Resoconto seduta n. 215 del 21/12/2004
La seduta inizia alle 11,30



Promulgazione legge regionale

PRESIDENTE. Il Presidente della Giunta ha promulgato, in data 16 dicembre 2004, la legge concernente «Norme per l’elezione del Consiglio e del Presidente della Giunta regionale».



Commemorazione

PRESIDENTE. Tutti avete appreso della morte di Renata Tebaldi. Chiedo al Consiglio di osservare un minuto di silenzio, in memoria della grande artista la cui scomparsa ha colpito tutta la regione.

(Il Consiglio osserva un minuto di silenzio)



Proposte di legge (Seguito della discussione generale):
«Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale della Regione (Legge finanziaria 2005)» Giunta (271)
«Approvazione del bilancio di previsione per l’anno 2005 ed adozione del bilancio pluriennale per il triennio 2005/2007» Giunta (272)

PRESIDENTE. Riprendiamo la discussione delle proposte di legge nn. 271 e 272, ad iniziativa della Giunta. Ha la parola l’assessore Agostini.

Luciano AGOSTINI. Ringrazio la presidenza del Consiglio per avere aggiornato le conclusioni della discussione sul bilancio, perché purtroppo ieri sera, a conclusione della discussione l’aula era vuota, dandomi la possibilità di intervenire questa mattina.
Le mie saranno conclusioni molto rapide, brevi, che non intendono scendere nella polemica politica, che del resto mi pare rimanga ancorata alle concezioni di sempre, cioè la polemica spicciola, strumentale. Sono stati pochi, a mio modo di vedere, gli interventi che sono entrati nel merito e su questi farò delle considerazioni.
Vorrei partire dai punti di forza di questo bilancio. Noi abbiamo individuato tre punti di fora del bilancio di previsione 2005. Il primo è l’invarianza delle risorse rispetto al 2004. Tenendo conto della situazione nazionale e di quella regionale, aver potuto presentare un bilancio di previsione con la stessa forza, con la stessa intensità del bilancio di previsione 2004 ci è sembrato un risultato positivo, sapendo che l’aumento del fabbisogno non è stato scaricato sulla forza del bilancio, ma ci si è fatti carico anche dell’aumento inevitabile del fabbisogno, per cui l’azione esterna che il bilancio di previsione propone ha la stessa forza, la stessa intensità del 2004.
Io continuo a dire che noi vogliamo mantenere — e non dobbiamo e non vogliamo enfatizzare questo aspetto, perché non parliamo di riduzione delle tasse, come da qualche mese si fa nel nostro paese —...

Roberto GIANNOTTI. Anche perché voi non le avete ridotte.

Luciano AGOSTINI. Per non farmi prendere dalla tentazione di interromperti, ieri sono uscito dall’aula e ho ascoltato il tuo intervento da fuori. Ti prego di fare la stessa cosa...
Noi non abbiamo la volontà politica di enfatizzare questo aspetto, vogliamo però rimarcare la serietà e la coerenza con cui il Governo regionale in questi anni ha condotto l’azione di riorganizzazione del bilancio regionale.
Alla fine del 2001, con il bilancio del 2002 facemmo la manovra fiscale che voi conoscete bene, anche se ancora l’opposizione è tentata di dire che la regione Marche è la più tassata del nostro paese — non è vero, lo dicono i numeri —...

Roberto GIANNOTTI. Lo dice Sturani, lo dice Galeazzi.

Luciano AGOSTINI. Dopo dirò qualcosa sul regime sovietico, che a me non dispiace.
Coerenza dell’azione del governo regionale, che aveva individuato in un percorso di riforma un’azione di risanamento e di riorganizzazione. Le riforme le abbiamo fatte, a partire da quella sulla sanità e l’impegno preciso che il governo regionale e questa maggioranza assunsero alla fine del 2001 è stato quello di riorganizzare i comparti più delicati della politica regionale e di restituire gradualmente ai cittadini marchigiani ciò che in quel momento chiedevamo per far fronte al mantenimento dei servizi, in particolare quello della sanità, che a fronte di una diminuzione e di provvedimenti che non consentivano più il rientro con ‘l’indebitamento del deficit della sanità — un provvedimento giusto, io ho sempre contestato il fatto che provvedimenti di questo tipo non vanno presi per decreto, ma si devono concertare i tempi e la gradualità di applicazione —...

Roberto GIANNOTTI. Il Governo prima di questo aveva fatto costume di questo metodo.

Luciano AGOSTINI. Sei molto tentato: io ti invito ancora a fare quello che ti ho detto. Se hai queste tentazioni, siccome hai la possibilità di replicare, vai davanti al monitor e ascolta.
Oggi quindi rendiamo molto visibile il fatto che, a fronte di un’azione del Governo che minava queste basi, noi siamo riusciti con un’azione di riforma a riorganizzare il servizio sanitario e a ridurre il deficit che il servizio stesso, se non cambiato, avrebbe prodotto nel tempo. Quindi senza enfasi, con molta tranquillità e con estrema serietà e coerenza, gli impegni assunti li stiamo rispettando.
Il terzo punto di forza che a me pare importante rilevare a fronte della invarianza delle risorse, della coerenza dell’azione del governo regionale, sono i progetti di sviluppo. Ne cito due in particolare. Anzitutto il piano casa presentato dal collega Modesti. Nel 2005 prevediamo di investire nell’edilizia residenziale pubblica e convenzionata qualcosa come 97 milioni di euro che ovviamente daranno una risposta molto forte sul piano sociale ai problemi che si sono determinati in questi anni anche a seguito degli aumenti, ma pensiamo che questo possa servire anche per un’azione di ulteriore sviluppo economico, data la dinamicità del settore edilizio.
Oltre a questo voglio ribadire la finalizzazione e l’importanza che sempre di più stanno assumendo le azioni della programmazione negoziata attraverso le Agende locali che in questi anni abbiamo sviluppato, che hanno dato risultati e che mano a mano stanno evidenziandosi sempre di più come uno strumento importante per l’azione di sviluppo del territorio.
Detto questo vorrei cercare di interloquire con alcuni colleghi, evitando di rispondere ad alcuni, perché non mi convince continuare una sterile polemica che a me pare abbia anche contagiato alcuni, in particolare il collega Viventi che pure parlava di aumento del trasferimento, non facendo i conti con il fabbisogno. Nel momento in cui si parla di aumento, si dovrebbe parlare anche di fabbisogno, altrimenti cadiamo non dico nello stesso errore, ma quando nella finanziaria si dice “aumentiamo del 2%”, il presidente del Consiglio dice “aumentiamo gli stanziamenti”, sapendo che il fabbisogno stimato è di ben altra portata. A me dispiace che un osservatore attento come il consigliere Viventi possa cadere in questi piccoli rivoli polemici che non ci aiutano a interloquire, a far crescere il livello della nostra discussione sul bilancio.
Il consigliere Castelli diceva “non tutto dipende dalle scelte del Governo” e ha ragione. Io sono per discutere in maniera laica di quelle che sono le responsabilità del governo regionale e di quelle che sono le responsabilità del governo nazionale.
Voglio citare alcuni aspetti, intanto dicendo che la Regione Marche non è sola. Evidentemente al relatore di minoranza sono sfuggiti i diversi documenti approvati all’unanimità dalla Conferenza Stato-Regioni e rappresentati al Governo dal presidente Ghigo, che è presidente della Conferenza dei presidenti delle Giunte regionali e quindi non può essere sospettato di appartenenza al centro-sinistra, così come il presidente Formigoni, insieme ovviamente a D’Ambrosio, a Martini, a Errani. Questi hanno vibratamente protestato nei confronti del Governo, per i tagli che sono stati prodotti nella finanziaria, che per quello che riguarda gli enti locali, ammontano a 1.500 milioni di euro. Oppure i 750 milioni che non vengono dati sul fondo del federalismo amministrativo. Oppure il taglio del 40% sul fondo del sociale, o sul fondo unico per le attività produttive.
Vorrei che nel momento in cui si fa un’affermazione del tutto condivisibile, nel senso che non tutte le responsabilità sono del Governo, andiamo a ricercare quali sono quelle del Governo nazionale e vediamo quanto incidono queste cifre nell’azione del bilancio regionale.
Che dire dell’applicazione dell’art. 3 della finanziaria del 2004? Che dire dell’applicazione dell’articolo 3, visto che tu, Giannotti, ti lamentavi che erano troppo poche le azioni per lo sviluppo. L’art. 3 non consente più di utilizzare spese di investimento per azioni verso il sistema produttivo e costa, in termini finanziari, alla Regione Marche, qualcosa come 57 milioni di euro che noi abbiamo puntualmente recuperato. (Interruzione). Sfido a trovare una sola Regione, un Comune, una Provincia che non coprivano le azioni verso il sistema produttivo con le spese di investimento o che non coprivano il co-finanziamento delle politiche comunitarie con spese di investimento. Solo questo Governo ci ha costretto a fare questo, dopodiché ognuno si assume la responsabilità di dire se ha fatto bene o ha fatto male, ma questo è il dato, che è costato alla Regione Marche, per azioni verso il sistema produttivo, 57 milioni di euro che noi abbiamo puntualmente coperto.
Né a me convince, cari consiglieri, la polemica che in qualche modo si sta generando nel nostro paese, proprio per essere stato amministratore di un piccolo ente locale. Si sa che più sono piccoli gli enti, più i problemi della sofferenza della povera gente li tocchi con mano.
Come ex amministratore di un piccolo Comune — ma vorrei che ci confrontassimo con una platea più ampia di amministratori — come può passare l’idea che oggi, dopo l’azione drastica avvenuta negli ultimi anni nei trasferimenti, l’ente locale è una fonte di spreco? Non solo non credo che questo sia vero, ma credo che c’è anche una ragione di principio democratico, di tenuta di coesione di questo paese. Abbiamo sempre detto che i gangli della democrazia del nostro paese è rappresentato dal sistema diffuso delle autonomie locali e quando miniamo alla base la credibilità di queste istituzioni, si dà un colpo non solo al sistema finanziario e dei servizi che questi erogano ma si dà un colpo alla coesione del nostro paese.
Dopodiché Castelli diceva che occorreva recuperare di più in efficienza. Io credo che le nostre argomentazioni debbano sempre avere un termine di comparazione, per cui sono d’accordo quando si dice che non tutto è stato compiuto, che dobbiamo fare di più nel recupero di efficienza della macchina amministrativa della Regione, ma non si può non dire che quella legge ha portato grandi effetti di recupero di efficienza, dopodiché non tutto è sufficiente, dobbiamo fare molto di più, ma credo che dobbiamo dare alcune letture comparative che ci servono per capire come quella legge ha provocato degli effetti assolutamente positivi.
Non vorrei rispondere ad argomentazioni ormai obsolete come quelle che dicono che la nostra è la regione più tartassata d’Italia. Non è vero, e lo sapete benissimo. Noi abbiamo adottato, anche per costruire la manovra sull’Irpef, il principio costituzionale della progressività per cui chi ha di più paga di meno e chi ha di meno paga di meno. Abbiamo scelto questa strada rispetto ad altre Regioni. Invece di applicare lo 0,5 fino ai redditi di 15.000 euro, noi abbiamo pensato che quei redditi potevano dare di meno, anzi devono dare di meno, anche rispetto alla congiuntura che attraversiamo, e abbiamo deciso di non aumentare l’aliquota Irpef per quei redditi, cosa che hanno fatto altre Regioni: penso alla Lombardia, al Lazio, alla Puglia. Abbiamo adottato la progressività, che è un principio costituzionale che vige nel nostro paese. Si può non essere d’accordo, il presidente del Consiglio propone una manovra di abbassamento delle tasse che riduce sostanzialmente a chi ha di più: è una scelta politica. Noi abbiamo adottato la nostra.
Io sono d’accordo con Castelli nell’evidenziare come, in alcune parti del nostro territorio, ci siano problemi particolari che vanno affrontati in maniera non ordinaria. Penso in particolare alla perdita di posti di lavoro che da due anni si va verificando nel territorio della provincia di Ascoli Piceno: abbiamo perso qualcosa come 5.500 posti di lavoro negli ultimi due anni e io sono d’accordo che si affronti questa situazione con misure eccezionali e non solo ordinarie, anche se in questi anni abbiamo cercato di diminuire l’Irap per il settore calzaturiero, abbiamo cercato di non aumentarla per i fasonisti, oltre che per il sistema della cooperazione sociale di tipo A e di tipo B. Ma ritengo che questo non sia sufficiente, ci vogliono interventi straordinari, per cui a partire dalla prossima delibera Cipe penso che dobbiamo costruire un’azione forte, che parta dal Governo ma che veda solidale tutto il Consiglio regionale, per affrontare in maniera specifica i problemi occupazionali del Piceno.
Si diceva “come avete fatto, quali sono state le alchimie?”. Anzi, il relatore di minoranza parlava di code di rospo. Non c’è alcuna alchimia, Castelli: abbiamo insistito su sette punti fondamentali, che sono stati i principi su cui abbiamo cercato di costruire il nostro bilancio di previsione e che ti leggo rapidamente: conseguimento degli obiettivi della programmazione finanziaria nella sanità; fruttuosa gestione attiva del debito regionale (e quando si legge la relazione della Corte dei conti, il sottoscritto non ha mai sottaciuto alcune individuazioni critiche, che giustamente la Corte dei conti fa per il non raggiungimento degli obiettivi relativamente al deficit della sanità o ad altre puntualizzazioni critiche che noi assumiamo, ma non si può non cogliere lo spirito positivo o, in alcuni aspetti, come la gestione attiva del debito, addirittura la stessa Corte dei conti dà atto alla Regione Marche dia vere aperto la strada per le altre Regioni e anche per il Ministero); il conseguimento delle risorse comunitarie premiali per il raggiungimento degli obiettivi di impegno e di spesa programmati; la quantificazione e l’accertamento delle economie che si produrranno a fine esercizio 2004 e loro tempestiva riprogrammazione per il 2005; risorse derivanti da una selezionata alienazione dei beni immobili regionali; miglioramento della gestione e contenimento delle spese di funzionamento mediante l’introduzione della contabilità economica in tutti gli enti, le agenzie, le società partecipate della Regione sottoposte al controllo permanente da parte della Giunta regionale. Questi sono stati gli aspetti cardine su cui noi abbiamo cercato di costruire la manovra di bilancio del 2005 che io ritengo essere assolutamente positiva e che abbiamo presentato ai marchigiani come un’azione positiva, a fronte anche della congiuntura di carattere nazionale.
Qualcuno ha detto che non c’è stata partecipazione. Noi abbiamo delle leggi e delle regole da rispettare, abbiamo convocato il Ces, abbiamo discusso per più di una seduta con le forze economiche e sociali, c’è un verbale, ognuno può darne la lettura che vuole, io faccio una lettura estremamente positiva di quella discussione, un giudizio positivo che le forze economiche e sociali hanno dato del nostro bilancio che, se messo in termini comparativi, non poteva essere altrimenti. Così come ritengo che la stessa Conferenza delle autonomie abbia dato un giudizio sostanzialmente positivo, perché da una parte il Governo taglia drasticamente e cerca di inculcare nella testa degli italiani che gli enti locali sono una fonte di spreco, dall’altra questa Regione cerca sempre più di costruire quella rete diffusa con gli enti locali, tale da razionalizzare, utilizzare, finalizzare meglio le risorse.
Da ultimo alcune risposte al consigliere Procaccini. Io penso, caro Procaccini, che il termine abbia un senso. Mi dispiace e persino mi offende quando si rimproverano il sottoscritto e la Giunta di una mancata partecipazione. Noi abbiamo cercato nei limiti delle nostre possibilità — questo significa anche poter accedere a qualche limite — di fare quanto possibile, ma se ci fosse stata per tempo, non solo un’azione unilaterale, che è doverosa, da parte del governo nel coinvolgere le forze di maggioranza, ma anche una semplice richiesta, così come in passato molte forze di questa maggioranza hanno fatto al sottoscritto per discutere, il sottoscritto e il governo regionale non si sono mai sottratti al coinvolgimento e alla discussione. Poi ognuno poteva rimanere della propria idea, ma nessuno di noi si è mai sottratto alla discussione e al confronto, in particolare con le forze di maggioranza, per cui è abbastanza difficile poter ascoltare termini come “slealtà” nei confronti delle forze di maggioranza. Né io né alcun collega, a partire dal Presidente D’Ambrosio, possono sentirsi tacciare di slealtà, in particolare nei confronti delle forze di maggioranza. Del resto le cose che venivano evidenziate dall’intervento del consigliere Procaccini, possono avere alcune risposte. Possiamo dare risposte sull’addizionale Irpef. Alcuni di questa maggioranza erano convinti di poter ridurre molto di più, poi nella discussione che si è determinata tra le stesse forze di maggioranza, questo ci è sembrato il punto di equilibrio più avanzato, tenendo conto del modo di pensare di tutti, delle convinzioni di tutti, degli orientamenti di tutti e non solo di una sorta di verità assoluta determinata da una parte. Non si sta in una maggioranza se ci si approccia al problema con le verità assolute, quindi il percorso che abbiamo fatto all’interno di maggioranza sulla diminuzione delle aliquote Irap, è stato un percorso costruito, tenendo conto della rappresentazione di tutte le esigenze e quindi quella che noi abbiamo proposto pare essere la soluzione più avanzata, un equilibrio forte all’interno della maggioranza, che ritoccarlo non so se significherebbe indebolire lo stesso equilibrio a cui si è arrivati.
Cosi come quando bisogna aumentare le spese per il sociale. Noi siamo particolarmente sensibili e stiamo in trincea affinché il sociale non venga toccato e non venga diminuito. A fronte di questo, oltre a non toccare un solo euro di stanziamento sul sociale, quest’anno, in accordo con le organizzazioni sindacali abbiamo fatto partire il primo modulo per gli anziani non autosufficienti per qualcosa come 10 milioni di euro, quindi investiamo in più nel sociale, rispetto allo scorso anno, 10 milioni di euro per le politiche degli anziani, in particolare quelli non autosufficienti.
Questo mi pare un punto qualificante e anche un punto di vista a cui i Comunisti italiani hanno lavorato, testardamente perseguendolo, come obiettivo.
Non si può non prendere atto di questi successi di una parte della maggioranza, e del fatto che il governo regionale se ne sia fatto carico. Non si può non prendere atto di questi risultati, così come penso che gli stanziamenti che già erano stati aumentati, pur nei limiti delle nostre possibilità, lo scorso anno nei confronti degli enti locali e in particolare sugli asili nido e sulle strutture residenziali, mantenerli dentro la contingenza attuale, inalterati dopo l’aumento degli anni scorsi, a me è sembrato un punto assolutamente avanzato. Vorrei che il consigliere Procaccini riflettesse su questi aspetti, non perché noi non siamo pronti a discutere ed accogliere alcuni emendamenti come quello sui festeggiamenti per la Resistenza che è un patrimonio della democrazia di questo paese, anche della regione Marche, quindi siamo pronti fino in fondo a farci carico di questa specifica sensibilità che è un patrimonio di tutti, così come siamo pronti anche a farci carico di questa specifica sensibilità che è un patrimonio di tutti, così come siamo pronti anche a farci carico, sul diritto allo studio, di alcune precise individuazioni che il consigliere Procaccini fa.
Penso che questa Regione, oggi, non possa non tener presente e non fare una valutazione positiva dei risultati complessivamente positivi che raggiungiamo con questo bilancio. Assumere una differenziazione politica nel voto su questo bilancio, da parte della maggioranza, dal mio punto di vista sarebbe una sciagura per la tenuta e la coesione stessa della maggioranza per le prossime elezioni regionali.

PRESIDENTE. Sono stati presentati ulteriori emendamenti che devono essere esaminati dalla Commissione, pertanto sia il relatore di maggioranza che il relatore di minoranza hanno chiesto una sospensione.
Sospendo pertanto la seduta, che riprenderà nel pomeriggio.

La seduta è sospesa alle 12,15