Resoconto seduta n. 200 del 26/07/2004
La seduta inizia alle 11,00



Deliberazioni inviate dalla Giunta

PRESIDENTE. La Giunta ha invitato la deliberazione n. 783, del 6 luglio 2004, concernente: «Iscrizione nel bilancio di previsione per l'anno 2004 di entrate derivanti dall'assegnazione di fondi dallo Stato e dalla Ue per il progetto Cadsealand — Interreg III b — anno 2004 e dei relativi impieghi — euro 112.548,00»



Ordine del giorno della seduta

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il consigliere Giannotti. Ne ha facoltà.

Roberto GIANNOTTI. Chiedo l'iscrizione e la discussione, con la disponibilità anche a concordare, di una mozione sulla situazione di genocidio in Sudan, raccogliendo in questo senso l'appello del Papa. C'è un testo che è stato elaborato dal nostro gruppo e c'è la massima disponibilità a concordarlo con i gruppi. Se in conclusione potessimo votarlo credo che sia un modo adeguato di rispondere a questo appello.

PRESIDENTE. Pongo in votazione la proposta di iscrivere la mozione all'ordine del giorno.

Il Consiglio approva



Proposte di legge (Seguito della discussione generale e votazione):
«Approvazione del rendiconto generale dell’Amministrazione per l’anno 2003» Giunta (244)
«Assestamento del bilancio 2004» Giunta (251)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca le proposte di legge n. 244 e n. 251, ad iniziativa della Giunta. Le relazioni di maggioranza e di minoranza sono già state svolte.
E' aperta la discussione generale. Ha la parola il consigliere Ceroni.

Remigio CERONI. Signor Presidente, signori consiglieri, sarebbe stato preferibile affrontare questa discussione molto importante partendo dall'intervento dei due relatori di maggioranza e di opposizione. Questa Giunta preferisce nascondere ai marchigiani i risultati fallimentari della propria gestione, quindi voleva, l'altra sera, approvare in sordina il rendiconto e l'assestamento di bilancio.
Più volte vi abbiamo sollecitato inutilmente a dedicare una seduta del Consiglio regionale alla situazione finanziaria della Regione Marche. Per tutta risposta ci avete promesso un corso accelerato perché l'opposizione dà una valutazione estremamente errata della situazione finanziaria della Regione Marche.
Noi, Presidente, aspettiamo il corso ma siamo convinti di trovare al primo posto lei e l'assessore Agostini. In attesa del corso, esaminando il conto consuntivo del 2003 noi siamo fermamente convinti che voi avete portato la Regione Marche al dissesto.
Esaminando i dati che la Giunta è obbligata a fornire e per evitare dubbi citeremo anche le pagine dei documenti della Giunta dove sono contenuti, emerge con chiarezza una situazione veramente preoccupante.
Il disavanzo finanziario la Giunta lo espone in 85.231.990,54 euro sia al terzo capoverso della relazione alla P.d.L. 244/04 sia nell'allegato C2 al rendiconto in una tabella che umoristicamente è titolata: "calcolo dell'avanzo effettivamente disponibile". Il dato non ha alcuna attendibilità per due semplici motivi. Primo, che è basato su un deficit della gestione della sanità per l'anno 2002 con dati di preconsuntivo pari a 108,5 milioni di euro che la Giunta non avalla, in quanto dice che sono stati forniti dalle strutture burocratiche della sanità E' mai possibile che ad agosto del 2004 non si riesca a sapere qual è stato il deficit conseguito nella gestione della sanità dell'anno 2002? Anche il deficit relativo al 2003 viene indicato secondo il disavanzo programmato di 91 milioni di euro. Ma ciò è comprensibile: se non sapete i risultati della gestione 2002 figuriamoci quelli della gestione 2003?
Penso però che voi facciate i furbi. Se dietro la pressione delle Regioni lo Stato si farà carico di coprire una parte dei deficit delle Regioni il disavanzo vero verrà fuori se così non sarà meglio tenere nascosti i veri risultati di gestione.
A questo proposito è veramente vergognoso che nella relazione al rendiconto alla sanità che impegna l'85% del bilancio venga dedicato un paragrafo di sei righe formate da 46 parole, preposizioni e congiunzioni incluse.
L'altro motivo che rende inattendibile il dato del disavanzo sono i molti residui attivi conservati in entrata che sono da ritenersi insussistenti per svariati milioni di euro.
Per esempio: dei 9,6 milioni di euro nel titolo II risalenti agli anni dal 1989 al 1997 non si è riscosso neppure un centesimo nell'anno 2003. Sono ancora vere queste partite? E quelle del titolo III, per 3,5 milioni di euro relativi agli anni dal 1988 al 1996 dei quali, nell'anno 2003 sono stati incassati solo 21 mila euro? E quelle del titolo IV per 33,5 milioni di euro, riferite agli anni dal 1988 al 1997 sulle quali nel 2003 si sono registrati incassi per soli 370 mila euro?
Partiamo da sette anni fa per andare indietro fino a 15 anni fa.
Quali speranze di realizzazione hanno queste partite di entrata? Come si modificherà il disavanzo finanziario quando sarà accertato che molte di queste partite si dimostreranno insussistenti?
Circa il disavanzo patrimoniale, l'articolo 13 della PDL 244 quantifica il disavanzo patrimoniale in oltre 252,3, milioni di euro, più di 500 miliardi di vecchie lire. Intanto tra le attività c'è il possesso di azioni in partecipazione in società in perdita (Fiera di Pesaro e Aerdorica). Il risultato è influenzato dall'entità di "attività per beni non disponibili per circa 235 milioni di euro tra immobili, sedi, terreni, foreste demaniali, ruderi e mobili, i cui valori sono stati rivalutati nel 2003 per oltre 18 milioni di euro (vedere nota preliminare pag. 324). Per quanto riguarda l'altra componente finanziaria di natura attiva, residui attivi, vale quanto abbiamo detto pochi minuti fa.
Circa il debito, il rendiconto 2003 riporta a pag. 322 nella nota preliminare, un debito per prestiti attivati in ammortamento al primo gennaio 2004 per l'importo di 1.023.313.413,43 di euro. A questo importo occorre aggiungere il rinnovo dei mutui previsti per gli anni pregressi e non accesi che nella nota preliminare sono indicati a pag. 298 e nell'art. 6 della P.d.L. sull'assestamento si quantificano in 277 milioni di euro, a cui vanno aggiunti quelli per il ricorso al mutuo per il pareggio del bilancio 2004, che prima era previsto in 121 milioni di euro, poi è stato portato a 125 e adesso è diventato 146 milioni di euro. E' uno scandalo, perché in venti giorni sono cambiati tre volte i numeri.
A questo punto se facciamo la somma dei debiti che gravano sulle spalle dei cittadini marchigiani abbiamo raggiunto la bella cifra di 1.447.660.159,34 di euro, pari a 2800 miliardi di vecchie lire di debito, come avevamo sostenuto in sede di approvazione del bilancio di previsione.
Vale la pena ricordare che quando avete preso in mano questa regione nel 1995 avevate trovato un debito per mutui non accesi intorno ai 500 miliardi di vecchie lire. Siete riusciti in nove anni a incrementarlo fino a sei volte.
Ma non basta, siamo sicuri che non basta: per l'incertezza che grava sui reali deficit nella gestione della sanità 2002 e 2003; per i buchi nelle entrate a causa di residui attivi inesistenti; per i debiti fuori bilancio a causa dei perenti la cui copertura avete ridotto dal 74,8% al 59,4%.
Tutto questo nonostante il salasso fiscale da record italiano al quale avete sottoposto in questi anni i marchigiani con oltre 400 miliardi di vecchie lire di maggiori tasse.
Collegato al debito c'è il discorso della capacità di indebitamento. Sul B.U.R. N° 19 del 26/02/2004 è pubblicata la legge finanziaria regionale per l'anno in corso e il bilancio di previsione 2004. A pag. 2666 con il titolo "capacità di indebitamento", al punto c) viene indicato il capitale massimo mutuabile: nell'importo di 1.458.876.940,48 di euro.
Tale importo era inferiore alla entità dei mutui in essere prima delle modifiche che avete fatto giovedì scorso ed è di poco superiore alla nuova situazione dei mutui già contratti e da contrarre per far quadrare i conti ad oggi pari a 1.447 milioni di euro.
Ma c'è di più, e qui chiamo in causa il presidente della commissione bilancio Marco Lucchetti, che è distratto qui e anche in Commissione, perché le entrate iscritte nel bilancio 2004 da considerasi ai fini della capacità complessiva di indebitamento (art. 31 , quinto comma della L.R. 31/2001) espone una cifra pari a 459.838.011,64 di euro, ma se la cifra corrispondente del 2003 era 360.484.138,20 di euro e gli atti non danno conto di nessun aumento, anzi di riduzioni come è possibile tutto questo?
Siamo certi che non si comprendono entrate già finalizzate e spese che quindi non rientrano tra quelle previste dalla legge? Siamo certi che queste cifre non comprendono entrate già finalizzate e spese che quindi non rientrano tra quelle già previste dalla legge? Siamo certi che vengono rispettate le linee guida per l'attività di controllo finanziario delle Regioni previste dalla Corte dei conti per il rispetto dell'art. 23 del decreto legislativo 76/2000 e dell'art. 10 della legge 281/1970?
Ricordiamo che non possono ritenersi libere e quindi costituire garanzia, secondo la Corte dei Conti: il 28% delle entrate per tributi relativi al deposito in discarica dei rifiuti; il 90% dell'IRAP; l'IRPEF e l'IVA; le tasse regionali in materia di caccia; le tasse regionali in materia di diritto allo studio; le tasse di abilitazione all'esercizio professionale; le entrate vincolate a spesa o a copertura dei disavanzi. Sarebbe importante sapere qual è la reale situazione.
Costo di ammortamento di mutui e prestiti. Sempre nella tabella allegata al bilancio 2004 sulla capacità complessiva di indebitamento della Regione Marche, pag. 2666, al punto 2) si espone il limite massimo delle annualità per l'ammortamento di mutui e prestiti ai sensi del quinto comma dell'articolo 31 della legge di contabilità 31 /2001.
Nonostante 1'artificiosa non spiegata entità della base presa a calcolo il limite risulta indicato in 114.959.502,91 di euro. Il totale del costo di ammortamento in corso ammonta a 131.540.285,63 di euro. Come è possibile? Se c'è quel limite voi spendete di più? Ci sono poi anche le rate per i mutui da accendere per riequilibrare i bilanci, in particolare quello relativo al 2004.O Bastano altri 60 milioni di euro annui? Il limite è già eccessivo così e non servono i trucchi della Giunta per nascondere i costi di ammortamento, tant'è che avete nascosto i costi di ammortamento dei mutui sulla Upb 20808, anziché metterli tutti nella 20814. Sono trucchetti che ormai è facile smascherare, perché purtroppo le carte parlano abbastanza chiaro.
Aspettiamo sempre chiarimenti- anche per 1'operazione di swap contro legge è senza garanzia. Cosa succederà al bilancio regionale se dovessero aumentare i tassi di interesse a livello internazionale?.
Se ci fosse tempo potremmo parlare della sterile lamentela della Regione Marche contro la norma della finanziaria che vieta il ricorso all'indebitamento per finanziare investimenti indiretti, che ora è stata modificata. Nella sostanza la Regione non ha più spazi per indebitarsi, non ha soldi per le rate dei mutui, finanzia con mutuo perfino i limiti di impegno pluriennali. Non è questo forse il limite del dissesto? Come si misura il limite del dissesto?
Potremmo parlare dei tassi di utilizzo delle risorse, delle inefficienze di spesa e di gestione, del mancato incasso dei crediti e del volume crescente dei residui, e ci sarebbero tante altre cose, ma mi riservo di parlare di questo in fase di commento degli articoli.
Qualche notazione sull'assestamento. Intanto, assessore Agostini, dov'è la relazione alla proposta di legge sull'assestamento? Un indice di articoli non può essere battezzato come una relazione. L'assestamento ha bisogno di una relazione, ma non c'è relazione all'assestamento. Dov'è la relazione esplicativa contenente anche notizie sullo stato di applicazione del Poa prevista dal comma 2 dell'art. 28 della legge di contabilità? Dov'è il rapporto di gestione? Come si spiega l'art. 7 della proposta, che è una finanziaria-bis per il 2004, su cui avete inserito ulteriori spese in Commissione, ad appena venti giorni dalla presentazione della proposta? Le tabelle sostituite al rendiconto danno l'ennesima dimostrazione della inattendibilità e inaffidabilità del rendiconto regionale.
Corre voce che avete richiesto un'anticipazione di cassa di 300 milioni di euro. Nell'assestamento non c'è traccia degli interessi su questa anticipazione.
Per concludere un invito al Presidente della Giunta e all'assessore. Il rendiconto è una cosa seria. Noi siamo pronti a partecipare al corso di aggiornamento, però servono risposte attendibili a queste mie domande, puntuali, tempestive. I marchigiani debbono sapere qual è la reale situazione economica e finanziaria della Regione Marche. Non vorremmo essere costretti a raccogliere le firme per una Commissione d'inchiesta sui guasti che stiamo vivendo, oppure non vorremmo essere costretti a fare una denuncia alla Corte dei conti sui continui aggiramenti, sul mancato rispetto delle norme di legge.
Penso di avere detto abbastanza, ho fatto una serie di domande, mi auguro che una volta tanto si possano avere le risposte che i marchigiani si attendono.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Trenta.

Umberto TRENTA. Intervenire dopo un'osservazione analitica, perfetta nel contenuto — bisogna riconoscere al consigliere Ceroni, quando si parla di bilancio, una certa puntigliosità e un riscontro reale di un bilancio preoccupante — è difficile.
Sulle vicende del bilancio faccio un'osservazione formale a posteriori: noi votammo contro il bilancio, oggi non possiamo non riflettere su un assestamento di bilancio. Significa comunque, a consuntivo, che c'è qualcosa che non andava bene prima, non è andato bene dopo e non va bene oggi, quindi di per sé c'è sempre qualcosa che non va.
Però chi compone il bilancio — parlo al nostro presidente Luchetti — è una maggioranza, sicuramente supportata dal principio di legalità del bilancio stesso, perché vi sono cifre che gravano sulla famiglia, sull'economia regionale, sulla piccola e media impresa. Per questo vedo la preoccupazione del Vicepresidente Spacca che conosce molto bene la piccola e media impresa. Signori, io feci una proposta iniziale di un tavolo di concertazione che analizzasse che il bilancio preventivo fosse rispondente alle vere esigenze dell'economia regionale, per poi andare oltre. Ecco l'etica in un bilancio: significa tener conto delle reali possibilità, della realtà regionale, per poi calarla e rendere compiuto quel binomio che dovrebbe coniugarsi con il pater familiae. Il Presidente D'Ambrosio con la sua saggezza dovrebbe indirizzare il bilancio e calarlo sulla famiglia marchigiana nella sua interezza. Questo non avviene noi rileviamo preoccupati quello che dice la gente marchigiana, gente che inizia a vivere in affanno nella quotidianità. In Europa abbiamo avuto un riconoscimento, nonostante il momento difficile per l'economia internazionale, quindi con il dramma di una globalizzazione che non è ancora completamente assorbita, capita, se volete anche digerita dalla società nella sua interezza.
Noi ci accingiamo a creare l'immobiliare regionale, cioè la compravendita di beni della Regione o a fare nuove acquisizioni. Parlo della sede romana e di quella di Bruxelles. La mia visione del bilancio non va nel particolare, perché penso che non si possa non riconoscere a Ceroni la capacità di essere così puntiglioso, soprattutto quando punta il dito sulla sanità, che è il dramma regionale. Però abbiamo raddoppiato le spese per propagandare la comunicazione, quindi a un uomo che milita in Forza Italia parlare di comunicazione significa anche riconoscere che la via del futuro è nella comunicazione, cioè la capacità di comunicare tutte le cose positive che si fanno.
Il dubbio da dove viene? Che questo aumento viene alla fine di quello che è il bilancio annuale. Ormai c'è la pausa estiva, poi ci sarà a settembre la ripresa, mi auguro anche economica, a livello regionale per portare tanti benefici al nostro fare regionale. Però questo aumento è postumo ad una campagna elettorale che vide tanta polemica, anche aspra e che per certi versi non ho condiviso perché era un attacco a un nostro consigliere, oggi presidente di una delle Province delle Marche. La mia bonomia vi è nota, non parlo mai con livore, ma qualche dubbio anch'io comincio ad averlo. Però confido nella saggezza del nostro Presidente D'Ambrosio che mi auguro si avvii al terzo mandato e sarebbe un riconoscimento che merita, però vi sono problemi di altri.
Oggi è il momento di fare anche una riflessione sullo Statuto, perché la composizione dello Statuto va ad incidere sulla formazione del bilancio, e spiego perché.
Ritorno sempre al concetto dello statuire e una riflessione la debbo fare. L'interpretazione che abbiamo dato dello Statuto e che ci ha visto quasi in posizione subalterna ai Ds, qualcuno l'ha letta politicamente in una maniera forse giusta. Questo nel mio cuore, nel mio intimo, nella profondità dei miei sentimenti ha creato un turbamento vero. Noi non siamo subalterni ai Ds in questa scelta e neanche possiamo pensare di lanciare così una sponda ad una maggioranza che di fronte all'atto dello Statuto, importante e fondamentale perché riguarda l'interezza della regione Marche, della "famiglia regionale", proprio in queste cose era venuta meno. Ci hanno detto: voi siete stati quasi un "soccorso rosso". No, noi abbiamo dato coerentemente una lettura profondamente istituzionale, responsabile, una lettura che andava vista in un'altra direzione, quella di dare una risposta dovuta ai cittadini. Però la strumentalità è stata successiva. Io ebbi un battibecco, sempre simpatico, con il consigliere D'Angelo — ho una grossa considerazione e una grossa stima per Pietro D'Angelo, per essere un pungolo vero in tutte le azioni determinanti di questa Giunta, che a volte ci fa riflettere — la cui logica conclusione era "un passo avanti e uno indietro". E' in questo senso che io debbo tornare indietro ed esprimere tutta la mia contrarietà all'interpretazione di parte di una politica che sempre più viene meno, a vantaggio di altri interesse a volte, sembrerebbe, particolari. Quindi, con il senno di poi era forse meglio scendere ad un discorso meno nobile, quello di parte, anziché a quello nobile della polis e dire un no secco, forte, determinato, che non fosse consequenziale ad un impegno morale con il voto espresso nella Commissione.
Tornando al bilancio, è preoccupante. Quando andremo a Bruxelles, acquistando questa sede che sarà sicuramente prestigiosa, sontuosa, che giustamente ospiterà, mi auguro, anche qualche consigliere di minoranza oggi e, mi auguro, di maggioranza domani con un presidente della Casa delle libertà... (Interruzione). Perché oggi esprimo preoccupazione? Dissi, sullo slancio — qualcuno on capì o non gli fece comodo capire — che forse avrei espresso il mio voto favorevole a questo assestamento di bilancio. Presidente, parlo a lei quale uomo a cui debbo una crescita politica, una mia visione diversa della politica di quando, neofita, entrai e le dissi "proposta-protesta". Dissi infatti "sostituiamo la protesta con la proposta" e chiesi di avere un tavolo di concertazione sui temi importanti, che riguardano l'interezza di questa Regione Marche, cioè la programmazione economica che è un atto importante e lungimirante, e la sanità da cui nessuno si deve sentire escluso e non deve comunque subire le decisioni di un rapporto politico tra maggioranza ed opposizione. Questo manca e su questo mi auguro si possa, in seguito, condividere scelte importanti, che sono quelle della programmazione economica, che vedono, dalle proposte di tutti, un risulto che toglie responsabilità politica a chi decide in quel momento e dà un contributo vero, onesto, per tutta la comunità delle Marche.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Viventi.

Luigi VIVENTI. Per parlare di bilancio in termini adeguati vorrei intanto proporre la seguente considerazione. Io e il gruppo Udc che rappresento siamo seriamente preoccupati per lo stato delle casse regionali, così come, con altrettanta serietà, il nostro partito ha espresso preoccupazioni a livello nazionale per lo stato delle casse statali, tant'è che, quando ci siamo sforzati di argomentare tecnicamente, seriamente le proposte di riforma del sistema fiscale e dello Stato sociale, abbiamo trovato molti nemici. Oggi però voi vedete che a distanza di pochi giorni i numeri da noi ipotizzati, che allora a livello nazionale sembravano eccessivi, cioè una manovra di circa 25 miliardi di euro per mantenere i conti entro i parametri di Maastricht, sono una realtà.
Ho voluto fare questa premessa per dire che quando noi parliamo di bilancio, di cifre ecc., cerchiamo anche di spogliarci il più possibile da una demagogia politica sempre imperante e anche da constatazioni di parte che non sono tecniche.
Il bilancio della Regione — lo ripeto ormai da quattro anni — presenta obiettivamente delle difficoltà, delle crepe vistose che sono sotto gli occhi di tutti, tant'è che mi preme portare alla vostra attenzione una inchiesta de Il Sole 24 Ore, con la quale circa dieci giorni fa le Marche sono tate indicate come una delle regioni più indebitate d'Italia, con oltre un miliardo di euro di esposizione che grava sulle spalle di noi marchigiani. Un indebitamento che, come potete ben capire, costa anche circa 100 milioni l'anno di rate di ammortamento. Lo studio de Il Sole 24 Ore evidenzia, tra l'altro, che le spese finanziabili con il ricorso a mutui, quindi con ulteriore indebitamento, sono più che raddoppiate dal 2000 al 2004 e questo, per chi capisce qualche cosa di bilancio, è un dato che dimostra ampiamente che ormai non ci sono più risorse interne disponibili, nonostante che sia stata approvata la manovra del 2001 con l'aumento dell'Irpef, dell'Irap ecc. E nonostante questo non si riesce a chiudere in pareggio il bilancio ma sempre con pesanti perdite.
Per questo il giornale intitolava "I mutui strangolano la Regione Marche", perché così facendo, in pratica, quasi tutto viene finanziato con ricorso ai mutui. Questo ci fa capire che per chi deve gestire il bilancio c'è una situazione in cui non esiste più possibilità di manovra, perché tutto è coperto da mutui, quindi da debiti, per coprire altri debiti.
Voi sapete che questa situazione era stata messa al bando anche dal Governo quando, nell'ultima finanziaria, aveva disposto l'impossibilità del ricorso al finanziamento attraverso i mutui, per tutta una serie di operazioni, di finanziamenti che di solito la Regione attua. A seguito di ciò sono rimasti bloccati per circa 3-4 mesi tutti gli impegni di spesa e tutti i pagamenti relativi a queste opere ritenute dalla legge nazionale non finanziabili con i mutui. La settimana scorsa il Governo nazionale, al quale molto spesso si attribuiscono tutte le colpe e tutte le responsabilità del cattivo andamento, è invece venuto in soccorso della Regione Marche, ma ovviamente di tutte le Regioni d'Italia, modificando questa norma e consentendo in via eccezionale, per il solo 2004, il ricorso all'indebitamento ai mutui per finanziare queste spese che altrimenti non avrebbero avuto copertura finanziaria. Signori della maggioranza, questa è una situazione che non dobbiamo spostare su un piano di lotta politica ma una situazione grave di cui dovete prendere atto e discuterne seriamente, perché se non ci fosse stato questo cambiamento non avrebbero trovato copertura finanziaria circa 300 miliardi di vecchie lire di spese. In via eccezionale, per il 2004 ciò è stato possibile, ma per il 2005 cosa faremo? Quindi, come voi capite — ed è ovvio che il mio intervento è comune per assestamento e consuntivo — di fronte a una situazione di questo tipo, che si sa di maggioranza o di opposizione, non si può non essere preoccupati per lo stato delle casse regionali. Voi sapete che i deficit presunti per la sanità 2002, 2003 sono stati puntualmente azzeccati l'anno prima. Io sono meno bravo di voi, ma credo che è quasi impossibile azzeccare i deficit l'anno prima per quanto riguarda una spesa come quella sanitaria, quindi ne deduco che probabilmente questi deficit sono non veritieri.
Un dato è certo: che per quanto riguarda il contratto per la sanità, che ammonterà a circa 60 miliardi di nuove lire, esso non è assolutamente conteggiato nelle perdite, quindi cifre in aumento le avremo. Così come alcuni, anche nella maggioranza, parlavano di un uso abbastanza diffuso dello scivolamento, da un anno all'altro, di alcune spese realizzabili nel settore e probabilmente non sarebbe il primo caso, la prima e unica Regione a farlo, la nostra. Il mio ragionamento non è tanto di un attacco politico al governo delle Marche di centro-sinistra che non ha gestito con oculatezza in questi anni la propria situazione. Sicuramente per un partito di opposizione c'è una visione di questo tipo, ma le osservazioni da me fatte questa mattina in quest'aula servono soprattutto a far prendere coscienza a tutti i consiglieri regionali che la nostra situazione è terribilmente difficile e con i provvedimenti che si profilano all'orizzonte per mantenere il nostro paese all'interno dei parametri di Maastricht, credo che questa situazione non potrà che peggiorare, sicuramente non migliorare. Da qui si sviluppa un ulteriore motivo di preoccupazione. Credo che qualunque sarà la maggioranza che governerà questa Regione nel 2005 si troverà ad affrontare questo nodo irrisolto dell'indebitamento, che ha raggiunto veramente proporzioni enormi.
Questa è la preoccupazione dell'Udc, è una preoccupazione che ha connotati politici, ma insieme connotati tecnici, perché i numeri non costruiscono la politica, servono soltanto per consentirci un giudizio obiettivo.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Ciccioli.

Carlo CICCIOLI. Innanzitutto sono soddisfatto che l'assestamento di bilancio viene discusso questa mattina, anche se c'è qualche assenza nei banchi dei consiglieri, piuttosto che nella notte di giovedì scorso, perché non siamo in presenza di una discussione di modesta portata ma siamo in presenza di una discussione di notevole portata politica. Ci sono le cifre crude: per quanto riguarda il consuntivo 2003, ci sono 85 milioni di euro di disavanzo, che nel 2004, anche in presenza di questo assestamento di bilancio prosegue la linea di disavanzo. Nella stessa manovra di assestamento ci sono ulteriori 8.573.000 euro di aumenti di spesa, circa 17 miliardi ulteriori di aumento di spesa, inoltre c'è il trend ordinario del disavanzo di spesa, il che significa che, evidentemente, non ci sono manovre per acquisizione di nuove risorse che sono fondamentali in un bilancio regionale.
Credo che siano state fatte molte critiche, alcune assolutamente ingiuste, altre con dei criteri di giustezza sulla cosiddetta finanza creativa del ministro Tremonti, però tra l'assenza totale di iniziative creative e il ribadire i canali ordinari di spesa, e la necessità, invece, di inventare qualcosa per aumentare le risorse, in mezzo c'è una possibile scelta di equilibrio.
Questo assestamento di bilancio viene presentato per la prima volta prima della parentesi estiva. In genere gli assestamenti di bilancio venivano presentati sempre a settembre-ottobre, quando eravamo a chiusura dell'anno. Ricordo che un anno dissi "ci presentate l'assestamento di bilancio a novembre, questo è quasi un consuntivo". Questa volta discutiamo sull'assestamento di bilancio a luglio, ma l'appunto che ha fatto Castelli che questo bilancio, come al solito, ha scarsa trasparenza, è assolutamente vero. Sono andato a leggermi con un po' d'impegno le tabelle numeriche e dalle tabelle numeriche non si evidenzia assolutamente niente. Viceversa i documenti più espliciti sono le autorizzazioni di spesa.
Alcune delle autorizzazioni di spesa mi convincono: quella relativa a 1.342.000 euro per i contributi alle cooperative artigiane di garanzia, che è una cosa estremamente positiva, perché abbiamo visto che queste garanzie nella loro quasi totalità vanno a buon fine, quindi, evidentemente, c'è sia una correttezza delle ditte artigiane nel chiedere finanziamenti, ma anche nell'atteggiamento complessivo dei marchigiani.
Va bene il discorso di circa 537.000 euro per i programmi di cooperazione interregionale, Interreg, e va bene, anche se è cosa ridicola, 4.500 euro per il funzionamento dell’autorità ambientale regionale. Dico francamente che 9 milioni di lire per l'autorità ambientale regionale non voglio dire che li può mettere di tasca sua anche un consigliere, ma è una cifra ridicola, anche se è un’attività importante.
Così come, a differenza di altri, credo nella sottoscrizione, in particolare, di 1.212.000 euro per la partecipazione alla società Aerdorica, per l'aumento di capitale. Io credo nell'aeroporto, credo nell'Aerdorica, credo che se le Marche non hanno un aeroporto regionale all'altezza, anche in questo settore rimangono indietro nella competizione e nel trasporto. Quindi è stato giusto investire questi soldi, è giusto partecipare all'aumento di capitale, è giusto trovare tutti gli interventi possibili per quanto riguarda la movimentazione. Attualmente la capacità di mobilità delle merci e delle persone è l'elemento numero uno dell'economia. Addirittura prima della salute delle aziende viene la capacità di trasporto. Se non c'è capacità di trasporto anche un'azienda estremamente produttiva, che fa prodotti sul mercato, grande richiesta e via di seguito, perde la competizione. Quindi come non condividere questa scelta, sia quella della realizzazione delle infrastrutture e servizi per l'autotrasporto che quella dell'aeroporto?
Dove cominciamo ad andare male? La prima cosa sulla quale andiamo assolutamente male è l'acquisto delle sedi di Roma e di Bruxelles, perché è tutto possibile, è possibile che uno si compri l'attico di lusso, la seconda casa al mare, la terza casa in montagna ecc., ma prima di tutto bisogna che abbia casa propria. La casa propria, per prima cosa sono gli uffici del Consiglio regionale, che sono letteralmente impresentabili. Ho avuto ospiti consiglieri regionali di altre Regioni che mi hanno detto "ma non vi vergognate ad avere questi uffici?". Mi riferisco a quelli di via Oberdan in cui, contemporaneamente, convivono cose di tutti i tipi, dal materiale cartaceo in esubero in anfratti, alla mancanza di posti per sedersi. E' una sede assolutamente impresentabile. Quindi, prima di comprarsi la "casa al mare" — quella a Roma — e la "casa in montagna" — quella a Bruxelles — è fondamentale comprare la sede adeguata per gli uffici del Consiglio regionale. A meno che rimanga il pallino di dire: visto che oggi, finalmente, la Giunta regionale comincia ad avere, attraverso la sede dell'assessorato alla sanità, la sede dove siamo allocati anche noi e la sede della Giunta, un minimo di decenza, il Consiglio regionale deve rimanere assolutamente nelle baracche. Quindi il primo investimento da fare è per l'acquisto di una sede.
Ho letto l'ordine del giorno della Commissione sull’acquisto del palazzo delle Ferrovie, ci credo ed è una cosa assolutamente da portare avanti, però in fretta, anche perché la sede di Roma quante volte è utilizzata? Pochissime. Sono andato qualche volta alla sede di Roma, ci ho fatto anche un paio di conferenze stampa, è un palazzo bello, assolutamente inutilizzato, i costi non hanno alcuna giustificazione, perché tranne in casi rari la sede rimane assolutamente vuota e non serve.
Andai all'inaugurazione della sede di Bruxelles — il "patto tra le Regioni dell'Italia centrale" — e credo che sia importante avere una sede a Bruxelles, ma proprio per la natura dinamica che dovrebbe avere l'istituzione a Bruxelles, credo che si potrebbe tranquillamente andare avanti con un discorso di ospitalità o di co-solidarietà con altre strutture, cominciando dalle camere di commercio e tutto il resto. Qui invece l'impatto è fortissimo, perché noi spendiamo, in tutto l'assestamento di bilancio, 2.525.000 euro per l'acquisto della sede di Roma e 1.375.000 euro per l'acquisto di quella di Bruxelles. Più di mezza manovra dell'assestamento di bilancio è per l'acquisto di queste due sedi. Ho parlato di cose estremamente positive, come la partecipazione Aerdorica, di 2.300 milioni, ho parlato in positivo di un miliardo e mezzo per le cooperative artigiane di garanzie, cose che condivido, ma rispetto agli 8 miliardi sono poca roba. Tutto è sulla vicenda della sede.
C'è un'altra cifra significativa a bilancio, esattamente 497.000 euro per l'attività dell'Aptr. Anche questa è una cifra che condivido, ma del tutto insufficiente, anche questa, all'attività di promozione turistica. Abbiamo quattro lire per la promozione turistica. Non voglio dire di confrontarla alle cifre della Regione Emilia Romagna, perché tutti sanno che nella costa romagnola ci sono risorse incredibili, ma anche altre Regioni "minori" investono di più nel turismo. Il turismo è una delle attività di ricambio rispetto alla perdita di posti di lavoro nel settore manifatturiero. Io sono l’ultimo degli analisti economici, ma ormai tutti si sono resi conto che le Marche, l'Italia, il mondo occidentale hanno perso la competizione sul manifatturiero di grado medio-basso e siccome le Marche esprimevano nel settore manifatturiero un grado medio-basso, dalle calzature ma non solo quelle, ci deve essere una prospettiva di ricambio, che non può che essere il turismo. Non ce n'è altra. Noi possiamo vendere i beni culturali, l'ambiente, il clima, la qualità della vita. Cose che possono promuovere il futuro dell'occupazione, quindi il benessere dei marchigiani. Non possiamo allora trattare la promozione turistica come residuale, come cosa che bisogna fare, magari tagliando un po'. A questo dobbiamo puntare molto di più. Invece di spendere 8 miliardi per due sedi che servono poco, spendiamo 8 miliardi in più per la promozione turistica, per l'avvio, tra due anni, di possibilità di posti di lavoro, investimenti, miglioramento della recettività alberghiera. Sapete quante sono le richieste di aiuto per migliorare la qualità dell'ospitalità che non vengono evase, non perché no ci sono i requisiti ma perché mancano i fondi? L'assessore non riesce a dare i fondi. Io ho parlato più volte con imprenditori del settore, albergatori, i quali dicono "io vorrei fare, ma non abbiamo tutti questi utili da reinvestire".
Questo assestamento di bilancio non risponde al requisito del risanamento della spesa e degli investimenti per cose che riproducono poi ricadute in positivo. A fine del 2004 occorrerà accendere un mutuo di ulteriori 146 milioni di euro, per ripianare il consuntivo 2004, quindi altri 300 milioni di sbilancio. Allora qualcosa non va. Non prendiamocela sempre solo con il Governo nazionale. E' come gli studenti che vanno a dare l'esame e la colpa è sempre del professore che non ha loro insegnato bene, del fatto che quel giorno qualcuno ce l'aveva con loro, del fatto che, non si sa perché, non è stato finito il programma. Chi funziona se la cava da solo, sempre, nella vita, quindi non c'è mai il professore cattivo, il concorso andato male, i soldi che non sono arrivati, la famiglia che non ti ha sostenuto (in questo caso il Governo nazionale). Chi si copre dietro questi alibi manipola e cerca di dire le cose che non sono, chi se la cava va avanti lo stesso, cerca di trovare risorse, mette in atto strumenti ulteriori per l'acquisizione, per esempio, dei fondi europei, perché non è affatto vero che le Marche sono andate così bene nei fondi europei; le Marche avrebbero possibilità di pescare molto di più sui fondi europei, soprattutto su quelli non finalizzati. Oggi c'è la possibilità di accedere a fondi liberi che non sono previsti tra gli obiettivi, negli assi particolari, ma attraverso la progettualità si introitano risorse, cosa che l'Irlanda e la Spagna hanno fatto a mani base e che l'Italia non riesce a fare, in particolare la nostra Regione.
Do ovviamente una valutazione negativa a questa revisione di mezzo periodo. I 146 miliardi di ulteriore mutuo che sarà necessario accendere a fine anno, i 147 miliardi di sbilancio del consuntivo 2003, la decisione di questi 8 miliardi per acquistare sedi, non voglio dire superflue, ma non necessarie nelle priorità, a Bruxelles e a Roma, mi portano a dare un'ulteriore nota estremamente negativa a questo documento contabile.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Procaccini.

Cesare PROCACCINI. Noi crediamo che tutti gli atti di bilancio siano non neutrali o tecnici, come diceva il consigliere Viventi, ma hanno, soprattutto in questa fase, una forte connotazione di tipo politico, perché la difficoltà a reperire risorse è sempre all’ordine del giorno nella storia degli enti locali. Una pubblica amministrazione ha sempre il compito primario di accorciare il divario tra la possibilità economica, che è sempre più bassa, e la necessità sociale che, al contrario, è sempre più alta. Una divario che purtroppo si allunga, non per un fatto interno all’ente Regione o a tutti gli altri enti locali, ma in via principale per fattori esterni. Infatti nella finanziaria in vigore — lo dico a voi che siete così bravi a leggere i resoconti de Il Sole 24 Ore — sono stati tagliati i trasferimenti ai Comuni da un minimo del 6,8% ad un massimo del 28%. Sono stati tagliati i fondi per la sanità, i posti letto negli ospedali (-1.400 nelle Marche), è stato dimezzato il fondo nazionale per l’assistenza. Il Governo non solo ha fatto questo, esperti della Casa delle libertà, ma ha in corso una cosiddetta “manovra aggiuntiva” che opererà una “stangata nella stangata”, in primo luogo verso le Regioni ma anche verso i Comuni e verso il sistema economico. Un altro taglio ai servizi sociali: tutte le Regioni sono in rivolta, con alla testa quelle del centro-sinistra, ma tutte in rivolta, perché è in pericolo la tenuta dell’assetto statale. La cosiddetta “finanza creativa” in realtà è stata fallimentare, non solo perché dentro di essa si è concretizzata la crisi di governo, ma perché oggi le Regioni e tutto il sistema degli enti locali deve far fronte con propri fondi ai servizi che erano garantiti dallo Stato. La ricetta liberista — ad esempio l’eliminazione dell’Irap — porterà ad ulteriori disastri. La parola d’ordine “più mercato e meno Stato” ha peggiorato la situazione, non l’ha migliorata. Al contrario occorrerebbe più Stato e meno mercato, soprattutto nei settori principali della sanità, della scuola, del trasporto pubblico e in tutti i servizi collettivi, come la gestione del ciclo delle acque e lo sviluppo urbanistico su area vasta, la tenuta del territorio, il mantenimento del patrimonio pubblico immobiliare dello Stato. In tutto questo c’entrano in pieno il bilancio e l’utilizzo e gli utilizzi delle risorse. Il federalismo, pi la controriforma dello Stato hanno a che fare con la tenuta dello Stato sociale, che non verrà più garantito ma sarà posto anch’esso all’interno del soggettivismo del tessuto economico in cui si trova.
Se una realtà, una scuola, l’autonomia scolastica sarà ubicata in una zona ricca potrà sopravvivere, altrimenti dovrà morire, perché lì il tessuto economico è più debole e quindi anche la scuola pubblica, la sanità saranno più deboli, più residuali.
Quindi, all’interno di questo contesto bisognerebbe approfondire anche una riflessione sulle prospettive.
Sarà così anche per gli enti locali, perché oggi se sei ricco tutto va bene, se sei povero ti arrangi. Non riguarda solo le persone ma anche le amministrazioni pubbliche.
In questo contesto, dunque, gli atti di bilancio non sono affatto neutrali, sono esclusivamente politici, perché dicono se si vuol seguire il percorso sociale oppure la strada delle privatizzazioni. E’ in ciò che bisogna individuare delle priorità. In primo luogo eliminare tutte le gestioni dirette o indirette che le Regioni ancora operano. Bisogna accelerare al pi presto i trasferimenti alle Province in tutti i settori previsti e completare anche tutta la partita della formazione professionale. Al tempo stesso bisognerebbe approfondire alcune questioni che secondo noi non sono state approfondite del tutto, come l’acquisto delle sedi, perché in condizioni normali l’acquisto delle sedi esterne assumerebbe dei fatti positivi, ma in condizioni di difficoltà pubblica acquisire delle sedi a Roma o Bruxelles pone degli interrrogativi, in primo luogo dal punto di vista finanziario, ma anche dal punto di vista istituzionale, perché secondo noi dovrebbero essere gli organismi nazionali, per quanto riguarda lo Stato, e internazionali per quanto riguarda le sedi regionali nel Parlamento europeo, a garantire per le Regioni stesse le sedi. Non possiamo prevedere delle proprietà così, come se niente fosse.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Grandinetti.

Fabrizio GRANDINETTI. Vorrei illustrare un ordine del giorno inerente la famiglia.
Innanzitutto diciamo che la famiglia è una società naturale fondata sul matrimonio e rappresenta l’istituzione principale del nostro paese e ne costituisce l’elemento essenziale di crescita civile ed economica. Anche per fugare dichiarazioni giornalistiche riguardo al nostro atteggiamento in sede di approvazione dello Statuto della Regione Marche. Per noi la famiglia è quella che, sotto l’aspetto della Costituzione è raffigurata dall’art. 29. Per quanto riguarda le altre unioni io ritengo che tutto sia possibile, ma la famiglia è quella, quindi noi vogliamo che sia rispettata la famiglia così concepita, legalmente, nel sentire della gente. A questo proposito, riguardo a dichiarazioni che ho sentito anche da parte dal Forum delle famiglie che manderà delle lettere a tutti i cittadini marchigiani per far sapere chi ha votato a favore dello Statuto e chi contro, mi sembra una degenerazione dell’associazionismo. Volendo si può far conoscere l’atteggiamento che hanno avuto i consiglieri su un articolo dello Statuto, ma lo Statuto è un atto omnicomprensivo, quindi noi, pur non condividendolo interamente, l’abbiamo votato per senso dell’istituzione e di responsabilità, come bene illustrato dal nostro coordinatore regionale in sede di dichiarazione di voto. Questo è da specificarlo: una cosa è un articolo, altra cosa lo Statuto nella sua completezza.
Noi diciamo in questo ordine del giorno che la famiglia attraversa un momento di difficoltà per ragioni internazionali, continentali, economiche ecc., quindi vogliamo che il Consiglio regionale si impegni a legiferare in favore della famiglia, una richiesta che si fa a più voci, dal centro-sinistra al centro-destra anche a livello nazionale, per cercare di favorirla anche sotto l’aspetto economico, legiferando in favore, cercando sgravi fiscali per quanto riguarda questo importante nucleo della nostra società, il più importante della comunità umana, molto sentito da tutti i marchigiani.
Quindi noi impegniamo la Giunta a essere sensibile a questo problema importante, in questa situazione particolare.

PRESIDENTE. Ha la parola l’assessore Agostini.

Luciano AGOSTINI. Vorrei fare delle rapidissime conclusioni, perché rispondere nel merito di alcune accuse mi pare del tutto insensato, poiché sono ormai tre anni che si tenta da parte del governo regionale di dare alcune risposte di merito e puntualizzare su alcuni aspetti tecnici, come quello del debito, di cercare di far capire la differenza tra mutui contratti e mutui autorizzati. Ma mi pare che questo non giova, quindi evidentemente, da parte dell’opposizione vale la regola di Bertoldo, che diceva che non c’è peggior sordo di quello che non vuol sentire. Proprio perché non si vuol sentire, mi limiterò a fare alcuna valutazioni di carattere politico, rimandando — forse lì si abolirà la regola “bertoldiana” — a questo famoso seminario.
Vorrei fare una prima valutazione di carattere aggiuntivo. Se trovassimo il punto di sintesi e di intesa, si potrebbe individuare la Corte dei conti come soggetto terzo che dà valutazioni, non solo di carattere contabile, alla finanza regionale, potremmo verificare cosa dice la stessa Corte dei conti sugli atti che dobbiamo approvare questa mattina. Né a me piace, caro Ceroni, discutere, confrontarmi sul piano politico mettendo la pistola sopra il tavolo e dicendo “prima o dopo dovremo ricorrere alla Corte dei conti, alla Commissione d’inchiesta”. Proprio perché non mi piace discutere con la pistola sopra il tavolo, togliamo la pistola. Se ci sono casi bene individuati che il Consiglio ritiene debbano essere valutati dalla Commissione d’inchiesta si faccia pure, ma si discuta nel merito del caso specifico, altrimenti c’è un’accusa di carattere generale, per infangare in maniera generica sul piano politico l’azione del governo. Così come, se ci sono degli elementi da parte dei consiglieri di minoranza, ma anche di maggioranza — perché attiene all’etica del comportamento di ognuno — che dimostrano irregolarità sul piano della legittimità contabile, ci si rivolga pure alla Corte dei conti. Se lei intende rivolgersi alla Corte dei conti, consigliere Ceroni, ci si rivolga per un arco temporale più lungo degli ultimi tre anni, faccia una disamina a tutto campo, a 360 gradi, che prenda gli ultimi 10-15 anni, per dissipare eventuali dubbi. Questo lo dico perché il confronto politico tra le parti, in Consiglio regionale, non può essere fatto dicendo “altrimenti andremo a...”. Se c’è un riscontro di carattere oggettivo si faccia. Qualora lei voglia rivolgersi alla Corte dei conti, ci si rivolga per un arco temporale anche più ampio.
In merito alle considerazioni che la Corte dei conti ha fatto sul rendiconto dell’esercizio finanziario 2003 vorrei leggere alcuni passi, perché se la Corte dei conti vale sempre, il richiamo deve valere, a maggior ragione, sulle valutazioni che la stessa Corte fa dell’atto che dobbiamo approvare. Leggerò tre-quattro frasi che rendono il senso delle cose che si vuol dire nella relazione, rimandando i consiglieri a una lettura più articolata, più fluida di tutta la relazione. Ai punti 1) e 2) rilevo in maniera del tutto soddisfacente, per il lavoro, il percorso che abbiamo compiuto in questi anni. Dice la Corte: “Alcune osservazioni preliminari meritano la qualità e la completezza delle informazioni rese disponibili per una valutazione dei risultati contabili”. Mi pare strano che il relatore di minoranza dicesse che non era in grado di poter dare un giudizio, né negativo né positivo, sul rendiconto e sull’assestamento, quando la stessa Corte dei conti dice che la completezza delle informazioni ha reso disponibile una valutazione dei risultati contabili.
Un altro passaggio molto importante: “Una nuova struttura con una organizzazione dei capitoli in Upb, in funzioni-obiettivo e in aree di intervento, che permette un più immediato collegamento tra dati contabili ed obiettivi programmatici.
Capisco che chi, come noi, si occupa di bilancio, è portato “a dare i numeri”, però vorrei che si individuasse che l’organizzazione per unità previsionali di base, non è una sorta di imbroglio, come si è cercato di dire, ma lo strumento che ci siamo dati per collegare le azioni contabili alle azioni programmatiche e di questo mi pare che il soggetto terzo a cui ci richiamavamo, ne dà completamente atto.
Leggo un’altra affermazione importante, dal mio punto di vista: “La gestione finanziaria per il 2003 si è svolta secondo il profilo programmatico delineato con il documento di programmazione economica e finanziaria per il triennio 2003-2005. Il Dpefr approvato contestualmente ala manovra finanziaria e alla legge di bilancio nel marzo del 2003 ha confermato la strategia già indicata nel 2002, per una correzione strutturale degli squilibri finanziari regionali, strategia basata sulla razionalizzazione della spesa corrente, in particolare di quella per la sanità, sulla riorganizzazione e semplificazione del sistema di partecipazione regionale e degli enti strumentali e sulla rimodulazione delle risorse trasferite al sistema delle autonomie in virtù delle leggi sul decentramento. A queste linee di intervento se ne erano aggiunte di ulteriori: il riordino normativo attraverso l’emanazione di leggi organiche e testi unici di settore, l’ulteriore attuazione dei processi di decentramento amministrativo, l’implementazione degli strumenti di programmazione generale e settoriale, una maggiore attenzione all’ingegneria finanziaria e alla gestione della finanza innovativa; Tutto ciò in un quadro in cui si è previsto il mantenimento, anche per il 2003, della pressione fiscale derivante da risorse tributarie autonome, frutto della manovra fiscale approvata a fine 2001, a fronte di una tendenziale riduzione nel bilancio pluriennale, per gli anni successivi del triennio di riferimento, a partire dal 2004. La legge finanziaria regionale e la legge di bilancio hanno provveduto a confermare gli orientamenti contenuti nei documenti programmatici”.
Capisco che queste cose, dette in maniera esplicita portino alla disattenzione e alla mancanza anche del relatore di minoranza, ma mi assumerò anche l’onere di farvi avere la relazione...

Remigio CERONI. Rispondi alle mie domande...

Luciano AGOSTINI. Le risposte stanno qui, e se non si capiscono nemmeno le frasi semplici così come sono state composte dalla Corte dei conti, a questo punto non c’è seminario che tenga.
Potrei andare avanti per almeno un’altra pagina sulle cose che sono state dette dalla Corte dei conti e, data la premessa unilaterale che ho fatto io ma a cui ti sei richiamato anche tu, sull’essere soggetto non solo di controllo ma terzo, credo che questo sia un documento inoppugnabile, che non può essere discusso dalle parti ma che va solo ed esclusivamente registrato e va preso per quello che esso dice in maniera semplice ed inequivocabile su alcuni passaggi. Come per altri aspetti, certamente critici, assumiamo la responsabilità di ciò che c’è scritto.
Vorrei poi rispondere ad alcune cose che qui sono state dette, come il riferimento al rispetto della programmazione, che mi pare sia il dato certo, il dato concreto su cui dobbiamo riflettere. Non capisco lo scetticismo del consigliere Viventi. Mi pare che una buona Amministrazione debba poter programmare nel tempo la propria azione di risanamento e di obiettivi politici. Dietro i dati della sanità mi pare che non vi sia nessun male; vi possono essere delle spese contenute e non strutturali: discutiamo, verifichiamole, è possibile che questo ci possa essere, ma ad esempio non viene rilevato che la Regione Marche è una delle pochissime Regioni italiane ad avere già accantonato la spesa per il contratto di lavoro, che rientra dentro il budget, quindi anche dentro il deficit complessivo. Se lei andasse a fare una rivisitazione indietro nel tempo, consigliere Ceroni, si accorgerebbe che per tanto tempo nella nostra Regione l’assestamento era il dato centrale di bilancio, perché di fatto il bilancio di previsione si faceva con l’assestamento, non rispettando i tempi di approvazione del bilancio e concentrando tutte le esigenze che provenivano dalla gestione annuale, all’attività di assestamento. Mi pare che da alcuni anni abbiamo ripristinato gli strumenti, quindi il bilancio di previsione è veramente bilancio di previsione e viene approvato nel rispetto dei tempi, il Dpefr fa la programmazione di carattere generale sulla politica e l’assestamento aggiusta la previsione, non la definisce, come invece accadeva fino a qualche anno fa. Anche se sono risultati di carattere formale come lei ben sa, nella pubblica amministrazione la forma diventa ampiamente sostanza.
Lei faceva un rilievo sulle anticipazioni. Ho cercato di evitare, almeno in questa replica, di tener conto delle politiche nazionali, perché sarebbe fin troppo semplice scatenare una polemica politica considerando ciò che il Governo ha fatto in questi due anni e quello che sta facendo in materia economica, sarebbe stato fin troppo semplice. Però se per primo lei rileva che la Regione Marche fa un’anticipazione di 300 milioni, intanto il tasso di interesse sta nella convenzione stipulata con il tesoriere, quindi basterebbe guardare questo, consigliere Ceroni. I 300 milioni di anticipazioni sono necessitati dai 400 milioni che in termini di cassa non arrivano dai trasferimenti nazionali e non arriva neanche l’addizionale Irpef che abbiamo dovuto fare nel 2001. Non è ancora arrivato un euro dallo Stato e dal Governo, della manovra fiscale che abbiamo dovuto fare nel 2001.
Vorrei rispondere brevemente sulla questione delle politiche comunitarie, sulla revisione di metà periodo alle considerazioni che faceva, in parte positivamente, sull’assestamento, il presidente del gruppo di An Ciccioli. Noi abbiamo fatto la revisione di metà periodo e nella revisione di metà periodo si fa un bilancio dell’azione delle politiche comunitarie, un bilancio che ha portato a rimodellare alcune azioni su quelle che hanno avuto più tiraggio, ma un bilancio anche in termini finanziari. Se su tutti i canali finanziari su cui la Regione ha lavorato in questi anni riesce a raggiungere gli obiettivi e quindi le premialità sul Fse, sul Fesr, sul Feoga, sul Leader Plus, come si può dire che per quanto riguarda le politiche comunitarie la Regione Marche non è attenta? Siamo alla polemica paradossale, se riusciamo a raggiungere tutti gli obiettivi e quindi a centrare le premialità. Noi, in questo assestamento e nel bilancio di previsione abbiamo potuto tener conto di risorse aggiuntive perché abbiamo centrato quegli obiettivi di spesa. Si può non essere d’accordo sul metodo della riconsiderazione delle azioni che abbiamo svolto, ma i dati sono dati, i risultati finanziari aggiuntivi sono risultati raggiunti e questi sono di carattere oggettivo.
Sulle sedi vogliamo fare un po’ di demagogia populistica spicciola, di “basso macello” e a buon mercato? Si faccia pure, ma noi abbiamo affrontato la questione delle sedi di Roma e di Bruxelles di fronte a due sfratti esecutivi e di fronte a un aumento dei canoni di affitto che non avrebbero giustificato più l’affitto stesso, per cui, proprio in linea con quell’art. 3 a cui si richiamava il consigliere Ceroni, abbiamo cercato di mutare il costo d’affitto in patrimonializzazioni, quindi in una spesa di investimento, di fronte a due sfratti esecutivi. A meno che chi, come il relatore di minoranza, che dice di avere più cultura di governo di noi, possa dire che si può fare a meno della sede di Roma o di quella di Bruxelles. Siccome noi pensiamo, in virtù della nostra cultura di governo, che avere la sede di Bruxelles insieme ad altre Regioni — quindi non c’è uno sperpero di denaro, perché ci siamo preoccupati di farlo insieme ad altre Regioni, così come stiamo facendo per la sede di Roma — sia importante, credo che di fronte a due sfratti esecutivi non potevamo non rispondere.
Infine vorrei fare una chiusura di carattere politico rispetto a un’affermazione che a me è sembrato molto strano venisse fatta dal relatore di minoranza consigliere Castelli, che ci imputava una mancanza di cultura di governo. Proprio in questi giorni, pensando alla vostra cultura di governo, pensando alla cultura di governo di Alleanza nazionale, che si assume la responsabilità in questi giorni di aprire una verifica del Governo nazionale, per dare stabilità a Berlusconi e a Forza Italia, il commissario europeo all’Udc, la devolution alla Lega e Alleanza nazionale portare a casa solo l’assunzione di responsabilità politica di avere aperto, di fronte agli italiani, un teatrino delle verifiche della politica della “prima Repubblica”, a me pare che se la cultura di governo a cui dobbiamo richiamarci è questa, facciamo bene ad andare per la nostra strada.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Luchetti, per la replica.

Marco LUCHETTI. Credo che così come abbiamo organizzato il dibattito, dimostri anche, nonostante tutto quello che diciamo, una disattenzione complessiva da parte nostra rispetto a questi documenti, che sono importantissimi, che attengono al governo di questa Regione e che purtroppo, molte volte, vengono affrontati in via demagogica o attraverso delle analisi che sono il frutto, più che di un’attenta verifica delle cose che balenano all’attenzione dei consiglieri, di un confronto non portato avanti fino in fondo, ma tanto c’è qualcuno che ha la verità in tasca e la butta là.
Le argomentazioni che il consigliere Castelli, come relatore di minoranza ha già avuto modo di sottolineare in Commissione riguardano la illeggibilità del bilancio che è una cosa vera, ma sono cose che purtroppo attengono ad una tecnicalità dovuta ad una normativa che indubbiamente di per sé potrebbe essere semplificata, ma fino a un certo punto, perché le dimensioni di un bilancio regionale sono tali e la vita della Regione che sta dietro a quel bilancio è talmente complicata, per la sua vastità che diventa difficile potersi rendere conto fino in fondo delle cifre che vengono poste là e delle scelte che sottendono quelle cifre.
Le osservazioni di Castelli, la II Commissione ha fatto un tentativo di affrontarle anche prima, ma non ci siamo riusciti, sia per le questioni dell’attività regionale, sia perché tutti coloro che le chiedono non sono disponibili al momento giusto. Quindi dispiace mettere in piedi delle iniziative a chiarimento del bilancio, quando proprio quelli che dovrebbero starci, vedi i consiglieri di maggioranza e di minoranza, on ci sono e pertanto si rinvia. Sono sempre le stesse cose che si dicono e speriamo di poterci migliorare, però credo già di sottolineare che lo sforzo di mettere a regime il meccanismo della legge 31, di rispettarne i tempi non è stata cosa semplice, a me sembra che sia una cosa da dover sottolineare. E’ chiaro che la minoranza tenda ad annebbiare un risultato che aveva sempre sottolineato in passato perché c’erano sempre ritardi, adesso gliel’abbiamo fatta, è chiaro che siamo rientrati...

Carlo CICCIOLI. Io ti ho dato atto che per la prima volta siamo puntuali.

Marco LUCHETTI. Prendo atto di quanto ha detto il collega Ciccioli circa il fatto che finalmente gliel’abbiamo fatta, e non è stata una cosa semplice. Questo ci darà la possibilità di affrontare in futuro il bilancio preventivo 2005, speriamo in tempo debito.
Ciccioli ha però anche detto “non fate sempre il piano nei confronti del Governo quale responsabilità dell’impossibilità di poter governare meglio il bilancio regionale”. Non è problema di fare il pianto. Se il collega Ciccioli ascoltasse i consiglieri di altre Regioni — anche Regioni governate da rappresentanti del suo partito — saprebbe cosa dicono. Sembra di sottolineare sempre questo aspetto, ma molte difficoltà che abbiamo nel bilancio regionale, considerato che la finanza che ci riguarda è quasi del tutto derivata, sono da attribuire a chi non riesce a dare alle Regioni delle risorse sufficienti.
Voglio sottolineare ancora una volta quello che si sta facendo nel campo della sanità. Il fatto che ci siamo incamminati verso un riordino della spesa sanitaria dandoci degli obiettivi, per ora rispettati, di fronte a una inflazione crescente, di fronte a dei fondi che non bastano assolutamente, significa che si sta facendo un grande lavoro da questo punto di vista, tenendo conto che la sanità rappresenta l’80% del bilancio regionale.
Non si tratta di fare il pianto ma di dire le cose come stanno. Se si fanno delle finanziarie dove si impedisce addirittura di contrarre mutui per le attività produttive per lo sviluppo, credo che sia un dato di fatto: si impedisce la capacità di una Regione a far fronte agli impegni che doverosamente sono stati contratti.
Pertanto credo che questa situazione del bilancio regionale non potrà andare avanti così a lungo, a meno che vogliamo dire che le Regioni non debbono far altro che gestire quelle cifre che hanno a disposizione, che sono rilevanti, ma quando non bastano più neanche a far fronte ai servizi essenziali, poi ci si trova di fronte a delle scelte sicuramente non accettabili.
Questa situazione che abbiamo oggi e che già ci siamo trovati a dover affrontare per le scelte che ha fatto l’ultimo decreto che il Governo ha varato con la “manovrina”, che già incide direttamente sulla diminuzione delle disponibilità per il 2004, sarà molto più grave nel 2005. Noi facciamo un bilancio di assestamento per il 2004 che è rose e fiori in rapporto a quello che sarà il prossimo anno, perché se il prossimo anno andranno avanti i provvedimenti già contenuti nell’art. 3 della finanziaria, non avremo davanti un futuro roseo, anzi dovremo apportare ulteriori tagli alla situazione di precarietà che già abbiamo di fronte.
Quindi non è un dare la responsabilità ad altri così come diceva Ciccioli, come fa lo studente nei confronti del professore. Qui c’è da dire come stanno le cose e c’è una indisponibilità da parte del Governo di trasferimenti alle Regioni e agli enti locali di cifre consistenti che tagliano assolutamente la spesa. Da questo punto di vista, tutto questo atteggiamento che si sta tenendo da parte del Governo centrale contraddice l’asserita volontà di fare il federalismo. Così il federalismo non si fa, non solo perché le istituzioni non sono adeguate e addirittura si vuol andare oltre, ma se federalismo significa non mettere gli enti locali in condizioni di fare il proprio lavoro, non credo che si possa parlare di federalismo. Il problema del federalismo è sicuramente legato all’attuazione del 119 del titolo V della Costituzione, dove si dovrebbe dare la possibilità alla Regione di avere entrate certe rispetto ad un’incertezza costante, tanto è vero che l’assessore ha giustamente affermato che l’assestamento è forse il bilancio che più risponde esattamente alle condizioni delle disponibilità della Regione piuttosto che il preventivo, perché il preventivo non si riuscirà mai a fare in rapporto al fatto che le finanziarie vengono definite ma i trasferimenti sono incerti e non si sa quando verranno passati e realizzati.

Carlo CICCIOLI. ...ci fai l’anticipazione bancaria.

Marco LUCHETTI. Non è questo il problema. Addirittura ci sono dei trasferimenti rispetto ai quali sono state fatte delle battaglie per farsi dare gli stessi soldi dell’anno precedente. I servizi sociali hanno mantenuto i livelli dell’anno precedente tenendo conto che il fatto stesso dell’inflazione è non irrilevante, in cifre consistenti. Su 4.600 miliardi della sanità, un punto di inflazione sono 40 miliardi, non bruscolini. Questa disattenzione è una osa delicatissima, che ci mette in condizioni di governare male dal punto di vista della Regione.
Vengo a Ceroni. Credo che quanto Ceroni ha detto in questa sala — sono cose piuttosto rilevanti e gravi — sono osservazioni che ho sentito da qualche altra parte. Invito Ceroni a verificare personalmente le cose che ha detto, perché non solo si fa una erta confusione di cifre, nel senso che si mischiano i mutui per la sanità con i mutui che la Regione contrae per altre questioni, ma c’è da porre attenzione alle cose che vengono dette.
Si afferma che i cespiti non sono calcolati bene. Penso che sia il caso che venga fatta chiarezza, come ha detto l’assessore, da questo punto di vista, tenendo conto che già la Corte dei conti queste cose le ha verificate e tenendo conto che c’è stato un netto miglioramento...

Remigio CERONI. Chi le deve chiarire, l’opposizione o la maggioranza?

Marco LUCHETTI. Siccome le cose che hai sollevato sono importanti e rilevanti e siccome mi sono fatto carico di affrontarle in qualche modo e mi sembra che tutto sommato sono cose che si possono chiarire, in un’aula come questa non posso mettermi a dire se quei miliardi che sono stati defalcati da quel conteggio sono giusti o no. Siccome è cosa fatta, ti prego di verificarla personalmente, perché per me non è una cosa corretta quella che hai detto. Il problema è che queste osservazioni, prima di enunciarle andrebbero verificate personalmente da chi le fa, perché ci sono delle persone che possono dare una mano qualche volta, che soltanto per dare una mano sbagliano, a volte, in eccesso ed è bene che stiano tranquilli quelli che possono dire la propria e che non hanno il dato concreto, perché rischiano di inventare cose che non esistono e probabilmente sono fagocitati da qualche smania di protagonismo piuttosto che dire fino in fondo la verità. Ci possono anche essere delle cose da verificare e da aggiustare, ma non sono sicuramente cose sostanziali.
E’ stata fatta un’osservazione circa un eccesso di legislazione: ci possiamo mettere mano, togliendo qualche tabella messa in più. Queste osservazioni lasciano veramente il tempo che trovano, non sono sostanziali. Dovrebbe comunque far fede quello che ha detto l’assessore, cioè che la Corte dei conti, che ha controllato fino in fondo la situazione della contabilità regionale, ha espresso il suo giudizio e chi millanta credito sotto altri aspetti bisogna che stia attento a quello che dice, perché qualche volta si corre il rischio di predicare bene e di razzolare male.
Credo che l’assestamento, così come proposto, denota la difficoltà di cui ho parlato, ma ritengo sia un assestamento che ci mette in condizioni ottimali per il prossimo anno di fare un preventivo con la speranza che qualcosa cambi. Io non sono molto fiducioso rispetto alle notizie che si hanno in giro: la diminuzione delle tasse e altre questioni significano tagli di spese e se questo sarà il trend, come già annunciato nella Conferenza Stato-Regioni, non sicuramente non ci troveremo in acque tranquille.
Bisogna sottolineare che sempre di più si sta facendo uno sforzo di fare chiarezza nell’ambito del bilancio attraverso la suddivisione in Upb, cercando di portare il ragionamento sul bilancio più che sulle questioni di piccolo cabotaggio, sulla strategia complessiva della Regione. Questo è probabilmente il grande limite che abbiamo di fronte alla valutazione da parte del Consiglio dei documenti contabili, cioè l’incapacità di mettere insieme le analisi degli obiettivi con le risorse. Finché non saremo in grado di fare questa operazione, che è quella che dovrebbe fare il Consiglio, cioè mettere a punto una strategia politica e di programmazione con le risorse date, probabilmente staremo qui a discutere del capitolo A e del capitolo B, senza cogliere, sostanzialmente, il vero ruolo di un Consiglio regionale che dovrebbe paragonare le proprie risorse soprattutto con gli obiettivi che il governo regionale si è posto.

PRESIDENTE. Le due proposte di legge regionale le voteremo articolo per articolo, poi alla fine faremo una dichiarazione di voto unica sugli ordini del giorno e sulle proposte stesse.
Passiamo all’esame degli articoli della proposta di legge n. 144.
Articolo 1. C’è un emendamento a firma Agostini. Lo pongo in votazione.

Il Consiglio approva

Pongo in votazione l’articolo 1 emendato. Ha la parola il consigliere Ceroni.

Remigio CERONI. Questa è la prova dell’approssimazione dei conti regionali e dell’inattendibilità degli atti finanziari. Come è possibile che i residui attivi stimati in bilancio quattro mesi fa erano di 4.293 milioni di euro, adesso diventano 2.172? I residui passivi erano 4.279 milioni, adesso diventano 1.503 milioni di euro. I residui passivi erano esposti per circa il triplo. Numeri in libertà, oseremmo dire inventati o costruiti a tavolino. Accorciare i tempi di presentazione del bilancio fornendo conti composti da numeri al lotto non pare un grande successo, ci vuole un po’ più di serietà, perché diversamente la sensazione diffusa di numeri truccati si rafforza in ogni circostanza.

Marco LUCHETTI. Ceroni, stai parlando dell’art. 1 dell’assestamento, non del rendiconto.

Remigio CERONI. E’ uguale. Ho già detto tutto, quindi quello che posso dire articolo per articolo l’ho già detto in fase di relazione.

PRESIDENTE. Ribadisco che stiamo votando la proposta di legge n. 244, approvazione del rendiconto generale.
Pongo in votazione l’art. 1.

Il Consiglio approva

Articolo 2. Lo pongo in votazione.

Il Consiglio approva

Articolo 3. Lo pongo in votazione.

Il Consiglio approva

Articolo 4. Lo pongo in votazione.

Il Consiglio approva

Articolo 5. Lo pongo in votazione.

Il Consiglio approva

Articolo 6. Lo pongo in votazione.

Il Consiglio approva

Articolo 7. Lo pongo in votazione.

Il Consiglio approva

Articolo 8. Lo pongo in votazione.

Il Consiglio approva

Articolo 9. Lo pongo in votazione.

Il Consiglio approva

Articolo 10. Lo pongo in votazione.

Il Consiglio approva

Articolo 11. Lo pongo in votazione.

Il Consiglio approva

Articolo 12. Lo pongo in votazione.

Il Consiglio approva

Articolo 13. Lo pongo in votazione.

Il Consiglio approva

Pongo in votazione il coordinamento tecnico.

Il Consiglio approva

Passiamo ora alla proposta di legge n. 251 relativa all’assestamento di bilancio.
Articolo 1. Ha la parola il consigliere Ceroni.

Remigio CERONI. A distanza di quattro mesi i residui passivi vengono diminuiti e quelli attivi ridotti alla metà.

PRESIDENTE. Pongo in votazione l’articolo 1.

Il Consiglio approva

  Articolo 2. Ha la parola il consigliere Ceroni.

Remigio CERONI. La stima della giacenza di cassa era sbagliata ed inventata, perché esposta per meno della metà della sua consistenza effettiva. Assessore Agostini, io ho fatto il sindaco, come te: quando si lavora sul bilancio, si prende il telefono, si chiama il tesoriere e gli si chiede “qual è la giacenza di cassa al 30 settembre 2002”? Non è possibile che voi qui cambiate in maniera incredibile. A febbraio, quando è stato approvato il bilancio non si sapeva quale liquidità la Regione aveva sui conti correnti, quindi in cassa? Il fatto è che una giacenza di cassa così elevata nasconde molte inefficienze di gestione, nasconde i manovrati rallentamenti di impegni ed erogazioni degli ultimi mesi per rispettare il patto di stabilità che la Regione si vanta di avere rispettato.
Bisogna fare attenzione, il prossimo bilancio va presentato nei termini e deve essere fatto con numeri veri.

PRESIDENTE. Pongo in votazione l’articolo 2.

Il Consiglio approva

Articolo 1. Ha la parola il consigliere Ceroni.

Remigio CERONI. Questo articolo è la diretta conseguenza dei numeri senza costrutto e si riflette sul saldo finanziari positivo che era indicato per un 25% più basso. E’ su questo che si costruisce poi il deficit virtuale che viene indicato nel 2003. A questo punto, dopo le rettifiche dell’ultimo minuto di errori materiali, dopo i dubbi emersi anche in altri interventi dei colleghi diventa ovvio convincersi che ogni documento finanziario sia preconfezionato su dati finali commissionati, cioè siccome i conti finali debbono portare in una certa maniera, si mettono dentro il bilancio gli altri dati. Tutto questo, come abbiamo dimostrato, nasconde invece una politica finanziaria fallimentare, sulla quale occorre avviare una seria verifica per definirne i contorni reali, cioè dobbiamo sapere, in questo Consiglio, qual è la reale situazione finanziaria delle Marche, “bilanci-pastrocchio” come questo non devono più essere portati all’approvazione.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Luchetti.

Marco LUCHETTI. O ci si rende conto di cosa sono la contabilità il bilancio regionale, oppure non si possono dire cose in questo modo. Se qualcuno te le ha suggerite ti prego di rendertene conto. Stai dicendo delle cose assurde! Se non ti rendi conto di cosa significa la contabilità della Regione ti prego di non dire le castronerie, perché stai affermando delle cose senza renderti conto di come vengono fuori. Siccome sei una persona seria, ti prego di non avventurarti a fare queste valutazioni, perché sono fuori dal mondo, non sai cosa significa un preventivo e non sai come avvengono le partite contabili alla data del 31 dicembre di ogni anno. Siccome sei una persona corretta, stai dicendo delle cose — non so chi te le ha suggerite — che non sono vere. Ti prego di limitarti a capire almeno quello che è possibile. Le cose sono complicate, però ti stai avventurando a fare delle affermazioni che non sono assolutamente pertinenti. La Corte dei conti nel 2003 ha fatto l’esame contabile del bilancio, non credo che saranno così sciocchi da dire che la contabilità è perfetta. Siccome stai dicendo che è tutto uno sfascio, che è tutto falso, ti prego di riflettere su queste cose, altrimenti la Corte dei conti non si sarebbe espressa in quel modo. Ti prego di riflettere, perché stai dicendo delle cose assurde.

PRESIDENTE. Pongo in votazione l’articolo 3.

Il Consiglio approva

Articolo 1. Emendamento a firma Agostini. Ha la parola il consigliere Ceroni.

Remigio CERONI. Luchetti, tu sei il presidente della Commissione che ha avallato questo conto consuntivo e ti riscaldi. Io dico che anche un bambino capirebbe che qui le cose non vanno bene. Se ci sono due situazioni a distanza di pochi mesi di residui attivi e passivi, di giacenze di cassa, penso che voi dovete fornire l’elenco dei residui attivi e passivi, con la firma del funzionario che giustifichi queste cifre. Non sono numeri del lotto, tu lo devi pretendere perché sei presidente della Commissione che garantisce che questi numeri sono stati verificati. Questa deve essere la tua risposta, non alzare la voce e arrabbiarti. Presenta l’elenco dei residui passivi e attivi con la firma del funzionario, che risponda di quello che certifica. Il consigliere non è in grado di verificare cassetto per cassetto le somme, lo fa in base a quello che dice il funzionario, che non dovrebbe essere di partito e nominato in base alla tessera, ma in base alle capacità professionali che ha per svolgere quella funzione. Vorrei non tornare il prossimo bilancio in questa condizione, perché sono tre anni che noi vi diciamo questo, e voi vi turate le orecchie, per non sentire.

PRESIDENTE. Pongo in votazione l’emendamento.

Il Consiglio approva

Pongo in votazione l’articolo come emendato.

Il Consiglio approva

Articolo 5. Lo pongo in votazione.

Il Consiglio approva

Articolo 6. Emendamento a firma Agostini, sostitutivo dell’articolo. Ha la parola il consigliere Ceroni.

Remigio CERONI. Intanto vorrei capire, in attesa del corso di aggiornamento:; il debito della Regione è fatto dai mutui già contratti — mi pare inoppugnabile — dai mutui che bisogna contrarre per ripianare i debiti che fanno quadrare i bilanci degli anni passati...

Vito D'AMBROSIO, Presidente della Giunta. Non si può fare, è vietato.

Remigio CERONI. Ma avete il rinnovo delle autorizzazioni: queste autorizzazioni servono a ripianare i debiti contratti negli anni precedenti. Poi avete il mutuo per ripianare i debiti dell’anno 2004, lo squilibrio di bilancio dell’anno 2004. Non sono invenzioni, sono debiti che ha maturato questa Regione e ammontano a 2.800 miliardi. Se non è vero scrivetelo e dite “questo non è vero”.

PRESIDENTE. Pongo in votazione l’emendamento n. 2.

Il Consiglio approva

Emendamento n. 3 che introduce l’articolo 6 bis. Lo pongo in votazione.

Il Consiglio approva

Articolo 7. Vi sono emendamenti dal n. 4, a firma Agostini, al n. 14. Alcuni trattano della famiglia. Ha la parola il consigliere Ciccioli.

Carlo CICCIOLI. Questo è un esempio degli “emendamenti-vergogna”. Dico subito che su questo emendamento voterò favorevolmente, perché quando avete detto che il bilancio delle Aptr era sufficiente, questo articolo, con mezzo milione di euro che integra quello che mancava, è una cosa che non ci può non trovare favorevoli. Ma allora torniamo indietro all’articolo 6 bis. Contrapposto a un miliardo per la promozione turistica marchigiana, che è la più pietosa delle 19 Regioni italiane — tolgo la Valle d’Aosta che non ha una grande promozione turistica ma è una piccolissima regione — diamo 8 miliardi per acquistare le sedi, di cui almeno una assolutamente inutile, quella di Roma. Diamo allora 5 miliardi per l’acquisto della sede di Roma, esattamente 2.525.000 euro, mentre diamo mezzo milione di euro per l’integrazione dell’attività di promozione turistica in tutte le Marche. Questo è un esempio di gestione vergognosa dei fondi pubblici. Da qui le conseguenze.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Procaccini.

Cesare PROCACCINI. Secondo noi l’art. 7 è insufficiente per quanto riguarda il contributo alle iniziative per valorizzare il patrimonio della Resistenza. A questo proposito i Comunisti italiani hanno presentato un apposito ordine del giorno, perché secondo noi non è giusto relegare questa necessità della valorizzazione della Resistenza nelle Marche, in generale all’interno di enti ed associazioni varie ed organismi e a questi dotare 8.000 euro, ci sembra una cosa non positiva ed è per questo che invitiamo il Consiglio regionale, attraverso un ordine del giorno, a trovare nelle forme e nei modi possibili, contributi da finalizzare non a generiche iniziativa, ma facendo una ricognizione precisa, facendo un censimento dei musei della Resistenza autorizzati e nelle Marche ce ne sono diversi, uno di valenza regionale, un altro di valenza nazionale, e a questi musei dare dei contributi certi, sia nella dotazione delle strutture sia nella gestione delle iniziative.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Ceroni.

Remigio CERONI. Questa è una cosa molto interessante, perché costituisce un nuovo bilancio dopo appena 4 mesi. occhi giorni fa, dopo l’approvazione della proposta di legge la Commissione ha reinserito una larga “lista della spesa” e qui emergono le tue bugie, assessore Agostini, perché tu hai detto alla stampa che le modifiche apportate in assestamento comportano un aumento di appena 8 milioni di euro. Questa è una bugia, perché con questo articolo voi aprite altre 75 Upb per un totale di 44 milioni di euro, di 88 miliardi. Voi aprite la “borsa della spesa” per altri 88 miliardi, in una situazione economico-finanziaria come quella della Regione Marche. Come potete ancora spendere ulteriori 88 miliardi?
Per esempio, 55.000 euro aggiuntivi per nuovi convegni e apparizioni propagandistiche; 50.000 euro per altre consulenze; 3.900.000 euro per le sedi di Bruxelles e Roma. Ma erano veramente necessarie, quando il Consiglio regionale non ha una sede definitiva e spreca miliardi in affitti, in assistenze, in servizi alle portinerie, in telefoni? Poi, 167.000 euro di comunicazione istituzionale; nuovi conferimenti alla Svim, all’Aerdorica, all’Arpam; 21 milioni di euro per investimenti sanitari: dove, per chi, per che cosa? Così si fa un bilancio? Se nel mio Comune avessi fatto così mi avrebbero sfasciato le seggiole in testa.
Se non ci sono maggiori entrate e nel bilancio di previsione c’era uno sbilancio 2003 molto contenuto, come si fa adesso a spendere 88 miliardi di lire in più? A quale lotteria avete vinto? Avete partecipato alla Lotteria Italia?

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Trenta.

Umberto TRENTA. Ritengo che a questo punto la rissa verbale su contenuti molto precisi abbia riscontri oggettivi nel concetto che sempre più va prendendo forma, di finanza creativa, quindi bilancio, Corte dei conti, tutti i passaggi. L’osservazione sui 44 commi in più dell’art. 7 aprono giustamente, all’osservazione del Consiglio, un nuovo bilancio. Gradirei che si potesse inserire un capitolo in più nella spesa per dare corpo alla legge regionale n. 9 del 2002, prevedendo l’acquisto della sede per l’università della pace ad Ascoli Piceno. Chiedo al “rettore dell’università” consigliere Procaccini un attimo di attenzione, perché ritengo che sia un capitolo qualificante di questa finanza creativa.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Brini.

Ottavio BRINI. Ho condiviso un’affermazione dell’assessore Agostini: che si danno molti numeri, però non ho capito cosa intendeva. Ognuno la interpreta come vuole.
In una situazione così difficile, così delicata quale quella che stiamo vivendo, sia a livello locale, che provinciale, che regionale, europeo, mondiale, non mi sembra che sia un momento di “vacche grasse”, tutt’altro, ma da quello che cerco di leggere mi sembra che qualcuno ha perso un po’ la bussola, o per lo meno non si renda conto della situazione che abbiamo. Si parla di acquisti, si parla di inserire nuovi contributi sulla propaganda, sulle consulenze, sulla Resistenza. Penso che siamo un po’ fuori luogo, che i problemi sono diversi da quelli della nostra società. Noi abbiamo presentato una mozione sulla sanità, mi auguro che a prescindere da quello che dice Ciccioli sul turismo, che è un elemento molto importante, vitale, da traino per la Regione Marche, penso che dobbiamo discutere e affrontare seriamente il problema della sanità. E’ un tema che sta a cuore a tutti i cittadini marchigiani, la vostra e la nostra fortuna è che non tutti possono contattare gli amministratori regionali per i quotidiani problemi che hanno sulle liste d’attesa sui ricoveri, sui controlli che debbono effettuare. Questo è il vero problema attuale della Regione Marche e guarda caso è l’unico problema che non si vuol affrontare seriamente. E’ stata creata una Asl unica, si era preso impegno che saremmo tornati in quest’aula a parlare dei benefici che avrebbe portato questa Asl unica.
Caro Procaccini, in un momento come questo, difficile, c’è chi si preoccupa più dei contratti dei lavoratori che di inserire fondi per la Resistenza o per le consulenze o per la propaganda. Quindi non sperperiamo ulteriore denaro dei marchigiani, utilizziamolo per fini più nobili e utili rispetto alla consulenza e alla propaganda. E’ importante il valore della Resistenza che va condiviso e condividiamo, però è importante anche mettersi nelle condizioni di chi oggi soffre veramente, soprattutto nella sanità. Questo tema è stato poco dibattuto in quest’aula, perché come diceva l’assessore, molti preferiscono “dare i numeri”.
Una cosa al presidente della Commissione Luchetti. Noi lezioni nel prendiamo sempre, tutti i giorni, anzi oggi ne abbiamo presa qualcuna di più, però questo non ha migliorato la voragine del bilancio, tutt’altro. Abbiamo un bilancio disastrato, bisogna che ci rendiamo conto che le difficoltà sono tante, non è che vendendo i capitali dei Comuni, delle Ipab risaniamo il bilancio. Il bilancio si risana con le vostre risorse, senza pensare sempre ai trasferimenti, evitando sperperi, tagliando. E’ molto facile amministrare con i soldi degli altri e ripianare i debiti con i mutui o con i soldi degli altri. Bisogna fare qualche sacrificio e qualche sforzo, pagando anche di persona, politicamente. Ecco la riflessione che dobbiamo fare, e condivido quello che diceva l’assessore Agostini: non dobbiamo “dare i numeri”, dobbiamo dire dove vogliamo essere incisivi e cercare di evitare sperperi, tagliando dove si deve tagliare, perché penso che in un bilancio quale quello della Regione Marche, si possa tagliare, in abbondanza, a iniziare dal personale, dalle consulenze.
Assessore, bisogna dare una svolta. Tutti questi soldi a cascata non vanno bene, è finito il tempo delle “vacche grasse”. Bisogna fare sacrifici cominciando ad investire dove veramente c’è bisogno e necessità.

PRESIDENTE. Ha la parola l’assessore Agostini.

Luciano AGOSTINI. Ho fatto voto, questa mattina, di non cadere nelle provocazioni verbali del consigliere Ceroni. Consigliere Brini, lei pone questioni molto serie, probabilmente non immediatamente attinenti all’assestamento, anche se è evidente che sul bilancio rientrano tutti i problemi e le problematiche di questa regione, però è chiaro che vanno affrontati nel merito, separatamente, questione per questione. Quando mi riferivo ai numeri che si danno, parlavo ad esempio del consigliere Ceroni che dice che qui si aumenta di 88 milioni di euro. Non so quali conti, con quale calcolatrice li abbia fatti. Questo è uno dei numeri che vengono dati.
Il consigliere Trenta faceva riferimento alla finanza creativa. Le vorrei leggere quello che la Corte dei conti dice sul comportamento della Regione Marche in relazione alle azioni di finanza innovativa che la stessa ha prodotto: “Sul fronte della gestione del debito regionale è stato portato a termine un interessante processo di ristrutturazione del debito assunto per la copertura dei disavanzi sanitari precedenti al 2000 . L’operazione di sostituzione dei mutui con un prestito obbligazionario ha consentito di chiudere anche un’operazione di swap e di ottenere un rendimento che allevia l’onere finanziario regionale. Ha assunto caratteristiche che hanno in certa misura anticipato e ispirato il successivo processo di regolazione delle modalità di accesso ai mercati finanziari predisposto dal Ministero dell’economia e delle finanze con il decreto del dicembre 2003 e con la successiva circolare dello scorso febbraio”. Mi pare che la stessa Corte dia atto della bontà della nostra azione.
Da ultimo, sull’intervento fatto dal consigliere Procaccini, il governo regionale è favorevole all’ordine del giorno proposto dal gruppo dei Comunisti italiani e nelle azioni delle varie possibilità, in particolare nel servizio della cultura, del turismo ecc., verrà preso in considerazione l’ordine del giorno predisposto dai Comunisti italiani.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Procaccini.

Cesare PROCACCINI. Non avevo dubbi che la Giunta regionale sarebbe stata sensibile all’ordine del giorno che abbiamo proposto, perché in effetti relegare le iniziative in favore della valorizzazione del patrimonio della Resistenza in questo modo era del tutto insufficiente, tuttavia permane una insoddisfazione rispetto all’articolato, perché già nella discussione iniziale avevo chiesto una maggiore riflessione sulle questioni che riguardano gli acquisti delle sedi. Non mi accodo alle dichiarazioni demagogiche che hanno fatto i colleghi dell’opposizione, perché non è in questo articolo che si risolve il problema dell’occupazione. Se volete la statalizzazione delle fabbriche delle Marche presentate un ordine del giorno. Né con questo articolo si risolve il problema più generale del bilancio, tant’è che sulle questioni che voi avete posto ci sono 8.000 lettere, proprio in queste ore, che i sindaci di tutti i Comuni d’Italia hanno scritto al capo dello Stato dicendo che se non cambierà la manovra economica del Governo scompariranno, saranno fortemente compromessi tutti gli interventi necessari a tutelare le fasce di reddito più basse, i cittadini dovranno fare a meno di tutti quegli aiuti che prima c’erano ed erano garantiti dallo Stato. Quindi voi che siete così tecnici e così liberisti, riflettete sulle vostre scelte.
Per tornare al punto, noi dichiariamo la nostra astensione sull’articolo, perché ci sembra che in effetti il problema andava discusso meglio.
Sul problema dell’università della pace, che non va relegato a fatto di folclore, ritengo che si dovrebbe vedere anche il problema di dotazione delle strutture, con un accordo di programma con la Provincia di Ascoli per quanto riguarda la sede e con tute le altre Province per quanto riguarda la questione delle iniziative, per cui all’interno di quella visione, a nostro modo di vedere si dovrebbero trovare anche risorse regionali di un certo tipo.

PRESIDENTE. Pongo in votazione l’emendamento n. 4.

Il Consiglio approva

Pongo in votazione la prosecuzione della seduta.

Il Consiglio approva

Emendamento n. 5. Ha la parola il consigliere Viventi.

Luigi VIVENTI. Questo emendamento è consistente, perché propongo di raddoppiare lo stanziamento da 513.000 euro a 1.022.000 per l’imprenditoria femminile, recuperando i 500.000 euro che servono per fare questo dall’incremento di fondi per le società partecipate. Ricorderete che in quest’aula sono stato autore di un intervento e di uno studio sulle società partecipate, ritengo che una parte di esse siano completamente inutili, da rivedere, quindi incrementare ancora la spesa per queste società e per questi enti inutili mi sembra inaccettabile. Visto la sensibilità che la Giunta regionale ha sempre dimostrato verso questo capitolo dell’imprenditoria femminile, non buttiamo via altri 500.000 euro in questa voragine delle società partecipate e mettiamoli a disposizione dell’imprenditoria femminile. Questa proposta non ha una veste politica e credo possa incontrare il favore e il sostegno della maggioranza.

PRESIDENTE. Pongo in votazione l’emendamento.

Il Consiglio non approva

Emendamento n. 6. Ha la parola il consigliere Ceroni.

Remigio CERONI. Ho presentato cinque emendamenti, nell’ambito della “borsa della spesa” degli 88 miliardi. Ci sono 200.000 euro per concessione di contributi quale riduzione degli oneri di gestione alle scuole materne cattoliche, 100.000 euro per il finanziamento di progetti speciali o attività sperimentali di turismo sociale, attività ludiche e sportive rivolte a soggetti diversamente abili o portatori di handicap, 200.000 euro per il finanziamento di iniziative a favore della partoriente e del bambino ospedalizzato, 500.000 euro per l’incremento del fondo regionale per interventi a sostegno finanziario della famiglia (abbiamo la solita nostra proposta di legge che non volete discutere), 500.000 euro a sostegno degli interventi di ristrutturazione, adeguamento e ampliamento delle strutture adibite ad oratori parrocchiali, un milione di euro per recupero e ristrutturazione edifici religiosi, contributi in conto capitale. Su 88 miliardi, c’è lo spazio per accogliere uno di questi cinque emendamenti?

PRESIDENTE. Pongo in votazione l’emendamento n. 6.

Il Consiglio non approva

Emendamento n. 7. Lo pongo in votazione.

Il Consiglio non approva

Emendamento n. 8. Ha la parola il consigliere Viventi.

Luigi VIVENTI. Chiedo di spostare 368.000 euro — non saranno d’accordo i consiglieri regionali donna, ma secondo me c’è la dispari opportunità, non la pari opportunità — a favore della famiglia, così recuperiamo anche tutte le diatribe sul dibattito, ci sarebbe la possibilità, per Franceschetti che vedo attento a questo mio intervento, per Luchetti che mi sostiene sempre con la parola e poi vota contro, di riuscire a creare questo afflato.

PRESIDENTE. Pongo in votazione l’emendamento.

Il Consiglio non approva

Emendamento n. 9. Lo pongo in votazione.

Il Consiglio non approva

Emendamento n. 10. Lo pongo in votazione.

Il Consiglio non approva

Emendamento n. 11. Lo pongo in votazione.

Il Consiglio non approva

Emendamento n. 12. Lo pongo in votazione.

Il Consiglio non approva

Emendamento n. 13. Lo pongo in votazione.

Il Consiglio non approva

Emendamento n. 14. Lo pongo in votazione.

Il Consiglio non approva

Pongo in votazione l’articolo 7.

Il Consiglio approva

Articolo 8. Emendamento n. 15. Se passa, sopprime l’articolo. Lo pongo in votazione.

Il Consiglio non approva

Emendamento n. 16. Lo pongo in votazione.

Il Consiglio approva

Pongo in votazione l’articolo 8.

Il Consiglio approva

Articolo 9. Emendamento n. 17 che propone la soppressione dell’articolo 9. Lo pongo in votazione.

Il Consiglio approva

Decade l’emendamento n. 18.
Articolo 10. Ha la parola il consigliere D’Angelo.

Pietro D'ANGELO. Non voglio fare polemica, ma in questo articolo si dà un contributo straordinario di 56.000 euro al Comune di Fiordimonte, pi ù24.000 al Comune di Fiastra per la gestione dell’azienda agrituristico venatoria, mentre si danno solamente 8.000 euro per manifestazioni sulla Resistenza e contestualmente non si prevede neanche un aumento dei contributi per la legge sugli emigrati marchigiani all’estero...

Luciano AGOSTINI. Questo fa parte del programma post-sismico, della legge 61.

Pietro D'ANGELO. Ho letto questa cosa, mi ha impressionato. Noi abbiamo fatto la riunione della Consulta degli emigrati giorni fa, abbiamo una notevole richiesta di emigrati marchigiani del Sudamerica che vogliono rientrare in Italia, la legge regionale prevede finanziamenti ai Comuni che facciano interventi per il reinserimento nella società di questi emigrati, le domande sono sempre di più, la copertura finanziaria che diamo ai Comuni sempre meno, molto meno dei 56.000 per questa attività del Comune di Fiordimonte. Ci sono 174 richieste di interventi da parte dei Comuni per reinserire gli emigrati marchigiani in Sudamerica, con una copertura finanziaria intorno ai 55.000 euro e voi capite bene che reinserire nel tessuto sociale marchigiano con questa cifra 174 emigrati sarà estremamente difficile. Volevo solamente dire che sono impressionato da questo fatto, dal discorso del finanziamento per le manifestazioni sulla Resistenza insignificanti, non so più cosa dire.

PRESIDENTE. Ha la parola l’assessore Agostini.

Luciano AGOSTINI. Se questi fossero fondi liberi, evidentemente ci sarebbero necessità maggiori, priorità diverse, ma questa spesa viene coperta con l’articolo 15 della legge 61 che D’Angelo conosce molto bene per essere la legge post-terremoto, che era stata precedentemente inserita ed approvata nel programma previsto per la ricostruzione. Se preso in assoluto il consigliere D’Angelo potrebbe avere ragione perché le priorità sono diverse, ma messo nel contesto dell’individuazione della spesa le cose sono di natura diversa.

PRESIDENTE. Pongo in votazione l’articolo 10.

Il Consiglio approva

Emendamento n. 19. Lo pongo in votazione.

Il Consiglio approva

Articolo 11. Lo pongo in votazione.

Il Consiglio approva

Articolo 12. Lo pongo in votazione.

Il Consiglio approva

Emendamento n. 20. Lo pongo in votazione.

Il Consiglio non approva

Articolo 13. Lo pongo in votazione.

Il Consiglio approva

Articolo 14. Emendamento n. 21. Ha la parola il consigliere Ceroni.

Remigio CERONI. Faccio un unico intervento sul 14, il 15, il 15 bis, il 16, il 16 bis e il 16 ter.
Noi proponiamo la soppressione di questi articoli. La legge regionale di contabilità ne vieta l’inclusione, ché queste non sono norme di carattere finanziario ma organizzativo. Nell’assestamento sono previste solo variazioni di stanziamento e aggiornamento di elementi finanziari stimati. Non c’entrano niente con l’assestamento, queste norme. E’ prevista, viceversa, una relazione sullo stato di attuazione del Poa che la Giunta si guarda bene dal presentare. Noi vorremo che ci fosse una relazione sullo stato di attuazione del Poa.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Luchetti.

Marco LUCHETTI. In II Commissione abbiamo già affrontato questo tema e abbiamo detto che non avremmo ammesso le norme regolamentari, infatti abbiamo pregato l’assessore che li aveva presentati, di stralciare alcuni emendamenti, lasciando unicamente quegli emendamenti che avevano riferimento alle questioni meramente tecniche. Apportiamo solamente modifiche che hanno riferimento ai termini, che hanno a che fare, sostanzialmente, con la spesa. Se vorrebbe cogliere nell’assestamento almeno questa possibilità. Abbiamo già stralciato parecchie altre questioni ordinamentali che si profilavano e abbiamo fatto questa scelta, come Commissione, all’unanimità.

PRESIDENTE. Pongo in votazione l’emendamento.

Il Consiglio non approva

Pongo in votazione l’art. 14.

Il Consiglio approva

Emendamenti 22 e 23 che introducono l’articolo 14 bis. Ha la parola l’assessore Agostini.

Luciano AGOSTINI. Presento un subemendamento all’emendamento 22. L’emendamento 23 è invece ritirato.

PRESIDENTE. Pongo in votazione il subemendamento all’emendamento 22.

Il Consiglio approva

Pongo in votazione l’emendamento n. 22 come subemendato.

Il Consiglio approva

Articolo 15. Emendamento a firma Ceroni. Lo pongo in votazione.

Il Consiglio non approva

Pongo in votazione l’articolo 15.

Il Consiglio approva

Emendamento n. 26. Lo pongo in votazione.

Il Consiglio non approva

Articolo 15 bis. Lo pongo in votazione.

Il Consiglio approva

Articolo 16. Emendamento Ceroni. Lo pongo in votazione.

Il Consiglio non approva

Pongo in votazione l’articolo 16.

Il Consiglio approva

Articolo 16 bis. Emendamento Ceroni. Lo pongo in votazione.

Il Consiglio non approva

Pongo in votazione l’articolo 16 bis.

Il Consiglio approva

Articolo 16 ter. Emendamento n. 29. Lo pongo in votazione.

Il Consiglio non approva

Pongo in votazione l’art. 16 ter.

Il Consiglio approva

Articolo 1. Lo pongo in votazione.

Il Consiglio approva

Emendamento n. 30. Lo pongo in votazione.

Il Consiglio approva

Articolo 18. Si tratta della dichiarazione d’urgenza, quindi occorre la maggioranza assoluta. Lo pongo in votazione.

Il Consiglio approva

Pongo in votazione il coordinamento tecnico.

Il Consiglio approva

Passiamo alle dichiarazioni di voto. Ha la parola il consigliere Giannotti.

Roberto GIANNOTTI. Voglio fare solo sei brevissime considerazioni. Una riguarda una valutazione sullo stato dei conti, che è già stata ripresa e sviluppata dal collega Ceroni.
Il trend positivo del consuntivo di bilancio 2003 è un bluff. Il dato riportato è non è corredato da elementi certi e soprattutto il dato sulla Sanità è complessivo e in questo modo non si riesce a capire dove si risparmia, quali tagli sono stati fatti e quali servizi tagliati. Questo non consente una valutazione sul livello di efficacia ed efficienza dei servizi sanitari.
La verità è però molto più semplice: a un anno dalla costituzione dell'ASUR ancora si naviga a vista e il tanto osannato piano sanitario rimane sulla carta. I contribuenti marchigiani nel frattempo pagano sui 400 miliardi di lire ogni anno, per alimentare un sistema che invece di migliorare, col passare del tempo, stenta a garantire servizi di qualità sul territorio.
Per questo occorre un cambio radicale di rotta che parta dalla riduzione della spesa corrente dei singoli assessorati. Se compissimo una lettura di quanto riuscite a spendere vi rendereste conto da soli di quanto sia esagerato l’impatto che il costo dei singoli assessorati ha sul bilancio. Occorre una scelta politica, una svolta radicale per affrontare concretamente il problema degli sprechi. In questa Regione si spreca tantissimo. Occorre essere coerenti sul piano dell’eliminazione delle consulenze esterne. Al di là delle affermazioni di principio continuate a sbagliare su questo piano, accendendo e stipulando consulenze esterne in molti casi inutili e troppo spesso targate politicamente. Occorre ridurre le spese improduttive. Nell’assestamento addirittura si arriva al paradosso che c’è un aumento di 400 milioni per la pubblicità istituzionale. E’ tutto dire rispetto alla utilità delle risorse per questo tipo di interventi. Così come occorre mettere mano al migliore utilizzo del personale interno e alla valorizzazione delle professionalità esistenti.
Una lettura dei dati del consuntivo consente comunque di esprimere il giudizio che la nuova legge sull’organizzazione che la Regione si è data, ha fallito nei suoi obiettivi, è servita solo a sistemare persone amiche nelle posizioni di potere. Anche questo ci induce a dire che invece di ottenere risultati positivi sono aumentati notevolmente i costi.
Quello che ci preoccupa maggiormente è la situazione debitoria della Regione che ammonterebbe a circa 2800 miliardi di vecchie lire. Questo dimostra la gravità della situazione che è al limite del collasso, poco importa che i tecnici ci dicano che la Regione ha ancora molta capacità di indebitamento. Credo che non sia una strada giusta quella di fare il bilancio solo come ragionieri, senza la necessaria mediazione politica che credo sia un fatto importante.
Anche in questo caso l'esatta consistenza dei mutui, i costi attuali e futuri (conseguenti ad un possibile declassamento del rating della Regione) non sono chiaramente percepibili e ben evidenziati. Sarebbe ora che fosse fornito il quadro completo dei dati. Su questi chiediamo una verifica formale, con una seduta ad hoc del Consiglio regionale.
Sul problema dei trasferimenti c’è stata una querelle continua fra la Giunta regionale e il Governo centrale. Credo che questo problema, intanto, viene da un periodo precedente al Governo Berlusconi e coinvolge Prodi, D’Alema e Amato. Ma credo che se c’è un dato oggettivo che deve essere confermato, è che i fatti ci hanno detto che i trasferimenti da parte dello Stato alla Regione sono stati, in sostanza, confermati. Questo vale per la sanità, per il sociale, per il fondo unico, per il turismo, dove rimane sempre questa grossa ombra oscura della utilizzazione di fondi statali per sostenere e finanziare il piano di promozione regionale.
La cosa che non riteniamo giusta è che questa Giunta regionale fa la voce grossa e accusa la Casa delle Libertà, poi quando le risorse vengono assegnate ne millanta il merito. Siamo ormai abituati ad una scorretta e strumentale campagna denigratoria nei riguardi dei Governo che non viene visto come un interlocutore istituzionale importante ma come avversario politico da combattere con ogni mezzo. Le vicende della “Quadrilatero” e del condono edilizio ne sono una dimostrazione. Anche in questo caso si è voluto negare un diritto ai cittadini e privare le casse regionali di risorse utili per lo sviluppo.
Circa l’imposizione fiscale, c’è un detto popolare che dice “tutto va bene, madama la marchesa”. Se “tutto va bene, madama la marchesa", perché non riducete le tasse, on riducete l’addizionale Irpef, non riducete l’addizionale Irap? Dite che i conti sono migliorati, che le casse sono più floride del passato, ma verità è che questa Giunta regionale si appresta a compiere la speculazione politica del secolo, cioè le tasse le ridurrete, il prossimo anno, a qualche mese dalle elezioni, quindi alla fine di quest’anno farete un provvedimento elettorale con cui annuncerete che il prossimo anno i marchigiani non pagheranno le tasse. Ma questo è un gioco che non paga, perché anche un alleggerimento per fini elettoralistici non riuscirà a passare in maniera indenne rispetto al giudizio.
Ci troviamo di fronte ad una politica del bastone e della carota, come se i marchigiani potessero essere presi e portati per mano e non abbiano capacità per giudicare la cattiva amministrazione del governo D'Ambrosio che in dieci anni non ha portato sviluppo ma nuova burocrazia, ha realizzato spese improduttive e una gestione ordinaria di basso profilo dell'esistente.
Altra valutazione è quella sull’arroganza istituzionale. Non finirò mai di ribadire che se non arriverete a concedere al Consiglio regionale la possibilità di per esprimere il proprio ruolo sul piano istituzionale i rapporti non saranno dei migliori. Ne deriva una considerazione finale, Presidente D'Ambrosio.
Questa è una Giunta regionale alla deriva, una legislatura stanca che si avvia ad una conclusione altrettanto stanca. E’ una legislatura che per la produzione legislativa può essere definita scarsa, una legislatura che per attività amministrativa può essere considerata insufficiente e io credo che quando le cose vanno male come in questo caso, c’è un responsabile principale, in questo caso la Giunta regionale e la maggioranza di centro-sinistra che la sostiene. Ma questa Giunta è anche debole politicamente. Ha perso petali importanti, la Cecchini, i Verdi con qualche rientro interessato da valore tecnico, ma nella sostanza una posizione di opposizione, registra un allontanamento progressivo e costante dei consiglieri dei Comunisti italiani, deve fare i conto con “mal di pancia” ricorrenti all’interno di questa maggioranza, è sempre più ostaggio di Rifondazione comunista, che rappresenta un partito neoconservatore statalista, perché il concetto di fondo rispetto agli atteggiamenti assunti dai rappresentanti di questa forza politica, va in questa direzione. Ma questa è una bomba che prima o poi scoppierà in mano ai riformisti di centro-sinistra.
Caro Presidente D'Ambrosio, le elezioni europee ed amministrative nelle Marche hanno determinato rapporti di forza diversi all'interno della Casa delle libertà ma sostanzialmente il dato complessivo riconferma la forza della coalizione di centro destra. Anzi sono stati ottenuti risultati clamorosi come a Fano, la terza città delle Marche dove...

Gian Mario SPACCA, Vicepresidente della Giunta. Cosa c’entra con il bilancio?

Roberto GIANNOTTI. C’entra, c’entra, Spacca...
L’altro dato è che il “listone” di Prodi nelle Marche non è riuscito a confermare i risultati Ottenuti in precedenti elezioni dai partiti che lo componevano. Un flop evidente che non è un buon viatico per la prossima campagna elettorale regionale.
Un dato quindi negativo per D'ambrosio e compagni e un quadro politico di centro sinistra ancora più complicato e conflittuale.
Al di là della propaganda scorretta che avete fatto in questa campagna elettorale utilizzando risorse regionali per veicolare messaggi tipo “le tasse regionali sono eque e giuste, la riforma sanitaria è un fatto positivo”, credo che il giudizio dei marchigiani sulla inefficacia del servizio sanitario e sul fatto che nelle Marche c’è la maggiore imposizione fiscale d’Italia, sia un dato oggettivo.
Credo che la partita sia ancora aperta e che i cittadini marchigiani sapranno denunciare e valutare i guasti commessi da venti anni di gestione di D’Ambrosio e suoi compagni.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Gasperi.

Gilberto GASPERI. Oggi stiamo discutendo questo assestamento di bilancio in un modo diciamo goliardico, non sicuramente con la serietà che dovrebbe avere un Consiglio regionale nel discutere un documento così importante.
Considerato ciò che era stato presentato e sentite le lamentele, in modo particolare della maggioranza — la minoranza più di tante lamentele non poteva fare, anche perché in pochi — penso che sia necessario fare chiarezza.
Non c’è dissesto solo per un motivo: perché il dissesto vero l’avete ripianato con un mutuo fatto con le banche giapponesi, la verità è questa.
Penso che alcune bugie che si sono sentite oggi hanno riguardato in modo particolare i ritardi nei trasferimenti da parte dello Stato. Non voglio dire che ritardi non ci siano stati, ma c’è stato anche qualche trasferimento, in modo particolare nella sanità, superiore agli anni precedenti. Per quale motivo la sanità ha allora un disavanzo così elevato? Per quale motivo avete fatto una riforma sanitaria con costi di gestione superiori a quelli precedenti? Una componente importante di questa maggioranza si è particolarmente lamentata, aveva assunto delle posizioni e il tutto è rientrato nel momento in cui le hanno dato la direzione dell’Asur.
Penso che non sia assolutamente giusto e corretto dire cose totalmente diverse.
Nel 2002 vi siete accorti del disavanzo, quando eravate quasi tutti “impiccati”, voi della maggioranza, perché le Marche rischiavano di andare in bancarotta fraudolenta.
Non voglio entrare nel merito, perché ci sono stati esponenti più preparati di me su questa materia che l’hanno fatto, però vorrei fare due considerazioni.
La prima è che prendo atto che un giornale come Il Sole 24 Ore definisce le Marche una delle Regioni più indebitate d’Italia.
Questa mattina è stato presentato un ordine del giorno presentato da Rifondazione, ed è ora di smetterla con il fatto che ciascuno fa delle lamentele e non si muove niente per cambiare, perché per cambiare era sufficiente fare un emendamento che avesse rimesso una somma maggiore. All’art. 7 ci sono 8.018,11 euro per la concessione di contributi ad enti e associazioni operanti nelle Marche che valorizzano e diffondo il patrimonio culturale e politico dell’antifascismo e della Resistenza. Sono sì e no 15 milioni. Allora faccio una considerazione. Premesso che voterei questo assestamento di bilancio perché avete dato solo 15 milioni, i casi sono due: o i soldi, le somme che vengono date a questi movimenti non devono essere più date perché questi movimenti non sono più riconoscibili, o viceversa hanno degli avanzi di bilancio talmente elevati, che non c’è più bisogno rimettere loro soldi. Non può essere giustificato che una somma di 8.018 euro venga data per valorizzare e diffondere il patrimonio culturale e politico dell’antifascismo e della Resistenza ai sensi dell’art. 5 della legge 8 gennaio 1983. C’è una legge di competenza e questa Amministrazione di sinistra stanzia solamente 8.018 euro per un qualcosa che fino a prova contraria era nei vostri ideali e richiama la storia non solo marchigiana ma nazionale.
Votiamo, facciamo tutto, ma non possiamo assolutamente ritenere che la discussione di questo assestamento sia su basi di estrema serietà e di estrema chiarezza. Altrimenti sarebbe stata presentata in modo totalmente diverso.
Per quale motivo dobbiamo nuovamente trattare il problema della famiglia in un assestamento di bilancio, quando la settimana scorsa, in occasione della votazione dello Statuto i riferimenti fatti alla famiglia hanno trovato piena compattezza, in modo particolare da parte della maggioranza e di una parte della minoranza che hanno trovato una convergenza nel non voler riconoscere che la famiglia deve essere quella che viene richiamata da una articolo ben preciso della Costituzione italiana?
Riconosco il lavoro fatto in Commissione, riconosco il lavoro fatto dai relatori di maggioranza e minoranza, anche perché venerdì scorso sono stato l’unico ad avere ascoltato tali relazioni, però cerchiamo di metterci in una posizione diversa: assumiamoci più responsabilità e non prendiamo una routine normale quando si discute dell’assestamento di bilancio che è qualcosa che non riguarda il passato ma riguarda il futuro, cioè come dobbiamo comportarci e qual è il tipo di politica che vogliamo fare per i marchigiani, per le istituzioni, per i nostri figli.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Ciccioli.

Carlo CICCIOLI. Le motivazioni per cui non ci riconosciamo e non votiamo questo documento sono moltissime, alcune le ho esposte prima (si va verso un ulteriore indebitamento con la contrazione di ulteriori mutui, si fanno delle scelte che non condividiamo, non ultima l’aumento del 32% dei fondi per la comunicazione istituzionale, che sarebbe la propaganda contro di noi), però ci sono delle cifre che sono esemplari.
Nelle variazioni compensative delle unità di spesa, leggo dove sono stati stralciati i fondi: politica delle risorse energetiche in agricoltura -139.000 euro; servizi reali alle imprese, innovazione e qualità, spesa corrente -132.000 euro; servizi reali alle imprese, innovazione qualità e investimento -935.352 euro; politica del credito e servizi finanziari, investimento -102.000 euro; sostegno alle imprese commerciali, investimento -150.000 euro; sostegno all’assunzione e all’occupazione, spesa corrente -200.000 euro. Sono state fatte tutte scelte mortificanti su investimenti.
Chiudo con un piccolo taglio: promozione attività culturali, investimento -55.000 euro; valorizzazione vigilanza e catalogazione beni culturali -15.000 euro; sempre per i beni culturali -30.000 euro. Anche se si tratta di poche lire, in totale circa -150.000 euro per le attività culturali, è il segnale delle scelte che sono state fatte.
Su questo noi non siamo assolutamente d’accordo, considerata la grande spesa, circa 8 miliardi, per l’acquisto delle sedi di Roma e Bruxelles. Quindi siamo profondamente insoddisfatti, on ci riconosciamo, non si va verso il meglio ma si va sempre verso il peggio. Mi dice un mio amico psichiatra, pessimista, “il peggio deve ancora venire”, e mi ripete sempre questa frase. Questa frase ve la giro: mi sembra veramente che di questo passo il peggio deve ancora venire.

PRESIDENTE. Pongo in votazione la proposta di legge n. 244.

Il Consiglio approva

Carlo CICCIOLI. Per la proposta 251 chiediamo la votazione per appello nominale, a nome anche dei consiglieri Giannotti, Ceroni e Gasperi.

PRESIDENTE. Passiamo alla proposta di legge n. 251.
Pongo in votazione l’ordine del giorno 01 della II Commissione.

Il Consiglio approva

Pongo in votazione l’ordine del giorno n. 1 a firma Grandinetti e altri.

Il Consiglio non approva

Pongo in votazione l’ordine del giorno n. 2 a firma Giannotti e altri.

Il Consiglio non approva

Pongo in votazione l’ordine del giorno n. 3 a firma Giannotti e altri.

Il Consiglio non approva

Pongo in votazione l’ordine del giorno n. 4.

Il Consiglio non approva

Pongo in votazione l’ordine del giorno n. 5.

Il Consiglio non approva

Pongo in votazione l’ordine del giorno n. 6 a firma Procaccini e Martoni.

Il Consiglio approva

Pongo in votazione, per appello nominale, la proposta di legge n. 251.

Gabriele MARTONI, Consigliere segretario. Procedo alla chiama:
Agostini sì
Amagliani assente
Amati sì
Ascoli sì
Avenali sì
Benatti sì
Brini assente
Castelli assente
Cecchini assente
Ceroni no
Cesaroni no
Ciccioli no
Comi sì
D’Ambrosio assente
D’Angelo assente
Donati sì
Favia assente
Franceschetti sì
Gasperi no
Giannotti no
Grandinetti no
Luchetti sì
Martoni sì
Massi Gentiloni Silveri assente
Melappioni sì
Minardi assente
Modesti sì
Mollaroli sì
Moruzzi assente
Novelli assente
Pistarelli no
Procaccini sì
Ricci sì
Rocchi sì
Romagnoli no
Secchiaroli sì
Spacca sì
Tontini assente
Trenta assente
Viventi assente

Il Consiglio approva



Mozione (Votazione): «Solidarietà alle popolazioni dell’Uganda e del Sudan» Giannotti, Ceroni, Brini, Trenta, Grandinetti, D’Angelo, Ciccioli, Viventi, Massi, Rocchi, Ascoli, Spacca, Franceschetti, Luchetti e Cesaroni (375)

PRESIDENTE. Pongo in votazione la mozione n. 375 presentata dai consiglieri Giannotti ed altri, sulla solidarietà alle popolazioni dell’Uganda e del Sudan.

Il Consiglio approva

PRESIDENTE. La seduta è tolta.


La seduta termina alle 14,30