.

ROBERTO GIANNOTTI. Il consigliere Luchetti è giovane, fresco di esperienza da consigliere regionale e non conosce i fatti. Se ti fossi informato, ti saresti fatto una cultura su un'iniziativa sviluppata nella scorsa legislatura dal gruppo Cdu su questa materia, rispetto a due questioni omesse. Primo, che il 90% dei Comuni marchigiani guidati dalla sinistra non ha attivato questo fondo che è una decisione formale di destinare ad interventi di quella natura parte degli oneri di urbanizzazione. Secondo, questa legge è stata finanziata solo ai tempi del centro-sinistra, questa Giunta regionale si è ben guardata dal finanziare. E' vero che c'è una legge regionale che interviene, in qualche misura, a corredo di questa legge, ma se si vanno a vedere i capitoli di bilancio, ci si accorge che non c'è alcuna voce in uscita, di competenza, da parte della Giunta regionale.
Venire oggi a dire che c'è un provvedimento per giustificare la chiusura a una richiesta legittima mi sembra una cosa di pessimo gusto.

PRESIDENTE. Pongo in votazione l'emendamento.

Il Consiglio non approva

Emendamento n. 10. Lo pongo in votazione.

Il Consiglio non approva

Emendamento n. 11. Ha la parola il consigliere Giannotti.

ROBERTO GIANNOTTI. La richiesta è collegata a un'iniziativa legislativa che noi abbiamo presentato e che, come tutte le altre, è stata immagazzinata negli archivi di questo Consiglio, a dimostrazione del grande spirito di apertura da parte della maggioranza. La proposta prevede interventi finanziari a sostegno di alcune misure di salvaguardia delle attività commerciali dalla criminalità.
Una proposta di legge che rappresenta un passo molto più serio di quello che è invece il portato della legge regionale approvata. In questo senso abbiamo ritenuto giusto riproporre il finanziamento per questo provvedimento.

PRESIDENTE. Pongo in votazione l'emendamento.

Il Consiglio non approva

Emendamento n. 12. Ha la parola il consigliere Giannotti.

ROBERTO GIANNOTTI. Vorrei finire la mia esperienza in questo Consiglio regionale conseguendo questo risultato di approvare una legge che interviene a sostegno delle scuole materne autonome. Questo problema è particolare, tutti riconosciamo che queste scuole, che sono nella maggior parte di orientamento cattolico, svolgono una integrazione al ruolo della scuola pubblica, fondamentale, perché in tantissime realtà, in tantissimi piccoli centri, in tantissime realtà la scuola statale e la scuola comunale non sono in grado di garantire questo servizio che è invece garantito dalla scuola autonoma. Per esempio io ho una figlia che ha frequentato una scuola privata. Una proposta di legge che non mette in discussione il principio della parità scolastica su cui possiamo anche avere posizioni ideologiche diverse, comunque sensibilità diverse. Questa è una legge che corrisponde all'esigenza di riconoscere un servizio effettivamente reso alla popolazione, riducendo i costi della scuola pubblica. Rispetto a questa proposta c'è stato un dibattito in sede di Commissione consiliare, c'è stato un incontro che lei ha avuto con il presidente dei vescovi delle Marche, rispetto al quale non mi era sembrato che ci fosse stata da parte sua una chiusura preconcetta.
La mia domanda è: cosa osta ad affrontare questa problematica che è cosa diversa dall'affermazione del principio della parità scolastica che vedremo su un altro provvedimento? Credo che su questo piano si possa cominciare a fare un percorso, trovando una risposta la più adeguata possibile alle richieste che vengono dalla società marchigiana.

PRESIDENTE. Pongo in votazione l'emendamento.

Il Consiglio non approva

Emendamento n. 13. Ha la parola il consigliere Giannotti.

GILBERTO GASPERI. Se prevedi tanti soldi nell'emendamento, vuol dire che non la vuoi questa cosa, Giannotti...

ROBERTO GIANNOTTI. Scusi, ma lei è della maggioranza?
La Regione Lombardia, la Regione Lazio, la Regione Veneto, le Regioni cosiddette "del centro-destra" che hanno attivato il buono scuola...

FRANCA ROMAGNOLI. Ma non con un emendamento.

ROBERTO GIANNOTTI. Allora non ci siamo capiti. C'è una proposta di legge presentata dal gruppo di Forza Italia. Se il gruppo di Forza Italia non avesse presentato l'emendamento al bilancio, qualunque consigliere di minoranza e di maggioranza avrebbe avuto diritto di dire che la nostra è una finzione. Siccome la nostra non è una finzione ma una battaglia seria, checché se ne dica, visto e considerato l'atteggiamento di Alleanza nazionale, questo argomento, insieme a un altro paio di cose, come la famiglia e come la scuola di talassemia, dovrà essere uno dei primi obiettivi della nuova Giunta regionale di centro-destra che si affermerà alle prossime elezioni. Quindi è una battaglia che faremo fino in fondo. Questo emendamento sostiene una proposta, anche questa relegata in un cassetto della prima Commissione consiliare, che intende affermare il diritto delle famiglie che sia riconosciuto il principio della parità scolastica, quindi la possibilità di partecipare al sostegno delle famiglie per la partecipazione scolastica dei loro figli.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Gasperi.

GILBERTO GASPERI. E' implicito che quando si deve fare qualcosa di serio è giusto farlo, però non vedo perché sia fatta una sottrazione dalla ricerca all'informazione agricola corrente. Se c'erano due milioni di euro poteva andar bene, ma non capisco cosa c'entrano i 177.400 euro.

PRESIDENTE. Pongo in votazione l'emendamento.

Il Consiglio non approva

Emendamento n. 14. Ha la parola il consigliere Giannotti.

ROBERTO GIANNOTTI. Questo emendamento è a sostegno di un'altra proposta di legge che noi abbiamo formulato: quella che intende riconoscere il ruolo delle associazioni storiche marchigiane. In questa regione ci sono decine e decine di iniziative che hanno un grande valore di recupero delle tradizioni popolari. Abbiamo parlato oggi del Carnevale di Fano, della Quintana, potremmo parlare del Palio della rana, della Cacciata di Mondavio, di tutta una serie di manifestazioni che hanno la capacità di ricordare il nostro passato e i valori ai quali i nostri avi facevano riferimento. Abbiamo detto che invece di limitarsi a qualche regalo nelle finanziarie di turno, vale la pena approvare una proposta di legge che dia organicità a questo intervento, riconoscendo e sostenendo il lavoro di queste società benemerite. Mi risulta che la Commissione ha anche audito, nei giorni scorsi, i presidenti di questi organismi, insisto non solo per l'emendamento ma anche perché ci sia una disponibilità reale da parte della maggioranza, nell'affrontare tematiche come queste, che on sono ideologiche o di valore ma che vanno solamente incontro a interessi della società marchigiana.

PRESIDENTE. Pongo in votazione l'emendamento.

Il Consiglio non approva

Emendamento n. 15. Ha la parola il consigliere Giannotti.

ROBERTO GIANNOTTI. ... politica. Lo dico e me ne assumo la responsabilità. Questa proposta di legge di ideologico non ha nulla, è come il discorso del garante per l'infanzia. E' un fatto grave che una iniziativa legislativa per sostenere le adozioni a distanza, che da un anno è tenuta inspiegabilmente dentro i cassetti. Ho usato un termine forte, me ne scuso ma è un fatto grave sul piano del costume politico, perché dimostra veramente che questa Giunta è insensibile a tutto, anche a quello che di positivo viene formulato, solo perché è patrimonio di altri. Non è questo il modo per rendere le istituzioni un fatto agibile a tutti. Provate a pensare cosa sarà per il giovani, per quelli che verranno nella prossima legislatura dover subire da parte della maggioranza di centro-destra questo ostracismo sul piano legislativo. A parte gli scherzi, consigliere Amati, io ritengo che ci sia materia di intervento nella norma statutaria perché sia garantito il diritto delle opposizioni di veder discutere le proprie proposte. Io non ho la pretesa di vedere che le mie proposte siano approvate, ma discusse sì, dopodiché in Consiglio si vota contro e si bocciano, ma non possiamo impedire il confronto sul piano della proposta legislativa. In Parlamento questo è stato recepito, recuperato, bisogna che lo prevediamo anche nella norma statutaria delle Regioni.

PRESIDENTE. Pongo in votazione l'emendamento.

Il Consiglio non approva

Emendamento n. 16. Lo pongo in votazione.

Il Consiglio non approva

Emendamento n. 17. Lo pongo in votazione.

Il Consiglio non approva

Emendamento n. 18. Lo pongo in votazione.

Il Consiglio non approva

Emendamento n. 19. Lo pongo in votazione.

Il Consiglio non approva

Emendamento n. 20. Lo pongo in votazione.

Il Consiglio non approva

Emendamento n. 21. Ha la parola il consigliere Giuseppe Ricci.

GIUSEPPE RICCI. Abbiamo già esaminato in quest'aula una proposta di legge che era una legge-provvedimento che prevedeva un intervento specifico per l'ente universitario del fermano, che viene riproposto oggi con l'emendamento a firma dei colleghi della minoranza, però nel frattempo abbiamo anche maturato una convinzione nella competente Commissione consiliare, che è quella di predisporre una proposta di legge che preveda un intervento organico a favore dei corsi universitari attivati in tutto il territorio regionale, quindi come Commissione pensiamo di presentare all'esame dell'aula una proposta che superi quella che precedentemente io avevo presentato e che riguardava esclusivamente l'ente universitario del fermano, per rivolgerci invece a tutte le iniziative universitarie che sono attivate dagli atenei marchigiani nel territorio regionale e che sono già esistenti, per sostenere questi corsi e per favorire la partecipazione della Regione insieme agli enti locali che già da soli sostengono gran parte degli oneri per il funzionamento dei corsi stessi. Quindi con una proposta di legge che vada a riconoscere le presenze nel territorio marchigiano di queste iniziative universitarie noi pensiamo di creare le condizioni perché la presenza di questa Regione sia significativa. E' evidente che la Giunta definirà i criteri e le modalità per stabilire l'entità e le modalità per la concessione dei contributi, tenendo conto dell'importanza dei corsi universitari, del numero degli alunni che frequentano, tenendo conto anche dell'importanza, della rilevanza, della serietà dei corsi che sono attivati.
In questo contesto c'è una volontà unanime in Commissione: se la collega Romagnoli vorrà condividere con noi la proposta di legge, chiedo alla stessa di ritirare l'emendamento.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Romagnoli.

FRANCA ROMAGNOLI. Condividerò senz'altro la proposta di legge, peraltro già accennata in Commissione, pertanto ritiro l'emendamento, perché lo scopo è di favorire la partecipazione della Regione in tutti gli enti universitari del territorio regionale, soprattutto in quelli che hanno difficoltà perché vedono esclusivamente la partecipazione degli enti locali interessati, finora.

PRESIDENTE. Pongo in votazione l'articolo 17. Ha la parola il consigliere Procaccini.

CESARE PROCACCINI. Come abbiamo detto nella discussione generale, noi non condividiamo la strutturazione dell'articolo 17 ma deve essere chiaro, molto chiaro che i Comunisti italiani non sono contrari alla scuola di giornalismo con sede nel comune di Urbino, anzi essa andrebbe ampliata, non deve essere di élite, non deve essere a numero chiuso ma a numero aperto. Siamo invece contrari al fatto che tutte le spese per la sua gestione gravino sulla Regione Marche, cioè non è possibile che questa mole di finanziamento gravi tutta sull'ente Regione. Vorrei ricordare alla Giunta regionale che oggi ha votato alcuni punti impropri del Dpefr, che questa strutturazione è contraria allo stesso Dpefr, perché esso prevede che, addirittura, la Regione Marche fuoriesca gradualmente, ma inesorabilmente, da società tipo l'Aerdorica. Non è infatti possibile, secondo noi, un esborso di 875.000 euro in questa emergenza finanziaria. Per la verità, noi abbiamo indicato in tempi non sospetti un percorso serio e diverso, inascoltati come in altre occasioni. Vale a dire, che insieme alla Regione debbono partecipare al finanziamento anche la Provincia di Pesaro e Urbino, il Comune di Urbino, l'ordine dei giornalisti e non ultimo lo Stato, in quanto la scuola di giornalismo assumerebbe un serio rilievo nazionale e regionale.
Invito la Giunta a cogliere questa proposta, altrimenti — non lo facciamo per ricattare alcuno — noi voteremo contro. Infatti, su questo non c'è alcun vincolo di maggioranza, questo aspetto non fa parte di alcun impegno e di alcun accordo. Lo facciamo semplicemente nell'interesse di un bilancio rigoroso, lo facciamo perché non è sostenibile un finanziamento di tale portata con i necessari tagli che il bilancio fa in particolare alla scuola pubblica, ai servizi sociali, alla sanità, ai trasporti, al turismo.
Inoltre, siccome la previsione è pluriennale, se passa un'impostazione così come prevista dall'art. 17 non ci sarebbe più neanche un euro a disposizione del Consiglio regionale per iniziative legislative per il resto della legislatura, perché questo articolo prosciuga interamente tutti i fondi globali.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere D'Angelo.

PIETRO D'ANGELO. Le perplessità enunciate dal collega Procaccini sono anche le mie, quindi vorrei chiedere come mai, senza nulla togliere all'importanza di questa scuola di giornalismo, che ha anche una valenza storica nella nostra regione e che quindi deve continuare ad esistere, perché è un punto di riferimento importante per molti giovani marchigiani, si va a bloccare una grossa fetta dei fondi globali per un finanziamento che negli anni precedenti... Presidente, se dobbiamo stare qui perché dobbiamo votare d'accordo, però se un consigliere chiede una spiegazione, prego la Giunta di ascoltarlo.
Fatta la premessa sull'importanza di questa scuola per i giovani di questa regione, chiedo all'assessore competente di ragguagliarmi, vista la mia ignoranza, sul perché quest'anno non si è potuto attingere, per la scuola di attingere ai finanziamenti dell'Ue attraverso l'Obiettivo 3. Mi risulta che in passato questa scuola ha ben funzionato attraverso l'indizione di bandi e attraverso finanziamenti comunitari. Quindi prima di votare questo articolo, desidererei avere delucidazioni in tal senso. Se sarò soddisfatto voterò l'articolo, altrimenti mi riservo di regolarmi di conseguenza.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Cecchini.

CRISTINA CECCHINI. Non voterò l'articolo, perché ho un personale ricordo di questa vicenda. Il 28 dicembre 2000 la Giunta regionale approvò il bando dell'asse C3 per la formazione superiore, con il quale vengono finanziati i master, gli FTS e la formazione superiore. A questo bando concorsero tutti i soggetti abilitati, compreso l'istituto di giornalismo di Urbino che si piazzò in maniera adeguata e venne finanziato per un totale di 1.100 milioni di lire. Vennero finanziati due master, dividendo la formazione in due modalità. Questo si ottenne il 7 luglio 2001, quando la graduatoria venne resa pubblica dopo la valutazione fatta dalla commissione giudicatrice. Dal luglio 2001 al luglio 2002 la Regione Marche non ha fatto niente fino al 31.12.2002. Vi ricordo che con il complemento di programmazione avevamo la delega per tre questioni: i centri per l'impiego che potevano avere finanziamento diretto l'obbligo formativo che poteva avere finanziamento diretto, le università che potevano avere finanziamento, unite in un progetto. Quindi non si è dato il finanziamento diretto né si è fatto il bando.
Lo dico all'assessore Ascoli, perché la questione del ruolo dell'asse C3 ancora probabilmente non la padroneggia. Quando lo farà, fra qualche giorno, fra qualche ora, si accorgerà che nel luglio 2002 venne fatto il bando, che il 31 gennaio 2003 doveva essere fatta la graduatoria, che il nucleo di valutazione ha perso tempo ed è andato al 28 febbraio, che queste date, paragonate al numero di crediti che devono servire per i master fanno saltare l'anno accademico 2002-2003, con un problema per la Regione Marche a rendicontare al 31.12, adeguatamente. Siccome questo ha una storia e ha un nome e un cognome di un dirigente, l'assessore Ascoli farà quello che vuole nei confronti del dirigente che deve dirigere questa struttura, personalmente voto contro l'art. 17 dei fondi globali.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Romagnoli.

FRANCA ROMAGNOLI. Ci associamo alla richiesta di chiarimenti fatta sia da D'Angelo che da Cecchini e abbiamo addirittura presentato un'interrogazione, come consiglieri di minoranza della prima Commissione, proprio chiedendo il perché di questa omissione, perché di omissione si tratta. Il 10 luglio 2001, con delibera 1572 si è provveduto a fare il bando per diplomi universitari, master, formazione di terzo livello, qualificazione superiore, POR Obiettivo 3, asse C, la misura di cui è stato ampiamente parlato, cosicché la scuola di giornalismo ha potuto lì attingere, è stata ammessa al finanziamento ed ha preso quell'anno, come in precedenza, un miliardo. In Commissione ci siamo informati sulla consistenza di questa iniziativa e potrei dire, con facile demagogia, che gli iscritti marchigiani sono 3 su non so quanti partecipanti, però esuliamo dal dato territoriale e riconosciamo ugualmente la validità di questa iniziativa, il cui peso economico e finanziario non credo però, per errori ed omissioni di qualcuno debba totalmente ricadere sulla Regione Marche. Può essere giusta la considerazione di Procaccini che dice "chiediamo una compartecipazione agli enti locali", ma mi permetto di dire che caso mai, questo, lo vedremo dopo. Prima chiediamoci perché e chi ha sbagliato. Sicuramente non possiamo, non conoscendo la verità, emendare questo errore di cui non conosciamo i responsabili e la consistenza, assorbendo gli interi fondi globali che sono a disposizione di tutte le iniziative di legge in corso e future per il 2003. E' quindi uno scempi che dovremmo cercare di non compiere e noi, sicuramente, voteremo contro. Peraltro, in I Commissione abbiamo l'iter di questa proposta di legge in piedi e faremo una battaglia per capirci chiaro.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Tontini.

ROBERTO TONTINI. Voglio ricordare a quest'aula che 11 anni fa la Regione, in accordo con l'università di Urbino ebbe un'idea lungimirante, che fu quella di far nascere la scuola di giornalismo ad Urbino. Vorrei ricordare ai colleghi che è una delle due scuole presenti in Italia, uniche abilitate alla fine della quale è possibile automaticamente accedere all'iscrizione all'ordine dei giornalisti.
Sono due le scuole presenti nel nostro paese che hanno questa possibilità, grazie ad un'organizzazione degli studi concepita in modo ,tale che durante i due anni di frequenza all'istituto di giornalismo, oltre allo studio viene fatta direttamente pratica di giornalismo, attraverso la redazione di un giornale, la qual cosa viene paragonata ai due anni di praticantato che un giornalista dovrebbe fare prima di poter accedere all'albo.
La scuola delle Marche presente ad Urbino nasce come seconda a livello nazionale, ma credo che debba essere sottolineato con forza e ricordato che diventa la prima, attualmente, in termini di accrediti nazionali ed internazionali, rispetto all'utilizzazione e agli sbocchi professionali che gli studenti hanno uscendo da questo tipo di istituto. Si caratterizza quindi come scuola di eccellenza a livello nazionale, come scuola che ha superato l'altro istituto di giornalismo che ha una vita più lunga e che ha sede a Milano.
Credo che opportunamente, nel bilancio la Giunta si sia fatta carico di una situazione che fra l'altro fa fronte ai bilanci degli anni precedenti, per permettere di continuare un'esperienza importante e che vede presente nella nostra regione una struttura di eccellenza, che è guardata a livello nazionale e internazionale, che attira giovani forze della cultura, forze della stampa a livello nazionale ed internazionale, che ci fa conoscere come regione a livello nazionale ed internazionale. Credo quindi importante che questa Giunta abbia accolto di proporre nell'articolato la funzione di eccellenza che questa scuola svolge a livello nazionale e regionale, con l'impegno che questo copre quegli anni e per il futuro si possano avere sbocchi anche diversi che possano essere sostenuti da finanziamenti comunitari, come sempre avvenuto e tutt'oggi in parte sta avvenendo, nella direzione del mantenimento e del rafforzamento di una eccellenza che abbiamo nel nostro territorio e che comunque dobbiamo salvaguardare.

PRESIDENTE. Ha la parola l'assessore Ascoli.

UGO ASCOLI. Premesso che sono diventato assessore il 21 novembre e che le decisioni, fondamentalmente, erano state già prese su questi versanti, voglio rassicurare tutti che sul versante dell'asse di cui parlava Cristina Cecchini stiamo lavorando alacremente ed abbiamo avuto, non senza mettere in pericolo l'anno accademico, sui corsi di alta specializzazione 111 domande, molte più di quante si pensava, tanto è vero che in Giunta ho portato una delibera per raddoppiare il budget a disposizione, per poter finanziare almeno un quinto di questi corsi.
Per quanto riguarda i master universitari li abbiamo ormai approvati e sono tutti in grado di partire fra maggio e giugno senza compromettere l'anno accademico. Per quanto riguarda il discorso della scuola di Urbino, era già stata fatta la scelta di mettere a bando una serie di corsi, fra cui l'Istao e di chiedere all'istituto di Urbino di andare a bando per una serie di caratteristiche tecniche riguardanti la durata dei corsi e alcuni giudizi che erano già stati dati nell'ambito dell'assessorato. Di conseguenza non possiamo permetterci di lasciare fuori questo istituto, quindi per completare l'arco dei finanziamenti abbiamo deciso di scegliere quest'altra strada. Non ci sono problemi, non ci sono blocchi del servizio, non ci sono anni accademici saltati, c'è invece la volontà di far fronte a tutte le esigenze.

PRESIDENTE. Pongo in votazione l'articolo 17.

Il Consiglio approva

Articolo 18. Lo pongo in votazione.

Il Consiglio approva

Articolo 19. Lo pongo in votazione.

Il Consiglio approva

Articolo 20. Lo pongo in votazione.

Il Consiglio approva

Articolo 21. Lo pongo in votazione.

Il Consiglio approva

Articolo 22. Ha la parola il consigliere castelli.

GUIDO CASTELLI. Credo che questo articolo meriti un'attenzione particolare, perché si tratta di un'autorizzazione significativa: la contrazione di mutui o prestiti obbligazionari per un importo complessivo di 118 milioni di euro. Perché è importante? Perché siamo ai livelli di guardia, anzi probabilmente siamo andati oltre, per quanto riguarda la capacità e la possibilità di indebitamento di questa Regione. Per far quadrare il bilancio è necessario fare ricorso a un ulteriore mutuo, significativo e importate, che fa il paio con le ulteriori autorizzazioni che sono indicate nel successivo articolo 23. I dati in nostro possesso parlano ormai di un volume di indebitamento che assume rilievi assolutamente preoccupanti. Al 31.12.2002 siamo sui 980 milioni di euro, circa 1.900 miliardi di vecchie lire. Aggiungiamo a questi gli ipotetici, eventuali ma comunque autorizzati ulteriori 220 miliardi di vecchie lire a cui si aggiungono poi le ulteriori autorizzazioni. Viaggiamo quindi sui 2.500 miliardi ipotizzati, in riferimento a quelli degli articoli 22 e 23. Oggi siamo chiamati ad affrontare spese annuali per sostenere i ratei di questi 2.600 miliardi che vanno oltre i 100 miliardi di lire, ovvero l'intero importo della manovra finanziaria di cui stiamo discutendo. Eravamo a un centinaio di miliardi di rate da pagare annualmente, ora con queste ulteriori autorizzazioni sfondiamo i 100 miliardi e navighiamo sui 130. L'Upb corrispondete a questa voce parla di 150 miliardi. Lascio a ciascun consigliere la valutazione di quanto grave sia ormai la situazione debitoria di questa Regione. Siamo a un livello tale per cui le stesse risorse vengono drenate in maniera cospicua non solo dalla sanità per l'82% celeberrimo, ma per un'altra consistente, significativa voce, dalle spese per i mutui che sono anche e soprattutto contratti per il disavanzo. E' una situazione veramente pre-fallimentare, una situazione che il Dpefr individua, ma come consuetudine non analizza in termini di risposta da assumere, perché se leggiamo ciò che il Dpefr dice in proposito si limita a manifestare l'intenzione pia, ovvia, scontata, della necessità di superare le rigidità del bilancio, ma un dato che oggi viene consacrato e ufficializzato è che, presumibilmente, fino al 2040 ciascun cittadino marchigiano porterà su di sé il peso di questi otto anni, per il momento. Una gestione che purtroppo oggi ci porta a far quadrare il bilancio con l'autorizzazione ulteriore dei mutui, perché diversamente non ci sarebbe pareggio, diversamente non ci sarebbe la possibilità di chiudere il bilancio in maniera neanche apparentemente corretta. Questo è un fatto molto grave, che fa sorgere il dubbio che le risorse che oggi noi attiviamo non siano solo finalizzate a spese per investimento, ma esiste il concreto rischio che violando la legge si possano anche utilizzare i mutui per il finanziamento della spesa corrente magari mascherata, magari celata, magari dissimulata. Questo articolo e il seguente, da un punto di vista di gestione finanziaria pura, evidenziano tutto il senso della nostra battaglia contro la gestione complessiva del bilancio della Regione.

PRESIDENTE. Pongo in votazione l'articolo 22.

Il Consiglio approva

Articolo 23. Ha la parola il consigliere Pistarelli.

FABIO PISTARELLI. Questo è l'elenco delle autorizzazioni ulteriori alla contrazione di mutui, soprattutto la lettera e), quella che interessa il bilancio 2002 e che definisce in 25 milioni ulteriori di euro la dimensione dell'ulteriore indebitamento regionale per il disavanzo che proviene dalla lettura dei bilanci ormai consolidati, chiusi, delle Asl e delle aziende ospedaliere.
Questa è una riflessione che dobbiamo compiere insieme a tutti i marchigiani. Queste cifre dovranno essere anch'esse oggetto di uno spazio pubblicitario che a pagamento la Giunta potrà comprare, attraverso il quale dire ai cittadini marchigiani qual è la dimensione del nostro stato di bilancio, così almeno facciamo corretta e totale informazione, quindi invito la Giunta a spendere quattro lire per questi spazi pubblicitari, per far sì che questo articolo 23 e il 22 siano conosciuti dall'intera comunità marchigiana. Non è una boutade ma una cosa che rende tutti consapevoli della situazione, soprattutto relativamente all'aggiornamento 2002, che impietosamente questa proposta 160 compie con la lettera e) che si aggiunge a tutte le altre autorizzazioni rinnovate e che hanno un importo, più o meno, di 2.600 miliardi, quelli che avevamo già scritto nel nostro manifesto-denuncia delle questioni sanitarie e altro, perché non si tratta solo del sistema sanitario regionale, si tratta dell'intera gestione del bilancio regionale.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Castelli.

GUIDO CASTELLI. La somma stanziata nell'Upb di riferimento per il pagamento dei ratei, che è oggi, per il bilancio di previsione 2003 di 150 milioni di euro, prevede un decremento nei prossimi due anni, perché passa a 120. A cosa si debba questa fausta previsione, che ha più il sapore della novella che non della valutazione econometrica non è dato sapere. Anche perché abbiamo visto che il meccanismo fittizio che consente la chiusura del bilancio, è proprio quello di farsi autorizzare la contrazione di mutui per portare a pareggio il bilancio oggi dell'anno corrente, salvo poi, successivamente, farsi autorizzare negli anni successivi altri mutui per coprire i disavanzi. A questo punto siamo nella condizione per cui a noi dicono "quella è l'autorizzazione massima che chiediamo, non li attiviamo tutti, però l'anno successivo, quello successivo ancora ecco che quel massimale di autorizzazione viene completamente riempito. Questo meccanismo, a mio modo di vedere è così discutibile che sfido chiunque ad applicarlo alle proprie risorse finanziarie.
Questo è il nodo gordiano di maggiore significato, siamo a livello di indebitamento che, come dicevo nell'intervento iniziale, fa sempre più assomigliare l'allegra brigata della maggioranza regionale ai passeggeri del Titanic che ballano allegramente e festosamente nonostante l'avvicinarsi minaccioso di un iceberg contro il quale è facile che tutti noi andremo a sbattere. La cosa che ci fa rabbia, è che anche noi andiamo a sbattere contro l'iceberg, quindi cercheremo di occupare le scialuppe per primi.

PRESIDENTE. Pongo in votazione l'articolo 10.

Il Consiglio approva

Articolo 24. Ha la parola il consigliere Gasperi.

GILBERTO GASPERI. Prima si diceva che questi sono mutui per investimenti. Vorrei sapere quali tassi di aumento devono avere questi investimenti, visto che il costo è alle migliori condizioni di mercato, fino all'importo massimo di 398 milioni di euro, con durata non superiore a vent'anni e al tasso fisso o variabile, massimo semestrale, del 5%. Siccome qui vengono poste le condizioni di tasso fisso o variabile, dove viene considerato il 5% semestrale, anzitutto vorrei sapere perché non è stato considerato il tasso annuale, poi fisso o variabile comporta delle differenziazioni rispetto all'importo del tasso stesso. Come si può pensare che un mutuo come questo, che ha un costo superiore all'11% annuo possa essere considerato mutuo per investimenti? A questo punto, o facciamo il banco dei pegni, oppure viene la convinzione di dire "signori, non pensiate di vincere le elezioni perché nel 2005 avremo venduto anche le seggiole dei dipendenti".

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Favia.

DAVID FAVIA. Sono intervenuto poco, stante il fatto che il voto era più o meno scontato su tutto, ma credo che nella redazione di questo articolo 24 siate incorsi in un lapsus, altrimenti spiegateci cosa è successo. A parte che andiamo a indebitarci per altri 800 miliardi, quindi arriviamo alla cifra record di 1.700.000 lire di debito a testa, compresi i neonati o i moribondi, come si può ipotizzare di autorizzarvi a contrarre mutui al tasso semestrale del 5%, che vuol dire oltre il 10% all'anno, con la capitalizzazione semestrale, in un momento in cui le peggiori società vanno al 6-7%? Credo che sia una pazzia. Spiegateci cosa significa indebitarsi a queste cifre.
In un momento in cui il tasso fisso è bassissimo, quindi insuscettibile di ulteriori diminuzioni, anzi suscettibile nel futuro soltanto di aumenti, come da trend mondiale, come si può ipotizzare di autorizzare un tasso variabile? Dateci una risposta, perché siamo in presenza di cose allucinanti. E' come se andassi a fare la spesa e spendessi 10.000 lire per un litro di latte.

PRESIDENTE. Pongo in votazione l'articolo 24.

Il Consiglio approva

Articolo 25. Lo pongo in votazione.

Il Consiglio approva

Articolo 26. Lo pongo in votazione.

Il Consiglio approva

Articolo 27. Lo pongo in votazione.

Il Consiglio approva

Articolo 28. Lo pongo in votazione.

Il Consiglio approva

Articolo 29. Lo pongo in votazione.

Il Consiglio approva

Articolo 30. Lo pongo in votazione.

Il Consiglio approva

Articolo 31. Lo pongo in votazione.

Il Consiglio approva

Articolo 32. Si tratta della dichiarazione d'urgenza.

Il Consiglio approva
Pongo in votazione il coordinamento tecnico.
Il Consiglio approva

Passiamo alle dichiarazioni di voto. Come d'accordo nella Conferenza dei presidenti la dichiarazione di voto è congiunta sui tre atti e sugli ordini del giorno.
Ha la parola il consigliere Giannotti.

ROBERTO GIANNOTTI. Il documento di programmazione economica e finanziaria regionale e il bilancio di previsione 2003 sono la stessa faccia di una medaglia che registra il clamoroso fallimento della politica del centro-sinistra, fatta di tante parole ma di pochi fatti, tanto meno di realizzazioni. Da un lato ritardi sul Dpefr che ne inficiano il significato e lo rendono praticamente inutile, quasi un libro dei sogni, dall'altro un bilancio regionale che certifica solo i conti disastrati di una Regione che per tirare a campare aumenta le tasse, taglia i servizi ai cittadini e fa mancare le risorse per lo sviluppo. Tanto pochi sono gli spazi di manovra che non c'è possibilità alcuna di incidere, tanto meno per le forze di opposizione di vedere accolte le proprie richieste, anche quelle più sacrosante.
La Giunta regionale è prigioniera di un sistema che, seppure in fase di disgregazione, la rende prigioniera da un lato dei sindacati ai quali qualche volta deve pur cedere qualcosa — vedi il caso dei pensionati — e dall'altro di un potere dei partiti, in particolare di Ds, che vuole continuare ad occupare politicamente la Regione e soprattutto le aziende sanitarie e ospedaliere locali.
Mi chiedo: come è possibile che altre Regioni dello stesso colore politico abbiano conti di gran lunga migliori dei nostri? Anche loro come le Marche, come tutto il sistema delle autonomie locali, hanno minori risorse a disposizione per colpa di una congiuntura difficilmente addebitale, come si è tentato vanamente di fare, a Berlusconi.
Se il Governo delle Marche si trova nella situazione attuale, è per propria ed unica responsabilità, per la sua incapacità di scegliere e di assumere decisioni. Basti pensare che da due anni si discute di sistema sanitario senza adottare decisioni che possano in qualche modo fermare il trend in crescita della spesa, come fatto da altre Regioni vicine a noi, dello stesso colore politico e non.
In altri termini, questo è un bilancio ripiegato sugli errori del passato, che non dà prospettive per lo sviluppo, che conferma l'assenza di una politica per le infrastrutture viarie, nodo centrale per lo sviluppo di questa regione, ma che rende anche sempre più chiaro il tentativo strumentale e maldestro del presidente D'Ambrosio e della Giunta di scaricare le proprie responsabilità sul Governo nazionale.
Le Marche, a mio parere, hanno bisogno di altro che piangersi addosso. Questo presidente avrebbe fatto meglio, in questa congiuntura difficile, ad assumere atteggiamenti più costruttivi e responsabili, cercando il confronto ed anche la collaborazione con il centro-destra, senza insistere in atteggiamenti pregiudiziali e accuse di tagli che poi, come nel caso dei fondi per la sanità, la montagna e il welfare, non si sono dimostrate vere. Ci si fascia la testa prima di rompersela.
Il nostro è quindi un no scontato ad un bilancio fallimentare, che è la sommatoria di quelli analoghi del Governo di centro-sinistra, sapendo che la vera partita da giocare è ancora aperta ed è la partita sulla sanità che, viste le premesse, cioè l'azienda unica e il mantenimento sostanziale delle strutture burocratiche e sanitarie, non potrà che far registrare un altro insuccesso che, come sempre, pagheranno i cittadini marchigiani sulla loro pelle.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Procaccini.

CESARE PROCACCINI. Abbiamo evidenziato nella discussione complessiva, con puntualità, alcuni aspetti critici, sia del Dpefr che delle proposte di legge 159 e 160, perché esse, a nostro parere, indeboliscono l'impianto complessivo, che condividiamo, di rigore, del bilancio, e ciò di fronte ad un contesto caratterizzato dal Governo Berlusconi, che doveva, deve far fare al centro-sinistra un salto di qualità per un bilancio difficile ma senza alibi ad una destra che è anche nelle Marche pericolosa e in cerca di rivincita.
Per onestà debbo riconoscere, altresì, ad alcuni esponenti dell'opposizione di questo Consiglio, grande equilibrio e serietà. Anch'essi, insieme alla critica alla maggioranza, tuttavia non hanno potuto risparmiare critiche al Governo nazionale. E' inutile che ci giriamo intorno: tutte le difficoltà per gli enti locali e per il sistema delle autonomie derivano dalle politiche governative e questo non è l’assaggio, perché quando sarà operativa la devolution, la selezione tra le aree ricche e le regioni povere sarà devastante, qualsiasi principio di solidarietà concreta sarà spazzato via. Altro che uguale al centro-sinistra! Altro che semplice competitrice sul versante dell'alternanza! La destra italiana ha in sé i tradizionali aspetti reazionari, autoritari e populisti ed oggi è anche intrisa, grazie al suo capo, degli elementi aziendalistici.
Il bilancio delle Marche ha fatto uno sforzo, ma si poteva fare meglio, occorreva concentrare di più le risorse sullo Stato sociale, sulla sanità. In verità ci sono stati — li abbiamo evidenziati — elementi che stonano. In primo luogo se si voleva, come è stato fatto, che il Dpefr fosse — come è stato fatto — la parte integrante ed esclusiva della relazione al bilancio medesimo, doveva essere aggiornato alla realtà odierna, perché ci sono cose contraddette dalla declinazione nelle proposte di legge 159 e 160. Inoltre c'è stata una chiusura totale alle osservazioni da noi fatte all'art. 17 della proposta di legge 160. Ma siccome il bilancio è l'atto più significativo, che connota o dovrebbe connotare la compattezza di una maggioranza, non possiamo defilarci e comunque è l'atto politicamente più significativo. Noi, disciplina di maggioranza, rispettiamo questo vincolo e voteremo a favore. Peccato che questa sensibilità non sia diffusa. Infatti, da questa vicenda il presidente D'Ambrosio e la Giunta hanno perso una ulteriore occasione di ascolto rispetto alle proposte, serie, dei Comunisti italiani.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Gasperi.

GILBERTO GASPERI. Intervengo solamente per prende le distanze, ma soprattutto per recitare un de profundis a questo bilancio. Questo non è un bilancio, è un programma basato solamente sui mutui. Qui si dimostra una incapacità di saper programmare, di voler programmare. Capisco la grande difficoltà che possono avere alcuni o molti della maggioranza, i consiglieri di buon senso che vengono a votare a favore solamente per uno spirito di corpo e di gruppo, ma sul piano personale è impensabile che si possa votare un bilancio di questo genere che non ha nemmeno più la scusante degli anni 1997-98, quando dicevate che il bilancio aveva quel deficit che era stato trovato negli anni '95, dopo che il centro-sinistra aveva vinto le elezioni e aveva modificato, ovviamente, l'assetto istituzionale della nostra Regione.
Su questa incapacità di saper programmare, che cosa vogliamo ancora attenderci? Non siete riusciti, nonostante continue sollecitazioni da parte della minoranza, a incitare, a togliervi di dosso certe squadrature, non avete saputo fare altro che dare la colpa al Governo centrale di togliere spazi alle spese che avevate programmato.
E' pensabile che questi spazi possano essere completamente coperti con l'ammontare dei mutui che avete fatto e che è stato dimostrato, negli interventi precedenti, non siete capaci di andare a reperire ad un tasso più basso, magari ricorrendo a finanziamenti i più accessibili e che comportino il minor danno ai cittadini marchigiani?
Con un debito pro-capite così elevato, mi chiedo: con quale faccia si viene a discutere e a programmare? Signori, siete razzisti nei confronti degli extracomunitari, perché gli extracomunitari non vengono più a lavorare nella nostra regione con un debito pro-capite di questo genere. Vengono a lavorare sobbarcandosi un debito di oltre 1.800.000 lire a testa? Siete dei razzisti, questa è la dimostrazione di che cosa siete capaci di fare. E poi, nelle piazze, andate a dire che dobbiamo dare spazio, dobbiamo essere comprensivi nei confronti di coloro che vengono a lavorare nel nostro territorio. E' normale che qualsiasi cittadini che venga a lavorare nel nostro territorio si riverserà poi su quelle regioni che non hanno raggiunto un deficit di questo genere.
Viene da chiedersi: per quanto tempo ancora i cittadini marchigiani devono continuare ad accettare, a subire queste angherie? Mi auguro che qualcosa venga a modificarsi e vi faccio una proposta: nel bilancio mancava una sola voce per dargli credibilità: il soccorso alla misericordia. Dovevate mettere almeno 200 milioni per giocare al Superenalotto e con le eventuali vincite avreste probabilmente sanato, con la misericordia, ciò che non siete capaci di fare. Avete creato un disastro economico in questa regione così florida, avete dato la dimostrazione dell'incapacità e di non credere assolutamente che i cittadini marchigiani non solo non possono subire, ma mi auguro che siano il più possibile avversari di ciò che fate loro subire.
Con quale garanzia i cittadini marchigiani possono credere che questo Governo sia un Governo che non crea disastri, che non crea deficit? Addirittura dite oggi che mai e poi mai andrete a porre un'imposta, un ticket sulla sanità. Visto come sono andate le cose, penso che ancora prima della fine del 2003 sarete costretti a ricorrere anche a quell'imposizione, perché ciò che si evince da questo bilancio, realmente toglie ogni possibilità di credere che qualcosa possa migliorare nella nostra regione.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Cecchini.

CRISTINA CECCHINI. Voterò le due proposte di legge 159 e 160 e non voterò il Dpefr. La ragione per la quale non voterò il Dpefr mi sembra chiara relativamente alla discussione che abbiamo svolto questa mattina insieme. Mi aspetto che nella prossima discussione sulla sanità, le questioni relativamente alla rete ospedaliera, alla sanità nel territorio e al superamento del problema dell'azienda unica come riorganizzazione del servizio sanitario possano essere corrette da questa maggioranza. Ritengo però che non abbiamo fatto bene, come Consiglio regionale, a non lasciarci la via d'uscita di una soluzione che poteva essere costruita già da oggi, guardando un po' più avanti. Quindi, rispetto al Dpefr queste sono le ragioni per le quali non voterò. Voterò invece, per ragioni che attengono all'appartenere alla maggioranza, le due proposte di legge, sapendo, come so, che l'assessore Agostini sui finanziamenti comunitari dovrà impegnarsi molto per superare i trend che oggi abbiamo come Regione e che ci vedono nell'Obiettivo 2, nell'Obiettivo 3, in Interreg, in Equal e nel Leader con percentuali non positive, quindi, di conseguenza, quel minimo indispensabile per lo sviluppo economico di questa regione — il 18% non sanitario del bilancio — se non terrà questa partita ci farà andare nella crisi più totale e nella implosione di un problema enorme.
Affido a questa Giunta e all'assessore un ragionamento di questo tipo.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Castelli.

GUIDO CASTELLI. Gli elementi più significativi della mia relazione di minoranza sul bilancio e sul Dpefr li ho consegnati all'intervento di lunedì scorso, tuttavia, successivamente allo svolgersi della discussione credo che sia ulteriormente necessario fare alcune precisazioni che credo possano essere utili, se non ad una comprensione dello strumento, a far sì che, magari fra qualche anno, quando andremo a rileggere questi resoconti, potremo cogliere l'amara soddisfazione di chi dice "l'avevo detto", magari essendo costretti anche a questa maleducata performance dell'autocitazione. Tuttavia ci siamo sgolati in questi due giorni proprio per evidenziare alcuni aspetti che credo opportuno ricapitolare brevemente.
Il Dpefr è un non Dpefr, uno strumento che, al di là della querelle, ormai già abbondantemente approfondita, del suo ritardo, in sé non ha le caratteristiche utili per essere utilizzato, gestito e preso a spunto per un'equa operazione di risanamento e di ripensamento del bilancio della Regione Marche.
Ci sono degli spunti di questo Dpefr che fra l'altro sono talmente lacunosi, che portano anche a confusioni abbastanza elementari. Si fa riferimento al tasso d'inflazione previsto dal Governo nazionale e in realtà si scopre che è il tasso d'inflazione programmato, cioè uno strumento di politica monetaria, tutt'altra faccenda. Ci sono delle frasi che ci fanno ricordare la famosa conferenza stampa di Trapattoni dopo la partita del Bayer, tipo "il riassetto organizzativo prospettato dal disegno di legge della Giunta regionale ha come obiettivo di fondo quello di dar vita a un impianto in cui le esigenze e i contributi della rappresentanza politico-istituzionale, la razionalità aziendale e la razionalità dei processi tecnici possono trovare un contemperamento tale da assicurare alla collettività un sistema sanitario sostenibile nel quadro delle nuove autonomie e responsabilità affidate alle collettività locali". Potrei fare altre citazioni di questo tenore, certo è che, al di là della vetustà che ha accompagnato, in qualche modo, questo documento di programmazione economico-finanziaria, vi è proprio una carenza di fondo dell'impostazione che è stata anche rilevata e considerata tale da soggetti che sono al di sopra di ogni sospetto come il Ces, come la Cgil. Ces che è stato, credo anche in maniera abbastanza inopinata, preso in considerazione da un emendamento all'ordine del giorno, famoso vorrei dire, con il quale la Commissione bilancio ha fatto voti affinché la Giunta, il prossimo anno, fosse più solerte nell'approvazione del Dpefr stesso. Mi pare che vi sia una proposta di modifica di Andrea Ricci il quale dice che, tutto sommato, il ritardo è dovuto al Ces. Ovviamente la colpa viene attribuita al Ces, o meglio, più che la colpa la constatazione del fatto. Se non si prende coscienza in maniera forte che il Dpefr ha una funzionalità importante per l'organizzazione finanziaria di questa Regione e si trovano pannicelli caldi a mo' di giustificazione, probabilmente, come Consiglio non siamo in grado di dare alla Giunta regionale quella scossa, quel forte invito, quella forte sollecitazione di cui abbiamo bisogno, fortemente bisogno, perché la situazione è strutturalmente compromessa. Purtroppo il nostro bilancio regionale è stretto tra almeno quattro emergenze che sono in realtà quattro modalità di gestione contabile che nel tempo si sono reiterate e che hanno portato oggi, alla situazione di ingovernabilità finanziaria sotto gli occhi di tutti. Una tendenza sistematica alla sopravalutazione dell'avanzo di amministrazione, questa è stata la prima tecnica che dal 1995-1996 abbiamo registrato in questa Amministrazione. Abbiamo infatti sempre registrato un profondo scostamento fra l'avanzo presunto in sede di bilancio e l'avanzo effettivamente realizzato nell'anno precedente. Scopo dell'utilizzo della tecnica è quello di creare artatamente una posta attiva che deve giustificare l'iper spesa che si è costretti o si vuole realizzare nel corso dell'anno.
Sappiano tutti che l'avanzo presunto in ragione del pre-consuntivo 2002 è stimato in 352 milioni di euro, cioè 700 miliardi di lire, mentre appena nel 2001 l'avanzo effettivamente realizzato è di 123 miliardi di lire. Siamo a 700 miliardi. Credo che questo dia il senso della rappresentazione inverosimile di questa prima posta. Il problema dei residui attivi, altri strumento utilizzato affinché si potesse evidenziare una situazione diversa da quella reale e che in qualche modo consentisse di manifestare all'esterno un ridotto tasso di allarme. I residui attivi risalgono al 1988-1999, mai movimentati, in riferimento ai quali questa Amministrazione da un quindicennio non effettua alcun tipo di atto propedeutico alla riscossione: né una lettera, né un decreto ingiuntivo, né un reclamo. Sfido chiunque, trovandosi in condizione di debito, a non avere, se non altro l'impeto, se non il raziocinio, di chiedere ai propri debitori di rientrare del loro doveroso contributo.
Attraverso la gestione delle percentuali di copertura dei residui passivi si realizza un disavanzo sommerso. Infine i mutui di cui si è detto.
Questi sono quattro giochi di prestigio che portano oggi a una situazione che fa registrare una esposizione debitoria di 2.700 miliardi di lire, ovvero un terzo dell'intero bilancio di questa Regione. Preoccupa il fatto che si è costretti a misure una-tantum con la gestione attiva del debito, per coprire metà della manovra. Cosa succederà il prossimo anno?
Quindi misure una-tantum per tamponare metà del disastro annuale, tasse che si manifestano nella loro interezza e nella loro completezza ancora fino al 2005 e a fronte di tutto questo alcuni doverosi interventi che vengono auspicati, preconizzati ma ancora non realizzati. Mi riferisco alla riforma del personale, alla riforma degli enti e delle partecipate: entro il 10 dicembre il servizio programmazione avrebbe dovuto realizzare e depositare uno studio, non so se sia stato fatto. L'unico elemento di novità sono queste agende locali: le chiedevo al Vicepresidente Spacca, in sede di Docup, per far sì che le misure del Docup stesso potessero essere rese intersecabili attraverso Pit, Pia, piani integrati di intervento. Vediamo queste agende locali, sappiamo però che le agende locali dovranno attingere il loro costrutto finanziario, il denaro dai fondi globali e questi fondi globali rischiano di essere come quelle belle fanciulle che si trovano magari piombate nelle piattaforme dove qualcuno lavora senza vedere una donna per sei mesi, sicché se queste "fanciulle" dei fondi globali riusciranno a passare indenni dall'aggressione, dal tentativo di conquista, e magari di stupro, di tante altre iniziative che pure richiedono soccorso finanziario, saremo tutti contenti.
Finisco con le parole di Fioretti della Uil, il quale chiede che vi sia una strategia, che la strategia non sia solo pensata ma anche applicata e chiede che ogni iniziativa sia sottoposta a verifica a rendiconto. Uno dei problemi maggiori è che questa Giunta, questo Consiglio elabora, elaborano, fanno iniziative, stanziano, ma poi, in termini di verifica concreta dei risultati, degli effetti e degli esiti siamo completamente latitanti. Dovremmo finalmente imparare a stabilire dei meccanismi di verifica dell'efficacia dei risultati che ci prefiggiamo. Parliamo di pace, di barriere antirumore, di elettrosmog, di raccolta dei funghi, di caccia, di tutto, ma ancora non si riesce a capire se la capacità di questa Amministrazione, anche dal punto di vista del personale e dell'organizzazione, è tale da farci raggiungere almeno il 10% dei risultati auspicati.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Novelli.

SERGIO NOVELLI. Presidente, colleghi, in esito al dibattito, che ha impegnato circa due giorni di lavori, il voto contrario al Dpefr e alle proposte di legge è abbastanza ovvio e in qualche misura lo dico, in parte, per quei colleghi di maggioranza vincolati, per maggioranza e dovere di schieramento a votare un bilancio che credo non faccia piacere a nessuno, non entusiasma nessuno, che effettivamente pone le premesse di un fosco divenire della Regione Marche per questo scorcio di legislatura e per i prossimi. Un voto contrario intaccato da quanto Gasperi ipotizzava: che la mole debitoria fosse tale da indurre gli "scafisti" a prendere l'Adriatico in senso inverso e fuggire dai nostri debiti verso gli ospitali approdi d'Albania. Se fosse vero, potrebbe essere anche il caso di battere questa strada, ma d'altra parte credo che il bilancio sia non votabile, l'abbiamo detto in più versi e in più occasioni. Spendo i pochi minuti che l'inflessibile orologio del Presidente mi concede per dire due parole sugli ordini del giorno, uno a mia firma, che sarà respinto e che viene fatto per poter mandare alle associazioni dei pensionati della polizia, dei disabili per servizio la comunicazione: riprende un problema posto da alcuni emendamenti che il Consiglio ha ritenuto di bocciare. L'ho fatto presente, non ci credevo, me lo segnalarono le categorie, è vero: questa Regione credo sia l'unica ad aver sospeso le provvidenze per il trasporto agevolato nell'autotrasporto pubblico, per invalidi di guerra. Sono ormai pochissimi nelle Marche, fino a due mesi fa c'era una contribuzione con abbonamenti mensili, c'è stata una richiesta di un attimo di attenzione che non c'è stato. Il 2003 è anche l'"Anno europeo delle persone con disabilità": sarebbe stato un segnale di attenzione importante e bene accetto. Il Consiglio ha ritenuto di non quantificarlo, ho fatto un ordine del giorno dicendo "vedete voi": avete comunque 2.700.000 euro dalla legge di finanziamento 27 del 1997, vedete se qualche soldo per i titoli agevolati di viaggio lo trovate, altrimenti grazie lo stesso, non vorremmo intaccare per così poco lo stupendo equilibrio di questa manovra di bilancio.
Una parola sull'ordine del giorno della maggioranza con cui viene riproposta, per l'ennesima volta in questi giorni — ne parlò il collega Giannotti, in questi giorni, in un'occasione incidentale sull'art. 9 della 159 — la questione del fondo triennale della 328n taglio sulla cui entità ed effettività si è parlato.
Qualcuno ha detto che non bisogna fare il processo alle intenzioni: il dicastero Maroni ha ipotizzato un taglio, D'Ambrosio ha detto che il taglio è, in pectore, abbastanza pronto. Il processo alle intenzioni non si dovrebbe fare, ma visto che qui lo si è fatto provo a farlo anch'io ed esprimo il fastidio sospetto che in parte, non dico in tutta la maggioranza nella sua compattezza, dei colleghi di maggioranza, esista quasi una forte attenzione non già per la consistenza del fondo triennale ma della buona occasione per attivare una polemica politica: cioè la speranza che ancora c'è di garantire le speranze degli anziani, dei disabili sia eventuale e molto forte il desiderio di potersi stracciare le vesti a causa del Governo cinico e baro, al punto che, se improvvisamente arrivasse la comunicazione che il fondo viene mantenuto nella sua consistenza, qualcuno avrebbe un po' di rammarico per la verve polemica sprecata, l'occasione persa di fare qualche altra uscita pubblicitaria sui giornali ecc.
Quando, due Consigli fa, fu proposto di fare un testo che stralciasse la critica ideologica al Governo cattivo e alla destra insensibile per fare la sola rivendicazione delle esigenze e mantenere i livelli di investimento del piano triennale, ero dispostissimo a sostenerlo anche contro i rimbrotti dei miei colleghi che dicono "dobbiamo votare contro qualunque cosa si dica". Però mi sembra che ormai il problema doveva essere di sensibilizzare l'attenzione governativa e di questa Regione sul prossimo piano triennale, perché entro novembre del 2003 dovranno essere identificate le risorse per il fondo della legge 328 per il triennio 2004-2006. Noi ci siamo fatti latori di una proposta di impegnare uno 0,1% di pil, contestando in ciò sia Berlusconi che Prodi, perché non si può sempre dire cattivi agli altri. In questa logica è stato riproposto dalla maggioranza un ordine del giorno. Mi fa piacere che ci sia Giannotti, perché vorrei dire che su questo ordine del giorno, che è ideologico e precostituito a fini polemici nel primo capoverso, dove si dice che l'emergenza nella sanità l'ha creata il Governo nazionale — salvo valutare difficile da sostenersi — al di là di questa forzatura a me non dispiace il fatto che la Giunta reperisca 1.500.000 euro per i disabili, anche se, ovviamente, voteremo l'emendamento che identifica anche dove rintracciare questo milione e mezzo.
Personalmente mi asterrò su questo ordine del giorno, con una precisazione: cosa vuol dire "i prossimi mesi"? Se voi votate questo e in assestamento questi tre miliardi di lire non scappano fuori, a quel punto non ho i mezzi dell'assessore Secchiaroli che si compra mezza pagina di giornale con i soldi anche miei, delle tasse, ma con i miei soldi personali la pagina di giornale me la faccio.
Se c'erano queste risorse, ha ragione il collega Castelli a dolersi dell'abbassamento delle risorse proprie della Regione per l'intervento sociale nel triennio 2000-2003; se si riesce a correggere a questo punto, tanto meglio. Perché non è stato fatto prima e perché è stato fatto soltanto nell'ambito di una affermazione polemica, che è più ideologica che di buona amministrazione?

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Andrea Ricci.

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE
GIUSEPPE RICCI

ANDREA RICCI. Anche se è stato ripetuto più volte nel corso di questo lungo dibattito, vale la pena di ribadirlo in sede di dichiarazione di voto: il contesto generale in cui si è collocata la formazione del bilancio della Regione Marche è segnato da profonde difficoltà di origine esterna, difficoltà che non riguardano soltanto la nostra Regione ma tutte le altre Regioni italiane e, più in generale, l'intero sistema delle autonomie locali del nostro Paese. Il contesto esterno è quello di un pesante e fortissimo attacco del Governo al sistema delle autonomie locali, un attacco che, in prima istanza, si determina attraverso una stretta finanziaria molto forte, che colpisce in modo particolare i servizi sociali e i servizi pubblici essenziali erogati dal sistema delle autonomie locali. Questo attacco non è motivato da cause tecniche o contabili ma ha un preciso scopo politico: l'obiettivo è infatti quello di ridurre il più possibile l'intervento pubblico nell'economia, per aprire quanti più spazi possibile al libero mercato; in secondo luogo, l'obiettivo più specifico è quello di privatizzare i servizi pubblici locali e, in modo particolare, il settore dei servizi sociali nel nostro paese, cioè smantellare il sistema di welfare. E' questo, da parte del Governo Berlusconi, il modo coerente e integrale con cui esso persegue le politiche neo-liberiste che hanno dominato questo ultimo decennio, on solo in Italia ma nell'intero contesto internazionale.
Per superare queste difficoltà che nei prossimi anni, qualora continuasse questa tendenza, potrebbero diventare insormontabili per le Regioni e per l'intero sistema delle autonomie locali, occorre rimettere in discussione i capisaldi teorici e pratici del neoliberismo. Infatti queste politiche perseguite nell'ultimo decennio con maggiore o minore forza, stanno mostrando ormai per intero la corda. Siamo di fronte a una situazione di crisi economica internazionale, derivante proprio da queste politiche di liberismo selvaggio, che non accenna a essere superata, il fallimento è ormai sotto gli occhi di tutti. Ma se questo è vero, non è sufficiente la contestazione della politica economica del Governo Berlusconi. Certo, essa è la causa primaria dell'attuale situazione in cui ci siamo confrontai nel formare questo bilancio, ma esistono altre cause che, se non rimosse, possono determinare il permanere di questa situazione di difficoltà.
Per quanto riguarda la nostra Regione, in quanto appartenente ad un paese che fa parte della Comunità europea, per superare queste politiche neoliberiste occorre rimettere in discussione l'architettura economica e finanziaria sulla base della quale è stata fondata l'unione monetaria europea. Se non si rimette in discussione il patto di stabilità che impone allo Stato centrale ma anche al sistema delle autonomie locali, una politica di rigore di bilancio fine a se stessa, se non si rimette in discussione l'impianto monetarista dell'unione monetaria europea, queste difficoltà sono destinate ad accentuarsi e non sarà certo un atteggiamento di moderazione rispetto agli effetti delle politiche neoliberiste, a poter rappresentare la soluzione dei problemi.
Penso che questo tema riguarda anche le autonomie locali, riguarda anche la Regione, non riguarda soltanto le sfere più alte dell'architettura istituzionale dello Stato e della comunità europea, non riguarda soltanto il Parlamento nazionale e il Parlamento europeo ma riguarda anche i Consigli regionali, i Consigli provinciali e i Consigli comunali, perché sono innanzitutto i Comuni, le Province e le Regioni a subire in prima linea le conseguenze di questa impostazione. Nelle Marche questa difficoltà è stata superata, per quest'anno, salvaguardando al massimo i principi di equità e di solidarietà sociale che sono alla base del patto programmatico che lega questa maggioranza. Infatti, nonostante queste difficoltà di carattere complessivo, nel bilancio che ci accingiamo ad approvare non ci sono nuove tasse, non c'è un elevamento della pressione fiscale, anche se il Governo tendeva manifestamente a questo attraverso le spinte e le pressioni per l'accensione di nuovi tickets sanitari che sono provenute ripetutamente dal ministro della sanità Sirchia.
In questo bilancio si è cercato, riuscendovi credo, di contenere al minimo i tagli al welfare regionale e ai trasferimenti ai Comuni, si è cercato quindi di non far pesare ulteriormente, nei confronti degli enti locali, la politica di tagli selvaggi del Governo.
In questo contesto si è anche cercato, nella sede di discussione consiliare, sia in Commissione sia in sede assembleare, di raccogliere le richieste che provenivano da settori e da soggetti sociali, finalizzate a rafforzare il sistema di protezione sociale della nostra regione. Credo che questo sia stato un risultato politico importante e significativo, che non ha reso inutile la discussione in Consiglio regionale — prima in Commissione — di questo bilancio. Mi riferisco all'aumento delle risorse destinate alle borse di studio universitarie, un aumento consistente, di un milione di euro complessivamente e all'aumento delle risorse destinate ai servizi sociali, approvato nel corso di questa giornata.
Ora ci attende, come maggioranza, il compito altrettanto difficile e arduo della riforma del sistema sanitario regionale. Nelle prossime settimane la Commissione prima e il Consiglio saranno chiamati a decidere, dopo un dibattito durato mesi e mesi in seno alla società regionale.
Penso che anche in questa occasione sarà compito della Giunta e della maggioranza del Consiglio regionale manifestare la medesima attenzione e la medesima volontà di ascolto e di confronto rispetto alle valutazioni che provengono dalla società civile marchigiana.
Il Partito della rifondazione comunista esprime quindi un voto favorevole rispetto ai tre atti posti in discussione. Voglio concludere semplicemente con un appunto di carattere metodologico che sta alla base dell'ordine del giorno presentato, rispetto ai compiti del Dpefr. Quest'anno è la prima volta che questo strumento è stato utilizzato, sappiamo le circostanze estranee alla Giunta e al Consiglio regionale che hanno prodotto il ritardo con il quale arriviamo all'approvazione di questo documento, tuttavia per il prossimo futuro, già a partire dall'impostazione del bilancio di previsione del prossimo anno, dobbiamo ricondurre lo strumento del Dpefr alla sua funzione propria, che è quella di definire in tempi adeguati le linee di indirizzo e di programmazione degli interventi finanziari della Regione, che poi si concretizzano, successivamente, nella definizione del bilancio di previsione, altrimenti questo strumento perde la sua utilità e diviene un inutile orpello. Non è stato così questa volta, però sarà così la prossima volta se si ripeterà la stessa modalità. Per questo ritengo che l'ordine del giorno che la II Commissione ha presentato unanimemente, possa rappresentare il suggello dell'approvazione, che pur quest'aula si accinge a dare, del documento di programmazione economica e finanziaria regionale.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Massi.

FRANCESCO MASSI GENTILONI SILVERI. Parafrasando un concetto di tre parole uguali, che credo questa Assemblea conosce, anche per vicinanza politica, definirei la manovra che oggi viene approvata "sopravvivere, sopravvivere, sopravvivere". Questo è il messaggio 2003 che l'Esecutivo e la maggioranza lanciano alla comunità regionale. L'altro motto è "resistere fino al 2005", anche se questo "resistere" abbiamo sottolineato cosa significhi per la società marchigiana, caratterizzato com'è da una non programmazione, rispetto a una manovra abbastanza preoccupante se si pensa che il ripiano di deficit viene affrontato con il ricorso a un mutuo da prendere, anche per gli anni successivi, a tassi che non sono assolutamente realistici.
Ma tralascio questo aspetto tecnico per parlare del paradosso politico di questa situazione: il resistere e il sopravvivere fino al 2005 passeranno attraverso un periodo, che probabilmente sarà la fine del 2004 quando il Governo vituperato di centro-destra, nel tentativo di dare ossigeno alle Regioni, molte delle quali governate anche dal centro-destra, darà ossigeno anche alla Regione Marche, perché i nostri amministratori sanno benissimo che si possono attendere tempi migliori.
Per il momento c'è il blocco die programmi di sviluppo e di qualità. Questo ce lo dobbiamo dire molto francamente.
L'altra sensazione è che tutto il dibattito che abbiamo sviluppato qui non è altro che il prologo di quello che ci sarà quando avremo in discussione il piano sanitario e solo allora potremo capire se l'ingessatura dell'82% di questo bilancio da parte della sanità sarà un gioco che vale la candela. Parlo in termini di sviluppo di qualità della vita della nostra comunità.
Se per arrivare a questo bilancio l'Esecutivo regionale ha adottato il criterio di una concertazione molto affrettata, che per la prima volta in termini di quantità, se non di qualità, si è attirato contro la critica di vasta parte del mondo sindacale, sociale, culturale, ambientale della nostra regione, c'è da dire che l'abilità, il gioco politico con cui il centro-sinistra ha portato avanti questa strategia, è stata quella, per ora, di saper rimandare sapientemente, in maniera molto abile, tutte le colpe sul Governo nazionale. Ma questo fa parte del gioco e per il momento questo gioco tiene.
Sottolineo una blindatura che può essere consueta, ma che è resa un po' più isterica, un po' più ansiosa da questo momento in cui il motto e l'obiettivo sono quelli di sopravvivere, quindi una chiusura anche alle proposte di miglioramento che in questo momento, proprio perché di emergenza, in maggioranza avrei cercato almeno di limitare: "sì, ci abbandoniamo alla gestione dell'urgenza e dell'emergenza". Qui una riflessione per molti di noi che — con qualsiasi età — proveniamo dalla prima Repubblica: non dimentichiamo che il crepuscolo della prima Repubblica ha visto gestire da parte di certi Governi l'emergenza e l'urgenza, l'esatta antitesi della programmazione. Per alcuni anni la gestione dell'urgenza e dell'emergenza, che consente di rispondere abilmente a spinte clientelari che vengono dal basso o di nicchia dei propri partiti, correnti o lobbies, sicuramente, in un certo periodo ha pagato. Non voglio lanciare maledizioni su alcuno se altrettanto francamente ci diciamo che il sistema di gestione dell'urgenza e dell'emergenza, nel crepuscolo della prima Repubblica non ha garantito grande sopravvivenza a partiti di pur gloriosa struttura.
Quindi prendere il sopravvento questo tipo di gestione. Sapete che santuari e nicchie — l'avete capito — vengono in qualche modo tutelati, non ci sono eccessivi tagli nei confronti di alcuni settori. Non abbiamo avuto risposte su alcune domande strutturali che abbiamo fatto.
Avevo chiesto di conoscere in quali pieghe di bilancio fossero nascoste le spese strutturali per la costruzione dell'azienda sanitaria unica regionale, le spese giuridiche per le fusioni per incorporazione, le spese per l'unificazione dei sistemi informatici. Non c'è stata, neanche con un comportamento "alla Sherlock Holmes", la possibilità di trovare dove fossero annidate previsioni di questo tipo. E allora una raccomandazione istituzionale, non essendo per noi possibile votare a favore di questa manovra: tralasciamo questi primi tre anni di legislatura, in cui l'arroccamento da parte della coalizione che governa nei confronti delle proposte della minoranza è stato notevole — oltre le mia più pessimistiche previsioni — e in questi 24 mesi che rimangono da qui alla fine della legislatura ci sia almeno la possibilità di discutere in maniera accelerata nelle Commissioni le proposte di legge della minoranza e anche su quelle in cui la maggioranza è ancora spiazzata, ci sia la possibilità di andare a un confronto, anche nell'interesse della maggioranza e di chi governa. Ci sono troppi slittamenti. Non ne faccio carico ai presidenti delle Commissioni che trovo solerti e puntuali per la gran parte, ma a un Governo regionale che vedo in questo momento di necessaria, opportuna apertura, un po' troppo chiuso, un po' troppo arroccato.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Franceschetti.

FAUSTO FRANCESCHETTI. Nei pochi minuti che ognuno di noi ha a disposizione per la dichiarazione di voto su questi atti particolarmente importanti relativi al bilancio, concentrerò l'attenzione su brevi considerazioni, soprattutto di carattere politico, intanto per ribadire un punto politico che a me pare particolarmente importante, cioè che questo bilancio è tutt'altro che privo di scelte o fatto soltanto per sopravvivere da parte di questa maggioranza. Credo invece che questo è un bilancio che, pure in una situazione di grossa difficoltà fa delle scelte importanti e di fondo. Intanto è un bilancio con tutti i crismi della correttezza dal punto di vista formale, perché ho sentito parlare di disavanzi sommersi e altre cose di questo genere. Questo bilancio dal punto di vista formale è perfettamente corretto, un bilancio che fa una scelta di forte risanamento finanziario, che è stata già avviata nel 2002, quindi nell'anno precedente e che ha portato anche a dei risultati positivi che ricordo sommariamente, come quello che riguarda e ha riguardato il non aumento della spesa per il personale, la razionalizzazione di alcuni servizi anche nel settore della sanità, dove pure, ancora, non abbiamo la legge di riforma del piano sanitario in discussione in V Commissione, comunque alcuni segnali importanti di contenimento del deficit sono già stati registrati. E' un bilancio questo, che prosegue su quella strada, attraverso alcune scelte non facili ma sicuramente significative, che hanno riguardato il taglio alle consulenze, che hanno riguardato l'avvio di scelte relative agli enti partecipati dalla Regione, alle agenzie, ai centri servizi, tanto per citarne alcuni.
Un risanamento reso molto ma molto più difficile dalla politica del Governo nazionale di questo nostro Paese, che ha portato tagli ingenti ai trasferimenti alle Regioni e agli enti locali, come abbiamo più volte ricordato nel corso di questa sessione di bilancio, che ha riguardato almeno una proposta di tagli consistenti sui servizi sociali, come è stato anche dimostrato dall'intervento che ha fatto la collega Mollaroli, oltre ad altri tagli che hanno riguardato, per esempio, i trasferimenti di risorse per la delega di funzioni che sono passate alle Regioni e che noi abbiamo trasferito celermente alle Province e ai Comuni. Maggiori oneri che hanno riguardato, per esempio, non aver trasferito ancora, in tutto o in parte, risorse per quanto riguarda la sanità, che hanno costituito oneri aggiuntivi per questa Regione e che invece potevano benissimo essere messe a disposizione della contrazione del debito della sanità, oppure qualificare ulteriormente i servizi sanitari, con una politica fortemente centralista da parte di questo Governo, al di là dei proclami sul federalismo.
Voglio fare un'unica osservazione sulle scelte di questo bilancio. In modo particolare una sulla quale si è concentrata maggiormente l'attenzione nel dibattito di questo Consiglio, che riguarda il mantenimento degli interventi sul sociale, per una scelta di fondo che già il bilancio aveva fatto al momento dell'approvazione da parte della Giunta regionale e dell'invio al Consiglio, proseguita poi con la discussione in Commissione, dove abbiamo incrementato di un miliardo le borse di studio per gli Ersu, che si è poi conclusa con la discussione in Consiglio riguardo alcuni emendamenti proposti dalla Giunta e fatti propri dalla Commissione stessa, che hanno portato ad incrementare complessivamente di 2.100 milioni di lire le risorse per questo settore.
Le critiche da parte dell'opposizione sono sempre accettabili, ma critiche che hanno riguardato l'insensibilità di questa maggioranza nei confronti di questa problematiche o una sua scarsa attenzione verso queste problematiche le giudico assolutamente inaccettabili.
Per la verità, mi resta difficile comprendere un atteggiamento che tutti abbiamo letto oggi sulla stampa, di una parte del movimento sindacale che ha tentato di minimizzare al massimo questo sforzo che la maggioranza e la Giunta hanno compiuto in un settore così importante e delicato.
Ho sentito oggi dire che questi segnali sarebbero troppo timidi, che l'esito dell'incontro che il Presidente della Giunta ha fatto con i tre sindacati è stato del tutto insufficiente, che non cambia nulla, che è solo un pannicello caldo e così via. Questo è un atteggiamento che non coglie la portata politica di queste scelte che la maggioranza ha fatto, sia dal punto di vista politico sia nel merito, perché queste problematiche erano sollevate da una parte almeno del movimento sindacale marchigiano.
Per queste ragioni, consapevoli di avere fatto un bilancio certo difficile, ma fondato su scelte importanti anche di prospettiva, che ci legano da qui alla fine di questa legislatura, il voto da parte del gruppo dei Democratici di sinistra sarà senz'altro favorevole e convinto.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Pistarelli.

FABIO PISTARELLI. Mi vorrei soffermare anch'io su aspetti puntuali come hanno fatto alcuni dei colleghi che mi hanno preceduto. Due considerazioni, di metodo e di merito sulla questione su cui si è concentrata tanta attenzione di quest'aula, purtroppo senza esiti positivi, cioè la questione-sanità. L'82% di incidenza della sanità sul bilancio è un dato che abbiamo verificato essere ormai consolidato e il trend per il futuro non garantisce un riequilibrio di queste cifre.
Nel metodo, la discussione che c'è stata in sede di prima seduta del Consiglio sui tre documenti, non ha avuto la capacità di correggere o comunque raccogliere le istanze di correzione di una impostazione che ci vede assolutamente in disaccordo con le scelte di Giunta e della maggioranza. Questo perché già nel Dpefr alcuni passaggi, pur scritti ai primi di dicembre, on hanno trovato la necessaria correzione e il necessario aggiornamento ed anzi sono ancora stati ribaditi come necessari da parte della Giunta e della maggioranza, anche di fronte ad una serie di considerazioni puntuali che abbiamo compiuto in aula e che indicavano certi percorsi come assolutamente non solo non condivisibili ma anche pericolosi per il sistema. Parlo dell'accenno alla chiara e drastica riduzione delle strutture sanitarie scritta nel Dpefr ma che non porterà alcun beneficio sotto il profilo economico, parlo del fatto che talune scelte sono già state anticipate nel senso della Asl unica o di una ridefinizione del sistema, che pure non porterà alcun beneficio sotto il profilo di bilanci, anzi aggraverà la situazione complessiva del sistema sanitario regionale, parlo dei passaggi che sono stati poi ricompresi nel documento del bilancio di previsione della ulteriore, pesante ingessatura del bilancio stesso, con ulteriori, pesanti debiti di mutuo da contrarre, che andranno ancora di più ad aggravare le condizioni attuali dei conti della spesa pubblica regionale. Ciò perché, con un meccanismo perverso, con i mutui si vanno a ripianare altri mutui, cioè si vanno ad onorare rate di mutui già pesantemente contratti e accesi e che nel loro complesso raggiungono la spaventosa cifra di 2..000 miliardi di vecchie lire. Questa è una situazione che anche nei documenti non vedrà assolutamente risolto il quadro degli equilibri, anzi aggraverà l'incidenza della sanità sulla complessiva spesa e sul complessivo debito di bilancio regionale, un debito assolutamente fuori dal controllo. Ci sono voci e capitoli di bilancio tutti da verificare, che non hanno certezza e anzi ancora oggi vengono reiterati malgrado che già dall'anno scorso e dall'anno precedente, ma già dalla scorsa legislatura erano stati indicati come assolutamente imprecisi, fuori da ogni tipo di considerazione non solo equilibrata ma anche in grado di essere in linea con i dettami delle leggi sulla contabilità generale degli enti pubblici, compresa la Regione Marche, al di là delle riforme del titolo V. Vi sono cioè delle discrasie rispetto agli obblighi che la legge generale sulla contabilità impone, che questo bilancio riesce a malapena a mascherare. Questa è una cosa che ci preoccupa; ecco perché la nostra forte opposizione al bilancio ha trovato anche spunti diretti, immediati di critica attraverso gli emendamenti e si spiega anche la tetragona e chiusa posizione e il chiuso atteggiamento complessivo della maggioranza che non è venuta a confrontarsi nel merito di certe scelte ma ha blindato sui numeri che ancora riesce ad avere, seppure a fatica, su tanti passaggi. Abbiamo sentito nelle dichiarazioni di voto di vari colleghi le perplessità sul Dpefr che arriveranno fino a un voto negativo. La maggioranza è quindi riuscita a non entrare nel merito delle problematiche sollevate e a schivarle con un voto assolutamente chiuso e per nulla sensibile anche agli elementi di riflessione che sono stati portati dell'opposizione.
Una mancanza non solo di metodo ma anche di sensibilità politica generale ha portato addirittura a delle assolutamente negative posizioni e atteggiamenti sul lavoro della stessa Commissione. Non vi è stato cioè né il rispetto della Commissione nella sua veste istituzionale di centro di incontro e di riflessione, anche di lavoro istruttorio, non vi è stata neppure la possibilità né di recepire quel tipo di indicazioni, né di entrare nel merito delle indicazioni che pure l'aula ha il compito di portare attraverso gli emendamenti. Tutto questo ci rende profondamente insoddisfatti e assolutamente preoccupati per il futuro della complessiva tenuta del sistema regionale e del sistema sanitario in particolare. Il nostro voto è assolutamente negativo su tutti i documenti proposti, come abbiamo già avuto ampiamente modo di dichiarare attraverso il lavoro sull'articolato e sulla normativa.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Moruzzi.

MARCO MORUZZI. Abbiamo sentito anche in queste dichiarazioni di voto dei toni coloriti da parte della minoranza, che paragona la maggioranza di centro-sinistra a coloro che ballano sul Titanic quando l'iceberg si avvicina. Credo, colleghi consiglieri e vedo in queste dichiarazioni quasi una certa soddisfazione. Penso che sia innegabile di fronte agli occhi di tutti che non è un buon Governo, di qualunque orientamento sia, quello che colpisce, scarica, cerca in qualche modo di mettere in difficoltà amministrazioni pubbliche, ancorché di colore diverso, perché credo che noi amministriamo comunque e dovunque, indipendentemente dalle collocazioni, nell'interesse dei cittadini. Quindi questa strozzatura, questo strangolamento delle amministrazioni regionali che si sta portando avanti credo che non giovi a nessuno. E' sotto gli occhi di tutti, è innegabile quello che sta avvenendo.
Per quanto riguarda noi verdi facciamo una critica a questo Governo che preferisce sovrabbondare in materia di grandi opere pubbliche a scapito dei servizi alla persona, pensa di poter finanziare questo taglio che alla fine colpisce i cittadini, che alla fine ricade sui nostri amministrati, cerca di finanziare questa filosofia, questa politica che noi del centro-sinistra non condividiamo e che provoca certamente un danno a coloro che vivono nella nostra regione, a coloro che vivono in questo paese.
Questo bilancio continua un percorso di risanamento, difficile, un bilancio che contiene delle scelte coraggiose. Penso ai tagli che decidiamo di fare sul settore dei trasporti, ad esempio. Non sono tagli di semplice attuazione, sono scelte dovute alla necessità di una congiuntura particolarmente difficoltosa che sappiamo, e credo vogliamo, amministrare e affrontare con le nostre forze, con le nostre energie, sapendo che certamente da parte del Governo non c'è una collaborazione e da parte dell'opposizione in quest'aula c'è, nella migliore delle ipotesi, un aspettare che il cadavere passi, trascinato dalle acque del fiume, mentre la minoranza sta sul ponte a guardare.
Non vogliamo che la minoranza possa scrutare questo cadavere, perché pensiamo di avere gli strumenti per poter affrontare questa situazione, pur difficile. Certo le sfide sono problematiche, in particolare la sanità che ha assunto, nel bilancio di questa Regione, una dimensione superiore alle nostre capacità di autofinanziamento e le scelte che sono state assunte recentemente credo che siano il minimo che un Governo deve alle amministrazioni locali, ma rimane il fatto che le risorse pro-capite — e in questo continuiamo la nostra azione di denuncia fatta quando il Governo era omogeneo all'Amministrazione di questa Regione e continuata in questa fase in cui il Governo nazionale non è omogeneo all'Amministrazione di questa Regione — destinate per la sanità sono molto basse, troppo basse rispetto ai fabbisogni e sicuramente gran parte del disavanzo nasce da questo presupposto.
Inoltre, se la Regione è debole e risente della congiuntura, credo che c'è poco da gioire di queste scelte che aumentano la difficoltà dell'Amministrazione regionale.
Noi verdi abbiamo manifestato all'interno di questa discussione e nell'ambito di queste due giornate, anche una qualche critica su questo bilancio, in particolare in relazione alla mancata previsione di fondi globali. Questo deprime, in qualche modo, il ruolo del Consiglio. Ma vogliamo anche, in questi giorni in cui si ragiona di guerra, caratterizzare questa nostra dichiarazione di voto finale con una considerazione sul costo della guerra. Forse in quest'aula non se ne è parlato, ma le decisioni che alcuni paesi stanno assumendo, compreso il nostro Governo, stanno già avendo, con l'incremento del prezzo del petrolio, una ricaduta negativa anche sul bilancio di questa Regione, sulla situazione economica dei nostri concittadini. La crescita del prezzo del petrolio fino a livelli che non avevamo mai visto, determina una ripresa dell'inflazione, un rialzo dei tassi d'interesse — mentre era atteso un ulteriore ribasso — e questo trend dei tassi d'interesse ha un'incidenza diretta sul nostro bilancio attraverso i mutui che abbiamo acceso e che sono vincolati, ovviamente, a questi tassi.
Quindi quanto costerà questa guerra al nostro bilancio regionale? Nessuno si è divertito a fare i conti, perché erano proiezioni problematiche e difficili, ma devo anche dire che la caparbietà con cui il Governo italiano sostiene l'intervento in guerra, sostiene il conflitto, sarà la base anche di difficoltà che avranno riflessi diretti e non soltanto indiretti, sul bilancio regionale.
La nostra struttura regionale dà segni di difficoltà, di pesante difficoltà e questo è un grosso handicap, soprattutto quando si devono gestire bilanci come questo, dove tra la previsione e il consuntivo stanno in mezzo tanti di quei comportamenti che possono smentire le parole, le affermazioni, le volontà che in quest'aula sono state da noi assunte. Quindi su questo tema chiedo alla Giunta grande attenzione sulle difficoltà della nostra struttura, altrimenti rischiamo di dover pagare un prezzo politico più elevato di quello che pagheremmo in condizioni ben diverse. Credo che in questa fase occorre accentuare le forme di partecipazione, portando allo scoperto tutte le situazioni problematiche, tutte le opportunità, eliminando le gestioni che vengono fatte al chiuso di certe stanze o alcune gestioni assessorili che possono permettersi di ritagliare qualche risorse in più, sottraendola a una concertazione più ampia, che certamente non ci aiutano nella necessità di forme nuove di partecipazione e in un rapporto più forte e più capace di portare consenso alla nostra politica con quel movimento sindacale che riteniamo in questo momento sia essenziale per portare a buon fine questa opera di risanamento che abbiamo preannunciato e che dobbiamo concludere.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Avenali.

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE
LUIGI MINARDI

FERDINANDO AVENALI. Una telegrafica dichiarazione di voto che mi sembra doverosa, relativamente al Dpefr. Su questo documento, in Commissione mi sono astenuto condividendo le osservazioni che erano state fatte dal Ces, in particolare dalla Cgil. Si è molto discusso su questo documento di programmazione: sicuramente per responsabilità anche di tutti noi questo strumento è arrivato in aula nel momento meno propizio, nel senso che è un documento di indirizzi, quindi avrebbe avuto una sua efficacia se fossimo riusciti ad approvarlo nei tempi che la legge prevede.
Per non rientrare nel merito della questione, dico che, secondo me, uno dei limiti fondamentali di questo atto riguarda il fatto che, al di là dei contenuti, non è riuscito a raggiungere nemmeno l'obiettivo, che ritengo fondamentale, del consenso delle forze economiche e sociali della nostra regione che, almeno per quanto riguarda la programmazione, deve essere un obiettivo che dobbiamo tendere a perseguire.
Detto questo, tenendo conto del fatto che questa mia opinione non è quella del mio gruppo, nel senso che i compagni del mio gruppo hanno espresso parere favorevole sul Dpefr, nel rispetto della volontà della maggioranza del gruppo e della maggioranza nel suo insieme, esprimo voto favorevole.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Luchetti.

MARCO LUCHETTI. Solo per sottolineare non solo il voto favorevole del gruppo La Margherita, ma, a parte tutte le considerazioni che ho già fatto nella relazione ai tre documenti, che approveremo, vorrei sottolineare due-tre aspetti.
Primo, abbiamo approvato un bilancio che sembrava assolutamente avulso da qualsiasi prospettiva programmatoria. Da questo punto di vista ribadisco il limite incredibile che ha subito questo nostro dibattito, quasi fosse completamente dedicato a un documento che si riferisse ad un ente avulso, che fa vita a sé. Non siamo stati in grado — tutti — di fare una proiezione di questo documento non solo nella vita economica e sociale della comunità marchigiana ma ci siamo soffermati unicamente su degli aspetti tutti interni, tutti particolari del documento, senza farne oggetto di una valutazione più ampia. Questo, secondo me è un limite fortissimo che dobbiamo recuperare, nel senso che nessuno ha fatto riferimento — e nessuno ha dato orientamento, tenendo conto che la legge 31 ha completamente ribaltato la legge di contabilità — agli indirizzi che si potrebbero perseguire nella modifica della 46 e a come collegare tutta la strategia programmatoria che nel Dpefr è stata delineata. A me dispiace sottolineare un fatto: che alcuni tratti come quelli della concertazione territoriale, che è un fatto importante, tenendo conto dei piani già approvati da questa Regione, a quello che poteva essere lo sviluppo delle agende territoriali, per cui nei fondi globali sono state prese a riferimento alcune somme. Nessuno ha fatto riferimento, nella sanità, a quello che poteva essere un elemento indicativo di tutti quei punti che progettualmente erano stati inseriti nel Dpefr se non riscontrando in essi alcuni elementi strumentali.
Voglio sottolineare solamente questi aspetti che sono abbastanza rilevanti, che dimostrano come abbiamo, secondo me, dei limiti a verificare un'azione di governo traguardandola attraverso un'azione comune a quelli che sono i governi locali e soprattutto a quella che è una programmazione tipicamente di un governo regionale, per dire che ci siamo soffermati sulle schermaglie politiche solite, legittime, però che non aggrediscono effettivamente i veri nodi del bilancio regionale.
Altra questione rilevante è quella di un bilancio difficile, di cui tutti ci dobbiamo rendere conto. Sappiamo quali sono le cause oggettive che attengono ad una gestione che deve essere estremamente oculata, altrimenti tutto quello che è programmazione ecc. non riuscirà a sortire nulla di fatto.
Lo sforzo è stato fatto, l'organizzazione finanziaria è stata corretta, la II Commissione, come già è stato detto, si impegna per una diversa lettura del bilancio, spero più chiara — speriamo la più chiara possibile — e credo che questo sia un impegno, così come quello di presentare in maniera più adeguata i documenti che sono propri della legge 31. Non riguarda solo il Dpefr, ma quest'anno dovremmo essere attenti anche a fare un assestamento che sia veramente tale, cioè che sia prelusivo dell'ultima parte dell'anno, in modo tale da presentarci al bilancio prossimo con più chances e più capacità di scelta.
Questa è la raccomandazione, ma anche l'occasione per dire che da oggi in poi la 31 si applica in toto e dovremo essere in grado di tener dietro tutti quelli che sono gli impegni conseguenti.

PRESIDENTE. Ha la parola il Presidente D'Ambrosio.

VITO D'AMBROSIO, Presidente della Giunta. Comincio dicendo che la Giunta accetta e fa proprio l'ordine del giorno specificamente indicato e presentato dai presidenti di gruppo di maggioranza relativamente al ripristino — sia pure in tempi non immediati — delle somme previste per anziani e disabili nell'assestato 2002 e lo fa come segno politico forte, in controtendenza rispetto a quello che credo il Governo, nonostante la lettera del ministro Maroni si stia accingendo a fare, anzi a confermare.
Per il resto vorrei dire soltanto due-tre cose, data l'ora, la lunghezza del dibattito e il fatto che comunque alcuni di noi, da questa mattina hanno scelto di testimoniare concretamente il loro impegno per la pace astenendosi dal cibo.
Siamo in una fase di transizione difficile, sia dal punto di vista quantitativo, sia dal punto di vista della predisposizione di strumenti che sono nuovi. Nell'uno e nell'altro caso dobbiamo imparare da quello che l'esperienza, specialmente di quest'anno, ci insegna. La prima lettura è che il Dpefr deve acquistare un suo carattere molto più vicino al Dpefr tradizionalmente governativo di questi dieci anni, cioè indicare le grandi linee programmatiche, strategiche e politiche del bilancio dell'anno successivo.
Quest'anno non ci siamo riusciti, ma pur assumendoci una parte di responsabilità, era difficile fare una specie di previsione su cui abbiamo voluto tenere lo strumento, di fronte all'ondeggiare folle delle previsioni nazionali.
L'altro punto su cui ho visto che dobbiamo trarre insegnamento dall'esperienza davvero non edificante di oggi, è che la finanziaria deve tornare ad essere una cosa seria. La finanziaria è e non può non essere altro che uno strumento di semplificazione nell'utilizzo dello strumento finanziario. I collegati ordinamentali — dobbiamo trarre spunto e insegnamento dall'esperienza nazionale — sono pessimi, perché durano a lungo ecc. Le previsioni puntuali sono poi peggio del peggio, perché diventa una corsa all'ultima sagra di quartiere e non è positivo, questo.
Questi sono quindi errori che non commetteremo più, perché abbiamo imparato, perché alla fine il bilancio deve tornare ad assumere la sua natura fondamentale di atto politico strategico, che segnala, questa volta arricchendole di dati quantitativi, le scelte prioritarie di un Governo e di una maggioranza.
Da questo punto di vista vorrei dire all'opposizione: una maggioranza compatta discute prima, in Commissione, ma poi quando arriva in aula, se è una maggioranza seria è compatta, non è blindata, non è cieca, non è arroccata, non è ansiosa per niente, è preoccupata, ma alla fine condivide lo strumento con qualche distinguo, con qualche problema, con qualche richiamo che non verrà ignorato.
L'altro elemento che segnalo è che noi siamo preoccupati, non perché "piove, Governo ladro", che è una stupidaggine. Aspetto con molta preoccupazione la prima trimestrale di cassa del Governo nazionale, perché se sarà nel trend che abbiamo previsto si prepara un futuro molto preoccupante per tutti, qualunque sia il colore dell'Amministrazione, perché la scelta nei fatti, oggettiva, del Governo nazionale è quella di un ri-accentramento fortissimo attraverso una riappropriazione degli strumenti finanziari. Tutto il discorso sul taglio sociale nasce da questo e questo è preoccupante, perché a quel punto lì si stabiliranno i trend di crescita, le tendenze, i ritmi di crescita sulla base dei rapporti che si avranno con il Governo centrale. Questo non va bene, non solo perché significa comprare il consenso, o meglio condizionare il consenso quanto perché da Roma, ormai questo paese non può essere più governato se non entro certi determinati limiti, il resto deve essere lasciato ai territori, con una fortissima attenzione all'aggettivo "solidale", accanto a "federalismo", che altrimenti ci fa piombare nella devoluzione che auguro a tutti noi di riuscire ad evitare, maggioranza ed opposizione. So che su questo terreno c'è uno schieramento trasversale più ampio di quello formalmente individuabile fra maggioranza e opposizione.
Per il resto noi abbiamo difficoltà di bilancio, ma ce l'hanno tutti, qualcuna di più, qualcuna di meno, su qualche profilo più, su quale profilo meno, ma siamo fermamente decisi ad affrontarle al meglio, a non incidere sul nostro modello di welfare, a contrastare eventuali scelte nazionali che fossero in questo senso politicamente innanzitutto non tanto economicamente e finanziariamente. Siamo convinti che le scelte che faremo in quest'ultima parte di legislatura strategicamente consentiranno al "modello marchigiano" di rimanere un modello, di welfare ma anche di sviluppo economico, anche di attenzione a un certo tipo di muoversi della nostra realtà economica e sociale.
Su questo noi siamo impegnati, perché abbiamo le idee molto chiare su quello che secondo noi dovrebbe essere il modello di sviluppo della regione, un modello di sviluppo che parte da quello che è alle nostre spalle, cerca di espandersi in quelle direzioni, non in altre. Su questo credo che il nostro progetto politico sia profondamente diverso dal vostro, anche qui con alcuni distinguo, alcuni momenti ecc. Su questo credo che, andando avanti, si vedrà ancora di più la differenza.
Il bilancio che abbiamo approvato oggi, oltretutto risentendo della difficoltà, prende lezione, perché no? Massi diceva "sopravvivere, sopravvivere, sopravvivere". Un "sopravvivere" in più è a via XX Settembre a Roma, questo è poco ma sicuro. Noi lo diremo tre volte, ma loro lo dicono quattro volte. Ci troviamo in un momento difficile complessivamente, ma ripeto quello che ho detto: le responsabilità nostre sono molto minori di quelle di chi sta a un livello diverso e più alto rispetto a noi.
Noi speriamo di riuscire a fare un bilancio che sia più tranquillo, che sia più facile: quello che ci impegniamo a fare è un bilancio che sia ancora più leggibile di questo, perché questo bilancio comincia a essere leggibile, non c'è bisogno di avere grandi esperienze o grandi competenze specifiche. Lo diventerà ancora di più. Cercheremo di sviluppare le necessità del territorio ma soprattutto la necessità di coordinare, programmare, concertare, e concertare non è un termine soltanto del linguaggio sindacale, è entrato ormai nel lessico familiare, significa fare patti leali fra istituzioni e questo noi vogliamo fare, con forze sociali.
Questo bilancio ci consentirà di andare avanti su questa strada. Non posso che ringraziare la maggioranza, non posso non ricordare il delitto accaduto l'altro ieri, che ha fatto rivivere alcune ansie, queste sì, alcune angosce, queste sì. Credo che alla chiusura di un giorno e mezzo di dibattito in cui ci siamo contrapposti, potremmo ritrovare su questo la necessaria concordia, non ho nessun dubbio. Così come non posso non fare, qui, una esortazione piena di speranza, perché la pace ci sia mantenuta, perché lo scenario non di pace, che ci si sta preparando, sarà catastrofico, sotto tanti punti di vista, ivi compreso quello economico.
Alla fine di tutto questo penso che il Consiglio regionale delle Marche debba ritrovare una sua capacità, una sua voglia di dibattere i problemi e non di lasciarsi invischiare in tanti piccolissimi problemi che alla fine sfiniscono tutti. Questo credo di poterlo dire, dopodiché ci confronteremo, continueremo a confrontarci.

PRESIDENTE. C'è un emendamento a firma Franceschetti, Luchetti, Avenali e Ricci all'ordine del giorno presentato dal consigliere Luchetti sulla proposta di atto amministrativo n. 97. Lo pongo in votazione.

Il Consiglio approva

Pongo in votazione l'ordine del giorno come emendato.

Il Consiglio approva

Pongo in votazione la proposta di atto amministrativo n. 97.

Il Consiglio approva

Proposta di legge n. 159. C'è un emendamento presentato dai consiglieri Castelli, Giannotti, Brini, Favia, Grandinetti ed altri all'ordine del giorno della maggioranza. Lo pongo in votazione.

Il Consiglio non approva)

DAVID FAVIA. Chiedo di votare l'ordine del giorno per parti separate, per paragrafi.

PRESIDENTE. Pongo in votazione il primo paragrafo dell'ordine del giorno, da "il Consiglio regionale delle Marche" fino a "in maniera opposta".

Il Consiglio approva

Pongo in votazione il secondo paragrafo, da "impegna la Giunta" fino a "disabili".

Il Consiglio approva

Pongo in votazione il terzo paragrafo.

Il Consiglio approva

C'è ora un altro ordine del giorno a firma Novelli. Lo pongo in votazione.

Il Consiglio non approva

Pongo in votazione la proposta di legge n. 159.

Il Consiglio approva

Passiamo alla proposta di legge n. 160. Pongo in votazione l'ordine del giorno a firma Grandinetti.

Il Consiglio non approva

Pongo in votazione la proposta di legge n. 160. Viene chiesta la votazione per appello nominale a nome di Castelli, Ciccioli e Pistarelli, a partire dal n. 20.

GABRIELE MARTONI, Consigliere segretario. Procedo alla chiama:
Grandinetti assente
Luchetti sì
Martoni sì
Massi no
Melappioni sì
Minardi sì
Mollaroli sì
Moruzzi sì
Novelli no
Pistarelli no
Procaccini sì
Ricci Andrea sì
Ricci Giuseppe sì
Rocchi sì
Romagnoli assente
Secchiaroli sì
Silenzi sì
Spacca sì
Tontini sì
Trenta assente
Viventi assente
Agostini sì
Amagliani sì
Amati sì
Ascoli sì
Avenali sì
Benatti sì
Brini assente
Castelli no
Cecchini sì
Ceroni assente
Cesaroni assente
Ciccioli no
D'Ambrosio sì
D'Angelo sì
Donati sì
Favia no
Franceschetti sì
Gasperi no
Giannotti no

Il Consiglio approva

La seduta è tolta.


La seduta termina alle 22,50