Resoconto seduta n. 18 del 22/11/2000
RESOCONTO INTEGRALE

SEDUTA DI MERCOLEDI' 22 NOVEMBRE 2000
PRESIDENZA DEL PRESIDENTE LUIGI MINARDI

La seduta inizia alle 11,00

Approvazione verbali

PRESIDENTE. Ove non vi siano obiezioni do per letti, ai sensi dell'art. 29 del regolamento interno, i processi verbali delle sedute nn.16 e 17 del 9 novembre 2000.



Proposte di legge
(Annuncio e assegnazione)

PRESIDENTE. Sono state presentate le seguenti proposte di legge:
- n.25 del 10.11.2000, ad iniziativa della Giunta: «Modificazioni ed integrazione della L.R 24 dicembre 1998, n.45 sul riordino del trasporto pubblico locale nelle Marche», assegnata alla IV Commissione in sede referente;
- n.26 del 10.11.2000, ad iniziativa del consigliere Viventi: «Riconoscimento della funzione sociale educativa svolta dagli oratori parrocchiali e valorizzazione del loro ruolo nella regione Marche», assegnata alla V Commissione in sede referente e alla II Commissione per il parere obbligatorio.



Proposte di atto amministrativo
(Annuncio e assegnazione)

PRESIDENTE. Sono state presentate le seguenti proposte di atto amministrativo:
- n. 29 del 3.11.2000, ad iniziativa della Giunta: «L.R. 6 agosto 1997, n.52 - Adesione della Regione Marche alla fondazione "Pesaro Nuovo Cinema Onlus" con sede in Pesaro», assegnata alla I Commissione in sede referente e alla II Commissione per il parere obbligatorio;
- n. 30 del 3.11.2000, ad iniziativa della Giunta: «L.R. 6 agosto 1997, n.52 - Adesione della Regione Marche all'associazione interregionale tecnostruttura delle regioni per il FSE in Roma», assegnata alla I Commissione in sede referente e alla II Commissione per il parere obbligatorio.



Mozioni
(Annuncio di presentazione)

PRESIDENTE. Sono state presentate le seguenti mozioni:
- n. 52 del consigliere Romagnoli: «Progetto della società Ecoelpidiense per un impianto trattamento chimico-fisico e biologico rifiuti speciali in località Cretarola di Porto Sant'Elpidio - Riapertura termine per osservazioni»;
- n. 53 dei consiglieri Giannotti, Brini, Ceroni, Cesaroni, Favia, Grandinetti e Trenta: «Situazione della sicurezza nelle Marche: potenziamento organici forza di polizia»;
- n. 54 dei consiglieri Grandinetti, Giannotti, Brini, Ceroni, Cesaroni Favia e Trenta: «Invito alla Giunta regionale a sollecitare il ministro della pubblica istruzione, affinché venga inserito nei programmi didattici delle scuole dell'obbligo, l'insegnamento dell'inno nazionale e del significato della bandiera italiana nonché della storia che ha portato all'unità d'Italia»;
- n. 55 del consigliere Trenta: «Sfruttamento del lavoro minorile e nero. Pedofilia»;
- n. 56 dei consiglieri Procaccini e Martoni: «Censura dei libri di testo di storia italiana nelle scuole»;
- n. 57 dei consiglieri Castelli, Novelli e Pistarelli: «Obbligatorietà dei manuali scolastici»;
- n. 58 dei consigliere Viventi: «Misure di sostegno per gli allevatori marchigiani";
- n. 59 dei consiglieri Procaccini e Martoni: «Manifestazione neonazista a Osimo»;
- n. 60 dei consiglieri Pistarelli, Gaspari, Novelli, Ciccioli, Romagnoli e Castelli: «Accesso corsi universitari — studenti ricorsisti»,
- n. 61 dei consiglieri Silenzi, Amati e Mollaroli: «Censura dei libri di testo di storia nelle scuole».



Legge restituita vistata
dal commissario di Governo

PRESIDENTE. Il commissario di Governo ha restituito, vistata, la legge regionale concernente: «Modifiche ed integrazioni alla legge regionale 4.6.1996, n. 18 "Promozione e coordinamento delle politiche di intervento in favore delle persone handicappate"».



Nomine

PRESIDENTE. Ho provveduto, con i decreti sottoelencati alle seguenti nomine: Cooperativa artigiana di garanzia: "Libera Cooperativa di Ascoli Piceno" - elezione di due componenti nel Consiglio di Amministrazione; Cooperativa artigiana di garanzia "Provincia di Ascoli Piceno", con sede a Montegiorgio - Elezione di due componenti nel Consiglio di amministrazione.
Il consigliere Francesco Massi ha ritirato la candidatura del dott. Gabriele Vincenzi per la nomina di componente del consiglio di amministrazione dell'Ente fiera di Pesaro.



Deliberazioni inviate dalla Giunta

PRESIDENTE. La Giunta regionale ha trasmesso le seguenti deliberazioni:
- n. 2282 del 31.10.2000: «Variazione al bilancio di Cassa per l'anno 2000 - L. 677.203.380";
- n. 2283 del 31.10.2000: «Art. 29 della Lr. 23.3.2000, n. 22 - Iscrizione nel bilancio di previsione per l'anno 2000 di entrate derivanti da assegnazione di fondi dallo Stato per la concessione di contributi straordinari per le imprese di trasporto - Periodo 1.1.1987/31.12.1993 - Legge 30.5.1995, n. 204 - L. 15.355.000.000»;
- n. 2284 del 31.10.2000: «Art. 29 della Lr. 23.3.2000, n. 22 - Iscrizione nel bilancio di previsione per l'anno 2000 di entrate derivanti da assegnazione di fondi dallo Stato per la concessione di contributi straordinari per le imprese di trasporto - Periodo 1.1.1994/31.12.1996 - Legge 194/1998 - L. 1.864.000.000"»
- n. 2285 del 31.10.2000: "Art. 29 della Lr. 23.3.2000, n. 22 - iscrizione nel bilancio di previsione per l'anno 2000 di entrate derivanti da assegnazione di fondi dallo Stato per le politiche migratorie per l'anno 2000" - L. 1.171.050.856».



Congedo

PRESIDENTE. Ha chiesto congedo il consigliere Favia



Ordine del giorno della seduta

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare sull'ordine die lavori il consigliere Procaccini. Ne ha facoltà.

CESARE PROCACCINI. Chiedo l'iscrizione del programma triennale di interventi regionali a favore degli emigranti, perché la terza Commissione ha licenziato questo atto che è abbastanza urgente. Chiedo inoltre a nome del gruppo l'iscrizione delle mozioni 56 e 59, sulla censura dei libri di testo nelle scuole e sulla manifestazione programmata dai neonazisti ad Osimo.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Giannotti.

ROBERTO GIANNOTTI. A me sembra che la situazione della sicurezza nelle Marche richiami l'esigenza di un dibattito serio in questo Consiglio, che in qualche modo contribuisca e dia voce alle esigenze di tanti cittadini. Esistono due mozioni, una presentata dal gruppo dei Democratici di sinistra, l'altra presentata dal gruppo di Forza Italia che possono essere un'utile base di riferimento per questa discussione. Credo che questo sia tema sul quale il Consiglio comunale farebbe bene ad esprimersi. Chiedo quindi l'iscrizione all'ordine del giorno delle mozioni per poter sviluppare un dibattito sulla sicurezza. Mi riferisco alle mozioni 53 e 27.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Viventi.

LUIGI VIVENTI. Chiedo l'iscrizione della mozione n. 35 anche nella seduta di domani come primo punto all'ordine del giorno, visto che è presentata dalla fine di settembre.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Silenzi.

GIULIO SILENZI. Non essendoci neanche la necessità di dibattito, come concordato nella Conferenza dei presidenti di gruppo chiedo di inserire la mozione sul popolo saharawi.

PRESIDENTE. C'è quindi la richiesta d'urgenza per le seguenti mozioni: 27, 35, 53, 56, 59 e quella sul popolo saharawi. Se il Consiglio è d'accordo avanzo la proposta di inserire la discussione di queste mozioni in coda all'ordine del giorno odierno con l'auspicio che possano essere trattate nell'odierna giornata.
Ha la parola il consigliere Pistarelli.

FABIO PISTARELLI. Visto che lei è orientato ad accogliere questo tipo di indicazioni provenienti dai gruppi, associo alla richiesta di Procaccini l'iscrizione, sullo stesso argomento, della mozione 57 presentata dal nostro gruppo.

PRESIDENTE. Ha la parola il Vicepresidente Grandinetti.

FABRIZIO GRANDINETTI. C'è una mozione sullo studio dell'inno nazionale e della storia dell'unità d'Italia presentata dal sottoscritto quale primo firmatario. Siccome le tre mozioni sono simili, penso si possano discutere insieme.

PRESIDENTE. Unifichiamo quindi la discussione delle mozioni riguardanti i libri di testo e l'inno nazionale.
Pongo in votazione l'iscrizione d'urgenza di tutte le mozioni di cui abbiamo parlato.

(Il Consiglio approva)



Proposta di atto amministrativo (Discussione e votazione): «Bilancio di previsione del Consiglio regionale per l'anno 2001» Ufficio di presidenza (25)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la proposta di atto amministrativo n. 25, ad iniziativa dell'Ufficio di presidenza.
Ha la parola il relatore, Vicepresidente Giuseppe Ricci.

GIUSEPPE RICCI. Questa relazione al bilancio è composta di due parti. Una parte più propriamente politica che abbiamo distribuito ai colleghi nel corso della seduta precedente e che comunque, per completezza di informazione leggerò, e una parte più tecnico-contabile, che spiega nel dettaglio anche le cifre del bilancio.
L'azione di riforma del legislatore nazionale, ha prodotto fin qui importanti, anche se parziali, innovazioni che con l'elezione diretta dei presidenti delle Regioni hanno aperto una fase costituente.
Con ciò è stata rafforzata la tendenza in corso da diversi anni, di mutamento dell'impostazione statutaria dei ruoli e delle competenze del Consiglio regionale e dell'Esecutivo.
Al riguardo, già la commissione speciale di indagine e studio sui rapporti tra Giunta e Consiglio regionale, nel lontano 1986 individuava questa tendenza ed evidenziava un quadro complessivo preoccupante sia nei rapporti tra Giunta e Consiglio che per quel che riguarda lo stato delle strutture organizzative e del personale, con particolare riferimento a quelle del Consiglio.
Lo Statuto regionale ora dovrà disciplinare i delicati rapporti tra Presidente, Giunta, Consiglio, corpo elettorale regionale. Questo quadro di chiarezza istituzionale è indispensabile anche per predisporre risposte sul piano dell'efficienza organizzativa, dal momento che molti problemi organizzativi nascono dalla trasformazione che ha subito il processo decisionale.
In tale situazione, il principio ispiratore dell'azione dell'Ufficio di presidenza, più volte enunciato è quello della ricerca di un comune terreno progettuale tra esecutivo e consiglio che permetta il rilancio e lo sviluppo di entrambi, nell'attuale situazione.
Il bilancio preventivo del 2001 tiene conto dell'azione di potenziamento dell'azione sia dei singoli consiglieri che dei gruppi, attraverso la realizzazione dei seguenti progetti che vanno ad aggiungersi all'azione consueta delle strutture del consiglio. Sostegno al processo costituente (dotazione di risorse e strumenti operativi per la Commissione straordinaria per lo Statuto, ricerche sullo sviluppo socio economico marchigiano, sui cambiamenti nella pubblica amministrazione, sull'identità marchigiana in collaborazione con le università marchigiane, e le biblioteche storiche). Iniziative specifiche del Consiglio in ordine ai giovani, agli immigrati ed alla ricca presenza dei gruppi di interesse e di aggregazione presenti nella società marchigiana. Potenziamento del servizio legislativo (studi e verifica delle competenze sul piano socio-economico, giuridico, della tecnica legislativa, della fattibilità). Costituzione di un gruppo di lavoro tecnico (enti locali, università, mondo economico, ecc.) per la valutazione ex post della legislazione regionale. Realizzazione di testi unici. Potenziamento del sistema informativo (costruzione di un sistema Intranet del Consiglio, autonomo mentre ora siamo totalmente dipendenti dal sistema governato dalla Giunta). Ciò pone una scelta di fondo: progettare e quindi gestire la riorganizzazione o nuova organizzazione del sistema informatico ed informativo del Consiglio regionale che possa offrire un servizio di qualità sia ai consiglieri ed al loro lavoro, sia alle istituzioni e ai cittadini e al loro diritto di essere informati e poter partecipare alla vita del Consiglio. A tale riguardo si pone seriamente anche il problema di una nuova sede degli uffici del Consiglio, compresi, ovviamente, gli uffici delle Commissioni e dei gruppi consiliari per offrire finalmente una più dignitosa ed efficiente funzionalità complessiva. Riorganizzazione delle strutture del Consiglio e avvio di un processo permanente di formazione del personale in relazione alle nuove competenze che saranno in capo alle Assemblee legislative.
Questa era la parte più propriamente politica, quindi gli indirizzi di carattere politico che accompagnano la relazione tecnica che illustrerò più dettagliatamente.
Il Consiglio regionale determina annualmente l'ammontare delle somme necessarie per far fronte alle proprie esigenze funzionali, nell'ambito dei principi stabiliti dalla legge 6.12.1973, n. 853.
Il bilancio di previsione che ci si accinge ad esaminare, data la sua peculiare natura connessa agli aspetti istituzionali propri del Consiglio regionale ed in attesa delle riforme statutarie di cui ho parlato e del completo recepimento delle nuove normative contabili dello Stato, non può che offrire spazi di spesa ben delimitati ed alquanto circoscritti.
La presentazione di questo schema di bilancio costituisce un'occasione per sottolineare che, a trenta anni dalla istituzione delle Regioni, si rende opportuno l'adeguamento degli strumenti, anche di autonomia contabile, di cui il Consiglio regionale dispone per assolvere con maggior rigore ed efficienza al ruolo di Assemblea legislativa.
Una efficiente collocazione di risorse finanziarie, che esalti il ruolo del Consiglio regionale ed il suo sistema organizzativo, deve essere l'obiettivo principale ed indispensabile per il conseguimento di risultati ottimali, rispondenti alle esigenze ed alle aspettative della comunità marchigiana.
La legge 6.12.1973, n. 853 pone rigidi vincoli di carattere giuridico e contabile che danno alla gestione del bilancio del Consiglio aspetti quasi unicamente amministrativi e tecnici, per cui il bilancio stesso assume un carattere decisamente formale, senza poter rappresentare uno strumento essenziale di programmazione economica.
Va comunque sottolineato che, nonostante la rigida e prestabilita determinazione delle spese imposta dalla citata legge 853/73, il bilancio del Consiglio regionale, se lo si pone in un'ottica che tenga conto dei suoi principali obiettivi e finalità istituzionali, può manifestare implicitamente un ben preciso significato in termini di scelte condivise dall'Assemblea.
Dopo la dovuta premessa sui principi di carattere generale, si possono esaminare gli aspetti tecnici e contabili del progetto di bilancio di previsione per l'esercizio finanziario 2001, che l'Ufficio di Presidenza ha predisposto ed esaminato nelle forme e con le modalità previste dagli articoli 3 e 4 del regolamento interno per l'amministrazione del bilancio del Consiglio regionale.
Per la redazione del bilancio che forma oggetto della presente trattazione si è prevalentemente fatto riferimento alla contabilità storica che offre sempre dati molto attendibili.
Si è inoltre cercato di assicurare una sufficiente disponibilità di risorse finanziarie per i1 conseguimento degli obiettivi programmatici che coinvolgono istituzioni e cittadini nei processi in atto di riforma e rilancio del regionalismo, del federalismo e dell'europeismo.
Come si può rilevare dai prospetti dimostrativi allegati all'atto in discussione, il fabbisogno del Consiglio previsto per il prossimo esercizio finanziario 2001 è stato determinato in £. 27.030.000.000.
Lo stanziamento della spesa che riguarda il trattamento indennitario dei consiglieri previsto al capitolo 1110101 è stato determinato sulla base di quanto stabilito dalla legge regionale 13.3.1995, n. 23 e successive modificazioni.
La previsione delle spese di cui al capitolo 1110103, che raccoglie tutte le voci di spesa corrente, altrimenti dette di mantenimento, è stata aumentata di £. 800.000.000 rispetto all'esercizio in corso al fine di assicurare maggiori disponibilità per i servizi di supporto alle strutture ed ai gruppi consiliari.
Le spese per il personale sono previste con un aumento di £. 300.000.000 per far fronte ai nuovi istituti del trattamento economico e delle retribuzioni accessorie contemplate nel contratto collettivo nazionale di lavoro del comparto Regioni-Autonomie locali 1998/2001.
Sulla base di un programma verificato con i presidenti dei gruppi consiliari e tenendo conto dei suggerimenti avanzati per la riorganizzazione e potenziamento di tutte le strutture consiliari e che possa coinvolgere le istituzioni ed i cittadini, sono state previste £. 1.700.000.000 al capitolo 1110106 per studi, ricerche, consulenze e indagini conoscitive.
In conclusione la spesa prevista per l'anno finanziario 2001 di £. 27.030.000.000, da la possibilità di creare le premesse per una attività più organica ed efficiente del Consiglio regionale ed una presenza più qualificata del Consiglio stesso in tutte le sedi istituzionali.

PRESIDENTE. E' aperta la discussione.
Ha chiesto di parlare il consigliere Giannotti. Ne ha facoltà.

ROBERTO GIANNOTTI. Non voglio entrare nel merito dei dati. Fra l'altro la relazione del Vicepresidente è stata ampia e dettagliata e credo che abbia fornito degli utili punti di riferimento per una valutazione complessiva. Mi corre l'obbligo di sottolineare alcune questioni sulle quali non possiamo non dire la nostra. Mi riferisco in particolare allo status dei consiglieri e alla condizione operativa dei gruppi consiliari. Credo che un buon funzionamento del Consiglio, una buona produzione legislativa, quindi la piena soddisfazione dell'interesse delle popolazioni marchigiane — meglio e più il Consiglio lavora e più è facile corrispondere alle esigenze, alle attese delle nostre popolazioni — debbano portare ad affrontare in maniera organica il problema di una maggiore qualificazione del patrimonio di strumenti e di mezzi a disposizione dei singoli consiglieri. A costo di essere noioso, ricordo che ho posto da tempo l'esigenza di un collegamento informatico fra il consigliere e l'archivio della Giunta per fare in modo che tutti gli atti adottati dall'Esecutivo e soprattutto i principali atti deliberativi possano essere acquisiti in tempi reali perché il consigliere sia messo in condizione di conoscere le decisioni e intervenire.
Questa è una materia rispetto alla quale soprattutto le opposizioni che svolgono un ruolo di sindacato ispettivo considerano di fondamentale importanza. Questo è uno degli aspetti, che sono tantissimi.
C'è il problema della sede, dei locali ove i consiglieri sono ospitati che hanno raggiunto un livello di inadeguatezza e di insufficienza elevatissimo. C'è il problema logistico legato alla presenza, alla collocazione di quest'aula consiliare, il fatto che dover trasferire i consiglieri regionali per una o due volte la settimana lontano dai propri uffici, dal proprio personale non mette in condizioni di svolgere adeguatamente il proprio lavoro. Questo relativamente alle questioni legate allo status. Come vedete parlo di strumenti, non parlo di risorse finanziarie ed economiche, quindi sfatiamo il luogo comune che rivendichiamo benefici. Rivendichiamo invece condizioni oggettive migliori di lavoro nell'interesse di tutti.
L'altra questione riguarda i gruppi consiliari. C'è un dibattito aperto al quale noi abbiamo dato un contributo. Riteniamo che in questa legislatura debba essere recuperato fino in fondo il ruolo fondamentale dei gruppi consiliari rispetto alla organizzazione dei lavori del Consiglio ma soprattutto rispetto al complesso dell'attività politica che si realizza sul territorio regionale. Noi crediamo che anche qui, senza scomodare, senza inventare tantissime cose, una attenzione ad alcune problematiche che sono state poste relative alla strumentazione tecnica, all'accesso ad alcuni strumenti di cui il Consiglio è dotato, al potenziamento di altri servizi possa mettere i gruppi consiliari, in definitiva il Consiglio regionale nella possibilità di esprimersi meglio e in maniera più compiuta. Questo lo dico perché è vero che c'è un dibattito aperto, è vero che c'è una discussione ma io credo che sia giusto e doveroso che questo fatto venga segnalato e codificato anche negli atti di Consiglio in modo preciso.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Pistarelli.

FABIO PISTARELLI. La proposta dell'Ufficio di presidenza di bilancio di previsione del Consiglio regionale 2001 risente dei limiti che anche il relatore ha voluto sottolineare, limiti di un impianto legislativo che è rimasto fermo a parecchi anni or sono, cioè a quando questa Assemblea aveva anche diversa funzione e diverso ruolo, un ruolo che è mutato con il passare del tempo, soprattutto da ultimo, poiché si è rafforzata la presenza, si è rafforzato il peso dell'Esecutivo, dando al Presidente un mandato fiduciario diretto dei cittadini.
Di fronte a queste novità di impianto istituzionale, le norme che regolano la vita interna, il funzionamento interno del Consiglio regionale sono rimaste quelle ancorate ad altro tipo di assetto, ad altro tipo di prospettiva istituzionale. E' chiaro che il bilancio risente di questa difficoltà, perché ripete, sulla base delle leggi specifiche, partite, capitoli, destinazioni di spesa che ereditiamo dalle normative, alcune delle quali addirittura risalgono al 1973, hanno avuto pochi seppur significativi aggiornamenti.
Il funzionamento dei gruppi è una norma del 1988. Per quanto riguarda le missioni, il ruolo di rappresentanza esterna dei consiglieri regionali verso altre istituzioni la legge è del 1973, poi aggiornata per quanto riguarda solamente la parte del quantum economico nel 1995-96.
Tutto questo ci fa capire quali sono stati i limiti di redazione del nuovo bilancio di programmazione 2001. E' allora tempo di un riequilibrio delle funzioni tra un Esecutivo che è giustamente sempre più rappresentativo e forte per quanto riguarda la delega diretta del Presidente, la sua scelta diretta dei collaboratori che possono essere esterni al Consiglio regionale, e un'Assemblea che deve — non solo può — giocare un ruolo che nella prospettiva immediata deve essere altrettanto forte e autorevole, di stimolo, di controllo, di indicazione delle prospettive, di indicazione dei criteri generali.
Per fare tutto questo ci vuole normativa nuova, un bilancio diverso, più articolato per settori, più specifico per quanto riguarda gli interventi e meno generalista perché ci sono voci che riguardano tutto e tutti e che poi non accontentano nessuno, né l'assolvimento delle funzioni né la soluzione di problemi tecniche che pure ancora vi sono.
Il collega Giannotti ricordava, per esempio, la difficoltà che per via telematica si ha nell'accesso ai dati della Giunta. Non abbiamo ancora una videata, un elenco degli interventi di Giunta, degli ordini del giorno e delle deliberazioni che compaia direttamente nei computers degli uffici dei gruppi.
Potrei aggiungere tante altre difficoltà pratiche di svolgimento del lavoro, non ultima quella di una distanza tra gruppi consiliari e uffici di Giunta, cuore pulsante dell'attività istituzionale della Regione, una distanza che in taluni casi è foriera di ritardi, difficoltà di comunicazione, relazione e soprattutto informazioni essenziali per il Consiglio regionale.
Un altro capitolo da aprire è quello dell'informazione esterna dell'intero Consiglio. Non vi è un'agenzia, non vi è una pubblicazione — anche se in questo senso si è fatto qualcosa di recente — che abbia la possibilità di dare voce ed esplicitare, semplificare tutte le attività e i lavori che quest'aula fa, molto spesso incomprensibili per l'esterno. Diamo allora la possibilità ai gruppi e ai consiglieri di avere strumenti efficaci di intervento esterno per raggiungere il cittadino ed informarlo sul risultato, sulla sintesi di tante procedure affannate e affannose che però poi portano a delle ricadute concrete nelle tasche del cittadino marchigiano, nelle possibilità di sviluppo o nel rafforzamento di strutture che servono alla vita sociale ed economica del territorio marchigiano.
Tutto questo dovrà essere il bilancio futuro, magari facendo un punto anche a metà del prossimo anno per vedere se le partite indicate sono soddisfacenti, hanno assolto, almeno in parte, al loro ruolo e alla loro funzione.
Prego l'Ufficio di presidenza di una cosa, tanto per iniziare a porre delle questioni concrete. Per esempio, sugli incarichi di rappresentanza esterna di questo Consiglio verso convegni, incontri, conferenze o riunioni organizzate da altre istituzioni, dico che una calendarizzazione degli impegni che il Consiglio regionale ha nei confronti di altre istituzioni, quindi una distribuzione, magari per materie, per competenze che si assolvono in Commissione, oppure per interesse diretto da parte dei consiglieri potrebbe essere un elemento in più di efficacia, di efficienza e di trasparenza dei nostri lavori che non sono solo all'interno di quest'aula, ma giustamente devono essere proiettati anche verso istituzioni esterne diverse: quella europea, le organizzazioni che chiamano, chiedono al Consiglio regionale una presenza doverosa. Fare una calendarizzazione, sapere quali sono gli appuntamenti, distribuirli per competenze proprie dei consiglieri o comunque per gruppi che in Consiglio regionale fanno la loro vita, la loro attività istituzionale mi sembra possa essere un risultato da cogliere nell'immediato per dare efficacia, efficienza e trasparenza a dei meccanismi che nelle pieghe dei bilanci a volte si perdono e non vengono puntualmente seguiti dalla fonte fino a valle.
Questo è un atteggiamento costruttivo. Su questo bilancio, per gran parte tecnico, per gran parte dovuto noi esprimeremo un voto di astensione perché non ci sembra che possa essere in grado di modificare tutto lo scibile, ma neppure che sia un atto non in linea con quelle che sono le indicazioni attuali della normativa nazionale. Chiediamo però l'attenzione nei primi mesi dell'anno 2001, una verifica su quello che abbiamo fatto e che andiamo facendo, proprio per avere termini di paragone non solo sugli andamenti della spesa ma soprattutto sull'utilizzo della spesa negli atti concreti, nell'attività istituzionale del Consiglio.

PRESIDENTE. Ha la parola, per la replica, il Vicepresidente Ricci.

GIUSEPPE RICCI. Ho cercato di cogliere in positivo le sollecitazioni che sono state avanzate dai colleghi e quindi vorrei ricordare, come ho già detto nella relazione, che rispetto ad alcune delle problematiche che sono state toccate alcune iniziative rientrano negli obiettivi dell'Ufficio di presidenza e rappresentano sicuramente quel salto di qualità che in qualche modo si è evidenziato anche nei confronti che abbiamo avuto fra consiglieri, fra l'Ufficio di presidenza e i presidenti di gruppo: tutto quello che è maturato in questi 4-5 mesi di lavoro comune si è cercato di metterlo anche come impegno politico dell'Ufficio di presidenza per quel che attiene le azioni in positivo da effettuare per valorizzare il ruolo del Consiglio.
Si è parlato del potenziamento del sistema informativo e ho detto che abbiamo intenzione di realizzare una rete autonoma del Consiglio regionale che sia in qualche modo scorporata dal sistema Intranet che oggi fa capo alla Giunta e che condiziona anche la possibilità e la capacità di accesso da parte dei consiglieri oltre che degli utenti. Abbiamo detto che questo è lo sforzo che possiamo fare noi. Certo cogliamo in positivo anche l'invito che viene fatto affinché gli atti che la Giunta adotta — le delibere, i decreti dei dirigenti — siano immessi in tempo reale in rete in modo tale che il consigliere possa consultarli, agevolandone quindi anche il lavoro in sede di controllo e di proposta da parte del consigliere stesso.
Per quanto riguarda i problemi di natura logistica che pure sono stati individuati, noi lo poniamo come problema. E' in discussione tra l'altro, alla Conferenza dei presidenti di gruppo, un'ipotesi di lavoro che comunque ci deve portare a decidere in tempi brevi quale scelta definitiva dobbiamo fare per la sistemazione degli uffici dei gruppi consiliari e della presidenza del Consiglio. Oggi siamo articolati nel territorio regionale, l'aula consiliare è qui, i gruppi in via Oberdan, la presidenza in corso Garibaldi, abbiamo altre sedi distribuite nel centro storico di Ancona: dobbiamo prendere una decisione per fare in modo che ci sia la maggiore aggregazione possibile. Poi, ognuno di noi ha le proprie idee che confronteremo in sede di Conferenza dei presidenti di gruppo, fermo restando che io non scorporerei l'istituzione-Consiglio dal cuore della città di Ancona. Comunque su questo faremo degli approfondimenti.
Per quanto riguarda la parte più tecnica, anche quella che è stata evidenziata dal collega Pistarelli, è chiaro che agiamo con una legge del 1973. Nel 1973 le Regioni erano appena nate, quindi i bilanci che oggi si costruiscono con una legge che a quel tempo aveva ragion d'essere ma oggi non è più — perché con il nuovo sistema elettorale, con i poteri diretti conferiti al Presidente della Giunta, con una responsabilità diretta nei confronti dell'elettorato le cose sono cambiate — dobbiamo realizzare non solo un nuovo bilancio più articolato e specifico ma un nuovo bilancio che sia autonomo nella sua gestione, nei capitoli finanziari, negli interventi, nella politica del Consiglio regionale rispetto a quella della Giunta.
Colgo in positivo anche le accentuazioni che sono state fatte circa la risposta che abbiamo in termini di dotazione tecnologica e strumentale ai consiglieri, ai gruppi consiliari che pure in tempi brevi penso abbiamo soddisfatto per gran parte delle esigenze e delle necessità. Rimane un'ipotesi di lavoro possibile, positiva, quella che viene evidenziata per quanto riguarda le forme e i momenti di rappresentanza che dobbiamo costruire insieme, che rappresentano uno strumento di formazione dei consiglieri regionali. Quindi insieme ai corsi che abbiamo previsto di fare per la qualificazione, per la conoscenza dei sistemi informatici, per l'approfondimento della lingua inglese, per i corsi di formazione in relazione alle leggi e alla legislazione regionale e nazionale, una panoramica complessiva delle presenze istituzionali che tenga conto della competenza di ogni consigliere ai fini di un arricchimento in termini professionali, considerando la professione del consigliere regionale come una professione che deve essere svolta al meglio, credo che sia un suggerimento utile sul quale l'Ufficio di presidenza potrà dare una sua interpretazione sicuramente in positivo.

PRESIDENTE. Pongo in votazione la proposta di atto amministrativo n. 25.

(Il Consiglio approva)



Proposta di atto amministrativo (Discussione e votazione): «Elezione della Commissione regionale per le pari opportunità tra uomo e donna. Legge regionale 18 aprile 1986, n. 9, articolo 3» Ufficio di presidenza (26)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la proposta di atto amministrativo n. 26, ad iniziativa dell'Ufficio di presidenza.
Ha la parola il relatore, consigliere Amagliani.

MARCO AMAGLIANI. La legge 18 aprile 1986, n. 9 ha istituito la Commissione pari opportunità tra uomo e donna per quello che attiene il Consiglio regionale delle Marche. L'Ufficio di presidenza a cui compete di presentare una proposta a questa Assemblea ha redatto la proposta stessa con la deliberazione 223/16 del 23 ottobre 2000.
E' del tutto evidente che a fronte di una prassi consolidata e della normativa prevista dalla legge che ho citato, che determina il fatto che la Commissione stessa venga rinnovata contemporaneamente al rinnovo dell'Assemblea regionale, sono passati alcuni mesi durante i quali è stato possibile presentare domande da parte dei singoli e delle varie organizzazioni femminili e l'Ufficio di presidenza ha proceduto alla proposta che voi trovate oggi nella vostra cartella.
Quali sono stati i criteri? A fronte di una prassi consolidata i criteri sono stati quelli classici, due in modo particolare. Il primo è quello della necessità di tenere conto di una rappresentatività territoriale, quindi un criterio del tutto equo ed evidente. Il secondo è quello di tener conto delle varie sensibilità culturali che emanavano dalle proposte stesse. Questi sono i criteri a cui l'Ufficio di presidenza si è ispirato nella scelta dei venti nominativi che vengono presentati e che nel loro complesso erano in numero di 39, per cui è del tutto evidente che si sono dovute operare delle esclusioni, ma non sono determinate da chissà quali motivazioni, poiché sono determinate, in senso positivo, da una scelta che si è fatta rispetto ai criteri che prima citavo. Quindi questo è l'atto che viene presentato all'Assemblea e sul quale l'Ufficio di presidenza chiede di esprimere un proprio consenso.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Ciccioli.

CARLO CICCIOLI. Il gruppo di Alleanza nazionale non è assolutamente d'accordo con l'atto per tre ordini di motivi. Il primo per l'istruttoria; il secondo per il criterio della rappresentanza delle province e lo squilibrio connesso, il terzo per il merito delle scelte delle persone che, pur nella discrezionalità che la legge assegna deve essere un criterio qualitativo.
Comincio con il primo aspetto. Questo è un atto particolarmente delicato, perché non si ascrive alla formazione specifica dei partiti ma a un criterio di rappresentanza delle associazioni, delle personalità regionali che nel settore possono avere un loro ruolo e questo, in generale, è stato l'atteggiamento degli Uffici di presidenza che nel passato si sono insediati e di uno dei quali io stesso ho fatto parte.
E' noto che in questa legislatura l'Ufficio di presidenza ha una composizione del tutto particolare, con una forza politica che ha due rappresentanti e le altre componenti la maggioranza — che in quanto tale ha la possibilità di fare scelte — diversificate in più gruppi consiliari. Questo particolare equilibrio — che io chiamerei disequilibrio: è a tutti noto che alcuni gruppi che fanno parte della maggioranza non hanno un ruolo né nel Governo né nell'Ufficio di presidenza — è anomalo, scarsamente rappresentativo rispetto all'equilibrio in seno all'Assemblea e alle forze politiche presenti. Tutto questo imporrebbe all'Ufficio di presidenza di muoversi con particolare cautela. Non credo che il criterio politico o di selezione di scelta, in questo caso, passi attraverso il semplice accordo tra alcuni esponenti dell'Assemblea o dell'Ufficio di presidenza stesso. Mi permetto qui di sottolineare che non è possibile che alcuni esponenti, a titolo personale, possano indicare dei nominativi al di là di un criterio più rappresentativo di selezione.
Questo non è contraddittorio con altre scelte in altre occasioni ma in questa fase, con questa rappresentanza dell'Assemblea, con questa rappresentanza nella maggioranza, con questa rappresentanza nell'Ufficio di presidenza è essenziale per non incorrere in conflittualità tra aula e Ufficio di presidenza, tra maggioranza e governo. Quindi un disegno un po' più largo del semplice discorso dell'opposizione all'interno di questa Assemblea, ma un discorso proprio di qualificazione dell'Assemblea stessa nel suo insieme.
Cos'è accaduto? Che l'Ufficio di presidenza si è trasformato in una sorta di comitato al cui interno, attraverso un equilibrio di nomine tra i propri membri si prendono le decisioni più discutibili. Ne è stato un esempio la nomina dei cinque cosiddetti consulenti per comunicare tra l'Ufficio di presidenza e i "saggi" chiarissimi e indiscussi chiamati per fare la riforma dello Statuto e scrivere le nuove regole istituzionali, e l'Assemblea stessa. Anche allora cinque persone segnalata da ciascuno dei cinque componenti l'Ufficio di presidenza. E c'è ampia discutibilità sulla scelta. Stessa cosa ripetuta — quando succede una volta bene, ma quando si ripete comincia a esservi qualcosa che non funziona nel meccanismo complessivo — per la scelta delle 20 persone in questo caso, che viene delegata a una sorta di conciliabolo tra i cinque componenti l'Ufficio di presidenza. Questo non va assolutamente bene e richiama all'anomalia presente in questa legislatura, in questo Consiglio regionale, anomalia che, prorogandosi, porterà nel prosieguo gravi problemi all'Assemblea e allo stesso Ufficio di presidenza, perché quando non c'è un meccanismo di autocontrollo e si è autoreferenti, alla fine si faranno i guai i quali saranno motivo di intervento in questa Assemblea e non solo in questa Assemblea, in parte già fatti: c'è molta tolleranza da parte dell'opposizione, che ha un senso delle istituzioni, a non rendere pubbliche una serie di cose. Voglio sperare che i comportamenti rientrino.
Nel merito, su 20 persone indicate nella delibera solo 2 sono della provincia di Ascoli Piceno che risulta estremamente sottorappresentata; 4 della provincia di Pesaro; le altre 14 sono di Ancona e Macerata, con una prevalenza di Ancona. Quindi, dal punto di vista della territorialità non c'è una rappresentanza adeguata.
Dal punto di vista delle scelte qualitative mi sono permesso di leggermi con molta cura e attenzione tutti i curricula delle persone che sono state indicate. Si ritiene non opportuno nominare persone che hanno un ruolo sia culturale, sia sociale, sia di relazione con la società cosiddetta "civile", coloro che invece di operare nella politica operano nei luoghi in cui la società si esprime con altre possibilità. Si decide, per esempio, che un docente dell'università di Ancona, la prof.ssa Curatola non è adeguata a entrare nella Commissione pari opportunità; si decide che persone — cito aree politiche completamente diverse, come per esempio associazioni che notoriamente non sono vicine al centro-destra ma alla sinistra — o associazioni come "Il Tempo" che propone persone che hanno un curriculum adeguato — cito Lia Didero, cito Carmen Morelli — oppure un'altra associazione emerita come l'Archeoclub — in questo caso una persona della provincia di Pesaro, la prof.ssa Gili — non hanno dignità di sedere nella Commissione pari opportunità, mentre hanno adeguata rappresentatività, secondo le scelte dell'Ufficio di presidenza, persone il cui curriculum si esaurisce in poche righe. Cito, per esempio, senza assolutamente entrare nel merito personale ma nel curriculum e nella storia personale, Patrizia Bevilacqua che come curriculum ha solo il merito di essere stata nominata nel 1999 consigliere comunale nelle liste di Rifondazione comunista e presidente di una Commissione consiliare al Comune di Arcevia; o come Valeria Masè che ha come curriculum tre righe: avere lavorato in un'azienda e far parte di un'associazione cooperativa, titolo di studio abilitazione in igienista dentale. Niente da dire sul fatto che questa persona abbia scelto questa competenza professionale, però credo che non facciamo un buon servizio né alle istituzioni, né al Consiglio regionale, né all'Ufficio di presidenza che non ne esce assolutamente bene, né alla Commissione pari opportunità, un forum dove vi sia la possibilità di promuovere la presenza femminile e dare pari opportunità al ruolo della donna Potrei andare avanti su altre delle nominate, per esempio Vincenza Pierleoni, anche lei con un curriculum modestissimo rispetto a tanti altri scartati, quale quello della presidente del Forum delle donne signora Guidi. C'è stato un deficit di selezione, di scelta, di rappresentanza.
Per ora mi fermerei qui, richiedendo non come partito ma come consigliere regionale, all'Ufficio di presidenza di ritirare la delibera, di rivalutare le scelte, di considerare un percorso diverso e riproporre questa Commissione all'Assemblea affinché possa incontrare l'unanimità dei consensi, perché non è chiedendo due nomi a me o a qualcun altro che si salva la dignità dell'Assemblea. Tra l'altro mi permetto di dire che non è stato un buon servizio neanche ad altri gruppi della maggioranza: perché mai nell'universo ambientalista non c'è una donna che possa essere inserita a promuovere le pari opportunità? Perché mai altri gruppi autorevoli della maggioranza — mi riferisco a I Democratici, che pur si sono espressi — non hanno la possibilità di indicare un nome qualificato? Perché mai nel mondo socialista non c'è una donna che possa entrare in questa Commissione? Credo che non sia un criterio accettabile quello di creare un gruppo che promuove una lottizzazione precisa sulle scelte all'interno del Consiglio. Su questa battaglia — di per sé la Commissione pari opportunità, se la guardiamo sul terreno della "politica politicante" vale poco: 20 milioni, 30 milioni di spese, quindi è ben poca cosa. Se uno pensasse a questo fatto come uno scontro politico di potere sarebbe assolutamente fuori strada, dentro questa Commissione non c'è praticamente nessun potere, non c'è peso per una politica di altro tipo — c'è una scelta di dignità e credo che sarebbe proprio un atto di coraggio da parte di questo Ufficio di presidenza ritirare questa delibera.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Ascoli.

UGO ASCOLI. Credo che su questa vicenda si sia perduta una occasione straordinaria per tentare di tessere un rapporto che già è molto difficile fra le istituzioni e la società civile. Abbiamo visto la proposta, abbiamo sentito che cosa ci ha detto il consigliere Amagliani, però a noi non risulta che sia stata data la dovuta informazione nel tessuto dell'associazionismo, della cooperazione, del volontariato, dell'imprenditoria, il tessuto della società civile. Non sono state date le dovute informazioni, non sono state raccolte in modo giusto le possibili candidature per questa Commissione, non sono stati resi noti i criteri per la sua composizione, perché quello della "sensibilità culturale" è un criterio molto buono, assai difficile da misurare anche a forza di curricula; la rappresentanza territoriale — non ho fatto l'esame accurato di tutti i curricula — mi sembra che non sia stata neppure questa opportunamente mantenuta.
Comunque non intendo parlare di persone, quindi non esprimo nessun giudizio sulle persone incluse e su quelle escluse, dico solo che questa poteva essere un'occasione straordinaria per il Consiglio regionale per creare una Commissione che fosse veramente valevole e che potesse finalmente fare un discorso importante quale quello delle pari opportunità, perché è vero che in temi di budget, di potere questa Commissione non avrà certamente tante risorse, ma è anche vero che può prendere molte iniziative, per esempio può fare progetti per accedere a fondi europei, può quindi incidere non solo simbolicamente ma proprio culturalmente nella vita della nostra regione. E le pari opportunità sono un tema di grande spessore anche dentro la macchina regionale. Non pensiamo che sia un'espressione che riguarda l'esterno della Regione ma una questione che riguarda tutte le grandi organizzazioni, compresa la macchina regionale, quindi ecco che poteva essere un'occasione straordinaria per portare avanti un avanzamento delle questioni, una sensibilizzazione di donne e di uomini su questo tema e per poter ragionare alla grande. Invece se ne è fatta "bottega" in qualche modo, si è deciso al chiuso delle stanze sulla base di criteri ignoti, ci viene proposto un elenco di 20 persone su cui non ho nulla da dire ma che non risultano il frutto di quella consultazione che ci poteva essere. Ritengo che qui siamo di fronte ad un atto non intelligente da parte dell'Ufficio di presidenza, politicamente non fecondo e che sarebbe utile ridiscutere.
La mia idea è di chiedere un rinvio della discussione, un ritiro della proposta e l'apertura di una vera consultazione trasparente, esplicita, rinviando l'approvazione dell'atto di 15-20 giorni perché non c'è una scadenza precisa, dando possibilità a tutti di conoscere i criteri con i quali si chiedono candidature, riaprire quindi la possibilità e discutere insieme i criteri, dopodiché l'Ufficio di presidenza avrà il suo mandato, avrà le sue peculiarità, dovrà fare le sue nomine ma lo farà sulla base di una diversa trasparenza. Fra l'altro mi risulta che l'altra volta la Commissione pari opportunità avesse avuto 50 nominativi da cui ne sono stai tratti 20: mi fa specie pensare che la società civile marchigiana non sia cresciuta in questi cinque anni e oggi non sia capace di indicare 32 o 39 nomi. Diventa evidentemente il frutto di una non consultazione, di una non informazione, di una non trasparenza. E
Esprimo veramente il rammarico per le modalità con le quali è stata portata avanti questa operazione, chiedo con forza il ritiro dell'atto e chiedo con forza la riapertura dei termini, una discussione aperta con una capacità di informare meglio la società civile, di discutere prima i criteri sulla base dei quali si chiedono le candidature, altrimenti annuncio fin da adesso che I Democratici non parteciperanno al voto.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Romagnoli.

FRANCA ROMAGNOLI. Concordo con quanto hanno detto sia Ciccioli sia il prof. Ascoli e chiarisco che non parlo in quanto donna, perché se ci fosse stato rispetto per questo ruolo, in quanto donna io ed altre pochissime consiglieri regionali di sesso femminile saremmo state interpellate più fattivamente, più direttamente.
Peraltro non è un approccio che mi piace, normalmente, quello di darmi o consentire di farmi dare questa considerazione che io definisco settaria. La stessa Commissione pari opportunità penso che anche nel titolo e nell'intestazione possa evolversi e possa passare oltre: mi sa di contestazione femminile ormai di vecchia memoria, penso che i tempi si siano evoluti in altra maniera.
Ciò nonostante, pur ritenendo antipatico parlare di nomi, di nomine, di Commissioni quando può sembrare che questo avvenga per rivendicazioni personali o di partito — non è questo che voglio fare e bene lo ha espresso il prof. Ascoli — non posso non dire che avremmo chiesto un coinvolgimento che andasse oltre la spartizione numerica non solo territoriale ma soprattutto partitica, che normalmente si fa quando si nominano le Commissioni. Avremmo voluto la prevalenza di criteri, per esempio, di specializzazione, di rappresentatività. Se la rappresentatività è tanto difficile oggi da raggiungere, se sono proprio i partiti a farne le prime spese, se è in crisi il concetto stesso di rappresentatività, cerchiamo dove è più facile, dove addirittura si parla di donne, di associazioni specifiche, quindi di un mondo già ben configurato, di recuperare questa rappresentatività. Cerchiamo anche di coinvolgere intelligentemente — perché ha ragione il prof. Ascoli quando dice che è un atto non intelligente da un punto di vista politico — il più possibile, non fermandoci neanche al coinvolgimento dei partiti ma facendo in modo che possiamo diventare il tramite verso quel sociale, quelle categorie, quelle associazioni, quel mondo che può recuperare quella rappresentanza che spesso neanche i partiti e neanche noi riusciamo oggi a dare appieno.
Sono quindi contraria a quello che è avvenuto, perché peraltro non vedo nell'esame dei curricula nessuna specializzazione, nessuna particolare competenza. Sono contraria anche perché questo è frutto di un sistema che l'Ufficio di presidenza sta molto spesso adoperando che non condivido, un sistema che non vede coinvolgimenti non solo di un partito che non è rappresentato — su questo dovremmo andare oltre — ma che non condivido anche per altre forme di scelte: abbiamo parlato di consulenze, abbiamo parlato di viaggi. Tutto questo a mio avviso avrà una ricaduta negativa nell'attività e nell'impegno dei consiglieri regionali. Personalmente mi asterrò dal partecipare a qualunque cosa possa avere la parvenza di missione, di viaggio o provenga dall'organizzazione di un Ufficio di cui non condivido appieno i sistemi e la trasparenza dei metodi. So che questo può diventare un problema, perché è giusto invece che il consigliere partecipi a tutto quello che nel mondo e anche fuori di Ancona si svolge, è giusto che ci informiamo, è giusto che viaggiamo, è giusto fare tante di quelle cose di cui diffido quando la provenienza non è condivisa, quando il metodo non mi piace, che mi costringono a rifuggire, ad astenermi e magari ad aggiornarmi o a prepararmi e ad organizzarmi per mio conto, con il mio partito, altrove o comunque non utilizzando tutti quegli strumenti che invece un Ufficio di presidenza lineare, trasparente nelle programmazioni e quindi nelle definizioni dei propri obiettivi e delle proprie iniziative dovrebbe mettere a disposizione.
Dico questo perché sono preoccupata di certe cose e ritengo che la ricaduta non sia positiva per il Consiglio regionale, per la crescita dei consiglieri e soprattutto dei neofiti che invece vorrebbero attingere a piene mani a quelle che devono essere iniziative proficue di crescita, che vanno prima condivise e poi utilizzate da tutti e comunque da un maggior numero possibile di fruitori.
Mi auguro che ci sia questa pausa di riflessione ed inizi con il ritiro di questo atto, per far sì che il coinvolgimento sia maggiore, soprattutto non per dare tempo ai singoli consiglieri di fare la lista della spesa dei propri candidati che poi ai consiglieri dovrebbero rispondere — e ho dei dubbi sull'utilità del metodo per la Commissione — ma magari per avere il tempo necessario affinché si possano monitorare le esigenze reali delle donne e della gente.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Massi.

FRANCESCO MASSI GENTILONI SILVERI. Esprimo lo stesso disagio e la stessa critica che sono stati qui formulati dai colleghi che mi hanno preceduto. Non entro nel merito dei curricula che sono pervenuti e di come sono stati scelti, non voglio per forza esaminare questi criteri, dico soltanto che come impostazione generale occorreva probabilmente, su questa nomina, una apertura maggiore verso la cosiddetta società civile e per quanto riguarda tutto quell'associazionismo che esprime egregiamente in questa regione l'attivismo e l'impegno delle donne in politica, nel sociale e nella cultura.
Esaminando soltanto la parte che riguarda la mia provincia trovo una fortissima carenza di rappresentanza. Ci sono realtà che non sono state affatto contattate. Forse il metodo migliore poteva essere quello di sentire i consiglieri regionali di ogni provincia per fare un monitoraggio migliore della situazione, ma vi assicuro che quanto vi dico non denota assolutamente un rammarico per una carenza di rappresentanza politica delle associazioni, non ho guardato assolutamente il lato politico delle persone che sono state designate per quanto riguarda, per esempio, la mia provincia, ma vedo che realtà sociali, culturali, del mondo del lavoro, della Camera di commercio — quindi anche istituzionali — di enti locali che si sono attivati nel settore della pari opportunità, sono state trascurate in questo atto. La cosa che mi dispiace è che si crea una frattura fra il ruolo del Consiglio regionale nel momento in cui procede a questa nomina e quindi istituisce una Commissione alla quale progressivamente anche la normativa che si produce dà peso maggiore e quello che è l'attivismo di tante associazioni e istituzioni in questo settore. Mi trovo profondamente a disagio, vedo che c'è stata una frattura nel collegamento che invece era necessario, mi associo alle valutazioni che i colleghi hanno espresso in maniera molto puntuale e chiedo anch'io alla presidenza di rivedere questo atto.
In mancanza di questa revisione non posso approvarlo assolutamente.

PRESIDENTE. Ha la parola, per la replica, il consigliere Amagliani.

MARCO AMAGLIANI. Cari colleghi, ho sempre ritenuto la coerenza un grande atto di onestà politica. Mentre dico questo mi riferisco non agli interventi qui pronunciati dai consiglieri Ascoli, Massi e Romagnoli, che posso comprendere e magari non condividere, ma per motivazioni che dirò. La cosa che non capisco davvero sono le argomentazioni pronunciate dal consigliere Ciccioli. Essendo io, così come i consiglieri che ho citato, di prima nomina in quest'aula, ogni volta che mi muovo cerco di tener conto anche del percorso storico che rispetto a dati analoghi si è seguito in situazioni precedenti. Proprio relativamente a un atto di questa natura e di questo tipo ho cercato di verificare quale sia stato nel passato il comportamento del consigliere Ciccioli il quale nel passato appunto, così come me oggi, si è trovato a far parte di un Ufficio di presidenza e si è trovato a dover proporre a quest'aula, allo stesso, identico modo una proposta di 20 nominativi.

CARLO CICCIOLI. Non farai buona figura: dopo te lo spiegherò.

MARCO AMAGLIANI. La parte mancante di buona figura l'assegno a te.
Dopodiché, la cosa che ho verificato è che la differenza fra il passato e questa stessa situazione sta nel fatto che questa volta, quanto meno, si sono chiesti i curricula delle varie proposte, quindi so di una difficoltà estrema nel valutare le sensibilità culturali. Questa valutazione la si è fatta attraverso i curricula, cercando di verificare qual è stato il percorso di questa o quella rappresentante femminile, le sue esperienze, cercando di capire poi, attraverso queste differenze, cosa andare a decidere. Nel passato non si è fatto nemmeno questo. Ma questa non è un'accusa: probabilmente nel passato si è ritenuto di non doverlo fare, bastavano i nominativi per capire queste differenti sensibilità culturali.
Posso capire il disappunto che ancora emerge da ogni intervento del consigliere Ciccioli. Tutte le volte che l'Ufficio di presidenza propone a quest'aula un qualcosa, emerge sempre questo screzio iniziale che c'è stato tra le forze di minoranza di questo Consiglio, quindi il fatto che all'interno dell'Ufficio di presidenza non sono presenti le rappresentanze di entrambe le maggiori forze della minoranza di questo Consiglio. Ma questa non può essere sicuramente una colpa da ascrivere né alla maggioranza né, tanto meno, all'Ufficio di presidenza. Qui non si tratta di conciliabili o di altro, si è soltanto ed esclusivamente utilizzato un criterio di cui prima ho parlato.
Per quello che riguarda la rappresentanza territoriale si pone il problema della scarsa rappresentanza della provincia di Ascoli Piceno: le domande iniziali erano 4-5 al massimo e la prima proposta era di 3 su 4 pervenute. Una delle signore indicate ha rinunciato in corso d'opera dichiarando la propria indisponibilità, tant'è che la proposta definitiva è di 9 componenti della provincia di Ancona, 5 Macerata, 4 Pesaro, 2 Ascoli, che in qualche modo è proporzionale alle domande pervenute.
Circa la maggiore o minore pubblicizzazione della cosa, nel futuro potremmo utilizzare qualsiasi tipo di metodo, non sto qui a tessere le lodi dell'una possibilità o a condannare l'altra, discutiamo su questo, però sono tantissime le nomine che si fanno in quest'aula che sono pubblicizzate, importanti allo stesso modo. Perché quando andiamo a nominare i rappresentanti in un consiglio di amministrazione di qualsiasi natura è meno importante della nomina della Commissione pari opportunità? Sono più o meno sullo stesso piano, a seconda di quello che noi pensiamo oggettivamente o soggettivamente. Queste nomine sono proposte solo ed esclusivamente attraverso il Bur.
Un giorno, scherzando dicevo al consigliere Luchetti che da questo punto di vista è il più preparato, perché è il più attento a verificare quali sono le scadenze. Non vi sono altri momenti di pubblicizzazione. Attraverso il Bur si capisce e si comprende quali sono le scadenze per proporre altrettanti nominativi.
Se si vuole utilizzare un metodo diverso verifichiamo, discutiamo.
Si è fatto anche riferimento ai titoli culturali ed accademici delle varie proposte: perché, un'operaia o una casalinga hanno meno titolo di una professoressa a far parte di una Commissione pari opportunità? Anzi, io credo che proprio di pari opportunità parliamo sarebbe molto meglio accentrare la nostra attenzione su una casalinga, su un'operaia che in questo tipo di società hanno sicuramente meno tipo di opportunità della professoressa, con il pieno rispetto per tutti e per tutte, quindi a maggior ragione dovrebbero far parte di una Commissione che cerca di tutelare — e mi auguro che lo faccia davvero — le pari opportunità.
Non mi sembra che si possa parlare di lottizzazione, andiamo a verificare davvero quali sono le proposte. Certo, non si è voluto escludere nessuno aprioristicamente, ma su 40 nomi pervenuti dovevamo scendere a 20, quindi un qualche taglio, anche se in senso positivo, andava fatto. Questo è quello che abbiamo fatto. Quindi non si è trattato di alcuna lottizzazione, abbiamo licenziato una proposta che a me sembra tener conto davvero di tutte quelle che sono le espressioni della società che ci circonda, pertanto su questo continuiamo a chiedere un consenso da parte di quest'aula, anche perché dal momento in cui l'Ufficio di presidenza ha adottato questo atto è passato un mese, c'era tutto il tempo dal 23 ottobre per produrre altre proposte. Questo non è avvenuto.
Se ci vogliamo dare altri metodi per le nomine, ma per tutte le nomine, possiamo anche utilizzarli. Questo Consiglio decida di utilizzare un metodo, vediamo quale. Io non sono personalmente chiuso a questo, però non voglio sentirmi accusato di un qualcosa da parte di qualcuno che nel passato ha usato gli stessi identici metodi.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, il consigliere Ciccioli.

CARLO CICCIOLI. Al di là delle chiacchiere che tutti noi facciamo, in cui ciascuno può dare di più o di meno, c'è un dato che secondo me è risolutivo: qual è l'effetto della presentazione di un atto? Nella scorsa legislatura l'atto relativo alla elezione della Commissione regionale pari opportunità fu accettato dall'Assemblea e non incontrò nessun problema. Fu riformulato tre volte in sede istruttoria e spero sia accaduto altrettanto in questa occasione, perché furono necessari degli aggiustamenti. Io non sono il custode dell'archivio ma ricordo di avere esaminato i curricula, ricordo addirittura che nel caso di una candidata il cui curriculum non era sufficientemente illustrato lo feci rifare. Quindi, per quanto ricordo i curricula erano presenti. Non so se nell'archivio adesso non ci sono o se ci sia qualche mancanza, però un dato politico è questo: l'Assemblea votò l'atto non ci furono né discussioni, né polemiche, né distinguo all'interno degli stessi partiti della maggioranza che sostiene e ha eletto questo Ufficio di presidenza.
Questa volta è avvenuto in maniera completamente difforme, quindi qualche cosa ci deve pur essere che non ha funzionato.
E' chiaro che questo atto non lo voteremo come gruppo di An e credo che altri non lo voteranno, però ritengo opportuno procedere con una proposta di risoluzione che presenterò immediatamente e che recita: "Valutato il dibattito relativamente alla proposta di atto amministrativo n. 26 e considerate le esigenze emerse, si dà mandato all'Ufficio di presidenza di ritirare l'atto, riformulandolo dopo ampia consultazione con forze politiche, sociali e sindacali".

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Brini.

OTTAVIO BRINI. Sulla proposta del consigliere Ciccioli ci riserviamo successivamente di leggere quanto ha appena detto e di prendere le dovute iniziative e decisioni come gruppo.
Per quanto riguarda l'atto che stiamo discutendo, con la massima serenità e tranquillità possiamo affermare che questa iniziativa è dell'Ufficio di presidenza e non ha visto coinvolti i consiglieri di Forza Italia, quindi non ci sentiamo di non condividere una deliberazione adottata con un colpo di mano da parte dell'Ufficio di presidenza o delle forze che ne fanno parte, rispettiamo l'autonomia dello stesso Ufficio di presidenza, siamo orientati a dare un voto favorevole a questa proposta perché non ci sentiamo, anche se in un atto così importante e così delicato che ha posto un serio problema all'attenzione del Consiglio regionale — e ha fatto bene Ciccioli a formalizzare anche questo tipo di iniziativa nel suo intervento — di esprimere un voto contrario. Ci troviamo quindi concordi, rispettando la piena autonomia dell'Ufficio di presidenza, perché così deve essere, però chiediamo anche noi una maggiore attenzione, in futuro, anche nel rispetto del Consiglio regionale in modo tale che gli stessi consiglieri possano essere informati sui modi, sui criteri con cui gli atti debbono essere adottati. Ribadiamo quindi la nostra fiducia ai nostri due rappresentanti che fanno parte dell'Ufficio di presidenza per l'autonomia con cui portano avanti i lavori. Non c'è quindi stata alcuna ingerenza da parte del nostro gruppo.
Posso dire con tranquillità al consigliere Ciccioli che ho preso atto come lui del documento dopo che era stato formulato, quindi se c'è uno squilibrio tra alcune province al suo interno l'ho verificato dopo che l'Ufficio di presidenza aveva deliberato. Non c'è quindi stata nessuna interferenza rispetto a questo atto deliberativo.
Anche per questo motivo noi votiamo a favore, perché nessun consigliere di Forza Italia ha indicato o segnalato nominativi. Potevamo essere più arrabbiati di te, consigliere Ciccioli, se fosse vero quello che affermi, perché se mi dici che in provincia di Macerata sono state fatte 4-5 indicazioni, il sottoscritto che è della provincia di Macerata come Massi e come altri consiglieri ne ha preso conoscenza dopo l'atto deliberativo. Invece per il rispetto dell'autonomia del Consiglio regionale annunciamo il voto favorevole, però ci riserviamo di ridiscutere sui metodi e sulle modalità.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Procaccini.

CESARE PROCACCINI. Tutti gli interventi che vanno nel senso di approfondire questioni come quella di cui trattiamo sono legittimi, tuttavia non capisco questa sorpresa rispetto ad una istruttoria consolidata, di piena continuità, diffusa su tutto il territorio regionale, dentro e fuori il mondo dell'associazionismo, femminile e non. Non credo che la proposta abbia modificato non solo una prassi ma i dettami della legge. La questione femminile deve ormai essere vista come una vera e propria differenza di genere. Da questo punto di vista la riflessione deve riguardare non tanto il titolo di studio che una candidata può avere superiore all'altra, ma lo strumento "Commissione pari opportunità". Non credo però che sia questa la sede di parlare di ciò, ma è opportuno prendere le mosse da questa discussione per un approfondimento di tutto il problema.
Per il resto non mi pare che vi siano dei problemi politici formali o istituzionali che debbano portare ad una sospensione, ad un diniego, ad un rinvio di questa proposta.
Per questi semplici motivi il gruppo Comunisti voterà la proposta.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Mollaroli.

ADRIANA MOLLAROLI. Dichiaro il voto favorevole dei Democratici di sinistra a questa proposta. Nello stesso tempo ritengo — credo sia intellettualmente corretto farlo — che la legge che istituisce la Commissione pari opportunità sia ormai datata, nata in un contesto sociale e politico completamente diverso da quello di oggi e nel dichiarare il voto favorevole dichiaro anche un impegno, come gruppo ma come forze di maggioranza, a lavorare perché il Consiglio regionale delle Marche si dia una legge in tempi abbastanza brevi, che fornisca uno strumento più attuale rispetto a queste politiche e a queste problematiche.
Credo che questo sia corretto dirlo perché in questi anni è completamente cambiato lo scenario politico e sociale, ci sono nuove norme, nuove leggi, nuovi provvedimenti, nuove strategie che si fanno carico della politica delle pari opportunità, che non può essere delegata ad una legge o ad una Commissione. Ci sono già strumenti trasversali che agiscono in questo senso, per cui credo che la Regione Marche, il Consiglio regionale delle Marche si debba impegnare a rivisitare questa legge, rivederla, darsi uno strumento più adeguato rispetto alle politiche che oggi necessitano in questo campo.
Sui criteri vorrei fare soltanto una breve considerazione. Credo che in questi 14 anni di applicazione della legge ci siano state, complessivamente, due stagioni: una più assemblearistica, la prima, alla quale ritengo di avere partecipato come cittadina e come donna impegnata in questa tematica, che ha visto una forte partecipazione, una forte presenza del mondo delle associazioni; una seconda, quella più istituzionale di questi ultimi anni. Rispetto a questa non mi pare che le modalità con le quali opera oggi l'Ufficio di presidenza si distacchino dall'aspetto e dalle modalità con le quali si è agito in questi ultimi anni.
C'è stata meno pressione, meno vigilanza anche da parte del mondo femminile, perché molte donne hanno anche idee diverse rispetto a questi strumenti, quindi non credo che il pensiero femminile possa essere rappresentato da nessuno di noi, né donne né uomini né rappresentanti di parte se vogliamo davvero essere onesti.
Con questa dichiarazione di voto favorevole, ma nello stesso tempo con una dichiarazione che è un impegno a rivedere profondamente questo strumento e a ridare alle donne marchigiane uno strumento più adeguato perché le loro istanze culturali, sociali, di donne che lavorano nel mondo del lavoro e in altri siano adeguatamente rappresentate nella legislazione di questa nostra regione che deve sicuramente essere attenta a questi problemi, annuncio il voto favorevole.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Ascoli.

UGO ASCOLI. Dalla replica del consigliere Amagliani mi sono reso conto di non avere detto con troppa foga le cose che dovevo dire; dovevo dire ancora di più, perché se è vero che dalla provincia di Ascoli Piceno — credo ciecamente a quello che tu hai detto consigliere Amagliani, almeno in questo caso — sono arrivate 4 domande, dovremmo citare, citando la letteratura russa, che è una "società di anime morte" quella della provincia di Ascoli Piceno. In tutta la provincia di Ascoli Piceno non ci sono più di quattro donne meritevoli di essere segnalate per una Commissione pari opportunità? Conosco la società marchigiana, conosco il tessuto dell'associazionismo, del volontariato, della cooperazione, dell'imprenditoria, sono sicuro che esistono molte persone, donne, valevoli in quella provincia. Il fatto che sono state presentate quattro domande vuol dire che l'informazione non c'è stata, che i canali non sono stati di trasparenza e di effettiva democrazia, quindi ribadisco la mia netta convinzione che si sia sbagliato profondamente. Che poi la precedente Assemblea abbia approvato una Commissione con procedure più o meno simili mi interessa poco o punto, perché io parlo in questa Assemblea e ribadisco il fatto che si è persa un'occasione. Penso che tu non avrai voluto dire quello che io sto dicendo, ma certamente se un passante distratto fosse arrivato in questo Consiglio e avesse sentito le tue parole, avrebbe dedotto che la provincia di Ascoli Piceno è una provincia di persone assolutamente sotto una media culturale accettabile, che solo quattro donne sono state segnalate ad avere la giusta sensibilità culturale per far parte di questa Commissione.
Voglio smettere con questo commento, ma certamente mi stupisce che si possano dire certe cose in quest'aula e a maggior ragione eviterò di partecipare a questo voto perché non significhi un voto contro l'istituzione di una Commissione pari opportunità. Sono d'accordo con Adriana Mollaroli che è ora di fare una legge nuova, darò tutto il mio modesto contributo, per quello che posso, a questo progetto, però il modo in cui si sta lavorando mi disturba fortemente.
Quindi riconfermo che non parteciperò al voto.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere D'Angelo.

PIETRO D'ANGELO. Come gruppo Verdi riteniamo di dire che alcune osservazioni emerse dal dibattito in relazione all'approvazione di questo atto sono puntualizzazioni che hanno una concretezza e un fondamento. Ritengo personalmente di condividere l'ultimo intervento del collega Ascoli, perché anche se formalmente l'atto e l'iter che ha portato a questo atto è da considerarsi coretto sicuramente non c'è stato il coinvolgimento necessario sul territorio delle associazioni in modo tale da avere una Commissione più eterogenea da un punto di vista territoriale.
Pertanto, ritenendo che ci sia stata questa carenza — al di là dell'iter che ha portato all'atto — il gruppo Verdi si asterrà.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Massi.

FRANCESCO MASSI GENTILONI SILVERI. Mi sono accorto anch'io di non aver detto tutto e quindi approfitto per dire che voterò contro questo provvedimento e dissentirò in tutte le forme. Mi si permetta una battuta, senza voler innescare polemiche: dopo sei mesi, finalmente uno spirito che aleggiava fuori delle porte è entrato in aula, quindi anche l'"inciucio" Forza Italia-Ds è venuto allo scoperto. Non ci scandalizziamo, perché da Roma ai più bassi livelli è uno "spiritello" che ogni tanto compare. Lo denuncio simpaticamente, quindi non me ne vogliano i gruppi Ds e Forza Italia, però se permettete questa mattina l'abbiamo visto così appalesato. Ne prendo atto, sapendo che ormai fa parte della politica italiana.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Benatti.

STEFANIA BENATTI. Voglio ulteriormente motivare perché il gruppo I Democratici abbandonerà l'aula. Su questo credo che dobbiamo essere molto chiari e leali. I Democratici ribadiscono che non sono i "Pierino" della maggioranza, hanno posto questa questione in tempi in cui ancora c'erano margini per prendere una decisione che almeno potesse salvare la forma, ribadisco che non c'è stata alcuna consultazione esterna, nel senso che le associazioni interpellate — cito una per tutte: il Forum del Comune di Ancona, dal quale se è stata presentata una candidatura è scaturita a titolo personale — non sono state investite del problema. Sarebbe bastata una semplice lettera inviata a tutte le associazioni che erano nell'indirizzario della precedente Commissione pari opportunità. Comunque, tengo soltanto a precisare il comportamento politico de I Democratici i quali hanno posto il problema in tempi in cui una decisione diversa poteva essere presa, non c'è stata da parte di tutte le forze politiche, di destra e di sinistra, una convergenza sulla volontà di intervenire in questo senso per aprire la consultazione. Io sono uscita da questo Consiglio regionale, nell'ultima seduta, con una lettera che ho scritto durante il dibattito in Consiglio regionale stesso, rivolta a tutte le associazioni, perché era mio intendimento fare quello che l'Ufficio di presidenza non ha voluto fare.
Consigliere Amagliani, io avevo valutato la possibilità di presentare candidature in questi quindici giorni. Noi non l'abbiamo voluto fare perché non è intendimento de I Democratici porre la questione della propria rappresentanza, quindi anche nel caso che in extremis il Consiglio decidesse di ritirare l'atto dico formalmente che noi non presenteremo candidature nostre. Avevo però pensato che potesse essere una buona iniziativa che un consigliere facesse quello che l'Ufficio di presidenza non ha fatto, cioè scrivere alle associazioni. Poi mi sono posta il problema — e per questo dico che I Democratici non sono il "Pierino" della situazione — che questa cosa avrebbe creato gran confusione, scompiglio e probabilmente, di fronte al proliferare delle candidature avrebbe messo il Consiglio regionale in una condizione di grande imbarazzo, in mancanza di una decisione da parte della maggioranza.
Credo che anche una verifica della legge regionale sarà imbarazzante, perché insediamo una Commissione di venti persone che già sa che probabilmente fra un anno dovrà andare a casa e questa cosa non mi sembra bella. Se veramente ci fosse la volontà di andare a una verifica della legge, allora sarebbe forse meglio prorogare la Commissione esistente e con questa fare una riflessione, sulla base dell'esperienza, su come modificare la legge.
Credo che questa Commissione parte con un grande imbarazzo. Faccio comunque gli auguri alle venti donne nei confronti delle quali non ho nulla da dire, anche perché non siamo voluti entrare nei curricula delle prescelte, quindi non entriamo nel merito e abbandoniamo l'aula non per sfiducia nei confronti delle donne ma per sfiducia nei confronti del metodo adottato.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Viventi.

LUIGI VIVENTI. Ho ascoltato attentamente il dibattito, ho preso atto anche dell'ultimo intervento dell'amico Francesco Massi che ha fatto una dichiarazione politicamente importanti e sicuramente, essendo persona di giudizio e ponderata, avrà avuto tutti i suoi motivi.
Non sono riuscito a capire i criteri secondo i quali ci si è mossi per fare queste scelte. Non devo sostenere nessuna candidatura personale, perché credo che non sarebbe nemmeno corretto fare qui una battaglia per dire "io ho proposto questo, ma siccome la mia proposta non è stata accolta voto contro". Non c'è stata chiarezza sui principi, non c'è stata partecipazione come dicevano i colleghi del gruppo I Democratici, però nella mia personale sincerità — non vorrei nemmeno coinvolgere il pensiero del gruppo che rappresento — avrei fatto a meno di queste Commissioni di pari opportunità, perché penso che le pari opportunità di fatto vi siano nella società italiana, ormai. Forse qualche anno indietro poteva esserci una considerazione di questo tipo. Quindi esprimo con coraggio una mia opinione personale: probabilmente si potrebbe fare anche a meno di questa Commissione, perché la pari opportunità fra uomo e donna in Italia c'è a tutti gli effetti, quindi non mi straccerei le vesti.
Il mio voto contrario è solo per questo.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Trenta.

UMBERTO TRENTA. Quando si parla di pari opportunità il senso è già chiaro. Sono contro il rinvio e a favore della proposta di atto amministrativo, perché Forza Italia valuta di volta in volta l'opportunità di aderire per costruire. La settima legislatura a cui partecipiamo ha un compito preciso: intervenire sullo Statuto nelle forme dovute nell'aula consiliare, quindi non è un "inciucio" ma semplicemente una valutazione opportuna di un importante tema quale quello delle pari opportunità. Dire che è un "inciucio" svilisce il tema che stiamo trattando.

CARLO CICCIOLI. Qui mancano delle opportunità...

UMBERTO TRENTA. Per le opportunità tu sei maestro, Ciccioli.

CARLO CICCIOLI. Di questo non mi intendo.

UMBERTO TRENTA. E allora è una lacuna della tua formazione politica. Ecco perché esprimo il voto favorevole.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Silenzi.

GIULIO SILENZI. Rilevo dal dibattito e anche da alcune dichiarazioni di voto che si sta caricando l'atto di significati, anche politici, che l'atto stesso non ha. Era noto a tutte le forze politiche, ai consiglieri, alle associazioni che si interessano di queste problematiche che si sarebbe rinnovata la Commissione pari opportunità. Non è una legge nuova che scatta in questa legislatura, nessuno sapeva e quindi c'era bisogno di una maggiore pubblicizzazione, di un maggiore intervento. L'Ufficio di presidenza, nella sua autonomia — ecco perché parlare di "inciuci" è una forzatura forse per una polemica interna al Polo, caro Massi, perché con Forza Italia noi non abbiamo nulla a che spartire e non abbiamo spartito proprio nulla — ha stabilito un percorso e ci presenta una proposta. Vi possono essere valutazioni diverse rispetto a questo percorso e rispetto alla proposta. Non vanno né caricate di significato politico né di aspettative rispetto alla Commissione stessa. Il lavoro fatto, anche dalle Commissioni precedenti, il dibattito nazionale rispetto alle politiche della pari opportunità portano a superare questo che è uno strumento obsoleto per le politiche di pari opportunità.
Io rispetto la valutazione di un percorso che viene fatta autonomamente da ciascun gruppo, un percorso che era conosciuto e pertanto ognuno poteva intervenire nelle forme e nei modi più appropriati, anche per sviluppare un interesse e un dibattito. Nessuno di noi, sapendo che c'era questa scadenza, è stato impedito nell'alimentare un protagonismo del territorio, questo deve essere chiaro. Non c'è stata una supplenza. Per cui, pur rispettando le posizioni e le valutazioni nei confronti di un percorso che l'Ufficio di presidenza si è dato e che noi condividiamo, ravvisiamo però l'esigenza politica di arrivare rapidamente a strumenti nuovi per le politiche di pari opportunità, superando queste Commissioni pari opportunità, perché io sono critico rispetto alla funzione che hanno avuto in questi ultimi anni poiché c'è una stagione completamente diversa, vi sono sensibilità completamente diverse e questo è uno strumento obsoleto. Ecco perché da parte di molti di noi non c'è stato un interesse diretto rispetto alla costituzione di una Commissione che forse ha fatto il suo tempo e pertanto non riconosciamo questo come uno strumento che possa incidere profondamente nel dibattito e nella realtà marchigiana, tanto è vero che tutti sapevano e poche sono state le segnalazioni. Questo è anche un segnale che la Commissione è superata, perché se non vi è stato questo interesse da parte dell'associazionismo marchigiano e del sud delle Marche o anche della provincia di Macerata, forse è proprio perché questo strumento è superato. Noi ci assumiamo l'impegno di accelerare un processo che possa prevedere nell'agenda politica il superamento della Commissione e arrivare a una nuova legge che interpreti meglio il momento politico e riesca a trovare strumenti più efficaci per una politica delle pari opportunità.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Luchetti.

MARCO LUCHETTI. La mia dichiarazione di voto è stata sollecitata dalla valutazione fatta proprio adesso dal collega Silenzi in merito a sue valutazioni circa la Commissione pari opportunità che quanto meno mi sembrano un po' estemporanee rispetto al fatto che, che al di là di aspetti che possono essere affrontati con strumentazioni nuove, non vedo perché inficiare una sede come questa, di livello istituzionale, che sostanzialmente presuppone una realtà anche concertativa dell'intero mondo rappresentativo delle donne. Secondo me, affrontare il problema in questi termini significa dare anche spazio a quelle strumentalità che stanno venendo avanti nei confronti della donna che hanno fatto sì che il dibattito su questo problema di pari opportunità stia regredendo in maniera sensibile e completa. Non possiamo affrontare questa realtà così importante dicendo di sopprimere una Commissione come questa, direi di lasciare piuttosto di dare incarico a questa Commissione di ripensare alcune modalità di intrapresa delle pari opportunità, delle azioni positive che devono essere fatte per sviluppare la pari dignità e la pari opportunità. Non entro nel merito della formulazione di questa Commissione in quanto come gruppo diamo fiducia all'Ufficio di presidenza per la correttezza con cui ha fatto queste cose, così come è stato in passato, pertanto voteremo la proposta, però ritengo che al di là della sterilità di questi nostri dibattiti che ogni volta che si parla di temi come questi sembrano più una posizione di facciata piuttosto che di sostanza, è opportuno trovare una sede anche in questo Consiglio, magari facendo un confronto fra presidenti di gruppo e Commissione per valutare attentamente come lavorare insieme e affrontare correttamente una problematica che a tutt'oggi presenta un'urgenza non indifferente.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Giannotti.

ROBERTO GIANNOTTI. Credo che nessun altro atto come questo sia ascrivibile alla sfera di autonomia dell'Ufficio di presidenza, sia per quello che è previsto, sia per l'iter che è stato seguito nella sua predisposizione, quindi rispetto a qualsiasi riferimento al nostro coinvolgimento, addirittura ad una partecipazione collaborativa con la maggioranza Dio ci scampi e liberi. Mai faremo atti che non facciano gli interessi dei marchigiani e che non riguardino il funzionamento della istituzione e della Regione con i Ds rispetto ai quali rimaniamo alternativi. Il consigliere Massi non si dolga, non c'è questo rischio; se mai qualcun altro si preoccupi del proprio atteggiamento che in sede di votazione di atti importanti in Consiglio, che esprime una continuità ai Ds che non ci appartiene.
Facciamo a fidarci. Noi ci siamo fidati di quello che hanno fatto nostri rappresentanti in Ufficio di presidenza. Basta andare a vedere il voto in prima Commissione e ci si rende conto che mentre il consigliere Giannotti e il consigliere Romagnoli esprimono quotidianamente una posizione di alternativa qualcun altro non lo fa. Queste cose bisognerà che qualcuno le dica, quindi alle provocazioni si risponde con la chiarezza delle posizioni. Abbiamo due rappresentanti in seno all'Ufficio di presidenza, ci siamo fidati e ci fidiamo di quello che i nostri rappresentanti hanno fatto, crediamo che abbiano fatto una cosa buona nell'interesse della comunità marchigiana.
Certo, il problema che pone Alleanza nazionale con la sua risoluzione è un problema serio, che noi consideriamo per quello che è, cioè una richiesta forte che comunque, anche su queste cose ci sia una partecipazione, ci sia un coinvolgimento reale della realtà marchigiana e dei gruppi consiliari, quindi una più precisa partecipazione del Consiglio.
Come può avvenire questo? Mi si consenta di suggerire quanto meno che vi sia una maggiore pubblicizzazione, per esempio, della scadenza, dell'opportunità, dei percorsi legati a questa cosa, o se volete meccanismi diversi che consentano una maggiore partecipazione da parte della realtà femminile e, più complessivamente intesa, marchigiana.
Silenzi ha posto il tema in termini problematici di una nuova legge, anche questo è un percorso che può essere pensato, visto, considerato. Io credo che sia doveroso che il Consiglio regionale sappia quello che questa Commissione ha fatto nella scorsa legislatura, quindi chiedo formalmente al Presidente del Consiglio regionale di acquisire agli atti e consegnare a tutti i consiglieri una relazione sull'attività svolta dalla Commissione pari opportunità nella scorsa legislatura, sulle iniziative che ha realizzato, sulla utilizzazione delle pochissime risorse, in maniera che il Consiglio abbia un quadro completo dell'operatività di questo organismo e possa giudicare e se mai, in maniera concorde suggerire i correttivi che sono necessari.
Il nostro gruppo voterà questo atto.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Grandinetti.

FABRIZIO GRANDINETTI. Siccome ho fatto parte di due Uffici di presidenza consecutivi vorrei dire ai colleghi che in effetti i due percorsi sono stati non di "inciucio" ma normalissimi, in cui delle associazioni hanno segnalato dei nomi e l'Ufficio di presidenza nella sua autonomia di organismo autonomo ha proceduto. Vorremmo degli organismi autonomi, poi quando decidono vorremmo una spartizione di posti che ritengo un fatto veramente indecente. Abbiamo deciso noi cinque su una quarantina di nomi che sono stati presentati, in genere, da associazioni che si occupano del mondo della donna.
Per quanto riguarda le proposte che ho sentito di enorme demagogia, come quelle del bando, possiamo fare un bando per venti donne? Arrivano 18.000 domande e poi faremo il concorso in una piazza di Ancona per vedere se escono fuori venti donne.
Quindi bando alla demagogia, perché fare opposizione con la demagogia non è un fatto positivo.
In quanto alla spartizione, dire "quella donna è di quello, quella di quell'altro" è una cosa indecente. Ho visto consiglieri indicare nomi. Le persone vanno rispettate, non sono merce che abbiamo in tasca che tiriamo fuori alla prima occasione per posarla su un tavolo o su un altro.
Infine, per quanto riguarda il fatto politico, non esiste nessuna alleanza, ci mancherebbe altro. Esiste invece uno stato di fatto denunciato dal presidente del gruppo Forza Italia di chi teoricamente all'opposizione vota con la maggioranza, esiste uno stato di fatto di alleanza sulle Comunità montane, organi territoriali in cui certi partiti votano e sono alleati a partiti antitetici, nel Polo da una parte e nel gruppo dell'Ulivo dall'altra. Questi sono i fatti territoriali, noi di Forza Italia siamo antitetici e alternativi alla sinistra e lo siamo anche nel territorio. Questo andava spiegato con correttezza ma questi sono i fatti e di chiacchiere ne abbiamo veramente pieni i nostri armadi.
Quindi, prima di parlare attenti, perché conosciamo le situazioni di alleanza spuria che ci sono nel territorio e che condanniamo.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Romagnoli.

FRANCA ROMAGNOLI. La difesa di questa Commissione e di questa proposta è stata di gran lunga peggiorativa di quanto fosse la proposta stessa iniziale, così come si presentava. Peggiorativa ed offensiva, perché si è arrivati a dire, nascondendosi quello che tutti sappiamo — le ragioni delle vere mancate candidature e risposte alle vostre richieste — cioè che per quanto riguarda la provincia di Ascoli o le donne della provincia di Ascoli sono state interessate solo 3-4 persone a dimostrazione di quanto povera questa zona o meglio questo sesso femminile sia di idee, di iniziative, di voglia di fare e di lavorare. Si è arrivati quindi ad una strumentalizzazione del discorso-donna che mi dispiace anche difendere perché non ho mai concordato con un certo utilizzo di questo pianeta che se ne fa, costretta però a farlo da come si è ipotizzato che si possa abolire la Commissione. Il discorso lo estenderei a tutte le altre Commissioni di cui chiediamo una revisione generale, di tutte quelle che hanno lavorato finora e di quelle che stanno lavorando. Dovremmo valutare come sono formate, con quali criteri e come stanno lavorando, con persone quasi sempre prive di specializzazione e messe in base a logiche spartitorie di altro tipo. Quindi offensiva la difesa per la richiesta addirittura di abolizione o di revisione della Commissione stessa; offensiva, a maggior ragione, quando si dice che non c'è stata concertazione o che comunque il lavoro si è svolto in autonomia. A me risulta che la richiesta di 2-3 nomi a seconda della consistenza del gruppo sia stata fatta in maniera ufficiosa; richiesta di un paio di nomi che gruppi come il nostro hanno ritenuto di rifiutare, quindi di non dare proprio per rispettare chi invece le candidature doveva avanzarle, cioè le associazioni, per rispettare un metodo che doveva invece coinvolgere tutti quanti. Questo è quanto mi risulta, quindi non vedo l'autonomia, non so se c'è stato "inciucio", non so però cosa altri partiti abbiano risposto a quelle che sono state richieste che anche qualcuno del nostro gruppo ha ricevuto e ha ritenuto, con dignità, di rifiutare.

PRESIDENTE. C'è una proposta di risoluzione da parte del consigliere Ciccioli che credo debba essere intesa come una richiesta di rinvio. Quindi, togliamo "proposta di risoluzione" e la intendiamo come richiesta di rinvio: "Valutato il dibattito relativamente alla proposta di atto amministrativo n. 26; considerate le esigenze emerse si dà mandato all'Ufficio di presidenza di ritirare l'atto, riformulandolo, dopo un'ampia consultazione con le forze politiche, sociali e sindacali".
Pongo in votazione la proposta di rinvio.

(Il Consiglio non approva)

Pongo in votazione la proposta di atto amministrativo.

(Il Consiglio approva)



Proposte di legge (Discussione generale):
«Approvazione del rendiconto generale dell'amministrazione per l'anno 1999» Giunta (15)
«Assestamento del bilancio 2000» Giunta (21)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca le proposte di legge n. 15 e n. 21, ad iniziativa della Giunta. Le due proposte possono essere discusse congiuntamente.
Ha la parola il relatore di maggioranza, consigliere Franceschetti.

FAUSTO FRANCESCHETTI. La legge regionale 25 del 1980 sull'ordinamento contabile della Regione all'art. 110 prevede le modalità per la formazione e l'approvazione del rendiconto generale sulla base delle previsioni contenute negli articoli precedenti della stessa legge, cioè il 106, il 107, il 108 e il 109. La proposta di legge di approvazione del rendiconto è portata all'esame di questa Assemblea unitamente alla proposta di legge riguardante l'assestamento di bilancio così come previsto dall'art. 28 ter del regolamento interno del Consiglio.
L'assestamento del bilancio si compone in parte degli elementi che derivano dalle risultanze del rendiconto e che rappresentano l'adeguamento, possiamo definirlo tecnico, delle previsioni fatte all'inizio dell'esercizio finanziario e in parte gli aspetti più strettamente legati alle scelte e ai contenuti politico-programmatici.
Sugli esiti della gestione 1999 le cifre riportate in merito al consuntivo forniscono il quadro della situazione, che ovviamente si riflette sulla gestione dell'anno 2000, in particolare vorrei sottolineare tre aspetti. Il primo è ricompreso nell'art. 1 dell'assestamento e riguarda la consistenza dei residui attivi e passivi. Il secondo riguarda il saldo finanziario che viene ridefinito in £. 912.514.894.289 che viene riportato nell'articolo tre e che, aumentato dell'indennità dei mutui non contratti al termine del 1999 e comunque da rinnovare e depurato, dall'altra parte, delle risorse provenienti dallo Stato, dall'Unione europea e da altri soggetti per scopi specifici — quelli a destinazione vincolata – nonché da altre disponibilità provenienti da risorse proprie (quali residui perenti pregressi e di nuova formazione, le somme iscritte sui fondi globali ed utilizzate ai sensi dell'art. 59 sempre della legge 25 del 1980) che alla fine di tutto questo procedimento producono un disavanzo di circa 101 miliardi. Il terzo è la rimodulazione delle autorizzazioni alla contrazione di mutui a ripiano dei disavanzi annui.
Ma detto questo vorrei dire che al di là di quello che è l'aspetto tecnico-contabile, l'assestamento si compone, come dicevo all'inizio della relazione, delle scelte programmatiche operate dal Governo e dalla maggioranza regionale. Su queste scelte, nel merito delle entrate e delle uscite più significative voglio soffermarmi, seppur brevemente, per fare alla fine alcune considerazioni di carattere più strettamente politico.
...l'aumento del mutuo da contrarre a copertura del disavanzo 2000; la seconda voce, che è anche la più consistente, deriva dalla partecipazione regionale al gettito dell'Irpef per l'anno 2000 che vede un aumento di 90 miliardi. Un aumento consistente che per l'anno in corso rappresenta però una sorta di entrata straordinaria per la nostra come per le altre Regioni. Questo perché l'aumento dallo 0,5 allo 0,9% del gettito Irpef alle Regioni ci sarà anche dal 2001 e per gli anni successivi per effetto del federalismo fiscale, ma questo aumento dal 2001 insieme alla compartecipazione sul gettito Iva e all'aumento della percentuale sull'accise della benzina trasferita alle Regioni, andrà a compensare l'abolizione di alcuni trasferimenti dallo Stato alle Regioni, quello più consistente dei quali è rappresentato dal fondo sanitario nazionale. Quindi dal 2001 queste diventeranno cifre incassate dalla Regione ma a compensazione.
Sul fronte delle spese la proposta di assestamento presentata dalla Giunta regionale prevedeva un aumento di quasi 88 miliardi, di cui circa 31 per spese correnti e 57 per spese di investimento. Di questi 57 miliardi, 18 circa sono previsti come autorizzazioni all'assunzione di obbligazioni per gli interventi che, pur non riuscendosi a concretizzare nell'anno in corso, è indispensabile e necessario prevedere e attivare fin da ora per consentire l'espletamento delle procedure ed avviare gli interventi stessi.
La seconda Commissione che ha discusso ed approvato l'assestamento nella seduta dell'8 novembre scorso ha introdotto alcune parziali modifiche molto contenute anche dal punto di vista finanziario, che in larghissima parte sono state presentate dalla Giunta per consentire il completamento di progetti in essere e che comunque sono in sintonia con le scelte ed i contenuti degli interventi già previsti nell'assestamento e con la programmazione più generale.
Voglio qui ricordare quelle che sono state le scelte più importanti, più significative proposte nell'assestamento. I filoni principali di intervento sono sostanzialmente quelli della produzione da una parte. Vorrei ricordare qui l'incremento che viene dato a due importanti leggi regionali come quelle sulla qualità e l'artigianato, che sono ricomprese negli articoli 13 e 14 dell'assestamento. Con la legge sulla qualità incrementiamo di quasi il doppio, passando da 4 a circa 7,5 miliardi per contributi alle piccole e medie imprese sull'informatizzazione e sull'acquisto di nuove tecnologie. Per quanto riguarda la legge sull'artigianato l'incremento complessivo è di circa due miliardi, il che porta l'intervento complessivo da 23 a 25 miliardi e riguarda una serie di voci tra cui la riduzione dei tassi d'interesse per le cooperative artigiane di garanzia, per le aree attrezzate, per i consorzi artigiani, per i contributi a Comuni e imprese artigiane per quanto riguarda l'artigianato artistico e così via. Inoltre, da questo punto di vista vorrei sottolineare un'altra voce che mi sembra particolarmente significativa, che riguarda il finanziamento per l'assistenza tecnica, quindi per i centri servizi, per complessivi 3,5 miliardi come si ricava dall'art. 11 della legge di assestamento, che in parte viene erogata come somma nella parte corrente in parte in quella d'investimento.
Le altre voci relative ai settori produttivi riguardano il turismo, con un incremento di 1.200 milioni. Un aspetto particolarmente importante e significativo credo siano i 7,5 miliardi che con l'assestamento mettiamo a disposizione per l'anno 2000 del piano di sviluppo rurale che abbiamo approvato qualche settimana fa e che mi pare sia un elemento importante, perché ci consente di dare inizio a uno strumento di programmazione in agricoltura particolarmente significativo. Ancora, un miliardo come quota di partecipazione regionale al finanziamento della legge 215 del 1992 sull'imprenditoria femminile.
Gli altri filoni riguardano l'ambiente, con interventi relativi alle piste ciclabili per un miliardo; il risanamento delle aree urbane degradate, sotto il nome di "parchi urbani" per un miliardo; il finanziamento ulteriore delle cosiddette "aule verdi" che è stato introdotto con un emendamento in Commissione, per circa 200 milioni.
Sul sociale vi sono interventi che riguardano la legge regionale 8 del 1994 a favore dei minori e degli adolescenti a rischio di devianza. Era stato stabilito nell'assestamento un miliardo di aumento, in Commissione è stato approvato un emendamento che aumenta di ulteriori 200 milioni. Poi, altri interventi che riguardano il disagio mentale ecc.
Infine ci sono interventi di carattere più strutturale, fortemente significativi, che riguardano la difesa della costa, la legge 457 sull'edilizia agevolata, gli interventi per opere idrauliche di prevenzione e di difesa del territorio ed altre.
Tra le spese correnti vorrei segnalare la più significativa che riguarda i 6 miliardi per il personale, relativamente all'applicazione del contratto.
In Commissione abbiamo introdotto, con un emendamento, altri 200 milioni che riguardano il personale del Consiglio relativamente sempre all'applicazione del contratto e alla produttività.
Ritengo che questi siano interventi molto importanti, qualificanti per lo sviluppo complessivo di questa nostra regione. Accanto a questo vi sono poi variazioni di ordinaria amministrazione, che in ogni assestamento si rendono necessarie e che riguardano sia capitoli di spesa sia modifiche ai tempi di scadenza di domande, a spostamenti di date che ritroviamo in molti degli articoli di cui si compone l'assestamento di bilancio.
Infine, da questo punto di vista vorrei segnalare che come Commissione abbiamo introdotto l'art. 31 bis che consente di contrarre impegni, dopo l'approvazione dell'assestamento, entro il 31 gennaio 2001, per consentire un margine un po' più largo di tempo per poter impegnare queste cifre che oggi prevediamo nell'assestamento.
Alla luce di questi dati e della manovra nel suo complesso penso che si possano e si debbano fare anche alcune brevi considerazioni più strettamente politiche.
L'assestamento che oggi siamo chiamati ad approvare, pur essendo il primo documento contabile e finanziario esaminato da questa legislatura, si pone in un rapporto di sostanziale continuità rispetto al bilancio di previsione 2000. Questo non solo per una ragione di ordine tecnico-giuridico ma perché questo assestamento, così come il bilancio di previsione sono frutto di scelte legate ad atti di programmazione di più largo respiro. Mi riferisco ad atti relativi alla programmazione pluriennale che abbiamo compiuto nella precedente legislazione come il piano regionale di sviluppo e il Ppas, ma ancora di più molto degli interventi previsti in aumento in questa proposta di legge sono conseguenza di quello che è stato il patto per lo sviluppo sottoscritto dalla nostra Regione insieme alle associazioni di categoria, ai sindacati ecc. nell'anno precedente. Le scelte che sono state fatte in questo assestamento di bilancio sono quindi tese a dare soluzione a problematiche che si sono evidenziate durante la gestione o, per quanto riguarda quelle più importanti e significative, a dare risposte a tutte le iniziative legate al patto per lo sviluppo e alla programmazione generale che un bilancio preventivo di fine legislatura, volutamente, giustamente non poteva dare in modo compiuto. Vorrei a questo proposito ricordare che l'impostazione data al bilancio di previsione del 2000 ed esplicitamente dichiarata in occasione della discussione nella precedente legislatura fu quella di fare un bilancio che nei limiti del possibile non andasse ad intaccare la competenza dell'attuale legislatura. I tempi di presentazione della proposta di legge che discutiamo oggi, ovviamente e naturalmente risentono del passaggio dalla vecchia alla nuova legislatura, del tempo trascorso per le elezioni e l'insediamento della nuova Giunta e del nuovo Consiglio.
Infine vorrei ricordare che nella discussione che c'è stata in seconda Commissione è emersa un'esigenza che ritengo senz'altro giusta e per questo condivisibile: quella di rendere il più possibile leggibile e comprensibile a tutti, quindi a noi stessi ma anche e soprattutto all'esterno, all'opinione pubblica, le norme del bilancio, l'esigenza di rendere quindi più leggibile e comprensibile a tutti una materia non facile come quella del bilancio.
Penso che questa legittima aspettativa potrà trovare — me lo auguro — una risposta compiuta nella nuova impostazione che il bilancio dovrà assumere a partire dal 2002, con una strutturazione per centri di costo secondo quanto previsto dal D. Lgs. 786, per la quale, va ricordato, la nostra Regione si sta attrezzando attraverso la costituzione ed il lavoro del comitato tecnico appositamente costituito. Tuttavia alcune iniziative sicuramente apprezzabili come quelle consegnate in questi giorni riguardo al financial statement che ha fatto un'ulteriore verifica alla data del 4 ottobre che ci consente di conoscere la percentuale degli impegni e delle spese sull'ammontare dello stanziamento e della massa spendibile e dell'elaborazione grafica dei rendiconti dal 1995 al 1999 che è stata consegnata dall'assessore al bilancio sono strumenti senz'altro utili a leggere in modo molto più chiaro i bilanci e soprattutto avere un'immediata percezione di come queste nostre scelte incidano concretamente nei diversi settori.
Vorrei concludere questo mio intervento, intanto ringraziando la seconda Commissione, i suoi componenti e tutto il personale per il lavoro che hanno svolto anche in tempi abbastanza contenuti e ristretti, invitando il Consiglio regionale ad approvare le due proposte di legge, quella sul rendiconto e quella sull'assestamento, così come ha fatto a maggioranza la seconda Commissione.

PRESIDENTE. Dato che sono le 13,30, ritengo che si possa sospendere la seduta, per riprenderla alle 16.
La seduta è sospesa.


La seduta è sospesa alle 13,30