Resoconto seduta n. 150 del 10/09/2003
La seduta inizia alle 10,35


Approvazione verbali

PRESIDENTE. Ove non vi siano obiezioni do per letto ed approvato, ai sensi dell’art. 29 del regolamento interno, il processo verbale della seduta n. 149 del 28 luglio 2003.



Proposte di legge
(Annuncio e assegnazione)

PRESIDENTE. Sono state presentate le seguenti proposte di legge:
— n. 188 in data 30 luglio 2003, ad iniziativa del consigliere Luchetti: «Disposizioni urgenti a carattere transitorio in materia di personale del settore sanitario privato convenzione con il SSR», assegnata alla V Commissione in sede referente;
— n. 189 in data 30 luglio 2003, ad iniziativa del consigliere Massi: «Utilizzazione a fini umanitari del patrimonio mobiliare dismesso delle Aziende sanitarie», assegnata alla V Commissione in sede referente;
— n. 190 in data 1 agosto 2003, ad iniziativa del consigliere Moruzzi: «Disciplina regionale in materia di organismi geneticamente modificati (o.m.g.).», assegnata alla III Commissione in sede referente;
— n. 191 in data 4 agosto 2003, ad iniziativa della Giunta regionale: «Ulteriori modifiche della legge regionale n. 26 del 4 ottobre 1999 – norme ed indirizzi per il settore commercio», assegnata alla III Commissione in sede referente;
— n. 192 in data 24 luglio 2003, ad iniziativa dei consiglieri Castelli, Ciccioli, Gasperi, Novelli, Pistarelli e Romagnoli: «Norme per la valorizzazione della “cultura adriatica” e per il recupero della memoria storica dei rapporti tra il territorio marchigiano e le regioni di Istria e Dalmazia», assegnata alla I Commissione in sede referente e alla II Commissione per il parere obbligatorio;
— n. 193 in data 21 luglio 2003, ad iniziativa del Consiglio Provinciale di Pesaro e Urbino: «Tutela e valorizzazione del patrimonio storico dell’internamento razziale e civile, della seconda guerra mondiale, dell’antifascismo e della Resistenza delle Marche», assegnata alla I Commissione in sede referente e alla II Commissione per il parere obbligatorio;
— n. 194 in data 4 agosto 2003, ad iniziativa dei consiglieri Giannotti, Brini, Ceroni, Cesaroni, Favia, Grandinetti e Trenta: «Interventi in favore delle chiese e di altri edifici religiosi», assegnata alla IV Commissione in sede referente e alla II Commissione per il parere obbligatorio.
n. 195 in data 11 agosto 2003, ad iniziativa della Giunta regionale: «Legge forestale regionale», assegnata alla III Commissione in sede referente e alla II Commissione per il parere obbligatorio;
— n. 196 in data 4 agosto 2003, ad iniziativa del consigliere Ceroni: «Integrazione della legge regionale 13 aprile 1995, n. 48 – provvedimento a favore delle organizzazioni di volontariato per la tutela assicurativa dei volontari», assegnata alla V Commissione in sede referente e alla II Commissione per il parere obbligatorio;
— n. 197 in data 4 agosto 2003, ad iniziativa del consigliere Cecchini: «Norme per la promozione e lo sviluppo delle fonti rinnovabili di energia e per il contenimento degli sprechi idrici», assegnata alla IV Commissione in sede referente e alla II Commissione per il parere obbligatorio;
— n. 198 in data 4 settembre 2003, ad iniziativa della Giunta regionale: «Assestamento del bilancio 2003», assegnata alla II Commissione in sede referente (iscritta all'ordine del giorno della seduta odierna).



Proposte di atto amministrativo
(Annuncio e assegnazione)

PRESIDENTE. Sono state presentate le seguenti proposte di atto amministrativo:
— n. 116 in data 29 luglio 2003, ad iniziativa della Giunta regionale: «Definizione e ripartizione dei progetti speciali di competenza regionale per l’anno 2003 – spesa di parte corrente – assistenza sanitaria», assegnata alla V Commissione in sede referente e alla II Commissione per il parere obbligatorio;
— n. 117 in data 11 agosto 2003, ad iniziativa della Giunta regionale: «Documento di programmazione economica e finanziaria regionale (DPEFR) 2004-2006», assegnata alla II Commissione in sede referente;
— n. 118 in data 11 agosto 2003, ad iniziativa della Giunta regionale: «Art. 138 del D. Lgs. 112/98 – linee guida perla programmazione della rete scolastica del sistema scolastico marchigiano per l’anno scolastico 2004-2005», assegnata alla I Commissione in sede referente;
— n. 119 in data 31 luglio 2003, ad iniziativa dell’Ufficio di Presidenza: «Conto consuntivo dell’esercizio finanziario 2002 del Consiglio regionale».



Mozioni
(Annuncio di presentazione)

PRESIDENTE. sono state presentate le seguenti mozioni:
— n. 292 dei consiglieri Procaccini e Martoni: «Ritiro militari italiani dall’Iraq»;
— n. 293 dei consiglieri Giannotti, Brini, Cesaroni, Ceroni, Grandinetti, Favia, Trenta: «Riduzione pressione fiscale per famiglie e imprese»;
— n. 294 del consigliere Cecchini: «Vertice dei Ministri degli Esteri dell’Unione Europea Riva del Garda 4-6 settembre 2003. Contro la mercificazione dei beni comuni e la liberalizzazione dei servizi pubblici»;
— n. 295 dei consiglieri Procaccini e Martoni: «Situazione regionale Enel»;
— n. 296 del consigliere Viventi, «Parcheggi interni all’area ospedaliera di Torrette di Ancona»;
— n. 297 dei consiglieri Martoni e Procaccini: «Controriforma scolastica».



Leggi regionali promulgate

PRESIDENTE. Il Presidente della Giunta ha promulgato le seguenti leggi regionali:
— n. 16 in data 22 luglio 2003, «Norme in materia di raccolta, coltivazione, commercio e tutela del consumo dei tartufi»;
— n. 17 in data 28 luglio 2003, «Norme in materia di ordinamento del Bollettino Ufficiale della Regione e di diritto all’informazione sugli atti amministrativi».



Deliberazioni inviate dalla Giunta

PRESIDENTE. La Giunta ha trasmesso le seguenti deliberazioni:
— n. 1015 in data 22 luglio 2003: «Art. 27 comma 1 della l.r. n. 4/2003 – iscrizione nel bilancio di previsione per l’anno 2003 di entrate derivanti da assegnazioni statali per la realizzazione degli interventi regionali nei settori del commercio e del turismo – delibera CIPE n. 100/98 – DM 12 marzo 2001 – programma attuativo regionale – assegnazione fondi pari ad Euro 1.472.281,75»;
— n. 1016 in data 22 luglio 2003: «Art. 27 comma 1 della l.r. n. 4/2003 – iscrizione nel bilancio di previsione per l’anno 2003 di entrate derivanti dall’assegnazione di risorse statali e delle relative spese – Euro 2.464.378,16».;
— n. 1109 in data 5 agosto 2003: «Art.27 della l.r. n. 4/2003 – iscrizione nel bilancio di previsione per l’anno 2003 di entrate derivanti da assegnazione di fondi dallo Stato per il consolidamento della rete dei nuclei “conti pubblici territoriali". Euro 156.500»;
— n. 1110 in data 5 agosto 2003: «Art. 20 comma 3, l.r. 11.12.2001, n. 31 – prelevamento dal fondo di riserva per le spese obbligatorie, per l’integrazione dello stanziamento di capitoli di spesa compresi nell’elenco n. 4 “elenco delle spese dichiarate obbligatorie” del bilancio di previsione per l’anno 2003. Euro 765.000,00»;
— n. 1111 in data 5 agosto 2003: «Art. 4 della l.r. n. 3/2003 – reiscrizione nel bilancio di previsione per l’anno 2003 di economie relative a stanziamenti aventi specifica destinazione – Euro 8.549.936,32»;
— n. 1112 in data 5 agosto 2003: «Art. 29 comma 2 della l.r. n.31/2001 – variazione compensativa al programma operativo annuale 2003 – Euro 1.933.469,59»;
— n. 1113 in data 5 agosto 2003, concernente. «Variazione al bilancio di cassa per l’anno 2003 – euro 2.175.316,80»;
— n. 114 in data 5 agosto 2003: «Art. 27 della l.r. n. 4/2003 – iscrizione nel bilancio di previsione per l’anno 2003 di entrate derivanti dall’assegnazione di fondi dallo Stato e delle relative spese – Euro 4.858.865,00»;
— n. 1115 in data 5 agosto 2003: «Art. 33 comma 1 della l.r. n. 3/2003 – attuazione del decentramento amministrativo: variazione agli stanziamenti delle UPB degli stati di previsione del bilancio per l’anno 2003, conseguente al riordino delle funzioni amministrative tra lo Stato, le Regioni e gli Enti locali – Euro 1.678.484,92»;
— n. 1156 in data 5 agosto 2003, concernente. «Art. 27 della l.r. n. 4/2003 – iscrizione nel bilancio di previsione per l’anno 2003 di entrate derivanti da assegnazione di fondi dallo Stato per la realizzazione del progetto filiere biocombustibile del girasole – azioni dimostrative – Euro 547.444,31».



Congedo

PRESIDENTE. Ha chiesto congedo il consigliere Amagliani.



Calendario dei lavori

PRESIDENTE. La seduta del 17 settembre non si terrà, come deciso dalla Conferenza dei presidenti di gruppo, per impegni istituzionali vari.



Ordine del giorno della seduta

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, sull'ordine del giorno della seduta, il consigliere Procaccini. Ne ha facoltà.


CESARE PROCACCINI. Chiedo l'iscrizione all'ordine del giorno della mozione 297 da noi presentata sulla controriforma scolastica, perché la riteniamo di grandissima attualità.

PRESIDENTE. Ricordo ai consiglieri che l'iscrizione era stata discussa nella Conferenza dei presidenti di gruppo.
Ha la parola il consigliere Cecchini.

CRISTINA CECCHINI. Chiedo l'iscrizione della mozione 294 sul vertice dei ministri degli esteri dell'Unione europea. Ha senso esprimere una nostra posizione entro un termine ragionevole, oppure questa mozione non avrà una posizione del nostro Consiglio regionale.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Giannotti.

ROBERTO GIANNOTTI. Non voglio polemizzare con il consigliere Procaccini, ma credo che sia molto più attuale che il Consiglio regionale discuta di due specifici provvedimenti, due proposte di legge presentate dal gruppo di Forza Italia e una proposta di legge presentata dal gruppo Udc relativamente alla affermazione della parità scolastica nella nostra regione. Mi sembra strumentale discutere degli effetti della "riforma Moratti", quando non si ha il coraggio di portare in Consiglio regionale tre proposte di legge che, intervenendo nella materia specifica di competenza della Regione, trattano questa questione e richiamano l'esigenza di interventi regionali a sostegno della parità. Mi sembra veramente che si rasenti la follia politica insistere su questo. Siamo d'accordo perché allora si faccia un dibattito generale sulle problematiche della scuola.

PRESIDENTE. Dobbiamo votare l'inserimento all'ordine del giorno delle due mozioni. Comunico altresì che la seduta odierna era prevista soltanto come seduta antimeridiana, per cui molto difficilmente riusciremo a fare le mozioni e siamo in una fase nella quale abbiamo ripetutamente votato l'inserimento urgente di diverse mozioni, per cui è necessaria una riprogrammazione dell'ordine delle mozioni, cosa che faremo nella prossima Conferenza dei presidenti di gruppo. Intanto dobbiamo votare l'inserimento della mozione n. 297 presentata dai consiglieri Procaccini e Martoni.

Il Consiglio approva

Pongo in votazione la proposta di inserimento all'ordine del giorno della mozione 294 presentata dal consigliere Cecchini.

Il Consiglio approva



Interrogazioni (Svolgimento):
«Difficile situazione in cui si trovano i pronto soccorso delle Marche» Ciccioli (757)
«Emergenza del pronto soccorso di Torrette» Favia (787)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca le interrogazioni n. 757 del consigliere Ciccioli e n. 787 del consigliere Favia, abbinate.
Per la Giunta risponde l'assessore Melappioni.

AUGUSTO MELAPPIONI. Relativamente all'interrogazione n. 757 del consigliere Ciccioli, la risposta è la seguente:
a) in molte realtà è già operativa l'integrazione tra il personale del sistema dell'emergenza territoriale e quello dei servizi di pronto soccorso degli ospedali;
b) molti servizi di pronto soccorso e, in particolare, quasi tutti quelli degli ospedali di rete hanno già una dotazione organica che consente almeno il doppio turno medico in alcune fasce orarie;
c) le funzioni di pronto soccorso negli ospedali con basso numero di accessi non necessitano della presenza di due medici per turno;
d) per ridurre la pressione dei cosiddetti "codici bianchi", ovvero dei casi che non presentano alcun carattere di urgenza clinica effettiva, è stato fatto un accordo con i medici di medicina generale per ottenere una loro maggiore accessibilità sia come reperibilità telefonica che come ampliamento degli orari di apertura degli ambulatori;
e) non è opportuno separare le P.O.T.E.S. dai servizi di pronto soccorso, sia per continuare a sviluppare le integrazioni tra il personale del servizio di emergenza territoriale e quello dei servizi di pronto soccorso e sia perché tutte le funzioni di emergenza/urgenza vanno concentrate in sedi in cui, se necessario, è possibile dare una risposta più completa;
f) l'adeguamento ed il potenziamento degli organici dei servizi di pronto soccorso è già iniziato da tempo e continuerà anche con il processo di razionalizzazione dell'attività di ricovero che ha già portato nel 2002 ad una riduzione del 10% nel numero dei ricoveri ordinari di durata superiore ad un giorno e dell'8 % nel numero di giornate di degenza per ricoveri medici;
g) nelle sedi di pronto soccorso è attiva da tempo una funzione di triage infermieristico almeno in una parte della giornata ed una funzione di medicina d'urgenza con ricoveri brevi che funziona da filtro al ricovero nei reparti dell'ospedale (oltre 17.000 ricoveri nel 2002 con oltre 40.000 giornate di degenza);
h) nel complesso la funzione di pronto soccorso, come tutte quelle dell'area dell'emergenza, è considerata una priorità del sistema in termini di investimenti e di attenzione gestionale.
Con riferimento alla interrogazione n. 787 del consigliere Favia, si fa presente quanto segue:
a) dalla relazione predisposta e dalle informazioni ricevute dal commissario straordinario dell'azienda ospedaliera Umberto I, dr. Alfeo Montesi, si ricava come dal trasferimento del pronto soccorso di Largo Cappelli (vecchia sede dell'Umberto I) alla nuova sede di Torrette si sia modificata la composizione della casistica e si sia ridotto il numero complessivo degli accessi. In particolare, dai dati emerge che: la sede di Largo Cappelli trattava prevalentemente codici bianchi e verdi di minore gravità (percentuale complessiva pari al 96,2%), mentre la quasi totalità dei codici più impegnativi veniva già trattata a Torrette; a Torrette si è ridotto il numero complessivo degli accessi quando si confronta tale dato con la somma degli accessi delle due sedi precedenti (I quadrimestre 2002 - 2 sedi: 17.970 - I quadrimestre 2003 - 1 sede: 15.295). La distribuzione per codici; i tempi di attesa sono lievemente aumentati nel passaggio dal vecchio modello su due sedi al nuovo modello su una sola sede; si è ridotto il numero complessivo dei codici bianchi di minore gravità e verdi e sono aumentati quelli di maggiore gravità gialli e rossi. Quindi, i pazienti con problemi meno rilevanti da un punto di vista clinico sono stati probabilmente assorbiti in parte dalla maggiore disponibilità dei medici di medicina generale legata ad un accordo regionale che incentiva la loro accessibilità sia in termini di reperibilità telefonica che di maggiore apertura degli ambulatori;
b) in termini strutturali, organizzativi e tecnologici la situazione si è profondamente modificata aumentando in misura notevolissima la qualità dell'assistenza oggi fornita dal nuovo pronto soccorso: si è spostato il pronto soccorso in una nuova sede dotata della seguente tecnologia: due diagnostiche radiologiche digitalizzate; una TAC; un ecografo con funzione anche di ecodoppler; collegamento informatico col laboratorio Centrale; è aumentato il numero di sale in cui i pazienti vengono direttamente gestiti dal personale senza attendere in sala d'attesa, è stata attrezzata una specifica sala da grande emergenza, è stato predisposto un nuovo reparto di medicina d'urgenza, è stata istituita la guardia radiologica, è stato aumentato il numero di infermieri da 45 a 57, è stata istituita una funzione ortopedica con copertura diurna del servizio, è attiva tutti i giorni dalle ore 8.00 alle ore 20.00 una funzione di triage infermieristico e cioè di selezione dei casi in termini di priorità da parte di personale infermieristico specificatamente addestrato. Nelle ore notturne la stessa funzione viene garantita da un infermiere cui viene assegnato anche questo compito. E' inoltre stato istituito un posto di polizia;
c) nel complesso lo spostamento a Torrette ha migliorato enormemente la qualità della risposta ai casi più gravi a fronte dell'aumento del disagio legato alla distanza dell'ospedale dal Centro città;
d) il pronto soccorso mantiene una elevata capacità di filtro ricoverando solo il 15 % dei pazienti che accedono;
e) permane la problematica del ricorso eccessivo ed improprio al Pronto Soccorso per problemi clinici di scarsa rilevanza per i quali pensiamo di istituire, all'interno del pronto soccorso stesso, una funzione di sostegno da parte di medici del territorio;
f) al problema del contenimento della richiesta impropria al pronto soccorso dovrà essere dedicata ulteriore attenzione, ma i risultati dell'accordo regionale con i medici di medicina confortano su una prospettiva di miglioramento del problema cui darà ulteriore sollievo il potenziamento delle funzioni ambulatoriali nel centro città previsto nel progetto area metropolitana;
g) non è opportuno attivare un nuovo Pronto Soccorso quando quello dell'Umberto 1 a Torrette sarà sempre più adeguato alla copertura di una funzione cui partecipa per l'età pediatrica con analoghi grandi volumi di attività, il pronto soccorso del Salesi;
h) si è già attivata l'integrazione organizzativa con l'azienda Lancisi per la gestione dell'emergenza cardiologica.
In sostanza, nella vecchia sede noi pensiamo di attivare un percorso che, oltre alla classica emergenza, quella pesante per le patologie più problematiche, preveda una presenza di continuità assistenziale, cioè un percorso per cui, nelle 24 ore è presente comunque un medico della continuità assistenziale territoriale, oltre quelli di medicina di base. Di giorno c'è l'équipe territoriale, che è un insieme di aggregazioni di medici specialistici. L'esempio è quello di Urbino. Chi conosce l'esperienza di Urbino sa che in una sede fuori dell'ospedale c'è una struttura in cui una serie di medici associati garantiscono la presenza 8-20, anche con la possibilità di fare un elettrocardiogramma e dalle 20 alle 8, nella stessa ed è presente la guardia medica. Questo significa, nelle 24 ore, che funzioni semplici, quelle da "codice bianco", possono essere gestite direttamente, le complessità hanno la Potes che trasporta il paziente nel luogo della complessità dove, a differenza di quello che avveniva in passato la prestazione che viene data è molto più complessa e articolata, quindi i confronti in termini quantitativi fra il vecchio e il nuovo sono possibili, in termini qualitativi no, perché l'impostazione è diversa.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Ciccioli, per dichiararsi soddisfatto o meno.

Carlo CICCIOLI. Ho ascoltato la risposta dell'assessore, che entra nel merito degli argomenti, ma sostanzialmente non li approfondisce in maniera compiuta, in attesa di ulteriori sviluppi. Vorrei sottolineare che il problema del pronto soccorso nella nostra organizzazione sociale assume uno spessore più alto di quello semplicemente legato all'emergenza. Ovviamente ci troviamo di fronte a comportamenti delle persone, che vanno educati ma che sono spontanei e tendono alle necessità che si sviluppano nel corso della vita delle persone stesse.
La struttura del pronto soccorso, da una parte rappresenta l'emergenza e l'urgenza di intervento sanitario, dall'altra parte rappresenta, molto spesso, il riferimento per ogni patologia insorgente improvvisa che si verifica nella persona. Questo fa sì che entrambe le linee, quella dell'emergenza reale, dell'urgenza e quella dell'insorgenza di patologie improvvise, magari non particolarmente gravi e impegnative si sovrappongano, determinando una commistione che spesso rende problematica la gestione dei pronto soccorso per una serie di motivi che sono abbastanza prevedibili. Ad esempio, l'azienda ospedaliera Torrette-Umberto I dice che il pronto soccorso è in grado di fornire in una giornata circa 240 prestazioni, il che è assolutamente vero, però è altrettanto vero che le 120-130 prestazioni che ogni giorno eroga di media, non vengono diluite nell'arco della giornata in cui è possibile dare 240 prestazioni, ma si concentrano in una fascia oraria di poche ore. Ci sono alcune punte, in alcune parti della giornata, con una situazione ingestibile e ore in cui il personale è addirittura sovrabbondante, ma questo non può far parte dell'organizzazione, perché l'incidente stradale, l'infartuato, il trauma cranico e quant'altro si sviluppano in orari imprevedibili. Tutto ciò determina spesso dei disservizi che sono stati particolarmente gravi nella città di Ancona ma che sono accaduti anche nell'ospedale di Jesi. All'ospedale di Jesi vi sono state delle situazioni in cui, oggettivamente, il personale che svolgeva il servizio era del tutto insufficiente e inadeguato rispetto alle emergenze che erano accadute, proprio perché l'emergenza-urgenza non è programmabile come le normali prestazioni sanitarie.

AUGUSTO MELAPPIONI. Se ne erano andati diversi medici...

CARLO CICCIOLI. Comunque il dato è questo. Ho citato Ancona e Jesi perché sono città che conosciamo bene entrambi, assessore, dato che io vivo ad Ancona e tu a Jesi, ma a San Benedetto questa estate si sono verificati episodi gravi. Notoriamente la popolazione della città di San Benedetto nel periodo estivo cresce a dismisura e le necessità delle migliaia di persone che sono ospiti della città e che fanno riferimento all'ospedale cittadino, andavano a intasare le prestazioni, con urgenze anche vere. Quindi c'è da ripensare la situazione dell'emergenza e c'è da vedere come è possibile dare la risposta all'emergenza-urgenza e comunque casistiche significative e prestazioni necessarie, che ovviamente devono trovare una risposta che non mobiliti strutture così delicate come quelle del pronto soccorso. Ciò insieme alla ingestibilità — me l'hanno fatto presente decine e decine di medici, di orientamento politico dall'estrema sinistra all'estrema destra — della contemporanea presenza di pazienti psichiatrici e tossicodipendenti e di prestazioni di medicina generale e chirurgia urgenti, creando una situazione di tensione all'interno di tutta la struttura sanitaria, con grosse difficoltà. C'è stato un sabato notte in cui il pronto soccorso di Torrette non riusciva più a dare prestazioni di reale emergenza-urgenza perché c'era una serie di personaggi con disturbi comportamentali che creavano grossi problemi. Bisogna cercare di trovare quindi dei percorsi.
Sono d'accordo con la proposta di accordi con la medicina generale, ma questa non può essere l'unica risposta. Questa è una risposta, soprattutto in alcune ore del giorno, quelle diurne, adeguata, poi bisogna estenderla a tutto il territorio regionale. L'esperimento di Urbino è un bell'esperimento, però in una realtà molto piccola, in una situazione non metropolitana, non di accentramento. Ma quell'esperimento trasportato in una città di 100.000 o 50.000 abitanti non è la stessa cosa. Quindi bisogna tenerlo presente e poi il personale dei pronto soccorso deve essere adeguato. Gli infermieri fanno turni massacranti, spesso saltano i riposi in tutte le strutture della regione. Molto spesso il personale infermieristico dei pronto soccorso è neo assunto, quindi senza l'esperienza di gestione necessaria per il paziente del pronto soccorso. Aggiungo ancora che il personale infermieristico che fa il triage, quindi lo smistamento dei pazienti, è "fresco", personale giovane che viene messo lì e spesso non ha fatto corsi specifici che invece ci sono, per distribuire le prestazioni. Per esempio conosco personalmente la situazione del pronto soccorso dell'Umberto I di Ancona, dove ho lavorato per 15 anni, che è così.
Sono cose a cui bisogna dare una risposta. La situazione è particolarmente delicata nei giorni di sabato e domenica, perché cessano tutta una serie di prestazioni continuative nel territorio, si accentrano numeri veramente superiori a quelli della media prevedibile, creando grossi problemi. Il sabato e la domenica, a volte la situazione è realmente ingestibile. Ci sono stati dei decessi, come medico so benissimo che talvolta il decesso del paziente è una situazione non ovviabile. Se una persona è in situazioni gravi, può accadere che la persona decede comunque, al di là delle prestazioni del medico e al di là di quello che si può fare, però la coincidenza di questi decessi nel ritardo di prestazioni e via di seguito, crea inquietudine nelle famiglie, ha dato origine ad alcune denunce e comunque è una situazione di tensione che non deve verificarsi. Se c'è un percorso della persona grave, deve comunque dare una risposta. Talvolta le risposte sono state date perché i familiari dei pazienti sono diventati aggressivi, quindi è stata data una risposta all'esigenza. Questa mi sembra che non sia una buona cosa, credo che la Regione si debba far carico di questa situazione e debba supportare le aziende nelle risposte che possono dare, perché molto spesso le aziende dicono "conosciamo il problema, ma non abbiamo risorse per poter dare risposte".

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Favia, per dichiararsi soddisfatto o meno rispetto alla riposta alla sua interrogazione.

DAVID FAVIA. Prendo atto della sua risposta, assessore, e dei buoni intenti che nella stessa sono contenuti, così come prendo atto e sono lieto del fatto che una istanza del centro-destra, di Forza Italia, mia personale, rappresentata durante la discussione del piano sanitario — quella del rafforzamento della Potes all'Umberto I — sia allora stata respinta, non capisco perché, e ora approvata. Però nell'interesse dei cittadini non ne faccio una questione politica, l'importante è che venga fatto qualcosa nell'interesse dei cittadini.
Prendo atto del fatto che ci sarà un medico a disposizione durante la notte e che in qualche modo l'assetto dei poliambulatori che verranno trasferiti in quella zona, potrà supplire al trasferimento del pronto soccorso, soprattutto supplire alle esigenze dei cosiddetti "codici bianchi" sui quali vorrei spendere qualche parola.
L'assessore diceva che c'è stata una diminuzione degli afflussi delle emergenze a Torrette. Ciò è parzialmente vero, in quanto, per esempio, i "codici gialli" sono aumentati di 500 unità, i "codici rossi" sono rimasti più o meno uguali, sono un po' diminuiti i "codici verdi" ed è vero che sono crollati i "codici bianchi".
Non so quanto sia vero che i "codici bianchi" sono crollati grazie a questo accordo con la medicina di base. Probabilmente in parte sì, ma secondo me è stato un crollo dovuto, più che altro, alla impossibilità da parte di questi "codici bianchi" di arrivare a Torrette, soprattutto dalla zona centrale, perché credo che siano crollati soprattutto gli afflussi di Largo Cappelli. Infatti, questa patologia riguarda principalmente anziani e disagiati che non sono in grado, a mio giudizio, di capire anticipatamente di essere "codici bianchi", sono persone che magari pensano dia avere una patologia grave, una crisi d'ansia, una crisi depressiva e si recano al pronto soccorso, magari impropriamente, sono perfettamente d'accordo, ma cosa vogliamo fare di queste persone che impropriamente si recano al pronto soccorso, cacciarle a calci? No, io credo che dobbiamo, in qualche modo trovare la possibilità di dare loro una risposta, cioè coloro che non sono autonomamente in grado di concepire di doversi rivolgere alla medicina di base bisogna che abbiano una risposta.
Ben venga, quindi, il discorso dei poliambulatori che in qualche modo supporteranno la Potes di giorno e il medico che lo farà di notte, soprattutto nel centro di Ancona all'ex Umberto I, però tutto questo discorso che lei ha fatto a mio giudizio è insufficiente. Così come mi preoccupa particolarmente la tabella dei tempi di attesa che lei mi ha fatto avere per quanto riguarda una mia precedente interrogazione, in cui vediamo che, globalmente, tutti i tempi d'attesa sono aumentati, a Torrette.
Mi associo a quello che ha detto prima il collega Ciccioli nel comprendere la difficoltà del personale medico e paramedico per la propria insufficienza, sono d'accordo che fanno quanto possibile, però credo che la Regione debba andare oltre la manifestazione di intenti e di decisioni piccole, quantitativamente, delle quali lei ci ha parlato questa mattina. Credo che questo settore sia talmente delicato e su di esso la Regione debba investire con forza, in termini di mezzi, di strumentazione, di uomini. E' uscito sui giornali, prima delle ferie estive, il discorso dei dieci minuti dei "codici rossi" di Torrette, io ancora non ho capito se sono dieci minuti amministrativi o dieci minuti reali, mi auguro che siano effettivamente dieci minuti amministrativi, ma qualcuno mi dice che in qualche caso sono stati dieci minuti reali e questo è gravissimo, perché un "codice rosso" è in pericolo di vita e sono già tanti 35 secondi, non solo dieci minuti, quindi veramente, al di là della polemica politica, l'appello che io faccio è che voi ci mettiate la testa e le mani fortemente sul pronto soccorso di Torrette, sulla Potes dell'Umberto I e sui pronto soccorso di tutte le Marche, perché mi sembra che ci sia veramente un'insufficienza strutturale gravissima.



Interrogazione (Svolgimento): «Monitoraggio e bonifica siti inquinati da amianto» Viventi (847)

PRESIDENTE. Considerato che all'interrogazione n. 846 non può essere data risposta poiché l'assessore Amagliani è in congedo, passiamo all'interrogazione n. 847 del consigliere Viventi, a cui risponde, per la Giunta, l'assessore Melappioni.

AUGUSTO MELAPPIONI. In riferimento alla interrogazione in oggetto si precisa quanto segue.
Come citato nell'interrogazione in questione, la Giunta della Regione marche ha adottato, in data 30.12.1997, la deliberazione n. 3496 con la quale è stato approvato il piano regionale amianti, ai sensi della legge n. 257/92. Gli obiettivi primari riguardano il censimento delle situazioni potenzialmente a rischio, per presenza e/o esposizione ad amianto, la formazione degli operatori e la campagna di informazione e sensibilizzazione degli utenti.
Successivamente la Giunta regionale, con deliberazione n. 2197, adottata nella seduta del 6.9.1999, ha istituito i corsi di formazione professionale — livello operativo e livello gestionale — con rilascio di titolo di abilitazione, per operatori e dirigenti di imprese, dedite alle attività di bonifica, rimozione e smaltimento amianto. La Asl n. 2 di Urbino ha realizzato nel 2002 tre corsi di formazione professionale rilasciando l'abilitazione a circa 150 partecipanti e nel 2003 è già stato realizzato il primo corso, con la partecipazione di altri 40 operatori.
Con deliberazione n. 3372, adottata il 29.12.1999? ha costituito il gruppo di lavoro regionale permanente per le problematiche relative all'amianto, denominato Gruppo regionale amianto", in seguito modificato ed integrato da altre deliberazioni. Il gruppo regionale amianto, presieduto dal dirigente del servizio sanità o suo sostituto, risulta composto dai dipartimenti di prevenzione delle Asl, dai rappresentanti dell'agenzia regionale per la protezione ambientale, dai rappresentanti dei servizi tutela e risanamento ambientale ed artigianato e industria della Regione Marche. Tale gruppo si è riunito più volte ed è tuttora operante, per l'analisi di tutte le problematiche connesse al censimento amianto, anche a supporto dell'attività del servizio sanità pubblica della Regione Marche.
Con ulteriore delibera 2830 ed altre, sono stati definiti i referenti, le linee di intervento, le priorità e gli strumenti operativi per la realizzazione del censimento amianto dio imprese ed edifici. In particolare è stato dato incarico alle Asl, dipartimento di prevenzione, della spedizione di schede di autonotifica per il censimento amianto, dell'attivazione di un numero verde per un periodo di dodici mesi, della organizzazione di incontri di informazione e sensibilizzazione degli utenti, rivolti in modo particolare alle associazioni di categoria, agli enti pubblici e alle parti sociali.
Con la delibera 2014 del 19.11.2002 sono stati definiti i criteri per l'assegnazione dei contributi regionali per gli interventi sopra descritti che sono stati interamente realizzati. Attualmente il servizio sanità pubblica sta procedendo alla erogazione e liquidazione dei fondi assegnati alle Asl.
Con delibera n. 166 dell'11.2.2003 è stato istituito il registro regionale dei casi di mesotelioma asbesto correlati nelle Marche, il quale si provvede alla raccolta dei casi diagnosticati, alla costituzione dell'archivio ed al relativo aggiornamento e alla cura del collegamento con l'Ispesl.
Con decreto n. 855 del 16.12.2002, il dirigente del servizio sanità ha approvato l'istituzione del corso di formazione per responsabile del rischio amianto la cui realizzazione è stata conferita al dipartimento di prevenzione dell'Asl 12 di Urbino: a tutt'oggi sono stati realizzati 11 corsi di formazione con una media di venti partecipanti ciascuno.
Con decreto n. 33 del 30.1.2003 il dirigente del servizio sanità ha approvato gli indirizzi operativi in presenza di materiale contenente amianto: tali linee guida sono state redatte per facilitare il compito dei soggetti che effettuano al rimozione di materiale contenente amianto al fine di conseguire il miglioramento della qualità operativa delle ditte del settore.
Per quanto riguarda le misure che si intendono adottare per effettuare la bonifica dei siti marchigiani considerati pericolosi, occorre attendere l'elaborazione dei dati del censimento amianto; successivamente verranno individuati i siti che necessitano prioritariamente di intervento.
I dati di letteratura e le indagini già svolte in passato indicano che i livelli del fondo di inquinamento ambientale da fibre di amianto non si modificano in maniera significativa in prossimità delle coperture in cemento-amianto. Per tale motivo procedere a campionamenti ambientali nel territorio circostante tali coperture, peraltro ugualmente largamente diffuse in tutto il territorio regionale, non aggiunge informazioni utili alla programmazione regionale degli interventi urgenti.
E' in corso a livello interregionale l'elaborazione dei criteri di definizione delle situazioni/tipologie a maggior rischio potenziale per il rilascio di fibre a cui destinare i fondi, per le bonifiche più urgenti, previsti dal decreto ministeriale 101 del 18.3.2003.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Viventi, per dichiararsi soddisfatto o meno.

LUIGI VIVENTI. Ringrazio l'assessore della risposta. Quando ho presentato questa interrogazione avevo riferimento a situazioni diverse che, abbiamo visto anche nel momento della ricostruzione post-terremoto, si sono presentate con una certa continuità in tutte le zone della nostra regione che erano state colpite dal sisma. In particolare avevo preso atto della situazione che era stata denunciata in alcune zone della città di Ancona (Palombella, Paterno e Vallemiano), dove ci sono diversi complessi industriali e delle vecchie costruzioni abbandonate le cui coperture sono tutte realizzate in amianto. Visto che la popolazione aveva sollevato questo problema, mi sembrava giusto poter dare una risposta per capire se in effetti c'è una pericolosità di un certo rilievo per la salute di questi cittadini oppure no.
Dalla risposta che lei mi ha dato deduco che i tecnici direbbero che le coperture dei tetti in amianto non rappresentano un particolare pericolo e pertanto voi dite non è questa l'emergenza primaria sulla quale intervenire. Da una parte questo può servire a tranquillizzare il cittadino che sa di non avere sopra la propria testa un elemento particolarmente nocivo, dall'altra parte però — mi rendo conto di tutte le situazioni, anche delle difficoltà economico-finanziarie, delle quali non si può non tenere conto — ritengo che in alcune situazioni dove vi sono addirittura case abbandonate, impianti non più attivi, cercare di portar via l'amianto e smaltirlo, comunque sarebbe una cosa buona e potrebbero farlo i Comuni stessi, messi nelle condizioni di farlo.
Da parte della Regione, oltre che un monitoraggio di questi problemi con l'Arpam, occorre intervenire laddove è possibile, già ora. Non occorre scoperchiare immediatamente tutti i tetti delle case che sono stati costruiti con l'amianto, però ci sono alcune situazioni che potrebbero essere risanate senza grossi costi e senza particolari oneri, quindi su quelli bisognerebbe già intervenire.

PRESIDENTE. L'interrogazione n. 835 non può essere svolta in quanto la risposta dovrebbe darla l'assessore Amagliani, quindi viene rinviata. Anche le interrogazioni 692 e 750 devono essere rinviate, in assenza dell'assessore Amagliani.



Interrogazione (Svolgimento): «Disordini avvenuti al termine della partita di calcio Sambenedettese-Teramo svoltasi a San Benedetto del Tronto il giorno 2 febbraio 2003» D'Angelo (693)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l'interrogazione n. 693 del consigliere D'Angelo.
Per la Giunta risponde il Vicepresidente Spacca.

GIAN MARIO SPACCA, Vicepresidente della Giunta. Domenica 2 febbraio u.s. presso la stadio "Riviera delle palme" di S. Benedetto del Tronto, ha avuto luogo, con inizio alle ore 14,30, l'incontro di calcio "Samb-Teramo", valevole per il campionato di calcio nazionale serie "C 1".
Alla manifestazione hanno assistito circa 10.000 spettatori, di cui 2.000 sostenitori ospiti giunti a S. Benedetto del Tronto a bordo di 10 autobus, treno ordinario e mezzi propri.
Data la notoria rivalità fra le opposte tifoserie, che in precedenti occasioni avevano causato problemi di ordine pubblico, è stato predisposto dalla locale questura un accurato dispositivo di prevenzione, con l'impiego di 80 unità territoriali della polizia di Stato e dell'Arma dei carabinieri e 150 uomini di rinforzo, dei 200 richiesti, inviati dal servizio di ordine pubblico.
Al termine dell'incontro, vinto dalla compagine abruzzese per 3-1, un nutrito gruppo di "ultras" della Samb, con il volto travisato, si è attestato all'altezza dello sbarramento delle forze dell'ordine, schierato lungo viale dello Sport al fine di evitare contatti fra le opposte tifoserie, iniziando, senza motivazione alcuna, un fitto lancio di bottiglie e sassi contro il personale della polizia di Stato e dell'Arma dei carabinieri.
Nonostante i ripetuti inviti e tentativi di persuasione, operati dai funzionari di polizia e dallo stesso vice questore vicario, ad allontanarsi dal posto, i medesimi sostenitori hanno continuato a lanciare sassi provocando danneggiamenti alle autovetture di servizio ed in transito. Veniva, altresì, colpito il personale di servizio.
Al fine di evitare ulteriori turbative per l'ordine pubblico, i reparti schierati, che nel frattempo avevano guadagnato viale dello Sport per allontanare i facinorosi, sono stati fatti risalire sui mezzi per arretrare la posizione.
Tale manovra, finalizzata ad allentare la situazione di tensione, avrebbe nel contempo permesso di completare le operazioni di deflusso del pubblico locale rimasto bloccato a causa degli incidenti, con le relative autovetture, nel parcheggio antistante l'impianto sportivo.
Nonostante l'operazione di ripiegamento, gli stessi facinorosi, rifornitisi di pietre presso la vicina banchina ferroviaria, sono tornati a fronteggiare polizia e carabinieri lanciando all'indirizzo del personale il materiale contundente che era stato raccolto poco prima.
Nel frangente lo stesso vice questore vicario ed un funzionario della polizia di Stato, ancora impegnati nell'opera di mediazione, sono stati ripetutamente colpiti riportando contusioni varie. Solo allora, (ore 17,15) è stata effettuata una breve ed energica azione di contrasto che ha permesso, alle successive ore 17,30, di disperdere definitivamente i facinorosi e di far defluire tutti gli spettatori sambenedettesi dall'area interessata dagli incidenti.
Nessun contatto o danneggiamento è stato arrecato alla carovana al seguito del "Teramo", che, nel frattempo, ha lasciato sotto scorta lo stadio "Riviera delle palme".
A seguito dei citati atti di teppismo, 11 appartenenti alle forze dell'ordine e 14 tifosi hanno riportato contusioni varie, successivamente certificate dai pronto soccorso degli ospedali di S. Benedetto del Tronto ed Ascoli Piceno. Sono stati, poi, danneggiati dal lancio di sassi alcuni automezzi di reparti mobili di Roma e Bologna, e dell'Arma dei carabinieri nonché due autovetture di spettatori rimasti coinvolti negli scontri.
Al riguardo sono stati immediatamente avviati i relativi accertamenti.
La procura della Repubblica di Ascoli Piceno è stata subito informata dalla Polizia di Stato ed ha delegato il commissariato di P.S. di S. Benedetto del Tronto a proseguire le indagini.
Risultano, attualmente, denunciati in stato di libertà n. 12 sostenitori della "Sambenedettese Calcio", resisi responsabili, durante gli incidenti, di violenza, resistenza, danneggiamento, lesioni, lancio di oggetti ed altro, mentre sono in corso ulteriori accertamenti diretti alla compiuta identificazione di almeno altri 26 ultras.
In relazione, poi, ai presunti maltrattamenti lamentati da alcuni spettatori presenti sul luogo degli incidenti si rappresenta che al momento sono state presentate da parte di giovani con età compresa fra i 20 ed i 30 anni, 2 denunce nei confronti di appartenenti alle forze dell'ordine, per danneggiamenti arrecati ad alcune autovetture nel corso delle azioni di contenimento, e 6 denunce per percosse (con prognosi comprese fra 0 e 10 gg). Un minore, a seguito della frattura di un dito della mano sinistra, ha riportato invece lesioni guaribili in gg. 25.
Gli stessi non hanno fornito alcun elemento utile alla identificazione dei responsabili. Si assicura che, al fine di fare piena luce su presunti eccessi da parte di polizia e carabinieri, da parte della locale questura è stata ribadita la disponibilità - rimasta finora senza riscontro - ad acquisire eventuale documentazione o testimonianza utile alla ricostruzione dei fatti.
Per quanto concerne le testimonianze di alcuni amministratori locali su eventuali abusi perpetrati dalla forze dell'ordine, come riportato dagli organi di informazione, si evidenzia che tali amministratori sono stati invitati presso il commissariato di P.S. di S. Benedetto del Tronto ove hanno escluso di aver assistito personalmente agli incidenti e di aver basato le proprie dichiarazioni sul "sentito dire".
Altre fonti, presenti allo stadio, come successivamente riportato dai predetti organi di stampa, hanno invece dichiarato di aver udito alcuni tifosi minacciare le forze dell'ordine presenti con frasi del tenore "...preparatevi che oggi finisce male ...".
Queste sono le informazioni raccolte dalla segreteria del presidente, attraverso la prefettura di Ascoli Piceno.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere D'Angelo.

PIETRO D'ANGELO. Ringrazio il Vicepresidente Spacca per la risposta, ma la mia interrogazione non era rivolta ad avere una relazione generica, la mia interrogazione chiedeva spiegazioni sull'atteggiamento della polizia, non nei confronti dei facinorosi che vanno isolati e, per quanto mi riguarda, non dovrebbero avere neanche la possibilità di accedere ai campi di calcio, ma era rivolta al fatto che, passanti che nulla avevano a che fare con i facinorosi e con l'incontro di calcio, sono stati malmenati dalla polizia. Questo è ed era il senso dell'interrogazione: come mai, al di là del fatto che la polizia ha il compito di isolare i facinorosi, persone che nulla avevano a che fare si sono ritrovate malmenate e sono dovute ricorrere alle cure dell'ospedale locale?
Per quanto mi riguarda, pur ringraziando della risposta, ritengo che all'aspetto fondamentale dell'interrogazione non sia stata data alcuna risposta, pertanto sono insoddisfatto.

PRESIDENTE. Alla interrogazione n. 696 del consigliere Ceroni dovrebbe rispondere l'assessore Secchiaroli, che però non è in questo momento presente, quindi rinviamo la risposta.



Interrogazione (Seduta segreta): «Chi opera al Lancisi?» Cecchini (784)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l'interrogazione n. 784 del consigliere Cecchini.
Trattandosi di interrogazione che comporta la seduta segreta, invito i non consiglieri a lasciare l'aula.

La seduta prosegue in forma segreta
dalle 11,35 alle 11,50

Proposta di atto amministrativo (Discussione e votazione): «Conto consuntivo dell'esercizio finanziario 2002 del Consiglio regionale» ufficio di presidenza (119)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la proposta di atto amministrativo n. 119, ad iniziativa dell'ufficio di presidenza.
Ha la parola il relatore, Vicepresidente Donati.

SANDRO DONATI. L'ufficio di presidenza, ai sensi della legge regionale 11.12.2001, n. 31 e nell'ambito dei principi stabiliti dalla legge 6.12.1973, n. 853, come disposto dal decreto legislativo del 28.03.2000, n. 76 che ha riformato i principi fondamentali della contabilità regionale, ha gestito in regime di autonomia contabile i fondi messi a disposizione dalla Regione Marche nell'anno 2002 per le esigenze funzionali di tutte le strutture del Consiglio regionale.
In attuazione delle richiamate norme l'ufficio di presidenza deve annualmente redigere il conto consuntivo, che sottopone all'approvazione dell'Assemblea per la verifica e la valutazione della gestione contabile e funzionale dell'attività consiliare. Le risultanze finanziarie del conto devono poi essere incluse nel rendiconto generale della Regione.
La nuova normativa sopra indicata ha comportato, proprio nell'anno 2002, sostanziali modifiche della struttura del bilancio regionale. Sono state infatti istituite, con riferimento ad aree omogenee di attività, le unità previsionali di base.
La struttura consiliare nell'ambito regionale è stata considerata come unica area omogenea di attività, ed il fabbisogno economico per le proprie esigenze funzionali è stato individuato e previsto in un'unica U.P.B, con un unico stanziamento.
Con l'occasione delle modifiche predette, nell'ambito del Consiglio regionale si è sperimentata una nuova modalità di elaborazione e gestione del bilancio del Consiglio. Si è cercato di effettuare un maggior raccordo tra i servizi del Consiglio onde individuare in sede di previsione le principali iniziative da realizzare nell'anno di riferimento con le relative proiezioni pluriennali, prevedendo per esse singoli budgets di spesa e raggruppando tali budgets in aggregati più ampi, i capitoli.
Con deliberazione dell'ufficio di presidenza lo stanziamento complessivo dell'U.P.B. è stato infatti ripartito in n. 8 capitoli nei quali sono state accorpate le spese omogenee o della stessa natura. Tale metodo, fondato su una attenta programmazione delle iniziative da realizzare nell'esercizio di riferimento, ha consentito una gestione più flessibile e al contempo più analitica ed attenta dei fondi messi a disposizione, tanto che alla fine dell'esercizio, come diremo meglio successivamente, le economie da impegni sono risultate praticamente nulle e la gran parte dei residui che costituiscono l'avanzo di amministrazione è riferita ai residui insussistenti, relativi ad impegni assunti nel 2001 (anno nel quale non si era ancora proceduto alla riorganizzazione del bilancio consiliare) non pagati entro il 31/12/2002.
Passando all'analisi degli aspetti tecnici e contabili del rendiconto in esame, sono stati iscritti nel bilancio generale della Regione e trasferiti nell'unità previsionale di base del Consiglio fondi per un ammontare di euro 14.793.338,22, rappresentanti il definitivo stanziamento delle entrate del Consiglio.
Escludendo tutte le somme relative alle partite di giro, le riscossioni derivanti unicamente dai trasferimenti dei fondi dal bilancio regionale sono risultate di euro 12.000.000,00 mentre euro 2.793.338,22 sono stati riportati come residui attivi nell'esercizio 2003.
Per quanto concerne le uscite, a fronte di un totale degli impegni assunti, pari ad euro 14.745.309,42 sono stati emessi ordinativi di pagamento per euro 12.679.913,72 in conto competenza e le somme impegnate e non pagate entro il termine dell'esercizio, risultanti pari ad euro 2.065.395,70, sono conservate nell'esercizio 2003 come residui passivi. Sono inoltre stati pagati euro 1.860.124,24 in conto residui derivanti da esercizi precedenti.
Dai prospetti riepilogativi dei dati riferiti al 31.12.2002, allegati al conto consuntivo in esame, si rileva un avanzo di amministrazione di euro 281.022,65 per il quale si ritiene opportuno indicare di seguito le motivazioni che lo hanno determinato.
Detto saldo positivo deriva da economie di stanziamento per euro 39.701,89 da residui perenti per euro 24.679,60, e per euro 220.641,14, da economie di impegni (residui insussistenti).
Le contenute economie di stanziamento evidenziano come le previsioni di bilancio siano state rispondenti alle effettive esigenze dell'esercizio finanziario; infatti su una previsione del fabbisogno di euro 14.793.338,22 le spese sostenute o impegnate risultano di euro 14.745.309,42.
Hanno maggiormente contribuito alla determinazione dell'entità dell'avanzo le economie da impegni, i cosiddetti residui insussistenti, cioè impegni assunti nell'esercizio 2001 e non pagati entro il 31.12.2002.
Per completezza d'informazione si ricorda che gli impegni di spesa sono di diversa tipologia.
Per gli impegni che vengono assunti in base a leggi o contratti, l'entità delle somme da accantonare è determinabile con precisione, mentre per progetti e programmi, per gare e trattative le spese sono impegnate in un ammontare presunto non sempre corrispondente alla spesa effettiva.
D'altra parte le somme non pagate dei residui passivi, originariamente impegnate presuntivamente, per le varie utenze telefoniche, elettriche, acqua e gas, per le gare d'appalto o trattative oppure per le missioni del personale, dei consiglieri o le spese per progetti e programmi, non sono più gestibili e non possono essere né liberalizzate, né riutilizzate ma devono essere eliminate dal conto dei residui alla chiusura dell'esercizio, costituendo economie di spesa e concorrendo a determinare i risultati finali della gestione.
Tenuto conto di quanto sopra esposto, possono essere valutate con più precisione anche le economie da impegni che hanno inciso maggiormente sull'avanzo di amministrazione dell'esercizio 2002.
L'ammontare dei residui perenti è composto quasi esclusivamente da somme impegnate per la compartecipazione alle spese per l'organizzazione di manifestazioni o iniziative e per le quali i responsabili organizzativi non hanno fatto pervenire, nei termini della perenzione, la richiesta dei fondi né la prevista documentazione attestante il regolare svolgimento delle manifestazioni.
Vanno a questo punto ricordate le più significative iniziative riferite alla gestione finanziaria dell'anno 2002.
In tale esercizio si è dato un ulteriore impulso al processo di informatizzazione delle strutture consiliari (parlo del collegamento Consiglio-Giunta tramite Laser Harpax che ha velocizzato i collegamenti e consentito di ridurre drasticamente i costi derivanti dalla linea HDSL, dell'ulteriore fornitura e sostituzione di strumentazione informatica obsoleta con nuovi apparecchi, dell'elaborazione di molteplici software per le esigenze degli uffici e per l'accesso ai dati da parte dell'utenza esterna).
Si è inoltre potenziato il sito internet del Consiglio che è stato arricchito di molti servizi ed informazioni (cronaca delle sedute, notizie flash in prima pagina, pubblicazione delle ricerche commissionate dal Consiglio, forum tematici di discussione, nomine e designazioni del Consiglio, consultazione archivio periodici, etc....)
Per quanto attiene all'informazione sull'attività del Consiglio ricordo anche la distribuzione di un CD ROM divulgativo nelle scuole di ogni ordine e grado sull'attività e le funzioni del Consiglio.
Molteplici sono stati anche gli interventi nelle sedi sia per migliorarne la funzionalità che per eliminare i fattori di rischio presenti.
Si ricorda in particolare, nell'ambito degli interventi di competenza del datore di lavoro del Consiglio, la decisione di spostare la sede della biblioteca del Consiglio dai locali angusti ed insicuri di via Don Gioia a quelli del piano terra e seminterrato del Palazzo del Mutilato, con la conseguente ristrutturazione dei nuovi locali, avvenuta in collaborazione con i competenti servizi della Giunta. Tali lavori sono stati completati ed entro la fine dell'anno si procederà al trasloco della biblioteca nell'ambito di un immobile che dovrà essere interamente restituito, con gli opportuni lavori, alla piena utilizzazione degli uffici consiliari.
Si spera che attraverso questo intervento si possano rendere più funzionali e fruibili i servizi resi da una struttura, quella della biblioteca consiliare, che ha acquistato nel corso degli anni una grande rilevanza per tutto il territorio marchigiano, anche grazie alla pubblicazione on-line dei propri cataloghi.
Ricordo infine le iniziative di studio già avviate negli anni precedenti in collaborazione con le università marchigiane e l'istituto La Polis dell'università di Urbino, su alcuni filoni ritenuti essenziali per approfondire la conoscenza della realtà regionale, che nell'anno 2002 hanno prodotto alcuni significativi risultati; su questi risultati si è promosso un ampio confronto con il sistema delle autonomie locali e funzionali e con importanti settori della società marchigiana. E' stato così realizzato il V Forum delle Assemblee elettive e numerose altre iniziative di confronto e dibattito, anche su tematiche di rilievo internazionale (Consiglio regionale aperto per la presentazione dell'Atlante della società marchigiana, convegno "Nuovo Statuto della Regione Marche", convegno "Verso la Costituzione Europea", convegno "Cooperazione e ricostruzione nei Balcani").
Tornando al rendiconto del Consiglio relativo all'anno 2002, ho già ricordato che l'avanzo di amministrazione del presente consuntivo, deve essere incluso nel rendiconto generale della Regione e riversato sul bilancio regionale.
Con deliberazione consiliare n. 56, approvata nella seduta del 21.11.2001, si è disposto che, in sede di approvazione del consuntivo, l'Assemblea debba stabilire la riutilizzazione dei fondi dell'avanzo indicandone la destinazione.
L'ufficio di presidenza, con la presente proposta di deliberazione, propone al Consiglio di destinare, in sede di assestamento di bilancio, la somma che costituisce tale avanzo alle esigenze di funzionamento del Consiglio regionale relative all'anno 2003, con particolare riferimento alle iniziative di riqualificazione dell'attività consiliare e al processo di riorganizzazione in corso conseguente all'approvazione della L.R. 14/03.
Tutti i dati contabili riassuntivi dell'esercizio finanziario 2002 sono riportati sui prospetti allegati al documento proposto, mentre tutta la documentazione prodotta nel corso della gestione dei fondi iscritti nel bilancio del Consiglio regionale per lo stesso anno, è tenuta a disposizione presso l'ufficio ragioneria del Consiglio.

PRESIDENTE. E' aperta la discussione. Ha chiesto di parlare il consigliere Castelli. Ne ha facoltà.

GUIDO CASTELLI. La crudezza e l'asciuttezza della maggior parte del resoconto contabile non mi pare che permettano grosse riflessioni critiche, anche perché, durante le due riunioni della Commissione abbiamo cercato di approfondire in parte gli aspetti più significativi dal punto di vista contabile. Personalmente ho espresso un voto di astensione anche in riferimento ad una serie di valutazioni politiche per quanto riguarda la precedente composizione dell'ufficio di presidenza.
Alcune argomentazioni-flash da fornire per una sollecita definizione del dibattito.
Anzitutto si è valutata l'opportunità di rivedere — anche dal punto di vista dei dipendenti e dei funzionari che si occupano di questo aspetto — il meccanismo di attribuzione di risorse al Consiglio regionale che soffre di una certa rigidità per il meccanismo di restituzione annuale delle risorse alla Giunta, cosa che probabilmente non risponde a dei criteri di efficacia ed efficienza, e comunque determina delle strozzature che poi affiorano nell'evidenza contabile, proprio perché esiste questo obbligo di riassegnazione al bilancio regionale di ciò che poi non viene speso, sulla base di una farraginosa e complessa procedura, che sarebbe opportuno rivedere. In secondo luogo si voleva fare una valutazione più generale, che trascende gli aspetti contabili, ma che attiene, in qualche modo, ad alcune considerazioni sullo status del consigliere. Mi riferisco a questo e non è un aspetto propriamente contabile, ma da più parti, non solo da parte della minoranza, si continua ad evidenziare la difficoltà logistico-operativa dei consiglieri regionali che sono dislocati e distanziati in una posizione spaziale troppo lontana dal corpo vivo della vita amministrativa di questo ente, e mi riferisco agli uffici della Giunta e comunque agli uffici. Noi ci sentiamo particolarmente confinati e, pur godendo della tranquillità del caso degli spazi di via Oberdan, al di là delle battute siamo messi in una condizione di non fruire neanche appieno delle nostre complete prerogative, proprio perché è un aspetto che assume, a mio modo di vedere, rispetto ad altri, una evidenza piuttosto chiara. Dobbiamo trovare il modo — questo è più un invito, la conferma di una riflessione che spero nei programmi dell'ufficio di presidenza possa trovare spazio — per evitare che gli uffici dei gruppi consiliari siano troppo distanti, troppo lontani e difficilmente utilizzabili nei rapporti quotidiani con la Giunta e con gli uffici. Credo che questa sia una riflessione da fare.
Concludo brevemente questa disordinata rassegna di considerazioni che abbiamo fatto nel corso delle due mini-riunioni dei revisori del conto del Consiglio, raccomandando equità, raziocinio, intelligenza anche nell'uso di quelle spese che discrezionalmente vengono sostenute (manifestazioni, compartecipazioni e patrocini). Credo che sia bene stabilire dei criteri e, pur nel rispetto delle scelte che attengono alla discrezionalità dell'ufficio di presidenza e del presidente, credo che sarebbe meglio per tutti che i consiglieri sapessero, ab initio, quali sono criteri, elementi e tipologie suscettibili dell'appoggio, dell'approccio e del sostegno della Regione. Diversamente correremo — e corriamo — il rischio di un intervento "leopardato", che può non rispondere a criteri non tanto di equità, perché l'equità rimanda quasi a un mercanteggiamento lungi da me voler ipotizzare, ma certamente ad una non corretta e squilibrata, anche territorialmente, assegnazione di risorse. Quindi sono auspici che, pur non portandoci a esprimere un voto di disapprovazione del conto consuntivo che non vi sarà, perché il mio gruppo — ritengo anche la minoranza — si asterrà rispetto a questo consuntivo, speriamo che nel corso del prossimo anno, anche grazie al contributo del Vicepresidente Gilberto Gasperi, possano essere auspici coronati da soddisfazione.

PRESIDENTE. Pongo in votazione la proposta di atto amministrativo.

Il Consiglio approva



Comunicazioni del Presidente della Giunta sulle iniziative svolte e sulle priorità di intervento per l'anno 2003, in ordine alla legge regionale 24 luglio 2002, n. 11 (art. 2), concernente "Sistema integrato per le politiche di sicurezza e di educazione alla legalità

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca: Comunicazioni del Presidente della Giunta sulle iniziative svolte e sulle priorità di intervento per l'anno 2003, in ordine alla legge regionale 24 luglio 2002, n. 11 (art. 2), concernente "Sistema integrato per le politiche di sicurezza e di educazione alla legalità.
Ha la parola il Presidente D'Ambrosio.

VITO D'AMBROSIO, Presidente della Giunta. La mia relazione sarà una sintesi di quella che è già stata scritta e distribuita.
Vorrei sottolineare alcuni punti. Il primo è che questa legge — la sesta o settima legge fatta nel quadro delle Regioni a Statuto ordinario italiane — si muove nel quadro che si è aperto con il nuovo titolo V della seconda parte della Costituzione ed è una legge che mira soprattutto a un raccordo, a un coordinamento, a una sintesi e a un rafforzamento delle politiche locali di sicurezza urbana. Parliamo di politiche integrate di sicurezza urbana, perché i soggetti principali sono gli enti locali, Comuni in primo luogo, ma la Regione, con questa legge si è posta l'obiettivo di dare sostegno diretto alle politiche di sicurezza delle città, individuare sedi di coordinamento delle politiche locali per impedire che i problemi vengano solo spostati e creare infrastrutture e supporti regionali utili allo sviluppo delle politiche integrate di sicurezza.
Nell'ambito di questo quadro di grande rilevanza viene avanti anche la proposta di legge nazionale che è stata approvata subito prima delle ferie dagli organismi nazionali di Regioni, Anci e Upi, che sostanzialmente è il punto di sintesi più alto raggiunto per individuare le prospettive di collaborazione, coordinamento e intervento dei governi sul territorio, quindi delle autonomie locali. Questo tema viene sentito in maniera particolarmente attenta dall'opinione pubblica generale.
Sulla legge, come sa il Consiglio regionale, pende il giudizio di illegittimità costituzionale in seguito all'impugnativa fatta dal Governo nazionale, impugnativa che inizialmente prevedeva una serie di motivi che poi sono stati lasciati cadere, e quindi si sono incentrati su un unico punto, cioè la composizione del comitato di indirizzo dell'osservatorio regionale, per il quale l'avvocatura dello Stato — il Governo — osserva l'inopportunità e l'illiceità costituzionale della previsione anche di funzionari e dirigenti di apparati statali, soprattutto prefetture, questure e magistratura, nell'ambito di questo, come se fosse una specie di compito assegnato dalla Regione a organismi ai quali non potrebbe invece assegnarlo.
Ovviamente non è così, il discorso si sta chiarendo, fermo restando che se per caso la Corte su questo punto specifico dovesse ritenere fondata la richiesta, si tratterà di dire invece che "fanno parte", "possono fare parte", quindi credo sia un problema secondario. Comunque, si sta rapidamente avvicinando la soluzione di questo problema.

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE
SANDRO DONATI

Nel frattempo però, nel momento in cui abbiamo approvato la legge, abbiamo cominciato a lavorare, anche perché avevamo posto le basi, con la prima conferenza regionale sulla sicurezza pubblica, tenuta a novembre del 2001 e che ha cominciato a darci le linee guida su cui muoverci per il resto della nostra attività.
Da un lato abbiamo lavorato e abbiamo impostato tutta la strategia — politiche integrate di sicurezza urbana, un'opera estremamente attenta e sensibile di monitoraggio di dati, di intervento, di coordinamento di sintesi ecc. — dall'altro lato il rapporto con l'istituzione che in Italia è devoluta ed è competente ad occuparsi dei problemi della sicurezza pubblica, quindi non della sicurezza integrale ma della sicurezza pubblica, quindi il Ministero dell'interno, dipartimento di pubblica sicurezza con il quale abbiamo degli ottimi rapporti, abbiamo uno scambio costante di informazioni e abbiamo messo a punto un protocollo d'intesa in materia di sicurezza locale e di politica relativa alla sicurezza che in questo momento mi risulta essere sul tavolo del ministro dell'interno per essere siglato e che verrà, molto probabilmente, firmato dal ministro e da me quando, mercoledì prossimo, il ministro dell'interno verrà a presiedere all'apertura del convegno nazionale sulla protezione civile. Abbiamo chiesto al ministro, ottenendo fino ad ora una risposta positiva, di anticipare la sua venuta, per dedicare uno spazio apposito alla firma di questo protocollo.
Il protocollo, che sarebbe il quarto, dopo quello con l'Emilia Romagna, la Toscana e il Veneto, è più ampio di quello di queste Regioni, perché in effetti non è soltanto volto specificamente alla sicurezza pubblica, ma proprio alle politiche integrate di sicurezza, quindi a farsi carico anche delle problematiche, quindi dell'intervento, sempre in costante sintonia e sinergia fra Regione, enti locali e Governo centrale in materia, per esempio, di sicurezza stradale, di sicurezza alimentare, nella prevenzione dei rischi ambientali, dei rischi di infortuni sul lavoro, del monitoraggio delle dinamiche commerciali e attività produttive, delle azioni di recupero sociale e sostegno alle vittime dei reati, del miglioramento dei sistemi di controllo delle aree a maggiore rischio, del monitoraggio delle opere pubbliche.
Il terzo piano su cui ci siamo mossi è quello di predisporre progetti da presentare poi all'Ue per avere finanziamenti europei nel settore della sicurezza. Su questo punto il progetto più avanzato è quello che prevede una cooperazione fra i porto di Ancona, la prefettura di Durazzo e il Comune di Patrasso, con una copertura europea dell'80% dei costi sostenuti, per cercare di contrastare quello che sta diventando un vero e proprio problema: il porto di Ancona è diventato — lo ha confermato la dichiarazione del procuratore della Repubblica qualche giorno fa — il porto interessato dalla più imponente corrente di traffico di contrabbando di tutti i tipi, quindi da questo punto di vista un'operazione di contrasto è ovviamente necessaria.
Il contrasto fatto in ambito portuale sarebbe inefficace se non si facesse nella fase avanzata, quindi se non prendesse di mira soprattutto l'altra sponda dell'Adriatico. Ecco quindi il progetto trilaterale, che l'Ue ha già ritenuto di inserire fra quelli finanziabili, però dobbiamo approfondire e accertare gli elementi che hanno fatto bocciare il progetto analogo presentato dalla Finlandia, perché ci sono alcuni presupposti che l'Unione europea non può accettare e che noi non vogliamo ripetere.
C'è poi l'altro progetto legato alla sicurezza ambientale dei mari Adriatico e Jonio contro i rischi di inquinamento da parte delle "carrette del mare" e anche su questo stiamo lavorando insieme al Ministero dell'ambiente per arrivare a una fase di co-finanziamento, sia europea sia nazionale.
Infine, nell'ambito del programma Agis si sta per definire un progetto, per il quale hanno dichiarato la disponibilità al procura regionale per i minori e l'istituto di medicina legale dell'università di Macerata, relativo alla lotta contro la tratta e lo sfruttamento dei minori, che è un problema di notevole importanza.
Relativamente al protocollo, possiamo dire che stiamo affrontando il problema della collaborazione interistituzionale per un più funzionale funzionamento dei presidi di sicurezza nel territorio regionale, comprese le politiche relative agli alloggi e il monitoraggio e il coordinamento dei protocolli e dei "contratti per la sicurezza" sottoscritti dalle prefetture con Comuni e Province.
Nel momento in cui il protocollo sarà firmato e quindi comincerà ad essere operativo concretamente nella sua interezza, avremo raggiunto le finalità fondamentali degli articoli 1 e 2 della legge regionale in questione.
Per migliorare le capacità di affrontare le questioni legate a questa ematica, abbiamo anche organizzato diversamente le strutture interne regionali, affidando al servizio di protezione civile anche la competenza di polizia locale — quindi si chiama "servizio di protezione civile e sicurezza locale" — con l'attribuzione di questa ulteriore competenza al dirigente che già aveva l'incarico di seguire la protezione civile ed è stata inserita la specifica funzione di "sicurezza ed emergenza" nel gabinetto del Presidente della Giunta regionale.
Questo tipo di schema organizzativo è stato ritenuto valido ed è stato sostanzialmente ripetuto anche da una Regione avanzata dal punto di vista organizzativo interno, qual è la Regione Lombardia.
Noi ci siamo mossi da un concetto di sicurezza che punta a tutelare l'incolumità delle persone da ogni rischio naturale antropico, a raccogliere l'insieme degli interventi necessari a garantire il rispetto della legalità e delle regole poste a salvaguardia di un'ordinata e civile convivenza e poi a rafforzare tutte le attività di solidarietà pubblica, di educazione e di informazione che possono e debbono costituire la base su cui si può sviluppare una società più sicura.
Nel frattempo abbiamo proseguito un'attività di formazione specifica della polizia locale, di aggiornamento del personale già in servizio e nella relazione avete tutte le varie iniziative, analiticamente elencate.
Dobbiamo dire che in tema di educazione alla legalità la nostra legge 63 del 1995, che prevede un finanziamento di progetti di sviluppo di questo tema nell'ambito scolastico, nel 2002 ha visto un finanziamento di 67.000 euro circa e nell'anno corrente ulteriori contributi pari a circa 57.000 euro.
Abbiamo poi gli altri servizi, le altre branche della politica regionale che si occupano di questo problema e che quindi hanno loro interventi, con finanziamenti delle specifiche leggi, che sono soprattutto il sociale, con particolare attenzione al disagio giovanile, prostituzione, integrazione, immigrazione, la sicurezza sul lavoro, la sicurezza stradale, su cui stiamo cercando di raggiungere un accordo con il Ministero delle infrastrutture e dei trasporti, per vedere di mettere in piedi comunque un'iniziativa e una struttura che ci aiuti a monitorare questo angosciante fenomeno. Sappiamo tutti che la principale causa di decesso per i giovani italiani fino a 26 anni è l'infortunistica stradale. Inoltre la Regione aderisce al Forum europeo per la sicurezza urbana nella sua sezione italiana, è membro dell'esecutivo dell'associazione e contribuisce alle attività svolte, coordina il gruppo di lavoro che approfondisce le tematiche connesse al ruolo dell'informazione e della comunicazione nella percezione della sicurezza e della insicurezza dei cittadini.
C'è poi un altro terreno su cui esiste una strettissima collaborazione fra noi, i nostri consulenti e il Ministero dell'interno, ed è il discorso dei dati statistici, la loro oggettività. Rimando alla relazione per analitiche indicazioni, voglio solo segnalare che il numero delle forze di polizia presenti nelle Marche, dal 1996 al 2001 è passato da 6.474 unità a 6.055, con una contrazione organica di 419 unità, riduzione che solo tra l'anno 2000 e 2001 è stata di 50 unità e che ha comportato, ovviamente, una diminuzione del numero degli operatori di polizia per mille abitanti, che passano dal 4,48 del 1996 al 4,11 del 2001. Un dato significativo che si avvicina a quello nazionale, che ha un valore medio pari al 4,67%. Ovviamente il carico di lavoro per ogni singolo operatore dei delitti è aumentato e questa è un'altra conseguenza.
Debbo dire che la prospettiva nel prossimo futuro non è favorevole da questo punto di vista, perché il venir meno della leva obbligatoria che dava comunque un contributo notevole, sia come agenti ausiliari di polizia, sia nell'ambito dell'arma dei carabinieri verrà meno, quindi la diminuzione di questo gettito di personale è già fonte di forti preoccupazioni per i vertici di tutte le forze di polizia, perché vedranno diminuire ancora il numero di personale addetto al servizio e al contrasto della criminalità.
Gli altri dati generali sulla criminalità organizzata denotano lievi oscillazioni, in generale, sui reati più gravi, che non sono granché significative, visto il numero molto piccolo. Invece quello che preoccupa molto è il discorso sul contrabbando, oltre la microcriminalità e l'aumento dei furti. Non è tanto l'aumento generale, che comunque è notevole nel 2002 — sono più di 21.000, rispetto ai 16.000 dell'anno precedente — ma l'aumento del numero di reati ad autore ignoto.
Comunque i furti su 100.000 abitanti — 1.443,7 — rimangono al di sotto della media italiana, che è di 2.250.
Bisogna anche dire che l'analisi di questo tipo di problemi, specialmente relativi a questo tipo di reati, non può ignorare, purtroppo, una situazione nella quale il numero delle denunce diminuisce perché i soggetti non hanno fiducia nella capacità di recupero di refurtiva, quindi se non è necessario fare denuncia per altri fini (normalmente assicurativi), il numero delle denunce non è pari a quello dei reati.
Le rapine sono diminuite, ma aumentano quelle ad autore ignoto; le estorsioni sono invece aumentate, però sono sempre abbondantemente al di sotto dei valori nazionali (di un terzo: 23,3 nelle Marche fra rapine ed estorsioni su 100.000 abitanti, 72 in ambito nazionale). I delitti consumati da minori nel 2002 sono in crescita non trascurabile: dai 308 del 2001 ai 426 del 2002. Anche i furti consumati dai minori sono aumentati (dai 107 del 2001 ai 148 dell'anno scorso).
Ci sono poi altri fenomeni sommersi che sono ragione di allarme sociale anche per la nostra regione, per esempio l'usura su cui mancano dati affidabili, perché i dati ufficiali sono estremamente scarsi, i numeri ufficiali sono estremamente scarsi, i numeri che abbiamo a livello ufficioso, nelle varie organizzazioni di categoria, sembrerebbero essere molto più elevati e qui c'è lo scatto notevole fra i reati denunciati ufficialmente e quelli che invece vengono subiti piuttosto che denunciati.
Alla fine di questa breve relazione vorrei dire al Consiglio regionale che con la legge regionale che abbiamo approvato, con gli strumenti già in essere, con quelli ulteriori che verranno attivati adesso, pensiamo di lavorare nella prospettiva breve, media e lunga, per rispondere concretamente alla domanda di sicurezza che viene dai cittadini marchigiani, perché, in sostanza, siamo ancora in una situazione nella quale, lavorando per favorire le opportune sinergie e collaborazioni con tutti i soggetti istituzionali, nazionali e locali, potremo trovare una risposta, spero e credo, che mantenga il livello di convivenza civile della nostra regione a quel buon grado a cui è arrivato normalmente.
Debbo dire, terminando queste riflessioni, che il nostro costante richiamo ai responsabili massimi, che sarà ripetuto da me personalmente al ministro dell'interno Pisanu quando arriverà, perché vengano tenute nella dovuta considerazione le esigenze del territorio della regione Marche, ha da un lato promesse di attenzione, dall'altro però arriva sempre la risposta "magari nel resto d'Italia avessimo la quantità di problemi che abbiamo nelle Marche, perché allora saremmo molto più tranquilli e la situazione complessiva nazionale sarebbe molto migliore". Ovviamente questa risposta lascia insoddisfatti, perché noi viviamo qui, non viviamo altrove. E' sicuro che la situazione è peggiore altrove, ma che la situazione debba essere controllata e seguita con attenzione anche qui, ormai è un dato che credo non possa essere negato.
L'altro elemento che penso vada sottolineato con forza è l'affermarsi del concetto di politiche integrate di sicurezza. Ciò significa affrontare tutti i problemi che creano ansia nella popolazione, su tutti i piani. Anche un piano di illuminazione comunale o un piano di linee di trasporto pubblico locale urbano con l'ubicazione dei capolinea in determinate zone può essere un elemento che aiuta ad aumentare la possibilità di controllo dei fenomeni di devianza e di criminalità. Questo significa tener conto di tutti gli aspetti, anche di quelli che tradizionalmente non vengono ricompresi in questo tema e significa lavorare su tutti questi aspetti per ottenere un risultato il migliore possibile. E' quello che noi stiamo facendo e abbiamo intenzione di continuare a fare.
Su questo volevo informare, ovviamente, il Consiglio regionale.

PRESIDENTE. Ringraziamo il Presidente D'Ambrosio. Ci sono interventi? Non ci sono interventi, quindi significa che la relazione è stata più che esauriente.
Dichiaro chiusa la seduta.


La seduta termina alle 12,35