Resoconto seduta n. 21 del 29/11/2000
RESOCONTO INTEGRALE
SEDUTA DI MERCOLEDI' 29 NOVEMBRE 2000
PRESIDENZA DEL PRESIDENTE LUIGI MINARDI
La seduta inizia alle 10,35
Approvazione verbali
PRESIDENTE. Ove non vi siano obiezioni do per letti, ai sensi dell'art. 29 del regolamento interno, i processi verbali delle sedute nn. 18 e 19 del 22 novembre e n. 20 del 23 novembre 2000.
Proposta di legge
(Annuncio e assegnazione)
PRESIDENTE. In data 20.11.2000 è stata presentata la proposta di legge regionale n. 27, ad iniziativa dei consiglieri Cesaroni, Ceroni, Favia, Trenta, Giannotti e Grandinetti: «Misure urgenti a favore delle imprese commerciali contro la criminalità diffusa: Concessione di contributo per l'installazione di sistemi di sicurezza», assegnata alla III Commissione in sede referente e alla II Commissione per il parere obbligatorio.
Proposta di atto amministrativo
(Annuncio e assegnazione)
PRESIDENTE. In data 16.11.2000 è stata presentata la proposta di atto amministrativo n. 31 ad iniziativa della Giunta, concernente: «Piano Leader regionale 2000/2006. Comunicazione agli Stati membri 2000/C 139/05», assegnata alla III Commissione in sede referente e alle Commissioni II e VI per il parere obbligatorio.
Deliberazioni esaminate
dalla Commissione controllo
PRESIDENTE. La Commissione di Controllo sugli atti della Regione non ha riscontrato vizi di legittimità sulla deliberazione consiliare n. l9: «Piano di sviluppo rurale (PSR) 2000/2006 - Regione Marche redatto ai sensi del Regolamento CE 1257/99».
Deliberazioni inviate
dalla Giunta regionale
PRESIDENTE. La Giunta ha trasmesso le seguenti deliberazioni:
- n. 2428 del 14.11.2000: «Variazione al bilancio di cassa per l'anno 2000 - L. 2.133.049.310»;
- n. 2429 del 14.11.2000: «Art. 33 della l.r. 23 marzo 2000, n. 21. Variazioni agli stanziamenti dei capitoli degli stati di previsione del bilancio 2000 relativi al fondo sanitario regionale»;
- n. 2430 del 14.11.2000: «Art. 55, comma 3, l.r. 25/1980. Prelevamento dal fondo di riserva per le spese obbligatorie per l'integrazione dello stanziamento dei capitoli n. 3111104 e n. 1210105 compresi nell'elenco n. 4 "Elenco delle spese dichiarate obbligatorie" del bilancio 2000 - lire 85.000.000»;
- n. 2481 del 21.11.2000: «Art. 9 della l.r. 23 marzo 2000, n. 21: Rimodulazione di fondi per l'attuazione del programma regionale di edilizia residenziale pubblica - Lire 34.433.530.340»;
- n. 2482 del 21.11.2000: «Art. 29, comma 2, della l.r. 23 marzo 2000, n. 22. Iscrizione nel bilancio di previsione per l'anno 2000 di entrate derivanti da assegnazione di fondi dalla Regione Emilia Romagna per le spese del Centro Operativo Interregionale di Mostar - Lire 36.000.000»;
- n. 2483 del 21.11.2000: «Variazione al bilancio di cassa per l'anno 2000 - L. 3.313.660.140"»;
- n. 2484 del 21.11.2000: «Art. 29 della l.r. 23 marzo 2000, n. 22: Iscrizione nel bilancio di previsione per l'anno 2000 di entrate derivanti da assegnazione di fondi dallo Stato per il ripiano delle maggiori occorrenze finanziarie degli anni 1995-1996-1997 della Sanità. L. 82.000.000».
Congedi
PRESIDENTE. Hanno chiesto congedo i consiglieri Mollaroli e Ceroni.
Ordine del giorno della seduta
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, sull'ordine dei lavori, il consigliere Romagnoli. Ne ha facoltà.
FRANCA ROMAGNOLI. Ai sensi dell'art. 112 chiedo di abbinare l'interrogazione 130 riferita al funzionamento dell'ufficio di collegamento di Bruxelles con l'interrogazione n. 44 e l'interrogazione sull'impianto di depurazione Ecoelpidiense all'interpellanza del consigliere Castelli.
PRESIDENTE. Questa richiesta ci aiuta nel lavoro, quindi credo che la richiesta sia senz'altro da accettare.
Ha la parola il Vicepresidente della Giunta.
GIAN MARIO SPACCA, Vicepresidente della Giunta. Chiedo al Consiglio la cortesia di poter svolgere le interrogazioni che mi riguardano in apertura dei lavori dell'Assemblea, perché alle 11,30 avremo la visita di una delegazione del Parlamento e del Governo della Georgia accompagnata dall'ambasciatore della Georgia in Italia. Siccome siamo in carenza di rappresentanza perché il Presidente è a Bruxelles e i nostri funzionari e dirigenti sono impegnati, occorre che qualcuno li riceva. Quindi alle 11,30 lascerò il Consiglio. Fino a quell'ora posso rispondere a tutte le interrogazioni che mi riguardano.
OTTAVIO BRINI. Intanto prendiamo atto che siamo in dieci in aula...
PRESIDENTE. Lei non può chiedere la parola.
OTTAVIO BRINI. Io sono contrario all'anticipo.
PRESIDENTE. Si sieda e chieda la parola.
OTTAVIO BRINI. Ho chiesto la parola per dire che sono contrario e vorrei spiegare i motivi.
PRESIDENTE. La faccio parlare, voglio semplicemente dirle di chiederla la parola.
OTTAVIO BRINI. L'ho chiesta.
PRESIDENTE. No, non l'ha chiesta e ad ogni Consiglio lei fa così, all'inizio.
Ha facoltà di parlare il consigliere Brini.
OTTAVIO BRINI. Sono contrario innanzitutto perché siamo in dieci a discutere delle interrogazioni. Se l'Ufficio di presidenza e la Giunta pensano di "sbolognare" tutti questi atti in una mattinata senza che ci sia un dibattito serio e corretto che coinvolga tutto il Consiglio regionale, personalmente mi rifiuto, se il nostro presidente di gruppo o chi per lui si è assunto questa responsabilità di portare avanti questo tipo di discorso che per me no è corretto e rispettoso nei confronti del Consiglio regionale. Per di più, dopo mesi che aspettiamo delle risposte scritte ed orali su interrogazioni ed interpellanze troviamo solo tre assessori presenti in quest'aula, con lei Presidente, il Vicepresidente Grandinetti e il Vicepresidente Giuseppe Ricci che sta arrivando adesso. Personalmente rifiuto questo metodo e non voglio discutere di nessuna interpellanza ed interrogazione per quanto mi riguarda. Sono contrario alla proposta di Gian Mario Spacca.
PRESIDENTE. Ha la parola il Vicepresidente Spacca.
GIAN MARIO SPACCA, Vicepresidente della Giunta. Ritiro la mia proposta e rispondo alle interrogazioni.
Interrogazioni (Svolgimento):
«Operato della Svim, della Società di garanzia e dello sportello della Regione presso l’Unione europea» Grandinetti, Giannotti, Brini, Ceroni, Cesaroni, Favia e Trenta (44)
«Funzionamento ufficio di collegamento della Regione Marche con le istituzioni comunitarie a Bruxelles» Romagnoli e Gasperi (130)
L’ordine del giorno reca le interrogazioni n. 44 dei consiglieri Grandinetti, Giannotti, Brini, Cesaroni, Favia e Trenta e n. 130 dei consiglieri Romagnoli e Gasperi.
Per la Giunta risponde il Vicepresidente Spacca.
GIAN MARIO SPACCA, Vicepresidente della Giunta. Inizio con l’attività della Società regionale di garanzia.
La Società regionale di garanzia ha ormai consolidato la sua attività al contrario della Svim che è stata costituita il 21 settembre 1999 ed omologata dal tribunale di Ancona soltanto nel novembre 1999. La Società regionale di garanzia svolge un’articolata attività con particolare riguardo al rilascio di garanzie fidejussorie che è l’attività prevalente di questo istituto a favore delle piccole e medie imprese industriali, imprese artigiane di produzione, imprese artigiane di servizi direttamente connessi alla produzione per garantire la concessione di finanziamenti a medio e lungo termine per progetti di investimenti materiali ed immateriali. In questa prospettiva la Società regionale di garanzia gestisce i fondi di garanzia con riferimento al Docup Obiettivo 2, precisamente azione 1.3, al Docup Obiettivo 5b, azione n. 3, al Pic piccole e medie imprese 1994-99, Misura Marche azione A, alla legge regionale 43 del 1995 che riguarda gli investimenti materiali, alla stessa legge che riguarda gli investimenti immateriali, alla legge regionale 44/98 che è la legge che afferisce la crisi sismica del 1997. Accanto al rilascio delle garanzie fidejussorie la Società regionale di garanzia gestisce i fondi previsti dalla misura Pic Pmi per la concessione di contributi in conto capitale a favore di imprese di piccola e media dimensione ubicate nei territori previsti dagli Obiettivi 2 e 5b a fronte di investimenti immateriali; gestisce fondi per conto della Regione stanziati dalla L.R. 1/94 ed erogati alla società dalla L.R. 33/97 concernenti l’assistenza finanziaria. Tale attività veniva in precedenza svolta dalla Finanziaria regionale Marche in conclusione di liquidazione.
Altresì gestisce i fondi residui, sempre della Finanziaria regionale Marche relativi all’assistenza finanziaria che erano stati stanziati dalla L.R. 20 del 1989, dalla legge regionale 25/92 e che sono stati trasferiti alla Società regionale di garanzia ai sensi della delibera di Giunta regionale 3165 del dicembre 1999.
Per valutare i risultati della società e quindi rispondere all’interrogazione che è stata presentata — so che peraltro il presidente e il direttore di questa società si sono recati in terza Commissione dove hanno abbondantemente illustrato i risultati conseguiti da questo istituto — evidenziamo alcune cifre che si riferiscono al 20 novembre di quest’anno relative al capitale sociale, al numero dei soci, al rilascio di garanzie che, come è stato detto, costituiscono l’attività prevalente della Società di garanzia.
Il capitale sociale della Società regionale di garanzia sottoscritto e versato è di £. 4.492.000.000. Il numero di soci attualmente è di 759, di cui 31 sono soci sovventori e 728 sono soci cooperatori. I fondi di garanzia costituiti in questo momento dalla società sono per un totale di £. 11.326.756.000, articolati in quota pubblica per 9.064 milinoi e in quota privata per 2.262 milioni e si riferiscono alle linee in precedenza dette. Le garanzie concesse, sempre a novembre di quest’anno, sono per un totale di 36.070 milioni che hanno attivato un investimento per 101.092 milioni. Il numero complessivo delle pratiche è di 261.
Premesso quanto sopra si può dunque affermare che la Società regionale di garanzia si è collocata nel mondo finanziario regionale operando prevalentemente nel settore specifico delle fidejussioni ed è in grado di soddisfare alcune esigenze a medio-lungo termine delle piccole e medie imprese industriali della nostra regione che altrimenti non troverebbero soddisfazione. Certo l’attività della Società regionale di garanzia può essere migliorata e su questo è impegnato in un serrato confronto il Governo regionale con la presidenza e la direzione di questa istituzione. Possiamo dire che alla luce dell’esperienza che è stata vissuta da questo istituto si possa parlare di una struttura positiva, certamente molto utile per la comunità produttiva della nostra regione e non è un caso che il Consiglio regionale nella precedente legislatura abbia considerato la Società regionale di garanzia il principale strumento dell’azione delle politiche industriali nel campo del fattore critico della finanza, affidando al liquidatore l’onere di recuperare nell’ambito della Svim le partecipazioni detenute dalla Regione Marche nella Società regionale di garanzia. Voi sapete che il Consiglio regionale nella precedente legislatura ha definito strategiche alcune società chiedendo al liquidatore della ex Finanziaria regionale Marche di mantenere le partecipazioni di questa società in capo alla Regione attraverso la Società di sviluppo Marche. E arriviamo alla Svim, una Spa che è stata costituita il 21 settembre 1999 ai sensi della legge regionale 17/99 che è stata omologata dal tribunale di Ancona nel novembre 1999. Il consiglio di amministrazione della Svim — ma credo che il Consiglio regionale sappia questa cosa — è composto da un presidente di nome Catervo Cangiotti, da quattro consiglieri che si chiamano Alberto Drudi, Marco Pacetti, Paolo Orlandi e Paolo Bartocci e dal collegio sindacale composto da Giancarlo Ricci come presidente e da Massimo Albonetti e libero Lucconi come sindaci.
La società, in data 2 ottobre 2000 ha nominato come proprio direttore tecnico la dott.ssa Patrizia Bianconi.
Il capitale sociale della Svim sottoscritto e versato è di due miliardi, di cui la Regione ha sottoscritto e versato £. 1.800.000.000 come previsto dall'art. 5 della legge istitutiva 17 del 1999. La parte residua del capitale sociale è stata sottoscritta e versata dagli altri soci che, come sapete, sono il Consorzio universitario MIT e l'Unione regionale delle camere di commercio.
Il 6 marzo di quest'anno l'assemblea dei soci ha approvato il piano di attività che è coerente con gli indirizzi della programmazione regionale. Sapete che per scelta del Consiglio regionale la Svim risponde a una precisa missione che è stata scandita nella legge regionale: quella di realizzare la progettazione degli indirizzi della programmazione regionale. Si pone quindi a un livello intermedio tra le scelte di governo che afferiscono alla responsabilità del Governo regionale e del Consiglio regionale e della concertazione, e la realizzazione e la gestione di questi progetti, quindi la funzione della Svim è di progettazione. Il Consiglio regionale potrà valutare l'operato della Svim in modo concreto attraverso la realizzazione — una cosa ben visibile — dei progetti che gli vengono affidati in base alla legge istitutiva. Non dobbiamo mai dimenticare che la Svim non partecipa alla realizzazione delle strategie di governo della nostra Regione, non partecipa alla definizione degli indirizzi di programmazione perché questi sono propri dell'istituzione, del Governo, del Consiglio regionale, della concertazione. Implementa questi indirizzi traducendoli in progetti concreti che riguardano le politiche comunitarie, l'internazionalizzazione, altri aspetti che la legge ha definito come quelli infrastrutturali, quindi ci sarà la possibilità di misurare concretamente l'efficacia e l'efficienza della Svim proprio nella sua capacità di rispondere a questa strozzatura che è fondamentale per la vita della nostra istituzione, per la vita della nostra comunità regionale. Se parlate con i sindaci della nostra regione che sono alle prese con i problemi della politica comunitaria vi diranno che la loro difficoltà in questo momento è realizzare i progetti che entrano nelle misure del Docup che si riferiscono alle loro istituzioni. Quindi la Svim risponde a questa esigenza: aiutare la realizzazione della progettazione e in questo senso l'assemblea dei soci nel marzo di quest'anno ha individuato il piano di attività che è coerente con gli indirizzi che la programmazione regionale ha definito per il prossimo periodo di tempo, quindi la realizzazione dello studio di fattibilità che è un progetto delle economie esterne del distretto industriale di Fabriano previsto dall'accordo di programma quadro in attuazione dell'intesa istituzionale di programma 7 maggio 1999 che corrisponde all'esigenza di riattivazione delle funzioni vitali della comunità produttiva colpita dal terremoto. Sapete che sono quattro progetti già individuati nelle loro linee essenziali che afferiscono i collegamenti tra attività produttive e viabilità principale, quindi si riferiscono prevalentemente a infrastrutture di viabilità secondaria, a infrastrutture energetiche e di comunicazione soft, al potenziamento della rete energetica e al potenziamento del sistema logistico di quel territorio. La Svim dovrà tradurre questi indirizzi di programmazione in progetti, e lo sottolineo ancora una volta per evitare confusioni rispetto alla missione che è stata a lei affidata prevalentemente nelle nostre intenzioni.
Ancora, realizzazione di un progetto sulle fiere riguardante le necessarie risposte localizzative dimensionali, organizzative e gestionali del sistema regionale a confronto con quelli nazionale e internazionale e, previo parere della seconda Commissione consiliare, con delibera della Giunta regionale è stato conferito alla Svim anche l'incarico di cui al punto 3), per cui in data 26 settembre è stata stipulata la convenzione relativa tra la Regione Marche, servizio programmazione e la Svim, che prevede una durata di 14 mesi e un importo di 3,5 miliardi.
Questo, in questa fase, il principale compito che abbiamo dato alla Società di sviluppo regionale.
In seguito, con l'assessorato alle politiche del lavoro della nostra regione è stata anche stipulata una convenzione che prevede lo sviluppo dei seguenti progetti: l'individuazione e l'applicazione di procedure, anche concertative, destinate alla risoluzione delle situazioni di difficoltà e di vera e propria crisi aziendale; l'identificazione di iniziative volte al soddisfacimento positivo per l'inserimento di 120 immigrati albanesi nell'ambito della convenzione tra Regione Marche e Ministero del lavoro e delle politiche sociali. Inoltre il progetto di fattibilità di misure formative rivolte agli enti preposti alla formazione sull'apprendistato. Questo per quanto riguarda la Svim.
Infine, per quanto concerne l'interrogazione n. 130 che è stata unificata e che si riferisce al funzionamento dell'ufficio di collegamento della Regione Marche con le istituzioni comunitarie a Bruxelles, la Regione, con L.R. n. 4 del 17.03.98, al fine di realizzare un efficace sistema di relazioni con le istituzioni comunitarie nelle materie di competenza, ha istituito, ai sensi dell'art. 58 della legge 6.2.96, n. 52, l'Ufficio di collegamento con le istituzioni comunitarie in Bruxelles.
L'Ufficio opera come strumento di collegamento tecnico-amministrativo ed informativo tra le strutture regionali e gli Uffici delle Istituzioni comunitarie competenti delle medesime materie ed assicura, altresì, i rapporti con la rappresentanza permanente dell'Italia presso l'Unione europea
La Giunta regionale ha dapprima firmato un protocollo di intesa con le Regioni Toscana, Umbria, Lazio e Abruzzo per l'organizzazione e la gestione comune dei rispettivi uffici di collegamento con le istituzioni comunitarie, e successivamente stipulato il contratto di locazione e le convenzioni con la Regione Toscana.
L'ufficio, attualmente, è composto da 2 unità di personale regionale: il responsabile, in servizio da febbraio 1999, i1 dipendente di ottava qualifica, in servizio da settembre '99.
Va aggiunta una figura di addetta alla segreteria, in servizio da settembre '99, il cui rapporto è regolato da una convenzione a tempo determinato con la società che gestisce i servizi di supporto.
Le spese di funzionamento dell'Ufficio di Bruxelles, anno 1999: £. 365.144.736 per il funzionamento dell'Ufficio di Bruxelles stessa (canone di locazione, spese telefoniche, servizio di supporto della società Fidi Toscana).Oltre alle spese di funzionamento nello stesso anno è stato liquidato l'importo di £. 292.096.600, che va tenuto distinto in quanto relativo a spese una tantum di ristrutturazione ed adeguamento dei locali della sede.
Ai costi di funzionamento della sede va aggiunto il costo annuo del personale regionale che opera presso l'ufficio, e parlavamo prima della figura di servizio aggiuntiva alla segreteria.
L'attività di collegamento dell'ufficio di Bruxelles è soprattutto rivolta a favore dei gruppi consiliari regionali e dei consiglieri regionali per consentire loro di svolgere nella maniera più adeguata, vista l'importanza che assumono nella vita amministrativa della nostra Regione gli strumenti delle politiche comunitarie, i propri lavori.
L'Ufficio dipende funzionalmente dal Presidente della Giunta regionale e la legge regionale 4/98 prevede che i consiglieri regionali abbiano la facoltà di avvalersi dell'ufficio per informazioni e consulenze, ne consegue che l'ufficio fornisce specifiche informazioni ed assistenza in caso di richieste da parte dei consiglieri. L'attività di informazione, che costituisce l'attività principale, avviene con le seguenti modalità. Per l'attività di informazione a carattere ricorrente l'ufficio invia, per posta elettronica, i documenti informativi prodotti dalla struttura di supporto (foglio d'informazione giornaliero e bollettino quindicinale d'informazione) ai componenti della Giunta regionale ed ai dirigenti della Giunta. Per quanto riguarda il Consiglio, in base alle disposizioni ricevute dal gabinetto del Presidente, con nota del 3 agosto u.s. gli stessi documenti vengono inviati al Presidenti dei gruppi consiliari, al Presidenti di Commissione ed ai Consiglieri regionali, oltreché al presidente, ai vicepresidenti e ai consiglieri segretari.
Per quanto concerne l'informazione specifica, relativa a proposte di regolamento direttive, documenti di lavoro della Commissione o a rapporti specifici settoriali e/o relazioni, l'Ufficio opera inviandola agli Assessori ed ai servizi della Giunta competenti per materia sulla base delle indicazioni che da loro sono state date.
Da parte dei consiglieri regionali richieste specifiche e informazioni possono essere inoltrate all'Ufficio di Bruxelles in qualsiasi modo e mezzo. Non sono previste procedure particolari per quanto riguarda l'intermediazione nei rapporti con le Istituzioni comunitarie: l'Ufficio può supportare organizzativamente Giunta regionale e Consiglio negli incontri con gli uffici della Commissione o di altre istituzioni, qualora tale supporto venga richiesto.
Per maggiori dettagli è a disposizione degli interroganti la relazione del responsabile dell'Ufficio di Bruxelles sull'attività svolta fino al 30.10.2000
Per quanto riguarda le operazioni con gli operatori economici, agli atti dell'ufficio non risultano pervenute da parte di informazioni relative a progetti di formazione presentati alla Comunità europea.
Per quanto riguarda, in particolare, le informazioni sui progetti formativi, alle quali si fa riferimento nell'interrogazione, si precisa che la formazione finanziata dalla CE con Il FSE viene gestita totalmente a livello regionale e provinciale, per cui e poco probabile che un operatore si rivolga all'ufficio di Bruxelles per queste informazioni.
Fin dall'inaugurazione della sede comune a Bruxelles, svoltasi il 10 marzo '99, è stata manifestata in varie forme ampia disponibilità alla realtà economica e sociale marchigiana, oltreché ad enti locali ed altre istituzioni operanti nel territorio, ad ospitare iniziative o forme di assistenza tecnica tramite eventuale convenzione. Questo per quanto riguarda le esigenze del territorio o dei settori produttivi, all'insegna di una collaborazione di sistema che abbiamo detto tante volte essere la modalità di lavoro della nostra comunità regionale, quindi una intensa collaborazione tra istituzioni e operatori economici.
L'organizzazione e il monitoraggio dell'ufficio di Bruxelles, che è l'altra sollecitazione formulata dagli interroganti, ci fanno dire che dal primo ottobre scorso la gestione dei servizi di supporto viene svolta da una società di diritto belga, denominata RECIS s.a. costituita dalle società finanziarie delle cinque Regioni, quale ulteriore sviluppo e rafforzamento dell'accordo che ha dato origine all’organizzazione ed alla gestione comune della sede degli uffici di collegamento regionali con le istituzioni comunitarie.
Si stanno attualmente definendo con le altre Regioni i punti di un’intesa che costituirà un indirizzo per la predisposizione del piano di attività per l'anno 2001.
A conclusione di questa informazione si dà comunque la più ampia disponibilità a riflettere insieme con i gruppi consiliari e con le Commissioni che utilizzano i servizi di questo ufficio sulle modalità più opportune affinché l'azione di questo ufficio possa essere ancora più efficace e più efficiente, in modo tale che i consiglieri possano trovare corrispondenza rispetto alle loro esigenze.
PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno, il consigliere Grandinetti.
FABRIZIO GRANDINETTI. L'interrogazione fatta riguarda la Società di garanzia Marche e l’ufficio costituito anche su consiglio dei consiglieri del gruppo di Forza Italia della precedente legislatura che visitarono Strasburgo e consigliarono la Giunta di predisporre questo ufficio, perché l'assenza da Strasburgo e da Bruxelles significa spesso non conoscere direttive e leggi che rimangono lì, anzi gli italiani sono i meno rappresentati in quelle commissioni e direzioni. Questo è un danno, perché oggi avere informazioni è un fatto importantisimo, determinante.
Questa interrogazione non aveva un intento polemico ma costruttivo, nel senso che la Svim è una società di garanzia e gli uffici in Europa hanno una vita ormai di un anno per cui un primo consuntivo dopo un anno era giusto farlo, sapendo dal Vicepresidente Spacca, che è stato protagonista della legge che ha costituito la società, come stanno le cose. Io fui relatore di minoranza della legge e qualche emendamento passò dato che arrivammo a una astensione, quindi ci fu una collaborazione intelligente che bisognerebbe sviluppare. Controllare e controllato non è possibile essere contemporaneamente e dovremmo sviluppare questa cosa dappertutto.
Il Vicepresidente Spacca è persona che non ha certamente bisogno di leggere dei foglio di dibattere del mondo economico o di società leggendo veline preparate dagli uffici, perché ha una competenza specifica nel campo, ma oggi ha letto queste cose e si è un po' arrampicato sugli specchi perché probabilmente queste tre realizzazioni sono una enunciazione fatta, un programma che magari c'è, ma la concretezza in questa società non c'è perché non è ancora partita e non sono state fatte molte cose, anzi non è stato fatto quasi niente. La Società regionale di garanzia non può essere uno strumento principalmente per delle fidejussioni ma deve sviluppare il proprio campo. Tra l'altro una società con una situazione patrimoniale forte non ha nemmeno più bisogno di fidejussioni, ma ha una trattativa con il mondo del credito per cui non deve, appunto presentare nemmeno fidejussioni. Non capisco una società che fa fidejussioni e serve solo per dare garanzie. A chi? A chi non è capace di darle agli istituti di credito? Ci vuole un rinnovamento di un mondo che è ancora indietro, quello del credito, che sicuramente deve fare ancora dei passi da gigante oppure fermarsi alla fidejussione, specialmente se non c'è una analisi che deve essere anche sulla fiducia, perché se mi si dice che si va a supplire perché il credito guarda solo alla patrimonializzazione delle aziende e alle volte non guarda alle prospettive... Vedo che il Vicepresidente fa cenni di assenso, quindi condivide che oggi si dovrebbe dare importanza ai progetti e forse un certo mondo ancora non è preparato.
Se noi suppliamo con questa società a tale manchevolezza di progetti che sono business in cui crediamo, mentre un altro mondo un po' vecchio non ci crede, allora va bene, se è solo per questo; se è per dare garanzie che altri non accetterebbero perché non sono finalizzate a progetti di programmazione importanti, allora è un modo clientelare di fare e non penso che sia stato questo lo scopo di cui abbiamo parlato. Mi auguro che questo sarà, perché tra l'altro mi pare che la presidenza è di un imprenditore che ha dimostrato grandi capacità. Se lo scopo è questo vada avanti, ma vada avanti con questi criteri, supplendo a manchevolezze di altri settori e non sostituendosi dando quello che non può essere dato quando non si crede in certe cose.
Però, per adesso dobbiamo cercare di ampliare, perché fare solo fidejussione potrebbe essere un campo d'azione troppo ristretto. Comunque le capacità professionali in consiglio di amministrazione ritengo ci siano, l'esperienza internazionale c'è, quindi penso che la società possa essere avviata a fare qualcosa di concreto nel futuro.
Passo all'ufficio per l'Europa. Ne abbiamo sentito parlare adesso, siamo poco informati su quello che fa, io vorrei che fossero fatte circolari, fosse pubblicizzato il fatto che esiste, che ha questi due-tre funzionari e sia messo a disposizione anche di tutti i Comuni, dei sindaci, delle Province, di tutta la comunità marchigiana sapendo che abbiamo un ufficio che sta lì e può verificare da vicino le opportunità che noi conosciamo meno. Non deve essere un collegamento solo con la Regione, con la Giunta e con gli uffici ma deve essere un collegamento con tutto il mondo marchigiano, con l'imprenditore che non è detto debba per forza aderire ad un'associazione di categoria. Quindi, con tutta la comunità.
Per la Svim abbiamo fatto un dibattito ed è stato oggetto di un minimo di collaborazione per fare una legge migliore di come era stata ideata. Vedo una Svim che deve fare ancora molto. Io non ero presente all'audizione della Svim ma ho letto il resoconto. E' una società che ha delle potenzialità, può fare molto ma fino adesso non ha fatto nulla. Dice "adesso abbiamo cominciato, e cominciamo dal distretto di Fabriano, un investimento di 3 miliardi". E' l'unica cosa operativa approvata dalla Giunta con parere della Commissione bilancio non all'unanimità; le altre sono tutte cose teorizzate che non sono state nemmeno approvate.
Leggo anche "Non abbiamo un’autonomia né gestionale né di risorse perché le risorse che la Regione ci ha dato sono finalizzate all'acquisto della partecipazione della Finanziaria regionale". Cangiotti, che non è il primo venuto ma un imprenditore di successo, dice pure: "Quindi non ci faremo carico di proporre ma come autonomia ma se la Regione ci dà 100 miliardi noi cominciamo a programmare e a fare".
E allora, queste società hanno uno scopo, un fine se noi ci crediamo, se diamo loro autonomia e soldi per operare. Poi, tra uno o due anni vediamo come hanno operato. Però qui il finanziamento viene dato per un progetto. Fino adesso sono stati dati tre miliardi per una convenzione "tra la Regione Marche e Sviluppo Marche Spa: conferimento dell'incarico di realizzazione di uno stato di fattibilità per l'ottimizzazione delle economie esterne del distretto industriale di Fabriano". Lui dice "fino adesso non ho fatto molto, però sto trattando con dei network a livello internazionale, ho preso contatti, ho voglia di fare, da imprenditore sono abituato a fare, ma se non mi date i mezzi per fare, i finanziamenti per fare non riesco a fare". E allora, se Cangiotti dice "se mi date 100 miliardi io provvedo a fare", significa che lui farebbe e non aspetterebbe, cioè creerebbe queste sinergie a livello internazionale e cercherebbe di fare. Fino adesso è stato dato incarico di fattibilità per un'operazione su Fabriano, guarda caso, mentre ci sono zone in grande difficoltà. Non ne voglio fare una questione di provincia o geografica ma vi sono zone in grande difficoltà, zone terremotate, che hanno anche dei piani in difficoltà per ragioni che poi vedremo meglio, di cui abbiamo parlato qualche settimana fa approvando una mozione in questo Consiglio regionale. Allora, perché Fabriano e perché la Svim fino adesso non è riuscita a produrre nulla? Quello su Fabriano è l'unico incarico che è stato dato.
Un'altra cosa che voglio far notare, è che c'è questo fenomeno dei primari medici, dei dirigenti medici che vengono dall'Emilia Romagna: il fatto che anche in questo caso sia stato preso un dirigente della Svim — che sicuramente sarà un dirigente di alto livello — dalla stessa regione significa che nelle Marche non ci sono né possibilità di avere dirigenti a livello sanitario adeguati né possibilità — e questo mi sorprende molto perché siamo stati protagonisti di un miracolo economico anche noi — di avere dirigenti on quest'altro settore. Mi si viene a raccontare che un manager deve avere un'esperienza specifica di una finanziaria dell'Emilia Romagna? No, un manager sa vendere e fare di tutto. E' manager non perché è settorizzato e sa vendere solamente saponette o lavande, ma sa fare di tutto e dunque sa fare anche finanza. Non penso che si possa attingere da fuori ma si può attingere dal mondo marchigiano che ha fior fiore di dirigenti.
GIAN MARIO SPACCA, Vicepresidente della Giunta. E' una scelta autonoma del consiglio di amministrazione.
FABRIZIO GRANDINETTI. Io lo faccio presente, come al solito, con lo stile, con l'educazione e con la propositività che tu conosci, quindi non ho né da strillare né da imputare, vi faccio delle domande e faccio domande a questo Consiglio. E' stata una decisione autonoma ma siccome è una società partecipata dalla Regione Marche io faccio questa domanda: perché vengono sempre da lì e non possono essere attinti da un mondo che pure ha un livello imprenditoriale di così alto valore? E' una specie di miracolo, perché una regione di nemmeno un milione e mezzo di abitanti ha tirato fuori un miracolo che esiste solo nel nord-est, che a mio avviso è superiore come mentalità d'iniziativa. Nascendo aziende nelle Marche, sono nati fior fiore di dirigenti. Questo lo dico perché non possiamo parlare di autonomia della società quando è una partecipata, qualche consiglio lo possiamo anche dare noi con la nostra esperienza, specialmente l'assessore che sta in contatto con la stessa.
Questo volevo dire, per non lasciar passare un altro anno di tempo in cui non voglio fare un'interrogazione per conoscere le cose, ma sono convinto che tra un anno l'assessore ci dirà quello che stanno facendo la Svim, la Società di garanzia e l'ufficio per l'Europa, facendo un consuntivo che io ritengo lui debba fare ogni anno al Consiglio regionale su queste società e questo ufficio che comunque sono di emanazione del Consiglio regionale delle Marche, dunque società che devono essere a disposizione di tutti i marchigiani.
PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Romagnoli.
FRANCA ROMAGNOLI. Mi riservo di intervenire sul discorso Svim dopo la risposta all'interrogazione 58. Riguardo all'ufficio di collegamento di Bruxelles ho fatto un'interrogazione ed anzi preciso che ogni volta che faccio interrogazioni è proprio per conoscere, nel senso vero della parola "interrogazione". Normalmente si possono fare interrogazioni per conoscere risposte che magari già si conoscono, invece la mia è un'interrogazione vera che mi è venuta proprio dalle lamentele soprattutto degli operatori, al di là che si rivolgano anche per cose improprie riguardo ai progetti di formazione che sono sicuramente assorbiti dall'attività regionale. E' pur vero che questo deve essere il compito primario: chi si è rivolto non ha trovato risposte. Potrei anche documentare questa cosa e far sì che chi me l'ha detta la formalizzasse. Non è tanto l'attività da Bruxelles a qui che deve essere privilegiata — informativa mensile, di comunicazioni, di circolari a noi o alla Giunta — quanto invece potenziato il canale inverso, cioè le risposte a coloro che da qui fanno determinate domande, soprattutto il mondo imprenditoriale.
Il collegamento con noi, che è comunque insufficiente, non può essere esaustivo di quello che invece dal mondo economico proviene come domande, quindi anche con i presidenti di gruppo bisogna trovare altre forme di contatto e di avvicinamento verso la vera imprenditoria, per esempio attraverso i distretti. Quindi, quando tutti saranno costituiti e funzionanti i distretti potranno essere lo snodo e il collegamento potrà avvenire direttamente. Attraverso noi è difficile che questo avvenga. Quindi non tanto l'istituzione della comunicazione mensile o periodica quanto la risposta al bisogno contingente, immediato del mondo economico.
Sulle spese non sono d'accordo, perché nell'interrogazione avevo fatto dei calcoli che non erano errati quando dico che il primo anno ci è costato quasi 800 milioni, non 300 o 400, perché per il primo anno sono da aggiungere le spese per la convenzione, tutto quello che è avvenuto per la costituzione di questa società tra cinque Regioni: sono state spese di stipula notarile e tutto il resto enormi. Quindi è vero che la locazione e i funzionari costeranno sui 300-400 milioni l'anno, ma è vero che il primo anno è stato una tombola e comunque non all'altezza delle aspettative e delle risposte che sono venute. Abbiamo anche appreso che non è soltanto un dirigente a lavorare ma che addirittura ci sono tre unità, una part-time, quindi questo aggrava la situazione.
Per quanto riguarda le risposte a coloro che sono andati in delegazione a Bruxelles, anche lì ho saputo che non è stata trovata l'accoglienza o l'informazione che si desiderava, le lamentele ci sono state. Io non sono solita parlare per voci ripetute o sentite di corridoio però questo è avvenuto, quindi un controllo maggiore di un ufficio che costa tanto e soprattutto lo stimolo ad una maggiore incisività soprattutto al mondo economico è doveroso, altrimenti possiamo pensare di rivederlo, se non funziona.
Interrogazioni (Svolgimento):
«Erosione del litorale» Grandinetti (47)
«Erosione del litorale di Civitanova Marche-Potenza Picena e Porto Recanati» Brini (87)
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca le interrogazioni n. 47 del consigliere Grandinetti e n. 87 del consigliere Brini.
Per la Giunta risponde l'assessore Ottaviani.
ROBERTO OTTAVIANI. In relazione alle interrogazioni in oggetto si precisa quanto segue.
Per quanto attiene al tratto di costa ricadente nel comune di Porto Recanati e, in particolare, alla zona Scossicci il servizio LL.PP. ha recentemente appaltato un primo intervento di difesa mediante la realizzazione di pennelli soffolti con apporto di materiale da ripascimento da prelevare in zone limitrofe di sovrasedimentazione (foce Musone).
L'importo di tale intervento ammonta a complessive L. 854.226.000.
L'inizio dei lavori è subordinato al rilascio da parte della competente capitaneria di porto, della concessione delle necessarie aree demaniali.
A completamento di tale intervento, nel programma 2001, approvato con D.G.R. n.2179 del 17.10.2000 e, nelle more dell'approvazione, da parte del Consiglio regionale, della legge di assestamento del bilancio 2000, il servizio LL.PP. ha predisposto un progetto di raffittimento dei pennelli e prolungamento del tratto protetto, dell'importo complessivo di L. 1.300 milioni.
Con tali interventi si ritiene di aver dotato il litorale, a nord dell'abitato di Porto Recanati, di un sistema di difesa a basso impatto ambientale basato sull'intrappolamento dei sedimenti trasportati longitudinalmente dalle maree.
Relativamente alla zona di Porto Potenza si fa presente che sono stati, recentemente, consegnati i lavori di rifiorimento delle scogliere emerse presenti a nord dell'abitato.
L'importo di tali opere ammonta a complessive L. 550 milioni ed i lavori dovranno essere ultimati entro il prossimo gennaio 2001.
Relativamente alla zona di Civitanova Marche si precisa che non è stato previsto alcun intervento in attesa della approvazione del redigendo piano di difesa della costa.
A tale proposito si comunica che, giusta D.G.R. n.1694 del 30.06.1997, l'ufficio progetti del servizio lavori pubblici ha avviato un "programma biennale di ricerche, studi integrativi e di completamento della fase conoscitiva dell'ambiente fisico costiero marchigiano".
Detto programma prevede le seguenti fasi: 1) censimento delle attività di studio e di indagine sino ad ora svolte; 2) determinazione dei parametri fisici della costa marchigiana; 3) determinazione dell'attuale utilizzazione del litorale e delle sue prospettive.
Di tali fasi, le prime due sono sostanzialmente ultimate, sia attraverso il suddetto censimento che mediante l'installazione di boe ondametriche con inserimento nella rete ondametrica nazionale (R.O.N.) e l'esecuzione di indagini topografiche, batimetriche e sedimentologiche.
Tradotto in termini molto più semplici posso dire che questi studi sono stati in parte già illustrati, e l'incarico era stato dato all'università di Ancona. L'università, con la collaborazione del nostro servizio ha già avviato la realizzazione di questa onda che misura le correnti delle maree, perché il problema della difesa della costa è estremamente complesso, non facile da applicare. Non ci sono modelli precostituiti che possano essere utilizzati ai fini della difesa della nostra costa. Ogni nazione agisce con sue impostazioni più o meno condivisibili, dal Giappone al nord Europa. Stiamo studiando, con questo piano della costa una modalità d'intervento lungo la costa adriatica, in particolare quella marchigiana, che sia mirato al tipo di mare poco profondo nella parte a nord del Conero ad esempio, finalizzato al recepimento di tutti i flussi e le maree presenti in Adriatico, un mare particolare rispetto agli oceani e alle situazioni che vengono affrontate in Olanda o in Giappone.
La terza fase, in corso a cura della facoltà di Ingegneria dell'università degli studi di Ancona, fornirà, sulla base dei dati ottenuti dalle prime due, linee guida utili al predetto ufficio per la redazione del piano di difesa della costa.
In attesa di tale proposta, il servizio lavori pubblici, d'intesa con il comitato consultivo per la difesa della costa, non ritiene di porre in essere interventi che, benché necessari, non siano di manutenzione di opere esistenti ovvero dettati da particolari ragioni di emergenza che possano compromettere la pubblica o privata incolumità. In questo senso interverremo, ma tenuto conto che circa l'80% della costa marchigiana è irrigidito da interventi di difesa della costa, che ahimé, negli anni si sono rivelati non sempre efficaci, si ritiene opportuno intervenire, in futuro, con una pianificazione e con uno studio più approfondito che è in corso di completamento.
PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Grandinetti per dichiararsi soddisfatto o meno.
FABRIZIO GRANDINETTI. Ringrazio l'assessore Ottaviani e propongo alcune cose che penso possano essere importanti per lavorare sulla questione delle scogliere. Tra l'altro ho letto ieri un'intervista in cui si dice "Allarme: aumenta il rischio frane". Siamo una delle regioni con questo rischio, abbiamo anche il problema del litorale. Voglio parlare della parte che riguarda Porto Recanati, perché per il resto lascerò parlare il consigliere Brini che è di Civitanova Marche. Noi sappiamo — lì ci passiamo, ci abitiamo — che quella è diventata una strettoia. Scossicci, la zona di Porto Recanati che conduce a Marcelli ed entra poi nella provincia di Ancona è mangiata continuamente, nel corso degli anni, dalle mareggiate. Tutte le attuazioni — barriere frangiflutto ecc. — sono state inutili e il problema si propone soprattutto perché in quella zona è molto importante l'autorità turistica, invece si devono fare continuamente deviazioni e non si trova più la strada. D'estate, quando torniamo da quelle parti la strada non c'è più o ce n'è solo un pezzo.
Noi abbiamo chiesto, con la nostra interrogazione di sapere se veniva finalmente affrontato quel problema anche con uno studio di fattibilità, ma dopo questi studi che costano miliardi è necessario passare alla fase attuativa. Che cosa fare?
Io conosco la storia di Porto Recanati. Fin dagli anni '50 il litorale è stato interessato dal posizionamento di scogliere, poi sono state fatte tante altre cose: le scogliere frangiflutto parallele alla linea di battigia, scogli emergenti dinanzi alla spiaggia, scogliere foranee soffolte, scogliere posizionate al largo, scogliere con pali di cemento, pennelli soffolti perpendicolari. Il programma degli interventi prevede per la prossima stagione estiva un posizionamento di pennelli soffolti che dovrebbe garantire la tutela del litorale vicino al ristorante "Acropoli", nei pressi del fiume Musone.
Fino adesso i vari interventi che si sono succeduti non hanno dato una soluzione definitiva, quindi chiedo all'assessore di studiare velocemente questo problema, perché il danno maggiore per la costa deriva proprio da questa strettoia che impedisce il passaggio.
In più parti del litorale e del centro abitato vi sono zone di erosione che tendono ad assumere anche una certa pericolosità. Anche la zona abitativa davanti alla spiaggia vede infiltrazioni in abitazioni. Quella è indice di ricchezza per i cittadini di Porto Recanati che affittano le loro abitazioni od ospitano nelle loro abitazioni turisti, secondo una tradizione che risale ad anni ancora precedenti alla mia nascita.
C'è un pericolo costante soprattutto a nord e sud del centro abitato che non permette di dare inizio, per esempio, ai lavori che si devono eseguire. Quindi bisogna vedere anche se c'è la possibilità di fare i lavori nella zona nord e sud che mi pare sia la più colpita. Si tratta di lavori pubblici di fondamentale importanza per la città che vengono bloccati proprio perché non si risolve questo problema che è poi collegato con altre realizzazioni, altri lavori pubblici che la Giunta di quella città ha intenzione di espletare.
La quasi totalità delle scogliere necessita di riposizionamento e ha bisogno di interventi di riparazione, quindi occorre cercare di risolvere definitivamente il problema.
In molti di questi casi non bastano scogli ma servirebbe anche un forte ripascimento, cioè apporto di materiale sabbioso che lì ormai non c'è più, perché si passa dalla strada direttamente al mare.
E' tempo di attuare un piano definitivo. Lo studio di fattibilità va bene e io spero che nei tempi brevi si passi al piano definitivo, che, a quanto sembra, è stato commissionato da diversi anni all'università di Ancona. E' ora che l'università di Ancona questo piano ce lo dia, perché la teorizzazione è bella, l'uomo di studio è splendido quando fa scuola ai ragazzi, ma deve calarsi anche nella realtà. Tempi stretti per i programmi, perché chi di dovere deve essere operativo e li deve attuare.
Se non è un intervento risolutorio, il futuro della città, che si basa moltissimo sul turismo, è in pericolo. Chiedo quindi all'assessore, senza tanti infingimenti, con l'educazione tipica della gente che popola la provincia di Macerata ma le Marche, di far presente all'università che è ora che ci diano un progetto che tengono da tre anni per poi cercare di attuarlo, perché Porto Recanati è condizionata moltissimo anche nelle sue realizzazioni e nei programmi futuri che tutti i sindaci si dovrebbero porre: "che cosa deve diventare la mia regione, la mia provincia, la mia città? Che cosa voglio fare? Quali sono gli strumenti? Dove voglio arrivare? Quali sono le mie realizzazioni? Quali sono i miei fini?". E' quello che penso il Presidente D'Ambrosio si chiede tutti i giorni discutendo con voi, per poi realizzare nel futuro. Mi auguro questo e credo che lo facciano anche i sindaci e i presidenti delle Province. Il sindaco di Porto Recanati questa domanda se l'è posta e ha detto "Se non si risolve il problema della costa sono in pericolo anche altri lavori pubblici di grande importanza. Se non si risolve questo problema, che cosa faccio?"
Per quanto riguarda Civitanova non mi permetto nemmeno di parlarne lasciando la parola al consigliere Brini.
PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Brini per dichiararsi soddisfatto o meno.
OTTAVIO BRINI. Ringrazio l'assessore per la relazione che ha fatto. Opportunamente le due interrogazioni sono state abbinate. Penso che alcune considerazioni siano opportune in questa circostanza prima di entrare nel merito del problema.
Nel 1988, il 3 aprile è iniziato nelle Marche il "tour D'Ambrosio". La lamentela che rivolgo anche questa mattina è che siano presenti non solo gli assessori ma anche il Presidente della Giunta, perché queste esternazioni che sto facendo sarebbe stato opportuno che anche il Presidente le avesse sentite, per farne tesoro per il futuro, perché ho visto che sta per iniziare un altro tour nelle Marche, sempre con guida e, guarda caso, sempre nelle immediate scadenze elettorali.
Perché dico questo? Perché il 3 aprile 1998, alla presenza di tutto il Gotha della Regione Marche — alti funzionari, dirigenti — si è svolto nella Città Alta — all'epoca io ero assessore ai lavori pubblici — un importantissimo incontro, uno scambio di idee, di informazioni, di programmazione per verificare se l'obiettivo era quello di portare avanti insieme ciò che veniva esposto, ciò che veniva illustrato, ciò che veniva evidenziato. All'epoca era assessore ai lavori pubblici il collega Giulio Silenzi, attualmente presidente del gruppo Ds e sicuramente anche lui avrà le relazioni fatte all'epoca. Ma fino ai primi di aprile del 2000 non c'è stato un minimo cenno a quell'incontro, a quelle risposte generali, a tutto campo: si parlava di cultura, di turismo, di lavori pubblici, di ambiente. E guarda caso, quando si parla di cultura puntualmente ci si dimentica di "Civitanova Danza" che è una importante manifestazione a carattere internazionale.
Per quanto riguarda i lavori pubblici in quella circostanza si era detto che effettivamente c'erano delle grosse difficoltà che erano state segnalate per iscritto. Io mi auguro che non succeda niente, ma non vorrei che una brutta mareggiata possa creare grossi problemi e seri rischi alla popolazione, perché qualcuno se ne dovrebbe assumere le responsabilità. Abbiamo un lungomare nord che è proprio a ridosso del mare, quindi questa superficialità o questo modo di vedere le cose per rinviare nel tempo soluzioni che stanno a cuore non solo agli operatori ma anche a chi là vive, non è accettabile. La invito, assessore, a venire a Civitanova a visitare il lungomare nord, perché Silenzi e il presidente della Provincia di Macerata Pigliapoco sono andati nel lungomare sud dove non vi sono questi problemi che invece esistono nel lungomare nord.
Mi ritengo insoddisfatto della risposta data, perché quando si parla di piani e di tavoli che stanno molto a cuore alle sinistre significa non fare nulla, significa rinviare tutto, significa non prendere decisioni, mentre quando c'è da prendere decisioni serie, concrete — che l'ex assessore al turismo Silenzi, che era anche assessore ai lavori pubblici, conosce perfettamente e sicuramente sarà stato messo anche in difficoltà da chi gli ha dato queste risposte — non si fa nulla. Non si può dire che non esistano problemi quando si parla di erosione.
Leggo velocemente quanto era stato segnalato ed esposto: "Come gran parte del litorale marchigiano anche quello di Civitanova Marche è soggetto ad erosione, in special modo il tratto di spiaggia che va dal sottopasso Esso fino alla foce dell'Asola. In passato sono state realizzate delle scogliere a protezione di detto litorale, che però hanno perso con il tempo la loro funzione di difesa in quanto, per la mancata manutenzione — non c'è stata nemmeno manutenzione in questi anni, checché se ne dica — dette scogliere in parte sono crollate. Pertanto, onde evitare l'erosione occorre quanto prima costruire delle barriere e potenziare quelle esistenti". Ed era stato segnalato un intervento di 7 miliardi. Quello che dispiace è che a distanza di due anni e mezzo c'è stato un silenzio totale rispetto al "tour D'Ambrosio" fatto nei comuni della provincia di Macerata. Se queste iniziative sono solo a livello elettorale è meglio non farle. Ho letto l'altro giorno che la Giunta regionale andrà a parlare con la Giunta provinciale di Macerata. Tu Silenzi eri assessore all'epoca, conoscevi i problemi, come ne conoscevi altri che non dipendono solo dall'assessore o dalla Giunta, perché vedo qui che, a volte, dirigenti creano grosse difficoltà rispetto all'espletamento delle pratiche, intervengono anche nelle leggi che noi stiamo predisponendo e danno anche indicazioni, come successo ieri nella quarta Commissione consiliare. Così non deve essere. Il ruolo della Commissione, della Giunta, degli assessori deve essere autonomo e svincolato nelle scelte politiche checché ne pensi il dirigente. Quando si tratta di scelte politiche è giusto che ognuno svolga il proprio ruolo.
Concludo dicendo che sono insoddisfatto e faremo iniziative insieme agli operatori e agi stessi residenti di Civitanova Marche...
GIULIO SILENZI. Di quale litorale parli?
OTTAVIO BRINI. Lungomare nord.
GIULIO SILENZI. Ma lì è in equilibrio il mare. Non c'è nessuna erosione.
OTTAVIO BRINI. Chi l'ha detto che è in equilibrio? Non è vero. Dal piano non emerge quello che dici tu. Questa tranquillità, questa sicurezza non emerge, tanto è vero che era in atto l'abbattimento del muretto del lungomare nord ma hanno bloccato i lavori per fare uno studio particolare onde evitare queste difficoltà.
GIULIO SILENZI. Non c'è l'erosione...
OTTAVIO BRINI. Ma lo potevi mettere per iscritto. Perché nessuno lo mette per iscritto? Io non sono candidato e non ho iniziato la mia campagna elettorale. Mi preoccupo per chi è candidato o sarà candidato e non vorrei metterlo in difficoltà.
La correttezza che chiedo soprattutto a lei Presidente Minardi, è che quando ci sono le Commissioni i dirigenti e i funzionari ascoltino più che dare indicazioni ai presidenti e vicepresidenti di Commissione. Noi abbiamo un ottimo presidente di Commissione, ieri purtroppo c'è stato un disguido: quello di un funzionario che ha dato delle indicazioni alla Commissione su quello che doveva fare. Non vorrei che anche su altri procedimenti ciò accadesse, vedi l'Alberghiero di Civitanova.
PRESIDENTE. Invito i consiglieri a rimanere ai tempi. Per le interrogazioni sono previsti dieci minuti per la risposta e cinque minuti per la replica.
Interrogazione (Svolgimento): «Presenza di amianto nello stabilimento di Ancona della Eridania Spa divisione Cereol Italia» Amagliani (49)
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l'interrogazione n. 49 ad iniziativa del consigliere Amagliani.
Per la Giunta risponde l'assessore Ottaviani.
ROBERTO OTTAVIANI. Sono previste due risposte, la mia e quella dell'assessore Melappioni.
Premesso che le competenze in materia di salubrità e sicurezza nei luoghi di lavoro sono assegnati dalla normativa vigente alle aziende sanitarie locali competenti per territorio, al fine di fornire adeguato riscontro all'interrogazione in oggetto, il servizio tutela e risanamento ambientale con nota 8035 del 31.7.2000 ha richiesto alla ASL n° 7 ogni notizia in suo possesso in relazione alle questioni evidenziate.
L'azienda sanitaria ha riscontrato la richiesta di cui sopra con la nota 4187 del 31.8..2000 a firma del responsabile del servizio prevenzione e sicurezza negli ambienti di lavoro che viene allegata alla presente. La nota di cui sopra è integrata da numerosi allegati di natura tecnica che anche in considerazione delle oggettive esigenze di riservatezza dettate dalla normativa vigente, sono a disposizione presso il servizio per una eventuale migliore e complessa disamina tecnica.
Alla data attuale non si hanno notizie degli ultimi esiti delle attività di monitoraggio prescritte su base annuale sia all'interno che all’esterno ove esistono ancora tubazioni o impianti coibentati con materiale contenente amianto.
PRESIDENTE. Ha la parola l'assessore Melappioni.
AUGUSTO MELAPPIONI. Credo di dover completare, anche perché il consigliere Amagliani chiede qual è la nostra conoscenza sulla situazione complessiva. Mi permetto di iniziare da novembre 1992 quando la Asl competente ha iniziato svariati sopralluoghi in quanto in quel momento venne segnalato il problema e allora iniziò la messa in sicurezza delle coibentazioni delle centrali termiche della raffineria, la progettazione di interventi di ristrutturazione dei reparti preparazione della soia e girasole degli oli e la progettazione di altri interventi in altri reparti.
Successivamente, nel maggio 1993, la ditta ICIC S.p.A. presentò un progetto di bonifica generale riguardante tutte le coibentazioni contenenti amianto presenti all'interno dello stabilimento: la ex USL 12 di Ancona autorizzò con prescrizioni, anche a seguito di un parere all'lSPESL di Roma sull'argomento, la bonifica dei reparti di olii tecnici, della preparazione della soia e del girasole.
Nel gennaio del 1996 la Eridania S.p.A. - Divisione Cereol Italia, subentrata alla ICIC S.p.A., presentò un nuovo piano di bonifica generale a completamento delle bonifiche già effettuate nel 1993.
Nel dicembre 1996, la ditta Phoenix S.r.l. di Marina di Carrara (MS) effettuò, su incarico della Cereol Italia, una indagine su tutto lo stabilimento di Ancona finalizzata all'individuazione e alla quantificazione del rischio amianto, sia all'interno degli ambienti di lavoro che all'esterno entro il perimetro aziendale.
Nel 1999 è stata effettuata la bonifica del reparto raffineria a seguito di nulla-osta, alla rimozione del materiale contenenti amianto nel terzo cantiere, rilasciato dal servizio prevenzione e sicurezza negli ambienti di lavoro dell'ASL di Ancona.
Successivamente, nel settembre 1999, la Eridania S.p.A. - Divisione Cereol Italia ha comunicato alla ASL 7 di Ancona di dover effettuare delle modifiche allo stabilimento: I'ASL 7, nel rilasciare il relativo nulla osta, ha prescritto alla ditta in questione l'esecuzione annuale di rilievi ambientali, sia all’interno dei locali che all'esterno, laddove esistono ancora tubazioni o impianti coibentati con materiali contenenti amianto, al fine di monitorare l'eventuale rilascio di fibre.
Inoltre, in data 5.5.2000 è stato rilasciato dalla ASL 7, un ulteriore nulla osta per la rimozione dell'amianto nelle tubazioni «Rack Piping" dello stabilimento Cereol Italia.
Si comunica altresì che, attualmente, il servizio prevenzione e sicurezza ambienti di lavoro della ASL di Ancona è in attesa dei dati derivanti dal monitoraggio prescritto sopra citato, al fine di programmare eventuali ulteriori interventi di controllo.
PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Amagliani per dichiararsi soddisfatto o meno.
MARCO AMAGLIANI. L'interrogazione risale ormai ad alcuni mesi fa. Dirmi soddisfatto delle riposte sarebbe mentire a me stesso, perché in effetti quello che mi proponevo — non per volontà degli assessori che mi hanno risposto — era capire se da quest'aula era possibile lanciare un segnale di sicurezza nei confronti degli operatori di quell'azienda. Mi sembra di aver capito che in questa azienda problemi ancora esistono nel senso che ancora tutte le risposte che ci attendiamo non sono arrivate. Invito chi di dovere a recarsi nell'azienda e a verificare con i propri occhi come in quell'azienda ancora vi sia della segnaletica che invita a fare attenzione relativamente ai problemi che potrebbe causare l'amianto.
Stante così le cose e verificato che alcune delle risposte avute sono soggette a un segreto cosiddetto "d'ufficio" che io andrò a verificare personalmente nell'ufficio stesso — non intendo sottrarmi a questo dovere — invito gli assessori e gli uffici preposti soprattutto — perché gli assessori hanno fatto, politicamente, il loro "mestiere", mi hanno dato delle risposte che provengono dagli uffici — a fare molta attenzione a questa e a situazioni analoghe. Io ho sollevato questa perché mi sembrava la più rilevante, però invito l'assessore Melappioni per quanto riguarda le sue competenze e l'assessore Ottaviani per le proprie ad ulteriori verifiche — magari l'assessore Ottaviani attraverso il nostro braccio operativo, cioè l'Arpam — per capire se la segnaletica ancora esistente qualcuno si è dimenticato di toglierla o attiene invece ad alcuni elementi di pericolosità ancora pienamente esistenti.
Interrogazione (Svolgimento): «Tempi di esame da parte dell'Unione europea del piano di sviluppo rurale» Giannotti, Grandinetti, Favia e Trenta (52)
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l'interrogazione n. 52 dei consiglieri Giannotti, Grandinetti, Favia e Trenta.
Per la Giunta risponde l'assessore Agostini.
LUCIANO AGOSTINI. L'interrogazione è un po' superata dai tempi, nel senso che c'è stata l'approvazione del piano di sviluppo rurale sia da parte del Comitato Star che da parte anche di questo Consiglio regionale. In relazione alle cose che qui sono state dette anche con alcuni riferimenti diretti ad associazioni di categoria che avrebbero in qualche modo protestato in quel periodo, le cose sono, come ho potuto dire in altre occasioni, da una parte strumentali e dall'altra di carattere politico-organizzativo, nel senso che le difficoltà di trattativa con la Commissione di Bruxelles esistono e sono difficoltà di vario genere riguardanti il modo di relazionarsi, di trattare, di contrattare sempre sul piano informale, mai sul piano della ufficialità, quindi con l'impossibilità, a volte di impostare un lavoro di programmazione e di coinvolgimento di tutti gli attori e protagonisti del mondo agricolo. Dall'altro lato, in relazione proprio a questo, in un primo tempo avevamo avuto la data del 28 luglio come data di approvazione del piano di sviluppo rurale, poi slittata per le necessità del Comitato Star che non aveva terminato l'approvazione dell'ordine del giorno, andando quindi alla seduta successiva che si è tenuta il 13 settembre.
Del resto la polemica letta sulla stampa è del tutto strumentale, anche perché i circa 100 miliardi della prima annualità, anche se il piano di sviluppo rurale non fosse stato approvato sarebbero stati erogati perché facevano parte di regolamenti ricompresi nell'Obiettivo 5b, quindi regolamenti vecchi che avrebbero comunque visto l'erogazione dei finanziamenti. Quindi tutta la polemica che si è scatenata sulla data di approvazione e sulla eventualità di poter perdere i 100 miliardi della prima annualità era infondata e i fatti lo hanno dimostrato.
PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Giannotti per dichiararsi soddisfatto o meno.
ROBERTO GIANNOTTI. La risposta a questa interrogazione dà la misura del problema che il nostro gruppo ha inteso richiamare a questo Consiglio regionale. L’atto ispettivo è uno degli strumenti fondamentali dell'attività del singolo consigliere e questo è ancora più vero se lo si considera rispetto al ruolo dei consiglieri di opposizione che non hanno responsabilità di governo e quindi esercitano giustamente un compito di vigilanza e controllo sull'attività degli amministratori. Se questo strumento non è reso agibile cominciano le difficoltà, quindi hanno ragione i consiglieri Brini, Ceroni, tutti gli esponenti del mio gruppo ma anche di altre componenti che in questo periodo hanno richiamato fortemente la presidenza del Consiglio affinché le risposte, sia orali sia scritte a questo strumento siano date in tempi realisticamente utili, perché una risposta come quella di questa mattina aveva un senso se data con tempestività, cioè attualizzata nel contesto in cui è sorto il problema, mentre oggi diventa una risposta risibile, una esercitazione di dietrologia da parte mia e da parte dell'assessore Agostini.
Abbiamo oggi fatto questo esperimento, vediamo cosa riusciamo a portare a casa in termini di risultato. Certo, quando si fa una mole di interrogazioni così ampia esiste il problema di una disattenzione da parte degli esponenti della Giunta, uno scarso livello di partecipazione. Questo però non può scandalizzarci, sono i meccanismi a rischio.
Rimane però l'impegno affinché comunque in tutte le sedute del Consiglio sia riservato uno spazio di un'ora, così come era vecchia abitudine, per la risposta alle interrogazioni e alle interpellanze, rimane il suo impegno autorevole, Presidente, affinché gli assessori rispettino il dettato della norma che specifica i tempi della risposta. Se può essere comprensibile il ritardo nella risposta relativa alle interrogazioni e interpellanze orali, non lo può essere rispetto alle interrogazioni scritte dove si tratta solamente di mettere la firma su un foglietto preparato dagli uffici.
Detto questo, per tornare alla questione, che ci sia stata una difficoltà nella trattativa è oggettivo, però che ci sia stata una sottovalutazione del problema è altrettanto oggettivo. Credo che lei abbia affrontato questo problema non con superficialità, perché non sarebbe giusto dirlo, ma dando magari per scontate alcune cose che scontate non erano. Gliel'ho già detto quando abbiamo approvato il Psr: se lei invece di mandare il funzionario a Bruxelles fosse andato personalmente forse le cose sarebbero andate diversamente, alla fine, quando si trattava di far valere i muscoli, cioè difendere gli interessi del mondo agricolo della Regione. Probabilmente la presenza di un rappresentante dell'Esecutivo ci avrebbe messo in condizioni di avere un rapporto diverso. Comunque questa cosa la lego alla sua inesperienza: come ho fatto io gavetta per cinque anni lei avrà bisogno di meno tempo perché è molto più bravo di me. Mi auguro che questo non accada più e quindi il prossimo anno si possa far tesoro di questa esperienza negativa.
Il nostro non è un attacco strumentale. Noi ci siamo fatti carico, così come altri, di rappresentarle il disagio, la preoccupazione del mondo agricolo della nostra regione, non ci siamo inventati l'interrogazione.
LUCIANO AGOSTINI. Ma lei sapeva quanto me che i 100 miliardi...
ROBERTO GIANNOTTI. No, non lo sapevo e avevo qualche dubbio che continuo ad avere anche oggi, lei non mi ha rassicurato completamente.
Rimane il fatto che c'era una situazione di disagio, di sconcerto nel mondo agricolo. Se lei si va a rileggere le prese di posizione sulla stampa non nostre, non della politica ma del mondo del lavoro agricolo, si rende conto che quella era una preoccupazione comune, generalizzata. Forza Italia ha dato eco a questa preoccupazione, ha fatto questo intervento, crediamo in qualche modo di avere contribuito affinché questa vicenda si concludesse senza danni per l'agricoltura marchigiana e credo che questo sia il fatto che più conta.
Interrogazione (Svolgimento): «Emergenza ambientale relativa agli incendi boschivi» D'Angelo (53)
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l'interrogazione n. 53 del consigliere D'Angelo. Per la Giunta risponde l'assessore Rocchi.
LIDIO ROCCHI. Sicuramente il sistema di prevenzione ed intervento per gli incendi boschivi, nel breve e medio periodo, andrà potenziato e perfezionato per addivenire ad un'efficienza maggiore, attraverso anche un più ampio coinvolgimento ed una più incisiva sensibilizzazione delle amministrazioni locali.
In ogni caso, anche nella stagione appena trascorsa si è riusciti a fronteggiare l'emergenza con risultati soddisfacenti.
Relativamente all'impostazione del sistema si fa presente che: la sorveglianza contro gli incendi attiene agli Enti Locali, che operano con il coordinamento del servizio per la protezione civile; mentre gli interventi per lo spegnimento rientrano nelle competenze del servizio valorizzazione terreni agricoli e forestali, che opera attraverso il centro operativo AIB, istituito c/o il coordinamento regionale del Corpo Forestale dello Stato, articolato poi attraverso unità territoriali presso le sedi dei coordinamenti provinciali del Centro Forestale dello Stato.
Sono inoltre attivi sul territorio punti di avvistamento e pattuglie mobili così come appresso indicato: provincia di Pesaro e Urbino n.20 punti fissi di avvistamento; provincia di Ancona n. 11 punti fissi di avvistamento e n.6 pattuglie mobili alla quale va aggiunta una pattuglia su imbarcazione di soccorso (ambulanza); provincia di Macerata n. 7 punti fissi e n.5 pattuglie mobili; provincia di Ascoli Piceno n.16 punti di avvistamento e n. 3 pattuglie mobili.
Per quel che riguarda l'organizzazione operativa si ritiene che il rinnovo degli incarichi della responsabilità dei servizi regionali competenti non abbia in alcun modo determinato soluzioni di continuità. Infatti, con la DGR 1383 del 4.7.2000 la Giunta ha conferito, ad interim, l'incarico di responsabile del servizio valorizzazione terreni agricoli e forestali al dr. Marcolini e l'incarico precedente si è concluso il 30 giugno. Nel contempo è entrato in attività il sistema d'intervento.
Il 27.6.2000, con la DGR n.1319, è stata attivata l' organizzazione operativa regionale (sala operativa regionale e unità d'intervento provinciali) e sono state definite, tra l'altro, le direttive per l’attività 2000.
Con il DDS del 5.7.00, n. 332, poi, si è provveduto ad assegnare al CFS le risorse finanziarie previste per il funzionamento dei centri e la disponibilità dei mezzi necessari per le operazioni di spegnimento per £. 153.318.800. La sala ha funzionato per tutto il periodo di massima pericolosità 24 ore su 24.
La DGR su richiamata è stata pubblicata e distribuita a tutti gli enti locali e alle associazioni interessate il 4.7.2000.
Il 15.7.2000 è entrato in operatività anche l'elicottero (atti relativi all'assegnazione dell'incarico per lo svolgimento del servizio intervento alla ditta Star Work Sky con DGR 1265 del 20.6.2000 di autorizzazione ad indire un pubblico incanto per l'appalto del servizio. Il 30.6.2000 pubblicazione dell'avviso di gara. Il 14.7.2000 valutazione delle offerte e conferimento del servizio, con DDS n.340 di pari data.
Il 19.7.2000 con la DGR n.1518 è stato affidato incarico al Consorzio Marche Verdi per il pronto intervento a terra e la reperibilità permanente per tutto il periodo di massima urgenza.
In precedenza, a partire dal 16 marzo, si sono tenuti diversi incontri tecnici che hanno coinvolto i servizi interessati e le amministrazioni locali.
Anche i Comuni si sono organizzati. Quelli che, in particolare, hanno ottemperato alle disposizioni della L.47/75 in modo autonomo o organizzati a livello di Comunità montane sono i seguenti. Provincia di Pesaro e Urbino 25 su 67: Acqualagna, Apecchio, Barchi, Belforte sull'Isauro, Cagli, Cantiano, Carpegna, Casteldelci, Fermignano, Fossombrone, Gradara, Isola del Pian, Macerata Feltria, Mercatino Conca, Mombaroccio, Montecerignone, Montecopiolo, Montefelcino, Orciano di Pesaro, Pietrarubbia, Piobbico, Sassocorvaro, Serrungarina, Tavolato, Urbania. Provincia di Ancona 26 su 49: Ancona, Arcevia, Camerino, Castelcolonna, Castelleone di Suasa, Cerreto d'Esi, Corinaldo, Cupramontana, Filottrano, Genga, Jesi, Maiolati Spontini, Mergo, Montecarotto, Monterado, Monteroberto, Morro D'Alba, Offagna, Ostra, Ostra Vetere, Polverii, Ripe, San Paolo di Jesi, Santa Maria Nuova, Serra San Quirico, Sirolo. Provincia di Macerata 16 su 57: Belforte del Chienti, Camporotondo di Piastrone, Castelsantangelo sul Nera, Cessapalombo, Fiordimonte, Montecavallo, Montecosaro, Penna S. Giovanni, Pievebovigliana, Pievetorina, Poggio San Vicino, San Severino Marche, Serravalle del Chienti, Ussita, Visso. Provincia di Ascoli Piceno 1 su 73: Grottammare.
Relativamente alle risorse finanziarie va precisato che il bilancio di previsione 2000 è stato impostato nella precedente legislatura e comunque, trattandosi di spesa obbligatoria le assegnazioni di competenza e di cassa, qualora necessario possono essere integrate dalla Giunta. Speriamo quindi che con il prossimo bilancio questo settore possa avere non più 300 milioni ma qualcosa in più rispetto al 2000.
PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere D'Angelo per dichiararsi soddisfatto o meno.
PIETRO D'ANGELO. Anche se il problema degli incendi nella nostra regione è stato in qualche modo controllato rispetto ad altre regioni e quindi si è limitato il danno, va detto comunque che dal primo gennaio fino al 30 ottobre ci sono stati 71 incendi per una superficie totale coinvolta di ben 590 ettari, di cui 452 boscati.
Abbiamo visto che alcuni di questi incendi sono chiaramente di origine dolosa — mi riferisco soprattutto all'incendio di Cingoli-Apiro, all'incendio di Ripatransone, all'incendio nella Gola della Rossa — perché appiccati in più posti e in alcuni casi, come quello di Ripatransone, ripetuti nei vari giorni, cioè tentativi di alimentazione in giorni diversi.
Richiamo l'impegno dell'assessore Rocchi affinché vi sia una maggiore copertura finanziaria su questo problema, poiché riteniamo che il periodo di emergenza incendi che va dal 15 giugno al 15 settembre debba essere totalmente coperto. In questa stagione ciò no è avvenuto. E' indispensabile la prevenzione, è indispensabile rivedere la gara di appalto per l'utilizzo di elicotteri per lo spegnimento d'incendi. Quest'anno la gara d'appalto prevedeva un intervento di dieci ore dell'elicottero per lo spegnimento, di fatto ne sono state fatte 10 più 70 di straordinario a £. 1.800.000 a ora che hanno portato a una spesa notevole. Il discorso che noi Verdi facciamo e che mi auguro sia preso in considerazione per la prossima stagione, è di rivedere la gara in modo da aumentare le ore di intervento dell'elicottero e utilizzarlo, se queste ore di base di utilizzazione non dovessero essere impiegate tutte, anche a scopo di prevenzione quello che viene fatto in molte altre regioni d'Italia dove si sono avuti ottimi risultati.
Questa problematica la rimandiamo quindi a marzo-aprile quando si dovrà preparare la nuova gara d'appalto per gli elicotteri, determinando soprattutto gli interventi e il tempo d'emergenza relativamente agli incendi.
Ritengo che non ci sia altro da aggiungere, ma è chiaro che va fatto un maggiore sforzo per evitare soprattutto gli incendi dolosi. Ripeto, ad Apiro-Cingoli dove sono avvenuti gli incendi più devastanti da un punto di vista ambientale ed economico ormai da molti anni questi incendi si ripetono, quindi sono dolosi. E' indispensabile una maggiore prevenzione.
Interrogazione (Svolgimento): «Proroga osservazioni Prae» D'Angelo (55)
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l’interrogazione n. 55 del consigliere D'Angelo. Per la Giunta risponde l'assessore Ottaviani.
ROBERTO OTTAVIANI. Chiedo scusa al consigliere D'Angelo se non sarò dettagliato, ma leggerò la risposta che il consigliere Spacca aveva preparato.
Per quanto riguarda il primo punto della sua interrogazione ho una risposta preparata dal dirigente Mario Conti che sottolinea la complessità della stampa e della pubblicazione delle 126.000 cartine che hanno dovuto avere altrettanto impegno da parte del servizio per quanto riguarda addirittura la spedizione. Se ritiene opportuno le leggo anche questa e proseguo con la spiegazione tecnica che è stata invece fornita dal servizio tutela e risanamento ambientale.
Per quanto riguarda i punti 2 e 3 dell'interrogazione, dove si chiede se sia stato preso in considerazione il fatto che le osservazioni al piano avrebbero dovuto essere effettuate nel periodo estivo e se "ciò non andrà a limitare la partecipazione e l'apporto in termini di osservazioni degli interessati ad un atto di così grande valenza economico ambientale" si rammenta che la L.R. 1.12.1977, n. 71, art. 7, comma 4 detta una tempistica ben precisa. Il comma 4 prevede che "le Amministrazioni pubbliche, gli organismi sindacali e professionali nonché gli enti e le associazioni e chiunque abbia interesse possono presentare osservazioni alla Giunta regionale entro sessanta giorni dalla pubblicazione e deposito".
Al punto 4 si chiede di prorogare di almeno un mese i termini di presentazione delle osservazioni al PRAE. Per evitare che lo schema di PRAE venisse depositato in date diverse e che vi fosse quindi incertezza in ordine alla data finale di presentazione delle osservazioni, è stata emanata la circolare n. 2 del 13 giugno 2000 con la quale è stato stabilito che il deposito dello schema di PRAE venisse effettuato i1 giorno 3 luglio 2000. Di conseguenza, per effetto dei tempi previsti dal citato comma 4 dell'art. 7 della L.R. 71/97, le osservazioni previste dal comma 3 della stessa legge potevano essere presentate entro il giorno 1 settembre 2000, sessantesimo giorno dal deposito. Purtroppo, però, in fase di accertamento della effettiva data di deposito, l’ufficio attività estrattive ha riscontrato che non tutte le amministrazioni che dovevano dare pubblicità allo schema di piano hanno certificato il deposito come previsto. Inoltre, tra le amministrazioni che hanno certificato il deposito ve ne sono alcune che hanno provveduto a pubblicizzare lo stesso in data molto più tarda rispetto a quella indicata nella circolare.
Ad oggi, nonostante un sollecito, non tutte le amministrazioni hanno comunicato la data di pubblicazione del Piano e rispetto alle comunicazioni pervenute l'ultima data di pubblicazione è il 24 agosto.
In relazione a quanto sopra il servizio tutela e risanamento ambientale ha interpellato il servizio legislativo sul comportamento da adottare per considerare le osservazioni pervenute nei termini o fuori termine.
Il servizio legislativo, con nota n. 386 del 9 agosto ha ritenuto che "(...) sono da considerare pervenute fuori dai termini di legge le osservazioni presentate da privati, enti pubblici o privati, organismi sindacali e professionali e associazioni oltre il termine di sessanta giorni dall'ultima data di deposito effettuata dalle amministrazioni a ciò tenute (Comuni, Comunità montane e Province). Infatti il PRAE è un unico e completo piano regionale di settore (vedi, in particolare, l'art. 7, comma 6, della L.R. n. 71/1997) e il procedimento della sua adozione e approvazione, ivi compresa la parte relativa alla presentazione delle osservazioni, non può essere spezzettato a livello locale facendone derivare effetti diversi a seconda della sede o della residenza dei soggetti che le presentano o a seconda della natura pubblica o privata di questi, anche perché nel presentare le osservazioni - che sono una forma di collaborazione fra i cittadini e l'Amministrazione regionale rivolta alla migliore stesura del PRAE - tutti (soggetti pubblici e soggetti privati) devono essere trattati allo stesso modo."
Per quanto sopra il termine ultimo per la presentazione delle osservazioni al PRAE sarà dato dall'ultima data di deposito comunicata dalle Amministrazioni cui spettava effettuarlo.
PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere D'Angelo per dichiararsi soddisfatto o meno.
PIETRO D'ANGELO. Ringrazio l'assessore, anche se l'interrogazione era ormai datata, quindi in parte superata dagli eventi, come diceva lo stesso assessore, perché di fatto, ancorando il termine ultimo utile per la presentazione delle osservazioni all'ultimo Comune che presentava ufficialmente il piano Prae, è chiaro che questa data, per fortuna, è scivolata nel tempo, addirittura al gennaio 2001, quindi è stata superata totalmente la preoccupazione di restringere ai soli mesi estivi la possibilità di presentare le osservazioni. Se andava tutto secondo le regole e quindi tutti i Comuni avessero tempestivamente presentato il Prae, è chiaro che ci saremo trovati di fronte al fatto che tutti gli interessati dovevano presentare le osservazioni tra luglio e agosto. Secondo me sarebbe stato molto limitante, visto che in questi mesi l'attività delle associazioni di categoria, dei sindacati, ambientaliste è limitata relativamente alla fruizione delle ferie. Una volta tanto devo dire che il ritardo della macchina amministrativa ha favorito la cittadinanza e tutti coloro che sono impegnati a far sì che al Prae — che ha una valenza importantissima da un punto di vista ambientale ed economica — partecipassero tutti questi soggetti.
Ecco perché l'interrogazione era già datata e in parte superata.
Interrogazioni (Svolgimento):
«Rincari dei prezzi dei carburanti» Favia (77)
«Incremento del prezzo del gasolio per autotrazione; incidenza sul bilancio delle aziende di trasporto pubblico locale» Brini (77)
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l'interrogazione n. 77 del consigliere Favia e l'interrogazione n. 77 del consigliere Brini.
Per la Giunta risponde l'assessore Agostini.
LUCIANO AGOSTINI. A seguito dei continui aumenti del prezzo del gasolio, causando gravi danni all'economia ittica, anche in conseguenza della presenza di mucillagini nel bacino adriatico, è stato approvato il decreto legge 26 settembre 2000 n. 265, al fine di sostenere le imprese di pesca.
Con il presente provvedimento, nell'art. 4 al fine di assicurare la salvaguardia dell'occupazione dei marittimi imbarcati a bordo delle navi da pesca, si prevede il riconoscimento per l'anno 2000, alle imprese che esercitano la pesca professionale, di un contributo per ogni litro di gasolio utilizzato per l'esercizio dell'attività ovvero uno sgravio contributivo e un credito d'imposta.
Tale contributo è finalizzato a consentire l'erogazione del minimo monetario garantito dal contratto collettivo nazionale del lavoro ai marittimi imbarcati. Per i circa 45.000 marittimi imbarcati sono stati previsti 12 mesi di validità della misura ed agevolazioni nella misura media di lire 76.850 mensili che comportano una spesa totale di circa 41.500 milioni.
Per quanto riguarda il gasolio per l'agricoltura nel provvedimento di finanziaria si è diminuito di 100 lire il prezzo del gasolio a carico dello Stato rimborsato presso gli uffici Uma. Per quanto riguarda il trasporto pubblico locale non ci sono al momento provvedimenti in essere, anche perché la spesa quantizzata per un intervento di carattere regionale sulle aziende del trasporto pubblico locale, qualora dovesse avvenire a carico della Regione per un importo pari a quello che il Governo ha previsto per l'agricoltura si aggirerebbe attorno ai 50-60 miliardi e non sarebbe assolutamente sopportabile.
Per quanto riguarda il trasporto pubblico locale ritengo che l'immediata adozione e la redazione dei piani provinciali di bacino per una razionalizzazione ulteriore delle linee di trasporto utilizzando e razionalizzando al massimo le risorse che abbiamo può portare a una più equa distribuzione con un maggior risparmio e un ulteriore miglioramento del servizio.
Per quanto riguarda l'autotrasporto c'è un ulteriore provvedimento del Governo che si è collegato al decreto legge sulla pesca, quindi c'è uno sgravio sul prezzo del gasolio con la ritenuta d'imposta. E' un provvedimento inizialmente preso per gli autotrasportatori e successivamente vi si è agganciato il Ministero dell'agricoltura. Ogni litro di gasolio viene sgravato del contributo, utilizzando un credito d'imposta. C'è un rimborso di circa 100 lire ad ogni autotrasportatore. Così per la pesca. Per l'agricoltura è stato assunto un successivo provvedimento che risarcisce direttamente presso gli uffici Uma della Regione. Si tratta di 100 lire a litro.
E' diverso il meccanismo: mentre per l'autotrasporto e per i pescatori c'è la diminuzione del prezzo del gasolio sull'imposta, per l'agricoltura c'è il risarcimento diretto.
PRESIDENTE. Il consigliere Favia rinuncia alla replica.
Interrogazione (Svolgimento): «Installazione di defibrillatori semiautomatici in luoghi pubblici» Grandinetti, Giannotti, Brini, Cesaroni, Favia e Trenta (68)
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l'interrogazione n. 68 dei consiglieri Grandinetti, Giannotti, Brini, Cesaroni, Favia e Trenta.
Per la Giunta risponde l'assessore Melappioni.
AUGUSTO MELAPPIONI. L'interrogazione attiene alla opportunità di dotare le città della regione Marche di defibrillatori semiautomatici da installarsi nei luoghi pubblici. Viene chiesto quali iniziative la Giunta intenda adottare.
La risposta credo che possa intanto anticipare questo concetto: sono da diversi anni componente di una fondazione che cerca di pare avanti questo percorso nella mia città e comunque sono presidi che vanno sempre più confermando una reale potenzialità di salvare vite umane. Su questo si inserisce una problematica di tipo legale che consente soltanto agli operatori sanitari di poter utilizzare questo strumento. E' comunque un percorso quanto mai interessante e l'impegno della Giunta regionale è quello di approfondire la questione dal punto di vista normativo e contemporaneamente di proporre al comitato regionale per l'emergenza la problematica secondo le seguenti linee programmatiche che possono essere utili per definire sia il quadro dei bisogni — quindi l'ampiezza del problema sanitario — la situazione dell'attuale offerta dell'apparecchiatura nella nostra regione, individuare i soggetti sanitari e non che dovrebbero essere coinvolti, definire il quadro dei costi complessivi del progetto come formare i responsabili, come curare l'informazione alla popolazione e come predisporre una sperimentazione prima dell'eventuale generalizzazione del progetto.
Ho fatto una scaletta dell'obiettivo di questo comitato, ma ribadisco un'attenzione particolare rispetto ad un percorso di salvataggio della vita che sta crescendo nel nostro Paese con le difficoltà che accennavo prima di ordine penale collegate all'utilizzo di tecnologia sanitaria da parte di non competenti. Questo è un punto sul quale c'è un grosso dibattito. Nelle altre regioni questo percorso è stato superato con prese di responsabilità di alcuni esponenti della magistratura, tuttavia riteniamo che ciò non esaurisca il rischio della responsabilità penale del singolo soggetto che si può trovare davanti all'utilizzo di un'apparecchiatura per la quale la mia esperienza ventennale in una struttura che utilizzava questa dotazione non consentiva agli infermieri di poter utilizzare in maniera autonoma e automatica questo tipo di prestazioni. Quindi c'è dietro tutto un percorso di garanzia rispetto a chi deve utilizzare questa tecnologia che non possiamo sorpassare al momento. Comunque non significa che non lavoreremo per cercare di proseguire su questo percorso.
PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Grandinetti per dichiararsi soddisfatto o meno.
FABRIZIO GRANDINETTI. Parlavo già con dei medici anni fa di questo problema e mi dicevano che in mancanza di questi defibrillatori, che oggi sono più facili da usare, perché sono automatici, semiautomatici ecc., bastano pochi minuti perché la vita umana se ne vada o si verifichino danni cerebrali irreversibili. Comunque, per quanto riguarda l'aspetto economico c'è un costo molto forte per la collettività, a meno che arriviamo alla legge abnorme e vergognosa che ha approvato il senato Olandese ieri. Ci sono persone che sono mantenute e devono essere mantenute dalla collettività perché non hanno un servizio veloce, gente che può essere salvata e resa quasi integralmente sana se ci fosse questa possibilità.
Per avere parlato con dei medici di alto livello che ho conosciuto questa estate, mi hanno detto che se una persona lo usa e lo usa male, potrebbe avere dei danni, quindi c'è un problema di saperlo usare, di pubblicizzazione ecc.
E' vero pure che in America dove questi defibrillatori si usano in determinati posti pubblici, la mortalità per la famosa "morte improvvisa" che ha una serie di cause diverse pare che si sia ridotta al salvataggio del 5-6%, mentre noi non so se siamo arrivati vicino all'1% di salvataggio della vita.
Sono andato qualche giorno fa a parlare a Piacenza con il prof. Capucci, chiedendogli della sua esperienza. Mi metterà a disposizione materiale che non ha fatto in tempo a prepararmi, che io cederò all'assessore. Loro ce l'hanno addirittura in piazza e pare che sia andata bene la cosa. Comunque ha avuto un effetto positivo.
Quindi invito a prendere in considerazione questa cosa, perché con una pubblicizzazione ben fatta anche il cittadino riuscirebbe a salvare una vita che altrimenti se ne va velocemente o riuscirebbe a porre rimedio a danni che altrimenti sarebbero veramente grossi.
Ho ovviamente una sensibilità particolare a questo problema. Penso che sia importante andare avanti con esperimenti che hanno fatto oltre Piacenza, anche Teramo, Bolzano, Mestre...
AUGUSTO MELAPPIONI. Si sta facendo anche a Jesi.
FABRIZIO GRANDINETTI. Questo non l'ho sentito, forse è stato detto nella prima parte della risposta. Penso che sia un esperimento positivo.
Quello che il prof. Capucci ha sperimentato lo farò poi avere all'assessore. Se prendiamo iniziative così moderne come hanno fatto altre città e altre regioni, sarà un fatto positivo. Quando facciamo le battaglie sulle Potes e sulla montagna — lo sa benissimo l'assessore, che è medico ed anche cardiologo — e diciamo che quella frazione dista 30 minuti — e San Severino ne ha trenta: è il terzo comune, per territorialità, della regione Marche — la persona muore, mentre se abbiamo persone anche non medici che sanno usare quell'attrezzatura, nel giro di 5-6 minuti quella vita umana si potrebbe salvare. Ma in 30 minuti la persona muore non solo cerebralmente ma sotto tutti gli aspetti.
Ringrazio per l'attenzione al problema. Farò avere i documenti di cui ho parlato non appena ne sarò in possesso.
Interrogazione (Decadenza): «Rifiuto prestazione diagnostica ospedale di Tolentino» Pistarelli (80)
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l’interrogazione n. 80 del consigliere Pistarelli che è però assente, quindi l'interrogazione decade.
Interrogazione (Rinvio): «Situazione di dissesto idrogeologico presente sul territorio marchigiano» Viventi (84)
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l'interrogazione n. 84 del consigliere Viventi.
Ha la parola l'assessore Ottaviani.
ROBERTO OTTAVIANI. Chiedo al consigliere Viventi di poter rinviare la risposta all'interrogazione, proprio perché i servizi stanno preparando la delibera delle cosiddette "mappe a rischio". Con questo atto potrò darle delle precisazioni sulla situazione regionale, quindi sul rischio.
LUIGI VIVENTI. Glielo avrei chiesto anch'io, quindi sono d'accordo.
Interrogazione (Svolgimento): «Abbattimento di cinghiali nel parco della Gola della Rossa da parte della Comunità montana dall'Alta Valle dell'Esino» Viventi (85)
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l'interrogazione n. 85 del consigliere Viventi.
Per la Giunta risponde l'assessore Agostini.
LUCIANO AGOSTINI. Il consigliere Viventi con l'interrogazione di cui in oggetto chiede di conoscere se la Comunità montana dell'Alta Valle dell'Esino sia stata autorizzata ad effettuare abbattimenti di cinghiali all'interno del parco della Gola della Rossa e a che titolo la stessa si sia sostituita alla Regione.
Al riguardo si forniscono i seguenti elementi di risposta.
In effetti, l'art. 19, comma 2, della legge 11 febbraio 1992, n. 157 sulla caccia prevede che le Regioni, per motivi legati, fra l'altro, ad una migliore gestione del patrimonio zootecnico, e per la tutela delle produzioni zoo-agro-forestali ed ittiche possano autorizzare piani di abbattimento di specie selvatiche anche nelle zone comunque vietate alla caccia, a condizione che l'Istituto nazionale per la fauna selvatica abbia verificato l'inefficacia di metodi ecologici. Tuttavia, nelle Marche con la legge regionale 7/95 di recepimento della legge 157/92, tali competenze sono state attribuite alle Province. Per cui, la Comunità montana dell'Alta Valle dell'Esino per effettuare gli abbattimenti di cinghiali nel parco, qualora ritenuto necessario, avrebbe dovuto essere autorizzata dall'Amministrazione provinciale di Ancona e non dalla Regione.
Infatti è da considerare che l'art. 16, comma 4 della legge regionale 28 aprile 1994, n. 15 "Norme per l'istituzione e gestione delle aree protette naturali" affida direttamente all'organismo di gestione del parco l'attuazione dei prelievi faunistici e gli abbattimenti selettivi per ricomporre gli squilibri ecologici accertati. Tali operazioni sono poste in essere dal personale dell'organismo di gestione del parco, da persone all'uopo espressamente autorizzate dallo stesso o, in subordine, attraverso le guardie venatorie provinciali secondo quanto previsto dal sopra citato art. 19 della legge 157/92.
In conclusione, quindi, si ritiene che il parco abbia agito nell'ambito della propria autonomia gestionale riservatagli dalla legge sulle aree protette ma, che in ogni modo, avrebbe potuto agire al meglio attivandosi per ricercare una sorta di collaborazione con la Provincia di Ancona.
PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Viventi per dichiararsi soddisfatto o meno.
LUIGI VIVENTI. Ringrazio l'assessore, prendo atto delle precisazioni, anche normative, per quanto riguarda la competenza provinciale. Ho visto che lei leggeva un appunto: chiedo di poterne avere una copia.
Interrogazione (Rinvio): «Situazione di grave crisi venutasi a creare nel settore agricolo ed in quello dell'allevamento animale» Viventi (91)
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l'interrogazione n. 91 del consigliere Viventi.
LUIGI VIVENTI. Presidente, siccome questa mattina o nel pomeriggio si discuterà del più grave problema del settore, per economia di tempo accetto che venga discussa anche questa interrogazione nell'ambito della discussione più complessiva.
Interrogazione (Svolgimento): Situazione igienica e organizzativa dell'ospedale Torrette di Ancona» Avenali (103)
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l'interrogazione n. 103 del consigliere Avenali.
Risponde l'assessore Melappioni.
AUGUSTO MELAPPIONI. Il consigliere Avenali riferisce nella sua interrogazione che, il 9 settembre del corrente anno si è recato presso l'ospedale regionale di Torrette di Ancona per prendere visione dello stato di igiene e di organizzazione dei centri servizi (cucina, mensa, dispensa, magazzini) e di alcuni reparti ed in quell'occasione ha osservato uno stato che definisce "indegno per una struttura pubblica" illustrando una situazione che obbliga a condividere la stessa riprovazione.
Al di là della risposta data dal direttore generale, il giorno successivo il comando carabinieri per la sanità (N.A.S.) di Ancona, apprese dalla stampa le osservazioni del consigliere Avenali, e preso atto delle smentite fatte pubblicamente dal direttore generale dell'azienda ospedaliera che aveva richiamato le più recenti verifiche effettuate proprio dagli stessi carabinieri, ha immediatamente disposto una ispezione straordinaria che si è svolta il 14 ottobre e che ha dato risultato soddisfacente del quale, come di norma, è stata informata la procura della Repubblica.
In effetti concludono I carabinieri riferendosi alla loro ispezione "anche in questa circostanza non si evidenziano particolari problemi degni di rilievo", collegato al fatto che i Nas erano già stati, circa 50 giorni prima, a verificare la stessa struttura. E' ovvio che la verifica viene fatta a distanza di 24 ore da quello che aveva visto il consigliere Avenali con tutte le variabili che questo elemento può determinare.
L'episodio segnalato dal consigliere Avenali rafforza comunque la convinzione già espressa dall'assessore alla sanità e condivisa da tutta la Giunta regionale in ordine alla necessità di potenziare il servizio ispettivo regionale — cosa che è stata fatta recentemente — allo scopo di garantire un controllo strutturato e costante dei presidi sanitari della regione anche al fine di garantire che le condizioni di igienicità e di sicurezza degli ambienti siano costantemente tenute al più alto livello nell'interesse degli utenti, dei lavoratori addetti e della stessa immagine della sanità marchigiana.
Si ricorda infine che la recente approvazione da parte della Giunta regionale dei requisiti minimi autorizzativi obbligherà le strutture sanitarie, pubbliche e private, a certificare lo stato dei propri presidi al fine di ottenere da parte dei Comuni competenti, la conferma o il rilascio delle autorizzazioni all'esercizio, atto che sarà preceduto da una ampia disamina dell'esistente allo scopo di sanare, con assoluta priorità, eventuali situazioni di residua deficienza, come del resto avviene all'interno della programmazione dell'attività finanziata dall'art. 20.
PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Avenali per dichiararsi soddisfatto o meno.
FERDINANDO AVENALI. Prendo atto positivamente di quello che ha detto l'assessore Melappioni relativamente alla volontà della Giunta di intensificare i controlli ispettivi. Credo che sia molto importante che, proprio perché parliamo di aziende sanitarie — ma questo non riguarda soltanto le aziende sanitarie — che hanno una loro autonomia dal punto di vista della gestione, che la Regione possa avere una propria attività ispettiva autonoma che qualche volta vada a vedere come vengono gestite anche dal punto di vista dei servizi, quindi la parte igienico-sanitaria, le stesse Asl. Anche precedentemente ho avuto modo di segnalare con una lettera allo stesso direttore generale di Torrette che avevo notato in un'altra occasione problemi di igiene. Non so bene quali sono gli indici di igienicità dei Nas. Ognuno si assume la responsabilità di quello che afferma. Non metto in discussione i pareri ispettivi dei Nas. Posso qui confermare che quanto scritto sicuramente non più di quanto visto e ritengo che — vale per qualsiasi azienda nel settore alimentare ma in primo luogo per una struttura sanitaria — il problema dell'igiene e della gestione dei servizi non è assolutamente indifferente rispetto all'immagine. C'è un problema di efficienza ed efficacia dal punto di vista scientifico, quindi insito nell'attività dell'ospedale, ma c'è anche un'immagine che si dà se una struttura, anche dal punto di vista della gestione dei servizi è governata in un certo modo o in un altro.
Per come sono abituato a vedere le cose e a intendere la parte igienico-sanitaria quello che ho visto lì non lo accetto e lo ritengo grave, tanto è vero che sono molto soddisfatto dell'interrogazione, perché la situazione a Torrette è fortemente cambiata, anzi sulla stampa un paio di giorni dopo la mia interrogazione è apparso un articolo e so che prima che la notizia della mia interrogazione fosse apparsa sulla stampa, già le operazioni di verifica e di intervento dal punto di vista della pulizia e dell'igiene sono immediatamente scattate.
Mi risulta — non ho documentazione, quindi dico quello che ho potuto sentire da cittadini, da gente che mi ha contattato — che questi rilievi non li avevo fatti soltanto io. Peraltro sulla stampa sono apparsi anche altri problemi che riguardavano la gestione di Torrette, dell'Umberto I, quindi credo che questo problema c'era, era reale, lo riaffermo e ritengo che scomposta la reazione del direttore generale. L'immagine negativa di Torrette secondo me l'ha data non la mia interrogazione, che anche sulla stampa era riportata in termini normali, ma dalla risposta della direzione generale che ha detto che tutto andava bene ma nel frattempo sono aumentate le squadre di pulizia, le ore. Se invece di rispondere con quei toni quasi intimidatori avessero fatto il loro dovere, sulla stampa ci sarebbe stato meno clamore, l'ospedale di Torrette non sarebbe stato oggetto di nessuna riflessione o discussione.
Consiglio alla Giunta e all'assessore di verificare di persona. Mi avrebbe fatto piacere che nel momento in cui è arrivata l'interrogazione qualcuno dell'assessorato si fosse recato sul posto. Se quello che ho detto era non vero si poteva venire qui e dire "ho fatto una verifica e quello che ha detto il consigliere Avenali non risponde a verità". Io sono tranquillo di quello che ho detto perché l'ho visto con i miei occhi, sono andato lì sul posto, non sono andato dentro la mensa ma ho visto, perché lì c'è un corridoio e si vede anche come si lavora dentro la mensa. Si è detto che sono andato a vedere in posti in cui non si doveva andare. Non credo che ci sia un posto dove non posso andare a vedere, altrimenti non ho capito come facciamo a verificare se le denunce che vengono dai cittadini sono reali, ma dove sono andato a vedere è un transatlantico, dove tutti passeggiavano e ho visto cose non degne di una struttura sanitaria.
Sono soddisfatto che gli interventi ci siano stati; spero che serva d'insegnamento a Torrette e anche ad altre strutture, perché questi problemi, probabilmente, vi sono anche da altre parti.
So che esiste un problema economico e che gli appalti portano, a volte, a stringere i servizi, ma credo che i problemi economici che dovremo discutere e affrontare, non possono penalizzare la qualità non solo dell'intervento medico e sanitario nel reparto ma anche dei servizi, perché ne va di mezzo anche l'immagine oltre che il buon costume che ci deve essere nella gestione di strutture quali quelle sanitarie.
Per quanto riguarda le cose che ho detto le riaffermo. Sono soddisfatto perché gli interventi sono stati fatti e sono anche soddisfatto della risposta dell'assessore il quale dice che la Giunta intende attivare dei servizi ispettivi. Credo che faremmo il nostro dovere e daremmo un contributo positivo anche alla gestione delle aziende sanitarie.
Interrogazione (Svolgimento): «Svim e centri servizi» Romagnoli (58)
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l'interrogazione n. 58 del consigliere Romagnoli.
Per la Giunta risponde il Vicepresidente Spacca.
GIAN MARIO SPACCA, Vicepresidente della Giunta. L'interrogazione riguarda la Svim e i centri servizi. Della Svim abbiamo gi parlato. Tra i compiti che la legge le assegna c'è anche quello della gestione delle partecipazioni che la Regione Marche ritiene essere strategiche per la realizzazione del proprio disegno di politica economica, di politica a sostegno dei settori produttivi che riguardano le società già partecipate dalla ex Finanziaria regionale (Scam, Meccano, Cosmob, Cta, Interporto, Società regionale di garanzia) che nella riflessione del precedente Consiglio regionale sono state definite strategiche per l'ulteriore implementazione degli obiettivi del disegno di programmazione economica della Regione Marche.
Siamo arrivati alla fase finale della liquidazione della Finanziaria regionale Marche. Con l'assestamento di bilancio ci siamo dotati della provvista finanziaria necessaria ad acquisire il 100% delle azioni della Finanziaria regionale Marche liquidando gli istituti di credito e le istituzioni che ancora sono presenti nel capitale sociale della stessa Finanziaria. Abbiamo concordato con gli istituti di credito un percorso che riconosce loro il 78% del valore nominale delle partecipazioni che in precedenza avevano detenuto nella Finanziaria regionale Marche. Con l'acquisto di tutte le quote sociali la Finanziaria regionale Marche rientra nella completa proprietà della Regione Marche e quindi, secondo il percorso concordato con il tribunale si può procedere alla sua liquidazione. Questo fatto consentirà di trasferire contestualmente, in un'unica soluzione, le partecipazioni che prima ho citato nella Svim, a meno che questo Consiglio regionale decida diversamente, cioè la scelta fatta in precedenza di definire strategiche queste partecipazioni venga meno e si ritenga che anche queste partecipazioni debbano essere messe sul mercato e cedute. Questa è una valutazione che troverà un approfondimento in sede sostanziale nell'incontro che faremo venerdì prossimo a Pesaro, in quanto c'è una grande attenzione sia da parte degli operatori economici che delle istituzioni che operano sul territorio rispetto al destino di questi centri servizi, quindi l'opportunità o meno che sia ancora la Regione a partecipare al capitale sociale di questi stessi soggetti.
Credo che entro i primi mesi del prossimo anno il processo di liquidazione dell'ex Finanziaria regionale sarà completato secondo questo percorso che era stato concordato con il Consiglio regionale nella precedente legislatura e su cui era stato dato un mandato preciso al liquidatore.
Sulla funzionalità e definizione di obiettivi da assegnare ai centri servizi, sulla modalità del loro funzionamento ribadisco quanto già detto in precedenti occasioni: che da parte nostra non credo che sarà più possibile con i prossimi bilanci prevedere dei contributi di carattere istituzionale a questi centri, ma ancoreremo il sostegno alla loro attività sulla base dei progetti che sapranno e potranno presentarci, coerenti con gli obiettivi del disegno complessivo della programmazione regionale, in base alle disponibilità che vengono offerte dalle leggi ordinarie della Regione, dagli strumenti della politica comunitaria (Docup) e dalle altre azioni che vengono concordate d'intesa tra il Governo nazionale e la nostra Regione con riferimento ai temi dell'innovazione tecnologica e dell'internazionalizzazione.
PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Romagnoli per dichiararsi soddisfatta o meno.
FRANCA ROMAGNOLI. Va bene quanto detto in precedenza, che uno dei compiti principali della Svim è quello della progettazione, quindi uno studio di piani di fattibilità in relazione a programmazioni e piani regionali. Va anche detto che all'articolo 3 della legge istitutiva della Svim si dice, alla lettera b), che compito precipuo, almeno a giudicare dall'importanza data nello stesso articolo 3, è anche quello di gestire le partecipazioni acquisite dalla disciolta Finanziaria regionale Marche. Non so quale tipo di discussione su questo sia avvenuta all'epoca, però si capisce che questo dovesse avvenire in maniera automatica, quindi che la partecipazione regionale a questi centri di servizi fosse comunque un dato acquisito, sia partecipazione di minoranza, sia anche partecipazione di maggioranza, che non ci fosse discussione sul merito, cosa che invece dice l’assessore potrà avvenire con questo passaggio intermedio che mi pare non fosse previsto. Sembrava che automaticamente la Svim dovesse essere fornita di mezzi necessari per poter far fronte alla gestione di queste partecipazioni per poterle acquisire con i tempi che il liquidatore imponeva, però senza ripensamenti o senza marce indietro. Invece, nel marzo 2000 la Svim è stata effettivamente dotata, con quell’articolo 10 poi abrogato, di questi 3 miliardi che potevano far fronte all'acquisizione da parte della finanziaria, successivamente c'è stata una marcia indietro motivata non in maniera esaustiva con quella comunicazione che l'assessore ha inviato a Cangiotti e che io ho in disponibilità dove si dice che, riprendendo addirittura un piano fatto prima della costituzione della Svim ed anche approvato in sede di liquidazione della Finanziaria Marche dal tribunale di Ancona — e non riprendendo il progetto che doveva seguire alla istituzione della Svim — si riteneva, per non precisati motivi — peraltro questa relazione del prof. Morera non sono riuscita ad averla. Ora la chiederò formalmente — che questa relazione avrebbe indicato l'impossibilità di dar seguito in tempi stretti e sicuri alla liquidazione nell'ipotesi di acquisto delle partecipazioni di minoranza da parte della Svim. Si è quindi creato questo passaggio intermedio per cui, con l'abrogazione dell'articolo 10 le partecipazioni tornerebbero in capo alla Regione. Quindi nessun automatismo si prevede per far sì che queste vengano di nuovo cedute alla Svim, tanto che il direttore Cangiotti in terza Commissione ci diceva "anch'io concordo nel sollecitare una decisione, tanto più che queste partecipazioni o ci vengono tutte o non ce ne viene nessuna", perché significa organizzare un servizio, seguire queste partecipazioni, cosa che non è avvenuta in questo anno e mezzo di vacatio. Quindi, diceva, Cangiotti, "vorrei che una decisione venisse presa".
Apprendiamo ora che su questo si può riaprire una discussione. Valuterete e comunque ci dovrete in ogni caso informare sul perché una finanziaria come la Svim che è stata quasi ad hoc costituita per rilevare l'intero pacchetto azionario di partecipazione della Regione Marche ed ora non solo non sono ancora cedute tali partecipazioni ma si dice che potrebbero non essere cedute.
Chiedo inoltre chi ha gestito e chi si è occupato di queste partecipazioni in questo anno e mezzo. Il liquidatore ha seguito queste partecipazioni? Perché a me risulta che da parte di alcuni centri servizi sono avvenuti anche aumenti di capitale a cui non so se la Regione ha partecipato e non so se l'assetto azionario che vedeva una certa quota partecipativa di maggioranza e di minoranza della Regione in questi centri servizi sia ora mutata in questo anno e mezzo. A me interesserebbe sapere, perché se ci sono state variazioni a cui né la Finanziaria Marche perché non è più legittimata ed è in fase di liquidazione né la Regione, né, tanto meno la Svim che non è ancora subentrata... Potrebbe essere avvenuto che a questi aumenti di capitale, che potrebbero aver determinato un diverso assetto maggioritario, societario, la Regione sia rimasta assente. La Regione ha parecchi soldi in questi centri servizi e comunque è giusto che al di là del discorso economico-finanziario dica la sua voce sulla progettazione, sulla programmazione, sull'internazionalizzazione, cioè i compiti precipui di questi centri servizi. In alcune parti abbiamo la maggioranza, ma ad esempio all'Interporto potrebbero esserci state — ma non credo — variazioni per cui la nostra posizione preminente potrebbe essere venute meno. I soci di minoranza, che pur sempre sono pubblici in questa situazione, cosa dicono in merito? Hanno comunque approvato questo cambio di programma, perché l'art. 3 parlava di un automatismo ben diverso da quello che si sta verificando.
Prendo atto che la materia è e sarà oggetto di discussione e ne trarremo anche noi minoranza le valutazioni.
Interrogazione (Svolgimento): «Contributo regionale patto territoriale della provincia di Ascoli Piceno» Castelli (88)
PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca l’interrogazione n. 88 del consigliere Castelli.
Per la Giunta risponde l’assessore Agostini.
LUCIANO AGOSTINI. In relazione all’interrogazione fatta dal consigliere Castelli, è innanzitutto doveroso ricordare che la Regione marche, con delibera di Giunta regionale n. 30 del 3.12.1997 diede un contributo per un importo complessivo di 500 milioni per l’assistenza tecnica alla redazione dell’intero progetto sul patto territoriale della provincia di Ascoli Piceno e che in sede di Conferenza Stato-Regioni le Regioni si dichiararono disponibili a concorrere alla spesa per le opere infrastrutturali previste per i patti territoriali, quindi per quanto riguarda il patto territoriale per la provincia di Ascoli, previsto per un importo di 71 milioni, di cui 50 alle imprese e 21 per le infrastrutture, la Regione Marche, in un primo momento decise di stanziare una somma di 5 miliardi di lire che con delibera di Giunta 1.6.1999 si dichiarò disponibile a contribuire immediatamente reperendo i 5 miliardi nella intesa istituzionale di programma e successivamente a verificare eventuali altri contributi per coprire l’intera opera. Solo qualche giorno fa abbiamo avuto un ulteriore incontro con i dirigenti, con la società Piceno Sviluppo per fare il punto della situazione. I 50 miliardi per le imprese sono già partiti, c’è necessità che partano urgentemente le opere infrastrutturali. La Regione ha ribadito l’impegno dei 5 miliardi sull’intesa istituzionale. Non abbiamo ritenuto fare un ulteriore atto amministrativo d‘impegno e abbiamo concordato che saranno di volta in volta pagati fino al concorso di 5 miliardi per stati di avanzamento delle opere che verranno mano a mano realizzate, quindi non togliendo la copertura di 5 miliardi, non sottraendo subito alla cassa regionale i 5 miliardi previsti nell’intesa istituzionale, ma pagandoli mano a mano che arrivano gli stati d’avanzamento.
Nello stesso tempo abbiamo fatto il punto della situazione, perché alcune imprese previste nel primo progetto del patto territoriale, quindi previste nei 50 miliardi hanno in parte rinunciato o ridimensionato i progetti, quindi potrebbero esserci delle economie che in accordo con il Ministero del tesoro dovranno essere spese per la copertura delle opere infrastrutturali. Quindi una parte dei 21 miliardi che serviranno per le opere infrastrutturali sarà coperta con le economie dei 50 miliardi. Solo successivamente, alla fine dell’iter di insediamento delle industrie e fino al concorso dei 5 miliardi previsti dalla Regione faremo il punto della situazione per vedere se manca e quanto manca relativamente ai 21 miliardi previsti per le opere infrastrutturali.
In relazione all’interrogazione di Castelli, per i 5 miliardi c’è un atto e una successiva lettera a seguito di una riunione che si è tenuta in Regione, secondo cui pagheremo, fino al concorso di 5 miliardi per gli stati di avanzamento previsti con le opere che dovranno prendere il via nei prossimi giorni. Parlando con l’ing. Tartaglini, l’assessore delegato e la società Piceno Sviluppo mi pare che si era in dirittura d’arrivo per quanto riguarda l’appalto.
PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Castelli per dichiararsi soddisfatto o meno.
GUIDO CASTELLI. Ringrazio per la risposta data dall’assessore Agostini il quale ha fatto riferimento a una conferma di un impegno che viene ribadito da parte dell’Amministrazione regionale, anche se quello che sarà il destino delle infrastrutture del patto territoriale di Ascoli Piceno è ancora un fatto che rimane pregno di dubbi e di incertezze. Questo potrebbe essere argomento utile, significativo ed interessante anche per gli altri territori che sono impegnati, oggi, nel difficile e tortuoso iter diretto all’approvazione del patto, ad esempio, di Macerata, perché in realtà il vero problema del patto territoriale di Ascoli Piceno è proprio costituito dalle infrastrutture che l’Amministrazione provinciale di Ascoli Piceno e segnatamente la società Piceno Sviluppo vuole individuare in circa una trentina di interventi senza una scala di priorità, senza una gerarchia di iniziative che, non dimentichiamo, dovranno essere completate e realizzate entro un termine preciso che è stato posto dal Ministero del tesoro e, se non vado errato, è del settembre 2002.
La rarefazione delle risorse che a livello nazionale sono state destinate ai patti in genere, portò nel maggio del 1999 il Ministero del tesoro e in particolare il sottosegretario Macciotta ad escogitare una soluzione per dare risposta a tutta una serie di patti in lista d’attesa.
L’invenzione del sottosegretario Macciotta fu appunto quella di prevedere la destinabilità delle risorse riservate alle imprese che non fossero state effettivamente utilizzate dall’impresa, come sostegno per le infrastrutture.
Qual è il problema, in realtà? Che il patto ha una scadenza, le sua realizzazioni sia infrastrutturali che imprenditoriali dovranno consumarsi ed essere completate entro il settembre 2002 e se quel meccanismo, quel marchingegno del Governo non dovesse consentire tempi certi e rapidi per la subitanea disponibilità di quelle risorse, in realtà il patto territoriale della provincia di Ascoli Piceno potrebbe naufragare non voglio dire miseramente, ma certo con scorno di chi aveva comunque investito e sperato nella possibilità di un esito favorevole.
In realtà ancora oggi, a un anno e mezzo dall’approvazione del patto, nessuna delle circa 30 iniziative strutturali è stata avviata. Non esiste una scala di priorità, vi sono 5-6 Pip che sono stati inseriti nella lista delle infrastrutture che a tutt’oggi non hanno visto iniziare il proprio iter procedimentale di approvazione urbanistica. Quindi, pur prendendo atto dell’impegno regionale rimane una grossa incertezza e una grossa necessità di dubitare sulla possibilità che entro l’anno e mezzo residuo si possa ottemperare a una serie di scadenze che creerebbero diseconomia e in particolar modo difficoltà alle imprese che costantemente hanno seguito l’iter approvativo del patto e che oggi rischiano di trovarsi con un pugno di mosche in mano.
Interrogazione (Svolgimento): «D. Lgs. 112/1998: delega ai Comuni degli atti relativi al catasto edilizio urbano» Viventi (109)
PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca l’interrogazione n. 109 del consigliere Viventi.
Per la Giunta risponde l’assessore Ottaviani.
ROBERTO OTTAVIANI. In risposta alla nota a margine del dirigente del Servizio segreteria avente pari oggetto, si fa presente quanto segue.
L'articolo 66 del D. Lgs 112/98 prevede l'attribuzione ai Comuni o alle Comunità montane delle funzioni relative alla conservazione, utilizzazione e aggiornamento degli atti del catasto terreni e del catasto edilizio urbano, nonché della revisione degli estimi e del classamento. Inoltre l'articolo 67 dello stesso decreto legislativo prevede l’istituzione di un organismo tecnico per il coordinamento delle funzioni mantenute allo Stato e di quelle attribuite ai Comuni.
Da informazioni assunte presso gli uffici finanziari dello Stato, non risulta che tale organismo tecnico sia ancora stato istituito. Non essendo la Regione coinvolta in alcuna fase di tale processo di attribuzione di attribuzione di funzioni non si è in grado di fornire ulteriori elementi conoscitivi.
PRESIDENTE. Il consigliere Viventi prende atto della risposta.
Interrogazione (Rinvio): «Decesso di un detenuto presso il carcere di Marino del Tronto (Ascoli Piceno» Romagnoli (111)
PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca l’interrogazione n. 111.
L’assessore chiede il rinvio in quanto non ancora in grado di rispondere.
La seduta è sospesa.
La seduta è sospesa alle 13,20
SEDUTA DI MERCOLEDI' 29 NOVEMBRE 2000
PRESIDENZA DEL PRESIDENTE LUIGI MINARDI
La seduta inizia alle 10,35
Approvazione verbali
PRESIDENTE. Ove non vi siano obiezioni do per letti, ai sensi dell'art. 29 del regolamento interno, i processi verbali delle sedute nn. 18 e 19 del 22 novembre e n. 20 del 23 novembre 2000.
Proposta di legge
(Annuncio e assegnazione)
PRESIDENTE. In data 20.11.2000 è stata presentata la proposta di legge regionale n. 27, ad iniziativa dei consiglieri Cesaroni, Ceroni, Favia, Trenta, Giannotti e Grandinetti: «Misure urgenti a favore delle imprese commerciali contro la criminalità diffusa: Concessione di contributo per l'installazione di sistemi di sicurezza», assegnata alla III Commissione in sede referente e alla II Commissione per il parere obbligatorio.
Proposta di atto amministrativo
(Annuncio e assegnazione)
PRESIDENTE. In data 16.11.2000 è stata presentata la proposta di atto amministrativo n. 31 ad iniziativa della Giunta, concernente: «Piano Leader regionale 2000/2006. Comunicazione agli Stati membri 2000/C 139/05», assegnata alla III Commissione in sede referente e alle Commissioni II e VI per il parere obbligatorio.
Deliberazioni esaminate
dalla Commissione controllo
PRESIDENTE. La Commissione di Controllo sugli atti della Regione non ha riscontrato vizi di legittimità sulla deliberazione consiliare n. l9: «Piano di sviluppo rurale (PSR) 2000/2006 - Regione Marche redatto ai sensi del Regolamento CE 1257/99».
Deliberazioni inviate
dalla Giunta regionale
PRESIDENTE. La Giunta ha trasmesso le seguenti deliberazioni:
- n. 2428 del 14.11.2000: «Variazione al bilancio di cassa per l'anno 2000 - L. 2.133.049.310»;
- n. 2429 del 14.11.2000: «Art. 33 della l.r. 23 marzo 2000, n. 21. Variazioni agli stanziamenti dei capitoli degli stati di previsione del bilancio 2000 relativi al fondo sanitario regionale»;
- n. 2430 del 14.11.2000: «Art. 55, comma 3, l.r. 25/1980. Prelevamento dal fondo di riserva per le spese obbligatorie per l'integrazione dello stanziamento dei capitoli n. 3111104 e n. 1210105 compresi nell'elenco n. 4 "Elenco delle spese dichiarate obbligatorie" del bilancio 2000 - lire 85.000.000»;
- n. 2481 del 21.11.2000: «Art. 9 della l.r. 23 marzo 2000, n. 21: Rimodulazione di fondi per l'attuazione del programma regionale di edilizia residenziale pubblica - Lire 34.433.530.340»;
- n. 2482 del 21.11.2000: «Art. 29, comma 2, della l.r. 23 marzo 2000, n. 22. Iscrizione nel bilancio di previsione per l'anno 2000 di entrate derivanti da assegnazione di fondi dalla Regione Emilia Romagna per le spese del Centro Operativo Interregionale di Mostar - Lire 36.000.000»;
- n. 2483 del 21.11.2000: «Variazione al bilancio di cassa per l'anno 2000 - L. 3.313.660.140"»;
- n. 2484 del 21.11.2000: «Art. 29 della l.r. 23 marzo 2000, n. 22: Iscrizione nel bilancio di previsione per l'anno 2000 di entrate derivanti da assegnazione di fondi dallo Stato per il ripiano delle maggiori occorrenze finanziarie degli anni 1995-1996-1997 della Sanità. L. 82.000.000».
Congedi
PRESIDENTE. Hanno chiesto congedo i consiglieri Mollaroli e Ceroni.
Ordine del giorno della seduta
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, sull'ordine dei lavori, il consigliere Romagnoli. Ne ha facoltà.
FRANCA ROMAGNOLI. Ai sensi dell'art. 112 chiedo di abbinare l'interrogazione 130 riferita al funzionamento dell'ufficio di collegamento di Bruxelles con l'interrogazione n. 44 e l'interrogazione sull'impianto di depurazione Ecoelpidiense all'interpellanza del consigliere Castelli.
PRESIDENTE. Questa richiesta ci aiuta nel lavoro, quindi credo che la richiesta sia senz'altro da accettare.
Ha la parola il Vicepresidente della Giunta.
GIAN MARIO SPACCA, Vicepresidente della Giunta. Chiedo al Consiglio la cortesia di poter svolgere le interrogazioni che mi riguardano in apertura dei lavori dell'Assemblea, perché alle 11,30 avremo la visita di una delegazione del Parlamento e del Governo della Georgia accompagnata dall'ambasciatore della Georgia in Italia. Siccome siamo in carenza di rappresentanza perché il Presidente è a Bruxelles e i nostri funzionari e dirigenti sono impegnati, occorre che qualcuno li riceva. Quindi alle 11,30 lascerò il Consiglio. Fino a quell'ora posso rispondere a tutte le interrogazioni che mi riguardano.
OTTAVIO BRINI. Intanto prendiamo atto che siamo in dieci in aula...
PRESIDENTE. Lei non può chiedere la parola.
OTTAVIO BRINI. Io sono contrario all'anticipo.
PRESIDENTE. Si sieda e chieda la parola.
OTTAVIO BRINI. Ho chiesto la parola per dire che sono contrario e vorrei spiegare i motivi.
PRESIDENTE. La faccio parlare, voglio semplicemente dirle di chiederla la parola.
OTTAVIO BRINI. L'ho chiesta.
PRESIDENTE. No, non l'ha chiesta e ad ogni Consiglio lei fa così, all'inizio.
Ha facoltà di parlare il consigliere Brini.
OTTAVIO BRINI. Sono contrario innanzitutto perché siamo in dieci a discutere delle interrogazioni. Se l'Ufficio di presidenza e la Giunta pensano di "sbolognare" tutti questi atti in una mattinata senza che ci sia un dibattito serio e corretto che coinvolga tutto il Consiglio regionale, personalmente mi rifiuto, se il nostro presidente di gruppo o chi per lui si è assunto questa responsabilità di portare avanti questo tipo di discorso che per me no è corretto e rispettoso nei confronti del Consiglio regionale. Per di più, dopo mesi che aspettiamo delle risposte scritte ed orali su interrogazioni ed interpellanze troviamo solo tre assessori presenti in quest'aula, con lei Presidente, il Vicepresidente Grandinetti e il Vicepresidente Giuseppe Ricci che sta arrivando adesso. Personalmente rifiuto questo metodo e non voglio discutere di nessuna interpellanza ed interrogazione per quanto mi riguarda. Sono contrario alla proposta di Gian Mario Spacca.
PRESIDENTE. Ha la parola il Vicepresidente Spacca.
GIAN MARIO SPACCA, Vicepresidente della Giunta. Ritiro la mia proposta e rispondo alle interrogazioni.
Interrogazioni (Svolgimento):
«Operato della Svim, della Società di garanzia e dello sportello della Regione presso l’Unione europea» Grandinetti, Giannotti, Brini, Ceroni, Cesaroni, Favia e Trenta (44)
«Funzionamento ufficio di collegamento della Regione Marche con le istituzioni comunitarie a Bruxelles» Romagnoli e Gasperi (130)
L’ordine del giorno reca le interrogazioni n. 44 dei consiglieri Grandinetti, Giannotti, Brini, Cesaroni, Favia e Trenta e n. 130 dei consiglieri Romagnoli e Gasperi.
Per la Giunta risponde il Vicepresidente Spacca.
GIAN MARIO SPACCA, Vicepresidente della Giunta. Inizio con l’attività della Società regionale di garanzia.
La Società regionale di garanzia ha ormai consolidato la sua attività al contrario della Svim che è stata costituita il 21 settembre 1999 ed omologata dal tribunale di Ancona soltanto nel novembre 1999. La Società regionale di garanzia svolge un’articolata attività con particolare riguardo al rilascio di garanzie fidejussorie che è l’attività prevalente di questo istituto a favore delle piccole e medie imprese industriali, imprese artigiane di produzione, imprese artigiane di servizi direttamente connessi alla produzione per garantire la concessione di finanziamenti a medio e lungo termine per progetti di investimenti materiali ed immateriali. In questa prospettiva la Società regionale di garanzia gestisce i fondi di garanzia con riferimento al Docup Obiettivo 2, precisamente azione 1.3, al Docup Obiettivo 5b, azione n. 3, al Pic piccole e medie imprese 1994-99, Misura Marche azione A, alla legge regionale 43 del 1995 che riguarda gli investimenti materiali, alla stessa legge che riguarda gli investimenti immateriali, alla legge regionale 44/98 che è la legge che afferisce la crisi sismica del 1997. Accanto al rilascio delle garanzie fidejussorie la Società regionale di garanzia gestisce i fondi previsti dalla misura Pic Pmi per la concessione di contributi in conto capitale a favore di imprese di piccola e media dimensione ubicate nei territori previsti dagli Obiettivi 2 e 5b a fronte di investimenti immateriali; gestisce fondi per conto della Regione stanziati dalla L.R. 1/94 ed erogati alla società dalla L.R. 33/97 concernenti l’assistenza finanziaria. Tale attività veniva in precedenza svolta dalla Finanziaria regionale Marche in conclusione di liquidazione.
Altresì gestisce i fondi residui, sempre della Finanziaria regionale Marche relativi all’assistenza finanziaria che erano stati stanziati dalla L.R. 20 del 1989, dalla legge regionale 25/92 e che sono stati trasferiti alla Società regionale di garanzia ai sensi della delibera di Giunta regionale 3165 del dicembre 1999.
Per valutare i risultati della società e quindi rispondere all’interrogazione che è stata presentata — so che peraltro il presidente e il direttore di questa società si sono recati in terza Commissione dove hanno abbondantemente illustrato i risultati conseguiti da questo istituto — evidenziamo alcune cifre che si riferiscono al 20 novembre di quest’anno relative al capitale sociale, al numero dei soci, al rilascio di garanzie che, come è stato detto, costituiscono l’attività prevalente della Società di garanzia.
Il capitale sociale della Società regionale di garanzia sottoscritto e versato è di £. 4.492.000.000. Il numero di soci attualmente è di 759, di cui 31 sono soci sovventori e 728 sono soci cooperatori. I fondi di garanzia costituiti in questo momento dalla società sono per un totale di £. 11.326.756.000, articolati in quota pubblica per 9.064 milinoi e in quota privata per 2.262 milioni e si riferiscono alle linee in precedenza dette. Le garanzie concesse, sempre a novembre di quest’anno, sono per un totale di 36.070 milioni che hanno attivato un investimento per 101.092 milioni. Il numero complessivo delle pratiche è di 261.
Premesso quanto sopra si può dunque affermare che la Società regionale di garanzia si è collocata nel mondo finanziario regionale operando prevalentemente nel settore specifico delle fidejussioni ed è in grado di soddisfare alcune esigenze a medio-lungo termine delle piccole e medie imprese industriali della nostra regione che altrimenti non troverebbero soddisfazione. Certo l’attività della Società regionale di garanzia può essere migliorata e su questo è impegnato in un serrato confronto il Governo regionale con la presidenza e la direzione di questa istituzione. Possiamo dire che alla luce dell’esperienza che è stata vissuta da questo istituto si possa parlare di una struttura positiva, certamente molto utile per la comunità produttiva della nostra regione e non è un caso che il Consiglio regionale nella precedente legislatura abbia considerato la Società regionale di garanzia il principale strumento dell’azione delle politiche industriali nel campo del fattore critico della finanza, affidando al liquidatore l’onere di recuperare nell’ambito della Svim le partecipazioni detenute dalla Regione Marche nella Società regionale di garanzia. Voi sapete che il Consiglio regionale nella precedente legislatura ha definito strategiche alcune società chiedendo al liquidatore della ex Finanziaria regionale Marche di mantenere le partecipazioni di questa società in capo alla Regione attraverso la Società di sviluppo Marche. E arriviamo alla Svim, una Spa che è stata costituita il 21 settembre 1999 ai sensi della legge regionale 17/99 che è stata omologata dal tribunale di Ancona nel novembre 1999. Il consiglio di amministrazione della Svim — ma credo che il Consiglio regionale sappia questa cosa — è composto da un presidente di nome Catervo Cangiotti, da quattro consiglieri che si chiamano Alberto Drudi, Marco Pacetti, Paolo Orlandi e Paolo Bartocci e dal collegio sindacale composto da Giancarlo Ricci come presidente e da Massimo Albonetti e libero Lucconi come sindaci.
La società, in data 2 ottobre 2000 ha nominato come proprio direttore tecnico la dott.ssa Patrizia Bianconi.
Il capitale sociale della Svim sottoscritto e versato è di due miliardi, di cui la Regione ha sottoscritto e versato £. 1.800.000.000 come previsto dall'art. 5 della legge istitutiva 17 del 1999. La parte residua del capitale sociale è stata sottoscritta e versata dagli altri soci che, come sapete, sono il Consorzio universitario MIT e l'Unione regionale delle camere di commercio.
Il 6 marzo di quest'anno l'assemblea dei soci ha approvato il piano di attività che è coerente con gli indirizzi della programmazione regionale. Sapete che per scelta del Consiglio regionale la Svim risponde a una precisa missione che è stata scandita nella legge regionale: quella di realizzare la progettazione degli indirizzi della programmazione regionale. Si pone quindi a un livello intermedio tra le scelte di governo che afferiscono alla responsabilità del Governo regionale e del Consiglio regionale e della concertazione, e la realizzazione e la gestione di questi progetti, quindi la funzione della Svim è di progettazione. Il Consiglio regionale potrà valutare l'operato della Svim in modo concreto attraverso la realizzazione — una cosa ben visibile — dei progetti che gli vengono affidati in base alla legge istitutiva. Non dobbiamo mai dimenticare che la Svim non partecipa alla realizzazione delle strategie di governo della nostra Regione, non partecipa alla definizione degli indirizzi di programmazione perché questi sono propri dell'istituzione, del Governo, del Consiglio regionale, della concertazione. Implementa questi indirizzi traducendoli in progetti concreti che riguardano le politiche comunitarie, l'internazionalizzazione, altri aspetti che la legge ha definito come quelli infrastrutturali, quindi ci sarà la possibilità di misurare concretamente l'efficacia e l'efficienza della Svim proprio nella sua capacità di rispondere a questa strozzatura che è fondamentale per la vita della nostra istituzione, per la vita della nostra comunità regionale. Se parlate con i sindaci della nostra regione che sono alle prese con i problemi della politica comunitaria vi diranno che la loro difficoltà in questo momento è realizzare i progetti che entrano nelle misure del Docup che si riferiscono alle loro istituzioni. Quindi la Svim risponde a questa esigenza: aiutare la realizzazione della progettazione e in questo senso l'assemblea dei soci nel marzo di quest'anno ha individuato il piano di attività che è coerente con gli indirizzi che la programmazione regionale ha definito per il prossimo periodo di tempo, quindi la realizzazione dello studio di fattibilità che è un progetto delle economie esterne del distretto industriale di Fabriano previsto dall'accordo di programma quadro in attuazione dell'intesa istituzionale di programma 7 maggio 1999 che corrisponde all'esigenza di riattivazione delle funzioni vitali della comunità produttiva colpita dal terremoto. Sapete che sono quattro progetti già individuati nelle loro linee essenziali che afferiscono i collegamenti tra attività produttive e viabilità principale, quindi si riferiscono prevalentemente a infrastrutture di viabilità secondaria, a infrastrutture energetiche e di comunicazione soft, al potenziamento della rete energetica e al potenziamento del sistema logistico di quel territorio. La Svim dovrà tradurre questi indirizzi di programmazione in progetti, e lo sottolineo ancora una volta per evitare confusioni rispetto alla missione che è stata a lei affidata prevalentemente nelle nostre intenzioni.
Ancora, realizzazione di un progetto sulle fiere riguardante le necessarie risposte localizzative dimensionali, organizzative e gestionali del sistema regionale a confronto con quelli nazionale e internazionale e, previo parere della seconda Commissione consiliare, con delibera della Giunta regionale è stato conferito alla Svim anche l'incarico di cui al punto 3), per cui in data 26 settembre è stata stipulata la convenzione relativa tra la Regione Marche, servizio programmazione e la Svim, che prevede una durata di 14 mesi e un importo di 3,5 miliardi.
Questo, in questa fase, il principale compito che abbiamo dato alla Società di sviluppo regionale.
In seguito, con l'assessorato alle politiche del lavoro della nostra regione è stata anche stipulata una convenzione che prevede lo sviluppo dei seguenti progetti: l'individuazione e l'applicazione di procedure, anche concertative, destinate alla risoluzione delle situazioni di difficoltà e di vera e propria crisi aziendale; l'identificazione di iniziative volte al soddisfacimento positivo per l'inserimento di 120 immigrati albanesi nell'ambito della convenzione tra Regione Marche e Ministero del lavoro e delle politiche sociali. Inoltre il progetto di fattibilità di misure formative rivolte agli enti preposti alla formazione sull'apprendistato. Questo per quanto riguarda la Svim.
Infine, per quanto concerne l'interrogazione n. 130 che è stata unificata e che si riferisce al funzionamento dell'ufficio di collegamento della Regione Marche con le istituzioni comunitarie a Bruxelles, la Regione, con L.R. n. 4 del 17.03.98, al fine di realizzare un efficace sistema di relazioni con le istituzioni comunitarie nelle materie di competenza, ha istituito, ai sensi dell'art. 58 della legge 6.2.96, n. 52, l'Ufficio di collegamento con le istituzioni comunitarie in Bruxelles.
L'Ufficio opera come strumento di collegamento tecnico-amministrativo ed informativo tra le strutture regionali e gli Uffici delle Istituzioni comunitarie competenti delle medesime materie ed assicura, altresì, i rapporti con la rappresentanza permanente dell'Italia presso l'Unione europea
La Giunta regionale ha dapprima firmato un protocollo di intesa con le Regioni Toscana, Umbria, Lazio e Abruzzo per l'organizzazione e la gestione comune dei rispettivi uffici di collegamento con le istituzioni comunitarie, e successivamente stipulato il contratto di locazione e le convenzioni con la Regione Toscana.
L'ufficio, attualmente, è composto da 2 unità di personale regionale: il responsabile, in servizio da febbraio 1999, i1 dipendente di ottava qualifica, in servizio da settembre '99.
Va aggiunta una figura di addetta alla segreteria, in servizio da settembre '99, il cui rapporto è regolato da una convenzione a tempo determinato con la società che gestisce i servizi di supporto.
Le spese di funzionamento dell'Ufficio di Bruxelles, anno 1999: £. 365.144.736 per il funzionamento dell'Ufficio di Bruxelles stessa (canone di locazione, spese telefoniche, servizio di supporto della società Fidi Toscana).Oltre alle spese di funzionamento nello stesso anno è stato liquidato l'importo di £. 292.096.600, che va tenuto distinto in quanto relativo a spese una tantum di ristrutturazione ed adeguamento dei locali della sede.
Ai costi di funzionamento della sede va aggiunto il costo annuo del personale regionale che opera presso l'ufficio, e parlavamo prima della figura di servizio aggiuntiva alla segreteria.
L'attività di collegamento dell'ufficio di Bruxelles è soprattutto rivolta a favore dei gruppi consiliari regionali e dei consiglieri regionali per consentire loro di svolgere nella maniera più adeguata, vista l'importanza che assumono nella vita amministrativa della nostra Regione gli strumenti delle politiche comunitarie, i propri lavori.
L'Ufficio dipende funzionalmente dal Presidente della Giunta regionale e la legge regionale 4/98 prevede che i consiglieri regionali abbiano la facoltà di avvalersi dell'ufficio per informazioni e consulenze, ne consegue che l'ufficio fornisce specifiche informazioni ed assistenza in caso di richieste da parte dei consiglieri. L'attività di informazione, che costituisce l'attività principale, avviene con le seguenti modalità. Per l'attività di informazione a carattere ricorrente l'ufficio invia, per posta elettronica, i documenti informativi prodotti dalla struttura di supporto (foglio d'informazione giornaliero e bollettino quindicinale d'informazione) ai componenti della Giunta regionale ed ai dirigenti della Giunta. Per quanto riguarda il Consiglio, in base alle disposizioni ricevute dal gabinetto del Presidente, con nota del 3 agosto u.s. gli stessi documenti vengono inviati al Presidenti dei gruppi consiliari, al Presidenti di Commissione ed ai Consiglieri regionali, oltreché al presidente, ai vicepresidenti e ai consiglieri segretari.
Per quanto concerne l'informazione specifica, relativa a proposte di regolamento direttive, documenti di lavoro della Commissione o a rapporti specifici settoriali e/o relazioni, l'Ufficio opera inviandola agli Assessori ed ai servizi della Giunta competenti per materia sulla base delle indicazioni che da loro sono state date.
Da parte dei consiglieri regionali richieste specifiche e informazioni possono essere inoltrate all'Ufficio di Bruxelles in qualsiasi modo e mezzo. Non sono previste procedure particolari per quanto riguarda l'intermediazione nei rapporti con le Istituzioni comunitarie: l'Ufficio può supportare organizzativamente Giunta regionale e Consiglio negli incontri con gli uffici della Commissione o di altre istituzioni, qualora tale supporto venga richiesto.
Per maggiori dettagli è a disposizione degli interroganti la relazione del responsabile dell'Ufficio di Bruxelles sull'attività svolta fino al 30.10.2000
Per quanto riguarda le operazioni con gli operatori economici, agli atti dell'ufficio non risultano pervenute da parte di informazioni relative a progetti di formazione presentati alla Comunità europea.
Per quanto riguarda, in particolare, le informazioni sui progetti formativi, alle quali si fa riferimento nell'interrogazione, si precisa che la formazione finanziata dalla CE con Il FSE viene gestita totalmente a livello regionale e provinciale, per cui e poco probabile che un operatore si rivolga all'ufficio di Bruxelles per queste informazioni.
Fin dall'inaugurazione della sede comune a Bruxelles, svoltasi il 10 marzo '99, è stata manifestata in varie forme ampia disponibilità alla realtà economica e sociale marchigiana, oltreché ad enti locali ed altre istituzioni operanti nel territorio, ad ospitare iniziative o forme di assistenza tecnica tramite eventuale convenzione. Questo per quanto riguarda le esigenze del territorio o dei settori produttivi, all'insegna di una collaborazione di sistema che abbiamo detto tante volte essere la modalità di lavoro della nostra comunità regionale, quindi una intensa collaborazione tra istituzioni e operatori economici.
L'organizzazione e il monitoraggio dell'ufficio di Bruxelles, che è l'altra sollecitazione formulata dagli interroganti, ci fanno dire che dal primo ottobre scorso la gestione dei servizi di supporto viene svolta da una società di diritto belga, denominata RECIS s.a. costituita dalle società finanziarie delle cinque Regioni, quale ulteriore sviluppo e rafforzamento dell'accordo che ha dato origine all’organizzazione ed alla gestione comune della sede degli uffici di collegamento regionali con le istituzioni comunitarie.
Si stanno attualmente definendo con le altre Regioni i punti di un’intesa che costituirà un indirizzo per la predisposizione del piano di attività per l'anno 2001.
A conclusione di questa informazione si dà comunque la più ampia disponibilità a riflettere insieme con i gruppi consiliari e con le Commissioni che utilizzano i servizi di questo ufficio sulle modalità più opportune affinché l'azione di questo ufficio possa essere ancora più efficace e più efficiente, in modo tale che i consiglieri possano trovare corrispondenza rispetto alle loro esigenze.
PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno, il consigliere Grandinetti.
FABRIZIO GRANDINETTI. L'interrogazione fatta riguarda la Società di garanzia Marche e l’ufficio costituito anche su consiglio dei consiglieri del gruppo di Forza Italia della precedente legislatura che visitarono Strasburgo e consigliarono la Giunta di predisporre questo ufficio, perché l'assenza da Strasburgo e da Bruxelles significa spesso non conoscere direttive e leggi che rimangono lì, anzi gli italiani sono i meno rappresentati in quelle commissioni e direzioni. Questo è un danno, perché oggi avere informazioni è un fatto importantisimo, determinante.
Questa interrogazione non aveva un intento polemico ma costruttivo, nel senso che la Svim è una società di garanzia e gli uffici in Europa hanno una vita ormai di un anno per cui un primo consuntivo dopo un anno era giusto farlo, sapendo dal Vicepresidente Spacca, che è stato protagonista della legge che ha costituito la società, come stanno le cose. Io fui relatore di minoranza della legge e qualche emendamento passò dato che arrivammo a una astensione, quindi ci fu una collaborazione intelligente che bisognerebbe sviluppare. Controllare e controllato non è possibile essere contemporaneamente e dovremmo sviluppare questa cosa dappertutto.
Il Vicepresidente Spacca è persona che non ha certamente bisogno di leggere dei foglio di dibattere del mondo economico o di società leggendo veline preparate dagli uffici, perché ha una competenza specifica nel campo, ma oggi ha letto queste cose e si è un po' arrampicato sugli specchi perché probabilmente queste tre realizzazioni sono una enunciazione fatta, un programma che magari c'è, ma la concretezza in questa società non c'è perché non è ancora partita e non sono state fatte molte cose, anzi non è stato fatto quasi niente. La Società regionale di garanzia non può essere uno strumento principalmente per delle fidejussioni ma deve sviluppare il proprio campo. Tra l'altro una società con una situazione patrimoniale forte non ha nemmeno più bisogno di fidejussioni, ma ha una trattativa con il mondo del credito per cui non deve, appunto presentare nemmeno fidejussioni. Non capisco una società che fa fidejussioni e serve solo per dare garanzie. A chi? A chi non è capace di darle agli istituti di credito? Ci vuole un rinnovamento di un mondo che è ancora indietro, quello del credito, che sicuramente deve fare ancora dei passi da gigante oppure fermarsi alla fidejussione, specialmente se non c'è una analisi che deve essere anche sulla fiducia, perché se mi si dice che si va a supplire perché il credito guarda solo alla patrimonializzazione delle aziende e alle volte non guarda alle prospettive... Vedo che il Vicepresidente fa cenni di assenso, quindi condivide che oggi si dovrebbe dare importanza ai progetti e forse un certo mondo ancora non è preparato.
Se noi suppliamo con questa società a tale manchevolezza di progetti che sono business in cui crediamo, mentre un altro mondo un po' vecchio non ci crede, allora va bene, se è solo per questo; se è per dare garanzie che altri non accetterebbero perché non sono finalizzate a progetti di programmazione importanti, allora è un modo clientelare di fare e non penso che sia stato questo lo scopo di cui abbiamo parlato. Mi auguro che questo sarà, perché tra l'altro mi pare che la presidenza è di un imprenditore che ha dimostrato grandi capacità. Se lo scopo è questo vada avanti, ma vada avanti con questi criteri, supplendo a manchevolezze di altri settori e non sostituendosi dando quello che non può essere dato quando non si crede in certe cose.
Però, per adesso dobbiamo cercare di ampliare, perché fare solo fidejussione potrebbe essere un campo d'azione troppo ristretto. Comunque le capacità professionali in consiglio di amministrazione ritengo ci siano, l'esperienza internazionale c'è, quindi penso che la società possa essere avviata a fare qualcosa di concreto nel futuro.
Passo all'ufficio per l'Europa. Ne abbiamo sentito parlare adesso, siamo poco informati su quello che fa, io vorrei che fossero fatte circolari, fosse pubblicizzato il fatto che esiste, che ha questi due-tre funzionari e sia messo a disposizione anche di tutti i Comuni, dei sindaci, delle Province, di tutta la comunità marchigiana sapendo che abbiamo un ufficio che sta lì e può verificare da vicino le opportunità che noi conosciamo meno. Non deve essere un collegamento solo con la Regione, con la Giunta e con gli uffici ma deve essere un collegamento con tutto il mondo marchigiano, con l'imprenditore che non è detto debba per forza aderire ad un'associazione di categoria. Quindi, con tutta la comunità.
Per la Svim abbiamo fatto un dibattito ed è stato oggetto di un minimo di collaborazione per fare una legge migliore di come era stata ideata. Vedo una Svim che deve fare ancora molto. Io non ero presente all'audizione della Svim ma ho letto il resoconto. E' una società che ha delle potenzialità, può fare molto ma fino adesso non ha fatto nulla. Dice "adesso abbiamo cominciato, e cominciamo dal distretto di Fabriano, un investimento di 3 miliardi". E' l'unica cosa operativa approvata dalla Giunta con parere della Commissione bilancio non all'unanimità; le altre sono tutte cose teorizzate che non sono state nemmeno approvate.
Leggo anche "Non abbiamo un’autonomia né gestionale né di risorse perché le risorse che la Regione ci ha dato sono finalizzate all'acquisto della partecipazione della Finanziaria regionale". Cangiotti, che non è il primo venuto ma un imprenditore di successo, dice pure: "Quindi non ci faremo carico di proporre ma come autonomia ma se la Regione ci dà 100 miliardi noi cominciamo a programmare e a fare".
E allora, queste società hanno uno scopo, un fine se noi ci crediamo, se diamo loro autonomia e soldi per operare. Poi, tra uno o due anni vediamo come hanno operato. Però qui il finanziamento viene dato per un progetto. Fino adesso sono stati dati tre miliardi per una convenzione "tra la Regione Marche e Sviluppo Marche Spa: conferimento dell'incarico di realizzazione di uno stato di fattibilità per l'ottimizzazione delle economie esterne del distretto industriale di Fabriano". Lui dice "fino adesso non ho fatto molto, però sto trattando con dei network a livello internazionale, ho preso contatti, ho voglia di fare, da imprenditore sono abituato a fare, ma se non mi date i mezzi per fare, i finanziamenti per fare non riesco a fare". E allora, se Cangiotti dice "se mi date 100 miliardi io provvedo a fare", significa che lui farebbe e non aspetterebbe, cioè creerebbe queste sinergie a livello internazionale e cercherebbe di fare. Fino adesso è stato dato incarico di fattibilità per un'operazione su Fabriano, guarda caso, mentre ci sono zone in grande difficoltà. Non ne voglio fare una questione di provincia o geografica ma vi sono zone in grande difficoltà, zone terremotate, che hanno anche dei piani in difficoltà per ragioni che poi vedremo meglio, di cui abbiamo parlato qualche settimana fa approvando una mozione in questo Consiglio regionale. Allora, perché Fabriano e perché la Svim fino adesso non è riuscita a produrre nulla? Quello su Fabriano è l'unico incarico che è stato dato.
Un'altra cosa che voglio far notare, è che c'è questo fenomeno dei primari medici, dei dirigenti medici che vengono dall'Emilia Romagna: il fatto che anche in questo caso sia stato preso un dirigente della Svim — che sicuramente sarà un dirigente di alto livello — dalla stessa regione significa che nelle Marche non ci sono né possibilità di avere dirigenti a livello sanitario adeguati né possibilità — e questo mi sorprende molto perché siamo stati protagonisti di un miracolo economico anche noi — di avere dirigenti on quest'altro settore. Mi si viene a raccontare che un manager deve avere un'esperienza specifica di una finanziaria dell'Emilia Romagna? No, un manager sa vendere e fare di tutto. E' manager non perché è settorizzato e sa vendere solamente saponette o lavande, ma sa fare di tutto e dunque sa fare anche finanza. Non penso che si possa attingere da fuori ma si può attingere dal mondo marchigiano che ha fior fiore di dirigenti.
GIAN MARIO SPACCA, Vicepresidente della Giunta. E' una scelta autonoma del consiglio di amministrazione.
FABRIZIO GRANDINETTI. Io lo faccio presente, come al solito, con lo stile, con l'educazione e con la propositività che tu conosci, quindi non ho né da strillare né da imputare, vi faccio delle domande e faccio domande a questo Consiglio. E' stata una decisione autonoma ma siccome è una società partecipata dalla Regione Marche io faccio questa domanda: perché vengono sempre da lì e non possono essere attinti da un mondo che pure ha un livello imprenditoriale di così alto valore? E' una specie di miracolo, perché una regione di nemmeno un milione e mezzo di abitanti ha tirato fuori un miracolo che esiste solo nel nord-est, che a mio avviso è superiore come mentalità d'iniziativa. Nascendo aziende nelle Marche, sono nati fior fiore di dirigenti. Questo lo dico perché non possiamo parlare di autonomia della società quando è una partecipata, qualche consiglio lo possiamo anche dare noi con la nostra esperienza, specialmente l'assessore che sta in contatto con la stessa.
Questo volevo dire, per non lasciar passare un altro anno di tempo in cui non voglio fare un'interrogazione per conoscere le cose, ma sono convinto che tra un anno l'assessore ci dirà quello che stanno facendo la Svim, la Società di garanzia e l'ufficio per l'Europa, facendo un consuntivo che io ritengo lui debba fare ogni anno al Consiglio regionale su queste società e questo ufficio che comunque sono di emanazione del Consiglio regionale delle Marche, dunque società che devono essere a disposizione di tutti i marchigiani.
PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Romagnoli.
FRANCA ROMAGNOLI. Mi riservo di intervenire sul discorso Svim dopo la risposta all'interrogazione 58. Riguardo all'ufficio di collegamento di Bruxelles ho fatto un'interrogazione ed anzi preciso che ogni volta che faccio interrogazioni è proprio per conoscere, nel senso vero della parola "interrogazione". Normalmente si possono fare interrogazioni per conoscere risposte che magari già si conoscono, invece la mia è un'interrogazione vera che mi è venuta proprio dalle lamentele soprattutto degli operatori, al di là che si rivolgano anche per cose improprie riguardo ai progetti di formazione che sono sicuramente assorbiti dall'attività regionale. E' pur vero che questo deve essere il compito primario: chi si è rivolto non ha trovato risposte. Potrei anche documentare questa cosa e far sì che chi me l'ha detta la formalizzasse. Non è tanto l'attività da Bruxelles a qui che deve essere privilegiata — informativa mensile, di comunicazioni, di circolari a noi o alla Giunta — quanto invece potenziato il canale inverso, cioè le risposte a coloro che da qui fanno determinate domande, soprattutto il mondo imprenditoriale.
Il collegamento con noi, che è comunque insufficiente, non può essere esaustivo di quello che invece dal mondo economico proviene come domande, quindi anche con i presidenti di gruppo bisogna trovare altre forme di contatto e di avvicinamento verso la vera imprenditoria, per esempio attraverso i distretti. Quindi, quando tutti saranno costituiti e funzionanti i distretti potranno essere lo snodo e il collegamento potrà avvenire direttamente. Attraverso noi è difficile che questo avvenga. Quindi non tanto l'istituzione della comunicazione mensile o periodica quanto la risposta al bisogno contingente, immediato del mondo economico.
Sulle spese non sono d'accordo, perché nell'interrogazione avevo fatto dei calcoli che non erano errati quando dico che il primo anno ci è costato quasi 800 milioni, non 300 o 400, perché per il primo anno sono da aggiungere le spese per la convenzione, tutto quello che è avvenuto per la costituzione di questa società tra cinque Regioni: sono state spese di stipula notarile e tutto il resto enormi. Quindi è vero che la locazione e i funzionari costeranno sui 300-400 milioni l'anno, ma è vero che il primo anno è stato una tombola e comunque non all'altezza delle aspettative e delle risposte che sono venute. Abbiamo anche appreso che non è soltanto un dirigente a lavorare ma che addirittura ci sono tre unità, una part-time, quindi questo aggrava la situazione.
Per quanto riguarda le risposte a coloro che sono andati in delegazione a Bruxelles, anche lì ho saputo che non è stata trovata l'accoglienza o l'informazione che si desiderava, le lamentele ci sono state. Io non sono solita parlare per voci ripetute o sentite di corridoio però questo è avvenuto, quindi un controllo maggiore di un ufficio che costa tanto e soprattutto lo stimolo ad una maggiore incisività soprattutto al mondo economico è doveroso, altrimenti possiamo pensare di rivederlo, se non funziona.
Interrogazioni (Svolgimento):
«Erosione del litorale» Grandinetti (47)
«Erosione del litorale di Civitanova Marche-Potenza Picena e Porto Recanati» Brini (87)
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca le interrogazioni n. 47 del consigliere Grandinetti e n. 87 del consigliere Brini.
Per la Giunta risponde l'assessore Ottaviani.
ROBERTO OTTAVIANI. In relazione alle interrogazioni in oggetto si precisa quanto segue.
Per quanto attiene al tratto di costa ricadente nel comune di Porto Recanati e, in particolare, alla zona Scossicci il servizio LL.PP. ha recentemente appaltato un primo intervento di difesa mediante la realizzazione di pennelli soffolti con apporto di materiale da ripascimento da prelevare in zone limitrofe di sovrasedimentazione (foce Musone).
L'importo di tale intervento ammonta a complessive L. 854.226.000.
L'inizio dei lavori è subordinato al rilascio da parte della competente capitaneria di porto, della concessione delle necessarie aree demaniali.
A completamento di tale intervento, nel programma 2001, approvato con D.G.R. n.2179 del 17.10.2000 e, nelle more dell'approvazione, da parte del Consiglio regionale, della legge di assestamento del bilancio 2000, il servizio LL.PP. ha predisposto un progetto di raffittimento dei pennelli e prolungamento del tratto protetto, dell'importo complessivo di L. 1.300 milioni.
Con tali interventi si ritiene di aver dotato il litorale, a nord dell'abitato di Porto Recanati, di un sistema di difesa a basso impatto ambientale basato sull'intrappolamento dei sedimenti trasportati longitudinalmente dalle maree.
Relativamente alla zona di Porto Potenza si fa presente che sono stati, recentemente, consegnati i lavori di rifiorimento delle scogliere emerse presenti a nord dell'abitato.
L'importo di tali opere ammonta a complessive L. 550 milioni ed i lavori dovranno essere ultimati entro il prossimo gennaio 2001.
Relativamente alla zona di Civitanova Marche si precisa che non è stato previsto alcun intervento in attesa della approvazione del redigendo piano di difesa della costa.
A tale proposito si comunica che, giusta D.G.R. n.1694 del 30.06.1997, l'ufficio progetti del servizio lavori pubblici ha avviato un "programma biennale di ricerche, studi integrativi e di completamento della fase conoscitiva dell'ambiente fisico costiero marchigiano".
Detto programma prevede le seguenti fasi: 1) censimento delle attività di studio e di indagine sino ad ora svolte; 2) determinazione dei parametri fisici della costa marchigiana; 3) determinazione dell'attuale utilizzazione del litorale e delle sue prospettive.
Di tali fasi, le prime due sono sostanzialmente ultimate, sia attraverso il suddetto censimento che mediante l'installazione di boe ondametriche con inserimento nella rete ondametrica nazionale (R.O.N.) e l'esecuzione di indagini topografiche, batimetriche e sedimentologiche.
Tradotto in termini molto più semplici posso dire che questi studi sono stati in parte già illustrati, e l'incarico era stato dato all'università di Ancona. L'università, con la collaborazione del nostro servizio ha già avviato la realizzazione di questa onda che misura le correnti delle maree, perché il problema della difesa della costa è estremamente complesso, non facile da applicare. Non ci sono modelli precostituiti che possano essere utilizzati ai fini della difesa della nostra costa. Ogni nazione agisce con sue impostazioni più o meno condivisibili, dal Giappone al nord Europa. Stiamo studiando, con questo piano della costa una modalità d'intervento lungo la costa adriatica, in particolare quella marchigiana, che sia mirato al tipo di mare poco profondo nella parte a nord del Conero ad esempio, finalizzato al recepimento di tutti i flussi e le maree presenti in Adriatico, un mare particolare rispetto agli oceani e alle situazioni che vengono affrontate in Olanda o in Giappone.
La terza fase, in corso a cura della facoltà di Ingegneria dell'università degli studi di Ancona, fornirà, sulla base dei dati ottenuti dalle prime due, linee guida utili al predetto ufficio per la redazione del piano di difesa della costa.
In attesa di tale proposta, il servizio lavori pubblici, d'intesa con il comitato consultivo per la difesa della costa, non ritiene di porre in essere interventi che, benché necessari, non siano di manutenzione di opere esistenti ovvero dettati da particolari ragioni di emergenza che possano compromettere la pubblica o privata incolumità. In questo senso interverremo, ma tenuto conto che circa l'80% della costa marchigiana è irrigidito da interventi di difesa della costa, che ahimé, negli anni si sono rivelati non sempre efficaci, si ritiene opportuno intervenire, in futuro, con una pianificazione e con uno studio più approfondito che è in corso di completamento.
PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Grandinetti per dichiararsi soddisfatto o meno.
FABRIZIO GRANDINETTI. Ringrazio l'assessore Ottaviani e propongo alcune cose che penso possano essere importanti per lavorare sulla questione delle scogliere. Tra l'altro ho letto ieri un'intervista in cui si dice "Allarme: aumenta il rischio frane". Siamo una delle regioni con questo rischio, abbiamo anche il problema del litorale. Voglio parlare della parte che riguarda Porto Recanati, perché per il resto lascerò parlare il consigliere Brini che è di Civitanova Marche. Noi sappiamo — lì ci passiamo, ci abitiamo — che quella è diventata una strettoia. Scossicci, la zona di Porto Recanati che conduce a Marcelli ed entra poi nella provincia di Ancona è mangiata continuamente, nel corso degli anni, dalle mareggiate. Tutte le attuazioni — barriere frangiflutto ecc. — sono state inutili e il problema si propone soprattutto perché in quella zona è molto importante l'autorità turistica, invece si devono fare continuamente deviazioni e non si trova più la strada. D'estate, quando torniamo da quelle parti la strada non c'è più o ce n'è solo un pezzo.
Noi abbiamo chiesto, con la nostra interrogazione di sapere se veniva finalmente affrontato quel problema anche con uno studio di fattibilità, ma dopo questi studi che costano miliardi è necessario passare alla fase attuativa. Che cosa fare?
Io conosco la storia di Porto Recanati. Fin dagli anni '50 il litorale è stato interessato dal posizionamento di scogliere, poi sono state fatte tante altre cose: le scogliere frangiflutto parallele alla linea di battigia, scogli emergenti dinanzi alla spiaggia, scogliere foranee soffolte, scogliere posizionate al largo, scogliere con pali di cemento, pennelli soffolti perpendicolari. Il programma degli interventi prevede per la prossima stagione estiva un posizionamento di pennelli soffolti che dovrebbe garantire la tutela del litorale vicino al ristorante "Acropoli", nei pressi del fiume Musone.
Fino adesso i vari interventi che si sono succeduti non hanno dato una soluzione definitiva, quindi chiedo all'assessore di studiare velocemente questo problema, perché il danno maggiore per la costa deriva proprio da questa strettoia che impedisce il passaggio.
In più parti del litorale e del centro abitato vi sono zone di erosione che tendono ad assumere anche una certa pericolosità. Anche la zona abitativa davanti alla spiaggia vede infiltrazioni in abitazioni. Quella è indice di ricchezza per i cittadini di Porto Recanati che affittano le loro abitazioni od ospitano nelle loro abitazioni turisti, secondo una tradizione che risale ad anni ancora precedenti alla mia nascita.
C'è un pericolo costante soprattutto a nord e sud del centro abitato che non permette di dare inizio, per esempio, ai lavori che si devono eseguire. Quindi bisogna vedere anche se c'è la possibilità di fare i lavori nella zona nord e sud che mi pare sia la più colpita. Si tratta di lavori pubblici di fondamentale importanza per la città che vengono bloccati proprio perché non si risolve questo problema che è poi collegato con altre realizzazioni, altri lavori pubblici che la Giunta di quella città ha intenzione di espletare.
La quasi totalità delle scogliere necessita di riposizionamento e ha bisogno di interventi di riparazione, quindi occorre cercare di risolvere definitivamente il problema.
In molti di questi casi non bastano scogli ma servirebbe anche un forte ripascimento, cioè apporto di materiale sabbioso che lì ormai non c'è più, perché si passa dalla strada direttamente al mare.
E' tempo di attuare un piano definitivo. Lo studio di fattibilità va bene e io spero che nei tempi brevi si passi al piano definitivo, che, a quanto sembra, è stato commissionato da diversi anni all'università di Ancona. E' ora che l'università di Ancona questo piano ce lo dia, perché la teorizzazione è bella, l'uomo di studio è splendido quando fa scuola ai ragazzi, ma deve calarsi anche nella realtà. Tempi stretti per i programmi, perché chi di dovere deve essere operativo e li deve attuare.
Se non è un intervento risolutorio, il futuro della città, che si basa moltissimo sul turismo, è in pericolo. Chiedo quindi all'assessore, senza tanti infingimenti, con l'educazione tipica della gente che popola la provincia di Macerata ma le Marche, di far presente all'università che è ora che ci diano un progetto che tengono da tre anni per poi cercare di attuarlo, perché Porto Recanati è condizionata moltissimo anche nelle sue realizzazioni e nei programmi futuri che tutti i sindaci si dovrebbero porre: "che cosa deve diventare la mia regione, la mia provincia, la mia città? Che cosa voglio fare? Quali sono gli strumenti? Dove voglio arrivare? Quali sono le mie realizzazioni? Quali sono i miei fini?". E' quello che penso il Presidente D'Ambrosio si chiede tutti i giorni discutendo con voi, per poi realizzare nel futuro. Mi auguro questo e credo che lo facciano anche i sindaci e i presidenti delle Province. Il sindaco di Porto Recanati questa domanda se l'è posta e ha detto "Se non si risolve il problema della costa sono in pericolo anche altri lavori pubblici di grande importanza. Se non si risolve questo problema, che cosa faccio?"
Per quanto riguarda Civitanova non mi permetto nemmeno di parlarne lasciando la parola al consigliere Brini.
PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Brini per dichiararsi soddisfatto o meno.
OTTAVIO BRINI. Ringrazio l'assessore per la relazione che ha fatto. Opportunamente le due interrogazioni sono state abbinate. Penso che alcune considerazioni siano opportune in questa circostanza prima di entrare nel merito del problema.
Nel 1988, il 3 aprile è iniziato nelle Marche il "tour D'Ambrosio". La lamentela che rivolgo anche questa mattina è che siano presenti non solo gli assessori ma anche il Presidente della Giunta, perché queste esternazioni che sto facendo sarebbe stato opportuno che anche il Presidente le avesse sentite, per farne tesoro per il futuro, perché ho visto che sta per iniziare un altro tour nelle Marche, sempre con guida e, guarda caso, sempre nelle immediate scadenze elettorali.
Perché dico questo? Perché il 3 aprile 1998, alla presenza di tutto il Gotha della Regione Marche — alti funzionari, dirigenti — si è svolto nella Città Alta — all'epoca io ero assessore ai lavori pubblici — un importantissimo incontro, uno scambio di idee, di informazioni, di programmazione per verificare se l'obiettivo era quello di portare avanti insieme ciò che veniva esposto, ciò che veniva illustrato, ciò che veniva evidenziato. All'epoca era assessore ai lavori pubblici il collega Giulio Silenzi, attualmente presidente del gruppo Ds e sicuramente anche lui avrà le relazioni fatte all'epoca. Ma fino ai primi di aprile del 2000 non c'è stato un minimo cenno a quell'incontro, a quelle risposte generali, a tutto campo: si parlava di cultura, di turismo, di lavori pubblici, di ambiente. E guarda caso, quando si parla di cultura puntualmente ci si dimentica di "Civitanova Danza" che è una importante manifestazione a carattere internazionale.
Per quanto riguarda i lavori pubblici in quella circostanza si era detto che effettivamente c'erano delle grosse difficoltà che erano state segnalate per iscritto. Io mi auguro che non succeda niente, ma non vorrei che una brutta mareggiata possa creare grossi problemi e seri rischi alla popolazione, perché qualcuno se ne dovrebbe assumere le responsabilità. Abbiamo un lungomare nord che è proprio a ridosso del mare, quindi questa superficialità o questo modo di vedere le cose per rinviare nel tempo soluzioni che stanno a cuore non solo agli operatori ma anche a chi là vive, non è accettabile. La invito, assessore, a venire a Civitanova a visitare il lungomare nord, perché Silenzi e il presidente della Provincia di Macerata Pigliapoco sono andati nel lungomare sud dove non vi sono questi problemi che invece esistono nel lungomare nord.
Mi ritengo insoddisfatto della risposta data, perché quando si parla di piani e di tavoli che stanno molto a cuore alle sinistre significa non fare nulla, significa rinviare tutto, significa non prendere decisioni, mentre quando c'è da prendere decisioni serie, concrete — che l'ex assessore al turismo Silenzi, che era anche assessore ai lavori pubblici, conosce perfettamente e sicuramente sarà stato messo anche in difficoltà da chi gli ha dato queste risposte — non si fa nulla. Non si può dire che non esistano problemi quando si parla di erosione.
Leggo velocemente quanto era stato segnalato ed esposto: "Come gran parte del litorale marchigiano anche quello di Civitanova Marche è soggetto ad erosione, in special modo il tratto di spiaggia che va dal sottopasso Esso fino alla foce dell'Asola. In passato sono state realizzate delle scogliere a protezione di detto litorale, che però hanno perso con il tempo la loro funzione di difesa in quanto, per la mancata manutenzione — non c'è stata nemmeno manutenzione in questi anni, checché se ne dica — dette scogliere in parte sono crollate. Pertanto, onde evitare l'erosione occorre quanto prima costruire delle barriere e potenziare quelle esistenti". Ed era stato segnalato un intervento di 7 miliardi. Quello che dispiace è che a distanza di due anni e mezzo c'è stato un silenzio totale rispetto al "tour D'Ambrosio" fatto nei comuni della provincia di Macerata. Se queste iniziative sono solo a livello elettorale è meglio non farle. Ho letto l'altro giorno che la Giunta regionale andrà a parlare con la Giunta provinciale di Macerata. Tu Silenzi eri assessore all'epoca, conoscevi i problemi, come ne conoscevi altri che non dipendono solo dall'assessore o dalla Giunta, perché vedo qui che, a volte, dirigenti creano grosse difficoltà rispetto all'espletamento delle pratiche, intervengono anche nelle leggi che noi stiamo predisponendo e danno anche indicazioni, come successo ieri nella quarta Commissione consiliare. Così non deve essere. Il ruolo della Commissione, della Giunta, degli assessori deve essere autonomo e svincolato nelle scelte politiche checché ne pensi il dirigente. Quando si tratta di scelte politiche è giusto che ognuno svolga il proprio ruolo.
Concludo dicendo che sono insoddisfatto e faremo iniziative insieme agli operatori e agi stessi residenti di Civitanova Marche...
GIULIO SILENZI. Di quale litorale parli?
OTTAVIO BRINI. Lungomare nord.
GIULIO SILENZI. Ma lì è in equilibrio il mare. Non c'è nessuna erosione.
OTTAVIO BRINI. Chi l'ha detto che è in equilibrio? Non è vero. Dal piano non emerge quello che dici tu. Questa tranquillità, questa sicurezza non emerge, tanto è vero che era in atto l'abbattimento del muretto del lungomare nord ma hanno bloccato i lavori per fare uno studio particolare onde evitare queste difficoltà.
GIULIO SILENZI. Non c'è l'erosione...
OTTAVIO BRINI. Ma lo potevi mettere per iscritto. Perché nessuno lo mette per iscritto? Io non sono candidato e non ho iniziato la mia campagna elettorale. Mi preoccupo per chi è candidato o sarà candidato e non vorrei metterlo in difficoltà.
La correttezza che chiedo soprattutto a lei Presidente Minardi, è che quando ci sono le Commissioni i dirigenti e i funzionari ascoltino più che dare indicazioni ai presidenti e vicepresidenti di Commissione. Noi abbiamo un ottimo presidente di Commissione, ieri purtroppo c'è stato un disguido: quello di un funzionario che ha dato delle indicazioni alla Commissione su quello che doveva fare. Non vorrei che anche su altri procedimenti ciò accadesse, vedi l'Alberghiero di Civitanova.
PRESIDENTE. Invito i consiglieri a rimanere ai tempi. Per le interrogazioni sono previsti dieci minuti per la risposta e cinque minuti per la replica.
Interrogazione (Svolgimento): «Presenza di amianto nello stabilimento di Ancona della Eridania Spa divisione Cereol Italia» Amagliani (49)
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l'interrogazione n. 49 ad iniziativa del consigliere Amagliani.
Per la Giunta risponde l'assessore Ottaviani.
ROBERTO OTTAVIANI. Sono previste due risposte, la mia e quella dell'assessore Melappioni.
Premesso che le competenze in materia di salubrità e sicurezza nei luoghi di lavoro sono assegnati dalla normativa vigente alle aziende sanitarie locali competenti per territorio, al fine di fornire adeguato riscontro all'interrogazione in oggetto, il servizio tutela e risanamento ambientale con nota 8035 del 31.7.2000 ha richiesto alla ASL n° 7 ogni notizia in suo possesso in relazione alle questioni evidenziate.
L'azienda sanitaria ha riscontrato la richiesta di cui sopra con la nota 4187 del 31.8..2000 a firma del responsabile del servizio prevenzione e sicurezza negli ambienti di lavoro che viene allegata alla presente. La nota di cui sopra è integrata da numerosi allegati di natura tecnica che anche in considerazione delle oggettive esigenze di riservatezza dettate dalla normativa vigente, sono a disposizione presso il servizio per una eventuale migliore e complessa disamina tecnica.
Alla data attuale non si hanno notizie degli ultimi esiti delle attività di monitoraggio prescritte su base annuale sia all'interno che all’esterno ove esistono ancora tubazioni o impianti coibentati con materiale contenente amianto.
PRESIDENTE. Ha la parola l'assessore Melappioni.
AUGUSTO MELAPPIONI. Credo di dover completare, anche perché il consigliere Amagliani chiede qual è la nostra conoscenza sulla situazione complessiva. Mi permetto di iniziare da novembre 1992 quando la Asl competente ha iniziato svariati sopralluoghi in quanto in quel momento venne segnalato il problema e allora iniziò la messa in sicurezza delle coibentazioni delle centrali termiche della raffineria, la progettazione di interventi di ristrutturazione dei reparti preparazione della soia e girasole degli oli e la progettazione di altri interventi in altri reparti.
Successivamente, nel maggio 1993, la ditta ICIC S.p.A. presentò un progetto di bonifica generale riguardante tutte le coibentazioni contenenti amianto presenti all'interno dello stabilimento: la ex USL 12 di Ancona autorizzò con prescrizioni, anche a seguito di un parere all'lSPESL di Roma sull'argomento, la bonifica dei reparti di olii tecnici, della preparazione della soia e del girasole.
Nel gennaio del 1996 la Eridania S.p.A. - Divisione Cereol Italia, subentrata alla ICIC S.p.A., presentò un nuovo piano di bonifica generale a completamento delle bonifiche già effettuate nel 1993.
Nel dicembre 1996, la ditta Phoenix S.r.l. di Marina di Carrara (MS) effettuò, su incarico della Cereol Italia, una indagine su tutto lo stabilimento di Ancona finalizzata all'individuazione e alla quantificazione del rischio amianto, sia all'interno degli ambienti di lavoro che all'esterno entro il perimetro aziendale.
Nel 1999 è stata effettuata la bonifica del reparto raffineria a seguito di nulla-osta, alla rimozione del materiale contenenti amianto nel terzo cantiere, rilasciato dal servizio prevenzione e sicurezza negli ambienti di lavoro dell'ASL di Ancona.
Successivamente, nel settembre 1999, la Eridania S.p.A. - Divisione Cereol Italia ha comunicato alla ASL 7 di Ancona di dover effettuare delle modifiche allo stabilimento: I'ASL 7, nel rilasciare il relativo nulla osta, ha prescritto alla ditta in questione l'esecuzione annuale di rilievi ambientali, sia all’interno dei locali che all'esterno, laddove esistono ancora tubazioni o impianti coibentati con materiali contenenti amianto, al fine di monitorare l'eventuale rilascio di fibre.
Inoltre, in data 5.5.2000 è stato rilasciato dalla ASL 7, un ulteriore nulla osta per la rimozione dell'amianto nelle tubazioni «Rack Piping" dello stabilimento Cereol Italia.
Si comunica altresì che, attualmente, il servizio prevenzione e sicurezza ambienti di lavoro della ASL di Ancona è in attesa dei dati derivanti dal monitoraggio prescritto sopra citato, al fine di programmare eventuali ulteriori interventi di controllo.
PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Amagliani per dichiararsi soddisfatto o meno.
MARCO AMAGLIANI. L'interrogazione risale ormai ad alcuni mesi fa. Dirmi soddisfatto delle riposte sarebbe mentire a me stesso, perché in effetti quello che mi proponevo — non per volontà degli assessori che mi hanno risposto — era capire se da quest'aula era possibile lanciare un segnale di sicurezza nei confronti degli operatori di quell'azienda. Mi sembra di aver capito che in questa azienda problemi ancora esistono nel senso che ancora tutte le risposte che ci attendiamo non sono arrivate. Invito chi di dovere a recarsi nell'azienda e a verificare con i propri occhi come in quell'azienda ancora vi sia della segnaletica che invita a fare attenzione relativamente ai problemi che potrebbe causare l'amianto.
Stante così le cose e verificato che alcune delle risposte avute sono soggette a un segreto cosiddetto "d'ufficio" che io andrò a verificare personalmente nell'ufficio stesso — non intendo sottrarmi a questo dovere — invito gli assessori e gli uffici preposti soprattutto — perché gli assessori hanno fatto, politicamente, il loro "mestiere", mi hanno dato delle risposte che provengono dagli uffici — a fare molta attenzione a questa e a situazioni analoghe. Io ho sollevato questa perché mi sembrava la più rilevante, però invito l'assessore Melappioni per quanto riguarda le sue competenze e l'assessore Ottaviani per le proprie ad ulteriori verifiche — magari l'assessore Ottaviani attraverso il nostro braccio operativo, cioè l'Arpam — per capire se la segnaletica ancora esistente qualcuno si è dimenticato di toglierla o attiene invece ad alcuni elementi di pericolosità ancora pienamente esistenti.
Interrogazione (Svolgimento): «Tempi di esame da parte dell'Unione europea del piano di sviluppo rurale» Giannotti, Grandinetti, Favia e Trenta (52)
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l'interrogazione n. 52 dei consiglieri Giannotti, Grandinetti, Favia e Trenta.
Per la Giunta risponde l'assessore Agostini.
LUCIANO AGOSTINI. L'interrogazione è un po' superata dai tempi, nel senso che c'è stata l'approvazione del piano di sviluppo rurale sia da parte del Comitato Star che da parte anche di questo Consiglio regionale. In relazione alle cose che qui sono state dette anche con alcuni riferimenti diretti ad associazioni di categoria che avrebbero in qualche modo protestato in quel periodo, le cose sono, come ho potuto dire in altre occasioni, da una parte strumentali e dall'altra di carattere politico-organizzativo, nel senso che le difficoltà di trattativa con la Commissione di Bruxelles esistono e sono difficoltà di vario genere riguardanti il modo di relazionarsi, di trattare, di contrattare sempre sul piano informale, mai sul piano della ufficialità, quindi con l'impossibilità, a volte di impostare un lavoro di programmazione e di coinvolgimento di tutti gli attori e protagonisti del mondo agricolo. Dall'altro lato, in relazione proprio a questo, in un primo tempo avevamo avuto la data del 28 luglio come data di approvazione del piano di sviluppo rurale, poi slittata per le necessità del Comitato Star che non aveva terminato l'approvazione dell'ordine del giorno, andando quindi alla seduta successiva che si è tenuta il 13 settembre.
Del resto la polemica letta sulla stampa è del tutto strumentale, anche perché i circa 100 miliardi della prima annualità, anche se il piano di sviluppo rurale non fosse stato approvato sarebbero stati erogati perché facevano parte di regolamenti ricompresi nell'Obiettivo 5b, quindi regolamenti vecchi che avrebbero comunque visto l'erogazione dei finanziamenti. Quindi tutta la polemica che si è scatenata sulla data di approvazione e sulla eventualità di poter perdere i 100 miliardi della prima annualità era infondata e i fatti lo hanno dimostrato.
PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Giannotti per dichiararsi soddisfatto o meno.
ROBERTO GIANNOTTI. La risposta a questa interrogazione dà la misura del problema che il nostro gruppo ha inteso richiamare a questo Consiglio regionale. L’atto ispettivo è uno degli strumenti fondamentali dell'attività del singolo consigliere e questo è ancora più vero se lo si considera rispetto al ruolo dei consiglieri di opposizione che non hanno responsabilità di governo e quindi esercitano giustamente un compito di vigilanza e controllo sull'attività degli amministratori. Se questo strumento non è reso agibile cominciano le difficoltà, quindi hanno ragione i consiglieri Brini, Ceroni, tutti gli esponenti del mio gruppo ma anche di altre componenti che in questo periodo hanno richiamato fortemente la presidenza del Consiglio affinché le risposte, sia orali sia scritte a questo strumento siano date in tempi realisticamente utili, perché una risposta come quella di questa mattina aveva un senso se data con tempestività, cioè attualizzata nel contesto in cui è sorto il problema, mentre oggi diventa una risposta risibile, una esercitazione di dietrologia da parte mia e da parte dell'assessore Agostini.
Abbiamo oggi fatto questo esperimento, vediamo cosa riusciamo a portare a casa in termini di risultato. Certo, quando si fa una mole di interrogazioni così ampia esiste il problema di una disattenzione da parte degli esponenti della Giunta, uno scarso livello di partecipazione. Questo però non può scandalizzarci, sono i meccanismi a rischio.
Rimane però l'impegno affinché comunque in tutte le sedute del Consiglio sia riservato uno spazio di un'ora, così come era vecchia abitudine, per la risposta alle interrogazioni e alle interpellanze, rimane il suo impegno autorevole, Presidente, affinché gli assessori rispettino il dettato della norma che specifica i tempi della risposta. Se può essere comprensibile il ritardo nella risposta relativa alle interrogazioni e interpellanze orali, non lo può essere rispetto alle interrogazioni scritte dove si tratta solamente di mettere la firma su un foglietto preparato dagli uffici.
Detto questo, per tornare alla questione, che ci sia stata una difficoltà nella trattativa è oggettivo, però che ci sia stata una sottovalutazione del problema è altrettanto oggettivo. Credo che lei abbia affrontato questo problema non con superficialità, perché non sarebbe giusto dirlo, ma dando magari per scontate alcune cose che scontate non erano. Gliel'ho già detto quando abbiamo approvato il Psr: se lei invece di mandare il funzionario a Bruxelles fosse andato personalmente forse le cose sarebbero andate diversamente, alla fine, quando si trattava di far valere i muscoli, cioè difendere gli interessi del mondo agricolo della Regione. Probabilmente la presenza di un rappresentante dell'Esecutivo ci avrebbe messo in condizioni di avere un rapporto diverso. Comunque questa cosa la lego alla sua inesperienza: come ho fatto io gavetta per cinque anni lei avrà bisogno di meno tempo perché è molto più bravo di me. Mi auguro che questo non accada più e quindi il prossimo anno si possa far tesoro di questa esperienza negativa.
Il nostro non è un attacco strumentale. Noi ci siamo fatti carico, così come altri, di rappresentarle il disagio, la preoccupazione del mondo agricolo della nostra regione, non ci siamo inventati l'interrogazione.
LUCIANO AGOSTINI. Ma lei sapeva quanto me che i 100 miliardi...
ROBERTO GIANNOTTI. No, non lo sapevo e avevo qualche dubbio che continuo ad avere anche oggi, lei non mi ha rassicurato completamente.
Rimane il fatto che c'era una situazione di disagio, di sconcerto nel mondo agricolo. Se lei si va a rileggere le prese di posizione sulla stampa non nostre, non della politica ma del mondo del lavoro agricolo, si rende conto che quella era una preoccupazione comune, generalizzata. Forza Italia ha dato eco a questa preoccupazione, ha fatto questo intervento, crediamo in qualche modo di avere contribuito affinché questa vicenda si concludesse senza danni per l'agricoltura marchigiana e credo che questo sia il fatto che più conta.
Interrogazione (Svolgimento): «Emergenza ambientale relativa agli incendi boschivi» D'Angelo (53)
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l'interrogazione n. 53 del consigliere D'Angelo. Per la Giunta risponde l'assessore Rocchi.
LIDIO ROCCHI. Sicuramente il sistema di prevenzione ed intervento per gli incendi boschivi, nel breve e medio periodo, andrà potenziato e perfezionato per addivenire ad un'efficienza maggiore, attraverso anche un più ampio coinvolgimento ed una più incisiva sensibilizzazione delle amministrazioni locali.
In ogni caso, anche nella stagione appena trascorsa si è riusciti a fronteggiare l'emergenza con risultati soddisfacenti.
Relativamente all'impostazione del sistema si fa presente che: la sorveglianza contro gli incendi attiene agli Enti Locali, che operano con il coordinamento del servizio per la protezione civile; mentre gli interventi per lo spegnimento rientrano nelle competenze del servizio valorizzazione terreni agricoli e forestali, che opera attraverso il centro operativo AIB, istituito c/o il coordinamento regionale del Corpo Forestale dello Stato, articolato poi attraverso unità territoriali presso le sedi dei coordinamenti provinciali del Centro Forestale dello Stato.
Sono inoltre attivi sul territorio punti di avvistamento e pattuglie mobili così come appresso indicato: provincia di Pesaro e Urbino n.20 punti fissi di avvistamento; provincia di Ancona n. 11 punti fissi di avvistamento e n.6 pattuglie mobili alla quale va aggiunta una pattuglia su imbarcazione di soccorso (ambulanza); provincia di Macerata n. 7 punti fissi e n.5 pattuglie mobili; provincia di Ascoli Piceno n.16 punti di avvistamento e n. 3 pattuglie mobili.
Per quel che riguarda l'organizzazione operativa si ritiene che il rinnovo degli incarichi della responsabilità dei servizi regionali competenti non abbia in alcun modo determinato soluzioni di continuità. Infatti, con la DGR 1383 del 4.7.2000 la Giunta ha conferito, ad interim, l'incarico di responsabile del servizio valorizzazione terreni agricoli e forestali al dr. Marcolini e l'incarico precedente si è concluso il 30 giugno. Nel contempo è entrato in attività il sistema d'intervento.
Il 27.6.2000, con la DGR n.1319, è stata attivata l' organizzazione operativa regionale (sala operativa regionale e unità d'intervento provinciali) e sono state definite, tra l'altro, le direttive per l’attività 2000.
Con il DDS del 5.7.00, n. 332, poi, si è provveduto ad assegnare al CFS le risorse finanziarie previste per il funzionamento dei centri e la disponibilità dei mezzi necessari per le operazioni di spegnimento per £. 153.318.800. La sala ha funzionato per tutto il periodo di massima pericolosità 24 ore su 24.
La DGR su richiamata è stata pubblicata e distribuita a tutti gli enti locali e alle associazioni interessate il 4.7.2000.
Il 15.7.2000 è entrato in operatività anche l'elicottero (atti relativi all'assegnazione dell'incarico per lo svolgimento del servizio intervento alla ditta Star Work Sky con DGR 1265 del 20.6.2000 di autorizzazione ad indire un pubblico incanto per l'appalto del servizio. Il 30.6.2000 pubblicazione dell'avviso di gara. Il 14.7.2000 valutazione delle offerte e conferimento del servizio, con DDS n.340 di pari data.
Il 19.7.2000 con la DGR n.1518 è stato affidato incarico al Consorzio Marche Verdi per il pronto intervento a terra e la reperibilità permanente per tutto il periodo di massima urgenza.
In precedenza, a partire dal 16 marzo, si sono tenuti diversi incontri tecnici che hanno coinvolto i servizi interessati e le amministrazioni locali.
Anche i Comuni si sono organizzati. Quelli che, in particolare, hanno ottemperato alle disposizioni della L.47/75 in modo autonomo o organizzati a livello di Comunità montane sono i seguenti. Provincia di Pesaro e Urbino 25 su 67: Acqualagna, Apecchio, Barchi, Belforte sull'Isauro, Cagli, Cantiano, Carpegna, Casteldelci, Fermignano, Fossombrone, Gradara, Isola del Pian, Macerata Feltria, Mercatino Conca, Mombaroccio, Montecerignone, Montecopiolo, Montefelcino, Orciano di Pesaro, Pietrarubbia, Piobbico, Sassocorvaro, Serrungarina, Tavolato, Urbania. Provincia di Ancona 26 su 49: Ancona, Arcevia, Camerino, Castelcolonna, Castelleone di Suasa, Cerreto d'Esi, Corinaldo, Cupramontana, Filottrano, Genga, Jesi, Maiolati Spontini, Mergo, Montecarotto, Monterado, Monteroberto, Morro D'Alba, Offagna, Ostra, Ostra Vetere, Polverii, Ripe, San Paolo di Jesi, Santa Maria Nuova, Serra San Quirico, Sirolo. Provincia di Macerata 16 su 57: Belforte del Chienti, Camporotondo di Piastrone, Castelsantangelo sul Nera, Cessapalombo, Fiordimonte, Montecavallo, Montecosaro, Penna S. Giovanni, Pievebovigliana, Pievetorina, Poggio San Vicino, San Severino Marche, Serravalle del Chienti, Ussita, Visso. Provincia di Ascoli Piceno 1 su 73: Grottammare.
Relativamente alle risorse finanziarie va precisato che il bilancio di previsione 2000 è stato impostato nella precedente legislatura e comunque, trattandosi di spesa obbligatoria le assegnazioni di competenza e di cassa, qualora necessario possono essere integrate dalla Giunta. Speriamo quindi che con il prossimo bilancio questo settore possa avere non più 300 milioni ma qualcosa in più rispetto al 2000.
PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere D'Angelo per dichiararsi soddisfatto o meno.
PIETRO D'ANGELO. Anche se il problema degli incendi nella nostra regione è stato in qualche modo controllato rispetto ad altre regioni e quindi si è limitato il danno, va detto comunque che dal primo gennaio fino al 30 ottobre ci sono stati 71 incendi per una superficie totale coinvolta di ben 590 ettari, di cui 452 boscati.
Abbiamo visto che alcuni di questi incendi sono chiaramente di origine dolosa — mi riferisco soprattutto all'incendio di Cingoli-Apiro, all'incendio di Ripatransone, all'incendio nella Gola della Rossa — perché appiccati in più posti e in alcuni casi, come quello di Ripatransone, ripetuti nei vari giorni, cioè tentativi di alimentazione in giorni diversi.
Richiamo l'impegno dell'assessore Rocchi affinché vi sia una maggiore copertura finanziaria su questo problema, poiché riteniamo che il periodo di emergenza incendi che va dal 15 giugno al 15 settembre debba essere totalmente coperto. In questa stagione ciò no è avvenuto. E' indispensabile la prevenzione, è indispensabile rivedere la gara di appalto per l'utilizzo di elicotteri per lo spegnimento d'incendi. Quest'anno la gara d'appalto prevedeva un intervento di dieci ore dell'elicottero per lo spegnimento, di fatto ne sono state fatte 10 più 70 di straordinario a £. 1.800.000 a ora che hanno portato a una spesa notevole. Il discorso che noi Verdi facciamo e che mi auguro sia preso in considerazione per la prossima stagione, è di rivedere la gara in modo da aumentare le ore di intervento dell'elicottero e utilizzarlo, se queste ore di base di utilizzazione non dovessero essere impiegate tutte, anche a scopo di prevenzione quello che viene fatto in molte altre regioni d'Italia dove si sono avuti ottimi risultati.
Questa problematica la rimandiamo quindi a marzo-aprile quando si dovrà preparare la nuova gara d'appalto per gli elicotteri, determinando soprattutto gli interventi e il tempo d'emergenza relativamente agli incendi.
Ritengo che non ci sia altro da aggiungere, ma è chiaro che va fatto un maggiore sforzo per evitare soprattutto gli incendi dolosi. Ripeto, ad Apiro-Cingoli dove sono avvenuti gli incendi più devastanti da un punto di vista ambientale ed economico ormai da molti anni questi incendi si ripetono, quindi sono dolosi. E' indispensabile una maggiore prevenzione.
Interrogazione (Svolgimento): «Proroga osservazioni Prae» D'Angelo (55)
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l’interrogazione n. 55 del consigliere D'Angelo. Per la Giunta risponde l'assessore Ottaviani.
ROBERTO OTTAVIANI. Chiedo scusa al consigliere D'Angelo se non sarò dettagliato, ma leggerò la risposta che il consigliere Spacca aveva preparato.
Per quanto riguarda il primo punto della sua interrogazione ho una risposta preparata dal dirigente Mario Conti che sottolinea la complessità della stampa e della pubblicazione delle 126.000 cartine che hanno dovuto avere altrettanto impegno da parte del servizio per quanto riguarda addirittura la spedizione. Se ritiene opportuno le leggo anche questa e proseguo con la spiegazione tecnica che è stata invece fornita dal servizio tutela e risanamento ambientale.
Per quanto riguarda i punti 2 e 3 dell'interrogazione, dove si chiede se sia stato preso in considerazione il fatto che le osservazioni al piano avrebbero dovuto essere effettuate nel periodo estivo e se "ciò non andrà a limitare la partecipazione e l'apporto in termini di osservazioni degli interessati ad un atto di così grande valenza economico ambientale" si rammenta che la L.R. 1.12.1977, n. 71, art. 7, comma 4 detta una tempistica ben precisa. Il comma 4 prevede che "le Amministrazioni pubbliche, gli organismi sindacali e professionali nonché gli enti e le associazioni e chiunque abbia interesse possono presentare osservazioni alla Giunta regionale entro sessanta giorni dalla pubblicazione e deposito".
Al punto 4 si chiede di prorogare di almeno un mese i termini di presentazione delle osservazioni al PRAE. Per evitare che lo schema di PRAE venisse depositato in date diverse e che vi fosse quindi incertezza in ordine alla data finale di presentazione delle osservazioni, è stata emanata la circolare n. 2 del 13 giugno 2000 con la quale è stato stabilito che il deposito dello schema di PRAE venisse effettuato i1 giorno 3 luglio 2000. Di conseguenza, per effetto dei tempi previsti dal citato comma 4 dell'art. 7 della L.R. 71/97, le osservazioni previste dal comma 3 della stessa legge potevano essere presentate entro il giorno 1 settembre 2000, sessantesimo giorno dal deposito. Purtroppo, però, in fase di accertamento della effettiva data di deposito, l’ufficio attività estrattive ha riscontrato che non tutte le amministrazioni che dovevano dare pubblicità allo schema di piano hanno certificato il deposito come previsto. Inoltre, tra le amministrazioni che hanno certificato il deposito ve ne sono alcune che hanno provveduto a pubblicizzare lo stesso in data molto più tarda rispetto a quella indicata nella circolare.
Ad oggi, nonostante un sollecito, non tutte le amministrazioni hanno comunicato la data di pubblicazione del Piano e rispetto alle comunicazioni pervenute l'ultima data di pubblicazione è il 24 agosto.
In relazione a quanto sopra il servizio tutela e risanamento ambientale ha interpellato il servizio legislativo sul comportamento da adottare per considerare le osservazioni pervenute nei termini o fuori termine.
Il servizio legislativo, con nota n. 386 del 9 agosto ha ritenuto che "(...) sono da considerare pervenute fuori dai termini di legge le osservazioni presentate da privati, enti pubblici o privati, organismi sindacali e professionali e associazioni oltre il termine di sessanta giorni dall'ultima data di deposito effettuata dalle amministrazioni a ciò tenute (Comuni, Comunità montane e Province). Infatti il PRAE è un unico e completo piano regionale di settore (vedi, in particolare, l'art. 7, comma 6, della L.R. n. 71/1997) e il procedimento della sua adozione e approvazione, ivi compresa la parte relativa alla presentazione delle osservazioni, non può essere spezzettato a livello locale facendone derivare effetti diversi a seconda della sede o della residenza dei soggetti che le presentano o a seconda della natura pubblica o privata di questi, anche perché nel presentare le osservazioni - che sono una forma di collaborazione fra i cittadini e l'Amministrazione regionale rivolta alla migliore stesura del PRAE - tutti (soggetti pubblici e soggetti privati) devono essere trattati allo stesso modo."
Per quanto sopra il termine ultimo per la presentazione delle osservazioni al PRAE sarà dato dall'ultima data di deposito comunicata dalle Amministrazioni cui spettava effettuarlo.
PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere D'Angelo per dichiararsi soddisfatto o meno.
PIETRO D'ANGELO. Ringrazio l'assessore, anche se l'interrogazione era ormai datata, quindi in parte superata dagli eventi, come diceva lo stesso assessore, perché di fatto, ancorando il termine ultimo utile per la presentazione delle osservazioni all'ultimo Comune che presentava ufficialmente il piano Prae, è chiaro che questa data, per fortuna, è scivolata nel tempo, addirittura al gennaio 2001, quindi è stata superata totalmente la preoccupazione di restringere ai soli mesi estivi la possibilità di presentare le osservazioni. Se andava tutto secondo le regole e quindi tutti i Comuni avessero tempestivamente presentato il Prae, è chiaro che ci saremo trovati di fronte al fatto che tutti gli interessati dovevano presentare le osservazioni tra luglio e agosto. Secondo me sarebbe stato molto limitante, visto che in questi mesi l'attività delle associazioni di categoria, dei sindacati, ambientaliste è limitata relativamente alla fruizione delle ferie. Una volta tanto devo dire che il ritardo della macchina amministrativa ha favorito la cittadinanza e tutti coloro che sono impegnati a far sì che al Prae — che ha una valenza importantissima da un punto di vista ambientale ed economica — partecipassero tutti questi soggetti.
Ecco perché l'interrogazione era già datata e in parte superata.
Interrogazioni (Svolgimento):
«Rincari dei prezzi dei carburanti» Favia (77)
«Incremento del prezzo del gasolio per autotrazione; incidenza sul bilancio delle aziende di trasporto pubblico locale» Brini (77)
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l'interrogazione n. 77 del consigliere Favia e l'interrogazione n. 77 del consigliere Brini.
Per la Giunta risponde l'assessore Agostini.
LUCIANO AGOSTINI. A seguito dei continui aumenti del prezzo del gasolio, causando gravi danni all'economia ittica, anche in conseguenza della presenza di mucillagini nel bacino adriatico, è stato approvato il decreto legge 26 settembre 2000 n. 265, al fine di sostenere le imprese di pesca.
Con il presente provvedimento, nell'art. 4 al fine di assicurare la salvaguardia dell'occupazione dei marittimi imbarcati a bordo delle navi da pesca, si prevede il riconoscimento per l'anno 2000, alle imprese che esercitano la pesca professionale, di un contributo per ogni litro di gasolio utilizzato per l'esercizio dell'attività ovvero uno sgravio contributivo e un credito d'imposta.
Tale contributo è finalizzato a consentire l'erogazione del minimo monetario garantito dal contratto collettivo nazionale del lavoro ai marittimi imbarcati. Per i circa 45.000 marittimi imbarcati sono stati previsti 12 mesi di validità della misura ed agevolazioni nella misura media di lire 76.850 mensili che comportano una spesa totale di circa 41.500 milioni.
Per quanto riguarda il gasolio per l'agricoltura nel provvedimento di finanziaria si è diminuito di 100 lire il prezzo del gasolio a carico dello Stato rimborsato presso gli uffici Uma. Per quanto riguarda il trasporto pubblico locale non ci sono al momento provvedimenti in essere, anche perché la spesa quantizzata per un intervento di carattere regionale sulle aziende del trasporto pubblico locale, qualora dovesse avvenire a carico della Regione per un importo pari a quello che il Governo ha previsto per l'agricoltura si aggirerebbe attorno ai 50-60 miliardi e non sarebbe assolutamente sopportabile.
Per quanto riguarda il trasporto pubblico locale ritengo che l'immediata adozione e la redazione dei piani provinciali di bacino per una razionalizzazione ulteriore delle linee di trasporto utilizzando e razionalizzando al massimo le risorse che abbiamo può portare a una più equa distribuzione con un maggior risparmio e un ulteriore miglioramento del servizio.
Per quanto riguarda l'autotrasporto c'è un ulteriore provvedimento del Governo che si è collegato al decreto legge sulla pesca, quindi c'è uno sgravio sul prezzo del gasolio con la ritenuta d'imposta. E' un provvedimento inizialmente preso per gli autotrasportatori e successivamente vi si è agganciato il Ministero dell'agricoltura. Ogni litro di gasolio viene sgravato del contributo, utilizzando un credito d'imposta. C'è un rimborso di circa 100 lire ad ogni autotrasportatore. Così per la pesca. Per l'agricoltura è stato assunto un successivo provvedimento che risarcisce direttamente presso gli uffici Uma della Regione. Si tratta di 100 lire a litro.
E' diverso il meccanismo: mentre per l'autotrasporto e per i pescatori c'è la diminuzione del prezzo del gasolio sull'imposta, per l'agricoltura c'è il risarcimento diretto.
PRESIDENTE. Il consigliere Favia rinuncia alla replica.
Interrogazione (Svolgimento): «Installazione di defibrillatori semiautomatici in luoghi pubblici» Grandinetti, Giannotti, Brini, Cesaroni, Favia e Trenta (68)
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l'interrogazione n. 68 dei consiglieri Grandinetti, Giannotti, Brini, Cesaroni, Favia e Trenta.
Per la Giunta risponde l'assessore Melappioni.
AUGUSTO MELAPPIONI. L'interrogazione attiene alla opportunità di dotare le città della regione Marche di defibrillatori semiautomatici da installarsi nei luoghi pubblici. Viene chiesto quali iniziative la Giunta intenda adottare.
La risposta credo che possa intanto anticipare questo concetto: sono da diversi anni componente di una fondazione che cerca di pare avanti questo percorso nella mia città e comunque sono presidi che vanno sempre più confermando una reale potenzialità di salvare vite umane. Su questo si inserisce una problematica di tipo legale che consente soltanto agli operatori sanitari di poter utilizzare questo strumento. E' comunque un percorso quanto mai interessante e l'impegno della Giunta regionale è quello di approfondire la questione dal punto di vista normativo e contemporaneamente di proporre al comitato regionale per l'emergenza la problematica secondo le seguenti linee programmatiche che possono essere utili per definire sia il quadro dei bisogni — quindi l'ampiezza del problema sanitario — la situazione dell'attuale offerta dell'apparecchiatura nella nostra regione, individuare i soggetti sanitari e non che dovrebbero essere coinvolti, definire il quadro dei costi complessivi del progetto come formare i responsabili, come curare l'informazione alla popolazione e come predisporre una sperimentazione prima dell'eventuale generalizzazione del progetto.
Ho fatto una scaletta dell'obiettivo di questo comitato, ma ribadisco un'attenzione particolare rispetto ad un percorso di salvataggio della vita che sta crescendo nel nostro Paese con le difficoltà che accennavo prima di ordine penale collegate all'utilizzo di tecnologia sanitaria da parte di non competenti. Questo è un punto sul quale c'è un grosso dibattito. Nelle altre regioni questo percorso è stato superato con prese di responsabilità di alcuni esponenti della magistratura, tuttavia riteniamo che ciò non esaurisca il rischio della responsabilità penale del singolo soggetto che si può trovare davanti all'utilizzo di un'apparecchiatura per la quale la mia esperienza ventennale in una struttura che utilizzava questa dotazione non consentiva agli infermieri di poter utilizzare in maniera autonoma e automatica questo tipo di prestazioni. Quindi c'è dietro tutto un percorso di garanzia rispetto a chi deve utilizzare questa tecnologia che non possiamo sorpassare al momento. Comunque non significa che non lavoreremo per cercare di proseguire su questo percorso.
PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Grandinetti per dichiararsi soddisfatto o meno.
FABRIZIO GRANDINETTI. Parlavo già con dei medici anni fa di questo problema e mi dicevano che in mancanza di questi defibrillatori, che oggi sono più facili da usare, perché sono automatici, semiautomatici ecc., bastano pochi minuti perché la vita umana se ne vada o si verifichino danni cerebrali irreversibili. Comunque, per quanto riguarda l'aspetto economico c'è un costo molto forte per la collettività, a meno che arriviamo alla legge abnorme e vergognosa che ha approvato il senato Olandese ieri. Ci sono persone che sono mantenute e devono essere mantenute dalla collettività perché non hanno un servizio veloce, gente che può essere salvata e resa quasi integralmente sana se ci fosse questa possibilità.
Per avere parlato con dei medici di alto livello che ho conosciuto questa estate, mi hanno detto che se una persona lo usa e lo usa male, potrebbe avere dei danni, quindi c'è un problema di saperlo usare, di pubblicizzazione ecc.
E' vero pure che in America dove questi defibrillatori si usano in determinati posti pubblici, la mortalità per la famosa "morte improvvisa" che ha una serie di cause diverse pare che si sia ridotta al salvataggio del 5-6%, mentre noi non so se siamo arrivati vicino all'1% di salvataggio della vita.
Sono andato qualche giorno fa a parlare a Piacenza con il prof. Capucci, chiedendogli della sua esperienza. Mi metterà a disposizione materiale che non ha fatto in tempo a prepararmi, che io cederò all'assessore. Loro ce l'hanno addirittura in piazza e pare che sia andata bene la cosa. Comunque ha avuto un effetto positivo.
Quindi invito a prendere in considerazione questa cosa, perché con una pubblicizzazione ben fatta anche il cittadino riuscirebbe a salvare una vita che altrimenti se ne va velocemente o riuscirebbe a porre rimedio a danni che altrimenti sarebbero veramente grossi.
Ho ovviamente una sensibilità particolare a questo problema. Penso che sia importante andare avanti con esperimenti che hanno fatto oltre Piacenza, anche Teramo, Bolzano, Mestre...
AUGUSTO MELAPPIONI. Si sta facendo anche a Jesi.
FABRIZIO GRANDINETTI. Questo non l'ho sentito, forse è stato detto nella prima parte della risposta. Penso che sia un esperimento positivo.
Quello che il prof. Capucci ha sperimentato lo farò poi avere all'assessore. Se prendiamo iniziative così moderne come hanno fatto altre città e altre regioni, sarà un fatto positivo. Quando facciamo le battaglie sulle Potes e sulla montagna — lo sa benissimo l'assessore, che è medico ed anche cardiologo — e diciamo che quella frazione dista 30 minuti — e San Severino ne ha trenta: è il terzo comune, per territorialità, della regione Marche — la persona muore, mentre se abbiamo persone anche non medici che sanno usare quell'attrezzatura, nel giro di 5-6 minuti quella vita umana si potrebbe salvare. Ma in 30 minuti la persona muore non solo cerebralmente ma sotto tutti gli aspetti.
Ringrazio per l'attenzione al problema. Farò avere i documenti di cui ho parlato non appena ne sarò in possesso.
Interrogazione (Decadenza): «Rifiuto prestazione diagnostica ospedale di Tolentino» Pistarelli (80)
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l’interrogazione n. 80 del consigliere Pistarelli che è però assente, quindi l'interrogazione decade.
Interrogazione (Rinvio): «Situazione di dissesto idrogeologico presente sul territorio marchigiano» Viventi (84)
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l'interrogazione n. 84 del consigliere Viventi.
Ha la parola l'assessore Ottaviani.
ROBERTO OTTAVIANI. Chiedo al consigliere Viventi di poter rinviare la risposta all'interrogazione, proprio perché i servizi stanno preparando la delibera delle cosiddette "mappe a rischio". Con questo atto potrò darle delle precisazioni sulla situazione regionale, quindi sul rischio.
LUIGI VIVENTI. Glielo avrei chiesto anch'io, quindi sono d'accordo.
Interrogazione (Svolgimento): «Abbattimento di cinghiali nel parco della Gola della Rossa da parte della Comunità montana dall'Alta Valle dell'Esino» Viventi (85)
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l'interrogazione n. 85 del consigliere Viventi.
Per la Giunta risponde l'assessore Agostini.
LUCIANO AGOSTINI. Il consigliere Viventi con l'interrogazione di cui in oggetto chiede di conoscere se la Comunità montana dell'Alta Valle dell'Esino sia stata autorizzata ad effettuare abbattimenti di cinghiali all'interno del parco della Gola della Rossa e a che titolo la stessa si sia sostituita alla Regione.
Al riguardo si forniscono i seguenti elementi di risposta.
In effetti, l'art. 19, comma 2, della legge 11 febbraio 1992, n. 157 sulla caccia prevede che le Regioni, per motivi legati, fra l'altro, ad una migliore gestione del patrimonio zootecnico, e per la tutela delle produzioni zoo-agro-forestali ed ittiche possano autorizzare piani di abbattimento di specie selvatiche anche nelle zone comunque vietate alla caccia, a condizione che l'Istituto nazionale per la fauna selvatica abbia verificato l'inefficacia di metodi ecologici. Tuttavia, nelle Marche con la legge regionale 7/95 di recepimento della legge 157/92, tali competenze sono state attribuite alle Province. Per cui, la Comunità montana dell'Alta Valle dell'Esino per effettuare gli abbattimenti di cinghiali nel parco, qualora ritenuto necessario, avrebbe dovuto essere autorizzata dall'Amministrazione provinciale di Ancona e non dalla Regione.
Infatti è da considerare che l'art. 16, comma 4 della legge regionale 28 aprile 1994, n. 15 "Norme per l'istituzione e gestione delle aree protette naturali" affida direttamente all'organismo di gestione del parco l'attuazione dei prelievi faunistici e gli abbattimenti selettivi per ricomporre gli squilibri ecologici accertati. Tali operazioni sono poste in essere dal personale dell'organismo di gestione del parco, da persone all'uopo espressamente autorizzate dallo stesso o, in subordine, attraverso le guardie venatorie provinciali secondo quanto previsto dal sopra citato art. 19 della legge 157/92.
In conclusione, quindi, si ritiene che il parco abbia agito nell'ambito della propria autonomia gestionale riservatagli dalla legge sulle aree protette ma, che in ogni modo, avrebbe potuto agire al meglio attivandosi per ricercare una sorta di collaborazione con la Provincia di Ancona.
PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Viventi per dichiararsi soddisfatto o meno.
LUIGI VIVENTI. Ringrazio l'assessore, prendo atto delle precisazioni, anche normative, per quanto riguarda la competenza provinciale. Ho visto che lei leggeva un appunto: chiedo di poterne avere una copia.
Interrogazione (Rinvio): «Situazione di grave crisi venutasi a creare nel settore agricolo ed in quello dell'allevamento animale» Viventi (91)
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l'interrogazione n. 91 del consigliere Viventi.
LUIGI VIVENTI. Presidente, siccome questa mattina o nel pomeriggio si discuterà del più grave problema del settore, per economia di tempo accetto che venga discussa anche questa interrogazione nell'ambito della discussione più complessiva.
Interrogazione (Svolgimento): Situazione igienica e organizzativa dell'ospedale Torrette di Ancona» Avenali (103)
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l'interrogazione n. 103 del consigliere Avenali.
Risponde l'assessore Melappioni.
AUGUSTO MELAPPIONI. Il consigliere Avenali riferisce nella sua interrogazione che, il 9 settembre del corrente anno si è recato presso l'ospedale regionale di Torrette di Ancona per prendere visione dello stato di igiene e di organizzazione dei centri servizi (cucina, mensa, dispensa, magazzini) e di alcuni reparti ed in quell'occasione ha osservato uno stato che definisce "indegno per una struttura pubblica" illustrando una situazione che obbliga a condividere la stessa riprovazione.
Al di là della risposta data dal direttore generale, il giorno successivo il comando carabinieri per la sanità (N.A.S.) di Ancona, apprese dalla stampa le osservazioni del consigliere Avenali, e preso atto delle smentite fatte pubblicamente dal direttore generale dell'azienda ospedaliera che aveva richiamato le più recenti verifiche effettuate proprio dagli stessi carabinieri, ha immediatamente disposto una ispezione straordinaria che si è svolta il 14 ottobre e che ha dato risultato soddisfacente del quale, come di norma, è stata informata la procura della Repubblica.
In effetti concludono I carabinieri riferendosi alla loro ispezione "anche in questa circostanza non si evidenziano particolari problemi degni di rilievo", collegato al fatto che i Nas erano già stati, circa 50 giorni prima, a verificare la stessa struttura. E' ovvio che la verifica viene fatta a distanza di 24 ore da quello che aveva visto il consigliere Avenali con tutte le variabili che questo elemento può determinare.
L'episodio segnalato dal consigliere Avenali rafforza comunque la convinzione già espressa dall'assessore alla sanità e condivisa da tutta la Giunta regionale in ordine alla necessità di potenziare il servizio ispettivo regionale — cosa che è stata fatta recentemente — allo scopo di garantire un controllo strutturato e costante dei presidi sanitari della regione anche al fine di garantire che le condizioni di igienicità e di sicurezza degli ambienti siano costantemente tenute al più alto livello nell'interesse degli utenti, dei lavoratori addetti e della stessa immagine della sanità marchigiana.
Si ricorda infine che la recente approvazione da parte della Giunta regionale dei requisiti minimi autorizzativi obbligherà le strutture sanitarie, pubbliche e private, a certificare lo stato dei propri presidi al fine di ottenere da parte dei Comuni competenti, la conferma o il rilascio delle autorizzazioni all'esercizio, atto che sarà preceduto da una ampia disamina dell'esistente allo scopo di sanare, con assoluta priorità, eventuali situazioni di residua deficienza, come del resto avviene all'interno della programmazione dell'attività finanziata dall'art. 20.
PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Avenali per dichiararsi soddisfatto o meno.
FERDINANDO AVENALI. Prendo atto positivamente di quello che ha detto l'assessore Melappioni relativamente alla volontà della Giunta di intensificare i controlli ispettivi. Credo che sia molto importante che, proprio perché parliamo di aziende sanitarie — ma questo non riguarda soltanto le aziende sanitarie — che hanno una loro autonomia dal punto di vista della gestione, che la Regione possa avere una propria attività ispettiva autonoma che qualche volta vada a vedere come vengono gestite anche dal punto di vista dei servizi, quindi la parte igienico-sanitaria, le stesse Asl. Anche precedentemente ho avuto modo di segnalare con una lettera allo stesso direttore generale di Torrette che avevo notato in un'altra occasione problemi di igiene. Non so bene quali sono gli indici di igienicità dei Nas. Ognuno si assume la responsabilità di quello che afferma. Non metto in discussione i pareri ispettivi dei Nas. Posso qui confermare che quanto scritto sicuramente non più di quanto visto e ritengo che — vale per qualsiasi azienda nel settore alimentare ma in primo luogo per una struttura sanitaria — il problema dell'igiene e della gestione dei servizi non è assolutamente indifferente rispetto all'immagine. C'è un problema di efficienza ed efficacia dal punto di vista scientifico, quindi insito nell'attività dell'ospedale, ma c'è anche un'immagine che si dà se una struttura, anche dal punto di vista della gestione dei servizi è governata in un certo modo o in un altro.
Per come sono abituato a vedere le cose e a intendere la parte igienico-sanitaria quello che ho visto lì non lo accetto e lo ritengo grave, tanto è vero che sono molto soddisfatto dell'interrogazione, perché la situazione a Torrette è fortemente cambiata, anzi sulla stampa un paio di giorni dopo la mia interrogazione è apparso un articolo e so che prima che la notizia della mia interrogazione fosse apparsa sulla stampa, già le operazioni di verifica e di intervento dal punto di vista della pulizia e dell'igiene sono immediatamente scattate.
Mi risulta — non ho documentazione, quindi dico quello che ho potuto sentire da cittadini, da gente che mi ha contattato — che questi rilievi non li avevo fatti soltanto io. Peraltro sulla stampa sono apparsi anche altri problemi che riguardavano la gestione di Torrette, dell'Umberto I, quindi credo che questo problema c'era, era reale, lo riaffermo e ritengo che scomposta la reazione del direttore generale. L'immagine negativa di Torrette secondo me l'ha data non la mia interrogazione, che anche sulla stampa era riportata in termini normali, ma dalla risposta della direzione generale che ha detto che tutto andava bene ma nel frattempo sono aumentate le squadre di pulizia, le ore. Se invece di rispondere con quei toni quasi intimidatori avessero fatto il loro dovere, sulla stampa ci sarebbe stato meno clamore, l'ospedale di Torrette non sarebbe stato oggetto di nessuna riflessione o discussione.
Consiglio alla Giunta e all'assessore di verificare di persona. Mi avrebbe fatto piacere che nel momento in cui è arrivata l'interrogazione qualcuno dell'assessorato si fosse recato sul posto. Se quello che ho detto era non vero si poteva venire qui e dire "ho fatto una verifica e quello che ha detto il consigliere Avenali non risponde a verità". Io sono tranquillo di quello che ho detto perché l'ho visto con i miei occhi, sono andato lì sul posto, non sono andato dentro la mensa ma ho visto, perché lì c'è un corridoio e si vede anche come si lavora dentro la mensa. Si è detto che sono andato a vedere in posti in cui non si doveva andare. Non credo che ci sia un posto dove non posso andare a vedere, altrimenti non ho capito come facciamo a verificare se le denunce che vengono dai cittadini sono reali, ma dove sono andato a vedere è un transatlantico, dove tutti passeggiavano e ho visto cose non degne di una struttura sanitaria.
Sono soddisfatto che gli interventi ci siano stati; spero che serva d'insegnamento a Torrette e anche ad altre strutture, perché questi problemi, probabilmente, vi sono anche da altre parti.
So che esiste un problema economico e che gli appalti portano, a volte, a stringere i servizi, ma credo che i problemi economici che dovremo discutere e affrontare, non possono penalizzare la qualità non solo dell'intervento medico e sanitario nel reparto ma anche dei servizi, perché ne va di mezzo anche l'immagine oltre che il buon costume che ci deve essere nella gestione di strutture quali quelle sanitarie.
Per quanto riguarda le cose che ho detto le riaffermo. Sono soddisfatto perché gli interventi sono stati fatti e sono anche soddisfatto della risposta dell'assessore il quale dice che la Giunta intende attivare dei servizi ispettivi. Credo che faremmo il nostro dovere e daremmo un contributo positivo anche alla gestione delle aziende sanitarie.
Interrogazione (Svolgimento): «Svim e centri servizi» Romagnoli (58)
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l'interrogazione n. 58 del consigliere Romagnoli.
Per la Giunta risponde il Vicepresidente Spacca.
GIAN MARIO SPACCA, Vicepresidente della Giunta. L'interrogazione riguarda la Svim e i centri servizi. Della Svim abbiamo gi parlato. Tra i compiti che la legge le assegna c'è anche quello della gestione delle partecipazioni che la Regione Marche ritiene essere strategiche per la realizzazione del proprio disegno di politica economica, di politica a sostegno dei settori produttivi che riguardano le società già partecipate dalla ex Finanziaria regionale (Scam, Meccano, Cosmob, Cta, Interporto, Società regionale di garanzia) che nella riflessione del precedente Consiglio regionale sono state definite strategiche per l'ulteriore implementazione degli obiettivi del disegno di programmazione economica della Regione Marche.
Siamo arrivati alla fase finale della liquidazione della Finanziaria regionale Marche. Con l'assestamento di bilancio ci siamo dotati della provvista finanziaria necessaria ad acquisire il 100% delle azioni della Finanziaria regionale Marche liquidando gli istituti di credito e le istituzioni che ancora sono presenti nel capitale sociale della stessa Finanziaria. Abbiamo concordato con gli istituti di credito un percorso che riconosce loro il 78% del valore nominale delle partecipazioni che in precedenza avevano detenuto nella Finanziaria regionale Marche. Con l'acquisto di tutte le quote sociali la Finanziaria regionale Marche rientra nella completa proprietà della Regione Marche e quindi, secondo il percorso concordato con il tribunale si può procedere alla sua liquidazione. Questo fatto consentirà di trasferire contestualmente, in un'unica soluzione, le partecipazioni che prima ho citato nella Svim, a meno che questo Consiglio regionale decida diversamente, cioè la scelta fatta in precedenza di definire strategiche queste partecipazioni venga meno e si ritenga che anche queste partecipazioni debbano essere messe sul mercato e cedute. Questa è una valutazione che troverà un approfondimento in sede sostanziale nell'incontro che faremo venerdì prossimo a Pesaro, in quanto c'è una grande attenzione sia da parte degli operatori economici che delle istituzioni che operano sul territorio rispetto al destino di questi centri servizi, quindi l'opportunità o meno che sia ancora la Regione a partecipare al capitale sociale di questi stessi soggetti.
Credo che entro i primi mesi del prossimo anno il processo di liquidazione dell'ex Finanziaria regionale sarà completato secondo questo percorso che era stato concordato con il Consiglio regionale nella precedente legislatura e su cui era stato dato un mandato preciso al liquidatore.
Sulla funzionalità e definizione di obiettivi da assegnare ai centri servizi, sulla modalità del loro funzionamento ribadisco quanto già detto in precedenti occasioni: che da parte nostra non credo che sarà più possibile con i prossimi bilanci prevedere dei contributi di carattere istituzionale a questi centri, ma ancoreremo il sostegno alla loro attività sulla base dei progetti che sapranno e potranno presentarci, coerenti con gli obiettivi del disegno complessivo della programmazione regionale, in base alle disponibilità che vengono offerte dalle leggi ordinarie della Regione, dagli strumenti della politica comunitaria (Docup) e dalle altre azioni che vengono concordate d'intesa tra il Governo nazionale e la nostra Regione con riferimento ai temi dell'innovazione tecnologica e dell'internazionalizzazione.
PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Romagnoli per dichiararsi soddisfatta o meno.
FRANCA ROMAGNOLI. Va bene quanto detto in precedenza, che uno dei compiti principali della Svim è quello della progettazione, quindi uno studio di piani di fattibilità in relazione a programmazioni e piani regionali. Va anche detto che all'articolo 3 della legge istitutiva della Svim si dice, alla lettera b), che compito precipuo, almeno a giudicare dall'importanza data nello stesso articolo 3, è anche quello di gestire le partecipazioni acquisite dalla disciolta Finanziaria regionale Marche. Non so quale tipo di discussione su questo sia avvenuta all'epoca, però si capisce che questo dovesse avvenire in maniera automatica, quindi che la partecipazione regionale a questi centri di servizi fosse comunque un dato acquisito, sia partecipazione di minoranza, sia anche partecipazione di maggioranza, che non ci fosse discussione sul merito, cosa che invece dice l’assessore potrà avvenire con questo passaggio intermedio che mi pare non fosse previsto. Sembrava che automaticamente la Svim dovesse essere fornita di mezzi necessari per poter far fronte alla gestione di queste partecipazioni per poterle acquisire con i tempi che il liquidatore imponeva, però senza ripensamenti o senza marce indietro. Invece, nel marzo 2000 la Svim è stata effettivamente dotata, con quell’articolo 10 poi abrogato, di questi 3 miliardi che potevano far fronte all'acquisizione da parte della finanziaria, successivamente c'è stata una marcia indietro motivata non in maniera esaustiva con quella comunicazione che l'assessore ha inviato a Cangiotti e che io ho in disponibilità dove si dice che, riprendendo addirittura un piano fatto prima della costituzione della Svim ed anche approvato in sede di liquidazione della Finanziaria Marche dal tribunale di Ancona — e non riprendendo il progetto che doveva seguire alla istituzione della Svim — si riteneva, per non precisati motivi — peraltro questa relazione del prof. Morera non sono riuscita ad averla. Ora la chiederò formalmente — che questa relazione avrebbe indicato l'impossibilità di dar seguito in tempi stretti e sicuri alla liquidazione nell'ipotesi di acquisto delle partecipazioni di minoranza da parte della Svim. Si è quindi creato questo passaggio intermedio per cui, con l'abrogazione dell'articolo 10 le partecipazioni tornerebbero in capo alla Regione. Quindi nessun automatismo si prevede per far sì che queste vengano di nuovo cedute alla Svim, tanto che il direttore Cangiotti in terza Commissione ci diceva "anch'io concordo nel sollecitare una decisione, tanto più che queste partecipazioni o ci vengono tutte o non ce ne viene nessuna", perché significa organizzare un servizio, seguire queste partecipazioni, cosa che non è avvenuta in questo anno e mezzo di vacatio. Quindi, diceva, Cangiotti, "vorrei che una decisione venisse presa".
Apprendiamo ora che su questo si può riaprire una discussione. Valuterete e comunque ci dovrete in ogni caso informare sul perché una finanziaria come la Svim che è stata quasi ad hoc costituita per rilevare l'intero pacchetto azionario di partecipazione della Regione Marche ed ora non solo non sono ancora cedute tali partecipazioni ma si dice che potrebbero non essere cedute.
Chiedo inoltre chi ha gestito e chi si è occupato di queste partecipazioni in questo anno e mezzo. Il liquidatore ha seguito queste partecipazioni? Perché a me risulta che da parte di alcuni centri servizi sono avvenuti anche aumenti di capitale a cui non so se la Regione ha partecipato e non so se l'assetto azionario che vedeva una certa quota partecipativa di maggioranza e di minoranza della Regione in questi centri servizi sia ora mutata in questo anno e mezzo. A me interesserebbe sapere, perché se ci sono state variazioni a cui né la Finanziaria Marche perché non è più legittimata ed è in fase di liquidazione né la Regione, né, tanto meno la Svim che non è ancora subentrata... Potrebbe essere avvenuto che a questi aumenti di capitale, che potrebbero aver determinato un diverso assetto maggioritario, societario, la Regione sia rimasta assente. La Regione ha parecchi soldi in questi centri servizi e comunque è giusto che al di là del discorso economico-finanziario dica la sua voce sulla progettazione, sulla programmazione, sull'internazionalizzazione, cioè i compiti precipui di questi centri servizi. In alcune parti abbiamo la maggioranza, ma ad esempio all'Interporto potrebbero esserci state — ma non credo — variazioni per cui la nostra posizione preminente potrebbe essere venute meno. I soci di minoranza, che pur sempre sono pubblici in questa situazione, cosa dicono in merito? Hanno comunque approvato questo cambio di programma, perché l'art. 3 parlava di un automatismo ben diverso da quello che si sta verificando.
Prendo atto che la materia è e sarà oggetto di discussione e ne trarremo anche noi minoranza le valutazioni.
Interrogazione (Svolgimento): «Contributo regionale patto territoriale della provincia di Ascoli Piceno» Castelli (88)
PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca l’interrogazione n. 88 del consigliere Castelli.
Per la Giunta risponde l’assessore Agostini.
LUCIANO AGOSTINI. In relazione all’interrogazione fatta dal consigliere Castelli, è innanzitutto doveroso ricordare che la Regione marche, con delibera di Giunta regionale n. 30 del 3.12.1997 diede un contributo per un importo complessivo di 500 milioni per l’assistenza tecnica alla redazione dell’intero progetto sul patto territoriale della provincia di Ascoli Piceno e che in sede di Conferenza Stato-Regioni le Regioni si dichiararono disponibili a concorrere alla spesa per le opere infrastrutturali previste per i patti territoriali, quindi per quanto riguarda il patto territoriale per la provincia di Ascoli, previsto per un importo di 71 milioni, di cui 50 alle imprese e 21 per le infrastrutture, la Regione Marche, in un primo momento decise di stanziare una somma di 5 miliardi di lire che con delibera di Giunta 1.6.1999 si dichiarò disponibile a contribuire immediatamente reperendo i 5 miliardi nella intesa istituzionale di programma e successivamente a verificare eventuali altri contributi per coprire l’intera opera. Solo qualche giorno fa abbiamo avuto un ulteriore incontro con i dirigenti, con la società Piceno Sviluppo per fare il punto della situazione. I 50 miliardi per le imprese sono già partiti, c’è necessità che partano urgentemente le opere infrastrutturali. La Regione ha ribadito l’impegno dei 5 miliardi sull’intesa istituzionale. Non abbiamo ritenuto fare un ulteriore atto amministrativo d‘impegno e abbiamo concordato che saranno di volta in volta pagati fino al concorso di 5 miliardi per stati di avanzamento delle opere che verranno mano a mano realizzate, quindi non togliendo la copertura di 5 miliardi, non sottraendo subito alla cassa regionale i 5 miliardi previsti nell’intesa istituzionale, ma pagandoli mano a mano che arrivano gli stati d’avanzamento.
Nello stesso tempo abbiamo fatto il punto della situazione, perché alcune imprese previste nel primo progetto del patto territoriale, quindi previste nei 50 miliardi hanno in parte rinunciato o ridimensionato i progetti, quindi potrebbero esserci delle economie che in accordo con il Ministero del tesoro dovranno essere spese per la copertura delle opere infrastrutturali. Quindi una parte dei 21 miliardi che serviranno per le opere infrastrutturali sarà coperta con le economie dei 50 miliardi. Solo successivamente, alla fine dell’iter di insediamento delle industrie e fino al concorso dei 5 miliardi previsti dalla Regione faremo il punto della situazione per vedere se manca e quanto manca relativamente ai 21 miliardi previsti per le opere infrastrutturali.
In relazione all’interrogazione di Castelli, per i 5 miliardi c’è un atto e una successiva lettera a seguito di una riunione che si è tenuta in Regione, secondo cui pagheremo, fino al concorso di 5 miliardi per gli stati di avanzamento previsti con le opere che dovranno prendere il via nei prossimi giorni. Parlando con l’ing. Tartaglini, l’assessore delegato e la società Piceno Sviluppo mi pare che si era in dirittura d’arrivo per quanto riguarda l’appalto.
PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Castelli per dichiararsi soddisfatto o meno.
GUIDO CASTELLI. Ringrazio per la risposta data dall’assessore Agostini il quale ha fatto riferimento a una conferma di un impegno che viene ribadito da parte dell’Amministrazione regionale, anche se quello che sarà il destino delle infrastrutture del patto territoriale di Ascoli Piceno è ancora un fatto che rimane pregno di dubbi e di incertezze. Questo potrebbe essere argomento utile, significativo ed interessante anche per gli altri territori che sono impegnati, oggi, nel difficile e tortuoso iter diretto all’approvazione del patto, ad esempio, di Macerata, perché in realtà il vero problema del patto territoriale di Ascoli Piceno è proprio costituito dalle infrastrutture che l’Amministrazione provinciale di Ascoli Piceno e segnatamente la società Piceno Sviluppo vuole individuare in circa una trentina di interventi senza una scala di priorità, senza una gerarchia di iniziative che, non dimentichiamo, dovranno essere completate e realizzate entro un termine preciso che è stato posto dal Ministero del tesoro e, se non vado errato, è del settembre 2002.
La rarefazione delle risorse che a livello nazionale sono state destinate ai patti in genere, portò nel maggio del 1999 il Ministero del tesoro e in particolare il sottosegretario Macciotta ad escogitare una soluzione per dare risposta a tutta una serie di patti in lista d’attesa.
L’invenzione del sottosegretario Macciotta fu appunto quella di prevedere la destinabilità delle risorse riservate alle imprese che non fossero state effettivamente utilizzate dall’impresa, come sostegno per le infrastrutture.
Qual è il problema, in realtà? Che il patto ha una scadenza, le sua realizzazioni sia infrastrutturali che imprenditoriali dovranno consumarsi ed essere completate entro il settembre 2002 e se quel meccanismo, quel marchingegno del Governo non dovesse consentire tempi certi e rapidi per la subitanea disponibilità di quelle risorse, in realtà il patto territoriale della provincia di Ascoli Piceno potrebbe naufragare non voglio dire miseramente, ma certo con scorno di chi aveva comunque investito e sperato nella possibilità di un esito favorevole.
In realtà ancora oggi, a un anno e mezzo dall’approvazione del patto, nessuna delle circa 30 iniziative strutturali è stata avviata. Non esiste una scala di priorità, vi sono 5-6 Pip che sono stati inseriti nella lista delle infrastrutture che a tutt’oggi non hanno visto iniziare il proprio iter procedimentale di approvazione urbanistica. Quindi, pur prendendo atto dell’impegno regionale rimane una grossa incertezza e una grossa necessità di dubitare sulla possibilità che entro l’anno e mezzo residuo si possa ottemperare a una serie di scadenze che creerebbero diseconomia e in particolar modo difficoltà alle imprese che costantemente hanno seguito l’iter approvativo del patto e che oggi rischiano di trovarsi con un pugno di mosche in mano.
Interrogazione (Svolgimento): «D. Lgs. 112/1998: delega ai Comuni degli atti relativi al catasto edilizio urbano» Viventi (109)
PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca l’interrogazione n. 109 del consigliere Viventi.
Per la Giunta risponde l’assessore Ottaviani.
ROBERTO OTTAVIANI. In risposta alla nota a margine del dirigente del Servizio segreteria avente pari oggetto, si fa presente quanto segue.
L'articolo 66 del D. Lgs 112/98 prevede l'attribuzione ai Comuni o alle Comunità montane delle funzioni relative alla conservazione, utilizzazione e aggiornamento degli atti del catasto terreni e del catasto edilizio urbano, nonché della revisione degli estimi e del classamento. Inoltre l'articolo 67 dello stesso decreto legislativo prevede l’istituzione di un organismo tecnico per il coordinamento delle funzioni mantenute allo Stato e di quelle attribuite ai Comuni.
Da informazioni assunte presso gli uffici finanziari dello Stato, non risulta che tale organismo tecnico sia ancora stato istituito. Non essendo la Regione coinvolta in alcuna fase di tale processo di attribuzione di attribuzione di funzioni non si è in grado di fornire ulteriori elementi conoscitivi.
PRESIDENTE. Il consigliere Viventi prende atto della risposta.
Interrogazione (Rinvio): «Decesso di un detenuto presso il carcere di Marino del Tronto (Ascoli Piceno» Romagnoli (111)
PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca l’interrogazione n. 111.
L’assessore chiede il rinvio in quanto non ancora in grado di rispondere.
La seduta è sospesa.
La seduta è sospesa alle 13,20