Resoconto seduta n. 25 del 20/12/2000
RESOCONTO INTEGRALE

SEDUTA DI MERCOLEDI' 20 DICEMBRE 2000
PRESIDENZA DEL PRESIDENTE LUIGI MINARDI
INDI VICEPRESIDENTE GIUSEPPE RICCI

La seduta inizia alle 11,10

Approvazione verbali

PRESIDENTE. Ove non vi siano obiezioni do per letti, ai sensi dell'art. 29 del regolamento interno, i processi verbali delle sedute nn. 23 e 24 del 6 dicembre 2000.

(Sono approvati)

Proposte di legge
(Annuncio e assegnazione)

PRESIDENTE. Sono state presentate le seguenti proposte di legge:
- n. 29 dell'l.12.2000, ad iniziativa della Giunta regionale: «Autorizzazione all'esercizio provvisorio del bilancio per l'anno 2001», assegnata alla II Commissione in sede referente (iscritta all'ordine del giorno della seduta odierna);
- n. 30 del 24.11.2000, ad iniziativa del consigliere Trenta: «Interventi regionali per la promozione dei diritti umani, la cultura di pace, la cooperazione allo sviluppo e la solidarietà tra i popoli», assegnata alla I Commissione in sede referente e alla II Commissione per il parere obbligatorio;
- n. 31 del 15.12.2000, ad iniziativa dei consiglieri Moruzzi, Benatti, Ascoli e D'Angelo: «Istituzione dell'elenco degli incarichi della Regione Marche», assegnata alla II Commissione in sede referente e alla I Commissione per il parere obbligatorio;
- n. 32 del 18.12.2000, ad iniziativa della Giunta regionale: «Norme sull'organizzazione e sulla dirigenza della Giunta regionale», assegnata alla II Commissione in sede referente.



Proposta di atto amministrativo:
(Annuncio e assegnazione)

PRESIDENTE. E' stata presentata, in data 7.12.2000, la proposta di atto amministrativo n. 32, ad iniziativa della Giunta regionale: «L.R. 46/92, art. 8: Riapertura e proroga del termine di presentazione delle istanze di finanziamento per l'anno 2000 (VIII annualità)», assegnata alla IV Commissione in sede referente e alla II Commissione per il parere obbligatorio;



Mozioni
(Annuncio di presentazione)

PRESIDENTE. Sono state presentate le seguenti mozioni:
- n. 66 del consigliere Viventi: «Completamento e potenziamento dell'ospedale "A. Celli" di Cagli»;
- n. 67 dei consiglieri Mollaroli e Silenzi: «Grave carenza del personale infermieristico nella regione Marche»;
- n. 68 del consigliere Luchetti: «Prevenzione degli infortuni sul posto di lavoro»;
- n. 69 dei consiglieri Favia, Giannotti, Brini, Ceroni, Cesaroni, Grandinetti e Trenta: «Misure per far fronte all'emergenza nel settore del commercio, causata dall'encefalopatia spongiforme bovina (BSE) popolarmente chiamata "mucca pazza"»;
- n. 70 del consigliere Pistarelli: «Ricostruzione post-terremoto»;
- n. 71 dei consiglieri Silenzi, Benatti, Procaccini e Luchetti: «Presidio Vigili del Fuoco presso il comune di Visso";
- n. 72 dei consiglieri Ciccioli, Castelli, Gasperi, Novelli, Pistarelli e Romagnoli: «Sostegno dell'agricoltura regionale";
- n. 73 del consigliere Giuseppe Ricci: «Sostegno piattaforma Coldiretti».




Proposta di atto amministrativo
(Ritiro)

PRESIDENTE. La Giunta regionale con delibera n. 2465 del 5.12.2000, ha ritirato la proposta di atto amministrativo n. 18: «Approvazione del bilancio consuntivo 1998 ASSAM - l.r. 14.1.1997, n. 9».



Legge regionale restituita vistata
dal commissario di Governo

PRESIDENTE. Il commissario di Governo nella regione Marche ha restituito, vistata, la legge regionale: «Approvazione del rendiconto generale dell'Amministrazione per l'anno 1999».



Legge regionale rinviata
dal commissario di Governo

PRESIDENTE. Il commissario di Governo ha rinviato a nuovo esame la deliberazione legislativa: «Gratuità delle prestazioni di emergenza e urgenza erogate dal pronto soccorso. Modificazioni all'art. 20 della l.r. 30.10.1998, n. 36».




Deliberazione consiliare
esaminata dalla Commissione di controllo

PRESIDENTE. La Commissione di controllo sugli atti della Regione Marche non ha riscontrato vizi di legittimità sulla deliberazione consiliare n. 22: «Reg. CE 1260/99. Approvazione del Documento Unico di Programmazione (DOC.U.P.) per le zone obiettivo 2 ed in sostegno transitorio delle Marche - anni 2000/2006».



Nomine

PRESIDENTE. Ho provveduto alle seguenti nomine con miei decreti del 7.12.2000: Cooperativa artigiana di garanzia "Artigiancoop" di Ascoli Piceno - due componenti nel consiglio di amministrazione; Collegio dei revisori dei conti della Fondazione orchestra regionale delle Marche - un componente effettivo e un componente supplente; Università degli studi di Macerata - un rappresentante nel consiglio di amministrazione; Collegio dei revisori dei conti del Consorzio di sviluppo industriale del fermano (COSIF) - Presidente.



Deliberazioni amministrative
inviate dalla Giunta

PRESIDENTE. La Giunta regionale ha trasmesso le seguenti delibere in data 27.11.2000:
- n. 2553: «Art. 29 della l.r. 23 marzo 2000, n. 22. Iscrizione nel bilancio di previsione per l'anno 2000 di entrate derivanti da assegnazione di fondi dallo Stato per opere connesse all'usura delle infrastrutture stradali causata dai mezzi d'opera. L. 113.903.574»;
— n. 2554: «Articolo 51 della l.r. 20.5.1997, n. 33 - riutilizzo fondi»;
— n. 2555: «Variazione al bilancio di cassa per l'anno 2000 - L. 1.016.822.500»;
— n. 2559: «Variazione al bilancio di cassa per l'anno 2000 - L. 283.350.000»;
— n. 2560: «Attuazione delle disposizioni recate dalla l.r. 3.11.2000, n. 27: Norme per l'acquisto di quote compartecipative del capitale della Finanziaria regionale Marche s.p.a. - Lire 3.000.000.000»;
— n. 2561: «Art. 29 della l.r. 23 marzo 2000, n. 22. Iscrizione nel bilancio di previsione per l'anno 2000 di entrate derivanti da assegnazione di fondi dallo Stato quale contributo per la costituzione dei nuclei di valutazione e verifica (art. 1, comma 7, legge n. 144/99) - Lire 422.930.000»;
— n. 2564: «Art. 29 della l.r. 23 marzo 2000, n. 22. Iscrizione nel bilancio di previsione per l'anno 2000 di entrate derivanti dall'assegnazione di fondi dallo Stato a titolo di integrazione del FSN di parte corrente anno 2000 -Lire 187.888.000.000»;
— n. 2565: «Variazione al bilancio di cassa per l'anno 2000 - Lire 1.167.139.605"; n. 2566, concernente: "Art. 29 della l.r. 23 marzo 2000, n. 22. Iscrizione nel bilancio di previsione per l'anno 2000 di entrate derivanti da assegnazione di fondi dallo Stato per la elaborazione e la presentazione di progetti per grandi centri urbani ai sensi dell'art. 71, comma 2, Legge 23.12.1998, n. 448 - Lire 400.000.000"»;
— n. 2567: «Art. 29 della l.r. 23 marzo 2000, n. 22. Iscrizione nel bilancio di previsione per l'anno 2000 di entrate derivanti da assegnazione di fondi dallo Stato per il finanziamento degli obiettivi di carattere prioritario e di rilievo nazionale di cui all'art. 1, commi 34 e 34 bis, Legge 662/96 per gli anni 1999 e 2000 - Lire 32.433.000.000»;
— n. 2568: «Art. 29 della l.r. 23 marzo 2000, n. 22. Iscrizione nel bilancio di previsione per l'anno 2000 di entrate derivanti dall'assegnazione di fondi dallo Stato per la riqualificazione dell'assistenza sanitaria a valere sul FSN di parte corrente anni 1999 e 2000 - Lire 36.0000.000.000»;
— n. 2569: «Art. 29 della l.r. 23 marzo 2000, n. 22. Iscrizione nel bilancio di previsione per l'anno 2000 di entrate derivanti da assegnazione di fondi dallo Stato per il sostegno all'accesso alle abitazioni in locazione - Lire 7.924.000.000»;
— n. 2570: «Art. 29 della l.r. 23 marzo 2000, n. 22. Iscrizione nel bilancio di previsione per l'anno 2000 di entrate derivanti da assegnazione di fondi dallo Stato per l'attività di farmacovigilanza - Lire 1.290.000.000»;
— n. 2577: «Art. 29 della l.r. 23 marzo 2000, n. 22. Iscrizione nel bilancio di previsione per l'anno 2000 di entrate derivanti da assegnazione di fondi dallo Stato per la fornitura gratuita o semigratuita di libri di testo - Lire 3.706.349.650»;
— n. 2578: «Art. 29 della l.r. 23 marzo 2000, n. 22. Iscrizione nel bilancio di previsione per l'anno 2000 di entrate derivanti da assegnazione di fondi dallo Stato per l'assistenza agli hanseniani e loro familiari - Lire 23.259.000»;
— n. 2579: «Art. 29 della l.r. 23 marzo 2000, n. 22. Iscrizione nel bilancio di previsione per l'anno 2000 di entrate derivanti da assegnazione di fondi dallo Stato a titolo di concessione contributi a favore delle organizzazioni di volontariato che compiono attività di previsione, prevenzione e soccorso in occasione di incendi boschivi - esercizio 1998 - Lire 85.830.000».



Affidamento incarichi

PRESIDENTE. Facendo seguito alle proprie comunicazioni in aula relative all'individuazione di distinti filoni di indagine, studio e ricerca su cui attivare incarichi di consulenza, comunico che l'Ufficio di Presidenza sta avviando la fase operativa della ricerca e della progettazione nei seguenti settori: a) evoluzione della composizione sociale e del policentrismo nelle Marche; b) struttura e funzionamento dei poteri locali nella regione; c) rafforzamento del sistema informativo interno ed esterno del Consiglio, anche attraverso la realizzazione di un polo informatico autonomo.
I tre settori di studio e progettazione saranno finanziati con le somme risultanti dall'avanzo di amministrazione del bilancio consuntivo del Consiglio 1999, riassegnate al bilancio consiliare 2000 con la recente legge di assestamento di bilancio, secondo quanto espressamente indicato nella deliberazione del Consiglio regionale approvativa del consuntivo stesso.
Per quanto riguarda in particolare i primi due campi d'indagine è intenzione dell'Ufficio di presidenza coinvolgere nell'attività di ricerca prioritariamente le università delle Marche in collaborazione con il CENSIS ed in stretta connessione con gli esperti incaricati, professori De Rita e Cassese o loro rappresentanti.
Si ricorda che i risultati della ricerca saranno messi a disposizione dei soggetti chiamati a concorrere a quella che si può definire la fase costituente della Regione, a partire dalla Commissione Statuto, ma non solo, dovendosi, a seguito della riforma del Titolo V della Costituzione, riprogettare sia l'intervento regionale nei settori di competenza che la dislocazione dei poteri, sul territorio.


Congedo

PRESIDENTE. Ha chiesto congedo per la seduta antimeridiana l'assessore Mattei.



Interrogazione (Svolgimento): «Situazione di dissesto idrogeologico presente sul territorio marchigiano» Viventi (84)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l'interrogazione n. 84 del consigliere Viventi.
Per la Giunta risponde l'assessore Ottaviani.

ROBERTO OTTAVIANI. Con riferimento all'oggetto si comunica quanto segue.
La legge 18 maggio 1989, n. l83 e successive modifiche ed integrazioni ha lo scopo di assicurare la difesa del suolo, il risanamento delle acque, la gestione e la fruizione del patrimonio idrico per gli usi di razionale sviluppo economico e sociale, la tutela degli aspetti ambientali ad esso connessi. Il conseguimento di tali finalità si raggiunge attraverso la predisposizione e l'attuazlone dei piani di bacino.
La legge prevede la suddivisione dell'intero territorio nazionale in bacini nazionali, interregionali e regionali. In attesa della predisposizione dei piani di bacino, l'art.31 della L. 183/89, al fine di consentire un rapido avvio delle attività atte ad assicurare le finalità indicate all'art. l della medesima legge, dispone che le Regioni elaborino uno schema previsionale e programmatico atto a definire le linee fondamentali dell'assetto del territorio.
Il decreto del presidente del Consiglio dei ministri 23 marzo 1990 costituisce l'atto di indirizzo e coordinamento ai fini della elaborazione e della adozione degli schemi previsionali e programmatici di cui all'art. 31 della L.183/89.
L'art.10 della L. 183/89 demanda alle Regioni l'individuazione degli organi tecnico-amministrativi ed istituzionali per la gestione del piano di bacino regionale.
In questo quadro istituzionale sono stati definiti e approvati dalla Giunta regionale, in via amministrativa, gli schemi previsionali e programmatici di cui all'art. 31 della L.183/89 riferiti alle seguenti annualità ed in particolare: Annualità 1989/1991 con delibera di G.R. n.1814 del 8/6/92; annualità 1992/1995 con delibera di G.R. n. 2616 del 7/6/93; Annualità 1996 e 1996 bis con delibera di G.R. n.1137 del 5/5/97; annualità 1997 con delibera di G.R. n. 1317 del 8/6/98; annualità 1998 e 1999 con delibera di G.R. n.1318 del 8/6/98; annualità 1998 bis, 1999 bis, 2000 e 2001 con deliberazione n. 2 del 28/2/2000 del C.I. dell'autorità di bacino regionale di cui alla L.R. 13/99 e successiva presa d'atto della G.R. con deliberazione n. 2165 del 17/10/2000.
L'attuazione degli interventi in materia di difesa del suolo, oggi ancora in capo alla Regione per quanto riguarda la difesa idraulica (il dissesto idrogeologico è competenza dei Comuni), sono conferite dalla L.R. 13/99 alle Province ed ai Comuni.
In merito ai centri di responsabilità cui fa capo la competenza in materia di risorse idriche e della difesa del suolo si rappresenta con L.R. n.13 del 25/5/1999 entrata in vigore l'1 dicembre 1999, avente per oggetto "Disciplina regionale della difesa del suolo" è stata definitivamente individuata un'unica autorità di bacino regionale ed i suoi organi costitutivi: il segretario generale, il comitato istituzionale, il comitato tecnico, la segreteria tecnica. Non sono stati ancora redatti piani di bacino ma avviati una serie di studi sul territorio.
Per quanto riguarda i fondi trasferiti, ex art. 31 della L.183/89, dallo Stato all'autorità di bacino regionale per il tramite della Regione Marche destinati a studi e ricerche questi sono stati essenzialmente utilizzati per i seguenti scopi: D.G.R. n.3384 del 23/12/97, "Rilievi topografici, batimetrici e sedimentologici per la redazione del piano della costa". Importo di progetto L.640.000.000; D.G.R. n.1469 del 22/6/98, "Convenzione tra Regione Marche ed università degli studi di Ancona (facoltà di ingegneria - istituto di idraulica) per studi, indagini, modelli matematici finalizzati alla redazione del piano di difesa della costa ed agli studi propedeutici all'analisi dell'impatto ambientale delle opere di difesa del litorale marchigiano"; D.G.R. n.3224 del 13/12/99, "Attività propedeutiche alla redazione dei piani stralcio di bacino. Rilievo critico del reticolo idrografico minore della regione Marche. Approvazione dello schema di protocollo d'intesa con l'ordine dei geologi delle Marche per il conferimento di incarichi professionali a geologici liberi professionisti"; D.G.R. n.2072 del 2/8/99, "Autorizzazione ad esperire le procedure di gara, di cui all'art.1, punto 12) del D.Lgs. 17 marzo 1995 n.157, relative all'affidamento di servizi riguardanti l'assetto e l'utilizzazione del territorio per il rilievo topografico (sezioni e profili longitudinali) delle aste fluviali dei bacini di rilievo regionale delle Marche. Importo complessivo L.1,716.680 pari a Euro 886.591,23".
L'attività di studi e ricerche per la predisposizione del piano di bacino è iniziata sostanzialmente dall'anno 1997 e riguarda prevalentemente la fase conoscitiva e propedeutica alla predisposizione dei piani prevista dall'art.2 della L. 183/89 e la creazione di un sistema informativo per la gestione sia degli studi conoscitivi sia del piano di bacino o di eventuali piani stralcio.
Allo stato attuale sono state definite dal comitato tecnico dell'autorità di bacino le perimetrazioni delle aree a rischio idraulico ed idrogeologico, di cui al D.L. 180/ 98 convertito in L. 267/98 e successive modifiche, approvate della Giunta regionale con deliberazione n. 2701 dell'11 dicembre 2000 su parere favorevole del Comitato istituzionale espresso con deliberazione n. 8 del 5.12.2000.
Successivamente si procederà alla redazione del piano di bacino stralcio per la riduzione del rischio idraulico ed idrogeologico che dovrà essere completata entro il 31 giugno 2001 ai sensi dell'art. 1 comma 1 del D.L. 180/98.
Con il piano delle opere pubbliche si continuerà a provvedere, compatibilmente con le risorse disponibili, alle opere più urgenti e necessarie.
Aggiungo la necessità di approfondire, da un punto di vista tecnico, lo studio del nostro sistema delle fluviali che è strategico, perché il risultato di anni o di eccessivo sfruttamento dei nostri fiumi, del loro letto, del materiale trasportato e quant'altro e la non scientifica gestione e manutenzione di questi fiumi e delle loro golene ha comportato — non nelle Marche, ma a livello internazionale. E credo che le manifestazioni fenomenologiche dal punto di vista del dissesto lo hanno confermato in tutto il mondo — i danni che abbiamo toccato con mano. Non è facile rimediare in poco tempo anni di non corretta gestione. Questo è ciò che stiamo facendo: lo studio attento, ma non c'è solo lo studio attento e nel piano delle opere pubbliche che approveremo con il piano 2001 ci sono tutta una serie di interventi che stiamo facendo. Sono però interventi che rientrano in una logica e in una strategia complessiva di intervento sulle aste fluviali del nostro territorio. Ripeto, questa fase di studio è propedeutica ma non è certo vincolante alle necessità d'intervento che mano a mano emergono. Il problema più grave — lo affermo anche con molta difficoltà — è che a fronte delle difficoltà che vengono segnalate anche dagli uffici decentrati, le disponibilità di bilancio sono sempre estremamente modeste.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno, il consigliere Viventi.

LUIGI VIVENTI. Ringrazio l'assessore Ottaviani per la sua risposta articolata e chiedo, per favore, di averne poi copia in maniera tale da poter leggere più attentamente i riferimenti.
Da parte mia c'era solo l'intenzione di sollecitare all'organo esecutivo regionale un'attenzione particolare verso questo che sicuramente non è un problema limitato alla nostra regione, forse altre ne hanno anche di maggiori e purtroppo ne abbiamo visto le conseguenze anche nei mesi scorsi. Quindi una preparazione, anche perché siamo in fase di bilancio, in fase di predisposizione del piano delle opere e dei lavori per il 2001, quindi volevo sollecitare l'attenzione verso questo aspetto particolare.
Comunque, la ringrazio assessore.


Interrogazione (Svolgimento: «Sospensione attività di ostetricia e ginecologia presso polo ospedaliero di Amandola» Ceroni (89)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l'interrogazione n. 89 del consigliere Ceroni.
Per la Giunta risponde l'assessore Melappioni.

AUGUSTO MELAPPIONI. Il collega Ceroni con questa interrogazione chiede notizie ed altri elementi relativamente all'attività di ostetricia e ginecologia presso il polo ospedaliero di Amandola. Credo che non sia necessario ricordare le caratteristiche di un ospedale polo ospedaliero di supporto e quali siano le funzioni previste.
Circa gli strumenti per assicurare ai cittadini della comunità montana dei Sibillini una risposta sanitaria ostetrico-peditrica efficace e duratura vorrei dire, come premessa, che stiamo lavorando per il progetto obiettivo materno-infantile secondo direttive ministeriali.
La Commissione ha iniziato la sua attività, lì sono previsti una serie di parametri e di funzioni, quindi credo che anche questo territorio che viene richiamato nell'interrogazione avrà una risposta omogenea nei confronti del territorio regionale secondo le esigenze e secondo quanto programmato come capacità di risposta. Quello che rispondo in questo momento dovrà poi trovare verifica e operatività dentro il più ampio spazio di un progetto generale.
Per quello che riguarda le ipotesi di violazione di legge nel momento in cui è stata sospesa la funzione di ostetricia e ginecologia e di pediatria presso l'ospedale di Amandola mi permetto di ricordare al collega Ceroni che nel piano sanitario queste sono previste come funzioni di tipo A, quindi sono funzioni che possono trovare risposta dentro un'assistenza di tipo non residenziale.
Si è fatta una scelta più forte su quel territorio perché, in deroga anche a quello che proponeva l'azienda e con un parere contrario da parte dell'azienda stessa che aveva la sua programmazione, si è tenuto fortemente in considerazione l'aspetto della logistica del territorio, quindi delle possibilità di comunicazione o meno di quel territorio con l'azienda di riferimento o comunque con altri presidi ospedalieri. Questo ha determinato, ovviamente, una scelta in deroga rispetto a tutta la parametrazione delle caratteristiche, dei criteri minimi per tenere operativa una struttura. Cosa significa? Che rispetto a una parametrazione che prevede un numero minimo di parti che non ci sono su quel territorio, si è deciso comunque, per un potenziale rischio rispetto alla distanza con il centro di riferimento e considerato che non era stato possibile attivare il monitoraggio della gravidanza nell'ospedale di Amandola e poi espletare il parto in un luogo in cui c'è più professionalità perché le prestazioni si fanno con più frequenza, di ripristinare quanto precedentemente presente. Non solo, ma credo che sia stata data anche una risposta rispetto a quelle garanzie assistenziali che il consigliere Ceroni nella sua interrogazione presentava, compatibilmente con le esigenze. E' ovvio che questa non è una scelta d'immagine e di facciata ma è una chiara risposta, anche se troverebbe meno giustificazione dentro valutazioni di tipo economico, in attesa anche del progetto obiettivo più generale nel quale vedremo come inserire questa precisa esigenza del territorio.
Credo quindi che si sia venuti incontro ad esigenze specifiche, particolari della regione che dal punto di vista della logistica non trovano corrispondenze altrove e ritengo che sia questa la motivazione che ha determinato un indirizzo di questo tipo che, debbo riconoscere, per certi aspetti può avere aumentato un onere nei confronti dell'azienda di Ascoli Piceno che aveva un suo percorso e una sua programmazione.
Per quello che riguarda le ipotesi progettuali, l'azienda mi ha risposto che ha un suo percorso e attualmente non ha in nota, rispetto a eventuali proposte, questo piano che i Comuni del territorio hanno presentato al sottoscritto, ma credo che questo sia un discorso da fare in una fase successiva quando questo progetto obiettivo regionale ci darà le indicazioni, i criteri, i parametri su come svolgere sul territorio complessivo questa funzione di ostetricia e ginecologia e non mancheremo mai di tenere comunque in piena considerazione le esigenze dell'entroterra e le esigenze della montagna.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Ceroni per dichiararsi soddisfatto o meno.

REMIGIO CERONI. Intanto c'è un motivo di non soddisfazione perché, a norma dell'art. 107 del regolamento è scritto che alle interrogazioni la Giunta deve dare risposta entro 30 giorni, e qui non si risponde mai per abitudine. Questa interrogazione è stata presentata il 27 settembre e si risponde dopo 90 giorni. Però sono anche insoddisfatto del merito della risposta. Se è vero che in questo momento una risposta alle problematiche è stata data, perché nell'ospedale funziona quanto è stato richiesto, tuttavia mi pare di capire che nessun impegno è stato preso circa il futuro, quindi quando sarà verificato il piano sanitario, quando saranno realizzati questi progetti obiettivo, probabilmente... Non conosco il progetto obiettivo, però la sua risposta è un po' sibillina: "vedremo se sarà possibile". Non è quindi escluso che dopo le future elezioni politiche la Regione intenda anche qui operare un taglio come è intuibile avverrà in altri settori.

AUGUSTO MELAPPIONI. Io ho detto che ci impegneremo per far entrare dentro il progetto obiettivo questo percorso, ma è indubbio che fino a quando non avremo quella parametrazione nessuna struttura materno-infantile della regione è sicura, non solo quella di Amandola. Abbiamo preso un impegno, abbiamo fatto una forzatura fino ad oggi: ritengo che questo debba essere verificato.

REMIGIO CERONI. Ho capito perfettamente, però restano le mie preoccupazioni sul futuro dell'ospedale di Amandola in relazione a questa specialità.



Interrogazione (Svolgimento): «Trasporti scolastici di Fermo» Ceroni (101)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l'interrogazione n. 101 del consigliere Ceroni. Per la Giunta risponde il Vicepresidente Spacca.

GIAN MARIO SPACCA, Vicepresidente della Giunta. Si ritiene far osservare che è stata da poco attivata a livello regionale la trasformazione del trasporto pubblico locale prevista dal decreto legislativo n. 422/97 e recepita con L.R. n. 45/98 con la sottoscrizione dei contratti di servizio che hanno avuto decorrenza dall'1.4.2000.
L'analisi degli attuali programmi di esercizio, svolti dalle aziende, è stata sottoposta al vaglio dei tavoli di bacino, allo scopo istituiti per la migliore concertazione tra i vari soggetti istituzionali e non (Regione Marche, Provincia, Comuni, associazioni datoriali, organizzazioni sindacali, imprese capofila, associazioni dei consumatori).
In merito specifico ai punti che ha sollevato il consigliere Ceroni si precisa, al punto 1) che sono state indette, anche presso la sede della Provincia di Ascoli Piceno, apposite riunioni per esaminare le problematiche del trasporto degli studenti del Fermano, determinatesi a seguito del conferimento agli istituti scolastici dell'autonomia didattica e organizzativa. Si sono riscontrate, da parte dei gestori dei servizi, obiettive difficoltà ad apportare da subito sostanziali modifiche dei programmi di esercizio, necessarie per adeguare i servizi agli orari di lezione comunicati dai presidi degli istituti scolastici. Sono stati adottati inoltre appositi interventi anche presso il Ministero della pubblica istruzione al fine di consentire, in alcune scuole, l'ora delle lezioni di 50 minuti anziché di 60. La Steat S.p.A. di Fermo ha provveduto ad attuare per quanto possibile (senza creare disagi ai viaggiatori ordinari) opportuni adattamenti di orario. Nelle scuole del fermano gli interventi intrapresi hanno consentito il normale svolgimento delle lezioni.
Per quanto concerne il punto 2) occorre far rilevare che la Giunta regionale con deliberazione n. 3108/99 e successive modificazioni, ha definito i servizi minimi del TPL a partire dall'1.4.2000, i quali costituiscono il contenuto contrattuale in termini di servizio complessivo, da svolgere in ogni singolo bacino. Con detta deliberazione è stato attuato un primo riequilibrio dei servizi tra bacini, per circa 550.000 chilometri, di cui 200.000 assegnati in più alla provincia di Ascoli Piceno e più specificatamente a favore del bacino di Ascoli Piceno/1 e quindi del fermano.
Nell'ambito urbano la Regione Marche ha già attuato un rimo riequilibrio ammettendo a contributo le percorrenze svolte dal Comune di Ascoli Piceno per un importo di 3 miliardi annui.
Il Consiglio regionale, nel provvedimento generale di rifinanziamento e modifica di leggi regionali per la formazione del bilancio annuale e pluriennale della Regione (legge finanziaria approvata con deliberazione legislativa n. 291/2000), all'art. 43, comma 2, ha previsto un graduale riequilibrio della spesa storica riferita al trasporto urbano ed extraurbano, di cui alla L.R. 45/98, per far fronte agli oneri derivanti dalla riduzione dell'abbattimento della spesa storica, a partire dalla provincia di Pesaro. Il suddetto provvedimento di parziale riequilibrio è una prima risposta al problema, che dovrebbe essere gradualmente estesa a tutta la regione con l'intento di risolvere la sperequazione delle percorrenze contributive.
PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Ceroni per dichiararsi soddisfatto o meno.

REMIGIO CERONI. Anche in questo caso vale il discorso fatto in precedenza: le risposte debbono essere date nei termini previsti dal regolamento. Questa violazione del regolamento è costante, quindi invito il Presidente a fare attenzione per le prossime interrogazioni.
E' vero che nella precedente legislatura il Consiglio regionale ha provveduto a riequilibrare un po' di risorse disponibili per la provincia di Ascoli Piceno, ma successivamente a quel riequilibrio, in data 12 luglio 2000 il presidente della Provincia insieme all'assessore ai trasporti faceva rilevare che, a fronte di una consistenza regionale di ben 11.500 chilometri per il trasporto urbano solo 1.595.000 sono destinati alla collettività picena. E' chiaro che la provincia di Ascoli Piceno nell'ambito del territorio regionale, sia per superficie che per popolazione pesa per il 25%. Qui invece siamo ad appena il 10% di chilometri a disposizione della provincia di Ascoli Piceno per gestire questi servizi.
Penso che l'impegno così superficiale non può bastare, è necessario dire a distanza di 3-4 mesi "studiamo la situazione e assegniamo alla provincia di Ascoli Piceno la quota-parte di risorse indispensabili per far funzionare i trasporti".
Le difficoltà sorte in relazione al trasporto degli studenti del fermano sono determinate anche dalla scarsezza di chilometri. Se da un lato giustamente consentiamo l'apertura dell'istituto professionale alberghiero a Sant'Elpidio a Mare o Porto Sant'Elpidio e poi non prevediamo agli studenti del territorio la possibilità di accedere a queste nuove strutture scolastiche commettiamo un gravissimo errore. Non possiamo da un alto aprire le scuole e poi non garantire i mezzi per accedervi.
Mi auguro che quanto prima l'assessore, che fra l'altro è della stessa provincia di Ascoli Piceno e conosce quanto sia sottodotata di percorrenza ammesse a contributo, voglia realmente risolvere il problema.


Interrogazione (Svolgimento): «Acquisto complesso immobiliare Rocca della Cittadella» Favia (108)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca l’interrogazione n. 108 del consigliere Favia. Per la Giunta risponde il Presidente D’Ambrosio.

VITO D’AMBROSIO, Presidente della Giunta. Leggerò la comunicazione che ho fatto ala Giunta del 14 novembre su questo tema. "L'art. 6 della L. n. 579/93 stabiliva che la Regione Marche poteva acquistare il complesso denominato "Rocca della Cittadella” sito nel comune di Ancona ad un prezzo pari al 50% del valore determinato dall'U.T.E.; il Consiglio regionale, con deliberazione n. 51 del 20 marzo 1996, aveva autorizzato la Giunta regionale ad avviare le procedure per l'acquisto del suddetto complesso, da destinare - secondo le previsione della L. n. 579/93 - a "sede di rappresentanza della Regione Marche e a sede di un centro polifunzionale per iniziative socio-culturali al servizio del capoluogo regionale".
Nella seduta della Giunta regionale del 14 dicembre 1998 avevo presentato, sull'argomento in oggetto, una comunicazione che era stata condivisa 21 l'unanimità. Accogliendo le proposte da me avanzate il servizio bilancio, demanio e patrimonio provvedeva pertanto ad iscrivere a bilancio un impegno di spesa di un miliardo di lire per l'acquisto del complesso della "Rocca della Cittadella", non appena lo Stato avesse fatto conoscere le condizioni di vendita dello steso; mentre per i primi interventi di messa in sicurezza della struttura si sarebbe provveduto attingendo ai fondi ordinari per le manutenzioni. Tuttavia, solo nel maggio 2000 il Ministero delle finanze ha comunicato a questa Regione il prezzo di cessione dell'immobile, determinato in un miliardo di lire. A seguito di tale comunicazione del Ministero delle finanze, gli uffici regionali competenti hanno provveduto all'aggiornamento delle previsioni contenute nella relazione sottoposta all'esame della Giunta regionale nella sopra richiamata seduta del 14 dicembre 1998. In particolare il dirigente del servizio lavori pubblici, con nota del 18 ottobre 2000 ha determinato in L. 36.489.000.000 il costo complessivo dell'intervento di ristrutturazione della struttura di che trattasi (escluso il costo di acquisto di un miliardo di lire ed incluse le opere di messa in sicurezza per complessive L. 1.080.000.000) con un aggiornamento, in aumento di L. 7.273.000.000 rispetto alle previsioni di spesa contenute nella relazione del dicembre 1998.
Nel frattempo sono apparse sulla stampa numerose prese di posizione da parte del Comune di Ancona, della soprintendenza per i beni ambientali e architettonici delle Marche, di associazioni (Lega Ambiente, FAI) e di consiglieri regionali (Favia, Novelli) che sollecitano l'acquisto, da parte della Regione, della struttura della Cittadella.
Alla luce di quanto sopra, ritenendo immutato l'interesse della Regione ad acquisire e ristrutturare il suddetto bene, propongo alla Giunta di procedere per gli adempimenti successivi secondo le fasi sottoindicate: 1) inserimento, nelle previsioni di bilancio per l'anno 2001, dell'importo complessivo di L. 2.080.000.000 (acquisto del complesso della Rocca della Cittadella di Ancona per L. 1.000.000.000 e opere di messa in sicurezza per L. 1.080.000.000); 2) convocazione di una conferenza di servizi, fra Regione Marche, il Comune di Ancona, il Ministero delle finanze - ufficio del territorio delle Marche - la soprintendenza per i beni ambientali e architettonici delle Marche, al fine di concordare un accordo di programma che definisca competenze di ciascun ente e modalità di intervento nella ristrutturazione della Rocca; 3) una volta espletate le procedure di cui al punto 2), definizione degli stanziamenti, con proiezione pluriennale, necessari al completamento dei lavori di ristrutturazione del complesso in oggetto; 4) acquisto, dal Ministero delle finanze, della Rocca della Cittadella e avvio dei lavori di messa in sicurezza delle sue strutture”.
Il progetto finanziario, per legge, non può andare al di là di dieci anni.
All’inizio c’era stato uno scambio di corrispondenza tra la Regione e la soprintendenza per i beni ambientali che chiedeva alla Regione di non esercitare il diritto di prelazione perché si pensava fosse possibile utilizzare la Cittadella come propria sede o come struttura comunque utilizzata per i propri interessi istituzionali.
Proseguivo, nella mia comunicazione alla Giunta: “Qualora la Giunta condivida le proposte, come sopra articolare, verrà dato incarico ai competenti uffici regionali di procedere nelle direzioni indicate.
La Giunta regionale, prima di assumere decisioni in merito, su proposta del Presidente, incarica il servizio Gabinetto del Presidente di sentire in via informale il comune di Ancona e la soprintendenza per i beni ambientali e architettonici delle Marche in merito alla loro disponibilità di assumere impegni finanziari per la ristrutturazione della Rocca e per quali iniziative intenderanno utilizzare il complesso "Rocca della Cittadella".
A questa comunicazione del 14 novembre aggiungo che il dirigente del servizio gabinetto dott. Bellucci mi ha detto che c’è una disponibilità seria espressa sia dal Comune di Ancona che dalla soprintendenza a concretizzare questo tipo di co-impegno che potrebbe anche essere sotto forma di anticipazione da parte loro delle somme e una co-definizione progettuale per l’utilizzazione della Rocca della Cittadella.
In base a queste notizie, agli inizi del nuovo anno penso che sarà possibile cominciare una fase di formalizzazione.

DAVIDE FAVIA. L’ipotetica destinazione finale, Presidente?

VITO D’AMBROSIO, Presidente della Giunta. La legge è molto chiara, nel senso che dice “quella deve essere sede di rappresentanza della Regione e complesso culturale polivalente al servizio del capoluogo di regione a disposizione del Comune di Ancona”. E’ chiaro che nell’ambito di questo si potrebbe prevedere un coinvolgimento anche della soprintendenza, perché non credo che abbia voglia di esercitare un diritto che escluda gli altri. Queste sono le previsioni. Siccome la città di Ancona ha ancora bisogno di queste strutture, queste sono le prospettive previste dalla legge ma condivise ampiamente da tutti gli enti che fino ad ora si sono occupati della cosa.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Favia, per dichiararsi soddisfatto o meno.

DAVIDE FAVIA. Ringrazio il Presidente dell’articolata risposta che ovviamente va nelle linee che noi pensavamo e speravamo. Siamo assolutamente contrari, ovviamente, ad una utilizzazione esclusiva da parte della soprintendenza perché siamo assolutamente favorevoli a che questa struttura venga messa a disposizione della città capoluogo di regione e quindi della regione stessa. Persiste la nostra lamentela riguardo alla tempistica, perché crediamo che un attivismo un tantino più accentuato avrebbe consentito già di mettere le mani sulla struttura, poiché ci sembra particolarmente grave lo stato di degrado che ora ci costringe a spendere quei 1.080 milioni per interventi urgentissimi, che forse potevano essere spesi nell’ambito della ristrutturazione. Probabilmente un’attività più solerte e messa in campo prima, avrebbe anche consentito di risparmiare questi danari che ora risultano essere oltre 40 miliardi, quindi forse non si è stati solerti. Speriamo però che questo nostro intervento serva a evitare le pause di attività che ci sono state finora e che questo bene venga restituito alla popolazione quanto prima.
Quindi vigileremo affinché la vostra attività sia assolutamente solerte.



Mozione (Votazione): «Piano triennale Anas e piano stralcio 2000 — Penalizzazione Regione March» eMassi (65)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la mozione n. 65 del consigliere Massi per la quale è già avvenuta la discussione. Siamo alla votazione. Siamo alle dichiarazioni di voto. Ha la parola il consigliere Pistarelli.

FABIO PISTARELLI. Alla fine della precedente seduta avevamo sottolineato il dovere di dichiarare il nostro voto sul documento che il collega Massi, con l'intesa di tutto il Polo ha proposto all'aula, sollevando una questione che poteva passare in secondo piano e sopra le teste dei marchigiani che erano in attesa dei risultati concreti di quanto avevamo discusso e di quanto avevamo alla fine concordato a settembre, quando discutemmo e votammo il piano triennale Anas 2000-2003.
Le cose sono improvvisamente cambiate, le carte in tavola si sono rimescolate, ci è stato detto da parte del Presidente e dell'assessore Agostini che questa era una volontà venuta fuori in maniera quasi unanime dalle Regioni: ridefinire gli accordi con l'Anas e rivedere da capo i programmi di investimento sulle opere infrastrutturali.
Ci è sembrata una giustificazione quanto meno tardiva, perché questo doveva essere posto come problema già a settembre e non a novembre-dicembre. Altra giustificazione a nostro avviso non in grado di spiegare quanto avvenuto è la questione dei progetti cantierabili, perché io provengo dalla provincia di Macerata che ha visto interventi molto decisi e molto puntuali che hanno sottolineato l'incongruenza di quanto affermato da parte della Giunta rispetto a quella che era ed è la realtà: parlo del traforo del Cornello e di altre opere infrastrutturali che avevano la possibilità di essere inserite comunque in questo stralcio per l'anno 2000 e che invece sono state assolutamente ignorate. Nei 30 miliardi circa residuo di tutto quanto era stato pensato per le Marche, misero "obolo" dell'Anas concesso alla Regione Marche rispetto ad altre Regioni, come per esempio l'Umbria o la Toscana che hanno avuto 5-6 volte di più rispetto a quello che è stato il risultato della contrattazione Marche-Anas, non ci sono opere che avevano la possibilità di essere inserite perché cantierabili, perché fornite di progetti esecutivi.
Le giustificazioni di questo scivolone — diciamo la verità — da parte della Giunta regionale rispetto ai fondi Anas non ci hanno assolutamente convinto e non hanno convinto i tanti operatori economici, cittadini imprenditori che vedono la rete infrastrutturale del nostro territorio essere rimasta ai primi del '90, soprattutto nelle province di Ascoli e Macerata. Se Ancona vedrà inserito il discorso del porto e del Corridoio Adriatico per quanto concerne la fascia di propria competenza, se Pesaro avrà la Fano-Grosseto inserita nei piani del Ministero dei lavori pubblici che ieri sono stati annunciati dal ministro stesso, le province di Macerata ed Ascoli sono assolutamente escluse, sia dai programmi ministeriali sia da quanto contrattato con l'Anas per questi 30 miliardi che verranno per le opere 2000, un 2000 ormai concluso per quanto riguarda il proprio calendario, che perciò vedrà ancora una volta giungere in ritardo la voce della nostra regione per quanto riguarda l'invocazione di un ammodernamento delle infrastrutture.
Ecco perché voteremo la mozione proposta, lanciando una sfida a questo Consiglio a ridiscutere al più presto di queste questioni in via generale. Vedremo quale quadro uscirà fuori da questa discussione, noi riteniamo desolante: le infrastrutture sono oggi un peso, non un volano, un incentivo, un aiuto allo sviluppo e alla crescita della nostra impresa che, se ha una realtà così importante, se si è ritagliata fette importanti di mercato è stato per la sua forza di qualità e di penetrazione nei mercati, sicuramente non per l'opera che è assolutamente mancata da parte delle pubbliche amministrazioni, comprendendo in queste il Governo regionale e l'Anas, perché nel tavolo c'è il Governo regionale, non ci sono solo l'Anas e le colpe di una mancata programmazione o progettazione. C'è anche un Governo regionale che deve intervenire e dire da che parte dirigere i finanziamenti che pur vi sono stati e che sono stati cospicui in questi anni da parte dell'Anas nazionale e poi da parte dei dipartimenti regionali.
Su questo l'Amministrazione è assolutamente mancata, gli organismi preposti sono assolutamente mancati nel loro compito istituzionale. Questa è stata la protesta che abbiamo di nuovo sollevato come abbiamo fatto tante volte anche nella scorsa legislatura con mozioni, interpellanze, sollecitazioni per quanto concerne il problema delle infrastrutture.
Il voto negativo che la maggioranza si appresta a dare a questo documento è il segnale più evidente del fatto che si è ancora una volta supini a quanto deciso in altre sedi ma con l'avallo di questo Governo regionale che non è riuscito né ad imporre la sua autorevolezza né ad indicare percorsi diversi né a costruire prospettive future certe per quanto concerne i finanziamenti per le opere infrastrutturali.
Solo un richiamo per chiudere e per esemplificare quanto ho sostenuto. Nel piano triennale 2000-2003 si prevedevano residui di bilancio Anas e storni che erano in grado di apportare ulteriori risorse per una novantina di miliardi, da destinare alle zone terremotate, alle infrastrutture relative alla zona del fabrianese e alla zona dell'alto maceratese. Il colpo di spugna avvenuto a novembre che ha cancellato il piano triennale, che ha ridefinito il finanziamento Anas limitandolo all'anno 2000, per soli 30 miliardi e per piccole opere — 4 qui, 3 per la "bretellina" di là — ha cancellato anche quelle poche certezze che vi erano nel piano triennale e che vi erano per quanto riguarda le zone terremotate. Questo è l'esempio del fallimento di una contrattazione che a livello centrale la Regione non ha saputo portare avanti in maniera decisa e autorevole nei confronti dell'Anas.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Grandinetti.

FABRIZIO GRANDINETTI. Questa mattina ho aperto la mia giornata intervenendo a un convegno nel maceratese, organizzato dalla Comunità montana zona H sul tema "Anziano maestro di vita". E' un problema che tocca molto quelle popolazioni che diventano sempre più anziane anche a causa di una questione molto collegata con il piano Anas, con i trafori che non si fanno, con la scarsa viabilità, perché sappiamo che la gente va verso i servizi, verso la viabilità, verso la possibilità di lavorare e di poter costituire un nucleo familiare che abbia servizi e possibilità di lavoro. E' una situazione ormai drammatica quella in cui noi persone che abitiamo nell'entroterra di Macerata e nella montagna del maceratese operiamo e lavoriamo.
Arrivo alla mozione Anas che doveva essere abbinata all'interrogazione sul Cornello, ma poi ho visto che si è discusso dell'Anas ma non si è data una risposta ai quesiti che ho posto sul Cornello. Riproporrò nelle prossime ore la mia interrogazione chiedendo risposta scritta in modo che poi possa documentare che esiste una risposta e possa essere documentato che viene presa una posizione da parte della Giunta.
Siamo quindi costretti a fare i convegni non più sulla terza età ma sulla quarta età perché la popolazione invecchia. Non dobbiamo nemmeno nascondere le nostre responsabilità: esistono una maggioranza e una minoranza e delle volte si fa confusione da parte di alcuni, sia maggioranza che minoranza, si fanno dei bei discorsi conciliativi, si dicono delle belle cose sull'operato dell'Amministrazione regionale, sui personaggi che occupano quegli scanni, mentre una cosa è la rispettabilità personale e altra cosa il lavoro che state facendo e che farete e gli impegni che avete preso nella precedente legislatura e che state prendendo in questa.
Anche l'accordo Umbria-Marche prevede delle priorità nella viabilità che non sono certamente quelle che interessano questa parte delle Marche. Ritengo che il fatto sia molto grave, perché se facciamo questi convegni come quello fatto qualche giorno fa a Cingoli e c'è gente che in qualche modo si interessa dei problemi, dobbiamo cercare di risolvere questi grossi problemi. Io ho toccato questi problemi con un po' di signorilità non guastando la festa ma cercando di farlo come faccio in aula, sempre con il massimo dell'educazione. Però dobbiamo interessarci di questi problemi. So che è una popolazione che può contare su pochissime persone., può contare su una legge assurda e sbagliata, e il Presidente D'Ambrosio ha detto sui giornali che bisogna rivedere questa legge. Noi siamo 5-6 consiglieri regionali di quelle parti, pochissimi eletti, grazie a un meccanismo di legge che non ci consente di avere neanche i 7 che ci spetterebbero, quindi un territorio pochissimo rappresentato in maggioranza, ma grazie a Dio mi pare che quelle popolazioni si stanno orientando da un'altra parte politica che li sostiene e crede nelle esigenze che loro ci fanno presente. Questa mattina al convegno ho sentito anche dire che vogliono avanzare forme di protesta molto forti i presidenti delle Comunità montana, i sindaci, le popolazioni, perché non vedono possibilità di sviluppo.
E' dunque inutile che costruiamo le case se poi quei territori muoiono, perché fare le abitazioni e non dare la possibilità di lavoro e di sviluppo, non dare possibilità di sviluppo ad aziende che devono lavorare ma non possono lavorare in quelle condizioni è un problema drammatico, un problema da affrontare, un problema che vorrei affrontare anche in altro modo. Per questo ho presentato la proposta di commissione d'inchiesta, con una mozione sottoposta all'attenzione di tutto il Consiglio,, per cui chi voleva firmare era libero di farlo: non ho sentito un solo gruppo rispondere a questa proposta, poi ho visto però la volontà delle persone del Polo che hanno firmato in modo compatto per questa commissione d'inchiesta. Commissione d'inchiesta non vuol dire indagare sulla Giunta regionale attuale o su quella precedente, vuol dire indagare su tutta la storia di un'"incompiuta" grave per la quale sono stati spesi centinaia di miliardi e che non si vuol completare.
Penso quindi che dobbiamo con la massima onestà andare a comporre questa commissione la quale, entro un termine che può anche essere la fine dell'anno prossimo, dovrà mettersi a lavorare e farci una relazione. Dobbiamo cercare i motivi per i quali non abbiamo realizzato quest'opera che è stata iniziata, è stata sbagliata. E' stata una scelta esatta o sbagliata? Non lo so, ma siccome questa è stata la scelta le cose le dobbiamo portare a termine, perché sono molto importanti.
Noi non riusciamo nemmeno ad arrivare alla capitale, siamo costretti a passare per Ancona e L'Aquila. Siamo collegati malissimo all'Umbria, abbiamo problemi di morte graduale di una provincia per asfissia da viabilità. Si sa anche che lo sviluppo, le idee procedono velocissime, oggi e comunque il processo è molto accelerato. Ebbene, queste cose viaggiano anche attraverso le vie di comunicazione, verso la possibilità, e noi abbiamo possibilità che non sono solo di sviluppo meramente industriale, post-industriale o di servizi, ma anche la possibilità di andare avanti e di poter costruire un'industria del turismo, perché abbiamo delle cose rilevantissime nelle nostre zone, ma se non c'è viabilità, se non c'è scorrimento veloce, le possibilità non ci sono.
Ho visto ministri "bianchi" arrivati nella mia città che hanno detto "ma che strade avete?". Bisogna che ci impegniamo veramente, specialmente l'Esecutivo, perché noi rimaniamo un'opposizione che interroga, che fa interpellanze e mozioni ma che non ha un potere operativo, decisionale, attuativo per concretizzare le proprie decisioni.
L'appello che faccio è di stimolo su questa cosa. Noi intanto operiamo con la commissione d'inchiesta che riteniamo un fattore molto più serio, molto più stimolante, molto più forte per far rimanere i riflettori accesi su questa terra dimenticata e su questa viabilità dimenticata. Ci metteremo a lavorare, ci confronteremo, vedremo se esistono responsabilità e poi forniremo i dati o quello che riusciremo a tirar fuori agli organi che si ritiene possano risolvere in altro modo almeno la questione delle responsabilità. A noi interessa il completamento di queste opere, tirar fuori dall'isolamento queste zone. Se questo deve essere un atto di stimolo forte, determinato, che ritrovi responsabilità, allora ritengo che questa mia idea appoggiata da tutta la Casa delle libertà possa essere un argomento con il quale riusciamo a tenere veramente accesa l'attenzione della stampa e dell'opinione pubblica anche al di fuori di queste zone, su un argomento importante, cioè la morte progressiva per asfissia da viabilità di una zona che ormai contiene pochi abitanti, con denaro che si spende forse a vuoto per ricostruire fienili e cose del genere, mentre forse sarebbe meglio dedicarlo a opere veramente molto importanti. E comunque stiamo ricostruendo delle case che saranno isolate dal contesto della realtà di sviluppo delle Marche.
Quindi confermo il voto largamente favorevole del movimento Forza Italia alla mozione presentata dal consigliere Massi.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Massi.

FRANCESCO MASSI GENTILONI SILVERI. I colleghi che mi hanno preceduto mi consentono di evitare una parte della motivazione sulla votazione favorevole che sarò a questa mozione, essendo stata peraltro da me presentata. Però vorrei completare la riflessione con alcuni brevi elementi.
Il primo è che questa mozione non è partita per parlare solo del Cornello e della Valle del Potenza, il problema del C ornello e della Valle del Potenza si sono aggiunti successivamente per evidenziare quella che per noi è una carenza macroscopica nella strategia e nella programmazione degli interventi per la viabilità nella nostra regione e, come ha detto Pistarelli, nel sud delle Marche.
Il primo punto riguarda la strategia complessiva, e ho detto l'altra volta che la ratio della presentazione della mozione è proprio questa: non accettare una penalizzazione della mozione, una umiliazione per le Marche di fronte a una strategia che consente ad altre Regioni di portare a casa e quindi capitalizzare già nel 2000 ottimi risultati e finanziamenti, non consentendo invece alle Marche di avere neanche quello che è praticamente pronto e cantierabile.
Nella strategia la Regione Marche è stata debole. Non voglio qui aprire processi politici, dico soltanto che a quel tavolo noi siamo stai deboli come Regione. Ironicamente anche l'assessore Agostini ha rassicurato dicendo "noi c'eravamo, abbiamo seguito", però c'è un fax della Regione Toscana per esempio che rassicura le Marche dicendo "tranquilli, perché nei criteri abbiamo detto che chi prende meno nel 2000 sarà premiato nel triennio successivo". Questa attenzione della Toscana, questo "affetto" nei confronti delle Marche dà l'impressione di un abbraccio mortale, anche perché la Toscana nel 2000 si è presa 470 miliardi e noi 30, però la Toscana si preoccupa delle Marche.
Consentitemi una battuta sempre nel clima natalizio che non voglio assolutamente guastare: mi viene in mente, a volte, che forse nelle Marche non siamo sufficientemente di sinistra per essere alla pari degli altri beneficiari nella programmazione nazionale. Forse la colpa è questa: dobbiamo essere più di sinistra, almeno come l'Umbria e come la Toscana, con percentuali stratosferiche che ci consentano di ottenere di più.
Non mi è piaciuto né lo scarico di responsabilità sull'Anas né lo scarico di responsabilità sull'Umbria. L'Umbria ha tutti gli atti a posto: nei propri piani, nei propri finanziamenti, nei propri accordi ha deciso e non è vero che l'Umbria non ci crede al collegamento di alcune sue parti centrali con quelle centrali della provincia di Macerata, della Valle del Potenza o della Valle del Chienti. L'Umbria ha tutti gli atti a posto, addirittura, sia come compartimento Anas che come Regione, negli ultimi anni ha delegato le Marche a questa programmazione, a questa progettazione, quindi non mi pare giusto dire "è colpa dell'Umbria che non ci crede", "è colpa dell'Anas che non ha preparato".
Perché chiedo il voto su questa mozione? Ripeto, la mozione non è una semplice polemica politica, rappresenta l'intento di questo Consiglio di unirsi compatto per fare le successive battaglie sul piano generale. Pistarelli l'ha detto: ci sono interventi che attendono da 30 anni che in quel piano che noi abbiamo approvato a settembre abbiamo accettato che fossero collocati tra residui e accantonamenti. Se uno crede a un obiettivo non è ammissibile relegare tra residui e accantonamenti il reperimento di risorse per opere fondamentali. Qui la stessa Regione Toscana, quando ci tranquillizza per il triennio 2001-2003 dice "si terrà conto di situazioni non interessate alle opere ricomprese nel programma stralcio 2000".
Allora faccio una proposta. Siccome non mi interessa neanche come componente di opposizione il solo risultato di essermi fatto bocciare la mozione — e penso che questo non interessi i colleghi dell'opposizione: non è una bella soddisfazione dire "l'ho presentata ma me l'hanno bocciata", anche se tante polemiche politiche, tanti attacchi potrei fare su questo, e li ho già fatti quando vi ho parlato della visita di Bersani su cui il collega Silenzi ci ha tranquillizzato e ha detto "la colpa è dell'ufficio stampa dei Ds che ha saltato un pezzo della relazione...

GIULIO SILENZI. Abbiamo parlato cinque ore e oggi ricominciamo.

FRANCESCO MASSI GENTILONI SILVERI. Su Bersani è stata colpa della videoterminalista dei Ds che ha saltato un pezzo della relazione, però dico: quando abbiamo presentato una mozione a settembre sul piano triennale Anas chiedendo alla Giunta il finanziamento del Cornello, chiedevamo un impegno politico. Quello che mi preoccupa è che quell'impegno politico non è stato neanche sottoscritto. Era un impegno politico, non finanziario, un impegno di programma a valere anche sui trienni successivi. Permettetemi allora di cogliere questa occasione per dire che per quanto mi riguarda, al di là del valore semplice della mozione, sulla quale eserciteremo una votazione, chiedo di presentare una proposta di risoluzione che ho pronta, ma vorrei sapere se ci sono o meno le volontà di tutto il Consiglio, di tutti i gruppi. Una risoluzione che sottoscrive l'impegno a condurre una battaglia sul piano triennale Anas 2001-2003 che riguarda le province svantaggiate. E non parlo solo della provincia di Macerata.
Inoltre, se vogliamo dare una risposta nel caso specifico che è venuto fuori come emblema di tutte queste disfunzioni, se parliamo di sistemi di autogoverno e di sussidiarietà, di concertazione comunitaria, mi si permetta di dire quali sono state in questa vicenda particolare della provincia di Macerata le carenze della Amministrazione provinciale di Macerata che ha scritto su tanti documenti cose che purtroppo non sono vere, tipo "l'Umbria non ci crede", "l'Umbria non ha programmato" ecc. Non è vero. La Provincia di Macerata in questa vicenda ha evidenziato tutte le sue carenze.
La mozione avrebbe un maggior valore se ci fosse la volontà di fare un documento unitario che impegna questa Giunta e questo Consiglio a portare avanti la battaglia complessiva, per le Marche, sui tavoli nazionali e in secondo luogo per il caso specifico faccio una proposta per la statale 361 e per il Cornello: questa trasversale non passi alla Regione, resti all'Anas finché le opere programmate non saranno state completate. Questo significa dare una garanzia a quelle popolazioni, a quei Comuni e a quei territori; significherebbe un impegno forte della Regione al di là dei colori che qui dentro sono rappresentati, perché alla fine la gente cerca solo questo. Quindi, pur nello schema regolamentare delle dichiarazioni di voto attendo una risposta su questa proposta.
Presidente, vorrei dire un'ultima cosa. Prima si è parlato di situazioni idrogeologiche. Noi non facciamo il piagnisteo, però, secondo il provvedimento pubblicato su Il Sole 24 Ore del 9 dicembre siamo fuori dai finanziamenti per le zone alluvionabili e a rischio idrogeologico. Toscana e Umbria ci sono, le Marche, con gli stessi problemi non ci sono.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Procaccini.

CESARE PROCACCINI. Riconosco al consigliere Massi una correttezza istituzionale esemplare, tuttavia a me sembra che la sua mozione abbia un forte carattere propagandistico, sia perché tende a mettere una località contro l'altra, una provincia contro l'altra — e questa è una caratteristica della destra, del Polo, quindi anche — sia perché interviene all'interno dello scontro tra comunità. Abbiamo visto in questo Consiglio che sulle infrastrutture gruppi del Polo hanno fatto mozioni per sostenere infrastrutture in una provincia ed altri consiglieri dello stesso gruppo sono usciti dall'aula perché non volevano votare quella mozione. Anche da questo punto di vista occorre recuperare una visione regionale sulle infrastrutture, perché è vero che il problema di maggiori risorse è reale, tuttavia non possiamo nascondere che se parliamo dell'Anas, fino al 1995-96 essa è stata gestita ed orientata dai governi non centro di centro-sinistra o di sinistra. Oggi si pone anche il superamento della stessa Anas, perché le competenze ormai passeranno in larga parte alle Regioni e occorrerebbe una nuova agenzia di tipo nazionale per le infrastrutture viarie che rimarranno in capo al settore statale e nazionale.
Vorrei ricordare che dalle informazioni date dalla Giunta nella precedente seduta emerge un dato contraddittorio ma anche significativo. Contraddittorio, perché la situazione è in evoluzione: la dotazione delle risorse per le grandi infrastrutture nazionali proprio in queste ore si sta discutendo all'interno della legge finanziaria. Ci sono alcune Regioni che hanno avuto di più rispetto a quello che avrebbero dovuto avere, ci sono Regioni che non hanno avuto nulla e credo che la Regione Marche, in una trattativa che non è iniziata oggi sul discorso delle infrastrutture abbia una priorità: quella di completare le opere non compiute, vale a dire concentrare le risorse per quelle infrastrutture classificate di importanza regionale: porto, aeroporto, fiera e così via, dando anche una soluzione viaria soprattutto in un sistema di trasporto integrato tra strada e ferrovia in tutta la rete provinciale delle Marche. Se guardiamo provincia per provincia possiamo dire che non siamo all'anno zero. Certo, esistono anche da questo punto di vista difficoltà da colmare, tuttavia mi pare che qualche mese fa è stato aperto il casello di Grottammare, un'opera significativa della quale c'era bisogno. Ci sono infrastrutture che vengono liberate come finanziamento — e questo è un fatto positivo — dal piano triennale dell'Anas sul quale le Regioni danno solo un parere. Aver liberato da questo piano opere di tipo regionale come il completamento o gran parte del completamento dell'asse attrezzato di Ancona e il tratto della Fano-Grosseto che andranno finanziate a livello nazionale, secondo me è da ascrivere ad un fatto positivo.
Io provengo dalla provincia di Macerata, ma credo, colleghi della destra, che non facciate u buon servizio a quella provincia e a quella di Ascoli Piceno che vengono dipinte come le cenerentole delle Marche. Non è così, non è vero, sia perché le infrastrutture lì esistono e vanno migliorate, ma soprattutto perché sono stati spesi miliardi e proprio l'accordo istituzionale di programma che è stato approvato dal Consiglio regionale sulla ricostruzione post-terremoto prevede l'ulteriore tratto per la statale 77, prevede un tratto di progettazione della cosiddetta "Pedemontana", collegamento Fabriano-Camerino. Sono inoltre in corso i lavori della statale 361 "Settempedana" e da questo punto di vista anche la provincia di Pesaro-Urbino è toccata dai finanziamenti per le infrastrutture, con il tratto della Fano-Grosseto.
Quindi dovremmo valutare nel complesso l'utilizzo dei finanziamenti, altrimenti avremmo una visione localistica e le province che qui vengono descritte come le cenerentole saranno sempre più penalizzate, perché saranno sottoposte a finanziamenti solo se in questo Consiglio ci sarà un rapporto di forza ad essere favorevole. Se avete una visione di questo tipo è sbagliata, che va contro i vostri territori, perché in quelle province insisterebbe sempre una minoranza dal punto di vista della rappresentanza, viceversa dobbiamo ragionare come se fossimo una regione unitaria, al di là delle differenze e delle opzioni. E' questo il livello che chiama lo Stato nazionale, che chiama l'Europa, altrimenti parleremmo un linguaggio di retroguardia, dell'uno contro l'altro. E noi questo discorso non lo vogliamo fare.
Per questi motivi voteremo contro la mozione.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Silenzi.

GIULIO SILENZI. Su questa discussione ci siamo intrattenuti per l'ungo tempo nell'ultima seduta del Consiglio regionale: 3-4 ore di confronto e di dibattito che è inutile riprendere, quindi rimando alle posizioni espresse nell'ultimo Consiglio regionale.
La dichiarazione di voto che faccio è per riassumere i punti che motivano un voto contrario del nostro gruppo sulla mozione presentata dal collega Massi.
Non è vero che la Regione Marche ha subito una penalizzazione all'interno di una discussione di riparto nazionale per quanto riguarda le infrastrutture, perché se per l'anno 2000 abbiamo 30 miliardi a fronte di altre Regioni che hanno avuto maggiori finanziamenti e anche a fronte di altre Regioni che hanno ottenuto minori finanziamenti — addirittura alcune si presentano alla fine dell'anno con nessun finanziamento — questo è dovuto esclusivamente al portafoglio di progetti esecutivi e pubblicati che le Regioni hanno potuto esibire. Per Regioni non intendo la Regione Marche in quanto istituzione ma i compartimenti regionali dell'Anas, unici titolari per la progettazione esecutiva e pertanto vi è una responsabilità nelle varie regioni italiane e anche nelle Marche, relativamente a una scarsa efficienza dell'Anas per poter arrivare ad appaltare i lavori con progetti esecutivi compiuti, definiti, da pubblicarsi per poter bandire le gare. E' una responsabilità specifica dell'Anas.
Siccome questo è presente nel panorama nazionale della Conferenza Stato-Regioni, si è detto in quella sede che vi saranno dei criteri che andranno a compensare quelle Regioni che hanno ottenuto minori finanziamenti. In primis quelle che non hanno ottenuto finanziamenti proprio perché mancanti di progetti esecutivi da appaltare, poi le Regioni che hanno ottenuto minori finanziamenti rispetto, ad esempio, alla Toscana e all'Umbria dove i compartimenti Anas hanno funzionato e avevano centinaia di miliardi di progetti esecutivi cantierabili. Quindi ci sarà una compensazione nei riparti che i Consigli regionali dovranno approvare e anche il Consiglio regionale delle Marche dovrà approvare, non sulla base delle indicazioni e del riparto dell'Anas ma su una autonoma valutazione in questo Consiglio.
Rispetto a queste motivazioni appare del tutto strumentale la polemica che qui è stata introdotta, che si rifà ad una fragilità del sistema infrastrutturale regionale, un problema che abbiamo ben presente e sul quale possiamo dire che abbiamo indirizzato le risorse finanziarie — vedasi terremoto — e le risorse che gestiremo direttamente come Regione per poter superare le strozzature, soprattutto viarie, che abbiamo di collegamento con l'Umbria.
Per quanto riguarda gli altri problemi sulla commissione d'inchiesta, sollevare questo problema rispetto al piano dell'Anas mi sembra improprio. Voglio solo rispondere che ritengo singolare che la Regione avvii una commissione d'inchiesta su atti che non sono di sua pertinenza, non avendo strumenti e poteri per intervenire su un'attività che non è della Regione. La valuteremo in questa sede, quindi rimando alle discussioni che abbiamo già sviluppato un avvio di discussione nella Conferenza dei presidenti di gruppo quando l'Ufficio di presidenza ci presenterà una proposta definita.

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE
GIUSEPPE RICCI

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Brini.

OTTAVIO BRINI. Questo è un argomento molto importante, che merita un'attenta e seria riflessione.
Innanzitutto bisogna rispettare anche i ruoli dei consiglieri regionali quando intervengono su problematiche serie che riguardano la collettività marchigiana e soprattutto maceratese. Noi non ci scandalizziamo quando dai comunisti veniamo attaccati come persone "di destra". Noi siamo consiglieri di centro, con principi e valori di centro, ci differenziamo dai comunisti e anche questo è un modo di portare il dibattito e il confronto in quest'aula. Non facciamo parte del gruppo delle minoranze, rappresentiamo le opposizioni in quest'aula e intendiamo confrontarci sui problemi e sulle cose serie.
Fatta questa premessa ribadiamo ancora con forza che la provincia di Macerata, grazie a una classe dirigente, sia politica che amministrativa, che non è all'altezza della situazione, è la cenerentola delle Marche, sia a livello di viabilità che di infrastrutture. E non bisogna vergognarsi di ribadire questi concetti, perché basta girare un po' per la nostra provincia e ci rendiamo conto che l'aspetto viario è una cosa impossibile.
Tornando al discorso...

GIULIO SILENZI. L'ultima seduta si è sciolta dopo 4 ore di questa discussione.

OTTAVIO BRINI. Ma siccome c'è ancora chi non vuol capire, ci sia consentito di spiegarlo nuovamente, anche se siamo stati censurati dal Presidente Minardi con una lettera, ma avremo modo di parlarne a gennaio, perché il Presidente rappresenta la minoranza del Consiglio regionale, non la maggioranza, per i voti che ha ricevuto. Penso quindi che sia diritto-dovere prendere la parola.
Il consigliere Silenzi ha cercato di addossare tutte le colpe all'Anas e di rendere immune la Giunta e la maggioranza. Ebbene, caro Giulio, è vero che l'Anas ha delle responsabilità progettuali, è vero che ha delle grosse difficoltà a portare avanti dei progetti, ma non puoi dimenticare le responsabilità politiche che ha la Giunta, che ha il Consiglio e ti dimostrerò anche perché.
Per aprire uno svincolo ci abbiamo messo sei anni. In quella circostanza le "forze democratiche" — come vengono definite dai comunisti — in modo unitario, senza dire chi arrivava prima e chi dopo avevano un unico obiettivo: mettere una città nelle condizioni di avere un'opera pubblica. Qual è stato il ruolo politico delle forze istituzionali? Tallonare, pungolare, vigilare affinché quest'opera fosse progettata, appaltata e finita. E tu ricorderai che hai avuto uno screzio con il direttore dell'Anas perché fino alle 8 del mattino non sapevamo se quello svincolo sarebbe stato aperto o rimaneva chiuso. Ci siamo arrabbiati tutti, tanto è vero che in mezz'ora hanno tolto i blocchi, sei arrivato anche tu in quanto assessore regionale ai lavori pubblici, è stata fatta l'inaugurazione ed è stata aperta questa struttura.
Perché siamo convinti e votiamo con determinazione questa mozione respingendo al mittente tutte le provocazioni che quotidianamente dobbiamo subire? Quando la classe dirigente non è all'altezza, a livello politico, di incidere su un organismo quale l'Anas deve trarre le proprie conclusioni, non incolpare il dirigente o i progettisti che non riescono a fare i progetti. La classe politica attuale non riesce ad essere incisiva nei confronti dell'Anas. E non condivido che basta spostare un dirigente per risolvere il problema: bisogna risalire a monte, perché quel dirigente o non è messo nelle condizioni di lavorare o non ascolta l'assessore o il Presidente della Giunta. Per questo siamo ancora più che delle cenerentole nelle Marche, se siamo succubi dei dirigenti.
Concludo l'intervento ponendo la necessità di una riflessione sul ruolo politico che questo Consiglio regionale deve avere. Dobbiamo essere unitari quando si tratta di opere pubbliche e di infrastrutture, perché uno svincolo non ha valore politico: è una necessità e un'urgenza della collettività marchigiana. Quindi l'invito che facciamo alla Giunta regionale in questa fase è di essere più incisiva e di informare, qualora ci siano delle difficoltà, dei problemi, tutto il Consiglio regionale, non solo una parte.
Facciamo un richiamo al presidente della quarta Commissione Martoni a essere più incisivo. Non l'ho sentito mai intervenire su questo problema come presidente della quarta Commissione, quindi vorremmo anche conoscere qual è il suo pensiero per capire se condivide quanto il presidente del suo gruppo Procaccini ha poc'anzi detto sulla funzione e sul ruolo del gruppo di Forza Italia.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere D'Angelo.

PIETRO D'ANGELO. Non ripeto quanto già scaturito dal dibattito generale, molto approfondito e dettagliato e nel quale è emersa con estrema chiarezza la posizione del gruppo Verdi. Noi abbiamo dimostrato perplessità sul piano triennale dell'Anas, abbiamo detto che forse la distribuzione territoriale poteva essere più attenta, abbiamo detto che questa Regione doveva esercitare il proprio diritto di programmare la propria grande viabilità. Il Consiglio regionale aveva questo diritto, al di là di quanto affermato dall'Anas. Ebbene, in questo contesto di perplessità contestualmente abbiamo detto che è indispensabile per il futuro che ci sia un'attenta politica della viabilità e dei trasporti contestualmente al miglioramento delle strade esistenti e al riequilibrio dei vettori di trasporto. Non so per quale ragione, ma mentre tutti sostengono che le tematiche ambientali in qualche modo hanno fatto breccia in tutte le forze politiche in questo Consiglio regionale non riesco ancora ad ascoltare una voce, al di là di quella del Presidente della Giunta che si è espresso in tal senso, che dica che occorre programmare gli interventi sulla viabilità contestualmente ad un riequilibrio dei vettori di trasporto, altrimenti entreremo in una spirale terribile di strade dopo strade. E non riteniamo che questo sia il percorso migliore.
In questo contesto è emerso anche il problema dei progetti esecutivi che l'Anas non aveva presentato. Ecco il perché di questa somma ridotta assegnata alle Marche rispetto a Toscana e Umbria, ma contestualmente il Presidente della Giunta ha avuto assicurazioni — e io ne prendo atto — di una iniziativa di compensazione per i prossimi anni relativamente a questa "penalizzazione" in forma di investimenti nella nostra regione.
Per questi motivi e per le assicurazioni date dal Presidente D'Ambrosio riteniamo di inserire i prossimi interventi sulla grande viabilità in un contesto di Corridoio Adriatico e in un contesto di riequilibrio dei vettori di trasporto. Quindi, nel rigettare la mozione presentata, facciamo contestualmente appello affinché nei prossimi anni si cerchi veramente quel riequilibrio dei vettori di trasporto indispensabile per la migliore qualità della vita.

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE
LUIGI MINARDI

PRESIDENTE. Pongo in votazione la mozione.

(Il Consiglio non approva)



Proposta di legge (Discussione e votazione): «Integrazioni all'art. 28 della l.r. 16 marzo 2000, n. 20 sull'accreditamento istituzionale delle strutture sanitarie e socio-sanitarie» Silenzi e Luchetti (14)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la proposta di legge n. 14 ad iniziativa dei consiglieri Silenzi e Luchetti.
Ha la parola il relatore, consigliere Silenzi.

GIULIO SILENZI. Come avete potuto già leggere nella relazione che accompagna la proposta, la legge che ci apprestiamo a modificare è stata approvata alla fine della passata legislatura: per la precisione il 16 marzo ed è entrata in vigore il 7 aprile.
Che un provvedimento così importante fosse stato assunto agli sgoccioli dell'attività legislativa non era dovuto ai "capricci" del legislatore, ma a precise disposizioni normative contenute: a) nell'art. 8 ter comma 5 del D. Lgs... n° 229 del 19 giugno 1999, che fissava in 60 giorni dall'entrata in vigore del decreto, i termini dati alle Regioni per determinare: "le modalità ed i termini per la richiesta e l'eventuale rilascio dell'autorizzazione alla realizzazione di strutture e della autorizzazione all'esercizio di attività sanitaria e socio-sanitaria, prevedendo la possibilità di riesame dell'istanza, in caso di esito negativo o di prescrizioni contestate dal soggetto richiedente"; "gli ambiti territoriali in cui si riscontrano carenza di strutture o di capacità produttiva, definendo idonee procedure per selezionare i nuovi soggetti eventualmente interessati".
Nell'art. 8 quater dello stesso decreto, ove i giorni diventano 120 per, tra l'altro, definire attraverso un atto di indirizzo, i criteri generali per: " le procedure ed i termini per l'accreditamento delle strutture che ne facciano richiesta...".
Sta di fatto che questi ed altri importanti adempimenti previsti sia dal decreto legislativo che dalla nostra legge di indirizzo, presentavano una scadenza che rientrava nel periodo riservato alla ricostituzione degli organi regionali dopo il rinnovo del Consiglio regionale.
In sintesi, il lavoro che occorre portare a termine recuperando i ritardi, riguarda: la programmazione del fabbisogno di strutture sanitarie o socio-sanitarie; la definizione dei requisiti minimi necessari per autorizzare l'attività delle strutture; 3 la definizione di ulteriori requisiti atti all'accreditamento delle strutture.
Per le prime due questioni possiamo dire che sia la Giunta regionale che la nostra Commissione hanno concluso l'iter, arrivando all'approvazione definitiva dei seguenti due atti: D.G.R. n° 2090 del 10/10/2000 avente oggetto "L.R. 20/2000 art. 28 - determinazione degli ambiti territoriali in cui si riscontrano carenze di strutture sanitarie o socio-sanitarie o di capacità produttive delle stesse"; D.G.R. n° 2200 del 24/10/2000 avente oggetto "L.R. 20/2000, art. 6 - determinazione dei requisiti minimi richiesti per l'autorizzazione alla realizzazione e all'esercizio di strutture sanitarie e socio-sanitarie", pubblicata sul BUR n° 115 del 9.11.2000
Occorre ora procedere alla definizione degli "ulteriori" requisiti e criteri necessari per l'accreditamento.
Tale lavoro se da un parte presuppone la definizione degli atti già indicati, in quanto l'accreditamento è una conseguenza sia dell'esistenza di un "bisogno strutturale" che della presenza di un'autorizzazione che garantisce i requisiti minimi, dall'altra sia per i contenuti tecnici sia per gli effetti che tale decisione riverserà sul servizio sanitario regionale, richiederà da parte della Giunta e della Commissione gli opportuni approfondimenti.
Ne consegue che i presidi che a norma dell'art. 18 della L.R. 20/2000 chiederanno l'accreditamento temporaneo al momento dell'autorizzazione, non potranno ottenerlo in quanto a tal fine la stessa legge prescrive la presenza dei requisiti di accreditamento, non ancora definiti allo stato attuale.
Viene così a definirsi una discriminazione tra diverse strutture.
L'art. 25 della L.R. 20/2000 dispone infatti, anche in assenza della definizione dei requisiti per l'accreditamento, l'accreditamento provvisorio dei presidi già autorizzati all'atto di entrata in vigore della legge.
Ci troviamo nella sostanza in presenza di presidi che hanno ottenuto l'autorizzazione all'esercizio dell'attività e che vengono accreditati o meno non in base a dei requisiti ma con riferimento al prima/dopo approvazione della legge.
Tale evidente ed inaccettabile disparità di trattamento può essere ovviata estendendo la norma che assegna l'accreditamento provvisorio anche a quei presidi che hanno ottenuto l'autorizzazione tra l'entrata in vigore della legge e la pubblicazione degli ulteriori requisiti per l'accreditamento che ci avviamo a definire.
Pertanto credo che questa legge vada a intervenire in una vacanza regolamentare e legislativa e ristabilisca un criterio di giustizia rispetto a tutti quei soggetti che hanno ottenuto l'autorizzazione sanitaria.
Di questo abbiamo discusso in Commissione, pertanto proponiamo questa legge che va a colmare il vuoto che, altrimenti, potrebbe anche dare adito a ricorsi o interpretazioni che vanno a penalizzare strutture che, pur avendo l'autorizzazione non possono ottenere l'accreditamento provvisorio perché non abbiamo espletato le funzioni che, come dicevo nella prima parte della relazione, con l'avvio di legislatura in parte sono state adempiute, mentre le altre hanno bisogno di tempo per poter completare il proprio iter. E' quindi un atto di giustiziai, perché l'accreditamento è comunque un accreditamento provvisorio, poi tutte le strutture accreditate provvisoriamente dovranno avere l'accreditamento definitivo rispettando la normativa regolamentare che andremo ad approvare e in parte già approvata con le due delibere, con l'approvazione della terza e più corposa delibera che subirà la conclusione di un iter complesso per marzo-aprile del prossimo anno. Pertanto sono pochi i casi in discussione e riusciamo così a colmare un vuoto regolamentare.
Questa proposta, insieme al collega presidente del gruppo Popolari l'abbiamo presentata d'intesa con l'assessore che non solo ne condivide lo spirito ma ha cercato di sveltire l'iter proprio perché anche l'assessore stesso e la Giunta ne sentono il bisogno.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Andrea Ricci.

ANDREA RICCI. Il gruppo di Rifondazione comunista confermerà anche in aula l'atteggiamento di astensione che su questa legge ha tenuto in Commissione, perché pur riconoscendo la validità di alcune ragioni di carattere amministrativo che consigliano la modifica della legge sull'accreditamento per quanto riguarda le strutture autorizzate successivamente all'approvazione della legge, esprimiamo tuttavia una preoccupazione per l'impatto che sulla programmazione regionale potrà avere l'approvazione di questa legge e il conseguente accreditamento provvisorio di alcune strutture. E' vero che le strutture in essere interessate da questo provvedimento sono molto poche: a quanto risulta sono soltanto tre, due strutture termali che non comportano eccessivi problemi per la tipologia delle prestazioni che erogano e una struttura localizzata a Loreto che invece potrebbe avere un impatto non prevedibile sulla programmazione nella provincia di Ancona, in particolare per quanto riguarda il fabbisogno di posti letto residenziali e assistenziali. Si tratta infatti di una struttura autorizzata per 120 posti letto RSA che in questo modo entrerebbe nel sistema sanitario regionale, sia pure con l'accreditamento provvisorio. E' vero che spetterà poi alla Asl stipulare le convenzioni che rendono operativo l'inserimento di questa struttura all'interno del sistema sanitario regionale. E' vero che esiste anche successivamente la possibilità di far rientrare comunque questa struttura all'interno del fabbisogno e delle offerte programmate, tuttavia la preoccupazione per il modo attraverso il quale si arriva all'accreditamento provvisorio di una struttura così rilevante ci lascia perplessi e dubbiosi. Sono queste le ragioni della nostra astensione.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Ciccioli.

CARLO CICCIOLI. Credo che tutto sommato non ha torto il consigliere Ricci quando dice che ci troviamo di fronte a una leggina di sanatoria. Questo è assolutamente vero, però le sanatorie arrivano quando la lentezza dell'azione legislativa e dell'azione di governo non riescono a correre dietro ai tempi delle esigenze della società, per cui questa legge prevede un accreditamento provvisorio in attesa della normativa definitiva, però credo che bisogna andare nella direzione di sanare quello che non riusciamo a governare, nel senso che se una istituzione non riesce a correre dietro ai tempi della programmazione e c'è il privato — in questo caso è un'associazione di situazioni diverse, cioè privato sociale, cooperazione, enti che usufruiscono di leggi speciali quale quella del Giubileo — che corre di più, dobbiamo tener presente che questo accade, quindi non dobbiamo poi lamentarci che si agisce in deroga a una strategia complessiva.
Credo che questa legge è quasi un atto dovuto, anzi un atto tardivo rispetto alla situazione reale. Non abbiamo quindi difficoltà ad approvarla, pur rammaricati del fatto che non si possa oggi andare a un atto complessivo che normalizzi tutte le situazioni e dia delle regole e delle norme certe.
Prima il consigliere Silenzi citava la legge 16 marzo 2000 che è entrata in vigore il 7 aprile ed ha perfettamente ragione quando dice che quello era un periodo di rinnovo dell’istituzione regionale. Però il 7 aprile è data molto distante da quella odierna. La data di oggi è 20 dicembre e dal 7 aprile ad oggi di acqua sotto i ponti ne è passata molta. Credo che un’azienda privata in questo periodo di tempo avrebbe da aprile a dicembre avrebbe trovato delle normative e delle soluzioni complessive, invece questa Giunta non ha fatto atti precisi nei tempi dovuti e questo equilibrio istituzionale non ha creato una legge definitiva. Che poi in questa situazione in qualche modo si debba intervenire con una legge che provvisoriamente sana la questione è rammarico ma è atto dovuto, quindi credo che sia giusto permettere a chi tempestivamente ha utilizzato fondi, ha fatto investimenti di operare nella misura in cui le aziende sanitarie valuteranno e decideranno la quantità e la qualità dei servizi che si riterrà opportuno convenzionare, però non si può negare l’accreditamento a strutture che potrebbero essere essenziali alla comunità regionale e non funzionano proprio in mancanza di autorizzazioni specifiche necessarie e previste dalla legge.
Per quanto riguarda le Rsa noi siamo in un debito di posti, perché parliamo, discutiamo giustamente, questo è il luogo del dibattito, però quando andiamo ai bisogni specifici delle persone sappiamo che ci sono le liste di attesa, che ci sono persone in situazioni di bisogno non commentabili, cioè famiglie che devono far fronte a carenze delle strutture pubbliche con disgregazione delle attività quotidiane per assistere persone che hanno necessità di ospitalità in queste strutture. Quindi quando si dice “stiamo facendo una forzatura alla programmazione”, la programmazione non l’abbiamo fatta, le norme precise per l’accreditamento permanente non le abbiamo, ma nel frattempo le persone sono in condizioni di necessità, di assistenza, di bisogno estremo, i posti letto non ci sono e le strutture non ci sono perché non siamo riusciti a correre dietro e varare le norme. Credo che tra questi due aspetti ci sia qualche cosa che non va, quindi con assoluta trasparenza e tranquillità noi diciamo che questo atto va votato, è un atto dovuto e incalziamo sul fatto che la Regione si debba poi dare delle normative permanenti e che alle autorizzazioni provvisorie debbano essere sostituite quelle permanenti, per cui tutto deve rientrare in una norma programmabile. Però attenzione a non programmare la teoria e ignorare la realtà, perché è molto importante che gli atti non siano libri di sogni ma atti consequenziali alle risorse disponibili e alle necessità urgenti. Se diamo queste risposte avremo fatto un buon lavoro, se rimaniamo con i piedi per aria certamente non diamo risposte alla comunità marchigiana, alle sue esigenze e alle aspettative che ha in questo settore socio-sanitario che è particolarmente delicato.

PRESIDENTE. Ha la parola, per la replica, il consigliere Silenzi.

GIULIO SILENZI. Questa non è una legge di sanatoria, non sana nulla. Se serve il termine “sanatoria” per fare propaganda politica o polemica politica lo accetto, nel senso che sta nelle cose, ma la legge che abbiamo presentato non sana nulla. Le strutture hanno una autorizzazione e con questa legge avranno l’accreditamento provvisorio, per cui non c’è una situazione che deve essere sanata, c’era una situazione d’ingiustizia sulla quale bisognava intervenire...

CARLO CICCIOLI. Ma non possono operare... E’ questa la sanatoria.

GIULIO SILENZI. Questa non è una legge di sanatoria, nel senso che queste strutture sono equiparate alle altre strutture, indipendentemente se l’autorizzazione è stata ottenuta prima o dopo il 6 aprile, per cui è una legge che introduce un criterio di giustizia ponendo allo stesso livello, paritariamente, tutte le strutture che hanno ottenuto l’autorizzazione, quindi è una scelta che facciamo, altrimenti si potevano attendere atti che sono complessi e sui quali abbiamo lavorato, perché da aprile non dovevamo prendere provvedimenti semplici che si potevano prendere nell’arco di un giorno, sono state approvate già in maniera definitiva due delibere, è stata nominata la Giunta, il nuovo assessore ci ha già proposto due atti che sono stati approvati e che ci hanno impegnato per molti giorni e molte ore di approfondimento in Commissione, il terzo atto che è il più corposo ha bisogno di mesi. Rispetto a questo periodo abbiamo ritenuto, con il collega Luchetti, di introdurre una norma che potesse rendere giustizia a quelle strutture che pur avendo l’autorizzazione non potevano avere l’accreditamento, per cui non sana una situazione ma introduce un criterio di giustizia rispetto a tutte le strutture che hanno ottenuto l’autorizzazione in questa regione e non pregiudica il futuro, per cui rispetto a questo è una norma di giustizia.

PRESIDENTE. Ha la parola l’assessore Melappioni.

AUGUSTO MELAPPIONI. Rispetto a quello che ha detto il collega relatore Silenzi credo che su questo atto ci sia poco da dire, ma volevo ricordare due questioni che riguardano il lavoro fatto fino ad oggi. Intanto non è vero che non c’è una programmazione, la programmazione è stata fatta ed è proprio uno dei due atti che ricordava il collega Silenzi sul fabbisogno, quindi noi abbiamo programmato il fabbisogno e le esigenze per tutti gli aspetti della sanità.
L’altro punto è che l’atto sull’accreditamento, che è giusto che abbia il dovuto e il richiesto spazio sia in Commissione che nel contesto in cui opera la sanità, ha fatto già il primo passaggio in Giunta ed è adesso all’attenzione di tutti i soggetti che sono interessati. Ovviamente non è una cosa semplice, programmare l’accreditamento significa fare un’esperienza nuova, nuovissima sia nella nostra regione sia a livello nazionale. Vorrei ricordare che siamo fra le pochissime Regioni che hanno fatto questo percorso di accreditamento e l’unica che ha fatto un percorso dentro il Consiglio, perché le altre Regioni questo percorso lo hanno fatto come Giunta, mentre noi abbiamo ritenuto di fare un percorso che coinvolgesse il Consiglio. E’ ovvio che questo è un percorso più lungo che pone all’attenzione dei colleghi consiglieri la problematica complessiva, ma questo richiede tempi che non possono essere così limitati come viene richiesto, quindi il lavoro è stato fatto, siamo alla conclusione del percorso sull’accreditamento che proporremo a breve alla Commissione consiliare, non credo che ci siano carenze.
E’ indubbio, rispetto alle esigenze espresse dall’atto legislativo che noi siamo in ritardo, ma perché era difficile individuare tutto il percorso dell’accreditamento e vorrei ricordare che scelte di questo genere saranno poi determinanti per la riorganizzazione complessiva della sanità marchigiana, sia dal punto di vista pubblico che privato. Quindi, nell’atto di programmazione di un percorso come questo dell'accreditamento dobbiamo anche capire se il sistema è in grado di sostenerlo, perché anche dal punto di vista economico l’impatto è estremamente forte. Credo che non ci sia altro da dire se non ribadire questo concetto della provvisorietà. Capisco le perplessità di chi può vederci qualcosa di non chiaro, ma credo che il percorso sia completamente chiaro: è una esigenza e una risposta a chi si è trovato a chi si è trovato in un buco legislativo, comunque c’è lo spazio di contrattazione aziendale rispetto alla quale c’è un impegno pieno della Giunta e un’attenzione perché le autorizzazioni successive all’accreditamento trovino poi una risposta adeguata nei fabbisogni delle aziende e non dei soggetti che le propongono.

PRESIDENTE. Passiamo all’esame degli articoli.
Articolo 1. Lo pongo in votazione.

(Il Consiglio approva)

Articolo 2. Lo pongo in votazione.

(Il Consiglio approva)

Pongo in votazione la proposta di legge nel suo complesso.

(Il Consiglio approva)

La seduta è sospesa.

La seduta è sospesa alle 13,15