Resoconto seduta n. 187 del 06/04/2004
La seduta inizia alle 10,50



Approvazione verbali

PRESIDENTE. Ove non vi siano obiezioni do per letti ed approvati, ai sensi dell’art. 29 del regolamento interno, i processi verbali delle sedute n. 185 e n. 186 del 31 marzo 2004.

(Sono approvati)




Proposte di legge
(Annuncio e assegnazione)

PRESIDENTE. Sono state presentate le seguenti proposte di legge:
— n. 239, in data 1 aprile, ad iniziativa del consigliere Moruzzi, concernente: “Disposizioni urgenti in materia zootecnica”, assegnata alla III commissione in sede referente;
— n. 240, in data 30 marzo, ad iniziativa dei consiglieri Procaccini e Martoni, concernente: “Interventi per la promozione di prassi socialmente responsabili, per la certificazione dei sistemi di qualità, del rispetto dell’ambiente, della sicurezza e dell’etica di amministrazioni pubbliche locali e loro enti e consorzi, di organizzazioni non lucrative d’utilità sociale (Onlus) e delle piccole e medie imprese marchigiane”, assegnata alla I commissione in sede referente ed alla II per il parere obbligatorio.




Proposta di regolamento

PRESIDENTE. E’ stata presentata, in data 1 aprile, ad iniziativa della Giunta la proposta di regolamento n. 18/04, concernente: “Regolamento di attuazione della legge regionale 23 febbraio 2000, n. 12 “Norme sulla speleologia”, assegnata alla IV commissione in sede referente.



Congedo

PRESIDENTE. Ha chiesto congedo il consigliere Cesaroni.



Interrogazione (Svolgimento): «Aumento di capitale sociale della Aerdorica spa» Favia (742)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l'interrogazione n. 742 del consigliere Favia.
Per la Giunta risponde l'assessore Amagliani.

Marco AMAGLIANI. La legge regionale 6/86 prevede che la Regione detenga la maggioranza dell'azionariato pubblico (26,33%), oggi attestata al 19,48% per avere facilitato l'ingresso in società degli enti locali.
Una futura rideterminazione delle quote dovrebbe consentire alla Regione di riappropriarsi del 50% dell'azionariato pubblico previsto dalla legge regionale n. 6/86 e di dare priorità alla partecipazione azionaria delle camere di commercio di Ascoli Piceno, Macerata e Pesaro che dovrebbero essere direttamente interessate allo sviluppo di una struttura regionale quale l'aeroporto Raffaello Sanzio, dando così maggiore autorevolezza all'azionariato pubblico di una società in progressiva crescita e che, grazie ai notevoli investimenti e al totale reinvestimento degli utili (non si è a tutt'oggi prevista alcuna redistribuzione) ha visto più che raddoppiato il valore delle proprie quote azionarie.
Per quanto riguarda la proprietà dell'Aerdorica va pertanto ribadita la validità della maggioranza pubblica del pacchetto azionario della società a garanzia della funzionalità e dello sviluppo dei servizi aeroportuali regionali. Il recepimento di future risorse per l'acquisizione della maggioranza dell'azionariato pubblico (26,5%) sarà attivato, secondo l'art. 4 della legge istitutiva n. 6/86, in relazione ad eventuali aumenti di capitale e mediante impiego di quota parte della somma spettante alla Regione a titolo di ripartizione del fondo per il finanziamento dei programmi regionali di sviluppo, con le dovute gradualità in base alle possibilità di bilancio.
Il business-plan dell'aeroporto Raffaello Sanzio di Falconara, approvato dal consiglio di amministrazione della società Aerdorica prevede tra gli interventi a breve e medio termine (2002-2006) la realizzazione della nuova aerostazione passeggeri (primo lotto), l'ampliamento dell'aerostazione merci, interventi di sicurezza, sistemi di parcheggi e sottopassi, uova aerostazione passeggeri (secondo lotto), rifacimento parziale della pista di volo; mentre per gli interventi a lungo termine (2007-2015) è previsto il completamento della bretella parallela alla pista di volo e la realizzazione di raccordi intermedi, nonché la riorganizzazione dell'area militare.
Per rispondere a tale programma di sviluppo la società Aerdorica ha proposto per il 2004 un aumento di capitale per un importo nominale di euro 1.300.000,n mediante emissione di n. 1.300.000 azioni ordinarie da nominali euro 1 ciascuna, con sovrapprezzo da definire da parte dell'assemblea dei soci (indetta per il prossimo 11 marzo 2004) da euro 2,00 a euro 2,50 ciascuna, da offrire in opzione agli azionisti.
Tale aumento di capitale comporta per la Regione Marche, per mantenere l'attuale quota del 19,48%, un esborso di euro 760.000 con l'opzione di euro 2 di sovrapprezzo o di euro 890.000, con opzione di euro 2,50.

PRESIDENTE. Il consigliere Favia non intende replicare, quindi riteniamo svolta l'interrogazione.



Ordine del giorno della seduta

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, sull'ordine dei lavori, il consigliere Procaccini. Ne ha facoltà.

Cesare PROCACCINI. Ricordo all'aula e alla presidenza che su questo stesso argomento c'è una mozione presentata da tempo dal gruppo dei Comunisti italiani, credo che per la prossima occasione sarebbe opportuno unificare la discussione, perché questa mozione sollevava un problema anche più vasto.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Trenta.

Umberto TRENTA. Chiedo la discussione immediata della proposta di legge 191 sul commercio. Sono tre mesi che mortifichiamo l'assessore Secchiaroli a mezzo stampa e il Consiglio perde la sua autorevolezza.

PRESIDENTE. Adesso continuiamo con le interrogazioni per mezz'ora. Alla conclusione delle interrogazioni porrò in votazione la richiesta.



Interrogazione (Svolgimento): «Regolamento adottato dalla Asl n. 13 di Ascoli Piceno per l'attività notturna e festiva del personale di laboratorio» Castelli (434)

PRESIDENTE. L'interrogazione n. 800 del consigliere D'Angelo decade per assenza dello stesso.
Passiamo all'interrogazione n. 834 del consigliere Castelli. Per la Giunta risponde l'assessore Melappioni.

Augusto MELAPPIONI. Faccio una velocissima premessa per ricordare che questo percorso della riorganizzazione del sistema dei laboratori di analisi lo stiamo adottando in tutta la regione, è stata fatta una grossa elaborazione, quindi anche qui la moderna organizzazione dell'attività di laboratorio prevede una forte centralizzazione, in quanto i processi di automazione e di conseguente concentrazione consentono di minimizzare in misura molto rilevante i costi mantenendo elevato la qualità. In tale contesto per le attività in urgenza nelle strutture ospedaliere periferiche è ormai consolidato il modello di validazione a distanza da parte di personale laureato in guardia attiva o in reperibilità presente nelle strutture centrali dei referti relativi a determinazioni analitiche effettuate da tecnici di laboratorio presenti nelle strutture periferiche.
Questo modello organizzativo consente nel tempo di avere nelle strutture ospedaliere di rete la guardia attiva, attraverso l'utilizzo per tale servizio di tutto il personale del laboratorio unificato di zona. Tale guardia copre le esigenze di tutti i presidi ospedalieri della zona ed eventualmente di altre zone in caso di guardia interzonale.
Questa soluzione è coerente con la normativa che nella regionale Marche regolamenta l'autorizzazione e l'accreditamento delle strutture di laboratorio.
Il personale laureato già oggi per la stragrande maggioranza delle attività di laboratorio programmate certifica la qualità del processo analitico e valida il referto prodotto dal personale tecnico con procedure concordate (e certificate Iso 9001 nel caso dei laboratori di Ascoli Piceno) come si propone oggi di fare per le prestazioni urgenti nelle strutture periferiche.
Il modello di Ascoli Piceno è già operativo nella ex Asl 2 di Urbino e nella ex Asl 3 di Fano e ne è stata già da anni pertanto verificata la compatibilità con la normativa in materia di articolazione dei turni del personale sanitario.
Il modello della gestione delle urgenze nelle strutture periferiche con validazione a distanza da parte del personale laureato è stato considerato appropriato dai responsabili delle strutture di laboratorio della Regione marche nell'ambito dei lavori sul progetto di riorganizzazione dell'attività dei laboratori pubblici della regione coordinato dal dipartimento servizi alla persona e alla comunità.
Soluzioni analoghe sono state adottate in reti ospedaliere di altre regioni, come ad esempio Emilia Romagna ed Umbria per limitarsi a zone geograficamente vicine alla nostra.
Questo nuovo modello ci consente, a parità di risorse, di dare un sistema operativamente più efficace ed economicamente più vantaggioso.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Castelli, per dichiararsi soddisfatto o meno.

Guido CASTELLI. Solo alcune brevi considerazioni, perché il problema fu posto con particolare forza dagli stessi tecnici che, al di là del fatto di resistere — questo è un problema di costume mentale — rispetto alle innovazioni, ponevano tuttavia delle questioni che in qualche modo afferivano alla specificità del caso Asl 13, ora zona 13. La specificità derivava in particolare dal fatto che questa sorta di pendolarismo e comunque questa sinergia operativa riguardava e riguarda due ospedali, quello di Amandola e quello di Ascoli, che, come noto, non solo sono separati da una certa distanza chilometrica importante ma sono separati anche da strade tortuose e difficili. Ecco perché il modello della validazione a distanza, proprio per la caratteristica di specifici e particolari esami mal si presta, ad esempio, ad affrontare questa situazione e a garantire dei risultati attendibili come nel caso dell'esame del liquor cerebrale. Sostengono infatti i responsabili del laboratorio che l'esame del liquor, proprio per le caratteristiche di rapida degradabilità, richiede una indagine che abbia il pregio dell'immediatezza, dell'estrema sollecitudine.
E' chiaro che una simile tempestività, nel caso in cui l'esame dovesse essere eseguito in un laboratorio diverso da quello in cui si trova il medico potrebbe non essere garantita.
Più in generale si poneva il problema di come questo modello, atteso che possa anche essere considerato foriero di risparmi e tale da garantire anche una economia di risorse, va in ogni caso a contraddire con quelle che sono alcune disposizioni di legge in materia sanitaria. Faccio riferimento in particolare al Dpr 761/79, al 348/1983 e da ultimo allo stesso D. Lgs. 502 che comunque individuano una serie di garanzie, anche sotto il profilo del personale, che in ogni caso confliggono con questo modello. Cosa voglio dire? Voglio porre l'attenzione sulla necessità di essere estremamente attenti nel curare l'implementazione delle cose nuove e ciò che comunque è il portato di una normativa che evidentemente va corretta, modulata e modificata. Qual è il nodo vero, al di là di questi modelli? E' un nodo che tenderà in qualche modo a farsi sentire ancora più pesantemente con l'attivazione piena dell'Asur. Ci sono delle iniziative nuove, originali, che quindi vanno anche accolte con attenzione, perché diversamente la staticità non potrebbe che preludere a una conferma dell'eccesso di spesa. Quindi a me sta bene l'idea che si possano inventare e coniare nuovi modelli, il problema è che questi modelli, se dovessero essere pensati, commisurati e parametrati su una dimensione che è solo quella centralizzata dell'ottica anconetana andrebbero o vanno a scontrarsi di sicuro con le situazioni, perché il sistema della validazione a distanza un conto è fra due ospedali che sono uniti in linea retta da percorsi e tragitti rapidi e facili da fruire, un conto fra Amandola e Ascoli, perché chiunque conosce quelle zone sa che garantire la tempestività dell'esame;e di un'analisi del liquor cerebrale nel momento in cui la provetta deve fare 40 chilometri fra curve e quant'altro, a quel punto l'esigenza di risparmio confligge sicuramente con la validità dell'esame.
Da questo punto di vista non mi ritengo soddisfatto, on tanto perché mi ritenga contrario od ostile alle innovazioni, ma perché mi pare che anche in questa situazione si sia scontato in particolare ad Ascoli Piceno dove ci sono gli esperimenti in vitro, le più originali invenzioni, le più mirabolanti intuizioni che qualche volta fanno da battistrada, altre volte portano fuori strada. L'ultima di queste circostanze è la volontà, come già denunciai allo stesso assessore, di reinserire, di fatto, un direttore sanitario nell'ambito della zona 13 attraverso la classica misura che, uscita dalla porta una figura la si fa rientrare dalla finestra.
La mia insoddisfazione nasce dalla censura verso un comportamento che strettamente può essere condiviso e ammesso come giusto, corretto, ma che purtroppo sconta un carattere teorico che va a confliggere con la realtà dei territori. Penso che il nuovo modello sanitario debba invece comunque tener conto che non tutte le zone delle Marche sono uguali, hanno le stesse caratteristiche, nel caso in specie anche orografiche.



Interrogazione (Svolgimento): «Sospensione dei lavori di ricostruzione post sisma da parte delle imprese» Viventi (836)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l'interrogazione n. 836 del consigliere Viventi. Per la Giunta risponde l'assessore Melappioni.

Augusto MELAPPIONI. L'art. 5 dell'Ordinanza del Ministro dell'interno delegato per gli interventi di protezione civile n. 3076 del 3 agosto 2000 stabilisce che allo scopo di favorire il processo di ricostruzione e in particolare per facilitare la scelta di imprese esecutrici dei lavori in possesso dei necessari requisiti giuridici, organizzativi, finanziari e tecnici? da parte di soggetti privati, singoli o riuniti in consorzio ai sensi dell'articolo 3, comma 5, articoli 4 e 8 della legge 30 marzo 1998, n. 61, titolari di contributi per interventi di ricostruzione o ripristino con miglioramento sismico di importo pari o superiore a 300 milioni, le regioni possono predisporre e periodicamente aggiornare un elenco di imprese qualificate e portarlo a conoscenza dei cittadini interessati.
L'art. 71, comma 6 della legge regionale n. 11 del 7 maggio 2001 stabilisce che l'esecutore, a qualsiasi titolo, dei lavori di ricostruzione o di recupero degli immobili di proprietà privata, di cui agli articoli 3, 4 e 8 della legge 30 marzo 1998, n. 61, di importo pari o superiore a 150.000 Euro, deve essere in possesso della qualificazione di cui al d.p.r. 25 gennaio 2000, n. 34, ovvero essere iscritto nell'elenco di imprese qualificate predisposto dalla Regione per scaglioni di importo.
Con la deliberazione n. 1365 del 19/06/2001 la Giunta regionale ha dettato le modalità per la qualificazione delle imprese esecutrici dei lavori di riparazione e di immobili di proprietà privata di cui agli articoli. 3, 4 e 8 della legge 30 marzo 1998, n. 61, di importo pari o superiore a 150.000 euro.
Le imprese a cui possono essere affidati i lavori di ristrutturazione degli immobili possono essere qualificate sulla base di quanto disposto dal D.P.R. 25 gennaio 2000, n. 34 ovvero possono essere iscritte in apposito elenco di imprese qualificate predisposto dalla Regione ai sensi dell'ordinanza del Ministro dell'interno delegato per gli interventi di protezione civile n. 3076 del 3 agosto 2000 e della Legge regionale n. 11 del 7/5/2001 e successive modificazioni.
Con tale provvedimento pertanto è stata estesa l'applicazione del regolamento contenuto nel d.p.r. n. 34/2000 recante l'istituzione del sistema di qualificazione per gli esecutori di lavori pubblici, ai sensi dell'articolo 8 della legge 11 febbraio 1994, n. 109 e successive modificazioni anche all'esecuzione di opere su immobili di proprietà privata sul presupposto che i lavori di riparazione e ricostruzione vengono retribuiti con un contributo pubblico.
Inoltre, poiché sono stati segnalati ritardi nell'erogazione del saldo della concessione contributiva le cui motivazioni sono da ricondurre alla mancata presentazione della contabilità finale di lavori da parte dei direttori dei lavori, ho provveduto a concordare con gli ordini professionali una linea di condotta idonea ad ovviare a tali omissioni.
Pertanto gli ordini ed i collegi, in una riunione tenutasi presso la Giunta regionale nel marzo scorso, si sono impegnati ad invitare i propri iscritti a presentare la contabilità finale non oltre sessanta giorni dalla conclusione dei lavori. Ho inoltre provveduto ad invitare i Sindaci a segnalare agli ordini ed ai collegi professionali i singoli casi in cui i direttori dei lavori non presentino la contabilità finale dopo sessanta giorni dalla comunicazione di ultimazione dei lavori.
A tutt'oggi non risultano casi segnalati agli ordini ed ai collegi.
Le suddette determinazioni sono state comunicate anche alle associazioni imprenditoriali con mia nota del 24 marzo 2003.
Inoltre il centro operativo di Muccia e Fabriano effettua periodicamente controlli sulla progettazione e sull'esecuzione dei lavori sia in corso d'opera sia a fine lavori come stabilito dalla D.G.R. n. 169/2000.
Il monitoraggio degli interventi con relativo stato di avanzamento viene effettuato tramite l'utilizzo della banca dati presente nel sistema informativo "Tellus" i cui dati vengono inseriti periodicamente dai Comuni.
Per ciò che concerne il rapporto fra la impresa affidataria dei lavori ed il committente ritengo che eventuali inadempimenti contrattuali non possano essere oggetto di un intervento da parte della pubblica amministrazione esulando tale sfera dalle attribuzioni di carattere specificamente pubblicistico ed afferendo invece al campo della autonomia privata.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno, il consigliere Viventi.

Luigi VIVENTI. Ringrazio l'assessore per la risposta.
Avevo sollecitato, alcuni mesi fa, ad affrontare questo problema perché si stavano verificando diversi casi di lavori di ricostruzione post-sisma che non venivano portati a conclusione nonostante che ci fosse la piena disponibilità finanziaria, quindi era evidente che si stava creando qualche intoppo di natura burocratica.
La risposta dell'assessore conferma di fatto queste mie preoccupazioni e la riunione che si è svolta nei primi di marzo presso la Regione doveva essere fatta anche prima, perché era evidente che c'era un intoppo sulla contabilità finale dei lavori quando le ditte si rendono conto di aver fatto dei lavori in variante e pretendono, per portare a termine gli stessi lavori, una autorizzazione, l'approvazione della variante in Comune, quindi i progettisti devono eseguirla immediatamente non aspettando di fare tutto quando si presenta la contabilità finale, altrimenti alcune ditte possono dire "io non sono disponibile ad eseguire certi lavori se non sono tutelato al 100%".
C'era quindi bisogno di un intervento chiarificatore per spingere nella direzione, visto anche che è un non senso che i soldi sono fermi nelle casse regionali o comunali e i lavori non vengono portati avanti solo per questioni burocratiche. Il mio intendo era quindi quello di stimolare questa iniziativa e dare una risposta positiva sia ai cittadini che alle imprese, a tutti gli operatori.
In questo caso ci siamo mossi nella direzione dovuta.



Interrogazioni (Svolgimento):
«Affidamento incarichi e consulenze da parte della Asl di Fano» Giannotti (970)
«Incarichi di consulenza alla soc. Business Intelligence s.a.s. da parte della Asl di Fano» 983 (Giannotti e Brini)

PRESIDENTE. L'interrogazione n. 860 del conigliere Moruzzi decade per assenza dell'interrogante, così come la 902 del consigliere Ciccioli, la 908 del consigliere Romagnoli, la 992 del consigliere Avenali e la 912 del consigliere Pistarelli.
Ha la parola, per rispondere all'interrogazione n. 970 bis del consigliere Giannotti, l'assessore Melappioni.

Augusto MELAPPIONI. Penso di rispondere, di seguito, sia alla 970 bis che alla 983 come richiesto dal collega Giannotti.
La risposta all'interrogazione 970 bis è la seguente:
"Con l'interrogazione in oggetto il Consigliere Roberto Giannotti interroga il Presidente della Giunta Regionale: 1. per conoscere a quanto ammontano le spese per incarichi consulenze esterne e contratti di collaborazione, sostenute dall'ASL di Fano negli anni 2002 e 2003; 2 per sapere, se l'affidamento di tali incarichi è stato concordato con l'Assessore Regionale alla Sanità e in tal caso, se da parte dello stesso, sono stati considerati i termini dell'impegno finanziario che ne sarebbe derivato; 3. per sapere, se da parte della ASL è stata compiuta una ricognizione per verificare se, tra gli oltre 130 dipendenti amministrativi vi fossero professionalità da valorizzare piuttosto che ricorrere a collaborazioni esterne; 4. per sapere, se ritenga corretta la prassi della utilizzazione a contratto di dirigenti in pensione, per svolgere le stesse mansioni alle quali gli stessi erano preposti in passato; per sapere, se non ritenga opportuno compiere una verifica della situazione finanziaria della suddetta azienda e sulla incidenza sul Bilancio degli oneri relativi agli incarichi e alle consulenze esterne. Con nota 12.12.2003 (via fax prot. Dip.to Servizi alla Persona ed alla Comunità) l'allora Commissario Straordinario della ASL n. 3 di Fano ha rappresentato quanto segue.
Dalla data di nomina dello stesso Commissario (16.07.2002) si sono verificate le seguenti osservazioni: dal 1 settembre 2003, si è reso vacante il posto di Dirigente di Struttura Complessa con incarico di Coordinamento del Dipartimento Amministrativo, a seguito di dimissione dal servizio del titolare; dal 1 settembre 2003, è stato interrotto il contratto dell'incarico a Società di Consulenza per progetto formativo, finalizzato a favorire il processo di riorganizzazione aziendale; dal 1 novembre 2003, si sono resi vacanti 2 posti di Dirigenti di Unità Operativa Complessa, a seguito di dimissione dal servizio dei rispettivi titolari.
Incarichi Consulenze e Convenzioni conferiti dallo stesso Commissario Straordinario: dal 1 settembre 2003, incarico per l'Area di Coordinamento Amministrativo e di Staff; dal 15 ottobre 2003, incarico per ufficio libera professione e prestazioni sanitarie; dal 1 agosto 2003, convenzione per prestazioni di supporto e di consulenza con A.O. San Salvatore di Pesaro, relative agli approvvigionamenti di beni e servizi e alla gestione dei magazzini; dal 15 ottobre 2003, incarico per consulenza tecnica; per lavori di edilizia ospedaliera.
Le motivazioni che hanno supportato il conferimento degli incarichi, consulenze e convenzioni, sono da ricercare nella necessità, anche a seguito dei collocamenti a riposo e della non ripetizione di incarichi di consulenza precedentemente attribuiti, di assicurare il normale andamento dei servizi amministrativi e tecnici non altrimenti conseguibile con le professionalità presenti in Azienda. In particolare il Commissario ha evidenziato la carenza di figure professionali nel campo del servizio tecnico e di manutenzione a fronte di una straordinaria mole di lavoro collegata alla necessità di una completa ristrutturazione della messa a norma (Autorizzazione/Accreditamento) dell'Ospedale Santa Croce di Fano.
Sempre con. la predetta nota il Commissario Straordinario ha trasmesso copia della comunicazione fornita:
± in data 24.11.2003, prot. 28236 alle Organizzazioni Sindacali: Dirigenza Medica e Veterinaria; Dirigenza ruoli: Sanitario, Professionale Tecnico ed Amministrativo; Personale del Comparto; Rappresentanza Sindacale Unitaria.
— in data 26.11.2003 alla Conferenza dei Sindaci in ordine ad alcuni punti:
Aspetti Economici
B) Collaborazioni- Consulenze
In ordine alle collaborazioni e consulenze amministrative e tecniche esterne conferite dal Commissario Straordinario, l'Azienda ha calcolato, in via previsionale che, nel 2° semestre 2003 la relativa spesa aggiunta a quella del personale amministrativo cessato dal servizio nel corso dello stesso periodo, ammonterà a circa 182.000 euro, contro i circa 239.000 euro del 1° semestre 2003. Il risparmio reale è dunque di 57.000 euro.
Tenuto conto del pensionamento di alcuni Dirigenti amministrativi di alcune consulenze che non saranno rinnovate e delle riorganizzazioni gestionali che conseguiranno nella "futura" Zona 3 di Fano, conseguenti al nuovo assetto legislativo regionale in materia, nell'anno 2004 l'Azienda Sanitaria n.3 realizzerà un risparmio reale, per quanto attiene il personale amministrativo, di oltre 200.000 euro.
C)Acquisto di Beni e Servizi
In seguito alla riorganizzazione dell'attività del settore provveditorato l'Azienda ha proceduto alla rinegoziazione dei primi contratti realizzando già un risparmio complessivo di circa 150.000 euro.
C) Assunzione di Personale
Il piano delle assunzioni (dal 16.07.2003, data di nomina del Commissario Straordinario dell'ASL n. 3 di Fano, come sopra detto), prevede (tra personale in ruolo a tempo indeterminato ed a tempo determinato) l'assunzione di 64 figure professionali (tra personale Dirigente Medico e personale del Comparto), che in parte ha già preso servizio. Le restanti procedure di reclutamento sono già state tutte avviate (emissione bandi prove concorsuali, ecc.). E' intenzione dell'Azienda valorizzare le professionalità a tutti i livelli al fine di assicurare una ottimale crescita professionale, atteso che il più grande valore aziendale è rappresentato dai propri professionisti.
I percorsi incentivanti saranno oggetto di condivisione con le Organizzazioni Sindacali. A tutte le sigle sindacali del Comparto, nel mese di settembre 2003 il Commissario Straordinario ha rappresentato le criticità del settore amministrativo e le conseguenti decisioni che l'organo direzionale avrebbe assunto, anche in merito ai contratti di collaborazione.
L'affidamento degli incarichi non è stato concordato con l'Assessore Regionale alla Sanità.
Con Delibera n. 1640 del 17.07.2001 avente ad oggetto: L.R. n. 11/2001, art. 69 (Misura di contenimento della spesa sanitaria) - commi I-II la Giunta Regione Marche ha emanato Direttive finalizzate a dare attuazione alla normativa citata, in materia di acquisizione di beni durevoli di importo superiore a £.200.000.000, servizi e prestazioni, in assenza dell'autorizzazione regionale alla spesa, nonché di conferimento di incarichi di consulenza tecnica sanitaria ed amministrativa e di rinnovo di quelli esistenti".
Rispondo ora all'interrogazione n. 983.
"Con l'interrogazione in oggetto i Consiglieri Giannotti - Brini - Cesaroni chiedono di conoscere:
I provvedimenti adottati dalla Giunta Regionale alla luce dei gravissimi rilievi evidenziati dalla verifica compiuta dal Servizio Ispettivo presso l'ASL di Fano circa l'attività di consulenza della Società Business lntelligence s.a.s.; i motivi che hanno indotto il Commissario Straordinario dell'ASL di Fano ad affidare l'incarico per lo svolgimento delle attività formative ad una società, la Business Intelligence, costituita nel febbraio 2002 e senza specifica competenza ed esperienza in questo campo; l'esito delle attività formative curate dalla stessa Società e l'ammontare analitico dei compensi complessivi liquidati; .se è stata contestata formalmente alla società Business Intelligence la irregolare e incompleta esecuzione delle attività formative svolte; quali azioni sono state intraprese nei confronti della sopraccitata Società ai fini dell'eventuale risarcimento per tale inadempienza;; se, in relazione a questa vicenda, sono stati assunti provvedimenti nei confronti dell'ex Commissario Straordinario dell'Azienda Sanitaria di Fano; se corrisponde a verità la notizia dell'avvio, da parte della Magistratura, di una indagine sugli incarichi e sulle consulenze affidate dall'Azienda Sanitaria di Fano ed in particolare su quella conferita alla Società Business Intelligence s.a.s.
Su richiesta. I'Azienda Sanitaria Unica Regionale - Zona Territoriale n. 3 di Fano, Direzione Area di Coordinamento Amministrativo, con nota 25/02/2004 prot. 4429 ha precisato quanto segue:
1. i motivi per cui è stato conferito, dall'allora Commissario Straordinario, l'incarico alla Società Business Intelligence sono da ricercare nel dispositivo delle delibere adottate dallo stesso;
2. sull'esito delle attività formative curate dalla Società ha riferito l'allora Commissario Straordinario con nota del 25/09/2003 (" ... in riferimento alle attività svolte dall'ing. Giancarlo Stillitano presso l'Azienda Sanitaria di Fano nel periodo in cui ricoprivo l'incarico di Commissario Straordinario, ne confermo la corretta esecuzione nel rispetto di quanto concordato .."). L'Ufficio Formazione, sull'argomento, ha dichiarato di non avere nessuna documentazione in ordine a dette attività;
3. la Società in questione ha percepito, per il periodo luglio 2002-giugno 2003, per gli incarichi conferiti, la somma complessiva di ~. 150.335,40, così distinti: . Onorario euro 142.000,00; rimborso spese euro 8.335,40;
4. la Società ha inoltre emesso, nei mesi di agosto e dicembre 2003, n. 2 fatture rispettivamente di euro 12.123,20 e di euro 9.000,00. Le suddette fatture sono state acquisite agli atti della Zona Territoriale e, ad un sollecito di pagamento inoltrato dalla Società in data 30.12.2003 il Dirigente dell'Area Coordinamento Amministrativo ha comunicato alla stessa che "..allo stato non riteneva possibile provvedere a quanto richiesto a causa di circostanze sopravvenute in ordine ai contratti di conferimento degli incarichi di formazione" I contratti erano "oggetto di accurata valutazione relativa alla loro regolarità amministrativa e contabile.." In attesa di acquisire elementi utili, l'Azienda avrebbe soprasseduto all'emissione di mandati di pagamento. Faceva inoltre presente che l'Ufficio preposto alla formazione "ha opposto diniego a provvedere alla liquidazione delle fatture, dichiarandosi estraneo sia al conferimento sia allo svolgimento dell'incarico".
5. l'Azienda non ha fatto formale contestazione di irregolare esecuzione delle attività svolte, in mancanza di elementi utili per la valutazione delle stesse ed in presenza di una dichiarazione di incompetenza da parte del responsabile del Servizio Formazione.
6. l'Azienda non è in grado di valutare, in mancanza di riscontri oggettivi, se ci siano state inadempienze da parte della Società e pertanto non ha intrapreso alcuna azione risarcitoria.
Con note 27/01/2004 prot. 1758/SAN/DIP5 e 30/01/2004 prot. 2187/SAN/DIP5 sono stati trasmessi i verbali della visita ispettiva effettuata dal Dirigente Posizione di Funzione Attività Ispettiva Sociale e Sanitaria, presso l'Azienda Sanitaria locale n. 3 di Fano, oggi denominata Zona Territoriale n. 3, alla Procura Regionale presso la Sezione Giurisdizionale per le Marche della Corte dei Conti in quanto negli stessi sono state rilevate illegittimità di natura amministrativa che incidono sull'impiego del denaro pubblico; alla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Pesaro, in quanto il Direttore del Dipartimento Servizi alla Persona ed alla Comunità ha avuto notizia dell'acquisizione da parte della predetta Procura, di documentazione relativa all'incarico conferito alla Società Business Intelligence avente ad oggetto la formazione del personale.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno, il consigliere Giannotti.

Roberto GIANNOTTI. Sono pienamente insoddisfatto, come credo siano insoddisfatti i cittadini di Fano, alle prese, in questi giorni, con questa scabrosissima vicenda, ormai oggetto di una indagine aperta da parte della magistratura, che prevede esiti clamorosi in tempi relativamente brevi.
Parto dalla seconda parte dell'interrogazione, quella relativa al conferimento alla società Intelligente di Ancona di un incarico di consulenza, 300 milioni l'anno, per svolgere attività di formazione presso l'azienda sanitaria di Fano.
Questa iniziativa dell'azienda è stata valutata da un'ispezione del servizio ispettivo della Regione che ha rilevato alcuni gravissimi fatti che provo a riassumere.
Innanzitutto che la delibera con la quale veniva affidato l'incarico alla società non è legittima in quanto priva di motivazioni. Il servizio ispettivo della Regione dichiara che la delibera non è legittima, che il riferimento sul piano delle responsabilità, di questa società, non è l'ingegnere che viene citato ma la moglie di quest'ultimo che non compare mai. Dichiara che non si hanno prove dello svolgimento dell'attività formativa, perché non c'è timbrato nessun accesso, non c'è nessuna relazione attinente al lavoro svolto. Quindi un verbale pesantissimo, che evidenzia gravissime responsabilità, che l'assessore dice — non ho capito bene la data — alla magistratura ordinaria e alla magistratura civile, cioè alla Corte dei conti. La domanda d'obbligo e la critica è: non capisco perché, di fronte a questi fatti rilevati dal servizio ispettivo, che hanno indotto l'assessore regionale a trasmettere gli atti alla procura, che hanno provocato l'apertura di un'inchiesta con il rischio che qualcuno nelle prossime ore venga accusato di truffa, non vi sia stato un provvedimento da parte della Asl, cioè una richiesta di risarcimento danni e un provvedimento da parte della presidenza della Giunta regionale.
Siamo al paradosso che il responsabile di questa situazione, cioè il dirigente sanitario si sia potuto permettere, sui giornali, di dire che avrebbe querelato il gruppo di Forza Italia che aveva presentato un'interrogazione sulla materia.
Non mi sembra che questa sia una cosa buona. Noi ci rimettiamo all'esito della vicenda della magistratura. Credo, sostanzialmente, che le scelte che lei ha compiuto sul piano dell'assegnazione di nuovi incarichi siano, di fatto, una conferma del giudizio che noi esprimiamo, in quanto quel dirigente sanitario non fa più parte della rosa dei responsabili del sistema sanitario. Avremmo preferito qualcosa di più, comunque rimane questo.
Anche sul secondo aspetto che riguarda la gestione complessiva credo che la risposta sia del tutto insufficiente, cioè non sono state fugate per nulla le preoccupazioni che il nostro gruppo ha espresso in ordine alla lievitazione della spesa per incarichi e consulenze esterne sostenuta dalla Asl di Fano — al di là delle cifre crude che sono state riportate il fenomeno è abnorme — anche se si dice che gli affidamenti non sono stati concordati con lei, quindi non c'è stata una valutazione sul costo, da parte dell'esecutivo regionale. Dice l'azienda che si è dovuto ricorrere a consulenze esterne per la necessità di assicurare il normale svolgimento delle attività. Mi permetta di dissentire su questo: non credo che corrisponda a verità. Così come noi riteniamo che non sia giusta la prassi di utilizzare persone che vanno in pensione con un contratto "co.co.co.". La Giunta regionale non ha risposto nemmeno sull'esigenza di fondo che noi poniamo per Fano e che abbiamo posto per tutta una serie di altre aziende sanitarie, cioè che vi sia una verifica della situazione finanziaria delle singole aziende sanitarie e soprattutto che venga detto ai cittadini qual è l'incidenza "spesa consulenze", perché riteniamo che questo sia un fenomeno gravissimo che attanaglia e peggiora la situazione finanziaria del sistema sanitario ma anche della Regione Marche.



Ordine del giorno della seduta

PRESIDENTE. Dobbiamo ora porre in votazione la proposta del consigliere Trenta di anticipare la proposta di legge regionale n. 191.

Pietro D'ANGELO. Presidente, devo fare un intervento sull'ordine dei lavori.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

Pietro D'ANGELO. Il regolamento interno prevede che alle interrogazioni si risponda entro tre mesi. Ho presentato un'interrogazione da più di un anno e questa mattina, dato che ho avuto un ingorgo di traffico sulla A14 e sono venuto in ritardo l'interrogazione è stata dichiarata decaduta. Prendo atto di questa volontà, ma visto che il regolamento prescrive che bisogna rispondere entro tre mesi e considerato che è passato un anno, prendo atto della volontà della presidenza che ha fatto decadere l'interrogazione, ma da oggi in poi pretendo il rispetto del regolamento, cioè entro tre mesi dall'interrogazione io voglio la risposta, perché o si è tolleranti in senso lato o si è ligi alle regole. Sono arrivato in ritardo? Benissimo. L'interrogazione è decaduta? Benissimo. Ma da oggi in poi esigo che alle interrogazioni si dia risposta nei termini di regolamento.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Ciccioli.

Carlo CICCIOLI. Il consigliere D'Angelo ha ragione, perché non si possono usare due pesi e due misure. Io ero presente all'inizio dei lavori, sono sempre stato nei pressi dell'aula, sono state saltate due interrogazioni, visto che ero qui nell'atrio mi si poteva chiamare e dirmi "saltiamo due interrogazioni". Invece si va all'interrogazione di Giannotti che è sei punti dopo e questo non va bene. Tutti i meccanismi di intreccio, di cose a me danno fastidio, per cui se c'è un problema per cui uno non è in aula bisogna chiamarlo, altrimenti se uno è scorretto, poi le scorrettezze si possono fare anche da altri e assicuro che io sono specialista in scorrettezze, se lei vuole, Presidente.
Bisogna darsi un regolamento comune, di reciproca comprensione, perché l'interrogazione che dovevo fare è già stata rinviata due volte, non per colpa mia ma perché prima non era pronto l'assessore, poi è stata scorporata, è stata data una parte di risposta rispetto ad altre due, sempre per merito di Giannotti che ha scorporato la sua interrogazione, e comunque c'è qualcosa che non va nel meccanismo. Di questo io sono abbastanza seccato.

PRESIDENTE. Hanno sollevato dei problemi seri sia il consigliere D'Angelo che il consigliere Ciccioli. Li invito a sentirsi tranquilli e rassicurati, perché la mia intenzione è di garantire il diritto di tutti. Non si tratta di una novità, non è la prima volta, è il regolamento che lo prevede, è già stato fatto in passato: l'assenza dall'aula fa decadere le interrogazioni presentate dagli interroganti, non posso fare una cosa diversa.

Pietro D'ANGELO. Il regolamento prevede che si risponda entro tre mesi!

PRESIDENTE. Il regolamento prevede anche che debba stare zitto nel momento in cui le sto dando una risposta.
Vi sono più di un problema. Il primo problema è che si deve stare in aula ad ascoltare alla risposta alle interrogazioni. Per di più il consigliere D'Angelo è arrivato alle 11,15 ed era già stata da tempo dichiarata decaduta la sua interrogazione. Il Consiglio doveva cominciare alle 10.
Il consigliere Ciccioli non era in aula...

Carlo CICCIOLI. E' vero, ero qui fuori...

PRESIDENTE. Proprio per questo ci sono i monitor, fuori. Non è che qualcuno, dall'aula, possa venire fuori a chiamarla: che ne so dov'è lei? Io posso constatare la sua presenza o la sua assenza.

Carlo CICCIOLI. Le farò vedere, nel corso della seduta, come si fa a fare...

PRESIDENTE. Consigliere, lei può fare tutto quello che vuole, purché rispetti le regole.
Seconda questione, il problema sollevato da D'Angelo circa la tempestività della risposta alle interrogazioni. Come sa il consigliere D'Angelo, ho più volte proposto lo svolgimento di Consigli dedicati ad hoc agli atti ispettivi. E' chiaro che la quantità di atti ispettivi non è smaltibile con l'attuale proposta di Consigli organizzati in questo modo. Proprio per questo i consiglieri e i gruppi hanno la possibilità di scegliere le priorità. Se l'interrogazione di D'Angelo non è stata trattata è perché sono state scelte altre priorità e perché i presidenti di gruppo hanno deciso di non fare Consigli dedicati esclusivamente agli atti ispettivi, per cui è chiaro che questo resta comunque un problema e credo che il regolamento interno, che dovrà essere fatto, dovrà prendersi carico di come si smaltisce una quantità di atti ispettivi superiore alla possibilità dell'attuale Consiglio.

PRESIDENTE. Pongo in votazione l'anticipazione della proposta di legge regionale n. 191 chiesto dal consigliere Trenta.
Ha la parola il consigliere Amagliani.

Marco AMAGLIANI. Mi rendo perfettamente conto dell'importanza di questa proposta di legge, ma ce n'è un'altra altrettanto importante, la proposta di legge n. 183 che è altrettanto importante, nel senso che noi siamo l'ultima Regione d'Italia a non avere una legge di questo tipo. Siccome abbiamo fatto lavorare alacremente gli uffici per poterla produrre, chiedo che l'ordine del giorno venga lasciato così com'è.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Giannotti.

Roberto GIANNOTTI. La proposta del consigliere Trenta è precisa, non vuol togliere nulla all'importanza degli altri atti, ha voluto solamente stigmatizzare un fatto gravissimo sul piano del costume politico, cioè un atto, quello della riforma della legge sul commercio, per tre mesi in Commissione, per tre mesi in aula all'ordine del giorno, che non viene trattato, mentre attorno al Consiglio assistiamo ad una serie di contatti incrociati che hanno esautorato — ha detto Trenta e io condivido — il Consiglio regionale delle sue prerogative.
La nostra richiesta è evidentemente provocatoria sul piano politico, perché vogliamo che vi assumiate la responsabilità di dire che questa è una cosa inutile per le Marche e quindi deve continuare ad essere lasciata nel dimenticatoio.

PRESIDENTE. Pongo in votazione la proposta di anticipare la discussione della proposta di legge n. 191.

Il Consiglio non approva

Ha la parola il consigliere Franceschetti.

Fausto FRANCESCHETTI. Abbiamo due atti in discussione la cui trattazione è già iniziata. Proporrei di anticipare la proposta di legge sulla VIA, perché per la proposta di legge 226 bisogna che l'assessore chiarisca se c'è un ulteriore incontro con il sindacato. Pertanto propongo di iniziare intanto la discussione della legge sulla VIA e poi, a seguire, quella di modifica della legge n. 20.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Viventi.

Luigi VIVENTI. Chiedo che la legge sul personale questa mattina sia discussa se deve essere discussa.

PRESIDENTE. La proposta è di anticipare la 183.
Ha la parola il consigliere Brini.

Ottavio BRINI. Noi siamo contrari, perché da troppo tempo questo argomento è all'ordine del giorno.

PRESIDENTE. Pongo in votazione la proposta di anticipare la trattazione della proposta di legge n. 183.

Il Consiglio approva



Proposte di legge (Esame degli articoli e votazione finale):
«Disciplina della procedura di valutazione di impatto ambientale» Giunta (183)
«Disciplina della procedura di valutazione di impatto ambientale” D'Angelo (57)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca le proposte di legge n. 183 ad iniziativa della Giunta e n. 57 ad iniziativa del consigliere D'Angelo.
Eravamo alla votazione degli articoli.
Art. 1. Lo pongo in votazione.

Il Consiglio approva

Articolo 2. Emendamento n. 1 a firma D'Angelo, che ha la parola per illustrarlo.

Pietro D'ANGELO. Come è risaputo la VIA è un aspetto molto importante che coinvolge la vita di tutti i cittadini che magari devono subire le conseguenze di un insediamento. A tal fine è di estrema importanza il coinvolgimento dei cittadini del comprensorio o della zona dove l'insediamento va a ricadere e la pubblicità degli atti, in modo che si possa garantire l'informazione.
Questo emendamento prevede un garante dell'informazione: "un pubblico dipendente diverso incaricato di avviare tutte le azioni necessarie per assicurare le informazioni ai cittadini e alle formazioni sociali, così da fornire la partecipazione, in particolare di fornire a chiunque, a richiesta, copia degli atti depositati ai sensi dell'art. 10, anche utilizzando le reti telematiche. Il garante è scelto nell'ambito dell'ufficio relazioni con il pubblico previsto dall'art. 12 del decreto legislativo 3 febbraio 1993, n. 29, "Razionalizzazione dell'organizzazione delle amministrazioni pubbliche e revisione della disciplina in materia di pubblico impiego o nell'ambito delle strutture individuate..." ecc.
Insomma si chiede che nell'ambito dell'iter amministrativo ci sia un garante, un dipendente pubblico che garantisca la pubblicizzazione degli atti e la partecipazione dei cittadini.

Cataldo MODESTI. Intervengo su questo emendamento che è collegato anche ad altri emendamenti che nell'insieme costituiscono una parte rilevante degli emendamenti presentati dal collega D'Angelo, che sono stati oggetto di un confronto attento in sede di Commissione e successivamente con i servizi che hanno curato la predisposizione della legge per cercare di verificare con la massima attenzione tutti gli emendamenti presentati e valutare quelli che potevano essere accoglibili o meno.
Questo emendamento ha a che fare, nell'insieme, con il meccanismo dell'informazione, della partecipazione, della trasparenza. La finalità è apprezzabile, tuttavia già tutto il resto della legge si sofferma e disciplina attentamente e in maniera approfondita tutta questa problematica. La proposta così come formulata di istituire un garante, costituisce di fatto un appesantimento interno alla struttura, perché non è un'autorità indipendente esterna, ma un funzionario della Regione nominato dal dirigente del settore che ha le funzioni che il collega D'Angelo illustrava. Quindi che ci sia un controllore all'interno della stessa struttura, dal punto di vista formale è opinabile, il garante ha senso se è un ente autonomo esterno che ha tutta una sua struttura che gli consente di svolgere le funzioni.
Ma a parte questo, la legge che l'abbiamo già modificata in Commissione, accogliendo le sollecitazioni del collega D'Angelo e la miglioreremo ulteriormente rispetto alla partecipazione e accogliendo un successivo emendamento, il 41 presentato dal collega D'Angelo stesso, sì che nell'insieme avremo un articolato molto avanzato, perché tutto questo processo è articolato in tre fasi: ogni progetto non solo di VIA ma anche di verifica è soggetto alla pubblicazione sul Bur della Regione Marche e su un quotidiano a diffusione regionale. Successivamente alla pubblicazione chiunque può prendere visione degli elaborati o tenerne copia, presentare osservazioni e controdeduzioni. Questo è disciplinato in più passaggi della legge. Oltre a questo all'art. 10 sono disciplinati i meccanismi concreti con cui avviene il confronto fra le parti. All'art. 10 è previsto il meccanismo della riunione pubblica per l'illustrazione dello studio di impatto ambientale, è prevista l'inchiesta pubblica, qualora richiesta dai Comuni, dai comitati e dalle associazioni — questa è l'integrazione in positivo che abbiamo accolto, sollecitata dal collega D'Angelo, infine abbiamo previsto un contraddittorio tra il proponente del progetto e chi ha presentato le osservazioni. Quindi, in dall'inizio del procedimento abbiamo una serie significativa di passaggi che garantiscono informazione, partecipazione e coinvolgimento che ci fa ritenere inutile e controproducente l'istituzione del garante dell'informazione così come proposto dal collega D'Angelo.

PRESIDENTE. Pongo in votazione l'emendamento.

Il Consiglio non approva

Emendamento n. 2 a firma D'Angelo, che ha la parola.

Pietro D'ANGELO. Sempre con lo stesso spirito di favorire la trasparenza e la comprensione di un progetto, oltre alla partecipazione dei cittadini — questo canovaccio unisce tutti i miei emendamenti: trasparenza, pubblicazione e partecipazione dei cittadini sull'insediamento di un'attività che potrebbe andare a incidere sulla qualità della loro vita — propone di aggiungere al materiale necessario all'iter amministrativo per dare la valutazione d'impatto ambientale una sintesi non tecnica. Deve essere una relazione sintetica, redatta con linguaggio non tecnico, a fini conoscitivi, contenente la descrizione dell'opera di cui si tratta. Deve obbligatoriamente fornire le informazioni e i dati maggiormente significativi contenuti nello studio di impatto ambientale, ivi comprese le cartografie illustrative del progetto e deve essere suscettibile ad agevole riproduzione.
Anche questo emendamento ha la funzione di garantire la trasparenza. Sono emendamenti, tra l'altro, presi dalla legge della Regione Toscana, non è il pazzo furioso integralista islamico che viene da Marte e non si rende conto dell'importanza della snellezza di una legge, però ritengo che snellire una legge pensando di diminuire la trasparenza non sia la direzione giusta.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Modesti.

Cataldo MODESTI. Questa proposta di sintesi non tecnica non è disciplinata dalla normativa statale. Questa è una considerazione che faccio e che vale per numerosissimi altri emendamenti. Siccome la materia di cui ci stiamo occupando, in base all'art. 117 della Costituzione è materia esclusiva dello Stato, è ben difficile introdurre situazioni non disciplinate dalla normativa statale, quindi c'è una prima riserva approfondita con gli uffici di natura giuridica. Sul piano dei contenuti, degli obiettivi che si pone la sintesi non tecnica, che sono apprezzabili e condivisibli, in realtà gli stessi contenuti li ritroviamo nell'articolato già previsto, perché all'art. 6, primo comma, lettera b) in sostanza si dicono, con parole diverse, le stesse cose. Quindi tutte le cose che vengono chieste con la sintesi non tecnica — a parte che è arbitrario definire una sintesi non tecnica, perché chi giudica? — sono già disciplinate dalla normativa in più passaggi, ma in particolare all'art. 6, primo comma, lett. b).

PRESIDENTE. Pongo in votazione l'emendamento.

Il Consiglio non approva

Pongo in votazione l'articolo 2.

Il Consiglio approva

Articolo 3. Emendamento n. 3 a firma D'Angelo, che ha la parola.

Pietro D'ANGELO. Questo emendamento sposta dalla tabella A2, cioè dall'elenco degli insediamenti che necessitano di VIA da parte della Provincia all'allegato A1, cioè gli interventi di competenza regionale. Quindi si propone di spostare la VIA dalla Provincia alla Regione. Quali sono questi interventi? Gli elettrodotti aerei per il trasporto dell'energia elettrica con tensione nominale superiore a 100 kw., con tracciato di lunghezza compreso tra 3 e 15 chilometri ed elettrodotti aerei esterni con tensione nominale tra 100 e 150 con tracciato superiore a 3 chilometri. Siccome gli elettrodotti rientrano in un intervento estremamente delicato, molto sensibile all'attenzione dei cittadini relativamente all'inquinamento da campi elettromagnetici, ritenevo opportuno che su elettrodotti di 15 chilometri la VIA fosse di competenza non della Provincia ma della Regione, perché potrebbero anche attraversare province diverse.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Modesti.

Cataldo MODESTI. Per brevità non prenderò la parola su molti altri emendamenti. Approfitto di questo perché siamo entrati nel campo degli emendamenti agli allegati e la sostanza della gran parte di questi emendamenti è la stessa. Noi abbiamo due autorità competenti, la Regione e la Provincia. C'è una divisione di materie negli allegati tra la Regione e le Province, tra l'altro concordata dopo approfondimento con le Province stesse. Il collega D'Angelo a più riprese propone di spostare le competenze dalle Province alla Regione e su un'altra serie di emendamenti propone di modificare le quantità: 100 megawatt anziché 50 oppure 5 ettari anziché 10 ettari. Queste dimensioni quantitative sono contenute nella normativa statale che, come noto, ha recepito la normativa comunitaria.
Noi abbiamo la possibilità soltanto di una flessibilità che non supera il 30%, per cui gli emendamenti che superano questa percentuale non possiamo accoglierli, poi ce ne sono uno o due che sono al di sotto di questa percentuale e non abbiamo alcuna remora ad accoglierli. Di sicuro mi viene in mente l'emendamento n. 16 ma ce n'è qualcun altro.
Questa serie di emendamenti che prevedono il trasferimento dalla Regione alla Provincia o che modificano i quantitativi o che prevedono di inserire alcune tipologie di progetti che sono soggetti a verifica per trasportarli direttamente alla VIA, non è accoglibile non per volontà politica ma perché ci sono dei vincoli normativi a cui dobbiamo attenerci.

PRESIDENTE. Pongo in votazione l'emendamento n. 3.

Il Consiglio non approva

Emendamento n. 4 a firma D'Angelo, che ha la parola.

Pietro D'ANGELO. E' un emendamento che ricalca il precedente. Si sposta dalla competenza provinciale a quella regionale per quanto riguarda gli impianti di smaltimento e recupero di rifiuti pericolosi. Ritengo che quando si ha a che fare con questi rifiuti è indispensabile che si sia più lontani possibile dal contesto territoriale. Non si vuol criminalizzare alcun ente locale, ma è risaputo che troppo spesso gli enti locali sono più soggetti alle sollecitazioni esterne rispetto alla Regione. Quindi, per impianti di smaltimento e recupero di rifiuti pericolosi ritengo che debba essere la Regione competente e non la Provincia, anche perché molte Province hanno in questo ultimo periodo dimostrato bene il loro operato che è disastroso.

PRESIDENTE. Pongo in votazione l'emendamento.

Il Consiglio non approva

Emendamento n. 5 a firma D'Angelo, che ha la parola.

Pietro D'ANGELO. E' un trasferimento di VIA dalla Provincia alla Regione. Per gli impianti di allevamento intensivo di pollame, di suini di cui più di 30.000 posti-pollame e più di 1.500 posti per suini da produzione, con 600 posti per scrofe, ritengo che la valutazione debba essere di competenza regionale, perché sappiamo il dramma che abbiamo vissuto in questa regione relativamente agli insediamenti di pollame — un recente caso si è verificato nel comune di Ripatransone non più di un anno fa, con la sollevazione di tutta la popolazione, poi di fatto ricomposto per l'intervento della regione — è una cosa molto grave. Sappiamo tutti cosa significa una porcilaia con circa 2.000 maiali. Anche qui abbiamo un esempio relativo alla vicenda del comune di Force. Ritengo che questi siano insediamenti particolarmente delicati e che richiedano il massimo distacco nella valutazione. Per questo chiedo che si passi dalla valutazione delle Province a quella della Regione.

PRESIDENTE. Pongo in votazione l'emendamento n. 5.

Il Consiglio non approva

Emendamento n. 6 a firma D'Angelo, che ha la parola.

Pietro D'ANGELO. Questo emendamento passa dalla verifica di impatto ambientale all'obbligo della VIA. Si parla di impianti di smaltimento di rifiuti urbani non pericolosi mediante operazione di incenerimento. Ritengo che nell'insediamento di inceneritori, che tra l'altro nella nostra regione sono stati banditi fino a poco tempo fa e mi auguro che sia ancora così, ci voglia il massimo dell'attenzione, del coinvolgimento, quindi l'obbligatorietà e della VIA e soprattutto una VIA da parte della Regione Marche. Impianti di questo genere non si possono delegare a nessuno e devono essere sottoposti a VIA se non si vuole la rivolta dei cittadini.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Brini.

Ottavio BRINI. Eravamo preoccupati che il consigliere dei verdi parte importante nell'accordo politico-programmatico di questa maggioranza si trovasse completamente isolato in un discorso importantissimo per le Marche. Eravamo critici durante la discussione, avevamo dubbi, abbiamo dubbi e perplessità che poi diremo anche in dichiarazione di voto. Quello che preoccupa è però vedere il rappresentante dei verdi nel più completo isolamento in questo Consiglio regionale.
E' D'Angelo, con i verdi che sono fuori dalla politica marchigiana o è D'Angelo fuori dalla maggioranza del Consiglio regionale? Penso che, a prescindere dagli emendamenti non potete essere talmente sordi da non voler dare queste risposte. Questa è una maggioranza "cotta", che non ha più i numeri per governare, basti vedere su questi emendamenti come si esprime il Consiglio regionale.
Il capogruppo dei Ds ha chiesto l'anticipazione di questo argomento, vista la sua importanza, ma non si è preoccupato di ricucire lo strappo che c'è con il consigliere dei verdi che era parte integrale di questa maggioranza, ha preferito evitare il problema della legge sul personale, che sicuramente nemmeno oggi discuteremo, un problema che vede ancora una volta una maggioranza "cotta", però andate sempre dicendo che questa maggioranza va a gonfie vele, invece siete alla frutta. Chiedo al consigliere D'Angelo di essere chiaro su questa legge, che punisce i verdi nelle Marche, quindi serve un'azione di coraggio. Oggi vedo assente Moruzzi, penso che sia un'assenza motivata, non credo che abbia lasciato il suo collega da solo ad affrontare questa problematica così difficile e delicata per il suo gruppo. Lei Presidente D'Ambrosio, prima o poi deve affrontare questa problematica all'interno del Consiglio regionale, non possiamo parlare tra sordi. I problemi sono importanti, siamo a fine legislatura, bisogna fare degli atti delicati, che investono anche il futuro delle Marche. Quindi faccio solo questa riflessione senza entrare nel merito degli argomenti, perché, come abbiamo detto in Consiglio, non condividiamo l'impostazione politica dei verdi, però non abbiamo visto nessuno sforzo da parte della maggioranza nel recepire le proposte di D'Angelo. E' quindi un interrogativo molto serio che dovete porvi: una volta mancano i voti dei verdi, la Cecchini se ne è andata e così via. Il problema è serio non potete far finta che non esiste.
Bene ha fatto Franceschetti a chiedere l'anticipazione del punto, ma D'Angelo vi spiegherà poi bene che questa è una delle peggiori leggi a livello nazionale. Penso che anche lo stesso consigliere D'Angelo lo affermerà nella sua dichiarazione. Aveva portato qualche esempio da imitare, come quello della Toscana dove ben governate e amministrate, a detta di D'Angelo, ma non siete stati capaci nemmeno di fare la brutta copia della legge della Toscana, avete perso un pezzo molto importante, i verdi che avevate già perso nell'avere loro scippato la presidenza della IV Commissione per dare al coordinatore regionale un assessorato in Comune. Quindi, D'Angelo, devi capire se sei tu che non hai più una linea politica oppure è una prevenzione nei tuoi confronti, oppure avrete portato avanti una battaglia che non produrrà sicuramente nulla di buono o di produttivo.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Tontini.

Roberto TONTINI. Presidente, mi meraviglia che il collega Brini si accorga ora di una situazione che da un po' di tempo, relativamente alla posizione dei verdi che ormai da qualche mese non fanno più parte della maggioranza in questo Consiglio regionale, purtuttavia quello che possiamo registrare con chiarezza per quanto riguarda questa maggioranza è la volontà e l'attenzione chiara e precisa ai temi di cui i verdi, ma non soltanto loro, sono portatori in questa Regione e in questa maggioranza, cioè i temi ambientali. Lo testimonia tutta la discussione che abbiamo fatto in Commissione su questo atto importante e fondamentale, che ha tenuto conto, in parti importanti della legge e con anche un numero rilevante di emendamenti in sede di discussione proposti dal consigliere D'Angelo che sono stati accolti. Quello che sta avvenendo anche in questa discussione testimonia una ulteriore volontà basata non tanto sull'idea di accontentare il consigliere D'Angelo in quanto tale, perché egli può o meno impegnarsi o "impuntarsi" su questo o quel punto, ma sull'obiettivo di migliorare la legge fin quando è possibile migliorarla. Questa è l'intenzione che noi abbiamo.
Questo è testimoniato dalla discussione che abbiamo avuto in Commissione, che ha portato, a chi ha avuto occhi per leggere e orecchie per ascoltare, giudizi grandemente positivi su questa legge a livello regionale. Al contrario di quello che dice il consigliere Brini, questa legge è stata accolta con giudizi ad ampio raggio e da diverse rappresentanze di interessi, tutti favorevoli. Mi riferisco a Legambiente, a Wwf, così come mi riferisco anche a rappresentanti degli interessi del mondo economico e credo che sia cosa di non poco conto essere riusciti a fare una legge di questa portata che ha avuto giudizi positivi dalle parti opposte. Questo testimonia il contrario di quello che dice lei, consigliere Brini: una chiara e precisa attenzione da parte di questa maggioranza politica alle tematiche delle quali i verdi, ma non solo, sono portatori in questa nostra regione, tematiche, quelle ambientali, che sono parte costitutiva di questa nostra maggioranza insieme a quelle dello sviluppo sostenibile. Ci rammarica che ancora abbiamo a registrare una posizione dei verdi che, nonostante tutto questo rimangono al di fuori della maggioranza.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Gasperi.

Gilberto GASPERI. Ho ascoltato con interesse e piacere l'intervento del collega Tontini il quale addirittura è felice di dire che parti contrapposte sono favorevoli a questa legge. Però bisogna vedere che tipi di giochi ci sono stati, perché molte volte, per avere delle associazioni basta vedere cosa è stato loro dato o promesso.
Sono andato a vedere l'allegato B2 riferito all'art. 11, primo comma, ove si parla dell'industria di prodotti alimentari. Cita: "impianti per la produzione di birra o malto con capacità di produzione superiore a 500.000 ettolitri l'anno", progetti sottoposti alla fase di verifica di competenza della Provincia. Ebbene, 500.000 ettolitri l'anno nell'ambito delle province marchigiane non vengono nemmeno consumati, quindi come si può pensare che un impianto per la produzione di birra o malto con questa capacità possa esistere nella regione Marche? E' come il volo di un aquilone nella ionosfera.

PRESIDENTE. Ha la parola l'assessore Amagliani.

Marco AMAGLIANI. Probabilmente ripeterò alcune delle cose che ha già detto il presidente della IV Commissione Tontini, però avrei auspicato che rispetto a questa normativa, che è stata lungamente gestita, sia dagli uffici che in Commissione... (Interruzione). So che dispiacerà ad alcuni membri della minoranza, in modo particolare al consigliere Brini, però ricordo allo stesso che questa normativa, che è stata lungamente gestita, ha avuto l'approvazione convinta di tutte le categorie, non di alcune rispetto alle quali qualcuno vorrebbe far credere abbiamo fatto un trattamento di favore. Così come ha avuto il parere convinto, attraverso note che sono a disposizione di tutti, su Internet e sui vari siti, di tutte le associazioni ambientaliste. Siccome in questo caso dovrebbero esserci interessi contrapposti, mi sembra che riuscire a inserire all'interno di un'unica normativa e a raccogliere pareri di questa natura sia dell'una che dell'altra parte... Capisco che ci sia un tentativo, nemmeno troppo strisciante ma evidentissimo, di alimentare un dissidio tra la maggioranza, in questo caso, in modo particolare il consigliere D'Angelo, ma con il consigliere D'Angelo io personalmente che ho gestito con gli uffici questa normativa fino a che la stessa non è arrivata in Commissione e gli stessi membri della IV Commissione, a partire dal presidente e dal relatore consigliere Modesti, ci siamo confrontati fino alle ultime ore, agli ultimi minuti e all'interno di una normale dialettica politica e amministrativa abbiamo chiarito con lo stesso che alcuni emendamenti potevano essere accettati in relazione a motivazioni tecnico-amministrative e non assolutamente politiche. Altri ritenevamo che fosse inopportuno accoglierli e che fosse meglio lasciare la normativa così come la Commissione l'ha licenziata.
La cosa di cui prendo atto è che effettivamente non avete argomenti. Rispetto a questa normativa non avete argomento alcuno per attaccarla. E' inutile fare riferimento ad altre normative di altre Regioni italiane. Se per un verso siamo l'ultima o la penultima Regione d'Italia ad approvare una normativa in tal senso, abbiamo la fortuna di misurarci con una normativa che attinge anche dalle esperienze altrui, ne fa tesoro e quindi produce una normativa ancor più avanzata di quella delle altre regioni d'Italia.
Su questa questione della partecipazione dei cittadini io sono particolarmente attento alle motivazioni qui portate dal consigliere D'Angelo, non perché le ha portate lui rappresentante dei verdi, ma perché quelle stesse motivazioni sono anche le mie e credo che i cittadini siano parte essenziale del processo democratico di ogni democrazia in ogni paese, quindi posso dire che all'interno di questa normativa, senza ombra di dubbio andremo a specificare le cose che possono essere specificate, ma questo diritto-dovere da parte dei cittadini è ampiamente rappresentato facendo riferimento a una normativa nazionale che dà agli stessi i modi, i tempi e le forme per la propria rappresentazione.
Vorrei evitare di riprendere la parola su questa questione, però pregherei quest'aula di intervenire direttamente sull'articolato, facendo proposte reali, modificative ma migliorative rispetto a quello che la Commissione ha licenziato. Plaudo al consigliere D'Angelo che comunque ha prodotto una serie di emendamenti: nell'ambito di una normale dialettica abbiamo ritenuto di accettarne alcuni, di rigettarne altri. Ciò che non trovo è un atteggiamento simile da parte di chi oggi dice "questa è la peggiore normativa d'Italia". Diteci anche il perché. Vi sfido a dirci anche il perché e a farci capire come la stessa potrebbe essere migliorata rispetto a ciò che abbiamo fatto, altrimenti mi sembra che l'unica motivazione sia quella di agevolare un possibile contrasto tra questa maggioranza e il consigliere D'Angelo, un contrasto che non c'è per quello che mi riguarda, non c'è per quello che riguarda i membri della Commissione, non c'è nemmeno personalmente, nel senso che con il consigliere abbiamo discusso a lungo e il prodotto di questa discussione e in qualche modo abbiamo trovato una sintesi che io ritengo alta, con lo stesso consigliere.

PRESIDENTE. Pongo in votazione l'emendamento n. 6.

Il Consiglio non approva

Emendamento n. 7. Ha la parola il consigliere Brini.

Ottavio BRINI. Come gruppo di Forza Italia apprezziamo sempre le "lezioncine" date dall'assessore Amagliani, perché ci fa fare un salto di qualità, però pensavamo che la vergogna avesse limiti. Quando uno legge una proposta di legge presentata dal consigliere D'Angelo circa tre anni fa — e tu all'epoca eri membro della IV Commissione e membro della maggioranza, mentre oggi con tutta questa padronanza non hai detto una sola parola —... Ci hai dato ancora una volta la dimostrazione di essere arrogante, presuntuoso e ci vuoi dare queste lezioni. (Interruzione). Preciso due cose, caro Tontini.
Il consigliere D'Angelo ha presentato questa proposta di legge e oggi l'avete incensato, avete detto che è bravo ma non gli accettate alcun emendamento, il 23 aprile 2001. Sono poi passati stranamente due anni di silenzio, anche se Tontini ha detto che sono state sentite le categorie le quali hanno detto che siete bravi ecc., poi è passato un altro anno dopo la presentazione della proposta di legge da parte della Giunta ed ugualmente avete sentito le categorie. Ebbene, dopo tre anni ci troviamo a discutere una legge su cui c'è un grande ritardo, a meno che ci sia stata una amnesia da parte della maggioranza che questa legge l'aveva messa nel cassetto, con D'Angelo scomodo, per trovare poi tutti quei compromessi e tutte quelle soluzioni che hanno permesso di approvarla.
Quindi assessore, un bagno d'umiltà in politica a volte fa anche bene: questa voglia di strafare non la mette nelle condizioni di essere il primo della classe, tutt'altro. Sarebbe stato opportuno che lei fosse stato un po' più umile, denunciando i ritardi della discussione di questa legge — penso che siamo gli ultimi in Italia — denunciando che non si è voluto prendere in considerazione una legge del consigliere D'Angelo e dei verdi, denunciando che di fronte a una proposta della Giunta del 9 luglio ci troviamo solo oggi a discutere questa problematica. Quindi tutto questo entusiasmo, questa voglia di dire che è colpa dell'opposizione non lo vedo, perché nessuno ha mai fatto opposizione a questa legge, però un bagno di umiltà, a volte in politica fa bene e ammettere dei ritardi non significa avere sbagliato. Lei faceva, come noi parte della IV Commissione.

PRESIDENTE. Ha la parola l'assessore Amagliani.

Marco AMAGLIANI. Consigliere Brini, mi rivolgo direttamente a lei che sta uscendo dall'aula, ascolteranno probabilmente gli altri. Non c'è peggior sordo di chi non vuol sentire. I ritardi rispetto a questa normativa li ho denunciati io, non c'era bisogno che li denunciasse lei. Per quello che mi riguarda in questo atto ci sono due date e non prenda solo quella che le fa più comodo. C'è la data di presentazione del consigliere D'Angelo (proposta di legge 57 del 23 aprile 2001) e c'è la data della proposta ad iniziativa della Giunta regionale presentata il 10 luglio 2003. Al consigliere Brini, che mostra il massimo dell'eleganza uscendo da quest'aula prima ancora di aspettare la risposta — ma ognuno ha il proprio stile — dico che il sottoscritto è stato nominato assessore dal Presidente D'Ambrosio il 21 novembre 2002 e in data 10 luglio 2003 questa proposta di legge è arrivata in Commissione. Inviterei tutti a fare un'analisi rispetto ai tempi di presentazione e gestazione delle leggi, quindi, ovviamente, inviterei anche il consigliere Brini con il quale voglio interrompere questa polemica, questo battibecco che non serve a nessuno e proprio perché non siamo gli ultimi ma i penultimi, è bene che noi oggi, licenziamo questa normativa. Ma lo invito ancora a intervenire nel merito: se non lo fa, evidentemente non ne è capace.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere D'Angelo.

Pietro D'ANGELO. Non volevo entrare nel dibattito politico ma più tecnico-politico della legge. Visto che ci siamo entrati, le chiedo formalmente, Presidente, di fare un richiamo a tutti i colleghi consiglieri, perché è inaccettabile, collega Amagliani, che una legge di così estrema importanza per i cittadini sia discussa con soltanto 4 consiglieri regionali in aula. Questo significa che della legge sulla VIA, al di là delle parole, non interessa più di tanto. Invito quindi a fare un richiamo ai colleghi a essere presenti in aula, se sono convinti che questa legge sia importante, altrimenti farebbero meglio a tacere.

PRESIDENTE. Pongo in votazione l'emendamento n. 7.

Il Consiglio non approva

Emendamento n. 8. Ha la parola il consigliere D'Angelo.

Pietro D'ANGELO. L'emendamento n. 8 prevede che per lo stoccaggio dei prodotti chimici pericolosi superiori a 40.000 tonnellate vi sia la VIA da parte della Provincia. Non è nulla di straordinario ma ritengo che quando si parla di rifiuti chimici pericolosi sia indispensabile una VIA. Siccome non è prevista dalla legge questa verifica, chiedo che sia inserita nella competenza delle Province.

PRESIDENTE. Pongo in votazione l'emendamento.

Il Consiglio non approva

Emendamento n. 10. Ha la parola il consigliere D'Angelo.

Pietro D'ANGELO. Come il precedente, è una previsione di valutazione d'impatto ambientale da parte della Provincia per quanto riguarda i prodotti ceramici mediante cottura, in particolare tegole ecc., superiore a 300 chilogrammi/metro cubo.

PRESIDENTE. Pongo in votazione l'emendamento.

Il Consiglio non approva

Emendamento n. 11. Ha la parola il consigliere D'Angelo.

Pietro D'ANGELO. E' il passaggio dalla verifica di impatto ambientale da parte della Provincia ad una VIA da parte della stessa Provincia per quanto riguarda gli impianti di trattamento e trasformazione di materie prime animali diverse dal latte, con capacità di produzione fino a oltre 60 tonnellate al giorno.

PRESIDENTE. Pongo in votazione l'emendamento.

Il Consiglio non approva

Emendamento n. 12. Ha la parola il consigliere D'Angelo.

Pietro D'ANGELO. Come il precedente prevede che siano passati dalla verifica di impatto ambientale provinciale alla VIA provinciale gli impianti di trattamento e trasformazione di materie prime vegetali con una capacità di produzione di prodotti finiti di oltre 250 tonnellate al giorno.

PRESIDENTE. Pongo in votazione l'emendamento.

Il Consiglio non approva

Emendamento n. 13. Ha la parola il consigliere D'Angelo.

Pietro D'ANGELO. Dalla verifica di impatto ambientale provinciale alla VIA provinciale per gli impianti per la fabbricazione di prodotti lattiero-caseari con capacità di lavorazione superiore a 200 tonnellate al giorno. Voi immaginate cosa può rappresentare un caseificio di questa dimensione.

PRESIDENTE. Pongo in votazione l'emendamento.

Il Consiglio non approva

Emendamento n. 14. Ha la parola il consigliere D'Angelo.

Pietro D'ANGELO. L'importanza di VIA per macelli e stabilimenti di squartamento aventi una capacità di produzione di carcasse superiore a 30 tonnellate/giorno e impianti di eliminazione e recupero di carcasse e residui animali con capacità di oltre 5 tonnellate al giorno.

PRESIDENTE. Pongo in votazione l'emendamento.

Il Consiglio non approva

Emendamento n. 15. Ha la parola il consigliere D'Angelo.

Pietro D'ANGELO. L'importanza di sottoporre a verifica di impatto ambientale provinciale gli impianti di pre-trattamento operazioni lavaggio, imbianchimento e macerazione o per la tintura di fibre tessili, di lana su capacità di trattamento superiori a 10 tonnellate al giorno. Sappiamo quanto questi insediamenti siano pericolosi, oltre che per gli operai anche per i cittadini che vivono nei dintorni.

PRESIDENTE. Pongo in votazione l'emendamento.

Il Consiglio non approva

Emendamento n. 16. Lo pongo in votazione.

Il Consiglio approva

Emendamento n. 17. Ha la parola il consigliere D'Angelo.
Lo pongo in votazione.

Il Consiglio approva

Emendamento n. 18. Ha la parola il consigliere D'Angelo.

Pietro D'ANGELO. Nella verifica d'impatto ambientale da parte della Regione viene aggiunto lo stoccaggio in superficie di gas naturali con capacità complessiva superiore a 10.000 metri cubi.
Capite che cosa significa una superficie destinata a stoccaggio di gas naturali. E' abbastanza pericoloso per la gente che vive nei dintorni quindi ritengo che sia indispensabile una verifica di impatto ambientale di competenza regionale.

PRESIDENTE. Pongo in votazione l'emendamento.

Il Consiglio non approva

Emendamento n. 19. Ha la parola il consigliere D'Angelo.

Pietro D'ANGELO. Si chiede la verifica di impatto ambientale da parte della Regione per lo stoccaggio di gas combustibili in serbatoi sotterranei con capacità superiore a 10.000 metri cubi.

PRESIDENTE. Pongo in votazione l'emendamento.

Il Consiglio non approva

Emendamento n. 20. Ha la parola il consigliere D'Angelo.

Pietro D'ANGELO. Si prevede la verifica di compatibilità ambientale da parte della Regione per lo stoccaggio in superfici di combustibili fossili con capacità complessiva superiore a 10.000 metri cubi.

PRESIDENTE. Pongo in votazione l'emendamento.

Il Consiglio non approva

Emendamento n. 21. Ha la parola il consigliere D'Angelo.

Pietro D'ANGELO. Si propone di aggiungere la verifica di compatibilità ambientale regionale per le agglomerazioni di carbon fossile e lignite. Sapete che già in passato, relativamente all'attività di trasporto di carbone ci sono stati tanti problemi per il porto e per i cittadini di Ancona. Ritengo che sia opportuna una verifica di compatibilità ambientale.

PRESIDENTE. Pongo in votazione l'emendamento.

Il Consiglio non approva

Emendamento n. 22. Ha la parola il consigliere D'Angelo.

Pietro D'ANGELO. Nell'elenco della verifica di valutazione ambientale della Regione, secondo il sottoscritto deve essere aggiunto non solo "aeroporti" ma anche "aviosuperfici". Sapete quale impatto ambientale può dare un aeroporto con i rumori, l'inquinamento e quant'altro. Abbiamo una situazione drammatica già nel comune di Fano, ritengo che una verifica di compatibilità ambientale per le aviosuperfici non sia una cosa sciocca.

PRESIDENTE. Pongo in votazione l'emendamento.

Il Consiglio non approva

Emendamento n. 23. Ha la parola il consigliere D'Angelo.

Pietro D'ANGELO. Verifica di compatibilità ambientale da parte della Regione per le opere di trasferimento di risorse idriche tra bacini imbriferi, escluso il trasferimento di acqua potabile. Una canalizzazione tra un bacino imbrifero e un altro deve essere valutata rispetto alla compatibilità ambientale. Mi si dice che su questo non c'è supporto tecnico, ma ho i miei dubbi. Su molti emendamenti bocciati per una incompatibilità tecnica, ho le mie perplessità.

PRESIDENTE. Pongo in votazione l'emendamento.

Il Consiglio non approva

Emendamento n. 24. Lo pongo in votazione.

Il Consiglio approva

Emendamento n. 25. Ha la parola il consigliere D'Angelo.

Pietro D'ANGELO. L'emendamento prevede che sia estesa la verifica di compatibilità ambientale oltre che agli impianti di risalita nelle piste da sci anche alle piste da sci, con portata oraria di massimo 1.800 persone. Quindi impianti di risalita e piste da sci dovrebbero essere sottoposti a verifica di compatibilità ambientale.

PRESIDENTE. Pongo in votazione l'emendamento.

Il Consiglio non approva

Subemendamento n. 026. Ha la parola il consigliere Modesti.

Cataldo MODESTI. Questo subemendamento cerca di accogliere la sostanza dell'emendamento 26 proposto dal collega D'Angelo. E' stata fatta l'aggiunta della quantità, che è quella ricavata dalla normativa che ci siamo dati a livello regionale, quindi va nella direzione di accogliere la sostanza dell'emendamento 26. E' sostitutivo dell'emendamento 26.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere D'Angelo.

Pietro D'ANGELO. Il subemendamento è una precisazione allo stesso emendamento 26 che ho presentato io. Praticamente il contenuto dell'emendamento è lo stesso, quindi è accoglibile.

PRESIDENTE. Pongo in votazione il subemendamento

Il Consiglio non approva

Pongo in votazione l'emendamento come subemendato.

Il Consiglio approva

Emendamento n. 27. Ha la parola il consigliere D'Angelo.

Pietro D'ANGELO. Nella verifica di compatibilità ambientale da parte delle Province ritengo sia importante aggiungere i centri di stoccaggio di rifiuti speciali con capacità massima superiore a 30.000 metri cubi.

PRESIDENTE. Pongo in votazione l'emendamento.

Il Consiglio non approva

Emendamento n. 28. Lo pongo in votazione.

Il Consiglio approva

Emendamento n. 29. Ha la parola il consigliere D'Angelo.

Pietro D'ANGELO. Si prevede che siano sottoposti a verifica di compatibilità ambientale i centri di stoccaggio di prodotti chimici pericolosi da parte delle Province. Anche per questo emendamento mi si dirà che è tecnicamente inaccettabile. Io ritengo che queste siano tutte scelte politiche.

PRESIDENTE. Pongo in votazione l'emendamento.

Il Consiglio non approva

Emendamento n. 30. Ha la parola il consigliere D'Angelo.

Pietro D'ANGELO. Spero che non mi si dica che anche questo è incompatibile tecnicamente, assessore Amagliani, come tutti i precedenti. Questo è un emendamento squisitamente politico.
IL Consiglio regionale, su proposta della Giunta regionale ha facoltà di assoggettare a procedura di VIA specifici progetti qualora il progetto possa influire in modo rilevante sull'ambiente. In tali casi in deroga al dispositivo di cui all'apposito articolo.
Questo emendamento dà la possibilità alla Regione di intervenire direttamente sulla verifica di compatibilità ambientale per impianti che hanno un impatto ambientale molto forte.

PRESIDENTE. Pongo in votazione l'emendamento.

Il Consiglio non approva

Emendamento n. 31. Ha la parola il consigliere D'Angelo.

Pietro D'ANGELO. Adesso vedremo, assessore Amagliani, se mi dirà che anche questo è inaccettabile tecnicamente. Comunque mi riprometto di mandare gli emendamenti non tecnici, di valutazione politica, bocciati, a tutti i referenti di Rifondazione comunista sul territorio che tanto parlano di garanzie per i cittadini.
Art. 3, comma 5, punto d): dopo le parole "le opere a carattere provvisorio di durata..." sono aggiunte le parole "certa e limitata". Non si può lasciare un aspetto in modo illimitato. Questo emendamento non stravolge la legge, non contrasta con alcunché ma specifica che i tempi debbono essere certi e limitati, comunque in un periodo. Sappiamo che viviamo in una nazione dove il temporaneo è definitivo, ritengo che mettere un'aggiunta di questo genere non sarebbe scandaloso. Ma chiaramente, anche questo non è compatibile tecnicamente, collega Modesti.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Modesti.

Cataldo MODESTI. Questo emendamento è perfettamente compatibile e lo condividiamo.

PRESIDENTE. Pongo in votazione l'emendamento.

Il Consiglio approva

Pongo in votazione l'articolo 3 come emendato.

Il Consiglio approva

Art. 4. Emendamento n. 33. Ha la parola il consigliere D'Angelo.

Pietro D'ANGELO. In questo emendamento, non tecnico ma politico, si prevede che per un intervento che abbia una rilevanza ambientale, ricadente in parte o totalmente su area protetta, debba essere coinvolto direttamente, nella VIA, l'ente parco su cui tale intervento ricade. E' un emendamento politico, non tecnico, quindi ci si prenda le proprie responsabilità nel dire no o sì, ma non ci si trinceri dietro l'alibi che tecnicamente è inaccettabile.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Modesti.

Cataldo MODESTI. Questo emendamento non è accoglibile non per questioni di legittimità, ma perché è peggiorativo, nel senso che è meno garantista rispetto alla salvaguardia dell'ambiente per tre motivi, essenzialmente.
Anche se c'è scritto che il parco può avvalersi della Provincia, tuttavia se diamo la competenza al parco sappiamo tutti che gli enti parco nazionali, ma quelli regionali in particolare, non hanno strumentazioni organizzative, tecniche, professionalità per occuparsi con cognizione di causa di questa problematica. Inoltre c'è anche il pericolo di un meccanismo di controllori-controllati, perché conosciamo la composizione degli enti parco che sono espressione degli enti locali, quindi una determinata tipologia di progetti può essere esaminata da chi poi ha possibilità, rispetto ad altri di altri territori, di far valere le proprie ragioni all'interno dell'organismo, quindi in alcune fattispecie i Comuni potrebbero essere controllori-controllati.
Per queste motivazioni non lo accogliamo, perché riteniamo che da un punto di vista della finalità della legge e della tutela dell'ambiente sia riduttivo.

PRESIDENTE. Pongo in votazione l'emendamento.

Il Consiglio non approva

Pongo in votazione l'articolo 4.

Il Consiglio approva

Articolo 5. Lo pongo in votazione.

Il Consiglio approva

Articolo 6. Emendamento 34. Ha la parola il consigliere D'Angelo.

Pietro D'ANGELO. Questo emendamento va a ripristinare la prima versione della proposta di legge della Giunta: per la procedura di verifica era indispensabile presentare una serie di documentazioni quali il progetto preliminare, la scheda dell'opera, l'inquadramento territoriale ambientale dell'opera, l'analisi ambientale contenente l'individuazione dell'ambito territoriale, descrizione del progetto preliminare, relazione relativa all'individuazione e valutazione di impatto ambientale e quant'altro. Una serie di documenti indispensabili per mettere nelle condizioni migliori coloro che devono dare un parere di valutazione d'impatto ambientale. Questo era previsto nella prima stesura della Giunta, è stato cambiato in Commissione, alleggerito in modo drastico. Ci sono le osservazioni della Confindustria che dicevano che era troppo pesante questo articolo. E' chiaro che la Confindustria fa i propri interessi, ma ritengo che un legislatore debba fare gli interessi di tutta la collettività, ritengo che per una corretta VIA non sono mai troppe le documentazioni per valutare l'impatto stesso.
Quindi si è preferito dare ascolto alla Confindustria, collega Amagliani, prendetevi le responsabilità. Diremo che la snellezza della legge è passata a discapito della trasparenza.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Modesti.

Cataldo MODESTI. E' un emendamento rilevante, il collega D'Angelo ha fatto affermazioni che non possono non avere una risposta.
Intanto non è che questo emendamento è stato proposto dalla Giunta o dall'assessore Amagliani. E' stata una modifica introdotta autonomamente dalla Commissione, in particolare dal sottoscritto in quanto relatore, perché non c'è nessuno stravolgimento, c'è una modesta semplificazione dei contenuti dell'art. 6. Domando a me stesso ma a tutti i colleghi quale differenza ci sarebbe, a testo invariato, originario, tra gli articoli 6 e 10, cioè verifica e VIA. Si chiedevano troppe cose con meccanismi troppo complessi per l'operazione di verifica.
C'è una confusione che aleggia quando si parla di verifica o VIA tout-court. La verifica non si conclude necessariamente con la fase della verifica stessa, la fase di verifica si conclude con più ipotesi che sono alternative fra di loro. Si può concludere dichiarando che quel progetto è soggetto a VIA di cui all'art. 10, si può chiudere la verifica dicendo che non si procede comunque perché quell'opera non è comunque ammissibile, oppure si può chiudere positivamente dicendo "va bene, si vada avanti", o "si vada avanti con prescrizioni". Siccome siamo in una fase più interlocutoria, giustamente tutta la procedura deve essere leggermente semplificata. Non parliamo di stravolgimenti, perché sarei il primo a non essere d'accordo se si trattasse di stravolgimenti. Sono correttivi per una maggiore semplificazione, visto che è una fase diversa dalla valutazione, che si può concludere con le fattispecie che dicevo io, per cui se c'è un progetto, una richiesta con certe caratteristiche indubbiamente andrà soggetta a VIA, quindi è soggetta doppiamente a due passaggi: verifica e valutazione. Abbiamo soltanto semplificato qualche passaggio burocratico e formale, di sostanziale non c'è niente che meriti l'appellativo di stravolgimento o di cambiamento radicale.

PRESIDENTE. Ha la parola l'assessore Amagliani.

Marco AMAGLIANI. Vorrei anzitutto tranquillizzare il consigliere D'Angelo, nel senso che è del tutto evidente che un amministratore pubblico quando svolge questo ruolo, deve necessariamente tener conto di tutte le parti che compongono questa nostra società, ma relativamente ai miei collegamenti con la Confindustria...

Pietro D'ANGELO. Non ho detto questo, non fraintendiamo. Non ho detto che lei ha dei collegamenti con la Confindustria. Non mi permetterei di dire questo.

Marco AMAGLIANI. Figuriamoci, non voglio fare nessuna polemica, voglio solo dire che relativamente alle mie presunte sensibilità nei confronti delle motivazioni espresse da Confindustria...

Pietro D'ANGELO. Ma non è sua...

Marco AMAGLIANI. Ma lei ha fatto il mio nome. Lei si è riferito, relativamente alla sensibilità nei confronti delle posizioni espresse da Confindustria, alla mia persona. Comunque io non mi offendo, proprio relativamente alla simpatia che contraddistingue i nostri rapporti. In merito a questo tema c'è tutta una storia personale che dimostra una scarsa sensibilità rispetto ad alcune sirene, ad alcune motivazioni. Allo stesso modo dico che un amministratore pubblico, con grande buon senso deve tener conto di tutte le espressioni della società. In questo caso non si è tenuto conto di quello che lei dice, ma di un articolato che va letto e che va messo insieme in tutte le sue forme, in tutti i suoi punti, per cui bisognerebbe valutare anche l'art. 18 che verrà, che rimanda ad un regolamento specifico tutte le azioni, le operazioni, la documentazione da presentare relativamente a questa partita.
Consigliere D'Angelo la ringrazierò se lei invierà questa proposta di legge a tutti i miei adepti e agli aderenti al mio partito, perché noi, come partito, non abbiamo tante possibilità di raggiungere tutti quelli che esprimono la loro preferenza nei nostri confronti e io le ripeto che sono così tanto tranquillo e soddisfatto che questa legge veda la luce nei modi e nelle forme in cui la sta vedendo, per avere verificato come tutto il mondo ambientalista, non solo la società civile, abbiamo espresso una valutazione positiva rispetto al lavoro che qui abbiamo prodotto. Quindi non ho nulla di che pentirmi e se intervengo lo faccio soltanto per precisare, per specificare alcuni passaggi, ma vorrei rassicurarla: io non sono particolarmente sensibile alle categorie che lei ha citato. Sono sensibile a tante categorie, in modo particolare a quelle dei lavoratori, a quelle degli artigiani, alla Confesercenti, al mondo ambientalista, dopodiché tengo conto anche di ciò che viene complessivamente da questa società. Però c'è una graduatoria: quella che le ho appena stilato.

PRESIDENTE. Pongo in votazione l'emendamento 34.

Il Consiglio non approva

Emendamento n. 35. Ha la parola il consigliere D'Angelo.

Pietro D'ANGELO. Anche questo emendamento non è tecnico, tanto per fugare eventuali fraintendimenti. Dice che la VIA può essere accompagnata da prescrizioni di mitigazione e io aggiungo le parole "o eliminazione", perché un intervento potrebbe anche essere incompatibile con il territorio, quindi è giusto introdurre la mitigazione ma non è osceno dire che la VIA potrebbe ritenere l'insediamento nn compatibile con l'area, perché se volete mettere una megadiscarica di rifiuti tossici speciali nel vigneto della Moncaro potrebbe dire che la cosa è incompatibile, per cui non vedo tutta questa oscenità su questo emendamento.

PRESIDENTE. Pongo in votazione l'emendamento.

Il Consiglio non approva

Articolo 6. Lo pongo in votazione.

Il Consiglio approva

Articolo 7. Lo pongo in votazione.

Il Consiglio approva

Articolo 8. Emendamento n. 36. Lo pongo in votazione.

Il Consiglio approva

Pongo in votazione l'articolo 8 come emendato.

Il Consiglio approva

Articolo 0. Emendamento n. 37. Ha la parola il consigliere D'Angelo.

Pietro D'ANGELO. Si aggiunge, come avevo già preannunciato in precedenza, nei documenti necessari per la VIA, una sintesi non tecnica dell'opera.

PRESIDENTE. Lo pongo in votazione.

Il Consiglio non approva

Emendamento n. 38. Ha la parola il consigliere D'Angelo.

Pietro D'ANGELO. Questo emendamento va nella direzione di garantire la pubblicizzazione degli atti, quindi la trasparenza di un procedimento di VIA e dice che il proponente deve pubblicizzare il proprio intervento entro 10 giorni dall'avvenuto deposito di cui al comma 2. Se non si mette un riferimento temporale la pubblicazione potrebbe anche essere data il giorno prima della VIA quando i cittadini non sanno niente. La pubblicizzazione dell'iter amministrativo va fatta all'inizio dell'iter amministrativo, non alla fine.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Modesti.

Cataldo MODESTI. Questo emendamento avrebbe un senso se i commi successivi non prevedessero la decorrenza dei termini, ma siccome è scritto con chiarezza che i termini per le procedure decorrono dalla data di pubblicazione sul Bur, non ha senso imporre che questa pubblicazione debba avvenire entro 10 giorni, si crea qualche difficoltà operativa agli interessati. Se si fa dopo 15 o 20 giorni non succede niente, perché i tempi del procedimento decorrono dalla pubblicazione sul Bur. Non si possono fare i giochetti che teme il collega D'Angelo, quindi mettere fretta per rispettare la pubblicazione entro 10 giorni creando anche qualche problema operativo, non è opportuno, anzi superfluo.

PRESIDENTE. Pongo in votazione l'emendamento.

Il Consiglio non approva

Emendamento 38 ter. Lo pongo in votazione.

Il Consiglio approva

Pongo in votazione l'articolo 9 come emendato.

Il Consiglio approva

Articolo 10. Emendamento n. 39. Lo pongo in votazione.

Il Consiglio approva

Emendamento n. 40. Lo pongo in votazione.

Il Consiglio approva

Emendamento n. 41. Lo pongo in votazione.

Il Consiglio approva

Pongo in votazione l'art. 10 come emendato.

Il Consiglio approva

Articolo 11. Emendamento n. 42. Ha la parola il consigliere D'Angelo.

Pietro D'ANGELO. Questo emendamento garantisce la collettività perché permette ricorso contro la pronuncia d'impatto ambientale, quindi è una garanzia in più.

PRESIDENTE. Lo pongo in votazione.

Il Consiglio non approva

Pongo in votazione l'articolo 11.

Il Consiglio approva

Articolo 12. Lo pongo in votazione.

Il Consiglio approva

Emendamento n. 43. Subemendamento a firma Modesti che ha la parola.

Cataldo MODESTI. E' un subemendamento banalissimo, che corregge per una questione di forma l'emendamento 43 del collega D'Angelo, quindi è integrativo, si cambia soltanto "autorità competenti" con "Province", perché le autorità competenti sono la Regione e le Province, siccome qui parliamo di poteri sostitutivi non è possibile che la Regione si sostituisca a se stessa, se mai si sostituisce alla Provincia nel caso che sia inadempiente.

PRESIDENTE. Pongo in votazione l'emendamento.

Il Consiglio approva

Pongo in votazione l'emendamento come subemendato.

Il Consiglio approva

Articolo 13. Lo pongo in votazione.

Il Consiglio approva

Articolo 14. Lo pongo in votazione.

Il Consiglio approva

Articolo 15. Lo pongo in votazione.

Il Consiglio approva

Articolo 16. Emendamento n. 44. Lo pongo in votazione.

Il Consiglio approva

Pongo in votazione l'articolo 16 emendato.

Il Consiglio approva

Articolo 17. Lo pongo in votazione.

Il Consiglio approva

Articolo 18. Lo pongo in votazione.

Il Consiglio approva

Articolo 19. Lo pongo in votazione.

Il Consiglio approva

Articolo 20. Lo pongo in votazione.

Il Consiglio approva

Sub-subemendamento 0045. Ha la parola il consigliere Modesti.

Cataldo MODESTI. Con questo subemendamento, per quello che riguarda le autorizzazioni e concessioni per le centrali idroelettriche, occorre l'assoggettamento a una valutazione di congruità rispetto alla normativa sulla tutela delle acque.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Moruzzi.

Marco MORUZZI. Chiedo, per l'interpretazione del subemendamento che è importante, se per normativa di tutela delle acque si intende il mantenimento del deflusso idrico minimo vitale previsto dalla normativa delle acque, altrimenti genericamente "normativa delle acque" è una quantità immensa di risorse, di norme e di regole, da quelle sulle concentrazioni degli inquinanti a quelle sugli scarichi ecc. Credo che questo debba essere chiaro.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Modesti.

Cataldo MODESTI. L'interpretazione è quella che dava adesso il collega Moruzzi, cioè che si fa riferimento al deflusso minimo delle acque.

PRESIDENTE. Pongo in votazione il subemendamento.

Il Consiglio approva

Subemendamento 045. Lo pongo in votazione.

Il Consiglio approva

Decade l'emendamento 45.
Art. 21. Lo pongo in votazione.

Il Consiglio approva

Pongo in votazione il coordinamento tecnico.

Il Consiglio approva

Pongo in votazione la proposta di legge nel suo complesso.
Ha la parola, per dichiarazione di voto, il consigliere Brini.

Ottavio BRINI. Intervengo per motivare il voto contrario. Al primo punto mettiamo la lunga latitanza di questa maggioranza nell'approvazione di questo atto di cui oggi si è dimostrata l'urgenza e l'importanza. Ci domandiamo come mai, a distanza di tre anni, questa legge solo oggi ha visto la luce. La legge, come abbiamo visto anche dagli emendamenti presentati dal consigliere D'Angelo, è stata notevolmente ridimensionata, è stata mortificata e ha perso tutto il suo significato. La seconda riflessione è che c'è una carenza di partecipazione alla predisposizione e discussione di questa legge.
Inoltre, noi non vogliamo fare paragoni con nessuno, però è inevitabile, perché molto spesso alcune Regioni amministrate dalla sinistra vengono prese come modello: ci è parso che paragonare le Marche alla Toscana non sia possibile, perché si notano grosse deficienze. E' stato detto non da noi ma da autorevoli esponenti, che la Toscana è un modello di gestione del territorio. Sempre secondo alcuni esponenti, ambientalisti e non, con questa legge le Marche non rappresentano la buona gestione del territorio, quindi un secco no a questa proposta di legge da parte di Forza Italia per le motivazioni che abbiamo detto. Vogliamo ribadire ancora una volta la distanza, che è aumentata, tra il gruppo dei verdi e questa maggioranza regionale.
Riteniamo che diventi difficile governare il territorio quando la testa, che sarebbe la Regione Marche, è molto distante dalla base, quindi non riusciamo a capire quali accordi programmatici e politici facciate nel territorio, quando la gestione deve essere unica, nella politica ambientale. Solo il potere e il voler governare a tutti i costi vi unisce e dimenticate, poi, quali sono veramente le problematiche ambientali. Voi avete solo un obiettivo: di non far governare il centro-destra. Qualcuno può dire che fa meno male rispetto al fatto che i verdi stiano all'opposizione, noi non condividiamo questa riflessione. Voler mettere insieme tante sigle a tutti i costi pur di battere il centro-destra a volte può fare più danno di quello che si farebbe avendo chiarezza. La Regione Marche non ha più una politica ambientale, quindi calare nel territorio questa politica diventa molto difficile. Avere fatto una legge non significa avere risolto i problemi del territorio, anzi bisogna applicarla. Quindi la domanda che faccio al gruppo verdi è: come pensate voi di gestire nelle quattro province una legge cui oggi votate contro? Con quali programmi andate a governare, anzi pensate di andare a governare Ascoli Piceno, Macerata e Pesaro, quando oggi bocciate la politica ambientale del "governatore" delle Marche? Questa è incoerenza politica e programmatica. Certo, potrà anche far sorridere qualcuno, siamo abituati a tutto: pur di vincere voi fate tutto e il contrario di tutto, però penso che la difficoltà che incontreranno i verdi nelle imminenti elezioni provinciali sarà molto elevata, perché mi auguro che ci sarà un serio dibattito non solo tra i presidenti ma anche tra le forze politiche e quando dovrete illustrare la vostra politica ambientale nel territorio, le contraddizioni sicuramente verranno fuori.
Caro collega D'Angelo, non vogliamo mettere il dito nella piaga: anche oggi ti hanno voluto non umiliare, perché è una parola troppo brutta, ma mettere nelle condizioni di non nuocere rispetto alla politica ambientale di questa maggioranza, ti hanno messo in un angolo. Noi non vogliamo speculare o dare la sensazione di speculare su questo problema politico-programmatico ma lo denunciamo con forza, perché è sotto gli occhi di tutti. Peccato che non emerga con la stessa forza e determinazione nel territorio. Sarà nostra premura inviare non solo agli adepti di Rifondazione comunista ma anche agli altri componenti dei vari partiti le contraddizioni che oggi sono emerse, di sostanza, non di metodo, contraddizioni di merito e non di metodo. Quindi una riflessione opportuna che dovete fare, se volete presentarvi come forza politica per il governo dei prossimi cinque anni della Regione Marche.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere D'Angelo.

Pietro D'ANGELO. Presidente, colleghi, come avevo dimostrato con un certo nervosismo durante l'esame degli emendamenti, sono rimasto stupefatto dalla poca attenzione dedicata dai colleghi consiglieri ad una legge così importante per la tutela ambientale, per la difesa della salute dei cittadini e per una migliore qualità della vita dei cittadini.
Pensavo che su questo testo ci sarebbe stato un maggiore dibattito, un maggiore approfondimento. Ho già detto nell'intervento generale che il partito dei Comunisti italiani aveva presentato una legge, nella precedente legislatura, nel 1996, così come Rifondazione comunista, così come il gruppo Verdi successivamente; una legge che molti chiedevano, visto che ci sono stati ben 13 anni di gestione transitoria delle norme sulla VIA relativamente alle normative dell'Ue, relativamente alle normative nazionali. Siamo arrivati ultimi, è vero, questo è il triste primato di questa Regione, ma finalmente, dopo tanto tempo si è giunti a un testo che, ribadisco, avrei veramente gradito avesse avuto una maggiore partecipazione, ma evidentemente interessano di più aspetti maggiormente demagogici, che danno più visibilità politica rispetto a un contributo attento ad una normativa di legge fondamentale per la qualità della vita dei cittadini e per la tutela ambientale.
Ritengo che poteva essere fatto di più, però gli emendamenti che sono passati hanno dato un modesto contributo di miglioramento del testo proposto dalla Giunta regionale e in Commissione dove sono stati recepiti alcuni emendamenti proposti dal sottoscritto e qui in aula, dove sono stati recepiti otto emendamenti su 40, sempre del sottoscritto.
Quindi devo dire che al di là dell'asprezza dei toni nel dibattito sulla verifica dell'accettazione dei miei emendamenti, almeno un'apertura questa maggioranza l'ha dimostrata approvando anche alcuni emendamenti fondamentali come il 41 che prevede l'obbligatorietà di un dibattito pubblico qualora ci sia un'organizzazione di interessi diffusi — mi riferisco alle associazioni ambientaliste e ai comitati dei cittadini — ed è una notevole garanzia. Non è un emendamento da poco e devo dare atto che l'approvazione di questo emendamento è stato un aspetto molto importante per garantire la trasparenza e la partecipazione dei cittadini. Relativamente all'atteggiamento delle associazioni ambientaliste sono perplesso, perché quando delle associazioni ambientaliste si schierano così apertamente a favore di una legge, con emendamenti che io personalmente ho mandato, che garantivano la partecipazione dei cittadini e dicono "la legge è perfetta" io ho delle grosse perplessità su questi atteggiamenti e siccome l'attività politica ti forgia, ti fa capire molte cose che i cittadini "normali" non capiscono e siccome ormai da molti anni faccio attività politica, posso dare anche una risposta a queste affermazioni delle associazioni ambientaliste, senza voler andare più in là.
Quindi ritengo che se le associazioni ambientaliste mi avessero aiutato, forse qualcosa in più si poteva avere in termini di partecipazione, ma ritengo comunque che quanto emerso dall'esame degli emendamenti abbia portato ad una garanzia di partecipazione. Ripeto, faccio riferimento agli emendamenti 39, 40 e 41 che erano tutti legati alla partecipazione dei cittadini e sono stati tutti recepiti.
Ho un po' di amarezza per tutti gli altri respinti, alcuni forse con un avallo tecnico condivisibile, altri ritengo che con una maggiore attenzione potevano essere accettati. Quando si fanno insediamenti pericolosi sul territorio che possono cambiare la qualità della vita dei cittadini e soprattutto mettere a repentaglio la loro sicurezza, è indispensabile il loro coinvolgimento, una verifica attenta di compatibilità ambientale. Non esiste un legislatore che possa ignorare questi aspetti, cioè una attenta valutazione di impatto ambientale su alcuni insediamenti o addirittura non dare la possibilità di fare alcuna valutazione senza che ci sia l'avallo dei cittadini che tale impatto ambientale dovranno sostenere. Non esiste legislatore attento che possa permettere questo perché se non è presente nella legge, comunque se si verificheranno situazioni di centri di stoccaggio di prodotti chimici pericolosi, se i cittadini vedranno che questi insediamenti possono mettere a repentaglio la loro sicurezza, non ci sarà legge regionale che tenga e si scatenerà il conflitto sociale. Ecco perché mi sono permesso di apportare alcuni correttivi relativamente a insediamenti che secondo me hanno l'esigenza di essere valutati come compatibilità ambientale. Non prevedendo questa valutazione si può andare solamente in una direzione di conflittualità tra cittadini ed enti locali o enti preposti al rilascio delle autorizzazioni.
Non è questo il percorso migliore. Al momento del voto i cittadini non se lo ricordano ma al momento della difficoltà vi posso assicurare che vengono da me come ambientalista, carissimo assessore Amagliani. Ma se poi il verde nell'Amministrazione comunale, provinciale o in Regione non c'è o non ha forza politica, è chiaro che il suo intervento è depotenziato.
Al di là di questo, noi come verdi ci siamo mossi sempre per cercare di evitare queste conflittualità sociali. Di tutti gli emendamenti tecnici relativi alle tabelle, quindi agli insediamenti che devono essere vincolati alla VIA o alla verifica di compatibilità ambientale non so se essa deve essere di competenza regionale, provinciale. Non so di tutti gli emendamenti che ho proposto quali erano quali erano accettabili, ma è certo che alcuni insediamenti che sono rimasti fuori dalla verifica di compatibilità ambientale mi preoccupano, alcuni insediamenti che sono rimasti di competenza provinciale mi preoccupano, perché io vedo l'operato delle Province. Spesso parlando con i colleghi si dice "abbiamo troppo delegato". Si dice sempre che si è delegato troppo, le Province non hanno le strutture, a volte sono più soggette alle sollecitazioni locali rispetto alla Regione... Non che la Regione sia immune da questo fenomeno, però stando più lontano si presuppone o si auspica che questa influenza sia minore. Io non criminalizzo nessuno, ma il consenso elettorale è un aspetto molto delicato nel settore dell'amministrazione pubblica, troppe cose vengono fatte a discapito della collettività, in funzione di un consenso elettorale più facile.
Ritenevo che un organismo sovraordinato che controlli le attività degli altri enti non sia una cosa così scandalosa ma un aspetto di garanzia dell'interesse collettivo.
Mi auguro che quegli emendamenti non accettati per incompatibilità tecnica possano trovare nell'ambito del regolamento previsto dalla presente legge, la possibilità di un eventuale recupero. Collega Amagliani, non ho assolutamente detto e non mi passava minimamente per la testa che lei si sia appiattito sulla posizione di Confindustria, ho solamente detto che la Giunta aveva proposto un testo che ritengo sia stato suo, che la Commissione l'ha cambiato e nel cambiamento sono andato a verificare che le osservazioni andavano nella direzione di Confindustria, ma questo non significa che uno l'abbia fatto in malafede o per altri fini, era un dato di fatto, non è mio costume accusare alcuno di connivenze particolari con alcunché.
In questo testo era passato il concetto — rivisto parzialmente con l'approvazione di questi emendamenti — che partecipazione dei cittadini, pubblicizzazione degli atti fosse appesantimento burocratico. E' folle questo, lasciatelo consigliare, collega Modesti. Vedere la partecipazione dei cittadini su degli insediamenti che possono sconvolgere la loro vita e vedere tutte le garanzie di trasparenza e di pubblicizzazione degli atti come un appesantimento burocratico della legge non mi trova d'accordo, perché mi muovo sempre nella garanzia dei cittadini e tu dovresti sapere bene, collega Modesti, che cosa significa l'impatto ambientale. Quando non eri consigliere ti sei rivolto al sottoscritto dicendo "aiutami a stoppare una situazione dall'impatto ambientale devastante". Ebbene io sono qui per aiutare anche te, collega, quindi senza criminalizzare alcun atteggiamento, sperando che con il regolamento ci sia un miglioramento di questo testo che è già stato migliorato in Commissione e anche in aula, spero anche che, finalmente, questa Regione abbia una legge che possa tutelare gli interessi della collettività.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Franceschetti.

Fausto FRANCESCHETTI. Sono d'accordo nel proseguire i lavori fino ad esaurimento ed approvazione di questa legge. Fra l'altro siamo alle dichiarazioni di voto, quindi potremmo benissimo concludere. Chiederei anche, una volta approvata la legge sulla VIA di sospendere il Consiglio e rimandare gli altri atti alla prossima seduta, perché nel pomeriggio vi sono diversi impegni dei gruppi di maggioranza, quindi, come è stato fatto anche in altre occasioni su richiesta di altri gruppi politici, anche di minoranza, chiediamo la sospensione dei lavori al termine di questa proposta di legge.

PRESIDENTE. Si propone di continuare fino alla votazione della proposta di legge e di non fare la seduta pomeridiana.
Ha la parola il consigliere Giannotti.

Roberto GIANNOTTI. Noi, per abitudine — non c'è stato sempre lo stesso savoir faire da parte degli altri gruppi — quando un gruppo dice di avere impegni improrogabili ne abbiamo sempre preso atto. Non vorremmo però che questa fosse una forzatura per non discutere e approfondire un atto importante qual è la riforma della legge sui dirigenti, rispetto al quale assistiamo ad un reiterato rinvio.
Voglio essere buono perché siamo vicini alla Pasqua e nel fare gli auguri a tutti a nome del gruppo di Forza Italia vorrei sperare che non sia un artifizio per rimandare sine die un argomento che ormai tiene banco da troppo tempo.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Mollaroli.

Adriana MOLLAROLI. Chiedo al Consiglio regionale di anticipare e inserire nei lavori della mattinata la proposta di legge n. 308 sulle iniziative regionali per la celebrazione del 60° anniversario della Resistenza e della guerra di liberazione. Credo che i tempi ci fanno capire l'opportunità di approvare oggi questo testo, un testo che abbiamo discusso in Commissione, per il quale esistono soltanto due emendamenti. Inviterei il Consiglio ad approvarlo nella mattinata di oggi, anche se la relatrice di minoranza non è presente e ove il suo gruppo sia d'accordo.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Ciccioli.

Carlo CICCIOLI. Sono favorevole, a patto che si accolga la nostra richiesta di inserire le vittime delle foibe, per le quali lo Stato italiano il 10 febbraio ha proclamato la giornata nazionale e tutte le vittime delle vicende della guerra civile italiana. Se c'è l'impegno su questo bene, altrimenti bisogna che ne discutiamo con il relatore di minoranza che queste proposte aveva avanzato in sede di Commissione.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Procaccini.

Cesare PROCACCINI. Intervengo a favore della proposta fatta dal consigliere Mollaroli anche per un fatto di scadenza di tempi, perché tra qualche giorno, il 25 aprile cadrà il 60° anniversario della liberazione. Le questioni poste da altri consiglieri non hanno nulla a che vedere con questa proposta di legge né possono essere inserite. Se loro vogliono, possono proporre discussioni ed atti in altre occasioni, quindi condivido e voteremo a favore della discussione odierna di questa proposta di legge.

PRESIDENTE. Mi pare di capire che le due proposte sono alternative. Quella del consigliere Franceschetti è di non fare la seduta pomeridiana, quella del consigliere Mollaroli di inserire nella discussione antimeridiana la proposta di legge 208. Non mi pare che questa possa essere comunque trattata in mattinata.
Pongo in votazione la prosecuzione della seduta fino alla conclusione della proposta di legge che stavamo trattando e il rinvio della seduta pomeridiana.

Il Consiglio approva

Ha la parola il consigliere Moruzzi.

Marco MORUZZI. La VIA negli anni '80 era uno degli strumenti innovativi che arrivavano in Europa da elaborazioni fatte soprattutto negli Stati Uniti. Con il tempo questa metodica è stata superata. Qualche anno fa fu proposta la valutazione dell'impronta ecologica, una valutazione complessiva che riguarda non tanto pezzi o parti di progettazione ma il peso complessivo che tutto il sistema ha assunto. Quindi con questo intervento vorrei sminuire l'importanza di questo strumento rispetto ad altri, proprio per la sua natura, che sottopone a valutazione soltanto il nuovo o le modificazioni del vecchio ma non prende in considerazione quello che esiste, anche se certamente fa un bilancio complessivo di tutti i fattori che nell'ambiente determinano l'impatto considerano anche l'ambiente preesistente, nel bene e nel male, che deve ospitare le nuove strutture di insediamento.
Questa legge quindi, che arriva nella nostra regione solo ora, ultima tra altre Regioni d'Italia, ha fatto in modo che si sottraessero alla valutazione una serie di insediamenti e di interventi puntuali.
Con più grande attenzione i verdi guardano all'applicazione dell'IPPC che riguarda anche i più grandi impianti produttivi esistenti i quali sono soggetti a una sorta di valutazione a posteriori e soprattutto una ri-autorizzazione, tenendo conto che queste aziende, per superare le procedure IPPC devono praticamente utilizzare le migliori tecnologie disponibili. C'è quindi una grande attenzione, comunque, alla struttura che occorre mettere in piedi per affrontare e la valutazione d'impatto ambientale ma anche altre norme e altre disposizioni che nella nostra regione devono entrare in funzione e queste ultime autorizzazioni nella nostra regione sono state rilasciate soltanto in numero di tre, mentre sono parecchie decine le attività produttive esistenti che dovranno essere verificate, una compatibilità a posteriori.
Certamente importante è questa proposta di legge, certamente diamo atto alla maggioranza e all'assessore regionale che alcuni miglioramenti, alcuni emendamenti presentati dal collega D'Angelo sono stati accolti, in particolare quello dell'art. 10 che prevede l'attivazione delle procedure pubbliche che consistono nello svolgimento di un'istruttoria pubblica e non chiusa all'interno degli uffici della pubblica amministrazione, quindi uno strumento che permetterà ai cittadini di verificare meglio la funzionalità e lo svolgimento delle procedure, ma vorrei ridimensionare la portata di questa legge di valutazione di impatto ambientale approvata in questa fase, quindi dare il giusto ruolo a questa legge, che pure certamente importante è, ma credo che nel futuro la funzione di valutazione non sarà così diffusamente utilizzata come diffusamente è stata utilizzata negli anni '80.
E' comunque importante che la norma entri in vigore, che rapidamente sia approvato il regolamento di attuazione previsto dall'art. 18. Noi verdi ringraziamo tutti coloro che si sono prodigati comunque per dare a questa norma uno spazio all'interno della legislazione regionale, anche se dobbiamo dire che non c'è stata una grande attenzione da parte della minoranza, del centro-destra, di Forza Italia che pure ha dato il voto ad alcuni nostri emendamenti ma che sostanzialmente non è intervenuta e alla fine ha votato contro, forse cercando di "scavalcare a sinistra" una posizione politica.
Ci sono alcune perplessità che permangono sull'art. 5, sul supporto tecnico per lo svolgimento dell'attività tecnico-scientifica e in particolare si individua nell'Arpam il soggetto che dovrà svolgere queste funzioni. Noi vediamo nell'Arpam un contenitore-omnibus di tutta una serie di funzioni ambientale, di verifica, di controllo e siamo perplessi sulla reale indipendenza che questo soggetto può esercitare su alcune procedure. Certamente non è facile istituire un ufficio che possa farsi carico organicamente dalla procedura di valutazione d'impatto, è chiaro che ci si debba rivolgere alle strutture esistenti. Vero è che un modello attuato a livello nazionale alcuni anni fa dal Governo, spinto anche dal centro-sinistra e cancellato anche dal centro-destra, cioè l'organismo soggetto alla VIA con tecnici del tutto indipendenti dalla struttura del Ministero ci evidenzia che la soluzione proposta dalla Regione Marche forse ha qualche limite, ma il voto contrario dato dal centro-destra a questa proposta poco coincide con l'atteggiamento che è stato assunto a livello nazionale a proposito degli organismi di valutazione che erano stati istituiti in passato e che sono stati riportati tutti all'interno di una struttura fortemente controllata e irreggimentata all'interno delle burocrazie ministeriali.
Penso che si debba fare, a distanza di qualche tempo, anche una verifica di questa legge, per vedere se è opportuno seguire l'impostazione dell'attuale disposizione che in qualche modo coincide con l'attuale Governo nazionale, oppure se la Regione Marche debba e possa fare lo sforzo per le procedure di valutazione d'impatto ambientale ma anche per le altre norme di cui parlavo all'inizio dell'intervento e di pensare alla creazione di soggetti indipendenti a cui sia affidata la delicata funzione non tanto di istruttoria pura e semplice ma di verifica tecnica.
Abbiamo dei forti dubbi che nelle attuali strutture queste funzioni possano essere svolte con la necessaria competenza, con la necessaria completezza e soprattutto con il necessario aggiornamento tecnico, in particolare in relazione alle procedure IPPC.
Il nostro voto sull'atto — non l'ha detto il collega D'Angelo, forse gli è sfuggito — sarà un voto di astensione, che coglie alcuni aspetti positivi della normativa, ma dell'atteggiamento politico prima ancora che della normativa, con la sottolineatura che alcuni aspetti, alcuni passaggi delle normative potevano forse essere più attenti, al di là degli emendamenti stessi che il collega D'Angelo ha prodotto su questo testo.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Ciccioli.

Carlo CICCIOLI. Si tratta di una legge indubbiamente obbligatoria prevista dalle leggi dello Stato il cui scopo è largamente condiviso, perché l'impatto ambientale è ciò che impedisce di ripetere errori che storicamente sono stati compiuti da amministrazioni di colore politico diverso che hanno autorizzato insediamenti e scelte territoriali e urbanistiche che hanno arrecato danno al territorio ma hanno anche provocato disastri ambientali. Quindi non ci si può assolutamente schierare contro una disciplina che in qualche modo regoli compiutamente le norme per la valutazione d'impatto ambientale.
Generalmente si tratta di norme tecniche che devono poi dare origine a comportamenti e quando si tratta di norme tecniche è chiaro che dietro presiede una valutazione politica.
Molto spesso da parte delle componenti della maggioranza di centro-sinistra ci sono comunque pregiudizi nei confronti di qualsiasi scelta di utilizzazione del territorio. L'utilizzazione del territorio in sé non è un errore, anzi è finalizzata al miglioramento delle condizioni di gestione del territorio e quando viene compiuta in maniera errata comporta danni all'ambiente.
Prima, ascoltando alcuni emendamenti proposti dal relatore di minoranza D'Angelo ho inteso un atteggiamento proprio di pregiudizio nei confronti di iniziative di gestione del territorio che per la verità non sono state condivise neanche dalla maggioranza di centro-sinistra: in parte sono stati emendamenti recepiti perché tecnicamente avevano un senso, altre volte erano di pregiudizio in senso negativo.
Di fronte a questa disciplina c'è stata una scarsa pubblicizzazione. E' raro che non ci siano associazioni, gruppi o singoli cittadini che non indirizzino nei confronti di un atto legislativo osservazioni. Questo è uno dei pochi atti per il quale non sono stati mai contattato da associazioni, categorie e via di seguito per indirizzare l'atto, il che ha due significati: o l'atto è largamente condiviso e questo è abbastanza raro, oppure ne è stata fatta una scarsa pubblicità ed ha coinvolto scarsamente l'opinione pubblica e i fruitori finali, cominciando dagli ordini professionali, alle associazioni di categoria, a coloro che operano nell'edilizia, nel territorio, nella gestione.
Noi da questo punto di vista non rileviamo gravi errori nel testo di legge, questo lo devo dire, tanto è vero che non abbiamo su questo testo introdotto una battaglia politica, però rileviamo che il taglio politico dell'indicazione delle norme comporta nei confronti degli operatori, delle difficoltà. L'atteggiamento è presuntivamente politico, noi non daremo un voto favorevole a questo testo perché non ne abbiamo condiviso la formazione dal punto di vista tecnico. In poche parole assumiamo la nostra responsabilità di forza di minoranza e non voteremo l'atto, con la sottolineatura che non rileviamo neanche errori gravissimi tali da comportare una battaglia politica forte, con interventi che modificano totalmente lo spirito dell'impatto ambientale che in linea di principio è giusto, corretto ed è l'unica via per la gestione corretta del territorio.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Cecchini.

Cristina CECCHINI. Mi fermerò al ragionamento sull'art. 6 che mi pare il più importante. Voglio anch'io motivare il voto di astensione.
Rilevo, ovviamente, l'importanza che questo nostro Consiglio in queste sedute riesca ad avere finalmente le due leggi sugli incidenti rilevanti e sulla VIA. La normativa della Regione ne aveva bisogno perché erano buchi neri che dovevano essere colmati. Non c'è dubbio però che il testo così come è uscito da quest'aula è largamente insoddisfacente, sia perché si è teso a rendere vaga la valutazione di merito. La questione è tutta lì. Il punto non è quello che riguarda direttive comunitarie già esistenti dal 1995, ribadite nel 1997, ma se gli uffici sono attrezzati, se i progetti che i progettisti presentano per conto degli industriali sono leggibili e se la partecipazione è attivabile. Tutta la legge si gioca in questo. Per come è stata scritta noi abbiamo a questo punto, grazie agli emendamenti che il consigliere D'Angelo ha proposto al testo licenziato e che in parte sono stati approvati: parlo soprattutto dell'emendamento 41 all'art. 10 in base al quale l'autorità competente promuove l'inchiesta pubblica e dell'emendamento 40, in base al quale l'autorità competente garantisce la partecipazione dei cittadini interessati alle procedure della VIA, garantendo lo scambio di informazioni con i cittadini stessi. Questa parte, grazie al consigliere D'Angelo è stata finalmente inserita nella legge. Il fatto che sia arrivata in aula la proposta di legge senza garantire questa parte lasciava presagire molto male relativamente alle questioni che si volevano risolvere. D'altronde tutti i ragionamenti sulla snellezza della procedura lasciavano intendere quello che si è sempre ben sentito, perché gli industriali in questa regione hanno sempre usato questo argomento: una pubblica amministrazione che si mette di traverso rispetto alla realizzazione perché bisogna velocizzare, rendere veloci i procedimenti, dove i procedimenti sono delicati dal punto di vista ambientale.
Il risultato di questa legge da tale punto di vista non è positivo. Non me ne voglia il consigliere Modesti, relatore di maggioranza, ma come è stato definito l'art. 6 riguardante la procedura di verifica lascia intendere che il progetto un progetto preliminare minimo, sul quale le analisi ambientali vengono soppresse, vengono soppressi i dati necessari per individuare la natura e le finalità, viene soppressa tutta la relazione d'impatto ambientale del progetto ecc. Tutto è a carico di chi dovrebbe opporsi, lasciandogli l'onere della prova rispetto a chi dovrebbe garantire la tutela dei diritti collettivi. E' una strana modalità di ragionare e uno strano ragionamento quello che viene fatto. Non so bene quanto gli ambientalisti abbiano capito dei procedimenti, però i procedimenti in corso dal punto di vista ambientale ci sono. Siamo la Regione che deve confrontarsi con i vincoli estesi che la soprintendenza ha messo e con gli enti locali tutti contro. Non è un caso da Cagli fino ad Ancona. Come si pensa di attivare una procedura di tutela del territorio se l'ente locale non è in prima fila? E come possono i cittadini andare a supporto di un ente locale che non si muove? Questa legge è molto ambigua. Certo è che rispetto ai tempi lunghi sullo screening e tutto il resto Confindustria esce molto rassicurata dall'impianto complessivo di questa legge e con i tempi procedimentali, di fatto quello che si riesce a ottenere è una procedura che, a una prima verifica, mi pare — spero di sbagliarmi — che tuteli molto poco. Siccome non avevamo nulla, avere qualcosa è sempre positivo, nel senso che è un primo passo che si attiva, quindi da questo punto di vista mi asterrò, soprattutto come buon auspicio per una legge che entra nella normativa della nostra regione. In verità sono personalmente molto preoccupata che possiamo utilizzare questa legge per fare davvero qualcosa di utile per la nostra comunità.
Come tutte le leggi eventualmente si provvederà a cambiarla, quindi oggi non posso che astenermi come atto di fiducia sulla normativa che sta nascendo.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Tontini.

Roberto TONTINI. Assistiamo in queste dichiarazioni di voto, come in tutto il dibattito, ad una discussione che più che entrare nel merito della normativa e della legge e da questa trarre un giudizio politico di astensione, di voto favorevole o di voto contrario, fa quasi assistere ad un giudizio che parte dal posizionamento che le singole forze politiche hanno nei confronti di questa maggioranza e come tale un giudizio politico che mantiene la situazione delle singole posizioni delle varie forze politiche a prescindere dal contenuto vero di questo atto, se si fa un'eccezione: il tentativo che il consigliere D'Angelo ha fatto con una serie di proposte di emendamento.
Quanto sto dicendo è testimoniato con grande forza dalla posizione di Forza Italia che negli interventi che si sono ripetuti non è stata in grado minimamente di entrare in alcuno dei punti previsti da questa legge, che ha cercato di articolare un ragionamento non si capisce se a favore degli ambientalisti o degli interessi economici, accusando questa legge di essere poco o troppo ambientalista o poco o troppo rispettosa degli interessi economici (questo non si è capito dagli interventi di Forza Italia). Comunque, alla fine si è detto "questa maggioranza continua ad essere divisa, noi votiamo contro".
Stessa cosa, anche se in modo molto più attento e corretto nell'intervento del collega Ciccioli, rispetto al quale faccio fatica a capire fino in fondo le motivazioni di un'astensione. Si dice "buono l'impianto, buone alcune valutazioni", c'è difficoltà a dire che ci sono gravi errori rispetto all'articolato, però il giudizio politico...

Carlo CICCIOLI. Ho detto che vi sono anche norme dissuasive, fortemente dissuasive.

Roberto TONTINI. Anche qui non si riesce a capire se è una normativa troppo ambientalista o una normativa troppo permissiva.
Quello che pensa il gruppo Ds è che siamo in presenza di una legge, seppure arrivata in ritardo rispetto ad altre Regioni, importante e positiva, costruita con grande buon senso, tenendo fermi i tre punti fondamentali che questa legge deve avere come spirito ispiratori: l'attenzione alla gestione del territorio, quindi l'attenzione corretta che ci deve essere di fronte a qualsiasi iniziativa ed opera che venga a insediarsi all'interno di un territorio per la quale è opportuno fare una valutazione sotto varie forme, sotto vari aspetti.
La trasparenza che un processo di questo tipo deve avere, perché è fondamentale che un percorso di questa natura coinvolga la cittadinanza, quindi la conoscenza di quei cittadini che hanno da subire delle incidenze, positive o negative da un intervento di questo tipo, quindi una forte attenzione al fatto che la decisione che viene presa sia frutto anche di una conoscenza diffusa dell'eventuale impatto che qualsiasi opera di questa natura deve avere, questa trasparenza è garantita.
Inoltre, il fatto che non è una legge di tipo ideologico ma, oltre alle grandi attenzioni, ai limiti che debbono essere messi, alle valutazioni attente e partecipate che devono essere fatte fino in fondo, alla fine, prevede che quando si deve costruire si costruisca e quando non si deve costruire si abbiano dei no. Quindi anche la certezza dell'esito finale. Non percorsi estenuanti che pur di non assumersi la responsabilità evitino di arrivare ad un sì o ad un no, ma un'assunzione di responsabilità che, fatti i dovuti percorsi, dica alla pubblica amministrazione di pronunciarsi con un sì o con un no, rispondendo ad un diritto, che è quello del cittadino che chiede di fare un intervento.
Credo che questa legge abbia risposto pienamente a tutte e tre queste caratteristiche, a questi filoni che l'hanno ispirata e il percorso di dibattito e di discussione che c'è stato in Commissione — di questo voglio dare atto a tutta la Commissione, in primo luogo al relatore di maggioranza — è stato attento a cercare di cogliere tutto quanto era possibile cogliere in questo spirito per poter migliorare la legge. Lo si è fatto fino in fondo non soltanto in Commissione ma anche in questa seduta di Consiglio.
Il consigliere D'Angelo, l'unico ad avere fatto emendamenti a questa legge diceva che sono stati accolti 8 emendamenti su 40, ma io vorrei ricordare di nuovo che di questi 40 emendamenti più della metà non erano accoglibili da un punto di vista tecnico: tutti quegli emendamenti che cozzavano contro la definizione delle tabelle stabilite dalla legge nazionale. Quindi ci troviamo di fronte all'accoglimento di 8 emendamenti su poco meno di 20, quasi la metà e sono tutti quelli che a nostro avviso vanno nella direzione di rafforzare in positivo la legislazione, accogliendone anche alcuni di peso, come riconosciuto dallo stesso consigliere D'Angelo.
Voglio sottolineare con forza l'accoglimento esterno a quest'aula rispetto a questa legge: un atteggiamento e un giudizio unanimemente positivi, da parte di tutte le associazioni ambientaliste e da tutte le rappresentanze del mondo economico.
Di fronte a questo atteggiamento, pur giudicando positivamente il passo avanti — Brini aveva dato per scontato un voto negativo dei verdi — credo che sia insufficiente rispetto al merito e alla qualità di questa normativa.
E' per queste motivazioni che il gruppo Ds esprime un voto convintamente favorevole a questa proposta di legge.

PRESIDENTE. Ha la parola l'assessore Amagliani.

Marco AMAGLIANI. La legge regionale che stiamo licenziando rappresenta il formale recepimento della nostra regione, delle Direttive Europee 85/337/CEE e, nelle sue linee essenziali, della direttiva 97111/CEE - in materia di Valutazione di Impatto Ambientale (VIA) e la necessaria, ancorché tardiva, attuazione del D.P.R. 12 aprile 1996 .
Come è noto la valutazione di impatto ambientale è stata introdotta nell'ordinamento comunitario con la Direttiva 337/85/CEE il cui termine di recepimento da parte degli Stati membri era fissato al 3 luglio 1988), nella quale sono affermati i principi di salvaguardia dell'ambiente e della salute dell'uomo quali elementi fondamentali nel processo decisionale che accompagna la realizzazione dell'opera.
Da un punto di vista strettamente giuridico, la «valutazione di impatto ambientale» costituisce un procedimento incidentale, destinato ad innestarsi su un procedimento principale di tipo «autorizzatorio», aperto alla partecipazione del pubblico che, a seguito di un'istruttoria a carattere tecnico-scientifico e interdisciplinare, sfocia in un giudizio preventivo in ordine alla compatibilità ambientale di un progetto (pubblico o privato) suscettibile di provocare effetti rilevanti sull'ambiente globalmente considerato.
Il presente testo, nella sua stesura finale intende racchiudere i principi fondamentali della normativa in materia di Valutazione di Impatto Ambientale, in un articolato quanto più possibile sintetico e chiaro, ottenuto attraverso il mero rinvio a disposizioni regolamentari.
La presente legge sviluppa le linee guida contenute nell'Atto di indirizzo, in particolare:
— individua l'autorità competente in materia di V.l.A., l'organo tecnico competente allo svolgimento dell'istruttoria presso il quale, ai fini della consultazione del pubblico, sono depositati i documenti e tutti gli atti inerenti i procedimenti;
— attua quanto disposto dall'art. 4 dell'atto di indirizzo che attribuisce alle Regioni ed alle Province autonome la possibilità di disporre eventuali deleghe agli Enti locali per l'esecuzione della procedura di V.l.A. Pertanto in merito a particolari tipologie progettuali (Allegati A2 e B2) individua quale autorità competente ad effettuare le procedure di V.l.A le Province. Tale criterio di attribuzione, tipicamente "dimensionale", potrà essere modificato e rivisto dalla Giunta Regionale;
— dispone l'incremento delle soglie di accesso alle procedure di V.l.A (nella misura del 30 %) con riferimento alle imprese ubicate nelle aree industriali ecologicamente attrezzate o per imprese che abbiano ottenuto certificazioni in materia ambientale. Tale previsione è coerente con l'Atto d'indirizzo e con i suggerimenti avanzati nel precedente iter di legge di V.l.A. regionale;
— per tutti i progetti di opere o di impianti (degli allegati B1 e B2) ricadenti all'interno di aree naturali protette, le soglie dimensionali devono essere ridotte del 50% coerentemente alla scelta compiuta dall'«atto di indirizzo e coordinamento» del 1996 secondo la quale la sottoposizione o meno alla procedura di V.l.A. viene fatta dipendere non soltanto dal tipo di opera da realizzarsi, ma dall'ubicazione della stessa. Restano in ogni caso esclusi dalla procedura di V.l.A. gli interventi disposti in via d'urgenza per salvaguardare l'incolumità delle persone da un pericolo imminente o in seguito a calamità per le quali sia stato dichiarato lo stato d'emergenza;
— introduce importanti strumenti di semplificazione procedimentale (conferenza dei servizi decisoria, sportello unico, autorizzazione integrata artt. 13 e 14). Allorché, unitamente alla valutazione di impatto ambientale, venga richiesta l'approvazione definitiva del progetto, per i progetti relativi ad attività produttive, viene previsto il coordinamento delle procedure di V.l.A con la disciplina dello sportello unico di pertinenza comunale. Per le opere non assoggettate alla disciplina dello sportello unico, è la stessa autorità competente a garantire il coordinamento dei procedimenti amministrativi e l'acquisizione di tutti gli atti autorizzativi necessari alla realizzazione del progetto;
— opera una riunificazione delle procedure di VIA disseminate nelle specifiche normative di settore. Emblematico è il riallineamento nell'unica procedura standard regionale di V.l.A. delle attività estrattive, precedentemente assoggettate a una specifica valutazione d'impatto ambientale (legge regionale 1 dicembre 1997, n. 71);
— sostituisce ed assorbe la verifica di compatibilità paesistico-ambientale ai sensi del PPAR. Infatti, la suddetta verifica di compatibilità paesistico-ambientale può essere considerata parte della più complessa ed incisiva valutazione d'impatto ambientale e ciò per espressa ammissione dell'art. 63 bis del PPAR che ne dichiara la vigenza temporale fino all'introduzione della procedura di valutazione d'impatto ambientale.
Bisogna segnalare che per introdurre il procedimento è prevista la presentazione di un progetto "almeno preliminare". purché nel contenuto minimo di tale elaborato a carattere tecnico sia ravvisabile la descrizione del Progetto e dei potenziali effetti sull'ambiente e delle misure previste per eliminare o ridurre gli effetti sfavorevoli sull'ambiente. Tuttavia, qualora il progetto definitivo sia diverso da quello preliminare, si prevede la sottoposizione del progetto a nuova procedura di VIA.
Al fine di favorire al massimo la partecipazione pubblica per ridurre al minimo, o comunque gestire nel modo più trasparente possibile, i conflitti tra le varie parti in gioco, è previsto che «chiunque», tenuto conto delle caratteristiche del progetto e della sua localizzazione, intenda fornire elementi conoscitivi e valutativi concernenti i possibili effetti dell'intervento medesimo possa presentare all'autorità competente osservazioni in forma scritta sull'opera soggetta alla procedura di V.l.A. Quale forma di partecipazione ulteriore, caldeggiata dall'Atto di Indirizzo in alternativa alla "inchiesta pubblica", si prevede che il committente o l'autorità proponente possa essere chiamato, prima della conclusione del procedimento, ad un sintetico contraddittorio con i rappresentanti delle Amministrazioni locali interessate alla realizzazione del progetto: ciascun soggetto titolare di interessi diffusi può, infatti, chiedere alla struttura competente in materia di V.l.A. l'illustrazione dello studio di impatto ambientale in una pubblica riunione, alla quale deve essere invitato il proponente.
In sede di stesura del presente testo si è valutata la possibilità di prevedere la Valutazione Ambientale Strategica (V.A.S.) di piani e programmi, recentemente introdotta nell'ordinamento comunitario con la Direttiva 42/2001/CE. A tale proposito occorre rilevare la mancanza di un atto formale di recepimento della direttiva da parte del legislatore nazionale. In aggiunta, l'entrata in vigore della riforma del Titolo V della Costituzione con Legge Costituzionale n. 312001 ha configurato la "tutela dell'ambiente, dell'ecosistema e dei beni culturali" quale materia oggetto di legislazione esclusiva da parte dello Stato.
Per tale materia, quindi, non può esistere alcuna forma di sovrapposizione tra il legislatore nazionale e regionale, ancorché in sede di attuazione della normativa comunitaria. Coerentemente a tale impostazione, negli allegati alla presente legge non si sono inserite le tipologie progettuali contemplate nella direttiva del Consiglio 9711 del 3 marzo 1997 ma non ancora recepita formalmente con legge statale.
Come è stato ampiamente dimostrato, la presente legge sviluppa ed attua in ogni suo aspetto le indicazioni e i criteri contenuti nell'Atto di Indirizzo del 1996 che a tutt'oggi, nonostante i successivi interventi di integrazione, costituisce la normativa quadro in grado di fungere da indirizzo per i legislatori delle varie Regioni e Province autonome.
Mi sia consentito, in chiusura, un ringraziamento particolare agli uffici e alla struttura che hanno lavorato attorno alla predisposizione di questa legge. Ma un ringraziamento particolare anche al lavoro svolto dalla IV Commissione — il suo presidente, il relatore Modesti — la quale, in brevissimo tempo, ha preso atto della necessità di licenziare in tempi stretti questa proposta di legge. Un ringraziamento ultimo — non è retorico — al consigliere D'Angelo, il quale ha dimostrato comunque in quest'aula, sin dal 2001, presentando una specifica proposta di legge, ma anche sino all'ultimo con la presentazione dei suoi 40 emendamenti, alcuni dei quali accettati, di avere un'attenzione particolare nei confronti di questo articolato.
Con questi ringraziamenti particolari, sono ampiamente soddisfatto che questa Regione abbia finalmente una legge di valutazione di impatto ambientale che, prendo atto, non ha avuto assolutamente alcuna risposta contraria, né da parte delle categorie né da parte delle associazioni ambientaliste. Questa è la prova — lo dico a chi poneva delle questioni rispetto a ciò — che molto probabilmente abbiamo svolto un buon lavoro.

PRESIDENTE. Pongo in votazione la proposta di legge.

Il Consiglio approva

La seduta è tolta.


La seduta termina alle 14,25