Resoconto seduta n. 31 del 21/02/2001
RESOCONTO INTEGRALE

SEDUTA DI MERCOLEDI' 21 FEBBRAIO 2001
PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE GIUSEPPE RICCI

La seduta riprende alle 16,30

Ordine del giorno della seduta

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la proposta di legge n. 13 del consigliere Moruzzi.
Ha chiesto di parlare, sull'ordine dei lavori, il consigliere Giannotti. Ne ha facoltà.

ROBERTO GIANNOTTI. Non vorrei essere venale, ma abbiamo argomenti di una certa attualità in discussione in questo Consiglio a cui dobbiamo dare una risposta, quindi chiedo che, dopo aver trattato la partita dell'Assam, che è una cosa abbastanza urgente, si affrontino quelle questioni che abbiamo lasciato in sospeso. Nell'ordine: l'emergenza BSE nelle Marche, l'ospedale di Osimo, il potenziamento degli organici di polizia, la mozione sull'uranio impoverito e quelle sulla A14. Sono cinque questioni di fondamentale importanza per la Regione, rispetto alle quali non possiamo rimandare all'infinito l'apertura o la conclusione di un dibattito. Quindi chiedo di tagliare alcuni provvedimenti che non hanno un grande rilievo sul piano dell'urgenza; se mai tenere una seduta straordinaria del Consiglio regionale che ci consenta di affrontare e discutere queste questioni.

PRESIDENTE. Rispetto alle problematiche che lei ha sollevato, credo che per quanto riguarda l'ordine dei lavori si possa procedere rapidissimamente fino all'Esam, poi decideremo insieme da quale mozione iniziare, dopodiché l'ordine del giorno del Consiglio del giorno 28 lo faremo in maniera tale da poter procedere ad esaurire le mozioni che hanno un carattere di maggiore urgenza o che sono iscritte da un lasso di tempo maggiore. Vediamo adesso come riusciamo a procedere, perché credo che sia abbastanza rapido tutto l'iter che abbiamo da qui all'esame degli atti relativi all'Assam.
Ha la parola il consigliere Moruzzi.

MARCO MORUZZI. Chiedo il rinvio della discussione della proposta di legge n. 13 alla prossima seduta, cosicché ci sia data la possibilità di un intervento di carattere tecnico che in questo momento non è possibile perché è scaduto il termine per la presentazione di emendamenti, altrimenti non avremmo l'efficacia voluta sul provvedimento. C'è stato un problema in Commissione, quindi avremmo la possibilità di risolvere questo problema tecnico.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Procaccini.

CESARE PROCACCINI. Per ricordare che nella riunione dei presidenti di gruppo della scorsa settimana avevamo stabilito un percorso, per cui non è opportuno che in corso d'opera variamo quel percorso, altrimenti le riunioni dei presidenti di gruppo sarebbe meglio non farle. Vorrei ricordare che ci sono delle mozioni, compresa quella sui libri di testo di grande attualità, secondo me, non di principio, ma anche di sostanza e che aspettano da mesi e mesi.

PRESIDENTE. Vorrei sentire il parere anche del relatore Amagliani sulla richiesta del consigliere Moruzzi circa il rinvio alla prossima settimana della proposta di legge n. 13.

MARCO AMAGLIANI. In Commissione è pervenuto un emendamento da inserire nella proposta di legge, che andava a modificare anche l'art. 10 della legge 30.12.1974, n. 52. Non si è tenuto in considerazione questo emendamento in quanto non compreso nella proposta di legge che stavamo discutendo, quindi la sua riproposizione non può far altro che ripassare dalla prossima seduta del Consiglio, attraverso un emendamento che probabilmente proporrà il consigliere Moruzzi. E' quindi soltanto un fatto meramente tecnico.

PRESIDENTE. Propongo il rinvio del punto 3) dell'ordine del giorno. Nel caso in cui fosse accolta la proposta, potranno essere presentati emendamenti fino al giorno 27.
C'è una richiesta di rinvio di un punto dell'ordine del giorno. Rispetto alla richiesta di rinvio, qualunque sia l'argomentazione o la motivazione presentata invito l'aula a pronunciarsi.

(Il Consiglio approva)

Propongo di passare alla trattazione dei punti 4) e 5) che sono relativamente semplici. Ha la parola il consigliere Giannotti.

ROBERTO GIANNOTTI. Chiedo di posticipare questi due punti all'ordine del giorno, poiché non sono questioni urgenti.

PRESIDENTE. Il problema non è di posticipare rispetto all'Assam ma di posticipare rispetto agli atti amministrativi relativi all'Assam e rispetto alla discussione di mozioni che Giannotti nell'ordine ha indicato precedentemente. Quindi posticipare non da qui a due ore ma da qui a non so quando.
Pongo in votazione la proposta di rinvio.

(Il Consiglio non approva)



Proposta di atto amministrativo (Discussione e votazione): «L.R. 6 agosto 1997, n. 52 — Adesione della Regione Marche alla fondazione "Pesaro Nuovo Cinema Onlus" con sede in Pesaro» Giunta (29)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la proposta di atto amministrativo n. 29, ad iniziativa della Giunta. Ha la parola il relatore di maggioranza, consigliere Mollaroli.

ADRIANA MOLLAROLI. Con questa proposta di atto amministrativo che è stata abbondantemente ed esaurientemente esaminata nella prima Commissione, si chiede alla Regione Marche di aderire alla fondazione "Pesaro Nuovo Cinema Onlus" con sede in Pesaro. La fondazione è stata istituita nel 1998 ed è frutto della trasformazione di una precedente forma giuridica ed esattamente l'associazione non riconosciuta denominata "Ente Mostra Internazionale Nuovo Cinema". Quest'ultima è nata nel 1967 ed aveva tra i soci fondatori il Comune di Pesaro, la Provincia di Pesaro, e, all'epoca, l'ente provinciale per il Turismo. Credo sia noto a tutti, soprattutto a questo Consiglio regionale, che da tempo ha discusso e approvato leggi significative sulla cultura, che la città di Pesaro ospita dalla fine degli anni '70 una mostra sul nuovo cinema di rilievo internazionale. Ovviamente nel corso del tempo questa mostra si è profondamente trasformata, è stata per tutto un periodo storico, dalla fine degli anni '60 fin alla fine degli anni '70 una mostra che ha consentito di ospitare il cinema d'autore, il cinema d'avanguardia di rilievo internazionale. Quindi anche quel cinema che si esprimeva, molto spesso, con posizioni di opposizione politico-culturale nei confronti di una serie di Stati del nostro mondo. La mostra oggi si è profondamente trasformata, ed oltre ad essere una grande vetrina che continua ad avere la caratteristica di far conoscere il cinema d'autore internazionale, ospita altri appuntamenti significativi come una rassegna internazionale retrospettiva, un evento speciale dedicato al cinema italiano ed una serie di iniziative di carattere culturale.
Credo che sia noto a tutti — se non è noto ci tengo a sottolinearlo — che questo è uno degli eventi culturali più significativi della provincia e della regione, ha un forte successo di pubblico e di critica, che sono, a mio parere, gli elementi attraverso i quali si valuta il valore di una manifestazione culturale, nel senso che è frequentatissima anche da un pubblico giovanile e dalla critica cinematografica di valore internazionale.
Credo che questo evento abbia prodotto nella città di Pesaro in particolare, ma nell'intera provincia e forse anche nella regione Marche, un'attenzione profondissima nei confronti del cinema. Nella città di Pesaro infatti esistono ancora oggi numerosissimi cinema, c'è una cultura e un'attenzione attorno a questo evento, e alla cultura cinematografica in particolare, di grande rilievo.
L'adesione alla fondazione avviene, per conto della Regione Marche, con una cifra di 30 milioni, quindi non particolarmente impegnativa. Il trasformarsi da associazione a fondazione consente però, con questa nuova forma giuridica, di poter attingere anche a finanziamento privato. Credo che questo sia uno strumento da non sottovalutare, perché in una regione come la nostra e nelle nostre città gli enti locali, il pubblico debbono svolgere una forte azione di promozione, ma è bene che attorno agli eventi e alle manifestazioni culturali cominci anche ad investire il privato. Questa nuova forma giuridica lo consente, per cui credo che il Consiglio possa tranquillamente approvare questo atto.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Giannotti, relatore di minoranza.

ROBERTO GIANNOTTI. Voglio esprimere la mia grande amarezza per questa nuova disattenzione del Consiglio regionale rispetto ai veri problemi della regione. Questa sera la maggioranza, con un voto espresso pochi minuti fa, ha scelto di discutere del niente rispetto ai problemi reali che questa regione ha; questioni sulle quali stiamo girando da mesi e rispetto alle quali non siamo capaci di produrre una benché minima iniziativa. Nessuno può dire che la vicenda della "mucca mazza" non sia importante, come nessuno può dire che non siamo distanti dai rischi legati al deposito di bombe all'uranio impoverito nell'Adriatico, come nessuno può dire che il problema della A14 non sia un problema reale rispetto alle scelte fatte dalla Società Autostrade, come nessuno può dire che la questione esplosiva dell'ospedale di Osimo non sia una questione...

PRESIDENTE. Collega Giannotti, la invito ad attenersi all'argomento per il quale è relatore, altrimenti apre un tema di dibattito che non è quello sul quale stiamo parlando.

ROBERTO GIANNOTTI. Presidente, mi permetta di dire che non potete tirarci in continuazione per la giacca, puntando sul nostro grande senso di responsabilità, perché se avessimo voluto dare una manifestazione di fermezza avremmo abbandonato l'aula, facendo decadere anche la seduta di oggi perché la maggioranza non è in grado di garantire la presenza del numero legale. (Interruzione del consigliere Silenzi). Lei, questo me lo deve consentire.

PRESIDENTE. Consigliere Giannotti, la prego di intervenire come relatore di minoranza sull'atto.

ROBERTO GIANNOTTI. Questo atto dimostra la caduta di tono della Giunta regionale rispetto ai problemi della cultura. Fa male, Silenzi, a banalizzare sulle Giunte-ombra. La verità è che in questa regione l'unico assessorato-ombra è quello alla cultura, al di là delle affermazioni che il Presidente fa sui giornali. E questo atto segnala l'assenza di una qualsiasi strategia globale rispetto ai problemi della politica culturale.
Perché dico questo? Perché non si può continuare, in questo Consiglio, a venire a produrre proposte di adesione a fondazioni secondo la logica del carciofo, che sfuggono da un giudizio d'insieme. E' mai possibile che la Giunta regionale non ci dica quale scelta strategica fa rispetto a questi grandi strumenti di politica culturale, di intervento in campo culturale, e dobbiamo assistere, ogni tre mesi, ad una proposta di adesione prima all'Amat, oggi alla Mostra del Cinema, domani ci chiederete di aderire all'Associazione del Teatro. Queste cose sono fuori da un contesto, da una sintesi di programmazione unitaria che l'Esecutivo regionale dovrebbe avere e che la maggioranza dovrebbe sostenere.
Rispetto al merito dell'iniziativa c'è poco da dire. Capisco la collega Mollaroli che deve arrampicarsi sugli specchi per giustificare l'impossibile. E' un gioco vecchio che non paga più. Questa mostra è nata trent'anni fa come riserva indiana della sinistra nel campo della cultura. Rispetto alla mostra di Venezia che era appannaggio di un'altra cultura politica, il contentino che è stato dato alla sinistra, a quei tempi rappresentato dall'area socialista, era di avere un altro piccolo strumento che operasse nel campo della cultura cinematografica: si è inventata la Mostra del Nuovo Cinema di Pesaro che certo è un cinema d'autore, ma la collega Mollaroli si è dimenticata di dire che è un cinema d'autore impegnato sul versante della sinistra.

ADRIANA MOLLAROLI. Non è vero.

ROBERTO GIANNOTTI. E' così. Consigliere Mollaroli, la differenza fra me e lei è sostanziale, non solamente dal punto di vista fisico ma anche dal punto di vista politico e culturale. Le debbo ricordare che chi le parla è stato consigliere comunale di Pesaro per 25 anni e in relazione a quella responsabilità ha seguito questo avvenimento dalla nascita alla fine, quindi ha avuto modo di ribadire tante volte, in Consiglio comunale, i motivi dell'opposizione delle forze politiche moderate rispetto a questo "giocattolo" che avete voluto e che avete usato in questi anni. Costa tantissimo ed è fuori da ogni controllo democratico, perché di fatto il discorso della fondazione non consente alle minoranze, e nemmeno alle maggioranze come la tua, caro amico Luchetti, di partecipare in maniera creativa alla definizione dei programmi, delle scelte... (Interruzione del consigliere Mollaroli). Faresti bene a sentire cosa ne pensa l'assessore alla cultura del Comune di Pesaro. Purtroppo, tu abiti a dodici chilometri di distanza e non hai colto molto la posizione dei partiti che fanno riferimento alla tradizione cristiana rispetto a questo discorso, e mi dispiace dovertelo richiamare.
Questa iniziativa è nata così e si è riprodotta nel tempo con gli esiti che sono sotto gli occhi di tutti, perché lei può dire tutto, ma non può dire che questa non è una cosa che ha un grande distacco rispetto all'opinione pubblica. Lei lo sa meglio di me: questa è una manifestazione per gli addetti ai lavori, pagata dalle istituzioni per fare vacanza a Pesaro una settimana e per interessarsi di problematiche cinematografiche. Sa che i costi maggiori di questa manifestazione sono il risultato dell'ospitalità gratuita che l'organizzazione della mostra garantisce a cineasti di sinistra impegnati. Questo è il dato politico di fondo. I costi sono altissimi, sono costi incontrollati.
Debbo fra l'altro rilevare che oggi noi aderiamo alla fondazione spendendo 30 milioni l'anno, ma già sosteniamo finanziariamente, attraverso un consistente contributo preso dalla legge 75, questa manifestazione così come la sostengono il Comune di Pesaro, la Provincia di Pesaro e il Ministero del turismo e dello spettacolo. Una manifestazione, quindi, che si regge esclusivamente sul contributo pubblico, perché non ha altre fonti d'entrata, nemmeno quelle del biglietto, perché l'ingresso al cinema per favorire la più alta partecipazione possibile è gratuito, ma non ci va ugualmente nessuno.
Rispetto a questo giudizio sulla inadeguatezza delle scelte di politica culturale da parte della Giunta regionale, rispetto alla mancanza di un disegno organico sulle fondazioni che mi sembra traspaia anche da questo atto che ci proponete, rispetto a quello che riteniamo uno spreco di risorse finanziarie che meglio potrebbero essere utilizzate per salvaguardare la tradizione, la storia, il patrimonio culturale della nostra regione, il nostro gruppo voterà contro questa proposta di atto amministrativo, così come fatto in Commissione.

PRESIDENTE. Pongo in votazione la proposta di atto amministrativo.

(Il Consiglio approva)



Proposta di atto amministrativo (Discussione e votazione): «L.R. 6 agosto 1997, n. 52 — Adesione della Regione Marche all'Associazione Interregionale "Tecnostruttura delle Regioni per il FSE in Roma"» Giunta (30)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la proposta di atto amministrativo n. 30, ad iniziativa della Giunta.
Ha la parola il relatore di maggioranza, consigliere Procaccini.

CESARE PROCACCINI. L'adesione della Regione Marche alla Tecnostruttura è stata discussa in Commissione in maniera approfondita e si inscrive all'interno della necessità di approfondire, sul versante del Fse, di garantire anche il necessario supporto operativo alla Regione Marche.
Se posso esprimere una considerazione di tipo personale, intravedo in questa adesione un duplice fatto un po' contraddittorio: da un lato positivo perché ci permette di partecipare ad una discussione più ampia e financo specialistica sui temi della Comunità europea, del Fse e della politica del futuro; la cosa anomala e criticabile, che non deriva però da questa Regione, è che si demanda una impostazione di questo tipo ad una associazione quasi di tipo volontario, perché dovrebbero essere il Ministero, il Governo in prima persona e più in generale anche il Parlamento ad intervenire su queste questioni. Non si deve lasciare alla discrezionalità e alla soggettività delle Regioni se partecipare o non partecipare, proprio perché parliamo di addivenire anche a scelte operative per quanto riguarda l'utilizzo delle risorse europee, per cui c'è bisogno di forti specialismi, c'è bisogno di intravedere una politica unitaria a livello nazionale, altrimenti c'è il rischio che dentro il quadro nazionale si possa creare, con una partecipazione estemporanea o soggettiva delle Regioni, una ulteriore selezione rispetto all'utilizzo dei fondi stessi.
Per il resto mi pare che l'adesione a questa Tecnostruttura che già altre Regioni hanno assunto, individui come parte integrante anche l'adesione allo Statuto, il quale prevede, all'art. 3, le finalità della Tecnostruttura stessa. I punti qualificanti sono due o tre: quello di garantire il necessario supporto operativo e tecnico, tenendo conto che dal punto di vista formale la Regione sarà rappresentata dal Presidente della Giunta o da un suo delegato; assicurare la presenza di riferimento tecnico della Regione nelle commissioni e nei gruppi di lavoro nazionali ed internazionali, e uno dei punti più qualificanti è quello che cura la formazione specifica e l'aggiornamento continuo, cosa molto necessaria in questa fase di decifrazione della politica europea. Questo potrebbe servire, in prospettiva, a definire meglio la necessità di un'azione più incisiva che nella prospettiva limiti o addirittura annulli, da parte della Regione, la necessità di "pescare" sul cosiddetto mercato esterno per quanto riguarda le consulenze.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Romagnoli, relatore di minoranza.

FRANCA ROMAGNOLI. Abbiamo espresso la nostra contrarietà già in prima Commissione a questo atto amministrativo. Peraltro il relatore Procaccini omette di dire che questo atto è già stato bocciato dalla prima Commissione della scorsa legislatura, per le perplessità e le richieste di chiarimenti che venivano avanzate. Credo che nulla di nuovo sia intervenuto rispetto a quel momento, anzi la situazione può essersi aggravata se consideriamo la mancanza totale di progettualità per quello che riguarda le adesioni di questa Regione in favore di questa o quella società. Da tempo chiediamo in prima Commissione un censimento per poter fare il punto sul passato e sulla situazione al momento delle società partecipate, delle varie fondazioni, degli enti, cinema, che vedono con grande magnanimità la Regione avvicinarsi.
I criteri sono a nostro avviso estemporanei: chi fa richiesta ha il piacere di vederla respinta o meno a seconda di valutazioni che ci sfuggono, perché ci troviamo con richieste di vario tipo, con richieste, peraltro, da parte di strutture che a nostro avviso non hanno nessuna specificità e non garantiscono sicuramente un servizio precipuo, specialistico per quel che riguarda, in questo caso, il Fse. Addirittura, nello statuto della Tecnostruttura leggiamo che le consulenze si presumono normalmente gratuite in favore degli associati, ma neanche questo accertato, cosicché potremmo, una volta aderito, doverci pagare i servizi che chiederemo. Potevamo, se avevamo tanto bisogno di questo ente e del supporto di questa struttura, anche in passato esserci ad essa rivolti, perché mi pare che lo statuto di questa struttura preveda anche servizi e consulenze a terzi. Non mi pare che a questo la Regione Marche sia mai ricorsa, a dimostrazione del fatto che questa esigenza non è stata senz'altro sentita, né ritengo che, così com'è, questo ennesimo carrozzone di cui l'Italia non ha bisogno, possa esserci indispensabile per orientarci sulla formazione e i problemi inerenti al Fse, al lavoro e a tutto ciò che di generico viene riportato nell'oggetto dello statuto di questa struttura. Né può convincerci ed essere motivo sufficiente di votazione il fatto che più Regioni abbiano aderito e che magari abbiano aderito trasversalmente Regioni del Polo e non del Polo. Riteniamo che l'autonomia regionale non sia un valore da sbandierare in alcune occasioni e in altre no: se ci crediamo dobbiamo fare autonomamente queste scelte anche in queste circostanze, quindi sempre.
Ritengo, peraltro, che le funzioni che questa Tecnostruttura sta fornendo a chi ha già aderito non sono comunque documentate, non le conosciamo, quindi non sappiamo neanche se i consuntivi siano favorevoli o meno a questa adesione.
Per queste ragioni — una ragione generale di critica a come la Giunta, quindi questa maggioranza sta conducendo la politica delle proprie partecipazioni ed adesioni a questi enti culturali e non; una ragione particolare, specifica che ci vede scettici sul contenuto e sull'offerta di questa Tecnostruttura — riteniamo non solo di non dover aderire, ma se le funzioni di questa struttura saranno riconosciute così precipue ed indispensabili, potremo in ogni caso, da esterni, in ogni momento, accorrere per poter usufruire dei servizi e consulenze che questa struttura medesima potrà ugualmente garantirci. Non ritengo che questo, come non avvenuto nel passato, possa avvenire nel futuro. Quindi, siamo contrari a questa adesione.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Giannotti.

ROBERTO GIANNOTTI. La collega Romagnoli l'ha già detto: anche questo atto è un esempio della scelta statalista di questo Consiglio regionale, di questa maggioranza, di questa Giunta, come se veramente, fuori del Palazzo, tutte le professionalità e tutte le energie fossero da non considerare. Addirittura, questo è un organismo creato dagli enti locali, dalle Regioni per offrire consulenze — guarda caso alle stesse Regioni — sul piano degli interventi comunitari, nel campo della formazione. Al di là della opzione culturale che noi contestiamo, che non condividiamo, che non ci appartiene, che non appartiene a questo schieramento politico ma che è tutta della sinistra, insisto per chiedere agli amici che appartengono ad altre culture che non sono su questo versante... (Interruzione). C'è una logica statalista che è il contrario dell'applicazione del principio della sussidiarietà. Lo Stato pretende di intervenire anche laddove la società civile è in grado di offrire servizi a costi molto diversificati da questo. Questo rimane come giudizio di fondo, ma quello che è grave, è che rispetto a questa materia c'è stato un dibattito in sede di Commissione consiliare, che ha portato ad una conclusione: questo atto è stato respinto nella scorsa legislatura dalla totalità della prima Commissione consiliare, pidiessini compresi. Non è stato respinto per caso, è stato respinto perché alcune delle osservazioni formulate, che mi permetterò di riprendere, hanno convinto anche i commissari della maggioranza, al punto da invitare il Presidente a ritirare questa delibera e a chiedere chiarimenti.
Quali erano gli interrogativi che ci si è posti e ci si pone oggi? E' possibile aderire ad un organismo che prevede una quota di adesione minima — 20 milioni come quota di adesione, più 20 milioni come quota di partecipazione annua — per garantire alla Regione prestazioni non gratuite, ma che comunque dovranno essere pagate? Mi dite qual è il vantaggio economico di questa operazione, se in virtù di questa scelta noi comunque, se domani ci avvarremo di questo strumento, dovremo sostenere e pagare i costi di questa consulenza?
Mettiamo in piedi un altro carrozzone, un'altra mega struttura con un presidente, con un vicepresidente, con un direttore generale, con una struttura di personale, perché se andate a leggere lo statuto è prevista una struttura di personale, anche qui senza alcuna obiezione rispetto alle indicazioni che avevamo formulato. Se una struttura di coordinamento di questo genere deve essere costruita, si costruisca sulla disponibilità di personale regionale: le singole Regioni potevano benissimo mettere a disposizione alcuni funzionari che seguono questo settore, per adempiere alla funzione. No, abbiamo accettato il principio che si crea un altro carrozzone di questa natura, con tutto quello che ne può conseguire.
E' evidente che su questo piano non siamo disposti a seguire la maggioranza e la Giunta in questa folle avventura che porta, se è necessario ribadirlo, al disastro finanziario e a dover rinunciare a ben altre scelte più qualificanti.
Anche su questo atto esprimo il voto contrario del nostro gruppo.

PRESIDENTE. Pongo in votazione la proposta di atto amministrativo n. 30.

(Il Consiglio approva)



Ordine del giorno della seduta

PRESIDENTE. Le proposte di atto amministrativo nn. 35, 36 e 37 riguardanti tutte il bilancio consuntivo dell'Assam, riferito ad anni diversi. Se siamo d'accordo, la discussione può essere unificata, fermo restando che le modalità di votazione saranno separate.

GILBERTO GASPERI. Presidente, i gruppi di An e di Forza Italia sono contrari a che la discussione sia unica. I bilancio riguardano tre anni differenti, quindi dobbiamo discutere separatamente i tre atti, altrimenti dovremmo triplicare i tempi di intervento.

PRESIDENTE. Non essendovi unanimità di vedute, i punti vengono trattati singolarmente.





Proposta di atto amministrativo (Discussione e votazione): «L.R. n. 9/97. Istituzione dell'Agenzia per i servizi nel settore agroalimentare delle Marche (Assam) — art. 14, comma 3. Esame del bilancio consuntivo 1997 dell'Assam» Giunta (35)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la proposta di atto amministrativo n. 35, ad iniziativa della Giunta. Ha la parola il relatore di maggioranza, consigliere Luchetti.

MARCO LUCHETTI. Come sappiamo, i problemi inerenti l'approvazione di questi bilanci sono focalizzati sulla questione del 1998. Ecco perché si poteva fare una discussione unica. Questi tre bilanci sostanzialmente sono la storia di questa agenzia, sulla base della legge 9/97 che ha sostituito l'Esam con l'Assam stessa. Questa prima tranche di finanziamenti del 1997 riguarda un'attività non piena, non giuridicamente rilevante a tutti gli effetti, perché di fatto l'attività giuridicamente piena l'Assam l'ha svolta a far data dal 15 marzo 1998. Il bilancio 1997 fondamentalmente si è concentrato su una prosecuzione dell'attività dell'Esam attraverso un finanziamento ad hoc che la Giunta regionale ha posto a disposizione dell'amministratore delegato dell'Assam, che ha determinato un bilancio di circa un miliardo che ha avviato l'attività della nuova agenzia ma soprattutto ha determinato la possibilità di continuare a chiudere tutte le attività e progettazioni che erano già avviate dall'ex Esam.
E' stato richiesta dalla seconda Commissione la rendicontazione di questo bilancio in quanto, pur essendo stato presentato dall'Assam in termini normali, il servizio agricoltura non l'aveva approvato e su sollecitazione del presidente della II Commissione è stato approvato e passato alla Commissione la quale lo ha esaminato e non ha avuto rilievi di sorta.
A proposito della questione dell'esame da parte del Consiglio c'è da precisare quanto segue. Come seconda Commissione ci siamo posti l'interrogativo di quello che significasse la legge 97 relativamente agli articoli in cui si demanda alla Giunta e al Consiglio regionali la potestà di esaminare i bilanci dell'Assam. Voi sapete che l'Assam è un ente pubblico economico, pertanto è regolato secondo il codice civile dal punto di vista contabile e di bilancio. Ecco perché ci siamo posti questo interrogativo, ma siccome nella legge 97 è riportato che la facoltà della Giunta e del Consiglio è relegata all'esame del bilancio, volevamo capire fino in fondo quali erano queste funzioni di esame. Abbiamo fatto un quesito all'ufficio legislativo della Giunta, ci è stato risposto che l'esame dovrebbe corrispondere ad una approvazione. Ecco perché la Giunta ha provveduto ad approvare con atto deliberativo il bilancio e così ci accingiamo a farlo oggi come Consiglio, dopo che la Commissione ha esaminato le cifre del bilancio 1997, tenendo conto che la facoltà della Giunta e del Consiglio è relegata essenzialmente alla verifica dei conti del bilancio Assam, in quanto, qualora questi conti non fossero in ordine, il Consiglio e la Giunta avrebbero la facoltà di commissariare l'agenzia. Non ci sono altre motivazioni per cui questa approvazione possa dare ulteriori sviluppi, in quanto, ripeto, l'Assam è un ente economico di diritto pubblico che ha questa possibilità di convalidare i propri bilanci attraverso la legge del codice civile. Pertanto, per quanto riguarda questa prima tranche del 1997 la Commissione l'ha esaminato e l'ha approvato.
Noi siamo dell'opinione che il Consiglio possa procedere all'approvazione del bilancio 1997 dell'Assam.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Ciccioli, relatore di minoranza.

CARLO CICCIOLI. Farò un intervento molto breve su questo atto, complessivo di tutti e tre gli atti solo per quanto riguarda questo aspetto, poi sul merito interverrò nuovamente nelle successive relazioni.
Questo bilancio consuntivo 1997 all'inizio neanche era stato formalizzato, era scomparso, e i soldi che dovevano essere restituiti alla Regione non sono stati restituiti. Questo atto ha galleggiato presso la seconda Commissione fin dalla scorsa legislatura più volte, poi è stato ritirato e ripresentato...

MARCO LUCHETTI. Quello del 1997 non c'era.

CARLO CICCIOLI. C'erano quelli del 1998 e 1999, poi è stato richiesto anche di fare il 1997 ed è stato formalizzato in questa forma.
Questi soldi sarebbero dovuti essere restituiti alla Regione e non sono stati restituiti. Di più, dal punto di vista dell'aspetto tecnico questo atto, per il parere di legittimità viene verificato dal servizio agricoltura che non era competente, quindi appaiono tutta una serie di grossolanità. Quando vedremo gli atti successivi, addirittura ci sono dei pareri di conformità tecnica dei revisori dei conti su errori grossolani che sono stati poi estesi. Successivamente gli stessi revisori dei conti hanno detto "sì, ci siamo sbagliati, non era così, era in un altro modo". Tanto è vero che il mio collega di partito che si occupa dell'agricoltura in Commissione, Gasperi, mi ha dimostrato che addirittura ci sono errori ulteriori molto grossolani. Ci troviamo di fronte veramente a un atteggiamento di una superficialità incredibile, che ha anche rilevanza penale. L'azione dei revisori dei conti è sottoposta a procedure di tipo penale, quindi la situazione è veramente incredibile. Per quanto riguarda gli aspetti tecnici rinvio al consigliere di minoranza Gasperi che ha seguito l'atto fin dalla scorsa legislatura in tutti i suoi processi formativi. Questo atto è nuovo come dice Luchetti, perché non esisteva, ma gli altri sono stati varie volte modificati. Su questo il consigliere Gasperi, tecnicamente ha seguito la cosa. Io sono anche un po' sconcertato dal fatto che in Commissione, nell'ultima seduta è stato presentato un atto che dal punto di vista tecnico doveva essere ineccepibile, ma che anche tecnicamente presenta degli errori formali, al di là di quelli di sostanza.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il consigliere Gasperi. Ne ha facoltà.

GILBERTO GASPERI. Presidente, cari colleghi, ho ascoltato con molto piacere l'intervento del collega Luchetti, solo che mi ha completamente meravigliato in due punti dello stesso intervento.
Come si può pensare che tre bilanci — non uno — del 1997, 1998 e 1999 vengano discussi a febbraio del 2001? Addirittura il Presidente della seconda Commissione era il collega Secchiaroli, attualmente assessore al bilancio della Regione.
Ricordo che in una riunione verso Natale 1999, c'era una volontà di voler chiudere la cosa, nel momento in cui feci un intervento portando un certo tipo di documentazione. Il presidente dell'allora terza Commissione, componente anche della seconda, non passò alla votazione come voleva fare in un primo momento, dicendo "dobbiamo chiedere documentazione direttamente a tutti gli uffici". Il problema grosso non è tanto per il 1997. Nel 1997 c'è una condizione fondamentale: l'amministratore unico non poteva spendere 1.300 milioni ma li doveva riversare alla Regione, dal momento che la funzionalità dell'Assam veniva esattamente nel marzo del 1998.
Nel 1998 ci sono situazioni completamente diverse, di cui poi parlerò.
Questo è un atto non tecnico ma di tipo economico. Il Consiglio regionale dice: "visto il parere favorevole di cui all'art. 4, comma 4 della legge regionale 17.1.1992, n. 6 in ordine alla regolarità tecnica sotto il profilo di legittimità del dirigente del servizio agricoltura reso nella proposta...". Ma come? Abbiamo il servizio bilancio e ci rivolgiamo a un agronomo che potrà anche essere un genio, ma mi sembra logico che sul discorso della contabilità ed economico non sia particolarmente ferrato, altrimenti chiedo all'assessore al bilancio di assumere agronomi per preparare il nuovo bilancio del Consiglio regionale. Questo c'è scritto qui, ma dappertutto.
Quando il relatore dice che è stato richiesto dalla seconda Commissione, non è vero. E' questa, la Commissione. Il tutto è nato dalla documentazione che abbiamo proposto e presentato prima nelle audizioni delle Commissioni — e i componenti della terza Commissione della precedente legislatura lo sanno — su sollecitazione fatta da me e da altri componenti della stessa terza Commissione, anche di maggioranza, che volevano veder chiaro che cosa stava succedendo.
Il relatore di maggioranza sostiene la tesi che, in considerazione della legge istitutiva dell'Assam, lo stesso ente ha la possibilità di convalidare i propri bilanci. E' vero, ma c'è una differenza: siccome l'Assam è un ente economico finanziato dalla Regione, è la Regione che deve farlo. Non può venire quell'atto in Consiglio e nessuno di noi si vuol assumere la responsabilità di dire "il bilancio è fatto bene". Ci deve essere un funzionario dell'assessorato al bilancio che dichiara che quel bilancio è conforme alle norme, o diamo incarico a un libero professionista che certifichi che quel bilancio va bene. Non è mai passato nessun atto senza assunzione di responsabilità da parte di qualche funzionario. E allora, caro relatore, è indispensabile che queste cose si chiariscano. Non può passare una votazione facendo gruppo con la maggioranza, senza dire la verità di quello che succede, perché dietro questa situazione ci sono dei falsi in bilancio. E i 1.300 milioni che ha speso il liquidatore, anzi l'amministratore...

MARCO LUCHETTI. E' qui il problema... Lapsus freudiano...

GILBERTO GASPERI. Il liquidatore lo vedremo dopo quando parleremo dell'Esam, che lei conosce molto bene con le "cooperative bianche".
L'amministratore sapeva chiaramente che questo risultato non lo doveva ottenere, tanto è vero che non l'avete riconfermato. Lei mi deve spiegare perché. Quando è stata costituita l'Assam è stato nominato l'ing. Gambini, poi è cambiata la legislatura, stessa maggioranza, stessa realtà, il liquidatore è stato mandato a casa e se ne è preso un altro che dà piena garanzia al suo partito, perché è lo stesso assessore che ha fatto parte di una vecchia maggioranza e sa che cosa c'è dietro l'Assam, all'interno dell'Esam. Tanto è vero che nell'intervento che ha fatto in seconda Commissione si capisce chiaramente che alcune cose non le ha ben recepite. Tra l'altro, presenterò una documentazione in base alla quale lui non ha possibilità di poter occupare quel posto, perché c'è una certa incompatibilità.
Qui si vuol fare approvare il tutto senza dare completa garanzia di quello che è avvenuto all'interno, tanto è vero che quando è stato fatto il nuovo contratto al nuovo amministratore, addirittura l'assessore al personale, dopo che ha mandato via l'ing. Gambini e ha fatto il nuovo contratto al dott. Micucci, ha fatto una proposta in Giunta di riconoscere a Gambini stesso un premio in base ai risultati ottenuti. E' una cosa che neanche Gabibbo potrebbe immaginare, perché la gente non ci può credere. Dopo che uno viene mandato via, successivamente gli riconoscono un premio. E' indegno nei confronti di un amministratore che fino a prova contraria si è comportato obiettivamente e bene, non è stato riconfermato, gli riconoscono un premio retrodatato. Come si può andare a pensare di approvare un bilancio di questo genere con dei dubbi concreti che tra l'altro avevo sollevato nelle interrogazioni fatte allora all'assessore all'agricoltura Moruzzi? Lo stesso Moruzzi mi aveva dato delle risposte che oggi sono completamente incongruenti l'una con l'altra.
Considerando quello che ho detto, chiederò di vedere di chi sono le responsabilità, questa documentazione passerà alle autorità competenti per dare opportune garanzie e sicurezza di quello che facciamo nell'ambito del Consiglio. La responsabilità è di tutti i consiglieri che voteranno a favore di un atto che ha estremi di irregolarità.

PRESIDENTE. Pongo in votazione la proposta di atto amministrativo.

(Il Consiglio approva)



Proposta di atto amministrativo (Discussione e votazione): «L.R. 9/97, art. 14, comma 3. Esame del bilancio consuntivo 1998 dell'Assam (Agenzia per i servizi nel settore agroalimentare delle Marche)» Giunta (36)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la proposta di atto amministrativo n. 36, ad iniziativa della Giunta.
Ha la parola il relatore di maggioranza, consigliere Luchetti.

MARCO LUCHETTI. L'atto amministrativo inerente il 1998, così come già ha anticipato il collega Gasperi è incorso in una vicenda del tutto particolare ed è per questo bilancio che siamo arrivati a questa situazione di approvare i tre bilanci uno dietro l'altro, proprio perché c'è stata tutta una documentazione successiva all'approvazione iniziale che l'Assam ha fatto e ha fatto successivamente la Giunta, che ha portato ad un approfondimento dell'atto medesimo. Proprio in seconda Commissione è avvenuta questa ulteriore disamina, e a questo punto credo che valga la pena chiarire tutti i passaggi di questo atto in modo tale che non sussistano ombre di dubbio circa la possibilità di approvare l'atto stesso, in quanto tutto quello che è stato sollevato, in questo caso proprio dal collega Gasperi, l'abbiamo verificato e in qualche modo chiarito, tant'è che l'atto che stiamo discutendo viene portato in Consiglio dalla seconda Commissione per l'approvazione.
Di seguito vogliamo evidenziare i fatti che hanno caratterizzato l'iter di questo bilancio, che sostanzialmente si è trascinato anche gli altri. Partiamo proprio dal novembre 1999 in cui la Giunta regionale ha proposto al Consiglio, per l'approvazione, il bilancio 1998 dell'Assam. Successivamente, il servizio segreteria e affari generali della Giunta, con prot. 298128, ai sensi del punto 1, comma 2 dell'art. 25 dello Statuto, trasmette al Presidente del Consiglio regionale il suddetto atto n. 29/52 della Giunta regionale. Il 23 dicembre 1999, per la prima volta Gasperi, consigliere del gruppo di Alleanza nazionale chiede chiarimenti all'amministratore unico dell'Assam in merito alla proposta di atto amministrativo 297/99 inerente il bilancio consuntivo 1998. La richiesta riguardava una differenza di 684 milioni, riscontrata tra il saldo al 31.12.1998 dei costi della produzione indicati in bilancio per £. 4.153.358.000 e lo stesso saldo indicato nella nota integrativa allegata al bilancio per £. 4.837.913.000. Inoltre lo stesso Gasperi evidenziava altre inesattezze per le quali chiedeva la dimostrazione che fossero effettivamente dovute ad errori di dattilografia.
Il 4 gennaio 2000, dopo che Gasperi aveva autonomamente sollevato in Commissione questo problema, il presidente della seconda Commissione Secchiaroli chiedeva chiarimenti all'amministratore dell'Assam, al commissario liquidatore dell'Esam e al presidente del collegio dei revisori dei conti dell'Assam sulle stesse questioni evidenziate da Gasperi, circa i criteri sulla base dei quali si era provveduto alla suddivisione dei costi di gestione tra Assam ed Esam, di cui al bilancio finanziario Assam 1998.
Il 5 gennaio del 2000 l'amministratore unico dell'Assam, in risposta alla richiesta di chiarimenti trasmette al consigliere Gasperi la nota del dottore commercialista Andrea Biecar, consulente dell'agenzia per la predisposizione del bilancio.
Si ritiene utile riportare le parti evidenziate dal dott. Biecar sulla stessa nota. Dice il commercialista: "Si precisa che tali inesattezze, certamente spiacevoli, dipendono unicamente da errori commessi nell'inserimento manuali dei dati, nelle tabelle esplicative, nella nota integrativa. Tabelle che purtroppo non consentono l'utilizzo di formule di controllo tra totali e parziali. Comunque gli errori sono concentrati unicamente nella nota integrativa e non inficiano la correttezza e la veridicità dei dati economico-patrimoniali. In merito ai presunti errori nell'imputazione dei costi di gestione ed istituzionali ex Esam o a errori tendenti ad azzerare eventuali crediti Assam verso l'Esam, si afferma che l'equivoco nasce da una erronea lettura dei dati esposti in bilancio. Si ritiene che l'equivoco sia imputabile ad una carenza di informazioni che dovrebbero essere fornite assieme ai dati di bilancio". E su questo siamo d'accordo. Noi siamo intenzionati a che l'amministratore dell'Assam sia più esplicito nella illustrazione dei dati del bilancio stesso. Comunque, queste erano le risultanze che il commercialista riferiva in merito ai dati del bilancio.
Nel prospetto finanziario è evidenziata per ogni costo la quota sostenuta dall'Esam nel periodo 1 gennaio-15 marzo. Tale indicazione è opportuna, trattandosi di spese per le quali i contributi sono attribuiti all'Assam, ma che lo stesso ente dovrà corrispondere all'Esam entro la data di scioglimento dello stesso. In pratica, i costi dal 1° gennaio 1998 al 15 marzo 1998 sono stati regolarmente evidenziati nel bilancio e sono stati apportati in quota debitoria dell'Assam rispetto all'Esam, tant'è che ancora oggi, tolte alcune quote come quella dell'indennità di liquidazione e di altre entrate che l'Esam ha effettuato per conto dell'Assam, l'Assam risulta debitrice nei confronti dell'Esam di circa 400 milioni che l'Assam riconosce all'Esam.
Nel prospetto finanziario è evidenziata per ogni costo la quota sostenuta dall'Esam e pertanto quando finirà la liquidazione o quando l'Esam potrà con l'Assam definire le quote debitorie, avrà il risarcimento.
L'ammontare dei costi sostenuti dall'Esam non può essere imputato come costo nel bilancio consuntivo economico-patrimoniale dell'Assam, non esistendo i requisiti di inerenza e di competenza necessari.
Nel bilancio consuntivo sono stati invece evidenziati gli importi dei debiti e dei crediti verso l'Esam, necessari a rappresentare la corretta attribuzione dei finanziamenti regionali.
In altre parole, per maggiore chiarezza, la divaricazione dei conti tra il bilancio e la nota integrativa attiene ad una decisione che fu presa dall'amministratore unico, d'accordo con il revisore dei conti, per stralciare i costi sostenuti e anticipati dall'Assam, senza che ci fossero le relative entrate da parte della Regione, e siccome il bilancio deve essere portato in pareggio, è chiaro che questa era un'operazione che non poteva essere fatta. Pertanto, mentre furono riportati in termini adeguati tutti i conti del bilancio così come si evince dal bilancio che ogni consigliere ha davanti, non sono stati riportati correttamente i totali nella nota integrativa; Da qui la discrepanza, che giustamente il consigliere Gasperi aveva evidenziato ma che successivamente ha equivocato, pensando che questa differenza fosse una copertura di un costo effettuato e non rendicontato e pertanto il consigliere Gasperi riconduceva all'amministratore unico, impropriamente, delle operazioni non lecite. E questo è da smentire, in quanto si tratta unicamente di una erronea valutazione. C'è una corrispondenza di cifre fra questo errore e i costi, però, sostanzialmente, si tratta unicamente di una errata correzione fatta nella nota integrativa.
La verità è che il bilancio è a tutti gli effetti regolare e corrisponde alle decisioni che anche i revisori dei conti hanno confermato con una lettera inviata alla Commissione.
Il 14 gennaio 2000 l'amministratore unico dell'Assam trasmette al presidente della seconda Commissione consiliare gli stessi chiarimenti forniti a Gasperi, il quale li ha avuti ma non li ha ritenuti congrui, insistendo su questa questione di illecito e su questa questione di irregolarità che assolutamente non esiste.
Il 17 gennaio del 2000 il dott. Raffaele Landolfo, commissario liquidatore dell'Esam fornisce chiarimenti al presidente della seconda Commissione. Nella sua nota tiene ad evidenziare che la gestione liquidatoria ha avuto a disposizione nella palazzina centrale ex Esam 3 vani su 98 e sottolinea che le spese di funzionamento non possono non tenere conto della superficie e dei mezzi utilizzati.
Il 19 gennaio 2000 il collegio dei revisori dei conti fornisce chiarimenti al presidente della seconda Commissione dott. Marcello Secchiaroli, oggi assessore al bilancio. Con questa relazione si confermano e si evidenziano le partite che interessano i rapporti tra Assam ed Esam e il collegio ha inoltre proposto che l'agenzia, a partire dal primo gennaio 2000 adotti una contabilità separata per le sole attività commerciali, distinta dalla contabilità tenuta ad altri fini.
A questo proposito va evidenziata la difficoltà — e dobbiamo farcene carico come consiglieri e come Consiglio regionale — perché, purtroppo, c'è un non facile adattamento della contabilità industriale, cioè della contabilità a partita doppia, con un ente pubblico economico come l'Assam, che comunque continua ad avere le sue entrate derivanti unicamente da trasferimenti regionali e che non deriva dai servizi venduti se non in minimissima parte e pertanto un ente economico ma che di fatto rimane un ente di erogazione difficilmente può rendere compatibile il bilancio a contabilità industriale.
Il 29 febbraio del 2000 il dirigente del servizio agricoltura fornisce chiarimenti al consigliere Bartolomei. Con questa nota si evidenziano ulteriori errori di trascrizione, inversione dei dati e del sottraendo, così come ho detto prima, rilevabili nella nota di chiarimenti predisposta dal dott. Biecar.
L'1.8.2000 — qui entra la nuova Amministrazione — con atto 1743 la Giunta regionale propone al Consiglio l'adozione dell'atto relativo al 1997 e approva di nuovo il conto del 1998, evidenziando nel documento istruttorio che la stessa proposta era stata trasmessa all'esame della Commissione consiliare nella precedente legislatura e lì rimase a causa di richieste di chiarimenti su un errore riscontrato nella nota integrativa ai rapporti finanziari con l'ex Esam.
Il 3 agosto 2000 il servizio segreteria e affari generali della Giunta trasmette al Presidente del Consiglio regionale il suddetto atto della Giunta.
Il 5 dicembre 2000 la Giunta chiede il ritiro della delibera di Giunta 1743 in quanto, nel corso dell'istruttoria preliminare alla predisposizione della proposta di deliberazione di Giunta per la trasmissione al Consiglio, è emerso che il consuntivo 1997 non era stato esaminato. Pertanto, al fine di recuperare correttezza formale e funzionalità operativa, si riteneva opportuno ritirare la suddetta delibera per riproporre al Consiglio l'esame del 1998 unitamente al 1997 e al 1999.
Il 18 dicembre la Giunta regionale decide di approvare sia il bilancio 1997 che 1998 e 1999.
Concludendo, nella documentazione agli atti, nonché nella lettura della relazione finale del gruppo di lavoro costituito con delibera di Giunta il 23 febbraio 2000 presso l'area di coordinamento n. 6 al fine di acquisire tutti gli atti relativi alla gestione liquidatoria del soppresso Ente di sviluppo agricolo delle Marche, emerge chiaramente la difficoltà di raccordo venutasi a creare tra la gestione Assam e la gestione liquidatoria. Questo fatto, assieme ad una serie di spiacevoli errori di trascrizione hanno comportato difficoltà nel lavoro della Commissione. Per evitare il ripetersi di fatti simili, si ritiene utile invitare la Giunta regionale a definire prima possibile tutte le procedure necessarie per completare la liquidazione dell'ex Esam, cosicché possano essere trasferiti all'Assam tutti i beni mobili e strumentali necessari per una autonoma e proficua attività gestionale nonché invitare l'amministratore unico dell'Assam ad adottare i prossimi bilanci, come poc'anzi dicevo, con una relazione ed una nota integrativa più completa ed esaustiva. Inoltre, nel dispositivo della Giunta dovrà essere ben chiaro che l'eventuale disavanzo rilevabile dal bilancio è giustificato. E questo è ovvio perché lo dice la 97.
Ecco perché, fatta tutta questa disamina, siamo arrivati al termine dell'esame completo del bilancio 1998 e pertanto ne proponiamo oggi l'approvazione al Consiglio regionale.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Ciccioli, relatore di minoranza.

CARLO CICCIOLI. Anche qui si tratta di una storia complicatissima ed evolutiva. Nella patologia medica, quando esiste un disturbo che procede e si aggrava nel tempo, si dice "ingravescente": questo è stato un atto ingravescente. Ma la cosa più curiosa, siccome tutta la "clinica" la conosce bene il mio collega Gasperi, è che il 29 aprile 1999 i revisori dei conti dell'Assam si riuniscono e scrivono: "Il collegio assicura l'esatta corrispondenza dei dati in esso esposti, con le scritture contabili", quindi esprime parere favorevole. In tre fasi successive accertano che ci sono gravi errori di trascrizione, contabili, materiali e forse non solo quelli. A questo punto credo che tutto l'atto, che è stato poi modificato come ci ha detto il relatore di maggioranza...

MARCO LUCHETTI. Il bilancio non è stato modificato, perché l'errore era solamente nella nota integrativa.

CARLO CICCIOLI. Mi rimetto, per tutti gli aspetti contabili, al consigliere Gasperi.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Gasperi.

GILBERTO GASPERI. Logicamente c'è sempre la solita presentazione, ma la realtà è completamente diversa. Dipende da dove si guardano le cose. Siccome sono scritte, solo su una cosa detta dal relatore Luchetti sono perfettamente d'accordo: l'Assam non può esistere se presenta bilanci in deficit. Se presenta bilanci in deficit si deve chiudere e andare a casa. Tanto è vero che si dice "eventualmente, in liquidazione la chiusura non la va a decretare il Consiglio ma la Giunta". Chi la va a decretare la va a decretare, la realtà è che su richieste fatte inizialmente da me, il presidente della Commissione è successivamente passato all'azione. Il collegio dei revisori dei conti dice: "La discrepanza rilevata fra i costi di produzione al 31.12.1998 indicati nel bilancio di tipo europeo...". Su una richiesta fatta non esiste un bilancio di tipo europeo, uno di tipo italiano, uno di tipo americano, uno di tipo inglese. Ma questo non mi interessa. Si dice, quindi: "I costi di produzione riportati nella nota integrativa che fa parte dello stesso bilancio derivano semplicemente dal fatto che avendo il collegio dei revisori, il giorno 29 aprile 1999, in sede di esame e di approvazione del bilancio, suggerito una diversa impostazione dello stesso che comportava delle variazioni...". Quindi si dice: "Il collegio dei revisori, infatti, al fine di evitare la presentazione di un bilancio che evidenziava una perdita di 746 milioni derivante, a suo parere, esclusivamente da una non corretta imputazione dei costi, aveva consigliato l'amministrazione di ripartire gli stessi costi secondo i periodi di maturazione di rendicontazione". Questo implica che hanno dovuto rivedere, altrimenti c'era un deficit. C'è qualcosa che non va. Il 5 gennaio 2000 l'amministratore dell'Assam mi risponde e dice: "In particolare, per quanto concerne il credito reclamato dall'ex Esam si precisava, innanzitutto, che lo stesso veniva ridotto a 679 milioni per effetto di spese non riconosciute dall'Assam a proprio carico, quali il compenso all'autista del commissario liquidatore...

MARCO LUCHETTI. E' un'altra cosa, questa.

GILBERTO GASPERI. E' per dare un'indicazione. Qui si evidenzia un falso nel bilancio. O c'è un falso nel bilancio dell'Assam o c'è un falso nel bilancio dell'Esam. Tanto è vero che mi allega la risposta di uno studio commerciale il quale dice: "Tutti i dati esposti nello stato patrimoniale e nel conto economico sono corretti. Purtroppo, in due tabelle della nota integrativa si sono verificati alcuni errori meramente materiali. In particolare, a pagg. 30-31 del fascicolo rilegato, il totale dei costi di produzione riporta la somma di £. 4.837.913.218. Si conferma invece che il dato corretto è £. 4.153.358.000, così come evidenziato a pagg. 15-16 del fascicolo allegato del conto economico e così come risulta dalla sommatoria di tutti gli importi parziali. Si conferma che i valori della contabilità crediti, debiti, costi e ricavi sono stati correttamente riclassificati ed esposti nel bilancio consuntivo per l'anno 1998".
Alla richiesta che avevo fatto, l'amministratore unico mi risponde: "Con riferimento al bilancio 31.12.1998, si precisa che per errore di dattilografia, a pag. 27, voce "debiti", è stata riportata la cifra complessiva di £. 2.887.000.000, anziché £. 2.321.559.000 e alla voce "debiti tributari" la somma di £. 46 milioni anziché £. 76 milioni".
Se c'è un errore di dattilografia, logicamente basta correggerlo, perché non credo che il Consiglio abbia mai votato una delibera o un atto dove c'era un errore di dattilografia, perché addirittura se c'erano errori di parole si facevano delle correzioni. Ma soprattutto in un bilancio, se ci sono dei numeri diversi mi dovrà dare garanzia un esperto o colui che preparare la relazione.
Andiamo a vedere. Su richieste fatte da me, il dott. Landolfo dice: "In relazione al quesito formulato da codesta Commissione — era la seconda Commissione che aveva posto il quesito — in merito al bilancio Assam per l'anno 1998 va chiarito che per quanto concerne il punto A lo scrivente non può entrare nel merito del documento contabile dell'agenzia per i servizi nel settore agroalimentare delle Marche non essendone legittimato. Può soltanto precisare che dai documenti contabili Esam si evince che l'Assam deve restituire la somma di £. 721.622.440 per anticipazione effettuata alla stessa su disposizioni impartite dal competente assessorato all'agricoltura". Andiamo a vedere se c'è scritto 721 milioni, perché se non c'è scritto il falso l'ha detto lui. O è falso un bilancio o è falso un altro. Responsabilità c'è. "Esiste sempre, nei documenti contabili Esam un debito per £. 140.000.000 per trattamento fine rapporto alla data del 31.12.1997 a favore degli operai ex Esam". Nell'audizione, Micucci dice che gli operai ex Esam li dovevano liquidare quelli dell'Assam, invece il liquidatore dice: "...il quale non è riconoscibile all'agenzia, in quanto non si è verificata alcuna successione nel rapporto di lavoro. Detta somma sarà regolarizzata al momento della quiescenza del personale operaio ex Esam". Ci sono delle regole nella contabilità. Sa perché lei non ci crede alle regole, consigliere Luchetti? Perché dimostra che tutto ciò che è avvenuto negli anni 1992-93 e precedenti, era una pia illusione delle volontà che noi volevamo operare. C'è una regola, e la contabilità o segue una regola oppure non si fa. Qui c'è un assessore al bilancio, ma penso che tutti gli assessori nel proprio bilancio seguano una regola, non possono andare a scrivere che con la macchina hanno fatto 200 chilometri in più per portare a spasso la moglie: quando scrivono che hanno fatto 600 chilometri e non 800 vuol dire che lo documentano attraverso i viaggi.
"Per quanto concerne il punto B della nota di codesta Commissione, si precisa che nel 1998 la gestione liquidatoria ha avuto a disposizione, nella palazzina centrale ex Esam, n. 3 vani su un totale di 98 dell'edificio. Di conseguenza le spese di funzionamento non possono tener conto della superficie utilizzata nonché dei mezzi usati". E manda la copia.
Perché dice questo? Perché nel bilancio Assam hanno fatto figurare — per cercare di sanarlo — delle spese di manutenzione e i costi di gestione del palazzo ex Esam sul conto Esam e non sul conto Assam, tanto è vero che se vado a prendere il bilancio a pag. 18 c'è scritto "totale costi della produzione, £. 4.153.358.359", poi vado a vedere "costi della produzione" a pag. 33 e scopro che c'è scritto "£. 4.837.913.000". Siccome si dice che questo è un errore di dattilografia, perché non è stato corretto?
Il liquidatore dell'Esam dice che i debiti sono 721 milioni. A pag. 31 c'è una differenza di 99 milioni. Dove c'è scritto "debiti verso Esam per attività fino al 15 marzo 1998", c'è scritto "£. 622.560.379". Perché c'è questa differenza di 99 milioni? Non sono mica bruscolini.
Ma non è finita qui. Su questa posizione lo stesso amministratore dava questi dati, quindi vado a prendere — perché c'è qualcosa che non torna — la relazione dei revisori dei conti. Per quanto riguarda i revisori dei conti c'è una storia particolare. I revisori dei conti dell'Assam erano tre, poi sono rimasti due, perché uno è passato nel gruppo... (Interruzione del consigliere Giannotti). Tu te lo ricordi, perché era di nomina del vostro gruppo, nella precedente legislatura: il dott. Corraducci il quale è passato nel gruppo Dini. Era un revisore dei conti dell'Assam, è uscito, dipendente della Coldiretti, poi improvvisamente ha vinto un concorso che era stato fatto, credo, appositamente per lui, e so che adesso è dipendente della Regione. Però il dipendente della Regione non lo fa, perché fa l'assessore per il gruppo Dini al Comune di Pesaro.
L'1.7.1999 inizia un rapporto presso l'Assam della figlia del presidente dei revisori dei conti dello stesso Assam. E' la documentazione che è stata chiesta direttamente in Consiglio.
Andiamo avanti, perché queste sono documentazioni, non sono mie invenzioni. Nel bilancio del dott. Landolfo, il quale è stato cacciato perché non ha accettato di scendere a certi compromessi, c'è scritto, allegato 4, "Attività, crediti verso lo Stato ed altri enti: Assam, £. 721.622.440". C'è una differenza di 99 milioni. Se vado a vedere la relazione dei revisori dei conti, questi confermano che il bilancio è regolare. I casi sono due: o il bilancio dell'Assam è falso, o il bilancio dell'Esam è falso. Anche se fosse tutto vero quello che si dice, c'è una differenza di 99 milioni.
L'altra cosa fondamentale è la seguente. Quando il liquidatore dell'Esam manda quella nota dove dice "io ho solo tre stanze su 99" e allega la piantina, logicamente non è un fesso, è un funzionario dello Stato, sa dove deve giocare. Andiamo a vedere il bilancio finanziario Assam 19998. "Manutenzioni immobili utilizzati dall'Assam". Gli impegni sono di £. 49.629.000. Pensate, £. 31.175.799 vanno all'Assam, £. 9.642.080 vanno all'Esam. Chiedo: con quale criterio li hanno suddivisi? Avevano bisogno di creare una parte nel bilancio per poter andare a diminuire quello che era un debito che aveva l'Assam stessa. Poi, "Utenze Assam": su 168 milioni, 115 sono di quota Assam, quasi 53 milioni di quota Esam. "Cancelleria": su 47 milioni, 42,8 vanno all'Assam — con tutti i dipendenti che avevano — e 4,1 milioni vanno all'Esam. Mi devono dire come hanno fatto a fare questa quota di divisione. Andiamo avanti: "Manutenzione macchine ufficio Assam ed Esam". Su un totale di 35 milioni, 26 sono caricati all'Assam e 6,9 all'Esam. C'erano tre stanze, di cui una era un bagno, avevano delle persone all'interno che facevano fatica ad andare nel bagno stesso, hanno cercato in tutti i modi di intralciare. Forse quello che scriveva l'amministratore dell'Assam quando diceva che c'era la macchina riservata, privata, con l'autista, del liquidatore dell'Esam forse si riferiva a quello.
"Manutenzione automezzi". Su 71 milioni, 50 vanno all'Assam, 20 all'Esam. E quante macchine avevano? "Assicurazioni, bolli e vigilanza". Questa è una cosa assurda: su 201 milioni, 105 sono dell'Assam e 95 dell'Esam. Non c'è nemmeno la proporzione per fare un controllo: uno controlla tutto un palazzo, l'Esam ha solamente tre stanze e gli altri 95. Ebbene, su 207 milioni, 95 vengono caricati all'Esam. Quando si va a prendere un regolamento di condominio si suddivide tutto in base alle superfici virtuali: qui bastava fare la suddivisione delle superfici virtuali.
"Spese telefoniche": su 108 milioni — c'è tutta la struttura dell'Assam che lavora, con tutti i dipendenti — 72 milioni vengono stabiliti per l'Assam e 24 per l'Esam che aveva un telefono.
"Spese postali". In questo caso, su 13 milioni l'Assam ha preso tutto, all'Esam non ha dato niente.
"Libri e riviste": su £. 8.845.000, £. 8.000.000 vanno a carico dell'Assam e £. 757.000 vanno a carico dell'Esam.

PRESIDENTE. Collega, la invito a concludere, perché ha superato ampiamente i 20 minuti. Se avesse accettato di fare una discussione unitaria...

GILBERTO GASPERI. Presidente, questa è una cosa molto grave. In questo caso ritengo di poter dire tutto e di poter affermare tante cose, facendo parte dell'opposizione, ma debbo dare un riconoscimento. Da quando sono seduto nell'ambito di questo Consiglio regionale ho sempre ritenuto e ritengo tuttora di sedermi a fianco di avversari ma di persone serie, con le quali ci possono essere degli attriti, delle diatribe politiche, ma non penso mai di poter andare a toccare la loro correttezza e la loro dignità. E allora faccio appello alla correttezza che avete sempre dimostrato e alla dignità che avete, perché questa è una prova di falso in bilancio. Deriva da una elusione di tipo contabile con la quale sono stati stornati tutti i maggiori costi, girandoli all'ex Esam e facendoli figurare nel bilancio finanziario, da pag. 38 in avanti.
Come si può andare a pensare di voler sistemare una situazione dove è normale e fondamentale che si debba andare a fare chiarezza? Infatti sarò costretto, se questa chiarezza non verrà, a chiedere una commissione d'inchiesta, perché ho avuto dei dubbi da quando ho cominciato a lavorare. A un certo punto i casi erano due: o ero diventato completamente deficiente o ero una persona che vedeva delle cose strane, tanto è vero che mi ero fermato perché avevo dei dubbi. Però in questo caso sono certezze. Molte volte avevo indicato certe situazioni passando per un lupo, ma queste cose sono chiare, esulano dal problema-Esam, che vedremo in un altro ambito. Questo si ricollega con le situazioni di particolarità e di estrema gravità. E allora, ognuno di noi deve assumersi delle responsabilità e per questo motivo chiedo che per l'approvazione di questo bilancio venga fatta la chiama per appello nominale, anche perché nel bilancio che andremo a discutere dopo, quegli errori che qui dicono esserci — cioè i famosi 815 e 887 milioni — se li vado a rivedere nello stesso bilancio 1999, a pag. 27 c'è scritto "4.153 milioni" del 1998, e a pag. 40 c'è scritto nuovamente "4.153 milioni", cioè quello che nel 1998 da una parte era scritto "4.153" e dall'altra "4.800", nel bilancio del 1999, che ricopia quello del 1998, c'è scritto in ambedue le parti "4.153". I casi sono due: o si è sbagliato qui o si è sbagliato là.
L'hanno voluto correggere, ma come si fa a correggere successivamente se si deve richiamare il bilancio approvato prima? C'è qualcosa di incoerente. Per questo motivo, a nome anche di Pistarelli e Castelli chiedo la votazione per appello nominale.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Franceschetti.

FAUSTO FRANCESCHETTI. Presidente, non voglio rubare molto tempo con il mio intervento. Credo però di fare una premessa: che su un atto di questo tipo — il bilancio consuntivo Assam del 1998 — che è vero, si è protratto, anche per le ragioni che qui sono state esposte, per lungo tempo, il dibattito vada riportato dentro i binari corretti della discussione, nel senso che noi dobbiamo, come Consiglio regionale — e prima ancora l'abbiamo fatto come Commissione — esaminare i bilanci consuntivi sulla base di quelli che sono i documenti che a noi vengono prodotti sulla carta. Le affermazioni, le supposizioni o quant'altro il consigliere Gasperi o qualsiasi altro consigliere fa, su cose spesso neanche attinenti alla questione del bilancio consuntivo, sono altra cosa e non possono inficiare un dibattito e una votazione su atti ben precisi. Così come credo vada ricostruito fedelmente un percorso che è stato fatto dalla precedente legislatura, quando in seconda Commissione si doveva approvare il bilancio consuntivo Assam del 1998 nel dicembre 1999 — e non all'inizio del 1999 — la Commissione chiese chiarimenti tanto all'Assam quanto ai revisori dei conti e la stessa cosa fece il consigliere Gasperi, chiarimenti che poi sono venuti e che il relatore di maggioranza collega Luchetti ha esposto, secondo me, in maniera chiarissima, ripercorrendo in modo del tutto palese, chiaro, aperto quella che è stata la procedura che ha portato fino a questi giorni.
Non voglio entrare nel merito di tutte le questioni tecniche che qui sono state già sottolineate dal collega Luchetti, perché le condivido pienamente. Voglio fare due-tre considerazioni molto veloci, partendo proprio da questo dato, cioè dai dubbi che erano sorti alla precedente Commissione bilancio di questo Consiglio, che riguardavano due questioni, fondamentalmente. Primo, una discrepanza sulle cifre tra il conto economico e la nota integrativa, in particolare riguardo ai costi di produzione dove c'era una differenza, nel totale, di 680 milioni circa e poi un'altra voce minore dove pure c'era questa discrepanza. La seconda questione riguardava i criteri di suddivisione dei costi di gestione tra Esam ed Assam, in un momento di passaggio tra la gestione dell'Esam che era stata posta in liquidazione e la nuova gestione Assam.
Su queste due questioni sono state assunte delle note, prodotte per iscritto da parte del precedente amministratore dell'Assam, da parte dei revisori dei conti e, per ultimo, come Commissione bilancio attuale abbiamo chiesto un incontro anche all'attuale amministratore unico dell'Assam dott. Micucci, per chiedere spiegazioni in merito a questi tre atti, pur sapendo che il dott. Micucci è subentrato recentemente e quindi non aveva preso parte nella maniera più assoluta alla gestione 1997, 1998 e 1999 dell'Assam.
Ma io aggiungo anche un'altra cosa. Credo che se ognuno di noi va a fare una verifica delle somme, si rende conto che quegli errori che erano lì contenuti erano di carattere materiale. Infatti, se uno si sbizzarrisce a fare la somma di tutte le voci che compongono i costi di produzione, verifica che la cifra esatta totale è quella che sta nel conto economico, mentre la cifra che sta nella nota integrativa reca un errore nel totale. E' un fatto di errore materiale nel vero senso della parola, quindi su questo fatto architettare tutto un ragionamento per dire che chissà quali cose siano successe all'interno dell'Assam a me pare un po' azzardato. (Interruzione) C'è una risposta dell'amministratore unico dell'Assam. Aggiungo un'altra cosa, a maggior sicurezza per questo Consiglio regionale: che tutti i tre bilanci consuntivi 1997, 1998 e 1999 hanno, alla conclusione, il parere favorevole dei revisori dei conti che allora erano stati nominati.
Quindi, al di là di illazioni che a questo Consiglio oggi non interessano, di fatto c'è una garanzia suprema, perché se i revisori dei conti dell'Assam dicono che quei bilanci sono formalmente regolari, noi dobbiamo verificare la rispondenza formale di questi bilanci consuntivi e credo che questo tagli la testa al toro. Così come, sulla seconda questione c'è una risposta molto dettagliata da parte del presidente del collegio dei revisori, che al punto 2) della lettera di risposta che ha mandato all'allora presidente della seconda Commissione Secchiaroli, dice: "Tutte le voci che concorrono alla definizione dei crediti dell'Assam rispetto all'Esam", in maniera dettagliata e puntigliosa, compresi i 140 milioni che qui sono stati ricordati del Tfr dei dipendenti che sono un passaggio dall'Esam all'Assam, perché sono stati di fatto trasferiti agli stessi lavoratori.
Mi sembra che da questo punto di vista, per la competenza del Consiglio non vi possano essere dubbi sulla autenticità e sulla giustezza di questi conti consuntivi. Per quanto è di competenza nostra, lo sottolineo.
L'ultima questione che voglio sollevare, riprendendo una sottolineatura che faceva il collega Luchetti, riguarda una riflessione che credo, come Giunta in primo luogo ma successivamente anche come Consiglio dobbiamo fare, relativa alla natura giuridica dell'Assam, individuata come ente pubblico economico, perché questo ente produce anche dei servizi di natura commerciale, ma sono servizi di natura commerciale che nel bilancio complessivo non dico scompaiono ma sono del tutto marginali rispetto a quello che è dato nelle entrate da parte della Regione e da parte, soprattutto dell'Unione europea.
Secondo me una riflessione su una rivisitazione di questa attribuzione all'Assam di ente pubblico economico, va fatta perché, a detta di più voci — amministratori dell'Assam, gli stessi revisori dei conti — questo fatto produce forti problemi di natura economica e fiscale, a fronte di servizi di natura commerciale che sono del tutto minimali all'interno dell'Assam. Una riflessione su questo da parte della Giunta in primo luogo, va fatta e portata all'attenzione del Consiglio.

PRESIDENTE. Ha la parola, per la replica, il consigliere Luchetti.

MARCO LUCHETTI. Solo per precisare alcune questioni che secondo me vanno precisate, altrimenti rischiamo di fare una votazione senza capirne effettivamente la portata.
La precisazione iniziale è che il collega Gasperi si è assunto delle gravi responsabilità, sono sue personali, in quanto ha detto e affermato della falsità del bilancio dell'Assam 1998 e ha detto anche che i revisori dei conti — lo ha fatto capire chiaramente raccontando delle storie di assunzioni varie — sono corrotti per avere approvato questo bilancio. Queste sono dichiarazioni che lui ha fatto e se le tiene. Ma la prova che queste sue argomentazioni sono del tutto prive di senso deriva dal fatto che il collega Gasperi ha descritto puntualmente delle cifre sulla base del bilancio che tutti i consiglieri hanno sotto gli occhi, delle cifre di competenza quota Esam, dicendo che queste quote sono sopravalutate rispetto alle dimensioni organizzative della gestione liquidatoria ex Esam. Lui sta dicendo che quelle quote sono sopravalutate, quando sono state riconosciute come debito dell'Assam verso l'Esam, per cui il consigliere Gasperi non ha capito neanche il senso delle cifre. Se questo è il modo di valutare le cifre di questo bilancio da parte sua, penso che debba fare un minimo di verifica, perché dicendo che tutte quelle cifre che l'Assam ha riconosciuto all'Esam erano delle quote che nascondevano delle perdite dell'Assam, sostanzialmente qui c'è una comprova della correttezza dell'Assam, che ha riconosciuto quelle quote come suo debito nei confronti dell'Esam. Gasperi, perché prendi in giro il Consiglio regionale? Non solo, ma quando dici che questo debito non si sa dove sta, tu hai la lettera dei revisori dei conti che ti spiegano chiaramente dove sono in bilancio i crediti dell'ex Esam che tu hai citato. Te lo hanno chiaramente spiegato. Se tu non lo vuoi capire perché vuoi strumentalizzare politicamente questa cosa sono tue questioni, però da qui a dire che c'è un falso e una corruzione ce ne passa e secondo me te ne prendi tutte le responsabilità, perché secondo me sono cose molto gravi, pertanto gli interessati faranno quello che vorranno.
Nel frattempo, siccome abbiamo dato tutte le spiegazioni degli errori materiali, di tutte le interpretazioni di queste cose, il Consiglio può stare tranquillo e può approvare tranquillamente il bilancio 1998 dell'Assam.

PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto.
Ha la parola il consigliere Gasperi.

GILBERTO GASPERI. Caro Luchetti, innanzitutto io ho parlato di falso in bilancio e non di corruzione.

MARCO LUCHETTI. Hai parlato di assunzioni di parenti dei revisori dei conti.

GILBERTO GASPERI. Non vengo da un partito dov'era facile sentir parlare di corruzione. Noi lo sentivamo da fuori della finestra che c'era la corruzione, all'interno non la vedevamo. Perciò non ho parlato di corruzione, sia ben chiaro. Se poi mi mandi un messaggio mafioso per dirmi "stai attento", non solo sto attento, ma ho la dignità di pesare quello che dico...

MARCO LUCHETTI. E' registrato, è registrato...

GILBERTO GASPERI. Non ho capito... Non ho neanche la possibilità di parlare... Cosa dobbiamo fare, dobbiamo fare attenzione a quello che diciamo nel "tempio della democrazia" delle Marche?

MARCO LUCHETTI. Devi dire la verità.

GILBERTO GASPERI. La sto dicendo.
Ammesso e non concesso che tutto quello che è stato detto sia vero, a pag. 31 c'è scritto: "La voce "altri debiti" accoglie passività verso creditori diversi e in particolare debiti verso l'Esam per l'attività svolta fino alla data del 15 marzo 1998. L'importo corrisponde alle anticipazioni fatte dall'ente Regione Marche all'Assam, nella previsione che tutta l'attività del 1998 fosse svolta dalla nuova agenzia". Se vado a vedere "Debiti verso l'Esam per attività fino al 15 marzo 1998", sono £. 622.560.379.
Andiamo a vedere: bilancio Esam, allegato n. 4, certificato del revisore dei conti, "Attività, crediti verso lo Stato ed altri enti", Assam £. 721.622.440. Sono più o meno 99 milioni. Indipendentemente da quello che lei vorrebbe dimostrare...

MARCO LUCHETTI. Dove l'hai letto?

GILBERTO GASPERI. C'è il bilancio dell'Esam. E' completamente diverso rispetto al bilancio dell'Assam. (Interruzione del consigliere Luchetti). Sarà un problema di Landolfo. In questo caso chiedo di intervenire, Presidente: o è falso il bilancio dell'Esam o è falso il bilancio dell'Assam.

MARCO LUCHETTI. Tu hai detto che è falso quello dell'Assam.

GILBERTO GASPERI. Per me sì, per un motivo molto semplice: perché quando i revisori dei conti dicono che va bene non sono entrati in materia nel vedere le spese che venivano attribuite all'Esam per l'uso della struttura, perché prendevano per buone quelle cose, è normale. Io ti dico che quella è la dimostrazione. (Interruzione del consigliere Luchetti). Caro Luchetti, non mi può far dire quello che non ho detto...

MARCO LUCHETTI. La stai rigirando...

GILBERTO GASPERI. Non sto rigirando niente.

MARCO LUCHETTI. E' registrato quello che hai detto.

GILBERTO GASPERI. Stia tranquillo. Se quello che è scritto nel bilancio 1999 dell'Assam ha una differenza di 99 milioni con il bilancio dell'Esam, tutti e due certificati dai revisori dei conti, uno dei due non va bene, perché non può esserci una differenza di 99 milioni. Ma indipendentemente da questo, quelli che sono riportati come costi imputabili all'Esam per l'uso del palazzo non sono i revisori dei conti a dire che sono troppi o pochi, c'è qualcuno che li ha messi, un funzionario ha redatto. Loro hanno fatto i conti e gli va bene, ma quelle spese, se sono maggiori rispetto a quello che c'è... Va a occultare, se non altro, quello che può essere un debito, a casa mia.
In questo caso sono non contento, ma sono conscio di quello che ho detto e quei messaggi tipici di quando si avevano poteri assoluti sono cose che non mi riguardano assolutamente. Quei messaggi è meglio che vengano dati alle persone che possono avere delle difficoltà per nascondere altri tipi di bilancio. Il sottoscritto ha un bilancio concreto e limpido nell'ambito del suo partito e nell'ambito della sua famiglia, ma è la prima volta che in seno a un Consiglio regionale sento con grande dispiacere che un consigliere mette in condizione di esaltare gli eventuali pericoli quando c'è la libertà di linguaggio. Io mi batto perché lei continui a parlare, ma si ricordi che mi batterò sempre e comunque, anche quando potrò essere io dalla parte del governo, o della Regione o del Paese, perché parlare e presentare quelle che sono le proprie opinioni e le proprie indicazioni — che possono essere anche sbagliate — se fatto senza entrare nei giochi di potere ma completamene per fare chiarezza e portare a una verità, non può essere preso con la logica "fai attenzione a quello che hai detto, perché di qua ci sono i carabinieri che ti arrestano". Eventualmente sarò ben orgoglioso di rispondere anche di queste cose.
Le posso dire che qui non ha mai tentato nessuno di mettermi a tacere.

MARCO LUCHETTI (rispondendo ad altro consigliere). Se lui fa la dichiarazione di voto la faccio anch'io.

GILBERTO GASPERI. Lei la può fare. Io sono orgoglioso di essere stato eletto in questo Consiglio, ho il pieno diritto di parlare, perché tra l'altro vengo anche pagato per parlare in questo Consiglio. Per fortuna il parlare non è collegato all'indennità che andiamo a prendere, è un dovere e un obbligo, non solamente un diritto, quindi è normale che estrinsechi quella che può essere la mia opinione. Indipendentemente da tutto, chiedo ufficialmente al Presidente della Giunta che faccia chiarezza per queste due differenziazioni che riguardano la somma di 99 milioni, perché il resto lo vedrà qualcun altro, ma queste cose le dobbiamo vedere noi stessi. Sono due diversità totali e altrettanta diversità c'è sul bilancio che viene presentato nel 1999 perché non vengono ricopiati gli stessi errori del 1998.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Luchetti.

MARCO LUCHETTI. Siccome vengono dette delle cose abbastanza pesanti, credo che sia necessario, visto e considerato che c'è una registrazione delle nostre cose, chiarire. Prendo atto della moderazione con cui Gasperi ha modificato il suo tono, perché indubbiamente quello che aveva detto prima era così eclatante che, dalle mie espressioni, si è reso conto del contenuto delle sue affermazioni. Ne prendo atto, perché sicuramente anch'io difenderò la libertà di parola, però dobbiamo anche rispettare una giusta correttezza nei confronti delle persone che non sono in quest'aula, e se le tacciamo di falso e di corruzione, diventa un problema per tutti...

GILBERTO GASPERI. Falso, non corruzione...

MARCO LUCHETTI. Gasperi, tu hai accennato a delle assunzioni strumentali di un figlio dei revisori dei conti e di un revisore dei conti.

GILBERTO GASPERI. Ci sono state o no?

MARCO LUCHETTI. Sì, ma l'hai affermato in un contesto che fa pensare a quello che io ti ho detto. Tu puoi dire quello che ti pare: se dobbiamo discutere pacatamente, queste cose potevi fare a meno di dirle. Siccome tu le hai affermate, è una responsabilità grave che ti sei assunto. Io non ho detto che non devi dirle, ti sei assunto una responsabilità. Lungi da me pensare che non si debba dire quello che si ritiene, però ognuno, nel dire quello che pensa se ne assume correttamente la responsabilità.
Ecco perché inviterei Gasperi, se ha pazienza, a vedere insieme a me meglio i conti, così verificherà che molte cose che ha detto non corrispondono al vero, perché derivano da una interpretazione errata, è stato indotto da una interpretazione errata non so da chi ma sicuramente errata, perché, come ripeto, ha sostenuto delle cose di gonfiamento di somme che addirittura vengono riconosciute all'ex Esam, perché le cose che tu hai detto sono dei debiti che l'Assam ha nei confronti dell'Esam, non viceversa. Questo mi fa capire che hai dato un'interpretazione sbagliata.
A Gasperi l'abbiamo detto, come l'abbiamo detto anche al consigliere Ciccioli, che dopo tutto l'esame fatto in Commissione si è astenuto, ha capito quali erano le origini delle incomprensioni. Ecco perché si è astenuto e non credo che sia una persona non attenta a queste cose.
Se avessimo affrontato queste cose con pacatezza, probabilmente non saremmo arrivati a una discussione con questi toni.
Comunque ripeto che voterò a favore dell'approvazione del bilancio, proprio perché abbiamo chiarito ogni aspetto e rifiuto di pensare che ci siano delle manomissioni fatte ad hoc come dice Gasperi. Pertanto invito i colleghi a fare altrettanto.

PRESIDENTE. Prego di procedere alla votazione per appello nominale, a partire dal n. 14.

MARCO AMAGLIANI, Consigliere segretario. Procedo alla chiama:
D'Angelo assente
Donati sì
Favia no
Franceschetti sì
Gasperi no
Giannotti no
Grandinetti assente
Luchetti sì
Martoni assente
Massi Gentiloni Silveri assente
Melappioni assente
Minardi assente
Mollaroli assente
Moruzzi sì
Novelli assente
Pistarelli no
Procaccini sì
Ricci Andrea sì
Ricci Giuseppe sì
Rocchi sì
Romagnoli no
Secchiaroli sì
Silenzi sì
Spacca sì
Tontini sì
Trenta no
Viventi assente
Agostini sì
Amagliani sì
Amati sì
Ascoli sì
Avenali sì
Benatti sì
Brini assente
Castelli no
Cecchini sì
Ceroni no
Cesaroni assente
Ciccioli no
D'Ambrosio sì

(Il Consiglio approva)





Proposta di atto amministrativo (Discussione e votazione): «L.R. n. 9/97. Istituzione dell'Agenzia per i servizi nel settore agroalimentare delle Marche (Assam). Art. 14, comma 3. Esame del bilancio consuntivo 1999 dell'Assam» Giunta (37)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la proposta di atto amministrativo n. 37, ad iniziativa della Giunta.
Ha la parola il relatore di maggioranza, consigliere Luchetti.

MARCO LUCHETTI. Credo che non ci sia nulla da aggiungere alle cose dette per i precedenti bilanci. I contenuti sono quelli. Ovviamente nel 1999 non ci sono errori formali, quindi non c'è da eccepire nulla. Il bilancio è stato valutato e se ne propone l'approvazione in quanto nessuno ha eccepito alcunché in merito ai contenuti contabili o altro.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Gasperi.

GILBERTO GASPERI. Confermo tutto quello che ho detto precedentemente. Chiedo solamente, a nome anche dei consiglieri Ciccioli e Novelli, la votazione per appello nominale.

PRESIDENTE. Prego di procedere alla votazione per appello nominale, a partire dal n. 3.

MARCO AMAGLIANI, Consigliere segretario. Procedo alla chiama:
Amati sì
Ascoli sì
Avenali sì
Brini no
Castelli no
Cecchini sì
Ceroni no
Cesaroni assente
Ciccioli no
D'Ambrosio sì
D'Angelo assente
Donati sì
Favia no
Franceschetti sì
Gasperi no
Giannotti no
Grandinetti assente
Luchetti sì
Martoni assente
Massi Gentiloni Silveri assente
Melappioni assente
Minardi assente
Mollaroli assente
Moruzzi sì
Novelli no
Pistarelli no
Procaccini sì
Ricci Andrea sì
Ricci Giuseppe sì
Rocchi sì
Romagnoli no
Secchiaroli sì
Silenzi sì
Spacca assente
Tontini sì
Trenta no
Viventi assente
Agostini sì
Amagliani sì

(Il Consiglio approva)



Mozioni (Illustrazione):
«Misure per far fronte all'emergenza nel settore del commercio causata dall'encefalopatia spongiforme bovina (BSE) popolarmente chiamata "mucca pazza" Favia, Giannotti, Brini, Ceroni, Cesaroni, Grandinetti e Trenta (69)
«Misure urgenti a favore degli allevatori e dei commercianti di carne bovina» Viventi (62)

PRESIDENTE. Se il Consiglio è d'accordo, potremmo procedere alla illustrazione delle mozioni n. 69 a firma dei consiglieri Favia, Giannotti, Brini, Ceroni, Cesaroni, Grandinetti e Trenta e n. 62 a firma del consigliere Viventi. A queste due mozioni è collegata l'interrogazione del consigliere Moruzzi sullo stesso argomento, a cui risponderà la prossima volta l'assessore.
Ha la parola, per l'illustrazione, il consigliere Favia. Il dibattito, le conclusioni dell'assessore e la votazione sulle mozioni sono rinviati alla prossima seduta.

DAVIDE FAVIA. Signor Presidente, colleghi consiglieri, credo che sia doveroso che, al di là delle iniziative che vengono prese anche a livello nazionale, questo Consiglio regionale assuma una sua posizione su questa materia estremamente attuale ed importante e spinosa. Non posso condividere quanto detto dal collega Avenali che la materia sarebbe stata trattata con la mozione unitaria della scorsa seduta, in quanto la mozione riguardava in gran parte argomenti diversi da quelli che questa nostra mozione tende ad illustrare.
Non vi è dubbio che il problema della "mucca pazza" ha gettato nello sconcerto i consumatori italiani ed anche i consumatori marchigiani. Non c'è dubbio che il problema vada affrontato con grande serietà, in quanto, sebbene da parte del Ministero della sanità si tenda a tranquillizzare gli utenti, e sebbene i casi di "mucca pazza" siano ancora percentualmente irrilevanti, purtuttavia, giorno dopo giorno, il problema scoppia con sempre maggiore evidenza, sono sempre di più gli allevamenti che vengono dichiarati "sospetti" e vengono sequestrati dalla magistratura, quindi credo che di questo problema noi dobbiamo farci carico anche a livello regionale, in quanto l'incidenza della carne marchigiana sull'economia regionale, tra l'altro, è estremamente importante. Dobbiamo cioè farci carico di tutelare la qualità della nostra produzione.
I consumatori sono disorientati e sfiduciati, gli allevatori non sanno dove smaltire le carcasse, il penultimo anello prima del consumatore, che sono i macellai, sono in gravissima crisi economica e finanziaria.
Credo che la Regione debba farsi carico di ricostruire tutta la filiera, cioè garantire che gli allevamenti sono in grado di immettere sul mercato carne sana, che vadano incentivate le certificazioni delle carni, sia marchigiane che quelle che vengono importate con certificazioni di qualità e che, in ultima analisi, i macellai e gli utenti, che riterrei quasi unitariamente da considerare nell'ambito della filiera e della catena che va dalla produzione fino al consumatore, siano sufficientemente tutelati.
E' notizia di pochi giorni fa che ha chiuso, proprio qui in Ancona, la prima macelleria. La Confcommercio ha fatto una richiesta chiara, esaustiva. Di questo il Governo nazionale ha accolto soltanto la postergazione di alcuni pagamenti dei contributi e delle tassazioni. A livello locale non ci siamo preoccupati minimamente di non far gravare sulle macellerie l'incidenza dell'Irap, i Comuni non hanno minimamente considerato di non far gravare sui macellai l'incidenza dell'Ici, quindi credo che organicamente dovremmo affrontare questa materia affinché siano intensificati i controlli sulla provenienza e sulla qualità delle carni, affinché siano accelerati i processi per la certificazione di qualità Ue al fine di offrire al cittadino delle garanzie certe che poi si riverberano sulla tranquillità del consumatore e dei macellai; ad intervenire presso il Governo affinché siano aumentate le garanzie per il cittadini, per il macellaio e per l'utente; in particolare, per i macellai si proceda ad una detassazione delle perdite, all'adeguamento dell'Iva alla media europea del 6%, ad una revisione degli studi di settori e affinché vengano sostenuti aiuti economici.
Credo che anche la Regione debba prevedere propri contributi a fondo perduto per i titolari di macelleria, non nella misura ridicola di 5 milioni che si ventilava, ma credo che debba prevedersi un contributo non inferiore a 50 milioni od anche dei finanziamenti a tasso zero o a tasso assolutamente agevolato. Bisognerà prevedere anche degli incentivi per la riconversione delle macellerie, da parte di chi voglia, in altre attività produttive o commerciali, favorire l'incentivazione dello scivolamento pensionistico dei titolari delle macellerie e, molto importante, istituire un tavolo di concertazione tecnico, composto di rappresentanti di categorie e funzionari della Regione, volto a ricostruire l'immagine delle macellerie e degli allevamenti e a rassicurare i consumatori sulla qualità e bontà delle carni bovine marchigiane.
Auspichiamo che questo problema non venga sfuggito, come ci è sembrato che la maggioranza volesse fare nella scorsa e in questa seduta, e che con serietà venga affrontato il problema, ma venga anche risolto senza ricorrere a frasi facili tipo dire "non c'è allarme", perché se è vero che ancora i casi effettivi sono pochi, l'allarme c'è, il ritorno disastroso sull'economia marchigiana si comincia a vedere, quindi se questa questione non viene affrontata immediatamente e con serietà, potrebbe sfuggire di mano e di questo ci faremo carico alla Giunta regionale.

PRESIDENTE. Come preannunciato precedentemente ritengo che possiamo concludere i lavori della giornata. Il Consiglio è riconvocato per il giorno 28 febbraio sulla base dei punti che saranno decisi venerdì prossimo nella Conferenza dei presidenti di gruppo. Il collega Viventi, ovviamente, illustrerà la sua mozione il giorno 28.
La seduta è tolta.


La seduta termina alle 18,55