Resoconto seduta n. 177 del 18/02/2004
La seduta inizia alle 11,15



Approvazione verbali


PRESIDENTE. Ove non vi siano obiezioni do per letti ed approvati, ai sensi dell'art. 29 del regolamento interno, i processi verbali delle sedute n. 172 e n. 173 del 9 febbraio, n. 174 e n. 175 del 10 febbraio e n. 176 dell'11 febbraio 2004.



Mozioni
(Annuncio di presentazione)

PRESIDENTE. Sono state presentate le seguenti mozioni:
? n. 343 dei consiglieri Giannotti, Brini, Cesaroni, Ceroni, Grandinetti e Trenta: «Crisi settore pesca - piano per l'Adriatico»;
? n. 344 dei consiglieri Modesti, Silenzi, Melappioni e Avenali: «Scuola aeronautica di Loreto e la base di Potenza Picena»
? n. 345 del consigliere Trenta: «Ascoli Piceno. Disagi sulla SS n. 4 Salaria riduzione rischi di incidente»;
? n. 346 dei consiglieri Trenta, Ascoli, Agostini, Amagliani, Amati, Avenali, Benatti, Brini, Castelli, Cecchini, Ceroni, Cesaroni, Ciccioli, D'Angelo, Donati, Favia, Franceschetti, Gasperi, Giannotti, Grandinetti, Luchetti, Martoni, Massi, Melappioni, Minardi, Modesti, Mollaroli, Moruzzi, Pistarelli, Procaccini, Ricci, Rocchi, Romagnoli, Secchiaroli, Silenzi, Spacca. Tontini e Viventi: «Antisemitismo».



Congedi

PRESIDENTE. Hanno chiesto congedo i consiglieri D?Ambrosio, Grandinetti, Viventi e Ceroni e, per la seduta antimeridiana, il consigliere Gasperi.




Interrogazione (Svolgimento): «Stato delle relazioni sindacali», Giannotti, Brini, Ceroni, Trenta, Cesaroni, Favia e Grandinetti (910)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l?interrogazione n. 910 dei consiglieri Giannotti e altri.
Per la Giunta risponde l?assessore Ascoli.

Ugo ASCOLI. Questa interrogazione merita una lunga risposta. Proverò a sintetizzare la risposta che abbiamo preparato come servizio e come assessorato, poi consegnerò la risposta scritta agli estensori dell?interrogazione per poter dare ampia risposta a tutti i temi che vengono trattati.
La distinzione tra attività di indirizzo politico-amministrativa e quella propriamente attinente alla gestione trova specifico riferimento oltre che nel D. Lgs. 165/01, negli artt.3, 4, 6, 7 e 17 della L.R.20/01 "Norme in materia di organizzazione e di personale della Regione". In particolare, in materia di relazioni sindacali l'art.7 della L.R. 20/01 dispone che sia il Comitato di Coordinamento a curare la gestione delle relazioni sindacali. Tuttavia, oltre che nel contesto del quadro normativo delineato dal D. Lgs. 165/01 e dalla L.R.20/01, la disciplina delle relazioni sindacali trova concreto e prevalente riferimento nel CCNL del Comparto, con la previsione di un modulo di relazione articolato: artt. 4 e 8 del CCNL 1.4.99 art.16 del CCNL del 31.3.99 I moduli di relazione con le OO.SS si configurano secondo la seguente tipologia: contrattazione, informazione, concertazione e consultazione. E' dunque al CCNL di Comparto a cui occorre far rinvio per individuare i soggetti legittimati e il relativo iter di relazione tra parte pubblica e le OO.SS. Da un lato, si pone la contrattazione, che ha per oggetto materie specifiche, dal contratto individuate in modo tassativo, e che impegna la delegazione di parte pubblica alla trattativa con le OO.SS rappresentative. La delegazione di parte pubblica di cui alla DGR n.887 del 25.5.2002 è composta dal Presidente del Comitato di Coordinamento dei Direttori di Dipartimento, dal Dirigente del Servizio Organizzazione e dal Dirigente del Servizio Personale. Dall'altro, al di fuori degli ambiti riservati alla contrattazione, il confronto si modula mediante strumenti intermedi di relazione tra le parti aventi ad oggetto aspetti tipicamente gestionali del sistema organizzativo che entra in campo una volta stabilite le linee di fondo con la contrattazione e si basa su elementi forniti dall'informazione. In tale quadro occorre porre in evidenza che solo dalla contrattazione nascono vincoli che impongono obblighi ed adempimenti che sorgono con la stipula del contratto.
A tal fine la trattativa e la stipula non può che avvenire tra quei soggetti forniti di specifica legittimazione a contrarre: componenti della delegazione trattante, per la parte pubblica, e OO.SS rappresentative. Tutte le altre articolazioni in cui si modula il confronto con le OO.SS, diverse dall'ambito della contrattazione, non impegnano la delegazione di parte pubblica, perché da tale tipologia di confronto non nascono vincoli giuridici per le parti. Ne deriva che nell'ambito degli spazi riservati alla concertazione e consultazione con le OO.SS non ha senso parlare di distinzione tra funzioni di indirizzo politico amministrativo e quelle di gestione, mentre tutte le altre fattispecie di natura contrattuale formalmente impegnano i componenti della delegazione. Difatti, eventualmente la gestione intesa come attività propria del dirigente si avvia all'esito convenuto negli ambiti della concertazione e consultazione con le OO.SS, nell'ipotesi che l'amministrazione nel determinarsi per l'organizzazione della struttura e per le misure inerenti la gestione del lavoro intenda assumere posizioni convergenti con l'esito del confronto con le OO.SS.
Il sistema delle relazioni sindacali delineato dal CCNL 31.3.99 e CCNL 1.4.99 Area del Comparto, confermato dai successivi rinnovi contrattuali, distingue in modo puntuale le materie che sono oggetto di contrattazione (art.4 CCNL 1.4.99), nell'ambito del quale sorge un obbligo di trattare ma non necessariamente di addivenire ad una stipula. In proposito si possono distinguere le materie che hanno riflesso sul trattamento economico e le materie che sono soggette a contrattazione decentrata, ma non hanno incidenza sul trattamento economico. Per la prima categoria, è necessario giungere ad un accordo tra le delegazioni trattanti; nel secondo caso, invece, il processo di contrattazione va obbligatoriamente avviato, ma non necessariamente concluso con un accordo su tutte le materie. Vi è dunque un ambito contrattuale in cui la convergenza delle posizioni delle parti non è dovuta. Si ricordi poi che negli ambiti di concertazione (art.8 CCNL 1.4.99 e art.l6 CCNL 31.3.99) l'accordo è una eventualità, e che una volta trascorsi i termini della concertazione con le OO.SS, l'Amministrazione può determinarsi con propria discrezionale valutazione.
Sui criteri sottesi alla proposta per l?individuazione delle posizioni organizzative e progressioni verticali e per qualsiasi altro istituto contrattuale, l'art.8 del CCNL del 31.3.99 dispone in ordine all'istituzione di posizioni di lavoro, non dirigenziali, che comportino elevate e dirette responsabilità di prodotto e risultato alle quali correlare una retribuzione di posizione e risultato strutturate in modo simile alle analoghe indennità previste per le posizioni dirigenziali. In attuazione del CCNL 31.3.99 l'Amministrazione ha conferito incarichi di posizione organizzativa, sulla scorta di criteri che sono stati oggetto di confronto in un ambito di concertazione con le OO.SS - Verbale del 4.12.2000 DGR 2732 del 18.12.2000.
L'approvazione della L.R. n.20 del 25.10.2001 " Norme in materia di organizzazione del personale della Regione", con la conseguente articolazione su base dipartimentale dell'amministrazione regionale, ha introdotto modifiche strumentali e di processo che coinvolgono il ruolo della dirigenza in prima istanza, e in modo necessariamente correlato quella parte del personale del comparto chiamato ad assumere compiti di immediata collaborazione con la dirigenza stessa. Pertanto, in attuazione degli artt. 3 e 17 della L.R.20/01 si pone l'esigenza di modificare l'assetto strutturale ed operativo delle Posizioni Organizzative non dirigenziali, per adeguarlo al diverso impianto della L.R. 20/01. Il conferimento degli incarichi relativi alle posizioni organizzative avviene in base a criteri definiti in un ambito di concertazione con le OO.SS rappresentative dell'Area del Comparto, secondo un iter descritto dall'art.8 CCNL dell'1.4.99 e dall'art.16 del CCNL 31.3.99, che si sviluppa nel termine di giorni 30. A tal fine la Giunta regionale ha predisposto uno specifico indirizzo " Linee guida per al rideterminazione delle posizioni organizzative"- DGR n.862 del 17.6.03 - per delineare il quadro di azione per la delegazione di parte pubblica nel confronto con le OO.SS che in sintesi può ricondursi sostanzialmente alla necessità di rideterminare il sistema delle PO orientandolo al perseguimento: riorganizzazione in attuazione della L.R. 20/01 e alla diversa distribuzione delle funzioni ad essa conseguenti; contenimento della spesa, che se pur non rigidamente interpretato, dovrà presentare elementi incrementali solo per l'innovazione ed il recupero di qualità ed efficienza (...) ; rilettura in termini di innovazione organizzativa
Con la DGR n.1312 del 30.9.03 si sono definite le risorse destinate al finanziamento delle PO, con l'assegnazione dei budget per dipartimento. L'iter per l'individuazione delle Posizioni Organizzative non dirigenziali si incardina nell'ambito del potere organizzatorio individuato in capo alla dirigenza ai sensi degli artt. 3 e 17 della LR.20/01 per le finalità in tale normativa indicate. La tipologia delle PO deve necessariamente ricondursi alle fattispecie esemplificate nell'art.8 del CCNL del 31.3.99 e, dunque, sotto tale profilo trova conferma e si rafforza quanto già disposto con DGR n.2732/01.
Il CCNL del 31.3.99 contempla tre diverse tipologie di posizioni organizzative, anche a tempo:
tipo A: direzione di unità organizzative complesse con elevato grado di autonomia gestionale ed organizzativa;
tipo B: attività richiedenti alta professionalità e specializzazione correlate a specifici diplomi di laurea o abilitazioni professionali;
tipo C: attività di staff e/o studio e ricerca a supporto delle attività di programmazione, ispettive, di vigilanza e controllo caratterizzate da elevata autonomia ed esperienza.
Si evince chiaramente che la natura e le funzioni delle posizioni organizzative differiscono notevolmente e, pertanto anche i criteri per la loro costituzione possono e anzi debbono variare in ragione delle peculiarità loro proprie.
Contenuti funzionali delle posizioni organizzative.
Per la giunta regionale, i contenuti organizzativi e professionali delle tre tipologie di posizioni organizzative, previste dall'art.8 del CCNL ordinamentale, possono essere così ulteriormente declinati e specificati:
Tipologia A. Tale tipo di struttura presidia la direzione e il coordinamento di procedimenti complessi riguardanti le diverse branche di attività regionale. Sono caratterizzate dal costituire uno snodo essenziale posto tra il dirigente della struttura e il personale addetto per la corretta gestione dell'attività propria dei servizi. E' elemento essenziale di tale posizione la dimensione della responsabilità, estesa ad uno o più processi di lavoro e la competenza non limitata ad ambiti monofunzionali. L'esercizio di tali funzioni può comportare la direzione o il coordinamento di gruppi di lavoro anche interservizi, tendenzialmente permanenti.
Tipologia B. Tale posizione organizzativa è finalizzata a fornire ai servizi un supporto professionale altamente specialistico. Il supporto può essere connotato da attività di tipo consulenziale, progettuale o richiedente l'iscrizione ad albi professionali. Con la costituzione della posizione si stabilisce il diploma necessario alla titolarità della stessa e/o titoli equiparati e/o il tipo di abilitazione professionale.
Tipologia C. Tale posizione organizzativa, similmente a quella che immediatamente la precede è finalizzata a fornire un supporto specialistico diretto alla dirigenza, in termini di funzioni di studio, ricerca ispettive, di vigilanza e controllo. A differenza per la tipologia " B", il diploma di laurea o l'abilitazione professionale non costituiscono titoli indispensabili
I criteri per il conferimento degli incarichi di Posizione Organizzativa sono stati definiti dopo un iter concertato con le OO.SS dell'Area del Comparto, iniziato il 18.6.03 e concluso il 21.10.03, con il consenso espresso da tutte le OO.SS rappresentative dell'Area del Comparto: CGIL,CISL,UIL,CSA e RSU e approvato dalla Giunta con DGR n. 1485 del 31.10.03.
Per ciò che attiene alle selezioni verticali, si tratta di un istituto contrattuale previsto dal CCNL 31.3.99, che presuppone una chiara individuazione del fabbisogno organico, correlato alle esigenze funzionali dell'amministrazione, sulle quali incidono la riorganizzazione della struttura organizzativa della regione conseguente al recente processo di decentramento funzionale ed amministrativo avviato verso le province e il modificato assetto organizzativo inerente l'implementazione della L.R.20/01. In tale contesto è attualmente in corso un confronto con le OO.SS per l'individuazione del numero complessivo dei posti vacanti divisi per categoria da porre a selezione interna. Peraltro, occorre ricordare che i criteri per procedere alle selezioni interne, convenuti con le OO.SS ed approvati con DGR n. 2919 del 4.12.01, sono attualmente oggetto di considerazione con le medesime OO.SS per possibili modifiche ( incontro del 22.9.03).
Infine, ogni istituto contrattuale di norma è ancorato ad una contrattazione che si svolge ogni anno con le OO.SS rappresentative al fine di individuare l'ammontare complessivo delle risorse destinate a finanziare i singoli istituti contrattuali. Di norma, in ordine a tutti gli istituti contrattuali aventi valenza economica (vedi sopra), ma anche in merito a quelli attinenti agli aspetti normativi di immediato riflesso sulla gestione, si pensi in proposito all'articolazione dell'orario di servizio, si stipula un accordo con le OO.SS, il contratto decentrato integrativo, negoziato ogni anno per ciò che attiene alla valenza economica degli istituti.
Per quanto riguarda il discorso della formazione del personale affidata ad una gestione unilaterale, l'art.4/2c lett.d) del CCNL 1.4.99 pone tra le materie oggetto di contrattazione decentrata i programmi annuali e pluriennali delle attività di formazione professionale, riqualificazione e aggiornamento del personale per adeguarlo ai processi di innovazione. D'altra parte, l'art.23 del CCNL 1.4.99 affida alla contrattazione decentrata tra le parti l'obbiettivo di perseguire in modo ottimale lo sviluppo delle risorse umane, attraverso l'individuazione dei finanziamenti da destinare alla formazione, i quali devono, nel quadriennio 98 -01, tendere all'1% della spesa complessiva del personale. E' dunque ad un necessario consenso tra le parti che è attribuito il compito di definire i programmi delle attività di formazione professionale e l'individuazione dei correlati finanziamenti. La dinamica del confronto sindacale e la necessità di ricondurre la formazione, perché oggetto di contrattazione, nell'ambito di tale dinamica caratterizzata da strategie negoziali perseguite dalle parti, ha consentito di poter stipulare un contratto decentrato integrativo stralcio attinente in modo specifico alla formazione inerente l'anno 2002 in data 17.2.03 Si pone in evidenza che le risorse impegnate sono state pari a 873.246 ~, superiori alle indicazioni imposte dal contratto che come già indicato impongono di destinare almeno l' 1% della spesa complessiva per il personale alla formazione. Infatti, tale 1% ammonta a 583.482 ~ contro gli 873.246 & effettivamente impegnati dall'Amministrazione. Ciò è stato possibile mediante un riutilizzo, imposto dall'art.23 del CCNL 1.4.99, delle risorse destinate alla formazione non utilizzate nell'anno 2001. Appare quindi non motivato il rilievo posto di conduzione unilaterale, essendo stato stipulato con le parti il necessario contratto decentrato integrativo. Per l'anno 2003 è tuttora in corso la negoziazione con le OO.SS.
Circa la pratica delle esternalizzazioni, incarichi e/o consulenze, mobilità, per ciò che concerne la mobilità (trasferimenti in entrata) nell'anno 2003 sono state poste in essere 2 mobilità. In particolare, i trasferimenti delle due unità, rispettivamente di categoria D 1 e C, sono stati attivati sulla base di vacanze organiche rilevate dal servizio Organizzazione, per le esigenze del Gabinetto del Presidente e del Dipartimento sviluppo economico, in assenza di vincoli derivanti dalla DGR 37/02 in quanto valida a tutto il 31.12.2002 e prima dell'adozione delle disposizioni per l'anno 2003, assunte dalla Giunta Regionale in data successivi a detti inquadramenti: 11.02.2003.
Nell'attuale legislatura gli incarichi dirigenziali a personale estraneo all'Amministrazione Regionale, ai sensi dell'art. 53 dello Statuto e dell'art.38 della L.R. n.42/1988, sostituito dall'art.12, comma 3, della L.R. n. 54/1997, sono stati conferiti ai soggetti indicati nella risposta scritta che consegno all?interrogante.
Le assunzioni a tempo determinato sono 33 nell'anno 2002 e 13 nell'anno 2003. Si ricorda in proposito che la DGR n.37 /2002 consentiva le stesse limitatamente alla sostituzione del personale assente per maternità, mentre la successiva DGR n.163/2003 al punto 5 testualmente recitava " di non assumere personale a tempo determinato, né di prorogare i rapporti in corso fatta salva la possibilità per ciascuna struttura di sostituire per un periodi di 4 mesi, non prorogabile, il personale cessato dal servizio e non sostituito, nella misura del 50%". Entrambe le deliberazioni sopra citate prevedevano, comunque, la possibilità di adottare atti in deroga motivati da esigenze particolari ed improrogabili.
Infine, per ciò che attiene ad incarichi e consulenze si ritiene opportuno far rilevare che le varie fattispecie di incarico, comprese convenzioni con enti pubblici ed università, sono complessivamente, negli anni 2000,2001,2002, pari a 797 con un significativo trend decrescente caratterizzato da 103 incarichi conferiti nel 2002 contro i 471 del 2001.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno, il consigliere Giannotti.

Roberto GIANNOTTI. Mi aspettavo una risposta diversa, anche se debbo dare atto che nella parte conclusiva sono stati messi in campo alcuni riferimenti che possono offrire lo spunto per un dibattito che certamente non abbiamo la pretesa di sviluppare questa mattina, quindi mi limiterò ad esprimere la mia insoddisfazione per una risposta che comunque è tecnica, una risposta elusiva, formale e quindi non soddisfacente. Non siamo assolutamente, come gruppo di Forza Italia, soddisfatti della risposta formulata, anche perché credo che questa caduta di tono nel rapporto fra sindacato e Giunta regionale rappresenti il primo e più grande fallimento di questa Giunta regionale. La prima inadempienza, il primo limite dell?azione del governo regionale è ascrivibile alla conduzione delle relazioni sindacali. Non lo diciamo tanto per dire. Tutti sanno che la nostra iniziativa è scaturita da una presa di posizione ufficiale del sindacato. Se i colleghi consiglieri hanno la cortesia di mettere a disposizione un po? del loro tempo ? e Cesare Procaccini, che è un grande stimatore di uno dei sindacati su tre può farlo ? avrebbero la possibilità di rilevare che il testo dell?interrogazione riprende il documento delle organizzazioni sindacali Uil, Cisl e Cgil. Quindi nemmeno di un sindacato ma delle tre organizzazioni sindacali. Mi viene allora da trarre la prima conclusione: se il giudizio della inadeguatezza del rapporto è definito da una delle due parti, evidentemente qualcosa di vero ci sarà. Probabilmente non sarà tutto, ma credo che la lettera aperta delle segreterie regionali di Uil, Cisl e Cgil definisca un malessere oggettivo.
Quindi partiamo da questo dato: c?è un giudizio di insoddisfazione, di inadeguatezza della politica regionale in questo campo.
Ma più gravi sono le affermazioni contenute nella lettera aperta del sindacato e riprese dal gruppo di Forza Italia. Se lei me lo consente, assessore, debbo dire che non sono assolutamente d?accordo, perché la concretezza dei fatti porta a compiere una lettura diversa. Il fatto oggettivo che non ci sia in questa Regione una separazione delle funzioni di indirizzo politico-amministrativo da quelle di gestione è denunciato quotidianamente da chi lavora dentro questa Regione. Ancor oggi la pratica dell?asservimento tecnico alla logica assessorile è un dato acquisito. Chi di voi vive in questa struttura, in questo ambiente, sa quale sia il livello di dipendenza della struttura tecnica dalla politica e di come vi sia una sovrapposizione di ruoli impropria e inopportuna.
Così come, se questi sostengono che c?è da parte della Giunta regionale una delegittimazione quotidiana del ruolo del sindacato, evidentemente qualche motivo c?è.
Ma quello che è più grave è il giudizio implicito rispetto alla politica di gestione delle risorse umane, perché dice il sindacato: ?La Giunta regionale oltre ad assumere decisioni unilaterali ? quindi a non tenere in nessun conto il parere degli altri ? rincorre i problemi senza risolverli alla radice, spesso sull?onda dell?emergenza e sull?onda di sollecitazioni di singoli o di gruppi?. E? un?affermazione grave, dice che non c?è una strategia, non c?è una programmazione anche in questo campo, c?è un intervento tampone che serve ad affrontare e risolvere le emergenze.
Ma il giudizio più pesante sul piano politico è il resto, quando si dice che ?la pratica delle esternalizzazioni ha assunto dimensioni e caratteristiche su cui interrogarsi, andando talvolta al di là di ogni ragionevolezza e giustificazione, con conseguenze non solo in termini di oneri finanziari ma anche di svilimento delle professionalità dell?ente?. Una lettura adeguata alla situazione, non solo in termini di costi, non solo per il fatto che le Marche hanno già superato il limite previsto dalla legge per il ricorso a incarichi di consulenza esterna, ma perché questo svilisce, questo ha depotenziato sul piano dalla capacità progettuale e operativa il personale della Regione. Questo va detto con forza: chi sta dentro questo ente non si sente adeguatamente valorizzato.
In modo analogo, dicono i sindacati ? ma lo dice Forza Italia, ma lo dice l?opposizione, ormai lo dice anche la stessa maggioranza ? si procede ancora nella pratica indiscriminata dell?affidamento di incarichi di consulenza esterna, una pratica gravissima per due motivi: perché è ciclico l?impegno della Giunta a non dare più consulenze, a non dare più incarichi, un impegno che viene immancabilmente contraddetto dopo tre settimane, perché si trova la possibilità di bypassare, e oggi le Marche hanno una spesa per consulenze ed incarichi che è percentualmente uno dei più alti delle Regioni d?Italia. Incarichi di consulenza rispetto ai quali non c?è mai stata una verifica costi-resa, una prassi che coinvolge esclusivamente professionisti targati politicamente. La cosa più grave è che in questa Regione lavorano solo i consulenti comunisti o comunque delle aree politiche a loro affini, così come i dirigenti, per i quali si è assistito alla logica del bilancino: tanto alla Margherita, tanto ai Ds, tanto a Rifondazione comunista.
Ha detto giustamente il collega Castelli che in questa Regione la forza di Rifondazione comunista è stata tale da costringere la maggioranza, la Giunta regionale a non allontanare un dirigente targato Rifondazione che aveva compiuto cose sulle quali qualcosa da discutere c?era, quindi vuol dire che questo malcostume arriva a tanto. Questo vale non solo per gli incarichi, per le consulenze, ma vale per la mobilità, per i contratti atipici, rispetto ai quali si spende tantissimo e rispetto ai quali è certa l?inutilità, perché corrispondono solo ad una logica di lottizzazione.
Così come il problema delle posizioni organizzative e delle progressioni verticali: c?è un premio per funzioni, per responsabilità. Anche qui non mi sembra che il percorso seguito sia stato giusto: abbiamo assegnato questi incarichi su misura: prima abbiamo individuato le persone e poi abbiamo stabilito gli incarichi, le posizioni organizzative. Credo che ogni corretta gestione poti ad un rovesciamento delle posizioni, cioè rispetto agli obiettivi che questa Giunta si pone, alle scadenze che ha questa Regione, è giusto mettere in campo questo potenziamento della struttura, a quello fa riferimento la posizione e lì, poi, ci sarà una valutazione di merito. Qui invece abbiamo fatto il contrario: prima abbiamo chiesto quali erano i dipendenti regionali da premiare, e anche qui non so se secondo le capacità e la professionalità o la dipendenza politica o l?asservimento politico, poi abbiamo costruito le posizioni. E così vale per la formazione del personale, un altro discorso rispetto al quale, se è grave la posizione della Regione è gravissima, drammatica la posizione del sistema sanitario regionale, rispetto al quale il sistema della formazione è diventato terra di conquista, di studi e di società molto discutibili sul piano della capacità, dell?esperienza acquisita sul campo. Ma è un discorso che riprenderemo.
Questo per dire che noi abbiamo da anni evidenziato questo grave limite della politica regionale, questo primo grande obiettivo mancato delle politiche regionali, richiamando l?esigenza forte di un recupero di trasparenza rispetto alla gestione delle risorse umane, di un recupero di trasparenza rispetto al problema, per esempio, dell?affidamento degli incarichi esterni per i quali abbiamo proposto due strade. Primo, la costituzione di un albo regionale che recuperi, intanto, un tasso di disponibilità e di utilizzo dei professionisti marchigiani, perché non capiamo per quale motivo i professionisti marchigiani siano tutti cretini, mentre quelli della regione Emilia Romagna, notoriamente affine alla sinistra, siano tutti intelligente, se oggi dobbiamo constatare che più del 50% dei professionisti provengono da quella regione.
Abbiamo proposto il problema che non ci siano società o enti che abbiano più incarichi professionali, il principio della rotazione e soprattutto la necessità di verificare la competenza e la capacità.
Tanto per fare un esempio, non è concepibile che venga assegnata da una Asl l?attività di formazione del personale, vantando esperienza, capacità acquisita sul campo, da una società fondata nel 2003, senza avere l?attività formativa fra le funzioni principali.
Questo sta a dimostrare che avevamo ragione e lo dimostra anche il fatto che questa mattina tentiamo di mettere una pezza alla legge sulla organizzazione approvata solamente alcuni mesi fa, a dimostrazione della vostra incapacità non solo a garantire una gestione corretta delle risorse umane, ma anche a produrre una legislazione adeguata a rispondere alle esigenze di migliorare l?efficienza e l?efficacia dell?azione regionale.
Per questo esprimo l?insoddisfazione del gruppo di Forza Italia



Interrogazione (Svolgimento): «Raccolta e collettamento acque in località Piane di Morro» D?Angelo (786)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l?interrogazione n. 786 del consigliere D?Angelo.
Per la Giunta risponde l?assessore Silenzi.

Giulio SILENZI. L'interrogante chiede (punto 1) di sapere quali provvedimenti la Giunta regionale intenda intraprendere per evitare che in seguito all'immissione delle acque piovane provenienti dalla zona urbana e dalla zona artigianale di Piane di Morro il fosso Scarafaggio aumenti il suo livello di scorrimento con la conseguenza di inondare le colture e le abitazioni circostanti. L'interrogante chiede inoltre (punto 3) se la Giunta regionale non ritenga di invitare l'amministrazione comunale di Folignano a sospendere i lavori di captazione e di immissione delle acque piovane che determinerebbero i descritti pericoli per le zone circostanti.
In proposito si riferisce quanto segue.
La realizzazione delle opere cui si riferisce il consigliere D'Angelo sono subordinate all'autorizzazione idraulica della Provincia di Ascoli Piceno, in forza della legge regionale 25 maggio 1999 n. 13 che ha trasferito alle amministrazioni provinciali le competenze e gli uffici (ex servizi decentrati regionali opere pubbliche e difesa del suolo) in materia.
Tale autorizzazione è stata concessa dal competente servizio provinciale. La Regione non ha quindi il titolo legale per impedire la realizzazione dei lavori autorizzati. Tuttavia, non si può non rilevare la considerevole difformità esistente tra quanto lamentato dal consigliere d'Angelo nella sua interrogazione e la valutazione effettuata da parte del competente` ufficio delle Provincia, secondo il quale le acque collettate addicevano comunque al fosso Scarafaggio, e di conseguenza non si ravvisava il pericolo di un considerevole aumento delle portate a seguito dei lavori progettati. In proposito ritengo quindi quanto mai opportuna la decisione, di cui riferirò in chiusura di questo punto, relativa alla realizzazione di uno studio idraulico e di un progetto completo; auspico che lo studio idraulico chiarisca questo decisivo aspetto.
In seguito agli esposti e alle denuncie presentate da più parti, risulta che i lavori avviati sono stati sospesi in attesa di uno studio idraulico e di un progetto completo che comprenda anche il tratto nel territorio del comune di Maltignano.
L'interrogante chiede inoltre (punto 2) quali iniziative la Giunta regionale intende intraprendere per verificare l'esistenza di tutte le autorizzazioni necessarie per l'abbattimento degli alberi che costeggiano il predetto alveo compresi alberi secolari di specie protetta. In proposito sl riferisce quanto segue.
Sono state intraprese le verifiche richieste dall'interrogante. Già nel 2002 il Comune di Folignano aveva denunciato situazioni di pericolo di esondazione del fosso a causa della vegetazione infestante presente in alveo; a tal fine il Comune aveva richiesto l'autorizzazione alla pulizia del fosso proprio in località Pian di Morro.
Il competente ufficio della Provincia ha rilasciato l'autorizzazione in data 20 novembre 2002 - prot. 4867; la stessa autorizzazione relativa all'ambito demaniale ha avuto validità fino al 31 dicembre 2002; non risulta che tale autorizzazione sia stata rinnovata.
Il citato nullaosta idraulico rilasciato da parte dell'amministrazione provinciale di Ascoli Piceno comprende, peraltro, l'autorizzazione ai lavori di taglio a raso della vegetazione sugli argini e dentro l'alveo strettamente necessari per il ripristino del normale scorrimento delle acque e la rimozione dei materiali di origine antropica ed alluvionale che restringono la sezione di deflusso. Il nullaosta vieta, nel contempo, il taglio delle piante esistenti al di fuori dell'area demaniale di intervento.
Il Corpo forestale dello stato ha effettuato numerosi sopralluoghi in sito, da cui è risultato che le piante (protette o no) da abbattere secondo il progetto rientravano nelle pertinenze dell'alveo e quindi in area demaniale; conseguentemente esse erano comprese nell'ambito del nullaosta concesso dall'amministrazione provinciale. Per le specie protette fuori dell'alveo, al servizio Sviluppo e gestione delle attività agricole e rurali (competente) non è pervenuta, ad oggi, alcuna richiesta per autorizzazioni all'abbattimento. Non sono pervenute, peraltro, segnalazioni di abbattimenti da parte del Corpo Forestale dello Stato. Ho dato disposizioni affinché vengano effettuate attraverso il corpo forestale dello Stato nuove verifiche sulla possibilità che l'impresa costruttrice abbia stabilito delle intese con i proprietari delle aree al di fuori dell'ambito demaniale per effettuare tagli non autorizzati di piante.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno, il consigliere D?Angelo.

Pietro D'ANGELO. Al di là dei contenuti della risposta, faccio appello al Presidente del Consiglio, perché una risposta a quasi un anno dalla presentazione dell?interrogazione è un tempo eccessivo, soprattutto se si fa riferimento al regolamento interno. Il regolamento interno prevede una risposta entro 3 mesi. Non essendo presente alla Conferenza dei presidenti di gruppo, ritengo che il Presidente Minardi debba garantire a tutti i colleghi una risposta in tempi accettabili. Non ritengo la risposta a un?interrogazione a distanza di un anno un fatto positivo. Non posso venire alle Conferenza dei presidenti di gruppo a sollecitare l?iscrizione della mia interrogazione. Se vuole, Presidente, lo farò per iscritto, però le chiedo la cortesia di far rispettare il regolamento interno, per il futuro.
Per quanto riguarda i contenuti, questa interrogazione metteva ancora una volta in evidenza il fatto che l?ex genio civile, prima alle strette dipendenze regionali, doveva in qualche modo avere un controllo. Oggi mi si dice che tutto è stato demandato alle Province. Carissimo Silenzi, ho già detto più volte che è indispensabile che ci sia un organo sovraordinato, capace di verificare l?operato degli enti locali, non perché ci siano dei farabutti in giro, ma perché la vicinanza all?elettorato e la rincorsa al consenso elettorale troppo spesso crea guasti notevolissimi, soprattutto per il territorio. Ecco perché è indispensabile un ruolo sovraordinato di controllo di questi organismi tipo ex genio civile.
Ritengo che nell?operato dell?ex genio civile della provincia di Ascoli Piceno ci siano state delle carenze, per essere buoni e che l?ex genio civile non abbia operato nell?interesse della salvaguardia ambientale. Mi si risponde che tutto è demandato alle Province. Continuiamo a demandare alle Province senza alcuna possibilità di verifica. Per l?urbanistica aspetto ancora una sua risposta, assessore, relativamente alle funzioni delegate alle Province in materia urbanistica, perché per me Lorenzotti non è un padreterno e denuncio in quest?aula la poca serietà di questo individuo che, contestualmente, fa il consulente esterno per la Regione e il consulente esterno per la Provincia. Come consulente esterno della Regione dovrebbe smentire se stesso quale consulente esterno della Provincia di Ascoli Piceno.
Siccome non esistono i geni ma sappiamo in che mondo viviamo, almeno in questa situazione di consulente esterno della Regione e consulente esterno della Provincia, ritengo che non ci sia molta dignità professionale, perché buon gusto vorrebbe che almeno uno dei due incarichi lo lasciasse, ma se non lo fa da solo e non arriva a tanto, sarebbe indispensabile che almeno l?assessore mettesse in evidenza queste incongruenze grosse.
Nonostante che nella legge 34 ci sia il potere di vigilanza della Regione, sulle funzioni delegate, non su quelle trasferite, quando si parla di beni a tutela paesaggistica la Regione ha solamente, appunto, delegato e non trasferito, quindi all?art. 73 della legge 34 è ben scritto in due commi che ? non deve essere un Lorenzotti ics qualsiasi che mi deve dire come si legge il contenuto di una legge ? la vigilanza scatta per le funzioni delegate in materia urbanistica in zone ad alto valore paesaggistico e questo potere di vigilanza fa capo alla Giunta regionale. In caso di inadempimento si parla di potere sostitutivo del Consiglio. La risposta che mi è arrivata, al di là della firma insigne di un grande luminare ? ma io ritengo di intendere bene l?italiano ? non mi soddisfa, c?è una tendenza a delegare tutto, la Regione non vuol verificare niente. Questo è un disastro per il territorio.



Interrogazione (Svolgimento): «Modifica delle linee di programmazione della politica attiva del lavoro alla luce della crisi occupazionale di alcuni distretti produttivi e alla luce dell?applicazione della Legge 30/2003» Cecchini (853)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l?interrogazione n. 853 del consigliere Cecchini. Per la Giunta risponde l?assessore Ascoli.

Ugo ASCOLI. La Regione Marche ha già effettuato ricorso contro lo Stato presso la Corte Costituzionale per la dichiarazione di illegittimità costituzionale della Legge 30/03.
Quest'ultima ha introdotto sicuramente una flessibilità eccessiva senza costruire allo stesso tempo una rete di 'sicurezza' adeguata. Grandi appaiono le preoccupazioni per il mantenimento di un grado accettabile di tutela e di garanzia dei diritti nelle varie forme contrattuali, alcune delle quali (cito solo l'appalto di servizi) appaiono descritte e previste dal legislatore in modo assai lacunoso. Il ruolo della contrattazione collettiva appare seriamente indebolito; si intravede un chiaro disegno volto a costruire un mondo meno regolato e popolato da attori collettivi della rappresentanza meno forti e legittimati, 'strizzando l'occhio' alle corporazioni più forti. Anche in questo caso la Regione sente con grande forza la necessità di intervenire: occorrerà metter mano sin da subito ad una nuova normativa regionale volta anche ad assicurare una rete di sicurezza e di ammortizzatori sociali per tutti, a prescindere dalla dimensione di impresa.
E' necessario dar vita ad una legge che possa contrastare l'accentuata impostazione centralistica riscontrabile nella L. 30 e nel suo decreto attuativo e che sia, di contro, in linea con quanto previsto dalla riforma del titolo V della Costituzione che riconosce in capo alle Regioni una competenza amministrativa e normativa, in materia di mercato del lavoro.
Inoltre tramite le leve della politica attiva del lavoro e della formazione, si dovrà migliorare l'occupabilità di tutte le forze del lavoro presenti nella regione, a partire dalle più deboli, per ridurre e, se possibile, evitare le patologie sociali che potrebbero rappresentare un effetto perverso del 'nuovo che avanza.
Si sta anche cominciando a predisporre il Piano Triennale per le politiche del lavoro 2004-2006, che dovrebbe essere pronto per il prossimo mese di gennaio: anche in questo atto programmatorio si terrà conto dell'evoluzione che ha avuto la nuova normativa sul mercato del lavoro e delle sue conseguenze negative.
Concludendo, la Regione Marche è ai primi posti fra le Regioni che stanno cercando di innovare nella legislazione sul lavoro, garantendo una regia pubblica del governo del mercato del lavoro, garantendo una rete di tutela e di diritti piena e che non abbia smagliature e su questo versante credo che potremo avere qualche frutto importante da portare anche in aula, in Consiglio regionale prima della fine di questo semestre.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno, il consigliere Cecchini.

Cristina CECCHINI. Il lavoro che l?assessore è chiamato a svolgere è estremamente impegnativo, perché la congiuntura che stiamo vivendo, come si è avuto modo di discutere nei precedenti Consigli regionali non è affatto semplice. La qualificazione del lavoro come unica via per tenere la difficile fase congiunturale si scontra con problematiche che sino a qualche anno fa non c?erano. La crisi alla Antonio Merloni è emblematica della nuova situazione che la Giunta regionale deve affrontare nel momento in cui discute delle politiche attive del lavoro. Quindi non soltanto crisi congiunturali relativamente alla delocalizzazione di parte del settore calzaturiero, che di fatto in questi anni è avvenuta, ma grandi imprese nei distretti produttivi della regione oggi sono in difficoltà.
Non ho dubbi sul fatto che il piano per le politiche attive del lavoro possa essere una strada utile sulla quale lavorare, certo è che rispetto agli anni precedenti bisogna che innoviamo profondamente quello che stiamo facendo.
Ho presentato, assieme al consigliere Novelli una proposta che riguardava direttamente i diritti dei lavoratori della piccola impresa, perché non c?è dubbio che la precarizzazione del mercato del lavoro sarà la prima strada che sceglierà l?impresa se non sarà sostenuta nella sua capacità di tenere il passo con i tempi.
Questo problema, dopo che il referendum è andato nel modo che sappiamo, era un obiettivo politico che tutte le forze che sostenevano il ?sì? si erano date.
La legge che avevamo presentato diceva una cosa molto semplice: l?imprenditore che vuol licenziare licenzi ma paghi sette mensilità, l?imprenditore che nel licenziare invoca una giusta causa che invece non c?è alla prova dei fatti, in sede giudiziale, dovrà poi pagare l?intera somma così come in una procedura di licenziamento in una grande impresa, quindi i 5 anni di mensilità che ci vogliono per avere il giudizio.
Questa legge ? si poteva articolarla meglio, fare quello che la Commissione avrebbe voluto ? è stata fermata perché un parere, a mio avviso discutibile, ha inteso dire che la questione del sostegno al lavoro non è materia regionale. Due anni fa, quando ero assessore, discutemmo in sede di assessori al lavoro sull?imminenza di un dibattito con il ministro Maroni, che allora cominciava a pensare alla legge 30, ma oltre alla minaccia del ?libro bianco? non c?era altro. Gli assessori al lavoro dissero ?cominciamo ad articolare il più possibile la legislazione concorrente e il sostegno al lavoro lo facciamo nelle nostre leggi?. Infatti l?Emilia Romagna è partita, poi ha seguito la Toscana e hanno fatto delle leggi. Sulla base di quella riflessione alla quale avevo partecipato abbiamo costruito la proposta di legge che abbiamo mandato in III Commissione e che è stata bloccata.
Credo che tutte le iniziative di cui parla l?assessore debbano andare avanti, ma a condizione che la Regione Marche voglia, politicamente, intervenire su questa materia e non si trinceri dietro un ufficio legale che dice ?non è materia di nostra competenza?, mentre questa questione è invece urgente dal punto di vista politico. L?interrogazione nasce non perché gli uffici non conoscano tutte le diverse articolazioni dei punti della legge delega, ma perché intendevo richiamarvi alla necessità che su questo dobbiamo lavorare, come Regione. Se l?assessore Ascoli dice ?d?ora in avanti scende in campo la Giunta? io rispondo ?ben venga?. Si sappia che rispetto a un lavoro burocratico non si passa, perché gli uffici rispondono in maniera burocratica, mentre invece su questo bisogna lavorare, perché nelle Marche la via dell?internazionalizzazione obbligatoria o della chiamata in causa dei pochi, ulteriori stanziamenti europei, stante che il fondo di coesione andrà negli altri paesi, rischia di precarizzare il mercato del lavoro e sarebbe drammatico per tutti noi pensare che nei prossimi anni dovremo affrontare una questione, avendo i lavoratori ancora più in difficoltà rispetto alle condizioni di oggi.
Voglio ricordare che le condizioni sono davvero difficilissime, sia per l?impresa media ma soprattutto per la piccola. Quindi la precarizzazione di tante figure, comprese quelle nuove ? gli ex Co.Co.Co. ? pone il mercato del lavoro e la gioventù in difficoltà rispetto al proprio futuro, quindi obiettivo di un?istituzione è quello di ?mettere le mani? nel piatto davvero pesantemente, perché dobbiamo legiferare in tempo utile per fare qualcosa di positivo.



Interrogazione (Svolgimento): «Attuale situazione Agenzia R.R.R.R.R.» Pistarelli (695)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l?interrogazione n. 695 del consigliere Pistarelli.
Per la Giunta risponde l?assessore Amagliani.

Marco AMAGLIANI. In relazione all'interrogazione a risposta scritta del Consigliere Pistarelli pervenuta con nota Prot. n°312/03 del 25.02.2003, riguardante la materia in oggetto, si riferisce quanto segue secondo la sequenza dei punti contenuti nell'interrogazione in questione e sulla base delle informazioni disponibili presso il nostro servizio.
Punto 1: la composizione dell?organigramma dell'Agenzia, ad oggi, risulta essere così articolato: n°1 personale a tempo indeterminato (diploma scuola media superiore); n°1 collaboratore coordinato e continuativo - Co.Co.Co. - (diploma di Laurea in Giurisprudenza); n°1 collaboratore coordinato e continuativo - Co.Co.Co -(diploma universitario in Tecnico dello sviluppo ecosostenibile).
Punto 2: il servizio di "Sportello Informambiente" è stato attuato ed è operativo dallo scorso mese di Settembre 2002, è organizzato con un call center, dotato di una linea telefonica esclusiva che risponde al n°071/2132783 (anche fax) e di un sito web. L'organico di tale servizio risulta di due operatori permanenti con mansioni gestionali e consulenziali ed un operatore con funzioni amministrative. L'Agenzia 5R S.p.A. si avvale, inoltre, della collaborazione dell'Agenzia Recupero Risorse S.p.A. di Firenze, mediante apposito contratto di assistenza e supporto tecnico per la fornitura di tale servizio. Le tipologie di servizi forniti per attività front-line, relativamente al periodo settembre/dicembre 2002, risultano: risposta quesito telefonico 32%; attività istruttoria 9%; invio documentazione 5%; visite presso l'agenzia 2%. Il numero dei soggetti che si sono rivolti al servizio, sempre in relazione al periodo sopra indicato, risultano ammontare a 48 articolati nelle seguenti tipologie: aziende di gestione dei rifiuti 29,17%; privati (aziende e studi) 22,92%; ARPA 10,42%; Associazione di categoria 10,42%; Province/ATO 8,33%; Istituzioni scolastiche 6,25%; Privati cittadini 6,25%; Ministero e uffici pubblici 4,17% ; ASL 2,08%.
Gli argomenti trattati, suddivisi in percentuale, sono: Attività di gestione rifiuti 25%; Riciclaggio e recupero rifiuti 15%; Finanziamenti 6%; Normativa 4,17 %; Richiesta materiale 4%; Altro 46 %.
Punto 3. L'Agenzia ha espletato l'attività di coordinamento della sperimentazione sui Rifiuti Sanitari, prodotti nella nostra regione. A riguardo l'attività in questione si è conclusa con la consegna degli elaborati dello studio in data 17.04.2003. Le copie sono disponibili presso il Servizio Aree Naturali Protette e Ciclo dei Rifiuti. Gli elaborati sono stati integrati con la stesura definitiva di un rapporto sintetico, non previsto dalla Convenzione, ma ritenuto utile per una divulgazione diffusa dello studio.
Nello specifico lo studio realizzato si riferisce: Indagine diretta presso cinque strutture sanitarie partecipanti alla sperimentazione secondo quanto previsto con DGR n°2548/01 (ASL Urbino, ASL Fabriano, ASL Macerata, ASL Ascoli Piceno e Azienda Ospedaliera Umberto 1°- Torrette di Ancona); Linee guida per la gestione dei Rifiuti Sanitari; Proposte per l'ottimizzazione della gestione dei Rifiuti Sanitari; Relazione di sintesi; Data base "Produzione smaltimento rifiuti sanitari".
Lo studio è stato oggetto di apposita comunicazione, da parte dell'Assessore, ai componenti della Giunta Regionale.
Punto 4. L'Agenzia ha espletato il servizio di supporto relativamente alla attività di autodemolizione e ha consegnato al Servizio le risultanze del lavoro svolto che si inquadra nell'ambito di un processo di verifica dello stato di attuazione del Piano in relazione ai processi di adeguamento intrapresi dalle imprese di autodemolizione. In particolare è stato fornito il quadro normativo aggiornato di riferimento, comunitario, nazionale e regionale e il quadro riepilogativo della situazione delle imprese marchigiane di autodemolizione con apposite schede di ciascuna attività. Tale schedatura ha permesso la verifica dello stato di attuazione dei progetti di messa a norma e di rilocalizzazione rispetto alle norme stabilite dal regionale dei rifiuti. Sono state anche indagate le possibilità di contributi finanziari derivanti da disposizioni legislative comunitarie, nazionali e regionali e sono state prospettate alcune linee di intervento
Punto 5. Per quanto attiene l'attività collegata al servizio Banca Verde, l'Agenzia in data 25/10/2002 ha stipulato un Protocollo di intesa con la Banca "MPS BANCAVERDE S.p.A" di durata biennale, per la realizzazione di iniziative quali: fornire assistenza tecnico finanziaria a supporto della predisposizione di progetti a operatori economici del settore ambientale, proporre prodotti creditizi per gli operatori economici presentati dall'AGENZlA 5R, destinati alla realizzazione di interventi nel campo ambientale, con particolare riferimento alla gestione dei rifiuti, servizio di project Financing per la realizzazione di impianti tecnologici sul territorio regionale, fornitura di servizi di pianificazione tecnico-economica (piani di impresa) e consulenza finanziaria nell'ambito dello sviluppo di progetti innovativi nel settore della prevenzione, riduzione, recupero e riciclaggio dei rifiuti e validazione tecnico-economica di progetti candidati a beneficiare di incentivazioni finanziarie a valere sui programmi comunitari, statali e regionali. In relazione al quesito di come è strutturato il collegamento del link di Banca Verde, si precisa che nella Convenzione non era previsto nessun collegamento. L?Agenzia ha ritenuto comunque opportuno predisporlo, per fornire un ulteriore servizio alle imprese marchigiane.
Punto 6. L'Agenzia sta espletando il lavoro di supporto alla Regione per la realizzazione dell'Accordo regionale sul Compost e lo stesso è in via di definizione. In data 22.10.2003 è pervenuta al Servizio Aree Naturali Protette la seguente documentazione: una nuova bozza di accordo; con l'indicazione delle Associazioni interessate al Tavolo Tecnico; una relazione sulla stima delle matrici compostabili nella Regione.
Punto 7. L'Accordo di programma per i rifiuti prodotti dagli uffici e dai servizi non è stato siglato. Allo stato attuale il lavoro svolto dall'Agenzia 5R S.p.A. ha riguardato l'analisi aggiornata del quadro normativo di riferimento comunitario, nazionale e regionale, la predisposizione di una bozza di accordo quadro generale con una prima definizione dei soggetti da attivare.
Punto 8. Per quanto concerne l'attività di supporto alla Regione per l'attuazione della Misura 2.2 del Docup Ob 2 anni 2000/2006, I'Agenzia, inizialmente, ha partecipato alla predisposizione dei Bandi d'accesso per le Sub-misure 2.2.1 e 2.2.2 (DGR n°1325 e n°1326 del 16.07.2002), in particolare per quanto concerne la definizione delle rispettive griglie di selezione. Successivamente ha organizzato una campagna di informazione diffusa, anche attraverso l'organizzazione di due appositi incontri, rivolti ai beneficiari delle Sub-misure messe a bando. Nell'ambito di questa campagna di comunicazione ha curato la progettazione di un apposito depliant esplicativo, contenete la descrizione della Misura 2.2 e delle rispettive Sub-misure. Ha, inoltre, condotto una indagine mirata presso C.C.I.A.A. della Regione, finalizzata ad individuare i beneficiari per l'intervento b1 della Sub-misura 2.2.1. Successivamente alla presentazione delle domande d'accesso, I'Agenzia ha collaborato alla relativa attività istruttoria, esaminando i progetti pervenuti sia per la Sub-misura 2.2.1 e 2.2.2, nonché partecipando alla predisposizione delle rispettive Tabelle di Graduatoria. Sta partecipando all'istruttoria in corso relativa alla 11° edizione dei Bandi per l'Autocompostaggio domestico, Intervento a) della Sub-misura 2.2.1"Riduzione della produzione dei rifiuti".
Punto 9. Per quanto concerne lo studio relativo all'utilizzo del CDR prodotto dagli impianti pubblici nella Regione Marche, I'Agenzia superate le difficoltà incontrate per reperire i dati MUD di alcune tipologie di rifiuti urbani e speciali utilizzati per l'ottenimento del CDR, come evidenziato con propria nota del 06.05.200, ha consegnato gli elaborati, sia nella versione cartacea, sia in CD Rom, in data 09.12.2003.
Si comunica, infine, che la Giunta regionale, nella seduta del 28.10.2003, ha adottato la DGR n°1475 recante gli indirizzi per lo scioglimento o per la dismissione della partecipazione azionaria della Regione dall'Agenzia regionale per il riutilizzo, riciclo e recupero dei rifiuti S.p.A. Si informa, inoltre, che in data 24.02.2004 si terrà l'Assemblea dei Soci dell'Agenzia Regionale in questione per deliberare la messa in liquidazione della Società ai sensi dell?art. 2484 del Codice Civile.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno, il consigliere Pistarelli.

Fabio PISTARELLI. L'Agenzia regionale per il riutilizzo, riciclo e recupero dei rifiuti, già Agenzia regionale per le materie prime e secondarie, è stata una scelta strategica per questa Regione, perché sulla base della legge regionale 31 del 1990 si è iniziato a svolgere un certo tipo di ruolo e di funzione da parte dell'agenzia confermata nel 1999, perché nel 1999 con la legge regionale 28 l'agenzia avrebbe dovuto assolvere alle funzioni di supporto tecnico e organizzativo della Regione e assistenza alle imprese per il riutilizzo, riciclo e recupero dei rifiuti nonché quelle di supporto per la commercializzazione e la transazione dei rifiuti destinati al recupero. Questo lo si leggeva anche nel sito dedicato all'Agenzia 5R. L'oggetto è pertanto molto delicato, perché è una delle priorità non solo dell'impianto della legge nazionale "Ronchi" ma anche di tutte le scelte che a cascata sono derivate dal "decreto Ronchi", cioè la legge regionale e gli indirizzi regionali in materia di rifiuti, il recupero, il riciclo, il riutilizzo dei rifiuti. Sappiamo che è questa la partita già degli anni '90, ma con ritardo in Italia, solo alla fine degli anni '90 ci sono state scelte decise e sicuramente, in questi primi anni del nuovo millennio, è la partita decisiva. Se si riesce a percorrere la strada non solo di una corretta gestione a monte, ma anche di una corretta gestione a valle, fino allo smaltimento del rifiuto, sotto il profilo del riutilizzo, del recupero spinto ? tant'è che ci sono anche obiettivi che la legge nazionale impone e obiettivi presi dal nostro piano regionale ? si riesce a vedere finalmente superata la logica dell'emergenza, della crisi permanente in tema di rifiuti e si riesce a guardare avanti con un'ottica di programmazione.
L'agenzia doveva essere un perno di questa politica complessiva sui rifiuti, l'agenzia ? lo dice laconicamente l'assessore, quasi prendendone atto, ma forse lui è arrivato quando già le cose si erano verificate ? chiude. La Regione Marche ha approvato ad ottobre 2003 ? lo ha ricordato correttamente l'assessore ? un indirizzo per lo scioglimento o per la dismissione della partecipazione azionaria della Regione dall'agenzia regionale per il riutilizzo, riciclo e recupero dei rifiuti. Il 24 febbraio ci sarà l'assemblea che sancirà tutto questo.
Assessore, sicuramente l'agenzia qualcosa è riuscita a fare, ma questo qualche cosa, se si arriva al punto di dare l'indirizzo preciso di scioglimento o di dismissione comunque dalla partecipazione della Regione, significa che questo qualche cosa è stato assolutamente insufficiente, significa che è stato assolutamente insufficiente lo strumento, che doveva essere operativo, da parte di questa Regione, in favore delle politiche di questa Regione stessa, che era l'Agenzia 5R. E' un fallimento che dobbiamo denunciare, non solo perché vogliamo fare "un po' di scandalismo di corto respiro", ma per porre il problema. Nel futuro, quali azioni positive la Regione Marche metterà in campo sotto questo profilo delicatissimo? Quali azioni positive direttamente intraprese? Perché poi la politica è delegata alle Province per quanto riguarda la gestione, con quei problemi che sappiamo: i problemi di una gestione complessiva della materia, che stanno creando dappertutto ritardi, difficoltà, anche problemi di natura pratica, gestionale come i siti di discarica, i consorzi obbligatori che non partono. C'è solo quello di Macerata, ma quanta fatica sta avendo l'azione del consorzio obbligatorio!
La Regione non può dire "chiudo l'agenzia". Queste funzioni a chi saranno demandate? Come verranno sostituiti i ruoli che erano stati demandati all'Agenzia 5R? Su questo dovremo ritornare presto, assessore. Penso che l'invito possa essere da lei accolto, so che è attento alle questioni e alle tematiche che riguardano anche questo aspetto della politica ambientale, quindi ritengo che a breve dovremmo fare un Consiglio dedicato e destinato a queste questioni per la loro rilevanza, per la loro importanza e per la loro delicatezza e anche per fare il punto sul perché questo progetto è fallito. Quante risorse sono state comunque destinate a questo progetto? Abbiamo visto tutte le azioni, che sono costate alla Regione Marche.
Sulla politica ambientale è allora urgente che il Consiglio regionale si impegni ad affrontare la materia, a sviscerare le questioni, a confrontarsi e a prendere le decisioni necessarie.



Interrogazione (Svolgimento): «Affidamento in economia alla Coop. Archè di Macerata del servizio di organizzazione della riunione del Comitato di sorveglianza sul programma operativo regionale Ob. 3, 2000-2006" Pistarelli (883)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l'interrogazione n. 883 del consigliere Pistarelli.
Per la Giunta risponde l'assessore Ascoli.

Ugo ASCOLI. In relazione all'interrogazione di cui sopra si informa che il decreto 927 del 13 novembre 2002 avente per oggetto: "POR Ob. 3 2000/2006 Asse F - Misura F1- Affidamento in economia della fornitura del servizio di Organizzazione della riunione del Comitato di Sorveglianza sul POR Ob. 3 - FSE 2000/2006 - prevista per i giorni 18 e 19 dicembre 2002: importo euro 11.000,00 IVA compresa" non ha nulla a che a vedere con la delibera n. 1952 del 31/7/2001 (oggetto: "L. 215/92 art. 12 ? approvazione piano regionale per la formazione imprenditoriale") in quanto non è un atto né conseguente, né tanto meno collegato alla delibera.
A scanso di equivoci, si precisa che il decreto n. 927/02 è in linea con le procedure eseguite in precedenza per affidare all'esterno la realizzazione di questa tipologia di servizio, ai sensi del Reg. Regionale n. 44/96 e che, nel caso specifico, non è stata presentata alcuna offerta anomala, in quanto sono pervenute due sole offerte valide tra le quali vi era una differenza di euro 195,00.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno, il consigliere Pistarelli.

Presidenza del Vicepresidente
SANDRO DONATI

Fabio PISTARELLI. Ringrazio l'assessore Ascoli. Era però evidente che c'era un refuso nell'interrogazione, perché l'oggetto diceva una cosa e il testo dell'interrogazione ne diceva un'altra.
Riproporrò l'interrogazione in maniera completa, così lei potrà rispondere, perché il problema è sulla questione del piano di informazione sul territorio in merito alle leggi incentivanti l'imprenditoria femminile. E' questo il problema che volevo sollevare.
Quindi riproporrò la questione, mi scuso del refuso, anche sul corpo dell'interrogazione si capiva che la questione che sollevavo era di quel tipo di natura e relativa a quel tipo di affidamento, in economia, di un servizio che rientrava nel più ampio alveo della questione strategica sull'imprenditoria femminile e delle azioni positive della Regione per favorire l'imprenditoria femminile. E' un piccolo tassello di una questione molto ampia che noi conosciamo bene anche per le note vicende che hanno interessato il dott. Sunzini, il già assessore Cecchini ecc.
Ritornerò in maniera puntuale, così le darò modo di approfondire la questione e di rispondere in maniera puntuale.



Interrogazione (Svolgimento): «Accordi tra la Regione Marche e la Fondazione IME riguardante l'erogazione di prestazioni cliniche assistenziali da parte dell'azienda ospedaliera San Salvatore per la cura di pazienti talassemici inseriti nel progetto internazionale di talassemia» Giannotti (932)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l'interrogazione n. 932 del consigliere Giannotti. Per la Giunta risponde l'assessore Melappioni.

Augusto MELAPPIONI. Per quanto attiene all'andamento della Convenzione in essere tra l'Azienda Ospedaliera San Salvatore di Pesaro e la Fondazione IME (Istituto Mediterraneo di Ematologia) si precisa che l?attività svolta fino ad oggi è garantita dall'Azienda OspedaIiera nel pieno rispetto delle clausole contrattuali. Infatti a tutt'oggi sono stati trattati 14 pazienti di cui 13 trapiantati o in percorso di trapianto ed 1 in terapia conservativa. La provenienza è così composta: 10 pazienti dalla Palestina, 1 paziente dal Kuwait, 1 paziente dall'Egitto ed 1 da Cipro.
Si precisa però che in data 29 10.03 il Commissario Straordinario della Fondazione IME di ILJA GARDI ha segnalato con una nota l'intenzione dell'IME di recedere in via ordinaria dalla convenzione per le seguenti controversie:
a) Dall'attivazione del "Centro di riferimento della Rete IME, per la cura, la ricerca, la formazione e l'accoglienza, inerente il progetto Internazionale Talassemia, sotto la direzione clinica scientifica del Prof. LUCARELLI a partire dal gennaio 2004 presso l'ospedale San Camillo di Roma. Come previsto dall'art. 11 della convenzione nel rispetto di un preavviso di 90 giorni;
b) La sostanziale inadempienza dell'Azienda nei confronti del ruolo del Prof. LUCARELLI prevista dalla convenzione;
c) La sottovalutazione da parte dell'Azienda sulla presenza della fondazione IME nella Città di Pesaro;
d) Esuberanza di ruolo dell'interprete utilizzato dall'Azienda Ospedaliera.
Preliminarmente si osserva che la convenzione ha per oggetto l'erogazione da parte dell'azienda ospedaliera di Pesaro delle prestazioni connesse e correlate al trapianto di midollo osseo per la cura di pazienti talassemici inseriti nel progetto internazionale di talassemia.
La convenzione è stata stipulata in conformità all'accordo raggiunto tra codesta Fondazione, I'azienda ospedaliera e la Regione Marche in data 06/06/2003, approvato con la deliberazione della Giunta Regionale n. 811 del 10/06/2003.
L'art. 11 della convenzione ha previsto la possibilità per ciascuna delle parti di recedere dal rapporto, salvo l'obbligo di un preavviso minimo di novanta giorni nonché quello di portare a compimento i percorsi clinici già avviati.
E' perciò rimessa alla scelta unilaterale delle parti avvalersi o meno della suddetta facoltà, senza l'onere di allegare giustificazioni di sorta.
Qualora la Fondazione IME abbia deciso di recedere dal contratto, alla azienda ospedaliera e, quindi, anche alla Regione non è data la possibilità di interferirle con simile scelta, ma soltanto di richiedere il completo rispetto del disposto contrattuale.
Ne consegue che le ragioni addotte in asserito sostegno di tale determinazione sono da qualificarsi come del tutto inutili.
Nel caso in cui si persegua, in modo peraltro contraddittorio, lo scopo di adombrare una inadempienza dell'azienda ospedaliera agli obblighi sanciti dal contratto, appare necessaria una disamina dei rilievi svolti.
Nella parte iniziale della lettera si richiamano, con riferimento al ruolo del direttore scientifico della Fondazione, problemi insorti nella fase delle trattative precontrattuali i quali debbono invece considerarsi risolti con la sottoscrizione senza riserve degli accordi raggiunti.
Vengono qui in evidenza l'art. 5 del contratto che ha definito, sotto forma di titolarità, le incombenze affidate al direttore scientifico ed il successivo art. 6 che ha individuato i compiti della azienda ospedaliera, sotto forma di titolarità e di impegni.
Dalle notizie e dai documenti trasmessi a questa amministrazione dalla azienda, risulta che il direttore scientifico della Fondazione ha fatto pervenire in data 30/06/2003 al comitato paritetico di cui all'art. 10 della convenzione, una lista di programmazione dei pazienti, senza pero consegnare in tempo utile le relazioni clinico-sanitarie indispensabili per la valutazione dei singoli casi da sottoporre al trattamento curativo.
Soltanto nel mese di Ottobre 2003 sono state trasmesse delle mere schede sanitarie, a seguito dei solleciti di parte aziendale. Risulta inoltre che il suddetto direttore scientifico si è assentato da Pesaro per almeno quattro settimane a decorrere dal 28/07/2003; che lo stesso in data 23/09/2003 ha inviato una lista di candidati al trapianto segnalando la sospensione di alcuni pazienti perché non avrebbero provveduto al pagamento.
La richiesta dell'azienda di chiarire la posizione di detti soggetti non ha mai ricevuto risposta.
Risulta altresì che la richiesta del direttore scientifico, inoltrata il 06/10/2003, di esaminare le cartelle cliniche dei pazienti sia stata pienamente accolta dall'azienda; che le ripetute proposte del direttore della struttura aziendale di ematologia per un incontro con il direttore scientifico della Fondazione non sono state mai accolte; che mentre quest'ultimo procrastinava le predette proposte per i suoi impegni personali e ciò sino ad epoca successiva al 29/10/2003, con la lettera datata 15/10/2003 diretta a Codesta Fondazione, ha denunciato il disinteresse dell'azienda e la impossibilità si svolgere il proprio compito.
Risulta infine che l'azienda ospedaliera ha dato la disponibilità di una ulteriore struttura ambulatoriale, in aggiunta alla porzione immobiliare già concessa in forza della convenzione, per sopperire alla esigenza del direttore scientifico della Fondazione; che il personale medico aziendale messo a disposizione è stato di cinque unità, delle cui competenza e capacità professionale non è dato di dubitare.
I fatti sin qui riportati dimostrano che è stato il direttore scientifico di codesta Fondazione a disinteressarsi delle attività delle quali è titolare, non prestando la dovuta collaborazione per l'esecuzione della convenzione e, contestualmente, lamentando presunte inadempienze dell'azienda ospedaliera, a mo? di giustificazione alle proprie mancanze.
In realtà il comportamento tenuto dall'azienda ospedaliera altro non è stato che la diretta conseguenza della mancata cooperazione del direttore scientifico nella esecuzione della convenzione e pertanto non è qualificabile come inadempimento.
La pretestuosità delle affermazioni recate nella lettera del 29/10/2003 appare evidente laddove da una parte, si sostiene che il ruolo del direttore scientifico della Fondazione è stato riconosciuto nelle convenzione in termini "minimali"; dall'altra si censura la carenza nella Regione di una "volontà politica" a sostegno dei rapporti con la Fondazione e, nel contempo, si rileva che l'azienda ospedaliera si sarebbe limitata a subire l'accordo.
Al contrario, nel caso di specie era necessario dare compiuta attenzione alla volontà negoziale manifestata dalle parti nella convenzione; la crisi di relazioni all'interno dell'Azienda ospedaliera, semmai esistita, non riguarda codesta Fondazione; le relazioni con gli organi della Fondazione non hanno mostrato criticità se non per l'assenza di cooperazione da parte del direttore scientifico della medesima Fondazione.
L'assunto, inerente l'insufficiente riconoscimento nell?art. 5 del contratto del ruolo del direttore scientifico, induce piuttosto a ritenere che la sottoscrizione della convenzione da parte del rappresentante di codesta Fondazione sia avvenuta con riserva mentale perché non valutata come satisfattiva delle aspettative sue e del direttore clinico-scientifico.
Allo stesso modo, è palese come l'episodio relativo al dipendente dell'azienda ospedaliera con funzioni di interprete venga artatamente enfatizzato e strumentalmente utilizzato al dichiarato fine di configurare una lesione delle prerogative della Fondazione.
L'individuazione del soggetto con compiti di interprete è stata approvata da codesta Fondazione che ha deciso di utilizzarlo anche per "le attività estemporanee generate dall'attività di accoglienza" (cfr. nota n. 107/03 di prot. del 23/07/2003).
L'asserita "esuberanza di ruolo" dell'interprete, segnalata nel mese di Settembre, è stata censurata dall'azienda ospedaliera così da far ritenere che l'interessato non avesse più dato corso ad iniziative eccedenti il compito a lui assegnato.
L?episodio, peraltro denunciato da un medico dipendente dell'azienda con una lettera del 23/10/2003, è ben più grave delle segnalazioni che codesta Fondazione avrebbe formulato nel mese di Settembre 2003 e, allo stato, non risulta in modo obiettivamente certo il verificarsi di ulteriori fatti di eguale natura.
Bene ha fatto pertanto l'azienda a procedere all'accertamento di ciò che è effettivamente accaduto nell'unico episodio del quale si è venuti a conoscenza.
E' comunque evidente che la circostanza arreca principalmente pregiudizio all'azienda e non alla Fondazione e non rivesta quel carattere di gravità tale da giustificare la risoluzione della convenzione.
In conclusione, le illazioni contenute nella lettera del 29/10/2203 in ordine all'inadempienza dell'azienda ospedaliera agli impegni ed alle condizioni della convenzione sono destituite di qualsiasi fondamento.
Al contrario si ravvisano i presupposti per poter affermare che la Fondazione IME non abbia dato esatta esecuzione agli obblighi previsti dal contratto.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno, il consigliere Giannotti.

Roberto GIANNOTTI. A me dispiace che non ci sia il Presidente della Giunta, perché avremmo potuto fare un confronto a tre voci. L'assessore ha cercato di riempire di contenuti una risposta difficile sul piano politico, soprattutto per i riflessi di questi giorni. Questa interrogazione, vecchia come data, è attualissima, nella sostanza, rispetto alle polemiche di questi giorni, su cui volevo intervenire.
A me sembra che l'assessore sostanzialmente dica "rispetto alle difficoltà di rapporto fra l'Ime, l'azienda e la Regione noi ci sentiamo di assolvere l'azienda ospedaliera San Salvatore e dire che se ci sono responsabilità rispetto alle difficoltà, queste sono legate all'Ime". Mi sembra che sia più un rimpallo di responsabilità che una lettura corretta della situazione che si è determinata.
Questo è, purtroppo, il penultimo episodio della tristissima vicenda della talassemia che ha coinvolto emotivamente una città, ma anche una regione. Ricordo le esclamazioni, le minacce addirittura, del consigliere Silenzi in occasione di alcuni dibattiti su questa materia in Consiglio regionale, quando diceva ?porteremo le truppe a occupare la cittadella della Cdl se accadranno certe cose?. Sono accadute, purtroppo, per colpa sua e quindi difficilmente può occupare se stesso. Civitanova purtroppo è una piazza che ahi difficoltà a conquistare e devi rassegnarti, Silenzi: tu puoi anche fare il presidente della Provincia, però Civitanova rimarrà sempre la cittadella delle libertà, dove il tuo amico Brini potrà avere un ruolo diverso.
La lettura della risposta non fa altro che declinare le cose che abbiamo detto, cioè che questa vicenda è stata alla fine infarcita di tali e tante contraddizioni, per cui oggi è oggettivo che tutta questa partita della talassemia a Pesaro veda una confusione di ruoli, una contrapposizione scientifica e sanitaria, una sovrapposizione di competenze, di iniziative, una ? non voglio essere cattivo ? speculazione sulla malattia, una corsa a dimostrare chi è più bravo. Questa non è un?accusa politica, è un?accusa rivolta a chi poi interviene. Mi sembra di per dire che rispetto al protagonismo verbale dei dirigenti dell?Ime e alle perorazioni del direttore del reparto di ematologia c?è questa confusione su cui pesano due grandi macigni: quello del prof. Lucarelli, vituperato professionista, rispetto al quale la Regione ha avuto un atteggiamento che dire persecutorio è poco e quello di Gardi, l?unico direttore generale che in questa Regione è stato licenziato in tronco solamente per avere espresso pubblicamente le proprie idee, cosa che non era mai accaduta.
Non si può venire a dire quello che si dice oggi, che siccome l?ex direttore generale, oggi direttore scientifico, Gardi, è un vagabondo, non svolge le sue funzioni, va in giro per l?Europa, fa altre cose è andato in crisi il rapporto di fiducia. Probabilmente la questione è molto più complessa e deriva da un fatto fondamentale che non è stato mai risolto: rispetto a questa vicenda della talassemia la responsabilità principale è della Regione Marche, che ha sempre omesso di assumere fino in fondo le proprie responsabilità. Se la Regione Marche avesse detto sì subito all?assunzione di una corresponsabilità, non avremmo avuto tutte le storie di questi anni, non avremmo avuto questo epilogo triste, questa conclusione nefasta a cui stiamo assistendo. Non c?è stata assunzione di responsabilità, c?è stato un traccheggiare. Vi ricordate la vicenda-Lucarelli quando non l?avete nominato direttore, quando avete bocciato la proposta dell?azienda dicendo ?c?è un processo in corso, aspettiamo?? Magari lo stesso trattamento non è stato usato per altre situazioni.
Se ci fosse stata una scelta di campo da subito in quel senso, oggi avremmo evitato tutto questo. Invece la conclusione è: le cose che avete detto qui, c?era una richiesta specifica del Governo che la Regione entrasse ufficialmente nell?Ime, non avete mai dato una risposta in positivo rispetto a questa richiesta che avrebbe reso autorevole il ruolo regionale, che non può essere un ruolo di sponda legato all?operatività dell?azienda ospedaliera.
Rimane comunque il fatto grave che la conclusione di questa vicenda purtroppo è quella che tutti i marchigiani hanno visto: la scuola di talassemia è di fatto stata trasferita a Roma, il prof. Lucarelli è stato trasferito a Roma, la scuola di talassemia appoggiata all?Irccs è diventata punto di riferimento del finanziamento statale previsto dalla legge. D?Ambrosio ha una bella faccia tosta a lamentarsi, perché sapeva benissimo che avere detto no all?Irccs avrebbe fatto cadere ogni possibilità, perché legato all?Irccs c?era il discorso della scuola, quindi la scuola e l?Irccs viaggiavano sullo stesso livello. Avere detto no all?Irccs ha voluto dire no alla scuola, dire no alla scuola vuol dire no ai finanziamenti statali che sono dirottati. Le Marche hanno perso una grande risorsa sanitaria, una risorsa d?eccellenza che avrebbe potuto permettere di continuare un grande impegno umanitario che da questa città è stato espresso. Tutto il resto è propaganda, tutto il resto è un tentativo di recuperare un ruolo ed uno spazio per una struttura sanitaria, quella di Pesaro che ? non me ne voglia il primario ? non è all?altezza di chi c?era prima... Lo so che tu non sei d?accordo Cecchini, abbiamo due giudizi diversi rispetto a Lucarelli...

Cristina CECCHINI. I marchigiani e i pesaresi, sono ammalati di talassemia o di leucemia?

Roberto GIANNOTTI. Lascia stare... Questo tentativo, tuo e del tuo amico socio in affari del gruppo Verdi, di far passare come impegno fondamentale per la nostra regione, quello dell?assistenza ai marchigiani, dimenticandosi che anche i cittadini di altri stati hanno bisogno... (Interruzione). Lascia stare, Silenzi...
Per questi motivi mi dichiaro insoddisfatto.




Proposte di legge (Esame degli articoli):
«Disposizioni urgenti a carattere transitorio in materia di personale del settore sanitario privato convenzionato con il SSR» Luchetti (188)
«Norme transitorie per l'assorbimento nell'organico del servizio sanitario regionale del personale in servizio presso strutture private convenzionate» Favia e Cesaroni (206)

PRESIDENTE. La Conferenza dei presidenti di gruppo ha stabilito di anticipare il punto 7, quindi l'ordine del giorno reca le proposte di legge n. 188 ad iniziativa del consigliere Luchetti e n. 206 ad iniziativa dei consiglieri Favia e Cesaroni.
Ha la parola il relatore di maggioranza, consigliere Luchetti.

Marco LUCHETTI. Questa proposta di legge richiama una proposta che era contenuta nella proposta di legge, poi diventata legge 13, nel momento in cui parlammo della riorganizzazione complessiva della struttura della sanità marchigiana.
A quel tempo si soprassedette all?articolo che indicava l?oggetto di questa proposta di legge che oggi discutiamo, per un approfondimento che i consiglieri regionali intendevano fare e che nella II Commissione è stato fatto, che sostanzialmente oggi viene riproposto in maniera più articolata e con più clausole di garanzia rispetto alle osservazioni che a quel tempo vennero fatte sulla medesima normativa.
Questo lavoro è stato compiuto dalla Commissione valutando tutti gli aspetti inerenti una tematica come questa, inoltre dalla stessa Commissione è stato fatto un confronto piuttosto serrato con le organizzazioni sindacali che hanno convenuto e convengono tutt?oggi sulla necessità di questo provvedimento che riguarda, sostanzialmente, la salvaguardia dei posti di lavoro per quei lavoratori che venissero colpiti dai processi di riorganizzazione del sistema sanitario. Questo è il nocciolo della questione, che in buona sostanza si rivolge a quelle strutture private che vengono convenzionate con la Regione e che vengono colpite dai processi di riorganizzazione. Sia nella legge 13 sia nel piano sanitario si fa riferimento ad una necessità di riorganizzare i servizi sanitari e l?offerta sanitaria rispetto soprattutto al settore dei servizi ma anche a quello delle degenze. Questi due ambiti, sia quello dei servizi che quello delle degenze, risentiranno inevitabilmente di quella che potrà essere la ridefinizione della organizzazione sanitaria, sia dal punto di vista dei servizi di supporto che dei posti letto. Ne abbiamo già ampiamente discusso in occasione del piano sanitario: la riduzione al 4 per mille dei posti letto inevitabilmente coinvolge sia la struttura pubblica che quella privata; E? chiaro che questo provvedimento si rivolge essenzialmente alle strutture private che erano legittimamente convenzionate con la Regione nello svolgimento di particolari servizi.
Il primo articolo, nell?indicare le finalità e l?ambito di applicazione parla di strutture che si riconvertono, si ristrutturano o addirittura vengono disattivate, perché purtroppo, soprattutto nel settore dei servizi ma non solo, potremmo essere in presenza anche di disattivazioni di strutture, pertanto c?è la necessità non solo di salvaguardare i livelli di assistenza ma anche la professionalità che si è sviluppata nelle strutture convenzionate.
All?art. 1 si fa riferimento alle procedure, nel senso che questa salvaguardia di personale potrà avvenire unicamente quando si stipulerà un protocollo d?intesa tra Regione, aziende del servizio sanitario, struttura privata e organizzazioni sindacali, che dovranno trovarsi d?accordo sulla quantificazione di questi eventuali esuberi che potessero verificarsi nel momento in cui si procede alla disattivazione della convenzione.
E? chiaro che si doveva mettere un limite a questa possibilità, che la Commissione ha intravisto nell?1.1.2003, con l?entrata in vigore del piano. Possono cioè essere interessati tutti quei dipendenti che sono assunti a tempo indeterminato in un periodo antecedente all?1.1.2003 e questi lavoratori, ovviamente, dovranno essere sottoposti, in quanto inseribili nei ruoli del servizio sanitario regionale, ad una prova che funga da concorso pubblico, perché è l?unico strumento che potrà essere attivato nel poter far entrare questo personale negli organici pubblici.
Dove saranno collocati? Questo personale potrà essere collocato nei posti vacanti, o nel caso in cui la Asl di riferimento non trovasse posti disponibili, si dovrà in qualche modo rideterminare il fabbisogno nel territorio interessato.
E? chiaro che questo personale potrà essere inquadrato nei ruoli? questa è un?altra norma di salvaguardia del sesto comma dell?art. 1 ? salvaguardando ai dipendenti i livelli di anzianità acquisiti nel momento in cui hanno svolto servizio nelle strutture convenzionate. Pertanto è importante che per legge venga sancito questo principio, perché più volte in passato, in altre occasioni, il passaggio dei dipendenti dalla struttura privata a quella pubblica ha comportato, successivamente, una serie di difficoltà nel riconoscimento dell?anzianità pregressa.
L?art. 2 prevede i criteri con cui dovranno essere determinati i fabbisogni, che si potranno definire attraverso un ridisegno degli organici, e qualora nella struttura stessa della Asl della zona di riferimento non dovessero essere previste figura analoghe a quelle dei dipendenti in questione, potranno essere fatte delle verifiche, sia nell?ambito della zona che nella stessa regione per particolari eventuali professionalità.
Queste sono sostanzialmente le norme di salvaguardia che abbiamo posto. Credo che questo provvedimento non riguarderà un gran numero di personale, però nella salvaguardia complessiva è necessario che ci dotiamo di questa normativa che trova nella fine dell?efficacia del piano sanitario la sua validità, cioè questa legge è finalizzata espressamente all?applicazione del piano sanitario per le conseguenze che il piano comporta a seguito dell?organizzazione complessiva dell?offerta sanitaria.
Sottopongo all?approvazione del Consiglio questa proposta di legge che potrà garantire in maniera efficace le situazioni che si stanno determinando sul territorio e che da qualche parte si sono già determinate, per esempio nel Maceratese, e che in alcuni casi comportano l?impossibilità per questo personale di essere ricollocato.

PRESIDENTE. Su questo atto la discussione generale era già stata fatta, quindi mi scuso per avere dato la parola al relatore di maggioranza.
Passiamo all?esame degli articoli.
Art. 1. Emendamento a firma Cecchini e Pistarelli. Ha la parola il consigliere Pistarelli.

Fabio PISTARELLI. Ne abbiamo parlato in sede di discussione generale, ma Luchetti è ritornato sull?argomento, quindi pensavo fosse riaperta la discussione complessiva.
L?emendamento vuole che questa legge abbia la giusta sua collocazione storico-temporale su una vicenda precisa e puntuale, quella della crisi aziendale che c?è stata relativamente al gruppo Sanatrix, proprietario della clinica Villalba di Macerata e Villa Pini di Civitanova Marche. Su questo problema ci era stato chiesto un intervento per salvaguardare i posti di lavoro che, in esubero, non potevano essere assorbiti nella struttura di Villa Pini che continua a operare, a fronte della chiusura della clinica Villalba di Macerata. Con questo emendamento, io e la collega Cecchini che abbiamo seguito in Commissione l?iter della proposta di legge, chiediamo che la questione dell?intervento, con un protocollo da seguire ? perché non può essere una questione basata su un intervento ad personam ? delle verifiche da fare per quanto concerne la possibilità di assorbire quel tipo di personale nelle strutture pubbliche, venga limitata a questo tipo di emergenza. Non vogliamo che sia una legge-omnibus, che valga per tutta la durata del piano sanitario regionale, fino al 2006, tra l?altro anche con margini di valutazione discrezionale, perché alla fine sulla questione delle valutazioni della possibilità di assorbimento delle piante organiche è chiaro che c?è una valutazione di natura anche discrezionale. Noi vogliamo dire, con questo emendamento: la questione riguarda tre figure che sono rimaste fuori dal processo di ristrutturazione di quel tipo di società, sistemiamo queste figure che hanno una drammatica situazione (la perdita del posto di lavoro) con quel tipo di procedura, cioè vediamo se il fabbisogno delle strutture pubbliche è tale da poter ricevere queste tre figure, che sono, anche professionalmente, preparate, hanno anni e anni di servizio, ma limitiamo a questo intervento. Non diamo una delega alla Giunta in bianco, come a dire ?vedrai tu se ci sono altre situazioni, laboratori, cliniche che magari chiudono e ristrutturano e queste questioni saranno sistemate dagli uffici della Giunta?. Noi vogliamo che la delega sia ad hoc, sia per risolvere questo caso concreto. Senza questo elemento questa legge non può essere condivisa nel suo impianto complessivo.
Noi siamo a favore ? lo dico in maniera chiara ? della salvaguardia dell?occupazione dei lavoratori che si sono trovati senza posto di lavoro perché Villalba ha chiuso, a Macerata, però siamo contrari a far sì che questa sia una legge-omnibus, che erga omnes possa valere per tutta una serie di casi ad oggi indefiniti ? perché non sappiamo da qui al 2006 quante domande potrebbero essere proposte alla Regione Marche di collocazione del personale in esubero da parte delle strutture private ? ma vogliamo che siano difesi i lavoratori in grande difficoltà in questo momento.
Con questo emendamento sistemiamo le questioni e dichiaro che se questo emendamento sarà favorevolmente accolto dall?aula, saremo favorevoli a questo intervento legislativo.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Cecchini.

Cristina CECCHINI. Vorrei aggiungere solo un concetto a quanto detto da Pistarelli. Siamo in una fase in cui la Conferenza delle autonomie sta per intervenire sul taglio dei posti letto. Voglio ricordare a quest?aula che il piano sanitario che abbiamo fatto ha rimandato l?applicazione del 4 per mille a un successivo atto che la Giunta regionale dovrà fare dopo avere fatto la consultazione ecc.
Non voglio qui ribadire il ritardo con il quale stiamo approntandoci ad applicare questa disposizione del piano sanitario, ma questa legge diverso sarebbe stato se fosse arrivata dopo questi atti, cioè se avessimo riorganizzato i posti letto nelle strutture pubblico-private di questa regione e se avessimo una dotazione chiara di quante sono le disponibilità del personale nelle strutture private, che dovrà essere traghettato nel servizio sanitario regionale, e un conto è, come stiamo facendo oggi, che questa discussione non è ancora cominciata e quindi non sapremo quali soluzioni ci troveremo ad affrontare oltre quelle che sono state definite con la delibera 452 che ha riorganizzato i rapporti nella casa di cura Villa Pini di Civitanova Marche, con Villalba di Macerata. Noi non lo sappiamo e lo dico perché nel rileggere la discussione che abbiamo fatto in quest?aula il 2 dicembre 2003, il relatore Luchetti tendeva a rassicurare che poche sarebbero state le persone che sarebbero transitate dall?una all?altra. Un conto è se questa questione rimane circoscritta a quell?accordo, altro conto se diventa generale. Qui non vedo l?assessore alla sanità e nemmeno l?assessore al bilancio: farebbero bene a stare in quest?aula, in questo momento, perché a fronte di una spesa sanitaria (il 60% e oltre del costo del servizio sanitario nazionale) non si può decidere di legiferare senza dire quante sono queste persone: sono 100, 110, 90, 80, 70 a fine riorganizzazione dei posti letto? Luchetti dice che dovrebbero essere poche, ma io credo che non ci sono assicurazioni, perché nessuno governa il taglio dei posti letto e di conseguenza, con questa legge-omnibus sarà possibile, da parte di tutti, procedere a un passaggio morbido verso la Regione. Siccome di crisi industriali ce ne sono tante e non c?è analoga sensibilità quando sono i lavoratori delle aziende ad essere licenziati, credo che sia un cattivo precedente quello che stiamo costruendo, gestito molto male, senza capire dove si va a finire, quante sono queste persone. L?unica cosa è un via libera e a fronte di chi dice ?facciamolo in via eccezionale, straordinaria, limitata a questa cosa?, se si dovesse verificare che fra tre mesi, quando ci sarà il taglio dei posti letto, saranno riorganizzati i rapporti fra le case di cura private e quelle pubbliche, si farà un altro provvedimento che si chiamerà, magari ?Marchetti? di Tolentino... Insomma, una delibera della Regione che poi diventa una ?leggina?. Però non so a chi parlare, perché non so se l?assessore ai trasporti o quello al turismo vogliano dire qualcosa sulla spesa per il personale della sanità, comunque rimane a quest?aula il mio dissenso, perché credo che in questo modo facciamo il solito lavoro, dopodiché, per far vedere che il personale costa meno di quello che si dice non si contabilizzano i 35 milioni di euro per le ferie non godute, inventandosi che la contabilità economica non lo prevede, quando tutti i manuali dei commercialisti prevedono questo.
Questo è un modo per non pensare che aumenta la spesa del personale e invece la si fa aumentare tranquillamente con molta serenità.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Brini.

Ottavio BRINI. Pensavamo ? abbiamo sbagliato ? che ci sarebbe stato un po' di buon senso da parte della maggioranza e soprattutto da parte del consigliere Luchetti. Vediamo argomenti come quello al punto 10 dell'ordine del giorno, riguardante il "caso Cecchini" fermi da mesi, forse perché vi vergognate a parlarne in aula o avete delle preoccupazioni, ma il consigliere Luchetti si preoccupa, dopo un ampio dibattito che ha avuto critiche serie e ponderate da parte delle opposizione, di far anticipare questo punto anziché parlare di cose molto più serie che riguardano questo Consiglio regionale. Voi vi guardate bene però dal parlare di queste cose e cercate sempre, con la politica del rinvio, di trovare momenti migliori: forse a Pasqua, con un clima diverso, si parlerà di questa problematica, ma saremo presenti su questo punto.
Siamo preoccupati di questo "lodo-Luchetti": se vi fossero stati i "girotondini", l'avrebbero definito "lodo-Luchetti". Questa è una legge "salva amici", una 'legge-truffa" che stravolge, con l'emendamento, l'impostazione che era stata data dall'assessore Melappioni, che riguardava tre posti. (Interruzione). Per come porti avanti questo problema, per l'insistenza, per il tuo atteggiamento lasci molte perplessità. Di fronte al "problema Cecchini" che tocca anche la vita politica e amministrativa di questo Consiglio regionale, lui si preoccupa di portare avanti il "lodo-Luchetti", e in questo momento non si parla né di copertura finanziaria, né dei posti, né di altro, con una crisi aperta a livello regionale per quanto riguarda molti lavoratori. Mi meraviglia che Procaccini sostenga questo emendamento e non si preoccupi di quanti perdono il loro posto di lavoro per una crisi che è mondiale e non derivante, come qualcuno dice speculando, dal Governo nazionale.
Se fossimo stati a Montecitorio, alcuni esponenti dell'Ulivo lo avrebbero chiamato "lodo-Luchetti", ma ce lo devi spiegare bene questo lodo che hai preparato, Luchetti, e che porti avanti da solo con tanta insistenza, perché il tempo metterà tutti nelle condizioni di per poi verificare chi beneficerà di questa tua legge che hai partorito, "salva-amici". Quindi dobbiamo anche capire la prospettiva politica di questa legge. Perché quando si parla di privato c'è una forte rigidità, ma oggi vediamo una grande disponibilità a recuperare ipotetici lavoratori? Oggi sono nella tua fantasia, a meno che tu non abbia una chiarezza, allora devi esporre con chiarezza quali sono le aziende in difficoltà, quelle private, devi dirci quali sono le figure in difficoltà nelle aziende private e potremo aprire un serio dibattito e vedere, insieme agli assessori Agostini e Melappioni se c'è disponibilità di posti e copertura finanziaria.
Non creare delle facili aspettative con questo "lodo-Luchetti", perché molte aziende private potrebbero approfittarne.
Qual era la nostra proposta? Noi partiamo da un dato serio e reale: le tre figure che l'assessore Melappioni aveva portato avanti, dopo un accordo con i sindacati, con le aziende, con le forze politiche ? perché nessuno ha contestato il discorso Macerata-Civitanova ? e che non era un espediente per creare altre opportunità e altre occasioni per gli "amici degli amici".
Noi siamo molto preoccupati, ribadiamo quello che hanno detto i consiglieri Pistarelli e Cecchini e voteremo a favore, se verrà recepito lo spirito dell'emendamento presentato. Non sarebbe stato opportuno che il consigliere Luchetti avesse fatto uno studio più attento, verificando se all'interno delle aziende c'era la possibilità di riconvertire i posti che eventualmente possono essere in esubero? Perché è molto facile per un'azienda gonfiare ? lo vediamo in questi giorni con Parmalat ? gonfiare i propri bilanci che nessuno è in grado di verificare, perché ci sono dei marchingegni che destabilizzano il sistema finanziario italiano. Oggi si affronta una problematica così delicata con molta leggerezza. Soprassediamo, chiudiamo con questi tre posti su cui siamo d'accordo, perché giustamente è stata fatta un'attenta analisi, ma per il futuro stiamo attenti, perché oggi è Parmalat, domani potrebbe essere "Parmaluchetti" e qualcuno dovrà rispondere di questo, non certo le opposizioni che hanno denunciato e continueranno a denunciare questa cosa.
L'invito che facciamo è di riflettere attentamente su quello che l'assessore aveva impostato e portare avanti gradualmente, verificandole di volta in volta, le esigenze e le realtà. Ripeto per l'ennesima volta: sfido chiunque di noi a dire se un bilancio può conoscerlo fino in fondo quando deve affrontarlo per prendere provvedimenti delicatissimi. Potrebbe essere favorita un'azienda, discriminando invece chi ha necessità e bisogno.
Questa è la riflessione e non chiudiamo in fretta questa partita, che è delicatissima. Se serve prendersi un altro mese prendiamo, a meno che sia vero che qualcuno voglia chiudere prima possibile, per accontentare qualcun altro che ha già preso impegni.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Ricci.

Andrea RICCI. Nell?esame in Commissione di questa proposta di legge noi abbiamo svolto un?analisi e una valutazione, sentendo l?assessore, i dirigenti, i funzionari dell?assessorato sui prevedibili impatti, in termini di personale, di questa legge. Le risposte che ci sono state date sulla base di un esame analitico delle situazioni ad oggi esistenti sono state che l?impatto di questa legge sarebbe estremamente ridotto, per lo meno in questa fase iniziale. Le obiezioni che ci vengono presentate dall?opposizione di centro-destra in questa discussione riguardano il fatto che con questa proposta di legge vi sarebbe il rischio di un numero consistente di situazioni di ristrutturazione o disattivazione di strutture private convenzionate che potrebbero appesantire fortemente il bilancio sanitario, aumentando il personale alle sue dipendenze.
La mia posizione è esattamente contrapposta a quella del centro-destra. Mi auguro che questa legge produca un forte impatto. Temo che non sarà così, ma il mio augurio è che sia così, perché questo vorrebbe dire una riorganizzazione complessiva del pur non rilevante settore sanitario privato nella nostra regione.
Questa legge è uno strumento a disposizione della Regione: per ridurre il peso della sanità privata; per integrare , attraverso una ristrutturazione di funzioni, la sanità privata all?interno della programmazione regionale stabilita dal piano sanitario regionale; per garantire i lavoratori della sanità privata; per consentire l?utilizzo di professionalità esistenti dentro la sanità privata nella sanità pubblica, qualora la sanità pubblica incorpori funzioni attualmente svolte dal privato. Non mi stupisce che il centro-destra abbia una posizione contraria questa legge, perché è del tutto noto che il centro-destra non punta affatto ad una riduzione della sanità privata o ad una sua forte ristrutturazione per renderla compatibile e subordinata rispetto alla programmazione sanitaria regionale fatta con il piano sanitario regionale; non mi sorprende che il centro-destra mostri una totale indifferenza nei confronti di lavoratori che potrebbero rischiare di perdere il loro posto di lavoro in nome di un interesse che io giudico pubblico e generale, come quello del potenziamento del sistema sanitario regionale pubblico.
Quindi questa contrarietà fa parte della logica, della dialettica politica e di diverse impostazioni, non tanto di tipo ideologico quanto di concreti interessi materiali.
Quindi giudico questa legge positiva, perché costituisce uno strumento in più a disposizione della Sarebbe del tutto incomprensibile, come propone il centro-destra, limitare questa legge a un caso specifico. Questo sì che sarebbe il ?lodo Brini?, che non a caso proviene dall?area interessata, questo sì che sarebbe un atto discrezionale e arbitrario. (Interruzione). Forse Brini non riesci ad intendere quello che dico perché sei distratto. Stiamo parlando della proposta di legge, non stiamo parlando dell?atto fatto dall?assessorato e dall?azienda sanitaria, l?accordo con la clinica privata di Civitanova. Il problema è che fare una specifica proposta di legge proprio per legittimare a posteriori un caso specifico, costituirebbe un?azione del tutto incomprensibile, perché quella sì che sarebbe una leggina ad hoc per favorire una determinata operazione. La proposta coerente sarebbe quella di dire ?no, non serve nessuna legge, non serve nemmeno fare l?operazione che a Civitanova è stata fatta?. Invece voi sostenete a Civitanova quell?operazione e vi opponete ad un principio che potrebbe consentire di ripetere quell?operazione in altre forme, in altre realtà. (Interruzioni).

Fabio PISTARELLI. Intanto si discute: se c?è un altro caso si ridiscute...

Ottavio BRINI. E? gravissimo quello che dici: ci avete ingannato, con questa proposta di legge, ci avete disinformato.

Andrea RICCI. Se tu non ascolti non potrai mai essere informato di ciò che si discute.
Ripeto che questa proposta di legge è uno strumento di carattere generale e non specifico e singolo, che viene messo a disposizione della Regione per la durata del piano sanitario regionale, con lo scopo di ristrutturare il settore della sanità privata, per integrarlo in maniera completa, per quanto sarà possibile, con il sistema sanitario pubblico e non c?è dubbio che una delle questioni più ardue e difficili quando c?è da rimettere in discussione lo status di una clinica privata, di una struttura sanitaria privata che opera in convenzione con il sistema sanitario regionale e che magari, alla luce dell?evoluzione del sistema, la si giudica non più perfettamente compatibile, utile e necessaria all?interno della programmazione delineata, è proprio quella del personale e dei lavoratori che rischiano il loro posto di lavoro e che rappresentano, per una maggioranza progressista, un vincolo, un interesse da considerare. Di conseguenza ritengo che questa legge sia utile e mi auguro, quindi, che possa avere applicazioni ulteriori rispetto a quelle che si sono già determinate con il caso specifico di Civitanova-Macerata.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Franceschetti.

Fausto FRANCESCHETTI. Il mio intervento su questo emendamento vale pure come dichiarazione di voto finale, perché mi pare che su questo emendamento si concentri la sostanza di tutta la proposta di legge.
Il presidente della Commissione sanità ha appena detto che il risultato di questa proposta di legge è anche il frutto non solo di chi l?ha presentata ma anche di una riflessione attenta che c?è stata nella Commissione consiliare, che su questo è stata impegnata per più di una seduta, facendo verifiche, approfondimenti sull?impatto che la proposta di legge avrebbe avuto nel contesto più generale della sanità e soprattutto della sanità privata marchigiana e comunque convenzionata con il servizio pubblico nazionale, attraverso confronti con la struttura, con il servizio, con lo stesso assessore. Quindi non è una legge fatta a cuor leggero e superficialmente.
Vorrei dire ad alcuni esponenti dell?opposizione che sarebbe opportuno confrontarsi nel merito, invece che lanciare accuse, invettive contro questo o l?altro collega, nella maggior parte dei casi campate completamente per aria.
Nel merito ritengo anzitutto che in linea di principio generale una legge deve avere un carattere generale. Io sono sempre contrario, se non per qualche eccezione particolare e del tutto giustificata, a fare leggi ad hoc, che risolvono solo problemi specifici e non hanno una dimensione e un carattere più generale, poiché uno si chiede, rispetto all?emendamento che è stato presentato dall?opposizione: perché questa legge dovrebbe valere per un fatto specifico, per un accordo specifico che l?assessore ha fatto con due strutture private ? Villalba di Macerata e Villa dei Pini di Civitanova ? quindi dovrebbe valere per alcuni lavoratori della sanità di quelle strutture private convenzionate e invece non dovrebbe valere per altri lavoratori, sempre della sanità, sempre delle strutture private, qualora venissero fuori casi simili a questo, cioè qualora vi fosse l?accorpamento, come nel caso specifico, tra due strutture, oppure si andasse al superamento di una struttura privata che però svolge una funzione per il servizio sanitario pubblico, da questo riceve finanziamenti? Questo è un interrogativo rispetto al quale chi ha presentato l?emendamento dovrebbe rispondere. Perché questo vale in un caso specifico e non dovrebbe valere per casi simili?
Tanto più che se uno legge attentamente la legge, vede anche che nei commi previsti in modo particolare all?articolo 1, non si dà alcun automatismo per cui in tutti i casi che si dovessero verificare scatta questo meccanismo, perché i commi 2 e 3 dicono in maniera chiara le condizioni alla base per poter intervenire come si è intervenuti per il caso specifico di Villalba: ci deve essere personale subordinato assunto a tempo indeterminato, perché ci deve essere una carenza di organico e così via. Quindi non c?è alcun automatismo: la legge detta delle condizioni generali su cui diverse questioni possono essere ricomprese.
La nostra posizione è quindi contraria a questo emendamento ed è favorevole all?approvazione della legge.
Vorrei dire a Brini che finora questa Amministrazione regionale ha dimostrato, sulla sanità, l?opposto di quello che lui dice, perché, come abbiamo verificato nel bilancio di previsione approvato la scorsa settimana, negli anni 2002-2003 non ha gonfiato i bilanci della sanità, anzi è stata dentro il deficit programmato, ha ridotto progressivamente il deficit senza penalizzare la qualità dei servizi. Certamente questo addebito non si può rivolgere a questa Amministrazione.

PRESIDENTE. La seduta è sospesa. Riprenderà alle 16.


La seduta è sospesa alle 13,30