Resoconto seduta n. 191 del 12/05/2004
La seduta inizia alle 10,25



Approvazione verbale

PRESIDENTE. Ove non vi siano obiezioni do per letto ed approvato, ai sensi dell’art. 29 del regolamento interno, il processo verbale della seduta n. 190 del 6 maggio 2004.

(E’ approvato)


Proposta di legge
(Annuncio e assegnazione)

PRESIDENTE. E’ stata presentata, in data 27 aprile 2004 la proposta di legge n. 245, ad iniziativa della Giunta, concernente: «Modifiche alla l.r. 10 giugno 1997, n. 39 «Interventi a favore dei marchigiani all’estero», assegnata alla III commissione in sede referente ed alla II commissione per il parere obbligatorio.



Proposta di atto amministrativo
(Annuncio e assegnazione)

PRESIDENTE. E’ stata presentata, in data 29 aprile 2004, la proposta di atto amministrativo n. 132, ad iniziativa della Giunta, concernente: «Programma degli interventi per l’anno 2004 – Criteri e modalità per la concessione dei contributi ai sensi degli artt. 2 e 3 della l.r. 6 agosto 1997, n. 51 «Norme per il sostegno dell’informazione e dell’editoria locale».



Deliberazioni inviate dalla Giunta

PRESIDENTE. Sono pervenute, da parte della Giunta, le seguenti deliberazioni:
— n. 463, concernente: «Reiscrizione nel bilancio di previsione per l’anno 2004 di economie relative a stanziamenti aventi specifica destinazione – euro 1.948.374,27»;
— n. 464, concernente: «Art. 27 della l.r. 19 febbraio 2004, n. 3 – Iscrizione nel bilancio di previsione per l’anno 2004 di entrate derivanti da assegnazione di fondi dallo Stato per la realizzazione del progetto “Infrastrutturazione ambientale Val Sentino” – euro 516.456,90»;
— n. 465, concernente: «Art. 29 della l.r. 11 dicembre 2001, n. 31 – Variazione compensativa al programma operativo annuale 2004 approvato con dgr n. 175/04 – euro 436.447,00»;
— n. 466, concernente: «Art. 3 della l.r. 19 febbraio 2004, n. 2 – Reiscrizione nel bilancio di previsione dell’anno 2004 di economie relative a stanziamenti aventi specifica destinazione – euro 1.622.927,08»;
— n. 467, concernente: «Art. 3 della l.r. 19 febbraio 2004, n. 2 – Reiscrizione nel bilancio di previsione per l’anno 2004 in relazione agli accertamenti di stanziamenti aventi specifica destinazione – euro 2.501.860,62»;
— n. 468, concernente: «Art. 3 della l.r. 19 febbraio 2004, n. 2 – Reiscrizione nel bilancio di previsione per l’anno 2004 di economie relative a stanziamenti aventi specifica destinazione – euro 6.478.923,75»;
— n. 469, concernente: «Art. 29 della l.r. 11 dicembre 2001, n. 31 – Variazione compensativa al programma operativo annuale 2004 approvato con deliberazione della giunta regionale n. 175 del 2 marzo 2003»;
— n. 470, concernente: «Art. 27, comma 1, della l.r. 19 febbraio 2004, n. 3 – Iscrizione nel bilancio di previsione per l’anno 2004 di entrate derivanti da assegnazione di fondi dallo Stato per intervento di edilizia ospedaliera “Centro dialisi e obitorio dell’ospedale di Macerata” – euro 1.015.612,00»;
— n. 471, concernente: «Art. 27, comma 1, della l.r. 19 febbraio 2004, n. 3 – Iscrizione nel bilancio di previsione per l’anno 2004 di entrate derivanti da assegnazione di fondi dallo Stato per intervento di edilizia ospedaliera “Adeguamento e ristrutturazione RSA di Filottrano (AN) – euro 588.760,87”»;
— n. 492, concernente: «Art. 27, comma 1, della l.r. 19 febbraio 2004, n. 3 – Iscrizione nel bilancio di previsione per l’anno 2004 di assegnazioni statali relative alla ripartizione di contributi alle emittenti locali, ai sensi dell’art. 4, comma 5, della legge 28/00 – euro 15.255,00»;
— n. 493, concernente: «Art. 28 della l.r. 19 febbraio 2004, n. 3 – Variazione compensativa degli stanziamenti di alcuni capitoli collocati all’interno della UPB servizi reali alle imprese, innovazione e qualità – investimento».



Dichiarazione di illegittimità costituzionale

PRESIDENTE. Il Presidente del Consiglio dei Ministri ha presentato ricorso per la dichiarazione di illegittimità costituzionale della seguenti leggi regionali:
— n. 4 del 24 febbraio 2004, concernente: «Disposizioni eccezionali e straordinarie in attuazione del piano sanitario regionale 2003/2006 relative al personale delle strutture sanitarie private titolari di accordi contrattuali con il servizio sanitario regionale»;
— n. 5 del 3 marzo 2004, concernente: «Disposizioni in materia di salvaguardia delle produzioni agricole, tipiche, di qualità e biologiche».


Congedi

PRESIDENTE. Ha chiesto congedo, per la seduta odierna, i consiglieri Rocchi, D'Ambrosio, Romagnoli e Cesaroni.





Interrogazione (Svolgimento): «Selezione per assunzione ausiliari presso Azienda ospedaliera Umberto I, Lancisi, Salesi di Ancona» Ciccioli (1022)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l'interrogazione n. 1022 del consigliere Ciccioli.
Risponde l'assessore Melappioni.

Augusto MELAPPIONI. Con riferimento alla procedura adottata dall’azienda ospedaliera Ospedali riuniti Umberto I, Lancisi e Salesi di Ancona, il consigliere Ciccioli ha interrogato il Presidente della Giunta relativamente allo svolgimento della selezione per l'assunzione di ausiliari, per sapere se non ritenga l’atteggiamento dell'azienda al di fuori della legalità, se non ritenga sussistere violazioni di elementi giuridici di natura amministrativa a financo penale nella condotta dei selezionatori e, conseguentemente, dell'azienda stessa e se non intenda intervenire.
Premesso che nel febbraio del corrente anno l'azienda Ospedali Riuniti ha proceduto alla selezione dei 27 posti per operatore sanitario ausiliario; che per la suddetta selezione si è proceduto attraverso le graduatorie di collocamento e considerato che la selezione riguardava operatori addetti allo svolgimento di lavori elementari (pulizia e assistenza) per i quali non è richiesto alcun tipo di qualificazione e formazione professionale; che la selezione è stata svolta attraverso un colloquio psico-attitudinale; constatato che al colloquio di selezione sono state posti ai selezionandi domande quali esporre la differenza fra prodotti bioligici, chimici, tossici e pericolosi; dire l'esatto significato della parole disinfettare ecc.; constatato altresì che nella richiesta all'Ufficio per l'impiego è stata menzionata la preparazione e la conoscenza in materie specifiche; rilevato che la selezione così svolta pare palesemente al di fuori delle qualifiche richieste per lo svolgimento del lavoro, il dirigente del servizio di posizione di funzione risorse umane comparto sanità del dipartimento, ha chiesto al direttore generale di riferire sulla circostanza.
La risposta in merito alle richieste notizie è la seguente.
Nei giorni 16, 17 e 18 febbraio 2004 si è svolto presso la struttura di Largo Cappelli la selezione per l'assunzione di 39 ausiliari socio-assistenziali a tempo indeterminato. I 56 nominativi dei candidati sono stati forniti a questa azienda dal centro per l'impiego di Ancona. I candidati sono stati divisi in sei gruppi, in modo che ogni mattina, a partire dalle 8,30 ne fossero esaminati dieci. La commissione esaminatrice era composta da un dirigente membro della direzione sanitaria come presidente, dalla caposala direzione, dalla caposala della unità operativa di chirurgia generale in qualità di esperti, un collaboratore amministrativo.
La selezione si è svolta nei termini dettati dalla legge 56/87, art. 16, in particolare ad ogni candidato sono state fatte tre domande estratte a sorte su un totale di 25 domande. La terna di domande era uguale per ciascun gruppo di candidati e le domande vertevano sulle mansioni specifiche e il profilo professionale di ausiliario specializzato. Ogni candidato doveva inoltre descrivere o spiegare in modo adeguato, a livello del profilo professionale cui si riferiva la selezione, l'utilizzo pratico di alcuni materiali di uso comune da parte dell’ausiliario specializzato in riferimento alle proprie mansioni. I materiali, suddivisi in nove gruppi erano predisposti in un tavolo contrassegnato dal numero che ciascun candidato doveva estrarre. Alla fine della prova la Commissione formulava su ogni candidato il giudizio di idoneità in maniera complessiva sulle quattro prove.
Il dirigente afferma che le procedure seguite sono state assolutamente conformi ai dettati normativi e contrattuali ed hanno consentito di operare scelte nell'interesse della qualità della risposta assistenziale da assicurare ai cittadini.
I chiarimenti che vengono portati dall'azienda ospedaliera risultano motivati ed esaustivi, in quanto volti ad evidenziare l'iter procedurale che è stato seguito, quindi la legge 56/87, il Dpcm 27.12.19088, pertanto non si ritiene sussistente l'interesse a intervenire sulle procedure selettive oggetto dell’interrogazione, trattandosi, peraltro, di provvedimenti aziendali non suscettibili di annullamento da parte della Regione.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Ciccioli per dichiararsi soddisfatto o meno.

Carlo CICCIOLI. Non sono affatto soddisfatto della risposta che è estremamente burocratica. Capisco che l'assessore alla sanità non entri nel merito della vicenda, ma la vicenda è molto più pesante di quello che si possa pensare, nel senso che il bando per 39 persone ha suscitato, in un momento di grave crisi occupazionale, l'attenzione e le aspettative di tantissime persone. Soprattutto, trattandosi di posti segnalati dall'ufficio di collocamento, si tratta di situazioni che generalmente sono in testa alla graduatoria, di forte disagio sociale, cioè famiglie con una sola persona che ha reddito fisso, famiglie con una separazione, famiglie con disoccupati di lunga durata e via di seguito.
Trattandosi di un posto di operatore sanitario, tecnicamente "ausiliario", con la vecchia normativa "inserviente", decine e decine di persone hanno fatto la fila.
La Commissione ha proceduto alla selezione attraverso una serie di atteggiamenti che io ritengo assolutamente scorretti, perché il bando parlava semplicemente di "colloquio", poi in realtà si è svolto un vero e proprio esame senza che niente fosse indicato nel bando, cioè non regolamenti tecnici, non domande di natura sanitaria o via di seguito, mentre al momento della selezione sono state fatte domande che ovviamente implicavano la possibilità di una preparazione. Quando a una persona che deve fare le pulizie vengono richieste le norme organizzative, le leggi sanitarie o la differenza tra tipi diversi di sanitarizzazione, disinfezione ed altro, passiamo dal colloquio di natura generica e un vero e proprio esame. Questo ha fatto sì che alcune persone arrivassero lì preparate, sapevano di cosa si trattava ed altre assolutamente impreparate. In particolare chi aveva già fatto un periodo di tre mesi, a tempo indeterminato, sapeva già di cosa si trattava, tutti gli altri no. Questo ha determinato una grande protesta, che è stata dapprima presa in considerazione con colloqui con i dirigenti amministrativi, poi, successivamente, una raccolta di firme e successivamente, vista l'inefficacia delle interrogazioni, della segnalazione al direttore generale, ricorso al Tar. Il Tar Marche, con la sentenza 908 del 2003, su ricorso del 1999 contro l'azienda ospedaliera Ospedale San Salvatore di Pesaro in caso analogo, ha dato ragione ai ricorrenti, obbligando l'azienda ospedaliera San Salvatore di Pesaro ad uniformarsi. Visto la mia inefficacia come interrogazione e come altro, ho radunato tutti i ricorrenti, ho fatto proporre ricorso al Tar, ho pagato una parte del ricorso, tra un po' il Tar si uniformerà alla sentenza precedente e sarà annullato il concorso.
Mi dispiace fare queste cose, ma credo sia l'unico modo efficace per provvedere, perché gli strumenti tradizionali, quelli della segnalazione al direttore generale, l’interrogazione sono inefficaci. Uno funziona per analogia, prende la sentenza che già è uscita pubblicata il 17.7.2003 dal Tar Marche, depositata in segreteria il 17 luglio, ricorrente Di Renzo Vita contro ospedale San Salvatore di Pesaro, situazione analoga.
Ovviamente mi premurerò di seguire passo-passo al Tar la vicenda e siccome l’azienda ospedaliera, tra pensionamenti e altro — visti i tempi lunghi della giustizia amministrativa, civile e penale — avrà bisogno di personale, mi premurerò di difendere i loro diritti. Qui si tratta di diritti, quindi penso che sia giusto difendere i loro diritti, perché si tratta veramente di lotta tra poveri che hanno problemi di sopravvivenza per la propria famiglia. L'atteggiamento dell'azienda ospedaliera di espellere persone dal lavoro con delle domande capziose sulle leggi sanitarie (persone che dovranno fare i letti e le pulizie) è una cosa veramente vergognosa e questo lo sottolineo.
Per quanto riguarda l'interrogazione dichiaro l'inerzia, cioè l'amministrazione ha chiamato l'azienda ospedaliera, ha chiesto cosa ne pensa. Questo era noto, perché è quello che ha fatto. Saranno gli organi della giustizia amministrativa a risolvere il caso.



Interrogazione (Seduta segreta): «Concorso di dirigente medico di primo livello» Cecchini (1027)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l'interrogazione n. 1027 del consigliere Cecchini.
La discussione avverrà in seduta segreta, quindi prego i non consiglieri di lasciare l'aula.

La seduta prosegue in forma segreta
dalle 10,40 alle 10,55





Interrogazione (Svolgimento): «Movimento franoso sul tratto del Colle Ardizio localizzato tra Pesaro e fosso Sejore» Giannotti (1037)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l'interrogazione n. 1037 del consigliere Giannotti.
Per la Giunta risponde l'assessore Spacca.

Gian Mario SPACCA, Vicepresidente della Giunta. Con l'interrogazione si chiede se, visto quanto previsto dal PAI, si ritenga opportuno promuovere una intesa con gli enti interessati (ANAS, Comune di Pesaro e Provincia di Pesaro e Urbino) al fine di: 1) realizzare una ricognizione generale dello stato della falesia per individuare i punti di maggiore pericolosità; 2) realizzare una azione di difesa che consenta di mettere in sicurezza la Statale Adriatica ed evitare il degrado della sommità del colle; 3) predisporre un programma di consolidamento definitivo dell'intero tratto dell'Ardizio interessato dal movimento franoso; 4) disporre il finanziamento, anche a stralci, delle opere necessarie.
In ordine a quanto rappresentato nell'interrogazione, si forniscono le seguenti informazioni.
Nel Piano Straordinario redatto dalla Regione ai sensi della legge "Sarno" n. 267/1998 la falesia del Colle Ardizio era stata individuata a massimo rischio R4 (codice F-11041044-03-01); nel Piano per l'Assetto Idrogeologico dei bacini di rilievo regionale (PAI), approvato dal Consiglio regionale con Del. 116 del 21 gennaio 2004, la falesia è ancora ricompresa nel perimetro distinto con il codice F - 03 - 00071 cui sono attribuiti il massimo grado di pericolosità (P4) e di rischio (R4); il livello di rischio attribuito al dissesto deriva dalla rilevanza dell'elemento (Strada Statale n. 16 Adriatica) esposto ai frequenti fenomeni di crollo dalla parete; gli eventi avvenuti in passato sono stati affrontati direttamente dall'ANAS, che ha competenza ai soli fini di sicurezza degli automezzi sulla Strada Statale, e dall'ex Servizio Decentrato OO.PP. e Difesa del Suolo (prima in quanto organo statale - ex Genio Civile - e in un secondo tempo in quanto servizio regionale) ai sensi del D. Lgs.vo 1010/48 sul Pronto Intervento; tuttavia si rileva che tali interventi, conseguenti a fenomeni occasionali, sono stati eseguiti con criteri di urgenza piuttosto che sulla base di una reale programmazione, non essendovi in passato strumenti di pianificazione anche finanziaria idonei a tal fine; soltanto a seguito del Piano Straordinario è stato acquisito dallo Stato un primo finanziamento di euro 180.750,00, trasferito alla Provincia di Pesaro - Urbino nel 2003, mentre per un secondo finanziamento (euro 361.519) è in corso il trasferimento alla stessa Provincia; si deve evidenziare che i finanziamenti ottenuti sono ben inferiori rispetto alla stima del fabbisogno contenuta nei due strumenti di programmazione regionale sulla difesa del suolo.
Nonostante la ridotta disponibilità di risorse rispetto al fabbisogno stimato, ed in applicazione dei principi e dei criteri contenuti nel PAI recentemente approvato per i bacini di rilievo regionale, le azioni sinora intraprese sono coerenti con le linee richiamate dal Consigliere Giannotti.
In particolare, con riferimento ai singoli punti dell'interrogazione, risulta che:
1) la Provincia di Pesaro - Urbino, individuata ai sensi di legge come ente attuatore, sta effettuando la ricognizione generale dello stato della falesia; a tal fine è già stata eseguita una campagna di indagini geognostiche (sondaggi) sulla parte sommitale della falesia ed è in corso il rilievo della parete sia mediante una ditta specializzata sia mediante ricognizione aerea (prevista proprio per oggi 12 maggio); è inoltre prevista la valutazione dell'efficacia e dell'efficienza delle difese esistenti collocate nel tempo a protezione della base della parete;
2) le operazioni di ricognizione di cui sopra sono finalizzate alla definizione di opere di difesa e consolidamento volte alla progressiva riduzione del rischio esistente sia sul tratto stradale alla base della falesia sia sulla parte sommitale, interessata dalla strada provinciale "Panoramica dell'Ardizio" e da alcuni edifici ad essa prospicienti;
3) ad esito della ricognizione verrà infatti predisposto un programma generale (progetto preliminare) in cui siano evidenziate le priorità e le fasi di intervento, con specifica attenzione per gli elementi a rischio per la cui messa in sicurezza verranno redatti i progetti esecutivi;
4) per quanto riguarda il finanziamento delle opere individuate con il progetto preliminare di cui al punto 3, il ricorso a stralci funzionali sarà presumibilmente inevitabile tenuto conto della esiguità dei finanziamenti statali resi sinora disponibili; per quanto riguarda il ricorso a dotazioni finanziarie ulteriori a quelle assegnate dallo Stato, il programma generale potrà consentire l'attivazione dei necessari raccordi con il Comune e l'ANAS in modo da richiedere la rispettiva programmazione delle risorse.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno, il consigliere Giannotti.

Roberto GIANNOTTI. Farò a meno di dichiarare la soddisfazione o la insoddisfazione, nel senso che non ho ascoltato la risposta perché sono stato chiamato, purtroppo, fuori aula. Però vorrei cogliere la soddisfazione per tornare a richiamare un'esigenza fondamentale legata alla situazione. A nessuno può sfuggire, in modo particolare a lei, l'importanza strategica del Colle Ardizio rispetto alla città di Pesaro e alla sua viabilità. Il Colle Ardizio sovrasta la principale via di collegamento di Pesaro con il sud delle Marche, tolta l'autostrada. E' adiacente ad una delle località balneari più importanti della riviera marchigiana, soprattutto della città di Pesaro, quindi ha un'importanza strategica. Questo colle è soggetto ad una continua attività di frana e rispetto a ciò non servono più provvedimenti episodici o parziali. Se vuole, provvedimenti episodici e parziali servono solo a far spendere soldi alle istituzioni e non consentono di affrontare la questione.
Da qui una richiesta che io ho formulato relativa intanto a richiamare gravissime responsabilità dell'Amministrazione provinciale di Pesaro guidata dal presidente Ucchielli, che tanto parla ma poco fra rispetto a questa esigenza. La Provincia, a cui sono rimesse alcune responsabilità, non può non farsi carico di diventare punto di coordinamento effettivo di tutti gli interventi relativi a questa misura; C'è uno strumento, il piano di assetto idrogeologico, che consente l'attivazione di un'intesa di programma, uno strumento innovativo, pluri istituzionale, che mette insieme tutti gli enti locali, tutte le forze interessate e la Provincia deve farsi carico di attivare questo strumento, questa conferenza di programma. La Provincia deve farsi carico di svolgere il suo lavoro, quindi spenda meno nel comprare palazzi e nel voler diventare a tutti i costi imprenditore, perché così è successo, assessore: la Provincia di Pesaro si è comprata l’ex carcere minorile per 8 miliardi e si è messa a fare l’impresario edile che non credo rientri fra le proprie competenze. Quindi smetta la Provincia di fare cose che esulano dalle sue competenze e faccia le cose che le competono.
Cos’è la realizzazione, di concerto con la Regione, di una ricognizione adeguata di tutto il tratto stradale, che non riguarda solo l’ingresso a Pesaro ma ha riguardato, nei giorni scorsi, anche la città di Fano? E soprattutto predisponga un programma organico di interventi. Ripeto, non servono più interventi parziali, a mezzi, serve un piano globale di intervento che consenta di mettere a regime tutta la falesia dell’Ardizio di Pesaro. Rispetto a questo si può, si deve chiedere il concorso della Regione, il concorso di altri enti locali e anche una disponibilità da parte dello Stato. Non vorremmo che ancora una volta, anche su una vicenda che ha un’attinenza preminente con l’operato degli enti locali, qualcuno come questo “giocoliere della politica” qual è il presidente della Provincia, ci venisse a dire che la responsabilità è dello Stato, dei minori trasferimenti, che lo Stato non dà i soldi per una cosa su cui c’entra come i cavoli a merenda. Vorrei ribadire questa esigenza forte di un intervento della Provincia, rispetto al quale la Regione può svolgere una doverosa e opportuna opera di sollecitazione per salvaguardare l’integrità di assetto della viabilità della città di Pesaro.




Interrogazione (Svolgimento): «Interpretazione del piano regionale delle attività estrattive» D’Angelo (1055)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l’interrogazione n. 1055 del consigliere D’Angelo.
Risponde l’assessore Spacca.

Gian Mario SPACCA, Vicepresidente della Giunta. Il consigliere D’Angelo, con la sensibilità che gli è propria sui temi ambientali rivolge questa interrogazione in relazione a un’interpretazione data dalla Provincia di Macerata nella stesura del suo piano provinciale per le attività estrattive.
In merito all’interrogazione stessa vorrei soltanto fare una puntualizzazione: che il parere oggetto dell’interrogazione non è stato espresso dal servizio legislativo e affari istituzionali ma da una posizione di funzione di consulenza agli enti locali su richiesta della Provincia di Ascoli Piceno.
In via generale l’esigenza di un parere tecnico è sempre avvertita per atti particolarmente complessi a contenuto altamente specialistico come sicuramente è quello che si riferisce a questa materia e comunque vorrei precisare che qualunque sia l’autorevolezza e la professionalità del soggetto che esprime il parere, in ogni caso le conclusioni in esso contenute, proprio per la natura che lo caratterizza di parere, non possono mai costituire una verità indubitabile ma solo una tra le possibili interpretazioni.
Anche sul piano politico, soprattutto sul piano politico le conclusioni e le considerazioni espresse in un parere possono essere condivise o meno, comunque è certo che nessun parere può annullare la volontà espressa da un’assemblea qualificata e importante come il Consiglio regionale e costituire uno strumento per scardinare i principali obiettivi di un piano che in questo caso ha un obiettivo elevato di tutela e di conservazione delle risorse ambientali e territoriali della nostra regione, quindi minare la finalità che esso si propone.
Nel merito riguardo alle iniziative relative al programma provinciale delle attività estrattive della Provincia, la Giunta con deliberazione n. 476 dell’aprile 2004 si è pronunciata in ordine alla verifica di compatibilità con il piano regionale delle attività estrattive approvato dal Consiglio regionale ai sensi dell’art. 15 della legge regionale 46/92 che riguarda la programmazione e dell’art. 7 della legge regionale n. 10 che riguarda il decentramento delle funzioni amministrative. Con tale deliberazione la Giunta regionale ha approvato gli indirizzi generali concernenti la verifica di compatibilità dei programmi provinciali attività estrattive con il piano regionale e, fatti salvi i procedimenti pendenti, ha invitato la Provincia di Macerata a modificare entro 20 giorni dalla trasmissione della stessa deliberazione, le parti del piano che sono state riscontrate non essere compatibili con il piano regionale delle attività estrattive, con specifico riguardo ai materiali provenienti dal recupero di attività dismesse, ai materiali considerati risorsa strategica, come il calcare massiccio con grado di purezza pari al 98% estratti per l’impiego di industrie chimiche ed affini, agli aggregati argillosi e sabbiosi necessari per la produzione di laterizi pregiati e all’estrazione delle pietre da taglio ad uso ornamentale.
Siamo in attesa delle determinazioni del Consiglio provinciale di Macerata da cui deriveranno i comportamenti dell’Amministrazione regionale fino a non escludere il possibile ricorso all’esercizio dei poteri sostitutivi previsti dall’attuale normativa. Ci auguriamo peraltro che si realizzi, come stiamo cercando di fare, una efficace concertazione istituzionale che, in base ai principi di una corretta amministrazione, eviti un conflitto istituzionale tra die enti che hanno comunque a cuore la crescita e lo sviluppo delle loro comunità.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere D’Angelo.

Pietro D'ANGELO. Ringrazio l’assessore Spacca per la precisazione ma ritengo che la vicenda sollevata da questa interrogazione sia sintomatica e allarmante, perché questo Consiglio, con la legge regionale 71/97 ha cercato di mettere ordine, regole fisse e certe per tutti i componenti nel campo della attività estrattiva, cosa che non era mai riuscita a fare. Vivevamo in una giungla e con la legge 71/97 siamo riusciti a imporre delle regole sull’attività estrattiva valevoli per tutti e con il Prae votato con atto di Consiglio regionale n. 66 del 9.4.2002 questo Consiglio ha anche programmato i quantitativi necessari di litotipi inerti che devono essere scavati nelle province alle quali è stato demandato di fare un piano provinciale, ma attenendosi ai quantitativi stabiliti da questo Consiglio regionale.
Ebbene che cosa è successo? E’ successa, stranamente, una contestualità di eventi: da un lato la Provincia di Macerata presenta il suo piano, dichiarato in una conferenza di servizi — e avallato dall’ufficio legislativo — non conforme al piano delle attività estrattive della Regione, perché superiore. Mi riferisco alla conferenza di servizi del 20.2.2004, con tanto di firma di tutti i servizi, compreso l’ufficio legislativo; contestualmente, stranamente la Provincia di Ascoli Piceno chiede al servizio regionale di interpretare il Prae. Vorrei sapere chi l’ha scritto, all’interno della Provincia di Ascoli Piceno. Per fortuna andiamo al rinnovo di quella Provincia. Chiede se i quantitativi massimi ammessi dal Prae possono essere, in caso di necessità, “consistentemente aumentati”. Questa è la richiesta della Provincia di Ascoli Piceno. L’ufficio legislativo, alla stessa persona che dieci giorni prima aveva affermato quella cosa alla Provincia di Macerata, con l’avallo di una consulenza esterna... Qui bisogna che facciamo chiarezza, l’ho già detto all’assessore Silenzi, in passato: qualcuno mi dovrà dire se una consulenza esterna può annullare la volontà di un Consiglio regionale. Questo bisogna dire, perché non può passare il concetto della risposta del dott. Lorenzotti e dell’ufficio legislativo che immotivatamente, in contrasto con la legge 71/97, in contrasto con il Prae dicono che se le Province dimostrano che hanno bisogno di maggiore quantitativo, anche consistentemente superiore a quelli stabiliti dal Consiglio lo possono fare. E allora questo Consiglio cosa sta a fare? L’attività programmatoria di questo Consiglio dove se ne va se ogni Provincia potesse scavare quello che vuole?
Prendo atto di quello che diceva l’assessore, che la volontà del Consiglio regionale non può essere scardinata da nessun consulente esterno e io faccio appello alla Giunta: se sia deontologicamente corretto che questo consulente esterno, che ha una miriade ci consulenze — 3-4 per la Regione e una valanga per gli enti locali — faccia quesiti a nome degli enti locali alla Regione e come consulente regionale risponda ai suoi quesiti. Ma vi pare normale, questo? Faccio appello a questa maggioranza di centro-sinistra: se questa persona no ha deontologia professionale deve essere il potere politico a dirgli “o scegli di essere consulente della Regione o scegli di essere consulente degli enti locali”. Non è possibile fare i controllori-controllati. Questo signore si chiama dott. Lorenzotti. Io non ho problemi a dirlo. Mi auguro, assessore, che questa vicenda venga affrontata con serietà, perché ritengo che dietro tutto questo tentativo ci sia la volontà politica di annullare un atto di questa Regione, cioè il piano regionale delle attività estrattive.

PRESIDENTE. Ricordo ai consiglieri che nei loro interventi devono evitare di trattare i nominativi e qualora volessero trattare i nominativi dobbiamo procedere con la seduta segreta, che deve essere richiesta.

Pietro D'ANGELO. Ho detto che secondo me l’avere più incarichi non è deontologicamente corretto, non ho detto certo che è un ladro.

PRESIDENTE. Però, quando si fanno i nomi si fa una seduta segreta. Lo sappiamo, quindi chiedo a tutti i consiglieri di stare al regolamento.



Interrogazione (Svolgimento): «Situazione di messa in sicurezza e sistemazione dell’asta fluviale terminale del fiume Tronto e funzionalità dell’Autorità di bacino interregionale del fiume Tronto» D’Angelo (1075)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l’interrogazione n. 1075.
Risponde l’assessore Agostini.

Luciano AGOSTINI. Per quanto riguarda il programma degli interventi per la messa in sicurezza del tratto terminale del fiume Tronto, il Comitato Istituzionale di questa Autorità nella seduta del 7.5.2004 ha approvato il progetto definitivo del rifacimento del ponte Anas (progettazione e direzione dei lavori affidate alla Provincia di Teramo, responsabile del procedimento ing. Agreppino Valente). Nella stessa seduta, su invito del Presidente dell'Autorità, l'ing. Paolo Tartaglini, responsabile del procedimento del rifacimento del ponte ferroviario RFI (progettazione e direzione dei lavori affidate alla Provincia di Ascoli Piceno), ha comunicato che entro due mesi completerà la progettazione definitiva. Il progetto preliminare è stato già approvato dal Comitato Istituzionale nella seduta del 16.1.2004.
L'aver affidato, da parte dell'Autorità, la progettazione e la direzione dei lavori alle citate Province ha comportato tra l'altro un contenimento della spesa rispetto al finanziamento (richiesta a suo tempo sottostimata) disposto dal Ministero dei Lavori Pubblici con decreti del 28 dicembre 2000, n. 12704 e del 31 gennaio 2001, n. 1 e del Ministero dell'Ambiente e tutela del Territorio del 24 ottobre 2001, n. 8666.
Parallelamente alla progettazione dei due ponti questa Autorità sta provvedendo, in attuazione del citato programma degli interventi, alla progettazione relativa alla sistemazione idraulica per la messa in sicurezza dell'asta terminale del fiume Tronto, sulla base degli esiti degli studi del Prof. Ing. Mancinelli della Facoltà di Ingegneria dell'Università di Ancona.
In data 26.3.2004, relativamente al rifacimento del ponte stradale, è stata firmata la convenzione tra il Segretario Generale dell'Autorità e il Direttore dell'Anas, Compartimento per L'Abruzzo (schema approvato dal Comitato Istituzionale in data 24.2003) per garantire la necessaria collaborazione e ridurre conseguentemente i tempi per l'esecuzione dei lavori. A breve dovrà essere firmata analoga convenzione con la Rete Ferroviaria Italiana RFI, i cui contenuti sono stati discussi in riunioni appositamente convocate.
Tenuto conto di quanto sopra esposto si