Resoconto seduta n. 225 del 14/02/2005
La seduta inizia alle 15,35
Proposta di legge regionale (Esame degli articoli e votazione) «Promozione della cooperazione per lo sviluppo rurale» Giunta (270)
PRESIDENTE. Riprendiamo la seduta con la proposta di legge n. 270. Sono già state fatte le relazioni di maggioranza e di minoranza. Se non vi sono interventi, passiamo all’esame degli articoli.
Articolo 1. Lo pongo in votazione.
Il Consiglio approva
Emendamento n. 1 della Commissione. Lo pongo in votazione.
Il Consiglio approva
Articolo 1. Emendamento n. 2. Lo pongo in votazione.
Il Consiglio approva
Emendamento n. 3. Lo pongo in votazione.
Il Consiglio approva
Pongo in votazione l’articolo 2 come emendato.
Articolo 3. Emendamento n. 4. Lo pongo in votazione.
Il Consiglio approva
Gilberto GASPERI. Noi siamo contrari a questa legge, ma gli emendamenti sono prettamente tecnici per correggere delle interpretazioni o qualche errore materiale. Sono correzioni che dobbiamo apportare, indipendentemente dall’essere favorevoli o contrari alla proposta di legge.
PRESIDENTE. Pongo in votazione l’articolo 3 emendato.
Il Consiglio approva
Articolo 4. Emendamento n. 5. Lo pongo in votazione.
Il Consiglio approva
Emendamento n. 6. Lo pongo in votazione.
Il Consiglio approva
Emendamento n. 7. Lo pongo in votazione.
Il Consiglio approva
PRESIDENTE. Pongo in votazione l’articolo 4 emendato.
Il Consiglio approva
Emendamento n.8, soppressivo dell’articolo 5. Lo pongo in votazione.
Il Consiglio approva
Articolo 6. Lo pongo in votazione.
Il Consiglio approva
Articolo 1. Emendamento n. 9. Lo pongo in votazione.
Il Consiglio approva
Emendamento n. 10. Lo pongo in votazione.
Il Consiglio approva
Pongo in votazione l’articolo 7 emendato.
Il Consiglio approva
Articolo 8. Emendamento n. 11. Lo pongo in votazione.
Il Consiglio approva
Emendamento n. 12. Lo pongo in votazione.
Il Consiglio approva
Pongo in votazione l’articolo 8 come emendato.
Il Consiglio approva
Articolo 9. Lo pongo in votazione.
Il Consiglio approva
Articolo 10. Lo pongo in votazione.
Il Consiglio approva
Pongo in votazione il coordinamento tecnico.
Il Consiglio approva
Pongo in votazione la proposta di legge.
Il Consiglio approva
Proposta di legge (Discussione e votazione): «Norme in materia di accertamento della regolarità contributiva delle imprese» Giunta (282)
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la proposta di legge n. 282, ad iniziativa della Giunta.
Ha la parola il relatore di maggioranza, consigliere Avenali.
Ferdinando AVENALI. Si tratta di una proposta di legge di un solo articolo ma molto importante, che affronta e va a normare materia di accertamento delle regolarità contributive nelle imprese. Già qui operano leggi nazionali (266 del 2002 e D. Lgs. 276 del 2003) ma con questo tipo di legge andiamo ad ampliare gli accertamenti, quindi la regolarità contributiva e anche delle condizioni di sicurezza nei posti di lavoro relativamente alle aziende private. Questo articolo unico è il frutto di un’intesa raggiunta tra tutte le organizzazioni di categoria, sia degli imprenditori che degli artigiani, degli industriali, dei sindacati lavoratori ma anche insieme ad Inps e Inail, cioè si dà una importanza notevole a questa norma di legge, perché permetterebbe ai vari soggetti di poter operare in termini più costruttivi, positivi per quanto riguarda la questione del controllo circa la regolarità contributiva da parte delle imprese che hanno appalti in merito. Quindi è il frutto di un’intesa ampia cui diamo attuazione in termini concreti.
In Commissione non abbiamo fatto grandi emendamenti perché c’è stato accordo. Vi sono un paio di emendamenti di carattere tecnico, ma per il resto in Commissione la proposta di legge è stata approvata all’unanimità e invito il Consiglio a fare altrettanto.
PRESIDENTE. Ha la parola il relatore di minoranza, consigliere Cesaroni.
Enrico CESARONI. Condivido quanto detto da Avenali. Finalmente una proposta di legge che va verso la regoalmentazione degli accertamenti contributivi delle aziende, Inps e Inail contemporaneamente, senza più dover fare due richieste contributive. Inoltre si controllano anche i liberi professionisti. E’ una cosa seria, perché il problema più importante è che il controllo non si faceva mai ai liberi professionisti. Invece in questo modo c’è la certezza che vengano recuperati tutti i contributi anche dei liberi professionisti.
L’altra cosa importante riguarda il fatto che se le imprese non sono in regola con i contributi Inps e Inail non possono partecipare né ad appalti né a subappalti, bloccando tutta l’attività delle imprese.
E’ un articolo unico, ma una cosa giusta, anche perché fino ad oggi c’era sempre il contratto di Inps e Inail, ma c’era scollegamento e non c’era una visione completa. In questo modo si è più rapidi e si può avere un accertamento completo. Per questo votiamo in maniera favorevole.
PRESIDENTE. Passiamo all’esame dell’articolo unico, che ha due emendamenti, il primo a firma Luchetti. Ha la parola il consigliere Avenali.
Ferdinando AVENALI. Sono d’accordo con questo emendamento. Ci era sfuggito che si faceva riferimento al discorso della contrattazione territoriale, invece deve essere riferito alla contrattazione collettiva nazionale.
Per quanto riguarda il secondo emendamento, ci era anche in questo caso sfuggito il ruolo delle casse edili che hanno molta importanza. In questo modo diamo più forza al controllo delle stesse casse edili, sempre in collaborazione con Inps e Inail.
PRESIDENTE. Pongo in votazione l’emendamento n. 1.
Il Consiglio approva
Pongo in votazione l’emendamento n. 2.
Il Consiglio approva
Pongo in votazione il coordinamento tecnico.
Il Consiglio approva
Pongo in votazione l’articolo unico e, con esso, la legge.
Ha la parola il consigliere Gasperi.
Gilberto GASPERI. Questa proposta di legge è stata da me seguita in Commissione. Sono perfettamente d’accordo con quanto detto dai relatori di maggioranza e di minoranza, perché in questo modo si fa chiarezza rispetto ad alcune tematiche, non permettendo di essere ipocriti rispetto alle prese di posizione nei confronti di alcuni atteggiamenti da parte di amministrazioni o di alcuni professionisti o tecnici che operano in modo non logico e al di fuori dell’etica professionale.
Alleanza nazionale vota pertanto a favore di questa proposta di legge.
PRESIDENTE. Pongo in votazione l’articolo unico e, con esso, la legge.
Il Consiglio approva
Proposta di legge regionale (Rinvio) n. 288: «Ulteriori modifiche alla legge regionale 15 ottobre 2001, n. 20 sull’organizzazione e sul personale della Regione» Giunta (288)
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la proposta di legge n. 288, ad iniziativa della Giunta.
Ha la parola il consigliere Giannotti.
Roberto GIANNOTTI. Chiedo il rinvio in Commissione di questo atto che è di una gravità assoluta. Pensare solo di discutere questo atto, che dimostra peraltro in maniera inequivocabile il fallimento di una legge approvata da questo Consiglio, modificata ripetutamente, veramente mi fa essere più che preoccupato.
Peraltro debbo rilevare che rispetto a questo percorso legislativo non è stata recepita assolutamente una proposta di legge presentata dal gruppo di Forza Italia sullo stesso argomento, quindi c’è anche una illegittimità, nel senso che i due testi andavano abbinati.
Questo provvedimento dimostra che la legge 20 è stata un fallimento. Non potete portare in discussione gli ultimi giorni della legislatura un provvedimento che innova in senso negativo, dandovi la possibilità di andare a ritoccare la riserva sulla base dell’organico, ma soprattutto prorogando le graduatorie per due anni. E’ immorale sul piano amministrativo e politico prorogare la validità di una graduatoria. Quindi insisto quanto meno a non votarla oggi ma saremmo del parere che questo atto debba essere rimandato all’esame della Commissione.
PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Luchetti.
Marco LUCHETTI. So che intorno a questo atto si è innestata una polemica con una parte del sindacato, che ha poco a che vedere con il contenuto stesso dell’atto che, di fatto ha una rilevanza molto limitata.
Tu hai ragione nell’asserire che la legge 20 è stata modificata più volte. Ne prendo atto e do lo stesso giudizio, però una legge di organizzazione è difficilmente messa a punto così come viene concepita, ma ha bisogno di una sedimentazione e di una attuazione e nel momento in cui si va a realizzare ci si rende conto che le norme non coprono tutti i fabbisogni. Forse sono state fatte troppe modifiche, come dici tu, Giannotti, però voglio farti notare che questo testo di legge ha solamente l’obiettivo di riportare al 10% quel limite che avevamo spostato al 20% relativamente alla questione dei concorsi. Nella legge finanziaria avevamo detto che questo 20% doveva essere utilizzato fino alla fine della legislatura. Quando abbiamo portato al 20% il limite della dirigenza esterna, l’avevamo fatto per i concorsi che erano stati annullati. Non avevamo previsto la norma automatica del ripristino del 10% alla fine della legislatura, pertanto alla fine della legislatura ci troveremo di fronte alla impossibilità di utilizzare la norma contrattuale. L’articolo 1 ha la sola finalità di ripristinare dal 10 al 20% fino alla fine della legislatura, l’utilizzo di questa percentuale per i dirigenti esterni, solo questo. Ovviamente si abrogano tutte le leggi, comprese anche quelle della finanziaria che aveva interloquito rispetto alla 20, in modo tale da fare un testo “pulito”. Questo è l’unico scopo dell’articolo 1. Gli altri due articoli sono finalizzati , uno al fatto che la Corte costituzionale ha eccepito la finanziaria sul blocco degli organici dei Comuni e della Regioni e pertanto è solo una presa d’atto della sentenza. La proroga di un anno è finalizzata al fatto che con la legislatura si potrebbe avere la possibilità di utilizzare le graduatorie in piedi e basta. Non credo che sia la fine del mondo. E’ per non ripetere concorsi e quindi perpetuare lungaggini e basta. Ma tutto qui, non c’è niente di recondito o di anormale.
Se viene percepito per quello che è bene, altrimenti sospendiamo, però è indubbia la necessità di ripristinare questo 10%, perché cadendo la legislatura non si riesce a utilizzare neanche il 10. La polemica fatta dal sindacato autonomo atteneva a tutta un’altra filosofia che nulla ha a che vedere con questa cosa, ma con la gestione dei concorsi ecc.
Vi prego di credermi che questa normativa è finalizzata solamente a questa questione. Accetto anche la critica di Giannotti il quale dice che troppe sono state le variazioni ad una legge che, comunque, ha bisogno di essere rivista e probabilmente i nuovi legislatori se ne faranno carico.
PRESIDENTE. Il giudizio di necessità di prendere qualche attimo di riflessione ci può condurre a far sì che questa proposta di legge sia inserita nell’ordine del giorno dei prossimi giorni.
(Così rimane stabilito)
Proposta di regolamento (Discussione e votazione): «Requisiti degli impianti e delle attrezzature per l’esercizio di attività motorio-ricreativa, ai sensi dell’articolo 7 della legge regionale 1 agosto 1997, n. 47» Giunta (9)
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la proposta di regolamento n. 9.
Ha la parola il relatore di maggioranza, consigliere Procaccini.
Cesare PROCACCINI. Questo atto è stato discusso in maniera approfondita in Commissione anche attraverso audizioni fatte a ripetizione. In realtà l’aspetto più significativo è l’introduzione della figura sanitaria che deve sovraintendere a tutte le fasi preliminari alle autorizzazioni e alle attività delle palestre che sono oggetto di questo atto. In particolare l’articolo 9, al terzo comma recita che “Il titolare dell’impianto utilizza un medico, preferibilmente specializzato in medicina dello sport, con funzioni di responsabile sanitario, che adempie a tutti i compiti preposti da questa figura”. Come stabilito nelle fasi delle audizioni si è giunti alla sintesi che il medico deve essere presente almeno una volta al mese e successivamente si è giunti a una ulteriore sistemazione di questa previsione attraverso una proposta di modifica a firma della presidente della Commissione Mollaroli, che raccoglie l’unanimità della Commissione, in base alla quale la figura del medico deve essere presente almeno ogni 3 mesi. Questa previsione è un passo in avanti, perché nella situazione attuale non c’era alcuna presenza sanitaria dentro le palestre e mi pare che l’introduzione di questo punto sia l’aspetto più significativo di questo atto.
PRESIDENTE. E’ aperta la discussione generale. Se non vi sono richieste di interventi, procediamo con gli articoli del regolamento.
Articolo 1. Lo pongo in votazione.
Il Consiglio approva
Articolo 2. Lo pongo in votazione.
Il Consiglio approva
Articolo 3. Lo pongo in votazione.
Il Consiglio approva
Articolo 4. Lo pongo in votazione.
Il Consiglio approva
Articolo 5. Lo pongo in votazione.
Il Consiglio approva
Articolo 6. Lo pongo in votazione.
Il Consiglio approva
Articolo 7. Lo pongo in votazione.
Il Consiglio approva
Articolo 8. Lo pongo in votazione.
Il Consiglio approva
Articolo 1. Emendamento n. 1 a firma Massi.. Ha la parola il consigliere Procaccini.
Cesare PROCACCINI. Questo emendamento è stato discusso anche in Commissione. Mi pare di non dover accogliere questa soppressione, perché in realtà una priorità andrebbe data alla figura di cui all’art. 9.
PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Massi.
Francesco MASSI GENTILONI SILVERI. E’ uno dei punti più discussi, quello che ci ha fatto perdere molti mesi. Vorrei sottoporre alla riflessione il fatto che qui sono in ballo i medici dello sport. Nelle nostre proposte di legge e nelle normative conseguenti spesso emerge che si cerca di dare spazio alle nuove figure professionali, quelle che via via nel tempo sono sempre più raffinate e specializzate, qui c’è. la questione dei medici sportivi che sono venuti in Commissione attraverso le loro rappresentanze e che hanno posto più volte questo problema.
Questa legge affronta a livello di specializzazione tante cose, perché è attenta alle qualità, alle nuove esigenze, anche alla ricerca, per quanto riguarda il benessere e allora trovano un ruolo i laureati e i diplomati in scienze motorie e naturalmente i medici sportivi ci chiedono questo. Accogliere la concessione di questo riconoscimento ai medici sportivi è in qualche modo favorire una lobby? Non so, io ritengo che, almeno in questo settore, potremmo sopprimere e dire che chi gestisce, chi dirige, chi ha la responsabilità del centro fitness, benessere ecc., deve dare questa responsabilità della direzione sanitaria a un medico dello sport. Mi pare che questo sia possibile senza ledere grandi interessi, perché il “preferibilmente” non garantisce questa categoria.
Non faccio una difesa di categoria ma è un settore in cui c’è un’attesa per i molti diplomati e specializzati in medicina dello sport e credo che la Regione questa riposta la possa dare.
PRESIDENTE. Ci sono anche gli emendamenti nn. 1 bis e 2, quindi facciamo un’unica discussione.
Ha la parola il presentatore dell’emendamento 1 bis, consigliere Mollaroli.
Adriana MOLLAROLI. Questo regolamento è stato molto discusso e su questo aspetto è stata trovata una sintesi che io ritengo frutto di un lavoro sia della Commissione, che dell’ascolto dei medici di medicina sportiva, abbiamo rimesso in mano la sintesi utilizzando addirittura le nostre competenze regionali in materia sanitaria, quindi c’è stato veramente un grande lavoro, non superficiale da parte della Commissione, perché sappiamo che dietro questi problemi c’è la tutela della salute fisica delle persone. Fra l’altro sono moltissimi i cittadini e le cittadine marchigiani che ormai praticano sport e sappiamo quanto questo svolga una funzione anche di prevenzione, dal punto di vista complessivo di tutela della salute. Credo che il punto a cui siamo arrivati è un punto di sintesi positivo, che ha ascoltato tante voci e credo sia bene che noi ci attestiamo su questo. Tra l’altro, come vi ho detto, anche i rappresentanti della minoranza in Commissione sanno con quale cura abbiamo lavorato e con quanto ascolto, quindi mi sembrerebbe opportuno stare dentro questa sintesi che la Commissione ha trovato. Abbiamo addirittura messo in mano la possibilità di trovare la formulazione più idonea e più attenta ai bisogni di tutela della salute, utilizzando addirittura le nostre strutture sanitarie, quindi a me pare che si possa stare dentro queste sintesi. Il mio emendamento, presentato come presidente della Commissione, raccoglie l’opinione prevalente della Commissione stessa.
PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Castelli per illustrare l’emendamento n. 2.
Guido CASTELLI. Nonostante anch’io abbia registrato un lavoro importante e approfondito per quanto riguarda questo atto che in qualche misura ha anche suscitato apprensione da parte dei titolari di palestra — so che vi sono stati incontri, approfondimenti successivi che hanno portato a sintesi accettabili — ritenevo comunque utile e opportuno mantenere il mio emendamento che, mi rendo conto, ha un effetto molto forte. E’ volto a determinare che la presenza del direttore sanitario sia facoltativa e non obbligatoria. Perché questo mio ragionamento? Nasce dal fatto che, fermo restando che ciascun titolare di palestra può decidere di far luogo alla individuazione di questa figura, vi è da dire che nel sistema sportivo e del controllo delle attività sportive rispetto anche e soprattutto alla attitudine all’esercizio dell’attività sportiva, introducendo un obbligo quale quello che comunque è indicato e prescritto dalla nostra legge, si determina una fortissima sperequazione tra il sistema dell’attività sportiva agonistica e il mondo del tempo libero e del fitness, dello svolgimento comunque della pratica sportiva in maniera amatoriale. Sulla base della normativa statale, la possibilità di effettuare attività agonistica è meramente condizionata alla presentazione di un certificato di idoneità medico-sanitaria valevole un anno, che è di per sé già sufficiente ad autorizzare l’interessato allo svolgimento della pratica sportiva agonistica. A fronte di questo precetto, attraverso l’obbligatorietà della figura del direttore sanitario e delle successive presenze, per quanto diluite, per quanto oggetto di trattativa, che mi pare di aver capito ha registrato comunque un certo favore da parte degli esercenti delle palestre, si introduce una fortissima sperequazione, cioè per poter svolgere attività sportivo-amatoriale nell’ambito della palestra, per effetto di questa legge è comunque necessario e obbligatorio svolgere la stessa nell’ambito di una struttura che obbligatoriamente è diretta da una figura sanitaria. Paradossalmente invece, per lo svolgimento dell’attività agonistica, è appena sufficiente un certificato di idoneità e fino a questa sera la stessa cosa valeva per le palestre.
Nonostante mi renda conto che è esistito un processo di avvicinamento delle posizioni, a me pare che sia doveroso mantenere questo emendamento che non esclude la presenza del direttore sanitario ma la facultizza in rapporto a quella che è poi la stessa figura del direttore tecnico, che potrebbe in qualche misura valutare volta per volta la necessità di far luogo, oltre alla prescrizione già prevista per gli esercenti attività agonistica, a un maggior controllo a una maggiore ispezione sanitaria dei requisiti ginnici e fisici degli amatori.
Sostanzialmente l’emendamento è teso ad evitare che vi siano sperequazioni, per certi versi paradossali, tra l’attività agonistica e quella amatoriale.
PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Procaccini.
Cesare PROCACCINI. A mio modo di vedere non si può accogliere la proposta del consigliere Massi, anche perché siamo nella fase sperimentale di questa nuova programmazione prevista dal regolamento e dare una esclusiva al medico di medicina sportiva, in alcune realtà della nostra regione significherebbe precludere l’utilizzo della figura medesima, proprio per una impossibilità a reperirla in loco. Invece dare priorità alla medicina sportiva senza escludere l’altra figura, penso vada nella direzione principale di prevedere una figura sanitaria che oggi non esiste.
Come pure va respinto l’emendamento n. 2 del consigliere Castelli, perché non si può lasciare ad una possibilità discrezionale la presenza della figura sanitaria. La salute e la sicurezza vengono prima di ogni altra cosa e la sintesi raggiunta della presenza del medico con quelle caratteristiche, ogni tre mesi, penso sia una cosa più che accettabile.
Come pure è congruo il termine di 24 mesi per la messa a norma relativamente a requisiti e strutture tecniche.
Penso che questo atto sia di equilibrio e abbia tenuto conto in maniera sostanziale degli interessi concreti e in primo luogo degli interessi alla salute e alla sicurezza che sono emersi.
PRESIDENTE. Pongo in votazione l’emendamento n. 1.
Il Consiglio non approva
Pongo in votazione l’emendamento n. 1 bis.
Il Consiglio approva
Pongo in votazione l’emendamento n. 2.
Il Consiglio non approva
Pongo in votazione l’articolo 9 come emendato.
Il Consiglio approva
Articolo 10. Lo pongo in votazione.
Il Consiglio approva
Articolo 11. Lo pongo in votazione.
Il Consiglio approva
Articolo 12. Lo pongo in votazione.
Il Consiglio approva
Articolo 13. Emendamento a firma Castelli. Lo pongo in votazione.
Il Consiglio non approva
Pongo in votazione l’articolo 13.
Il Consiglio approva
Pongo in votazione il coordinamento tecnico.
Il Consiglio approva
Pongo in votazione la proposta di regolamento.
Il Consiglio approva)
Proposte di legge regionale (Discussione generale):
«Ulteriori modifiche della l.r. 4 ottobre 1999, n. 26: Norme ed indirizzi per il settore commercio» Giunta (191)
«Modificazione alla l.r. 15 ottobre 2002, n. 19: Modifiche della l.r. 4 ottobre 1999, n. 26: Norme ed indirizzi per il settore del commercio» Ceroni (156)
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca le proposte di legge n. 191 ad iniziativa della Giunta e n. 156 ad iniziativa del consigliere Ceroni.
Ha la parola il relatore di maggioranza, consigliere Procaccini.
Cesare PROCACCINI. Questa proposta di legge è l’ulteriore atto di una modificazione del settore del commercio che va avanti ormai da molto tempo a questa parte. In premessa c’è da dire che la deregolamentazione e la liberalizzazione selvaggia del commercio derivata dalle norme nazionali, non ha favorito il commercio medesimo ma ha creato una selezione a favore delle grandi e grandissime imprese capitalistiche di questo settore, tant’è che il piccolo commercio nella nostra regione rischia di essere inglobato alle condizioni delle grandi catene oppure di essere spazzato via.
In questo contesto la proposta tiene conto dell’esigenza delle cosiddette aree di confine. Cosa significa area di confine? Significa che in virtù del federalismo così come viene concepito e attuato, ogni Regione fa la legge per conto proprio anche dal punto di vista degli orari, poi a seconda del maggior numero di giornate di apertura in deroga o di minori giornate di apertura in eroga per questa o quell’area di confine si è avvantaggiati o penalizzati.
La proposta tiene conto di una vertenza intercorso nel territorio tra le diverse organizzazioni del commercio, ma anche delle organizzazioni sindacali e degli enti locali per giungere a una mediazione equilibrata, tenendo conto in primo luogo delle esigenze dei lavoratori di questo settore e degli interessi che orbitano attorno al settore del commercio stesso, oltre che delle leggi regionali che insistono a nord in Emilia Romagna e a sud in Abruzzo, per far sì che le Marche potessero avere una legge sul commercio di equilibrio, che potesse contemperare i diversi interessi.
Si giunge in definitiva ad una proposta che amplia la possibilità, per le zone di confine, di poter aumentare i giorni di apertura in deroga da parte degli enti locali, in primo luogo del Comune, tenendo conto che questa ulteriore deroga deve essere concessa in ottemperanza di accordi che debbono intercorrere con le organizzazioni sindacali e del commercio.
Quindi le deroghe possono superare, come viene previsto all’articolo 2, con un emendamento formalizzato dalla Commissione, il limite previsto attualmente con un ulteriore numero di sette giornate. Questo è il cuore della modifica che ha suscitato anche preoccupazioni giuste e talvolta strumentalizzazioni.
A me sembra che questa proposta di ulteriori sette giornate rispetto alle 42 previste, sia di equilibrio, fermo restando che nei giorni primo maggio, 25 aprile e Natale è obbligatoria per legge la chiusura.
Ci sono altre possibilità per non penalizzare i territori ma soprattutto gli enti locali, dando loro una garanzia normativa: che nelle zone di confine si possono adottare modalità organizzative che non vadano a ledere gli aspetti del turismo, tant’è che vengono proposte anche possibilità per consentire l’apertura, entro quei limiti, a 300 metri non dalla battigia com’era prima, ma a 250 metri. Dentro questa misura oggi insistono centri commerciali, negozi. Per non penalizzare gli stessi territori all’interno di questa possibilità, si è detto che i sindaci, con una modalità concertativa possono concedere una deroga anche per occasioni straordinarie, quali la festa del patrono o iniziative di tipo straordinario. Inoltre esiste un’altra possibilità: quella di prevedere un ruolo maggiore dei Comuni. Condivido quando si dice che all’art 1 bis bisogna aggiungere una possibilità: “l’adozione da parte del Comune di norme sul procedimento di criteri per il rilascio di autorizzazioni per le medie strutture”. Parliamo quindi non della piccola attività di commercio ma di quelle più consistenti. E’ giusto che i Comuni si dotino, attraverso un loro rafforzamento nel ruolo di programmazione, di regolamenti per la pianificazione e il rilascio delle autorizzazioni per le strutture medie. Questo è un fatto significativo, come pure è un fatto significativo che le deroghe per i Comuni in zona parco e per i Comuni in zona area protetta, le stesse deroghe non riguardino tutto il territorio, bensì solo i confini in cui sono delimitati i parchi o le aree protette.
PRESIDENTE. Ha la parola il relatore di minoranza, consigliere Gasperi.
Gilberto GASPERI. Questa proposta di legge è stata molto modificata dalla Commissione, proprio perché c’erano delle situazioni che portavano a richieste, da parte di alcune associazioni di categoria, per cercare di dare una maggiore organicità sia al limite che derivava dalle giornate di apertura, ma soprattutto dare possibilità, nelle zone tipicamente turistiche come le zone sulla costa, sulla riviera, di avere aperture e dare risposta concreta alle esigenze delle persone che vengono in vacanza nelle nostre zone.
La modifica che è stata fatta ultimamente riguarda solo ed esclusivamente il numero di 7 giornate, passando così da 24 a 31 giorni di apertura, previa consultazione e autorizzazione da parte dell’autorità competente, cioè quella comunale.
Le stesse associazioni di categoria, nelle riunioni che c’erano state avevano dato una risposta concreta e una accettazione affinché questa proposta di legge fosse stata portata avanti.
Attualmente questa modifica che noi abbiamo apportato risponde concretamente alle richieste fatte soprattutto dal Comune di Ascoli Piceno, in considerazione del fatto che è a confine con l’Abruzzo e ha la possibilità di tutelare i punti commerciali del proprio territorio, visto e considerato le giornate differenti di apertura che ci sono rispetto alla regione confinante.
Per questo motivo abbiamo portato avanti e richiesto che la discussione di questa legge fosse stata effettuata nel minor tempo possibile, perché è già stata troppo tempo ferma la proposta di legge, in quanto c’era la volontà di qualcuno di non mandarla avanti.
PRESIDENTE. Non vi sono interventi, quindi passiamo all’esame degli articoli.
Articolo 1. Lo pongo in votazione.
E’ stata fatta, dal consigliere Castelli, la richiesta di verifica del numero legale. Prego di procedere, a partire dal n. 1.
Gabriele MARTONI, Consigliere segretario. Procedo alla chiama:
Agostini assente
Amagliani presente
Amati assente
Ascoli assente
Avenali presente
Benatti assente
Brini presente
Castelli presente
Cecchini assente
Ceroni assente
Cesaroni assente
Ciccioli assente
Comi presente
D’Ambrosio assente
D’Angelo assente
Donati assente
Favia assente
Franceschetti presente
Gasperi assente
Giannotti presente
Grandinetti assente
Luchetti assente
Martoni presente
Massi assente
Melappioni presente
Minardi presente
Modesti presente
Mollaroli presente
Moruzzi assente
Novelli assente
Pistarelli assente
Procaccini presente
Ricci presente
Rocchi assente
Romagnoli assente
Secchiaroli presente
Spacca assente
Tontini presente
Trenta assente
Viventi presente
PRESIDENTE. Sono presenti n. 17 consiglieri, quindi manca il numero legale.
Per quanto riguarda l’ordine dei lavori della seduta di domani, se non vi sono obiezioni inizierei dalle code della seduta odierna e segnatamente: proposta di legge regionale n. 191, proposta di legge regionale n. 288, poi il resto.
(Così rimane stabilito)
La seduta è tolta. Riprenderà domani mattina alle 10.
La seduta termina alle 16,40
Proposta di legge regionale (Esame degli articoli e votazione) «Promozione della cooperazione per lo sviluppo rurale» Giunta (270)
PRESIDENTE. Riprendiamo la seduta con la proposta di legge n. 270. Sono già state fatte le relazioni di maggioranza e di minoranza. Se non vi sono interventi, passiamo all’esame degli articoli.
Articolo 1. Lo pongo in votazione.
Il Consiglio approva
Emendamento n. 1 della Commissione. Lo pongo in votazione.
Il Consiglio approva
Articolo 1. Emendamento n. 2. Lo pongo in votazione.
Il Consiglio approva
Emendamento n. 3. Lo pongo in votazione.
Il Consiglio approva
Pongo in votazione l’articolo 2 come emendato.
Articolo 3. Emendamento n. 4. Lo pongo in votazione.
Il Consiglio approva
Gilberto GASPERI. Noi siamo contrari a questa legge, ma gli emendamenti sono prettamente tecnici per correggere delle interpretazioni o qualche errore materiale. Sono correzioni che dobbiamo apportare, indipendentemente dall’essere favorevoli o contrari alla proposta di legge.
PRESIDENTE. Pongo in votazione l’articolo 3 emendato.
Il Consiglio approva
Articolo 4. Emendamento n. 5. Lo pongo in votazione.
Il Consiglio approva
Emendamento n. 6. Lo pongo in votazione.
Il Consiglio approva
Emendamento n. 7. Lo pongo in votazione.
Il Consiglio approva
PRESIDENTE. Pongo in votazione l’articolo 4 emendato.
Il Consiglio approva
Emendamento n.8, soppressivo dell’articolo 5. Lo pongo in votazione.
Il Consiglio approva
Articolo 6. Lo pongo in votazione.
Il Consiglio approva
Articolo 1. Emendamento n. 9. Lo pongo in votazione.
Il Consiglio approva
Emendamento n. 10. Lo pongo in votazione.
Il Consiglio approva
Pongo in votazione l’articolo 7 emendato.
Il Consiglio approva
Articolo 8. Emendamento n. 11. Lo pongo in votazione.
Il Consiglio approva
Emendamento n. 12. Lo pongo in votazione.
Il Consiglio approva
Pongo in votazione l’articolo 8 come emendato.
Il Consiglio approva
Articolo 9. Lo pongo in votazione.
Il Consiglio approva
Articolo 10. Lo pongo in votazione.
Il Consiglio approva
Pongo in votazione il coordinamento tecnico.
Il Consiglio approva
Pongo in votazione la proposta di legge.
Il Consiglio approva
Proposta di legge (Discussione e votazione): «Norme in materia di accertamento della regolarità contributiva delle imprese» Giunta (282)
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la proposta di legge n. 282, ad iniziativa della Giunta.
Ha la parola il relatore di maggioranza, consigliere Avenali.
Ferdinando AVENALI. Si tratta di una proposta di legge di un solo articolo ma molto importante, che affronta e va a normare materia di accertamento delle regolarità contributive nelle imprese. Già qui operano leggi nazionali (266 del 2002 e D. Lgs. 276 del 2003) ma con questo tipo di legge andiamo ad ampliare gli accertamenti, quindi la regolarità contributiva e anche delle condizioni di sicurezza nei posti di lavoro relativamente alle aziende private. Questo articolo unico è il frutto di un’intesa raggiunta tra tutte le organizzazioni di categoria, sia degli imprenditori che degli artigiani, degli industriali, dei sindacati lavoratori ma anche insieme ad Inps e Inail, cioè si dà una importanza notevole a questa norma di legge, perché permetterebbe ai vari soggetti di poter operare in termini più costruttivi, positivi per quanto riguarda la questione del controllo circa la regolarità contributiva da parte delle imprese che hanno appalti in merito. Quindi è il frutto di un’intesa ampia cui diamo attuazione in termini concreti.
In Commissione non abbiamo fatto grandi emendamenti perché c’è stato accordo. Vi sono un paio di emendamenti di carattere tecnico, ma per il resto in Commissione la proposta di legge è stata approvata all’unanimità e invito il Consiglio a fare altrettanto.
PRESIDENTE. Ha la parola il relatore di minoranza, consigliere Cesaroni.
Enrico CESARONI. Condivido quanto detto da Avenali. Finalmente una proposta di legge che va verso la regoalmentazione degli accertamenti contributivi delle aziende, Inps e Inail contemporaneamente, senza più dover fare due richieste contributive. Inoltre si controllano anche i liberi professionisti. E’ una cosa seria, perché il problema più importante è che il controllo non si faceva mai ai liberi professionisti. Invece in questo modo c’è la certezza che vengano recuperati tutti i contributi anche dei liberi professionisti.
L’altra cosa importante riguarda il fatto che se le imprese non sono in regola con i contributi Inps e Inail non possono partecipare né ad appalti né a subappalti, bloccando tutta l’attività delle imprese.
E’ un articolo unico, ma una cosa giusta, anche perché fino ad oggi c’era sempre il contratto di Inps e Inail, ma c’era scollegamento e non c’era una visione completa. In questo modo si è più rapidi e si può avere un accertamento completo. Per questo votiamo in maniera favorevole.
PRESIDENTE. Passiamo all’esame dell’articolo unico, che ha due emendamenti, il primo a firma Luchetti. Ha la parola il consigliere Avenali.
Ferdinando AVENALI. Sono d’accordo con questo emendamento. Ci era sfuggito che si faceva riferimento al discorso della contrattazione territoriale, invece deve essere riferito alla contrattazione collettiva nazionale.
Per quanto riguarda il secondo emendamento, ci era anche in questo caso sfuggito il ruolo delle casse edili che hanno molta importanza. In questo modo diamo più forza al controllo delle stesse casse edili, sempre in collaborazione con Inps e Inail.
PRESIDENTE. Pongo in votazione l’emendamento n. 1.
Il Consiglio approva
Pongo in votazione l’emendamento n. 2.
Il Consiglio approva
Pongo in votazione il coordinamento tecnico.
Il Consiglio approva
Pongo in votazione l’articolo unico e, con esso, la legge.
Ha la parola il consigliere Gasperi.
Gilberto GASPERI. Questa proposta di legge è stata da me seguita in Commissione. Sono perfettamente d’accordo con quanto detto dai relatori di maggioranza e di minoranza, perché in questo modo si fa chiarezza rispetto ad alcune tematiche, non permettendo di essere ipocriti rispetto alle prese di posizione nei confronti di alcuni atteggiamenti da parte di amministrazioni o di alcuni professionisti o tecnici che operano in modo non logico e al di fuori dell’etica professionale.
Alleanza nazionale vota pertanto a favore di questa proposta di legge.
PRESIDENTE. Pongo in votazione l’articolo unico e, con esso, la legge.
Il Consiglio approva
Proposta di legge regionale (Rinvio) n. 288: «Ulteriori modifiche alla legge regionale 15 ottobre 2001, n. 20 sull’organizzazione e sul personale della Regione» Giunta (288)
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la proposta di legge n. 288, ad iniziativa della Giunta.
Ha la parola il consigliere Giannotti.
Roberto GIANNOTTI. Chiedo il rinvio in Commissione di questo atto che è di una gravità assoluta. Pensare solo di discutere questo atto, che dimostra peraltro in maniera inequivocabile il fallimento di una legge approvata da questo Consiglio, modificata ripetutamente, veramente mi fa essere più che preoccupato.
Peraltro debbo rilevare che rispetto a questo percorso legislativo non è stata recepita assolutamente una proposta di legge presentata dal gruppo di Forza Italia sullo stesso argomento, quindi c’è anche una illegittimità, nel senso che i due testi andavano abbinati.
Questo provvedimento dimostra che la legge 20 è stata un fallimento. Non potete portare in discussione gli ultimi giorni della legislatura un provvedimento che innova in senso negativo, dandovi la possibilità di andare a ritoccare la riserva sulla base dell’organico, ma soprattutto prorogando le graduatorie per due anni. E’ immorale sul piano amministrativo e politico prorogare la validità di una graduatoria. Quindi insisto quanto meno a non votarla oggi ma saremmo del parere che questo atto debba essere rimandato all’esame della Commissione.
PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Luchetti.
Marco LUCHETTI. So che intorno a questo atto si è innestata una polemica con una parte del sindacato, che ha poco a che vedere con il contenuto stesso dell’atto che, di fatto ha una rilevanza molto limitata.
Tu hai ragione nell’asserire che la legge 20 è stata modificata più volte. Ne prendo atto e do lo stesso giudizio, però una legge di organizzazione è difficilmente messa a punto così come viene concepita, ma ha bisogno di una sedimentazione e di una attuazione e nel momento in cui si va a realizzare ci si rende conto che le norme non coprono tutti i fabbisogni. Forse sono state fatte troppe modifiche, come dici tu, Giannotti, però voglio farti notare che questo testo di legge ha solamente l’obiettivo di riportare al 10% quel limite che avevamo spostato al 20% relativamente alla questione dei concorsi. Nella legge finanziaria avevamo detto che questo 20% doveva essere utilizzato fino alla fine della legislatura. Quando abbiamo portato al 20% il limite della dirigenza esterna, l’avevamo fatto per i concorsi che erano stati annullati. Non avevamo previsto la norma automatica del ripristino del 10% alla fine della legislatura, pertanto alla fine della legislatura ci troveremo di fronte alla impossibilità di utilizzare la norma contrattuale. L’articolo 1 ha la sola finalità di ripristinare dal 10 al 20% fino alla fine della legislatura, l’utilizzo di questa percentuale per i dirigenti esterni, solo questo. Ovviamente si abrogano tutte le leggi, comprese anche quelle della finanziaria che aveva interloquito rispetto alla 20, in modo tale da fare un testo “pulito”. Questo è l’unico scopo dell’articolo 1. Gli altri due articoli sono finalizzati , uno al fatto che la Corte costituzionale ha eccepito la finanziaria sul blocco degli organici dei Comuni e della Regioni e pertanto è solo una presa d’atto della sentenza. La proroga di un anno è finalizzata al fatto che con la legislatura si potrebbe avere la possibilità di utilizzare le graduatorie in piedi e basta. Non credo che sia la fine del mondo. E’ per non ripetere concorsi e quindi perpetuare lungaggini e basta. Ma tutto qui, non c’è niente di recondito o di anormale.
Se viene percepito per quello che è bene, altrimenti sospendiamo, però è indubbia la necessità di ripristinare questo 10%, perché cadendo la legislatura non si riesce a utilizzare neanche il 10. La polemica fatta dal sindacato autonomo atteneva a tutta un’altra filosofia che nulla ha a che vedere con questa cosa, ma con la gestione dei concorsi ecc.
Vi prego di credermi che questa normativa è finalizzata solamente a questa questione. Accetto anche la critica di Giannotti il quale dice che troppe sono state le variazioni ad una legge che, comunque, ha bisogno di essere rivista e probabilmente i nuovi legislatori se ne faranno carico.
PRESIDENTE. Il giudizio di necessità di prendere qualche attimo di riflessione ci può condurre a far sì che questa proposta di legge sia inserita nell’ordine del giorno dei prossimi giorni.
(Così rimane stabilito)
Proposta di regolamento (Discussione e votazione): «Requisiti degli impianti e delle attrezzature per l’esercizio di attività motorio-ricreativa, ai sensi dell’articolo 7 della legge regionale 1 agosto 1997, n. 47» Giunta (9)
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la proposta di regolamento n. 9.
Ha la parola il relatore di maggioranza, consigliere Procaccini.
Cesare PROCACCINI. Questo atto è stato discusso in maniera approfondita in Commissione anche attraverso audizioni fatte a ripetizione. In realtà l’aspetto più significativo è l’introduzione della figura sanitaria che deve sovraintendere a tutte le fasi preliminari alle autorizzazioni e alle attività delle palestre che sono oggetto di questo atto. In particolare l’articolo 9, al terzo comma recita che “Il titolare dell’impianto utilizza un medico, preferibilmente specializzato in medicina dello sport, con funzioni di responsabile sanitario, che adempie a tutti i compiti preposti da questa figura”. Come stabilito nelle fasi delle audizioni si è giunti alla sintesi che il medico deve essere presente almeno una volta al mese e successivamente si è giunti a una ulteriore sistemazione di questa previsione attraverso una proposta di modifica a firma della presidente della Commissione Mollaroli, che raccoglie l’unanimità della Commissione, in base alla quale la figura del medico deve essere presente almeno ogni 3 mesi. Questa previsione è un passo in avanti, perché nella situazione attuale non c’era alcuna presenza sanitaria dentro le palestre e mi pare che l’introduzione di questo punto sia l’aspetto più significativo di questo atto.
PRESIDENTE. E’ aperta la discussione generale. Se non vi sono richieste di interventi, procediamo con gli articoli del regolamento.
Articolo 1. Lo pongo in votazione.
Il Consiglio approva
Articolo 2. Lo pongo in votazione.
Il Consiglio approva
Articolo 3. Lo pongo in votazione.
Il Consiglio approva
Articolo 4. Lo pongo in votazione.
Il Consiglio approva
Articolo 5. Lo pongo in votazione.
Il Consiglio approva
Articolo 6. Lo pongo in votazione.
Il Consiglio approva
Articolo 7. Lo pongo in votazione.
Il Consiglio approva
Articolo 8. Lo pongo in votazione.
Il Consiglio approva
Articolo 1. Emendamento n. 1 a firma Massi.. Ha la parola il consigliere Procaccini.
Cesare PROCACCINI. Questo emendamento è stato discusso anche in Commissione. Mi pare di non dover accogliere questa soppressione, perché in realtà una priorità andrebbe data alla figura di cui all’art. 9.
PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Massi.
Francesco MASSI GENTILONI SILVERI. E’ uno dei punti più discussi, quello che ci ha fatto perdere molti mesi. Vorrei sottoporre alla riflessione il fatto che qui sono in ballo i medici dello sport. Nelle nostre proposte di legge e nelle normative conseguenti spesso emerge che si cerca di dare spazio alle nuove figure professionali, quelle che via via nel tempo sono sempre più raffinate e specializzate, qui c’è. la questione dei medici sportivi che sono venuti in Commissione attraverso le loro rappresentanze e che hanno posto più volte questo problema.
Questa legge affronta a livello di specializzazione tante cose, perché è attenta alle qualità, alle nuove esigenze, anche alla ricerca, per quanto riguarda il benessere e allora trovano un ruolo i laureati e i diplomati in scienze motorie e naturalmente i medici sportivi ci chiedono questo. Accogliere la concessione di questo riconoscimento ai medici sportivi è in qualche modo favorire una lobby? Non so, io ritengo che, almeno in questo settore, potremmo sopprimere e dire che chi gestisce, chi dirige, chi ha la responsabilità del centro fitness, benessere ecc., deve dare questa responsabilità della direzione sanitaria a un medico dello sport. Mi pare che questo sia possibile senza ledere grandi interessi, perché il “preferibilmente” non garantisce questa categoria.
Non faccio una difesa di categoria ma è un settore in cui c’è un’attesa per i molti diplomati e specializzati in medicina dello sport e credo che la Regione questa riposta la possa dare.
PRESIDENTE. Ci sono anche gli emendamenti nn. 1 bis e 2, quindi facciamo un’unica discussione.
Ha la parola il presentatore dell’emendamento 1 bis, consigliere Mollaroli.
Adriana MOLLAROLI. Questo regolamento è stato molto discusso e su questo aspetto è stata trovata una sintesi che io ritengo frutto di un lavoro sia della Commissione, che dell’ascolto dei medici di medicina sportiva, abbiamo rimesso in mano la sintesi utilizzando addirittura le nostre competenze regionali in materia sanitaria, quindi c’è stato veramente un grande lavoro, non superficiale da parte della Commissione, perché sappiamo che dietro questi problemi c’è la tutela della salute fisica delle persone. Fra l’altro sono moltissimi i cittadini e le cittadine marchigiani che ormai praticano sport e sappiamo quanto questo svolga una funzione anche di prevenzione, dal punto di vista complessivo di tutela della salute. Credo che il punto a cui siamo arrivati è un punto di sintesi positivo, che ha ascoltato tante voci e credo sia bene che noi ci attestiamo su questo. Tra l’altro, come vi ho detto, anche i rappresentanti della minoranza in Commissione sanno con quale cura abbiamo lavorato e con quanto ascolto, quindi mi sembrerebbe opportuno stare dentro questa sintesi che la Commissione ha trovato. Abbiamo addirittura messo in mano la possibilità di trovare la formulazione più idonea e più attenta ai bisogni di tutela della salute, utilizzando addirittura le nostre strutture sanitarie, quindi a me pare che si possa stare dentro queste sintesi. Il mio emendamento, presentato come presidente della Commissione, raccoglie l’opinione prevalente della Commissione stessa.
PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Castelli per illustrare l’emendamento n. 2.
Guido CASTELLI. Nonostante anch’io abbia registrato un lavoro importante e approfondito per quanto riguarda questo atto che in qualche misura ha anche suscitato apprensione da parte dei titolari di palestra — so che vi sono stati incontri, approfondimenti successivi che hanno portato a sintesi accettabili — ritenevo comunque utile e opportuno mantenere il mio emendamento che, mi rendo conto, ha un effetto molto forte. E’ volto a determinare che la presenza del direttore sanitario sia facoltativa e non obbligatoria. Perché questo mio ragionamento? Nasce dal fatto che, fermo restando che ciascun titolare di palestra può decidere di far luogo alla individuazione di questa figura, vi è da dire che nel sistema sportivo e del controllo delle attività sportive rispetto anche e soprattutto alla attitudine all’esercizio dell’attività sportiva, introducendo un obbligo quale quello che comunque è indicato e prescritto dalla nostra legge, si determina una fortissima sperequazione tra il sistema dell’attività sportiva agonistica e il mondo del tempo libero e del fitness, dello svolgimento comunque della pratica sportiva in maniera amatoriale. Sulla base della normativa statale, la possibilità di effettuare attività agonistica è meramente condizionata alla presentazione di un certificato di idoneità medico-sanitaria valevole un anno, che è di per sé già sufficiente ad autorizzare l’interessato allo svolgimento della pratica sportiva agonistica. A fronte di questo precetto, attraverso l’obbligatorietà della figura del direttore sanitario e delle successive presenze, per quanto diluite, per quanto oggetto di trattativa, che mi pare di aver capito ha registrato comunque un certo favore da parte degli esercenti delle palestre, si introduce una fortissima sperequazione, cioè per poter svolgere attività sportivo-amatoriale nell’ambito della palestra, per effetto di questa legge è comunque necessario e obbligatorio svolgere la stessa nell’ambito di una struttura che obbligatoriamente è diretta da una figura sanitaria. Paradossalmente invece, per lo svolgimento dell’attività agonistica, è appena sufficiente un certificato di idoneità e fino a questa sera la stessa cosa valeva per le palestre.
Nonostante mi renda conto che è esistito un processo di avvicinamento delle posizioni, a me pare che sia doveroso mantenere questo emendamento che non esclude la presenza del direttore sanitario ma la facultizza in rapporto a quella che è poi la stessa figura del direttore tecnico, che potrebbe in qualche misura valutare volta per volta la necessità di far luogo, oltre alla prescrizione già prevista per gli esercenti attività agonistica, a un maggior controllo a una maggiore ispezione sanitaria dei requisiti ginnici e fisici degli amatori.
Sostanzialmente l’emendamento è teso ad evitare che vi siano sperequazioni, per certi versi paradossali, tra l’attività agonistica e quella amatoriale.
PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Procaccini.
Cesare PROCACCINI. A mio modo di vedere non si può accogliere la proposta del consigliere Massi, anche perché siamo nella fase sperimentale di questa nuova programmazione prevista dal regolamento e dare una esclusiva al medico di medicina sportiva, in alcune realtà della nostra regione significherebbe precludere l’utilizzo della figura medesima, proprio per una impossibilità a reperirla in loco. Invece dare priorità alla medicina sportiva senza escludere l’altra figura, penso vada nella direzione principale di prevedere una figura sanitaria che oggi non esiste.
Come pure va respinto l’emendamento n. 2 del consigliere Castelli, perché non si può lasciare ad una possibilità discrezionale la presenza della figura sanitaria. La salute e la sicurezza vengono prima di ogni altra cosa e la sintesi raggiunta della presenza del medico con quelle caratteristiche, ogni tre mesi, penso sia una cosa più che accettabile.
Come pure è congruo il termine di 24 mesi per la messa a norma relativamente a requisiti e strutture tecniche.
Penso che questo atto sia di equilibrio e abbia tenuto conto in maniera sostanziale degli interessi concreti e in primo luogo degli interessi alla salute e alla sicurezza che sono emersi.
PRESIDENTE. Pongo in votazione l’emendamento n. 1.
Il Consiglio non approva
Pongo in votazione l’emendamento n. 1 bis.
Il Consiglio approva
Pongo in votazione l’emendamento n. 2.
Il Consiglio non approva
Pongo in votazione l’articolo 9 come emendato.
Il Consiglio approva
Articolo 10. Lo pongo in votazione.
Il Consiglio approva
Articolo 11. Lo pongo in votazione.
Il Consiglio approva
Articolo 12. Lo pongo in votazione.
Il Consiglio approva
Articolo 13. Emendamento a firma Castelli. Lo pongo in votazione.
Il Consiglio non approva
Pongo in votazione l’articolo 13.
Il Consiglio approva
Pongo in votazione il coordinamento tecnico.
Il Consiglio approva
Pongo in votazione la proposta di regolamento.
Il Consiglio approva)
Proposte di legge regionale (Discussione generale):
«Ulteriori modifiche della l.r. 4 ottobre 1999, n. 26: Norme ed indirizzi per il settore commercio» Giunta (191)
«Modificazione alla l.r. 15 ottobre 2002, n. 19: Modifiche della l.r. 4 ottobre 1999, n. 26: Norme ed indirizzi per il settore del commercio» Ceroni (156)
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca le proposte di legge n. 191 ad iniziativa della Giunta e n. 156 ad iniziativa del consigliere Ceroni.
Ha la parola il relatore di maggioranza, consigliere Procaccini.
Cesare PROCACCINI. Questa proposta di legge è l’ulteriore atto di una modificazione del settore del commercio che va avanti ormai da molto tempo a questa parte. In premessa c’è da dire che la deregolamentazione e la liberalizzazione selvaggia del commercio derivata dalle norme nazionali, non ha favorito il commercio medesimo ma ha creato una selezione a favore delle grandi e grandissime imprese capitalistiche di questo settore, tant’è che il piccolo commercio nella nostra regione rischia di essere inglobato alle condizioni delle grandi catene oppure di essere spazzato via.
In questo contesto la proposta tiene conto dell’esigenza delle cosiddette aree di confine. Cosa significa area di confine? Significa che in virtù del federalismo così come viene concepito e attuato, ogni Regione fa la legge per conto proprio anche dal punto di vista degli orari, poi a seconda del maggior numero di giornate di apertura in deroga o di minori giornate di apertura in eroga per questa o quell’area di confine si è avvantaggiati o penalizzati.
La proposta tiene conto di una vertenza intercorso nel territorio tra le diverse organizzazioni del commercio, ma anche delle organizzazioni sindacali e degli enti locali per giungere a una mediazione equilibrata, tenendo conto in primo luogo delle esigenze dei lavoratori di questo settore e degli interessi che orbitano attorno al settore del commercio stesso, oltre che delle leggi regionali che insistono a nord in Emilia Romagna e a sud in Abruzzo, per far sì che le Marche potessero avere una legge sul commercio di equilibrio, che potesse contemperare i diversi interessi.
Si giunge in definitiva ad una proposta che amplia la possibilità, per le zone di confine, di poter aumentare i giorni di apertura in deroga da parte degli enti locali, in primo luogo del Comune, tenendo conto che questa ulteriore deroga deve essere concessa in ottemperanza di accordi che debbono intercorrere con le organizzazioni sindacali e del commercio.
Quindi le deroghe possono superare, come viene previsto all’articolo 2, con un emendamento formalizzato dalla Commissione, il limite previsto attualmente con un ulteriore numero di sette giornate. Questo è il cuore della modifica che ha suscitato anche preoccupazioni giuste e talvolta strumentalizzazioni.
A me sembra che questa proposta di ulteriori sette giornate rispetto alle 42 previste, sia di equilibrio, fermo restando che nei giorni primo maggio, 25 aprile e Natale è obbligatoria per legge la chiusura.
Ci sono altre possibilità per non penalizzare i territori ma soprattutto gli enti locali, dando loro una garanzia normativa: che nelle zone di confine si possono adottare modalità organizzative che non vadano a ledere gli aspetti del turismo, tant’è che vengono proposte anche possibilità per consentire l’apertura, entro quei limiti, a 300 metri non dalla battigia com’era prima, ma a 250 metri. Dentro questa misura oggi insistono centri commerciali, negozi. Per non penalizzare gli stessi territori all’interno di questa possibilità, si è detto che i sindaci, con una modalità concertativa possono concedere una deroga anche per occasioni straordinarie, quali la festa del patrono o iniziative di tipo straordinario. Inoltre esiste un’altra possibilità: quella di prevedere un ruolo maggiore dei Comuni. Condivido quando si dice che all’art 1 bis bisogna aggiungere una possibilità: “l’adozione da parte del Comune di norme sul procedimento di criteri per il rilascio di autorizzazioni per le medie strutture”. Parliamo quindi non della piccola attività di commercio ma di quelle più consistenti. E’ giusto che i Comuni si dotino, attraverso un loro rafforzamento nel ruolo di programmazione, di regolamenti per la pianificazione e il rilascio delle autorizzazioni per le strutture medie. Questo è un fatto significativo, come pure è un fatto significativo che le deroghe per i Comuni in zona parco e per i Comuni in zona area protetta, le stesse deroghe non riguardino tutto il territorio, bensì solo i confini in cui sono delimitati i parchi o le aree protette.
PRESIDENTE. Ha la parola il relatore di minoranza, consigliere Gasperi.
Gilberto GASPERI. Questa proposta di legge è stata molto modificata dalla Commissione, proprio perché c’erano delle situazioni che portavano a richieste, da parte di alcune associazioni di categoria, per cercare di dare una maggiore organicità sia al limite che derivava dalle giornate di apertura, ma soprattutto dare possibilità, nelle zone tipicamente turistiche come le zone sulla costa, sulla riviera, di avere aperture e dare risposta concreta alle esigenze delle persone che vengono in vacanza nelle nostre zone.
La modifica che è stata fatta ultimamente riguarda solo ed esclusivamente il numero di 7 giornate, passando così da 24 a 31 giorni di apertura, previa consultazione e autorizzazione da parte dell’autorità competente, cioè quella comunale.
Le stesse associazioni di categoria, nelle riunioni che c’erano state avevano dato una risposta concreta e una accettazione affinché questa proposta di legge fosse stata portata avanti.
Attualmente questa modifica che noi abbiamo apportato risponde concretamente alle richieste fatte soprattutto dal Comune di Ascoli Piceno, in considerazione del fatto che è a confine con l’Abruzzo e ha la possibilità di tutelare i punti commerciali del proprio territorio, visto e considerato le giornate differenti di apertura che ci sono rispetto alla regione confinante.
Per questo motivo abbiamo portato avanti e richiesto che la discussione di questa legge fosse stata effettuata nel minor tempo possibile, perché è già stata troppo tempo ferma la proposta di legge, in quanto c’era la volontà di qualcuno di non mandarla avanti.
PRESIDENTE. Non vi sono interventi, quindi passiamo all’esame degli articoli.
Articolo 1. Lo pongo in votazione.
E’ stata fatta, dal consigliere Castelli, la richiesta di verifica del numero legale. Prego di procedere, a partire dal n. 1.
Gabriele MARTONI, Consigliere segretario. Procedo alla chiama:
Agostini assente
Amagliani presente
Amati assente
Ascoli assente
Avenali presente
Benatti assente
Brini presente
Castelli presente
Cecchini assente
Ceroni assente
Cesaroni assente
Ciccioli assente
Comi presente
D’Ambrosio assente
D’Angelo assente
Donati assente
Favia assente
Franceschetti presente
Gasperi assente
Giannotti presente
Grandinetti assente
Luchetti assente
Martoni presente
Massi assente
Melappioni presente
Minardi presente
Modesti presente
Mollaroli presente
Moruzzi assente
Novelli assente
Pistarelli assente
Procaccini presente
Ricci presente
Rocchi assente
Romagnoli assente
Secchiaroli presente
Spacca assente
Tontini presente
Trenta assente
Viventi presente
PRESIDENTE. Sono presenti n. 17 consiglieri, quindi manca il numero legale.
Per quanto riguarda l’ordine dei lavori della seduta di domani, se non vi sono obiezioni inizierei dalle code della seduta odierna e segnatamente: proposta di legge regionale n. 191, proposta di legge regionale n. 288, poi il resto.
(Così rimane stabilito)
La seduta è tolta. Riprenderà domani mattina alle 10.
La seduta termina alle 16,40