Resoconto seduta n. 192 del 30/06/2004
La seduta inizia alle 10,50



Approvazione verbale

PRESIDENTE. Ove non vi siano obiezioni do per letto ed approvato, ai sensi dell’art. 29 del regolamento interno, il processo verbale della seduta n. 191 del 12 maggio 2004.



Proposte di legge
(Annuncio e assegnazione)

PRESIDENTE. Sono state presentate le seguenti proposte di legge:
— n. 246, in data 20 maggio, ad iniziativa dei consiglieri Giannotti, Brini, Ceroni, Cesaroni, Grandinetti, Trenta, concernente: "Norme per la difesa delle professioni e istituzione della Consulta", assegnata alla III Commissione in sede referente;
— n. 247, in data 20 maggio, ad iniziativa dei consiglieri Amati, Ceroni, Modesti, Franceschetti, Tontini, Luchetti, Benatti, Giannotti, concernente: "Statuto della Regione Marche", assegnata alla Commissione Statuto in sede referente;
— n. 248, in data 14 maggio, ad iniziativa del consigliere A. Ricci, concernente: "Diritto al sapere", assegnata alla I Commissione in sede referente ed alla II Commissione per il parere obbligatorio;
— n. 249, in data 8 giugno, ad iniziativa dei consiglieri Giannotti, Brini, Ceroni, Cesaroni, Grandinetti, Trenta, concernente: "Ulteriori modifiche alla l.r. 15 ottobre 2001, n. 20 "Nuove norme in materia di organizzazione e di personale della Regione", assegnata alla II Commissione in sede referente;
— n. 250, in data 17 giugno, ad iniziativa della Giunta regionale, concernente: "Modifiche alla l.r. 22 ottobre 2002, n. 22 - Disciplina degli impianti di trasporto a fune in servizio pubblico, delle piste da sci e dei sistemi di innevamento programmato", assegnata alla IV Commissione in sede referente.



Mozioni
(Annuncio di presentazione)

PRESIDENTE. Sono state presentate le seguenti mozioni:
— n. 370 del consigliere Franceschetti, su: "Ex campo di concentramento nel comune di Servigliano";
— n. 371 dei consiglieri Giannotti, Grandinetti, Trenta, Cesaroni, Ceroni, Brini, su: "Aumento canoni demaniali di competenza degli operatori turistici balneari".




Nomine

PRESIDENTE. Con miei decreti ho provveduto alle seguenti nomine:
— n. 59 del 10 maggio - due rappresentati nel consiglio di amministrazione della cooperativa artigiana di garanzia "Nuova cooperativa" di Pesaro;
— n. 60 del 10 maggio - due rappresentanti nel consiglio di amministrazione della cooperativa artigiana di garanzia "Giuseppe Salomoni" di Macerata;
— n. 70 del 28 maggio - due rappresentanti nel consiglio di amministrazione della cooperativa artigiana di garanzia "Pietro Rabini" di Ancona.





Deliberazioni amministrative
presentate dalla Giunta

PRESIDENTE. Sono state presentate dalla Giunta regionale le seguenti deliberazioni:
— n. 615, concernente: "L.r. 19 febbraio 2004, n. 3, art. 27, comma 1 - Iscrizione nel bilancio di previsione per l'anno 2004 di entrate derivanti da assegnazione di fondi dallo Stato per le attività delle associazioni provinciali allevatori. Euro 1.377.996, 47 adottate in data 15 giugno 2004
— n. 673, concernente: "L.r. 19 febbraio 2004, n. 3, art. 27, comma 1 - Iscrizione nel bilancio di previsione per l'anno 2004 di entrate derivanti da assegnazioni di fondi dallo Stato per settore commercio - Modifica al POA bilancio 2004. Euro 545.703,00";
— n. 674, concernente: "L.r. 11 dicembre 2001, n. 31, art. 20, comma 3 - Prelevamento dal fondo di riserva per le spese obbligatorie per l'integrazione dello stanziamento del capitolo di spesa 31001105 compreso nell'elenco n. 4 'elenco delle spese dichiarate obbligatorie' del bilancio 2004. Euro 166.000,00";
— n. 675 concernente: "L.r. 19 febbraio 2004, n. 3, art. 27, comma 1 - Iscrizione nel bilancio di previsione per l'anno 2004 di entrate derivanti da assegnazioni statali per interventi in materia di protezione civile. Euro 6.260.509,00";
— n. 676 concernente: "L.r. 19 febbraio 2004, n. 2, art. 41 - Attuazione del decentramento amministrativo: variazione agli stanziamenti di UPB di spesa nel bilancio di previsione per l'anno 2004, conseguente al riordino delle funzioni amministrative tra lo Stato, le Regioni e gli Enti locali. Euro 350.956,00".



Promulgazione leggi regionali

PRESIDENTE. Il Presidente della Giunta regionale ha promulgato le seguenti leggi:
— n. 9 concernente: "Norme per la promozione, il riconoscimento e lo sviluppo delle associazioni di promozione sociale";
— n. l0 concernente: "Modifica alla l.r. 15 ottobre 2001, n. 20 sull'organizzazione e sul personale della Regione e alla l.r. 30 giugno 2003, n. 14 sulla riorganizzazione della struttura amministrativa del Consiglio regionale";
— n. 11 concernente: "Norme in materia di pesca marittima e acquicoltura";
— n. 12 concernente: "Fusione dei consorzi di bonifica dell'Aso, del Tenna e del Tronto";
— n. 13 concernente: "Norme concernenti le agenzie, gli enti dipendenti e le aziende operanti in materia di competenza regionale".




Sentenza Corte costituzionale

PRESIDENTE. La Corte costituzionale, con sentenza n. 172/2004, ha respinto il ricorso proposto dal presidente del Consiglio dei ministri avverso la l.r. 24 luglio 2002, n. 15, concernente: "Razionalizzazione ed ammodernamento della rete di distribuzione dei carburanti per uso di autotrazione".



Programma RAI GR Parlamento regionale

PRESIDENTE. L'odierna seduta antimeridiana del Consiglio regionale delle Marche sarà trasmessa in differita il prossimo 15 luglio (dalle ore 21 alle 24) nel programma radiofonico "GR Parlamento Regionale", realizzato nell'ambito di una convenzione stipulata tra la rete istituzionale RAI GR Parlamento e la Conferenza dei Presidenti dei Consigli regionali., finalizzata a dare migliore visibilità e maggiori spazi alle Assemblee elettive nei servizi informativi della RAI.
Tema dei lavori consiliari della mattinata, che sarà registrata per la messa in onda, sarà l'aggiornamento del programma di ripartizione dei finanziamenti 2004 per la ricostruzione post-terremoto, che rappresenta un tema di sicuro interesse per la comunità nazionale e locale, ed eventualmente la discussione di alcune interrogazioni.
In base al palinsesto RAI i lavori del Consiglio regionale delle Marche, come quelli delle altre Regioni, saranno trasmessi una volta al mese (tre ore circa la durata del programma), con un ordine del giorno predeterminato e modalità di svolgimento concordate, in base a criteri di par condicio e pluralismo.
Nella nostra regione, RAI GR Parlamento Regionale si ascolta sintonizzandosi sulle frequenze radio FM 91.450 per la zona di Pesaro, 91.3 Urbino, 105.2 Ancona, 91.150 Fabriano, 105.100 Tolentino, 105 Ascoli Piceno e 101.3 per Macerata, Porto Recanati, Civitanova Marche, Fermo e San Benedetto del Tronto.



Proposta di atto amministrativo (Discussione e votazione): «Aggiornamento del programma finanziario di ripartizione dei finanziamenti per la ricostruzione post-terremoto, anno 2004» Giunta (131)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la proposta di atto amministrativo n. 131, ad iniziativa della Giunta.
Ha la parola il relatore di maggioranza, consigliere Modesti.

Cataldo MODESTI. Signor Presidente, colleghi consiglieri. Con l'atto al nostro esame ci accingiamo ad aggiornare il piano finanziario per la ricostruzione, a seguito degli ultimi finanziamenti assegnati dallo Stato con la legge finanziaria 3/2004.
Per comodità dell'aula voglio ricordare brevemente alcuni dati fondamentali della crisi sismica del settembre 1997.
Il danno complessivo stimato ammonta ad oltre 4.300 milioni di euro, di cui 2.800 all'edilizia privata, circa 1.000 ai beni culturali e circa 500 ad altri edifici pubblici, dissesti idrogeologici e infrastrutture. Furono 3.687 le famiglie evacuate, di cui 1.015 alloggiate nei cosiddetti Mam e 2.111 in autonoma sistemazione. Circa 20.000 furono gli edifici segnalati con danni: per questi oltre 12.000 sono stati i progetti presentati, di cui 3.600 per la cosiddetta "ricostruzione leggera", ormai ultimata definitivamente e 8.600 circa per quella cosiddetta "pesante". Per quest'ultima il 95% dei lavori sono avviati e oltre la metà ultimati. Siamo quindi a buon punto per quello che riguarda la fase della ricostruzione per quanto concerne la prima casa, i beni culturali, gli edifici pubblici e quant'altro.
Sul piano politico-istituzionale voglio porre l'accento sull'apporto positivo che si è instaurato tra la Giunta e il Consiglio, tra la maggioranza e la minoranza. Non è inutile ricordare che sugli atti che hanno riguardato il terremoto c'è stato sempre un voto pressoché unanime del Consiglio, nella Commissione consiliare, a testimonianza del senso di responsabilità e della attenzione che su questa problematica si è registrata. Non era scontato, perché su una materia così delicata, complessa, che ha visto coinvolte anche risorse finanziarie notevoli, si potevano introdurre anche elementi di divisione e di polemica, ma così non è stato. Questo è un fatto estremamente positivo, che non bisogna mai stancarsi di mettere in risalto.
D'altra parte va ricordata e valorizzata la scelta compiuta del massimo decentramento amministrativo, il coinvolgimento, la forte responsabilizzazione del sistema degli enti locali e in particolare dei Comuni cui è stata affidata, di fatto, la gestione totale della ricostruzione. Quindi la Regione ha dato degli indirizzi, dei criteri, la gestione è avvenuta da parte del sistema degli enti locali. Una esperienza molto positiva. Tutto ciò ha fatto sì che il giudizio positivo non è una nostra autoproclamazione ma un sentimento largamente diffuso nel territorio, largamente condiviso dai cittadini, delle istituzioni, dalle forze sociali e tutto questo è stato apprezzato anche al di fuori della nostra Regione.
Vengo al merito dell'atto al nostro esame.
Si tratta di prendere atto del finanziamento previsto nell'ultima finanziaria, che ammonta a 54 milioni di euro e di stabilirne la destinazione, anche se la variazione complessiva riguarda 92 milioni di euro, in quanto si tratta di destinare meglio la localizzazione anche di altri 38 milioni di euro che erano stati in un primo tempo individuati e impegnati con delibera del Consiglio regionale del giugno dell'anno scorso.
Arrotondando le cifre, 80 milioni vanno all'edilizia privata, 5 milioni alle opere pubbliche e 7 ad opere varie, in particolare le "varie" sono contributi destinati ai Comuni per le spese aggiuntive che hanno e per la proroga dello stato di emergenza per l'anno in corso.
Tutto bene, nessun problema? Certamente no, difficoltà ci sono state, ma l'importante è che le difficoltà sono state superate in un rapporto di collaborazione, con una duttilità delle normative, con una disponibilità da parte della Regione attraverso i propri uffici, a tenere conto delle esigenze che mano a mano venivano avanti sul territorio.
Rimane aperto un grosso problema, quello delle seconde case, quindi strettamente collegato all'aspetto del relativo finanziamento. La legge 61 ha statuito dei diritti, delle aspettative per numerosi cittadini. Le seconde case sono circa 9.000 che attendono la copertura finanziaria per poter avviare le procedure e quindi eseguire i lavori. C'è un ritardo derivante dalla ristrettezza dei finanziamenti e nel territorio, fra i cittadini interessati c'è malumore, comincia ad esserci una seria preoccupazione.
Voglio cogliere questa occasione per puntualizzare rispetto alle polemiche che ci sono tate nel corso di questi mesi tra la maggioranza e l'opposizione rispetto alla entità dei finanziamenti per la ricostruzione. La campagna elettorale si è conclusa, questo tema nessuno può citarlo in maniera strumentale, dobbiamo attenerci alle cifre per quelle che sono. Le cifre non sono opinioni, poi ognuno può interpretarle a suo modo, ma le cifre sono quelle ufficiali, che nessuno può rimettere in discussione. Ebbene, dalla crisi sismica del settembre 1997 ad oggi sono stati stanziati dallo Stato 2.424 milioni di euro; di questi 2.079 sono stati stanziati dai governi di centro-sinistra, pari all'85% e 345 dai governi di centro-destra, pari al 15%.
Voglio ricordare che tutto questo ha riguardato un periodo di tempo di 7 anni, 4 esercizi finanziari da parte del governo di centro-sinistra e 3 esercizi finanziari da parte di quello di centro-destra. Quindi le differenze sono notevoli.
In sostanza, facendo la media i governi di centro-sinistra ogni anno hanno mediamente stanziato 520 milioni di euro a fronte dei 115 dei governi di centro-destra. Differenze notevoli, che non si prestano ad interpretazioni.
Ma oggi noi non siamo qui per alimentare polemiche inutili e artificiose, ci limitiamo alla constatazione dei fatti. C'è una difficoltà a completare l'opera di ricostruzione per l'esiguità dei finanziamenti, in particolare per le seconde case. Noi abbiamo il dovere, tutto il Consiglio regionale — non deve esserci divisione tra la maggioranza e la minoranza — e il senso di responsabilità di far fronte ai diritti dei cittadini, perché la legge 61 ha sancito dei diritti, non delle opportunità. Quindi questi diritti debbono essere rispettati, lo Stato ha il dovere di far fronte agli impegni assunti, quindi noi dobbiamo chiedere, coralmente, come Consiglio regionale, a tutte le forze politiche, ognuna per le proprie responsabilità e per i propri ruoli, che il Governo nazionale rispetti questi impegni e consenta alla nostra Regione — ma il discorso vale anche per l'Umbria — di completare la ricostruzione e, in particolare, venire incontro alle legittime aspettative dei cittadini.

PRESIDENTE. Ha la parola il relatore di minoranza, consigliere Brini.

Ottavio BRINI. Affrontare un argomento così importante 'e delicato sicuramente richiede spazio, per mettere tutti i colleghi nella condizione di per intervenire. Quindi, a mio avviso non è sufficiente una semplice relazione dopo anni e anni di lavoro per la ricostruzione. Penso quindi che sia opportuno fare un'analisi dettagliata, anche se in linea di principio non possiamo che essere favorevoli sul trasferimento di fondi, perché più ne arrivano meglio è. Dobbiamo fare però un'attenta riflessione sull'utilizzo che c'è stato e che ci sarà anche per il futuro.
L'impressione è che siamo di fronte ad una sanatoria e nei confronti delle sanatorie bisogna riflettere attentamente, sia sulle decisioni che sui provvedimenti che dobbiamo adottare.
La IV Commissione si è occupata di questa problematica, l'ha sviluppata, è una problematica molto delicata che ci ha visto essere molto critici in alcune circostanze, in altre ci ha visto essere positivi e d'accordo sulle soluzioni, ma quello che preme — l'abbiamo detto anche in passato — è sapere come sono stati utilizzati questi fondi e trasferiti nel territorio.
Una risposta chiara, precisa, limpida non è mai venuta e quindi ancora queste perplessità che avevamo nel passato continuiamo ad averle anche oggi e dobbiamo dare una risposta a tutti i contribuenti, soprattutto giustificare e motivare come sono stati spesi i soldi pubblici in un evento drammatico che ha visto coinvolte famiglie su un problema così duro e difficile da affrontare.
Noi avevamo contestato in Commissione che questi fondi a volte non erano utilizzati appieno. Bene ha fatto il Presidente su nostra sollecitazione, quando si parlava di accaparramento di progetti, quando si parlava dei soliti nomi che avevano incarichi mentre poi non venivano eseguiti i lavori e le pratiche rallentavano, a muoversi di fronte a una nostra denuncia chiara sull'utilizzo di questi fondi. Abbiamo preso atto con soddisfazione che la Giunta si è mossa e oggi sono state superate quelle anomalie che vedevano il mancato recupero di alcuni stabili.
Altre anomalie dobbiamo però ancora denunciare con forza. Non vogliamo parlare del voto, perché si potrebbe innescare una polemica che non finirebbe mai, però prendiamo il simbolo del terremoto, Serravalle. Il simbolo del terremoto non ha premiato chi ha lavorato nel recupero di quel centro e noi l'abbiamo sempre denunciato: le frazioni sono state lasciate nel più completo abbandono qualcuno si è preoccupato di fare qualche piazzola, più per le lucertole che per chi deve utilizzarle, sperperando anche del denaro, come abbiamo detto anche in Commissione. Secondo noi questi soldi potevano e dovevano essere utilizzati nel miglior modo possibile.
Ecco allora che questi dubbi non sono stati mai fugati e dobbiamo ringraziare il dott. Conti, che sempre puntualmente alle nostre osservazioni ha dato risposte immediata, e non è cosa comune avere una risposta immediata nella Regione Marche, perché a volte per delle interrogazioni passano anche due anni prima di avere una risposta scritta. Pensate che il dott. Conti ci ha informato immediatamente e tempestivamente su tutte le problematiche che noi abbiamo sottoposto.
Noi però chiediamo, a questo punto, che venga fatta un'indagine, anche dalla IV Commissione, o come volesse stabilire il Presidente, a campione. L'altra volta avevamo chiesto una Commissione d'inchiesta che non ci è stata accordata, avevamo fatto delle denunce anche al Ministero degli interni, ma purtroppo non abbiamo avuto nessuna risposta. Noi chiediamo una Commissione d'indagine, a campione, per analizzare alcuni casi specifici. Potrebbe essere anche il presidente Tontini a indicare 8-10 interventi e la Commissione, con l'ausilio di qualche esterno, se necessario, dovrebbe verificare se tutte le procedure sono andate per il verso giusto: se sono stati rispettati i tempi, se l'intervento è stato congruo e così via. Soprattutto per quanto riguarda gli interventi pubblici: se gli interventi mirati hanno dato il loro risultato. Ribadisco che è stato scandaloso avere fatto quella piattaforma a Serravalle, perché quei soldi si potevano investire in modi migliori.
Noi chiediamo quindi una verifica. Abbiamo condiviso il trasferimento dei fondi. Guarda caso si parla solo di "trasferimento di fondi della finanziaria", mentre nei confronti del Governo Berlusconi qualcuno si inventava che prima non arrivavano i fondi, e poi si prendeva i meriti dicendo che "erano stati trasferiti i fondi". In questa circostanza il Governo ha provveduto a inviare, con la finanziaria, i soldi per la ricostruzione. Non possiamo che essere contenti, perché questo permette di risolvere alcune anomalie.
Quello che denunciavamo è che in alcune zone, tipo Serravalle, quando arriverà il periodo invernale i residenti soprattutto delle frazioni si troveranno con gli stessi problemi, perché non ci sono strade all'altezza della situazione, non ci sono servizi che mettano in condizioni di poter fare tutte quelle opere di urbanizzazione che sono richieste in una società civile e soprattutto da chi è stato colpito dal sisma.
Non vogliamo ringraziare il Governo Berlusconi perché è un atto dovuto avere trasferito questi fondi; come non ringraziamo quando altri erano intervenuti in passato trasferendo dei fondi. Noi non facciamo parte di quella categoria che grida "al lupo! al lupo!", poi quando arrivano i soldi dice "grazie a noi, sono arrivati i soldi". I soldi sono arrivati, importante è spenderli bene, saperli spendere e utilizzarli nel migliore dei modi.
In Commissione è stato dato un indirizzo su come poterli utilizzare e in linea di massima noi siamo d'accordo, abbiamo avanzato le nostre critiche e le nostre osservazioni per quanto riguarda gli interventi a livello generale, siamo contrari alla sanatoria, perché questo atto diventa una sanatoria e se qualcuno pretende che con quest'atto si chiuda tutto il capitolo del terremoto forse non ha capito niente, perché noi percorreremo altre strade, per verificare. Non vogliamo dire che sono stati fatti degli errori, però ci interessa cercare di capire e di analizzare alcuni casi, alcune circostanze e, come dicevo prima, mi auguro che il presidente della Commissione Tontini faccia sua questa richiesta, porti avanti con la massima trasparenza, senza preoccupazioni, senza vincoli, senza lacci e lacciuoli questa nostra proposta che mi auguro durante il dibattito venga sviluppata, ampliata, formalizzata, richiesta da parte di tutti i gruppi regionali, perché stiamo parlando di interventi pubblici, di utilizzo del denaro pubblico e i cittadini vogliono chiarezza, quella chiarezza a cui spero che il Presidente D'Ambrosio, conoscendolo come persona seria e autorevole, non si voglia sottrarre. E' questa una richiesta minimale di fronte a un intervento di grossissima portata, perché penso che succeda in tutte le amministrazioni. Noi parliamo di intervento a campione, non abbiamo detto che si è sbagliato in questa zona. Abbiamo contestato alcuni interventi, come a Serravalle e la cittadinanza ci ha dato ragione, caro Presidente D'Ambrosio, perché noi eravamo portatori dei problemi di quella zona e qualcuno non ha voluto recepirli. Oggi evidenziamo alcune riflessioni: solo così il voto può essere favorevole, ringraziando il Governo Berlusconi di avere trasferito i fondi rispetto a un problema così difficile e annoso.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Viventi.

Luigi VIVENTI. Non voglio interrompere questo clima di armonia, volevo solo fare alcune considerazioni.
Non v’è dubbio che su problemi di questa importanza e rilevanza ci debba essere — l'ho sempre detto, scritto e sempre lo ripeterò — piena sintonia tra Governo centrale e Governo regionale e credo che tutto sommato su questa vicenda ci sia sempre stata, sia con il Governo di centro-sinistra prima che di centro-destra poi. Il fatto che il relatore Modesti dica che il Governo di centro-sinistra ha dato più soldi mi sembra ovvio: il terremoto è partito nel 1997 quando era in carica il Governo di centro-sinistra: come faceva a dare più soldi il Governo di centro-destra che è entrato nel 2001? Sono considerazioni abbastanza puerili.
Direi invece che una considerazione di fondo va fatta: che le somme che noi abbiamo ricevuto oggi — qualcosa come 5.500 miliardi di vecchie lire — è estremamente rilevante per l'entità dei danni che quel terremoto ha creato. C'è un dato, secondo me, che si presta ad una valutazione, un dato tecnico. Voi dite che ci manca ancora il 40% dei fondi per completare i lavori, ma se si fa un conto degli interventi e delle opere che devono essere realizzate, esse non superano il 20% del totale dei lavori. E allora c'è una notevole discrepanza numerica — io sono abituato a valutare sempre i numeri — tra il 40% di fondi che si chiedono ancora e il 20% di lavori che debbono essere realizzati. Su questo bisognerebbe dare delle spiegazioni e fare un minimo di chiarezza.
L'altra cosa che dobbiamo dire è che, come regione colpita, noi chiediamo sempre più fondi, più somme a disposizione, però questi fondi e queste somme a disposizione debbono poi essere utilizzati nella maniera corretta, cioè realizzando completamente lavori previsti per la ricostruzione del terremoto, mentre in qualche caso si utilizzano anche per lavori extra da parte delle Amministrazioni comunali. E' chiaro che se si fa così i soldi non bastano mai.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Tontini.

Roberto TONTINI. Anche quest'anno ci troviamo a fare il punto sul terremoto in occasione dell'atto che va a definire la ripartizione dei finanziamenti relativi all'anno in corso. Anche quest'anno, come negli anni precedenti e forse ancora di più, siamo a constatare con piacere la positività dei lavori svolti in questi sette anni. Credo che emerga con forza, in questi sette esercizi finanziari nei quali si è iniziato ad utilizzare i finanziamenti nazionali e non solo, che il dato principale che si può leggere è che le cose sono andate con la giusta celerità, con una buona capacità di spesa e oggi possiamo dire che i lavori sono a buon punto, i livelli di ricostruzione sono, nelle varie fasi, ad un punto molto avanzato: alcuni completamente ultimati, altri in via di ultimazione, così come è stato ricordato dal relatore.
Credo che questo fatto si apra ad una lettura importante, che diventa anche un punto di orgoglio per i cittadini marchigiani. Si è parlato nel passato, di fronte alla ricostruzione, di situazioni di crisi, di difficoltà profonda a rimboccarsi le maniche, a risolvere i problemi della ricostruzione. Credo che nella nostra regione tutto questo non è avvenuto, è avvenuto il contrario e credo che questo sia un merito grande che va riconosciuto alla operosità dei cittadini marchigiani, che va riconosciuto alla capacità di gestione e di collaborazione nei rapporti fra le amministrazioni locali: Regione con il Governo nazionale, con le varie autorità e i direttori della protezione civile che si sono succeduti, Regione con le Amministrazioni locali. Scegliendo un percorso di rapporti di decentramento forte alle Amministrazioni locali, la Regione ha però mantenuta ferma una capacità di governo e di decentramento che è stato il punto di forza della ricostruzione, rispetto alla quale tutti insieme, maggioranza e opposizione, ma soprattutto i cittadini marchigiani e le istituzioni, hanno dato il meglio di loro stessi in questa operazione di ricostruzione.
E' talmente vero questo che oggi questa esperienza marchigiana viene portata ad esempio e il modello che per certi versi è stato definito nella ricostruzione, viene imitato e in altre realtà di crisi i nostri funzionari vengono chiamati per svolgere un compito di consulenza.
Credo che possiamo esprimere un giudizio positivo anche rispetto alla trasparenza con la quale si è gestito tutto questo percorso di ricostruzione e la mole enorme di finanziamenti che sono stati utilizzati in questi sette anni.
Per quanto mi riguarda, come presidente della Commissione devo sottolineare anche la piena disponibilità data da parte della Giunta in generale, ma in particolare dai funzionari responsabili dell'operazione di ricostruzione, soprattutto il dott. Conti, nel rendere partecipe la Commissione, costantemente, delle richieste che mano a mano la Commissione, nelle varie fasi, nei vari momenti ha ritenuto opportuno fare e sollecitare. Quindi, anche da questo punto di vista c'è stata piena collaborazione. D'altra parte il relatore di minoranza Brini faceva alcuni esempi anche di osservazioni svolte all'interno della Commissione della quale sono presidente, che hanno sortito effetti positivi: considerazioni che sono state ritenute poi valide e che hanno portato la Giunta e i funzionari a risolvere i problemi che erano stati sollevati.
Quindi piena trasparenza nella gestione dei fondi e dei finanziamenti, testimoniato anche dal fatto che non abbiamo assistito a nessun caso di grave irregolarità nella utilizzazione dei fondi. Anche qui un altro punto di orgoglio.
Quei pochi casi rilevati, sono stati individuati proprio dall'attività di vigilanza e di controllo che è stata esercitata dalla Regione. Per questo, per quanto riguarda la sollecitazione che veniva dal consigliere Brini, relativamente alla opportunità, come Commissione, di valutare nell’ambito delle nostre funzioni ispettive, le cose, vedremo. C'è la piena disponibilità a ragionare insieme in Commissione se è il caso di andare ad ulteriori approfondimenti.
Credo che questa grande calamità che ha assunto momenti di grande durezza e tragedia, si sta trasformando in una opportunità per la nostra regione e per quei territori. Oggi assistiamo, in quei territori, ad una ripresa, ad una rinascita, al recupero di attività economiche e produttive, ad una rifioritura di territori che erano stati degradati, deboli e che oggi rappresentano invece un'opportunità e una potenzialità per la nostra regione. Tutto questo ci deve far dire che deve continuare con forza l'impegno comune di tutte le forze politiche di questa Regione affinché i finanziamenti vengano utilizzati e insieme si continui la pressione nei confronti del Governo, perché seguiti l'erogazione dei finanziamenti per arrivare al completamento del piano già programmato per l'ultimazione della ricostruzione.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Pistarelli.

Fabio PISTARELLI. Siamo di fronte ad un ulteriore atto di aggiornamento del programma finanziario dei fondi del terremoto, cosa che si è ripetuta negli anni sulla base della normativa originaria e successive modificazioni, come si indica sempre nelle premesse degli atti che vengono portati in Commissione e in aula.
Il dibattito sta scivolando sulla china del buonismo ricordato dal collega Viventi. Con questo non voglio dire che bisogna essere per forza contrapposti su questioni che vedono convergere giudizi e necessità, però ho colto anch'io una sorta di "cloroformio" su una questione che invece deve vederci sempre molto attenti, con un livello di attenzione alto sulle scelte fatte e su quelle da compiere.
Perché questo? Perché, collega Tontini, non sta diventando un’opportunità, il terremoto, ma è stata "la" opportunità di questa regione, diciamo la verità, perché se non ci fosse stato questo flusso finanziario fortissimo, che doveva fronteggiare una vera emergenza che ci è piovuta addosso con terribili conseguenze, non so se il livello di qualità della vita, di pil e quant'altro, cioè tutti gli indicatori economici che hanno visto la nostra regione salvaguardare la sua posizione complessiva, sarebbero stati mantenuti rispetto a un momento di congiuntura e di crisi molto forte.
Parlo non solo del settore degli interventi edilizi, maggiormente coinvolto nelle destinazioni dei finanziamenti, ma parlo anche di altri settori che sono potuti rimanere a livelli alti di fatturato, produttività proprio perché c'è stato un evento straordinario, senza il quale non so se l'economia marchigiana avrebbe potuto essere annoverata tra quelle che hanno vissuto momenti meno critici rispetto ad altri territori. Quindi, prima di tutto lasciamo da parte l’enfasi, perché leggo tante volte annunci e dichiarazioni da parte della Giunta regionale, in cui si dice "nelle Marche siamo riusciti a tenere un livello occupazionale, di sistema" ecc. Se andiamo nell'analisi vediamo che ci sono state delle situazioni che hanno comportato benefici al di là delle programmazioni di politica economica che vengono dal governo regionale.
Lasciamo da parte l'enfasi anche sulle questioni relative a fondi e finanziamenti, perché anche qui ho letto molto spesso, delle critiche fuori luogo a mio avviso, sia da una parte che dall'altra, perché si dice "il Governo ha tagliato i finanziamenti" e lo si è detto anche per il terremoto. Queste sono cose che non fanno bene alla discussione e alla serenità della discussione stesse. Non fa bene neppure dire "viva il Governo per quel che ci ha indicato essere l'impegno in tabella nei prossimi anni". Questo pure non è vero, nel senso che dobbiamo sempre chiedere quaclosina di meglio e di più come territorio, però si fa sinergia se non si esagera anche dall'altra parte, perché giustamente è stato ricordato che è sbagliato dire che prima c'erano più finanziamenti e adesso ce ne sono di meno: sono passati 7 anni, non è che i flussi finanziari sono sempre gli stessi dell'inizio. Vediamo quindi con serenità, ma con obiettività quello che è accaduto e quello che dovrà accadere nei prossimi anni.
C'è stato sicuramente un errore, in buona fede, di valutazione per quanto riguarda il quantum da destinare a questo e quell'altro capitolo. Abbiamo molto puntato su opere pubbliche rispetto all'edilizia privata e lì abbiamo dovuto rimodulare, spesso, perché ci sono state delle sfasature. C'è stato qualcosa che non è andato sulle attività produttive, perché abbiamo sopravalutato certe situazioni e sottovalutato altre: per esempio qualche manufatto agricolo era dichiarato di eccezionale rilevanza, ma nella realtà non corrispondeva, perché era un "capannino" che serviva ad ospitare qualche attrezzo. Invece i capannoni grandi, che servivano alle attività da rilanciare hanno avuto, magari, dei ritardi. Terza cosa, le questioni del personale. Leggo che per spese per i sindaci, per personale distaccato, per personale dipendente ci sono state molte scelte che oggi hanno un momento di crisi. Cosa facciamo con tutti questi dipendenti? Non solo quelli dei Com ma anche quelli dei vari sindaci, dei vari Comuni ecc. Attenzione, anche qui, per il futuro a fare delle scelte trasparenti, serie, lineari, senza caricare le strutture di cose che non possono essere caricate da qui all’infinito, ma anche senza fare delle scelte che poi fanno rimanere a metà certi processi.
Oggi il processo da accelerare è quello relativo alle cosiddette seconde case, questo è l’obiettivo che dobbiamo porci: fare in modo di chiudere rapidamente le questioni. La 121 è finita, per la 161 bisogna recuperare sui programmi di recupero dove siamo parecchio in ritardo, per arrivare alle seconde case, perché anche quelle sono un beneficio economico per tante zone, poiché ritorna la famiglia da fuori se ha una casa e può nuovamente frequentare i propri territori di origine.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Cesaroni.

Enrico CESARONI. Questa proposta di atto amministrativo, dopo ben sette anni dall’evento sismico, sembra veramente una sanatoria rispetto a tutto quanto è successo e a come questa Amministrazione ha speso i finanziamenti pubblici per il terremoto in base alle proprie scelte. Questo è un aggiornamento dei finanziamenti, nient’altro, perché questo atto non dice niente, non programma niente, fa un resoconto di quello che è successo: dopo 7 anni i consiglieri regionali valutano come sono stati spesi i finanziamenti. Questo è un atto di sanatoria che non è giudicato positivo. Questo atto amministrativo evidenzia fortemente delle carenze. Modesti parla di malumori e preoccupazioni di cittadini: ce ne sono, e tanti, perché questa Amministrazione ha fatto la scelta di favorire l’intervento del pubblico a dispetto del privato, perché qui abbiamo ancora, dopo 7 anni, 9.000 case da ristrutturare per le quali è stata fatta domanda, accolta, non finanziate, a favore di opere pubbliche qualche volta necessarie, ma che senz’altro non avevano avuto un danno dal sisma. Queste le scelte che questa Giunta di centro-sinistra ha fatto seguendo le indicazioni dei sindaci: se in un comune servivano opere pubbliche, si faceva prima a spendere e si davano finanziamenti a quel Comune. Però adesso abbiamo 9.000 cittadini che hanno subito un danno dal terremoto, prima o seconda casa che sia. Sono 9.000 cittadini che aspettano e non hanno grandi possibilità di ristrutturare, nel tempo. Le centinaia di milioni di euro che i governi nazionali, sia di centro-sinistra che di centro-destra hanno dato alla Regione Marche sono stati spesi con l’indirizzo di questa Giunta, favorendo l’ente pubblico rispetto al cittadino. I malumori ci sono, perché dopo 7 anni ci sono frazioni che ancora non sono ristrutturate, così come il centro storico di Fabriano. Questo qualcosa vorrà dire. Poi si sono fatte altre cose: in certe frazioni si sono fatti fogne, acquedotti, conduttore che servivano ugualmente, probabilmente, ma forse sono state spese troppo allegramente troppe risorse. Alla fine chi paga è il cittadino singolo, che non è tutelato e non ha soldi per ristrutturare la propria casa.
Un’altra osservazione riguarda i fondi comunitari che avevano un indirizzo da parte della Ue e che a mio giudizio sono stati spesi al di fuori degli indirizzi che la stessa Ue aveva dato. Oggi abbiamo tante realtà che l’ex assessore Moruzzi conosce, di strutture agricole non recuperate. E l’Ue obbligava a recuperare quelle strutture. Dopo sette anni questa è la condizione.
Pertanto voteremo contro questo atto, come gruppo di Forza Italia, per il metodo, per come sono state spese le risorse pubbliche, a vantaggio di strutture pubbliche e a svantaggio dei cittadini.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Cecchini, che ha presentato insieme ai consiglieri Pistarelli, Brini, Ciccioli ed altri un ordine del giorno. Chi interviene, può farlo anche sull’ordine del giorno, perché la programmazione della seduta odierna è rigida e anche le dichiarazioni di voto saranno sia sull’ordine del giorno che sulla proposta di atto amministrativo.

Cristina CECCHINI. Vorrei utilizzare il tempo a mia disposizione per sollevare, rispetto alle due questioni che abbiamo di fronte — il problema delle seconde case e dei finanziamenti conseguenti — una ipotesi di ragionamento. Le due questioni sono collegate, perché il fatto che oggi mancano alla ristrutturazione 8.493 seconde case e 900 edifici di prima abitazione, da una parte chiama il Governo nazionale a stanziare le somme necessarie e su questo credo che il governo della Regione Marche abbia fatto il suo dovere nel sollevare opportunamente le questioni, relativamente al fatto che occorrono ulteriori finanziamenti e che il Governo attuale, così come quelli precedenti devono fare la loro parte.
L’altra questione è quella di valutare che cosa è stato fatto nel corso di questi anni. Da questo punto di vista credo che spetti a questo Consiglio cominciare una verifica sui finanziamenti. Sono ormai diversi anni, dal 1998 che vi sono gli stanziamenti del commissario delegato alla ricostruzione e abbiamo quindi sei anni di finanziamenti e di stanziamenti, siamo alla fine delle risorse da mettere in moto. La questione diventa non solo quella di capire se si poteva fare diversamente relativamente all’edilizia privata e alle seconde case, ma soprattutto quella di capire che cosa comunque si è fatto.
La proposta che presento a nome anche delle altre opposizioni è appunto quella di fare in modo che la Giunta regionale consegni alla IV Commissione l’elenco dei beneficiari, consentendo quindi un’indagine conoscitiva sull’intera parte dei finanziamenti. Questa Commissione dovrà funzionare come “autorità di controllo”. Uso questo termine che adopera l’Ue: non come commissione politica di controllo dove ci si divide o si condivide un ragionamento politico sulle questioni, questo spetta alla Giunta farlo; autorità di controllo dove si sorteggia a caso l’elenco dei beneficiari sulle diverse partite, così come esse sono, senza entrare nel merito della questione, di quanto si è speso per i beni culturali, quanto per il piano idrogeologico e quanto per l’edilizia che spetta al merito politico. Qui siamo in una fase di controllo e penso sia importante dire ai marchigiani come sono stati spesi i soldi, con quali procedure, con quali modalità. Quindi la proposta è che la Giunta metta a disposizione l’elenco dei beneficiari, che più o meno è la “Banca Tellus” che già esiste; che rispetto a questo si attivi un meccanismo europeo di controllo così come si fa per i fondi Feoga, per il Fse, dove autorità esterne sorteggiano e vanno a controllare e si attivi quindi un meccanismo.
La seconda proposta è quella di fare in modo che, qualora questa indagine ci consenta di capire come abbiamo utilizzato questi finanziamenti, si verifichino ulteriori finanziamenti, ulteriori stanziamenti e su questo credo che dovremmo continuare a premere affinché il Governo nazionale continui a stanziare le somme ancora necessarie.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Moruzzi.

Marco MORUZZI. Nel discutere questo atto non si può non constatare che il difficoltoso processo di ricostruzione — per come si era presentato dopo l’evento sismico — ha funzionato, anche se deve ancora essere completato e anche se ha subito un rallentamento ormai evidente, strettamente collegato al rallentamento dei finanziamenti provenienti dallo Stato. Sono legittime le richieste di verifica su ciò che è stato fatto, su come sono stati spesi i fondi, ma non vorrei che questo servisse al centro-destra per mettere in ombra l’evidente rallentamento del flusso finanziario o per giustificare un ulteriore rallentamento, proprio per far fronte a tutte quelle situazioni che la legge 61 ha previsto essere meritevoli di sostegno per la ricostruzione, che invece, allo stato attuale, non hanno avuto una risposta e che la potranno avere soltanto se arriveranno altre risorse, perché quelle comunitarie sono state ben definite, quelle di provenienza statale e di provenienza regionale dipendono dai futuri bilanci, ma l’entità chiama in primo luogo lo Stato a concorrere a questa ricostruzione.
I dati citati dal relatore sono molto eloquenti riguardo ai flussi finanziari in calo che abbiamo registrato ogni anno. Voglio anche dire che dobbiamo avere attenzione al modello di sviluppo per questo territorio. Questa è stata l’attenzione in un primo momento, che ha anche modulato il tipo d’intervento di emergenza rispetto a quello che lo Stato ci aveva proposto in un primo momento, un’attenzione al territorio rurale, allo sviluppo delle vocazioni di questo territorio perché non si ricostruissero soltanto gli immobili ma si ricostruisse e si conservasse un tessuto sociale e un tessuto economico e si conservasse una prospettiva di crescita e di conservazione di questo territorio: aree vocate al turismo, all’agricoltura e anche allo sviluppo della piccola e media impresa.
Occorre quindi che nell’opera di ricostruzione non si guardino soltanto le nude cifre dei progetti finanziati ma si guardi complessivamente al progetto di sviluppo, si guardi alla conservazione dei beni e di quel tessuto sociale che era stato profondamente messo in discussione.
Nel settore agricolo in particolare dobbiamo fare attenzione alla perdita di alcune attività importanti come quelle legate alla zootecnia, alle quote latte. Questa è la zona della nostra regione che più ha venduto quote latte negli ultimi 12 mesi. Sarà un segnale: quanti altri indicatori ci sono che lanciano l’allarme sulla situazione dell’agricoltura in questo territorio? Quindi un’attenzione complessiva alla qualità di questo territorio, un’attenzione che ci deve essere anche nella realizzazione delle infrastrutture: il “progetto Quadrilatero” è pericoloso non tanto per le infrastrutture ma perché così com’è segue un percorso di costruzione indiscriminata di aree industriali e artigianali lungo queste strade, per cui l’impatto delle strade diventa trascurabile rispetto all’impatto di quegli insediamenti. Se quello è il luogo attraverso cui passeranno le persone che poi si dovranno fermare in quel territorio per fare turismo o per pensare di sviluppare un’attività economica, se l’impatto visivo sarà quello di attraversare non un territorio di grande valore ma un territorio che è paragonabile a una periferia di città, credo che faremmo un pessimo servizio a questo territorio. Quindi anche la conservazione della qualità del territorio che dovrà essere attraversato da infrastrutture che sono necessarie e le modalità con cui queste infrastrutture saranno realizzate. Il “Quadrilatero” a nostro avviso non propone una modalità accettabile, propone un sistema di autofinanziamento che scarica sui cittadini e sui bilanci dei Comuni i costi di un intervento che invece è legittimo sia fatto con i fondi statali, così come è legittimo e giusto che lo Stato non faccia venir meno l’impegno a ricostruire quelle che non possono essere liquidate genericamente come “seconde case”.
Voglio anche dire che questo piano prevede una graduatoria per tutti i soggetti non ammessi a finanziamento attualmente. Non vorrei che questa fosse la premessa per dire “questa è la graduatoria di coloro che dovranno attendere a tempi indefiniti la possibilità di ricevere un contributo così come l’hanno ricevuto gli altri”.
Quindi la raccomandazione è che ci sia un impegno da parte di tutte le forze politiche perché si arrivi al completamento del progetto di ricostruzione con gli impegni finanziari dovuti da parte di tutti i soggetti che devono essere protagonisti del completamento definitivo di tutta l’opera di ricostruzione.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Ciccioli.

Carlo CICCIOLI. Questa delibera è un aggiornamento del programma finanziario, però di fatto è una ricognizione, una riflessione su ciò che è accaduto con il terremoto e le conseguenze in quest’area geografica.
Il terremoto è stato un evento drammatico per le vittime, per fortuna limitatissime e per i danni. Il comune di Muccia ad esempio è stato distrutto per il 60%, così come Camerino per il 53%. Ma anche comuni grandi, significativi hanno subito danni notevolissimi: Fabriano oltre il 22%, cioè un quinto della città, che è di 30.000 abitanti, industrializzata, capoluogo di un comprensorio. Tanti dolori, tante sofferenze. In questi sette anni sono deceduti anziani fuori della casa dove avevano vissuto tutta la loro vita. Vi sono 18.000 edifici danneggiati, quindi, complessivamente, un impatto fortissimo.
Però mi sento di dire che nel dolore, nel danno il terremoto è stato una grandissima occasione di revisione di un’area e di rilancio e di ripresa, cominciando da alcuni edifici che appartengono alla nostra memoria storica. La prima riflessione che mi viene in mente riguarda la cattedrale di Fabriano, recuperata con un investimento di 10 miliardi. E’ triste dirlo, ma se non ci fosse stato il terremoto non sarebbe tornata allo splendore di oggi, così come alcune chiese, gioielli preziosissimi del maceratese o il recupero dei complessi conventuali della città di San Severino.
Quindi due aspetti: da una parte la sofferenza, da una parte una grande occasione di recupero e di rilancio. Siamo sicuramente fuori dall’emergenza, qual è l’appunto che si può fare?
Innanzitutto i tempi biblici: troppe cose sono state molto lente. Qui possiamo sottolineare la bugia veramente eclatante della sinistra, che diceva che il nuovo Governo Berlusconi, eletto nel 2001 avrebbe fermato il recupero del territorio. Il recupero del territorio è andato avanti, anzi è stato realizzato in parte significativa proprio in questi ultimi tre anni e devo dire in maniera positiva che forse la sinergia tra Governo centrale e finanziamenti, Regione, amministrazioni locali, Comuni, che hanno svolto un ruolo fortissimo e importantissimo, ha prodotto dei risultati, alcuni dei quali qualche volta sono stati criticabili. Non tutti i progetti approvati sono stati di grande qualità, perché la ricostruzione, soprattutto privata, poteva essere guidata fino a un certo punto. Però noi abbiamo la fortuna, rispetto ad altri eventi drammatici in altre aree geografiche della nostra Italia, di aver dato una risposta forte, anche grazie al personale che ha operato prima nei Com e poi nelle strutture della Regione, personale straordinario che oggi rappresenta una risorsa nel settore dell’edilizia e dell’urbanistica. Qualcuno in maniera un po’ ironica disse “sono quelli che non avevano vinto i concorsi in precedenza”, cioè in genere i primi dei non assunti sono i più bravi, perché le assunzioni le fanno coloro che in qualche modo hanno una marcia in più e quelli più bravi arrivano subito dopo. Questo ci ha dato una grande potenzialità, perché poi le cose si fanno con gli uomini.
Un altro problema è quello della guardia alta che bisogna tenere, perché accanto a un grande volano di ricostruzione di aziende, nella concessione dei lavori c’è stata anche qualche ombra, qualche macchia, per esempio si sono creati dei nuclei di criminalità in alcune zone della ricostruzione, perché al seguito di imprese che avevano vinto le gare, gli appalti, avevano avuto gli incarichi da parte dei privati si sono poi sviluppati fenomeni criminosi con l’arresto di alcune persone.
Un altro aspetto d’ombra è quello relativo a qualche procedimento penale che anche qui c’è stato in merito alla ricostruzione o vicende in itinere. Ne cito una quella del castello di Pievebovigliana, un castello antico e bellissimo da ristrutturare e da recuperare, che è stato segnalato come attività agricola in atto, quando tutti sapevano che da oltre un decennio non c’era alcuna azienda agricola operante.
Concludo dicendo che il livello di civiltà della nostra regione — lo dico in maniera omogenea — ha dato una risposta. La risposta poteva essere migliore, più accelerata, però complessivamente sono orgoglioso che il livello della ricostruzione è così avanzato. Occorre un colpo d’ala per concludere e chiudere questa pagina dolorosa per il nostro territorio.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Procaccini.

Cesare PROCACCINI. Il gruppo dei Comunisti italiani voterà a favore di questo atto. La ricostruzione post terremoto nelle Marche rappresenta un esempio positivo per i tempi, per le modalità e per la trasparenza. Inoltre — questo è l’aspetto innovativo — non ci sono state, salvo rarissime eccezioni, conflittualità con Comuni e Province e tra privati ed enti locali. La costituzione delle due centrali operative di Muccia per le province di Ascoli Piceno e Macerata e Fabriano per Ancona e Pesaro e Urbino, ha consentito di svolgere un grande lavoro di ricognizione, di verifica e di raccordo tra tutti i soggetti interessati. C’è stata una buona impostazione tecnica ma anche una buona programmazione politica. Con la legge 61, tutto ciò permette, nel limite delle disponibilità finanziarie, la messa in sicurezza e la prevenzione per future scosse.
L’impostazione politica non si è tuttavia limitata alle strutture danneggiate ma ha riguardato comparti unitari, sia pubblici che privati. Inoltre, visto che le zone colpite sono differenziate — distretto industriale di Fabriano, dinamico, autosufficiente e area più svantaggiata del Camerinese — alla ricostruzione si è accompagnata una fase per lo sviluppo economico, con un sistema di co-finanziamento tra Regione, Stato nazionale e Unione europea. Questo è stato un fatto innovativo. Infatti al 31.12.2002 sono stati investiti circa 770 milioni di lire aggiuntive per progetti nei settori produttivi (industria, artigianato, dell’agricoltura, del turismo e del commercio).
Non si tratta solo di ricostruire, cosa decisiva, ma di consolidare e di creare nuove occasioni per lo sviluppo e quindi la permanenza delle persone in quelle zone. Del resto i danni sono stati ingentissimi, quasi 4.400 milioni di euro tra strutture pubbliche e strutture private e le difficoltà iniziali si stanno superando, anche se la forbice tra possibilità e necessità è ancora da colmare.
A tale proposito, al di là delle polemiche il Governo dovrebbe, con maggiore quantità e rapidità, mettere a disposizione i soldi che mancano per completare la ricostruzione, anziché pensare alle fughe in avanti, come la società Quadrilatero, che anziché finanziare i progetti finanzierà i progettisti. Del resto le disfunzioni, le difficoltà ed i ritardi sono in larghissima parte derivanti dalla m;mancanza di finanziamenti.
Da ultimo la legge finanziaria che stanzia 45 milioni, del tutto insufficienti per completare la ricostruzione. Questa somma costituisce parte integrante, quasi esclusiva di questo atto. Questi pochi soldi sono stati quasi strappati con le unghie e con i denti perché il Governo ha una visione diversa dello sviluppo, non una visione sociale ma che pensa a mega strutture che mai realizzerà.
Questo non è un atto a conclusione, a sanatoria, perché interviene sui lavori prioritari, pubblici in primo luogo. Che cosa vuol dire dare priorità al pubblico, come se ci fosse un antagonismo rispetto al privato? Pubblico significa scuole, asili nido, ospedali, iniziative e strutture per i servizi sociali e privato significa anche prima casa. Del resto, a cominciare dalle attività produttive sulle prime case, sono stati fatti passi in avanti molto forti. Infatti il grosso della rimanenza riguarda le seconde case, circa 9.000, che non hanno ancora il finanziamento e se voi, colleghi della destra, foste più seri e attendibili, vi impegnereste con maggiore ragionevolezza presso il Governo nazionale affinché destini questi soldi che sono sul serio a favore dei privati.
A tutt’oggi manca questa valutazione più sociale. Oggi mancano, per completare la ricostruzione, circa 1.800 milioni che vanno richiesti al Governo nazionale, che finora ha sottovalutato del tutto questo problema.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Ricci.

Andrea RICCI. Prima di entrare nel merito del punto all’ordine del giorno, ai sensi dell’art. 35, ultimo comma, dopo averne chiesta e ottenuta autorizzazione al Presidente, desidero fare una comunicazione a questa Assemblea. Questa notte la sede del comitato regionale del partito della Rifondazione comunista sita in Ancona è stata oggetto di atti di vandalismo: le vetrine sono state imbrattate di svastiche e di scritte minacciose. Questo episodio viene dopo la devastazione subita dalla nostra sede di Grottammare, base della campagna elettorale del neo presidente della Provincia Massimo Rossi, allorché la notte delle elezioni vi fu l’irruzione di una banda che distrusse completamente mobili e suppellettili. Noi non vogliamo drammatizzare questi episodi, né tanto meno ci facciamo intimorire da essi, tuttavia riteniamo che non debbano essere sottovalutati, perché rappresentano il ritorno di segnali di forme violente della lotta politica nella nostra regione e quindi riteniamo che, accanto alla denuncia, nelle sedi competenti rispetto a questi episodi, da qualunque parte essi vengano e a qualunque parte essi siano indirizzati, vi debba essere la condanna di tutte le forze politiche democratiche, siano esse di maggioranza o di opposizione.
Vengo ora al merito dell’atto in discussione. Sono passati ben sei anni e mezzo dall’ottobre del 1997 che vide due violentissime scosse di terremoto colpire la parte del territorio regionale confinante con l’Umbria, un terremoto che ha avuto esiti devastanti non soltanto sul piano delle vittime e dei feriti quanto sul piano della distruzione fisica e materiale di quelle aree. Questo terremoto ha colpito un’area interna della nostra regione, cioè un’area che ha la caratteristica di essere meno sviluppata sul piano economico e sociale, delle aree costiere delle Marche, essendo la nostra regione tradizionalmente caratterizzata, in questo secondo dopoguerra, da uno sviluppo duale tra costa ed entroterra. La risposta che immediatamente fu data dalla Regione Marche, fu estremamente efficiente. Innanzitutto si penso immediatamente a dotare la Regione, per gestire la difficile e complicata fase della ricostruzione, di una struttura organizzativa flessibile, in grado di rispondere con prontezza e con efficacia alle tantissime esigenze che nelle singole località colpite si manifestavano, senza tuttavia creare strutture straordinarie e autonome esterne all’amministrazione pubblica regionale. In questo modo si è mantenuto un ruolo di indirizzo e di controllo ma anche di gestione operativa da parte della Regione nell’ambito di strumenti ordinari, pur opportunamente ridisegnati anche a seguito del ruolo di commissario straordinario del Governo assunto dal Presidente della Regione. In questo modo si sono potute evitare quelle distorsioni che in altre parti del territorio nazionale e in altri tempi della nostra storia hanno visto inquinare la ricostruzione di aree calamitate a seguito di terremoti o di altri cataclismi naturali, distorsioni derivanti da un utilizzo discrezionale e a volte clientelare delle risorse disponibili.
Un’altra questione organizzativa e progettuale, metodologica, che va sottolineata come positiva dell’indirizzo assunto dalla Regione è quella di aver pensato a una ricostruzione che non fosse basata esclusivamente su interventi di carattere individuale sulle singole abitazioni e sui singoli edifici ma di avere predisposto anche, attraverso i programmi di recupero, interventi edilizi unitari che non sconvolgessero l’assetto storico preesistente dei nuclei abitati di quelle aree e questi programmi di recupero hanno funzionato.
L’opera di ricostruzione è stata, da parte della Regione improntata a criteri di equità e di giustizia sociale. I danni materiali stimati sono stati, tra regione Marche e regione Umbria, di 4,3 miliardi di euro complessivi. A tutt’oggi le risorse disponibili sono state di 2,7 miliardi di euro, di cui soltanto 2,2 derivanti dagli stanziamenti statali. Siamo quindi tuttora di fronte ad una forte differenza tra la necessità dell’opera di ricostruzione e i finanziamenti che il Governo ha stanziato fino ad oggi.
Nell’ambito di questa scarsità di risorse disponibili che scelte ha compiuto questa Regione? Ha compiuto scelte di giustizia e di equità sociale, perché gli interventi prioritari che sono stati finanziati, sono stati in primo luogo quelli delle abitazioni principali, in modo che i cittadini che si erano trovati a non avere più la propria abitazione, a non possedere più un luogo fisico dove poter vivere, abbiano potuto, in tempi rapidi, ritrovare la propria casa ricostruita.
Gli altri criteri prioritari sono stati quelli degli edifici pubblici e delle attività produttive. Inevitabilmente il criterio della ricostruzione delle seconde case danneggiate, se si voleva mantenere questa filosofia di giustizia sociale non poteva che venire dopo aver completato la ricostruzione delle abitazioni principali, degli edifici pubblici e la rimessa in moto di un meccanismo di sviluppo economico delle aree interne che fosse del tutto compatibile con le esigenze di recupero ambientale di quelle zone così splendide dal punto di vista paesaggistico e naturale.
Nella finanziaria 2004, 95 milioni sono cosa risibile rispetto ai due miliardi che mancano alle Marche e all’Umbria per completare gli interventi. Occorre che il Governo stanzi maggiori risorse, ma non credo che abbia intenzione di farlo, perché se ci ricordiamo la proposta che soltanto qualche mese fa è stata avanzata dal ministro dell’economia Tremonti, di finanziare, attraverso assicurazioni private, le opere di ricostruzione in caso di calamità naturale, ci dà l’idea di quale sia l’atteggiamento del Governo: quello di esasperare al massimo la strategia delle privatizzazioni e dello smantellamento del ruolo dello Stato non solo nell’economia ma anche nella società, fino ad arrivare a pensare di privatizzare la stessa protezione civile.
Questo Governo è responsabile del fatto che ancora 9.000 cittadini non possono godere delle loro vacanze in quei territori usufruendo della seconda casa.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Novelli.

Sergio NOVELLI. Spesso si inizia con il dire che si cercherà di essere telegrafici, ma qui non c’è questione perché siamo contingentati al secondo e credo che siano predisposti anche stacchi di microfono o fuochi di fucileria per chi supera i 3 minuti. In tre minuti non si può fare un’approfondita ed articolata disamina di quello che è previsto nello specifico per gli interventi del piano di ricostruzione, vorrei quindi concentrare l’attenzione su qualcosa a monte del riparto dei finanziamenti.
Non è un mistero per nessuno che le disponibilità finanziarie per la ricostruzione post-sisma, pure oggetto di un andamento a fisarmonica fra quello che si sperava stanziato dallo Stato e poi si è visto che negli esercizi dell’ultima finanziaria non è stato effettivamente previsto a bilancio, sono state comunque oggetto di intervento di finanza quasi creativa con l’anticipazione del “Tellus bond”, ricevendo dal sistema del mercato finanziario obbligazionario anticipazioni sulle somme da spendere per la ricostruzione, a fronte dei ratei di restituzione delle quote del finanziamento che, tramite il dipartimento della protezione civile, perverrà alla Regione, sia dalla finanza statale che da quella comunitaria.
Il primo motivo di preoccupazione, quando c’è un’operazione finanziaria di questo tipo, al di là dell’ovvio vantaggio per Banca Nomura, per il sistema di brokers UCB e un’altra merchand bank londinese che ha seguito l’operazione, che è di alcuni miliardi di euro — quindi anche le commissioni di mezzo punto percentuale rappresentano somme tutt’altro che disprezzabili — è il seguente. Quando si fa un’operazione di sconto su ratei attivi di prossimo incasso, l’operazione ha senso economico e finanziario se le somme vengono spese almeno con lo stesso ritmo con cui vengono messe a disposizione e restituite, perché è evidente che se con il Tellus bond abbiamo creato una anticipata liquidità, che poi rimane tale per l’incapacità tecnica di spendere tempestivamente le somme — ed esiste un oggettivo ritardo nella autonoma sistemazione e ricostruzione pesante che lascia pensare a problemi tecnici, a problemi di professionisti, di progettazione — su cui è stata ottenuta l’anticipazione e vengono comunque pagati interessi — poi si può parlare di interessi bassi, si può dire bravo all’assessore Agostini per avere pescato un momento di corso dei tassi abbastanza basso da rendere l’operazione speculativamente interessante — amministrativamente l’operazione del Tellus bond senso ha soltanto se si spende più in fretta di come si rimborsa. Poiché questo non risulta, l’operazione è non conveniente dal lato finanziario.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Favia.

David FAVIA. Credo che davanti ad una tragedia come quella del terremoto vada fatta una valutazione di ordine generale. Credo che sette anni non siano un termine immenso per valutare i risultati, nel senso che abbiamo avuto ricostruzioni con una tempistica ben più lunga e più drammatica, quindi credo che la valutazione di ciò che è stato fatto in solo 7 anni sia positiva. Non starei a fare l'analisi di chi ha stanziato le ingenti risorse che sono state finora a disposizione della Regione, cioè qualcosa come 5.500 miliardi di lire, se il centro-destra o se il centro-sinistra, perché davanti a operazioni di risanamento di questa levatura bisogna veramente porsi con animo bipartisan, quindi chi volta per volta, al Governo, ha stanziato questi fondi, ha fatto esattamente il proprio dovere di Governo di tutta la nazione, quindi va un ringraziamento a tutte le parti politiche che si sono impegnate per questi finanziamenti.
Credo che globalmente sia stato fatto tutto quello che doveva essere fatto, sono state rimesse a posto le abitazioni principali, le opere pubbliche, quindi il lavoro globalmente è un lavoro positivo. Ho sentito in aula alcune battute che richiederebbero maggiori specificazioni, cioè qualcuno ha sostanzialmente voluto ipotizzare che dei danari siano stati in qualche modo distratti, nel senso che siano stati utilizzati per finalità diverse da quelle per le quali erano stati stanziati. Credo che se ci sono cognizioni di questo tipo vadano in qualche modo affrontate con chi è più competente, tipo la procura della Repubblica o chi svolge attività di polizia giudiziaria. Se invece vogliamo fare una valutazione di ordine politico e dire che si è sbagliato a dare priorità alle opere pubbliche anziché alle seconde case, allora sono più favorevole a fare le opere pubbliche, anche se condivido perfettamente che favorire la ricostruzione delle seconde case è un positivo volano economico, ma viene meno delle opere pubbliche e su questo farei un appello — visto che è stato valutato che servono ancora 907 milioni di euro, soprattutto per l'ultimazione di edifici privati — perché questi fondi vengano stanziati quanto prima, in quanto è sicuramente positivo, per il territorio, avere queste ulteriori finalizzazioni.
Il mio voto sarà favorevole.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere D'Angelo.

Pietro D'ANGELO. Presidente, colleghi, sono passati sette anni da quell'evento catastrofico che è stato il terremoto del 1997, che ha colpito una zona della nostra regione e una popolazione già sofferente per l'ubicazione nell'entroterra regionale. Noi sappiamo che in questo contesto di Consiglio regionale molto spesso cerchiamo di favorire interventi per migliorare la vita nella media ed alta collina marchigiana. Ebbene, dopo questo dramma del 1997 la Regione ha indicato una via di intervento che potesse essere efficace e nella trasparenza e, come già è stato detto, nell'equità sociale, cercando di evitare cose che si erano già verificate in altre parti d'Italia: poca trasparenza, ritardi notevolissimi nella ricostruzione e nel recupero.
E' pur vero che nella nostra regione talvolta ci sono stati dei ritardi nell'affrontare il recupero delle abitazioni, ma è altrettanto vero che questo ritardo è dovuto al fatto che diversi studi locali hanno accentrato più progetti. Questo elemento è emerso in tutti questi anni: ritardi dovuti alla carenza di progettualità, di recupero, perché solamente alcuni studi privati l'hanno fatta da leoni rispetto ad altri. Questo è l'elemento negativo, ma questa Regione giustamente ha dato un ruolo molto forte agli enti locali per affrontare, nell'equità sociale, la ricostruzione, quindi ha avviato un programma di intervento che è stato quello di recupero, cercando di salvaguardare l'assetto storico-paesaggistico di notevole valenza di questi territori, ha cercato di privilegiare la riparazione degli edifici destinati ad abitazione principale, ha avviato un piano di opere pubbliche attraverso la ristrutturazione e il recupero degli edifici pubblici, delle infrastrutture, quindi piano di dissesto idrogeologico e dei beni culturali.
Ritengo quindi che, nell'equità sociale, si sia programmato un percorso condivisibile. Ritengo che qualche ritardo ci sia stato, ma nella massima trasparenza. Per quanto mi riguarda non ho problemi a che la IV Commissione possa fare una verifica su come sono stati spesi i finanziamenti, ma ritengo estremamente importante che ci sia un ulteriore finanziamento per quegli edifici di prime case che sono circa 900 e soprattutto per le seconde case che sono intorno a 8.500, affinché si possa arrivare al più presto alla risoluzione di un problema che tanto ha fatto soffrire la popolazione delle Marche e dell'Umbria.
Ritengo quindi che questa Regione debba richiedere con forza che nella prossima finanziaria ci siano quei fondi indispensabili per cercare di portare a completamento questo intervento di risanamento, di recupero e di ritorno alla vita normale di territori già sofferenti per la loro ubicazione territoriale dovuta ad una difficoltà di sviluppo.
In questo contesto va detto che è da rigettare il "progetto Quadrilatero" che non va certo in questa direzione ma va a saccheggiare ulteriormente un territorio già penalizzato.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Gasperi.

Gilberto GASPERI. Ho ascoltato con interesse gli interventi dei colleghi, però le bugie hanno le gambe corte. Sia il precedente Governo centrale che l’attuale Governo centrale hanno dato dei finanziamenti per il terremoto. Se si parla di ciò che è stato fatto, non è stato fatto solamente con i finanziamenti della Regione e dell’Ue, ma perché c’è stata armonia sugli interventi, giustamente, del Governo centrale, del Governo regionale e della Ue.
Dall’ottobre 1997 purtroppo tanti hanno subito i danni e tanta è stata l’amarezza per ciò che è avvenuto, però molti hanno avuto una ricostruzione in alcune parti della nostra regione soprattutto, senza che l’evento si sia verificato. Ecco perché mi associo a quanti hanno detto che è indispensabile verificare, per lo meno attraverso un’indagine a campione.
Quest’anno non abbiamo avuto quei dati concreti che ci servivano per la votazione di questo atto, per conoscere quanto è stato speso dall’anno scorso a quest’anno, quanto è stato ricostruito, in quanto tempo è avvenuta la ricostruzione e quanto si dovrà rifare. Perché molte volte siamo costretti a parlare, in particolare su questo atto, in base a certe conoscenze che possiamo avere dei luoghi o a quello che ci hanno detto, perché non c’è un documento ufficiale che riporti concretamente questa realtà.
Però un dato effettivo è che in questi sette anni i fondi sono stati impiegati, alcuni lavori sono stati ultimati e altri sono in dirittura di arrivo. Debbo dire che l’atto in discussione evidenzia delle carenze, perché se andiamo a verificare il malumore dei cittadini, è normale che attraverso questo malumore emergano delle carenze, delle posizioni di grande difficoltà.
La scelta che è stata fatta di intervenire immediatamente sui beni pubblici e successivamente sulle proprietà private, ha portato delle differenziazioni, soprattutto dove sono stati favoriti gli interventi sui beni pubblici, in quelle zone dove realmente il terremoto non aveva colpito, non aveva fatto danni e in modo particolare mi riferisco alla provincia di Pesaro: tolto alcuni centri a confine con la provincia di Ancona, in altri centri l’evento tellurico non aveva provocato danno, però sono state favorite Amministrazioni di un certo colore per cercare di ricostruire ciò che era distrutto.
Per questo motivo mi associo all’ordine del giorno a favore del quale voterò.

PRESIDENTE. Ha la parola l’assessore Agostini.

Luciano AGOSTINI. Le rapidissime considerazioni che vorrei fare partono intanto da un elemento di soddisfazione: il dibattito in aula di questa mattina, un dibattito serio, tranquillo, che in qualche modo ha affondato la discussione nel merito della ricostruzione e quindi non si può non riconoscere la bontà, la linearità del percorso che nelle Marche abbiamo svolto per la ricostruzione.
Dopo quasi sette anni dal terremoto, da quella ferita che ci turbò profondamente, sia nell’aspetto psicologico che nell’azione del tessuto produttivo e sociale marchigiano, non possiamo che essere assolutamente soddisfatti. Questa soddisfazione anzitutto perché noi per primi dicemmo che da quella disgrazia poteva crearsi, per quelle aree interne della nostra regione, un volano di sviluppo: la ricostruzione doveva e poteva essere, per le aree dell’entroterra marchigiano, un nuovo e più forte elemento di sviluppo della nostra regione. Dopo sette anni, se qualcuno di noi passa con occhio meno abituato a vedere quelle zone, non può che trarre grande soddisfazione, perché quell’obiettivo, quel principio da cui eravamo partiti è stato assolutamente realizzato. E’ stato realizzato perché, come diceva Procaccini, si sono azzeccate le procedure, si è azzeccato il merito delle risorse da destinare, si sono azzeccati i piani di ricostruzione, si è azzeccata la procedura che ha consentito il massimo della trasparenza nel processo di ricostruzione.
Molti di noi, al di fuori anche di questa regione, oggi parlano dello sviluppo locale come elemento di costruzione di una nuova fase di sviluppo per i territori. Noi, senza parlarne, nel 1997 iniziammo l’azione della ricostruzione proprio partendo dallo sviluppo locale, perché uno degli elementi vincenti dell’azione di ricostruzione è stata proprio la perfetta sinergia tra Governo centrale, Regione ed enti locali, pienamente coinvolti nell’azione del loro sviluppo e nella ricostruzione, la Regione in un’azione di regia, di coordinamento, di programmazione dei piani di ricostruzione e delle risorse da destinare, ma evidentemente anche la sensibilità che, fino a un certo punto, il Governo nazionale ha dimostrato verso questa zona.
Detto questo, vorrei citare rapidissime cifre che testimoniano come l’azione si sia realisticamente concretizzata, anche in relazione a una capacità di spesa che insieme all’azione di ricostruzione è andata avanti, ed è questo un motivo di ulteriore soddisfazione.
Nel nostro paese avevamo tanti esempi di non ricostruzione o di ricostruzioni errate, a partire dal Belice per continuare con l’Irpinia, tanti esempi che non volevamo assolutamente imitare. Quindi la ricostruzione è stata portata avanti cogliendo le peculiarità di quel territorio ed oggi possiamo avviare la fase anche di un nuovo sviluppo per quelle zone.
Noi avevamo assegnati 2.724 milioni di euro per la ricostruzione, ne abbiamo concessi, ad oggi, 2.348 e ne abbiamo realmente erogati, quindi spesi, 1.783. Per cui il rapporto tra fondi assegnati, fondi concessi e fondi erogati è un rapporto assolutamente soddisfacente.
In questi anni ci sono state anche alcune iniziative che abbiamo svolto, partendo dalle caratteristiche del canale finanziario che ci veniva assegnato con la legge 61, risorse mutuabili a vent’anni. Noi abbiamo cercato di seguire questa strada facendo prima un mutuo di 176 milioni di euro, poi un ulteriore mutuo di 1.134 milioni, quindi, mano a mano, dal 2001 il mutuo si è drasticamente abbassato a 17 milioni di euro e nel 2004, come limite di impegno per il 2005, a 54 milioni di euro. In tutto questo noi abbiamo cercato anche di cogliere alcune iniziative di carattere finanziario che abbiamo svolto come Regione, sapendo che le iniziative di carattere finanziario che abbiamo fatto sono ed erano tutte finalizzate al terremoto, perché le risorse finanziarie non sono mai entrate nel bilancio regionale, per cui non avevamo nemmeno la possibilità di utilizzarle per cassa, come qualche volta erroneamente ci è stato rimproverato. Quindi, da questo punto di vista vorrei sgombrare per l’ennesima volta qualsiasi dubbio, nel senso che tutte le risorse che ci sono state assegnate sono extra bilancio regionale, che non abbiamo potuto adoperare nemmeno per cassa. Tra le iniziative più brillanti che abbiamo assunto come Regione c’è stata l’emissione di un prestito obbligazionario di 855 milioni di euro che ci ha consentito di fare provvista finanziaria sui limiti d’impegno previsti dalla legge 61 e questo ci ha consentito anche di raggiungere le performances di erogazione a cui accennavo prima.
Qui veniva ricordato che le dotazioni finanziarie sono state drasticamente ridotte negli ultimi anni, noi pensiamo che l’azione della ricostruzione debba invece continuare, è in corso la ricognizione per l’individuazione degli ulteriori beneficiari, abbiamo ancora 1.752 milioni di euro di dotazione che servono per la conclusione della ricostruzione, divisi in 907 per edifici privati, 252 per opere pubbliche, 550 per i beni culturali. Abbiamo rimodulato anche il processo finanziario per il completamento della ricostruzione, quindi pensiamo che in cinque anni, dal 2004 al 2008, attraverso una modulazione che abbiamo proposto e che proporremo al Governo, si possa arrivare ad avere questi 1.752 milioni di euro che ancora mancano per la ricostruzione. Ci rendiamo anche conto della situazione di carattere generale, per cui saremmo disponibili anche a discutere per alcuni settori d’intervento e penso ai beni culturali, ma anche a un processo di “costruzione finanziaria” concordata, qualora ci fosse necessità, con il Governo.
Ribadisco la mia assoluta soddisfazione per quello che è avvenuto fino adesso e una qualche preoccupazione per la riduzione dei trasferimenti finanziari per la conclusione della ricostruzione.

PRESIDENTE. Ha la parola il Presidente D’Ambrosio.

Vito D'AMBROSIO, Presidente della Giunta. Abbiamo soltanto da essere, noi tutti insieme, soddisfatti per come finora ha funzionato la ricostruzione. La cosa che ci preoccupa, al di là delle polemiche, che sono ovvie, è che la macchina della ricostruzione possa arrestarsi per carenza di risorse. Questo è un dato che ci preoccupa profondamente. Noi non vogliamo addebitare colpe, ma vorremmo semplicemente registrare meriti e quindi siamo fin da ora impegnati e crediamo che tutto il Consiglio regionale debba sentirsi impegnato a richiedere al Governo che nella prossima finanziaria ci sia una previsione di risorse tale da non farci bloccare la macchina della ricostruzione.
L’anno scorso abbiamo indicato con precisione quali sono le cifre necessarie, addirittura abbiamo fatto un cronoprogramma, che è agli atti. Se viene visto soltanto come argomento di polemica non ci fa andare avanti e soprattutto non fa andare avanti la ricostruzione, che è la cosa che serve veramente.
Posso dire due cose. La prima è che, proprio per rendere concretamente visibile qual è la situazione, stiamo predisponendo — ed approveremo nelle prossime sedute di Giunta, forse la prossima — una delibera che ci consentirà, alla ripresa dei lavori, di mettere in fila tutti gli interventi finanziabili e di indicare fin dove possiamo arrivare con le risorse di cui disponiamo adesso. Tutti gli altri interventi saranno finanziati soltanto se la finanziaria del 2005 — ma non è necessario che sia solo la finanziaria, potrebbe essere un rifinanziamento della legge 61 — prevederà un trasferimento di risorse dal Governo, sufficiente a finanziare gli altri soggetti che saranno tutti messi in fila, cosa che siamo costretti a fare, perché non abbiamo risorse per tutti, quindi per la prima volta ci sarà questo tipo di atteggiamento e di posizione. Questo è il primo elemento di novità, che non è un elemento secondario.
Il secondo elemento che vorrei sottolineare, è che, come dicevano sia il relatore di maggioranza che quello di minoranza, noi abbiamo cercato, fin dall’inizio, di mettere in piedi un modello di funzionamento e di intervento che fosse tale da non perdere tempo, non complicare la vita a chi aveva da affrontare i problemi della ricostruzione. In sostanza abbiamo applicato, nella realtà, il principio di sussidiarietà, anche se non l’abbiamo chiamato così, perché sono i Comuni quelli che hanno svolto il massimo di lavoro controllando, vedendo. Ovviamente i controlli tecnici sono stati fatti dai nostri uffici, ma tutto il resto dei controlli è stato fatto dai Comuni i quali hanno predisposto i dati di finanziamento sulla base dei progetti approvati e a quel punto c’era la Regione alle spalle che, oltre a risolvere i problemi, che sono stati infiniti, relativamente alle procedure che ci siamo dovuti mano a mano inventare, è stata sempre di appoggio a tutti i sindaci, di qualunque colore fossero, affinché la ricostruzione andasse bene. Ripeto, basta sentire i sindaci che, delegati dall’Anci Marche, hanno seguito il problema. Specialmente con l’ex sindaco di Cingoli abbiamo condiviso passo per passo tutte le decisioni che abbiamo preso e lui si è dichiarato e ha continuato a dichiararsi ampiamente soddisfatto di come abbiamo funzionato.

Presidenza del Vicepresidente
SANDRO DONATI

Ho sentito questa mattina il relatore di minoranza, ma non solo lui, dare atto che la struttura della Regione preposta a questo, in particolare il responsabile dott. Conti, che è qui presente, ha sempre dato il massimo di collaborazione. Mi piace che gli sia dato atto di questo da parte anche di chi non fa parte della maggioranza, perché che gliene dia atto io potrebbe sembrare una specie di posizione precostituita, invece no: le strutture che noi abbiamo messo al lavoro e l’impegno che hanno messo le nostre strutture, coordinate dal dott. Conti, ma non solo da lui, perché tutti vanno ricordati — i nostri dirigenti qui, il nostro dirigente ing. Spuri a Muccia, l’ing. Venanzoni di Fabriano — tutto questo ha consentito di lavorare al meglio e di questo va dato atto.
Abbiamo fatto 13.000 pratiche e quindi può darsi che fra queste ce ne possa essere qualcuna che non sia stata proprio completa, perfetta, assolutamente non criticabile. Abbiamo anche provveduto ad enunciare i casi sospetti, ma quelli veramente sospetti, alla procura della Repubblica e debbo dire — anche questo è un dato positivo — che è rimasto quel dato percentuale all’incirca del 2-2,5% denunciato alle procure della Repubblica, che su 13.000 casi significa sostanzialmente una assoluta condotta secondo le regole.
Fatte queste premesse — non insisto sui dati del bilancio, che sono quelli che ha indicato prima Agostini — voglio chiudere con tre piccole osservazioni.
La prima. Dobbiamo già fin da adesso utilizzare questa occasione per chiedere tutti quanti, al Governo centrale, di farsi carico della prosecuzione del trasferimento di risorse per la ricostruzione.
La seconda. I consiglieri regionali hanno tutti la password per accedere al “sistema Tellus”, il sistema informatico della ricostruzione dove ci sono tutti gli elementi, in assoluto. Questa mattina ho sentito il relatore di minoranza Brini fare una proposta che mi sembra ragionevole, cioè una verifica a campione da parte della IV Commissione: non c’è alcun problema. Noi non abbiamo alcuna remora a che la nostra condotta venga controllata. Tenete presente due cose. Primo, i progetti sono presso i Comuni, presso di noi ci sono le copie ma sono i Comuni che hanno fatto queste cose. Secondo, noi non riteniamo utile, opportuno che qualunque tipo di lavoro possa rallentare un’opera che in questo momento è nel massimo dello sforzo, perché in questo momento si stanno esaminando i progetti della ricostruzione pesante. Dopodiché, ripeto, i nostri dati sono accessibilissimi, se qualcuno ne vuole altri possiamo fornirglieli in tempo reale. Credo che una Commissione d’inchiesta o una Commissione consiliare come Commissione d’inchiesta sia una lettura sbagliata che si offre ai cittadini marchigiani.
Pronti, disponibili a tutti i controlli, non a una Commissione d’inchiesta, perché non ci sono inchieste da fare ma c’è da vedere insieme come riusciamo a fare meglio l’ultima parte della ricostruzione che è la più complicata e difficile e che resterà impiccata se non avremo sufficienti risorse dal Governo centrale.
Fino ad ora il Consiglio regionale ha sempre approvato all’unanimità questi strumenti, anche questo piano finanziario mi pare che sia stato approvato all’unanimità in Commissione, spero che anche dal Consiglio venga approvato all’unanimità.

PRESIDENTE. E’ terminata la discussione generale, quindi passiamo alle dichiarazioni di voto.
Ha la parola il consigliere Giannotti.

Roberto GIANNOTTI. Credo che il contributo portato nel dibattito sia stato sufficiente a chiarire la posizione del gruppo di Forza Italia: l’ha detto il consigliere Brini, l’ha ripetuto il consigliere Cesaroni, supplendo in maniera egregia anche al contributo del passato del consigliere Favia. Credo che l’atto che ci viene sottoposto oggi, sostanzialmente sia un’istantanea sulla situazione degli interventi realizzati: un documento di analisi senza anima, ma lo dico in termini positivi, nel senso che è, di fatto, una presa d’atto della situazione, qualcuno ha detto una sanatoria, come a richiamare un’assunzione di responsabilità del Consiglio regionale su quello che è stato l’impegno della Giunta regionale in questa fase. Può essere anche questo: evidentemente avremo preferito un documento più problematico, in grado di leggere situazioni, di spiegare tutta una serie di cose che sono accadute e che peraltro sono state riprese in maniera adeguata dagli interventi dei nostri consiglieri.
Non ho quindi nulla da aggiungere a questo, voglio solo puntualizzare alcune cose. Intanto che al di là della demagogia di questa Giunta regionale, dei D’Ambrosio, degli Spacca, degli Agostini che tutti i giorni si stracciano le vesti per dire che questo Governo taglia, i fatti dimostrano, anche su questo piano, che assolutamente non è vero, che il Governo ha onorato la propria responsabilità rispetto alle esigenze vere delle Marche, non quelle che nei nostri sogni ci immaginiamo.
Credo che la certezza delle risorse giuste c’è, esiste, il Governo l’ha dimostrato in passato e lo dimostrerà nel futuro. Credo che da questo punto di vista non ci sia da dire nulla. C’è, se mai, da rivolgere un appello a D’Ambrosio e compagni: quello di abbandonare questo vizio, questa pregiudiziale ideologica che li accompagna in tutto il loro percorso amministrativo che i fatti hanno dimostrato non paga, rapportandosi con il Governo in maniera diversa.
Che dire della questione in sé? Posso solo riprendere alcuni passaggi, alcuni spunti critici che debbono rappresentare un elemento di riflessione. Sono i disagi oggettivi che tanti abitanti delle province di Macerata ed Ancona hanno subito rispetto alla lentezza degli interventi, ai tempi che hanno segnato l’attività della ricostruzione, le contraddizioni nella gestione, con qualche episodio di troppo. Qualcuno ha tirato in ballo la magistratura, noi non vogliamo farlo, ma certamente anche lì qualcosa c’era. Altri hanno tirato in ballo l’eccesso di burocraticismo è uno dei limiti di tutto il lavoro post ricostruzione che è stato fatto, eccesso di burocraticismo che è stato richiamato e ribadito. Altri ancora hanno tirato in ballo le professionalità che si sono giocate su questa vicenda: troppo poche, tanto da far pensare male, per certi versi, come una “professionalità della professionalità.
La richiesta che è stata formulata dal nostro vice capogruppo, ripresa nel documento, di una verifica a campione sulle procedure, credo sia una richiesta legittima, che rappresenta la sintesi di questa chiusura che si vuol fare, di una fase di estrema criticità per le Marche. Per noi l’accettazione di questa richiesta è condizione per esprimere un giudizio sull’atto. Se troviamo una non disponibilità a consentire che un organismo del Consiglio — la IV Commissione — possa fare questa verifica facendo riferimento a una autorità terza — il documento non è votabile per parti, Presidente D'Ambrosio — il discorso non quadra. Per noi, questa è condizione pregiudiziale per esprimere un consenso.
Chiudo ringraziando comunque il personale impegnato su questo versante, sia quello regionale che quello nelle sedi operative che credo abbia dimostrato professionalità e tanta buona disponibilità.
Vorrei inoltre esprimere al gruppo di Rifondazione comunista la solidarietà del nostro gruppo. Credo che al di là delle profonde differenze di concezione politica e di posizione, la nostra contrarietà alla violenza come atto, come misura della lotta politica, sia sempre stata netta. Forse non è stata netta da parte di qualcun altro. Quindi non abbiamo remore nell’esprimere la nostra solidarietà ed esprimiamo quindi la nostra ferma condanna per questi atti di imbarbarimento della lotta politica nella nostra regione.

Presidenza del Presidente
LUIGI MINARDI

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Castelli.

Guido CASTELLI. I miei colleghi di gruppo, in particolare Carlo Ciccioli, hanno già evidenziato la posizione del nostro partito per quanto riguarda anche l’esito del voto finale che sarà di astensione, partendo da alcune considerazioni che sono state già svolte e che brevemente cercherò di richiamare, per quanto riguarda anche una delle polemiche che maggiormente ha occupato quest’aula nel corso di questo dibattito, ovvero l’atteggiamento del Governo che desta preoccupazione riguardo alla reale volontà dello Stato centrale di voler consentire il completamento della ricostruzione. Credo che sia necessario osservare preliminarmente un fatto: molti soldi sono stati assegnati a questa Regione, è desiderio e auspicio di tutti noi che venga completata l’attribuzione di queste risorse, però è necessario, a quasi sette anni dal sisma, fare un’osservazione di metodo su quella che è stata la filosofia di intervento di questa Regione rispetto alla casistica delle richieste di finanziamento.
Si è voluto privilegiare una logica dell’impegno finanziario rispetto ad una logica dell’utilizzo delle risorse, che purtroppo ha fatto registrare, in molti casi, una discrasia e una contraddizione. Vi erano diversi interventi teoricamente cantierabili che rimanevano fermi in quanto la logica dell’impegno e della programmazione prevedeva l’attribuzione finanziaria ad altre opere che magari non erano ancora sufficientemente confortate, da un punto di vista tecnico e procedurale, di tutti i requisiti per poter essere avviate. Si è registrata, spesso e volentieri, una contraddizione: opere che potevano essere finanziate non venivano finanziate in quanto vi erano altre priorità, quelle priorità si dirigevano verso lavori che tuttavia rimanevano fermi, con i soldi che giacevano nelle casse dei Comuni e non potevano quindi essere utilmente avviati per la realizzazione delle opere stesse.
Contraddizioni di questo genere si sono evidenziate e si sono delineate per il fatto che sono state necessariamente ripetute le attività di modulazione del quadro finanziario e del programma d’intervento. Noi ci abbiamo messo le mani decine e decine di volte, a questo tipo di programmazione, in parte per la necessità di aggiustare il tiro in corso d’opera, tuttavia rimaneva sullo sfondo quella che ho definito una contraddizione, che nasceva proprio dalla rigidità, dalla fissità di una programmazione che non andando concretamente a individuare le opere già pronte, rischiava e ha rischiato di tener ferme attività che potevano già essere finanziate, a favore di altre che languivano per una serie di problemi procedurali. Da questo punto di vista sarebbe stato più opportuno, più giusto e anche più coerente con una logica di utilizzo immediato dei fondi, privilegiare, anziché le priorità formali, ciò che era pronto e disponibile per essere avviato.
La contraddizione è questa: la Regione chiede più soldi ma non ci dice ancora — almeno a me non è consentito ravvisare alcunché da questo punto di vista — quanti sono i soldi in cassa che, per una serie di motivi, non vengono già attivati e utilizzati. Sono impegnati ma non spesi.
Ha un senso chiedere più soldi quando non tutti quelli che ci sono stati assegnati si sono finalizzati in un’opera concreta? E’ la vecchia diatriba che spesso e volentieri ingaggiamo con la Giunta e con la maggioranza per quanto riguarda la famosa capacità di spesa.
Qual è stata la capacità di spesa dei fondi? E’ necessario questo tipo di valutazione, prima ancora di invocare — ma del resto su questo siamo tutti d’accordo — una maggiore attribuzione finanziaria.
Non posso che aderire, a nome anche del gruppo, all’ordine del giorno, perché credo che nulla dobbiamo temere da una Commissione che, a campione, verifichi quelli che sono stati, a valle, i fenomeni, le realtà concrete di utilizzo di questi fondi. Proprio in quella logica dell’utilizzo che deve essere privilegiata in luogo dell’impegno, ritengo che questo tipo di Commissione possa solo portare del bene per risolvere e per consentirci di maturare alcune valutazioni su quegli aspetti che sono stati richiamati da molti: i rapporti fra finanziamenti diretti alle opere pubbliche o all’edilizia privata; tipologie di investimenti per quanto riguarda le attività produttive; problematica delle seconde case.
Mi duole momentaneamente, non dico polemizzare, però valutare che il principio della seconda casa non ci deve far pensare a Paperon de Paperoni e a Berlusconi che ha la seconda casa, perché ho sentito valutazioni di carattere classista sull’argomento. Sappiamo tutti che la seconda casa è “la casa del padre” che produce reddito nella misura in cui chi risiede a Milano, piuttosto che a Roma, torna in quei luoghi e speriamo possa farlo al più presto, speriamo anche grazie all’intervento regionale.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Massi.

Francesco MASSI GENTILONI SILVERI. Preannuncio il voto di astensione del gruppo Udc, un voto sicuramente costruttivo, dovuto al fatto che intanto, insieme al collega Viventi, noi siamo entrati in Consiglio regionale nel 2000, quindi non abbiamo vissuto le fasi immediate della ricostruzione, per cui è difficile dare ab imis una valutazione completa. Possiamo dire, come abbiamo già detto, che ci sentiamo di ringraziare il personale della Regione, i dirigenti, i funzionari, i dipendenti che — li abbiamo visti all’opera — hanno svolto sicuramente un lavoro oltre la competenza ma anche con passione, perché da cittadino e, allora, da funzionario degli enti locali, ho potuto vedere all’opera i primi Com nel loro insediamenti e le prime attività.
Quando c’è un investimento di questo tipo possono emergere delle patologie, delle disfunzioni e quelle che sono state sottolineate spero siano state sottolineate nell’assoluta buona fede. Voglio sottolineare che quest’opera di ricostruzione ha visto come protagonisti tanti sindaci, tanti tecnici e funzionari degli enti locali. Ai sindaci credo dobbiamo dare atto di una stima che hanno avuto dalle popolazioni, sindaci di tutti i colori che si sono distinti in un’opera “missionaria” in quel momento, difficile e credo che sia stato riconosciuta loro dal consenso popolare un’attività sicuramente degna di lode, di stima e di gratitudine da parte delle popolazioni.
La patologia che abbiamo evidenziato noi: se su questo argomento ci saranno sedute di approfondimento, di studio, come hanno fatto già le Commissioni parlamentari, credo che questo non sia assolutamente lesivo di nessuna immagine, di nessun interesse, di nessun diritto e credo ci sia la disponibilità dell’Esecutivo regionale. Posso dire da cittadino, avendo sentito altri cittadini, tecnici, funzionari, imprese, che forse l’alta concentrazione di incarichi su alcuni studi, alcuni progettisti — dovuto forse a operazioni in malafede? No, al fatto che nelle zone si creano momenti di fiducia nei confronti di alcuni tecnici — ha prodotto dei ritardi, per cui abbiamo visto professionisti che non riuscivano a dare risposta sul piano tecnico dei progetti da presentare e ci sono stati ritardi che hanno colpito i cittadini e i Comuni.
Che cosa si poteva fare? Non lo so, era difficile dirlo. Concludo nel dire che non c’è alcuna pregiudiziale ad un approfondimento. Costruttivamente chiediamo un contatto forte della Regione, delle istituzioni con il Governo centrale per “contrattare” tutte le risorse che servono da qui al futuro, per dare le risposte senza le pregiudiziali ideologiche che invocava Castelli sulle quali concordo, ma credo che possiamo dare una risposta di qualità ai nostri territori, soprattutto all’entroterra marchigiano.
Quindi, buon lavoro ancora ai dirigenti e ai funzionari della Regione e anche all’opera congiunta di Comuni e Province.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Cecchini.

Cristina CECCHINI. Avevo vincolato il mio voto all’esito dell’ordine del giorno presentato. Sostanzialmente il Presidente D'Ambrosio ha respinto l’ordine del giorno, perché non può dire che il fatto che si dia alla IV Commissione il materiale per conoscere i beneficiari, sia un atto politico di controllo che il Consiglio può esercitare.
La sostanza di questo ordine del giorno era quella di verificare se la Giunta voleva sottoporsi o era in grado di sottoporsi al controllo del lavoro del Consiglio, secondo modalità europee, quindi a campione. La Giunta ha risposto di no, ne prendo atto, un cattivo esempio di non volontà a rapportarsi al controllo in questo caso istituzionale e, di conseguenza, il mio voto contrario.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Franceschetti.

Fausto FRANCESCHETTI. Anch’io vorrei sottolineare come il terremoto che vi è stato circa sette anni fa ha segnato la vita di questa nostra regione negli ultimi anni, ha segnato senz’altro la vita di quei cittadini delle aree soprattutto dell’entroterra maceratese e anconetano che sono stati così duramente colpiti dall’evento calamitoso che ha segnato anche la politica, le scelte a livello istituzionale in questa nostra regione. L’uscita dall’emergenza prima e poi la ricostruzione, l’impegno e l’obiettivo di trasformare una calamità così grave anche in una opportunità di rilancio e di sviluppo sociale ed economico di quelle zone sono stati le priorità che noi abbiamo assunto come Regione ma che, più in generale, le istituzioni marchigiane hanno assunto come elemento prioritario di guida per la propria politica. Così è stato per i Comuni, così è stato per le Province oltre che per la Regione. In sette anni credo che molte cose siano cambiate: è stata avviata e portata avanti una ricostruzione condivisa, partecipata a livello istituzionale, è stata portata avanti una ricostruzione trasparente, come ricordava anche il presidente D’Ambrosio prima: anche quei pochissimi casi di malcostume che si sono registrati sono stati contenuti nell’ordine quasi fisiologico in queste circostanze. La ricostruzione nelle Marche è stata quindi un esempio positivo per tutta la nazione, che si contrappone ad altri esempi che sono stati negativi, registratisi in altre parti del territorio nazionale negli anni passati. Sono stati raggiunti risultati importanti che sono stati qui sottolineati e che non riprendo, ma basta fare un giro per quelle zone per rendersene conto, basta guardare i dati relativi all’utilizzo delle risorse rispetto a quelle assegnate. E’ stato quindi fatto un buon lavoro, di cui va dato atto ai funzionari, ai dirigenti di questa nostra Regione e pertanto c’è un giudizio fortemente positivo sul lavoro che è stato svolto.
Diceva il relatore, all’inizio di questo dibattito, che non tutti i problemi sono finiti. Sappiamo che vi sono questioni che debbono essere ancora affrontate e che qui sono state ricordate: la ricostruzione delle seconde case, l’ultimazione di alcune opere pubbliche, interventi riguardo ai beni culturali. Mancano ancora soldi e credo che questo debba essere l’impegno prioritario che dobbiamo prendere oggi, dopo questa discussione che deve riguardare tutti, maggioranza e opposizione, per fare in modo che i soldi che mancano a completare la ricostruzione vengano previsti dal Governo nazionale nei prossimi esercizi finanziari, perché questa è una questione fondamentale per una Regione come la nostra e credo che questo sia il punto cruciale su cui va misurato l’impegno dello stesso Governo nazionale.
I dati sono lì a dimostrarlo. In questi sette anni abbiamo registrato forti stanziamenti da parte dei Governi di centro-sinistra, molto meno stanziamenti da parte del Governo di centro-destra. Questa cosa non può continuare in questo modo, noi chiediamo che ci sia un impegno concreto e fattivo dal punto di vista finanziario, per portare a conclusione la ricostruzione.
Il voto del gruppo dei Democratici di sinistra è quindi sicuramente positivo, favorevole, convintamente favorevole.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Luchetti.

Marco LUCHETTI. Intanto esprimo la solidarietà del nostro gruppo rispetto a quanto avvenuto presso la sede regionale di Rifondazione comunista, che fa seguito a quanto era già avvenuto a Grottammare. Sono atti non isolati ma che si sono verificati anche in altre realtà del nostro paese, quindi credo che dobbiamo essere sempre molto rigidi rispetto a questi fenomeni, perché indubbiamente, se non debitamente respinti e se non oggetto di un’attenta vigilanza e se volete anche di repressione, potrebbero essere il segnale di fenomeni che abbiamo tristemente nei nostri ricordi. Pertanto credo che dobbiamo respingere assolutamente queste manifestazioni di violenza e dobbiamo essere unitari nel respingere.
Questa mattina ho ascoltato attentamente il dibattito e mi è venuta spontanea una valutazione critica rispetto a come ci siamo posti di fronte a un atto come quello in discussione. Un atteggiamento tra il pilatesco per quanto riguarda la minoranza e di esaltazione per quanto riguarda la maggioranza. Dico pilatesco nel senso che, anche laddove era ed è possibile valutare delle osservazioni che giustamente devono essere poste rispetto a quanto si è fatto nella ricostruzione, sembra emergere sempre quell’atteggiamento di sospetto, di non completa soddisfazione, a fronte di una realtà che tutto sommato, come marchigiani dovrebbe consentirci di essere orgogliosi di avere compiuto una ricostruzione, di lavorare bene rispetto a una ricostruzione che ha dato alle popolazioni colpite sicuramente delle risposte positive.
Non è il fatto che ci dobbiamo ricordare del Belice, perché noi abbiamo dato una dimostrazione buona anche in passato. Purtroppo il nostro territorio è soggetto a queste catastrofi provocate dai terremoti e anche in passato abbiamo fatto del nostro meglio, tant’è che addirittura, in questa occasione siamo riusciti a realizzare un modello di intervento che può essere di riferimento per la protezione civile del paese, un modello che ha consentito celerità, che ha consentito di raggiungere gli obiettivi preposti, con la soddisfazione delle comunità colpite.
Questa riflessione mi porta a sottolineare quanto non solo la nostra sia una regione al plurale ma quanto noi marchigiani vogliamo rimanere al plurale anche su cose che potrebbero benissimo unirci. Dico questo soprattutto perché dobbiamo unirci nello sforzo di richiedere al Governo le ulteriori risorse che sono necessarie, e non sono poche, perché si parla di altri 3.000 miliardi di vecchie lire. Dobbiamo quindi assolutamente unirci nei confronti del Governo centrale perché, attraverso la prossima finanziaria si possa avere questo ulteriore finanziamento, proprio perché è interesse di tutti, non c’è un problema di essere più o meno “tifosi” del Governo centrale. Sappiamo che il Governo centrale rispetto alle risorse è assolutamente di manica corta, pertanto occorrerà che i nostri parlamentari facciano la dovuta pressione, insieme a quelli umbri, per tentare di ottenere le risorse aggiuntive che ci servono.
Pertanto dobbiamo considerare questo atto come uno step di un lavoro egregio che è stato fatto e che deve andare avanti con gli stessi criteri, che costituisce, da parte nostra, un motivo di soddisfazione, in quanto credo che in questa legislatura il problema del terremoto è una delle questioni da sottolineare come positive, come obiettivi raggiunti nell’ambito dell’Amministrazione. E’ chiaro che da parte del nostro gruppo corre l’obbligo di sottolineare l’apporto dei tecnici, dei responsabili di questa operazione. Tra l’altro qui sono stati fatti i nomi del dott. Conti e del dott. Spuri che sono quelli che hanno la maggiore responsabilità e che hanno avuto la responsabilità dell’organizzazione complessiva. Credo che sia merito loro, in larga parte, di avere tenuto fermo un modello e un assetto organizzativo che hanno funzionato, molto importanti. Credo che questa Regione abbia dato significativamente, con l’immissione in ruolo di tutti i tecnici che hanno aiutato gli enti locali nella ricostruzione, una risposta positiva a tanti giovani tecnici che hanno dato dimostrazione di abnegazione e di professionalità.
Credo quindi che sia stata una giusta risposta quella che abbiamo dato a tutti questi tecnici e credo che questo ci consenta di andare avanti in un rapporto con gli enti locali che sia un rapporto positivo di assistenza, perché proprio con queste nuove energie si era pensato, tempo fa, di continuare questa assistenza tecnica sul territorio per favorire proprio i più piccoli Comuni, quelli che hanno scarse risorse dal punto di vista tecnico, per procedere nella loro amministrazione.
Credo che dobbiamo essere orgogliosi che l’opportunità di cui parlammo all’indomani del settembre 1997, della ricostruzione anche come rilancio dell’alto maceratese si stia perseguendo. E’ una delle zone dove c’è più bisogno di garantire uno sviluppo che sia in grado di mantenere le popolazioni in luoghi così delicati del nostro ecosistema e del territorio marchigiano. Quello che si sta facendo è stato sicuramente positivo, ma credo che manterrà quella promessa se verrà agganciato a quanto si sta facendo anche per le infrastrutture. Quello è il territorio che più beneficerà degli investimenti che si faranno sulla viabilità. E’ strano che in questa sede non sia stata citata da parte della minoranza la questione del “quadrilatero”, però credo che un’opera come quella della pedemontana, che insieme alla 76 e alla 77 dovevano essere i perni del rilancio del territorio dell’alto maceratese soprattutto, sia in grado di mantenere definitivamente la possibilità di sviluppo di quelle zone.
Sono quindi state fatte cose positive. Per quanto riguarda la disponibilità delle verifiche noi appoggiamo quanto il Presidente ha detto, nel senso che non occorrono Commissioni ad hoc, la IV Commissione ha tutti i poteri per poter fare i controlli che si debbono fare, pertanto non siamo d’accordo sull’ordine del giorno presentato.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Silenzi.

Giulio SILENZI. Il modello di ricostruzione delle Marche ha un valore europeo. Abbiamo dato una dimostrazione di ricostruzione che non ha esempi non solo in Italia ma in tutta Europa e di questo va dato atto agli amministratori locali ma anche alla squadra di competenze straordinarie che siamo riusciti ad organizzare nel tempo e che oggi rappresenta un fatto certo e un patrimonio per l’intera comunità marchigiana.
La seconda questione riguarda il tema delle certezze e qui vorrei parlare al Consiglio e anche ai colleghi del centro-destra. Noi dobbiamo operare in sintonia per riuscire ad individuare gli aventi diritto, ad esempio, delle seconde case, che sono molte migliaia.
Per i beni culturali e le opere pubbliche abbiamo anche l’elenco degli interventi che bisogna fare, il Governo Berlusconi e il Parlamento debbono dare delle certezze finanziarie, pluriennali, con modalità di finanziamento diverse, ritoccando anche la legge 61 rispetto alle modalità di finanziamento, perché mi rendo conto che è un ingente finanziamento che non possiamo pensare venga previsto in una sola finanziaria, però gli aventi diritto debbono avere una certezza nel tempo, perché questo blocca la vendita delle seconde case, perché se vendo la casa perdo il diritto al contributo e quindi c’è tutto un passaggio di proprietà che è bloccato e che in quell’area può rappresentare un momento economico importante. Ma poi c’è un’incertezza che blocca tutto. Non possiamo ogni anno supplicare che nella finanziaria vengano messe risorse, che poi vengono messe in parte, non si sa mai qual è l’entità. Impegniamo il Governo — questo è il compito di tutta la Regione e anche della minoranza — in un quadro di certezze pluriennale, in modo che uno sa di avere un diritto sa come attivare un finanziamento negli anni. Se c’è bisogno si modifichino anche le modalità di finanziamento ma si diano delle certezze, perché se non facciamo questo tutto il resto rischia di essere inutile, cioè la ricostruzione si blocca, perché ad ogni finanziaria si mettono poche risorse e di fatto la ricostruzione è bloccata. Se non partono le seconde case diamo un colpo a quell’economia, a quella ricostruzione e pertanto anche altri discorsi legati alle infrastrutture, alla 77 rischiano di essere relativi rispetto alla necessità di riattivare queste seconde case che per quell’area sono un fattore di movimento economico, turistico e quant’altro.
L’invito è quindi che ognuno di noi si assuma la responsabilità. Quando vengono un ministro, un viceministro occorre tenere presente che ci vuole un quadro pluriennale di certezze per tutti gli aventi diritto. Se non c’è questo si parla di aria fritta. Il Governo deve quindi assumere questo impegno, altrimenti sarebbe una disattenzione, nei confronti delle Marche, imperdonabile per chi governa lo Stato italiano.

PRESIDENTE. Ha la parola il Vicepresidente Spacca.

Gian Mario SPACCA, Vicepresidente della Giunta. Vorrei iniziare esprimendo la solidarietà del governo regionale al gruppo di Rifondazione comunista per la violenza che la loro sede ha subito questa notte. Vorrei poi riprendere alcune delle argomentazioni che sono state formulate nel corso delle dichiarazioni di voto, perché meritano sicuramente una puntualizzazione, cominciando dai dati finanziari.
E’ stata chiesta una definizione del profilo di queste cifre, io la vorrei ripercorrere in modo puntuale, preciso e rapidissimo. In base alle regole che noi ci siamo dati, approvate all’unanimità dal Parlamento e da questo Consiglio regionale, il danno ammonta a 4.300 milioni di euro. Questo è il danno che dobbiamo avere come riferimento, su cui sono nati diritti di tutti i cittadini della nostra regione, perché il Ministero degli interni ha dichiarato l’intero territorio regionale colpito dal sisma del 1997.
Fino ad oggi abbiamo avuto 2.724 milioni di euro, di cui 2.379 sono stati erogati dai Governi che hanno preceduto l’attuale, 354 sono stati erogati dall’attuale Governo. Di questa cifra sono stati assegnati 2.332 milioni di euro alla ricostruzione e utilizzati concretamente nella ricostruzione, più 67 accantonati per le infrastrutture. Quindi mancano ancora, rispetto al danno complessivo, 1.649 milioni di euro che costringeranno inevitabilmente il governo regionale a definire un ordine di priorità rispetto ai diritti che la comunità marchigiana deve rivendicare ed esercitare attraverso i comitati che raccolgono le organizzazioni dei terremotati. Questi sono i dati ed è giustissimo il richiamo dell’assessore Silenzi, neo presidente della Provincia di Macerata, a cui formuliamo i nostri auguri per il nuovo importante incarico, a che ci sia un quadro finanziario di riferimento che ci consenta di realizzare questa programmazione negli anni a venire rispetto a un ritmo di ricostruzione che comunque decelererà, perché è inevitabile anche rispetto all’altro dato, che le ultime due finanziarie ci hanno messo a disposizione nei confronti di questa cifra che ancora manca, 54 milioni di euro.
La seconda considerazione la voglio formulare rispetto all’esigenza di trasparenza con cui il processo di ricostruzione è avvenuto. E’ già stato detto qual è stato il modello utilizzato, un modello particolarmente appropriato, che ha responsabilizzato i Comuni, gestito in perfetta armonia con i Comuni. Il fatto che i Comuni abbiano gestito la ricostruzione ha fatto sì che la ricostruzione stessa sia stata tarata secondo le esigenze effettive della comunità. In proposito, consigliere Cesaroni, vorrei richiamare la sua attenzione su un dato concreto: è vero che a Fabriano alcune grandi opere non sono state ancora ricostruite, ma non sono state ricostruite quelle sei opere di grande pregio, tipo la chiesa di San Biagio, la chiesa di San Nicolò, la chiesa di San Benedetto, che lo Stato si è riservato per sé e su cui sta intervenendo con la soprintendenza, mentre le altre iniziative che sono state messe in carico proprio agli enti locali, come la cattedrale citata nel suo intervento dal consigliere Ciccioli, sono state completate. Quindi il modello di ricostruzione ha funzionato laddove la responsabilità è stata esercitata dagli enti locali su indirizzi che pure noi, unitariamente, abbiamo dato come Consiglio regionale e il Parlamento altrettanto.
Accanto a questo processo di ricostruzione effettuato dagli enti locali, quindi con una perfetta coerenza rispetto alle esigenze delle nostre comunità, è stata esercitata una forte azione di controllo da parte della protezione civile, e il dott. Bertolaso ha più volte riconosciuto come questo modello di ricostruzione, per estensione del danno che non ha avuto uguali, possa essere considerato “un modello di ricostruzione”. La Regione Marche invia ogni sei mesi una relazione al Parlamento sullo stato di attuazione degli interventi e sull’utilizzo di risorse e mai sono stati espressi dei rilievi da parte dello Stato. La stessa Corte dei conti ha verificato atti e provvedimenti senza muovere alcun rilievo, ma anzi esprimendo dei giudizi e degli apprezzamenti positivi. Ogni consigliere regionale è dotato di una password, per cui può accedere a tutti i dati della ricostruzione, individuando i beneficiari. E’ quindi giustissimo procedere nell’attività ispettiva e i consiglieri possono esercitare anche un’ulteriore verifica di questo procedimento: lo si può fare attraverso il “Modello Tellus” che è a vostra disposizione, lo si può fare attraverso la procedura che viene richiamata, di un controllo a campione da parte della stessa IV Commissione, ma credo veramente che sarebbe un modo inappropriato di comunicazione alla comunità regionale l’istituzione di una Commissione d’inchiesta.
Vorrei riportare l’attenzione del Consiglio regionale sul fatto che non si è proceduto soltanto alla ricostruzione degli edifici privati, degli edifici monumentali, dei beni culturali e delle infrastrutture danneggiate ma si è lavorato anche per la rivitalizzazione delle funzioni vitali delle comunità che sono state colpite dal terremoto. Credo che sia giustissima la valutazione di chi dice che dobbiamo essere orgogliosi della nostra comunità, che poteva essere piegata da un evento così catastrofico e tragico e invece ha trovato nelle sue capacità le virtù per reagire e per realizzare un grande processo di rinascita, una rinascita che ha riguardato anche le attività economiche in questa zona e vorrei approfittare dell’occasione per informare che noi siamo intervenuti anche sulle imprese che hanno cessato la loro attività per i danni del sisma, riconoscendo loro il danno per i mancati incassi e per il lucro cessante. Sono state assistite e accompagnate nel loro processo di rilancio 953 imprese per 22 milioni di euro impegnati, sono state indirizzate verso la riattivazione delle funzioni produttive tutte le misure con un criterio di priorità che avevamo a disposizione nel quadro attuativo delle attività produttive, in modo particolare la 488 del 1992 che è stata destinata alle attività produttive delle zone terremotate.
Infine vorrei chiudere con la partita delle infrastrutture, perché forse ce lo dimentichiamo, ma il termine “quadrilatero” nacque proprio all’indomani del sisma del 1997 ed identificò il quadrilatero del terremoto: 77, 76 e pedemontana con la Flaminia in area umbra identificavano proprio il quadrilatero colpito dal terremoto. Allora si disse che bisognava intervenire attraverso l’intesa tra la Regione Marche, la Regione Umbria e il Governo nazionale per offrire a questa parte del nostro territorio che, come ha ricordato ora il consigliere Luchetti è una zona montana che ha bisogno di sostegno per il proprio sviluppo, investimenti anche in infrastrutture. Noi questi investimenti li sosteniamo, in armonia con il nostro credo, la nostra filosofia di governo regionale che punta a uno sviluppo ecosostenibile, in equilibrio con la valorizzazione e la tutela ambientale, con i diritti dei cittadini, ma che soprattutto rispetta le prerogative, come il modello della ricostruzione dimostra, degli enti locali che sono sovrani nella gestione del loro territorio, quindi la realizzazione di queste infrastrutture non può non avvenire in un quadro di coerenza con gli interessi complessivi della comunità regionale. Ma crediamo che queste infrastrutture, comunque, siano importanti necessarie e utili per completare il disegno di rinascita del territorio colpito dal sisma del 1997.

PRESIDENTE. Sono concluse le dichiarazioni di voto, quindi pongo in votazione l’ordine del giorno presentato da Cecchini, Massi, Brini, Viventi e Pistarelli.

Il Consiglio non approva

Pongo in votazione il coordinamento tecnico della proposta di atto amministrativo n. 131.

Il Consiglio approva

Pongo in votazione la proposta di atto amministrativo n. 131.

Il Consiglio approva



Ordine dei lavori

PRESIDENTE. Se i consiglieri sono d’accordo, a me risulta che c’è la possibilità di procedere ulteriormente per approvare la proposta di atto amministrativo n. 134 e la proposta di atto amministrativo n. 130, su cui esiste una unanimità di consensi. Se prendiamo impegno di fare comunque questi due punti, è probabile che la seduta nel pomeriggio non ci sia.
Se non vi sono obiezioni, non pongo neanche in votazione questa proposta.

(Così rimane stabilito)



Proposta di atto amministrativo (Votazione): «Conto consuntivo dell’esercizio finanziario 2003 del Consiglio regionale» ufficio di presidenza (134)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la proposta di atto amministrativo n. 134, ad iniziativa dell’ufficio di presidenza.
La pongo in votazione.

Il Consiglio approva



Proposta di atto amministrativo (Votazione): «Definizione dei criteri e delle modalità di attuazione degli interventi per l’anno 2004 ai sensi dell’articolo 26 della legge regionale 4 giugno 1996, n. 18 e successive modificazioni» Giunta (130)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la proposta di atto amministrativo n. 130, ad iniziativa della Giunta.
Pongo in votazione l’emendamento n. 1.

Il Consiglio approva

Pongo in votazione l’emendamento n. 2.

Il Consiglio approva

Pongo in votazione il coordinamento tecnico.

Il Consiglio approva

Pongo in votazione la proposta di atto amministrativo.

Il Consiglio approva




Ordine dei lavori

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Avenali.

Ferdinando AVENALI. Non sapevo che nel pomeriggio non si proseguissero i lavori, comunque prima di interrompere il Consiglio è necessario approvare le modifiche al Psr, perché sono urgentissime. Sono modifiche concordate con la Commissione Ue. Abbiamo tutti i bandi fuori, quindi il Psr ha bisogno di essere approvato in questa riunione del Consiglio regionale. Chiedo che prima dell’interruzione dei lavori si proceda all’approvazione del Psr.

PRESIDENTE. Mi pare di capire che anche il relatore di minoranza sia d’accordo, quindi è possibile procedere accogliendo anche questa richiesta.

(Così rimane stabilito)

Adriana MOLLAROLI. Presidente, chiedo l’iscrizione d’urgenza della proposta di atto amministrativo n. 132 riguardante i fondi per il sostegno all’editoria locale che le Commissioni I e II hanno licenziato a maggioranza. I tempi per la richiesta di contributi decorrono da domani e noi avremmo la necessità di approvare l’atto entro oggi.

PRESIDENTE. Pongo in votazione la proposta di iscrizione d’urgenza della proposta di atto amministrativo n. 132.

Il Consiglio approva

Se non vi sono obiezioni, anche questo atto sarà posto in votazione nella seduta odierna.

(Così rimane stabilito)






Proposta di atto amministrativo (Votazione): «Modifica del piano di sviluppo rurale (Psr) 2000-2006 Regione Marche redatto ai sensi del Reg. CE 1257/99, a seguito delle osservazioni della Commissione europea» Giunta (137)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la proposta di atto amministrativo n. 137, ad iniziativa della Giunta.
Le pagine modificate sono le nn. 163, 164, 165 e 214.
Pongo in votazione il coordinamento tecnico.

Il Consiglio approva

Pongo in votazione la proposta di atto amministrativo.

Il Consiglio approva



Proposta di atto amministrativo (Discussione e votazione): «Programma degli interventi per l’anno 2004. Criteri e modalità per la concessione dei contributi ai sensi degli articoli 2 e 3 della legge regionale 6 agosto 1997, n. 51 “Norme per il sostegno dell’informazione e dell’editoria locale”» Giunta (132)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la proposta di atto amministrativo n. 132. Ha la parola il consigliere Giannotti.

Roberto GIANNOTTI. Vorrei ribadire in aula quello che ho detto in Commissione. Non capiamo perché questa Giunta regionale spenda centinaia di milioni l’anno per autopromuoversi e per fare in campagna elettorale iniziative politiche, per pubblicizzare, perché ancora è sotto gli occhi di tutti lo scandalo dei manifesti rivolti a difendere la politica fiscale e la politica sanitaria buttati nella campagna elettorale, poi si riduce l’intervento sull’editoria, addirittura tagliando dalla disponibilità finanziaria dell’anno scorso quasi 50 milioni. Mi sembra estremamente ridicolo. Proprio per denunciare questo atteggiamento che va censurato politicamente, siamo d’accordo sull’intervento in linea generale ma siamo contrari perché rappresenta l’ennesima beffa al mondo dell’informazione marchigiana.

PRESIDENTE. Pongo in votazione il coordinamento tecnico per la proposta di atto amministrativo n. 132.

Il Consiglio approva

Pongo in votazione la proposta di atto amministrativo n. 132.

Il Consiglio approva



Indirizzo di commiato

PRESIDENTE. Prima di chiudere questa seduta vorrei farvi una proposta, se volete inusuale: vorrei dedicare qualche minuto a uno di noi, anche se è uno di parte, di uno schieramento. E’ un consigliere che ha appena concluso una battaglia che ci ha visti anche divisi sul territorio, ma che oggi può vederci uniti nel dare al consigliere Silenzi un saluto che merita: per 14 anni è stato con noi, è stato protagonista nella vita della Regione. Voglio ringraziarlo e credo di poterlo fare a nome di tutti, sia i suoi colleghi della coalizione di centro-sinistra, sia gli altri, per il contributo che ha dato. Vorrei farlo anche a nome di Brini, sostenuto anche dal suo consenso rispetto a queste poche parole che rivolgo al consigliere Silenzi.
Sono certo che questi 14 anni sono stati di crescita personale e umana, oltre che politica, che ha permesso al consigliere Silenzi di raccogliere, in questa circostanza, un consenso ampio nel territorio nel quale vive e al quale ha dedicato gran parte del suo impegno e della sua attività, prima di sindaco, poi di consigliere. Mi auguro che porti dietro il lavoro svolto, che porti nel territorio la comprensione dell’importanza di questa istituzione, crescente nei prossimi anni e che aiuti il territorio maceratese a sentirsi sempre più marchigiano, a collegarsi sempre più con l’istituzione regionale e che tutto questo possa essere un bagaglio che le permetta di continuare a far bene. Grazie, consigliere.

(Applausi dei consiglieri)

Giulio SILENZI. Quattordici anni sono veramente tanti. Abbiamo attraversato fasi diverse, alcune molto difficili, altre drammatiche, belle, positive. Sono stati anni molto intensi da un punto di vista politico e umano: gli anni, per me, della maturità. Questi anni hanno coinciso con una maturità personale e politica. Metterò a servizio l’esperienza fatta. Ho un po’ di emozione dopo tanti anni, vi saluto e vi abbraccio tutti. In questi anni non ho abbracciato tutti, con qualcuno siamo stati contrapposti, giustamente, dalle posizioni, dalle scelte politiche, però sono stati anni molto intensi e molto belli, di crescita politica ed umana. Vi ringrazio, vi abbraccio, vi auguro buon lavoro per il futuro. Metterò a disposizione questa mia esperienza, ma non è un addio, perché la terra maceratese dovrà contare nelle scelte di questo Consiglio. Vi rinnovo il mio abbraccio unitamente a tutti i funzionari e ai presenti.

(Applausi dei consiglieri)

Vito D'AMBROSIO, Presidente della Giunta. Non posso dichiararmi troppo soddisfatto perché potrebbe essere letta al contrario, la cosa. Con Giulio ci siamo affiancati per lunghi anni, abbiamo lavorato insieme e bene. Sono sicuro che lavorerà a Macerata come ha lavorato qui. Per il resto, gli auguri, la buona fortuna tutto quello di cui ognuno di noi, quando si accinge a fare un nuovo percorso ha bisogno, sa che da me li ha e li ha con affetto, con sincera partecipazione a questo momento importante.
Come esperienza personale, non ti dimenticare e stai vicino a Leonardo, perché noi tentiamo sempre di mantenere sempre il privato e il pubblico: ricordiamoci che c’è un “privato forte” che “ha bisogno di...”.

(Applausi dei consiglieri)

PRESIDENTE. La seduta è tolta.


La seduta termina alle 13,55