Resoconto seduta n. 165 del 17/12/2003
La seduta inizia alle 11,15


Approvazione verbali

PRESIDENTE. Ove non vi siano obiezioni do per letti ed approvati, ai sensi dell’art. 29 del Regolamento Interno, il processo verbale delle sedute nn. 162 e 163 del 2 dicembre 2003.

(Sono approvati)



Proposte di legge
(Annuncio e assegnazione)

PRESIDENTE. Sono state presentate le seguenti proposte di legge:
— n. 219 in data 2 dicembre 2003, ad iniziativa dei consiglieri Minardi, Donati, Gasperi, Martoni e Grandinetti: «Modificazione alla legge regionale 18 giugno 2002 n. 9: attività regionali per la promozione dei diritti umani, della cultura di pace, della cooperazione allo sviluppo e delle solidarietà internazionale», assegnata alla I Commissione in sede referente;
— n. 220 in data 4 dicembre 2003, ad iniziativa dei consiglieri Tontini, Modesti, Benatti, Martoni, D’angelo, Ciccioli e Brini: «Modifiche alla legge regionale 24 dicembre 1998, n. 45 – riordino del trasporto pubblico regionale locale», assegnata alla IV Commissione in sede referente;
— n. 221 in data 4 dicembre 2003, ad iniziativa della Giunta: «Modifica alla legge regionale del 18 giugno 2002 n. 9 recante attività regionali per la promozione dei diritti umani, della cultura di pace della cooperazione allo sviluppo e della solidarietà internazionale», assegnata alla I Commissione in sede referente;
— n. 222 in data 12 dicembre 2003, ad iniziativa della Giunta: «Autorizzazione all’esercizio provvisorio del bilancio per l’anno 2004»; assegnata alla II Commissione in sede referente;
— n. 223 in data 15 dicembre 2003, ad iniziativa della Giunta: «Disposizioni in materia di salvaguardia delle produzioni agricole, tipiche, di qualità e biologiche», assegnata alla III Commissione in sede referente;
— n. 224, in data 16 dicembre 2003, ad iniziativa della Giunta: «Ulteriori provvedimenti tributari in materia di imposta regionale sulle attività produttive e di addizionale regionale all'Irpef».


Proposta di deliberazione
(Annuncio e assegnazione)

PRESIDENTE. E' stata presentata la proposta di deliberazione n. 12 in data 15 dicembre 2003, ad iniziativa della Giunta: «Proposta di legge alle Camere: "Disposizioni per il coordinamento in materia di sicurezza pubblica e polizia amministrativa locale e per la realizzazione di politiche integrate per la sicurezza"», assegnata alla I Commissione in sede referente;


Proposte di atto amministrativo
(Annuncio e assegnazione)

PRESIDENTE. Sono state presentate le seguenti proposte di atto amministrativo:
— n. 124 in data 4 dicembre 2003, ad iniziativa della Giunta: «Legge regionale 6 agosto 1997 n. 52 modificata con legge regionale 12 maggio 2003 n. 7. Adesione della Regione Marche alla costituenda Associazione Rassegna Internazionale di musica sacra Virgo Lauretana», assegnata alla I Commissione in sede referente;
— n. 125 in data 15 dicembre 2003, ad iniziativa della Giunta: «Art. 25 legge regionale n. 9/1997 – programma di promozione per il settore agroalimentare – anni 2004/2005/2006. Linee di indirizzo generali dell’attività promozionale», assegnata alla III Commissione in sede referente;



Mozioni
(Annuncio di presentazione)

PRESIDENTE. Sono state presentate le seguenti mozioni:
— n. 325 dei consiglieri Trenta, Castelli, Novelli, Viventi, Agostini, Secchiaroli, Brini. Grandinetti, D’Angelo e Rocchi: «Modifica art. 133 primo comma della Costituzione istituzione Province»;
— n 326 dei consiglieri Procaccini e Martoni: «Ritiro contingente militare italiano dall’Iraq»;
— n. 327 del consigliere Pistarelli: «Procedure di anticipazione ricostruzione post-terremoto»;
— n. 328 dei consiglieri Giannotti, Ceroni, Brini, Cesaroni, Ciccioli, Grandinetti, Favia, Massi, Castelli, Trenta, Gasperi e Viventi: «Trasferimento società Aquater di San Lorenzo in Campo»;
— n. 329 del consigliere Viventi: «Interventi nel campo delle partecipazioni regionali»;
— n. 330 del consigliere Castelli: «Arretramento del tracciato della A14 nel tratto compreso a sud del casello di Pedaso»;
— n. 331 del consigliere Massi: «Progetto obiettivo materno-infantile»;
— n. 332 dei consiglieri Procaccini e Martoni: «Drammatico attentato in Iraq».



Deliberazioni amministrative
presentate dalla Giunta

PRESIDENTE. La Giunta, ha presentato le seguenti deliberazioni:
— n. 1625: «Art. 4, comma 2, della legge regionale n. 3/2003 – iscrizione nel bilancio di previsione dell’anno 2003 di recuperi relativi a stanziamenti aventi specifica destinazione – Euro 131.312,91»;
— n. 1626: «Art. 22 della legge regionale n. 31/2001 – variazione al bilancio di cassa per l’anno 2003 – Euro 3.664.309,19;
— n. 1627: «Art. 29 della legge regionale n. 31/2001 – variazione compensativa al programma operativo annuale 2003»;
— n. 1628: «Art. 29 della legge regionale n. 31/2001 – variazione compensativa al programma operativo annuale 2003»;
— n. 1629: «Art. 29 della legge regionale n. 31/2001 – variazione compensativa al programma operativo annuale 2003»;
— n. 1631: «Art. 29 della legge regionale n. 31/2001 – variazione compensativa al programma operativo annuale 2003 approvato con deliberazione della Giunta regionale n. 359 del 18 marzo 2003 – Euro 45.983,30»;
— n. 1632: «Art. 27, comma 1, della legge regionale n. 4/2003 – variazione riduttiva di stanziamenti iscritti nel bilancio di previsione per l’anno 2003 »;
— n. 1633: «Art. 27 della legge regionale n. 4/2003 – variazione riduttiva di entrate derivanti dall’assegnazione di fondi dallo Stato e delle relative spese – Euro 298.253,86»;
— n. 1634: «Art. 27 della legge regionale n. 4/2003 – variazione riduttiva di entrate derivanti dall’assegnazione di fondi dallo Stato e delle relative spese»;
— n. 1635: «Art. 27, comma 1, della legge regionale n. 4/2003 – variazione riduttiva di stanziamenti iscritti nel bilancio di previsione per l’anno 2003»;
— n. 1636: «Art. 27, comma 1, della legge regionale n. 4/2003 – iscrizione nel bilancio di previsione per l’anno 2003 di entrate derivanti dall’assegnazione di fondi dallo Stato vincolati a scopi specifici e delle relative spese – Euro 21.365,85»;
— n. 1637: «Art. 27 della legge regionale n. 4/2003 – iscrizione nel bilancio di previsione per l’anno 2003 di entrate derivanti dall’assegnazione di fondi dallo Stato a destinazione specifica per il finanziamento della sicurezza degli impianti a fune e della relativa spesa – Euro 3.684.551,95»;
— n. 1638: «Art. 27, comma 1, della legge regionale n. 4/2003 – iscrizione nel bilancio di previsione per l’anno 2003 di entrate derivanti dall’assegnazione di fondi dallo Stato per gli interventi di ricerca e formazione nelle aree depresse triennio 2002-2004 e delle relative spese – Euro 1.499.650,00»;
— n. 1639: «Art. 27, comma 1, della legge regionale n. 4/2003 – iscrizione nel bilancio di previsione per l’anno 2003 di entrate derivanti da assegnazione statali – Euro 25.107.669,66»;
— n. 1640: «Art. 27, comma 2, della legge regionale n. 4/2003 – iscrizione nel bilancio di previsione per l’anno 2003 di entrate derivanti da assegnazione di fondi da parte di enti e soggetti terzi per sponsorizzare la Conferenza internazionale: “Il partenariato nella politica di prossimità: il Mediterraneo ed i Balcani"- Euro 4.600,00»;
— n. 1641: «Art. 27, della legge regionale n. 4/2003 – iscrizione nel bilancio di previsione per l’anno 2003 di entrate derivanti dall’assegnazione di fondi dallo Stato e dall’Unione Europea per la realizzazione dell’iniziativa comunitaria Interreg III – Progetto I-Log»;
— n. 1642: «Art. 4, comma 2, della legge regionale n. 3/2003 – iscrizione nel bilancio di previsione per l’anno 2003 di recuperi relativi a stanziamenti aventi specifica destinazione – Euro 61.615,13»;
— n. 1643:. «Art. 27, comma 1, della legge regionale n. 4/2003 – iscrizione nel bilancio di previsione per l’anno 2003 di entrate derivanti da assegnazione di fondi dallo Stato per interventi di edilizia ospedaliera»;
— n. 1644: «Art. 27 della legge regionale n. 4/2003 – iscrizione nel bilancio di previsione per l’anno 2003 di entrate derivanti dall’assegnazione di fondi dallo Stato e delle relative spese»;
— n. 1645: «Art. 27 della legge regionale n. 4/2003 – iscrizione nel bilancio di previsione per l’anno 2003 di entrate derivanti da assegnazione di fondi dallo Stato per la copertura dei costi della task force dell’Autorità ambientale regionale – Euro 211.790,72»;
— n. 1646: «Art. 29 della legge regionale n. 31/2001 – variazione compensativa al programma operativo annuale 2003»;
— n. 1647: «Art. 22 della legge regionale n. 31/2001 – variazione al bilancio di cassa per l’anno 2003 – Euro 950.640,92»;
— 1648: «Art. 20, comma 3, della legge regionale n. 31/2001 – prelevamento dal fondo di riserva spese obbligatorie, per l’integrazione dello stanziamento di capitoli di spesa compresi nell’elenco 4 – elenco delle spese dichiarate obbligatorie – del bilancio di previsione per l’anno 2003 – Euro 118.025,03»;
— 1649: «Art. 9, comma 4, della legge regionale n. 31/2001 – variazione al programma operativo annuale – POA 2003 – per modifica del codice di assegnazione dei capitoli di bilancio alle strutture competenti per la gestione – art. 29, comma 2, legge regionale n. 31/2001 – variazioni compensative al programma operativo annuale 2003 – Euro 7.000,00»;
— 1650: «Art. 32 legge regionale 11 marzo 2003, n. 3 – rimodulazione programma comunitario Ob. 2 2000-2006»;
— 1651: «Art. 4 legge regionale 11 marzo 2003 n. 3 – recupero delle spese sostenute per il personale ex SEP, ex capitaneria di porto, ex opere pubbliche ed ex Ministero invalidi civili. Importo di Euro 416.950,00»;
— n. 1652: «Art. 20, comma 3, della legge regionale 11.12.2001 n. 31 – prelevamento dal fondo di riserva spese obbligatorie, per l’integrazione dello stanziamento di capitoli di spesa compresi nell’elenco 4 – elenco delle spese dichiarate obbligatorie – del bilancio di previsione per l’anno 2003 – Euro 100.000,00».



Promulgazione leggi regionali

PRESIDENTE. Il Presidente della Giunta ha promulgato, in data 20 dicembre 2003, le seguenti leggi regionali:
— n. 21: «Trasformazioni in costruzioni a carattere permanente degli alloggi prefabbricati temporanei installati a seguito degli eventi sismici iniziati il 26 settembre 1997»;
— n. 22: «Modifiche alla l.r. n. 38/96 — Riordino in materia di diritto allo studio universitario»;
— n. 23: «Intervento per il sostegno dei sistemi di certificazione della qualità e della tracciabilità delle produzioni agricole ed agroalimentari».



Ordine del giorno della seduta

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Giannotti.

ROBERTO GIANNOTTI. Il consiglio di amministrazione della Snam Progetti e dell'Aquater hanno deciso la fusione per incorporazione. Questo comporta una ricaduta sul piano occupazionale, perché 253 lavoratori dell'azienda rischiano il trasferimento alle sedi di Fano e di Milano. Rispetto a questa vicenda che assume toni drammatici per l'intera vallata del Cesano credo che sia più che doveroso un pronunciamento da parte del Consiglio.
Vi sono state diverse iniziative, oggi stiamo raccogliendo le adesioni attorno ad una risoluzione unitaria che chiede un intervento della Giunta nei confronti dell'Eni perché congeli questo provvedimento, per questo chiedo l'iscrizione all'ordine del giorno della mozione n. 328 che ritengo possa essere un importante punto di riferimento.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Mollaroli.

ADRIANA MOLLAROLI. Sono d'accordo con quanto proposto dal consigliere Giannotti a proposito della vicenda Acquater-Snam Progetti e chiedo l'iscrizione all'ordine del giorno della seduta di questa mattina della proposta di legge n. 221 che modifica la legge 9 sulla pace.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Ciccioli.

CARLO CICCIOLI. Mi associo alla richiesta del consigliere Giannotti sulla mozione relativamente all'Aquater.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Novelli.

SERGIO NOVELLI. Ovviamente non sto a sindacare sulla opportunità di iscrivere cose urgenti fuori sacco: se lo si può lo si fa, però oggi abbiamo un ordine del giorno che non sarà esaurito. Nell'eventualità che non venga esaurito, gli argomenti non trattati oggi andranno trattati nel prossimo Consiglio. Lo sottolineo subito perché ho visto nella Conferenza dei presidenti di gruppo e ora un foglio non sottoscritto titolato "bozza di convocazione", in cui risulterebbero sottoposte all'attenzione dell’aula, per lunedì prossimo, tre questioni di cui qualche istante fa si è annunciata al presentazione in questi ultimi giorni, i cui testi ancora non sono attingibili, mentre verrebbero espunte altre proposte dall'ordine del giorno, in particolare le mozioni sui contingenti italiani all'estero. Come ha segnalato il collega Procaccini e come ricordo anche io, devono essere contenute nel prossimo ordine del giorno del Consiglio ove non esaurite oggi, poi vanno trattate, quindi oggi faremo tutto quello che c'è da fare per quanto riguarda l'ordine del giorno, so che non riusciremo a fare tutto, i colleghi hanno chiesto che la seduta del Consiglio finisse alle 17; quello che non riusciremo a fare dovrà essere inserito al prossimo ordine del giorno, poi si andrà per regolamento e se necessario l'aula voterà per l'inversione, andando in ordine, per cui un richiamo ai lavori odierni che si riflette anche sui lavori della prossima seduta.

PRESIDENTE. Pongo in votazione l'iscrizione all'ordine del giorno della mozione n. 328.

Il Consiglio approva

Pongo in votazione la richiesta di iscrizione delle proposte di legge n. 219 e 221.

Il Consiglio approva



Proposte di legge (Discussione e votazione):
«Modifiche alla legge regionale 18 giugno 2002, n. 9 recante: Attività regionali per la promozione dei diritti umani, della cultura di pace, della cooperazione allo sviluppo e della solidarietà internazionale» Giunta (221)
«Modificazione alla legge regionale 18 giugno 2002, n. 9: «Attività regionali per la promozione dei diritti umani, della cultura di pace, della cooperazione allo sviluppo e della solidarietà internazionale», Minardi, Donati, Gasperi, Martoni e Grandinetti (221)

PRESIDENTE. Dato che i relatori della proposta di legge n. 173 sono ancora impegnati in Commissione, se non vi sono obiezioni passiamo alla trattazione delle proposte di legge nn. 221 ad iniziativa della Giunta e n. 219 ad iniziativa dei consiglieri Minardi, Donati, Gasperi, Martoni e Grandinetti.

(Così rimane stabilito)

Ha la parola il relatore, consigliere Mollaroli.

ADRIANA MOLLAROLI. Queste modifiche hanno due origini: una deriva dalla proposta di legge della Giunta, l'altra deriva dalla proposta di legge dell'Ufficio di presidenza. Abbiamo unificato i due testi, producendo un testo unico.
Le proposte di modifica suggerite dalla Giunta regionale derivano, come noto, dal ricorso presentato dal Governo presso la Consulta, che riguardava una parte dell'art. 5 della nostra legge regionale. La Giunta regionale — e apro qui una breve parentesi critica, auspicando che in altre occasioni non si verifichi — ha aperto una trattativa con il Governo nazionale al fine di rimuovere le cause del ricorso e mi auguro che in altre occasioni queste proposte di modifica vengano fatte di concerto con il Consiglio, perché la legge è approvata dal Consiglio regionale e io credo che anche le modifiche, la trattativa per concertare modifiche doveva essere fatta in maniera congiunta. E' appena arrivato l'assessore Silenzi, quindi ribadisco che mi auguro non si verifichi, in altre occasioni, questa anomalia.
Abbiamo esaminato queste modifiche in Commissione, abbiamo ritenuto di valutarle e prenderle tutte in considerazione, ad eccezione di una modifica che riguarda l'art. 6 nella quale ci si chiedeva di aggiungere, nel titolo, "Regione Marche". Abbiamo ritenuto, come Commissione, di respingere questa proposta di modifica, perché limitativa di una eventuale azione che la Regione Marche, insieme anche ad altre Regioni, potrebbe nel tempo portare avanti.
Per il resto le modifiche sono frutto di questa concertazione e noi ci auguriamo che rimuovano le cause per le quali la legge era stata interloquita presso la Consulta.
Le altre modifiche riguardano la proposta di legge pervenuta da parte dell'Ufficio di presidenza, che chiede di precisare una questione che a nostro parere era già presente nel testo di legge, cioè che per la giornata del 10 dicembre, che noi abbiamo ritenuto giornata dedicata ai diritti umani nella nostra regione e per quella del 27 gennaio, "Giornata della memoria", il Consiglio potesse prevedere iniziative specifiche.
L'Ufficio di presidenza avanza la proposta di poter arrivare iniziative proprie, proposte e sostenute economicamente dal bilancio del Consiglio, cosa che noi consideriamo essere anche utile, quindi abbiamo ritenuto praticabili queste proposte di modifica e il testo che consegniamo oggi prevede di integrare l'art. 14 nel quale si sostiene che l'Ufficio di presidenza può autonomamente promuovere iniziative e patrocinarle, specificamente dedicate alla "celebrazione" della "Giornata dei diritti umani", 10 dicembre e 27 gennaio.
Raccogliendo il parere dell'intera Commissione, ritengo che l'Ufficio di presidenza debba comunque avere la sensibilità nel promuovere e sostenere queste iniziative, comunque di concertarle con l'intero Consiglio, con i presidenti di tutti i gruppi consiliari, che non sono tutti presenti nell'Ufficio di presidenza stesso, al fine di rendere davvero efficace ciò che la legge diceva già, cioè "il Consiglio può promuovere iniziative autonome".
Mi auguro che l'Assemblea raccolga queste modifiche e che si possa approvare una legge così importante per il contesto culturale e anche politico e storico che stiamo vivendo.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Romagnoli.

FRANCA ROMAGNOLI. In Commissione continuiamo, come Alleanza nazionale, a lavorare con spirito di pace e collaborativo su questa legge, anche se non altrettanto avvenne all'epoca, quando addirittura ci fu da parte della Giunta una corsa alla primogenitura e alla firma, tanto che venne scavalcata la prima proposta di legge che era invece opera del consigliere Trenta, così come avvenuto adesso — l'ha rimarcato la presidente Mollaroli — poiché la Giunta ha trattato autonomamente queste modifiche con il Governo e quindi ci siamo trovati ad eseguire delle correzioni "blindate", peraltro portate con estrema fretta. Non credo che sarebbe caduto il mondo se la legge sulla pace non sarebbe stata ieri riformata in Commissione ed oggi addirittura inserita d'urgenza con tutti gli atti e i piani che sono previsti all'ordine del giorno. Comunque, con spirito collaborativo e veramente di pace abbiamo ieri, all'unanimità, lavorato su queste modifiche ed oggi votiamo le modifiche intervenute, seppure bisogna dire, ad onor del vero, che siamo andati oltre le modifiche imposte dalla pronuncia di incostituzionalità, perché l'Ufficio di presidenza ha ritenuto di assumersi l'iniziativa delle manifestazioni di pace, espressamente riservandole a se stesso e non più riferendole, come era invece nella originaria stesura, al Consiglio. Mi auguro che questo sia soltanto un fatto di mera rappresentanza giuridica. E' chiaro che l'Ufficio di presidenza rappresenta il Consiglio, quindi è naturale che sia l'organo di rappresentanza delle iniziative imputabili al Consiglio medesimo. Non vorrei invece che questa specificazione andasse ad esautorare, o comunque a diminuire la portata dei compiti del Consiglio regionale su questo tema. Mi auguro che venga concertata qualunque iniziativa dell’Ufficio di presidenza, in particolare del presidente Minardi, come l'ultima, che peraltro abbiamo appreso da un "normale" ordine del giorno — non so quanto, in quel caso, sia stata concertata — altrimenti non ravviso l'opportunità, seppur votandola, di avere inserito nell'ambito di queste modifiche dovute e derivanti dalla pronuncia di incostituzionalità, anche questo imprimatur dell'Ufficio di presidenza in relazione alle iniziative di pace.
Rimarco quindi che questo spirito collaborativo dovrebbe essere di entrambe le parti. Noi ci siamo messi a disposizione piena, anche nel rispetto del presentatore consigliere Trenta, per la stesura di questa legge, non altrettanto è avvenuto con lo stesso spirito collaborativo dall'altra parte. Non è il caso di rimarcare divisioni su un argomento del genere, però occorrerà, per il futuro, essere un po' più attenti anche nei metodi e nello stile, visto che la materia di cui si tratta è particolarmente delicata e già il nome è tutto un programma.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Trenta.

UMBERTO TRENTA. Finalmente abbiamo raggiunto — lo spirito giusto è questo — grazie ad intelligenti pauca — intelligente lavoro — svolto nella Commissioni questo risultato. Debbo dare atto che per anni in Consiglio regionale si è dibattuto su un tema importante che vede la Regione Marche una delle poche ad essersi dotate di una legge con questa caratura e questo spessore.
Le modifiche che sono state di fatto proposte, questa differenziazione tra Consiglio regionale ed Ufficio di presidenza, non ci deve più di tanto preoccupare, è una mediazione equilibrata, che merita il rispetto per chi ha lavorato su questo tema delicato senza differenze sostanziali. Pace è un concetto assoluto, diritti umani, dignità umana sono essenziali per il prosieguo del cammino delle civiltà, ma soprattutto tengo ad evidenziare alcuni fatti.
Proprio oggi, grazie alla sensibilità dei consiglieri regionali, è stato sottoscritto il comitato promotore "Associazione università della pace" in attuazione dell'articolo 15 della legge regionale n. 9. Questo ci apre un ventaglio vastissimo di possibilità.
Il termine che da oggi noi introdurremo in questa logica che riguarda i quattro centri provinciali per la pace è "educare nella scolarizzazione". Quando parliamo di queste iniziative rivolte alla solidarietà internazionale, mi pregio annunciare che stiamo lavorando sulla istituzione, nella Regione Marche, dell'"Onu dei bambini", quindi il termine "educare", sciolto definitivamente ieri dal Santo Padre, introduce proprio il tema dell'educazione alla pace: significa educare al senso mondiale della pace. Quindi dovremmo prevedere un gemellaggio che ci porti alla Fondazione Nobel di Oslo. Questo cosa significa? Che noi creeremmo questa sinergia internazionale sotto l'alto patrocinio dell'Onu e con il riconoscimento della presidenza della Repubblica e della presidenza della Ue.
Questo è il cammino giusto. La Regione marche si pone leader nel settore dei diritti umani, dell'educazione alla pace e della mondialità. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Novelli.

SERGIO NOVELLI. Non vorrei turbare l'apparente unanimismo attorno a un argomento di questo tipo. Devo però far presente il mio senso di metodo e di merito rispetto all'atto. Di metodo perché, nel pochissimo rispetto che quest'aula ha per se stessa e forse merita — ognuno poi si conosce e si giudica per quello che pesa — mi sembra che il solo fatto che un testo venga consegnato ai consiglieri alle 11,29 per essere iscritto d'urgenza ai lavori del Consiglio alle 11,35 e votato a mezzogiorno, è la dissertazione che non si ritiene di fare una cosa seria. Io condivido il vostro giudizio che non sia una cosa seria, però mi consentirete almeno il minimo atto di autodifesa dell'immagine di non votarlo.
La collega Romagnoli ha detto "abbiamo fatto un tour de force in Commissione per rispetto al collega Trenta, che molto ha legato il suo nome a questa legge che parla di pace". Per carità, il rispetto al collega è da me pienamente condiviso. Ha anche avuto un'annotazione simpaticissima, quasi umoristica, secondo me involontaria, quando, riferendosi ai lavori in Commissione ha detto "intelligenti pauca" che, in effetti, riferito complessivamente al lavoro di questo Consiglio, potrebbe intendersi come "a chi è intelligente basta poco per capire", ma riferito alle Commissioni, detto in aula potrebbe essere "siccome siamo intelligenti, lavoriamo poco, perché tanto non c'è di che lavorare. Però due parole credo che toccherà dirle, perché se si vuol parlare di pace lo si può fare, è gratis, la telecamera ci riprende, i nostri parenti e forse elettori sono contenti, però non è un parlare in maniera seria di pace, come non è stato serio parlare di pace per un'intera sessione consiliare il 10 dicembre, quando decine di ospiti illustri — sindaci, assessori — si sono susseguiti a parlare di pace e nessuno si è posto la questione che pochi in questo Consiglio e pochi in questa nazione si stanno ponendo:; mentre noi dottamente ci arrovelliamo in materia di pace, la patria è in pace o è in guerra? Non è una questione da un secondo, quando si perde il confine culturale fra pace e guerra.
Pongo questa riflessione a me stesso e ai colleghi che "leggermente" seguono le questioni di diritto, perché mi sono accorto che il testo di legge che assente all'invio dei militari italiani nell'Iraq, ha il titolo "Intervento in favore della coalizione irachena”. Chiedo a me stesso e all'aula: "coalizione irachena" vuol dire intervento a favore del popolo iracheno o intervento a favore degli eserciti americano, inglese e polacco che hanno fatto una coalizione per andare lì?". Poi leggo l'articolo 13 di quel testo di legge e constato che a quei contingenti viene applicato, per voto del Parlamento, il codice militare "tempo di guerra". Allora chiedo a me stesso e a voi: sei nostri militari sono sottoposti ai rigori del codice del tempo di guerra, quindi le sentinelle sparano al secondo avvertimento ecc., siamo in pace o siamo in guerra? Credo che la discussione di questi argomenti, che io ho posto con umiltà giuridica — c'è un testo di legge votato dal Parlamento, siamo tutti legislatori in quest'aula — debba essere fatta. Preferiamo raccontarci che siamo andati in guerra contro i briganti a scortare gli aiuti? Diciamocelo pure.
Su questo testo di legge credo di dover condividere la modifica all'articolo 7 della legge 9, perché effettivamente si riconosce formalmente che ormai la politica estera non è più materia rigorosamente nazionale, ma è inserita nelle competenze — anche se la Convenzione europea, nonostante gli sforzi eroici e infausti della presidenza di turno non è stata approvata — del vicepresidente della Commissione Ue. Per questo mi pare giusto che, anche se rimarrà lettera morta, nei nostri testi di legge ci dobbiamo sforzare di crederci, quindi scriviamolo e poniamoci la questione di operare in questo senso.
Per il resto, al di là di questo articolo che forse corregge una stortura, il resto è una mostra di ipocrisia. La correzione sarà atto dovuto, ma mi sembra che sia oggettivamente farisaico andare a parlare di come organizzare in termini generali le nostre elucubrazioni sulla pace, senza porci il problema della pace che non c'è e della guerra che 'è perché turba gli equilibri, perché non fa comodo. Constato che il problema dell'ipocrisia non è un problema per nessuno dell'aula, il Natale è vicino ecc.? mi sembra che così non possa essere ancora a lungo, però per parte mia credo di dovermi quanto meno dissociare dal coro poco serio dell'unanimismo di facciata, al di là del contenuto voterò un articolo, non voterò gli altri per dissenso alle modalità con cui il testo ci è stato consegnato e anche allo spirito di mera apparenza, piuttosto che di sostanza, che ispira la presentazione di questo provvedimento.

PRESIDENTE. Non vi sono altri interventi, quindi passiamo alla votazione degli articoli.
Articolo 1. Lo pongo in votazione.

Il Consiglio approva

Articolo 2. Lo pongo in votazione.

Il Consiglio approva

Articolo 3. Lo pongo in votazione.

Il Consiglio approva

Articolo 4. Lo pongo in votazione.

Il Consiglio approva

Articolo 5. Lo pongo in votazione.

Il Consiglio approva

Articolo 6. Lo pongo in votazione.

Il Consiglio approva

Articolo 7. Lo pongo in votazione.

Il Consiglio approva

Pongo in votazione il coordinamento tecnico.

Il Consiglio approva

Pongo in votazione la proposta di legge nel suo complesso.

Il Consiglio approva



Ordine dei lavori

PRESIDENTE. Comunico che la seduta sarà interrotta dalle 13,30 alle 14 per permettere alla II Commissione di riunirsi.



Proposta di legge (Discussione e votazione):
«Interventi regionali nel settore della zootecnia», Giunta (173)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la proposta di legge n. 173, ad iniziativa della Giunta.
Ha la parola il relatore di maggioranza consigliere Procaccini.

CESARE PROCACCINI. Svolgerò una breve relazione, perché questa proposta di legge ha visto una concertazione molto vasta, anzi in alcuni momenti addirittura c'è stata la degenerazione della concertazione, tuttavia oggi portiamo in Consiglio una proposta che recepisce gli indirizzi del piano zootecnico. Questa legge, se approvata dal Consiglio sarà uno degli atti più importanti nel settore dell'agricoltura: dopo il piano di sviluppo rurale, dopo la legge sull'assistenza tecnica per la modernizzazione dell'agricoltura, comparto della zootecnia, nonostante la diminuzione delle aziende rappresenta nella nostra regione il 28% del valore complessivo del prodotto agricolo: ci sono 39.000 imprese. Quindi questa proposta di legge mobilita anche cospicui investimenti: vengono previsti annualmente 1.612.000 euro per modernizzare, per adeguare l'agricoltura in una fase delicata interna, perché l'agricoltura finora è stata vista quasi sempre come un settore residuale, invece deve costituire un modello di sviluppo unitario della regione Marche insieme ad altri distretti, ma costituisce anche una fase delicata a livello internazionale e soprattutto nel futuro, con l'allargamento dell'Ue, le risorse nel settore dell'agricoltura per le Regioni italiane, comprese le Marche, saranno sempre di meno. Quindi bisogna compiere una innovazione, spostare le risorse dalla gestione alla produzione. Mi pare che questa proposta, come altri atti già approvati, va in questa direzione.
Questa proposta compie delle innovazioni: esalta le razze autoctone anche "minori" come quella ovina, quella sopravvissana, il "cavallo del Catria", che vede un proprio articolo nella proposta complessiva, ma soprattutto la "bovina marchigiana" che nel 2002 vedeva censiti 23.300 capi e 1.227 allevamenti. Quindi un comparto minoritario rispetto al complesso dell'attività economica della regione, tuttavia costituisce un settore molto importante.
Credo che questa proposta di legge, tuttavia, costituisca anche una sperimentazione e in questo senso deve essere vista come una legge a termine. Il nuovo piano agricolo in gestazione, che sarà proposto dalla Giunta regionale, discusso e approvato dal Consiglio, dovrà fare anche quell’ulteriore salto di qualità, vale a dire la semplificazione legislativa, testi unici anche nel settore agricolo, non per una competizione impresa contro impresa, ma per essere l'agricoltura un comparto, insieme agli altri, di un sistema-regione che possa confrontarsi con le altre regioni italiane e con l'Ue.
La Bse negli ultimi anni ha fatto sì che fosse riservata maggiore attenzione alla zootecnica e all'agricoltura in generale, tant'è che il Consiglio regionale, proprio in virtù di queste emergenze, fece una riunione monotematica sull’agricoltura stessa. Il 20 febbraio 2002 il Consiglio regionale approvò il piano zootecnico e nella stessa data sempre il Consiglio regionale approvò un ordine del giorno che impegnava la Giunta regionale a presentare una proposta di legge a favore del piano per il settore zootecnico.
Credo che questi tempi siano stati rispettati ed anche l'impegno che il Consiglio regionale dettò alla Giunta di prevedere risorse aggiuntive per il settore della zootecnia credo sia stato recepito, vale a dire 1,5 milioni di euro in più.
L'obiettivo dell'attuale proposta di legge è quello di dare continuità e certezza di finanziamenti al comparto per superare le difficoltà, perché insieme alla Bse, non del tutto debellata, ci sono altre emergenze: quella della "lingua blu" e non solo. Occorre che ci sia un rispetto ed anche per questo la legge regionale interviene dal punto di vista tecnico, nella normativa comunitaria e statale, valorizza lo sviluppo, la quantità e la qualità del prodotto, a garanzia dell'alimentazione sana, della tracciabilità, della produzione, ma anche dell'occupazione. Obiettivo della legge, quindi, è quello di sviluppare anche l'allevamento estensivo nelle aree montane, non solo come fatto a se stante ma come filiera di uno sviluppo che finora c'è stato in parte e in alcuni casi non c'è stato per nulla. Quindi il settore agricolo non come una nicchia residuale, da far vedere ai turisti che ogni tanto vanno in quelle zone, non come un fatto effimero, ma come una effettiva possibilità di sviluppo, come una effettiva tenuta del territorio, con un presidio umano che, attraverso l'allevamento, deve svilupparsi e da questo punto di vista è interessante anche vedere la priorità che viene data nel piano di sviluppo rurale, ma anche in questa legge, ai giovani agricoltori.
Quindi il lavoro preparatorio che c'è stato da parte della Giunta con le articolazioni e le concertazioni di cui dicevo prima. La Commissione ha svolto una audizione sistematica che ha portato alla modifica del testo originario, che era stato limato financo nelle virgole, nel "tavolo verde", nella conferenza di servizi, proprio per valutare una compatibilità più generale ed anche dal punto di vista tecnico, con le direttive comunitarie.
L'articolo 1 fissa gli obiettivi, l'art. 2 prevede i contributi per la sperimentazione e la ricerca, quindi l'innovazione in agricoltura, l'art. 3 prevede l'assistenza tecnica, in qualche modo scorporata, perché da questo punto di vista c'è stata nel frattempo una legge. L'art. 4 definisce le modalità, i criteri ma anche gli interventi per quanto riguarda il miglioramento genetico, già stabilito in una legge ad hoc, l'art. 5 la riproduzione animale, l'art. 6 parla dei riproduttori e dell'ammodernamento degli allevamenti. Poi c'è l’articolato per gli aiuti e la salvaguardia alle razze in via di estinzione, quindi la lotta alle epidemie, c'è quindi l'art. 10 sull'apicoltura. L'art. 11 definisce le procedure attuative, l'articolo 12 è quello finanziario, l'art. 13 riguarda le disposizioni tecniche.
In conclusione possiamo dire che, in maniera unitaria e senza antagonismi tra Giunta e Consiglio, anche con passaggi difficili, questa legge che oggi viene discussa ed approvata dal Consiglio regionale costituisce un tassello importante dal punto di vista qualitativo ma anche quantitativo, per incentivare lo sviluppo economico complessivo della nostra regione.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Gasperi, relatore di minoranza.

GILBERTO GASPERI. Su questa proposta di legge è stata fatta un'ampia discussione in Commissione, tanto è vero che sono stati apportati emendamenti che in parte erano stati sollecitati dalle associazioni di categoria e, dopo un'ampia discussione sono stati approvati diversi emendamenti proposti anche da noi della minoranza.
Nel complesso tutto è perfettibile, ma ne è scaturita una legge che le stesse associazioni di categoria e i tre rappresentanti della minoranza in Commissione hanno considerato positiva, quindi diamo voto favorevole.
Vorrei però fare delle osservazioni. Una legge sulla zootecnia avrebbe dovuto ricomprendere, più generalmente, tutto il panorama zootecnico marchigiano e no, come è stato fatto, solo alcune specificità. Ci sembra troppo specifico il riferimento ai settori bovino, suino, equino e all'apicoltura. C'è una vera omissione per quanto riguarda il mondo delle imprese che assumono dipendenti, sia tecnici, che impiegati, che operai. Vi sono segmenti, come quello avicolo che concorre alla formazione del pil marchigiano in maniera veramente determinante e che da un punto di vista occupazionale è certamente il settore più significativo: parlo del settore ovicaprino, del settore lattiero-caseario e, più in generale, di tutta la zootecnia produttiva ed economicamente sostenibile nel mercato globalizzato che in parte rimane fuori rispetto a questa proposta di legge.
E' interessante tutta la questione della ecocompatibilità e della tipicità delle produzioni zootecniche marchigiane, ma si rischia, a fronte di emotività su ambiente e benessere degli animali, di incentivare forme di produzione che potrebbero in futuro non avere riscontri economici validi e quindi far gettare via risorse finanziarie estremamente interessanti. Quindi, rispetto a questo passaggio il sottoscritto, a nome anche degli altri rappresentanti di minoranza nell'ambito della Commissione, chiede di fare attenzione a che ciò non avvenga.
Occorre far compiere all’agricoltura marchigiana quel salto in avanti per essere competitiva e presente sui mercati. Non si può basare un’agricoltura come la nostra solo su produzioni tipiche e/o di nicchia. Se tutti lo facessero ciò non sarebbe più tale, proprio perché aumenterebbe l’offerta e siccome il prezzo è in funzione del rapporto tra domanda e offerta, se l’offerta viene ad essere aumentata il prezzo diminuisce e non ci sarebbe più la possibilità, per quel tipo di produzioni e per quel tipo di tecniche di produzioni con dei costi più alti, di avere una garanzia da parte dei produttori. Relativamente agli aiuti per la riconversione zootecnica da forme di allevamento intensive ad estensive la cosa che rimane dubbiosa è quella che riguarda solamente le zone montane e non anche le zone marginali delle nostre colline, considerato che in futuro saranno proprio queste che soffriranno di più la nuova Pac e saranno fuori dagli aiuti in campo comunitario. Come peraltro si evidenzia molto spesso la questione del benessere ambientale, ma poco o per nulla della sicurezza alimentare e per i lavoratori addetti, soprattutto i lavoratori dipendenti. C’è tutta una partita di adeguamento delle norme sulla sicurezza negli allevamenti, la 626 del 1994, che andrebbe portata avanti da parte degli allevatori e che rischia di essere disattesa per questioni finanziare e che potrebbe essere recuperata nella presente legge, senza enormi sborsi ma solo inserendola come priorità.
C’è anche la parte che riguarda l’assistenza zootecnica che è stata in parte tenuta fuori. Non voglio entrare nel merito ma è solamente una sollecitazione e mi auguro che il tutto venga ripreso, perché dovrà essere recuperata . Infatti dobbiamo considerare che tutto il capitolo di assistenza tecnica, di competenza delle associazioni degli allevatori, riconosciuta con legge dello Stato, viene trattato nella legge 37/99. Riteniamo che l’assistenza tecnica e zootecnica debbano invece rientrare in questa legge, affinché specificità di tale portata abbiano riferimenti certi e finalizzati, con risorse adeguate. Noi dovremmo recuperare il ruolo delle Apa e dell’Ara, nonché tutto ciò che riguarda le aziende agricole che potranno avere, in un futuro alquanto incerto, un ruolo di prospettiva.
Questi sono elementi che devono essere considerati come priorità e devono avere percentuali di finanziamento pubblico da parte di una legge.
Nel complesso riteniamo opportuno votare a favore di questa legge, dopodiché vedremo nel prossimo anno quale tipo di ricaduta ci sarà per riprendere, eventualmente, qualche aggiustamento. Da parte del gruppo di An comunico il voto favorevole a questa proposta di legge.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Viventi.

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE
GILBERTO GASPERI

LUIGI VIVENTI. In qualità di vicepresidente della III Commissione e anche a nome del gruppo Udc annuncio il voto favorevole a questa proposta di legge, che è stata fortemente richiesta dagli addetti ai lavori e che è giunta all’esame della Commissione con molto ritardo. Sono ormai anni che il settore dell’agricoltura affronta praticamente da solo le vicissitudini, anche a seguito della vicenda Bse. Questa legge intende promuovere la valorizzazione e il potenziamento del patrimonio zootecnico regionale attraverso interventi finanziari volti a migliorare la qualità della produzione e a garantire la sicurezza alimentare, un aspetto ritenuto sempre più fondamentale.
Come vicepresidente della III Commissione devo dire che la proposta della Giunta regionale è stata profondamente modificata dalla III Commissione, praticamente siamo intervenuti in quasi tutti gli articoli, ne abbiamo migliorato i contenuti e spesso, in alcuni casi ne abbiamo aggiunti anche altri. Vorrei citarne alcuni, in maniera tale che alle dichiarazioni seguano anche i fatti, come è mia consuetudine.
Un primo punto riguarda l’inserimento dell’articolo 1 bis che prevede l’adozione di specifici disciplinari per l’ottenimento di una zootecnia di qualità; l’inserimento dell’art; 1 ter per lo sviluppo della linea vacca-vitello; l’inserimento dell’art. 1 quater che incentiva le aziende ad adottare tecniche finalizzate alla protezione ambientale; l’inserimento all’interno dell’art. 2, comma 1 bis, che prevede l’assegnazione del 10% della dotazione finanziaria della legge ai fini della ricerca e sperimentazione. Questo è un punto qualificante. Poi, l’inserimento del comma 2 bis all’art. 4, secondo il quale la Regione fissa i parametri ed effettua le verifiche annuali per la selezione e il miglioramento genetico del nostro patrimonio zootecnico; l’inserimento all’art. 8 del comma 1 bis che prevede le modalità di calcolo dei contributi per le azioni di sostegno alla biodiversità animale, per la conservazione delle razze in via di estinzione; l’inserimento del comma 2 bis all’art. 9 che prevede il risarcimento del 100% dei danni subiti dagli allevatori per la lotta contro le epizozie; infine l’inserimento, all’art. 9, del comma 2 ter che dà la possibilità alla Regione Marche di concedere contributi straordinari per le perdite relative alla Bse, cioè encefalopatie spongiformi trasmissibili.
Credo che queste modifiche e questi inserimenti abbiano reso la legge migliore.
In Commissione abbiamo apportato una modifica alla dotazione finanziaria, perché la proposta di legge aveva a disposizione 512.290 euro, la Commissione all’unanimità ha votato l’elevazione di questo finanziamento, a 1.100.000 euro, rendendo quindi la legge più “realizzabile”. Quindi rinnovo il giudizio iniziale: questo lavoro fatto in Commissione anche da parte nostra ha portato un miglioramento e per questo l’Udc voterà a favore di questo provvedimento.

PRESIDENTE. Ha la parola l’assessore Agostini.

LUCIANO AGOSTINI. Vorrei fare alcune riflessioni sulla legge che stiamo approvando, dicendo subito che voterò a favore per una ovvia consequenzialità del voto espresso in Giunta e per un vincolo di appartenenza alla maggioranza. Ma pur condividendo l’impostazione della relazione del relatore di maggioranza, trovo alcune sfasature tra quella relazione ed alcuni contenuti di questa legge, che vorrei fossero rilevate.
Condivido l’importanza di questa legge che aveva preso spunto da un momento drammatico che il settore agricolo, in particolare quello della zootecnia, aveva vissuto nelle Marche quando, nel marzo del 2001, anche nelle Marche e sull’onda di quella emotività una nostra azienda fu colpita dal fenomeno della Bse. Noi ci trovammo di fronte a quella evenienza e quindi nella possibilità o di accettare supinamente e quindi programmare interventi ad hoc sul fenomeno che si era determinato, oppure la riorganizzazione, la programmazione di quel settore. Scegliemmo, riorganizzandolo dal fondo, iniziando dal principio. Scegliemmo questa seconda strada come Giunta regionale, come Consiglio regionale che in quel frangente dedicò un’intera seduta ai problemi dell’agricoltura e della zootecnia e dicemmo che dovevamo ripartire alzando la frontiera della zootecnia e dell’agricoltura marchigiana rispetto alle nuove evenienze, rispetto a un’impostazione che noi condividevamo, cioè non più legata alla vecchia politica agricola comune ma impostata sullo sviluppo rurale.
Arrivammo alla redazione del piano zootecnico che fu uno strumento importante, coerente con i principi che noi avevamo espresso in quel Consiglio regionale, che ritornava ad una agricoltura e a una zootecnia di qualità, impostata sul prato-pascolo, impostata sulla linea vacca-vitello e tutte le altre scelte conseguenti, facendo un documento di programmazione importante da cui sarebbero dovute discendere le leggi di finanziamento.
Su questa legge trovo, in molte parti una coerenza importante, ma in alcune parti anch’esse fondamentali, soprattutto nella gestione e nella erogazione dei servizi trovo una discordanza profonda con l’impostazione del piano zootecnico regionale.
Se i consiglieri, i relatori andassero a rivedere il punto 5.2.2 a pag. 60 del piano zootecnico regionale, vedrebbero che lì c’era un impegno preciso per riorganizzare anche la struttura dei servizi e del mondo dell’associazionismo che intorno ad esso ruota. Questa consequenzialità non la trovo nella legge in questa parte, per cui do il mio contributo, sicuramente voterò a favore, sicuramente sarò tra quelli che valorizzeranno i risultati che abbiamo ottenuto, probabilmente potevamo fare di più e meglio. Ritengo che nel settore dei servizi, della riorganizzazione dell’associazionismo, che era un punto fondamentale, centrale del piano zootecnico, avremmo dovuto fare di più e meglio. Secondo me invece, in questa parte si tende a scivolare indietro, ripristinando vecchie logiche che non fanno bene alla complessità delle innovazioni che nel piano zootecnico e nella legge sono contenute.
Ho presentato un paio di emendamenti che non attengono al ragionamento che ho fatto, che sono solo migliorativi rispetto all’impostazione della legge, in una distribuzione più equa, sul territorio regionale, di alcuni aspetti, quindi sono solo considerazioni di ordine politico che ho voluto fare in quest’aula.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Moruzzi.

MARCO MORUZZI. Questa è sicuramente una legge importante e attesa perché avevamo il dovere di trasferire in una legge regionale quanto il piano zootecnico regionale aveva previsto. E’ stato un iter lungo ma soprattutto un iter in cui c’è stata molta discussione. Sono uno dei “responsabili” di questa discussione, anche perché a suo tempo ho sollevato delle obiezioni rispetto ai contenuti del testo proposto, rilevando in particolare che il piano zootecnico non trovava in questa legge una sua espressione, una sua applicazione sufficiente, adeguata, coerente, in particolare dovevamo — con il testo uscito dalla Commissione credo che ci siamo riusciti — veicolare le risorse importanti che questa legge vuol destinare alla zootecnia, verso le imprese agricole piuttosto che verso il settore dei servizi, piuttosto che verso altri settori che non portano direttamente a un incremento della qualità, della quantità delle produzioni zootecniche, perché finanziare soprattutto lo smaltimento delle carcasse, la delocalizzazione delle imprese zootecniche ma anche lo stesso settore dei servizi, con tutto il rispetto per chi questi servizi li svolge e per l’utilità di alcuni servizi alle imprese zootecniche, finanziare la lotta per le epizozie, sostanzialmente significava mantenere lo status quo e non utilizzare la legge per dare un impulso innovativo alle produzioni zootecniche.
Questa problematica si manifestava soprattutto perché all’art. 1 erano elencate delle finalità, ma negli articoli successivi non facevamo altro che finanziare o quello che già viene finanziato dal piano di sviluppo rurale, come investimento nelle aziende zootecniche o finanziare questo settore dei servizi. Quindi penso che la proposta di legge abbia fatto un salto in avanti inserendo e recependo, attraverso nuovi articoli, quale quello sulla zootecnia di qualità, quale un articolo specifico per lo sviluppo della linea vacca-vitello, quale un articolo specifico sulla zootecnia e le protezioni ambientali, le aziende zootecniche che si orientano in direzione della zootecnia di qualità. Qui c’è stato un dibattito. Non condivido quello che ha detto il collega Ga speri, che questa legge finanzia soltanto alcune produzioni, soltanto alcune filiere, è vero esattamente il contrario: questa legge, con la stesura con cui giunge in aula, può finanziare tutte le filiere zootecniche e cerca di privilegiare il finanziamento di quelle produzioni, di quelle imprese, di quelle filiere, di quel sistema zootecnico che si sta orientando verso la qualità delle produzioni. Noi non possiamo pensare di competere con il settore avicolo: abbiamo ormai la carne di pollo e basta aprire le pagine de Il Sole 24 Ore per vedere che un chilo di carne di pollo costa meno di un euro. Nella stessa pagina del giornale ci si rende conto che 4 chili di granoturco costano un euro. Quindi se vogliamo competere su quel terreno, dobbiamo produrre polli che in vita loro granoturco non mangino mai. Se questo corrisponde con il modello di zootecnia che vogliamo fare nella nostra regione accomodiamoci; se invece il modello di zootecnia che vogliamo fare è completamente diverso, non il cibo-spazzatura — perché tutti lo dicono, poi lo dobbiamo praticare anche nelle leggi — dobbiamo avere degli strumenti di intervento che aiutino quelle aziende che vanno contro corrente, cioè che cercano di collocare sul mercato dei prodotti di qualità. E’ quello che si sta facendo nel settore dell’artigianato, nel settore del turismo, in tutti i settori economici: non si capisce perché ogni qualvolta lo si propone per l’agricoltura ci sono delle resistenze. Credo che questo derivi dall’incompetenza, dalla superficialità con cui certe volte si fanno delle affermazioni, con cui si sviluppa il dibattito in questo settore.
La nostra non è una regione vocata alle produzioni di quantità, la nostra non è una regione che può intervenire sul mercato con grosse quantità di produzione, la nostra non è una regione in cui ci sono aziende di grosse dimensioni. L’unico sistema per la sopravvivenza dell’agricoltura e della zootecnia della nostra regione è puntare alla qualità. L’ha già fatto l’artigianato, l’ha già fatto la piccola e media impresa. Quindi, cari colleghi, se vogliamo affrontare questo problema con competenza, non possiamo che sostenere questa proposta di legge e anche questi contenuti, sui quali invece c’è stata grande discussione e c’è stato modo di scandalizzarsi da parte dei diversi soggetti, dei diversi colleghi che sono stati in Commissione, perché ponevamo delle norme restrittive che impedivano a tutte le aziende di partecipare all’accesso ai fondi, perché queste regole imponevano la qualità del progetto aziendale, imponevano la qualità nel prodotto. Allora cari colleghi, credo che dobbiamo abbandonare questo qualunquismo nell’affrontare il tema dell’agricoltura, se vogliamo la modernizzazione. Che poi, oggi, modernizzazione significhi anche maggior rispetto dell’ambiente è una cosa che a me può far piacere, ma qui non si vuol far fare un’agricoltura ambientalista a tutti i costi, qui si vuol fare un’agricoltura che sta sul mercato, consapevoli delle dimensioni dell’agricoltura, consapevoli dell’importanza
PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE
SANDRO DONATI

Certo è un limite per chi governa, perché tutti quelli che busseranno alla pota per avere un aiuto sul progetto di investimenti dovranno allinearsi sulla fascia alta della qualità del prodotto e del progetto imprenditoriale, però questo è un indirizzo che noi dobbiamo assumere obbligatoriamente, in una situazione in cui le risorse sono circoscritte e in cui non ci possiamo più permettere di sbagliare nella destinazione di queste risorse, perché si tratta di un soggetto che l’investimento lo realizza e poi, a distanza di due-tre anni ci si rende conto che il prodotto non riesce a venderlo, quindi chiude la cantina sociale, quindi chiude l’impianto di trasformazione dei prodotti, quindi chiude l’azienda agricola, il terreno viene sottratto agli agricoltori e va in mano agli speculatori che acquistano le aziende non per fare la produzione ma per prelevare il contributo Pac fino a che un piano regolatore non consenta di edificare in quella zona, quindi abbiamo tutt’altro che una prospettiva di agricoltura.
Noi invece, con questi interventi selezioniamo gli imprenditori, parliamo una lingua che non piace a tutti, perché questi finanziamenti non saranno per tutti, ma io dico che comunque non ci sarebbero stati finanziamenti per tutti, tanto vale cercare di far capire a tutti quelli che bussano alla porta che o si orientano alla qualità e possono trovare un sostegno pubblico, oppure il sostegno che c’è in agricoltura è quello che già arriva al 50% del bilancio dell’Unione europea, passa attraverso la Pac, quello è un sostegno che non dà qualificazione alle aziende. C’è già tanto intervento pubblico che non dà qualificazione alle aziende, la Regione Marche si è assunta la responsabilità di approvare una legge nel settore della zootecnia dopo avere approvato un piano zootecnico che andava in questa direzione, che dà alle imprese un sostegno, a condizione che la qualità sia alta, a condizione che la Giunta regionale individui, entro questi criteri, la tracciabilità dei prodotti, fattrici di provenienza regionale, quindi non importazione di animali dall’estero provenienti de mega allevamenti e poi ingrassati sul posto, come si sta facendo anche in regioni vicine: in questi giorni ci sono speculatori che stanno comprando bovini nel nostro territorio regionale, a poco prezzo, contando anche sull’emergenza della “lingua blu” che fa crollare i prezzi di alcune tipologie di animali; sono state acquistate delle stalle dove si faranno allevamenti intensivi di carne marchigiana con questi bovini acquistati dalle nostre piccole aziende, il prossimo anno sul mercato ci sarà una grande quantità di carne marchigiana nella grande distribuzione, che ovviamente farà crollare i prezzi di mercato. Questo perché questi soggetti, questi speculatori stanno acquistando a quattro soldi vitelli nel nostro territorio, il prossimo anno, se questa operazione andrà in porto — si sta verificando in Umbria, in particolare nel comune di Foligno — i nostri consumatori compreranno carne marchigiana, ma probabilmente la compreranno non di quella tipologia di allevamento che è presente in tutto il territorio regionale senza eccezioni — non c’è un allevamento intensivo di carne marchigiana nella nostra regione, non c’è un allevamento intensivo di carne nella nostra regione — si proporrà quella razza proveniente da allevamento intensivo e il prezzo calerà. Il prezzo della carne marchigiana oggi è uno dei prezzi più alti di carne bovina sul mercato.
Noi dobbiamo difendere queste piccole aziende, le leggi devono andare in questa direzione e l’azione politica di tutti i giorni pure. Occorre fare in modo che il sistema difenda le piccole imprese da speculatori che piombano sfruttando le condizioni di mercato: oggi fanno l’operazione speculativa sulla “marchigiana”, domani sulla “piemontese”, se distruggono il mercato della carne non importa, c’è un’altra razza, c’è un altro territorio, c’è un’altra situazione in cui fare operazioni di questo genere. Questa politica che noi vogliamo con questa legge punta non al breve termine, non alla speculazione, non alla produzione di quantità ma alla produzione di qualità e soprattutto alle aziende che vogliono durare nel tempo. Quindi sviluppo della linea vacca-vitello, non per produrre dei vitelli da concentrare nei mega allevamenti e avere una carne che possa costare 20-30 centesimi in meno al chilo e fare concorrenza ai piccoli allevamenti.
Una legge che deve intervenire anche nel settore dell’assistenza tecnica. Non so se ho capito tutto quello che Agostini intendeva comunicare nel suo intervento, perché per alcuni aspetti è stato anche un po’ emblematico, non lo si percepisce neanche dagli emendamenti questo ragionamento che lui ha fatto. Per esempio ha fatto un emendamento sulla ricerca e sperimentazione che estende anche alle aziende singole. Condivido quello che lui ha detto, condivido il piano zootecnico, però mi sembra che questo emendamento non sia in linea, perché se noi facciamo della ricerca e sperimentazione dove finanziamo al 100% il costo dei progetti, il modo per finanziare delle aziende singole, ammettendo anche le aziende singole a sperimentazioni, non capisco dove arrivi la qualificazione, mentre invece è comprensibile l’emendamento successivo, sempre presentato dall’assessore Agostini, dove dice che il centro non si deve chiamare “di fecondazione del cavallo del Catria” ma “di fecondazione equina” perché si deve rivolgere a tutti. Sono due emendamenti con segnali apparentemente contraddittori fra loro, e comunque che non traducono bene il ragionamento che lui ha fatto, da cui non si coglie il collegamento con il ragionamento che lui ha fatto.
Voterò con convinzione questa proposta di legge, anche se vi sono state alcune mediazioni rispetto ad alcune proposte che avevo fatto, che volevano forzare ulteriormente. Raccomando alla Giunta regionale di spingere su tutti gli aspetti qualitativi nell’utilizzo dei finanziamenti previsti da questa legge: la zootecnia biologica, la tracciabilità ambientale, le produzioni Ogm free, l’intervento nel problema dei reflui zootecnici, che in realtà sono una ricchezza: per un terreno come il nostro, povero di sostanza organica tutti i reflui zootecnici devono ritornare alla concimazione dei terreni, ma ovviamente devono essere preventivamente trattati, anche nelle stesse aziende. Cui sono oggi tecnologie per fare di questi reflui non qualcosa che finisca nei depuratori e debba essere smaltito dal sistema di depurazione, ma un qualcosa che ritorni e restituisca fertilità al terreno, senza creare problemi di cattivi odori o, peggio ancora, di contaminazioni ambientali. Ma per fare questo l’impresa agricola deve essere di qualità. Se la logica è quella di rapina, i reflui zootecnici finiranno nel fiume, nella fognatura o forse smaltiti abusivamente nel territorio. Se l’azienda è di qualità c’è un interesse che il refluo zootecnico venga ricollocato nel ciclo aziendale.
Sono stati soppressi alcuni articoli, come quello della delocalizzazione degli allevamenti. Io ho condiviso questo passaggio, anche perché ritengo che non si debbano utilizzare danari di questa legge zootecnica, destinata alle imprese, per attività che non sono inerenti, direttamente collegate a scelte di imprese e condivido anche il segnale dato nel settore dell’apicoltura, un settore importante, sul quale c’è una politica fortemente aggressiva dall’estero, che invade il nostro territorio con dei mieli di importazione che, al di là dei requisiti qualitativi che possono venire dal territorio di provenienza, sono mieli ottenuti da allevamenti in cui si fa un uso di sostanze chimiche fortemente pericolose, con sostanze proibite nell’apicoltura del nostro paese, nell’apicoltura convenzionale e non solo in quella biologica, ma invece consentite in altri paesi e spesso, quando il prodotto arriva non c’è la possibilità di controllare, analizzare e cercare le tracce dell’uso di queste sostanze estremamente pericolose per la salute umana. Quindi un prodotto con proprietà importanti non solo dal punto di vista nutrizionale ma anche per la conservazione del buono stato di salute, è importante che venga dai nostri territori e che l’apicoltura, che ha anche una funzione importante nell’impollinazione delle piante, sia conservata, valorizzata e sostenuta, anche dandole la dignità di un articolo, così come ha fatto la Giunta nella sua proposta originaria, riconfermata nel testo approvato dalla Commissione. Quindi un voto favorevole dicendo che si poteva fare qualche cosa di più, ma qualche cosa di più si può sempre fare e ritengo che sarà poi la Giunta, nella emanazione delle delibere che consentiranno alle aziende di utilizzare, attraverso i bandi queste risorse, spingere sull’acceleratore il più possibile per qualificare l’utilizzo di questi fondi.
Questa non è una legge che pone una gabbia, la Giunta lascia le mani libere, queste mani libere siano utilizzate per prendere il meglio di questa legge e non per fare dei bandi che in qualche modo reintroducano accessi a finanziamenti, sia alle aziende che ai servizi, che non corrispondono a quei criteri di qualità che invece sono bene esplicitati nel piano zootecnico.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Avenali.

FERDINANDO AVENALI. Concordo con le cose che ha detto il relatore e che hanno detto i colleghi intervenuti. A nome del gruppo Ds esprimo un parere positivo, quindi il nostro voto sarà favorevole. Credo che sia stato fatto un ottimo lavoro, anche se faticoso, in Commissione, perché questa proposta di legge è stata oggetto di tante discussioni, di molte ore di lavoro anche in Commissione, quindi ringrazio tutti i colleghi, in primo luogo il relatore Procaccini che ha avuto anche la pazienza di fare un lavoro di sintesi insieme al servizio, quindi c’è stato un impegno da parte di tutti i soggetti interessati.
Questa proposta di legge è molto importante, perché nella sostanza diamo concreta attuazione al piano sulla zootecnia che avevamo già approvato in questo Consiglio regionale, mancavano gli strumenti attuativi, quindi anche le risorse perché gli obiettivi del piano fossero perseguiti concretamente. Credo che quello della zootecnia è uno degli aspetti importanti della politica agricola regionale, per le cose che già dicevano i colleghi. In primo luogo abbiamo bisogno di una crescita sia quantitativa che qualitativa. Molto spesso siamo contro la quantità, però bisogna dire che nella qualità bisogna far crescere anche quantitativamente la produzione zootecnica regionale in senso generale, sia per quanto riguarda la razza bovina ma anche per quanto riguarda tutte le altre razze: c’è uno spazio, abbiamo un’esigenza, c’è una domanda crescente in particolare delle razze nostre tipiche, autoctone, in particolare della razza marchigiana, ma non solo. C’è una qualità apprezzata dai consumatori. In questa direzione abbiamo lavorato anche con altri strumenti, vedi lo stesso Psr che prevede interventi volti a qualificare la produzione zootecnica marchigiana. Abbiamo lavorato con la legge sulla qualità in tutti i settori, ma soprattutto per la carne. Si va nella direzione di recuperare un patrimonio che rischia di essere perduto, con la legge sulle risorse genetiche, perché abbiamo detto vegetali e animali, quindi da questo punto di vista vogliamo recuperare tutto ciò che è possibile in termini di tipicità, di produzioni tipiche nostre. E’ una proposta di legge... (per un guasto all’impianto, la registrazione si interrompe a questo punto e prosegue con il seguente intervento del relatore di maggioranza, consigliere Procaccini)

CESARE PROCACCINI. ...secondo me non sono peregrini, perché in realtà c’è una sfasatura fra il dire e il fare. Siamo ancora nella fase intermedia tra il finanziare la gestione e il finanziare la produzione. E’ vero, non c’è ancora nettezza, ma per giungere a questa nettezza occorrono scelte ulteriori e soprattutto occorrono anche definizioni di ruoli, perché le associazioni di allevatori devono agire in un ambito ancora indefinito. Quindi dobbiamo portare il più possibile le risorse verso la produzione, sono d’accordo.
Il problema quindi esiste, ma questa nettezza tra la gestione e il finanziamento della produzione non può avvenire con atti estemporanei, all’interno di emendamenti e subemendamenti, occorrono scelte coraggiose, condivise, per le quali le risorse economiche sono determinanti, altrimenti rischiamo di lasciare il tempo che abbiamo trovato.
Per il resto mi pare che la discussione abbia messo in luce una condivisione della proposta, quindi dobbiamo approvarla in via rapida per destinare le risorse al settore della zootecnia.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Brini.

OTTAVIO BRINI. In questi giorni abbiamo letto sulla stampa — il sottoscritto ha presentato una interrogazione — dei problemi che riguardano gli allevatori maceratesi e non solo e a tutt’oggi non è ancora pervenuta una risposta. Chiedo all’assessore competente di conoscere perché: o il problema non riveste importanza nei confronti degli allevatori del maceratese o il problema è grave e quindi la Giunta e la maggioranza non sono ancora in grado di prendere decisioni.
Ci sono stati incontri nell’alto maceratese ai quali hanno partecipato funzionari e da quanto ho appreso l’assessore non era stato invitato, anche se era stata garantita la sua presenza in quell’occasione.
Chiedo di conoscere l’entità di questa problematica e se risponde a verità che il problema, che riguarda i nostri allevatori, proviene da altre regioni.
Non abbiamo voluto creare allarmismi su questa problematica, perché ci è stato detto che era tenuta sotto controllo, ma purtroppo, a tutt’oggi non abbiamo avuto una risposta in tal senso e non sappiamo se questo atto deliberativo risolverà tutti i problemi di cui l’assessore è a conoscenza.
Chiediamo quindi che finalmente in quest’aula venga detto come sta la situazione. La preoccupazione è tanta, le richieste fatte sono tante e non vorrei che, per mancanza di risorse economiche — mi auguro che non sia questo — il problema non fosse stato affrontato nella sua totalità e nella sua interezza.
Quindi un invito all’assessore affinché si diano certezze, tranquillità, garanzie, perché non vorrei che, dopo avere lasciato in silenzio questa problematica, ci trovassimo un bubbone che vada al di là delle nostre aspettative.
Come vede, assessore, ho usato parole generiche per non creare speculazioni politiche o allarmistiche, ma lei è a conoscenza più di me di tutta la problematica, quindi la invito alla chiarezza e soprattutto a dare risposte alle interrogazioni che abbiamo avanzato, non tanto per speculare politicamente o cavalcare tigri, in quanto è tuttora imbestialita la gente che noi contattiamo tutti i giorni. Quindi una risposta su questa materia molto delicata. Come vede non abbiamo voluto creare allarmismi, preoccupazioni, anche se a nostro avviso è vero che il problema come dice qualcuno è sotto controllo, ma è un fenomeno che desta preoccupazione negli allevatori dell’alto maceratese.

PRESIDENTE. Ha la parola l’assessore Silenzi.

GIULIO SILENZI. Dapprima voglio rispondere al collega Brini che introduce il problema della “lingua blu”, per dire che non c’è un’emergenza nella nostra regione, vi sono un paio di casi positivi, la malattia non è conclamata, per cui non siamo in una situazione di emergenza. Una situazione di controllo che si è sviluppata — il controllo in parte dipende dalla sanità, dal servizio veterinario e in parte dall’agricoltura — e i problemi sono legati, in questa fase, alla fuoriuscita dalla nostra regione di capi per la loro vendita. C’è il problema, più in generale, di un allarme sulla vaccinazione, come abbiamo letto su alcuni autorevoli quotidiani nazionali, perché sembrerebbe che questa vaccinazione non produca gli effetti desiderati, anzi aumenti i timori e le problematiche. La vaccinazione è voluta dal Ministero e incontra resistenze nelle regioni dove è stata applicata, per gli effetti sui vitelli, che sono negativi e molto preoccupanti.
La nostra regione non ha avuto l’obbligo di vaccinazione, non abbiamo usato il vaccino, abbiamo chiesto di rimanere fuori dagli obblighi che il Ministero ha introdotto in altre regioni, proprio perché non c’è alcuna emergenza. Questa è la richiesta e la posizione di autorevoli associazioni di categoria. Rispetto alla movimentazione di animali a livello regionale abbiamo ottenuto l’estensione regionale, per cui abbiamo risolto il problema della mobilità all’interno del nostro territorio regionale, risolvendo così una serie di problemi legati ad alcune aree più specifiche del nostro territorio.
Non vi sono quindi zone d’ombra, c’è tutto un percorso partecipato, chiaro.
Quando parliamo di necessità di qualità per un’agricoltura moderna e innovata, riuscire a coniugare le esigenze di qualità in atti legislativi è un’impresa difficile, che con la nuova legge sulla zootecnia cogliamo pienamente, per cui non voglio ripetere le questioni che sono state introdotte dalla relazione del collega Procaccini e dagli interventi di tutti i colleghi che hanno focalizzato i vari aspetti, dico che questa legge traduce il bisogno di qualità in agricoltura, in un settore importante come quello della zootecnia, dove vi è un problema di qualità che va tutelata, che va raggiunta, ma questo è un settore dove anche la quantità va promossa. Negli ultimi mesi l’approvazione della legge sull’assistenza tecnica, l’approvazione della legge sulla qualità, oggi la legge sulla zootecnia ridisegnano un impianto legislativo completamente nuovo che ci attrezza bene per la scadenza della riforma della Pac. Se aggiungiamo anche la rimodulazione del Psr, abbiamo un quadro legislativo e normativo e di riferimenti finanziari per cogliere gli obiettivi che ci siamo dati sulla modernità della nostra agricoltura.
Ma questa è una legge che non parla solo del prodotto agricolo, parla rispetto alla montagna, alla coesione sociale, all’insediamento umano nelle aree svantaggiate, parla della sicurezza alimentare e guarda anche ai tanti consumatori che vi sono in questa regione e che trovano da questa legge elementi tranquillizzanti sul versante della sicurezza alimentare. Parla non solo della coesione sociale ma della valorizzazione dei territori interni, delle aree montane, della tutela dell’ambiente.
Questo aspetto voglio sottolinearlo, perché non si parla solamente alle 39.000 imprese della nostra regione, ma quando si fa una legge così impostata parliamo anche di ambiente, di sicurezza alimentare, di coesione sociale, parliamo cioè della nuova centralità che l’agricoltura deve avere nel modello di sviluppo di questa regione, per cui parliamo a soggetti economici che non sono quelli tradizionalmente impegnati nelle attività produttive agricole, ma parliamo a soggetti e istituzioni per disegnare un modello di sviluppo che non può più prescindere da queste problematiche, che non può più vedere centrale solamente lo sviluppo della piccola impresa e dell’artigianato. Questo mi sembra importante, e quando noi lo diciamo in termini generali, questa legge traduce tali aspetti e li norma.
La qualità della nostra produzione bovina da carne è alta, che vogliamo aumentare ancora di più, se pensiamo all’igp del vitellone bianco dell’Appenino centrale, se pensiamo alla “marchigiana” che già tanto si è fatta apprezzare in questi tempi e che sempre più viene richiesta dal mercato, per cui puntare sulla qualità, puntare sulla marchigianità viene premiato dal mercato, perché aumenta la richiesta e pertanto ci fa ben sperare e ci fa ben lavorare per il futuro.
Ma insieme alle produzioni bovine vi sono anche le produzioni degli ovicaprini, dei suini che la Regione si propone di sostenere in un progetto crescente di qualificazione, in un’ottica di arricchimento e di integrazione dell’offerta complessiva del territorio, perché questa legge va vista all’interno di una valorizzazione complessiva del territorio rurale della nostra regione.
Siamo arrivati alla stesura ultima della legge con il contributo della Commissione, e qui voglio dire a Viventi che la legge che abbiamo approvato non è radicalmente diversa da quella che ha approvato la Giunta. Noi abbiamo approvato un testo base in Giunta e abbiamo detto “siamo aperti al contributo del lavoro della Commissione” e insieme alla Commissione la Giunta regionale, il servizio regionale hanno lavorato per definire, accogliere, puntualizzare alcuni aspetti che nel testo base erano riportati ma che, nel dibattito e nel confronto consiliare hanno trovato un approdo unitario.
Penso che questo è il modo giusto e positivo di rapportarsi nei confronti del lavoro delle Commissioni, dove c’è un sto base che è il testo sul quale si innescano un dibattito e un confronto tra le forze politiche, tra i commissari, per trovare una sintesi, laddove possibile, unitaria, nell’ottica del miglioramento legislativo e nel perseguimento degli obiettivi che comunque ci siamo dati e che non sono modificabili.
C’è quindi stata una concertazione e c’è stato un coinvolgimento ampi. Alcuni aspetti sono stati migliorati dalla legge, ripresi anche dagli interventi. Il collega Agostini riportava alcuni aspetti di tutela, alcune spese di gestione su cui dobbiamo essere attenti e rigorosi e dobbiamo soprattutto proiettare le associazioni di allevatori ad una dimensione di spiccata progettualità, dobbiamo chiedere alle associazioni degli allevatori la capacità di progettare e realizzare quello che abbiamo progettato su questo dobbiamo essere rigorosi e seri prima di assegnare le risorse. Non ci sono risorse assegnate a prescindere, ci sono risorse che vanno assegnate solo nel caso di una progettualità che intercetti quel discorso di qualità che abbiamo più volte fatto.
Diamo attenzione anche alla sfera dei prati-pascolo, delle sommità appenniniche e guardiamo anche alle razze animali del tutto particolari, quelle autoctone, che vogliamo valorizzare. Quindi una legge importante che completa il quadro legislativo per le attività agricole e completa il disegno riformatore che abbiamo voluto portare avanti per farci trovare preparati alla scadenza della riforma della Pac nel 2006. Un ringraziamento va ai dirigenti e funzionari del servizio, che hanno seguito con attenzione e con competenza questa legge. Noi abbiamo delle persone molto valide nel servizio agricoltura, alle quali, al di là di articoli di stampa e di situazioni che verranno chiarite a tempo debito, ristabilendo il valore di funzionari e dirigenti del nostro servizio agricoltura, va il mio ringraziamento per avere seguito questa legge che ci fa essere una Regione molto avanzata in questo settore. Un ringraziamento al presidente e ai membri della Commissione, oltre che al relatore collega Procaccini, che ha introdotto con un ampio respiro questa legge, cogliendo gli aspetti politici veri della riforma dell’agricoltura che vogliamo portare avanti. Ripeto, un ringraziamento per questo lavoro che so essere stato intenso, ma che ha prodotto una legge che, con il voto spero unanime del Consiglio, servirà a dare maggiore stimolo per applicarla e per valorizzare questo settore importante dell’agricoltura marchigiana.

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione.
Articolo 1. Lo pongo in votazione.

Il Consiglio approva

Articolo 1 bis. Lo pongo in votazione.

Il Consiglio approva

Articolo 1 ter. Lo pongo in votazione.

Il Consiglio approva

Articolo 1 quater. Lo pongo in votazione.

Il Consiglio approva

Articolo 2. C’è un emendamento a firma Agostini. Allo stesso è stato presentato un subemendamento, sempre a firma dell’assessore Agostini, sostitutivo dell’emendamento, quindi se il subemendamento venisse approvato decadrebbe l’emendamento.
Lo pongo in votazione.

Il Consiglio approva

Pongo in votazione l’articolo 2 come emendato.

Il Consiglio approva

Articolo 3. Lo pongo in votazione.

Il Consiglio approva

Articolo 4. C’è un emendamento a firma Gasperi e Ciccioli. Ha la parola il consigliere Gasperi per illustrarlo.

GILBERTO GASPERI. Propongo di togliere la parola “fino”. Infatti, siccome sono finanziamenti che passano dallo Stato alle Regioni, non vedo perché si debba scrivere “fino”, perché significherebbe che la Regione potrebbe prevedere un minor finanziamento ad Apa e Ara rispetto a quanto stanziato dallo Stato. Propongo quindi di togliere “fino”, in modo che tutto il finanziamento dello Stato venga erogato alle associazioni di categoria.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Procaccini.

CESARE PROCACCINI. Questo emendamento in realtà ha avuto una lunga discussione. Propongo al Consiglio di votare contro, perché in realtà siamo in presenza di contributi per la selezione e il miglioramento genetico. Se passasse la concezione di togliere “fino al 70% della spesa ammissibile” faremmo un danno, perché diminuiremmo la platea dei soggetti, invece in questo caso va ampliata e in maniera graduale dobbiamo tendere, con i finanziamenti della Regione e dell’Ue a finanziare tutta la spesa, ma in questa fase sarebbe un danno far passare questo emendamento, per cui propongo di votare contro.

PRESIDENTE. Pongo in votazione l’emendamento.

Il Consiglio non approva

Pongo in votazione l’articolo 4.

Il Consiglio approva

Articolo 5. C’è un emendamento a sua volta subemendato dal consigliere Tontini. Pongo in votazione il subemendamento.

Il Consiglio approva

Emendamento n. 3 a firma Agostini. Ha la parola il consigliere Gasperi.

GILBERTO GASPERI. Questo emendamento non solo deve essere bocciato, ma chiedo che sia ritirato, perché posso essere d’accordo con il subemendamento, ma sostituire “cavallo del Catria” con “centro di fecondazione equina” è cosa totalmente diversa.

PRESIDENTE. Lo pongo in votazione.

Il Consiglio non approva

GILBERTO GASPERI. Ma il subemendamento presentato dal consigliere Tontini dovremmo averlo...
Questa è la dimostrazione, veramente assurda, che c’è una enorme difficoltà nell’ambito della maggioranza, perché su questo problema del cavallo del Catria abbiamo discusso in Commissione, in quanto il cavallo del Catria è l’unico prodotto tipico, nell’ambito della zootecnia, che abbiamo nelle Marche. Se viene confuso con centri di zootecnia, poi il consigliere Tontini, che era un assertore del cavallo del Catria è costretto a rifare un emendamento, mi sembra che vi sia una confusione molto grossa. Avrebbe già lui dovuto dire “ritiralo, perché non ce n’è assolutamente bisogno”. Tontini deve essere un po’ più sbrigativo.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Procaccini.

CESARE PROCACCINI. Credo che l’intervento del consigliere Gasperi meriti una brevissima riflessione, perché lui pone un problema di metodo e di merito. Di metodo perché il subemendamento è appunto “sub” e quindi il problema è superato; di merito perché in Commissione c’era stata una sintesi che aveva portato a questo testo, quindi la sua osservazione non è peregrina, tuttavia secondo me la modifica proposta dal collega Tontini va nello stesso senso e nella stessa direzione. Ho detto in Commissione che già nel testo originario progetti per il cavallo del Catria erano possibili, tuttavia avere sovraesposto una razza che lì risiede, lì insiste e che per me non viene e non verrà mai vista in modo scandaloso è del tutto congruo. Però legare questo al centro di fecondazione equina mi pare sia più corretto, nel senso che diamo al settore della zootecnia riferito alla razza equina una sua specificità, per cui la sostanza non cambia, anzi a mio modo di vedere questa cosa è rafforzativa per il cavallo del Catria e in questo senso la voto.

PRESIDENTE. Faccio presente che, essendo stato bocciato l’emendamento n. 3 decade anche il subemendamento presentato dal consigliere Tontini che era aggiuntivo. Quindi resta il testo così com’era nella proposta di legge. (Interruzioni)
Si chiede la verifica della votazione, per una irregolarità che ci sarebbe stata...

GILBERTO GASPERI. No, vado via, questo non è possibile.

GIULIO SILENZI. Ai sensi dell’art. 47 chiedo la verifica del voto.

GILBERTO GASPERI. Non la verifica. Si rivota.

PRESIDENTE. Se l’aula è d’accordo torniamo a rivotare il subemendamento e l’emendamento, come deroga alla votazione.
Pongo in votazione il subemendamento 03.

Il Consiglio approva

Pongo in votazione l’emendamento n. 3 come emendato.

Il Consiglio approva

Articolo 5. Lo pongo in votazione.

Il Consiglio approva

Articolo 6. Lo pongo in votazione.

Il Consiglio approva

Articolo 8. Lo pongo in votazione.

Il Consiglio approva

Articolo 9. Lo pongo in votazione.

Il Consiglio approva

Articolo 10. Lo pongo in votazione.

Il Consiglio approva

Articolo 11. Lo pongo in votazione.

Il Consiglio approva

Articolo 12. Lo pongo in votazione.

Il Consiglio approva

Articolo 13. Lo pongo in votazione.

Il Consiglio approva

Pongo in votazione il coordinamento tecnico.

Il Consiglio approva

Pongo in votazione la proposta di legge nel suo complesso.
Ha la parola, per dichiarazione di voto, il consigliere Moruzzi.

MARCO MORUZZI. Dichiaro il voto favorevole e riprendo le dichiarazioni dell’assessore, che sono condivisibili quando dice che questa legge in particolare fa riferimento alla sicurezza alimentare, alla coesione sociale, alle produzioni, all’ambiente. Penso che l’analisi sia condivisibile e su questa legge c’è stata molta discussione, perché su questi principi si è d’accordo. C’è invece dibattito su come questi obiettivi si raggiungono attraverso le leggi, quindi certe volte la discussione è anche accesa, perché gli strumenti adottati e proposti possono essere efficaci e non efficaci e i punti di vista possono essere differenti. La legge alla fine ha trovato un punto di caduta su un testo unitario non al ribasso, su un soddisfacimento di esigenze al ribasso, di esigenze di un territorio piuttosto che un altro, di un settore piuttosto che un altro. Mi sembra che questo testo sia giunto a un approdo unitario, dopo una discussione forte, accesa, animata, anche problematica sotto certi aspetti, però strettamente legata al merito, all’adozione di strumenti che poi possano portare al raggiungimento di quegli obiettivi di produzioni di quantità e di qualità contemporaneamente, a quella coesione sociale, a quella sicurezza alimentare, a quella tutela dell’ambiente rispetto ai quali oggi i cittadini affidano all’agricoltura un compito importante perché sono consapevoli che nella gestione dell’agricoltura sta la gran parte del territorio della nostra regione e che non è più possibile fare i conti con un’alimentazione equilibrata, con dei principi di sicurezza alimentare e di coesione sociale pensando che questo debba essere un settore puramente economico e pensando che l’intervento va fatto soltanto nel luogo in cui si produce la materia prima, ai fini della produzione della materia prima.
Il voto sarà quindi favorevole.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Tontini.

ROBERTO TONTINI. Dichiaro il voto favorevole del gruppo Ds a questa legge che giudichiamo positiva ed importante per il comparto zootecnico della nostra regione, ma più in generale per l’agricoltura della nostra regione. Un lavoro lungo che ci ha portato ad un approfondimento su una materia importante e ad una visione intorno a questa materia, credo di rilievo, considerato il fatto che la zootecnia ha assunto negli ultimi tempi, ma nel prossimo futuro dovrà acquistare un ruolo e un peso importante nell’ambito della produzione del mondo agricolo della nostra regione.
E’ una legge che, nel valorizzare la zootecnia regionale, tiene conto dell’azione che deve tendere a creare le condizioni favorevoli nell’ecosistema della nostra regione e mi riferisco in particolare a quanto è stato fatto attorno ai prati-pascolo, attorno a tutta una serie di azioni che debbono essere mirate a creare le condizioni all’interno delle quali il comparto zootecnico della nostra regione si possa sviluppare. Altrettanto importanti sono le azioni individuate da questa legge, anche con progetti speciali che possano essere portati avanti attorno a tutte quelle razze autoctone che hanno un rilievo nella nostra regione e che possono rappresentare opportunità di crescita e di sviluppo nel prossimo futuro.
Il gruppo Ds voterà favorevolmente.

PRESIDENTE. Pongo in votazione la proposta di legge.

Il Consiglio approva




Mozione (Votazione proposta di risoluzione): «Trasferimento società Aquater di San Lorenzo in Campo» Giannotti, Ceroni, Brini, Cesaroni, Ciccioli, Grandinetti, Favia, Massi, Castelli, Trenta, Gasperi e Viventi (328)

PRESIDENTE. Rispetto alla mozione n. 328 ad iniziativa dei consiglieri Giannotti ed altri è stata presentata una proposta di risoluzione unitaria. La pongo in votazione.

Il Consiglio approva

La seduta è sospesa. Riprenderà alle 14,00

La seduta è sospesa alle 13,20