Resoconto seduta n. 28 del 08/02/2001
RESOCONTO INTEGRALE

SEDUTA DI GIOVEDI' 8 FEBBRAIO 2001
PRESIDENZA DEL PRESIDENTE Luigi MINARDI

La seduta inizia alle 11,05

Approvazione verbale

PRESIDENTE. Ove non vi siano obiezioni do per letto, ai sensi dell’art. 29 del regolamento interno, il processo verbale della seduta n. 27 del 16.1.2001.

(E’ approvato)



Proposte di legge
(Annuncio e assegnazione)

PRESIDENTE. Sono state presentate le seguenti proposte di legge:
— n. 36 in data 17.1.2001, ad iniziativa dei consiglieri Avenali, Silenzi, Tontini, Franceschetti, Mollaroli e Amati: «Interventi per la valorizzazione delle produzioni agroalimentari marchigiane», assegnata alla terza Commissione in sede referente e alla seconda per il parere obbligatorio;
— n. 37 in data 25.1.2001, ad iniziativa della Giunta: «Disposizioni generali in materia di sanzioni amministrative per violazione di norme tributarie di competenza della Regione e degli enti locali per le funzioni delegate», assegnata alla seconda Commissione in sede referente;
— n. 38 in data 19.1.2001, ad iniziativa della Giunta: «Norme a tutela dell’infanzia e dell’adolescenza», assegnata alla prima Commissione in sede referente e alla seconda per il parere obbligatorio;
— n. 39 in data 5.2.2001, ad iniziativa della Giunta: «Semplificazione del sistema normativo regionale mediante abrogazione di disposizioni normative».



Proposte di atto amministrativo
(Annuncio e assegnazione)

PRESIDENTE. Sono state presentate le seguenti proposte di atto amministrativo:
— n. 39 in data 11.1.2001, ad iniziativa del consigliere Massi: «L.R. 6.8.1997, n. 52, Adesione della Regione Marche all’Istituto Matteo Ricci per le relazioni con l’oriente», assegnata alla prima Commissione in sede referente e alla seconda per il parere obbligatorio;
— n. 40 in data 30.1.2001, ad iniziativa della Giunta: «Integrazione del programma finanziario di ripartizione dei finanziamenti per la ricostruzione post terremoto sulla base degli ulteriori finanziamenti previsti dalla legge finanziaria 2001», assegnata alla quarta Commissione in sede referente e alla seconda per il parere obbligatorio;
— n. 41 in data 5.1.2001 ad iniziativa della Giunta: «Programma degli interventi a favore di giovani e adolescenti 2001-2003», assegnata alla prima Commissione in sede referente;
— n. 42 in data 7.1.2001 ad iniziativa del consigliere Amagliani: «L.R. 6 agosto 1997, n. 52: Adesione della Regione Marche alla Federazione mondiale delle città unite», assegnata alla prima Commissione in sede referente e alla seconda per il parere obbligatorio.



Mozioni
(Annuncio di presentazione)

PRESIDENTE. Sono state presentate le seguenti mozioni:
— n. 79 dei consiglieri Grandinetti, Trenta, Brini, Giannotti, Ceroni e Cesaroni: «Realizzazione dell’ospedale di rete di Osimo in località San Sabino», iscritta all’ordine del giorno in quanto abbinata all’interrogazione n. 165 e alla mozione n. 19;
— n. 80 dei consiglieri Amati, Silenzi e Mollaroli: «Azioni politiche in favore del popolo della Repubblica Araba Saharawi Democratica»;
— n. 81 dei consiglieri Favia, Giannotti, Brini, Ceroni, Cesaroni, Grandinetti e Trenta: «Inibizione dell’utilizzo dell’aeroporto di Linate ai voli da e per l’aeroporto di Falconara»;
— n. 82 dei consiglieri Favia, Grandinetti, Giannotti, Brini, Ceroni, Cesaroni e Trenta: «Realizzazione del nuovo ospedale di Osimo in località San Sabino», iscritta all’ordine del giorno in quanto abbinata all’interrogazione n. 165 e alla mozione n. 19;
— n. 83 del consigliere Pistarelli: «Terza corsia A/14»;
— n. 84 del consigliere Romagnoli: «Situazione di ordine pubblico Lido Tre Archi di Fermo — Proposta di potenziamento e istituzione presidi pubblica sicurezza locali»;
— n. 85 dei consiglieri Ceroni, Giannotti, Brini e Favia: «Inquinamento ambientale nei teatri operativi del Balcani»;
— n. 86 del consigliere Pistarelli: «Problematiche inerenti la gestione degli impianti sciistici«;
— n. 87 dei consiglieri Pistarelli, Castelli, Novelli, Ciccioli, Gasperi e Romagnoli: «Condanna contro tutti i tipi di droga»;
— n. 88 dei consiglieri Procaccini e Martoni: «Conseguenze derivanti dall’uso di uranio impoverito da parte dei contingenti americani in Bosnia»;
— n. 89 dei consiglieri Giannotti, Brini, Ceroni, Cesaroni, Favia, Grandinetti e Trenta: «Lavori di realizzazione della terza corsia sulla A/14 nel tratto romagnolo — Iniziative della Regione per chiedere il prolungamento dei lavori del tratto marchigiano»;
— n. 90 del consigliere Viventi: «Misure urgenti da assumere in merito alla realizzazione dell’ospedale di rete della valle del Musone ubicato in Osimo».



Legge regionale restituita vistata
dal commissario del Governo

PRESIDENTE. Il commissario di Governo nella Regione Marche ha restituito, vistata, la legge regionale concernente «Gratuità delle prestazioni d’emergenza-urgenza erogate dal pronto soccorso — Modificazioni all’art. 20 della L.R. 30.10.1998, n. 36»



Nomina

PRESIDENTE. Con mio decreto n. 11 del 22 gennaio 2001 ho provveduto alla nomina del presidente del collegio dei revisori dei conti dell’agenzia regionale per la protezione ambientale (Arpam).



Affidamento incarico

PRESIDENTE. Comunico ai sensi dell’art. 10, comma 7 del regolamento interno, che l’Ufficio di presidenza intende procedere al conferimento di incarichi di consulenza a esperti esterni per l’esigenza dei lavori della Commissione straordinaria per lo Statuto e la riforma elettorale su indicazione della Commissione stessa.




Ordine del giorno della seduta

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare sull'ordine dei lavori il consigliere Procaccini. Ne ha facoltà.

CESARE PROCACCINI. Chiedo l'iscrizione all'ordine del giorno della mozione n. 88 sull'uranio.

PRESIDENTE. Si abbinerebbe alla 74 e alla 76.
Ha la parola il consigliere Amati.

SILVANA AMATI. Chiedo di discutere, magari alla fine della mattinata o anche portare all'approvazione dell'aula in tempi molto rapidi, la mozione n. 80 sulle azioni politiche in favore del popolo della Repubblica Saharawi Democratica, perché c'è un'iniziativa nazionale proprio il 22 di questo mese e c'è un'azione generale nelle Regioni e nei Comuni italiani per dare un sostegno visibile a questa causa. Siccome su questo atto più volte il Consiglio si è espresso all'unanimità senza problemi, chiedo la cortesia, senza discussione, di portare questo atto in approvazione entro la giornata.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Pistarelli.

FABIO PISTARELLI. Abbiamo appreso dalla stampa di un'accelerazione da parte dell'azienda Enel di chiusura del centro direzionale territoriale delle Marche. Ritengo che sia doveroso da parte di questo Consiglio porre al centro dei lavori, nella giornata di oggi, questa questione. Ho predisposto una bozza di mozione di cui chiedo l'iscrizione d'urgenza, che potrebbe essere rivista. Ritengo che la decisione dell'Enel sia grave; ritengo, altresì, che il Consiglio regionale si era già espresso nel passato, protestando verso la perdita di centri direzionali ed apicali del nostro territorio, vedi vicende Telecom, vedi vicende legate alle Ferrovie dello Stato. Questa questione dell'Enel è adesso una mannaia anche sotto il profilo occupazionale oltre che funzionale per il nostro territorio, pertanto abbiamo proposto poche righe di documento che chiedo possa essere iscritto, per poi rivederle nella massima disponibilità con tutti i gruppi.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Viventi.

LUIGI VIVENTI. Presidente, chiedo l'iscrizione della mozione n. 90 sull'ospedale di Osimo, visto che tra l'altro si dovrebbe trattare l'argomento su un'altra interrogazione o mozione di Forza Italia.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Romagnoli.

FRANCA ROMAGNOLI. Chiedo l'abbinamento della mia mozione n. 84 alle 27 e 53 relative allo stesso oggetto.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Giannotti.

ROBERTO GIANNOTTI. Chiedo, come il collega dei Comunisti italiani, che il dibattito sul problema dell'uranio impoverito coinvolga tutti gli strumenti ispettivi che sono stati presentati. C'è anche una mozione di Forza Italia che chiedo venga abbinata alle altre e quindi si faccia una discussione unica.
Convengo con la richiesta del consigliere Pistarelli rispetto all'esigenza che oggi il Consiglio trovi un momento per approfondire le problematiche relative alla situazione di disagio del personale dell'Enel e alle conseguenze che si paventeranno per le Marche. Non ho problemi particolari rispetto a questa cosa, anche se vorrei chiedere un favore personale al consigliere Amati: vista la sua grande sensibilità rispetto ai problemi della pace, vista la grande disponibilità di questo consesso ad assecondare, comunque a dare spazio alle sue cose, se ci coinvolgesse un pochino prima, specialmente su alcune questioni dove il confronto non è così acceso potremmo arrivare ad un pronunciamento unanime, anche più partecipato da parte del Consiglio.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Gasperi.

GILBERTO GASPERI. Volevo solamente chiedere se l'ordine del giorno rimane identico o viene stravolto.

PRESIDENTE. Adesso raccogliamo le proposte. E' stata indicata la necessità di iscrivere la 84, la 85, la 88 e la 90 che sono abbinabili ad argomenti già previsti, e secondo un principio discusso dalla Conferenza dei presidenti di gruppo si possono accogliere.
Ha la parola il consigliere Brini.

OTTAVIO BRINI. Faccio un invito, più che al Presidente al mio presidente di gruppo Giannotti. Nel momento della stesura dell'ordine del giorno, dato che c'è un ordine cronologico di presentazione delle mozioni e considerato che ne ho personalmente presentate due, una il 18 settembre sulla Asl di Civitanova, e una il 6 ottobre sulla A14, gradirei che fossero discusse in tale ordine. Chiedo quindi cortesemente al mio presidente di gruppo che alla prossima riunione della Conferenza dei presidenti di gruppo faccia inserire la mozione 39 che riguarda la funzionalità della A14, visto che anche la Regione Marche in questi giorni si è mossa con un interessantissimo convegno di cui però in quest'aula non si parla. Più che parlare all'esterno con tavoli, incontri e dibattiti è giusto che anche il Consiglio regionale si esprima. Quindi un invito caloroso al mio presidente di gruppo affinché questo argomento venga inserito all'ordine del giorno.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Silenzi.

GIULIO SILENZI. Se gli inviti venissero fatti per tempo potremmo eliminare il "caloroso". Sul popolo saharawi noi siamo d'accordo ad estendere le firme, affinché vi sia una risoluzione unitaria. Per quanto riguarda l'Enel siamo d'accordo a discutere, considerando che su questo aspetto particolare già il Consiglio aveva discusso e vi erano anche degli impegni, per cui possiamo riprendere da lì una discussione vista l'urgenza, le notizie di queste ultime ore che ci preoccupano e meritano una discussione consiliare.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Ciccioli.

CARLO CICCIOLI. Senza mutare l'ordine dei lavori, chiedo che l'interrogazione sulle Cartiere Miliani, a cui Rifondazione comunista ha chiesto di abbinare una sua interpellanza, venga discussa subito, perché c'è una delegazione di lavoratori che devono riprendere il lavoro nel pomeriggio. E' solo un atto di attenzione.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Massi.

FRANCESCO MASSI GENTILONI SILVERI. Il gruppo Ccd è d'accordo su quanto richiesto da Giannotti e Silenzi. Siamo anche d'accordo sull'istanza adesso avanzata da Ciccioli. Tengo a precisare, con il rispetto dovuto a tutte le altre mozioni, che la mozione da me presentata contraria alla possibilità per i sindaci di essere eletti per il terzo mandato, è una mozione che rischia di andare fuori tempo, viste le politiche nazionali.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Silenzi.

GIULIO SILENZI. Anche noi siamo d'accordo ad anticipare la discussione sulle Cartiere Miliani, perché la riteniamo un'altra priorità di discussione. Gli argomenti sono tanti e siamo anche disponibili a contingentare i tempi di discussione, nel senso che ci interessa arrivare alle risoluzioni, le questioni che sono state proposte sono molte e il nostro gruppo è d'accordo anche a una definizione dei tempi di discussione per arrivare poi all'approvazione delle mozioni.

LUIGI VIVENTI. Sono d'accordo sulla proposta per le Cartiere Miliani e sono d'accordo anche sulla proposta di Silenzi di darci un tempo, altrimenti quest'aula avrà difficoltà obiettiva a discutere tutto.

PRESIDENTE. Direi di chiudere la discussione sull'ordine del giorno raggruppando le mozioni 84, 85, 88 e 90 ad argomenti già iscritti all'ordine del giorno, secondo principi stabiliti anche dalla Conferenza dei presidenti dei gruppi.
Pongo in votazione la proposta di inserire le mozioni 84, 85, 88 e 90 e di aggregarle agli argomenti già in discussione oggi.

(Il Consiglio approva)

Vi è poi la richiesta di inserimento all'ordine del giorno della mozione 80, su proposta del consigliere Amati, con la disponibilità ad estendere la sottoscrizione. Se vi sarà una rapida discussione potrà essere approvata rapidamente nella seduta odierna. Tutto questo non stravolge l'ordine del giorno così come formulato.

(Il Consiglio approva)

Altra richiesta che viene avanzata è l'iscrizione all'ordine del giorno di una mozione sull'Enel, mettendola in votazione in data odierna. Direi però di rispettare anche la volontà di non stravolgere l'ordine del giorno e di metterla a seguire.

(Il Consiglio approva)

Resta da discutere su due questioni. La prima riguarda la modifica dell'ordine dei lavori relativamente all'interpellanza-interrogazione sulle Cartiere Miliani di Fabriano. Sentito il dibattito si pone questa interrogazione al primo punto.
Resta la mozione n. 50 sul terzo mandato che lascerei allo stesso posto in cui si trova, vista anche l'intenzione di concludere l'ordine del giorno.

FABIO PISTARELLI. Presidente, direi di assumere un impegno di discuterla nella giornata, per non arrivare alle 19 con un fuggi-fuggi rinviando sine die questo problema. Magari, verso le 17-18, anticipare questo punto che, rimanendo in fondo all'ordine del giorno verrebbe discusso non si sa quando.

PRESIDENTE. D'accordo.
Nel frattempo invito la presentatrice della mozione sul popolo saharawi Silvana Amati a verificare la possibilità di una adesione più larga alla mozione, in modo da arrivare a una rapida approvazione.
Ha la parola il consigliere Procaccini.

CESARE PROCACCINI. Sono d'accordo sulla questione delle Cartiere Miliani e anche dell'Enel, ma vorrei ricordare a qualche consigliere distratto — e per la verità lo vorrei ricordare anche alla Giunta regionale — che questo Consiglio sulla questione dell'Enel in tempi utili aveva approvato una risoluzione presentata dal gruppo Comunista, per il percorso da seguire e purtroppo devo muovere la critica che da allora non è stato fatto nulla, perché insieme alla trattativa sindacale della quale siamo rispettosi, c'erano tuttavia tempi e modi per fare qualche cosa. Noi siamo comunque d'accordo a riprendere questo tipo di discussione.



Interrogazione (Svolgimento): «Cessione del capitale sociale delle Cartiere Miliani di Fabriano» Ciccioli (177)
Interpellanza (Svolgimento): «Privatizzazione del gruppo Cartiere Miliani Fabriano» Amagliani (18)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l'interrogazione n. 117 del consigliere Ciccioli e l'interpellanza n. 118 del consigliere Amagliani, il quale ha la parola per illustrare l'interpellanza stessa.

CARLO AMAGLIANI. Signor Presidente, consiglieri, alcuni giorni prima che scadesse il termine ultimo per la presentazione delle domande per la vendita, oserei dire "svendita", delle Cartiere Miliani, il gruppo della Rifondazione comunista ha presentato questa interpellanza che in qualche modo ripercorre, molto succintamente, la prestigiosa storia delle Cartiere Miliani, un'industria celebre in tutto il mondo, però con un punto dolente: quello che analizza il processo di privatizzazione in corso.
E' veramente incredibile come un'azienda di questa portata, che ha dato lustro non soltanto alla città di Fabriano ma complessivamente alla Regione Marche e all'Italia intera, possa vedere una sorte di questo tipo, della quale a tutt'oggi non si conoscono esattamente i confini.
La vicenda ultima che interessa la ristrutturazione delle Cartiere Miliani e il processo di privatizzazione, parte dall'accordo dell'1.7.1999 che risaliva alla legge 144 del 1999, la quale all'art. 22 prevedeva un interesse specifico dello Stato italiano, quindi del Ministero del tesoro, dell'Istituto poligrafico e zecca dello Stato a un processo di ristrutturazione e alla tutela complessiva dei posti di lavoro.
A fronte di tutto ciò è intervenuto nell'agosto del 2000 un accordo sindacale che di fatto ha rimesso in discussione quanto previsto dal precedente accordo del 1999.
Allo stato delle cose abbiamo un'azienda della quale non credo si possa dire con certezza quale sarà il futuro. Se dovessimo tener conto del processo in atto potremmo senz'altro verificare come alcuni pezzi dello stessa — e mi riferisco alla Fad di Sassoferrato — di fatto sono già stati svenduti, nel senso che non è un segreto per nessuno che il prezzo di vendita di quel pezzo di azienda controllato dalle Miliani è stato sicuramente sottostimato rispetto al suo valore reale.
Se il buongiorno si vede dal mattino, se questo è il punto di partenza ho fortissime preoccupazioni per quello che andremo a verificare dopo.
Cosa chiedo con questa interpellanza? Credo che dovremmo avere delle risposte certe. Mi rendo perfettamente conto che le risposte certe e la competenza reale non sono di quest'aula, del Consiglio regionale delle Marche, ma certo il Consiglio regionale delle Marche, il suo Esecutivo, il suo assessore all'industria, il suo assessore al lavoro, il Presidente stesso possono intervenire, forzare nei confronti del Governo nazionale affinché le richieste brevi che io faccio possano in qualche modo trovare una soluzione positiva.
Chiedo che il frazionamento di questa storica azienda venga bloccato per quanto possibile. Chiedo altresì — e questo al di là di come si concluderà la vicenda — che si proceda immediatamente ad un risanamento effettivo, ad una ristrutturazione di quell'azienda così come peraltro previsto dallo stesso articolo 122 della legge 144 del 1999 che prima citavo. Con quella legge addirittura si fornivano 80 miliardi perché iniziasse un processo di ristrutturazione di quell'azienda e un anno dopo non solo questo non si fa ma addirittura si passa ad un'altra soluzione.
Riaffermiamo la necessità inderogabile che venga ristrutturata quell'azienda, che ci sia un percorso di risanamento economico attraverso la presentazione di un piano industriale certo che a tutt'oggi ancora non esiste e, insieme a questo, che vi sia la tutela complessiva dei posti di lavoro. Questa è la prima questione, ma su ciò non posso non registrare come ci sono già 200 posti di lavoro interessati da cassa integrazione e allo stesso momento vengono fatte delle assunzioni definite "professionali", termine su cui c'è stata un'accentuazione eccessiva, nel senso che vanno a sostituire qualcosa che già c'era, che è stato accantonato, "a favore di". Allo stesso modo non posso non rimarcare, conoscendo alcuni dati di quell'azienda, come ci sia un ricorso eccessivo al lavoro straordinario. Quindi le due cose sono completamente in contraddizione.
L'ultima cosa che voglio far rilevare è come sia necessario controllare — e questo Esecutivo, pur con tutti i limiti può farlo — che se proprio si deve arrivare — e noi non ce lo siamo augurati, ma credo che allo stato delle cose ben poco si possa fare nonostante abbiamo dedicato piena attenzione a questo problema — fino in fondo, non si arrivi almeno ad una svendita, riconfermando la tutela piena dei posti di lavoro.
So esistere una relazione della Corte dei conti — chiedo agli assessori competenti di verificare questa cosa — la quale sembra non approvare il processo di privatizzazione in atto, in quanto in controtendenza rispetto alla legge 144.
Alcuni giorni fa un parlamentare della nostra regione ha detto che non si conosce il valore patrimoniale di questa azienda. Credo che se le cose stanno così siamo davvero di fronte ad un atto illegittimo, nel senso che non è possibile procedere alla privatizzazione di alcunché, ove non si conosca e non si stimi esattamente il valore dell'azienda.
Questo era l'oggetto complessivo della mia interpellanza, su queste questioni chiedo una risposta agli assessori competenti. Valuterò le risposte e poi replicherò, come mio diritto, ma mi auguro fin da ora che vi sia davvero un'attenzione particolare a questo problema.

PRESIDENTE. Ha la parola l'assessore Spacca per rispondere all'interpellanza e all'interrogazione del consigliere Ciccioli.

GIAN MARIO SPACCA. La frequenza con cui in quest'aula torniamo a parlare del problema delle Cartiere Miliani di Fabriano testimonia quanto grande sia l'attenzione del Consiglio regionale nei confronti di questo problema e naturalmente la Giunta regionale non si sottrae al compito e all'invito che il Consiglio le rivolge, seguendo questa vicenda con altrettanta particolare attenzione. Voi sapete che numerosi sono stati e continuano ad essere gli incontri ai massimi vertici che hanno coinvolto in continuazione l'attuale Presidente, il precedente Vicepresidente della Giunta regionale e gli attuali assessori del Governo regionale rispetto alle varie questioni che afferiscono a questa complessa problematica. Nei confronti del Tesoro viene svolta un'azione continua di presenza rispetto alle coordinate che abbiamo assunto per la gestione di questa partita e che ci vedono impegnati soprattutto a conseguire alcuni obiettivi fondamentali che qui vorrei ricordare.
Così come diceva ora il consigliere Amagliani, l’obiettivo è quello di arrivare al rilancio del Gruppo industriale fabrianese, al suo riposizionamento sul mercato internazionale in una posizione competitiva, quindi avere un piano industriale che sia coerente con questo obiettivo finalizzato appunto al rilancio del Gruppo industriale sul mercato internazionale, che comprenda — e sono gli altri punti del nostro decalogo — la salvaguardia dei livelli occupazionali e il miglioramento qualitativo delle risorse umane che sono coerenti con questo obiettivo, la salvaguardia delle tre unità produttive in territorio marchigiano — Pioraco, Castelraimondo e Fabriano — e, infine, il mantenimento della "testa pensante", ovvero del momento di riferimento direzionale sul territorio della nostra regione, in modo tale che la strategia che riguarda questo gruppo industriale non sia pensata al di fuori ma sia pensata in un contesto fortemente collocato sul nostro territorio.
Su questi punti è stata fatta un'azione martellante di pressione nei confronti del Tesoro che li ha acquisiti anche in atti formali e li ha trasmessi all'advisor anche rispetto al processo di selezione del partner con cui dovrà essere realizzato questo complesso iter attivato dalla pubblicazione del bando di gara del gennaio scorso.
Rispetto a questo argomento — e qui vengo alle domande che porrà il consigliere Ciccioli — la gara internazionale che è stata avviata per selezionare il partner privato con cui realizzare il rilancio industriale delle Cartiere Miliani è definita dalle procedure che caratterizzano queste gare internazionali, quindi rispetto all'iter noi abbiamo elementi certi soltanto sotto il profilo procedurale. Per esempio, relativamente alla notizia circolata che 18 siano state le offerte, o meglio le manifestazioni di interesse, non abbiamo ricevuto conferme da parte del Tesoro in quanto questa notizia è riservata sulla base delle modalità che definiscono le procedure di questa gara internazionale, che peraltro non è nuova ma è una procedura che si ripete in tutte le circostanze analoghe.
Sappiamo però quale sarà l'iter di questa procedura, perché alle manifestazioni di interesse che hanno riguardato 19-20 soggetti seguirà ora — ci è stato comunicato dal Tesoro — la verifica da parte dell'advisor della veridicità delle dichiarazioni di coloro che hanno manifestato interesse a partecipare alla gara internazionale, cioè se le condizioni che erano state espresse nel bando con cui si è proceduto alla gara siano o meno soddisfatte. Questo porterà a una cernita di tutti coloro che hanno manifestato l'interesse a partecipare alla gara. Naturalmente saranno esclusi coloro che non presentano le caratteristiche che erano state previste dal bando.
A questi soggetti così cerniti, così selezionati l'advisor manderà una lettera di riservatezza con cui comunicherà dati particolarmente riservati rispetto a elementi informativi e strategici che riguardano il Gruppo industriale, insieme a un memorandum informativo. Naturalmente, il fatto che si chiama "lettera di riservatezza" testimonia quanta cura ci sia rispetto a questo iter e se da parte dei soggetti che riceveranno questo memorandum verranno divulgate le notizie in esso fornite, ci saranno procedure di responsabilità civile. Quindi ci muoviamo su un piano di grande attenzione sul piano procedurale.
Coloro che riceveranno queste "lettere di riservatezza" avranno quindici giorni per formulare un'offerta preliminare. Sulla base di questa offerta preliminare — passiamo dalla manifestazione d'interesse alla vera offerta — l'advisor avvierà una vera e propria procedura di selezione su questa offerta preliminare su cui avverrà la costruzione del vero e proprio piano, un'azione che sul piano tecnico si chiama con un difficile termine inglese, che comporterà una costruzione del piano industriale con cui si metteranno in gioco davvero le possibilità di rilancio del Gruppo industriale fabrianese.
Dopo questa azione avverrà l'offerta finale, l'offerta vincolante in cui si manifesteranno interessi veri da parte dei soggetti che sono realmente intenzionati a partecipare a questo progetto industriale, quindi ad acquistare le Cartiere Miliani, a partecipare al capitale sociale delle Cartiere Miliani. Su questa offerta vincolante avverrà la selezione del progetto vincitore sulla base di una graduatoria.
Quindi la richiesta che formulava il consigliere Ciccioli rispetto alla opportunità di una proroga della possibilità per i soggetti privati di manifestare il proprio interesse all'acquisto, mi pare che alla luce di questa procedura sia non opportuna, anche perché la procedura è una procedura di gara internazionale, quindi formulare una proroga rispetto alla semplice manifestazione d'interesse mi pare eccessivo e comunque credo che anche da un punto di vista formale non sarebbe stato possibile.
Tutta questa procedura che ora ho cercato di illustrare, nonostante che sia così complessa e articolata non si protrarrà per molto tempo, perché tutto questo dovrebbe avvenire nell'arco di circa 28 settimane, quindi a partire da questo momento ci saranno circa sei mesi di tempo per arrivare alla conclusione di questo iter, prevedibilmente. Alla fine di giugno-inizio di luglio dovremmo quindi sapere chi è il partner con cui il Gruppo industriale fabrianese costruirà il progetto industriale per realizzare il proprio rilancio in una dimensione di mercato internazionale.
Vorrei ri-assicurare il consigliere Amagliani che da parte della Giunta regionale con i suoi vertici impegnati in primissima persona, si seguirà tutto questo iter procedurale con estrema attenzione affinché siano realizzati gli obiettivi che prima erano stati dichiarati. Nel frattempo da parte del Governo regionale si stanno attivando delle iniziative concrete sul piano amministrativo che testimoniano quanto grande sia l'attenzione nei confronti di questa partita. Mi riferisco alla modalità delle risorse previste nelle intese istituzionali di programma finalizzate al potenziamento delle reti infrastrutturali del distretto industriale del terremoto, pensate proprio con l'idea di creare economie esterne sul piano delle reti energetiche, sul piano della viabilità secondaria, sul piano delle reti idriche, sul piano delle reti anche di carattere immateriale finalizzate proprio a creare vantaggi competitivi anche per le Cartiere Miliani Fabriano. Mi riferisco alla legge 488 che è stata impostata sia sul piano delle graduatorie speciali che di quelle ordinarie affinché ci fossero opportunità per le imprese che facciano grandi investimenti com'è e come dovrà essere nelle intenzioni del gruppo che fa riferimento alle Cartiere Miliani Fabriano. Non dimentichiamo che c'è l'opportunità di avere un contributo in conto capitale del 20% sull'investimento, equivalente sovvenzione netta, cioè a fondo perduto. Non ci dimentichiamo le opportunità che sono state offerte con le interpretazioni, le circolari e le ordinanze della legge 61: mi riferisco all'ordinanza 31.3.2000, n. 30049, art. 4, che abbassando i livelli di danneggiamento consentirà alle Cartiere Miliani di poter ottenere i benefici per la ricostruzione, soprattutto nello stabilimento di Pioraco, delle provvidenze previste dalla legge 71. Stiamo parlando di circa 8 miliardi. Senza dimenticare il piano delle opere pubbliche della nostra Regione dove, sempre per lo stabilimento di Pioraco, sono previsti interventi presentati dallo stesso Comune per il miglioramento del sistema delle infrastrutture a servizio dell'unità produttiva per altri 4,5 miliardi.
Non sono queste le uniche misure che testimoniano l'attenzione del Governo regionale nella vicenda e che fanno capire al Poligrafico, al Tesoro, ma anche al possibile partner quanto grande sia l'attenzione nei confronti di questa iniziativa industriale da parte di tutta la comunità che ne riconosce la valenza non soltanto economica ma storica e sociale, perché c'è tutta la partita che riguarda la formazione professionale su cui credo interverrà poi l'assessore Cecchini e che viene seguita con altrettanta attenzione.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Ciccioli per dichiararsi soddisfatto o meno.

CARLO CICCIOLI. Ringrazio il Presidente Minardi di aver messo in votazione l'inversione dell'ordine del giorno per parlare subito di questo punto e ringrazio il consigliere Amagliani di Rifondazione comunista per la presentazione dell'interpellanza il giorno dopo la nostra interrogazione, così ha valorizzato l'intervento, su questo tema, di Alleanza nazionale.
Ho la fortuna di parlare dopo gli altri, quindi di poter intervenire in maniera particolare, perché il problema delle Cartiere Miliani è qualcosa di più di un semplice problema occupazionale. Per esempio, oggi è stato presentato un ordine del giorno sull'Enel, spesso ci occupiamo di situazioni di crisi nell'ambito occupazionale, qui ci troviamo di fronte a un problema di occupazione per i dipendenti, ma di presenza sul nostro territorio di un gruppo economico estremamente importante.
Abbiamo già assistito, in precedenza, al frazionamento dell'azienda, che è stato condiviso da forze politiche di governo che sostanzialmente hanno impoverito il nucleo centrale del gruppo. La fase è adesso particolarmente delicata, perché la privatizzazione consiste nel passaggio da mani pubbliche, o comunque di società controllate dal pubblico a mani private e tutti sanno che ormai da alcuni anni, non solo in Italia ma anche a livello internazionale esiste il problema delle privatizzazioni in cui alcuni manovratori riescono a fare operazioni economiche — per carità, legittime — che non sono a vantaggio dell'impresa nel contesto del territorio ma a vantaggio di coloro che hanno il capitale per realizzare l'operazione.
Vorrei aggiungere una cosa che sicuramente appartiene alla dinamica economica di questo periodo, relativa all'internazionalizzazione delle aziende. Addirittura questa nostra Regione ha approvato una legge che favorisce lo spostamento all'estero dei nostri imprenditori, con tutto il positivo e il negativo che c'è dietro. Quindi è un passaggio importantissimo.
Perché l'interrogazione? Perché il 9 gennaio esce, sull'inserto de Il Sole 24 Ore, a pag. 34 il bando per la cessione da parte dell'Istituto poligrafico e Zecca dello Stato del 99,9% del capitale sociale; bando che esce con sei mesi di ritardo rispetto agli impegni presi. Già dall'estate c'era l'impegno di far uscire questo bando, finalmente il 9 gennaio esce e quando esce, dà fino al 31, 23 giorni di tempo — tenendo presente che la pubblicizzazione non è contemporanea e contestuale — per presentare l'istanza di interesse alla vendita. L'assessore Spacca giustamente ha detto che si tratta di un atto preliminare, perché quelli che contano sono gli atti successivi, però — e qui è la critica che faccio alla gestione della Regione — è vero che la Regione ha sempre seguito gli atti, i passaggi, si è interessata, ma non è stata mai protagonista. A mio parere, ciò che è mancato è un impegno forte nel cercare di promuovere, la Regione stessa in maniera indiretta, con le possibilità che ha, una cordata locale e nazionale che mantenesse il controllo della gestione, per lo meno parziale, dell'azienda sul territorio locale. Qui parlo da consigliere regionale che non si occupa assolutamente di economia all'assessore che si occupa di economia per professionalità, per studi, è dipendente in aspettativa di un gruppo industriale importante quale il gruppo Merloni e sa come vanno queste cose. Il gruppo Merloni, stando sul territorio, avendo la testa sul territorio sicuramente manterrà la territorialità. Quando ci si sposta, quando la testa direttiva va da un'altra parte cambia tutto. Ho assistito personalmente, un po' di tempo fa, a una vicenda americana — mi trovavo casualmente negli Stati Uniti — in cui una banca acquistata da un'altra super banca ha licenziato in 24 ore 2.000 dipendenti, perché ha spostato il centro direzionale e tutte le strutture. Non siamo a questo livello, ma sicuramente il problema esiste.
Mi ha colpito particolarmente una cosa stranissima, comparsa sulla stampa: mentre l'Istituto poligrafico e zecca dello Stato vende le Cartiere Miliani, dall'altra parte, contemporaneamente, presenta istanza di interesse, cioè partecipazione alla gara, insieme al gruppo Benetton e al gruppo Banco di Roma più una società francese per gestire le lotterie nazionali. Questa è la dissonanza fortissima: disimpegno da un'azienda locale che fornisce lo Stato, tra l'altro, e interesse con una cordata, con un gruppo di abbigliamento, con una banca italiana sicuramente importante, con altri gruppi stranieri, a gestire le lotterie. C'è qualcosa che non va in queste vicende dell'economia. Certamente si pagano situazioni vecchie, quando il management delle Cartiere Miliani era di personaggi dello Stato, quelli che sono passati alla storia come i "boiardi di Stato" che acquisivano aziende decotte, legavano aziende sane, tacitavano i sindacati attraverso l'assunzione di loro personale e gestivano il tutto in una logica non industriale. E poi da questo, di colpo, alle svendite.
Tutto questo non ci piace. Noi vorremmo percorsi non inquietanti. Cos'è stato richiesto nell'interrogazione? Anzitutto di allungare i termini per poter fare un gruppo di imprenditori locali e nazionali che partecipasse con un'attenzione diversa da parte dello Stato. Questo non è stato fatto perché i 22 giorni concessi non hanno dato luogo a questa cordata, qualcuno si vanta di dire "ci sono 10+8 offerte" — alcune internazionali, alcune nazionali — "quindi l'azienda è appetibile". Eravamo convinti anche da prima che l'azienda fosse più che appetibile.
La Regione non può legare nessuno, però poteva ispirare, spingere. Personalmente, nel corso di una manifestazione pubblica chiesi a Francesco Merloni come mai il suo gruppo non era interessato a questa azienda e lui mi rispose "industrialmente non ci interessa". Tutti sanno che poi esistono schieramenti politici e diversi e distanti, però nel momento in cui si difende il territorio bisogna fare mucchio. Noi chiediamo almeno che l'assessore all'industria agisca di concerto con un piccolissimo, ristrettissimo comitato di consiglieri regionali che segua il percorso. Noi abbiamo detto, proprio perché l'assessore rappresenta la Giunta, che ci siano in maniera paritaria — perché non è un organo che ha potere politico — due consiglieri di maggioranza e due di minoranza che seguano i percorsi. Ci sono sei mesi di zona d'ombra in cui, se i manovratori della vicenda sono bravi e hanno interessi particolari l'azienda può sfuggire al territorio marchigiano, può essere ulteriormente ridimensionata mantenendo sul territorio un simbolo e andare all'estero, perché le stesse produzioni di carta che si fanno qui, non per la totalità ma per gran parte possono essere svolte, per esempio, in Paesi terzi con costi del lavoro bassissimi. Quindi poniamoci questi problemi. Una Regione responsabile deve porsi questi problemi e se non abbiamo un potere diretto abbiamo però compito di cabina di regia, perché dietro le privatizzazioni ci sono stati, spesso, grandi bidoni in cui chi si è comperato le aziende ha guadagnato tantissimo — aziende sottostimate, sottovalutate che invece avevano grandissima rilevanza — e poi ha scaricato dipendenti, territorio e tutto il resto. Tutti condividiamo il peso di questa azienda sul territorio, credo che la proposta di un comitato misto che segua passaggio per passaggio e affianchi e rafforzi l'assessore sia un atto politico di grandissima rilevanza.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Amagliani, per dichiararsi soddisfatto o meno.

MARCO AMAGLIANI. Non posso negare a quest'aula che non sono soddisfatto della risposta che ha dato l'assessore all'industria, perché prendo atto delle rassicurazioni che ci sono state, dell'attenzione con la quale il problema verrà seguito, ma su una parte in particolare credo che sia necessaria un'ulteriore chiarezza.
Innanzitutto vorrei rassicurare il consigliere Ciccioli. Io non ho avvalorato le tesi di Alleanza nazionale, io ho sollevato con forza...

CARLO CICCIOLI. Non ci sarebbe niente di male...

ROBERTO GIANNOTTI. Se sono giuste...

MARCO AMAGLIANI. La destra sociale era il Movimento sociale italiano, adesso è un'altra cosa. Comunque non ho assolutamente la volontà di avvalorare in nessun caso le tesi di Alleanza nazionale. Ho soltanto voluto porre con forza in quest'aula...

CARLO CICCIOLI. Sbagli.

MARCO AMAGLIANI. Per favore... Ho sbagliato tante volte nella mia vita... Questo non significa che non ci sia nulla su cui non possiamo essere d'accordo, sicuramente questa è una delle questioni sulle quali possiamo essere d'accordo, ma lo spirito con cui ho fatto l'interpellanza non è certo quello di chi vuole avvalorare le tesi di un'altra forza politica. Voglio soltanto sostenere con forza le tesi del partito della Rifondazione comunista, questo mi sia consentito. Questa è una questione che noi seguiamo ed affrontiamo da sempre, che intendiamo seguire ed affrontare ancora ed è con questo spirito che abbiamo posto all'attenzione di quest'aula l'interpellanza.
Non sono soddisfatto, perché in modo particolare dalle parole dell'assessore emerge un concetto di "gara". Io credo che noi dobbiamo rivedere questa questione. Qui non si tratta di una gara pubblica, si tratta di un invito pubblico al quale il Ministero del tesoro si è già riservato la possibilità di ritirare il tutto. E allora perché la definiamo già fin d'ora una gara? Gara non è. E' un invito e rimanga nei termini dell'invito, rimanga nella concezione dell'invito, quindi con la possibilità di rivedere quello che c'è da rivedere ove non si raggiungano quelle che erano le intenzioni iniziali da parte del Ministero del tesoro.
Questa questione della privatizzazione a noi, come partito della Rifondazione comunista non affascina in assoluto, ma questo è un caso particolare. Dicevo prima, nella mia introduzione, qual è la storia di questa azienda. Non riesco bene a comprendere perché l'anno prima si fa una legge in cui si stanziano dei quattrini per tutelare un piano di risanamento economico e nemmeno un anno dopo si fa un accordo in cui si passa direttamente alla vendita e, consentitemi ancora, alla svendita. Così stanno esattamente le cose.
A me non affascina e non convince il fatto che un privato possa essere interessato ad un'azienda che dovrebbe essere alla deriva, visto che lo Stato se ne libera. Non ho mai pensato ad un imprenditore-mecenate, ho sempre pensato che il punto finale dell'imprenditore e dell'impresa sia il profitto. E allora, evidentemente, questa azienda, positivamente ristrutturata ed economicamente valorizzata, può ancora sostenere lo scontro del mercato. Questo non lo si è voluto fare. Almeno in quest'aula, al di là dei limiti che noi abbiamo nel poter intervenire in questa situazione credo che almeno questo lo si possa dire.
Io so già che la Giunta è intenzionata ad intervenire, attraverso l'assessore alla formazione professionale, in questo senso. Mi auguro e chiedo all'assessore che si intervenga direttamente e in modo specifico per risolvere la questione almeno più delicata e più urgente, quindi la tutela dei posti di lavoro delle donne di quell'azienda. Anzitutto si intervenga su questo. Ma vorrei già anticipare che per quello che ci riguarda come Rifondazione comunista, la nostra attenzione non termina con questa interpellanza, noi seguiremo passo-passo questa vicenda e la seguiremo passo-passo — lo dico non certo per prendere applausi o riscuotere simpatie che non chiedo in quest'aula: gli applausi e le simpatie li prenderemo se ce li meriteremo, in altra sede — ma perché questa è una nostra battaglia da sempre. Noi siamo per tutelare i diritti dei lavoratori e i diritti degli stessi a tutelare quella che è stata la ragione della loro vita. Ma l'ultima cosa che chiedo, anche questa importante e fondamentale, è che quanto meno ci si prepari per verificare davvero qual è il valore patrimoniale di questa azienda, quali sono i bilanci, cosa c'è scritto all'interno di questi bilanci. Noi vogliamo conoscere fino in fondo come stanno le cose, perché solo così potremo dare risposte adeguate non soltanto all'azienda di Fabriano ma a quella di Pioraco e a quella di Castelraimondo.
Questo è l'impegno che Rifondazione comunista si prende in quest'aula e che intendiamo mantenere.

PRESIDENTE. Ha chiesto di fare una comunicazione su questo argomento il Presidente D'Ambrosio. Ne ha facoltà.

VITO D'AMBROSIO, Presidente della Giunta. Sottolineando la centralità del tema, che seguiamo con estrema attenzione, volevo semplicemente dire che la Giunta non è assolutamente contraria, anzi auspica che ci sia uno stretto legame tra Giunta e Consiglio per seguire questo problema. Nell'ambito degli strumenti che il Consiglio regolamentarmente si troverà a dover scegliere noi siamo assolutamente disponibili, anzi riteniamo, in questo caso specifico, che una stretta collaborazione fra degli organismi della Giunta e il Consiglio, sia opportuna e quindi noi diamo la nostra piena disponibilità.



Interrogazione (Svolgimento): «Interventi riferiti ai danni causati nella vallata del Potenza dalle avversità atmosferiche nei mesi di ottobre-novembre-dicembre 1998 e regolamentati dall'ordinanza del Ministero n. 2918 del 25 gennaio 1999» D'Angelo (117)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l'interrogazione n. 117 del consigliere D'Angelo.
Per la Giunta risponde l'assessore Agostini.

LUCIANO AGOSTINI. Il consigliere D'Angelo, con interrogazione n.117/00 del 23/10/2000 richiede una risposta scritta in merito ai danni causati nella vallata del Potenza dalle avversità atmosferiche nei mesi di ottobre, novembre e dicembre 1998, regolamentati dall'Ordinanza del Ministero n.2918 del 25/1/1999.
I quesiti posti concernono l'applicazione della circolare n.1 del 1997 della G.R. sugli interventi effettuati sul torrente Menocchia, affluente del fiume Potenza, tra la primavera e l'estate 2000 e per la precisione: 1) La totale disattenzione della circolare n.1/97; 2) La disattenzione nel progetto esecutivo delle caratteristiche di naturalità dell'alveo fluviale ed il mancato rispetto delle aree di espansione; 3) La mancata limitazione del progetto alla ripulitura degli argini, comprendendo invece il taglio a raso degli alberi, formazione e rialzamento delle sponde; 4) Il fatto che il taglio della vegetazione in alveo sia avvenuto nel periodo marzo-giugno anziché nel periodo autunnale-invernale, essendo detto periodo tassativamente vietato. 5) Come mai tale intervento "di straordinario rifacimento" non è stato inquadrato in un intervento più generale di messa in sicurezza del corso d'acqua.
A seguito dei quesiti su esposti si risponde come segue:
1) L'intervento in essere risponde ampiamente alle vigenti disposizioni di legge in virtù delle deroghe previste nell'ordinanza del Ministro dell'lnterno n. 2918 del 25/01/1999 aventi per oggetto "interventi urgenti diretti a fronteggiare i danni conseguenti gli eventi alluvionali dei giorni 18-19 ottobre, 11 novembre e 1-2 dicembre 1999 e di quelle previste dalla DGR n. 650 del 22/03/1999" che stabilisce tra l'altro "di derogare ... a quanto previsto al paragrafo 6 della circolare della Giunta Regionale n. 1 del 23/01/1997, "criteri ed indirizzi per l'attuazione di interventi in ambito fluviale nel territorio della regione Marche" laddove sia stabilito che "i tagli di vegetazione in alveo possono essere effettuati preferibilmente nel periodo tardo-autunnale ed invernale escludendo tassativamente il periodo marzo-giugno in cui è massimo il danno all'avifauna nidificante". In ogni caso l'emergenza dell'intervento non permetteva di protrarre al periodo autunno-invernale i lavori da eseguire, tanto più che proprio in quei periodi vi è la massima concentrazione delle piogge, che non avrebbe permesso di mettere in sicurezza il tratto realizzato ed inserito nello stesso progetto. Tale scelta ha prodotto il risultato che ci si attendeva, in quanto proprio nel periodo 30/09 e 1/10 c.a. Ie piogge cadute hanno di fatto "collaudato" I'intervento, contenendo all’interno della nuova sezione di deflusso la piena non creando nuovi danni alle zone limitrofe.
2) Il progetto in essere è stato esaminato in sede di conferenza dei servizi alla quale sono stati invitati tutti i soggetti competenti e preposti alla emissione dei pareri e nulla-osta. Il progetto è stato approvato all'unanimità e prevede tra l'altro al suo interno degli interventi di ingegneria naturalistica e di ripiantumazione.
3) L'intervento non poteva limitarsi alla semplice ripulitura, ma proprio per mettere in sicurezza le zone limitrofe sulla base dei calcoli idraulici di possibile piena vi era l'obbligo di allargare e/o alzare gli argini per dare una sezione di deflusso adeguata, e comunque sono state riportate le originali sezioni catastali dell'alveo che si sono ristrette nei tempi, causa la pressione antropica dei frontisti.
4) Già risposto con il punto 1).
5) L'intervento è stato proposto per la zona maggiormente a rischio di esondazione in quanto non si erano fondi a sufficienza per effettuare la messa in sicurezza dell'intero tratto fluviale.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno, il consigliere D'Angelo.

PIETRO D'ANGELO. Prendo atto della risposta del collega assessore Agostini, una risposta prettamente burocratica. Non voglio entrare nei vari punti menzionati, ma mi preme ancora una volta ribadire che la circolare n. 1 del 1997 che prevede gli interventi sugli alvei dei fiumi di ingegneria naturalistica viene sistematicamente disattesa. Ancora una volta in questo intervento è stata disattesa. Ripeto, una circolare che tra l'altro era di estrema importanza e attualità, circolare che doveva essere trasformata in un primo momento in direttiva per farle assumere un'azione più concreta, visto che essa ha un'azione di indirizzo e non di obbligo di intervento, tanto è vero che viene sempre disattesa, mentre la direttiva è un obbligo di sistema di intervento.
Oltre che dover ribadire che questa circolare viene sistematicamente disattesa, mi auguro che prossimamente essa venga finalmente convertita in direttiva. Mi impegnerò in tal senso. Mi dispiace che l'assessore Cecchini, alla quale chiedo di rientrare in aula, come presidente dell'allora quarta Commissione nella precedente legislatura disse che questa circolare doveva far parte della legge sulla difesa del suolo. Poi si cercò di darle questo ruolo legislativo dicendo che sarebbe stata convertita in direttiva.
Ebbene, ancora oggi rimane circolare, ancora oggi le norme d'intervento in essa contenute per gli interventi di ordinaria e straordinaria manutenzione sui fiumi, ancora vengono disattese.
Come ambientalista non posso che, ancora una volta, denunciare ad alta voce che tutti si riempiono la bocca di "sensibilità ambientale", ma di fatto la sensibilità ambientale ce l'hanno veramente in pochissime persone.



Interrogazione (Svolgimento): «D.G.R. n. 837 dell'11.4.2000» Gasperi (135)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l'interrogazione n. 135 del consigliere Gasperi.
Per la Giunta risponde l'assessore Agostini.

LUCIANO AGOSTINI. Con DGR n. 837 dell'11.4.2000 la liquidazione del soppresso Esam rinuncia alle azioni promesse dal commissario liquidatore. La Giunta regionale ha stabilito di rinunciare alle azioni civili promosse dall'ex liquidatore nei confronti delle società cooperative Cantina Sociale di Matelica e Cerreto d'Esi, Covim, Ortocoop, Cipo, Consorzio Ort e Cemca.
Si chiede di rispondere a una serie di questioni su cui cercherò di dare una risposta che per ovvie ragioni e per l'articolazione delle questioni che il consigliere Gasperi pone non può essere eccessivamente breve.
La deliberazione della Giunta regionale n. 837 dell'11.4.2000 deve essere esaminata nella sua integralità e con riferimento alle altre deliberazioni della Giunta regionale n. 3330 del 20.12.1999, n. 712 del 217.3.2000, nonché alla relazione conclusiva del gruppo di lavoro nominato con la deliberazione della Giunta n. 393 del 23.2.2000, datata 5.10.2000 e già trasmessa al consigliere regionale interrogante con la nota del servizio legale n. 4718 del 10.10.2000, a seguito della sua richiesta, ai sensi dell'art. 126 del regolamento del Consiglio regionale.
In particolare, dalla relazione del gruppo di lavoro (pag. 10 e segg.) si rileva come nel documento presentato dal cessato commissario liquidatore in data 15.2.2000 e nella documentazione rinvenuta presso l'ufficio da questi occupato, non v’era traccia di un procedimento attualmente pendente avanti la Corte d'appello di Ancona ed avente ad oggetto l’annullamento di un lodo arbitrale pronunciato in una controversia con la società cooperativa Vinimar, per l'accertamento di un obbligo a carico del soppresso Esam di alienare il complesso immobiliare ubicato in comune di Camerano.
Il procedimento arbitrale era stato intrapreso nell'anno 1997 dall'allora commissario straordinario dell'Ente di sviluppo dott.ssa Paolini e si era concluso in modo negativo per l'ente medesimo. Il lodo era stato poi impugnato avanti la Corte d'appello, su impulso del commissario liquidatore.
Nell'ambito della richiamata controversia, risulta essere emerso per la prima volta il problema della difformità dei corrispettivi, stabiliti dal soppresso Esam per la alienazione dei beni alle società, da quelli da considerarsi effettivi.
Orbene, dell'esistenza di tale controversia il gruppo di lavoro ha avuto conoscenza successivamente all'adozione della deliberazione della Giunta regionale n. 837 del 2000, per interessamento del legale della società Vinimar (cioè della controparte) e poi del difensore incaricato dal commissario, nel mese di giugno 2000.
In detto contesto, l'amministrazione ha avuto per la prima volta conoscenza del parere espresso dal suddetto legale avv. Migliorelli in data 28.9.1999; non si è mai avuta notizia del parere dell'avv. Maurizio Discepolo.
Si ribadisce che i dati e i documenti in argomento non sono stati nemmeno menzionati nel bilancio di liquidazione del 15.2.2000. Gli stessi dati non possono essere assunti quali parametri di riferimento per la valutazione della delibera della Giunta regionale n. 837 del 2000, che (secondo i ben noti principi vigenti in materia) deve essere condotta alla stregua degli elementi di fatto di diritti formalmente conosciuti dalla amministrazione all'epoca della sua emanazione.
In altri termini, qualora si assuma che la deliberazione di che trattasi sia stata assunta in carenza dei necessari presupposti, deve essere contemporaneamente affermato che ciò è il risultato delle omissioni del dott. Landolfo, il quale ha contravvenuto all'obbligo su di lui incombente di informare in modo corretto ed adeguato l'amministrazione regionale.
Come chiaramente indicato nel documento istruttorio in calce alla deliberazione n. 837 del 2000 (ed anche nella relazione del gruppo di lavoro), le azioni giudiziarie avverso le cooperative sono state introitate per ottenere: in via principale, la declaratoria della nullità dei contratti di compravendita; in via subordinata il loro annullamento ed, ancora in via subordinata, l'integrazione del prezzo della compravendita.
Le ragioni giuridiche che hanno condotto alla rinuncia dei giudizi sono state espresse nella deliberazione, laddove si evidenzia l'inesistenza di un interesse qualsiasi dell'amministrazione all'invalidazione di contratti di compravendita conclusi in alcuni casi nei primi anni settanta, in altri agli inizi degli anni ottanta, con le conseguenze che ciò può comportare (refusione del prezzo comunque riscosso, maggiorato degli oneri accessori, delle spese d'investimento e quant'altro).
Si tenga inoltre presente che i corrispettivi delle alienazioni sono stati stabiliti dagli organi statutari dell'allora ente di sviluppo, sulla base di criteri approvati, con provvedimenti amministrativi, anche della Regione Marche.
Siffatta decisione non è ostativa a che il commissario liquidatore, nominato con la delibera di Giunta regionale n. 2596 del 5.12.2000, proceda al riesame delle varie questioni al fine di porvi rimedio secondo modalità e termini rispondenti all'interesse dell'amministrazione.
Allo scopo, non è sufficiente sostenere che egli avrebbe tenuto costantemente "informato" l'assessore all'agricoltura: fattispecie di tale natura rendevano necessario che l'informativa coinvolgesse il legale rappresentante dell'ente Regione e che, comunque, venisse svolta in modo formale. Non risulta che ciò sia mai avvenuto.
Infine si evidenzia che dalla deliberazione non derivavano all'epoca oneri a carico della Regione, perché la procedura di liquidazione non era conclusa e pertanto non si era verificato il subentro dell'ente nei rapporti attivi e passivi già facenti capo all'ente soppresso.
Nella suddetta relazione e nel documento economico presentato dal cessato commissario in data 15.2.2000 sono rinvenibili i dati afferenti le spese legali e gli importi versati agli istituti di credito.
Per quanto riguarda i pareri legali, i procedimenti civili, le liti, le transazioni e gli arbitraggi, il commissario nelle relazioni al bilancio afferma di aver sostenuto nel 1999 la spesa di £. 349.240.537 e nel mese di gennaio 2000 la spesa di £. 194.243.269. Da questi importi complessivi non si deduce il quantum riferito alla questione relativa alla delibera di Giunta regionale n. 837/2000.
Per quanto riguarda i mutui in scadenza, il consigliere Gasperi ha inoltrato in data 14.11.2000 e in data 7.12.2000 specifica richiesta di informazione. I servizi dell'assessorato hanno puntualmente risposto in data 21.11.2000 e 9.1.2001 rappresentando il modo in cui il gruppo di lavoro si è mosso pagando regolarmente tutti gli avvisi di scadenza pervenuti rinviando al nuovo commissario liquidatore il compito di approfondire le reali titolarità degli stessi. Ciò in carenza di documentazione certa e coordinata dal punto di vista contabile.
Per i pagamenti previsti dalle DD.GG.RR. n. 393/2000 e 712/2000, il gruppo di lavoro ha operato attraverso il conto di tesoreria ex Esam presso la Banca popolare di Ancona.
Le azioni relative alla chiusura della gestione liquidatoria intraprese dal gruppo di lavoro sono descritte nella relazione più volte citata, sulla base della quale è stato incaricato il nuovo commissario liquidatore.
E' appena il caso di notare che al momento della sottoscrizione della relazione da parte del gruppo di lavoro di cui alla delibera di Giunta regionale n. 393 del 2000, il dott. Piero Marcucci era cessato dall'incarico di coordinatore d'area presso la Regione Marche e le funzioni di corresponsabile del gruppo erano collegate all'incarico stesso.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno, il consigliere Gasperi.

GILBERTO GASPERI. La questione è molto diversa rispetto a quello che le hanno scritto nella risposta, per un motivo molto semplice. Sono contento che sia nel frattempo arrivato il consigliere Moruzzi che era allora assessore all'agricoltura e che conosce molto bene tutta la questione che c'era stata, per un motivo molto semplice: non è assolutamente vero che loro hanno pagato, perché ci sono state questioni fondamentali, estranee, con dei pagamenti completamente diversi rispetto a quello che doveva essere. Addirittura, con la Meliorbanca sono riusciti a definire un tasso d'interesse del 5%, che era arrivato al 28%. Significa che c'erano gli estremi per fare una denuncia perché era un ricatto a livello finanziario: credo che nemmeno nella mafia vengano pagati interessi al 28% ufficialmente. In tanti anni di attività politica e di professione non ho mai visto un tasso di quel genere.
Però su questa cosa il problema è che bisogna risalire a un po' di tempo fa. Prima era stato nominato un commissario straordinario, la dott.ssa Paolini la quale ha scritto per richiedere questi fondi su parere legale dato da consulenti che lei aveva nominato. Fatto questo, la dott.ssa Paolini decade, viene nominato il commissario liquidatore dott. Landolfo, che sicuramente non è di area centro-destra, ma è stato nominato direttamente dall'allora assessore all'agricoltura e logicamente fa capo all'area del centro-sinistra. Bisogna però dargli atti che non solo è stato serio, ma nonostante certe pressioni — non detto da me, ma detto direttamente in audizione — il dott. Landolfo non ha accettato di scendere a compromessi e ha proseguito nel suo lavoro.
Il commissario liquidatore ha chiesto due pareri legali pagati direttamente dalla liquidazione: al dott. Migliorelli di Macerata e all'avv. Discepolo di Ancona. L'avv. Migliorelli consigliava il liquidatore a trasmettere tutti gli atti alla procura regionale della Corte dei conti, atteso che potevano sussistere delle responsabilità amministrativo-contabili a carico di questi ex funzionari ex Esam... Scusate colleghi di Forza Italia, ma state a sentire: visto che il vostro rappresentante in Commissione non c'è mai, almeno così sapete cosa succede.

DAVIDE FAVIA. Abbiamo delegato te... Sei autorizzato...

GILBERTO GASPERI. L'autorizzazione me la prendo direttamente.
Contestualmente l'avv. Migliorelli consigliava il liquidatore a intraprendere iniziative giudiziarie e civili per il recupero delle somme pagate erroneamente dall'ente. In caso di omissione c'era la propria responsabilità. Stessa tesi veniva sostenuta dall'avv. Discepolo.
Nel momento in cui si è iniziato con questa procedura sono cominciati immediatamente i fuochi d'artificio da parte della Giunta, anche perché non ho mai visto liquidare il commissario liquidatore in quattro e quattr'otto, sostenendo che nella delibera si diceva che tutto era stato terminato, nominando un gruppo di lavoro e successivamente nominando un altro commissario liquidatore, avv. Gattafoni, il quale aveva avuto incarichi dal precedente commissario per portare avanti delle pratiche inerenti l'ex Esam. Perciò è una cosa alquanto strana cara Presidente Amati, e credo che lei ricorderà quando in aula lessi, nel settembre di due anni fa, una lettera in data 15 luglio che era stata inviata personalmente dall'ex assessore all'agricoltura a tutti i consiglieri di maggioranza, con la quale consigliava, d'accordo con la Giunta stessa, vista la vicinanza delle elezioni politiche, di far sì che ci fosse, contestualmente, una chiusura dell'Esam e l'apertura dell'Assam. Se qualcuno la volesse, posso consegnare la copia di questa lettera, anzi ve ne posso leggere un passaggio, perché forse alcuni consiglieri nuovi eletti non la conoscono: "Con la data del 31.10.1999 indicata nell'atto di Giunta quale termine per la chiusura della liquidità di liquidazione si è inteso sostanziare la volontà della maggioranza di garantire la chiusura delle procedure di liquidazione dell'Esam prima dell'avvio della campagna elettorale regionale, evitando la permanenza contestuale sia dell'Assam che dell'Esam. Lo stesso termine usato di "chiusura delle attività di liquidazione" e non di "bilancio finale di liquidazione" ci consente una certa flessibilità nei tempi qualora questa si rendesse necessaria". Mi dispiace solamente per l'ex assessore che, nonostante si fosse prestato a queste gravi situazioni, è stato poi silurato negli incarichi di Giunta, ed è stato silurato grazie ad una questione fondamentale: l'abbinamento rigido e fisso tra il gruppo di maggioranza e il partito popolare.
Perché dico questo? E' normale che ci siano accordi pieni, ampi nella maggioranza e nei partiti, ma lo dico per un motivo molto semplice: nel momento in cui il liquidatore procedere con una richiesta esattamente alle cooperative che ho citato nella mia interrogazione — Cantina sociale di Matelica e Cerreto d'Esi, Covim, Ortocoop, Cipo, Cemca, che erano le prime, perché l’ammontare è di circa 23 miliardi di ammanco all'erario regionale — immediatamente sono cominciati fuochi d'artificio e addirittura, con una delibera del 10 aprile 2000... Vi premetto che il 16 aprile si è votato, ma il 10 aprile chiudono immediatamente questa procedura di richiesta di somme di denaro — addirittura vi sono questioni molto gravi anche nella provincia di Pesaro — viene chiusa, si blocca tutto e si dà avvio alla commissione di lavoro che non ha avuto nemmeno in carico la documentazione. Non c'è stato un passaggio di consegne tra il liquidatore e la commissione di lavoro, cosa che invece era avvenuta con la dott.ssa Paolini e con il dott. Landolfo. Ma la cosa assurda e strana è che quando sono andato a chiedere documentazione, e sapevo molto bene che c'erano montagne di documenti perfino nell'antibagno, non esisteva più niente e l'assessore all'agricoltura attuale lo sa, perché non più tardi di quindici giorni fa sono andato in Giunta e siccome c'era un funzionario — una signora che credo adesso sia stata spostata — che pensava di prendere in giro uno che di agricoltura un po' se ne intende — sono trent'anni che svolgo la professione — e che conosce molto bene tutto questo meccanismo dell'Assam e dell'Esam, addirittura lo stesso assessore mi ha tranquillizzato portandomi direttamente nella sua stanza e garantendomi che la documentazione mi sarebbe stata consegnata.
La cosa strana e assurda è che addirittura è la prima volta che sento dire che un ente pubblico paga provvisoriamente una somma. Non si è mai visto in contabilità, specialmente nella contabilità dello Stato, che una somma viene pagata provvisoriamente. E chi la restituisce? Si paga perché si deve pagare, o non si paga.
Comunque, il succo sostanziale è scaturito tre giorni fa: l'unico lavoro esistente — anzi ce ne sono due, perché uno ce l'ho personalmente, perché allora ne feci richiesta — è presso la terza Commissione dove esiste un bilancio di tutto il lavoro fatto dal dott. Landolfo. Sapete che cosa è avvenuto? Probabilmente l'ex assessore all'agricoltura quando dirò questo nome se lo ricorderà: l'attuale liquidatore dott. Gattafoni, il quale non a caso aveva delle pratiche direttamente su incarico dell'ex liquidatore, ha mandato la sua segretaria dott.ssa Allegra Paci, che era stata presa in carico perché doveva fare un lavoro assieme con il liquidatore... Sapete cos'ha fatto? E' decaduta assieme al dott. Landolfo, però l'attuale liquidatore avv. Gattafoni l'ha riassunta e addirittura l'ha mandata presso la terza Commissione per vedere i documenti che erano stati trasmessi dallo stesso ufficio liquidatore che doveva essere lei stessa.
Vogliamo giocare al gatto e al topo? Io sono ben felice di essere il topo. Ho già mandato due documentazioni alla procura della Repubblica e alla Corte dei conti. Con l'attuale documentazione che c'è... (Interruzione dell'assessore Agostini). Alla fine glielo dico, perché certe cose lei le sapeva, le conosceva. Nel momento in cui queste cose verranno portate avanti si terrà una conferenza dell'agricoltura a livello nazionale proprio su questo problema nelle Marche, perché ci sono gli estremi di denuncia. Quando eravamo in Commissione, l'allora presidente si trovava in difficoltà quando citavo la stalla di Offida che lei assessore dovrebbe conoscere, perché lei era sindaco di Offida quando è stata data quella concessione, anzi lei è diventato sindaco successivamente, perché quando è stata data la concessione sindaco di Offida era l'allora presidente della terza Commissione, ma lei conosce bene la stalla di Offida, perché lì le vacche non sono mai entrate, non è stata fatta la convenzione tra il presidente di quella cooperativa e il Comune per vedere quali erano i terreni che dovevano essere vincolati, poiché non si costruiva una stalla se non si vincolavano dei terreni. Ma questo può anche avvenire... (Interruzione). Ho le prove: è nella relazione peritale mandata al tribunale. Ma addirittura quella stalla era per circa il 60% abusiva, tanto è vero che la vendita non poteva essere fatta perché è stato chiesto un condono edilizio.
Quella di Offida è una piccola macchia rispetto a tutto quello che è successo, perché a Piandimeleto è accaduta la stessa cosa, addirittura nella mia provincia è successo di peggio, tanto è vero che la procura della Repubblica di Fermo sta procedendo. Una stalla di Piandimeleto è stata ripresa dall'Esam dopo aver dato un finanziamento alla cooperativa che la gestiva. L'ha ricomperata per un prezzo più alto e la cooperativa — parole riportate dal liquidatore, ma io so con certezza che l'aveva affittata — l'ha rivenduta a un altro con un documento privato, ma addirittura ha riaffittato a un terzo una proprietà che era dell'Esam e non può essere venduta. Differenze sostanziali.
Ritengo che ogni consigliere ha il diritto-dovere di vederci chiaro su ciò che è avvenuto prima ancora del 1995, tanto è vero che prima si è voluto vedere che cosa c'era, poi quando si è visto che c'era l'immondizia c'è stata l'entrata di un partito che aveva degli interessi all'interno dell'Esam e successivamente hanno "impacchettato" tutto l'Esam e l'hanno chiuso senza avere la dignità di rispettare il liquidatore che aveva fatto chiarezza trasferendo direttamente agli assessorati personale che poteva avere degli estremi, in base a quello che diceva l'avv. Discepoli, di situazioni particolari.
Addirittura oggi abbiamo saputo con certezza che la Regione Marche ha preso contatti con la Repubblica Dominicana per cercare di impiantare dei vigneti con delle barbatelle di Rosso Conero. Ma addirittura abbiamo dei dipendenti che sono realmente da premiare. Infatti, dei due che sono andati uno solo aveva la convenzione, perché l'altro ha preferito andare in ferie a sue spese direttamente nella Repubblica Dominicana. A questo punto chiedo di inoltrare una lettera di elogio e di prenderlo ad esempio, perché una persona che si sacrifica, prende le ferie e a sue spese va a tutelare i diritti della Regione penso che sia una persona da presentare come il miglior dipendente di tutta l'Unione europea.

PRESIDENTE. L'interrogazione n. 163 sarà abbinata alle mozioni 74 e 76 e trattata unitamente alle stesse.
L'interrogazione n. 165 sarà abbinata alle mozioni nn. 19, 79 e 82 e trattata unitamente alle stesse.
L'interrogazione n. 183 sarà abbinata alle mozioni nn. 62 e 69 e trattata unitamente alle stesse.



Proposta di legge (Discussione generale): «Modificazioni ed integrazioni della L.R. 3 marzo 1997, n. 20: Norme per l'organizzazione e la gestione dell'Istituto zooprofilattico sperimentale dell'Umbria e delle Marche» Giunta (12)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la proposta di legge n. 12, ad iniziativa della Giunta.
Ha la parola il relatore di maggioranza, consigliere Mollaroli.

ADRIANA MOLLAROLI. La Giunta regionale ha presentato una modifica e un'integrazione alla legge regionale 20 del 3 marzo 1997. Questo testo è stato esaminato dalla quinta Commissione. E' lo stesso testo che era stato esaminato nella precedente legislatura e viene ripresentato proprio perché l'atto è decaduto per scadenza della legislatura.
Il testo presentato è frutto di un lavoro comune delle Commissioni consiliari della precedente legislatura della nostra Regione e della regione Umbria. La differenza è che la Regione Umbria ha assunto queste modifiche con la legge regionale n. 25 dell'1.9.1999 e noi siamo invece ancora in corso di definizione.
Che cosa prevede questa proposta? Che vengano ridefiniti compiti, indennità e compensi del Consiglio di amministrazione e del direttore generale dell'Istituto zooprofilattico stesso. Passerò poi all'esame di dettaglio di queste modifiche. Volevo soltanto, in apertura, anche se credo che il Consiglio sia adeguatamente informato ma forse è bene ripeterlo, ricordare cos'è l'Istituto zooprofilattico, anche se credo che su questa questione interverranno direttamente la Giunta e l'assessore alla sanità. L'Istituto zooprofilattico sperimentale dell'Umbria e delle Marche è un'azienda sanitaria pubblica che opera nell'ambito del servizio sanitario nazionale garantendo al sistema veterinario delle Regioni Umbria e Marche prestazioni e collaborazioni tecnico-scientifiche necessarie per l'espletamento delle funzioni in materia di igiene e sanità pubblica veterinaria. Nel corso degli anni a queste attività tradizionali dell'Istituto stesso si sono aggiunte nuove attività, ed esattamente, in questa contingenza particolare che vede il nostro Stato ed altri Stati europei interessati dal fenomeno della BSE l'Istituto zooprofilattico umbro-marchigiano insieme alla sede di Teramo emettono test sulla "mucca pazza". Oltre a questo l'Istituto zooprofilattico si occupa anche del controllo degli organismi geneticamente modificati e controlla anche l'HCCP per numerose mense pubbliche. Ricordo che nella nostra regione all'Istituto zooprofilattico umbro-marchigiano è destinata l'attività di controllo dell'HCCP per le mense universitarie di Urbino, Macerata e Camerino, per le mense comunali di Pesaro, Urbino e Fermignano. Quindi l'attività dell'Istituto è molto intensa, come vedete. Debbo aggiungere, come note informative per il Consiglio, che l'Istituto stesso ha ottenuto l'accreditamento Uni-En, 45000 per 216 prove di laboratorio, ha 204 dipendenti, varie sedi nelle Marche (Pesaro, Ancona, Fermo e Macerata), i costi del funzionamento e dell'attività dell'Istituto, compresi quelli delle indennità del consiglio di amministrazione e del direttore generale sono a carico dello Stato.
Che cosa prevede la modifica oggi in discussione? Prevede nuovi compiti per il presidente del consiglio di amministrazione e l'istituzione anche di un vicepresidente al quale possono essere delegate funzioni dal presidente stesso e prevede — non vogliamo assolutamente nasconderlo, perché credo che sia una questione di grande dignità — un adeguamento di compensi per le figure del presidente, del vicepresidente, dei consiglieri di amministrazione, del direttore generale. Le indennità sono le seguenti: al presidente con il presente atto viene prevista una indennità mensile pari al 50% di quelle del consigliere regionale della Regione Umbria; al vicepresidente un'indennità mensile pari al 30% di quella di un consigliere regionale della Regione Umbria; al componenti del consiglio di amministrazione una indennità mensile pari al 20% e all'art. 4 del testo di modifica si fissa per il direttore generale un compenso nel limite massimo di quello previsto per i direttori generali delle aziende del servizio sanitario della Regione Umbria.
La Commissione ha esaminato questo testo con grande attenzione, riesaminando anche la discussione che c'è stata nel Consiglio regionale precedente e ha ritenuto opportuno convocare il presidente dell'Istituto zooprofilattico e il direttore generale per avere, in un confronto diretto con loro informazioni di dettaglio sull'attività che l'Istituto svolge e anche sui problemi legati a queste modifiche.
La Commissione ha votato a maggioranza e ritiene che il Consiglio possa accogliere queste proposte di modifica. Credo che dobbiamo oggi, con molta serietà, assumerci la responsabilità di un atto che è stato già concordato con la Regione Umbria la quale ha legiferato su questo. Se non ci assumiamo questa responsabilità, credo che con molta onestà occorra che noi ripartiamo dall'inizio, cioè riconvochiamo la Regione Umbria e diciamo loro quali sono le motivazioni che noi riteniamo di non dover accettare.
Credo che questo secondo percorso sia da evitare e che oggi il Consiglio regionale delle Marche discuta su questo argomento e si assuma anche una decisione, perché oltre al merito legato all'attività che l'Istituto zooprofilattico svolge e anche alle decorose indennità che vengono proposte per i consiglieri di amministrazione e per il direttore generale vi sia anche un'assunzione di responsabilità e un atto di collaborazione con una Regione con la quale si era convenuto un percorso rispetto al quale non abbiamo provveduto agli impegni che ci eravamo presi.
Credo quindi che questo Consiglio regionale possa discutere, ma poi debba anche decidere e assumersi delle precise responsabilità.
In questo tempo trascorso dall'inizio del 1999 ad oggi, anche altre Regioni hanno legiferato, anche Regioni governate in maniera diversa dalla nostra e credo che le funzioni e le azioni che la legge destina all'Istituto zooprofilattico e le indennità stesse non ci trovino assolutamente distanti, anzi in alcuni casi sono addirittura superiori alle nostre. Credo quindi che su questa materia sia bene evitare di gettare allarmismi sulla stampa come sono già apparsi questa mattina, anzi sia bene che discutiamo con serietà e serenità, assumendo le responsabilità relative.

PRESIDENTE. Ha la parola il relatore di minoranza, consigliere Pistarelli.

FABIO PISTARELLI. Sgomberiamo il campo da due questioni. Primo, la valutazione del lavoro che Istituto zooprofilattico sta svolgendo da tempo. Detta valutazione anche per il relatore di minoranza è positiva. Secondo, l'emergenza che oggi abbiamo di fronte: questione di "mucca pazza", quindi dell’obbligatorietà di controlli specifici. Anche su questa premessa vorrei sgomberare il campo da dubbi: si sta parlando di una proposta di legge avviata con delibera di Giunta regionale delle Marche il 21 settembre 1998, pertanto questa proposta di legge non tocca né gli aspetti relativi al giudizio sull'attività dello zooprofilattico, che è un giudizio unanimemente positivo, né gli aspetti relativi all'emergenza che oggi lo zooprofilattico sta vivendo per la questione della "mucca pazza", perché è proposta di legge avviata il 21 settembre 1998, tant'è che il Consiglio regionale dell'Umbria, già con legge 25 dell'1.9.1999 ha deliberato in questo senso.
Quale atto abbiamo di fronte? Un atto di natura meramente economico-contrattuale, cioè riguarda il trattamento economico delle figure apicali, sia del presidente e dei consiglieri di amministrazione sia del direttore tecnico. Stiamo cioè parlando di un atto che va ad adeguare indennità economiche, non giriamo intorno al problema. Si tratta di una richiesta di soldi in più. Allora, entriamo in questo merito. Il presidente, vigente la legge 20 del 1997, oggi guadagna £. 3.400.000 mensili, i consiglieri di amministrazione qualcosa di meno perché c'è una percentuale graduata a seconda dei propri ruoli e competenze. Oggi i componenti del consiglio di amministrazione, dal 40% dell'indennità del consigliere regionale dell'Umbria rispetto al presidente hanno in busta il 10%. Questa proposta vuole portare questa percentuale dal 40 al 50%, cioè da £. 3.400.000 mensili a £. 4.000.000 circa al mese. Sono 500.000 lire nette in più. Si tratta di un'indennità inadeguata del presidente? Se inadeguata è altrettanto inadeguato l'aumento che si propone, perché passare da 3,5 a 4 milioni non mi pare che si possa dire "è indegno quello che è stato fino adesso percepito dal presidente, perciò lo adeguiamo in maniera degna", perché le 500.000 lire non mi sembra che siano di grande differenza rispetto all'attuale indennità. Noi riteniamo sommessamente che l'attuale indennità sia già degna del ruolo e della funzione e comunque riteniamo che le 500-600.000 lire in più nette al mese che vorrebbero essere riconosciute al presidente non cambino questa valutazione assolutamente, perciò non c'è ragione.
Il direttore prende già l'80% dell'indennità stabilita per i direttori generali delle aziende sanitarie della Regione Umbria. Significa circa 160 milioni lordi all'anno, cioè 12 milioni al mese. Non mi sembra, anche qui, che si tratti di un'indennità per nulla commisurata al lavoro che si svolge, anzi mi sembra assolutamente proporzionata al lavoro che si svolge. Si vuole adeguare questa indennità al 100% del direttore generale delle aziende del servizio sanitario della Regione Umbria. Anche qui non c'è ragione per dire di sì, perché non si tratta di indennità scandalose in basso che vorrebbero essere ri-adeguate, si tratta di indennità assolutamente proporzionate, a nostro avviso. Pertanto i due ragionamenti, insieme, convergono in un'unica sintesi, che è quella della inaccettabilità di questo tipo di proposta, non per motivi bassamente legati a polemiche, a questo, all'altro, all'altro ancora ma per motivi oggettivi. Non siamo di fronte ad attuali trattamenti economici scarsamente rispettosi dei ruoli e delle funzioni; non siamo di fronte ad adeguamenti comunque previsti, soprattutto per quanto riguarda il presidente e il consiglio di amministrazione, tali da far dire a qualcuno "abbiamo adeguato in maniera congrua", perché si tratta di £. 1.213.822 lorde al mese. L'unica parte che è seria, sensata, fondata sotto un profilo di modifica degli attuali assetti dell'Istituto zooprofilattico riguarda i compiti del vicepresidente, perché questa è una figura che effettivamente la legge 20 non aveva previsto: il vicepresidente non ha funzioni, non ha ruoli, non ha compiti, dovevano essere effettivamente stabiliti così come fanno gli articoli 1 e 2. Ma gli altri, il 3 e il 4 sono istanze meramente relative al trattamento economico. Su questo non ci stiamo per le ragioni che ho esposto, pertanto abbiamo chiesto, io come relatore di minoranza di questo atto e gli altri colleghi come presidenti di tutti i gruppi di opposizione di questo Consiglio regionale, il non passaggio alla discussione degli articoli, perché la proposta non può essere emendata, dato che deve essere la stessa formulazione approvata dalla Regione Umbria. Chiediamo quindi all'aula, con senso di responsabilità di bloccare questa legge, come facemmo un anno e mezzo fa unanimemente, perché ritenemmo che la questione non può essere affrontata in questa maniera assolutamente infondata sotto tutti i profili che vengono richiamati dall'articolato e che, a parte la questione del vicepresidente su cui sono d'accordo, sono profili assolutamente non in linea con quanto più volte detto in quest'aula. Non possiamo risolvere le questioni istituzionali, di funzionamento ecc. con una serie di adeguamenti in alto, di corse verso aumenti di indennità per funzioni che già hanno visto trattamenti economici assolutamente adeguati al loro ruolo.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Giannotti.

ROBERTO GIANNOTTI. Ho ascoltato con molta attenzione la relazione del relatore di maggioranza e di quello di minoranza. Dire che sono sconcertato dalla sufficienza con cui il consigliere Mollaroli ha trattato la questione è dire poco. Mi aspettavo, conoscendo la persona, la sua sensibilità, la sua attenzione un taglio diverso rispetto a questo problema e dirò perché.
Intanto, per sgomberare il campo da equivoci e possibili strumentalizzazioni, non ho nulla da obiettare rispetto all'azione dell'Istituto, anche se mi auguro che per il futuro il rapporto di comunicazione rispetto alle cose che vengono fatte sia più preciso, più costante e quindi il Consiglio regionale sia messo nella condizione di conoscere nel dettaglio il tipo di lavoro che svolge. Ritengo che sia un lavoro sufficiente, senza eccessi; così come ritengo che l'affronto della situazione di emergenza possa essere giudicato come un "non si poteva fare di più", ma anche qui ritengo che il giudizio va spostato sul fatto che forse l'intervento dell'Istituto rispetto a queste problematiche doveva essere conseguenza di un indirizzo politico preciso da parte delle due Giunte regionali.
Ma non è questa la questione, perché non è di questo che stiamo trattando oggi. Questa è una proposta di legge che il mio amico ex collega Pacetti giudicherebbe "di scarto", cioè una proposta di legge che non va presentata nei Consigli regionali, che non va presentata in un’assemblea elettiva e soprattutto non può essere fatta passare, come anche questa mattina si è tentato di farla passare, come un ripensamento delle funzioni e del ruolo dell'Istituto, perché questa è solamente una legge che accomoda le situazioni gestionali dell'Istituto e che introduce un meccanismo perverso per quello che riguarda il problema dell'indennità.
Sostanzialmente oggi noi immaginiamo un ruolo diverso del vicepresidente dell'Istituto zooprofilattico rispetto al presidente per i problemi che tutti conosciamo e che sono stati richiamati in quest'aula in maniera precisa nella scorsa legislatura da altri colleghi più bravi di me, più attenti di me a seguire queste situazioni. Colleghi non dello schieramento della Casa delle libertà ma di tutto il Consiglio regionale. Quindi credo che l'impalcatura messa in piedi dal relatore di maggioranza cada perché priva di ogni argomentazione.
Problema dell'indennità. Ho detto che la legge non modifica affatto, perché si compone di quattro articoli, uno che dice "Il presidente può delegare al vicepresidente compiti rientranti nell'esercizio delle proprie funzioni", quindi una delega in bianco assoluta a qualsiasi "pastrocchio", e poi dirò perché. Poi ci sono tre altri articoli che regolano la problematica dell'indennità, modificando in termini sostanziali le indennità del presidente, del vicepresidente e dei consiglieri. E già questo è uno scandalo, nel senso che in nessun organismo che faccia riferimento alla Regione esiste un livello di intervento, sul piano delle indennità, che non solo comprende il presidente e il vicepresidente che hanno funzioni di responsabilità, ma addirittura i consiglieri. Citatemi un ente a derivazione regionale dove un membro del consiglio di amministrazione prende 2.427.000 lire lorde.

GIULIO SILENZI. Dire "nette" ha un senso, "nette" no.

ROBERTO GIANNOTTI. Tu che hai voluto la legge sulla organizzazione turistica dimmi quando prende un membro del consiglio di amministrazione di quell'istituto.

GIULIO SILENZI. Prende 500.000 lire.

ROBERTO GIANNOTTI. Considera il fatto che questi signori, per recarsi nella sede prendono il rimborso delle spese... Insomma, è completamente non misurato a livello delle responsabilità esercitate e completamente fuori da ogni logica unitaria. Non c'è nessun altro ente, nemmeno gli enti più importanti bracci strumentali della Regione i cui componenti il consiglio di amministrazione percepiscano una indennità di questo tipo.
E' addirittura scandalosa la proposta che riguarda il direttore generale. E' mai possibile che il direttore generale di questo istituto, che già percepisce 160 milioni lordi annui vada a percepire 200 milioni lordi, quanto percepisce un direttore generale di Asl, senza considerare l'oggettiva diversità delle responsabilità? Diceva l'ex presidente del gruppo di An: "considerate un solo dato: i 14 miliardi dell'Istituto rispetto ai 200 miliardi di una Asl. Pensate al personale dipendente". E' completamente fuori misura.
Fatto ancora grave è che non si può far finta che fatti non siano avvenuti. Su questa materia c'è stato un dibattito in questo Consiglio regionale, si sono espresse tutte le forze politiche, in maniera unanime questo Consiglio regionale ha detto alla Giunta "si vada a rinegoziare la proposta di legge con la Regione Umbria". Vorrei sapere chi si è assunto questa responsabilità della rinegoziazione se oggi noi ridiscutiamo lo stesso atto che ci è stato proposto alla fine della scorsa legislatura, al punto che è chiaro a tutti che se questa legge viene approvata noi accettiamo il principio della retroattività, che il direttore generale, i consiglieri prenderanno i compensi, immagino, dalla data di approvazione della legge da parte della Regione Umbria, cioè dal 1999. Quindi daremmo due anni di arretrati a questi signori per la gestione dell'Istituto. (Interruzione). Lei dica al microfono che non esiste questo rischio e se ne assuma la responsabilità. Io non sono sicuro, ho paventato questo rischio.
A me piace molto essere aiutato da esperienze più mature delle mie, quindi cito quello che diceva il presidente del gruppo Popolari Giorgio Meschini nella precedente legislatura: "Sono sconcertato da questa proposta di legge. Capisco che ci dobbiamo adeguare a quello che ha fatto l'Umbria per avere dei corretti rapporti. Non conosco l'attività dell'Istituto zooprofilattico ma credo che nessun ente strumentale della nostra Regione abbia compensi per i propri presidenti così come indicato nella legge: il 50% di quanto prende un consigliere regionale". Così diceva l'allora presidente del gruppo Psi: "Per le stesse cose che ha detto il collega Meschini il gruppo Socialisti non voteranno mai questa delibera". Limito i miei riferimenti, ma penso all'intervento del consigliere D'Angelo: "Le perplessità manifestate da colleghi della maggioranza e anche dell'opposizione sono perplessità anche del gruppo Verdi. Sollecito a rivedere le modalità di applicazione delle indennità, perché se così fosse non saremmo disposti a sostenerlo". Caro Silenzi, vorrei citarti l'intervento autorevole dell'allora consigliere Modesti: "Ci vuole un rinvio che serva alla Regione a prendere contatti con l'Umbria per discutere insieme anche le perplessità emerse in quest'aula". E aggiungeva: "A me sembra che un'ulteriore riflessione fatta anche con i colleghi dell'Umbria rispetto alle perplessità emerse possa essere utile nel senso di arrivare alla definizione di un provvedimento più adeguato".
Noi non abbiamo votato il presidente di questo istituto, che è stato una scelta della maggioranza che corrispondeva a canoni che noi non abbiamo mai condiviso e che non condividiamo. Questo vale nel caso specifico per il sig. Bianco e vale per tutti in generale, però cerchiamo di non nasconderci dietro il dito e cerchiamo di dire le cose come stanno. Qual è il problema vero? Perché questa insistenza da parte vostra, rispetto alla quale...

ADRIANA MOLLAROLI. E' un'adempienza.

ROBERTO GIANNOTTI. Non è un'adempienza. Se il problema vero è che il vicepresidente dell'istituto, per svolgere maggiori funzioni rispetto alle inadempienze del presidente dell'istituto vuole compiti più precisi e vuole una indennità maggiore abbiate il coraggio di dirlo, non mi scandalizza. Capisco benissimo che se uno fa politica, evidentemente deve dedicare tempo alla politica e può dedicare meno tempo al suo incarico. Non è una cosa illegale, non è una cosa illegittima, basta che lo si dica. Se il problema è che dobbiamo fare una legge per ritoccare le indennità al vicepresidente dell'Istituto perché lavora troppo — dice il collega Giulio Agostini nella precedente legislatura — allora si abbia il coraggio di dirlo, ma non credo che sia una cosa moralmente e politicamente accettabile.
Per questo motivo l'invito che vi rivolgiamo di nuovo è di non procedere all'esame degli articoli e in questo senso abbiamo formulato la proposta prevista dal regolamento. L'assessore alla sanità attivi un tavolo per rinegoziare questo discorso con la Regione Umbria, per arrivare ad un equilibrio diverso, per arrivare a definire modalità di modifica della legge che siano più equilibrate sul piano dei compensi e che ci consentano di avviare, nell'interesse dei marchigiani, una riflessione sull'attività dell'istituto, anche per migliorarne la capacità operativa.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Giuseppe Ricci.

GIUSEPPE RICCI. Farò un intervento breve per dire che in questa fase, probabilmente come non mai, dovremo essere attenti alle funzioni che vengono svolte dall’Istituto zooprofilattico in relazione alle vicende che purtroppo coinvolgono il nostro Paese come tanti altri Paesi europei, che vengono definite comunemente con il nome di “mucca pazza”. L’Istituto zooprofilattico delle Marche e dell’Umbria per altro verso mi sembra che sia stato particolarmente attento, brillante, operativo e capace nel dare risposte, tant’è che è stato portato anche ad esempio rispetto a delle non puntuali risposte che venivano da altri istituti di regioni diverse, più grandi, più importanti, più significative rispetto a Marche ed Umbria. Questo riconoscimento di un ruolo e di una funzione dell’Istituto zooprofilattico in un momento come questo non poteva che trovare una maggiore capacità di coinvolgimento dell’opinione pubblica rispetto alle funzioni e rispetto al ruolo di istituto che svolge una funzione di interesse generale.
Probabilmente sarebbe opportuno visitare le sedi dell’Istituto zooprofilattico per conoscere l’attività che vi viene svolta, quale funzione può essere ulteriormente potenziata e in ogni caso il grande interesse che su di esso c’è per quel che riguarda la certezza della salute dei cittadini in relazione ai cibi, agli alimenti, in modo particolare alle carni che vengono sezionate e analizzate può esserci circa la compatibilità con l’igiene e la salute pubblica
Esclusa questa premessa di carattere generale sulla funzione e sul ruolo dell’Istituto zooprofilattico mi vorrei riallacciare a quanto poc’anzi diceva il collega Giannotti circa l’opportunità o inopportunità dell’adeguamento delle indennità in relazione ad un periodo nel quale noi viviamo, per dire che al termine della scorsa legislatura il Consiglio decise alla fine di non decidere, quindi di rinviare l’esame di questa proposta di legge, ma non credo che questa decisione di non decidere sia stata motivata in relazione ad un mancato convincimento rispetto ad un problema che comunque aveva coinvolto le forze politiche che comunque si erano espresse e voglio dire che il problema non è e non può essere solamente marchigiano. Casualmente ho sottomano la legge della Lombardia e dell’Emilia Romagna, perché esiste un Istituto zooprofilattico della Lombardia e dell’Emilia Romagna che opera con più personale, per una popolazione più vasta, ma svolge esattamente gli stessi compiti. E’ come se noi delegittimassimo gli ospedali delle Marche perché sono piccoli rispetto agli ospedali di Roma o di Milano che sono più grandi. Noi diciamo che la funzionalità, la capacità, l’efficienza, il servizio che deve essere erogato negli ospedali marchigiani deve essere pari all’efficienza, alla qualità e alla garanzia del servizio che viene erogato nelle altre realtà regionali.
Quindi esiste un Istituto zooprofilattico della Lombardia e dell’Emilia Romagna, che ha un consiglio di amministrazione più vasto perché ha più sedi, perché probabilmente ha necessità di servire un bacino più ampio — tant’è che è composto da sette membri anziché cinque — anche lì con una legge pubblicata sulla G.U. del 15 luglio 2000, dopo lo scioglimento del Consiglio regionale delle Marche che aveva deciso di accantonare la precedente proposta. Per quanto riguarda le indennità, all’art. 8.10 si stabilisce che “La misura delle indennità spettanti al presidente, al vicepresidente e ai membri del consiglio di amministrazione è stabilita dalla Giunta regionale della Lombardia, di concerto con quella dell’Emilia Romagna nella misura massima del 65% dell’indennità prevista per i consiglieri della Regione Lombardia”. E non è definito quale quota è riservata ai componenti del consiglio di amministrazione. Certo è che, raffrontata al presidente che noi prevediamo al 50%, il 65% è ben di più, indubbiamente.
Per quanto riguarda il rapporto del direttore generale con l’Istituto zooprofilattico, quindi il tipo di contratto che regola questa prestazione professionale si dice che “Il direttore generale è nominato con delibera della Giunta regionale della Lombardia di concerto con l’Emilia Romagna, tra i soggetti in possesso dei requisiti previsti dal comma 3, art. 3 bis del D. Lgs. 19 giugno 1999, n. 229”. Il punto 5) dell’art. 13 dice che “I contenuti di tale contratto, ivi compresi i criteri per la determinazione degli emolumenti sono quelli previsti dal D. Lgs. 30 dicembre 1992, n. 502 e successive modificazioni”. Il decreto 502 è quello che disciplina il rapporto dei direttori generali delle aziende Asl e delle aziende ospedaliere. Quindi ci troviamo ad avere un contratto che è perfettamente analogo, quello proposto dalle Regioni Umbria e Marche per i direttori generali e con un’indennità abbondantemente inferiore rispetto a quella che viene prevista per i presidenti e per i consiglieri di amministrazione tra due istituti che dovrebbero svolgere e che svolgono le stesse funzioni. A differenza che quello della Regione Marche e dell’Umbria ha dimostrato grande efficienza nella fase nella quale purtroppo siamo coinvolti, che è quella di “mucca pazza”.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Tontini.

ROBERTO TONTINI. Colleghi consiglieri, noto una profonda differenza con il taglio dato dal relatore di minoranza Pistarelli che ha premesso intanto un dato: il giudizio positivo che in quanto relatore di minoranza dice essere unanime rispetto al funzionamento dell’Istituto zooprofilattico. Dato per scontato questo e dato per scontato il fatto della delicatezza del ruolo che questi istituti svolgono, in particolar modo in questa fase che stiamo attraversando, ha ulteriormente motivato in quanto relatore di minoranza, un ragionamento che è condivisibile per certi versi, ma che a me porta a conclusioni differenti. Il consigliere Pistarelli dice “queste sono le premesse del mio ragionamento, giudizio positivo, fase particolare che stiamo attraversando, andiamo a discutere in questa legge, tutto sommato, di relativi aumenti di indennità di funzione al presidente, al consiglio di amministrazione e al direttore”. Poca cosa. Da questo punto di vista ha atto anche le cifre, quasi a dire “discutiamo, da questo punto di vista, di importi che sono molto relativi e che forse non varrebbe neanche la pena discutere in Consiglio regionale in quanto quasi potrebbero essere automatici”. In fondo da questo punto di vista condivido questo taglio, ma purtroppo la normativa ci impone altre cose, altri passaggi e siamo a discutere di questo, di una cosa che come lui dice in quanto relatore di minoranza, è poca cosa rispetto agli aumenti di indennità che vengono presentati.
Di tutt’altra natura mi pare l’intervento del consigliere Giannotti, dove si riscontra superficialità di giudizio rispetto alla materia che stiamo trattando e in parte strumentalità rispetto anche alle motivazioni che lui ha riportato, quasi un provincialismo nell’affrontare questa materia. E’ vero che è iniziata qualche anno fa questa discussione, ma oggi viene a cadere in una fase di particolare delicatezza, in una fase nella quale, in questo lasso di tempo che è intercorso dall’inizio della discussione ad oggi ha visto fortemente rafforzati il ruolo, il peso e le funzioni degli istituti zooprofilattici. Qui non stiamo parlando solo del nostro Istituto zooprofilattico, perché vi sarebbe una parte di provincialismo se fosse questo il modo di affrontare il tema. Sappiamo tutti che sono dieci gli istituti zooprofilattici in Italia che in questi giorni sono stati uno dei baluardi principali che abbiamo avuto nella difesa e come strumenti di supporto forte alle difficoltà che stiamo attraversando rispetto alle questione della BSE. In questi anni gli istituti zooprofilattici si stanno potenziando, è intenzione dei ministeri potenziare ulteriormente le loro attività e già hanno aumentato, in particolare il nostro, le loro attività e le loro funzioni nel campo fondamentale del controllo con tutte le garanzie che da questo punto di vista debbono e possono venire da un istituto di carattere pubblico, che in questo caso come negli altri è interregionale, su una materia così importante e delicata come quella dell’alimentazione, anche grazie al ruolo, alle funzioni, alle capacità, alle professionalità che, così come da verbale dell’audizione fatta in quinta Commissione con il presidente e il direttore dell’Istituto zooprofilattico, risultano essere state poste in atto in questi anni dal nostro Istituto zooprofilattico. E’ anche elemento di orgoglio per noi, in quanto oltre alle funzioni tradizionali sempre di più a questi istituti si rivolgono anche imprese private, grandi imprese. Mi preme — anche questo è a verbale — sottolineare come fatto di non poco conto che il Consorzio del parmigiano reggiano che esporta questo prodotto in tutto il mondo, chiede all’Istituto zooprofilattico umbro-marchigiano di certificare la produzione biologica che tale consorzio farà.
Credo che questo sia un elemento forte di valutazione e anche di orgoglio rispetto a un istituto che è nostro e della Regione Umbria. Così come tutta l’attività volontaria obbligatoria ma grandemente opportuna che l’Istituto zooprofilattico sta facendo relativamente ai controlli dell’alimentazione delle mense universitarie, comunali e non solo. Questo è un elemento di garanzia per gli utenti e rappresenta un’importante attività di un istituto pubblico diretto e governato dalla Regione Marche e dalla Regione Umbria in stretto rapporto e in stretto contatto con il Ministero, dal quale il nostro Istituto zooprofilattico ha ricevuto un incarico di ricerca e di sperimentazione anche relativamente alle materie dei prodotti transgenici.
Tutto questo credo che ci debba far ragionare rispetto a questa legge così come ci viene proposta, come qualcosa che dà conto di un’accresciuta funzione, di un’attività che questo istituto sta portando avanti, rapportata ad un quadro che non è solo di ragionamento interno alla Regione Marche e alla Regione Umbria rispetto alla quale abbiamo degli obblighi di serietà reciproca nei rapporti interistituzionali che debbono esserci tra istituzioni importanti e nel rapporto di termini di paragone che deve essere fatto rispetto agli altri dieci istituti zooprofilattici del nostro Paese.
Il consigliere Giuseppe Ricci ha risposto in modo molto chiaro alle tesi del consigliere Giannotti, dando lettura della legge approvata dalla Regione Lombardia pochi mesi fa rispetto a questo tema, ben più consistente rispetto a quella che noi oggi stiamo discutendo. Quindi tante di quelle argomentazioni del consigliere Giannotti credo abbiano da questo punto di vista dimostrato strumentalità.
Ma aggiungerei un elemento importante che riguarda il personale di direzione scientifica di questo istituto, così come degli altri. Si tratta di personale di fondamentale importanza e di grande importanza all’interno degli istituti, in quanto riveste la principale responsabilità scientifica sulle analisi e i certificati di analisi che l’Istituto zooprofilattico rilascia. Tutte queste cose stanno in capo scientificamente, con tutto quello che ne deriva da un punto di vista legale, amministrativo, giuridico, al direttore. Quindi professionalità e garanzia del funzionamento degli istituti che, così come in tutti gli altri istituti zooprofilattici devono essere riconosciute, come propone la nostra legge. Dal verbale dell’audizione della Commissione emerge come la qualità debba essere giustamente riconosciuta, se non vogliamo pensare che siano istituti di secondo grado rispetto alle imprese private. Infatti risulta che il nostro personale, proprio per la sua capacità è oggetto di continue richieste da parte di grandi imprese private che stanno cercando di fare ponti d’oro per portar via elementi dai nostri istituti. Credo che anche rispetto a questo dobbiamo avere grande senso di responsabilità e se vogliamo professionalità nel funzionamento dei nostri istituti e conseguentemente professionalità da parte di chi li dirige, dobbiamo riconoscere parametri che già altri istituti zooprofilattici hanno riconosciuto.
Oggi siamo chiamati a discutere questa legge che è già da troppo tempo in discussione, che ha già portato ad aggiustamenti rispetto al testo che oggi stiamo discutendo, da quello iniziale sul quale si era partiti, che ha colto anche alcune delle questioni che erano state poste dalla nostra stessa Regione. Altre strumentalità non le vorrei sottolineare, ma per quello che è di mia conoscenza da un punto di vista giuridico, normalmente la retroattività in una legge deve essere fissata, qui non c’è. Forse in un testo precedente si era parlato di retroattività. Quindi non si facciano strumentalità su queste cose, ne va della serietà della conoscenza giuridica che il consigliere Giannotti attorno a queste cose dovrebbe avere. La retroattività normalmente viene fissata; diversamente la legge ha valore da quando ha finito il suo iter e l’iter di legge prevede Regione Umbria e Regione Marche.
Credo che dopo questo lungo tempo e le cose che il relatore di maggioranza ha detto e che sottoscrivo, sarebbe sbagliato pensare di poter riaprire un dibattito con la Regione Umbria attorno a questa questione che ci farebbe, dopo le trattative, i discorsi, le valutazioni che sono state fatte, fare una non bella figura ma soprattutto ci vedrebbe sottovalutare il significato di una normazione attorno ad una materia che ha contenuti e significati che ho cercato di sottolineare.

PRESIDENTE. Dato che si sono iscritti a parlare altri consiglieri, non è possibile concludere la discussione di questa proposta di legge in un orario accettabile, quindi la riprenderemo alle ore 16 con l’intervento del consigliere Moruzzi.



Mozione (votazione): «Azioni politiche in favore del popolo della Repubblica Araba Saharawi Democratica» Amati, Silenzi e Mollaroli (80)

PRESIDENTE. Rispetto alla mozione n. 80 dei consiglieri Amati, Silenzi e Mollaroli è stata presentata una proposta di risoluzione che reca la firma di tutti i presidenti di gruppo. Se non vi sono obiezioni la pongo in votazione.

(Il Consiglio approva)

La seduta è sospesa.


La seduta è sospesa alle 13,40