Resoconto seduta n. 210 del 04/12/2004
La seduta inizia alle 13,10



Proposte di legge
(Annuncio e assegnazione)

PRESIDENTE. Sono state presentate le seguenti proposte di legge:
— n. 274 in data 25 novembre 2004, ad iniziativa dei consiglieri Franceschetti, Luchetti: «Elezione del Consiglio e del Presidente della Giunta regionale», assegnata alla Commissione Statuto in sede referente;
— n. 275 in data 23 novembre 2004, ad iniziativa della Giunta regionale: «Disciplina delle derivazioni di acqua pubblica e delle occupazioni del demanio idrico», assegnata alla IV Commissione in sede referente e alla II Commissione per il parere obbligatorio;
— n. 276 in data 29 novembre 2004 ad iniziativa della Giunta regionale: «Riordino del sistema regionale delle politiche abitative», assegnata alla IV Commissione in sede referente e alle Commissioni I e II per i pareri di competenza;
— n. 277 in data 1 dicembre 2004, ad iniziativa dei consiglieri Trenta, Brini: «Disciplina della sicurezza sulle piste da sci», assegnata alla I Commissione in sede referente;
— n. 278 in data 1 dicembre 2004, ad iniziativa del consigliere Moruzzi: «Norme in materia di pluralismo informatico, sulla adozione e diffusione del software libero», assegnata alla I Commissione in sede referente.
Sono state presentate le seguenti proposte di atto amministrativo:
— n. 153 in data 29 novembre 2004, ad iniziativa della Giunta regionale: «Approvazione del piano energetico ambientale regionale», assegnata alla III Commissione in sede referente e alla IV Commissione per il parere obbligatorio;
— n. 154 in data 23 novembre 2004, ad iniziativa della Giunta regionale: «l.r. 4 febbraio 2003, n. 2 – criteri e modalità per la concessione per l’anno 2004 di incentivi alla gestione associata intercomunale di funzioni e servizi e di contributi alle Unioni di Comuni», assegnata alla I Commissione in sede referente e alla II Commissione per il parere obbligatorio;
— . 155 in data 1 dicembre 2004, ad iniziativa dell’Ufficio di Presidenza: «Bilancio di previsione del Consiglio regionale per l’esercizio finanziario 2005 – programma annuale di gestione».



Mozione
(Annuncio di presentazione)

PRESIDENTE. E’ stata presentata la mozione n. 390 dei consiglieri D’Angelo, Amati, Mollaroli, Ricci, Procaccini, Amagliani, Benatti, Moruzzi e Cecchini: «Piano Baker II per la soluzione del conflitto tra il Regno del Marocco e il popolo Saharawi»



Promulgazione legge regionale

PRESIDENTE. Il Presidente della Giunta ha promulgato, in data 24 novembre 2004, la legge n. 24 concernente: «Ordinamento del sistema fieristico regionale».




Deliberazioni adottate della Giunta

PRESIDENTE. La Giunta ha adottato le seguenti deliberazioni:
— n. 1351 «Art. 20 comma 3 della l.r. n. 31/2001 – Prelevamento dal fondo di riserva spese obbligatorie, per l’integrazione dello stanziamento di capitoli di spesa compresi nell’elenco 4 – Elenco delle spese dichiarate obbligatorie – del bilancio di previsione per l’anno 2004 – Euro 210.025,03»;
— n. 1352 «Art. 27 comma 1 della l.r. n. 3/2004 – Iscrizione nel bilancio di previsione per l’anno 2004 di entrate derivanti da assegnazione di fondi dallo Stato per programma di bonifica ambientale – Euro 77.468,53»;
— n. 1353 «Art. 27 comma 1 della l.r. n. 3/2004 – Iscrizione nel bilancio di previsione per l’anno 2004 di entrate derivanti da assegnazione di fondi dallo Stato per trasporti – Euro 121.360,25»;
— n. 1354 «Art. 41 della l.r. n. 2/2004 – Attuazione del decentramento amministrativo: variazione agli stanziamenti di UPB di spesa nel bilancio di previsione per l’anno 2004, conseguente al riordino delle funzioni amministrative tra lo Stato, le Regioni e gli Enti locali – Euro 150.000,00»;
— n. 1355 «Art. 29 della l.r. n. 31/2001 – variazione compensativa al programma operativo annuale 2004 – Euro 4.720.592,02»;
— n. 1356 «Attuazione l.r. n. 6/2004 concernente: “Disciplina delle aree ad elevato rischio di crisi ambientale” – variazione al programma operativo annuale 2004»;
in data 23 novembre 2004
— n. 1398 «Art. 3 comma 2 della l.r. n. 2/2004 – reiscrizione nel bilancio di previsione per l’anno 2004 di recuperi relativi a stanziamenti aventi specifica destinazione – Euro 8.716,80»;
— n. 1399 «Art. 27 comma 2 della l.r. n. 3/2004 – iscrizione nel bilancio di previsione per l’anno 2004 di entrate derivanti da assegnazione di fondi per il lavoro dei disabili – Euro 1.745.992,92»;
— n. 1440 «Art. 20 comma 3 della l.r. n. 31/2001 – prelevamento dal fondo di riserva per le spese obbligatorie per l’integrazione dello stanziamento di capitoli compresi nell’elenco n. 4 – elenco delle spese dichiarate obbligatorie- del bilancio 2004 – Euro 40.365,00»;
— n. 1401 «Art. 29 della l.r. n. 31/2001 – variazione compensativa al programma operativo annuale 2004 – approvato con DGR n. 175/2004 – Euro 500.000,00».



Ordine del giorno della seduta

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, sull’ordine dei lavori, il consigliere Franceschetti. Ne ha facoltà.

Fausto FRANCESCHETTI. Vista l’ora e visto che abbiamo un Consiglio martedì prossimo, direi di iniziare direttamente dallo Statuto. Chiedo quindi l’anticipo del punto 3 dell’ordine del giorno.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Novelli.

Sergio NOVELLI. Il primo punto dell’ordine del giorno prevedeva alcune interpellanze di una collega del mio gruppo. Avendo in calendario una sessione statutaria, era possibile iniziare con la questione dello Statuto, ma siccome, per motivi addirittura intercontinentali, si doveva cominciare, non si doveva cominciare, siamo qui diligentemente dalle 10, i colleghi “sudamericani” erano tutti qui già parecchio tempo fa, quindi mi sembra che a questo punto, per rispetto a coloro che hanno presentato le interpellanze e le interrogazioni da mesi, quasi anno, sarebbe serio mantenere l’ordine del giorno stabilito.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Giannotti.

Roberto GIANNOTTI. Non capisco il senso dell’intervento del consigliere Novelli, visto che non è firmatario delle interrogazioni. Questa preoccupazione per gli altri mi appare molto strana. In tantissime altre occasioni il Consiglio è stato preceduto da una serie di contatti e di confronti, quindi credo che l’argomento in discussione richieda una valutazione. Da questo punto di vista sono d’accordo nel retrocedere le interrogazioni.

PRESIDENTE. Pongo in votazione la proposta di anticipazione del punto 3 dell’ordine del giorno.

Il Consiglio approva




Deliberazione legislativa statutaria, approvata dal Consiglio regionale nella seduta n. 203 del 4 ottobre 2004, concernente: “Statuto della Regione Marche” (Votazione)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la deliberazione legislativa statutaria, approvata dal Consiglio regionale nella seduta n. 203 del 4 ottobre 2004, concernente “Statuto della Regione Marche”.
Pongo in votazione, per appello nominale, a nome dei consiglieri Giannotti, Brini e Trenta il preambolo.

Gabriele MARTONI, Consigliere segretario. Procedo alla chiama:
Agostini sì
Amagliani sì
Amati sì
Ascoli sì
Avenali sì
Benatti sì
Brini no
Castelli no
Cecchini no
Cesaroni assente
Ciccioli no
Comi sì
D’Ambrosio assente
D’Angelo sì
Donati sì
Favia astenuto
Franceschetti sì
Gasperi no
Giannotti no
Grandinetti no
Luchetti sì
Martoni sì
Massi no
Melappioni sì
Minardi sì
Modesti sì
Mollaroli sì
Moruzzi sì
Novelli no
Pistarelli no
Procaccini sì
Ricci assente
Rocchi assente
Romagnoli no
Secchiaroli sì
Spacca sì
Tontini sì
Trenta no
Viventi assente

Il Consiglio approva

PRESIDENTE. Articolo 1. Ha la parla il consigliere Novelli.

Sergio NOVELLI. Prendo la parola per dichiarazione di voto, anche se la dichiarazione di voto, ovviamente contrario, può essere in qualche misura conseguente e correlata al voto espresso in termini negativi dal mio gruppo e da altri colleghi il cui atteggiamento abbiamo visto essere caleidoscopico e cangiante, per il contenuto dell’art. 1 che in effetti è portatore di alcuni tra i maggiori motivi di perplessità e riserva della legge.
So che siamo in una seconda lettura, quando sono stati già consumato gli spazi che la maggioranza di quest’aula ha lasciato allo sforzo migliorativo dell’opposizione. Abbiamo atteso ore il Presidente della Giunta che si trovava in missione, mentre sono arrivati da trasferte altrettanto planetarie, D’Angelo e l’assessore Ascoli. L’aula si è svuotata in questi pochi minuti, quindi chiederò la verifica del numero legale onde controllare che il consesso sia ancora in numero di 21 presenti.
Il voto è contrario all’art. 1 e chiedo sin d’ora la verifica del numero legale.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Cecchini.

Cristina CECCHINI. Colgo l’occasione di questo primo intervento per porre una questione generale. Stiamo facendo lo Statuto che è il massimo livello di norma che possiamo promuovere come Consiglio regionale. Sarebbe stato opportuno ricercare la più ampia unità delle massime espressioni. Abbiamo visto questa mattina che si è cercato di perdere tempo facendo riunioni con una sola parte della minoranza. Riteniamo che questo sia lesivo delle prerogative di norme generali che uno Statuto dovrebbe invece consentire, perché non si devono ricercare i 21 consiglieri ma un’ampia convergenza che non si può fare con solo una parte della minoranza, perché dietro lo Statuto c’è anche un ragionamento complessivo sulla legge elettorale. Abbiamo lavorato in Commissione Statuto per costruire diverse soluzioni che potessero permettere a tutte le forze del Consiglio regionale di riconoscersi: non è possibile fare la sintesi con solo alcune di esse. Per questa ragione, qualora si pensasse di continuare in questo modo senza alcuna certezza sulla legge elettorale, il mio gruppo aveva già annunciato la settimana scorsa l’ostruzionismo sull’approvazione dello Statuto. Se non ci sono fatti nuovi che prevedono di consentire una generale valutazione unanime sulla legge elettorale che stiamo costruendo in Commissione Statuto e questo accordo non lo si fa adesso preliminarmente alla discussione, è chiaro che il mio gruppo mantiene la decisione di fare ostruzionismo.

PRESIDENTE. Prego di procedere alla verifica del numero legale.

Gabriele MARTONI, Consigliere segretario. Procedo alla chiama:
Agostini presente
Amagliani presente
Amati presente
Ascoli presente
Avenali presente
Benatti presente
Brini presente
Castelli presente
Cecchini presente
Ceroni presente
Cesaroni assente
Ciccioli presente
Comi presente
D’Ambrosio presente
D’Angelo presente
Donati presente
Favia presente
Franceschetti presente
Gasperi presente
Giannotti presente
Grandinetti presente
Luchetti presente
Martoni presente
Massi assente
Melappioni presente
Minardi presente
Modesti presente
Mollaroli presente
Moruzzi presente
Novelli presente
Pistarelli presente
Procaccini presente
Ricci assente
Rocchi assente
Romagnoli assente
Secchiaroli presente
Spacca presente
Tontini presente
Trenta presente
Viventi assente

PRESIDENTE. Constatata la presenza del numero legale, pongo in votazione la prosecuzione della seduta ad oltranza.

Il Consiglio approva

Pongo in votazione l’articolo 1.

Il Consiglio approva

Articolo 2. Ha la parola il consigliere Novelli.

Sergio NOVELLI. Rispetto all’articolo 1, l’articolo 2 è meno controverso e meno occasione di confronto, ma è anch’esso importante in considerazione del fatto che andiamo a regolamentare i principi fondamentali e organizzativi dell’ente Regione in una situazione in cui ormai si contano i giorni per l’investitura della nuova legislatura che dovrà dare attuazione a questo strumento. Quando si votò la prima lettura di questo articolo, modificato in maniera peggiorativa nella sessione che avrebbe dovuto essere la seconda ed invece è stata la prima, dell’ottobre, avevamo espresso voto comunque contrario, nonostante il fatto che un emendamento non sia stato accolto. Non c’è motivo di modificare questo voto anche su questo articolo, in considerazione di quel piccolo miglioramento che avevamo proposto.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Cecchini.

Cristina CECCHINI. Dichiaro il voto contrario relativamente al fatto che tutto lo Statuto, ma in modo particolare questo articolo pone la nostra Regione nell’ambito delle norme dell’Ue, quindi si comincia a prefigurare un ragionamento che riguarda l’Ue ma non si parla della Costituzione europea che abbiamo nel frattempo siglato, quindi questo articolo rimane sotto la soglia del trattato di Nizza con tutte le prerogative in esso contenute e quindi non adeguato a ciò che il nostro paese ha già sottoscritto.
Chiedo la verifica del numero legale.

PRESIDENTE. Prego di procedere alla verifica del numero legale.

Gabriele MARTONI, Consigliere segretario. Procedo alla chiama:
Agostini presente
Amagliani presente
Amati presente
Ascoli presente
Avenali presente
Benatti presente
Brini presente
Castelli presente
Cecchini presente
Ceroni presente
Cesaroni assente
Ciccioli presente
Comi presente
D’Ambrosio presente
D’Angelo presente
Donati presente
Favia assente
Franceschetti presente
Gasperi presente
Giannotti presente
Grandinetti presente
Luchetti presente
Martoni presente
Massi presente
Melappioni presente
Minardi presente
Modesti presente
Mollaroli presente
Moruzzi presente
Novelli presente
Pistarelli presente
Procaccini presente
Ricci assente
Rocchi assente
Romagnoli assente
Secchiaroli presente
Spacca presente
Tontini presente
Trenta presente
Viventi assente

PRESIDENTE. Constatata la presenza del numero legale, pongo in votazione l’articolo 2.

Il Consiglio approva

Articolo 3. Sono stati presentati degli emendamenti. Colgo l’occasione per fare un’osservazione al consigliere Novelli. Ci sono due gruppi di emendamenti da le presentati: un gruppo riguarda emendamenti sostanziali e si votano; il secondo gruppo sono emendamenti che hanno un carattere formale e la mia proposta è di votarli in sede di coordinamento tecnico secondo il comma 2 dell’art. 85. Quindi farò votare soltanto quelli che sono sostanziali. Ovviamente gli altri saranno votati nella sede di coordinamento tecnico.
Ha la parola il consigliere Novelli.

Sergio NOVELLI. Sugli emendamenti che dovremo discutere, farò una riflessione non solo sulle specifiche proposte migliorative ma anche sul significato complessivo di una battaglia che non è solo tecnico-migliorativa ma anche sul regolamento e sul rispetto dei ruoli reciproci e delle regole in quest’aula.
Anche questo articolo ha visto una delle poche recezioni degli emendamenti migliorativi della minoranza, quindi per questo pur votando contro il complesso dell’articolo perché una rondine non fa primavera ma è sempre gradita e meritevole di menzione, il voto contrario va comunque confermato.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Cecchini.

Cristina CECCHINI. Questo è l’unico articolo che voterò di questo Statuto, ma voglio fare una dichiarazione che penso sia impegnativa anche per i ragionamenti che faremo successivamente sulla legge elettorale . La presenza delle donne nelle istituzioni è sempre stata a livello di guardia nel nostro paese, contrariamente ad altri come la Svezia che ha garantito ormai da anno il 50% di accesso delle donne nelle istituzioni e l’ha fatto dopo molti anni che ha garantito la questione delle quote e successivamente per imposizione legislativa secondo la quale le preferenze sono due, obbligatoriamente e si devono votare un uomo e una donna. In questo momento i Consiglio comunali della Svezia hanno il 50% di donne. Questo è un buon articolo, nel senso che pone questa questione, non si lancia sulla questione della parità di accesso come la Commissione pari opportunità delle Marche avrebbe chiesto ai partiti e alle forze politiche di questa Regione, però lancia il ragionamento della differenza di genere nelle istituzioni pubbliche. E’ chiaro che qui servono azioni coerenti. Non se ne sono viste tante, perché nella legge che il centro-sinistra sta costruendo in Commissione Statuto si è abbassata la parità di accesso dal 50 al 30% ed è chiaro che un conto è nella lista regionale ed un conto in quelle provinciali di circoscrizione. Parità vera sarebbe il 50% in tutte le liste, sia quella regionale che quella dei partiti, con un ragionamento di irricevibilità per le liste che non dovessero soddisfare questo criterio. Ci batteremo in questo senso, ne faremo uno dei punti programmatici di maggior valore e uno dei punti sui quali fare l’accordo anche per ragionare sul proseguimento dei lavori di quest’aula, quindi mi limito a dire che su questo articolo, che parla dell’uguaglianza e della differenza di genere, proprio a segnalare la differenza di tutti i consiglieri regionali, chiedo la verifica del numero legale.

PRESIDENTE. Prego di procedere alla verifica del numero legale.

Gabriele MARTONI, Consigliere segretario. Procedo alla chiama:
Agostini presente
Amagliani presente
Amati presente
Ascoli presente
Avenali presente
Benatti presente
Brini presente
Castelli assente
Cecchini presente
Ceroni presente
Cesaroni assente
Ciccioli presente
Comi presente
D’Ambrosio presente
D’Angelo presente
Donati presente
Favia presente
Franceschetti presente
Gasperi assente
Giannotti presente
Grandinetti presente
Luchetti presente
Martoni presente
Massi assente
Melappioni presente
Minardi presente
Modesti presente
Mollaroli presente
Moruzzi assente
Novelli presente
Pistarelli presente
Procaccini presente
Ricci assente
Rocchi assente
Romagnoli assente
Secchiaroli presente
Spacca presente
Tontini presente
Trenta assente
Viventi assente

PRESIDENTE. Constatata la presenza del numero legale, pongo in votazione l’articolo 3.

Il Consiglio approva

Articolo 4. Subemendamento 03 a firma Cecchini. Ha la parola il consigliere Novelli.

Sergio NOVELLI. Debbo scusarmi con la collega. Non credo di poter votare l’emendamento proposto dalla collega perché ritengo più opportuno, in riferimento ai residenti, il contenuto dell’emendamento a mia forma. Nello specificarci l’articolazione che lei ha ritenuto di fare, Presidente, fra gli emendamenti sostanziali e quelli tecnico-lessicali, ha riconosciuto a questo emendamento un contenuto sostanziale. La distinzione fra cittadini e residenti è una questione costituzionale, un tema politico di grande frizione dell’attuale dibattito, quello del voto agli extracomunitari residenti ma non cittadini e su questo si è consumata una frattura seria nel partito in cui all’epoca militavo, per cui credo che un conto sia distinguere bene fra chi è residente e chi è cittadino. L’eliminazione tout-court priverebbe di legittimità il testo dell’art. 4, per cui pur confermando la necessità di emendare il testo, voto contro l’emendamento della collega.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Cecchini.

Cristina CECCHINI. La questione è che sopprimendo le parole “delle proprie cittadine e dei propri cittadini” noi abbiamo una norma che riguarda la generalità delle persone, mentre la proposta che fa il consigliere Novelli parla dei residenti. Cittadine e cittadini sono qualcosa di meno di “residenti”, quindi non era accettabile. La società marchigiana è multietnica e c’è la necessità di riconoscerlo da ogni punto di vista. Le comunità, da quella albanese a quella senegalese contano più di 40.000 persone e pensare che possiamo ragionare solo dei residenti mi sembra del tutto negativo. La mia proposta è di non differenziare fra cittadini e quelli provenienti da altre parti del mondo, quindi un ragionamento generale che porta a dire che la Regione si impegna ad assicurare le condizioni per il diritto al lavoro a tutti, dicendo che l’esperienza giuridica fondamentale è che le norme sono generali e non limitate ad alcuni.

PRESIDENTE. Pongo in votazione il subemendamento.

Il Consiglio non approva

Emendamento n. 4/3. Ha la parola il consigliere Novelli.

Sergio NOVELLI. Mi rendo conto che a questo punto dei lavori, dopo che la Commissione ha lavorato con grande lena, con i risultati che sono sotto gli occhi di tutti per quattro anni e mezzo, dopo che l’aula si è pronunciata già con articolate votazioni in due sessioni, le possibilità di vedere un emendamento accolto da quest’aula sono abbastanza modeste. Credo tuttavia , anche per giustificare l’operato del gruppo, che richiede ai colleghi consiglieri, al personale del Consiglio con il quale mi scuso, di spiegare le ragioni di questa scelta politica di Destra popolare, di Sinistra democratica e delle forze di minoranza ed effettiva opposizione di questo Consiglio.
Rammenteranno i colleghi che in precedenti circostanze i gruppi di minoranza si posero il problema, in relazione a scelte particolarmente scellerate, quali l’adozione dell’Asur e la modifica della legge sul personale, di presentare una mole di emendamenti idonea non solo a migliorare il testo ma a prolungare lo spazio in deliberandi onde consentire che qualche miglioramento, qualche resipiscenza vi fosse. In quelle occasioni l’opera lecita, legittima, doverosa, considerati i consistenti emolumenti da cui veniamo gratificati, venne in quell’occasione messa fuori gioco da alcune operazioni che io definii nell’occasione extra regolamentari, nella circostanza del bilancio regionale dall’assessore Secchiaroli, nella circostanza della legge 10 dall’assessore Ascoli, perché si trattava di subemendamenti che, facendo rivivere in un unico testo, con unica votazione, tutte le norme che erano oggetto di richiesta di approfondimento e rettifica, bypassavano le votazioni successive. La forzatura regolamentare fu massimamente grave in occasione dell’emendamento Ascoli alla legge sul personale n. 10, allorquando venne da lei ricevuto un subemendamento che superava gli emendamenti, nel momento in cui stavo attraversando i pochi metri per presentare i sub-subemendamenti che avrebbero a loro volta migliorato, potenzialmente, il subemendamento che l’assessore andava a presentare. Dissi in quell’occasione che così non si fa politica legislativa né buona amministrazione, si gioca a tappo, ma se il meccanismo è “ricevo questo per ultimo e non ho il tempo né di leggerlo né di subemendarlo”, veramente si mette la mano per dire “chiuso”. Questo è un meccanismo che mortifica i diritti dell’opposizione, che oggi siamo noi.
Voto a favore dell’emendamento per i motivi esposti.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Cecchini.

Cristina CECCHINI. Sono contraria all’emendamento. Vorrei fare un ragionamento che Norberto Bobbio fa sul pluralismo giuridico. Egli parla della teoria dell’istituzione di andare oltre i confini del proprio Stato, cioè l’esperienza giuridica va oltre i confini dello Stato. Il diritto è fenomeno sociale, quindi è considerato come criterio fondamentale per distinguere una società giuridica da una società non giuridica. La teoria dell’istituzione spezza il cerchio chiuso della teoria statuaria del diritto che considera diritto, dice Bobbio, soltanto il diritto statuale e identifica l’ambito del diritto con l’ambito dello Stato.
Questo per dire che questo modo di intendere i residenti come limitati ad avere il diritto riconosciuto dalla Regione per promuovere il diritto al lavoro, è un modo limitato di ragionare e quindi credo che dobbiamo ragionare con un prodotto storico della formazione dei grandi stati moderni, che oltre la società medievale, si pongono sempre il problema di una società pluralistica formata da più ordinamenti giuridici, quindi universale al di sopra degli stati nazionali. La Chiesa o l’impero sono stati superati al di sopra dei feudi, delle corporazioni, dei Comuni e tutti hanno ragionato su uno Stato plurale e lo Stato plurale ha bisogno di non soli residenti ma di cittadini e di cittadine e degli stranieri. Per questa ragione l’emendamento proposto peggiorerebbe lo Statuto e sarebbe del tutto inadeguato per proporci un miglioramento della norma così come è stata presentata sin d’ora.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Novelli.

Sergio NOVELLI. Proprio alla stregua di quello che la collega ha detto, poiché so che questa posizione, che io considero scellerata, non è ancora condivisa da Forza Italia, confido che anche Forza Italia voti a favore su questo emendamento. Voto a favore anch’io, chiedendo la verifica del numero legale.

PRESIDENTE. Prego di procedere alla verifica del numero legale.

Gabriele MARTONI, Consigliere segretario. Procedo alla chiama:
Agostini presente
Amagliani assente
Amati presente
Ascoli presente
Avenali presente
Benatti presente
Brini assente
Castelli assente
Cecchini presente
Ceroni assente
Cesaroni assente
Ciccioli presente
Comi presente
D’Ambrosio presente
D’Angelo presente
Donati presente
Favia presente
Franceschetti presente
Gasperi presente
Giannotti presente
Grandinetti assente
Luchetti presente
Martoni presente
Massi assente
Melappioni presente
Minardi presente
Modesti presente
Mollaroli presente
Moruzzi presente
Novelli presente
Pistarelli presente
Procaccini presente
Ricci assente
Rocchi assente
Romagnoli assente
Secchiaroli presente
Spacca presente
Tontini presente
Trenta assente
Viventi assente

PRESIDENTE. Constatata la presenza del numero legale, pongo in votazione l’emendamento n. 3.

Il Consiglio non approva

Emendamento 04. Ha la parola il consigliere Cecchini.

Cristina CECCHINI. Si intende modificare ciò che aveva scritto il consigliere Novelli su “si impegna a rimuovere le cause dell’emarginazione” con una frase ben più forte, impegnativa e cogente. Stiamo parlando delle cause dell’emarginazione, cose molto importanti, rispetto alle quali è necessario definire un’azione molto forte e molto coordinata. La parola “concorre” sembrava abbastanza blanda, la parola “si impegna” altrettanto, la parola “lavora” è molto più impegnativa perché vuole costruire le condizioni per rimuovere le cause dell’emarginazione. Siamo nel campo di una materia dove la possibilità concreta della Regione è piena, con le nuove modifiche del 117 sono arrivate le competenze della scuola, anche di quella parte del diritto del lavoro, poi, purtroppo, questo Consiglio regionale non ha avuto la forza di legiferare, anzi ha respinto un’iniziativa legislativa da noi presentata secondo la quale avremmo regolamentato anche i diritti dei lavoratori delle piccole e medie imprese. Questo nulla toglie che quella è stata un’interpretazione riduttiva dei poteri del Consiglio, altre Regioni si sono comportate in altro modo, hanno fatto veri e propri statuti e leggi sul lavoro. Mi sembra che la proposta di legge della Giunta sul lavoro risponda solo in parte a questo. Da parte mia si vuole che le regole al mercato le dia l’istituzione pubblica, che consenta contratti di lavoro ben diversi e non quella precarietà e difficoltà con cui i giovani e non solo i giovani, ma anche persone di 50 anni d’età affrontano il mercato del lavoro. Ci vuole quindi un’azione molto forte delle istituzioni regionali e da questo punto di vista gli emendamenti consentiranno un’azione ben più forte, molto più cogente e indirizzata a un’attività. Si parlerà di formazione professionale, di servizi per l’impiego, di iniziative che possano nel merito costruire quella formazione permanente che il trattato di Nizza prevede, così come la convenzione di Lisbona e quella di Strasburgo che già parlano di formazione permanente dal 1999.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Novelli.

Sergio NOVELLI. Credo di poter votare la proposta della collega, anche se riterrei che l’espressione “si impegna” da me suggerita sia anche più realistica, però i miglioramenti sono scalati e siccome si vota prima il subemendamento e poi l’emendamento, questo penso di poterlo votare.
Vorrei proseguire quel ragionamento, che verrà purtroppo segmentato, sul valore politico e civile del filibustering nelle aule consiliari e parlamentari. Nell’occasione di quelle operazioni sull’emendamento-tappo che hanno impedito gli emendamenti preparati dal collega Pistarelli, da me, da Castelli, il collega Ricci, presidente di Rifondazione comunista, da galantuomo disse “noi dobbiamo portare a termine un’operazione per passare all’incasso, però è vero che un regolamento dovremo farlo”. Ciò capitava tre anni or sono, nulla è stato fatto.
Il filibustering che i colleghi della maggioranza si erano impegnati a regolamentare e non l’hanno fatto, resta terreno libero solo in vicende come queste, in doppia lettura, in cui, se volete fare un subemendamento riassuntivo fatelo pure, però, come dice il gioco dell’oca, ricominciate dalla casella 1. Solo in queste occasioni l’opposizione che è realmente tale può usare questo strumento che pure prassi e legislazione consentono.
In questo momento, mentre sto parlando e sto dicendo — me lo rimprovero — cose politicamente non pregnanti, sono seduti in aula quattro colleghi del gruppo di Forza Italia. Quando li avete visti mai quattro consiglierei di Forza Italia tutti insieme?

Ottavio BRINI. E’ più il tempo che tu stai in tribunale che qui dentro.

Sergio NOVELLI. Questo è vero. Chiederò poi la parola per fatto personale su questo aspetto del tribunale.
Quando il presidente Silenzi era ancora impegnato con noi, ci faceva una specie di cronistoria della partecipazione dell’allora consigliere segretario Cesaroni ai lavori consiliari. Poco fa ho sentito con le mie orecchie che il presidente Giannotti si preoccupava di chiamare a casa il collega Cesaroni perché contribuisse al numero legale, alla presenza ecc. Per farvi venire in 4-5 in quest’aula è stato necessario fare ostruzionismo.

PRESIDENTE. Pongo in votazione il subemendamento.

Il Consiglio non approva

Emendamento 4/4. Ha la parola il consigliere Novelli.

Sergio NOVELLI. Il motivo per cui ritenevo migliore l’espressione “si impegna” rispetto a “lavora e concorre” dipende dal fatto che “concorre” è effettivamente espressione impropria perché vuol dire che la Regione si demanda un ruolo di coloritura, di complemento meramente partecipativo, laddove, invece, chi lavora e si impegna effettivamente è centrale, è protagonista, si pone quale cuneo avanzante dello sforzo per il perseguimento degli interessi di politica economica complessiva che l’art. 4, primo comma, codifica.
I colleghi si sono risentiti e qualcuno ha pensato anche di verificare quanto tempo lavoro in aula e quanto tempo lavoro in tribunale. In tribunale vado a fare l’avvocato, non il detenuto, per cui non ho cose da nascondere. Mi meraviglia questa vostra presenza militante, diligente, perché proprio sul giornale di oggi ho letto le vostre dichiarazioni di fiera opposizione in odio a questo Statuto su cui avete votato a favore a luglio, avete votato a favore a ottobre, avete annunciato sul giornale di oggi fuoco e fiamme, oggi assicurate fuoco, fiamme e il numero legale. Prendo atto che chi vi capisce è bravo, chi vi vota forse capisce ma non è bravo, però ogni gruppo è arbitro delle proprie scelte, ma queste sessioni laboriose servono non solo a consentire a chi fa il consigliere e l’avvocato di venire quando i tribunali sono chiusi, ma anche di fare delle riflessioni in libertà con ampio spazio di tempo. Mi chiedevo: quest’aula consiliare che ha votato con maggioranza bulgara un’ora fa la prosecuzione in seduta continua, senza pranzo, cena ecc. e che ha pendenti fra i propri atti, mummificati, decine di proposte di legge anche importanti, centinaia di interrogazioni mai portate in aula, riuscirà a essere così diligente anche quando si dovesse parlare di Pear, oppure per tutti gli atti ispettivi che non troveranno tempo negli ultimi mesi non ci sarà questa disponibilità? La seduta continuativa votata da questo Consiglio con schiacciante maggioranza di 32 votati su 34 presenti per restare qui giorno e notte, pur di assicurarsi due o tre consiglieri regionali in più, se siete così resistenti e motivati, per arraffare tre seggi in più, dovete impegnarvi, perché siete altrettanto pagati, altrettanto resistenti e solidi da poter stare qui a votare il piano energetico. Credo che proporremo un ordine del giorno proprio per andare a fare questa sessione continuativa, non solo per le questioni statutarie, ma anche per tutti gli atti che si potrebbero considerare non esaminati per mancanza di tempo materiale, perché il tempo materiale, quando c’è interesse si trova.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Cecchini.

Cristina CECCHINI. La parola “si impegna” ci consente di interloquire con Brini per riuscire a capire su che cosa si impegna Forza Italia. Qual è il vizio di questa seduta? Che le trattative si fanno in luoghi che non sono quest’aula, perché chiedere una legge elettorale che abbia uno sbarramento invece che un altro o chiedere che la minoranza abbia almeno il 40% o che la maggioranza non abbia la stessa cifra che la “legge Scelba” garantiva alle maggioranze ecc., potrebbe essere oggetto di dibattiti politico-istituzionale. Invece vediamo che in quest’aula si votano ordini del giorno e fuori dall’aula si fanno incontri che cambiano gli ordini del giorno, quindi come può un cittadino di questa regione orientarsi? Noi abbiamo a tutta pagina, oggi, su Il Resto del Carlino, tutte le foto degli ottimi consiglieri di Forza Italia e Alleanza nazionale che dicono “non saremo in aula”. Invece mi sembra di vedervi tutti in aula. Evidentemente, per portarvi in aula dopo tanta determinazione annunciata in televisione o sulle principali testate giornalistiche qualcosa deve essere accaduto. Varrebbe la pena fare un preambolo su quello che è accaduto.
Per questa ragione il mio gruppo che doveva stare fuori sta dentro. Sarebbe bene che uno sapesse qual è la ragione per la quale sono dentro. Dato che non c’è alcun emendamento, tranne una risoluzione firmata da alcuni consiglieri, uno potrebbe dire “sono dentro per questa risoluzione. Dovevo stare fuori ma adesso sono dentro”. Siccome qui nessuno annuncia e non si capisce qual è la ragione di tanto impegno, questo emendamento evoca come si determinano le volontà politiche dentro i partiti. Siccome noi avevamo un impegno annunciato in Commissione Statuto secondo il quale avremmo potuto fare lavori ad oltranza per tutta la settimana per concordare una legge di soddisfazione per tutte le forze politiche, sapendo che ognuno rappresenta quel poco che rappresenta, quindi non può pensare di fare la sintesi di interessi molto vari, nel centro-sinistra si è dibattuto per tutta la settimana e siamo qui pensando di non votare il 3 aprile, altrimenti sarebbe uno sforzo vano quello di stare qui a fare 42 consiglieri, perché la legge sarebbe comunque la vecchia 108, stiamo qui sperando che si voti almeno il 10 aprile. Il 10 aprile si può votare a Statuto nuovo nella misura in cui si ragioni a voce alta da parte delle forze politiche su quali sono le ragioni per fare una legge elettorale, dopodiché se tutto resta oscuro, se ognuno deve pensare nella sua testa che cosa possa essere capitato non gli viene detto, l’unica cosa che ha da fare è segnalare il proprio dissenso nel modo istituzionalmente più valido.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Castelli.

Guido CASTELLI. L’intervento di Cecchini mi stimola a precisare una cosa che evidentemente viene considerata ancora ambigua od equivoca. La realtà dei fatti, per quanto riguarda me, ma mi sono consultato con il mio capogruppo Ciccioli, è che la posizione di Alleanza nazionale, per quanto riguarda il voto di questo Statuto è esattamente la stessa che l’ha contraddistinta in occasione della prima e seconda lettura. Non abbiamo mai ritenuto e ufficializzato posizioni diverse da quella che è documentata da un voto sonoramente negativo. Altre alchimie, altri tracciati che avrebbero dovuto collegare presenti e assenti, non riguarda An nel senso che non riteniamo che questo Statuto non soddisfi le aspettative, le istanze dei marchigiani. Abbiamo detto più volte che la nostra posizione è quella di dare un giudizio negativo, quale che sia il tipo di formulazione cabalistica della successiva valutazione sulla legge elettorale.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Giannotti.

Roberto GIANNOTTI. Non capisco la reazione scomposta del consigliere Novelli nella giornata di oggi. Noi non accettiamo lezioni da nessuno, specialmente da chi arriva in Consiglio regionale con molte ore di ritardo rispetto all’inizio dei lavori e quando il consigliere Novelli arriva in aula trova sempre il gruppo consiliare di Forza Italia presente per almeno 9/10. Se poi vogliamo considerare il contributo dato in termini di atti ispettivi, proposte di legge e altre cose, probabilmente lei, consigliere Novelli, vive in un’altra dimensione e in un altro mondo.
Consigliere Cecchini, è inutile che lei si arrampichi sugli specchi: le è stata consegnata una risoluzione che contiene alcune cose che vanno nella direzione sollecitata da tre settimane dalla Casa delle libertà e condivisa anche da lei, quindi lei è consapevole che ci è stata data ragione su una questione fondamentale. Rispetto a questo la nostra posizione è quella di stare dentro, perché si è dato atto della giustezza di una richiesta che garantisce anche ieri, perché garantisce, nel complesso, le opposizioni oggi presenti nel Consiglio regionale e quelle che potrebbero essere in futuro.
Sullo Statuto non possiamo che ribadire quello che abbiamo difetto: siamo contrari al preambolo e voteremo contro l’articolo 4, perché vi sono due articoli rispetto ai quali abbiamo avuto tantissimo da ridire: il non riconoscimento delle radici cristiane delle Marche, il non riconoscimento del ruolo della famiglia e il tentativo di introdurre il principio dell’eguaglianza delle coppie gay. Rispetto al resto noi abbiamo già votato sì all’impianto del vecchio provvedimento, probabilmente oggi potremmo anche confermare questa posizione di voto.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Novelli.

Sergio NOVELLI. Accorpo le cose per cercare di accorciare.
Circa la valutazione dell’orario in cui arrivo in Consiglio, ripeto, è per lavorare da avvocato, non per andare a fare altre cose. Le mie assenze sono però talmente documentate da verbali di udienza firmati da un magistrato... Comunque, sulla presenza o sul fatto che uno, oltre a lavorare solo esteriormente in Consiglio regionale fa anche un altro lavoro per mantenere la famiglia, credo sia una questione su cui si esprimeranno i cittadini marchigiani.
E’ ovvio che voterò a favore dell’emendamento.

PRESIDENTE. Pongo in votazione l’emendamento 4/4.

Il Consiglio non approva

Subemendamento 08/4. Ha la parola il consigliere Cecchini.

Cristina CECCHINI. Finalmente il consigliere Giannotti dice pubblicamente perché Forza Italia è entrata in aula oggi. Lo ringrazio per avere risposto a questa sollecitazione.
Voglio ricordare al consigliere Giannotti che non posso che essere contenta di questo ordine del giorno e di come viene risolta questa questione nella risoluzione. Lui sa bene che io sono contenta, perché il 15 ottobre, su iniziativa di Sinistra Democratica si votò in Commissione Statuto e noi proponemmo quella soluzione alla quale sembra si addivenga oggi. Allora venne rifiutata perché non si era ben colto che poteva essere una sintesi e quindi quella è una questione molto importante, perché che una minoranza eventuale abbia un 40% e la maggioranza premiata il 60%, è un atto di giustizia e questo è già un grande regalo che la maggioranza premiata ha con questa emananda legge, cioè avere a carico dei marchigiani il Presidente della Giunta che è di tutti i cittadini.
E’ anche vero che le questioni importanti riguardano anche la soglia. Poi, qui possiamo avere opinioni diverse, ma io voglio discutere pubblicamente se la questione della soglia come rappresentanza politica di certe forze politiche debba stare al 5, al 7, al 3 o non esserci per niente. E’ una questione politica. Quello che non accetto è non che la si metta sopra il 3; quello che non accetto è che non lo si dica qui per tenere trattative con voi e con noi. Accetto di essere minoranza, come molte volte nella mia vita, ma non accetto che ci siano trattative nelle quali si dica una cosa a me e una cosa a voi. Non accetto poi che il candidato presidente della minoranza — io dico delle minoranze — non abbia, anche lui, la possibilità di essere rappresentato. Chi è il leader della vostra opposizione, se non ha nemmeno diritto ad entrare? Questa questioni sono la legge elettorale e bisogna fare l’accordo prima di votare lo Statuto. Noi continueremo a fare l’ostruzionismo fino a quando non si dica qual è la soglia e come si garantiscono i presidenti delle minoranze, perché noi pensiamo che debbano essere tutti garantiti.

Presidenza del Vicepresidente
SANDRO DONATI

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Novelli.

Sergio NOVELLI. In un Consiglio in cui la sinistra ha una larga maggioranza, che solo la destra e la sinistra della collega Cecchini si ricordino delle situazioni di indigenza e nessuno dei colleghi dei partiti di tradizione operaia senta il dovere di dire “noi non votiamo perché altrimenti ci crea qualche impiccio sui tempi dello Statuto, però provvederemo in sede di modifica statutaria a tutelare gli indigenti”, mi ha fatto un po’ specie.
Oltre a ribadire che il voto a favore dell’emendamento della collega no pregiudica il voto sul mio emendamento, vorrei cogliere l’occasione per segnalare all’attenzione del Presidente il fatto che l’aula è fortemente distratta. Che sia distratto il Presidente, però è cosa più grave e mi ha in particolare colpito, prima. So che gli emendamenti sono parecchi, vedo che molti saranno respinti solo con uno o due voti favorevoli, ma prima, su un emendamento un collega ha detto che avrebbe espresso voto favorevole, poi ha anche alzato la mano per votare a favore e il Presidente Minardi, essendogli sfuggito il voto di un altro collega che condivideva l’emendamento e che condivideva quella speranza che avevo formulato... Ripeto, voi eravate tutti 25, però siete una ventina, quindi la maggioranza si trova nella situazione pazzesca di doversi fidare di Forza Italia e An, perché chi a volte è meno presente è presente, voi state alla spicciolata andando, chi a piluccare un panino, chi a prendere qualcosa da bere — e vi capisco — ma basta che vi prendiamo d’infilata in contropiede, per cui basta che passi un emendamento a chi è contrario veramente ha portato a casa il risultato.
Per questo motivo richiamo tutti i colleghi dell’opposizione che veramente sono contrari allo Statuto a operare con voto contrario.
Quindi chiedo che questa votazione venga fatta per appello nominale a nome anche dei consiglieri Castelli e Novelli.

PRESIDENTE. Prego di procedere alla votazione per appello nominale.

Gabriele MARTONI, Consigliere segretario. Procedo alla chiama:
Agostini no
Amagliani assente
Amati no
Ascoli no
Avenali no
Benatti no
Brini assente
Castelli assente
Cecchini sì
Ceroni no
Cesaroni assente
Ciccioli no
Comi no
D’Ambrosio no
D’Angelo no
Donati no
Favia no
Gasperi no
Giannotti no
Grandinetti no
Luchetti no
Martoni no
Massi astenuto
Melappioni no
Minardi assente
Modesti assente
Mollaroli no
Moruzzi no
Novelli sì
Pistarelli no
Procaccini no
Ricci assente
Rocchi no
Romagnoli assente
Secchiaroli no
Spacca no
Tontini no
Trenta assente
Viventi assente

Il Consiglio non approva

PRESIDENTE. Emendamento n. 8 a firma Novelli, che ha la parola.

Sergio NOVELLI. Avevo accennato nella dichiarazione di voto precedente che mi sarei soffermato sul merito lessicale ma anche sostanziale di questo emendamento.
Se qualcuno mi correggesse dicendo “questo emendamento meglio avrebbe avuto ingresso in prima lettura statutaria piuttosto che in terza”, direbbe cosa ovvia e condivisibile. Va però detto che proprio sull’art. 4 mi era capitato di presentare un emendamento condivisibile, di maggiore contenuto sostanziale. Avevamo fatto anche manifesti su questo è stato accolto in prima lettura e poi in maniera rinunciataria abbandonato in seconda, che anche per questo è ridiventata la prima, in ottobre. Per cui capiamo che lo sforzo migliorativo non incontra la disponibilità della maggioranza a rischiare i tempi. Capisco che nella speranza non ragionevole che i tempi siano ancora non consumati ci sia la determinazione di non cambiare nulla in nessun caso.
In ogni caso il problema di curare la tutela dei rapporti socio-economici e l’avvio al lavoro dei cittadini marchigiani in situazione disagiata, è un problema che comunque si pone.
Segnalando che il tema dell’avviamento al lavoro degli indigenti è tema che non dico è più caro alla sinistra che alla destra perché non lo penso, invito a votare l’emendamento.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Cecchini.

Cristina CECCHINI. Voto a favore di questo emendamento che, sostanzialmente, è sulla linea del mio. Dopo le dichiarazioni che il Censis ha fatto sulle famiglie italiane, sul loro stato di indigenza, ci sembra che questo sia un emendamento utile.
Chiedo la verifica del numero legale.

PRESIDENTE. Prego di procedere alla verifica del numero legale.

Gabriele MARTONI, Consigliere segretario. Procedo alla chiama:
Agostini assente
Amagliani presente
Amati presente
Ascoli presente
Avenali presente
Benatti presente
Brini assente
Castelli assente
Cecchini presente
Ceroni presente
Cesaroni presente
Ciccioli assente
Comi presente
D’Ambrosio presente
D’Angelo presente
Donati presente
Favia presente
Franceschetti presente
Gasperi presente
Giannotti presente
Grandinetti assente
Luchetti presente
Martoni presente
Massi assente
Melappioni presente
Minardi presente
Modesti presente
Mollaroli presente
Moruzzi presente
Novelli presente
Pistarelli assente
Procaccini presente
Ricci assente
Rocchi presente
Romagnoli presente
Secchiaroli presente
Spacca presente
Tontini presente
Trenta assente
Viventi assente

PRESIDENTE. Constatata la presenza del numero legale, pongo in votazione l’emendamento n. 8.

Il Consiglio non approva

Emendamento 010 a firma Cecchini, che ha la parola.

Cristina CECCHINI. Siamo al secondo comma dell’art. 4, quello che riguarda il ruolo dell’impresa. Il mio subemendamento vuole riconoscere il ruolo dell’impresa utile, fondamentale per lo sviluppo della comunità marchigiana ma non principale come dice il consigliere Novelli. Questa distinzione non è pleonastica. Siamo in una regione dove la piccola e media impresa garantiscono gran parte dell’occupazione, una regione dove le decisioni dell’impresa e del potere economico condizionano la vita politica largamente. Dire “fondamentale” e “principale” presuppone una subalternità della politica alle logiche dell’impresa. E’ vero che molto spesso in questo Consiglio regionale c’è stata una subordinazione della politica alle logiche della grande impresa, vedi il caso Api, vedi il ragionamento sugli appalti della Quadrilatero, vedi i ragionamenti che si sono fatti, non di razionalizzazione ma di ben altro attorno alle vicende dell’Asur. Questa è una prassi politica non condivisa da noi che abbiamo cercato di ostacolare per quello che siamo stati capaci di fare, ma non c’è dubbio che il potere politico deve interloquire con quello economico, deve avere un rapporto dialettico non subalterno, cercando di posizionare le ragioni dello sviluppo con le ragioni di interesse generale che solo la politica può garantire.
Fondamentale è già tanto, vuol dire fondamentale per l’occupazione, per garantire un rapporto dialettico con le istituzioni, riconoscere un ruolo di interlocuzione vera, valida, ma non è subalternità come rischia di fare l’aggettivo “fondamentale”, “principale per lo sviluppo della comunità marchigiana”.
Con questo emendamento si riconosce il ruolo dell’impresa ma si nega il valore di indirizzo generale, perché le logiche d’impresa sono di profitto, quindi ogni impresa, piccola o grande che sia ragiona sulle convenienze economiche.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Novelli.

Sergio NOVELLI. Raccolgo l’appello della collega e dichiaro che voto favorevolmente. Lei ha fatto una dichiarazione sull’economia corporativa che io valuto diversamente da lei, però la parola “principale” del mio emendamento, riferita non al ruolo sociale dell’impresa e del lavoro, potrebbe essere equivocata come un’affermazione del primato dell’economia sulla società che non è da me condivisibile né sostenuta. Non lo ritiro, perché decadrebbe anche il subemendamento, quindi faccio appello all’aula perché, votando il subemendamento, elimini la parola “principale” che potrebbe portare a confusione.
Chiedo la verifica del numero legale.

PRESIDENTE. Prego di procedere alla verifica del numero legale.

PRESIDENTE. Prego di procedere alla verifica del numero legale.

Gabriele MARTONI, Consigliere segretario. Procedo alla chiama:
Agostini presente
Amagliani presente
Amati presente
Ascoli presente
Avenali presente
Benatti presente
Brini assente
Castelli assente
Cecchini presente
Ceroni presente
Cesaroni assente
Ciccioli presente
Comi presente
D’Ambrosio presente
D’Angelo presente
Donati presente
Favia presente
Franceschetti presente
Gasperi presente
Giannotti assente
Grandinetti presente
Luchetti presente
Martoni presente
Massi presente
Melappioni presente
Minardi assente
Modesti presente
Mollaroli presente
Moruzzi presente
Novelli presente
Pistarelli assente
Procaccini presente
Ricci assente
Rocchi presente
Romagnoli assente
Secchiaroli presente
Spacca presente
Tontini presente
Trenta presente
Viventi assente

PRESIDENTE. Constatata la presenza del numero legale, pongo in votazione l’emendamento n. 010.

Il Consiglio non approva

Emendamento 4/10. Ha la parola il consigliere Novelli per dichiarazione di voto.

Sergio NOVELLI. Ero perfettamente consapevole, quando il Presidente ha ripartito gli emendamenti a mia firma, fra quelli formali e quelli sostanziali, che il Presidente Minardi candidamente si stava predisponendo a fare “su questi sì”, “su questi no”, che si stava predisponendo a fare un subemendamento che li precludesse tutti. Rispetto quella sua decisione, ma preannuncio che sull’eventuale “subemendamento-tappo” che venisse proposto per sussumere il voto su tutti gli emendamenti non formali, che non sono pochi — sono 250 — mi vedrò costretto a chiedere la votazione per parti separate, facoltà che il regolamento concede a ogni consigliere.
Circa il mio emendamento, effettivamente sarebbe stato migliore ove fosse passata la limitazione suggerita dalla collega Cecchini, che però ha convinto solo me, quindi se la maggioranza, ancora più di me ritiene che l’impresa debba avere un ruolo principale, almeno Forza Italia mostri un pochino di attenzione.
Voto favorevolmente su questo emendamento.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Cecchini.

Cristina CECCHINI. Esprimo voto negativo sull’emendamento del consigliere Novelli, però vorrei fare una riflessione. Cosa dire dei consiglieri di Forza Italia che hanno un dogma nell’impresa e qui non parlano? Mi viene da dire che stanno aspettando un esito finale di questo Statuto senza accontentarsi di incidere nel merito, perché questo sarebbe stato il terreno vostro, il ruolo dell’impresa nella società.
C’è chi pensa che il potere pubblico debba avere delle regole? Ma per chi ha fondato una ideologia politica sull’impresa sarebbe abbastanza singolare che non entrasse nel merito di questa discussione, come a dire che questo Statuto non serve a niente. Non credo questo, ma non riesco a capire perché Giannotti, Brini, Trenta, Grandinetti non intervengono per dire qual è la loro opinione. E’ come se la loro opinione fosse indifferente. La presenza in Consiglio regionale ha un senso nella misura in cui ognuno di noi dice quello che può rispetto al merito.
Di fronte al fatto che le ragioni che uno sostiene qui vengono emendate e voi non intervenite nemmeno, cosa stiamo a fare? A perdere un sabato pomeriggio perché passi il tempo? Qui è tutto finto, perché chi deve parlare, come voi, sta zitto.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Trenta.

Umberto TRENTA. Chiamato in causa direttamente, ricordo quando Novelli ci parlò della Banca d’Italia e disse che la Banca d’Italia anziché avere 20 filiali ne ha 14, in Italia. Entro in merito a questo concetto, anche se impropriamente e ricordo alla Cecchini che è vero che Forza Italia ha un concetto liberista della politica e quindi della globalizzazione. Quindi non trovo niente di scandaloso che noi nel dibattito si intervenga tanto, poco o meno o impropriamente, però dico che il candidato Presidente Spacca, ottimo Vicepresidente, è uomo di impresa, quindi sono certo che tutelerà bene quel discorso, anche se oggi il pretesto di parlare dello Statuto in questi termini maschera il secondo fine di una legge elettorale. Se è questione dello sbarramento del 3%, se tutte le risorse di oggi le sintetizzassimo a questo 3% della nostra presenza in aula, forse riusciremmo a chiudere questo discorso in tempi decorosamente ottimali per tutto.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Novelli.

Sergio NOVELLI. Chiedo una breve sospensione dei lavori, perché l’emendamento ha creato delle articolazioni nel Consiglio. Mi è stato chiesto di ritirare l’emendamento, quindi vorrei riunire il gruppo.

PRESIDENTE. La richiesta non viene accolta, quindi procediamo.

Sergio NOVELLI. Chiedo allora di verificare se il Consiglio è in numero legale.

PRESIDENTE. Prego di procedere alla verifica del numero legale.

Gabriele MARTONI, Consigliere segretario. Procedo alla chiama:
Agostini presente
Amagliani presente
Amati presente
Ascoli presente
Avenali assente
Benatti presente
Brini presente
Castelli assente
Cecchini presente
Ceroni presente
Cesaroni assente
Ciccioli presente
Comi presente
D’Ambrosio presente
D’Angelo presente
Donati presente
Favia presente
Franceschetti presente
Gasperi presente
Giannotti presente
Grandinetti assente
Luchetti presente
Martoni presente
Massi assente
Melappioni presente
Minardi assente
Modesti assente
Mollaroli presente
Moruzzi presente
Novelli presente
Pistarelli assente
Procaccini presente
Ricci assente
Rocchi presente
Romagnoli assente
Secchiaroli presente
Spacca presente
Tontini presente
Trenta presente
Viventi assente

PRESIDENTE. Constatata la presenza del numero legale, pongo in votazione l’emendamento 4/10.

Il Consiglio non approva

Emendamento 011. Siccome è identico all’emendamento 11, passa nel blocco del coordinamento.

Cristina CECCHINI. Non è la stessa cosa. Come si fa a dire che è la stessa cosa? Ci sono teorie economiche di Weber e libri su libri.

PRESIDENTE. Il base all’art. 85 il presidente può disporre che emendamenti che apportano correzioni di mera forma, siano discussi e votati in sede di coordinamento.
Emendamento n. 11. Ha la parola il consigliere Novelli.

Sergio NOVELLI. Presidente, lei non ha letto l’intero articolo 85, ha callidamente, ma non molto, omesso la frase che dice “se il consigliere proponente insiste, può chiedere all’aula di esprimersi sull’interpretazione del presidente”. Il Presidente Minardi, quando ha passato al coordinamento tutti questi, ha chiesto se l’aula condivideva. Io non mi sono opposto, non mi sono appellato all’aula e tutti questi sono passati in coordinamento. Se la collega Cecchini è meno conciliante di me e insiste, lei deve fare votare su questa sua interpretazione.

PRESIDENTE. Siccome è una mia interpretazione, la sottopongo a votazione.
Pongo in votazione la mia interpretazione di rinviare al coordinamento l’emendamento 011.

Il Consiglio approva

Emendamento 11 a firma Novelli, che ha la parola.

Sergio NOVELLI. Siamo un corpo legislativo, la forma è sostanza. Quando faccio richiamo al regolamento posso prevedere che il voto dell’aula non dovrebbe essere favorevole alla tesi della separata illustrazione del suo emendamento, tuttavia circa un’ora fa ho detto che riteniamo ancora un vulnus al rispetto delle regole, un boomerang il meccanismo dell’emendamento-tappo per bypassare un po’ di sana, doverosa e fisiologica opposizione ostruzionistica. Allora ci si disse: il regolamento letterale in sede di ostruzionismo lo rispettiamo, per cui se io vedo Ascoli che presenta il suo emendamento e non vedo lei che sta aggirando il banco per subemendare l’emendamento Ascoli, la discussione è chiusa in quei due secondo lì. Dissi allora e ripeto che in un consesso serio, chiudere la discussione su un testo conosciuto da un solo componente collegiale, fosse anche il Presidente, è palesemente non democratico e non corretto. Dico questo perché voi continuate ad ammucchiare in sede di coordinamento emendamenti che non vi garbano, né potete fare “vi chiediamo la votazione del subemendamento-tappo per parti separate”. Verificate se è a norma di regolamento, oppure no. Ciò che si vuol cacciare dalla porta, poi dalla finestra rientra.
In effetti, fra “sostenere” e “garantire” c’è un miglioramento lessicale migliorativo. Cogliendo gli inviti del collega Trenta che ho apprezzato, perché non solo si è alternato con i colleghi del gruppo in questo lavoro nella parte dialettica e viva dei lavori consiliari, ma ha detto “il problema potrebbe legarsi attorno alla fotografia, alla conferma, alla garanzia di una parola sostenuta o non garantita”. In questi casi la forma è sostanza e ha ragione Trenta: se c’è su un testo sostenuto dalle firme dei presidenti dei maggiori gruppi della maggioranza, dovrebbe anche essere garantito. Voi sostenete, nella pdl 274 una cosa. La minoranza dell’opposizione dice “questo che voi sostenete, perché a firma Luchetti e Franceschetti, sosteniamolo e garantiamolo”. Voi dite “lo possiamo sostenere ma non lo possiamo garantire”. Si pone il problema di un sostegno non garantito. Quindi è fortemente sostanziale che il sostegno si elevi in garanzia.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Cecchini.

Cristina CECCHINI. Per recuperare al grave torto che la presidenza del Consiglio ha fatto alla logica di questa discussione, ricordo che il consigliere Novelli, purtroppo, propone a quest’aula di garantire la libertà di iniziativa, come per l’emendamento precedente. Si vuol garantire la libertà di iniziativa economica, che è ben oltre quello che uno Statuto o una norma costituzionale può garantire alle logiche d’impresa. Io propongo invece che, nel rispetto della libertà d’impresa, senza recare danno alla sicurezza dei cittadini si possa riconoscere il ruolo dell’impresa. Di nuovo il consigliere Novelli continua nella sua interpretazione di sostegno all’impresa tout-court. Mentre Forza Italia nulla dice, io mi sento di vivamente protestare perché questa idea significa che la Regione fa ben oltre quello che sta facendo tuttora, cioè parecchi finanziamenti agevolati nei confronti dell’impresa ma nel rispetto delle dinamiche concorsuali. Altro è un intervento massiccio per garantire le logiche dell’impresa. Quindi voglio segnalare l’estrema distanza con il consigliere Novelli che è portatore di una ideologia assolutamente difficile da condividere, capitalistica nel senso più pieno del termine, ma non può essere recepita un’idea simile dentro uno Statuto della Regione che deve garantire il pluralismo delle idee ma anche la possibilità che le istituzioni pubbliche interloquiscano con il potere economico in condizioni non solo di parità ma che diano le regole. C’è tutta una teoria economica della sinistra europea, su questo.
Come Novelli ben sa, le norme devono rispondere a una triplicità di problemi, devono essere giuste, valide ed efficaci. E’ chiaro che quella che lui vuol proporre è una norma ingiusta.
Non tocchiamo il problema se sia un ideale di bene comune quello che lui vuole sostenere, ma non c’è dubbio che per tutti i tempi, per tutti i luoghi questo bene comune differisce. Pensare che nel 2004 e per prossimo vent’anni in questa regione il nostro problema sia quello di garantire, assicurare, sostenere la libertà d’impresa come norma statutaria a me sembra del tutto sbagliato e anche lesivo. Credo che non si possa pensare di dirigere l’azione delle nostre norme in questo senso. Certo bisogna chiederci se è giusto o ingiusto domandarsi quali sono i valori che sottendono a un ragionamento giuridico. Probabilmente Novelli pensa che dentro un ordinamento giuridico di questo tipo mettere l’impresa come norma base, fondamentale del caposaldo dell’ordinamento giuridico è normale. A me pare del tutto anormale che si possa pensare in questo modo.
Da questo punto di vista bisogna capire se il Consiglio regionale abbia o no uno stato d’orgoglio rispetto a quanto gli si propone. Questa diventerebbe una norma fondamentale, perché dentro lo Statuto, quindi una norma fondamentale di tutte le norme di un determinato sistema. Infilarla dentro lo Statuto, accertare che sia di grado superiore rispetto alle norme ordinarie con le quali si fanno i finanziamenti, diventerebbe davvero grave.
Mi sono limitata a dire perché ho subemendato, ma vorrei continuare questo ragionamento in sede di dichiarazione di voto.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Novelli.

Sergio NOVELLI. Presidente, le chiedo che i subemendamenti vengano letti da lei, prima che l’aula si esprima.
Esprimo voto favorevole fiduciario al subemendamento della collega, ma in ordine al mio emendamento ritengo che anche il mio testo, pur non migliorato sia comunque condivisibile, perché la garanzia è sempre meglio di un platonico sostegno.
Pertanto posso votare il subemendamento anche se intersecativamente illustrato.
Chiedo comunque la verifica del numero legale su entrambi gli emendamenti prospettati.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Cecchini.

Cristina CECCHINI. La questione non è secondaria. Nel mio subemendamento tendo a indicare l’equa distanza del soggetto pubblico Regione rispetto alla libertà d’impresa. Ben altro è il ragionamento che fa Novelli. Mentre lui in modo molto gentile dice che voterà il mio, io devo dirgli in modo altrettanto gentile che non voterò il suo emendamento, perché ripropone le logiche d’impresa al di sopra delle istituzioni, quindi non c’è un’istituzione, un ente pubblico che ragiona con le imprese o non c’è uno Stato che regolamenta le logiche di mercato ed interloquisce con essere, ma abbiamo una Regione, in questo caso, che di fatto è impegnata a sostenere la libertà d’impresa. Siccome prima abbiamo già detto che questa Regione riconosce il ruolo dell’impresa per lo sviluppo della comunità marchigiana, sostenere oggi qui la libertà d’iniziativa economica con politiche attive in questa direzione mi sembra del tutto sbagliato.
Pertanto noi dobbiamo determinare una distanza nelle regole del mercato, nel rapporto con le imprese, dobbiamo favorire le imprese a svolgere il loro compito, anche se sappiamo che le anima una logica di profitto. Il rapporto che le istituzioni hanno con il mondo delle imprese deve essere quanto meno paritario, quanto meno in grado di interloquire in modo fattuale e non invece, come propone il consigliere Novelli, che predica una subordinazione.. Predica una cosa non pratica, forse perché non governa, altrimenti sarebbe stato probabilmente d’accordo con la Giunta regionale a sostenere l’Api e la politica di Brachetti Peretti, nel momento in cui sostiene questo emendamento. Non svelo niente perché so che è così e so che nel merito dell’Api Novelli la pensa proprio in questo modo.
Qual è la questione che voglio indicare? Che la Regione deve avere una autorevolezza nei rapporti con le imprese, deve riuscire a essere distante da esse e deve contemporaneamente avere una autorevolezza nel lavorare affinché, nella loro autonomia e nella loro libera iniziativa, si possa lavorare perché non sia in contrasto l’utilità sociale, non rechi danno alla sicurezza e alla dignità umana, tutte cose che nella nostra regione non sempre accadono, dal punto di vista degli incidenti del lavoro, dal punto di vista degli inquinamenti.
Pertanto non possono votare quanto proposto da Novelli e lo ringrazio per il suo voto al mio subemendamento, però ritengo che vi sia una distanza incolmabile fra le cose che lui dice e quelle che io sostengo.

PRESIDENTE. Prego di procedere alla verifica del numero legale.

Adriana MOLLAROLI, Consigliere segretario. Procedo alla chiama:
Agostini assente
Amagliani presente
Amati presente
Ascoli assente
Avenali presente
Benatti presente
Brini presente
Castelli assente
Cecchini presente
Ceroni presente
Cesaroni assente
Ciccioli assente
Comi presente
D’Ambrosio presente
D’Angelo presente
Donati presente
Favia presente
Franceschetti presente
Gasperi presente
Giannotti presente
Grandinetti assente
Luchetti presente
Martoni presente
Massi presente
Melappioni presente
Minardi presente
Modesti presente
Mollaroli presente
Moruzzi presente
Novelli presente
Pistarelli assente
Procaccini assente
Ricci assente
Rocchi presente
Romagnoli assente
Secchiaroli presente
Spacca presente
Tontini presente
Trenta presente
Viventi assente

PRESIDENTE. Constatata la presenza del numero legale, pongo in votazione il subemendamento 011.

Il Consiglio non approva

Pongo in votazione l’emendamento n. 11.

Il Consiglio non approva

Emendamento n. 017 a firma Cecchini, che ha la parola.

Cristina CECCHINI. Abbiamo votato l’articolo 3 sull’uguaglianza e sulla differenza di genere. Abbiamo detto un’ora fa che siamo per il pieno sviluppo della personalità, dell’uguaglianza dei cittadini e in modo particolare vogliamo sostenere le condizioni di effettiva parità di uomini e donne. Qui le donne scompaiono, in questo vostro Statuto. Nel momento in cui si parla di sviluppo economico e rapporti sociali le donne sono scomparse. Non è possibile che nel sostenere i giovani, che nessuno discute, non scatti un combinato disposto con l’art. 3 che dice che bisogna sostenere le pari condizioni per l’accesso delle donne al mercato del lavoro. Ricordo una lunghissima discussione in Commissione politiche comunitarie, nella quale, alla fine è prevalsa, grazie al Presidente Avenali, una avanzata formulazione del piano di sviluppo rurale contenente questo principio. Avenali ricorderà che è stato un dibattito molto sofferto. Non stavamo partorendo una normativa che si sentiva dire per la prima volta, ma che nella Ue era norma prescrittiva. Se non costruisci bandi in modo tale che venga data una premialità alla presenza delle donne, ti chiamano a rendicontare, non ti danno la premialità del 7%, ti possono dare delle sanzioni.
A fronte di questo che è assodato, quasi pleonastico nella normativa degli altri paesi, in Italia la questione è complicata. Ricordiamoci che venne impugnata, in sede di Corte costituzionale, la legge che diceva “le donne in quota nel listino”. Ogni volta che si parla di accesso alle donne bisogna fare fatica, anche perché le donne sono pochissime nelle istituzioni, quindi quando parlano sembra che sostengano delle cose per sé. Insomma, c’è una caduta di stile di questo Statuto.
Chiedo su questa questione la verifica del numero legale. Se siete in contrasto con una norma di questo genere, è inutile dire che poi volete garantire le minoranze, nelle leggi elettorali. Addirittura non volete garantire le donne.

PRESIDENTE. Prego di procedere alla verifica del numero legale.

Adriana MOLLAROLI, Consigliere segretario. Procedo alla chiama:
Agostini assente
Amagliani presente
Amati presente
Ascoli assente
Avenali presente
Benatti presente
Brini assente
Castelli assente
Cecchini presente
Ceroni presente
Cesaroni assente
Ciccioli assente
Comi presente
D’Ambrosio presente
D’Angelo presente
Donati presente
Favia presente
Franceschetti presente
Gasperi presente
Giannotti presente
Grandinetti assente
Luchetti presente
Martoni presente
Massi assente
Melappioni presente
Minardi presente
Modesti presente
Mollaroli presente
Moruzzi presente
Novelli presente
Pistarelli assente
Procaccini assente
Ricci assente
Rocchi presente
Romagnoli assente
Secchiaroli presente
Spacca presente
Tontini presente
Trenta assente
Viventi assente

PRESIDENTE. Constatata la presenza del numero legale, pongo in votazione l’emendamento 017.

Il Consiglio non approva

Emendamento n. 17 a firma Novelli, che ha la parola.

Sergio NOVELLI. Vorrei rammentarle che le avevo chiesto di dare lettura a eventuali subemendamenti e anche degli emendamenti.
Siamo sempre in materia di democrazia economica. E’ stata una questione che fortemente ha interessato il Consiglio con queste rampogne che la collega Cecchini mi ha indirizzato. Temo che su questa situazione sarà anche più disorientata, perché nel momento in cui si preoccupava della valutazione del ruolo imprenditoriale come principale e prioritario, l’eliminazione delle parole “particolare attenzione alle forme cooperative” potrebbe allarmarla. Cerco di prevenire la sua preoccupazione o eventuali suoi emendamenti migliorativi o correttivi, precisando che non risponde a una volontà di vulnerare il mondo mutualistico e della partecipazione ma semplicemente di evitare quel rischio che lei stessa ha paventato e che parte dell’aula aveva condiviso in ordine a una gerarchizzazione delle varie forme di attività economico-imprenditoriale in cui si andasse a scegliere quella che più piace, quella che meno piace, quella che va più tutelata, quella che va tutelata meno.
La volontà non è questa, anzi è specificare che, siccome tutta l’attività lavorativa va tutelata, che la solidarietà trova un’ampia connotazione, non solo alla legge ordinaria ma anche alla norma statutaria negli articoli successivi al 4, non c’è una esigenza di specificare in questa sede che esiste una corsia preferenziale per l’attività economica mutualistica. D’altronde l’art. 4 è complessivamente il più lungo dell’intero Statuto, nasce da una riflessione particolarmente approfondita. E’ vero che i padri latini insegnavano utile per inutile non vitiatur, però è anche vero che senza stravolgere l’inutile appesantisce, rende in qualche misura farraginosa e meno scorrevole la lettura, comporta necessariamente una dilatazione del testo che sembra rispondere unicamente a esigenze propagandistiche, di affermazione di principio, di immagine, di petizioni senza sostanza che in materia statutaria andrebbero quanto meno contenute al minimo.
Se ci fosse la presenza, l’attenzione dei colleghi che hanno manifestato l’auspicio che lo Statuto in questa brutta forma non trovasse definitiva approvazione, a questo punto potremmo anche sperare di liquidare la vicenda... (Interruzione). Collega Gasperi, io faccio l’avvocato, lei ha insegnato, oltre a fare la professione, quindi sono pronto a ricevere le sue lezioni e ascolterò con interesse quello che vuole dirci.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Gasperi.

Gilberto GASPERI. Mi sembra che queste cose non servano assolutamente a niente. Nella democrazia, ognuno deve poter esprimere le sue opinioni e discutere su argomenti seri. Però non ci dobbiamo prendere in giro tra di noi, perché ognuno vuol cercare di portare delle cose in casa per propri interessi. Il tutto viene accettato nel momento in cui esiste il parere concorde di tutti. Io rimango qui proprio perché sono sempre stato qui: fin dal 1995 quando sono stato eletto per la prima volta, sono stato sempre presente in tute le discussioni, non ho mai firmato in ritardo per prendere le 250.000 lire di indennità, né con il trucco del ritardo per cercare di ottenere latri risultati. Rimango perché ho avuto incarico da Ciccioli di restare qui per garantire il numero legale.

PRESIDENTE. Prego di procedere alla verifica del numero legale.

Adriana MOLLAROLI, Consigliere segretario. Procedo alla chiama:
Agostini assente
Amagliani presente
Amati presente
Ascoli presente
Avenali presente
Benatti presente
Brini assente
Castelli assente
Cecchini presente
Ceroni presente
Cesaroni assente
Ciccioli assente
Comi presente
D’Ambrosio presente
D’Angelo presente
Donati presente
Favia presente
Franceschetti presente
Gasperi presente
Giannotti presente
Grandinetti assente
Luchetti presente
Martoni assente
Massi assente
Melappioni presente
Minardi presente
Modesti assente
Mollaroli presente
Moruzzi presente
Novelli presente
Pistarelli assente
Procaccini assente
Ricci assente
Rocchi presente
Romagnoli assente
Secchiaroli presente
Spacca presente
Tontini presente
Trenta assente
Viventi assente

PRESIDENTE. Constatata la presenza del numero legale, pongo in votazione l’emendamento 17.

Il Consiglio non approva

Subemendamento 023 a firma Cecchini, che ha la parola.

Cristina CECCHINI. Stiamo parlando della tutela dei diritti dei consumatori, un tema molto importante. I diritti dei consumatori non sono stati garantiti e la dimostrazione è quanto costa fare la spesa. Questo per una serie di inefficienze nella politica del Governo nazionale innanzitutto, ma anche perché non si è mai voluto riconoscere valore cogente alle associazioni dei consumatori. Con questo emendamento si intende dare una rilevanza statutaria alle associazioni a livello nazionale. E’ un tema delicato, lo Statuto della Toscana ha inserito questa questione dei diritti dell’associazionismo e del volontariato, perché ha garantito la convenzione di Nizza per intero, cioè ciò che è già entrato nella Costituzione europea è stato già recepito, quindi questa questione è per promuovere il diritto delle associazioni.
Le associazioni del nostro paese hanno possibilità legislativa garantita da leggi dello Stato, in alcuni casi hanno possibilità di accedere ai documenti, hanno possibilità di valutare la politica sanitaria per le associazioni come il tribunale del malato o le associazioni che si occupano di questioni relative alla tutela della salute. Hanno conquistato la possibilità di stare in giudizio e di diventare parte civile.
Per quanto riguarda questo emendamento, vuole non lasciare i consumatori soli come singoli cittadini ma garantire la comunità dei consumatori organizzati nelle associazioni, in modo da assicurare loro una rappresentanza, dando loro solidità, sostegno giuridico, sostegno finanziario, capacità di stare in giudizio rispetto alle questioni giuridico-legali che si possano porre, come la questione della conciliazione che nella legislazione europea ormai è anche data alle associazioni dei consumatori. Si può conciliare una trattativa nella misura in cui si verifica che essa possa sortire un effetto, evitando la giustizia civile. Questo è un modo molto concreto di tutelare i consumatori che a livello europeo hanno una valenza e un riconoscimento che in sede regionale ancora non si è voluto dare. Inserendolo in una norma cogente, fondamentale come quella statutaria, faremo un passo fondamentale nel riconoscimento di questi diritti e credo che al di là del problema di modificare la stesura dello Statuto, è una questione che possono capire bene tutti i cittadini marchigiani. Insisto nella verifica del numero legale.

PRESIDENTE. Prego di procedere alla verifica del numero legale.

Adriana MOLLAROLI, Consigliere segretario. Procedo alla chiama:
Agostini assente
Amagliani assente
Amati presente
Ascoli presente
Avenali presente
Benatti presente
Brini assente
Castelli assente
Cecchini presente
Ceroni presente
Cesaroni assente
Ciccioli assente
Comi presente
D’Ambrosio presente
D’Angelo presente
Donati presente
Favia presente
Franceschetti presente
Gasperi presente
Giannotti presente
Grandinetti assente
Luchetti presente
Martoni presente
Massi assente
Melappioni presente
Minardi presente
Modesti presente
Mollaroli presente
Moruzzi presente
Novelli presente
Pistarelli assente
Procaccini assente
Ricci assente
Rocchi assente
Romagnoli assente
Secchiaroli presente
Spacca presente
Tontini presente
Trenta assente
Viventi assente

PRESIDENTE. Constatata la presenza del numero legale, pongo in votazione l’emendamento 023.

Il Consiglio non approva

Emendamento 23 a firma Novelli, che ha la parola.

Sergio NOVELLI. L’illustrazione coinvolge la dichiarazione di voto che avrei fatto sull’emendamento della collega, respinto, che io ho votato. Illustrando l’emendamento 4/17 ponevo la questione che lo Statuto è già corposo, che l’art. 4 è il più corposo di tutti e quindi l’esigenza di comprimere i dettagli lessicali, le specificazioni poteva essere valorizzata eliminando qualche aspetto non strettamente rispondente. La precisazione della collega di specificare che le associazioni tutelande avessero valenza regionale, l’aula la respinta e mi ha fatto specie. Confidavo che i colleghi, in sede di dibattito avrebbero specificato che il voto contrario alla delimitazione delle associazioni tutelabili all’ambito regionale era conseguente al fatto che siamo Consiglio regionale delle marche e che anche senza scrivere “valenza regionale” il nostro impegno veniva profuso precipuamente e soltanto alle associazioni che hanno valenza regionale.
Il fatto che io chieda a quest’aula di completare il testo con l’indicazione anche della forma associata per la tutela dei valori di cui all’art. 4, comma 3, credo possa servire semplicemente ad offrire una dimostrazione della sensibilità che in altre parti di questo Statuto è sicuramente manifestata, quindi trovo contraddittorio il disinteresse verso questo modesto sforzo di miglioramento affinché le iniziative non solo individuali, non solo egoistiche ma anche partecipate, possano trovare spazio e tutela.
Tra l’altro, quando il Presidente Minardi ha fatto una valutazione sull’ammissibilità degli emendamenti che, con mia sorpresa compiaciuta ha visto solo uno degli emendamenti non ammessi, questo inserimento delle associazioni era già stato oggetto di una richiesta di riflessione fatto da un altro gruppo della minoranza in quest’aula e a luglio ne votammo uno che inseriva la forma associata nell’ambito della tutela, quindi presentare un emendamento identico già respinto, poteva essere considerato ultroneo, tanto che rispetto a quell’emendamento presentato a luglio ho tolto la parola “associazioni” proprio per evitare che fosse identico a quello già respinto da quest’aula.
Con questa specifica l’emendamento è non precludibile, quindi confido in un voto di maggiore attenzione, sensibilità e tutela nei confronti del mondo associazionistico.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Cecchini.

Cristina CECCHINI. Da un punto di vista formale quello che sostiene Novelli è giusto e in questo caso voterò, nel senso che la norma giuridica, così come verrebbe fuori da questa articolazione del ragionamento che fa Novelli, ci porterebbe allo stesso risultato di quanto non sarebbe avvenuto qualora passasse l’emendamento che avevo indicato io circa le associazioni dei consumatori a valenza regionale, ma lui non entra nello specifico, quindi sono i valori delle associazioni dei consumatori. Per un’aula molto attenta alle elezioni prossime, questo è un tema non secondario. Questa è una questione sulla quale bisogna confrontarsi, perché fra l’altro i consumatori sono un alleato elettorale importante. Diciamo loro che non abbiamo voluto riconoscere rilevanza statutaria alle associazioni dei consumatori? Non è poco dire una cosa del genere, rispetto a quanto valgono i diritti dei consumatori, perché sappiamo bene che i consumatori, da soli non possono garantirsi una difesa dei propri diritti, si sono organizzati da anni in associazioni, quindi, siccome nessuno li garantisce, perché la sinistra non li garantisce mentre li dovrebbe garantire, è importante dal punto di vista politico. Dal punto di vista formale, del ragionare se una norma è giusta, ingiusta, valida, non valida, efficace, non efficace, questa norma sarebbe giusta perché produce una modificazione costituzionale di un certo rilievo, valida perché produrrebbe delle politiche di un certo tipo, quindi non solo la presenza delle incentivazioni ma anche una presenza in giudizio delle associazioni del consumo. Sarebbe efficace perché potrebbe costruire le condizioni per fare in modo che questo diritto venga rispettato.
Rispetto alle proposizioni prescrittive di una norma giuridica, avrebbe risolto problemi strutturali e anche problemi di contenuto estremamente rilevanti che potrebbero essere di sinistra, ma siccome li propone Novelli, sono anche di destra, ma su queste questioni sinistra e destra si equivalgono.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Novelli.

Sergio NOVELLI. Chiedo la verifica del numero legale.
Il problema dei consumatori sicuramente non è riferibile a una specifica parte di destra o di sinistra, anzi credo che il primo sindacato a porsi il problema dei consumatori è stata proprio, all’epoca, la Federazione dei sindacati nazionali, perché se il veicolo dello sfruttamento economico fu, all’inizio del XX secolo, quello della fase produttiva, oggi che oggettivamente il datore di lavoro non si pone affatto il problema di sfruttare la manodopera ma se mai di estromettere dalla produzione, perché l’automazione consente di fare a meno del lavoratore-produttore, il meccanismo di profittazione delle disparità di posizione dello strumento economico è sempre più sul fronte del consumo che non su quello del lavoro. La tesi di laurea che ho discusso tantissimi anni fa a Macerata, era appunto sulla tutela del contraente debole di fronte al contratto, perché mentre in tutta l’Europa — in Svezia, in Germania — il consumer ombudsman è una figura riconosciuta, da noi è una figura sconosciuta. Il vigente codice di procedura penale prevede la possibilità di costituzione di parte civile nei processi penali, delle associazioni rappresentative degli interessi diffusi.
Chiedo una conferma al Presidente del fatto se in questa sessione lavorativa, la norma regolamentare che consumerebbe la non consumazione di vivande in aula può intendersi superata, perché vedevo che l’assessore consumava un caffè, quindi vorrei chiedere se ciò possa essere consentito anche a noi consiglieri.

PRESIDENTE. Prego di procedere alla verifica del numero legale.

Gabriele MARTONI, Consigliere segretario. Procedo alla chiama:
Agostini assente
Amagliani assente
Amati presente
Ascoli presente
Avenali presente
Benatti presente
Brini assente
Castelli assente
Cecchini presente
Ceroni presente
Cesaroni assente
Ciccioli assente
Comi presente
D’Ambrosio presente
D’Angelo presente
Donati presente
Favia presente
Franceschetti presente
Gasperi presente
Giannotti presente
Grandinetti assente
Luchetti presente
Martoni presente
Massi assente
Melappioni presente
Minardi presente
Modesti presente
Mollaroli presente
Moruzzi presente
Novelli presente
Pistarelli assente
Procaccini assente
Ricci assente
Rocchi assente
Romagnoli assente
Secchiaroli presente
Spacca presente
Tontini presente
Trenta assente
Viventi assente

PRESIDENTE. Constatata la presenza del numero legale, pongo in votazione l’emendamento 23.

Il Consiglio non approva

Subemendamento 025 a firma Cecchini, che ha la parola.

Cristina CECCHINI. Qui entriamo in una fase delicata che speriamo consegua il risveglio di Forza Italia, perché siamo al comma 5 a parlare della famiglia.
Il ruolo della famiglia è garantito dall’art. 29 della Costituzione, da una serie di normative europee, è garantito, ormai, da una serie di normative anche nazionali sulla responsabilità genitoriale. Ci sono poi i diritti dei bambini, quindi la famiglia è formata dalle persone che ne fanno parte. La parola “storico” è come inchiodare alla storicità dell’art. 29 della Costituzione il ruolo della famiglia che è dinamico. Siamo d’accordo nel volerla garantire in tutte le sue modalità e articolazioni e nella sua pluralità, non inchiodandoci in una valutazione che per i costituenti italiani fu definita come declara l’art. 29 della Costituzione, ma da allora sono cambiate tante cose. In Parlamento stiamo facendo la discussione sullo statuto giuridico delle coppie di fatto, il ministro Prestigiacomo questa mattina ha annunciato la modifica della normativa sulle adozioni internazionali, insomma ci sono una serie di evoluzioni nel senso della famiglia. Credo che questo valore storico della famiglia si possa superare, perché la legislazione a larga maggioranza parlamentare ha approvato norme che vanno a garantire diritti a tutte le persone dentro la famiglia. La stessa Regione Marche, nella legge sull’edilizia agevolata ha parlato di famiglie, riconoscendo anche le famiglie more uxorio.
Non voglio comunque storicizzare il ruolo della famiglia. E’ un ruolo dinamico, con una pluralità di interessi culturali e le normative degli altri paesi europei hanno introdotto il valore costituzionale delle famiglie e quindi mi sembra arretrato avere inserito nello Statuto della Regione marche il valore storico della famiglia. La Regione Toscana ha fatto uno Statuto in cui si riconoscono le famiglie di fatto. Ha litigato con il Governo e ha vinto un ricorso alla Corte costituzionale, riuscendo a far valere in pieno la convenzione di Nizza. La nostra mi sembra una dizione molto arretrata, che ci fa retrocedere. Questa sì era da inciucio con Forza Italia, così è nata questa norma, perché nasce a luglio quando c’era un furore teso non si sa bene a che cosa, se non a una legge elettorale che non nascerà mai, perché se si voterà il 3 aprile non nascerà mai. Noi marchigiani, cittadini di questa regione ci teniamo uno Statuto arretrato perché frutto di una mediazione politica che non ha fatto il centro-sinistra, perché il centro-sinistra di questa Regione ha fatto ben altre leggi quando era libero da pasticci, da inciuci e pensava di poter parlare anche a quella società civile molto più avanzata e non si può rispondere alla crisi della famiglia pensando di storicizzare una formazione politica così come i costituenti italiani hanno fatto nel 1944. E’ chiaro che c’è bisogno di un altro profilo, è chiaro che di quell’accordo che avete fatto a luglio è bene che ve ne liberiate, perché non ha senso assolutamente. Dovete spiegare ai giovani e alle donne di questa regione cosa volevate dire quando avete detto “valore storico della famiglia”. Volete dire che i ragazzi dovranno stare in casa fino a 35 anni, perché solo la famiglia può garantire loro il sostegno economico. Questo modo di pensare ai giovani non è nostro, Sinistra democratica la pensa in tutt’altro modo e se non passa questo emendamento presenterò un subemendamento perché è una battaglia di principio.

Presidenza del Vicepresidente
GILBERTO GASPERI

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Novelli.

Sergio NOVELLI. Vorrei ringraziare la collega Cecchini per due affermazioni, anche se debbo esprimere l’auspicio di poter leggere il suo subemendamento che non solo prevedo ma auspico non trovi il voto dell’aula. La ringrazio perché ha espresso la preoccupazione che nell’impostazione del nucleo familiare che lo Statuto vigente all’art. 4, comma 5 dà, i ragazzi resterebbero nelle famiglie fino a 35 anni e la ringrazio perché, avendone io circa 43, definire che a 35 anni si sia ancora ragazzi ci serve a consolarci un po’ e a dire “forse siamo ragazzi anche noi, se la soglia è così alta”. In realtà, anagraficamente, ben prima di 35 anni si è raggiunta una maturità familiare, forse non socio-economica. Certamente una politica della famiglia deve essere fatta. Potrei essere tacciato di nostalgismo se rammentassi che nel secolo scorso ci furono governi che si posero il problema di un sostegno serio alla maternità e al problema delle nascita. Anche in questo secolo il Governo qualcosa ha fatto, con la previsione di una elargizione una-tantum di un milione di vecchie lire per i secondi o terzi figli, non ricordo bene.
Mi auguro di leggere il prossimo subemendamento, perché in riferimento alla storicizzazione della famiglia io emenderei me stesso, perché anche al di là del riferimento religioso, la famiglia è un valore che, prima ancora di essere di tipo religioso, prima ancora di essere di tipo costituzionale è un valore naturale. Ancor prima che esistesse una sensibilità religiosa, ancor prima che esistesse una Costituzione, la famiglia già esisteva. Se la Costituzione, storicizzata, venisse cassata e sostituita da qualunque altro testo, la famiglia continuerebbe ad esistere, come è esistita in era pre-cristiana, come è esistita in era pre-costituzionale o anticostituzionale.
Da questo punto di vista ho letto della valutazione della Corte costituzionale rispetto allo statuto della Toscana, ma sul travisamento e la confusione di ciò che famiglia è credo che non ci sia niente da intersecarsi. Vorrei che non si lasciasse ai nostri figli confusione anche su questo, su cui credo che chiarezza vada fatta.
La mediazione raggiunta in quest’aula sui valori familiari è fortemente al ribasso fra i “toscani acquisiti” e coloro che dicevano — i colleghi del gruppo di Forza Italia — i quali hanno fatto anche un ordine del giorno che io ebbi la scortesia di definire “foglia di fico”, in cui dicevano “vogliamo sia chiaro che la famiglia è quella dell’art. 29 della Costituzione”.
Chiedo di verificare la sussistenza del numero legale.

PRESIDENTE. Prego di procedere alla verifica del numero legale.

Gabriele MARTONI, Consigliere segretario. Procedo alla chiama:
Agostini assente
Amagliani presente
Amati presente
Ascoli assente
Avenali presente
Benatti presente
Brini assente
Castelli assente
Cecchini presente
Ceroni presente
Cesaroni assente
Ciccioli assente
Comi presente
D’Ambrosio presente
D’Angelo presente
Donati presente
Favia presente
Franceschetti presente
Gasperi presente
Giannotti presente
Grandinetti assente
Luchetti presente
Martoni presente
Massi assente
Melappioni presente
Minardi presente
Modesti presente
Mollaroli presente
Moruzzi presente
Novelli presente
Pistarelli assente
Procaccini presente
Ricci assente
Rocchi presente
Romagnoli assente
Secchiaroli presente
Spacca presente
Tontini presente
Trenta assente
Viventi assente

PRESIDENTE. Constatata la presenza del numero legale, pongo in votazione l’emendamento 025.

Il Consiglio non approva

Presidenza del Presidente
LUIGI MINARDI

PRESIDENTE. Informo i consiglieri che l’Ufficio di presidenza si è riunito e ha preso una determinazione che cercherò di leggervi e di illustrarvi. Finora c’è stata l’ampia disponibilità a gestire i lavori dell’aula al fine di garantire il tempo necessario a cercare la composizione tra le parti che stanno discutendo una importante legge secondo una prassi generalmente adottata, che tra le altre cose forza un pochino il regolamento interno e agisce in deroga allo stesso. Lo svolgimento dei lavori, però, si sta configurando non volto a migliorare lo Statuto ma ad impedirne l’approvazione che contrasta con lo spirito dello Statuto e del regolamento interno.
L’Ufficio di presidenza, applicando dunque alla lettera l’art. 10, secondo comma, del regolamento interno, che conferisce allo stesso Ufficio di presidenza la potestà di interpretarlo a tutela dei lavori dell’aula, si è riunito e ha preso la seguente determinazione, che vi leggo: “L’Ufficio di presidenza, ai sensi dell’art. 10, secondo comma, visti gli articoli 38 e 82, commi secondo e nono, approva la seguente interpretazione del regolamento interno: Qualora siano presentati più emendamenti ad un medesimo articolo, ai sensi del nono comma dell’art. 82, va svolta un’unica discussione. I presentatori degli stessi hanno dunque diritto di intervenire per la loro illustrazione una sola volta, così come una sola volta possono intervenire i consiglieri per dichiarazioni di voto complessive sugli stessi. Solo attraverso tale modalità può essere assicurata, infatti, l’unicità della discussione”.
Questo è quanto dovevo all’aula e direi che possiamo procedere.

Cristina CECCHINI. Chiedo la sospensione a nome del gruppo.

PRESIDENTE. Purché si tratti di cinque minuti effettivi, la seduta è sospesa.

La seduta, sospesa alle 17,35,
riprende alle 17,40

PRESIDENTE. Vi sono cinque emendamenti all’articolo 4, quindi facciamo una unica discussione.
Ha la parola il consigliere Novelli.

Sergio NOVELLI. Debbo illustrare i cinque emendamenti ancora non esaminati, anche se mi sorprende questa affermazione da parte della presidenza adesso, perché l’avrei, se mai, attesa, esaurito l’art. 4 che è il più lungo dello Statuto ed è anche molto articolato per i diversi aspetti che tocca. A due terzi dell’esame dell’articolo la vedo come una soluzione emergenziale. Debbo anche esprimere il dissenso sulla valutazione sintetica che ha fatto, perché se è vero che si può fare — e già in passato abbiamo fatto — discussioni unificate su un articolo e tutti gli emendamenti ad esso afferenti, mi chiedo come sia tecnicamente possibile fare un’unica dichiarazione di voto su cinque emendamenti in questo caso, su dodici emendamenti all’articolo 5, ma soprattutto fare una dichiarazione di voto che debba comprendere dei subemendamenti che, nel momento in cui faccio l’illustrazione e la dichiarazione di voto, neanche potrei conoscere. Come si possa fare una dichiarazione di voto non solo articolata ma è prognostica, è cosa che l’Ufficio di presidenza dovrebbe spiegare. Posso capire l’illustrazione congiunta, e ora procedo a farla ai sensi dell’ultimo comma dell’art. 82, ma non ho rintracciato alcuna norma che consenta di prescrivere un’unica dichiarazione di voto. Essendo “dichiarazione di voto” singolare, si riferisce a un voto, mentre “dichiarazione di voto” plurale è, anche in italiano, un non senso.
Illustrerò i miei emendamenti, ma non posso illustrare i subemendamenti della collega Cecchini. Ove non li condividessi, chiederò di dichiarare il voto e farlo risultare. Tanto più che, siccome il gruppo non è più nella composizione di tre consiglieri, non possiamo chiedere la votazione per appello nominale, quindi non c’è modo di lasciare agli atti dei lavori consiliari la specifica posizione di ciascuno di noi, per cui credo che possano richiederci di fare le illustrazioni congiunte, e lo facciamo, ci sorprendiamo perché ci siamo trovati qui, dopo tre ore di attesa, di fronte a iattanti proclamazioni che c’era preparazione a fare la notturna, la festiva e financo la natalizia: vedo che la determinazione della maggioranza di fare la natalizia è già sfumata, forse anche la notturna è chiedere troppo alla pazienza e alle orecchie dei nostri colleghi ascoltatori, per cui si pensa che sia prudente, per la tutela del numero legale della maggioranza, cercare di procedere a tappe forzate. Mi secca un po’, perché ritengo che la maggior fatica di chi parla non possa non trovare identica fatica di chi ascolta le nostre cose noiose.
Sull’articolo 4 la questione della parola “cristiano” riferita alla famiglia e le prerogative genitoriali sono un unicum difficilmente scindibile da quello che abbiamo detto poc’anzi sul discorso della famiglia naturale. A dire il vero il riferimento al cristianesimo potrebbe anche essere, in questa vicenda, quasi una limitazione. In sede di preambolo avevamo detto che sembrava ingiusto fare riferimento a una storia della regione Marche quasi giacobina che è iniziata 200 anni fa, quando invece la storia di questa regione è anche pre-cristiana, per cui sicuramente ritengo che questo emendamento meriti voto favorevole.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Cecchini.

Cristina CECCHINI. Voglio parlare sull’emendamento che riguarda le radici cristiane della famiglia, dopodiché non vedo dove sono andati a finire i subemendamenti da me presentati.

PRESIDENTE. Sono già stati distribuiti.

Cristina CECCHINI. Facciamo finta di averli, ma non li abbiamo. L’Ufficio di presidenza che richiama il regolamento, dovrebbe garantire una esatta discussione. Mi pare che non abbia svolto bene questo compito, perché se non ci sono i testi in aula è difficile fare una esatta discussione.
Veniamo al punto della discussione relativamente al ruolo della famiglia. Il punto non è di dichiararsi cristiani, perché su questa appartenenza all religione cristiana potrei fare un atto di biografia personale e dire di sì. Questo non toglie assolutamente che io voglia indicare questa come questione da mettere dentro una norma. Capisco che c’è un dibattito europeo sulla cristianità e sulle radici cristiane dell’Europa, del nostro paese e tanto più della famiglia. Non mi sfugge questo dibattito che pure ha animato gran parte di quest’aula. Mi sembra che oggi non animi più nessuno, come dire che anche questa era una boutade elettorale.
Torno al punto dell’eticità della norma. Può essere una norma statutaria a indicare il segno di una religione, quando abbiamo assicurato, nelle altre parti dello Statuto, la pluralità di questa società marchigiana, quando abbiamo detto all’art. 3, della differenza di genere e all’art. 4 abbiamo riconosciuto che questa Regione vuole superare ogni forma di discriminazione di sesso, di razza, di religione?
Per queste ragioni un emendamento come quello del consigliere Novelli credo che non possa essere accettato. Non lo dico per altro quanto perché penso che la norma generale, pur riconoscendo un alto valore alla famiglia, in verità non ha bisogno di un aggettivo di questo genere, dopodiché questa è una norma antiquata, né riconosce il valore storico, ma non sostiene neanche quanto di nuovo sta avvenendo dentro la famiglia: il sostegno alle responsabilità genitoriali, il sostegno alle possibilità concrete in modo che i singoli componenti la famiglia possano essere messi al centro della politica e non soltanto la famiglia in quanto tale, quindi la possibilità di garantire a tutti una politica concreta.


PRESIDENTE. E’ conclusa la discussione generale. Procediamo alla votazione dell’emendamento 4/0025: alla prima riga, aggiungere la parola “civile” al posto di “cristiano”.

Il Consiglio non approva

Emendamento 4/25. Ha la parola il consigliere Novelli. La dichiarazione di voto è unica su tutti gli emendamenti.

Sergio NOVELLI. L’art. 82 dice “unica discussione”. Ho fatto un’unica discussione. L’interpretazione inventiva è una cosa inedita. Se lei mi dice “sto interpretando l’articolo tale del regolamento” le posso dire...

PRESIDENTE. Gliel’ho già detto e glielo ripeto: art. 38 e 82, commi secondo e nono.

Sergio NOVELLI. Il comma nono parla di discussione e non di dichiarazione di voto.
L’art. 38 recita: “Ciascun consigliere può parlare una sola volta, tranne che per dichiarazione di voto”. Come lei fa a interpretare il “tranne che per dichiarazione di voto” come un “proprio per dichiarazione di voto” è una interpretazione contra legem.

PRESIDENTE. Ho già spiegato il mio pensiero: ha diritto a fare una unica dichiarazione di voto.

Sergio NOVELLI. Lei non è in grado di spiegarmi come legge la parola “tranne”.

PRESIDENTE. Ho già letto la determinazione dell’Ufficio di presidenza. Vuole una determinazione di aula? La facciamo di aula.

Sergio NOVELLI. La parola “tranne” ha un senso italiano. Lei capisce che vuol dire porre fine a questa vicenda, anziché con due giorni di fatica che il vostro stipendio non basta a garantire, con il tumulto in aula, spacco le suppellettili, lei mi sospende e domani si dirà che la maggioranza non è in grado di lavorare con un consigliere di opposizione, deve cacciarlo. Di fronte alla volontà di non leggere l’italiano...

PRESIDENTE. Per cortesia, lei aveva già chiesto la parola per dichiarazione di voto e io gliel’ho concessa. Ha già consumato quattro minuti.

Sergio NOVELLI. La ringrazio, userò i sei è minuti e chiederò ancora la parola sulle prossime dichiarazioni di voto.
Questa dichiarazione di voto è importante, non ho espresso dichiarazione di voto sull’emendamento della collega perché l’ho trovato poco migliorativo e poco innovativo rispetto allo 0,25 che era stato respinto. Sul riferimento alla parla “cristiano”, il fatto che la discussione sia stata non solo sintetizzata contro la lettura del regolamento... Ho sentito amministrativisti di rilievo: le sue decisioni avendo carattere pre-normativo non sono oggetto di ricorso al Tar, perché occorre sfacciataggine a dire che “tranne per” vuol dire “per”. Il riferimento alla famiglia in senso cristiano è addirittura cosa meno significativa e quasi ovvia rispetto a quello che già la Costituzione vigente dice: che quest’aula non abbia avuto la forza politica di trovare un sintesi neanche sulla situazione vigente, storica, come non trova neanche la forza dei nervi della vescica per sopportare 48 ore di discussione, vuol dire che questo è uno Statuto povero, per portare a casa un risultato collegato al calendario, anche male, perché i giorni non ci sono.
Sul 4/26 che parla di genitori e non è sussumibile nel cristianesimo, dovrò necessariamente specificare il mio voto.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Cecchini.

Cristina CECCHINI. Leggo l’art. 82, comma 2 che dice: “Ciascun articolo è discusso nel suo complesso”. Poi: “segue la discussione degli emendamenti ad esso relativi”. Se lei vuole, può dire “dobbiamo stringere, facciamo un’unica discussione generale”. Ma poi il regolamento dice “qualora nel corso della discussione siano presentati emendamenti agli emendamenti, i presentatori di questi possono riprendere la parola”. Credo che lei possa precettare la discussione generale sugli articoli, possa limitarla per interesse generale di quest’aula a concludere la discussione, però non può andare contro il regolamento e contro una norma così esplicita. Questo non è interpretabile. Lei può contingentare i tempi, ma non può non far discutere sui valori cristiani su cui io potrei dire di essere cristiana e Novelli non cristiano. Vorrei, su questo, avere la possibilità di parlare per quello di cui sto parlando. Vorrei dire perché ho presentato l’emendamento 026. Non è una pazzia per voler fare un emendamento qualsiasi. Questa mattina, nell’aula magna della facoltà di economia e commercio, c’è stato un convegno sulle responsabilità genitoriali, sul ruolo dell’adulto negli affidi. Che cosa viene dalla Convenzione europea, Una petizione che ci chiedono di firmare, di sostenere, dove si dice che il bambino deve essere ascoltato in ogni momento. Le responsabilità genitoriali è diverso esercitarle adesso, con questi diritti dei bambini e non 20-30 anni fa in cui il criterio dell’obbedienza era il criterio principale con il quale sono stata educata io da mio padre che era un militare. Ormai c’è una evoluzione ben rapida della consapevolezza della giurisprudenza, delle norme, delle relazioni fra le persone che riguarda i diritti del bambino. Le responsabilità genitoriali non è secondario se si promuovono? Cosa vuol dire “promuovono”? Bisogna sostenerle perché bisogna cambiare la testa ai genitori, bisogna fare in modo che questi bambini abbiano dei diritti in quanto bambini non sostenere i genitori soltanto. L’emendamento vuol significare anche questa cosa, quindi mi riservo di parlare anche sull’altro.

Sergio NOVELLI. Chiedo la parola per fatto personale in riferimento al mio “paganesimo” attribuitomi dalla collega Cecchini.

PRESIDENTE. Consigliere Novelli, vorrei che tra colleghi comprendessimo che tutte le interpretazioni che stiamo dando garantiscono a lei e a chi non vuol votare lo Statuto ogni tutela. Tutte, tranne quella di non far votare alla stragrande maggioranza lo Statuto. Non possiamo neanche inventarci fatti personali, ché siamo tutti ad ascoltare l’intervento dei colleghi e non si intravede alcun fatto personale, altrimenti inventiamo fatti personali. Non dobbiamo prenderci in giro e dobbiamo stare esattamente al regolamento che recita é più né meno di quello che è stato approvato dall’Ufficio di presidenza.
Nelle parole che ha detto il consigliere Cecchini non c’è nessuna offesa, consigliere Novelli, anche perché poteste richiamarvi in continuazione e inventare dei fatti personali che si configurano, per l’ennesima volta...

Sergio NOVELLI. Il consigliere può eventualmente parlare per fatto personale a fine seduta, tuttavia l’illustrazione di che cosa il fatto personale sia, per cinque minuti, deve essere fatta. Io ho cinque minuti per illustrare in che cosa ravviso il fatto personale.

PRESIDENTE. Questo fatto personale non sussiste.

Sergio NOVELLI. Io ho cinque minuti per illustrarlo e lei non può sapere a che cosa si riferisce il fatto personale.

PRESIDENTE. Lei ha cinque minuti se è accusato di qualcosa, ma nessuno, qui, l’ha fatto. Quindi non insista, per favore.

Sergio NOVELLI. Presidente, legga il regolamento.

PRESIDENTE. L’ho letto e interpretato e dice che lei non è stato accusato di alcunché.
Pongo in votazione l’emendamento 4/025.

Sergio NOVELLI. Chiedo la verifica del numero legale.

PRESIDENTE. Prego di procedere alla verifica del numero legale.

Gabriele MARTONI, Consigliere segretario. Procedo alla chiama:
Agostini assente
Amagliani presente
Amati presente
Ascoli presente
Avenali presente
Benatti presente
Brini assente
Castelli assente
Cecchini presente
Ceroni presente
Cesaroni assente
Ciccioli assente
Comi presente
D’Ambrosio presente
D’Angelo presente
Donati presente
Favia presente
Franceschetti presente
Gasperi presente
Giannotti presente
Grandinetti assente
Luchetti presente
Martoni presente
Massi assente
Melappioni presente
Minardi presente
Modesti presente
Mollaroli presente
Moruzzi presente
Novelli presente
Pistarelli assente
Procaccini presente
Ricci assente
Rocchi presente
Romagnoli assente
Secchiaroli presente
Spacca presente
Tontini presente
Trenta assente
Viventi assente

PRESIDENTE. Constatata la presenza del numero legale, pongo in votazione l’emendamento 4/025.

Il Consiglio non approva

Emendamento 4/026.

Cristina CECCHINI. Chiedo di parlare per dichiarazione di voto.

PRESIDENTE. E’ già stata fatta, gliel’ho già detto. (Interruzione del consigliere Cecchini). Lei è già intervenuta dopo averli presentati e ha avuto la possibilità di reintervenire. (Interruzione). Io le ho dato la parola, dicendo che c’erano una unica discussione e una unica dichiarazione di voto.

Cristina CECCHINI. Lei non può derogare dal regolamento, può tassativamente applicarlo.

PRESIDENTE. E’ cosa che abbiamo fatto. Lei ha avuto occasione di dire tutto quello che doveva dire su questo punto. Continuo a ripeterle che dopo che lei ha presentato l’emendamento è reintervenuta e ha avuto il diritto di fare la dichiarazione di voto. Non ho altro da aggiungere, perché non c’è altro da aggiungere, dobbiamo solo procedere alla votazione.

Sergio NOVELLI. Chiedo la verifica del numero legale.

PRESIDENTE. Prego di procedere alla verifica del numero legale.

Gabriele MARTONI, Consigliere segretario. Procedo alla chiama:
Agostini assente
Amagliani assente
Amati presente
Ascoli assente
Avenali presente
Benatti presente
Brini assente
Castelli assente
Cecchini presente
Ceroni presente
Cesaroni assente
Ciccioli assente
Comi presente
D’Ambrosio presente
D’Angelo presente
Donati presente
Favia presente
Franceschetti presente
Gasperi presente
Giannotti presente
Grandinetti assente
Luchetti presente
Martoni presente
Massi assente
Melappioni presente
Minardi presente
Modesti presente
Mollaroli presente
Moruzzi presente
Novelli presente
Pistarelli assente
Procaccini presente
Ricci assente
Rocchi presente
Romagnoli assente
Secchiaroli presente
Spacca presente
Tontini presente
Trenta assente
Viventi assente

PRESIDENTE. Constatata la presenza del numero legale, pongo in votazione l’emendamento 4/026.

Il Consiglio non approva

Emendamento 4/026 bis.

Sergio NOVELLI. Chiedo la verifica del numero legale.

PRESIDENTE. Prego di procedere alla verifica del numero legale.

Gabriele MARTONI, Consigliere segretario. Procedo alla chiama:
Agostini assente
Amagliani assente
Amati presente
Ascoli assente
Avenali presente
Benatti presente
Brini assente
Castelli assente
Cecchini presente
Ceroni presente
Cesaroni assente
Ciccioli assente
Comi presente
D’Ambrosio presente
D’Angelo presente
Donati presente
Favia presente
Franceschetti presente
Gasperi presente
Giannotti presente
Grandinetti assente
Luchetti presente
Martoni presente
Massi assente
Melappioni presente
Minardi presente
Modesti presente
Mollaroli presente
Moruzzi presente
Novelli presente
Pistarelli assente
Procaccini presente
Ricci assente
Rocchi presente
Romagnoli assente
Secchiaroli presente
Spacca presente
Tontini presente
Trenta assente
Viventi assente

PRESIDENTE. Constatata la presenza del numero legale, pongo in votazione l’emendamento 4/026 bis.

Il Consiglio non approva

Emendamento 4/026. Lo pongo in votazione.

Il Consiglio non approva

Articolo 4. Ha la parola il consigliere Novelli.

Sergio NOVELLI. Chiedo che la votazione sull’art. 4 avvenga per parti separate su ciascun comma.

PRESIDENTE. Questa discussione l’abbiamo già affrontata. E’ impossibile votare un articolo per parti separate, perché equivarrebbe ad emendarlo. Lo pongo in votazione.

Il Consiglio approva

Articolo 5. Ha la parola il consigliere Novelli.

Sergio NOVELLI. Illustro gli emendamenti. Le parti della mia discussione complessiva relativa alla estrinsecazione formale, anche al registratore, della mia valutazione critica sulla sua coerenza giuridica e sulla sua coerenza di presidenza le lascerò agli interventi sugli articoli 6 e 41 che contenevano emendamenti che lei ha demandato alla valutazione in sede di coordinamento. Penso che rimanga agli atti che lei ha aperto la seduta dicendo “richiamo rigorosamente al regolamento”, poi sta facendo uno spogliarello interpretativo per cui, man mano che le ore scorrono e la sua glicemia cala, sta progressivamente innovando l’interpretazione del regolamento, introducendo cose inaudite, che in quest’aula mai si erano fatte prima. La ringraziamo di averci riconosciuto questa nuova facoltà o forse siete voi che con il crescere degli anni avete ridotto al possibilità di fronteggiare le vicende e passo a specificare sugli emendamenti dell’art. 5. Mi perdonerà se dovrò essere di difficile lettura, perché capisce che devo parlare di undici emendamenti diversi che si riferiscono a sette diversi commi e qui ha ragione nel senso che l’art. 82 le consente di impormi di fare un’unica trattazione. Accenno ora che nel lavoro di redazione materiale degli emendamenti, purtroppo abbiamo fatto anche alcune cose non completamente commendevoli. Per esempio, sulla qualità della vita mi sembra che la nostra dazio è stata forse frettolosa. Io ho detto che tutto quello che diventa pleonastico su uno Statuto così complesso, può essere eliminato senza danno dalla lettura del testo, perché altrimenti un testo già non scorrevole diventa incomprensibile di interpretazione. Nel presentare gli emendamenti che lei non ha sbagliato nel definire ostruzionistici, confidavo anche sulla facoltà di poter specificare, su ciascuno, dove si puntava più intensamente al merito, dove si voleva richiamare l’attenzione dell’aula e dove, invece, la richiesta di riflessione era da intendersi maggiormente di stile. Specifico che quando noi chiedevamo al Consiglio di riflettere meglio ancora sulla questione della qualità della vita non volevamo sopprimere la qualità della vita, come la collega non avrà voluto sopprimere i cittadini ma solo la parola di riferimento, quanto piuttosto aprire il terreno a una riflessione. Onde evitare che possano rimanere equivoci, vorrei anche chiarire che sul discorso della sicurezza alimentare, la soppressione della espressione era riferita a un’esigenza di valorizzare nella sicurezza alimentare la tracciabilità e a questo fine, se non lo faranno i colleghi presenterò un subemendamento a emendamento su questa specifica attenzione. Per quello che riguarda la già dibattuta vicenda, in quest’aula, della espressione affettiva, è evidente che, mentre l’espressione “salvaguardare” è anche in italiano espressione non dico triviale ma non confacente a una norma statutaria, perché le norme di salvaguardia sono cose transitorie, sono esigenze meramente burocratiche, l’affermazione di valorizzare e sostenere esprime che dal punto di vista della tutela, si tratta di un valore e non semplicemente di una misura di burocratico controllo.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Cecchini.

Cristina CECCHINI. Vorrei leggervi ciò che dice Piero Fassino. Capisco che vi metta molto in imbarazzo, a me non mette in imbarazzo: “Un modo di ragionare — parla di Berlusconi — da capo fazione e non da uomo di Stato. Tutto questo non può essere accettato”. Dice il giornalista: “Siamo alle solite: l’opposizione che grida allo scandalo e la maggioranza che se ne infischia dall’alto del vantaggio numerico che vanta in Parlamento. Come pensare di evitare che la spuntino? La legge elettorale e l’eguaglianza delle possibilità di accesso al sistema dell’informazione non possono essere stravolte a piacimento di una maggioranza o di un singolo uomo politico. Ci rivolgeremo all’opinione pubblica, condurremo una battaglia durissima in tutte le sedi istituzionali, ci appelleremo al capo dello Stato. La maggioranza deve sapere che troverà un’opposizione intransigente”. Mi fermo qui per dire che Fassino coglie un punto: che le regole istituzionali debbono essere condivise, interpretate da una larga maggioranza. I miei colleghi sulla destra, continuano a dire di essere convinti che faremo una legge elettorale con sbarramento al 3%, quando il capogruppo Franceschetti dice che non è vero e che questo provocherebbe l’uscita di Forza Italia da quest’aula. Siccome tutto questo vorrei che fosse chiaro per Rocchi, per Procaccini, per D’Angelo, per quelli che hanno ancora un minimo di interesse per questa discussione, non è che si tenta di farmi passare in modo conviviale un pomeriggio di sabato perché da parte mia o da parte di Novelli non sappiamo cos’altro fare. Abbiamo diverse alternative anche molto più concrete e piacevoli. Il punto è che questo articolo vedrà il nostro voto contrario e di conseguenza una serie di emendamenti che non servono a disturbare i lavori di quest’aula ma a costruire meglio la norma.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, il consigliere Novelli.

Sergio NOVELLI. Visto che ci sono i subemendamenti che riguardano il mio emendamento in distribuzione, dovrei prendere la parola non per dichiarazione di voto ma per esprimermi su questi subemendamenti. Sono però ancora in corso di distribuzione, per cui riterrei opportuno, Presidente, prima che si dichiari il voto a 11 emendamenti e 9 subemendamenti, che conosca i subemendamenti stessi, quindi sarebbe opportuno che lei li leggesse.

PRESIDENTE. Io non ho intenzione di leggere alcunché. I subemendamenti sono tutti distribuiti. Se vuole intervenire ne ha facoltà, altrimenti non è obbligatorio.

Sergio NOVELLI. Facevo appello al suo buon senso e alla sua cortesia. Comunque, prima di dichiarare il voto vorrei che fossero illustrati.

PRESIDENTE. Consigliere, dobbiamo evitare di ridurre questa fase a un rapporto non rispettoso tra noi colleghi. Siamo alla dichiarazione di voto che è unica su tutti gli emendamenti, dopodiché li votiamo uno per uno.

Sergio NOVELLI. Se lei mi chiede una dichiarazione di voto unica, quello che posso fare è lasciare al microfono che voterò a favore dei miei emendamenti e dei miei subemendamenti. Voterò a casaccio, in ordine agli emendamenti della collega Cecchini, perché vedo che li stanno distribuendo in questo momento.
Su ogni emendamento chiederò la verifica del numero legale.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Cecchini.

Cristina CECCHINI. Rispetto al 5/033 a firma Novelli che dice di eliminare le parole “la qualità della vita” e di aggiungere “materiale e spirituale condizione dei cittadini”, è diventato un mio subemendamento e quindi voto a favore. Ce n’era un altro molto simile relativo al benessere dei cittadini, il 5/033. Anche su questo voto a favore, così come voto a favore del ragionamento che riguarda i beni strategici per le generazioni future, eliminando il ragionamento di questo tipo perché non se ne ravvisala necessità dal punto di vista giuridico. Sul 5/036 ho bisogno di fare un ragionamento un po’ più ampio. Si tratta di ragionare sul patrimonio faunistico regionale e “salvaguardia” mi sembra una parola non appropriata, mentre “tutela” mi sembra più appropriato, sia perché il piano faunistico prevede iniziative vere e proprie di incentivazione, quindi di tutela e non solo di salvaguardia dell’habitat naturale e contemporaneamente c’è la necessità di promuovere con maggiore forza. Sull’emendamento 5/037 la parola “valorizzando” ci sembra di fatto neutra, che non prevede iniziative di incentivazione mirata che sono invece da noi richieste. Al comma 3 parliamo della fruizione pubblica dei beni culturali. E’ un tema di scontro politico non rilevante, perché la tutela pubblica dei beni culturali è, rispetto all’attuale governo, un punto molto chiaro: si parla di vendita di beni monumentali e quindi, di fattosi tratta di ragionare sul ruolo dei privati nei beni culturali e del ruolo pubblico. Questa questione lascia aperta la fruizione pubblica che ci sembra una parte importante del ragionamento che deve essere svolto, però c’è anche la necessità di un ragionamento sul mondo dei privati. Siccome non vogliamo sottacere che questa è una questione che deve essere determinata dal punto di vista legislativo anche per il fatto che ci sono leggi nazionali che consentono un utilizzo dei beni culturali in capo ai privati, non vogliamo sottacere questa questione e diciamo che l’esercizio pubblico del ruolo dei beni culturali, ma contemporaneamente un indirizzo privato a certe regole, sotto certe condizioni. Sull’emendamento 5/041 c’è un ragionamento non solo sullo sport come sport agonistico ma come sport di base, perché quello che dovrebbe interessare la generalità dei ragazzi è che lo sport sia di base, quindi con l’emendamento 5/041 si tende a costruire questa questione. Il 5/032 è uguale allo 0/32 bis: qui parliamo della naturalità degli alimenti. Ora siamo in piena discussione sulla tracciabilità degli alimenti, siamo in piena discussione circa il fatto che nel nostro paese si stanno introducendo norme che tendono a garantire i consumatori sulla naturalità degli alimenti. Questi due emendamenti riguardano la tracciabilità degli alimenti e la sicurezza della filiera alimentare e comunque la naturalità degli alimenti. L’emendamento 5/032 serve a fare un ragionamento complessivo su questi emendamenti con una dizione più conforme alle nuove tematiche che animano il dibattito generale.

PRESIDENTE. Gli emendamenti che il consigliere Novelli diceva non erano stati distribuiti, erano lo 0041 e lo 0039 che non sono stati consegnati in tempo utile.
Pongo in votazione l’emendamento 5/032.

Sergio NOVELLI. Chiedo la verifica del numero legale.

PRESIDENTE. Prego di procedere alla verifica del numero legale.

Gabriele MARTONI, Consigliere segretario. Procedo alla chiama:
Agostini assente
Amagliani presente
Amati presente
Ascoli assente
Avenali presente
Benatti presente
Brini assente
Castelli assente
Cecchini presente
Ceroni presente
Cesaroni presente
Ciccioli assente
Comi presente
D’Ambrosio presente
D’Angelo presente
Donati presente
Favia presente
Franceschetti presente
Gasperi presente
Giannotti presente
Grandinetti assente
Luchetti presente
Martoni presente
Massi assente
Melappioni presente
Minardi presente
Modesti presente
Mollaroli presente
Moruzzi presente
Novelli presente
Pistarelli assente
Procaccini presente
Ricci assente
Rocchi presente
Romagnoli presente
Secchiaroli presente
Spacca presente
Tontini presente
Trenta assente
Viventi assente

PRESIDENTE. Constatata la presenza del numero legale, pongo in votazione l’emendamento 5/032.

Il Consiglio non approva

Emendamento 5/032. Lo pongo in votazione.

Il Consiglio non approva

Emendamento 5/032 bis. Lo pongo in votazione.

Il Consiglio non approva

Emendamento 5/032. Lo pongo in votazione.

Sergio NOVELLI. Chiedo la verifica del numero legale.

PRESIDENTE. Prego di procedere alla verifica del numero legale.

Gabriele MARTONI, Consigliere segretario. Procedo alla chiama:
Agostini assente
Amagliani presente
Amati presente
Ascoli assente
Avenali presente
Benatti presente
Brini assente
Castelli assente
Cecchini presente
Ceroni presente
Cesaroni presente
Ciccioli assente
Comi presente
D’Ambrosio presente
D’Angelo presente
Donati presente
Favia presente
Franceschetti presente
Gasperi presente
Giannotti presente
Grandinetti assente
Luchetti presente
Martoni presente
Massi assente
Melappioni presente
Minardi presente
Modesti presente
Mollaroli presente
Moruzzi presente
Novelli presente
Pistarelli assente
Procaccini presente
Ricci assente
Rocchi presente
Romagnoli presente
Secchiaroli presente
Spacca presente
Tontini presente
Trenta assente
Viventi assente

PRESIDENTE. Constatata la presenza del numero legale, pongo in votazione l’emendamento 5/032 ter.

Il Consiglio non approva

Emendamento 5/032. Lo pongo in votazione.

Il Consiglio non approva

Emendamento 5/033. Lo pongo in votazione.

Il Consiglio non approva

Emendamento 5/0033. Lo pongo in votazione.

Il Consiglio non approva

Emendamento 5/33. Lo pongo in votazione.

Il Consiglio non approva

Emendamento 5/035. Lo pongo in votazione.

Il Consiglio non approva

Emendamento 5/35. Lo pongo in votazione.

Il Consiglio non approva

Emendamento 5/036. Lo pongo in votazione.

Il Consiglio non approva

Emendamento 5/36. Lo pongo in votazione.

Il Consiglio non approva

Emendamento 5/037. Lo pongo in votazione.

Il Consiglio non approva

Emendamento 5/37. Lo pongo in votazione.

Il Consiglio non approva

Emendamento 5/38. Lo pongo in votazione.

Il Consiglio non approva

Emendamento 5/039. Lo pongo in votazione.

Il Consiglio non approva

Emendamento 5/041. Lo pongo in votazione.

Il Consiglio non approva

Emendamento 5/41. Lo pongo in votazione.

Sergio NOVELLI. Chiedo la verifica del numero legale.

PRESIDENTE. Prego di procedere alla verifica del numero legale.

Gabriele MARTONI, Consigliere segretario. Procedo alla chiama:
Agostini assente
Amagliani presente
Amati presente
Ascoli assente
Avenali presente
Benatti presente
Brini assente
Castelli assente
Cecchini presente
Ceroni presente
Cesaroni presente
Ciccioli assente
Comi presente
D’Ambrosio presente
D’Angelo presente
Donati presente
Favia presente
Franceschetti presente
Gasperi presente
Giannotti presente
Grandinetti assente
Luchetti presente
Martoni presente
Massi assente
Melappioni presente
Minardi presente
Modesti presente
Mollaroli presente
Moruzzi presente
Novelli presente
Pistarelli assente
Procaccini presente
Ricci assente
Rocchi presente
Romagnoli presente
Secchiaroli presente
Spacca presente
Tontini presente
Trenta assente
Viventi assente

PRESIDENTE. Constatata la presenza del numero legale, pongo in votazione l’emendamento 5/41.

Il Consiglio non approva

PRESIDENTE. Pongo in votazione l’articolo 5.

Sergio NOVELLI. Chiedo la verifica del numero legale.

PRESIDENTE. Prego di procedere alla verifica del numero legale.

Gabriele MARTONI, Consigliere segretario. Procedo alla chiama:
Agostini assente
Amagliani presente
Amati presente
Ascoli assente
Avenali presente
Benatti presente
Brini assente
Castelli assente
Cecchini presente
Ceroni presente
Cesaroni presente
Ciccioli assente
Comi presente
D’Ambrosio presente
D’Angelo presente
Donati presente
Favia presente
Franceschetti presente
Gasperi presente
Giannotti presente
Grandinetti assente
Luchetti presente
Martoni presente
Massi assente
Melappioni presente
Minardi presente
Modesti presente
Mollaroli presente
Moruzzi presente
Novelli presente
Pistarelli assente
Procaccini presente
Ricci assente
Rocchi presente
Romagnoli presente
Secchiaroli presente
Spacca presente
Tontini presente
Trenta assente
Viventi assente

PRESIDENTE. Constatata la presenza del numero legale, pongo in votazione l’articolo 5.

Il Consiglio approva

Articolo 6. Ha la parola il consigliere Novelli.

Sergio NOVELLI. L’art. 6 ha visto il voto contrario non solo del mio gruppo ma anche di An e dell’Udc. Sulla forma di governo devo fare una premessa di carattere generale, perché qualcuno potrebbe dire che su questa vicenda si era vista l’unica fase di condivisione del lavoro statutario da parte di Destra popolare. A questo punto dei lavori, le questioni di sostanza assumono valore di prospettiva, perché vanno viste nell’ambito di una complessiva valutazione sull’impianto della legge, per cui si può, per contro, rimuovere l’utile se in parallelo ci consente di prevenire qualcosa non solo di inutile ma di esiziale.
L’interpretazione inedita e prima che oggi viene fatta al regolamento, non solo mi sembra iniqua ma anche inopportuna, perché, visto che ci private del piacere di intrattenervi con discussioni che mi sforzavo di fare anche a braccio, ci costringete ad annoiarvi non parlando ma scrivendo. Tutto sommato è riposante, quindi mi sembra che l’iniziativa dell’Ufficio di presidenza, del quale sono ancora in attesa di conoscere l’invano promessomi verbale sul quale avete scritto baggianate sugli articoli 38 e 83, oltre ad alleggerire la nostra fatica ha determinato una dilatazione dei tempi.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Cecchini.

Cristina CECCHINI. Tendo a ribadire che, in applicazione del regolamento, stiamo facendo la discussione ai sensi dell’art. 82, comma 1 che dice che prima c’è la discussione generale sull’articolo complessiva, poi una discussione generale su tutti gli emendamenti, con diritto di quelli che presentano subemendamenti di poter ridiscutere, ma qui stiamo violentando i subemendamenti, la discussione sugli emendamenti e la discussione sugli articoli.
Questo è un tema generale, poi qui si entra sulla forma di governo che è un tema delicatissimo, perché si mettono le basi del presidenzialismo, norma sciagurata che non si è avuto il coraggio di cambiare, pur avendo noi la possibilità di farlo. Avendo possibilità costituzionale di realizzare un sistema parlamentare, purtroppo hanno prevalso le logiche intransigenti di chi vuole un presidente garantito, eletto dai cittadini quindi svincolato dall’aula consiliare che perde vivacità, tanto più che quest’aula non manifesta orgoglio di lavoro come dimostra la svogliatezza che tutti constatiamo perché una discussione su una norma costituzionale che vede l’assenza dai banchi della Giunta è questo. Potevamo fare diversamente rispetto ai poteri del Consiglio regionale, della Giunta e del Presidente.
Non siamo sullo stesso piano Presidente, Giunta, Consiglio regionale in un perfetto parlamentarismo, come Manzella dice, ben descrivendo le fonti delle norme e la possibilità di costruire delle ipotesi di messa in fila di questi poteri. Qui siamo a costruire un sistema presidenziale, dove un Presidente può fare tutto, fino addirittura allo scioglimento del Consiglio regionale che è vittima di un sistema presidenzialista e che quindi svolge con fatica i compiti di indirizzo e controllo. Questa è l’architettura istituzionale che si è costruita. Una Giunta che assegnerà ai capi dipartimento il suo potere vero, una Giunta che in verità è braccio esecutivo di un assetto istituzionale del Presidente. Interessa molto al centro-sinistra fare due assessori in più degli attuali, pensando che debba vincere. La composizione del centro-sinistra viene sui due assessori in più che si vogliono ottenere con questo Statuto. Da qui l’arroganza istituzionali manifestata dal Presidente Minardi, perché se ci fosse una discussione serena tesa a dire le ragioni per le quali è bene fare uno Statuto avremmo convenuto con facilità sulla necessità di riservare il nostro voto contrario all’essenziale, ma quello che è bello di questa discussione è che nessuno parla nelle sedi formali, tutti parlano fuori dall’aula. La verità è la possibilità di ragionare su una soglia di sbarramento che in realtà non vi interessa, quasi che chi avanza questo ragionamento lo facesse per la propria sopravvivenza politica e non di un’opportunità per tutte le minoranze. Questa è la vostra vera difficoltà. Noi siamo per gli accordi espliciti, non ci interessano accordi fatti sotto banco, ognuno dica in quest’aula cosa ritiene di poter fare. La cosa peggiore è il silenzio. Dopodiché decideranno gli elettori.

PRESIDENTE. Pongo in votazione l’articolo 6.

Il Consiglio approva

Articolo 7. Ha la parola il consigliere Novelli.

Sergio NOVELLI. Quando è cominciato lo streap-tease regolamentare con cui lei, signor Presidente, facendo usbergo dei segretari — ce n’è solo uno, come la solito — spogliandosi progressivamente della decenza e della consuetudine di questo Consiglio, mi sono trovato doverosamente a richiedere alla cortesia della nostra struttura tecnica una copia del regolamento per verificare alcune cose. Dopo i vari passaggi, una copia del regolamento non si trovava e ci siamo detti “anche se si è perso il vademecum del Consiglio regionale cosa cambia? Tanto il regolamento è come se non ci fosse”. Avrei quindi anche potuto non parlare, risparmiarvi i 5 minuti di questo emendamento, rimpiazzarli con i 100 minuti per la verifica del numero legale su emendamenti vari che possono essere proposti per rettificare gli emendamenti che abbiamo già sottoposto alla vostra varia attenzione. Questo articolo 7 è forse il più importante della legge, non è innovativo perché nel chiarire le funzioni del Presidente direttamente eletto, in qualche misura riprende ciò che già la legge costituzionale del 1999 aveva formalizzato. Devo constatare che oltre al gruppi misto presente nella pienezza della sua composizione, sono presenti nella loro interezza anche i gruppi consiliari che nei confronti di questo articolo 7 avevano a suo tempo votato contro. Con stupore ho visto — mi riferisco al gruppo dei Comunisti italiani — che l’articolo 6, forse per colpa mia e della collega che abbiamo un po’ inflazionato i lavori di questo Consiglio... (Interruzione). Nella votazione sintetica che la presidenza ha appena disposto l’art. 6 ha visto il mio voto di astensione, il voto contrario ovvio e confermato della collega Cecchini, ma ritengo che i colleghi che hanno votato contro il presidenzialismo in prima e seconda lettura, intendessero votare contro anche questa volta. Mi rammarico di non aver in questo momento la solidarietà di un terzo collega per far votare per appello nominale, perché non vorrei che a qualcuno dei colleghi sempre contrari al presidenzialismo, a differenza di me, scappasse un voto favorevole trascinato dalla frettolosità delle procedure che la presidenza ha imposto.
Ritengo l’articolo 7 meritevole di approvazione, forse l’unico.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Cecchini.

Cristina CECCHINI. Questo articolo è proprio negativo. Capisco il ragionamento dal quale parte il consigliere Novelli, lontanissimo dal mio, ma questa questione non so se animerà per niente i consiglieri del Pdc o di Rc ma certo anima me con molta forza, perché è il cuore dello Statuto, cioè la forma presidenziale. Potevamo fare tante cose, avevamo la possibilità di fare uno statuto che ci consentisse un’Assemblea parlamentare con un presidente vincolato alla sua maggioranza, abbiamo invece realizzato un Presidente eletto a suffragio universale diretto, in concomitanza della elezione del Consiglio regionale e che fa parte dell’organo consiliare. Sul suo programma di governo regionale, sui suoi assessori, il Presidente potrà governare la Regione. Una struttura profondamente negativa.
Un presidente vincolato da un programma elettorale può governare la Regione come meglio crede, a prescindere dalla maggioranza. Non è stato un caso che anche in questa legislatura le rottura programmatiche sono avvenute e tutte sono state subite, o tollerate o si è fatto finta di non capire niente, come ha fatto Rc sulla vicenda dell’Api, ma in forza di un potere che il Presidente della Giunta aveva di ricattare l’Assemblea legislativa, perché poteva dimettersi e di conseguenza provocare Los scioglimento del Consiglio. Questo è accaduto sull’Api, sull’Asur e non c’è stata mai la dignità di questo Consiglio regionale di poter costruire altre ipotesi, perché a fronte di un ricatto istituzionale di questo genere non ci sono deroghe. Questo sistema viene costituzionalizzato nello Statuto. Mentre la legge nazionale 108 era di deriva ordinaria e che avrebbe consentito al presidente di avere una sua forza, noi facciamo molto di più di quello che si è fatto nel dibattito della XII legislatura. Con l’art. 122 della Costituzione, quando si è fatta la riforma elettorale regionale si è tentato di costituzionalizzare un ruolo diverso delle Regioni, poi non si è riusciti e quindi si sono fatti i lavori parlamentari su tre nodi fondamentali: rapporto tra forma di governo regionale e legge elettorale, scelta fra un sistema elettorale totalmente e prevalentemente maggioritario e adozione di un sistema misto nel quale la quota proporzionale avesse un peso più rilevante di quanto non fosse nel sistema di Camera e Senato, la scelta se si dovesse adottare un sistema a turno unico o a doppio turno ha largamente impegnato il Parlamento italiano e la legge che viene fuori l’1.2.1995 tiene conto di questo e viene fuori una norma di fatto maggioritaria, con la quale i candidati presidenti hanno un premio in listino, del quinto dei consiglieri. Quindi la legge 22.11.1999, in attesa che entrino in vigore i nuovi statuti regionali prevede l’elezione del Presidente della Giunta secondo le modalità della legge ordinaria in materia di elezione dei Consigli regionali.
Oggi, con questo Statuto facciamo un passo peggiorativo: costituzionalizziamo un ruolo del Presidente della Giunta che governa in forza di una norma di Statuto, cioè elezione diretta a suffragio universale che vuol dire cose molto precise. Rispetto a tutto questo la situazione diventa assai peggiore. Sarebbe bene che i colleghi di Forza Italia qui introducessero la benedetta mediazione che hanno scritto questa mattina, ma nella disattenzione generale si sono scordati di porla in questa norma. Anche questa si vedrà a fine seduta. E’ un’operazione davvero dannosa, di fronte a un Presidente che potrebbe svincolarsi dal programma e fare quello che gli pare nel merito di una serie di scelte fondamentali, in forza di uno Statuto che consente ciò.
Rispetto a tutto questo credo che valga la pena di fare una riflessione, perché siamo ancora in tempo per ragionare nel merito di tutto questo. Certo è che non verrà nessuna forza da questo nuovo Statuto se si assumesse la deriva presidenzialista.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Procaccini.

Cesare PROCACCINI. L’articolo 7 vanifica tutto il resto dello Statuto regionale al quale il nostro gruppo ha dato un contributo di lavoro assiduo in Commissione e in Consiglio e anche questa sera siamo qui ad onorare questa impostazione di rigore e di rispetto istituzionale, mentre altri, forse avendo già fatto accordi sottobanco, sono andati via. Questo articolo che prevede l’elezione diretta del Presidente della Regione vanifica tutto il lavoro. Infatti questa elezione contrasta con una partecipazione di rappresentanza assembleare, indebolisce di più, rispetto a quanto oggi è il Consiglio regionale, anzi mette le sorti del Consiglio regionale, che è o dovrebbe essere la massima espressione dei cittadini, nelle mani di una sola persona. Inoltre questa impostazione provincialistica di sbagliato autonomismo indebolisce una battaglia più generale che il centro-sinistra sta svolgendo contro il presidenzialismo della destra. Come fate a dire di no al presidenzialismo di Berlusconi che vuole l’elezione diretta del capo dello Stato e del capo del Governo e dire di sì all’elezione diretta del Presidente della Regione? Anzi, ormai si va in una direzione ulteriormente peggiorativa. Ci sono presidenti, da Bassolino a Storace, che si fanno la propria lista con il proprio nome, perché i presidenti-governatori hanno fastidio della democrazia partecipata. Occorre invece che le Marche e tutte le Regioni non abbiano dei governatori ma dei presidenti autorevoli, rappresentativi, che sappiano raffrontarsi con il Consiglio, con le forze politiche e con le forze sociali.
Purtroppo c’è una larga convergenza in questo Consiglio regionale sul presidenzialismo. Noi ne prendiamo atto, tuttavia vogliamo continuare a svolgere una battaglia e a questo punto diciamo che, visto che volete a tutti i costi il presidenzialismo regionale e che volete anche a tutti i costi cambiare la legge elettorale, occorre che ci sia una legge elettorale rappresentativa di tutte le istanze della società.
Per queste considerazioni schematiche, i Comunisti italiani voteranno contro l’articolo 7 e voteranno contro lo Statuto.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere D’Angelo.

Pietro D'ANGELO. Come Verdi abbiamo sempre detto a livello regionale e a livello nazionale, che la scelta statutaria di una scelta presidenzialista non va nella direzione che auspichiamo come Verdi. Riteniamo che per una sana democrazia il Consiglio debba comunque e sempre avere un ruolo costruttivo e anche di controllo. Noi avremmo auspicato, come già detto, una forma semipresidenzialista, già bocciata per una decisione secondo noi politica, dalla Corte costituzionale, relativamente ad altre leggi regionali, però riteniamo di ribadire, con convinzione, che questa scelta non è quella secondo noi migliore, che va a garantire l’interesse della collettività, un proficuo rapporto di collaborazione tra tutti gli organismi di un governo regionale. Pertanto ribadiamo il nostro voto contrario all’articolo 7 che va in tutt’altra direzione rispetto a quanto auspicato dai Verdi.

PRESIDENTE. Pongo in votazione l’articolo 7.

Sergio NOVELLI. Chiedo la verifica del numero legale.

PRESIDENTE. Prego di procedere alla verifica del numero legale.

Gabriele MARTONI, Consigliere segretario. Procedo alla chiama:
Agostini assente
Amagliani presente
Amati presente
Ascoli presente
Avenali presente
Benatti assente
Brini assente
Castelli assente
Cecchini presente
Ceroni presente
Cesaroni presente
Ciccioli assente
Comi presente
D’Ambrosio presente
D’Angelo presente
Donati presente
Favia presente
Franceschetti presente
Gasperi presente
Giannotti presente
Grandinetti assente
Luchetti presente
Martoni presente
Massi assente
Melappioni presente
Minardi presente
Modesti presente
Mollaroli presente
Moruzzi presente
Novelli presente
Pistarelli assente
Procaccini presente
Ricci assente
Rocchi presente
Romagnoli presente
Secchiaroli presente
Spacca presente
Tontini presente
Trenta assente
Viventi assente

PRESIDENTE. Constatata la presenza del numero legale, pongo in votazione l’articolo 7.

Il Consiglio approva

Sospendo la seduta per riunire la Conferenza dei presidenti di gruppo.

La seduta, sospesa alle 19,30,
riprende alle 19,55

PRESIDENTE. Riprendiamo i nostri lavori dall’articolo 8. Come da lavori della Conferenza dei presidenti di gruppo i consiglieri sanno dell’autoregolamentazione determinata dalla stessa Conferenza dei presidenti di gruppo che ha la facoltà di organizzare i lavori dell’aula. Ha la parola il consigliere Novelli.

Sergio NOVELLI. Mi perdonerete se in un minuto non parlerò molto dell’articolo 8. Vorrei fa presente che oltre a essere incoerente in ordine a quanto aveva dichiarato circa la disponibilità a lavorare in notturna, il breve conciliabolo di qualche minuto fa dimostra che, al di là della iattanza, la maggioranza dei consiglieri non ritiene in grado di lavorare per il non lieve stipendio di cui vengono gratificati, più di sei ore al giorno. L’idea di dover lavorare una giornata piena come tanti operai fanno sporcandosi di più, è insostenibile. Ne prendo atto e devo prendere atto che da circa un’ora, Presidente, le chiedo il testo scritto e firmato delle sue interpretazioni del regolamento, lei dice che le scrive, le vedo girare e firmare, ma non me le consegna mai. Vuole cortesemente onorare la sua parola e sospendere, anziché per cinque, per dieci minuti e darmi questi testi che mi ha promesso ormai da più di un’ora?

PRESIDENTE. Glielo diamo subito, consigliere.

Sergio NOVELLI. Voi state superando il regolamento in maniera deplorevole. Vi ho avvertito che ciò mi costringerà, mal volentieri, perché non sono per carattere un violento, a interrompere questa seduta, costringendo il Presidente a espellermi. Mi secca dover fare questo, vorrei che fosse chiaro che lo faccio perché la maggioranza non ha la forza di fronteggiare due consiglieri che lavorano nel rispetto del regolamento.
Voto ovviamente contrario all’articolo 8.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Cecchini.

Cristina CECCHINI. Ho assistito alla Conferenza dei presidenti di gruppo, sono stata in silenzio come era mio dovere perché non avevo titolo di parola, ma quanto ho sentito è davvero singolare, nel senso che se è vero che la Conferenza dei presidenti di gruppo può contingentare i lavori, non si è visto mai il contingentamento a un minuto sulla norma statutaria, su tutti gli emendamenti, su tutti i subemendamenti e sulla possibilità di garantire il numero legale. Evidentemente avete serie difficoltà a discutere nel merito e questo si è visto con il vostro silenzio, perché non interloquite su niente, come se non ci fossero questioni politiche implicite da risolvere ed evidentemente avete bisogno di fare in modo che si approvi uno Statuto pensando che Berlusconi vi faccia la grazia di non votare il 3 aprile, di rinviare le elezioni, perché deve essere chiaro quello che è avvenuto.
Ritengo che sia obbligatorio per qualsiasi norma e non solo quella che interessa Fassino — la legge elettorale nazionale sulla quale siete pronti a fare ostruzionismo e le barricate, ma anche su quella regionale — avere uguale profilo politico, cioè garantire le minoranze almeno al 40%. C’è qui chi si richiama ai valori dei comunisti italiani, io vi dico che vi dovete vergognare. La “legge Scelba” ha provocato dei morti nella regione e nel paese, solo perché chi aveva il 51% pretendeva di avere il 66% di voti, voi fate una norma senza avere la pretesa di avere il 40% — poteste avere il 26% — e garantirvi il 62% dei voti. Se non vi volete vergognare per questa cosa, in nome della vostra storia che avete rimosso dalla vostra testa, dalla vostra cultura politica... Credo che questo valga la pena discuterlo davanti ai cittadini marchigiani, dopodiché se in mezzo a questo c’è chi chiede una soglia di minoranza al 3% e pare che sia una questione di cui vergognarsi, probabilmente siete sempre convinti di essere maggioranza e di stare nel “gruppone” che vi garantisce di non avere questo problema. Siccome, invece, chi ha bisogno di garantire delle idee può farlo a prescindere, è bene che questo sia un problema, dopodiché se non lo volete garantire non lo garantite, ma ditelo ai cittadini marchigiani.

Sergio NOVELLI. Chiedo la verifica del numero legale sull’articolo 8.

PRESIDENTE. Prego di procedere alla verifica del numero legale.

Adriana MOLLAROLI, Consigliere segretario. Procedo alla chiama:
Agostini assente
Amagliani presente
Amati presente
Ascoli presente
Avenali presente
Benatti presente
Brini assente
Castelli assente
Cecchini presente
Ceroni presente
Cesaroni presente
Ciccioli assente
Comi presente
D’Ambrosio presente
D’Angelo presente
Donati presente
Favia presente
Franceschetti presente
Gasperi presente
Giannotti presente
Grandinetti assente
Luchetti presente
Martoni presente
Massi assente
Melappioni presente
Minardi presente
Modesti presente
Mollaroli presente
Moruzzi presente
Novelli presente
Pistarelli assente
Procaccini presente
Ricci assente
Rocchi presente
Romagnoli presente
Secchiaroli presente
Spacca presente
Tontini presente
Trenta assente
Viventi assente

PRESIDENTE. Constatata la presenza del numero legale, pongo in votazione l’articolo n. 8.

Il Consiglio approva

Art. 9. Ha la parola il consigliere Novelli.

Sergio NOVELLI. Penso sia giusto dire perché non siamo favorevoli. Lungi da me l’intenzione di molestarvi troppo, abbiamo parlato lo stretto indispensabile, visto però che parlare non volete, ascoltare non sapete, la ringrazio doverosamente per avermi messo per iscritto queste cose che nella riservatezza della Conferenza dei presidenti di gruppo ho definito “sciocchezze”, vorrei ripeterlo in aula. E’ giusto che i marchigiani sappiano che la capacità di ascoltare è un minuto, la capacità di lavorare di questa maggioranza consiliare arriva fino alle ore 20. I tanti lavoratori che nelle ferrovie, nei cantieri, nelle panetterie lavorano saranno orgogliosi di essere rappresentati da questi diligenti lavativi che sono incapaci perfino di ascoltare la doverosa fatica dei colleghi.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Cecchini.

Cristina CECCHINI. Voglio utilizzare i secondi che ci sono stati dati per dire che la soglia di minoranza al 3% è garantita per legge nelle elezioni provinciali e comunali. Che oggi diventi terreno di cui vergognarsi è davvero un modo singolare di intendere la politica. Probabilmente vi interessano gli accordi con Forza Italia, quindi fateveli mattina e sera. Chiedo la verifica del numero legale.

PRESIDENTE. Prego di procedere alla verifica del numero legale.

Adriana MOLLAROLI, Consigliere segretario. Procedo alla chiama:
Agostini assente
Amagliani presente
Amati presente
Ascoli presente
Avenali presente
Benatti presente
Brini assente
Castelli assente
Cecchini presente
Ceroni presente
Cesaroni presente
Ciccioli assente
Comi presente
D’Ambrosio presente
D’Angelo presente
Donati presente
Favia presente
Franceschetti presente
Gasperi presente
Giannotti presente
Grandinetti assente
Luchetti presente
Martoni presente
Massi assente
Melappioni presente
Minardi presente
Modesti presente
Mollaroli presente

PRESIDENTE. Constatata la presenza del numero legale, pongo in votazione l’articolo 9.

Il Consiglio approva

Art. 10. Ha la parola il consigliere Novelli.

Sergio NOVELLI. Sarebbe opportuno cominciare a leggere riga per riga il contenuto dell’articolo, perché ritengo verosimile che a distanza di tanti mesi possa essere dimenticato. Sull’articolo 10 esprimiamo un voto contrario.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Cecchini.

Cristina CECCHINI. A me interessa segnalare ai marchigiani la vostra intolleranza, quindi non voglio scendere su tumulti dell’aula come segnalazione dei problemi. I problemi li avete determinati voi con questa costruzione del dibattito consiliare, è bene che resti caro ai marchigiani che non avete voluto discutere, quindi mi appello a quello che la Conferenza dei presidenti di gruppo ha ingiustamente deciso. Qui si dimostra la deriva presidenzialista che viene indicata.

Sergio NOVELLI. Chiedo la verifica del numero legale.

PRESIDENTE. Prego di procedere alla verifica del numero legale.

Adriana MOLLAROLI, Consigliere segretario. Procedo alla chiama:
Agostini assente
Amagliani presente
Amati presente
Ascoli presente
Avenali presente
Benatti presente
Brini assente
Castelli assente
Cecchini presente
Ceroni presente
Cesaroni presente
Ciccioli assente
Comi presente
D’Ambrosio presente
D’Angelo presente
Donati presente
Favia presente
Franceschetti presente
Gasperi presente
Giannotti presente
Grandinetti assente
Luchetti presente
Martoni presente
Massi assente
Melappioni presente
Minardi presente
Modesti presente
Mollaroli presente

PRESIDENTE. Constatata la presenza del numero legale, pongo in votazione l’articolo 10.

Il Consiglio approva

Art. 11. Ha la parola il consigliere Cecchini.

Cristina CECCHINI. Questo articolo è importante, perché serve a definire come è composto questo Consiglio regionale. Rai 3 ha già detto che è composto di 43 consiglieri. Con i miei emendamenti, probabilmente questo articolo viene correttamente costruito ai sensi dell’art. 37 del testo unico 267 ove si dice “il Presidente della Giunta e i 42 consiglieri”, oppure “tanti consiglieri quanto indicato dalla legge elettorale”. Sono una serie di emendamenti che portano a dare un fondamento giuridico a una mediazione utile per quest’aula.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Novelli.

Sergio NOVELLI. Nei molti emendamenti che o presentato, quello di 1.470.000 consiglieri regionali che avrebbe risolto il problema della legge elettorale lo ritirerei perché potrebbe essere ritenuto un numero eccessivo; Propongo invece di rideterminare in 20 il numero dei consiglieri regionali. So che avevo proposto il numero di 45 per tutelare il territorio dicendo che le province sono 5, non mi deste retta, voglio far presente che sul numero di 20 ci potremmo confrontare.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Cecchini.

Cristina CECCHINI. Rispetto agli emendamenti di Novelli credo che dobbiamo stare ai termini che si è fatta in questo Consiglio regionale e che si debba lavorare perché si interpreti correttamente in combinato disposto degli articoli 7 e 11 secondo i quali il Presidente della Giunta fa parte del Consiglio e non è consigliere da conteggiare nei 42 ma a tutti gli effetti vota e può deliberare.

PRESIDENTE. Subemendamento 057/4. Ha la parola il consigliere Cecchini.

Cristina CECCHINI. Se si dovesse respingere un emendamento di questo genere, difficilmente con un ordine del giorno si potrebbe fare quello che si intende fare.

PRESIDENTE. Pongo in votazione l’emendamento.

Il Consiglio non approva

Emendamento 057/5. Lo pongo in votazione.

Il Consiglio non approva

Emendamento n. 057/6. Lo pongo in votazione.

Il Consiglio non approva

Emendamento n. 057/7. Lo pongo in votazione.

Il Consiglio non approva

Emendamento n. 057/8. Lo pongo in votazione.

Il Consiglio non approva

Emendamento n. 057/9. Lo pongo in votazione.

Il Consiglio non approva

Emendamento n. 057/10. Lo pongo in votazione.

Il Consiglio non approva

Emendamento n. 057/11. Lo pongo in votazione.

Il Consiglio non approva

Emendamento n. 057/12. Lo pongo in votazione.

Il Consiglio non approva

Emendamento n. 057/13. Lo pongo in votazione.

Il Consiglio non approva

Emendamento n. 057/14. Lo pongo in votazione.

Il Consiglio non approva

Emendamento n. 057/15. Lo pongo in votazione.

Il Consiglio non approva

Emendamento n. 057/16. Lo pongo in votazione.

Il Consiglio non approva

Emendamento n. 057/17. Lo pongo in votazione.

Il Consiglio non approva

Emendamento n. 057/18. Lo pongo in votazione.

Il Consiglio non approva

Emendamento n. 057/19. Lo pongo in votazione.

Il Consiglio non approva

Emendamento n. 057/20. Lo pongo in votazione.

Il Consiglio non approva

Emendamento n. 057/21. Lo pongo in votazione.

Il Consiglio non approva

Emendamento n. 057/22. Lo pongo in votazione.

Il Consiglio non approva

Emendamento n. 057/23. Lo pongo in votazione.

Il Consiglio non approva

Emendamento n. 057/24. Lo pongo in votazione.

Il Consiglio non approva

Emendamento n. 057/25. Lo pongo in votazione.

Il Consiglio non approva

Emendamento n. 057/26. Lo pongo in votazione.

Il Consiglio non approva

Emendamento n. 057/27. Lo pongo in votazione.

Il Consiglio non approva

Emendamento n. 057/28. Lo pongo in votazione.

Il Consiglio non approva

Emendamento n. 057/29. Lo pongo in votazione.

Il Consiglio non approva

Emendamento n. 057/29. Lo pongo in votazione.

Il Consiglio non approva

Emendamento n. 057/30. Lo pongo in votazione.

Il Consiglio non approva

Emendamento n. 057/31. Lo pongo in votazione.

Il Consiglio non approva

Emendamento n. 057/32. Lo pongo in votazione.

Il Consiglio non approva

Emendamento n. 057/33. Lo pongo in votazione.

Il Consiglio non approva

Emendamento n. 057/34. Lo pongo in votazione.

Il Consiglio non approva

Emendamento n. 057/35. Lo pongo in votazione.

Il Consiglio non approva

Emendamento n. 057/36. Lo pongo in votazione.

Il Consiglio non approva

Emendamento n. 057/37. Lo pongo in votazione.

Il Consiglio non approva

Emendamento n. 057/38. Lo pongo in votazione.

Il Consiglio non approva

Emendamento n. 057/39. Lo pongo in votazione.

Il Consiglio non approva

Emendamento n. 057/40. Prego di procedere alla verifica del numero legale.

Adriana MOLLAROLI, Consigliere segretario. Procedo alla chiama:
Agostini assente
Amagliani presente
Amati presente
Ascoli presente
Avenali presente
Benatti presente
Brini assente
Castelli assente
Cecchini presente
Ceroni presente
Cesaroni presente
Ciccioli assente
Comi presente
D’Ambrosio presente
D’Angelo presente
Donati presente
Favia presente
Franceschetti presente
Gasperi presente
Giannotti presente
Grandinetti assente
Luchetti presente
Martoni presente
Massi assente
Melappioni presente
Minardi presente
Modesti presente
Mollaroli presente

PRESIDENTE. Constatata la presenza del numero legale, pongo in votazione l’emendamento.

Il Consiglio non approva

Emendamento n. 057/41. Lo pongo in votazione.

Il Consiglio non approva

Emendamento n. 057/42. Lo pongo in votazione.

Il Consiglio non approva

Emendamento n. 057/43. Lo pongo in votazione.

Il Consiglio non approva

Emendamento n. 057/44. Lo pongo in votazione.

Il Consiglio non approva

Emendamento n. 057/45. Lo pongo in votazione.

Il Consiglio non approva

Emendamento n. 057/46. Lo pongo in votazione.

Il Consiglio non approva

Emendamento n. 057/47. Lo pongo in votazione.

Il Consiglio non approva

Emendamento n. 057/56. Lo pongo in votazione.

Il Consiglio non approva

Emendamento n. 057/58. Lo pongo in votazione.

Il Consiglio non approva

Emendamento n. 057/58. Lo pongo in votazione.

Il Consiglio non approva

Emendamento n. 057/59. Lo pongo in votazione.

Il Consiglio non approva

Emendamento n. 057/60. Lo pongo in votazione.

Il Consiglio non approva

Emendamento n. 057/61. Lo pongo in votazione.

Il Consiglio non approva

Emendamento n. 057/39. Lo pongo in votazione.

Il Consiglio non approva

Emendamento n. 057/63. Lo pongo in votazione.

Il Consiglio non approva

Emendamento n. 057/0063. Lo pongo in votazione.

Il Consiglio non approva

Emendamento n. 057/63. Lo pongo in votazione.

Il Consiglio non approva

Emendamento n. 057/064. Lo pongo in votazione.

Il Consiglio non approva

Emendamento n. 057/64. Lo pongo in votazione.

Il Consiglio non approva

Pongo in votazione l’articolo 11.

Il Consiglio approva

Art. 12. Ha la parola il consigliere Novelli.

Sergio NOVELLI. Alcuni di questi emendamenti fanno riferimento a un termine dilatorio anche ad horas sulla prima convocazione consiliare. Potrebbe sembrare una pignoleria eccessiva andare a preoccuparsi delle ore in cui si convoca il Consiglio, però mi sembra che, essendo appunto in un consesso molto preoccupato degli orari, credo che una specificazione dell’orario sia opportuna e doverosa. Chiedo la verifica del numero legale.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Cecchini.

Cristina CECCHINI. Voterò contro questo articolo. La velocità con la quale stiamo procedendo mi sembra abbia provocato un danno irreversibile a questa discussione e ce se ne accorgerà alla fine quando verrà reso noto quello che stiamo facendo.

PRESIDENTE. Pongo in votazione l’emendamento.

Il Consiglio non approva

Emendamento n. 12/65.2. Lo pongo in votazione.

Il Consiglio non approva

Emendamento n. 12/65.3. Lo pongo in votazione.

Il Consiglio non approva

Emendamento n. 12/65.4. Lo pongo in votazione.

Il Consiglio non approva

Emendamento n. 12/65.5. Lo pongo in votazione.

Il Consiglio non approva

Emendamento n. 12/65.6. Lo pongo in votazione.

Il Consiglio non approva

Emendamento n. 12/65.7. Lo pongo in votazione.

Il Consiglio non approva

Emendamento n. 12/65.8. Lo pongo in votazione.

Il Consiglio non approva

Emendamento n. 12/65.9. Lo pongo in votazione.

Il Consiglio non approva

Emendamento n. 12/65.11. Lo pongo in votazione.

Il Consiglio non approva

Emendamento n. 12/65.12. Lo pongo in votazione.

Il Consiglio non approva

Emendamento n. 12/65.13 Lo pongo in votazione.

Il Consiglio non approva

Emendamento n. 12/65.14. Lo pongo in votazione.

Il Consiglio non approva

Emendamento n. 12/65.15. Lo pongo in votazione.

Il Consiglio non approva

Emendamento n. 12/65.16. Lo pongo in votazione.

Il Consiglio non approva

Emendamento n. 12/65.17. Lo pongo in votazione.

Il Consiglio non approva

Emendamento n. 12/65.18. Lo pongo in votazione.

Il Consiglio non approva

Emendamento n. 12/65 Lo pongo in votazione.

Il Consiglio non approva

Emendamento n. 12/66. Lo pongo in votazione.

Il Consiglio non approva

Emendamento n. 12/67. Lo pongo in votazione.

Il Consiglio non approva

Emendamento n. 12/68. Lo pongo in votazione.

Il Consiglio non approva

Emendamento n. 12/69. Lo pongo in votazione.

Il Consiglio non approva

Emendamento n. 12/70. Lo pongo in votazione.

Il Consiglio non approva

Emendamento n. 12/71. Lo pongo in votazione.

Il Consiglio non approva

Emendamento n. 12/72. Lo pongo in votazione.

Il Consiglio non approva

Emendamento n. 12/73. Lo pongo in votazione.

Il Consiglio non approva

Emendamento n. 12/74. Lo pongo in votazione.

Il Consiglio non approva

Emendamento n. 12/75. Lo pongo in votazione.

Il Consiglio non approva

Emendamento n. 12/76. Lo pongo in votazione.

Il Consiglio non approva

PRESIDENTE. Prego di procedere alla verifica del numero legale.

Adriana MOLLAROLI, Consigliere segretario. Procedo alla chiama:
Agostini assente
Amagliani presente
Amati presente
Ascoli presente
Avenali presente
Benatti presente
Brini assente
Castelli assente
Cecchini presente
Ceroni presente
Cesaroni presente
Ciccioli assente
Comi presente
D’Ambrosio presente
D’Angelo presente
Donati presente
Favia presente
Franceschetti presente
Gasperi presente
Giannotti presente
Grandinetti assente
Luchetti presente
Martoni presente
Massi assente
Melappioni presente
Minardi presente
Modesti presente
Mollaroli presente

PRESIDENTE. Constatata la presenza del numero legale, pongo in votazione l’articolo 12.

Il Consiglio approva

Art. 13. Lo pongo in votazione.

Il Consiglio approva

Art. 14. Ha la parola il consigliere Novelli.

Sergio NOVELLI. Mi perdonerà, Presidente, se sull’art. 14 spendo una parola per illustrare anche gli emendamenti all’art. 13 che lei ha ritenuto di passare al coordinamento. Non mi sembra che sia una questione semplicemente lessicale il voler mantenere a tutti i costi l’espressione di tono leggermente fuori moda e vagamente sovietico “coadiuva”’ rispetto alla proposta di riferimento a un rapporto collaborativo nell’ambito delle procedure di cui all’art. 15, comma primo, per cui chiederei di votare contro l’art. 15 non emendato e chiedo la verifica del numero legale.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Cecchini.

Cristina CECCHINI. Non vorrei che, dato che avete una fantasia all’eccesso, modificaste nel senso che l’articolo che avevamo indicato di votare, che riguardava il Presidente della Giunta e i 42 consiglieri, si riferisse al Presidente del Consiglio. Si riferisce invece al Presidente della Giunta e voglio capire come riuscirete ad aggirare l’articolo 84, che dice che non si possono presentare ordini del giorno su articoli posti in votazione e respinti, che contengono Presidente della Giunta e 42 consiglieri. Questo è altra cosa e comunque è dentro la filosofia di una legge che respingiamo.

PRESIDENTE. Pongo in votazione l’articolo 14.

Il Consiglio approva

Articolo 15. Ha la parola il consigliere Novelli.

Sergio NOVELLI. Voto contrario e chiedo la verifica del numero legale.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Cecchini.

Cristina CECCHINI. Il voto è negativo. Ritengo che l’Ufficio di presidenza non possa stravolgere, nelle sue interpretazioni ciò che l’aula ha determinato.

PRESIDENTE. Prego di procedere alla verifica del numero legale.

PRESIDENTE. Prego di procedere alla verifica del numero legale.

Adriana MOLLAROLI, Consigliere segretario. Procedo alla chiama:
Agostini assente
Amagliani presente
Amati presente
Ascoli presente
Avenali presente
Benatti presente
Brini assente
Castelli assente
Cecchini presente
Ceroni presente
Cesaroni presente
Ciccioli assente
Comi presente
D’Ambrosio presente
D’Angelo presente
Donati presente
Favia presente
Franceschetti presente
Gasperi presente
Giannotti presente
Grandinetti assente
Luchetti presente
Martoni presente
Massi assente
Melappioni presente
Minardi presente
Modesti presente
Mollaroli presente

PRESIDENTE. Constatata la presenza del numero legale, pongo in votazione l’articolo 15.

Il Consiglio approva

Articolo 16. Lo pongo in votazione.

Il Consiglio approva

Art. 17. Lo pongo in votazione.

Il Consiglio approva

Art. 18. Ha la parola il consigliere Novelli.

Sergio NOVELLI. Il voto è contrario. Non debbo illustrare emendamenti. Vorrei far presente che sulla verifica del numero legale, lei ha detto “la facciamo soltanto quando esiste il rischio che non possa esserci il numero”. Mi dica lei se le sembra, adesso, di lavorare con un plenum effettivamente legale.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Cecchini.

Cristina CECCHINI. “I consiglieri regionali rappresentano l’intera Regione senza vincolo di mandato. Non possono essere chiamati a rispondere per le opinioni espresse e i voti dati nell’esercizio delle loro funzioni”. Si riproduce qui quanto scritto nel 122 della Costituzione. Per il resto i commi 2, 3, 4 e 5, nell’esercitare la funzione ordinaria del consigliere regionale, sono però in combinato disposto con i poteri del Presidente della Giunta e ciò che viene fuori è che c’è un consigliere che ha iniziativa di fare le leggi, ha diritto di accesso agli atti, ma di fattola responsabilità è totalmente in capo all’Esecutivo, quindi una funzione legislativa pure importante ma sostanzialmente un ruolo del tutto inutile. Con questo articolo si sancisce un’attività importante del consigliere regionale, ma rispetto a questa attività vale la capacità dell’iniziativa legislativa e del controllo. Qui non si vede questa norma, ma l’unica cosa che si vede è che l’iniziativa legislativa c’è ma il controllo degli atti del Presidente della Giunta o della Giunta stessa, questo potere di indirizzo e di controllo non si evince.

PRESIDENTE. Prego di procedere alla verifica del numero legale.

Adriana MOLLAROLI, Consigliere segretario. Procedo alla chiama:
Agostini assente
Amagliani presente
Amati presente
Ascoli presente
Avenali presente
Benatti presente
Brini assente
Castelli assente
Cecchini presente
Ceroni presente
Cesaroni presente
Ciccioli assente
Comi presente
D’Ambrosio presente
D’Angelo presente
Donati presente
Favia presente
Franceschetti presente
Gasperi presente
Giannotti presente
Grandinetti assente
Luchetti presente
Martoni presente
Massi assente
Melappioni presente
Minardi presente
Modesti presente
Mollaroli presente

PRESIDENTE. Constatata la presenza del numero legale, pongo in votazione l’articolo 18.

Il Consiglio approva

Articolo 19. Emendamento 19/93 Ha la parola il consigliere Novelli.

Sergio NOVELLI. Prendo la parola con un pochino più di interesse. Mi sembra evidente che sia assolutamente ipocrita votare, perché per lei e per il polivo, cioè per questo unico soggetto che accomuna chi a livello nazionale — Berlusconi — non sa rispettare le regole e per chi sia contento di violarle, là dove può, a livello regionale, un regolamento è un letto di procuste che non sapete sopportare. Vi consiglierei di non votare questo articolo ipocrita. Non siete persone tali da rendersi compatibili a un regolamento e a rispettarlo, per cui fate senza, dite che gestite il Consiglio secondo la mera volontà prevaricatrice della maggioranza, anche questa è una posizione politica, non ne avete bisogno, forse non ne avete la capacità e la maturità, non vorrei dire il fisico. Chiedo la verifica del numero legale.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Cecchini.

Cristina CECCHINI. Il regolamento interno potrebbe essere lo strumento di organizzazione di questo Consiglio regionale e dei suoi dibattiti, ma rischia di essere una gabbia nella quale imprigionare l’ipocrisia di quest’aula, perché oggi tutto quello che abbiamo fatto è stato violentare il regolamento interno nei suoi articoli fondamentali, nel contingentamento dei tempi, violentare addirittura le discussioni delle iniziative legislative, fino a violentare, fra un po’, anche l’art. 84 per risolvere il problema che vi siete creati da soli.

PRESIDENTE. Pongo in votazione l’emendamento.

Il Consiglio non approva

PRESIDENTE. Prego di procedere alla verifica del numero legale.

Adriana MOLLAROLI, Consigliere segretario. Procedo alla chiama:
Agostini assente
Amagliani presente
Amati presente
Ascoli presente
Avenali presente
Benatti presente
Brini assente
Castelli assente
Cecchini presente
Ceroni presente
Cesaroni presente
Ciccioli assente
Comi presente
D’Ambrosio presente
D’Angelo presente
Donati presente
Favia presente
Franceschetti presente
Gasperi presente
Giannotti presente
Grandinetti assente
Luchetti presente
Martoni presente
Massi assente
Melappioni presente
Minardi presente
Modesti presente
Mollaroli presente

PRESIDENTE. Constatata la presenza del numero legale, pongo in votazione l’articolo 19.

Il Consiglio approva

Articolo 20. Emendamento 94. Ha la parola il consigliere Cecchini.

Cristina CECCHINI. L’art. 20 parla delle sedute del Consiglio. l’articolo prevederebbe che lo svolgimento del Consiglio oltre ad essere pubblico viene regolamentato dal regolamento interno e gli emendamenti non cambiano gran che di quanto definito, perché definiscono soltanto la prima seduta nei termini di una serie di giorni che sono quattro. Che cosa vogliamo rappresentare con queste sedute del Consiglio regionale? Abbiamo già visto il ruolo dei consiglieri regionali, abbiamo già visto la violazione del regolamento all’art. 19, abbiamo già visto il ruolo del Presidente della Giunta. Che cosa dire di queste sedute che sostanzialmente ratificano ciò che la maggioranza ha già definito e che il Governo ha già fatto?

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Novelli.

Sergio NOVELLI. Ritiro il 20/96 perché mi sembra che siano quasi identici. Esprimo voto favorevole al 20/94 e chiedo al verifica del numero legale sul 20/94.

PRESIDENTE. Pongo in votazione l’emendamento 94.

Il Consiglio non approva

PRESIDENTE. Pongo in votazione l’emendamento 94 bis.

Il Consiglio non approva

PRESIDENTE. Prego di procedere alla verifica del numero legale.

Adriana MOLLAROLI, Consigliere segretario. Procedo alla chiama:
Agostini assente
Amagliani presente
Amati presente
Ascoli presente
Avenali presente
Benatti presente
Brini assente
Castelli assente
Cecchini presente
Ceroni presente
Cesaroni presente
Ciccioli assente
Comi presente
D’Ambrosio presente
D’Angelo presente
Donati presente
Favia presente
Franceschetti presente
Gasperi presente
Giannotti presente
Grandinetti assente
Luchetti presente
Martoni presente
Massi assente
Melappioni presente
Minardi presente
Modesti presente
Mollaroli presente

PRESIDENTE. Constatata la presenza del numero legale, pongo in votazione l’articolo 20.

Il Consiglio approva

Articolo 21. Lo pongo in votazione.

Il Consiglio approva

Art. 22. Lo pongo in votazione.

Il Consiglio approva

Art. 23. Emendamento 104. Ha la parola il consigliere Novelli.

Sergio NOVELLI. Abbiamo due emendamenti relativi al miglioramento della qualità tecnica dello Statuto, che lei ha considerato come coordinamento, per cui il voto sull’articolo 23 è contrario con richiesta di verifica del numero legale.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Cecchini.

Cristina CECCHINI. Noi abbiamo un ragionamento sul Consiglio regionale, un ragionamento sulle Commissioni consiliari e un ragionamento all’art. 23 delle attività istruttorie e conoscitive. Questi articoli sono importanti, perché determinano i funzionamento vero del Consiglio regionale, le funzioni di approvazione delle leggi che sono largamente indicate. C’è poi questa formula di indirizzo al Presidente della Giunta al comma k) che sarebbe stato necessario valorizzare al meglio. Per il resto le funzioni di questo Consiglio diventano nebulose.

PRESIDENTE. Pongo in votazione l’emendamento 104.

Il Consiglio non approva

Pongo in votazione l’emendamento 105.

Il Consiglio non approva

PRESIDENTE. Prego di procedere alla verifica del numero legale.

Adriana MOLLAROLI, Consigliere segretario. Procedo alla chiama:
Agostini assente
Amagliani presente
Amati presente
Ascoli presente
Avenali presente
Benatti presente
Brini assente
Castelli assente
Cecchini presente
Ceroni presente
Cesaroni presente
Ciccioli assente
Comi presente
D’Ambrosio presente
D’Angelo presente
Donati presente
Favia presente
Franceschetti presente
Gasperi presente
Giannotti presente
Grandinetti assente
Luchetti presente
Martoni presente
Massi assente
Melappioni presente
Minardi presente
Modesti presente
Mollaroli presente

PRESIDENTE. Constatata la presenza del numero legale, pongo in votazione l’articolo 23.

Il Consiglio approva

Articolo 24. Ha la parola il consigliere Cecchini.

Cristina CECCHINI. Rispetto alle attività di questo Consiglio che può deliberare ma poco indirizzare, che può fare attività istruttorie e conoscitive, si arriva all’art. 24 che prevede l’unica Commissione nella quale si possono fare le funzioni ispettive. Questo è un articolo importante, perché viene buon ultimo del ruolo del Consiglio, però rispetto alle attività ispettive comincia a delinearsi un luogo, una sede, una possibilità concreta di svolgere questo ruolo di controllo rispetto ai peri di una Giunta regionale. Non si evince da nessuna parte che questo ruolo sia garantito.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Novelli.

Sergio NOVELLI. L’emendamento è di completamento rispetto al testo vigente prevedendo di inserire le modalità di specificazione nell’oggetto di regolamentazione. Mi sembra che non sia un testo che stravolga il contenuto dello Statuto, non riesco a immaginare per quale motivo ci possa essere ostilità nei confronti di questa precisazione minimale, forse un problema di tempi in relazione ad esso, comunque preferiamo affidare al voto dell’aula, previa verifica del numero legale.

PRESIDENTE. Prego di procedere alla verifica del numero legale.

Adriana MOLLAROLI, Consigliere segretario. Procedo alla chiama:
Agostini assente
Amagliani presente
Amati presente
Ascoli presente
Avenali presente
Benatti presente
Brini assente
Castelli assente
Cecchini presente
Ceroni presente
Cesaroni presente
Ciccioli assente
Comi presente
D’Ambrosio presente
D’Angelo presente
Donati presente
Favia presente
Franceschetti presente
Gasperi presente
Giannotti presente
Grandinetti assente
Luchetti presente
Martoni presente
Massi assente
Melappioni presente
Minardi presente
Modesti presente
Mollaroli presente

PRESIDENTE. Constatata la presenza del numero legale, pongo in votazione l’emendamento 110.

Il Consiglio non approva

PRESIDENTE. Pongo in votazione l’art. 24.

Il Consiglio approva

Art. 25. Ha la parola il consigliere Cecchini.

Cristina CECCHINI. Anche An vota trionfante lo Statuto della Regione Marche. Bisognerà capire che cosa di particolarmente innovativo si è trovato in questa stesura del Consiglio regionale da parte di An quando si era votato contro nella precedente seduta.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Novelli.

Sergio NOVELLI. Mi sembra che le esigenze di speditezza siano contraddette dal fatto che si sia dispiegato l’intero articolo unicamente a specificare che il Presidente della Giunta esplica le funzioni riconosciute dalla Costituzione e dallo Statuto. Mi sembra un’affermazione assolutamente superflua e pletorica, quindi voteremo contro e chiediamo la verifica del numero legale.

PRESIDENTE. Prego di procedere alla verifica del numero legale.

Adriana MOLLAROLI, Consigliere segretario. Procedo alla chiama:
Agostini assente
Amagliani presente
Amati presente
Ascoli presente
Avenali presente
Benatti presente
Brini assente
Castelli assente
Cecchini presente
Ceroni presente
Cesaroni presente
Ciccioli assente
Comi presente
D’Ambrosio presente
D’Angelo presente
Donati presente
Favia presente
Franceschetti presente
Gasperi presente
Giannotti presente
Grandinetti assente
Luchetti presente
Martoni presente
Massi assente
Melappioni presente
Minardi presente
Modesti presente
Mollaroli presente

PRESIDENTE. Constatata la presenza del numero legale, pongo in votazione l’articolo 25.

Il Consiglio approva

Articolo 26. Emendamento 111. Lo pongo in votazione.

Il Consiglio non approva

Emendamento 113. Ha la parola il consigliere Cecchini.

Cristina CECCHINI. Qui siamo al cuore dei poteri del Presidente della Giunta ed è il cuore della deriva presidenzialista che è stata determinata con questo Statuto. Come si fa a non intervenire? Vorrei segnalare che sull’art. 26 garantiamo al Presidente della Giunta i poteri di vita e di morte di questa legislatura, il potere esecutivo e soprattutto il potere combinato disposto con l’art. 10.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Novelli.

Sergio NOVELLI. La collega riesce a concentrarsi in un minuto sul merito dell’articolo. Io devo illustrare un articolo e due emendamenti in un minuto. Prima ci ha detto che votavamo l’articolo 113: probabilmente, si era confuso fra emendamento 113 e 26/113, però il problema di seguire i lavori con diligenza, considerato che non ci stiamo sottraendo noi del gruppo misto, in qualche misura è complicato dal fatto che anche lei, in questa fretta, un pochino si perde, quindi la pregherei di scandire bene ogni votazione di articolo onde rendere esplicito a quanti presenti cosa va in votazione e credo che la lettura degli emendamenti sia opportuna.

PRESIDENTE. Prego di procedere alla verifica del numero legale.

Adriana MOLLAROLI, Consigliere segretario. Procedo alla chiama:
Agostini assente
Amagliani presente
Amati presente
Ascoli presente
Avenali presente
Benatti presente
Brini assente
Castelli assente
Cecchini presente
Ceroni presente
Cesaroni presente
Ciccioli assente
Comi presente
D’Ambrosio presente
D’Angelo presente
Donati presente
Favia presente
Franceschetti presente
Gasperi presente
Giannotti presente
Grandinetti assente
Luchetti presente
Martoni presente
Massi assente
Melappioni presente
Minardi presente
Modesti presente
Mollaroli presente

PRESIDENTE. Constatata la presenza del numero legale, pongo in votazione l’emendamento 113

Il Consiglio non approva

PRESIDENTE. Pongo in votazione l’articolo 26.

Il Consiglio approva

Art. 27. Ha la parola il consigliere Cecchini.

Cristina CECCHINI. “La Giunta regionale è l’organo esecutivo della Regione ed è composto dal Presidente e dagli assessori. Opera collegialmente, adotta, su proposta del Presidente, un regolamento interno che ne disciplina il funzionamento e le sedute della Giunta non sono pubbliche...” ecc. Una delle grandi questioni che anima il centro-sinistra è la composizione della Giunta regionale e dei due ulteriori assessori. E’ una grande questione su cui dentro il centro-sinistra si fanno tutti gli accordi, quindi 26 consiglieri regionali servono a comporre il centro-sinistra, due assessori in più compongono il centro-sinistra e tutto il resto viene lasciato alla libera espressione.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Novelli.

Sergio NOVELLI. Questi articoli furono oggetto, nella precedente sessione statutaria, di una riflessione forte da parte di tutta la maggioranza oggi presenti a ranghi non completi, ma allora si pose una questione seria circa la non proliferazione di incarichi agli assessori esterni. Con emendamento a firma mia e del consigliere Castelli ponemmo l’inopportunità di assegnazione degli incarichi assessorili esterni a cittadini non candidati come consiglieri ma in quanto non eletti dal libero voto popolare.
Per questo motivo voteremo contro. Chiedo la verifica del numero legale.

PRESIDENTE. Visto che adesso avremo articoli senza emendamenti, direi di non fare più la verifica del numero legale fino al 37 che è invece ricco di emendamenti. E’ d’accordo?

Sergio NOVELLI. No. Chiedo la verifica del numero legale anche sull’articolo 27.

PRESIDENTE. Prego di procedere alla verifica del numero legale.

Gabriele MARTONI, Consigliere segretario. Procedo alla chiama:
Agostini assente
Amagliani presente
Amati presente
Ascoli presente
Avenali presente
Benatti presente
Brini assente
Castelli assente
Cecchini presente
Ceroni presente
Cesaroni presente
Ciccioli assente
Comi presente
D’Ambrosio presente
D’Angelo presente
Donati presente
Favia presente
Franceschetti presente
Gasperi presente
Giannotti presente
Grandinetti assente
Luchetti presente
Martoni presente
Massi assente
Melappioni presente
Minardi presente
Modesti presente
Mollaroli presente

PRESIDENTE. Constatata la presenza del numero legale, pongo in votazione l’articolo 27.

Il Consiglio approva

Articolo 28. Ha la parola il consigliere Cecchini.

Cristina CECCHINI. Alleanza nazionale ha votato l’articolo 27 e i conti non tornano. Se si fanno battaglie tanto da costruire articoli di legge su una questione che riguarda non gli esterni come assessori, non si può coprire tutto con un voto favorevole, oggi.
L’art. 28 parla delle funzioni della Giunta regionale. Sono definite le funzioni di indirizzo e di vigilanza sulle principali materie e il potere sostitutivo nei confronti degli enti locali. E’ una questione molto delicata e la Giunta regionale a salvaguardia dell’interesse unitario e sentito il Consiglio delle autonomie esercita il potere sostitutivo nei confronti degli enti locali. E’ una questione nuova, sulla quale conviene ragionare, perché significa mettere in mora tutti gli enti locali che non hanno compiuto degli atti.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Novelli.

Sergio NOVELLI. Il voto è contrario e mi rammarico che non avvenga mai con appello nominale, perché rischiamo di non lasciare testimonianza delle conversioni di alcuni gruppi che a quest’ora non riescono a fotografare e a mantenere l’orientamento di voto della sessione statutaria precedente. Chiedo la verifica del numero legale.

Gabriele MARTONI, Consigliere segretario. Procedo alla chiama:
Agostini assente
Amagliani presente
Amati presente
Ascoli presente
Avenali presente
Benatti presente
Brini assente
Castelli assente
Cecchini presente
Ceroni presente
Cesaroni presente
Ciccioli assente
Comi presente
D’Ambrosio presente
D’Angelo presente
Donati presente
Favia presente
Franceschetti presente
Gasperi presente
Giannotti presente
Grandinetti assente
Luchetti presente
Martoni presente
Massi assente
Melappioni presente
Minardi presente
Modesti presente
Mollaroli presente

PRESIDENTE. Constatata la presenza del numero legale, pongo in votazione l’articolo 28.

Il Consiglio approva

Articolo 29. Ha la parola il consigliere Novelli.

Sergio NOVELLI. Avevamo ritenuto di poter migliorare questo articolo con quattro emendamenti che sono stati tutti riferiti alla fase del coordinamento, però sono preoccupato, perché il lavoro sul coordinamento che potrebbe essere corposo, visto che abbiamo accorpato un testo di centinaia di pagine, rischia di essere fatto ad ora un po’ tarda e potrebbe essere opportuno, anziché continuare a verificare il numero legale, anche per dare tempo a chi interviene di riorganizzarsi, sospendere i lavori per un quarto d’ora, anche per dare tempo alla maggioranza che vedo un po’ sguarnita negli effettivi e andare a richiamare i colleghi che si sono assentati.
Voto contro e chiedo la verifica del numero legale.

Presidenza del Vicepresidente
SANDRO DONATI

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Cecchini.

Cristina CECCHINI. Questo è un articolo non necessariamente importante, però tiene in piedi la prorogatio degli organi attuali con quelli futuri e rispetto a questa questione il parere negativo complessivo sullo Statuto si diffonde anche su questo articolo. Niente di particolarmente negativo indicato nei diversi cinque commi che sono qui scritti, però la difficoltà complessiva a condividere un’operazione che stiamo costruendo, provoca il voto negativo anche su questo articolo, quindi mi limito a dire che si trascende il voto negativo anche su questo che pure è un articolo tecnico che nulla ha a che fare nel merito delle questioni da noi poste.

PRESIDENTE. Prego di procedere alla verifica del numero legale.

Gabriele MARTONI, Consigliere segretario. Procedo alla chiama:
Agostini assente
Amagliani presente
Amati presente
Ascoli presente
Avenali presente
Benatti presente
Brini assente
Castelli assente
Cecchini presente
Ceroni presente
Cesaroni presente
Ciccioli assente
Comi presente
D’Ambrosio presente
D’Angelo presente
Donati presente
Favia presente
Franceschetti presente
Gasperi presente
Giannotti presente
Grandinetti assente
Luchetti presente
Martoni presente
Massi assente
Melappioni presente
Minardi presente
Modesti presente
Mollaroli presente

PRESIDENTE. Constatata la presenza del numero legale, pongo in votazione l’articolo 29.

Il Consiglio approva

Articolo 30. Ha la parola il consigliere Novelli.

Sergio NOVELLI. Credo che la valutazione sull’art. 30, che sarà contraria da parte nostra, meriti no dico l’attenzione dell’aula che manca, ma almeno la presenza fisica. Non siete disponibili a ricordarvi come avete votato, non siete disponibili ad ascoltaci mentre parliamo. Dicevate “non riuscirete a parlare per sette ore”, abbiamo fatto gli scongiuri e voi in questa situazione on riuscite a restare seduti nei banchi neanche per cinque minuti. Pregherei, almeno, che i consiglieri alzassero la mano. Chiedo la verifica del voto.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Cecchini.

Cristina CECCHINI. Sono presenti 16 consiglieri e vorrei metterlo a verbale: Martoni, Donati, D’Ambrosio, Tontini, Avenali, Melappioni, Secchiaroli, Giannotti, Ceroni, Novelli, Gasperi, Mollaroli, Modesti, Benatti, Luchetti, Moruzzi, Cecchini, Amati e Procaccini. D’Angelo sta fumando e fino a prova contraria non è in aula e sarebbe comunque il diciassettesimo consigliere. Sarebbe bene che si mantenesse il numero in aula, in modo che qualora fosse mantenuto potremmo fare a meno di chiedere la verifica del numero legale, ma siccome non è mantenuto è chiaro che uno lo chiede per crearvi la difficoltà di interrompere il mangiare, interrompere la battuta e così via. State in aula.

PRESIDENTE. Pongo in votazione l’articolo 30.

Il Consiglio approva

Art. 31. Ha la parola il consigliere Cecchini.

Cristina CECCHINI. Rimane il voto contrario. Non si fanno gli obbrobri che le altre Regioni hanno compiuto relativamente al voto pesato nelle Commissioni, si parla di un procedimento legislativo, dove una testa è un voto, in ogni caso il voto negativo rimane perché è complessivamente inteso che l’attività legislativa di questo Consiglio regionale è sostanzialmente depotenziata, stante la deriva presidenzialista che abbiamo deciso.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Novelli.

Sergio NOVELLI. Dichiaro il mio voto contrario. Avevamo detto che in linea di principio le verifiche di numero, legale, anche se fortemente limitate, andrebbero fatte su ogni articolo.
Per quanto riguarda tutta questa parte dello Statuto che afferisce ai poteri del Presidente, la valutazione del presidenzialismo non poteva andare disgiunta da una valutazione complessiva sul persistente ruolo del Consiglio che non può essere ridotto a un semplice “Consiglione” comunale con funzioni di mero controllo e collaborazione conoscitiva con l’organo esecutivo. La limitazione dei poteri del Presidente della Giunta e la delimitazione di specifiche competenze del Consiglio era necessaria e anche la difesa del proporzionale e l’eliminazione della percentuale di sbarramento avrebbe garantito che il presidenzialismo non avrebbe finito con il comprimere i diritti delle minoranze. Voto contro questo articolo.

PRESIDENTE. Pongo in votazione l’articolo 31.

Il Consiglio approva

Articolo 32. Ha la parola il consigliere Cecchini.

Cristina CECCHINI. Sarebbe stato auspicabile che ci fossero stati tanti testi unici in questa legislatura ma non ci sono stati. Il problema è di riorganizzare la normativa. Non capisco perché si sia voluto codificare una norma statutaria del genere, probabilmente mi sfugge qualcosa, perché che si voglia scrivere come si fa l’iniziativa legislativa, come si fa il procedimento legislativo, come si promulga la legge, in uno Statuto c’entra. Perché ci debbano essere testi unici, attiene più alla efficacia delle norme, alla semplificazione delle stesse, al condizionamento di un’attività legislativa che sia coerente, non credo che sia norma statutaria.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Novelli.

Sergio NOVELLI. Voto contro questo articolo. Sono articoli su cui abbiamo fatto proposte di emendamento più tecniche che sostanziali. Votammo contro all’epoca e confermiamo questo voto. Chiedo la verifica del numero legale.

PRESIDENTE. Prego di procedere alla verifica del numero legale.

Gabriele MARTONI, Consigliere segretario. Procedo alla chiama:
Agostini assente
Amagliani presente
Amati presente
Ascoli assente
Avenali presente
Benatti presente
Brini assente
Castelli assente
Cecchini presente
Ceroni presente
Cesaroni presente
Ciccioli assente
Comi presente
D’Ambrosio presente
D’Angelo presente
Donati presente
Favia presente
Franceschetti presente
Gasperi presente
Giannotti presente
Grandinetti assente
Luchetti presente
Martoni presente
Massi assente
Melappioni presente
Minardi presente
Modesti presente
Mollaroli presente

PRESIDENTE. Constatata la presenza del numero legale, pongo in votazione l’articolo 32.

Il Consiglio approva

Articolo 33. Ha la parola il consigliere Cecchini.

Cristina CECCHINI. Voglio cominciare a segnalare una serie di assenze. Vorrei capire perché il partito della Rifondazione comunista non ha alcun rappresentante; vorrei capire perché il candidato designato a fare il Presidente della Giunta non è in aula. Se pensa di utilizzare la serata per fare campagna elettorale ha uno scarso profilo istituzionale, la questione. Stiamo promulgando una legge che vede l’assenza del candidato Presidente del centro-sinistra. Non è un grande profilo istituzionale.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Novelli.

Sergio NOVELLI. Anche per questo articolo chiedo la verifica del numero legale.
Condivido quanto detto dalla collega Cecchini. La dichiarazione di voto la faremo ampia, suppongo. Circa la residuale competenza consiliare, voto contro.

PRESIDENTE. Prego di procedere alla verifica del numero legale.

Gabriele MARTONI, Consigliere segretario. Procedo alla chiama:
Agostini assente
Amagliani presente
Amati presente
Ascoli assente
Avenali presente
Benatti presente
Brini assente
Castelli assente
Cecchini presente
Ceroni presente
Cesaroni presente
Ciccioli assente
Comi presente
D’Ambrosio presente
D’Angelo presente
Donati presente
Favia presente
Franceschetti presente
Gasperi presente
Giannotti presente
Grandinetti assente
Luchetti presente
Martoni presente
Massi assente
Melappioni presente
Minardi presente
Modesti presente
Mollaroli presente

PRESIDENTE. Constatata la presenza del numero legale, pongo in votazione l’articolo 33.

Il Consiglio approva

Articolo 34. Ha la parola il consigliere Cecchini.

Cristina CECCHINI. I testi normativi sono improntati a principi di chiarezza e semplicità di formulazione e rispetto delle tecniche legislative e qualità della normazione. Questo articolo è di una complicazione assoluta e non si capisce cosa voglia esattamente dire: tutto il contrario della chiarezza e della semplicità.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Novelli.

Sergio NOVELLI. Le chiedo, Presidente Donati, se non ritiene opportuno aggiornare i lavori a domani mattina, perché di fronte alle esigenze di una famiglia abbiamo già votato contro l’articolo 4, quindi consentiamo chi deve festeggiare i compleanni, di poterlo fare.
Voto contro l’articolo e chiedo la verifica del numero legale.

PRESIDENTE. Prego di procedere alla verifica del numero legale.

Gabriele MARTONI, Consigliere segretario. Procedo alla chiama:
Agostini assente
Amagliani presente
Amati presente
Ascoli assente
Avenali presente
Benatti presente
Brini assente
Castelli assente
Cecchini presente
Ceroni presente
Cesaroni presente
Ciccioli assente
Comi presente
D’Ambrosio presente
D’Angelo presente
Donati presente
Favia presente
Franceschetti presente
Gasperi presente
Giannotti presente
Grandinetti assente
Luchetti presente
Martoni presente
Massi assente
Melappioni presente
Minardi presente
Modesti presente
Mollaroli presente

PRESIDENTE. Constatata la presenza del numero legale, pongo in votazione l’articolo 34.

Il Consiglio approva

Articolo 35. Ha la parola il consigliere Cecchini.

Cristina CECCHINI. Il voto è negativo a questo ultimo articolo del titolo IV. La ragione è quella di sempre: la modalità con la quale si determina l’iniziativa legislativa, il procedimento, la promulgazione delle leggi, è simile a quella del procedimento dei regolamenti che abbiamo visto essere del tutto inutili, come per quanto riguarda l’art. 19 quando si è riscontrato che il regolamento viene messo da parte e violentato. Tutta la questione che attiene al titolo IV tecnicamente potrebbe stare in piedi, perché non c’è niente di nuovo, ma l’impianto è negativo.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Novelli.

Sergio NOVELLI. Questo è uno di quegli articoli fortemente sub-judice, non soltanto per i lavori ferocemente critici di quest’aula ma anche per la situazione, perché parla di legislazione concorrente che è materia critica nel sistema lasciatoci in eredità dalla precedente legislatura nazionale con la modifica del titolo V che è in questi giorni in corso di ulteriore regolamentazione al Parlamento, per cui con la collega ho presentato una proposta di legge che a mio avviso era assolutamente rientrante nelle competenze di specificazione di questo Consiglio nell’ambito di una legge quadro nazionale sulla tutela dei lavoratori dai licenziamenti, materia espressamente riservata alle Regioni come materia concorrente e la legge nazionale quadro c’è. Tutte le forze politiche avevano annunciato su questo un intervento di chiarimento legislativo e nessuno l’ha fatto.

PRESIDENTE. Pongo in votazione l’articolo 35.

Il Consiglio approva

Art. 36. Ha la parola il consigliere Cecchini..

Cristina CECCHINI. E’ un punto innovativo, ci sono però alcune questioni che vanno sottolineate, proprio perché nel dibattito generale verso la costituzione dell’Ue, la questione di quanto contano i rapporti Regioni-autonomie locali si può definire meglio di quanto non abbiamo scritto. E’ importante, perché il passaggio a un’organizzazione che comprenderà gran parte dei paesi del vecchio continente è una delle sfide più importanti che l’Europa deve sostenere in questo decennio, quindi la dialettica fra allargamento e approfondimento è stato uno dei motori centrali per lo sviluppo del processo di integrazione europea. Avere un rapporto forte con le autonomie tutela una Regione da problemi di devianza e di povertà perché i Comuni possono fare ciò che la Regione non può fare.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Novelli.

Sergio NOVELLI. Il voto è ovviamente contrario. Chiedo la verifica del numero legale.

PRESIDENTE. Prego di procedere alla verifica del numero legale.

Gabriele MARTONI, Consigliere segretario. (Procede alla verifica del numero legale)

PRESIDENTE. Constatata la presenza del numero legale, pongo in votazione l’articolo 36.

Il Consiglio approva

Articolo 37. La discussione è anche su tutti gli emendamenti. Ha la parola il consigliere Cecchini.

Cristina CECCHINI. Può sembrare pleonastica e noiosa questa nostra richiesta di verifica del numero legale e devo ringraziare anticipatamente Martoni per la cortesia con la quale assolve a questo compito, però segnala alcune questioni politiche. Mancavano i consiglieri e assessori Agostini, Amagliani, Ascoli, Spacca. Non è poco. Manca anche Rocchi.

PRESIDENTE. Pongo in votazione l’emendamento 144.

Il Consiglio non approva

Emendamento n. 145. Lo pongo in votazione.

Il Consiglio non approva

Emendamento n. 146. Lo pongo in votazione.

Il Consiglio non approva

Emendamento n. 147. Lo pongo in votazione.

Il Consiglio non approva

Emendamento n. 148. Lo pongo in votazione.

Il Consiglio non approva

Emendamento n. 149. Lo pongo in votazione.

Il Consiglio non approva

Emendamento n. 150. Lo pongo in votazione.

Il Consiglio non approva

Emendamento n. 153. Lo pongo in votazione.

Il Consiglio non approva

Pongo in votazione l’art. 37. Prego di procedere alla verifica del numero legale.

Gabriele MARTONI, Consigliere segretario. (Procede alla verifica del numero legale)

PRESIDENTE. Constatata la presenza del numero legale, pongo in votazione l’articolo 37.

Il Consiglio approva

Articolo 38. Lo pongo in votazione.

Il Consiglio approva

Art. 39. Ha la parola il consigliere Cecchini.

Cristina CECCHINI. Abbiamo l’assenza di Spacca, di Amagliani, di Rocchi. Questo articolo parla di informazione e partecipazione. Informo i cittadini marchigiani che Spacca, candidato Presidente non è qui in aula. Informo che la rappresentanza di Rifondazione comunista è del tutto assente, che la rappresentanza dello Sdi impedisce il processo riformatore. Abbiamo la necessità di lavorare ancora per i tre mesi che ci rimangono.
Dal punto di vista della partecipazione abbiamo cercato di modificare questo Statuto tentando di far contare un minimo i cittadini marchigiani, ma voi non volete far contare nemmeno i consiglieri regionali.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Novelli.

Sergio NOVELLI. Questo articolo è non meritevole di voto. Forse è meritevole di discussione, ma la discussione che si può fare in un minuto è limitata a quello che ha detto la collega. Quindi voto in maniera contraria.

PRESIDENTE. Pongo in votazione l’articolo 39.

Il Consiglio approva

Art. 40. Ha la parola il consigliere Cecchini.

Cristina CECCHINI. E’ iniziata una modalità di rapporto, fra Consiglio regionale delle autonomie e Consiglio regionale abbastanza discutibile, nel senso che nella istituzione di questo organismo la Regione, nel fare la composizione delle funzioni deciderà quando il parere di tale organismo dovrà essere obbligatorio. Addirittura, nella discussione che c’è stata si potrà vedere l’intervento del consigliere Tontini che diceva che addirittura può essere iniziativa legislativa quella del Consiglio per l’economia e il lavoro, creando un precedente di vero corporativismo. Io sono stata contraria a questo l’altra volta, credo che l’interpretazione che ne dava il consigliere Tontini era pericolosa e quindi ancora oggi rimango della stessa opinione.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Novelli.

Sergio NOVELLI. Il voto è contrario. Anche gli emendamenti sono stati declassati a tecnici. Ho visto che ci è stato consegnato un ordine del giorno a firma degli assessori Rocchi, Amagliani e Procaccini, su cui avremo piacere di vedere il voto dell’aula e non volendo correre il rischio che non ci fosse più un plenum necessario a pronunciarci, non chiediamo la verifica del numero legale.

PRESIDENTE. Pongo in votazione l’art. 40.

Il Consiglio approva

Art. 41. Ha la parola il consigliere Cecchini.

Cristina CECCHINI. Questo articolo è importante. Riguarda le petizioni e denota la scarsa sensibilità verso i cittadini. Il regolamento prevede le modalità per l’esame delle petizioni: meno che niente. Che i cittadini possano scrivere qualche cosa non lo determiniamo noi con un comma dello Statuto, ma è la libera volontà dei cittadini che si determina in tutti i modi e in tutte le maniere. Qui si dice “possono, se vogliono”. E’ addirittura risibile. Bisogna segnalare ai marchigiani cosa state facendo.

PRESIDENTE. Pongo in votazione l’art. 41.

Il Consiglio approva

Art. 42. Ha la parola il consigliere Novelli.

Sergio NOVELLI. C’è una fortissima preoccupazione sul referendum d’iniziativa consiliare su questa materia statutaria, ma a parte questo anche nel lavoro di questa legislatura che si avvia alla conclusione, si è vista una forte disattenzione nei confronti delle proposte di legge d’iniziativa popolare. In materia di Asur i lavori del Consiglio hanno licenziato la legge proposta dalla Commissione, dimenticandosi addirittura l’esame della legge proposta dal Fermano. La convinzione che la politica sia cosa riservata agli addetti ai lavori non migliora il rapporto fra cittadini e istituzioni.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Cecchini.

Cristina CECCHINI. Questo è l’articolo nel quale si valuta, sostanzialmente, se da parte della maggioranza c’è stato un ripensamento rispetto a quanto previsto nella legge del 1981 che contempla le modalità del referendum abrogativo. Leggendo il dispositivo si vede che nessuna modifica si è pensato di fare rispetto a quella legge del 1981 che di fatto impedisce il referendum. Voglio ricordare che questa legislatura si chiude dopo avere respinto il referendum sull’Asur chiesto da più di 20 Comuni di questa regione. L’abrogazione di una legge regionale negativa non è stata possibile. Il combinato disposto di questi 9 articoli rimanda a una legge futura le modalità di effettuazione del referendum. Si riconferma quindi quanto scritto nel 1981.

PRESIDENTE. Pongo in votazione l’articolo 42.

Il Consiglio approva

Articolo 43. Ha la parola il consigliere Cecchini.

Cristina CECCHINI. Questo articolo è già definito in altre leggi ordinarie, quindi è un testo del tutto pleonastico perché quanto dice è previsto dalla Costituzione italiana. Si aggiunge soltanto che gli atti amministrativi di programmazione generale non possono essere sottoposti a Statuto.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Novelli.

Sergio NOVELLI. Il fatto che non sia soggetta a referendum abrogativo la norma dello Statuto è previsione inopportuna. Che non sia modificabile dal corpo elettorale uno Statuto anche quando diventa obsoleto mi sorprende, perché il secondo gruppo più consistente di questo Consiglio aveva preannunciato a ottobre, nella precedente votazione dello Statuto, aveva preannunciato che, in caso di vittoria, avrebbe abrogato in aula lo Statuto che si apprestava a licenziare con voto favorevole.
Se prevediamo di abrogare addirittura uno Statuto che ha pochi giorni di vita, non capisco perché vogliamo limitare al corpo elettorale quella facoltà che a noi stessi vorremmo riconoscere addirittura in maniera schizofrenica.
Chiedo la verifica del numero legale.

PRESIDENTE. Prego di procedere alla verifica del numero legale.

Gabriele MARTONI, Consigliere segretario. (Procede alla verifica del numero legale)

PRESIDENTE. Constatata la presenza del numero legale, pongo in votazione l’articolo 43.

Il Consiglio approva

Articolo 44. Ha la parola il consigliere Cecchini.

Cristina CECCHINI. Questo è un bel principio che si inserisce dentro lo Statuto e che fa la differenza rispetto a quanto si è praticato in questi anni. Sul primo comma sono d’accordo mentre al comma 2 si rimandano a una legge regionale le modalità, rischiando di vanificare quanto scritto nel primo comma. Per questa ragione mi astengo.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Novelli.

Sergio NOVELLI. Forse non è il referendum più idoneo per avere un coinvolgimento del corpo elettorale. Fra l’altro nel momento in cui abbiamo demandato alla legge elettorale le modalità del referendum, abbiamo omesso di fissare dei tempi certi, perché pende avanti a questo Consiglio la proposta di abrogazione fatta dai sindaci di questa regione dell’atto più importante di questa legislatura, cioè la revisione dell’atto sanitario e non siamo stati in grado di applicare o capire i tempi in cui questo diritto possa essere assicurato. Voto quindi contro.

PRESIDENTE. Pongo in votazione l’articolo 44.

Il Consiglio approva

Art. 45. Discussione complessiva anche sugli emendamenti. Ha la parola il consigliere Novelli.

Sergio NOVELLI. L’articolo è di elencazione delle funzioni dell’attività dell’Amministrazione. Ci era sembrato che l’articolo in sé avesse unicamente una funzione intitolativa. Proponiamo l’abrogazione dell’intero articolo o di una serie di commi che ci sembrano non funzionali. Ove non venissero approvati i nostri emendamenti, voteremmo in maniera contraria, chiedendo la verifica del numero legale che in questo momento manca.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Cecchini.

Cristina CECCHINI. Gli emendamenti di Novelli dismettono l’articolo. E’ però complicato capire che cosa rimarrebbe di questo articolo. Nell’articolato che invece viene discusso oggi c’è un ragionamento complessivo relativo alla semplificazione dei procedimenti, all’integrazione funzionale rispetto alla partecipazione, anche se acqua calda, siamo all’astrattezza più generale. Sono contraria agli emendamenti di Novelli, comunque, perché togliendo tutto si dismette l’articolo.

PRESIDENTE. Emendamento n. 206. Lo pongo in votazione.

Il Consiglio non approva

Emendamento n. 210. Lo pongo in votazione.

Il Consiglio non approva

Emendamento n. 212. Lo pongo in votazione.

Il Consiglio non approva

Emendamento n. 217. Lo pongo in votazione.

Il Consiglio non approva

Emendamento n. 219. Lo pongo in votazione.

Il Consiglio non approva

Pongo in votazione l’articolo 45.

Il Consiglio approva

Articolo 46. Ha la parola, anche sugli emendamenti, il consigliere Novelli.

Sergio NOVELLI. Alle valutazioni critiche espresse già ad ottobre ne aggiungo una ulteriore sulla questione dei dirigenti, perché l’attribuzione ai dirigenti di tutte le funzioni degli organi di governo financo la gestione amministrativa, tecnica e finanziaria è confliggente con la scelta legislativa fatta in questa legislatura con la dilatazione del numero dei dirigenti, oltre 100 e la espansione della frazione precaria dei dirigenti cui vengono conferiti incarichi senza rapporto organico, unicamente sulla base di un incarico fiduciario esterno. Esprimiamo quindi voto contrario all’articolo 46.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Cecchini.

Cristina CECCHINI. I tre emendamenti presentati da Novelli aboliscono i commi 2, 3 e 4. Resterebbe soltanto il rispetto delle distinzioni fra l’indirizzo e il controllo politico-amministrativo spettante agli organi di governo mentre verrebbero abolite le diverse competenze degli organi di governo. Se l’articolo lo si legge per intero dimostra una inutilità e quindi fa bene Novelli a dire di toglierlo di mezzo. Rimane il rispetto delle competenze fra ciò che fanno i dirigenti e ciò che fanno gli organi di governo, ma su questo c’è il TU degli enti locali, per la Regione c’è la legge 20. Rendere statutaria e cogente una norma di questo genere non è necessario.

PRESIDENTE. Emendamento n. 222. Lo pongo in votazione.

Il Consiglio non approva

Emendamento n. 223. Lo pongo in votazione.

Il Consiglio non approva

Emendamento n. 224. Lo pongo in votazione.

Il Consiglio non approva

Emendamento n. 227. Lo pongo in votazione.

Il Consiglio non approva

PRESIDENTE. Pongo in votazione l’articolo 46.

Il Consiglio approva

Articolo 47. Ha la parola il consigliere Cecchini.

Cristina CECCHINI. Abbiamo letto dai giornali che all’Aerdorica è stato nominato Mentrasti. Si può pensare nel merito di questa nomina il meglio possibile, per chi come me conosce Mentrasti, si può pensare il peggio possibile come ho sentito in queste ore dire dentro la maggioranza e non solo, però la dice lunga sulle modalità con le quali la Giunta regionale amministra gli enti, le aziende, le agenzie regionali e fa le partecipazioni societari. Vorrei capire bene cosa rimane del potere di indirizzo stabilito dalla Giunta regionale nel momento in cui partecipa a società di diritto privato che operano in ambiti di rilevante interesse regionale come l’aeroporto nel momento in cui le decisioni stanno in mano ai privati e la presenza del presidente rischia di essere fittizia.

PRESIDENTE. Emendamento n. 230. Lo pongo in votazione.

Il Consiglio non approva

Emendamento n. 233. Lo pongo in votazione.

Il Consiglio non approva

Emendamento n. 239. Lo pongo in votazione.

Il Consiglio non approva

Emendamento n. 241. Lo pongo in votazione.

Il Consiglio non approva

Emendamento n. 245. Lo pongo in votazione.

Il Consiglio non approva

PRESIDENTE. Pongo in votazione l’articolo 47.

Il Consiglio approva

Art. 48. Ha la parola il consigliere Cecchini.

Cristina CECCHINI. Novelli propone di abrogare i commi 1, 2 e 3, praticamente l’intero articolo. Di fatto Novelli vuole non costituzionalizzare il ruolo del personale regionale. Su questa questione lo seguo fino a un certo punto, perché dare rilevanza statutaria al personale regionale dicendo che non solo valgono le leggi e la contrattazione collettiva, ma questa ripartizione delle competenze è valida, dopo avere largamente parlato di organizzazione amministrativa, dei dirigenti della Regione, di che cosa si intende per attività amministrativa mi sembra negativo. Per questa ragione credo che gli emendamenti di Novelli non vadano sostenuti e l’articolo, così come formulato, è carente di quella specificità che chi lavora in un’assemblea legislativa dovrebbe vere.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Novelli.

Sergio NOVELLI. Ritiro l’emendamento 247, mentre confermo gli altri emendamenti. Sono invece contrario all’articolo nel suo complesso.

PRESIDENTE. Emendamento n. 251. Lo pongo in votazione.

Il Consiglio non approva

Emendamento n. 255. Lo pongo in votazione.

Il Consiglio non approva

Emendamento n. 256. Lo pongo in votazione.

Il Consiglio non approva

Emendamento n. 257. Lo pongo in votazione.

Il Consiglio non approva

Emendamento n. 258. Lo pongo in votazione.

Il Consiglio non approva

PRESIDENTE. Pongo in votazione l’articolo 48.

Il Consiglio approva

Articolo 49. Emendamento 260. Ha la para il consigliere Cecchini.

Cristina CECCHINI. Questo articolo riguarda la programmazione regionale. Il consigliere Novelli propone di far decadere i primi due commi, quindi l’intero testo. Non posso condividere gli emendamenti perché la questione che riguarda la programmazione regionale è un tema diretto a indicare l’attività del Consiglio. Voto quindi contro i due emendamenti di Novelli che dismetterebbero un articolo importante sulle funzioni di programmazione. Ritengo che la dizione sia troppo blanda, però, perché si dimentica la pianificazione, quindi non condivido al formulazione dello Statuto, ma ritengo che sarebbe un guaio far passare gli emendamenti di Novelli.

Presidenza del Presidente
LUIGI MINARDI

PRESIDENTE. Emendamento n. 260. Lo pongo in votazione.

Il Consiglio non approva

PRESIDENTE. Pongo in votazione l’art. 49.

Il Consiglio approva

Art. 50. Emendamento 266. Lo pongo in votazione.

Il Consiglio non approva

Emendamento n. 268. Lo pongo in votazione.

Il Consiglio non approva

Emendamento n. 270. Lo pongo in votazione.

Il Consiglio non approva

Emendamento n. 275. Lo pongo in votazione.

Il Consiglio non approva

Emendamento n. 277. Lo pongo in votazione.

Il Consiglio non approva

PRESIDENTE. Pongo in votazione l’art. 50.

Il Consiglio approva

Art. 51. Emendamento n. 278. Lo pongo in votazione.

Il Consiglio non approva

Emendamento n. 280. Lo pongo in votazione.

Il Consiglio non approva

Emendamento n. 282. Lo pongo in votazione.

Il Consiglio non approva

Emendamento n. 285. Lo pongo in votazione.

Il Consiglio non approva

Emendamento n. 287. Lo pongo in votazione.

Il Consiglio non approva

Emendamento n. 289. Lo pongo in votazione.

Il Consiglio non approva

Pongo in votazione l’art. 51. Ha la parola il consigliere Cecchini.

Cristina CECCHINI. Il patto di stabilità con l’Ue, i parametri di Maastricht, li volete costituzionalizzare? Vi ha preso una mania europeista nella quale non si capisce più da che parte state. Qui abbiamo Berlusconi che si batte contro i parametri di Maastricht e la sinistra, compresa Rifondazione comunista, che vuole costituzionalizzare. Rispetto ai parametri di Maastricht, il centro-sinistra di quest’aula vuole concorrere agli obiettivi di convergenza e di stabilità derivanti dall’appartenenza dell’Italia all’Ue. Siamo al rovesciamento delle posizioni. Berlusconi togliere le tasse, il centro-sinistra le vuole mettere, Berlusconi è contro Maastricht e il Consiglio no, ci dà il 3%. Io sono costernata dalla lettura di questo articolo.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Novelli.

Sergio NOVELLI. Concordo con la valutazione sulla non tollerabilità addirittura in sede di norma fondamentale, quindi sovraordinata, rigida e primaria, di una previsione che in qualche misura comprime l’autonomia politica in ossequio a un primato dell’economia che non vorremmo riconoscere. E’ un articolo da abrogare nel suo complesso. Confesso che sono rimasto sorpreso dalla meccanica della votazione. Questa volta non ho avuto occasione di ritirarli, perché obiettivamente abbiamo avuto il voto sugli emendamenti praticamente prescindendo dall’aula. Qui si parla di abrogare gli articoli, ma tutto sommato lei, Presidente, sta abrogando il Consiglio, mi ha respinto cinque emendamenti praticamente da solo. Quindi il voto sull’articolo 51 è contrario.

PRESIDENTE. Pongo in votazione l’articolo 51.

Il Consiglio approva

Articolo 52. Emendamento 291. Ha la parola il consigliere Cecchini.

Cristina CECCHINI. La discussione comincia a farsi interessante, perché siamo al titolo IX riguardante gli istituti regionali di garanzia. Che cosa viene fuori da queste mancate verifiche del numero legale? Che in aula garantiscono il numero legale An, Forza Italia.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Novelli.

Sergio NOVELLI. Questo è un articolo a carattere meramente propagandistico. Voto contro.

PRESIDENTE. Pongo in votazione l’emendamento 291.

Il Consiglio non approva

Pongo in votazione l’emendamento 293.

Il Consiglio non approva

PRESIDENTE. Pongo in votazione l’articolo 52.

Il Consiglio approva

Art. 53. Emendamento 296. Ha la parola il consigliere Cecchini.

Cristina CECCHINI. Novelli qui compie un errore, perché vuole abolire il garante per l’infanzia e per l’adolescenza. Credo che sia negativo fare una abrogazione di questo comma, proprio perché si sta lavorando in questa direzione da poco tempo e quindi è più di un anno che il garante per l’infanzia ha cominciato a lavorare e bisognerà verificare che cosa ha realisticamente fatto. Poi si tratterà di trarre le dovute conseguenze, ma da qui ad abrogare il garante per l’infanzia mi pare che non si possa seguire il capogruppo del gruppo misto in questa sua strada.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Novelli.

Sergio NOVELLI. In effetti va mantenuta una leggibilità del testo, quindi ritiro l’emendamento 296. Per quanto riguarda il garante per l’infanzia, al votazione è critica non tanto per l’idea in sé ma credo che andasse fatta una riflessione da parte dell’aula sulla non bella prova data in occasione della prima scelta fatta dal garante per l’infanzia. L’aula non è riuscita a trovare un maggioranza per la votazione del garante, trasformando una figura che doveva essere squisitamente tecnica, in una ennesima nomina politica. Non entro neanche nel merito della persona e voto contro, ritirando l’emendamento 296.

PRESIDENTE. Pongo in votazione l’emendamento 298.

Il Consiglio non approva

PRESIDENTE. Pongo in votazione l’articolo 53.

Il Consiglio approva

Articolo 54. Ha la parola il consigliere Cecchini.

Cristina CECCHINI. Dal 1980 la Commissione pari opportunità di questa Regione ha cominciato a funzionare e ha fatto sostanzialmente un buon lavoro. E’ stata formata sempre da donne di tutti i partiti, ha garantito il pluralismo politico e ha costruito nelle sue possibilità, minime — il bilancio della Regione ha garantito 150-200 milioni nei momenti migliori — un’attività importante.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Novelli.

Sergio NOVELLI. Ritiro l’emendamento 300 per i motivi di leggibilità che avevo annunciato prima, tuttavia credo che vada abolita soprattutto la Commissione pari opportunità. E’ vero che la convegnistica è stata laboriosa e anche pregevole, però si sono picchiate in Commissione, si sono denunciate l’una con l’altra. Se la funzione della Commissione è quella di riprodurre nel suo seno la lottizzazione di questo Consiglio, c’è già il Consiglio stesso.

PRESIDENTE. Pongo in votazione l’emendamento 301.

Il Consiglio non approva

Pongo in votazione l’emendamento 302.

Il Consiglio non approva

Pongo in votazione l’articolo 54.

Il Consiglio approva

Articolo 55. Emendamento 304. Ha la parola il consigliere Cecchini.

Cristina CECCHINI. Questa norma che Novelli non vuol modificare, sarebbe invece da sopprimere totalmente. Per economia di lavori di quest’aula non ho presentato il subemendamento che sarei ancora in grado di presentare, perché la norma dice che subemendamenti si possono fare fino a discussione dell’articolo, però non si evince qual è la funzione di questi altri organismi regionali indipendenti, tesi a garantire l’efficacia, l’efficienza e la qualità dei servizi nell’interesse generale. E’ una norma che lascia aperto tutto. Mentre sulle pari opportunità, sul garante per l’infanzia, sul difensore civico si capisce qual è il lavoro fatto questa è una norma a futura memoria.

PRESIDENTE. Pongo in votazione l’emendamento 304.

Il Consiglio non approva

Pongo in votazione l’emendamento 305.

Il Consiglio non approva

Pongo in votazione l’articolo 55.

Il Consiglio approva

Articolo 56. Emendamento 307. Lo pongo in votazione.

Il Consiglio non approva

Pongo in votazione l’articolo 56.

Il Consiglio approva

Articolo 57. Lo pongo in votazione.

Il Consiglio approva

Passiamo agli ordini del giorno. Il primo è a firma Luchetti, Franceschetti, Moruzzi, Giannotti, Ciccioli, Massi e Favia.
Ha la parola il consigliere Novelli.

Sergio NOVELLI. L’ordine del giorno che viene votato è quello relativo all’interpretazione autentica dell’art. 7 sulla partecipazione presidenziale ai lavori consiliari? E’ un’interpretazione che tutto sommato condivido. Ho visto che i colleghi che prima erano critici si sono ritrovati su questo e mi ha fatto piacere. Segnalo però che a questo punto il voto sull’ordine del giorno mi sembrerebbe precluso ai sensi dell’art. 82 del regolamento, perché andate a votare un testo che riprende quello di un emendamento all’art. 11 che aveva esattamente l’articolazione 42+1. E’ vero che il voto a un ordine del giorno è un impegno politico, però pur ritenendo corretta l’interpretazione mi astengo, perché non mi sembrerebbe coerente esprimere un voto contrario. Mi sembra però non opportuno metterlo in votazione a questo punto, anche se è solo un impegno politico, ma è firmato dai capigruppo e credo che possa bastare questo, altrimenti rischiate di protrarre senza necessità i lavori di questo Consiglio. Voto quindi contro.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Giannotti.

Roberto GIANNOTTI. Vorrei chiarire che il voto di contrarietà all’emendamento Cecchini non era di contenuto ma era legato al fatto che la modifica della norma statutaria avrebbe impedito il proseguimento dell’iter.

PRESIDENTE. Il segretario del Consiglio deve rispondere al consigliere Novelli.

Dott.ssa Paola SANTONCINI, Segretario del Consiglio. Bisogna controllare il secondo comma dell’art. 84, il quale spiega come la reiezione di ordini del giorno che apparentemente ripropongono il testo degli emendamenti respinti, è un’attività facoltativa da parte del Presidente e se il presentatore dell’ordine del giorno insiste può chiedere un voto dell’aula. Quindi, sull’interpretazione esatta della volontà dell’aula quando ha respinto un determinato emendamento, l’aula può essere chiamata a esprimersi nuovamente. Peraltro il Presidente “può” respingere, non “deve”.
Tenete anche conto che l’ordine del giorno non è esattamente uguale all’emendamento.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Cecchini.

Cristina CECCHINI. Questa discussione dimostra il poco stare nel merito di quest’aula. Personalmente sono d’accordo con l’ordine del giorno così come è stato formulato, l’avrei presentato anch’io se non fosse diventato terreno discrezionale di trattativa con una sola minoranza da parte del centro-sinistra. Testimonianza è che dal 15 ottobre Sinistra democratica trova questa come sintesi, allora respinta, oggi accettata, quindi sono d’accordo per questa interpretazione che viene fatta.
Questo vale molto come principio politico per la legge elettorale che stiamo per fare. Non vale per indicare una interpretazione che metta insieme l’art. 7 con l’art. 11 e la interpreti qui, vale come mandato politico per i membri della Commissione Statuto a interpretare in questo modo. Se fosse un’altra cosa sarebbe violazione di quanto deliberato e da quello che io so, per i 15 anni da che sto qui, mai si è votato un ordine del giorno che ha respinto prima lo stesso contenuto.
Io sono per prendere questo come indirizzo politico che l’aula dà, con il valore che l’aula dà per la Commissione Statuto e come tale non mancherà il mio voto favorevole a questo ordine del giorno. Non ci può essere altro. Non violentiamo ulteriormente il regolamento come si è voluto questa sera.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Gasperi.

Gilberto GASPERI. Prendo la parola per dire che Alleanza nazionale è favorevole a questo ordine del giorno e constato che alla fine ci troviamo tutti d’accordo, quindi tutte le questioni di principio che venivano dette prima, nel momento in cui c’è un piccolo aumento scadono, entrano gli interessi e c’è un accordo generale.

PRESIDENTE. Pongo in votazione l’ordine del giorno.

Il Consiglio approva)

Ordine del giorno n. 2, a firma Franceschetti, Luchetti e altri. Viene ritirato.
Ordine del giorno n. 3 a firma Novelli e Cecchini. Lo pongo in votazione.

Il Consiglio non approva

Pongo in votazione gli emendamenti demandati al coordinamento tecnico.

Il Consiglio non approva

Pongo in votazione il coordinamento tecnico.

Il Consiglio approva

Pongo in votazione la deliberazione legislativa. Ha la parola, per dichiarazione di voto, il consigliere Cecchini.

Cristina CECCHINI. Riusciamo, a questo punto, a fare un ragionamento complessivo sull’operazione politica che si è costruita. Abbiamo visto che questo Statuto ha acquisito il voto favorevole di Alleanza nazionale, ha mantenuto il voto favorevole di Forza Italia, non vedo i colleghi di Rifondazione comunista, non mi pare che il Pdci abbia garantito il suo voto, quindi avete una maggioranza composita molto graziosa, da spiegare ai marchigiani, perché questa geometria variabile che vi consente di avere i Democratici di sinistra, la Margherita, Forza Italia, Verdi e An è una bella geometria.
Che cosa si è ottenuto con questo Statuto? Uno Statuto che coordina la legge elettorale con un accordo con la Casa delle libertà. Nello Statuto si mette in fila la derivazione presidenzialista con una vanificazione dei poteri del Consiglio regionale, un ragionamento dove si ha un Consiglio delle corporazioni molto simile al Consiglio regionale che è in grado quasi di legiferare, un ragionamento molto arretrato sul ruolo della famiglia storicizzato al momento costituente, contemporaneamente una legge elettorale che comincia a vedere la sua forma che garantisce il 62% dei consiglieri alla maggioranza, senza soglia di sbarramento iniziale — siamo in condizioni ben peggiori di quanto la “legge Scelba” garantiva all’Italia costituente — e successivamente abbiamo un ragionamento tutto in carico delle minoranze. Questo è lo scenario politico che viene fuori, uno scenario da spiegare ai marchigiani nelle prossime ore e che sostanzialmente ci vede contrari. Il lavoro che abbiamo fatto lo giudico importante, non siamo riusciti a farlo nelle migliori condizioni per queste violenze sul regolamento che l’Ufficio di presidenza ha sottoscritto e imposto, comunque credo che l’opinione che volevamo far capire al di là delle nostre capacità siamo riusciti in qualche modo a spiegarla, cioè un’opposizione sostanziale a uno Statuto presidenzialista, dove si vanifica il ruolo del Consiglio regionale e un Consiglio regionale dove i maggiori partiti la fanno da padroni relativamente alla divisione dei poteri che riguardano il Consiglio regionale ma che riguardano il ruolo della maggioranza e quello della minoranza. Mi sembra che avete un problema proprio a ragionare sul ruolo delle minoranze, un problema che spiegheremo ai marchigiani, quindi si apre questa sera una discussione che non può rimanere chiusa in quest’aula ma che riguarda direttamente tutti i marchigiani.
Per questo ribadisco, se ce ne fosse bisogno, il voto negativo di Sinistra democratica. Voglio sottolineare le grandi assenze di quest’aula. Vedo che il candidato presidente del centro-sinistra finalmente appare in questa discussione, ne sono lieta. Vedo che gli altri assessori mancano. Mentre si chiede a noi di fare presto, di non impegnare la tarda serata, quindi di velocizzare gli argomenti nel modo più sintetico possibile, c’è chi beatamente svolge quei compiti di Esecutivo, perché la maggioranza di questa Giunta è assente e sta facendo altre cose, dimostrando uno scarso profilo istituzionale, ben più grave delle nostre difficoltà a spiegare bene ai marchigiani quali sono i nodi politici. Comunque avremo modo e occasione di farlo nelle prossime ore e spiegheremo come mai il centro-sinistra delle Marche, assieme ad Alleanza nazionale e a Forza Italia costruisce un’operazione politica di questo genere, di questo profilo.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Gasperi.

Gilberto GASPERI. A nome di Alleanza nazionale prendo la parola, non per smentire il consigliere Cecchini, perché se avesse fatto parlare prima me, probabilmente avrebbe fatto un intervento diverso. Alleanza nazionale, così come già le altre volte, vota contro lo Statuto. Pertanto Alleanza nazionale rimane sempre della propria opinione, che è quella della prima occasione in cui votò contro lo Statuto e conferma tale voto contrario.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Novelli.

Sergio NOVELLI. Lungi da me l’idea di utilizzare la dichiarazione di voto come occasione per fare la ricostruzione della valutazione dei singoli articoli, però non posso non rilevare che in effetti, su alcuni punti qualificanti quali l’art. 26, che era stato l’argomento di più ampio approfondimento, dopo l’1 e il 4 nella prima lettura statutaria, che era quello della ammissibilità degli assessori esterni senza limitazione e financo dei candidati non eletti dal corpo elettorale, all’epoca Alleanza nazionale è stata contraria nel voto e fortemente propositiva anche in termini di emendamenti di segno contrario. Oggi avete votato l’art. 26 e mi ero anche posto il problema che, forse perché vi avevamo chiesto molte votazioni, potesse essere subentrata anche una certa distrazione. Anzi, quando si era posto lo stesso problema sull’art. 7 avevo richiamato i colleghi del gruppo dei Comunisti italiani e avevo richiamato anche voi alla stessa attenzione, ma evidentemente l’attenzione e l’interesse per la norma statutaria non c’era, la richiamata prevalenza dello spirito istituzionale e del senso del civico dovere era semplicemente una foglia di fico, uno schermo veramente dialettico, senza interesse per quello che si votava, per quello che si era votato, l’unica cosa che interessava era questa possibilità di attribuirsi due o tre seggi in più, che alla fine rischia di essere frustrata dal fatto che comunque i lavori si sono protratti, la data delle elezioni potrebbe essere anticipata rispetto a quanto era previsto, per cui, in questa situazione credo che anche il lavoro della legge elettorale, l’unico vero argomento esterno di questo lavoro, che non definisco poco decoroso perché la Commissione ha lavorato molto e sarebbe ingiusto dire che non c’è stato sforzo per arrivare a un testo, però se lo scopo era arrivare a uno Statuto larghissimamente confermativo di quello preesistente e vecchio di oltre quattro lustri, che su tutti i punti nodali ha visto unicamente e soltanto la decisione di non decidere e di glissare, di svincolare in slalom attorno ai nodi per non doversi pronunciare mai, per fare un testo insipido e confermativo non valeva la pena né di perdere tre sessioni, né di avvitarsi in discussioni sulla stampa, poi smentite, tanto valeva non farlo.
Sembra veramente che scopo di questo lavoro fosse solo la volontà di arraffare dieci seggi in più, ma è mancato il coraggio di prenderne dieci, per cui, alla fine, ci si è trovati a fare la minimale mediazione, la conta su due, due e mezzo, uno a me, uno a te ecc. Era veramente cosa poca se effettivamente esisteva — io sono quello che si era preso la responsabilità di dire “esiste un problema di numeri” —... (Interruzione). Se non si aveva il coraggio neanche di dare voce e copro ai propri interessi, non dico appetiti, anche sei n larga parte lo erano, si poteva restare come si era, quindi credo che sarebbe doveroso nei confronti dei cittadini marchigiani, ai quali darete uno Statuto tardivo e insipido, vorrete dare una legge elettorale peggio che tardiva, perché arriverebbe nelle ore antecedenti lo scioglimento del Consiglio, specificare chiaramente che la legge elettorale lavora anche su 40 consiglieri e in caso di mancata approvazione dello Statuto con le norme vecchie, perché sarebbe pazzesco andare ad affidare a una interpretazione sull’esercitabilità del potere di riforma della legge elettorale a Statuto vigente, una situazione di incertezza sulla composizione numerica delle singole liste circoscrizionali. Mobilitarsi per firmare e votare delle liste senza neanche dare la certezza giuridica che quelle liste sono correttamente formulate anche a Statuto vigente, vorrebbe dire veramente che questo modestissimo “antipasto” di tre consiglieri che sembra essere stato l’unico punto di tutto questo lavoro, travalica veramente ogni altro interesse.
Il voto allo Statuto è contrario. Sulla legge elettorale si chiarisca che cosa funziona a Statuto vigente e che cosa funziona a Statuto innovato, altrimenti si rischia di fare un elemento di sola confusione nei confronti del corpo elettorale che deve dare applicazione all’una o all’altra legge elettorale, nella certezza della normativa vigente.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Ceroni.

Remigio CERONI. Esprimo la soddisfazione nel vedere questo atto finalmente al termine. Non ripeto né la relazione né le dichiarazioni di voto che sono state espresse in occasione della prima lettura dello Statuto. Abbiamo tenuto, nella Commissione, un atteggiamento di grande responsabilità, perché riteniamo che le riforme debbano coinvolgere la maggiore quantità di forze politiche e proprio per questo abbiamo tenuto un atteggiamento di grande responsabilità e di grande disponibilità. E’ chiaro che noi abbiamo espresso un voto favorevole anche tenendo conto della necessità di riformare la legge elettorale ed è per questo che nella settimana passata siamo stati piuttosto duri quando abbiamo visto gli impegni assunti in quest’aula messi da parte.
Attraverso gli ordini del giorno che il Consiglio ha approvato nella seduta del 4 ottobre è uscita rafforzata la nostra visione dei contenuti dello Statuto per quanto riguarda le radici cristiane e la definizione di famiglia secondo l’art. 29 della Costituzione. Adesso dobbiamo completare il lavoro, che è quello della stesura della legge elettorale, dobbiamo fare presto perché i tempi sono ristretti, visto che ormai è stata decisa la data delle prossime elezioni regionali intorno al 3-4 aprile.
La stesura della legge ormai è stata in larga parte definita attraverso l’elaborazione di criteri che sono condivisi. Tenuto conto che dobbiamo accelerare il più possibile la stesura della legge mi sento di ribadire ciò che abbiamo detto questa mattina: che qualora il Consiglio dovesse trovare difficoltà, non possiamo che fare riferimento alla legge vigente la quale rappresenta il punto di mediazione. Quindi mi auguro, Presidente, che lei possa quanto prima convocare la Commissione e che possano avviarsi i lavori per arrivare entro la seconda settimana di dicembre al voto sulla legge elettorale.
Siamo certi che l’atteggiamento costruttivo che abbiamo trovato in alcune forze della maggioranza, potrà essere confermato in occasione dell’approvazione della legge elettorale.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Moruzzi.

Marco MORUZZI. Il gruppo Verdi voterà ancora una volta lo Statuto in questa seconda lettura. E’ un atto di responsabilità, un atto con il quale vogliamo segnalare al centro-sinistra un percorso che ci ha visto dare un contributo importante anche per sciogliere alcuni nodi. E’ un voto che arriva nonostante la nostra differenziazione sull’articolo legato al presidenzialismo. In questa seduta assume anche un valore alla luce delle indicazioni che sono scaturite per la definizione della legge elettorale, che noi vogliamo passi attraverso una soluzione che consenta di superare le vecchie norme. Certo oggi abbiamo avuto certezza sulla data delle elezioni e questo ha portato altri interrogativi rispetto alla possibilità che una nuova legge possa entrare in vigore, lo vedremo nei prossimi giorni. Se ci sono gli spazi è bene che le soluzioni della uova legge consentano superamento del listino, riequilibrio tra i territori e per questo nei prossimi giorni ci adopereremo affinché ci siano i tempi più stretti possibile e perché, attraverso la legge elettorale, si dia una rappresentanza a tutto il territorio della nostra regione e non si giunga a soluzioni che tendano a privilegiare esigenze particolari rispetto agli interessi generali.
Non mi prolungo ulteriormente in questa dichiarazione di voto, rifacendomi a quanto abbiamo già dichiarato nelle scorse sedute, quando abbiamo già votato in prima lettura e in seconda approvazione della prima lettura questo provvedimento.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Luchetti.

Marco LUCHETTI. La seduta di quest’oggi, che doveva essere riservata all’approvazione definitiva del nostro Statuto nella cosiddetta seconda lettura, anche se è diventata la terza per le modificazioni che abbiamo apportato in un primo tempo, purtroppo non ha segnato sicuramente una bella giornata per questo Consiglio che è stato impegnato più che su una riflessione politica e istituzionale, che in qualche modo segnasse quello che questa nuova regolamentazione statutaria potrà comportare per il nostro modo di essere Regione Marche, ovviamente fa riferimento ad una situazione particolarmente delicata, in quanto il nostro Statuto si colloca in una fase istituzionale assolutamente precaria, di fronte al fatto che il titolo V che era stato approvato anche dal referendum del 2001 è posto già in crisi, se così si può dire, da due aspetti fondamentali. Il primo riguarda le modifiche costituzionali che sono state già approvate da un ramo del Parlamento e che dovranno essere riapprovate anche dal Senato. Il secondo aspetto, che in qualche modo rimette in discussione le competenze tra Regione e Stato centrale, punto cardine di quello che era stato ideato come nuovo 117, indubbiamente segnava una nuova realtà istituzionale, in quanto si modificavano e si capovolgevano i criteri con i quali erano state definite le materie ad appannaggio della Regione con il primo 117 che la Carta costituzionale del 1948 varò.
Proprio su questo tema si ritorna con la modifica costituzionale, con il rischio di creare una notevolissima confusione, cosa che peraltro, in parte già potevamo delineare anche nell’articolo 117 approvato con il referendum del 2001 allorché il Governo non ha mai voluto mettere mano seriamente ad una regolamentazione specifica di chiarezza di materia rispetto alla situazione che le materie concorrenti venivano ad essere confuse e pertanto le famose leggi-cornice che dovevano essere a capo del Parlamento sono diventate lettera morta, dopodiché le competenze delle Regioni sono state sostanzialmente vanificate dal fatto che le Regioni, pur avendo la possibilità di legiferare in materia hanno legiferato senza assolutamente avere la disponibilità finanziaria.
Il problema, da questo punto di vista può essere ricondotto alla disattenzione che è stata posta dal Governo centrale e dal Parlamento, sulla attività dell’alta Commissione che era stata istituita per rendere concreto l’articolo 119 della Costituzione, cioè quell’articolo che doveva definire, finalmente, quelle che erano le competenze di una finanza pubblica che in questo momento, invece che essere conseguente a quanto l’art. 117 aveva definito, in qualche modo ha ricentralizzato tutte le competenze finanziarie in capo al Governo, tagliando la finanza regionale.
Il fatto che la finanza regionale sia ridotta in questo stato la dice lunga sulla possibilità delle Regioni stesse di poter dare vita anche alla normativa statutaria che in qualche modo risulta in parte vanificata, proprio perché le nuove competenze che si erano acquisite non possono essere di fatto espletate.
Un secondo aspetto che va valutato è proprio la questione relativa alla impossibilità, di fronte a questa situazione di carattere centralistico, di dare vita, attraverso un nuovo Statuto, a una Regione che si riappropriasse di una autonomia legislativa efficace per realizzare un nuovo governo del territorio a livello decentrato.
Credo che il nostro Statuto, pur con qualche incertezza che trova nella sua stesura può essere considerato un buon lavoro e credo che nel panorama italiano possiamo annoverare questo obiettivo che abbiamo raggiunto oggi come un buon traguardo, visto e considerato che altre Regioni ancora sono in mezzo al guado e non riescono a varare la nuova normativa.
Ecco perché questa giornata doveva essere coronata da una diversa valutazione, poteva essere sicuramente un dibattito politico di altro livello che non quello versato su un criterio di attinenza di una legge elettorale che poco aveva a che fare nei suoi meccanismi con lo Statuto.
Ecco perché dico che abbiamo portato avanti un dibattito di basso livello e questo deve essere da monito per il prossimo futuro, per definire invece, in circostanze come questa, un dibattito politico di più alta levatura.
Con questo ribadiamo il nostro voto favorevole allo Statuto. Credo che possiamo dire che la maggioranza ha rispettato un criterio, che è quello di approvare le norme statutarie con una maggioranza più ampia, rispettando un criterio di democrazia istituzionale che purtroppo a livello centrale non viene rispettato.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Franceschetti.

Fausto FRANCESCHETTI. Signor Presidente, vorrei esprimere il voto favorevole del gruppo dei Democratici di sinistra e lo faccio con grande soddisfazione. Penso che questa giornata debba essere ricordata come una giornata importante per la Regione Marche, perché portare a compimento l’approvazione definitiva del nuovo Statuto delle Marche è un fatto che riempie di soddisfazione tutto il Consiglio e tutta la nostra Regione, ci porta ad essere una delle poche Regioni d’Italia che si sono date il nuovo Statuto, abbiamo dato alla nostra regione nuove regole, anche più importanti, che aiutano anche con i nuovi strumenti della partecipazione a una vita più democratica. Vorrei ricordare la previsione di istituire il Consiglio delle autonomie locali e il Crel che darà la possibilità a un’ampia partecipazione dei livelli istituzionali e delle rappresentanze economiche e sociali. Portiamo quindi a compimento un lavoro che è durato quasi cinque anni. Credo che noi dobbiamo tutti ringraziare la presidente Silvana Amati che ha condotto la Commissione in questi anni in maniera assolutamente imparziale, con grande capacità e dobbiamo ringraziare, per il lavoro, tutta la Commissione. Sarebbe stato un grave errore se non fossimo oggi giunti a questo risultato e non avessimo dato alle Marche il nuovo Statuto.
Nelle poche settimane di questa legislatura che ci rimangono, dobbiamo completare questo processo riformatore, perché dobbiamo dare alla nostra Regione anche una legge elettorale che tenga conto anche dell’ordine del giorno approvato in Consiglio regionale e credo sia stato importante anche non avere chiuso la Commissione ieri, perché la ricerca di un consenso più ampio sulle regole deve essere sempre l’elemento di riferimento. Lo è stato per noi e credo lo debba essere per tutti, quindi nel sottolineare con grande soddisfazione questo risultato, diciamo anche che siamo impegnati nel completare questo processo riformatore nell’interesse unico ed esclusivo della nostra regione.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Amati.

Silvana AMATI. Pochissime parole per esprimere, nonostante la fatica della giornata e una certa stanchezza, un po’ di emozione perché si completa questo processo lungo, difficile, che in alcuni momenti ci ha fatto pensare non si potesse arrivare al termine. In Italia sono oggi 6 le Regioni che si sono dotate di un nuovo Statuto. Con il voto di questa sera le Marche entrano in questo percorso in modo positivo e credo sia utile ricordare che su 15 Regioni a statuto ordinario, solo sette, noi compresi, si saranno dotate nei tempi dovuti di una nuova Carta costituzionale regionale.
Il nostro Statuto è il meglio che si è potuto produrre nel tempo dato, un tempo non entusiasmante, un momento difficile per il paese, dove i punti di vista diversi, che potevano esserci sul valore di un’autonomia regionale, sono stati elemento di discussione e anche di difficoltà. Sono soddisfatta di poter raccontare questa esperienza, credo che vada un ringraziamento ai colleghi, a chi ha consentito, anche questa sera, di gestire l’aula fino a quest’ora, con una certa fatica, e anche un ringraziamento ai colleghi dell’opposizione, sia a quelli particolarmente vivaci, che hanno consentito di vivacizzare in modo articolato la giornata odierna ma anche a tutti i colleghi dell’opposizione che oggi, con la maggioranza, che è maggioranza, hanno scelto di condividere il percorso riformatore delle Marche e di non lasciarci soli.
Noi crediamo che qualunque processo riformatore, pur con i suoi limiti, non possa essere patrimonio di una parte della classe politica, quindi il fatto che rispetto al nuovo Statuto ci siano le adesioni della maggioranza — o almeno di buona parte di essa — ma anche della minoranza, credo che sia un valore comune.
Chiedo al Presidente Minardi, a nome mio, di Adriana Mollaroli e di Ferdinando Avenali, di procedere alla votazione per appello nominale perché resti il fatto che noi qui ci siamo a votare lo Statuto delle Marche.

PRESIDENTE. Prima di passare alla votazione vorrei aggiungere alle vostre anche le mie parole. E’ stata quella odierna una giornata dura, che sigilla un percorso molto impegnativo. Ringrazio i consiglieri Cecchini e Novelli per l’impegno che hanno profuso oggi in quest’aula e se forse c’è stata anche qualche incomprensione, credo che questo possa essere attribuito all’impegno con il quale abbiamo guardato a questa scadenza e alla volontà di arrivare positivamente in fondo ad un percorso molto duro, molto difficile.
Il 22 maggio 1971 veniva approvato con legge dello Stato il primo Statuto. Trentatre anni dopo approviamo il nuovo Statuto. Molte Regioni non ce l’hanno fatta. Questo risultato appaga me e tutti i consiglieri di anni di lavoro costante e convinto.
Voglio ringraziare la presidente della Commissione Silvana Amati e tutti coloro che hanno dato il loro contributo in Commissione e fuori dalla Commissione, i consiglieri, i funzionari, i tecnici che ci hanno assistito, competenti, durante le numerose, lunghe ed impegnative discussioni.
Ora lo Statuto passerà al vaglio del Governo che ha la possibilità dell’impugnativa, e dei soggetti autorizzati dalla Costituzione a richiedere il referendum. E’ mia impressione che quello che noi oggi approviamo non sarà un testo che resisterà tanto a lungo come ha fatto il primo Statuto, sarà aggiornato in corso d’opera con i suggerimenti che l’esperienza diretta ci offrirà. Questo, comunque, non sminuisce il lavoro che abbiamo fatto, è la conseguenza dell’essere in una società estremamente mobile, veloce, duttile e flessibile, che richiederà costanti aggiornamenti degli strumenti che ci diamo per regolare il nostro rapporto con la società marchigiana.
Ringrazio tutti di nuovo di cuore e credo che questa, tutto sommato, possa essere nella vita di un consigliere regionale, una delle cose che può giustificare una legislatura.
Ha la parola il Presidente della Giunta.

Vito D'AMBROSIO, Presidente della Giunta. Quando si approva un atto così, comunque alla fine ci portiamo dietro la personale atmosfera psichica che abbiamo, lo leggiamo come se fosse quello che noi pensavamo che dovesse essere. La verità è che adesso, come tutte le norme si staccano dal legislatore e fanno la loro strada, il loro cammino.
Probabilmente ci sarà anche la possibilità di vedere concretamente come funziona, questo nuovo Statuto, nella prossima legislatura. La prossima legislatura infatti lo testerà, ne vedrà le capacità, se necessario potrà aggiustarlo, potrà ulteriormente affinarlo, sperando che non provveda il Governo prima, ma penso di no, nel senso che abbiamo dato atto di uno spirito vero, di leale collaborazione fra le istituzioni. Ci aspettiamo lo stesso dal Governo, quindi sull’animo di questo tipo di prospettiva credo che possiamo, da questa sera, tranquillamente varare questa nostra barca, barchetta, quello che ognuno pensa e che comunque sono le regole della convivenza nell’ambito della regione Marche. Ognuno ha tentato di dare il massimo, il meglio credo: tutto starà vedere come poi la società marchigiana lo vedrà. Io penso abbastanza bene e se ci sarà necessità di ulteriori riflessioni e approfondimenti sarà la pratica del giorno dopo giorno. Non è una legge blindata, è una legge molto importante che se fosse stata approvata solo dalla maggioranza sarebbe stata una legge monca, invece viene approvata con una maggioranza più ampia di quella della maggioranza che ha governato questa Regione.
A questo punto potremmo perfino dirci quasi “buona domenica” e uno Statuto varato di domenica, secondo me, comunque, porta bene.

PRESIDENTE. Prego di procedere alla votazione per appello nominale.

Gabriele MARTONI, Consigliere segretario. Procedo alla chiama:
Agostini sì
Amagliani assente
Amati sì
Ascoli sì
Avenali sì
Benatti sì
Brini assente
Castelli assente
Cecchini no
Ceroni sì
Cesaroni assente
Ciccioli assente
Comi sì
D’Ambrosio sì
D’Angelo sì
Donati sì
Favia sì
Franceschetti sì
Gasperi no
Giannotti sì
Grandinetti assente
Luchetti sì
Martoni no
Massi assente
Melappioni sì
Minardi sì
Modesti sì
Mollaroli sì
Moruzzi sì
Novelli assente
Pistarelli assente
Procaccini no
Ricci assente
Rocchi sì
Romagnoli no
Secchiaroli sì
Spacca sì
Tontini sì
Trenta assente
Viventi assente

Il Consiglio approva

(Applausi dei consiglieri)



Calendario dei lavori

PRESIDENTE. Mi sono state sottoposte all’attenzione tre questioni da numerosi consiglieri.
C’è una richiesta di non fare il Consiglio regionale previsto per il giorno 7 dicembre. E’ possibile non fare il Consiglio il giorno 7, a condizione che questa sera approviamo il bilancio del Consiglio regionale che abbiamo già discusso in Conferenza dei presidenti di gruppo.
Sulla seconda questione mi fa male il cuore, ma comprendo la necessità di chiudere rapidamente la questione della legge elettorale, anche se la riunione indicata come possibile per la convocazione della Commissione Statuto è quella del giorno 10 alle ore 9,30, in contemporanea con la convocazione del Consiglio ad Ascoli Piceno per celebrare la “Giornata della pace” insieme ad altre istituzioni. Mi auguro comunque che questo possa significare l’impossibilità di essere presenti per i membri della Commissione ma che non autorizzi tutti gli altri a non partecipare all’iniziativa, anzi farsene carico come testimonianza dell’importanza dell’iniziativa stessa che stiamo organizzando.
Si chiede di anticipare il Consiglio previsto per il giorno 15, al giorno 14 e in quella giornata, auspicabilmente, se la Commissione procederà a licenziare la proposta di legge elettorale il giorno 10,i sarà messa all’ordine del giorno la legge elettorale licenziata.
Siete d’accordo?

(Così rimane stabilito)



Proposta di atto amministrativo (Votazione): «Bilancio di previsione del Consiglio regionale per l'esercizio finanziario 2005 - programma annuale di attività e di gestione» Ufficio di presidenza (155)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la proposta di atto amministrativo n. 155, ad iniziativa dell’Ufficio di presidenza.
Se non vi sono interventi, lo pongo in votazione.

Il Consiglio approva

La seduta è tolta.


La seduta termina alle 23,40