Resoconto seduta n. 190 del 06/05/2004
La seduta inizia alle .10,45



Approvazione verbali

PRESIDENTE. Ove non vi siano obiezioni do per letti ed approvati, ai sensi dell'art. 29 del regolamento interno, i processi verbali delle sedute n. 188 e n. 189 del 20 aprile 2004.

(Sono approvati)



Proposte di legge
(Annuncio e assegnazione

PRESIDENTE. Sono state presentate le seguenti proposte di legge:
— n.243, in data 23 aprile 2004, ad iniziativa del consigliere Giannotti, concernente: "Agevolazioni nel calcolo dei parametri urbanistici per il miglioramento del comfort ambientale e del risparmio energetico negli edifici'', assegnata alla V Commissione in sede referente;
- n. 244, in data 29 aprile 2004, ad iniziativa della Giunta regionale, concernente: "Approvazione del rendiconto generale dell'amministrazione per l'anno 2003", assegnata alla II Commissione in sede referente.





Mozioni
(Annuncio di presentazione)

PRESIDENTE. Sono state presente le seguenti mozioni:
- n. 366 dei consiglieri Giannotti, Cesaroni, Trenta, Ceroni, Brini, Grandinetti: "Gratuità uso aree di sosta presso l'ospedale regionale di Torrette";
- n.367 del consigliere Massi: "Un rappresentante degli Ordini religiosi presenti nella regione, senza diritto di voto, nella Commissione regionale per i beni e le attività culturali";
- n. 368 del consigliere Gasperi: "Accordo Repubblica San Marino - Regione Marche su prestazioni sanitarie ai cittadini della Val Conca";
— n. 369 del consigliere Ascoli: "Situazione del lavoro e dei servizi di Poste Italiane S.p.A. nelle Marche dopo lo sciopero del 3 maggio 2004".



Deliberazioni inviate dalla Giunta regionale

PRESIDENTE. La Giunta ha inviato le seguenti deliberazioni:

- n. 344 concernente: "Art. 27, comma l della l.r. 3/2004 - Iscrizione nel bilancio di previsione per l'anno 2004 di entrate derivanti da assegnazione di fondi dallo Stato per l'attuazione di programmi interregionali - Euro 1.981.619,00";
- n. 345 concernente: "Art. 27, l.r. 3/2004 - Iscrizione nel bilancio di previsione per l'anno 2004 di entrate derivanti dall'assegnazione di fondi dallo Stato e delle relative spese euro 30.540.710,97";
- n. 346 concernente: "Art. 27, l.r. 3/2004 - Iscrizione nel bilancio di previsione per l'anno 2004 di entrate derivanti dall'assegnazione di fondi dallo Stato e delle relative spese euro 7.500,00";
- n. 347 concernente: "Art. 29 della l.r. 31/2001 - variazione compensativa al programma operativo annuale 2004 approvato con dgr n. l 75/04 - Euro 562.194,00";
- n. 348 concernente: "Art. 41 della l.r. n. 2/2004 - attuazione del decentramento amministrativo: variazione agli stanziamenti di upb di spesa nel bilancio di previsione per l'anno 2004, conseguente al riordino delle funzioni amministrative tra lo Stato, le Regioni e gli Enti locali - euro 13.394.309,67";
- n. 349 concernente: "Art. 3, comma 2 della l.r. n. 2/2004 - reiscrizione nel bilancio di previsione dell'anno 2004 di recuperi relativi a stanziamenti aventi specifica destinazione-euro 17.316,80";
- n. 350 concernente: "Art. 3 della l.r. n. 2/2004 - reiscrizione nel bilancio di previsione dell'anno 2004 di economie relative a stanziamenti aventi specifica destinazione - euro 3.690.981,17";
- n. 351 in data 6 aprile 2004, concernente: "Art. 3 della L.R. n. 2/2004 - reiscrizione nel bilancio di previsione per l'anno 2004 di economie relative a stanziamenti aventi specifica destinazione - Euro 80.867.073,97";
- n. 352 concernente: "Art. 3 della L.R. n. 2/2004 - Reiscrizione nel bilancio di previsione per l'anno 2004 di economie relative a stanziamenti aventi specifica destinazione - Euro 603.310,40".
- n. 379 concernente: "Art. 22 comma 3 della l.r. n. 31/2001 - Variazione al bilancio di cassa per l'anno 2004 - euro 456.752,84";
- n. 380 concernente: "Art. 27 comma 2 della l.r. 3/2004 - iscrizione nel bilancio di previsione per l'anno 2004 di entrate derivanti dall'assegnazione di fondi dall'Unione Europea per l'attuazione progetto "Lipetsk mechanical service centre (mecservices) tacis ibpp 062-588 - euro 200.000,00 - modifica al POA del bilancio 2004";
- n. 381 concernente: "Art. 27 della l.r. 3/2004 - iscrizione nel bilancio di previsione per l'anno 2004 di entrate derivanti dall'assegnazione di fondi dallo Stato e delle relative spese - euro 116.002,00";
- n. 382 concernente: "Art. 3 della l.r. 2/2004 - reiscrizione nel bilancio di previsione per l'anno 2004 di economie relative a stanziamenti aventi specifica destinazione euro 4.778.532,23";
- n. 383 concernente: "Art. 3 della l.r. 2/2004 - reiscrizione nel bilancio di previsione per l'anno 2004 di economie relative a stanziamenti aventi specifica destinazione Euro 36.848.186,70";
- n. 384 concernente: "Art. 27 della l.r. 3/2004 - iscrizione nel bilancio di previsione per l'anno 2004 di entrate derivanti dall'assegnazione di fondi dallo Stato e delle relative spese - euro 1.084.887,19".




Promulgazione legge regionale

PRESIDENTE. Il Presidente della Giunta ha promulgato la legge regionale, concernente: "Iniziative regionali per la celebrazione del sessantesimo anniversario della Resistenza e della Guerra di Liberazione e per la diffusione della conoscenza delle persecuzioni subite dal popolo ebraico e dai deportati".



Indagini conoscitive

PRESIDENTE. Comunico, che la V Commissione consiliare con nota del 7 aprile 2004 prot. n. 3009 ha chiesto di svolgere due indagini conoscitive, ai sensi dell'art. 105 del Regolamento interno, in merito ai seguenti argomenti: "Rapporto tra Università e sistema sanitario regionale" e "Analisi di un bilancio sociale su un ospedale di polo". L'Ufficio di Presidenza, nella seduta n. 145 del 28 aprile 2004, ha prestato assenso all'iniziativa e all'attivazione della collaborazione dell'esperto indicato in materia.





Ordine del giorno della seduta.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il consigliere Franceschetti. Ne ha facoltà.

Fausto FRANCESCHETTI. Presidente, chiedo l'iscrizione alla seduta odierna della proposta di legge n. 236. Il parere in ordine all’articolo finanziario è stato dato questa mattina dalla II Commissione. Questa richiesta in realtà è stata anticipata, come proposta, alla Conferenza dei presidenti di gruppo della scorsa settimana e tra i capigruppo presenti c'era una condivisione, vista l'urgenza di approvare questa legge, che seppure parziale, sarà seguita dalla legge di riordino complessivo.

PRESIDENTE. Propone anche la collocazione?

Fausto FRANCESCHETTI. Se possiamo farla al primo punto è meglio.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Trenta.

Umberto TRENTA. Nel condividere la proposta del collega Franceschetti, esprimo il desiderio di trattare questo argomento al primo punto, perché in Commissione abbiamo votato all'unanimità, quindi sarebbe cosa opportuna dare seguito in aula.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Giannotti.

Roberto GIANNOTTI. Presidente D'Ambrosio, credo che i fatti accaduti a Pesaro nelle ultime settimane, cioè l'invio al prof. Guido Lucarelli di due avvisi di garanzia per sperimentazione medica nell'ospedale di Pesaro aprano uno scenario inquietante sulla gestione della sanità regionale. Chiedo formalmente al Presidente della Giunta in apertura della seduta del pomeriggio di rispondere alla nostra interrogazione, perché credo che l'opinione pubblica delle Marche debba sapere se questo uomo è accusato e in base a cosa è accusato... (Interruzione). Voglio sapere, consigliere Tontini, se il servizio sanitario regionale è vero che ha realizzato un’indagine interna su questa materia, ha acquisito elementi gravi rispetto all'andamento delle attività sanitarie, tali da indurre il direttore sanitario dell'azienda pesarese a trasmettere gli atti alla procura, adempimento del quale credo il direttore generale non abbia informato la Giunta regionale. Credo allora doveroso che la Giunta comunichi al Consiglio le informazioni che sono in suo possesso. E' inconcepibile che fatti gravissimi — potrebbero essere tali — non siano messi a conoscenza del Consiglio regionale delle Marche.
Quindi chiedo che il Presidente, nella seduta del pomeriggio, faccia una comunicazione sulle notizie che ha acquisito rispetto al "caso Lucarelli", rispetto all'invio di due avvisi di garanzia.

PRESIDENTE. Abbiamo la proposta di inserire al primo punto della seduta odierna la proposta di legge n. 236 sui consorzi di bonifica. E' ovvio che dobbiamo stabilire un tempo sufficiente per l'eventuale presentazione di emendamenti, quindi direi di fare alcune interrogazioni, non di più: se durante le interrogazioni nessuno dichiara la volontà di presentare emendamenti, il primo punto all'ordine del giorno è la proposta di legge n. 236, se invece c'è qualche consigliere che dichiara la volontà di presentare gli emendamenti lo mettiamo al secondo punto.
Pongo in votazione la proposta d'iscrizione d'urgenza.

Il Consiglio approva



Interrogazione (Svolgimento): «Servizio di emergenza territoriale (118) per i cittadini della vallata del Conca» Giannotti (907)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l'interrogazione n. 907 del consigliere Giannotti.
Per la Giunta risponde il Presidente D'Ambrosio.

Vito D'AMBROSIO, Presidente della Giunta. Con riferimento alla interrogazione in oggetto si chiarisce quanto segue.
A Cattolica è presente un'ambulanza 24 ore al giorno che può raggiungere Gabicce in meno di 5 minuti; l'ambulanza di Pesaro raggiunge Gabicce in media in 12 minuti: la differenza è significativa. Pertanto i soggetti in arresto cardiaco e per gli incidenti stradali gravi (le due condizioni in cui un soccorso fornito entro 8 minuti, anche da personale non medico, potrebbe essere risolutivo) vengono inviate sia l’ambulanza di Cattolica che quella di Pesaro.
Le località della Valle del Conca della provincia di Rimini sono servite di giorno da ambulanza senza medico presente a Morciano di Romagna; se occorre, il medico viene inviato da Riccione;o di notte tutto l'equipaggio proviene da Riccione. E' stato chiesto alla centrale di Rimini i tempi stimati di intervento dell’ambulanza di Morciano su Mercatino Conca ed è stato fornito un tempo stimato di almeno 20 minuti. Si tenga in considerazione che la telefonata deve essere passata alla centrale di Rimini (comporta ritardo di almeno un minuto) e che equipaggi provenienti da fuori zona hanno in genere più difficoltà a localizzare il punto dell'evento. Se poi ci si riferisce all'intervento di un medico o agli interventi notturni in genere, il tempo sarebbe di almeno 35 minuti.
Il tempo medio di intervento su Mercatino Conca da Sassocorvaro, in codice rosso, nel 2002 è stato di 21,1 minuti: si tratta sostanzialmente di tempi sovrapponibili a quelli di un'ambulanza proveniente da Morciano in orario diurno. L'ambulanza di Sassocorvaro inoltre è attiva 24 ore al giorno e dispone di medico a bordo. In considerazione di tali dati non è stato ritenuto opportuno estendere alla zona dell'Alta Valle del Conca il protocollo vigente per Gabicce.
In caso di ambulanze già impegnate esiste comunque un accordo di reciproca collaborazione fra la centrale di Pesaro e quella di Rimini. Capita anche che un’ambulanza della provincia di Pesaro intervenga in località della Valle del Conca appartenente alla provincia di Rimini, specialmente di notte, se l’ambulanza di Riccione è già impegnata.
Si aggiunge inoltre che in data 23.3.2004 la Giunta con la delibera n. 304, oltre che ad autorizzare il direttore dell'Asur Marche e i direttori delle zone territoriali di Pesaro e Urbino a stipulare un accordo con l'Istituto per la sicurezza sociale della Repubblica di San Marino per la fornitura di prestazioni di soccorso in emergenza, ospedaliere e ambulatoriali nell'interesse delle popolazioni dei comuni marchigiani confinanti con la Repubblica di San Marino, ha approvato le linee guida per la determinazione del medesimo accordo recante tra i vari punti anche quello relativo alle "Prestazioni di soccorso sanitario" (punto A4 "le procedure per la richiesta di appoggio in particolari circostanze da parte di mezzo medicalizzato della Repubblica di San Marino in tutto il territorio dei comuni di Sassofeltrio, Mercatino Conca e San Leo devono essere definite').

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Giannotti.

Roberto GIANNOTTI. Avrei avuto piacere che il Presidente avesse messo un po' di cuore in questa risposta. Capisco che non è sua, che l'ha letta... (Interruzione). Presidente, mi sconcerta il fatto che spesso lei e i suoi assessori veniate in Consiglio a leggere il "compitino" fatto da qualche funzionario, diligente o non diligente. Rispetto al fatto che il consigliere regionale ci mette del suo, fatica, pone dei problemi e alla fine si ritrova una risposta burocratica che non coglie, se non marginalmente, comunque che non legge questa situazione, non posso dichiararmi soddisfatto. Peraltro su questo argomento c'è stata un'ampia mobilitazione popolare che ha coinvolto un'intera vallata del pesarese, quella del Conca.
Credo che le siano state trasmesse non meno di mille firme — e non è una cosa di poco conto — da parte di cittadini che hanno avuto l'ardire di chiedere che venga riconosciuto il loro diritto alla salute, perché in quella zona c'è libertà di morire. I comuni di Montegrimano, Sassofeltrio, Mercatino Conca sono ad una distanza abissale dalle strutture sanitarie della provincia di Pesaro. Per andare ad Urbino ci vogliono 45 minuti, l'ospedale di Sassocorvaro è stato smantellato e non ha più efficienza. Le faccio una proposta: se lei è così cortese di darmi la disponibilità di un mattino, la vengo a prendere ad Ancona e la porto con la mia macchina dal comune di Mercatino Conca a quello di Sassocorvaro e le dimostro che ci vogliono più di 21 minuti come detto dal suo solerte funzionario.
Di fronte ad una patologia grave, di fronte ad un arresto cardiaco questo significa morire e andare contro la legge, che prevede tempi precisi per l'assistenza.
Peraltro lei sa che si sono verificate disfunzioni nel servizio sanitario estremamente pesanti. Le posso citare almeno tre episodi in cui sono arrivate, per lo stesso paziente, due autoambulanze provenienti da direzioni diverse, a dimostrazione della situazione di difficoltà in cui opera anche la Potes. Rispetto a questo cosa diciamo? Che bisogna avere buon senso. La cosa più giusta è estendere la convenzione che c'è adesso fra la Asl di Pesaro e quella di Rimini, perché i cittadini frontalieri possano usufruire dei servizi sanitari di quella provincia, di quella regione. Credo che stia nella logica delle cose, nel buon senso di chi amministra la cosa pubblica.
Ben fatto questo rapporto con la Repubblica di San Marino che il consigliere Gasperi e io stesso abbiamo sollecitato in diverse occasioni, ma non basta: bisogna che riconosciamo questa specificità della vallata del Marecchia e prevediamo l'estensione.
Mi permetto di insistere perché si tenga conto di questa richiesta forte dei cittadini della Valle del Conca e si metta mano a quest'opera che riconosca il diritto alla vita.



Interrogazione (Svolgimento): «Discarica Cà’ Lucio» Gasperi (839)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l'interrogazione n. 839 del consigliere Gasperi. .
Risponde l'assessore Amagliani.

Marco AMAGLIANI. In riferimento all'interrogazione di cui all'oggetto relativa ad uno sversamento di percolato dall’impianto di discarica, si porta a conoscenza che la Regione Marche ha autorizzato la Comunità Montana dell'Alto e Medio Metauro alla gestione dell'impianto di smaltimento R.S.U. in località Cà Lucio, nel Comune di Urbino, con il Decreto n. 13/AMB/SR del 27 gennaio 1998 con scadenza il 31.01.2003.
Già precedentemente, nel maggio del 2002, la Regione Marche aveva provveduto a rendere operativa la delega alle Province in materia di rifiuti di cui la L.R. 28/99 mediante la deliberazione n. 639/2002
In particolare, oggi, spettano alle Province le funzioni relative al rilascio di autorizzazioni (costruzione ed esercizio) di impianti per lo smaltimento di Rifiuti Solidi Urbani. Spettano inoltre alle province tutte le attività di controllo sulla gestione dei rifiuti con il supporto dell'ARPAM.
A questo proposito, nel giugno c.a. il Servizio regionale competente, con nota Prot. n. DIP4/4198/17/06/2003, in relazione all'entrata in vigore della nuova disciplina sulle discariche, ha richiesto alle Province lo stato autorizzatorio degli impianti ricandenti sul territorio provinciale. Ad oggi si è ancora in attesa delle informazioni richieste relative alla Provincia di Pesaro e Urbino.
Stante il citato quadro delle competenze, il Servizio Aree Naturali Protette e Ciclo dei Rifiuti, al fine, comunque, di dare opportuna risposta ai quesiti tecnici, economici ed ambientali posti dal Consigliere Gasperi ha già trasmesso con nota Ns. prot. N. DIP4/6727/28/08/2003 alla Provincia di Pesaro Urbino, al Dip.to Prov.le ARPAM di Pesaro Urbino e alla Comunità Montana dell'Alto e Medio Metauro opportuna richiesta di informazioni che, una volta acquisite, Le saranno tempestivamente trasmesse.
Si ritiene utile far presente, inoltre, che la Provincia di Pesaro Urbino, a seguito del decreto di sequestro preventivo dell'impianto di Cà Lucio da parte del Tribunale di Urbino, ha emesso in data 19.07.2003 ordinanza contingibile ed urgente per lo smaltimento in altro impianto dei rifiuti destinati all'impianto di Cà Lucio.
In tale ordinanza viene imposto, altresì, di adottare tutte quelle misure atte ad assicurare una corretta gestione del percolato e prevenire, altresì, ogni forma di sversamento dello stesso, garantendo nell'immediato tutte quelle forme di tutela dell'ambiente e della salute pubblica.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Gasperi per dichiararsi soddisfatto o meno.

Gilberto GASPERI. La ringrazio della risposta, ma rimango esterrefatto. Capisco che alcune deleghe sono passate alle Province, ma un fatto così grave, per il quale ci sono addirittura due indagini, una della Forestale e una della procura di Urbino, su un inquinamento non tanto per vedere quali sono le cause, ma per vedere gli effetti che sono stati provocati, non è cosa da poco. Addirittura sul fiume Metauro c'è stata una moria di pesci e questi eventi sono accaduti in epoca già passata da quasi un anno e mezzo. Addirittura l'Arpam ha fatto i prelievi e visto che l'Arpam fa capo alla Regione, ritenevo che almeno si poteva venire a conoscenza dei risultai delle analisi fatti dall'Arpam stessa.
Il problema è: questi liquami che si sono sversati nel fiume, vengono ancora prodotti? Da che cosa derivavano, da un ammasso di sostanze di questa discarica oppure dal fatto che la discarica, quando è stata costruita non è stata messa a norma? Cioè il basamento di questa discarica non è impermeabile? O viceversa, i liquami proveniente da questa discarica, vengono raccolti in contenitori: come vengono sversati questi contenitori? Rimangono "in garanzia", nel senso che sono nei limiti della sicurezza? Visti gli effetti e le conseguenze avute questa cosa non la possiamo assolutamente affermare.
La sollecito a dare una risposta, assessore, perché lei mi ha detto che addirittura nell'agosto del 2003 era stata presentata da parte della Regione una richiesta direttamente alle Province e la Provincia di Pesaro e Urbino dall'agosto 2003 ancora non ha risposto. Mi auguro che sia fatta una sollecitazione, perché pi mi muoverò personalmente. Se ci sono responsabilità da parte della Provincia di Pesaro e Urbino è giusto che se le assuma, ma io non vado a cercare di chi sono le responsabilità bensì i modi e l'operatività per risolvere questi problemi.


Interrogazione (Rinvio): «Piano faunistico venatorio» Gasperi (888)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l'interrogazione n. 888 del consigliere Gasperi.
Risponde l'assessore Agostini.

Luciano AGOSTINI. In riferimento alla nota n. 33/4088/SEG del 2 ottobre 2003, con la quale si chiede di fornire una documentata relazione in merito all'interrogazione di cui all'oggetto, si comunica quanto segue.
Le scelte effettuate dalla Regione in ordine al computo delle superfici da destinare a "pianificazione", come è noto, discendono dall'interpretazione della sentenza n. 448/92 della Corte Costituzionale secondo la quale la p.a., al riguardo, deve adottare criteri di sufficiente elasticità rispetto a quanto riportato dalla normativa. Ovvero non è detto che tutte le aree interdette alla caccia, per effetto di qualsiasi norma o disposizione, debbano essere computate nella quota riservata agli istituti di protezione.
D'altro canto il Consiglio di Stato che si è espresso con la decisione n. 717/2002 sulla sentenza del TAR Campania n.7767/2000, che valutava un punto relativo a tale aspetto, chiarisce inequivocabilmente che il territorio semplicemente precluso alla caccia per effetto di divieti o norme di sicurezza diversi da quelli che si determinano con l'istituzione di aree protette, sia in base alla L. 394/97 che alla L.157/92, non debba essere automaticamente computato nel territorio destinato ad aree protette.
Pertanto, alla luce di quanto sopra, le tipologie di territorio che sono state sottratte alla pianificazione risultano essere: area non classificabile in prevalenza edificata, area non classificabile in prevalenza con infrastrutture, area non classificabile in prevalenza produttiva, area non classificabile in prevalenza boschiva, edificato residenziale, edificato produttivo, aree in trasformazione, attrezzature ricreative e turistiche, spiagge, aree estrattive, allevamenti ittici, strade bianche, edificato con infrastrutture, strade asfaltate, autostrade e ferrovie; inoltre, dall'edificato con infrastrutture, dalle strade asfaltate, dalle autostrade e dalle ferrovie è stata calcolata anche un 'area di rispetto di 50 metri per parte.
Relativamente alla questione concernente le piste ciclabili valgono le stesse considerazioni, ossia, fermo restando quanto asserito dal Servizio Caccia, con nota n. 5497 del 30/10/2002, in ordine all'obbligo del rispetto delle distanze ai fini della sicurezza e quindi del divieto di caccia, se le stesse rientravano in una delle tipologie sopra elencate, ad esempio risultavano asfaltate, dovevano essere conteggiate, e sono state conteggiate, diversamente no.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Gasperi per dichiararsi soddisfatto o meno.

Gilberto GASPERI. Assessore, rimango veramente deluso dalla risposta che ho ricevuto, anche se lei non ha direttamente responsabilità su questo fatto. Le risposte che ha dato sono completamente in antitesi con il discorso che si era fatto anche in Commissione sulla preparazione del piano faunistico venatorio che tra l'altro è costato oltre 70 milioni perché è stato dato un incarico ad hoc e non è stato redatto dai competenti dirigenti a livello regionale. C'è stato un éscamotage, indicato non so da chi: si è detto che si aveva la certezza di avere misura con più precisione i territori marchigiani. Se questo fosse vero, sarebbero dovuti andare a misurare non solamente i terreni che sono idonei all'utilizzo della caccia, ma i parchi, le zone vietate, l'ampiezza delle strade, le aree che sono occupate dai fabbricati per le distanze che si devono tenere dai fabbricati stessi, così come le distanze doppie devono essere tenute da ambo i lati delle strade. Questo non era assolutamente stato redatto, tanto è vero che durante la discussione si era anche detto "in questo caso dovremmo sottrarre le aree di addestramento per i cani e questo è assurdo, ma se fosse vero si toglierebbero le aree di addestramento per i cani perché dovrebbero essere contemplate le aree adibite a utilizzo della caccia per un motivo molto semplice: perché sono aree stabilite con una legge nazionale. Mi sento allora libero di agire nei confronti del falso che era stato fatto nel calcolo delle aree per il piano faunistico venatorio, perché è veramente offensivo che si cerchi di turlupinare non il sottoscritto, perché in fin dei conti sono anche pagato per essere turlupinato, ma i cacciatori e i cittadini marchigiani che pagano le tasse per l'esercizio venatorio, tasse che dovrebbero essere riversate a beneficio degli stessi cacciatori, cosa che non avviene nella pesca e nella raccolta dei funghi. E allora non solo non sono d'accordo con quello che è stato da lei detto, ma reputo veramente offensivo per l'intelligenza dei cittadini marchigiani che l'ufficio competente le abbia redatto una relazione di questo genere, perché conoscendola lei non è sicuramente una persona che accetta un discorso di questo tipo. Lei ha letto la risposta. Mi ritengo libero di agire di conseguenza nei confronti di chi ha redatto il piano.




Interrogazione (Svolgimento): «Verifica autorizzazioni Azienda di Mondavio» Cecchini (954)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l'interrogazione n. 954 del consigliere Cecchini.
Risponde l'assessore Amagliani.

Marco AMAGLIANI. In relazione all'interrogazione a risposta scritta del Consigliere M. Cristina Cecchini contrassegnata con il numero di repertorio 954/03, riguardante la materia in oggetto, sì ritiene opportuno evidenziare, in via preliminare, che: l’interrogazione si riferisce ad una vicenda giudiziaria, tuttora in corso, nell'ambito della quale l'Autorità giudiziaria ha disposto il sequestro dell'impianto di Mondavio (PU) della Società Agroter, mentre l'Amministrazione Provinciale competente ha sospeso le autorizzazioni, alla stessa rilasciate per l'attività di recupero e riciclo di sostanze organiche non utilizzate come solventi; per quanto è dato conoscere, le indagini non riguardano le attività in regime autorizzatorio, bensì altre operazioni verosimilmente illecite, e pertanto condotte in modo da sfuggire ai controlli tecnici di Provincia ed A.R.P.A.M.
Al riguardo, comunque, sulla base delle notizie disponibili presso il Servizio e secondo la sequenza dei quesiti posti dall’interrogante, si forniscono i seguenti elementi di informazione:
Punto 1:"Se nel corso degli anni ci sono stati controlli, chi li ha fatti e a quali conclusioni si è giunti".
Sia la Provincia di Pesaro-Urbino, sia l'ARPAM del Dipartimento di Pesaro hanno provveduto, ognuno per le proprie competenze, ad eseguire numerosi controlli, finalizzati a verificare la regolarità nell’esercizio delle attività autorizzate. In particolare, come si evince dalle note dell'ARPAM - Dipartimento di Pesaro - Servizio Aria, Rifiuti e Suolo - Prot. n°2585/RS del 13.03.2003 e Prot.n°7161RS del 29.01.2004 rispettivamente Allegato A) ed Allegato B), dai numerosi controlli eseguiti, dalla struttura tecnica competente per territorio non sono state mai ravvisate, negli ultimi anni, irregolarità nell'esercizio delle attività autorizzate.
I controlli sono stati eseguiti in ordine a: Rifiuti in ingresso; Compost in uscita; Acque meteoriche di dilavamento; Percolati di rifiuti; Acque superficiali di corsi d'acqua circostanti la Ditta Agroter; Valutazioni di odori; Ispezioni dei luoghi.
Recenti accertamenti (Allegato C), volti a verificare il rispetto dei limiti quantitativi prescritti dalla DGR n°3310 del 31 20.12.1999. sono stati svolti dal Corpo di Polizia Locale Provinciale, che non ha riscontrato superamenti del limite settimanale previsto di 1400 tonn/settimanali. A tutt'oggi, non risultano segnalate, molestie per la salute umana, né situazioni di illecito, attinenti la gestione dei rifiuti, svolta dalla Ditta in esecuzione delle autorizzazioni regionali concesse.
Punto 2 "Se intende, alla luce dei fatti accaduti verificare la natura delle autorizzazioni e la loro liceità verso la normativa vigente".
L'Amministrazione regionale, in attuazione degli articoli 27 e 28 D.Lgs n°22/97 (Decreto Ronchi, recanti rispettivamente "Autorizzazione del progetto e autorizzazione alla realizzazione degli impianti di smaltimento e di recupero dei rifiuti" e "Autorizzazione all'esercizio delle operazioni di smaltimento e di recupero", ha concesso, alla Ditta Agroter una serie di autorizzazioni concernetti le operazioni di: riciclo/recupero di sostanze organiche non utilizzate come solventi — R3; messa in riserva dei rifiuti — R13 .
In attuazione di quanto previsto dalle Leggi regionali, rispettivamente n°28/97 e n°10/99 e della DGR n°639/02, le funzioni concernenti gli articoli succitati sono state delegate alle Amministrazioni Provinciali.
Per gli opportuni fini conoscitivi si riporta di seguito, l’elenco delle autorizzazioni regionali concesse alla Ditta Agroter S.p.A.: DGR n°2105 del 01.08.1997 "Autorizzazione all'esercizio dell'attività R3 (riciclo/recupero di sostanze organiche non utilizzate come solventi" ed R13 (messa in riserva dei rifiuti). Questo atto ha sancito l'allineamento della realtà imprenditoriale dell'Agroter con la nuova normativa sui rifiuti D. Lgs.n°22/97 - Decreto Ronchi). L'autorizzazione veniva concessa per un periodo di cinque anni, connettendo il tipo di processo con le specifiche operazioni di recupero R3 e R13 contemplate nell'Allegato C del predetto decreto legislativo. Veniva fissato anche il quantitativo massimo di rifiuti da sottoporre alle operazioni di recupero e riserva, pari a 50.000 tonnellate annue; DGR n°3310 del 20.12.1999 "Approvazione del progetto per la produzione di terricciato di ricopertura discariche" ad integrazione della DGR n°2105/97; o DDS n°141 n°29 del 29.04.2002 "Rinnovo ed adeguamento delle autorizzazioni all'esercizio delle attività R3 ed R13, già rilasciate con DGR n°21Q5/97 e DGR n°3310/99~ in attuazione della Decisione della Commissione 2000/532/CE concernente il nuovo sistema di codifica dei rifiuti 2002; DDS n°154 del 30.04.2002 "Approvazione del fabbricato adibito ad uffici e servizi Integrazione della autorizzazione all'esercizio delle attività R3 ed R13, già rilasciata con DGR n. 3310/99.
Al riguardo non si ha ragione di dubitare che le stesse non siano state adottate in conformità della normativa all'epoca vigente, peraltro nel frattempo non innovata.
Relativamente alle attività di comunicazione rivolte alla popolazione, in merito alla gestione dell'impianto in questione, si ritiene che gli organi di stampa abbiano trattato la materia in maniera sufficientemente corretta e che, conseguentemente, la cittadinanza abbia compreso come, insieme alla magistratura, anche gli Enti Locali, preposti alla materia, si siano rapidamente attivati e continuino a seguire con la massima attenzione l'evoluzione della vicenda.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Cecchini.

Cristina CECCHINI. Ringrazio della risposta, ma mi permetto di segnalare all'assessore, che avrà modo di recuperare un rapporto con le istituzioni — nei prossimi giorni dovrà farlo perché ha degli appuntamenti con loro — tre questioni. Primo, il tribunale ha dato la competenza dello smaltimento o comunque della custodia dell'Agroter al Comune di Mondavio il quale non è in grado, finanziariamente, di far fronte a questa questione. Non è un caso che c'è stato già un incendio. La questione di dove trovare i 500.000 euro per fare la manutenzione all'impianto Agroter è da risolvere e questa questione la Provincia non l'ha risolta. Quindi non la imputo alla Regione ma non c'è dubbio che fra Regione e Provincia la questione dovrete in qualche modo risolverla.
Le autorizzazioni. La storia è questa: la Regione un attimo prima di passare le competenze alla Provincia e prima che scadesse l'autorizzazione, cosa molto singolare, ha autorizzato di nuovo. Questo è quello che riferisce l'assessore provinciale Capponi in un'assemblea a Mondavio dove, a fronte del comitato dei cittadini che gli chiedeva come mai questi avevano sempre autorizzazioni e come mai queste autorizzazioni erano tanto — perché la mobilitazione dei cittadini è in piedi dal 1996 e nonostante questo la Regione ha continuato ad ampliare le competenze della possibilità di smaltimento in quella sede — l’assessore Capponi disse "noi non l'avremmo fatto; l'ha fatto la Regione prima di passarci le competenze, attraverso solerti funzionari che hanno rinnovato le autorizzazioni.
In forza di questa cosa mi permetto di chiederle di attivarsi, perché è vero che adesso la sospensione cautelativa delle autorizzazioni spetta alla Provincia, ma la stessa Provincia non si era accorta di un traffico illegale, è dovuta arrivare la procura di Napoli su quello stabilimento per fermare le autorizzazioni. E' vero che i controlli sono stati fatti dalla Provincia, ma non so bene dove controllava se non si era accorta di un traffico di rifiuti industriali gestito dalla Camorra che andava dal nord al sud d'Italia.
Terza questione la bonifica del suolo. E' vero che i cittadini sono informati ma sono ancora preoccupati. Per queste ragioni mi permetto di indicare le tre questioni sulle quali dovrebbe lavorare: sostenere il Comune di Mondavio finanziariamente per lo smaltimento, perché non sanno dove trovare i soldi per provvedere; la bonifica del suolo e garantire i cittadini ancora di più, magari rifacendo le analisi adesso nei terreni dove c'è stato lo sversamento dei liquami nel corso di questi anni; lavorare affinché la Provincia sospenda cautelativamente le autorizzazioni, in attesa di una definizione della questione in sede giudiziaria.



Interrogazioni (Svolgimento):
«Tagli ai finanziamenti al settore turistico» Giannotti, Brini, Trenta, Ceroni, Cesaroni e Grandinetti (980)
«Utilizzazione finanziamenti statali per il turismo» Giannotti Brini, Cesaroni, Trenta, Ceroni e Grandinetti (775)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca le interrogazioni n. 980 dei consiglieri dei consiglieri Giannotti, Brini, Trenta, Ceroni, Cesaroni e Grandinetti e n. 775 dei consiglieri Brini, Cesaroni, Trenta, Ceroni e Grandinetti, abbinate.
Risponde l'assessore Rocchi.

Lidio ROCCHI. Il fondo di cofinanziamento dell'offerta turistica di cui all'articolo 6 della legge 29 marzo 2001, n. 135 finanzia i progetti di s viluppo dei Sistemi Turistici Locali cosi come definiti dall'articolo 5 della medesima legge.
Fermi restando i limiti previsti dalla disciplina comunitaria in materia di aiuti di Stato alle imprese, le Regioni definiscono le modalità e la misura del finanziamento dei suddetti progetti, predisposti dai soggetti pubblici o privati in forma singola e associata, che perseguono le finalità indicate al comma 4 dell'articolo 5 della legge 135/2001.
Coerentemente con tale impostazione la Regione Marche, con il Piano Promozionale Turistico per l'anno 2003 e 2004, ha ritenuto opportuno valorizzare al massimo il ruolo dei nuovi Sistemi Turistici Locali per la cui istituzione ha assunto una forte e convinta iniziativa di promozione, di coordinamento e di sviluppo sul territorio.
Occorre rilevare che le Marche è stata la prima Regione a istituire i suddetti organismi in attuazione del citato articolo 5 ricevendo ampi riconoscimenti non solo ai veri livelli istituzionali, ma anche da parte delle Associazioni di categoria degli operatori turistici a livello nazionale.
In questo contesto il Sottoprogramma "prodotto" del programma Promozionale, per i suoi innovativi obiettivi ed il suo budget, costituisce una parte essenziale del Piano. Esso, infatti, chiarisce che i Sistemi Turistici Locali diventano strumenti di integrazione tra pubblico e privato per lo sviluppo e la valorizzazione coordinata del complesso delle risorse locali.
E proprio il coinvolgimento dei privati all'interno dei Sistemi Turistici rappresenta la grande novità per lo sviluppo turistico del territorio. Una novità e una opportunità che la Giunta Regionale, ha subito sfruttato con il riconoscimento degli attuali 10 Sistemi Turistici in cui la presenza delle Imprese e dei Soggetti privati riveste un ruolo fondamentale per programmare l'attività di accoglienza in stretta sinergia e collaborazione con gli Enti Locali.
Il Sottoprogramma "prodotto", nell'ambito delle linee di indirizzo adottate dalla Regione Marche con delibera della Giunta n. 578 del 19/3/2002, prevede che i Sistemi Turistici Locali, formalmente riconosciuti dalla Regione, possano presentare progetti rivolti allo sviluppo ed alla valorizzazione del prodotto turistico, la cui realizzazione è anche diretta al perseguimento delle seguenti finalità: 1) sostenere l'attività e i processi di aggregazione e di integrazione tra le imprese turistiche; 2) sostenere l'innovazione tecnologica degli uffici di informazione e accoglienza turistica; 3) promuovere il marketing dei prodotti turistici tipici per l'attuazione della relativa commercializzazione in Italia e all'estero.
Anche in questo caso, come si vede, la Giunta Regionale ha posto particolare attenzione al ruolo dei privati coinvolgendoli nei progetti di sviluppo e di valorizzazione dei rispettivi territori.
Per le finalità di cui sopra è costituito un budget di Euro 540.000,00 per ambito territoriale provinciale.
Tale scelta contribuirà a consolidare l'immagine turistica della nostra regione in Italia e all'estero attraverso forme di concertazione con gli Enti funzionali e con le Associazioni di categoria che concorrono alla formazione dell'offerta turistica, nonché con i Soggetti pubblici e privati interessati.
Ciò detto, occorre rilevare che la Regione Marche, in questi anni, ha posto una particolare attenzione allo sviluppo e alla qualificazione delle strutture ricettive attraverso l'assegnazione dei fondi comunitari previsti dall'Obiettivo 2 e l'erogazione di contributi in attuazione della legge regionale 28 ottobre 1991, n. 33 specificatamente rivolta a interventi di riqualificazione dell'offerta turistica regionale.
La Regione Marche ha inteso investire una parte delle risorse del fondo di cofinanziamento di cui alla legge 135/2001 prevalentemente a sostegno dei progetti di innovazione e ammodernamento delle piccole e medie imprese turistiche al fine di dare continuità e consequenzialità alla politica di sviluppo del settore, consolidando i già positivi risultati raggiunti fino ad ora. Il bando approvato con la deliberazione della Giunta Regionale n. 1391 del 13/10/2003 stanzia ben 3.700.000,00 euro e produrrà gli effetti nell'anno in corso con la concessione di un contributo una tantum pari al concorso sugli interessi nella misura di tre punti percentuali che risulta più vantaggioso rispetto alla legge regionale 33/91 come hanno sottolineato, in più occasioni, le stesse Associazioni di categoria.
Si tratta di investire notevoli risorse che andranno ad incentivare i canali di finanziamento attuali offrendo la possibilità agli operatori turistici del settore alberghiero ed extra-alberghiero di accedere ad ulteriori incentivi per il miglioramento delle proprie strutture.
Un'occasione importante, che da un lato impegna la Regione nell'attuazione di rapidi ed efficaci strumenti di assegnazione delle risorse disponibili, dall'altro coinvolge gli operatori privati affinché si attrezzino, fin da ora, per predisporre progetti mirati alla qualificazione delle proprie strutture in, un quadro di rinnovata collaborazione e concertazione tra Regioni e privati.
Occorre precisare, che la Giunta regionale ha svolto una forte politica di incentivazione del turismo nell'entroterra.
L'incentivazione in termini di promozione del territorio e delle sue eccellenze ma anche di sostegno alle nuove e variegate tipologie di strutture ricettive di tipo leggero che stanno consolidandosi ed espandendosi sull'intero territorio regionale come i bed & breakfast e le country-house.
I numeri lo dimostrano inequivocabilmente: sono 69 e le country house e ben 432 i bed & breakfast che offrono i propri servizi di ricettività in ambienti accoglienti sparsi sull'intero territorio marchigiano.
Obiettivo della Giunta regionale e dell'assessorato in materia turistica è quello di "fare squadra" tutti insieme: Enti Pubblici, Enti Economici, Associazioni di Categoria, Imprenditori. Collaborare insieme è indispensabile non solo per razionalizzare le risorse finanziarie e finalizzarle verso obiettivi comuni e condivisi, ma anche individuare strumenti e strategie efficaci di valorizzazione delle risorse turistiche della nostra Regione nei prossimi anni.
Da ultimo occorre ricordare che la Giunta regionale, già in data 13 febbraio 2002, ha approvato e trasmesso al Consiglio la proposta di legge "Disciplina regionale in materia di turismo e attività Ricettiva", meglio conosciuta come Testo Unico sul Turismo.
Recentemente, in data 13 novembre 2003 l'Assessorato al Turismo ha riproposto in Giunta un nuovo Testo che tiene conto delle modifica nel frattempo intervenute con l'approvazione della Legge costituzionale n. 3 del 18/10/2001 di modifica del Titolo V parte seconda della Costituzione e della Legge n. 135/2001.
Si è aperto al riguardo un ampio dibattito sia sul piano istituzionale con il coinvolgimento delle Autonomie Locali, sia sul piano politico.
E' arrivato il momento di chiarire gli obiettivi politici che si vogliono perseguire, specialmente per quanto concerne l'APTR e il suo superamento, e una volta individuati delineare un percorso privilegiato per tradurli in legge entro la presente legislatura.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Giannotti.

Roberto GIANNOTTI. Non posso che esprimere la più netta opposizione del gruppo di Forza Italia alle linee di politica turistica che, almeno, l'assessore Rocchi — ne debbo dare atto — ha cercato di richiamare in quest'aula oggi. A differenza di quanto fatto dal Presidente D'Ambrosio devo dare atto all'assessore di avere fatto uno sforzo per richiamare i dati essenziali di un problema, quello del turismo, che rappresenta una delle chiavi di volta più importanti del sistema economico marchigiano. Un aspetto del nostro tessuto economico che, se affrontato nella maniera giusta, può dare tantissimo in termini di ricchezza, in termini di occupazione a questa Regione.
Parto da un dato oggettivo: la Giunta regionale, nella sua politica dissennata di recupero dall'esposizione finanziaria in cui si era collocata ha tagliato in maniera indiscriminata e ha tagliato risorse fondamentali nel settore turistico. Noi l'abbiamo detto e l'abbiamo anche specificato: si tratta di un taglio che in percentuale assume un grande valore negativo, perché per un assessorato che ha già una inadeguata disponibilità finanziaria, vedersi ridurre le risorse messe a disposizione rappresenta un fatto negativo. Ma non è solo quello, perché sul fronte del turismo la Giunta regionale ha gettato la maschera e ha dimostrato chi è veramente inadempiente nel rapporto Stato-Regioni, perché tutti sanno ormai che sul versante turistico la Regione utilizza impropriamente — e io dico che è colpevole di appropriazione indebita — le risorse della legge 135 destinate alla valorizzazione turistica per finanziare i propri progetti. Con i soldi dello Stato si finanzia il piano promozionale turistico regionale e questo è veramente un atto di appropriazione indebita che viene compiuto dalla Giunta regionale rispetto ai fondi e fa pulizia rispetto alle polemiche fatte in questi anni sui tagli dello Stato, sui minori trasferimenti. E' vero il contrario: che i trasferimenti statali vengono utilizzati impropriamente.
Quindi poche risorse regionali, l'utilizzo improprio delle risorse nazionali per sostenere i propri programmi, di fronte ad una crisi inarrestabile del turismo marchigiano. E' un turismo ormai "nostrano", non lo diciamo solamente noi, è un turismo in crisi, che non ha, oggi, purtroppo, grandi prospettive sul piano di uno sviluppo adeguato, che rappresenterebbe un fatto positivo. Noi diciamo che se questa situazione di crisi, di difficoltà, che non porta nelle Marche lo straniero, che non porta nelle Marche l'italiano ma che ricicla solamente il marchigiano, è così, ciò dipende dal fatto che da anni manca una politica turistica vera da parte della Giunta regionale. Manca una politica turistica e questo è dimostrato ampiamente dalla esiguità delle risorse finanziarie che vengono destinate. Io non ho fatto un esame comparativo, ma se andiamo a fare un esame comparativo ci rendiamo conto che il turismo è il settore che meno prende e questo cozza contro la valutazione che il turismo è invece il settore che più dà in termini di produzione di ricchezza, di occupazione e di beneficio. Manca una politica vera per il settore.
Le Marche non sono capaci di affascinare lo straniero, non c'è una politica promozionale in grado di conquistare fasce di consenso. Io ho anche detto che sono sbagliati gli obiettivi che il piano promozionale triennale ha proposto. E' inutile pensare di conquistare al mercato turistico marchigiano il mercato cinese o australiano, perché non si tiene conto di dati logistici oggettivi. Invece sarebbe importante, tanto per fare un riferimento, potenziare la presenza nostra nelle grandi capitali europee, sul mercato europeo, che è quello più sensibile, se opportunamente promosso, all’utilizzo delle nostre strutture.
Quindi manca una volontà politica da parte della Giunta regionale. Non me la sento di gettare tutte le croci sul povero assessore, ma manca una volontà dell’Esecutivo regionale.
C’è il problema della riforma. Il gruppo di Forza Italia ha proposto da tre anni questa cosa, con una proposta organica. Ringrazio pubblicamente il consigliere Avenali di avere ripreso e sviluppato, in un intervento su Il Corriere Adriatico, la posizione ufficiale di Forza Italia: le darei la tessera onoraria del nostro gruppo, se gli amici me lo consentono, perché lei ha ripreso i motivi della nostra posizione che sono lo scioglimento di un carrozzone qual è l’Aptr... Sono cose che lei ha detto, non vedo perché ci si debba scandalizzare. Si tratta, dopo di capire il senso del suo intervento. Quindi, la proposta di sciogliere l’Aptr, la costituzione di un’agenzia turistica regionale che, dice giustamente Avenali, ma ha detto prima il gruppo di Forza Italia, recuperi sinergicamente il rapporto enti pubblici-imprenditori, perché la carenza, i limiti della “legge Silenzi” sono questi: quella legge ha fallito perché è stata imposta agli imprenditori turistici marchigiani, perché era orfana di un rapporto organico con le imprese del settore turistico, quindi ha detto bene il consigliere Avenali, bisogna recuperare questo aspetto, bisogna pensare ad uno strumento operativo della Regione che riesca a recuperare il rapporto organico con il tessuto turistico regionale.
C’è il problema dei sistemi turistici, che secondo noi non corrispondono alla realtà territoriale. Noi abbiamo sempre contestato l’equazione ambiti turistici rilevanti-Marche. Non è così, diciamocelo, non è la stessa cosa Loreto con Mercatino Conca, non è la stessa cosa Urbino con Montelupone, c’è una scala di valori che va individuata, segnalata.
Rispetto ai sistemi turistici va fatta una valutazione che tenga conto di un livello di omogeneità, ma della capacità del sistema delle autonomie locali, del sistema delle imprese di mettersi a regime per operare proposte.
Cosa mi ha meravigliato, Avenali? Io ritengo la sua uscita più come un attacco alla Giunta regionale nel suo insieme che all’assessore Rocchi, perché vivendo in questo ambiente mi sono reso conto che l’assessore ha commesso un solo errore in questo periodo: non si è dimesso da assessore al turismo di fronte alla pochezza delle risorse finanziarie, di fronte alla ottusità del gruppo di maggioranza relativa e di questa maggioranza infeconda del Consiglio regionale di avviare un vero processo di riforma del settore turistico. L’unico errore che ha fatto Rocchi è stato quello di non aver fatto un gesto eclatante dando le dimissioni per manifestare il proprio dissenso da questa impostazione. Oggi c’è la sua uscita, io ne prendo atto. Su questo piano, Avenali, il gruppo di Forza Italia è disposto seriamente a mettere in piedi un confronto che porti a disegnare un’altra politica turistica per la nostra regione, una politica turistica che non può prescindere dall’apporto costruttivo delle imprese turistiche marchigiane che rappresentano il cuore del sistema e senza le quali non si può avviare nessun processo di riforma seria.
Io sono in questo senso insoddisfatto della risposta di Rocchi, perché non condivido questa impostazione, però sono nello stesso tempo qui a rilanciare la proposta di un confronto a tutto campo, a partire dal principale gruppo di maggioranza, perché si cominci a lavorare anche in questa legislatura, per fare una legge che corrisponda alle esigenze vere del turismo delle Marche.



Mozioni (Votazione proposte di risoluzione):
«Ritiro militari italiani dall’Iraq» Procaccini e Martoni (292)
«Ritiro contingente militare italiano dall’Iraq» Procaccini e Martoni (326)
«Drammatico attentato in Iraq» Procaccini e Martoni (332)

PRESIDENTE. Ricordo che prima della votazione di queste mozioni è stato chiesta la verifica del numero legale e pertanto non si è proceduto alla votazione stessa.
Sono state presentate due proposte di risoluzione, una a firma Francheschetti, Luchetti e Rocchi e l’altra presentata da Procaccini, Moruzzi e D’Angelo.
Pongo in votazione la proposta di risoluzione a firma Franceschetti, Luchetti e Rocchi.

Il Consiglio approva

Pongo in votazione la proposta di risoluzione a firma Procaccini, Moruzzi e D’Angelo.

Il Consiglio non approva



Proposta di legge (Discussione e votazione): «Fusione dei consorzi di bonifica dell’Aso, del Tenna e del Tronto» Giunta (236)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca la proposta di legge n. 236, ad iniziativa della Giunta.
Ha la parola il relatore di maggioranza, consigliere Modesti.

Cataldo MODESTI. Questa proposta di legge, come noto nasce da una situazione di emergenza che si è determinata nel consorzio del Tronto. La stessa proposta di legge cerca di sanare questa situazione prevedendo la fusione degli attuali tre consorzi dell’ascolano in un unico consorzio e al tempo stesso il ripiano dell’esposizione debitoria del consorzio stesso, tuttavia non è una legge a sé stante, perché si inquadra in una proposta di legge che la Giunta sta esaminando, su cui ha svolto già degli incontri con le componenti interessate e che nel giro di qualche settimana verrà approvata dalla Giunta per tornare poi in Commissione e in Consiglio per ridisegnare in maniera organica tutta la problematica dei consorzi di bonifica; Quindi noi sappiamo già fin da ora che questa proposta di legge che discutiamo oggi è collegata con l’altra che arriverà fra qualche settimana, che ci consentirà di approfondire in maniera organica tutta la problematica. La proposta di legge di oggi, iscritta d’urgenza in aula, va nella direzione di sanare una situazione di emergenza, i tempi sono strettissimi perché si sta creando un vuoto di poteri, in quanto il commissario in carica sta scadendo, quindi per evitare che questo consorzio venga messo in liquidazione con i problemi che ciò determinerebbe, sia per i dipendenti sia per l’agricoltura in quanto è già iniziata la stagione irrigua. Con questa proposta di legge tamponiamo una situazione d’emergenza, con l’impegno, fra qualche settimana di ritornare in Consiglio affrontando la materia organica della riforma dei consorzi di bonifica.

PRESIDENTE. Ha la parola il relatore di minoranza, consigliere Viventi.

Luigi VIVENTI. Ripeto in aula ciò che ho avuto modo di argomentare in Commissione, cioè che il nostro voto sarà di astensione su questo provvedimento, per senso di responsabilità, per non voler ostacolare una decisione che va a salvare una organizzazione che di fatto, così come è messa non avrebbe più ragione di essere. E’ evidente che questo è un provvedimento parziale, di poco conto. Si poteva anche salvare dal punto di vista economico in un altro modo, contestualmente presentare una proposta di riordino dell’intero settore, perché indubbiamente una parte delle competenze dei consorzi di bonifica sono transitate alle Province, con esse sono transitati anche gli importi che i consorzi di bonifica riscuotevano, quindi questi consorzi che erano già in difficoltà dal punto di vista economico oggi, dovendo rinunciare anche ad una parte delle loro entrate lo sono ancora di più. Quindi ormai la situazione rappresenta un non senso. Questa organizzazione, così com’è non ha storia, non ha futuro, non ha contenuti.
Mi meraviglio solo che si sia aspettato tanto. Io avevo sollecitato a suo tempo, due anni fa, una decisione sui consorzi e non è stato fatto, poi è stata presa la decisione di portarli alle Province, ma le persone sono rimaste le stesse, le entrate sono diminuite, tra l’altro questi consorzi sono anche costosi, viste le piante organiche, quindi è evidente che così facendo questi non possono andare avanti.
In Commissione ho detto che noi ci asterremo rispetto a questo provvedimento, perché non si trovava una soluzione migliore nell’immediato, ma non v’è dubbio che l’intera materia, a brevissimo deve essere rivista da questo Consiglio regionale.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Trenta.

Presidenza del Vicepresidente
GILBERTO GASPERI

Umberto TRENTA. Stiamo parlando di una legge che graverà sul bilancio della Regione per i prossimi anni, quindi sui contribuenti. Però c’è un’esigenza primaria che va messa nella giusta luce. Ci sono delle persone, padri di famiglia, senza retorica, madri di famiglia, comunque persone che da questo lavoro si aspettano il sostentamento naturale nella vita, nella quotidianità, non come atto straordinario che dipende dalla volontà politica di un Consiglio regionale o di una Giunta regionale. Mi permetto di citare un pro-memoria alla cortese attenzione dell’assessore Agostini. Ribadisco che in Commissione noi abbiamo votato per il provvedimento economico, che è la cosa primaria, più urgente, più impellente, ma più onesta politicamente e come amministratori, da affrontare. Il consorzio di bonifica del Tronto si trova in una situazione quale quella che si è determinata negli anni, di indebitamento nonostante gli amministratori straordinari o i commissari e qui faccio una notazione: in base alla convenzione stipulata tra il consorzio di bonifica del Tronto e l’esattore Ancona Tributi Spa, ex Serit, alla scadenza dell’ultima rata dei ruoli emessi dal consorzio di bonifica del Tronto e consegnati come previsto dalle vigenti norme in materia all’Ancona Tributi, la stessa si impegna a versare al consorzio di bonifica del Tronto un anticipo pari al 70% del ruolo in esenzione. Potrei andare avanti.
Signori, perché ci sono volontà diverse tra accorpare i tre consorzi, quindi il personale dei tre consorzi, quindi la struttura, le strutture di tre consorzi, quando chi ci ha preceduto non è stato capace di incidere su quella che era la propagandistica tassa derivante dall’urbano e dall’agricoltura? Io chiedo di risolvere immediatamente questo problema, anche perché i due miliardi di mutuo accesi alla Carisap incombono. Nel 2003 il commissario — che credo si chiamasse Landi — utilizzò i fondi che poi furono spesi all’Albula, primo e secondo commissariamento. Utilizzare quei fondi potrebbe poi suscitare un caso, penso imbarazzante per chi amministra come Regione, quindi ha competenza specifica e diretta sui consorzi.
Io sostengo e sosterrò i buoni propositi di questa legge che vedrà chi si astiene, chi voterà contrario, ma chi dovrà prendersi la responsabilità di dare una risposta concreta, e su questa mi ci troverò, al provvedimento amministrativo conseguente.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Castelli.

Guido CASTELLI. Anch’io non voglio dilungarmi particolarmente su questa proposta di legge, anche perché il tema l’abbiamo affrontato, è nota la mia posizione, come è noto che questo è un ulteriore provvedimento emergenziale che voterò proprio perché non ci sono altre soluzioni per dare risposta, oggi, a due problemi che sono quelli che occupano i miei pensieri e le mie riflessioni: la condizione dei lavoratori del consorzio di bonifica e le condizioni complessive del sistema di irrigazioni nella vallata del Tronto, una vallata già afflitta da problemi afferenti al comparto industriale, che certo oggi non ha sicuramente bisogno di essere gravata ulteriormente da disastri economici anche sotto il lato agricolo e di ciò che accede a questo settore.
E’ con questo spirito che voto questa legge, perché è una legge purtroppo tardiva, una legge che dà l’unica risposta possibile, ma che è divenuta l’unica per effetto dei ritardi accumulatisi nel tempo. Voglio solo ricordare che sia il commissario Landi nominato dalla Regione, sia, precedentemente, gli ispettori che, costituendo una sorta di pool investigativo, erano stati dalla Giunta delegati a capire come stavano le cose, dal 2002-2003 avevano segnalato la situazione di dissesto finanziario gravissimo. Si parla e si usano espressioni del tipo “situazione pre-fallimentare” riferendosi al consorzio di bonifica del Tronto.
E’ stato accumulato un ritardo grave, ingiustificato, che oggi ci porta a questa situazione, che è anomala, perché — lo ebbi a dire qualche giorno fa proprio all’assessore Agostini — in realtà questa legge e questa ipotesi di unificazione avrebbero dovuto seguire e non precedere la riforma del sistema della bonifica che, da quel che so, è stata consegnata a una proposta di legge, non so se poi depositata formalmente o meno. Questo avrebbe richiesto un corretto inquadramento della problematica: faccio la riforma complessiva, individuo anche gli ambiti ottimali per l’esercizio delle funzioni che poi dovranno essere acclarate, individuate proprio in quella riforma e dopo do la mia scelta anche per quanto riguarda le unità consortili che debbono operare per effetto di quelle funzioni e in ragione di quella riforma. Invece siamo costretti ad anteporre ciò che logicamente andava posposto. A mio modo di vedere c’è un aspetto che, al di là di quello che ho già detto vale la pena di considerare e che deve essere anche oggetto di una sorta di impegno ufficiale da parte delle forze politiche piuttosto che della Regione: l’aspetto che attiene all’articolo 3. L’articolo 3 riguarda gli accordi con la Provincia. Questa legge ha un senso, ha un valore, ha una funzione “salvifica” rispetto ai due obiettivi cui facevo prima riferimento — i lavoratori e il sistema irriguo della vallata del Tronto — se effettivamente la Provincia darà corso a quegli impegni che sono in qualche misura descritti nell’articolo 3. Quindi assorbimento di personale e corresponsione di denaro.
La Provincia ha fatto una delibera di Giunta di indirizzi. E’ evidente che diverso e di maggiore impatto ed efficacia amministrativa sarebbe stato un atto formale del Consiglio provinciale, non solo per una considerazione formale sulle competenze in ordine alla funzione di indirizzo, ma perché effettivamente, oggi come oggi la Provincia ha manifestato, a poco più di 45 giorni dalle nuove elezioni provinciali un intento che tuttavia non è un’assicurazione. Vorrei che le forze politiche, al di là del fatto che ci riferiamo a un impegno che sarà del nuovo Consiglio provinciale si chiarissero su questo aspetto, perché non vorrei che ci trovassimo, oggi, a percorrere una strada emergenziale che potrebbe teoricamente essere vanificata da un mancato impegno importante da parte dell’Amministrazione provinciale, perché l’assorbimento di unità lavorative e il trasferimento di diverse centinaia di milioni di vecchie lire, se non miliardi non è una cosa da poco. Oggi, quindi, la spada di Damocle che in qualche misura grava su questa legge, sugli esiti che tutti noi auspichiamo è questa. Cosa succederà dopo il 13 giugno? L’assessore Agostini dice “a questo punto, se la Provincia non dovesse dare corso ai propri impegni è la legge stessa che in qualche modo verrebbe meno, non si attiverebbe. E’ probabile che ciò accada, ma di fatto la fusione sarebbe fatta e quant’altro.
La mia grossa perplessità non riguarda il deliberato di questo Consiglio quanto il deliberato successivo, futuro e futuribile dell’Amministrazione provinciale che sicuramente ha adottato quella delibera di Giunta in spirito positivo, costruttivo e non voglio stare qui a sindacare ulteriormente le ragioni politiche che hanno indotto la Giunta provinciale a farlo, il problema è che siccome il 13 giugno ci sarà una nuova Giunta provinciale, non vorrei trovarmi nella condizione che quelle buone intenzioni consacrate in una delibera d’intenti fossero poi disconosciute dalla successiva Giunta provinciale. Il problema è politico e formale. Certo quella delibera di Giunta provinciale di per sé non obbliga e non sprigiona effetti giuridici condizionanti rispetto all’azione che dovrà essere poi deliberata dal Consiglio provinciale di Ascoli Piceno che risulterà così costituito dopo le elezioni del 13 giugno.
Questo è lo spirito di un consigliere regionale che si è sempre occupato del problema, che purtroppo lamenta il fatto che si sia arrivati ben oltre il 90°, con il quarto uomo che ormai alza il tabellone dei minuti di recupero e probabilmente stiamo giocando oltre la scadenza del tempo, se è vero come è vero che il commissario straordinario che avevamo nominato in forza di un articolo dell’ultimo assestamento di bilancio è scaduto il 30 aprile, quindi sono sei giorni che questo ente virtualmente non ha un legale rappresentante e un soggetto abilitato a deliberare e decidere in nome e per conto dell’ente stesso. Siamo quindi in questa situazione di interregno, di limbo giuridico che costituisce un altro motivo necessario, condizionante rispetto alla necessità di deliberare e di approvare questa legge.
Rimangono le perplessità di fondo sulla gestione di questa partita, rimane l’assoluta necessità di procedere a un riordino della materia dei consorzi di bonifica, rimane la censura rispetto al comportamento di una Giunta provinciale che si è preoccupata, sostanzialmente, di fornire interpretazioni autentiche di precedenti leggi che hanno avuto sicuramente delle conseguenze operative, di natura finanziaria e contabile, senza capire, senza studiare a fondo quali potrebbero essere stati gli esiti di quelle decisioni.
Quel famoso provvedimento che tutti ricordiamo non costituiva l’abolizione della tassa della bonifica, costituiva la premessa per chiarire che il diritto dei consorzi di bonifica di esigere il contributo urbano mancava di presupposti, perché la funzione che giustifica la corresponsione di quel contributo è funzione ormai, per effetto delle leggi di delega, che va rinvenuta in capo alle Amministrazioni provinciali. Probabilmente — ma di questo sono convinto che l’assessore Agostini non possa non darmene ragione — se vi fosse stata una verifica più approfondita, se vi fosse stato uno studio più accurato circa le conseguenze anche di quel provvedimento autentico, non ci saremmo trovati in questa condizione, affogati dalla necessità di evitare la liquidazione amministrativa di un ente pubblico dipendente dalla Regione, la condizione non dico di indigenza ma di fortissimo contraccolpo sociale per quanto riguarda sia i dipendenti sia il complessivo servizio di irrigazione della vallata del Tronto.
Quindi ci adeguiamo al provvedimento con questo spirito. Darò il mio voto favorevole esclusivamente per queste ragioni, ma rimanendo totalmente ferme le motivazioni di severa critica nei confronti di questa Giunta provinciale.

Presidenza del Presidente
LUIGI MINARDI

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Cecchini.

Cristina CECCHINI. Non voterò questa proposta di legge, pur riconoscendo alla stessa il carattere di pura emergenza. Le ragioni sono quelle delineate dalla discussione che adesso sintetizzava il consigliere Castelli: da una parte i lavoratori che attendono il loro stipendio, dall’altra la questione che riguarda l’irrigazione, quindi l’intervento vero e proprio che il consorzio di bonifica del Tenna e del Tronto realizzano. Colgo però l’occasione per riproporre la questione. Su questa questione il Consiglio regionale ha a lungo discusso, abbiamo anche proceduto, primi in Italia, all’abolizione del tributo, per la parte che riguardava i centri urbani e non abbiamo fatto gli atti finali. Bisogna che una riforma, quando la si comincia, la si porti avanti con coraggio. Fino a un certo punto abbiamo marciato per arrivare alla definizione del ruolo delle Province e in sede di definizione del ruolo che potevano svolgere le Province relativamente alla difesa del suolo e relativamente ai finanziamenti pubblici abbiamo tolto dai consorzi di bonifica una serie di competenze. Poteva essere questa la via giuridica per l’abrogazione di fatto dei consorzi stessi. Poi ci siamo fermati dietro i piani di classifica dei consorzi di bonifica e stiamo ancora andando alla ricerca di una sintesi che non arriva e non capisco perché ci si sia fermati da parte della Giunta regionale. Qui, oltre al contenzioso sul quale si è proceduto, perché al Consiglio di Stato si è vinto, poi non si sono fatti gli atti conseguenti per lavorare affinché i consorzi di bonifica siano uniformati a ciò che noi volevamo che fossero. Insomma, l’Abruzzo ormai dieci anni fa ha fatto un unico consorzio di bonifica regionale. Questa legge poteva essere l’occasione per fare un unico consorzio di bonifica. Siccome andiamo sempre dietro l’emergenza, rischiamo di fare la fusione di due consorzi e di non toccare l’altro, quello pesarese che ha resistito di più all’abolizione delle tasse. Il contenzioso c’è sempre stato, però non so perché, la vince sempre.
Credo che ci sia una mancanza di coraggio e non capisco perché la Giunta si sia fermata e non ci lavori. Eravamo arrivati a un punto importante qualche tempo fa e adesso mi pare che si stia dormendo.

PRESIDENTE. Ha la parola l’assessore Agostini.

Luciano AGOSTINI. Sono soddisfatto del lavoro che giunge oggi a conclusione e che niente altro è che un provvedimento transitorio per arrivare ad una disciplina più organica e più completa in materia di consorzi di bonifica.
Vorrei ricordare due passaggi che secondo me sono fondamentali, al di là della polemica politica che si è sviluppata in questi giorni, in questi mesi sulla stampa, per rivendicare paternità o responsabilità.
Il Consiglio regionale nella finanziaria del 2000 votò un principio in base al quale dovesse essere abolita la tassa sull’urbano. Conseguentemente a ciò, il nuovo Consiglio regionale e la nuova Giunta regionale assunsero un’intesa con i consorzi di bonifica, per ridefinire in breve tempo i nuovi piani di classifica. Questi piani di classifica, ad eccezione di un consorzio sono stati fatti e ovviamente, con il provvedimento che poi è stato tanto contestato, ma null’altro è che un atto esecutivo di una legge approvata molti anni prima dal Consiglio regionale, si è stabilito di trasferire la competenza della funzione alla bonifica e quindi, di fatto il Consiglio regionale non ha abolito la tassa sulla bonifica, ha trasferito la funzione e quindi anche la possibilità alle Province di mettere o non mettere la famosa tassa sulla bonifica. Poi si è sviluppato tutto quello che sappiamo che non riassumo, ma questi due o tre passaggi a me sembrano fondamentali per capire qual è stato lo sviluppo, altrimenti sembra che ci sia un accanimento contro i consorzi di bonifica per dire che c’è qualcuno che li vuol chiudere definitivamente.
La strada che successivamente il Governo regionale ha assunto è stata quella di riformare i consorzi di bonifica, quindi non praticare più la loro abolizione. In base a questo abbiamo effettuato una ricognizione puntuale su tutti i consorzi e abbiamo, in accordo anche con le forze sociali ed economiche che operano in particolare nel settore agricolo, deciso di fare una legge organica in modo che i consorzi di bonifica riformati stessero dentro la riforma organica del regime delle acque che dopo il titolo V è passato alle Regioni.
Però dalla ricognizione fatta si appalesavano alcune situazioni molto urgenti, fra cui la più urgente quella relativa al consorzio di bonifica del Tronto. Abbiamo cercato di fare alcune operazioni, prima con i commissariamenti, poi con il commissario straordinario a cui sono state aggiunte anche funzioni di intervento particolari, si è cercato di arginare la situazione con alcuni provvedimenti-tampone come lo smobilizzo delle proprietà e alla fine c’è stata una proposta di legge, quella che oggi stiamo qui approvando, che dispone una sorta di regime transitorio per riorganizzare un comparto dei consorzi di bonifica, quello che determinava la maggiore urgenza e la maggiore necessità. Fermo restando che tutto ciò va inquadrato nella legge organica di riforma che è già iniziata come iter procedurale, abbiamo già iniziato la discussione e la concertazione, c’è stata una prima riunione con le organizzazioni agricole, ne è già stata calendarizzata un’altra con Anci, Upi e Uncem dal punto di vista istituzionale, per cui si è già iniziato il percorso per l’approvazione della legge di riorganizzazione complessiva. Quindi quello di oggi non è il punto di arrivo sui consorzi di bonifica, è un provvedimento propedeutico alla legge di riorganizzazione generale e credo che possa nel frattempo darci anche la tranquillità per affrontare e definire una legge di cui sicuramente nelle Marche c’è la necessità e l’urgenza, con l’innovazione che questa può portare nel settore agricolo e non solo nel settore agricolo ma di tutto il comparto del regime delle acque.

PRESIDENTE. Passiamo all’esame degli articoli.
Articolo 1. Lo pongo in votazione.

Il Consiglio approva

Articolo 2. Lo pongo in votazione.

Il Consiglio approva

Articolo 3. Lo pongo in votazione.

Il Consiglio approva

Articolo 4. Lo pongo in votazione.

Il Consiglio approva

Articolo 5. Lo pongo in votazione.

Il Consiglio approva

Articolo 6. Si tratta della dichiarazione d’urgenza, quindi occorre la maggioranza assoluta.

Il Consiglio approva

Pongo in votazione il coordinamento tecnico.

Il Consiglio approva

Pongo in votazione la proposta di legge nel suo complesso.

Il Consiglio approva




Proposta di legge (Votazione): «Modifica alla legge regionale 15 ottobre 2001, n. 20 sulla organizzazione e sul personale della Regione» Giunta (226)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la proposta di legge n. 226, ad iniziativa della Giunta.
La discussione generale è già avvenuta. C’è un ordine del giorno di non passaggio agli articoli presentato dai consiglieri Novelli e Cecchini.
Lo pongo in votazione.

Il Consiglio non approva

Passiamo all’esame degli articoli. Mi pare scontato dire che applichiamo alla lettera il regolamento interno, in particolare l’art. 82.
Art. 1. Ha la parola il consigliere Novelli.

Sergio NOVELLI. Sull’art. 1 non si è soffermata la relazione fatta ormai alcuni mesi fa dal collega relatore, perché la Commissione ne aveva proposto addirittura la soppressione. Però è stato presentato un emendamento che ne prevede la reintroduzione. Noi siamo stati tratti inganno dal fatto che ci siamo trovati a parlare della legge sulla gestione del personale esclusivamente come una legge ad personam per una vicenda specifica che ha impegnato quasi per intero la discussione generale scorsa. In effetti l’argomento di cui oggi discutiamo è la modifica complessiva della legge regionale n. 20. Nell’art. 1 è stato ripristinato il testo che prevedeva la modifica dell’art. 28 e io presento un subemendamento all’emendamento della collega che reintroduce l’originaria formulazione dell’articolo 1 come ripristino dell’art. 8, comma terzo, perché ritengo che la legge 20 sia meritevole di integrazioni, modifiche e soppressioni anche in altre parti e l’ho formalizzato con subemendamenti all’emendamento che reintroduce l’art. 1, per ripristinare il concetto che siamo in una fase di votazione complessiva della legge 20 e non soltanto di quello specifico aspetto di dettaglio della legge 20 che eliminava numericamente la facoltà o la volontà della maggioranza di utilizzare una procedura eccezionale per stravolgere gli esiti di un apparato di giustizia in una sola fase definito. Viceversa la legge, lo sappiamo tutti, non è atto che regola situazioni specifiche, ma destinato a fronteggiare la generalità dei casi, per cui ritengo che queste ulteriori occasioni di miglioramento della legge 20 debbano essere tolte da questo passaggio, altrimenti ci ritroveremo che fra qualche mese perderete un’altra causa, entrerete in conflitto con l’organismo di valutazione dei dirigenti assunti e nuovamente ci ritroveremo a modificare aspetti della legge 20 che si sono dimostrati non funzionali in corso d’opera. Siccome già ci troviamo a ridiscutere una legge venti mesi dopo averla promulgata, è evidente che l’esigenza di fare un lavoro complessivo e non parcellizzato o limitato al singolo, quasi personale problema oggetto dell’attenzione della maggioranza della Commissione proponente, sia l’occasione anche per ... Per cui l’articolo 1 andrebbe reintrodotto e personalmente propongo di integrarlo ulteriormente con i subemendamenti che ho depositato.

PRESIDENTE. Apro la discussione su tutti gli emendamenti all’art. 1, dal n. 1 al n. 62. E’ una discussione unica. Se non ci sono interventi, chiudo la discussione.
Ha la parola il consigliere Novelli.

Sergio NOVELLI. Chiedo spiegazioni circa il ritiro dell’emendamento 82 a firma dell’assessore Ascoli.

PRESIDENTE. Lo vedremo quando dovremo discutere l’art. 82.
Sono stati presentati subemendamenti all’emendamento del consigliere Cecchini da parte del consigliere Novelli. Poi, diversi altri subemendamenti sempre da parte del consigliere Novelli all’emendamento 26. In totale, dal consigliere Novelli sono stati presentati 16 subemendamenti aggiuntivi all’emendamento della Cecchini.
Sono poi stati presentati un subemendamento sostitutivo all’emendamento n. 25 presentato dall’assessore Ascoli.

Sergio NOVELLI. C’è un problema operativo. In effetti lei ha chiuso la discussione su dei subemendamenti che l’aula non conosce. Finché non distribuite i subemendamenti non si può chiudere la discussione sugli stessi, di cosa discutiamo?

PRESIDENTE. Stiamo facendo appunto questo.
Dobbiamo votare gli emendamenti all’articolo 1, a partire dal subemendamento 01 presentato dall’assessore Ascoli, che è il più lontano.
Ha la parola, per dichiarazione di voto, il consigliere Novelli.

Sergio NOVELLI. Per dichiarazione di voto e richiamo al regolamento il quale, all’art. 83 prescrive che gli emendamenti e i subemendamenti vengano illustrati con il parere della Commissione e della Giunta. Qui si è di fronte all’assurdo che stiamo votando un subemendamento di cui l’aula non conosce il contenuto. Chiederei, come minimo, che venisse letto, affinché chi non ne ha ricevuto copia — io ne ho una perché l’ho chiesta — lo conosca. Vorrei inoltre che, prima della votazione, venisse acquisito sul subemendamento e sugli altri atti il parere della Commissione e della Giunta.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Cecchini.

Cristina CECCHINI. Vorrei che l’ufficio di presidenza si facesse carico della situazione, nel senso che è stato presentato un subemendamento a firma Ascoli, non è stato ancora votato, nel momento in cui è stato depositato sono pronti subemendamenti, desidero la risposta tecnica, da regolamento, se è possibile presentarli. E’ chiaro che si crea un precedente che farebbe giurisprudenza. Dato che la discussione non è cominciata, la votazione non è stata fatta, chiedo per quale ragione la presidenza rifiuta subemendamenti.

PRESIDENTE. Cerchiamo di mettere ordine alla discussione. Il subemendamento è stato presentato in tempo utile, poi è stata chiusa la discussione unica sugli emendamenti e sui subemendamenti. Siamo alla votazione del subemendamento 01, il più lontano perché soppressivo. Il subemendamento presentato dall’assessore Ascoli può prevedere l’illustrazione dell’assessore, che però ha rinunciato, e la replica del relatore. Non essendoci l’illustrazione non c’è neanche replica, quindi dobbiamo votarlo.

Cristina CECCHINI. Vorrei subemendarlo.

PRESIDENTE. Non si può più subemendare, perché avevo già dichiarato chiusa la discussione, avevo già detto in anticipo che sarebbe stato applicato alla lettera il regolamento interno, in particolare l’art. 82. Secondo la logica che introducete la presentazione di subemendamenti non ha fine. Siamo in votazione e il consigliere Novelli ha diritto, se vuole, di fare la dichiarazione di voto sul subemendamento.

Sergio NOVELLI. Ovviamente voterò contro e sulla sua decisione di non far illustrare il subemendamento preannuncio...

PRESIDENTE. Non è che non lo faccio io: non posso obbligare l’assessore.

Sergio NOVELLI. Lei mi deve spiegare, all’art. 83 del regolamento, la frase che dice “Prima della votazione avviene l’illustrazione”. E’ evidente che questa fase è anteriore alla chiusura della discussione, quindi non può procedersi alla discussione finché non si è avuta almeno la conoscenza dell’aula sugli emendamenti. Altrimenti si presuppone che si possa procedere alla votazione in maniera cieca. E’ chiaro che il voto al subemendamento Ascoli sarà contrario, perché trattasi di un subemendamento truffaldino finalizzato a coprire un’operazione truffaldina, illegale, in frode alla legge, contraria ai sindacati e con finalità di favoreggiamento di reati penali consistenti, commessi non solo nel 1997 ma nel 2003 e mi rammarico che il presidente della Commissione Tontini non avverta l’esigenza forte di scoprire qual è il contenuto del verbale “16 e mezzo”, della Commissione giudicatrice del 1997, cioè il verbale inserito in numero progressivo fra quelli che recano il 16 e il 17. Parlando con dei colleghi ho sentito dire “finora nessuno ha veramente portato gli atti alla procura della Repubblica”. Questo era vero fino a questa mattina. E’ ovvio che al voto contrario e a questa violazione del regolamento evidente, finalizzata a stravolgere il contenuto dell’articolo 83, ci si difende con gli strumenti giudiziari che sono consentiti al consigliere e al cittadino. Mi piacerebbe sapere, in dichiarazione di voto, se qualche collega ritiene che le procedure previste dall’art. 83 del regolamento di questo Consiglio possano seriamente essere collocate nella fase successiva alla chiusura della discussione. Se le procedure dell’art. 83 sono, come logica vuole, nella fase della discussione e non della votazione, allora finché i subemendamenti non sono noti o letti, la discussione non può essere chiusa. Che possa essere chiusa all’insaputa dell’aula o con l’aula non informata del contenuto su ciò che sta discutendo o ha già discusso, mi sembra sia una forzatura alla logica del buon senso, che secondo me anche un Tar generoso nei confronti della pubblica amministrazione, come quello delle Marche, non credo possa tollerare. Però se c’è un collega che, anche in dichiarazione di voto, riesce a farmi capire che secondo lui le procedure previste al primo comma dell’art. 83 possano avvenire dopo la discussione, lo ascolto con interesse.
Il voto è comunque contrario.

PRESIDENTE. Devo prendere atto della dichiarazione del consigliere Novelli, ho già sostenuto che siamo in sede di votazione in quanto la discussione unica è stata conclusa. Nella votazione c’è il diritto — ma è un diritto, non un obbligo — del presentatore del subemendamento di illustrarlo e del relatore di replicare. Il presentatore non si è avvalso di questo diritto, è mio compito mettere in votazione il subemendamento.
Ha la parola, per dichiarazione di voto, il consigliere Cecchini.

Cristina CECCHINI. Pur ritenendo la procedura del tutto errata, allo scopo di fare un ragionamento nel merito utilizzo l’emendamento dell’assessore Ascoli. Non è comunque una buona procedura, questa. Se si volesse lavorare per fare semplicemente ostruzionismo sarebbe comunque facile, perché all’articolo 2 si possono attaccare altri 150 emendamenti. Se la questione è questa si può procedere anche in questo modo. Non voglio invece sottrarmi al ragionamento politico che c’è dietro e che, forse per la prima volta, forse si riesce a fare compiutamente in quest’aula.
Questa proposta di fatto eleva al 20% il numero dei dirigenti che è possibile assumere dall’esterno. Quando esisteva il controllo del Governo, lo stesso ci aveva chiesto di non farlo e avevamo convenuto, quando abbiamo riportato la legge in quest’aula, di tornare alla percentuale del 10. Lo si fa per assumere nuovamente gli 8 dirigenti che erano stati dichiarati vincitori del concorso, poi annullato dal Tar. Colgo l’occasione per precisare al consigliere Novelli che nella discussione precedente ha detto che allora, io assessore al personale davo notizie false, che le notizie date in aula al consigliere Novelli erano verissime, nel senso che l’elenco degli esterni, allora, si fermava ai 9, poi il decimo fu il dirigente del bilancio, quindi mai ho detto cose che non rispondevano al vero. Ci tengo a precisarlo, perché lui in aula ha detto, io in aula rispondo che così non è stato.
Comunque, venendo al merito, la Giunta su questa vicenda ha avuto un atteggiamento a dir poco ondivago per affermare una cosa elegante. Cosa voglio dire? Noi abbiamo avuto, innanzitutto, una proposta di legge depositata e discussa in Commissione, si è poi ragionato di un corso-concorso con certe procedure, si è coinvolta l’opposizione nel cercare di capire come dovessero essere queste procedure, si è convenuto con l’opposizione su una serie di procedure, si tratta con i sindacati prima e dopo e il risultato è quello di oggi. La maggioranza ha i numeri per poterlo fare, lo faccia. Rimangono a noi delle considerazioni sull’operato della Giunta. Cosa voglio dire? Questa è una legge delicata perché riguarda l’accesso al pubblico impiego. Una questione è il rapporto con i sindacali: lo vogliamo, non lo vogliamo, una volta ci interessa, un’altra volta non ci interessa, poi facciamo le cose a prescindere. Questa è comunque una procedura, poi i sindacati devono essere tutti uguali, nel senso che io condivido quello che dice la Cgil alla Giunta, cioè “assumetevi la responsabilità”. Non capisco perché questa responsabilità la esercitiate solo a fine legislatura. O vi servono questi esterni per garantire il servizio in questa Regione, oppure... La dico in un altro modo: non è possibile che, siccome c’è un concorso a cui dovete rimediare, si fa l’apertura al 20%. Se la questione è che questi dirigenti hanno acquisito una funzione in questi anni, a questo punto indispensabile, assumetevi la responsabilità di farlo, così come vi dovete assumere la responsabilità di fare le trattative e quando le conciliate d rispettare le conciliazioni, altrimenti non si capisce perché mandate la dott.ssa Martellini con l’incarico di conciliare delle questioni e poi, nel momento in cui concilia sulla questione della dott.ssa Pavone, la Giunta non se ne fa carico.
La Giunta ha una sua responsabilità nel merito: ritiene che queste persone siano utili per la vicenda delicatissima delle attività estrattive, dell’edilizia, della programmazione? La Giunta governa, la Giunta disponga. Non si può fare le leggi ad personam, perché questo non va bene: che la Giunta si assuma la responsabilità di passare dal 10 al 20. Lo fece anche la Giunta in cui ero coinvolta anch’io, quindi non è questo che mi scandalizza, perché si riteneva che era necessario che l’attuale dotazione dei dirigenti avesse la necessità di un certo numero di esterni, poi abbiamo fatto operazioni discutibili nel merito, una per tutte quella del dott. Sunzini che resta dirigente di questa Regione nonostante che abbia un’impresa di cui è socio a maggioranza relativa nel settore della formazione professionale che dirige in Regione ecc. Ma queste cose attengono al profilo politico della Giunta: se vi va bene così continuate, non è questo il punto. Si tratta di capire che immagine volete dare.
Tornando al 20% dei dirigenti, la questione è che se torniamo al concorso sul concorso avete torto da ogni punto di vista, perché c’è un concorso, viene appellato al Tar, il Tar vi dà contro, sbagliate a fare la delibera, perché fate una delibera che dice “assumiamo fino al Consiglio di Stato”, poi non ricorrete al Consiglio di Stato, solo dopo la Commissione d’inchiesta ricorrete al Consiglio di Stato, il Consiglio di Stato vi dà la sospensiva, licenziate questi dirigenti che sono indispensabili — perché, qui, ondivago il comportamento da una parte e dall’altra, anche dal punto di vista della tutela di questi lavoratori — e non si capisce che cosa volete concretamente fare.
Oggi andate a prendere una soluzione che tutela solo una delle parti in causa. Io credo che bisogna comunque dare una risposta da parte della Giunta, perché mentre fa questa legge a me andrebbe bene che si assumesse la responsabilità di dire come mai quel concorso è andato così male. Tutti quelli che hanno fatto quel concorso, l’hanno pensato, organizzato, diretto, che sono grandi dirigenti di questa Regione e che hanno sbagliato tutte le procedure, anche quelli sono bravi? I dirigenti che hanno ammesso e non dovevano ammettere, che hanno fatto una procedura che non doveva essere fatta... Insomma, tutte queste delibere fatte dal momento in cui avete perso il ricorso al Tar in avanti, anche quelle vanno tutte bene? La commissione giudicatrice è stata fatta male, la documentazione è stata data male, l’approvazione degli atti del concorso non ha una serie di allegati che dovevano essere dati, mancano una serie di atti. Se ne deve occupare la Commissione d’inchiesta? Io spero di no. Se ne deve occupare la Giunta di quello che è accaduto: se se ne deve occupare la Commissione d’inchiesta, ce ne occuperemo come Commissione d’inchiesta, però non facciamo la fine dell’altra Commissione d’inchiesta che è arrivata a fare una bella relazione che mi soddisfa particolarmente perché dice che avevo ragione su tutto quello che dicevo, sulla gara il cui vincitore era Mancini, che il servizio legale aveva sbagliato ecc. Dopodiché mi sono fatta un quadretto di questa bella “impacchettata” che ho regalato alla mia mamma, perché deve sapere che ho fatto bene il mio compito di assessore, dopodiché non si capisce che cosa l’Amministrazione pubblica se ne faccia? La Giunta che fa, sta in cielo? Si occupa solo del fatto di sistemare questi dirigenti? Benissimo. Per carità, vi è sempre mancato il numero legale, adesso ce l’avete e lo fate, ma non basta solo questo, io chiedo all’assessore Ascoli di fare anche altro e sull’altro, se lo farà, avrà il mio apprezzamento.

Sergio NOVELLI. Presidente, chiedo la parola per fatto personale.

PRESIDENTE. In che senso?

Sergio NOVELLI. Sono state fatte dichiarazioni non veritiere, vorrei puntualizzare.

PRESIDENTE. Non c’entra niente...
Ha la parola il consigliere Giannotti.

Roberto GIANNOTTI. Vorrei fare una riflessione a voce alta. Vorrei capire dove vogliamo andare.

Marco LUCHETTI. A mangiare.

Roberto GIANNOTTI. Posso farne a meno, ho mangiato questa notte all’una. Siamo andati a Montecopiolo a presentare la lista con Gasperi e abbiamo trovato un innumerevole numero di esponenti del centro-sinistra a tavola a mangiare la carne, perché festeggiavano la carne marchigiana. Tutti boss, piccoli boss del partito di maggioranza relativa, della Margherita, di Rifondazione, tutti lì a mangiare, quindi non ho questa esigenza.
La posizione su questa materia è chiarissima. Sono tentato di fare una cosa particolare. Su questa questione le posizioni sono estremamente chiare. Il giudizio noi l’abbiamo espresso in maniera netta. La nostra posizione non è quella della Giunta, né sull’aumento del numero dei dirigenti né sul problema della sanatoria rispetto ai vincitori “formali” di quel famoso concorso.
E’ stata tentata una mediazione politica che in qualche modo tenesse conto di questa nostra posizione di non appesantire ulteriormente i conti della Regione, appesantendo la macchina burocratica, introducendo altre figure dirigenziali, che consentisse da una parte di tenere conto dell’aspetto umano della vicenda ma che non andasse a cozzare con la verità dei fatti. C’è una sentenza del Tar estremamente precisa che dice che la Regione ha sbagliato, che quel concorso non era regolare, quindi nel momento in cui si pone il problema del diritto di quelli che avevano vinto e che sono stati riconosciuti non vincitori dal Tar c’è anche il diritto di quelli che avevano partecipato e non avevano vinto un concorso perché il concorso non era regolare, quindi o c’è la mediazione che tiene conto di queste due esigenze e rispetto a questo l’opposizione ci ha messo non solamente la ragionevolezza ma anche il cuore, però non potete pretendere tutto: chiudere cioè questa vicenda con una modifica della norma della legge che consenta di superare lo sbarramento previsto, di riaprire formalmente le procedure per un concorso, perché questa è non una mediazione, è comunque mantenere una posizione di rigidità su una vicenda rispetto alla quale bisognava mantenere un punto di riferimento comune.
Cosa vogliamo fare, una seduta del Consiglio regionale infinita? Cioè mi devo mettere a chiedere, fra due minuti, il voto per appello nominale su ogni emendamento? Perché il Presidente può fare il “birbo” quanto vuole, ma lui è di Cagli e io sono di Pesaro, ed è notorio che i pesaresi sono più svelti a fare i pescatori, quindi a fare attività diverse. Quindi il “birbo” non lo può fare. Il regolamento lo si può sfruttare, ma lo si può anche interpretare in maniera intelligente. Dove vogliamo arrivare? Vogliamo riprodurre un dibattito infinito o vogliamo trovare un punto di incontro e di riferimento? Quindi concretamente sospendiamo la seduta per dieci minuti e troviamo una soluzione.
Mi sembra di capire che Novelli abbia intenzione di fare sul serio. Di solito io sono per evitare riferimenti extraistituzionali, sono contrario al ricorso alla magistratura ordinaria per queste vicende, quindi se lui vuol andare alla procura lo faccia, ma sono affari suoi, è un suo diritto. A me interessano i lavori del Consiglio: sospendiamo dieci minuti e vediamo se veramente c’è la possibilità di andare a una seduta del Consiglio regionale normale. Se dobbiamo prendere atto che si va avanti ad oltranza, sapete che Novelli ha già anticipato che farà ostruzionismo.

Sergio NOVELLI. Però gli emendamenti decadono con il sub.

Roberto GIANNOTTI. Ci sono diversi modi per fare ostruzionismo, glielo debbo dire io come fare? Intanto cominci a chiedere il voto per appello nominale su ogni cosa, poi cominci a parlare su tutto, poi ci divertiamo.

PRESIDENTE. Per cosa dovremmo sospendere?

Roberto GIANNOTTI. Per verificare se esiste la possibilità di finire il Consiglio o meno, oggi.

PRESIDENTE. Intanto do la parola al consigliere Viventi, poi la prego di venire a spiegarmi qual è il risultato che vuol raggiungere.

Luigi VIVENTI. Io rispetto la proposta del collega Giannotti, ma questo Consiglio ha iscritto questo argomento all’ordine del giorno dieci volte, l’ha ritirato, l’ha rimesso, sono state tentate mediazioni in Commissione, l’assessore ha presentato emendamenti che ha poi ritirato, probabilmente per favorire un accordo nella maggioranza. Non so se oggi possiamo ricominciare questa infinita trama di riportare indietro ai presidenti di gruppo, alla Commissione questo discorso. Dissi già una volta che se io, quale amministratore, fossi stato convinto di dover fare una cosa, l’avrei fatta un mese fa. Se non siete convinti ritiratela, strappatela e non portatela più.
Sicuramente l’intento — di questo siamo convinti tutti — dell’Amministrazione e della maggioranza nel proporre questo argomento è di sanare la situazione di 8 vincitori ricorrenti, quindi se portiamo dal 10 al 20% la quota esterni, ci rientrano tutti, riservando il 5% agli interni. Io non conosco appieno le motivazioni del ricorso, quindi non esprimo un giudizio. Certo qualche riserva ce l’ho nel momento in cui un Tar annulla il ricorso, il Consiglio di Stato pure.
La discussione che volevo provare a fare l’altra volta — non ci sono riuscito, nemmeno in Commissione — non riguarda tanto il fatto di portare dal 10 al 20 per sanare queste situazioni. Per me potrebbe essere fatta anche una norma che dica “il 50% dei dirigenti li prendiamo dall’esterno”, purché poi non raddoppiamo il numero dei dirigenti. Non dobbiamo prenderne tanti all’esterno e tenere quelli interni, altrimenti prolifica il numero dei dirigenti fino all’infinito. Ho visto la pianta organica del Consiglio: ci sono 160 dipendenti circa. Attualmente ci sono 7 dirigenti. La proposta dice 14 dirigenti. Togliamo i dipendenti che stanno nelle segreterie, che saranno 50-60 circa: ogni 7 persone un dirigente? E’ questo che mi sembra eccessivo, non il fatto che si debba sanare la posizione di questi signori o che per il 20% si prendano dirigente dall’esterno. Qui sono tutti dirigenti. E’ questo il vero problema di questa legge, di questa discussione. Per il resto non mi scandalizza niente. E’ stato detto “il 20% dall’esterno è troppo, non si può”. Ma potrebbe anche essere il 50%, non è questo il problema, il problema è che ci sono 105 dirigenti su 1.500 persone, in Consiglio il rapporto che vi ho detto, quindi non è possibile. E’ questo che deve essere rivisto, se vogliamo fare un discorso serio di gestione della Regione, amministrativo e non politico. Se vogliamo invece fare soltanto politica attraverso questi provvedimenti e questi atti amministrativi, allora fatela, io mi chiamo fuori, non partecipo, non mi interessa questo discorso, non mi sembra una cosa seria. Il provvedimento dovrebbe essere un altro, ma mi sembra che non ci sentiamo su questo.
Il mio giudizio, ovviamente, è negativo e tale rimane.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Gasperi.

Gilberto GASPERI. Qui c’è un problema fondamentale: ci stiamo tutti girando attorno, senza toccare nel concreto le problematiche o trovare una risoluzione a questa legge. Questa è una legge sulla quale, almeno da parte mia, c’è una forma veramente di contestazione, se non altro per ciò che era stato detto dichiarato dall’assessore Ascoli circa un mese fa. Qualcuno se ne è dimenticato, ma non il sottoscritto. Tra l’altro, su questo problema c’è una Commissione d’inchiesta presieduta dal consigliere Tontini che non ci ha più riunito. Tra l’altro oggi dal CSA, coordinamento sindacale autonomo, comparto enti locali, è stata inviata una documentazione che tocca nei minimi particolari il problema di questa legge.
Ne farò delle copie, perché penso che nessuno ce l’abbia. Sono andato a chiederla questa mattina e mi hanno dato gli allegati, ma non hanno messo la lettera e la cosa mi sembra alquanto strana e assurda, per non dire indegna di un Consiglio. Il personale che sta al computer è al servizio del Consiglio, non di ciascuno che si mette lì dentro a scrivere le proprie problematiche, perché ciò che è stato mandato, anche nei computer di ogni singolo consigliere della Regione, doveva essere tenuto presente. E’ normale che, essendoci seduta, noi facciamo riferimento ai computer che ci sono all’interno del Consiglio. Farò adesso le fotocopie dove dettagliatamente vengono riportate delle cose che mi sembra giusto che ognuno di voi legga. Chiedo, in questo caso, per quale motivo la Commissione d’inchiesta che era stata istituita, alla quale avevo chiesto espressamente un incontro, rivolgendomi al consigliere Tontini, ancora non ha dato risposta. Io dichiaro che da questo momento farò solo ed esclusivamente ostruzionismo, perché o sospendiamo dieci minuti per trovare una soluzione, altrimenti mi sembra che l’unico diritto sia quello di operare nell’ostruzionismo più concreto per vedere come vanno poi a finire le cose.

PRESIDENTE. Il consigliere Novelli ha chiesto di parlare per fatto personale. Ne ha diritto alla fine della seduta, non ora.
Riguardo alla sospensione chiesta, occorre capire qual è il motivo. L’ufficio di presidenza ha già deliberato rispetto all’interpretazione del regolamento, come fatto anche in passato, quindi non c’è niente da interpretare.

Sergio NOVELLI. Chiedo la votazione per appello nominale su questo subemendamento, a nome anche dei consiglieri Cecchini e Massi.

PRESIDENTE. Prego di procedere alla votazione del subemendamento 01 presentato dall’assessore Ascoli, per appello nominale, a partire dal n. 12.

Gabriele MARTONI, Consigliere segretario. Procedo alla chiama:
Ciccioli no
D’Ambrosio sì
D’Angelo assente
Donati sì
Favia sì
Franceschetti sì
Gasperi no
Giannotti no
Grandinetti assente
Luchetti sì
Martoni astenuto
Massi Gentiloni Silveri no
Melappioni sì
Minardi sì
Modesti sì
Mollaroli sì
Moruzzi assente
Novelli no
Pistarelli no
Procaccini astenuto
Ricci sì
Rocchi sì
Romagnoli assente
Secchiaroli sì
Silenzi sì
Spacca sì
Tontini sì
Trenta no
Viventi no
Agostini sì
Amagliani sì
Amati sì
Ascoli sì
Avenali sì
Benatti sì
Brini no
Castelli assente
Cecchini no
Ceroni assente
Cesaroni no

Il Consiglio approva

PRESIDENTE. Decadono i subemendamenti e gli emendamenti fino al 129.
Pongo in votazione la prosecuzione della seduta antimeridiana oltre l’orario previsto.

Il Consiglio approva

Ha la parola il consigliere Giannotti.

Roberto GIANNOTTI. Vorrei capire che fine fanno i nostri emendamenti.

PRESIDENTE. Essendo stato approvato il subemendamento presentato dall’assessore Ascoli, che al terzo comma recita “Sono confermate tutte le rimanenti disposizioni della legge regionale 20/2001 ad eccezione di quanto previsto dal presente articolo e dal seguente articolo 2”, tutti gli emendamenti e i subemendamenti che modificano la legge 20 decadono, ovviamente, dall’1 al 129. Restano il 130, il 131 e il 132.

Gilberto GASPERI. Chiedo la parola, Presidente.

PRESIDENTE. Articolo 2. Ha la parola il consigliere Gasperi.

Gilberto GASPERI. E’ avvenuta una cosa che ritengo non corretta, ma visto che è arrivata una documentazione con una relazione da parte di un sindacato interno, a me sembra giusto e opportuno che si possa fare una sospensione di un quarto d’ora per poter discutere di questo problema. La maggiora parte dei consiglieri non ne sono venuti a conoscenza perché questa mattina sono state fatte solo queste fotocopie che riguardano gli allegati di quella dichiarazione. Siccome siamo nella fase costruttiva, cioè cerchiamo di fare la più ampia chiarezza per votare questa legge e non siamo in una fase di boicottaggio, chiedo a nome del mio gruppo una sospensione di un quarto d’ora per chiarire questo problema.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Giannotti.

Roberto GIANNOTTI. Non è possibile, non potete ridurre il Consiglio regionale allo strumento dei vostri giochini. Ci avete tenuto su questi banchi per dieci settimane, avete scomodato il personale, i sindacati, poi alla fine arrivate qui e ci dite queste cose? Credo che sia una caduta di stile sul piano amministrativo, soprattutto. Invito i consiglieri dell’opposizione, formalmente, a fare la battaglia fino in fondo per coerenza, ma a non votare questo atto. Il consigliere Novelli ha anche anticipato una denuncia alla procura, personalmente sono del parere di fare la battaglia. Fra l’altro c’è un nostro emendamento che è stato tagliato e che rappresenta il cuore della materia, perché vuole sopprimere il comma 2 dell’art. 4, ma personalmente sono per un gesto di dissociazione politica e non votare questo atto, perché il comportamento della maggioranza è inqualificabile sul piano politico.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Novelli.

Sergio NOVELLI. Presidente, prima di intervenire sull’articolo 2 avrei un problema operativo: vorrei conoscere l’esatto contenuto dell’art. 2 e se su esso esistono subemendamenti o emendamenti. Mi è stato detto che gli emendamenti sono stati dichiarati decaduti perché preclusi dal voto del subemendamento di poco prima. Ho posto il problema che per fare una dichiarazione su un articolo occorre conoscere il testo esatto e prima avevo chiesto — ma lei non aveva colto il senso della richiesta — la copia della decisione dell’ufficio di presidenza che ha dichiarato ammissibile il subemendamento Ascoli e ricevibile nel termine di distribuirlo e renderlo conoscibile all’aula a discussione chiusa. Prima di esprimermi sull’articolo 2 vorrei anzitutto la copia di questa decisione dell’ufficio di presidenza, se esiste. Se è a verbale, venga detto a microfono che è a verbale, perché, come ho detto, avverso questa decisione dell’ufficio di presidenza io ricorrerò al Tar e se è scritta ne vorrei copia, se non è scritta mi si dica “abbiamo pensato così” e ovviamente impugnerò al Tar il verbale.
Vorrei assicurazione che questo articolo 2 è quello di questa proposta di legge distribuitaci, altrimenti su cosa discuto?

PRESIDENTE. Devo precisare due questioni, una relativa a quanto affermato il consigliere Giannotti, il quale nel suo intervento ha richiamato a un diritto leso in quest’aula. Non mi pare, perché il diritto di ostruzionismo è stato abbondantemente riconosciuto, tanto è vero che è venuto in aula diverse volte questo atto e non è stato portato alla votazione finale, fino ad oggi.
E’ chiaro che il riconoscimento del diritto di ostruzionismo è contenuto nel regolamento interno, così come il riconoscimento del diritto della maggioranza di approvare un proprio atto, per cui quando la maggioranza decide che ha gli strumenti per poter arrivare in fondo mi pare che sia legittimo e giusto.
Per quanto riguarda il riconoscimento del diritto di maggioranza e minoranza, è contenuto nel regolamento che non è da interpretare, è già stato interpretato e il consigliere Novelli ha diritto a copia della determinazione.
Il consigliere Gasperi ha chiesto di sospendere la seduta per dieci minuti. Non so per quale motivo, ma ritengo giusto concedere comunque una sospensione di cinque minuti.
La seduta è sospesa.

La seduta, sospesa alle 13,40,
riprende alle 13,50

PRESIDENTE. Pongo in votazione l’articolo 2. Ha la parola il consigliere Cecchini.

Cristina CECCHINI. Questa discussione così come la stiamo facendo, oltre a riorganizzare la struttura amministrativa del Consiglio regionale, riorganizza la funzione deliberante del Consiglio regionale, nel senso che mai si era vista una norma nella quale, con il comma di un articolo si conferma la possibilità di mantenere in piedi una legge. Noi stiamo facendo una proposta di legge che modifica la legge 20. Avete appena votato ed ammesso alla votazione — voglio sollevare la delicatezza di quanto voi avete fatto come ufficio di presidenza — anche il comma 3 dell’articolo 02, facendo una violazione fondamentale dei diritti costituzionali di un consigliere regionale e dell’intera aula consiliare, cioè avete detto che quanto previsto da una legge che si sta modificando, che avremo la possibilità e la voglia di controllare se ha funzionato è interamente confermato. Dal punto di vista dell’essere primi in qualcosa, qui siete primi in qualcosa di indecente, perché avete violentato la possibilità legislativa; Altro che federalismo e poteri alle Regioni, di fatto si potrà votare da casa e uno da casa potrebbe mandare il proprio voto, sapendo che qui qualcuno, per lui, decide di deliberare, quindi potremo fare una norma dicendo “tutte le prossime leggi proposte dagli assessori e dalla Giunta sono approvate”, quindi con un voto da casa uno potrebbe dire “voto contro” e quelli della maggioranza potrebbero dire “io voto a favore”, così potremo chiudere la legislatura in tempo anticipato e risparmiare le indennità che lo Stato ci dà.
Credo che una bella riorganizzazione dal punto di vista della capacità giuridica dell’assessore Ascoli, che ha avuto la bontà di firmare questo emendamento e che diventerà noto in Italia per quello che ha fatto, sia un bel precedente, perché dimostrerà altro che federalismo: avete organizzato lo scioglimento del Consiglio regionale.
Sappiate però che questo crea un precedente che costringerà persone singole come la sottoscritta a costruire ipotesi di ostruzionismo su ogni legge che dovrete presentare, solo perché le presenterete come Giunta regionale.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Gasperi.

Gilberto GASPERI. In una delle prime sedute l’assessore Ascoli fece un intervento abbastanza rigido e serio. Disse “credo che oggi abbiamo assistito a un capolavoro dell’opposizione che ha fatto degli splendidi esercizi retorici per giocare, in questo Consiglio, sulla pelle delle persone e di questo le persone sapranno rendersi conto. Abbiamo assistito a degli interventi di tutti i membri dell’opposizione che non possiamo che definire atteggiamenti ispirati ad una grande ipocrisia, ad una grande strumentalizzazione e ad una grande malafede. Qui c’è solamente da dire che siamo di fronte a dei campioni di cerchiobottismo, che da una parte colpiscono il cerchio, ispirandosi al rigore, all’equità e all’ingiustizia, al rifiuto delle amicizie e della continuità — questo robespierismo rigoroso — e dall’altra parte strizzano l’occhio agli amici dicendo la maggioranza ha i voti per far passare questa legge, noi dobbiamo essere rigorosi perché siamo all’opposizione, tanto poi passerà e quindi, in qualche modo, ci starai anche tu”.
A questo punto, oggi c’è il trionfo di questa ipocrisia e io non ci sto, proprio perché qualcuno aveva chiesto “a chi ti riferisci?” e la risposta è stata “mi riferisco a chi ha parlato prima”.
Se c’è ipocrisia, verrà fuori da coloro che dicono “io voto contro ma non faccio niente per migliorare questa legge”. C’è stato un accordo, avevano fatto delle modifiche, poi sono venuti e addirittura i sindacati le avevano bloccate, poi siamo andati in discussione. Oggi, attraverso uno stratagemma tecnico, ammesso dal regolamento, sono stati fatti decadere tutti gli emendamenti, e questo può stare anche nel gioco della democrazia. Però c’è un fatto: un sindacato rappresentato da dipendenti all’interno di questo Consiglio regionale ha mandato della documentazione in cui si indicano le cose assurde che sono avvenute dietro questa legge, ma soprattutto una cosa fondamentale: indicano l’assurdità di una Commissione d’inchiesta che era stata votata all’unanimità da questo Consiglio, la quale ha fatto 2-3 riunioni con totale assenza dei componenti e siccome questo va a toccare la dignità dello stesso presidente della Commissione d’inchiesta che è della maggioranza, per questo chiedevo di fare un incontro per risolvere le cose in un certo modo. Se si vuol fare il braccio di ferro, il braccio di ferrò sarà fatto ma, caro assessore, fai i nomi degli ipocriti che vengono a trattare dietro le quinte per cercare di avere dei vantaggi personali, non per i partiti che rappresentano. Oggi, qui, questa battaglia verrà fatta da coloro che non accettano di essere chiamati ipocriti nell’ambito del Consiglio regionale.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Ciccioli.

Carlo CICCIOLI. Ci troviamo di fronte a un problema di principio che riguarda il ruolo di chi sta in Consiglio regionale. Esiste il ruolo della maggioranza e del governo. Il governo è chiamato a prendere le decisioni, a volte scomode, a volte comode, a volte popolari, a volte impopolari, a volte favorevoli solo a una parte di soggetti, a volte favorevoli alla complessità dei soggetti. Qual è invece il ruolo della minoranza? La minoranza tende a modificare le decisioni, cerca di intervenire sulle decisioni che prende il governo, a volte può condividerle parzialmente, totalmente o può non condividerle. E’ chiaro che la minoranza non ha la responsabilità di prendere le decisioni, perché non diventano atti governativi se non adottati dalla maggioranza.
Qui ci troviamo di fronte a una situazione estremamente incresciosa, che si è sedimentata nel tempo, che fa parte di errori ed orrori delle Giunte precedenti, degli amministratori precedenti, di cui l’assessore Ascoli non è assolutamente responsabile, ma è nella continuità del governo e della funzione amministrativa degli altri.
Le vie d’uscita sono due: o in una decisione si arriva a una scelta mediata in cui il governo mette a disposizione una piattaforma e su quella la minoranza, per condividere la decisione interviene in parte, oppure il governo prende la sua decisione e la minoranza la contesta. Qui siamo arrivati esattamente a questo. Pur con le critiche di due consiglieri della minoranza il grosso della Casa delle libertà aveva fatto la scelta di condividere una decisione mediata, perché noi ci eravamo posti nello spirito di cercare di fare gli interessi complessivi di coloro che avevano vinto il concorso e che hanno lavorato per anni e magari, giustamente, avevano avuto un merito nella graduatoria e di lavoro; di quelli che avevano ricorso e quindi non si ritenevano soddisfatti da quel concorso; della continuità del sostentamento delle famiglie. Una scelta che fosse sicuramente mediata, ma che potesse dare una risposta complessiva, secondo una giustizia non formale ma di sostanza.
Questo emendamento su cui si era lavorato più volte non è piaciuto a qualcuno e l’assessore successivamente l’ha ritirato. A questo punto non c’è più nessun obbligo da parte della minoranza di condividere le scelte di coloro che prendono decisioni diverse. Questo è il dato politico. Per condividere la decisione dovevamo intervenire, per lo meno parzialmente, sulla decisione, nell’atteggiamento di rifiuto la minoranza ha il dovere morale di contestare la decisione. Quindi, a mio parere, le pezze che ritiene di mettere la maggioranza se le deve mettere la maggioranza, valutando che deve avere il numero legale, valutando che deve essere condivisa da tutti i suoi consiglieri, valutando che la decisione che viene presa può essere oggetto di ulteriori ricorsi e di ulteriori azioni giuridiche, valutando che tra le scorrettezze c’è quella di non aver convocato e fatto lavorare la Commissione d’inchiesta su questo, perché sull’accertamento delle responsabilità e dei fatti c’era una Commissione d’inchiesta che non sta lavorando. Quindi, due sono le colpe: non aver cercato di condividere una decisione su un problema così delicato, non aver cercato di fare chiarezza, e attribuisco al presidente o ai suggeritori del presidente della Commissione la colpa di non aver lavorato.
Da questo momento noi muteremo atteggiamento. Abbiamo avuto un atteggiamento di condivisione di una procedura che deve in qualche modo essere risolta, addirittura troppe volte ci sono stati rinvii, ma a questo punto la maggioranza deve essere autosufficiente, perché per quanto mi riguarda personalmente e per quanto ci riguarda, non condivideremo questa decisione quantunque, come tutte le cose, presenta le sue spine, perché alcuni dei non ricorrenti, di coloro che si sono ritrovati in questa situazione loro malgrado, hanno dei problemi familiari, di riduzione del ruolo che hanno e quant’altro, perché ognuno ha gli amici, ma detto questo noi abbiamo cercato di arrivare a una soluzione condivisa, l’avete rifiutata, vi assumete le responsabilità dei danni che possiamo produrre. Questo ve lo dico e lo sottolineo con molta chiarezza: i danni che possiamo produrre alla decisione errata della Giunta regionale. Quindi non contro i cittadini, non contro le persone ma contro questa Giunta regionale che fa la voce grossa, poi non riesce a mantenerla, perché siamo da mesi inchiodati a questa legge. La legge è stata presentata da tantissimo tempo e da almeno cinque sedute per motivi diversi — dalle votazioni sull’Iraq, ai problemi del commercio ad altro — slitta, ma secondo me anche qualcosa di più. Noi non possiamo condividere queste responsabilità, condividetele voi, andate avanti se avete la forza di trovare la soluzione. Noi siamo qui per fare il ruolo di opposizione.
Chiedo la votazione per appello nominale, a nome anche dei consiglieri Pistarelli e Cesaroni.

PRESIDENTE. Prego di porre in votazione l’articolo 2 per appello nominale, a partire dal n. 12.

Gabriele MARTONI, Consigliere segretario. Procedo alla chiama:
Ciccioli no
D’Ambrosio sì
D’Angelo assente
Donati assente
Favia sì
Franceschetti sì
Gasperi no
Giannotti no
Grandinetti assente
Luchetti sì
Martoni astenuto
Massi Gentiloni Silveri no
Melappioni sì
Minardi sì
Modesti sì
Mollaroli sì
Moruzzi assente
Novelli no
Pistarelli no
Procaccini astenuto
Ricci sì
Rocchi sì
Romagnoli astenuto
Secchiaroli sì
Silenzi assente
Spacca sì
Tontini sì
Trenta no
Viventi assente
Agostini sì
Amagliani sì
Amati sì
Ascoli sì
Avenali sì
Benatti sì
Brini assente
Castelli assente
Cecchini no
Ceroni no
Cesaroni no

Il Consiglio approva

PRESIDENTE. Articolo 3. Ha la parola il consigliere Gasperi.

Gilberto GASPERI. Nel documento che è stato mandato per posta elettronica viene riportata una cosa che mi sembra giusto rimanga agli atti. Si pongono dei dubbi e vengono spontanee alcune domande. Dov’è il verbale della seduta del 25 febbraio 1997 della commissione giudicatrice? Non è mai stato fatto o è sparito? Se non è mai stato fatto, perché? Se è sparito, perché? Queste domande implicitamente le faccio anche al presidente della Commissione d’inchiesta. Perché quando è stata chiesta tutta la documentazione relativa al concorso da parte di chi voleva ricorrere non è stato dato il verbale del 25 febbraio e non è stata data nemmeno notizia delle lettere del presidente della Commissione e del dirigente del servizio personale sull’incompatibilità?
Perché la delibera di approvazione degli atti del concorso non riporta il numero degli allegati? Perché la lettera dell’arch. Strano e relativa risposta vengono fuori solamente adesso? Come mai la delibera 747 parla di dimissioni per motivi personali quando, anche a chi l’ha controfirmata per legittimità e secondo le sue stesse indicazioni in Commissione d’inchiesta era chiaro che si trattava, invece, di incompatibilità? Il presidente D’Ambrosio, l’assessore Silenzi e l’allora assessore Moruzzi erano stati informati della situazione. Quando l’hanno approvata, se sì perché l’hanno approvata con quel testo? Se no, che cosa ne pensano? Come pensa chi è ancora in Giunta di poter ancora garantire, per il futuro, il regolare svolgimento del o dei concorsi che si vanno a bandire o anche solo delle assunzioni previste se la leggina sarà approvata?
Presidente, chiedo a nome anche dei consiglieri Ciccioli e Trenta, che questo articolo venga votato per appello nominale, a nome anche dei consiglieri Trenta e Gasperi.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Novelli.

Sergio NOVELLI. L’art. 3 parla di una serie di sistemi di controllo della legge 20 di cui ho proposto la modifica che questo Consiglio non ha potuto valutare, avendo tagliato le possibilità di valutazione con un atto legale votato circa un’ora e mezza fa, quindi sono costretto a parlare non di quello di cui teoricamente dovrei parlare, cioè dell’art. 3, ma delle circostanze che hanno portato questo Consiglio a compiere oggi un atto antidemocratico, con l’imbarazzo che leggo, negli occhi bassi dei colleghi di maggioranza, che sanno che compiono una forzatura del regolamento per perfezionare il favoreggiamento di delitti commessi nel 1997 e nel 2003 in occasione delle prove concorsuali.
Apprezzo il fatto che il collega Gasperi cerchi di inserire nei minuti delle dichiarazioni di voto alcuni passi di quelle cose che avrebbero dovuto essere introdotte, ma siccome capisco il vostro imbarazzo nel violare così la lettera del regolamento e i principi di rispetto democratico che avevano caratterizzato per anni i lavori di questo Consiglio, parlo non tanto a voi quanto al microfono e al nastro che registra le mie parole, per rammentare a me stesso e al nastro quanto segue.
Quando fu presentato, a discussione chiusa, il subemendamento che ha impedito il corretto voto in quest’aula, avevo preannunciato l’intenzione di ricorrere al Tar avverso questa decisione del Presidente Minardi. Il Presidente Minardi mi ha corretto dicendo che era una decisione dell’ufficio di presidenza. Io, sorpreso ne ho preso atto e ho chiesto che mi venisse data la copia di questa decisione e correttamente il Presidente mi ha detto che mi sarebbe stata data. Questo è accaduto alle ore 12,50, quindi un’ora e venti minuti or sono. Dico a me stesso, al microfono e ai giudici del Tar che valuteranno poi la trascrizione, che in effetti questa decisione dell’ufficio di presidenza alle ore 14,10 non mi è stata ancora consegnata, quindi ho forti dubbi, perché mi sembra talmente di rottura rispetto al regolamento consiliare la decisione presa, che stentavo a convincermi che ci fosse. Il tempo che trascorre mi rafforza nella convinzione che in effetti non c’era.
Circa la legge nel complesso mi chiedo a questo punto che fine farà la delibera di Giunta regionale del 3 maggio 2004 con cui si dava atto che il concorso bandito, poi revocato, poi ri-bandito, poi ri-revocato, dopo quattro ricorsi viene nuovamente bandito, giungendo al quinto tentennamento di posizione sul concorso, di questa maggioranza, testimoniato nella premessa della delibera n. 491.O Evidentemente siamo di fronte a una situazione di completa confusione mentale. Ciò che viene detto una settimana viene sistematicamente revocato nella successiva.
Capisco che non parliate nessuno, forse nella convinzione che quello che dite verrà usato poi contro di voi. Ricordo che quando ci fu il differimento di una di queste cinque convocazioni di Consiglio di cui parlava prima il consigliere Ciccioli, si disse “il tempo viene impiegato per trovare una sintesi e una soluzione”. La soluzione veniva trovata, poi immediatamente dispersa. Chiedo comunque che almeno gli atti di cui ci viene annunciata al microfono l’esistenza ci vengano messi a disposizione oppure ci si dica “no, l’ufficio di presidenza non si è pronunciato, abbiamo fatto una cosa così, perché ce ne andava”.
Al presidente Ricci, che è uno di quelli che vedo meno concentrati sulla discussione, ricordo che quando ci fu una precedente discussione, in occasione di una serie di emendamenti e subemendamenti in materia di finanza regionale e addizionale Irap e Irpef, si pose il problema, da galantuomo, di dire “certamente non possiamo perdere contributi eccezionali per un filibustering ma dovremmo porci il problema di rendere operativo, sia per la maggioranza che per la minoranza, il regolamento consiliare, perché non è possibile che si giochi a tappo e qualcuno dica la cosa che io scrivo e che non vi dico preclude qualunque altra cosa si possa dire o scrivere”. Il problema che lei pose, collega, con fair-play, 24 mesi fa mi sembra — siamo ormai in articulo mortis della legislatura — che sia tuttora irrisolto, anzi incancrenito.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Cecchini.

Presidenza del Vicepresidente
GILBERTO GASPERI

Cristina CECCHINI. Si parla della valutazione dei dirigenti e del personale del Consiglio. Io vorrei allargarmi e un ragionamento più complessivo relativamente al comitato di controllo interno e di valutazione di tutti i dirigenti.
La questione, a mio parere si pone perché la legge 20, che abbiamo votato, con un atto illegittimo, di non poter cambiare, assumeva la questione del controllo interno e di valutazione come una questione importante. Io credo che non sia reticenza quella dell’assessore Ascoli, ma che non abbia nulla da dire, perché la valutazione il comitato non l’ha fatta. Se devo fare io una valutazione di come funzionano i cinque super dirigenti che sono stati nominati dalla Giunta regionale, potrei tranquillamente dire che funzionano malissimo e che dal punto di vista del controllo strategico, del supporto alla valutazione, del supporto alla definizione del sistema di controllo o comunque delle rispondenze degli indirizzi che sono stati stabiliti, non si evincono, dagli atti — le delibere, perché da lì si dovrebbe evincere — quale funzione abbiano avuto i super dirigenti nel momento in cui sono stati messi all’opera. Ora siamo a un anno e mezzo di valutazione per i super dirigenti e non si vede assolutamente un risultato diverso. Così come vorrei capire come sia andata la valutazione che si dice sia stata fatta circa la compatibilità degli altri dirigenti rispetto all’incarico di dirigenza. Torno di nuovo a parlare di Piero Sunzini. Dato che non si risponde nel merito, voglio di nuovo spiegare che le questioni poste, sulle quali non si è voluto fare la valutazione — da qui non capisco perché si inserisca un articolo 3 sulla valutazione dei dirigenti, quando questi dirigenti non vengono valutati mai — vorrei capire come sia possibile mantenere un dirigente che non ha i requisiti per fare il dirigente, perché a parere di Sabino Cassese, non di Cristina Cecchini, il signore non ha i requisiti per fare il dirigente in questa Regione, e come si può considerare il fatto che questo stesso dirigente abbia un’attività privata nello stesso incarico in cui svolge le mansioni di dirigente.
Anche qui, cosa fate a fare i comitati di valutazione, se questi comitati di valutazione non sono capaci di valutare quanto è normalmente valutabile, solo che non ci si metta i paraocchi? I comitati di valutazione sono fatti per valutare qualcosa.
Per questa ragione mi sembra necessario votare contro e chiedo la votazione per appello nominale.

PRESIDENTE. Prego di procedere alla votazione dell’articolo per appello nominale, a partire dal n. 10.

Gabriele MARTONI, Consigliere segretario. Procedo alla chiama:
Ceroni assente
Cesaroni assente
Ciccioli assente
D’Ambrosio sì
D’Angelo assente
Donati sì
Favia sì
Franceschetti sì
Gasperi no
Giannotti assente
Grandinetti assente
Luchetti sì
Martoni astenuto
Massi Gentiloni Silveri assente
Melappioni sì
Minardi sì
Modesti sì
Mollaroli sì
Moruzzi assente
Novelli assente
Pistarelli assente
Procaccini astenuto
Ricci sì
Rocchi sì
Romagnoli assente
Secchiaroli sì
Silenzi sì
Spacca sì
Tontini sì
Trenta assente
Viventi assente
Agostini sì
Amagliani sì
Amati sì
Ascoli sì
Avenali sì
Benatti sì
Brini assente
Castelli assente
Cecchini assente

Il Consiglio approva

Presidenza del Presidente
LUIGI MINARDI

PRESIDENTE. Articolo 4. Emendamento n. 130. Ha la parola il consigliere Giannotti.

Roberto GIANNOTTI. Questo articolo rappresenta il cuore di questa di legge. Non so quante sedute del Consiglio abbiamo fatto con iscritta all’ordine del giorno questa proposta, ma sono state tante. Il problema di fondo di questo provvedimento sta nella necessità da parte della Giunta regionale, di sanare una situazione venutasi a determinare a seguito dell’annullamento del concorso da parte del Tar. Di idee la Giunta ne ha avute tante, forse troppe, insieme a Luchetti. Bisognerebbe verificare il ruolo avuto da Luchetti in questa vicenda, che per certi versi è stato decisivo, sia dentro che fuori il Consiglio regionale. Rimane il fatto che ci si è mossi in due direzioni. La prima scelta fatta è stata quella di andare a modificare, nella sostanza, il numero dei dirigenti regionali, elevando la percentuale dei dirigenti previsti e confermati dalle leggi.
Questa scelta non si giustifica e lo ammettono gli stessi che la propongono, perché viene data una valenza particolare, cioè la valenza di un provvedimento a misura che serve solamente per sanare questa situazione di disagio tecnico che la Giunta si trova a dover registrare, ma di fatto si va ad elevare in maniera eccezionale il numero dei dirigenti regionali.
Noi abbiamo sempre espresso un giudizio negativo sulle scelte della gestione del personale da parte della Giunta regionale. Quella dei dirigenti, sia esterni sia interni, scelti secondo una logica da clientelato politico, quella di un appesantimento della macchina burocratica regionale è stata una scelta assolutamente non condivisibile, perché non può sfuggire a nessuno che il ricorso ad esterni depotenzia la volontà e l’impegno delle risorse professionali interne all’ente. Vi sono costi derivanti da questo impegno, la non sempre accertata professionalità delle figure impegnate. Si creano tutta una serie di elementi che ci hanno portato a dire che questa non era una strada assolutamente percorribile. Non lo era ieri, non lo è oggi.
Non esiste un organo di controllo dell’attività delle Regioni significativo, che possa entrare nel merito, ma credo che sia inammissibile l’approvazione di un atto legislativo a tempo, perché questo è un atto legislativo a tempo, per sanare qualcosa.
Credo che da questo punto di vista questa proposta della Giunta regionale sia inaccettabile, anche per un’esigenza: quella di risanamento dei conti regionali che va avviato, quella della trasparenza che deve garantire di mettere i cittadini tutti sullo stesso piano. Rispetto all’esigenza di non far pesare sul contribuente marchigiano, già tartassato per altri motivi tutte queste cose, noi ribadiamo la nostra netta opposizione all’aumento del numero dei dirigenti regionali, anche a tempo. Per questo l’emendamento che abbiamo presentato vuole intervenire in maniera chirurgica sull’art.. 4, eliminando il secondo comma dell’articolo stesso che prevede questa estensione. Anche su questo emendamento chiedo il voto per appello nominale a nome anche dei colleghi Trenta e Pistarelli.

PRESIDENTE. Prego di porre in votazione, per appello nominale, l’emendamento n. 4 a partire dal n. 4.

Gabriele MARTONI, Consigliere segretario. Procedo alla chiama:
Ascoli sì
Avenali sì
Benatti sì
Brini assente
Castelli assente
Cecchini no
Ceroni assente
Cesaroni sì
Ciccioli sì
D’Ambrosio sì
D’Angelo assente
Donati sì
Favia sì
Franceschetti sì
Gasperi sì
Giannotti sì
Grandinetti assente
Luchetti sì
Martoni astenuto
Massi Gentiloni Silveri assente
Melappioni sì
Minardi sì
Modesti sì
Mollaroli sì
Moruzzi assente
Novelli assente
Pistarelli sì
Procaccini astenuto
Ricci sì
Rocchi sì
Romagnoli assente
Secchiaroli sì
Silenzi sì
Spacca sì
Tontini sì
Trenta sì
Viventi assente
Agostini sì
Amagliani sì
Amati sì

Il Consiglio approva

PRESIDENTE. Decadono l’emendamento 130 bis e l’emendamento 131.
Emendamento n. 132. Ha la parola il consigliere Giannotti.

Roberto GIANNOTTI. Si può essere “birbi”, intelligenti e si può fare tutto nella vita, però non può sfuggire a nessuno che il senso e il significato dell’emendamento che abbiamo proposto e che avete strumentalmente votato aveva un significato ribadito in tutte le occasioni in cui si è svolto questo dibattito, che è stato espresso dai partiti della Casa delle libertà in maniera netta, ma anche dai consiglieri Cecchini e Novelli, per esprimere dissenso rispetto ad un’impostazione. E’ evidente che il voto che avete espresso poc’anzi rappresenta il massimo dell’ipocrisia politica, perché giustamente, citava Novelli, avete già commesso il fatto, avete già fatto scempio di questa situazione attraverso l’approvazione dell’emendamento 01 che di fatto introduce questa possibilità: non tanto quella di ricorrere ad una qualifica ma la possibilità di affidare soggetti esterni all’Amministrazione incarichi con contratto a termine di diritto privato. Non potete pensare che questo falso voto che avete espresso poc’anzi possa liberarvi la coscienza politica, perché di fatto oggi avete sancito il principio che la legislazione regionale è un fatto di elasticità politica e può essere manipolata a seconda delle esigenze. E’ un fatto gravissimo che offende questa istituzione questi 40 consiglieri, anche voi stessi.
Avete accusato, state accusando tutti i giorni nelle piazze delle Marche il Governo di avere messo in piedi provvedimenti ad personam e voi avete compiuto la stessa operazione politica, avete fatto un’operazione che vi ha messo nella condizione di affrontare senza tanti patemi d’animo e tanti problemi di coscienza una questione come questa. E’ un fatto gravissimo, perché avete disatteso un principio fondamentale: che su materie come questa si cerca il consenso, si cerca la convergenza e una norma partecipata. Avete scelto questa strada, mi dispiace, come detto annuncio che il gruppo di Forza Italia, per dissociare la propria posizione da questo atto gravissimo che assolutamente non condividiamo, da questa mortificazione ulteriore della legge sul personale, non parteciperà al voto sulle modifiche alla legge 20.

PRESIDENTE. Pongo in votazione l’emendamento 132.

Il Consiglio approva

Pongo in votazione l’articolo 4 come emendato.

Il Consiglio approva

Pongo in votazione il coordinamento tecnico.

Il Consiglio approva

Pongo in votazione la proposta di legge nel suo complesso.
Ha la parola, per dichiarazione di voto, il consigliere Cecchini.

Cristina CECCHINI. E’ vero che abbiamo votato la dismissione del Consiglio regionale nella sua attività legislativa, ma di questa questione è bene ragionare, perché tutti sanno che l’attività legislativa non può essere imitata né condizionata, né si può autolimitare, condizionandosi, votando un emendamento-capestro qual è quello che ci ha fatto votare il Presidente del Consiglio che non doveva ammettere alla votazione il comma 3 dell’emendamento 01, perché i contenuti di questa questione sono di una gravità istituzionale di grande rilevanza. Voglio parlare di questo, perché sulla volontà della Giunta di avere il 20% di dirigenti esterni, di gestirsi il personale come le pare, di tenere dirigenti che non hanno né titoli né meriti, sta nelle scelte politiche, sulle quali si può rispondere all’opposizione ma soprattutto si risponde agli elettori, e non è di questo che si vuol parlare.
A questo punto della discussione io voglio parlare del grave fatto istituzionale — si tratterà di vedere quali questioni porre e dove porle — per il fatto che qui si è non limitato l’ostruzionismo — è normale che si voglia fare ostruzionismo e che lo si debba respingere da parte di una maggioranza: sta nel diritto parlamentare fra le cose che Manzella scrive nei primi capitoli — ma quello che è accaduto dal punto di vista istituzionale e costituzionale è gravissimo, perché sarebbe stato comunque possibile affrontare questa legge, farla votare dalla maggioranza solo se ci fosse stato il numero legale ogni volta, se la maggioranza lo avesse garantito e se avesse fatto ogni volta l’applicazione del regolamento così come il regolamento è scritto. Che a un certo punto si possano fare emendamenti riepilogativi che vanno messi in votazione dopo che si è dato un termine minimo per i subemendamenti è scritto nel regolamento, non si è voluto fare e questo è un grave danno all’attività amministrativa di questo Consiglio, ma che addirittura si sia voluto dire che con un articolo si vietava di emendare la legge 20 è un fatto costituzionalmente gravissimo di cui risponderete in sede opportuna, che può essere anzitutto la stampa nazionale ma anche un organo giurisdizionale che deve ragionare sull’attività legislativa di un’aula consiliare.
Sul resto ci penseranno gli elettori, sui diritti dei consiglieri regionali a svolgere l’attività amministrativa, questo è un punto politico e costituzionale di prima rilevanza. Poi, non si venga a dire che qui c’è la bandiera del federalismo. Mi fate ridere, perché avete violentato l’aula che costituzionalmente è garantita nei suoi diritti essenziali.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Novelli.

Sergio NOVELLI. La questione della forma e della procedura in questa vicenda ha posto in eclissi la questione del merito e della sostanza, nel senso che la modifica della legge 20, l’avete detto apertis verbis due mesi fa, era una “legge-truffina”, un “imbroglietto” come ne fate tanti, per sistemare 8 persone, per mettere una pezza a colore su un ricorso perso, ci si può stracciare le vesti o si può anche affrontare con il giusto senso di humor e saper vivere la cosa. In qualche misura eravamo anche disponibili, non dico a mettere tre punti di filo sulla pezza a colore ma a non drammatizzare più di tanto la vicenda in una situazione oggettivamente emergenziale.
Al di là di questa questione di merito, su cui tanto abbiamo detto, mi sembra effettivamente che il grave del problema sia quello del metodo oggi posto. E’ pazzesco ipotizzare che la lettura del dell’art. 83 del regolamento possa essere che l’aula dibatte su dei testi che non vengono posti a votazione e si esprime poi, con votazione, su dei testi che sono diversi da quelli che vengono discussi perché vengono formalizzati a discussione ormai esaurita; E’ evidente che se il meccanismo è questo, è perfettamente inutile che si proceda a discussioni in questo Consiglio. Sciocco, come chi parla, come il collega Giannotti, come la collega Cecchini, scrive 130 emendamenti, sciocco chi, fra i colleghi, ritenendo con ciò di guadagnarsi gli emolumenti che le tasse dei cittadini della Regione Marche gli riconoscono, si legge 130 emendamenti, perché in effetti non sono, gli emendamenti, oggetto di votazione, sono oggetto di semplice discussione. Poi la discussione viene conclusa con un atto che non fa parte della discussione ma la supera. E’ una lettura talmente ridicola, che mi sorprende che sia stata partorita da persone altrimenti serie ed altrimenti intelligenti, pur nella loro poca correttezza e onestà, quali i componenti di questa Giunta e di questa maggioranza. Mi fa ulteriormente specie che sia stato detto nella convinzione che noi, pessimo giocatori di poker non avremmo detto vedo, che questa sciocchezza era stata codificata da una decisione dell’ufficio di presidenza, che a questo punto affermo non esistere, è stata mendacemente richiamata, perché non credo che cinque persone adulte, effettivamente, verbalizzino simili astruse sciocchezze. E’ certo che, se è così, fa bene il Governo nazionale a legiferare per delega, con abuso totale, cioè c’è la maggioranza e dice all’Esecutivo “fai quello che vuoi, anche con forza di legge” potrebbe essere un’idea farlo anche a livello regionale, nel dire “cosa dobbiamo fare? Ci annoiamo, ci rendiamo anche antipatici gli uni con gli altri, firmiamo una regola in bianco e in cambio ci date i mandati di pagamento degli stipendi”. Oggettivamente mi pare un passo deplorevole. Mi chiedo veramente come sia interpretabile il silenzio dell’ufficio di presidenza e non solo di colui che lo presiede.
Il voto sulla legge è ovviamente contrario, oltre che per i motivi di metodo che ho accennato, anche per quelli di merito che abbiamo illustrato ormai diverse settimane fa, in occasione della discussione generale.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Gasperi.

Gilberto GASPERI. Alleanza nazionale per protesta abbandonerà l’aula e ritornerà per la votazione delle leggi successive.

PRESIDENTE. Ha la parola l’assessore Ascoli.

Ugo ASCOLI. Credo sia opportuno che dichiari la soddisfazione personale e della Giunta per il risultato che abbiamo ottenuto, sia pure avendo speso troppo tempo in questa vicenda, perché dovevamo salvaguardare la posizione di persone che, non per loro responsabilità, erano state dismesse da un incarico che era stato detto, per acclamazione di tutti, avevano svolto bene. Sono quindi soddisfatto di avere riparato a un’ingiustizia, di avere usato le norme che ci consentivano di lavorare in modo equo.

PRESIDENTE. Prima di mettere in votazione la proposta di legge, mi preme affermare alcune cose che sono accadute in quest’aula, questa mattina.
Anzitutto direi di guardare bene la qualità della decisione che l’aula ha preso. l’aula, in fin dei conti ha deciso di modificare l’art. 1 e l’art. 2 di una legge esistente e di confermare tutto il resto della stessa legge esistente. Era pienamente diritto dell’aula e della maggioranza di procedere a questa modifica e di mantenere confermato tutto il resto dell’articolato della legge. Espropria, la decisione di questa mattina, il diritto di iniziativa di un consigliere regionale a proposito della possibilità ulteriore di modificare la legge 20? Assolutamente no, perché qualunque consigliere regionale può riproporre una modifica della legge 20, salvo avere, poi, il consenso dell’aula per modificarla. Per cui l’aula è stata pienamente rispettata, non c’è stata alcuna lesione del diritto di nessuno: né del consigliere singolo, né della maggioranza, né della minoranza.
Pongo in votazione la proposta di legge n. 226.

Il Consiglio approva



Ordine del giorno della seduta

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Avenali sull’ordine die lavori. Ne ha facoltà.

Ferdinando AVENALI. D’accordo con i colleghi di minoranza, chiediamo di non discutere la proposta di legge n. 195 che presenta diversi emendamenti e non avremmo la possibilità di concluderla, considerati gli impegni di molti colleghi. Proponiamo di trattarla come primo punto della prossima seduta.
Chiediamo invece di poter approvare, velocemente, delle proposte approvate in Commissione all’unanimità, quali la proposta di legge 209 in materia di pesca marittima e acquicoltura, i regolamenti n. 11 sull’utilizzazione del litorale marittimo della regione e n. 14.
Su questi atti c’è stata l’unanimità in Commissione e non ci sono emendamenti.

PRESIDENTE. Se c’è unanimità su questa proposta, procediamo alla votazione senza fare la seduta pomeridiana.

(Così rimane stabilito)

Ha la parola il consigliere Ciccioli.

Carlo CICCIOLI. Chiedo di procedere alla sostituzione di un componente dell’Amat, deceduto.

PRESIDENTE. Se non vi sono obiezioni, procediamo ad ambedue le nomine.

(Così rimane stabilito)



Proposta di legge (Votazione): «Norme in materia di pesca marittima e acquicoltura» Giunta (209)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la proposta di legge n. 209, ad iniziativa della Giunta.
Non c’è relazione, quindi passiamo all’esame degli articoli.
Articolo 1. Lo pongo in votazione.

Il Consiglio approva

Articolo 2. Lo pongo in votazione.

Il Consiglio approva

Articolo 3. Lo pongo in votazione.

Il Consiglio approva

Articolo 4. Lo pongo in votazione.

Il Consiglio approva

Articolo 5. Lo pongo in votazione.

Il Consiglio approva

Articolo 6. Lo pongo in votazione.

Il Consiglio approva

Articolo 7. Lo pongo in votazione.

Il Consiglio approva

Articolo 8. Lo pongo in votazione.

Il Consiglio approva

Articolo 9. Lo pongo in votazione.

Il Consiglio approva

Articolo 10. Lo pongo in votazione.

Il Consiglio approva

Articolo 11. Lo pongo in votazione.

Il Consiglio approva

Articolo 12 Lo pongo in votazione.

Il Consiglio approva

Articolo 13. Lo pongo in votazione.

Il Consiglio approva

Articolo 14. Lo pongo in votazione.

Il Consiglio approva

Articolo 15. Lo pongo in votazione.

Il Consiglio approva

Articolo 16. Lo pongo in votazione.

Il Consiglio approva

Articolo 17. Lo pongo in votazione.

Il Consiglio approva

Articolo 17 bis. Lo pongo in votazione.

Il Consiglio approva

Pongo in votazione il coordinamento tecnico.

Il Consiglio approva

Pongo in votazione la proposta di legge nel suo complesso.

Il Consiglio approva



Proposta di regolamento (Discussione e votazione): «Norme sull’utilizzazione del litorale marittimo della regione per finalità turistiche ricreative» Giunta (11)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la proposta di regolamento n. 11, ad iniziativa della Giunta.
Ha la parola il consigliere Modesti.

Cataldo MODESTI. Si tratta di un regolamento a suo tempo approvato dalla Giunta, insieme a quello successivo, poi, a seguito della nota sentenza della Corte costituzionale è stato sancito che sono di competenza del Consiglio. Non è cambiato niente, per cui, come avvenuto per la legge precedente si può approvare.

PRESIDENTE. Articolo 1. Lo pongo in votazione.

Il Consiglio approva

Articolo 2. Lo pongo in votazione.

Il Consiglio approva

Articolo 3. Lo pongo in votazione.

Il Consiglio approva

Articolo 4. Lo pongo in votazione.

Il Consiglio approva

Articolo 5. Lo pongo in votazione.

Il Consiglio approva

Articolo 6. Lo pongo in votazione.

Il Consiglio approva

Articolo 7. Lo pongo in votazione.

Il Consiglio approva

Articolo 8. Lo pongo in votazione.

Il Consiglio approva

Articolo 9. Lo pongo in votazione.

Il Consiglio approva

Articolo 10. Lo pongo in votazione.

Il Consiglio approva

Articolo 11. Lo pongo in votazione.

Il Consiglio approva

Pongo in votazione il coordinamento tecnico.

Il Consiglio approva

Pongo in votazione la proposta di regolamento n. 11.

Il Consiglio approva



Proposta di regolamento (Discussione e votazione): «Attuazione della legge regionale 3 aprile 2002, n. 3 sull’attività agrituristica e turismo rurale»

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la proposta di regolamento n. 14. Ha la parola il consigliere Avenali.

Ferdinando AVENALI. Anche questa proposta di regolamento, ai sensi delle modifiche costituzionali della Corte, è di competenza del Consiglio e pertanto va approvato da quest’aula. E’ stato apportato un emendamento, approvato in Commissione all’unanimità, pertanto credo che si possa procedere alla votazione.

PRESIDENTE. Articolo 1. Lo pongo in votazione.

Il Consiglio approva

Articolo 2. Lo pongo in votazione.

Il Consiglio approva

Articolo 3. Lo pongo in votazione.

Il Consiglio approva

Articolo 4. Lo pongo in votazione.

Il Consiglio approva

Articolo 5. Lo pongo in votazione.

Il Consiglio approva

Articolo 6. Lo pongo in votazione.

Il Consiglio approva

Articolo 7. Lo pongo in votazione.

Il Consiglio approva

Articolo 8. Lo pongo in votazione.

Il Consiglio approva

Articolo 9. Lo pongo in votazione.

Il Consiglio approva

Articolo 10. Lo pongo in votazione.

Il Consiglio approva

Articolo 11. Lo pongo in votazione.

Il Consiglio approva

Articolo 12. Lo pongo in votazione.

Il Consiglio approva

Articolo 13. Lo pongo in votazione.

Il Consiglio approva
Articolo 14. Lo pongo in votazione.

Il Consiglio approva

Pongo in votazione il coordinamento tecnico.

Il Consiglio approva

Pongo in votazione la proposta di regolamento.

Il Consiglio approva



Nomine

PRESIDENTE. Prego di distribuire le schede per la sostituzione di un consigliere di maggioranza nella Conferenza inter istituzionale di coordinamento regionale.

(Segue la votazione)

Comunico il risultato della votazione. Votanti n. 22, schede valide n. 21, schede bianche n. 1. Hanno ricevuto voti: Ferdinando Avenali n. 21. Lo proclamo eletto.
Prego di distribuire le schede per la sostituzione di un rappresentante nell’assemblea dell’Associazione marchigiana attività teatrali (AMAT)

(Segue la votazione)

Comunico il risultato della votazione. Votanti n. 22, schede bianche n. 11, voti validi n. 11. Hanno ricevuto voti: Giorgi Paola n. 10, Lisi Gian Domenico n. 1. Proclamo eletta Giorgi Paola.
Non posso dare la parola, per fatto personale, al consigliere Novelli assente dall’aula da almeno dieci minuti, quindi dichiaro chiusa la seduta.


La seduta termina alle 15,00