Resoconto seduta n. 159 del 05/11/2003
La seduta inizia alle 10,50



Approvazione verbali

PRESIDENTE. Ove non vi siano obiezioni do per letti ed approvati, ai sensi dell’art. 29 del regolamento interno, i processi verbali delle sedute nn. 157 e 158 del 22 ottobre 2003.

(Sono approvati)


Proposte di legge
(Annuncio e assegnazione)

PRESIDENTE. Sono state presentate le seguenti proposte di legge:
— n. 208 in data 20 ottobre 2003, ad iniziativa della Giunta: «Iniziative regionali per la celebrazione del sessantesimo anniversario della resistenza e della guerra di liberazione e per la diffusione della conoscenza delle persecuzioni subite dal popolo ebraico e dai deportati», assegnata alla I Commissione in sede referente e alla II Commissione per il parere obbligatorio;
— n. 209 in data 13 ottobre 2003, ad iniziativa della Giunta: «Norme in materia di pesca marittima e acquicoltura», assegnata alla III Commissione in sede referente e alla II Commissione per il parere obbligatorio;
— n. 210 in data 26 settembre 2003/03, ad iniziativa del consigliere Cecchini: «Azioni a favore del settore calzaturiero, tessile e abbigliamento delle Marche», assegnata alla II Commissione in sede referente;
— n. 211 in data 31 ottobre 2003, ad iniziativa della Giunta: «Norme concernenti la vigilanza sull’attività edilizia nel territorio regionale», assegnata alla IV Commissione in sede referente;
— n.212 in data 3 novembre 2003, ad iniziativa dei consiglieri Castelli, Ciccioli, Gasperi, Pistarelli e Romagnoli: «Norme in materia di ospedali di montagna», assegnata alla V Commissione in sede referente.




Proposta di regolamento
(Annuncio di presentazione)

PRESIDENTE. E’ stata presentata la proposta di regolamento n. 3, in data 31 ottobre 2003, ad iniziativa della Giunta: «Disciplina in materia di autorizzazione delle strutture e dei servizi sociali a ciclo residenziale e semiresidenziale, ai sensi dell’articolo 9 della legge regionale 6.11.2002 n. 20 – revoca della deliberazione n. 881 del 17.6.2003», assegnata alla V Commissione in sede referente.




Proposta di deliberazione
(Annuncio di presentazione)

PRESIDENTE. E’ stata presentata la proposta di deliberazione n. 11, in data 31 ottobre 2003, ad iniziativa dei consiglieri Amati, Modesti, Viventi, Luchetti, Tontini, Benatti, Massi e Giannotti: «Proposta di legge costituzionale alle Camere: modifiche all’articolo 126 della Costituzione».



Mozioni
(Annuncio di presentazione)

PRESIDENTE. Sono state presentate le seguenti mozioni:
— n. 315 dei consiglieri Procaccini e Martoni: «Tragica situazione in Medio Oriente»;
— n. 316 dei consiglieri Mollaroli, Franceschetti e Amati: «Gravissimi fatti accaduti nei giorni scorsi nel mare di Lampedusa e sulla necessità di rivedere le misure per affrontare in modo efficace il dramma dei clandestini e per definire le politiche dell’immigrazione nel territorio italiano»;
— n. 317 del consigliere Rocchi: «Canoni demaniali»
— n. 318 dei consiglieri Giannotti, Massi, Ciccioli e Viventi: «Canoni demaniali di competenza degli operatori turistici balneari».





Promulgazione legge regionale

PRESIDENTE. Il Presidente della Giunta ha promulgato la legge regionale n. 18, in data 22 ottobre 2003: «Rendiconto generale dell’Amministrazione per l’anno 2002».



Deliberazioni amministrative
inviate dalla Giunta

PRESIDENTE. La Giunta ha inviato le seguenti deliberazioni:
— n. 1415 concernente: “Art. 20, comma 3, l.r. 11.12.2001, n. 31 – Prelevamento dal fondo di riserva per le spese obbligatorie per l’integrazione dello stanziamento del capitolo di spesa 20704102 compreso nell’elenco n. 4 “Elenco delle spese dichiarate obbligatorie” del bilancio 2003 (Euro 1.300,00)”;
— n. 1416 concernente: “Art. 27 comma 2, l.r. 11.3.2003, n. 4 – Iscrizione nel bilancio di previsione per l’anno 2003 di entrate derivanti da assegnazione di fondi dall’Unione Europea, da enti e da soggetti terzi, nonché per l’iscrizione delle relative spese (Euro 87.500,00)”;
— n. 1417 concernente: “”Art. 29, l.r. 11.12.2001, n. 31 – Variazione compensativa al Programma Operativo Annuale 2003 (Euro 200.000,00)”;
— n. 1418 concernente: “”Art. 22, l.r. 11.12.2003, n. 31 – Variazione al bilancio di cassa per l’anno 2003 – (Euro 1.380.450,13)”;
— n. 1419 concernente: “Art. 27, comma 1, l.r. 11.3.2003, n. 4 – Iscrizione nel bilancio di previsione per l’anno 2003 di entrate derivanti da assegnazione di fondi dallo Stato per interventi di edilizia ospedaliera (Euro 1.692.480,90)”;
— n. 1420 concernente: “Art. 4, comma 2, l.r. 11.3.2003, n. 3 – Iscrizione nel bilancio di previsione dell’anno 2003 di recuperi relativi a stanziamenti aventi specifica destinazione (Euro 46.703,60)”;
— n. 1421 concernente: “Art. 22, l.r 11.12.2003, n. 31 – Variazione al bilancio di cassa per l’anno 2003 (Euro 8.896,48)”;
— n. 1422 concernente: “Art. 27, comma 1, l.r. 11.3.2003, n. 4 – Iscrizione nel bilancio di previsione per l’anno 2003 di entrate derivanti dall’assegnazione di fondi dallo Stato vincolati a scopi specifici e delle relative spese (Euro 72.045,74)”.




Congedo

PRESIDENTE. Ha chiesto congedo il consigliere Moruzzi.



Ordine del giorno della seduta

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Rocchi, sull'ordine dei lavori.

LIDIO ROCCHI. Presidente, chiedo l'iscrizione della mozione sui canoni demaniali, chiedendo di discuterla prima delle comunicazioni che farà il Presidente della Giunta, altrimenti non abbiamo i tempi necessari, in quanto il Senato sta approvando la legge finanziaria, quindi se non discutiamo subito questa mozione perdiamo ulteriore tempo.
Chiedo anche l'iscrizione della mozione per appello nominale, a nome anche dei consiglieri Procaccini e Amati.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Ciccioli.

CARLO CICCIOLI. Poiché ho presentato sullo stesso argomento, una mozione insieme agli altri consiglieri, non solo non ho nessuna difficoltà ad accettare la proposta del consigliere Rocchi, ma sono io steso favorevole. Detto questo però, se ne discuta al pomeriggio, perché la mattina abbiamo già concordato un programma nella Conferenza dei presidenti di gruppo.

PRESIDENTE. Ma allora, per quale motivo facciamo la Conferenza dei presidenti di gruppo?

CARLO CICCIOLI. Noi abbiamo deciso di andare avanti per un po' anche nel pomeriggio.

PRESIDENTE. Questo non l'ha deciso nessuno, abbiamo stabilito di chiudere alle 13,30.

CARLO CICCIOLI. Io l'ho detto personalmente e insieme a me l'hanno detto il consigliere Mollaroli e altri. Abbiamo il Consiglio convocato, il Presidente si dovrà allontanare per impegni istituzionali, abbiamo deciso di chiudere quell'argomento entro le 13, per vedere il resto.

PRESIDENTE. Probabilmente lei non era attento.
Ha la parola il consigliere Giannotti.

ROBERTO GIANNOTTI. Chiedo l'iscrizione all'ordine del giorno della seconda mozione, quella presentata dalla Cdl sul problema dei canoni. Sono anche del parere che si possa utilizzare la mattinata per verificare la possibilità di arrivare ad un documento comune che la presidenza può mettere in discussione alla chiusura della mattinata.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Viventi.

LUIGI VIVENTI. Chiedo che la Conferenza dei presidenti di gruppo abbia un senso, altrimenti non vi parteciperò più, per una questione di serietà.
Abbiamo concordato fino alle 13 il dibattito sulla sanità sui fatti di Fabriano, perché il Presidente deve andarsene, poi c'è stata una richiesta alla fine concordemente approvata. All'inizio io non ero d'accordo, però mi rimetto alle decisioni della maggioranza dei presidenti di gruppo. E' stata concordata al chiusura in mattinata, io ho anche detto "se dobbiamo arrivare alle 14-14,30 ci arriviamo", così si possono trattare queste cose, chiudendo in mattinata. Rimane fermo questo impegno, altrimenti non ha più senso farle.

PRESIDENTE. Aggiungo alle parole del consigliere Viventi, che ha riepilogato la riunione della Conferenza dei presidenti di gruppo, che ci siamo impegnati a fare la proposta di atto amministrativo n. 120 in aggiunta alla discussione e adesso viene avanzata la proposta di trattare congiuntamente le due mozioni, la 317 e la 318, per le quali si può giungere ad una risoluzione e ad un voto senza discussione.
Pongo in votazione questa proposta.

Il Consiglio approva



Comunicazioni dei consiglieri

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Novelli per una comunicazione. Ne ha facoltà.

SERGIO NOVELLI. Una comunicazione brevissima, anche perché vorrei non cadere nel rischio di parlare di problematiche interne di Alleanza nazionale, che certamente non riguardano la maggior parte dei colleghi presenti.
Vorrei esternare una situazione di forte disagio nei confronti dell'operato di questo Governo, da parte di alcuni di coloro che avevano sostenuto l'elezione di questo Governo stesso, nella convinzione che avrebbe effettivamente concretizzato ciò che si era promesso in campagna elettorale e che progressivamente si vede mancare: la constatazione del fatto che l'attuale Esecutivo — lo dico con il rammarico di chi l'ha sostenuto in buona fede — è probabilmente il peggiore a memoria d'uomo, almeno fino ad arrivare agli anni '60, non ci consente di restare indifferenti, sia pure con il piccolissimo briciolo di responsabilità che ha chi in fondo occupa soltanto un ruolo di assemblea locale, a guardare una situazione in cui il paese, da un lato subisce un calo dell'11,5% che non è lo 0,2, lo 0,5, l'1% della crisi congiunturale, dall'altro subisce scelte che vulnerano in maniera gravissima ciascuno di noi. Una delle cose che non è ancora accaduta, che potrebbe accadere, e di fronte alla quale non solo chi parla ma molti colleghi in varie parti d'Italia si preparano a una presa di posizione chiarissima nei confronti del Governo e del presidente del partito di cui ho avuto la tessera fino a qualche settimana fa, è il rischio della imminente approvazione dell'ordine di arresto europeo, che costituirebbe un gravissimo vulnus rispetto al principio costituzionalmente garantito del giudice naturale e grandissimo disagio di chi, come me, avendo sempre militato nella Destra nazional-popolare, essendosi sempre opposto alle derive che sembravano antinazionali e localistiche della Lega, con disagio scopre che l'unica forza, in Parlamento, che difende il futuro degli italiani e la libertà di ciascuno di noi, ahimé ed ahinoi finisce con l'essere la Lega.
Occorre svolgere un'azione di critica nei confronti del Governo, nella speranza, credo qui absurdum, che ci possa essere resipiscenza o ravvedimento, altrimenti affinché ci sia una chiarissima separazione di responsabilità. E' un'operazione difficile, rischiosa, costosa, di cui ci siamo fatti carico, poi per qualche motivo — probabilmente sono più ingenuo dei colleghi — il primo che è finito sulla stampa nazionale per indiscrezioni o ingenuità sono stato io, per cui mi sono trovato investito del ruolo ingrato di fare il trait-d'union: "visto che ormai sei compromesso, fai il giro per cucire questa operazione del cartello nazional-popolare" — qualcuno ha detto "Margherita nera" — che stiamo cercando di costruire.
Questo mi porta, per coerenza, a prendere le distanze, anche in termini di appartenenza strutturale nei confronti del gruppo consiliare di Alleanza nazionale. Ho specificato che non c'è nessun problema di ordine personale con i colleghi, che restano amici e, nella misura in cui questo possa essere possibile, camerati come siamo stati per decenni. Ovviamente viene mantenuta la posizione di opposizione nei confronti dell'attuale Giunta regionale che non è stata mai e non vuol essere acriticamente contraria a ogni proposta, ma certamente esiste una distanza politica con chi è stato eletto per governare la Regione tre anni fa e questo è naturale, giusto, doveroso in un sereno e onesto rapporto con l'elettorato; meno giusto e meno gradevole che esista una analoga distanza nei confronti di chi è stato eletto un anno e mezzo fa per governare il paese e lo sta governando, lo dico con amarezza, in maniera non condivisibile.
Per questo ho costituito la componente Destra popolare in seno al gruppo misto e nel prosieguo del residuo periodo di legislatura opererò mantenendo un atteggiamento di opposizione alla Giunta e di critica e stima nei confronti del Governo.



Comunicazione del Presidente della Giunta sulle vicende della Asl n. 6 di Fabriano

PRESIDENTE. Ha la parola, per una comunicazione, il Presidente D'Ambrosio.

VITO D'AMBROSIO, Presidente della Giunta. La mia comunicazione si limiterà a rifare una storia che in gran parte è basata su articoli di giornale con qualche aggiunta documentale raccolta in questo ultimissimo scorcio di tempo.
Faccio questa comunicazione che ritengo doverosa allo stato delle nostre conoscenze che non sono complete. E' chiaro che successive decisioni dell'Amministrazione verranno prese sulla base di ulteriori approfondimenti e raccolta di documenti.
Per dirne una, noi non abbiamo ancora deciso di costituirci parte civile, che è decisione che secondo delibere di Giunta è fissa e costante, perché vogliamo sapere lo stato del processo, soprattutto perché vogliamo conoscere gli elementi del processo stesso, essendo chiaro che ci sono dei momenti e delle fasi nelle quali si può fare e momenti e fasi nelle quali non si può fare, ma soprattutto bisogna avere una conoscenza approfondita dei fatti.
E' chiaro che quando avremo la conoscenza dei fatti ci regoleremo come ci siamo sempre regolati: la costituzione di parte civile per la Regione Marche non è una decisione discrezionale ma una decisione obbligatoria che abbiamo sempre preso.
Fatte queste premesse entro nella vicenda che si è sviluppata con una successione di fatti che posso rapidamente ricostruire in questo senso: la mattina di lunedì ricevo una telefonata — a metà mattinata — in cui l'assessore alla sanità mi comunica l'arresto — arresti domiciliari — del commissario della Asl 6 di Fabriano Venanzoni. La decisione è stata quella, immediatamente, di conoscere le notizie ulteriori e di predisporre, non essendo la Asl di Fabriano, una di quelle dove erano rimasti in carica né il direttore sanitario, né il direttore amministrativo — quindi non aveva vertice, oltre al commissario — il più rapidamente possibile, la ricostituzione di un vertice decisionale, non essendo possibile fermare la vita amministrativa dell'azienda stessa.
Successivamente abbiamo raccolto elementi, gli elementi sono stati, in sostanza, una prima, lunga nota dell'agenzia Ansa che parlava di turbativa d'asta relativamente a una delibera di affidamento dell'incarico di smaltimento dei rifiuti sanitari ad una ditta di Frascati e gli arresti domiciliari per il commissario della Asl 6 e per un altro soggetto della stessa Asl responsabile degli uffici amministrativi — non direttore amministrativo — inoltre del titolare della ditta — eseguiti a Frascati — e di un altro soggetto, sig. Franco Tiraboschi, che invece pare siano stati effettuati ad Ancona. Però "pare", non sono sicuro.
Sulla base di questo ci siamo attivati e quindi nella giornata di ieri abbiamo assunto ulteriori informazioni e ulteriori notizie. Abbiamo chiesto immediatamente al giudice delle indagini preliminari e al procuratore della Repubblica di Ancona — perché si trattava di ordinanza di custodia cautelare emessa dal Gip su richiesta del pm — copia del provvedimento ieri stesso ed è qui in atti la richiesta in data 4 novembre. La risposta di questa mattina, autografa del sostituto procedente, è la non autorizzazione al rilascio della copia ma l'indicazione dei capi di imputazione che adesso leggerò.
Voglio però segnalare a lei, Presidente, che stiamo parlando di fatti in parte noti, in parte notori ma in parte non noti, che si riferiscono a persone. Credo che forse andrebbe valutata l'opportunità di procedere in seduta riservata.

CARLO CICCIOLI. E' su tutti i giornali, è su tutte le televisioni, è dappertutto e noi, con la foglia di fico... Un po' di decenza!

VITO D'AMBROSIO, Presidente della Giunta. Ciccioli, richiami alla decenza da lei non ne accetto. Io ho semplicemente segnalato al Presidente di questa Assemblea, che ne ha il potere, l'opportunità di valutare questa questione. Io non amo fare processi in pubblico, avendo per 28 anni fatto processi in pubblico e fatto processi anche riservati, quando lo richiedeva la legge. Credo che questo sia un caso in cui il problema dobbiamo porcelo, poi possiamo anche decidere che facciamo tutto alla luce del sole, ma questo dovere lo sento. Dopodiché il Presidente di questa Assemblea deciderà. Io non ho elementi. Prima di andare avanti, di leggere capi di imputazione, di leggere sentenze, segnalo al Presidente l'opportunità di valutare questa questione, dopodiché se il Presidente ritiene che si proceda così;, non ho alcun problema.

PRESIDENTE. Intanto credo che sia molto corretto l'invito che lei fa, Presidente D'Ambrosio, a proposito della possibilità-necessità di fare la seduta segreta. L'art. 33 recita esattamente che "Il Consiglio può deliberare di riunirsi in seduta segreta su richiesta del Presidente della Giunta regionale o di almeno tre consiglieri su questioni che riguardano persone".
Vista la necessità di una riservatezza, indipendentemente dal fatto che molte notizie siano già apparse sulla stampa, credo che la richiesta sia corretta e credo che si debba proprio procedere in seduta segreta, anche in previsione delle dichiarazioni che si dovranno fare.

ROBERTO GIANNOTTI. Mi permetto di insistere sul fatto che, vista la notorietà della vicenda, si possa fare, astenendosi dall'esprimere valutazioni di carattere personale, che credo siano estranee a questo dibattito, una discussione pubblica, perché si tratta di un giudizio politico e sulla gestione amministrativa di un’azienda sanitaria.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Ciccioli.

CARLO CICCIOLI. Concordo con il Presidente D'Ambrosio quando dice che quest’aula non può diventare un'aula di tribunale, anche perché non ne abbiamo gli elementi, però un dibattito politico, un giudizio politico su quello che è successo credo sia opportuno, in base all'informativa. Tra l'altro il Presidente ne sa sicuramente più di noi. Ci sarà una valutazione politica del caso, che non rientra nel dettaglio delle vicende personali di ogni singolo imputato o indagato. Siamo in una fase in cui il giudizio è politico, non è un fatto di sentenza.

VITO D'AMBROSIO, Presidente della Giunta. Vorrei specificare la mia richiesta. Credo che potremmo fare in seduta riservata la parte delle mie comunicazioni, poi il dibattito ampiamente pubblico. Credo che questo lo dobbiamo.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Grandinetti.

FABRIZIO GRANDINETTI. Al di là della decisione di sostanza che poi potrà prendere il Consiglio, il regolamento parla di "richiesta di convocazione", il Consiglio è già convocato. Come membro dell'ufficio di presidenza devo segnalare questa anomalia di interpretazione della presidenza. Nella sostanza i consiglieri decidono l'opportunità o meno. Il Consiglio è già convocato e già in seduta, quindi la richiesta è tardiva.

PRESIDENTE. La prima questione è di carattere tecnico. L'art. 33 recita: "necessità di fare la seduta segreta. L'art. 33 recita esattamente che "Il Consiglio può deliberare di riunirsi in seduta segreta". E' chiaro che questo Consiglio deve decidere di riunirsi in seduta segreta. La proposta avviene "su richiesta del Presidente della Giunta regionale o di almeno tre consiglieri su questioni che riguardano persone". Il Presidente della Giunta ha fatto una proposta: "la mia comunicazione è bene che avvenga in seduta segreta". Su questo il Consiglio deve esprimersi, perché può deliberarlo. Mi pare di aver capito da parte del presidente del gruppo di Alleanza nazionale e del presidente del gruppo di Forza Italia la disponibilità ad accogliere la proposta del Presidente D'Ambrosio che è formulata come segue: "mia comunicazione in seduta segreta, poi dibattito pubblico".

CARLO CICCIOLI. Siamo d'accordo.

PRESIDENTE. Pongo in votazione questa proposta.

Il Consiglio approva

La seduta prosegue in forma segreta.

La seduta prosegue in forma segreta
dalle 11,20 alle 11,30

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Giannotti.

ROBERTO GIANNOTTI. Voglio partire da una valutazione politica. Per questo dico che non ritenevo corretto il percorso del dibattito secretato. La valutazione politica che noi facciamo, che abbiamo peraltro anticipato ieri, anche se è stata raccolta e recepita maldestramente da qualche giornale, è che il caso "..." — non lo cito per adeguarmi allo stile del Presidente — non è un fatto episodico ma significativo del persistere, in questa regione, di nicchie di illegalità che non ci sembra la Giunta regionale abbia voluto rimuovere. Il giudizio che esprimiamo è che nulla è cambiato rispetto ad un passato nei confronti del quale si diceva di voler rappresentare il cambiamento. Abbiamo preso a riferimento una serie di abusi amministrativi che sono stati richiamati dall'attività di questi anni, che non riguardano solo la sanità. Cinque casi emblematici che segnalano un costume che si è affermato per colpa del centro-sinistra, sfatando il luogo comune della "Giunta della moralità" alla quale qualcuno aveva attaccato l'etichetta. Un periodo di gestione, quello che ha accompagnato il Presidente D'Ambrosio, che è stato contrassegnato da scelte non trasparenti. Cito, tanto per intenderci, la gestione dell'attività nel campo della formazione professionale, con il caso di un dirigente del servizio rispetto al quale è stato evidenziato un rapporto personale privato con alcune aziende della regione Umbria, rispetto al quale è stata richiamata una responsabilità rispetto ad un appalto che è stato realizzato, rispetto al quale abbiamo denunciato un rapporto di conflittualità che è sfociato nel siluramento di un assessore di questa Giunta, Cristina Cecchini, con un processo ancora in corso, sul cui esito abbiamo grandi preoccupazioni, nel senso che abbiamo motivo di ritenere che anche questo sia un processo che abbia già una vittima designata e che non si limiti alla esclusiva ricerca della verità ma che risenta anche del clima politico in cui questa vicenda è stata collocata.
Procedure irregolari. Abbiamo citato uno per tutti, il concorso degli ingegneri, un concorso rispetto al quale si sono verificati fatti gravissimi... Presidente, perché già mi richiama al tempo?

PRESIDENTE. La sto avvisando che ha altri due minuti. Così abbiamo deciso.

ROBERTO GIANNOTTI. Presidente, mi limiterò a citare i titoli. Quindi procedure irregolari nel concorso per ingegneri, problema di clientelismo politico:; la lottizzazione sfrenata dei dirigenti, dei commissari delle aziende, degli interni. Queste sono le gravi responsabilità della Giunta, cioè la mancata introduzione di meccanismi di controllo e di verifica della gestione amministrativa. Rispetto a questo c'è stata un'azione forte delle opposizioni, interpellanze, interrogazioni, mozioni, sempre senza risposta, due Commissioni d'inchiesta congelate e messe nella condizione di non operare da parte di questa maggioranza, una proposta che vuol recuperare sul piano del costume — l'istituzione dell'albo dei consulenti — una denuncia alla Corte dei conti.
Credo che questo ci metta nella condizione di dire che questo Esecutivo non garantisce gli onesti ma non colpisce l'illegalità amministrativa, non è stato capace di colpire l'illegalità amministrativa. La gente sta da un'altra parte, Presidente D'Ambrosio. Debbo pensare che un cambiamento radicale può avvenire solo attraverso il suo allontanamento con il cambiamento di questo Esecutivo.
Capisco il consigliere Benatti per il comunicato da lei animato e firmato non so con quanta coscienza dagli altri gruppi. Capisco, perché quando si vede coinvolto un proprio iscritto qualche preoccupazione può venir fuori. Se andate a leggere questo comunicato farneticante fatto dai partiti del centro-sinistra questa mattina è di una bassezza, di una rozzezza inaccettabili sotto ogni punto di vista. Capisco lo stato d'animo, rilancio al mittente l'accusa di ossessione politica. Probabilmente il consigliere Benatti dovrebbe valutare ed essere preoccupata, perché a me sembra che questa vicenda in qualche modo possa intaccare gli equilibri politici fabrianesi, quindi faccia un pensiero sul valore politico di questa iniziativa: una cecità politica nel non riconoscere le oggettive responsabilità della Giunta, che non può chiamarsi fuori dicendo "non è compito nostro controllare l'azione dei commissari delle aziende". Presidente, consigliere Benatti, non fateci ridere: è compito di questo Esecutivo controllare l'operato, così come è grave responsabilità dell'Esecutivo avere scelto questi commissari, quindi anche questo commissario '"...". Evito di fare riferimenti sulla strumentalità del dibattito nazionale che ormai c'è sempre quando c'è da attaccare, però non posso accettare le offese fatte al coordinamento di Forza Italia, le offese fatte al gruppo consiliare, illazioni che si fondano sul nulla. Credo che Forza Italia abbia dimostrato in questo Consiglio una propria capacità di proposta che ritengo non abbiano avuto i partiti, se dobbiamo considerare la produzione legislativa. Rilancio al mittente l'accusa di sciacallaggio politico. Se c'è una cosa che non può essere fatta in questo Paese è giudicare da quello che scrivono i giornali, non è giusto. Io c'ero alla conferenza stampa, nessuno ha fatto riferimenti quali quelli riportati. Qualcuno ha parlato del "caso Ricci", ma tirando in un contesto generale, esprimendo una preoccupazione complessiva. Da questo punto di vista credo che non dobbiamo dare spiegazioni a nessuno, il nostro coordinatore ha espresso a voce alta una preoccupazione. Non è accettabile che si colga questa occasione per creare un caso e alzare un grande polverone che invece vuol nascondere la verità dei fatti: che è stato commesso un reato da un dirigente regionale e che la responsabilità politica della gestione amministrativa delle Asl non può prescindere dalla responsabilità della Giunta regionale.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Ciccioli. Invito i consiglieri ad restare rigorosamente nell'arco temporale che abbiamo deciso insieme.

CARLO CICCIOLI. Quando ci sono proscioglimenti giudiziari sono dell'idea — l'ho detto anche alla stampa quando mi hanno telefonato per conoscere il mio parere — che bisogna essere sempre molto prudenti, perché a volte l'approfondimento delle cose è diverso dalla prima impressione, quindi, proprio perché in altre occasioni io personalmente, pur su vicende che non c'entrano niente con queste cose, ci sono passato, vado sempre con i piedi di piombo.
Detto questo dobbiamo però fare una valutazione politica. Prima ho detto che a mio parere il dibattito doveva essere pubblico, perché non possiamo fare i giudici di una vicenda che tra l'altro, probabilmente, ancora è incompleta dal punto di vista dei contorni ma dobbiamo dare una valutazione.
Il ritornello che si ripete dalle dichiarazioni degli esponenti di maggioranza, che non c'è nessuna responsabilità politica dietro questa vicenda, ma eventualmente la singola responsabilità individuale delle persone, non mi convince, perché in più occasioni da parte nostra è stato detto che la sanità è un campo estremamente delicato. Lo sanno coloro che ne esaminano l'impatto sulla società: circa 20.000 dipendenti lavorano nella sanità pubblica delle Marche, circa 4.000 miliardi di vecchie lire i bilanci dell'anno precedente, quindi addirittura un po' meno rispetto a quelli dell'anno che si sta per chiudere.
Di fronte a una massa finanziaria così forte si scatenano gli interessi per forniture, appalti, acquisti di tutti i tipi, anche per le carriere del personale sanitario, parasanitario, amministrativo. Questo crea un'area di grande delicatezza in cui i tentativi non solo di pressione, che appartengono alla vita e alla normalità delle cose, ma di vera e propria turbativa, sono continui. Questo è un caso esploso, ma di una persona che era direttamente fiduciaria dell'amministrazione politica, perché questi uomini che in questa fase governano la sanità marchigiana, sono persone direttamente fiduciarie dell'assessorato, del dirigente dei servizi alla persona, quindi l'ex area socio-sanitaria. Essendo persone scelte direttamente, commissari scelti direttamente per gestire, nell'ambito di una gestione collegata ed incrociata... Ricordo le centinaia di riunioni che si sono svolte a livello regionale, sia dal punto di vista tecnico che dal punto di vista gestionale e politico che hanno visto la presenza e precise indicazioni a tutti i commissari, a tutti i dirigenti di area sulle politiche che si dovevano svolgere. Quindi non si tratta di un qualsiasi funzionario della Regione rispetto al quale ci sono responsabilità individuali, personali, si tratta di un'indicazione fiduciaria di tipo politico, quindi qualcosa di più. Qualcosa di più è oggi, della gestione sanitaria, nel momento in cui ci sono alcune Asl — leggi Fabriano, leggi Senigallia, leggi Jesi — che hanno cosiddette "funzioni pilota" per la gestione di settore. Ci sono Asl che si occupano della gestione delle lavanderie per tutta la regione, ci sono Asl che si occupano di appalti delle pulizie per tutta la regione, per i rifiuti e via di seguito.
Credo quindi che nel momento in cui la sanità regionale è teleguidata, non demandata, nel momento in cui c'è la Asl unica regionale — e questo è l'obiettivo che si è data questa Giunta con la legge che abbiamo approvato qualche mese fa, di cui convintamente chiediamo l'abrogazione — evidentemente c'è da valutare qualche cosa ancora, cioè c'è una responsabilità sicuramente indiretta, non mi sogno minimamente di dire che l'assessore Melappioni o il Presidente D'Ambrosio sono i mandanti, perché lontano da me speculare su vicende delicatissime, però che ci sia una gestione diretta, telediretta, centralizzata della sanità regionale, in cui le responsabilità sono anche politiche, questo mi sento di sottolinearlo.
Non ho nient'altro da aggiungere se non prendere atto di quelle che saranno le indagini dei giudici, quindi le responsabilità accertabili. Credo che quando si spicca un ordine di custodia cautelare il giudice non sia stato leggero nel valutarlo, avrà probabilmente verificato, si sarà posto domande sull'impatto di questa misura grave, quindi credo che il giudice abbia acquisito l'impressione che dietro questa vicenda ci sia una situazione grave, altrimenti ci sarebbe stata una denuncia a piede libero, un'indagine in corso. C'è stato un ordine di custodia cautelare. Questo il sintomo del fallimento della politica di aggregazione sanitaria che sta operando la Giunta regionale che, come esponente della minoranza, mi sento di valutare e credo che anche la Giunta regionale dovrebbe, nella sua autonomia, valutarla e prendere i provvedimenti conseguenti, perché quando succede questa cosa — e potrebbe non essere l'unica, perché da notizie sicuramente informali e ufficiose che ho non è l'unico episodio ma vi sarebbe un filone d'inchiesta con altri episodi in arrivo — mi sento di chiedere alla Giunta regionale di riflettere su se stessa, sulle politiche che sta svolgendo e prendere i provvedimenti conseguenti.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Grandinetti.

FABRIZIO GRANDINETTI. Signor Presidente, colleghi, i fatti che si sono verificati a Fabriano ci fanno riflettere e da qualche settimana è argomento di riflessione la ripresa di una situazione di malaffare, di corruzione, di concussione che colora un po' di sé la penisola. Ne hanno parlato il presidente della Camera, le altre cariche istituzionali, oggi ne parla, non nel comunicato ma in un articolo su Il Corriere Adriatico, anche il consigliere Benatti. Una riflessione che condivido togliendo l'"asse di briscola", di cui potremmo capire il nome — la "questione Telekom", la "questione Cirio" — perché è una riflessione su una battaglia che faccio da tanti anni: la moralità pubblica è un fatto importante, determinante, specialmente da parte del politico, del dirigente. Specialmente chi svolge funzioni pubbliche deve essere molto attento, deve servire la propria comunità e certamente non se stesso, deve essere una vocazione, non certo altro. Non sempre è così, né per i politici né per i dirigenti.
Dunque argomento importante su cui voglio fare alcune riflessioni a voce alta con voi.
Quando si amministra una Regione come la nostra bisogna anche stare attenti a certi comparti che si prestano più al malaffare. Parlo della sanità ma parlo anche delle gestioni di miliardi, come per esempio quelli del terremoto. Il direttore de Il Corriere Adriatico qualche settimana fa, in un articolo di fondo, ha detto "sì, ma anche controlli". Quindi controlli sulla questione della sanità, sulle aste, controlli anche sulla questione della gestione del terremoto. Non sempre è possibile che quasi tutto quello che è stato restaurato, oppure che qualche piccola casa nei deserti, con tetti crollati magari da 50 anni prima, possa essere ristrutturato a spesa, appunto, dei fondi per il terremoto. L'etica è un fatto importante, non si può derogare all'etica, specialmente quando si ha la guida della macchina pubblica, quindi molta attenzione a questi fatti, anche perché l'appoggio per quanto riguarda i cittadini e le persone che li rappresentano, cioè i politici, alla magistratura che indaga con sagacia, che colpisce il malaffare è una cosa su cui non solo siamo d'accordo ma incoraggiamo la magistratura ad indagare sul malaffare, specialmente quando protagonisti sono i personaggi pubblici, i politici, i dirigenti, chi ha una funzione veramente importante, deputata tra l'altro dagli elettori, da chi è convinto che noi li possiamo rappresentare.
Dunque incoraggiare, sotto questo aspetto, la magistratura, con tutte le garanzie che il cittadino deve avere, che sono importanti e devono essere assolutamente rispettate. Io ritengo che la magistratura delle Marche a questo compito sta adempiendo in modo serio e così l'appoggio nostro va alle forze dell'ordine che coadiuvano e indagano, anzi io incoraggerei a farlo, perché altrimenti la riflessione che faccio sempre con me stesso è: che razza di esempio diamo di fronte ai giovani che vedono la persona, non che sbaglia ma che colpisce i diritti di uguaglianza tra i cittadini, dedicandosi al malaffare, che non viene punita? Ai giovani che esempio diamo? Come si costruiscono queste nuove generazioni?
Tutte domande che penso siano il comune sentire, penso siano anche trasversali, come la trasversalità sicuramente esiste sotto altri aspetti.
Per finirla con questo breve discorso dico pure che qui, purtroppo, la questione della sanità è stata un esempio, ma più che altro quello che mi mette paura, in questa regione, è il fallimento della riforma della sanità stessa che nessuno condivide, la bancarotta sotto l'aspetto del bilancio, le tasse che sono le più alte. Questi sono problemi molto importanti. Il problema politico di una maggioranza che si sfalda: penso a Cristina Cecchini che se ne va, penso ai verdi che se ne vanno. Penso anche a quella cesura di cui si parlava con il modo di amministrare del passato. Questa legislatura non mi pare più brillante della quinta, della quarta o della terza, in effetti. La cosa che è elemento di riflessione per i politici e per la storia politica recente della nostra nazione è che non vorrei ci fosse nemesi storica: abbiamo criminalizzato dei partiti che in definitiva erano toccati dal malaffare di alcune persone come gli altri. Qui c'è stato un cambiamento storico importante, determinante. Riflettiamo su tutto questo, però l'elemento di riflessione è forte. Adoperiamoci perché queste cose finiscano, non si verifichino per quella che è la nostra possibilità, cerchiamo di incoraggiare chi è preposto ad indagare, di farlo e di farlo specialmente su di noi, cioè sui politici, dal più piccolo dei Comuni al Consiglio regionale delle Marche, al Parlamento della Repubblica, se necessario. Questo è l'incoraggiamento che dobbiamo dare alle forze dell'ordine, quindi garanzie sì, impunità no.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Cecchini.

CRISTINA CECCHINI. Pochissime considerazioni, perché credo che di questa vicenda ne sappiamo davvero poco e credo che sarà bene discutere fra qualche tempo, quando le questioni diventeranno più semplici e più chiare.
Una cosa mi permetto di portare di nuovo in quest'aula. Credo che un ragionamento sulla questione morale debba essere un minimo declinato, perché la questione morale c'è sempre, sia che succeda a una Giunta di centro-sinistra, sia che succeda a una Giunta di centro-destra. Insomma vedo molto spesso che si declina per comodità, non solo in quest'aula ma anche in altre sedi e quando accadono dei fatti ognuno alza la questione morale.
Che cosa intendo per questione morale? Penso che la gestione della cosa pubblica e del potere politico, oggi, debba essere messa sotto accusa e rivista nelle sue modalità, rispetto a come il potere politico amministra la cosa pubblica. Credo che la politica come servizio ai cittadini sia una modalità lontana da come riusciamo a organizzare la modalità della politica. Credo che la questione sia ben più di un appalto sul quale la magistratura mette le mani. Non c'è questione morale solo quando c'è il fatto giudiziario, la questione morale nasce dalla moralità degli atti. Quando ci sono cartelle falsificate, si segnalano all'assessore alla sanità e si dice "aspetto la procura" senza nemmeno fare l'indagine amministrativa, anche lì c'è questione morale. Quando si segnala che c'è un consenso informato fatto da un cittadino non consapevole, che viene sottoposto ad intervento con robot, anche lì c'è questione morale, perché quel cittadino viene sottoposto a un intervento e lui nulla sa.
Non è che quando arriva il pm e fa gli arresti, oppure quando apre il fascicolo lì c'è la questione morale. La questione morale, se vogliamo parlare di sanità, è una sanità dove le liste di attesa aumentano, dove la sostanza della concentrazione degli appalti che volete fare con l'Asur farà capire ancora meno sulla gestione degli appalti. Credo che la prima questione sia questa. La questione morale va al di là dei fatti giudiziari ma va nelle modalità con cui si amministra la cosa pubblica e qui vale la pena di ricominciare da capo una gestione che rischia di essere sempre più lontana dalla gente e credo che sia da salutare con successo il risultato dei 22 Comuni che hanno raccolto il loro consenso per fare il referendum.
Credo che quest’aula farebbe bene a consentire la modifica della legge 18 del 1990 per permettere che i cittadini delle Marche possano esprimersi prima del 2006 sul referendum per l'Asur e forti delle vostre argomentazioni affrontiate il parere dei cittadini sulla questione della concertazione degli appalti, perché anche questa è una questione di questo genere. Poi, nel merito di questa vicenda è difficile orientarsi, perché ci deve essere ben molto dolo per poter arrivare agli arresti, quindi come ci possiamo esprimere questa mattina? Su che cosa? Io dico che è bene che aspettiamo gli atti prima di ragionare, però pur essendo io in questi giorni ancora indagata — voglio ricordare a Minardi: non ancora rinviata a giudizio, nonostante che si facciano riunioni strane per valutare le mie posizioni, varie riunioni che avrebbe senso non fare mai — sono fra quelli che...

PRESIDENTE. Scusi consigliere, a che cosa si riferisce? Perché è bene essere espliciti, evitando zone d’ombra. Quali “riunioni strane”, visto che mi ha chiamato in causa?

CRISTINA CECCHINI. Mi riferisco a riunioni, su cui vorrei una smentita pubblica, sulle quali si stava lavorando per dichiarare la mia incompatibilità di consigliere regionale.

PRESIDENTE. Non si stava lavorando in nessun modo.

CRISTINA CECCHINI. Siccome ci sono le leggi dello Stato, chiedo che si applichino la leggi... (interruzione del consigliere Giannotti)

ROBERTO GIANNOTTI. Per cortesia, Giannotti, lei non è chiamato in cause.
Lei ha ricevuto qualche comunicazione di qualche tipo, consigliere Cecchini?

CRISTINA CECCHINI. Io dico che sarebbe bene, nel mio caso...

PRESIDENTE. Secondo me sarebbe bene non menare il can per l’aia e non fare confusione, consigliere.

CRISTINA CECCHINI. Vedo che excusatio non petita...

PRESIDENTE. Assolutamente: è stata lei a innescare una discussione del tutto inutile.

CRISTINA CECCHINI. Io dico che sarebbe bene che nella mia vicenda ci si comportasse secondo le leggi dello Stato.

PRESIDENTE. Ha avuto una violazione dei suoi diritti?

CRISTINA CECCHINI. Ci sono state riunioni e lei sa bene...

PRESIDENTE. Ma che c’entra? Consigliere, stia per cortesia alla discussione...

CRISTINA CECCHINI. Ma “per cortesia”... Anche questo modo poco trasparente di comportarsi...

PRESIDENTE. Ma come poco trasparente? E’ stata lei a sollevare qui una sorta di fumus che non c’entra assolutamente niente. Mi ha chiamato in causa direttamente: sulla base di cosa?

CRISTINA CECCHINI. Perché lei c’entra.

PRESIDENTE. Scusi, ma a che cosa si riferisce? Ancora non l’ha capito nessuno. Se l’ufficio di presidenza ha ricevuto una comunicazione, su quella comunicazione ha fatto una sua istruttoria e ha valutato attentamente, come era suo compito. E’ stato leso un suo diritto? Si difenda.

CRISTINA CECCHINI. Assolutamente no, perché ci sono le leggi che mi tutelano...

PRESIDENTE. E allora non c’è problema.

CRISTINA CECCHINI. ...che tutelano un eletto nell’esercizio delle sue funzioni.
Posso fare un esempio? A Fabriano, nel “Bar del centro” si diceva che l’ufficio di presidenza stava facendo la decadenza del consigliere regionale Cristina Cecchini...

PRESIDENTE. Ma che decadenza? Di che cosa parla, consigliere?

CRISTINA CECCHINI. Parlo di cose ben precise e circostanziate.

PRESIDENTE. C’è un atto che la dichiara decaduta? Ma di che cosa parla?

CRISTINA CECCHINI. Sto parlando di una...

PRESIDENTE. Ma parla di niente, consigliere. Non è possibile, non è il bar, questo.

CRISTINA CECCHINI. Perfetto. Lei sa bene che è vero e che ci sono state riunioni e anche chi lavora in Regione lo sa bene.

PRESIDENTE. Ma lei vuol impedire all’ufficio di presidenza di discutere?

CRISTINA CECCHINI. No, voglio tornare...

PRESIDENTE. E allora stia al tema e per cortesia non...

CRISTINA CECCHINI. Sto sicuramente al tema e il tema è quello che nonostante che io sia indagata, non ancora rinviata a giudizio, ho molta fiducia nella magistratura, perché sono convinta che i fatti verranno fuori e nel corso del dibattimento le questioni si chiariranno, tutte le questioni, così come si sono organizzate e così come si sono sviluppate, quindi credo che sia un momento di chiarezza. Penso che bisogna avere fiducia nell’operato della magistratura.

PRESIDENTE. Ha detto qualcuno il contrario? Nessuno...

CRISTINA CECCHINI. Non è che lei deve commentare il mio intervento, perché le ricordo quell’articolo della Costituzione in cui si dice che ogni consigliere ha il diritto di esprimere le proprie opinioni e non ci può essere un presidente del Consiglio che gliele commenta. Lei stia zitto, così come sta zitto ogni volta. Avremo modo di confrontarci...

PRESIDENTE. Io no commento le sue opinioni, io commento un suo intervento che chiamava in causa l’ufficio di presidenza che io presiedo, che secondo lei avrebbe svolto illegittimamente...

CRISTINA CECCHINI. Così mi dicono nel bar di Fabriano.

PRESIDENTE. Non “così mi dicono al bar di Fabriano”, perché non ha senso. “Così mi dicono al bar di Fabriano” non è un argomento da discutere in quest’aula. Consigliere, ha concluso il suo tempo.

CRISTINA CECCHINI. Ho concluso...

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Pistarelli.

FABIO PISTARELLI. Colleghi, la discussione da ultimo si è accesa su una questione diversa ma collegata e spiego subito il perché, partendo da una premessa: che la questione morale nelle Marche è aperta, pesantemente aperta.
Chiusa la premessa che mi pare sia sotto gli occhi di tutti, perché dico che la questione sollevata dalla Cecchini, relativa al suo caso, non al fatto specifico è collegata a quanto oggetto oggi, di discussione? Perché di fronte alla questione morale aperta oggi nelle Marche, vedo un atteggiamento della Giunta e di questa vostra maggioranza di sinistra quanto meno ondivago, Presidente. Mi spiego l’imbarazzo di una Giunta regionale che nel 1995 presentò ai primi punti la questione morale e che invece vede, dopo otto anni, questa questione ancora aperta. Capisco anche l’imbarazzo della Giunta e della maggioranza, perché si tratta di persone che comunque sono nominate, collegate o di fiducia, comunque, della Giunta e degli uffici. Non capisco però — ecco perché l’ondivaga posizione, che mi preoccupa, perché sulla questione morale non si può essere ondivaghi — i diversi pesi e le diverse misure. Qui siamo di fronte ad un imputato che si autosospende e che viene sostituito immediatamente dalla Giunta regionale; siamo di fronte ad altri casi, invece, nei quali ci sono indagini, anche lì abbastanza importanti, in corso — vedi “caso Cecchini” — dove il dirigente del servizio, invece, non si autosospende e la Giunta non avvia alcun tipo di procedimento di sostituzione per quanto riguarda quella responsabilità. Io non dico che debba essere posto al di fuori dell’Amministrazione, per carità di Dio: faccio l’avvocato, sono dalla parte di coloro che riconoscono garanzie massime e diritti a tutti di difendersi, però perché rimane responsabile del servizio e continua a firmare atti importanti, delibere importanti quando vi è un’indagine in corso doppia, di magistratura ordinaria e anche di Commissione interna? Abbiamo una Commissione che sta facendo i suoi passi, li fa anche con imbarazzo, tante volte, mi dice la presidente della stessa Commissione collega Romagnoli, perché tante volte devi chiedere delle cose agli stessi uffici che sono presieduti ancora dal dirigente che è al suo posto.
Non vorrei fare alcun tipo di “appello forcaiolo”, però vorrei vedere nettezza di posizioni soprattutto da parte della maggioranza, perché l’opposizione può sempre dire “è colpa di altri”, ha facili argomenti, li avete scelti voi certi uomini che oggi si trovano coinvolti. Lascio da parte questo discorso, dico che voglio vedere nettezza di posizione da parte della maggioranza su questi fatti, su tutti i fatti e non tentativi di giustificazione o di distinguo , perché la coerenza su queste cose deve essere massima, totale, definitiva: stesse questioni? Farà il suo corso la magistratura, però a livello politico tutti dalla stessa parte. La questione morale come prima questione, sempre, da parte di tutti. L’ha ricordato Grandinetti, l’hanno ricordato i colleghi, l’ha ricordato Ciccioli. Per carità, da parte di tutti e sempre, anzi a maggior ragione quando si tratta di cose, persone vicine a movimenti propri...

GIULIO SILENZI. Nelle Marche e in Italia...

FABIO PISTARELLI. Dappertutto, noi siamo sempre stati così. Anzi, qualcuno addirittura ricorda quei momenti come fossero stati momenti nei quali ancora c’era un qualche richiamo a passate posizioni politiche — mi riferisco al 1994 — rispetto ai quali si diceva “eravate in piazza anche voi con le mani bianche”. Certamente! Eravamo in piazza e continuiamo ad essere in piazza con le mani bianche, perché al di là delle questioni e delle leggi che vota il Parlamento, anche questo significa questione morale: rispettare le leggi dello Stato che democraticamente sono votate. Poi, caso mai cambiarle, se volete che si cambi un certo tipo di impostazione, ma le leggi dello Stato sono tutte da rispettare, quando sono leggi democraticamente votate. Noi siamo dalla parte di chi viola le leggi. Voi state violando le leggi e state dicendo che qualcuno viola di più e qualcuno viola di meno. Questa è questione morale aperta, apertissima emergenza nelle Marche, perché è gravissimo questo atteggiamento, non accettabile da parte di chi fa della moralità — come noi — il primo punto.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Procaccini.

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE
SANDRO DONATI

CESARE PROCACCINI. Il fatto che Forza Italia sollevi la questione morale e paluda alla magistratura è quanto mai incredibile. Partendo da un atto grave come quello accaduto alla Asl di Fabriano, il nuovo gruppo dirigente del partito di Berlusconi nelle Marche si presenta con una presa di posizione gravissima, indegna di una battaglia politica a viso aperto. Associare la tragedia che ha colpito il povero Giuseppe Ricci all’azione amministrativa di questa maggioranza è un fatto ignobile, che denota lo scadimento della loro politica, sempre più impegnata a districarsi tra trame e faide interne e ad aggirare le leggi per salvare Berlusconi e i suoi soci di affari.
Ma il fatto che è avvenuto a Fabriano è un fatto gravissimo: l’arresto del commissario straordinario e dei suoi collaboratori per corruzione riferita agli appalti sui rifiuti ospedalieri rappresenterebbe un ritorno indietro nelle Marche, se ciò che è accaduto venisse confermato in tutti i gradi di giudizio. La magistratura deve svolgere senza intralci il uso lavoro, però gli organi politici ed istituzionali della Regione, che non sono né formalmente né sostanzialmente coinvolti in questa vicenda, tuttavia debbono riflettere, non debbono sottovalutare questa vicenda.
Su questo fatto occorrono due riflessioni, a mio modo di vedere. In primo luogo l’aziendalizzazione della sanità non è migliore della gestione pubblica, ad anzi nel caso specifico, se confermato, proprio sulla trasparenza e sulla moralità, è peggiore, molto peggiore della gestione pubblica, perché l’aziendalismo espone ad un estremo soggettivismo, fuori da un qualsiasi controllo, chi la esercita. In secondo luogo ed in conseguenza di ciò la politica deve cambiare qualche cosa, deve modificare lo strapotere dei direttori generali o dei commissari straordinari, riportare il più possibile sotto un controllo più democratico le scelte delle Asl o delle zone. Dobbiamo quindi, anche nelle Marche, esercitare questa possibilità, tanto più nella fase di concretizzazione della riforma dell’Asur e del piano sanitario regionale. Occorre intervenire anche in virtù della riforma del titolo V della Costituzione per una innovazione normativa, che permetta il governo e la gestione della sanità, così come quello della scuola, in modo pubblico;o che ci sia un controllo più democratico e una presenza anche dei cittadini, del popolo che in definitiva fruisce di questi servizi essenziali.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Brini.

OTTAVIO BRINI. Quello odierno è un argomento molto importante e mi dispiace che anche in passato l’abbiamo affrontato senza avere avuto delle risposte. Mi dispiace che non sia in aula l’assessore Melappioni al quale in più di una occasione abbiamo rivolto delle interpellanze che hanno avuto il pregio di riportare quanto riferito, prima dai direttori e poi dai commissari. Un assessore che a nostro avviso non ha mai voluto entrare nel merito delle questioni da noi sollevate e in alcune non sta entrando ancora oggi.
Il gruppo di Forza Italia aveva sollevato più volte il problema della moralità per quanto riguarda le Asl delle Marche. E’ vero che l’85% del bilancio regionale è destinato alla sanità, ma potevate fare meglio, Presidente D'Ambrosio, per far risparmiare i marchigiani, se foste stati più attenti e oculati nella gestione di questi prima manager e poi commissari.
Quello che è grave in questo momento è che i commissari sono i vostri fiduciari, li avete riconfermati, li avete in più di una occasione esaltati dicendo che sono bravi, che lavorano bene. Noi non vogliamo colpire nel mucchio, però in più di una occasione, in più di una circostanza abbiamo sollevato e solleviamo ancora delle perplessità. I vostri fiduciari in alcune circostanze non sono stati all’altezza della situazione e quello che emerge in questa fase dimostra che quello che affermavamo risponde a verità.
E’ strano, Presidente D'Ambrosio, che proprio questi commissari, alcuni dei quali da un vostro primo bando venivano esclusi dalla partecipazione per pensionamento o limiti d’età, guarda caso, all’improvviso, d’incanto, dopo che vi siete svegliati vengono reinseriti o vengono fatti partecipare al bando, senza avere dato una risposta seria, valida e incisiva. Ci preoccupa il modo come state gestendo allegramente la sanità a livello regionale. La questione morale esiste, qui non si tratta di politica, perché la politica la fate fuori della gestione della sanità. Quando una persona manca di fiducia non deve pagare solo quella persona, ma anche chi ce l’ha messa, perché costui rappresenta la Giunta regionale in quanto è lì per un atto deliberativo della Giunta regionale.

CATALDO MODESTI. Vallo a dire a Ghigo.

OTTAVIO BRINI. Modesti, stai zitto. Hai perso un’occasione per rimanere zitto. Vai di nuovo all’ufficio di presidenza, dove stavi buono e non parlavi per niente, o al Co.Re.Co. a controllare le delibere, stai calmo, su... Non scendere in basso... Io non voglio scendere al tuo livello, stai calmo, non provocare. Non scoprite i nervi...

GIULIO SILENZI. Non ti devi allargare.

OTTAVIO BRINI. Io mi allargo? Ghigo che c’entra? Parliamo della questione morale delle Marche e dovete confrontarvi sulla questione morale delle Marche. Su questo dovete confrontarvi.

GIULIO SILENZI. Non puoi dire “torna là”, “torna qua”. Modesti è un consigliere come te, ha la stessa tua dignità.

OTTAVIO BRINI. Ma io non ho interrotto, avete parlato tutti...

GIULIO SILENZI. Quando ti ha interrotto e ti ha anche detto una cosa vera, perché Ghigo non si è dimesso...

PRESIDENTE. Silenzi, stia al suo posto. Ghigo, per favore concluda.

OTTAVIO BRINI. Stai calmo, Giulio, non vi agitate.

GIULIO SILENZI. Mi agito perché tu ti devi preoccupare...

OTTAVIO BRINI. Io mi preoccupo come ti devi preoccupare tu. Siccome non siete i paladini della questione morale...

ADRIANA MOLLAROLI. Tu hai offeso una persona.

OTTAVIO BRINI. Chi ho offeso?

GIULIO SILENZI. Hai detto “torna là”. Tutti dobbiamo “tornare là”.

OTTAVIO BRINI. Noi abbiamo posto una questione degli incarichi, una questione delle consulenze, nessuno ci ha mai risposto e noi continuiamo a fare questa battaglia, perché non ci intimorite, signori delle sinistre. Voi siete colpevoli, non noi. Voi vi dovete vergognare per quello che sta accadendo. I commissari li avete nominati voi, sono i vostri fiduciari. Non li avete controllati. Vi dirò due casi e mi auguro che ci sia data una risposta.
Basta che l’assessore Melappioni vada a vedere gli atti — abbiamo fatto un’interrogazione — sul controllo degli appalti delle Asl. Basta vedere le risposte che ci sono state date: sono stati trasferiti dei documenti dei direttori sanitari e alcuni — mi assumo la responsabilità di quello che dico — hanno risposto che non avevano tempo per rispondere alla nostra interrogazione. L’assessore non ha fatto altro che fare il passacarta senza verificare il perché e il percome. Questo è un fatto gravissimo, alla luce di quello che è accaduto in questi giorni. Quindi chiederemo all’assessore che cosa ha fatto in questo periodo come responsabile del controllo — non della gestione — di queste aziende.
Un’ultima cosa su cui mi auguro quanto prima mi venga data una risposta. Recentemente è stata fatta una gara a Civitanova per il rinnovo delle assicurazioni, una gara che a mio avviso deve essere approfondita, anche se non voglio creare un clima di sospetti. Guarda caso, a una gara a cui una cinquantina di assicurazioni sono state invitate, ha partecipato solo una assicurazione, non so se giustamente o ingiustamente — non sta a me stabilirlo — eliminata, guarda caso, assessore Melappioni, è stata aggiudicata a una assicurazione che non ha partecipato alla gara e che prima era l’unica che aveva ... E’ inutile che con la testa faccia così, lei mi deve rispondere, perché questa assicurazione non aveva partecipato alla gara...

AUGUSTO MELAPPIONI. Io le rispondo sull’assicurazione? Se un’assicurazione partecipa ne rispondo io?

OTTAVIO BRINI. O fa finta di non capire cosa le sto dicendo... Su 50 ditte, è possibile che non vi sia un’assicurazione che non partecipa a una gara di quel genere e di quella portata?

AUGUSTO MELAPPIONI. Lei ha sentito mai parlare di “cartello”?

OTTAVIO BRINI. Questo lo dice lei, è grave quello che dice.

PRESIDENTE. Brini, deve concludere, altrimenti le tolgo la parola. Sono passati quasi dieci minuti.

OTTAVIO BRINI. Presidente, se lei sta seguendo quello che dice l’assessore, questa è roba da procura, se c’è un cartello.

PRESIDENTE. Lei deve rispondere: l’assessore risponderà al momento opportuno.

OTTAVIO BRINI. Non sta a me...

AUGUSTO MELAPPIONI. Nemmeno a me.

CARLO CICCIOLI. Bisogna segnalarla alla procura, questa cosa.

OTTAVIO BRINI. Io l’ho fatto alla Corte dei conti, personalmente.

PRESIDENTE. Grazie, Brini. Ha la parola il consigliere Modesti.

OTTAVIO BRINI. Presidente, “grazie Brini, ha la parola Modesti” un cavolo. Mi hanno interrotto...

PRESIDENTE. Ha sforato di quattro minuti.

OTTAVIO BRINI. MI dai del “lei”, adesso?

PRESIDENTE. Brini, Grazie. Modesti ha la parola.

CATALDO MODESTI. Immaginavo che dovessi fare un intervento molto forte a difesa della magistratura, perché immaginavo che dai banchi dell’opposizione ci sarebbero stati attacchi furibondi alla magistratura in quanto avrebbero sposato la causa ipergarantista che li contraddistingue sul dibattito contro la magistratura, quindi pensavo questo. Siccome il tono degli interventi è esattamente opposto, sul banco degli imputati c’è la Giunta, c’è il Presidente che dovrebbe dimettersi, questi interventi mi hanno squilibrato, quindi non c’è bisogno che intervenga a lungo, perché sono già intervenuti colleghi, altri interverranno.
E’ vergognoso l’atteggiamento del Polo. A parte che si chiamano in causa i defunti, una cosa avvilente e mortificante, si fa di ogni erba un fascio, si mettono insieme gli aspetti penali con quelli amministrativi... Peccato che ci sono anche diversi uomini di legge, avvocati su quei banchi. Quindi la confusione è imperversante, ma è scandaloso questo atteggiamento che fa essere garantisti quando si tratta di politica nazionale, dei vertici, dei capi assoluti di quel movimento — e c’è una campagna che dura da anni contro la magistratura ecc. — poi, in questa vicenda, tutta ancora da verificare, si crea lo scandalo, si fa confusione, si getta il clima del sospetto su tutto e su tutti. E’ un atteggiamento incredibilmente grave. La Giunta ha fatto niente di più e niente di meno di quello che doveva fare. E’ immediatamente intervenuta, ha preso i provvedimenti, quando se ne saprà di più, come costume della Giunta, si costituirà parte civile, quindi c’è un atteggiamento lineare e coerente da parte della Giunta e della maggioranza che sostiene la Giunta, non ci possono essere dubbi su questo.
Invece voglio dire due cose telegrafiche in riferimento all’intervento del collega Grandinetti, che ha allargato il campo seminando qualche dubbio persino sulla politica della ricostruzione del terremoto, come se ci fossero chissà quali vicende aperte, chissà quali fatti. Si parla e poi non si capisce neanche a cosa si fa riferimento. In realtà, su tutta la vicenda del sisma che, come è noto a tutti noi, ha abbracciato migliaia e migliaia di interventi, i casi su cui è aperta qualche indagine sono ridotti all’osso e la Giunta regionale e il Consiglio regionale nei loro atti hanno previsto espressamente controlli significativi in termini quantitativi e qualitativi, per cui gettare l’ombra del sospetto sulla ricostruzione partendo dalla vicenda del commissario di Fabriano è una provocazione o una leggerezza e comunque, per quello che mi riguarda respingo nettamente questa affermazione.
Se c’è una riflessione di ordine politico che va fatta, è che le novità legislative degli ultimi anni, le riforme fatte hanno smantellato ogni forma di controllo. Sappiamo bene che i controlli c’erano anche in tempi più lontani e gli scandali e le corruzioni c’erano eccome. Però avere abolito, di fatto, ogni forma di controllo sugli atti che riguardano non solo la sanità, ma il sistema degli enti locali ecc., non c’è dubbio che non va nella direzione di contrastare efficacemente anche i tentativi che possono esserci sempre, e ci saranno sempre, di corruzione, di concussione e cose di questo genere. Quindi, se c’è da fare una riflessione è se noi abbiamo l’autonomia normativa, come Regione, di introdurre un qualche meccanismo efficace di controllo, nel caso specifico della sanità, perché a me pare strano — ma non c’entra niente con il piano specifico — che poche persone, chiunque esse siano, da chiunque esse siano nominate, che gestiscono una massa enorme di risorse, una gestione monocratica, possano gestire un potere così forte, senza alcun controllo né previo ne successivo, se non “a babbo morto” dagli organi giurisdizionali. Occorre quindi trovare qualche sistema che possa costituire un freno a tentativi di violare le normative e anche una maggiore garanzia di trasparenza e di certezza per tutti i cittadini.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Gasperi.

GILBERTO GASPERI. Il mio intervento sarà molto breve, perché vorrei fare solamente alcune considerazioni.
Quello che è avvenuto è una cosa estremamente grave. Poi avremo modo e tempi per vedere a chi possono essere date alcune responsabilità, oggi le responsabilità sono solo ed esclusivamente di coloro che hanno fatto o provocato o sono imputati di aver commesso dei reati.
Non parlo dell’ipergarantismo, tutti siamo ipergarantisti, però prima sono volate alcune parole, quindi ecco la considerazione: andiamo a vedere il risvolto rispetto alle imputazioni del presidente Andreotti. Addirittura ci sono state delle spaccature nell’ambito della maggioranza al governo, sul problema di chi andare a imputare quella volontà di voler infangare il nome di Andreotti da parte di una persona di alto peso e di alto lignaggio nell’ambito di un partito che è stato al Governo.
Leggo sui giornali “C’era il rischio che altri appalti della sanità regionale fossero pilotati a vantaggio di aziende generose. Con questa motivazione sono scattati l’altro ieri gli arresti di due manager della Asl fabrianese”. E’ implicito che io debba andare a dire che tipo di garanzie c’erano da parte delle autorità competenti — in questo caso della Regione — per controllare o vedere ciò che avviene. Ho visto — in questo caso parlo come pesarese — che al direttore generale dell’azienda ospedaliera di Pesaro, solamente per avere interpretato — uomo di sinistra — un ruolo leggermente diverso rispetto a quello che poteva avere... Per me il ruolo era diverso nel momento in cui, nella sua piena autonomia aveva optato su delle scelte. Prima gli sono stati mandati dei messaggi, poi, in tempi brevissimi, è stato spostato ed è stato nominato un nuovo commissario.
Chiedo — e in questo caso lo vanto — che si effettui una ricerca: feci delle denunce ufficiali, perché alla Asl di Fano c’erano delle problematiche con delle assicurazioni; problematiche che derivavano da un fatto, cioè che era stato chiamato un manager nell’ambito assicurativo e venivano pagati, attraverso questo consulente, i premi assicurativi a Firenze, che a loro volta dovevano essere pagati alle assicurazioni. Ebbene, per circa due mesi l’ospedale di Fano è stato non coperto da assicurazione, nel frattempo avevano chiesto oltre 300 milioni di danni per un intervento — poi le problematiche sono scese in maniera diversa — e hanno preteso una copertura da parte delle assicurazioni, nonostante che per due mesi non era stato coperto di assicurazione l’ospedale stesso.
E allora, le spese che sono state fatte in misura elevata nel settore della modifica dell’assetto sanitario, con la costituzione dell’Asur, che poi si è optato di rimandare per due anni, per quale motivo — in questo caso lo imputo alla Giunta — non si è andati a fare degli investimenti, visto che si tornava indietro, per prendere tutela nei confronti di personaggi che sono stati nominati in piena e assoluta autonomia da parte della Giunta regionale e che sono risultati poi non ottemperanti o addirittura personaggi che vengono imputati di reati realmente infamanti?
E’ qui che noi tutti assieme dobbiamo intervenire, prima cosa per tutelare il discorso sotto l’aspetto economico da parte delle Asl, ma io direi di tutte le strutture a livello regionale. Inoltre, perché tutti quanti uniti, invece di iniziare a dare una colpa a destra e una colpa a sinistra, dobbiamo farci un esame di coscienza affinché ognuno di noi assuma le proprie responsabilità. Non dobbiamo assolutamente gridare più forte, ma dobbiamo assumerci le responsabilità, perché sappiamo che in una democrazia chi è all’opposizione deve controllare e chi è in maggioranza deve governare. Ognuno però, si prenda poi le responsabilità.
Molte volte non veniamo messi nella condizione di poter fare i controlli, quindi questo ci deve servire per cercare di allargare un po’ più gli ordini che vengono impartiti, molte volte, ai dirigenti, di non passare documentazione, a parte le maggioranze. Non parlo della sanità, assessore, perché questa cosa è già bene indirizzata in quanto le richieste le ho fatte anche per iscritto. Cari signori, è ora di cominciare a controllare anche tutte quelle operazioni che vengono fatte, in modo particolare con quelle politiche di espansione dei prodotti marchigiani, che addirittura vanno a propagandare e non sanno né quanti ne abbiamo né quale peso possono avere come ritorno economico per la nostra regione.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere D’Angelo.

PIETRO D'ANGELO. Ritengo che la recente vicenda legata alla gestione della Asl di Fabriano non sia un problema legato all’amministrazione della sanità regionale ma un problema di malcostume, sempre più diffuso nella nostra società contemporanea, quindi è inaccettabile che in questa discussione e da quello che è apparso sui mass-media si criminalizzi una gestione della sanità regionale, con tutti i distinguo che il sottoscritto prende dalle scelte fatte recentemente sulla Asl unica e su una certa facilità alla lottizzazione in seno agli incarichi nella sanità. Prendo le distanze da questo, però non mi sento di avallare la speculazione politica in atto come quella che si è venuta a creare in questi giorni e come quella ascoltata da qualche intervento. Quindi ritengo che questo è stato certamente un incidente di percorso: il direttore generale é sì indicato dalla Giunta in base ai requisiti e quindi a un curriculum, ma ha anche un incarico fiduciario e si dica chiaramente che la Giunta ha dato fiducia ad una persona che non la meritava. E’ quindi un incidente di percorso.
E’ indispensabile che questa Giunta regionale alzi il livello di vigilanza sull’operato di persone che comunque la rappresenta in qualche modo, soprattutto — non c’è l’assessore all’ambiente Amagliani — quando si va a toccare un problema come quello della gestione dei rifiuti. Le esperienze passate ci insegnano che questo è un settore facilmente aggredibile dalla malavita organizzata, da persone senza scrupoli, che con il minimo investimento ottengono il massimo degli utili. Sulla gestione dei rifiuti è importante alzare il livello di vigilanza, non solamente su quelli ospedalieri, anche su altri. Ci sono altri casi dove la magistratura non è ancora intervenuta, ma ci sono altri casi di autorizzazioni date con una certa leggerezza.
Per evitare di ricadere in questi incidenti di percorso di cui non do la responsabilità alla Giunta — ma quello è stato un incarico di fiducia e la fiducia lì se ne è andata, senza fare giustizialismo, Luchetti —...

MARCO LUCHETTI. Cioè, è colpevole...

PIETRO D'ANGELO. Non ho detto che è colpevole, ma è chiaro che una turbativa d’asta, se permetti, è comunque qualcosa che non qualifica le persone.
E’ importante che vi assumiate, quando lottizzate gli incarichi — perché così é — le responsabilità. Non mi spaventa la lottizzazione degli incarichi tra le forze politiche, ormai è una prassi, ma almeno, nella lottizzazione si scelgano la competenza, le capacità e la serietà. In questa società, purtroppo, le competenze, le capacità, le professionalità valgono sempre di meno in tutti i settori, figuriamoci in politica: ancora meno.
Ritengo, senza criminalizzare alcuno, per evitare che questi fatti si ripetano, che sia indispensabile alzare il livello di vigilanza in una società dove la moralità è diventata un optional, dove la moralità non esiste più, a tutti i livelli. E’ inutile che la destra qui alzi le barricate sulla moralità quando, al loro interno, questo concetto di moralità non esiste. Occorre, in una società affranta da questo flagello, che si alzi il livello di vigilanza.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Ricci.

ANDREA RICCI. Poche considerazioni in merito a questo dibattito, perché ritengo che sia buona norma, da parte degli organi politici, in questo caso del Consiglio regionale, evitare ogni commento sulle inchieste giudiziarie in corso. Credo che sia un principio che vada rispettato sempre, così come sempre va rispettata l’indipendenza della magistratura e il suo operato. Non mi pare che questo principio venga seguito dalle forze del centro-destra, perché la conferenza stampa che si è svolta ieri ha messo in luce una vergognosa e per certi aspetti squallida speculazione politica. A me sembra che l’atteggiamento del centro-destra sia quello di due pesi e due misure sulle inchieste della magistratura ad ogni livello, sia regionale che nazionale.
Quando la magistratura sviluppa indagini ed inchieste che in qualche modo ledono gli interessi politici del centro-destra, si urla contro il suo operato, la si attacca e la si vuole asservita ai propri voleri politici; viceversa, quando l’operato della magistratura è funzionale, oggettivamente, ai propri interessi politici, l’atteggiamento è quello “forcaiolo” di fare di tutt’erba un fascio.
Nel merito della vicenda, alcune considerazioni di carattere politico generale.
La prima riguarda una riflessione sui meccanismi di controllo e di trasparenza democratica nella gestione della sanità. Il caso di Fabriano non è unico, pochi mesi fa le cronache nazionali sono state riempite dal caso dell’ospedale “Molinette” di Torino, Piemonte, Regione di centro-destra, un caso analogo a quello che si è sviluppato e che si sta sviluppando nella Asl di Fabriano. Una riflessione sull’aziendalizzazione spinta ed esasperata che ha potato, all’interno della sanità, a una concentrazione di poteri in organi monocratici e manageriali, che sfuggono al controllo democratico e partecipato dei cittadini, del territorio ed anche della politica. Penso che in questo senso occorre avviare nella nostra regione, che oggi ha anche maggiori competenze organizzatorie in merito alla sanità, una correzione di rotta, bisogna trovare quegli strumenti di controllo non burocratico, non verticistico, non dall’alto, ma partecipato, democratico dal basso, che possano consentire di evitare episodi di questo tipo.
La seconda considerazione che si ricollega alla premessa politica sull’atteggiamento del centro-destra è la seguente. Nelle Marche non esiste una questione morale che investe la maggioranza e la Giunta regionale. In ogni occasione che si è manifestata nel corso di questi anni la Giunta regionale e con essa la maggioranza regionale, ha avuto un atteggiamento di assoluta correttezza, teso esclusivamente all’accertamento dei fatti e della verità e di piena e totale collaborazione con gli organi giudiziari, nel rispetto integrale del principio dell’indipendenza della magistratura da parte del potere politico. E’ accaduto anche in questa vicenda, con la decisione immediata di sostituzione del commissario straordinario e con la piena disponibilità nei confronti della magistratura, come ha detto nelle sue comunicazioni il Presidente, per l’accertamento dei fatti.
La questione morale, nelle Marche come in Italia, caro Giannotti, si chiama “conflitto d’interessi”, si chiama “P2-Licio Gelli”, si chiama “Previti e legge-Cirami”. Queste vicende si riferiscono anche a furti di ogni tipo nei confronti dell’amministrazione pubblica, nei confronti dei cittadini italiani, quindi, caro Giannotti, la questione morale nelle Marche, così come in Italia — e, purtroppo, leggendo la stampa internazionale, pare anche in Europa e nel mondo — si chiama non “Giunta regionale delle Marche” ma “Governo italiano”.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Viventi.

LUIGI VIVENTI. Qualcuno mi diceva questa mattina “tu sei fabrianese, quindi hai il dovere morale di intervenire”. Al di là della battuta io credo, come fabrianese ma come consigliere regionale, di dover dire quanto segue. Non penso debbano mai essere strumentalizzate in maniera eccessiva certe situazioni. Ritengo che questa questione che stiamo oggi dibattendo debba essere presa nel giusto verso. Sia quando la magistratura indaga su uomini del centro-destra che del centro-sinistra — io non cambio opinione — ho sempre detto, anzitutto, che ci deve essere una presunzione di innocenza da parte di chi non è condannato. L’abbiamo detto noi, l’avete detto voi con forza, giustamente, Giannotti, come Forza Italia e noi lo condividiamo. Dobbiamo però anche riconoscere che quando la questione tocca gli altri si deve avere sempre lo stesso metro di giudizio, altrimenti non siamo credibili noi.
Questo è il punto fermo che da persone rispettabili dobbiamo tenere. Non siamo giudici, quindi non possiamo dire “colpevole” o “non colpevole”. Possiamo fare delle valutazioni politiche, questo sì.
Per me la questione morale non attiene tanto all’accadimento del fatto specifico che, ripeto, non so se si configurerà poi in un reato o meno. Per me, eventualmente, il ragionamento politico va spostato su un altro versante, che è quello della gestione, magari anche degli affidamenti, questi sì, clientelari, con cui si procede a dare gli incarichi.
Poi un affidamento clientelare può rivelarsi azzeccato perché la persona è degna. Tra l’altro la Asl di Fabriano non credo sia tra quelle che vanno peggio nella nostra regione, però un incarico si può rivelare azzeccato o no, il manager può essere efficiente o meno. Certo, noi pensiamo a livello politico, come oppositori, che ci siano delle storture nella gestione del sistema sanitario per alcuni incarichi che vengono dati al di là della valenza professionale, ma sicuramente molto di più per l’appartenenza politica e questo è un giudizio che onestamente mi sento di poter esprimere con molta libertà. Così come noi abbiamo espresso un giudizio negativo sulla gestione dal punto di vista economico e dei risultati, rispetto ai quali credo che ci potrebbero essere sicuramente scandali molto più grandi che non questo. Ci sono stati, negli anni passati, e ci potranno essere anche nel futuro, degli sprechi che io considero scandali e che non possiamo permetterci, vista anche la situazione economica nella quale ci troviamo.
Ho ascoltato tutti gli interventi e il collega Procaccini ci diceva che a volte noi abbiamo un po’ esagerato con questa mania dell’aziendalismo e che questi manager, alla fine, hanno portato risultati inferiori a quelli dei vecchi comitati di gestione. Non posso, onestamente, io che ho una visione aziendale, con molta onestà, non dar ragione al collega Procaccini, perché in effetti prima c’era, quanto meno, un altro sistema di dialogo con le Amministrazioni comunali, con i rappresentanti dei cittadini che oggi non c’è più. I risultati nel cambiamento non sono stati così confortanti, tutt’altro.
Ci sono allora delle valutazioni di merito che vanno fatte e su questo noi siamo critici, io e l’Udc siamo critici per quanto riguarda questo aspetto della gestione della sanità nelle Marche, per quanto riguarda certi risultati che vengono portati in bilancio a conclusione dell’anno finanziario.
Diverso è il giudizio morale su questi accadimenti. Sicuramente tutti noi deprechiamo certi sistemi, ma, ripeto, dobbiamo essere attenti a non anticipare i nostri giudizi, perché non siamo in grado di poterlo fare, quindi questa presunzione di innocenza la dobbiamo sempre riconoscere, ad amici ma anche agli avversari e credo che su questo dobbiamo dimostrare anche la nostra piccola nobilità nello svolgere il mestiere che facciamo in quest’aula, altrimenti si rischia di fare anche degli sciacallaggi che io, comunque, non condivido.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Franceschetti.

FAUSTO FRANCESCHETTI. Anch’io condivido che oggi noi abbiamo pochi, pochissimi, scarsi elementi che ci possano consentire di dare un giudizio compiuto su quanto avvenuto ieri, quindi in queste circostanze va sempre utilizzata la massima prudenza, tanto più che oggi, ripeto, non disponiamo di elementi tali che ci possano far compiere un ragionamento definito, anche se il fatto in sé non va sottovalutato, perché comunque rappresenta sempre un segnale negativo, quando avvengono certi episodi.
L’unica cosa che possiamo dire, è che la giustizia deve fare il suo corso, io mi auguro che lo faccia anche nei tempi più rapidi possibile, nell’interesse, innanzitutto, delle persone coinvolte, riconfermando, ancora oggi e come sempre, la fiducia nell’operato della magistratura e della giustizia. Però credo anche che noi dobbiamo ribadire un concetto: bisogna partire sempre da una presunzione di innocenza, che vale per tutti, in tutte le circostanze. Mentre oggi ho sentito considerazioni, ho visto alcuni atteggiamenti che vanno in direzione opposta, considerazioni che quasi portavano a un’espressione di condanna, ad appena 24 ore da quando i fatti sono avvenuti e credo che questo sia un richiamo che noi dobbiamo fare a tutto il Consiglio regionale, dobbiamo farci tutti quanti, ma che io mi sento di fare in modo particolare ai colleghi della Casa delle libertà e di Forza Italia in primo luogo, perché non si possono assumere atteggiamenti completamente diversi e contrastanti a seconda delle convenienze, per cui da una parte si è ipergarantisti quando le questioni riguardano aderenti a Forza Italia o amici della Casa delle libertà (e si costringe addirittura il Parlamento ad adottare provvedimenti, a fare leggi che tendono a salvaguardare l’impunità di personaggi che conosciamo bene tutti quanti) e dall’altra parte, invece, si assumono posizioni strumentali o che tendono ad esprimere già una condanna e un giudizio politico addirittura sull’operato di un’Amministrazione come quella nostra del centro-sinistra.
Va respinto con decisione il tentativo politico che attraverso questo fatto specifico si cerca di introdurre nel dibattito da parte del centro-destra, cioè l’attacco politico a questa Amministrazione sulla questione morale. Io dico che questo attacco va assolutamente respinto, perché sulla questione morale questa Amministrazione di centro-sinistra, a partire dalla Giunta, da tutta la coalizione, non può ricevere lezioni da nessuno, né tanto meno dal centro-destra e dalla Casa delle libertà. Si fanno addirittura accostamenti — mi riferisco alla conferenza stampa che ha fatto ieri Forza Italia — che non hanno alcuni riferimento con la gestione del centro-sinistra di questa Regione, perché sono fatti che riguardavano esperienze precedenti o che in parte abbiamo ereditato da fatti precedenti, ma soprattutto, consentitemi, è addirittura scandaloso che si voglia paragonare una situazione che non riguarda alcun politico di questa nostra Regione, che riguarda fatti completamente limitati e isolati, con quanto avvenuto prima del 1995, cioè prima dell’ingresso, in questa Regione, del Governo di centro-sinistra.
Ma di che cosa parliamo? Facciamo finta di non ricordare che allora c’era una questione morale vera, che riguardava la politica in questa nostra Regione, che aveva portato non qualche singolo funzionario ad avere a che fare con la giustizia, ma consiglieri regionali, assessori, addirittura presidenti di questa Regione ad essere arrestati per corruzione, per la questione morale?
Non c’è assolutamente alcuna possibilità di equivoco da questo punto di vista, anche perché ha ragione il Presidente D'Ambrosio: quando fatti limitati, circoscritti si sono verificati, l’atteggiamento della Giunta, l’atteggiamento di questa maggioranza è stato sempre quello di favorire la ricerca della verità, di aiutare la giustizia a fare il proprio corso, a prendere come punto di riferimento essenziale l’interesse di questa regione e l’interesse dei cittadini marchigiani.
L’ultima cosa è che ho trovato veramente ignobile, questo sì, immorale un atteggiamento emerso dalla conferenza stampa di ieri di Forza Italia, dove si è, in maniera esplicita, palese, voluto chiamare in causa, su una questione come questa, una persona...

ROBERTO GIANNOTTI. Queste sono considerazioni tue.

FAUSTO FRANCESCHETTI. Se vuoi ti leggo il resoconto che ha fatto l’Ansa virgolettato, caro Giannotti, su una persona che non c’è più e che in questa sede, solo qualche mese fa, tutti quanti abbiamo giudicato come una persona competente, corretta e moralmente ineccepibile. Vi dovete vergognare di quello che avete detto ieri! L’unica cosa seria che dovreste fare oggi è chiedere scusa in primo luogo alla famiglia e a questo Consiglio regionale. Vergognatevi! (Interruzioni). Vergognatevi!

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Luchetti.

MARCO LUCHETTI. Signor Presidente, colleghi, credo che il Presidente D'Ambrosio abbia fatto bene, quetsa mattina, a presentare sue comunicazioni all’aula per un fatto molto grave e credo che sia anche un prendersi carico di una situazione delicata che investe l’istituzione Regione, di cui dobbiamo farci carico tutti.
La cosa grave è quando fatti di questo genere assumono il carattere della strumentalità. Per lo meno qualcuno potrà dire, a questo punto, che neanche la Giunta D’Ambrosio, presieduta da un magistrato, rimane immune dalle inchieste giudiziarie solo perché c’è il Presidente magistrato, questo l’abbiamo sfatato. Perché qualche volta qualcuno ha detto anche questo, in quest’aula.
Prendo quindi atto di quanto ci è stato comunicato dal Presidente e credo, come giustamente ha osservato il collega Viventi, che, rispettando l’autonomia della magistratura, si debba attendere un giudizio rapido, perché su queste cose le istituzioni non possono sopportare lungaggini. La storia ci ha insegnato che quando le istituzioni sono investite da lungaggini burocratiche, purtroppo si logora il tessuto della credibilità, che non può investire in questo modo le istituzioni, cioè le istituzioni devono rimanere assolutamente al di fuori di questi fatti, se vogliamo difendere l’esercizio della democrazia e il rispetto delle nostre libertà.
Ecco perché credo che non fanno bene alla politica gli atteggiamenti assunti da alcuni della minoranza, quando si strumentalizzano, secondo me in maniera oscena, fatti come questo.
Ho qui il comunicato Ansa a seguito della conferenza stampa fatta da Forza Italia. credo che se qualche cosa qui contenuto non va bene a Forza Italia, lo stesso partito dovrebbe smentire quello che c’è scritto, perché sono tirate in ballo delle questioni che non fanno onore a chi, attraverso anche la strumentalità della politica, vuole tirare l’acqua al suo mulino, ma anche queste modalità hanno un limite, che è il rispetto sia della memoria di chi non c’è più, sia di un costume politico democratico che non può essere travalicato.
E’ irriguardoso, irrispettoso quello che c’è scritto in questo comunicato Ansa. Prendetene atto e, per cortesia, smentite se non avete detto quelle cose.
Così come stigmatizzo anche il comportamento e quello che ha detto Giannotti, che ha ribadito anche pochi minuti fa. Mischiare questioni di iscrizione ai partiti con queste cose cercando di buttare sulle spalle di consiglieri le responsabilità di una difesa assurda non fa onore a chi le dice. Ecco perché dico che quando la politica assume questi toni non fa l’interesse della democrazia, non fa l’interesse della parte politica, ma porta discredito alle istituzioni.
Le cose che sono state dette in quest’aula su questa questione portano discredito alle istituzioni. Se la politica va avanti di questo passo, sicuramente non consegneremo una democrazia migliore a chi viene dopo di noi, di questo dobbiamo assolutamente essere certi.
Pertanto ritengo che è giusto che la magistratura faccia il suo corso, auspico la velocità. Purtroppo, nel nostro sistema giudiziario esistono ostacoli notevoli a questo requisito che va assolutamente rimosso, soprattutto quando si tratta della cosa pubblica. Sappiamo quante emergenze esistono nel sistema giudiziario. Credo anche che occorra essere critici allorché il sistema giudiziario agisce attraverso modalità sbagliate, perché la politica deve anche dare i suoi giudizi, e mi riferisco, da questo punto di vista, alle modalità con cui è stato fatto l’arresto di Venanzoni, che fino a prova contraria non è stato ancora giudicato. Il sistema dell’arresto — queste cose sono state portate in discussione anche in altre occasioni — sembrava quasi un blitz contro un manipolo di brigatisti rossi. Credo che questo sia un costume da rimuovere, non tanto perché non si debba procedere nei confronti di chi è colpevole, guai a noi se questo succedesse, ma dobbiamo anche rispettare le modalità e un costume attraverso cui si fa rispettare la giustizia.
Ieri a Fabriano — non so perché il collega Viventi non l’abbia sottolineato — sembrava fosse arrivato un attacco iracheno: una colonna di guardia di finanza andata ad arrestare non so chi, forse gente armata. Io credo che questo vada stigmatizzato e fatto presente, perché non si può porre in allarme una popolazione a fronte di questioni di questo genere. Non la voglio sottovalutare, ma è bene che anche coloro che presidiano questa parte della nostra democrazia usino un costume adeguato, anche perché lo spirito di giustizialismo che è stato presente anche nel nostro dibattito, deriva anche da queste modalità; spirito che va rigettato, altrimenti continuiamo a porre un solco tra istituzioni, e voi sapete tutti quanto, a livello nazionale, questo solco è stato scavato tra magistratura ed altri poteri. Non a caso i magistrati oggi protesteranno nei confronti di questa situazione. Abbiamo raggiunto dei livelli di guardia dal punto di vista della tenuta democratica delle nostre istituzioni e se la classe politica non si rende conto di questo non facciamo il bene della democrazia, non facciamo il bene della politica.
Ecco perché rigetto atteggiamenti che sono stati tenuti in quest’aula riguardo a questo problema: o abbiamo la dignità e la correttezza di affrontarli per quello che essi sono e ce le smettiamo di strumentalizzarli per questioni di parte, o noi andiamo nel baratro, non verso una democrazia compiuta e matura.
Concludo con un’altra osservazione. Siccome qui è stato portato avanti il ragionamento del controllo che è giusto realizzare, è anche giusto che l’Esecutivo, assumendosi la responsabilità delle nomine... A coloro che fanno il panegirico dei comitati di gestione voglio ricordare che nel 1992 il sistema sanitario ha scelto un’altra strada perché la politica non aveva dato dimostrazione di serietà nella gestione della sanità. E chi oggi torna a dire queste cose, si deve ricordare della strada percorsa dai comitati di gestione. Siccome il problema non è tanto la questione aziendale quanto il sistema di controllo e l’efficacia del sistema, siamo chiamati tutti noi consiglieri a controllare che le cose vadano bene, non c’è bisogno di arrivare alla magistratura, noi dobbiamo attivare i controlli necessari perché le cose vadano nel giusto verso e perché la cosa pubblica venga bene amministrata. Siccome noi consiglieri regionali abbiamo questi poteri, forse dovremo lavorare di più a fare un controllo reale dell’amministrazione pubblica, perché questo è il nostro compito.
Ecco perché credo che anche sotto questo aspetto, proprio in rapporto alle modifiche costituzionali che hanno portato in capo ai consiglieri regionali nuove responsabilità, dobbiamo prenderci sulle spalle questa responsabilità e attivare, attraverso il nostro lavoro, anche i giusti controlli dell’amministrazione pubblica e della Regione in primis, perché è quello che ci riguarda.
Ritengo che questo dibattito debba essere riportato nel giusto alveo. Do atto al Presidente della comunicazione e credo che la Giunta farà del tutto perché si arrivi quanto prima ad un chiarimento e si adottino — ma non ho motivo di credere che ciò non sia stato fatto — tutti quegli accorgimenti perché il sistema aziendale della sanità, su cui confluiscono enormi risorse, abbia tutti i controlli necessari perché cose come quelle accadute non avvengano più.

PRESIDENTE. Ha la parola il Presidente D’Ambrosio.

VITO D'AMBROSIO, Presidente della Giunta. Non posso nascondere un senso di disagio, non per quello che è accaduto. Perché speravo che della questione morale si parlasse senza strumentalizzazioni, che non si dessero pesi e misure diverse, che si evitassero sciocchezze che sono state dette o si evitassero, addirittura, cose che pensavo di non sentire.
Darò due o tre precisazioni in punto di fatto, poi una riflessione più generale.
Vorrei dire al consigliere Pistarelli, verso il quale non diminuisce la mia attenzione, anche se a volte si lascia trasportare dalla vis polemica, che il caso a cui lui ha fatto riferimento è molto diverso. Qui noi abbiamo un caso in cui c’è stata un’autosospensione, ma l’avremmo sospeso subito, perché non solo c’è la sottoposizione a procedimento penale ma l’arresto. Nel caso in cui si riferisce lui non c’è sottoposizione a procedimento penale, nessuna sottoposizione a procedimento penale verso quel dirigente regionale. Quindi le cose sono molto diverse.
Un’altra cosa brutta è stata detta, non ricordo da chi, proprio perché ho voluto cercare di spersonalizzare. Debbo dire che non sono sereno, questo è un tema che mi tocca profondamente, quindi non sono sereno e lo vedrete, ma cercherò di mantenere l’obiettività.
Qualcuno ha parlato di “arrestato un dirigente regionale...” o “condannato” o comunque una parola pesante. Smettiamola di riempirci la bocca di parole come la presunzione d’innocenza, quando poi, invece, colpiamo come un maglio in casi del genere. O ci crediamo o non ci crediamo, o ci crediamo sempre o non ci crediamo mai. Se ci crediamo qualche volta e qualche volta no, allora vuol dire che non ci crediamo. Io ricordo nella mia esperienza personale, sia come persona, sia nella mia esperienza qui ad Ancona come giudice di prima istanza, sia nella mia esperienza presso la Corte di cassazione, casi in cui arresti si sono poi trasformati in assoluzioni. Allora la presunzione di innocenza è una cosa che c’è, che vale e che ci consente soltanto di dire, adesso, che noi siamo, ovviamente, alla ricerca di elementi che facciano scattare in noi non gli estremi o la sicurezza della condanna, che non spetta a noi, ma gli estremi di una condotta di questa parte dell’Esecutivo e di questa parte della maggioranza che ha l’obbligo di intervenire specificamente, di scegliere e di mettere in atto l’intervento più opportuno che ci sia, nell’interesse della pubblica amministrazione.
Quanto al resto, che qui è stato detto, anche con parecchia leggerezza, voglio ricordare ai colleghi che nella nostra finanziaria collegata al bilancio 2001 abbiamo inserito noi una norma che diceva, e dice, che tutte le decisioni delle Asl, che all’epoca erano 17 ed erano totalmente autonome, quindi dotate di personalità giuridica, superiori a 200 milioni di lire dovevano avere l’approvazione della Giunta regionale. Quando ieri ho dichiarato che non era soggetta a controllo, non perché noi non controlliamo, ma perché, se qualcuno ha avuto la pazienza di leggere dovrebbe aver notato che era di 50.000 euro per tutti e tre gli anni.

ROBERTO GIANNOTTI. Non vuol dire niente, questo.

VITO D'AMBROSIO, Presidente della Giunta. Giannotti, vorrei che lei si rendesse conto di quello che dice, spesso, prima di dirlo e qualche volta anche dopo averlo detto, perché è sempre in tempo. Non vuol dire niente significa nulla, nel senso che se lei pensa che una struttura di 17.000 dipendenti che governa più o meno una massa di provvista pari a oltre 2 miliardi di euro può essere controllata passo per passo, vuol dire che lei parla di cose che sa essere impossibili.

ROBERTO GIANNOTTI. Alcune situazioni vengono segnalate: è diverso, Presidente...

VITO D'AMBROSIO, Presidente della Giunta. Vorrei proseguire.
Giannotti, lei non sa nulla di quello che dice, e quindi parla. Io le rispondo: tutte le volte che a me è stata segnalata qualunque cosa con un minimo di precisione, io l’ho sempre, sempre trasmessa alla magistratura. Le dirò di più: all’inizio del mestiere di magistrato si pose davanti a me un problema etico grosso, quello del valore da dare agli anonimi. Io sollevai questione di legittimità costituzionale davanti alla Corte costituzionale, che non la accettò in base ad una serie di ragionamenti... (Interruzione del consigliere Favia). Cercando di allargare il campo, Favia, e quindi renderli assolutamente inutilizzabili, in quanto tali. La Corte, invece, rispose no.
Dopodiché, quando ho cominciato a fare questo tipo di esperienza mi sono posto questo stesso problema e ho deciso, informando del fatto i procuratori della Repubblica, che gli esposti anonimi che io avessi ricevuto, generici, non li avrei inoltrati e gli esposti anonimi ricevuti, circostanziati, li avrei inoltrati, perché spetta a loro, secondo me, valutarne la fondatezza ed archiviarli. Non è stato facile.
Quindi, chi qui dentro continua ogni tanto ad alzarsi e dire “ma io...”: se qualcuno ha elementi, estremi, cose del genere, se vuole, se si fida di me li manda a me e io li mando all’autorità giudiziaria, altrimenti lo faccia direttamente, non c’è bisogno di filtri per le denunce.
Secondo elemento. La questione morale, in Italia sta riesplodendo. Non si è mai risolta perché, purtroppo — questo lasciatemelo dire — la politica in generale non ha avuto la forza di procedere a una autocritica e a un autocontrollo sufficientemente incisivi ed efficaci da rendere superfluo l’intervento della magistratura, se non in quei casi, di una fisiologica patologia, che sono ineliminabili in qualunque tipo di società.
L’altro punto che vorrei venisse chiarito. Il presidente magistrato fuori ruolo non è la Madonna di Loreto che viene portata qui e lì, non copre, non determina, non condiziona, non instaura, non fa niente se non cercare di interpretare il suo ruolo attuale, non quello precedente. Ovviamente questo significa che tutte le volte che succede qualcosa del genere io mi sento profondamente amareggiato, non politicamente amareggiato, personalmente amareggiato, perché significa che non abbiamo ancora trovato dei meccanismi che ci consentano di essere più efficienti e più penetranti in un’opera di controllo che non può arrivare a controllare i singoli atti, pena l’immobilizzazione del sistema. E stiamo andando avanti, su questo. Oggi, ogni consigliere e ogni cittadino, quando accende il PC, va sul nostro sito, trova i decreti dirigenziali, di tutti i nostri dirigenti, e li troverà sempre di più. Estenderemo questa cosa, in modo tale che chiunque potrà rendersi conto immediatamente delle delibere e delle decisioni che vengono prese, non solo a livello politico ma anche a livello amministrativo.
Questo è il problema. Non a caso ieri io ho parlato di una questione che non sfiora questa Giunta ma che è comunque preoccupante, perché questo significa la questione morale. La questione morale non significa a priori. Vogliamo allora andare a vedere cosa significa una decisione di rigetto, quindi di regolarità della procedura in ambito amministrativo? Io non faccio questi tipi di ragionamenti, io non faccio, qui, il processo. Vorrei che non fosse fatto. Mi faccio carico di impostare procedure ulteriori, oltre a quelle che già abbiamo, che non sono poche e che siamo fra le pochissime Regioni italiane ad avere. Sapeste quanto, quell’articolo della nostra finanziaria, è stato criticato da chi sosteneva che l’autonomia delle aziende doveva essere rispettata anche in questo ambito e noi non l’abbiamo voluto, non l’abbiamo fatto.
Su questo io sono assolutamente dalla stessa parte di chi vuole che la pubblica amministrazione abbia un funzionamento secondo l’art. 97 della Costituzione: imparzialità, buon andamento, correttezza. Questi sono i punti fondamentali su cui giorno dopo giorno cerchiamo di ottenere risultati, e non è facile.
Qualcuno qui dentro, con sincerità ha detto “chi governa ha l’obbligo di governare e chi non governa ha l’obbligo di criticare, di indicare quello che non va bene”. Benissimo, io non ho nessun tipo di chiusura di fronte a questo modo di porre la questione, però attenzione: quando sento dire “hanno arrestato un iscritto alla Margherita e quindi è colpa della margherita”...

ROBERTO GIANNOTTI. Nessuno l’ha detto.

VITO D'AMBROSIO, Presidente della Giunta. Ci sono delle cose che non si dicono ma che si fanno capire...
Allora io non ho più nulla in comune, perché la responsabilità penale è personale, perché la politica ha colpe e sicuramente ha colpe, ma non è questo il modo per costringerla, convincerla, condizionarla o spingerla a modificare i suoi atteggiamenti e soprattutto qui dentro è stata detta una cosa che io prendo in buona fede...

ROBERTO GIANNOTTI. Se vuole...

VITO D'AMBROSIO, Presidente della Giunta. Giannotti, non mi interrompa sempre. Io l’ho ascoltata con attenzione, anche senza condividere quasi nulla di quello che ha detto, ma l’ho ascoltata con attenzione, non l’ho interrotta.

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE
LUIGI MINARDI

Qui dentro qualcuno ha detto “sulla questione morale siamo tutti dalla stessa parte”. Va bene, per me va bene questa affermazione, la do per scontata, è come se si dicesse che per fare politica bisogna non rubare. Ma quella è una pre-condizione, non una condizione. Però, se vogliamo fare una riflessione che vada al di là di un dato che esiste, che non possiamo ignorare, che non vogliamo ignorare, che ci spingerà ad approfondire ancora di più criteri, modalità di controllo, se vogliamo fare un discorso generale dobbiamo anche dire che questo paese si sta avviando ad una fase nella quale la moralità pubblica viene devastata, nella quale il rispetto delle regole viene calpestato, questo è il dato.
Io non faccio carico a Giannotti delle responsabilità di Schifani, o di Elio Vito...

ROBERTO GIANNOTTI. Ha appena detto che non bisogna identificare gli uomini con i partiti.

VITO D'AMBROSIO, Presidente della Giunta. Esatto. Io non faccio questo tipo di cose, però...
Voglio chiudere questa giornata, per me di ulteriore incitamento a proseguire su questa strada, con due citazioni, o due richiami. Il primo è “da che pulpito viene la predica”, perché questo è un dato e dobbiamo tutti farci carico di questo. Il secondo è un po’ più nobile ed è quel detto che recita “prima di parlare della pagliuzza nell’occhio altrui, controlla nel tuo che cosa c’è”, se una trave, un’armatura o cose del genere. Su questo vorrei che ci fosse una tranquilla ammissione...

ROBERTO GIANNOTTI. Lei parli delle Marche, Presidente; parli di casa sua, di quello che fa lei, non di quello che deve fare il presidente del Consiglio.

VITO D'AMBROSIO, Presidente della Giunta. Noi lo facciamo, l’abbiamo fatto e lo faremo. Questo è il dato.
Su questi dati noi stiamo costruendo meccanismi che ci consentono di essere sufficientemente garantiti... (Interruzione). Brini, basta... Lo so che lei è folcloristico, ma mi faccia finire.

OTTAVIO BRINI. ...lei deve dire che nelle Marche è finita la luna di miele.

VITO D'AMBROSIO, Presidente della Giunta. Quale luna di miele? Fra me e lei non c’è mai stata.

OTTAVIO BRINI. C’è il “caso Cecchini” aperto, c’è quello...

VITO D'AMBROSIO, Presidente della Giunta. Il “caso Cecchini” è davanti al tribunale d’Ancona.

OTTAVIO BRINI. ...La luna di miele è finita. Deve rispondere su queste cose.

VITO D'AMBROSIO, Presidente della Giunta. Brini, se lei vuole arricchire la sua casistica così ricca, le porto anche i casi in cui la Regione Marche è stata condannata perché la selvaggina ha danneggiato le automobili che passavano da quella parte. Anche questa è mancanza di controllo da parte nostra. Siamo seri... La questione è seria.
Su queste cose non intendo...

ROBERTO GIANNOTTI. Non faccia il finto tonto, è troppo intelligente...

VITO D'AMBROSIO, Presidente della Giunta. Su queste cose non intendo... (Interruzione del consigliere Giannotti). Vorrei finire dicendo poche cose.
Se vogliamo fare una cosa seria sono assolutamente disponibile a lavorare con tutti quelli che vogliono fare cose serie, se vogliamo fare strumentalizzazioni no, perché allora risponderò durissimamente. Questo è il punto cardine: se vogliamo lavorare insieme benissimo, non c’è nessun problema, non c’è nessuna chiusura. L’opposizione fa il suo dovere? Benissimo, anche la maggioranza fa il suo dovere e su questo nessuno mai ha fermato nulla, nessuno mai fermerà nulla e nessuno mai pensa che sia necessario o sia possibile fermare qualcosa, perché noi vogliamo che la questione morale venga prima e che, al di fuori di quest’aula si fermi, perché qui dentro noi parliamo di altre cose, di politica. Se la questione morale l’affrontiamo in questo modo va bene, l’affrontiamo tutti insieme, altrimenti, comunque, noi l’affrontiamo e la mettiamo nell’ambito della correttezza, della responsabilità e della possibilità di capire le cose che vanno, le cose che non vanno e di accertare quelle che vanno e quelle che non vanno e perché non vanno e perché vanno.

PRESIDENTE. E’ conclusa la discussione sulla comunicazione del Presidente.



Proposta di atto amministrativo (Votazione): «Integrazione alla delibera consiliare del 26 febbraio 2003, n. 87 relativa al programma per la gestione degli apparecchi contenenti PCB ai sensi dell’art. 4 del D. Lgs. 22 maggio 1999, n. 209, D. Lgs. 5 febbraio 1997, n. 22, l.r. 28 ottobre 1999, n. 28» Giunta (120)

PRESIDENTE. Così come concordato nella Conferenza dei presidenti di gruppo, abbiamo due punti da trattare ulteriormente. Il primo è la proposta di atto amministrativo n. 120.
Secondo gli orientamenti emersi nella Conferenza dei presidenti di gruppo si prefigurava un voto unanime, senza discussione.
Pongo in votazione la proposta di atto amministrativo.

Il Consiglio approva



Mozioni (Votazione proposta di risoluzione):
«Canoni demaniali» Rocchi (317)
«Canoni demaniali di competenza degli operatori turistici balneari» Giannotti, Massi, Ciccioli e Viventi (318)

PRESIDENTE. Il secondo punto che si era concordato di trattare in questa seduta riguarda le mozioni n. 318 del consigliere Rocchi e n. 318 dei consiglieri Giannotti, Massi, Ciccioli e Viventi.
E’ stata presentata una proposta di risoluzione unitaria, che pongo in votazione.

Il Consiglio approva

La seduta è tolta.


La seduta termina alle 13,30