Resoconto seduta n. 149 del 28/07/2003
La seduta inizia alle 11,55



Approvazione verbali

PRESIDENTE. Ove non vi siano obiezioni do per letti ed approvati, ai sensi dell’art. 29 del regolamento interno, i processi verbali delle sedute nn. 147 e 148 del 23 luglio 2003.

(Sono approvati)



Proposte di legge
(Annuncio e assegnazione)

PRESIDENTE. Sono state presentate le seguenti proposte di legge:
— n. 186, in data 16.7.2003, ad iniziativa dei consiglieri Castelli, Ciccioli, Gasperi, Novelli, Pistarelli e Romagnoli: «Istituzione della giornata dei valori nazionali», assegnata alla I Commissione in sede referente e alla II per il parere obbligatorio;
— n. 187, in data 25.7.2003, ad iniziativa dei consiglieri Giannotti, Brini, Ceroni, Cesaroni, Favia, Grandinetti e Trenta: «Norme a tutela della libera circolazione dei prodotti nella regione Marche», assegnata alla III Commissione in sede referente.



Mozioni
(Annuncio di presentazione)

PRESIDENTE. Sono state presentate le seguenti mozioni:
— n. 290 del consigliere Novelli: «Rientro in patria dei militari italiani impegnati oltre confine nella occupazione di altri Stati sovrani»;
— n. 291 del consigliere Massi: «Bande e cori: eutanasia di una forte tradizione culturale marchigiana».




Proposta di atto amministrativo (Votazione): «Approvazione del programma obiettivo triennale dei servizi di sviluppo del sistema agroalimentare 2003/2005» Giunta (106)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca la proposta di atto amministrativo n. . 106, ad iniziativa della Giunta. Siamo alla votazione.
Ha la parola il consigliere Viventi.

LUIGI VIVENTI. In qualità di vicepresidente della III Commissione chiedo la possibilità che la stessa Commissione si riunisca per trattare di questo argomento, prima di passare alla votazione. Il Consiglio potrebbe proseguire regolarmente, trattando l’argomento posto al secondo punto dell’ordine del giorno.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Gasperi.

GILBERTO GASPERI. Essendo relatore di minoranza e componente della III Commissione mi associo a quanto chiesto dal consigliere Viventi e chiedo anch’io la riunione della III Commissione.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Amati.

SILVANA AMATI. Rispetto all’ordine dei lavori ricordo che nella precedente seduta avevamo lasciato in sospeso la possibilità di votare, anche senza discussione, l’adesione del Consiglio e della Giunta all’”Onu dei popoli” e alla marcia Perugia-Assisi che si svolgeranno dal 4 al 12 ottobre. Si potrebbe votare anche adesso, visto che vi sono dei momenti di riflessione.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Avenali.

FERDINANDO AVENALI. Dal punto di vista istituzionale sono perché si rispettino le regole democratiche di un consesso come questo, pertanto a fronte di una richiesta di convocazione delle Commissioni, personalmente sarei portato a dire che la Commissione va fatta. Siccome è stata fatta anche una discussione di maggioranza e non credo che sia un segreto e siccome l’assessore ha detto che intende fare una dichiarazione sul percorso che si seguirà ad atto approvato, visto che ci sono emendamenti, visti i tempi che abbiamo, credo che non sia il caso convocare la Commissione, ma sentire la dichiarazione dell’assessore e poi proseguire con l’atto, perché abbiamo esigenza che questo atto venga approvato.
Per tale ragione credo che la Commissione non riesca a risolvere i problemi che sono oggetto di discussione in quest’aula, quindi tanto vale che sia la stessa aula ad affrontarli.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Giannotti.

ROBERTO GIANNOTTI. Chiedo il rispetto del regolamento. Essendosi interrotta la seduta del Consiglio chiedo che sia ripristinata la certezza del diritto, quindi venga messa in votazione la mozione sulla Rai, che veniva prima dell’argomento che abbiamo trattato. Siccome abbiamo concluso un dibattito, ci sono state le dichiarazioni di voto, è opportuno che il Consiglio recuperi la propria competenza rispetto ad una materia su cui abbiamo esaurito tutta la fase istruttoria, quindi chiedo che si torni all’ordine del giorno originario e si voti prima il documento relativo alla Rai.

PRESIDENTE. Ha la parola il l’assessore Silenzi.

GIULIO SILENZI. Se le preoccupazioni sono rivolte alla definizione di un tempo necessario alla presentazione dei nuovi progetti relativi all’assistenza tecnica, l’orientamento che la Giunta intende assumere, fatto salvo l’atto approvato in Commissione, che rinviava all’approvazione della graduatoria i nuovi criteri da applicarsi, mentre fino all’approvazione della nuova graduatoria si sarebbero applicati i vecchi criteri, è che arriviamo all’approvazione della graduatoria non nel mese di dicembre, ma scivolando fino alla fine di dicembre. Sostanzialmente l’anno 2003 vedrà i criteri della vecchia programmazione e si inizierà con l’approvazione della graduatoria entro la fine di dicembre, con l’applicazione dei nuovi criteri. Sapendo che le date sono quelle che la Giunta stabilisce nel bando, le date di presentazione delle domande verranno previste per la fine del mese di ottobre, in modo che la Giunta avrà due mesi di tempo per approvare le graduatorie, per esaminarle e approvarle, arrivando, di fatto, alla fine di dicembre?
Questo dovrebbe risolvere i problemi temporali che ci sono stati segnalati e sui quali non vogliamo, per un mese, fare forzature od altro. Questo è l’impegno che assumiamo, in modo che non ci siano discussioni rispetto a questi particolari problemi temporali.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Gasperi.

GILBERTO GASPERI. Prendo atto della sensibilità dell’assessore, però la dichiarazione non è sufficiente. O viene fatto un emendamento, oppure viene proposto qualcosa per iscritto. Per questo motivo chiedo una sospensione per poter riunire i gruppi di minoranza.

PRESIDENTE. Prima di prendere posizione sulla richiesta del vicepresidente Gasperi, c’è da capire se sussiste ancora la necessità della riunione della Commissione. Mi pare che non sussista più.
Ha la parola il consigliere Viventi.

LUIGI VIVENTI. Mi sembra che l’intervento dell’assessore Silenzi vada nella direzione giusta, nel senso di quello che volevamo trattare in Commissione. Il collega Gasperi dice “dobbiamo comunque formalizzare questo impegno, questa volontà politica espressa dall’assessore, eventualmente in un emendamento”. L’emendamento possiamo prepararlo e comunque va scritto. Chiedo che la richiesta di Gasperi di un minimo di sospensione serviva solo a questo: dare certezza formale e amministrativa a questo che è un impegno che condividiamo, quello che avevamo chiesto. Io avevo presentato degli emendamenti per la Commissione, possiamo vederli con il presidente Avenali e l’assessore. Il Consiglio potrebbe anche proseguire.

PRESIDENTE. Ha la parola l’assessore Silenzi.

GIULIO SILENZI. Il problema è che nell’atto — lei non ha partecipato, consigliere Viventi, alla scorsa seduta pomeridiana, quindi volevo assicurarla — noi non indichiamo date. L’atto dice che la Giunta deve approvare il bando. Dalla scadenza del bando ci sono 60 giorni di tempo per la graduatoria: 45 per presentare le domande e 60 per fare la graduatoria. Da quando viene approvata la graduatoria iniziano i nuovi criteri. Fino a quando la graduatoria non verrà approvata, hanno vigore i vecchi criteri. Se la Giunta regionale che deve fare il bando, assume l’impegno ufficiale, tramite l’intervento dell’assessore in aula, di fare i bandi in maniera tale che scadano il 30 ottobre, quale ordine del giorno dobbiamo fare?
La sostanza viene assunta, c’è un impegno ufficiale della Giunta, l’atto non indica date ma demanda agli atti della Giunta, qual è il problema? Non c’è bisogno neanche di un emendamento. C’è un’assunzione ufficiale di impegno da parte del Governo regionale che scaturisce da una riunione che abbiamo fatto anche con i consiglieri di maggioranza, quindi è condivisa da tutti. L’impegno ufficiale ci porterà a rispettare queste date: fine ottobre e graduatoria a fine dicembre.

GILBERTO GASPERI. Chiediamo una sospensione per una riunione delle minoranze.

PRESIDENTE. Concedo la sospensione, ma mi pare che le dichiarazioni dell’assessore siano rassicuranti.
Comunque, la seduta è sospesa per cinque minuti.

La seduta, sospesa alle 12,10,
riprende alle 12,15

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Viventi.

LUIGI VIVENTI. Ci siamo riuniti come capigruppo di minoranza e abbiamo valutato positivamente le dichiarazioni rese dall’assessore. Del resto io sono dell’avviso che quando un amministratore regionale dichiara una cosa in aula, sarebbe anche di cattivo gusto non credere alla veridicità e alla sincerità di quanto afferma, quindi c’è innanzitutto una questione di stile che dobbiamo sempre rispettare e pertanto noi ci fidiamo delle dichiarazioni dell’assessore Silenzi, che vanno nella direzione che io come vicepresidente della III Commissione, il collega Gasperi come relatore di minoranza avevamo richiesto e intendevamo richiedere. Per noi fa testo quanto dichiarato dall’assessore, può andar bene così.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Gasperi.

GILBERTO GASPERI. Prendo atto, anche se questo chiarimento è venuto in ritardo, perché se fosse stato fatto l’altra volta, molto probabilmente oggi non ci sarebbe stata seduta. Un assessore, quando fa una dichiarazione in aula prende un impegno, quindi tale dichiarazione fa testo.
Però non vedo perché si debba arrivare a queste situazioni quando si cerca di portare un contributo costruttivo rispetto alle proposte e agli emendamenti venuti nella discussione in Commissione.
A nome di tutta la minoranza avevo presentato degli emendamenti che verranno discussi; eventualmente chiedo alla collega Benatti, relatore di maggioranza, di dichiarare quali emendamenti vengono accolti e quali no, perché potrei ritirarli, avvalorando la regola della serietà che questa aula si è sempre data e che continuerà a portare avanti.

PRESIDENTE. Emendamento n. 1. Ha la parola il consigliere Moruzzi.

MARCO MORUZZI. Nel mio intervento in sede di discussione generale avevo segnalato che questo piano è secondo me uno degli aspetti cruciali, forse ancor più delle scadenze che si stanno risolvendo.
Noi introduciamo una novità rispetto al passato, inspiegabile e che comunque non condivido: mettiamo tutti nelle condizioni di fare qualsiasi assistenza, comprese anche le singole cooperative che adesso, anche attraverso associati alle centrali, possono svolgere qualsiasi tipo di assistenza tecnica, mentre fino a ieri avevamo visto il mondo della cooperazione che si era strutturato per l’assistenza di filiera, assistenza sul prodotto e non assistenza tecnica o specialistica trasversale. In questa condizione noi rischiamo che tutti facciano tutto, che anche delle strutture che in passato si sono specializzate, hanno investito, non riescano a fare l’assistenza per la quale hanno personale qualificato e altri soggetti, senza personale qualificato, sulla base di alcuni criteri che possono essere certamente quelli di qualità ma anche quelli relativi all’offerta economica, si possano proporre sul territorio, per cui si giunge all’assurdo che in una struttura cooperativa l’assistenza alla filiera viene fatta da un soggetto esterno e un’assistenza tecnica di base, che invece è sempre stata fatta da altri soggetti con altre qualifiche, venga fatta da una cooperativa. Penso che questo sia un errore di cui chiedo non ci si renda conto soltanto quando andiamo ad applicare il provvedimento, che è di difficile comprensione per la gran parte dei consiglieri. Alcuni hanno criticato questo emendamento perché è troppo drastico, nel senso che toglie alla cooperazione la possibilità di avere soldi pubblici per tecnici che fanno attività di animazione-informazione, ma su questo passaggio sono anche disponibile a subemendare, però penso che ciascuno debba fare il suo e questa banalizzazione per cui “tutti possono fare tutto” non va certamente in direzione della qualificazione dell’assistenza tecnica finanziata dai fondi pubblici, che pure è uno dei presupposti di questo provvedimento.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Benatti.

STEFANIA BENATTI. Moruzzi ha riproposto in aula un emendamento che aveva sottoposto alla Commissione e che la Commissione ha lungamente discusso. Al momento della decisione finale il collega non era presente, però tutta la Commissione ha giudicato di non accogliere l’emendamento, a partire da due considerazioni. Ricordo anche un intervento del collega Viventi a questo riguardo. Le due considerazioni sono, anzitutto, che l’impianto di questo programma si basa non più sulla definizione dei soggetti che devono attuare l’assistenza tecnica ma sulla qualità dei progetti, quindi è evidente che si parte da lì ed eventuali persone non qualificate si presume presenteranno dei progetti che non saranno qualificati. Non si pone più l’attenzione sui soggetti ma sulla qualità dei progetti. La seconda considerazione è che organizzazioni professionali agricole e centrali cooperative sono state inserite in un unico punto, che è quello delle organizzazioni a dimensione regionale, che rappresentano aziende agricole singole e associate. Noi prevediamo lo stesso comportamento per le aziende singole e quello per le aziende associate. E’ cambiata in qualche modo anche l’impostazione e voglio sottolineare che qui non si parla di singole cooperative, perché la singola cooperativa non potrà fare tutto, la responsabilità è nelle mani delle centrali, quindi c’è una scelta che la Commissione nel suo complesso ha giudicato di confermare.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Gasperi.

GILBERTO GASPERI. Ho dei dubbi su questo emendamento, però l’avevamo approfondito in modo concreto in Commissione. Per alcune cose quello che sostiene il collega Moruzzi è vero, ma siccome nel complesso abbiamo seguito una linea guida, penso che sia opportuno che ci asteniamo.

PRESIDENTE. Ha la parola l’assessore Silenzi.

GIULIO SILENZI. Sono decisamente contrario a questo emendamento. Condivido le osservazioni del relatore, vorrei aggiungerne delle altre per far capire la difficoltà della proposta. Le politiche della qualità si fanno anche con la divulgazione e l’animazione, soprattutto di quelle organizzazioni che hanno il controllo e la disponibilità del prodotto, questo è il punto fondamentale. Se penso all’Emilia Romagna, veramente noi abbiamo introdotto una forte innovazione, perché quando nel mio progetto inserisco il miglioramento delle produzioni, cioè la qualità, l’orientamento della produzione al mercato, la qualità e la tipicità dei prodotti, la qualificazione e il coordinamento dei soggetti imprenditoriali che compongono le filiere, mi devo porre il problema che siano i soggetti che hanno a disposizione il prodotto ad essere coinvolti per raggiungere questi obiettivi, per cui avere proprio una forte specializzazione, non la genericità, avere il prodotto. Allora riesco ad ottenere questi obiettivi, altrimenti associazioni generiche non hanno quella specificità, quella competenza che invece debbono avere le cooperative, i consorzi d’impresa, chi alla fine ha il prodotto tra le mani.
Se penso all’assistenza tecnica dell’Emilia Romagna, penso ad un’assistenza tecnica rivolta esclusivamente a chi detiene il prodotto, tagliando fuori le associazioni generiche.
Se approvassimo questo emendamento andremmo in una direzione opposta rispetto a quella che dobbiamo incentivare per migliorare il sistema, per cui condivido il parere negativo, di questo abbiamo discusso in Commissione e su questo penso che dobbiamo aiutare il sistema, per far sì che ci sia chi produce nella condizione di ottenere gli obiettivi che dicevo, altrimenti l’intervento si fa, ma senza questa caratteristica il sistema è in ritardo rispetto all’esigenza di innovazione. Questa nostra riforma mette tutti nella condizione di concorrere, di progettare, però a me, come politica regionale interessa che chi ha a disposizione il prodotto sia nella condizione di migliorarsi, associandosi a una progettualità che raggiunge quegli obiettivi e non esclusivamente associazioni che pensano a tutto ma che non hanno la disponibilità del prodotto, perché oggi c’è una specializzazione forte che ha bisogno, su una politica di qualità, di competenze forti. Quindi, approvando questo emendamento escluderemmo una parte che per me è vitale per raggiungere gli obiettivi che bisogna stimolare. Il consorzio di imprese, la cooperazione in agricoltura vanno stimolati per il raggiungimento di questa assistenza volta a orientare la produzione, alla qualità e a quant’altro.

Pongo in votazione l’emendamento n. 1.

Il Consiglio non approva

Emendamento n. 2. Ha la parola il consigliere Moruzzi.

MARCO MORUZZI. E’ un proseguimento e una specificazione del precedente emendamento, anche se in misura più attenuata. Questo mi dà la possibilità di affermare che condivido, in linea generale, il ragionamento che fa l’assessore, però forse non ci siamo capiti. Con questa soluzione noi individuiamo le cooperative, tutte le cooperative, non le sole centrali, come soggetto che può fare l’assistenza tecnica, prendendo soldi pubblici. Diciamo anche, con questa soluzione, che purché queste attività di assistenza tecnica siano nello statuto, può accadere che una cooperativa nel settore cereali può ricevere denaro pubblico per fare assistenza finanziaria, tecnica ecc., anche nel settore dell’olivicoltura. Questo succede con questo provvedimento. Mentre fino ad oggi questo soggetto collettivo ha fatto l’assistenza tecnica nella sua filiera e questo è giusto, è quello che traspare anche nelle parole che diceva l’assessore, oggi quello che avviene è che si può creare l’assurdo che una cooperativa che opera nel settore cereali fa l’assistenza tecnica agli associati di una cooperativa dell’olivicoltura e viceversa. Se questo è in linea con il processo di qualificazione del prodotto, dico che probabilmente questo ci è sfuggito, però verifichiamolo sui bandi. Non è detto che succeda ma c’è il rischio, perché nel provvedimento che votiamo questi paletti non ci sono.
Quindi un conto è dire “noi facciamo riferimento alle organizzazioni dei produttori” — neanche alle associazioni dei produttori, perché dentro le associazioni dei produttori ci sono stati anche soggetti che non avevano il controllo del prodotto — un conto è che facciamo riferimento a soggetti che sono organizzazioni anche più generali, un conto è che facciamo riferimento ad imprese. Il passo successivo è solo che l’impresa individuale possa fare l’assistenza tecnica su tutto. Già noi abbiamo legittimato con questo atto, che un’impresa che raccoglie più imprese possa fare l’assistenza tecnica, non solo ai propri associati, alla propria filiera, ma dappertutto. Questo ho cercato di spiegare: forse non ci sarò riuscito, forse non è chiaro l’emendamento, no è formulato nella maniera migliore. Il primo emendamento includeva anche l’azione di informazione, però questo era il contributo che volevo dare e per questo mi permetto di insistere su un emendamento che altrimenti avrei ritirato, perché non voglio né intralciare i lavori né impuntarmi su una posizione tanto perché si è presentato un emendamento, si è sostenuta una posizione politica.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Benatti.

STEFANIA BENATTI. L’emendamento era stato proposto in Commissione nella stesura attuale e anche questo emendamento, al momento della definizione dell’atto non vedeva la presenza del consigliere Moruzzi, quindi probabilmente per questo lui lo ripropone.
Questo emendamento non riguarda delle imprese singole...

MARCO MORUZZI. Ho detto che il passaggio successivo avrebbe coinvolto le imprese singole.

STEFANIA BENATTI. Comunque il passaggio successivo non esiste: adesso noi dobbiamo discutere se vogliamo permettere alle associazioni dei produttori, ai consorzi di tutela e ad altre forme associative della filiera agroalimentare di occuparsi ad ampio raggio dell’impresa agricola. La questione che ogni associazione potrà fare progetti per la propria filiera verrà esplicitata nei bandi, ci è stata data questa garanzia, quindi non abbiamo motivo di dubitarne. Non si verificherà che l’olio farà i cereali, ma si verificherà che nell’ambito della filiera dell’olio, l’associazione dei produttori non potrà fare tutto. Questo è il senso dell’emendamento che la Commissione ha ritenuto di non accogliere.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Gasperi.

GILBERTO GASPERI. Debbo dare atto che su questo emendamento si è discusso, però vorrei dire al collega Moruzzi che così come impostato, si parla di soggetti attuatori, di servizi di consulenza, si dice che la divulgazione dell’informazione può essere sviluppata con un’organizzazione a livello regionale. Si dice, in modo particolare “consorzi di tutela di prodotti tipici e altre forme associative delle filiere agroalimentari riconosciute secondo la normativa vigente”. Penso che ci possa essere un dubbio, però l’emendamento così come formulato non ci ripara completamente dai dubbi che il collega rappresenta.
Se ci deve essere un cambiamento deve essere più specifico, ma io ritengo che, così come relazionato avremo poi modo di tutelarci nel controllo, nel momento in cui vengono fatti i bandi stessi.

PRESIDENTE. Ha la parola l’assessore Silenzi.

GIULIO SILENZI. Rispetto al voto di prima mi ha meravigliato l’astensione di Viventi, perché quando parliamo di imprese e di disponibilità di prodotto, mi è incomprensibile l’astensione.
Al punto 2 c’è scritto specificatamente “che abbiano la disponibilità del prodotto, limitatamente agli scopi statutari”, per cui se è cerealicolo non può operare per la vitivinicoltura, quindi sono garantito rispetto a progetti che si possono presentare su altre cose.
Il problema è che vi sono organizzazioni che possono presentare progetti su tutto senza avere disponibilità del prodotto e questo mi sembra ancora più problematico. Poi c’è una valutazione rispetto al progetto, su cui dobbiamo attestarci con rigore e serietà; una valutazione attenta e rigorosa dei progetti, delle loro ricadute, dei soggetti che vengono interessati, per cui lì facciamo una graduatoria, una selezione rigorosa. Il fatto che ci si limiti agli scopi statutari ci garantisce che ognuno può intervenire per quanto riguarda il proprio specifico settore.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Viventi.

LUIGI VIVENTI. Voterò contro, così l’assessore Silenzi non si meraviglierà. Prima volevo solo togliere l’imbarazzo: il relatore di minoranza Gasperi ha assunto una posizione e mi ha chiesto di condividerla, io l’ho condivisa pur restando fermo sulle mie opinioni.

PRESIDENTE. Pongo in votazione l’emendamento n. 2.

Il Consiglio non approva

Emendamento n. 2 bis. Ha la parola il consigliere Gasperi.

GILBERTO GASPERI. Con questo emendamento parliamo delle altre forme associative della filiera agroalimentare. Con questo emendamento chiedo di riportare la dicitura qual era precedentemente. Io propongo di sopprimere la riga “compresa la selvaggina a fini di ripopolamento”, altrimenti andiamo a fare prima di tutto una grande confusione sulla dicitura “filiera”, inoltre dicendo “compresa la selvaggina”, non facciamo altro che approvare qualcosa che ha nome e cognome, qualcosa di specifico a nome di qualcuno e questo non mi sembra corretto. Sul piano prettamente tecnico, il ripopolamento della selvaggina non ha niente a che vedere con la filiera dell’agricoltura.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Benatti.

STEFANIA BENATTI. Questo emendamento è stato introdotto, dopo una discussione, dalla Commissione su richiesta del consigliere Cesaroni che non vedo presente e quindi non può illustrare all’aula le motivazioni. E’ stata una discussione che ha impegnato la Commissione, ci sono motivazioni a favore e motivazioni contro. Uno dei motivi contro è che è troppo specifica la dizione.
Non ritengo di fare uno sgarbo al consigliere Cesaroni che non è presente e quindi non può illustrare l’emendamento, pertanto inviterei la maggioranza ad un voto di astensione.

PRESIDENTE. Pongo in votazione l’emendamento.

Il Consiglio approva

Emendamento n. 2 ter. Ha la parola il consigliere Moruzzi.

MARCO MORUZZI. Questo emendamento coglie le volontà che sono state manifestate prima dell’inizio della discussione, nell’intervento dell’assessore, anche se questo emendamento le precisa nell’atto mentre l’assessore le rimanda a un suo impegno. Sostanzialmente l’emendamento tende a fare in modo che prima della fine dell’anno si aprano i bandi per l’anno 2004 con nuovi criteri, non precisando il giorno in cui il bando deve essere fatto, ma precisando che deve essere tale per cui, dall’inizio del 2004 scattino per tutti i soggetti i nuovi criteri. Dall’altra parte, per l’anno 2003 prevede che siano finanziabili progetti soltanto fino al 31.12.2003 e non oltre, secondo criteri che sono stabiliti dalla Regione, che fanno parte di questi indirizzi del piano precisati al capitolo 6. Questa è una soluzione che ritengo tuttora valida, anche se mi sembra che l’assessore abbia prospettato un altro percorso, quello di lasciare integrale l’atto e sostanzialmente passare attraverso un altro meccanismo.

PRESIDENTE. Pongo in votazione l’emendamento.

Il Consiglio non approva

Emendamento n. 2 quater. Ha la parola il consigliere Benatti.

STEFANIA BENATTI. Credo che lo spirito di questo emendamento era rivolto a trovare una sostanziale soluzione a questo problema. Dalle parole dell’assessore questo è stato definito, quindi credo che il collega Gasperi convenga che possiamo considerare ritirato questo emendamento.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Gasperi.

GILBERTO GASPERI. Ritiro l’emendamento.

PRESIDENTE. Emendamento n. 3. Ha la parola il consigliere Moruzzi.

MARCO MORUZZI. E’ un emendamento conseguente a quelli assunti in precedenza. Credo che sia accoglibile anche se i precedenti non sono stati accolti, perché se qui si dice che se le cooperative svolgeranno finanziamenti esclusivamente sulla propria filiera e non sconfinando su altri filiere, questa distinzione delle risorse finanziarie tra servizi di consulenza per la gestione tecnica e finanziaria e servizi di consulenza tecnica alle imprese di supporto, può comunque rimanere in piedi, anche se sarebbe stato più chiaro e più pregnante se questo emendamento fosse stato accolto dopo l’accoglimento dei precedenti.

PRESIDENTE. Pongo in votazione l’emendamento.

Il Consiglio non approva

Emendamento n. 4. Ha la parola il consigliere Moruzzi.

MARCO MORUZZI. Penso che, se vogliamo fare quello che ha detto la Giunta all’inizio, dobbiamo per forza affrontare la semplificazione a pag. 39 bis, perché a pag. 39 bis approviamo un documento in cui vi sono moduli diversi e c’è tutta una situazione che poi rischia di andare in contrasto con il bando. Quindi ritengo sempre che quando si deve fare un atto deve essere il più chiaro possibile. Qui abbiamo dichiarato di voler accogliere alcune intenzioni, conservando poi la stesura originaria dell’atto amministrativo. Non mi pare una buona tecnica legislativa, senza voler entrare nelle valutazioni politiche. Quindi ritengo che questo emendamento mantenga la sua validità, che mantenere queste soluzioni rischia di creare degli elementi di confusione, soprattutto alal luce delle affermazioni fatte in apertura di seduta dall’assessore Silenzi. Quindi mantengo questa proposta, mi permetto di insistere che avremo una verifica in sede di redazione del bando e in sede di sua applicazione. Mi auguro che la verifica sia positiva, perché non auguro, ovviamente, che il meccanismo non funzioni a dimostrare che qualcuno aveva ragione, però continuo a conservare dei seri dubbi. Mi sembra che noi abbiamo complicato ulteriormente un affare che certamente non era semplice in partenza, ma è importante che si sviluppi questa assistenza attraverso un programma operativo che sia più coerente con le linee strategiche ma anche semplice, comprensibile, leggibile da tutti, perché il passaggio dei bandi è importante, quello della qualità è una evoluzione che viene fatta all’interno della legge di riforma che abbiamo approvato in passato, quindi anche questo emendamento andava proprio nella direzione di ridurre questi passaggi di fine legislatura.
La Giunta e la maggioranza hanno deciso di non inserire una data per la scadenza del nuovo sistema di finanziamento. Questa data sarà definita dai tempi burocratici che gli uffici e le strutture impiegheranno per alcuni passaggi. Io dico che questo una mina: vediamo di non poggiarci il piede, perché se su questi passaggi andremo oltre il 31 dicembre 2003 finiremo per fare quello che nessuno di noi vuole, cioè che si intacchi il 2004. I due passaggi sono indifferenti, nel senso che un conto sono i bandi sul 2004 che possiamo fare anche questa mattina e dire “questi sono bandi, hanno validità per le attività svolte dall’1.1.2004 in poi”. Un conto sono i bandi che stabiliscono il periodo in cui vado a fare i finanziamenti e li possiamo fare oggi, il 31 agosto, il 31 ottobre, il 31 settembre; un conto è l’attività relativa al 2003. Io dico che noi abbiamo mescolato nell’individuazione delle scadenze la questione relativa al 2003 e la questione relativa al 2004. Sono sicuro che con assessori così tenaci come Silenzi si rispetteranno i tempi, però il meccanismo dà una preoccupazione in più, un motivo di controllo in più, perché i tempi relativi alla rendicontazione dell’attività del 2003 condizioneranno, con l’attuale atto amministrativo che andiamo a votare, anche i tempi dell’apertura dei bandi per il 2004 e sono due cose tra loro completamente sganciate, che noi agganciamo a questo atto amministrativo. E’ un rischio che io non avrei corso e avrei fatto diversamente. Per questo ho presentato questi emendamenti, non per voler cogliere il consenso di qualcuno, ma questa è una strada che avrei percorso diversamente e comunque credo che l’importante è che dall’1.1.2004 si volti pagina. Capisco e rimango dell’idea che l’importante è che si faccia questo passaggio e non ci sia nessuna scusa per alcuno per rinviare questi elementi di cambiamento che sono sicuramente un fatto positivo.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Gasperi.

GILBERTO GASPERI. Sono d’accordo con quanto dica il collega Moruzzi, però con la dichiarazione che c’è stata da parte dell’assessore, anche questo emendamento potrebbe essere ritirato. La cosa fondamentale è che i bandi per il 2004 siano pronti entro il 31 ottobre 2003, proprio perché diamo la possibilità alle associazioni e alle organizzazioni di avere del tempo materiale per poi iniziare tutto quella che è un’attività sui bandi riferita al 2004.
Per quanto riguarda il 2003, con la dichiarazione che ha fatto l’assessore Silenzi è normale che ha già dato delle garanzie, pertanto il cerino se lo è preso in mano e io penso che, attraverso la struttura organizzativa che ha nel suo assessorato, riuscirà a dare risposte concrete non tanto a noi ma a coloro che fanno attività e alle stesse associazioni.
Per questo chiedo al collega Moruzzi, di ritirare l’emendamento.

PRESIDENTE. L’emendamento non viene ritirato, quindi lo pongo in votazione.

Il Consiglio non approva

Emendamento n. 5. Viene ritirato, così come vengono ritirati, il 7, l’8, il 9 e il 10.

GILBERTO GASPERI. Si chiedeva di togliere la parola “conseguentemente” per dare chiarezza a quello che veniva detto. Comunque lo ritiro.

PRESIDENTE. Pongo in votazione il coordinamento tecnico.

Il Consiglio approva

Pongo in votazione la proposta di atto amministrativo come emendata.
Ha la parola il consigliere Moruzzi.

MARCO MORUZZI. Su questo atto ci sono elementi positivi che meritano voto favorevole e altri elementi che mi spingono a un voto di astensione, soprattutto per quanto riguarda il meccanismo di applicazione. E’ quindi un voto difficile, un voto che cerco di dare nel merito e non per gli emendamenti accolti o non accolti.
Mi orienterò su un voto di astensione, sottolineando la positività degli elementi di innovazione che non erano facili da perseguire e di questo bisogna dare atto a Silenzi, anche se questi meccanismi e l’eccessivo allargamento di alcune maglie rischiano di dare qualche effetto collaterale, quindi questo è un atto amministrativo valido con gli effetti collaterali che non sono stati messi sotto controllo, secondo me.
Per questo motivo mi astengo, sottolineando la positività di alcuni passaggi e l’introduzione, nei bandi, di elementi nuovi che dovranno essere meglio messi a punto in futuro, ma che sono l’applicazione più degna e opportuna di una legge di riforma sui servizi di assistenza tecnica che in passato non sono stati utilizzati al massimo delle loro potenzialità.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Ciccioli.

CARLO CICCIOLI. Questo voto arriva alla fine di un percorso che ha avuto dei momenti anche conflittuali, di discussione e di confronto non solo in aula ma anche fuori dell’aula, con le organizzazioni di categoria che raggruppano il 90% degli operatori agricoli.
Noi abbiamo criticato alcuni passaggi, in particolare il consigliere Gasperi si è fatto carico di operare affinché ci sia la massima trasparenza nella gestione di questo atto. C’è stato questa mattina, a differenza della chiusura della scorsa seduta, un impegno ufficiale dell’assessore.
Noi abbiamo puntato sull’obiettivo di permettere l’operatività e la trasparenza di questo atto, questo obiettivo è stato raggiunto, dobbiamo credere all’assessore. Notoriamente la minoranza non dà fiducia alla Giunta, quindi neanche all’assessore, però qui si tratta di un impegno che è verbalizzato agli atti del Consiglio, dal punto di vista della correttezza prendiamo atto e vogliamo credere all’assessore, non nella forma — perché non ci sono emendamenti e numeri — ma nella sostanza, anche perché viene accolta la nostra richiesta che è anche quella di essere un po’ portavoce delle esigenze della società, in questo caso delle organizzazioni di categoria. Quindi, con questo spirito ci asterremo, vigilando che gli impegni presi oggi siano poi rispettati.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Viventi.

LUIGI VIVENTI. Annuncio a nome dell’Udc il voto di astensione. La proposta in esame è complessivamente condivisibile. Sappiamo tutti che questo aspetto dei centri dell’assistenza tecnica era una questione che doveva essere riformata già da tempo, per far sì che questi denari che affluiscono dalla Regione Marche alle categorie siano utilizzati bene per realizzare progetti veri, quindi lo spirito di riforma è condivisibile. Ci sono stati dei passaggi non molto chiari, per questo avevamo chiesto delle modifiche su cui non mi dilungo, anche perché con i colleghi Gasperi e Ciccioli ne abbiamo parlato prima, in occasione della sospensione. Prendiamo atto delle dichiarazioni dell’assessore, rimarremo vigili perché queste dichiarazioni abbiano poi un riscontro pratico e speriamo di non doverci pentire di esserci fidati dell’assessore Silenzi.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Tontini.

ROBERTO TONTINI. Il voto del gruppo Ds sarà favorevole a questo atto sull’assistenza tecnica, che di tecnico ha relativamente poco, permettete la battuta, nel senso che in realtà stiamo affrontando un tema di grande rilievo, qual è quello della trasformazione dell’agricoltura, che dovrà essere ulteriormente trasformata nei prossimi anni, in seguito alle modifiche comunitarie. Questo, unito al nuovo ruolo dell’agricoltura, alla multifunzionalità ecc., fa sì che si rimettano in discussione nuovi criteri relativamente al ruolo e alla funzione che l’assistenza tecnica alle imprese agricole dovrà sempre di più svolgere, nella direzione di una trasformazione di queste realtà.
E’ un atto che ha avuto una lunga e importante discussione tra la Giunta e le associazioni di categoria, che ha avuto passaggi importanti anche all’interno della stessa Commissione, nel tentativo comune di questa maggioranza, di andare nella direzione di un cambiamento che risponda alle esigenze dell’agricoltura, in un rapporto sempre forte, attento e costruttivo in particolare con le associazioni del mondo agricolo. Questa mattina, accogliendo le osservazioni di ordine tecnico e di funzionalità relativamente all’applicazione dei tempi, si mantiene la volontà di dare il via definitivo, a partire dall’1.1.2004 ai nuovi criteri e ai nuovi meccanismi di questa assistenza.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Gasperi.

GILBERTO GASPERI. Con questa proposta di atto amministrativo non si dà una struttura organizzativa alle associazioni, ma si riconosce alle stesse la competenza che possiedono, perché circa il 90% dei produttori agricoli nella nostra regione sono iscritti alle associazioni, quindi è implicito che noi dobbiamo dare e ricevere input dalle stesse associazioni.
Era giusto suddividere le annate 2003, 2004 e 2005, proprio perché nel 2004 e 2005 vi sarà un cambiamento totale per affrontare la risoluzione dei problemi che vengono posti nel momento in cui vengono presentati i programmi e gli obiettivi su cui ci dobbiamo dirigere.
Per quello che riguarda il 2003 c'è una realtà per cui certe responsabilità in parte sono anche della struttura regionale, perché nel 2003 avrebbe dovuto presentare il tutto all'inizio dello stesso anno, poiché in questa maniera si sarebbe data una risposta concreta, senza permettere situazioni di ambiguità. Però, vista la garanzia che ci ha dato l'assessore, penso che per il 2003 vi sarà una soluzione così come si è discusso in aula, nel 2004 vi sarà una indicazione come data anche dalle stesse associazioni, di cui non possiamo non tener conto, proprio perché rappresentano il 90% dei produttori della nostra regione.
Per questo motivo il nostro gruppo, a differenza di quanto fatto dal sottoscritto in Commissione — avevo votato contro — si asterrà per verificare se le promesse fatte verranno poi attuate.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Cecchini.

CRISTINA CECCHINI. Annuncio il voto di astensione di Sinistra Democratica su questo atto per un ragionamento molto semplice. Con questo atto abbiamo costruito il lavoro di applicazione della legge 37. Ciò che non è risultato chiaro è il punto 6.2 di questo atto, cioè le linee di indirizzo e i relativi bandi. La questione non è se le associazioni professionali o le cooperative potessero avere la piena legittimità a fare iniziative o azioni, ma la questione vera, come ha dimostrato la discussione in quest'aula, è se le cooperative possono, oltre la filiera e fuori dalla filiera fare assistenza tecnica. Il punto non è irrilevante e consegnare questa questione esclusivamente al bando, quindi al dirigente non credo sia giusto averlo deciso in questo modo.
Probabilmente era il caso, dato che l'atto amministrativo lo consentiva, di specificare una linea ben precisa. Così non si è voluto fare, ma credo che ci siano le ragioni non solo di declinare una politica sui servizi agricoli ma anche di declinare modalità per la realizzazione dei bandi. Questo vale non solo in agricoltura ma in tutti i settori dove si declinano i bandi e poi si deve sempre garantire che i principi siano gli stessi di quelli che si vogliono portare avanti; in questo caso specifico si potrà dimostrare che la questione è più delicata di quanto non sembri questa mattina, quindi l'appuntamento del bando è quello nel quale l'assessore Silenzi dovrà dimostrare queste questioni.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Brini.

OTTAVIO BRINI. Siamo parzialmente soddisfatti dell'esposizione, della relazione e di come l'assessore ha concluso l'intervento su questa problematica. A nostro avviso poteva e doveva fare di più. Infatti l'assessore ha tenuto il Consiglio regionale bloccato per due ore per una posizione rigida e ferma che molti della sua maggioranza non condividevano. Non è giusto e corretto che, nonostante da maggio si parli di questo argomento, egli abbia bloccato per due ore la questione: dopo il rinvio del punto nell'ultima seduta ci siamo trovati a ridiscutere questa problematica e l'assessore si è irrigidito pur di non fare un piccolo passo indietro. L'ha fatto verbalmente, noi prendiamo atto di questo, non siamo completamente soddisfatti, per questo motivo votiamo contro.

PRESIDENTE. Ha la parola l'assessore Silenzi.

GIULIO SILENZI. C'è una oscillazione di posizioni molto ampia, che non passa dall'astensione al voto contro o viceversa.
In due minuti vorrei riassumere l'atto che stiamo prendendo. Questo atto non nasce nei mesi scorsi. Parliamo di 22 miliardi per il prossimo triennio 2003-2005, destinati alle associazioni, ai consorzi, alle cooperative, quindi un atto decisivo per aiutare l'agricoltura marchigiana, le imprese agricole marchigiane a migliorarsi, a qualificarsi, a vincere una sfida difficile che la Pac ci impone, di cambiamento e di innovazione della nostra agricoltura, quindi non è un atto qualsiasi. Ritengo che questo l'atto fondamentale per una riforma profonda dell'agricoltura marchigiana. Se non utilizziamo queste enormi risorse in maniera giusta per raggiungere gli obiettivi che ci siamo dati e che ci diamo per la trasformazione dell'agricoltura marchigiana, vista la riforma europea della Pac, vista la ricaduta che la riforma della Pac ha nel panorama agricolo marchigiano, una ricaduta pesante — cambiano i criteri, quindi deve cambiare anche l'agricoltura marchigiana in larga parte — se non abbiamo il sostegno di queste strutture che danno un aiuto considerevole alle imprese per un'opera di innovazione e di trasformazione, possiamo fare tutte belle leggi di settore, ma perdiamo la sfida o non raggiungiamo gli obiettivi più significativi di questa sfida.
Nel passato vi erano criteri che premiavano in larga parte la rappresentanza ed è chiaro che vi erano criteri di valutazione sui quali pesavano il soggetto proponente, il numero di produttori aderenti al progetto, il numero di domande Pac presentate e via discutendo. Erano indicatori che premiavano la rappresentatività e l'organizzazione, ma non intervenivano esclusivamente sulla qualità dei progetti.
Questa era un'impostazione vecchia, di cui avevamo bisogno già da anni di liberarci, per dire "presentate progetti di qualità e dateci la possibilità di verificare la ricaduta di questi progetti sulle imprese". A questo dobbiamo essere chiamati e a questo dobbiamo destinare le risorse in genti che le Marche mettono a disposizione. Parliamo di 22 miliardi in questo triennio. Quindi, rispetto a questo dovevamo introdurre un bando che premiasse i progetti di qualità.
Allora il miglioramento delle produzioni, l'orientamento della produzione al mercato, la qualità e la tipicità dei prodotti, la qualificazione e il coordinamento dei soggetti imprenditoriali che compongono le filiere, il miglioramento dell'ambiente e dello spazi rurale e delle condizioni di vita e di lavoro, l'ottimizzazione dei fattori della produzione, l'aumento della capacità imprenditoriale, sapendo chi è il soggetto che presenta il progetto quali sono le imprese che debbono beneficiare del progetto e dando la possibilità alla Regione di verificare la ricaduta, se si raggiungono gli obiettivi. Questo genera una rivoluzione: non c'è più una metà del finanziamento da darsi solo perché tu hai una grossa organizzazione. E' chiaro che rispetto a questo progetto vi sono state resistenze, perché tra una politica della conservazione e una politica dell'innovazione, tutti a parole siamo d'accordo sull'innovazione e sulle riforme, poi si va a incidere sui finanziamenti cospicui, per cui emerge una pressione per non modificare. Fatto sta che già l'anno scorso nella delibera si diceva "per il 2002 siamo a metà anno, quindi applichiamo i vecchi criteri, applicheremo quelli nuovi con il 2004". Poi, sul tavolo della concertazione nei primi mesi del 2004 non c'è stata un'assonanza di vedute da parte delle associazioni, perché le valutazioni erano diverse, l'organizzazione era diversa, le sensibilità erano diverse, gli interessi erano diversi. C'è stato allora un lavoro difficile per portare a sintesi un atto che a maggio la Giunta ha approvato. C'è stato un momento di condivisione di dibattito, di approfondimento e di confronto da parte della Commissione e qui voglio rinnovare il ringraziamento a tutti i membri della stessa, al relatore collega Benatti, al presidente e al vicepresidente per il lavoro fatto, che è stato un lavoro intenso. Non arriviamo in aula con un lavoro affrettato e superficiale, è stato un lavoro intenso perché andava ad incidere sugli interessi precisi delle attività delle varie associazioni. Alcune associazioni hanno finanziamenti che superano il miliardo, quindi non sono finanziamenti di poco conto.
Nella Commissione si è stabilita una sintesi che da una parte prendesse atto che comunque quest'anno non c'era una certezza normativa; si sapeva che si doveva introdurre innovazione e di questo è stato discusso a sufficienza, però non c'era una certezza normativa. Noi non potevamo applicare i nuovi criteri a dei mesi già trascorsi e abbiamo pertanto stabilito un provvedimento, una sintesi che riconoscesse il pregresso, cioè i mesi del 2003 con criteri flessibili, che sono quelli nuovi e vecchi, in modo che ogni associazione possa, sulla base delle scelte che ha fatto nell'anno 2003, vedere riconosciuti i lavori che ha portato avanti, ma dare una certezza temporale all'avvio della progettualità, con l'approvazione delle graduatorie.
Nell'ultimo Consiglio non è che noi abbiamo discusso delle questioni temporali, non è che oggi qualcuno ha accolto le pressioni che sono venute o è rappresentante del mondo associativo, perché queste preoccupazioni le hanno avute in primis il relatore, tutti i membri della III Commissione, il presidente della stessa. Dall'ultimo Consiglio, visto che quest'anno c'era la determinazione della maggioranza di approvarlo, perché la minoranza ha chiesto la verifica del numero legale ed erano presenti solo in tre (non si sa perché, ma il pomeriggio non c'è una folta presenza da parte della minoranza), la maggioranza ha dato una risposta volendo riconvocare il Consiglio, ma la richiesta di verifica del numero legale non è scaturita dal fatto che qualcuno si è irrigidito sulle date, non ne abbiamo discusso, perché se ne avessimo discusso saremmo arrivati alla stessa, identica considerazione che oggi è stata espressa dall'aula.
Il bando scadrà venerdì 24 ottobre, vi saranno 60 giorni per le graduatorie, assumeremo la delibera entro il 31 dicembre, pertanto, con il 2004 avremo le graduatorie approvate, risolvendo così ogni questione che nell'ultimo Consiglio si sarebbe, eventualmente, risolta nella stessa identica maniera, perché due settimane non cambiano nulla, nel senso che la riforma si avvia con la certezza dei tempi e con la certezza alle associazione, che evidentemente in questi due anni, per quanto riguarda il nuovo, debbono ulteriormente riorganizzarsi, dando il tempo necessario fino alla fine di ottobre per preparare i progetti per il periodo nuovo e presentare i progetti di rendicontazione che permettono di stabilire il pagamento per l'anno 2003.

PRESIDENTE. Pongo in votazione la proposta di atto amministrativo.

Il Consiglio approva

Pongo in votazione la prosecuzione della seduta, fino ad esaurimento degli argomenti iscritti all'ordine del giorno.

Il Consiglio approva



Proposta di atto amministrativo (Discussione e votazione): «L.R. 52/1997. Adesione della Regione Marche al Consorzio per l'alta formazione e lo sviluppo della ricerca scientifica in diritto amministrativo» Giunta (108)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la proposta di atto amministrativo n. 108, ad iniziativa della Giunta.
Ha la parola il relatore consigliere Modesti.

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE
SANDRO DONATI

CATALDO MODESTI. Con l'atto in discussione si propone l'adesione della Regione al Consorzio per l'alta formazione e lo sviluppo della ricerca scientifica in diritto amministrativo. L'iniziativa è molto qualificante, sia per la natura dei soci fondatori, che vede insieme alla Regione il Comune di Osimo, che sarà sede di Consorzio, l'Istituto Campana, l'università degli studi di Macerata e di Camerino, la soprintendenza ai beni culturali, sia per l'autorevolezza e le competenze professionali dei componenti il consiglio di amministrazione. Le finalità del Consorzio delineate nello statuto sono quelle di promuovere e organizzare forme di cooperazione interuniversitaria di enti e istituzioni, soggetti pubblici e privati interessati allo studio e alla attuazione del diritto amministrativo, anche attraverso la realizzazione di corsi di studio e di alta formazione. Inoltre, parte dell'attività sarà rivolta alla formazione di dirigenti e funzionari dei paesi dell'area balcanica, in collaborazione con il Ministero degli esteri e l'Ue.
Gli oneri a carico della Regione sono abbastanza contenuti (5.000 euro all'anno) e la messa a disposizione, compatibilmente con i programmi ordinari, delle strutture della scuola di formazione regionale.
La I Commissione ha espresso parere unanime sull'atto.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Massi.

FRANCESCO MASSI GENTILONI SILVERI. Ritengo l'adesione della Regione a questo progetto di particolare prestigio, perché, per tutte le discussioni che abbiamo fatto, sempre abbiamo ravvisato la necessità di una formazione più qualificata dei nostri dirigenti e soprattutto l'esigenza della formazione alta, come si dice tecnicamente, in diritto amministrativo e nel management per i dirigenti dei nostri enti locali. Non dimentichiamo che sul sistema delle autonomie locali si punta molto, l'ha detto anche la maggioranza ma siamo tutti d'accordo qua dentro, soprattutto per le nuove competenze circa le nuove funzioni che saranno assegnate al sistema delle autonomie locali. E' chiaro che l'innovazione rispetto ad altri progetti si individua nel fatto che la formazione è diretta anche ai dirigenti pubblici e degli enti locali degli altri paesi che stanno entrando nell'Ue e questo è un momento molto importante per la nostra economia e per i rapporti che ci saranno tra pubbliche amministrazioni.
Ritengo quindi utilissima questa adesione e, per essa, auspico che la Regione Marche abbia un ruolo, tramite il suo rappresentante, di alto livello e di stimolo eccellente per questo tipo di studi.

PRESIDENTE. Se non vi sono altri interventi, pongo in votazione la proposta di atto amministrativo.

Il Consiglio approva



Mozione (Votazione proposta di risoluzione): «Ruolo del servizio radiotelevisivo» Amagliani, Silenzi, Procaccini, Ascoli e Moruzzi (245)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca la mozione n. 245 dei consiglieri Amagliani, Silenzi, Procaccini, , Ascoli e Moruzzi.
E’ stata presentata una proposta di risoluzione che assorbe la mozione, su cui ha chiesto di parlare il consigliere Ciccioli. Ne ha facoltà.

CARLO CICCIOLI. Sono nettamente contrario alla proposta di risoluzione, anzi dire contrario è poco, c’è un dissenso totale. E’ vero che ci sono critiche alla conduzione dell’informazione e che ci siano stati dei problemi nell’informazione pubblica regionale, soprattutto noi di minoranza l’abbiamo rilevato, come l’hanno rilevato anche i consiglieri di minoranza. Del resto la gestione dell’informazione è sempre un tema complesso, complicato, perché viene filtrato dalla coscienza, dagli orientamenti, dalla sensibilità di coloro che sono operatori dell’informazione. Quello su cui dissento profondamente è che con l’avvento del cosiddetto centro-destra si sia verificato un peggioramento della situazione. Non siamo assolutamente soddisfatti, ma c’è stato un lieve riequilibrio, perché l’informazione non può essere la formazione di qualcuno dal punto di vista di parte, né può essere un’informazione data a soggetto. L’informazione obiettiva sarebbe quella a più ampio spettro, quella che tiene presente tutte le sensibilità, le voci, non semplicemente nei tempi, ma addirittura un po’ più dei tempi stessi, perché in un attimo uno può dire delle cose dirompenti, oppure può parlare mezz’ora e non avere audience.
Noi crediamo che il Corecom deve sicuramente vigilare sul pluralismo dell’informazione, ma che ci siano iniziative di pressione del Presidente della Giunta regionale e del Presidente del Consiglio regionale, che sono eletti in base a una maggioranza e a un preciso schieramento, sull’organo di informazione è molto grave. Vorrei sapere cosa succederebbe se ci fosse in Parlamento una mozione della maggioranza che chiedesse a Sua Eminenza il primo ministro Silvio Berlusconi di premere sulla Rai affinché vi fossero determinate cose. Di fatto credo che i Presidenti D’Ambrosio e Minardi sovente dialoghino con l’informazione, sovente hanno contatti più o meno concreti, con delle richieste. Ma da qui a fare un ordine del giorno in cui si chiede che i due Presidenti “assumano tutte le iniziative a livello regionale e nazionale per intervenire sul Tgr” è una cosa veramente assurda. Nei documenti che fate, dovete far finta che la maggioranza siamo noi e leggerli. Se la maggioranza fosse il centro-destra e noi facessimo un documento del genere, veramente ci sarebbero sommosse popolari, barricate. Ci vuole un po’ di buon senso.
Sul discorso nazionale è inutile intervenire qui, perché questa sede può esprimere tutti i giudizi che vuole, ma poi non so quale può essere il peso sulle scelte che vengono fatte. Però, pur nelle critiche che si possono fare al “disegno di legge Gasparri”, che ha avuto critiche addirittura all’interno di An — ci sono state discussioni, valutazioni, l’associazione delle radiotelevisioni private, esclusa Mediaset, che casualmente ha il presidente nazionale di Ancona e che rappresenta 800 emittenti, tra televisioni e radio private e che sicuramente non appartiene all’area del centro-sinistra, però ha criticato alcuni passaggi, tanto è vero che è riuscito a far accettare alcuni emendamenti, anche importanti, approvati e recepiti nel corso della votazione della legge — comunque è un passaggio in meglio rispetto alla situazione precedente. Non è affatto vero che la situazione precedente era di armonia e di correttezza; la “legge Gasparri”, pur con qualche critica e pur con le pressioni che ci sono in queste circostanze è una risposta di cui politicamente il centro-destra si assume tutte le responsabilità.
Detto questo è inutile dire che a nome del gruppo di An esprimo parere assolutamente contrario a questa risoluzione e ribadisco che non può essere il Consiglio regionale il censore del Tg regionale: saranno le forze politiche che si esprimeranno, ma è veramente “sovietico” e assurdo che giornalisti della Rai, del Tg regionale chiedano un pronunciamento del Consiglio regionale su questo, autolimitando e creando un precedente pericolosissimo per la propria libertà, per la propria autonomia e indipendenza di informazione per il futuro, perché, come è noto, le maggioranze politiche girano, cambiano e se si instaura questo precedente ci saranno poi anche passaggi successivi. Io dico che questo è profondamente sbagliato, quindi noi abbiamo contestato questo dibattito e assumeremo un atteggiamento di profondo dissenso.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Viventi.

LUIGI VIVENTI. Stavo dicendo prima, parlando con un collega, che rispetto a questa risoluzione, a questo argomento già nella scorsa seduta avevamo detto che noi non avevamo competenze, che era assurdo che si parlasse di queste cose in quest’aula. E’ difficile trovare anche le motivazioni per dire “sono contrario”, tanto è assurdo questo documento. Mi appello ancora una volta alla maggioranza di centro-sinistra dove vi sono persone che hanno buon senso, ragionevoli, che conoscono come funzionano le istituzioni, quindi ritirate questa risoluzione. Volete votare una risoluzione in cui il Consiglio regionale delle Marche dice come devono essere fatti i Tg regionali? E’ veramente assurdo.
Nel mio intervento della scorsa settimana ho citato fatti precisi per cui avremmo dovuto addirittura fare non so che cosa, come centro-destra, rispetto ad alcune situazioni, ma non va fatto niente in questo Consiglio regionale, non possiamo metterci a fare le censure ai Tg regionali, non va bene. Tanti del centro-sinistra avete questa sensibilità, questa cultura, ma quale risoluzione volete votare? Abbiamo fatto una discussione impropria, questa mattina abbiamo discusso atti importanti, a questo punto chiudiamo questo documento che non voglio definire con un termine che vorrei non utilizzare. Non ha proprio senso dire “voto a favore” o “voto contro”. Noi siamo contrari alla discussione, in quest’aula, di questo argomento. Io ho stima di tanti di voi, utilizzate il vostro buon senso e la vostra intelligenza politica per chiudere questa discussione senza fare risoluzioni sul Tg3 che una volta ha favorito il centro-destra e una volta il centro-sinistra. Lasciamo perdere...

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Massi.

FRANCESCO MASSI GENTILONI SILVERI. Il collega Viventi ha già detto il nostro orientamento, quindi voteremo contro. Voglio solo aggiungere che questo è un atto di scadimento grave del comportamento della maggioranza di centro-sinistra che governa questa Regione. Fossi stato in voi non l’avrei fatto. C’è sicuramente una divisione interna, c’è chi ha cercato di frenare su una posizione iniziale che è inaccettabile, perché questo, per chiamarlo con nome e cognome, è solo un atto intimidatorio, non ha purtroppo altra qualificazione.
Voglio anche dire che avete messo in difficoltà il comitato di redazione della Rai, perché avete ingenerato là dentro delle discussioni che non sono assolutamente utili, prova ne è il comunicato del comitato di redazione della Rai che giudica gli interventi in Consiglio regionale come “conte volgari”. Il sistema della conta l’avete provocato voi: ci sono state risposte e controrisposte, ragionateci e vedrete che il quadro è molto più chiaro. Mi sento di chiedere ai giornalisti della Rai di fare invece il proprio dovere con tutta coscienza, anzi se hanno coraggio e se saranno ancora più autonomi, cerchino di valutare le veline e le pressioni che vengono più o meno dal Palazzo, perché è lì che si genera quel meccanismo che non è utile a nessuno ed è anzi nocivo all’informazione. Quindi ai nostri giornalisti, marchigiani e non, che fanno parte del comitato di redazione dico di fare il proprio dovere con forza e con autonomia, anche quando arrivano dal Palazzo delle chiamate molto pressanti, come è purtroppo oggi vezzo nella politica italiana. Ma guardiamo la nostra regione, dove c’è bisogno di un’attenzione del Consiglio regionale a una informazione imparziale, anche quando questa riguarda quelle testate giornalistiche e televisive private che ricevono contributi dalla Regione e chef anno un’informazione al 90% in maniera schiacciante solo riguardante chi governa, ignorando chi sta all’opposizione. L’altra volta ho fatto dei nomini, non voglio rifarli, andiamo a vedere chi prende contributi dalla Regione Marche: se ci teniamo a un’informazione imparziale stiamo anche attenti a quelli che sono gli adulatori del Palazzo e non fanno un’informazione molto corretta.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Benatti.

STEFANIA BENATTI. Credo che il dibattito che abbiamo sviluppato in quest’aula sia stato importante, perché possiamo dire che per la prima volta abbiamo discusso dell’informazione regionale.
Le avevo detto l’altra volta, collega Viventi, di leggere gli atti, perché a mio giudizio lei ha preso un abbaglio. Il nuovo titolo V della Costituzione dà una legislazione concorrente alle Regioni. Le consegnerò il discorso che ha svolto il 22 luglio dello scorso anno il presidente della Repubblica.
Ma al di là di queste questioni formali, dico che se avete nel programma l’attuazione di uno Stato federale o comunque decentrato, non si può pensare che noi facciamo lo Stato e Roma lo racconta, noi facciamo le Regioni e Roma dice quello che dobbiamo fare. E’ evidente che da un punto di vista del futuro l’informazione dovrà essere regionale e ci dovrà essere un confronto fra quello che fa l’istituzione maggiore — il Consiglio regionale — e la redazione regionale del servizio pubblico. Mi sembra banale dirlo.
E’ importante che noi abbiamo svolto questa riflessione, perché da oggi ci siamo in qualche modo assunti un impegno nei confronti dei cittadini marchigiani: mettere sotto osservazione il sistema dell’informazione regionale. Questo lo dobbiamo ai cittadini, perché come ho detto l’altra volta non ci sono solo i potenti — e noi siamo fra i potenti — ma ci sono anche quelli che non hanno accesso e non possono fare la telefonata dal Palazzo, come diceva Massi.
Credo quindi che questo nostro servizio di vigilanza sia assolutamente competente, lo dobbiamo fare nel rispetto dell’autonomia dei giornalisti della redazione, ma lo dobbiamo fare anche nel rispetto delle nostre competenze.
Il dibattito sui Tg nazionali è aperto da tanti mesi, da tanti anni, tutti ormai sanno che i Tg nazionali operano censure, cattive informazioni, informazioni non date, arriviamo a parlare d’altro, pur di non parlare delle questioni serie e anche a forme di informazione subliminale. Per l’informazione regionale, noi apriamo oggi un capitolo nuovo, perché anche la mozione non parla solo di un giudizio dato su alcuni fatti ma va molto al di là: parla del ruolo del Corecom che sempre più dovrà svolgere compiti mai visti prima e diciamo al Presidente della Giunta e al Presidente del Consiglio che devono vigilare ed assumere iniziative concrete.
N on credo, consigliere Massi, che noi abbiamo dimostrato divisione, perché faccio notare che questa mozione, dopo tante settimane, porta la firma di tutti gli esponenti della maggioranza con cui siamo andati al voto, Marche Democratiche. Quindi, la Rai ha fatto mettere d’accordo tutto il centro-sinistra.
Sono d’accordo con quello che hanno detto sia Massi che Viventi, che dobbiamo esprimere, a conclusione di questo dibattito, una parola anche nei confronti degli operatori, dei giornalisti, perché è vero che nella notte non tutti i gatti sono bigi, è vero che sia dentro la Rai nazionale che dentro la Rai marchigiana ci sono molti operatori e giornalisti che tentano di resistere e che si rifiutano di conformarsi all’idea di essere al servizio del potente di turno, sia esso di destra che di sinistro. Credo pertanto che il Consiglio regionale debba esprimere una parola di solidarietà a questi operatori, perché il servizio ai cittadini, anche da parte di questi, è il primo riferimento. Ci ha detto oggi un rappresentante dei sindacati che il nostro azionista di riferimento sono i cittadini.
Quindi è stata buona cosa avere aperto una discussione su questo argomento e credo che bene faremo, nei prossimi mesi, a continuare nella riflessione, sia sulla qualità del servizio che sulle nostre competenze.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Giannotti.

ROBERTO GIANNOTTI. Dire quello che abbiamo già detto forse è superfluo, nel senso che abbiamo parlato di improprietà di questo dibattito, fatto sulla lunghezza d’onda di un episodio avvenuto in Parlamento e di una modalità di intervento del servizio pubblico. Credo che questa iniziativa voluta fortemente dalla maggioranza, in modo particolare da Rifondazione comunista si è trasformata in un grosso autogol per la maggioranza. Se dobbiamo fare un esame comparativo delle affermazioni fatte in quest’aula dai consiglieri di maggioranza, in modo particolare dal proponente questo ordine del giorno, ritengo si possa evidenziare la diversità del giudizio della maggioranza politica di questo Consiglio, intesa come sintesi. Quello che viene detto è poca cosa rispetto alla pesantezza dei giudizi espressi, quindi da questo punto di vista è stata una bella avventura rispetto alla quale ci siamo cimentati, abbiamo dato il nostro contributo, anche alcuni consiglieri del mio gruppo sono intervenuti con una certa proprietà, quindi è stato utile, può essere anche un’occasione importante per mettere a tema un atteggiamento diverso del Corecom, che è l’unico strumento rispetto al quale si può e si deve dire qualcosa, ma credo che complessivamente la risoluzione che voi ci proponete e che non voteremo, testimoni questa difficoltà che abbiamo letto nella maggioranza, al punto che, come una grossa ciambella di salvataggio è venuto oggi questo documento del sindacato rispetto a vicende nazionali che ci coinvolgono e ci interessano come attori politici regionali, ma che nulla hanno a che fare con il dibattito politico di oggi.
Una buona parte della mozione della maggioranza riprende i contenuti della posizione espressa dall’Usigrai, espressa dal sindacato che, ripeto, non c’entra niente con il dibattito che stiamo facendo. (Interruzione). Noi abbiamo sostenuto prima la strumentalità, poi la proprietà dell’atto, quindi non possiamo far altro che ribadire la nostra assoluta opposizione a questo documento. L’altra volta avevamo addirittura anticipato uno strappo, un atto forte quale quello di non partecipare alla seduta proprio per marcare questa posizione e credo che oggi questa posizione debba essere in qualche modo ribadita. Intendiamo ribadire la nostra piena vicinanza ai giornalisti Rai, la cui professionalità è stata messa pesantemente in discussione in quest’aula. Certo è giusto che i giornalisti abbiano la possibilità di esprimere la loro professionalità nel modo più adeguato e questo diritto deve essere affermato. Noi intendiamo riaffermarlo e assolutamente non accettiamo il giudizio che viene espresso rispetto alle scelte redazionali.
Per questi motivi voteremo contro il documento, ma se insieme agli altri gruppi decideremo di confermare questa posizione forte, potremmo abbandonare l’aula al momento del voto, per marcare questa nostra posizione di dissenso dal documento.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Tontini.

ROBERTO TONTINI. Il voto del nostro gruppo sarà favorevole alla risoluzione presentata, ma nel motivarlo vorrei toccare alcune questioni per esplicitare il giudizio che il nostro gruppo ha espresso. Intanto una considerazione su questo dibattito che è utile rispetto a un tema così importante e di rilievo come l’informazione pubblica. Nel contesto di questo dibattito, soltanto tre battute alle cose sentite dall’opposizione.
Una al collega Ciccioli, dal quale diventa molto difficile credere o accettare una critica per un tentativo di intimidazione da parte di un documento come questo, quando nel corso del dibattito dell’ultima seduta abbiamo assistito ad una sorta di vera e propria schedatura di quella che è la redazione Rai, a seconda di quelli che sono i giudizi che lui ha espresso nel precedente dibattito, con tanto di numeri esemplificati, dicendo “tanti sono di sinistra”, “tanti sono di centro”, “tanti sono di destra”. Mi sembra molto poco credibile pensare, sentire o accogliere da parte della minoranza, nel caso specifico del collega Ciccioli, accuse di tentativi di intimidazione che sono ben lungi dallo spirito di questa mozione.
Così come, mi dispiace dirlo, collega Viventi, critiche relativamente al costume o allo stile sul merito di questa risoluzione, perché forse critiche di costume e di stile sarebbero state accoglibili relativamente alle cose dette ed attribuite ad una mozione che non dice quelle cose, che non entra nel merito delle cose che Viventi ha nel suo intervento ricordato, perché se quello fosse stato avrebbe avuto ragione nel fare critiche nell’ambito del costume e dello stile, ma a questo punto collega Viventi, le faccio io critiche di costume e di stile, perché forse sarebbe opportuno, in questo dibattito — e non sempre questo avviene — che si discutesse non della dietrologia ma di quanto sta scritto nei documenti e nelle risoluzioni che vengono presentati.
E’ una risoluzione che non vuole in nessun modo mettere in discussione la libertà di stampa né tanto meno la valorizzazione delle professionalità della stampa; entra nell’ambito di un dibattito molto più importante, molto più profondo, che ormai tiene la discussione da troppi anni in questo paese, relativamente all’informazione pubblica e ancora di più la sta tenendo da quando abbiamo i governi di centro-destra e siamo in presenza del conflitto d’interessi così come è sotto gli occhi non solo dell’Italia ma del mondo intero, con una Rai e con un’informazione pubblica sempre più asservita all’interesse dei potenti, che in questo caso è l’interesse del centro-destra, di chi ha in mano il controllo dell’informazione pubblica.
Non è da oggi che questa Regione a vario livello ha avuto da ridire o da criticare non a questa redazione ultima, ma la conduzione del Tg, già da tempo, non soltanto nel merito degli equilibri numerici, cosa alla quale sempre e comunque dobbiamo fare grandissima attenzione, perché diventa fondamentale l’equilibrio dell’informazione, quando soprattutto questa è ruolo dell’informazione pubblica. Ecco perché l’invito specifico al Corecom di monitorare l’equilibrio anche dei tempi, relativamente all’informazione.
Ma questo entra nel merito anche della qualità dell’informazione, perché siamo sempre più convinti — qui è gran parte della risoluzione incentrata su questo punto — di due aspetti: un giudizio di limitatezza dell’informazione pubblica regionale intesa nel suo complesso e, al contempo, se vogliamo parlare dare sempre maggior valore, ruolo e peso all’informazione regionale, il ruolo che questa deve assumere nell’ambito della gestione della redazione anche regionale. Qui c’è un invito al presidente del Consiglio e al presidente della Giunta, a prendere contatti anche con la redazione regionale per discutere nella piena e totale autonomia che deve essere mantenuta dai giornalisti e dalla redazione, di quale livello di informazione questa Regione abbia bisogno e più Province hanno fatto mozioni relativamente ad un giudizio di limitata informazione su quanto avviene in questa o quella parte della regione, ma io aggiungo che una corretta e completa informazione deve attenere la necessità di avere maggiori spazi di approfondimento, l’attenzione alle evoluzioni politico-economiche e sociali di questa nostra regione, maggiore approfondimento rispetto alle tematiche, anche politiche, non solo economiche, per le quali, probabilmente, un Tg rafforzato da questo punto di vista, sarebbe utile avere.
La mozione conclude con un richiamo alla discussione presente in Parlamento nazionale sulla “legge Gasparri”, un invito a fare grande attenzione al pericolo che questa proposta di legge porta dietro, un ulteriore grave colpo alla libertà dell’informazione, al ruolo dell’informazione pubblica. Così come, accogliendo parte di un documento sottoposto dal sindacato della Rai, l’attenzione al pericolo che questo, unito ai rischi tutti connessi al conflitto d’interessi, significhi un tentativo di sminuire gradatamente il ruolo e la funzione della Rai, con quello che ne può conseguire in termini di informazione pubblica ma anche in termini di posti di lavoro, a favore dell’informazione privata.
Per queste ragioni diamo parere favorevole alla risoluzione da noi proposta e sottoscritta. Tentativi di altra natura non solo non sono credibili, ma non sono veri, leggendo la risoluzione.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Cecchini.

CRISTINA CECCHINI. Anche Sinistra Democratica e i Verdi hanno contribuito a definire la stesura della proposta di risoluzione. Vi sono alcune questioni rilevanti che a mio parere debbono essere sottolineate. Innanzitutto la questione che riguarda il “decreto Gasparri”. La Camera sta affrontando la discussione, una discussione complicata, nella quale si stanno confrontando ipotesi molto diverse e sarebbe rilevante se riuscissimo oggi ad inviare un messaggio alla Camera dei deputati, che sottolinei alcuni contenuti fondamentali di quello che doveva essere un sistema pluralista dell’informazione.
Da questo punto di vista la richiesta di mantenimento della centralità del servizio pubblico, come ribadito dal presidente della Repubblica Ciampi il 22 luglio 2002, tenere conto delle tre sentenze della Corte costituzionale che il testo di legge definito al Senato ha aggirato; sentenze nelle quali si era detto con molta nettezza di non definire soltanto un polo pubblico e uno privato, cosa che né la “legge Mammì” né la “legge Maccanico” erano riuscite a risolvere. Questa è una questione importante, così come il divieto di cumulo fra i programmi televisivi e radiofonici, in base al quale un titolare non può essere concessionario di più del 20% dei programmi televisivi, non può avere ricavi superiori al 20% delle risorse complessive nel sistema integrato della comunicazione.
Questa questione è direttamente collegata al ruolo eventuale dell’occupazione dentro la Rai, cioè la necessità di depauperare il sistema pubblico, tanto da pensare ad un restringimento occupazionale. Voglio sottolineare questi punti che a me paiono rilevanti, perché possono in qualche modo arrivare al Parlamento nazionale, per il resto il dibattito sull’informazione è quello che abbiamo cominciato a definire, ma se non ci daremo gli strumenti — il Corecom da una parte e la possibilità di definire come paletto fondamentale l’autonomia e la professionalità dei giornalisti, come criterio fondamentale che valga sempre, a prescindere da qualunque maggioranza o forza politica sia al Governo — faremo poca strada in un dibattito sull’informazione. Su questo credo che sia rilevante un ragionamento che riguardi direttamente la garanzia del pluralismo, dandoci degli strumenti articolati per riuscire a definire un ragionamento che riguarda direttamente la democrazia nel nostro paese.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Procaccini.

CESARE PROCACCINI. Rinuncio.

PRESIDENTE. Ha la parola l’assessore Silenzi.

GIULIO SILENZI. Non voglio riprendere il dibattito che c’è stato nell’ultima seduta, perché il dibattito stesso è partito da una mozione su un fatto specifico, che i presidenti di gruppo allora presentarono, per denunciare la gravità di non avere dato le immagini di un fatto che aveva avuto una valenza nazionale, riportato dai Tg nazionali, dalle maggiori testate giornalistiche, che vedeva coinvolti due parlamentari delle Marche ed era grave che il Tg delle Marche non avesse riportato quelle immagini e si fosse limitato a leggere un comunicato di redazione di poche righe.
Da quel fatto specifico è scaturito un dibattito più ampio. La risoluzione presentata oggi non può essere interpretata — condivido quanto il collega Tontini diceva — né come un fatto intimidatorio né come una censura, ma dobbiamo stare a quello che abbiamo scritto e a quello che approveremo.
Le critiche al servizio radiotelevisivo non vengono da un ultimo periodo ma accompagnano da diversi anni il dibattito in questa regione. Quando parliamo di informazione pubblica e invochiamo una par condicio, c’è un aspetto che va sottolineato: che qui parliamo di un servizio pubblico, ma è un “servizio pubblico” anche quello che le emittenti private fanno nella regione. Un altro aspetto che dovremmo affrontare e che abbiamo affrontato in quest’aula, è che le attività politiche dei partiti e molte volte delle istituzioni, per le tv private hanno un valore se tu paghi la presenza, e allora vengono comunicate. Quando si invoca una par condicio per l’emittente pubblica, dovremmo anche monitorare e verificare una par condicio dell’emittenza privata. Rischiamo di avere, altrimenti, un’emittenza privata che diventa pay-tv: se paghi viene alle tue iniziative, altrimenti è assente. Questo crea non un equilibrio di comunicazione ma una diversa presenza comunicativa delle forze politiche, dei partiti e delle alleanze. Questo è un problema che dovremmo chiedere al Corecom di monitorare.
L’invito che si fa al Corecom lo invito anche come mettere in condizioni lo stesso Comitato, con un adeguato finanziamento, in condizioni di monitorare — non solo di vigilare, perché la vigilanza è una cosa molto astratta — gli interventi politici, le iniziative politiche, lo spazio, i tempi che si danno alle due alleanze in questa regione, perché uno degli obiettivi di questa risoluzione è quello di invocare la par condicio. Non ci deve essere una prevalenza degli uni rispetto agli altri ma bisogna che ci sia una tendenza, un’attenzione a ricercare la par condicio, poi ogni forza politica e ogni alleanza comunicherà quello che ritiene di comunicare, ma che la possibilità di accesso sia paritaria o una tendenza paritaria lo dobbiamo richiedere.
Così come mi sembra importante che ci sia un’azione volta a garantire il servizio pubblico delle Marche, per cui nessuno è posto sotto censura, ma è uno sforzo che tutti vogliamo fare per raggiungere una par condicio e un servizio che sia nelle migliori condizioni. Quindi è un problema che riguarda anche i tempi, il numero di collaborazioni, il numero di giornalisti, l’organizzazione complessiva di Rai Marche, che ci permetta di avere anche una presenza, rispetto ai territori, che sia paritaria. Questo viene detto nella mozione, dove molte volte c’è uno squilibrio di presenza rispetto alla realtà anconetana e provinciale, nei confronti delle altre province della regione e anche questo è un problema, perché una distribuzione dei tempi, delle iniziative che il territorio esprime deve essere paritaria, per quanto riguarda tutto il territorio regionale.

PRESIDENTE. Ha la parola l’assessore Amagliani.

MARCO AMAGLIANI. Credo che sia un fatto da salutare con soddisfazione che tutta la coalizione Marche Democratiche, che si è presentata al voto nel 2000 abbia firmato questa risoluzione. Alle volte le parole possono essere interpretate, ma credo che questa mozione vada letta per ciò che vi è scritto e non per ciò che non c’è. E’ scritto in maniera molto chiara che si è operata una censura rispetto al “caso Bertucci-Scaltritti” e io nel mio intervento di qualche giorno fa ho anche riportato altri passaggi che ci dividono da novembre ad oggi, in cui altre censure sono state operate in questa regione.
C’è un forte richiamo al Corecom e io dico qui in maniera molto chiara che esso non sempre ha svolto il suo ruolo fino in fondo o non lo ha svolte come doveva svolgerlo, tant’è che in piena campagna elettorale ci siamo accorti di come le forze politiche siano state trattate in modo diverso, e c’è un invito al Presidente della Giunta e al Presidente del Consiglio ad intervenire affinché venga garantito il ruolo di servizio pubblico del Tg delle Marche. Se c’è questo invito, più volte si è venuti meno alla garanzia di questo servizio pubblico. Questo c’è scritto nella mozione e su questo si è raccolto il consenso delle forze della maggioranza.
Io inviterei quest’aula a rivedere, se possibile — abbiamo un sistema informatico che ce lo consente — come è stata tratta questa questione la sera del 23 luglio, il giorno stesso in cui abbiamo discusso di questa questione. Inviterei quest’aula come la stessa è stata messa in onda nella serata del 23 luglio alle ore 19,35, poi mai più, come se quest’aula avesse discusso per ore di quasi nulla. Ma è importante anche il fatto che ci sia un richiamo alla “legge Gasparri”. Certo, è molto importante, perché nel frattempo, da quando l’abbiamo scritta sono intervenute questioni nuove. Abbiamo avuto un invido dal comitato di redazione, al di là della “volgarità delle conte”, perché quando il Cdr parla di volgarità delle conte si riferisce essenzialmente a chi ha voluto, con una sua interpretazione del tutto personale, dire chi stava da una parte e chi stava dall’altra all’interno della redazione. Questa è la “volgarità delle conte” a cui si riferisce il Cdr e non altro. Per la prima volta in questo paese, con un voto dato dal Senato della Repubblica su una mozione presentata da Tofani e Bonatesta che credo siano due senatori di Alleanza nazionale, si profila all’orizzonte la possibilità che anche il giornalista venga messo in cassa integrazione, con grave pregiudizio del servizio pubblico.
Alla luce di tutto questo, credo che questa maggioranza oggi fa un grande servizio alla libertà di informazione e alla democrazia in senso generale votando questo atto.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Moruzzi.

MARCO MORUZZI. Intanto questa proposta di risoluzione è il frutto di una sintesi, di una elaborazione del centro-sinistra, non solo di questa maggioranza in aula ed è un atto utile a sviluppare all’interno del nostro Consiglio un dibattito sul ruolo dell’informazione pubblica, sul ruolo della televisione, che sempre più è uno strumento di formazione delle opinioni, non soltanto quelle politiche ma anche quelle commerciali e credo che questo argomento vada anche ulteriormente approfondito, perché c’è una vera e propria manipolazione anche dei minori attraverso la televisione. E’ uno strumento sempre più penetrante e incisivo e noi oggi ci appassioniamo sul tema dell’informazione politica, ma direi che occorre anche affrontare il tema della formazione culturale, dei riflessi commerciali e se oggi la discussione è stata incentrata sull’organo pubblico di informazione, chiederei che il monitoraggio — voglio cogliere un passaggio della risoluzione in cui si invita il Corecom a svolgere un’azione di monitoraggio — venga svolto su tutta l’informazione di tutto l’insieme del sistema radiotelevisivo. Questo è un aspetto molto importante, una cosa su cui tutti noi conveniamo: che ci siano degli strumenti oggettivi, di valutazione, di quello che passa attraverso l’informazione e di quello che non passa. Sta poi a noi entrare nel merito di come passa, ma certamente oggi abbiamo, in questo dibattito, avuto anche delle opinioni non solo diverse ma anche dei dati diversi, portati da soggetti sulla base di valutazioni e rilevazioni che tendevano a dimostrare una cosa da una parte e l’esatto contrario dall’altra.
Penso che questo documento sia comunque equilibrato, sia opportuno, sia comunque un documento che ha anche rispetto dell’autonomia, del ruolo dei giornalisti. Non a caso richiama la necessità che venga garantito il ruolo di servizio pubblico, la completezza dell’informazione, ma richiama anche la necessità di un approfondimento e un rispetto dell’autonomia dei giornalisti e dei soggetti che svolgono la loro attività di informazione.
Sono convinto che la “riforma Gasparri” e l’operato del Governo di centro-destra non si caratterizzino per questo rispetto. Basta sfogliare i giornali di questi giorni e rileggere la dichiarazione del ministro della giustizia Castelli sul polverone estivo sollevato dai giornalisti sul blocco delle rogatorie internazionali. Questo è il rispetto dell’autonomia dei soggetti che fanno informazione. Se questa non è una aggressione alla completezza dell’informazione, mi domando quale esempio dobbiamo prendere. Ce l’abbiamo sotto gli occhi proprio in questi giorni: si parlava dei tuoni che c’erano al di fuori del tendone in cui Castelli faceva le dichiarazioni e direi che dentro la tende c’erano altri toni e altri fulmini che avevano come indirizzo l’autonomia dell’informazione e la correttezza, perché sostanzialmente si è riportato un fatto: il tentativo, anche grossolano, di trasformare un provvedimento che io non condivido, che il centro-sinistra non condivide, in un provvedimento con contenuti che vanno anche oltre i pur non condivisibili articoli di queste disposizioni che purtroppo stanno avendo via libera dal nostro Parlamento.
Quindi questo atto opportunamente ha uno spessore anche sui progetti di riforma nazionale, questo atto ha colto anche alcune sollecitazioni che vengono dai lavoratori della Rai e credo che l’approvazione di questo documento non sia comunque esaustiva di tutto un dibattito, di tutta un’azione che la Regione deve svolgere sul ruolo dell’informazione pubblica e privata e soprattutto sul sempre maggiore condizionamento, non soltanto delle opinioni politiche ma in generale, che questi mass-media riescono a esercitare su tutti i cittadini, nessuno escluso, dal bambino che passa gran parte del suo tempo davanti al televisore, alla persona anziana. Nell’arco della nostra vita, ormai si passa davanti al televisore sicuramente troppo tempo e i messaggi che passano attraverso questo canale, abbisognano di una maggiore attenzione: non un controllo per esercitare una censura ma una maggiore attenzione sulla qualità e sulla completezza, serietà e rigore di quello che viene trasmesso attraverso questi canali che entrano in tutte le famiglie e sui quali noi dobbiamo sempre richiamare, in ogni momento, la criticità e non abbassare la guardia rispetto a questo che è lo strumento fondamentale di ciascuno di noi per difendersi da ogni scorrettezza dell’informazione, avvenga essa nella quantità o nella qualità delle informazioni che arrivano ai cittadini.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Brini.

OTTAVIO BRINI. Non volevo intervenire, ma sentito ancora una volta l’intervento dell’assessore Amagliani, mi ha dato lo spunto per fare alcune considerazioni. Venerdì ci trovavamo presso la Confindustria di Macerata, presente l’assessore Silenzi, molti parlamentari, consiglieri regionali: non ci siamo preoccupati del servizio che ha fatto la Rai a livello di immagine, abbiamo apprezzato la qualità del servizio che la Rai ha mandato su quella iniziativa. Ma vedendo le immagini dicevamo che c’era “l’effetto-Amagliani” tra Silenzi e Calzolaio — uno è uscito primo, l’altro è uscito secondo — perché a livello di immagine sembrava che fossero presenti solo loro. Tanto è vero che ci siamo anche permessi di dire a Silenzi “come mai...?”. Ha risposto “ho un impegno, però ho un funzionario della Regione che mi sostituisce”. Quindi, Presidente D’Ambrosio, quando si va al livello istituzionale a rappresentare la Regione, a volte non è corretto che il funzionario sostituisca l’assessore, perché si parlava di tematiche molto importanti e in quella sede uno alla volta, alla chetichella, quelli dell’Ulivo, che sono i fautori di una nuova politica, di una nuova cultura, di come si governa oggi nel migliore dei modi, non sono stati capaci di dare risposte sull’Irap, su altri temi. Non negare, è così, caro Silenzi, perché quando si rappresentano le istituzioni, se un assessore non ha tempo...

GIULIO SILENZI. Ma pensate ad essere presenti in Consiglio, dove non siete mai presenti.

OTTAVIO BRINI. Non ti apostrofo come Amagliani, che si inalbera quando viene interrotto: mi puoi interrompere sempre, basta che il Presidente mi faccia recuperare i tempi.
Da quando ci siamo insediati non mi puoi dire che sono stato assente una sola volta in quest’aula, a differenza di altri. Quindi, rispetta almeno questa osservazione: rispetto per il ruolo e per la presenza in questo Consiglio regionale.
C’è quindi un “effetto-Amagliani”. Consigliere Moruzzi, l’alta professionalità della emittenza pubblica nessuno la mette in discussione, basta vedere i servizi sulla guerra e sul resto, c’è materiale ottimo, eccellente. Ma volerlo riprendere costantemente, non solo a livello di tv ma anche a livello di stampa, ci preoccupa. Ci preoccupa questa tensione, voler aggredire il servizio pubblico, facendo finta di difenderlo. Basta leggere alcune interviste: non ci sono tagli. Anche l’Ulivo è diviso sulla politica estera, sulla politica del lavoro e la risposta puntuale è “Berlusconi è il male peggiore che ci sia, Berlusconi deve andare a casa”. Mai nessuno risponde sulla politica del lavoro, sulla politica estera, perché ci sono grossissime difficoltà all’interno dell’Ulivo, più Rifondazione comunista, più Lista Di Pietro. Ma voi non informate mai i telespettatori perché non siete nelle condizioni di dare questa risposta. Ecco allora che il servizio pubblico dà quello che vuol dare, ma questo vale anche per l’Ulivo, vale per tutti.
Invece di mettere in difficoltà o di tentare di fare come con quella mozione sullo scontro Bertucci-Scaltritti, fate altre cose. Oggi non ha più senso questa mozione, l’abbiamo detto l’ultima volta e lo ripetiamo. Bisogna quindi trovare una strategia diversa, una politica diversa, anche aziendale, con strumenti nuovi, non con chi conduce il telegiornale o con il direttore, ma con la tecnologia. Poco ne abbiamo parlato in questo Consiglio regionale. Occorre investire fortemente. Quando c’è la concorrenza tra il pubblico e il privato le professionalità emergono e i dati vanno a favore della Rai per quanto riguarda il telegiornali, anche se a volte i mezzi sono inferiori rispetto ad altre emittenti private.
Noi vogliamo spostare il tiro puntando più sugli investimenti, sulle tecnologie nuove.
La mozione è stata firmata anche dai Verdi e da Sinistra Democratica, quindi si è ricompattata la maggioranza. Allora, Presidente, le chiedo una cosa: il presidente D’Angelo che è andato all’opposizione, è ancora il mio presidente della IV Commissione? O essendo andato all’opposizione si deve dimettere e dobbiamo nominare un nuovo presidente? Oggi è stata nominata la Cecchini per l’opposizione: è ritornata in maggioranza o ancora fa parte dell’opposizione?

FAUSTO FRANCESCHETTI. E’ stata nominata vicepresidente.

OTTAVIO BRINI. C’è un’incongruenza fra sottoscrivere mozioni della maggioranza e...

CARLO CICCIOLI. ma la Cecchini è di sinistra...

FAUSTO FRANCESCHETTI. Scusa, lo dovevi chiedere a Novelli.

OTTAVIO BRINI. E quando c’era il voto segreto a chi lo dovevo chiedere? A Ciccioli?
Ribadisco quanto dichiarato dal consigliere Giannotti: non parteciperemo al voto. Se c’è un po’ di buon senso vi invitiamo a ritirare questa mozione, evitando il voto che è vergognoso.

PRESIDENTE. Pongo in votazione la proposta di risoluzione che assorbe la mozione 245.

Il Consiglio approva



Mozione (Votazione): «Adesione alla V Assemblea dell’Onu dei popoli di Perugia del 4-12 ottobre ed alla marcia della pace Perugia-Assisi del 12 ottobre 2003» Amati, Franceschetti, Mollaroli, Moruzzi, Cecchini, Procaccini, Benatti, Luchetti, Massi e Ricci (289)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la mozione n. 289 a firma dei consiglieri Amati e altri.
La pongo in votazione.

Il Consiglio approva

La seduta è tolta.


La seduta termina alle 14,25