Resoconto seduta n. 30 del 21/02/2001
RESOCONTO INTEGRALE

SEDUTA DI MERCOLEDI' 21 FEBBRAIO 2001
PRESIDENZA DEL PRESIDENTE LUIGI MINARDI
INDI DEL VICEPRESIDENTE GIUSEPPE RICCI

La seduta inizia alle 11,10

Approvazione verbale

PRESIDENTE. Ove non vi siano obiezioni do per letto, ai sensi dell'art. 29 del regolamento interno, il processo verbale della seduta n. 29 dell'8 febbraio 2001.

(E' approvato)




Proposte di legge
(Annuncio e assegnazione)

PRESIDENTE. Sono state presentate le seguenti proposte di legge:
— n. 40, in data 1 febbraio 2001, ad iniziativa dei consiglieri Pistarelli, Ciccioli, Castelli, Gasperi, Novelli e Romagnoli: «Promozione e sostegno della famiglia», assegnata alla V Commissione in sede referente e alla II Commissione per il parere obbligatorio;
— n. 41, in data 5 febbraio 2001, ad iniziativa dei consiglieri Giannotti, Brini, Ceroni, Cesaroni, Favia, Grandinetti e Trenta: «Interventi in favore delle famiglie degli alunni frequentanti le scuole statali e non statali», assegnata alla I Commissione in sede referente e alla II Commissione per il parere obbligatorio.



Mozioni
(Annuncio di presentazione)

PRESIDENTE. Sono state presentate le seguenti mozioni:
— n. 92 dei consiglieri Luchetti, Avenali, Procaccini, Tontini, D'Angelo, Ascoli e Benatti: «Cartiere Miliani Fabriano»;
— n. 93 dei consiglieri Silenzi, Franceschetti, Mollaroli e Amati: «Soluzione del problema massofisioterapia, massaggiatore, massaggiatore sportivo»;
— n. 94 dei consiglieri Procaccini e Martoni: «Bombardamenti anglo-statunitensi su Baghdad»;
— n. 95 del consigliere Viventi: «Proroga del servizio civile sostitutivo per i militari di leva nelle zone colpite dal terremoto».




Nomina

PRESIDENTE. Con mio decreto n. 19 del 9 febbraio 2001 ho provveduto alla nomina di n. 2 rappresentanti della Regione nel consiglio di amministrazione dell'ERSU di Macerata.



Congedi

PRESIDENTE. Hanno chiesto congedo i consiglieri Grandinetti e Martoni e l'assessore Mattei.



Interrogazione (Svolgimento): «Sversamenti di reflui di lavorazione petrolifera presso la foce del fiume Esino» Procaccini e Martoni (159)

PRESIDENTE. Le interrogazioni nn. 163, 165 e 183 sono abbinate a mozioni, quindi si discuteranno successivamente.
L'ordine del giorno reca l'interrogazione n. 159 dei consiglieri Procaccini e Martoni.
Per la Giunta risponde l'assessore Ottaviani.

ROBERTO OTTAVIANI. La foce del fiume Esino, in particolare il tratto terminale, presenta un ambiente fortemente antropizzato (vedi piano di tutela delle acque DCR n.302 del 29.02.00 ed area ad elevato rischio di crisi ambientale DCR n. 305 del 1.03.00) determinato da varie concause quali la presenza di allevamenti zootecnici, attività di agricoltura intensiva, corpi idrici affluenti sui quali gravitano varie tipologie di scarichi, poli industriali, discariche ed impianti di depurazione di reflui urbani.
La complessità di quest'area e l'elevato rischio di eventi o incidenti che possano creare alterazioni o danni ambientali hanno portato, già da tempo, a predisporre strutture di vigilanza tali da intervenire adeguatamente sulle emergenze ambientali.
Gli organismi preposti al controllo del territorio sono quelli indicati dalle vigenti leggi, e nello specifico per i corpi idrici superficiali la Provincia, mentre per il territorio il Comune. Questi enti vengono supportati, in base alla legge regionale istitutiva n. 60/97, dall'agenzia regionale Arpam.
Questi enti hanno recapiti telefonici di pronto intervento ambientale, con reperibilità 24 ore su 24, alla stregua delle altre forze dell'ordine come la polizia, i carabinieri ed i vigili del fuoco. Il loro coordinamento è determinato dai programmi che tali enti devono concordare ed attuare.
La Regione, nello specifico, non ha competenze di pronto intervento ambientale, ma il fatto che gli abitanti o la popolazione più in generale non sappiano a chi effettuare tali segnalazioni, fa ritenere necessario una ulteriore e più incisiva azione di divulgazione della presenza territoriale di tali servizi oltre alla necessità di informare anche le altre forze dell'ordine.
Comunque è certo che tra i carabinieri del Noe, l'Arpam, la Provincia ed il Comune di Falconara tale problema non esista, in quanto hanno ripetutamente operato congiuntamente in varie occasioni e che tale evento si sia determinato dalla casualità della generica richiesta d'intervento al 1 13, servizio di pronto intervento non preposto per tali scopi.
Il servizio di pronto intervento del Comune di Falconara Marittima, ufficio ambiente — servizio emergenza e quello dell'Arpam, in data 12 novembre 2000, non hanno ricevuto alcuna segnalazione in merito.
Sempre disponibili ad eventuali chiarimenti da questo punto di vista. Quello che chiede il consigliere è una maggiore sollecitazione alle informazioni necessarie per poter far sì che i cittadini possano adeguatamente conoscere tali eventi. Su questo faremo opera presso gli enti interessati.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno, il consigliere Procaccini.

CESARE PROCACCINI. Ritengo che proprio per le caratteristiche del territorio che lei segnalava, sarebbe necessario un monitoraggio continuo e più preciso, perché la segnalazione fatta in quella data — 123 novembre 2000 — era molto precisa, circostanziata e per la verità diversi enti sono stati investiti di questa segnalazione, financo il 113, proprio perché nessuno interveniva. Secondo noi no è solo un fatto di conoscenza e d pubblicità rispetto a chi dovrebbe intervenire. C'è anche questo, è ovvio, tuttavia mi pare che esista, negli organismi preposti al controllo di quella realtà, una sottovalutazione rispetto ad una emergenza continua.
Ni volevamo una risposta scritta, perché su queste questioni occorrerebbe tempestività e non pubblicità. Avevamo chiesto una risposta urgente scritta il 22 dicembre, ma non era stato fatto nulla dopo la nostra richiesta di intervenire con una risposta orale. Mi auguro che dalle sue parole e dal dibattito più complessivo che esiste nella comunità di quella realtà delle Marche, un comprensorio molto vasto e soprattutto in occasione di una vera discussione sul piano energetico, sulla destinazione delle aree ad alto rischio si possa intervenire con maggiore certezza. E' questo che si chiede, proprio perché lì insistono le cose che lei diceva e da questo unto di vista prendiamo atto di questo impegno che lei vuole assumere per un controllo più preciso e, se mai, ci permettiamo di dire, a conclusione di questa brevissima replica, che sarebbe opportuno che quando un cittadino, una persona si rivolge ad un organismo che magari, dal punto di vista oggettivo, non è preposto formalmente, si potesse attivare in maniera simultanea verso chi dovrebbe intervenire proprio dal punto di vista formale, in primo luogo l'Arpam, poi la Provincia, poi il Comune, poi tutti gli altri.


Interrogazioni (Svolgimento):
«Mareggiate di Marina di Montemarciano» Amagliani (164)
«Danni provocati dalle mareggiate al litorale di Marina di Montemarciano» Novelli (104)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l'interrogazione n. 164 del consigliere Amagliani e l'interrogazione n. 104 del consigliere Novelli.
Per la Giunta risponde l'assessore Ottaviani.

ROBERTO OTTAVIANI. Le violente mareggiate abbattutesi recentemente sul litorale marchigiano e, in particolar modo, sul tratto prospiciente l'abitato di Marina di Montemarciano hanno effettivamente riproposto la vulnerabilità della zona in questione.
A tale proposito si ricorda che il Comune di Montemarciano, quale capofila anche dei Comuni di Falconara Marittima e Senigallia, ha stipulato una convenzione con la Regione Marche per l'affidamento della progettazione e realizzazione di opere di difesa costiera.
In forza di detta convenzione, il Comune ha proposto un intervento di £. 4.400 milioni, finanziato dalla Regione, ed attuato dal Comune stesso.
Interventi tampone, atti a scongiurare l'emergenza del momento, sono stati comunque attuati da questo servizio e dal servizio decentrato opere pubbliche e difesa del suolo di Ancona, proprio per sopperire, almeno momentaneamente, alla mancanza di una proposta di soluzione organica e definitiva della questione nell'ottica della convenzione stipulata. C'è anche un problema di tipo progettuale dietro questa questione.
Si ritiene, pertanto, necessario attendere tale proposta, da concordare tra i Comuni di Montemarciano, Falconara Marittima e Senigallia affinché, con il finanziamento di successivi stralci funzionali, possa risolversi definitivamente i problemi che affliggono il tratto di costa tra le foci dei fiumi Esino e Misa.
Si fa, infine, presente che, pur in assenza di proposte, questo servizio ha inserito nel programma triennale 2001-2003 e nell'elenco annuale 2001 un primo finanziamento di 2.000 milioni distribuito nel biennio 2001-2002.
Tale programmazione, adottata con delibera di Giunta regionale n. 278 del 5.2.2001, dovrà trovare conferma in sede di approvazione del bilancio di previsione 2001.
Per quanto riguarda i punti 3 e 4 dell'interrogazione n. 164, questo servizio fa presente che gli stessi esulano dalle proprie competenze, investendo quella del servizio turismo e della Giunta regionale.
Mi permetto di integrare questa risposta scritta con alcune considerazioni più di carattere personale, ma ovviamente relative alla breve conoscenza del problema che in questi ultimi mesi abbiamo affrontato.
Come servizio stiamo preparando un piano di difesa della costa. Dopo una valutazione molto accurata della situazione marchigiana lungo la costa, fatta dall'università, la documentazione in questo momento è all'esame del servizio lavori pubblici. Questa documentazione dovrà fare delle scelte di intervento per evitare questo fenomeno di erosione. Sono scelte complesse, non facili, che investono sicuramente problemi in primo luogo di tipo economico sulla quantità delle risorse da mettere a disposizione per questi interventi. In secondo luogo ci sono aspetti anche di modalità tecniche di intervento che dovranno essere oggetto di confronto con tutti gli organi tecnici, istituzionali, politici e soprattutto con le Amministrazioni locali. E' mia intenzione, appena preparata la bozza sulla quale cominciare a discutere con tutte le amministrazioni costiere, fare specifici incontri in ogni provincia sulle modalità d'intervento.
Ripeto, non sono questioni facili, perché se pretendessimo di difendere tutta la costa rimanente non ancora difesa da scogliere, dovremmo affrontare spese che viaggiano attorno a centinaia di miliardi, cosa che credo il bilancio regionale non permette. Per cui dovremo fare delle valutazioni molto attente, soprattutto delle scelte anche di tipo politico, economico, nel senso di decidere se difendere tutta la costa in ogni caso, indipendentemente dalla discrezionalità e dal valore della costa stessa, oppure preferire di tutelare alcuni insediamenti già esistenti e lasciare che alcuni processi naturali, che cambiano di anno in anno, a seconda delle mareggiate — quest'anno abbiamo avuto mareggiate da sud che hanno maggiormente creato dei danni in quel tratto — seguano il loro corso. Ci sono fenomeni ondosi che favoriscono anche il ripascimento naturale di questi tratti di litorali.
Queste sono cose che nel processo del ciclo della natura succedono spesso, che però vanno in contrasto, ovviamente, con le esigenze anche degli operatori economici che sul settore hanno investito.
Ripeto, sarà oggetto di riflessione politica. Appena avuta la documentazione tecnica necessaria sarà mia premura affrontare queste questioni, sia in sede politico-istituzionale, sia a livello degli interessi e delle Amministrazioni locali, perché questo è un argomento che investe tutti, soprattutto chi intorno alla costa e sulla costa vive e lavora.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno, il consigliere Amagliani.

MARCO AMAGLIANI. Prendo atto della risposta dell'assessore Ottaviani a questa interrogazione che ho presentato urgentemente dato che il problema è effettivamente pesante, in modo particolare per gli operatori turistici di quella zona. Inviterei a questo punto, avendo ascoltato la risposta dell'assessore Ottaviani, anche l'assessore Rocchi a fornire alcune indicazioni, in risposta, in modo particolare, ai punti 3) e 4) della mia interrogazione, perché c'è una situazione di questo tipo: vi sono stati investimenti pesanti in quella zona, da operatori, fino all'ultima stagione balneare, investimenti che sicuramente non hanno prodotto alcun effetto dal punto di vista economico e che oggi sono già tutti quanti per intero da rivedere, e io mi auguro in qualche modo, da risarcire, nel senso che sono danni per centinaia di milioni. Prendo atto della risposta, perché ho sentito che c'è una prima previsione — ne discuteremo in fase di bilancio 2001 e triennale — di una cifra di due miliardi che è sicuramente modesta.
Non sono un appassionato di scogliere, perché ritengo che là ove si oppone al mare un freno artificiale, sicuramente il mare, in modo molto più naturale, si vendica e va a produrre danni altrove, però la risposta non può essere "verificheremo", "faremo uno studio". Io dico che sicuramente tutto ciò va fatto, ma in tempi immediati, nel senso che i danni prodotti sono immediati, la situazione è veramente grave. Questi due miliardi credo che debbano essere utilizzati non in un triennio, perché ritengo che la situazione, in quel punto del litorale, abbisogni di quella cifra per intero — ho visto che sono stati assegnati 1.600 milioni per un'altra zona, per un intervento anche minore — quindi se vogliamo mettere un primo freno prevediamo pure il triennale 2001-2003, ma puntiamo, possibilmente, a intervenire con quella cifra immediatamente già con il bilancio 2001, perché credo che dobbiamo dare una risposta immediata a quel tipo di situazione. Anche perché il mare in quella zona sta creando dei pericoli seri non soltanto per la carreggiata, ma sapete bene che a pochi metri dalla carreggiata c'è una ferrovia. Non vorrei che producessimo danni ancora più seri di quelli che il mare ha fatto fino ad oggi.
Ho interpellato in questo senso il sindaco di Montemarciano il quale mi ha parlato di possibilità di convenzione con le Ferrovie dello Stato che avrebbero la possibilità di intervenire anche direttamente, perché la questione interessa pure loro. Invito quindi la Giunta a fare quanto possibile — mi rendo conto che la situazione di bilancio è difficile, delicata — per un intervento immediato in quella parte del litorale, perché ne ha bisogno davvero.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno, il consigliere Novelli, presentatore dell'interrogazione n. 104.

SERGIO NOVELLI. E' difficile dire se la risposta è stata sufficientemente soddisfacente da parte dell'Amministrazione. Certamente saremmo stati più soddisfatti se la tempestività nel rispondere fosse stata maggiore. Noi avevamo presentato un'interrogazione a risposta scritta a ottobre, proprio nella convenzione che un problema di questo tipo, che si acuisce in autunno e in inverno, dovesse avere una tempestiva risposta, un tempestivo intervento.
Prendo atto con piacere che il 5 febbraio la Giunta ha previsto di inserire nel bilancio del prossimo esercizio uno stanziamento anche consistente. Ho visto però che a gennaio la Giunta ha effettivamente impegnato 1.400 e 600 milioni per Senigallia e Numana, quindi mi è sembrato un intervento non ex novo ma di completamento di qualcosa che già c'era. Tuttavia, il disagio di chi opera è forte, perché ha ragione l'assessore quando dice che non si può mettere in vitro o sotto teca l'intero litorale marchigiano e fare una scogliera dall'inizio alla fine, ma è anche vero che l'intervento di una scogliera leggermente a monte, non solo lascia esposta la costa alla naturale erosione ma l'aggrava, perché la mareggiata che viene arginata trova uno sbocco sul litorale. Questo pone dei grossi problemi, e io credo che sia necessariamente inevitabile una pianificazione delle coste. Tra l'altro andiamo verso un futuro non più di pesca ma di itticoltura, in cui dovrà pensarsi complessivamente a quello che dovrà essere il profilo della costa, sia per valorizzare la risorsa ittica che quella turistica. Quello che non riusciremmo a spiegare ai nostri concittadini e ai vostri amministrati, sarebbe una lettura in una logica di figli e figliastri, cioè di interventi fortemente attenti su un settore e più distratti in un altro.
Da questo punto di vista crediamo che una convenzione e un forte coordinamento tra enti sarebbe fondamentale.
Concludo con un auspicio. Dell'interrogazione ho mandato copia al sindaco Cingolani, che notoriamente non è della parte politica in cui milito, e mi aveva espresso la constatazione di una poca attenzione da parte della maggioranza rispetto alle istanze pi volte formalizzate e reiterate del Comune. Crediamo che uno stretto coordinamento e una stretta collaborazione tra enti sia indispensabile per trovare non dico la panacea per tutti i mali e in tutte le situazioni, ma quanto meno una situazione non sperequativa, per affrontare i problemi di tutta la costa.



Proposta di legge (Discussione e votazione): «Istituzione, organizzazione e funzionamento del Comitato regionale per le comunicazioni (CO.RE.COM.)» Giunta (9)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la proposta di legge n. 9 ad iniziativa della Giunta.
Ha la parola il relatore di maggioranza, consigliere Amati.
SILVANA AMATI. Con la proposta di legge n. 9 il Consiglio regionale delle Marche porta a compimento l'istituzione, l'organizzazione e il funzionamento del Comitato regionale per le comunicazioni, dando attuazione in sede regionale, per le parti di sua competenza, a quanto previsto dalla legge 31 luglio 1997, n. 249 istitutiva dell'autorità per le garanzie nelle comunicazioni.
La legge nazionale, nel prevedere l'istituzione dell'autorità, ha raccolto una sfida importante e vitale per la modernizzazione del paese, proponendo un organismo regolatore nei sistemi delle telecomunicazioni, della radiotelevisione, dell'editoria, della pubblicità e dell'informatica.
Le funzioni dell'autorità sono numerose e articolate in un vasto e complesso quadro di competenze.
Ad esempio, l'autorità esprime parere al Ministero delle comunicazioni sul piano nazionale di ripartizione delle frequenze, elabora i piani di assegnazione delle frequenze (comprese quelle da assegnare alle strutture di protezione civile), definisce le misure di sicurezza delle comunicazioni, promuove interventi per l'eliminazione delle interferenze elettromagnetiche. Inoltre cura il registro degli operatori di comunicazione, definisce criteri per l'interconnessione e l'accesso ad infrastrutture delle comunicazioni, regola le relazioni tra gestori ed utilizzatori delle infrastrutture di telecomunicazione, verifica che i gestori garantiscano i diritti di connessione e di accesso.
Sicuramente rilevanti, tra gli altri, restano i compiti di promozione dell'interconnessione dei sistemi nazionali di telecomunicazione con quelli di altri Paesi e dei criteri di definizione dei piani di numerazione nazionale delle reti nonché del servizi di comunicazione.
Dal quadro dato si comprende che la piena funzionalità dell'autorità è garanzia di controllo democratico del sistema informativo e che debbano essere messi in atto tutti i meccanismi utili a realizzare, in tempi brevi, il pieno funzionamento della stessa.
Per questo di particolare rilievo, sempre nella legge nazionale n. 247, all'articolo 1, comma 13, è stata prevista l'istituzione di organi ausiliari: i CO.RE.COM.
L'autorità insomma, oltre ad avvalersi degli organi del Ministero delle comunicazioni e del Ministero dell'interno per la sicurezza e la regolarità dei servizi delle telecomunicazioni, ha previsto un raccordo diretto con il territorio.
Si riconoscono dunque le esigenze di decentramento. La scelta del decentramento non ha solo il significato di doveroso coinvolgimento delle autonomie regionali nello sviluppo di un settore di vitale importanza, ma costituisce uno degli elementi cardine della nuova disciplina delle telecomunicazioni, che fa del principio di flessibilità e di adattabilità alle condizioni concrete del mercato la principale linea di azione dell'organo di garanzia. Una flessibilità che la legge ha inteso introdurre sia sul piano della regolazione (con l'affidamento all'autorità di poteri normativi quantitativamente e qualitativamente rilevanti), sia sul piano della struttura operativa dell'autorità (appunto con la creazione dei CO.RE.COM.)
I CO.RE.COM. dovrebbero, per loro originale natura, essere particolarmente idonei a registrare le esigenze e i mutamenti che caratterizzano i diversi contesti locali e su questa base dovranno esercitare le funzioni di governo, garanzia e controllo.
L'Autorità, peraltro, ha provveduto a completare il quadro normativo, sulla base del quale i legislatori regionali dovranno operare le loro autonome scelte in sede di concreta istituzione, indicando sia gli indirizzi generali (deliberazione n. 52 del 1999) sia il regolamento relativo alla definizione delle materie di competenza (deliberazione n. 53 del 1999).
Quindi oggi il Consiglio regionale delle Marche, nel discutere, e mi auguro approvare, la proposta di legge n. 9, completa un percorso delicato, complesso ed assai significativo, dove il ruolo stesso del Consiglio regionale risulta fortemente valorizzato, anche rispetto ai numerosi compiti, e non solo alle incombenze, che la proposta di legge gli affida.
Non è infatti secondario che presidente e vice presidente dell'organismo vengano eletti dal Consiglio regionale (articolo 2, comma 3), così come sembra importante che il CO.RE.COM. possa promuovere iniziative esterne d'intesa con la presidenza del Consiglio regionale (articolo 12, comma 2).
D'altro canto il CO.RE.COM., per l'esercizio delle sue funzioni, utilizza una dotazione organica determinata con apposito provvedimento del Consiglio regionale
Penso che sia utile chiudere questa relazione ricordando ai colleghi che la proposta di legge giunge, dopo successivi incontri con diverse competenze (audizioni significative) in aula con il voto unanime della prima Commissione.

PRESIDENTE. Ha la parola il relatore di minoranza, consigliere Giannotti.

ROBERTO GIANNOTTI. Proprio per lo spirito positivo che ha accompagnato il lavoro attorno a questo provvedimento, non mi ripeterò. Condivido nel complesso la struttura dell'intervento del relatore di maggioranza che ha declinato bene il senso e il significato di questa cosa. Volevo solamente riprendere alcune questioni che a me sembra importante sottolineare, che definiscono i termini di questa convergenza, che almeno in questa prima parte di legislatura rappresenta un importante punto di riferimento, cioè il primo atto normativo sul quale il Consiglio si ritrova sostanzialmente d'accordo, a grandi linee, cioè è stato capace di lavorare e di produrre, insieme, una sintesi unitaria delle diverse posizioni.
Intanto è bene ricordare che le Marche è una delle Regioni che ha messo a regime quello che la legge nazionale prevedeva e questo è un fatto positivo. Ha detto bene la collega Amati: è uno strumento di garanzia e d'iniziativa sul piano dello sviluppo del sistema informativo regionale, e questa è un'altra questione importante che va annotata come risultato di questo Consiglio regionale. Giustamente è stato detto che il testo licenziato è una sintesi complessivamente accettabile delle diverse posizioni in campo, anche se alcune formazioni politiche, per gli emendamenti presentati non mi sembra abbiano colto la portata... (Interruzione). Non ho motivo per assentire o dissentire particolarmente. Tenterò di dire perché abbiamo detto di sì e perché i colleghi D'Angelo e Luchetti sbagliano ad insistere su alcune questioni sulle quali comunque si è chiuso in termini positivi, si è chiuso un confronto, si è trovato un equilibrio che a me sembra recepisca meglio le esigenze comuni.

PIETRO D'ANGELO. Le vostre esigenze...

ROBERTO GIANNOTTI. L'esigenza è dei marchigiani e del sistema dell'informazione delle Marche. Se tu vuoi piantare un albero anche sul Corecom è un altro paio di maniche, ma non credo sia questo il problema.
C'erano dei sui quali c'era necessità di costruire una cornice. Primo problema, la composizione di questo organismo. Noi avevamo un'esperienza del vecchio Comitato radiotelevisivo che addirittura aveva nove componenti e avevamo di fronte diverse strade. Alcune Regioni — Luchetti dirà che molte hanno optato per l'opzione ristretta, ma non è così — hanno optato per un'opzione ristretta, altre hanno optato per una opzione abbastanza larga. Nelle Marche abbiamo fatto una scelta intelligente, cioè abbiamo cercato di contemperare l'esigenza della funzionalità dell'organismo, quindi un organismo raccolto, ad una esigenza di rappresentanza delle diverse posizioni culturali e politiche che sono sul campo. Quindi una posizione, quella di sette membri del Consiglio, che in qualche modo tiene conto anche delle presenze di questo Consiglio regionale e non lacera rispetto alla vecchia situazione del Corerat, che non è di poco conto.
Il secondo aspetto sul quale abbiamo discusso e abbiamo trovato una convergenza sostanzialmente positiva è quello dei compensi. Anche qui, rispetto a chi diceva "paghiamoli lautamente" e a chi diceva "congeliamo," abbiamo detto "probabilmente, per i nuovi compiti che questi avranno da svolgere è giusto ritoccare qualcosina, quindi abbiamo optato per la scelta minimale. Al collega D'Angelo posso anche rivelare un'informazione: l'Istituto zooprofilattico, nel 2000 ha tenuto 6 sedute del consiglio di amministrazione. Se lei considera quanto prendono il presidente e i consiglieri e lo divide per le sedute, si renderà conto che la quota pro-capite è molto alta.
In questo caso abbiamo optato per l'ipotesi bassa, cioè un aumento che tiene conto del processo inflattivo, non certamente di una proposta ben più rilevante, che mi sembra cogliere negli emendamenti del consigliere Luchetti e che ritengo inaccettabile, perché pagare un incarico di responsabilità...(Interruzione del consigliere Luchetti). Mi dispiace, consigliere Luchetti, ma personalmente sono stato contrario in sede di Commissione e lo ripeto questa mattina, a prevedere la diaria, perché credo che sul piano del costume questa sia una scelta intelligente e importante.
La terza questione sulla quale abbiamo lavorato è quella delle compatibilità. Abbiamo detto che c'è una incompatibilità oggettiva fra politica — un livello di responsabilità — e appartenenza a questo organismo, mentre abbiamo invece cercato di alleggerire altre possibilità che esistevano, che ci sembravano fuori luogo.
Questo è il senso del lavoro che è stato fatto, rispetto al quale, con soddisfazione, dico che abbiamo trovato un punto di convergenza. Se questo testo rimane così com'è, il nostro gruppo lo voterà e quindi avrà il consenso anche del gruppo di Forza Italia.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Amati.

SILVANA AMATI. Chiedo una sospensione di cinque minuti per poter fare una riunione di maggioranza.

PRESIDENTE. Pongo in votazione la richiesta.

Il Consiglio approva

La seduta è sospesa.

La seduta, sospesa alle 11,50,
riprende alle 12,55

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE
GIUSEPPE RICCI

PRESIDENTE. Sono iscritti a parlare i consiglieri D'Angelo e Romagnoli. Non essendo presente il consigliere D'Angelo, ha la parola il consigliere Romagnoli.

FRANCA ROMAGNOLI. Abbiamo lavorato, in Commissione, con serietà, in collaborazione sulla proposta di istituzione di questo organismo, consapevoli dell'importanza dell'organismo stesso. Potremmo discutere — non lo abbiamo fatto — sulla opportunità o necessità di istituirlo. Non è sicuramente obbligatorio farlo: la 249 prevede questo, varie Regioni lo hanno fatto, penso che alla fine si uniformino tutte. Comunque il senso che deve prevalere rispetto all'istituzione è quello di una anticipazione federalista. Quanto più possibile cerchiamo di avocare alla Regione competenze, compiti e quindi anche quello di controllo e di gestione riguardo alle telecomunicazioni.
E' in tal senso che abbiamo ritenuto opportuno provvedere all'istituzione di questo organismo che viene originato dal Corerat, ma rispetto al Corerat ha una funzione aggiuntiva e ben più complessa. O meglio, la duplice funzione di organismo regionale ed anche di organo di emanazione dell'autorità nazionale di garante delle comunicazioni. Duplice funzione che può essere complementare, può convivere, ma può anche essere antitetica in alcuni momenti, perché comunque il Corerat era soltanto di consulenza rispetto alla Regione, quindi poteva anche essere giustificata una sorta di considerarlo una emanazione regionale pura e semplice. Qui, invece, abbiamo un controllo anche sulla Regione, su tutto quello che investe il piano delle emittenze, su tutta la programmazione in questo senso. Il controllo verrà esercitato con neutralità, con assoluta equidistanza, non solo dalle varie radioemittenti o società o da tutto quello che sarà il pubblico e privato dell'emittenza regionale, ma anche dalla Regione stessa e dai suoi organismi. Quindi abbiamo dovuto contemperare questa esigenza affinché l'organismo, sicuramente importante, sicuramente pesante, funzionasse, mantenesse questo ruolo di consulenza e di vicinanza come organo funzionale alla Regione, ma nello stesso tempo garantisse quella necessaria imparzialità che gli deriva dall'essere a sua volta organismo regionale ma di garanzia, quindi espressione di quella garanzia nazionale che il garante delle comunicazioni deve, a livello centrale, assicurare.
Per questo la discussione è stata forte su quello che riguarda le incompatibilità. Forse è stato lì che più il discorso si è snodato ed è stato lì che la maggioranza non ha avuto problemi ad accogliere determinate proposte di emendamento, poi non formalizzate, comunque provenienti dalla minoranza, da Alleanza nazionale e da Forza Italia.
Era scaturito infatti, dall'audizione di vari soggetti, che le problematiche relative soprattutto alle emittenti radiotelevisive minori, potessero essere di vario tipo; meglio, la compagine societaria di queste emittenti che operano nel territorio marchigiano spesso è a carattere familiare o individuale, non ci troviamo necessariamente di fronte alle grandi società. Quindi una legislazione esclusivamente improntata sull'antitrust in generale sicuramente era eccessiva e non avrebbe rispettato quelle che invece sono le esigenze e le caratteristiche delle telecomunicazioni marchigiane. Si poneva però il problema di evitare che si potesse evadere l'articolo relativo alle incompatibilità con sistemi che sono i sistemi adoperati anche in altri settori dell'imprenditoria attraverso prestanomi, attraverso evasione del controllo con l'utilizzo di familiari, di persone che frazionassero, apparentemente, il quadro societario, l'assetto azionario di una società e in realtà determinassero ugualmente un controllo da parte di un gruppo sulla società stessa, quindi l'utilizzo di "teste di legno" anche in questo settore.
Per questo abbiamo previsto una serie estesissima di incompatibilità che addirittura prevede anche l'incompatibilità dei semplici soci, di società relative alla emittenza ecc. Non abbiamo parlato di soci di maggioranza, quindi siamo stati restrittivi al massimo, a seguito di proposte di emendamento che ritenevamo necessarie, data l'importanza e dato il peso di questo organismo. Siamo andati oltre, perché il problema era duplice: evitare che si ricorresse al prestanome per poter poi aggirare determinati ostacoli che invece volevamo frapporre, ma era relativo anche ad eventuali controlli che dall'esterno, non all'interno della compagine societaria ufficiale, si potessero realizzare su altre società (il cosiddetto giro di società controllate, collegate, o comunque esercitanti una sull'altra un'influenza dominante). Questo, in modo che potessimo avere il terzo extraneus di questa situazione che si presentasse a fare il consigliere di amministrazione o presidente di questo organismo che di per sé non avesse incompatibilità specifiche, perché magari esercente tutt'altra attività e comunque al di fuori di quelle che erano le incompatibilità prefissate e che però avesse, o in quanto privato o in quanto società o amministratore di un'altra società, il controllo, ai sensi di quello che il codice civile indica, o il collegamento o addirittura una posizione definita dal codice stesso d'influenza dominante, che consentisse ugualmente un condizionamento in termini di voto in Assemblea, quindi in termini di azioni, ma anche al di fuori dell'azionista, perché il concetto di influenza dominante è vasto, quindi può anche non essere la società socia di altra società ad esercitare questo, può essere esercitato perché fidejussore, per mille altre ragioni, e comunque in condizioni di controllare, di fatto, la società che invece verserebbe nella incompatibilità.
Con un'aggiunta all'art. 8 abbiamo evitato anche questo, perché abbiamo detto che sono incompatibili vari casi e chiunque si trovi in posizione d'influenza dominante sulle società predette, sui soggetti predetti che erano quelli già tassativamente indicati. Penso che così abbiamo abbastanza blindato la partecipazione al consiglio di amministrazione, quindi alla presidenza di questo organismo, e di questo siamo soddisfatti. Non capiamo, infatti, quando, estemporaneamente, ci viene detto "vi siete accordati", non so per quale ragione sottostante. Io ritengo che il lavorare insieme va distinto dal mettersi d'accordo per altre ragioni e ci tengo a precisare che il nostro lavorare insieme è stato: primo, per rendere più restrittive le situazioni di incompatibilità; secondo, per diminuire quelle che erano state le proposte di indennità a questi consiglieri di amministrazione, al presidente.
Ritenevamo infatti, anche da un confronto sinottico con tutte le altre proposte o istituzioni di Corecom nazionali, che la nostra si ponesse su una fascia troppo alta. E' vero che questo è un organismo pesante ed è vero anche che per alleggerire le indennità abbiamo alleggerito i compiti, proponendo di aumentare il numero da 5 a 7, perché un conto è lavorare in 3 e un conto lavorare in 7. Il secondo passo è stato infatti quello di chiedere una riduzione delle indennità, cosa che la Commissione tranquillamente ha accolto e che abbiamo stabilito in questo 40%. Ora mi si viene a dire che potremmo non parametrare questa indennità ma far sì che sia prefissata, che sia quantificata fin d'ora e non agganciata all'indennità dei consiglieri regionali. Su questo non abbiamo problemi, purché l'indennità netta che abbiamo già quantificato, perché ne abbiamo parlato in Commissione, sia non superiore, per quanto riguarda i consiglieri, al milione e mezzo mensile e non superiore a circa 2,5-3 milioni per quanto riguarda il presidente. Se è così non abbiamo problemi a votare questo emendamento.
Aggiungo, da ultimo, che le proposte di emendamento del consigliere D'Angelo, che credevano, non so perché, di vederci contrari riguardo a una ulteriore restrizione di quelle che sono le incompatibilità estese a dirigenti, direttori di enti nominati da Regione ecc., ci vede ugualmente favorevoli e perfettamente in sintonia con quello che è stato lo spirito con il quale la minoranza ha lavorato in Commissione e con il quale la minoranza ha proposto quegli emendamenti che poi sono andati sicuramente a migliorare il testo della legge. Certo, le garanzie di imparzialità non ce le darà mai nessuno. E' vero che parlare prima genericamente di indipendenza e poi di giudizio, quindi politiche di altro tipo e poi dover fare tassativamente i casi è sempre difficile — l'indipendenza e la onestà intellettuale e morale si possiedono anche se si hanno cariche di partito, se si hanno cariche di altro tipo o non sono sicuramente beni acquisibili sul mercato — ma è pur vero che quanto più possibile, se l'elencazione è nutrita, tassativa, è forte, penso che avremo meno occasioni di errore, quindi di determinare situazioni di parzialità di quante ne avremmo avute da una norma generica che non avesse previsto i casi tassativi e numerosi di incompatibilità.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Brini.

OTTAVIO BRINI. Stiamo affrontando un argomento molto importante, che ha visto un confronto serio all'interno della Commissione tra tutte le forze politiche presenti. A nostro avviso ne era scaturita una proposta molto buona. Quello che meraviglia è che ancora una volta questa presunta maggioranza, basata più sui numeri che sulla concretezza, questa mattina dimostra la sua fragilità. Facciamo un appello al presidente del gruppo Ds Silenzi, che è rimasto da solo come rappresentante del suo gruppo: prenda atto che questa è diventata una maggioranza dai piedi d'argilla e siamo molto preoccupati, perché se oggi abbiamo perso più di due ore per discutere questo problema, immaginiamo cosa potrà succedere in futuro. Vi preghiamo anzitutto di non andare più per ordine sparso, perché questo penalizza l'andamento dei lavori e la qualità della proposta di legge che era stata sottoposta al Consiglio regionale. Non ci dà l'opportunità di poterci esprimere sulle vostre proposte dell'ultimo momento, perché ormai siete abituati ad intervenire e cambiare le regole in corsa, all'ultimo momento, quindi non permettete ai consiglieri di far svolgere quel ruolo che loro compete. Sicuramente inviterò gli amici del nostro gruppo e anche degli altri gruppi ad intervenire per far sì che riesca ad uscire all'esterno questa difficoltà, questa fragilità della maggioranza che noi avvertiamo quotidianamente. Non ultimo, la precedente seduta in cui, dopo varie battute, battutine che si erano registrate durante i lavori, grazie al buon senso di alcuni consiglieri di Forza Italia si sono terminati i lavori, si sono approvate importanti mozioni ma, guarda caso, il giorno dopo, sulla stampa, tutti a farsi belli per dire che hanno presentato mozioni a favore dei lavoratori ecc., senza evidenziare che non c'era maggioranza, non c'era una presenza adeguata ed opportuna e c'era una mortificazione anche per chi è stato eletto come consigliere regionale e non svolge appieno il suo mandato con dignità morale, rispetto anche a chi l'ha mandato in questa assise.
E' l'ultimo appello che facciamo, caro presidente Silenzi. Non ci sono neanche — non me ne voglia il Vicepresidente Giuseppe Ricci — il Presidente D'Ambrosio e il Presidente Minardi, quindi facciamo un appello a te che rappresenti la maggioranza di questa coalizione affinché venga mantenuto il rispetto di chi sta seduto in questo Consiglio regionale, affinché vengano rispettate le regole per far sì che non sempre all'ultimo momento si prenda coscienza di provvedimenti importantissimi. Ci siamo veramente stancati di questo andazzo. Chi tollera e sopporta questo andamento, sicuramente è un personaggio politico che lascia molto a desiderare e lascia pensare a "inciuci" o altro.
Non me ne voglia Giulio Silenzi, perché non è una critica rivolta a lui ma al compito, al ruolo istituzionale che lui svolge, essendo presidente del più importante gruppo a livello numerico. E' l'ultimo appello che facciamo, altrimenti inviterò i consiglieri regionali dell'opposizione a tenere un atteggiamento duro, ma poi non diteci, puntualmente, che siamo degli irresponsabili. Noi siamo responsabili, perché abbiamo sempre garantito il numero legale, anche quando non l'avevate, però ci siamo stancati di questo andamento. Quindi caro Giulio, non far andare i tuoi colleghi collaboratori e capigruppo in ordine sparso, perché il protagonismo non serve. Se hanno qualche problema politico o di altra natura i Consigli regionali si fanno una volta ogni quindici giorni, non ci troviamo qui tutte le mattine, quindi tempo c'è, vengano di più in Consiglio regionale, ti facciano le loro proposte, così non perdiamo tempo. Sono due ore che parliamo di tutto questa mattina, meno che di problemi e di cose serie, stiamo parlando semplicemente di aria fritta. Quindi, è veramente l'ultimo appello che facciamo da questi banchi.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Novelli.

SERGIO NOVELLI. Vorrei parlare di Corecom, anche se è vero che, in effetti, il funzionamento dei lavori di questo Consiglio meriterebbe forse una riflessione che non facciamo in questa occasione.
Sul Corecom il rischio è di cadere nella mozione di affetti, nel senso che è un passaggio importante, la Regione arriva ad adeguarsi ad una normativa nazionale che era attesa. La collega del mio gruppo ha insistito sul fatto che è un organismo in cui è necessario assicurare indipendenza di controllo, funzionalità e autonomia, svolgendo funzioni non solo consultive ma anche di intervento, anche di verifica, anche di sanzione.
Sentivo che qualcuno, nell'ambito di quelle due ore di conciliabolo di cui si doleva il collega di Forza Italia, ha espresso la valutazione che forse, in questa vicenda, c'è stato in Commissione uno spirito troppo bipartizan. Io credo invece che in una vicenda di questo tipo debba esserci spirito bipartizan, mai troppo, perché è un anello di controllo. L'omologo che potremmo immaginare sarebbe una commissione di vigilanza in cui, come sappiamo, per prassi consolidata e non per previsione di regolamento parlamentare, viene affidata all'opposizione la presidenza, o di un'authority sulle comunicazioni, che sono in genere scelte tra persone di spicco nel mondo accademico, nel mondo della cultura e non mai tra operazioni di recupero della politica.
Da questo punto di vista mi sembra che il testo della legge che andiamo ad approvare con il voto di tutta l'aula, è condivisibile nelle parti in cui si richiama con forza a nomina di soggetti con competenza ed esperienza nel settore della comunicazione, poi rischia di essere velleitario nel momento in cui si perde in una serie di meccanismi, perché è chiaro che nel momento in cui si va a fissare un'incompatibilità nei confronti di tutti coloro che hanno cariche elettive, nei confronti di tutti coloro che hanno cariche di partito, è una cosa sana e opportuna, ma poi diventa il nascondersi dietro un dito se nei fatti, chi quella stessa carica ha avuto fino a un mese prima e ha mantenuto tutti i meccanismi di appartenenza, di organicità, non di terzietà e indipendenza per cui si è posta una incompatibilità, si supera l'incompatibilità normativa, non si supera, anzi si ricade in quella di fatto. Da questo punto di vista mi stavo chiedendo se sia stata una scelta di eccessivo zelo quella di inserire nell'incompatibilità, oltre alle funzioni apicali di coordinamento nei partiti politici, anche quella in relazione a strutture sindacali. Se è chiaro che un segretario di partito non sarà mai neutro rispetto all'informazione televisiva partitica, mi sembra che andare a sanzionare, con l'incompatibilità, l'adesione a una struttura sindacale, esclude anche giornalisti che, secondo me, sono proprio categorie di competenza professionale. Credo che su questo, più che una rigorosa previsione di legge — perché non si può fare la legge con nome e cognome di chi ci può stare e chi non ci può stare — bisognerà fare un appello al buon senso e soprattutto alla sincerità di quest'aula quando, tra 90 giorni sarà chiamata a scegliere in concreto, e poi nelle successive legislature, le persone di questo organismo, perché se si ricadesse nel meccanismo dell'appartenenza appena appena sottotraccia al mondo delle istituzioni e della politica, allora veramente avremmo fatto un'operazione profondamente di facciata.
Nello stesso spirito, credo che sia importante mantenere il discorso della linearità su un qualcosa che non mortifichi ma non divenga, poi, un'ulteriore struttura, un ulteriore meccanismo premiale o di accomodamento quiescenziale per le stanze della politica, perché la gente non lo capirebbe.
Con questo auspicio il nostro gruppo esprimerà un voto favorevole a questa proposta di legge, nella speranza che in fase attuativa non venga fatto il contrario di quello che si afferma nel testo normativo, con la riserva che, mentre noi stiamo parlando a ranghi abbastanza sfoltiti, è in corso una Commissione, quindi parliamo di un testo che tuttora è in fase dinamica. Tuttavia, crediamo e confidiamo che il lavoro di quest'aula non dovrebbe essere stravolto da questi risultati.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Luchetti.

MARCO LUCHETTI. Come gruppo Popolari avevamo presentato una serie di emendamenti al testo di legge proposto dalla Commissione, perché ci sembrava che il testo proposto dalla Giunta fosse più aderente non solo a quello che era lo spirito che animava la proposta concordata a livello nazionale, ma avesse la caratteristica più aderente al significato dell'authority che questo consesso dovrebbe avere. Dico questo perché i nostri emendamenti andavano in maniera correlata in quella direzione. Siamo riusciti in una mediazione che abbiamo fatto all'interno della maggioranza che adesso la Commissione sta tentando di mediare. Uno degli aspetti principali riguardava le incompatibilità che sono state riportate al testo originario e questo mi sembra una cosa importante, però voglio sottolineare che come gruppo ci atterremo a questa mediazione, ben sottolineando l'aspetto principale da cui era originata questa nostra azione di emendamento, che era proprio quella di voler consegnare con questa legge, alla nostra comunità, una autorità sulla comunicazione che fosse più aderente allo spirito per cui è stata proposta, per cui è stata ideata. A fronte delle continue, importanti innovazioni che ci sono in questo settore, era importante che a livello regionale ci fosse un'autorità costituita dai migliori, più esperti del settore, perché si controllassero adeguatamente tutte le evoluzioni di questo mondo, così importanti per ogni aspetto della nostra vita comunitaria. Ecco perché, visto e considerato che ci troviamo in una regione abbastanza piccola, il numero di 5 a noi sembrava più adeguato, nel senso che si poteva in qualche modo restringere questa autorità, facendola pari alle autorità di altra natura a livello nazionale. Il numero di 7 secondo noi comporta uno sforzo maggiore, anche perché c'è questa impossibilità di rielezione che limita il serbatoio di coloro che dovrebbero poter far parte di questo organismo ogni volta che dovrà essere rinnovato.
Avevamo ipotizzato anche un leggero aumento del compenso in questa dimensione, nel senso che, portando i migliori in questo organismo, questi dovevano fare a meno anche delle eventuali loro convenzioni che potevano avere con gli organi di stampa, pertanto era giusto mettere tutti i condizioni di far parte di questo importante organismo.
Più questo organismo è sganciato dalle posizioni politiche, o quanto meno è chiaro che questo non potrà ottenersi al 100%, con un numero più ristretto si doveva poter mediare su nomi più aderenti a una professionalità e a una maturazione di un'esperienza che poteva essere più confacente alla funzione dell'organismo.
Detto questo, abbiamo raggiunto un accordo su un testo che in qualche modo riesce a mediare queste posizioni. Noi non siamo completamente soddisfatti della mediazione, proprio perché avevamo un altro indirizzo da questo punto di vista, però ci accontentiamo, anche perché il risultato di ottenere maggiore autonomia, cioè maggiore incompatibilità, è già un risultato importante nell'economia di una legge che deve assolutamente fare in modo — speriamo di migliorarla — di varare un'autorità efficace per il controllo di un mondo molto importante ed essenziale per la vita politica e per la libertà della nostra comunità.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Silenzi.

GIULIO SILENZI. Devo una doverosa risposta al facente funzioni di capogruppo di Forza Italia Brini.
Non capisco l'oggetto della polemica, nel senso che per quanto riguarda l'organizzazione dei lavori del Consiglio il problema va rispedito al mittente, cioè all'ufficio di presidenza dove siedono due uomini di Forza Italia, pertanto nell'organizzazione dei lavori, negli orari e quant'altro il problema va rivolto a chi presiede questo Consiglio, all'ufficio di presidenza, pertanto organizzatevi meglio voi.
Per quanto riguarda l'argomento che stiamo discutendo, abbiamo chiesto una sospensione dei lavori che è durata tre quarti d'ora, per trovare una sintesi su diversi emendamenti che sono stati presentati. Non mi sembra che questo stravolga il lavoro fatto in Commissione, né i lavori di quest'aula, né tanto meno una presunta fragilità della maggioranza che approverà questa proposta di legge. Pertanto non capisco la polemica, pur molto garbata, e siamo in attesa del Governo-ombra.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Procaccini.

CESARE PROCACCINI. Contrariamente a testi di altre Regioni, quello proposto dalla nostra Commissione è più sintetico, doverosamente più sintetico, perché si aggancia alla normativa più generale sulla costituzione degli organismi di controllo per le radiofrequenze e al tempo stesso è delimitato dalle competenze che ha già l'authority a livello nazionale, per cui si deve andare a testi snelli in base ai quali i cittadini e i lavoratori del settore possano avere un aggancio di tipo reale, di garanzia e di trasparenza.
Non ho potuto partecipare, per un altro impegno, alla riunione che c'è stata poc'anzi, quindi non so cosa sia stato deciso in termini formali, tuttavia il nostro gruppo si atterrà a quanto uscito dalla Commissione, non solo perché ciò rappresenta quello che nella discussione è avvenuto, appunto una sintesi positiva secondo noi, ma al tempo stesso perché questa proposta risponde alle esigenze che dicevo all'inizio, anche sui due punti più controversi, quello dell'incompatibilità e quello degli appannaggi economici. Noi riteniamo che su questo secondo aspetto debba esserci una riflessione più complessiva sui bracci operativi che la Regione Marche ha, sulle diverse agenzie, comitati e così via, proprio perché bisogna addivenire ad adeguamenti laddove necessario ed anche a situazioni di blocco dove essi già sono esorbitanti e per questo ricorderete che nella scorsa seduta il gruppo dei Comunisti italiani si astenne sulla questione che riguardava lo zooprofilattico.
Per quanto riguarda invece l'art. 3 delle incompatibilità, noi riteniamo che esso, così come scritto, rappresenta quella sintesi che tuttavia è già restrittiva, perché intanto esclude i segretari comunali dei partiti come luogo di possibilità di partecipare, come strumenti di partecipazione ad un organismo di questo tipo. Credo che sia una forzatura, perché se ci sono casi specifici, cari colleghi che avete posto delle questioni, che pure nel merito occasionale potrebbero essere anche condivisibili — alcune incompatibilità ad personam — non è che potremo inibire per legge. Su quelle questioni vanno fatte delle battaglie politiche, non possiamo partorire dei mostri giuridici perché ci è antipatico qualcuno. Per questo riteniamo che anche l'art. 3 possa essere votato così com'è, per quello che dicevano anche altri colleghi della maggioranza e dell'opposizione, perché mi pare che esso sia abbastanza restrittivo.
Per il resto mi pare che il testo sia snello, e c'è necessità di snellezza, perché le due questioni nazionali dell'authority e della legge nazionale sono già complesse di per se stesse.

PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli articoli. Chiedo al relatore di riferire circa i lavori della Commissione.

SILVANA AMATI. La Commissione si è riunita ed è di presentazione un emendamento finanziario. Intanto che si predispone formalmente il testo, possiamo procedere fino a quel punto. C'è poi una eventuale proposta di subemendamento.

PRESIDENTE. Inviterei intanto qualcuno a presentare formalmente anche il subemendamento, oltre all'emendamento. Intanto procediamo con gli articoli.
Articolo 1. Emendamento a firma Luchetti.
Ha la parola il consigliere Amati.

SILVANA AMATI. L'emendamento è migliorativo del testo e non è di alcuna compromissione rispetto al testo che abbiamo concordato. Recita: "Al fine di assicurare le necessarie funzioni di governo, di garanzia e di controllo in tema di comunicazioni..." ecc. E' una precisazione formale che pensiamo si possa accogliere senza problemi.

PRESIDENTE. Pongo in votazione l'emendamento.

(Il Consiglio approva)

Pongo in votazione l'articolo 1 come emendato.

(Il Consiglio approva)

Articolo 2. Vi sono alcuni emendamenti che sono stati ritirati.
Pongo in votazione l'articolo.

(IL Consiglio approva)

Articolo 2 bis. Lo pongo in votazione.

(Il Consiglio approva all'unanimità)

Articolo 3. Vi sono alcuni emendamenti e subemendamenti. Ha la parola il consigliere Amati.

SILVANA AMATI. Noi riteniamo che si possa accogliere l'emendamento che è stato presentato per primo, quello a firma D'Angelo-Moruzzi, che è integrativo. Accogliendo l'emendamento D'Angelo-Moruzzi, numerato come n. 5, riteniamo che sia accolto come integrativo.

PRESIDENTE. La prima parte non è "sostituire la lettera b), ma "aggiungere, dopo la lettera b), la seguente...".

SILVANA AMATI. Formalizzo subito un subemendamento in questo senso.

PRESIDENTE. Do lettura del subemendamento. Ovviamente voteremo per parti separate, perché si va a toccare due lettere dell'articolo 3.
La prima proposta è: aggiungere la lettera b)-1, che recita: "I presidenti e i direttori generali di enti pubblici economici e non di nomina governativa, parlamentare e dei Consigli e Giunte regionali, provinciali e comunali".
Pongo in votazione il subemendamento.

(Il Consiglio approva)

La seconda proposta è: aggiungere alla lettera e) del comma 1, dopo le parole "i dipendenti regionali", le parole "o degli enti dipendenti dalla Regione".
Pongo in votazione l'emendamento.

(Il Consiglio approva)

Sono tutti decaduti gli altri emendamenti.
Pongo in votazione l'articolo 3 così come emendato.

(Il Consiglio approva)

Articolo 4. Lo pongo in votazione.

(Il Consiglio approva)

Articolo 5. Lo pongo in votazione.

(Il Consiglio approva

Articolo 6. Lo pongo in votazione.

(Il Consiglio approva

Articolo 7. Lo pongo in votazione.

(Il Consiglio approva )

Articolo 8. Gli emendamenti nn. 7, 8 e 9 sono ritirati.
C'è un emendamento della Commissione, che recita: "Al presidente e al vicepresidente è attribuita, rispettivamente, una indennità mensile lorda di £. 4.500.000 e di £. 2.800.000 per dodici mensilità. Ai componenti l Corecom è attribuita una indennità mensile lorda di £. 2.250.000 per dodici mensilità. Le suddette indennità sono rivalutate ogni tre anni sulla base dell'indice annuale Istat".
Questo emendamento sostituisce i commi 1 e 2.

CESARE PROCACCINI. A me non sembra corretto mettere in una legge regionale la cifra spettante al presidente e agli altri membri di questa Commissione per diversi motivi. Intanto per una questione di stile istituzionale e legislativo, in secondo luogo anche dal punto di vista sostanziale, perché il valore del denaro varia a seconda dei flussi del mercato, quindi non mi pare serio e corretto mettere un'ipotesi di questo tipo. Noi parliamo di un "braccio operativo" della Regione Marche in un settore delicato, quindi sarebbe opportuno che l'aggancio sia fatto all'indennità del consigliere regionale. Se poi le percentuali sono alte o basse è un'altra questione, ma non mi pare una cosa molto appropriate mettere una cifra in una legge. Per questo motivo mi asterrò, perché mi pare che era più corretto il testo originario.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Amati.

SILVANA AMATI. Per meglio circostanziare la motivazione della proposta avanzata dalla Commissione, informo che durante la discussione che abbiamo fatto nella pausa è emerso con forza, sostenuto positivamente anche dal Presidente della Giunta, che dovrebbe cambiare un indirizzo complessivo, quello che prevede le indennità di enti derivati vincolate alla retribuzione dei consiglieri regionali. Quindi noi non abbiamo fatto altro che riferire la spesa prevista ad un andamento autonomo non più vincolato alla retribuzione del consigliere regionale. E' stata questa la filosofia che, obbligatoriamente, ci ha portato a formalizzare l'indennità di funzione.

PRESIDENTE. Pongo in votazione il subemendamento 07.

(Il Consiglio approva)

Pongo in votazione l'articolo 8 come emendato.

(Il Consiglio approva)

Articolo 9. Emendamento n. 10 a firma Luchetti. Ha la parola il consigliere Amati.

SILVANA AMATI. Noi riteniamo che l'emendamento sia migliorativo del testo, poiché recita "...disciplinato in tutto o in parte la materia rientrante nel settore delle comunicazioni". Ci sembra che sia accoglibile, perché migliorativo.

PRESIDENTE. Pongo in votazione l'emendamento.

(Il Consiglio approva)

L'emendamento n. 11 è ritirato, pertanto pongo in votazione l'articolo 9.

(Il Consiglio approva)

Articolo 10. Lo pongo in votazione.

(Il Consiglio approva all'unanimità)

Articolo 11. Lo pongo in votazione.

(Il Consiglio approva all'unanimità)

Articolo 12. Lo pongo in votazione.

(Il Consiglio approva all'unanimità)

Articolo 13. Lo pongo in votazione.

(Il Consiglio approva all'unanimità)

Articolo 14. Lo pongo in votazione.

(Il Consiglio approva all'unanimità)

Articolo 15. L'emendamento n. 12 viene ritirato quindi pongo in votazione l'articolo.

(Il Consiglio approva)

Articolo 16. Lo pongo in votazione.

(Il Consiglio approva all'unanimità)

Articolo 17. Lo pongo in votazione.

(Il Consiglio approva all'unanimità)

Articolo 18. Emendamento n. 13. Ha la parola il consigliere Amati.

SILVANA AMATI. Questo emendamento potrebbe essere mantenuto, perché è migliorativo.

PRESIDENTE. Pongo in votazione l'emendamento.

(Il Consiglio approva)

Pongo in votazione l'articolo 18 come emendato.

(Il Consiglio approva)

Pongo in votazione il coordinamento tecnico.

(Il Consiglio approva)

Pongo in votazione la proposta di legge nel suo complesso.
Ha la parola, per dichiarazione di voto, il consigliere Viventi.

LUIGI VIVENTI. Voto a favore della legge.

PRESIDENTE. Pongo in votazione la proposta di legge nel suo complesso.

(Il Consiglio approva)

La seduta è sospesa. I lavori riprenderanno alle 16.


La seduta è sospesa alle 13,45