Resoconto seduta n. 134 del 11/06/2003
La seduta inizia alle 10,35



Approvazione verbali

PRESIDENTE. Ove non vi siano obiezioni do per letti ed approvati, ai sensi dell'art. 29 del regolamento interno, i processi verbali delle sedute n. 132 del 28 maggio 2003 e n. 133 del 4 giugno 2003.

(Sono approvati)




Petizione
(Annuncio di presentazione)

PRESIDENTE. E' stata presentata la petizione n. 6, in data 6 giugno 2003, ad iniziativa del Comitato "Ancora non è notte a Cingoli", concernente: «Nuovo piano sanitario regionale», assegnata alla V Commissione.



Mozioni
(Annuncio di presentazione)

PRESIDENTE. Sono state presentate le seguenti mozioni:
- n. 282 del consigliere Viventi: «Riordino del settore relativo all'edilizia residenziale popolare»;
- n. 283 del consigliere Massi: «Piano sanitario regionale 2003-2005: ospedali di comunità nelle zone montane svantaggiate».




Mozione
(Ritiro)

PRESIDENTE. Il consigliere Massi ha ritirato la mozione n. 50: «Possibilità per i Sindaci di essere ricandidati per la terza volta consecutiva».



Leggi regionali promulgate

PRESIDENTE. Il Presidente della Giunta ha promulgato le seguenti leggi regionali:
- n. 10 in data 3 giugno 2003: «Intervento regionale in favore dell'Associazione per la formazione del giornalismo»;
- n. 11 in data 3 giugno 2003: «Norme per l'incremento e la tutela della fauna ittica e disciplina della pesca nelle acque interne»;
- n. 12 in data 3 giugno 2003: «Tutela delle risorse genetiche animali e vegetali del territorio marchigiano».




Deliberazioni amministrative
inviate dalla Giunta

PRESIDENTE. La Giunta regionale ha trasmesso le seguenti deliberazioni:
- n. 736 in data 27 maggio 2003, concernente: «Art. 33 della legge regionale n. 3/2003 - attuazione del decentramento amministrativo: variazione agli stanziamenti di UPB di spesa nel bilancio di previsione per l'anno 2003, conseguente al riordino delle funzioni amministrative tra lo Stato, le Regioni e gli Enti locali - Euro 9.261.983,27»;
- n. 737 in data 27 maggio 2003, concernente: «Art. 9 comma 4 della legge regionale n. 31/2001 - variazione al programma operativo annuale POA 2003 per il trasferimento di capitoli dal servizio "Rapporti con gli Enti locali e gli enti dipendenti dalla Regione" alla posizione di progetto "Decentramento e riordino territoriale";
- n. 738 in data 27 maggio 2003, concernente: «Art. 20 comma 3 della legge regionale n. 31/2001 - prelevamento dal fondo di riserva per le spese obbligatorie per l'integrazione dello stanziamento del capitolo di spesa 10501108 compreso nell'elenco n. 4 "Elenco delle spese dichiarate obbligatorie" del bilancio 2003 (Euro 35.072,00)»;
- n. 739 in data 27 maggio 2003, concernente: «Art. 4 comma 2 della legge regionale n. 3/2003 - iscrizione nel bilancio di previsione dell'anno 2003 di recuperi relativi a stanziamenti aventi specifica destinazione - Euro 807,88";
- n. 740 in data 27 maggio 2003, concernente: «Art. 27 comma 1 della legge regionale n. 4/2003 - iscrizione nel bilancio di previsione dell'anno 2003 di entrate derivanti da assegnazione di fondi dallo Stato per interventi di edilizia ospedaliera - Euro 313.129,32»;
- n. 741 in data 27 maggio 2003, concernente: «Art. 4 della legge regionale n. 3/2003 - reiscrizione nel bilancio di previsione dell'anno 2003 di economie relative a stanziamenti aventi specifica destinazione - Euro 12.646.131,14».




Congedo

PRESIDENTE. Ha chiesto congedo il Presidente D'Ambrosio.




Comunicazioni dei consiglieri

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, ai sensi dell'art. 35, il consigliere Cecchini.

CRISTINA CECCHINI. Ho ritenuto opportuno fare una comunicazione in Consiglio regionale che ritengo la sede più adeguata per segnalare, così come ho fatto personalmente alla maggioranza qualche giorno fa, la mia uscita dalla stessa maggioranza regionale e collocarmi da questo momento all'opposizione della Giunta D'Ambrosio. Le ragioni sono semplici, riguardano la non possibilità di rimanere coerenti rispetto al programma che avevamo sottoscritto al momento dell'adesione di Marche democratiche, presentato in aula il 16 giugno 2000. Avremo modo di discutere successivamente le ragioni che riguardano il rinnovo della concessione all'Api di Falconara, che contraddice la volontà che avevamo lì indicato di un progetto di dismissione, data l'incompatibilità con il territorio. Avevamo proposto altre questioni che riguardano la sanità, ma su questo la prossima settimana avremo modo di argomentare adeguatamente. Sarò all'opposizione, comunque dentro la sinistra e dentro il centro-sinistra, per cui questa mattina costituirò, assieme ad altri che lo hanno già fatto, "Sinistra democratica" che nasce oggi come forza politica regionale. Sinistra democratica è nata a Senigallia come forza politica cittadina, per confluenze ed esperienze politico-culturali diverse, con esponenti elettori della sinistra. Ha avuto il passaggio elettorale il 16.4.2000, all'interno di un'alleanza di centro-sinistra alternativa al centro-sinistra che in questo momento governa il Comune di Senigallia e le ragioni di questo avremo modo di spiegarle politicamente nei prossimi atti di questo Consiglio.



Sostituzione del consigliere regionale Giuseppe Ricci (art.16, L. 108/68, così come modificato dall’art. 3, L. 43/95)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la sostituzione del consigliere Giuseppe Ricci.
Come è a tutti noto, nel Consiglio regionale delle Marche è rimasto vacante, a causa del decesso avvenuto il 30 maggio 2003, il seggio ricoperto dal Vice Presidente Giuseppe Ricci. Pertanto si deve provvedere alla relativa surrogazione a norma dell'articolo I 6, terzo comma, della legge 17 febbraio 1968, n. 108 aggiunto dall'articolo 3 della legge 23 febbraio 1995, n. 43.
In merito ricordo che Giuseppe Ricci era stato proclamato eletto dall'Ufficio Centrale regionale nella lista regionale n. 5 avente il contrassegno Marche Democratiche. Ai sensi della normativa citata, avendo la suddetta lista regionale esaurito i propri candidati in quanto già tutti proclamati eletti, il seggio corrispondente è da attribuirsi al gruppo di liste provinciali contrassegnate dallo stesso contrassegno, secondo la graduatoria compilata dall'Ufficio Centrale regionale a norma del quindicesimo comma dell'articolo 15, L. n. 68/108 come modificato dall'articolo 3 della L. n. 43195.
Dalla graduatoria risultante dal verbale delle operazioni elettorali dell'Ufficio Centrale regionale, relativo alle elezioni per il Consiglio regionale del 16 aprile 2000, si rileva che, il gruppo di liste provinciali interessato è quello avente il contrassegno Democratici di Sinistra. Il seggio spettante al gruppo di liste suddetto deve essere, quindi, assegnato alla circoscrizione secondo le disposizioni di cui al decimo e all'undicesimo comma del medesimo articolo. Dall'applicazione di tali disposizioni si evince che la circoscrizione assegnataria è quella di Macerata. Nell'ambito della circoscrizione così individuata il seggio stesso si attribuisce al candidato che nella lista segue immediatamente l'ultimo eletto. Dalle risultanze del verbale delle operazioni elettorali dell'Ufficio Centrale Circoscrizionale di Macerata, relativo alle elezioni per il Consiglio regionale del 16 aprile 2000, risulta che nella lista recante il contrassegno Democratici di Sinistra, il candidato che segue immediatamente l'ultimo eletto è Cataldo Modesti.
La decisione relativa alla sostituzione, rivestendo il carattere di un accertamento tecnico, non costituisce, come di prassi, oggetto di una votazione esplicita da parte del Consiglio. Il Consiglio regionale, pertanto, provvede all'attribuzione del seggio resosi vacante al signor Cataldo Modesti.
Il consigliere, ove presente, può prendere posto in aula.

(Il consigliere Modesti prende posto in aula)

Do il benvenuto al consigliere Cataldo Modesti



Elezione dei Vice Presidenti del Consiglio (art. 4, comma 4 e art. 6 del Regolamento interno)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca: "Elezione dei Vicepresidenti del Consiglio.
Come è noto, nel caso in cui cessi dalla carica un Vicepresidente, il Consiglio, a norma del comma 2 dell'art. 6 del regolamento interno, deve procedere alla rielezione di entrambi i Vicepresidenti. A tale scopo ciascun consigliere voterà un solo nome. Risulteranno eletti i consiglieri che avranno ricevuto il maggior numero di voti e, in caso di parità, il consigliere più anziano di età.
Prego di distribuire le schede.

(Segue la votazione, per scheda segreta)

Comunico il risultato della votazione. Votanti n. 33, schede bianche n. 3, schede valide n. 30. Hanno ricevuto voti: Donati n. 15, Gasperi n. 13, Benatti n. 1, Brini n. 1. Proclamo eletti Vicepresidenti del Consiglio i consiglieri Donati e Gasperi, che invito a prendere posto al tavolo della presidenza.




Proposta di atto amministrativo (Discussione e votazione): «Aggiornamento del Programma finanziario di ripartizione dei finanziamenti per la ricostruzione post-terremoto – anno 2003” Giunta (102)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la proposta di atto amministrativo n. 102, ad iniziativa della Giunta.
E' già stata avviata nella precedente seduta la discussione generale ed è intervenuto il relatore di maggioranza Tontini. Ha la parola il relatore di minoranza consigliere Brini.

OTTAVIO BRINI. Come premessa dico subito che questo punto l'abbiamo votato all'unanimità in Commissione. Gradirei attenzione, anche se il voto dell'Ufficio di presidenza si presta a vari commenti a livello politico-istituzionale, perché ancora una volta il permesso dell'urna ha permesso a chi non ha il coraggio di assumersi pubblicamente le proprie responsabilità di colpire amici e favorire, magari, avversari politiche dai banchi sentiamo a volte accusare, criticare con parole tipo "destre", "fascismo" ecc., ma al momento del voto interessi personali che cercheremo di capire da qui in avanti, mettono insieme queste anime. Il Presidente D'Ambrosio in occasione della precedente votazione aveva detto "è un brutto momento per il Consiglio regionale" e oggi c'è stato il bis, quindi la riflessione non ha portato nulla di nuovo per questi anonimi che non hanno il coraggio di assumersi pubblicamente le proprie responsabilità.
Prendiamo atto che in Consiglio regionale c'è una nuova maggioranza, quella delle opposizioni, perché sommando i voti di Forza Italia e quello di Gasperi, ci troviamo quasi a 20 consiglieri regionali. Riflettete consiglieri della maggioranza, su quello che accadrà tra poco con il piano sanitario e la riforma sanitaria, perché rischierete di rimanere impallinati in qualsiasi momento con il segreto dell'urna. Se porrete il voto di fiducia, sicuramente ve la scamperete.
Per quanto riguarda questo argomento, che è molto più importante sotto il fine della moralità e dell'etica pubblica, che nulla ha a che fare con quanto successo poc'anzi, penso sia opportuno fare alcune considerazioni.
Anche grazie al consigliere Tontini e a tutta la Commissione si è preparato un emendamento unitario che è stato letto nella penultima seduta consiliare, il quale stabilisce dei criteri per la distribuzione delle somme. Quindi un 70-30 equo e giusto.
Mi dispiace che non ci sia il Presidente D'Ambrosio, perché il sottoscritto ha già sollevato in Commissione questo problema molto delicato e sentito relativo alla ricostruzione. In alcune Regioni tipo Umbria si sono fatti passi avanti molto importanti, in alcune parti del maceratese e dell'anconetano si sono fatti passi avanti, ma abbiamo registrato e registriamo alcune difficoltà e disagi per quanto riguarda la tanto decantata ricostruzione di Serravalle. In quella zona ci sono ancora grossissimi problemi urbanistici, soprattutto le frazioni si trovano in uno stato di disagio ed abbiamo chiesto al Presidente D'Ambrosio di relazionarci in merito, per cercare di capire, dopo sei anni dal sisma, come mai la ricostruzione non è stata completata, nonostante vengano attribuiti meriti e fatti plausi al sindaco di Serravalle.
Il sottoscritto non condivide l'accusa o il messaggio che si cerca di far passare, che la responsabilità è solo dei tecnici che avrebbero accaparrato progetti per la ricostruzione. Una critica va mossa anche alla Giunta regione e a chi di competenza. Perché non è stato fatto un attento controllo e solo dopo quanto fatto rilevare dal sottoscritto si è cercato di mettere una pezza a questo problema? Se è vero che c'è stato un accaparramento da parte dei tecnici, ce ne accorgiamo oggi? Non sapevamo che questi tecnici avevano più progetti rispetto al dovuto? Queste sono tutte riflessioni che abbiamo evidenziato, anche perché molti cittadini rischiano di perdere il contributo, per questi ritardi. Poi non potete dire che la responsabilità è dell'opposizione perché ha fatto questa denuncia, la responsabilità è di chi non ha vigilato affinché questi fondi fossero utilizzati a pieno regime. Non parliamo dei fondi che stanno arrivando oggi, parliamo del vecchio, quindi aspettiamo ancora una risposta su questo problema, vorremmo sapere perché non si è intervenuti su monopolio dei tecnici, di chi è la responsabilità della mancata verifica di questo problema, perché non si è messo in mora nei tempi dovuti per quanto riguarda la revoca del contributo. Qualcuno dice "tu metti in difficoltà i residenti che hanno subito un danno". No, noi evidenziamo una carenza di controllo da parte di chi di dovere. Insisteremo su questo argomento perché è un problema molto importante andare sulle televisioni, sui giornali, parlare di ricostruzione. Abbiamo chiesto anche di fare un sopralluogo sul posto con il collega Tontini, la Benatti, il consigliere Martoni, il presidente D'Angelo che si è messo subito a disposizione: vogliamo capire di chi sono le responsabilità di questi ritardi, vogliamo capire qual è l'atteggiamento della Giunta regionale, vogliamo capire se alla fine sarà il povero cittadino che deve pagare o chi veramente ha creato questi messaggio.
Su questo punto Forza Italia vota a favore, ma con questa critica costruttiva, affinché si accelerino i tempi per completare veramente i lavori di ripristino rispetto al disastro del 1997.
Quindi non possiamo che dare voto favorevole e attendiamo una risposta da chi di dovere, non per chiarire i dubbi, perché è una realtà che ci sono grossi ritardi, ma per chiarire come poter superare questo difficile e delicato problema.

PRESIDENTE. Informo i consiglieri che la nostra seduta sta andando in diretta sul sito Internet del Consiglio.
Ha la parola il consigliere Pistarelli.

FABIO PISTARELLI. L'illustrazione del relatore di minoranza Brini è assolutamente condivisibile. Aggiungo altre considerazioni. La nostra attenzione sulle problematiche del sisma è sempre stata massima e il nostro impegno è sempre stato volto a un grande lavoro di contenuti, mai un lavoro di parte. L'abbiamo espresso ed esplicitato nei voti che abbiamo dato più volte in favore di accelerazioni di procedure, in favore di trasparenze di scelte, che pertanto hanno dimostrato la nostra posizione. Ritorna ora in aula un aggiornamento dei programmi di finanziamento della fase della ricostruzione post-sisma e ritorna attraverso un atto che nella sua consistenza è comunque un atto intelligibile, un atto chiaro, poiché parte dal danno effettivamente subito dai nostri territori e giunge alla indicazione delle esigenze attuali. E' un atto che ha il pregio senz'altro della chiarezza, un atto che però non può celare le problematiche che comunque sono ancora aperte, legate alla ricostruzione post-sisma. Una è sicuramente il fatto che i tempi entro i quali dovevano essere esplicitate certe procedure, si sono allungati per una difficoltà da parte dei tecnici incaricati, dei professionisti che fiduciariamente sono stati indicati dai proprietari privati che erano stati colpiti dal sisma, quindi difficoltà a rispettare determinati termini e determinate necessità di sveltire il deposito di essenziali documenti. Forse i progettisti erano magari pochi rispetto al volume delle procedure da esplicare. Questa è una delle considerazioni, ma altre ne dobbiamo fare.
La primissima che voglio porre all'attenzione dell'aula, è il fatto che c'è una sicura, chiara, evidente discrasia tra l'impegno per quanto riguarda la parte pubblica del patrimonio colpito dal sisma rispetto alla parte privata. Siamo ancora a percentuali basse di ricostruzione definitiva del patrimonio privato prime abitazioni, per le seconde case è ancora tutta di là da venire la fase della ricostruzione, perché le risorse finanziarie — sarà compito dei prossimi mesi, dei prossimi anni, anche attraverso l'attenzione che giustamente deve essere riposta alle scelte delle finanziarie — fino ad oggi non sono sufficienti per aprire le procedure di ricostruzione effettiva delle seconde case. Ma anche per le prime case siamo a percentuali di ricostruzione ancora basse. Nelle tabelle allegate, per quanto riguarda l'edilizia privata, legge 61, si nota come la provincia di Macerata ha il 26% di lavori finiti. Meglio per quanto riguarda il decreto 121, però erano anni che arrivavano, al massimo 60 milioni di danno complessivo, i elevati, ma dopo cinque anni, quasi sei, è chiaro che ci si aspettavano percentuali dall'88 al 90 e anche sopra.
Questa situazione evidenzia che nelle civili abitazioni, lo sforzo di far rientrare il più rapidamente possibile le località più colpite dal terremoto, ha raggiunto risultati parziali, cosa che stride con una fortissima velocità di lavori per quanto riguarda l'edilizia pubblica, cioè c'è stata una destinazione di risorse notevole che ha fatto sì che nelle opere pubbliche lo stato di attuazione sia superiore al 50% per quanto concerne il rapporto tra la domanda e l'attuazione. Nella provincia di Macerata siamo al 20% per l'edilizia privata e al 50% e oltre per quella pubblica. Non è una colpa, perché anche l'edilizia pubblica ha bisogno, soprattutto di scuole, di palestre, però abbiamo perplessità quando si parla di altri edifici che hanno avuto snellezza di procedure e che magari non avevano quell'impatto sociale sulle comunità dell'entroterra, tale da dover giustificare questa priorità rispetto alle altre scelte.
La seconda questione. Sulle procedure ho avuto modo personalmente di segnalare più volte delle mancanze di dettaglio tecnico per quanto riguarda le modalità, i termini. Per esempio, l'ultima anomalia che si è verificata e si sta verificando e per la consistenza che da parte mia ha avuto una certa attenzione — me ne sono fatto carico attraverso una lettera alla segreteria generale della ricostruzione — riguarda il fatto che si chiudono i lavori, però il certificato di chiusura lavori, tutte quelle fasi che permettono l'effettiva liquidazione dell'ultima parte di contributo, per tutto questo la legge non prevede un termine massimo. Quindi, finiti i lavori, malgrado le sollecitazioni del proprietario lo stesso direttore dei lavori tarda ad effettuare questi incombenti e pertanto mette in difficoltà il proprietario stesso che deve invece ottemperare ai suoi impegni, soprattutto quando si è rivolto a un istituto di credito e ha anticipato certe somme per fare in modo di are alla ditta esecutrice dei lavori la possibilità di inizio e ultimazione più rapida rispetto ai tempi di assegnazione del contributo. Domanda ammessa e l'assegnazione concreta viene ritardata e anticipata attraverso gli istituti di credito. Se il termine ultimo non è indicato, è chiaro che tutto questo mette in difficoltà il proprietario privato. Questa è una anomalia che sta creando dei problemi per il numero, soprattutto nelle parti dell'alto maceratese che sono più coinvolte da questo discorso, perché le famiglie in stato di disagio sono ancora molte.
La questione della ricostruzione ha interessato percentualmente più gli edifici pubblici per quanto riguarda la velocità e l'attuazione della fase definitiva della ricostruzione, ha creato problemi di tempi che si sono allungati per pochi progettisti e molti progetti, per il fatto che il direttore dei lavori non chiude la questione burocratica dello stato finale dei lavori stessi. Manca un altro tassello: la questione del rilancio produttivo ed economico delle zone del sisma. Sul versante dell'attenzione alle attività produttive c'è stato lo sforzo iniziale di defiscalizzazione e comunque di sospensione dei pagamenti di tributi fissi legati all'attività produttiva, agevolazioni per quanto riguarda il mantenimento dei livelli di attività pre-sisma, però non vi è stata la capacità di trasformare questa del terremoto in una occasione di incentivazione ulteriore attraverso l'individuazione di aree, attraverso l'individuazione di parti di lavoro produttivo che potevano essere aumentate, potenziate perché rispondenti alle caratteristiche del territorio, perché in grado, con un impatto basso, di inserirsi bene in quel territorio. Questo è mancato e il caso clamoroso è stato proprio nell'alto maceratese, dove il Comune più colpito non è riuscito ancora a realizzare il piano degli insediamenti produttivi, che era stato pur individuato ma che non ha visto ancora la sua realizzazione.
Tutto questo deve essere invece posto all'attenzione dei nostri lavori, perché controllare la rimodulazione delle risorse significa anche controllare, fino ad oggi, quello che è stata la ricostruzione in complesso, una ricostruzione che è mancata negli aspetti che abbiamo detto, che dovrà colmare queste lacune e curare soprattutto quest'ultima sottolineatura che ho voluto fare, cioè l'attenzione verso le attività produttive, le infrastrutture in grado di garantire che ci sia rilancio, non solo ricostruzione, dei nostri territori così martoriati dal sisma.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Procaccini.

CESARE PROCACCINI. Colleghi della Casa delle libertà, se fosse stato per il vostro Governo e per l'impegno zero che ha messo, oggi non saremmo a fare questa discussione, perché in realtà il riaggiornamento del piano finanziario per il terremoto avviene per una scelta di questa maggioranza e di questa Giunta regionale, che attraverso una intelligente operazione finanziaria ha recuperato una quantità di denaro utile a proseguire nella ricostruzione post-terremoto. Questo è il fatto politico significativo, non gli aspetti secondari e tecnici, sui quali, per la verità, dobbiamo fare un paragone per i danni avvenuti tra Marche e Umbria, che sono certamente molto differenziati, ma se facessimo un raffronto asettico tra queste due realtà vedremmo che le Marche sono molto più avanti nella ricostruzione.
Nel 2002, in pratica è stato quasi completato il rientro delle famiglie che avevano una autonoma sistemazione a seguito dei danni, oltre 2.000 famiglie — per la verità 2.011 — ed oggi ne sono rimaste 99, cioè gran parte della ricostruzione è stata portata a compimento. Va valorizzata anche un'operazione innovativa fatta con la declinazione della legge 61, cioè prevedere, oltre alla riparazione e ripristino del danno, anche il completamento di strutture, di comparti, di quartieri, di infrastrutture. Gran parte dei nostri comuni dell'entroterra sono stati colpiti dal terremoto, soprattutto il territorio del Fabrianese, che marca una struttura e un dinamismo industriale quasi autonomo, un proprio e vero distretto, ma anche dell'alto Camerinese che è più diversificato. Oggi questo recupero ha comportato una somma di 81 milioni di euro che vanno a completare una ricostruzione che certamente deve essere accelerata. Mi pare di poter dire che rispetto ad altre esperienze e ad altre realtà le Marche si sono incamminate in una strada innovativa, seria, di moralizzazione dell'utilizzo del denaro pubblico.
Certo c'è il problema della progettazione, del cosiddetto accaparramento dei progetti, ma dovete mettervi d'accordo: da un lato volete mano libera al mercato, al liberismo, al dinamismo individuale in tutti i settori, poi, paradossalmente, volete l'intervento pubblico per indicare ai singoli cittadini i progettisti da chiamare. Questo non è possibile in generale, ma non sarebbe neanche possibile in particolare, perché si è intervenuti in realtà anche molto piccole, diversificate l'una dall'altra e mi pare che invece di polemizzare dovremmo approvare in maniera rapida questo atto, in modo da continuare nella ricostruzione.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Silenzi.

GIULIO SILENZI. Il lavoro della Commissione è stato pregevole su un atto importante, perché l'aggiornamento del piano finanziario sul terremoto è un fatto che non può che essere rilevante per il Consiglio regionale delle Marche, per quella Regione che era stata così duramente colpita dagli eventi sismici. Condivido la puntuale relazione del collega Tontini, relatore di maggioranza e anche alcune osservazioni che ha fatto il relatore di minoranza, laddove ha individuato alcune strozzature legate molto alla progettazione in mano a pochi professionisti, a delle dinamiche che abbiamo governato in questi anni ma che hanno rappresentato una strozzatura che fa evidenziare alcuni limiti, rispetto ad una ricostruzione complessiva che è un modello europeo di come bisogna intervenire con la concertazione degli enti locali, con il decentramento, da un lato con la concertazione programmata e dall'altro la gestione diretta. Da un lato la Regione con le forze sociali ed economiche e gli enti locali, dall'altro il terminale delle risorse finanziarie e gestionali è il Comune in un rapporto ravvicinato con i cittadini e con le imprese.
Era la prima volta che si sperimentava un modello di ricostruzione così e passati questi anni non possiamo che dire che è stato un modello che ha colto un obiettivo importante. Mi auguro che questo modello venga seguito anche laddove ve n'è bisogno, senza ritornare a vecchi centralismi come mi sembra invece che, su alcune scelte del Governo nazionale, ci si stia orientando.
L'aspetto che voglio cogliere parlando del piano finanziario 2003, che già i colleghi Tontini e Procaccini ricordavano, è che il Governo e la maggioranza di centro-destra che ha votato la finanziaria 2003 non prevedono una lira per la ricostruzione delle Marche e dell'Umbria e questa è una responsabilità grave. Voglio allora richiamare il viceministro Baldassarri che scorrazza per tutte le Marche e ci presenta progetti elefantiaci che non so quanto si realizzeranno, chiedendo "che cosa hanno fatto Baldassarri e il Governo, non avendo previsto per la prima volta neanche una lira per la ricostruzione delle Marche e dell'Umbria?". Qui sta il punto che il viceministro dell'economia deve chiarire ai marchigiani. Vanno bene i grandi progetti che si realizzeranno chissà quando, se si realizzeranno, ma intanto, sulle scelte concrete, per la prima volta la finanziaria 2003 non prevede una lira. E allora Massi, Brini, Pistarelli, vi chiedo un impegno per il 2004. Quest'anno abbiamo tamponato con i provvedimenti che venivano ricordati, con il "tellus bond" che all'inizio non fu capito dal collega capogruppo di An Ciccioli, che, grazie anche ad un giornale, disse "la Regione batte cassa, non ha più una lira, deve ricorrere ai prestiti", poi, quando si è capita questa ingegneria finanziaria che non era virtuale ma concreta, si è apprezzata questa operazione. Ma al di là delle operazioni che la Regione ha messo in campo, mi sembra gravissimo che il Governo di centro-destra non abbia previsto una lira. Se per il 2004 si ripeterà questa indicazione che in parte i parlamentari delle Marche, con il decreto sulla calamità hanno cercato di recuperare, Baldassarri ci dica quale impegno prenderà per il 2004, per quelle aree terremotate, perché il terremoto non lo risolviamo con la 77, lo risolviamo dando quei finanziamenti che permettano di completare la ricostruzione e lo risolviamo, rispetto al rilancio economico di quelle aree — non solo la ricostruzione muraria — con opportunità economiche e di lavoro che occorre riuscire a sviluppare. Anche qui c'è bisogno di provvedimenti nazionali che vadano in quel settore.
I colleghi del centro-destra, rispetto a due anni fa, avendo due anni di responsabilità di Governo, ci dicano quali sono i provvedimenti nazionali. I nostri parlamentari ne hanno portati avanti alcuni e il centro-destra e il viceministro Baldassarri su questo non hanno fatto nulla. Questo è un dato di fatto, non la valutazione di un progetto. E' grave la responsabilità.
Dobbiamo chiedere conto al Governo e alla maggioranza se la ricostruzione si vuol considerare terminata, per cui non c'è più bisogno di un intervento, o se per la maggioranza di centro-destra e per il Governo ed il ministro Baldassarri la ricostruzione necessita ancora di interventi concreti e immediati, di anni in anno.
Da parte nostra abbiamo rimodulato i fondi europei nella direzione di privilegiare le aree terremotate e di creare condizioni vantaggiose per un rilancio economico, per utilizzare le potenzialità che in quelle aree vi sono, con una priorità e preferenza all'interno dei finanziamenti regionali ed europei destinati a quelle aree. Ma se non vi sono interventi di natura generale e nazionale la Regione non può dare tutte le risposte che necessitano per aumentare l'occupazione, aumentare la residenza, iniziare un ciclo virtuoso in quei comuni, in quelle aree. Quindi ognuno si assuma la propria responsabilità con atti concreti. La Regione questi atti li ha fatti, gli atti del Governo sono andati in tutt'altra direzione, mi auguro — lo dico in maniera appassionata e sincera — che ci sia una pressione di tutti. Noi faremo la nostra parte affinché le prossime finanziarie non prevedano una somma zero. E allora quando vengono i ministri, i viceministri, i parlamentari della maggioranza nelle Marche, i nostri industriali, i nuovi presidenti del "quadrilatero" si impegnino a destinare risorse economiche per il terremoto, altrimenti si ha l'idea di grandi parate politiche e al dunque il terremoto è dimenticato dalle forze di governo in questo Parlamento, in questa Italia.
Questo è il dato che emerge, che stride molto con i discorsi che qui ho ascoltato dai colleghi del centro-destra, per cui ci sia un impegno corale affinché il terremoto non venga dimenticato, altrimenti abbiamo ricostruito quello che abbiamo ricostruito, poi lo sviluppo economico e tutti gli altri discorsi che qui sono stati fatti, non potranno trovare soluzione.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Viventi.

LUIGI VIVENTI. Vorrei agganciarmi all'intervento dell'assessore Silenzi.
Credo che, con molta sincerità vadano dette due cose sul terremoto. Primo, che i soldi a disposizione sono stati e sono onestamente — vengo da una città colpita dal terremoto, debbo essere sincero — sempre tanti, con il precedente e con l'attuale Governo. Se venissimo qui a dire che non ci sono finanziamenti, che mancano soldi per la ricostruzione post-terremoto, non me la sentirei di essere d'accordo, perché fondi ce ne sono stati e ce ne sono forse addirittura in più di quelli realmente necessari per la ricostruzione post-terremoto. Ovviamente, al di là delle persone che sono state più colpite direttamente da questo fatto il terremoto si è rivelato una "piccola fortuna" per tante zone, per tanti comuni, per tante aree. Questo va detto dal centro-destra e dal centro-sinistra, perché è la verità. Con i soldi del terremoto sono state sistemate tante strutture pubbliche, sono stati destinati anche fondi per la viabilità, quindi non possiamo dire che ci sono carenze.
Non ci nascondiamo — l'ho detto anche quando abbiamo parlato delle infrastrutture viarie e questa posizione l'abbiamo sempre sostenuta, come Udc — che il Governo, oggi, rispetto a uno sforzo progettuale prodotto in questo periodo e di cui il viceministro Baldassarri si è fatto partecipe per quanto riguarda la nostra regione, ha una incombenza certa: quella di passare dalla fase della progettazione, dell'impostazione del lavoro a una fase più concreta, più pratica di inizio lavori. Su questo non ci sono dubbi. Sono perfettamente d'accordo con l'assessore Silenzi che la fase progettuale e dell'impostazione deve avere un termine ben preciso e poi, realizzate le società, bisogna partire con i lavori, altrimenti avrebbe ragione lo stesso Silenzi a dire che sono promesse, voli pindarici ma niente di concreto.
Sono intervenuto per dire sostanzialmente queste due cose. Io sono dell'opinione che il governo regionale deve lavorare in sintonia con quello nazionale, perché si creano comunque delle sinergie che fanno bene alla comunità. Non ci possono essere divisioni politiche quando si devono fare ricostruzioni per il terremoto o quando si devono realizzare infrastrutture viarie per la regione, saremmo degli sciocchi se ci andassimo a dividere su questi argomenti. Io sono stato sempre di questa idea moderata, qualcuno dice "collaborazionista", ma io sono per un pensare corretto, moderato e ritengo che questa sia la forma giusta per affrontare i problemi.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Tontini.

ROBERTO TONTINI. Credo che in generale, fino ad oggi, l'atteggiamento rispetto alla ricostruzione sia stato positivo, sia nell'operato della Regione sia nei rapporti che via via sono intercorsi tra la Regione e i commissari straordinari che si sono succeduti e, in generale, nei rapporti che si sono avuti tra Regione e Governo nazionale, relativamente alla ricostruzione.
Credo che la partita sia di un rilievo tale da toccare tutti i cittadini della nostra regione, a prescindere da quelli che sono stati colpiti nelle province particolarmente toccate dal terremoto e questo deve far assumere un atteggiamento di grande responsabilità da parte di tutte le forze politiche e il più lontano possibile da ipotesi di strumentalizzazioni su questo atto.
Ciò però non significa non dire le cose come stanno, ma è importante farlo sulla base die fatti e dei dati che sono oggettivi, che sono riportati con numeri anche nella illustrazione dell'atto che oggi andiamo ad approvare.
Devo rilevare con una certa dose di rammarico che non tutti i toni, negli interventi dei consiglieri di opposizione sono andati in questa direzione. C'è stato un ottimo lavoro fatto in Commissione, con una certa assonanza, ma nel dibattito di oggi non ho sentito gli stessi toni da parte di tutti gli interventi. Mi riferisco in particolare ad alcuni accenti di Brini che sono stati un po' fuori delle righe rispetto a quelli da lui fatti in Commissione, che sono serviti, tra l'altro, in quella sede a far muovere con maggiore impegno il Presidente e la Giunta relativamente ad alcune osservazioni che sono state rilevate in Commissione stessa, sulle quali prontamente si è già intervenuti. La sollecitazione, individuata dalla Commissione, riguardava il fatto che parte di quelle difficoltà derivavano proprio dall'accaparramento dei progetti da parte di alcuni progettisti, in particolare nella zona di Serravalle. Su questo siamo già intervenuti, anche con risultati positivi.
Ma oltre a questo, mi fa specie la lettura dei dati, che sono oggettivi, che ha fatto invece il collega Pistarelli nel suo intervento, portando dati che non possono far discendere un giudizio, come lui ha dato, di grande difficoltà e di ritardo sulla ricostruzione, in particolare, si dice, nelle case private, perché non è così. Oggi l'emergenza non c'è più, a distanza di due anni abbiamo sistemato le problematiche che riguardavano oltre 2000 famiglie che oggi sono rientrate nelle loro case a vario titolo en on vi sono più famiglie in situazione di emergenza. Così come sono andati avanti con grande celerità i lavori anche relativamente alle proprietà pubbliche.
Quindi è stato fatto tanto. Siamo usciti dall'emergenza a fine 1999, quindi in neanche tre anni tutto questo è stato fatto, perché i primi finanziamenti che la Regione ha avuto sono iniziati a fine 1999, quindi tutto questo è avvenuto in tre anni, con tempi molto veloci e con realizzazioni delle quali dobbiamo essere tutti orgogliosi, come cittadini marchigiani.
Questo è un dato indicativo della laboriosità marchigiana e deve accomunare i rappresentanti politici che siedono in quest'aula.
Rispetto ai lavori per ultimare tutta la ricostruzione, che sono già stati stimati da questa Giunta e approvati dal Consiglio a suo tempo, ancora siamo a metà dei finanziamenti e tutte le osservazioni fatte relativamente al rischio che, proprio perché siamo avanti non ci sia più attenzione da parte del Governo, sono osservazioni che non vanno in alcun modo sottovalutate, perché abbiamo le prime avvisaglie, legate al fatto che nella finanziaria 2003 il Governo si è dimenticato di finanziare il terremoto. Ho avuto modo di dire, sempre per onore di verità, che questo non è drammatico, nel senso che non ci ferma i lavori, comunque noi andremo avanti, perché le risorse ci permettono di continuare, ma va messa attenzione, tutti insieme a questo punto: il Governo in questo momento, per la prima volta si è dimenticato di finanziare il terremoto. La seconda avvisaglia, che poi è stata recuperata in positivo, perché ci arriveranno dei soldi, sulla disattenzione del Governo viene anche dal D. Lgs. del febbraio 2003 che è stato convertito in legge, relativamente agli interventi sulle calamità naturali, che non prevedeva nella stesura fatta dal Governo i finanziamenti per le Regioni Marche e Umbria che sono stati invece reinseriti grazie al lavoro svolto dai parlamentari delle due Regioni, in accordo con il commissario straordinario.
Queste cose vanno dette e sottolineate per quelle che sono e perché, giustamente, deve con forza venire una grande attenzione da parte di chi fa politica in questa Regione e siede in questi banchi, affinché, al di là delle promesse e delle scorribande che qua e là continua a fare il viceministro Baldassarri, da parte nostra che risediamo in questa regione vi sia attenzione piena affinché il Governo non si dimentichi del fatto che la ricostruzione deve continuare, che siamo a metà per quanto riguarda i finanziamenti che siamo usciti dall'emergenza, ma ancora il programma di ricostruzione prevede molte cose per le quali mancano ancora tanti soldi.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Pistarelli, per dichiarazione di voto.

FABIO PISTARELLI. Vorrei anche illustrare una proposta di risoluzione di cui non ho avuto tempo di parlare con il neo consigliere Modesti a cui faccio gli auguri di buon lavoro. Già nella precedente legislatura avemmo modo di discutere di tante questioni.
La dichiarazione di voto non volevo farla, perché avevo già sottolineato le questioni circa la necessità che l'aula ponesse la giusta attenzione a questo atto, però dopo le dichiarazioni del collega Procaccini ma soprattutto dell'assessore Silenzi, molto gravi, non posso esimermi dall'intervenire.
Caro assessore Silenzi, lei non ricorda che il Governo di centro-destra, nella finanziaria 2002 ha per prima cosa messo 100 miliardi in più, di cui 35 sono andati per completare la Sfercia-Colle Sentino, perché mancavano di 35 miliardi le dotazioni finanziarie in grado di sbloccare verso l'Anas questa cosa. l'abbiamo fatto attraverso un intervento di 100 miliardi in più rispetto a quello che era già previsto e grazie all'intervento del viceministro Mario Baldassarri. Lei non ha neppure letto l'atto che oggi è in discussione, perché questo Governo ha rispettato gli impegni che fino al 2004 sono scritti anche nella tabella di pag. 16 del nostro atto amministrativo 102, cioè autorizzazione per l'accensione di mutui quindicennali. Gli importi sono lì previsti, sia per il 2003 che per il 2004.
Non ha letto l'atto — e ha fatto bene Viventi a dire "non esageriamo con questa questione del Governo centrale che non mette i soldi", perché mi pare che le dotazioni finanziarie siano state l'ultimo dei problemi di questo terremoto, fortunatamente — neppure nell'ammontare complessivo che negli anni 1998, 1999 fino ad oggi, compresi 2001, 2002 e 2003 in corso siamo riusciti a veder riconosciuto, pur nei limiti del 35% di percentuale prevista a suo tempo non da questo Governo ma dal precedente. Lei non ha visto che questi importi sono notevoli. MI si dirà che i danni sono ancora di più. Vedremo... Non penso che lo Stato non si farà carico dei propri impegni.
A pag. 16 della tabella dei fondi per la ricostruzione, legge 61, leggo: "con decreti... Nei limiti d'impegno delle successive finanziarie..." ecc.

ROBERTO TONTINI. Nella finanziaria 2003 non c'è una lira.

FABIO PISTARELLI. La finanziaria 2003 non ha necessità di ribadire cose che sono stabilite fino al 2004. Non ci prendiamo in giro, politicamente. Abbiamo già stabilito nelle finanziarie precedenti impegni fino al 2004. Si parlerà dal 2004 in poi di quello che succede per il 2005 e 2006. Abbiamo già autorizzazioni a contrarre mutui fino al 2004, signori, c'è scritto qui, perciò non potete dire "lo Stato non ci ha messo i soldi". Ha ribadito quello che era già stato scritto nelle finanziarie precedenti. Tra l'altro quella del 2002 era stata fatta dal centro-destra, non dal centro-sinistra, quindi non mi pare che questo Governo abbia, come prima cosa, inventato addirittura di chiudere i finanziamenti per la ricostruzione post-sisma, anzi i 100 miliardi in più sono una verità storica, grazie alla quale la Sfercia-Colle Sentino parte, finalmente. Era l'ultimo tratto del triennale Anas. Non torniamo sulla 77 caro Silenzi, perché la 77 è fondamentale per quelle zone non coperte neppure dai telefonini prima del terremoto, tant'è che si fece d'urgenza tutta una serie di procedure con Wind, Telecom ecc., perché lassù la protezione civile non poteva nemmeno parlare al telefono e quelle pure sono infrastrutture, relative alle reti di comunicazione elettronica, vocale ecc. Le infrastrutture classiche sono però le strade e lì è importante fare in modo che la strada verso l'Umbria e il Lazio sia completata.
Questa è la dichiarazione di voto di un consigliere regionale che ha fatto mille battaglie a favore di una ricostruzione che doveva essere in grado fin dall'inizio di aver fondi, finanziamenti, procedure trasparenti, serietà di comportamenti ecc. e ha sempre votato a favore di atti che andavano verso quella direzione; la dichiarazione di voto di un consigliere regionale che questa volta si astiene, viste le gravissime dichiarazioni che ha fatto l'assessore Silenzi su questo punto. Non voto a favore per questi motivi: per le dichiarazioni gravissime fatte dall'assessore Silenzi soprattutto.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Silenzi.

GIULIO SILENZI. Qui non si può nominare Baldassarri, perché qualcuno si agita troppo. Poi dirò all'aula i comizi del Baldassarri in giro per le Marche, il grande statista, come si diceva l'altra volta, cara Romagnoli. Me lo stanno trascrivendo quello che ha detto a Porto San Giorgio e comunque, dopo Porto Sant'Elpidio e Porto San Giorgio uno potrebbe dire che deve sempre andare a chiudere le campagne elettorali, perché ci porta fortuna.
Pistarelli si agita. Io ho letto alcune dichiarazioni di qualche responsabile di Forza Italia che ha detto che le ultime elezioni amministrative sono andate bene per il Polo e per Forza Italia, per cui c'è una lettura che parte da alcuni presupposti che sono in fondati e poi si fa un ragionamento, un po' quello che ha fatto il collega Viventi prima, cioè parte da un assunto: "non si dica che mancano i soldi per il terremoto". Ma chi l'ha detto? Chi l'ha sostenuto? Anzi, non si è finanziato il valore dell'immobile lesionato, ma per la prima volta si è finanziato l'intervento, il costo complessivo dell'intervento grazie a dotazioni finanziarie che l'allora Governo nazionale di centro-sinistra, il Governo Prodi, volle destinare, con una scelta legislativa e finanziaria, per supportare la ricostruzione.
Poi c'è stato un concorso, un coinvolgimento delle varie forze, certo, ci mancherebbe altro. Cosa c'entrano le tabelle fino al 2004, i mutui? Quando assumi una garanzia, non è che ogni volta che paghi la rata di mutuo è un atto che devi riprendere. Cosa c'entra questo? Abbiamo rilevato che nella finanziaria 2003 non c'è una lira, per la prima volta, sul terremoto. E' inutile che Pistarelli si agiti, si astenga su questo, io ne sono contento, perché voglio capire se c'è un impegno da parte del Governo e del ministro Baldassarri, sul fatto che per la prima volta da quando c'è stato il terremoto, da quando ci sono state le finanziarie, a differenza del 2002 il Governo e la maggioranza di centro-destra non hanno messo una lira per la ricostruzione del terremoto e abbiamo detto che per il 2003 questo non ha causato problemi finanziari, anche perché abbiamo fatto delle operazioni regionali, per cui non si è in sofferenza. Non ho detto "non si fanno alcune cose perché il Governo non ha messo una lira", perché poteva essere grave, ma nella mia esposizione questo aspetto non è stato citato perché ho ripreso quello che il relatore diceva. Ma l'aspetto politico di non inserire risorse finanziarie, con possibilità nei prossimi anni di bloccare le seconde case, i monumenti, le chiese, va tenuto presente. Di questa preoccupazione siamo portatori. CI mancherebbe che in questo Consiglio non rilevassimo che per la prima volta non si inserisce una lira nella finanziaria del Governo, sul terremoto. Impegniamoci per avere garanzia affinché nel 2004 ci siano risorse finanziarie per far procedere la ricostruzione. Vi potete assumere questo impegno? Sarebbe interessante che quando Baldassarri viene nelle Marche, oltre a illustrarci — sarebbe poi utile pagare quei progetti e i professionisti che li fanno — i fasti della 77 ci dicesse se c'è un impegno a mettere le risorse finanziarie nella finanziaria del 2004 per il terremoto e spiegare perché nel 2003 non è stata prevista neppure una lira. Questo è l'aspetto politico grave su cui vi invito a riflettere, altrimenti anche una posizione acritica da parte vostra nei confronti di un viceministro sa tanto di cortigianeria politica, se questo aspetto non avete neanche il coraggio di assumerlo. Nel 2003 non è stata messa una lira. Perché c'era sufficienza finanziaria e non si interrompeva la ricostruzione? Perché c'è una difficoltà più complessiva del Parlamento? E' una-tantum o una dimostrazione di volontà che, per il Governo, la partita della ricostruzione Marche-Umbria è chiusa in quanto ci sono da stanziare soldi per altre emergenze come avvenuto nel 2003, in altri territori d'Italia che sono stati colpiti da calamità e pertanto non ci sono risorse sufficienti? A questo dovete dare risposta, non dire "dichiarazioni gravissime". Io faccio un ragionamento politico e vi chiedo un'assunzione chiara di responsabilità politica, che Viventi ha assunto, ma Pistarelli non ha assunto, per cui c'è un atteggiamento anche nei confronti del Governo e di Baldassarri che ha molto di vecchio. Mi aspetto uno scatto d'orgoglio, da parte vostra, nel chiedere conto, politicamente, nel dire che è stato un anno particolare, ma nel 2004 ci saranno le risorse. Se non siete nella condizione di dirlo, diciamo tutti insieme che bisogna spingere in questa direzione, non richiamare la 77, i progetti e quant'altro. Sulla 77 rinnovo l'invito di sistemare il tratto Civitanova-Morrovalle che sta causando ancora incidenti, perché è un tratto di strada che andrebbe chiuso per quanto è pericoloso. Vi invito quindi su fatti concreti, non solo sulle grandi società e i grandi progetti su cui abbiamo valutazioni diverse. Su questi aspetti del governo concreto, vi dovete far carico di essere forza di governo a livello nazionale, quindi assumere le decisioni e nello stesso tempo esprimere delle valutazioni.
Rilevo che nel Polo vi sono posizioni differenziate, anche di impegno futuro, che vanno sottolineate e rispetto a queste noi faremo la nostra parte.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Tontini.

ROBERTO TONTINI. Il voto sarà favorevole. Vorrei di nuovi ribadire la diversità di posizione e di toni all'interno della stessa opposizione. Tutta l'istruttoria, da parte di questa maggioranza è stata incentrata e basata sulla piena collaborazione che abbiamo sempre ricercato. Le cose dette dal relatore sono scritte e stanno lì, a testimoniare che nessuna strumentalizzazione c'è stata. Abbiamo espresso un giudizio favorevole, positivo su quanto è stato fatto, abbiamo evidenziato alcuni rischi di disattenzione che potrebbero creare nel tempo problemi, che oggi non creano. Ma sono segnali che vanno tenuti nella giusta considerazione e sono due. Primo, che nel 2003 non sono state destinate risorse per il terremoto e abbiamo detto che questo non blocca i lavori: andiamo avanti, le cose si stanno facendo, questo non costituisce un dramma, però dobbiamo avere attenzione tutti insieme. Secondo, ci arriveranno dei soldi relativamente al decreto sulle zone in stato di calamità e anche lì c'era stata una disattenzione da parte del Governo, recuperata dal commissario straordinario insieme ai parlamentari delle Marche e dell'Umbria. Questo è il dato che politicamente abbiamo evidenziato, che non è da cogliere in nessun modo come strumentalizzazione ma come appello a chi governa e amministra e vive in questa regione, che deve essere da un lato orgoglioso di quello che è stato fatto e non giocare a strumentalizzare come in parte ha cercato di fare Pistarelli, nel suo intervento iniziale, dicendo "il Governo ha fatto tutto, i ritardi sono della Regione Marche". Non ci sono ritardi della Regione Marche, perché la ricostruzione è andata avanti, i dati sono lì a dimostrarlo. Tra l'altro tutto questo è stato fatto in appena tre anni, perché fino a fine 1999 la gestione era straordinaria e solo dal 2000 sono entrati in funzione i finanziamenti che ha gestito direttamene la Regione. Quindi tutti insieme dobbiamo essere orgogliosi di questa operatività marchigiana. Noi lo siamo, se altri non lo sono è un problema loro.
La finale di questo ragionamento è la seguente: attenzione, ci sono alcune avvisaglie che tutti insieme dobbiamo controbattere, per fare in modo che continui l'attenzione dovuta che questa ricostruzione deve avere, perché abbiamo fatto tante cose, ma sappiamo che quello che abbiamo speso è la metà di quello che abbiamo preventivato di dover spendere per completare tutto il processo della ricostruzione.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Viventi.

LUIGI VIVENTI. Annuncio il voto favorevole del gruppo Udc a questo atto. Siccome credo che dobbiamo essere sempre onesti nelle nostre posizioni e nelle nostre dichiarazioni, tengo a dire che quanto affermato dall'assessore Silenzi corrisponde a vero. Ci sono delle motivazioni, ma ciò che è vero è vero: nella finanziaria 2003 non sono stati previsti ulteriori fondi per il terremoto. Perché? Voi sapete tutto quello che è accaduto in Italia fra alluvioni, vulcani e terremoti in altre zone, quindi si è data precedenza, giustamente, a questo e per quanto riguarda le marche e l'Umbria si è garantito il prosieguo dei flussi di finanziamento previsti già dagli anni precedenti e questo ha consentito che per il 2003 non si creasse questo vuoto di finanziamenti che potesse far interrompere i lavori.
Ritengo quindi che sia giusto che da parte nostra ci sia un impegno per il 2004 a far sì che il flusso di finanziamenti necessario per completare i lavori riprenda regolarmente, anche se va detto con altrettanta onestà che nel 2003 questo non ha comportato problemi. Sicuramente andrà fatta una verifica se l'ammontare delle cifre è compatibile, però credo che sia corretto lavorare in questo modo. Ci tengo, perché sia se si sta all'opposizione qui o in maggioranza al Governo, credo che occorra parlare sempre uno stesso linguaggio e condivido che quando si fanno delle affermazioni e delle promesse a qualsiasi titolo, queste poi devono essere seguite da fatti concreti, perché se ciò non avvenisse non nascondo che sarei il primo ad essere critico nei confronti della mia parte che non rispettasse questi impegni. Ci mancherebbe, non mi sentirei più una persona seria se non lo facessi.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Massi.

FRANCESCO MASSI GENTILONI SILVERI. Ovviamente condivido il merito di quest'ultimo intervento del collega Viventi, quindi non ripeterò il concetto che lui ha espresso, associandomi a quello che è stato detto, però vorrei fare tre flash rapidissimi, assessore Silenzi.
Io ho chiesto esplicitamente un incontro, quindici giorni fa, alla direzione nazionale dell'Anas di Roma. Lei saprà che l'Anas ha stanziato 90 miliardi per manutenzioni ordinarie nelle Marche e in questo stanziamento — non vi è stata alcuna comunicazione stampa né dell'Anas né della Regione, ed è curioso che io debba dirlo qui — è previsto l'intervento primario per il tratto Civitanova-Morrovalle che lo stesso Silenzi invocava. Quindi credo che lo stanziamento di 90 miliardi per le manutenzioni ordinarie per tutte le Marche non sia, di questi tempi, da poco.
C'è uno strano modo — naturalmente la politica la conosciamo tutti — nel presentare le cose. Potrei prendere Marche News che ci arriva ogni settimana, ove c'è un proclama, credo di Amagliani e del Presidente D'Ambrosio, sullo stanziamento di 3 miliardi della legge 61/98, sui 100 per le infrastrutture viarie Marche Umbria, per il completamento della Sfercia-Colle Sentino. E' molto strano: lì c'è un proclama in base al quale la Giunta regionale, cogliendo le sensibilità delle popolazioni locali stanzia questi 30 miliardi che erano soltanto il frutto di un emendamento che Baldassarri ha fatto sulla finanziaria 2002, per dirottare 100 miliardi per Marche e Umbria; Silenzi, questo c'è, era prima che lei assumesse l'assessorato, ma questo è avvenuto.
Terza cosa. Dato che oggi andiamo a votare questa risoluzione presentata da Pistarelli, che condividiamo, ricordo che ho presentato una mozione rispetto alla quale la Giunta — con impegni presi direttamente con l'Amministrazione del Comune di Serravalle, che non è certo di centro-destra ma l'amico-compagno sindaco è un sindaco meritevole di centro-sinistra — aveva promesso un passaggio di proprietà al Comune delle case di legno non più utilizzate per scopi turistici e sociali. Quell'Amministrazione dopo due anni ancora aspetta una risposta.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Brini.

OTTAVIO BRINI. Ribadisco, a nome del gruppo, il voto favorevole, ma dal dibattito sono emersi alcuni concetti che meritano una seppur breve riflessione. Il consigliere Tontini ha presentato un emendamento assieme al sottoscritto, ma nel suo intervento — forse gli è sfuggito — non ha detto che la Commissione all'unanimità ha presentato questo documento. Parlava di rischi, nel tempo, per i finanziamenti. Vorrei però evidenziare che il discorso è stato fatto all'unanimità, in Commissione. Come non è stato fatto rilevare dall'assessore Silenzi e dal consigliere Tontini l'altra faccia della medaglia: se il viceministro Baldassarri si è assunto delle responsabilità per quanto riguarda un discorso importantissimo, quello della viabilità, dobbiamo solamente attendere e poi verificare se dalle parole si passa ai fatti.
Posso ricordare, anche se qualcuno non ne è venuto a conoscenza, che abbiamo avuto un ministro dei lavori pubblici nelle Marche, abbiamo avuto autorevoli personaggi politici — parlamentari, presidenti del Consiglio — eppure le riflessioni che fanno Silenzi e Massi, oggi, sono quelle di trent'anni fa. Quindi non riesco a capire perché oggi, quando un ministro cerca di impegnarsi per risolvere un problema, si scateni tutta questa bagarre. Ieri abbiamo visto due parlamentari e un senatore criticare ferocemente. Silenzi ha ragione quando dice "chi ha dato l'incarico al progettista paghi", è giusto, perché se non si è seguita una procedura corretta chi ha sbagliato paghi. Ma per quanto riguarda il progetto della viabilità aspettiamo i fatti.
L'amico Massi, da democristiano criticava sempre i parlamentari, gli onorevoli, però lui spesso cambiava corrente e poi, magari, si ritrovava in un'altra parte. Ma chi è rimasto sempre in una corrente nella Democrazia cristiana, quella di Forze nuove, sempre in minoranza, purtroppo, si trovava a discutere con questi "mostri" che avevano il 70-80% e si soffocava un dibattito all'interno del partito, con la conclusione che oggi non abbiamo le strade. Però erano venerati quando venivano nei Comuni ed erano applauditi da coloro che oggi sono i primi a criticare il ministro Baldassarri. Quindi, quando si fa questa morale bisogna stare molto attenti.
Un appunto all'assessore Silenzi sulla ricostruzione e al consigliere Tontini: non smentite il vostro Presidente D'Ambrosio. E' vero che la ricostruzione è andata bene, che alcune cose sono state fatte, però sono passati sei anni e lo stesso Presidente D'Ambrosio è intervenuto dopo l'intervento del sottoscritto in Commissione e ha richiamato all'ordine i progettisti per dire "qualcosa non va". Bisogna dire anche questo. Chi è mancato nel controllo in questi cinque anni? Di chi sono le responsabilità? Quando si trovano delle difficoltà oggettive per accaparramento di progetti, per carenze di finanziamenti è facile sparare sulla Croce Rossa; Sarebbe stato facile venire oggi qui e dire "D'Ambrosio ha delle responsabilità, perché la ricostruzione, nonostante vi fossero i finanziamenti, non è completata, D'Ambrosio non ha svolto la sua funzione di controllo nelle frazioni di Serravalle". Bisogna allora che su problematiche così delicate, noi ragioniamo in maniera obiettiva, serena. Aspettiamo che il viceministro Baldassarri porti a compimento i suoi progetti, poi saremo noi i primi, eventualmente, a criticare un ministro che non porta a compimento una responsabilità che si è preso.

GIULIO SILENZI. Il fatto che sulla finanziaria 2003 non c'è una lira.

OTTAVIO BRINI. Erano presenti D'Angelo e Tontini: un dirigente ha detto "grazie al funzionario della protezione civile sono arrivati questi soldi". Quando arrivano i soldi li portano i funzionari della protezione civile, quando non arrivano la colpa è di Berlusconi. "Amici della luna", qui bisogna che siamo chiari: quando arrivano i soldi diamo atto a Berlusconi che sono arrivati, quando non arrivano diciamo che Berlusconi non li porta. Ma non è che il funzionario della protezione civile porta i soldi alla Regione Marche.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Moruzzi.

MARCO MORUZZI. Signor Presidente, colleghi consiglieri, ho seguito questo dibattito e mi sembra che ci sia una sorta di gioco tra gatto e topo. Credo che si debba abbandonare la discussione su questo terreno, affrontando seriamente la questione dell'intervento sul terremoto in relazione alle disponibilità finanziarie che sono necessarie e agli atti che ogni soggetto intende compiere perché queste disponibilità ci siano e perché l'opera di ricostruzione sia completata.
Non voglio dare un giudizio lapidario e definitivo sul Governo e sul comportamento del Governo, ma è un dato di fatto quello che in quest'aula è emerso: da una parte abbiamo una Regione che ha sottoscritto un prestito obbligazionario, ingente, si è presentata sui mercati europei per anticipare, addirittura, i finanziamenti e dall'altra parte abbiamo una manifesta difficoltà a trasferire risorse nazionali verso la Regione Marche e verso l'Umbria per il processo di ricostruzione.
Se questa vicenda è un fenomeno circoscritto a una legge finanziaria è chiaro che questo ha un significato. Se questa è una vicenda che rischia di riproporsi negli anni successivi, penso che è un comportamento politicamente non condivisibile, di cui ciascuno deve assumersi le proprie responsabilità. In particolare credo che sia grave, in una vicenda come quella della ricostruzione, che è stata gestita fin dall'inizio con il massimo di collaborazione di tutti gli enti, dagli enti locali fino al livello regionale, fino al livello nazionale, prescindendo dai ruoli di maggioranza e di minoranza, che peraltro a livello nazionale sono cambiati, ma anche a livello locale sono cambiati. La ricostruzione è stata una grande battaglia di tutti coloro che sono stati coinvolti a livello istituzionale e anche non istituzionale, prescindendo dagli schieramenti politici. Oggi c'è un fatto estremamente preoccupante e non può preoccuparci anche più all'interno di questo Consiglio regionale, perché questa Regione si è impegnata con un'azione che non era assolutamente obbligatoria. Avremmo potuto semplicemente finanziare gli interventi con le nostre risorse regionali, trasferendo le risorse provenienti dallo Stato e in realtà è stata percorsa una strada rischiosa, ma dal punto di vista dell'efficienza della ricostruzione, dal punto di vista politico una strada coraggiosa: quella del lancio di un prestito obbligazionario a livello internazionale.
Per questo credo che questo atto del Consiglio regionale debba ricevere un sostegno largo e ampio da parte di tutti, così come l'azione volta a soddisfare le necessità, non il trasferimento di risorse non necessarie. Credo che nella nostra regione abbiamo dato anche un esempio, dimostrando nel tempo che i progetti che siamo andati a finanziare sono addirittura inferiori rispetto alle stime o alle prime previsioni che erano state fatte per l'opera di ricostruzione. I marchigiani si sono comportati seriamente, correttamente e sarebbe veramente grave, un brutto segnale che proprio chi si è comportato correttamente venisse penalizzato da comportamenti che vengono a togliere non il superfluo, non risorse per sperperi, ma risorse che sono assolutamente necessarie in questa fase per completare l'opera di costruzione che è un'opera lenta, soprattutto quando si vanno a ricostruire non solo le case ma si cerca di ricostruire un tessuto sociale, un tessuto economico, in zone che sono partite da una condizione di forte svantaggio e che, se saranno capaci, trarranno certamente vantaggio dalla ricostruzione del territorio, dal rilancio economico dei territori appenninici duramente penalizzati e colpiti da questo disastro.
L'interruzione dei finanziamenti per le opere di ricostruzione è un brutto segnale rispetto a tutte quelle vicende che purtroppo si sono verificate successivamente al terremoto e che continueranno a verificarsi. Non ci possono essere figli e figliastri quando ci troviamo di fronte a vicende di questo genere. Se c'è un impegno alla continuità di un finanziamento, peraltro una continuità che nel tempo si va riducendo, se non si rispettano questi impegni noi mettiamo in discussione un principio di solidarietà e di equità che non può che dare l'incertezza ai cittadini nei riguardi delle istituzioni, e non ci saranno poi governi colpevoli, non ci saranno autorità locali più colpevoli di altre autorità, saranno le istituzioni ad essere messe profondamente in discussione da questi comportamenti. Quindi, chi intende assumersi responsabilmente e correttamente le proprie responsabilità di fronte ai cittadini e di fronte all'insieme delle istituzioni che si sono mosse per affrontare nel migliore dei modi la fase post terremoto, ha terreno e spazio per un impegno serio e non demagogico su questi temi.
Per questo motivo mi auguro che l'atto trovi il consenso di tutto il Consiglio, in continuità con atti del passato nel settore della ricostruzione, che hanno trovato sempre una convergenza di pareri veramente incoraggiante.

PRESIDENTE. Pongo in votazione l'emendamento.

Il Consiglio approva

Pongo in votazione l'ordine del giorno. Ha la parola il consigliere Modesti.

CATALDO MODESTI. L'ordine del giorno è in parte condivisibile, però gli ultimi due "che" sono superflui, nel senso che non possiamo fare un ordine del giorno ad personam. Se poniamo un problema di ordine generale di una zona e invitiamo la Giunta a verificare d'accordo, ma richiamare un fatto specifico, una singola persona è improprio e inopportuno, quindi l'ordine del giorno può anche essere condivisibile, togliendo gli ultimi due punti e nella parte ove si dice "impegna la Giunta" vanno bene le prime tre righe, togliendo le ultime due che sono contraddittorie e possono essere interpretate male. Quindi la Giunta verifica ed eventualmente accetta le richieste che sono state avanzate. Se si è d'accordo con queste modifiche credo che l'ordine del giorno possa essere votato da tutti.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Pistarelli.

FABIO PISTARELLI. Accogliamo i rilievi del collega Modesti. Possiamo togliere qualsiasi riferimento a questioni specifiche che servivano a esemplificare di che cosa si parlava. In realtà l'argomento che si voleva sollevare era di carattere generale, perciò quello che dice Modesti è condivisibile, togliamo gli ultimi due "che" della parte narrativa e togliamo l'ultima frase, "così come evidenziatosi per la frazione Nevale di Visso", fermandosi a "dissesti idrogeologici", così l'atto ha carattere assolutamente generale.

PRESIDENTE. Viene in questo momento presentato un nuovo testo che accoglie le modifiche proposte dal consigliere Modesti, sostitutivo dell'ordine del giorno originario del consigliere Pistarelli.
Lo pongo in votazione.

Il Consiglio approva

Pongo in votazione la proposta di atto amministrativo.

Il Consiglio approva




Proposta di legge (Sospensione): «Riorganizzazione della struttura amministrativa del Consiglio regionale delle Marche» Minardi, Amagliani, Grandinetti, Giuseppe Ricci e Cesaroni (138)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la proposta di legge n. 138, ad iniziativa dei consiglieri Minardi, Amagliani, Grandinetti, Giuseppe Ricci e Cesaroni.
Ha chiesto di parlare il consigliere Luchetti. Ne ha facoltà.

MARCO LUCHETTI. Chiedo una sospensione dei lavori, per una riunione dei presidenti di gruppo della maggioranza.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Viventi.

LUIGI VIVENTI. Visto che si farà una riunione dei presidenti dei gruppi di maggioranza, vi chiedo di soprassedere all'esame di questo atto nella seduta odierna.

PRESIDENTE. La seduta è sospesa.

La seduta, sospesa alle 12,45,
riprende alle 13,55

PRESIDENTE. La seduta antimeridiana è sospesa. Riprenderà alle ore 16.