Resoconto seduta n. 178 del 18/02/2004
La seduta riprende alle 16,30



Comunicazioni dei consiglieri

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, sull’ordine dei lavori, il consigliere Giannotti. Ne ha facoltà.

ROBERTO GIANNOTTI. Chiedo di dare corso ad una richiesta che mi sembra sia stata presentata dalle organizzazioni del commercio per un incontro con la Conferenza dei presidenti di gruppo e l’Ufficio di presidenza sulla tanto vituperata legge per l’estensione degli orari di apertura. Credo che il senso e il significato di questa iniziativa meritino una attenzione, quindi le chiedo, Presidente, di farsi carico di questo problema e fare in modo che si possa dare corso a questa richiesta, incontrando le organizzazioni del commercio. Non è possibile oggi ma credo che possa essere possibile prima dell’inizio della seduta del 25 febbraio.

PRESIDENTE. Doveva farlo presente questa mattina nella Conferenza dei presidenti di gruppo. Prendiamo comunque atto della sua comunicazione e vedremo cosa fare.




Proposte di legge (Seguito esame degli articoli e votazione):
«Disposizioni urgenti a carattere transitorio in materia di personale del settore sanitario privato convenzionato con il SSR» Luchetti (188)
«Norme transitorie per l'assorbimento nell'organico del servizio sanitario regionale del personale in servizio presso strutture private convenzionate» Favia e Cesaroni (206)

PRESIDENTE. Riprendiamo l’esame degli articoli delle proposte di legge n. 188 a iniziativa del consigliere Luchetti e n. 206 ad iniziativa dei consiglieri Favia e Cesaroni.
Eravamo all’emendamento 1. Lo pongo in votazione.

CRISTINA CECCHINI. Chiedo la verifica del numero legale.

PRESIDENTE. Prego di procedere alla verifica del numero legale, iniziando dal n. 35

PIETRO D’ANGELO, Consigliere segretario. Procedo alla chiama:
Secchiaroli presente
Silenzi presente
Spacca presente
Tontini presente
Trenta assente
Viventi assente
Agostini presente
Amagliani assente
Amati presente
Ascoli presente
Avenali presente
Benatti presente
Brini assente
Castelli assente
Cecchini presente
Ceroni assente
Cesaroni assente
Ciccioli assente
D’Ambrosio assente
D’Angelo presente
Donati presente
Favia assente
Franceschetti presente
Gasperi assente
Giannotti assente
Grandinetti assente
Luchetti presente
Martoni presente
Massi Gentiloni Silveri assente
Melappioni presente
Minardi presente
Modesti presente
Mollaroli presente
Moruzzi assente
Novelli assente
Pistarelli assente
Procaccini presente
Ricci presente
Rocchi assente
Romagnoli assente

PRESIDENTE. Sono presenti n. 21 consiglieri, quindi la seduta è valida.
Pongo in votazione l’emendamento n. 1.

Il Consiglio non approva

Articolo 01. Lo pongo in votazione.

Il Consiglio approva

Articolo 1. L’emendamento 2 è decaduto. Pongo in votazione l’articolo 1.

Il Consiglio approva

Articolo 2. Lo pongo in votazione.

Il Consiglio approva

Articolo 3. Lo pongo in votazione.

Il Consiglio approva

Articolo 4. Lo pongo in votazione.

Il Consiglio approva

Pongo in votazione il coordinamento tecnico.

Il Consiglio approva

Pongo in votazione la proposta di legge nel suo complesso. Ha la parola, per dichiarazione di voto, il consigliere Brini.

OTTAVIO BRINI. Grazie a “Sant’Angelo” che è rimasto in aula, oggi potete approvare questa legge. Mi dispiace, caro D’Angelo, che per il tuo voto sia determinante per il “lodo Luchetti”, “legge salva amici” ciò sia avvenuto. Noi abbiamo qualche dubbio in più, anche perché la legge l’ha presentata pure Favia, pertanto siamo ancora più preoccupati: se avevamo prima qualche dubbio, cominciamo ora ad avere qualche convinzione, perché Favia ha presentato questa proposta di legge senza aver presentato a suo tempo il gruppo, a meno che non fosse già d’accordo con Luchetti. Questo ci preoccupa, visto l’evolversi, a livello politico, dell’ex collega di gruppo.
Una risposta penso che il presidente della Commissione Ricci la meriti, rispetto a quanto ha detto, perché c’è stata un po’ di confusione quando ha detto che noi eravamo d’accordo perché si trattava di Civitanova e Macerata. Noi non eravamo d’accordo su nulla, perché non l’avevamo proposta noi, l’ha proposta lei quella risoluzione, sia in Commissione che nella stesura della proposta di legge. Quello che è grave è che lei, con la sua maggioranza, non abbia proposto questo aborto in quella circostanza e ci deve spiegare perché, fuori tempo massimo, avete presentato il “lodo Luchetti”, perché fuori tempo massimo siete ricorsi a questa legge “salva amici”. Noi siamo sereni, quindi votiamo contro perché non siamo nelle condizioni né di conoscere quali sono i problemi delle aziende private — questo non lo sapete nemmeno voi — né sappiamo il numero dei dipendenti che sono in difficoltà nelle aziende private, a meno che Luchetti e Favia conoscano già tutto. Questa è la nostra preoccupazione e penso che sia legittima. Questa è una riflessione che dovrebbe fare l’assessore alla sanità, soprattutto l’assessore alle finanze. Se nel giro di qualche mese lei dovrà trovare risorse — sentiremo Favia, quando sarà presente, quante aziende in crisi conosce, per quanti dipendenti — penso che lei dovrà fare i salti mortali. Non vorrei poi che venisse la solita strategia per cui è colpa del Governo Berlusconi, non ci sono i trasferimenti, bisogna fare i tagli bisogna fare i sacrifici ecc.
Presidente Ricci, lei non è stato molto chiaro nella sua risposta, perché quella era una vostra proposta che noi avevamo condiviso perché si trattava di tre figure chiare, delineate da una concertazione sindacale con l’azienda, una proposta concreta, non una proposta astratta come presenta il duo Favia-Luchetti. Voi a scatola chiusa questa sera votate una proposta di legge che due colleghi consiglieri hanno studiato tra di loro, hanno concertato. Oggi Favia diceva “questa è anche una nostra proposta” e noi gli abbiamo risposto “è una tua proposta, perché all’epoca non l’avevi concertata con il tuo gruppo, se era una nostra proposta c’era anche la nostra firma”. Se avesse contattato il sottoscritto non gliel’avrebbe firmata sicuramente per i motivi che ho già detto.
Quindi invitiamo nuovamente l’assessore alle finanze e l’assessore alla sanità ad una riflessione per non farci e non farvi trovare in difficoltà in futuro su questa problematica.

MARCO LUCHETTI. Anche Cesaroni l’ha firmata.

OTTAVIO BRINI. E’ anconetano, forse ci sarà un problema anconetano... Allarghi ancora di più... Piano piano ci direte anche quali sono le aziende e i privati. E’ un problema anconetano, allora... Io lo chiederò a Cesaroni, ma vedo che il primo firmatario è Favia che ha contattato solo Cesaroni, penso che sia un problema anconetano. Questo dovrebbe farvi preoccupare ancora di più e non coinvolge la responsabilità del gruppo. Tu queste cose le conosci meglio di me, perché la Mollaroli l’avete messa in minoranza in più di un’occasione: fa una proposta, voi uscite dall’aula e lei va in minoranza, poi rientrate... Penso che non si coinvolge il gruppo quando un presidente di Commissione decide, quindi c’è ampia autonomia, però ho una preoccupazione perché, guarda caso, i tre firmatari sono tutti e tre anconetani e grazie a “Sant’Angelo” oggi può essere partorita questa legge.
In Commissione, quando poi Pietro D’Angelo non serve, nemmeno ci si preoccupa di discutere i suoi emendamenti. Quindi uno stile diverso quello che ha dimostrato D’Angelo in questa assise, a meno che sia una sua apertura, perché il coordinatore regionale dei Verdi è già entrato in Provincia e ancora non abbiamo capito se qui state all’opposizione o in maggioranza. Penso che tra qualche giorno avremo anche questa chiarezza politica. A meno che sia stata una strategia per toglierti personalmente la presidenza della IV Commissione, come Pietro D’Angelo, per far entrare in gioco politicamente i Verdi, sia a livello provinciale che a livello regionale.
Il tempo è galantuomo, aspettiamo qualche giorno, però tu hai dato oggi un segnale di apertura coerentemente con il tuo coordinatore regionale che già l’ha dato a livello provinciale, per entrare nella Giunta della Provincia di Ancona.
I dubbi sono aumentati, le perplessità esistono, a suo tempo vi avevamo invitato anche a fare un censimento, per conoscere, perché quando si fa una proposta di legge si fa su dati concreti, su certezze. Non conosciamo il numero del personale, non conosciamo quali sono le aziende, però ci si aggancia a una proposta fatta a suo tempo per risolvere altre problematiche.
Penso che lei, assessore Melappioni, quando ha portato in aula la proposta di Villa Pini-Villalba non aveva lo spirito di allargare a macchia di leopardo a tutta la regione questa problematica. Non gliel’avrebbe neanche permesso l’assessore al bilancio, perché se si fosse detto “ci sono da coprire 50 posti”, sicuramente non ci sarebbe stata la copertura finanziaria, avreste dovuto tagliare da qualche altra parte per coprire questa “proposta Luchetti, Favia e Cesaroni”.
Noi, come gruppo votiamo contro e saremo molto attenti a come svilupperà questa problematica, soprattutto sul tema delle assunzioni, vorremo verificare le figure, quanti saranno, vorremo verificare se questi posti potevano essere riconvertiti all’interno della stessa azienda o se potevano essere riconvertiti con aziende associate, perché oggi ci sono anche studi associati e se c’è una crisi a livello di laboratorio di analisi da una parte si può spostare il personale da un’altra parte. Soprattutto occorre garantire la certificazione dei bilanci di queste aziende, perché molto spesso capita che delle aziende presentino bilanci non proprio perfetti.
Come gruppo di Forza Italia votiamo contro, lasciando libero l’amico Cesaroni di votare secondo coscienza, perché è firmatario di una proposta di legge. Ci auguriamo che venga anche Favia, che ormai fa parte della vostra “famiglia”. Noi lo sapevamo anche prima, ma ormai lo è diventato a pieno titolo, tanto è vero che fa le proposte insieme a Luchetti.
Noi votiamo contro, poi staremo a vedere, in futuro, se le nostre sono preoccupazioni reali o era una strumentalizzazione, una demagogia da parte del gruppo di Forza Italia e di quello di Alleanza nazionale.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Cecchini.

CRISTINA CECCHINI. Dichiaro il voto contrario. Le ragioni sono state già spiegate nel corso della discussione che abbiamo svolto. Tengo a ribadire solo un punto, rimasto in ombra rispetto alla discussione che c’è stata. Leggo l’art. 2: “Il fabbisogno di cui all’art. 1 è determinato dalle aziende del servizio sanitario regionale secondo i principi della legge sulle norme generali dell’ordinamento del lavoro in relazione all’ambito territoriale zonale nel quale si sono verificati i processi di cui all’art. 1”.
Quindi, questa legge è molto ampia e avendo in corso la riorganizzazione non sappiamo quali saranno i processi. Poi vedremo, a fine riorganizzazione, quando la Giunta vorrà portarlo in aula e non far fare solo ai direttori di zona e al direttore dell’Asur la riorganizzazione dei presidi ospedalieri, che cosa verrà fuori. Certo è che abbiamo una legge che, rispetto alla problematicità con la quale vive la nostra Regione la spesa sanitaria, la dice lunga sulla accuratezza con la quale la Giunta regionale gestisce le risorse finanziarie.
Mi attendo, Franceschetti, uguale rigore nella prossima legge, quella sul personale, perché se provvedimenti solo generali e non ad hoc devono essere fatti, mi attendo un ragionamento identico sulla legge sul personale. Non vorrei che, qui come lì, i ragionamenti avessero nome e cognome e si potessero declinare in modo molto esplicito. Non so se lo dovremo fare in seduta segreta o in seduta pubblica, ma non c’è dubbio che sulla seconda legge abbiamo anche nomi e cognomi e la conoscenza di tutti quelli che dovranno entrare nei posti degli esterni. Su questa, siccome il territorio regionale è un po’ più ampie i dipendenti delle strutture pubbliche sono diversi, probabilmente non abbiamo una conoscenza personale. Certo è che, oltre che clientelare questa questione è preoccupante sul piano delle risorse finanziarie, ma su questo avremo modo e tempo di ragionare, verificando come verrà utilizzata questa norma, con quali persone, quali figure, in quali Asl e per quali processi di riorganizzazione. Non mi si venga a dire che è un’arma contro le strutture private che abbiamo, perché questo discorso non sta in piedi, se non altro perché le delibere della Giunta regionale di convenzione con strutture private sono bell’e fatte e non mi pare che la Giunta abbia ristretto alcunché rispetto alle strutture private e alle risorse a disposizione. Quindi diciamo che questa è esclusivamente un’operazione preoccupante dal punto di vista della spesa pubblica, sulla quale avremo modo e maniera di discutere.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Luchetti.

MARCO LUCHETTI. Noi voteremo questo provvedimento di legge. Prendo la parola unicamente — non so se ne valga la pena — perché i toni usati in maniera abbastanza perentoria sia da Brini che da Cecchini sono un po’ pesanti. Probabilmente Brini ha dimenticato le sue origini. Siccome a ogni pie’ sospinto vanta di essere uno dei discepoli di Donat Cattin, dovrebbe ricordare che Donat Cattin era uno che difendeva il lavoro. Questa legge sostanzialmente, oltre che salvaguardare i livelli assistenziali si propone proprio questo, quindi credo che sia una cosa abbastanza chiara, perché se uno avesse letto tutta l’articolazione della legge avrebbe capito anche che esistono delle garanzie rispetto alle cose che lui paventava. Comunque prendo lo spunto per ribattere e stigmatizzare l’atteggiamento di Brini, che dice che questa legge è fatta ad hoc. Queste cose se le poteva risparmiare, perché sono cose da baraccone e non da aula del Consiglio. Invece voglio intervenire sulle osservazioni della Cecchini circa la spesa. Al di là del fatto che c’è una finalizzazione riferita alla tutela dell’occupazione, che dovrebbe essere un tema caro anche a lei, il problema attiene al fatto che l’eventuale superamento delle convenzioni di per sé potrebbe e dovrebbe comportare una efficacia diversa nell’organizzazione, pertanto anche un risparmio, perché se fino ad oggi abbiamo pagato convenzioni che a loro volta pagavano il personale, è ovvio che una disattivazione dovrebbe comportare la garanzia del posto di lavoro ma soprattutto una diversa efficacia organizzativa, pertanto un risparmio. Questa è la filosofia della legge; se poi qualcuno la vuole strumentalizzare fate pure, ma renderete conto delle vostre osservazioni alle organizzazioni sindacali e ai lavoratori che vogliono questo “provvedimento-paracadute” nel caso in cui si dovessero fare disattivazioni del genere e pertanto è solamente un provvedimento che tutelerà le professionalità e l’occupazione.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere D’Angelo.

PIETRO D'ANGELO. Ho chiesto la parola anzitutto per rigettare qualsiasi responsabilità su un atto che ritengo una forzatura perché di problemi di esubero questa Regione ne ha tanti e non solo nella sanità, quindi sarebbe stato più opportuno fare una valutazione complessiva.
E’ vero, i posti di lavoro vanno salvaguardati, ma quando se ne salvaguardano alcuni e se ne ignorano altri è chiaro che si deve dire che non si condivide.
Annuncio quindi il mio voto di astensione e voglio rassicurare il collega Brini che “Sant’Angelo” non ha fatto nessun miracolo. Sono qui per discutere, il numero legale c’era ma è vero, comunque, che c’è una differenza di stile, sicuramente, tra me e qualche altro collega e soprattutto in relazione a quanto avvenuto ieri in IV Commissione. Io relatore di minoranza avevo presentato una proposta di legge ben tre anni fa sulla valutazione d’impatto ambientale, congelata per tre anni in attesa della proposta della Giunta, una volta arrivati a destinazione era tanta la fretta di approvare la nuova legge che la si è approvata nonostante avessi presentato diversi emendamenti — non ero presente perché in missione — ignorando, di fatto, tutto il lavoro da me svolto. E’ vero, c’è una bella differenza di stile: per fortuna qualcuno se ne rende conto e comunque io continuerò a lavorare con serietà e anche a denunciare questi aspetti. Mi dispiace che oggi non sia presente il Presidente D'Ambrosio, ma anche a seguito di questa vicenda della VIA — l’ho già detto in sede di discussione del bilancio — per quanto mi riguarda l’avvicinamento dei Verdi a questa maggioranza passa attraverso i contenuti programmatici e ho già detto che la VIA, il Pai e la riforma della legge 13 erano punti importantissimi. Vedremo. Certo se il buon giorno si vede dal mattino, questo non è un bel giorno.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Procaccini.

CESARE PROCACCINI. I Comunisti italiani voteranno questa proposta di legge che non ha nulla a che vedere con quella in discussione successivamente che riguarda una riconversione ed una riforma più complessiva della legge sul personale. Se si può muovere una critica a questa proposta è che è un atto parziale, perché andrebbe esteso ad altri settori dove la crisi sta devastando l’occupazione, anche nelle Marche e il pubblico, lo Stato, in questo caso la Regione, dovrebbe farsi carico di queste realtà di crisi.
Tuttavia la proposta è appropriata, perché l’esubero è stato determinato dalla necessità di razionalizzazione nella sanità e per la verità la Regione marche non ha una responsabilità sostanziale, perché le deriva dal “decreto Sirchia” in primo luogo e soprattutto dai minori trasferimenti dello Stato alle Regioni sulla sanità. In questo caso il datore di lavoro che ha creato l’esubero, la Regione Marche, se ne fa carico in maniera seria, appropriata. Si fa carico della ristrutturazione, dell’esubero di manodopera, lo riassorbe e da questo punto di vista è un atto condivisibile.

PRESIDENTE. Ha la parola l’assessore Melappioni.

AUGUSTO MELAPPIONI. Intanto credo che dal punto di vista del “lodo” ci sia qualcun altro più bravo su questo percorso, nel nostro paese.
Penso che questa legge ci dà l’opportunità di governare in maniera più efficiente il sistema sanitario dentro un riordino così complessivo come abbiamo previsto. Proprio da questa occasione che c’è stata, che ha promosso una riflessione più generale di sistema, credo vengano le riflessioni più positive rispetto al percorso legislativo che stiamo per approvare. In effetti siamo stati fermi quasi un anno proprio perché no avevamo uno strumento di questo genere a queste professionalità specifiche di poter essere recuperate dentro il sistema, in ottimizzazione delle risorse. Non è vero che questa Regione è fra quelle che da una parte tendono ad allargare sul sistema della sanità privata, né d’altra parte, come dimostra anche il piano sanitario, c’è una aggressione al contributo che il privato dà dentro la sanità.
Anche oggi ho ascoltato una serie di riflessioni che a mio parere nascono da una difficoltà da parte dei consiglieri regionali, a conoscere i dati specifici della sanità marchigiana e questo lo dico anche al consigliere D’Angelo, del quale ho apprezzato la sensibilità istituzionale di essere un consigliere regionale che non è contrario a priori a qualsiasi iniziativa della maggioranza. Quindi anche l’atto di presenza è positivo, nell’ottica della costruzione indipendentemente dall’essere nella maggioranza o nell’opposizione.
Leggendo bene l’articolato della legge credo sia chiaro che ci sono una serie di strumenti che evitano da una parte che ci sia un’immissione in massa di professionisti dentro il sistema sanitario e dall’altra il fatto che questi debbano essere previsti a priori determina una tranquillità per il Consiglio regionale.
Però, consiglieri dell’opposizione, non potete permettervi ogni volta di nascondere le responsabilità nazionali rispetto alle difficoltà di governare la sanità marchigiana. Il Presidente D'Ambrosio non è qui, perché è stato questa mattina nella capitale a sentire il Governo che diceva no alle risorse. (Interruzioni). Andate a leggere i dati... Fa comodo questo, fa comodo, ma ditelo ai marchigiani. Comunque, fammi parlare, perché io ti ho rispettato. Andate a leggere cosa ha dichiarato il sottosegretario alle finanze. Ha detto agli italiani: “signori, o tagliate le prestazioni o aumentate le tasse e i tickets”. Questo avete fatto. Ma cosa ci raccontate! Le cose che dico io, le dicono i presidenti delle vostre Regioni. Vi dovete vergognare della situazione in cui state riducendo la sanità italiana, è questo il punto! Volete il potere totale sulla sanità, perché è un affare, questo è il punto, su questo mi voglio confrontare, altro che chiacchiere su queste leggi di settore che aiutano i lavoratori in difficoltà. Su questo vorrei un confronto chiaro, non sulle parole, andiamo ai numeri. Andiamo a prendere la relazione della Corte dei conti 2002, poi vedremo i dati e come stanno le Regioni del centro-est e del centro-sinistra e vedremo quanto voi state penalizzando chi sta male in questo paese.

PRESIDENTE. Pongo in votazione l’intera proposta di legge.

OTTAVIO BRINI. Chiedo la votazione per appello nominale a nome anche dei consiglieri Giannotti e Castelli.

PRESIDENTE. Prego di procedere alla votazione per appello nominale, a partire dal n. 4.

GABRIELE MARTONI, Consigliere segretario. Procedo alla chiama:
Ascoli sì
Avenali sì
Benatti sì
Brini no
Castelli no
Cecchini no
Ceroni assente
Cesaroni assente
Ciccioli assente
D’Ambrosio assente
D’Angelo astenuto
Donati sì
Favia assente
Franceschetti sì
Gasperi no
Giannotti no
Grandinetti assente
Luchetti sì
Martoni sì
Massi Gentiloni Silveri assente
Melappioni sì
Minardi sì
Modesti sì
Mollaroli sì
Moruzzi astenuto
Novelli no
Pistarelli assente
Procaccini sì
Ricci sì
Rocchi assente
Romagnoli no
Secchiaroli sì
Silenzi assente
Spacca sì
Tontini sì
Trenta assente
Viventi assente
Agostini sì
Amagliani assente
Amati sì

Il Consiglio approva



Ordine del giorno della seduta

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare sull’ordine dei lavori il consigliere Castelli. Ne ha facoltà.

GUIDO CASTELLI. Al punto 19 dell’ordine del giorno compare una proposta di legge che riguarda la modifica della legge sul referendum. Le chiedo l’anticipazione, ove possibile perché, visto il tempo che si è consumato e che comunque vede il Presidente della Giunta tenuto, entro il 28 a sciogliere la riserva cerca la celebrazione del referendum, ha un senso la legge se riusciamo, oggi, a discuterla, perché diversamente non ci sarebbero né i tempi tecnici né le possibilità concrete di poter procedere allo svolgimento del referendum.
Vorrei quindi chiedere eccezionalmente, anche in deroga a quello che è stato detto e deciso dalla Conferenza dei capigruppo della quale non faccio parte, se è possibile procedere, anche celermente, con l’impegno di non svolgere interventi di particolare complessità, ad anticipare una proposta di legge che è di cinque righe e che sarebbe al Presidente della Giunta di fare la sua scelta senza condizionamenti procedurali che ad oggi possono in qualche modo pregiudicare la serenità di giudizio rispetto a un argomento importante.
Ricordo che la proposta di legge mira a dare un’interpretazione autentica dell’espressione “anno”, per poter essere interpretata nel senso di 12 mesi. Quindi credo che sia una proposta di legge neutra politicamente, che potrebbe consentire al Presidente della Giunta regionale da un lato di potersi esprimere senza il condizionamento procedurale e normativo della vecchia legge sul referendum e dall’altro andrebbe nel senso di favorire la richiesta referendaria promossa da Comuni rappresentativi di almeno 300.000 marchigiani.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Giannotti.

ROBERTO GIANNOTTI. Potrebbe anche non esserci bisogno, dando per scontato il prolungamento della durata del Consiglio regionale a sei anni per l’abbinamento delle elezioni, politiche e quindi ci sarebbero tutti i tempi per fare la legge.
A parte questa parentesi, credo che la richiesta sia legittima. Non è pensabile che una Giunta regionale possa rimanere insensibile rispetto a una richiesta legittima che corrisponde al dettato della legge, sostenuta dal pronunciamento di 30 amministrazioni comunali che rappresentano 380.000 cittadini di questa regione.
Ci vuole, da parte vostra, un soprassalto di responsabilità. Non potete trincerarvi dietro marchingegni o interpretazioni tecniche particolari, abbiate, amici della Giunta e della maggioranza, il coraggio di rimettervi alla decisione degli elettori, dei cittadini marchigiani. Altrimenti vuol dire che questa Giunta regionale ha paura del voto dei marchigiani, noi dovremmo trarne questa conclusione politica. Per questo sono d’accordo con la richiesta del consigliere Castelli di anticipare, dopo il dibattito sugli Ogm, la trattazione di questa proposta di legge.

PRESIDENTE. Pongo in votazione la proposta di anticipazione del punto 19 dell’ordine del giorno.

CRISTINA CECCHINI. Chiedo la votazione per appello nominale a nome anche dei consiglieri Castelli e Novelli.

PRESIDENTE. Prego di procedere alla votazione per appello nominale, a partire dal n. 1.

GABRIELE MARTONI, Consigliere segretario. Procedo alla chiama:
Agostini no
Amagliani assente
Amati no
Ascoli no
Avenali no
Benatti no
Brini sì
Castelli sì
Cecchini sì
Ceroni assente
Cesaroni assente
Ciccioli assente
D’Ambrosio assente
D’Angelo astenuto
Donati no
Favia assente
Franceschetti no
Gasperi sì
Giannotti sì
Grandinetti assente
Luchetti no
Martoni no
Massi Gentiloni Silveri assente
Melappioni no
Minardi no
Modesti no
Mollaroli no
Moruzzi astenuto
Novelli sì
Pistarelli assente
Procaccini no
Ricci no
Rocchi assente
Romagnoli assente
Secchiaroli no
Silenzi assente
Spacca no
Tontini no
Trenta assente
Viventi assente

Il Consiglio non approva

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Tontini.

ROBERTO TONTINI. Chiedo l’anticipazione del punto 3 relativo alla proroga della Commissione d’inchiesta

PRESIDENTE. Se non vi sono osservazioni, così rimane stabilito.

(Rimane così stabilito)








Proposta di deliberazione (Discussione e votazione): «Commissione consiliare d’inchiesta concernente l’accertamento della correttezza delle procedure del concorso pubblico per funzionari ingegneri-architetti, I qualifica funzionale dirigenziale, di cui alla deliberazione della Giunta regionale 20 luglio 1992, n. 2308. Ulteriore proroga del termine per l’ultimazione dei lavori» Ufficio di presidenza (13)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la proposta di deliberazione n. 13, ad iniziativa dell’Ufficio di presidenza.
Non c’è relazione, quindi pongo in votazione l’emendamento presentato dal consigliere Tontini.

Il Consiglio approva

Pongo in votazione la proposta nel suo complesso.

Il Consiglio approva










Proposte di legge (Discussione ed esame degli articoli)
«Disposizioni in materia di salvaguardia delle produzioni agricole, tipiche, di qualità e biologiche» Giunta (223)
«Disciplina regionale in materia di organismi geneticamente modificati (o.g.m.)» Moruzzi (190)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca le proposte di legge n. 223 ad iniziativa della Giunta e n. 190, ad iniziativa del consigliere Moruzzi.
Ha la parola il relatore di maggioranza, consigliere Modesti.

CATALDO MODESTI. Colleghi consiglieri, le problematiche legate alla utilizzazione degli Ogm si trascinano ormai da lungo tempo. Sia la comunità scientifica che il mondo politico e le forze sociali sono attraversati da un dibattito che registra posizioni molto differenziate e talvolta alternative, contrapposte. Anche a livello istituzionale il quadro legislativo e normativo non si presta a facili interpretazioni e siamo in presenza di norme talvolta contraddittorie, non uniformi tra i vari livelli decisionali (Ue, stati membri, singole Regioni). Il quadro in sostanza è confuso, mentre tra i consumatori e gli stessi produttori aumentano le preoccupazioni e le perplessità.
A mio parere tutte le opinioni hanno una loro legittimità sul piano tecnico-scientifico e non bisogna impossessarsi di posizioni preconcette o ideologiche; Noi dobbiamo calare questo dibattito generale nella nostra realtà regionale. Infatti no ha alcun senso paragonare esperienze fra di loro molto diverse, ad esempio la nostra realtà regionale, con l’agricoltura nord-americana, caratterizzata da enormi estensioni monocolturali. Nelle Marche l’agricoltura è caratterizzata da una significativa diversificazione colturale, da una rete diffusa e consistente di produzioni di qualità regolamentata, che peraltro la Regione stessa con le sue normative sostiene e favorisce e dall’altra parte la proprietà fondiaria eccessivamente frantumata e non di grandi dimensioni.
In questo contesto i rischi di contaminazione sono molto elevati rispetto alle altre realtà. Assi problematica diviene, quindi, la coesistenza tra le diverse tipologie (agricoltura tradizionale, biologica ed eventualmente trattata con Ogm).
E’ per queste motivazioni e per un elementare e doveroso principio di cautela e di precauzione a tutela della salute umana e animale, dell’ambiente, della qualità dei prodotti che con la presente proposta di legge si vieta la produzione e la coltivazione di Ogm nel territorio regionale.
Come noto la Commissione ha esaminato due proposte di legge, quella della Giunta regionale e quella del collega Moruzzi che convergevano nella stessa direzione. La Commissione ha lavorato senza atteggiamenti pregiudiziali, modificando e integrando le due proposte iniziali, con l’obiettivo di rendere il testo finale più chiaro, netto nelle posizioni e con l’obiettivo anche di semplificare al massimo la sua semplificazione.
I punti fondamentali dell’articolato sono i seguenti.
L’art. 1 detta le finalità della legge che ho già sintetizzato.
L’art. 2 inibisce l’uso degli Ogm nella nostra regione.
L’art. 3 prevede l’esclusione dai finanziamenti regionali per le aziende e le industrie agroalimentari che utilizzano Ogm.
L’art. 4 stabilisce l’obbligo di etichettatura dei prodotti e la separazione negli esercizi commerciali dei prodotti stessi contenenti Ogm, ciò al fine di favorire l’orientamento e il comportamento dei consumatori.
L’art. 5 favorisce la ricerca finalizzata alla valorizzazione delle risorse geneticamente autoctone della nostra regione.
Gli articoli 7 e 8 riprendono alcuni contenuti della legge regionale n. 9 del 2000 sulla non utilizzazione dei prodotti contenenti Ogm nelle ristorazioni collettive di proprietà degli enti pubblici con la quale si sostiene la campagna di educazione alimentare, perché in realtà questa legge viene abrogata in quanto riassorbita da quella che stiamo discutendo.
Gli articoli 9 e 10 disciplinano le procedure ed i controlli e le sanzioni.

PRESIDENTE. Ha la parola il relatore di minoranza, consigliere Gasperi.

GILBERTO GASPERI. Ho votato contro questa proposta di legge in Commissione, sia perché non la condivido sul piano tecnico, sia soprattutto perché non la condivido sul piano politico. Difatti, non a caso chiesi l’audizione di rappresentanti della facoltà di agraria di Ancona, proprio per sentire la voce ufficiale della scienza su questo argomento. Nella loro dissertazione e presentazione, si possono riprendere dei punti in concreto. Non hanno detto “va bene o non va bene questa legge”, ma hanno fatto una presentazione della filosofia che viene in modo particolare portata avanti da alcuni rappresentanti, come se gli Ogm fossero tutto il male possibile nel settore alimentare. Lo vorrebbero spostare solo ed esclusivamente sul piano politico per la prossima campagna elettorale.
Il dott. Mezzetti agronomo della facoltà di agraria, che si occupa di frutticoltura e fa miglioramento genetico, asserisce: “Continuiamo ad usare il termine Ogm ma dovremmo chiarire che stiamo parlando di piante geneticamente modificate e non di organismi geneticamente modificati”. C’è una sottile, sottilissima differenza, proprio perché va completamente a riportare sul piano concreto ciò che sta avvenendo.
Asserisce: “se vogliamo parlare di Ogm, deve essere allargato in elevata misura l’orizzonte”. Infatti dovremmo parlare di Pgm (piante geneticamente modificate).
Nella Comunità europea, dopo la direttiva 220/90 la direttiva 2001/18 tratta in concreto la materia. Poi leggerò alcune indicazioni che vengono date anche dalla Comunità europea.
Nel marzo del 2001 compare questa nuova direttiva comunitaria 2001/18 che costituisce la nuova regolamentazione comunitaria per quanto riguarda tutta la sperimentazione, quindi notifiche di parte B e tutte le fasi, le procedure di autorizzazione e la commercializzazione, poi notifiche di parte C che in qualche modo i diversi paesi hanno recepito e stanno recependo.
Il nostro paese ha recepito questa direttiva nel luglio scorso e il Comitato interministeriale di valutazione, per ora, seguendo la normativa 220/90 è gestito dal Ministero della salute, ma con il recepimento del 2001/18, prossimamente questo Comitato interministeriale di valutazione sarà trasferito al Ministero dell’ambiente, perché il Ministero della salute ritiene che non ci siano problemi per la salute, quindi ha deciso di passare tutto al Ministero dell’ambiente, tanto che il nuovo decreto del luglio 2003 è gestito dall’ambiente. Si dice “dovete trasferire tutto all’ambiente”.
Per quale motivo noi, in una fase così delicata dell’iter legislativo della nostra regione, che ha problematiche abbastanza sensibili come ad esempio lo stesso piano triennale che poi andremo a votare, andiamo ad assumere questo provvedimento di legge? E’ inutile andare avanti e cercare di attualizzare alcune cose che possono essere state anche positive negli anni precedenti, fare un maquillage e renderle idonee all’attualità, perché poi vanno a scontrarsi con la realtà economica della nostra regione.
L’altro rappresentante dell’università, il prof. Roberto Papa asseriva infatti che ognuno fa il mestiere proprio ed è ben(e che ognuno segua questo binario. E’ un’affermazione che non solo condivido ma che molti dovrebbero seguire affinché ognuno faccia bene il proprio mestiere.
Per quanto riguarda questo parere scientifico, il mondo universitario era venuto all’audizione per dare un’informazione circa quello che è possibile sapere, su cui è possibile dibattere, dopodiché le scelte devono essere politiche, devono essere fatte dai rappresentanti del popolo, cioè noi.
Qui devo dare atto che, nonostante ci sia stata un’audizione del mondo accademico, dell’università di Ancona non sono state prese minimamente in considerazione le loro affermazioni, proprio perché questa proposta di legge deve essere fatta in misura rapida, in modo veloce per poter essere speso nella prossima campagna elettorale.
Rispetto alla questione di cui noi trattiamo ci sono due aspetti delle piante geneticamente modificate e delle biotecnologie. Abbiamo degli aspetti che possiamo considerare generali, perciò possiamo parlare di Ogm, degli aspetti che invece vanno considerati caso per caso. Gli aspetti generali sono due. Il primo è legato alla tecnica con cui otteniamo il trasferimento di un gene in un organismo per via diversa da quella sessuale. Parliamo perciò delle tecniche attualmente disponibili. Ovviamente queste tecniche, che sono recenti, sono generalmente considerate più imprevedibili di altre tecniche rispetto a quello che si può ottenere, che possono essere utilizzate con la riproduzione sessuale, quindi con il miglioramento genetico classico o con il miglioramento genetico classico aiutato dalle biotecnologie, che è un’altra cosa ed utilizza sempre la riproduzione sessuata. Il fatto che abbiamo una maggiore imprevedibilità dei prodotti che vengono ottenuti implica quello che a livello di Unione europea è chiamato principio di precauzione.
Detto questo, dobbiamo dire che quando si parla di Ogm si parla di piante Ogm e diventa tutto tritato in questa discussione. Infatti questa cosa andiamo a valutarla con più attenzione perché stiamo discutendo di una tecnologia maggiormente imprevedibile rispetto alle altre.
Pochi giorni fa l’Ue ha assunto alcune importanti decisioni in materia di Ogm e c’è stato un comunicato stampa che qui non viene minimamente toccato e trattato, proprio perché con gli Ogm non si fa altro che un cavallo di battaglia ai fini elettorali e non ai fini tecnico-scientifici come dovrebbe essere per una legge che riguarda un argomento altamente importante e soprattutto di sicuro interesse che riguarda tutti noi cittadini, dal momento che la mattina quando ci alziamo, la prima cosa che facciamo dopo che ci siamo lavati i denti è mangiare.
In queste decisioni spiccano la prosecuzione dell’iter di autorizzazione all’import di due varietà di mais, dolce per l’alimentazione umana, che comunque non si dovrebbe andare a concludere in breve, l’accelerazione verso l’approvazione della direttiva che dovrebbe fissare le soglie di tolleranza per la presenza di materiali geneticamente modificati nei semi tradizionali e biologici. Non si parla già più di Ogm, ma di “materiali geneticamente modificati”, perciò tradizionali e biologici. La volontà di riportare ad un livello comunitario le molteplici iniziative che Stati membri e Regioni stanno conducendo per fissare misure di salvaguardia contro gli Ogm. Quest’ultimo argomento riveste una importanza notevole anche alla luce delle leggi regionali che sono state o stanno per essere approvate in materia, tra cui la nostra. La coesistenza riguarda solo Ogm che sono stati autorizzati nell’Unione europea e sono comunque considerati sicuri per l’ambiente e la salute umana. Un bando completo di tutti gli Ogm che non sia giustificato in termini di protezione della salute umana e dell’ambiente non sarebbe conforme con la norma europea. Perciò quello che viene ammesso è conforme, non quello non conforme, perché quello che non è conforme è già messo al bando direttamente dalla Comunità europea. Tuttavia la Commissione rileva che zone Ogm free sono possibili, se gli agricoltori decidono di produrre senza Ogm, su una base volontaria. SI insiste che le misure nazionali sulla coesistenza devono essere proporzionate, cioè tenere in conto le caratteristiche delle specifiche produzioni piuttosto che imporre restrizioni generali alla coltivazione, così come sembra si voglia prendere in considerazione con questa legge.
Un quadro legislativo chiaro e prevedibile è altrettanto cruciale al fine di invertire, all’interno dell’Unione, la tendenza all’esodo di ricercatori e il rapido declino nel campo della ricerca sugli Ogm e dunque le conseguenti ripercussioni negative nell’ambito dell’innovazione, della competitività e dell’industria biotecnologica europea, tenendo conto, però, delle legittime preoccupazioni che ha l’opinione pubblica. Questo è importante soprattutto quando non si fa altro che andare a discutere e da parte di alcuni partiti all’opposizione, si fa sì che l’esodo delle menti e dei ricercatori dall’Italia provochi danni. E allora noi vorremmo ritornare sugli Ogm, sullo stesso principio della legge tolemaica che sosteneva che la terra era piatta e non tonda.
Non possiamo dire “non dobbiamo assolutamente far entrare gli Ogm”, senza studiare gli Ogm stessi, anche perché no è scientificamente dimostrato e provato che i prodotti Ogm, che tra l’altro stiamo già usando in grande quantità — in modo particolare tutto ciò che viene dalla soia, che quasi nella sua totalità è derivante dagli Ogm — siano dannosi alla salute. Il mais in misura inferiore della soia, ma la maggior parte del mais che viene venduto e che viene utilizzato nei mangimi, deriva dagli Ogm. Tra l’altro gli abitanti dei paesi che usano prodotti derivanti da Ogm, sono paesi che hanno necessità di andare a fare le cure dimagranti, perché sono belli pasciuti e cresciuti. I paesi dove non ci sono Ogm sono i paesi sottosviluppati, in modo particolare Africa ed Asia. Noi Europa vogliamo non affrontare questo argomento, invece gli Ogm possono essere controllati, dando, attraverso un’equa e giusta ricerca, un’ampia garanzia sul prodotto finale. E’ assurdo che venga riportato che negli Ogm c’è una unione di organismo del mondo animale e materiale che proviene da organismi del mondo vegetale. Questo è assurdo. Addirittura durante l’audizione c’era uno che sosteneva il discorso del batterio ma è stato immediatamente zittito dal professore che era presente.
Il nuovo quadro legislativo per gli Ogm è stato completato. La direttiva 2001/18CE, che fornisce una più completa procedura di utilizzazione degli Ogm è entrata interamente in vigore a partire dal 17.10.2002. Le due proposte sugli Ogm che stabilivano un sistema comunitario per rintracciare ed etichettare gli Ogm e per regolamentare l’immissione sul mercato di prodotti geneticamente modificati destinati al consumo umano e animale sono state adottate dal Consiglio, dal Parlamento ed entreranno in vigore nell’aprile 2004. IL lavoro sulla finalizzazione di un certo numero di misure addizionali implementative sta procedendo senza intoppi e per il momento non sono previsti ritardi.
Questo è ciò che ci interessa in modo completo e quello che vi debbo dire prima di andare ad approvare questa legge.
Ma soprattutto c’è una cosa che vi voglio dire. Noi abbiamo fatto una legge sugli agriturismi. Se eravamo convinti che questi prodotti che si dice essere manipolati fossero nocivi, per quale motivo non abbiamo sostenuto che negli agriturismi dovevano esservi almeno per il 90% prodotti derivanti direttamente da quei terreni coltivati dagli stessi proprietari del casale e dell’agriturismo? Si parla invece di un 25% e la restante parte è materiale che viene preso nel territorio, nei supermercati, quei supermercati che vendono, giustamente, prodotti derivanti da Ogm, perché non si è dimostrato che sono tossici, ma stanno dando ampia garanzia, a seguito di ricerche attuali, rispetto al fatto che non sono né di origine cancerogena né che provocano differenziazioni sull’organismo animale. Così come è assurdo fare dichiarazioni e proibire che nel mondo animale — in questo caso negli allevamenti — si diano prodotti derivanti da Ogm. E’ lo stesso trucco che si fa con la “razza marchigiana”, perché qui sono stati furbi e hanno detto “come razza marchigiana non intendiamo solamente una razza podolica tipica del nostro territorio, ma intendiamo gli animali che sono allevati nelle Marche”. Sfido chiunque a dimostrare che la cosiddetta “mucca pazza” sia stata presente in un animale da carne, una razza bovina da carne, perché la presenza c’è stata solo sulle razze bovine da latte. E allora, per qual emotivo nelle Marche si è avuta una presenza di “mucca pazza” in un allevamento del maceratese che ha portato un beneficio solamente ai proprietari, perché in questo modo hanno avuto l’indennizzo totale per tutti i loro animali, quando gli stessi carabinieri avevano sospeso il ritiro del latte per motivi igienici?
Facciamo quindi bene attenzione a non confondere l’aspetto sotto forma di una politica da un aspetto tecnico-scientifico e alimentare, di una situazione che ci potrebbe provocare danni enormi e ci potrebbe creare problemi, prima come Regione e successivamente come Stato membro nell’ambito dell’Unione europea.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Moruzzi.

MARCO MORUZZI. Intanto esprimo soddisfazione, perché finalmente questo atto arriva in votazione in Consiglio regionale. E’ il frutto del lavoro in Commissione su due proposte di legge, una presentata dal gruppo Verdi, una presentata dalla Giunta. Mi sembra che in questo momento sia significativo, importante che la Regione Marche si unisca ad altre Regioni che stanno rigettando questa impostazione nazionale di cui Gasperi è portavoce e che vede una contraddizione anche all’interno del centro-destra, perché in questo momento il Governo si sta opponendo anche alla libera decisione delle Regioni: c’è un ricorso alla Corte costituzionale contro la legge della Regione Puglia che prevedeva Ogm, c’è una contrapposizione con Lazio, Piemonte e altre Regioni del centro Italia, appartenenti al centro-sinistra, che contestano quello che dice il collega Gasperi, perché non è assolutamente vero che le zone libere da Ogm possano essere effettuate su base volontaria. E’ come pensare che il divieto di fumo esiste ma è su base volontaria. Quindi in questa stanza, se qualcuno decide di fumare, mette tutti nella condizione di fumare. Se nel territorio agricolo lasciamo dei coltivatori liberi di seminare piante Ogm, con il meccanismo dell’impollinazione avremmo automaticamente la trasformazione in Ogm anche delle altre coltivazioni. Se questo non avesse l’effetto di mettere fuori mercato tantissime aziende agricole ci si potrebbe anche ragionare, caro collega Gasperi. In realtà credo che se noi lasciassimo fare una cosa di questo genere, indipendentemente dai convincimenti di qualcuno a favore o contro gli Ogm, sulle prospettive di questo tipo di coltivazione, costringeremmo gli agricoltori della stessa zona a fare coltivazione Ogm. Questo significa far chiudere centinaia di aziende agricole, perché l’8% della superficie agricola regionale è occupata da aziende biologiche che sono impegnate a produrre cibi che non sono geneticamente modificati e nel momento in cui questa modifica genetica viene riscontrata nel prodotto, il prodotto non è più certificabile e quindi saltano i contratti per queste aziende. Ma non sono solo le aziende biologiche che hanno la necessità di tenere lontani gli Ogm ci sono anche tutte le aziende che forniscono quelle filiere di produzione che chiedono prodotti Ogm free: penso alla Coop che vende il 40% di prodotto a marchio proprio. Per tutte queste produzioni c’è la garanzia di un prodotto libero da Ogm. Vogliamo che la Coop vada a rifornirsi al di fuori del nostro paese, importando all’estero prodotti agroalimentari? Vogliamo togliere dagli scaffali dei supermercati della Coop e delle altre catene della grande distribuzione che offrono questa certificazione, questa garanzia al consumatore, i prodotti italiani e farci mettere prodotti di altri paesi dove la scelta della libertà da Ogm è praticabile? Vogliamo togliere e far saltare i contratti di coloro che fanno riproduzioni di sementi? Perché anche queste aziende, che non sono necessariamente biologiche, che per la maggior parte non sono biologiche hanno bisogno di avere una genetica pura e non una contaminazione di piante geneticamente manipolate. Abbiamo anche aziende che forniscono la Plasmon, la Dieterba, tutte quelle produzioni agroalimentari che per legge non possono contenere Ogm. Quindi noi, per un ipotetico vantaggio che ancora no è stato da nessuno dimostrato di avere sul nostro territorio la coltivazione Ogm, vorremmo far chiudere centinaia di aziende della nostra regione che hanno contratti, aziende del settore convenzionale, aziende dell’agricoltura a basso impatto ambientale, aziende dell’agricoltura biologica.
Credo che l’intelligenza spinga tutti ad allontanare questa possibilità di una contaminazione da piante geneticamente manipolate dalla quale abbiamo tutto da rimettere.
Quindi un conto è la sperimentazione — si faccia pure nei laboratori, si faccia pure nei luoghi dove questa sperimentazione permette di contenere la diffusione del patrimonio genetico — ma a tutt’oggi le piante geneticamente manipolate che si vogliono introdurre nel nostro paese non rispondono né alle esigenze di sperimentazione né alle esigenze di maggiore opportunità per i nostri agricoltori, rispondono ad interessi monopolistici, che forse il collega Gasperi ed altri vogliono tutelare, ma certamente noi no. Interessi di sostituzione nella fornitura di sementi da aziende che oggi occupano il mercato — e sono aziende italiane, europee americane — ad aziende esclusivamente americane e che invece hanno il monopolio delle sementi geneticamente manipolate, aziende che in questo momento, in India, stanno chiedendo addirittura agli agricoltori indiani che coltivano il riso basmati, un riso che è stato selezionato centinaia di anni fa, quando ancora non esistevano i microscopi, né si sapeva il significato della parola genetica, di pagare il diritto per la semina di questo riso basmati perché hanno brevettato un riso che ha la stessa genetica del riso basmati.
Quindi se non vogliamo avere queste sorprese, se non vogliamo tutelare questo “sporco affare” che sta dietro le piante geneticamente manipolate, credo che è bene che il nostro Consiglio regionale approvi questa legge e ci sia una politica conseguente.
Credo anche che da questa legge potremmo anche avere un vantaggio, una maggiore opportunità per la nostra agricoltura, non svantaggi, perché potremmo offrire sul mercato un prodotto Ogm free, potremmo occupare degli spazi di mercato nuovi, quindi anche l’agricoltura convenzionale che riesce a garantire un prodotto esente da manipolazione genetica può occupare degli spazi di mercato. E’ quello che stanno facendo nel settore della soia alcuni stati del Brasile, che hanno provveduto addirittura alla decontaminazione dei propri magazzini dei propri silos portuale e stanno conquistando nuovi spazi di mercato perché il prodotto Ogm non è di interesse del consumatore né italiano né europeo. Quindi nessun vantaggio per gli agricoltori, nessun vantaggio per la filiera, nessun vantaggio per i consumatori. Non vediamo perché si debbano mettere a rischio in Europa le 130.000 aziende biologiche, in Italia le 50.000 aziende biologiche, andare contro i consumatori, distruggere anche un mercato legato al biologico. A questo punto che biologico sarebbe se non si desse neanche la garanzia di una purezza genetica, di una non contaminazione? Un mercato costruito con difficoltà. Una famiglia su cinque spende 62 euro l’anno per il prodotto biologico, nel nostro paese sono più di un milione i consumatori abituali, nella grande distribuzione organizzata l’anno scorso c’erano più di 1.700 punti vendita e qui viene venduto, nella grande distribuzione, il 90% del prodotto biologico commercializzato in Italia.
Queste sono le dimensioni e le situazioni che rischiamo di mettere in crisi.
Inoltre deve essere chiaro — parlo di dati del Centro comune di ricerca dell’Unione europea — che l’agricoltura, per mantenere i livelli di purezza previsti da legislazioni comunitarie, dovrebbe affrontare degli incrementi dei costi di produzione tra il 10 e il 40%. E chi paga questo aumento dal 10 al 40% dei costi di produzione, in caso di introduzione di alcune aziende che fanno uso di sementi geneticamente manipolate? Lo pagano queste aziende? No, o lo paga la pubblica amministrazione o le singole aziende.
Anche sulla base di un ragionamento di carattere economico dico che questa è veramente una follia. Questo scenario non è ipotetico: l’Organic Farming Research Foundation americana ha documentato che l’11% di raccolti biologici americani risulta contaminato e un numero crescente di produttori ha perduto la certificazione. Questo è uno scompenso gravissimo. Godrebbero le quattro multinazionali che controllano il 99% del mercato mondiale che si chiamano Monsanto, Syngenta, ex Novartis/Astra-Zeneca, Aventis e Dupont.
Le sementi geneticamente modificate hanno dei costi tra il 25 e il 40% superiori rispetto alle sementi normali. Come si pensa di compensare questi costi? Agronomy Journal, rivista americana specializzata del settore agricolo, documenta che nel 2001 la soia geneticamente modificata ha prodotto il 6% in meno della soia non geneticamente modificata, quindi questi maggiori costi vengono scaricati sugli agricoltori. Lo stesso dipartimento dell’agricoltura degli Stati Uniti nel 2001 ha dichiarato che utilizzando mais tollerante gli erbicidi non si è avuto un aumento della produzione, mentre le ricerche delle università dell’Indiana, dello Iowa, dell’Illinois, del Nebraska e dell’Arkansas confermano proprio questo dato.
Le colture di mais resistente al bacillus thuringiensis stanno utilizzando pi erbicidi ed insetticidi, perché queste manipolazioni genetiche non permettono di evitare l’uso di queste sostanze, anzi ne richiedono ancor di più.
La Confindustria canadese ha evidenziato che i coltivatori canadesi che hanno intrapreso la coltivazione della colza geneticamente manipolata hanno dovuto usare diserbanti nella misura del 20% in più rispetto al passato, quando invece questa colza non era disponibile. Si stanno selezionando generazioni di insetti resistenti al bacillus thuringiensis e questo è molto preoccupante, perché questi insetti fino a ieri potevano essere combattuti con il bacillus thuringiensis, la nascita di generazioni resistenti deriva proprio dalla diffusione delle piante che hanno questa manipolazione genetica, contengono questo codice genetico presente nel bacillus thuringiensis e quindi questi animali che si alimentano con queste piante ne assumono a dosi basse continuamente e selezionano delle generazioni in grado di portare questo tipo di inconveniente.
Sono tanti gli argomenti che, fotografando una situazione come quella dell’agricoltura americana, dove di soia geneticamente manipolata e di mais geneticamente manipolato se ne è fatto uso e da parecchi anni, ci inducono a dire che questa soluzione non va assolutamente adottata nel nostro paese. Nel Minnesota la soia Ogm si vende a 3,90 dollari per bushel (unità di misura volumetrica dei prodotti agricoli), la soia Ogm free a 4,40 bushel, la soia biologica a 12 dollari a bushel. Nel Midwest, cioè gli 11 stati del west, i premi per soia, mais Ogm free variano da 5 a 35 centesimi di dollaro per bushel. Questo significa che fare prodotto Ogm free dà la possibilità di occupare nuovi spazi di mercato e avere un prodotto che il mercato paga di più. Tutti cercano di fare un prodotto che spunta prezzi maggiori, perché noi dovremmo andare in una direzione che mette gli agricoltori nella condizione di fare delle produzioni che sul mercato non sono valutate, anzi sono sottovalutate rispetto al prodotto Ogm free?
In Canada addirittura il livello di contaminazione ha raggiunto livelli tali che la maggior parte dei coltivatori biologici ha dovuto sospendere la coltivazione di colza biologica. Secondo l’ente americano che si occupa di agricoltura biologica, la contaminazione di mais, colza e soia nel nord America è così estesa, che non è più possibile produrre sementi Ogm free.
Non voglio tediare il Consiglio con altri argomenti, ho voluto soltanto lasciare a verbale alcune notizie che vengono da un lavoro pubblicato in Gran Bretagna e tradotto recentemente anche in Italiano sulla situazione negli Stati Uniti un’inchiesta tra gli agricoltori fatta da organismi non intenzionati a vendere il prodotto geneticamente manipolato ma organismi dipendenti, organizzazioni agricole.
Anche su questo tema del rischio, credo che tra qualche settimana gli italiani avranno modo di leggere un best-seller che in questo momento è molto acquistato negli Stati Uniti, Seeds of the deception, cioè “I semi dell’inganno”, in cui si racconta come i danni da Ogm scientificamente dimostrati ed evidenziati da alcuni ricercatori — scozzesi, americani e altri ricercatori — sono stati messi a tacere da autorità conniventi con il business delle sementi geneticamente manipolate. Non c’è tempo qui per parlarne per esteso, ma la rivista Lancet ha pubblicato il Rapporto preparato per i capi di governo dell’Unione europea che dovevano riunirsi per decidere quale atteggiamento tenere nei riguardi delle iscrizioni di alcune varietà geneticamente manipolate e questo rapporto è stato trasmesso ai capi di governo epurato di tutte quelle parti che evidenziavano come le piante geneticamente manipolate, studiate dal gruppo di ricercatori scozzesi guidati dal biologo Árpád Pusztai che è uno dei biologi più importanti in campo internazionale in materia di manipolazioni genetica, sono state epurate di tutte quelle notizie che evidenziavano l’insorgenza di malattie in tutte le cavie utilizzate per la sperimentazione. Malattie che andavano da gravi malformazioni al fegato a malformazioni all’apparato genitale, al sistema digestivo, dallo stomaco all’intestino, elementi estremamente preoccupanti, sulla base dei quali, peraltro, lo stesso ministro dell’ambiente del Governo britannico si è poi dimesso, in piena rottura con la posizione del capo di Governo Tony Blair che ha un atteggiamento tiepido, di cauto favore nei riguardi delle manipolazioni genetiche.
Ciò detto credo che le Marche fanno bene a collocarsi insieme a quelle Regioni che hanno scelto di costituire questo fronte dell’Ogm free, una battaglia che non ha grande popolarità all’interno di questo Governo, ma io mi auguro che questo Governo venga presto sostituito e che il nostro paese possa esercitare tutto il suo peso anche all’interno dell’Unione europea, per garantire la libertà di scelta degli agricoltori, una libertà non sancita per principio in una raccomandazione comunitaria, ma una libertà che permetta alle aziende di mantenere il proprio territorio libero da piante geneticamente manipolate e soprattutto un Governo che sappia portare nell’Unione europea la voce dei cittadini e non la voce delle lobbies.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Ricci.

ANDREA RICCI. Questa proposta di legge in discussione, ha per noi una grande valenza, la consideriamo una proposta di legge estremamente importante, che qualifica la Regione Marche, perché gli Ogm rappresentano senz’altro una delle principali minacce globali che su scala planetaria mettono a rischio sia il benessere economico di interi popoli, sia la sicurezza dell’ambiente e della salute umana.
Il collega Gasperi tentava di dimostrare che dal punto di vista scientifico, riprendendo anche considerazioni svolte in sede di iter istruttorio di questa proposta di legge da alcuni docenti e ricercatori dell’università di Ancona, si sia arrivati ormai ad una certezza circa la non pericolosità o la ridottissima pericolosità degli Ogm. In realtà sappiamo tutti che così non è. Già il collega Moruzzi citava una serie di autorevoli ricerche scientifiche che sostengono esattamente il contrario. Sappiamo tutti che la comunità scientifica internazionale è divisa sui potenziali rischi per la sicurezza ambientale e umana della diffusione degli Ogm e sappiamo anche che una parte rilevante e consistente della comunità scientifica internazionale, proprio sulla base della presenza di questa incertezza dal punto di vista scientifico, sostiene la necessità di mettere al bando gli Ogm, in nome del principio di precauzione. Perché pur se ancora non vi sono su tutte le questioni relative alla sicurezza ambientale e umana, delle certezze assolute e verificate una volta per tutte, i rischi che sono presenti hanno una dimensione enorme e sono irreversibili.
Di fronte all’esistenza di rischi di questa natura, enormi e irreversibili, il principio di responsabilità che dovrebbe guidare la comunità umana e chi detiene il compito di determinarne le regole e le leggi, dovrebbe di per sé portare all’applicazione assoluta e incondizionata del principio di precauzione. Rischi enormi e irreversibili per la salute, per la salute degli uomini e delle donne che si nutrono di Ogm, magari a loro insaputa. Le ricerche scientifiche non hanno sciolto questo nodo, anche se vi sono forti indizi rispetto ad alcune conseguenze negative sulla salute umana, dalla resistenza agli antibiotici che potrebbe ridurre la possibilità di utilizzare questi farmaci per la protezione della salute umana, a seguito delle trasformazioni indotte nel nostro organismo dall’assunzione di Ogm prodotti per resistere ai virus, alle conseguenze degenerative che possono produrre cancro o altre malattie similari. Di questo discute la comunità scientifica. Rischi per l’ambiente perché è assolutamente provata l’impossibilità di definire aree di coltivazione transgenica che possano essere isolate completamente dall’ambiente circostante, quindi il rischio di una diffusione di materiale genetico modificato nell’ambiente con relativa contaminazione, anche su parti di territorio molto distanti dal luogo di coltivazione Ogm, è una certezza ormai assodata, rischi sulla biodiversità, perché le produzioni geneticamente modificate e la loro capacità enorme e incredibile di diffusione nell’ambiente possono produrre in tempi non troppo lunghi la perdita di tantissime specie vegetali e animali che potrebbero essere irreversibilmente contaminate attraverso l’incorporazione di materiale geneticamente modificato disperso nell’ambiente.
Questi sono i rischio connessi agli Ogm e di questi la comunità scientifica discute.
Voglio citare le conclusioni di un rapporto stilato da oltre 200 scienziati specialisti in numerose discipline (agroecologia, agronomia, biomatematica, botanica, chimica medica, ecologia, istopatologia, ecologia microbica, e posso continuare a lungo), che hanno costituito un gruppo di studi denominato ISP, “Gruppo di scienziati indipendenti”, che ha presentato un rapporto a Londra, lo scorso 10 maggio 2003. Le conclusioni di questo rapporto sono queste: “In conclusione le colture Ogm non hanno portato i benefici promessi e stanno ponendo all’agricoltura problemi sempre più gravi. La contaminazione da transgeni è oggi un dato di fatto ampiamente riconosciuto come inevitabile, quindi non può esservi coesistenza tra agricoltura Ogm e non Ogm. Cosa più importante di tutte, la sicurezza delle colture Ogm non è mai stata provata, al contrario le prove già emerse sono sufficienti a suscitare serie preoccupazioni circa i rischi posti dagli Ogm, rischi che, se ignorati, potrebbero provocare danni irreversibili alla salute e all’ambiente”.
La conclusione di questo gruppo autorevole di scienziati di tutto il mondo, è che la cosa più opportuna sarebbe respingere e mettere immediatamente al bando le colture Ogm.
L’altro aspetto che riguarda il problema Ogm invece non ci parla in termini di incertezze e di rischi ma ci parla in termini di certezze circa l’impatto economico negativo che la diffusione di queste colture avrebbe su sala globale e su sala locale, perché la diffusione delle colture Ogm e la sostituzione delle colture tradizionali con organismi geneticamente modificati significherebbe — e già purtroppo sta significando — mettere la coltura mondiale e l’alimentazione dell’intera umanità nelle mani di poche, grandi multinazionali del settore che a quel punto, una volta completata la trasformazione dell’agricoltura mondiale, avrebbero nelle loro mani il futuro stesso dell’umanità.
La distruzione delle colture tipiche e tradizionali, il monopolio delle sementi che gli Ogm inducono, spoglierebbero popoli e comunità delle risorse del proprio territorio e della propria natura, impedirebbero a popoli e comunità di continuare ad utilizzare, come fanno da millenni, sementi per produrre il necessario per la loro sussistenza e alimentazione. L’agricoltura Ogm è in frontale contrapposizione al principio della sovranità alimentare, dell’autosufficienza alimentare che dovrebbe essere un diritto di ogni popolo di questo mondo. La diffusione delle colture Ogm è uno dei principali fattori di spoliazione economica per i popoli del sud del mondo. Ma anche a livello locale, per parlare della nostra regione, sarebbe del tutto incomprensibile immettere colture Ogm nella nostra produzione agricola. Per le caratteristiche dell’agricoltura marchigiana l’unica possibilità di valorizzare, sviluppare questo settore, che ha un’importanza non solo economica ma anche di salvaguardia del nostro ambiente e del nostro territorio, è quella di puntare senza ambiguità sulla produzione di qualità, sulla produzione tipica, sulla produzione biologica. Anche il solo sospetto o la sola presenza parziale, marginale di produzioni Ogm produrrebbe un danno complessivo di immagine alla nostra produzione agricola che ne segnerebbe inevitabilmente il declino, perché l’agricoltura marchigiana non può pensare di competere con le agricolture di tipo intensivo che si praticano negli altri paesi del Mondo, negli Stati Uniti o in altri paesi europei. La salvaguardia, lo sviluppo della nostra produzione agricola sta tutto nella valorizzazione esclusiva della produzione di qualità.
D’altra parte in questo senso è stata impostata la politica agricola regionale fin da quando questa maggioranza si è formata e ancora adesso sta continuando con energia lungo questa strada che già sta producendo rilevanti risultati.
Conseguentemente, oltre alle considerazioni di carattere globale, anche considerazioni di puro interesse materiale per la nostra collettività ci fanno dire che questa legge è necessaria e che, dal nostro punto di vista, deve essere resa ulteriormente vincolante accogliendo gli emendamenti presentati in questo senso dal consigliere Moruzzi e in particolare sancendo un divieto assoluto, senza eccezioni, alla produzione di Ogm nella nostra regione.
E’ un argomento questo che per la sua importanza, per la complessità di problemi che pone, di ordine globale e locale, merita uno scontro politico con questo Governo, perché il Governo Berlusconi ha invece assunto su questo argomento un atteggiamento di puro recepimento della direttiva comunitaria e quindi di introduzione nel nostro paese delle produzioni geneticamente modificate.
Non è da escludere che sulla base di questo orientamento il Governo Berlusconi possa eccepire formalmente la nostra legge. Ebbene credo che questo sia un argomento che meriti uno scontro politico forte e chiaro, netto, senza tentennamenti e ambiguità nei confronti delle scelte del Governo Berlusconi, che anche in questa occasione si è dimostrato prono, subalterno nei confronti dei grandi poteri e dei grandi interessi economici mondiali.

GILBERTO GASPERI. Guarda che io non sono sulle posizioni del ministro dell’agricoltura, di An, perciò Berlusconi...

ANDREA RICCI. Io mi auguro che il ministro dell’agricoltura Alemanno abbia non solo la forza ma anche la coerenza di imporre al proprio Governo una posizione diversa da quella assunta o che assumerà, rispetto a questa questione e che non abbia questa forza, il ministro Alemanno, soltanto quando si tratta di fare i favori alla Parmalat come ha fatto con il latte fresco che dura 15 giorni, che si è rivelato la più grande sciocchezza che poteva essere fatta per valorizzare la produzione di latte nel nostro paese. Conseguentemente penso che questa legge vada approvata insieme agli emendamenti presentati, che la rendono più forte e più netta e che pongono la Regione Marche, insieme ad altre importanti Regioni del nostro paese all’avanguardia in una lotta di civiltà contro la diffusione e il predominio dell’agricoltura Ogm e delle grandi multinazionali che stanno dietro questo business che, se vincenti, metterebbero a rischio il benessere fisico, biologico ed anche economico dell’intera umanità.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Avenali.

FERDINANDO AVENALI. L’argomento è estremamente delicato e importante come hanno detto sia il relatore che coloro che mi hanno preceduto, nel senso che c’è un dibattito anche difforme, contrastato, articolato del mondo scientifico, del mondo politico. Credo comunque che su questa proposta di legge che abbiamo lungamente discusso in Commissione abbiamo inteso opinioni di vario genere, anche il mondo scientifico, la nostra università. Ritengo che sia stato fatto un buon lavoro e il gruppo Ds condivide pienamente la legge che stiamo per approvare per una serie di ragioni.
Una delle ragioni fondamentali è il fatto che dal punto di vista scientifico non c’è la certezza che un’agricoltura Ogm non abbia ripercussioni sulla salute umana e questo di per sé è sufficiente che si debba vietare, proprio perché le esperienze di questi anni di quello che è successo nel settore agroalimentare non possono che creare grandi preoccupazioni nei consumatori. E’ quindi un problema che coinvolge l’umanità, tutte le agricolture non solo europee ma mondiali.
Noi abbiamo alcuni elemento estremamente chiari e la raccomandazione dell’Ue del 21 luglio 2003 ha posto degli argomenti che sono difficilmente gestibili, nel senso che porre l’obiettivo di far coesistere l’agricoltura Ogm con quella convenzionale e biologica riteniamo che, in un paese e in una regione come la nostra, renda quasi impossibile far coesistere queste due cose. Se l’Ue dovesse assumere un altro tipo di posizione è ovvio che gli stati membri dovrebbero applicarla, quindi una proposta di questo tip come hanno fatto anche altre Regioni, credo che debba servire in primo luogo allo Stato, quindi bene faceva Ricci a richiamare le responsabilità del Governo, poiché a livello comunitario abbiamo l’esigenza di rivendicare l’autonomia degli stati membri e delle Regioni a decidere quale tipo di agricoltura vogliano realizzare. Credo che sia indispensabile questo tipo di autonomia, quindi dobbiamo adoperarci, fare pressioni, fare iniziative politiche perché comunque questo sia garantito e a mio avviso questo è uno degli aspetti essenziali e fondamentali.
Noi sappiamo che, oltre alle divisioni del mondo scientifico — sono molti quelli che dicono che fa male, o altri che dicono che non abbiamo elementi sufficienti per poter fare questa verifica — c’è una contrarietà di gran parte del mondo dei consumatori. A livello comunitario, dalle ultime statistiche si evidenzia che il 70-80% dei consumatori è contrario e preoccupato a utilizzare un’agricoltura che non dà certezze dal punto di vista sanitario, pertanto questo è un elemento fondamentale e importante perché si possa evitare di avviare un’agricoltura che non siamo in condizioni di controllare, anche perché ha un effetto di contaminazione difficilmente controllabile, o almeno oggi non abbiamo elementi per dire che questo sia possibile.
Indubbiamente, come diceva chi mi ha preceduto, un elemento di competitività, di remunerazione, l’agricoltura italiana, ma in particolare quella marchigiana, dell’Italia centrale non può che passare intorno al discorso della qualità, della certezza, della certificazione, dell’origine dei prodotti, della tipicità. Sappiamo benissimo che non abbiamo un territorio che ci permette un’agricoltura estensiva, di grandi dimensioni, quindi anche quando parliamo della nostra cerealicoltura, che è la produzione principale — oltre il 50% della nostra superficie agricola utilizzata è a seminativi, a grano — sappiamo benissimo essere dimensioni molto contenute a livello del mercato mondiale, pertanto non possiamo che puntare su un’agricoltura di qualità, di origine e di tipicità. Questa è un’agricoltura di altissima qualità che dà garanzie ai consumatori.
Tutte le organizzazioni agricole, il mondo agricolo sono contrari all’attivazione di agricolture Ogm.
Noi abbiamo anche tenuto una riunione delle Commissioni agricoltura delle Regioni dell’Italia centrale, abbiamo discusso e abbiamo prodotto un documento, che poi è stato presentato come mozione e che noi proponiamo come ordine del giorno da approvare in questo Consiglio, che è stato già distribuito. Questo documento è il frutto di un lavoro che abbiamo fatto fra le Regioni dell’Italia centrale, proprio perché una materia così delicata e complessa non trova soluzione nella posizione di una Regione, quindi occorre un lavoro che coinvolga le Regioni italiane e lo Stato italiano, quindi il Governo dovrà tenere conto della volontà delle Regioni, della volontà degli agricoltori italiani e delle loro organizzazioni agricole.
Il dibattito già c’è stato, abbiamo approfondito in Commissione, quindi per tutte queste ragioni noi siamo non solo favorevoli, ma riteniamo essere molto importante l’approvazione di questa proposta di legge e per tale ragione il gruppo Ds voterà favorevolmente.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Procaccini.

CESARE PROCACCINI. Condivido sia la relazione che gli interventi dei colleghi della maggioranza.
Noi riteniamo opportuna questa proposta di legge in primo luogo per la salute. Ciò non significa bloccare il corso della scienza che deve proseguire nella ricerca in tutti i settori, ma mai si debbono assumere scelte scientifiche, tanto più che la comunità è divisa in questo settore, sulle questioni alimentari, nell’incertezza della sicurezza per la salute. In secondo luogo una contaminazione Ogm nelle produzioni agricole italiane, in particolare in quelle delle Marche, devasterebbe un’economia basata sui prodotti diversificati e di qualità. Inoltre sarebbe irreversibile, perché la contaminazione a lungo andare impedirebbe il ritorno a produzioni originarie. In terzo luogo noi siamo favorevoli perché la proliferazione degli Ogm crea e creerà una dipendenza mondiale delle produzioni agricole alle multinazionali dei brevetti ed è in questo senso che anche la ricerca che, ripeto, non si deve bloccare, deve essere una ricerca pubblica.

PRESIDENTE. Ha la parola l’assessore Silenzi.

GIULIO SILENZI. Ci sono ragioni di carattere generale che motivano la posizione intransigente che la Regione Marche assume con questa legge riguardo alla coltivazione Ogm. Queste ragioni sono legate alla preoccupazione largamente presente nel mondo scientifico, oltre che in quello politico e associazionistico. Mi riferisco alle aggregazioni dei consumatori, dei produttori agricoli e degli ambientalisti, sulla possibilità che l’introduzione degli Ogm produca delle mutazioni imprevedibili e incontrollate che possono danneggiare la salute umana, attraverso la catena alimentare. Già i colleghi Moruzzi, Ricci, Procaccini e Avenali hanno ben evidenziato questo aspetto. Per questo con la nostra legge vogliamo far valere, nei limiti che ci sono consentiti dalla legislazione comunitaria, il principi di precauzione, nei limiti della legislazione comunitaria ma convinti che se c’è un federalismo in questa materia, le Marche debbono essere la punta di diamante della richiesta e della necessità di un’autonomia nel decidere su un argomento così delicato e importante i destini non solo dell’agricoltura ma anche dello sviluppo di questa regione e della sicurezza alimentare per i cittadini che qui risiedono.
Per cui faremo un’opposizione strenua, siamo tra le dieci Regioni europee che si stanno battendo contro gli Ogm e se il Governo farà ricorso anche su questa legge, questo Governo federalista di nome ma di fatto centralista, che ricorre sempre alla Corte costituzionale per vanificare le leggi regionali troverà in noi una decisa azione volta a far conoscere ai cittadini marchigiani le nostre posizioni rispetto ad altre posizioni che espongono i cittadini stessi a dei rischi e comunque non viene assunto il principio di precauzione che, quando parliamo di salute, è un principio sacrosanto.
Su questo piano generale non possiamo dimenticare altri due elementi che ci inducono a sviluppare un impegno di carattere politico. Questi due motivi di opposizione riguardano il rischio di una riduzione della biodiversità e le conseguenze negative che si temono per le economie dei paesi contadini a causa della dipendenza che si viene a creare verso le industrie multinazionali produttrici di sementi Ogm.
A queste obiezioni si risponde molto spesso con la scusa di oscurantismo e pregiudizio antiscientifico. Trovo invece che coloro che sostengono la scelta degli Ogm mostrano una forma di fondamentalismo pseudo scientifico, là dove la scienza non ha dimostrato un principio di sicurezza. E’ lo stesso fenomeno che c’è stato con “mucca pazza”, quando si voleva dare gli alimenti agli animali con una farina che si diceva non avrebbe agito sugli uomini e poi si è scatenato... (Interruzione). Gasperi, la popolazione marchigiana deve sapere quello che tu sostieni, in questo campo; lo devono sapere le famiglie, i figli e gli anziani quello che voi sostenete. Io non faccio su questo terrorismo, ma dico che un principio di precauzione rispetto a questo è una battaglia di civiltà che noi facciamo.

GILBERTO GASPERI. La precauzione d’accordo, ma non il terrorismo.

GIULIO SILENZI. C’è un fondamentalismo pseudo scientifico, che ignora ciò che la stessa esperienza scientifica ha mostrato in questi anni, quindi c’è l’esigenza di agire con cautela, evitando comportamenti che possano risultare dannosi per l’ambiente e la salute. L’esempio di “mucca pazza” mi sembra un esempio molto calzante che dovrebbe far riflettere tutti sulla precipitazione di scelte che poi non hanno avuto, scientificamente, una soluzione condivisa dalla comunità scientifica e per questioni di natura solamente economica si è messa a repentaglio la vita di migliaia di esseri umani, questo è il punto.
Ma ci sono anche ragioni specifiche per la nostra contrarietà, legate alla concreta realtà della nostra regione e agli interessi della nostra agricoltura.
Detto questo in termini generali, parliamo delle Marche. Per parafrasare Di Pietro, “che c’azzecca” gli Ogm con l’agricoltura marchigiana? C’è un fatto generale ma c’è un fatto specifico. Abbiamo investito centinaia di miliardi per la produzione di qualità, quindi introdurre anche in maniera subdola una coltivazione Ogm significa vanificare il lavoro che fin qui abbiamo portato avanti e di cui siamo profondamente convinti. La qualità, la sicurezza alimentare, il biologico, l’agricoltura a basso impatto ambientale sono il futuro dell’attività agricola, quindi non è solo il miraggio di chi fa ideologia politica che non si traduce in atti concreti di governo, qui proprio c’è un atto concreto di governo dell’economia e dello sviluppo marchigiano.
Infatti per le Marche l’introduzione della coltivazione Ogm avrebbe effetti devastanti. Come si può pensare di preservare la ricchezza varietale che caratterizza la nostra produzione e che costituisce il punto di forza della nostra produzione tipica e di qualità, introducendo prodotti Ogm che finirebbero per fagocitare i nostri biotipi? La realtà stessa della maglia poderale della regione rende pressoché fatale questo risultato, perché la produzione Ogm finirebbe necessariamente per inquinare le colture che sarebbero, per questa ragione, troppo vicine per essere isolate. Si consideri solo questo elemento: il mais ha un arco di diffusione di 15 chilometri. Capisco che in altre regioni dove la frammentazione poderale non c’è ci possano essere minori preoccupazioni, ma noi siamo nelle Marche e dobbiamo tenere conto della nostra realtà ed essere perciò più rigorosi.
Delle due l’una: o siamo per la produzione di un’agricoltura di qualità, rispettosa dell’ambiente e fortemente orientata verso il biologico, o siamo per gli Ogm. Dobbiamo pensare di intercettare e orientare la nuova domanda di alimentazione sana e di qualità che viene avanti, la nuova domanda che noi dobbiamo preservare, anche dai fatti che sono accaduti in questi giorni, in cui abbiamo visto il sequestro di medicinali scaduti, di sostanze che, se vengono date agli animali provengono dei danni all’organismo umano, e allora dobbiamo essere rigorosi nei controlli, per certificare la qualità. Altrimenti qualità è un intento che poi non si traduce in una sicurezza per il consumatore, non si traduce nella fiducia che il consumatore deve avere rispetto ad una certificazione di qualità che la Regione garantisce, dietro la quale c’è la sostanza e non c’è una fregatura per il consumatore stesso.
Dobbiamo quindi essere rigorosi quando parliamo di queste problematiche.
Come pensiamo di orientare la nuova domanda di alimentazione sana e di qualità che viene avanti? Dobbiamo promuovere i nostri prodotti tipici, affinché possano essere punti di forza della valorizzazione dei nostri territori e della loro storia, oppure siamo per gli Ogm e quindi condanniamo la regione ad una produzione legata ai mercati più dequalificati e anche economicamente più problematici per la nostra agricoltura regionale, perché sono quelli nei quali abbiamo più difficoltà a competere in termini di costi di produzione e quindi di prezzi. Per questo la scelta di garantire il consumatore proposta da questa legge, si sposa con il disegno di politica agraria che ci stiamo sforzando nel corso di questi anni di realizzare, con risultati anche importanti e positivi.
A questo riguardo, per blindare la legge e non dare adito a interpretazioni differenti, voglio dire che anche la Giunta regionale è d’accordo ad accogliere gli emendamenti proposti nella direzione che diceva il consigliere Moruzzi e riprendevano i colleghi Ricci e Avenali.

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione degli articoli.
Articolo 1. Ha la parola il consigliere Gasperi.

GILBERTO GASPERI. Penso che se ci deve essere un rispetto è sull’intelligenza, e non è un fatto genetico, è un fatto che si acquisisce con la cultura. A livello genetico Darwin sembrava avesse scoperto il mondo e dopo 70 anni si è visto che Mendel, che proveniva da una piccola città della Repubblica Ceca, scientificamente e a livello matematico ha dimostrato la ereditarietà dei caratteri.
La cosa che mi sconvolge è non mettere dubbi nel campo della scienza. Qui non esistono pro o contro gli Ogm, perché in questo caso saprei come schierarmi. Non sono pro Ogm, ma il problema è di vedere sul piano prettamente scientifico come stanno le cose. Se uno deve essere categorico così come ho sentito nell’intervento dell’assessore, per quale motivo non abbiamo votato la proposta di legge che aveva presentato Moruzzi? Era molto più garantita, più assolutista e più integra e garantiva maggiormente il territorio marchigiano. La Chiesa è fatta di un sacco di ignoranti? Sta mettendo dubbi e sta sostenendo — un sostegno prettamente scientifico e lo stesso Papa è sceso in campo — non gli Ogm, ma non li condanna. Addirittura ci sono state delle domande fatte in Commissione da un consigliere della maggioranza e il professore intervenuto ha chiarito il vero significato. Non possiamo porci a favore o contro. Sul problema degli Ogm non esiste il Governo nazionale o meno, perché le indicazioni vengono date direttamente dall’Unione europea. Addirittura, per mia posizione culturale e scientifica e per mia condizione sono per molti versi non d’accordo con quello che dice il massimo esponente in questo settore, cioè il ministro dell’agricoltura on. Alemanno, ma non mi trovo d’accordo per un motivo molto semplice: perché ultimamente ha lui stesso dovuto fare alcuni passi indietro. Addirittura nelle Marche dovremmo fare alcuni passi indietro.
Prima ho sentito parlare dei danni provocati dalla Bse: ebbene quella stalla in cui si è verificata la Bse ha avuto i contributi con l’avallo dell’assessorato all’agricoltura anche quattro anni fa. Attualmente, la legge sulla zootecnia ha posto come base che la razza marchigiana deriva da un incrocio tra un toro marchigiano e una vacca da latte. Questa è una presa in giro, perché una vacca da latte potrebbe avere la Bse in quanto ha un certo tipo di alimentazione e nelle razze da carne non c’è un solo caso in tutto il mondo di presenza di Bse.
Pongo dei dubbi solamente per un motivo. Non perché sia contro o a favore, ma perché non si può confondere la scienza con la politica. E’ logico che spetta alla politica prendere le decisioni e io rispetto quanto decide la maggioranza, in forza di un consenso che ha avuto dall’elettorato. Io pongo solamente dei dubbi e dico “facciamo attenzione”. Mi sembra assurdo sentire alcuni rappresentanti, cui porto grande rispetto perché sono anche persone preparate, che difendono il pane integrale che costa 8.000 lire al chilo. Con 1.100 euro al mese voglio vedere chi può permettersi di comprare il pane a 8.000 lire al chilo.

GIULIO SILENZI. Ma che c’entra questo?

GILBERTO GASPERI. Come “che c’entra?”. Allora facciamo un’agricoltura per i ricchi, e sono d’accordo, però lo si dica. Le scelte devono essere fatte in questo modo. Non si può andare all’estero a fare pubblicità come è successo a San Pietroburgo, ove hanno portato un vino che nelle Marche non c’è, perché ne esiste una produzione minima.

ANDREA RICCI. Allora devono essere i poveri a mangiare gli Ogm...

GILBERTO GASPERI. No. Quando ma tu vieni a dire che le colture biologiche sono il toccasana. Se le colture biologiche sono il toccasana per qualsiasi malattia ben venga. Ricordo che quando ero bambino c’erano le “santone” che con l’olio cosiddetto benedetto ti curavano tutto. E’ lo stesso discorso. Perché non debbo credere a un discorso che sta portando avanti la Chiesa nella figura del Papa, il quale dice che questi prodotti, che sono già di largo consumo, permettono probabilmente di far sopravvivere intere popolazioni che stanno morendo di fame? La genetica ha potato un incremento, per cui quello che prima sfamava tre persone oggi permette di dar da mangiare a venti persone. Sono allora d’accordo nel dire “vediamo, cerchiamo di controllare, facciamo come è avvenuto nel discorso delle piante da seme”. E’ proprio quella la domanda che era stata fatta: nelle Marche, per alcune cose avevano proibito la coltura perché poteva andare ad inquinare le piante da seme e le stesse piante da seme che producevamo, i cui semi venivano portati in Olanda per fare gli incroci, potevano essere coltivate solo ed esclusivamente a una certa distanza dal territorio. E’ questo che chiedo.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Ciccioli.

CARLO CICCIOLI. Questa legge ha valutazioni e sensibilità diverse: c’è una posizione del relatore di maggioranza, c’è una posizione del relatore di minoranza Gasperi. Gasperi dal suo punto di vista di tecnico dell’agricoltura ha conoscenze ed esperienze per fare delle valutazioni; dal punto di vista politico, come capogruppo del gruppo di Alleanza nazionale, dico che pur non condividendo il fondamentalismo che a volte si scatena su questo tema, credo che un progetto di messa in sicurezza, di prevenzione in questo settore è utile e opportuno.
Per questo motivo noi voteremo in maniera parzialmente diversificata la legge. Per quanto riguarda l’articolo 1, a nome del gruppo AN, io e Romagnoli voteremo a favore.

GILBERTO GASPERI. Chiedo anche a nome dei consiglieri Ciccioli e Romagnoli la votazione per appello nominale.

PRESIDENTE. Prego di procedere alla votazione per appello nominale., a partire dal n. 5.

GABRIELE MARTONI, Consigliere segretario. Procedo alla chiama:
Avenali sì
Benatti assente
Brini assente
Castelli assente
Cecchini assente
Ceroni assente
Cesaroni assente
Ciccioli sì
D’Ambrosio assente
D’Angelo sì
Donati sì
Favia assente
Franceschetti sì
Gasperi no
Giannotti assente
Grandinetti assente
Luchetti sì
Martoni sì
Massi Gentiloni Silveri assente
Melappioni assente
Minardi sì
Modesti sì
Mollaroli sì
Moruzzi sì
Novelli assente
Pistarelli assente
Procaccini sì
Ricci sì
Rocchi assente
Romagnoli sì
Secchiaroli sì
Silenzi sì
Spacca sì
Tontini sì
Trenta assente
Viventi assente
Agostini sì
Amagliani assente
Amati assente
Ascoli sì

Il Consiglio approva

PRESIDENTE. Articolo 2. Emendamento a firma Moruzzi.

GILBERTO GASPERI. Chiedo la verifica del numero legale.

PRESIDENTE. Prego di procedere alla verifica del numero legale.

GABRIELE MARTONI, Consigliere segretario. Procedo alla chiama:
Agostini presente
Amagliani assente
Amati assente
Ascoli presente
Avenali presente
Benatti assente
Brini assente
Castelli assente
Cecchini assente
Ceroni assente
Cesaroni assente
Ciccioli presente
D’Ambrosio assente
D’Angelo presente
Donati presente
Favia assente
Franceschetti presente
Gasperi presente
Giannotti assente
Grandinetti assente
Luchetti presente
Martoni presente
Massi Gentiloni Silveri presente
Melappioni assente
Minardi presente
Modesti presente
Mollaroli presente
Moruzzi presente
Novelli assente
Pistarelli assente
Procaccini presente
Ricci presente
Rocchi assente
Romagnoli presente
Secchiaroli presente
Silenzi presente
Spacca presente
Tontini presente
Trenta assente
Viventi assente

PRESIDENTE. Sono presenti n. 22 consiglieri, quindi la seduta è valida.
Pongo in votazione l’emendamento.

Il Consiglio approva

Pongo in votazione l’articolo 2 come emendato. Ha la parola, per dichiarazione di voto, il consigliere Ciccioli.

CARLO CICCIOLI. Ritenevo migliore la formulazione precedente, perché nella nuova formulazione si appesantisce la disposizione precedente. E’ ben vero che dal punto di vista delle aree del mondo, dove c’è un buon livello di benessere e di vita il discorso della qualità è da portare avanti, ma è altrettanto vero che ci sono zone del mondo dove sopravvivere e non morire di fame è un problema, quindi credo che una dizione più articolata fosse migliore e la prima proposta fosse più conforme alle esigenze. Per questo motivo sull’articolo 2 ci sarà una posizione di astensione da parte mia e del consigliere Romagnoli.

PRESIDENTE. Pongo in votazione l’articolo 2.

Il Consiglio approva

Articolo 3. Lo pongo in votazione.

Il Consiglio approva

Articolo 4. Lo pongo in votazione.

Il Consiglio approva

Articolo 5. Lo pongo in votazione.

Il Consiglio approva

Articolo 6. Lo pongo in votazione.

Il Consiglio approva

Articolo 7. Emendamento a firma Moruzzi, che ha la parola.

MARCO MORUZZI. Lo ritiro.

PRESIDENTE. Pongo in votazione l’art. 7.

Il Consiglio approva

Articolo 8. Lo pongo in votazione.

Il Consiglio approva

Articolo 9. Emendamento a firma Modesti. Lo pongo in votazione.

Il Consiglio approva

Pongo in votazione l’articolo 9 emendato.

Il Consiglio approva

Articolo 3. Emendamento a firma Modesti, sostitutivo dell’articolo 10.

Il Consiglio approva

Articolo 11. Emendamento n. 7 soppressivo dell’articolo, a firma Moruzzi. Lo pongo in votazione.

Il Consiglio approva

Pongo in votazione il coordinamento tecnico.

Il Consiglio approva

Pongo in votazione l’ordine del giorno a firma Avenali, Procaccini, Moruzzi, Benatti, Tontini e Modesti.
Ha la parola il consigliere Avenali.

FERDINANDO AVENALI. Era la mozione che avevamo presentato e che tramutiamo in ordine del giorno. Si tratta di un documento concordato tra tutte le Regioni dell’Italia centrale, collegato alla legge.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Ciccioli.

CARLO CICCIOLI. Condividiamo lo spirito dell’ordine del giorno, posizione ufficiale del gruppo An, perché su questo c’è stato un impegno preciso del Ministero dell’agricoltura, concordato con le Regioni, in particolare quelle del Polo, in particolare la Regione Lazio a guida di un esponente di An e con presidente della Commissione agricoltura un esponente sempre di An. Ci sono questioni come il nucleare che non sono così piane e precise, perché oggi sul nucleare l’Italia sta pagando un prezzo molto alto, quando a pochi chilometri dal confine, in Francia ci sono le centrali nucleari, quindi in questi temi forti bisogna sempre essere problematici, però detto questo l’atteggiamento di difendere le nostre colture tradizionali fa parte del nostro spirito, della tradizione e delle radici, in questo caso in senso anche agricolo, pertanto diamo il voto favorevole.

PRESIDENTE. Pongo in votazione l’ordine del giorno.

Il Consiglio approva

Pongo in votazione la legge nel suo complesso. Ha la parola il consigliere Ciccioli.

CARLO CICCIOLI. E’ evidente che dietro questa legge ci sono una serie di problemi di ordine tecnico e scientifico che non sono liquidabili con una votazione. Tante volte Parlamento e società scientifica votano ma non è detto che la posizione giusta sia quella che prevale. E’ una legge che forse poteva essere fatta meglio. C’è una posizione che ha una sua valenza e un sostegno di tipo culturale e scientifico del consigliere Gasperi che, essendo tecnico di settore, persona che ha lavorato anni e anni nel settore, in prima linea, ritiene che la modificazione faccia parte della cultura agricola. Da sempre le coltivazioni hanno conosciuto gli ibridi e talvolta questi sono stati anche di qualità superiore agli originali, però nel discorso complessivo noi crediamo che la difesa delle colture tradizionali debba avere tutela ed inoltre riteniamo che l’introduzione di modifiche debba essere regolamentata e valutata.
Questo non toglie il problema di fondo, che non è specifico della società italiana che per fortuna ha un livello di benessere tale che l’alimentazione è comunque garantita a tutti, ma coinvolge altri paesi e nazioni del mondo dove invece l’alimentazione non è garantita a tutti, dove ci sono milioni di morti per fame, soprattutto nelle fasce deboli. E’ chiaro che le produzioni attraverso Ogm possono aumentare la quantità di prodotto che può essere distribuito alla popolazione a prezzi modesti.
Detto questo però, rimane il nostro problema, quello della società italiana, quello delle aree del mondo. Stranamente questa è una difesa soprattutto dei territori e delle popolazioni più ricche, che puntano di più alla qualità, questo va sottolineato. E’ un problema delle produzioni “minori”, mentre le produzioni di massa puntano ad abbattere i costi e quindi a immettere sul mercato la maggiore produzione possibile.
Detto questo è nello spirito delle impostazioni politiche del partito, con il rispetto, che abbiamo, di posizioni diversificate... Prima ascoltavo l’assessore Agostini, che è stato anche assessore all’agricoltura, il quale condivide in parte le critiche che vengono fatte a determinate impostazioni di tipo fondamentalista sugli Ogm. Fatto salvo questo, la posizione ufficiale del gruppo di An in aula è di votare a favore della legge.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Moruzzi.

MARCO MORUZZI. Voglio lasciare a verbale una brevissima dichiarazione, perché sembra che la scienza è quella che dice sì agli Ogm, invece l’irrazionalità è quella che sostiene il no, peggio ancora la politica e l’opportunismo politico. Così non è. Sembra che la ponderazione porta ad avere qualche dubbio e il fondamentalismo, invece, è quello che spinge a questa legge e che dice no agli Ogm nella nostra regione. Non è così. Dico anche che noi, con la manipolazione genetica andiamo a fare una modificazione che in natura non può svilupparsi e inoltre la genetica ci insegna che quando trasferiamo un gene da una posizione all’altra, l’effetto che otteniamo non è soltanto una modifica delle caratteristiche di quel gene ma è anche nell’interazione che questo nuovo gene ha con gli altri. Questo significa che una manipolazione genetica non porta soltanto un cambiamento della funzionalità dichiarata dalla multinazionale che lo va a vendere ma ci sono altri cambiamenti di cui veniamo a conoscenza solo più tardi. In base a questo il principio della precauzione ci spinge oggi a dire che questa tecnologia non è matura e men che meno una tecnologia che risolve i problemi della fame nel mondo, perché non sono le tecnologie a determinare la fame nel mondo, non è l’indisponibilità di tecnologie, di conoscenze scientifiche, la fame nel mondo deriva da scelte politiche: cambiamo le scelte politiche e risolviamo la fame nel mondo. L’Onu punta il dito sulle multinazionali responsabili della fame nel mondo per il tipo di politica che fanno nel campo alimentare, quindi contrabbandare all’ultimo momento senza possibilità di replica, che gli Ogm permettano di cambiare l’impostazione politica delle multinazionali responsabili della fame nel mondo mi sembra troppo grossa. Usiamo, se mai, altri argomenti per poter sostenere gli Ogm ma certamente non questi. Il mio voto sarà favorevole.

CARLO CICCIOLI. Chiedo la votazione per appello nominale a nome unitamente alla collega Romagnoli. Chiedo anche al collega Avenali di condividere questa nostra richiesta, altrimenti dovrò chiedere la verifica del numero legale.

PRESIDENTE. Prego di procedere alla votazione per appello nominale, a partire dal n. 1.

GABRIELE MARTONI, Consigliere segretario. Procedo alla chiama:
Agostini sì
Amagliani assente
Amati assente
Ascoli sì
Avenali sì
Benatti assente
Brini assente
Castelli assente
Cecchini assente
Ceroni assente
Cesaroni assente
Ciccioli sì
D’Ambrosio assente
D’Angelo sì
Donati sì
Favia assente
Franceschetti sì
Gasperi assente
Giannotti assente
Grandinetti assente
Luchetti sì
Martoni sì
Massi Gentiloni Silveri assente
Melappioni assente
Minardi sì
Modesti sì
Mollaroli sì
Moruzzi sì
Novelli assente
Pistarelli assente
Procaccini sì
Ricci sì
Rocchi assente
Romagnoli sì
Secchiaroli sì
Silenzi sì
Spacca assente
Tontini sì
Trenta assente
Viventi assente

PRESIDENTE. Si prende atto che non esiste numero legale, quindi questa votazione viene rinviata alla prossima seduta.
La seduta è tolta.

La seduta termina alle 19,30