Resoconto seduta n. 24 del 06/12/2000
RESOCONTO INTEGRALE

SEDUTA DI MERCOLEDI' 6 DICEMBRE 2000
PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE GIUSEPPE RICCI

La seduta riprende alle 16,35

Ordine del giorno della seduta

PRESIDENTE. Darei inizio ai lavori secondo l'ordine del giorno che avevamo concordato questa mattina, quindi adesso si dovrebbe dar luogo alla discussione della mozione avente ad oggetto "Piano triennale Anas e piano stralcio 2000" presentata dal consigliere Massi. Insieme alla mozione c'è la risposta all'interrogazione n. 150 a firma Grandinetti e Brini. Il fatto è che in questo momento il Presidente D'Ambrosio dice che l'assessore Agostini sta per arrivare, quindi è questione di dieci minuti-un quarto d'ora. Nel frattempo c'è la richiesta del collega D'Angelo di discutere della mozione da lui proposta.

ROBERTO GIANNOTTI. Seguiamo l'ordine.

PRESIDENTE. Il che significa che se cominciamo a discutere un'altra mozione o non richiede interventi e discussione oppure tra un quarto d'ora dovremo interrompere e riprendere dalla discussione della mozione Anas.
Ha la parola il consigliere Giannotti.

ROBERTO GIANNOTTI. Intanto chiedo il rispetto rigido delle priorità. Al secondo punto dell'ordine del giorno abbiamo due mozioni sulla sicurezza nelle Marche. Credo che siamo in grado di fare l'illustrazione di queste due posizioni, quindi torniamo all'argomento.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Procaccini.

CESARE PROCACCINI. Credo che la mozione proposta questa mattina con un blitz rispetto all'ordine del giorno concordato abbia bisogno di un tempo d'istruttoria e di discussione molto impegnativo. Non sappiamo a che ora arriverà l'assessore perché è impegnato in un'altra riunione istituzionale, quindi se vogliamo discutere nel merito, a meno che non ci sai l'interesse di andare domani mattina sulle pagine dei giornali — ma non credo che i consiglieri abbiano questa necessità così strettamente demagogica — sarebbe opportuno che la mozione sull'Anas venisse iscritta all'ordine del giorno del prossimo Consiglio proprio per dare la possibilità di una discussione seria. Visto questa mia impostazione propongo di andare avanti con l'ordine del giorno e addirittura proporrei un gesto di cortesia da parte del Consiglio, quella cortesia che mancò quando chiedemmo il rinvio della riunione del Consiglio perché il nostro gruppo non sarebbe stato presente — poi il Consiglio è stato convocato la settimana scorsa e noi, rispettosi, siamo stati presenti e abbiamo annullato i nostri impegni — cioè che venisse anticipata la nostra mozione sulla questione dei libri di testo proposta dalla Regione Lazio. Credo che questo sia il modo corretto di rispettare il Consiglio regionale.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Avenali.

FERDINANDO AVENALI. Chiedo a tutti i colleghi, sia della maggioranza che della minoranza una disponibilità, anche senza dibattito , nell'approvare la mozione sulla questione dei vini e delle viti transgeniche, perché come sappiamo ci sarà un incontro a livello comunitario nei prossimi giorni, quindi se vogliamo dare un contributo come Consiglio regionale a livello nazionale su questa questione che è sicuramente importante e delicata lo possiamo esprimere solo in questa maniera. Se non vogliamo fare un dibattito perché conveniamo nel merito dell'argomento vi inviterei ad approvarla, se possibile subito per le ragioni che adesso dicevo. Se ne parliamo fra quindici giorni non ha senso, quindi credo che sia veramente un senso di responsabilità che chiedo anche alla minoranza.

PRESIDENTE. Ho colto, rispetto alle proposte che sono state avanzate, l'intenzione di procedere con l'ordine del giorno così come concordato questa mattina, quindi adesso c'è una nuova proposta del collega Procaccini che potremmo mettere in discussione solo qualora l'aula decidesse di cambiare, altrimenti l'orientamento è già stato manifestato questa mattina, quindi credo che si debba procedere in quel senso. C'è però questo lasso di tempo di circa dieci minuti per l'arrivo in aula dell'assessore Agostini, quindi più che intervenire su nuove mozioni che richiederebbero almeno due interventi, quindi tre quarti d'ora di tempo, forse se riusciamo a fare, nel frattempo, la mozione sui vini potremmo perlomeno dare un segnale rispetto alle problematiche che venivano sottolineate adesso dal collega Avenali.
Se siamo d'accordo ad impegnarci su questa mozione senza interventi, intanto facciamo un atto in positivo e dubito che dopo potremo cominciare la discussione della mozione per quanto riguarda il piano Anas.
Ha la parola il consigliere Gasperi.

GILBERTO GASPERI. Siccome sento tante lamentele, nella precedente legislatura avevamo un'auto, adesso siamo con la "Topolino".

PRESIDENTE. Se non vi sono obiezioni, procediamo con la mozione n. 64.



Mozione (Votazione): «Impegno a trasformare in divieto definitivo la sospensione delle licenze a vigne geneticamente modificate (O.G.M.)» D'Angelo, Moruzzi, Martoni, Avenali, Ascoli e Luchetti (64)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la mozione n. 64 dei consiglieri D'Angelo, Moruzzi, Martoni, Avenali, Ascoli e Luchetti a cui si aggiungono le firme dei presidenti di gruppo.
Se non vi sono interventi la pongo in votazione.

(Il Consiglio approva)

GILBERTO GASPERI. Presidente, siamo l'unica Regione che è andata a Santo Domingo a presentare delle talee nel campo della viticoltura per riportare la realtà della viticoltura marchigiana all'estero.

PRESIDENTE. Grazie anche per il contributo, collega Gasperi, perché significa che siamo attivi in questo senso.


Mozioni (Illustrazione):
«Organizzazione della P.S. nelle Marche» Silenzi, Amati, Franceschetti e Mollaroli (27);
«Situazione della sicurezza nelle Marche — Potenziamento organici forza di polizia» Giannotti, Brini, Ceroni, Cesaroni, Favia, Grandinetti e Trenta (53)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca le mozioni n. 27 dei consiglieri Silenzi, Amati, Franceschetti e Mollaroli e n. 53 dei consiglieri Giannotti, Brini, Ceroni, Cesaroni, Favia, Grandinetti e Trenta.
Ha la parola il consigliere Silenzi per illustrare la mozione n. 27.

GIULIO SILENZI. Il problema della sicurezza sta assumendo un ruolo nevralgico nella vita delle comunità grandi e piccole del nostro Paese ed anche della nostra regione. Il mutamento della criminalità che oggi è difficilmente prevedibile in quanto a modalità di aggressione e aree d'insediamento sul territorio, la sua compenetrazione sempre più tangibile con cause sociali sono due fra i fattori che determinano una nuova, forte richiesta di protezione da parte dei cittadini. Questioni come l'immigrazione, la prostituzione, l'emarginazione, la droga, la microcriminalità e il difficile rapporto tra il cittadino con il territorio alimentano nella percezione collettiva un'idea di insicurezza che richiede non solo un adeguato e partecipativo intervento delle istituzioni ma che coinvolgere le politiche sociali, di sviluppo del territorio e di prevenzione. Laddove questa richiesta rimane inevasa cresce la sfiducia verso le istituzioni e cresce contemporaneamente l'intolleranza generalizzata verso i soggetti sociali considerati potenzialmente artefici della diffusione del problema.
E' chiaro a tutti che il problema si presta facilmente ad essere cavalcato politicamente da chi, come vecchia e nuova destra, non lesina di fare dell'intolleranza una delle sue bandiere più sventolate.
Per una sinistra di governo affrontare la questione della sicurezza deve poter significare la capacità di rispondere alle ricette autoritarie, intolleranti, financo razziste con una rinnovata efficacia del sistema della protezione basato sull'integrazione tra l'azione delle forze di polizia e del sistema giudiziario e le politiche sociali, di sviluppo del territorio
Attiene alla visione del mondo diversa, perché se io ho paura mi chiudo verso l'altro che diventa un nemico, un potenziale avversario; attiene alla sfera individuale dei rapporti con gli altri, per cui l'altro non è più un compagno di viaggio ma una persona da guardare con diffidenza; coinvolge anche i progetti educativi: se io ho paura mio figlio ha paura e lo abituerà ad avere paura invece di avere una cultura dell'accoglienza; si svilupperà una cultura della diffidenza; vi sarà minore socialità, minore fiducia dell'altro, nella vita. Insomma, una minore positività.
Ecco perché il problema della sicurezza è importante, anche per le forze di sinistra e del centro-sinistra, non è un problema appaltato alla destra, proprio per i riflessi che ha nella società.
Si può diventare prigionieri delle proprie paure e più ancora delle stesse minacce, vere o presunte, che si temono, pertanto la percezione che uno ha è quella che conta: diminuiscono i reati ma la gente si sente più insicura.
Di questo dobbiamo essere consapevoli poiché si tratta di un fenomeno che è possibile osservare nei Paesi più ricchi. Da questo stato d'animo di insicurezza, spesso alimentato dal sensazionalismo dei mass-media, nascono i rimedi del tipo tolleranza zero.
Tutto questo fatto non si traduce in maggiore sicurezza, ma ha l'effetto di accentuare i caratteri repressivi delle società dell'opulenza. Ecco quindi che l'accento va posto su un altro elemento: le politiche sociali che consentano ai fattori generativi del fenomeno di devianza, posto in ogni modo che la loro completa eliminazione è una pericolosa utopia. E' sulla qualità della vita urbana e sul dimensionamento delle nostre città che si gioca insieme, la partita della crescita civile e della sicurezza: città pensate a misura dei bambini, degli anziani, delle donne sono anche città più sicure per tutti e nelle quali è possibile riappropriarsi di una parte sostanziale della propria libertà, intesa come capacità di fare esperienze, di relazionarsi al contesto sociale, ecc.
Pensiamo ad esempio a quale deficit di esperienze sensoriali, intellettive, relazionali subiscono i nostri bambini che non possono percorrere più da soli le strade che li conducono a scuola o nei luoghi di svago; e questo perché le nostre città sono insicure per un utente debole, prive di percorsi protetti, pensate per un utente maschio e motorizzato e comunque indifferenti alle condizioni dei soggetti più deboli. Per questo è una pericolosa illusione quella di sigillare le zone pericolose, escludendole dal percorso urbano. E' la città nel suolo insieme che deve diventare più accogliente, perché solo così essa può essere veramente più sicura. Anche da questo punto di vista è possibile vedere l'importanza dell'ente locale come oggetto attivo della politica della sicurezza collettiva.
.Il sistema della sicurezza si può adeguare alle mutate esigenze del contesto sociale se le competenze degli enti locali, delle Regioni e dello Stato si intrecciano e si compenetrano nell'interesse primario dei cittadini.
Modernizzare le istituzioni significa superare ogni separatezza fra i diversi livelli di governo, in una concezione della pubblica amministrazione unificata al suo interno agli occhi dei cittadini. Questo significa puntare ad un modello scevro dei rischi insiti negli slogans federalisti come ad esempio la regionalizzazione delle polizie che significherebbe erigere dei muri ai confini della propria regione perdendo un necessario quadro di controllo generale.
Già nel mese di luglio su questi temi la Conferenza dei presidenti delle Regioni ha trovato un importante punto di contatto con il Governo, basato sulla ricerca di un modello, per ora sperimentale, di cooperazione istituzionale che consiste nell'insediamento della Conferenza regionale per la sicurezza, strumento di coordinamento che deve valorizzare ruolo e funzioni dei comitati provinciali per la sicurezza.
Nelle Marche abbiamo degli atti e dei provvedimenti di legge che vanno attuati perché stanno su questa scia.
Occorre introdurre un modello organico di raccordo tra la Regione e prefetti marchigiani. Nel solco del protocollo di intesa di luglio, l'insediamento presso la Regione della Conferenza sulla sicurezza, dotata di uno staff di coordinamento significherebbe fare un passo in avanti nell'affermazione del concetto di sicurezza urbana, partecipata e democratica e contribuirebbe al recupero della fiducia dei cittadini.
In una concezione moderna della sicurezza pubblica l'integrazione sociale dei soggetti svantaggiati e la prevenzione dei fenomeni di disadattamento debbono anticipare l'azione di controllo e di difesa dei comportamenti devianti. E' quindi fondamentale che la rete dei servizi alla persona, offerta dai soggetti pubblici e dal volontariato possa operare sul territorio in piena armonia con la rete delle forze dell'ordine deputata al controllo sociale e alla repressione dei reati. Si tratta di dar vita a un sistema di protocolli operativi che evitino sovrapposizioni e confusioni di ruoli. Si tratta di dialogare con i cittadini su queste strategie attraverso una strategia di comunicazione in grado di diffondere modelli di comportamento e di autoprotezione e di ridurre l'esposizione al rischio.
All'interno di questa problematica la prevenzione e controllo del territorio diventa un fattore importante perché permette alle nostre città che hanno avuto una modificazione notevole in questi anni per lo sviluppo economico e sociale, di avere un controllo da parte degli organi di polizia che sia volto alla prevenzione nelle parti del territorio più critiche, più colpite.
La mozione che abbiamo presentato porta a richiedere un impegno della Giunta regionale non solo sui temi che abbiamo detto sui quali vorremmo che la Regione Marche si caratterizzasse anche nel contesto nazionale, ma una iniziativa ulteriore volta a richiedere al Ministero il passaggio al rango dirigenziale dei commissariati delle nostre città della costa, perché questo può significare un aumento di personale, un aumento di mezzi, una autonomia decisionale che potrebbe premettere di controllare il nostro territorio e prevenire. La nostra richiesta è quindi inserita all'interno del discorso più generale che facciamo e che segna il discrimine tra una concezione di sicurezza che le forze del centro-sinistra hanno e una concezione autoritaria repressiva e discriminante che le forze della destra hanno e stanno sventolando ormai da troppo tempo, per cui il nostro scatto è di recuperare su queste tematiche con il taglio che si diceva.
Leggo uno studio dei marchigiani rispetto alle preoccupazioni che hanno: prima c'è il problema delle tasse e poi quello della sicurezza, con una percentuale consistente. Rispetto a questo, siccome c'è un problema anche di percezione con il quale dobbiamo fare i conti, perché la realtà marchigiana non è un'isola felice ma non è neanche il Bronx, i quartieri degradati di alcune metropoli o i quartieri controllati della malavita organizzata del sud d'Italia, riteniamo che si debbano attivare le leggi che abbiamo approvato e caratterizzare l'azione della nostra Regione, per far comprendere ai cittadini marchigiani e non solo come noi vogliamo intervenire sulle problematiche della sicurezza e per fare capire la differenza che c'è tra come noi intendiamo questa problematica e come l'intendono invece Formigoni o i "governatori" del nord d'Italia, o meglio gli "sceriffi" del nord d'Italia.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Giannotti per illustrare la mozione n. 53.

ROBERTO GIANNOTTI. Varrebbe la pena di approfondire l'intervento del consigliere Silenzi specialmente nella parte conclusiva dove si è sbizzarrito in un volo pindarico. Al consigliere Silenzi vogliamo solamente dire che la Regione Marche aveva una grande occasione per dimostrare il proprio livello di sensibilità rispetto ai problemi della sicurezza e se il segnale viene dall'attivazione degli strumenti approvati da questo Consiglio regionale non andiamo molto lontano.
Questo Consiglio regionale nella scorsa legislatura ha approvato una "leggina" che istituiva l'osservatorio regionale sulla criminalità, il fondo regionale per aiutare gli imprenditori, i soggetti a forme di usura e la partecipazione al forum europeo. Mi tocca far rilevare, così come è stato fatto rilevare dal nostro gruppo con una interrogazione, che di questi tre strumenti è stata solamente attivata la partecipazione della Regione a questo organismo europeo. Né l'osservatorio né il fondo per l'usura sono stati tradotti in fatto concreto, quindi le persone colpite da usura rimangono, così come questa lettura dei fenomeni della criminalità rimane con l'essere sconosciuta.
Consideri il consigliere Silenzi che peraltro la costituzione dell'osservatorio era propedeutica all'organizzazione di una conferenza regionale sulla criminalità che sarebbe stata una grande possibilità di dibattito e di confronto fra le forze politiche e la società marchigiana. Invece oggi registriamo, purtroppo, una situazione molto diversa da quella che la sinistra nazionale riconosce e rispetto alla quale in queste ultime settimane ha capito che ha "toppato" rispetto alla grande sensibilità dell'opinione pubblica.
La situazione della criminalità delle Marche non è gravissima ma le statistiche approntate da prefetture e questure evidenziano una situazione estremamente grave. Nel distretto marchigiano sono in aumento le estorsioni, i furti sia consumati che tentati. Non lo dice l'opposizione del Polo o il gruppo di Forza Italia ma lo dice Il Sole 24 Ore in un articolo pubblicato il 2 dicembre scorso dove indica le Marche al primo posto in Italia nella graduatoria della criminalità predatoria, cioè le Marche con il 63,4% sono la regione che ha il più alto indice di interventi di microcriminalità. Questo a dimostrazione che questo dato oggettivo di preoccupazione e insicurezza dei cittadini è una cosa viva, che le nostre popolazioni sentono e tali popolazioni aumentano ogni giorno il senso di sfiducia nelle istituzioni perché non si sentono tutelate come dovrebbero rispetto ai fatti crescenti di microcriminalità che nelle Marche aumentano.
Fornisco solamente alcuni dati più precisi. I furti aggravati consumati, scoperti nelle Marche sono stati nell'anno passato 1.573, mentre i furti ad opera di ignoti sono 17.000. Faccia lei la proporzione e si dia una risposta da solo, consigliere Silenzi. Così come i furti aggravati tentati scoperti sono stati 194 mentre i furti aggravati tentati non scoperti sono stati ben 1.000. Questi dati dimostrano che fra reati scoperti e quelli ad opera di ignoti vi sia sostanzialmente una mancanza di controlli sul territorio che non consente alle forze dell'ordine di conoscere cosa avviene nei quartieri, nei paesi, nelle città della nostra regione. Altro aspetto, oltre a quello quantitativo è quello qualitativo. La relazione del sostituto procuratore della Repubblica presso la Corte di appello delle Marche rileva che nella nostra regione la situazione relativa alle infiltrazioni di organizzazioni malavitose deve ritenersi non del tutto tranquillante. E' stato riscontrato un interesse di inserimento da parte di organizzazioni dedite alle rapine con la complicità di basisti locali. E' in aumento il traffico di droga prevalentemente esercitato da albanesi, sono aumentati infine i reati commessi da cittadini stranieri con particolare riferimento agli immigrati di fortuna che, sprovvisti di permessi di soggiorno e non potendo contare su un'occupazione retribuita trovano nel crimine la possibilità di sopravvivenza, creando in questo modo una struttura criminosa che nel tempo diviene, di fatto, stabilmente organizzata.
Sul fronte dell'immigrazione clandestina, essa va combattuta — non lo dice la Casa delle libertà, lo ha detto in maniera autorevole ieri il presidente della Repubblica — perché fornisce manovalanza per la criminalità, quindi occorrono interventi adeguati. Lei conosce le nostre proposte relativamente alla creazione di una banca dati per la identificazione degli immigrati, consigliere Silenzi, così da favorirne l'immediato riconoscimento e l'espulsione, così come conosce la nostra posizione rispetto alla necessità che le Regioni partecipino in maniera attiva alla definizione dei flussi di immigrati che il nostro Paese può sopportare e che è diventata una delle esigenze importanti. Ad ulteriore commento di questa considerazione va anche tenuto presente che oltre a questo fenomeno della clandestinità albanese esiste una infiltrazione di altri immigrati clandestini provenienti dall'est. Qualcuno usava la battuta che i cinesi non muoiono mai, a testimonianza del fatto che rispetto alla presenza di cittadini asiatici nella nostra regione c'è da avere la massima attenzione, perché molto spesso, come ho detto prima, questa presenza illegale diventa punto di riferimento anche per le organizzazioni malavitose del nostro Paese.
Rispetto a queste brevissime premesse a noi sembra giusto richiamare innanzitutto l'impostazione che va data al problema della sicurezza e della criminalità nella nostra regione. Mentre c'è chi chiede — come ha fatto questa sera il gruppo dei Ds — l'acquisizione del rango dirigenziale da parte di commissariati senza fare proposte in ordine agli interventi che effettivamente potrebbero modificare l'incisività delle forze di polizia nei confronti dei fenomeni delittuosi, il nostro gruppo rivendica una serie di interventi che puntano alla riorganizzazione e riqualificazione dell'assetto organizzativo delle forze di polizia prevedendo anche, come è giusto che sia, una maggiore partecipazione degli enti locali, in primo luogo la Regione.
Riteniamo che il controllo sul territorio modernamente inteso debba passare anche per la collaborazione fattiva degli amministratori locali.
Bisogna riportare le forze dell'ordine sul territorio per favorire l'attività di prevenzione del crimine. Da qui una serie di proposte operative che oggi formuliamo a questo Consiglio regionale, in primo luogo togliere gli addetti alla sicurezza che operano negli uffici per impiegarli nel territorio: ci sono troppi poliziotti che fanno lavoro amministrativo e c'è una carenza di personale nelle strade. Va fatta una scelta di fondo investendo tutto il patrimonio professionale nell'opera di prevenzione e repressione della criminalità. Occorre intensificare la presenza delle forze di polizia nei quartieri, nelle periferie delle città anche attraverso l'istituzione dei commissariati di quartiere aperti 24 ore su 24. Bisogna istituire il vigile di quartiere dove questo va incontro alla sensibilità degli enti locali.
E' inutile chiedere commissariati come quelli di Fano e Civitanova Silenzi, rispetto ai quali siamo d'accordissimo — ma non è questo il problema — che abbiano un primo dirigente quando ancora non si è provveduto a ripianare il deficit di personale che esiste in queste strutture. Quindi potenziamo gli organici del personale dei commissariati di Fano e Civitanova come di tanti altri commissariati delle zone più a rischio della nostra regione.
Rispetto a questo credo che sia fondamentale che ci sia un ripianamento degli organici, individuando le realtà sottodimensionate e quelle con personale in esubero, senza scomodare interventi miracolistici ma attraverso un provvedimento di riequilibrio individuando le zone a rischio, potenziando alcune realtà e utilizzando per l'attività di prevenzione, di controllo e di interdizione anche il personale fino ad oggi adibito a ruoli amministrativi.
La seconda questione è che bisogna una volta per sempre che ci siano condizioni di operatività comune di tutte le forze di polizia. E' un discorso di cui parliamo da anni ma rispetto al quale non sono venute da questo Governo, da questo Ministero degli interni proposte precise che consentano di arrivare ad un coordinamento effettivo di tutte le forze di polizia, anche attraverso l'istituzione di un centralino unico della sicurezza. Non capiamo perché non si riesca a compiere un atto amministrativo che può consentire l'unificazione degli interventi.
Altra questione è legata alla partecipazione attiva degli amministratori e degli enti locali a quest'opera per garantire una maggiore sicurezza dei cittadini.
Noi crediamo che gli enti locali, le Amministrazioni locali che hanno il polso della situazione, che operano nel territorio sono in condizioni di leggere meglio di altri questa possibilità e quindi possano partecipare a questo sforzo, a questo impegno per la tutela della sicurezza. Vi sono già esempi significativi, non ultimo il protocollo d'intesa firmato fra la prefettura e il Comune di Rimini che ha sviluppato un discorso sinergico fra le forze dell'ordine e i vigili urbani. Credo che anche questo terzo versante di approccio può essere utile per dare un contributo a fronte di un problema che sta toccando la sensibilità di tutti i marchigiani.

PRESIDENTE. A questo punto, in base a quanto si era detto precedentemente dovrei sospendere la discussione che dovrebbe avvenire nel prossimo Consiglio regionale. Poiché però vi sono dei colleghi che chiedono di fare interventi, anche dei gruppi di minoranza, e poiché c'era un'ipotesi avanzata anche dai banchi di maggioranza di discutere eventualmente il problema dell'Anas al prossimo Consiglio chiedo di capire se l'aula, che è sovrana, cambia opinione. Se c'è la volontà di proseguire la discussione delle due mozioni proseguiamo, altrimenti passiamo agli altri argomenti.
Ha la parola il Presidente della Giunta.

ROBERTO GIANNOTTI. In base a quale articolo?

PRESIDENTE. La Giunta può intervenire sempre.

VITO D'AMBROSIO, Presidente della Giunta. Andrebbe ricordato al collega Giannotti, che questa mattina si è stupito di un mio intervento che invece era a' termini di regolamento.
Presidente, non intervengo sull'ordine dei lavori, ma vorrei soltanto sapere se, conclusa la discussione di questa mozione posso fare una comunicazione specifica.

PRESIDENTE. La discussione non è ancora iniziata, c'è stata solamente l'illustrazione delle due mozioni presentate. In questo senso mi affido di nuovo all'aula per capire se dobbiamo procedere su questo punto o se dobbiamo proseguire, come avevamo concordato, con la mozione che riguarda l'Anas.
Ha la parola il consigliere Procaccini.

CESARE PROCACCINI. Formalizzo la proposta e chiedo che venga messa ai voti, di rinviare al primo punto del prossimo Consiglio regionale la trattazione della mozione sull'Anas.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Silenzi.

GIULIO SILENZI. Vista la presenza del Presidente e considerato che abbiamo illustrato la mozione sulla sicurezza, penso che c'è un'urgenza nelle Marche, in queste ore di discutere di questi argomenti. E parlando di sicurezza non possiamo non pensare a quello che sta accadendo nell'ospedale di Torrette con gli atti criminali che si stanno perpetuando. Penso quindi che il Presidente della Giunta debba comunicare all'aula. Magari non discutiamo della sicurezza, riprendiamo successivamente il dibattito, ma rispetto a delle emergenze di questo tipo abbiamo un problema di prioritaria importanza per la comunità marchigiana che mi sembra calzi con le introduzioni che abbiamo fatto sulla problematica della sicurezza. Mi sembra quindi che l'aula debba venire informata rispetto agli incendi e a tutto quello che sta succedendo. Mi meraviglio che nessuno abbia fatto una richiesta ufficiale su questo; mi meraviglio che l'opposizione fa una questione prioritaria del problema dell'Anas rispetto a tutto il resto e poi... (Interruzioni). Giannotti, non so quello che voi fate, io vi ascolto nell'aula. Tra le varie urgenze segnalo questa che mi sembra la più pressante.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Ciccioli.

CARLO CICCIOLI. Quest'aula sta perdendo abbastanza di credibilità. Gli ordini del giorno sono sempre piuttosto lunghi e questa sera abbiamo 7-8 mozioni: già ci arrendiamo dopo avere esaminato un pezzo della prima ed esserci presi l'impegno di discutere di un altro problema importante quale quello della mobilità marchigiana. Visto che questa mattina era stato deciso di rispondere nel pomeriggio con delle comunicazioni del Presidente rispetto al problema-Anas, propongo di sospendere — non rinviare — il problema della sicurezza, intervenire sull'Anas e immediatamente dopo concludere, con l'impegno a rimanere, almeno su questo problema della sicurezza. Nel frattempo noi abbiamo presentato una proposta di risoluzione, quindi deve sicuramente essere fatto un dibattito più vasto. Detto questo, il problema degli incendi negli ospedali di Ancona non è situazione su cui questo Consiglio regionale può intervenire, mentre sull'Anas questo Consiglio regionale potrebbe intervenire.

GIULIO SILENZI. Questa vostra posizione è singolare. (Interruzioni)

CARLO CICCIOLI. La mia richiesta è non di rinviare ma di sospendere il problema-sicurezza, parlare dell'Anas e immediatamente dopo completare il problema della sicurezza.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Grandinetti.

FABRIZIO GRANDINETTI. Vorrei fare una proposta per cercare di trovare una soluzione. Abbiamo detto che dobbiamo parlare dell'Anas e continuiamo in questo modo. Prima di parlare dell'Anas una breve relazione da parte del Presidente della Giunta sulla situazione degli ospedali di Ancona mi sembra opportuna. Penso che sia una proposta accettabile.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Favia.

DAVIDE FAVIA. Non per andare contro la proposta di Grandinetti che pure è condivisibile, ma mi sembra che il problema-Anas ci preoccupa quanto meno alla pari della problematica degli incendi negli ospedali. Poiché abbiamo iniziato a discutere delle mozioni sulla sicurezza chiediamo che il Presidente risponda sull'Anas e che poi vengano inserite le comunicazioni in merito agli incendi negli ospedali nell'ambito della discussione sulle mozioni relative alla sicurezza, il che mi sembrerebbe un discorso molto più corretto e attinente. Non entro nemmeno nel merito delle provocazioni del presidente del gruppo Ds.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Viventi.

LUIGI VIVENTI. Questa mattina avevamo concordato e ribadito oggi pomeriggio che avremmo trattato il problema-Anas non appena fosse arrivato l'assessore Agostini. Questa condizione si è realizzata, quindi procediamo. Se poi il Presidente D'Ambrosio vuole relazionare al Consiglio su questi accadimenti negli ospedali ne ha tutta l'autorità e non gli dobbiamo dare noi la parola, perché come Presidente ne ha diritto. Ma facciamo una mozione contro gli incendi negli ospedali di Torrette, Silenzi?

GIULIO SILENZI. Io ho chiesto di far intervenire il Presidente. Voi ci fate parlare di tutto, crolla il mondo e di fronte a questo problema...

LUIGI VIVENTI. Però avevamo convenuto tutti insieme di iniziare a parlare di una mozione, sospendere e poi trattare dell'Anas. Adesso facciamo tutto? A quest'ora avremo votato tutte e due le mozioni.

GILBERTO GASPERI. E' un problema dell'Ufficio di presidenza... Non funziona niente.

PRESIDENTE. Voglio precisare al collega Gasperi che non è un problema dell'Ufficio di presidenza ma dell'aula.
Ha la parola il consigliere Mollaroli.

ADRIANA MOLLAROLI. Mi pare che ci sia qualche amnesia, quindi vorrei ricordare che questa mattina nella riunione con i presidenti di gruppo e con i presidenti di Commissione, nel decidere l'ordine dei lavori di oggi si è detto che il Presidente D'Ambrosio oggi pomeriggio avrebbe fatto una comunicazione sulle questioni degli incendi negli ospedali di Ancona. Credo che sia giunto il momento di farla. Era già negli impegni, prima ancora dell'Anas.

PRESIDENTE. Mi pare di capire che l'impegno di arrivare alla discussione sulla mozione dell'Anas ci sia tutto. Mi pare di capire che altri tempi per arrivare alla discussione delle mozioni sulla sicurezza non ne abbiamo, quindi se vogliamo procedere tenendo conto che il problema della sicurezza in qualche modo è stato toccato e tenendo conto che il Presidente D'Ambrosio ha dato la sua disponibilità possiamo procedere con una breve comunicazione dello stesso Presidente sul problema degli incendi, quindi sospendiamo il discorso sulla sicurezza che riprenderemo al primo punto del prossimo Consiglio e successivamente andiamo alla discussione della mozione sull'Anas. Credo che questo sia il riassunto dei tanti diversi interventi, ma riconducibili ad unitarietà.

CESARE PROCACCINI. C'è una proposta che chiedo venga messa in votazione.

PRESIDENTE. Io la posso mettere in votazione ma è eattamente l'opposto di quello che l'aula ha già votato.

CESARE PROCACCINI. Voglio verificarlo.

PRESIDENTE. Non so se sia proceduralmente corretto, comunque pongo in votazione la richiesta di sospensione della discussione sull'Anas.

(Il Consiglio non approva)



Comunicazione del Presidente della Giunta

PRESIDENTE. Ha la parola il Presidente della Giunta.

VITO D'AMBROSIO, Presidente della Giunta. La comunicazione del Presidente D'Ambrosio può durare, a seconda dell'aula, da cinque minuti a un tempo ragionevole per dare notizie. Questo non significa che non vogliamo parlare dell'Anas, perché come possono vedere i colleghi consiglieri gli elementi sull'Anas eccoli tutti qua.
La vicenda che è cominciata nella notte del primo dicembre ha visto all'inizio due episodi incendiari all'ospedale regionale di Torrette, entrambi avvenuti nell'ambito dei locali sotto l'ospedale, destinati a collegamento fra i reparti e soprattutto alla ubicazione dei servizi, specialmente quello elettrico e quello termico.
La situazione è stata segnalata immediatamente ed è stata seguita con attenzione non solo dalle forze che erano impegnate a risolvere il problema e quindi a spegnere l'incendio, ma anche, successivamente, dalla struttura regionale che si è fatta carico fin dall'inizio di seguire il problema per cercare di capire quale fosse la nostra parte e che cosa sarebbe stato bene che noi facessimo.
Alle 8 della mattina l'assessore regionale Melappioni era già all'ospedale di Torrette, successivamente sono andato anch' io...

ROBERTO GIANNOTTI. A spegnere l'incendio...

VITO D'AMBROSIO, Presidente della Giunta. Era già stato spento l'incendio ovviamente.

PRESIDENTE. Chiedo rispetto nei confronti di una interrogazione che credo sia seria e importante, quindi l'aula manifesti il rispetto che deve manifestare.

VITO D'AMBROSIO, Presidente della Giunta. Presidente, io non sono solito né drammatizzare né dare eccessiva importanza quando non è necessario. Mi spiace che qualcuno in quest'aula ritenga che questa comunicazione sia quasi una noiosa formalità prima di parlare di altre cose. Non è una noiosa formalità, se però si ritiene che sia una noiosa formalità la posso chiudere subito dicendo che abbiamo avuto sei incendi in sei giorni e pensavamo, dopo un intervallo di 48 ore che il problema fosse risolto, non è così, non abbiamo bisogno di drammatizzare una situazione che è preoccupante ma non va drammatizzata, ci teniamo in contatto strettissimo con tutti quelli che hanno questo tipo di incarico, ovviamente non rilasciamo interviste sui giornali per dire quello che facciamo, dove andiamo e di che cosa si parla. Il discorso è che gli ospedali non sono luoghi blindabili ma sono luoghi che vanno mantenuti con il massimo di possibilità di entrata e di uscita per quelli che li utilizzano, cioè gli ammalati, il personale e chi va a visitare le persone. Questi sono i soggetti che vanno tranquillizzati, perché per fortuna non è vero quello che è stato scritto su alcuni quotidiani nazionali: Ancona non è vissuta nel terrore. Il problema vero è che nell'ambito di luoghi estremamente delicati come gli ospedali si è diffusa una sensazione di insicurezza come diceva prima qualcuno, quindi su questo noi dobbiamo lavorare tenendo conto di tre cose: primo, che non tocca ovviamente a noi né spegnere gli incendi né arrestare i piromani, tocca a noi cercare di capire come si può fare per rendere contemporaneamente queste strutture sicure. E l'ospedale regionale di Torrette, per chi lo conosce in questo momento ha una particolare situazione, perché oltre a essere il più grande ospedale della regione con una superficie di 12 ettari fra parcheggi e altro, che ovviamente non sono sottoposti a vigilanza stretta, perché non è questo il tipo di intervento che si pensa per gli ospedali, è interessato da un cantiere enorme che sta procedendo per l'ampliamento dell'ospedale stesso, quindi proprio una delle vie di accesso al sottosuolo dell'ospedale che era chiuso da un cancello, è stata interessata proprio da una parte di lavori per predisporre una rampa e quindi, nel momento in cui sono successi i fatti aveva questa situazione.
Ci sono 4.000 persone al giorno che più o meno gravitano attorno all'ospedale di Torrette, a parte i soggetti che lavorano — alcune centinaia di persone — e a parte tutti coloro che vanno a visitare gli ammalati, altre centinaia e centinaia di persone. Si tratta di capire come riuscire ad innalzare il livello di vigilanza di una struttura così senza venir meno allo scopo fondamentale della struttura medesima. Il che significa, per esempio, accelerare i lavori che erano già stati previsti e appaltati per l'installazione di un sistema di telecamere a circuito chiuso che controllino tutti i luoghi di transito possibile e particolarmente da seguire. Il che significa impostare un diverso e più robusto turno di vigilanza. Il che significa farsi carico senza nessun problema di ulteriori spese che in questo momento particolarmente non possono essere valutate come spese da non affrontare con assoluta certezza della necessità.
Dobbiamo dire che le strutture dell'ospedale hanno risposto benissimo all'emergenza; il personale ha avuto un'eccellente reazione, a detta di tutti, e l'abbiamo visto anche nei servizi che la televisione ha trasmesso in questi giorni; non c'è stata fino ad ora alcun tipo di conseguenza per le persone, mentre a livello di conseguenze per le cose nei primi due incendi — sulla caratteristica dei quali credo sia inutile trattenersi visto che l'aula ha fretta di parlare di altre cose — i danni ammontano a qualche miliardo, ad oggi, perché bisognerà rifare una parte del solaio delle cucine dell'ospedale, bisognerà rifare tutto il cavedio dove passano i cavi, bisognerà reintervenire su tutto l'impianto elettrico.
Per quanto riguarda i reparti posso assicurare — ieri sono riandato all'ospedale, perché questa situazione viene seguita ora dopo ora — che la funzionalità dell'ospedale è rimasta diminuita venerdì, sabato e domenica, lunedì ha ripreso ed entro domani o dopodomani l'ospedale di Torrette riprenderà la sua piena funzionalità. Per quanto riguarda invece l'Umberto I, reparto di gastroenterologia non si è mai interrotta la capacità di funzionamento del reparto stesso.
Credo che quando succedono queste cose chi ha responsabilità politiche deve assumersi alcuni compiti, che sono: primo, riconoscere l'intervento e dare atto di questo intervento; secondo, dare atto dello spirito di abnegazione di tutti quelli che sono intervenuti, interni ed esterni alla struttura. E' intervenuta anche la nostra protezione civile nella prima fase, quando c'è stato l'incendio particolarmente grave e preoccupante all'ospedale di Torrette.
Quindi noi siamo stati "provati", abbiamo dimostrato di avere strutture capaci di reagire con efficacia, con efficienza, con velocità.
Questi sono gli elementi che credo questo Consiglio regionale debba valutare. L'altro elemento è quello di una nostra situazione di collegamento stretto con tutti quelli che hanno il compito specifico di investigare e di suggerirci eventuali misure ulteriori per aumentare il livello di sicurezza della struttura e metterle in atto. Questi sono i punti su cui dobbiamo rispondere, con in più un'altra cosa: tutti — non solo la maggioranza e non solo gli abitanti di Ancona — dobbiamo prendere atto, per fortuna, che non c'è stato manico in nessun momento se non quello minimo di reparti ospedalieri che alle 2 e mezza di notte si sono svegliati in mezzo a un fumo acre e non si riusciva a capire immediatamente qual era l'origine di questo fumo, perché l'incendio appiccato nel sotterraneo dell'ospedale, in vicinanza del cavedio che porta su tutte le strisce e tutte le connessioni elettriche, è arrivato fino al sesto piano dell'ospedale stesso.
Credo che questi siano elementi che è bene che il Consiglio regionale conosca e credo che noi possiamo e dobbiamo prendere l'impegno di continuare in questo ambito, assolutamente certi che questo non è problema di una parte né politica né geografica di questa regione. Abbiamo ovviamente allertato tutti gli ospedali della regione Marche e quindi il livello di attenzione.
Questi sono gli elementi che ritenevo di poter dare. Se il Consiglio riterrà di voler tornare sul tema per averne di ulteriori sono sempre disponibile a parlare dell'Anas, di questo e di tutto.



Mozione (Discussione): «Piano triennale Anas e piano stralcio 2000 — Penalizzazione regione Marche» Massi (65)
Interrogazione (Svolgimento): «Lavori incompiuti traforo del Cornello» Grandinetti e Brini (150)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la mozione n. 65 del consigliere Massi, alla quale è stata abbinata l'interrogazione n. 150 del consigliere Grandinetti.
Ha la parola, per illustrare la mozione, il consigliere Massi.

FRANCESCO MASSI GENTILONI SILVERI. Presidenti, consiglieri, lo scopo di questa mozione non è solo quello minimale, per quanto mi riguarda, di fare polemica sull'accertamento di un'assenza o meno a una riunione importante. Sappiamo che ci possono essere vittorie con le assenze, sconfitte con le presenze. Non è quindi questo il punto della situazione, né lo scopo è quello di fare una polemica pretestuosa e fine a se stessa ma capire se l'Esecutivo che regge la Regione Marche ritiene l'assegnazione di 30 miliardi in questa precisa e limitata vicenda una soluzione e un approdo soddisfacente oppure no. E' volta ad accertare questo, perché se giudicate i 30 miliardi una soluzione soddisfacente c'è da preoccuparsi, se la considerate non soddisfacente c'è da preoccuparsi per tanti altri aspetti. Dovete capire che la ratio di questa mozione, almeno nelle recondite motivazioni del presentatore è quella di manifestare una rabbia legittima non da consigliere regionale ma da cittadino marchigiano, perché è l'ennesima penalizzazione per una regione — l'avete detto più volte, l'hanno detto uomini di governo e di opposizione — che puntualmente subisce ogni volta che si trova a trattare su tavoli più ampi. Dovete capire che questa risibile assegnazione — poi ci spiegherete se la ritenete risibile o no — si inquadra in un momento preoccupante, in un contesto che non ha tranquillizzato nessuno.
Mi permetto di citare pochissimi episodi. Metà settembre, noi discutiamo qui per ore sul piano triennale Anas, ci permettiamo di presentare un emendamento che chiedeva una dichiarazione d'intenti — non ci permettevamo di inserire finanziamenti o di stravolgere il piano, e parlo della viabilità sulla statale 361 e sul traforo del Cornello — sulla volontà di finanziare appena possibile il completamento di interventi e di appalti in atto, quindi un emendamento prettamente politico ed è stato respinto. Successivamente viene il ministro Bersani nelle Marche, un ministro peraltro molto attivo, che ha dimostrato anche di saper andare oltre i propri vincoli e obblighi di partito o ideologici e la classe dirigente di questa Regione più riferita alla parte politica Ds si scorda di fare il minimo accenno per quanto riguarda infrastrutture viarie di due province.

GIULIO SILENZI. Tu c'eri? Come fai a dire queste cose?

FRANCESCO MASSI GENTILONI SILVERI. Avete fatto voi i comunicati. Io non c'ero perché non sono stato inviato, quindi non vado dove non sono invitato.

GIULIO SILENZI. Siate seri... Fate i consiglieri, non "dai giornali"... Quando le dite troppo grosse... Trova altre argomentazioni.

FRANCESCO MASSI GENTILONI SILVERI. Adesso ci proviamo, non siamo tutti scienziati, siamo un po' terra-terra, lo ammettiamo.
Ripeto, viene un ministro che deve recepire le istanze più importanti per le infrastrutture determinanti per il nostro sviluppo socio-economico e non abbiamo visto un accenno alla viabilità delle province di Ascoli e Macerata. Ce n'è uno che condividiamo perché era nei programmi di tutte le coalizioni e dei partiti, la terza corsia dell'A/14 e siamo soddisfatti che abbiate presentato questa istanza, però delle altre vi siete completamente scordati.
Viene il ministro Nesi al quale va riconosciuta grande onestà intellettuale, riporta tutti alla realtà dicendo "attenzione, pur riconoscendo che voi siete stati penalizzati, che siete a credito, più di tanto non vi spetterà, o meglio vi spetterà quello che per rapporto preciso — popolazione, pil ecc. — vi toccherà nei prossimi anni. Però devo dire che forse negli ultimi trent'anni — e con questo fugo ogni polemica su passato e presente, su responsabilità di oggi e di ieri — forse è stato l'unico uomo di governo che è venuto qui a dirci e a confermarci che lo schiaffo è pressoché totale e ce lo teniamo. Nesi va quindi lodato, su questo, per la sua onestà e correttezza.
Abbiamo un'assegnazione di 30 miliardi a fronte di altre Regioni che sfruttano questo momento dello stralcio per capitalizzare dei progetti pronti, delle strategie fatte e l'Umbria che per dimensioni è più o meno paragonabile a noi, porta a casa otto volte di quello che noi abbiamo. Ci si dice "attenzione, il piano triennale è solo rinviato di un anno". Certo, rispetto a trent'anni di ritardi il trentunesimo non dovrebbe fare scandalo, ma dovete capire che questo crea un'ansia, una preoccupazione in più, slitta tutto. E allora si legge una cosa che francamente lascia un po' perplessi, cioè l'Anas non avrebbe compiuto i propri adempimenti per quanto riguarda le progettazioni esecutive. Faccio solo una battuta da uomo che viene dagli enti locali da cui pressoché tutti provengono qui dentro: voi sapete che se un sindaco non riesce a fare strade, giardini e marciapiedi, va in campagna elettorale e dice che è colpa dell'ufficio tecnico non ci fa bella figura...

GIULIO SILENZI. L'Anas è un ufficio tecnico della Regione?

FRANCESCO MASSI GENTILONI SILVERI. Quando si parla di concertazione integrata, area vasta ecc. significa che nelle concertazioni, nelle strategie di un territorio rientrano anche gli enti autonomi, gli enti dipendenti dallo Stato e così via. Quindi, nella programmazione con cui ci si presenta agli appuntamenti importanti è mancato qualcosa. Io auguro che ci sia stata un'assenza, perché di fronte a un'assenza c'è una scusante; se c'è stata la presenza la situazione si aggrava, perché voi avete avuto un incontro il 9 novembre, per esempio, con amministratori della Valle del Potenza ai quali avete detto "per ora non ci sono finanziamenti", ma non avete precisato in quella sede che c'era un piano stralcio Anas in atto che poteva far andare a buon fine investimenti entro il 31 dicembre o comunque che progettazioni che erano fortemente avanzate potevano essere esibite e messe all'incasso.
C'è stata sicuramente una sfasatura nella programmazione che probabilmente ha sorpreso anche voi. Ripeto, qui non si fa una polemica nei confronti della maggioranza, perché sarei disposto a parlare di questo a microfoni spenti e a porte chiuse tanta è l'aspirazione di vedere un'unità totale delle forze politiche di questo Consiglio nel fare nelle sedi opportune una legittima protesta. Dovete capire che dieci giorni fa, cinque giorni fa questa documentazione è arrivata nelle case, negli uffici, nelle istituzioni di tutte le Marche. Se si era subita una sconfitta — ed è possibile subire sconfitte, perché non è solo prerogativa vostra, chi vi ha preceduto ne ha subite tante in malafede, in buona fede: sicuramente ho vissuto anch'io, nella mia parte politica che governava, tante umiliazioni e tante sconfitte — non era il caso di rendere nota questa vicenda spiacevole per le Marche e di attivare immediatamente una mobilitazione forte della Regione, delle Province, dei Comuni per dire "non ci stiamo"? A meno che voi non diciate che 30 miliardi era l'unico approdo possibile, non era possibile fare altro. Però credetemi, da cittadino questa cosa mi preoccuperebbe.
Era doverosa una mobilitazione forte, era meglio non pubblicare queste cose che hanno creato in qualche modo un'attesa. Tra politici e tecnici ritengo che al di là delle divisioni di competenze o comunque legate a schemi del passato oggi i tavoli di concertazione devono essere più coesi e più organizzati. Avrei voluto vedere una mobilitazione forte. Dopo diciamocela tutta la verità: è possibile che nella programmazione, nell'allarme da lanciare in certi momenti, nella coesione da organizzare anche a livello territoriale abbiamo qualche soggetto che latita. Non ditemi che me la prendo sempre con la stessa persona, con la stessa istituzione: abbiamo una Provincia di Macerata assente. Ringrazio la Giunta e il Presidente che sono venuti nella sede della nostra Amministrazione provinciale per uno scambio di idee sulla concertazione e sulla programmazione, ma i consiglieri regionali non sono stati invitati, come sempre non vengono mai chiamati, di tutti i colori. Posso non essere chiamato io che sono all'opposizione sulla carta, ma non vengono chiamati neanche quelli di maggioranza. Noi consiglieri regionali della provincia di Macerata dobbiamo telefonare il giorno dopo ai giornalisti o ai sindaci per sapere cosa vuole l'Amministrazione provinciale del nostro territorio. Non mi pare che questo succeda in altre province, al di là di tutti i colori. Quindi si aggiunge questo elemento di ansia: questa Provincia che doveva vigilare, presentare la situazione viaria in quella valle non ha fatto alcuna azione di questo tipo.
Concludo con un appello, perché vorrei tramutare in positivo questo intervento, e ringrazio gli amici del centro-destra per la coesione su questa proposta: occorre una mobilitazione immediata, a meno che oggi voi non diciate che siamo soddisfatti dei 30 miliardi, ce li teniamo e aspettiamo tempi migliori. Invito a non accettare questo, faccio una proposta provocatoria perché la Regione Marche ha bisogno sempre più di idee e anche di provocazioni, anche di forzature. Facciamo in modo che nei prossimi programmi elettorali dei signori Rutelli e Berlusconi, ci siano anche certe infrastrutture di questa regione. D'altronde si sono impegnati a fare programmi dettagliati anche per quanto riguarda infrastrutture sul territorio, quindi ognuno faccia la sua parte, oppure assisteremo al passaggio enfatico di tutti su questo territorio e poi, passata la festa sapete cosa succede di solito, soprattutto per una regione piccola, spesso divisa come siamo oggi noi.

PRESIDENTE. Ha la parola il Vicepresidente Grandinetti.

FABRIZIO GRANDINETTI. Signor Presidente, del Consiglio, signor Presidente della Giunta, colleghi. Non citerò le cinque interrogazioni di cui ho fatto oggetto il Presidente della Giunta, perché le ha sottomano e se riterrà opportuno risponderà in sede di replica, però vorrei parlare a compendio di quello che ha detto il consigliere Massi nella presentazione della sua mozione, della realizzazione di un'opera che ritengo fondamentale per quanto riguarda il dibattito sui fondi che l'Anas doveva destinare alla viabilità marchigiana e che ha fatto in modo molto ridotto rispetto anche a solo un appalto di un lotto di quest'opera importante. Parlo dell'"incompiuta" del traforo del Cornello e faccio presente, per cercare di sensibilizzare i componenti di questo Consiglio, l'importanza che per l'entroterra, in special modo per le zone del maceratese ha quest'opera incompiuta che è stata oggetto di una scelta precisa, non so quanto sbagliata o esatta ma che comunque va portata a termine, altrimenti la viabilità che ha già grossi problemi in quella zona per quanto riguarda il collegamento tra paesi, ne avrebbe ulteriori per chi volesse recarsi in Umbria e nella capitale.
I lavori concernenti il traforo del Cornello sono fermi da molto tempo ed è una questione di fondamentale importanza in quella che deve essere la moderna organizzazione viaria di collegamento tra le Marche e l'Umbria. La ripresa di un'area depressa come quella dell'entroterra, che poi è stata colpita recentemente dal terremoto è una cosa fondamentale, necessita di un'infrastruttura ed è venuto fuori il problema della mancanza di viabilità, in quella occasione, in modo clamoroso e dannoso.
L'Anas regionale dichiara che la progettazione esecutiva relativa ai lavori di completamento del lotto funzionale era in atto e c'è un rimpallarsi di responsabilità su cui ci renderà edotto chi risponderà per quanto riguarda le responsabilità del mancato finanziamento da parte sia dell'Anas che della Giunta regionale.
Nella riunione Stato-Regioni pare che le Marche abbiano dato delega alla Toscana e non si siano presentate, ma su questo ci sarà data risposta. Pare che — così ci scrivono i presidenti delle Comunità montane interessate — che l'assessore nell'incontro ha detto che per ora non c'è la possibilità di finanziare l'opera. Non è stata portata a termine, nonostante i tanti miliardi fino adesso spesi, quest'opera, quindi bisogna cominciare a far luce sulle responsabilità storiche ed attuali di questo mancato funzionamento, anche perché la richiesta da cosa viene? Leggo un articolo in cui siamo citati in molti e che ritengo parecchi di voi non hanno letto: "Per le strade delle Marche qualche briciola — e sono citati D'Ambrosio, Modesti, Silenzi, Agostini, Spacca, Viventi, Giacco — e nulla sappiamo del Vicepresidente Grandinetti" che invece nei giorni precedenti ha parlato con l'assessore Agostini — senza volere titoli e foto tipo Sandokan, sui giornali, in modo modesto e costruttivo come usa fare, venendo non dalla politica a tempo pieno ma da un altro tipo di lavoro — non strillando ma dicendo "cosa possiamo fare? Impegniamoci per trovare questi finanziamenti". Poi possiamo fare le critiche. Comunque c'è un articolo che ci chiama tutti alla corresponsabilità.
L'articolista è un progettista e nell'articolo è citata un sacco di gente, qualcuno assolto, qualcuno condannato, qualcuno a cui viene portato il sospetto. Comunque questo signore che ha seguito tutta l'opera da anni, è disinteressato e fa una battaglia meramente ideale, appassionata dice: "Nulla sappiamo del Vicepresidente Grandinetti", che intanto lavorava a questa cosa in modo discreto, perché se va sul giornale gli tagliate le gambe. L'articolo termina così: "...sia roba da procura della Repubblica e da Corte dei conti. A chi deve rivolgersi, altrimenti, un cittadino contribuente perché sia finalmente fatta luce su questo spreco di Stato? E perché tutti tacciono?". Grandinetti non si trovava, tutti tacciono, si parla di procura della Repubblica, di Corte dei conti, ci sono 7-8 nomi. E allora, io che alle parole faccio seguire sempre i fatti dico che sicuramente è un'"incompiuta".
Caro assessore, vorrei cominciare a conoscere i conti di quest'opera, quanto abbiamo speso per i progettisti, quanto per l'opera, perché è incompiuta, tutte quelle domande che ho correttamente posto nella mia interrogazione. Inoltre chiedo una Commissione d'inchiesta del Consiglio che non é la procura, non é la Corte dei conti. E invito la Corte dei conti — questo giornale esce a Camerino e lì è noto, perché c'è un ambiente giudiziario e c'è anche un tribunale, quindi se vogliono possono indagare — e la procura della Repubblica a fare indagini. Inoltre vorrei che fosse fatta una Commissione d'inchiesta del Consiglio sulle responsabilità politiche storiche per conoscere per quale motivo non è stata finita l'opera, come mai non ci procuriamo i fondi, quanti soldi sono stati spesi, perché il cittadino li ha tirati fuori. Voglio conoscere le responsabilità non solo sugli ultimi tempi ma su tutta questa vicenda e ritengo che questo sia un fatto serio: la gente deve sapere perché c'è un'"incompiuta" da tanti anni, perché sono stati spesi miliardi, a chi sono andati fino adesso, a chi andranno e in quale percentuale se continuerà quest'opera, se ci sono ditte che si sono fermate, come si sono comportate, se ci sono cause in atto. Facciamo non solo la foto domandi mattina sul giornale con l'interrogazione e l'intervento, ma dopo cinque anni di esperienza direi che è molto più importante che queste cose le concludiamo con un'indagine seria e siccome il regolamento di questo Consiglio ci permette di studiare la storia di questa "incompiuta", di questo sperpero conseguente di denaro pubblico, se ne abbiamo voglia, se la Commissione ne ha voglia, invito i consiglieri di tutti i gruppi a firmare la proposta di Commissione d'indagine su questa questione del Cornello. Ci è stata chiesta da persone che sono vicine, quindi la cosa mi preoccupa. E siccome io non sono solito tacere ma concretizzare, andiamo a vedere bene come stanno le cose, al di là della Corte dei conti e della procura se lo riterranno opportuno. Noi, come Consiglio andiamo a verificare la storia di questa vicenda, di chi sono le responsabilità, perché se si fossero fatte scelte diverse nel passato potrebbero essere state scelte sbagliate, ma una volta iniziata l'opera va conclusa, perché è troppo tardi per trovare delle variabili.
Questa è la domanda, unitamente alla domanda che faccio alla Giunta che ha la responsabilità attuale, per conoscere se è andata a questa riunione, se non vi è andata perché, quali possibilità ci sono, in quali tempi si può realizzare. Si è parlato di un convegno ma di convegni ne sono stati fatti tanti e io mi sono stancato di andare a convegni sul Cornello. Ricordo anche le assicurazioni del ministro Di Pietro che purtroppo non sono andate in porto e penso che Di Pietro abbia deluso tutti. In una riunione con i capigruppo consiliari qui ad Ancona diede ampie assicurazioni sulla fine di quest'opera quando era ministro dei lavori pubblici.
Vorrei conoscere tutte queste risposte e vorrei sapere se avete l'intendimento di porre all'attenzione dei vostri gruppi la possibilità di indagare su questa grave "incompiuta". Se ce lo dicono i tecnici che hanno partecipato, veramente mi preoccupo e siccome non sono abituato, come certe organizzazioni del sud, a tapparmi gli occhi con gli occhiali scuri ma uso solo quelli necessari per vedere da vicino e da lontano e mi piace approfondire il problema, facciamo questa Commissione d'indagine che è in nostro potere. Non so quello che potremo fare, però potremo conoscere meglio la storia per vedere se ci sono responsabilità politiche o di altro genere e segnalarle a chi di dovere: Corte dei conti e procura se non agiscono prima per proprio conto.
Questo volevo dire, questo è il compendio che volevo dare a questa discussione e non mi fermerà assolutamente il fatto che qualche gruppo o qualche singolo si possa rifiutare ad andare avanti. Se troverò — come mi sembra da qualche persona che ho sentito — disponibilità, nella mia interrogazione ho chiesto di chiedere insieme questa Commissione, maggioranza e minoranza. Se non sarà possibile proseguiremo da una parte sola, ma a me interessava chiedere la partecipazione di tutti per far luce su una "incompiuta" che è la più vergognosa della storia di questa Regione.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Pistarelli.

FABIO PISTARELLI. Abbiamo appreso veramente con costernazione, con sconcerto quello che è avvenuto in sede centrale, lo stralcio del progetto Anas che da triennale è diventato proposta di unica annualità 2000 e la determinazione, soprattutto, delle partite assegnate alle Regioni. Perché dico che entrambi gli aspetti ci hanno sconcertato?
Questa decisione Anas arriva a fine novembre-primi dicembre 2000, alla conclusione di un anno che sotto il profilo amministrativo è fatto di atti, di procedure, di attività, di suggerimenti, di proposte, di indicazioni. Un anno non neutro, un anno particolare si dirà da parte di molti, perché le Regioni hanno visto a metà dell'anno 2000 il rinnovo delle proprie istituzioni, Giunta e Consiglio. Un anno però nel quale tutte le istituzioni regionali sono state poste nella condizione di valutare, chi prima chi dopo, uno schema, un'impostazione che era basata su un programma triennale di opere concertate con l'Anas perché i fondi, le dotazioni sono ancora là in attesa di definitive riforme e anche la stessa Regione Marche ha a settembre, tra i primi suoi atti, discusso anche in maniera accesa, anche confrontandosi in maniera forte su questa impostazione, tra l'altro seguendo indicazioni e dotazioni finanziarie date dall'Anas stessa. L'Anas ci ha detto "dovete ragionare su questo monte di finanziamenti, su questi miliardi e dovete ragionare su questa griglia. A due mesi da quella discussione e a dieci mesi dall'inizio dell'anno 2000 la stessa Anas viene a dirci "non è più vero nulla, non parliamo più di triennale, facciamo un piccolo stralcio annuale, non parliamo più di quella dotazione, dovete ragionare su altra dotazione che poi, in sede di concertazione — se la Regione era assente giustificata o assente ingiustificata non toglie il risultato finale — è di 30 miliardi". Siamo arrivati a dicembre e l'Anas ci dice "devo chiudere la partita, vi do in sede di concertazione questo tipo di finanziamento, annullate tutto il resto". Ciò è semplicemente ridicolo oltre che vergognoso e sconcertante, perché un ente delegato alle grandi infrastrutture viarie, a reti che sono di fondamentale importanza per il tessuto economico, sociale, produttivo dei territori regionali e del territorio nazionale, non può imporre questo tipo di logica folle alle Regioni. Ecco l'appello che anche il collega Massi ha fatto: la Regione deve ribellarsi a questo modo di fare, perché non può rincorrere questo tipo di logica folle e soprattutto non può essere trattata in questa maniera. Questo diciamo, perché tutto quello che sta accadendo ritarda non solo e non tanto possibilità della nostra regione ma soprattutto la messa in soluzione, le proposte che vengono fortemente e da più anni, da più tempo caldeggiate, in tutte le sedi spiegate, richieste dagli enti locali, Comunità montane, soprattutto di parti del territorio come il centro-sud delle Marche, Macerata ed Ascoli che hanno problemi veramente rimasti in grave ritardo. Se il pesarese e l'anconetano sono riusciti a livello infrastrutturali a porre soluzione alle problematiche più grosse — basti vedere Ancona o la Vallesina con tutte le sue difficoltà di completamento — Macerata ed Ascoli sono ancora più in ritardo.
Il quadro che abbiamo di fronte è questo, riguarda non solo il nostro compito ma tutto quello che ci è stato chiesto, ci è stato detto da parte delle comunità locali che più volte in questi mesi, negli anni scorsi abbiamo incontrato e abbiamo sollecitato nella compartecipazione. Ricordo per esempio gli sforzi della Provincia di Macerata gli anni scorsi per la 77, perché vi sono degli aspetti che sotto un profilo progettuale devono essere seguiti da un organismo di livello inferiore rispetto alla Regione, quindi la Provincia si è occupata di progettualità, la Comunità montana era delegata per il traforo del Cornello e ci ha scritto, ha fatto degli atti concreti, c'erano delle proposte esecutive in grado di essere caldeggiate. Tutto questo è vanificato da una logica pazzesca che non possiamo più accettare. In attesa di riforme ecc. noi dobbiamo già fare questa parte, quella di essere in grado di far valere ragioni sostanziali rispetto a formalismi, a burocraticismi che fino ad oggi ci hanno impedito di progettare alcunché, di programmare e di eseguire alcunché, perché la realtà è questa: i ritardi sono accumulati, le situazioni si sono sovrapposte una dietro l'altra.
Ricordo che l'allora ministro ai lavori pubblici Di Pietro che venne in Regione e ricordo una partecipazione massiccia del gruppo di An nella sede della Giunta insieme ad altri consiglieri regionali. E ricordo altresì che al ministro Di Pietro si chiesero due cose da parte mia e di altri: la 77 e a che punto era il traforo del Cornello. Di Pietro fu interrogato specificatamente su questo, dato che erano anni che era ferma l'esecuzione dei lavori di completamento dei trafori e non si capiva perché. Di Pietro in quella sede ci disse "mi impegnerò a verificare, comunque do la parola al funzionario". Il funzionario Anas ci disse che era un problema di perizia geologica che ancora mancava nel fascicolo, una perizia di un geologo che doveva essere incaricato dalla Comunità montana, allora loro non c'entravano niente. Questo nel 1996, perché Di Pietro era da poco ministro del Governo Prodi. Il traforo è ancora lì bloccato, la perizia n on si sa da chi doveva dipendere, la realtà è che ci sono lavori ancora fermi e in quattro anni, malgrado le sollecitazioni venute anche da questo Consiglio attraverso questo tipo di incontro favorito dalla Giunta scorsa con il ministro ai lavori pubblici non c'è stato nessun risultato. Siamo veramente allo scandalo, allo sconcerto, alla vergogna. Non è più possibile ragionare in questi termini in materia di lavori pubblici regionali o comunque di opere che hanno rilievo regionale e che hanno rilievo sovraregionale e che devono avere sinergie regionali e sovraregionali. L'Anas pertanto deve essere il destinatario di una protesta forte da parte del Consiglio che anche in questa sede può essere espressa. Non è possibile accettare non tanto e non solo la dotazione finale che è scandalosa ma quello che c'è a monte e che ha prodotto quel risultato. Questa è la posizione che noi abbiamo, una posizione sorretta da dati di fatto e non da chiacchiere, perché le mie interrogazioni sul Cornello, sull'Anas, sulla 77, sul problema della viabilità dell'ascolano si perdono nella notte dei tempi della scorsa consiliatura. Pertanto non parliamo di cose nuove o conosciute oggi, parliamo di cose che si conoscono da sempre, soprattutto che conoscono i cittadini e gli imprenditori marchigiani che sono stanchi di una rete infrastrutturale che è rimasta ai primi anni del '900.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Brini.

OTTAVIO BRINI. Volevo fare una proposta questa mattina, ma il Presidente Minardi non me l'ha permesso, quindi cercherò di formularla adesso. Se fosse stata accolta lo svolgimento del Consiglio avrebbe sicuramente preso una piega diversa vista anche l'importanza dell'argomento che abbiamo in discussione e vista la difficoltà nel cercare di individuare la procedura e gli atti che sono stati formulati in questo periodo.
Viste le numerose assenze da parte dei componenti della quarta Commissione, che fortunatamente per loro non sono presenti in aula, dal presidente Martoni ai consiglieri Trenta e Castelli che sono a Nizza, a chi sta nel Don — Amagliani — al consigliere Franceschetti, sarebbe stato opportuno — questa era la proposta che volevo fare al Presidente Minardi questa mattina che, ripeto, non mi ha permesso di parlare, a differenza dei consiglieri pesaresi come lui...

GIULIO SILENZI. Lo dici perché è assente...

OTTAVIO BRINI. No, gliel'ho detto anche questa mattina.
La proposta che volevo formulare è la seguente. E' importante il dibattito che facciamo, ma sarebbe opportuno chiedere un'audizione presso la quarta Commissione all'assessore Agostini e ai responsabili dell'Anas per cercare di capire — si sarebbe evitato tutto il discorso che si sta facendo oggi — qual è stata la procedura, perché si è arrivati a questi e quali sono stati i problemi. Quindi la proposta che formulo con ritardo è chiedere al Consiglio, dato che non ci sono cinque componenti su sette della quarta Commissione, di fare un'audizione con l'Anas e con l'assessore, anche per cercare di entrare nel merito e capire che cosa è successo in questa procedura. Questa mattina volevo dire semplicemente questo, il mio intervento si limita a chiedere al Presidente e all'assessore Agostini la disponibilità a questa audizione. Avremo una riunione della Commissione l'11 novembre: eventualmente formalizzerò la richiesta al presidente Martoni per fissare una data onde avere un incontro con i responsabili dell'Anas.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Giannotti.

ROBERTO GIANNOTTI. La nostra volontà era quella di affermare un diritto: il diritto dei marchigiani a conoscere la verità relativamente ad una scelta che riteniamo di fondamentale importanza per la loro vita, per lo sviluppo del territorio regionale. Siamo stati insistenti, certo. Ritenevamo e riteniamo che questa sia una questione nodale rispetto alle tantissime scelte che la Regione deve compiere e rispetto alle quali ritenevamo fosse necessario recuperare un quadro di trasparenza nei passaggi, nei percorsi che ci hanno accompagnato. Ha fatto bene il consigliere Massi a riprendere e sviluppare l'itinerario che ha accompagnato l'esame di questo problema. Ha fatto bene a sottolineare il grave clima di omertà che ha contrassegnato l'atteggiamento della Giunta rispetto a questa vicenda, a dimostrazione del livello di attenzione con cui la Giunta affronta problematiche importanti per la vita delle nostre comunità. E' inutile riprendere gli aspetti gravi di questa vicenda. Abbiamo raggiunto il nostro obiettivo, il Consiglio ha modo di discutere di questa cosa, anche se, secondo me, questo dibattito sconta un difetto grave: sarebbe stato molto più utile discutere sulla base delle motivazioni, delle giustificazioni che la Giunta doveva portare rispetto a questa vicenda. Noi abbiamo aperto una discussione al buio rispetto ad una preoccupazione che ha animato alcuni di noi, che ha animato il Polo, che ha portato il Polo ieri a fare quella richiesta, ma se avessimo discusso sulla base di una ricostruzione ufficiale, per quello che è possibile, della vicenda, certamente il dibattito sarebbe stato più ricco e avrebbe anche potuto produrre effetti diversi.
Noi riteniamo grave questa "marinatura" da parte della Giunta regionale di questo passaggio. Ci è stato detto che il Presidente era in viaggio in altri Paesi, ma il Presidente non è l'unico riferimento del Governo regionale rispetto alle politiche della viabilità, c'è un assessore che ha delega piena e che credo abbia anche la fiducia e quindi questa assenza poteva essere colmata con una presenza più autorevole che non ci risulta ci sia stata se non come nel caso del piano agricolo all'ultimo momento e in una maniera inconsueta e forse non adeguata alla situazione.

VITO D'AMBROSIO, Presidente della Giunta. Era senza cravatta...

ROBERTO GIANNOTTI. Non so se era senza cravatta, però lei stesso questa mattina mi parlava di una presenza pomeridiana, quindi di una presenza marginale rispetto al dibattito, comunque non in grado di sostenere nella maniera adeguata le nostre posizioni. Addirittura la stampa ha parlato di una delega piena che lei avrebbe dato al suo collega presidente della Regione Toscana a rappresentare gli interessi della nostra regione e questo mi sembra disdicevole, inopportuno e perdente.

VITO D'AMBROSIO, Presidente della Giunta. E' falso.

ROBERTO GIANNOTTI. Mi auguravo che lei l'avesse detto questa mattina. Se l'avesse detto ci avrebbe consentito di registrare un dato diverso. Rimane il fatto che anche qui, come per il piano agricolo, discutiamo in termini molto riduttivi. Soprattutto, Presidente, aveva la possibilità di informarci prima della cosa, perché la Conferenza Stato-Regioni è stata alla fine del mese di settembre...

VITO D'AMBROSIO, Presidente della Giunta. Io vorrei solo pregarla di indicare gli elementi di fatto. Questo è un elemento che lei conosce poco, poi le spiegheremo, io e D'Agostini perché non ha nessuna rilevanza quello che lei sta dicendo.

ROBERTO GIANNOTTI. Infatti ho detto che mi sarei augurato lei avesse risposto questa mattina: avrebbe evitato tutto il can-can che è avvenuto nella giornata dando a tutti i consiglieri l'informazione necessaria ad affrontare il problema in maniera organica. Il fatto che lei faccia questi rilievi durante l'intervento di un consigliere non fa altro che aggravare la sua situazione, perché se lei avesse compiuto fino in fondo il suo dovere e avesse dato ai consiglieri l'informativa necessaria senza aspettare che fosse un consigliere dell'opposizione a porre attraverso una mozione e attraverso un atto ispettivo una mozione di questo tipo, probabilmente questa sera avremmo discusso ponendoci su un altro livello. Rimane il fatto grave di quello che è successo durante la conferenza, cioè l'ulteriore penalizzazione delle Marche. Lei potrà continuare a dire di no, io le espongo la mia posizione rispetto ai dati che conosco. Ho anche premesso che se lei avesse parlato prima, probabilmente avremmo modulato il nostro intervento sulla base delle ulteriori informazioni che lei solo ha, ma siccome lei presenta qui i cittadini marchigiani, degnamente o indegnamente — questo lo valuteranno i cittadini fra quattro anni e mezzo —...

LUCIANO AGOSTINI. Lo hanno già votato due volte...

ROBERTO GIANNOTTI. L'hanno votato una volta come indicazione, una seconda volta come scelta. Non è la stessa cosa Agostini, lei non c'era... La terza volta sicuramente non lo voteranno perché non credo che ci siano più le condizioni politiche perché la sua candidatura possa essere presentata.
Comunque discutiamo sempre dei dati che l'opposizione ha potuto acquisire attraverso quello che hanno detto i giornali. Se lei avesse fatto uno sforzo maggiore per puntualizzare alcuni passaggi, alcune di queste considerazioni potevano essere evitate. Rimane comunque il fatto grave che oggi registriamo una sconfitta, è stato detto in maniera adeguata dal consigliere Massi. Così come abbiamo detto per altri fatti, la cosa più semplice in questo senso è quella di ammettere le proprie responsabilità, i propri ritardi, le proprie insufficienze; attestarsi su una posizione di difesa d'ufficio non serve a nessuno e soprattutto non serve a fare verità. Così come mi sembra stucchevole la giustificazione che adombra in questo Consiglio che le responsabilità siano tute di un esterno, cioè che se è successo quello che è successo la colpa è dell'Anas, tanto per non fare dei nomi, come se l'Anas fosse una cosa astratta che opera in maniera completamente autonoma rispetto alla politica e che non può essere così credo che lo percepisca anche mia figlia che fa la quarta elementare. Anche se così fosse, anche se ci fossero responsabilità dell'Anas rispetto alla cantierabilità, è dovere del governo regionale farsi carico di vigilare e accompagnare lo strumento tecnico che deve adempiere a questa formalità affinché la progettualità sia definita, sia precisa. E sarebbe ancora più grave se venisse fuori che l'Anas ha mancato di onorare fino in fondo il proprio dovere, cioè di predisporre tutti gli strumenti necessari per dare corso ad un piano votato da questo Consiglio regionale e sarebbe una ulteriore omissione che la dice lunga sulla vostra capacità di gestire questi processi e soprattutto di tutelare quella che è stata la volontà di un organo elettivo quale il Consiglio regionale.
Mi auguro che comunque questo dibattito abbia un effetto positivo, che da questo dibattito scaturiscano indicazioni perché in qualche modo si possa porre rimedio a questa grave situazione e che le Marche possano recuperare risorse fondamentali per lo sviluppo della viabilità e quindi per una nuova fase di sviluppo dell'economia.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Ciccioli.

CARLO CICCIOLI. Questa vicenda è inaspettata, però se ci si pensa bene è una cosa che poteva capitare tranquillamente, perché se non si ha capacità di progettare il futuro in maniera lungimirante qualche impiccio capita sempre per strada. Credo che tutta la vicenda del piano triennale era impostata sul fatto che c'era tempo per mettere a posto le carte, le cose, i cantieri, poi una decisione repentina — non so se la Giunta regionale presente con il Presidente o con il suo assessore ai trasporti ha acconsentito a questa decisione — ha trasformato il piano triennale in piano stralcio annuale. Per noi è stata una decisione grave, sostanzialmente quella che può apparire una scelta di buon senso — "il 2000 è quasi trascorso, facciamo un piano stralcio-sanatoria e rinviamo all'anno prossimo altre scelte" — ci ha tagliato fuori in una misura estremamente consistente. Ricordo la riunione con il ministro Nesi proprio nella sala a pianoterra del palazzo della Giunta in cui era stato detto "i soldi non sono molti, però alcune cose per le Marche ci sono". Quando poi esaminammo le proposte fu denunciato proprio dall'opposizione che le Marche, nella proposta di parere sul piano triennale erano molto indietro, 2,69% della quota parte di tutte le regioni d'Italia. E il 2,69% rispetto alle altre regioni era una bassa quota, però era stato detto che sono le cose indispensabili, quelle a cui non si può assolutamente fare a meno.
Credo che a questo punto i 30 miliardi che riceviamo, visto che un centinaio di miliardi erano il 2,69%, sono una quota che non arriva all'unità, quindi siamo il fanalino di coda di tutte le Regioni italiane. Si dice che la colpa non è della Regione, perché la Regione era stata chiamata a dare un parere e comunque era una consultazione e non la struttura operativa. Credo però che ci sia una responsabilità politica da parte dell'ente, questo ente che tra l'altro riceverà, a partire dal primo gennaio, le competenze dell'Anas e che comunque doveva vigilare sull'andamento della situazione.
Se questo è il buon giorno e il buon giorno si vede dal mattino, la premessa per le competenze delle strade che dal primo gennaio passeranno alla Regione e poi dovrebbero essere delegate alle Province, è che intanto noi abbiamo fatto l'en plain non dei finanziamenti possibili, ma praticamente abbiamo preso tutte le opere che sono di bassissimo intervento rispetto alle necessità regionali. Se sono informato in maniera corretta — e vorrei saperlo — gli interventi dei 30 miliardi programmati sono tutti interventi-briciole rispetto al piano: un ponte da una parte, una curva, un tempietto, una chiesa nella zona di Visso, tutte vicende di pochissima incidenza sulla vera struttura del traffico, quando sappiamo che nelle Marche abbiamo un problema prioritario, quello della viabilità trasversale che ci blocca i collegamenti con tutto l'entroterra. La viabilità regione Marche-altra sponda è tutta interrotta. Da Ancona per arrivare a Roma conviene andare nella vicina Abruzzo e poi andare verso il Tirreno, perché la viabilità intersecante è incompleta, con lunghi tratti che risalgono a decenni fa. Noi abbiamo una responsabilità. Non è possibile che quando ci sono dei presunti meriti la gloria spetti a questa Giunta. Prima, sorridendo il collega Massi diceva "intanto la Giunta ha fatto una grande azione promozionale dicendo a tutti che questi progetti saranno cantierati e finalmente ha ottenuto i risultati. Mentre girano questi stampati la stessa Giunta, nel momento in cui non ottiene quei fondi dice che la colpa è tutta dell'Anas". Mi sarebbe piaciuto vedere che il merito era dell'Anas quando arrivavano quei presunti finanziamenti e oggi dire che la colpa è dell'Anas che non arrivano. Invece qui due facce diverse: quei finanziamenti che dovevano arrivare erano merito della Giunta regionale, questi che non sono arrivati è colpa dell'Anas. Questa è una cosa che fa sorridere. Se fossi in un teatrino direi "roba da Pulcinella". Purtroppo non siamo al teatrino, noi siamo i responsabili di competenze e queste competenze evidentemente sono spese in maniera magnifica dal punto di vista della propaganda, pubblicità, immagine, chiamiamola come ci pare, poi in maniera veramente ridicola dal punto di vista della sostanza.
Concludo questo intervento dicendo che c'è una grande delusione perché anche questa volta abbiamo mancato un appuntamento. La Regione Marche ha mancato tantissimi appuntamenti. Per fare una polemica datata le Marche sono la Regione che con la "prima Repubblica", quando comandavano Dc e socialisti, è riuscita a mantenere una viabilità assolutamente insufficiente. In questa seconda fase — ormai la sinistra e il centro-sinistra governano da cinque anni, dal 1996 — sono avvenute esattamente le stesse cose. Ma dove sta la differenza, il cambiamento, il vento del nuovo? Forse altre Regioni l'hanno incassato, le Marche no, le Marche sono ferme al disinteresse di Forlani che oggi è il disinteresse degli esponenti politici, sottosegretari ed altro, della nostra regione.
Credo che dobbiamo porci questo problema e soprattutto dobbiamo porci il problema di cosa combineremo — parlo con il "noi" invece che con il "voi", cioè "cosa combinerete" — quando tra meno di trenta giorni avremo la delega della viabilità regionale. Come siamo pronti immediatamente a incentivare la progettualità? Come interverremo nel nuovo piano triennale 2001-2003? Ci diremo fra tre mesi, mentre sono stati redistribuiti i fondi del piano triennale, che non gliel'abbiamo fatta? Che anche questa volta non avevamo il progetto pronto? Che la colpa è di quelli che hanno avuto la gestione dell'Anas, la progettazione prima di noi? Queste sono riflessioni che anche chi ha correttezza, la mente libera, onestà intellettuale oggi deve fare, si deve porre questi problemi.
Mi fermo qui. Certamente, pagina non buona della nostra Regione, una pagina del massimo grigiore. Aspetto il bollettino della prossima puntata della Giunta che dirà "siamo stati bravissimi, abbiamo incassato 30 miliardi per completare il passante di un chilometri e mezzo di Visso, per fare un ponte in un certo punto", perché poi diventa tutto magnifico, ma credo che un pochino di riflessione e introspezione in questo caso sarebbe utile.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Silenzi.

GIULIO SILENZI. Siamo in clima elettorale e all'opposizione non pare vero che un provvedimento, messo a confronto fra la nostra e altre regioni vede penalizzate le Marche e rispetto a questo monta una polemica a mio avviso strumentale e di questo si vuol fare un cavallo di battaglia addebitando alla Regione stessa responsabilità che nei fatti non ha.
Noi abbiamo dato un parere unanimemente favorevole in quest'aula, al di là di emendamenti che provenivano soprattutto dei banchi dell'opposizione a seconda della realtà territoriale che veniva rappresentata da questo o quel consigliere, su un piano che non era il piano della Regione Marche ma era il piano dell'Anas, fatto autonomamente dall'Anas, propinato alla nostra Regione con tempi molto brevi da parte dell'Anas. Il Consiglio doveva esprimere un parere e poteva anche modificare ma non avrebbe avuto nessuna efficacia diretta rispetto all'atto che era dell'Anas. Una volta espresso questo parere con articoli che tutti hanno scritto, non solo l'assessore e la Giunta ma i consiglieri che hanno partecipato al dibattito, i consiglieri di opposizione che hanno ottenuto l'approvazione di alcuni ordini del giorno e quant'altro — tutti i consiglieri hanno dato sfogo a rivendicare nel territorio un'azione che qui avevano svolto rispetto al parere di quel piano — dopo alcune settimane la Conferenza dei presidenti, quindi anche i presidenti del Polo, decide che è giunta l'ora di dire basta ai piani Anas che sono un fatto autonomo e pertanto decide che dal prossimo triennio che scatta dal 2001 è la Regione che decide come allocare le risorse sulla base di criteri che verranno stabiliti per un'equità nazionale. Quindi i prossimi piani non saranno pareri sui piani Anas ma saranno piani che le Regioni dovranno elaborare. Per fare questo la Conferenza dei presidenti tutta decide che di quei piani non bisogna tener conto; decide successivamente un criterio in base al quale dovevano essere finanziati solo quei progetti che risultavano cantierabili e che appartenevano a dei piani Anas precedentemente approvati. Rispetto a questo alcune Regioni avevano progetti cantierabili, la Regione Marche che non è titolare della progettazione — questo è il punto della speculazione politica —... (Interruzione). Ma pur sapendolo nulla si poteva fare, perché hanno deciso a prescindere da chi aveva e non aveva.
Le Regioni hanno stabilito questo criterio e rispetto a questo criterio le Marche avevano cantierabili 30 miliardi di lavori. E' chiaro che ci sarà un criterio compensativo nel triennio 2001-2003, perché se i presidenti hanno deciso nell'immediato, avendo solo un mese di tempo di privilegiare i progetti cantierabili e pertanto alcune Regioni avrebbero avuto risorse finanziarie notevolmente superiori rispetto ad altre Regioni, nel triennio ci saranno criteri compensativi, perché non è che se l'Umbria prende otto volte di più prenderà otto volte di più anche nel triennio 2001-2003. Penso che essendo questa una decisione della Conferenza dei presidenti questo criterio compensativo sia stato deciso dalla stessa Conferenza. Al di là dei finanziamenti che nel 2001 le Marche andranno ad utilizzare, sommando quelli del 2000 e del triennio 2001-2003 il problema per le Marche rimane: è la capacità progettuale che non abbiamo in questa regione. E noi amministratori sappiamo — qui chiamo in causa il collega Brini — che cosa significa riuscire a far appaltare un'opera quando c'è di mezzo l'Anas. Noi abbiamo marcato quotidianamente — la Giunta regionale, la Giunta comunale di Civitanova — l'Anas per arrivare all'appalto dello svincolo di Santa Maria Apparente, ad Ancona e a Roma ed è l'unica opera di quel piano triennale che è stata inaugurata. Ma abbiamo avuto un percorso con un progetto che sembrava approvato e che poi non riusciva mai ad andare avanti, con polemiche infinite. Io debbo ricordare al collega consigliere rappresentante di Forza Italia nonché coordinatore provinciale di Forza Italia le polemiche che lui faceva con l'Anas perché sul progetto non si riusciva a trovare una strada che potesse portare all'appalto di quel lavoro.
Il problema rimane, e io vedo un limite rispetto a quanto ho letto in questi giorni: che la Giunta regionale dovrebbe prendere una posizione ufficiale nei confronti della dirigenza dell'Anas marchigiana per l'incapacità progettuale dell'Anas stessa che è un ente autonomo il quale in questi anni non ha brillato. Uno dei limiti del Governo di centro-sinistra è stato quello di non scioglierlo, a mio avviso. L'Anas ha rappresentato quello che ha rappresentato nella storia italiana e non so in quale percentuale suoi dirigenti hanno soggiornato nelle patrie galere. Un ente inefficace, è difficile trovare qualcuno che possa sostenere che l'Anas è un ente efficace. Andava riformato, le riforme non sono andate avanti e comunque su questo terreno io sono critico rispetto agli sviluppi che ci sono stati in questi anni. Il problema rimane, perché noi potremmo avere maggiori finanziamenti compensativi rispetto a questo riparto, ma la capacità progettuale nelle Marche rimarrà scarsa se rimarrà quella dirigenza dell'Anas e noi l'abbiamo questo problema. Quando parliamo di 77 dobbiamo sapere che ancora all'appalto non arriviamo perché non riusciamo a ultimare la progettazione, con tutto quello che comporta. Per uno svincolo abbiamo parlato di 3-4 anni.
Invito la Giunta regionale a fare un passo ufficiale nei confronti del Governo e dell'Anas per rimuovere la dirigenza dello stesso ente nelle Marche e per creare condizioni di efficienza, quelle condizioni che si sono stabilite nella Toscana e nell'Umbria dove l'Anas è riuscita a portare a termine delle progettazioni, cosa che nelle Marche non è possibile. C'è una inadeguatezza enorme. Questo è il punto critico. Quando ci si fanno appelli a ragionare seriamente su questo problematica, dobbiamo ragionare seriamente. Quando chiediamo la terza corsia sull'A/14 dobbiamo dire che non c'è ancora un progetto di fattibilità, non c'è nulla, per cui le nostre richieste sono sacrosante, perché chi transita in quell'autostrada sa che quella è un'"autostrada della paura": il presidente Ricci è rimasto intrappolato ieri l'altro, vi accadono incidenti mortali, con catene di autocarri che si snodano per decine di chilometri settimanalmente. Dobbiamo arrivare ad avere i progetti esecutivi cantierabili, poi ci sarà un problema di finanziamento. E questo riguarda la Provincia di Macerata ma anche le altre Province.

PRESIDENTE. Invito il collega Silenzi a chiudere, ma faccio notare al consigliere Giannotti che lui ha parlato 15 minuti, mentre il collega Silenzi sta parlando da 12 minuti.

GIULIO SILENZI. Tu parli per ore e ore Giannotti, sopportami due minuti in più, anche perché voi avete parlato in cinque.
Ripeto, il problema della progettualità è serio, però questo passo va fatto, deve essere una scossa che deve portare la dirigenza dell'Anas ad affrontare seriamente il problema della progettualità, altrimenti continueremo a discutere, allocheremo risorse senza conclusioni. Andate a vedere quanti progetti si sono trasformati in opere nei piani triennali scorsi, perché noi allochiamo le risorse ma poi i lavori non si fanno. Noi qui discutiamo di come suddividere i finanziamenti, ma il dibattito per verificare se quelle opere vengono realizzate e quando vengono realizzate non lo facciamo. Molte opere di piani triennali ancora debbono essere appaltate, per molti miliardi. Questo è il nodo critico. Alla Regione dobbiamo chiedere questa determinazione e di svincolarsi per il futuro dalla progettazione dell'Anas e trovare forme che individuano responsabilità negli enti locali per arrivare a progetti cantierabili.
Da ultimo voglio ricordare al consigliere Massi che al di là degli articoli giornalistici l'incontro con il ministro Bersani ha affrontato le questioni della mobilità e delle infrastrutture di tutte intere le Marche; personalmente io ho affrontato le questioni che riguardano le aree del terremoto e la necessità di un sostegno a questo punto non solo finanziario ma per poter arrivare quanto prima ai lavori di queste opere. Non corrisponde a verità che si parla solo di Ancona, perché vi sono alcuni problemi centrali che possono riguardare Ancona ma vi sono altri problemi altrettanto importanti che riguardano le province di Pesaro, di Macerata e di Ascoli, quindi in una visione regionale abbiamo affrontato i problemi e cercato le soluzioni. Ripeto, questioni che se non abbiamo progetti cantierabili non riusciremo a risolvere anche avendo i finanziamenti, perché saremo bloccati ancora per molti anni prima di utilizzare i finanziamenti. Questa è la priorità della priorità. Alla Giunta chiedo una conseguenza rispetto alle dichiarazioni che ha fatto e alla mancanza di un parco progetti cantierabili da parte dell'Anas.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Tontini.

ROBERTO TONTINI. Sarò brevissimo, perché ha già parlato prima di me il nostro presidente di gruppo che ha sostenuto con dovizia di particolari le considerazioni che dovevano essere fatte. Intendo trattare soltanto due argomenti, uno riprendendo lo spirito che ho letto, interpretato nelle parole del collega Massi, nella presentazione della sua mozione che questa mattina è stato unanimemente deciso nella riunione dei presidenti di gruppo di discutere come argomento d'urgenza. In questo spirito che ho colto nell'intervento del collega Massi penso che anche il dibattito abbia dato margine per trasformare questa discussione in un qualche cosa di concreto che ci possa far cogliere in positivo alcuni dei punti nodali di fronte ai quali ci pone questa vicenda.
Sicuramente discutiamo di una fase rispetto alla quale ragionavamo di 110 miliardi due mesi fa, ma ricordava benissimo il presidente del gruppo Ds nel suo intervento che ragioniamo oggi di un piano Anas di 30 miliardi, quindi sicuramente una situazione difficoltosa da questo punto di vista, ma in questo quadro credo che un punto positivo da considerare è che comunque in questa vicenda un passo avanti rispetto al decentramento dell'Anas è stato compiuto e se questa Regione insieme alle altre vuol essere conseguente deve avere la forza di trarne tutte le conseguenze e su questo invitare la Giunta a fare in modo che da questo provvedimento si possa spostare il tiro da una vecchia concezione dei lavori pubblici stradali concentrati sull'Anas ad una responsabilizzazione decentrata degli enti locali, quindi in capo a Regioni e Province, con trasferimento di compiti e funzioni che vedano la responsabilità incentrata nell'ente pubblico Regione e Provincia. Credo che in questo ci siano spazi importanti di manovra e di intervento. Così come credo che considerazioni vadano fatte e su questo faccio una seconda considerazione associandomi alle necessità di entrare nel merito di quello che ha fatto e non ha fatto l'Anas rispetto a questa questione. Nell'ambito di questo si chiede un impegno della Giunta perché nella prossima Conferenza Stato-Regioni su questo argomento uno sforzo in più possa essere fatto per recuperare questo problema, perché a quanto mi consta il principio sul quale si è orientati a definire il piano di riparto rispetto al piano stralcio è il principio dei progetti cantierabili e, per alcuni ritardi dell'Anas non siamo in presenza del fatto di non avere progetti esecutivi, ma del fatto che questi progetti esecutivi l'Anas non li ha comunicati. Se questo risponde a verità credo che abbiamo margini di lavoro sui quali poter impegnare la Giunta regionale nella prossima Conferenza per recuperare quelle spese che erano previste nel piano triennale con piani cantierabili che a quanto mi consta non sono state consegnate ma che possono essere recuperate nella prossima riunione della Conferenza Stato-Regioni e mi riferisco in particolare alla bretella di Urbino.
Credo che questo dibattito alla fine ci possa permettere di trasformare in positivo, se lo spirito di chi ha presentato la mozione è quello che ho letto, in un qualche cosa che ci può far fare complessivamente passi avanti come Regione, vedendoci un domani avere strumenti più forti, più diretti di nostra competenza che ci pano far lavorare come si sta facendo nelle ultime settimane — porto l'esempio della Fano-Grosseto — con impegni interregionali tra Marche, Umbria e Toscana, se vogliamo realizzare le infrastrutture delle quali siamo carenti. Quindi, attraverso questi impegni, queste necessità di rapporti con le altre Regioni far passare i progetti che realmente servono alla nostra regione e sui quali per tanti anni non siamo riusciti a passare, anche perché questa regione ha vissuto di tanto isolamento che la Giunta da cinque anni a questa parte non ha più intenzione di far vivere.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere D'Angelo.

PIETRO D'ANGELO. Ritengo di confermare quanto già da me espresso nell'ambito del dibattito generale sull'approvazione del piano triennale Anas. Ritenevo che quel piano non era soddisfacente per la nostra regione, ritenevo che questo Consiglio regionale aveva tutte le prerogative per programmare la grande viabilità nella nostra regione e lo poteva fare inserendo in quel piano una serie di osservazioni vincolanti. In parte è stato fatto ma questo ormai è passato, perché dal piano triennale si è passati al piano annuale stralcio ed è vero che la nostra regione, per quanto riguarda gli investimenti per la viabilità viene notevolmente penalizzata. Io la ritengo una penalizzazione che fa sentire il suo peso ma non andrei nella stessa direzione di alcuni colleghi. Penso che interventi di miglioramento di viabilità già esistente in questa regione siano indispensabili, al di là dei grandi progetti come il traforo del Cornello ed altre arterie che hanno un fortissimo impatto ambientale e una utilità tutta da verificare.
Si dice che la penalizzazione della nostra regione sia dovuta alla mancanza di progetti esecutivi. Io non voglio entrare nel merito di chi doveva fare questi progetti esecutivi, se l'Anas, gli enti locali o la Regione. E' chiaro che questa regione dovrà chiedere per il futuro, visto che prossimamente avrà la delega alla viabilità regionale, dei criteri compensativi come è già stato detto. Ma al di là di questo mi preme ribadire ancora una volta che non è possibile programmare interventi di grande viabilità non inseriti in un contesto di riequilibrio dei vettori di trasporto, perché è chiaro che se non andiamo verso un riequilibrio dei vettori di trasporto moriremo sotto valanghe di strade che sono necessarie. E' vero che l'A/14 è diventata una camionabile ed è pericolosa, ma quel problema lo si può affrontare in modi diversi: o facendo altre dieci strade o in un contesto generale di riequilibrio dei vettori di trasporto.
Concludo quindi il mio intervento augurandomi che nel prossimo futuro, visto che la Regione Marche dovrà in primis programmare questi interventi sulla viabilità, li inserisca in questo piano di riequilibrio dei vettori di trasporto. Capisco che una Regione non può molto in questo, questo è un discorso nazionale, però penso che una Regione che abbia chiari i suoi obiettivi possa dare un contributo a livello locale e a livello nazionale per andare a una giusta soluzione del problema della viabilità.

PRESIDENTE. Collega D'Angelo, il suo intervento è storico perché per la prima volta mantiene i tempi come si era ripromesso.
Ha la parola l'assessore Agostini.

LUCIANO AGOSTINI. Alcune considerazioni, anche se rispetto alla mozione presentata partiva da una domanda: se l'Esecutivo sia più o meno soddisfatto del piano stralcio Anas. Ebbene devo dire che sono un pochino più soddisfatto delle tante Regioni che hanno avuto zero lire e sono molto meno soddisfatto delle Regioni che hanno avuto in più. Questo perché si segnalano le tre Regioni che hanno preso tanto di più e non si segnalano le tante che non hanno preso nulla, tanto per fare alcune considerazioni su come nel piano stralcio sono andate le cose. E non stravolgere le cose che non dico Ciccioli, non sei autorizzato ad interpretare.
Voglio provare a fare una ricostruzione, al di là dell'enfasi, dei meriti o dei demeriti, perché poi noi abbiamo il dovere di governare e i meriti li daranno gli elettori. Voglio provare a ricostruire in maniera oggettiva come sono andate le cose. Noi abbiamo dato il parere a un piano Anas triennale 2000-2002. Non ripeto ciò che è l'Anas, tutti sapete ciò che è l'Anas e quali sono le competenze e le funzioni che avrà fino al 31.12.2000. Dopodiché la Conferenza dei presidenti non ha approvato e ha dato parere negativo ai piani Anas 2000-2002 con una motivazione che io condivido, nel senso dal 2001 le competenze passeranno totalmente in capo alle Regioni le quali saranno chiamate a fare la propria programmazione e a dettare i tempi anche della progettazione e della realizzazione.
A questo punto si è scelto di fare un piano stralcio per utilizzare le risorse del 2000. I criteri che sono stati approvati dal Governo e condivisi dalla Conferenza Stato-Regioni prevedevano che il piano stralcio dovesse andare a incidere su opere di completamento di piani Anas precedenti. Queste sono state le priorità, questi sono stati i criteri che ci sono stati dettati dal Ministero dei lavori pubblici il 16 novembre e il 17 novembre il sottoscritto ha fatto una nota a verbale, dopo avere fatto rapidamente una ricognizione di tutti i progetti esistenti e di tutta la situazione delle Marche esistente presso il compartimento Anas di Ancona. C'è un elenco di opere diviso per province che non segnalo per una questione di brevità ma che sono le opere più importanti e su cui da tempo si sta ragionando per quanto riguarda la progettazione.
Su alcune c'erano le progettazioni esecutive disponibili, su altre c'erano progettazioni definitive disponibili. Di tutta questa ricognizione il compartimento dell'Anas ha segnalato solo le opere che ci sono state finanziate. Io non voglio scaricare responsabilità, è un metodo fin qui seguito in questo Paese che fortunatamente dal 31 dicembre non ci sarà più, ci sarà un rinnovamento sul piano del metodo e su come si procederà. Questi sono i fatti così come si sono determinati. La Regione era presente alla Conferenza Stato-Regioni con il sottoscritto ed era presente al momento della "contrattazione" con il Ministero dei lavori pubblici e l'Anas, quindi non vogliamo accampare scuse, questi sono i fatti. Vogliamo però dire ulteriormente che a partire dal 2001 la finanziaria approverà 4.500 miliardi che saranno ripartiti tra le Regioni per i piani regionali triennali e 4.500 miliardi per le opere nazionali. Sempre in quella sede siamo riusciti a trasferire una delle opere più importanti, prioritarie, e vorrei ricordare al consigliere Massi che un'opera regionale quale quella dell'asse attrezzato del porto di Ancona siamo riusciti a trasferirla nella quota nazionale e a finanziare il secondo stralcio del primo lotto, 150 miliardi, a partire dal 2001 nella quota nazionale. Questo significherà drenare meno risorse dalla quota regionale, per cui avremo più possibilità di intervenire su altre situazioni. Così come non viene toccata l'intesa istituzionale di programma. Abbiamo avuto nel 1999 sottoscritta una intesa istituzionale che comprende anche l'accordo quadro sulla viabilità di 522 miliardi che riguarda il quadrilatero del terremoto, che non viene assolutamente né stravolta né toccata dal piano stralcio, per cui anche da questo punto di vista dobbiamo procedere con la programmazione e con la progettazione esecutiva, nulla incide rispetto al piano stralcio. Così come in questi giorni stiamo lavorando — ed è partita ieri la lettera — per far prolungare la progettazione esecutiva sulla statale 77 alla provincia di Macerata da parte dell'Anas, così come stiamo lavorando per la Fano-Grosseto. Avete visto tutti quale risalto ha dato la stampa su come le tre Regioni si stanno impegnando per rilanciare prima sul piano politico un'opera assolutamente importante per le Marche, la "Strada dei due mari" e, conseguentemente su quello progettuale e di realizzazione.
Il piano stralcio quindi non intacca alcune programmazioni in particolare sul quadrilatero del terremoto.
Per quanto riguarda il 2001-2003 credo che possiamo essere più ottimisti, perché questo Consiglio non sarà più chiamato a dare pareri o a fare l'elenco della spesa ma sarà chiamato a fare la programmazione delle infrastrutture rispetto alla dotazione finanziaria che il Governo vorrà darci e io ritengo che noi dobbiamo ripartire da dove ci siamo lasciati, dalle opere previste nel piano Anas su cui avevamo espresso un parere positivo, fermo restando che due opere assolutamente importanti, la Fano-Grosseto e l'asse attrezzato del porto di Ancona vanno in quota nazionale e avranno i finanziamenti a partire dal 2001 e stiamo lavorando perché ci entri anche la Salaria nella quota nazionale.
Quindi, Massi, non siamo soddisfatti di quello che abbiamo avuto; abbiamo avuto quello che abbiamo presentato e l'abbiamo fatto nel rispetto dei ruoli e delle competenze che in questo Paese per tanti anni si sono determinate. Fortunatamente dal 31 dicembre questo non ci sarà più, per cui ritengo che la mobilitazione sarebbe stata necessaria se non ci fosse stata la volontà politica di approvare, anche perché l'eventuale mobilitazione che potremmo mettere in atto in 20-30 giorni non produrrebbe progetti esecutivi. Forse è più utile mettere in atto alcune iniziative politiche per rilanciare all'attenzione più generale delle istituzioni alcune opere, ma nel contempo ci conviene procedere nelle cose su cui dobbiamo ancora lavorare — l'intesa istituzionale, il "quadrilatero del terremoto" — e alcune opere che stiamo cercando di progettare.
Relativamente ad alcune questioni qui si è parlato del traforo del Cornello. Il traforo del Cornello non è dotato di progettazione esecutiva, l'ha ribadito questa mattina per telefono il capo dipartimento dell'Anas, se non per la parte già appaltata dei 20 miliardi che riguarda un tratto marchigiano. E allora, quantunque ci fossero stati progetti esecutivi per il completamento del traforo del Cornello, siccome questo traforo coinvolge anche un'altra Regione ci doveva essere anche la stessa attenzione della Regione Umbria tra le priorità. Questo non è successo, ne ho discusso con l'assessore umbro, abbiamo deciso di incontrarci nuovamente nel mese di gennaio e fare un incontro di carattere più generale anche con le Province coinvolte per riporre il problema all'attenzione delle istituzioni, in primo luogo delle due Regioni e delle due Province coinvolte e in questo senso avevo dato un'informativa al consigliere Grandinetti, perché qui sì, tutti insieme possiamo cercare di muovere una volontà politica che non collima interamente fra Marche e Umbria.
Così come ritengo che dobbiamo ancora provare a fare un ulteriore tentativo per il finanziamento della bretella di Urbino che no è stata inserita nel piano stralcio solo perché il dipartimento dell'Anas di Ancona non l'aveva trasferito al Ministero dei lavori pubblici. In sede di approvazione nella Conferenza Stato-Regioni possiamo recuperare, quindi penso che dobbiamo ulteriormente lavorare in questa direzione.
L'opposizione deve sempre fare il proprio mestiere, quindi deve poter mettere in risalto la critica e attraverso la critica deve essere pungente e da stimolo alla maggioranza, però non ho ascoltato, a fronte di tanta critica, una valutazione circa il trasferimento delle risorse e delle proprietà di alcune strade nazionali alle Regioni, e noi le abbiamo trasferite per intero alle Province facendo un'azione di decentramento unica nel nostro Paese. Mentre altre Regioni tentano di rifare le Anas e i presidi regionali noi abbiamo già trasferito tutto con un'azione molto significativa sul piano del decentramento e la Regione Marche ha preso 112 milioni a chilometro ed è stata la Regione del centro Italia che ha preso di più come quota pro-capite, una parte per investimento e una parte per manutenzione. Non credo che questo vada ascritto a merito o esaltato, ma messo dentro una valutazione di carattere generale ogni qualvolta parliamo di infrastrutture. Quindi bene le critiche, rispetto al piano stralcio ritengo che non possiamo dimostrare una nostra soddisfazione ma in virtù delle condizioni che si sono generate possiamo fare una programmazione che a partire dal 2001 contenga elementi più incisivi, ma l'aver portato nella quota nazionale opere assolutamente importanti e che avrebbero portato via dalla quota regionale consistenti risorse, credo sia un risultato abbastanza importante non per questa maggioranza ma per l'intero territorio marchigiano.
Circa la visita del ministro Bersani, innanzitutto chi ti ha informato ti ha informato male, consigliere Massi, perché il sottoscritto che spesso viene accusato di essere troppo sudista è intervenuto in quel convegno e ha portato con la solita passione in evidenza alcune opere delle province di Macerata e Ascoli Piceno, anche se per alcune di queste opere noi tutti dovremmo fare un salto culturale, di governo, perché quando parliamo di porto parliamo del porto regionale, non parliamo del porto di Ancona; quando parliamo dell'aeroporto parliamo dell'aeroporto regionale, non dell'aeroporto di Ancona. Se collochiamo specificatamente queste opere nel comune di Ancona non mi pare sia nell'ottica giusta. E comunque lo stesso giorno in cui Bersani ha partecipato, il mattino, a un convegno del mio partito e abbiamo discusso delle opere infrastrutturali, nel pomeriggio la delegazione dei presidenti guidata dal nostro Presidente andava a riporre al centro dell'attenzione del Governo la questione del Corridoio Adriatico, quindi mi pare che da questo punto di vista ci sia la nostra massima attenzione per porre al centro dell'azione di governo alcune opere che sono assolutamente importanti.
Da ultimo la proposta che faceva Brini la condivido, per cui se il presidente della quarta Commissione vorrà convocare per un'audizione il sottoscritto e la direzione del compartimento dell'Anas per fare una disamina prima di affrontare la programmazione del piano Anas 2001-2003, sono assolutamente a disposizione.

PRESIDENTE. Ha la parola il Presidente D'Ambrosio.

VITO D'AMBROSIO, Presidente della Giunta. L'assessore Agostini ha chiarito e ha puntualizzato una serie di elementi di fatto che mi esonerano dal ripercorrere la vicenda che vorrei soltanto valutare da punti di vista diversi. Parto dalla mozione del consigliere Massi per dire, con la cortesia che anche lui ha dimostrato nei nostri riguardi, che quella mozione contiene alcune cose che non sono esatte, anche se nello spirito può servire a questo Consiglio regionale.
La seduta della Conferenza Stato-Regioni del 28 settembre 2000 che è stata preceduta, come sempre accade, da una riunione dei presidenti delle Regioni al mattino, non ha visto presente il Presidente della Regione marche per una ragione semplice: il presidente della Regione Marche era impegnato in un viaggio di otto giorni in Cina, in missione istituzionale dove ha avuto il piacere di essere accompagnato dai consiglieri Avenali e Massi, quindi mi pare che il fatto che io non ci fossi personalmente era ampiamente, ragionevolmente giustificato, non avendo io ancora il dono dell'ubiquità. Quel pomeriggio era però presente l'assessore Agostini e siccome qui qualcuno ha il verbale della seduta della Conferenza Stato-Regioni dove non è riportata la presenza della Regione Marche — erano presenti l'assessore Agostini e il mio capo di gabinetto — informo che abbiamo chiesto una rettifica su questo punto.
Ma vorrei chiarire un'altra cosa al consigliere Giannotti e al Consiglio, senza fare polemiche inutili che non servono a nessuno. Vorrei dire soltanto politicamente che cosa è successo, altrimenti si continuano a raccontare storie che non sono esatte, e l'ha detto prima il presidente del gruppo Ds Silenzi in base alla sua esperienza passata. Fino a quando abbiamo approvato il piano triennale Anas il 20 settembre, la verità è che l'Anas programmava secondo le sue esigenze nazionali, regionali ecc., che rispondevo non dico a logiche perverse o distorte ma a logiche di un altro ente. Programmava gli investimenti e i piani. I piani triennali Anas hanno avuto una storia lunga di inadempimenti, in esecuzione, se non in quell'ambito e in quei limiti in cui l'Anas lo faceva, perché nella sua programmazione rientravano. Non sto scaricando nulla a nessuno, sto dicendo che le cose funzionavano così. Nell'ambito di questa programmazione l'Anas proponeva un suo piano triennale sul quale noi Regione davamo il parere, anche sulla base della sua capacità progettuale e della situazione del suo parco progetti, perché il parco progetti per gli interventi sulle strade italiane fino a qualche anno fa era solo quello disponibile presso l'Anas, direttamente fatto o affidato dall'Anas ad altri progettisti.
Quando si è fatta la riunione e nella Conferenza dei presidenti si è deciso di non approvare il piano triennale Anas si è detto semplicemente quello che ha affermato prima il consigliere Silenzi, cioè che dal 2001 in poi la programmazione degli interventi sulle strade, visto che le strade passeranno in buona parte alle Regioni, l'avrebbero fatta le Regioni che si sarebbero dovute attrezzare e si stanno preparando a predisporre progetti, perché questa aula ormai sa — perché lo abbiamo detto in maniera perfino stucchevole — che oggi avere risorse senza progetti è un dato che non può più esistere, si forniscono solo le risorse per i progetti. Siccome questa è stata la scelta di tutte le Regioni italiane, si è detto "cosa succede adesso?". Adesso succede che, siccome ci sono alcuni piani che sono in parte già in esecuzione, siccome ci sono alcune opere in esecuzione si finiscono le opere in esecuzione, si finanziano quelle opere per cui esistono i progetti che possono andare a bando, dopodiché dal 2001 si parte con una programmazione che vedrà, ovviamente, nelle prime posizioni quelle Regioni che in questa fase abbiano avuto una posizione deteriore rispetto alle altre. Mi pare ovvio.

ROBERTO GIANNOTTI. E' ovvio o lo avete scritto?

VITO D'AMBROSIO, Presidente della Giunta. E' scritto, è previsto, è nel verbale della Conferenza dei presidenti. I presidenti, anche se di provenienze politiche diverse, anche se di rispondenze, di programmi politici diversi tendono anche a tener conto del fatto che non si può pensare di giocare a danneggiarsi a vicenda, perché alla fine il danno diventa complessivo.
Su questo punto specifico si è detto ulteriormente che, ovviamente, bisognava contrastare una prevedibilissima strategia del momento centrale Anas-Ministero dei lavori pubblici di scaricare sulla quota regionale la maggior parte delle opere che non erano state eseguite e viceversa il discorso delle Regioni che hanno detto "prima che ci passiate questo tipo di cose vediamo con ragionevolezza quali sono le opere che debbono mantenere un loro finanziamento a carico della quota nazionale", il che significa liberare risorse per la quota regionale.
Questo è stato deciso in quella Conferenza Stato-Regioni e se lo dovessi ripercorrere lo rifarei. E lo abbiamo detto tutti senza che sapessimo a priori, tutti quanti, qual era la situazione del parco progetti non dei nostri uffici ma degli uffici dell'Anas.
Successivamente abbiamo riesaminato in Giunta un paio di volte questo problema e addirittura due giorni prima dell'incontro a Roma fissato fra Ministero, Anas e singole Regioni a cui è andato ancora una volta l'assessore Agostini, abbiamo insieme a lui, in una riunione informale di Giunta preso in esame la situazione e addirittura a quel punto, sulla base di dati che non provenivano dai nostri uffici che non hanno progettato perché- non avevano questo tipo di impegno, abbiamo addirittura dovuto dare indicazioni all'assessore Agostini di mettere una priorità perché sembrava che i progetti fossero più delle somme a disposizione.
La sorpresa è stata massima, ma noi non dobbiamo arrestare l'Anas, dobbiamo semplicemente dire che fino a tre giorni prima la nostra posizione del settembre che era quella di tutte le Regioni, aveva anche, nei fatti, il conforto di una situazione progettuale tale che ci lasciava tranquilli.
Nell'ambito di questo è andato l'assessore Agostini il quale si è trovato di fronte a una progettazione Anas che non era come l'Anas aveva detto, quindi ci siamo trovati in questa posizione in cui c'era una quantità di risorse spendibili perché a fronte di progetti esistenti che era molto meno di quello che noi pensavamo, molto meno di quello che speravamo, molto meno di quello che ritenevamo certo. Questo è il fatto, dopodiché ad alcuni elementi specifici ai quali ha risposto l'assessore Agostini posso aggiungerne altri di disfunzioni all'interno che noi non sappiamo come si siano verificate, per cui per la bretella di Urbino — su cui si può esprimere qualunque tipo di parere ma alla cui conclusione eravamo arrivati con una faticosissima opera di mediazione e di sponda a tre al Ministero dei lavori pubblici con il ministro Costa, il sottosegretario Mattioli, con una mia pressante opera di intervento mediatorio per riuscire ad ottenere un risultato che era acquisito — non si è riuscito ad ottenere che il progetto esecutivo passasse da Ancona a Roma. Quindi quell'opera di 52 miliardi che era già finanziata, è appesa per aria e forse riusciremo a recuperarla con un ulteriore intervento che faremo come Regione e che farò personalmente in questo senso. Questa è la situazione.
Circa la domanda su quanto questo abbia influito sull'elemento della nostra programmazione, che nell'intesa istituzionale di programma prevedeva quasi 500 miliardi di interventi sulle opere del "quadrilatero del terremoto" — 76, 77 e Pedemontana — qualunque fosse stata la nostra posizione in quell'ambito non avrebbe avuto la benché minima incidenza su questo che è il problema che abbiamo davanti.
Fatto questo tipo di ricostruzione di fatti e dell'incasellamento politico dei fatti, che cosa avremmo dovuto dire al Consiglio regionale o ai singoli consiglieri? La conclusione l'abbiamo saputa quando l'assessore Agostini è andato a Roma e si è trovato a firmare questo. Da allora ad adesso questo è il primo Consiglio regionale. E comunque voglio dire al consigliere Massi, la cui appassionata difesa del ruolo del cittadino marchigiano condivido in pieno, che certo che ce ne facciamo e ce ne faremo carico, e non ripeto le cose che ha detto l'assessore Agostini, perché come giustamente ha notato il consigliere Pistarelli "sono da Catalano". E' chiaro che non siamo soddisfatti ma se fossimo soddisfatti saremmo da interdire immediatamente. Non credo che siamo ancora a questo livello.
Il discorso è allora un altro: quello di attrezzarci adesso perché questo tipo di vicenda che non si può più ripetere perché non è più affidata ad altri la progettazione, non si ripeta più perché ci sia un nostro ritardo progettuale, perché allora sarebbe un ritardo nostro. Questo significa che noi, forti di quello che abbiamo già ottenuto, forti del fatto che sulle risorse regionali siamo riusciti a far gravare meno le nostre scelte, perché siamo riusciti in parte a tenerle sul plafond nazionale e forti anche del fatto che si è detto che le Regioni che hanno avuto di meno avranno di più, dobbiamo attrezzarci per avere una progettazione in tempi ragionevoli che ci consenta di ottenere quelle risorse che con una progettazione si hanno. Questo è relativamente ancora più vero per quelle opere previste nell'intesa istituzionale di programma e nell'accordo quadro che non c'entrano nulla con il piano triennale Anas e che noi abbiamo tenuto ben distinte proprio perché il piano Anas ci serviva ad integrare quegli interventi infrastrutturali.
Consigliere Massi, mi fa piacere che si riconosca che non è da dieci anni che la Regione Marche è carente di infrastruttura, è da circa cento anni che è carente di infrastrutture. Voglio semplicemente portare dei fatti: ci sono già decine di miliardi spesi in opere sulla pedemontana, sul raddoppio della ferrovia Orte-Falconara, sull'aeroporto regionale, sul porto regionale, sul casello che è stato fatto e queste risorse sono state impiegate quando questa maggioranza governava questa Regione. Sarà stato merito nostro? Colpa sicuramente no, perché è un risultato positivo. Se questo è il tipo di situazione io accolgo in pieno il suo invito, consigliere Massi. Non ritengo di essere processato qui, ritengo semplicemente che il dibattito di oggi ci ha fornito alcune indicazioni che sono quelle fondamentali di riappropriarci delle nostre competenze programmatorie, di utilizzare al meglio la nostra credibilità, la nostra capacità contrattuale che abbiamo già a suo tempo esplicato perché, ripeto, abbiamo 500 miliardi per le strade, 190 per le ferrovie, 54 per l'aeroporto, 70 per il porto, non partiamo da zero per cominciare ragionevolmente a colmare il deficit infrastrutturale di questa regione, tenendo anche conto...

FABIO PISTARELLI. Tutte in Ancona...

VITO D'AMBROSIO, Presidente della Giunta. No, perché a me non risulta che la 77 sia nella provincia di Ancona, non mi risulta che la pedemontana sia in provincia di Ancona.

FABIO PISTARELLI. La 77 farà altri 4,5 chilometri.

VITO D'AMBROSIO, Presidente della Giunta. Consigliere Pistarelli, a me piace discutere con le persone intelligenti e lei lo è. Se vogliamo strumentalizzare possiamo farlo ma lei sa benissimo che non è di questo che parlo, perché questo già c'è. Il discorso è diverso: sono quei quasi 200 miliardi che in una seduta complicata per l'approvazione del piano triennale Anas si disse — c'eravate lei, Silenzi e Massi che concordaste — che erano l'ulteriore finanziamento, non il finanziamento che c'è adesso e che è di 82 miliardi circa. Si tratta semplicemente di predisporre in tempi ragionevoli il progetto per poter cominciare a fare questo tipo d'investimento.
Volevo poi dire al consigliere D'Angelo che sono d'accordo con lui, nel senso che dobbiamo capire qual è il livello sostenibile di dotazione infrastrutturale e quale tipo di infrastrutture questo territorio può reggere senza stravolgersi. E' chiaro che se ricorriamo solo ai trasporti su gomma saremo massacrati dalle strade. Proprio per questo, nel pomeriggio del giorno in cui il ministro Bersani è venuto qui come esponente di partito, abbiamo avuto un incontro da me richiesto al quale hanno partecipato le Regioni dell'Adriatico, dal Friuli fino alla Puglia, proprio per rilanciare il Corridoio Adriatico, ottenendo dal ministro l'impegno di un incontro a tempi molto brevi prima tecnico e poi politico, con il Governo, che riassumerà la sponsorizzazione forte del progetto del Corridoio Adriatico per poi rilanciarlo, visto che lo studio di fattibilità ormai è finito, a livello europeo e di Bruxelles, perché le risorse che prevedibilmente saranno necessarie nei prossimi 4-5 anni non sono tali da non poter ragionevolmente pensare di riuscire ad ottenerne una buona parte. Corridoio Adriatico significa, ovviamente, intermodalità dei trasporti consigliere D'Angelo e quindi, in tutto questo riusciremo ad avere anche un equilibrio delle infrastrutture e soprattutto una risposta equilibrata alla richiesta di mobilità dei cittadini marchigiani.
Questa è la situazione, su queste situazione credo che tutti vorremo lavorare insieme. Questo è il senso politico della conclusione di questo dibattito che raccolgo in pieno da questo punto di vista. Se poi vogliamo dire, come diceva il consigliere Silenzi, che a questo punto non può essere che in questo Paese nessuno mai porti le responsabilità di scelte e di non scelte, di fatti o di non fatti, su questo sono d'accordo con lui. Questa non è una Regione che si tiene le cose che ritiene sbagliate, negative. Da questo punto di vista non penso di poter essere accusato. Per il resto sono sicuro che il Consiglio regionale sarà il più affidabile alleato dell'azione della Giunta che non agisce per una maggioranza ma agisce per tutti i cittadini marchigiani.

PRESIDENTE. Il dibattito è concluso. Pongo in votazione...

CESARE PROCACCINI. Presidente, chiedo di intervenire per dichiarazione di voto.

PRESIDENTE. La parola la do, però significa che dobbiamo andare in notturna, quindi o facciamo la notturna o votiamo la mozione.

CESARE PROCACCINI. Presidente, volevo intervenire sulla questione, perché non condivido la mozione e vorrei spiegarne il motivo.

PRESIDENTE. Se c'è una richiesta di votazione per la notturna devo metterla in votazione. Ciò significa che il dibattito che abbiamo fatto fino adesso con le conclusioni del Presidente forse non è stato considerato esaustivo.
La parola non gliela posso dare consigliere Procaccini, se non siamo in seduta notturna.

CESARE PROCACCINI. Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

CESARE PROCACCINI. Propongo al Consiglio di mettere in votazione la seduta notturna.

PRESIDENTE. Pongo in votazione la richiesta di votazione della prosecuzione della seduta.

Il Consiglio non approva

La seduta è tolta.


La seduta termina alle 19,50