Resoconto seduta n. 168 del 14/01/2004
La seduta inizia alle 10,40



Approvazione verbale

PRESIDENTE. Ove non vi siano obiezioni do per letto ed approvato, ai sensi dell?art. 29 del Regolamento interno, il processo verbale della seduta n. 167 del 22 dicembre 2003.


Proposte di legge
(Annuncio e assegnazione)

PRESIDENTE. sono state presentate, ad iniziativa della Giunta regionale, le seguenti proposte di legge:
? n. 225, in data 12 dicembre 2003: «Norme per la promozione, il riconoscimento e lo sviluppo delle associazioni di promozione sociale», assegnata alla V Commissione in sede referente ed alla II per il parere obbligatorio;
? n. 226, in data 30 dicembre 2003: «Modifica alla l.r. 15 ottobre 2001, n. 20 sulla organizzazione e sul personale della Regione», assegnata alla II Commissione in sede referente;
? n. 227, in data 2 gennaio 2004: «Provvedimento generale di finanziamento e modifica di leggi regionali per la formazione del bilancio annuale e pluriennale della Regione (legge finanziaria 2004)», assegnata alla II Commissione in sede referente, ed alle Commissioni I, III, IV, V e VI per il parere ai sensi dell?art. 70 del Regolamento interno;
? n. 228, in data 2 gennaio 2004: «Bilancio di previsione per l?anno 2004 ed adozione del bilancio pluriennale per il triennio 2004/2006», assegnata alla II Commissione in sede referente ed alle Commissioni I, III, IV, V e VI per il parere ai sensi dell?art. 70 del Regolamento interno;
? n. 229, in data 24 dicembre 2003: «Disciplina delle aree ad elevato rischio di crisi ambientale», assegnata alla IV Commissione in sede referente ed alla II per il parere obbligatorio;




Proposte di atto amministrativo
(Annuncio e assegnazione)

PRESIDENTE. sono state presentate, ad iniziativa della Giunta regionale, le seguenti proposte di atto amministrativo:
? n. 126, in data 30 dicembre 2003: «L.r. 39/97, art. 3, commi 1, 2 e 3 ? Programma triennale degli interventi a favore degli emigrati marchigiani per gli anni 2004 ? 2006», assegnata alla III Commissione in sede referente;
? n. 127, in data 7 gennaio 2004: «Deliberazione regionale n. 105 dell?1 ottobre 2003 ? Programmazione rete scolastica per l?anno 2004/2005», assegnata alla I Commissione in sede referente;



Mozioni
(Annuncio di presentazione)

PRESIDENTE. Sono state presentate le seguenti mozioni:
? n. 334 del consigliere Rocchi: «Scuola aeronautica di Loreto»;
? n. 335 del consigliere Massi: «Convenzione della Regione con le quattro università: finanziati diciotto progetti con l?utilizzo di 2.999 milioni di euro assegnati dal Cipe per il triennio 2002-2004 escluse le accademie di Macerata e Urbino»;
? n. 336 dei consiglieri Cesaroni, Giannotti, Trenta, Brini, Ceroni, Grandinetti: «Scuola di formazione sottufficiali ?Baracca? di Loreto».

Nomine

PRESIDENTE. Ho provveduto, con i sotto specificati miei decreti del 31 dicembre 2003, alle seguenti nomine:
? n. 158 - due componenti nel consiglio di amministrazione della cooperativa artigiana di garanzia ?Libera cooperativa? di Ascoli Piceno;
? n. 159 ? due componenti nel consiglio di amministrazione della cooperativa artigiana di garanzia ?Provincia di Ascoli Piceno?;
? n. 160 ? due componenti nel consiglio di amministrazione della cooperativa artigiana di garanzia ?Artigiancoop? di Ascoli Piceno;
? n. 161 ? presidente collegio dei revisori dei conti del ?Consorzio di sviluppo industriale del fermano (Cosif)?;
? n. 162 ? presidente collegio dei revisori dei conti del ?Consorzio zone imprenditoriali provincia di Ancona (Zipa)?.



Leggi regionali promulgate
dal Presidente della Giunta

PRESIDENTE. Il Presidente della Giunta regionale ha promulgato le seguenti leggi regionali:
? n. 24 del 18 dicembre 2003: «Modifica alla legge regionale 18 giugno 2003, n. 9 ?attività regionali per la promozione dei diritti umani, la cultura di pace, della cooperazione allo sviluppo e della solidarietà internazionale?»;
? n. 25 in data 22 dicembre 2003: «Ulteriori provvedimenti tributari in materia di imposta regionale sulle attività produttive, di addizionale regionale all?Irpef e di tasse automobilistiche regionali»;
? n. 26 in data 22 dicembre 2003: «Autorizzazione all?esercizio provvisorio del bilancio per l?anno 2003»;
? n. 27 in data 22 dicembre 2003: «Interventi regionali nel settore della zootecnica»;
? n. 28 in data 22 dicembre 2003: «Modifiche alla l.r. 24 dicembre 1998, n. 45 ?Norme per il riordino del trasporto pubblico regionale e locale nelle Marche?»;
? n. 29 in data 22 dicembre 2003: «Norme concernenti la vigilanza sull?attività edilizia nel territorio regionale».


Congedi

PRESIDENTE. Hanno chiesto congedo i consiglieri Franceschetti, Tontini e Spacca.



Ordine del giorno della seduta.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare sull'ordine dei lavori il consigliere Giannotti. Ne ha facoltà.

Roberto GIANNOTTI. Le popolazioni della regione Marche in questi giorni stanno vivendo con preoccupazione gli sviluppi della situazione dell'inquinamento atmosferico e dei provvedimenti conseguenti che la Giunta regionale ha assunto, seppure in una situazione di contrasto con gli enti locali. Credo quindi che sia più che doveroso che il Consiglio regionale discuta di questa questione, sulla base di una comunicazione formale dell'assessore.
Il nostro gruppo ha già presentato una interrogazione urgente. peraltro la proposta, che avevamo formulato in tempi non sospetti, di un tavolo tecnico, è stata recepita e questo è un aspetto positivo, crediamo però che sia giusto e doveroso che, anche prendendo a pretesto questo documento, il Consiglio venga informato e possa prendere atto di questa questione che non può rimanere di competenza esclusivamente della Giunta. Per questo chiedo l'iscrizione e la discussione di questo atto ispettivo nella seduta di oggi.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Mollaroli.

Adriana MOLLAROLI. Debbo annunciare che c'è una proposta di atto amministrativo, la 127, sulla programmazione della rete scolastica per l'anno 2004-2005. E' un atto che sta discutendo la Commissione, ci è stato chiesto qualche altro momento di approfondimento, si riunirà di nuovo la I Commissione alle ore 13 e chiederemo formalmente l'iscrizione dell'atto nella seduta del pomeriggio.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Ciccioli.

Carlo CICCIOLI. Ho appreso dal consigliere Mollaroli che oggi pomeriggio si terrà seduta e giudico favorevole questo fatto, perché si parlava di non prolungamento della seduta al pomeriggio. Detto questo concordo con il presidente del gruppo di Forza Italia Giannotti sul fatto che la vicenda delle polveri ? cioè quanto accade in 28 comuni della regione, su disposizione dell'assessore Amagliani ? debba essere oggetto di dibattito in aula. Essendo un argomento oggetto di attenzione della Giunta e in particolare dell'assessore da molte settimane, credo non ci siano problemi tecnici nel parlarne.

PRESIDENTE. Ha la parola il Presidente D'Ambrosio.

Vito D'AMBROSIO, Presidente della Giunta. Non ci sono problemi tecnici, ma io ho avuto l'interrogazione soltanto ieri, quindi siamo nell'impossibilità di farlo. Visto che domani ci sarà il tavolo tecnico, già convocato, fra l'assessore, i sindaci e le Province, non c'è alcun problema a rispondere alla prossima seduta, ma oggi vi sarebbero difficoltà, dato che l'interrogazione l'ho avuta ieri.

PRESIDENTE. Credo che non vi sia nulla da decidere, quindi passiamo al primo punto dell'ordine del giorno.

Roberto GIANNOTTI. presidente, almeno abbia la cortesia di dire che si inserirà la risposta all'ordine del giorno del prossimo Consiglio.

PRESIDENTE. L'ha già detto il Presidente D'Ambrosio. Ha dichiarato che nella prossima seduta sarà in condizioni di rispondere con dovizia di particolari aggiuntivi, perché domani ci sarà il tavolo tecnico.





Comunicazioni del Presidente della Giunta regionale in merito alla nomina del direttore generale dell?azienda sanitaria unica regionale (ASUR) e dei direttori generali delle Aziende ospedaliere, dei direttori dei presidi di alta specializzazione e dei direttori delle zone territoriali

PRESIDENTE. L?ordine del giorno reca le comunicazioni del Presidente della Giunta in merito alla nomina del direttore generale dell?Asur e dei direttori generali delle aziende ospedaliere, dei direttori dei presidi di alta specializzazione e dei direttori delle zone territoriali.
Ricordo che la Conferenza dei presidenti di gruppo ha stabilito il termine per avanzare le iscrizioni ad intervenire sulla comunicazione entro il termine che utilizzerà il Presidente per presentare le comunicazioni, in modo da poter programmare gli interventi entro una limitata fascia di discussione, garantendo a tutti i gruppi la presenza.
Ha la parola il Presidente D'Ambrosio.

Vito D'AMBROSIO, Presidente della Giunta. La mia comunicazione, che sarà distribuita con allegati, è divisa in tre piccoli capitoli. Il primo capitolo riguarda le premesse normative.
L?art. 28 della legge regionale 20 giugno 2003 n. 13 ha stabilito che entro novanta giorni dalla sua entrata in vigore la Giunta regionale adottasse gli indirizzi per l?assunzione degli atti necessari alla costituzione dell?ASUR e delle Azienda ospedaliera degli Ospedali riuniti di Ancona nonché per la riorganizzazione dell?Azienda ospedaliera ?Ospedale San Salvatore? di Pesaro.
La stessa norma stabiliva inoltre che la Giunta regionale predisponesse i provvedimenti per la formazione dell?elenco degli aspiranti alla nomina quali direttori dell?ASUR, delle Aziende ospedaliere, delle Zone e dei Presidi ospedalieri di alta specializzazione ?Lancisi? e ?Salesi?, entro il mese di novembre 2003.
La nomina dei direttori doveva avvenire entro trenta giorni dalla costituzione dell?elenco degli aspiranti ed alla scadenza dello stesso termine i Commissari straordinari sarebbero comunque cessati dalla carica.
Svolgimento dei fatti. Le disposizioni sopra indicate hanno avuto la seguente attuazione:
In data 30 giugno 2003, (con deliberazione n. 912) la Giunta ha indetto pubblico avviso per la istituzione dell?elenco degli aspiranti alla nomina quali Direttori delle nuove Aziende, delle zone e dei presidi ospedalieri di alta specializzazione.
Il 15 luglio (con deliberazione n. 999) si provvedeva quindi alla conferma, con alcune sostituzioni, che erano consentite dal comma 7 dell?art. 28, dei Commissari straordinari delle precedenti Aziende sanitarie.
Il 29 luglio (con deliberazione n. 1052) si costituiva la Commissione incaricata dell?esame delle domande di iscrizione nell?elenco degli aspiranti.
Il 5 agosto (con deliberazione n. 1174) si impartivano i primi indirizzi per la costituzione delle aziende previste dalla legge di riorganizzazione del servizio sanitario regionale.
Il 22 settembre (con deliberazione n. 1263) si provvedeva alla costituzione della Conferenza permanente regionale socio sanitaria alla quale la legge affida l?espressione di pareri obbligatori nell?iter istitutivo delle aziende (quale quello per la nomina dei Direttori dei Presidi ospedalieri ?Lancisi? e ?Salesi?), nonché la designazione di un componente dei Collegi sindacali delle Aziende.
Va qui rammentato che la Conferenza è stata già convocata 4 volte dalla sua costituzione ed è prevista una nuova convocazione per il giorno 20 gennaio proprio in vista della costituzione dei
Collegi sindacali nonché per l?esame del documento preliminare di accordo con l?Università proposto in occasione della espressione dell?intesa per la nomina del Direttore generale degli Ospedali riuniti di Ancona.
Il 31 ottobre (con deliberazione n. 1484), tenuto conto della modifica apportata dalla L.R. 19/2003 (Assestamento del bilancio 2003) che ha stabilito variazioni allo stato giuridico dei Direttori di zona, sono stati riaperti i termini per la presentazione delle domande da parte degli aspiranti alla nomina al vertice delle nuove realtà istituzionali del servizio sanitario regionale, proprio allo scopo di evitare eventuali ricorsi da quanti avessero omesso di presentare domanda in mancanza dei requisiti aggiunti dalla nuova norma.
Il 1° dicembre (con deliberazione 1683) la Giunta ha approvato l?elenco definitivo degli aspiranti.
Nella stessa data venivano approvati (con deliberazione n. 1682) ulteriori indirizzi per la costituzione delle Aziende, stabilendo tra l?altro le modalità ed i tempi per l?acquisizione dei pareri previsti.
Il 13 dicembre (con deliberazione n. 1783) si provvedeva alla nomina del Direttore generale dell?ASUR nella persona del dottor Antonio APRILE per il quale sempre la Giunta (con deliberazione n. 1769) provvedeva in data 16 Dicembre alla approvazione del relativo contratto, che veniva successivamente sottoscritto dal Presidente della Giunta.
Lo stesso direttore generale designava, per ciascuna zona, una terna di candidati alla nomina quali direttori traendoli dall?elenco approvato dalla Giunta il 1° dicembre.
Il 23 dicembre, (con deliberazione n. 1843) si designava il Direttore generale degli Ospedali riuniti Umberto I°, Lancisi e Salesi di Ancona allo scopo di interpellare il Rettore dell?Università politecnica delle Marche per l?espressione dell?intesa stabilita dal decreto legislativo 517/1999 che regola i rapporti tra il Servizio sanitario e le facoltà mediche.
Il 31 dicembre infine (con delibera n. 1880), nel rispetto dei termini stabiliti dalla L.R. 13 ed acquisiti tutti i pareri previsti da parte della Conferenza regionale e da parte delle Conferenze dei sindaci di ciascuna zona, nonché l?intesa dell?Università (si fa notare la differenza tra la previsione dei pareri e dell?intesa poiché solo quest?ultima, a differenza dei precedenti, deve ritenersi vincolante) sono stati infine nominati i Direttori delle Aziende ospedaliere delle zone e dei Presidi di alta specializzazione che si sono insediati il 2 gennaio.
Osservazioni e valutazioni conclusive.
A conclusione di questa lunga esposizione, alla quale è allegata la relativa documentazione, faccio rilevare che nel complesso si è proceduto alla nomina di 18 persone ai vertici di tutta la sanità regionale e un esame delle risultanze finali permette di evidenziare che:
? le nomine effettuate si sono tutte collocate all?interno delle scelte compiute autonomamente dal direttore generale dell?ASUR, che le aveva comunicate informalmente alla giunta prima di inviarle alle conferenze dei sindaci;
? per nove su tredici direttori di zona, la conferma dei quali era stata richiesta da tutte le conferenze, a grande maggioranza o all?unanimità, si sono seguite le indicazioni delle conferenze dei sindaci, procedendo in pochissimi casi ad uno spostamento sul territorio; quindi soltanto in quattro casi su tredici ci si è discostati dai pareri suddetti, il che dimostra l?attenzione con la quale la giunta ha utilizzato questo strumento consultivo, inserito per la prima volta in ambito regionale (nonché nazionale), con la legge di riorganizzazione del servizio sanitario regionale 20/6/03, n.13;
? per le nomine sottoposte al parere della conferenza permanente regionale socio-sanitaria di cui all?art. 20 l.r.13 cit. -direttori dei presidi di alta specializzazione G.M. Lancisi e G.Salesi- la suddetta conferenza ha espresso parere favorevole unanime sui nominativi proposti dalla giunta;
? per la nomina del direttore generale dell?A.O. ?Ospedali Riuniti di Ancona? è stata espressa l?intesa dall?Università Politecnica delle Marche;
? quanto a tale azienda, struttura fondamentale per tutto il sistema sanitario regionale, essendo terminato il processo di ampliamento dello stabilimento ospedaliero di Torrette e quello di trasferimento nella stessa struttura del presidio di alta specializzazione Lancisi, si è ritenuto opportuno che il percorso di riorganizzazione e rilancio dell?azienda fosse affidato a vertici totalmente rinnovati, che affrontassero le nuove questioni senza il condizionamento di esperienze pregresse, pur riconoscendo l?assoluta positività del lavoro svolto dai direttori precedenti (il che ha comportato che si recuperasse l?esperienza professionale, a livello di direzione di zona, di chi ha dichiarato la propria disponibilità) ;
? tutte le nomine sono state approvate dalla giunta regionale all?unanimità.
Mi sembra quindi di poter affermare, in conclusione, sulla base di tutti gli elementi indicati, come si debba escludere risolutamente che i criteri adottati per le nomine siano stati diversi da quelli di competenza, professionalità e, se necessario, rotazione negli incarichi.
Voglio infine notare con soddisfazione
? che il risultato finale vede una squadra di responsabili della nostra sanità di livello assolutamente affidabile;
? che la Giunta ha rispettato i termini di legge;
? che adesso, finalmente, anche sull?onda dei buoni risultati già raggiunti, possiamo imboccare con serenità e decisione il cammino della riforma, per offrire ai marchigiani una sanità sempre migliore.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il consigliere Ciccioli. Ne ha facoltà.

Carlo CICCIOLI. Ho ascoltato le parole del Presidente D'Ambrosio che sostanzialmente si dice soddisfatto delle modalità, delle procedure e delle scelte con cui sono stati affidati i vertici delle aziende regionali e le zone competenti. Mi sento di parlare non a nome del gruppo di Alleanza nazionale e neanche a nome della Casa delle libertà, ma mi sento di parlare a nome dell'opinione pubblica regionale in generale, nonché, addirittura, cosa estremamente delicata, a nome di tanti esponenti di rilievo, estremamente significativi, delle forze della stessa maggioranza che hanno profondamente criticato le modalità con cui si è giunti a questa approvazione, modalità che tra l'altro non sono oggetto semplicemente di nostro rilievo, ma che negli stessi tempi cronologici ? riunioni continuate più volte, sforando più volte i termini che la stessa Giunta si era autoimposta ? hanno fatto si che si arrivasse a formalizzare le ultime nomine nella giornata del 31 dicembre, che era il termine ultimo ed estremo per le nomine stesse. Dal punto di vista della forma sicuramente sono rispettate le indicazioni...

Vito D'AMBROSIO, Presidente della Giunta. Noi avevamo ricevuto le indicazioni delle conferenze dei sindaci il giorno 29. E' agli atti.

Carlo CICCIOLI. Allora bisogna tornare indietro, ma non credo che sia opportuno andare nel dettaglio. Il dettagliamento è pure importante, però credo che sia la sostanza quella a cui bisogna riferirsi. Se andiamo alla sostanza e cerchiamo di interpretare il senso delle nomine, si nota che esse sono un esercizio estremamente raffinato ? l'ho detto sulla stampa e lo ripeto in quest'aula ? di equilibrio non tra forze politiche della maggioranza, ma gruppi della maggioranza, gruppi di pressione che non fanno parte né della maggioranza né della minoranza, ma lobbies e basta, molto diversificate fra loro, che vanno dalla lobby sindacale dei medici che pure ha avuto un peso, alle lobbies territoriali dei gruppi sanitari in senso più allargato, quindi non solo medici ma anche altre categorie, anche gruppi di acquisto di tutto ciò che gira intorno a un trend di spesa che è intorno ai 4.000 miliardi di vecchie lire, 2.164 milioni di euro, che tengono conto non tanto dei curriculum; ci sono stati, fra le domande presentate, dei curriculum personali di possibili candidati direttori di zona estremamente qualificati. C'era un parco di scelta fortissimo. Anche le stesse discussioni preparatorie si sono fermate solo a una ristretta cerchia di persone che già avevano un forte radicamento con consuetudini precedenti, che addirittura risalgono a molti anni fa, oppure che erano indicate da forze politiche ? ho detto "da gruppi di pressione" ? che ne hanno fatto una questione di principio.
E' stato detto che alla fine delle operazioni, per fortuna non belliche, ma di manovra di nomina politica, c'è soddisfazione da parte della Giunta. Secondo noi non c'è soddisfazione, per gli strappi che sono stati dati. Io non condivido, per esempio, tutte le scelte che sono state fatte dalle conferenze dei sindaci, perché talvolta le scelte pesavano su accordi di basso profilo legati a vicende locali. Sicuramente la considerazione che è stata data, il parere delle conferenze dei sindaci sono stati diversi non a seconda della sostanza della scelta, ma a seconda del peso politico che alcune conferenze di sindaci hanno all'interno degli equilibri di maggioranza o che non hanno.
Alla fine questa operazione, se ha assicurato dal punto di vista della nomenclatura un equilibrio a tutte le caselle ? le 13 delle zone, le 4 dei direttori generali ? non è stata la scelta più alta per la sanità marchigiana, settore che nelle Marche rappresenta una delle massime espressioni della presenza pubblica nella società. Se uno dice qual è il settore che il marchigiano percepisce di più nella vita sociale, è la sanità pubblica, questo è un dato, per tradizione storica, un dato antico che non appartiene né a questa Giunta, né alle Giunte precedenti, appartiene addirittura alla storia centenaria della nostra regione, dove gli ospedali e le strutture c'erano, quando in tutto il resto d'Italia e del mondo erano estremamente rarefatte. Noi abbiamo una storia sanitaria che data 400 anni, quindi è una percezione lunga.
In questo rientra anche la scelta del direttore generale dell'azienda ospedaliera Torrette-Umberto I che è stata fatta attraverso il parere favorevole dell'università, sulla base di uno scambio tra un documento firmato dal consiglio di facoltà di medicina, poi passato alla Regione, in cui, in cambio del gradimento l'università impegna la Regione a determinate scelte, documento che è agli atti. Che l'università debba avere una forte scelta è supportato dai numeri, dal peso che i reparti universitari hanno all'interno della struttura ospedaliera stessa, che sostanzialmente è una struttura policlinica, ma non può essere oggetto di scambio tra il documento e il presupposto dell'accettazione di quel nome da parte del consiglio di facoltà di medicina. Senza quel documento la facoltà di medicina avrebbe espresso parere sfavorevole: questo è l'esito del consiglio di facoltà, di cui ho illustri testimonianze di docenti.
Credo che nel momento in cui uno dei motivi di equilibrio assoluto era che Rifondazione comunista avesse comunque, a Urbino o a San Benedetto, un suo rappresentante di settore, altrimenti era in crisi la maggioranza, che il rapporto di forze tra i Ds e la Margherita dovesse essere di un certo tipo altrimenti era in crisi la maggioranza, credo che questo non è il presupposto per una corretta gestione del sistema sanitario regionale. Ci siamo scandalizzati, ma credo che insieme a noi si sono scandalizzati gli operatori del settore, l'opinione pubblica e anche autorevolissimi esponenti di questa maggioranza. Ho letto articoli che potrebbero essere tranquillamente sottoscritti da noi, da parte di esponenti dei sindacati della "triplice", quindi vicini alla Giunta da parte di operatori che ascrivono la propria presenza al centro-sinistra, credo che sulla sanità sono stati fatti vari percorsi, non è stato fatto ulteriormente un passo verso l'alto, ma passo verso il basso della gestione complessiva delle strutture sanitarie della Regione.

PRESIDENTE. Ho avuto iscrizioni in numero considerevole, che fanno pensare a uno sforamento abbondante dei tempi. Se non vogliamo ridurre il numero dobbiamo ridurre i tempi, per cui vi prego di ascoltare i miei richiami a concludere.
Ha la parola il consigliere Viventi.

Roberto GIANNOTTI. Ho ascoltato con attenzione l'intervento del Presidente D'Ambrosio e mi sarei augurato un soprassalto d'umiltà che invece non c'è stato. D'Ambrosio è venuto qui sostanzialmente a dire "non è successo nulla, abbiamo fatto le cose secondo i crismi della trasparenza e della legalità, non si può assolutamente parlare di lottizzazione o di spartizione politica delle nomine sanitarie". Forse avrebbe fatto meglio, Presidente, a dire con umiltà "sì, abbiamo sbagliato, abbiamo ecceduto, siamo stati condizionati, abbiamo avuto troppe telefonate dalla Francia". Prendo atto di questa incapacità ad ammettere gli errori che si commettono, perché dobbiamo scandalizzarci? Peraltro le cose che lei non ha detto in aula le ha dette il suo assessore sulla stampa, dicendo l'opposto di quello che lei ha sostenuto, perché l'assessore ha detto pubblicamente che ha avuto pressioni da parte della politica. Stesse affermazioni contenute nell'intervista riportata da Il Resto del Carlino della provincia di Pesaro del segretario regionale del suo partito che ha ammesso di avere telefonato da Parigi con la scheda presa in prestito, perché aveva qualche segnalazione e qualche raccomandazione da fare. Se volete potremmo dilungarci a lungo su tutta la vicenda della nomina del direttore generale dell'azienda sanitaria di Urbino, su cui gli interventi politici si sono spesi a lungo. Potrei parlare delle telefonate del presidente Ucchielli, del sindaco Galuzzi, del presidente della Comunità montana, potremmo divertirci a lungo, ma questo ci interessa poco, rimane il giudizio di fondo. Le nomine sono state il segnale di una decadenza di questa politica regionale. Non ce n'era bisogno ma è stata la conferma per i cittadini. Nomine fatte secondo il "manuale D'Ambrosio": tot alla Margherita, tot ai Ds, questa volta c'è stato spazio anche per la nomina di un direttore sanitario "sponsorizzato" da Rifondazione comunista, nella fattispecie quello di San Benedetto del Tronto, con tutta una serie di dispetti, ripicche per cui la Margherita ha minacciato la crisi sulla nomina dell'Asur, quindi la maggioranza ha dovuto acconsentire a questa pretesa, l'assessore si è preso la rivincita per quello che riguarda la nomina dell?Umberto I, facendo un dispetto alla Margherita che magari aveva qualche altra esigenza e via dicendo. Dentro una logica di compensazione c'è stato un unico criterio che ha guidato tutta la partita: la preoccupazione di fare in modo che la politica regionale, che il potere regionale fosse coperto adeguatamente. Tutto questo a scapito del criterio oggettivo della professionalità e della competenza che non so quanto sia stata garantita, ma soprattutto continuando in un costume che noi contestiamo fortissimamente, che è il costume della colonizzazione professionale. Anche nella sanità si è fatto scempio delle professionalità marchigiane, perché se non vado errato noi oggi assumiamo, nel sistema sanitario, 12 direttori generali che vengono da altre regioni. Fino a ieri la regione di riferimento era l'Emilia Romagna, oggi sono diventate la Toscana e l?Umbria, basta guardare i curriculum e le esperienze professionali. Questo a scapito delle competenze regionali.
Il Presidente Minardi che è tanto bravo a commissionare incarichi sarebbe bene che ne commissionasse uno per vedere quante competenze marchigiane sono utilizzate nel sistema sanitario delle altre regioni, per capire che dalle altre parti si è molto più rigidi e molto più guardinghi.
E' stato disatteso il ruolo delle autonomie locali Presidente, è così, è oggettivo il fatto. Ma soprattutto, amici della Giunta, le scelte che avete fatto danno un giudizio, da sole, sul fallimento della gestione del sistema sanitario, perché l'avere sostituito, così come è stato fatto, 11 direttori generali su 17, averne destituito uno, Gardi, vuol dire che su 17 direttori generali che hanno gestito la sanità nel passato, 12 sono stati allontanati, messi da parte.
Dall'altra parte sono sotto gli occhi di tutti gli esiti negativi della riforma, la nascita dell'Asur non ha risolto ma ha aggravato i problemi della sanità regionale, abbiamo cancellato due delle tre eccellenze che avevano una valenza, quelle del Lancisi e del Salesi, abbiamo avviato il processo di destrutturazione degli ospedali minori, alla faccia delle preoccupazioni che esprime quotidianamente il Presidente Minardi, non c'è stato e non c'è il riequilibrio delle alte specialità sul territorio, si incrementa la spesa per la mobilità passiva.
Dall'altra parte assistiamo a questa omissione gravissima, sul piano istituzionale, della Giunta regionale, che ancora non ha risposto alla richiesta di referendum di 180.000 marchigiani: 30 Comuni delle Marche si sono pronunciati per il referendum per l'abrogazione della legge e ancora non ci è stata data una risposta, così come sta divampando la questione morale. Gli arresti a Fabriano sono la punta dell'iceberg, credo che ci siano problemi anche in altre direzioni. L'indagine della magistratura alla Asl di Fano sulle consulenze dell'"era Marini" sono significative, l'indagine a 360 gradi della Corte dei conti, sul fenomeno gravissimo delle consulenze, le quali, pur essendoci un impegno, continuano a essere affidate senza un criterio e senza giudizio alcuno,. Mentre continuano gli sprechi in questo settore, continuano a persistere sacche di spreco.
Il nostro gruppo ha concluso proprio ieri una ricerca sulle spese legali sostenute dal sistema sanitario, una ricerca che ha dato un esito che il mio amico Brini definisce ancora parziale. Il sistema sanitario della nostra regione ha speso, per l'affidamento all'esterno pur avendo in molti casi servizi legali interni, 6 miliardi nel 2002, 5 miliardi nel 2003. Vuol dire che pur avendo una struttura, pur avendo professionalità interne...

Augusto MELAPPIONI. Ma quali?! Ma chi ti ha fornito questi dati?

Roberto GIANNOTTI. Ma non dire stupidaggini... Tu pensa solamente alle spese compiute dall'azienda sanitaria cui tu sei più vicino, cioè la n. 7 che da sola ha speso 3 miliardi e tu sai che ha un avvocato pagato a tempo pieno per non fare nulla. Questo ti dà l'immagine della situazione.
Questi sono i guasti che devono essere recuperati, se si vuol sanare il sistema sanitario regionale.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Viventi.

Luigi VIVENTI. Per quanto riguarda la sanità siamo passati dal "pasticciaccio brutto" giuridico dell'Asur, dove vi siete messi con le mani vostre perché non avete avuto il coraggio di andare fino in fondo nel portare avanti la riforma sanitaria ? questo l'ho detto più volte all'assessore Melappioni quando abbiamo parlato in aula, essendo stato anche l'unico consigliere regionale dell'opposizione che non si era scandalizzato rispetto all'ipotesi dell'Asur ? al "pasticciaccio brutto" delle nomine, dove obiettivamente, come maggioranza non avete fatto bella figura, nel rispetto di quei concetti di trasparenza e scelta di professionalità che dovrebbero caratterizzare e avrebbero dovuto caratterizzare il vostro impegno politico-amministrativo.
Dico questo in considerazione di alcuni fatti che sono emersi chiaramente sulla stampa e attraverso i quali abbiamo potuto dare una lettura politica di quello che accadeva nelle segrete stanze della Giunta.
La nomina del direttore generale dell'Asur è stata preceduta da venti di guerra, perché la Margherita ha dichiarato che se non avesse avuto l'assegnazione di un suo uomo avrebbe aperto una crisi di Giunta e questo è un fatto veramente incredibile, cioè che per la scelta di un direttore generale si giunga fino a minacciare l'apertura di una crisi di Giunta.
Sulla stampa sono apparse le dichiarazioni dell?assessore Melappioni, al quale bisogna dare atto di portare una croce grande. Io non riesco mai ad attaccare chi porta una croce grande: in questo caso la croce è veramente pesante. Capisco quindi la sua esternazione quando dice "Avremmo fatto sicuramente meglio se non avessi dovuto subire tante pressioni politiche che hanno condizionato alcune scelte". Questo è stato scritto, questo letto. Tant'è che l'assessore Rocchi, che probabilmente si era sbagliato come me, a leggere, gli ha replicato dicendo "Parli di quali partiti hanno fatto queste pesanti pressioni politiche per le nomine", giustamente, perché probabilmente, da parte dello Sdi non ci saranno state queste pressioni.
Questo quadro d'insieme non è sicuramente bello, idilliaco. Capisco che quando si devono fare delle nomine, probabilmente, anche con amministrazioni di altro colore scontri interni ce ne sarebbero stati, ma certo che questo spettacolo non è stato onestamente bello.
C'è un ultimo aspetto che fa riflettere. Molte conferenze di sindaci si sono lamentate di non essere state ascoltate. Per quanto riguarda la Asl di Fabriano dalla quale provengo debbo dire onestamente che questo non è vero perché c'è stata una indicazione unanime della conferenza dei sindaci e una scelta da parte della Giunta in quella direzione. Ho letto però sui giornali che in altre realtà, come nella Vallesina, ci sono state grosse lamentele perché le indicazioni date dai sindaci non sono state accolte.
Se queste indicazioni non fossero state accolte perché la persona indicata non aveva i requisiti professionali, bene avrebbe fattola Giunta regionale a non accoglierle. Credo però, purtroppo, che vi siate dovuti comportare diversamente proprio per seguire quella logica spartitoria e in questo caso devo dire che la Margherita l'ho vista in "versione craxiana", molto abile nel riuscire a portare a casa dei risultati.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Procaccini.

Cesare PROCACCINI. A nome del gruppo dei Comunisti italiani non posso esimermi da valutazioni critiche, perché la conduzione complessiva da parte della Giunta regionale e dei partiti che la compongono sull'organizzazione sanitaria è stata pessima. Le nomine dei direttori di zona sono l'ultimo atto di una scelta ? l'Asur ? che ha visto sia una divisione della maggioranza sia uno scontro con i sindacati dei lavoratori. Quando si compiono delle scelte si deve sempre valutare l'impatto che esse avranno sulla società. Secondo noi i partiti che originariamente non erano d'accordo con l'azienda unica ma poi l'hanno votata ed oggi hanno preteso ? è questa la sensazione appresa dalla stampa, in una logica di spartizione ? loro uomini nella direzione dell'Asur e delle zone, hanno commesso un grave errore. In primo luogo perché si dà un argomento in più alla destra, che tra l'altro contro l'Asur ha chiesto il referendum abrogativo, in secondo luogo perché è sbagliata, è diseducativa sul piano politico generale, perché, anziché mobilitare ed orientare l?opinione pubblica contro le scelte del Governo nazionale che taglia la sanità, getta invece sconforto tra i cittadini che vedono la politica generale regionale come lottizzazione, generando qualunquismo ed abbassando la credibilità istituzionale. In terzo luogo si concretizzerebbe, se passasse questo meccanismo, un concetto "all'americana" che penalizzerebbe la crescita della dirigenza amministrativa pubblica che, anziché essere fedele alle istituzioni sarebbe portata ad essere fedele alle giunte, ai governi e a chi li nomina.
Questa vicenda, secondo noi rappresenta un punto di crisi alto. La politica doveva esercitare la propria egemonia prima, nella programmazione, nella capacità di sintesi unitaria, nella fissazione di criteri per una gestione seria della sanità pubblica. Invece ? è questa la sensazione che se ne ricava ? la cattiva coscienza di chi non ha saputo o voluto esercitare tale prerogativa, ha fatto sì che la politica rientrasse dalla finestra in modo sbagliato, quasi con l'occupazione delle zone sanitarie.
Ora sono venuti alla luce alcuni problemi che secondo me sono in realtà dei segreti di Pulcinella, le cosiddette "pressioni", quando si sapeva sin dall'inizio che il reciproco prezzo da pagare tra chi imponeva l'Asur e chi la subiva era questo. In larga parte i direttori di zona ? è questo l'altro gravissimo errore di valutazione di chi ha compiuto questa scelta ? andranno a gestire i tagli imposti dal Governo nazionale, primo fra tutti, cari colleghi del centro-destra che non siete abilitati ad una critica nella gestione del piano sanitario nazionale, perché la vostra politica nelle Marche ha tagliato, ha chiuso, ha spazzato via 1.200 posti letto se passasse una concezione come la vostra tutti gli ospedali di polo sarebbero da chiudere. Al contrario il piano sanitario regionale fa un'altra scelta che noi condividiamo in pieno: quella di una sanità pubblica universale. Ha tagliato 1.200 posti negli ospedali delle Marche, ecco perché non possiamo dare alla destra argomenti in più, non le servono. Dobbiamo fare una critica, una forte battaglia, una forte opposizione ed una impostazione alternativa a quella della destra. Concludo dicendo che bisogna superare in fretta questa fase. Dobbiamo invertire la priorità: prima i servizi, poi l?organizzazione. Il bilancio 2004 sarà il banco di prova. Il Governo nazionale sta smantellando lo Stato sociale, riversa sulle Regioni in primo luogo i tagli dei servizi collettivi e su tutta la rete degli enti locali. Al contrario la nostra regione, se è di centro-sinistra deve predisporre un bilancio sociale con una impostazione totalmente alternativa a quella governativa, un bilancio, appunto, di priorità sociale che investa nel settore pubblico dei servizi, i cui costi odierni stanno erodendo i salari e gli stipendi dei lavoratori, con forte penalizzazione delle masse popolari che non possono più accedere ai consumi. Ormai il Governo nazionale, prossimamente, farà pagare anche la scuola dell?obbligo a tempo pieno. Occorre spostare una parte delle risorse delle entrate regionali a favore dei primari servizi collettivi. Lo scorso Consiglio regionale è stato compiuto un atto importante a favore del settore calzaturiero in crisi, anche a favore del lavoro, ma sostanzialmente è stato compiuto un atto a favore delle imprese. Ora si debbono fare scelte più impegnative con il nuovo bilancio. Il prossimo bilancio, infatti, deve dare risorse ai servizi sociali, ma anche sanitari, proprio per investire queste tendenze. Con il prossimo bilancio chiediamo che si dia corso all?ordine del giorno approvato dal Consiglio regionale per dare più soldi ai Comuni finalizzati ai servizi, perché il confine tra sanitario e sociale è indefinito, anzi più si investirà sul sociale e più si risparmierà nella sanità. Deve essere questa la direttiva e l?impostazione che dovranno caratterizzare il nuovo bilancio regionale.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Cecchini.

Cristina CECCHINI. Condivido interamente il ragionamento adesso svolto da Procaccini e credo che facciano bene il Presidente D'Ambrosio e la sua Giunta a ragionare su quanto di centro-sinistra è rimasto nel consenso della società civile. Dico questo perché quando un autorevole partito come il Pdc si aggiunge al sindaco di Pesaro, al capogruppo di San Benedetto, all?assessore Mascioni, al segretario generale della Cgil, evidentemente qualche cosa è successo. E? chiaro che questa Giunta si presenta in quest?aula ragionando e mi meraviglia la modalità con la quale il Presidente ha svolto la sua comunicazione, perché poteva più semplicemente dire ?questo è un potere che ci è dato, abbiamo sentito le conferenze dei sindaci, abbiamo votato in quest?aula che il parere non era vincolante e abbiamo fatto ciò che abbiamo ritenuto opportuno, fateci lavorare?. Invece questa giustificazione sulle modalità con le quali si è arrivati alla nomina la dicono lunga sul senso di colpa, sulla difficoltà, ma difficoltà soltanto politiche, perché in verità ciò che a me interessa non è tanto ragionare se questo o quello, chi ha il governo deve decidere dove mettere questo, dove mettere quello, deve rispondere ai cittadini sui risultati e io credo che ci sono tre questioni sulle quali la Giunta D?Ambrosio deve rispondere immediatamente. Primo, la data del referendum. Sono state depositate delle firme, bisogna dire subito se si vuol far votare entro il 2004, prima del giugno 2004 oppure no. Questo è un atto chiarissimo rispetto a quanto ci credete a questa riforma, quanto ci credete al rapporto con i cittadini, se avete o no paura del referendum sull?Asur.
Seconda questione: il direttore generale dott. Aprile ha fatto una nota il 13 gennaio 2004 in cui ha invitato direttori di zona a trasmettere al collegio sindacale dell?Asur tutti i provvedimenti per il controllo di legittimità. Ne consegue che con tale atto viene cancellato, attraverso un?interpretazione estensiva, quello che l?art. 28 dice, cioè che ci sono due anni di norme transitorie rispetto alle quali le zone sono zone con personalità giuridica ecc. Questo non è secondario, cioè se vengono liquidati i controlli e diventano organi incompetenti tutti i collegi sindacali delle ex aziende sanitarie, vi state mettendo in una situazione nella quale poi ci potrà essere nullità degli atti, questa ?culpa in vigilando?.
Terza questione: sono passati sei mesi dal piano sanitario e la Giunta deve presentare alla Commissione il taglio dei posti letto, la riorganizzazione ecc. Procaccini declina sanità pubblica. Io che con lui sono d?accordo declino ugualmente sanità pubblica, ma mi accordo che si vanno privatizzando, senza dirlo, alcuni pezzi di ospedali di polo, quindi non è Sassocorvaro, comincia anche Cagli? Vorrei capire cosa succede, quand?è che si discute e dove si discute questa cosa. Lo decide il nuovo direttore di zona?
Le conferenze dei sindaci non si sono riunite, le conferenze delle autonomie non si sono riunite, i tagli dei posti letto come si fanno? Bisogna fare in modo che il meccanismo partecipativo, che speriamo sia vincolante per i territori ? perché così abbiamo voluto scrivere nel piano sanitario ? questa volta vi sia davvero.
Ho parlato di questo perché non voglio qui dire che ha vinto la Margherita, dentro i Ds ha vinto... Non mi interessa, nel senso che queste cose sono già all?ordine del giorno, ne abbiamo parlato, ne abbiamo discusso, sulla stampa si è scritto tanto, il problema è quale politica. Se si cambia politica è un conto, se si cambiano soltanto i nomi è poco interessante. Poi protesta anche Mascioni che, quando lo faceva lui, non solo decideva i direttori, ma decideva pure i primari e i portantini. Quindi, nel vostro seno avete le critiche e risponderete voi dei problemi che dentro il centro-sinistra si vanno creando, ma questo non mi interessa, mi interessa più capire che cosa sta succedendo e cosa resta della sanità pubblica di questa regione.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Luchetti.

Marco LUCHETTI. Credo che questa mattina opportunamente il Presidente abbia relazionato su uno dei momenti più importanti dell?attività amministrativa, segnatamente la sanità, in quanto quello che è avvenuto a fine anno è stato uno dei momenti più delicati di avvio della riforma che con la legge 13 abbiamo voluto per la nostra sanità. Credo che sia stato puntuale, abbia fatto una relazione sulle vicende relative alle nomine e che per la prima volta si sono fatte, sulla base di una procedura che la legge 13 ha instaurato, delle nomine che vedono per la prima volta un coinvolgimento forte di tutti i soggetti che insieme alla Regione sono interessati al buon governo della nostra sanità. Il discorso dell?intesa con l?università è una novità, così come l?intervento anche dei comitati dei sindaci che, sulla base della legge 13 hanno una responsabilità non indifferente rispetto al governo della sanità pubblica. Questo elemento secondo me va adeguatamente sottolineato, perché ritengo che occorra, rispetto al nuovo modello sanitario che si è adottato, avere più consapevolezza del governo della sanità marchigiana, non solamente riservando il dibattito a momenti come quelli importanti delle nomine dei responsabili, ma anche sulla gestione della sanità.
Qualcuno prima diceva che vi sono altri momenti importanti, come quello della revisione della rete ospedaliera che doveva essere concordata su area vasta. Credo che quelli non possono essere momenti unicamente riconducibili ad una responsabilità regionale, ma credo che soprattutto gli amministratori che si interessano di sanità, nel territorio, devono farsi carico di una conduzione collegiale. A me sembra che nel territorio vi sia attenzione alla sanità solamente quando ci sono delle decisioni ordinamentali o istituzionali e molto poca attenzione viene invece dedicata ai contenuti della sanità stessa.
Per dirla in termini molto chiari occorre una presa di coscienza reale di quello che significa la sanità nella nostra regione, uno dei cardini del nostro sistema di welfare che deve ricoinvolgere in maniera adeguata tutto quello che il piano sanitario espone. Ecco perché è importante che a livello locale le amministrazioni siano particolarmente interessate e vigili su quello che significa tutto quello che il piano propone, a partire dal discorso della prevenzione. Se è vero che il piano prevede uno spostamento di risorse dal sistema ospedaliero al sistema territoriale di prevenzione, cospicue risorse ? il 3% di tutte le risorse destinate alla sanità ? è chiaro che questo significa un grosso lavoro da fare sul territorio, una grande responsabilità da parte degli amministratori locali che insieme alla Regione dovranno collaborare per arrivare ai risultati, agli obiettivi che ci siamo proposti.
Ho fatto questa puntualizzazione per arrivare a spiegare anche, da parte mia, delle valutazioni che in quest?aula sono state fatte, anche sui giornali, in televisione, sulle considerazioni che si sono fatte sulle nomine dei responsabili. Credo che qui nessuno è nato ieri rispetto a queste vicende e non è pensabile che qualcuno supponga che la politica non abbia le sue responsabilità nella conduzione della sanità. Mi sembra una questione abbastanza ovvia. Chi si presenta a discutere di queste questioni cercando una purezza circa le decisioni sulle responsabilità che dovrebbe derivare da una valutazione asettica, unicamente della professionalità, credo abbia un atteggiamento molto farisaico che non tiene conto delle responsabilità che la politica deve continuare ad avere nella sanità.
Nel 1992 abbiamo fatto una seconda riforma sanitaria perché non eravamo contenti di come la politica gestiva la sanità per tentare un?autonomia più marcata del mondo della sanità, soprattutto dal punto di vista gestionale. Sappiamo che questo è avvenuto, ma sostanzialmente la politica non si è cavata fuori dalle sue responsabilità nella conduzione, nella programmazione, soprattutto, della sanità. Ecco è farisaico chi viene a dire di lottizzazioni, di clientele indebitamente, non tenendo conto che in momenti importanti in cui c?è da decidere chi gestisce, è chiaro che la politica, le istituzioni devono fare la loro parte, devono assumersi le loro responsabilità.
Non credo che ci si possa sottrarre da questa considerazione e credo che sia del tutto strumentale chi definisce clientelare o lottizzatoria la decisione di chi mettere ai vertici della sanità, così come avvenuto nella nostra regione. Anzi, dal punto di vista oggettivo le cose che sono avvenute nella nostra regione sono cose abbastanza oggettive, chiare. Nell?ambito della Giunta regionale ci si è assunti la responsabilità di fare delle indicazioni che corrispondono a precise professionalità e anche a precisi orientamenti.
Pertanto non credo di dover sottacere nulla da questo punto di vista. Ho sentito il consigliere Ciccioli sostenere la qualità scadente di questa vicenda. Voglio ricordare che la politica fa quello che può, da questo punto di vista. Lui dovrebbe sapere come è andata la vicenda dell?Inrca, quando si è nominato il commissario, dopodiché le forze della maggioranza di Governo si sono scannate per avere tre vicecommissari, uno per ogni componente. Quindi da questo pulpito non deve venire la predica, perché come sai, Ciccioli, a casa tua... (Interruzione). Non cambiare le carte in tavola, avete fatto delle corse furibonde da Sirchia perché ognuno di voi voleva il vicecommissario, quindi non ci fate voi le prediche. Invece di avere la consapevolezza e la giusta responsabilità di capire che ognuno si deve assumere la propria responsabilità venite a farci delle prediche, quando a casa vostra queste cose sono abbastanza normali.
Pertanto sottolineo la positività della relazione del Presidente, come gruppo condividiamo questa posizione e spero che da oggi in poi si possa parlare più tranquillamente, più oggettivamente di quello che dobbiamo fare nella sanità marchigiana, a cominciare dal raggiungimento degli obiettivi di piano e dall?attuazione della legge 13.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere D?Angelo.

Pietro D'ANGELO. Sappiamo tutti che al momento di nominare responsabili, soprattutto nell?ambito della sanità pubblica, emergono le spinte più forti e anche le più bieche, sappiamo tutto questo, è molto diffuso, però ritengo che un?Amministrazione che si dice di centro-sinistra ? centro-sinistra al quale i verdi fanno riferimento, anche se oggi sono all?opposizione ? debba fare ogni sforzo per evitare che nella gestione della salute pubblica possano prevalere queste spinte di cui dicevo rispetto alle professionalità.
Io sono un farisaico, collega Luchetti? Sì, comportamento farisaico. Ritengo che quanto apparso sulla stampa relativamente alla nomina del direttore generale dell?Asur e successivamente relativamente alla nomina dei direttori di zona, con autorevoli ex esponenti di questo Consiglio che hanno messo in dubbio le scelte in funzione della professionalità, dicendo che erano lottizzate, è stato un episodio che una Giunta di centro-sinistra, che si dice di centro-sinistra deve fare in modo che non avvenga, perché la salute pubblica, carissimo collega Luchetti, va al di là della politica; vanno fatte le nomine in funzione essenzialmente ? non è che sono nato ieri e non capisca che ci sono delle spinte ? della professionalità. Sono stato preso alla sprovvista dal fatto che un ex segretario regionale della Cisl dica che questo possa essere un fatto normale e che uno non si debba scandalizzare più di tanto se le scelte vengono fatte essenzialmente in riferimento ai legami politici. Che nel settore della sanità ci siano dei grandi elettori lo sappiamo tutti: grandi elettori che a volte condizionano in modo negativo l?andamento e la gestione della stessa sanità.
Al di là delle affermazioni che sono state fatte sulla stampa rispetto alla lottizzazione al di fuori di professionalità e rispetto a scontri terribili all?interno della maggioranza ? addirittura si è minacciata la crisi per la nomina del direttore generale dell?Asur ? mi auguro che si sia tenuto conto essenzialmente della professionalità. Questo lo andremo a vedere nei fatti.
Speriamo almeno che la professionalità sia stata salvaguardata.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Gasperi.

Gilberto GASPERI. Ho ascoltato con grande piacere ciò che è stato detto in aula e mi sembra che sia alquanto difficile fare delle difese, quando si sa ciò che è avvenuto all?interno, ma soprattutto basta andare a vedere quello che c?è scritto nel documento. Questa è una di quelle sistemazioni fatte ?alla Sunzini?: chi ne trae vantaggio è sempre uno.
La prima battaglia fatta è quella del direttore generale dell?Asur. Visto che l?assessore è un Ds, il direttore generale doveva essere delle Margherita, e si è ottenuto. Nel documento che ha presentato il Presidente vediamo osservazioni e valutazioni conclusive. Pensavo che il documento non fosse stilato con una ipocrisia scritta, ma fosse lasciato all?immaginazione. Si dice ?le nomine effettuate si sono tutte e collocate all?interno delle scelte compiute autonomamente dal direttore generale dell?Asur?. Questo dovrebbe essere portato ad esempio dell?autonomia di uno che è già stato nominato attraverso un compromesso e una grande battaglia. Poi si dice ?per 9 su 13 direttori di zona?. I direttori di zona o sono scelti tutti autonomamente, oppure non si può fare una percentuale in funzione dei suggerimenti che sono stati dati direttamente dalle conferenze dei sindaci, procedendo in pochissimi casi ad uno spostamento sul territorio. Ci devono dire perché c?è stato questo spostamento sul territorio.
Poi, ?tutte le nomine sono state approvate dalla Giunta regionale all?unanimità? dopo un sofferto accordo e una sofferta spartizione. Se non viene letto in questa maniera è un documento che non può assolutamente fare riferimento al senso di responsabilità dei consiglieri anche di minoranza.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Brini.

Ottavio BRINI. Questo argomento da circa tre anni ci tiene impegnati, non solo in questo Consiglio regionale ma anche fuori di quest?aula, con pareri ed argomentazioni che molto spesso lasciano disorientati gli stessi marchigiani.
Si diceva, con una battuta, ?nella sanità marchigiana le margherite sono sfiorite?. Noi ci aspettavamo ? basti ascoltare i loro rappresentanti alla televisione e leggere sui giornali le loro dichiarazioni ? una moralità ineccepibile, perché contro tutte le lottizzazioni non fanno altro che fare denunce, e oggi ci troviamo ad ascoltare il presidente del gruppo La Margherita Luchetti dare lezioni di moralità, dare lezioni di stile, quando ancora una volta ha perso un?occasione per rimanere zitto, perché lui e i suoi rappresentanti in prima persona conoscono tutti i fatti e i misfatti che si sono verificati nei due-tre giorni sotto Natale. Basti pensare al ?dramma?, in senso buono, del Presidente D'Ambrosio quando si stava discutendo attorno a un tavolo: sono dovuti addirittura intervenire i segretari regionali. Questo nemmeno nella prima Repubblica succedeva Luchetti, perché almeno avevano il gusto e il buon senso di mettersi d?accordo prima, non durante una trattativa, quando tra ?mercenari? si stava discutendo.
Quindi noi contestiamo il metodo e il metodo di come si è arrivati a queste nomine, perché è giusto che chi governa decida e si assuma la responsabilità. Noi non contestiamo che voi governiate e decidiate, contestiamo il metodo e il merito, perché io avrei apprezzato che oggi tu Luchetti ? che molte volte ci bacchetti e ci dai lezioni ? avessi semplicemente detto ?abbiamo confermato nove direttori perché hanno ridotto le liste d?attesa, hanno diminuito le consulenze, hanno migliorato i reparti?, invece non avete detto una parola su queste problematiche.
Bene fa Procaccini, l?anima critica che ogni tanto vi richiama, ma fai poco, caro Cesare, perché sei in un deserto, in una zona che non è ancora ascoltata. E? un peccato che parli per chi non ha voglia di ascoltare, di sentire e di migliorare in base a quanto tu proponi. Noi avremmo accettato che ci si fosse detto ?queste nomine sono state fatte per meriti, non per appartenenze?, perché tra queste persone ce ne sono di ottime, di elevato spessore, ma con il metodo con cui siete arrivati a nominarle avete screditato anche queste persone. Quindi noi, caro Presidente D'Ambrosio, non possiamo che essere critici su questa problematica.
Non ultimo non è stata detta una parola sul miglioramento delle liste d?attesa; sulle spese legali Giannotti è stato troppo buono, perché da tre anni noi segnaliamo questo sperpero di denaro pubblico ed i giochetti che fanno all?interno per mascherare queste spese. Non è colpa sua assessore, lei si è trovato di fronte a questa voragine di problematiche, di fronte alle irresponsabilità di alcuni che hanno tentato, con giochi, queste cose. Umberto Trenta in una battuta diceva ?la nostra sanità è come la Parmalat?. Io mi auguro di no, però qualche giochetto può essere stato fatto sulla nostra sanità.
Ancora una volta avete fatto un provvedimento per ridurre la spesa farmaceutica. Questo Zuccatelli che sembrava un santone venuto da chissà dove, che doveva portare miglioramenti anche sotto l?aspetto sanitario, cosa fa? E? venuto uno che prende 400 milioni per dire ?non applichiamo i ticket, però non diamo più di una scatoletta a un malato di 80 anni?? E? il provvedimento che avete fatto ieri.

Augusto MELAPPIONI. Lo hai letto? Leggilo...

Ottavio BRINI. Ho ascoltato la televisione, perché noi apprendiamo dai giornali e dalle televisioni, qui non ci sono democrazia e partecipazione, informazione. Noi dobbiamo cercare di capire, perché a volte può anche darsi che ti sfugga qualcosa, ma questo benedetto uomo che avete fatto venire... La ?campagna acquisti? ? Favia non me ne voglia: forse sarà un prossimo assessore e potrà portare un contributo anche buono ? vi ha portato a non avere più una donna, Presidente: se Favia si mette la parrucca e fa un intervento, potrebbe diventare donna e andare in maggioranza, perché il sesso femminile è stato oscurato.
La ?cura Zuccatelli? ci ha portato indietro di qualche anno: meglio rimandarlo da dove è venuto, almeno risparmiamo qualche lira.
Noi facciamo un appello questa mattina: che si faccia il referendum. Solo così sapremo se i marchigiani sono d?accordo su quanto è stato fatto.
Una riflessione personale, assessore Melappioni. Su una cosa lei e la sua maggioranza avete fatto bene: la rotazione. Penso che la rotazione sia una cosa indispensabile nella vita amministrativa e politica. Non è possibile che una persona per dieci anni sia feudatario.

Giulio SILENZI. Non dirlo troppo, perché a Civitanova ti prendono in parola...

Ottavio BRINI. Infatti io ho fatto l?assessore per dieci anni, a Civitanova. Mi auguro e spero di fare il consigliere regionale dieci anni, poi se ci sarà la possibilità di fare qualcos?altro sarà la Divina Provvidenza a stabilirlo.
E? giusto che ci sia una rotazione dopo tanti anni di lavoro e partecipazione.
Mi meraviglia l?atteggiamento e il comportamento della Margherita. Fate i duri e puri nella vita quotidiana, ma siete i lottizzatori peggiori della prima Repubblica.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Mollaroli.

Adriana MOLLAROLI. Penso che la relazione del Presidente D'Ambrosio sia stata sostanzialmente corretta, non evasiva, modesta nei toni e anche esauriente. Ritengo inoltre che il momento delle nomine sia sempre un fatto delicato, sia nella pubblica amministrazione ma anche nelle altre organizzazioni sociali, politiche e istituzionali. I migliori criteri oggettivi, a volte anche sofisticati, non riescono mai a guidare con oggettività questi processi. La scelta delle persone che incarnano queste caratteristiche è sempre difficile e quindi tenere insieme competenza, diritto di appartenenza politica ? un diritto dei singoli che non va evitato ? con una valutazione esclusiva sulle competenze sappiamo che non è facile. Ritengo poi che, in particolare in questo nostro contesto regionale, la vicenda delle nomine era carica di forti significati, perché sappiamo che attraverso quello strumento si dava completezza, o per lo meno più compiutezza, al grande processo di riforma sanitaria che abbiamo attivato.
Diversamente da Ciccioli ritengo che il fatto che circa 200 professionisti abbiano chiesto di venire a lavorare nella nostra regione, in questa contestatissima, da parte della destra, riforma, credo che sia un segnale della capacità di attrazione che ha avuto questa riforma nei confronti dei professionisti e il fatto che ci siamo trovati di fronte alla possibilità di scegliere professionisti di grande qualità, che hanno chiesto appunto di venire a lavorare nella nostra regione credo che sia un segno da annoverare positivamente per la riforma cui nelle Marche, con coraggio e con difficoltà si è dato vita. Quindi le valutazioni che ho sentito fare in quest?aula non mi convincono e ritengo che proprio il numero dei professionisti, la loro qualità sia un segno dell?interesse che c?è da parte del mondo delle professioni per la riforma regionale cui abbiamo dato vita.
Credo inoltre che il percorso seguito sia stato rispettoso delle norme ? d?altronde non poteva essere diversamente ? così come aver rispettato i tempi credo sia una volontà ulteriore dell?impegno di questa Regione di far proseguire la riforma, di darle concretamente gambe e strumenti per cercare di lavorare sugli obiettivi.
Eravamo tutti di fronte a un percorso nuovo, anche il coinvolgimento delle conferenze dei sindaci, con le modalità che avevamo indicato sappiamo che li avrebbe fatti trovare di fronte all?esercizio di nuove responsabilità e a me pare che sostanzialmente questo sia avvenuto.
Dal punto di vista dei numeri mi pare che abbiamo confermato, in gran parte, le professionalità che già operavano nel nostro territorio, anche alcune rotazioni all?interno, scambi di esperienza da una Asl alla Asur non le vedo negativamente, anzi credo che si sia proprio proceduto con una sostanziale stabilità della quale il nostro sistema ha bisogno, anche per questo forte spirito di innovazione che la riforma include e che la presenza di alcune professionalità che provengono da altre regioni quindi che possono mettere in rete, in circolo le esperienze esistenti, credo che debba essere annoverata come un fatto estremamente positivo. Voglio però dire alla Giunta regionale che adesso che abbiamo completato questo processo dobbiamo accelerare sulle scelte e qui convengo con alcune considerazioni critiche. Dovremmo invece complessivamente, come mondo della politica di questa regione e delle istituzioni creare un giusto clima intorno ai professionisti, sia quelli che per la prima volta si trovano ad operare nella nostra regione, sia quelli, non riconfermati, che però dovranno essere valorizzati, perché nessuno ha dato giudizi negativi sulle loro esperienze.
Credo quindi che ora che il percorso si è completato occorre accelerare sul processo di riorganizzazione delle strutture ospedaliere. Anche qui le conferenze dei sindaci che hanno i direttori di zona nominati debbono andare avanti, perché siamo fuori dei tempi stabiliti e anche la Giunta, nella presentazione dei progetti obiettivo deve completare il processo di riforma. Siamo nelle condizioni di poterlo fare, le risorse umane sono state scelte con la competenza necessaria, adesso però acceleriamo sul piano dell?attuazione della riforma, altrimenti credo che questo sia ciò che attendono i marchigiani e su questo i marchigiani e le marchigiane della nostra regione dovranno valutarci. Quindi non ci sono più alibi, abbiamo gli strumenti e le strutture, andiamo avanti perché ciò che attendono i cittadini sono i risultati, il completamento della riforma, ovviamente senza eludere che anche le risorse umane svolgono un ruolo determinante per realizzare la stessa riforma.

Presidenza del Vicepresidente
SANDRO DONATI

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Massi.

Francesco MASSI GENTILONI SILVERI. Telegrafiche e scoordinate valutazioni.
Credo che la Giunta regionale ha agito con una sua coerenza cinica, logica, spietata, ma sicuramente una coerenza. resta da vedere se questa coerenza serve per i cittadini, se è utile.
I sindaci. Abbiamo fatto una battaglia di sei ore nel giugno scorso, perché ci sono stati emendamenti che intendevano dare alla conferenza dei sindaci pareri e poteri vincolanti per la nomina dei direttori di zona. Coerentemente la maggioranza, in blocco, ha detto no e quindi si è verificato che dove conveniva si sono ascoltati i sindaci, dove non conveniva non si sono ascoltati. L?importante è che i sindaci queste cose le sappiano, sia di centro-destra che di centro-sinistra.
La nomina politica o meno. Con il sistema bipolare che c?è in Italia lo spoil system si è accresciuto di contenuti abbastanza spietati. Faccio un solo rilievo. Il centro-sinistra rimprovera al centro-destra che a parti invertite sarebbero accadute le stesse cose. Gli unici dati di valutazione che oggi abbiamo sul comportamento del centro-destra, per esempio, sono quelli di come ha agito il centro-destra nelle nomine ministeriali, all?interno dei Ministeri. Il centro-sinistra potrebbe prendere atto che molte teste di funzionari, alti dirigenti del centro-sinistra nei Ministeri non sono state tagliate. Faccio un esempio: al Ministero dell?ambiente, con il ministro Matteoli, uno dei migliori ministri di questa compagine, Legambiente, che è connotata sicuramente di sinistra, trova un?enorme cittadinanza, tanto è vero che il suo presidente ha spesso lodato il ministro per non avere tagliato le teste proposte da Legambiente stessa. Quindi credo che nel DNA del centro-destra, pur con tanti difetti, ci sia una tendenza a non fare lo spoil system più cinico e spietato, cosa che invece nel centro-sinistra avviene in maniera abbastanza spiccata.
Un?altra valutazione che faccio, è la seguente. Con la nomina del dott. Aprile a direttore dell?Asur, credo che il suo Esecutivo, Presidente, si sia salvato in corner, perché credo che il dott. Aprile, per competenza, sia l?uomo giusto a presiedere lo strumento sbagliato. L?uomo giusto per una cosa: che comunque viene da questa sanità da questo territorio.
Mi sorprende, anche se apprezzo il suo spirito di coalizione, quello che ha detto Adriana Mollaroli, quando afferma che tanti stranieri di fuori regione ambiscono a venire nelle Marche perché ne apprezzano il modello. Io sono convinto, Presidente, che la nomina di Aprile in quel vertice vi abbia risparmiato critiche molto più feroci di quante non ne abbiate oggi perché il personaggio è uno che conosce questo territorio, viene da decenni di gestione della nostra sanità. Quindi non so se è stata una mossa strategica, oppure necessitata, di salvataggio in angolo all?ultimo minuto, ma sicuramente può essere l?uomo giusto nello strumento sbagliato.
Altre nomine, se guardo la mia provincia, sono soddisfacenti, soprattutto quella che riguarda la ex Asl di Macerata dove i sindaci si sono espressi all?unanimità. Mi permetto di dire una cosa sola, Presidente. La gestione di queste nomine a livello politico ? l?hanno detto anche componenti della sua maggioranza, o comunque del centro-sinistra ? è stata disastrosa dal punto di vista dell?immagine, del messaggio. Si fanno raffronti con la prima Repubblica: quando c?erano meno partiti rispetto a quanto voleva e si prefiggeva il legislatore delle leggi elettorali della seconda Repubblica, ma con molte ed agguerrite correnti. Sa qual è il problema? Che quando, come ha detto l?amico Viventi, la Margherita ha puntato i piedi per avere alcune nomine, lo ha fatto per la visibilità, per far vedere che nella coalizione non è la ruota di scorta. Quando si facevano le nomine nella prima Repubblica e c?erano scontri tra persone, tra correnti, tutto aveva una logica, che non era, in fondo, quella della visibilità.
Oggi, con il sistema che c?è la visibilità è la logica preponderante. Siccome non ci scandalizziamo, sappiamo benissimo come funziona, la lotta per la visibilità deve esserci anche su contenuti ulteriori che riguardino i servizi, dove la differenziazione, se c?è, non è uno scandalo ma la benvenuta, perché serve nelle coalizioni a parlare di più, a confrontarsi di più e forse a trovare le soluzioni migliori. Però la stortura sta nel fatto che manca l?obiettivo finale in termini di valori. E? allora chiaro che una Margherita oggi, nel sistema che c?è, nella situazione che c?è, deve arrivare a trovare questa visibilità, ma noi sappiamo che la Margherita ormai ha l?approdo pressoché obbligato della iscrizione al Partito socialista europeo, perché questo è ormai nella finalità della lista unica Ds-Sdi-Margherita; l?approdo della Margherita, di ex democristiani, di cattolici del al Partito socialista europeo è una cosa che possiamo non condividere ma un approdo assolutamente razionale, per il quale ci complimentiamo, perché va nel senso della chiarezza del quadro politico italiano, cioè la formazione di un vero Partito socialista europeo nel quale sono confluiti anche quelli che dieci anni fa hanno fatto la scommessa sulla sopravvivenza dei valori democratico-cristiani.
Se si ha, nel sistema italiano, questa identità di valori anche nel centro-sinistra, da avversario dico complimenti, accelerate questo processo, la prossima spartizione sarà all?interno di un grande partito socialista, per il quale noi attendiamo con favore l?esito.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Modesti.

Cataldo MODESTI. Condivido la comunicazione fatta dal Presidente D'Ambrosio, sia sul piano formale che su quello sostanziale. Il piano formale non è un fatto banale, perché da quella ricostruzione, dalla scansione dei tempi, delle varie tappe che si sono succedute, emerge con estrema chiarezza da parte di tutti, che abbiamo assistito ad un processo, condivisibile o meno sul piano dei contenuti, ma quanto meno sul piano della trasparenza, della informazione, della possibilità di essere informati da parte di tutta la comunità marchigiana non ci sono dubbi. Quindi nessun gruppo di potere, nessun gruppo di pressione oscuro, tutto è avvenuto con abbondanza di informazioni, di notizie, di comunicazioni, quindi un processo ampiamente trasparente. Condivido anche il giudizio finale, al di là delle inevitabili difficoltà e tensioni che ci sono quando si tratta di affrontare una partita così complicata e importante sulle nomine di tutto il sistema sanitario. Quindi la squadra complessiva che è stata nominata è di tutto rispetto, risponde pienamente ai criteri di competenza, di qualità e di professionalità.
D?altra parte le critiche che sono state sollevate sono puntualmente tutte concentrate sul presunto metodo, non abbiamo ascoltato la benché minima osservazione, nessuna critica di merito rispetto al pacchetto delle nomine, non perché si vuol risparmiare di andare sul personale, ma a mio avviso perché ci sono difficoltà oggettive da parte anche di chi vuol essere critico a tutti i costi, a poter trovare argomentazioni adeguate ad sostegno di critiche di merito sulle nomine che sono state fatte complessivamente.
Quindi giudizio complessivo sulla squadra così come alla fine è venuta avanti. Qualche critica è stata avanzata rispetto al rapporto con la conferenza dei sindaci. Ebbene, bisogna essere chiari anche a questo proposito, perché intanto, nel merito è stato detto con i numeri che la maggior parte delle nomine sono conformi al parere espresso dalle conferenze dei sindaci, ma laddove c?è un discostamento, quale scandalo? A meno che qualcuno ritenga che su materie di esclusiva competenza della Regione, la regione stessa debba limitarsi a ratificare quelle che sono le opinioni, i pareri autorevolmente espressi dalla conferenza dei sindaci. Hanno espresso parere, la Giunta regionale avvalendosi della sua discrezionalità riconosciuta dalla legge, in qualche caso si è discostata dal parere espresso dalla conferenza dei sindaci, non vedo nessuno scandalo, registro una normale, fisiologica articolazione del dibattito tra i vari livelli istituzionali.
La discussione dovrebbe concentrarsi di più sui contenuti della sanità, e allora bisogna non dimenticare che in questo anno si è contenuto il disavanzo così com?era negli obiettivi, un risultato importante al di là di qualche critica che andrà verificata. Ci sono i bilanci al vaglio dei revisori dei conti, ci sono dei meccanismi complessi e garantisti sulla formazione dei bilanci, prendiamo atto dei dati ufficiali, non possiamo introdurre sempre il clima del sospetto.
Il disavanzo è stato contenuto rispetto agli obiettivi che ci eravamo dati, con la legge fatta negli ultimi giorni dell?anno è stata avviata la riduzione dell?aumento dell?addizionale deliberata tre anni fa, avviene in un contesto dove la Giunta regionale, la maggioranza sono impegnate alla difesa, alla salvaguardia del ruolo pubblico del servizio sanitario, nessuno può dire che siamo in presenza di riduzioni o penalizzazioni della quantità e della qualità delle prestazioni che vengono fornite ai cittadini marchigiani, quindi risultati come quelli che dicevo in questo contesto sono a mio avviso apprezzabili e sicuramente positivi.
L?ultima cosa. Questo sproloquio sul clientelismo, sulle lottizzazioni e sulle spartizioni: con la riforma che è stata fatta del giugno scorso, se c?era questa bramosia di lottizzazione, questa sete di potere di accontentare decine e decine di appetiti, non si sarebbe fatta la riforma con l?Asur, perché voi sapete meglio di me che con quella riforma sono state decimate le figure apicali: tra direttori generali, sanitari e amministrativi si è passati da 51 a 22, le figure dei revisori dei conti sono scese da 85 a 15, quindi se c?era tutta questa bramosia nessuno avrebbe posto quella riforma. Questa è l?ulteriore dimostrazione che si va avanti in base a un disegno riformatore che punta alla qualità dei servizi, che pensa ai bisogni del cittadino, tutto il resto appartiene a una fisiologica e a volte strumentale polemica politica.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Castelli.

Guido CASTELLI. Farò in modo di non ripetermi per non tediare ulteriormente un?aula abbastanza distratta, però alcune cose devo dirle per quanto riguarda proprio la relazione del Presidente D'Ambrosio, perché, per quanto imbarazzata, alcuni spunti importanti il Presidente D'Ambrosio ce li dà. In particolare ci dà un?anticipazione di quello che sarà, presumibilmente, un criterio utile a capire come andranno individuate le responsabilità nel caso in cui l?Asur dovesse presentare altre situazioni di imbarazzo politico.
Dice il Presidente D'Ambrosio che comunque la responsabilità è di Vincenzo Aprile. Questo dobbiamo ricordarcelo, oggi, perché per la prima volta comprendiamo quello che era facile già desumere da tutto l?andazzo generale su questa faccenda dell?Asur: che il direttore generale dovrà anche nell?ambito delle sue responsabilità, fungere da parafulmine di tutto quello che dietro lo schermo dell?Asur succederà, quindi Vincenzo Aprile dovrà annoverare, come corrispettivo di quello che mi dicono essere un emolumento piuttosto importante, anche l?indennità di rischio politico, che oggi per la prima volta timidamente fa la sua apparizione, ma che significativamente ha visto il Presidente D'Ambrosio vollero tratteggiare come elemento rimario. Inizia così l?insieme delle sue considerazioni.
Il punto secondo delle dichiarazioni di D?Ambrosio è altrettanto significativo. Rispetto al fatto che la Giunta ha disatteso il parere delle conferenze dei sindaci, cerca di minimizzare questo aspetto dicendo ?solo in 4 casi su 13 è successo?. E? successo, aggiungo io, andando anche a fare una piccola calibratura geopolitica, guarda caso, in tre situazioni in zone territoriali dove il Comune capofila è di centro-destra e soprattutto zone territoriali collocate nel sud di questa regione, a dimostrazione ulteriore, se mai ve ne fosse ancora bisogno, che il rischio delle due velocità in questa nostra regione, indotto già di per sé dalla costituzione di una Asl unica, già con le nomine fa registrare un?importante conferma.
Ma andiamo a queste nomine. Anch?io mi iscrivo al partito di chi vuol fare il fariseo che si scandalizza; mi iscrivo perché così è. C?è anche una ragione: tutto il sistema sanitario è improntato, nel rapporto fra politica e amministrazione, a un rapporto di cooperazione di discrezionalità tecnico-amministrativa che è giusto che gli esecutivi esercitino. Quindi non voglio stare qui a scandalizzarmi di questo dato ma vado a vedere certo come la discrezionalità tecnico-politica viene esercitata, questo me lo dovete consentire come membro non della minoranza ma del Consiglio regionale, perché a ogni pie?? sospinto il Presidente D'Ambrosio, quando fa qualche comparsa in materia di Statuto regionale ricorda a tutti che la vera rivendicazione che i Consigli e le Assemblee elettive devono fare per acquisire ?potere? nei confronti della Giunta, è l?esercizio pieno e completo della funzione di controllo politico. Qui stiamo facendo questo. Credo che fra tutte le nomine ve ne è una che assume un carattere paradigmatico: la nomina che si è sviluppata sull?asse Urbino-San Benedetto, ovvero fra i due estremi di questa nostra regione, dove è successa una cosa che la dice lunga sul come, sul quando e sul perché certe nomine non sono frutto di quella discrezionalità tecnico-politica giusta e corretta, ma hanno sicuramente travalicato gli elementi di fiduciarietà per assumere un ruolo e una funzione diversi, che con la sanità non c?entrano nulla. Lo sapete tutti quello che è successo: a San Benedetto del Tronto vi era un commissario di cui la conferenza dei sindaci aveva richiesto la conferma, di cui il Ds ascolano aveva chiesto la conferma, che aveva manifestato anche una funzione e una capacità di interazione strategica con la vicina Asl di Ascoli, perché non c?era momento in cui l?assessore Melappioni e anche gli assessori Ds non decantassero le grandi politiche di area vasta che stavano interessando e vedendo protagonisti Marabini e Maresca. Quindi un quadro chiaro, che in nome di quella discrezionalità tecnico-politica, giusta, corretta, che è bene che eserciti la Giunta, doveva vedere una nomina vorrei dire scontata. Cosa è successo? Si sa: è successo che Rifondazione comunista, che aveva una sua opzione, ha preteso e ottenuto che questa opzione fosse comunque soddisfatta a prescindere da quegli elementi tecnico-politici che pure esistevano. E allora qui si apre una pagina che nessuno ha sfogliato per il momento, perché tutti hanno voluto chiosare sul grande ottimismo della volontà di Stefania Benatti, che ha ottenuto quote di potere importanti in questo confronto con i Ds. Non si è parlato invece di come, all?interno di questa suddivisione, abbia avuto anche un ruolo e un gioco importante anche lo scontro fra Ds, anche fra le realtà diessine. E allora mi riferisco a quella, uscita vincente, della federazione di Pesaro e Urbino che non ha voluto l?uomo di Rifondazione, nonostante che il direttore uscente non fosse riconfermato, perché se qualcuno mi avesse detto ?ci vogliamo tenere il nostro, non passa lo straniero? ? poi si deve capire se Rifondazione comunista è straniera o meno: non lo è in Regione, lo è evidentemente a Urbino ? sono riusciti, nonostante che fosse libero quel posto, a dire ?no, quest?uomo noi non lo vogliamo?, nonostante che Marabini sia bravo, Marabini cooperi, Marabini abbia il plauso di tutti. E allora, in questa vicissitudine non solo contano i rapporti fra la Benatti e non so chi altri ? il segretario regionale Ds ? ma anche le dinamiche interne che sono andate, evidentemente, a portare un pregiudizio di cui proprio oggi abbiamo una conferma del perché vi sia. L?abbiamo visto: questa maggioranza perde pezzi. Procaccini è critico sulle nomine, Rocchi giustamente si arrabbia per le dichiarazioni di Melappioni che sono il convitato di pietra di questa nostra discussione, perché Melappioni ha parlato di troppe pressioni politiche, caro Modesti, cara Mollaroli, cari difensori di questo Palazzo regionale. Rocchi si è arrabbiato, e ha fatto bene, non è una valutazione pelosa. Come può un assessore fare una dichiarazione senza essere conseguente e dire quando, come e perché vi è stato questo eccesso di pressioni politiche? Perché la pressione politica è nei fatti e nelle cose, l?eccesso di pressione politica, detto da un assessore alla sanità che non parla e che non dice nulla in sede di dibattito è davvero molto grave. Allora le pressioni politiche, Procaccini che prende le distanze, la Cecchini che l?ha già fatto, i verdi che l?hanno già fatto, capiamo perché quelle nomine di Urbino e San Benedetto, quelle necessità di accondiscendere a una richiesta di Rifondazione comunista, che comunque era in contraddizione con il principio tecnico-politico, avesse un senso. E? stata l?Asur ad essere utilizzata per mantenere la maggioranza politica di questo Consiglio. Ecco perché era necessario parlarne: perché siamo di fronte non a una semplice lottizzazione ma alla necessaria correzione di rotta per far sì non che la sanità vada bene ma che il Consiglio possa continuare a deliberare in questo anno e mezzo che ci rimane, senza i marosi che la posizione verde, della Cecchini e di Procaccini, che ha parlato anche lui di spartizione, fanno sembrare.
Questa è la cosa grave: che l?Asur è strumento per la composizione di un equilibrio politico che non esiste più. E allora, se questo è noi rivendichiamo due cose. Innanzitutto che vi sia un?immediata rivisitazione della legge di riordino. La legge di riordino è stata corretta con una delibera di Giunta che ha dato quelle che vengono denominate interpretazioni autentiche ma che in realtà sono modifiche della legge di riordino. E? necessario ritornarci sulla legge di riordino, se non altro per affrontare in maniera chiara la prossima partita delle nomine, quella dei collegi di revisione. Attenzione bene: nel novembre scorso cadevano cinque collegi di revisione, la delibera di Giunta che ah provveduto alla proroga di questi revisori recita in maniera estremamente vaga. Sostiene: facciamo questa proroga perché comunque, nel periodo transitorio ci dice l?ufficio legale che dovrà operare il collegio unico della Asur, quindi per due anni dalla nomina di Aprile ? dice l?ufficio legale ? è legittimo che operi un collegio unico. Io non sono d?accordo, ovviamente. Ma cosa fa la Giunta regionale? Dice che ?facciamo queste proroghe perché comunque la costituzione dell?Asur è prevista per la fine del gennaio 2004?. Allora, mi chiedo io, cosa vuol dire che la costituzione dell?Asur è prevista per il gennaio del 2004? Cosa si intende per costituzione dell?Asur? Non parliamo di un argomento di lana caprina, perché non ci appassiona quello che sarà il presumibile revival delle lottizzazioni e di quant?altro, dei revisori di Rifondazione o dei revisori in ?quota Benatti?, ci preoccupa il fatto che l?organismo di revisione contabile è un elemento che non può essere considerato un?appendice superficiale di poco significato, è anzi un elemento di assoluta necessità di verifica, di controllo e quant?altro, soprattutto per il Consiglio regionale importante. Il collegio di revisione conforta e conferma quel po? di attività di controllo politico che, rispetto a questo leviatano, a questo moloch dell?Asur si rende quanto mai necessario. Allora delle due l?una, caro Presidente: o ritorna la legge di riordino in Consiglio per renderla qualcosa di assomigliante a una legge giuridicamente corretta, oppure una volta per tutte evitate di avere questa maledetta paura e bandite il referendum. Noi vogliamo il referendum, non può rimanere nei cassetti di D?Ambrosio una richiesta che seppure, secondo qualcuno, si scontra con l?interpretazione giuridica, può essere chiaramente superata. Io ho presentato da tempo immemore ormai, una proposta di legge che modifica la legge attuale del referendum, prevedendo come l?inibitoria allo svolgimento corra solo nei 12 mesi anteriori alla celebrazione della legge. Noi chiediamo che venga iscritta questa legge, che venga approvata e che ci si misuri, perché questa deve essere la volontà unanime o comunque maggioritaria del popolo marchigiano che, secondo l?espressione, che non è di Castelli, ma di Oriano Giovanelli, è ?schifata?. Se lo dice Giovanelli presidente della Lega delle autonomie locali, c?è da credergli. Potrei parlare dello spettacolo indegno ? dixit Mascioni ? potrei parlare dell?opinione pubblica schifata o dei reiterati inviti che i Ds delle periferie marchigiane rivolgono a D?Ambrosio di andare a casa. Fu Sturani nel giugno scorso, oggi c?è il più modesto ma simpatico Gaspari di San Benedetto, che continua a inviarvi diffide volte a togliere il campo e a togliere il disturbo. Lo dicono loro, non lo diciamo noi, noi siamo molto ma molto più comprensivi nel limitarci a richiedere un referendum per dare la parola, su un argomento di questa importanza, non a chi la merita ma a chi la possiede: il popolo marchigiano.

PRESIDENTE. Ha la parola il Presidente D?Ambrosio per la replica.

Vito D'AMBROSIO, Presidente della Giunta. Una replica abbastanza veloce. Sostanzialmente mi pare che alcuni degli interventi erano costruiti a prescindere da qualunque cosa avessi detto, perché non si è ascoltato assolutamente. in altri ci sono alcune imprecisioni.
Per quanto riguarda il discorso della presunta colonizzazione, noi abbiamo nominato alla direzione delle zone tutti i soggetti che erano ben dentro da mesi, o da anni, la realtà sanitaria marchigiana. Quei pochi che non erano di vertice ? e parlo di Camerino in modo specifico ? erano comunque a conoscenza, perché erano nella struttura direzionale di una zona. Dei quattro che abbiamo inserito non tenendo conto del parere delle conferenze dei sindaci, due sono gli ex direttori del Lancisi e del Salesi che noi ? non solo noi, ma tutti ? abbiamo valutato essere stati molto bravi e la cui esperienza ci è sembrato necessario recuperare sul territorio. Del resto hanno appena ricevuto la medaglia d?oro del Comune di Ancona, quindi significa che non è una valutazione soltanto nostra ma anche una valutazione della realtà nella quale si sono impegnati.
Per quanto riguarda il discorso che ha fatto il consigliere Ciccioli sull?università, lui conosce gli interna corporis che io non conosco: a me è arrivata una intesa dell?università che c?era, una bozza che non è la convenzione, perché la convenzione noi non l?abbiamo ancora stipulata. Sono quelle linee, è quel documento che, insieme a quello che abbiamo approvato ieri, come documento che diamo noi di indirizzo alle nostre strutture e al nostro assessore, che entro 90 giorni ci dovrà portare la convenzione da firmare, abbiamo mandato al parere della Commissione permanente socio-sanitaria, anche se forse quello, per il suo carattere prodromico, non era necessario che andasse, ma noi abbiamo voluto anticipare, quindi avere questo parere.
Quello che avrei voluto sentire dal consigliere Ciccioli ? lui è in grado di farlo, tecnicamente, perché la professionalità non gli manca, non credo che l?abbia negata tutta nella politica ? era una sua valutazione su quel documento. Il documento va bene o non va bene? E? buono o non è buono? Serve o non serve? La strada che indica ci serve per far crescere la sanità marchigiana e per inserire la facoltà di medicina e chirurgia all?interno del sistema e non soltanto tenerla relegata nei letti e nei puri di Torrette o no? Per noi è un buon inizio, sul quale dobbiamo lavorare ancora, ma proprio perché vogliamo che la sinergia fra la nostra voglia di utilizzare la facoltà e le professionalità della facoltà e la loro voglia di rendersi utili a tutto il sistema, senza sentirsi soltanto legati al punto del territorio nel quale sono fisicamente presenti, pensiamo che possa essere una grande risorsa per la sanità marchigiana.
Per quanto riguarda il discorso sulla diminuzione dei posti letto che diceva il consigliere Procaccini, è vero che la diminuzione di posti letto è stata imposta a livello nazionale dal Governo, ma è altrettanto vero che il meccanismo è di difficilissima contrastabilità, perché un non mettere in atto quei meccanismi comporta una diminuzione dei trasferimenti di risorse massiccia, quindi significa che si ritorna alle risorse dell?accordo del 3 agosto 2000, non 8 agosto 2001, quindi con una diminuzione enorme dal punto di vista delle risorse, che renderebbe il nostro sistema assolutamente ingestibile. Tanto è vero che tutte le Regioni, pur contrastando, pur lamentando, pur criticando, pur a volte dicendo che non sarebbero state autonomamente disponibili a farlo, si sono comunque adeguate, lo hanno dovuto fare perché c?era questo meccanismo, e quelli che si occupano di questa materia lo sanno molto meglio di quanto lo sappia io.
Per quanto riguarda le spese legali per la sanità, la sanità è il settore della vita moderna che più vive ? questo lo sanno i consiglieri che hanno esperienza di professione legale e forense ? nelle aule di giustizia, proprio come ricaduta sempre crescente, dell?esercizio di un?attività professionale rischiosa. Nel caso specifico della Asl 7 non è quello l?elemento fondamentale, ma un altro che è a conoscenza di parecchi qui dentro: il grande problema della costruzione dell?ospedale di Osimo, oggetto di ricorsi al Tar, sentenze del Tar, ricorsi al Consiglio di Stato, nuove procedure. Quindi ci sono elementi perché la sanità abbia questa presenza e questa esposizione legale. Tutta giustificata? Non lo sappiamo. Le andremo a vedere tutte quante, ma sicuramente da questo punto di vista le motivazioni ci sono.
Un altro punto che volevo indicare è quello sui revisori dei conti. Colleghi, le leggi che approviamo almeno dovremmo leggerle. L?articolo 28 è chiarissimo in materia: non ci sono più revisori dei conti nelle zone, non ci possono essere. La legge va interpretata prima di tutto per quello che dice, poi per quello che eventualmente le si fa dire: è chiaro che noi l?abbiamo interpretata in questo senso.

Fabio PISTARELLI. C?è stato un avviso per le candidature...

Vito D'AMBROSIO, Presidente della Giunta. Quello è un errore dell?ufficio. Gli uffici possono anche avere interpretazioni diverse su qualche punto, all?inizio...

Guido CASTELLI. Avete chiesto un parere all?ufficio legale...

Vito D'AMBROSIO, Presidente della Giunta. Certo, ma per essere sicuri di quello che dice lei, consigliere Castelli, e sul punto mi sento in una tranquillità assoluta, perché quello che io voglio evitare nel modo più assoluto è che ci siano atti illegittimi o atti che non abbiano copertura da questo punto di vista.

Guido CASTELLI. Quando comincia ad operare il collegio unico dei revisori dei conti?

Vito D'AMBROSIO, Presidente della Giunta. Il collegio unico dei revisori dei conti deve essere ancora costituito, perché mancano i componenti del Tesoro e della conferenza permanente che il 20 li dovrà indicare. Nel frattempo abbiamo detto che potevano essere mandati gli atti all?unico collegio che è in carica, quello della Asl n. 7.

Guido CASTELLI. I revisori dei conti delle altre Asl sono cessati?

Vito D'AMBROSIO, Presidente della Giunta. Sì, sono scaduti, tanto è vero che non li abbiamo rinnovati...

Guido CASTELLI. In cinque casi sono stati prorogati.

Vito D'AMBROSIO, Presidente della Giunta. Soltanto perché erano in scadenza, li abbiamo prorogati fino al 31 dicembre, perché poi entravano in vigore queste cose. C?è questa motivazione specifica: non abbiamo rinnovato, abbiamo prorogato proprio per evitare che ci fosse un rinnovo per 8 giorni, quindi abbiamo prorogato.
Ognuno legge quello che vuole leggere, ma se si legge con attenzione la dichiarazione dell?assessore alla sanità si vede che quello che ha detto all?Ansa ? unica sua dichiarazione ? non è ciò che è stato letto ma una cosa completamente diversa, cioè il discorso che è stato evitato quel rischio, che pure esisteva, perché tutta la Giunta ha condiviso quella che è stata una soluzione.
L?ultima cosa la vorrei dire non tanto e non solo ai colleghi consiglieri ma ai cittadini marchigiani. Il capitolo della messa a regime della nuova macchina organizzativa è chiuso, finito, lo abbiamo fatto e, ripeto, lo abbiamo fatto con un risultato che complessivamente è di estrema affidabilità, è positivo, del quale sono estremamente contento e per il quale invito tutti ad andare a vedere i dati che provengono dalle esperienze e dai curricula di quelli che abbiamo nominato, di quelli che stiamo man mano inserendo, perché cerchiamo di utilizzare tutte le professionalità, anche quelle che non abbiamo potuto utilizzare come vertice. Adesso si tratta di guardare avanti. Noi vogliamo guardare avanti, perché adesso, finalmente, si cesserà di parlare di dettagli organizzativi e si comincerà a parlare di sanità, di livello della sanità, di modo di rendere la sanità, di risposte ai territori, di attenzione alle esigenze dei cittadini. Su questo è aperta una grande strada sulla quale sicuramente la maggioranza e questa Giunta non si blindano a priori. Ricordo esplicitamente al consigliere Castelli che su sua indicazione io accolsi nella legge la necessità di un consenso rafforzato nel caso che la conferenza dei sindaci esprimesse parere negativo sull?operato del direttore di zona. Quindi noi abbiamo intenzione di procedere in questo senso: se la minoranza ? in questo caso non opposizione ? vuole contribuire costruttivamente, la maggioranza sicuramente non si blinda né rifiuta a priori. Dobbiamo rendere una sanità migliore ai cittadini marchigiani, della pur buona sanità che fino ad ora è stata loro resa.

PRESIDENTE. C?è una proposta di risoluzione presentata da Ciccioli, Brini, Massi e altri.
Ha la parola, per illustrarla, il consigliere Pistarelli.

Fabio PISTARELLI. Se la discussione non vuol essere veramente uno stantio rituale che produce solo un parlarsi addosso senza nessun tipo di esito, allora chiedo che vi sia attenzione su questo documento molto sintetico, che ha il compito, a nostro avviso, di sintetizzare quello che dal dibattito è scaturito, non solo dai banchi dell?opposizione, di tutta l?opposizione, ma anche da molte parti della maggioranza.
La sintesi è il fatto che di fronte a un passaggio che doveva segnare un ulteriore passo avanti verso la definizione di un sistema nuovo, abbiamo visto il vecchio del vecchio, anzi la parte peggiore del vecchio modo di affrontare le questioni relative all?indicazione di responsabilità, di ruoli e di funzioni.
La vecchia assemblea dei sindaci, che prima gestiva, con la legge del 1978 di riforma del sistema sanitario nazionale, a confronto di quello che è avvenuto in queste settimane, in questi ultimi mesi, era una riunione, un organismo assolutamente trasparente e diamantino. Oggi siamo di fronte, invece, all?opacità di scelte, soprattutto nei metodi, nei criteri e negli esiti. Lo diciamo perché il territorio non è stato assolutamente preso nella considerazione dovuta, perché le professionalità sono state vilipese, non prese come punto di riferimento, perché spostamenti come in un domino di nomi e di responsabilità, non depongono in favore di una scelta in linea con un ragionamento sulla professionalità, sul lavoro svolto, sui risultati ottenuti nei vari territori, oggi zone, ieri aziende sanitarie.
La risoluzione che noi proponiamo all?attenzione della maggioranza e dell?intero Consiglio regionale, ritiene che le argomentazioni del Presidente D'Ambrosio siano assolutamente insufficienti, la relazione abbia dei passaggi assolutamente lontani da quella che è invece stata la realtà dei fatti, quindi esprime in maniera aperta il dissenso nei confronti di quel metodo usato e degli esiti, dei risultati raggiunti e invita la Giunta a modificare e riconsiderare le decisioni prese sulla base delle indicazioni che il territorio ha fornito, ma soprattutto delle indicazioni sui risultati che fino ad oggi vi erano nelle aziende sanitarie e nella loro gestione, perché se non facciamo questo facciamo solo un?opera di lottizzazione e non un?opera sacrosanta e giusta di indicazione e di individuazione delle migliori energie e delle migliori professionalità in grado di assolvere a quelle funzioni. Indicazioni e individuazioni che spettano certo alla politica, non veniamo da Marte, oggi non dobbiamo parlare di questioni che riguardano Marte, anche se abbiamo la sonda che ci manda ogni tanto delle belle fotografie, immagini, poche, comunque di grande novità. Non parliamo di Marte, stiamo parlando della politica. E? chiaro che la politica deve entrare nelle scelte, è il suo ruolo, è quello che è stato assegnato ad essa dalla gente, dai cittadini. Ma da qui a dire che la politica parla solo di caselle, di pedine, di un puzzle da comporre sulla base degli appetiti di ognuno, ma non sulla base di un ragionamento sui ruoli, sulle funzioni, sulle responsabilità, sui risultati e sugli obiettivi, questo è un atteggiamento che a noi on piace, non è mai piaciuto, che ci ha visto sempre contrari e per questo dobbiamo far sì che questo tipo di ragionamento possa entrare nella discussione di oggi, altrimenti non abbiamo parlato di nulla.
E? un documento molto sintetico che invita la Giunta a modificare il proprio atto ?e riconsiderare le decisioni prese, sulla base delle indicazioni formulate dal territorio?. Mi pare che su questo documento ci si debba esprimere in maniera chiara, aperta e libera da parte di tutti, anche di coloro e soprattutto di coloro che oggi non hanno parlato ma che sanno quante cose negative questo passaggio ha segnato anche all?interno della stessa maggioranza che oggi guida e governa la Regione Marche.
Vi prego pertanto di prestare attenzione e di essere liberi nella scelta del vostro voto. Questa è un?indicazione forte della politica che vuol parlare alla politica e non alle cose che fanno uccidere il senso più alto della politica, che sono quelle delle scelte scevre da ogni tipo di ragionamento di merito. Vi chiediamo pertanto di votare la risoluzione, è un segnale forte che può venire da questo Consiglio regionale.

Guido CASTELLI. Chiedo la votazione per appello nominale a nome anche dei consiglieri Ciccioli, Pistarelli e Romagnoli.

PRESIDENTE. Prego di procedere alla votazione per appello nominale, a partire dal numero 25.

Gabriele MARTONI, Consigliere segretario. Procedo alla chiama:
Minardi no
Modesti no
Mollaroli no
Moruzzi astenuto
Novelli assente
Pistarelli sì
Procaccini no
Ricci no
Rocchi no
Romagnoli sì
Secchiaroli no
Silenzi no
Spacca assente
Tontini assente
Trenta sì
Viventi sì
Agostini no
Amagliani no
Amati no
Ascoli no
Avenali no
Benatti no
Brini sì
Castelli sì
Cecchini sì
Ceroni sì
Cesaroni sì
Ciccioli sì
D?Ambrosio no
D?Angelo astenuto
Donati no
Favia assente
Franceschetti assente
Gasperi sì
Giannoti sì
Grandinetti assente
Luchetti no
Martoni no
Massi Gentiloni Silveri sì
Melappioni no

Il Consiglio non approva



Proposta di legge (Discussione e votazione): «Modificazioni delle leggi regionali contenenti disposizioni che attribuiscono il potere regolamentare alla Giunta regionale» Giunta (217)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la proposta di legge n. 217, ad iniziativa della Giunta.
Ha la parola il relatore di maggioranza, consigliere Mollaroli.

Adriana MOLLAROLI. La Corte costituzionale, con sentenza 313 del 2003 ha risolto la questione assai dibattuta, dopo l?entrata in vigore della legge 1, relativa all?allocazione della potestà regolamentare regionale in capo alla Giunta e al Consiglio. Come noto infatti, tale legge costituzionale ha modificato l?art. 121 della Costituzione, sopprimendo nel testo originario l?esplicita attribuzione al Consiglio del potere regolamentare. La riforma costituzionale è stata inizialmente interpretata dalla presidenza del Consiglio dei ministri ? parere del 15 marzo 2000 del dipartimento degli affari generali, direttiva ai commissari del Governo redatta dal medesimo dipartimento ? nel senso che la soppressione delle parole ?e regolamentari? dal novero delle competenze attribuite al Consiglio dal vecchio articolo 121 della Costituzione, comportasse l?automatica sottrazione della potestà regolamentare al Consiglio stesso e la sua allocazione in capo alla Giunta regionale. Detto orientamento statale si è poi manifestato con il rinvio, ai sensi dell?art. 127 della Costituzione, di delibere legislative regionali, tra cui alcune anche della nostra Regione, che attribuivano al potestà regolamentare al Consiglio. Sia i rinvii che i suddetti documenti formali della presidenza del Consiglio hanno inevitabilmente condizionato la regione, la quale ha aderito, insieme alla totalità delle altre, all?interpretazione adottata dal Governo, pena l?impugnazione delle delibere legislative approvate. Tale tesi però non è stata unanimemente condivisa in dottrina e in giurisprudenza. In particolare si è andato sviluppando l?orientamento, da parte di alcuni giudici amministrativi, di annullare i regolamenti regionali approvati dalle Giunte anziché dai Consigli, perché in contrasto con gli statuti regionali vigenti.
A partire dal 2002 l?atteggiamento governativo in materia, anche in relazione alla citata giurisprudenza si è fatto più incerto e contrastante. Infatti il Governo ha da un lato impugnato alcune leggi regionali, che in assenza dei nuovi statuti attribuivano la potestà regolamentare ai Consigli, dall?altro ha impugnato lo statuto della Regione Calabria che allocava in capo al Consiglio il potere di approvare regolamenti in attuazione della normativa statale comunitaria, perché in contrasto con l?art. 121 della Costituzione e con il principio della separazione dei poteri.
In questo intricato quadro è intervenuta la citata sentenza della Corte costituzionale 313 del 2003, in cui si è affermato che il nuovo articolo 121 della Costituzione, nell?eliminare la riserva consiliare di competenza regolamentare consente alle Regioni una diversa scelta organizzativa. Tale scelta però, ha ritenuto la Corte, può essere compiuta solo a livello statutario, pertanto in assenza di nuove norme di tale rango debbono continuare ad applicarsi le disposizioni dei vigenti statuti che assegnano al Consiglio il potere di approvare i regolamenti.
Sulla base della suddetta motivazione la Corte costituzionale ha annullato la legge regionale n. 2 della Lombardia, che assegnava alla Giunta regionale anziché al Consiglio, l?adozione di regolamenti in attuazione della legge stessa, in contrasto con lo statuto regionale vigente.
Si pone quindi la necessità di adeguare la normativa regionale ai principi sanciti dalla Corte costituzionale.
La presente proposta di legge si muove in questa direzione, in primo luogo modificando le leggi regionali che attribuiscono la potestà regolamentare alla Giunta. Si è scelto in particolare di lasciare invariata la disposizione di legge in questione, eliminando esclusivamente il riferimento alla Giunta regionale quale organo competente all?approvazione dei regolamenti stessi. In tale materia si è rinviata alla fonte propria, cioè allo Statuto, l?individuazione dell?organo ? per quanto riguarda la nostra Regione sappiamo che è il Consiglio ? competente ad approvare i regolamenti, evitando quindi ulteriori interventi modificativi delle leggi in discorso qualora i nuovi statuti allochino la potestà regolamentare in maniera diversa. In secondo luogo si è ritenuto opportuno prevedere che il Consiglio riesaminasse e riapprovasse senza indugio i regolamenti che, sulla base del quadro giurisdisprudenziale e dottrinale assai controverso, sono stati approvati dalla Giunta regionale. A tali fine si è inserito nel contesto originariamente proposto l?art. 12 bis, con cui si dà incarico alla Giunta regionale di presentare al Consiglio proposte di regolamento sostitutive dei regolamenti approvati dalla Giunta medesima, prevedendo che in caso di inadempienza della stessa a tale incombenza provveda l?Ufficio di presidenza del Consiglio. Al fine di evitare pericolosi vuoti normativi e inevitabili incertezze applicative è stato poi previsto al secondo comma dell?art. 12 bis, che siano fatti salvi gli effetti dei regolamenti approvati dalla Giunta regionale e che gli stessi continuino ad applicarsi fino all?entrata in vigore dei nuovi regolamenti approvati dal Consiglio. L?art. 13 contiene infine la necessaria abrogazione e l?art. 14 è la dichiarazione d?urgenza.
Credo che con questa introduzione e con alcuni emendamenti che ho presentato e che si sono resi necessari perché abbiamo visto che nell?abrogazione delle leggi regionali che demandavano il potere regolamentare alla Giunta non erano state ricomprese alcune leggi, si debba approvare questa legge, perché propedeutica all?approvazione dell?atto che abbiamo nell?immediato punto successivo all?ordine del giorno, la proposta di regolamento delle strutture sociali a ciclo residenziale e semi residenziale, il primo regolamento che torna dopo l?approvazione di questa legge, all?approvazione del Consiglio regionale così come il nostro Statuto prevedeva.

PRESIDENTE. Ha la parola il relatore di minoranza, consigliere Romagnoli.

Franca ROMAGNOLI. Questo è una sorta di atto dovuto per adeguarci a quanto stabilito dalla citata sentenza della Corte costituzionale e anticipa la direzione dello Statuto in formazione. La Commissione ha varato all?unanimità questa proposta di legge, noi riteniamo che sia doveroso effettuare questa sorta di ricognizione di quegli atti che invece attribuivano la potestà regolamentare alla Giunta e non al Consiglio regionale, una ricognizione dovuta, verso la quale, inevitabilmente questo Consiglio sta procedendo e la stessa Commissione Statuto sta lavorando.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Castelli.

Guido CASTELLI. Vorrei soltanto rilevare, soprattutto agli occhi dei membri della Commissione Statuto, una incongruenza che credo sia alla base di un profondo senso di frustrazione che in qualche modo pervade un po? tutte le Commissioni Statuto, perché le assemblee elettive, nel mettere mano allo Statuto hanno interpretato questa occasione importante anche per cercare di riequilibrare, in qualche misura, quella che è una situazione di subordinazione, comunque di minorità politica delle Assemblee elettive rispetto all?Esecutivo.
Due sono gli elementi su cui, in tutta Italia, si è formata l?attenzione. Il primo è la forma di governo, il secondo la querelle sul potere regolamentare. La sensazione è che questa rivendicazione di priorità politica la si eserciti in riferimento a due argomenti che in realtà, a veder bene, non sono, probabilmente, gli argomenti più adatti per poter esercitare, rivendicare questo prius d?importanza politica e la legge che andiamo a discutere oggi ne è, in qualche misura, la riprova. E? curioso che questa Assemblea elettiva, nel triennio che ci ha visti consiglieri regionali dal 2000, pur non essendo obbligata a farlo abbia delegato sistematicamente il potere regolamentare alla Giunta. E? una cosa curiosa questa, che fra l?altro non dispiacerà al Presidente D'Ambrosio. In una forma di governo che è incentrata sul principio dell?elezione diretta del presidente non è eccentrico o ingiustificato che la maggior parte del potere regolamentare, che è potere di adottare norme, ovvero elementi di carattere giuridico di rango inferiore rispetto alla norma giuridica vera e propria, alla legge, venga attribuita all?Esecutivo la normativa di dettaglio. E di fatto, nella dinamica normativa che occupa questo Consiglio questo è successo, è stata una nostra scelta. Qualche volta è anche successo che la delega a regolamentare che è stata rilasciata dal Consiglio all?Esecutivo ha costituito anche un elemento di mediazione, di superamento di difficoltà che in sede consiliare non riuscivamo ad affrontare. Mi pare ad esempio di ricordare la famosa legge sull?elettrosmog, quando ci fu un compromesso, legittimo, lecito, che si risolveva nel trasferimento all?Esecutivo di questa cosa.
Noi ci dobbiamo interrogare, a mio modo di vedere, su questi due aspetti. Primo, che il potere regolamentare è, al di là delle formulazioni astratte, un esercizio che spesso e volentieri si confà meglio e più correttamente all?Esecutivo. Secondo me questo non è detto da chi è un supporter del presidenzialismo in maniera esagerata, però questa legge a me pare che risponda più a questo bisogno di identità che non a una corretta interpretazione di quelle che sono anzitutto le dinamiche consiliari, ma anche quella che è la sostanza della cosa politica, perché che questo Consiglio venga impegnato sistematicamente nel regolamento di dettaglio, a mio modo di vedere è fatto alquanto discutibile.
Altri sono gli argomenti su cui ci si deve battere perché venga ritrovata quella importanza delle assemblee elettive e fra tutti ? altro argomento caro al Presidente D'Ambrosio ? il potere di controllo politico. L?abbiamo appena visto sul fatto delle nomine. A mio modo di vedere, in uno schema presidenziale a elezione diretta non è assolutamente scandaloso che il potere regolamentare sia devoluto alla Giunta, non è assolutamente scandaloso che le nomine e tutto ciò che presuppone un rapporto fiduciario venga devoluto alla Giunta, ma il vero banco di prova per riacquisire quel rilievo istituzionale ahimé perso, è proprio condensato nell?attività di controllo politico, però un controllo politico che non si può risolvere nell?interrogazione, nell?interpellanza e nella mozione, dobbiamo ripensare a questo aspetto e perché il controllo politico vi sia, innanzitutto è necessario conoscenza, è necessario che vi sia un sistema amministrativo e di risorse che metta noi consiglieri regionali in condizioni di conoscere e valutare politicamente, ma anche amministrativamente, vorrei dire scientificamente, il vostro operato. Allora non possiamo restare nel guado, non possiamo prendere di questo fiore ciascuno il petalo che preferisce.
A me pare di poter dire che questa legge la facciamo, però al di là delle sentenze della Corte costituzionale, al di là delle attribuzioni formali è un dato che questo Consiglio, in questo triennio, pur non avendone l?obbligo ha devoluto alla Giunta il potere regolamentare. Ora se lo riprende con questa legge suo malgrado, forse, ma non era neanche obbligatorio, è stata una scelta politica. A mio modo di vedere, nell?oscillazione, nel confronto fra Esecutivo e Assemblea elettiva non sono questi gli argomenti qualificanti, a mio modo di vedere infatti, pur non dovendolo fare, nel triennio appena passato abbiamo delegato alla Giunta questo potere regolamentare, ce lo riprendiamo, ma l?elemento fondamentale su cui si giocherà la restituzione di dignità all?Assemblea elettiva sarà un altro, un controllo politico. Però, Presidente D?Ambrosio, perché vi sia controllo politico lei sa meglio di me che è necessario avere gli strumenti che consentano il formarsi di una cultura, in maniera tale che tutto i potere possibile va alla Giunta eletta con il suo presidente direttamente dal popolo, ma tutto il potere di controllo e di verifica deve venire a noi. Quindi lo sforzo che secondo me si deve fare in questa fase costituente è questo. Strumenti ispettivi diversi da quelli stantii, sabaudi dell?interrogazione che usiamo per avere la nostra notorietà politica sulle cronache più o meno locali o davanti alla Rai che non c?è, però attenzione: così come il Consiglio non deve rivendicare un?identità ultronea gestionale, è altrettanto vero che la Giunta non deve permeare di oscurità o comunque non deve rendere opaca, attraverso strumenti, che potrebbero essere in conflitto con questo... La legge di riforma del bilancio, in realtà, non favorisce la lettura del bilancio, quindi sono d?accordo che le upb possano essere attribuite ai dirigenti, tutto, ma è altrettanto vero che noi dobbiamo conoscere, capire: se lo facciamo avremo probabilmente risolto un problema che oggi, con questa legge, ha solo una esternazione più di identità politica, di dignità politica, che rischia però di essere solo formale e non sostanziale.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Moruzzi.

Marco MORUZZI. Avevamo dato per acquisito che la competenza regolamentare fosse in capo alla Giunta. peraltro abbiamo alcuni regolamenti che sono atti fortemente tecnici, sui quali, individuando la competenza del Consiglio credo che ci sarà comunque una forte dipendenza dalla proposta fatta dagli uffici e dalla Giunta e credo che sia importante in questa discussione dare una risposta di cosa succederà dopo l?approvazione di questa disposizione, cioè se il governo regionale, una volta individuate le responsabilità da parte del Consiglio dirà che, per tutte le leggi che richiedono regolamento, dato che il regolamento è competenza del Consiglio regionale, la mancata approvazione del regolamento dipende dall?iniziativa consiliare. Penso quindi che, al di là della modifica legislativa, ci debba essere anche un?indicazione da parte della Giunta su come si intende procedere rispetto a una serie di materie sulle quali le leggi regionali avevano individuato la competenza della Giunta per regolamento, confortati anche da un orientamento, ma credo sulla base anche, in alcuni casi, di valutazioni di carattere tecnico. Credo che questo sia importante, non vorrei che ci trovassimo con disposizioni inapplicate perché da una parte si dice: la competenza dei regolamenti è del Consiglio, il Consiglio di sua iniziativa non promuove il regolamento e quindi parti delle normative approvate da questo Consiglio vengono di fatto disapplicate.
Inoltre ci sono due articoli di questa legge che non condivido: l?art. 5 e l?art. 11 dove, oltre ad abrogare la competenza della Giunta regionale abroghiamo anche il termine entro cui questi regolamenti debbono essere emanati. Questo rafforza ancora più l?argomento che avevo usato in precedenza: se viene meno, per alcune norme, anche il termine entro cui si deve emanare il regolamento, rischiamo di cadere in una situazione in cui il regolamento, che dovrebbe essere uno strumento per snellire la normativa, renderla più funzionale ed applicabile, in una situazione come questa rischia di vanificare l?efficacia della normativa stessa.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Amati.

Silvana AMATI. Non volevo intervenire su questo punto, ma ho quasi la sensazione che ci si dispiaccia di un riconoscimento a una funzione che noi consiglieri ritenevamo da tempo fosse del Consiglio, ma rispetto alla norma che ha fatto pensare ad attribuzioni diverse, che oggi viene corretta c?è stata, come voi sapete, una lunga diatriba che sembrava veder soccombere le ragioni del Consiglio rispetto a quelle dei governi, quindi credo che l?atto che oggi compiamo renda ragione di una questione che la logica avrebbe voluto da sempre mantenere nella situazione consiliare.
Non condivido alcune delle valutazioni, pure interessanti, che suggeriva il collega Castelli rispetto alla questione dei poteri e avremo tempo e modo, dal 19 aprile in poi, di discutere in quest?aula delle regole che dovrebbero dare o ridare potere al Consiglio. Vedo la difficoltà delle nuove Regioni di essere tali, vedo, nel quadro nazionale, un rischio di fallimento della stagione referendaria-statutaria, perché sono pochissime, oggi, le Regioni che stanno concretando questo percorso. certo, se avessimo avuto meno difficoltà di riflessione sui veri compiti e i veri poteri, forse avremmo potuto lavorare meglio.
Credo che l?atto di oggi segnali una necessità di riacquisizione di diritti propri e credo che sia un atto importante che va salutato con la giusta soddisfazione. Che si possa poi applicare il controllo in modo facile, nelle nuove aule, sarà tutto da dimostrare e io vi auguro buon lavoro.

PRESIDENTE. Non vi sono altri interventi, quindi possiamo alla votazione della proposta di legge.
Art. 1. Lo pongo in votazione.

Il Consiglio approva

Art. 2. Lo pongo in votazione.

Il Consiglio approva

Art. 3. Lo pongo in votazione.

Il Consiglio approva

Art. 4. Lo pongo in votazione.

Il Consiglio approva

Art. 5. Ha la parola il consigliere Moruzzi.

Marco MORUZZI. Il nostro voto non sarà favorevole a questo articolo perché viene eliminato il termine ?per l?adozione del regolamento?, che peraltro non era assolutamente necessario per rispondere alle finalità della proposta di legge e comunque invitiamo a questo punto a che ci sia un impegno da parte di chi avrebbe già dovuto rispettare questo termine, a presentare il regolamento perché ci sia la piena applicazione di una disposizione che è entrata in vigore già dal 2002.

PRESIDENTE. Pongo in votazione l?articolo 5.

Il Consiglio approva

Art. 6. Lo pongo in votazione.

Il Consiglio approva

Art. 7. Emendamento a firma Mollaroli e Massi. Lo pongo in votazione.

Il Consiglio approva

Pongo in votazione l?articolo 7 come emendato.

Il Consiglio approva all?unanimità

Art. 8. Lo pongo in votazione.

Il Consiglio approva

Art. 9. Lo pongo in votazione.

Il Consiglio approva

Art. 10. Lo pongo in votazione.

Il Consiglio approva

Art. 11. Ha la parola il consigliere Moruzzi.

Marco MORUZZI. Anche qui c?è una scadenza per l?approvazione del regolamento che viene cancellata e non era necessario farlo, quindi voteremo contro.

PRESIDENTE. Pongo in votazione l?articolo 11.

Il Consiglio approva

Art. 12. Lo pongo in votazione.

Il Consiglio approva

Emendamento n. 2. C?è un subemendamento 012 bis.

Adriana MOLLAROLI. Questo emendamento l?ho presentato io, perché da una ricognizione attenta fatta anche con le strutture competenti della Giunta regionale era sfuggita la legge 20 del 2003 che demandava anch?essa al regolamento. Quindi l?abbiamo reinserita.

PRESIDENTE. Pongo in votazione il subemendamento.

Il Consiglio approva

Articolo 12 bis. Lo pongo in votazione.

Il Consiglio approva

Art. 13. Lo pongo in votazione.

Il Consiglio approva

Art. 14. Lo pongo in votazione.

Il Consiglio approva

Pongo in votazione il coordinamento tecnico.

Il Consiglio approva

Pongo in votazione la proposta di legge nel suo complesso.

Il Consiglio approva




Ordine del giorno della seduta

Roberto GIANNOTTI. Presidente è stato proposto di non tenere seduta pomeridiana, noi non abbiamo nulla in contrario, anche tenendo conto che ho detto che avremmo chiesto formalmente il voto sugli atti, quindi la verifica del numero legale, ma credo anche che non ci siano più atti urgenti, quindi nulla in contrario a concludere qui la seduta.

PRESIDENTE. Ha la parola l?assessore Secchiaroli.

Marcello SECCHIAROLI. Abbiamo un atto sulle autorizzazioni delle strutture sociali e socio-sanitarie che dopo un lunghissimo e approfondito lavoro che la Commissione ha fatto è ferma in questo Consiglio per la terza volta. E? un atto che penso vada fatto. Ci sono tutte le condizioni per farlo.

PRESIDENTE. Pongo in votazione la proposta di concludere la seduta.

Il Consiglio approva

La seduta è tolta.


La seduta termina alle 13,35