Resoconto seduta n. 3 del 14/06/2000
RESOCONTO INTEGRALE
_______

SEDUTA DI MERCOLEDÌ 14 GIUGNO 2000
PRESIDENZA DEL PRESIDENTE LUIGI MINARDI
________

La seduta riprende alle 16,35 (pomeridiana)

Comunicazioni del Presidente

PRESIDENTE. Prima di dare inizio ai lavori ritengo doveroso fare una comunicazione.
Il Presidente del Consiglio Minardi non partecipa ai lavori del pomeriggio. Non ha ritenuto di darne comunicazione in aula, ma penso che sia doveroso, per me, informare l'Assemblea che questa notte è morto il padre del Presidente Minardi. Lui è stato presente questa mattina in aula. Credo che, al di là della sua volontà di non esplicitare la cosa in maniera formale, sia doveroso per questa Assemblea osservare un minuto di raccoglimento per il padre del Presidente, ma vale per tanti colleghi: penso al collega Gasperi che alcuni giorni fa ha avuto un lutto analogo. Sono vicende che possono capitare e che capitano a tutti noi, ma non sempre c'è concomitanza di seduta consiliare. Pertanto, questa opportunità può essere considerata tale anche per tanti colleghi che queste vicende vivono in momenti diversi da quello di convocazione del Consiglio regionale.
Prego l'Assemblea di osservare un minuto di raccoglimento.

(Il Consiglio osserva un minuto di silenzio)

Invito gli assessori esterni, in base alla richiesta fatta questa mattina dal Presidente D'Ambrosio e accolta dall'aula, a prendere posto al tavolo della Giunta.
Nella Conferenza dei presidenti di gruppo non avevamo definitivamente stabilito la data in cui tenere il prossimo Consiglio regionale in relazione alla presumibile discussione che in quella sede ci sarà sulle comunicazioni del Presidente della Giunta. Tenendo conto che questa sera andremo avanti con l'approvazione del regolamento, se i tempi lo consentiranno credo che potremmo questa sera ascoltare l'informativa del Presidente D'Ambrosio e quindi rinviare il dibattito a un successiva seduta. Il gruppo dei Comunisti italiani che aveva dei problemi per venerdì prossimo mi pare abbia risolto tali problemi. Siccome questa data era stata considerata opportuna da tutti gli altri gruppi, potremmo convocare il Consiglio per venerdì mattina, con eventuale prosecuzione al pomeriggio. Se l'Assemblea, che in questo caso è riunita nella sua interezza condivide, consideriamo la convocazione come informalmente data in aula, formalmente saranno inviati i telegrammi a domicilio dei colleghi. Ovviamente le 48 ore di tempi seppure non ci sono nella loro interezza saranno 44-45, ma si presume che siano assorbite dalla volontà dell'Assemblea consiliare.
Pertanto, se non vi sono obiezioni, il Consiglio si intende riconvocato per venerdì 16 giugno, alle ore 10.




Proposta di regolamento (Seguito esame degli articoli e votazione): «Modificazioni ed integrazioni del Regolamento interno del Consiglio regionale» Ufficio di presidenza (1)

PRESIDENTE. Riprendiamo la discussione relativa alla proposta di regolamento n. 1.
Articolo 3. Non vi sono emendamenti, quindi lo pongo in votazione.

(Il Consiglio approva)

Articolo 4. Subemendamento 007. E' legato ad altro subemendamento e a un emendamento, tutti presentati dai consiglieri Procaccini e Martoni. Inviterei a una unica illustrazione.
Ha chiesto di parlare il consigliere Procaccini. Ne ha facoltà.

CESARE PROCACCINI. L'illustrazione già era stata svolta in precedenza. Con questa proposta, oltre a dare la possibilità agli assessori esterni di essere in aula — e crediamo che questo sia all'interno di un piena dignità che gli assessori esterni dovrebbero avere nell'Assemblea regionale — chiediamo che essi nelle Commissioni di competenza siano presenti solo se richiesti.

PRESIDENTE. Pongo in votazione il subemendamento 007.

(Il Consiglio approva)

Il subemendamento 07 ha un contenuto che si aggancia a quanto detto in precedenza. Lo pongo in votazione.

(Il Consiglio approva)

Pongo in votazione l'emendamento 7 come subemendato.

(Il Consiglio approva)

Pongo in votazione l'articolo 4 come emendato.

(Il Consiglio approva)

Articolo 5. Emendamento a firma Pistarelli, Castelli, Ciccioli, Gasperi e Romagnoli.
Ha la parola il consigliere Pistarelli.

FABIO PISTARELLI. Abbiamo presentato un blocco di emendamenti, dall'8 all'11 che hanno la stessa natura di estendere l'oggetto dei lavori della Commissione straordinaria anche alla riforma del regolamento, per le ragioni che avevamo già anticipato questa mattina. Le regole vere sono inserite in questo nostro documento che è una guida, la bussola che informa tutti i lavori di Commissione e di aula di questo Consiglio regionale. Il regolamento interno ha infatti il compito di individuare poteri, potestà, facoltà, diritti e limiti ed estensione degli stessi. Sulla base di esso le Commissioni e l'aula muovono i loro lavori. Riscrivere queste regole è atto che ha bisogno di un confronto plurale: le regole devono essere riscritte tra tutti i gruppi di maggioranza e di minoranza.
Dare questo compito all'Ufficio di presidenza, senza nulla togliere al prestigio e allo spessore dell'organo istituzionale Ufficio di presidenza è però limitativo delle possibilità di confronto dialettico, politico, profondo, serio, serrato, in grado di confezionare una proposta che arriverà poi in aula, sarà ancora soggetta alla verifica di tutta l'Assemblea, ma che comunque avrà già visto il lavoro istruttorio forte di garante-garanzia.
Con l'indicazione che dà l'art. 5, cioè l'affidamento di questo compito delicatissimo al solo Ufficio di presidenza, formato secondo regole che sono già scritte, da un Presidente espressione di maggioranza, da un Vicepresidente e un segretario anch'essi espressione di maggioranza e da altri due elementi, Vicepresidente e segretario, offrire questo compito molto alto e delicato ai soli appartenenti all'Ufficio di presidenza significa, di fatto, impedire che già in sede di indagine istruttoria, di esame e di proposta vi sia questa grande partecipazione, questo confronto tra maggioranza e minoranza che sono essenziali nel momento in cui si vanno a riscrivere regole anche molto delicate come quelle contenute nel regolamento interno. Ecco perché chiediamo che, al di là del fatto che la proposta sia venuta dai nostri banchi, vi sia una convergenza su queste esigenze, per fare in modo che questo passaggio sia affrontato nella più seria delle maniere.
Mi si dice che vi sono comunque 60 giorni di tempo per la Commissione Statuto per esprimere un proprio parere sulla proposta di modifica. Sappiamo che quando si tratta di parere è comunque un aspetto molto limitati d'intervento sul documento e sulla proposta. Sappiamo altresì che se si attende l'aula è poi difficile andare ad affrontare certi nodi o certe questioni, non solo di natura tecnica ma soprattutto di natura politica, che esigono anche momenti di mediazione, di confronto, di dialogo approfondito. Sappiamo che tutto questo è difficile farlo nell'aula.
Chiediamo quindi un'attenzione particolare a questo passaggio. Chiediamo, cioè, che le regole siano riscritte insieme e noi diamo la nostra massima disponibilità.
Tutti gli emendamenti sono della stessa natura: si propone di aggiungere dopo la parola "Statuto" le parole "regolamento interno", quindi penso che con questo intervento abbia potuto illustrare l'intero contenuto dei quattro emendamenti proposti. Sono certo che quest'aula con la sensibilità che le è propria, i gruppi con la sensibilità politica che sicuramente avranno, coglieranno il significato di questo intervento modificativo ed emendativo ma nel senso più alto del termine, perché emendativo di una volontà che alla base aveva ispirato anche la proposta venuta dall'Ufficio di presidenza di essere in grado di guardare al plurale, di ragionare al plurale. Esplicitiamola, diamo la possibilità di farlo nel lavoro concreto.
Questo può essere fatto solo attraverso l'affidamento di questo compito delicato alla Commissione Statuto che avrà la rappresentanza di tutti i gruppi sulla base della propria consistenza numerica.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Andrea Ricci.

ANDREA RICCI. Comprendo le motivazioni dell'emendamento proposto da Alleanza nazionale, perché nei prossimi mesi ci troveremo ad una modifica non ordinaria del regolamento, ma ad una vera e propria riscrittura del regolamento interno del Consiglio, alla luce del nuovo Statuto che questo Consiglio regionale dovrà adottare.
D'altra parte è anche comprensibile quello che è scritto nell'attuale regolamento, che dà il potere d'iniziativa sulle modifiche regolamentari all'Ufficio di presidenza, perché le modifiche regolamentari coinvolgono anche aspetti tecnici di gestione e organizzativi che una sede come quella dell'Ufficio di presidenza, ristretta e con competenze dirette nell'organizzazione dei lavori del Consiglio, è meglio di altri organismi più ampi e collegiali.
Siamo di fronte, a mio avviso, a due esigenze di carattere contrapposto: l'una che assume una rilevanza politica alla luce della riscrittura completa del regolamento, verso la quale si richiede il pieno coinvolgimento di tutte le forze, di tutti i gruppi presenti in quest'aula; l'altra che riguarda più l'efficienza delle proposte di modifica regolamentari.
Avanzo una proposta per valutare se è possibile tenere insieme entrambe queste esigenze che a mio avviso hanno una loro validità. A mio avviso potremmo mantenere, nell'iniziativa esclusiva dell'Ufficio di presidenza, la predisposizione della proposta di modifica del regolamento consiliare e istituire, come compito della Commissione straordinaria per lo Statuto, la sede referente per la proposta di modifica del regolamento consiliare. E' una proposta diversa da quella di Alleanza nazionale, è una proposta che credo possa essere accolta con soddisfazione anche da parte degli altri gruppi che, insieme ad Alleanza nazionale, possono condividere questa esigenza. E' un tentativo, il mio, che mi sembra abbia una sua logica: l'Ufficio di presidenza è salvaguardato nella sua prerogativa, perché spetta ad esso la competenza esclusiva di proposta, cioè la proposta per le modifiche di regolamento non spetta ad altri che all'Ufficio di presidenza, il quale è chiamato a presentare, nell'occasione della riscrittura del regolamento, una proposta complessiva. Dopodiché, invece della Conferenza dei presidenti di gruppo, come sarebbe oggi — perché oggi la proposta di modifica regolamentare dell'Ufficio di presidenza è discussa dalla Conferenza dei presidenti di gruppo e non esaminata in sede referente, ma qui ci troviamo di fronte a qualcosa di più di una semplice modifica regolamentare, siamo di fronte all'adeguamento del regolamento al nuovo Statuto — si seguirebbe quest'altra strada che credo tenga insieme i due elementi. Anche perché anch'io sono convinto che, in ogni caso, il regolamento deve essere approvato con il concorso di tutte le forze di questo Consiglio regionale, non è una questione che riguarda maggioranza e minoranza: si scrivono le regole di funzionamento dell'Assemblea, queste regole devono essere il più possibile condivise, e se si ritiene che ci sia un impedimento iniziale alla condivisione per il fatto che non si è coinvolti nella elaborazione della proposta di nuovo regolamento, di riscrittura completa del regolamento e non di semplice modifica, mi sembrerebbe non lungimirante cogliere questo aspetto e addivenire a un'ipotesi di soluzione che tenga conto del problema che una parte del Consiglio pone.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Procaccini.

CESARE PROCACCINI. Noi crediamo che questa proposta di modifica non sia peregrina, perché va nel senso di una maggiore necessità partecipativa da parte dei consiglieri, poiché siamo all'interno di una fase di ridiscussione complessiva delle regole, sia tecniche che politiche. Secondo noi il regolamento dovrebbe essere esclusivamente la regola tecnica entro cui formalizzare e concretizzare le regole e da questo punto di vista credo che l'Ufficio di presidenza, che è l'organismo di garanzia e di tutela del Consiglio regionale sarebbe di per sé sufficiente. Ma oggi siamo in una fase dove anche la revisione e la riscrittura del regolamento assume una valenza di tipo politico, per cui la proposta che adesso veniva avanzata mi sembra una proposta di buon senso che lascia la prerogativa all'Ufficio di presidenza di proporre e al tempo stesso introduce un elemento ulteriore di garanzia non già e non solo alla Conferenza dei presidenti di gruppo che rimane come passaggio intermedio, ma dà alla Commissione Statuto la possibilità, visto che per obbligo sarà composta dai componenti di ogni gruppo politico, di concretizzare la proposta stessa che l'Ufficio di presidenza, quale titolare della proposta, può avanzare concretizzando un dispiegamento unitario delle regole di questo Consiglio.
Se si potesse modificare in questi termini l'attuale articolato sarebbe molto utile nel rafforzamento dell’organismo proponente — Ufficio di presidenza — dando la possibilità concreta a tutti i gruppi politici di partecipare alla riscrittura sia del regolamento e soprattutto dello Statuto.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere D'Angelo.

PIETRO D'ANGELO. Dagli interventi che ho fatto questa mattina potete immaginare benissimo la direzione dell'attuale intervento. Ritengo che un regolamento vada al di là degli schieramenti politici. E' un aspetto di buon funzionamento di un Consiglio regionale. Ritengo, pertanto, da condividere la filosofia degli emendamenti presentati e contestualmente ritengo che si possa, di fatto, soddisfare questa esigenza di collegialità nella stesura del nuovo regolamento che, come è stato già detto, seguirà il nuovo Statuto, quindi è un fatto politico rilevante. Per soddisfare questa esigenza di collegialità che va al di là di minoranza e maggioranza, è importante apportare quel correttivo che veniva proposto dal collega Andrea Ricci e condiviso dal collega Procaccini.
Riteniamo che all'Ufficio di presidenza vada data la possibilità di proporre e comunque alla Commissione Statuto, composta da tutti i rappresentanti dei gruppi politici presenti in questa sala, di arrivare ad una stesura che possa soddisfare tutti quanti.
Pertanto invito il collega Ricci o il collega Procaccini ad elaborare un subemendamento agli emendamenti presentati dalla minoranza, che vada a soddisfare questa esigenza di collegialità.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Giannotti.

ROBERTO GIANNOTTI. Mi pare che il dibattito abbia preso il verso giusto. Credo che da una parte sia stata posta con nettezza un'esigenza, quella di recuperare la centralità del ruolo della Commissione Statuto rispetto a tutta una serie di adempimenti importanti. Dall'altra credo che il consigliere Ricci abbia riposizionato i compiti dell'Ufficio di presidenza e dell'Assemblea, quindi credo che questa mediazione rappresenti un fatto positivo e ci consenta di contemperare entrambe le esigenze, cioè fare salva la competenza dell'Ufficio di presidenza a formulare la proposta, ma anche il diritto del Consiglio, attraverso la Commissione, di partecipare alla elaborazione di uno strumento così importante.
In questo senso credo che sia il subemendamento, se così formulato, sia l'emendamento, avranno il voto del nostro gruppo.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Silenzi.

GIULIO SILENZI. La nostra valutazione rispetto alle proposte che sono emerse è che il regolamento è compito dell'Ufficio di presidenza. Poi, la Commissione esprime un parere sul regolamento, che ritorna all'Ufficio di presidenza e poi va in aula. Quindi, la pluralità dell'intervento è da questa procedura garantita. Se poi ci sono altre interpretazioni per svuotare il ruolo dell'Ufficio di presidenza è legittimo, però a noi sembra che il percorso della proposta di regolamento coinvolga ai vari livelli tutti i gruppi consiliari, sapendo che comunque l'Ufficio di presidenza non potrà mai esprimere tutti i gruppi consiliari pertanto lasciamo questa facoltà all'Ufficio di presidenza che poi raccoglierà gli indirizzi che verranno. Anche l'indirizzo della Commissione può essere a maggioranza, nel senso che la Commissione non è un organo che comunque garantisce una posizione unitaria, ma può esprimersi a maggioranza. Se poi si ha una ricaduta nell'aula mi sembra che il pluralismo sia più che garantito, senza svuotare dell'unica funzione qualificante che può avere un Ufficio di presidenza, cioè fare una proposta, recepire le indicazioni e poi portarle in aula, che è sovrana, ove si stabilisce la garanzia del dibattito pluralista di un regolamento che vale per tutti e non solo per la maggioranza o per la minoranza.

ANDREA RICCI. Chiedo cinque minuti di sospensione.

PRESIDENTE. C'è una richiesta di sospensione, quindi come prassi viene accolta.
La seduta è sospesa per cinque minuti.

La seduta, sospesa alle 17,05,
riprende alle 17,10

PRESIDENTE. Non è stato presentato un subemendamento all'emendamento n. 8, mentre c'è un subemendamento all'emendamento 11.
Ha la parola il consigliere Pistarelli.

FABIO PISTARELLI. La nostra dichiarazione di voto è condizionata dal subemendamento che è stato ora annunciato dalla Presidenza, perché vorremmo capire se la proposta di Ricci ed altri è quella originaria, cioè quella che avevamo intuito nel ragionamento che...

PRESIDENTE. Glielo leggo, poi lei, magari, svilupperà il suo ragionamento.
Il subemendamento presentato dal collega Andrea Ricci recita: Ripristinare il testo con la seguente modifica: terzo paragrafo, eliminare le parole da “il parere” a “modifica”. Sostanzialmente viene tolto il termine di 60 giorni perentorio e ultimativo alla Commissione Statuto per esprimere il proprio parere, quindi si lascia alla stessa Commissione un tempo maggiore per approfondire adeguatamente e proporre eventuali modifiche.
Ha la parola il consigliere Pistarelli.

FABIO PISTARELLI. Mi sento di dichiarare l’insoddisfazione del gruppo e degli altri colleghi dell’opposizione, perché comunque rimarrebbe un parere, quello della Commissione Statuto, non in grado di inserirsi in un’attività istruttoria anche emendativa o modificativa della proposta che viene dall’Ufficio di presidenza. Sarebbe un diritto di veto in pratica, perché senza i 60 giorni la Commissione potrebbe congelare la proposta di regolamento se la stessa non avesse i crismi della pluralità o del maggior consenso possibile. Ci sembra un po’ meno rispetto a quello che era stato detto, quindi presento un subemendamento ulteriore al n. 11 che recita: “Essa esamina altresì, in sede referente, la proposta di modifica complessiva del regolamento interno su presentazione della proposta di modifica dell’Ufficio di presidenza”.
A nostro avviso è questo lo spirito con il quale si erano espressi i vari colleghi della maggioranza. Diamo questo ulteriore contributo al dibattito e solo su questa base siamo disposti a rinunciare agli altri emendamenti che sono stati proposti.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Andrea Ricci.

ANDREA RICCI. Ormai facciamo una discussione unica. E’ indubbio che il mio emendamento è formalmente diverso da quello che avevo sostenuto nel precedente intervento, anche se credo che recepisca pienamente, nella sostanza, il senso della mia proposta, perché togliendo il termine temporale dei 60 giorni il parere della Commissione Statuto non è più puramente un parere consultivo, scaduto il termine del quale si può anche soprassedere. A questo punto è necessario, affinché la proposta di regolamento dell’Ufficio di presidenza giunga in aula, il parere della Commissione Statuto. E’ vero che non è sede referente, però noi non dobbiamo dimenticare che la Commissione Statuto, così come l’abbiamo scritta in questo articolo 5 rispecchia sostanzialmente i rapporti di forza dell’Assemblea. Mentre l’Ufficio di presidenza può non rispecchiarli, la Commissione Statuto è composta in termini tendenzialmente proporzionali rispetto all’Assemblea del Consiglio regionale. Quindi è del tutto evidente che se la Commissione Statuto, non avendo il limite temporale può svolgere un esame approfondito, può integrare e modificare la proposta dell’Ufficio di presidenza, esce con un parere che raccoglie la maggioranza della Commissione Statuto ed è evidente che ce l’avrà anche in aula. Mi sembra più un aspetto formale che sostanziale. La proposta di eliminare il termine “60 giorni”, da un lato salvaguarda pienamente le prerogative dell’Ufficio di presidenza, dall’altra consente alla Commissione Statuto che è organismo rappresentativo dell’intera Assemblea, di svolgere con piena cognizione di causa il proprio lavoro sul regolamento. Mi sembra che questa ipotesi possa trovare l’accoglimento di tutti.

FABIO PISTARELLI. Ritiriamo gli emendamenti 8, 9 e 10 perché ci riferiamo alla nuova proposta, quella che l’Ufficio di presidenza predispone la proposta di regolamento, però diamo alla Commissione Statuto poteri referenti, perché se sono solo pareri consultivi, i commissari non potranno tecnicamente fare emendamenti o modifiche alla proposta di regolamento. O sì o no. Se è no, congeliamo il regolamento e non lo modifichiamo?
Poniamo l’ipotesi che sia no, cioè che la Commissione Statuto sia contraria alla proposta venuta dall’Ufficio di presidenza, cosa facciamo, non modifichiamo il regolamento? Non diamo ai commissari della Commissione Statuto quei poteri di incidere.

ANDREA RICCI. Se si trova un accordo in Commissione Statuto, cosa che non era possibile nell’Ufficio di presidenza, il regolamento è quello. Bisogna vedere la sostanza.

PRESIDENTE. Prendo atto del ritiro degli emendamenti 8, 9 e 10.
C’è il sub-subemendamento presentato dal consigliere Pistarelli che va in votazione prima degli altri. Ne do lettura: “Essa esamina altresì, in sede referente, la proposta di modifica complessiva del regolamento interno presentata dall’Ufficio di presidenza”.
Ha la parola il consigliere Ciccioli.

CARLO CICCIOLI. Rivolgo un appello all’aula di prendere in considerazione questa revisione dei nostri emendamenti, che rappresenta una mediazione nella direzione di cui parlava il consigliere Ricci. Credo che sia accettabile e che sia di garanzia tanto del ruolo dell’Ufficio di presidenza che dei gruppi non rappresentati nell’Ufficio di presidenza nonché dell’intera Assemblea. Penso, quindi, che possa essere accettato da tutti.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Castelli.

GUIDO CASTELLI. Intervengo a sostegno dell’emendamento che ha presentato il collega Pistarelli. Nel commento di questa proposta, si è spostato l’interesse sull’aspetto del rispetto delle garanzie dei gruppi politici, invece c’era una spetto operativo di redazione normativa che riguarda l’opportunità che si vada di pari passo e che vi sia una certa coerenza tra l’opera di ridefinizione dello Statuto e l’opera di ridefinizione del regolamento. Appena questa mattina abbiamo assistito a un caso di come lo Statuto e il regolamento, in materia di improponibilità possano presentare delle incongruenze che proprio in questa grande opera di ristrutturazione normativa della Regione ci dovremmo porre come problema. Quindi, il subemendamento Pistarelli credo abbia il merito, così come era stato sottolineato dal collega Ricci, di precisare che in termini operativi è opportuno che vi sia non solo e non tanto un pieno rispetto delle varie frammentazioni, del vario particulare politico, ma anche e soprattutto un’opera di contestualizzazione di attività normative così importanti. Anche perché non dobbiamo dimenticare che il carattere generalizzato di questa riscrittura regolamentare imporrà dei tempi abbastanza stretti o comunque delicati. Arriviamo alla definizione di un nuovo Statuto che sarà necessariamente opera preventiva rispetto al regolamento. Poi, di colpo dovremmo fare un regolamento adeguato a quello Statuto. Penso che se fosse possibile che le stesse persone chiamate a ridefinire lo Statuto potessero contestualmente, o comunque in maniera coerente seguire anche l’opera di ridefinizione regolamentare, potremmo dare maggiore speditezza ai lavori che riguardano comunque il miglioramento complessivo della struttura istituzionale dell’ente.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Procaccini.

CESARE PROCACCINI. Questa mattina abbiamo svolto, sulla possibilità o meno di introdurre una nuova Commissione, alcune considerazioni di tipo politico ma anche di tipo istituzionale, nel senso che riteniamo non debbano esserci antagonismi tra i diversi antagonismi della Regione e rimaniamo di questo parere. Penso che la soppressione del limite dei 60 giorni rappresenti il punto più avanzato, da un lato nel mantenere ferme le prerogative che debbono esserci e addirittura debbono essere rafforzate, dell’Ufficio di presidenza e dall’altro un’introduzione necessaria per una maggiore partecipazione alla riscrittura dello Statuto. Questo va incontro alle esigenze di maggiore partecipazione. Per questi motivi non voteremo la proposta di Alleanza nazionale, viceversa voteremo la proposta di soppressione dei 60 giorni entro i quali la Commissione Statuto dovrebbe dare il suo parere.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere D’Angelo.

PIETRO D’ANGELO. E’ proprio vero che capire la politica è difficilissimo e che i cittadini sempre più ogni giorno se ne allontanano.
Poco fa ho ascoltato degli interventi che dicevano che era giusto che la Commissione Statuto potesse avere la possibilità di discutere, di aggiustare un regolamento predisposto giustamente dall’Ufficio di presidenza. Diversi interventi andavano in questo senso. Improvvisamente si è pensato che togliendo l’aspetto temporale si potesse in qualche modo dare la possibilità alla Commissione Statuto di discutere, con un solo parere. E altra cosa. Una cosa è il parere, una cosa è la possibilità di un apporto migliorativo, perché non è detto che l’apporto della Commissione Statuto debba essere negativo, ma può essere migliorativo, anzi sicuramente sarà migliorativo. Allora non capisco, qualcuno dovrà pure spiegare a quest’aula perché si vuole spostare un dibattito che potrebbe essere circoscritto all’interno della Commissione Statuto, con possibilità di dialogo tra le varie posizioni, perché si vuole spostare questa possibilità di arrivare ad un regolamento unitario nella Commissione Statuto qui, in quest’aula dove è difficile confrontarsi, dove è difficile mediare. Qualcuno lo dovrà pure spiegare.
Visto che nessuno lo spiega, ritengo che questo passo indietro rispetto agli interventi di poc’anzi non possa trovare il mio assenso, quindi penso che una Commissione Statuto che possa modificare il regolamento sia un fatto doveroso, un fatto di trasparenza, di partecipazione. Quindi voterò a favore dell’emendamento presentato da An.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Benatti.

STEFANIA BENATTI. Al termine di questa discussione devo dire che anche noi condividiamo l’impostazione di dare la possibilità alla Commissione Statuto di intervenire nel merito. Non è una questione ideologica né una questione che debba riguardare le maggioranze e le minoranze, né tanto meno un conflitto fra organismi del Consiglio regionale. Noi vediamo questa iniziativa di permettere alla Commissione Statuto di intervenire anche nel merito del regolamento, collocata nella funzione e nello spazio temporale che investirà la Commissione Statuto. Una Commissione che ha compiti costituenti, che deve riorganizzare anche l’assetto del Consiglio regionale noi crediamo possa dire una parola anche in termini di regolamento del Consiglio stesso. Non ci scandalizza e ci sembra invece un artifizio risolvere questo problema dal punto di vista del conto numerico dei giorni, quindi dare soltanto un termine temporale.
Per questo motivo voteremo il subemendamento.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Giannotti.

ROBERTO GIANNOTTI. Abbiamo detto questa mattina, in sede di intervento su questa materia, che ritenevamo questo emendamento presentato dai colleghi di Alleanza nazionale una cosa giusta, lo ripetiamo in aula. Vorrei solamente che il collega D’Angelo esplicitasse meglio il senso del suo discorso. A nessuno sfugge che questo Consiglio già alla seconda seduta è diventato un grande teatrino, con una contrapposizione palese fra il maggiore gruppo di maggioranza e la Giunta che, guarda caso, non si ripete poi, perché si arriva ad un accomodamento quando si tratta del rapporto con l’Ufficio di presidenza, guarda caso con Rifondazione comunista che fa da gendarme di questo equilibrio. Sì, Ricci, perché non si viene qui come hai fatto tu, a fare una proposta che era un tentativo serio di mediazione, per poi fare marcia indietro in maniera improvvisa. Non è dignitoso sul piano politico, poi ognuno può fare quello che vuole, anzi io apprezzo chi dice “ho sbagliato”. Quindi, prendo atto che hai sbagliato a fare questa proposta, però rimane il fatto che rispetto alla materia riteniamo molto più compatibile che questo adempimento del regolamento fosse in qualche modo assegnato alla competenza della Commissione consiliare.

PRESIDENTE. Pongo in votazione il subemendamento 0011.

(Il Consiglio non approva)

FABIO PISTARELLI. Chiedo la verifica del voto.

PRESIDENTE. Prego di procedere alla verifica del voto.

(Il Consiglio non approva)

Pongo in votazione il subemendamento a firma Andrea Ricci.
Ha la parola il consigliere Pistarelli per dichiarazione di voto.

FABIO PISTARELLI. Noi voteremo contro questo subemendamento, non perché non sia un minimo di correttivo rispetto al testo inizialmente proposto dall’Ufficio di presidenza, ma perché dobbiamo sottolineare un dato politico grave: quello di avere espropriato dalla sede naturale — quella della Commissione Statuto, cioè la sede che vedeva la dialettica di tutti i gruppi rappresentati proporzionalmente rispetto alla loro consistenza — un atto che è di fondamentale importanza per il futuro di questo Consiglio regionale, cioè la riscrizione del regolamento interno. Le regole non si cambiano “a colpi di maggioranza” o comunque facendo mediazioni all’interno della maggioranza, perché questa proposta è una mediazione all’interno della maggioranza che non ha tenuto minimamente conto degli sforzi che abbiamo in quest’aula dimostrato di fare sotto un profilo di dialettica, di apertura nel senso del confronto, sotto un profilo di disponibilità piena. La nostra proposta iniziale era completamente diversa, quella degli emendamenti: voleva che la Commissione Statuto fosse “Commissione Statuto e regolamento”. Abbiamo accettato un’indicazione pur provenuta dai banchi della maggioranza e non da questa opposizione, cioè l’indicazione di dare comunque all’Ufficio di presidenza il potere di proposta: ci è stato respinto, così come un’indicazione forte che era quella di dire che la Commissione Statuto avesse poteri referenti, di modifica e non solo di veti astratti. Questo è un atteggiamento da stigmatizzare, da sottolineare in maniera fortemente negativa, condizionerà negativamente tutti i lavori che dovremo fare sotto un profilo di modifica istituzionale, perché non è così che si inizia una legislatura nel segno di un rinnovamento istituzionale, di un rinnovamento profondo delle regole, dei ruoli, delle funzioni della Regione, non è così che si inizia una legislatura che doveva essere improntata a tutt’altro spirito. Quando si riscrivono le regole del gioco, non si può essere ciechi e sordi agli appelli di buon senso, di serietà e di compostezza che sono venuti da questi banchi, perché abbiamo dimostrato serietà, compostezza e comprensione, andando incontro a delle indicazioni non provenute da noi ma scaturite nel dibattito democratico, serio, legittimo di quest’aula. Perciò voteremo contro questa proposta, e complessivamente questa proposta di regolamento che poteva vederci disponibili, pur non avendo accolto determinati passaggi, non vedrà più la nostra disponibilità, proprio perché su questa cosa fondamentale non c’è stato alcun segnale di apertura da parte della maggioranza.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Amagliani.

MARCO AMAGLIANI. Intervengo per la prima volta in quest’aula, perché sono solito cercare di capire, prima di intervenire. Debbo dire che la cosa che ho capito è che vengono usate tante parole e alle volte le parole sono pesanti come pietre e prive di senso.
Cosa vuol dire “esproprio”? Credo che il punto finale in cui dovremmo andare a discutere Statuto, regolamento e quant’altro sia quest’aula. A me pare che l’unica cosa che si sia debba essere fatta, al di là delle tante cose che ho sentito — ripeto: molte cose offendono e io sono uso pensare che alle offese a volte è meglio non rispondere — è ristabilire le competenze in maniera molto chiara, perché si percepisce un tentativo di far entrare dalla porta ciò che non è entrato dalla finestra, o per lo meno di stabilire un rapporto diverso tra i gruppi che partecipano o meno all’Ufficio di presidenza. La cosa certa è che la proposta che uscirà dall’Ufficio di presidenza rispetto al regolamento interno del Consiglio, verrà portata, peraltro pericolosamente, senza termini di tempo — perché l’emendamento che andiamo ad approvare stabilisce che non ci sono più i 60 giorni, quindi un certo pericolo c’è, ma non credo che si tratti di questo — in quest’aula.
Non capisco — se qualcuno prima della fine della riunione me lo farà capire gliene sarò grato — dove si può intravedere l’esproprio. Nessuno è espropriato di nulla. Siccome tutti si sono richiamati ai diritti dei cittadini, ai lavori di quest’aula e a tutte le altre cose, credo che per fare le cose nel modo migliore possibile noi dobbiamo dirci la verità.

FABIO PISTARELLI. Sia l’Ufficio di presidenza a farlo.

MARCO AMAGLIANI. Scusate, io non interrompo mai nessuno e gradirei non essere interrotto quando parlo.

FABIO PISTARELLI. Io interrompo, perché è un diritto democratico.

MARCO AMAGLIANI. Se è un diritto democratico, credo che la democrazia intesa in questo senso abbia...

FABIO PISTARELLI. Io non visto mai un Ufficio di presidenza che scrive le regole.

MARCO AMAGLIANI. Non è l’Ufficio di presidenza che riscrive le regole, ma quest’aula che...

FABIO PISTARELLI. Il diritto di proposta ce l’hanno tutti.

MARCO AMAGLIANI. Se è un diritto democratico quello di interrompere, facciamolo pure. Io non lo farò mai, perché non sono uso né abituato a farlo. Dico soltanto che a me pare che in questo momento noi stiamo ristabilendo quelle che sono le competenze senza togliere nulla a nessuno. La Commissione Statuto, che tutti quanti abbiamo fortemente voluto, è chiamata ad esprimere un parere, tra l’altro senza limiti temporali, e questo potrebbe creare un pericolo, ma credo che conoscendo l’intelligenza di tutti voi il pericolo non esista, quindi credo che nessuno di noi si debba sentire espropriato di nulla, ma anzi credo che dobbiamo procedere velocemente nell’interesse di quei cittadini e degli interessi più generali ai quali tutti noi ci richiamiamo.

PRESIDENTE. Pongo in votazione il subemendamento a firma Andrea Ricci.

(Il Consiglio approva)

Decade l’emendamento 11. Emendamento n. 12 a firma Moruzzi e D’Angelo, che ha la parola.

PIETRO D’ANGELO. In relazione al dibattito che c’è stato anche poc’anzi e a quello avvenuto questa mattina, l’emendamento presentato da me e dal collega Moruzzi al quarto comma dell’articolo 5 recita “La Commissione deve, per quanto possibile, rispecchiare la composizione del Consiglio e tenere conto della consistenza numerica dei gruppi”. Non è sufficiente “per quanto possibile”, perché non significa nulla, quindi abbiamo chiesto che a questo comma venga aggiunto “garantendo comunque la presenza di almeno un consigliere per ciascun gruppo”, per cercare di arrivare a formulare il nuovo Statuto con la partecipazione di tutto il Consiglio e non solamente di alcuni.
Mi auguro che questo emendamento venga accolto, ma visto i precedenti non mi meraviglierei affatto se venisse respinto.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Andrea Ricci.

ANDREA RICCI. Pongo un problema tecnico, perché mi sembra del tutto evidente che i gruppi politici debbano essere rappresentati all’interno della Commissione Statuto. Il problema tecnico che pongo è: quei gruppi politici costituiti da un solo consigliere che è membro della Giunta regionale e che quindi, per Statuto, non possono partecipare al lavoro delle Commissioni, compresa quella per la riforma dello Statuto, con un emendamento di questo tipo dovrebbero delegare rappresentanti di altri gruppi per farsi sostituire. Ma questo modificherebbe politicamente la composizione della Commissione per la riforma dello Statuto. Siccome questo problema non è risolvibile in sede di regolamento, perché c’è l’art. 22 dello Statuto che impone che i membri della Giunta non possono partecipare alla Commissione, e noi non possiamo intervenire in questa sede, mi domando come un emendamento di questo tipo garantisca una maggiore rappresentatività. Io dico il contrario: che questo emendamento, poiché impone a due membri della Giunta regionale di delegare la loro rappresentanza dentro la Commissione Statuto ad altri gruppi che vedrebbero aumentare la propria rappresentanza nella Commissione indipendentemente dalla loro consistenza, modifica e stravolge la composizione della Commissione Statuto stessa. Quindi, chi ha scritto questo emendamento non ha tenuto conto di questo fatto.
E’ del tutto evidente che forze politiche come i Verdi, Comunisti italiani, Rifondazione comunista, An ecc. debbano stare nella Commissione Statuto, ma scrivendolo in questo modo si ottiene l’effetto contrario a quello che si vuole, cioè garantire la piena espressività dell’Assemblea nella Commissione Statuto. In questo modo si introduce un elemento che modifica proprio ciò che si vorrebbe ottenere.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere D’Angelo.

PIETRO D’ANGELO. Ritengo che l’emendamento presentato dal sottoscritto e dal collega Moruzzi andava in direzione di una maggiore garanzia della rappresentatività di questa Commissione Statuto. Mi garantisce più questa dizione dell’emendamento piuttosto che quella che comprende “per quanto possibile”. “Per quanto possibile” che cosa significa? Qualcuno me lo dovrà spiegare. Se un gruppo resta fuori dalla Commissione perché non è possibile, cosa facciamo? Perché, poi, non è possibile?
Non era nella mia volontà stravolgere il peso politico della Commissione Statuto, ma la volontà politica del sottoscritto era quella di garantire la presenza politica di tutti i gruppi presenti in questo Consiglio affinché si arrivasse a uno Statuto nel quale si riconoscessero tutti. Non mi garantisce il “per quanto possibile”, quindi vi chiedo di votare a favore di questo emendamento per garantire la pluralità di questo Consiglio.

PRESIDENTE. Pongo in votazione l’emendamento.

(Il Consiglio non approva)

PIETRO D’ANGELO. Chiedo la verifica del voto.

PRESIDENTE. Prego di procedere alla verifica del voto.

(Il Consiglio non approva)

Subemendamento 013 a firma Franceschetti, che ha la parola.

FAUSTO FRANCESCHETTI. Sia il subemendamento che gli emendamenti 13 e 14 sono oggettivamente collegati e riguardano la possibilità di partecipare alla Commissione Statuto da parte di figure che non ne facciano parte direttamente.
Secondo me è possibile sintetizzare tutto questo discorso mantenendo in vita un capoverso dell’articolo 19 che, secondo il regolamento proposto dall’Ufficio di presidenza dovrebbe essere tutto cancellato, secondo un emendamento presentato dal mio presidente di gruppo dovrebbe essere tutto cancellato tranne due capoversi. Molto più semplicemente, a mio parere, se con questo subemendamento manteniamo il capoverso ove si dice “Ogni consigliere può assistere con diritto di parola ai lavori delle Commissioni di cui non è componente”, credo che ricomprendiamo tutto il Consiglio: assessori, Presidente del Consiglio, Presidente della Giunta, assessori esterni, considerato l’emendamento approvato prima. In questo modo semplificheremmo il tutto senza fare riferimenti espliciti alla Giunta, all’Ufficio di presidenza e a quant’altro.

PRESIDENTE. Rispetto al testo che ci è stato presentato, il n. 7 è compreso?

FAUSTO FRANCESCHETTI. E’ compreso.

PRESIDENTE. Pongo in votazione il subemendamento.

(Il Consiglio approva)

Pongo in votazione l’emendamento n. 13 come emendato.

(Il Consiglio approva)

Emendamento 14, a firma Silenzi, che ha la parola per illustrarlo.

GIULIO SILENZI. Tutti i consiglieri possono partecipare, quando vogliono, ai lavori della Commissione.

PRESIDENTE. Pongo in votazione l’emendamento, e quindi l’articolo.

(Il Consiglio approva)

Pongo in votazione il coordinamento tecnico.

(Il Consiglio approva)

Pongo in votazione la proposta di regolamento.
Ha la parola, per dichiarazione di voto, il consigliere Ciccioli.

CARLO CICCIOLI. Vorrei sottolineare la nostra delusione per il testo che andiamo ad approvare. Avevo già dichiarato nella Conferenza dei presidenti di gruppo che noi avevamo alcune perplessità, in particolare sulla velocità, così come ha sottolineato lo stesso consigliere D’Angelo, con cui si sono volute modificare nelle competenze e nelle composizioni, le Commissioni consiliari, nonché su altri aspetti. Credo che la scelta finale di non modificare l’art. 5 con l’introduzione, oltre allo Statuto e alla legge elettorale anche della competenza per il regolamento del Consiglio, ci pone nelle condizioni di votare contro questa proposta e lo facciamo con la consapevolezza che si tratta di un voto che ha valenza di tipo istituzionale, quindi è al di fuori degli schemi politici. Noi siamo profondamente scontenti di come si comincia a lavorare in questa legislatura, quindi daremo il nostro voto contrario e saremo molto attenti a tutte le decisioni che saranno prese per quanto riguarda ogni modifica normativa che avverrà in questo Consiglio, perché le modifiche normative sono il patrimonio dell’intera Assemblea e della capacità di lavoro.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere D’Angelo.

PIETRO D’ANGELO. Presidente, colleghi, con amarezza faccio questo intervento. Pensavo che in un clima di democrazia si potesse in qualche modo coinvolgere tutti nella modifica di un regolamento. Su questo atto, pur condividendo alcuni aspetti, noi riteniamo che, soprattutto relativamente agli emendamenti non accolti per quanto riguarda l’articolo 5, che andavano nella direzione di un coinvolgimento dell’intero Consiglio, non possiamo votare questo atto. Con amarezza ribadisco che si comincia con il piede sbagliato, e siccome ritengo che nella vita, prima che in politica, è importante la dignità che passa attraverso il rispetto di se stessi e quello degli altri, dichiaro che il gruppo Verdi non può votare questo atto, quindi si asterrà.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Procaccini.

CESARE PROCACCINI. Nel corso della discussione, su aspetti significativi il gruppo Comunisti ha svolgo un ruolo positivo, perché ha dato un contributo di merito, ha ripristinato il ruolo pieno delle Commissioni, in primo luogo della terza. Da questo punto di vista credo che questo atto — ci dispiace che non ci sia stato l’accoglimento della proposta dei Verdi — che in larga parte assume un connotato tecnico e non politico, sia stato migliorato da quest’aula, o meglio poteva essere peggiore.
Se ci fosse la possibilità di poterlo fare, noi comunisti daremmo due voti differenziati: uno di perplessità e di astensione sulla composizione della sesta Commissione ed uno favorevole su tutto il resto. Ma siccome questo non è possibile, ci assumiamo per senso di responsabilità istituzionale la responsabilità che questa aula possa continuare a lavorare, perché già ha perso troppo tempo, perché gli assessori esterni debbono essere a pieno titolo ricompresi nell’attività istituzionale che secondo noi è unica perché non ci sono una Giunta e un Consiglio antagonisti tra di loro. Solo per questi motivi di correttezza istituzionale voteremo a favore dell’atto.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Giannotti.

ROBERTO GIANNOTTI. Credo che sia giusto partire da quest’ultimo intervento del consigliere Procaccini, a dimostrazione che non ci sono pregiudiziali ideologiche. Quindi, quando le cose giuste sono dette anche da avversari, sono considerate, appunto giuste.
La cosa giusta detta è che abbiamo già perso molto tempo rispetto all’inizio dell’attività del Consiglio, all’assunzione di un ruolo preciso da parte dei singoli consiglieri, all’operatività dello strumento principale di lavoro che sono le Commissioni consiliari. Quindi, questo richiamo all’esercizio pieno delle nostre responsabilità credo sia un fatto giusto. Noi abbiamo espresso nel corso del dibattito, esprimiamo forti dubbi rispetto alla coerenza complessiva di questo provvedimento. Avevamo fatto alcune proposte che non sono state recepite, avevamo sostenuto altre proposte che ci sembravano più adeguate, quindi dovremmo esprimere in quest’aula un voto contrario al provvedimento, ma non lo facciamo per senso di responsabilità, quindi il nostro gruppo esprimerà un voto di astensione sull’intero provvedimento.

PRESIDENTE. Pongo in votazione la proposta di regolamento, ricordando che è necessaria la maggioranza assoluta.

(Il Consiglio approva)



Ordine del giorno della seduta

PRESIDENTE. Invito i colleghi a valutare se, rispetto alle considerazioni che abbiamo fatto all’inizio della seduta, sia opportuno o meno andare avanti.
Ha chiesto di parlare il Presidente della Giunta. Ne ha facoltà.

VITO D’AMBROSIO, Presidente della Giunta. Essendo ben chiaro che sono disponibilisissimo a fare le mie dichiarazioni — che peraltro sono anche scritte — mi sembrerebbe un po’ anomalo fare le dichiarazioni di fronte a un Consiglio non nella completezza dei ranghi e rinviare il dibattito a due giorni dopo, anche per l’immagine del Consiglio stesso.
Se lei e i colleghi siete d’accordo, venerdì mattina farei l’introduzione, magari abbreviata, riservandomi un po’ più di spazio nella replica. Comunque, ribadisco che sono disponibilissimo a farla anche adesso.

PRESIDENTE. Il Presidente D’Ambrosio propone, se i gruppi sono d’accordo, di fare tutta la discussione venerdì mattina, tenendo conto che i punti salienti delle comunicazioni sono già stati consegnati ai colleghi consiglieri, sviluppando tutto il dibattito nella stessa giornata di giovedì.
Ha la parola il consigliere Ciccioli.

CARLO CICCIOLI. Noi conveniamo con il Presidente dell’Assemblea di rinviare l’intero punto all’ordine del giorno alla giornata di venerdì, anche perché c’era in questo senso una richiesta di alcuni consiglieri in particolare, che non avevano avuto il materiale. Questo ci consente di fare una riflessione e di poter svolgere il dibattito nell’intera giornata di venerdì. Siamo quindi d’accordo — parlo anche a nome del gruppo di Forza Italia — al rinvio a venerdì.

PRESIDENTE. La ringrazio.

(Così rimane stabilito)

La seduta è tolta.

La seduta termina alle 18,05