Resoconto seduta n. 157 del 22/10/2003
La seduta inizia alle 10,15



Approvazione verbali

PRESIDENTE. Ove non vi siano obiezioni do per letti e approvati, ai sensi dell'art. 29 del regolamento interno, i processi verbali delle sedute nn. 155 e 156 del 15.10.2003.


Proposte di legge
(Annuncio e assegnazione)

PRESIDENTE. Sono state presentate le seguenti proposte di legge:
— n. 203 in data 6 ottobre 2003, ad iniziativa dei consiglieri Giannotti, Brini, Ceroni, Cesaroni, Favia, Grandinetti e Trenta, concernente: «1nterventi per la promozione della cultura musicale nelle Marche», assegnata alla 1 Commissione in sede referente e alla Il Co missione per il parere obbligatorio;
— n. 204 in data 20 ottobre 2003, ad iniziativa del consigliere Castelli, concernente: «Modifiche alla legge regionale 5 gennaio 1995 n. 7 concernente norme per la protezione della fauna selvatica e per la tutela dell'equilibrio ambientale e disciplina dell'attività venatoria», assegnata, alla 111 Commissione in sede referente;
— n. 206 in data 20 ottobre 2003, ad iniziativa dei consiglieri Favia e Cesaroni, concernente: «Norme transitorie per l'assorbimento nell'organico del Servizio Sanitario . Regionale del. personale in servizio presso strutture private convenzionate», assegnata alla V Commissione in sede referente;
— n. 207 in data 20 ottobre 2003, ad iniziativa dei consiglieri Novelli e Cecchini, concernente: «Tutela reale ed obbligatoria e sulle indennità risarcitorie per i licenziamenti individuali», assegnata alla III Commissione in sede referente.


Proposta di atto amministrativo
(Annuncio e assegnazione)

PRESIDENTE. Sono state presentate le seguenti proposte di atto amministrativo:
— n. 122 in data 20 ottobre 2003. ad iniziativa della Giunta regionale, concernente: Legge regionale 9/97 art. 14, comma 3 - Esame del bilancio consuntivo 2002 dell'ASSAM», assegnata alla Il Commissione in sede referente;



Proposta di deliberazione

PRESIDENTE. E’ stata presentata la proposta di deliberazione n. 10 in data 17 ottobre 2003, ad iniziativa dell'Ufficio di Presidenza, concernente: «Commissione consiliare d'inchiesta concernente l’accertamento della correttezza delle procedure del concorso pubblico per funzionari ingegneri-architetti, prima
qualifica funzionale dirigenziale di cui alla deliberazione della Giunta regionale 20 luglio 1992, n. 2308 - Proroga del termine per l'ultimazione dei lavori», (iscritta all'ordine del giorno della seduta odierna).



Mozioni
(Annuncio di presentazione)

PRESIDENTE. Sono state presentate le seguenti mozioni:
— n. 313 del consigliere Castelli: «Favorire la qualità della lingua italiana utilizzata negli atti amministrativi e normativi della Regione Marche;
— n. 314 dei consiglieri Mollaroli e Franceschettì: «Contro l'abrogazione del tempo pieno e riduzione del tempo scuola nel primo ciclo di istruzione (elementare e media) proposta dal Ministro dell'Istruzione Letizia Moratti, contenuta nello schema di decreto legislativo di applicazione della legge 28 marzo 2003 n. 53, approvato dal Consiglio dei Ministri in prima lettura l’1 settembre 2003».



Petizione
(Annuncio di presentazione)

PRESIDENTE. E’ stata presentata la petizione n. 8 in data 20 ottobre 2003, dal Sig. Umberto Marconi, Sindaco del Comune di Monte Urano, concernente: «Rimozione di un ripetitore per la telefonia cellulare installato in Via Gioberti n. 13 e sollecito adozione tempestivi interventi per evitare l'ulteriore degrado delle condizioni ambientali della città", assegnata alla IV Commissione.



Nomina

PRESIDENTE. Ho provveduto, con mio decreto n. 133 del 14 ottobre 2003, alla nomina di un componente nel consiglio di amministrazione della Società Fiere di Pesaro spa.



Deliberazioni trasmesse dalla Giunta


PRESIDENTE. La Giunta regionale ha trasmesso le seguenti deliberazioni:
— n. 1324 in data 7 ottobre 2003: «Attuazione, delle disposizioni recate dall'art. 4 della legge regionale n. 10/2003 concernente: intervento regionale in favore dell'Associazione per la formazione al giornalismo - Euro 875.000,00»;
— n. 1325 in data 7 ottobre 2003: «Art. 27 comma 1 della legge regionale n. 4/2003 - iscrizione nel bilancio di previsione per l'anno 2003 di entrate derivanti dall'assegnazione di fondi dallo Stato vincolati a scopi specifici e delle relative spese - Euro 1.782.723,00»;
— n. 1326 in data 7 ottobre 2003: «Art. 27 comma 1 della legge regionale n. 4/2003 iscrizione nel bilancio di previsione per l'anno 2003 di entrate derivanti dall'assegnazione di fondi dallo Stato vincolati a scopi specifici e delle relative spese - Euro 2.264.615,09»;
— n. 1327 in data 7 ottobre 2003: "Art. 27 comma 1 della legge regionale n. 4/2003 - iscrizione nel bilancio di previsione per l'anno 2003 di entrate derivanti dall'assegnazione di fondi da soggetti terzi e delle relative spese - Euro 181.818,40»;
— n. 1328 in data 7 ottobre 2003: «Art. 27 comma 1 della legge regionale n. 4/2003 - iscrizione nel bilancio di previsione per l'anno 2003 di entrate derivanti dall'assegnazione di fondi dallo Stato vincolati a scopi specifici e delle relative spese - Euro 3.237.000,00»;
— n. 1329 in data 7 ottobre 2003: "Art. 27 comma 1 della legge regionale n. 4/2003 iscrizione nel bilancio di previsione per l'anno 2003 ~ di entrate derivanti
dall'assegnazione di fondi dallo Stato vincolati a scopi specifici e delle relative spese - Euro 46.523,51»;
— n. 1330 in data 7 ottobre 2003: "Art. 27 comma 1 della legge regionale n. 4/2003 - iscrizione nel bilancio di previsione per l'anno 2003 di entrate derivanti dall'assegnazione di fo dallo Stato vincolati a scopi specifici e delle relative
spese - Euro 130.000,00»;
— n. 1377 in data 13 ottobre 2003: «Art. 27 comma 2 della legge regionale n. 4/2003 - iscrizione nel bilancio di previsione per l'anno 2003 di entrate derivanti da assegnazione di fondi da parte di enti e soggetti terzi per sponsorizzare la Conferenza internazionale: 'T partenariato nella politica di prossimità: Il Mediterraneo ed i Balcani - Euro 90.000,0059 »;
— n. 1378 in data 13 ottobre 2003: «Art. 29 comma 2 della legge regionale n. 31/2001- Variazione compensativa al programma operativo annuale 2003 - fondi per la gestione degli interventi nel settore ittico - Euro 3.126,01 »;
— n. 1379 in data 13 ottobre 2003: «Art 27 comma 1 della legge regionale n. 4/2003 - iscrizione nel bilancio di previsione, per l'anno 2003 di entrate derivanti dall'assegnazione di fondi dallo Stato vincolati a scopi specifici e delle relative spese - euro 516.457,00».




Ricerca

PRESIDENTE. Comunico infine che nel quadro degli interventi tesi al recupero della storia dei valori espressi dalla nostra Regione l'ufficio di presidenza, in collaborazione con l'Anci Marche, la Lega delle autonomie e l'Aiccre intende promuovere una ricerca storico-culturale sull'origine e lo sviluppo delle autonomie comunali marchigiane.

Congedi

PRESIDENTE. Hanno chiesto congedo i consiglieri Gasperi, Martoni e Spacca.



Ordine del giorno della seduta

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, sull'ordine dei lavori, il consigliere Mollaroli. Ne ha facoltà.

ADRIANA MOLLAROLI. Chiedo l'iscrizione d'urgenza all'ordine del giorno della mozione 314 sull’abrogazione del tempo scuola e del tempo pieno.

PRESIDENTE. Non faremmo in tempo comunque a discuterla, quindi la mettiamo in coda per il prossimo Consiglio




Interpellanza (Svolgimento): «Accorpamento classi liceo scientifico di Fermo» Franceschetti (93)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l’interpellanza n. 93 del consigliere Franceschetti, che ha la parola per illustrarla.

FAUSTO FRANCESCHETTI. Sarò breve nell'illustrazione, perché intanto prendo atto con soddisfazione che il problema che ho sollevato con l'interpellanza, almeno momentaneamente è stato superato in quanto, per quest'anno scolastico è stato deciso di non procedere più all'accorpamento di alcune classi del liceo linguistico e del liceo scientifico di Fermo, perché, come sa anche l'assessore c'era stato un decreto del dirigente scolastico che riduceva da 3 a 2 le quarte classi di quel corso linguistico del liceo scientifico. Ovviamente la cosa ha provocato immediatamente un grande allarme tra le famiglie e gli studenti, ma anche tra gli insegnanti di quell'istituto, sia perché quel decreto del dirigente scolastico era venuto a corso già iniziato, cioè quando le famiglia avevano già acquisto i libri di testo, sia perché interessava soprattutto alcune classi di fine corso, con delle conseguenze gravi dal punto di vista del disagio per gli studenti e dal punto di vista della qualità del servizio e della didattica.
Rispetto a questo c’è stata una grande mobilitazione, sia da parte degli studenti che delle famiglie, anche il consiglio d'istituto in data 1 ottobre prese posizione contro questo accorpamento di cui il preside è stato costretto, di fatto a prendere, a seguito delle circolari ministeriali, soprattutto della 58 del 2003 che obbliga i dirigenti scolastici a prendere questi provvedimenti. Quindi c'è stata una reazione forte da parte di tutti e c'è stato un sostegno di questa battaglia da parte dei diversi livelli istituzionali, sia locali che regionali, anzi da questo punto di vista vorrei ringraziare l'assessore Secchiaroli che ha dimostrato interesse e anche una tempestività nell'intervenire su questo caso specifico, esercitando in pieno una sua funzione precisa e un suo diritto in qualità di assessore.
Concludo questo mio intervento rilevando un aspetto. Il caso specifico in sé è stato momentaneamente risolto, il che non significa avere eliminato per sempre questo rischio, sia per quanto riguarda, nello specifico, il liceo scientifico di Fermo o altre scuole di quel territorio, sia, in generale, su tutti gli istituti e tutte le scuole della nostra regione, perché permane, purtroppo, una politica del Governo Berlusconi, una politica scolastica tesa, come abbiamo visto anche con la recente proposta della finanziaria nazionale, a sottrarre da una parte risorse alla scuola pubblica e ad apportare delle progressive introduzioni per uno spostamento di risorse vero quella privata, attraverso anche delle scelte centralistiche che obbligano poi le realtà periferiche a prendere provvedimenti simili a quelli di cui oggi parliamo, che eliminano, di fatto, la completa autonomia delle scuole stesse.
La richiesta che faccio all'assessore in modo particolare e alla Giunta nel suo complesso, è che ci sia una vigilanza rispetto a tutte queste questioni, perché casi simili a quello di Fermo continueranno anche nel corso dei prossimi mesi, quindi deve esserci anche un'attenzione particolare che come Regione dobbiamo rivolgere a questo problema specifico e, più in generale, alla scuola marchigiana.

PRESIDENTE. Ha la parola l'assessore Secchiaroli.

MARCELLO SECCHIAROLI. E' importante che mentre discutiamo questa mozione il problema sembra, almeno temporaneamente, risolto, però è sempre l'occasione per rimarcare il momento che stiamo vivendo nei passaggi della riforma scolastica nazionale, perché sicuramente queste cose, senza ancora una precisazione delle competenze fra Regioni, Stato, enti locali ecc., crea anche queste situazioni, quindi è l'occasione per ripercorrere molto brevemente, sinteticamente, la situazione della nostra regione e la situazione in Italia rispetto anche alla legislazione che attualmente abbiamo. Abbiamo il 112 che mantiene ancora allo Stato i compiti relativi all'assegnazione del personale, abbiamo la legge 30 che riserva lo stato giuridico del personale all'ufficio scolastico regionale, la 300 attribuisce alla direzione generale dell'ufficio scolastico regionale l'assegnazione del personale alle istituzioni scolastiche, l'art. 6 del Dpr 347 stabilisce che l'ufficio scolastico regionale assegna alle istituzioni scolastiche le risorse di personale ed esercita tutte le competenze in materia. Questa è la legislazione all'interno della quale noi ci muoviamo, finché passi avanti sull'applicazione del titolo V non si faranno in termini precisi.
Durante i mesi di marzo-aprile, nella preparazione dell'anno scolastico, molte anomalie si presentavano rispetto all'apertura e per questo la Regione si è fatta promotrice di diversi incontri con le Province, con l'Anci, a cui ha partecipato sempre il direttore regionale scolastico e qui va dato atto al direttore scolastico regionale che più di una volta si è assunto responsabilità di debordare dalle direttive a livello nazionale.
In un primo tempo c'era nella nostra regione un taglio di 295 unità, poi all'appropinguarsi dell'apertura dell'anno scolastico, tramite le concertazioni continue che abbiamo fatto, siamo scesi a 197 e siamo riusciti ad avere 98 posti in più nell'organico dell'assistenza scolastica all'handicap. Dico questo perché non va assunta una pregiudiziale ideologica rispetto al rapporto che la Regione Marche ha con la direzione scolastica regionale e con gli enti locali in un periodo dove veramente diventa difficile programmare non tanto per i futuri anni scolastici, ma diventa difficile programmare la scuola rispetto ai mesi che seguiranno. Dico questo perché emblematico su tutti è il protocollo d'intesa che la Regione Marche ha fatto insieme a tutte le altre Regioni, per far partire nel modo più indolore possibile una mancanza per la riduzione dell'età dell'obbligo scolastico e questo protocollo d'intesa riassume in sé il senso di responsabilità che le Regioni hanno preso rispetto a chi deve usufruire della scuola. Va evitato che ciò crei dispersione scolastica e tutte le cose che sappiamo, per cui sono intervenuto su sollecitazione anche del collega Franceschetti presso la direzione scolastica regionale che anche questa volta penso abbia fatto onore ai rapporti che fin qui esistono, di collaborazione; una collaborazione che è molto limitata e circoscritta a quello che la legislazione oggi prevede e a quello che la legislazione non chiarisce fino in fondo e che rimane un po' nel limbo.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Franceschetti.

FAUSTO FRANCESCHETTI. Sono soddisfatto della risposta dell'assessore, quindi prendo atto con soddisfazione che, almeno come è stato detto, temporaneamente il problema specifico è stato risolto.




Interrogazioni (Rinvio):
«Iniziativa comunitaria Equal — Predisposizione graduatorie» Giannotti (358)
«Progetti Equal» Gasperi, Ciccioli, Castelli, Pistarelli e Romagnoli (573)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca le interrogazioni n. 358 del consigliere Giannotti e n. 573 dei consiglieri Gasperi, Ciccioli, Castelli, Pistarelli e Romagnoli.
Il consigliere Gasperi, in trasferta, ci ha chiesto di non trattare questa interrogazione, è d'accordo anche il consigliere Giannotti, quindi procediamo con i punti successivi dell'ordine del giorno.



Ordine dei lavori

PRESIDENTE. Propongo di anticipare il punto 8 dell'ordine del giorno, cioè la proposta di deliberazione n. 10, ad iniziativa dell'ufficio di presidenza, concernente «Commissione consiliare d'inchiesta concernente l'accertamento della correttezza delle procedure del concorso pubblico per funzionari, ingegneri-architetti, I qualifica funzionale dirigenziale, di cui alla deliberazione della Giunta regionale 20 luglio 1992, n. 2308. Proroga del termine per l’ultimazione dei lavori».
Pongo in votazione la proposta.

Il Consiglio approva



Proposta di deliberazione (Discussione e votazione): «Commissione consiliare d'inchiesta concernente l'accertamento della correttezza delle procedure del concorso pubblico per funzionari, ingegneri-architetti, I qualifica funzionale dirigenziale, di cui alla deliberazione della Giunta regionale 20 luglio 1992, n. 2308. Proroga del termine per l’ultimazione dei lavori» Ufficio di presidenza (10)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la proposta di deliberazione n. 10 ad iniziativa dell'ufficio di presidenza.
Ha la parola il relatore, consigliere Donati.

SANDRO DONATI. Il Consiglio regionale, con deliberazione n. 91 del 7 maggio 2003 ha istituito una Commissione consiliare d’inchiesta avente ad oggetto l'accertamento della correttezza delle procedure del concorso pubblico per funzionari, ingegneri-architetti, I qualifica funzionale dirigenziale.
Secondo quanto disposto dalla citata deliberazione, il termine entro il quale la Commissione consiliare d’inchiesta avrebbe dovuto ultimare i propri lavori e riferire al Consiglio regionale era di cinque mesi dal suo insediamento. Essendo avvenuto l'insediamento della Commissione il 20 maggio 2003, il termine assegnato per l'ultimazione dei lavori scade il 20 ottobre 2003. Il presidente della Commissione consiliare d'inchiesta, con nota del 15 ottobre 2003 ha richiesto una proroga di due mesi per l'ultimazione dei lavori d'indagine, pertanto spetta al Consiglio regionale, su proposta dell'ufficio di presidenza, accordare la proroga richiesta.
L'ufficio di presidenza, nella seduta n. 123 del 15 ottobre 2003 ha deciso di proporre al Consiglio una proroga di due mesi per la proroga dei lavori di detta Commissione, incaricando il servizio competente della stesura della relativa deliberazione.

PRESIDENTE. Pongo in votazione la proposta di deliberazione.

Il Consiglio approva






Proposta di legge (Prosecuzione esame degli articoli e votazione): «Assestamento del bilancio 2003» Giunta (198)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la proposta di legge n. 198, ad iniziativa della Giunta.
Ricordo che le relazioni sono state fatte, sono stati svolti gli interventi, abbiamo votato numerosi articoli. Riprendiamo dalla votazione degli articoli mancanti.
Art. 10 ter. Emendamento n. 29. Lo pongo in votazione.

Il Consiglio non approva

Emendamento n. 30. Lo pongo in votazione.

Il Consiglio approva

Emendamento n. 31. Lo pongo in votazione.

Il Consiglio approva

Emendamento n. 32. Lo pongo in votazione.

Il Consiglio approva

Pongo in votazione l'art. 10 ter come emendato.

Il Consiglio approva

Art. 11. Emendamento n. 33.L Lo pongo in votazione.

Il Consiglio non approva

Pongo in votazione l'articolo 11.

Il Consiglio approva

Articolo 11 bis. Emendamento n. 34, a firma Castelli. Lo pongo in votazione.

Il Consiglio non approva

Pongo in votazione l'articolo 11 bis.

Il Consiglio approva

Articolo 11 ter. Emendamento n. 35. Lo pongo in votazione.

Il Consiglio non approva

Pongo in votazione l'articolo 11 ter.

Il Consiglio approva

Articolo 12. Emendamento n. 37. Lo pongo in votazione.

Il Consiglio non approva

Pongo in votazione l'articolo 12.

Il Consiglio approva

Articolo 12 bis. Emendamento n. 38. Lo pongo in votazione.

Il Consiglio non approva

Pongo in votazione l'articolo 12 bis.

Il Consiglio approva

Art. 13. Emendamento n. 39. Lo pongo in votazione.

Il Consiglio non approva

Emendamento n. 40. Lo pongo in votazione.

Il Consiglio approva

Emendamento n. 41 a firma Agostini. Lo pongo in votazione.

Il Consiglio approva

Pongo in votazione l'articolo 13 come emendato.

Il Consiglio approva

Emendamento n. 42 del consigliere Cecchini, con il quale si propone l'istituzione dell'art. 13 bis. Lo pongo in votazione.

Il Consiglio non approva

Emendamento 43. C’è un emendamento a cui sono stati presentati tre subemendamenti a firma Massi, Luchetti e Amati .
Ha la parola il consigliere Massi per illustrare il subemendamento a sua firma.

FRANCESCO MASSI GENTILONI SILVERI. Ci troviamo di fronte alla proposta di vendita dei "gioielli di famiglia", in momenti di magra. Se vendiamo i "gioielli di famiglia", facciamo in modo che le comunità locali ne traggano un beneficio diretto.
E' chiaro che la Regione potrebbe essere interessata a fare una vendita all'asta a soggetti che si presumono specializzati nella gestione commerciale e turistica, però è anche vero che gli enti locali — e mi pare che in questi giorni la Provincia di Ascoli Piceno sia intervenuta su questo. Io parlo anche a nome della Comunità montana, del Comune di Tolentino e della Provincia di Macerata — da tempo hanno avanzato una richiesta di riflessione, perché sarebbero intenzionati, in maniera consortile, in questo caso, ad acquistare l'immobile. L'emendamento è volto a garantire procedure di vendita separate . Parliamo di trattativa privata nell'interesse di enti privati. E' difficile trattare sulla congruità, ci sarebbe di mezzo la Corte dei conti, anche se un atteggiamento di attenzione per gli enti locali sarebbe giustificato, quindi l'emendamento è volto a favorire procedure di vendita separate e anche a trattativa privata con gli enti locali singoli o associati. Siccome mi pare che sia nella provincia di Macerata che in quella di Ascoli Piceno — ho approfondito meno l'aspetto di Senigallia, su cui credo interverrà la collega Amati — ci sia questa intenzione, gli emendamenti dovrebbero favorire queste procedure. E' chiaro poi che bisogna dare un certo periodo agli enti locali per avanzare una proposta congrua ed attendibile, che non penalizzi la manovra finanziaria della Regione che deve realizzare in questa fase un obiettivo di entrata.

PRESIDENTE. Pongo in votazione il subemendamento.

Il Consiglio non approva

Subemendamento 00043 a firma Luchetti. Lo pongo in votazione.. Se si approva questo decade il subemendamento Agostini. Guardate bene, per cortesia...

SILVANA AMATI. Se ci date un po' di tempo, forse possiamo capire cosa stiamo votando.

PRESIDENTE. Stiamo parlando dell'art. 43 e abbiamo già respinto l'emendamento illustrato dal consigliere Massi 000043 che sostituiva il comma 1. Adesso stiamo votando l'emendamento presentato da Luchetti 00043, che sostituisce pure il comma 1. Successivamente c'è un altro emendamento al comma 1 presentati da Silvana Amati, che è stato subemendato dall'assessore. Se vogliamo emendare il comma 1 il subemendamento 000043...

ROBERTO GIANNOTTI. Abbiamo già votato. L'aula ha già preso atto...

FRANCA ROMAGNOLI. Quindi è decaduto lo 0,43.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Procaccini.

CESARE PROCACCINI. Voglio approfittare dell'occasione per intervenire anche sulle altre proposte di modifica, in particolare su quella dell'assessore Agostini. Questo è un tema che già abbiamo discusso, ma vorrei ricordare all'aula che la legge 38 del 1998, all'art. 34 definisce, quindi obbliga il passaggio, a decorrere dall'1.7.1999, delle scuole regionali della formazione professionale alle Province. La legge è tuttora operativa, non è stata abrogata, quindi in maniera di correttezza istituzionale noi già siamo in ritardo in questo passaggio di proprietà. Inoltre vorrei ricordare che nella riunione del Consiglio regionale del 21 novembre 2001, in occasione della discussione sull'assestamento di bilancio, fu approvato all'unanimità un emendamento che doveva dare corso a questa correttezza istituzionale, quindi noi siamo contrari alla privatizzazione di queste proprietà. Se poi alcune Province, come già hanno fatto, d'intesa con la Regione vogliono fare altre scelte, questo...

ROBERTO GIANNOTTI. Presidente, chiedo il rispetto del regolamento. Di cosa parla Procaccini?

CESARE PROCACCINI. Parlo nel merito, consigliere Giannotti.

ROBERTO GIANNOTTI. Presidente, faccia rispettare il regolamento.

CESARE PROCACCINI. Ho già detto che intervengo sia nel merito, sia...

ROBERTO GIANNOTTI. Il regolamento, a votazione conclusa non prevede interventi a ritroso.

CESARE PROCACCINI. Giannotti, lei deve stare più calmo, perché se lei...

ROBERTO GIANNOTTI. Io sono calmissimo. Tu non puoi pretendere di fissare le regole in quest'aula.

CESARE PROCACCINI. Io le rispetto, ma non capisco questo nervosismo.

PRESIDENTE. Consigliere Giannotti, c'è una cosa che lei non deve fare. Lei deve stare tranquillo, perché la garantisco più io, delle sue azioni, è sicuro questo.

CESARE PROCACCINI. Vi sono due emendamenti, quello della collega Amati e quello dell'assessore Agostini.

ROBERTO GIANNOTTI. No, è decaduto perché avete bocciato il subemendamento.

CESARE PROCACCINI. Non è vero.
Non capisco, collega, questo suo nervosismo. Se lei mi permette concludo in pochi minuti, perché sono rispettoso dei regolamenti, quindi, in conseguenza di ciò dobbiamo esprimere una valutazione rispetto ad una scelta che già questo Consiglio aveva discusso. Ripeto, se alcune Province, d'intesa con la Regione, vogliono alienare in tutto o in parte il patrimonio delle ormai ex scuole regionali possono farlo, ma ci sono Province, come quella di Ascoli Piceno, che con atti formali dei propri organismi istituzionali hanno detto che questa alienazione non va bene, perché la stessa Provincia di Ascoli Piceno ritiene di mantenere la proprietà pubblica, per tre motivi fondamentali.
In primo luogo sono lì ubicati i centri per l'impiego i quali debbono essere sviluppati, perché è controproducente che uno dei competitori, quello pubblico, per quanto riguarda l'incrocio fra domanda e offerta di lavoro, non può tagliarsi le gambe da solo, inibirsi la possibilità di sviluppo logistico e organizzativo. In secondo luogo, la parte commerciale che lì insiste — il ristorante — può essere in maniera tranquilla dato in gestione a cooperative di giovani, potrebbe continuare ad essere strumento della formazione, o essere dato in affitto a privati, proprio perché ciò garantirebbe e consentirebbe un ricavato continuativo, che potrebbe essere reinvestito. La vendita non è un buon affare, perché il ricavato svanirebbe in poco tempo. Ma c'è un terzo elemento: ad Ascoli Piceno è stata definita, come sede formale, in base alla legge regionale sulla cooperazione e lo sviluppo, l'università della pace. L'attuale complesso dell'Hotel Marche, se non privatizzato potrebbe, tra le altre cose, essere anche sede fisica di quella università per gli archivi, per convegni, per gli incontri tra culture e popoli diversi. Quindi lo scopo sociale deve essere visto in primo luogo, tutto il resto viene dopo. Tra l'altro questa discussione in maniera unanime, d'intesa anche tra l'assessore Agostini e tutta la Giunta l'avevamo sviluppata nel 2001 in occasione della discussione sull'assestamento del bilancio. Ora c'è solo un fatto nuovo: che alcune Province hanno fatto altre scelte, ma per quelle Province che vogliono mantenere la proprietà pubblica credo che in ottemperanza della legge 38 del 1998 dobbiamo dare corso a questa necessità pubblica.

PRESIDENTE. Ha la parola l'assessore Agostini.

LUCIANO AGOSTINI. Vorrei fare alcune precisazioni rispetto all'intervento del collega Procaccini. Con due Province abbiamo raggiunto un accordo per l'alienazione dell'immobile e la relativa suddivisione delle risorse che se ne ricavano, che vanno nella direzione dell'emendamento proposto da Massi, che condivido nel merito ma che ritengo superfluo, perché la stessa legge di trasferimento delle funzioni dà l'obbligo, alla Regione, di garantire in risorse o in immobili, la scuola professionale e i centri per l'impiego, per cui da questo punto di vista siamo garantiti dalla legge di trasferimento delle funzioni, on occorre ribadirlo con un emendamento. Parliamo delle porzioni commerciali svincolate dall'attività di formazione professionale che sono ancora di proprietà della Regione.
L'accordo è stato raggiunto con due Province. Con la Provincia di Ascoli c'è una trattativa in corso, ribadita con una lettera fatta ieri al Presidente e al sottoscritto dal presidente e dall'assessore al lavoro di quella Provincia, seguita da un incontro del sottoscritto con l'assessore al lavoro della Provincia stessa. Si vuol instaurare una trattativa perché quell'immobile possa essere interamente acquisito dalla Provincia di Ascoli Piceno. Su questo noi non abbiamo nessun problema, la legge ci dà la possibilità di attivare con l'ente locale la trattativa privata, per cui sulla stima fatta dall'Ute possiamo attivare la trattativa privata con l'ente pubblico e dare conseguenza a un indirizzo programmatico della Provincia di Ascoli che invece vuole rendere tutto pubblico. Sul fatto che la Regione rimanga proprietaria dell'attività commerciale, intanto in questi anni la Regione si è spogliata di queste funzioni. Poter riappaltare a soggetti privati significa, per la Regione, fare diversi lavori di adeguamento, sia di carattere strutturale che altri, quindi noi non siamo in grado di poter mettere a norma e strutturalmente investire su quell'edificio per poi farvi reinvestire privati. Siccome c'è questa intesa con la Provincia di Ascoli e noi non abbiamo nulla in contrario ad attivare la trattativa privata con la Provincia stessa perché l'immobile venga acquisito da lei esclusivamente, non vedo quali problemi abbiamo anche per la definizione di quest'ultimo immobile.
Un invito alla maggioranza. Penso che sarebbe sbagliato metterci dentro vincoli stretti sull'utilizzo delle somme. Siccome, nella fase di predisposizione del bilancio, facciamo accordi politici sull'impostazione programmatica del bilancio, non c'è alcuna difficoltà a ragionare in quella sede su come utilizzare le risorse che eventualmente spenderemo ed è evidente che c'è un indirizzo perché quelle risorse siano complessivamente reinvestite nelle zone da cui provengono gli immobili. Nelle tre province reinvestiremo con progetti che devono stare dentro la programmazione regionale.
Mettere vincoli regolamentari in quello che può far parte di un accordo politico lo ritengo assolutamente improprio.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Giannotti.

ROBERTO GIANNOTTI. Presidente, mi deve scusare, ma probabilmente fra me e lei non c'è...

PRESIDENTE. Consigliere, non inventi questioni che non esistono, stia al tema.

ROBERTO GIANNOTTI. Posso in maniera preliminare sapere su cosa discutiamo?

PRESIDENTE. Stiamo discutendo nel merito dell'art. 13 emendato dal 43, dopo che abbiamo approvato l'emendamento del consigliere Luchetti.

ROBERTO GIANNOTTI. Abbiamo effettuato una votazione che ha determinato un altro risultato.

PRESIDENTE. Abbiamo votato l'emendamento presentato da Luchetti.

ROBERTO GIANNOTTI. E come abbiamo votato?

PRESIDENTE. Consigliere, deve essere attento: abbiamo già votato e accolto l'emendamento del consigliere Luchetti.

ROBERTO GIANNOTTI. Il fatto che abbiamo votato l'emendamento significa che dopo la votazione si apre la discussione e si aprono le dichiarazioni di voto sul successivo emendamento, lei non può inventarsi il regolamento e aprirmi la discussione dando la parola a Procaccini per fare un intervento sull'articolo. Questo proceduralmente è inaccettabile. Questo glielo dico, poi lei fa come le pare, ma questo ho il dovere di dirlo.
Comunque, siccome lei ha aperto un varco, anch'io intervengo sulla materia relativa all'emendamento 43 del consigliere Agostini.
Questo emendamento, se c'era bisogno segnala la situazione non di difficoltà, di disastro economico in cui versano i conti di questa Regione. Quando una istituzione arriva a decidere di vendere i "gioielli di famiglia"... (Interruzione del Presidente D'Ambrosio). Lei ha un brutto vezzo, Presidente: intanto vede rosso tutte le volte che si parla del Governo. Non mi sembra che sia pertinente la sua osservazione, sia rispetto all'azione dei governi che hanno preceduto questo, ma non mi interessa più di tanto addentrarmi in questo percorso. Non mi sembra pertinente il fatto che tutte le volte che viene sollevata una critica rispetto alla gestione concreta degli affari delle Marche, lei rilanci dicendo "anche a Roma fanno così". Non mi interessa, mi interessa quello che fa questa Regione, perché il livello di responsabilità che io esercito è questo. Se il Signore avesse voluto che il livello di intervento fosse diverso, ci avrebbe eletto parlamentari, cosa che non è stata. Noi siamo consiglieri regionali, giudichiamo l'azione del Governo regionale e interveniamo sugli strumenti che questo Governo ci propone. Questo è uno strumento che manifesta una scelta, la scelta che classifica la condizione di bancarotta dal Consiglio regionale. Quando si decide di alienare tutto il patrimonio immobiliare in questo modo, senza aver fatto una verifica della situazione regionale, senza avere monitorato il reale utilizzo dei beni, senza avere realizzato in questo Consiglio una discussione sulla reale utilizzazione di questo patrimonio, questo dimostra che siete allo sbando. Non si tiene conto che in questi anni, in questi mesi avete compiuto scelte, anche sul piano locale, vedi l'affitto di grandissime dimensioni per i locali che ospitano il centro per l'impiego, assolutamente criticabili. Se c'era questa prospettiva, se c'era questa possibilità allora veramente quel discorso andava affrontato diversamente, ma dove sta il limite di fondo? Che non siete neanche capaci di far cassa, perché da una parte dite "alieniamo tutto, vendiamo tutto non ci interessa, però se questi beni hanno una valenza pubblica facciamo la trattativa privata con le amministrazioni locali", cioè se fosse vero questo e questo fosse il principio che ispira le scelte che farete, pochi soldi, pochi contanti entreranno, quindi questo atto non si giustifica.
Da questo punto di vista, evidentemente, questa scelta non può essere accettata.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Massi.

FRANCESCO MASSI GENTILONI SILVERI. Ho bisogno, assessore Agostini di un chiarimento. L'assessore Agostini, anche per vicinanza geografica, è informatissimo sulle richieste di Colonnella, presidente della Provincia di Ascoli Piceno...

LUCIANO AGOSTINI. Sono informatissimo anche su quelle di Macerata.

FRANCESCO MASSI GENTILONI SILVERI. L'intervento di Procaccini è molto razionale e condivisibile, perché ha posto dei problemi della gravità che abbiamo sottolineato. Volevo capire una cosa: lei ha detto che le Province di Macerata e Ancona sono d'accordo per l'alienazione e che Ascoli invece ha espresso la richiesta di acquisto, in forma singola o consortile. Questo non è avvenuto anche per la Provincia di Macerata? Il Comune di Tolentino ha fatto una delibera consiliare su questo.

LUCIANO AGOSTINI. Il Comune di Tolentino sì. Se è intenzionato ad acquistare, noi attiviamo la trattativa privata con il Comune di Tolentino. Oltre alla delibera ci stiamo sentendo, con il Comune di Tolentino abbiamo già fatto un incontro per verificare le stime che sono state fatte dall'Ute. Loro dovevano fare un'ulteriore verifica sulle disponibilità dei loro cespiti e la possibilità anche di organizzare un programma di utilizzo, doopdiché la decisione è in mano loro, consigliere Massi. Se loro intendono acquisire, noi attiviamo la trattativa privata.

FRANCESCO MASSI GENTILONI SILVERI. Risulta quindi che c'è la richiesta del Comune di Tolentino, su questo possiamo stare tranquilli?

LUCIANO AGOSTINI. La richiesta c'è, poi ci sono incontri informali fatti su problemi tecnici che, vista la situazione, hanno raffreddato un po' la trattativa.

FRANCESCO MASSI GENTILONI SILVERI. Invece non c'è richiesta da parte della Provincia di Macerata?

LUCIANO AGOSTINI. Di acquisire no.

FRANCESCO MASSI GENTILONI SILVERI. Si era detto che gli enti associati, insieme alla Provincia, dovessero fare questa richiesta, invece l'ha fatta solo il Comune di Tolentino, cosa soddisfacente ma non sufficiente per ora.

LUCIANO AGOSTINI. In ogni caso, se domani la Provincia di Macerata dovesse avere un ripensamento e dire "insieme al Comune di Tolentino o insieme ad altri Comuni abbiamo costruito un programma, per cui vogliamo acquistare", non c'è nessun problema.

FRANCESCO MASSI GENTILONI SILVERI. L'unico problema rimane il fatto che voi avete bocciato un emendamento che dava i tempi. Sui tempi cosa rispondete?

LUCIANO AGOSTINI. Mettere un tempo significa anche irrigidirsi. Io credo che la trattativa tra enti locali debba venire fatta con il maggiore buon senso possibile, per cui se da parte di un ente locale si dice "ci vogliono due mesi ancora per concretizzare un programma...

FRANCESCO MASSI GENTILONI SILVERI. Quindi possiamo assicurare un'elasticità?

LUCIANO AGOSTINI. Certo.

FRANCESCO MASSI GENTILONI SILVERI. Va bene.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Amati.

SILVANA AMATI. Dato che abbiamo votato il comma 1, propongo un emendamento soppressivo del comma 2 che recita: "Le alienazioni di cui al comma 1 possono essere effettuate con procedure separate, con diritto di prelazione. Per le rispettive Amministrazioni comunali e le rispettive Amministrazioni provinciali le somme eventualmente derivanti dalle alienazioni spettanti alla Regione possono essere prioritariamente reinvestite in progetti proposti dagli enti locali degli ambiti provinciali di appartenenza e compatibili con la programmazione regionale".

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Cecchini.

CRISTINA CECCHINI. Il subemendamento è positivo rispetto al testo dell'articolo, nel senso che consente alle amministrazioni pubbliche diritto di prelazione, quindi voterò il subemendamento, mentre non voterò comunque il testo dell'art. 13 bis perché qui si completa la politica portata avanti in sede di discussione della legge 13/2003, quella delle alienazioni del patrimonio pubblico delle Asl e il combinato disposto di questi due articoli, messi in leggi diverse, dà via libera alla vendita generalizzata del patrimonio pubblico, che mi sembra molto grave, perché un conto è classificarlo e verificare che di campi da tennis non possiamo fare niente e lo svolgimento dei compiti istituzionali della Regione non avrebbe detrimento dalla mancanza della proprietà dei campi da tennis. Un conto è fare un ragionamento sulle ex scuole che devono andare alle Amministrazioni provinciali, un conto è generalizzare completamente l'elenco delle dismissioni dei beni immobili regionali, perché pare altro che un'operazione di pura cassa, rispetto alla quale i criteri politici di salvaguardia del patrimonio pubblico vengono meno. Quindi buono il subemendamento perché consente ad altre amministrazioni pubbliche di acquisire ciò che possono acquisire, ma mi sembra sbagliata la politica che viene portata avanti dalla Giunta regionale, purtroppo in modo reiterato, perché dopo la sanità anche il patrimonio disponibile dell'ente Regione e non essendoci paletti su questa politica sembra solo che sia un far cassa e soprattutto un correr via rispetto a una bancarotta che si sente arrivare. Questo mi pare molto grave.

PRESIDENTE. Pongo in votazione il subemendamento a firma Amati.

Il Consiglio approva

Pongo in votazione l'emendamento 43 come subemendato.

Il Consiglio approva

Emendamento 44. Lo pongo in votazione.

Il Consiglio approva

Articolo 14. Lo pongo in votazione.

Il Consiglio approva

Articolo 15. Occorre la maggioranza assoluta. Lo pongo in votazione.

Il Consiglio approva

Pongo in votazione il coordinamento tecnico.

Il Consiglio approva

Pongo in votazione la proposta di legge. Ha la parola, per dichiarazione di voto, il consigliere Castelli.

GUIDO CASTELLI. A mio modo di vedere la discussione sugli emendamenti che è terminata qualche secondo fa, non ha certamente superato le obiezioni che avevamo mosso in occasione della discussione generale. In questa legge di assestamento, in effetti viene confermata la volontà di contravvenire alla legge, di utilizzare la legge di assestamento come una sorta di bugigattolo attraverso il quale introdurre nell'assetto normativo di questa Regione norme, elementi che non potrebbero, a mente della legge 31 sulla contabilità della nostra regione, trovare albergo in questa legge di assestamento. E' un fatto grave e mi riferisco, ad esempio, alla norma — ne abbiamo parlato nel corso dell'ultima seduta — porta, di fatto, alla modifica dei requisiti per assumere la qualità di direttore di zona. Sono fatti molto gravi, fatti che non depongono a favore del decoro con il quale il Consiglio regionale esercita la propria funzione, perché noi abbiamo un bel dire a invocare maggiore forza, maggiore dignità per le assemblee elettive, a proporre leggi e statuti che in qualche modo vogliono tratteggiare in modo edificante e prestigioso il nostro ruolo. Abbiamo un bel dire che tuttavia contraddiciamo nel momento in cui noi stessi ci rendiamo strumento di un disegno che probabilmente va incontro all'esigenza della Giunta di collazionare una serie di tamponi, una serie di pezze che devono,, sul finire dell'esercizio finanziario, consentire di evitare qualche piccolo o grosso problema finanziario-normativo, ma così facendo sviliamo sicuramente il ruolo del Consiglio regionale. Mi rendo conto che sono una voce che denuncia queste cose nel deserto, ma la riflessione più puntuale e precisa è che, dopo aver utilizzato spesso e volentieri, la legge finanziaria anche per realizzare obiettivi diversi da quelli che alla stessa legge finanziaria assegna l'ordinamento contabile della nostra regione, siamo arrivati a farlo anche nel bilancio. E' come se ci fosse un tracimare di irregolarità e comunque di indicazioni di tensioni normativamente non consentite verso una deriva del "tiriamo avanti, così dobbiamo fare, alziamo le spalle di fronte alla situazione". E' successo — ed è gravissimo — che la norma della legge 20 del 2003 sulla riorganizzazione della nostra sanità regionale sia stata modificata con la legge di assestamento del bilancio. E' di una gravità evidente. Mi rendo conto che quando uno parla tutti se ne infischiano o quasi, ma nel mio intervento mi sono appellato anche alla sensibilità giuridica del nostro Presidente D'Ambrosio, il quale spesso e volentieri deve intervenire, anche con la sua autorevolezza, per dipingere una certa norma forse in termini più positivi di quanto la norma stessa non consenta, ma poi alla resa dei conti i nodi vengono al pettine. E' stato così nel corso della discussione sulla riorganizzazione del servizio sanitario, quando quel "pastrocchio" della reviviscenza della personalità giuridica delle zone è venuto al pettine ed è stato oggetto di un tentativo, anche quello, maldestro, di ricucitura e ridefinizione in occasione della delibera del 5 agosto sugli indirizzi da dare per la costituzione dell'Asur.
La stessa cosa succede ora: apriamo un varco che non è solo un pregiudizio, una menomazione della serietà con cui questo Consiglio regionale fa la sua attività normativa, perché così si tratta: noi siamo oggi consapevoli, voi siete oggi consapevoli che inseriamo nella legge di assestamento una norma che non poteva essere consentita neanche dalla legge finanziaria e questa è una cosa illecita, illegittima, una cosa che ripugna e dovrebbe ripugnare alla coscienza di chi comunque svolge una funzione di legislatore. Se è vero come è vero che la stessa legge finanziaria non può recare norme di carattere organizzativo e ordinamentale, chiedo come, in maniera indifferente a questo tipo di considerazione oggettiva possano oggi, i consiglieri regionali, approvare una legge di assestamento che modifica, con una norma che non ho paura a definire pensata, ipotizzata ad personam — perché si sa il nome e il cognome dei beneficiari di questa norma, perché sono dei "mandarini" dell'organizzazione sanitaria che oggi devono essere salvaguardati, perché evidentemente c'è chi ha una forza tale da sospingere un intero Consiglio regionale a cambiare una norma di organizzazione — la legge di bilancio. E' una cosa gravissima, che — non voglio esercitare con tratti da cinema horror — non solo non depone a favore della nostra — dico "nostra" in senso estremamente majestatis — sovranità di Consiglio regionale, ma che, soprattutto, costituisce un precedente che a mio modo di vedere non è degno di un'aula di Consiglio regionale.
E allora possiamo parlare di tutto, possiamo fare polemica, possiamo essere legittimamente interpreti delle nostre rispettive coalizioni politiche ma c’è un limite a tutto, l’avete varcato, perché nel momento in cui una legge di organizzazione viene cambiata in questa maniera si va oltre ciò che è lecito in senso formale, ma anche ciò che è lecito in senso sostanziale.
Questo è un aspetto che costituisce il primo e più significativo punto che non solo ci porta in maniera convinta a dare un voto di reiezione di questo bilancio di assestamento, ma che purtroppo getta una luce sinistra anche sul modo, sul piglio, sulla filosofia con cui, proprio sul piano sanitario, questa Giunta regionale vuole mantenere un approccio a ciò che si dovrà ancora fare. Ne parleremo anche nel corso della discussione del documento di programmazione economica e finanziaria: se il buon giorno si vede dal mattino, dopo la maratona di giugno, vediamo dei segnali, gli unici che sono stati dati, che non favoriscono ottimismo di nessun genere. Allora dovevamo fare entro 30 giorni un testo unico delle leggi sanitari, ne sono passati quasi 100 e quel testo unico non c’è. Abbiamo visto come il 5 agosto la Giunta regionale abbia sostanzialmente dato ragione alla Casa delle libertà, che evidenziava le antinomie della legge 20 del giugno 2003, ma abbiamo visto anche che il tentativo di modifica di questa legge è passato inusitatamente attraverso una delibera di Giunta regionale e non attraverso una modifica della legge che invece il Consiglio regionale avrebbe dovuto fare. Oggi abbiamo, con la legge di assestamento, quest’altro “pasticcio” che abbiamo prima criticato nei termini che ritengo meritava questo tipo di questione, quindi mi chiedo: veramente questa Giunta, questa Regione naviga a vista, veramente noi non solo non siamo messi in condizione di conoscere i dati contabili e gli elementi di questo assestamento, ma addirittura dobbiamo in qualche modo essere mortificati da questo atteggiamento che è fonte di prepotenza, di pre-potere e che, ripeto, assomiglia alla virulenza con cui spesso i dittatori, negli ultimi giorni delle loro dittature interpretano la filosofia del loro potere, ancora più cattivi, ancora più forti, ancora più indispettiti dal rispetto delle norme. Sto usando delle parole forti perché sono letteralmente indignato per una cosa che non doveva accadere, per cosa, tra l’altro, che ha un nome e un cognome dietro e che quindi non è connotata da quei caratteri di generalità e astrattezza che invece, dal primo anno della facoltà di legge mi hanno insegnato che dovesse caratterizzare una qualsiasi norma giuridica.
Concludo con delle piccole repliche all’assessore Agostini, il quale se l’è presa perché ho usato termini molto forti in occasione del mio commento generale. Vorrei precisare che quando io dico che questa seconda manovra — rendiconto-assestamento — noi non la possiamo correttamente interpretare per l’assoluta reticenza che questa Giunta ha mostrato rispetto ai dati, mi riferisco al fatto che nel momento in cui le voci della sanità sono per la prima volta incluse nel nostro bilancio, non potevamo andare nelle aziende a prenderci i dati, assessore Agostini. Lei ha detto: ci sono i dati nelle aziende, andateci.

LUCIANO AGOSTINI. Se tu vuoi il dettaglio...

GUIDO CASTELLI. Il problema è che il dettaglio ora è dettaglio del bilancio. Nel momento in cui il 20% del bilancio è rappresentato da una documentazione illustrativa di circa 2.000 pagine, è evidente che ce ne vogliono altre 6.000. (Interruzione). E lo confermo, assessore, perché nel omento in cui c’è scritto che il disavanzo è pari a 109 milioni e nel momento in cui il verbo utilizzato è “determinato”, è evidente che qui si vuole andare per affermazioni di principio e non per elementi contabili suffragati e riscontrabili. E’ assolutamente narcotizzato, questo bilancio. Sfido qualcuno della maggioranza a capire qualcosa. Vi siete inventati le upb che altro non sono che cortine fumogene per non far capire niente, scientemente, al consigliere regionale. Inoltre, sul disavanzo sanitario che rappresenta l’80% del nostro bilancio arrivate a dire che i 109 milioni sono determinati e non sono neanche il frutto di una valutazione contabile. Bisogna che la tracciabilità di un dato sia garantita, perché questo è un bilancio che voi avete preparato in maniera tale che non capisse niente nessuno. E’ una manovra, un modo di fare. Voi sostenete che il consigliere regionale non deve capire nulla e non lo dico io, lo dicono gli uffici. Io sfido Franceschetti, piuttosto che Avenali, a dirmi se possono ricavare da questo documento, che altro non è che una grande tasca di Eta Beta in cui avete cacciato di tutto e dalla quale cacciate di tutto, a dire esattamente qual è il percorso per arrivare a 109 milioni.

LUCIANO AGOSTINI. La cifra assoluta non è 109, perché c’è...

GUIDO CASTELLI. Allora la delibera è diversa dal documento, me lo confermi. Mi confermi che il testo è diverso dal documento. Quando si arriva a modificare un rendiconto il 20 ottobre, noi ci siamo ormai abituati a tutto.
Quello che volevo dire a chiusura, è che tutto ciò che noi abbiamo dichiarato ed evidenziato nel corso della discussione di mercoledì scorso è risultato confermato, perché sfido chiunque a definire le norme che accompagnano, dopo l’art. 8, la legge di assestamento come norme che rientrano in quelle che legittimamente possono essere inserite, secondo la legge 31, in una legge di assestamento quindi siamo di fronte a una legge illegittima e comunque una legge — sembra assurdo e paradossale — che viene meno a quello che una legge “superiore” prevede. Siamo arrivati, con l’assestamento, a modificare la stessa legge di contabilità. Penso che veramente siamo arrivati allo stremo. In secondo luogo è un assestamento che evidenzia come l’improvvisazione che spesso regna nella nostra Regione, dia luogo a delle variabili e soprattutto a degli scostamenti che non possono essere tra ciò che si ipotizza nel pre-consuntivo che accompagna il bilancio di previsione, generalmente a marzo, e quello che invece risulta oggi, come elemento ad ottobre, degli scostamenti che non possono essere sempre spiegati con il solito refrain che è lo Stato che ci trasferisce tardi i soldi, perché è solo una parte della verità. Io so che questo è vero in parte, ma è altrettanto vero che questo assestamento ha portato a degli scostamenti che spesso sono pari a centinaia e centinaia di miliardi.
Come gruppo di Alleanza nazionale noi votiamo contro, invitiamo soprattutto il Presidente della Giunta D’Ambrosio a fare appello alla propria coscienza di giurista e a dirci se pensa realmente che questa legge, soprattutto negli articoli dall’8 al 13 sia coerente con l’ordinamento. Ripeto, mi appello al Presidente della Giunta regionale ma anche al magistrato, perché ci deve dire, Presidente: secondo lei è possibile o no che gli articoli dal 7 al 13 possano trovare albergo in una legge di assestamento? Mi appello a lei, perché altro non mi è consentito.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Pistarelli.

FABIO PISTARELLI. Colleghi, questa mattina non riesco ancora a capire come i lavori si siano impostati, perché l’ordine del giorno è stato ancora una volta stravolto, siamo arrivati in quest’aula e alle 10,30 era già stato fatto tutto il lavoro sugli emendamenti. E’ una cosa che ancora ci sconcerta, perché o ci si dice per telegramma il giorno prima, e allora ci organizziamo, oppure quest’aula non può la mattina, cinque minuti prima di iniziare, cambiare...

PRESIDENTE. Non abbiamo cambiato assolutamente niente. Abbiamo anticipato un punto all’ordine del giorno e il Vicepresidente Gasperi ha chiesto di non trattare le interrogazioni.

FABIO PISTARELLI. Però non si può poi stravolgere un certo tipo di programma. Io volevo dire delle cose che non sono riuscito a dire nella discussione, perché interpellanze e interrogazioni significava che doveva essere garantita la presenza dell’interpellante e dell’interrogante.

PRESIDENTE. Infatti è stato fatto, consigliere.

FABIO PISTARELLI. Non si possono accogliere delle richieste che sono fuori ordine del giorno, se gli ordini del giorno sono ormai consolidati su certe impostazioni. Oggi c’è un assestamento delicato, di fronte al quale dobbiamo registrare, ancora una volta, la strozzatura di un dibattito che invece ci doveva essere e doveva essere a tutto tondo. C’è stato comunque, seppur parzialmente, noi ci riteniamo profondamente insoddisfatti di questo dibattito, perché non solo si sono reiterate certe posizioni assolutamente non in linea con le regole generali della contabilità e dell’assestamento, si sono inserite nell’assestamento delle norme di natura sostanziale, delicatissime tra l’altro, che toccano la legge sostanziale senza essere stati nelle condizioni di aver fatto i passaggi regolamentari. Le Commissioni si sono espresse su queste norme di natura sostanziale, Luchetti? C’è un parere della V Commissione sulle norme che cambiano la legge 13, cioè la legge di organizzazione del sistema sanitario regionale? La risposta non c’è, non c’è un parere, il nostro regolamento dice che i pareri delle Commissioni consiliari competenti per materia sono obbligatori.
Non so a che livello dobbiamo protestare, se solo a livello politico, di denuncia oppure se a livello anche tecnico. Questo è un vulnus di garanzia e di controllo. Non c’è più neppure il vaglio del commissario di Governo, che almeno poteva fare da filtro su certe situazioni, c’è solo la Corte attraverso il Ministero degli affari regionali, cose “romane” e tutti sappiamo cosa significa, con quali tempi, con quali procedure.
Non so se saremo costretti a sollevare questa questione. Non è possibile che si modifichino leggi di natura sostanziale senza neppure un vaglio delle Commissioni consiliari permanenti e competenti in materia. E’ una violazione grave delle norme regolamentari di questa Regione che, fino a quando non sono modificate, sono norme da rispettarsi da parte di tutti. Qui siamo stati invece costretti a discutere comunque di norme sostanziali senza i preventivi vagli e adesso siamo a discutere e a votare di un assestamento che è pieno zeppo di questi passaggi, si guardi il famigerato art. 13. Norme che modificano sostanzialmente le nostre leggi regionali.

MARCO LUCHETTI. Non è vero.

FABIO PISTARELLI. E’ così, caro Luchetti, nella sanità come in tutte le altre materie che sono state toccate. Dove sono i pareri obbligatori delle Commissioni? Come sono stati acquisiti prima che la legge 13, per esempio, arrivasse in Consiglio? Abbiamo fatto un anno di istruttorie sulla 13, in cinque minuti si modifica la stessa legge, in parti anche importanti che riguardano la scelta dei direttori, i criteri di scelta e quant’altro.
Si deve rispondere a questo, è un vulnus grave. Noi non solo faremo questa denuncia, vedremo quali iniziative intraprendere, perché su questo non è possibile continuare, la misura è colma anche per quanto riguarda le questioni contabili generali, cioè l’impostazione di bilancio. L’ha detto Castelli, non lo ripeto per economia di lavoro che mi pare sia tanto cara a quest’aula, fino al punto, addirittura, di violare dei passaggi, dei patti, delle procedure.

LUCIANO AGOSTINI. Chi ha violato i patti siete stati voi l’altra volta.

PRESIDENTE. Il consigliere Pistarelli sollevava un problema che dimostra un non conoscenza di come si sono svolti i lavori in aula. I lavori sono iniziati dopo le 10 su ripetute sollecitazioni di un consigliere di minoranza. Sono iniziati svolgendo l’ordine del giorno secondo quanto previsto dalla convocazione, con una differenza: che le interrogazioni su Equal non si sono svolte su richiesta del Vicepresidente Gasperi e accettazione del consigliere Giannotti. In previsione dello slittamento di questi nostri lavori abbiamo anticipato il punto 8, quindi non ci sono stati né accelerazione né stravolgimento, abbiamo svolto l’ordine dei lavori secondo quanto previsto dalla convocazione del Consiglio, doopdiché il consigliere Pistarelli può aver pensato a qualche furberia che le garantisco, consigliere, non c’è assolutamente stata.
Ha la parola il consigliere Cecchini.

CRISTINA CECCHINI. Volevo segnalare la straordinarietà di come è stato scritto l’assestamento, non perché non capisca che nell’assestamento molto spesso si riescono a risolvere una serie di problematiche. Ne ho visti altri, ho visto che talvolta così si fa, ma in questo caso la Giunta ci propone un assestamento di qualità sostanziale diversa, nel senso che sia scorgendo l’articolato così come costruito, sia andando nel merito degli emendamenti che l’aula ha approvato, la cui firma, per 25 emendamenti su 44 era degli assessori, si dimostra che siamo andati ben al di là delle modalità con le quali la legge di contabilità consente a un Esecutivo di risolvere le problematiche di assestare i conti pubblici ma anche di risolvere alcune questioni. Dico questo perché, mentre ho apprezzato che la Giunta non abbia proceduto sull’art. 9, rinviando questa materia alla contrattazione con le organizzazioni sindacali, come sede utile per verificare gli enti, le agenzie finalizzate alla riduzione di spesa, non apprezzo la straordinarietà sia di come è stato scritto l’art. 7, sia di come è stato scritto l’art. 13, così come emendato dagli emendamenti che si sono via via susseguiti e sostanzialmente, se vogliamo far tesoro delle cose, dato che dobbiamo comunque prendere da questa esperienza quello che c’è da prendere, credo che la questione che emerge con più forza da questi emendamenti fatti dalla maggioranza sia un problema sulle questioni della cultura. Altrimenti come debbo leggere il fatto che si finanzi di nuovo la Compagnia della Rancia, il teatro delle Muse, il teatro Fenice di Senigallia, Teatro Giovani, Fano film, il Nuovo cinema di Pesaro? Come devo valutare, se non una mancata programmazione sulle questioni culturali, sulle quali il piano di settore non è stato rinnovato e la politica che si è fatta, sulla quale sono attenta, per essere stata prima assessore alla cultura e per vedere ciò che si fa dopo, non è adeguata? Mi pare che sostanzialmente si eroghino finanziamenti su domanda e non invece dietro un ragionamento complessivo.
Vengo ad altre questioni. Non parlo tanto — e non per simpatia verso Spacca, perché non ne ho — del fatto che si aumentino i finanziamenti sull’artigianato, perché lì avevamo la legge 33 che dovevamo pur finanziare, perché avevamo bandi aperti senza finanziamenti; neanche tanto parlo del fondo di garanzia, perché capisco che vanno implementate tutte le attività produttive: siamo in una regione dove la stretta economica sul settore calzature, tessile e abbigliamento si fa sentire e quindi non mi voglio scandalizzare che l’art. 7 in molti commi parla di questo o di produzione agricola.
Quello che non capisco è la straordinarietà con cui si costruiscono cose senza senso: la pesca sportiva di Pesaro, le scuole nautiche, di nuovo l’Unione dei Comuni, quando in questo Consiglio regionale hanno girato leggi ad hoc. Oppure la questione degli emendamenti 32, 31 e 30 che riguardano la modifica della legge sulla sanità. Credo che qui la Giunta abbia fatto un errore di sostanza, perché se incompatibili erano le norme che avevamo fatto, io la salutavo come una liberazione. I direttori generali della sanità di questa Regione hanno fatto cattiva prova: o l’hanno fatta loro o l’ha fatta la Giunta regionale. Io credo che se continuerà così la faranno sia loro che la Giunta regionale, perché non potremo rimettere mano al dissesto che abbiamo compiuto, sulla sanità.
Cosa voglio intendere? Che per salvare i direttori generali attuali dobbiamo modificare la legge, sostanzialmente., quindi credo di capire che a gennaio 2004 tanti bei commissari straordinari diventeranno direttori di zona o qualcuno papabile come direttore dell’Asur. Quindi, rispetto al fatto che c’era una norma di legge che vi consentiva di cambiarli, perché questi erano incompatibili, non l’avete voluto fare, li volete mantenere.
Quindi responsabilità piena di questa situazione delle Asl, di tutti i servizi, tanti. Non auguro a nessuno di diventare ammalato, tanto meno a voi, ma diventa una cosa serissima in questa regione e questi direttori non fanno bene, fanno molto male il loro ruolo di manager e pensare di rivedere l’assessore Melappioni che viene a riproporre emendamenti ancora per salvare la gestione di questi non me lo sarei mai immaginato, invece l’immaginazione va ben oltre quello che uno si aspetta.
Questo assestamento vi consente di fare ben altro, ma sostanzialmente vi consente di far mettere mano alla sanità, alle stesse persone che l’hanno mal governata, vi consente di assestare una politica a domanda sulle questioni della cultura, vi consente di sostenere un po’ lo sviluppo economico di questa regione, ma niente a che vedere con le questioni che riguardano una legge di contabilità che dice che l’assestamento è ben altre cose, rispetto alla quale questo assestamento nulla ha a che vedere con quello che doveva essere. Per queste ragioni il voto contrario.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Ciccioli.

CARLO CICCIOLI. La morale politica dice che quando una cosa la facciamo noi, per noi ci può essere una volta il centro-destra, una volta il centro-sinistra, una volta chi altri, va bene; quando la fanno gli altri va malissimo. Noi abbiamo avuto contestazioni fortissime per quanto riguarda la finanziaria, perché si è detto che nel collegato alla finanziaria, a livello nazionale ci sono cose che meriterebbero leggi specifiche.
Questo disegno di assestamento dal punto di vista tecnico dovrebbe essere un documento residuale, cioè con l’assestamento si dovrebbe prendere atto di una serie di partite e cercare di rifinanziare cose già scelte di cui non è stata prevista la spesa. Di fatto diventa un documento politico di grande portata, nel senso che dentro questo assestamento di bilancio c’è veramente di tutto. Per esempio, cosa c’entra con l’assestamento di bilancio la vigilanza sulle scuole nautiche? O cosa c’entrano i tartufi? Vi leggo il pezzo sui tartufi che è illuminante. Dice l’art. 11 bis: “Dopo il comma 1 dell’art. 26 della legge 22 luglio n. 16, Norme in materia di raccolta, coltivazione, tutela e commercio dei tartufi è aggiunto il seguente emendamento: fino alla data di emanazione del regolamento continuano ad applicarsi le norme della legge n. 34 del 6.10.1987”. Questo è fondamentale nella manovra di bilancio della Regione...
Come può sopravvivere il bilancio della Regione Marche, se non teniamo presente che va applicata la legge 34 per la raccolta dei tartufi? Fondamentale...
Mi pregio di leggere altri passaggi fondamentali. Per esempio l’ammodernamento della distribuzione dei carburanti per autotrazione. Come si può non intervenire in un assestamento di bilancio sul regolamento che riguarda i carburanti? E’ importantissimo che i Comuni presentino, “alla data di entrata in vigore della presente legge, le modificazioni per quanto riguarda la reiterazione dei controlli”.
Questo non è più l’assestamento di bilancio è l’aggiustamento dei problemi, di tutte le falle e la falla n. 1 è quella della sanità, quindi l’articolo rispetto al quale sono stati sospesi i lavori per mancanza di numero legale la volta scorsa, che riguarda la riapertura dei termini e l’inserimento nella graduatoria di coloro che sono in pensione o di quelli che non avevano titolo rispetto al regolamento che voi stessi avevate fatto. Quindi, anche per l’assestamento di bilancio è importante entrare nel dettaglio delle singole persone, perché sulla benedetta questione della nomina dei direttori generali, per i quali ho dei dubbi che in data 31 dicembre 2003 sarete in grado di poter sostituire i vecchi commissari con nuovi quadri dirigenti, si arriva a fare nell’assestamento di bilancio il dettaglio, cioè il profilo per poter mettere in questo bando tutti, anche quelli che non potevano starci e che le vostre stesse leggi non avevano previsto. Si tratta allora di un assestamento di bilancio o di qualcos’altro? A mio parere si tratta di un documento politico di cui dovete prendervi le responsabilità.
Qualcuno si è scandalizzato perché la minoranza non ha mantenuto, nella scorsa seduta, il numero legale in aula. Ma un atto del genere, che è squisitamente politico, la maggioranza se lo deve votare, deve avere la responsabilità di votarselo e di avere anche il numero sufficiente per stare in aula, non perché noi siamo cattivi e dispettosi, ma perché la responsabilità di far passare un atto che di assestamento di bilancio ha ben poco e che contiene regolamenti che non c’entrano niente con l’assestamento di bilancio, contiene una serie di misure che sono definite con lo stesso nome con cui una volta venivano definiti i versamenti della pensione, cioè “marchette”, deve essere vostra.
Leggo al comma 6 bis: “25.000 euro, contributo a favore dell’associazione Teatro giovani per acquisto di attrezzature”. Poi, 5.000 euro per il Premio “Frontino-Montefeltro”; 15.000 euro per la fondazione mons. Francesco Traini — perché ci vuole anche un po’ di equilibrio, giustamente — e poi una serie di altre voci di questo tipo. Ricordo che una volta la sinistra tacciava i vecchi governi di centro-sinistra della prima Repubblica per i contributi a pioggia...

MARCO LUCHETTI. C’è anche qualche “marchetta” di casa tua...

CARLO CICCIOLI. Se qualcuno, magari il consigliere Castelli, porta a casa qualcosa, a me fa piacere, visto che ognuno prende qualcosa per un’associazione. Anzi, sono un po’ dispiaciuto perché non avendo avuto tempo, non ho infilato qualcuno dei contributi che volevo io. Mi sento di mancare perché non ho portato a casa qualcosa per qualcuno amico mio. Questo non va bene. Una volta la sinistra, quando era sinistra accusava il centro-sinistra moderato della prima Repubblica di dare contributi a pioggia. Ricordo nella vecchia aula un assalto terribile della sinistra a due assessori, uno era Bassotti e un altro Tambroni, i quali avevano fatto un bel provvedimento che prevedeva tutta una serie di contributi: Bassotti sui tetti delle chiese (tutti i tetti delle chiese di mezza regione) e Tambroni una serie di enti e via di seguito. E la sinistra che diceva “basta, contributi a pioggia, che vergogna!”.
Questo è un documento politico pessimo di aggiustamento, che riguarda la riprofilatura delle carriere dei direttori sanitari, noi siamo ferocemente contrari, ma prendiamo anche atto nel votare contro, che il livello di gestione politico-amministrativa di questa maggioranza, di questa Giunta è sceso ai minimi termini e questo ci dà respiro per il futuro.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Massi.

FRANCESCO MASSI GENTILONI SILVERI. Vorrei sottolineare che la perplessità di fronte a questo atto aumenta sempre di più. Non ci scandalizziamo che in corso di esercizio qualche “manovrina” in più si faccia anche a richiesta, quindi vengono inseriti contributi, sostegni che spuntano all’improvviso. Ripeto, non ci si scandalizza perché sappiamo che questo procedimento è in terra, però l’assestamento è solo ridotto a questo e si va a far friggere quell’impostazione di programmazione che è stata sempre sottolineata, cioè siccome avete detto “noi facciamo una programmazione razionale, oculata ad inizio dell’anno” — che poi finisce sempre ad aprile, quindi per un terzo consuntivo e per due terzi programmazione e dopo quattro-cinque mesi di gestione si inserisce qualche altro bel beneficio, qualche altro sostegno — così non è. E’ stata citata la Compagnia della Rancia, che tra l’altro è nata e ha sede a Tolentino, quindi la conosco bene: è un’associazione alla quale il Comune di Tolentino in 10-15 anni ha erogato qualcosa come un miliardo e mezzo di lire e continua a farlo ancora, anche se oggi la Compagnia della Rancia è ai livelli — per fortuna, grazie a loro e grazie a Dio — europei per fatturato di qualità di produzione dello spettacolo. Prende soldi come testimonial della Regione Marche, prende soldi con la legge sullo spettacolo, con la legge sulle associazioni. Non ho nulla da dire, perché io sono stato un sindaco, per esempio, che ha sostenuto la Compagnia della Rancia, ma all’inizio della sua fortuna. E’ come se oggi continuassimo a dare contributi a Vasco Rossi o a Zucchero: non ne hanno bisogno, perché hanno fatturati più che miliardari. Quindi la domanda che ci si pone sulla equità di certe manovre è “a chi tanto, a chi niente”, mentre c’è tutto un mondo della cultura e dello spettacolo che riceve briciole dalla Regione e qui non c’entra la questione dei finanziamenti a pioggia, c’entra solo la questione dei finanziamenti a tendenza politica. Non ci si scandalizza, ma di fatto è così.
Di fronte a questa contraddittorietà non si può che rimanere estremamente perplessi e dare un voto contrario.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere D’Angelo.

PIETRO D'ANGELO. Presidente, colleghi, è risaputo che l’assestamento di bilancio è sempre un atto che cerca di modificare e aggiustare le esigenze di spesa in funzione delle emergenze e delle necessità che si hanno sul territorio. Ebbene, in questo contesto ha un’utilità immensa un assestamento di bilancio. Quando però l’assestamento di bilancio è sottoposto a pressioni di lobby territoriali che nulla hanno a che fare con le emergenze di natura di intervento economico-territoriale regionale, a quel punto è chiaro che diventa uno strumento non più condivisibile.
In questo assestamento sono emersi degli aspetti inquietanti e non condivisibili. Posso capire il collega che viene da un collegio territoriale, che cerca con forza di spostare dei finanziamenti per l’entità locale, ma ritengo che il ruolo dell’assessore sia quello di garantire un’equa distribuzione delle risorse sul territorio. Non mi metto a rifare la trafila di quanti soldi, sotto forme diverse, sono andati nel pesarese. Non è una critica al pesarese, ognuno fa il proprio lavoro, è una critica a tutta la Giunta che doveva cercare di equilibrare questa spinta da un settore della nostra regione.
Carissimo Donati e carissimo Andrea Ricci, dirò a livello locale di chiedere a voi della provincia di Ascoli Piceno, ma anche a voi della provincia di Macerata, di chiedevi come mai avete votato un assestamento di bilancio... Più che votato, come mai non avete arginato prima? Perché far parte di una maggioranza vuol dire anche essere solidali se non si è d’accordo su tutto questo non capisco, ma come mai questa componente di consiglieri del sud delle Marche, che viene spesso penalizzato per la sua pochezza politica in termini di peso, non è intervenuta prima, per vedere di distribuire queste risorse in modo press’a poco uniforme su tutto il territorio?
Io non sono d’accordo, assessore, con tutti questi soldi che avete mandato nel pesarese. Non erano necessità impellenti che uno capisce. L’elenco è stato fatto, non voglio soffermarmi a rifarlo, io non lo condivido. Ripeto, un assestamento di bilancio impostato su spinte lobbistiche politiche locali non è un buon assestamento, perché va inquadrato in senso complessivo.
Per quanto riguarda invece gli articoli relativi a modifiche di legge appena approvate, questo ritengo che sia un altro aspetto discutibile. Ricordate tempo fa, quando fu presentata una proposta di legge omnicomprensiva e si disse “rimandiamola al mittente e cambiamo legge per legge, permettiamo un’ampia discussione in merito alla legge”? Mettere in un calderone generale dei cambiamenti di più leggi non è l’aspetto migliore di amministrare.
Per questo motivo, io Pietro D’Angelo, componente del partito dei Verdi, voto contro.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Viventi.

LUIGI VIVENTI. La gran parte delle argomentazioni relative all’assestamento di bilancio l’avevo svolta nel mio precedente intervento, quindi sarò estremamente breve.
Devo ribadire quanto detto l’altra volta, anche se in maniera più succinta: questo assestamento di bilancio sconfina dalle sue competenze. La cosa più eclatante è il fatto che con l’assestamento di bilancio si va a modificare la legge 31 di contabilità, dalla quale l’assestamento di bilancio deriva. Al di là delle parti politiche, trovo questa una cosa fuori dalla grazia di Dio, non credo che sia possibile. L’altro dato che emerge in maniera evidente è che ci sono circa 750 milioni di euro di movimenti, di maggiori entrate sui residui di imposte e tasse, che sono tanti.
Per non ripetere le parole di altri colleghi sui movimenti clientelari o sugli aggiustamenti politici che si fanno attraverso questo atto, vorrei richiamare la vostra attenzione — degli amministratori, del relatore di maggioranza, dei consiglieri regionali, degli organi di stampa che ci seguono con attenzione — su questo dato: modificazioni apportate dalla Commissione, comprensive delle variazioni richieste dalla Giunta regionale. Nella tabella della spesa noto, all’ultimo punto, 81.866.000 euro di maggiori spese. Nella colonna delle entrate, a fianco, ho notato che ci sono 82.866.000 euro di minori entrate. Qui non possiamo approvare questo documento senza correre o senza dare una risposta a questo atto. E’ una cosa seria, è sfuggita a tutti. Non ha senso, c’è un errore evidente, altrimenti se fosse vero che dal lato tabella “spesa” c’è un +81.866.000 euro, nella tabella delle entrate -81.866.000 euro, significherebbe un buco enorme. E’ una cosa evidente, mi salta agli occhi e non è possibile che noi approviamo, assessore Agostini. Non è un’argomentazione politica, è tecnica. C’è qualcosa che non quadra rispetto alle modifiche apportate dalla Commissione.

MARCO LUCHETTI. E’ un passaggio da una upb a un’altra.

LUIGI VIVENTI. Se sulla spesa è in più e sulle entrate in meno, diventano 163 milioni di euro. Se ho interpretato male spiegatemelo.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Luchetti.

MARCO LUCHETTI. Prendo atto che il consigliere Viventi ha preso visione dei conti dell’assestamento, però si è fatto un gran parlare dell’assestamento, ma si è parlato soprattutto — forse anche giustamente, sotto certi versi — di una invadenza normativa, in un documento dove probabilmente alcune regole non dovevano essere poste, piuttosto che della manovra che significa l’assestamento e quello che abbiamo voluto realizzare con questo tipo di manovra finanziaria in vista del bilancio preventivo, sulla scorta anche delle indicazioni del Dpefr. Come era stato spiego al tuo assistente, collega Viventi, gli 81.866.000 euro era una entrata in più che si è verificata...

LUIGI VIVENTI. Ma è messa con il segno meno...

MARCO LUCHETTI. E’ un errore.
Detto questo, il dibattito, piuttosto che sulla manovra di carattere finanziario che l’assestamento vuol essere, si è soffermato su altre cose. Mi dispiace che non ci sia il collega Ceroni, con il quale in Commissione ci siamo comunemente dati da fare per raggiungere l’obiettivo che questo documento ha realizzato, cioè un documento fatto nei termini della legge. Per la prima volta siamo riusciti ad approvare in termini utili l’assestamento in vista e in preparazione del bilancio preventivo.
Questa manovra che ha messo ordine ai conti delle entrate e delle uscite rispetto a una rendicontazione che al 31.12.2002 non poteva contenere trasferimenti successivi di competenza dell’anno 2002 e che abbiamo dovuto riportare in assestamento, è un documento che mette ordine ad un andamento della finanza regionale. Purtroppo ci troviamo a che fare con una situazione abbastanza anomala, proprio per effetto di una finanza derivata che non consente mai di fare un punto preciso ma che è un continuo processo di entrate e di uscite, per cui questo documento di assestamento è un punto di riferimento, un fare il punto della finanza regionale.
Dal punto di vista dei trasferimenti ci siamo trovati di fronte a una serie di trasferimenti che il Governo non aveva garantito e che abbiamo dovuto impiegare. Ecco perché Viventi faceva riferimento a un aumento di entrate che non si erano previste e questo fatto è stato bilanciat o da un incremento di entrate significativo che ci ha consentito di far fronte alle esigenze di bilancio.
Per quanto riguarda le norme sull’assestamento, qui si è fatto un gran parlare di norme introdotte nella legge di assestamento che snaturerebbero addirittura la legge stessa. Secondo me è una polemica abbastanza sterile, nel senso che io convengo che la legge 31 prevede che nell’assestamento non siano riportate norme ordinamentali, ma di fatto abbiamo sempre oggettivamente ritenuto conveniente poter fare riferimento alla legge finanziaria e alla legge di assestamento per aggiustare il tiro di alcuni provvedimenti che dovrebbero trovare, altrimenti, una legislazione frammentaria e ripetitiva, che obiettivamente non consentirebbe una lettura precisa anche dei vari provvedimenti. La legge di assestamento ha previsto queste normative, soprattutto di aggiustamento dei termini, perché tutto il resto mi sembra di poca entità. Io ritengo che dobbiamo comunque approfondire questa modalità, nel senso che nell’attività legislativa e amministrativa va pensato uno strumento che consenta, anche in corso d’anno, gli aggiustamenti necessari. Noi abbiamo usato l’assestamento, però piuttosto che fare 40 leggine — abbiamo sempre detto che sono una cosa che non va — bisogna trovare uno strumento che ci consenta di poterlo fare, perché è un’esigenza amministrativa, non una cosa inventata, una cosa che serve, pertanto nella prossima legge di riordino della programmazione dobbiamo tenerlo presente, tenendo conto che norme come quella della sanità sicuramente hanno una rilevanza diversa. Però a questo punto voglio fare giustizia anche di questo ragionamento che si è portato in pompa magna in quest’aula, quando effettivamente è una questione di poco conto.
Si è detto che si è rimesso mano alla legge 13, quasi che si fosse scardinato l’intero impianto della stessa. In effetti gli emendamenti del 10 ter hanno portato chiarezza in una norma che anche il collega Pistarelli, che stava in Commissione con me, non aveva capito, perché il 15 septies che si era introdotto con la legge 13 pensando che fosse un normale riferimento contrattuale, non avevamo capito cos’era... (Interruzione). Neanche tu l’avevi capito, Pistarelli: quella norma avrebbe dato la possibilità a quelli in quiescenza di poter partecipare al concorso per direttore generale di Asur e direttore generale delle aziende ospedaliere e non potevano partecipare, invece, alla graduatoria per i direttori di zona. In altre parole sarebbero stati titolati di poter partecipare anche a responsabilità maggiori e non a posti inferiori. Si è fatta giustizia di questa norma non sicuramente finalizzata a questo e quello, perché se questi dovevano essere tutelati potevano essere nominati o finalizzati alle nomine di carattere superiore, pertanto tutta questa polemica che si è fatta, che si è tentato di imbastire, modifica della legge 13 ecc., non sconvolge proprio niente. Oggi si riaprono i termini per una quindicina di giorni e si chiudono poi, per mettere chiarezza rispetto a un articolo che era stato erroneamente interpretato, punto e basta.

FABIO PISTARELLI. Acqua fresca...

MARCO LUCHETTI. Non è acqua fresca. Voi non avete rilevato, per esempio, che quelli che erano in quiescenza potevano partecipare al bando per direttore di Asur. Si tratta di fare chiarezza in una norma che era sicuramente non adeguata.

FABIO PISTARELLI. Ci vuoi convincere...

MARCO LUCHETTI. Non ti voglio convincere, ti dico solamente che dietro queste polemiche sterili si nasconde una stupidaggine che va ben al di là di tutte le questioni che stiamo dicendo, quando invece io sostengo che la legge 13 probabilmente andrebbe rivisitata, perché erroneamente alcuni pezzi di questa legge male si attagliano alla sua implementazione, questo sì. Però che questa norma stravolga l’impianto della legge 13 è una bugia, non è vero, è solamente una strumentalizzazione.
Credo invece che sia una buona legge, per quanto riguarda l’aspetto finanziario, perché lo sforzo che è stato fatto di contenimento della spesa ci mette nelle condizioni di poter affrontare, così come il Dpefr ha preannunciato, il bilancio del 2004 in termini più cautelativi, proprio perché per il 2004 è necessario avere la capacità di rideterminare una spesa che consenta una diminuzione della pressione fiscale. Questa è la filosofia alla base di questo assestamento che ha rimesso a punto i conti del bilancio ma che, soprattutto, ha fatto il punto della spesa a livello regionale e ci fa traguardare con più tranquillità le spese dei prossimi mesi e la preparazione del bilancio preventivo.
Per quanto riguarda la questione della strategia complessiva dobbiamo riflettere attentamente, perché il Consiglio regionale si sofferma, magari, sulle questioni di costume politico, perché si fa grande riferimento alle norme sui tartufi ecc. ma non si riesce mai ad entrare nella vera manovra di bilancio. Credo che un ragionamento su una strutturazione più chiara del bilancio stesso, potrà dare la possibilità anche ai consiglieri di entrare più nel merito della strategia finanziaria che non è una cosa semplice, ma una cosa molto complessa, che ha a che fare con un sistema di entrate che non ci consente di essere precisi, sia in termini di bilancio preventivo che di consuntivo, ma anche perché ci sono delle difficoltà di carattere sostanziale proprio nei trasferimenti. Voglio qui sottolineare che quello che si prospetta nella finanziaria del 2004 a livello centrale, non ci mette nelle condizioni di serenità per affrontare la nostra strategia di abbassamento delle tasse che deve permanere e deve essere uno degli obiettivi principali di questo governo regionale. Il problema è che se i livelli dei tagli così come preannunciati, rimarranno tali, credo che non si possa parlare assolutamente, né dei livelli di diminuzione fiscale né di altri strumenti che ci consentano di gestire adeguatamente la nostra Regione.
Tenendo conto di tutte queste considerazioni, rispetto a quanto detto da Pistarelli ritengo che non è assolutamente vero, in quanto il vizio di legittimità ci sarebbe stato unicamente allorché si fosse trattato del bilancio, così come prevede la norma regolamentare. Solo sul bilancio c’è un parere obbligatorio delle Commissioni, quindi quello che lui accampava non è vero. Risposto a lui credo di poter concludere questo intervento a nome della maggioranza, che sosterrà l’atto di assestamento, dicendo che è stato un lavoro abbastanza buono quello del governo regionale di realizzare l’atto nel modo in cui l’ha realizzato e spero che questo sia di premessa del lavoro che ci si accinge già a fare, di formulazione del bilancio preventivo per l’anno 2004.

PRESIDENTE. Viene chiesta la votazione dell’atto per appello nominale, dai consiglieri Pistarelli, Castelli e Romagnoli. Prego di procedere, cominciando dal n. 13.

STEFANIA BENATTI, Consigliere segretario. Procedo alla chiama:
D'Ambrosio sì
D'Angelo no
Donati sì
Favia assente
Franceschetti sì
Gasperi assente
Giannotti assente
Grandinetti assente
Lucchetti sì
Martoni assente
Massi Gentiloni Silveri no
Melappioni sì
Minardi sì
Modesti sì
Mollaroli sì
Moruzzi no
Novelli assente
Pistarelli assente
Procaccini sì
Ricci sì
Rocchi sì
Romagnoli assente
Secchiaroli sì
Silenzi sì
Spacca assente
Tontini sì
Trenta assente
Viventi assente
Agostini sì
Amagliani sì
Amati sì
Ascoli sì
Avenali sì
Benatti sì
Brini assente
Castelli no
Cecchini assente
Ceroni assente
Cesaroni assente
Ciccioli assente




Il Consiglio approva





Proposta di atto amministrativo (Discussione generale): «Documento di programmazione economica e finanziaria regionale (Dpefr) 2004-2996» Giunta (117)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la proposta di atto amministrativo n. 117, ad iniziativa della Giunta.
Ha la parola il relatore di maggioranza, consigliere Luchetti.

MARCO LUCHETTI. Il DPEFR 2004/2006 viene adottato quest'anno entro tempi prescritti, in coerenza con le indicazioni della legge di contabilità e potrà rappresentare più efficacemente di quello dello scorso il quadro programmatorio entro il quale la Regione metterà in atto le proprie scelte di governo, definendo gli obiettivi perseguibili e le strategie utilizzabili. Alcuni aggiornamenti legati alla manovra dì contenimento della spesa approvata dal governo successivamente alla presentazione dei documento da parte della giunta sono stati apportati in sede di discussione consiliare.
Qui vorrei fare riferimento ad un quadro finanziario su cui il Dpefr si è costruito, che viene compromesso e sarà compromesso nel caso in cui non si riporteranno i livelli delle entrate previste ai ragionamenti del periodo in cui queste si sono fatte. Come ho detto in dichiarazione conclusiva per quanto riguarda l’assestamento, le notizie che pervengono e i dati che conosciamo della finanziaria del prossimo anno, sicuramente mettono in discussione anche il quadro di riferimento su cui il Dpefr si è costruito.
Sul metodo pare opportuno sottolineare che le diverse consultazioni con le forze sociali, istituzionali e del mondo produttivo, hanno prodotto un sostanziale consenso espresso anche nelle audizioni fatte dalla Commissione. Questo è un fatto positivo, nel senso che tutte le forze sociali (sindacati, Confindustria, associazioni artigiane, commercianti) hanno condiviso il Dpefr, perché la filosofia che contiene il documento era condivisibile, pertanto la Commissione si è trovata di fronte a dei pareri positivi.
Parte dei documento è dedicata ai risultati raggiunti e ai progetti in itinere sui quali è agganciata la programmazione per il prossimo triennio. Se l’assestamento era fare il punto sulla situazione economico-finanziaria, il Dpefr è il documento che propone le priorità e gli obiettivi, ma che fa anche il punto su quello che si sta facendo in termini di progettazione.
Il quadro delle entrate tributarie risulta dalla composizione dei diversi tipi di entrata e registra, a pressione fiscale invariata, un andamento crescente per il triennio 2004/2006 rispettò agli anni 2002 e 2003. Sia per i tributi la cui destinazione è libera, sia per i tributi a destinazione vincolata, che riguardano essenzialmente la sanità, è prevista una crescita dei 3,69% per il 2004 e 2005 e dei 3,33% per il 2006 corrispondenti al 90% della crescita dei pil nominale.
Per quanto concerne invece le entrate extra tributarie e proventi vari non sono previste variazioni rispetto al 2003.
Viene inoltre perseguita l’ottimizzazione delle entrate proprie attraverso operazioni diverse che vanno dall’adozione di misure sempre più efficaci di recupero dell’imponibile evaso o eroso ad operazioni finanziarie legate alla gestione attiva dell'indebita mento che consentano di cogliere i vantaggi legati all'andamento dei tassi
di mercato. All'interno di questa scelta la Regione ha proceduto ad una recente emissione obbligazionaria finalizzata in parte al rifinanziamento di due mutui, riallineando il costo dell’indebitamento alle attuali condizioni di mercato, e in parte destinata al reperimento di nuove risorse per finanziare nuovi interventi ínfrastrutturali. Tale programma di rimodulazione verrà proseguito nei prossimi anni. Questo progetto ha messo in condizioni il bilancio di quest’anno di vivere meglio, perché scattando la prima rata del prestito che si è fatto per il prossimo anno, abbiamo liberato il 2003 di una consistente fetta di risorse.

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE
SANDRO DONATI

Un'altra operazione gia avviata consiste nel finanziamento dei programmi comunitari attraverso un contratto con la Banca Europea degli Investimenti (BEI) che mette a disposizione risorse per la parte dì cofinanziamento regionale dei progetti comunitari operazione che viene fatta per la prima volta per una regione obiettivo 2 dell'Unione europea.
L’ insieme delle misure adottate e una previsione dì gettito per il 2003 che potrebbe fare riferimento a valori più elevati potrebbero concorrere unitamente ad altri interventi specifici alla riduzione della pressione tributaria regionale.
Sulla programmazione, partiamo dalla sanità. La politica fiscale di tassazione regionale mette a disposizione del sistema sanitario risorse aggiuntive a quelle derivanti dai trasferimenti statali e alle entrate delle aziende. In tale quadro viene programmata una politica di governo della sanità che con la piena applicazione della Lr. 13/2003 e la costituzione della Asur dia vita ad un modello del sistema di tutela della salute incentrato sul superamento della accentuata frammentazione che sin qui ha penalizzato il sistema marchigiano. Sì intende quindi definire un quadro in cui il ruolo di governo della Regione si coniughi efficacemente con la gestione diretta dei servizi affidata agli enti locali. Noi ci siamo posti l’obiettivo di raggiungere i 91 milioni di euro per il 2003, i 71 per il 2004 e i 47 per il 2005.
Per quanto riguarda l’innovazione istituzionale-organizzativa, su cui il documento si sofferma largamente, viene prevista la prosecuzione del riassetto istituzionale, che insieme ad una trasformazione dei sistema e dei suo rapporto coi territorio esprima con efficacia l’innovazione istituzionale: semplificazione normativa, e definizione delle nuove competenze in relazione alle esigenze emergenti dopo la modifica dei titolo V della costituzione., completamento dei nuovo statuto.
Per quanto concerne il riordinò legislativo, in linea con quanto già avviato negli anni scorsi, allo scopo dì fornire un quadro normativo più chiaro, si procederà alla redazione di atti dì delegificazione, una proposta di legge di semplificazione di aggiornamento, predisposizione di testi unici nei settori in cui non si è già provveduto nel 2003.
In questo ambito si viene a collocare anche il riordino previsto per il 2004 degli enti dipendenti dalla regione e degli organismi collegiali regionali e un maggiore ruolo dell’attività di consulenza giuridico amministrativa della regione a favore degli enti locali. Dal terremoto in avanti abbiamo visto quanto siano importanti un coordinamento e una consulenza da parte della regione, soprattutto nei piccoli comuni.
La riorganizzazione delle strutture regionali già realizzata in applicazione della I.r. 20 con l'istituzione dei dipartimenti e una più precisa distinzione tra attività di gestione e poteri di indirizzo della Giunta, superata la sua fase sperimentale, comporterà un diverso governo delle risorse umane e un orientamento dell’attività istituzionale, sempre più rivolta al raggiungimento degli obiettivi. Su questo penso dobbiamo lavorare molto, in quanto la legge 20, per certi versi, deve recuperare il suo significato iniziale e deve dare i risultati che ci si attendeva.
Per quanto riguarda l’intesa istituzionale di programma, che in larga parte è l’azione di governo del territorio, nell’ambito dell'applicazione dell'accordo con il governo e allo scopo di ripartire le risorse rese disponibili dalla delibera CIPE che richiede coerenza tra i progetti e le priorità programmatiche della regione sono stati individuate le azioni prioritarie
Sono state assegnate risorse per gli interventi connessi alla ricostruzione post sisma euro 3.620.000 per i quali sono stati individuati i settori relativi al dissesto idrogeologico, le risorse idriche, società dell’informazione; per interventi connessi allo sviluppo da ricomprendere nelle intese istituzionali di programma euro 12.497.000 sono stati individuati i settori ambiente, beni culturali, società dell’informazione per le amministrazioni centrali a gestione regionale da impiegare nei settori di ricerca e formazione euro 2.999.000 nei settori ambiente, beni culturali innovazione piccole e medie imprese.
La allocazione delle risorse va realizzata in modo razionale ed equilibrato mediante il coinvolgimento dei territorio secondo un’azione integrata di tutti gli attori interessati dalle province alle università.
A questo proposito il Dpefr conferma che si vorrebbe attivare la sperimentazione delle agende di sviluppo territoriale regionale, che sarebbe la prima attuazione concreta del Prs, in quanto è un intervento, questo delle agende, integrato nel territorio.
E’ una sperimentazione che si deve accompagnare anche alla programmazione negoziata che implementi questa esperienza che ha dato buoni frutti con i patti territoriali e i patti d’area. Le Arstel si pongono come prospettiva di lavoro, proprio in attuazione di quanto sia il Pit, sia il Prs hanno determinato.
La strategia dell'amministrazione continuerà ad essere incentrata sulla promozione di un sistema economico competitivo a livello internazionale e ambientalmente sostenibile, sullo sviluppo delle infrastrutture attraverso la costruzione di un sistema dall'assetto a rete piuttosto che a pettine (intervallivo); sulla integrazione delle politiche sociali e sanitarie; sulla costruzione di un sistema integrato tra formazione e istruzione e sul consolidamento dei ruolo di indirizzo e programmazione nell'ambito delle attività culturali. In buona sostanza ho parlato del “modello marchigiano”.
Sui programmi comunitari, nella fase attuale contraddistinta da una diminuzione dei trasferimenti statali e una generale riduzione delle risorse per le politiche di sviluppo regionale, le politiche comunitarie assumono un ruolo di assoluta centralità sia per l'entità delle risorse che per gli obiettivi perseguiti. Nell'ambito dei programmi e piani finanziati dal Docup Ob.2 FESR, dell'Agricoltura, della Formazione professionale vanno consolidati i risultati raggiunti in termini dì utilizzo delle risorse comunitarie allo scopo di accrescere le perfomances dei fondi strutturali. Quindi accelerazione delle procedure di spesa e intensa attivìtà di coordinamento ed integrazione tra la programmazione regionale e quella europea.
Nel documento ci sono poi gli obiettivi concreti che, individuati attraverso le priorità, sono stati suddivisi per quanto riguarda i dipartimenti di organizzazione della Regione.
Per quanto concerne il dipartimento degli affari istituzionali e generali i tre obiettivi prioritari riguardano: riordino normativo con particolare attenzione alla qualità della legislazione; adeguamento della disciplina regionale relativa al procedimento normativo; innovazione dei processi attraverso il completamento dei protocollo informatico. Credo che da questo punto di vista occorra procedere fino in fondo ad una implementazione dell’informatica della nostra organizzazione.
Per quanto riguarda il dipartimento di programmazione e bilancio, come primo obiettivo c’è il completamento della riforma organizzativa, allargamento e messa a regime dell’attività dei Nucleo dì Valutazione e Verifica degli Investimenti Pubblici, delle strutture Tutela e Vaporizzazione delle Pari Opportunità, e Controllo della spesa sanitaria; la sperimentazione delle ARSTEL; la sperimentazione dell'appalto di alcune della funzioni di controllo dei fondi comunitari; l’allargamento dell'intesa istituzionale di programma a nuovi settori di intervento; la gestione attiva dei debito.
Sul dipartimento sviluppo economico, su cui si appuntano molte attese rispetto a possibili azioni che la Regione può fare in un momento di crisi, soprattutto nei settori più esposti alla concorrenza internazionale, che risentono delle limitazioni del mercato, oltre all’aspetto normativo di fare un testo unico delle attività produttive, come punto prioritario c’è l’attuazione di un nuovo piano di settore per i beni e attività culturali, la riforma delle fiere regionali, il decentramento amministrativo in agricoltura, l’attuazione della “riforma Moratti” in materia di istruzione, il riconoscimento dei sistemi turistici locali.
Per quanto riguarda il dipartimento territorio e ambiente, oltre al raggiungimento della disciplina dell’autorizzazione integrata ambientale (una delle tante cose che si sono annunciate e che per quanto ci riguarda, speriamo possa addivenire a soluzione nel 2004), dobbiamo portare a termine il piano energetico ambientale regionale, poi il piano di gestione integrata delle aree costiere, il programma triennale per l’attuazione del piano per l’assetto idrogeologico, il piano trasporto merci il piano delle infrastrutture, la verifica ed integrazione del piano regionale di gestione dei rifiuti, la riforma della disciplina in materia di aree protette e realizzazione della rete ecologica regionale, lo sviluppo delle azioni di educazione ambientale.
Per quanto riguarda il dipartimento dei servizi alla persona e alla comunità, ovviamente si fa riferimento come obiettivo prioritario all’attuazione della riforma che abbiamo fatto con la legge 13, con la realizzazione del nuovo modello organizzativo, che deve essere attuata pensando proprio all’integrazione socio-sanitaria che è uno degli obiettivi che la stessa riforma si pone attraverso il piano, il superamento delle logiche di settore, l’allargamento dei percorsi di integrazione alle altre programmazioni regionali.
Questi sono i contenuti di un documento molto ricco. Sulla elaborazione del Dpefr si può discutere, nel senso che, siccome la revisione della 31 in qualche modo pone in difficoltà l’attuazione della legge 46 di programmazione, in quanto il Dpefr viene ad essere uno strumento nuovo rispetto a quanto il Psr con tutte le sue implementazioni dei piani di settore doveva prevedere, è chiaro che superati i piani di settore siamo entrati in una dimensione, dal 1992 ad oggi, che viene ad essere ulteriormente modificata dalla nuova legge di contabilità.
Bisognerà rivedere la 46, ma nel frattempo dobbiamo anche ragionare su questi strumenti di programmazione che, così come sono stati definiti, sia l’anno scorso che quest’anno, fanno il punto complessivo della situazione programmatoria della Regione e gli possiamo dare anche questo compito che per la verità questo Dpefr potrebbe riconnettere alla strategia, sia di bilancio annuale che triennale, tenendo conto che il Dpefr potrebbe assumere anche la caratteristica di un documento a larghe maglie, di carattere più politico che sistematico da un punto di vista finanziario ed economico, in modo tale che si possa ragionare sulla strategia piuttosto che sul quadro finanziario specifico.
Questa discussione è aperta, su cui dovremmo riflettere anche come Consiglio, magari attraverso quelle che possono essere le varie posizioni, le varie argomentazioni a supporto o contro questo tipo di impostazione, però quello che è stato fatto fino ad oggi è sicuramente un lavoro encomiabile, proprio perché dà la possibilità, attraverso questo documento, di fotografare quello che in Regione si sta facendo, quello che i servizi stanno elaborando e il punto a cui sono arrivati.
Pertanto sotto questo punto di vista è un documento di enorme significato che dà le linee guida a quelle che dovrebbero poi essere le linee del bilancio del 2004. Già abbiamo fatto il punto con l’assestamento, questo documento dà alcune impostazioni precise per quanto riguarda la strategia finanziaria, spero che, così come fatto per l’assestamento e il Dpefr, anche il bilancio preventivo possa essere sottoposto alla Commissione in tempo utile, per fare in modo che, pur tenendo conto delle decisioni della finanziaria nazionale, si possa portare il bilancio in tempo utile perché non si proroghi eccessivamente l’esercizio provvisorio, in modo tale da mettere le strutture in condizioni di operare già dal primo mese del prossimo anno, almeno da febbraio, che sarebbe la cosa auspicabile.

PRESIDENTE. Ha la parola il relatore di minoranza, consigliere Castelli.

GUIDO CASTELLI. Considerate le motivazioni e le modalità con le quali abbiamo appena approvato rendiconto e assestamento mi viene da dire che questo Dpefr in realtà sia un inutile orpello. Lo dico perché la programmazione ha un senso nel momento in cui gli atti in cui si dovrebbe concretizzare per lo meno rispondono a requisiti di legge. Siccome ormai questo Consiglio regionale si è situato in una situazione sostanzialmente di prevaricazione rispetto alla legge, nulla è più inutile e più decorativo di un documento di programmazione che si pone a metà tra un libro dei sogni per certi versi e un documento profondamente reticente per altri versi. E' curioso ricordare come qua e là la Giunta regionale, nel tentativo di coprire il vuoto di certe linee programmatiche di prospettiva, abbia fatto ricorso a delle frasi — qualcuna ne ricordava Viventi — così complesse e complicate che quando successivamente, in questo Dpefr si parla di semplificazione anche sintattica e lessicale, mi sembra che veramente si arrivi molto vicino alla dissociazione paranoide dal punto di vista politico e glottologico.
Non voglio rileggervi quelle famose pagine che citava Viventi sulla differenza di genere, che ricordavano l’eloquio di Trapattoni nella famosa conferenza stampa in cui, riferendosi alle performances di un giocatore del Bayern con un nome cacofonico passò alla storia come prototipo di "politichese-calcese" che in sostanza doveva, in qualche modo nascondere il vuoto di certe proposizioni.
Fatto sta che se il libro dei sogni è costretto a ricorrere a perifrasi di questo genere per dare senso al vacuo aspetto programmatico di questo testo, la cosa grave è che invece questo Dpefr che abbiamo visto non serve a niente e non conta nulla, non conta nulla perché fa riferimento alla legge 31 che stabilisce dei precetti che noi allegramente calpestiamo, destituendo di significato tutto ciò che invece si inserisce in quella bella sequenza di atti che dovrebbero dare respiro e virtuosità al nostro intervento finanziario.
Punto primo, non serve a nulla questo documento. Punto secondo, è un libro dei sogni nella parte in cui continua a ripetere stancamente ciò che dovremmo fare nel prossimo triennio, ma che è esattamente ciò che avremmo dovuto fare nel triennio passato. Sembra di rivedere quella pellicola famosa "Ritorno al futuro", secondo cui...

MARCO LUCHETTI. Non usare aforismi, parla con semplicità...

GUIDO CASTELLI. Uso "parabole", per usare un sostantivo che ti è più consono "don" Marco.
Fatto sta che con "Ritorno al futuro" noi potremmo... Stai a sentire, Luchetti, perché può essere utile anche per te, perché fra l'altro metti la firma su qualcosa che è in contraddizione con se stesso.
Perché dicevo ritorno al futuro? Perché se noi avessimo messo la sigla "triennio 2000-2003" avremmo potuto vedere gli stessi impegni. Marco Luchetti ci viene a dire che nel prossimo triennio dovremmo fare la riforma organizzativa. Abbiamo fatto una legge, non funziona, ancora ci stiamo onanisticamente a ripetere ciò che dovremmo fare per correggere una legge di due anni fa che non funziona, ma che noi giustamente inseriamo nel libro delle cose da fare: la ristrutturazione degli enti dipendenti. Io sono qui dal maggio del 20_00 e sento ripetutamente parlare della necessità di metter mano a questi "scatoloni", che evidentemente fanno comodo a persone che appartengono a quel latifondo della politica, che dà ancora senso ed efficacia politica a ciò che da tre anni diciamo che dovremmo cambiare, e comunque Luchetti, senza vergogna continua a riferirlo nel Dpefr. La revisione della 46, altro argomento che ormai penso appartenga agli annali di questa Regione. Quando parlo di libro dei sogni potrei anche parlare del libro delle bugie, del libro dei propositi che hanno la stessa consistenza di una nuvola d'agosto, perché, caro Luchetti che sei mio presidente di Commissione e perché sei stato mio interlocutore in questi giorni, mi chiedo se veramente non sia il caso di inserire, magari nella prossima legge di assestamento, anche l'abolizione del Dpefr che, ripeto, è un esercizio retorico, spesso incomprensibile, ma quasi sconfinante nell'offensività nei confronti dell'onestà intellettuale di tutti noi.
Pensate che alcune pagine di questo documento fanno riferimento a cose che già sono successe o che pure non potranno succedere, quindi le famose Arstel — io farei una legge per evitare gli acronimi, basta con gli acronimi, dovremmo veramente cercare di certificare in qualche misura l'abbandono, l'espulsione degli acronimi dal lessico di questa Regione, perché contribuiscono a non farci capire niente e probabilmente ad autorizzare la pigrizia politica di questa maggioranza — dovranno essere oggetto, dice il Dpefr, di una proposta di legge di questa Giunta da presentare entro settembre. Quindi tu, Luchetti, non te la devi prendere con me che parlo degli aforismi di "Ritorno al futuro", quando io voglio fare riferimento a un evidente scoordinamento, anche logico, di una legge che abbiamo già stabilito che non si farà più perché abbiamo delegato tutto alla Giunta, ma che soprattutto fa riferimento al mese di settembre che ormai è spirato da 22 giorni. Ma c'è qualcosa di più grave che vorrei sottolineare, perché se è vero che rispetto a certi propositi amministrativi ormai siamo abituati a vedere un mal funzionamento, un'inerzia, un'inazione evidentissimi da parte di questa Giunta regionale... Voglio continuare a dire che da un punto di vista politico si dichiara incompetente, o meglio incapace di fare ciò che già da quattro anni ha dichiarato, urbi et orbi, di dover fare. Ma lasciamo perdere questo aspetto. Ciò che è più grave — e passo all'aspetto della reticenza — è che questo Dpefr non dice nulla su alcuni aspetti che rappresentano davvero i nodi gordiani dell'intera comunità marchigiana. Mi riferisco anche alla sanità. Quello che non abbiamo letto sull’aspetto sanitario è gravissimo. Mi sarei aspettato, ad esempio, di rinvenire in questo Dpefr i rimedi in nome dei quali, in forza dei quali Melappioni, ad esempio, pensa di superare il problema di mancati risparmi connessi allo slittamento di due anni dell'avvio dell'Asur. Lo dicemmo a giugno del 2003, ci aspettiamo che nel documento ci dicano come si pone rimedio a questo vuoto, non c'è scritto nulla. E allora noi ci siamo anche permessi di chiosare in materia sanitaria, ricordando un aspetto che in qualche misura citavo anche nel mio precedente intervento: il 5 agosto del 2003 la Giunta regionale delle Marche si è resa conto che il "pasticciaccio brutto" del 20 giugno che aveva portato alla reviviscenza delle zone, personalità giuridica sì-personalità giuridica no, era per l'appunto un vero ginepraio. Allora cos'ha fatto? Ha cambiato la legge, probabilmente in meglio, ha chiarito che la fusione per incorporazione: ci sarà al termine e non all’inizio di questo processo, ma ci sono due particolari, uno formale e uno sostanziale. Quello formale è che non può essere una Giunta a modificare un atto normativo che è di competenza del Consiglio, ma ormai siamo abituati al far west normativo, lo stesso Presidente D'Ambrosio, pur se chiamato in causa, preferisce glissare, scordarsi la sua professione, rimettendo i panni del politico, perché quando conviene è meglio evitare di ricordare a se stessi di essere un giurista, quindi la giustizia sostanziale, probabilmente, ma quello che è più grave, è che questa modifica, fatta in questa maniera, apre tutta una serie di problematiche serissime che potrebbero, con un effetto domino, ripercuotersi concretamente con l’applicazione della legge 20. Mi riferisco, per esempio, al non trascurabile particolare che vede oggi impraticabile la norma che parla di un collegio sindacale unico per tutta la Asur, perché per legge — mi dispiace che Luchetti i non ci sia, ma del resto, con la sua assenza conferma l’assoluta superfluità non solo di questa discussione ma di questo atto — non ci potranno essere più i collegi sindacali unici. Il collegio sindacale unico, per effetto della riforma fatta, dell’indirizzo dato il 5 agosto non potrà essere più norma da ritenersi valida e legittima per gli anni a venire.
E’ evidente che voi siete ormai a un livello di produzione normativa autonoma per la quale fate le leggi, le disfate, vi contraddite, ma il dato è che per effetto della delibera del 5 agosto...

FERDINANDO AVENALI. Come il Governo.

GUIDO CASTELLI. Come voi, perché mentre il Governo ha la Corte costituzionale, noi non abbiamo nessun santo, nessun giudice a cui potersi appellare, quindi voi siete dei prevaricatori, consapevoli che le vostre prepotenze non hanno neanche un luogo fisico per poter essere accertate. Questa è veramente una ferita democratica e non scomodo termini troppo barocchi per individuare una situazione che secondo me è sconcertante. Noi abbiamo fatto un emendamento su questo, per chiedere che finalmente il testo unico delle leggi sanitarie venga alla luce, in maniera tale che si possa, in quella sede, ridelineare, riattribuendo al Consiglio regionale i suoi compiti, le sue competenze, ciò che è frutto caotico del compromesso del 20 giugno prima e del tentativo di sistemazione bonaria di trattativa sindacal-politica del 5 agosto 2003.
Ma c’è un altro argomento che invece avrà un luogo di accertamento e di verifica. Parlo delle tasse regionali. Nel 2002 abbiamo potuto godere degli effetti della legge 35 del 2001 che rappresenta il grande inasprimento fiscale, la “legge-Sherwood”, la legge con cui lo “sceriffo di Nottingham” ha chiesto ai marchigiani il sangue che noi, nel 2002 abbiamo “versato”. Il problema che qui non si vuol tenere a mente, ma che è scritto in una legge, è che quegli inasprimenti fiscali, per esplicito, evidente, documentabile disposto di legge potevano esprimere effetti solo limitatamente al 2002 e questo non lo dice Castelli, lo dice la legge 405 la quale stabilisce con chiarezza che, limitatamente all’anno 2002, per far fronte ai disavanzi sanitari è possibile andare oltre quelli che sono i coefficienti ordinari dell’addizionale Irpef, del bollo auto e quant’altro.
Allora cosa succede? Noi abbiamo fatto una legge furbesca, come spesso capita in questo Consiglio regionale, in cui il primo articolo fa riferimento alla frase “a decorrere dal 2002”. Noi possiamo scrivere tutte le frasi che vogliamo, ma è chiaro, è documentabile, è scritto che l’inasprimento fiscale non potrà essere reiterato nella misura decisa nel 2001 per gli anni che vanno dal 2003 in poi. Allora cosa succede? Questo Dpefr, di fronte a una cosa che è scritta, che è detta, che ha avuto già interpretazioni precise da parte delle commissioni tributarie, soprattutto dalla Corte costituzionale, cosa pensa di fare? Se per caso la legge va letta nel modo in cui è stata scritta, cosa succede quando mancheranno all’appello 180 miliardi? Ce lo vogliamo porre, nel Dpefr questo problema o no?
Probabilmente Luchetti preferisce continuare a danzare sulla tolda del Titanic e con il suo pacioso sorriso di parroco dell’Oltrepo Pavese ritiene che sia meglio blandire, con qualche scherzo, le frasi dell’opposizione, ma questo è un dato che quando io dico avrà un luogo di verificabilità, dico che potrà essere fatto valere dal contribuente. E la Casa delle libertà potrà organizzare comitati, perché questo dovremo fare: organizzazione di tutela del consumatore e del contribuente che dovrà dare assistenza fiscale e legale gratuita a tutti i marchigiani che intendono sottrarsi a una prevaricazione che non ha alcun tipo di giustificazione di legge. Allora sull’Irap, sull’Irpef, sul bollo auto è probabile che si scatenino, su questo tipo di atteggiamento politico, atteggiamento amministrativo, gli strali di decine e decine di ricorsi. Non so se vi rendete conto che esiste questo rischio concreto che, al di là delle invettive del relatore di minoranza, può portare, oggi, a far mancare a questo bilancio qualcosa come 180 miliardi di lire annui.
Noi abbiamo pensato, allora di fare un emendamento che non vuol essere particolarmente draconiano e drammatico, ma che pone il problema, che dice che, qualora dovesse risultare veridica l’interpretazione — che interpretazione non è, perché è lettura — della legge 405 del 2001, si dovrà rimodulare profondamente tutto ciò che è la programmazione finanziaria di questa Regione, perché voi vi rendete conto, anche se preferite mettere la testa sotto la terra, che se dovesse verificarsi ciò che è già stato studiato, ciò che è già stato annunciato ad associazioni di categoria, in particolare da associazioni degli industriali che stanno studiando come nel 2004, quando si dovranno pagare le tasse riferite all’esercizio finanziario 2003, esisteranno le possibilità concrete di far mancare a questa Regione risorse illegittimamente pretese.
Abbiamo allora cercato di dare dei segnali abbiamo cercato di porre l’attenzione sugli argomenti macroscopici, anche se, evidentemente, sprofondano nel mare magnum di 100 pagine di “chiacchiere”, dalle quali nessun marchigiano può pensare di trarre argomento, spunto o convincimento utile a chiarire quale sarà l’atteggiamento della Regione nel prossimo triennio. La cosa che veramente turba, la cosa che veramente dispiace è che a fronte di denunce, considerazioni oggettive, circostanziate, che non vengono assolutamente mai ritenute degne di replica, la Regione continui imperterrita ad andare a 200 all’ora contromano, in un’autostrada che non porterà nessuno di noi a destinazioni gradevoli o piacevoli. La minoranza dice tutte cose che Luchetti sa — lo sai, perché nel tuo “margheritesco” sorriso non puoi che darmi qualche cenno nel complesso maxillo-facciale — benissimo che la manovra sui residui perenti è una sorta di alzata d’ingegno circense che dovrà essere poi rifinanziata nei prossimi anni, ma io credo che in questo momento il vincolo di maggioranza, che io riconosco, considero legittimo, non può essere il tappo che riuscirà a tenere nella bottiglia un genio — anzi qualcosa di peggio — che prima o poi si sprigionerà. Quindi non confondete la febbre con il termometro, non pensate che le denunce, le indicazioni della minoranza siano solo ispirati alla volontà, tra l’altro piuttosto difficile, di farvi sgambetti. Qui si tratta davvero di un rischio concreto, reale, di vedere, sul finire della legislatura, questa Regione in brache di tela. E allora chiedo per l’ennesima volta, che l’assessore al bilancio, piuttosto che il Presidente della Giunta D’Ambrosio, almeno sulle tasse dica qualcosa, perché sono convinto che i nostri rilievi siano muniti di tutte le caratteristiche per meritare una risposta. E’ una risposta che purtroppo so che non verrà, ma cionondimeno credo che i marchigiani debbano sapere, in qualche maniera, in che modo vengono gestiti la loro regione, il loro territorio e soprattutto le loro finanze. Non accetto più, quindi, che il “governatore” delle Marche — anche se so che on apprezza essere chiamato così — possa continuare a sostenere che i mali di tutta questa regione provengono dal destino cinico e baro che ha dato all’Italia il Governo Berlusconi, il Governo Fini. Ci sono dei problemi che nessuno vuol disconoscere nel rapporto fra Regioni e Stato centrale, ma questi problemi non autorizzano D’Ambrosio a fare di questa Regione il luogo in cui le leggi non esistono più, in cui gli indicatori finanziari sono di fatto truccati. Ciò che in questa regione non dà certezza neanche per quanto riguarda le prospettive finanziarie delle tasche delle famiglie e delle imprese marchigiane. Di fronte a questa situazione, la sua invettiva contro il Governo nazionale non solo perde di forza, ma perde anche di credibilità. La sua invettiva e lui stesso.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Viventi.

LUIGI VIVENTI. Cercherò di essere come sempre estremamente contenuto e concreto nella mia dichiarazione, anche perché le argomentazioni fondamentali le avevo già svolte nel mio precedente intervento di mercoledì scorso.
Due aspetti vorrei richiamare, parlando di un documento di programmazione economica e finanziaria: l’andamento dell’economia nella nostra regione e i conti effettivi della nostra regione, le prospettive per i prossimi anni.
Noi stiamo attraversando un periodo di crisi che non è di quest’anno, ma è già il secondo anno di crisi economica che il paese-Italia si trova ad affrontare. Evidentemente anche la regione Marche.
Dal punto di vista generale dobbiamo dire, onestamente, che questa regione si è difesa abbastanza bene durante questo periodo di crisi tuttora in piedi, non per merito della Giunta regionale o del Consiglio regionale, ma per merito degli operatori economici marchigiani, delle industrie, delle imprese, dei lavoratori ecc. che hanno alle spalle una situazione sana che ha consentito di superare senza danni enormi questo periodo di crisi. A onor del vero alcuni segnali preoccupanti ci sono nel settore del tessile-abbigliamento, della calzatura e della meccanica e io purtroppo dico che nei prossimi anni non saranno rose, perché ci saranno comunque problemi di concorrenza internazionale con paesi emergenti, con imprese di paesi emergenti che possono applicare un dumping che possiamo definire sociale, nei nostri confronti, perché hanno alle spalle oneri e costi di produzione enormemente più bassi, e quello sarà il vero problema del nostro futuro, per le industrie, per l’artigianato di questa regione, per l’agricoltura dal 2006 ecc. Questo è uno scenario estremamente preoccupante, al di là del fatto che questa Regione oggi sia guidata da un governo di centro-sinistra. Fosse stata governata da un governo di centro-destra lo scenario sarebbe stato, dal punto di vista macro-economico, ugualmente preoccupante. Dove credo che questa Giunta regionale di centro-sinistra abbia una responsabilità politica, perché saremmo sciocchi se dicessimo che queste altre sono responsabilità della Giunta regionale, come quando io ritengo che è sciocco sentire un intervento di Rutelli che dice “la crisi economica è colpa di Berlusconi”. Queste sono dichiarazioni puerili, stolte: le crisi economiche sono internazionali, Berlusconi e il Governo italiano incidono per lo 0,1, così come non è colpa della Giunta regionale se c’è la crisi economica. Però una responsabilità politica c’è, lo dissi già nel dicembre 2001. Quando, in una situazione di crisi economica come questa, anziché porre l’attenzione sul freno delle spese, delle uscite di parte corrente si va a utilizzare la leva fiscale, ad aumentare la pressione fiscale su quei soggetti che producono reddito e su quei soggetti che producono — imprese e famiglie — è chiaro che con la manovra dell’aumento dell’Irpef, dell’Irap e del bollo auto sono stati colpiti questi soggetti e si è andati ad aggravare, pur se in parte non eccezionale, la crisi economica che già era in atto.
Partendo da questa considerazione rivolgo la stessa domanda che rivolsi mercoledì scorso: voi dite che con il 2004 si concluderà questo periodo in cui i marchigiani hanno dovuto pagare una sovrattassa per Irpef, Irap ecc. Io dico che questo non è realistico scriverlo nel Dpefr, perché non è vero, non è possibile, non sarà possibile, dati alla mano. Oltre alle considerazioni economiche che facevo prima, rispetto alle quali sono piuttosto pessimista, su cui non possiamo fare niente nessuno di noi, dico che i dati che noi abbiamo di fronte del consuntivo 2002 ci dimostrano ampiamente che non è possibile ridurre questa pressione fiscale.
Perché dico questo? Due considerazioni molto veloci. Voi sapete che io avevo interessato il Governo del fatto che diceva prima il consigliere Castelli, cioè che la legge prevedesse alle Regioni, limitatamente per il 2002, la possibilità di questo inasprimento fiscale. Ricevetti una prima risposta dai funzionari della presidenza del Consiglio, in cui mi si dava pienamente ragione “è chiara la legge, quindi la legge approvata dal Consiglio regionale delle Marche è illegittima”, poi quando questa è approdata in Consiglio dei ministri sono state fatte altre considerazioni, più politiche e meno tecniche, per cui si sono detti “nel 2003, se limitatamente al 2002 questi hanno un’entrata eccezionale, come facciamo? Noi non li abbiamo da dare, loro da qualche parte li devono prendere”, quindi, con molta onestà, il ricorso di fronte alla Corte costituzionale non è stato fatto, questa è la verità. Lo dico io rispetto a un Governo mio, di centro-destra, che ha la responsabilità di non averla impugnata, ma questa è la verità dei fatti, voi mi conoscete, io sono sempre abituato a dire la verità, di centro, di destra, di sinistra non mi importa.
Se questo ragionamento è valso per il Governo per non annullare la legge finanziaria regionale, lo stesso ragionamento vale oggi per dire che questo Dpefr è inattendibile nella sua visione generale di dire “con il 2004 finisce”. Io sarei prontissimo a votare a favore di un Dpefr che dice questo, se avesse le possibilità di essere veritiero. Se noi diciamo che, nonostante che nella contabilità generale della Regione Marche siano entrati circa 350 miliardi di vecchie lire della manovra finanziaria, chiudiamo con 109 milioni di euro più l’Inrca, quindi 230 miliardi di passivo, significa che non possiamo togliere queste tasse, perché se non fossero entrati quei 350 miliardi, avremmo avuto diritto e titolo a dire che avremmo tolto le tasse l’anno successivo, perché ci sarebbe stato un avanzo di 130 miliardi, ma siccome, nonostante questo introito eccezionale registriamo tuttora un disavanzo di 220-230 miliardi, come facciamo a dire che toglieremo queste tasse? Dove andremo a prendere questi soldi?
Dal punto di vista contabile mi metto nei panni di una maggioranza che governa, perché se fossimo stati noi al Governo — io sono abituato a lavorare, quindi le facilonerie politiche non le capisco — ci saremmo trovati di fronte alla stessa identica difficoltà, perché qui c’è un Governo nazionale che più di quelle risorse non ti può dare perché non le ha, perché le entrate sono comunque diminuite con la crisi economica, è inutile che ci facciamo illusioni.
E’ evidente che a livello regionale ormai abbiamo raschiato il fondo, quindi come facciamo? Se non ci fosse stata questa entrata eccezionale avremmo avuto i 230 più i 350, cioè avremmo parlato di un deficit di gestione annuale di quasi 600 miliardi di vecchie lire. Questi sono dati matematici che vanno al di là delle considerazioni della politica della Cdl, dell’Ulivo ecc. Questo è il problema sul quale non mi avete dato una risposta l’altra volta e che risposta mi volete dare oggi? Ma questo è il dato di fondo, che capiscono tutti.
Ripeto, con senso di responsabilità mi metto nei panni di chi amministra e si trova di fronte a questo problema, ma quello che vi chiedo per onestà intellettuale, per rispetto di tutti noi consiglieri regionali, è di non fare nei documenti affermazioni che non stanno né in cielo né in terra, perché come ho criticato il Governo Berlusconi quando il primo anno di crisi diceva “le cose vanno tutte bene, non vi preoccupate, diminuiremo le tasse, faremo i porti, gli aeroporti ecc.” — con questa situazione non era più serio dire “signori, c’è la crisi, purtroppo avevo fatto delle promesse ma non sono in grado di rispettarle perché c’è una crisi economica che non conoscevo, che mi è capitata fra capo e collo ci sono state alluvioni, terremoti...”? — così critico oggi questa Giunta regionale. Un amministratore, secondo me non deve essere un populista, deve parlare un linguaggio chiaro alla gente, di qualsiasi colore esso sia e deve dire queste cose. Allo stesso modo avrei preferito che questa Giunta regionale, il Presidente D'Ambrosio, nel documento di programmazione economica avesse evidenziato i problemi reali della Regione, avesse detto “queste sono le difficoltà economiche, per cui dobbiamo fare questo”, non tirare a campare e fare promesse inutili per arrivare alle elezioni del 2005 in qualche modo. Per me non è serio, non serve, non fa bene alla Regione. Con un documento vero di quel tipo, noi come gruppo Udc avremmo anche potuto prendere una decisione di astensione, se ci fosse stato presentato un documento realistico, nel quale si fosse detto “questi sono i problemi, queste sono le misure con le quali li vogliamo risolvere”. Perché votare contro? Per principio? Per posizione politica su una questione economica? No. Ma rispetto a un documento come questo noi votiamo conto perché è un documento scritto, presentato perché lo si deve presentare, si nascondono i problemi, si rinviano a chi verrà dopo, non è un documento veritiero. Per questo votiamo no, non per altre considerazioni.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Cecchini.

CRISTINA CECCHINI. Farò un intervento molto breve, perché credo che gli interventi che mi hanno preceduto hanno colto la sostanza del documento che dobbiamo votare. Questo Dpefr nulla dice rispetto a ciò che è già avvenuto in questa legislatura. Credo che la qualità del programma elettorale si sia modificata sostanzialmente con le scelte sulla sanità e con le scelte relative alla modifica del patto programmatico sulle questioni del rinnovo del protocollo dell’Api. Questo documento di fatto sancisce che nulla più si cambia, che fra le forze politiche di maggioranza ormai si è assestato un assetto di rapporti, di relazioni o di potere, come lo vogliamo chiamare a seconda delle comodità del caso e che sostanzialmente nella nostra regione ormai nulla più si cambia.
Dico questo perché è inutile aggiungere un ragionamento, che pure ci sta, sul cambiamento istituzionale e sul ruolo delle Regioni. E’ inutile dire che il Governo nazionale con la finanziaria male fa, mal governa e mette in difficoltà le Regioni, perché non c’è dubbio che tutto questo penalizza la nostra regione moltissimo, con il taglio sostanziale delle risorse e questo ci indurrà a trovare nuove, difficoltose vie d’uscita. Ma la questione delle questioni, la sanità, ormai l’abbiamo definita, per lo meno il Consiglio regionale ha votato dando mandato alla Giunta di procedere relativamente a una organizzazione del servizio sanitario regionale che si dimostrerà, come si sta già dimostrando — basta vedere le liste d’attesa in questi giorni o la qualità degli interventi che stanno compiendo le singole Asl — molto carente, nulla facendo sulle consulenze, incaricando addirittura dirigenti. Per ultimo oggi abbiamo parlato a proposito di quel direttore generale di Ascoli che ha beneficiato dell’articolo dell’assestamento e potrà essere rinominato. Ebbene, quello è uno dei tanti direttori generali che ha consentito a due-tre funzionari già apicali di poter avere il massimo dei benefici per poter poi andare in pensione con un livello più alto, dopodiché gli stessi beneficiari sono quelli che sono stati incaricati subito, con consulenze ecc. Così va la sanità nelle Marche, nulla si fa, nonostante che votammo qui un ridimensionamento delle consulenze all’unanimità, perché anche l’assessore conveniva che dovevamo fare azioni di questo genere e di fatto, nonostante che la Giunta sia in una confusione totale, come dimostra la delibera 1174, dove la stessa Giunta si è inventata la quattordicesima Asl, dopo averla voluta negare al confronto sindacale e avere bocciato in quest’aula gli emendamenti, c’è un navigare a vista sulle questioni sanitarie che la dice lunga su come si potrà risolvere il problema del disavanzo che si propone di diminuire fino a perdere solo 47 milioni di euro nel 2005, come si dice a pag. 22. Siccome non si sono messe in atto azioni, se non generiche questioni, è chiaro che alla resa dei conti si vedrà che i risultati della riforma del sistema sanitario saranno ben diversi da quelli che la Giunta regionale vorrà portare avanti. Certo è che avrà iniziato la dismissione degli immobili pubblici, di cui la maggioranza si vergogna e nega nelle singole Asl. Ho qui davanti a me solo l’assessore Silenzi e dico che le dichiarazioni da lui fatte a Macerata — le stesse sono state fatte da Mollaroli a Pesaro ma anche da altri — non rispondono al vero, perché oggi abbiamo visto che non solo gli immobili sanitari ma anche quelli del patrimonio pubblico regionale volete vendere per fare cassa e la cartolarizzazione state cominciando ad apprestare le misure per farla. Prova ne sia che il direttore generale di Jesi arriverà, nello staff del dirigente Zuccatelli, a occuparsi di cartolarizzazione e di immobili. Parlo dell’ing. Foschi, per non perdere tempo a pensare chi sia la persona incaricata.
Quindi politica che riguarda l’alienazione degli immobili, politica di centralizzazione degli appalti in mano a dirigenti di provata fiducia e io credo che questo abbia qualcosa a che vedere non tanto con le questioni che mancano nell’azione della Giunta regionale — parlo della prevenzione o delle opere nelle quali abbiamo detto di mettere più risorse, o dell’osservatorio epidemiologico dove bisogna fare qualcosa e invece ancora non si sono attivate le procedure — ma parlo proprio di quella centralizzazione degli appalti che credo sia la ragione vera per la quale avete fatto l’Asur. Credo che ci sia, in questa regione, una sorta di divisione degli interessi fra aree politiche, dove ai Ds si lascia la sanità, a Confindustria una certa area politica. Dico all’assessore ai trasporti, di verificare, quando si occupa dell’intesa quadro, quella con Pieralisi, Pupo e C. — parlo del “quadrilatero — perché la Regione Marche si è voluta mettere in quella condizione. Poi, lui fa bene a protestare perché non c’era — non so se c’era, forse non c’era — ma vorrei che studiasse l’atto dell’intesa quadro discusso dalla Giunta regionale, che prevedeva una questione concordata con il ministro Lunardi, cioè che l’uomo, quello che era l’attuatore dell’intesa quadro, dovesse essere di fiducia della Regione Marche, anzi proponemmo dovesse essere il Presidente D'Ambrosio che avrebbe delegato la struttura dei lavori pubblici o chi era il caso di delegare. Agostini mi guarda, se lo ricorda, perché io chiesi alla Giunta di discuterne. Chiesi al Presidente D'Ambrosio di non fare l’intesa quadro se non ci avessero concesso che l’uomo di riferimento che avrebbe gestito i programmi d’area, che avrebbe, con i Comuni, con le Province, fatto diventare edificabili delle aree invece che altre, fatto il tracciato della strada, per dirla in modo brutale, dovesse essere di nomina della Regione, dovesse essere il Presidente della Regione. Questa era la mia proposta. Non c’è più questo, nell’intesa quadro, c’è però la protesta di Silenzi, che strilla e urla, c’è la protesta di Amagliani, che strilla e urla. Ma perché non ce l’avete messo? Perché l’avete tolto? Non è che Lunardi vi abbia fatto cassare una cosa, è scomparso, uno dei tanti miracoli di questa Regione dove scompaiono le questioni rilevanti.
Credo allora che ci sia poco da farci propaganda, almeno in questa sede, fra di noi. Sulla questione dei trasporti, la programmazione negoziata si è consentito di farla in quel modo in cui si sta facendo; sulla Asur si è deciso di fare nell’altro modo, come si sta facendo; sull’Api o sull’authority del porto si è consentito a poteri forti di questa regione di ottenere quello che si vuole. Questo è il programma elettorale. E il Dpefr che dice? Un po’ di propaganda, racconta un po’ di cose, i direttori di dipartimento mettono in fila un po’ di legge che, se ci chiamiamo Calabria, Lombardia o Marche, poco è la differenza.
Però voglio dire una cosa all’assessore Amagliani. Sull’assestamento c’era un emendamento che niente aveva a che fare con la contabilità, ma dato che l’assestamento serve a mettere un po’ di cose, mi ero permessa di mettere una cosa che a mio parere era utile. Infatti, quando facemmo il piano regionale dei trasporti noi decidemmo che era necessario fare in questa regione la moratoria per gli inceneritori e solo grazie a questa monitoria fino al 31.12.2003 nella nostra regione gli inceneritori non si autorizzano, perché anche nelle Marche è vigente il “decreto Ronchi” il quale dice che si possono fare gli inceneritori, in Italia. Non è che noi, con norma possiamo non farli, noi possiamo scrivere una norma che dica “non li facciamo fino a questa data”. Lì era tradotto fino al 35% della classificazione dei rifiuti. Adesso, che si sia bocciato un emendamento non succede niente, perché come si è bocciato domani l’assessore costruisce una legge e la porta, però bisogna portarla, perché non è vero che possono fare gli uffici, non è vero che si possa dire di no a un imprenditore, l’1.1.2004, vigente la “legge Ronchi”, non vigente più la disposizione del piano regionale dei rifiuti. Non c’è nessuno che possa dire di no e non c’è nemmeno la delibera di Giunta. La Giunta con sua delibera modifica una legge del Consiglio regionale, però un imprenditore in questo caso può impugnarla, dopodiché sarete soccombenti, quindi è bene procedere a qualcosa di utile dal punto di vista legislativo.
Così pure, sul Pai non potete pensare di cominciare subito a declassificare le zone, non è possibile. Il Pai è frutto di un lavoro lunghissimo, anche di concertazione con gli enti locali, di un lavoro dove agli enti locali si è risposto sì su molte cose e no su qualcuna. Adesso bisogna garantire che il Pai sia norma vigente e per il omento attuabile, non rimetterci mano un’altra volta. Dopodiché si sono localizzate le aree produttive sui fiumi in molte parti della Regione? Per questo si vogliono togliere dalle zone di più alto rischio? Non si può. I fiumi della nostra regione sono pieni di ghiaia e, nonostante che non si possa fare — ma invece lo si fa, vedi Metauro, zona Acqualagna, vedi ditta Trask — si porta via la ghiaia. Sarebbe bene che la ghiaia fosse portata per i ripascimenti sulla costa e non per fare non si sa bene che cosa, allora, si dice per fare qualcosa, ma poi, siccome la ghiaia che si prende è molto più grande della ghiaia che arriva nel posto giusto, si fanno diverse altre cose.
Sulla legge 13 che è in IV Commissione, che cosa si intende fare? Si intende peggiorare il testo che fece la Giunta e che era già larghissimo? Ma tamponava un testo ben più largo presente in Commissione. E’ un condono agricolo?

PIETRO D'ANGELO. Peggio del condono edilizio di Berlusconi...

CRISTINA CECCHINI. Credo che sul Dpef tutte queste cose siano scritte, non scritte, ma questi sono atti di governo dell’attuale Giunta, rispetto alla quale mi sembra che si siano definiti i rapporti politici interni all maggioranza, rapporti di potere e non solo, quindi credo che sia ben chiaro chi governa la sanità — i Ds — chi governa i trasporti, Api, porto — Confindustria — e in questo modo molto spartitorio di poltrone si continua a finire la legislatura, dopodiché di merito ce n’è poco. Su provvedimenti come la gestione attiva del debito, la resistenza verso un governo nazionale cattivo e “patrigno” troverete il mio voto favorevole, se volete sostenere che il Governo nazionale è inadempiente, inadeguato, assolutamente dannoso per la regione, ma c’è il rischio che siate dannosi anche voi.

PRESIDENTE. La seduta è sospesa. Riprenderà alle ore 16 con gli interventi di Trenta, D’Angelo e Franceschetti.

La seduta è sospesa alle 13,40