Resoconto seduta n. 172 del 09/02/2004
La seduta inizia alle 10,15



Approvazione verbali

PRESIDENTE. Ove non vi siano obiezioni do per letto ed approvato, ai sensi dell'art. 29 del regolamento interno, il processo verbale della seduta n. 169 del 21 gennaio 2004.

(E? approvato)



Proposta di deliberazione
(Annuncio)

PRESIDENTE. E? stata presentata la proposta di deliberazione n. 13, in data 22 gennaio 2004, ad iniziativa dell'Ufficio di Presidenza, concernente: «Commissione consiliare d'inchiesta riguardante l'accertamento della correttezza delle procedure del concorso pubblico per funzionari ingegneri-architetti - I qualifica funzionale dirigenziale, di cui alla deliberazione della Giunta regionale 20 luglio 1992, n. 2308. Ulteriore proroga del termine per l'ultimazione dei lavori".



Proposta di regolamento
(Annuncio)

PRESIDENTE. E? stata presentata la proposta di regolamento n. 5, in data 4 febbraio 2004, ad iniziativa della Giunta regionale, concernente: «Individuazione degli organismi collegiali oggetto di riordino o soppressione in attuazione dell'articolo 3 della l.r. 7/2003», assegnata alla I Commissione in sede referente.



Mozioni
(Annuncio di presentazione)

PRESIDENTE. Sono state presentate le seguenti mozioni:
? n. 337 del consigliere Massi: «Vergognosa utilizzazione dei bambini in una manifestazione politica»;
? n. 338 del consigliere Massi: «Pianeta infanzia: sfruttamento nelle adozioni, nel lavoro, nei mass-media, nella manipolazione di manifestazioni che coinvolgono i soli interessi di fasce di adulti";
? n. 339 dei consiglieri Giannotti, Brini, Cesaroni, Ceroni, Grandinetti e Trenta: «Cooperativa Cemca di Pianello di Ostra"»;
? n. 340 dei consiglieri Giannotti, Cesaroni, Ceroni, Brini, Trenta e Grandinetti: «Urbino chiusura ufficio Enel verifica livelli erogazione servizi pubblici»;
? n. 341 del consigliere Novelli: «Sollecitare al Capo dello Stato l'esame della domanda di grazia al cittadino tedesco Erich Priebke, presentata da oltre cinque anni»;
? n. 342 dei consiglieri Romagnoli, Massi e Ceroni: «Manifestazione autorizzata dall'Amministrazione comunale di Porto San Giorgio in data 27.11.2003 ?IRAQ: imperialismo e resistenza? svoltasi il giorno 4 dicembre 2003 presso la sala di proprietà comunale in viale Oberdan (ex Caserma dei Carabinieri)».



Nomina

PRESIDENTE. Ho provveduto, con mio decreto n. 12 del 2 febbraio 2004, alla seguente nomina: sostituzione di un rappresentante della Regione nel Consiglio generale dell'Ente regionale per le manifestazioni fieristiche.



Promulgazione legge regionale

PRESIDENTE. Il Presidente della Giunta regionale ha promulgato la legge regionale n. 1, in data 20 gennaio 2004: «Modificazioni delle leggi regionali contenenti disposizioni che attribuiscono il potere regolamentare alla Giunta regionale».



Congedi

PRESIDENTE. Hanno chiesto congedo i consiglieri Mollaroli e Grandinetti.



Proposte di legge (Discussione generale):
«Provvedimento generale di rifinanziamento e modifica di leggi regionali per la formazione del bilancio annuale e pluriennale della Regione (legge finanziaria 2004)» Giunta (227)
«Approvazione del bilancio di previsione per l'anno 2004 ed adozione del bilanci pluriennale per il triennio 2004/2006» Giunta (228)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca le proposte di legge n. 227 e n. 228 ad iniziativa della Giunta. Ha la parola il relatore di maggioranza, consigliere Luchetti.

Marco LUCHETTI. Signor Presidente, signori consiglieri, in questo terzo anno di applicazione della legge regionale 31/20012 relativa all'ordinamento contabile della Regione Marche possiamo finalmente prendere atto che per la prima volta il bilancio è stato presentato dalla Giunta entro i termini di chiusura dell'esercizio finanziario precedente, cioè entro il dicembre 2003. Si definisce in tal modo il percorso di programmazione prefigurato dalla legge di contabilità già avviato con l'approvazione del Dpefr nell'ottobre del 2003 e concretizzato nei documenti finanziari che andiamo ad approvare, attraverso una coerente allocazione delle risorse. Credo che sia un fatto molto importante, più volte sollecitato dalla seconda Commissione, perché il rispetto di questi termini pone il Consiglio in condizioni di esercitare un'azione amministrativa molto più chiara e di dare anche all'assestamento al propria funzione di riallineamento delle risorse alla gestione finanziaria.
A tale risultato positivo riconducibile alla temporalità va aggiunta l?analisi dell'impostazione di bilancio che appare sempre più attenta.
Dobbiamo dare atto in questa sede all'impegno che gli uffici hanno posto in questa operazione, che sicuramente ha comportato un'accelerazione nell'allestimento del bilancio e che ha bisogno ancora di una messa a punto. Speriamo che con i prossimi bilanci i rapporti tra le varie strutture, i vari servizi e il servizio programmazione e bilancio si sintonizzino ancora meglio, per evitare una cosa che ovviamente è nell'ordine delle cose, cioè, alla vigilia dell'approvazione del bilancio, la presentazione di ulteriori emendamenti. Anche questa volta siamo in presenza di tale fenomeno, una cosa abbastanza oggettiva, però dobbiamo affinare queste procedure.
Il bilancio che ci accingiamo a discutere, risente della situazione più complessiva della finanza pubblica. Non è per alimentare un vezzo che la minoranza molte volte stigmatizza, quello di mettere a confronto le difficoltà del bilancio regionale in rapporto a quanto stabilito dalla finanza centrale, però dobbiamo prendere atto che le difficoltà sono enormi da questo punto di vista. Il Parlamento aveva istituito l'Alta Commissione, proprio per fare in modo che l'applicazione degli articoli 117 e 119 che fanno parte del nuovo titolo V della Costituzione avvenisse e quindi l'Alta Commissione doveva armonizzare la finanza pubblica ma non è riuscita nell'intento, per cui anche il 2004 sarà un anno di transizione caratterizzato da fenomeni di ricentralizzazione, da parte del Governo, delle funzioni che il titolo V prevede attribuite alle Regioni e agli enti locali e ovviamente non esiste ancora un modello di finanza pubblica, che rimane pertanto indefinito. Un esempio è la decisione del ministro Tremonti, nella sua proposta di revisione tributaria, di abolizione dell'Irap, un'entrata che faceva riferimento al finanziamento della sanità, con l'introduzione dell'Ires, senza collocare questa decisione in un modello di finanza pubblica che renda applicabile il titolo V. Pertanto siamo ancora una volta a testimoniare il fatto che oggi non sappiamo ancora quanto questa legge nazionale potrà fare riguardo alle Regioni e pertanto inizierà la trattativa, che è in corso, su settori vitali dell'attività regionale, come i settori produttivi della sanità e dell'assistenza e i tempi sfalsati di questi provvedimenti non ci consentono di inserire nel nostro bilancio i provvedimenti che attualmente risultano inevasi.
Pertanto c'è un'incertezza anche nelle previsioni. Sappiamo che la programmazione che la finanziaria ha adottato ha direttamente riferimento alle previsioni dell'economia, che sono abbastanza discutibili. Infatti, dopo che per il 2003 si è rilevato un aumento del pil dello 0,5% la previsione dell'1,9 per il 2004 non sappiamo se sarà raggiunta o meno. Tenendo conto che il rapporto debito pubblico-pil è arrivato al 105%, si prevede il pareggio al 2007, tenendo conto che l'obiettivo di Maastricht era addirittura il raggiungimento del 60%.
Nonostante l'evoluzione positiva di indicatori come quelli del lavoro, che dobbiamo comunque ascrivere ad una precarizzazione incredibile di questo settore e la previsione di una leggera decrescita della previsione fiscale, che comunque rimarrà sopra il 40%, oggi siamo alle prese con una previsione abbastanza indefinita, con la quale dovremo fare i conti, anche e soprattutto per quelle che saranno le trattative sui trasferimenti di quegli importanti settori di cui parlavo prima.
Come Regioni abbiamo fatto presente questa difficoltà alla Conferenza Stato-Regioni e diciamo che il fronte delle Regioni da questo punto di vista, al di là delle appartenenze politiche, è risultato compatto e sta ponendo al Governo tutta una serie di problematiche che devono in qualche modo risolvere le difficoltà che tuttora sussistono. Pensate solamente al rapporto tra il tasso di inflazione programmata e la spesa regionale. Ebbene, proprio da questo punto di vista è da rilevare come il finanziamento che derivava dall'8 agosto del 2001 che prevedeva fino al 2004 delle cadenze di finanziamenti abbastanza precisi, per la verità non ancora del tutto rispettati perché abbiamo delle pendenze da risolvere per gli anni passati, presenta un gap notevole per un'inflazione di settore che negli ultimi dieci anni viaggia tra il 6 e l'8% rispetto ad un'inflazione prevista dell'1,9, ma in tutti questi anni l'inflazione stessa è stata abbondantemente più alta di quella prevista e nonostante questo i finanziamenti non hanno coperto neppure il gap inflattivo.
Se consideriamo che ogni punto di inflazione nei trasferimenti della sanità, corrisponde a 20 milioni di euro, capite bene che nel giro di 3-4 anni abbiamo accumulato dai 120 ai 160 miliardi di vecchie lire, cioè circa 60 milioni di euro non finanziati e pertanto posti sulle spalle delle Regioni. E' chiaro che ci sono anche altre contestazioni che abbiamo fatto alla finanziaria come fronte delle Regioni, come la decisione della compartecipazione finanziaria agli investimenti, investimenti che non sono concertati. Si propone che questi finanziamenti concertati vadano compartecipati, ma la compartecipazione presupporrebbe anche la necessità di una concertazione nella destinazione di queste risorse. Tra l'altro lamentiamo anche una situazione molto pesante per la ricostruzione del post-terremoto: si è calcolato un fabbisogno di 1.752 milioni di euro, di cui 695 erano previsti per il 2004 e lo stanziamento previsto dalla legge finanziaria è di 54 milioni. Se questo lo colleghiamo al fatto che non è stata prorogata l'Iva al 10% ma è stata portata al 20% per il 2004, la riduzione dei lavori programmati si aggira all'incirca su 100 milioni di euro.
Poi abbiamo un problema molto importante da risolvere sulla situazione del fondo per le attività produttive, un fondo che ancora non sappiamo di quanto sarà, se sarà confermato o meno e a fronte delle difficoltà che abbiamo anche nella nostra regione ? nei giorni scorsi abbiamo posto in evidenza i punti di criticità del nostro ,tessuto produttivo, vedi la situazione del settore calzaturiero ? sicuramente ci troveremo ancora molto in difficoltà. Per non parlare poi del taglio del 30% del fondo delle politiche sociali. Ogni anno siamo sempre a rincorrere questi dati e se questo taglio dovesse essere confermato ? l'anno scorso grazie all'enorme pressione fatta dall'opinione pubblica e dagli enti locali abbiamo recuperato ? avremo ulteriori difficoltà. Anche sui servizi sociali, se vogliamo mantenere i livelli dei servizi, è chiaro che non può che essere ripristinato almeno il livello dello scorso anno. Non solo, ma tutti gli altri "decreti Bassanini" che erano stati rifinanziati mancano di una concertazione finanziaria, pertanto non sappiamo quanto sarà finanziato per la manutenzione delle strade ma anche per altri settori. Mancano, tra l'altro, i finanziamenti per quanto riguarda i contratti di lavoro dei dipendenti degli enti locali delle Regioni e del comparto della sanità, comparti rinnovati i cui finanziamenti a questo punto rimangono totalmente a capo dei bilanci degli enti locali e delle Regioni.
Ma ci sono anche altre criticità che debbono essere messe in evidenza. Per esempio la sottostima del fondo sanitario, che riguarda anche il non ripristino del fondo rispetto alle conseguenze della "legge Bossi-Fini" che ha previsto la regolarizzazione degli immigrati e questi immigrati ancora sembra siano tenuti fuori dal finanziamento sanitario. Pertanto tutti questi fattori consentono solamente una indeterminatezza non solo di quello che sarà l'intervento delle politiche pubbliche e in primis quella della Regione Marche per quanto riguarda il 2004, ma fa sì che il nostro bilancio non tiene conto di tutti quelli che saranno gli esiti delle trattative successive da fare con il Governo. Voi capite che da questo punto di vista siamo alle prese con una situazione assolutamente complicata.
Nell'esaminare più da vicino il bilancio dobbiamo valutare, indubbiamente, sul versante delle entrate la decisione che abbiamo preso lo scorso dicembre circa la diminuzione della pressione fiscale. Credo che questo segnale sia di grande coraggio, che testimonia la volontà già espressa nel 2001 quando decidemmo che, soprattutto per la copertura dei disavanzi sanitari, dovevamo assolutamente proporre un aumento consistente e lo abbiamo fatto salvaguardando le fasce più deboli della nostra popolazione; quest'anno, dopo gli effetti del risanamento che abbiamo prodotto cominciano gli esiti del rientro di una pressione fiscale che è cominciata sollevando un po' l'Irpef e anche un po' l'Irap per quanto riguarda i settori calzaturieri.
Sul versante delle entrate la diminuzione della pressione fiscale obbliga ad una serie di scelte in grado di mantenere la copertura dei vari programmi d'intervento. L'indicazione delle risorse per la copertura delle spese regionali può essere sinteticamente riassunta in questi termini: abbiamo entrate da tributi a libera destinazione per un importo di circa 310 milioni di euro, entrate di tributi a destinazione vincolata per un importo di 9.200.000 euro ed entrate extratributarie e proventi vari per circa 39 milioni di euro, di cui 31 milioni a destinazione vincolata ed entrate da tributi finalizzati alla sanità per 2.008.000.000 di euro, entrate per tributi della manovra fiscale per circa 145 milioni di euro, quindi una quota calante di entrate rispetto alle decisioni di cui ho parlato poc'anzi. Poi, entrate derivanti da alienazioni i beni patrimoniali per circa 17 milioni di euro, per un totale di circa 2.500.000.000 di euro.
Le entrate per il funzionamento della spesa sanitaria sono state ritoccate al ribasso rispetto alle indicazioni che sono venute dalla trattativa romana con il ministro Tremonti e siamo all'incirca sui 2.006.000.000 di euro. Questa cifra dei trasferimenti è stata abbassata perché contabilmente è così, poi la trattativa comporterà un aumento di questa stessa cifra, che corrisponde attualmente all'81% delle entrate proprie e questo la dice lunga sul totale delle entrate complessive.
Escludendo le stesse in quanto vincolate e togliendo anche 9.218.000 euro e 31.106.000 euro da destinare obbligatoriamente a finalità specifiche, l'ammontare di risorse regionali effettivamente disponibili nel 2004 è pari a 477 milioni di euro, distinti in 309 derivanti da tributi e 7 da entrate extratributarie a libera destinazione, 144 dalla manovra fiscale e 17 da alienazione dei beni patrimoniali.
Aggiungendo ad essi le risorse di un mutuo autorizzato per un importo leggermente a quello autorizzato nel 2003 ? siamo all'incirca allo stesso livello dell'anno scorso ? il totale degli stanziamenti senza vincoli di destinazione su cui la Regione potrà contare, è pari a 600 milioni di euro circa. Sostanzialmente il bilancio prevede il mantenimento degli stanziamenti sullo stesso valore di quelli del bilancio di previsione del 2003 e questa è stata la scelta delle impostazioni di bilancio quella di confermare e di partire dalle quote che erano state definite per il bilancio del 2003, spostando caso mai sul versante delle scelte l?esigenza comunque imprescindibile di contenimento della spesa. E' chiaro che l'unica manovra possibile è questa.
Si può dire che rispetto al bilancio 2003 si prevede un aumento in termini quantitativi, di circa 10 milioni di euro di spesa di parte corrente e 8 milioni di spese di investimento. Nel bilancio di previsione 2004 è compreso anche l'obiettivo programmato di contenimento della spesa sanitaria che fissa il deficit a 723 milioni di euro, mentre si conferma il rispetto del tetto programmato del 2003 a 91 milioni di euro. Queste disponibilità sono date, rispetto al 2003, dal raggiungimento dell?obiettivo, che ci si era posti, del contenimento della spesa sanitaria. E' chiaro che l'obiettivo ulteriore del 2004 dovrà derivare dalla riorganizzazione delle strutture sanitarie e dal perseguimento degli obiettivi che il piano sanitario ha stabilito. Tanto è vero che è stato già presentato dalla Giunta un emendamento circa la modifica della legge 13 sul fatto della non nomina dei direttori sanitari e amministrativi. Siccome l'art. 28 era sibillino rispetto a questo passaggio, un emendamento chiarirà questo aspetto, in modo tale da essere coerenti nello spirito della riorganizzazione che dovrà determinare un ulteriore contenimento del deficit.
Sul versante della spesa possiamo dire che sono state adottate alcune linee che dovranno consentire un più puntuale controllo delle dinamiche finalizzato al raggiungimento di una sempre maggiore corrispondenza tra politica della spesa e previsioni assunte.
Dette linee possono essere indicate sinteticamente in: controllo della spesa sanitaria, che per dimensioni incide in maniera determinante nella definizione delle compatibilità complessive, attraverso l'istituzione di una struttura specifica addetta al "controllo della spesa sanitaria", un controllo che dovrà salvaguardare e garantire tutta la regolarità di una massa monetaria incredibile che si riversa in questo settore e che ha bisogno del massimo controllo; privilegio degli investimenti e delle iniziative di spesa in grado di attivare co-finanziamenti statali e comunitari. Da questo punto di vista, come sapete nella regione Marche si è di molto accelerata la spesa in questo settore, tant'è che siamo a registrare anche un aspetto positivo, quello di avere incamerato delle premialità proprio per questa capacità di spesa nuova che riusciamo ad ottenere sul fronte del co-finanziamento comunitario. Poi saranno ripercorse e sviluppate le esperienze di gestione attiva del debito. Si può ricordare la collocazione del "Bramante bond" per un importo di 400 milioni di euro, che ha consentito l'estinzione di due mutui in essere relativi alla sanità degli anni '90 e il ripiano del disavanzo della sanità dell'anno 1999. Praticamente una esperienza che ha dato i suoi frutti sia in termini di liquidità, sia in termini di convenienze per quanto riguarda i livelli dei tassi passivi. Ancora, le azioni di monitoraggio con l'obiettivo dichiarato del controllo puntuale della spesa per la gestione amministrativa della struttura regionale. Da questo punto di vista occorre fare uno sforzo in più per quanto riguarda l'organizzazione, complessivamente intesa, della macchina regionale, sia in termini di macchina direttamente alle dipendenze dell'Esecutivo, sia relativamente a una revisione delle strutture che girano intorno alla macchina regionale ? enti, aziende, agenzie ? consentendo così un miglioramento dei livelli di efficienza. Ancora il blocco ai livelli 2003 delle spese considerate obbligatorie, inoltre la necessità di evitare decisioni comportanti impegni di spesa successivi all'anno di competenza e di entità non definita.
Queste sono le linee che hanno uniformato la politica di bilancio, la stesura della finanziaria e del bilancio regionale, che ci consentiranno di raggiungere gli obiettivi dati.
Considerato quindi, come già detto relativamente alle entrate ed in maniera più specifica alle entrate senza vincoli di destinazione, si può contare su risorse libere pari a circa 600.000.000 di euro. Le stesse sono state impiegate per 340.000.000 di euro per spese correnti e per 106 milioni di euro per spese di investimento e, per il pagamento dei ratei dei mutui contratti circa 154 milioni di euro.
Naturalmente alle entrate senza vincolo di destinazione vanno aggiunte quelle derivanti dai trasferimenti statali e comunitari e quelle tributarie vincolate alla spesa sanitaria, per un totale (comprese le contabilità speciali), di circa 6.610 milioni di euro distribuiti come segue: entrate derivanti da tributi proprio della regione circa 2.470 milioni di euro; entrate derivanti da trasferimenti Ue, Stato ed altri circa 81 milioni di euro; entrate extratributarie circa 50 milioni di euro; entrate derivanti da alienazioni, riscossioni, crediti ed altro circa 170 milioni di euro; entrate derivanti da mutui, prestiti ed altre operazioni circa 462 milioni di euro; contabilità speciali circa 3.381 milioni di euro.
Una riflessione sulle risorse libere, che sono il cuore della possibilità e dell'agibilità del governo regionale. Purtroppo queste fanno riferimento comunque alla derivazione del famoso fondo unico che non consente, ovviamente, visto e considerato che non è stato assolutamente rivalutato in questi anni e che risente dei tagli di cui abbiamo detto prima, margini di grande agibilità, tenendo conto delle spese fisse come quelle del personale e pertanto siamo alle prese con una situazione di bilancio molto delicata.
Sottolineo alcune altre poche considerazioni sui punti qualificanti di questo bilancio, alcuni interventi contenuti nella legge finanziaria, come quelli che riguardano i co-finanziamenti regionali nei programmi statali nei settori dell'imprenditoria femminile, agricolo e alimentare, riqualificazione assistenza sanitaria nei grandi centri urbani, monitoraggio della qualità dell'aria e dell'ambiente, le aree urbane, la tutela degli ambienti naturali, le opere a difesa della costa, oppure come le integrazioni e nuove autorizzazioni di spesa più rilevanti, come gli interventi relativi alle Arstel, cioè le agende territoriali. Da questo punto di vista credo che questo provvedimento potrà anche far parte di quel patto di fine legislatura che il Presidente ha lanciato nel convegno e con le parti sociali, proprio per giungere ad un rush finale che tenga conto della situazione di attuale crisi del nostro territorio. Probabilmente le agende territoriali potrebbero essere sicuramente un momento importante di rilancio, sia della programmazione concertata che è stata posta a capo delle Regioni, sia di un intervento integrato che consenta tutte le azioni regionali collegate insieme, per poter agire laddove c'è più possibilità e più necessità di intervento.
Così come fanno parte di queste autorizzazioni di spesa interventi relativi al ricambio generazionale delle piccole e medie imprese, interventi per la cooperazione internazionale, interventi per la tutela ambientale, spese per l'attuazione del piano regionale di gestione dei rifiuti, spese contrattuali di settore dei trasporti, altre introdotte nella Commissione, se volete anche di poca entità, come contributi specifici per il finanziamento dell'Orchestra filarmonica marchigiana, per la redazione dei piani di settore in materia di tutela dell'ambiente, spese per la definizione della rete ecologica ambientale, contributi per l'utilizzo di materiali fonoassorbenti e fonoisolanti nell?edilizia, sottoscrizione quote di partecipazione alla società Aerdorica. Questi ultimi provvedimenti sono stati ricollocati nell'ambito del bilancio, proprio per aderire a quell'impostazione, anche ambientale, che abbiamo sempre tenuto presente nelle nostre precedenti finanziarie.
Altre nuove spese e finalizzazioni di stanziamenti sono state stabilite dalla Commissione, ma sono di scarso rilievo.
La II Commissione, di fronte alle difficoltà e ai margini di manovra non è riuscita ad incidere pesantemente. I margini di manovra che il Consiglio viene ad avere rispetto alla situazione di bilancio sono ambiti abbastanza ristretti e questo perché, avendo la coperta corta, o ci si coprono i piedi o ci si copre la testa. Ecco perché i lavori della Commissione hanno riguardato, tra investimenti e spesa corrente, solamente l'esigua somma di circa 1 milione di euro che hanno interessato contributi in conto capitale per iniziative sulle Muse, sui teatri e culturali in genere.
In complesso la Commissione ha approvato nuove spese di parte corrente per 505.000 euro e investimenti per 440.000, per cui, sostanzialmente, una cifra irrisoria.
Sugli aspetti istituzionali abbiamo un bilancio impegnato per 115 milioni di euro, di cui 53 per spese di parte corrente; sulla programmazione e bilancio 375 milioni di euro, di cui 2177 di parte corrente; sullo sviluppo economico 168 milioni di euro; per territorio e ambiente 224 milioni di euro; per i servizi alla persona (l'ampio contenitore della spesa sociale, compresa la spesa sanitaria) circa 2.606 milioni di euro; per contabilità speciali 3.381 milioni di euro.
Questo è lo stato dell'arte. Un bilancio che risente delle situazioni più complessive del paese, risente soprattutto di una condizione inevasa della ridefinizione degli ambiti della spesa pubblica locale. L'Alta Commissione speriamo possa darci entro quest'anno una ridefinizione complessiva del rapporto tra spesa centrale e spesa periferica. Così non si può andare più avanti, ma dovremmo anche chiarire i rapporti in maniera adeguata, tra finanza regionale e finanza comunale. Questo perché nel territorio è impossibile non coordinarsi nell'articolazione della spesa locale, perché assolutamente si dovrà prevedere un nuovo rapporto che renda più incisiva e più efficace la spesa pubblica complessiva.
Capisco che il bilancio, al di là della sua composizione formale, è sempre molto complicato a decifrare. Già si è fatto un passo avanti con la nuova legge di contabilità, c'è sicuramente più chiarezza: dovremmo cercare di ridefinire anche come questo bilancio può essere compilato dal Consiglio sulla base della proposta di Giunta, perché il Consiglio ha diritto di conoscere quali sono gli orientamenti della Giunta nella stesura di bilancio, così come è importante che al di là delle finalizzazioni specifiche che nelle singole upb possono essere definite, il Consiglio si soffermi sulle condizioni strategiche che informano il bilancio stesso e sotto questo punto di vista dobbiamo dire che molto complicato oggi è potersi soffermare su questo aspetto, cioè sulle strategie, rispetto al fatto che non esiste un collegamento effettivo fra la finanza centrale e la finanza regionale. Pertanto in corso d'anno il bilancio subirà delle trasformazioni dovute a queste motivazioni, che potranno ricalibrare le stesse politiche regionali, che sono sostanzialmente i cardini stessi dell'attività dell'ente Regione.
Detto questo mi sembra che il bilancio corrisponda a requisiti di equilibrio rispetto alle risorse date e pertanto sottopongo all'approvazione di questo Consiglio il documento di legge finanziaria e il bilancio per il 2004.

PRESIDENTE. Ha la parola il relatore di minoranza della proposta di legge n. 227, consigliere Castelli.

Guido CASTELLI. E' una sessione di bilancio che si è aperta con una inconsueta puntualità, più consueta invece è la disattenzione con la quale stiamo esaminando proposte estremamente importanti e che ancora una volta non fanno che confermare per intero i vizi privati e le pubbliche virtù (si fa per dire). Quando fu presentata questa proposta di bilancio la Giunta regionale mandò un comunicato stampa che ci fece sobbalzare sulla sedia, perché dicemmo "caspita, questa volta ce l'hanno fatta!". La tempistica con la quale la Giunta regionale era riuscita ad approvare il bilancio, era un fatto inedito, importante. Il trionfalismo in questo comunicato stampa, in cui l'estensore si era fatto un po' prendere la mano, aggiungeva anche ulteriori elementi avveniristici, tipo il parere positivo del Comitato economico e sociale e tutta una serie di politiche espansive che in realtà, quando siamo andati a consultare, con la consueta difficoltà, gli atti di bilancio, a nostro modo di vedere non erano così giustificati. Sulla tempistica una cosa la dobbiamo dire. Certo è stato fatto qualcosa in più, probabilmente, non siamo comunque nei termini previsti dalla 31, perché nel 2001 abbiamo stabilito che il termine di presentazione del bilancio è il 15 ottobre e quello di approvazione il 31 dicembre, quindi apprezziamo che vi sia stata una riduzione delle lungaggini, però non facciamo trionfalismo. E' come l'atteggiamento di chi è abituato a prendere multe per eccesso di velocità perché va sempre a 200 e le prende perché va a 170: sempre multe rimangono.
In secondo luogo è forte il sospetto che questa inopinata rapidità sia stata consumata, se possibile, a discapito ulteriore della leggibilità, della chiarezza e soprattutto della libertà d'accesso a un documento in cui si evidenziano poste che spesso e volentieri è ben difficile analizzare, rintracciare, giustificare, non perché vi siano delle situazioni di poca compatibilità, di difficoltà, però un umile consigliere regionale dovrebbe avere la bacchetta del rabdomante per capire come si compongono, ad esempio, i dati di quella famosa pagina 282 della proposta di bilancio che fa riferimento alla capacità di indebitamento. Quindi noi ci troviamo nella condizione di prendere atto e di ricorrere, ancora una volta, al "ci credo, ma vorrei che mi si spiegasse". Farò poi, nel dettaglio, alcune precisazioni puntuali.
Soprattutto questa legge finanziaria in sé raccoglie tutti i vizi e tutti i malesseri non solo della nostra situazione finanziaria, ma anche tutte le caratteristiche negative del comportamento di chi ci governa dal 1995 ad oggi. Il primo punto, la vera e propria opacità di tutto l'insieme di questa documentazione contabile che attraverso la documentazione in upb, attraverso la scarsa tendenza al dettaglio esplicativo delle diverse partite trova noi nella condizione di decifrare veramente con molta difficoltà questo pur importante atto. Pensate solo a un fatto: la relazione alla finanziaria è una cosa quasi offensiva, non c'è relazione alla finanziaria, c'è solo l'indice dei vari articoli. Caro Luchetti, se prendi la finanziaria vedi che c'è la relazione, pur richiesta dall'art; 31 non esiste. Vi sono articoli significativi di cui non vi è traccia nella relazione al bilancio ? e non poteva essere diversa la situazione ? ma di cui non è data neanche un?analitica descrizione nella relazione.
E' importante, perché quando si va a rimettere le mani sul rinnovo delle autorizzazioni che riguardano la 46, questo monumento all'inefficacia e all'inefficienza gestionale, la relazione che deve... (Interruzione). Inefficienza nel complesso: che poi noi, da dieci anni diciamo che la dobbiamo riformare e non la riformiamo è un fatto politico importante, tra l'altro condiviso dalla Giunta che nella relazione lo dice.
Dicevo che la legge 31 parla anche di una relazione alla legge finanziaria, relazione che non c'è e questo non depone a favore della decifrabilità della finanziaria stessa.
Più in generale si conferma ancora una volta, dopo due anni dall'applicazione della 31, una tendenza a distorcere il significato proprio della finanziaria, rispetto alla quale l'art. 5 della 31 evidenzia ed elenca con precisione tassativa e prescrittiva i contenuti tipici, che vengono regolarmente travolti attraverso l?introduzione di norme che poco punto hanno a che fare con la finanziaria, ma soprattutto con l'introduzione di norme di carattere organizzativo e ordinamentale che, come è noto, non potrebbero trovare albergo nella finanziaria stessa. C'è un caso addirittura, in cui c'è una sorta di autodenuncia, perché è la Giunta stessa a dire che deve organizzare certe cose. Più organizzativo di un articolo in cui la Regione è demandata a organizzare credo che non vi sia niente. Poi è una finanziaria in cui l'istinto "tassaiolo" ha cercato di tirar fuori la testa, anche se un po' di vergogna, una resipiscenza in articulo mortis ha evitato che la Commissione facesse salvo l'articolo che sui canoni per la derivazione dell'acqua vi fosse un aumento del 2.000%, perché di questo si parlava. E? stato tolto perché la Commissione ha detto ?è un po? troppo?. Fra la fine di dicembre e il consumarsi di gennaio vi deve essere stato qualche fenomeno biliare che ha portato la Giunta a dire ?probabilmente un aumento dei canoni del 2000% è troppo?.
Quel che colpisce, sempre parlando della finanziaria è questo istinto elettoralistico che ancora una volta si afferma, si evidenzia, attraverso il famoso articolo del piano triennale delle opere pubbliche in cui la nostra programmazione si inorgoglisce e si eccita alla luce di 27,5 milioni di euro di opere pubbliche rispetto alle quali è forte il dubbio che si tratti di una sorta di volantino elettorale privo di una copertura finanziaria adeguata, perché almeno, se non sbaglio, la copertura finanziaria non l?abbiamo trovata nel pluriennale.
Cosa voglio dire? Che questo Consiglio regionale, nonostante l?allarme finanziario, di contabilità pubblica, si trova sempre più nella condizione di non poter leggere, di non poter capire, di non poter decifrare i grandi movimenti che riguardano l?indebitamento, il mutuo, l?essenza e la sostanza stessa dello stato di salute della nostra Regione. Peraltro abbiamo la triste convinzione che la Giunta regionale voglia sempre e comunque evidenziare alcuni aspetti che dovrebbero denotare miglioramenti, progressioni, situazioni sempre più favorevoli per il contribuente della nostra società, che poi, in qualche misura, si scontrano con la volontà dei fatti.
Parlavo del comunicato della Giunta in cui, addirittura, la stessa Giunta regionale arriva a dichiarare il falso nel momento in cui, riportando il parere del Comitato economico e sociale parla di un parere favorevole. Non è vero. Il Comitato economico e sociale non ha dato parere favorevole e io l?ho chiesto a Berionni in audizione, perché gli ho detto ?Avete usato un?espressione che avrebbe fatto impallidire i seguaci di Santa Dorotea, del famoso collegio dove, mi si dice, si insegnava la tecnica dell?adeguamento politico. Il Ces infatti non dice mai ?approviamo? o ?diamo parere favorevole?, dice semplicemente ?apprezziamo le linee di tendenza evolutive... dell?espansione, del miglioramento della situazione fiscale, tuttavia sospendiamo il giudizio in attesa di conoscere i dati. Quindi quella invocazione di chiarezza e leggibilità, addirittura, sale anche dallo stesso Ces nonostante che la Giunta, quando c?erano le marette delle nomine sanitarie, cercasse di trovare, almeno giornalisticamente, una boccata d?aria, sostenendo che il Ces aveva dato parere favorevole. Mezzucci, probabilmente, tentativi di edulcorare una situazione che è ben diversa da quella che cogliamo nella relazione, in cui ancora una volta si sceglie di imboccare la facile strada ? e Luchetti non poteva fare diversamente ? della lagnanza, della litania, della lamentazione continua nei confronti di un Governo che probabilmente non brilla per trasferimenti alle Regioni, certo non solo per colpa sua propria ma per la genericità e l?improvvisazione della famosa riforma federalista, ma certo a fronte di questa continua lamentazione c?è una valutazione da fare. Ma perché, a parità di cattiveria del Governo, le Marche stanno peggio delle altre Regioni? Ammesso e non concesso che Berlusconi sia una sorta di vampiro che drena sangue e globuli rossi a tutte le Regioni, per quale motivo l?indebitamento di questa nostra Regione ha le caratteristiche che ha? Per quale motivo la nostra sanità assorbe l?85% delle risorse regionali e ora, forse, qualcosa di meno, diversamente da quello che fanno altre Regioni? Cerchiamo di evitare il facile vittimismo, ragioniamo su quello che si può migliorare in termini di rapporto fra Governo e Regione, ma non possiamo continuare a tacere su quelle che sono situazioni evidenti, oggettive, non confutabili, che parlano di una gravissima sofferenza e soprattutto di un trend che non fa della Regione Marche, soprattutto dell?ultimo decennio, una Regione gioiello per quanto riguarda la gestione e la filosofia della propria spesa. Basti un dato: quando il Presidente D'Ambrosio si insediò, nel 1995, come Presidente della Giunta regionale, il debito complessivo della nostra Regione accumulato da quando la Regione era stata istituita ad oggi, era pari a 500 miliardi circa di vecchie lire. Dopo nove anni di ?cura D?Ambrosio? il debito, lira più, lira meno, a me risulta essere di 2.800-2.900 miliardi di vecchie lire. Da quando il regionalismo consentì la costituzione della Regione Marche al 1995, 500 miliardi; dal 1995 al 2004, quasi 3.000 miliardi. C?è qualcosa che non funziona. C?è qualcosa che evidentemente vulnera il rapporto tra quello che dovrebbe essere il principio di rigore finanziario, di sana e oculata gestione della spesa pubblica e quella che è stata una presenza politica che evidentemente ha ispirato la propria azione a un atteggiamento poco attento, quanto meno, rispetto alle tendenze evolutive della spesa pubblica e di quant?altro. Nel 1995 non c?era Berlusconi, non c?era Fini e o i problemi nascono dal 2001 al 2003, oppure questa litania del ?piove, Governo ladro? non deve essere più considerata una cosa seria.
Io invoco, io invito, io sollecito il Presidente D'Ambrosio e tutta la sua maggioranza a smetterla, non dico di denunciare distorsioni che si ritenga fondato e legittimo denunciare ma è impensabile che una relazione al bilanci possa essere incentrata del tutto su questa presunta ?cattiveria? del Governo nazionale, quando dal 1995 al 2001 questa è una Regione che ha fatto parte, a buon titolo, del ?partito della spesa pubblica e della finanza allegra? portando la sanità alla situazione comatosa in cui questa Giunta regionale ha dovuto lavorare con più alacrità negli ultimi anni.
Proprio in questi giorni le cronache, ma anche le sedute istituzionali del nostro Consiglio sono state piene di riflessioni sullo sviluppo economico, su ciò che dobbiamo fare, su ciò che dobbiamo sollecitare, tutti siamo in qualche modo impegnati, da Gabicce ad Arquata del Tronto, a riflettere su questi argomenti. Dopo avere letto qualche giornale, più che sentito le varie analisi sociologiche del prof. Diamanti e di tutto il parterre de roi sociologico che ha inondato la platea del teatro delle Muse mercoledì scorso, ho scoperto che tutti dicono cosa devono fare gli altri, tutti tendono poi a chiedere, a sollecitare condivisione, concertazione, valutazioni complessive, tutti parlano del come, nessuno parla del cosa fare.
Tutti dicono che dobbiamo concertare e condividere, tutti dicono qual è il procedimento da seguire, tutti dicono quello che devono fare gli altri, nessuno ha detto cosa deve fare la Regione. E? argomento di valutazione nell?ambito della sessione di bilancio, se è vero come è vero che nelle audizioni, se c?è una richiesta uniforma e continua è quella di una politica di sviluppo. Tutti dicono ?cos?è la politica di sviluppo? Quale parte deve svolgere la Regione Marche dovendo concorrere con gli altri soggetti istituzionali alla realizzazione di una politica di sviluppo??. Io ho qualche idea concreta che viene anche ripresa nella relazione al bilancio, ma ho l?obbligo di dover ricordare a me stesso e alla coalizione di centro-sinistra che governa dal 1995 questa Regione...

Vito D'AMBROSIO, Presidente della Giunta. Non dica ?ricordare a me stesso?: è brutto. Ricordi a chi non ricorda.

Guido CASTELLI. Caro Presidente D'Ambrosio: è ora o non è ora che questa Regione adotti il piano energetico regionale? Siamo stufi di vedere ancora una volta inserire nelle relazioni previsionali... Da quando sono consigliere regionale non vedo altro che questo refrain ripercuotersi continuamente, in questa versione di autoreferenzialità, che ancora oggi non porta a fare una cosa che tutti chiedono: politica di sviluppo, piano energetico regionale. Quindi, con buona parte degli atteggiamenti sociologici e psicologici e delle analisi sull?aria fritta che abbiamo sentito spesso con eccesso di particolari, è o non è un?esigenza che fa parte della politica di sviluppo, il piano energetico regionale? Questo le imprese chiedono. Poi, è o non è politica di sviluppo riformare la legge 34 del 1992? E? ora o non è ora che i consiglieri regionali, invece di limitarsi a dover leggere questi propositi, queste buone intenzioni, abbiano la possibilità di intendersi e di concorrere a definire lo strumento normativo le cui generali sono state poste nel 2001 e che ancora, invece, non vede la luce? E? o non è politica di sviluppo cercare di mettere ordine in quel dedalo, in quella Babilonia di partecipazioni, di enti che voi stessi avete considerato e definito, ormai, una vera e propria sclerotizzazione?
Vi leggo cosa dice la vostra relazione che anche Silenzi, che mi guarda, ha contribuito a scrivere: ?E? necessario, relativamente agli enti, alle agenzie partecipate, che si possa, in primis, superare il processo di entificazione che in diversi casi ha determinato la creazione, in capo ad enti regionali, di strutture para-politiche, poiché la parlamentarizzazione degli organi di amministrazione si è rivelata troppo spesso una scelta poco felice sul piano dell?efficienza e dell?economicità?. A parte la cacofonia e l?italiano un po? zoppicante, soprattutto l?eccesso di neologismi, sono cinque anni che parlate della riforma delle partecipate. La volete fare o no, invece di polemizzare con Baldassarri e di continuare a invocare il ?piove Governo ladro?, come giustificazione che dovrebbe coprire le vostre nudità pericolose per l?impresa e per l?insieme della società marchigiana? Questo è necessario poter dire, al di là dell?indagine psicologica e sociologica che pure richiede qualche momento di riflessione.
Sulla politica industriale, sulla politica di sviluppo questa Giunta è carente, questa Giunta non dà le risposte che tutti vogliono, questa Giunta deprime i territori della nostra regione che perdono nella competizione con gli altri territori. Ma perché succede? Non credo che Spacca sia così pazzo da non capire che è necessario un piano energetico regionale. Non credo che Spacca sia così poco aduso a conoscere i bisogni dell?impresa marchigiana da non capire che la legge 34 è vecchia, datata, e che abbiamo uno strumento regolatore dell?urbanistica regionale che è del tutto impermeabile a quegli istituti di urbanistica negoziata che proprio dal 1992 in poi hanno fatto irruzione nel nostro ordinamento.
Faccio allora una riflessione a voce alta: ma per quale motivo, proprio ora che il territorio richiede una politica industriale questa Giunta latita, tentenna e tergiversa fino, in materia energetica, ad avere l?ardire di riproporre un emendamento che era già stato cassato dalla Commissione bilancio in sede di assestamento, che hanno provato a riproporre e che abbiamo nuovamente cassato, in cui addirittura si richiede la sospensione ad libitum delle autorizzazioni per la installazione non solo dei famosi impianti eolici, ma di ogni sorta e di ogni genere di impianto di produzione energetico ed elettrico, anche quelli a gas metano che in tutta la regione vengono richiesti. Se questo è, perché succede? Io una risposta me la sono data, una risposta non contabile e finanziaria ma una risposta politica: perché questa maggioranza sconta la sua contraddizione politica, perché ? e lo dico con cognizione di causa ? sono convinto che in materia di politica industriale e di piano energetico le posizioni che dividono Ricci da Spacca siano molto più distanti dalle posizioni che dividono Spacca da Baldassarri, tanto per dirne una. Sono convinto che questa è una Giunta che non darà risposta alle imprese e alla richiesta di sviluppo economico, perché pesa su questa Giunta l?ipoteca di un massimalismo di sinistra che ancora guarda ? abbiamo sentito le parole di Amagliani ? allo sviluppo d?impresa come a un?anticamera dell?inferno capitalista, che in questo senso, sicuramente, divide meno Spacca da Baldassarri che non Spacca da Ricci. Lo dico, lo confermo e ne sono convinto come credo ne siano convinti sia Spacca che Baldassarri. Altro che Governo! Questo è il cappio legato al collo di questa Giunta, altrimenti il piano energetico lo fareste. Siete divisi in tutto. La riforma della 34, altrimenti, la fareste, ma siete divisi. Perché la rimodulazione delle tasse, la fareste, ma non la potete fare perché questa è una Giunta in libertà provvisoria e vigilata, da Rifondazione comunista, che legittimamente fa il suo dovere, ci mancherebbe. Lo so che vi dispiace, ma questa è la realtà dei fatti. Ecco perché la politica della spesa pubblica ha portato i dati che ricordavo prima: da 500 miliardi di debito del 1995 a quasi 3.000 del 2004.
Vogliamo parlare di dati? E? molto chiaro. Alla data del 31.12.2003 il totale dell?indebitamento era 1.023.000.000 di euro. Ci aggiungiamo i rinnovi di cui all?art. 23 della legge di bilancio per 307 milioni di euro, poi 119-120 milioni a beneficio del bilancio 2004, come da art. 22 della legge di bilancio (il mutuo che deve ripianare il bilancio). Siamo a una cifra pari a 1.450.000.000 di euro. Sono i dati che ci avete dato voi.

Presidenza del Vicepresidente
SANDRO DONATI

Quando andiamo a leggere pag. 282, vediamo che c?è tutta la dimostrazione di quella strana frase che abbiamo letto anche nella relazione, in cui si dice ?questo allarmismo sul debito è del tutto ingiustificato perché le cose vanno bene, la nostra capacità di indebitamento è alta?. Io dico questo, da consigliere piuttosto ignorante in matematica, che comunque in qualche modo chiede, perché se sbaglia fa ammenda: se è vero che il totale dell?indebitamento è 1.450.000.000 circa, mentre il capitale totalmente mutuabile è 1.466.000.000, capisco che la legge 31 fa delle alchimie strane per cui tutto sommato potremmo indebitarci ancora per molto, tutto vero, ma fra 1.450 milioni di debito che c?è ad arrivare a 1.466 milioni ci manca poco. E allora, con buona pace di chi ha costruito professionalmente, giustamente, correttamente, questo tipo di valutazione, esiste o non esiste il concreto rischio di quelle spese espansive che abbiamo trovato e che rintracciamo nel pluriennale? Il tutto è complicato dal fatto che è difficilissimo capire qualcosa. La base su cui sono valutate le capacità complessive di indebitamento è composta da cifre indimostrate. Io sono convinto che sono cifre vere, munite e suffragate da valutazioni approfondite, non dico che siano cifre false, ma quando leggo ?entrate iscritte nel bilancio 2004 da considerarsi ai fini della capacità complessiva di indebitamento: entrate proprie derivanti da contributi della Regione 462 milioni?, non posso non chiedermi: per fare il consigliere regionale in maniera apprezzabile e non indegna, abbiamo o no il diritto di capire come si arriva a questa cifra? Oppure vi è la volontà di dare una fotografia rispetto alla quale è necessario guardare, leggere, conteggiare, magari con superficialità, quello che sta dietro quella fotografia, senza avere la possibilità di interloquire, di decriptare ciò che dietro quella cifra si nasconde? E? una cifra importante, anche perché è una cifra delle entrate tributarie. Sono cifre in cui, a mio modo di vedere, si riesce a leggere e a capire anche quello che nel domani la Giunta regionale vuol fare. Pensate, quella stessa voce nel bilancio previsionale del 2003 era pari a 360 milioni e nel previsionale del 2004 è pari a 462 milioni. C?è un aumento consistente di 102 milioni di euro. Come si spiega? Qual è il motivo? E? lecito o non è lecito, caro Luchetti, avere la possibilità di capire e di comprendere, anche per non fare svarioni, perché tali definite le nostre frasi dirette a rimarcare come questa sia la Regione più tassata d?Italia? Una trasparenza che rasenta lo zero, una chiarezza che rasenta lo zero, una capacità di comprensione che anche per Einstein arriverebbe, probabilmente, vicino allo zero.
Voglio concludere, perché fra i tanti vizi, i tanti mali e le tante frustrazioni che mi hanno afflitto in questi giorni in cui ho cercato di spremere le meningi per capirci qualcosa, penso che il massimo del massimo questa Giunta l?abbia raggiunto con il pluriennale. Il bilancio pluriennale credo che sia la testimonianza più chiara dello spirito elettoralistico con cui l?insieme della maggioranza sta interpretando queste giornate di bilancio.
Sulle spese che sono inserite nel pluriennale ci sono una serie di ?chicche? che meritano una brevissima considerazione. Innanzitutto non è previsto l?aumento a 50 dei consiglieri regionali, perché nel 2005 e nel 2006 la spesa è costante. C?è un?espansione della spesa nel 2005 che mi fa ripensare a quei paesini in cui tutti i cittadini aspettano che si celebrino le elezioni, perché sanno che gli asfalti si fanno esclusivamente nelle more della convocazione elettorale. Sviluppo e innovazione, +68 miliardi; politiche della formazione e del lavoro, +25 miliardi; turismo regionale, +6 miliardi. Il problema è dove li prendono, perché io ho detto ?caspita, qui si prevede, solo per lo sviluppo economico, più di 100 miliardi di vecchie lire, finalmente sono contento di essere marchigiano?. Ma non era vero quello che ho letto nella relazione, che in realtà le cose non stanno così bene e che qualche problema in fondo c?è dal punto di vista finanziario? Come hanno fatto gli ?illusionisti? di via Gentile da Fabriano?
A tutti i consiglieri regionali consiglio la chiave di lettura per capire come è stato possibile che nel 2005 e nel 2006 le sorti, magnifiche e progressive ? così dicevate una volta ? della Regione, si sono risolte. Tutto sta nella upb della sanità. Ebbene pensate che nella upb pluriennale è preventivato un risparmio della spesa corrente della sanità di 360 miliardi di lire. Evviva! Ce l?abbiamo fatta! 360 miliardi di risparmio! Proporrei di intitolare questa sala a quella upb, perché finalmente abbiamo saputo che da quella sorta di tasca di Eta-Beta, usciranno tutti i soldi necessari per trarre dalle secche l?area dello sviluppo. Ringraziamo questa upb, però ci riserviamo, nei prossimi interventi, di analizzare, probabilmente con più attenzione il perché di questi 360 miliardi di lire in più.
Questa è la situazione, questa è la nostra condizione, che Dio ce la mandi buona. Proseguiamo questo dibattito aspettando di sentire e di leggere cose più serie sullo sviluppo della contabilità di questa Regione.

PRESIDENTE. Ha la parola il relatore di minoranza della proposta di legge n. 228, consigliere Trenta.

Umberto TRENTA. Fare una relazione che coinvolge tutti i capitoli di spesa di un bilancio mi impone di ripartire da una considerazione su una intervista rilasciata dal Presidente D'Ambrosio a TV Centro Marche. Il nostro Presidente, che gestisce la Giunta in proprio, nel senso che va dove lui ritiene di andare, avendo un dibattito interno che preferisce limitare se non condizionare, comunque ?democraticamente guidare?, diceva ?il mio futuro politico non saranno le europee, perché ritengo di dare una risposta agli elettori, quindi di guidare questa Giunta fino al 2005, perché ci sono scelte importanti, perché la Regione Marche ormai l?ho impostata dal punto di vista del documento di programmazione socio-economica, quindi del bilancio, in una certa maniera e voglio raccoglierne i frutti?. Sono quattro i punti su cui lei conclude l?intervista: la sanità, il lavoro, i giovani e gli anziani. Sulle infrastrutture ci siamo dentro. Adesso, Presidente, è facile fare un discorso di criticità a questo bilancio, è ovvio, è scontato. C?è il nostro assessore Melappioni che ritengo di spessore e competente, perché guidare la sanità in questo momento è difficile, però il Presidente non può mandare uomini validi come il nostro assessore, che poi è la somma di tutte le nostre criticità, quindi gli diamo addosso, alla sbaraglio, allo sbando.
Ho letto attentamente i resoconti delle audizioni e non trovo qui nessuno degli attori che dovrebbero far parte della concertazione, che dovrebbero quindi concordare una linea amministrativa seria, con provvedimenti di Giunta che si calino in maniera concreta, fattiva e oculata. Mi sorprende in particolare il sig. Giulio Pantanetti, che ha parlato per l?Anci Marche. Parlava anzitutto della sanità e diceva ?è necessario, alla luce dell?avvio della riforma sanitaria, verificare insieme alle autonomie il tipo di impatto che questa riforma sta avendo, per poter procedere insieme a mettere in campo eventuali correttivi o quanto meno per concordare le linee da seguire, tant?è che la stessa relazione al bilancio se ne fa carico, anche perché dovranno essere ben precisati i rapporti che ci sono tra assessorato, azienda unica, agenzia regionale che, per certi versi, potrebbero rappresentare delle duplicazioni sulle quali è importante avere un interlocutore, on dico unico, ma che possa coordinare questo insieme di autorità che sono nel campo sanitario?. La sanità è giustamente un vostro punto di riferimento solido e concreto perché ci avete messo il dubbio con il riferimento ad aprile. In questo momento ritengo che ci sia una anomalia amministrativa ? ecco perché parlo di finanza creativa ? nel senso che tra non molto vorrò sapere da voi la figura dei revisori dei conti, che ruolo hanno in questo momento, se vengono ascoltati, chi si assume la responsabilità di spesa. Parliamo dell?80% delle risorse della Regione.
Il secondo punto riguarda i trasporti e io dico che siamo dentro le infrastrutture. Ecco il dualismo tra il ?governatore? D?Ambrosio e il nostro viceministro Baldassarri. D?Ambrosio non si può limitare ad accusare il Governo su una mancata ricaduta che poi non esiste, tant?è che al prossimo Cipe di febbraio vedremo trasferire sulla Regione Marche qualcosa come 1.800 miliardi di vecchie lire, quindi anche qui si viene meno ad un dovere di amministratori: quello di essere chiari, leali, far corrispondere delle entrate dirette alla programmazione, una programmazione fatta nel ?quadrilatero? da cui vedo assente il ?governatore? di questa Regione.
La terza tematica riguarda più in generale la programmazione regionale in relazione al sistema delle autonomie. Voi non riuscite mai a coinvolgere i Comuni, i tanti Comuni di questa regione, per cui la risultanza è questa: si tratta di un bilancio astratto, puntiglioso come ha esplicato il consigliere Castelli, ma noi abbiamo difficoltà con il ?grande? ? nel senso di spessore ? presidente Luchetti.
Veniamo alla scuola, signor Presidente. lei la scuola la omette, come omette il piano energetico, quindi la conseguente protesta e preoccupazione delle categorie qual è? Tra un anno o due saremo costretti ad acquistare dalle Regioni limitrofe che si stanno già dotando di piani energetici seri, quindi una spesa in più che graverà la detassazione delle imprese e delle famiglie, che invece subiranno una vessazione nuova, continua e ripetuta per questa mancanza di programmazione.
Le scelte partecipate, la concertazione, la condivisione. Io sono simpatico nel cogliere dall?ex ministro Bersani una boutade: ?l?economia è malata e mancano i medici?. E? per questo che lui è corso al capezzale di questa Giunta di sinistra che vive le contraddizioni interne di un dibattito ancora non compiuto tra il centro-destra e il centro-sinistra. Sulla legge sulla famiglia invito i popolari di questa Giunta e di questo Consiglio a schierarsi con il messaggio del Santo Padre. I valori assoluti non vanno relegati a marginalità: la famiglia soffre perché nel vostro concetto di società marchigiana esiste una famiglia promiscua, oserei dire, che può avere tante componenti nella sociologia e nella società, ma sicuramente non è il riferimento cristiano alla famiglia che noi abbiamo come riferimento intimo e proprio.
Il disagio giovanile, il disagio senile, il disagio delle categorie disagiate. Presidente, non basta dire che il Governo nn trasferisce risorse, perché non c?è in voi l?opportunità di cogliere il dialogo con il Governo centrale, quindi ne fate una demagogica, sterile battaglia.
Assessore Melappioni, io capisco che queste cose possano infastidirla. Il dialogo che noi impostiamo riguarda la concertazione sulla Asur: se ci avesse coinvolto non nella protesta ma nella proposta, sicuramente avremmo avuto una soluzione più equa, più dignitosa, più rispondente a quella che è l?economia generale.

Augusto MELAPPIONI. Non c?entra niente.

Umberto TRENTA. Allora mi auguro che queste mie osservazioni da lei ritenute fuori luogo, le portino tanto di quel consenso, nella regione Marche, per questa riforma sanitaria sull?Asur che abbiamo dovuto sopportare.
C?è un altro passaggio che va evidenziato. In un bilancio criptico, leggibile solo dagli addetti ai lavori, rimane poi aperta la questione dell?esatta situazione contabile dell?ente, del deficit e dei mutui, il cui peso invece di scemare aumenta e rende ancora più rigido questo bilancio.
Come possono andar bene le cose quando si è voluta per forza l?Asur che non porterà benefici né risparmi, se non quelli che si potevano fare già con il sistema precedente?
Le dico di più. Ascoli Piceno, Asl 13: abbiamo un solo direttore generale, stanno per tornare due consulenti uno amministrativo ed uno sanitario. Era questo il concetto della riforma della centralità e razionalità della spesa, per far rientrare, come consulenti, figure che sono state e sono contestabili nell?attuale gestione di quel sistema sanitario?
Come si pensa di rilanciare l?economia e i consumi quando si tartassano quegli stessi che dovrebbero essere i motori dello sviluppo? Con la riduzione Irpef dello 0,4% ? una presa in giro ? e dell?Irap per il solo settore calzaturiero, una manovra fatta senza alcuna selettività che avrà un impatto del tutto trascurabile, fumoso e costo (12 miliardi delle vecchie lire è il progetto delle agenzie territoriali per lo sviluppo), perché già tanti sono gli studi e poche le risorse per gli investimenti. Del tutto trascurato è poi il commercio, che invece rappresenta un comparto non trascurabile in termini di ricchezza ed occupazione. Come pure si seguita a distogliere in maniera impropria fondi destinati agli investimenti per le strutture ricettizie.
L?assessore Rocchi, che lamentava un attacco a suo dire improprio, è testimone del fatto che l?altra sera, a un convegno da lui indetto sui problemi della montagna usciva fuori questa drammatica realtà, quindi veniva pubblicamente messo in condizioni di dover giustificare la ristrettezza di risorse destinate al comparto.
Altro settore è quello turistico, attraversato da profonde trasformazioni e nuove esigenze cui dare risposte immediate.
In conclusione è un bilancio che nulla cambia, se non in peggio, rispetto al passato. Rimangono i problemi di sempre, resi ancora più evidenti dalla incapacità di questa Giunta e di questa maggioranza di sinistra nel voler recepire una volta per tutte il discorso che dalla protesta dobbiamo imprimere il concetto della proposta. Quindi un Consiglio più partecipato, un Consiglio che veramente sia arbitro del proprio destino amministrativo, come risposta alla società marchigiana.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Ceroni.

Remigio CERONI. Signor Presidente, signori consiglieri, le proposte di legge 227 e 228 sono gli atti relativi al bilancio di previsione 2004 e al bilancio triennale 2004-2006 che, grazie a Dio, è anche il penultimo bilancio che questa maggioranza porta all?approvazione del Consiglio regionale.
Nel corso di questi anni sono cambiate le norme di riferimento per la predisposizione dei bilanci, sono stati sostituiti i dirigenti, sono stati cambiati tre assessori e nostro malgrado siamo costretti a constatare che il più importante strumento di governo che delinea le strategie finanziarie, le principali linee di intervento perseguite dalla Giunta regionale per il conseguimento degli obiettivi programmati risulta peggiorare di anno in anno.
Questa proposta di bilancio di previsione tocca il fondo. Siamo di fronte al solito bilancio di scarso valore, inattendibile, inadeguato e sostanzialmente falso, che riserverà ai marchigiani, come in passato, a fine anno amare sorprese.
La maggioranza, nel corso di questi anni non è stata mai in grado di presentare un bilancio serio, autorevole, reale e credibile.
L?obiettivo del risanamento dei conti regionali è stato sempre previsto in tutti i documenti passati e anche questa volta ce lo ritroviamo. Per questo motivo sui cittadini delle Marche grava un debito pro-capite tra i più alti d?Italia. Il vostro operato è stato veramente disastroso.
Nella relazione che accompagna il bilancio non avete, su questo, scritto una sola riga. Se è vero che il vostro debito non è tra i più alti d?Italia, mettetelo nella relazione. invece la situazione è molto grave. Il debito che grava sulle spalle dei cittadini delle Marche ha superato, quest?anno, abbondantemente i 1.000 euro pro-capite. Se infatti sommiamo i prestiti autorizzati in anni precedenti e non ancora contratti ai sensi dell?art. 14 della legge di bilancio per gli anni dal 2000 al 2003, pari a 307/034.824 euro, i prestiti autorizzati negli anni precedenti e contratti al netto delle quote rimborsate pari a 513.281.712 euro, i prestiti per il finanziamento delle spese di investimento previsti per l?anno 2004, pari a 119.000.000 di euro, arriviamo alla bella cifra di 939.316.536 milioni di euro.
Se a tutto questo bel debito sommiamo i mutui a carico del bilancio regionale contratti per coprire i debiti prodotti dalla vostra dissennata gestione del servizio sanitario, pari a 580 milioni di euro, arriviamo a oltre 1.500.000.000 di euro su una popolazione di 1.463.000 abitanti.
Potremmo fare un bel convegno per festeggiare, nelle Marche, il superamento di un milione di euro pro-capite di debito dei cittadini delle Marche. Tutto questo pesa enormemente sulla comunità marchigiana. Ne sanno qualcosa i cittadini, le famiglie, le imprese che anche quest?anno in dispregio a quanto previsto dalla legge 405 del 2001, dovranno pagare altri 200 milioni di euro di maggiori tasse.
Al termine di questo anno avranno versato nelle casse regionali, negli ultimi tre anni, 600 milioni di euro in più di quanto avrebbero pagato se al governo di questa regione ci fosse stata una maggioranza diversa: più seria, più capace, più attenta all?utilizzo delle risorse che i cittadini versano nelle casse della Regione. Avrebbero avuto ben altre opportunità e ben altri servizi i marchigiani, se queste risorse non fossero servite per pagare le rate dei mutui. Per l?anno in corso siamo alla modica cifra di 144.546.261 euro, quasi 300 miliardi.
La tassazione aggiuntiva che avete imposto pesa gravemente sul sistema produttivo marchigiano, perché le imprese devono caricare sul costo del prodotto anche le tasse e di conseguenza i prodotti marchigiani perdono di competitività sui mercati internazionali.
Il calo delle esportazioni dei prodotti marchigiani, del -3,4%, superiore al -2,8% nazionale, è un indicatore inconfutabile di questo fatto ed è la dimostrazione evidente dei danni conseguenti alle vostre politiche di bilancio.
Bene ha fatto il Governo nazionale, nella legge finanziaria 2003, a sospendere la possibilità di aumento dell?addizionale Irpef e delle aliquote Irap, altrimenti chissà a quali livelli sarebbe arrivata la tassazione nella nostra regione.
Per voi è molto facile aumentare le tasse, mentre è molto difficile razionalizzare la spesa. Siete in difficoltà se dovete ridurre gli sprechi, perché si devono toccare i privilegi, si devono ridurre le clientele e questo è obiettivamente molto complicato.
Un bilancio serio si costruisce su tre cose fondamentali: la riduzione delle tasse, la della spesa e gli investimenti nelle infrastrutture.
Se andiamo a controllare le entrate derivanti da tributi della Regione, dal gettito dei tributi erariali e di quote di essi devoluti alla Regione per l?anno 2004, essi ammontano a 2.470/726 euro. Nel bilancio di previsione 2003 erano pari a 2.399.340 euro. Ciò significa che c?è un aumento di tali entrate pari a 71.386.596 euro. Ma se in questi giorni avete sbandierato una diminuzione delle tasse, una riduzione della pressione fiscale, come è possibile che si verifichi un aumento delle entrate? Questo è come le nozze di Caana, si moltiplicano i pani e i pesci, cioè si riducono le tasse e aumentano le entrate. Una parte di questo aumento probabilmente deriva dalla quota di tributi devoluti dallo Stato alla Regione per la gestione del servizio sanitario. Ma anche qui avete sostenuto che lo Stato taglia... Non è vero neanche questo.
La relazione che accompagna il bilancio di previsione 2004 è di 119 pagine, nella relazione si parla di tutto e di più, ma la parte relativa alla spesa sanitaria impegna poche righe.
In questa regione è vietato parlare della spesa sanitaria. Abbiamo fatto il Consiglio sulla riforma e non ne abbiamo parlato mai.
Che attendibilità ha il bilancio di previsione che non affronta seriamente, puntualmente, onestamente il problema della spesa sanitaria? Qual è stata la spesa per la gestione del servizio sanitario nel 2000 nel 2001 nel 2002 nel 2003? Quali sono le tendenze? Come si fa a ritenere questo bilancio di previsione attendibile chiaro, comprensibile se non si sa come si spendono le risorse impegnate nella gestione del servizio sanitario regionale?
A pag 36 della relazione che accompagna il bilancio viene detto che le entrate per il funzionamento del servizio sanitario sono pari a 2.008.394.182 euro che corrispondono a circa 1'81% del totale delle entrate proprie. Ci sono poi parte delle entrate della manovra fiscale della legge 35/2001: quanta parte di queste risorse va a finire nella sanità?
C'è poi la spesa relativa alle rate di ammortamento dei mutui contratti per coprire i deficit prodotti nella gestione della sanità per la parte a carico della regione (60 milioni di euro).
Come vengono spesi i 2.516.427.933 euro previsti per i servizi alla persona? Quali risultati si attendono dall?attuazione della legge regionale 13 del 20.6.2003 di riordino del servizio sanitario regionale e dalla deliberazione 97 del 30.6.2003 del nuovo pano sanitario regionale? Qual è lo stato di attuazione di queste due non riforme?
Ma questo, che bilancio è? Io ho fatto il sindaco, ma se mi fossi presentato ai consiglieri di opposizione del mio Comune mi avrebbero sbattuto le seggiole in testa.
Quanto costa realmente la sanità nelle Marche? Non certo quello che dite ai giornalisti de Il Sole 24 Ore , perché lì comunicate dati falsi, in modo da collocarvi a metà nelle graduatorie, né bene né male. Quante risorse vengono destinate alla medicina territoriale? Quante alla medicina ospedaliera? Le quote di destinazione del fondo sanitario nazionale previste nell?accordo Stato-Regioni, vengono rispettate? Ci rendiamo conto che cosa presentate all?approvazione del Consiglio?
Questa regione ha una agenzia sanitaria regionale che costa 1.500.000 euro. Avete un direttore del dipartimento servizi alla persona che costa 205.185 euro. Avete una quantità di Direttori Generali di Direttori Amministrativi che non trova riscontro in nessuna altra Regione italiana. Avete un direttore del dipartimento programmazione e bilancio che costa 191.506 euro. Avete istituito nell'ambito del dipartimento programmazione e bilancio la posizione della funzione controllo della spesa sanitaria e avete il coraggio di presentare un bilancio di previsione come questo?
Gli unici dati forniti sono quelli relativi alla farmaceutica per dimostrare una cosa non vera, cioè che avete risparmiato. Ma è vero che pagate di meno le farmacie, ma avete trasferito i costi sul personale e su beni e servizi.
Questo è un bilancio dove cresce la spesa corrente e dove vengono fatti tagli in settori vitali dell?economia marchigiana.
La riduzione degli stanziamenti nella funzione obiettivo 106, trasferimenti agli enti locali è di 4.770.000 euro; spese dove e opportuno ma le riduce in settori vitali della nostra regione quali quelli produttivi già in ginocchio per la grave crisi economica mondiale. La riduzione degli stanziamenti nelle: F.O. 106 trasferimenti agli enti locali 4.770.782 euro; nella funzione obiettivo 314, politica industriale e creditizia di 17.945.951 euro; nella F.O. 321, formazione, di 5.687.069 euro; nella F.O. 426 ,opere pubbliche e insediamenti abitativi, di 15.043.999 euro; nella F.O. 427, mobilità e trasporti, di 6.981.678 euro. Un
Una previsione di oltre 50.000.000 di euro di tagli in settori vitali per l'economia marchigiana, necessari a far quadrare un bilancio nonostante 71.386.596 euro di maggiori entrate. Questa è una follia. Tutto ciò a causa della vostra incapacità a contenere la spesa sanitaria che continua a crescere in maniera incontrollata, al di sopra dei pur consistenti aumenti delle risorse assegnate.
Questo è un bilancio che diminuisce gli investimenti in infrastrutture e qui voglio aprire una parentesi. La mancanza di infrastrutture è una delle principali cause delle difficoltà economiche nelle quali versa la nostra regione, che oltre a una tassazione aggiuntiva deve sopportare gli oneri necessari per coprire le spese relative alla carenza di infrastrutture, che incidono per circa il 4% sul costo dei prodotti marchigiani.
E? evidente a tutti che questa maggioranza, incapace di fare, come dimostra il nulla prodotto dopo 10 anni di governo in termini di infrastrutture, sta cercando da più di un anno di mettere in campo tutti gli ostacoli possibili per impedire la realizzazione delle opere previste dalla ?Quadrilatero spa?.
Certo dopo aver gridato ai quattro venti che il Governo Berlusconi non aveva alcuna considerazione per le Marche, scoprire che il Governo vuole spendere oltre 1.800.000.000 euro per le strade della nostra regione può aver procurato notti insonni.
Ecco allora che si è scatenato un fuoco di sbarramento per far perdere tempo e per far perdere i finanziamenti.
Prima i ricorsi alla Corte Costituzionale e poi al Tar regolarmente persi (chi paga le spese?) Poi una serie di dichiarazioni farneticanti: non ci sono i finanziamenti; i bilanci dei comuni saranno saccheggiati; saranno soldi per le scuole e per gli asili; verranno stravolti i piani regolatori e le norme di tutela del territorio. E? una colata di cemento che favorirà gli speculatori privati.
Purtroppo queste vostre aspettative andranno deluse, perché nella prossima riunione del CIPE prevista nel mese di febbraio verrà approvato un piano di area vasta e verranno stanziati i primi 500.000.000 di euro per il completamento della S.S. 76 della S.S. 318 e della Pedemontana le cui progettazioni sono state completate dalla società quadrilatero ed approvate. Giovedì scorso dalla conferenza dei servizi presso il Ministero delle infrastrutture.
Nella riunione del Cipe di marzo si dovrebbero stanziare gli altri 400.000.000 di euro che è il totale di quanto previsto nel DPEF 2003/2005 e che dovrebbero essere impiegati per la S.S. 77 la S.S. 78 e le intervallive. Quindi nessun taglio ai bilanci dei Comuni, piani regolatori rispettati e nessuna speculazione, perché la società ?Quadrilatero? è per il 51% dell?Anas e per il 49% di Sviluppo Italia.
Questo bilancio fa anche una grande confusione fra tabelle e numeri.
A pag. 24, lettera b) viene detto che le entrate derivanti da tributi a destinazione vincolata per l'anno 2004 ammontano a 6,54 milioni di euro vedi tab. 2. Nella tabella 2 a pag. 28 la previsione di entrata derivante da tributi a destinazione vincolata è pari a 9.218.582 euro.
Sempre a pag. 24, lettera c) viene detto che le entrate extratributarie e proventi vari vincolate per l'anno 2004 ammontano a 7,91 milioni di euro vedi tab. 3b Nella tabella 3b a pag. 29 risultano essere 31.106.360 euro.
Sempre a pag. 24, lettera c) le entrate extratributarie e proventi vari non vincolati per l'anno 2004 ammontano a 13,6 milioni di euro. Nella tabella 3 a pag. 29 risultano essere 7.910.766 euro.
A pag. 29 la tabella 3b contiene un dettagliato elenco di voci di entrata di cui una del valore di 2.416 euro poi ai fini della chiarezza e della trasparenza sotto la voce ?altri? si coprono 17.505.513 euro di entrate dal titolo sconosciuto. Cosa si nasconde dietro questa voce? Non avete per caso aumentato senza titolo per far quadrare i conti di bilancio?
A pag. 36 viene detto che le risorse disponibili sono aumentate di un mutuo di importo pari a 119.000.000 euro. La legge prevede la possibilità di contrarre mutui solo per le spese di investimento. Ora a pag. 44 alla tabella 18 le spese di investimento sono previste in 105.782.881 su un totale di risorse disponibili di 596.969.665 euro. Anche qui ci deve essere un errore. Non avrete, per caso, previsto di contrarre un mutuo per pagare gli interessi sui mutui contratti dagli enti locali? Sarebbe il massimo!
Altra cosa curiosa si trova nella P.d.L. 228, pag. 282 nel quadro 3 relativo alla capacità complessiva di indebitamento che per miracolo aumenta nel 2004 rispetto al 2003. Le entrate da computarsi ai fini della capacità di indebitamento nel bilancio di previsione 2003 che voi avete approvato erano pari a 360.484.138 euro. Le entrate come abbiamo visto in questo bilancio aumentano di 71.386.596 euro. Come e possibile che le entrate da considerarsi ai fini della capacita complessiva di indebitamento in questo bilancio aumentano di 101.848.360 euro? Tanto più l'aumento di 71.386.596 euro comprende anche l'aumento della quota di tributi devoluti vincolati per la gestione del servizio sanitario e quindi non utilizzabili ai fini del calcolo della capacità di indebitamento. Come si spiega tutto questo?
Ad esempio come è possibile che la rata per il rimborso dei mutui e prestiti prevista alla upb 20814 come già detto pari a euro 144.546.261,94 è inferiore a quella prevista nel bilancio dello scorso anno pari a 150.000.000 di euro nonostante i mutui contratti lo scorso anno? Per caso non avrete eseguito operazioni di trasferimento agli esercizi futuri ovvero alle future generazioni tali oneri contravvenendo a quanto ribadito nell'ultima disposizione in materia di operazioni sul mercato finanziario?
Chiudo tenendomi da parte l?intervento fatto sul Corriere Adriatico dal Presidente D'Ambrosio: ?Bilancio regionale: meno tasse e più sviluppo?. Questo bilancio regionale è l?esatto contrario: ?più tasse e meno sviluppo?. Per queste ragioni e per mille altre sulle quali debbo sorvolare per ragioni di tempo, il nostro giudizio è nettamente negativo e il voto assolutamente contrario.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Procaccini.

Cesare PROCACCINI. Presidente, brevissime considerazioni, perché avremo modo nel corso della discussione di entrare nel merito del bilancio che discutiamo. Il bilancio 2004 è caratterizzato, secondo noi, da due aspetti negativi esterni alle scelte della Regione. Il primo è costituito dai tagli governativi alle Regioni e agli enti locali; il secondo è costituito dal bilancio della sanità che dal 2001 diventa un tutt?uno con il bilancio complessivo e per quanto riguarda la nostra regione la sanità assorbe l?82% del bilancio medesimo. Ma questa percentuale segnala anche la volontà della Regione Marche di investire, contrariamente a quanto fa il Governo, nella sanità pubblica, proprio perché il risparmio sulla sanità non denota una buona gestione ma denota una cattiva politica.
La spesa alta della sanità non significa certo giustificare gli sprechi, ma gli investimenti nella sanità e nel sociale significano politiche alternative a quelle del centro-destra. In questo quadro l?autonomia regionale viene vanificata, la capacità di manovra della Regione per intervenire sullo sviluppo viene limitata. I Comuni sono dinanzi a scelte drammatiche: aumentare le tariffe o ridimensionare i servizi sociali. Si indebolisce o si azzera la possibilità, per i Comuni, di accedere a mutui. Voi che siete molto attenti, colleghi della Casa delle libertà, alle tecniche di bilancio, forse non vi siete accorti che la Cassa depositi e prestiti è stata trasformata in spa, in definitiva viene privatizzata e lo Stato è venuto a perdere con vostre scelte un elemento essenziale di sostegno agli enti locali a tassi di interessi sociali.
Anziché programmare di intervenire, il Governo persegue la politica dei condoni e la vendita del patrimonio immobiliare pubblico a trattativa privata in blocco, senza nessuna garanzia di trasparenza. Manca nel nostro paese una politica economica, ormai gli stessi partiti governativi lo ammettono: il Governo è di fatto in crisi.
Ciò non vuol dire che cadrà, tuttavia è in crisi. Il ?partito-azienda? non riesce più a governare, anzi è incapace di governare in una cornice di correttezza istituzionale, in un rapporto serio con le parti sociali.
Il Governo nazionale ha tagliato ai Comuni delle Marche 18.329.000 euro, con percentuali che vanno dal 2,16 al 28,47%, a seconda dei bilanci comunali. Nel 2003 c?è stata la manovra regionale che ha abbassato l?Irap al settore calzaturiero e l?Irpef per la fascia subito dopo i 30 milioni di reddito. E? stato un atto molto importante, c?è stato un segnale; tuttavia è stato un atto parziale, perché, in definitiva, ha agito solo sul versante delle imprese.
Le Regioni ? l?abbiamo sempre detto, lo ripetiamo anche qui ? non possono sostituirsi allo Stato, ai suoi trasferimenti. Siccome la nostra Regione è di centro-sinistra, deve avere una visione alternativa a quella del Governo, sia nel messaggio politico, sia nell?allocazione diversa delle risorse. Infatti anche nelle Marche c?è una crisi occupazionale che aggrava una condizione più generale delle masse popolari. Il salario e lo stipendio sono erosi dal costo dei servizi a causa dei tagli governativi. L?euro non c?entra nulla, perché nel 2003, dati della Commissione statistica europea, l?Italia ha perso due punti di ricchezza rispetto alla media europea. Grecia, Spagna e Portogallo aumentano questa ricchezza da 2 a 6 punti.
Bisogna quindi investire nei servizi pubblici e in quelli pubblici a domanda individuale. Bisogna fare questo per alleggerire i costi delle masse popolari, degli stipendi, dei salari e delle pensioni. Noi Comunisti italiani abbiamo indicato la strada di un bilancio più sociale. L?ultimo Consiglio regionale del 2003 ha approvato un nostro ordine del giorno che impegna la Giunta regionale a destinare il 3% dell?addizionale Irap ai Comuni, finalizzandolo ai servizi sociali, all?assistenza agli anziani, alle scuole materne e agli asili nido pubblici, all?abbattimento delle barriere architettoniche. Un bilancio che almeno porti gli stessi stanziamenti del 2002 per il sociale, perché il 2003 è stato un anno di sacrifici, di austerità, proprio per intervenire nella sanità pubblica.
Occorre che per il sociale e per i servizi ci siano aumenti che almeno prevedano una cifra di 4,5 milioni di euro. Questa cifra deve essere in più rispetto al 2003. Vogliamo, da questo punto di vista, ascoltare la Giunta e l?assessore Agostini per capire meglio come si sostanzia, nella declinazione concreta del bilancio, tale impegno assunto dal Consiglio regionale.
In conclusione voglio dire che il bilancio regionale non può essere indebolito da spinte localistiche, esso deve avere un proprio stile, deve avere anche un messaggio e deve portare con sé uno spessore politico che indichi alla società delle Marche politiche alternative alle ricette del Governo. E? strano e sarebbe strano che i partiti della maggioranza, soprattutto i partiti della Giunta, all?ultimo minuto presentassero degli emendamenti che indebolirebbero il bilancio medesimo.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Viventi.

Luigi VIVENTI. Vorrei dire all?amico e collega Procaccini che ho ascoltato attentamente il suo intervento, sempre apprezzabile per la coerenza delle sue idee. L?euro sta creando grossi problemi: non l?euro ma il super euro o la svalutazione del dollaro, nel senso che l?Italia, questo paese, il nostro paese nel 2003 ha perso 10 punti di competitività per via dell?apprezzamento eccessivo dell?euro o, come dice il collega Tontini, per il deprezzamento eccessivo del dollaro. Questo è un problema grande per la ricchezza che viene prodotta e da questo quadro generale non si può prescindere, non può prescindere nemmeno la Regione Marche nel momento in cui prepara il suo bilancio di previsione per il 2004. Questo l?ho detto il giorno in cui abbiamo discusso di economia e lo ripeto oggi per onestà intellettuale. In effetti, questa situazione crea dei problemi grandi: vedete chiaramente che la preoccupazione prima di questo bilancio è quella di smentire le voci (c?è addirittura una parte della relazione in cui si dice ?la falsa informazione che il debito della Regione Marche abbia raggiunto livelli insostenibili e che possano essere compromessi gli equilibri del bilancio regionale). Questa è la prima preoccupazione che emerge da questo bilancio, ma purtroppo così non è, perché io l?ho guardato attentamente, senza livore polemico che non è nel mio stile, nella mia cultura e dico che c?è una grande preoccupazione, perché comunque sia, l?insieme della mutuabilità prevista ci porta a considerare quasi 2.900 miliardi di vecchie lire di indebitamento generale, che è una cifra molto alta e che ingessa questo bilancio, ingessa l?attività che la Regione Marche può svolgere nei confronti delle famiglie, delle attività produttive, dei vari settori, perché non ci sono più risorse disponibili, è stato raschiato il fondo, si è utilizzata ogni e qualsiasi piccola possibilità di accendere mutui. Ho visto che addirittura ci sono 330 milioni di euro di spese correnti che vengono finanziate con mutui. Credo che non sia possibile. Se è un mio errore accetto di essere corretto. Questo significa, ovviamente, che siamo arrivati veramente alla frutta. La preoccupazione c?è per tutti, anche per chi verrà ad amministrare nel 2005. Circa il fatto del rating che voi citate, a parte il possibile conflitto d?interesse fra certificatori, collocatori ed emittenti, la valutazione sul livello di indebitamento si limita a quello attivato e non anche a quello previsto e autorizzato per disavanzi accertati, spese autorizzate ed eseguite e ripiano dei bilanci. Ovviamente questa è una considerazione da fare.
Ho trovato ? mi metto sempre nella parte della domanda in questa fase, perché nella mole delle carte potrei avere commesso qualche errore di interpretazione ? una certa confusione sul debito complessivo. Avevo qui la relazione dell?assestamento di bilancio di novembre 2003, nella quale la Giunta dichiarava che il residuo debito per ricorso al mercato dei capitali a carico del bilancio regionale al 31.12.2003 sarebbe stato di 928,9 milioni di euro circa. Comprendeva i tre mutui per i disavanzi pregressi della sanità, per un totale di 449 milioni. Ne restavano quindi, a carico del bilancio regionale, 480. Nel quadro 3 annesso al bilancio, senza dettaglio dei mutui contratti al netto dei rimborsi, si espone invece un importo di 513,2 milioni, cioè 33 milioni di euro in più, senza spiegazioni. Non sono stato in grado di darmele.
Ho visto che si passa dai 363,8 milioni più i 25 milioni per la sanità (totale 388,8) dell?art. 6 dell?assestamento 2003, ad un importo di 307 milioni dell?art. 23 della legge di bilancio. La differenza non chiarita è di 81,8 milioni di euro. Queste sono cifre tutte estremamente interessanti e non si può sottacerle. Inoltre i mutui pregressi previsti (i 307 milioni più i 119 milioni che prevedete per coprire il disavanzo 2004) fanno un totale di 426, che non sono, anche questa volta, i 461,7 indicati nell?art. 5 della legge e nel quadro generale riassuntivo, categoria 50100 dell?entrata annuale e pluriennale.
Dicevo prima della mutualità prevista. Questa procurerà una rata di ammortamento che secondo me non viene esposta, quindi non troverà capienza nella spesa pluriennale prevista e quindi di dubbia copertura, però è questo il dato a cui facevo riferimento poc?anzi. A pag. 44, nella esposizione sintetica si dichiara che ?le risorse disponibili al netto della sanità stimata sono pari a 478 milioni, più i 119 milioni di mutuo di ripiano?. La spesa corrispondete è così composta: spese correnti 339,1 milioni, spese investimento 105 milioni ecc. Ora questa è la domanda: la Giunta sa che i mutui possono finanziare solo spese di investimento e non spese di parte corrente? Qui parliamo di 339 milioni di spese di parte corrente, quindi al di là della polemica politica c?è un problema di comprensione su questi dati che, ripeto, sono dati enormi, non secondari.
Un altro dato che emerge dall?esame complessivo, è che queste condizioni impediranno alla Giunta regionale di far cessare, così come detto al tempo dell?approvazione della manovra finanziaria, con il 2004 la super tassazione Irpef-Irap. Infatti mi pare che qui non ci sia traccia di ulteriori mini-riduzioni, quindi dovremo rassegnarci a pagare le addizionali in maniera elevata anche dopo il 2004.
Per la gestione sanitaria nei giorni ho manifestato le perplessità per una mezza gestione sanitaria, perché volevate fare l?Asur ma non avete il coraggio di farla fino in fondo, quindi avete fatto un passo avanti e un altro indietro, così oggi vi trovate nella confusione che vi avevo detto allora, quando discutevamo di queste cose in aula, con le 13 zone, con personalità giuridica, i collegi, i sindaci revisori ecc. Tutte cose che sapete meglio di me, perché l?Asur, come prevede il codice civile, probabilmente non è ancora costituita. Ma non voglio tediarvi su questo, dico solo che vedo una capacità di preveggenza da parte della Giunta regionale che indovina tutti i deficit sanitari del 2002, 2003, 2005. Credo che sia veramente difficile per chiunque, poter individuare con precisione millimetrica quale sarà il livello dell?indebitamento regionale per il 2004. Io non sarei assolutamente capace di farlo. Possiamo dare un?indicazione, possiamo fare una previsione, ma azzeccare in maniera millimetrica io non sono capace. Evidentemente voi siete dei maghi su questo. Quando ho letto, nei giorni scorsi, che per l?ospedale di Torrette si parlava di 122 milioni di euro di debiti, probabilmente sarà stato un errore, perché non è possibile che un?azienda, da sola, produca un debito superiore a quello dell?ammontare complessivo, però ho chiesto all?assessore di poter vedere le relazioni dei sindaci revisori e i bilanci 2002 tre settimane fa e non ho avuto ancora la possibilità di farlo. Per me i disavanzi sanitari, come ho detto più volte, sono virtuali. Se mi dimostrerete il contrario ne prenderò atto, ma per il momento non ho visto alcuna dimostrazione del contrario. Ci sono state anche dichiarazioni molto più autorevoli della mia, che hanno detto questo, anche dalla vostra parte politica, e non hanno ricevuto risposte in tal senso.
Vi risparmio il discorso sui residui perenti per 220 milioni e quelli che si produrranno per l?anno appena concluso.
Sicuramente ci sono delle preoccupazioni grandi che vengono da questo bilancio e le avrete anche voi. In sede politica cercate di sottacerle, ma da un esame realistico, tecnico, obiettivo, non di parte questo emerge. Il mio intervento non è speculativo, come vedete. Credo che quando Tremonti si ingegna per far quadrare i conti per rispettare il patto di stabilità, probabilmente mette in essere dei marchingegni finanziari non dico simili a questi ma quasi, perché la situazione, quando è difficile, è difficile per tutti. Però io sono consigliere regionale, quindi il mio compito è parlare del bilancio di questa regione e dico che questi dati, queste cifre sono preoccupanti per tutti noi.
Avevo chiesto a suo tempo una certificazione reale del bilancio, credo che sarebbe una cosa opportuna e vi invito, viste le situazioni di difficoltà, a porre in essere la manovra che sollecitavo alcuni giorni fa, di taglio di alcuni settori, di alcune spese totalmente improduttive, pesanti per l?ente, in maniera tale da poter liberare piccole, poche risorse per sostenere gli investimenti produttivi. Credo che sia questo il dato politico, di politica economica generale, al di là delle mille cifre dette dai relatori di maggioranza, minoranza e anche da me stesso, probabilmente. Ma il dato di fondo è questo: bisognerebbe avere la capacità di effettuare uno sforzo in questa direzione, perché queste sono le cose di cui il paese ha oggi bisogno.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Franceschetti.

Fausto FRANCESCHETTI. Credo innanzitutto che va sottolineato un aspetto positivo nel momento in cui discutiamo questo bilancio e l?aspetto positivo che intendo sottolineare all?inizio del mio intervento riguarda i tempi con cui approviamo questi atti di contabilità del bilancio e i tempi con cui abbiamo approvato il Dpefr. Stare nei tempi fissati dalla legge di contabilità che abbiamo approvato un paio di anni fa non è importante solo da un punto di vista formale per il rispetto che si deve alle leggi che noi stessi ci siamo dati o perché si viene incontro a un?esigenza che più volte la Commissione aveva manifestato alla Giunta regionale. Penso che il rispetto dei tempi sia un fatto sostanziale, perché ci permette di venire incontro a un?esigenza più volte manifestata dagli enti locali di questa nostra regione, di avere prima dell?approvazione dei loro strumenti economici e finanziari, un punto di riferimento importante come il bilancio regionale. Credo che quest?anno siamo in grado di dare una risposta a queste esigenze, così come siamo stati in grado, con l?approvazione del Dpefr nei tempi stabiliti, indicare alcune vie che puntualmente il bilancio e anche altri atti di programmazione, hanno tenuto in considerazione. E? un fatto non scontato e lo rilevo perché l?opposizione potrebbe dire ?bello sforzo, avere rispettato i tempi?. Non è un fatto scontato, come sappiamo per l?esperienza di tutti questi anni, ma soprattutto non è un fatto scontato, perché sappiamo che il bilancio regionale, essendo per molti aspetti derivato da altri bilanci, innanzitutto dal bilancio dello Stato, è condizionato sia nei tempi sia anche nelle scelte che dobbiamo fare. Ricordava questa mattina il relatore di maggioranza collega Luchetti, che anche quest?anno, come quello precedente, purtroppo facciamo un bilancio in cui ancora alcune partite non sono state definite da parte del Governo nazionale, partite importanti, non secondarie. Noi parliamo di situazioni di forte difficoltà di alcuni settori produttivi nella nostra regione e un dato sicuramente negativo è che ancora oggi non sappiamo se ci sarà il fondo unico per le attività produttive e a quanto ammonterà l?importo che verrà messo dal Governo su questo fondo. La stessa cosa possiamo dire per quanto riguarda il sociale: ricordiamo tutti che l?anno scorso sono stati inseriti nuovi finanziamenti per il sociale fuori dalla finanziaria nazionale, soltanto perché da parte di tutte le Regioni, al di là del colore politico, c?è stata una forte protesta nei confronti del Governo nazionale.
Vorrei sottolineare altri due aspetti di sostanza. Intanto è evidente che il bilancio che discutiamo risente ed è influenzato ed è conseguenza di scelte che abbiamo già compiuto, anche di alcuni obiettivi che sono stati in parte raggiunti. Risente intanto di un?impostazione programmatica derivata dall?approvazione del Dpefr e risente anche di risultati positivi che abbiamo raggiunto, soprattutto in questi ultimi anni, dal punto di vista del risanamento e del contenimento del deficit. Questo è un dato che nessuno può sottovalutare, perché i dati concreti, obiettivi lo dimostrano: risanamento finanziario che era uno degli obiettivi che questa maggioranza si era posta e che ha riguardato sia le voci del bilancio extrasanitario che un contenimento di quello che è il deficit della sanità. E? un dato che nel 2002 e nel 2003 abbiamo centrato gi obiettivi della programmazione, contenendo il deficit della sanità a 109 e 91 milioni di euro. Credo che siamo sulla strada di poter cogliere un altro obiettivo programmatico contenuto in questo bilancio, che è quello di abbassare ulteriormente, nel 2004, il deficit della sanità senza penalizzare i servizi e nonostante i tagli che vengono operati dal Governo nazionale. Forse all?opposizione sarà sfuggito, ma vorrei ricordare che oggi c?è uno sciopero nazionale dei medici e non soltanto dei medici, che operano nella sanità pubblica, contro la politica del Governo Berlusconi e contro la politica dei tagli al settore della sanità. Quindi, come vedete, non è un problema solo di colorazione politica, c?è obiettivamente un attacco forte alla sanità nel nostro paese, soprattutto alla sanità pubblica in questo nostro paese.
Questi risultati positivi hanno consentito comunque di concretizzare un impegno che ci eravamo riproposti nel 2001 quando, costretti ad intervenire con una manovra finanziaria e di inasprimento fiscale in questa nostra Regione, avevamo detto che l?impegno sarebbe stato quello di andare a un abbassamento del deficit soprattutto della sanità e dal 2004 partire con un progressivo alleggerimento di quella pressione fiscale per i cittadini marchigiani che per il 2004 si è concretizzata con una riduzione di circa 12 milioni di euro per quanto riguarda l?Irpef e di 5 milioni di euro per quanto riguarda l?Irap, che abbiamo soprattutto concentrato, e io dico giustamente, sul fronte del settore calzaturiero che oggi vive una situazione di profonda difficoltà.
Credo intanto che questo sia un primo aspetto da sottolineare, perché questo, tra l?altro, va di pari passo anche con un altro obiettivo: nel 2003, nonostante riduciamo la pressione fiscale che avevamo deciso alla fine del 2001, riusciamo comunque, nel bilancio di questa nostra regione, a mantenere inalterate le poste per quanto riguarda i principali interventi nei settori più importanti della vita della nostra regione. Questo mi sembra che sia un dato che dobbiamo mettere in evidenza, perché rappresenta il risultato di una politica che abbiamo portato avanti e non si conclude con il bilancio 2004, perché intanto questi risultati positivi non sono acquisiti per sempre, credo che ci sono margini di ulteriori, consistenti risultati che possiamo raggiungere una volta attivata concretamente la riforma della sanità che abbiamo qui deciso qualche mese fa e perché credo che l?obiettivo sostanziale debba essere quello di liberare le risorse, anche le poche risorse libere di cui disponiamo come bilancio regionale, portandole da quella che è la spesa per la gestione concreta, verso impegni che vengono destinati allo sviluppo complessivo di questa nostra regione.
L?altra questione su cui vorrei soffermarmi credo sia un aspetto prioritario, quindi non entrerò nel merito di singoli settori e dei relativi interventi che riguardano il turismo, il sociale, la cultura, tutte questioni importanti, decisive per mantenere le condizioni di uno sviluppo equilibrato su cui questa nostra regione si è sempre caratterizzata, uno sviluppo equilibrato e di qualità. Tra l?altro il relatore anche su questo ha fatto delle considerazioni molto precise, quindi questo mi consente di risparmiare del tempo. Vorrei concentrare la mia attenzione sulla situazione economica e produttiva di questa nostra regione e sulle preoccupazioni che questa situazione genera tra gli operatori economici, tra i lavoratori e, più in generale, nei cittadini marchigiani. Non riprenderò tutta l?interessante iniziativa che è stata fatta nei due giorni della scorsa settimana e che ha portato, a mio giudizio, una interessante analisi attraverso il rapporto de LaPolis da una parte e gli interventi che si sono succeduti nella prima giornata, come indicazioni molto concrete venute durante il Consiglio regionale aperto che abbiamo fatto giovedì della scorsa settimana. Reputo che quella è stata un?esperienza sicuramente positiva, concordo con il Presidente Minardi che ha proposto una ripetizione con una scadenza annuale di questo tipo di iniziative. In quei due giorni ci si è interrogati, anche molto, se questa situazione che oggi le Marche vivono sia una condizione di declino, di cambiamento e così via. Penso che al di là della terminologia che usiamo, non possiamo parlare certamente di declino. Del resto anche tutta una serie di indicatori economici e sociali ci dicono che non siamo in questa situazione, perché rispetto a una situazione più generale internazionale e soprattutto nazionale di forte difficoltà, che pesa anche sull?economia regionale, indubbiamente i dati relativi alla disoccupazione, alla ricchezza prodotta e all?alto valore delle esportazioni ci dicono che non viviamo quel tipo di situazione. Tuttavia credo che dobbiamo prendere atto che ci sono fattori economici che destano grande timore e che non vanno sicuramente sottovalutati.
Ricordo a persone che conoscono come e meglio di me una situazione di crisi profonda in cui versa in particolare il settore calzaturiero e, più in generale, i settori legati alla moda, la chiusura e il ridimensionamento di grandi imprese, soprattutto nell?ascolano e la miscela di questi due elementi indubbiamente rende la situazione, nell?intera provincia di Ascoli Piceno, la più preoccupante. Ma alcuni settori che ancora oggi ?tirano? rispetto a quelli legati alla moda, come il meccanico, pure comunicano a far affiorare alcuni segnali preoccupanti, di difficoltà.
Credo che queste considerazioni, molto veloci, debbano portarci a pensare, anche per i prossimi bilanci, a delle scelte di priorità che debbono essere indirizzate soprattutto a sostegno di questi settori produttivi, del lavoro e dell?occupazione, mettendo in campo un pacchetto di proposte in direzione della ricerca e dell?innovazione, della formazione, di una riorganizzazione degli strumenti di politica industriale, come abbiamo sottolineato nel Dpefr. Vedo che in questo bilancio, soprattutto nel pluriennale, alcune indicazioni, alcuni segnali importanti in questa direzione sono contenuti? Mi riferisco anche ad alcuni aspetti specifico, come l?avvio delle Agende regionali per lo sviluppo territoriale, sulle quali abbiamo stanziato cifre di rispetto, sia nel 2003 che nel 2004, che possono essere veramente l?occasione per elaborare progetti concertati con i soggetti titolati a livello locale, sia istituzionali che economici e per fare in modo che possiamo organizzare i finanziamenti che abbiamo, da quelli a livello europeo a quelli nazionali, con i patti territoriali ecc., in maniera più organica, efficiente ed efficace.
Credo quindi che il bilancio che presentiamo dà alcune risposte, sia sul versante dei settori produttivi sia sul versante del mantenimento di una coesione sociale molto forte in questa nostra regione e credo, per concludere, che l?idea che è stata qui esposta anche nei giorni della scorsa settimana, ripresa dal relatore di maggioranza, di elaborare in questo fine legislatura un patto per un nuovo sviluppo di questa nostra regione, che lega tutti i soggetti a livello istituzionale, sociale ed economico, sia un obiettivo molto concreto che dobbiamo perseguire e a cui dobbiamo far prendere corpo nei mesi che ci separano dalla conclusione della legislatura.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Ciccioli.

Carlo CICCIOLI. Non mi sforzerò a trovare una serie di capitoli sui quali c?è da discutere, perché l?ha fatto egregiamente il collega Castelli, altri hanno sottolineato alcuni passaggi. Vorrei fare un esame politico di questo bilancio.
La prima cosa che si evince è che è assolutamente un bilancio di routine. Siamo verso la fine della legislatura e questa era l?ultima occasione di fare un bilancio propositivo. Il bilancio dell?anno prossimo per forza di cose tratterà di ordinaria amministrazione, ché si va al rinnovo del Consiglio regionale, quindi sarà la nuova Giunta a decidere. Questo era un bilancio per chiudere la fase centrale della legislatura, non c?è niente di particolarmente incisivo.
Se posso usare un?espressione, cito quella che mi è sembrata abbastanza calzante, che usò Enrico Berlinguer quando parlò della sinistra e della rivoluzione sovietica. Disse che la forza propulsiva di quella rivoluzione si era esaurita. Io dico qui che la forza propulsiva della Giunta D?Ambrosio si è esaurita, non ci sono scelte, azioni incisive di una qualche entità. La partita del piano energetico credo sia uno dei passaggi più importanti, perché oggi energia significa occupazione, significa capacità dell?industria di essere propulsiva e tirarsi indietro in alcune cose del genere significa che non c?è più spinta di alcun tipo. Ma questo si rileva non tanto dal dibattito politico in quest?aula che potrebbe essere residuale quanto dalle pochissime presenze alle audizioni. Ci sono state pochissime presenze e poche richieste. Ogni anno, in occasione del bilancio ci sono ?lobby? che si presentano e chiedono stanziamenti, emendamenti, chiedono di entrare nei meccanismi. Mai come quest?anno nessuno si è fatto vivo, né con la maggioranza né con la minoranza, perché tutti si rendono conto che non c?è più niente e quando non c?è più niente da riuscire a prendere o cose da realizzare la gente neanche si scomoda. Scarse risorse, si dice sempre perché il Governo Berlusconi è ?cattivo? e scarso nei trasferimenti. In realtà l?espressione più felice me l?ha data, fuori delle istituzioni, un imprenditore serio, che mi ha detto ?o trovate nuovi fondi europei e quindi si può mettere in cantiere qualcosa, oppure con questo bilancio non si va da nessuna parte?. E mi sembra che c?è scarsa capacità e scarsa fantasia da parte di questa Giunta a reperire risorse nuove.
Il problema centrale è la sanità. Finché la sanità costerà tutto quello che costa senza alcuna riorganizzazione reale il bilancio è blindato, chiuso, quasi tutte le possibilità sono interne alla spesa sanitaria stessa.
Abbiamo approvato, nell?anno appena terminato, una ?riforma senza riforma?. Qui faccio ammenda: avevamo previsto catastrofi con la riorganizzazione sanitaria, invece non è veramente successo niente di niente. Noi dicevamo ?si faranno delle cose sbagliatissime?, invece non è successo niente: tutta la riforma termina con la cessazione dei revisori dei conti, perché si sono ricreate le 13 zone, che poi sono le 13 Asl, i nuovi direttori hanno immediatamente quasi tutti nominato il ?consulente amministrativo? e il ?consulente sanitario? e alla fine ci sarà qualche modestissima modifica ma nulla cambia. Si creerà un po? più di centralizzazione che per alcuni sarà un po? più di omogeneità di gestione dei servizi, per altri meno autonomia nelle scelte in periferia ma non è successo veramente niente. Su un tema centrale qual è quello della difesa del territorio, della difesa della costa, la stessa Commissione ha introdotto, negli articoli modificati, un intervento che sta diventando un tema centrale: con l?erosione del litorale la non difesa di alcune situazioni che sono veramente delle emergenze. In realtà il tema centrale è la creazione della cosiddetta ?nuova economia? nelle Marche. Non intendo assolutamente la bolla dell?informatizzazione che, come tutti sanno, è esplosa un decennio fa e poi si è rivelata soprattutto una bolla finanziaria, perché l?informatizzazione ha conosciuto una punta altissima fino a ricadere su se stessa. La nuova economia, nelle Marche è il modello che verrà fuori dai passaggi che sono economici e di mercato di questi ultimi anni, che sono il declino dell?area manifatturiera nella nostra regione, che era manifatturiera per eccellenza, perché i costi del lavoro sono troppo forti e il trasferimento di occupazione, risorse e capitali in aree sulle quali la nostra concorrenza è assoluta e totale. E? chiaro che i beni culturali, monumentali e ambientali non sono trasferibili è lì non siamo battibili, perché oggettivamente abbiamo delle possibilità che non sono spalmate ovunque. Poi, l?area delle tipicità agroalimentari, della enogastronomia; l?area delle nuove tecnologie. Mentre va in declino l?industria delle produzioni correnti, che si possono fare a costi molto minori in altre aree del mondo, qui esiste la capacità di elaborare nuove soluzioni e nuove tecnologie, che andrebbero incentivate attraverso una spinta fortissima all?innovazione e alla ricerca pura. In realtà su questo settore c?è solo un?iniziativa dei privati, quella di ?e-capital? che cerca di promuovere nelle università la spinta a produrre progetti con delle specie di premi che finanziano poi lo sviluppo del progetto stesso, mentre dovrebbe essere l?area in cui la creatività giovanile, di coloro che escono dall?università, dovrebbe essere incentivata. Addirittura la Regione dovrebbe prevedere un fondo per progetti premianti che possano nascere e crescere. Ovviamente ci sarà un?autoselezione, perché alcuni andranno avanti e altri no. Questo significa mettere in cantiere un?impresa di eccellenza che possa produrre novità e prima o poi intercetterà anche l?idea giusta che possa far sviluppare una parte dell?economia regionale.
Su questo non è previsto quasi niente. C?è stata la polemica tra Spacca che dice ?noi abbiamo fatto tutto? ? e in fondo ha ragione, perché il fondo unico è stato utilizzato per il rinnovo tecnologico dentro l?impresa, macchine utensili spesso vecchie sono state sostituite da macchine più nuove ? poi, invece, ha completamente torto, perché l?innovazione tecnologica non produce il cambiamento, mentre la ricerca dell?azienda verso nuove soluzioni che non sono già realizzabili ma sono prototipi, può dare il futuro della nostra industria. Quindi tutti i fondi del cosiddetto fondo unico sono stati investiti per il presente e non per il futuro un po? più in là, ma sul quale bisogna investire.
Concludo dicendo che, tutto sommato, il giudizio, se vogliamo piuttosto soft, che è stato dato da alcune organizzazioni di categoria nella loro quasi rinuncia a intervenire nel dibattito su questo bilancio è giusto. Siccome non è niente, è inutile che ci si impegni e si faccia qualche cosa. Bilancio corrente, spese correnti, cose che vanno fatte, qualche cosa si introduce in più o in meno senza grandi aspettative, quindi su questo la macchina burocratica della Regione va avanti e non è neanche necessario un dialogo. Ovviamente noi non possiamo condividere questa scelta, dobbiamo invece dire che l?unica occasione della legislatura di fare un bilancio propositivo è saltata. Voglio fare una previsione: gli stessi consiglieri regionali vorranno liquidare questo dibattito nei tempi più brevi possibile, perché le cose che non servono non servono a nessuno. Quindi i 5 giorni previsti per il dibattito non saranno assolutamente cinque, neanche quattro, speriamo che siano almeno tre e non si riduca tutto in una grande maxivotazione nella giornata di domani. Però se ci pensate, anche questo è un altro segnale negativo dello scarso interesse a questo documento che è anche di programmazione economica per tutta la regione, oltre che essere di programmazione per le spese pubbliche del nostro ente.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Ricci.

Andrea RICCI. Il bilancio di previsione 2004 si inserisce in un contesto di grave crisi economica, non soltanto riguardante i nostri territori ma complessivamente, che sta coinvolgendo l?intera economia italiana.
Siamo di fronte ad una stagnazione economica che dura ormai da tre anni, il più lungo periodo di blocco della crescita del pil nell?Italia del dopoguerra. E? vero che è una situazione non soltanto italiana, perché è entrato in crisi il modello di sviluppo della globalizzazione neoilberista e questa crisi ha coinvolto gli Stati Uniti, l?Europa occidentale e il Giappone, tuttavia in Italia abbiamo una particolarità che rende più acuta e grave questa situazione: siamo di fronte ad un vero e proprio declino del nostro apparato produttivo e industriale. Ormai non passa settimana senza notizie di crisi da parte di pezzi importanti e fondamentali del nostro patrimonio industriale. L?ultima notizia è quella delle Acciaierie di Terni, industria siderurgica storica, la prima grande industria nazionale fondata nella seconda metà dell?800, privatizzata nel 1994, finita in mani straniere e oggi a rischio di smantellamento. Ma prima di questo abbiamo avuto la crisi della Fiat e il caso clamoroso della crisi delle più grandi imprese agroalimentari, la Cirio e la Parmalat, dovuta a speculazioni finanziarie improvvide e criminali. E? questo il risultato delle politiche neoliberiste che sono state perseguite nel corso dell?ultimo decennio.
Questa crisi non risparmia le Marche. Anche i sistemi fondati sulla piccola e media impresa e sui distretti industriali, lasciati da soli non riescono a far fronte alle difficoltà di un declino strutturale che coinvolge l?intero sistema industriale del paese. Quindi anche le Marche sentono il morso della crisi. Le difficoltà dei distretti della nostra regione ne sono la testimonianza.
Da questa situazione è illusorio pensare che si possa uscire esclusivamente attraverso politiche territoriali, siano esse quelle della Regione o degli altri enti locali. Noi possiamo certamente contribuire soprattutto ad indicare nuove strade per lo sviluppo del territorio regionale, ma senza un mutamento complessivo e drastico della politica economica nazionale sarà ben difficile uscire da questa situazione. Infatti la politica economica del Governo Berlusconi, seppure non è all?origine di questa crisi, essendo essa di carattere strutturale, tuttavia la aggrava immensamente. I segnali che ci vengono dal fronte sociale ne sono la più diretta e chiara testimonianza: siamo di fronte all?emergere di una vera e propria povertà di massa, ormai le situazioni di disagio non coinvolgono più soltanto chi è emarginato ed estraneo dal mondo del lavoro e della produzione, siano essi gli anziani o i disoccupati. Ormai situazioni di difficoltà economica le incontrano masse crescenti di lavoratori, anche coloro che hanno un lavoro garantito. Nel nostro paese e anche nella nostra regione, forse a maggior ragione in una regione caratterizzata da un così ampio spettro di precarietà nei rapporti di lavoro, emerge una drammatica questione salariale: la crescita dell?inflazione che non può essere spiegata con l?introduzione dell?euro ma con le speculazioni del settore industriale e commerciale, incentivata dall?assenza di controlli governativi, falcidia i salari, gli stipendi e le pensioni.
Il Governo Berlusconi in questa situazione di crisi economica e sociale continua nella sua politica di tagli e di sacrifici a senso unico, continua quindi ad applicare integralmente e selvaggiamente quelle ricette neoliberiste che hanno portato al degrado economico e sociale del paese.
Da questo punto di vista la riduzione dei trasferimenti agli enti locali e alle Regioni ne è la più chiara e lampante testimonianza. Anche quest?anno, come accaduto nel 2003, come accaduto nel 2002, la Regione Marche insieme alle altre Regioni italiane si trova di fronte ad una situazione di emergenza finanziaria derivante dalla riduzione dei trasferimenti statali e da normative coercitive e vessatorie che impediscono l?esercizio di una piena autonomia regionale.
Il caso più lampante di questi atteggiamenti del Governo nazionale è sempre quello della sanità. Occorre cambiare rotta, è necessaria una politica di redistribuzione del reddito, di rilancio delle garanzie e delle protezioni sociali, che possa fungere anche da sostegno alla domanda per uscire dalla stagnazione economica. Cosi come è necessaria una politica di rilancio degli investimenti pubblici, man on per le grandi opere infrastrutturali di cui anche nelle Marche si parla, non per coprire il territorio di nuovo cemento. Queste opere che vuole il Governo Berlusconi servono soltanto agli appalti, agli appaltatori, agli speculatori e ai procacciatori d?affari. Il rilancio degli investimenti pubblici deve passare per progetti di qualificazione ambientale e territoriale.
In questa situazione il bilancio regionale tenta di procedere verso la direzione di un apolitica economica alternativa. Un pezzo importante del bilancio l?abbiamo già approvato nello scorso mese di dicembre, quando questa maggioranza regionale ha deciso di mantenere gli impegni assunti e di procedere ad una riduzione fiscale, derivante dai primi effetti positivi che la riforma della sanità ha avuto nella nostra regione, dai risparmi che ha consentito attraverso una gestione, iniziata un anno e mezzo fa, di maggior controllo e di oculatezza, senza taglio ai servizi; una riduzione fiscale che è stata caratterizzata da un forte elemento equitativo. Infatti, così come due anni fa decidemmo di procedere all?aumento della pressione fiscale per i ceti più abbienti del nostro territorio, concentrando gli aumenti in modo particolare sui primi due scaglioni di reddito, in tal modo esentando dall?aumento il 60% dei cittadini marchigiani, così nello scorso dicembre abbiamo scelto di concentrare gli effetti positivi della riduzione fiscale nella fascia intermedia, quella che comprende il grosso del lavoro dipendente.
In questo modo possiamo dire che l?aumento della pressione fiscale necessario a finanziare un livello adeguato dei servizi sanitari, ricade nella sua grandissima parte su una quota estremamente ridotta della popolazione marchigiana: il 20% della popolazione più ricca della nostra regione contribuisce al mantenimento dei servizi sanitari regionali.
In questo bilancio compiamo ulteriori scelte che vanno nella direzione di una politica economica territoriale che indica la strada, senza avere la possibilità di risolvere i problemi, per un mutamento dell?assetto della politica economica generale del paese. Infatti la scelta è stata anche quella di mantenere, nonostante le difficoltà di carattere finanziario derivanti dalle politiche governative, immutati gli stanziamenti per il 2003. Questa è stata una condizione che il nostro partito ha chiesto alla Giunta regionale per procedere alla riduzione fiscale, perché è evidente che non avrebbe senso procedere a ridurre le tasse, per poi affiancare a queste manovre anche riduzioni di spese essenziali. In questo bilancio non c?è riduzione né taglio di spesa, a differenza di quanto avviene a livello nazionale, in una situazione di così grave crisi.
Altro elemento importante è la conferma della priorità delle spese sociali in questo bilancio, in continuità con l?operato di questa maggioranza regionale, fin dal suo inizio. Le spese sociali rappresentano, nell?ambito delle scelte libere e discrezionali nell?impostazione di bilancio, un punto fermo che viene ulteriormente confermato e rafforzato dalle scelte che stiamo per assumere.
Infine, altro elemento importante riguarda la scelta di finanziare, anche con fondi propri regionali, venute meno altre possibilità, le politiche di sviluppo ambientale, in modo particolare quelle riguardanti i parchi.
Discuteremo nel prosieguo delle sedute di questo Consiglio regionale gli elementi specifici, di dettaglio, gli emendamenti, gli aggiustamenti necessari, che probabilmente nel corso del dibattito si faranno. Voglio concludere questa mia riflessione di carattere generale dicendo che ormai nella mia esperienza di consigliere regionale, insieme a qualche altro collega di maggioranza e di opposizione, sono arrivato per la nona volta a discutere di bilanci di previsione. I discorsi, gli interventi, le invettive dell?opposizione di centro-destra sono stati in questi nove anni sempre gli stessi: si è sempre gridato al disastro economico e finanziario della Regione, della sanità, si è sempre gridato al fallimento prossimo della nostra Regione, allo svuotamento delle casse regionali. Puntualmente ciò non è avvenuto, anzi siamo riusciti a superare situazioni di grande difficoltà derivanti dalle scelte che questo Governo ha fatto.
Voglio dire a Giannotti e agli altri consiglieri della minoranza, che anche questa volta, sono certo, le Cassandre dell?opposizione non vedranno avverati i propri desideri.

PRESIDENTE. Se l?aula è d?accordo chiuderei la seduta ora, per riprenderla alle 15,30 con l?intervento del consigliere Cecchini.

Cesare PROCACCINI. Presidente, ritengo opportuno arrivare almeno alle 13,30.

PRESIDENTE. Se l?aula così ritiene, ha la parola il consigliere D?Angelo.

Pietro D'ANGELO. Relativamente a questo bilancio devo dire che, pur nell?attenzione di cercare di garantire tutte le esigenze di spesa di questa regione, sotto certi aspetti il bilancio è criticabile. Da un?attenta lettura della finanziaria rileviamo che ci sono alcune finalizzazioni ed altre no, ad esempio non c?è la finalizzazione relativa all?istituzione delle due riserve naturali della Foce del Metauro e della Sentina, mentre ci sono finalizzazioni, che portano nome e cognome di alcuni colleghi, che non biasimo per questo, ma che sono essenzialmente finalizzazioni dettate dalla necessità di dare una propria visibilità sul territorio. Mi riferisco soprattutto all?articolo della finanziaria, dove si è voluti andare a finalizzare alcuni interventi che dovevano essere previsti dal piano annuale di promozione turistica. Siamo ricaduti nell?errore dell?anno scorso. Vi ricordate la grossa bagarre sul finanziamento di Miss Italia a San Benedetto del Tronto, il Carnevale di Fano, il Festival di Musica e di films di Fano, il Festival di musica di Recanati e quant?altro? Ebbene ancora una volta, leggendo la finanziaria, ci siamo resi conto che è prevalso l?aspetto di spinte localistiche, addirittura permettetemi di aggiungere che manca solamente, nella finanziaria, un riferimento a qualche sagra paesana, collega relatore Luchetti. Ma non dispererei, perché durante la discussione degli elementi si potrebbe colmare questa mancanza...
Da una attenta lettura si nota questa spinta localistica.
Non voglio fare l?elenco, ma è chiaro che dagli emendamenti che ho presentato emergerà quali sono le forzature di natura localistica. Come si può far pagare all?intera collettività 400.000 euro per la scenografia del teatro delle Muse? Io non critico i colleghi che hanno presentato in Commissione questo emendamento, ognuno è espressione del proprio territorio, ma faccio appello a questo Consiglio affinché si portino i collettivi per bilanciare la sperequazione emersa dalla posizione di esigenze localistiche.
Vedevo che in riferimento ai 400.000 euro di investimento per le muse, in compenso sono stati dati 40.000 euro per il teatro Ventidio Basso, collega Castelli. Da questi due emendamenti emerge il rapporto dello sbilanciamento tra la periferia e il centro di questa regione, 1:10. Faccio appello a questo Consiglio affinché le giuste esigenze portate avanti a livello localistico, di espressione di colleghi del territorio siano riportate a un riequilibrio regionale e ritengo che questo Consiglio debba agire affinché prevalga una equa distribuzione del denaro pubblico sul territorio.
Nel programma delle opere pubbliche 2004-2006 ci sono 6 milioni di euro per la ristrutturazione della Cittadella di Ancona. Niente in contrario, ma vi pare che di opere pubbliche legate a strutture architettoniche nella nostra regione vi sia solamente la Cittadella di Ancona? 1.500.000 euro nel 2004 e 2005 e 3 milioni di euro nel 2006. Io ritengo che questo Consiglio debba portare gli accorgimenti necessari per evitare che ci sia questo sbilanciamento tra nord e centro e il sud della nostra regione che ancora una volta esce penalizzato da questo bilancio, perché quando andiamo a fare una verifica degli interventi di ripascimento della costa vediamo che il grosso dei finanziamenti è indirizzato per l?anno 2004 verso il nord di questa regione. Ripeto, non si critica l?indirizzo di finanziamenti per difendere una costa del nord, ma è chiaro che esiste anche un sud della regione il quale, fatta eccezione per il Comune di Sant?Elpidio che si è fatto carico di un milione di euro in proprio per la difesa della costa, è stato ancora una volta penalizzato. Faccio appello ai colleghi che si vogliono presentare alla presidenza delle Province di Macerata e Ascoli Piceno per far valere la loro autorevolezza affinché si apportino quelle correzioni necessarie, perché qui si vede se hanno autorevolezza e se i verdi li devono sostenere alla candidatura o meno. Mi dispiace che non c?è Silenzi, perché è indispensabile che questo Consiglio, i colleghi della maggioranza, gli aspiranti alla presidenza delle Province del sud delle Marche mi aiutino, senza danneggiare nessuno, affinché sia ridato il giusto equilibrio al bilancio. Questo si verifica anche nel piano annuale di promozione turistica. Ritengo che le finalizzazioni siano uno sconcio, perché domani sul territorio urleranno nuovamente il perché è stato finanziato e finalizzato il Carnevale di Fano o l?iniziativa di Festival di Recanati e non un?altra cosa. Non dico che non debbono essere finanziati, ma ritengo che un bilancio regionale che abbia questa dignità, non possa né finanziare le sagre paesane, né tanto meno far prevalere localismi che alimentano soltanto incomprensione fra la gente, perché vedrete se dopo la votazione del bilancio non scoppierà ancora una volta, come l?anno scorso, il problema ?perché questo sì e perché questo no??.
Per quanto riguarda l?ambiente, qui c?è solo l?assessore al bilancio, quindi devo scagliarmi solo contro Agostini, ma non vorrei. Il problema di questo Consiglio è che c?è stata una deriva democratica, non c?è più dibattito, non ti ascolta nessuno. Mi auguro, almeno, che questo mio intervento resti un atto scritto, ma solo per questo, qui non ti ascolta nessuno: puoi dire le cose più attente, più pensate e più giuste, non ti ascolta nessuno. Questa è una deriva della democrazia. Accuso con dolore un?Amministrazione di centro-sinistra a cui sono legato, per questa deriva democratica: lo spoliamento progressivo dei poteri del Consiglio. Abbiamo problemi di bilancio? Mandiamo a casa tutti i consiglieri, così risparmiamo, lasciando tutto alla Giunta. Tanto, per quello che servono...
Per quanto riguarda l?aspetto ambientale molti fondi non sono finalizzati. 400.000 euro sviluppo sostenibile, 500.000 euro tutela ambientale, niente di finalizzato. In un momento drammatico come quello che stiamo vivendo, relativo all?inquinamento dell?aria e da polveri sottili che costringono i cittadini italiani a dover rinunciare all?uso di autoveicoli, non c?è un riferimento, nella finanziaria, che dica ?diamo ai Comuni, anche in senso simbolico, 300.00, 400.000 euro per misure alternative al blocco del traffico per l?abbattimento delle polveri sottili?. Questo è l?abc della politica: dare un segnale di attenzione di fronte a un?emergenza.
Non c?è la finalizzazione per le riserve naturali della Sentina e della Foce del Metauro. Assessore Agostini, non c?è nessun finanziamento sufficiente per l?autorità di bacino interregionale del fiume Tronto. Assessore Agostini, lei che è presidente del comitato istituzionale di quell?autorità, sa che nel in una delibera avete preventivato, per il funzionamento di quell?autorità quasi 100.000 euro, per farla funzionare. Avete messo, nel bilancio, poco più di 36.000 euro. Ricordo ai colleghi e a chi ha voglia di ascoltare, che in questa regione abbiamo quattro autorità di bacino: quella interregionale Conca-Marecchia che ha il suo maggior territorio nell?Emilia Romagna e quindi viene finanziata da quella Regione. Noi, nonostante che sia finanziata dall?Emilia Romagna diamo più di 26.000 euro. Mentre per la seconda autorità di bacino della nostra regione, e per numero di comuni e per superficie e per abitanti, diamo 36.000 euro. E? lo stesso assessore al bilancio che è anche presidente dell?autorità di bacino del Tronto. Spero che sia stata una svista e che vi sia una correzione con gli emendamenti.
Voglio ricordare che, fatta eccezione per l?autorità di bacino del fiume Tronto, tutte le altre autorità di bacino hanno approvato il Pai e le norme di salvaguardia, mentre questa autorità di bacino le ha solamente adottate, con la non certezza del diritto, perché se il Pai non è approvato ma solamente adottato, può essere contestato da chiunque. Non voglio leggere tutti i Comuni dell?autorità di bacino del fiume Tronto, ma voi ritenete che questo territorio dal quale io provengo debba essere penalizzato così? Noi abbiamo approvato il Pai regionale giustamente di corsa, perché scadevano le norme dei salvaguardia. Non esistono norme di salvaguardia per questi Comuni del Tronto, sono adottate, carissimo Agostini e c?è molta differenza fra l?adozione e l?approvazione. Visto che vi avvalete spesso dei vostri uffici legali, chiedetelo e vi diranno che ci può essere contenzioso. Non mi puoi dire, Agostini, che un Pai approvato è uguale a un Pai adottato.

Presidenza del Vicepresidente
GILBERTO GASPERI

Luciano AGOSTINI. Vi sono le norme di salvaguardia.

Pietro D'ANGELO. Sono incluse nel Pai. Anche le norme di salvaguardia, qualsiasi privato le può contestare, se non approvate. Allora, lasciamo la vallata del Tronto senza l?approvazione del Pai, senza l?approvazione delle norme di salvaguardia. Mi meraviglio che viene da te che sei presidente dell?autorità di bacino!

Luciano AGOSTINI. Questa è una tua libera interpretazione. Tu sai che quelle norme sono eccessivamente rigide e i problemi che danno dipendono dal fatto che sono troppo rigide.

Pietro D'ANGELO. Quelli che cito io sono dati inconfutabili. Non solo, dico di più. Sa il collega Agostini che da quattro anni ci sono 30 miliardi per mettere in sicurezza l?ultima parte del fiume Tronto e ancora non siamo riusciti a impegnare nemmeno mille lire. Se voi permettete, Agostini, ritengo che per la pericolosità di questo fiume occorra una maggiore attenzione e per il fiume e per gli abitanti che ne debbono sopportare... (Interruzione). Ritengo che bisogna fare di più per l?unica area che non ha un Pai approvato, visto che c?è stata un?esondzione nel 1992 che ha portato notevoli danni e notevoli disagi ad una popolazione del sud. (Interruzione). Dico forse delle fesserie?

Luciano AGOSTINI. Non dici delle fesserie, ma a volte hai un?interpretazione esagerata delle cose.

Pietro D'ANGELO. Il Pai dell?autorità del bacino del fiume Tronto non è stato approvato: è vero o no?

Luciano AGOSTINI. Sì, dopodiché non c?è la deregulation, vi sono le norme di salvaguardia.

Pietro D'ANGELO. Presenterò un ordine del giorno in proposito, dove dirò che, per sopperire al più presto a queste carenze di funzionamento dell?autorità di bacino del fiume Tronto senza finanziamenti o con pochissimi finanziamenti, con 6 dipendenti, di cui, di tecnici 2-3 o qualche ragazzo part-time...

Luciano AGOSTINI. Qui ti sbagli.

Pietro D'ANGELO. Questi sono i dati che ho io. Questo in confronto a un?autorità regionale che ha più di 43 addetti.
L?ordine del giorno che ti inviterò a firmare, carissimo collega Agostini, dice che, vista la pericolosità del fiume Tronto, visto tutta una serie di situazioni, vista la necessità di arrivare all?approvazione del Pai al più presto, impegna la Giunta a mettere a disposizione le strutture dell?autorità regionale che ha appena approvato il Pai regionale, di mettere a disposizione dell?autorità di bacino del fiume Tronto una parte di queste persone, con la speranza di arrivare al più presto all?approvazione del Pai.
Mi auguro che questi miei suggerimenti vengano tenuti presente. Con il collega Moruzzi andammo dall?assessore Ascoli, ma anch?egli oggi è assente, con una delegazione di studenti dell?università di Urbino, per difendere il diritto allo studio, le borse di studio...

Luciano AGOSTINI. L?abbiamo fatto.

Pietro D'ANGELO. L?avete fatto? Mi auguro che anche questo aspetto sia sanato dal dibattito in aula. Io ho presentato un emendamento in tal senso, se l?ha presentato anche la Giunta mi fa piacere, ma ritengo che il diritto allo studio sia più importante e del festeggiamento di un santo e del festeggiamento di un Carnevale o di quant?altro. Il diritto allo studio è un diritto sacrosanto, non gli si possono sottrarre risorse.
Se le cose vanno avanti così, dopo un?approvazione del Pai regionale dove non si è voluto mettere un articolo sulla vigilanza della Regione relativamente alle eventuali inadempienze degli enti locali, aspetteremo la legge sulla VIA, alla quale è stata sottratta tutta la partecipazione dei cittadini, addirittura anche degli enti parco. Se una grande struttura deve essere fatta sul territorio... Questo è il bilancio, Vicepresidente...

PRESIDENTE. Sono d?accordo, ma lei è già fuori di dieci minuti.

Pietro D'ANGELO. Recupererò nelle prossime sedute: per tre sedute non parlerò mai.
Addirittura, nella legge sulla valutazione d?impatto ambientale è stata tolta la partecipazione degli enti parco. Se il buon giorno si vede dal mattino... Vedremo quello che succederà con la VIA e con la riforma della legge 13. Dico a questa maggioranza, alla quale sono legato politicamente, anche se, spero, temporaneamente all?opposizione, di fare molta attenzione ai contenuti programmatici, perché se rispetto ai verdi non prevarranno i contenuti programmatici alla logica di sottogoverno, che è sempre in agguato e che colpisce sempre tutti ? anche i partiti di Giunta fanno partiti di lotta e di sottogoverno, che sono due cose inconciliabili ? e non ci saranno segnali forti, penso che sarà difficile recuperarli per le prossime scadenze elettorali. Quindi è un invito che io faccio a questa maggioranza di centro-sinistra, un invito di attenzione alle esigenze dei cittadini e soprattutto a parlare di partecipazione.
Questo non è un bilancio molto dibattuto. Quando i partiti di Giunta vanno in giro a predicare il bilanci partecipativo, discusso a Porto Alegre, dico che al posto di quelle forze politiche mi sentirei un po? a disagio, perché di partecipativo su questo bilancio qui non c?è stato alcunché.

PRESIDENTE. La seduta è sospesa. Riprenderà alle 15,30.


La seduta è sospesa alle 13,40