Resoconto seduta n. 27 del 16/01/2001
RESOCONTO INTEGRALE

SEDUTA DI MARTEDI' 16 GENNAIO 2001
PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE GIUSEPPE RICCI
INDI DEL VICEPRESIDENTE FABRIZIO GRANDINETTI

La seduta inizia alle 10,40

Approvazione verbali

PRESIDENTE. Ove non vi siano obiezioni do per letti, ai sensi dell'art. 29 del regolamento interno, i verbali delle sedute nn. 25 e 26 del 20 dicembre 2000.

(Sono approvati)



Proposte di legge
(Annuncio e assegnazione)

PRESIDENTE. Sono state presentate le seguenti proposte di legge:
— n. 33 del 21.12.2000, ad iniziativa della Giunta regionale: «Modifica dell'art. 5 della l.r. 29 dicembre 1997, n. 75 "Disciplina degli atti e delle procedure della programmazione e degli interventi finanziari regionali nei settori delle attività e beni culturali"», assegnata alla I Commissione in sede referente;
— n. 34 del 21.12.2000, ad iniziativa dei consiglieri D'Angelo, Benatti, Martoni, Ascoli e Moruzzi: «Norme per la tutela dell'ambiente esterno e dell'ambiente abitativo dall'inquinamento acustico nella regione Marche», assegnata alla IV Commissione in sede referente e alla II Commissione per il parere obbligatorio.



Proposte di atto amministrativo
(Annuncio e assegnazione)

PRESIDENTE. Sono state presentate le seguenti proposte di atto amministrativo:
— n. 33 dell'11.l2.2000, ad iniziativa dei consiglieri Giannotti, Brini, Ceroni, Cesaroni, Favia, Grandinetti e Trenta: «Attivazione di comitati tecnici di distretto turistico", assegnata alla I Commissione in sede referente;
— n. 34 del 18.12.2000, ad iniziativa della Giunta: «Art. 53 dello Statuto regionale e art. 38, comma 6 della l.r. 42/1988, come sostituito dall'art. 12, comma 3, della l.r. 54/1997. Assunzione a tempo determinato per le esigenze del Servizio formazione professionale e problemi del lavoro del dott. Piero Sunzini", assegnata alla II Commissione in sede referente;
— n. 35 del 21.12.2000, ad iniziativa della Giunta: «L.R. n. 9/97. Istituzione dell'agenzia per i servizi nel settore agroalimentare delle Marche (ASSAM), art. 14, comma 3; esame del bilancio consuntivo 1997 dell'ASSAM», assegnata alla II Commissione in sede referente;
— n. 36 del 21.12.2000, ad iniziativa della Giunta: «L.R. n. 9/97, art. 14, comma 3; esame del bilancio consuntivo 1998 dell'ASSAM (Agenzia per i servizi nel settore agroalimentare delle Marche)», assegnata alla II Commissione in sede referente;
— n. 37 del 21.12.2000, ad iniziativa della Giunta: «L.R. n. 9/97. Istituzione dell'agenzia per i servizi nel settore agroalimentare delle Marche (ASSAM). art. 14, comma 3; esame del bilancio consuntivo 1999 dell'ASSAM», assegnata alla II Commissione in sede referente;
— n. 38 del 21.12.2000, ad iniziativa della Giunta: «Art. 25, l.r. 14 gennaio 1997, n. 9 - programmi di promozione per il settore agroalimentare - anni 2001/2002/2003 - linee di indirizzo generali dell'attività promozionale», assegnata alla III Commissione in sede referente e alla VI Commissione per il parere obbligatorio.



Mozioni
(Annuncio di presentazione)

PRESIDENTE. Sono state presentate le seguenti mozioni:
— n. 74 dei consiglieri Amati, Silenzi e Mollaroli: «Utilizzo in Bosnia, da parte della NATO, di proiettili ad uranio impoverito";
— n. 75 dei consiglieri Ceroni e Brini: «Decreto legge n. 394 del 29 dicembre 2000 concernente: "Interpretazione autentica della legge 7 marzo 1996, n. 108 recante: Disposizioni in materia di usura"»;
— n. 76 dei consiglieri Amagliani e Andrea Ricci: «Uso armi all'uranio impoverito nella guerra del Kosovo»;
— n. 77 dei consiglieri Procaccini e Martoni: «Corpo forestale dello Stato»;
— n. 78 del consigliere Avenali: «Problematiche dell'agricoltura marchigiana».



Leggi regionali restituite vistate
dal commissario di Governo

PRESIDENTE. Il commissario di Governo nella regione Marche ha restituito, vistate, le seguenti leggi regionali:
— «Autorizzazione all'esercizio provvisorio del bilancio per l'anno 2001»;
— «Integrazioni all'articolo 28 della l.r. 16 marzo 2000, n. 20 sull'accreditamento istituzionale delle strutture sanitarie e socio-sanitarie pubbliche e private»;
— «Modificazione ed integrazione della l.r 24 dicembre 1998, n. 45 sul riordino del trasporto pubblico locale nelle Marche»



Nomine

PRESIDENTE. Il Presidente del Consiglio ha provveduto, con decreti dell'8 gennaio 2001, alle seguenti nomine: consiglio di amministrazione della società Fiere di Pesaro S.p.A - due componenti; collegio dei revisori dei conti dell'ERSU di Ancona - sostituzione di un componente supplente; cooperativa artigiana di garanzia "Mario Pierucci" con sede a Macerata - sostituzione di un componente nel consiglio di amministrazione; difensore civico della Regione Marche.



Deliberazione inviata dalla Giunta

PRESIDENTE. La Giunta regionale ha trasmesso la delibera n. 2761 del 18.12.2000, concernente: «Rettifica della DGR n. 2428/2000 relativa a "Variazione al bilancio di cassa per l'anno 2000 - L. 2.133.049.310"».



Comunicazione del Presidente

PRESIDENTE. Do lettura dalla seguente comunicazione del Presidente del Consiglio: "Signori consiglieri, ho disposto la distribuzione di due documenti approvati, con voto unanime, dalla Conferenza dei presidenti dell'Assemblea, del Consigli regionali e delle Province autonome, nell'Assemblea plenaria del 19 dicembre 2000, tenuta in Roma presso la sala del Mappamondo di Palazzo Montecitorio.
Uno puntualizza la posizione assunta dalla Conferenza riguardo alle impugnative del Governo in ordine ai referendum consultivi promossi dalle Regioni Lombardia, Piemonte e Veneto; l'altro istituisce il "Congresso delle Regioni".
Intendo con la presente comunicazione sottolineare particolarmente il documento che stabilisce la convocazione di un "Congresso delle Regioni", quale espressione istituzionalmente qualificata della cooperazione tra le Assemblee legislative regionali e delle Province autonome, momento essenziale del processo di riprogettazione dello Stato italiano in forma federale.
Esso sarà composto da una delegazione di tre rappresentanti per ogni Consiglio regionale e di Provincia autonoma: presidente dell'Assemblea e due consiglieri di cui uno della maggioranza e uno della opposizione, designati secondo modalità defìnite dall'Ufficio di Presidenza.
Il "Congresso delle Regioni" si pone, tra gli altri, I'obiettivo di rafforzare il ruolo e la funzione delle Assemblee legislative regionali e per esse della Conferenza dei presidenti, innanzitutto coinvolgendole di più nel lavoro comune che viene portato avanti. Saranno analizzate iniziative specifiche e comuni: a) verso gli esecutivi, che già si raccordano nella Conferenza dei presidenti di Regione, per assicurare un confronto costruttivo capace di armonizzare le politiche regionali fra i diversi organi, b) verso i vertici dello Stato, anche se in particolare con il Parlamento (Senato e soprattutto Camera) già da oggi i rapporti sono strettissimi (il presidente della Camera ha messo a disposizione la sede di Montecitorio per le riunioni delle Assemblee plenarie della Conferenza) ed è stata approvata una ipotesi di lavoro ben strutturata con i presidenti delle Commissioni on. Iervolino (Camera) e sen. Villone (Senato) per un raccordo istituzionale sulle leggi; c) verso l'opinione pubblica, anche con la realizzazione di strumenti che valorizzino i lavori dei Consigli: è stata fondata una rivista periodica "Parlamenti regionali" di cui è in corso la redazione del primo numero.
La Conferenza dei presidenti, con l'istituzione e la convocazione del Congresso delle Regioni, le cui funzioni sono elencate già, in via generale e di massima, nel documento (senza con ciò chiudere spazi alle decisioni che esso assumerà), intende in modo particolare: a) riaffermare il primato delle Assemblee legislative regionali, quali interlocutori del Parlamento in questa stagione di riforme statutarie e di rifondazione dell'istituto regionale, nella consapevolezza che; Consigli rappresentano tutti i cittadini del territorio e non solo la parte maggioritaria, con iniziative comuni capaci di rispondere alla esigenza di equilibrio nel rapporto Giunte/Consigli nella riscrittura degli statuti; b) presidiare ruolo, funzioni e prerogative dei Consigli regionali in connessione con il Parlamento europeo, il Parlamento nazionale, i Consigli comunali e provinciali; c) interagire con la Commissione parlamentare di indirizzo e vigilanza sul servizio pubblico radiotelevisivo per quanto attiene ruolo e attività della Rai in ambito regionale; d) riaffermare il ruolo democratico di indirizzo politico, di controllo e garanzia, delle assemblee rappresentative; e) rivendicare, per esse, la compartecipazione alla fase ascendente delle decisioni comunitarie che attengono alla sfera regionale attraverso la costruzione di specifici percorsi.
In questa fase la Conferenza dei Presidenti dell'Assemblea, dei Consigli regionali e delle Province autonome e i suoi organi interni costituiranno l'istanza direttiva del Congresso delle Regioni e daranno esecuzione alle sue deliberazioni.



Ordine del giorno della seduta

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare sull'ordine dei lavori il consigliere Procaccini. Ne ha facoltà.

CESARE PROCACCINI. Chiedo l'iscrizione di una mozione sulla riorganizzazione del corpo forestale dello Stato che era stata proposta nella Conferenza dei presidenti di gruppo di qualche giorno fa. Atti simili a questo sono stati votati da tutti i gruppi di maggioranza e di opposizione di alcune Regioni e questa urgenza deriva soprattutto dal fatto che proprio dopodomani ci sarà la Conferenza Stato-Regioni che discuterà anche di questo problema, quindi chiedo l'iscrizione d'urgenza.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Grandinetti.

FABRIZIO GRANDINETTI. Abbiamo preparato una analoga mozione che non presentiamo, perché siamo d'accordo con quella che ha presentato il presidente del gruppo Comunisti italiani, quindi voteremo a favore della messa all'ordine del giorno del documento. E' in preparazione una risoluzione unitaria alla quale diamo già il nostro assenso.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Gasperi.

GILBERTO GASPERI. Questa mattina all'ordine del giorno sono iscritte diverse interrogazioni, quindi vorrei sapere con quale criterio si sceglie da parte dell'Ufficio di presidenza la priorità. Io ne ho presentata una il 16 novembre che riguarda un fatto fondamentale, la problematica dell'Esam, la n. 35. Siccome il gruppo di Alleanza nazionale non è presente all'Ufficio di presidenza vorrei sapere a chi debbo fare sollecitazione e a chi mi debbo rivolgere, perché la mia interrogazione, per data di presentazione precede altre interrogazioni. Indipendentemente dalle raccomandazioni che possono essere fatte dai presidenti di gruppo, è normale che l'Ufficio di presidenza avrà un registro cronologico delle interrogazioni. Se la mia interrogazione è stata presentata prima, va discussa prima. Questo è un problema di ordine politico abbastanza importante. Non vorrei che fosse rimandata proprio perché ci sono delle problematiche con l'Esam, con l'Assam e con la Confcooperative.

PRESIDENTE. Rispetto al problema sollevato adesso dal collega Gasperi devo dire che l'ordine del giorno non viene composto dall'Ufficio di presidenza ma dal Presidente sentita la Conferenza dei presidenti di gruppo.
Il meccanismo che normalmente si segue è quello della data di presentazione, quindi l'ordine cronologico. Se lei trova una interrogazione successiva alla sua, è perché è abbinata all'interpellanza n. 5 ai sensi dell'art. 115 del regolamento interno. Le altre sono tutte precedenti rispetto alla 135, quindi si è seguito l'ordine cronologico. Comunque, se c'è un'urgenza consiglio al collega di fare in modo che il presidente del gruppo di An la solleciti alla Conferenza dei presidenti di gruppo in modo tale che nel momento in cui si compone l'ordine del giorno tra presidenti di gruppo e Ufficio di presidenza possa essere messa in discussione con rapidità.
Ha la parola il consigliere Amagliani.

MARCO AMAGLIANI. Chiedo l'iscrizione d'urgenza della mozione presentata da me e da Andrea Ricci rispetto all'uso dell'uranio impoverito nella guerra del Kosovo.

PRESIDENTE. Sull'uranio impoverito ci sono due mozioni, una presentata dal gruppo di Rifondazione comunista e l'altra dal gruppo Ds.
Ha la parola il consigliere Amati.

SILVANA AMATI. Ai presidenti di gruppo è stata avanzata una richiesta relativamente all'iscrizione della nostra mozione sull'uranio impoverito, presentata da me e dai colleghi Mollaroli e Silenzi, all'ordine del giorno del Consiglio quando si discuteranno le mozioni, quindi credo la prossima seduta. Fra l'altro credo vi sia un abbinamento legato ad altre mozioni ed altri ordini del giorno, quindi penso vada fatta una discussione congiunta. Se si potesse fare oggi, visto che domani c'è una discussione a livello internazionale sarebbe utile; comunque chiediamo intanto l'iscrizione.

PRESIDENTE. Rispetto a quest'ultimo punto vorrei comunicare che la Conferenza dei presidenti di gruppo questa mattina ha ritenuto di iscrivere, per la sola votazione in aula, la mozione che è stata ora indicata dal collega Procaccini riguardo al corpo forestale dello Stato, sulla quale c'è stata la condivisione del Vicepresidente Grandinetti. Si è detto che essendo argomento già trattato in tante altre Regioni e votato dovunque all'unanimità può trovare consenziente l'aula. Se c'è questa condivisione si è propensi ad iscrivere la mozione come primo punto dopo le interrogazioni, per la semplice votazione da parte dell'aula, in modo tale da dare anche come Regione Marche un segnale in questo senso, tenendo conto dei tempi brevi.
Per quanto riguarda la mozione sull'uranio impoverito direi che potremmo iscriverla all'ordine del giorno. Nella Conferenza dei presidenti di gruppo si è ritenuto, per evitare i lavori in maniera non controllabile, di chiedere al Presidente della Giunta, se lo riterrà opportuno, quali sono le iniziative e le conoscenza della medesima Giunta rispetto a questo tema, ad oggi. Se il Presidente è disponibile e d'accordo si potrebbe fare una brevissima comunicazione, rinviando la trattazione delle mozioni ad un successivo Consiglio regionale.
Pongo in votazione l'iscrizione della mozione sul corpo forestale dello Stato come primo punto dopo le interrogazioni.

(Il Consiglio approva)

Pongo in votazione l'iscrizione — non con priorità, tenendo conto che il Presidente D'Ambrosio ha confermato che prima del termine della seduta vi sarà una sua breve comunicazione in merito al problema dell'uranio impoverito — della mozione sullo stesso argomento.
Ha la parola il consigliere Moruzzi.

MARCO MORUZZI. Visto che i gruppi Verdi e I Democratici hanno presentato un'interrogazione a risposta orale sui rischi derivanti dalla contaminazione radioattiva in Bosnia e Kosovo e considerato che durante la riunione dei presidenti di gruppo avevamo chiesto che, nel caso, si discutesse l'argomento oggetto delle mozioni del gruppo Ds e del gruppo di Rifondazione comunista, chiediamo, ove vi siano comunicazioni, che vi sia una risposta anche all'interrogazione.

PRESIDENTE. Collega Moruzzi, ho precisato che oggi non facciamo la discussione sulle mozioni e, conseguentemente, non possiamo dare risposta all'interrogazione. Le mozioni e l'interrogazione vanno abbinati. Si è semplicemente detto, alla Conferenza dei presidenti di gruppo di anticipare la discussione delle mozioni e delle interrogazioni, che avverrà nella prossima seduta, che sarebbe stata opportuna una comunicazione del Presidente della Giunta, senza ulteriori interventi da parte di alcuno. Se riteniamo che non sia opportuna nemmeno la comunicazione del Presidente, non la facciamo. Comunque, il punto non è iscritto all'ordine del giorno della seduta odierna, ma della prossima.

MARCO MORUZZI. L'interrogazione non è nient'altro che una richiesta di informazioni alla Giunta. Se oggi abbiamo un'informazione al Consiglio prescindendo dalle richieste precise che i consiglieri hanno fatto, credo che facciamo qualcosa di incompleto, fermo restando che comunque il Presidente e la Giunta sono sovrani. Altro conto è presentare una comunicazione al Consiglio sulla scorta di mozioni, tralasciando la risposta a domande ben precise che da parte dei consiglieri sono state poste, a maggior ragione se nella seduta odierna non si apre la discussione. Visto che ci sono questioni ben precise poste dall'interrogazione, non vorremmo che a queste questioni non si dia risposta nella comunicazione. Vorremmo quindi avere assicurazione che nella comunicazione vi fossero i contenuti che nelle interrogazioni sollecitiamo.

PRESIDENTE. Cerco di capire qual è il senso della richiesta del collega Moruzzi e posso interpretarne il significato, cioè dire che se si apre un confronto su questo tema gradiremmo che ci fosse anche la risposta rispetto ai problemi che abbiamo sollevato, ma il discorso è in questi termini: se si dà risposte alle interrogazioni e alle mozioni significa entrare nel merito dei problemi che sono stati sollevati dalla vostra interrogazione e dalle due mozioni. Noi abbiamo detto che oggi aprire un dibattito su questo tema ci avrebbe portato via tanto di quel tempo che non saremmo stati in grado di gestire l'Assemblea, per cui i presidenti di gruppo presenti, all'unanimità hanno chiesto che se il presidente fosse stato d'accordo avrebbe potuto semplicemente anticipare il livello di conoscenza che ha su questi argomenti in linea generale, con una sua breve comunicazione, fermo restando che l'intervento sui temi specifici sarà fatto nel momento in cui ci sarà il dibattito. Se questo viene considerato ostacolo, nel senso che si può pensare che il Presidente risponda parzialmente o non risponda affatto, possiamo anche non far fare la comunicazione al Presidente. E' chiaro che non possiamo aprire il dibattito. Quindi, prima di iscrivere il punto all'ordine del giorno come da richiesta dei gruppi Rifondazione comunista e Ds, chiedo di capire se siamo d'accordo su questa linea, altrimenti iscriviamo la mozione ma potremmo anche evitare la comunicazione.
Pongo in votazione la proposta di iscrizione all'ordine del giorno della prossima seduta le mozioni e le interrogazioni abbinate.

(Il Consiglio approva)

Per quanto riguarda la comunicazione, sarà fatta dal Presidente prima del termine dei lavori.



Interpellanza (Svolgimento): «Procedura VIA regionale, criteri di valutazione sul "Progetto per la realizzazione di un impianto di depurazione per rifiuti speciali in località Cretarola presso l'ex capannone Marilungo di proprietà della società Ecoelpidiense srl"» Castelli (5)
Interrogazione (Svolgimento): «Progetto della società Ecoelpidiense per un impianto trattamento chimico-fisico e biologico rifiuti speciali in località Cretarola di Porto Sant'Elpidio — riapertura termine per osservazioni» Romagnoli (145)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l'interpellanza n. 5 del consigliere Castelli e l'interrogazione n. 145 del consigliere Romagnoli, abbinate ai sensi dell'art. 115 del regolamento interno.
Ha la parola, per illustrare l'interpellanza, il consigliere Castelli.

GUIDO CASTELLI. Rispetto al tempo in cui fu redatta l'interpellanza si sono prodotte diverse evoluzioni anche da parte del Comune di Porto Sant'Elpidio che peraltro è socio minoritario della società che aveva proposto il procedimento e aveva richiesto l'autorizzazione. Vi sono state delle nuove valutazioni, parzialmente difformi da quelle della premessa che aveva dato origine all'atto, su cui entrerà nel merito la collega Romagnoli che ha ampiamente valutato e approfondito questi atti di aggiornamento. Il tema è quindi facilmente riconducibile a quanto indicato nell'interpellanza: si tratta della conclusione avvenuta di un procedimento di VIA relativo alla richiesta di autorizzazione per l'avvio di un impianto di depurazione di rifiuti speciali in località Cretarola di Porto Sant'Elpidio.
Proprio alla luce di quanto dicevo in premessa ritengo quindi di essere estremamente sintetico, proprio perché sono a conoscenza che l'assessore Ottaviani è informato dei fatti, quindi l'invito ad una sua illustrazione che potrebbe già di per sé ampiamente ricomprendere le richieste e le valutazioni che avevo espresso nel mio atto ispettivo. Quindi mi fermo qui, attendendo l'intervento dell'assessore Ottaviani, rimandando alle considerazioni che vorrà fare il consigliere Romagnoli.

PRESIDENTE. Ha la parola l'assessore Ottaviani.

ROBERTO OTTAVIANI. Alcune cose si sono evolute, però ritengo opportuno entrare nello specifico, soprattutto per quanto concerne una domanda che il consigliere faceva, cioè quali erano i criteri che hanno indotto a una positiva valutazione del sito. Sinteticamente i criteri sono molto tecnici, sui quali il servizio ha ritenuto che ci fossero i presupposti per una valutazione corretta, anche per quanto riguarda gli aspetti di pubblicità. Mi riferisco soprattutto alle richieste del consigliere Romagnoli: c'erano state le pubblicazioni sui quotidiani, c'era stata la diffusione sul Bur e quant'altro.
A tutt'oggi c'è stata una presa di posizione da parte del Consiglio comunale di Porto Sant'Elpidio che ha optato per una sede diversa da quella definita dall'approvazione del progetto. Questa richiesta è giunta già al consiglio di amministrazione dove il Comune è minoritario, ma credo che la decisione comunale vada in qualche modo rispettata.
Mi sono assunto l'onere di rallentare, per chiarezza, l'approvazione della delibera che ormai aveva fatto tutto il suo iter ed era soltanto in una fase di approvazione definitiva, proprio in virtù di quanto segnalatomi dai consiglieri e di quanto veniva anche dalla opinione pubblica di Sant'Elpidio e dalla stessa Amministrazione. A tutt'oggi c'è stato un incontro, due giorni fa, con la presidenza e il direttore dell'azienda i quali hanno convenuto sulla opportunità di ritornare alla vecchia localizzazione dell'impianto. Questa vecchia localizzazione, quando partì l'iter, tre anni fa, aveva una sua intrinseca debolezza dovuta al fatto che l'area poteva essere a rischio di esondazione. Oggi, in virtù anche dei lavori fatti dall'ufficio, dal servizio lavori pubblici della Regione, il sito è stato messo abbondantemente in sicurezza, per cui si è convenuto, sia da parte di coloro che avevano definito quell'area a rischio di esondazione, sia da parte dell'azienda, sulla possibilità di riprendere in esame la rilocalizzazione nel sito primario che era stato individuato tre anni fa da parte dell'azienda.
Questi sono i risultati di un incontro formale ma non ancora decisivo. La decisione verrà avviata nella ulteriore rivalutazione ambientale nel momento in cui giungerà a questo assessorato un accordo formalmente scritto da parte del Comune di Porto Sant'Elpidio e dell'azienda, perché ho chiesto che formalmente ci sia almeno un pronunciamento del consiglio di amministrazione e del Comune. Su questo c'è stato un accordo da parte di tutti, aspettiamo questa conferma scritta, dopodiché avvieremo le procedure di valutazione per il nuovo sito, che da una prima indagine fatta sembrerebbe sufficientemente idoneo a inserire l'impianto.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Romagnoli.

FRANCA ROMAGNOLI. Ringrazio l'assessore. Siamo soddisfatti di questa risposta, quindi dell'evoluzione che i fatti hanno avuto. Siamo anche soddisfatti di avere insistito, perché la cosa stava prendendo una piega sbagliata soprattutto in punto di interesse pubblico, che è quello che deve determinare la procedura di VIA che giustamente o ingiustamente aveva azionato la procedura regionale. A nostro avviso stava venendo meno l'interesse proprio a realizzare questo impianto in quel sito.
Non sto a recriminare sugli antefatti: sicuramente c'era stata una carenza d'informazione, tanto che i cittadini si sono mobilitati con forza non appena dai giornali hanno ricevuto la notizia di questo impianto. Non neanche a ricordare — ma la Regione sicuramente ne ha tenuto conto, ritardando questa deliberazione — il fatto che la pubblicità e la conoscenza della cosa da parte dei cittadini sia parte essenziale della procedura di VIA: non solo le valutazioni tecniche ma soprattutto l'impatto, la percezione del rischio e della cosa da parte dei cittadini. Ciò non era avvenuto e a mio avviso avviene in maniera distorta proprio quando questa pubblicità e questa conoscenza non ci sono, indipendentemente dalla effettiva idoneità e inidoneità del sito e di tutto quello che sappiamo e che non stiamo a ripetere. E' quindi stato positivo fermarci, è stato positivo anche informare questa Amministrazione di come le cose stessero cambiando, prima con i giornali, poi con il pronunciamento importante del Consiglio comunale che ha ribadito come l'interesse pubblico a realizzare in quel posto quel depuratore non ci fosse più. C'è stato un braccio di ferro, inizialmente, con la società che per ragioni sue, prettamente economiche — non dimentichiamo che questa società, legittimamente, è a capitale misto ma con maggioranza privata — ha fatto le sue valutazioni di mercato che però non potevano prevalere sulle procedure di VIA che competono alla Regione. Dicevo all'assessore, nei numerosi colloqui che abbiamo avuto rispetto a questa interrogazione e a questa interpellanza, che non è certo opportuno che il cerino acceso di questa situazione resti in mano alla Regione quando valutazioni e passi indietro sono stati fatti dalle parti. Era indispensabile che anche la Regione valutasse questo e ne prendesse atto. Mi auguro di cuore che questa formalizzazione da parte del consiglio di amministrazione della Ecoelpidiense avvenga prima possibile, perché diversamente penso che sia necessaria una riconvocazione ufficiale anche della conferenza dei servizi, perché è naturale che la valutazione dell'interesse e la sua persistenza sono primari.
Mi auguro che la vicenda possa definirsi conclusa, sono soddisfatta della sospensione di fatto, anche se non formalizzata, che questa procedura ha subito, perché l'evoluzione è stata poi positiva.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Castelli.

GUIDO CASTELLI. Essendo stato esaurito il discorso, rinuncio.


Interpellanza (Svolgimento): «Rai: tribune politiche regionali» Massi (7)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l'interpellanza n. 7 del consigliere Massi, che ha la parola per l'illustrazione della stessa.

FRANCESCO MASSI GENTILONI SILVERI. Abbiamo ricevuto, come Conferenza dei presidenti di gruppo e come consiglieri regionali, nello scorso mese di settembre una proposta che derivava dalla Commissione di vigilanza sulla Rai per l'organizzazione di tribune regionali ad oggetto la programmazione della Regione e le posizioni dei vari partiti sulla politica regionale e sugli indirizzi programmatico-amministrativi della Regione. La ratio di questa proposta era quella di diffondere l'immagine e la sostanza del messaggio della politica regionale, perché, come sappiamo, nel nuovo assetto e nella distribuzione dei nuovi poteri la Regione svolge un ruolo fondamentale, quindi era giusto pensare che insieme alla enorme quantità di dati sulla politica nazionale affluisse al cittadino-utente del servizio pubblico anche l'informazione sulla politica della propria regione. Abbiamo però notato una contraddizione colossale con la programmazione oraria delle tribune stesse, perché, come è noto, queste tribune vengono trasmesse il mattino alle 11,30, al massimo arrivano fino alle 12,10.
Credo che questo sia veramente un insulto alla ragione e alla regione, perché il cittadino ha bisogno di un'informazione più accessibile per le fasce orarie, senza far torto a chi a quell'ora si trova a casa, però si chiede almeno che questa programmazione sia ripetuta nelle ore serali, quindi con l'interpellanza si chiedeva al Presidente della Regione di attivarsi con tutta la sua autorità, insieme agli altri Presidenti se necessario, presso la Rai perché le sedi regionali della stessa Rai fossero messe in condizioni di trasmettere queste tribune in orari accessibili per tutti i cittadini. E' una cosa veramente urgente, è un rispetto per gli utenti, un rispetto per la funzione di tutti gli organi della Regione, un rispetto per il cittadino-contribuente che avrà la Regione come principale punto di riferimento, è un diritto che dobbiamo assolutamente tutelare, quindi, Presidente, le chiediamo questo intervento autorevole.

PRESIDENTE. Ha la parola, per la risposta, il Presidente D'Ambrosio.

VITO D'AMBROSIO, Presidente della Giunta. La questione posta dal consigliere Massi è rilevante ed è in questo momento uguale in tutte le regioni d'Italia. E' all'attenzione della Conferenza dei presidenti delle Regioni, perché stiamo cercando di vedere qual è la strada migliore per ritornare ad una situazione il più possibile vicina a quella precedente. Una linea di condotta comune di tutte le Regioni che consenta di riaprire il confronto con la Rai ci porterà anche a spostare gli orari di messa in onda delle tribune e, più in generale, a puntare sull'informazione in ambito locale che la concessionaria del servizio pubblico dovrebbe garantire. La Rai nel 1997 aveva sottoscritto una convenzione con il centro studi della Conferenza dei presidenti (Cinsedo), in base alla quale si realizzarono trasmissioni sia locali sia nazionali su tematiche regionali. Le trasmissioni locali erano in numero di tre ogni settimana e venivano messe in onda in orario serale, alle 20 ed erano redatte in collaborazione con gli uffici stampa delle Regioni. Noi l'avevamo invece affidato all'istituto universitario "Scuola di giornalismo di Urbino".
La Rai nel 1999 ha rotto la convenzione pagando la penale, con la motivazione, che nemmeno la commissione di vigilanza ha potuto contestare, che il valore commerciale degli orari serali "è tale da non consentire ad una spa di rinunciare ad utili certi" che sono quelli degli introiti pubblicitari. Il punto politico è quindi quello del rilancio dell'iniziativa, che stiamo rilanciando e studiando nel rapporto con la Rai, anche per accelerare la riforma della stessa Rai e dare finalmente attuazione alla norma che prevede questa terza rete senza pubblicità e quindi dedicata al servizio pubblico e all'informazione locale attenta al territorio, come dovrebbe essere nell'ottica di un servizio pubblico.
Secondo dati Auditel possiamo stabilire che l'ascolto medio delle attuali tribune politiche in tarda mattinata nella nostra regione è di poco superiore a 20.000 persone. Quindi il problema c'è, è all'ordine del giorno, stiamo cercando di capire. Devo dire che in questo periodo la Rai non è un interlocutore particolarmente facile.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Massi per dichiararsi soddisfatto o meno.

FRANCESCO MASSI GENTILONI SILVERI. Sono soddisfatto perché ho compreso che il Presidente ha ben presente la situazione, quindi lo invito a continuare in questa azione.



Interpellanza (Svolgimento): «Adeguamento prezziario da utilizzare a base delle gare di appalto dei lavori pubblici» Massi (8)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l'interpellanza n. 8 del consigliere Massi, che ha la parola per illustrare l'interpellanza stessa.

FRANCESCO MASSI GENTILONI SILVERI. Come anche l'Esecutivo regionale, in particolare l’assessore ai lavori pubblici sa, la situazione dell'attuale prezziario deliberato ormai sette anni fa dalla Regione Marche desta particolari preoccupazioni in tutte le stazioni appaltanti delle Marche. Un prezziario non aggiornato causa dei problemi notevoli, spesso di gara deserta come hanno sottolineato anche i presidenti degli Iacp, e crea anche, laddove la gara non è deserta, dei problemi rispetto alla qualità dell'appalto, perché si assiste a ribassi spesso eccessivi e non sempre affidabili.
La richiesta all'assessore ai lavori pubblici era per attivarsi per una procedura immediata di revisione e di aggiornamento.

PRESIDENTE. Ha la parola, per la risposta, l'assessore Ottaviani.

ROBERTO OTTAVIANI. Indubbiamente concordo con le considerazioni fatte dal consigliere Massi e confermo anche le difficoltà che ci sono state per ottenere la possibilità di avere appalti qualificati da parte, in particolare, di alcuni Iacp e non solo quello maceratese perché il fenomeno si sta estendendo anche nella provincia di Pesaro. A questo punto il problema è particolarmente sentito.
Mi permetto di fare un'altra brevissima considerazione. Lei si rende conto sicuramente di quanto il problema sia delicato complesso, soprattutto perché innesca un meccanismo di inflazione che non va assolutamente sottovalutato. Comunque già da diversi mesi il servizio lavori pubblici si è attivato per una revisione generale del prezziario esistente che era stato approvato con delibera di Giunta regionale 1334 dell'8.6.1998. Per la trattazione del problema si sono già tenuti degli incontri preliminari con alcune associazioni di categoria ed è emersa la necessità di promuovere un comitato interdisciplinare che collabori alla formulazione del prezziario e si esprima sulla sua validità. Ripeto, il problema è estremamente delicato, i nostri servizi ci stanno attivamente lavorando, tenuto conto anche di queste richieste che non hanno soltanto carattere politico ma operativo da parte dei nostri Iacp in particolare ma non solo.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Massi per dichiararsi soddisfatto o meno.

FRANCESCO MASSI GENTILONI SILVERI. Sono soddisfatto della risposta. In particolar modo vorrei sollecitare l'assessore a tener fuori l'attuale previsione arretrata del prezziario dalla parte dei prezzi che riguardano la sicurezza, un tema che Procaccini ha sottolineato con un suo atto recente. La sicurezza nei cantieri di lavoro è un problema veramente urgente, soprattutto nelle Marche dove l'infortunistica è alta e questi prezzi secondo me incidono anche su ciò, perché le imprese tendono a tirare al risparmio.
Sono quindi soddisfatto della risposta, comunque la prego, assessore, di essere sollecito nella istituzione di questo comitato... E' stato istituito? Benissimo.



Interpellanza (Svolgimento): «Corsi universitari per infermieri» Ceroni (9)§

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l'interpellanza n. 9 del consigliere Ceroni, che ha la parola per l'illustrazione della stessa.

REMIGIO CERONI. Il problema è ampiamente conosciuto. Da più parti si segnala carenza di infermieri. Visto che il Ministero della sanità tra le tante "sparate" ha annunciato l'operatività di una convenzione con la Spagna per il reclutamento di circa 5.000 infermieri, dei quali 2.500 dovrebbero essere già arrivati a fine anno; visto che l'andamento delle iscrizioni al corso universitario 2000-2001 che si tiene ad Ancona ha evidenziato che su 300 posti disponibili le richieste sono state solo 260; visto che dal 1996 sono state chiuse varie scuole professionali operanti sul territorio regionale che, convenzionate con l'università e la Regione avrebbero potuto tranquillamente continuare ad operare; visto che la scelta di centralizzare i corsi su Ancona riduce l'offerta di professionalità a disposizione della sanità e delle persone bisognose di assistenza e che, in particolare, il corso professionale per infermieri a distanza di tre anni ha prodotto 44 infermieri nell'anno accademico 1998-99 e 73 nell'anno accademico 1999-2000 per un totale di 117 infermieri così distribuiti territorialmente: 68 nella provincia di Ancona, 19 nella provincia di Pesaro, 17 nella provincia di Macerata e 11 nella provincia di Ascoli Piceno (due erano provenienti da altre province), si intende sapere: se l'assessore si è reso conto della situazione; se prefigura quale situazione si verificherà nelle Marche nei prossimi dieci anni, tenuto conto che c'è un forte incremento di popolazione anziana e la mancanza di infermieri appare evidente; quali provvedimenti intende intraprendere e se non ritenga l'opportunità di verificare la possibilità di decentrare questi corsi — visto che si sta facendo anche uno sforzo di decentrare i corsi universitari sul territorio: ad Ascoli Piceno funziona la facoltà di architettura, a Fermo la facoltà di ingegneria e i beni culturali — per infermieri e per le altre discipline paramediche, considerato anche che dopo la presentazione dell'interpellanza c'è stato un ulteriore decreto ministeriale che interviene su questo argomento.

PRESIDENTE. Per la Giunta risponde l'assessore Melappioni.

AUGUSTO MELAPPIONI. Credo che l'assessore si renda conto di questa problematica, anche perché sono quattro anni che porta avanti questa battaglia sugli infermieri, quindi prende questa sua interpellanza come una giusta sollecitazione. Però vorrei ricordare che l'art. 6 del decreto 502 e successive modificazioni, al comma 3 ha stabilito che la formazione del personale infermieristico, tecnico e della riabilitazione è di stretta competenza universitaria e la Regione attiva appositi protocolli d'intesa per l'espletamento di quanto previsto dall'art. 2 della legge n. 441 del 1990. La normativa ha infatti stabilito che i requisiti di idoneità e l'aggregamento delle strutture sono disciplinati con decreto interministeriale Must-Sanità ed è anche previsto che il Ministero della sanità individua con proprio decreto le figure professionali da formare ed i relativi profili e lo stesso ministro, sentita la Conferenza Stato-Regioni determina, con uno o più decreti, anche il fabbisogno di personale infermieristico, tecnico e della riabilitazione.
Le vorrei ricordare a questo proposito che secondo la disposizione del Ministero erano previsti nella nostra regione per quest'anno 150 allievi, poi su nostra sollecitazione questi posti sono stati portati a 250 e successivamente, sempre su nostra sollecitazione, c'era una disponibilità fino a 300 posti. Il nostro numero attuale di 258 allievi è poco meno della metà di quelli che ha la Lombardia e meno della metà di quelli che ha l'Emilia Romagna. Quindi, a confronto con le altre regioni possiamo dire che ancora siamo sostanzialmente "fortunati" perché abbiamo un accesso adeguato.
Per quanto riguarda la possibilità di effettuare formazione presso poli didattici autonomi già esistenti — quello che conosciamo, con la grossa esperienza e il percorso formativo che c'è stato per molti anni nella nostra regione — si fa presente che l'università degli studi di Ancona finora ha realizzato la parte teorica soltanto dentro la sede universitaria, per una scelta propria sulla quale la nostra discrezionalità è relativa. Comunque la parte pratica viene già svolta negli altri capoluoghi di provincia e da quest'anno altre due realtà di ospedali di rete dovrebbero essere sede di formazione pratica, perché ce ne siamo fatti carico ed abbiamo dato un’ulteriore disponibilità sul territorio a fare questo tipi formazione, sempre entro la discrezionalità dell'autonomia universitaria per quello che riguarda la formazione. Le due sedi previste e ancora non confermate sono l'ospedale di Jesi e l'ospedale di Fermo. Questa scelta non viene fatta in maniera gerarchica ma su indagine nei confronti degli allievi: gli allievi esprimono cioè la preferenza rispetto alla località dove svolgere la parte pratica, quindi la collocazione e il numero degli allievi non dipendono né da noi né dall'università ma dalla priorità che danno gli allievi stessi. Ovviamente questo deve essere fatto dentro quel minimo di criteri di capacità formativa che sono previsti dalla normativa complessiva.
Per quello che riguarda i numeri sono quelli che ha detto il consigliere Ceroni. Vorrei dire che comunque, per quanto riguarda l'anno 1999-2000 c'è ancora la sessione di marzo che completerà il numero di allievi che conseguiranno il diploma di laurea breve.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Ceroni per dichiararsi soddisfatto o meno.

REMIGIO CERONI. E' chiaro che questi corsi vengono gestiti dalla facoltà di medicina, però sono convinto che esaminando la situazione sia possibile decentrare dei corsi sul territorio, magari per un triennio, per fare in modo che anche dal fermano o dal pesarese ci siano le possibilità di accedere a questa opportunità di lavoro, soprattutto in considerazione della carenza di infermieri. Se uno ha a casa una persona ammalata non riesce a trovare un infermiere che venga a fare una prestazione, ad esempio una iniezione. Ci sono persone anziane e pesanti, che magari hanno bisogno di essere sollevate, spostate, lavate, quindi servizi elementari. Tenendo conto di questa cosa, potremmo fare delle confezioni triennali, perché l'ospedale di Fermo ha prodotto infermieri per tanti anni, oltre 800 dal 1972 in poi per far fronte alle necessità. Quindi, in accordo con la facoltà di medicina e chirurgia penso che sia possibile fare in modo che questi corsi possano riprendere, magari in via sperimentale. Se è possibile decentrare i corsi di ingegneria, perché non questi? Anziché far spostare 50 ragazzi da Fermo ad Ancona spostiamo 5 docenti per delle ore curriculari.

AUGUSTO MELAPPIONI. La difficoltà è quella della disponibilità dei docenti. Sono comunque d'accordo con lei. Siamo su questa strada, stiamo provando per l'anno prossimo — non ci siamo riusciti per quello appena partito — a decentrare completamente la formazione sul territorio. Sono pienamente d'accordo e decisamente convinto che solo questa è la modalità per dare un'offerta di lavoro un'offerta di servizio infermieristico omogeneo su tutto il territorio regionale, altrimenti si creano disuguaglianze.



Interrogazione (Svolgimento): «Emergenza incendi» Grandinetti, Giannotti, Brini, Ceroni, Cesaroni, Favia e Trenta (48)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l'interrogazione n. 48 dei consiglieri Grandinetti, Giannotti, Brini, Ceroni, Cesaroni, Favia e Trenta. Per la Giunta risponde l'assessore Agostini.

LUCIANO AGOSTINI. Sicuramente il sistema di prevenzione ed intervento per gli incendi boschivi, nel breve medio periodo, andrà potenziato e perfezionato per addivenire ad un'efficienza maggiore, attraverso anche un più ampio coinvolgimento ed una più incisiva sensibilizzazione delle :Amministrazioni locali.
In ogni caso, anche nella stagione appena trascorsa si è riusciti a fronteggiare l'emergenza con risultati soddisfacenti.
Relativamente all'impostazione del sistema si fa presente che: la sorveglianza contro gli incendi attiene agli enti locali, che operano con il coordinamento del Servizio per la protezione civile, mentre gli interventi per lo spegnimento rientrano nelle competenze del servizio valorizzazione terreni agricoli e forestali, che opera attraverso il centro operativo AIB, istituito c/o il coordinamento regionale del Corpo forestale dello Stato, articolato poi attraverso unità territoriali presso le sedi dei coordinamenti provinciali del corpo stesso. Sono inoltre attivi sul territorio punti di avvistamento e pattuglie mobili così come appresso indicato: provincia di Pesaro e Urbino, n.20 punti fissi di avvistamento; provincia di Ancona: n. 11 punti fissi di avvistamento e n.6 pattuglie mobili; provincia di Macerata, n. 7 punti fissi e n. 5 pattuglie mobili; provincia di Ascoli Piceno n. 16 punti di avvistamento e n. 3 pattuglie mobili.
Per quel che riguarda l'organizzazione operativa si ritiene che il rinnovo degli incarichi della responsabilità dei Servizi Regionali competenti non abbia in alcun modo determinato soluzioni di continuità. Infatti, con la DGR 1383 del 4.7.2000 la Giunta ha conferito, ad interim, l'incarico di responsabile del servizio valorizzazione terreni agricoli e forestali al dr. Marcolini e l'incarico precedente si è concluso il 30 giugno.
Nel contempo è entrato in attività il sistema d'intervento: il 27.6 2000, con la DGR n.1319, è stata attivata l'Organizzazione operativa regionale e sono state definite, tra l'altro, le direttive per l'attività 2000.
Con il DDS n. 332 del 05.07.00, poi, si è provveduto ad assegnare al CFS le risorse finanziarie previste per il funzionamento dei centri e la disponibilità dei mezzi necessari per le operazioni di spegnimento per £. 153.318.800.
La sala ha funzionato per tutto il periodo di massima pericolosità 24 ore su 24.
La DGR richiamata è stata pubblicata e distribuita a tutti gli enti locali e alle associazioni interessate il 4.7.2000; il 15.7.2000 è entrato in operatività anche l'elicottero (atti relativi all'assegnazione dell'incarico per lo svolgimento del servizio intervento alla ditta STAR WORK SKY: DGR 1265 del 20.06.00 di autorizzazione ad indire un pubblico incanto per l'appalto del Servizio); 30.06.2000 pubblicazione dell’avviso di gara, 14.7.200 valutazione delle offerte e conferimento del servizio. Il 19.7.2000 con la DGR n. l518 è stato invece affidato l'incarico al Consorzio Marche Verdi per il pronto intervento a terra e la reperibilità permanente per tutto il periodo di massima urgenza.
In precedenza, a partire dal 16 marzo, si sono tenuti diversi incontri tecnici che hanno coinvolto i servizi interessati e le Amministrazioni locali.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno, il consigliere Grandinetti.

FABRIZIO GRANDINETTI. Questa interrogazione è diventata una mia costante all'inizio o prima dell'estate.
Nonostante le raccomandazioni ci sono delle manchevolezze, ma noi con spirito collaborativo vogliamo portarle all'attenzione dell'assessore delle cose che possono aiutarlo a gestire con successo questa situazione annosa che si ripete ormai da molto tempo relativamente all'inefficienza degli spegnimenti e alla prevenzione degli incendi.
Nel territorio delle Marche dall'1.1 al 31.12.2000 gli incendi hanno interessato 452 ettari di bosco e 138 ettari di superficie non boschiva (incolto, scarpate, seminativo), per un totale di quasi 600 ettari. Nel 2000, il periodo di grave pericolosità per gli incendi boschivi della regione Marche è stato fissato dal 10 luglio al 17 settembre.
C'è anche un problema di sollecitazione, che ho fatto tutti gli anni, sul funzionamento dell'elicottero regionale. Infatti, per quanto riguarda il suo utilizzo, a supporto dell'operazione AIB, il mezzo aereo è rimasto a disposizione dal 17 luglio al 30 settembre, ha effettuato 34 interventi per un totale di 80 ore di volo. Qui c'è da coniugare la convenienza economica alla giusta prevenzione. Il contratto con la ditta che gestisce l'elicottero prevede un numero di ore di volo forfettarie pari a 10, mentre ogni ora di volo in più comporta una spesa di £. 1.800.000. Sarebbe pertanto opportuno stipulare un contratto con un numero di ore forfettarie superiore a quello previsto per l'anno 2000, in modo da contenere i costi aggiuntivi. Quest'anno infatti l'eccedenza è stata di 70 ore di volo, per un totale indicativo di £. 126 milioni oltre l'importo contrattato.
Poi c'è il problema delle cooperative forestali: qualora interessi, la convenzione della Regione marche con le cooperative forestali prevede la corresponsione di 55 milioni per la prestazione di reperibilità e pronto intervento. La disponibilità è costituita da n. 4 squadre di cinque persone per 65 giorni di durata della convenzione. Oltre a tale importo forfettario è previsto il pagamento del compenso orario e dei noli delle attrezzature per ogni singolo intervento AIB a seguito di chiamata del centro operativo regionale del corpo forestale dello Stato.
Si rileva in proposito che appare eccessiva la somma di lire 55 milioni per la reperibilità di 20 persone che in caso di intervento verranno comunque regolarmente pagate. Inoltre non sono state considerate altre offerte o ricercate altre possibilità, ad esempio la disponibilità dei vigili del fuoco volontari, i quali operano sull'intero territorio regionale con otto volontari per ogni turno di servizio e possibilità di rinforzo, se necessario. Il servizio di reperibilità dei vigili del fuoco volontari rientra tra i compiti istituzionali in quanto organizzazione di volontariato, pertanto il servizio è gratuito.
Alla luce di quanto sopra andrebbero ridefinite le modalità della convenzione con le cooperative forestali, specificando anche il compito del corpo forestale dello Stato per quanto riguarda il controllo delle prestazioni degli operai di dette cooperative in termini di presenza, orari ecc.
Durante la campagna AIB 2000 si è rivelata ancora molto carente l'attività delle squadre comunali AIB, scarse in termini di effettivo e generalmente carenti di specifica formazione, che andrebbe invece curata per un effettivo coinvolgimento nelle attività.
Inoltre per molti Comuni la reperibilità è limitata all'orario di ufficio, con conseguenze facilmente immaginabili in termini di operatività.
La legge n. 428 del 29.10.1993 prevede quanto segue: "E' fatto obbligo al sindaco di compilare e trasmettere, entro il mese di ottobre di ogni anno, alla Regione ed al Ministero dell'ambiente una planimetria in adeguata scala del territorio comunale percorso dal fuoco". Tale adempimento non è mai divenuto operativo. Si ritiene oltremodo importante sollecitare l'avvio di tale "catasto incendi" che comporta il divieto al cambio di destinazione dell'area ed alla sua edificabilità. Oltretutto questo vincolo deve essere richiamato negli atti di compravendita di terreni percorsi dal fuoco, pena la nullità dell'atto.
Il peso e la responsabilità maggiore dell'intera campagna antincendio 2000 è stato assunto come per il passato dal corpo forestale dello Stato, nonostante molte competenze in materia siano attribuite o delegate alla regione e agli enti locali. L'onere a carico della Regione, sul capitolo 2144105, per le spese sostenute dal corpo forestale dello Stato ammonta a £. 133.631.682 a fronte di una assegnazione complessiva di £. 153.318.000.
Questa è la sollecitazione che ho cercato di far divenire tecnica e che fornirò all'assessore il quale non ha seguito questa sollecitazione che non è di prassi ma è una cosa molto dettagliata. Quindi, farò fotocopiare questo mio intervento e lo consegnerò all'assessore, perché ritengo che sia un aiuto molto costruttivo per quanto riguarda la prevenzione degli incendi e tutti gli accorgimenti tecnici per cercare di prevenire, spegnere meglio e avere una collaborazione migliore, anche per spendere di meno ed essere più efficienti.

OTTAVIO BRINI. Vorrei aggiungere che c'è un fatto nuovo. In questi giorni...

PRESIDENTE. Chiedo scusa al collega Brini, ma è prassi che replichi un consigliere. Il fatto che intervenga anche il consigliere Brini non la possiamo considerare una regola ma un fatto straordinario.

OTTAVIO BRINI. Chiedo cortesemente all'assessore alla sanità di relazionare, quanto prima, su tutte le visite che stanno facendo i vigili del fuoco, giustamente, negli ospedali per verificare anomalie. Questo è un fatto molto importante e delicato. Mi risulta che già alcuni ospedali sono stati visitati, ci sono anche dei verbali, quindi vorremmo conoscere la situazione dei nostri nosocomi.



Interrogazione (Svolgimento): «Funzionamento dell'autorità di bacino del Tronto» D'Angelo (100)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l'interrogazione n. 100 del consigliere D'Angelo.
Per la Giunta risponde l'assessore Ottaviani.

ROBERTO OTTAVIANI. Nella interrogazione si evidenzia che la Regione, nel settore del dissesto idrogeologico può attivarsi attraverso tre canali di finanziamento connessi con le seguenti leggi: la 46 del 1992, cioè la programmazione regionale e locale; la legge 29/85, programmazione annuale delle opere idrauliche; la legge 183 del 1989, difesa del suolo. In via straordinaria con le risorse recate dal decreto legislativo 180 del 1998, convertito dal 267 del 1998 e successive modifiche ed integrazioni (il "decreto Sarno").
Per quanto riguarda la 183 lo Stato ripartisce i relativi fondi tra diverse autorità di bacino e ogni autorità programma autonomamente le proprie risorse. Per quanto riguarda invece le leggi regionali 29 e 46 e il decreto legislativo 180, le risorse vengono ripartite in ambito regionale secondo i criteri preventivamente stabiliti dal Consiglio regionale ai sensi della 44 del 1994.
Il personale attualmente a disposizione dell'autorità di bacino è stato tutto trasferito dalla sola Regione Marche, ai sensi della 183 del 1989 e possono dare un proprio contributo anche le Regioni Abruzzo e Lazio che fanno parte dell'autorità di bacino interregionale del Tronto. Anche tali Regioni possono ovviamente essere adeguatamente sollecitate.
In relazione al progetto dei 33 miliardi presentato dall'autorità di bacino interregionale del Tronto al Ministero dei lavori pubblici quale progetto strategico nell’ambito degli schemi previsionali e programmatici di cui all'art. 31 della 183, annualità 1998-2001, al di fuori dei finanziamenti ordinari ripartiti con Dpr del luglio 1989 l'ufficio di Roma della Regione ha trasmesso, con nota fax, il 28 novembre 2000 una proposta di Dpcm con il quale il progetto di cui sopra dovrebbe ottenere il finanziamento richiesto.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere D'Angelo per dichiararsi soddisfatto o meno.

PIETRO D'ANGELO. Sappiamo tutti qual è la situazione relativamente al dissesto idrogeologico della nostra regione. Sappiamo molto bene che tra queste aree ad alto rischio c'è la Bassa Vallata del Tronto e sappiamo altrettanto bene che le uniche due autorità di bacino interregionali le abbiamo una nel Conca-Marecchia e l'altra nel Tronto.
La mia interrogazione, oltre a chiedere cosa si stava facendo per arrivare a finanziare quel progetto di sistemazione idraulica dell'ultimo tratto, che nel frattempo, dal momento della interrogazione che è stata presentata il 6.10.2000, è evoluto relativamente ai 33 miliardi e ai progetti di messa in sicurezza, chiedeva notizie relativamente alo stato di "abbandono" della struttura dell'autorità di bacino del fiume Tronto. E' una autorità interregionale. Lei fa riferimento ad altre Regioni ma è chiaro che il peso maggiore grava sulle spalle della Regione Marche, perché questo fiume è sì condiviso con la Regione Lazio e in gran parte con la Regione Abruzzo, ma l'aspetto più preoccupante delle conseguenze di eventuali esondazioni ricade sul territorio marchigiano, visto l'assetto geomorfologico dello stesso fiume.
Ritengo ancora oggi che debba essere data molta più attenzione alla struttura del bacino interregionale del Tronto, anche perché, mentre diciamo questo abbiamo il presidente dell'autorità di bacino che invece è indaffarato in tutt'altra cosa.
Non mi ritengo soddisfatto per quanto riguarda le domande relative a questa sorta di stato di abbandono dell'autorità di bacino interregionale del fiume Tronto. Pochissimo personale tecnico, pochissimi finanziamenti. Se è vero che quella è un'area ad alto rischio ambientale da un punto di vista di dissesto idrogeologico, è altrettanto vero che questa Regione deve prestare più attenzione e deve far sì che questa autorità di bacino funzioni. Quindi, per un fatto di onestà politica devo dichiararmi insoddisfatto relativamente all'aspetto concernente lo stato di abbandono di questa autorità di bacino. E' bene che questa Regione decida cosa fare in futuro di questa autorità interregionale di bacino del fiume Tronto, si prenda le proprie responsabilità: o viene messa in condizione di svolgere un ruolo idoneo, oppure si abbia il coraggio di smantellarla, perché così come è oggi ha una funzione pressoché ridicola.

PRESIDENTE. L'assessore Agostini ha chiesto di intervenire, quindi, considerato che la Giunta può intervenire in qualsiasi momento, ha la parola.

LUCIANO AGOSTINI. Quanto asserito poc'anzi dal consigliere D'Angelo non corrisponde a verità, nel senso che un conto è fare proclami e altra cosa basarsi sui dati di fatto. L'autorità di bacino è stata costituita da poco tempo, stiamo cercando...

PIETRO D'ANGELO. Mi dica qual è il personale assegnato: 3 persone.

LUCIANO AGOSTINI. Forse a te sfugge che perché una struttura si doti di personale è propedeutico dotarsi di una pianta organica. Nell'ultimo comitato istituzionale noi abbiamo fatto una delibera dove si prevede la dotazione organica per l'autorità di bacino del Tronto. Così come, nell'ultima Conferenza Stato-Regioni è stato approvato il progetto di risanamento del Tronto redatto dall'autorità di bacino intercomunale del Tronto, per cui oggi alle 14,30 c'è una riunione tecnica alla quale anche il consigliere D'Angelo è stato invitato. Un progetto redatto dall'autorità di bacino del Tronto per un importo di 34 miliardi, di cui 4 finanziati a valere dall'anno 2000 e 30 nel 2001.
Nelle difficoltà di un ente che è appena nato e sta muovendo i primi passi, stiamo cercando di delineare cose ben precise, quindi mi pare che questa visione cosmica pessimistica di D'Angelo non corrisponda alla verità.



Interrogazione (Svolgimento): «Ripresa dei lavori per la costruzione della cabina primaria per l'elettrodotto Osimo-Recanati» D'Angelo (107)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l'interrogazione n. 107 del consigliere D'Angelo.
Per la Giunta risponde l'assessore Ottaviani.

ROBERTO OTTAVIANI. Questo assessorato nel corso del tempo ha promosso numerosi incontri e ha più volte scritto all'ENEL, alla AST e allo stesso Comune di Recanati, manifestando l'opportunità di trovare un accordo per stabilire definitivamente il nuovo sito della cabina primaria di trasformazione e dei relativi raccordi; nonostante gli impegni assunti in questa direzione non si conoscono le ragioni che spingono ora l'ENEL a voler proseguire nei lavori di costruzione dell'elettrodotto "Osimo-Recanati" senza che sia stata assunta una decisione coerente sulla localizzazione della cabina e sul successivo raccordo con la cabina primaria di Monte San Giusto.
Per quanto concerne i lavori del tavolo di concertazione richiesto dal Consiglio regionale con mozione n. 190 del 29.7.1998 si fa presente che essi sono stati interrotti, su esplicita richiesta del gruppo ENEL TERNA, a seguito delle trasformazioni nell'assetto del sistema elettrico italiano determinato dalla "legge Bersani", sin dal 30.11.1999. Di ciò è dato conto nella DGR n. 1687 dell'1 agosto 2000 cui si rimanda per eventuali approfondimenti della questione.
Si sottolinea comunque che tra i progetti la cui istruttoria era stata interrotta con la DGR n. 456 del 1.3.1999 non figuravano né l'elettrodotto "Osimo-Recanati" né la nuova cabina primaria di Recanati in quanto essi erano già stati autorizzati, ai fini paesistici e ambientali con DGR n. 1075/1995, n. 108 del 26.1.1998 e n. 229 del 9.2.1998.
Si ribadisce quanto evidenziato al punto 1) sottolineando di nuovo che questo assessorato nel corso del tempo ha promosso incontri in varie sedi istituzionali, coinvolgendo anche i comitati di cittadini contro l'inquinamento elettromagnetico, proprio allo scopo di favorire il raggiungimento di un accordo tra ENEL, AST e Comune di Recanati sulla scelta del sito più idoneo per la cabina di trasformazione e per le linee di collegamento. Gli incontri e i solleciti scritti tuttavia non hanno sortito alcun effetto poiché nessuno dei soggetti interessati ha finora fornito un contributo utile per concludere in modo positivo questa annosa vicenda.
Il servizio urbanistica di questo assessorato, avendo appreso dai giornali e da questa stessa interrogazione la notizia che l'ENEL avrebbe iniziato i lavori per la costruzione di una cabina di trasformazione, in una località diversa dal progetto presentato e senza le prescritte autorizzazioni, con nota n. 2745 del 7 novembre 2000, trasmessa per competenza anche all'Amministrazione provinciale di Macerata e agli altri enti interessati, ha chiesto al Comune di Recanati di fornire i necessari chiarimenti. Ad oggi non è ancora pervenuta alcuna comunicazione in merito allo stato autorizzativo di tali opere. Lì è stato fatto un abuso senza autorizzazioni, di cui la Regione non era a conoscenza.
Preme infine ricordare che il giorno 22 novembre 2000 si è svolto presso il servizio urbanistica e cartografia di questo assessorato un primo incontro con i rappresentanti delle nuove società elettriche costituitesi in seguito all'entrata in vigore della "legge Bersani" (gestore rete trasmissione nazionale, TERNA direzione di Roma, ENEL distribuzione Marche-Umbria), per verificare la possibilità di riavviare il confronto sulle questioni legate alla costruzione di impianti elettrici nella nostra regione, così come indicato nella DGR n. 41 del 27.7.2000.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno, il consigliere D'Angelo.

PIETRO D'ANGELO. Presidente, colleghi, come è bene a conoscenza di tutti, la preoccupazione dell’inquinamento da campi elettromagnetici sempre più prende piede tra i cittadini. I numerosi comitati spontanei ne sono una dimostrazione. E’ quindi indispensabile in questo contesto, oltre che approvare una legge che tuteli la sicurezza e la salute dei cittadini relativamente agli inquinamenti da campo elettromagnetico, che si rispettino le regole nella installazione delle antenne, ma in questo caso degli elettrodotti, che si rispettino le prassi. Nella precedente legislatura, su proposta del gruppo Verdi questo Consiglio ha approvato una legge che ha messo al bando — ci tengo che lei faccia riferimento a questo, assessore, perché mi pare che venga ancora ignorata — concessioni provvisorie e urgenti che prevedevano istruttorie sommarie per l’istituzione di elettrodotti, quindi da oltre un anno qualsiasi elettrodotto deve avere un iter attento nella valutazione dell’impatto ambientale e soprattutto nella valutazione dell’iter amministrativo, affinché non sia un iter sommario come avveniva in precedenza sfruttando un R.D. del 1904 che per acquedotti ed elettrodotti dava la possibilità di istruttoria sommarie.
Per quanto riguarda questo tratto di elettrodotto occorre che venga riattivato, secondo la volontà di questo Consiglio regionale, il tavolo di concertazione che ha dato a questa Regione il primato in Italia, perché è stata la prima Regione che ha avuto la sensibilità di attivare questo tavolo sul quale Enel, enti locali, comitati di cittadini ed associazioni ambientaliste si possono confrontare, ognuno per portare le proprie osservazioni ad eventuali costruzioni di elettrodotti. E’ bene che questa mozione approvata dal Consiglio comunale il 13.8.1998 venga resa efficace.
Ho partecipato a tutte le riunioni dei tavoli di concertazione convocate da questa Regione, ma mi pare che da qualche anno non se ne fanno. Oltre a questo problema dell’elettrodotto Osimo-Porto Recanati ne esistono altri nell’ascolano. Ho avuto sollecitazioni su costruzioni di elettrodotti nell’ascolano dove l’Enel va raccogliendo consensi dai proprietari dei terreni per poterli far passare senza la convocazione di alcun tavolo di concertazione e sfruttando ancora l’aspetto dell’emergenza. Ribadisco che una legge di questo Consiglio regionale ha detto che per gli elettrodotti non esistono più emergenze, le istruttorie non possono essere più sommarie e contestualmente i cittadini, i privati che vedrebbero cadere sulle loro proprietà i tralicci debbono essere informati non a iter amministrativo terminato ma ad inizio di iter amministrativo, in modo che ogni cittadino, ogni associazione possa far valere i propri sacrosanti diritti. Questa egemonia, questa prepotenza, a volte, di una società che oggi è privata e che si chiama Enel, ci sconcerta tutti come cittadini e anche come politici. E’ vero che il potere economico ha una forza dirompente ma è altrettanto vero che un politico deve sì stare attento all’aspetto economico ma deve stare altrettanto attento agli interessi di tutta la collettività e non solamente del potere economico.



Mozione (Votazione): «Corpo forestale dello Stato» Procaccini e Martoni (77)

PRESIDENTE. Pongo in votazione la mozione riguardante il corpo forestale dello Stato come deciso dall’aula.

(Il Consiglio approva)



Riesame deliberazione legislativa, concernente: «Gratuità delle prestazioni di emergenza e urgenza erogate dal pronto soccorso. Modificazioni all’art. 20 della l.r. 30.10.1998, n. 36»

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca il riesame della deliberazione legislativa, concernente «Gratuità delle prestazioni di emergenza e urgenza erogate dal pronto soccorso. Modificazioni all’art. 20 della l.r. 30.10.1998, n. 36».
Ha la parola il relatore, consigliere Andrea Ricci.

ANDREA RICCI. La Commissione, nel riesaminare la legge rinviata dal Consiglio al Governo ha deciso all’unanimità di riproporre senza modifiche il testo, perché ha ritenuto insussistenti i rilievi che il Governo ha formulato per motivare il rinvio.
In modo particolare il Governo ha rinviato la legge perché riteneva, nelle motivazioni espresse, che dovesse essere finanziato il mancato introito alle Asl derivanti dalla riforma dei ticket sul pronto soccorso da risorse proprie regionali al di fuori di quelle previste nel fondo sanitario. Da una ulteriore verifica compiuta in sede di Commissione abbiamo accertato che i ticket sul pronto soccorso hanno una natura facoltativa per le Regioni prevista dalla legge finanziaria del 1996 e le risorse derivanti dai ticket al pronto soccorso sono considerate nella legge finanziaria del 1996, successivamente ripresa da tutta la normativa ripresa sui ticket al pronto soccorso, risorse aggiuntive rispetto a quelle del fondo sanitario nazionale, quindi non rientranti nel calcolo relativo alle quote capitare. Conseguentemente, se l’istituzione dei ticket è una facoltà regionale, uguale facoltà hanno le Regioni di prevedere l’abrogazione degli stessi. Di conseguenza la Commissione ha licenziato la proposta di legge così come essa era stata originariamente approvata dal Consiglio regionale.
D’altra parte debbo ricordare all’aula che il Presidente della Regione si è attivato immediatamente in occasione del rinvio governativo — e dobbiamo ringraziarlo per l’immediato intervento presso il Governo — e ha ottenuto il riconoscimento del proprio errore tecnico, anche attraverso garanzie e assicurazioni rispetto all’approvazione finale e al non ricorso alla Cote istituzionale da parte del Governo stesso.
Per queste motivazioni si propone la riapprovazione, senza modifiche, della legge già approvata.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Ciccioli.

CARLO CICCIOLI. Considero il mio intervento anche dichiarazione di voto. Avevamo fatto una scelta politica, ampia e condivisa dal Consiglio regionale, nella convinzione che la gestione del pronto soccorso è un problema che ha risvolti amministrativi, economici e anche di gestione oggettiva, però nella necessità di assemblare tutte queste esigenze — valutare l’afflusso, evitare intasamenti, far sì che il pronto soccorso faccia veramente fronte all’emergenza e all’urgenza e non a prestazioni ordinarie — abbiamo ritenuto questa scelta opportuna e la riconfermiamo al di là delle valutazioni giuridiche del Governo. Debbo sottolineare che si tratta di una scelta politica, cioè si è deciso che per certe prestazioni è opportuno non mettere alcun tipo di remora, di filtro. Quindi, al di là del fatto giuridico, che sarebbe accertato che non è vera l’obiezione del Governo — se così è anche giuridicamente si ha ragione — c’è una valutazione politica: per queste il Consiglio ha preso questa decisione e su questo a nome del gruppo di Alleanza nazionale intendiamo andare avanti e riconfermare il voto favorevole.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Giannotti.

ROBERTO GIANNOTTI. Credevo che il dibattito si sarebbe arricchito con l’intervento autorevole di un esponente dell’Esecutivo, molto assente in questo periodo, a dimostrazione che alcune valutazioni espresse dal mio gruppo poco tempo fa coglievano questa situazione. Peraltro vorrei cogliere l’occasione per invitare il consigliere Silenzi a preoccuparsi delle assenze e delle presenze dei rappresentanti della maggioranza, più che dei consiglieri dell’opposizione. Ma a parte questo è importante che il Presidente o l’assessore alla sanità intervengano su questa questione che investe in maniera di non poco rilievo il bilancio regionale per i riflessi che comunque ci saranno sulla situazione finanziaria della Regione. Non possiamo far finta di niente. Abbiamo già detto l’altra volta che rispetto a questa scelta di ordine politico non vogliamo sottrarci, quindi diciamo che è una scelta che in qualche modo incontra il nostro favore, ha avuto un voto favorevole l’altra volta e lo avrà anche oggi, però non possiamo non dire come stanno le cose: che comunque questa scelta comporterà oneri nuovi per il bilancio regionale rispetto al quale vorremmo conoscere l’atteggiamento, la posizione dell’Esecutivo.
Rispetto al parere del commissario di Governo, mentre sulla prima questione si può discutere a lungo e potrebbe essere oggetto di una lunghissima disquisizione, la seconda parte del rilievo del commissario di Governo non ci sembra adeguata non ci sembra legga la situazione e colga il significato di questo intervento regionale rispetto al quale su questo piano credo si debba riconfermare la chiarezza che abbiamo espresso nel dibattito con il quale abbiamo approvato la legge.
Ribadisco quindi il voto favorevole di Forza Italia a questo provvedimento.

PRESIDENTE. Passiamo all’esame degli articoli.
Articolo 1. Lo pongo in votazione.

(Il Consiglio approva)

Articolo 2. Lo pongo in votazione.

(Il Consiglio approva)

Pongo in votazione la legge. Occorre la maggioranza assoluta.

(Il Consiglio approva)



Proposta di deliberazione (Discussione e votazione): «Proposta di istituzione di una commissione di inchiesta concernente i lavori incompiuti del traforo del Cornello» Ufficio di presidenza (2)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca la proposta di deliberazione n. 2 ad iniziativa dell’ufficio di presidenza.
Ha la parola il relatore, consigliere Amagliani.

MARCO AMAGLIANI. L’Ufficio di presidenza ha preso atto della richiesta dei 15 consiglieri per l’istituzione di una commissione consiliare d’inchiesta che si occupi dei lavori incompiuti del traforo del Cornello.
L’art. 22 dello Statuto e l’art. 99 del regolamento dispongono in merito ai presupposti e alle condizioni a cui è subordinata l’istituzione di dette Commissioni. Preso atto di ciò l’Ufficio di presidenza, con la deliberazione n. 46 in data 20 dicembre 2000, sentiti preventivamente i presidenti dei gruppi consiliari ha determinato la predisposizione della deliberazione stessa. Va detto per correttezza, che sia nella parte narrativa che nel documento istruttorio si fa riferimento ai limiti della commissione, nel senso che è del tutto evidente che la stessa on può che occuparsi delle proprie competenze e credo che non si possa che intendere, come “proprie competenze”, la conoscenza di come sono stati utilizzati i fondi della Regione Marche. La commissione non potrà andare oltre questo tipo di situazione.
Credo che molto correttamente l’Ufficio di presidenza, sentiti anche i presidenti dei gruppi consiliari non potesse che licenziare l’atto in quel modo e proporlo all’aula, tant’è che proponiamo all’aula l’atto così come lo ritrovate in cartella, che prevede la costituzione di una commissione nei modi e nelle forme regolati dallo Statuto e dal regolamento, composta da 6 consiglieri di maggioranza e 3 di minoranza. Questo è l’atto che l’Ufficio di presidenza presenta all’aula con le motivazioni e con le specificazioni di cui ho qui trattato.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Franceschetti.

FAUSTO FRANCESCHETTI. La richiesta avanzata dai colleghi consiglieri del Polo sulla costituzione di una commissione d’inchiesta per l’opera incompiuta del traforo del Cornello pone all’attenzione di questo Consiglio un problema importante per una realtà marchigiana dell’entroterra come quella dell’Alto Maceratese, per una struttura che dovrebbe collegare quella realtà — San Severino-Fiuminata — con Nocera Umbra e che è un problema che si trascina da anni e che da anni rimane ancora solo parzialmente realizzata.
Voglio aggiungere — va detto con estrema chiarezza, come mette in evidenza anche la delibera approvata dall’Ufficio di presidenza — che questo è un problema che non attiene minimamente le competenze della Regione ma è esclusiva competenza del livello nazionale e dell’Anas in modo particolare, tanto è vero che alcuni esempi del passato dimostrano ulteriormente quello che sto affermando. Nel 1990 la Giunta regionale delle Marche fece una delibera che stanziava 272 milioni per quell’opera e quella delibera vene bocciata dal Governo con la motivazione che quell’intervento non rientrava nelle competenze della Regione perché interveniva su un’opera di competenza nazionale. Così come, nel 1994 ci fu una legge regionale che finanziava gli interventi in alcune infrastrutture, in questo caso anche di competenza nazionale, ma non venne inserita la questione relativa al traforo del Cornello. Solo nel 1997, dopo il terremoto, nell’accordo di programma vennero inseriti dieci miliardi per quell’opera ma come intervento da parte dello Stato. Questo per ricordare alcune questioni del passato che testimoniano, se ce ne fosse bisogno, che la competenza riguardo a quest’opera è esclusivamente dell’Anas.
Riguardo alle motivazioni che i colleghi del Polo hanno posto a base della richiesta di costituzione di questa commissione credo che non possiamo in questa sede esimerci da alcune considerazioni che io ritengo del tutto oggettive e che ci portano, come gruppo dei Democratici di sinistra, alla conclusione che mancano degli elementi forti che giustifichino la costituzione di una commissione d’inchiesta su questo particolare problema.
Un primo motivo già l’ho ricordato: la Regione non ha alcuna competenza in merito a questo problema, quindi non so fino a che punto una commissione d’inchiesta che noi istituiamo a livello regionale possa incidere nel concreto rispetto a questo problema, questione che sottolinea anche l’Ufficio di presidenza nella propria delibera. La seconda motivazione è che non ci sono ulteriori elementi che giustifichino una simile scelta, perché dire che si fa una commissione d’inchiesta perché c’è un’opera incompiuta credo sia una motivazione molto labile, perché se guardiamo il panorama nazionale ma anche regionale ci accorgiamo che purtroppo ci sono diverse infrastrutture incompiute che questa e la precedente Amministrazione di centro-sinistra hanno ereditato dal passato e che riguardano sostanzialmente tutte le direttrici che collegano la nostra regione con l’ovest, quindi con l’Umbria e il Lazio, tanto più nella provincia di Macerata dove addirittura queste incompiute sono due, perché a distanza di pochi chilometri dal Cornello c’è la strada statale 77 che arriva fino a un certo punto, ma ora c’è il problema del congiungimento con l’Umbria.
Il semplice riferimento che viene fatto nella proposta avanzata dal Polo di una dichiarazione che sarebbe stata fatta da uno dei tecnici, riportata su un quotidiano mi sembra che non offra elementi sostanziosi per giustificare un simile intervento. Del resto alcune perplessità le noto anche nella delibera che ha fatto l’Ufficio di presidenza e su questo voglio essere molto chiaro: l’Ufficio di presidenza ha fatto bene a portare questo argomento in discussione al Consiglio regionale, svolgendo un compito istituzionale di fronte a una richiesta di 15 consiglieri regionali che volevano l’istituzione di questa commissione d’inchiesta, sottoponendo il problema al Consiglio regionale con propria delibera. Però, anche dalla delibera qualche perplessità emerge, laddove si dice, per esempio, “dato atto che l’attività della commissione consiliare d’inchiesta non riguarderà esclusivamente atti di competenza regionale e potrà pertanto incontrare alcuni limiti derivanti dalla competenza di altre pubbliche amministrazioni in materia”. Credo che questo sia un altro elemento che va sottolineato.
Non esistono motivazioni per costituire una commissione d’inchiesta e lo dico con grande serenità, perché da questo punto di vista questa Amministrazione regionale e quella precedente, la maggioranza, la Giunta da questa vicenda non hanno assolutamente nulla da temere in alcun senso, ma neanche a livello nazionale perché queste sono questioni che noi abbiamo purtroppo ereditato dal passato. Tuttavia, pur non ricorrendo le motivazioni per la costituzione di una commissione d’inchiesta dicevo all’inizio che la questione esiste, esiste un problema di natura amministrativa e politica per il fatto che quel traforo da anni è stato iniziato e non si è concluso. Credo che a questo problema politico e amministrativo va risposto con gli strumenti che sono propri dell’amministrazione ordinaria, quindi non vogliamo sottrarci dall’affrontare questo problema, crediamo che su questo problema vada fatta la chiarezza necessaria, vadano acquisite tutte le informazioni indispensabili ad avere un quadro di riferimento preciso e credo che possiamo affrontare questo problema con altri strumenti che non siano quelli della commissione d’inchiesta perché non si giustificherebbe per i motivi che ho detto, ma potremmo affrontarlo ricorrendo, per esempio, all’art. 105 del regolamento il quale prevede che le Commissioni consiliari permanenti possano avviare indagini conoscitive su diversi problemi secondo una regolamentazione che l’art. 105 prevede in maniera molto precisa, che ci consentirà da una parte di acquisire gli elementi di cui abbiamo bisogno per affrontare questo problema e allo stesso tempo, attraverso questa diversa procedura avvieremo una procedura molto più snella e agile, probabilmente riuscendo a contenere anche i tempi entro i quali bisogna arrivare alla formulazione di una risposta, potendo concludere questo lavoro come prevede l’art. 135, con un documento che la Commissione competente, che in questo caso è la quarta, potrebbe redigere e sottoporre alla discussione del Consiglio regionale.

PRESIDENTE. Ha la parola il Vicepresidente Grandinetti.

FABRIZIO GRANDINETTI. Siamo contrari alla proposta del consigliere Franceschetti in cui trovo invece delle cose positive per quanto riguarda la persona a cui auguro, dopo questa seconda legislatura consiliare, di intraprendere la via dell’attività forense che può dargli una soddisfazione economica senz’altro superiore per come ha esposto una situazione con mille contraddizioni, facendo da battistrada al capogruppo che voleva prima sentire le nostre tesi che non abbiamo nessun dubbio nell’esporre immediatamente.
Questa è una grossa “incompiuta”. Ci sono state reiterate sollecitazioni sotto mille forme in questi anni da parte delle Comunità montane, delle popolazioni interessate, dei Consigli comunali, dei sindaci con diverse interrogazioni del sottoscritto nella precedente legislatura, con l’interrogazione fatta da me e dal consigliere Brini in questa legislatura, con la discussione che c’è stata sul piano triennale Anas e sul piano-stralcio 2000 a seguito di mozione presentata dal consigliere Massi. Abbiamo parlato delle “incompiute” di Ancona ma questa è un’”incompiuta” ancora più grave, perché si tratta del collegamento tra le Marche e l’Umbria, una zona delle Marche che ha un bisogno vitale di collegamento e che è stata colpita dal gravissimo sisma che ben conosciamo.
Noi abbiamo cercato di proporre qualcosa per delle ragioni che qui brevemente enunciamo. I lavori sono fermi ormai da molto tempo, l’importanza dell’opera è evidente anche per la ripresa di un’area economica depressa come quella del maceratese. Occorre che si creino le basi di sviluppo di quelle zone montane. Non possiamo pensare ai tre miliardi che stanziamo con questa beneamata Svim per approfondire il nostro studio sul distretto di Fabriano mentre i terremotati non hanno gli sbocchi che servivano già da prima a tutto l’entroterra maceratese.
E’ sconcertante che i lavori appaltati e iniziati da anni non sono stati portati a termine e tanti miliardi sono stati spesi inutilmente. Si può ipotizzare uno sperpero di denaro pubblico e quando il consigliere Franceschetti afferma che uno dei progettisti avrebbe fatto una dichiarazione sui giornali, penso che mi debba credere quando dico che la dichiarazione è stata fatta e ne ho dato copia anche al Presidente D’Ambrosio.
Ci sono responsabilità per quanto riguarda la gestione di tutto ciò. Qualcuno ha affermato testualmente “a questo punto ci viene il dubbio che lo spreco di circa 6 miliardi spesi per il viadotto, la galleria artificiale d’imbocco e 300 metri di scavo a Fiuminata sia roba da rivolgersi alla procura della Repubblica e alla Corte dei conti. A chi deve rivolgersi, altrimenti, il cittadino contribuente affinché sia fatta luce su questo spreco di Stato? Perché tutti tacciono?”.
Noi non abbiamo nulla da nascondere e chi non ha nulla da nascondere può indagare.
L’Ufficio di presidenza dice sinteticamente una cosa che penso rispecchi tutta la delibera, non dice quello che è stato detto da altri: dice che “è sufficientemente motivata” la richiesta di commissione d’inchiesta. Sicuramente più dei poteri che ha non può fare, ma non ritengo che persone che possono avere responsabilità non possano essere sentite, audite dalla commissione d'inchiesta eventuale — parlo dell'Anas, dei progettisti, di tutti coloro che si sono interessati e ci possono dare informazioni su questa grossa "incompiuta" — quindi starà al loro buon senso, quel buon senso che qualcuno dei responsabili ha avuto in quell'incontro di San Severino che c'è stato giorni fa a cui qualcuno non ha partecipato, altri politici, come diversi consiglieri regionali, fra cui l'assessore, hanno partecipato, financo a dire nelle interviste, quando qualcuno più poteva sentire nel convegno, "qui ci vuole il contributo dell'Umbria", come ha detto l'assessore, ma l'assessore umbro ormai era partito. L'ha detto in televisione. Qui non c'entra la questione politica, la questione politica è una scelta vostra: il Cornello non è nelle priorità. Ma la commissione d'inchiesta è un fatto diverso. Perché non volete la commissione d'inchiesta se, secondo un vetero-comunismo che traspare, affermate "le responsabilità non sono nostre ma sono del passato"? Purtroppo le responsabilità sono sempre del passato, quindi perché non possiamo indagare?
C'è un duplice obiettivo: uno di fare l'inchiesta, l'altro di premere anche sulla realizzazione, tenendo i fari accesi per dodici mesi sull'"incompiuta" che altrimenti cade nel dimenticatoio, perché tutto quello che non viene sollecitato e viene tenuto all'attenzione dell'opinione pubblica cade inevitabilmente nell'oblio e nel dimenticatoio. E allora perché essere contrari e demandare la quarta Commissione, che è sempre stata preposta a farlo e non l'ha mai fatto e comunque non ha avuto successo in questo compito? Perché dare un compito quale quello della realizzazione dell'opera, a cui non ha ottemperato?
L'Ufficio di presidenza ha detto solo una cosa: che questa commissione d'inchiesta è sufficientemente motivata. Dunque facciamola passare, diamole una scadenza, vediamo quello che riesce a combinare e quello che ci dirà alla fine dell'inchiesta tra dodici mesi.
Ricordo un film di Tinto Brass che io non ho visto: "Così fan tutte", cioè ci sono diverse "incompiute", quindi "perché dobbiamo fare la commissione d'inchiesta?". Perché l'hanno chiesta quindici componenti: la Casa delle libertà all'unanimità ha presentato questa richiesta. E' una questione di gentlemen agreement, che non so che cosa conta per ognuno di noi, ma penso che per ognuno di noi conti molto un "patto tra gentiluomini", quindi il fatto che si chieda una commissione d'inchiesta e sia concessa, e magari abbia più fortuna di quella che c'è stata nella precedente legislatura. "Così fan tutte", quindi concluderò dicendo che occorre anzitutto fare una riflessione. Ho l'impressione che le dichiarazioni dell'on. Pacetti sulla situazione di ambiguità rispecchino la situazione che c'è in questo momento: quando si parla di commissione d'inchiesta pare che tutto proceda, poi pare che la commissione d'inchiesta abbia grossi problemi nel partito di maggioranza relativa e comunque abbia grossi problemi nel passare oggi ed essere operativa tra qualche giorno. Quindi clima di ambiguità. Cosa c'è da nascondere? Quali guai può fare la commissione d'inchiesta? E' un problema formale o ci occupiamo di cose sostanziali? E qualora non fosse nei nostri poteri, qualora le motivazioni non abbondassero per tutto quello che è successo in questa "incompiuta", per quale motivo impedire la possibilità di cercare di indagare e di premere sulla realizzazione di quest'opera? Penso che sia una questione di buon senso e se non c'è nulla da nascondere, come penso che non ci sia nulla da nascondere, credo che questa cosa debba passare. Non si può ricorrere a un fatto formale dicendo "non siamo competenti".
Molti di noi hanno l'ambizione che questo Consiglio regionale diventi nei prossimi mesi, accelerando anche le procedure — come ritengo che sia giusto fare, ancor più giusto, per paradosso, rispetto al Parlamento nazionale, dato che molti deputati vivono poco la vita del Parlamento, al Senato e alla Camera e intervengono poi due volte per legislatura, vivendo poco quell'attività — più attivo di quanto lo sia stato in passato e pare che siamo orientati, o per lo Statuto e la Costituzione che verranno fuori nei prossimi mesi o perché sarà possibile in collegamento con la legge nazionale, ad essere il "Parlamento delle Marche". Dunque se vogliamo diventare parlamentari della Regione Marche come facciamo a dire che non ci dobbiamo interessare di un'opera incompiuta che collega la nostra regione con un'altra regione, che allevia problemi ad una zona dimenticata e colpita dal terremoto? Noi lo riduciamo a un fatto formale, avendo la pretesa di diventare il Parlamento delle Marche? Facciamo questioni formali come un consiglio di quartiere o un Consiglio comunale di piccolo cabotaggio, perché in tanti Consiglio comunali c'è un dibattito di alto livello.
Queste sono le domande e le riflessioni che pongo a chi, secondo me artatamente e non certamente con delle motivazioni sostanziali, vuol impedire che questa commissione d'inchiesta che ha un duplice scopo, operi, demandando tutto a una Commissione quale la quarta che avrebbe dovuto premere, interrogare, audire ed occuparsi prima del problema. La quarta Commissione non se n'è occupata allora e non può occuparsene oggi.
Questo è il punto di vista espresso con chiarezza dal gruppo di Forza Italia sulla questione del Cornello, che non cambierà attraverso gli interventi che saranno fatti dopo il mio, perché abbiamo dibattuto da anni e anni su questo problema, con convegni, con Consigli comunali aperti, quindi la nostra posizione è di grande chiarezza: uno strumento di attenzione, uno strumento di indagine, anche dietro dichiarazioni gravi che sono state fatte.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Pistarelli.

FABIO PISTARELLI. Come gruppo An siamo scandalizzati da quanto affermato dal consigliere Franceschetti. L'intervento del collega Grandinetti è stato fin troppo morbido nelle sue argomentazioni, perché ha usato parole che nel merito hanno cercato di contrastare quanto affermato da Franceschetti. E' la posizione politica dei Ds che ci scandalizza. Siamo di fronte a un'opera che ha almeno 15 anni di storia amministrativo-istituzionale, che è passata anche attraverso questa Regione, pesantemente attraverso questa Regione, perché l'opera era inserita nel piano nazionale dei trasporti attualmente in vigore nel 1994 come una delle trasversali che dovevano essere poste a realizzazione. Perciò è appieno nella storia anche dell'attività istituzionale ed amministrativa di questa Regione. Non capiamo come possa argomentarsi sotto un profilo tecnico-formale, di fronte ad una scelta che è tutta politica, che è quella di richiedere, come hanno fatto le opposizioni — non da adesso, ma anche nella scorsa legislatura in maniera forte, con interrogazioni e interpellanze: sia quelle ricordate adesso dal consigliere Grandinetti ma anche quelle che facemmo insieme nella scorsa legislatura io e lo stesso consigliere Grandinetti, con il collega Pupo, con gli altri consiglieri soprattutto della provincia maceratese — la conclusione dell'opera, trovando sensibilità corali in quest'aula.
Oggi, anno 2001, chiediamo che si faccia un punto sotto un profilo delle procedure seguite, dei ritardi che vi sono stati, dei palleggiamenti di responsabilità. Questo è dovere politico di questa Regione.
Per entrare nel merito tecnico delle argomentazioni — lo voglio fare anch'io in maniera anche più decisa e diretta — questa commissione ha tutti i crismi della legittimità, non solo perché vi è stata una delibera dell'Ufficio di presidenza che ha fatto giustamente il suo dovere, come riconosciuto peraltro da Franceschetti, di sottoporre all'aula la questione dicendo che la richiesta è sufficientemente motivata. Ma mi spingo ancora oltre. L'articolo 22 del nostro Statuto parla di istituzione di commissioni per fini di indagine, inchiesta e studio, cioè dà la possibilità alla Regione di istituire commissioni speciali, straordinarie, che vanno al di là del lavoro ordinario, per fini di indagine, inchiesta e studio. Questa è una commissione di ambito conoscitivo, tant'è che il regolamento rafforza queste indicazioni statutarie. Art. 105: "Ciascuna commissione — cioè tutte, non solo quelle permanenti ma anche quelle straordinariamente istituite ai sensi dell'art. 99 dello stesso regolamento e ai sensi dell'art. 22 dello Statuto — svolge, previo assenso dell'Ufficio di presidenza, indagine conoscitive dirette ad acquisire informazioni, notizie e documentazioni necessarie ed utili all'attività del Consiglio". Non possiamo assolutamente, neppure sotto un profilo tecnico-formale dire che questa commissione di inchiesta non ha da essere. Siamo impazziti? Art. 105 del regolamento: "indagini conoscitive". Per quanto sarà di nostra competenza saranno gli uffici a fornirci le informazioni, per quanto di competenza altrui — Anas, Comunità montana che tra l'altro vede la propria nascita e istituzione attraverso una legge regionale, quindi un ente collegato alla Regione — saranno loro. E tutti abbiamo conosciuto, soprattutto da ultimo, che la Comunità montana ha avuto da sempre il vivo della questione, ha toccato sempre direttamente con mano tutte le difficoltà di natura procedurale perché ha avuto deleghe dirette, addirittura di perizie, di progettualità integrative rispetto all'Anas. Quindi abbiamo la Regione che con il piano dei trasporti ah competenze proprie, Comunità montane legate alla Regione che forniscono e possono dare risposte tranquillamente alla regione perché sono state istituite da legge regionale e regolate da legge regionale, abbiamo l'Anas che è ente interlocutore per i piani triennali che oggi sono diventati piani stralcio, comunque deleghe trasportistiche che vedono poteri paritetici tra Regione e Anas, e l'Anas può essere sollecitata sotto il profilo della conoscenza (ex art. 105 del regolamento), quindi abbiamo gli elementi per acquisire tutto per quanto riguarda la storia del traforo del Cornello. Questo è un dovere politico e un dovere sostenuto anche da profili tecnico-formali ineccepibili, caro collega Franceschetti. A me dispiace che i Ds abbiano iniziato a percorrere questa strada: spero che ritornino indietro, perché le polemiche saranno tante su questo punto, noi non faremo passare una virgola a sostegno di ipotesi affossatrici della commissione, saremo durissimi, perché si tratta quindici anni di storia di "incompiute", di storia di scelte sbagliate, di scelte portate avanti in una provincia penalizzata due volte, poiché non ha realizzato né la 77 né la 361. Siamo al paradosso in provincia di Macerata e siamo tutti arrabbiati per questo. Qualcuno dovrà spiegarci perché si sono affossate tutte e due le opere.

GIULIO SILENZI. Allora facciamo la commissione d'inchiesta per la 77, poi per la Salaria, poi per la Fano-Grosseto...

FABIO PISTARELLI. Magari! Soprattutto sui costi della 77...
Intanto però, all'ordine del giorno c'è la richiesta di commissione d'inchiesta sul traforo del Cornello, intanto facciamo questa. Le ragioni di chiarezza sono sempre da sposare da tutte le parti, maggioranza e opposizione che sia. Le richieste di chiarimenti, di trasparenza, di approfondimenti, le richieste conoscitive devono essere tutte sposate da qualunque parte esse provengano. Questa è la nostra posizione e su questo saremo fermissimi. Io ritengo che i Ds debbano fare una riflessione, prendendo dieci minuti del loro tempo, facendo anche una riunione tra rappresentanti dei gruppi per riflettere su questo punto. Non si faccia il madornale errore politico e anche tecnico di dire di no a questa commissione.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Brini.

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE
FABRIZIO GRANDINETTI

OTTAVIO BRINI. Su questo problema già avevamo avvertito un clima di ostilità da parte di alcune forze politiche della maggioranza, il non voler discutere, affrontare questo argomento che a nostro avviso ci fa dire ancora oggi con maggiore forza e convinzione di essere la cenerentola della regione per quanto riguarda la viabilità. Ribadiamo che questa coalizione, questa maggioranza intende andare avanti con i numeri, piuttosto che con la concretezza. Oggi una forza politica riesce ad imbavagliare il primo partito della coalizione che intende rinviare argomentazioni e problematiche che non sono all'ordine del giorno del solo Consiglio regionale ma anche a livello di opinione pubblica, di cittadinanza. E' un atto gravissimo e sicuramente il partito di maggioranza relativa della coalizione — i Ds — assume oggi una grandissima responsabilità di fronte a questo problema in discussione.
Bene ha fatto il consigliere Grandinetti con un'ampia, dettagliata e corposa relazione, a sviscerare questo problema e a porlo all'attenzione di questa assise. Invito gli amici del Polo ad adottare lo stesso metodo, lo stesso comportamento che stanno adottando i consiglieri di questa presunta maggioranza... (Si dice: “Presunta?”). Presunta, perché è stato eletto un Presidente con 19 voti. A meno che non vogliate cambiare anche i numeri. Siete capaci di tutto, quindi siete anche capaci di dire che il Presidente Minardi è stato eletto con 22 voti, ma questo non ci meraviglia più di tanto, perché ormai siamo abituati, da sette mesi a questa parte, a questi tipi di discorsi e di ragionamento, anche perché se maggioranza c’era correttezza voleva che la votaste. Così non è stato, significa che c’è tutt’oggi qualche problema, da quello che appare sulla stampa. Quindi abbiamo fatto questa richiesta come gruppo di opposizione perché vogliamo sapere come sono stati utilizzati i fondi della Regione e perché si tratta di un’”incompiuta” che mette a nudo tutte le difficoltà, anche se le responsabilità sono dell’Anas. E’ un’incompiuta che grida vendetta e bene faceva Grandinetti a ricordare il film di Tinto Brass.
Quello che ci meraviglia è la tanta superficialità e la tanta irresponsabilità da parte di questi consiglieri che amministrano oggi la Regione Marche. Questo ci preoccupa, vedendo come stanno portando avanti i lavori e come li propongono. Oltretutto sulla stampa assistiamo ad articoli abbastanza provocatori e non proposte o puntuali contestazioni.
Noi vogliamo lanciare un appello a tutte quelle forze democratiche che credono con convinzione nelle istituzioni e nella democrazia, non basando il confronto sull’opportunità politica come spesso accade in questi periodi in cui ci si maschera dietro presunte difficoltà, respingendo le mozioni del Polo. Facciamo un appello anche al Presidente magistrato D’Ambrosio affinché una richiesta legittima, sacrosanta, trasparente venga portata avanti, perché apprezzo lo sforzo del consigliere Franceschetti il quale ha cercato con intelligenza e caparbietà di portare avanti un ragionamento che ha una logica, però una cosa non ci sentiamo di condividere: quando diceva, facendo riferimento a un articolo del regolamento, che la quarta Commissione poteva affrontare questo argomento. Proprio ieri abbiamo contestato come gruppo di Forza Italia il presidente della Commissione che purtroppo, in questa fase non riesce a portare in aula una sola legge. Ieri abbiamo sollevato questa questione perché stiamo facendo audizioni su audizioni e non produciamo leggi. Come gruppo di Forza Italia ci siamo stancati e anche il consigliere di An Castelli ha condiviso questa impostazione, perché ormai è giunto il momento che in quest’aula si discuta di proposte di legge che sono ferme da mesi. E’ quindi inopportuno che la quarta Commissione si occupi di questo problema, perché significa affossarlo definitivamente.
Rilanciamo l’invito al Presidente D’Ambrosio quale garante della trasparenza degli atti, per verificare anche come sono stati utilizzati i fondi della Regione Marche e ribadiamo la richiesta di istituzione di questa Commissione.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il consigliere Ciccioli. Ne ha facoltà.

CARLO CICCIOLI. Vorrei non ripetere le argomentazioni che sono state fin qui sostenute dai colleghi Grandinetti, Pistarelli e Brini ma fare un ragionamento politico.
La storia del completamento di questo asse viario indispensabile a una parte della nostra regione — i collegamento transappenninici — è una storia infinita. La commissione d’inchiesta dovrà conoscere, approfondire le vicende, cercare di capire cosa è successo, perché i tempi che dovevano essere contingentati sono diventati biblici e perché l’obiettivo di realizzare quest’opera pubblica sfugge sempre. C’è chi accampa motivazioni di scarsa competenza della Regione per quanto riguarda la realizzazione di quest’opera, o comunque di competenza molto limitata. Io dico che così non è. Stiamo andando nella direzione di trasformare le Assemblee regionali in Parlamenti regionali, andiamo nella direzione di responsabilizzare le comunità locali sulla propria gestione, quindi non solo è opportuno ma io dico che è indispensabile approfondire e conoscere. Avremo delle competenze forti, esecutive per quanto riguarda la viabilità stradale e l’intervento della Regione in queste opere. Come non sapere cos’è successo?
Sono estremamente sorpreso dell’atteggiamento del gruppo Ds. In psichiatria si chiamano “condotte di evitamento”: quando, di fronte a un problema o un ostacolo la persona scansa. Questa condotta di evitamento a mio parere appare estremamente buffa, perché la storia del Cornello è infinita, non appartiene alla precedente legislatura regionale, ai cinque anni di gestione della sinistra o ai sei anni di governo del centro-sinistra. E’ una storia che ha radici assai più profonde e non riesco a capire quale strano senso di colpa pervade la sinistra. Un po’ di colpe sicuramente le ha; nelle ultime vicende non c’è stata una volontà forte di intervenire, ma uno non può esaminare la coda del fatto, qui non c’è la coda, qui c’è una vicenda antica, ci sono tutta una serie di problematiche che sono anche non politiche, di enti che hanno gestito, che sono stati il diaframma fra l’esecuzione e la politica. A mio parere il problema è molto più vasto.
Credo che questo atteggiamento di boicottaggio, di ostacolo da parte dei gruppi della maggioranza è fuori posto. Si tratta di una commissione dove tra l’altro la maggioranza, così come correttamente proposto dall’Ufficio di presidenza, ha sei consiglieri su nove. Mi rileggevo la composizione: nel momento in cui la maggioranza ha la possibilità di eleggere il presidente, gestire la commissione, i suoi atti dov’è il problema? Credo che sia utile per tutti conoscere la realtà delle cose, farla lavorare. Anzi, se ho un problema è che qualche volta ho dei dubbi che ci sia la voglia operativa dei componenti le commissioni, perché talvolta le commissioni non funzionano adeguatamente, o perché la burocrazia non ha le risorse da poter dare, o perché i tempi sono biblici e ci sono tante cose per cui l’attività della Commissione diventa piuttosto modesta. Ma io credo che su questo problema c’è la voglia di sapere, c’è la voglia sia da parte dei cittadini che votano a sinistra, sia da parte dei cittadini che votano a destra, c’è la voglia di sapere sia da parte dei consiglieri della maggioranza che di quelli della minoranza. Non è un processo, nessuno va sotto processo se non siamo organo giurisdizionale; siamo una commissione che dovrà dotare questo Consiglio regionale di una storia passata per poter fare una storia futura, speriamo migliore e diversa. Su questo presupposto, che non è di colpevolizzazione di nessuno — eventualmente saranno i risultati della Commissione che assegneranno le responsabilità — credo che questo Consiglio, nell’equilibrio con cui l’Ufficio di presidenza ha impostato la commissione — sei di maggioranza, tre di opposizione — possa procedere all’approvazione dell’atto e alla costituzione della commissione stessa. Sarebbe assai grave questa “condotta di evitamento”; sarebbe una condotta patologica da parte di questa maggioranza. Questo è il fatto e su questo mi attesto e aspetto di vedere quale sarà il pronunciamento dei gruppi di maggioranza e dell’aula.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il consigliere Luchetti. Ne ha facoltà.

MARCO LUCHETTI. La questione che si sta ponendo in quest’aula va assunta per quello che è piuttosto che farle assumere significati politici che vanno ben al di là della sostanza stessa del problema. L’Ufficio di presidenza ha dato il via a questa richiesta perché secondo il regolamento non ci sono criteri precisi di istituzione di queste commissioni, tant’è che la commissione speciale viene ad avere, sostanzialmente gli stessi poteri di una qualsiasi altra commissione indicata dal regolamento e dello Statuto. Non vorrei che qualcuno confondesse i poteri della commissione speciale con quelli della commissione speciale in ambito parlamentare che sono ben altri, che vanno al di là dei normali poteri ispettivi che attualmente hanno i consiglieri regionali e i normali poteri parlamentari, ma che vanno ad essere configurati come poteri abbastanza similari a quelli giudiziari.
La nostra commissione speciale può essere utilizzata per particolari fatti istituzionali o quanto meno per fatti che travalicano la normale amministrazione, il normale funzionamento dei nostri organi, pertanto la commissione speciale che abbiamo adottato per lo Statuto è un caso tipico di come organizzare le commissioni speciali nell’ambito del Consiglio regionale.
La questione che i proponenti della commissione speciale hanno voluto sollevare è eminentemente politica e noi diciamo che una commissione speciale non può essere utilizzata per queste motivazioni. Grandinetti nella sua dichiarazione l’ha detto: “noi utilizziamo la commissione speciale per accendere i ari”. Allora, per “accendere i fari” abbiamo altri strumenti, perché giustamente, come è stato fatto osservare da Franceschetti, ci sono anche altre questioni di carattere infrastrutturale che meriterebbero la stessa attenzione e la stessa “accensione di fari” e sappiamo perfettamente che non è possibile farlo perché purtroppo mancano i fondi, tant’è che non è un caso che questa commissione è stata proposta quando l’Anas ha messo in campo la disponibilità dei fondi residuali per le opere già progettate e siccome la Comunità montana di quella zona sapeva che il progetto c’era voleva assolutamente inserirlo nella progettazione Anas per l’anno 2000.
Pertanto noi non entriamo nel merito delle questioni formali, e le cose che ho detto già lo dimostrano, ma diciamo che per le questioni politiche non è possibile accettare questa impostazione. Riteniamo non soltanto che da parte della Commissione quarta c’è la possibilità di andare fino in fondo per accertare eventuali responsabilità che poi non esistono, perché tutti sappiamo come stanno le cose. Anche il consigliere Grandinetti sa come stanno le cose del Cornello, non c’è bisogno di fare una commissione istituzionale speciale; sa perfettamente cos’è avvenuto, sappiamo tutti quello che si sta facendo. L’assessore si è attivato, anche il sottoscritto si è attivato per questa questione, sappiamo tutti che c’è un problema di verificare se sono disponibili i fondi residui destinati a suo tempo per il primo stralcio, sappiamo perfettamente che abbiamo un problema con l’Umbria, che non riteneva quest’opera prioritaria, sappiamo perfettamente che abbiamo un problema con la Comunità montana che ha fatto la progettazione e che attende di pagare quel progetto. Sappiamo del fallimento della ditta che ha cominciato i lavori, sappiamo perfettamente le priorità che erano state date a queste opere. Il atto è così chiaro che una commissione d’inchiesta anche ai popolari sembra inutile. Non possiamo dire, per fatto di cortesia, che siccome 14 consiglieri di minoranza hanno fatto questa richiesta dobbiamo accedervi; è un problema squisitamente politico e pertanto, al di là delle questioni di cortesia dobbiamo rispettare le relazioni istituzionali che esistono in questo Consiglio.
Pertanto una commissione di questo tipo non si giustifica per il fatto del Cornello. Pensate alle “incompiute” di questa regione: le “incompiute” di Ancona, il traforo della Guinza ecc., quindi le commissioni speciali si dovrebbero sprecare. Ma siccome qui non abbiamo elementi di non chiarezza tale da non acquisire tutto quello che c’è da acquisire per vie normali, riteniamo improponibile la commissione, pure se regolarmentalmente l’Ufficio di presidenza non ha potuto dire di no. Diciamo che comunque tutte le cose si possono sapere per vie normali, qualsiasi consigliere regionale può accedere a queste notizie e pertanto anche come popolari ci dichiariamo contrari all’istituzione di questa commissione.

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE
GIUSEPPE RICCI

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Silenzi.

GIULIO SILENZI. Penso che le argomentazioni del Polo, dei consiglieri che mi hanno preceduto portino su un piano diverso il dibattito rispetto alla posizione che il collega Franceschetti ma anche gli altri colleghi della maggioranza esprimeranno ciascuno con le sue valutazioni. Siamo tutti concordi nel non voler svilire l’istituto della commissione d’inchiesta. In questo Consiglio la commissione d’inchiesta è stata votata nella scorsa legislatura per tutta l’attività estrattiva della nostra regione; nelle altre legislature per la formazione professionale su cui vi erano anche indagini della magistratura, sul Cemim su cui vi erano indagini della magistratura, sull’Aerdorica, cioè su tutte quelle questioni su cui la Regione aveva deliberato, su materie e compiti propri della Regione stessa, dove avevamo individuato obiettivi, deciso il da farsi, impegnato adeguate risorse finanziarie e fissato norme regolamentari e alla fine di un percorso ci si ritrovava di fatto con il non aver raggiunto degli obiettivi, con il non aver corrisposto all’indirizzo che il Consiglio regionale aveva dato su materie di sua competenza e con risvolti anche penali. Da lì l’esigenza di una commissione d’inchiesta.
Non vi sono motivazioni che possano portare alla commissione d’inchiesta su un’opera che non è regionale. Qual è il potere della commissione d’inchiesta nei confronti del Ministero dei lavori pubblici, nei confronti dell’Anas che ha progettato e realizzato quest’opera? Tanto è vero che un finanziamento che la Regione aveva stabilito nel 1994 viene respinto e bocciato dal Governo in quanto l’opera è statale e noi non potevamo intervenire con un finanziamento per la progettazione dell’opera stessa.
Se volete uno strumento elettorale affinché qualche collega possa nell’area farsi una promozione elettorale noi diciamo di no, perché non vogliamo svilire uno strumento di questo Consiglio che è importante e che va sollevato quando c’è una notizia criminis, quando l’inchiesta rispetto all’indagine conoscitiva presuppone già un giudizio, presuppone già degli elementi concreti sui quali andare a chiarire ed approfondire. La Regione non ha deliberato nulla sul Cornello, non ha preso nessuna decisione, né la Giunta regionale, né il Consiglio regionale; non ha voce in capitolo, tanto che andiamo a una riunione a San Severino indetta dalla Comunità montana, dalla Provincia, dalla Regione Marche, dalla Regione Umbria e l’Anas non viene. Questi consiglieri, i consiglieri della commissione d’inchiesta, quale potere hanno rispetto all’Anas? Nulla.
Già Luchetti evidenziava i poteri speciali della commissione d’inchiesta a livello parlamentare. Se questa cosa per voi è così rilevante e avete notizie che non riportate in quest’aula — non può essere una notizia criminis il fatto che quest’opera è incompiuta, perché nelle Marche vi sono decine e decine di opere incompiute e quando parliamo di trasversali la politica del passato ha portato a individuare cinque trasversali e nessuna realizzata — dovete dirlo. Diceva Pistarelli della 77: perché non facciamo una commissione d’inchiesta sulla 77? Sulla Fano-Grosseto? Sulla Guinza? Sulla Salaria? Perché, consigliere Trenta, facciamo una commissione d’inchiesta sul Cornello e non sulla Salaria? Allora lei non è attento al suo territorio.

OTTAVIO BRINI. Noi abbiamo chiesto anche come sono stati spesi i soldi della Regione. Questo bisogna chiedere.

GIULIO SILENZI. Si dice che “l’opera ha una rilevanza dell’infrastruttura stradale in questione per l’assetto della viabilità regionale”. E allora tutte le trasversali hanno una rilevanza nell’assetto viario di questa regione.

FABIO PISTARELLI. Allora non facciamo niente.

GIULIO SILENZI. Pistarelli, debbo ricordarti che tu sei stato vicepresidente della Commissione territorio per cinque anni. Adesso vi svegliate sul Cornello.

FABIO PISTARELLI. Caro consigliere Silenzi, quando venne Di Pietro, allora ministro dei lavori pubblici, noi del Polo chiedemmo proprio del traforo del Cornello, 1997.

GIULIO SILENZI. Questa è la prima parte: “i lavori sono fermi, l’importanza dell’opera, le basi per lo sviluppo delle zone montane, abbiamo fatto interrogazioni, è un’incompiuta, abbiamo interrogato sul piano triennale”. Questi sono gli argomenti che sono stati portati avanti. E cosa c’entra questo con l’inchiesta? L’istituto dell’inchiesta è un istituto serio che noi vogliamo riservarci e votare. Siccome si chiede un voto al Consiglio e siccome i consiglieri non hanno mandato all’ammasso il loro cervello, hanno voluto verificare le motivazioni della richiesta. Non può essere un articolo di tre righe, perché se vi sono risvolti di natura penale, in cui uno capisce che dei finanziamenti sono stati distratti per altre opere c’è una motivazione, non possono essere giudizi generici o solo perché l’opera è ferma. Allora si entra nel merito del problema ma non possono essere le motivazioni che dicevo prima a giustificare una commissione d’inchiesta su un’opera di un ente diverso dalla Regione.
Perché i colleghi del Polo non fanno ai loro parlamentari una richiesta di commissione d’inchiesta parlamentare, visto che l’Anas dipende dal Ministero dei lavori pubblici? Lì avrebbero potere di indagare sulle questioni che non ci dite. Se è una cosa importantissima, questa può essere una strada. Noi cosa possiamo fare? Abbiamo il senso di colpa? Ma di quale colpa? Di nessuna colpa, perché su quest’opera non c’è proprio la materia del contendere, non c’è la colpa, nel senso che la Regione non si è interessata di questo problema. Pistarelli dice che non vogliamo chiarimenti, trasparenza, conoscenza... Ci mancherebbe altro!
L’articolo dello Statuto prevede che la commissione svolga indagini conoscitivi dirette ad acquisire informazioni, notizie e documentazioni necessarie. E allora consigliere Brini, chiameremo l’Anas, chiameremo i responsabili del procedimento, i professionisti e proporremo un ordine del giorno in questo senso affinché il Consiglio impegni la quarta Commissione, al di là della sua sfiducia nei confronti del presidente che invece ha la nostra fiducia.

OTTAVIO BRINI. Non è sfiducia, è una constatazione.

GIULIO SILENZI. Vi potete riunire qualche volta di più, consigliere Brini, avviando un’indagine conoscitiva che porti a trasparenza e rispetto a una materia che non è di competenza regionale potrete audire i responsabili, se verranno, potrete farvi consegnare dei documenti, potrete fare tutto quello che una commissione d’inchiesta può fare, perché la commissione d’inchiesta non ha maggiori poteri rispetto alla quarta Commissione per questa specifica materia e circostanza.
Se vi interessa la trasparenza e la chiarezza abbiamo lo strumento della Commissione competente per materia e può andare avanti; se vi interessa la propaganda sul territorio perché ci sono le elezioni, allora ci dobbiamo chiarire perché facciamo questa scelta. La scelta che facciamo è quella di valutare le proposte per come vengono e questa vostra proposta potrebbe trasformare ogni interrogazione su ogni fatto di questa regione in commissione d’inchiesta. Con quelle motivazioni, in questa Regione si potrebbe trasformare ogni interrogazione su qualcosa che non va, su ogni ritardo, su qualche cosa di particolare in commissione d’inchiesta e questo non ci sembra serio, perché non si hanno poteri aggiuntivi.
“Voi non volete la commissione d’inchiesta perché noi possiamo eliminare il segreto istruttorio, possiamo chiamare altri enti a rispondere alle nostre domande e alla nostra azione”... Tutto questo non è, non c’è un potere aggiuntivo perché non è normata la commissione d’inchiesta sui poteri rispetto alla commissione d’indagine, come invece lo è nel Parlamento.
E allora richiamo a serietà e questa è la motivazione che ha convinto i consiglieri di maggioranza nella loro valutazione. Certamente correvamo il rischio di andare incontro alla “sparata” per cui la maggioranza non vuole chiarezza, vuole occultare, “faremo ogni sforzo per poter raggiungere la chiarezza”, “diremo al popolo sovrano che qui c’è chi vuole la chiarezza e chi non la vuole”. Ripeto, Grandinetti da cinque anni è Vicepresidente del Consiglio e questa è un’opera storica. L’opposizione è ancor più rappresentata, nel rapporto di forze, nella Commissione quarta piuttosto che nella commissione speciale, ha lì un vicepresidente. Pertanto si attivi la quarta Commissione per chiedere tutti questi chiarimenti, poi audiremo l’Anas, avremo gli elementi per dire in concreto com’è la situazione. Non perché è una materia importante per la zona terremotata. Lo sappiamo, ma sappiamo pure che ci vogliono centinaia di miliardi per completare l’opera e rispetto a somme definite dovremo anche fare delle scelte. Quindi sappiamo che è importante per quella vallata e per quelle popolazioni, sappiamo che abbiamo trovato cinque trasversali e che per ultimarle ci vogliono migliaia di miliardi, quindi bisogna fare delle scelte. Pur sapendo tutto questo, se si voleva approfondire vi erano prima gli strumenti che non sono stati attivati da autorevoli colleghi che esercitavano ruoli istituzionali e potevano attivarli questi strumenti. Oggi si vuole una commissione d’inchiesta per il Cornello, domani è chiaro che si vorrà per tutte le “incompiute”.

GILBERTO GASPERI. Per l’Esam: è un problema regionale.

GIULIO SILENZI. L’Esam è un ente strumentale della Regione.
La nostra posizione è chiara. L’Ufficio di presidenza ha fatto bene a rimandare in aula l’atto così come il nostro regolamento prevede. I consiglieri devono esprimere un voto determinato dalla valutazione della consistenza della motivazione e dei documenti che sono stati prodotti. Vogliamo chiarezza, trasparenza, dare tutte le risposte e abbiamo gli strumenti per poterle dare, ma la commissione d’inchiesta è altra cosa e la utilizziamo quando è la Regione responsabile di quello che ha fatto e vi sono considerazioni ed elementi tali che ci portano, su quella materia specifica, generale, a valutare di avere la commissione d’inchiesta. Non per un qualcosa che può aprire il campo a mille altre commissioni d’inchiesta e svilire il ruolo stesso del Consiglio e di questi strumenti importanti che abbiamo a disposizione.

PRESIDENTE. Invito eventualmente a tradurre in ordine del giorno quello che lei vuole assumere come impegno per l’aula.
Ha la parola il consigliere Benatti.

STEFANIA BENATTI. Un breve intervento per unire la voce de I Democratici al coro di rifiuto su questa delibera. Non ripeto le considerazioni che sono state fatte dai colleghi di maggioranza che condivido; voglio solo sottolineare come su questo argomento si scontrano due visioni del ruolo della Regione prima e del Consiglio regionale poi. E da questo punto di vista mi scandalizzo che il Polo si scandalizzi, perché se è legittimo da parte di consiglieri regionali fare una proposta per assumere un’iniziativa, è altrettanto legittimo che la maggioranza questa proposta la respinga per motivazioni che sono istituzionali dal mio punto di vista e non solo politiche. E’ evidente che noi siamo chiamati a svolgere un ruolo come consiglieri regionali ed il nostro ruolo è molteplice, va da una possibilità e facoltà di proposta a una facoltà di controllo. Noi siamo per non trasformare il Consiglio regionale in una assemblea di Sheridan o Zorro della Regione Marche, questo deve essere molto chiaro. Il ruolo della Regione e, al suo interno, del Consiglio regionale, deve essere quello di costruire, progettare, assicurare che le cose vadano bene, trovare i finanziamenti. E’ un ruolo molto arduo che siamo chiamati a svolgere con gran rispetto dei livelli superiori e anche di quelli che sono gli altri organi dello Stato. Se c’è un conflitto, questo conflitto va gestito dalla politica, dal rapporto tra le istituzioni. Che un Consiglio regionale faccia commissioni d’inchiesta per andare a fare ispezioni in casa di altri organi dello Stato è un fatto grave che va affrontato solo per casi di conclamata lesione del codice penale. Dall’altro punto di vista compito della politica è risolvere i problemi e aiutare l’individuazione delle cause
In questo senso assume spessore la delega alla Commissione consiliare competente, perché le Commissioni consiliari sono abilitate a fare questo. Con l’istituzione di una commissione d’inchiesta per il Cornello non solo noi andiamo a svilire il senso dell’istituto “commissione d’inchiesta”, ma andiamo anche a svilire il ruolo delle Commissioni consiliari. Nel nuovo Statuto le Commissioni consiliari dovranno assumere un compito molto più rilevante, dovranno entrare nel merito, perché sono l’organismo che in capo al Consiglio regionale si rapporta con gli altri enti e questa cosa noi dobbiamo sperimentare anche a partire da questa vicenda.
Noi crediamo che non sia utile istituire la commissione d’inchiesta e aggiungo una considerazione a margine che può sembrare banale ma che secondo me è sostanziale. Abbiamo difficoltà a convocare la Commissione Statuto per la sovrapposizione, spesso, di riunioni di altre Commissioni e di riunioni del Consiglio regionale. Se questa commissione d’inchiesta, come tutte le altre che il Polo vorrebbe proporre, dovesse servire per rallentare i lavori delle Commissioni consiliari, questo veramente sarebbe un metodo per metterei bastoni fra le ruote alla funzionalità del Consiglio regionale. Quindi noi crediamo che la Commissione territorio debba essere investita non soltanto del problema del Cornello, ma del problema dei rapporti con gli altri organi dello Stato, perché abbiamo verificato come c’è un problema di rapporti nei confronti dell’Anas e questo va gestito. In questo senso la Commissione potrà avere anche un mandato più ampio dal nostro punto di vista, ma questo nel rispetto dei ruoli di ognuno e soprattutto nel rispetto della funzionalità del Consiglio regionale che è poi premessa per un’azione efficace che i cittadini chiedono a tutti noi.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Massi.

FRANCESCO MASSI GENTILONI SILVERI. Io ho firmato per la richiesta, quindi non entro nel merito di questa discussione. Introduco solo una nota di colore per sdrammatizzare: l’assessore della Regione Umbria, rispondendo alle domande di circa 7-8 emittenti radiotelevisive, prima si è fatto portare la cartina per vedere dove stava il Cornello, poi l’ha chiamato “Fornello”.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Moruzzi.

MARCO MORUZZI. Noi verdi in una riunione dei presidenti di gruppo avevamo chiesto ai consiglieri della minoranza di approfondire e riformulare questa proposta, di riflettere. Questo non c’è stato e ci conferma un approccio a questa vicenda elettoralistico, come alcuni l’hanno definito durante il dibattito. In realtà il Consiglio dovrebbe fare un salto di qualità nell’approccio a questo problema e concordare su una linea di approfondimento della vicenda, perché oggettivamente ci sono le condizioni perché si debba approfondire questa vicenda stessa e probabilmente non solo questa. Ma la soluzione della costituzione di una commissione d'inchiesta non ci sembra lo strumento più efficace per intervenire in questa materia. Non ci sono dirette responsabilità della Regione e mi sembra che emerga dal dibattito in quest'aula; se mai c'è una responsabilità forte di questa Regione: quella di non aver in tempi passati fatto la scelta delle priorità dei collegamenti trasversali. La nostra è una regione — ne abbiamo traccia quotidianamente, nei dibattiti, anche sui giornali di oggi — in cui il localismo viene inseguito in maniera esasperata. Oggi abbiamo addirittura un giornale che pubblica la mappa del potere marchigiano suddiviso per province, come se ciascuno, all'interno delle istituzioni rappresentasse soltanto una provincia e non rappresentasse tutta la realtà. Lo abbiamo a tutti i livelli. Credo che ciascuno di noi affronta in modo responsabile il suo mandato e le politiche campanilistiche e di collegio certamente non possono trovare in quest’aula delle amplificazioni.
Questo localismo in passato ha portato a scegliere troppe trasversali e porta tutt'oggi a non individuare con chiarezza delle priorità.
La commissione d'inchiesta ci sembra non sia lo strumento più adatto, sia perché viene chiesta su materie e compiti che nel caso del Cornello non sono propri della Regione, sia perché la commissione d'inchiesta dovrebbe svolgere la sua funzione soprattutto nei riguardi di un ente che non dipende direttamente dalla Regione, se mai dipende dallo Stato, e in quest'aula altri hanno detto "perché, se l'argomento è così rilevante, non si ha una proposta di commissione d'inchiesta su questo atto nella sede parlamentare?". Riteniamo invece che la soluzione proposta anche dai colleghi della maggioranza che noi abbiamo sottoscritto, sia quella di investire la Commissione consiliare permanente competente in questa materia a svolgere un approfondimento, delle audizioni, tutto quello che in quella sede i consiglieri che ne fanno parte possono attivare per andare incontro a questa richiesta di maggiore trasparenza e chiarezza. Peraltro alle Commissioni consiliari possono comunque partecipare tutti i consiglieri di qualsiasi gruppo con diritto di parola e riteniamo che la costituzione della commissione d'inchiesta su una vicenda come questa costituirebbe un precedente che potrebbe inficiare i lavori del Consiglio, perché in realtà su tutto e su qualsiasi argomento potremmo istituire una commissione d'inchiesta, magari anche sulla vicenda dell'uso dei proiettili all’uranio nei territori della ex Jugoslavia e ogni argomenti diventerebbe, in base a un meccanismo automatico, un motivo per istituire una nuova commissione ed appesantire i lavori dell'aula e del Consiglio.
Quindi il nostro ci sembra un atteggiamento di responsabilità, non una posizione giustificata dal fatto che la proposta venga dalla minoranza. Da parte del nostro gruppo non c'è mai stato un atteggiamento di questo genere, c'è stata però una richiesta di forte responsabilità a tutti i gruppi consiliari, di maggioranza e di minoranza e in questo caso il senso di responsabilità ci porta a chiedere che anche la minoranza confluisca su questa idea: l'idea che l'approfondimento e il lavoro possano essere svolti nella sede istituzionale della quarta Commissione ove gli spazi esistono, anche perché non vediamo alcun tipo di vantaggio, né di funzionalità, né politico, né di altro genere nella istituzione di una commissione, nel caso specifico del progetto del Cornello.
Quindi l'ordine del giorno che abbiamo sottoscritto impegna la quarta Commissione a svolgere indagini conoscitive dirette e indirette volte ad acquisire informazioni, notizie, documentazioni e quanto necessario, avvalendosi dell'art. 105 del regolamento interno, con il mandato di stabilire con chiarezza e trasparenza i motivi per i quali questa opera è stata interrotta e i fondi disponibili o previsti sono stati già utilizzati o non utilizzati e come mai questa opera, che peraltro trova grande sostegno sul lato marchigiano non ha altrettanto sostegno e impegno sul lato umbro, vanificando, di fatto, una programmazione che dimostra ancora una volta tutti i suoi limiti nel momento in cui la nostra regione non ha ancora una trasversale tra Adriatico e Tirreno che possa dirsi degna di questo nome e perfettamente funzionale così come avviene in altre regioni più a sud o più a nord della nostra.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Procaccini.

CESARE PROCACCINI. La richiesta dei firmatari è legittima, tuttavia la concretizzazione di tale richiesta e financo la stessa deliberazione dell'Ufficio di presidenza rappresentano una forzatura istituzionale, perché questa mattina non siamo chiamati a discutere nel merito dei lavori pregressi o del futuro di quel cantiere ma siamo chiamati a discutere esclusivamente dal punto di vista istituzionale: la legittimità formale e i presupposti affinché la commissione d'inchiesta possa essere concretizzata oppure no.
Noi riteniamo che non esistano i presupposti di sostanza perché la commissione d’inchiesta possa essere istituita. E' sbagliato l'istituto al quale la commissione è rivolta, le competenze non sono regionali, purtroppo, perché nelle Marche ci sono diverse "incompiute" ed una di quelle è il traforo del passo del Cornello, che rappresenta oggi una priorità perché appunto è un'incompiuta, ma al momento stesso della progettazione ha rappresentato una soluzione sbagliata e oggi l'abbiamo visto, non è responsabilità né del Governo nazionale attuale, né di questa maggioranza, né di questa Giunta. Per cui l'"incompiuta" va risolta ma non è lo strumento della commissione d'inchiesta, peraltro non fondata dal punto di vista della competenza regionale a risolvere tale problema, anzi c'è un rischio concreto che la commissione d'inchiesta possa addirittura rallentare l'ultimazione di quei lavori, perché l'istruttoria, se si farà, sarà talmente laboriosa che forse rallenteranno gli stessi lavori concreti che lì invece vanno fatti.
Per questi motivi di tipo esclusivamente istituzionale il nostro gruppo voterà contro.

PRESIDENTE. Ha la parola l'assessore Agostini.

LUCIANO AGOSTINI. Ritengo che l'ordine del giorno presentato dalla maggioranza vada approvato, perché penso che le commissioni d'inchiesta debbano essere istituite quando ci sono elementi che portano le istituzioni a dover indagare su elementi che in qualche modo fanno presagire che ci siano atti delittuosi o quant'altro.
In merito alle scelte politiche o alle questioni lasciate in sospeso per tanti anni, alle eredità pesanti che questa Regione si trova giocoforza a governare e fronteggiare, penso che sia più utile che si ragioni sulle cose da fare, su come si debbano risolvere i problemi posti all'ordine del giorno di questa regione. Quindi non credo che le soluzioni, per quanto esse difficili, possano essere trovate all'interno di commissioni d'inchiesta. Per questo ritengo sia più utile che la commissione istituzionalmente preposta possa approfondire, conoscere, trovare soluzioni e dare orientamenti per soluzioni che allo stato non sono né semplici né facili da trovare e da attuare.
Intanto quest'aula in fase di discussione del piano triennale Anas aveva raccomandato alla Giunta di riassumere un'iniziativa di carattere politico anche nei confronti dell'Umbria. Questo è stato fatto anche abbastanza tempestivamente il giorno 11 gennaio a San Severino dove si è svolta una riunione convocata dalla Provincia di Macerata, su sollecitazione anche nostra, presenti la Regione Marche e la Regione Umbria che hanno ribadito la volontà politica di riassumere iniziative che in qualche modo possano dare risposte positive al problema del traforo del Cornello. Questo è un primo aspetto che non sottovaluterei. Così come siamo riusciti a fare una ricognizione esatta dello stato delle cose, abbiamo visto qual è lo stato di attuazione dei lavori, i 20 miliardi di appalto mai conclusi, per cui c'è stata la rescissione del contratto da parte dell'Anas. Così come le tante dicerie che si sono sviluppate intorno alla definizione o meno del progetto esecutivo. Il progetto esiste ed è di proprietà della Comunità montana, non è ancora patrimonio dell'Anas e tra l'altro questo progetto deve essere ancora pagato. Così come la necessità di concludere o di dare funzionalità a un'opera, in questo caso significa poter concludere il traforo. Quindi noi non possiamo procedere, anche in base alla nuova legge sugli appalti, per stralci che non siano funzionali. E qui la funzionalità dello stralcio significa 220 miliardi di investimento che devono essere recuperati. Tra l'altro la stragrande maggioranza di questo investimento ricadrebbe nella parte umbra.
E allora credo che questo sia stato un primo passo assai significativo per poter riassumere una qualche iniziativa, e in questo caso abbiamo anche cercato di intravedere qualche soluzione. Abbiamo discusso e convenuto insieme all'Umbria sulla totale assunzione da parte dell'Anas del progetto esecutivo, compresa la necessità che l'Anas e le Regioni trovino all'interno degli attuali fondi già stanziati — un miliardo per le Marche nell'intesa istituzionale e i 14 miliardi che dovrebbero essere avanzati per la conclusione del primo appalto — le risorse iniziali, immediate per pagare il progetto esecutivo. Dall'altra parte la possibilità che all'interno del rifinanziamento della legge 61 da parte del Governo previsto nella finanziaria 2001 si preveda la possibilità di stanziare una cifra per le infrastrutture che possa corrispondere all'investimento previsto del primo stralcio funzionale che significa la conclusione del traforo e il collegamento sulla strada provinciale.
Del resto l'Umbria ha previsto tra le sue priorità lo svincolo della Flaminia che darebbe accessibilità al traforo e io credo, tutto sommato, che questa sia una strada non semplice da percorrere, ma rispetto alla non evidenziazione della soluzione sia stato un grosso passo in avanti.
Ecco perché ritengo che sia più utile, se vogliamo ragionare concretamente e dare soddisfazione alla volontà di risolvere il problema, che questa aula e le Commissioni deputate ragionino non solo sulle responsabilità, su cui, evidentemente, non c'è alcuna preoccupazione, alcun problema da parte del Governo regionale e della maggioranza, ma sulle soluzioni da adottare in tempi brevi. Di fronte alla completa chiusura di qualche mese fa, oggi insieme agli enti preposti — Regione Umbria, Regione Marche, Provincia di Macerata — abbiamo concordato una strada da percorrere perché a breve tempo si arrivi a una soluzione del problema.
Del resto, così come ha tenuto a precisare il Vicepresidente Grandinetti proprio a San Severino, l'istituzione della commissione, al di là del risultato dell'indagine potrebbe servire a tenere alta la tensione su un problema per le comunità di quella provincia e di quel territorio, ma compete a noi, a una nostra volontà politica tener alta la tensione su un problema e non abbassare la guardia. Io non credo che lo strumento della commissione d'inchiesta possa servire a tenere alta la tensione in mancanza di una volontà politica, perché il fatto che quest'aula abbia raccomandato al Governo di riprendere immediatamente un'iniziativa con la Regione Umbria, che la cosa sia stata fatta, che ci si è messi di fronte a un tavolo per trovare le soluzioni significa che c'è una volontà a mantenere alta la tensione sulla soluzione di questo problema. Peraltro, se non c'è questa comunità d'intenti, l'attivazione della commissione può avere altri significati che qui sono stati ricordati. Quindi a me pare che l'approvazione dell'ordine del giorno sia una buona condizione per cercare di risolvere i problemi e non fare propaganda.

PRESIDENTE. C'è un ordine del giorno, ai sensi dell'art. 81 del regolamento interno, di non passaggio alla votazione. Recita: "Il Consiglio regionale impegna la quarta Commissione consiliare a svolgere indagini conoscitive dirette ad acquisire informazioni, notizie e documentazioni necessarie così come previsto dall'art. 105 del regolamento interno; a stabilire con chiarezza e trasparenza i motivi per cui i lavori del traforo del Cornello sono interrotti e come sono stati utilizzati i fondi per l'opera sopra citata".
Se c'è disponibilità da parte dell'aula, chiederei che vi fosse un intervento per i gruppi di maggioranza e uno per i gruppi di minoranza, cercando di contenere i tempi.
Ha la parola il consigliere Grandinetti.

FABRIZIO GRANDINETTI. Oltre al parere negativo che ho sentito in coro da parte della maggioranza, adesso si chiede di non passare nemmeno alla votazione, con il cavillo di demandare l'argomento alla quarta Commissione. Ho già esposto i motivi per i quali noi abbiamo proposto la commissione e, dopo gli interventi dei vari consiglieri della maggioranza sono ancora più convinto dell'utilità della commissione d'inchiesta e sono ancora più convinto perché è vero che io ho detto che uno dei due scopi era quello di puntare i riflettori, consigliere Luchetti, però tu converrai che la prima motivazione che ho dato è quella della motivazione d’inchiesta. E se le motivazioni della relazione che accompagna la richiesta di commissione d'inchiesta il consigliere Silenzi le avesse lette tutte, avrebbe capito meglio le motivazioni della commissione d'inchiesta, perché ha lasciato proprio quelle del progettista ove si parla di procura e di Corte dei conti. Gli obiettivi sono quindi due: quello di indagare perché il cittadino sappia, ma anche tenere l'attenzione puntata su questa "incompiuta". Non c'è dunque la voglia di criminalizzare nessuno ma vedere le responsabilità. D'altro canto, consigliere Benatti, Sheridan, Zorro... Di Pietro è passato lì. Zorro era un uomo molto popolare, diverso da Sheridan e diverso da Di Pietro: era un uomo che aiutava i deboli e gli oppressi, quindi ci riconosciamo in lui. Non c'è alcuna voglia di criminalizzazione di nessuno, ma di trovare le responsabilità che troppe volte vengono evase e di cui i cittadini non sanno nulla. D'altro canto, chi va con lo zoppo impara a zoppicare, quindi il coro di coesione vi porterà a una batosta per motivazioni nazionali e locali, specialmente nelle Marche del sud che sono completamente stufe. Si sente l'aria di gente che non ha più voglia di rispettare nemmeno quella parvenza di atteggiamento di rispetto tra opposizione e maggioranza che ci deve essere, quella che permette la nostra signorilità nelle Commissioni, consigliere Luchetti, quando tu ti fai quattro risate vedendo tutte le consulenze, oppure il consulente all'agricoltura che va all'industria o quello che capisce d'industria e va all'agricoltura. Tu ti fai quattro risate e dici "ma su, votatelo: in definitiva la responsabilità è nostra". Questo atteggiamento tra gentiluomini finisce nei fatti... (Interruzione del Vicepresidente Spacca). Assessore Spacca, è bene che lei lezioni di democrazia o altre lezioni non ne faccia.

GIAN MARIO SPACCA, Vicepresidente della Giunta. Di stile Grandinetti, di stile...

FABRIZIO GRANDINETTI. Il suo stile le ha permesso nella precedente legislatura di non essere votato e di mettersi in quegli scranni due anni dopo. Quando parla con me eviti la parola "stile", perché penso di poter fare lezione nei suoi confronti. Noi siamo espressione del popolo marchigiano, senza padrini, quindi se ha dei nervosismi se li curi in altre sedi.
Vedo un nervosismo latente, quindi se ci dobbiamo spingere a parlare, analizzare, a togliere le incrostazioni possiamo anche approfondire personalmente.
Circa la questione delle "parole elettorali", dalle nostre parti si dice "hai fatto la pipì fuori del vaso", caro consigliere Silenzi, perché tu hai insultato gli elettori. Noi possiamo avere mille posizioni ma tu hai insultato gi elettori dicendo "se dici questo prendi i voti". E' un insulto all'elettorato. D'altro canto hai passeggiato per Serravalle per chilometri, hai visitato i containers sottobraccio al sindaco e hai preso venti voti nella città-simbolo del terremoto. L'elettorato sceglie chi deve scegliere a seconda di quello che ritiene, non penso che possa essere ingannato né da me, né da te, né da altri.
Hai parlato di richiesta al ministro dei lavori pubblici. Al ministro dei lavori pubblici lo chiedi tu, perché è vostro, quindi sei tu che devi chiederlo. (Interruzione del consigliere Silenzi). Capisco il nervosismo che aleggia ormai dalla vostra parte, però io ho rispettato i vostri interventi come sempre, non vi interrompo, quindi lasciatemi parlare, altrimenti approfondiamo ancora di più: sento ancora il lezzo del petrolio nella campagna elettorale.
Grandinetti, come membro dell'Ufficio di presidenza è intervenuto con i mezzi che sono permessi alla minoranza, cioè interrogazioni, interpellanze, mozioni, quelle che sono le nostre possibilità di poter usare mezzi che non sono certamente quelli dell'operatività, del potere, della possibilità di operare quando uno sta al Governo.
Sono intervenuto nella scorsa legislatura con questi mezzi, con quelli che ho a disposizione, mezzi che tu hai avuto nel passato. Fra l'altro, con poco potere, e devo dare atto che oggi non c'è consociativismo come non c'è stato nella precedente legislatura. Negli ultimi sei anni questo non c'è stato, abbiamo avuto ruoli diversi e la minoranza non ha avuto alcun potere.
Molti hanno replicato. Do solo atto — perché essere democratici non è un fatto di partito ma un fatto personale e varia da partito a partito — che una persona di cui non ho condiviso l'intervento, l'ha fatto con la solita democraticità, il solito stile e il solito rispetto degli avversari: il comunista Cesare Procaccini che quando parla non insulta nessuno, non è immagine di protervia. Pur non condividendo il suo intervento si è posto con la solita educazione che usa. L'assessore Agostini ha ripetuto che si tratta di propaganda elettorale. Ogni cosa che viene dall'opposizione, ogni proposta che viene all'opposizione diventa propaganda elettorale. Noi abbiamo le nostre tesi come voi avete le vostre, quindi non è possibile che ogni cosa che dice l'opposizione diventi propaganda elettorale. C'è stata una dichiarazione grave del progettista che parla di Corte dei conti, di procura della Repubblica. Io ho detto "c'è la possibilità della commissione d'inchiesta" che voi oggi bocciate e il discorso per me è chiuso. Questo deve essere il rapporto, non quello dell'interruzione mentre uno parla, quello del nervosismo, quello delle parole sempre polemiche verso l'avversario. Sono tesi contrapposte. Io ritengo utile una commissione d'inchiesta per puntare con la stessa luce i riflettori su un'opera che è dimenticata, vedo dimenticata e che non vedo l'intenzione di realizzare.
Quindi, attenzione. Noi siamo degli eletti, degli eletti anche di determinati territori, quindi dobbiamo avere una visione complessiva della nostra regione ma non dobbiamo nemmeno dimenticare di essere rappresentanti di certe zone, quindi dobbiamo avere questa sensibilità quando le zone sono poco sviluppate e molto colpite.
Questo discorso sarà ormai una pietra miliare, un denominatore comune che scorrerà in tutti i nostri interventi, perché queste Marche del sud oltre a essere dimenticate devono anche avere la contrapposizione di interventi e di interruzioni da chi, in opulente zone chiede ancora investimenti e controinvestimenti. Quindi, attenti a riflettere anche su questa vocazione territoriale al di là dei partiti e delle aggregazioni.
Noi voteremo contro questo documento che ferma la commissione e accetteremo il verdetto come siamo tenuti a fare in quest'aula democraticamente, al di là delle nostre convinzioni che ribadiremo in tutte le sedi che riterremo opportune.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Pistarelli.

FABIO PISTARELLI. Ribadisco che l'atteggiamento della maggioranza sulla richiesta di commissione d'inchiesta è inammissibile, inconcepibile, sotto un profilo politico e sotto un profilo tecnico-formale. Non è vero quello che si sostiene da parte del consigliere Silenzi e della maggioranza, che con l'istituzione della commissione d'inchiesta si aprirebbero tutta una serie di richieste su atti, attività, opere incompiute della regione. Questa del traforo del Cornello è una richiesta che non viene formulata oggi in quest'aula, ma viene per lo meno dalla scorsa legislatura, si inserisce in un sistema che è rimasto incompiuto nella sua totalità nella provincia maceratese. Stiamo parlando di una provincia che non ha visto opere completate, almeno per quanto riguarda il capoluogo, perché tutte le attività che si sono svolte recentemente per realizzare opere, viadotti, collegamenti con l'autostrada non sono state conosciute per nulla, nemmeno per il capoluogo che non ha visto realizzati neanche i piani di ricostruzione che facevano affidamento a una legge sulla ricostruzione post-bellica, la famosa strada nord-sud.
E' un'opera che ha in sé importanza per capire quella che è stata una macchina procedurale, istituzionale, burocratico-amministrativa che non ha funzionato, per capire dove non ha funzionato, quali sono le responsabilità di atti e di omissioni di atti compiuti. Ecco la notizia criminis. Noi non dobbiamo andare oltre e dire che ci sono sicuramente reati, dobbiamo dire che l’Amministrazione, le istituzioni non hanno fatto il loro dovere e capire dove è mancata l'opera, dove è mancato il tassello. La commissione d'inchiesta dà forza, dà rilievo politico per capire che in questa regione, se non è stato realizzato alcunché del piano dei trasporti ci sono delle spiegazioni, ci sono delle responsabilità sotto un profilo amministrativo, sotto un profilo politico generale, quindi un'indagine che potrebbe essere conoscitiva, seria, approfondita, cosa che va al di là dell'ordinario, perché la Commissione quarta ha a che fare con atti e leggi che sono ordinariamente iscritte all'ordine del giorno dei lavori di Commissione e poi si iscrivono in aula. Non può svolgere un lavoro così capillare se non in un arco di tempo molto lungo, perdendo quella tempestività che oggi sarebbe necessaria per intervenire nel dibattito, anche nei piani prossimi sulla materia trasportistica ed infrastrutturale, quelli che devono essere realizzati e concretizzati nella nuova sinergia Regione-organi centrali. Questa è la spiegazione di una richiesta legittima, legittimamente fondata su passaggi anche regolamentari e normativi chiari, perché il regolamento lo prevede, lo Statuto lo prevede, quindi una richiesta assolutamente fondata che invece oggi scandalosamente viene bocciata dalla maggioranza. E questo dato non passerà inosservato. Pertanto Silenzi, se tu hai la preoccupazione di non far fare campagne elettorali attraverso strumenti che ritieni non idonei, questa preoccupazione sarà ulteriormente nei fatti, perché il vostro atteggiamento, il vostro no darà la stura a critiche e a prese di posizione molto dure e forti che ci permetteranno di fare una campagna elettorale assolutamente agevole: già abbiamo voti e consensi popolari, con questi vostri atteggiamenti i voti si moltiplicheranno nei collegi non solo del maceratese e dell'ascolano ma in tutta la regione Marche e avremo grosse sorprese, perché se questo è il vostro atteggiamento nei confronti dei cittadini, se questo è il vostro rispetto del ruolo istituzionale che chiede con forza e fondatamente delle garanzie di certezza e di trasparenza, di conoscere perché sono accaduti certi fatti nella nostra regione, abbiamo le idee giuste e i giusti argomenti per stravincere la prossima competizione nazionale ma anche quella della partita regionale.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Brini.

OTTAVIO BRINI. Chiedo, a nome anche dei consiglieri Giannotti e Grandinetti la votazione dell’ordine del giorno per appello nominale. Nel contempo ribadisco che in quarta Commissione saremo attenti e vigili come siamo stati fino ad oggi e denunceremo all’opinione pubblica qualora la maggioranza non riuscisse a portare avanti questo lavoro.

PRESIDENTE. Prego di procedere alla votazione per appello nominale, a partire dal n. 17.

MARCO AMAGLIANI, Consigliere segretario. Procedo alla chiama:
Franceschetti sì
Gasperi no
Giannotti no
Grandinetti no
Luchetti sì
Martoni sì
Massi no
Melappioni sì
Minardi assente
Mollaroli sì
Moruzzi sì
Novelli no
Pistarelli no
Procaccini sì
Ricci Andrea sì
Ricci Giuseppe sì
Rochi sì
Romagnoli no
Secchiaroli sì
Silenzi sì
Spacca sì
Tontini sì
Trenta no
Viventi no
Agostini sì
Amagliani sì
Amati sì
Ascoli sì
Avenali sì
Benatti sì
Brini no
Castelli no
Cecchini assente
Cesaroni no
Ciccioli no
D’Ambrosio sì
D’Angelo sì
Donati sì
Favia no

(Il Consiglio non approva)




Comunicazioni del Presidente della Giunta

PRESIDENTE. Ha la parola il Presidente D’Ambrosio per una comunicazione sull’uranio impoverito.

VITO D’AMBROSIO, Presidente della Giunta. Faccio una comunicazione molto veloce, che verrà distribuita a tutti i consiglieri. Do notizia della mia prima dichiarazione all’agenzia Ansa in data 3 gennaio dove sottolineavo la nostra preoccupazione per tutto quello che potrebbe derivare da una situazione della quale non conosciamo assolutamente le dimensioni reali ed effettive sull’uso di questi strumenti nei luoghi in cui sono stati usati, sulle conseguenze avute a danno sia delle forze armate che sono intervenute sia anche dei nostri volontari e sia anche per il prospetto che potrebbe essersi verificato, aumentando l’inquinamento marino a un livello e per un elemento di estrema preoccupazione.
Successivamente, in data 11 gennaio ho scritto al Presidente del Consiglio dei ministri Giuliano Amato per chiedere informazioni e chiarimenti sui problemi connessi all’utilizzo dell’uranio impoverito nell’area dei Balcani. Dico che c’è una forte e legittima preoccupazione della comunità marchigiana, perché la regione, insieme alle altre regioni adriatiche «è stata esposta nelle tragiche vicende che hanno colpito le nazioni dell'altra sponda. Il tema dell’inquinamento del mare Adriatico, essendo stato questo mare in molte sue parti utilizzato come "pattumiera" per lo scarico di bombe, provoca molta preoccupazione per i possibili effetti inquinanti sull'attività ittica. Motivata è la preoccupazione di tanti marchigiani che come volontari hanno operato, in questi anni, sotto diverse sigle, nei territori coinvolti dalla crisi balcanica. Pertanto Le chiedo, per dare risposte rassicuranti ed esaurienti sia alla comunità marchigiana che al Consiglio regionale, interprete delle sue preoccupazioni, informazioni dettagliate o eventuali conclusioni sulla bonifica del mare Adriatico e anche sulle possibilità di rischi tuttora esistenti; informazioni sulle iniziative di monitoraggio sanitarie ed ambientali, in merito alle recenti vicende. Su queste operazioni, soprattutto sulla seconda, offro la collaborazione delle strutture sanitarie, tecniche e scientifiche regionali ed operanti nelle Marche, in appoggio e in accordo con quelle nazionali».
Ho preannunciato al presidente del Consiglio questa lettera, ma il presidente del Consiglio è in Cina quindi non sono riuscito a parlarci direttamente ma la lettera è stata già inviata alcuni giorni fa.

PRESIDENTE. Su questo tema rientreremo nel corso del prossimo Consiglio con le mozioni e le interrogazioni.
La seduta è tolta.

La seduta termina alle 14,20